Il raccordo divino in due discordanti genealogie di gesù

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Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO

il raccordo “divino” nelle due discordanti genealogie di Gesù, fatte da Matteo e Luca


2 Nel Nuovo Testamento, due sono i Vangeli che descrivono la genealogia di Gesù: quello di Matteo e quello di Luca. Vi mostro qui per intero cosa ne scrive l'uno e cosa ne scrive l'altro. Matteo 1,1-17 1 Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2 Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3 Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, 4 Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, 5 Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6 Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, 7 Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, 8 Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9 Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10 Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia,11 Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. 12 Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle,13 Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò

Azor, 14 Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15 Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16 Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. 17 La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.

figlio di Naàsson, 33 figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, 34 figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, 35 figlio di Seruk, figlio di Ragau, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, 36 figlio di Cainam, figlio di Arfàcsad, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamech, 37 figlio di Matusalemme, figlio di Enoch, figlio di Iaret, figlio di Malleèl, figlio di Cainam, 38 figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.

Luca 3,23-48

Essi sono stati scritti in ordine inverso, e quello di Matteo comincia dal capostipite Abramo, per terminare con Gesù, mentre il secondo comincia da Gesù e risale fino a Dio. Se si contano le generazioni , di Padre in Figlio, a cominciare dal capostipite Abramo, scopriamo che, con Abramo numero 1, tutti i padri, fino a Gesù compreso, sono numerati in un ordine che fa di Gesù il numero 41. Nel testo invece si parla di 3 volte 14 generazioni, che sono 42. In verità tra il 4°, Giuda, e il 5°, Fares, c'è la generazione di Er, saltata in quanto Giuda fu costretto a sostituire il figlio morto, dalla sua vedova, Tamar.

23 Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent'anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli, 24 figlio di Mattàt, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innài, figlio di Giuseppe, 25 figlio di Mattatìa, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggài, 26 figlio di Maat, figlio di Mattatìa, figlio di Semèin, figlio di Iosek, figlio di Ioda, 27 figlio di Ioanan, figlio di Resa, figlio di Zorobabèle, figlio di Salatiel, figlio di Neri,28 figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, 29 figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattàt, figlio di Levi, 30 figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliacim, 31 figlio di Melèa, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natàm, figlio di Davide, 32 figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala,

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41.

Abramo Isacco, Giacobbe, Giuda Fares Esròm, Aram, Aminadàb, Naassòn, Salmòn, Booz, Obed, Iesse. Davide Re,-----------------Salomone Re, Roboamo Re, Abìa Re, Asàf Re, Giòsafat Re, Ioram, Ozia, Ioatam, Acaz, Ezechia, Manasse, Amos, Giosia, Ieconia, --------------Salatiel, Zorobabèle, Abiùd, Elìacim, Azor, Sadoc, Achim, Eliùd, Eleàzar, Mattan, Giacobbe Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù.


3 Vale la pena qui riportare il capitolo 38, di Genesi, in cui è descritto questo evento. Genesi 38 1 In quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e si stabilì presso un uomo di Adullam, di nome Chira. 2 Qui Giuda vide la figlia di un Cananeo chiamato Sua, la prese in moglie e si unì a lei. 3 Essa concepì e partorì un figlio e lo chiamò Er. 4 Poi concepì ancora e partorì un figlio e lo chiamò Onan. 5 Ancora un'altra volta partorì un figlio e lo chiamò Sela. Essa si trovava in Chezib, quando lo partorì. 6 Giuda prese una moglie per il suo primogenito Er, la quale si chiamava Tamar. 7 Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso al Signore e il Signore lo fece morire. 8 Allora Giuda disse a Onan: «Unisciti alla moglie del fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità per il fratello». 9 Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare una posterità al fratello. 10 Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui. 11 Allora Giuda disse alla nuora Tamar: «Ritorna a casa da tuo padre come vedova fin quando il mio figlio Sela sarà cresciuto». Perché pensava: «Che non muoia anche questo come i suoi fratelli!». Così Tamar se ne

andò e ritornò alla casa del padre. 12 Passarono molti giorni e morì la figlia di Sua, moglie di Giuda. Quando Giuda ebbe finito il lutto, andò a Timna da quelli che tosavano il suo gregge e con lui vi era Chira, il suo amico di Adullam. 13 Fu portata a Tamar questa notizia: «Ecco, tuo suocero va a Timna per la tosatura del suo gregge». 14 Allora Tamar si tolse gli abiti vedovili, si coprì con il velo e se lo avvolse intorno, poi si pose a sedere all'ingresso di Enaim, che è sulla strada verso Timna. Aveva visto infatti che Sela era ormai cresciuto, ma che lei non gli era stata data in moglie. 15 Giuda la vide e la credette una prostituta, perché essa si era coperta la faccia. 16 Egli si diresse su quella strada verso di lei e disse: «Lascia che io venga con te!». Non sapeva infatti che quella fosse la sua nuora. Essa disse: «Che mi darai per venire con me?». 17 Rispose: «Io ti manderò un capretto del gregge». Essa riprese: «Mi dai un pegno fin quando me lo avrai mandato?». 18 Egli disse: «Qual è il pegno che ti devo dare?». Rispose: «Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano». Allora glieli diede e le si unì. Essa concepì da lui. 19 Poi si alzò e se ne andò; si tolse il velo e rivestì gli abiti vedovili. 20 Giuda mandò il capretto per mezzo del suo amico di Adullam, per riprendere il pegno dalle mani di quella donna, ma quegli non la trovò. 21 Domandò agli uomini di quel luogo: «Dov'è quella prostituta che stava in Enaim sulla strada?». Ma risposero: «Non c'è stata qui nessuna

prostituta». 22 Così tornò da Giuda e disse: «Non l'ho trovata; anche gli uomini di quel luogo dicevano: Non c'è stata qui nessuna prostituta». 23 Allora Giuda disse: «Se li tenga! Altrimenti ci esponiamo agli scherni. Vedi che le ho mandato questo capretto, ma tu non l'hai trovata». 24 Circa tre mesi dopo, fu portata a Giuda questa notizia: «Tamar, la tua nuora, si è prostituita e anzi è incinta a causa della prostituzione». Giuda disse: «Conducetela fuori e sia bruciata!». 25 Essa veniva già condotta fuori, quando mandò a dire al suocero: «Dell'uomo a cui appartengono questi oggetti io sono incinta». E aggiunse: «Riscontra, dunque, di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone». 26 Giuda li riconobbe e disse: «Essa è più giusta di me, perché io non l'ho data a mio figlio Sela». E non ebbe più rapporti con lei. 27 Quand'essa fu giunta al momento di partorire, ecco aveva nel grembo due gemelli.28 Durante il parto, uno di essi mise fuori una mano e la levatrice prese un filo scarlatto e lo legò attorno a quella mano, dicendo: «Questi è uscito per primo». 29 Ma, quando questi ritirò la mano, ecco uscì suo fratello. Allora essa disse: «Come ti sei aperta una breccia?» e lo si chiamò Perez. 30 Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto alla mano, e lo si chiamò Zerach.

Ho riportato tutto il capitolo per la particolarissima importanza che

esso riveste, nella storia sacra. Infatti abbiamo nella sposa in questione (la vedova Tamar che non ha più uno sposo e decide di farsi rendere feconda dal padre del marito che non ha più) un antefatto di quanto poi accadrà a Gesù, nella generazione numero 38, che sarebbe descritta anche qui, in questa genealogia di Gesù, se fossero elencate tutte le generazioni, anche quelle relative ai padri PUTATIVI. E' giusto considerarlo proprio rendendoci conto che questa genealogia non è relativa agli ascendenti di Maria, ma proprio a quelli di Giuseppe, che fu il padre PUTATIVO di Gesù. Anche GIUDA (il numero 4 a partire dal capostipite Abramo, considerato numero 1, mentre è il padre REALE di colui che Matteo chiama Fares, ma che in Genesi è chiamato Perez), anche lui è costretto ad eseguire le volontà di sua nuora, che erano quelle di dare al suo marito morto Er la chiara funzione di un padre PUTATIVO. Infatti il figlio che lei avrebbe avuto sarebbe stato chiaramente REPUTATO figlio di Er. Il testo di Genesi, capitolo 38, rivela infatti che il secondogenito, di nome Onan, avuto l'incarico di dare a


4 Tamar un figlio, non eiaculava in Tamar proprio sapendo che, se avesse avuto un figlio da lei, sarebbe stato attribuito al fratello primogenito morto, ad Er. Pertanto, se Matteo non elencasse questo padre PUTATIVO, compierebbe un errore. Ma virtualmente lo evita proprio quando scrive che 17 La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.

Non essendo la matematica una opinione, allora tre cicli di 14 generazioni sono 42. Se controllate attentamente, le generazioni da Abramo a Davide, che sono state quantificate come 14, se sono contate in questo modo, che segue: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12.

Abramo Isacco, Giacobbe, Giuda Fares Esròm, Aram, Aminadàb, Naassòn, Salmòn, Booz, Obed,

13. Iesse. 14. Davide Re,

sono 14 compreso Davide. Ma poi si riparte da Davide e solo con questi abbiamo questi altri 28: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28.

Davide Re,-----------------Salomone Re, Roboamo Re, Abìa Re, Asàf Re, Giòsafat Re, Ioram, Ozia, Ioatam, Acaz, Ezechia, Manasse, Amos, Giosia, Ieconia, --------------Salatiel, Zorobabèle, Abiùd, Elìacim, Azor, Sadoc, Achim, Eliùd, Eleàzar, Mattan, Giacobbe Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù.

E' evidente che – essendo queste ultime le due coppie di 14 generazioni – il primo blocco nel ha

14 solo introducendo il padre PUTATIVO Er, che è stato virtualmente saltato. La cosa sorprendente è che, quando vedremo la genealogia di San Luca, risulteranno saltate rispetto al computo di San Matteo esattamente 16 generazioni, che sono proprio la espressione cabalistica della lettera ERRE, nell'alfabeto italiano in cui abbiamo: 1. A 2. B 3. C 4. D 5. E 6. F 7. G 8. H 9. I 10. L 11. M 12. N 13. O 14. P 15. Q 16. R La domanda che dobbiamo porci è perché Matteo dà evidenza a questi tre gruppi di 14 generazioni che, a conti fatti in modo perfetto, riguardano 42 generazioni.

La spiegazione è proprio quella di tipo “cabalistico”. San Matteo, nel suo Vangelo, vuole dimostrare tutte le caratteristiche “divine” del nome di Gesù, ben sapendo che nella Cabala Giudaica esisteva (ed esiste ancora) il credo di un NOME SEGRETO DI DIO che avesse 42 cifre. Presentare allora le cose in modo che ci fossero esattamente queste 42 generazioni tra il Capostipite Abramo e Gesù, era “coincidenza” preziosa: a presentarlo come colui cui questo nome segreto si riferisse. Per giustificare come fosse CHIAMATO Gesù, il Vangelo di Matteo fa uso anche della profezia del profeta Osea (capitolo 11, versetto 1) in cui Dio dice: “Dall'Egitto ho CHIAMATO mio Figlio”. Le attese di Matteo erano valide, solo che in quel tempo ancora si ignorava che un giorno, da una Divina Commedia scritta da uno Dante Ali al GH. di ieri (Dante Alighieri) sarebbe sorta la lingua italiana, secondo la quale il nome aramaico di Gioshua, e latino di Iesus, si sarebbe trasformato in quel GESU' che risulta esattamente formulato in Genesi 25.


5 Lo risulta attraverso i due nati: Esaù, il primogenito, e Giacobbe, che nacque con la mano che gli serrava il calcagno... denotando già tutta la voglia che Giacobbe aveva di anteporsi al fratello Esaù. Ci riuscirà da adulto, approfittando della fame di Esaù, il quale, pur di mangiare quel piatto rosso di lenticchie che era stato cucinato da Giacobbe, gli cedette la Primogenitura. Da allora Esaù fu chiamato Edom, ed Edomiti quelli della sua casa. Anche la benedizione Giacobbe riuscirà a sottrarre ad Esaù, imbrogliando un Isacco che non ci vedeva più, con un camuffamento del suo braccio implume, mentre Esaù lo aveva peloso come il pelo di un cammello. Isacco, tastando il braccio sul quale Giacobbe aveva avvolto una pelle di animale, disse: “la voce è quella di Giacobbe, ma il pelo è quello di Esaù”, e benedisse Giacobbe che si era camuffato da Esaù. Ebbene, se togliamo la vocale A che esiste in terza posizione nel nome di ESAU', esso resta il “trino” <esù>. Poiché gli si antepone la G “una” di Giacobbe, ecco combinato, come Uno in Giacobbe e Trino in Esaù esattamente il nome di GESU'.

In relazione alla profezia di Osea, Matteo avrebbe dovuto conoscere che, nel futuro, il mondo avrebbe avuto ad un certo punto una unica lingua predominante, quella inglese che allora ovviamente non esisteva! Dal Dio Monoteista ATON, è da lui che è “CHIAMATO” Gesù, come: <A T on> <Uno sulla croce> In assenza, sia della lingua italiana, sia della lingua inglese, Matteo ricorse alle 42 cifre del nome segreto di Dio per “nominare” Gesù davvero in segreto. Sebbene egli non fa fatto cenno alcuno a quanto si credeva relativo al nome segreto di Dio, in relazione alla cabala. E dovette addirittura INVENTARSI di sana pianta la famosa FUGA IN EGITTO, pur di mettere Gesù nella condizione che era stata rivelata da Dio al Profeta Osea. Infine Matteo (da persona colta, almeno in quella di chi scrisse il suo Vangelo in lingua greca) evocherà la SOSTANZA del nome di YHWH, Jahvè, che si era definito a Mosè come <SONO COLUI CHE SONO>. Nella storia della Filosofia era risaputo che tre grandi maestri greci

(Senofane, Parmenide e Zenone di Elea) avevano viaggiato da oriente a occidente e – giunti ai piedi di un monte che si chiama STELLA ancora oggi nella cittadina di ELEA – vi avevano fatto la EPIFANIA, ossia la clamorosa, pubblica manifestazione che è <L'ESSERE ciò che fonda OGNI ESSERE>. Quando Matteo scrisse il suo capitolo primo, volle SOGNARE che esistessero tutte le lecite e doverose PREMESSE, tali da introdurre in modo degno l'ESSERE di Gesù. Nasceva come chi era nella stessa sostanza dell'ESSERE introdotto sotto il monte Stella, ben 5 secoli prima e da tre personaggi famosi della filosofia greca. Qualunque dotto greco avrebbe riconosciuto il SOGNO di Matteo, posto in questo “trascendente” collegamento con quanto era veramente accaduto ad Elea, e proprio in relazione a quel NOME DI DIO, che quando Mosè lo chiese a Dio, Egli si rivelò <ESSERE l'ESSERE in ogni ESSERE>. Il capitolo primo è pieno di questi SOGNI che è l'evangelista stesso a voler fare! Così Giuseppe, avvertito mentre dorme, da un Angelo, che vogliono uccidere il MESSIA, fugge in Egitto e... Matteo va a crearsi il

presupposto per l'artificiosa validità di quella profezia di Osea. Alcuni anni prima della nascita del Cristo c'era stata davvero una Strage degli Innocenti, ordinata da Re Erode proprio per eliminare un precedente annunciato messia che non era Gesù. Sicché in questa RIVISITAZIONE del passato, in nome e per conto del Figlio di Dio, Matteo cita anche l'altra profezia, di Geremia. Geremia 31,15 Così dice il Signore: «Una voce si ode da Rama, lamento e pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, rifiuta d'essere consolata perché non sono più».

Ma poi sarebbe accaduto che (il 10-6-1940 dopo Cristo) una Rachele (Mussolini) virtualmente piangesse, a Roma anziché Rama per la dichiarazione di guerra dell'Italia, iscritta al Secondo Conflitto Mondiale! Terribile Strage di Italiani ordita perché suo marito IL DUCE era geloso di Hitler (che incombeva proprio come l'imminente MESSIA) e voleva impedirlo... con un po' di morti


6 anche Italiani.... Ma come avrebbe potuto saperlo, allora, Matteo? Che avrebbe seguitato a servire Roma, in un Romano vissuto duemila anni dopo? Lo avrebbe servito in una Parusia di Gesù che sarebbe avvenuta 6 giorni prima di quella Strage degli Innocenti, il 4 giugno del 1940! In essa, un bimbo, di nome Romano, sarebbe stato moribondo, ma sua mamma (di cognome Baratta e di nome come quello di Maria e di sua madre sant'Anna, chiamandosi Mariannina), sarebbe risuscita proprio a BARATTA' lui, Romano, con l'innocente Gesù! E proprio per le insistenti preghiere di questa controfigura moderna della Maria di sant'Anna che le avrebbe chiesto: <Salva Romano, Innocente come Gesù!> Quando Gesù morì, recitò il Salmo 21-22 che, in Aramaico risuonava: <Eli Eli lemà sabactani> <Dio, Dio, le Ma' sa' BACTA' N.I.> Le mamme sanno BARATTA'... il Nazarenus Iesus! Sì, ma “barattare” con chi? BACTA' vale BA(RA)CTA' e di segreto, in questo BARATTAR c'è proprio il RA nel cuore di quel BA(RA)TTA'.

<Dio, Dio! Le ma' sanno barattare R.A. (Romano Amodeo) con il Nazarenus Iesus ridotto all'acronimo NI... quello posto in quell' INRI scritto sul capo del morente. Gesù, nel momento stesso del suo andarsene, predisse anche come e quando sarebbe ritornato. Ossia quando una replica di Maria figlia di Anna, una Mariannina BARATTA, avrebbe attivato quel BARATTO descritto in BACTA'NI. Lo Spirito santo divino, con una lingua è in grado di esprimerne altre. Se non ci fosse stata una PROFEZIA fatta proprio da Gesù, oggi noi non potremmo credere in questa parusia accaduta il 4 giugno 1940, sei giorni prima che poi donna Rachele piangesse la strage degli innocenti italiani fatta per un nuovo Re Erode che non accetta l'avvento di un bieco Messia di nome Adolf Hitler. Invece Gesù stesso profetizzò il suo ritorno, in una coppia divina di ELI ed ELI (Padre e Spirito santo) il cui figlio N.I. era saputo BARATTA'... da due mamme, da... LE MA'. Sempre quelle: MARIA e ANNA, stavolta nella reale MARIANNINA BARATTA. Se voi fate fatica a riconoscere questa DONNA, nella presentazione

oscura di una nuova Madonnina, allora dovete rileggere il nome di quella SPOSA di ER, di quella vedova che, messa di fronte alla morte prima di ER e poi del suo fratello ONAN, non si rassegna! Lei non ha più in vita un reale marito e allora lo BARATTA con Giuda, il loro padre ancor vivente. Osservate questo cognome di BaratTA MARiannina. Osservatelo molto bene. Che cosa ci vedete, negli ESTREMI SPOSATI, congiunti tra questo cognome che allude al BaratTA' e MARiannina? O riuscite a vederci esattamente TAMAR, o siete del tutto privi del terzo occhio, che è quello che hanno i profeti... Quali sono stati i due mariti di TAMAR? <ER, ONAN>. Avete il 3° occhio per un: <è 1 ROMAN>? Essi sono due, come <ELI, ELI>, in <LE MA SA BACTA' N.I.> Ma sono 2 in un solo marito: R. La prima N del secondo marito, vale 12, nella cabala italiana, ed equivale ad <1 M>. Così <ER ONAN> = <è 1 ROMAN>. Lei TAMAR, R-AMAT, se buttate le reti dalla parte destra della barca e volete fare voi pure una pesca

miracolosa. Allora saprete che TAMAR... R AMAT, lo ama proprio e proprio nella lingua appropriata ad 1 ROMAN che, se <AMA>, allora egli <AMAT> e lei R <AMAT>. Ma TAMAR è riferita anche alla BaratTA MARiannina, italiana. E allora <TAMAR> si muta in un <T'AMAR>, in un AMARTI. Ma questo AMAR riguarda proprio un Dio IO SONO, per il mondo che mentre lo scrive AM... è il principio dualistico del cognome AModeo, il cui acronimo è AR proprio in Amodeo Romano.

LA STORIA DI TAMAR in BaratTA MARiannina Era una studentessa dell'Istituto che crea i Maestri elementari, a Salerno, nel 1932. Era al penultimo dei 4 anni di quel corso. Scriveva su un giornalino a diffusione nazionale, le sue novelle con lo pseudonimo di “filosofa sognatrice”. Sullo stesso giornalino scriveva anche un certo Luigi Amodeo, di Milano, che aveva potuto frequentare solo fino alla VI delle elementari, e poi aveva dovuto


7 cercarsi un lavoro, essendo il terzo figlio di un Torquato Amodeo restato vedovo. C'era stata una tragedia in questa famiglia e ne aveva scritto anche il Corriere della Sera, intorno al 27 gennaio 1908. Maria Bonamore aveva in braccio il piccolo Luigino, nato il 7-7-7 e che dunque che aveva solo 6 mesi. Per il freddo, si avvicinò troppo alla stufa e i suoi abiti presero fuoco. Temendo si incendiasse tutta la casa, afferrò con un braccio l'altro maschietto, Carlo, e uscì gridando, mentre era tutta avvolta nel fuoco e proteggeva al petto il suo piccino. Trovò riparo dal vicino, che le strappò i due figli e l'avvolse con una coperta. Chiamati i pompieri, accorsero con il loro carro a cavalli. Trasportarono in ospedale questa Innocente e il giovane che l'aveva aiutata, scottandosi egli pure. Ma non ci fu nulla da fare, per mamma Innocente Bonamore, e morì. Restato vedovo e con tre figli, Torquato, che lavorava alla ditta Ricordi, di produzioni musicali, fu aiutato, ma non poté garantire loro la possibilità dello studio. Cresciuto, adolescente, Luigi era

divenuto un accanito lettore e non riusciva ad adattarsi a nessun lavoro. Scriveva novelle egli pure, e le mandava a quello stesso giornalino, firmandole come <l'allegro rompiscatole> Cominciarono a leggere l'uno quello che scriveva l'altra, e viceversa. Poiché in Bibbia è TAMAR che prende l'iniziativa con GIUDA, e poiché anche gli estremi congiunti di LuiGI Amodeo sono lo stesso GI ed A di GIudA, deve essere stata Mariannina – ma chiamiamola TAMAR – a scrivere per prima a GIUDA, commentando una novella scritta da lui, in cui egli aveva lasciato intuire la sua voglia di istruirsi, ma a cui doveva rinunciare... a malincuore! Letta questa storia, TAMAR volle scrivere a GIUDA per fargli coraggio e mostrargli solidarietà. In Bibbia tutto questo corrisponde a TAMAR che si toglie di dosso gli abiti vedovili, e indossa la veste di una Prostituta sacra, per porsi davanti ad un povero Giuda restato vedovo e frustrato, senza più la sua compagna amata. TAMAR, in genesi 38, si mostra decisa a farsi rendere FECONDA da Giuda.

In questa storia nostra, della TAMAR mia madre, lei pure volle in un certo senso risollevare dalla mestizia un Luigi vedovo egli pure della amata scuola... che avrebbe voluto frequentare un poco di più. I due giovani cominciano a scriversi, e Lui le descrive ancor meglio tutto il suo vero disinteresse per ogni lavoro che non riguardi la cultura! Accade così un fatto nuovo: a Salerno, c'è un libraio che vuole preparare il catalogo di tutti i libri che ha nella libreria, e cerca uno che lo aiuti. Trasferito nel racconto biblico, ciò corrisponde a quando Tamar viene a conoscenza che il suocero deve passare a tosare il suo gregge in una località prossima a lei... e allora prende l'iniziativa di farsi avanti, come una Prostituta sacra. E' così che – a Milano – un giorno arriva questa lettera di lei: “Caro Gino, a Salerno, vicino a me, c'è un Libraio che cerca un bibliotecario che gli faccia il conto di tutti i libri che ha. E' un lavoro a termine, ma se a te piace così tanto lavorare sui libri...”. Come Giuda, nel racconto biblico vide davanti a se questo “sogno” di poter nuovamente fare all'amore

come faceva con la moglie che ora non c'era più, così anche Luigi non se lo fece dire due volte! Luigi A. che ha gli stessi estremi di GIudA, si comporta nel suo stesso modo: può tornare al suo amore, almeno per un poco... e così piomba da lei, da Tamar, a Salerno. C'è un contratto, a questo punto, tra Giuda e Tamar: “Cosa vuoi, in cambio? Io posso darti una pecora, ma adesso non l'ho qui con me! Te la porterò domani!” E lei: <Mi basta che tu mi dia intanto tre pegni: il bastone, il cordone e il sigillo>. Anche tra Mariannina e Luigi si instaurò questa stessa trattativa. Gli disse lei: <Ti posso dare anche di più di ciò che tu ami. Posso prepararti io agli esami, e fare di te quel Maestro che tu meriti di essere. Sono a tua disposizione. Io posso dartela questa cosa che tu vuoi perché qui, a Salerno io pure sto cercando di averla, e possiamo raggiungerla insieme. Io studiando a scuola, e tu preparandoti come un privatista> E lui: <Oh, è proprio il mio amore! Facciamolo!>


8 E lei: <E tu, cosa mi dai, in cambio? Oh, guarda: io non cerco amore! Io voglio essere una sposa di Cristo, una madre Badessa. E – se non potrò questo – allora ho il sogno di poter essere un INGEGNERE! Pertanto io voglio che tu ti impegni a non pretendere altro da me. Devi metterti tu di vero impegno, perché è molto difficile. In un anno dovrai preparare tutti i tre della scuola media ed essere promosso all'esame da privatista. Poi dovrai impegnarti ancora di più, perché nell'anno seguente dovrai preparare quattro anni in uno solo. In questo modo “verremo insieme” al successo, al diploma, in questo condiviso nostro amore!> Il Bastone, che Luigi dovette consegnarle fu quello del comando. Il Sigillo fu di un atto sottoscritto in un contesto di tale nobiltà di animo che non avrebbe mai potuto pretendere nulla di più da lei. Il CORDONE, bé quello lui lo assunse divenendo il compagno di giochi di Antonio, il fratello più giovane di lei che, assieme a Mariannina studiava, in quegli anni, alla scuola media, con molta poca voglia di applicarsi.

Dunque ci furono anche questi segni offerti da lui in garanzia, e sarebbero valsi nel futuro dei loro rapporti. Quello che pensarono di fare insieme, lo fecero, entrambi, con passione e con successo. In due soli anni, TAMAR offrì tanta parte di se stessa da riuscire a farlo venire al diploma assieme a lei. E, quando ci fu il primo Concorso Magistrale in cui furono messi a concorso un certo numero di posti, lo vinsero entrambi. Ma lui VENNE – come è normale in molti amori – ancor prima di lei, ed ebbe il suo posto, vinto, aggiudicato! Lei, invece, non riuscì a venirne subito in possesso, piazzandosi ai primi posti, tra gli idonei in attesa di entrare in ruolo attivo. Insomma accadde come se GIUDA, nel suo amplesso con TAMAR, fosse proprio “venuto” prima di lei! Ma questo, tutto sommato, era quello che lei voleva: che fosse resa feconda. In Bibbia è scritto che dopo quella cosa fatta assieme, lei se ne tornò subito da suo padre. E quando il giorno dopo un amico fu inviato a pagare con la pecora, per riscattare il pegno... lei non fu trovata e il pegno restò in mano a lei.

La lontananza tra Luigi e Mariannina fu analogamente messa in atto proprio dopo che lui fu soddisfatto nel suo amore e divenne maestro nella frazione di Acquanoceta, in comune di Felitto. Lei era tornata a casa dei suoi, come era accaduto a Tamar, in attesa che anche per lei passassero i giorni di quella sua attesa... di una cattedra di insegnamento anche per lei. In mano di Lei, tutti di lei, erano restati gli IMPEGNI di Luigi. Ma – per via del CORDONE che lo legava ad Antonio Baratta, il fratellino di lei – lui ogni settimana percorreva a piedi quella trentina di chilometri tra Felitto e Ostigliano, per recarsi da... Antonio. Ed ecco che gli eventi maturano, anche per Mariannina. Maria Teresa Russo, la madre di lei, vedendo come questo <povero Gino> fosse sempre li a “ronzarle intorno”, ne provò vera pena e apostrofò con questi duri termini la figlia: <Ehi, Tamar, “questo qui”... cosa ci fa sempre qui? Non è l'ora che questa lunga attesa abbia il suo termine? O tu ti decidi a rimetterlo al mondo, o fai che abortisca questa cosa qui... se non vuoi partorirla!”

Tutto ciò, riportato al discorso biblico, corrisponde al fatto che GIUDA un brutto giorno venne a sapere che TAMAR era incinta! Ma come? Doveva dare un erede al mio primogenito e si è prostituita? E allora egli mando a catturare la povera Tamar, per metterla al rogo. Nei fatti reali, del nostro racconto, questa presa di coscienza toccò a Luigi in questo modo esatto riferitogli la lei: <Caro Gino, quello che tu speri possa nascere tra di noi deve abortire! Ti bastono e ti mando via. Se tu hai sigillate le labbra e mai mi hai detto nulla... mi hai attaccato un cordone... per non dire di quel “filo sottile” che si chiama “corteggiare”. Non mi hai mai detto nulla e allora io ti “rinfaccio” i tuoi impegni! Bisogna che tu tagli quel cordone ombelicale che ti lega a me. Io non voglio sposarmi ad altri che a Gesù> Luigi ci rimase male allo stesso modo con cui ci rimase male Giuda, quando seppe di quel PARTO INFELICE. Se aveva coinvolto la NUORA di Giuda, lui si trovò coinvolto con una SUORA. Ora, in Bibbia, quando egli fu messo davanti alla DURA REALTA' capì bene che se esisteva un colpevole,


9 in quanto era accaduto tra lui e Tamar, il torto era in lui! Egli aveva il terzo figlio maschio e lo aveva promesso in sposo a lei. Ma poi, temendo che ella portasse tanta iella anche al terzogenito... beh, lui ci aveva messo una pietra su, al bisogno che ER avesse una discendenza! Lei invece no! Lei tanto amava che Er avesse discendenza che sia era rivolta a lui. E a chi altro si doveva ricorrere, se non a lui, per dare un figlio a suo figlio? Sicché, tra loro due, era colpevole solo lui, e la perdonò. Allo stesso modo si comportò Luigi Amodeo. Riconsiderati tutti i suoi impegni, presa carta e penna, volle puntualizzare ogni cosa. La colpa era solo sua e lei doveva capirlo e perdonarlo! Si era trovato all'improvviso davanti tutto quello che sempre aveva amato ed a cui aveva dovuto rinunciare... Lei gli aveva dato più di quanto ogni uomo potesse desiderare e cercare da una compagna. Lei lo aveva istruito, preparato, guidato, protetto, ed erano evidenti segni di un amore totalmente gratuito. Se c'era una colpa da assegnare, si incolpasse l'amore! Lui avrebbe dovuto meglio

rispettare gli impegni e ricordarsi che esisteva un terzo cui ella era stata promessa, e che lei attendeva. Come il Giuda biblico, egli pure – per come aveva agito – aveva ostacolato quel terzo pretendente. Per prima cosa aveva pensato che quello era ancora troppo piccolo per essere un vero sposo. Doveva prima crescere! Poi non lo aveva nemmeno considerato più possibile! Proprio come aveva fatto Giuda! Ma lui – Gino - era ormai suo, e dipendeva totalmente da lei. Non le chiedeva nulla, non avanzava pretese, per sé, ma – per amor di Dio! - che non lo mandasse via! La sua vita non avrebbe avuto più senso lontano da lei! Insomma, se siete stati bene attenti, la Bibbia ha descritto – nei gesti di offerta di sé rivolti da Tamar a Giuda – esattamente quella sorta di “involontaria IMBOSCATA” che Mariannina Baratta aveva teso a questo giovane milanese! Gino amava la cultura, suonava il violino, era così puro e delicato di cuore e sentimenti! così recettivo che leggeva al volo una pagina di testo e se la ricordava tutta! Quando BaratTA MARiannina (questa attuale Tamar) si imbatté nel

perdono chiestole dal nostro attuale Giuda..., lei che capiva bene come lo avesse “molestato proprio PER BENE, seppure PER IL SUO BENE”... e ora si trovava ora davanti a lui che invece chiedeva perdono a lei... Tutto ciò fu veramente TROPPO per lei e la sua onestà e si ribellò a se stessa e a tutti i suoi sogni! Sua madre aveva ragione! Bella frittata avevano fatto! Vide davanti a se quel “povero cristo” - di cui lei in sostanza aspirava a farsi sposa – e lo riconobbe, concretamente, come il suo reale e imprescindibile “prossimo”. Si decise a sposarlo. La storia di Genesi 38 narra la genesi della mia famiglia reale. Bibbia, libro 1, 38, è anche leggibile come gennaio 38, e segna con ciò il mese e l'anno del mio futuro Natale. Questo capitolo descrive tutti gli estremi, di me e di Gesù Cristo, anche in quanto accade a TAMAR nel momento del suo parto. Aveva due gemelli da mettere al mondo. Il primo uscì solo con una MANO, e gli bastò per essere accreditato come il Primogenito di R... ma non solo: anche di Onan, che era stato lo sposo in seconde nozze.

I due mariti congiunti, ER-Onan erano congiunti in R+O e gli si accreditò quella MANO... Se tutto ciò non descrive proprio un ROMANO, come il figlio di chi <è 1 ROMAN>, per essere del duo <ER ONAN>... allora chi l'afferma difetta del 3° occhio di chi sa scorgere i segni. LUIGI vale 54, in cabala italiana data da 10+19+9+7+9, nei numeri di posizione delle lettere del nome. MARIANNINA vale 84. Se fate i conti lo constatate. Ebbene la premessa al nome ROMANO, che vale 66, data da LUIGI e MARIANNINA è data dal 54+84=138 di Bibbia, 1, 38. Se io NASCO 138 nel mio antefatto, il mio valore “trascendente” è quel 381 che è descritto in Genesi 38, dal fatto che la MANO, una volta segnata come quella del vero primo e connotata con un filo SCARLATTO, rientrò in Tamar e uscì poi come quella del secondo nato. Chi è il 1° in 1-38 che si mette per ultimo, genera un 381 evidente. Ebbene tutto il mio nome è ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO TORQUATO AMODEO, parole che valgono 66+78+26+51+113+47=381. Vedete? Il 1° in Bibbia 1-38, che attua la descrizione del testo e


10 diventa 381... è proprio colui di cui si parla. E' nato 1-38. Il padre negli estremi esatti di Giuda, la mamma in quelli esatti di TAMAR... e anche in tutta la storia. Le 5 dita come i 5 nomi. Il cognome unico come la mano intera. Con il totale dei 5 nomi che è poi esattamente quel 334 che si rivela come 1 +333, l'unità in tutta la trinità del 333! Perfino il nome della Sposa: Giancarla Scaglioni, il cui legame nuziale era stato esemplificato in quel filo SCARLATTO... SCA come la Trinità nel cognome SCAglioni, e CARLA come il seguito del contributo di Bibbia, 1, 25 in cui GIAN stava in GIAcobbe come trinità, mentre l'acronimo GS di Giancarla Scaglioni, legato agli estremi E ed U di Esaù si compongono essi pure in GeSù. Perfino il CODICE FISCALE, è stato in Bibbia, 1, 25 e 1,38. Infatti 38A25 sono le prime 5 cifre della mia data natale, proprio come i capitoli 38 e 25 del comune libro 1, Genesi, come Gennaio, Amodeo è MDA, e sta per MADre, MATer... TAMar (mia MADre). RNN per Romano Antonio Anna è l'esatto codice fiscale dei due sposi

di Tamar ER ed ONAN. Le ultime 5 cifre D527I vale negli estremi di DIO e Iesus un 26+26 che in 26 è DIO ed è YHWH, Jahvè, mentre 7 è tutta l'opera esistente nelle 52 settimane espresse dal 527, Ma se D sta invece per Dita, ecco allora D 5 come Dita 5, che valgono 333+1 espresso nel segno di 3x3x3=27 con l'aggiunta di I=9, che è un 1 mancante al 10 e mostra tutto un piano 3x3 di quel 3x3x3=27. Se poi consideriamo i 2 gemelli che nacquero e si chiamarono ---> ZERACH-PEREZ <--ecco il segno di due morti che sono ZER letti da destra e da sinistra. Sono un SACCO che non vale nulla ma il cui contenuto è il Cristo XP, ossia CH-P, negli estremi congiunti. COSA C'ENTRA GESÙ CON QUESTA GENESI 38? C'entra, perché se mettiamo in fila tutte le generazioni da quella di Giuda a quella di Gesù, per come scritto da San Matteo, ecco quanto vale Gesù, nella sua generazione riferita a questo Reale Padre vero: 1. 2. 3. 4.

Giuda Fares (figlio di Tamar e Giuda) Esròm, Aram,

5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38.

Aminadàb, Naassòn, Salmòn, Booz, Obed, Iesse. Davide Re, Salomone Re, Roboamo Re, Abìa Re, Asàf Re, Giòsafat Re, Ioram, Ozia, Ioatam, Acaz, Ezechia, Manasse Re ucciso, Amos Re ucciso, Giosia, Ieconia, Salatiel, Zorobabèle, Abiùd, Elìacim, Azor, Sadoc, Achim, Eliùd, Eleàzar, Mattan, Giacobbe Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù.

Come vedete, posti 1 Giuda, la Genesi numero 38 è esattamente quella di Gesù, calcolando solo la genesi Reale che ha reso Fares (Perez) figlio vero di Giuda.

Pertanto Genesi 38 descrive la generazione n. 38 di Gesù e quella nell'anno 38 di me, figlio di TAMAR, in BaratTA MARiannina. Ora nella storia della mia vita, nacqui io per primo e doveva nascere il mio Gemello Gesù... Ma mamma ebbe una mastite e mi allattò con immenso dolore. Non voleva avere più altri figli e si opponeva proprio a generare Gesù, come il mio gemello. Allora Dio mi fece ammalare di un male incurabile, la Broncopolmonite ed ero avviato alla FINE della mia vita come se essa fosse esattamente il PRINCIPIO posto in 10^3 giorni esatti. Nel caso mio, i 1000, in primo luogo, erano i 999 misurati realmente da 1 posto come il denominatore unitario. Poi andava tenuto conto delle due premesse: di Bibbia 138 e del 138 della somma dei nomi di Luigi e Mariannina. Pertanto 999 -138 danno 861 giorni residui e il Dio 10^3 avrebbe concluso il ciclo dei suoi 1.000 giorni. Riportati a partir dalla mia nascita del 25-1-1938, questi 861 giorni terminavano il 4-6-1940. Posto in me un DIO 10^3 in giorni e date le premesse bibliche e dei miei genitori nei loro nomi, io il 4-giugno


11 40 avevo ben fissata la mia fine. Ma... mia Madre lo vide come un castigo di Dio dato a lei, perché non voleva avere altri figli. Allora prima disse a Dio: “Che errore ho fatto! Che peccato ho fatto! Credevo di essermi COMPRATO un figlio con il dolore sostenuto allattandolo... ma tutti i figli sono solo TUOI, o Dio. Non castigarmi più, ché il castigo lo paga il mio innocente Figlio!” E, nello stesso tempo, pregava la sua omonima dicendole: “Salva Romano! Innocente, come Gesù!”. E Maria santissima eseguì il BARATTO cui la FORZO' la Baratta. Lei è stata simile alla TAMAR che non si arrese a non poter dare erede al suo ER morto, e FORZO' la mano al Padre, con un travestimento e quell'inganno a fin di bene. Allo stesso modo agì mia madre la mia TAMAR! Costrinse la Madonna a quel BARATTO di cui lei era il simbolo, scritto nel nome di una che sa BARATTA' il figlio suo con Gesù. E così accadde che quella stessa mattina io fui miracolato, e la mia vita continuò. Come segno reale della vita nuova – di Gesù – che io avevo avuto, quella stessa sera i

miei GIUDA e TAMAR si amarono per una seconda volta e fu concepito quel GEMELLO mio ch'era nel disegno. Infatti in quel 4 giugno mentre io RINACQUI IN CRISTO, fu impiantato il seme anche di chi, nelle prime tre cifre del suo primo nome, si sarebbe chiamato BEN. Con <Romano Uguale BEN>, formiamo il R-u-BEN, di un Romano Uguale a Benito, gemelli e nella stessa sostanza di padre, Figlio e Spirito santo. Questo giorno sarebbe stato esattamente in mezzo tra la VITA e la MORTE. La nascita nel 3 giugno della mia mamma PUTATIVA, acquisita per nozze e di nome Giuseppina, come il padre PUTATIVO di Gesù. La morte il 5 giugno dell'83 del mio padre Naturale. Io, nato 38, lui morto nel 38 invertito in 83. Se leggete Bibbia, 1, 40, versetti 4-6, trovate descritto quello che accadde quel giorno. Giuseppe era in carcere e ricevé il racconto di 2 sogni, uno di vita e uno di morte. Pure mia madre, quella mattina, ricevette la visita di una sua scolaretta che – venuta a cercarla

presto presto assieme a sua madre – le disse: “Maestra, stanotte ho sognato la Madonna, che mi ha detto di provare tanta pena per il figlio della mia maestra. Io dovevo venire a casa vostra, presto, a dirvi di non temere più per Romano, che ci avrebbe pensato lei”. Se la maestra voleva agire bene con lei, doveva solo recarsi all'altare suo della chiesa di fronte alla casa e accendere una candela al suo altare, per ringraziamento e devozione. Dunque in quell'anno 40 accadde come in Bibbia 1, 40. Dal versetto 4 al versetto 6 della data del giorno 4 e mese 6, mentre due sogni (uno di vita e l'altro di morte) erano annunciati a Giuseppe, un terzo sogno di vita che vinceva la morte era annunziato a mia madre. Io vi assicuro, non mi sto inventando niente! Il 4-6-40 fu a cavallo del natale di Giuseppina e della morte del mio reale papà “Giuseppe”. E – il 4-6-1969 – io mi sarei sposato in sacramento, legandomi alla mia GeSù, nata 11.1 e figlia – come Gesù ma a sessi inversi – di Mario figlio di Anna e nato in Ascensione di Maria santissima, e Giuseppina. Come il san Giuseppe della storia

sacra, anche questa mia GIUSEPPINA (acquisita per matrimonio e dunque madre PUTATIVA come San Giuseppe) anche ella ha vissuto senza assistere a tutto quello che sarebbe poi successo di straordinario alla mia vita. Ciononostante, morta il 21 luglio, è il segno della mia stessa, che accade 5 giorni dopo il 21 luglio. Direi che ho spiegato in modo esauriente l'apporto del Vangelo di Matteo, asservito dalla storia ad essere quel pubblicano che raccoglieva le risorse per il popolo Romano Per esempio solo Matteo racconta di Gesù che profetizzò il suo ritorno in me recitando il famoso: <Eli Eli lema sabactani?> nel capitolo 27 e versetto 46=AMORE. Solo lui ha steso questa cronologia di Gesù che, nelle sue 42 generazioni segna le 42 cifre del mio nome. Possiamo a questo punto passare a osservare la cronologia raccontata da quel Luca che si dichiara autore di un Vangelo Storico, assunto da attente testimonianze di coloro che furono presenti agli eventi narrati.


12 Secondo LUCA 3, 23-38 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39.

Gesù figlio creduto di Giuseppe, figlio di Eli, figlio di Mattàt, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innài, figlio di Giuseppe, figlio di Mattatìa, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggài, figlio di Maat, figlio di Mattatìa, figlio di Semèin, figlio di Iosek, figlio di Ioda, figlio di Ioanan, figlio di Resa, figlio di Zorobabèle, figlio di Salatiel, figlio di Neri, figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattàt, figlio di Levi, figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliacim, figlio di Melèa,

40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54. 55. 56. 57. 58. 59. 60. 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 68. 69. 70. 71. 72. 73. 74. 75. 76. 77. 78.

figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio

di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di

Menna, Mattatà, Natàm, Davide, Iesse, Obed, Booz, Sala, Naàsson, Aminadàb, Admin, Arni, Esrom, Fares, Giuda, Giacobbe, Isacco, Abramo, Tare, Nacor, Seruk, Ragau, Falek, Eber, Sala, Cainam, Arfàcsad, Sem, Noè, Lamech, Matusalemme, Enoch, Iaret, Malleèl, Cainam, Enos, Set, Adamo, Dio.

Ove 78 = 26+26+26 in cui 26=DIO

Secondo il vangelo di Luca, come vedete, la progressione parte dalla generazione di Gesù e risale di padre in padre, a partire dal suo padre PUTATIVO, Giuseppe. Le 41 generazioni contate da San Matteo, a partire dal capostipite Abramo, trovano qui questo patriarca come il numero 57. Anche la genealogia di Luca (improntata sui padri reali, a partire dal primo, Giuseppe, che reale padre non è) anch'essa salta la generazione del primogenito Er, di Giuda, il quarto figlio di Giacobbe che qui è elencato come il n. 54. Sarebbe il 55 se introducessimo anche la paternità PUTATIVA di Er, cui Tamar volle dare un erede e lo procurò tramite Giuda. Costui, in tal modo, mentre è il padre reale di Perez, che anche Luca chiama Fares (mentre è nominato Perez in Genesi 38), è anche un virtuale SOSTITUTO della paternità attribuita al figlio Er. Voluta con ogni forza e diritto, da Tamar che – mentre Onan non la inseminava, sapendo che il figlio poi sarebbe stato di Er – usa ogni mezzo pur di dargli questa eredità. E' lampante che, in Genesi 38, è stato collocato l'antefatto a Maria,

futura madre di Gesù. Un antefatto che poi corrisponde al posteriore evento ripetuto e realizzatosi solo duemila anni dopo Cristo attraverso l'opera di BaratTA MARiannina, mia madre, che ha i suoi stessi estremi congiunti. Il nome TAMAR, eseguendo quanto è descritto nel testo (che quanto è per primo è poi posto per ultimo) essendo composto dalle due sillabe: TA e MAR, diventa MAR-TA se anche esse si rovesciano nel loro ordine. Siamo nel vivo di quanto riguarda i tre fratelli, MARTA, MARIA e LAZZARO, che costituiscono nel loro insieme la premessa alla morte e resurrezione di Gesù. Come non notare la differenza minima nel nome delle due sorelle? Si tratta della <I> di Iesus mutata nella <T> a forma di croce. Marta è nel segno della croce di Maria, ed è nel segno di una imminente morte e resurrezione. Ma come non notare che il nome LAZZARO, nel segno dello Spirito santo che con una lingua ne esprime anche un'altra, rivela come <LA>, alla fine della fine (ZZ)> si trova un <A.RO> in un futuro Amodeo Romano, nel segno di questa stessa morte cui Gesù porrà un rimedio.


13 Lazzaro, morto e fatto risorgere da Gesù, in stretta relazione con la sua stessa morte, preannuncia quello che ho già descritto accaduto 861 giorni dopo la nascita di A. Ro. Amodeo Romano era spacciato, il 4 giugno del 40! Già mandava “cattivo odore” di morte. Il dottore di Felitto, chiamato SABATella, non aveva alcuna cura per la Broncopolmonite, nel 1940. Chiamato disperatamente alle ore 7 del mattino, era tanto convinto dell'imminenza di una morte che decise di aspettare 4 ore, perché si accertasse per bene la mia morte, e lui potesse stilarne il certificato. Proprio come Gesù che – avvisato che Lazzaro stava morendo – tergiversò 4 giorni, aspettando che fosse proprio morto, al suo arrivo. Ma ecco di nuovo il grido: <Eli Eli lema SABACTANI> Stavolta sono 6 distinte persone: 1 e 2) Eli, Eli, 3 e 4) LE MA', 5) SABATellA (il dottore) e 6) N.I.... il Nazarenus Iesus che arriva e mi richiama in vita! Il dottor SABATella, quando arrivò esclamò: “questo bambino ha vinto la morte!”. Era proprio atteso, alla Parusia di Gesù. Se vogliamo toglierci dalla mente

ogni dubbio, chiediamoci: “dove fu di Maria, Marta e Lazzaro?” Fu a BETANIA. Dopo Alef=1, Bet indica 2, e BET <an IA> indica 2 in 1 solo Jahvè. Ma anche: 2 a N.I.-A. il duo di Padre e Spirito santo e un Nazarenus Iesus Amodeo Romano, alias AmoR. La cosa da costatare, a questo punto, nasce dal confronto dei due computi genealogici, che mettiamo qui a confronto, cominciando da quello di Matteo: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23.

Giuda Fares (figlio di Tamar e Giuda) Esròm, Aram, Aminadàb, Naassòn, Salmòn, Booz, Obed, Iesse. Davide Re, Salomone Re, Roboamo Re, Abìa Re, Asàf Re, Giòsafat Re, Ioram, Ozia, Ioatam, Acaz, Ezechia, Manasse Re ucciso, Amos Re ucciso,

24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38.

Giosia, Ieconia, Salatiel, Zorobabèle, Abiùd, Elìacim, Azor, Sadoc, Achim, Eliùd, Eleàzar, Mattan, Giacobbe Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù.

Riporto poi la genealogia presentata da Luca: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22.

Gesù figlio creduto di Giuseppe, figlio di Eli, figlio di Mattàt, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innài, figlio di Giuseppe, figlio di Mattatìa, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggài, figlio di Maat, figlio di Mattatìa, figlio di Semèin, figlio di Iosek, figlio di Ioda, figlio di Ioanan, figlio di Resa, figlio di Zorobabèle, figlio di Salatiel,

23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54.

figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio figlio

di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di di

Neri, Melchi, Addi, Cosam, Elmadàm, Er, Gesù, Elièzer, Iorim, Mattàt, Levi, Simeone, Giuda, Giuseppe, Ionam, Eliacim, Melèa, Menna, Mattatà, Natàm, Davide, Iesse, Obed, Booz, Sala, Naàsson, Aminadàb, Admin, Arni, Esrom, Fares, Giuda,

esiste tra 54 e 38 la differenza di un esatto 16, che nel valore numerico trasformato il lettera è la lettera R che riguarda proprio la generazione che è stata saltata in ER. Se non fosse che ER è il suono di un nome in Ebraico, privo della vocale


14 E, tanto che il vero marito di Tamar è il puro Acronimo del nome Romano, in lei TAMAR che R-AMAT, noi potremmo giudicare arbitrario che lo “storico” vangelo (dichiarato come il frutto di una attenta ricerca, fatta da Luca, sulla base delle dirette testimonianze del tempo) che ha introdotto queste 16=R generazioni. Lo ha fatto, pur “trascendendo” esso pure la generazione di ER, in un vangelo REALISTICO, che non ha tenuto conto del valore di padre PUTATIVO che era chiaramente inteso, come una vera necessità, nel capitolo 38 di Genesi. Basta leggere il brano per costatare in esso proprio la presenza della generale volontà che ER abbia la sua prole, pur per interposta persona! Pertanto, quando alla fine Luca fa il computo che ascende da Gesù Cristo fino a Dio, noi saremo sempre in debito di questa generazione mancante. Esistono infatti due verità: contando di padre reale in figlio, a partire da Gesù e risalendo attraverso il suo padre PUTATIVO fino a Dio, ci sono esattamente 78 generazioni. Ma un computo così non è del tutto

coerente. Infatti, con due PADRI PUTATIVI, Giuseppe ed ER, il primo è contato nella sua generazione, mentre il secondo non lo è. Pertanto, per essere coerenti, occorre tenere in piedi tutte e due le genealogie. Se si discende da DIO PADRE in figlio suo, quando si scende a Giuda, che fa le veci di Dio Padre, il figlio suo è Perez, nel nome che troviamo in Genesi 38 (o Fares, come riletto quel nome secondo la relazione di Matteo e di Luca). Se invece si vuole RICREARE sia la premessa, sia la futura indicazione di una replica dell'evento TRASCENDENTE un marito che manca, e a immagine e somiglianza di quanto si realizzò con Maria, allora non si può fare a meno di contare anche questa generazione, e da Gesù fino a Dio esistono 79 generazioni. Quando abbiamo condizioni di questo tipo, in cui è lecito sia calcolare 78, sia 79, allora la verità INDUBBIA sta nel giusto mezzo, che porta a 78 e mezzo. Io, <Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO>, che, più i 6 sabati alla fine delle 6 parole al

lavoro per una media che è 6, ho le 42 cifre del Nome segreto di Dio... da tempo sto affermando che il prossimo 26 luglio di questo anno santo della Misericordia Divina, 2.016, salirò a vita eterna. Ebbene, nato il 25 gennaio del 1938, in quella data avrò esattamente 78 anni e mezzo, come risulta dal racconto “storico” di Luca. Laddove il creatore in 7 giorni crea un anno, allora vale le 52 settimane esistenti nell'anno, che sono 26 in apertura di anno e 26 in chiusura, laddove a YHWH, a Jahvè, è assegnato dalla cabala ebraica il numero 26, che è lo stesso che la cabala italiana assegna al termine DIO. Poiché il fondamento del nome sta nel primo, ROMANO, che vale 66, e che – quando esiste in un Dio assoluto 100 e 300 allora occupa 66 unita delle 400 e si muove per le 334 di tutti e 5 i nomi di Romano Antonio Anna paolo Torquato – abbiamo allora che il numero 66 sta alla base unita di tutti e 5 i nomi, come se fossero le 5 dita di quella mano che uscì da sola in Genesi 38, dal sesso della mamma, Tamar. Posta questa assoluta priorità del

66, allora 78,5 anni indicano la morte e sono davvero anni. Lo sono, perché 13 +(3×13) settimane di creazione legate al medio 26, è un solo anno. Tutte queste 78 generazioni divine esistono in 26 esattamente riferite allora ad un solo anno. Sicché le 78,5 unità sono realmente espresse in anni 78 e mezzo. Questo mezzo anno, di uno bisestile come il 2.016, che è di 366 giorni, ne ha 183 nel suo mezzo anno. Aggiunto alla nascita il 25 gennaio, 25+183 dà il 208, che è il 26=YHWH=DIO che si moltiplica esattamente per il 2^3 che esprime la Trinitaria potenza del duo di Padre e Spirito santo. Da notarsi bene è che queste 78 generazioni sono la trinità 26+26+26 del 26=DIO=YHWH. Pertanto la genealogia di Luca si differenzia dall'altra per dettagliare tutta la vita, che sarà di 78 anni e mezzo esatto, di Padre e Spirito santo, a partire dalla genesi numero 1 posta in Gesù. Come le divine vesti portate da un puledro.


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