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In memoriaooo di chi hoooo in cieloooo
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Chi è questo
Re
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Sto giocando con “spade fiori picche e cuori”, “quadri coppe oro e bastoni”, e le... Minchiate dei tarocchi Il Re è arrivato sull’asino ed entra a Gerusalemme. Cercherò di documentarvelo in questa raccolta che avevo inizialmente intitolata LO SPUTASENTENZE. Infatti, le varie questioni trattate - per quanto abbia cercato di farlo - non sono in tutto ben ordinate in un atto dimostrativo che le giustifichi. Anche perché è molto difficile farlo quando si gioca per i posteri con 201 carte: un mazzo di 52, coi semi francesi (per la ragione), di 52 napoletani (per la Fede), e poi con 97 di “minchiate”, così da taroccare tutto quanto con argomenti che agli uomini di oggi sembrano fesserie (come ad esempio la Gematria)... La logica di oggi vorrebbe che si procedesse con ordine, separando e dando a ciascuno il suo. Ma io – parlando agli uomini del futuro, e non a quelli così ancora acerbi che ci sono ora – mischio sempre tutto. Ci sono buone ragioni per farlo: 1 mela +1 cavallo +3 situazioni sono pur sempre 5 <cose>. Si può restare in un monomio partendo da 1+2+3+4 e riportandolo al 101×102×103×104 che combina i loro 1010 flussi unitari.
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Per la Ragione il Re preordina qui il rapporto
Così il Re che sta al di sopra sia dell’UNIVERSO QUANTISTICO, sia della RELATIVITÀ che – GENERALE – è in ogni ordine e contesto. È l’ Assoluta Onnipotenza di un Re totale, libero da ogni vincolo e che li ha dunque sottomessi tutti a se stesso, tacitati, dominati come tanti asini e cavalli selvaggi che hanno accettato il suo morso. È un Re che – totalmente libero da ogni specie di vincolo – si libera anche della sua stessa indeterminazione, e si presenta concreto, ma in quanto c’è di totalmente contrapposto all’indeterminazione! È quella sorta del No detto al No stesso! Del nulla imposto al nulla e che lo annienta! È in questo modo che l’Assoluto si impone per divisione su un Relativo che è il suo esatto contrario, e che equivale alla generazione di un Piano avente per ogni suo lato una linea di lunghezza assoluta, data da una infinita retta. Due sole contrapposizioni però non bastano; ne occorrono ancora una terza e una quarta: la 3a assume la forma, nello spazio, della linea di flusso perpendicolare alla sua infinita ampiezza. La 4a merita un discorso a parte. Mentre le prime tre infinite coordinate sono nella geometria dello spazio definito scientificamente da Cartesio, nel rapporto 3 dimensionale riferito all’unità dello spazio, ecco che esiste anche il rapporto 1 1 inverso, che è dato dal porsi e che si pone nella realtà del tempo dell’unità. 3 3 sono (tra spazio e tempo) le dimensioni della velocità assoluta C. 1
8 La velocità <c> (minuscola), relativa alla luce, subisce i vincoli unitari della Realtà Elettromagnetica. Questa – come un reale e lungo treno che esiste in quel 3 e che arriva ogni minuto secondo – si estrapola dal 3 e trasporta il carico della luce, in strati lunghi in metri come il treno, e collocati come una quantità di volte, sul numeratore. Per conoscere quanti siano i metri, per prima cosa occorre dare dimensioni in decine alle 3 dimensioni dello spazio. Il metro è una unità di misura che – per una fondamentale convenzione assunta sul finire del 1.700 – fu tratta dall’inverso del meridiano terrestre posto lungo 40 milioni di metri; pertanto il metro è la sua 40 milionesima parte. 40 volte
1010 6 =10 riferisce lo spazio positivo e negativo alla realtà 104. 104
1010 8 =10 è il flusso unitario riferito al piano del solo spazio positivo 3. 102 3×108 è senza ombra di dubbi la velocità assoluta C (grande).
Sono
3×108 m, e nei metri abbiam posto
3×108×1m =
(3×108 )×(3×10−8 )=
3×10−8 il valore inverso!
(3×108 ) 1 è indiscutibile! 8 = (3×10 ) 1
In questa unità certa (di 3×108×1 m ) esiste l’Unità elettro-magnetica, che si estrapola dai 3×108 m e si mette a suo denominatore. Quanta è? Certamente è quella che risulta mancante in 3×108 m. Manca poiché 299.792.458 m è il moto del suo ingombro di 207.542 m.
Mancano a conti fatti i 207.542 m del treno! Sono l’unità elettromagnetica che transita ogni secondo e che si è estrapolata dal totale e si è messa a fare il treno che ogni secondo trasporta quella luce, in velocità e in tutta la sua lunghezza.
9 Essendo 299.792.458 i metri relativi alla luce, essi non possono superare la lunghezza del treno che li porta. Allora i 299.792.458 m si dividono in strati messi uno sull’altro e il loro numero è dato dalla divisione tra le due lunghezze. In sostanza, il treno è simile alla sezione del flusso data qui da una area in cui il lato è dato da √ 207.542 = m 455,56777761… =444,4444444 +11,123..., Sul flusso 444,4444444… della realtà, sono caricati i 66/3 del flusso unitario dell’energia, nel tempo decimale (fino ai millesimi) dei 10/81 =0,1234567... Invece Albert Einstein ha fatto un po’ di casino. Ha escluso proprio la lunghezza del terno! Con lo spazio-tempo a fare il trasportatore… se ne è totalmente fregato! Del flusso di denaro contante in entrata sul conto corrente, guarda ...solo il saldo disponibile. Pensa: «Che cavolo! Se è un carico di banane commestibili ch’è arrivato, noi ci cibiamo solo di frutta e non del treno, quando il treno è lì a riposo...»! Così, quando, per descrivere tutta quanta l’energia di una massa a riposo (e non solo quella commestibile) Egli ha sbalordito il mondo con la sua E=mc2, quella dava solo il Saldo Disponibile e non tutta quanta l’energia del Saldo Totale. Per buone ragioni egli l’ha chiamata ristretta… pensava solo all’energia consumabile, ed è vero! Ma – per favore! - non usate questa elegante formula per credere che quella data da essa sia TUTTA l’energia di una massa! La relatività Ristretta non dà tutta l’energia della massa! Quel treno fermo può ancora esplodere! Lo spazio-tempo non solo trasla... esplode! Il totale è il Totale e non solo il totale del commestibile a spazio-tempo fermo! Pertanto la maiuscola C = 3×108 m/s è la velocità assoluta dello S/T. 2,99792456×10 8 m/s è la velocità <c> (minuscola) relativa solo alla luce, il cui treno unitario c’è! Lungo 207.542 metri, è fermo e già arrivato alla stazione. La riprova che in realtà quella è la lunghezza unitaria E.M. è data da: 10300.000 .000 207.542 è la divisione tra due indici di lunghezze. 299.792 .458 =10 10 10300.000.000 =10299.792.458 ×10207.542 numera gli strati presenti in 3 (108) m = 1.
10 1 4 ) = è l’unità dello Spazio-Tempo. 4 (103×101) 104 è la realtà basata sul ciclo 10 (104)4=1016 è il valore di carica della realtà. 2 3 9 8 ×1016 è la C2 assoluta. ( ×10 m /s) = 1 1 Pera avere tutta l’energia, dobbiamo considerare la C2 assoluta e non la relativa c2, relativa alla luce. Così Log (103×101)×(
La Relatività Generale è tra questi due opposti
Il rapporto generale tra l’assoluto e il relativo è stato stipulato mettendo in relazione l’Assoluto con il suo esatto valore al contrario, quello reciproco, tanto che la loro interazione dà origine all’unità assoluta di Questa ultima è la RELATIVITÀ’ GENERALE esistente tra tutti quanti i possibili valori reciproci, che sono complementari a determinare l’unità. Vediamo esistere realmente la natura proprio per la sua totale reciprocità alla invisibile indeterminazione assoluta. Quando la Fisica idealizza un Universo autonomo che esiste tutto in funzione esclusiva della Relatività Generale, questa può esistere realmente tra parti opposte tra loro, come ad esempio la massa (in moto) e l’energia (massa in quiete) solo poiché ciascuna delle due parti è relativa alla stessa unità assoluta, come nella reciprocità esistente tra m/1 e 1/m. I due rapporti insegnano che m/1 è massa, computata in puri quanti, di <m> unità; da parte sua il rapporto reciproco alla massa, dato da 1/m, divide la presenza 1 del tempo nel numero delle masse che semplicemente sono presenti in esso, e vi si muovono dentro. Il risultato ne mostra solo una, e la loro quantità si pone invisibile (di taglio), in una area trasversale che mostra solo il suo flusso. È evidente che la relazione tra le due parti reciproche esiste soltanto grazie alla stessa relazione inversa, tra le due, nei confronti di 1.
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nella letteratura laica e religiosa e nella vita reale Nell’era moderna. Possiamo riassumere questa relazione tra l’Assoluto e il Relativo ricorrendo al famoso detto de <I 3 moschettieri> (del Re), di Alexandre Dumas: <Uno per Tutti e Tutti per Uno>.
Nei libri sacri dell’Antico Testamento. Il Re sta in quanto è scritto nel suo libro numero 5, il Deuteronomio : <Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze.>
In quelli del Nuovo Testamento. Il Re sta nel Vangelo di Matteo 22, 36-39: <«36. Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». 37. (Gesù) Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38 Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. 39 E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso». Non per caso appare scritto proprio in Matteo 2238 <Questo è il più grande e il primo dei comandamenti>. Non è un caso, laddove 300 è l’intero spazio, e – posto in principio il tutto – si giunge al 2238 solo sommandogli il 1.938 dato da 17 volte il 114 di PTR Romano (=14+18+16+16+13+11+01+12+13). È il 1.938 a cui cui PTR Romano va assecondando il Creatore posto nel 7° n. primo, uguale al numero naturale 17.
12 Non avviene in modo fortuito, laddove – sempre al 300 – si aggiunge la Trinità 1.938 del Dio Elohim 646 = אלהים, o il doppio della vita di Matusalemme, doppio dato da 969+969 anni, che la completa in due tempi con 1.938 anni. Oppure, laddove il cavallo indomito Saulo di Tarso, fu domato da Gesù Cristo e si rinominò proprio Paolo(=14+01+13+10+13)=51, con quel numero 51 in gematria che – quando agisce proprio le 38 volte del versetto 38 del capitolo 22 (= 66/3 in cui il 66 è nel paulus il minimo soldo Romano = 16+13+11+01+12+13=66) – allora con con 51×38 Paolo raggiunge 19 secoli dopo proprio il 1.938 in cui venni al mondo, io che mi chiamo Romano (nel 1° nome) e Paolo (nel 4° nome della realtà). Quel nome nuovo fu creato il 25 gennaio del 38 d Ch e la Chiesa lo celebra in quel dì come la conversione di San Paolo. Essa quel dì realizzò – anche in me! – 19 secoli dopo non solo il nuovo 4° nome, ma la realtà di chi nasce in se stesso. Non per caso! Infatti sono essenzialmente i numeri a ordinare tutte le cose (come affermò Pitagora). Laddove Uno (il Signore Assoluto) si divide in N parti uguali e distinte, lì accade che tutta la realtà – vivente o no – anche quella che dà il suo numero a libri, capitoli, versetti, parole e lettere nel loro valore essenziale cabalistico, gematrico, sono tutte regolate e ordinate dal numero che hanno.
Nella vita reale. L’esempio più efficace tra tutti i viventi è stato dato da due tipi di animali: il lupo, quando, nel corso dei secoli ha capito i vantaggi dell’alleanza con l’uomo. Il secondo animale selvaggio non ha avuto bisogno dei secoli, per farsene una totale ragione, e si tratta del cavallo. Tra gli uomini chi più è stato simile ad un cavallo selvaggio che – una volta domato – non si opporrà mai più alle decisioni di chi gli ha imposto il morso è stato Saulo da Tarso. Era un Cittadino Romano che già si era lasciato avvincere dalla Fede Ebraica, che imponeva la circoncisione come segno dell’alleanza con Dio, e che – vissuto al tempo di Gesù a contatto con il fenomeno cristiano – si era posto decisamente sulla parte avversa. Visse come San Malachia poi descriverà la S.R.E., la santa Romana Ecclesia: <extrema S.R.E. sedebit>. Gesù fu crocefisso e risuscitò. Certamente Saulo seppe dai seguaci di Cristo che questo fatto incredibile era dichiarato accaduto, ma non credette! Anzi, per una sorta di ribellione contro chi – millantando fandonie – traviava la giusta fede avversa degli Ebrei, si accaniva contro di loro, fino a farsi dare un mandato per andare a catturare coloro che erano fuoriusciti da Gerusalemme, per salvarsi, e ricondurli dove pretendeva per loro i sacrosanti castighi per tanto inganno posto come esca per gli Ebrei troppo creduloni.
13 Chi si trova in questa condizione è preso proprio come da un fuoco sacro che punta a condurre al rogo i seminatori di calunnie. Quando fu lapidato il primo dei martiri di Gesù Cristo, Stefano, che come lui non era un Ebreo di origine, ma un Greco, Saulo fu tra coloro che l’uccisero, e si preoccupò perfino di raccoglierne le vesti dopo il suo martirio. Ma leggiamo insieme gli <Atti>, degli Apostoli. Atti 9, 1-19 1 Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote 2 e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. 3 E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo 4 e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». 5 Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! 6 Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». 7 Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. 8 Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, 9 dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda. 10 Ora c'era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». 11 E il Signore a lui: «Su, va' sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, 12 e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista». 13 Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. 14 Inoltre ha l'autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». 15 Ma il Signore disse: «Va', perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; 16 e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». 17 Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo». 18 E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, 19 poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Con Saulo di Tarso, il Signore – secondo il racconto in Atti – ha usato tutti i modi per rendere certo il significato di quanto stava accadendo. Non basta il bagliore improvviso: poteva essere un fulmine, un lampo…
14 Ed ecco che è chiamato per nome da una voce udita da tutti e che gli diceva «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Egli rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Resta accecato, lui solo, è condotto in città, digiuna, prega. Gli appare in visione che un uomo di nome Anania andrà a trovarlo e gli ridarà la vista. Accade! Il metodo seguito da Dio con un uomo razionale, come Saulo, è stato quello necessario a convertire in fede certa tutta la sua originaria fede avversa. La cecità gli fu imposta proprio per fargli capire che ancora non ci vedeva... sebbene avesse visto quella luce e udite quelle parole! Sarebbe stato un cristiano, di nome Anania a ridargli la vista! L’Assoluto scende a patti con l’uomo! È come chi conosce tutte le lingue e che, se vuole essere capito da chi sa solo l’ostrogoto, deve parlargli in ostrogoto. Ebbene il Signore domò quel cavallo selvaggio e la dichiarazione fatta ad un titubante Anania, in una visione apparsa anche a lui, ebbe la sua brava spiegazione: «Va', perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; 16 e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». Il Signore sta parlando del Suo Nome, e – per togliere ogni incertezza – lo ribadisce: egli soffrirà per il mio nome». Saulo capisce così tanto che è una questione di nomi che non vuole più avere il suo nome. Sceglie così quello della più piccola delle monete di Roma, sceglie il nome di Paolo, poiché il <paulus> era il più piccolo dei soldini. Non è scritto da nessuna parte, ma vi dico ch’era il 38 d. Ch. Ed è per ciò che in quella data è la sua Conversione. Erano trascorsi 5 anni dalla morte e risurrezione di Gesù: il tempo intero – quando il ciclo è 10 – dato da 10/2 in anni.
Nella <mia> vita reale. Nella mia, nacqui nel segno della nascita del nome Paolo, celebrata il 25 gennaio dalla Chiesa Cattolica e 19 secoli esatti dopo, che è il 4° nome del Dio il cui <suo> nome, di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, è stato riversato sul <mio>: quello di un cavallo ancor più irriverente di Saulo. Io sono giunto, nella mia vita – ammirando il valore di Gesù Cristo – a pormi come un giudice sul se fosse possibile o no il suo modello di esistenza, e lo giudicai <esagerato, troppo esigente> poiché non ero alla Sua altezza, e allora avevo tentato di abbattere la Sua grandezza con la mia piccolezza: agendo per davvero come la bestia 666 di Apocalisse. Domato l’asino, avrei ben veicolato il Re e il suo nome!
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Nella realtà fisica. Quando il Relativo si impone sull’Assoluto, si afferma quella Relatività Generale che rovescia tutti i termini della questione, e c’è il vero e proprio, reale, visibile, “big bang” dell’universo in espansione. Questo straordinario fenomeno è dovuto al vero e 1° disporsi in essere tra Potenza ed Atto : il rapporto si è invertito in quello reciproco e realizzato (e perciò secondario e visibile ma vero solo in apparenza); con ciò ora è in atto tra la Realtà e l’Assoluto, al Quale la reale concretezza è relativa... e non viceversa! Accade simultaneamente, in tutti i possibili contesti e modi differenti.
Nella scienza Matematica (che la lega all’Assoluto) n
Ove sono essere e non essere a potenziare quel 10 esponente ogni n, chi gli s’impone è l’ n ch’è esposto.
Tra l’<essere> (posto 1) e il <non essere> (posto 0), disposti in tutti i modi, si ingenerano sequenze di 1, 1... e di 10, 100, 1.000… , ma il calcolo Log (decimale) le naturalizza realizzandone la visione decimale. Una sequenza come questa: 10 1 100 1000 1 1 … diventa 1 0 2 3 1 1 … ed ecco numeri naturali regolati da quei n. primi che sono le loro cause invisibili e che li danno in velocità (cioè nei percorsi in linea fatti da aree N invisibili poste “in principio” e solo nel flusso nei loro vari cicli.
Nella Geometria (e Religione) dello spazio.
Mentre 3/3 è 1 vero, appaiono solo i 3 parametri del volume, e il loro 1/3 che li pone su 3 linee (invisibile il piano dell’energia) L’unità impone l’esponente 1/3 su 103, e (103)1/3 vale 103/3. Ma è imposizione piena d’amore poiché il 3/1×1/3 indicato resta vero 1... ma rispetta sia 3/1, sia 1/3! Ecco così 3 Enti, Unitari in verità ma che solo sembrano separati sia nella terna unitaria (che fa da Padre), sia nel tempo unitario 1/3 (del suo Figlio). Nello spazio, 2 ci sono, son distinti 103 e 333 (causa e effetto). 666 infinito non appare ma c’è : è energia trasversale (è Spirito Santo). Per Cristo son le 3 distinte Persone di Dio.
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Nella scienza Fisica.
Ove è la causa a far tutto, chi le s’impone è l’effetto. La conseguenza effettiva è l’indeterminazione. 3, un Ente perfettamente determinato, si estende in un periodico 3,333… eterno e nello spazio infinito. I numeri primi impongono in quelli naturali la visione dinamica di un invisibile Ente (che è posto in principio, di taglio, e che si mostra solo per il suo flusso lineare fatto alle varie dimensioni cicliche); perciò accade che, anche nella unità di un ciclo simile a un cerchio, in cui è vero che le due fasi di apertura e chiusura coesistono nello stesso tempo – anche in esso – mezza circonferenza si mette in principio, e mostra in sequenza decimale l’altra metà. Ciò realizza una infinita onda, in p greco mezzo, presenza ¼ del <2p r> della circonferenza.
L’unità del diametro, oltre l’insieme del 3, si carica del moto 7 di 7 ed è p. Il periodo eterno del 3 impone 0,33 nel centesimo successivo... ma – come ho detto – nel tempo c’è sempre una area per traverso, di pura ampiezza. 33/100 passano a 0,14 per un quadrato di taglio: ha il perimetro 0,19 che si raddoppia 0,38 in entrambi i versi, e si divide per 4 (nelle 4 D. dello spazio-tempo) tanto che la sua presenza ¼, in ogni lato è 0,38/4=0,095. Essendo sempre 2 i lati generatori dell’area, 2×0,095=0,19 è la presenza, nel totale. Questa area, presente e trasversale (invisibile) esiste nel flusso totale in 0,33 tanto che nel suo flusso si muove solo quanto 0,33 -0,19 = 0,14. Il che è poi il moto 0,07 di 0,07. L’onda perfetta sarebbe data da 3,3333..., ma – per effetto delle specifiche sezioni trasversali presenti e in atto in ogni fase centesima, – essa si riduce nel modo a cui è costretta dalle azioni invisibili ma smascherate da questa sottrazione: 3,3333333333333333333333333333333 (= 3+1/3) - 3,1415926535897932384626433832795 (= p ) = 0,1917406797435400948706899500538 è il trasversale anno 1917 d Ch !!! Si osserva il moto reale proprio del tempo datato dai Cristiani! 19 sono secoli, 17 anni, 40 mesi, 67 giorni, 97 ore, 43 minuti primi, 54 minuti secondi, e i due zeri seguenti indicano la pienezza di questa misurazione in tempi centesimi. Con +0,002060570, ecco il Re Assoluto nel 1938,0125. Con decenni +2 (1° primo a D.10-3) +6 mesi a D.10-5 +60 -3 dì (e 57 è il suo moto) nel 10-8 seguente.
17 Appare poco scientifico (alla scienza miscredente) che il Re Assoluto abbia mandato prima Il Figlio a darci l’anno in cui iniziare il computo del tempo che portasse poi giusto al 1938,0125 la data dell’arrivo del Re Assoluto nella sua Gerusalemme! Ma, nella sequenza indistinta del tempo, non c’era altro modo per indicare con un particolare segno il suo giorno di arrivo! Oggi esso c’è e sta nel calcolo del (6×7 -4) × (51,00033) -4/105 =1938,0125 di cui dirò, circa i n. 51, 42, 9, 33 della Sezione Aurea e degli anni di vita di Gesù. Anche nel cerchio, un suo mezzo è stato posto in principio! Un’onda eterna e infinita è così generata poiché la parte di per sé opposta in verticale, le si oppone anche in orizzontale. Essendo due opposizioni una conferma, il circolo del tempo, che è vai e vieni nel diametro orizzontale del cerchio, assume virtualmente un verso circolare solo grazie alla perenne reazione (sempre mostrata dopo) che è verticale nell’onda. 1,57 (il ¼ della presenza di quel <6,28=2p r> che è la circonferenza del cerchio) presenta così, in 1,5=15/10, l’unità dello spazio-tempo 10+5, e aggiunge un 7% (letteralmente) essendo un 7/100 quanto è espresso in movimento. Tutto il resto di p non fa altro che addentrarsi sempre più nella sua struttura infinita e decimale. 3,14159265358979323… mostra un intero seguito di <azioni e reazioni> fatte sempre tra coppie di centesimi. Ecco le prime 14 cifre (quelle del moto 7 di 7): 14/102 va a 15/104 con 1 (centesimo, del moto intero) aggiunto dopo. 15/104 va a 92/106 con 77 moto tot. sommato a 1415/104 (è 1 realtà in 10-4). 92/106 va a 65/108 con -27 di moto inverso (tutto il volume di 3×3×3). 65/108 va a 35/1010 con -20 (il fronte a lati 10 e 10 del flusso precedente -27). 35/1010 va a 89/1012 con +54 (il moto 6×9 del complesso flusso spaziale). 89/1012 va a 79/1014 con -10 (il ciclo unitario intero alla D -14 di -7-7). 3+1/3 è (9+1)/3, è 10 terzi, mentre π è 3 +0,141559… Se sottraiamo al ciclo 10 non 1/3 (avremmo 6 , 6 ) ma p, troviamo chi avanza nel 10 quanto π. 10,0000000000000000000000000000000 meno 03,1415926535897932384626433832795 (= p) determina: 06,8584073464102067615373566167205 questo è il soggetto che avanza! 06,8 è 66/10, +0,1+01 lati area flusso. N.B. 68×68+6=4.631 d Ch=Finimondo 58/103 è il flusso -8 (negativo) dell’energia di 66/103. 40/105 è tutta la realtà elettromagnetica (alla D. 105 = √ 1010 )
18 Siamo giunti con 10-5 ai limiti dello spartiacque tra il mondo nostro reale e quello della sua struttura atomica a dimensione di metri 10-10. Se vogliamo spingerci oltre in una analisi sommaria, ecco che la realtà intera espressa nel ciclo 10 decimale è quella esistente alla D. 10-12 con 6,858407346410 e alla D. 10-14 con 06,85840734641020. Sappiamo infatti bene che 12 è tutto il moto 10 del piano a lati 1 e 1, sapendo anche che 14=7+7 è l’intero moto 7 del 7. Alla D. 10-17 (del moto totale indicato dall’esponente 7 mosso di 10), ecco che si presenta con 676 il moto intero 10 dell’energia 666. Lo ritroviamo ancora alla D. 10-27 (in cui l’indice 7 avanza di 20) in 6616, come il moto del piano della presenza a lati 25+25, per quel 50 mancante al 6666. Vediamo un ciclo 10 intero anche alla D. 10-30… ma era naturale che ci fosse! Noi vediamo sempre il moto di un quanto che è stato sottratto, poiché esso è stato posto in principio come una area, trasversale al flusso intero) nei vari cicli lineari… e che nel valore totale del flusso va dunque aggiunto!
Nella velocità della luce 207.542 m si son posti in principio (come Unità E.M.) nei 3×108 m totali dati da 3×1010 : 102. Così sono 207.542 m che avanzano di 299.792.458 m s-1. Proprio questa unità elettro-magnetica detterà il tempo di tutto quanto! 2075,42 +2.555,6017=4.631,0217 somma 2.555,6017 (il piano a lati 1.000 e 1.000 col flusso E.M. 555, nel tempo 0,6017 del moto nei 6 versi, del 7° numero primo (17) alla D. reale 10-4, e arriva al 17 febbraio 4.631 della Fine del mondo! Il tempo unitario dato da 1 : 207.542 è uguale a 4,818301837700. In esso: 4,8 è il decimo dei 12 mesi presenti nei 4 anni in cui i giorni sono interi. 183/104 è ½ anno bisestile di 366 giorni, alla dimensione reale 10-4. 183/108 è l’altro ½ anno bisestile alla D. della realtà complessa 10-8. 7700/1012 mostra tutta la dinamica 77 talmente ben definita da assere 77×100, alla dimensione 10-12 che è la massima intera nel piano trasversale dei tempi. Altra cosa importante (ma non ancora compresa dai Fisici) è la seguente. Se divido 1 chilo di oro prezioso in parti, anche la più piccola è sempre oro. Ma quando è stata divisa la realtà generale in cui noi siamo, ogni cosa ha perso totalmente la sua sostanza. Essa, no! Non è più lo stesso oro...
19 10 × 10 è l’unità 100, la quale è sostanzialmente una area 100 : 10 = 10 è unitario esso pure, ma ora è sostanzialmente un lato. All’interno del ciclo 10, tutti i rapporti interi e complementari coesistono in pure proporzioni, ma sostanzialmente appariranno differenziati (in unità di massa, tempo, volume e flussi vari misurati in kg, s, m, A, K, Mol e Candele). 0 sta a 10 come indeterminato. 1 / 9 = 0.111… è determinato (in sostanza flusso è di 1 chilo) 2 / 8 = ¼ è tempo di presenza ( “ “ di 1 secondo) 3 / 7 = 0 , 428571 dinamica di Vol. ( “ “ di 1 metro cubo) 4 / 6 = 0, 66 intens. energia elettr. ( “ “ reale di 1 Ampere) 5 / 5 = 1 elettromagnetismo, calore ( “ “ termico di 1 Kelvin) 6 / 4 = 1,5 unità di accorpamento ( “ “ molecolare di 1 Mole) 7 / 3 = 2 , 33 (lati 1 e 1) flusso 33 ( “ “ intens. luce, 1 Candela) 8 / 2 = 4, sono la realtà a due facce, invisibili nel loro insieme 9 / 1 = C2 è il quadrato della velocità Assoluta e invariante del nonio. 10 sta a 0 come indeterminato. Noi usiamo questi algoritmi (coesistenti tutti nel ciclo 10 totale della presenza) proprio per differenziare le quantità tra di loro: le assegniamo 7 qualità differenti e coesistenti. Vediamo così spazi, tempi e flussi di vario genere, grazie alla nostra divina capacità (di Enti esistenti in potenza di 100 ) di inventare dal nulla le qualità da dare alle 7 frequenze simultanee che ci sono nel ciclo 101. Nella struttura a dimensione atomica si tratta tutto e solo di 1 Angström. Grazie al potere del 1010 imposto sul 100=1 indivisibile atomo, riusciamo a concepire e a dar forma a un mondo superiore e a vederlo come un infinito mondo di quanti, avente le qualità che gli son date solo dalla nostra immaginazione. Ma siamo figli dell’Assoluto Re 100 e abbiamo il suo stesso potere di immaginare e di rendere reale ciò che si è immaginato !!! Questa è la Tesi di fondo che mi contrappone a tutto il Credo dei Fisici. Tutta la qualità dello spazio (visto in distanze reali e infinite) non esiste in sé ma è solo opera della nostra divina immaginazione. Parti dello stesso 100, si muovono nello stesso tempo con l’entanglement, per quanto siano state allontanate tra loro, poiché è solo la nostra immaginazione che le ha separate. L’entanglement ci riguarda in 100 e sfugge al nostro sguardo su 101!
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L’unità, di <spazio × tempo> appare in <spazio + tempo> Quello che esiste veramente è l’unità, ed essa è data certo da 3/1 × 1/3. Qui il 3/1 è la velocità dello spazio, che ha la lunghezza 3 dei tre lati lunghi 1 che formano la terna cartesiana che lo rappresenta; 1/3 è la sua reazione, è quel suo reciproco che pone l’unità (della terna cartesiana) divisa per 3 e dunque la presenta in ciascuno dei 3 distinti assi. Posta di fronte a due verità reciproche, la Scienza le avvalora entrambe e con 3 +3/3 = (9+3)/3 = 12/3 = 4, ricava le 4 D. della realtà fatta di spazio e tempo. La realtà conferma che ciò appare vero, poiché sono realmente 4, ed anche 104, quando si risale alla potenza del ciclo 10 che realizza il n. 4 agendo con quattro cicli 10 interattivi: 10×10×10×10=10.000=104; reso 4 dal Log 10.000=4. Quando questo 4 si espande sui due opposti versi di ciascuno dei 3 assi, ecco allora le 4×6=24 ore di un giorno intero. 4 è già il 22 che quando nel suo indice 2 è portato al 10 intero, ecco con 210=1.024 le mostra ancora come la rotazione del 103. Ora, o capiamo il vero, cioè che in un 3,33… ci sono due unità, una presente nello spazio 3 e l’altra data da 1/3, che rilancia il 3 in un tempo infinito, e che se vogliamo contare una unità sola, dobbiamo eliminare una delle due (dello spazio o del tempo) poiché sono valori reciproci, o facciamo una gran confusione! Quello che divide le due unità è la virgola, ed essa deve essere messa al posto giusto! Esso infatti non è un optional! Lo sarebbe solo se noi avessimo a che fare sempre con la stessa sostanza. Vi ho spiegato – credo per bene – che in sostanza le cose mutano nella nostra realtà, se noi (per i quali il vero intero non è 1 ma il 10) mutiamo questo 10 intero in un decimo. 1 è infatti solo il rapporto essenziale 1/1 di quando 1/10 di 10 è 10/10. Ebbene (101×101)×1010 è tutto quanto il volume di traverso, rispetto al flusso. Il volume ha (101×101) in ampiezza e il flusso 1010 in profondità, dato da 2 lati lunghi 105 ciascuno: uno nel verso elettrico, l’altro opposto e magnetico. L’area, trasversale, 1010, di questo volume (101×101)×1010 che è 1012, poi fluisce di 10. Moltiplicato anche il flusso 10 al volume trasversale 1012, il risultato è 1013. Appare solo il 1010 poiché (in 1013) il 103 <in principio> percorre 1010. Sempre una quantità è posta <in principio>. Quando 1 giorno percorre tutti i 6 versi dello spazio, allora le unità sono le 7 della settimana. In un anno ce ne sono 52. Essendo quantità reali (e dunque a 4 dimensioni in cui il tempo è solo ¼ delle 4), il tempo dell’anno nelle sue unità dinamiche è ¼ delle 52, è 13. Ciò conferma la dimensione 1013 che ho dato al ciclo reale della presenza nel tempo, quando è solo 10 ciò che appare nel flusso (poiché 1012 è posto di taglio, come un unico quadrato di lato 103 e – combinato con gli altri 3 lati – è (103)4.
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Come ci appare realmente crescere un anno <reale> (che appare crescere solo in base al suo <vero> decrescere)
La Terra è un pianeta <ideale> determinato da tutti i nostri ideali concetti, di tempo, spazio, massa. Il luogo <ideale> per farvi sorgere una vita che è simile a quella di un <virus> che può infestare un computer solo perché in esso c’è una perfetta struttura di calcolo della quale può strutturare i suoi cicli di esistenza. Essendo tutti i tempi reali dati da un calcolo di tipo divisionistico, dobbiamo avere anche nel risultato che ci porta all’anno una continua ripresentazione della stessa cosa dettagliata poi nei suoi cicli di mesi, giorni, ore, minuti… Pertanto, avremo indicato 1 anno intero dal numero 1,1231 che lo pone 1 nell’anno e poi in 12 mesi, e nel dettagliato del giorno 31 che così data l’ultimo dì del mese 12 e dell’anno. Se nel flusso degli anni abbiamo indicato ad esempio 111, e si passa di cifra in cifra secondo cicli fatti tutti da decine, la nostra realtà dell’anno, come ogni realtà impostata sul ciclo 10, vala 10 elevato a 4, e dunque 10.000 unità, in ogni unità. Questi 10.000 decimillesimi sono posti nell’area trasversale al flusso, pura ampiezza posta di taglio e tagliata rispetto al flusso che le è perpendicolare. È in essa, ossia in 0,1231 (decimillesimo dell’unitario 104) che l’unità si struttura in quel modo progressivo nel quale i mesi sono contati nei centesimi e i giorni degli stessi mesi sono dettagliati nei decimillesimi. È in questo preciso modo che l’unità si ripresenta, quando è composta non solo di tempo, ma anche di spazio. La prova – totalmente soddisfacente – c’è quando un anno fatto di 12 mesi di 100 giorni ciascuno, contiene 1.200 giorni, e lo moltiplichiamo per 4, per coerenza alle 4 dimensioni della realtà. 4 anni contengono allora esattamente 4.800 giorni di spazio-tempo. Il solo tempo nei 4 anni è dato invece da 365,25×4 = 1.461 giorni esatti. La differenza è esattamente calcolabile: 4.800 (tutti i giorni in 4 anni di spazio+tempo) meno 1.461 (tutti i giorni in 4 anni di solo temo) porta alla differenza di 3.339 giorni di solo spazio. Infatti 3.333 è il flusso dell’area a lati 3 e 3. 104.800 1.461 dimostra come 103.339 sia proprio il numero delle volte in =10 103.339 cui il tempo di giorni 101.461 esiste in 104.800 giorni di spazio+tempo.
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Così in verità noi ci accorgiamo che
In tal modo, esclusivamente per una sorta di bontà divina, trascendente la realtà (la quale concede ogni cosa alle sue minime parti ponendosi in se stessa a lato), accade che ciò ch’è stato creato come l’infinitesimo della unita può assumere l’aspetto opposto, gigantesco e immenso dell’infinito cielo. Tutto è così veramente ordinato dall’alto, in ogni cosa, ed anche nei nomi, corrispondenti tutti ad ordini precisi, dati attraverso una 1a lettere, poi una 2a e una 3a, in una sequenza ben ordinata e studiata da una scienza che si chiama Gematria, o Cabala.
Questa è la Cabala Ebraica. La corrispondenza tra le lettere e i numeri.
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Questa è quella corrispondente, Italiana. Cielo vale 955 nella parola ebraica: 955 indica tutto il moto 900 (dell’unità dell’area 102, nel volume 103) quando avanza di 50 in modo elettrico e di 5 in modo magnetico. Riferito interamente e solo al 103, il 955 consiste nel moto di 1/8 dei 360° di tutta la rotazione dell’angolo giro, in cui 1/8 è giustificato come la parte unitaria che è una sola delle 8 esistenti in un volume avente come il lato non l’1, ma il 2. Cielo=03+09+05+10+13=41, nella gematria italiana del termine che traduce nella nostra lingua la parola ebraica, aggiunge la presenta 1 all’essenza data da 10+30 (il tempo e lo Spazio misurati nel ciclo 10 unitario). Mentre 40 è simile a tutto il perimetro di un quadrato il cui lato è 10, l’unità aggiunta a 40 lo mostra come il moto dell’unità, nella linea del flusso perpendicolare a quella del piano. Se vogliamo verificare in che modo 955 e 41 siano la stessa cosa, quando noi partiamo da 23 come dalla sequenza dei due primi numeri primi, in cui il secondo si presenta nei decimi del primo e sono così 23 decimi, dobbiamo moltiplicarli giusto per 41, e poi aggiungere 22, se vogliamo risalire da 23/10 a 955/10. (11+11) 23×41 (11+11) 955 somma ai 853/10 del flusso i lati + = 10 10 10 10 dell’area avente quel flusso. Anche 955 e misurato in decine! 41=AmoR=01+11+13+16=41, è giusto quanto si moltiplica per 23, e il suo inverso esatto dato da RomA, è l’ordine contrapposto, dato in successione! 1. 01 ordina che per 1a cosa ci sia l’unità. Sembra giusto! 2. 11 ordina che per 2a cosa sia aggiunta ad 1 l’unità del ciclo, Sacrosanto! 3. 13 ordina che per 3a sia aggiunto al 10 anche la Trinità del 3 perfetto! 4. 16 ordina ci sia inoltre il 3 controverso: ci sia Perfezione nei 2 versi! L’ordine, in lettere, comanda Amor! L’ordine esatto, ma a rovescio, ordina Roma! Chi in fine le si oppone e le impone un bel NO! È di certo un RomaNo!
25 Questo nome è di chi ha sperimentato Roma opposta in toto all’AmoR che è dovuto a tutti! Lo ha provato sulla sua pelle quando ha visto la Roma dei Papi nella posizione estrema di chi invece di amarlo ha avversato proprio lui Amodeo Romano che solo chiedeva loro Amore… E allora con RomaNO si oppone a questo suo arbitrio! Diventa – suo malgrado, chiamandosi anche Paolo e Torquato, oltre che Ro, Romano – quel Pietro Romano che nella Profezia di Malachia agisce in moto tale che infine la <civitas septicollis diruetur>. L’assetto socio-religioso (questo è la <civitas>) del 7° colle (il Vaticano) sarà raso al suolo fino dalle fondamenta, in quella S.R.E. (Santa Romana Ecclesia) che <extrema sedebit>, che si metterà a sedere nei banchi destinati a quelli che si oppongono alla venuta definitiva di PTR Romano. Questi è il finale, definitivo RE che arriva nella sua Gerusalemme. Ma Babilonia, la Grande Meretrice detta in Apocalisse, avrà cercato invano di opporsi all’arrivo del Re! Avrà fatto come invano tentò di fare Saulo di Tarso. Santa Romana Ecclesia avrà provato essa pure – come la grande Meretrice – a insediarsi in posizione estrema, poiché: <In psecutione (temporum)> (nella consecutio temporum, cioè andando avanti a insediare i Papi fino all’ultimo, il 112 licenziato anche da Gesù Cristo, come in Giovanni 21-18)… <In psecutione. Extrema S.R.E. sedebit!>. <Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus…> Pietro Romano che pascolerà il gregge tra le molte tribolazioni provocate a lui come quelle che Paolo aveva cercato di procurare ai Cristiani... All’arrivo del Re i reggenti dovevano cedere il passo e non opporglisi! Saranno domati! E alla loro resa alla chiesa di Pietro seguirà quella di Paolo. Invano ci aveva già provato il Pietro n. 111 della Profezia di san Malachia, quello espresso dal motto <De labore solis> venuto dopo il 110 descritto con <De mediaetate lune>. Sono Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II che – come la luna e il sole – lanciano gli ultimi lampi della creazione divina che cominciò con le due lampade, la minore e la maggiore. L’enciclica <Fides et Ratio> del papa 111 aveva cercato di introdurre la Ragione di Paolo in soccorso della Fede di Pietro. Due i Principi della Chiesa eppure per 21 secoli solo Pietro ha governato. È giunto il tempo di Paolo, di una Fede che finalmente Ragiona. Il Paolo nato nel segno della Conversione di San paolo, che piegherà Fede e ragione ad andare insieme, è il Re Paolo che cavalca me: il suo asino.
26 Infatti il Re arriva, sulla bestia 666 domata, dominata! Sempre in Apocalisse, cosĂŹ si annuncia il Re. 63 che mette in 10 relazione tutto il volume fatto coi 6 biblici giorni di lavoro divino, e lo riferisce al Dio che ha assunto il 10 a sua immagine e somiglianza! E non per caso cosĂŹ lo fa al capitolo 21,6, uguale al
In Apocalisse, cosĂŹ si annuncia il Re, riferendosi a tutte le opere:
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La Scienza sperimentale fa totale esperienza della morte con una tale verità di accertamenti che è arrivata perfino a sospenderla, a procrastinarla sempre più, con rimedi sempre più efficaci contro i mali che un tempo erano senza una possibile cura. Spera con l’ibernazione della vita, di riuscire a renderla eterna! Lo stesso corpo umano, fatto di carne, oggi può essere sostituito da macchine in grado di compiere quanto non potrebbe più chi è senza gambe, senza braccia, senza cuore e organi, che possono essere tutti quanti sostituiti. Nonostante ciò, la morte non è stata sconfitta, una volta per sempre, da quella Scienza in cui l’uomo tanto crede e spera. Siamo arrivati al punto di cui disse Gesù, quando raccontò che nei tempi dopo di lui molti altri avrebbero compiuto miracoli che sarebbero apparsi ancora più grandi. Pertanto il valore da dare alla sua opera non doveva essere posto mettendo alla base i suoi miracoli. Il male e il bene stava in ciò che usciva dalla bocca e non in quanto vi entrava. Erano le sue parole e le verità dette con esse che dovevano convincere. Nemmeno la sua risurrezione doveva essere posta a base della sua divinità. Se era risorto, dopo la sua morte corporea, lo aveva compiuto infatti il Padre che, padrone della vita, l’aveva ridata a suo Figlio affinché potesse convincerli, di un Figlio contro il quale nulla aveva potuto nemmeno la morte. Gesù ha sempre ringraziato il Padre suo, per tutta quella straordinaria capacità che apparentemente gli aveva dato, di violentare l’ordine naturale delle cose, per dimostrare il suo dominio su di esse. Il Padre, invece, il Re che arriva su un asino e prende possesso della sua Gerusalemme vince la morte senza fare alcuna violenza alla natura, ma – così come fa ogni vero 1° - <il 1°, il vero Re, asseconda la natura>.
28 Il Re vince la morte poiché essa non ha mai per davvero esercitato alcun potere sul Dio dell’Essere Eterno. E questo Creatore non è certo da meno dello scrittore di libri gialli che è totalmente innocente se egli si cala nell’assassino della sua storia, coi suoi pensieri, e glieli dona assieme alle sue equivoche parole e alle sue opere assassine. Costui sarebbe capace di creare un mondo che racconta della vita e della morte senza che nessuno per davvero viva o muoia... e il Creatore supremo non avrebbe quanto meno la stessa capacità? Infatti, la morte che il Re ci ha raccontato non ha mai ucciso nessuno come mai l’ha fatto l’assassino descritto in quel libro giallo. Il Re Assoluto ha il potere di far apparire Reali le vite dei personaggi reali della sua storia. I personaggi sono reali, e passibili di Paradiso, Purgatorio e Inferno, ma le loro anime no! L’essenza della loro vita è quella del Re stesso che ha trasfuso in essi la Sua vita. Solo grazie a ciò vedo, vivo e sento, essendo un <io sono> che è compreso nel totale Ente che si nominò un <io sono colui che sono>. Non <io sono ogni colui che è>! Poiché colui che in apparenza è <io sono>. Io sono il buono e il cattivo, essendo sempre libero da ogni vincolo sia di bene, sia di male, poiché <sono il Re assoluto> e posso anche indurre dolori a destra e a manca, poiché lo faccio sempre e solo <a me stesso>. Posso essere libero di fare a me stesso quanto e come voglio? Mi concedete questo Libero Arbitrio? Ebbene mi sono preso la libertà totale di farvi essere a seconda della mia sola volontà e sono giusto con voi soltanto se vi do altrettanto potere su di me: Fissate liberamente, da soli, Chi sia il vostro Re, nella vostra vita! Il sesso? La Forza? La Vittoria? La Musica, il calcio, il ciclismo, la letteratura, i cantanti e tutti gli altri idoli che volete darvi? Mi sta bene! OK! Vi ho voluti tutti a modo mio e vi concedo di voler Me a modo vostro. Ma vi avverto: la vostra vita (che vedere così reale) è solamente virtuale. Essa esiste solo grazie alla mia volontà, al punto così estremo che se voi idealizzate il <poter fare> come il segno stesso della vostra libertà, voi credete di poter fare solo quello che io impedisco (e non accade mai… ma a voi sembra avvenuto)! Io ho imposto, al presente eterno in cui tutti voi siete in Me, un suo puro antefatto, sempre più spinto e che vi ricondurrà sempre qui (come se esso fosse stato fatto… ma fatto non lo è stato, mai!). Voi avrete solo restituito un debito virtualmente concessovi, di una vita in negativo (e che pertanto non c’è realmente, vi manca) ma la vedete esserci nel momento in cui state restituendo il prestito. Io ho messo <in principio> una altra vita, in senso inverso, negativo, rispetto a questa che voi vedete… mentre essa torna – come un treno partito di là – al suo apparente binario <morto>, dal quale comincia la vera vita, anche del treno.
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Io vostro 1° unico Re, io assecondo la natura e anniento la morte!
La risurrezione non fu un privilegio dato solo al Figlio Primogenito, Gesù Cristo! È un dono irrinunciabile che già è stato concesso a tutti, fin dal momento in cui un Dio immortale ha profuso in ciascuno la Sua stessa vita immortale! Dio – solo Dio è – il vivente in tutti gli uomini! Chi sono essi? Forse Dio? Sì, certo, ma lo sono solo nei limiti di quella reale ed infinitesima parte presente, di Dio, in ciascuno, attraverso quella sostanza unica, dello loro anima, costituita dalla Sua Sola anima, quella del Solo Unico Dio. I Cristiani non hanno ancora capito che la Comunione che Gesù ha concesso – di Se stesso – agli altri, li ha resi tutti figli di Dio e della stessa Sua sostanza. Oggi sono proprio i Sacerdoti di Cristo i più feroci oppositori all’idea che ogni uomo vivente sia quel <Dio che è lui>, per come Egli si è immedesimato in ciascuno ed ha assunto tutti i suoi limiti, nel bene e nel male. Io ho quasi litigato con un sacerdote in una delle mie più recenti confessioni, quando gli ho detto di essere <anche io> nella stessa sostanza di Dio! «Eh no! – mi ha risposto sdegnato, come se avessi toccato un nervo scoperto o come se mi stessi rendendo colpevole di una totale apostasia, rovesciando tutti i fondamenti – solo Gesù Cristo è nella stessa sostanza del Padre! Al che io: «Padre, quando lei ogni giorno entra in Comunione con Gesù, crede oppure no a quello che sta facendo? Entrare in comunione con il Cristo è come uno che lo sposa e da quel momento assume lo stato patrimoniale della Comunione dei beni. Quale Bene Gesù ci comunica, se non quello di essere nella stessa sostanza del Padre? E – se Egli ce la comunica e poi noi seguitiamo a crederci sposati in regime di Separazione di beni – che razza di Comunione abbiamo mai fatto? Una in tutto cervellotica, velleitaria e non vera, non effettiva, e mai posta veramente in atto! Gesù si lega a noi <nella buona e nella cattiva sorte> e si è donato così a noi non... finché morte non ci separi…. ma una volta per sempre!
30 Lo tradiremo molte e molte volte con i peccati delle nostre intenzioni di male, e – paziente... oltre ogni umano limite – non ci scaccerà, Egli che ha patito persino la morte e si è donato a tutti noi totalmente, senza reclamare vedetta e chiedendoci di fare come faceva lui: solo perdonare.
Questo è il Re che entra in Gerusalemme! È il Dio Eterno che diventa finalmente il Signore di tutti i nostri cuori e la nostra Anima santa! La nostra volontà, la nostra buona o cattiva accoglienza, non c’entrano più nemmeno! Come Gesù, cavalcando un asino, entrò in quella Gerusalemme, e prese possesso della città di Dio, e non fu per nulla convertito dalla certezza che alla fine lo avrebbero ucciso. Potevano infierire sul suo corpo, ma non capovolgere quella sua buona intenzione che aveva manifestato entrando in quel modo nella Sua Città. Dio non è condizionato dall’accoglienza buona o cattiva che riceve. E – per affermarlo in modo addirittura plateale – Gesù si fa perfino uccidere e poi dimostra che non hanno potuto farlo... poiché il Padre lo ha risuscitato. Questo è ciò che il Padre farà con tutti quanti noi – ponendolo in atto reale – alla fine della nostra esperienza, di un vita percorsa fino in cima... ma solo in uno dei due versi che ci sono e vanno vissuti un dopo l’altro, nel tempo d’una realtà, in cui ben si nota che in ogni cosa vista libera c’è l’alternanza. La verità non è quella dell’esperienza unilaterale che si sta vedendo! Sta nella stessa natura di tutte le cose!
Ora questa sembra una bella e pura affermazione, totalmente priva di ogni dimostrazione. Tutti dicono: «Noi sperimentiamo la Morte. Non si può negarlo!» Ma no! Si può, si può! Intanto, sperimentiamo solo la morte altrui! Certamente non possiamo concludere che risorgeremo anche a noi, poiché accadde a Lui! La Sua fu contro l’ordine naturale che invece ci riguarda tutti. La vittoria definitiva sulla morte va dimostrata valida per tutti noi e senza eventi eccezionali, soprannaturali… se tutti noi asini normali siamo coinvolti! Il Re è venuto su di me, e vi dimostra questa risurrezione, normale, generale, proprio tramite i principi della scienza che regolano la Natura.
31 Intanto si comincia dicendo che ogni verità, una volta che è stata vista e accertata, seguita ad esser vera anche quando noi non la vediamo più… o ancora! L’acqua bolle a 100° centigradi anche se ora è in un blocco di ghiaccio. Allo stesso modo, ogni faccia di questo mondo ha sempre fronte e retro e se noi tutti ora vediamo solo il fronte della vita, possiamo negare il suo retro? Il 3° principio della dinamica vale per ogni suo tipo di movimento. Afferma, per esperienza accertata, la simultanea presenza di 2 reciproci:azione e reazione. Vediamo mai una causa? Mai! La vediamo solo quando si muta in effetto! Vedendo sempre effetti, essi ci dimostrano indirettamente la loro causa! Sono le cosiddette prove date in negativo tutte le volte in cui una cosa è impossibile da vedere prima… ed è prevedibile... fino a prova contraria! Vedremo mai un palazzo reggere o no prima di averlo costruito? No, sempre e solo dopo! E lo progettiamo! Saremmo davvero stolti se non credessimo in nulla finché non lo abbiamo visto già accaduto! Se – costruendo nel rispetto dell’esperienza che abbiamo – edifichiamo grattacieli altissimi che sembrano... toccare il cielo – perché vi credete sciocchi e creduloni se puntate a molto di più: alla vostra casa posta veramente in cielo? Perché? È la favoletta del Re Nudo: i falsi sapienti vi confondono! La vita non è altro che una continuità dinamica di azioni e reazioni, in perenne alternanza. Tutte sono ordinate nello stesso verso del tempo, da quando si nasce fino a quando si muore. Abbiamo però una traccia reale della nostra anima nel suo esistere: essa sta nel campo dell’osservabile: è l’onda cerebrale. Fa parte di un fenomeno vai e vieni, elettromagnetico, in cui i 2 flussi vanno uno in un verso, l’altro in quello opposto. Noi però vediamo sempre e solo il flusso elettrico, finché viviamo… pur essendo anche l’altro, che al momento ci sfugge. Ragionando, si capisce che vediamo solo il flusso nel verso elettrico proprio perché la sua invisibile causa è il flusso opposto… che sta retrocedendo anche ora, e che si mostra – essendo un flusso inverso – nel suo inverso! Jahvè, il Dio <io sono colui che sono> che <è quello che è>, quando è il <No di Satana>, attiva il <No del suo stesso No> e anche quello è un sì complicato. (+)×(+) e (–)×(–) risultano entrambi +, e questa è scienza Algebrica! Invece Noi siamo inguaiati! Con (+)×(–) e (–)×(+) c’è sempre il Negativo. Vediamo insieme, infatti azione (+) e reazione (–) combinati insieme in (–)! Crediamo di avanzare e invece la nostra azione combinata ha la stessa carica negativa dell’elettrone, la particella materiale della luce, e dell’elettricità. Pertanto il nostro flusso elettrico cerebrale sta tornando all’origine, arretra! Per questo il futuro è tutto un imprevisto! Vedete forse dove andate se la vostra auto va in retromarcia e non avete uno specchietto retrovisore?
32 Potete in piena coscienza dire che il luogo verso cui andate sia fatto dal cammino che avete percorso prima? Certo, se vi erano alberi, forse ne trovate altri, ma nulla vi assicura che all’improvviso non incontriate un... Ponte Morandi! In una simile dinamica, nulla accade, ma tutto è un semplice progetto avente un orientamento: è di tipo fattivo in un verso, poiché è di tipo disfattivo in quello opposto. Come in ogni salita, che lo è solo in un verso, poiché l’altro è in discesa. Ebbene, quando le cose son così complesse che esistono sia in salita, sia in discesa, quando il fare e il disfare è tutto un lavorare… e si vede una cosa grazie all’opposta, una faccia della moneta poiché l’altra è nascosta, allora è vero che: Fare un disfacimento attiva il disfacimento. Disfare un fatto, attiva lo stesso disfacimento. Solo per tale motivo la vita appare questo disastro che... ci uccide! Questa è la prova – in negativo – che siamo già risorti. Nella linea inclinata che ci porta in alto, verso il punto estremo, e secondo un percorso ed eventi che sono negati alla nostra conoscenza, noi non li vediamo poiché stiamo discendendo! Abbiamo già oltrepassato quel punto massimo della nostra salita, da cui è da tanto tempo iniziata la discesa che ora abbiamo in corso, da quanto ne manca esattamente a quell’evento terribile, ma già accaduto e superato. E stiamo andando verso quello che abbiamo ben visibile, davanti a noi e che vediamo: è quello che ci sembra essere il passato, mentre invece è il vero futuro, della nostra infanzia. Rientrando nel grembo materno, usciremo da questo Inferno passando per il sesso di nostra madre, porta del Paradiso. Per ciò ci piace tanto! Ma, ora, la coesistente visione di 2 azioni opposte tra loro regola il risultato come ci dice esattamente l’algebra: (+)×(–) e (–)×(+) danno sempre il Negativo ed è proprio la verità che ci è negata al punto da non poter vedere la risurrezione che per tutti noi è già in atto. Così stanno le cose
Siamo in un contesto in cui ogni cosa che appare, è il suo reciproco! Vedendo sempre in modo uguale e contrario al vero il verso di voi che siete in vera fuga da una cascata, mentre vi allontanate... la vedete arrivare!
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La cascata qui configurata è la morte, è la caduta della vita nel suo baratro. Crediamo come veri imbecilli che la morte nostra sia provata da quella che vediamo accadere agli altri! Poiché ci crediamo uguali tra di noi... Dimentichiamo la cosa più importante che diversifica noi da tutti gli altri: ciascuno è un <io sono> che vede la sua vita da dentro se stesso. Gli altri, per quanto siano totalmente simili a lui, sono per lui esteriori, fan parte dell’ambiente del quale fan parte anche le membra del suo stesso corpo, ma non lo Spirito, poiché ogni Spirito è un <io sono>. L’uomo vede le sue stesse gambe camminare nel verso di quel flusso che porta tutto l’ambiente verso l’abisso, della cascata mortale, e conclude pensando: <io ci vado!> Ma questo <io> che è Spirito (simile alla componente magnetica della nostra onda cerebrale) già adesso sta venendo dal luogo invisibile verso cui va l’onda elettrica, che non c’è ancora arrivata. L’uomo, non riflettendo a sufficienza, non capisce che le sue stesse membra fanno parte del paesaggio in cui si muove in senso inverso il suo invisibile e puro spirito che Gesù ha invece chiamato santo... Immaginatevi così posti: davanti al treno che vi trasporta e che non vedete poiché esso sta dietro di voi. Se vi muovete verso Roma, non vedete forse tutto l’ambiente venire da Roma? Voi ribattete che non è così. Noi non stiamo vedendo che il passato arriva, ma che si sta allontanando da noi sempre più. Diventa sempre più piccolo all’orizzonte finché sparisce. Pertanto certamente il nostro treno non sta avanzando nello spazio, ma retrocedendo! E vediamo ciò ch’è alto 30, divenire, 20, 10, sempre più piccolo. Qui sta l’equivoco in cui cadono tutti: confondono tra loro lo spazio e il tempo. Quel 30, 20, 10, sempre più piccolo, nel tempo passa da 1/30 a 1/20, a 1/10 e diventa sempre più grande e si avvicina…. se lo spazio sembra allontanarsi.
34 Se mi stessi veramente avvicinando alla cascata della morte, la vedrei prima là in fondo, lontana, e poi sempre più vicina, trascinato realmente verso di essa dal flusso della sua corrente… Invece non vedo ciò che sta arrivando, e giudico – in modo sommario e sbrigativo – che ciò accade (e che non vedo) è così invisibile solamente poiché il Futuro non è ancora stato fatto, né da me, né dalla natura, né dal puro caso. Ma come posso mai fare qualsiasi cosa... se Faccio solo un disfacimento? se combino solo l’azione con la reazione? se moltiplico solo il più con il meno? ottenendo solo disfacimento, reazione, risultato negativo e retrocessione? il Re nudo però vi dice: è uno sciocco chi non crede nell’evoluzione! È uno sciocco chi mette in dubbio ciò che si vede in un modo così certo! il Re venuto sull’asino gli ribatte: «Anche il Sole è visto ruotare attorno alla Terra! Non lo metto in dubbio! Si vede proprio così poiché non vediamo mai, mai, mai l’Azione ma, sempre, sempre, sempre e solo la Reazione! Anche l’Evoluzione è vista – certamente! – ma è solo e sempre la visione apparente e opposta al vero!» Il Re nudo vi racconta balle e vi intimorisce, col suo pseudo-sapere! Il Re venuto sull’asino vi ha liberato invece dalla Morte, e una volta per sempre... senza mutare in alcun modo l’ordine naturale… dal momento che la discesa sta nella stessa salita! Poiché vedete il mondo in salita giacché voi vi muovete! Perché il tempo non va in avanti o indietro di per sé! Così come non esiste una salita di per sé, senza che essa sia anche discesa. Invece il RE nudo vi dice: «il tempo avanza di per sé! È una costante universale! Tutto esisteva da sempre e ben prima che l’uomo fosse!» Al contrario Il Re venuto sull’asino vi dice: «Nella nostra divina potenza abbiamo saputo creare perfino l’antefatto a chi fa esistere il mondo immaginandolo! E vi mostro senza difficoltà come: 103 : 99 = 10,101010101010101010… Fino alla dimensione reale, tipo 10-4 c’è la realtà dell’uomo vivente, ma in questo modo sono in grado di retrocedere prima di lui… e all’infinito. Come esattamente vi sto dimostrando, creo infiniti presupposti» Dio annulla ogni possibile imperfezione, e per farlo, prima la configura!
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Io, vostro 1° unico Re, assecondo la natura, e do il Giudizio Finale:
La verità sta nell’azione, e non in quella che è vista uguale e contraria! La verità sta in 10×10×10 e non nel 3 con cui voi vedete il 1.000 se lo osservate nel modo uguale e contrario del Log 1.000 = 3. La verità del primo sta nel primo e non nel secondo che – per suprema bontà o altro – lascia passare per primo il 2°. Se vedete passare per 1° un 2° dovete avere l’acume d’arrivare a cogliere il primato assoluto e morale di chi non esalta se stesso ma il suo prossimo. Un Re, che vedete arrivare come un Dominatore, lo deve alla sola forza (che sembra minima) di tutti coloro che lo sorreggono e gli danno generosamente tutto quel suo potere al di sopra di se stessi. Sono tante debolezze unita a fare una forza!
Questo è il Giudizio Universale che salva <capra e cavoli>! Salva per prima cosa Dio dalle colpe che gli vengono attribuite stoltamente: «Onnipotente e buono – come dice di essere – come potrebbe aver messo al mondo qualcuno che Egli – nella sua totale conoscenza – già sa che agirà male e che andrà all’Inferno, e poi per sempre? Chiede a noi di perdonare tutti, pentiti o meno… e poi Egli non perdona?»
36 Chi lo difende sostenendo che è il pegno che l’uomo deve pagare, avendo avuto la libertà di scelta, si sta semplicemente arrampicando su un vetro! Io – che per gli studi sono un laureato architetto, e dunque so che ogni materiale ha la sua resistenza – non assegno ad un filo di rame la resistenza che dovrebbe essere necessaria ad uno di acciaio! Non posso pretendere da nessuna cosa o persona o altro di compiere azioni e prestazioni impossibili per come ogni natura è fatta. Il Buon seminatore, raccontatoci da Gesù, seminava e i semi cadevano ovunque, sulla strada, tra le spine e non solo nel terreno buono. Obietterete che tutti noi possiamo essere quello che vogliamo… Ma no! Ognuno, ogni cosa è secondo la sua natura. Ogni albero dà solo i suoi frutti, al punto che è dai frutti che possiamo riconoscerlo. Dio stesso, quando si mette ad animare un malvagio, rispetta la sua natura, e – come lo scrittore del libro giallo – si mette a studiare in che modo può perpetrare il suo bravo delitto! Se chi scrive la storia si cala nella parte del malvagio per farlo esistere, volete che il Creatore Supremo non si comporti nello stesso modo? Possiamo assolvere Dio, di avere progettato un mondo pieno di delitti, solo se essi sono stati solamente non fatti, ma immaginati e al fine del bene supremo di quella libertà che sia totale e che esista in tutte le possibili scelte. Ora, se Dio mettesse in atto reale il suo disegno, sarebbe come lo scrittore del libro giallo che si mettesse a uccidere realmente la gente! Dio non pone in atto – mai! – il suo infernale disegno! Lo ha configurato, questo sì! ma solo come un male da eliminare. Nel suo disegno, affidato alla cruda forza del calcolo opportunistico degno di una Roma, è il suo Cesare che comanda ed esegue tutte le sue più o meno valide prepotenze. Quel Cesare – così ben determinato nelle sue volontà e nelle sue decisioni – è però solo a immagine e somiglianza tutta a rovescio, totalmente capovolta, rispetto a quella di Dio. E il male che egli sembra fare è il male che Dio sta – in verità, in verità – togliendo già di mezzo, e prima ancora che esso sia stato compiuto. Poiché Dio ha messo in atto, rispetto alla verità che esiste in ogni momento della presenza intera, un tempo decimale che è costruzione artificiosa e retroattiva di un passato costruito in modo sempre più spinto a mano a mano che il tempo matematico, dell’unità, diventa sempre più <ennesimo>... tanto da configurare come già fatta e avvenuta tutta la sua brava risalita N. Quando noi vediamo 0,0001 che cosa stiamo vedendo, alla dimensione decimillesima della realtà? Forse la realtà? No, solo la sua lontananza dal nostro tempo di presente in cui noi esistiamo come valori interi. È come ora, che vediamo quella nostra lontana infanzia dalla quale noi sembriamo essere di già venuti.
37 Il passato, costruito da Dio, è stato tutto interamente percorso non appena lo ha immaginato. L’unità della realtà è infatti data da 10.000/10.000 e non da uno solo! È solo nel momento iniziale (che noi però consideriamo il punto della morte), è solo da lì che inizia la nostra divina creazione, del nostro passato sempre più spinto! Cacciati apparentemente a forza nel tempo millesimo... fino a quando non recupereremo tutta quanta la nostra brava unità, nemmeno esistiamo! Il tempo – insomma – è una pia illusione. Noi siamo già tutti salvi! A questo punto devo fronteggiare il giudizio di chi sostiene a spada tratta che l’Inferno esiste! Mi dicono: «Ci sono santi ai quali sono state mostrate le anime condannate nel loro Inferno!». Ma amici, non nego che ci sia da vedere l’Inferno! Anzi! Lo abbiamo già davanti in ogni momento, adesso, questo Inferno, in cui vediamo la vita realmente, visibilmente, condannata al consumo! Voi non capite che l’Inferno è proprio questo, al quale con la morte Dio ha poi posto il suo bravo termine! E vorreste che fosse eterno! E così vi lamentate: «Che razza di bene ci hai dato, o Signore, visto che qui da noi tutto si consuma? E se non consumo le mie stesse nozze, o qualsiasi prelibatezza come un bel pranzo e un buon bicchiere… non ho nulla! Ogni cosa che assumo, la porto a consunzione! Anche l’amore quando diventa abitudine e si logora, se non so resistere alla sua usura!» Non capite che l’Inferno è davvero questo, che si consuma così tristemente? Il bene, queste opportunità che Dio ci ha dato ora e che vorremmo non finissero, fanno parte del vero Inferno, in cui ogni fortuna è esclusiva, in cui la privacy sembra un valore, mentre il Regno di Dio è comunione totale e illimitata! Non potete far altro che considerare quanto sia stato perfetto Dio, nel mettere a consumo tutte le possibili brutture: Realtà definita da un lato, e infinita dall’altro. Mortale in Terra ed immortale in Cielo. Materiale qui ora e spirituale, antimateriale nel lato eterno. Tutto l’apparente in questa realtà, il vero interamente nell’Altra. Potrei continuare, ma la sostanza è che Dio ha messo da una parte e per intero il negativo, creandolo come puro e momentaneo presupposto al positivo. Un presupposto totalmente apparente, ma reale quando noi viviamo nella realtà costruita sull’apparente, sul visibile e non sul sostanziale e vero che, come l’importante portata di ogni flusso, giace su un piano trasversale e invisibile.
38 Dunque il Giudizio, il tanto atteso Giudizio Universale, è stato emesso ed è il migliore che ci potesse essere dato: quello che – come ho sinteticamente detto prima – salva capra e cavoli. Eccolo il Re che entra in te come nella sua città e prende possesso pieno di te, e ti salva. Lo fa mostrandoti che alla fin fine tu hai creduto di fare tu – e per tua volontà – opere che solo un Altro ti aveva assegnato ed era te: era <sono colui che sono> in tutti quanti i viventi! E non ti ho mai lasciato, né abbandonato! Sono stato sempre con te, essendo te, in quella opera della suprema salvezza, che annulla tutto e ogni male... proprio nel mentre a te sembra di averlo fatto! Non ti ho teso una trappola dicendoti ch’eri totalmente libero, per far venire a galla le bassezze che mai avresti compiuto... se ti avessi detto il vero e cioè che non sei libero di fare le azioni che vuoi compiere! E non lo sei fino al punto che... se non fai quanto piace a me (e non a te) poi ti punirò eternamente! Questa apparente trappola ha fatto così emergere tutto il male annidato nel più profondo del tuo abisso, affinché – mentre ti sembrava di bearti in piacevoli bassezze – facessi crescere la gramigna in tutto il tuo campo! Gesù lo disse a chi gli chiese: «Maestro, un nemico ha seminato il male nel tuo orto! Che si deve fare? Impedirgli di crescere?» Rispose in sostanza: «Ingannate il nemico! Fategli credere di essere al sicuro, lasciate che esso maturi... come un foruncolo che alla fine scoppierà! Il male fa male anche a se stesso, specie se si sente impunito. Al momento giusto ci sarà il raccolto, e l’intero male – tutto Satana – sarà incenerito!» Il pianto e lo stridore dei denti ci sarà per i vostri miseri personaggi! Questi sì, condannati all’Inferno… e non le mie persone! Ti sono stato sempre vicino come il più grande dei veri protettori, che non è quel medico pietoso che toglie il dolore e non cura le sua cause. Occorre dare tempo al tempo, poiché ho Creato il tutto attraverso una divisione matematica, perfetta, senza errore alcuno, in cui ogni cosa è risolta solo al termine di ogni ciclo perfetto, e non prima! Finché non ho diviso tutti i beni, chi non li ha ancora avuti grida che ciò non è giusto! E se in mancanza di essi prova dolore, allora chiede a me la ragione del suo dolore! Si lamenta e m’incolpa di avere sparso a destra e a manca la sofferenza...
39 A voi non piace il dolore. Eppure è il vostro massimo amico e vi impedisce di scegliere e volere le cose che lo procurano! Il maestro più bravo è quello che più riesce a incidere. Sono due le sue vie, opposte tra loro, del bene che vi attrae e del male che voi respingete. Delle due vie è quest’ultima la più efficace. Se vi ho dato il secondo percorso più del primo, voi dovete ritenervi beati, poiché vi farà capire molto più a fondo. Questo è il senso ultimo delle Beatitudini che Gesù vi rivelò. Ora però – cara mia pianticella che sto coltivando nella mia immensa anima – voglio salvarti completamente, e superare quella assoluta e mortale lotta tra il bene e il male che già imposi al Figlio mio prediletto! Tu sei mio figlio come Lui, e se a te ho dato il campo infestato dalla zizzania e non a Lui, è per renderti ancora più beato di Lui! Dovete liberarvi dell’idea stessa che abbia un Figlio prediletto! Quando nel Corano (capitolo 18) protestai così grandemente: «Dicono che mi son fatto un Figlio… non sanno quel che dicono!» lo feci poiché non ho predilezioni! Vi amo tutti! Siete tutti me stesso! Gesù, e ora l’asino su cui sono venuto, sono utili campioni simili a quello del Chilogrammo, che è lì, conservato da qualche parte. Voi che fate con quel chilo? Gli erigete altari, lo venerate, o – semplicemente – lo usate? Quando sull’altare il sacerdote vi ripete per l’ennesima volta quello che Gesù vi disse nell’ultima cena: «Fate questo in memoria di me» e voi celebrate contriti e venerate quell’evento, senza però offrire, in quello stesso istante, voi stessi come ostia consacrata al bene altrui, credete forse di farlo in mia memoria? Il sacerdote della chiesa del mio asino Romano, credendo di essere più chiaro, nel momento di offrire l’Ostia della Comunione, ritiene di fare gran cosa quando aggiunge: «è Gesù, che ha dato la vita per noi!». Non si accorge che dicendolo sta come additando il campione del peso, da venerare contriti, anziché un pane di vita, da mangiare, divorare, consumare per il bene vostro... ch’è solo poi anche il Suo! Io, Gesù – e io stesso, Suo Padre – non ho bisogno alcuno di quegli altari sui quali mi alzate, e di tutti tanti salamelecchi, fatti solo nella speranza di una grande predilezione per voi del Re, se l’esaltate! In Cristo c’è il Re della croce! I Neo-catetumenali cercano facile gioia qui, ora… con Gesù che disse: «caricatevi anche voi della vostra croce, fate come me». Se glielo ricordate dicono: «l’assunse Egli per noi e la nostra gioia!» Certo: quella grandissima, di chi ce l’ha per un bene che ha inteso di fare, e non a prescindere, per partito preso! Sotto-sotto è ciò che sperate, venendo in Chiesa, al Tempio, alla Sinagoga e in qualunque altro luogo in cui mi venerate chiamandomi con nomi diversi. Offrite aiuto per una creazione imperfetta? Son «io» chi vi serve e «di me» c’è bisogno! Credete di poter correggere Dio? Siete... servi inutili: tutto è già perfetto!
40 Ho solo il desiderio che vi accorgiate finalmente che «io sono voi e servo alla vostra esistenza». Invece Voi Cristiani siete arrivati al vostro risultato massimo dell’esistenza da parte di Dio di almeno uno: il Figlio Prediletto di nome Gesù! (Matteo 3,17. Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto»). La predilezione nasce solo dal divino compiacimento, per un personaggio totalmente conforme alle intenzioni divine di bene e posto a campione del Figlio di Dio, a uso e consumo di ogni altro figlio. A che pro’ la Comunione con tale campione se non vi regola? Se restate inutili servi, così desiderosi di aiutare Dio... e così facendo rifiutate il suo aiuto? Tornate da vostro Padre come fece il Figliol prodigo della parabola. Non fate come l’altro figlio, restato con lui a fargli da servo! Non mi son fatto Un Figlio soltanto! Egli è l’essenza buona e pulita che c’è anche in tutti voi e che vi serve per pulire e lucidare il vostro tesoro! Questo è il sale di Cristo, e se ne perdete il gusto esso è disperso, calpestato come cosa inutile. Voi tutte – anime mie del mio infinito amore – dovete lasciarvi servire senza opporre più la vostra intelligenza e quella falsa scienza di chi vi dice che siamo in un mondo pieno di imperfezioni per cui spetta a voi di migliorarlo. Questa scienza sperimentale è fallace, poiché è tutta applicata alla vita reale, passeggera, relativa e non a quella eterna che non vede e che dunque sfugge alla sua reale esperienza su cui basa tutto… dimentica che le vie della conoscenza sono due; dal particolare al generale (e così fanno) e… viceversa (cosa che non fanno). Cercando il generale dal particolare si vedono brillare solo gli eccessi. La santità di quella purezza pienamente conformata al divino progetto, fatto dal Generale al Particolare, nemmeno è vista da chi percorre la via opposta. Egli è giudicato castigato, come punito da Dio per quanto poco riluce agli occhi vostri, mentre invece Egli vive nella bontà dell’esistenza in cui è. Ma è tutto un disegno! Tutti questi grandi, mediocri e pessimi maestri che vedete – ammesso che accettiate un maestro! – son io che li ho disegnati! Ed ho permesso, nella mia storia ad ogni cosa – buona o cattiva – di venire allo scoperto. Poiché agisco riportando all’origine tutto il progetto, voi lo vedete a rovescio mentre esso si compie, e mentre sto portando a zero quello che voi credete sia opera vostra, della natura, del Caos, della buona o della cattiva Sorte. Voi credete di fare quello che io impedisco! Proprio grazie all’apparente libertà impunita che vi ho dato, faccio emergere il vostro male dalla radice dell’abisso e lo elimino. Vi riporto al primitivo bagliore di anime belle della mia stessa infinita anima. Non vi ho mai lasciato soli, con voi stessi e aggiungo tutto ciò che vi manca. Perciò ti credi libero nelle tue scelte. Ma lo sei veramente solo quando niente e nessuno ti impedisce ciò che vuoi fare, e nemmeno tu lo vieti a te stesso. Puoi fare solo ciò che non è impedito da tutto il resto oltre di te: cioè da Dio.
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il vostro Re è Uno soltanto, e viene per Tre Da R.Amo (AbRAmo poiché Romano) TRe è il Re della croce che mai il Padre ha imposto a Suo Figlio, come mai l’ha imposta a nessuno degli uomini, tutti Opera del Re. Voi vedete che ciò è accaduto a Gesù Cristo poiché state giusto vedendo le cose dalle quali il Creatore assoluto vi ha già tutti salvati. Il Creatore è partito dalla totale salvezza e l’ha mostrata nel suo rovescio! Non nella sua azione vera e divina, ma in quella reale ch’è solo pura apparenza. La vera salvezza proviene da quando il Re è con Romano Amodeo, e da R.Amo l’ha mostrata! Egli vi ha liberati dal mondo reale poggiato sulle false apparenze di verità, con opere sempre più determinate, precise, limitate e ridotte in dimensione fino a quella dell’unità indivisibile nella struttura atomica.
Partendo <da Romano Amodeo>, <da R.Amo>, <AbRamo> Dio ha creato tutto il passato continuando quell’opera di divisione con cui il Signore attua fin dal Principio, l’infinito passato (che per reazione è poi in moto verso il suo futuro). Non per caso in Bibbia 1,1,1 è configurato tutto il ciclo del tempo, che alla fine del versetto arriva a completare i suoi 4.631 anni, partendo da <in Principio> nel valore dei 2,5 anni del tempo presente nel ciclo dei 4 anni della Terra. E non è un caso che l’italiano ordini in modo opposto tutta la lettura, portando così alla verità che si parte dai 4.631 anni determinati e poi si va a costruire il suo antefatto, procedendo in ordine inverso. Il Corano è scritto da destra verso sinistra, e anche la sua lettura deve essere totalmente ribaltata. In essa infatti Allah sta mostrando gli uomini tutti come suoi servi, e sta dando di se stesso una immagine totalmente distorta se – leggendo in libro in modo spassionato – alla fine tutti potrebbero dire:
42 «Ma quanto ci tiene Allah ad affermare che chi comanda è lui! Lo dice nel Corano tutte le volte che può, con una insistenza simile a quella che attiverebbe ognuno di noi che si impone solo su chi alla fine egli è riuscito a convincere o a soggiogare! Non su tutti! E allora usa contro di loro tutti i termini più dispregiativi che possano esservi, minacciando contro di loro pene finali terribili a chi evidentemente ha avuto il potere di andargli contro!». Tutto ciò va sovvertito, allo stesso modo con il quale va rovesciata la dinamica del tempo reale mostrata come vera nella Fede Ebraica e Cristiana. In quella Ebraica si celebra un Dio che ha sempre lasciato uccidere – e dai suoi stessi fedeli! – tutti i suoi profeti e poi in ultimo Gesù! Un Jahvè che ha fatto prosperare Re Davide e il frutto avuto dalla vedova di chi mandò a morire, Re Salomone, e sopprimere come empi Re Manasse e suo figlio Re Amon poiché – nella stessa linea del Corano, che ha fatto prosperare Maometto – meritavano quel castigo poiché celebravano in ogni Nome di Dio sempre l’Unico Dio Jahvè. Tutto da ribaltare di sana pianta! Mai accaduto! Anche se abbiamo davanti una realtà in cui queste cose unicamente apparenti sembrano realmente accadere! La Storia della Salvezza che Dio ha disegnato è simile a un grande fiume. Voi lo vedete scorrere via veloce, ma di quel fiume è importante la «portata» della massa intera dell’acqua che scorre via in velocità. Ebraismo e Cristianesimo sono il fiume nel suo percorso, da cima a fondo, tutto tortuoso, che si restringe a va veloce, o si allarga e rallenta. L’Islamismo è la portata di questo irregolare flusso, ma solo per come era la sezione e la quantità trasversale dell’acqua del fiume, in quell’anno preciso in cui il libro fu dettato a Muhammad. Gli ideali, di bene e di male avevano i limiti della cultura di allora. Tenuto conto di ciò, l’errore che non devono fare gli Islamici e di credere che quel modello, valido in quel tempo, debba restare così in ogni epoca. Se non avessimo un fiume che si allarga e si restringe, e così mutando anche la velocità delle sue acque, questa «massa trasversale» andrebbe anche bene. Infatti in un tubo perfettamente circolare, quello che esiste in un punto qualunque della lunghezza del tubo ha sempre la stessa sezione. Ma nella realtà il flusso della fede è veramente simile a quel fiume reale che cresce, aumenta, si impantana, e patisce tutte le variazioni di sezione e di velocità a mano a mano che i tempi variano e – con essi – anche i punti in cui è arrivato il corso delle acque. Coloro che credono di imporre quel «dettato divino» che andava bene solo in quel tempo, sono come persone che volessero costringere quel fiume in un grande condotto artificiale avente sempre la sezione di quel tempo!
43 Assurdo è l’Islamismo, se non fa i conti con l’Ebraismo e con il Cristianesimo, che hanno presentato tutte le variazioni avvenute qua e là, nel corso della sua intera lunghezza. Il Creatore del disegno ha voluto tre religioni, fatte uscire tutte e tre dallo stesso Abramo, dato il volume delle acque del fiume, che – come ogni volume – ha le due dimensioni poste in una sola area trasversale, e il suo flusso, in cui posta presente una lunghezza unitaria, poi si sposta interamente. Già il Corano fu scritto col concorso di un asino. Fu scritto <con Romano> ma senza il NOM preciso, completo, Romano, che in gematria è il 66 di quando il 99 (di tutti i nomi di Allah) prima è rigirato in senso verticale, e poi in orizzontale. Questo asino su cui c’è il Re, ha scritto un libro di cui vi mostro la copertina: In esso il Re sull’asino raddrizza tutte le idee ancora distorte. Allah aveva già dettato a Muhammad (= 66 Egli pure!), che lo aveva poi scritto nel libro, che esso sarebbe stato oggetto a tempo debito di una lettura più approfondita. Allah, il Re sull’asino, sta dando da sempre a tutti ciò che gli manca: Lui. Lui aggiunge da sempre (e anche ora, proprio adesso), quello che ci manca, e ci impedisce di compiere tutto ciò che gli uomini poi credono di fare! Dio, partendo da un eterno presente, crea presupposti sempre più spinti, fino alla dimensione infinitesima, dai quali il Re sull’asino ci ha già tutti salvati (anche se non appare ancora realmente) con la pura e semplice verità. Lo scopo, di una simile creazione? Quello stesso che ha ogni creatore! Ci mostra il fine ultimo con la gioia che tutti quanti abbiamo quando abbiamo l’impressione di avere creato qualcosa! L’esistenza creata dal Nostro Creatore è l’infinita e divina salvezza da ogni male, sia esso possibile, sia immaginabile. Questo è il Paradiso che ha creato: contrapposto nettamente alla nostra vita reale, la quale è proprio il suo Inferno! Così terribile come è questa valle di lacrime... tuttavia essa ci piace. Se tale vero Inferno ci piace… quanto ci piacerà il Paradiso?
44 Il nostro mondo evolve a rovescio grazie a un progetto che divide numeri. Pitagora diceva che sul numero si basava tutta l’esistenza. Aveva ragione. Ma avevano ragione anche ad ELEA. Ebbene il Re che arriva sull’Asino, è proprio quello di ELEA, in cui 3 Re magi venuti dall’orientale Grecia, su e giù tra essa e Monte Stella, ai piedi di questa Stella fecero l’Epifania affermando che il fondamento di tutto ciò che è in essere sta nel suo stesso essere. Insomma <io sono colui che sono>! Traslitterando proprio il testo ebraico, leggiamo da sinistra che codesto <io sono> è ELEA. La Hè(psilon) =E, la Iod (Dio)=10, la Aleph=A. Ebbene, Elea sorgeva a 400 metri dalla foce del Rio Alento, che dà il nome al territorio del Cilento. Qui vedete che il territorio dal quale nasce il Rio Alento, che porta la sua linfa vitale ad Elea, sta nella zona in cui sorge Felitto. Io, nella mia 4a generazione, esistevo in potenza in Mauro Russo, che abitava a Capizzo, sul monte che fa da spartiacque tra il Rio Alento e il fiume Calore, che scorre sotto Felitto e che allude nel dialetto del luogo ad un
<Ca’ lo Re>, si quel Re annunciato ca’, qua arrivato su un asino.
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In Religione, e nell’anno 1938 arriva il Re Elhoim
Terza parola, è Trino se è nato nel 1938, dal Padre di 11.160 dì, e dice il dì finale 646, valore della 3a parola, viene da 666 -(10+10). È così il piano a lati 10 e 10 posto in principio in 666 e che con 646 è il suo moto = 19×(33+1) esatto. Il nome=646, 3a parola, Trino è 646×3=1938. È l’anno del Re sull’asino di nome Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo=381. Così, nel 1938, il primo 19 (1° primo=2 elevato al 3=2°, nell’8° primo) in 381 si definisce 3° 8°e 1°. Poiché la 3a parola nasce dopo il valore 1.116 delle prime due, il Dio Elhoim (che, ripeto, è 10 nel lato del piano del flusso 646) è allora 10 volte nel Padre dell’asino. E infatti quando, il 25 gennaio 1.938, nasce l’asino, suo padre Luigi Amodeo ha esattamente 1.116×10 giorni di vita. Vedi → Inoltre <In principio=913> sta a <Romano=66> come 138 (Gen. 38, Genesi 38, Bibbia 1,38) stanno al 10 ch’è a immagine e somiglianza del Dio, Padre unico di tutti i n. decimali. 913 (138 ,333) = = 66 10
( )תישארב (Romano)
Accade quando il 66 di Romano viene da ROMANO =16+13+11+01+12+13 in Gematria (o cabala), la stessa che determina i numeri di Dio nella Cabala Ebraica.
Fine del mondo del 4.631 annunciata in Bibbia 1,1,1.
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Vedete il 1° versetto, del 1° capitolo, del 1° libro di Bibbia, Vale 4.631. Ha le 7 parole dell’opera intera di Dio ×4 (Uno e Trino) nelle 7×4=28 lettere. Si vede come Romano=66 sia il soggetto primo di questo tempo totale quando il totale è diviso nelle 7 parole e nelle 28 lettere. 4.631 : 07 = 661 +4.
È 1 che avanza con 10 Romano=66 avendo in comune e indivise l’Unità e Trinità. 4.631 : 28 =165+66/6. È 1 che esiste e avanza nel (66=Romano +100) avendo in comune e indiviso 1/6 di 66=Romano Era intuibile, poiché 4631 : 66 = 70 +1/6, laddove:
Qui potete vedere tutta la bontà di Dio! In Genesi 46-27 (che dista il 4 della Unità e Trinità di Dio dal 4631 di Bibbia 1,1,1) sono segnalati i 70 che entrano in questa Terra d’Egitto e, come 70 Romano=66, portano alla Fine del Mondo. Quando il versetto è giusto il 46-31 scatta una informativa fatta da un Giùséppe (ed è Romano chi «giù séppe») che si sente in dovere, avvertiti tutti i suoi, che i giochi erano fatti: Rien ne va plus. Vado ad avvertire il faraone di questa incredibile, pazzesca, diabolica, altrimenti indescrivibile Terra d’Egitto: «son venuti tutti da me e ora siamo in 70. C’è l’intero moto 10 del creatore 7». Tutto il moto <in principio>=913, si vede bene, è rif. al 66=Romano. Infatti è: 66+
(10×913) (9.130) =66+ =66+4.565=4.631 2 2
(9.130/2=moto solo positivo)
47 Nel rispetto di tutti i valori posti in principio, quanto lo è ancora di più è l’energia 66 del Re sceso su Romano. È infinita, essendo divina, ma è in toto trascendente e invisibile nell’asino Romano, nel solito modo dell’energia: non si presenta esistente, è in realtà in un piano trasversale immobile, ma esiste solo in potenza di un tempo reale che poi la muti in massa cinetica. Come è accaduto per i 70 , anche i 66 hanno la loro annotazione precisa, in Genesi 46-26, distante dall’anno finale 4.631, tutto il 5 qui avente il valore intero del tempo ½ del ciclo di 10 unità, come potete ben vedere in Bibbia, libro 1°.
Questa data da 66 è l’energia uscita dai grandi Fianchi di Giacobbe. Cosa accomuna e qual è la differenza tra Giacobbe e Giuseppe? Non ridete: ciò che li accomuna è che con Già-conobbe e Giù-séppe rimandano tutti e due alla conoscenza e al sapere. Giacobbe – senza il no presente in Già-conobbe – ha la crasi in Giàcobbe. Passa così dal 67 al 6×7 . Passa dall’essere 1+66 =Romano, alle 6×7 =42 cifre di tutto il suo nome (coi 6 sabati), che sono quelle 42 attese veramente dai cabalisti giudaici per il Nome segreto di Dio e che è riconoscibile anche in Gesù=48, nome nato quando, da Giacobbe+Esaù 42+42=84, in 48 esso è trasceso. Il nome Gesù nasce dal primato G del 2° gemello Giacobbe cui segue il minuscolo <esù>, 1° grande Esaù, senza più il primato di <a=1> in 3a posizione! «Tutte le persone uscite dai suoi fianchi» è nel suo valore in gematria il 364, che indica un anno di 52 settimane. Al 365,25 è opposto un no di 1,25 giorni (1,25 è il gennaio 25 in cui scende il Re su Romano). Tale “no”, questi giorni 1,25 tolti, sono dati dai 10/8 che strutturano in 1,25 quell’area unitaria dello spaziotempo, che dà la Sezione Aurea proprio interagendo coi due: Giacobbe ed Esaù. Giù-séppe è senza il no del rifiuto. Vale in gematria il 90 indicante tutto il moto del 10 nel 10×10. Giuseppe è proprio l’indice di chi conosce il trascendente e sa decifrare i sogni, dei due servi del Faraone, citati in Genesi 40, versetti 4-6. Ora l’asino su cui era sceso il Re nel 1.940-4-6 a Felitto fu tra la vita e la morte. Venne presto una bimba e raccontò di un sogno fatto quella notte: la Madonna le aveva detto che avrebbe pensato lei a lui; che lo dicesse a sua madre! In Genesi 40-4-6 , da Giuseppe vanno con un sogno due afflitti.
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Il significato particolare dei due sogni era che uno era una indicazione di morte, l’altro di risurrezione dallo stato di carcerato e di ripristino al servizio del Faraone. In quel 40-4-6, al Re sceso sull’asino morente si aggiunse così Gesù, nella sua attesa Parusia, e la sua Mamma Santissima lo restaurò nella sua giusta sede, tornato lì: nella maggior gloria del Padre suo. Questi due sogni si sommano così al sogno di quella bimba. I due che Giuseppe vide che erano così tanto afflitti, erano proprio i Due sull’asino che era moribondo a Felitto. So di suscitare le vostre proteste. Ma qui, nella nostra epoca, rappresento quel <giù séppe> che deve fare sapere tutto quanto anche a tutti voi. Ci sono queste motivazioni, abbastanza logiche, alle vostre proteste: «Amodeo! Stai facendo tutti questi riferimenti alle parole scritte in Italiano, mentre la Bibbia fu scritta in Ebraico! Come puoi fare conteggi come quello fatto prima, in cui hai preso le parole «Tutte le persone uscite dai suoi fianchi», che per pura combinazione, per puro caso valgono 364, quanto tutte le settimane dell’anno, e ricamarci su in tal modo? Il testo italiano è stato così tradotto, e ci sono versioni che hanno usato altre parole! Su, Amodeo, non essere ridicolo! Non costringere noi che ti usiamo la grande cortesia di stare a leggere i tuoi libri, a doverci poi pentire, per avere buttato via il tempo sulle Minchiate di uno poco serio!» Queste sono le mie ragioni, poi… fate vobis! 1. punto. Il testo in italiano precede quello in Ebraico. Laddove la creazione è ottenuta dal seguente calcolo: 103 : 99 = 10,1010101010101010101010101010… la nostra realtà 10 è creata prima di quella 10 creata ancora dopo Questo tipo di creazione genera presupposti sempre più spinti dai quali poi si risale a quanto <era in principio> nel 103. Il testo Ebraico è una retro-versione. Dall’italiano all’Ebraico! 2. punto. Sui tanti traduttori, di cui uno solo l’ideale.
49 Quando il vero è l’esatto contrario di ciò che sembra, nella generazione per divisione di una Bibbia Unitaria (dalla quale poi derivino infinite traduzioni), il risultato ottenuto è totalmente capovolto, e si mostra bene esemplificato da un albero che in alto ha molti rami e foglie, derivate tutte da un unico tronco, e da un unico seme, che poi sotto terra si riapre un una grande derivazioni di molte radici. Nella divisione , collocando un albero in modo coerente con la divisione fatta così, colui che è il «giù seppe» qui tra noi ben «sa» come farlo scendere dall’alto! Da un unico seme nasce il giusto albero: la versione italiana della CEI, Bibbia di Gerusalemme. E ve lo provo prendendo in esame tutto il testo in cui è espressa l’energia 66, divina, da cui discendono coloro che entrarono in Egitto. Ecco i calcoli!
Sono esattamente 110 lettere (il 10 che si muove l’intero 10×10), in 22 parole (1/3 dell’energia 66). Aggiunti i 22 sabati (lo spazio vuoto dopo le 22 parole) tutta l’opera arriva a 132 = 66+66 (Romano in tutto il suo movimento). Il computo totale del valore delle 110 lettere – come vedete – è 1.058. Come tutti i valori totali nel volume, il solo flusso è senza il piano a lati 1 e 1. 1.056 è il solo flusso del volume 1.056+1+1 il cui prodotto è poi 1.056. 1.056 : 22 parole = 48 esatto! vale il nome di Gesù, in cui 23 va nei 6 versi. 1.056 : 110 lettere = 96/10 esatto! moto di 4 in 100 in cui 96=Spirito (Santo) 1.056 : 132 l’opera = 8 esatto! 1° 1° elevato al 2° 1°. Gesù=48 in ogni verso. Il risultato è talmente esatto e perfetto che il testo (che sembra come tutte le cose scritto da un uomo) è decisamente opera divina, rivelata all’asino che poi qui «giù séppe» scorgerlo, per informare il Faraone di questa Terra d’Egitto.
50 Fate fatica a seguirmi a proposito della verità che possa essere trasmessa via Entanglement dal futuro e percepita da validi profeti, e che il massimo che «giù séppe» possa essere questo asino su cui è salito il Re, e credete che giochi con il mazzo di carte taroccate dette Minchiate? Se è così, uso allora l’altro mazzo di carte, che parte dalla fisica e che porta all’anno della fine del mondo, con argomenti concreti di dinamica terrestre. 66+
(10×913) (9.130) =66+ =66+4.565=4.631 2 2
Esso parte dai 365,25 giorni dell’anno terrestre. Su ciò siete d’accordo. Potete esserlo pure sul fatto che anche ¼ di 10 anni sia la presenza tempo, in 10 anni di spazio 7,5 e tempo 2,5. Moltiplicando i 365.25 giorni per 2,5 anni abbiamo la presenza relativa al ciclo unitario di 10 anni, espressi nel numero dei giorni di ciascuno. 2,4×365,25=913,125 anni dà una ragione fisica ai 913 anni posti <in principio> in Bibbia. Come tutte le unità, questa presenza ¼, dei 10 anni, ha il suo ciclo 10, ma il suo tempo esatto, ½, ora, elimina lo sviluppo dell’espansione nel negativo. Il 913×10/2 porta al solo moto diametrale in apertura, eliminando il moto inverso che chiuderebbe il ciclo riportandolo al punto di inizio. In tal modo 9.130/2 è solo la crescita in positivo, e vale il 4.565 collocato giusto in mezzo al quadrato di 111.111, uguale esattamente al saliscendi della scaletta 012345654321. Si tratta di tutto il moto del flusso, il quale, per esserlo di volume, deve considerare anche la portata trasversale del movimento. Essendo stato praticamente riferito a 100, il flusso (con il primo cicli di 10 anni, poi moltiplicati per 10) anche la portata nella nostra realtà, si basa sull’area 100. Infatti area×flusso uguale a 100×100 porta al 104 della nostra realtà di 10.000 anni. Il piano 100, tutto presente, deve scendere a patti solo con lo spazio a 3 dimensioni. 100 : 3 = 33 valore da fissare solo nel 33 intero nel flusso, dell’area a lati 33 e 33 (e dunque di lunghezza 66). Così è 66 (la lunghezza del piano trasversale) che deve sommarsi al flusso 4565 per portarlo al totale 4.631. Nel calcolo che definisce la fine del tempo, questo 66 <in divino invisibile principio> si è anteposto allo stesso <in principio> reale con cui inizia la Bibbia. Si giunge alla pienezza dei tempi facendo esistere per 10 volte (poiché 10 è a immagine e somiglianza reale di Dio Padre di tutti i numeri decimali) il Brasit= 913 = בראשיתche è stato espresso <in principio reale e visibile> nella 1a parola della Bibbia (che poi è il titolo Ebraico del 1° libro). Il titolo Genesi italiano, calza molto, molto più che <in principio> con quel Re sull’asino che generato è sì! In Gennaio.
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Partendo da 100 anni terrestri si parte dalla base esatta del 1002=104 della nostra realtà unitaria di 10.000 anni (di cui 100 nel fronte e 100 nel flusso). 100 anni devono fare i conti con l’unità riferita a tutto il complesso reale 23. Li fa quando 100 anni, divisi per 23 e si riducono a 12,5 anni, di 365,25 dì cadauno. 4.565,625 sono gli anni di flusso dati da 12,5×365,25. + 66 anni (i 2/3 di 100 nel fronte trasversale) diventano 4.631,625. Dobbiamo vedere in che cosa si traducono questi 0,625 che dettagliano i mesi e giorni interni all’anno (in Fisica sono i Coulomb 624 +1, l’unitario in presenza). Alla D. 104 della realtà, bisogna modulare il modello unitario del flusso. 102 anni = √ 104 , nel solo flusso 1/3 dell’area di 2/3, è 100/3 = 33 anni. 103 anni (in tutto il volume), che vanno in tutti e 6 i versi, sono 6.000 anni. 33+6.000=6.033 anni modula l’area a lati 3.000 e 3.000 il cui flusso è 33. 6.033 anni riguardano l’unità di 104 anni, tanto che quando 6.033 si divide per 10.000, allora distribuisce anni 0,6033 a ciascuno dei 10.000 della realtà 104. Questa quota annuale (di 0,6033 anni) esiste in 4.631,625 anni e si muove per tutto lo spazio di tempo in linea, che gli resta. Quanto tempo gli resta? I conti sono presto fatti, e semplificate le dimensioni, sono anni. 2 4.631,6250 anni =100/8 dei 365,25 giorni / anno ×10×10 anni / giorno 00,6033 anni occupano tale tempo, togliendolo al moto che resta: 4.631,0217 È il dì della FINE DEL MONDO: il 17 febbraio del 4.631 dopo Cristo
52 Si può fare solo una critica al calcolo che vi ho sottoposto. Non è quella di partire dai giorni dell’anno della terra per arrivare al ciclo definitivo dei suoi anni. Non è quella di dire che con 365,25 giorni moltiplicati per 100 si passa a 36.525 anni. Resterebbero giorni! 365,25 giorni sono il rapporto giorno/anno che, esteso per 10 anni elimina la dimensione dell’anno. Quando però si moltiplica per 102 anni2 questi a loro volta sono 10×10 anno×anno/giorno. Sì perché anche 1 anno è contato in giorni, ed è 1/365,25, è 1 anno ogni 365,25 giorni. A questo punto si annullano giorno/giorno (per unificazione), mentre da anno×anno/anno sopravvive la dimensione dell’anno. La sola critica accettabile può essere solo legata al fatto che un ciclo intero, pur se valido come questo, per essere riconoscibile deve avere una sua data di inizio, precisa e scientifica, e... quale essa è, quando i giorni scorrono tutti uguali? Infatti noi stiamo calcolando il tempo a partire dalla data di nascita di Gesù Cristo e ci sono altri modi al mondo dell’inizio del loro computo. Qui a lato vedete come è solo la data di questo anno 2.020 (che noi calcoliamo a partire dalla presunta nascita di Gesù Cristo), che porta a quella data finale. Come essa sarebbe se cominciassimo in tutti gli altri modi che danno un numero al corrente anno? Partendo dal calendario ebraico che lo computa 5.779, la Fine sarebbe stata già 1145 anni or sono, nell’ 875 dopo Cristo. Per cui, se prescindiamo da Gesù Cristo, da che data è possibile stimare un vero anno di inizio? C’è una possibilità accettabile? Ragioniamoci su, per bene. Anche se giungiamo a cicli perfetti, c’è sempre il problema che un ciclo, come ogni cerchio, non ha un suo punto di inizio. Scientificamente parlando, sarà pertanto necessario alla Scienza un atto di Fede in Cristo, e nel valore assegnato a lui solo Figlio di Dio, di essere al <principio del tempo>, se vorrà conoscere con 26 secoli di anticipo il giorno esatto della fine del mondo con un calcolo così preciso e così ben ragionato.
53 Ma un modo sperimentale tuttavia esiste per la scienza dell’esperienza. Scienza alla mano, sappiamo che, ove è 1 anno la misura unitaria del tempo sulla terra, il ciclo reale della Terra è di 104 anni, cioè di 10.000 anni, essendo 103×101=104 il ciclo del volume di 1.000 anni, mosso per 10 volte. L’esperienza reale fattibile sta nel tentare (questo è un esperimento reale: fare un tentativo concreto per vedere se esso conferma una tesi fatta in partenza) di vedere se gli ultimi 10.000 anni fino al 4.631 (secondo il computo del tempo dei Cristiani), hanno la posizione della nascita di Cristo come una valida mediazione.
Il giusto mezzo – è evidente – è tra la nascita di Roma e quella di Gesù! Già in Bibbia, libro 1 e capitolo 25, il Re aveva spiegato ad una <Re B, è cca> che da lei due popoli, due nazioni, sarebbero sorte a mediare ogni cosa. Una, più forte dell’altra (Roma), avrebbe però servito la minore (Israele). Dal che è facile da arguire che sia Roma .la nazione, il popolo sorto da Rebecca (il Re B. è cca, è proprio B., Benito, il 2° dopo il 1° che ha il nome di Romano). Anche la nascita del 2° Giacobbe dopo il 1° Esaù ha assecondato il nome di Gesù. Ecco – fatta l’esperienza reale – i 10.000 anni esistono come quella dei due popoli descritti in Bibbia nei Romani e nei Cristiani, che mediano i 10.000 anni determinanti il compimento del destino della Terra. C’è solo un lievissimo scostamento da una mediazione perfetta, a causa di un inevitabile valore posto in principio e che riguarda il natale di Roma. Dalla quella parte ci sono 5.105 giorni in meno, su un totale dei 3.652.563 esistenti in 10.000 anni, e pari allo 0,1397648 %, scomponibile nelle percentuali di: 0,138 (è in Fisica la costante di Boltzman sui gas) 0,0011 (è il flusso, 10 nel tempo 1, 11=66/6 dell’energia a D. reale 10-4) 0,00066 (energia elettro-magnetica a D. 10-5 unitaria, 66, ha nome Romano) 0,0000048 (realtà della mole a D. 23, con 23 in 6 versi è 48, ha nome Gesù) 5.105 indica la necessaria parte sempre posta <in principio>
54 Essa è stata tolta poiché essa si è poi mossa per lo spazio residuo e inferiore poiché la contiene. La sua ragion d’essere sta nell’ 1!×2!×3!×4!×5!×6!×7! che fa interagire tra loro i fattoriali dei primi 7 n. primi con 2×3×4×7×11×13×17 = 510.510. In 510.510, l’unità ciclica 10 si muove solo del restante 510.500 nelle 100 quantità che, unitarie nei centesimi, si unificano nei soli 5.105 giorni residui. L’esperimento fatto così, dimostra questi due natali come quelli decritti in Bibbia 1,25 quando il Re descrisse a Rebecca la Sezione Aurea. Gli anni 753 tra i due natali sono il riferimento perfetto e centrale soprattutto se consideriamo che essi indicano il moto di 247 anni in 1.000 anni. 247 è il modello cubico dato dai lati 100 e 100 del piano che in 47 ha il flusso ideale di Chi crea in 7 giorni ed è il 10+30 (Uno e Trino del Dio 10 = Iod ebraico). Se un atto di fede in Gesù non vi va, allora fatelo in me che come prova di attendibilità vi comunico con 5 anni di anticipo (ed essendo ancora in ottima salute) che il giorno della mia morte sarà il 4 ottobre del 2.025. Lo predìco come di Giù-séppe leggerlo (pensa un po’!) nella Bibbia! Infatti i anni 365 concessi ad Enoch il 7° fattore (definitivo, abbinato a me) ha il fattoriale 7!=25,104×10777! leggibile in anno 25, mese 10, giorno 4. Questa data iniziale del tempo di Gesù è scritta chiaramente in Bibbia. Il 10° fattore, di nome Noè, visse 350 anni nel Nuovo mondo. Poiché i 350 sono riferiti a 1.000, e i 350/1000 sono 0,35, l’interazione <azione-reazione> 0,35×0,35=0,1225 fissa l’anno zero di Noè a quello d’una nascita decisiva e importante il dì 25 del 12. Questa fondamentale nascita è quella prevista in Bibbia, in Genesi 25: «Il popolo maggiore servirà al minore» e lo farà indicandogli (è vera storia questa!) proprio il Giorno Natale del suo atteso Messia! Infatti il Popolo Romano celebrava Il Sol Invictus (il sole senza sconfitte, importato dal culto di Mitra) il giorno 25 di dicembre. Accadde solo nel III secolo dopo Cristo, che un papa ispirato e infallibile pontificò: «Signori miei! quel Sole risorto, di cui noi cattolici il 6 gennaio (appena 12 dì dopo…) celebriamo l’Epifania… è certamente il Cristo!» E così accadde giusto come fu detto dal Re a... Re B. è cca!
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L’anno intero della fine del mondo, come abbiamo visto, è segnalato in 4.631 giorni tramite il valore numerico del primo versetto della Bibbia. (E pensate che ci sono pretesi conoscitori della Bibbia – tanto per fare un nome Mauro Biglino – che vanno in giro a fare conferenze millantando che la Bibbia non rivela proprio niente di fondamentale e sommamente importante!) Per dettagliare mese e giorno ecco che in Bibbia c’è il seguente indizio, dato da Bibbia n. 1.7.11, che insomma è 1111+600 e descrive un anno seicentesimo!
Per capire il 600, va detto che Noè è il 10° tra i primi 10 Fattori della vita e che quando noi abbiamo 10 minuti primi, e li misuriamo riferendoli al secondo, allora accade che il 10 riferito al Primo è un 600 riferito al Secondo. Ora il 2° , proprio riferito a me 10°, come Noè, è mio fratello, è Benito Amodeo nato il 17 febbraio del 41, ossia proprio nato così com’è scritto in Bibbia: “nel secondo mese, il 17 del mese, proprio in quello stesso giorno (è rimarcato!)” Nascita decisiva e rimarcata poiché non io A ma lui B è il segno della Parusia di Gesù, già nato a indicare l’anno 0... su cui datare – col suo ritorno – LA FINE!
56 Per capire il 600 e il 2°, possiamo aggiungere che quando 1=A è in principio e si pone a esponente della base 10 (a immagine e somiglianza di Dio), ecco che il 101×(144=Romano Antonio, 1° e 2° mio nome) è – con 1440 primi – 1 dì intero. 144 è 12×12. È anche il valore di mezzo della Sezione Aurea discendente da: 999 618 318 237 144 093 051 042 009 In un giorno, ci sono dunque 10 Romano Antonio. 10 (in 1 giorno col 1° e 2° nome mio) presentati nel minuto secondo (nel 17 febbraio Natale del secondo a me) sono certamente 600 secondi. Sono cosa bene appropriata alla vita del 10° Noè (esistente in 10 Romano Antonio, 1°+2°), se infine (<in fine> del nome 1° Ro-ma-no e non in fine del 2°)... c’è no, se No è… e in fine del primo nome c’è No ed è un Noè. Con ciò, come esattamente scritto: nell’anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il 17 del mese, proprio in quello stesso giorno eruppero tutte le sorgenti del grande abisso... e nacque il 2° a me (a me già indicato da «Giù séppe»), e si chiamò Benito Amodeo (quasi Benì Am...ino, nato 2° a Giuseppe da Rachele, la prediletta da Giacobbe). Benì. Am...(ino) nacque il 17 febbraio, a reale immagine del Gesù risorto... in me il dì stesso del suo concepimento il 4-6-40, evento invisibile in me, morto e risorto quello stesso giorno. La mia nuova vita in me parve solo un proseguimento della prima e fu mostrata come nuova vita proprio dalla nascita il 17-2-41 del 2°. Ora, adesso, in ogni ora ci sono 3.600 secondi dati da primi 60×60 secondi. 3.600 secondi sono uguali a 600 +3.000 e Noè ha 600 anni se di per sé è 3.000. Noè=30 (nel nome)×10×10 (cioè ×100 in area) è di per sé il volume 3.000. 3.600, diviso per il 100 dell’area unitaria, ne ha 36 esatte ciascuna. Sono tutte le 36 cifre (contatele) del nome Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo. Con ciò 600 anni (riferiti a me come a Noè), sono espressi nelle 36 centinaia di secondi legati all’area 100 da tutte le 36 cifre del mio nome, che valgono il 381 su cui è impostata la Sezione Aurea che ha il mio nome. Per capire il 600 e il 2 e il 17 infine dobbiamo riferirci proprio alla sezione aurea che ha interamente il mio nome. In essa il lato del quadrato del Decagono inscritto in un cerchio avente il raggio periodico di 999 unità, vale 618 unità (che in tutto sono 618+1=619 quando sono riferite al raggio fissato in 1.000). 600 +2 +17 sono il 619 che, +381 (valore delle 36 lettere del mio nome), arriva esattamente al 1.000… che indica il tutto.
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Con l’ora compare il Re ch’è buono e cede al 2°! Il Re cavalca su di me, ma è secondo mio fratello! Secondo lui segna la fine Quando il 17 febbraio 41 ci fu la visibile parusia di Gesù in mio fratello, partì il computo di tutti gli esatti anni mesi e giorni mancanti alla fine del mondo. 2.690 anni esatti ci sono tra il 17-2-1941 e il 17-2-4.631. Abbiamo indagato per accertare la centralità dell’anno natale di Gesù negli ultimi 104 anni del ciclo unitario e reale e abbiamo accertato come centrali, il Natale di Roma e il Natale di Gesù, predetti in Genesi 25. Ebbene sotto vedete: 2.690 anni interi (+N dì) ci sono anche tra il Natale di Roma e di Romano; 2.690 anni interi (+N dì) ci sono anche tra la Rinascita di Romano e LA FINE. Davvero il 2° a me, coi suoi 2.960 anni esatti asseconda me!
Come Natale di Roma e di Gesù Cristo sono al centro della realtà unitaria… così la mia 1a e 2a nascita sono al centro tra il Natale di Roma e LA FINE. 269 è il 58° n. 1°. Ove Benito=59, lì il 1° nome del 2°, vale 1 in più del 58°. 269° n. 1° è il 1.723 = 17 del mese 2, posto con 17-2, 23 dì dopo il 25 del 1°. 104/69, il tempo unitario dei 69, che si fanno carico di tutta quanta la realtà data da 104, dà il 144,9275 che mostra l’intero 144 = Romano Antonio, 1°+2°. Coi tre numeri al punto giusto dell’opera sacra, ossia in quello (1.111+600) riconducibile al libro 1,7,1,1, nel suo dettagliato proseguire, la Bibbia ci segnala anche quel 600+2+17=619 che, sommato al 381 di tutto il mio nome, dà 1.000 e con 103 i giochi terrestri, del pianeta terra, sono compiuti. Rien ne va plus! Non temete, il gioco riparte! Invivibile è in quei dì la Terra, ma non il cielo!
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Religione. il Re è il Sistema a 3 D. di: Padre, Figlio e Spirito santo
Ogni verità si presenta e si incarna in quel primo che la dice e - dopo - in tutti gli altri che la condividono. In ogni Cristiano, dovrebbe aver messo radici la Verità di Gesù, se il credente avesse assunto veramente quella e non un’altra! Il Buddha idealizzò il valore di mezzo e molto dopo di Lui ne convennero anche i Romani per quel loro detto che <in medio stat Virtus>. Tale valore. espresso “in verità”, sta in quel contesto socratico in cui l’uomo ha il potere – per superare i suoi limiti – di creare in sé i suoi ideali, perfino quello di Dio, nel mondo delle idee di tutti che Platone chiamò Iperuranio. Da parte sua, Pitagora, quando idealizzò la Perfezione in un numero, la vide nella sintesi del pari e del dispari, e chiamò il 3 col nome di parimpari. 5 secoli dopo, Gesù denominò Padre, Figlio e Spirito Santo umanizzando quella terna Trascendente e Perfetta, e riconobbe incarnato nella sua stessa persona l’ideale del Figlio Unigenito; il Cielo stesso l’aveva dichiarato il compiacimento di sé, quando il Nazareno ebbe il suo battesimo nelle acque del Giordano. Giunti a quest’epoca moderna, giudico che anche per ciò ch’è vero ci sia il suo spazio. Così – come per ogni luogo generico c’è la terna cartesiana – così, anche nel vasto campo delle idee e delle verità relative, le une e le altre devono avere una loro centrale terna di riferimento che va rilevata e rivelata. L’ambito intero della Relatività, generale e dunque che riguarda il tutto, alla fin fine ci sarà anche quella persona che per prima estragga – come da un seno materno – e dimostri vera quella via di mezzo che fu concepita prima dal Buddha, poi dai Romani, e la collochi nel suo spazio “vero, puro”: geometrico, matematico, scientifico e totalmente perfetto; dunque trinitario e divino !!! Il parto trascendente e consapevole è così già iniziato con la persona di Gesù che per primo si dichiarò il Figlio di Dio, ma è concluso solo con l’arrivo di Chi (ed è il Re su di me) che per primo non solo afferma, ma dimostra con vere ragioni – come fece il Nazareno, per l’ideale del Figlio – d’incarnare l’ideale delle altre due Persone, completando l’avvento delle tre della Perfezione di Dio. Oggi però manca fin l’aspettativa di una persona che sia a possibile immagine e somiglianza – un avatar! – di Padre e Spirito santo. Ciò, nonostante lo stesso Cristo ci avesse predetto il Suo ritorno nel Padre e poi la Sua reale Parusia, in un soggetto chiamato Paraclito e Consolatore.
62 Questi infine avrebbe «davvero liberato tutti» con l’inconfutabile verifica, scientificamente valida, delle tesi assunte da Gesù stesso (argomentazioni che egli avrebbe preso da Lui), e sarebbe stata una figura suffragata dalla chiara presenza di tutti i segni, sia ragionevoli, sia trascendenti la stessa logica umana. L’ideale Figlio di Dio si è dunque fatto carne in Gesù ed abita tra noi! Sarebbe antistorico negarlo, quando alla buon’ora finalmente si capisse e si accettasse che ogni idea s’incarna nella 1a persona che la esprime. È indubitabile, perfino in chi – cercando il pelo nell’uovo del discredito – dubita dell’esistenza reale del Nazareno. Infatti tale ideale si è fatto carne in lui anche se la sua vita è negata da chi sostiene che Gesù non sia mai esistito! Comunque Egli sia stato... o no, resta indiscutibilmente sempre presente e vivo come l’ideale e unico Figlio di Dio di cui Il Cielo totalmente si compiace. Nell’Iperuranio di Platone e secondo il potere dell’immaginazione, che Socrate giudicò posseduto da ogni uomo, le idee sono generate e presentate in se stesse, con tanto di data di nascita. Ebbene anche io ho potuto con la mia osservazione e soprattutto la fervida immaginazione che ho, germinare in me l’idea che Padre e Spirito Santo siano scesi dal Cielo come il Re su di me, me come su un Somaro, e mi animino! La parola <somaro> a me richiama <il corpo> di RO (e sono io, Romano) per il significato che ha in greco il termine <soma>. Avendo cercato (sul sito LaParola.Net che uso molto nelle mie ricerche sulla Bibbia), per vedere la prima volta che il termine <somaro> è stato lì usato , ho avuto la sorpresa che è accaduto una sola volta, sul libro 22 di Giobbe. Libro che, nel 22, è 1/3 del 66 che è il valore in gematria del mio 1° nome Romano, e che nel 6,5 (del capitolo 6 versetto 5), è stavolta il decimo dell’unità del 66, data da 65+1. Il significato di «Raglia forse il Somaro...», rimanda a quella soddisfazione che impedisce ogni senso di protesta, perfino ad un somaro, quando ha trovato davanti a sé la concreta risposta a tutto il suo vero bisogno. Poiché io, in questa mia ricerca, avevo bisogno di trovare una corrispondenza con i miei interessi, ho intuito questo motto proprio come una sottintesa risposta, rivolta proprio a me: «Cercavi un nesso tra un somaro e la Bibbia? Cercavi un nesso con il tuo <corpo> di RO? Beh non hai nulla da aggiungere! Sei stato totalmente soddisfatto: Raglia forse il Somaro con l’erba davanti?»
63 Poi ho ripetuto la ricerca sulla parola <asino>.
Anche qui, appena ho letto che è stato nel 1° libro, stavolta nel capitolo 22 e nel versetto 3 che nel Testo Sacro si è fatto ricorso ad un <asino>, anche qui mi son visto coinvolto. Accade nel valore 1/3 del mio Nome Romano=66; valore posto tra l’Unità del Libro e la Trinità del Versetto. Osservo la prima parola <Abramo>, la quale, proprio per il mio nome, pone le prime due lettere <AB> (che dal latino in italiano si traducono in <da>), e vedo il sostanziale <da> posto davanti a R.Amo (che leggo Romano Amodeo), e l’intendo come il sibillino annuncio, di quanto proviene <da Romano Amodeo>. Il testo dice che di buon mattino, <da> R. Amo viene sellato l’asino, sono presi due servi e il figlio Isacco, è spaccata la legna per il sacrificio, e inizia il viaggio per quel luogo che gli era stato indicato da Dio. <Esci dalla tua terra, e va, avendo sellato l’asino!> Insomma la prima volta ha segnato come l’inizio del fondamentale cammino che portò Abramo alla famosa verifica del suo giusto seguire Dio. Andando a leggere altri casi che mi sembravano significativi e in cui un asino era entrato in scena, arrivo così al libro 21 dei Giudici, e si tratta di Sansone, che con una semplice mascella d’asino come arma, compie meraviglie.
Qui c’è la presenza ancora fresca dell’asino. Stese la mano e con la mascella del Soma-RO in mano, (che qui è un asino) uccise 10×10×10 uomini! Qui il libro 21/1 (che in totale, in 21+1, è il valore 1/3 di RO-mano) essendo anche sia il 7+7+7 in cui nacque mio padre, sia quel 15+15 uguale a 10+10+10, mostra nei numeri che rimandano al testo, lo stesso valore mille totale del testo.
64 Ma è soprattutto il profeta Zaccaria a nobilitare questo animale, con l’uso umile fatto dal Signore quando cavalca non un cavallo, ma proprio un asino, un puledro figlio di asina... scrivendo nel suo capitolo 9 e versetto 9:
Siamo con Zaccaria al penultimo libro della Bibbia. Dopo il libro 43 c’è solo il 44 intitolato al nome del profeta Malachia, e con esso l’Antico Testamento è concluso! Ove Malachia=11+1+10+1+3+8+9+1=44! Vedremo, nel libro che state leggendo, come un santo con lo stesso nome di Malachia (che, nel cattolicesimo, si mette a fare una Profezia) è proprio quello che porta a conclusione anche la sequela dei Papi di Santa Romana Chiesa. San Malachia stavolta stende la sua profezia non usando solo le parole, ma la stessa grafica con cui esse sono state usate in una bella pagina stampata, per fare un elenco di 112 Papi, uno solo per riga, a partire da uno ben determinato che egli ha posto in principio. Messi in fila tutti i 112, nel successivo, non allude con un mottetto a un Pietro, ma scrive: <Di seguito>: In psecutione. Extrema S.R.E. sedebit. Su 1 riga stampata su 2 (come mostra il rientro) <psectione è prosecutione>. Senza RO sottintende proprio le 2 lettere della 1a sillaba di 1 Romano. Anche la riga dopo è una sola, lunga, dettagliata, ed entra nel merito di chi è: Petrus Romanus qui pascet oves in multis tribulationibus; Non è un <motto>! È il nome romano di PTR Romano, il Re su di me. Avrebbe pascolato il gregge con la S.R.E. sugli scanni dell’opposizione. Sarebbe stato indubbiamente il n. 113 in Romano Amodeo, Torquato e RoAnAnPaToAm ed essendolo in modo Uno e Trino, infine nel 113+1=114 di PTR Romano.
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Ragione. il Re è il Sistema a 3 D.
(x, y, z)... + t, la coordinata del tempo Nell’uso sacrosanto della nostra ragione, il Re è il contesto assoluto che ci contiene tutti, non solo nello spazio Cartesiano, ma anche nel tempo. Questa è stata la vera innovazione apportata da Albert Einstein. Non quella della Relatività Generale che – scientificamente parlando, da scienziato ad altro uomo che ricerca il vero in tutta la sua generalità – vide già introdotta e descritta in un testo di religione, in un Vangelo, una Relatività Generale ancora più Generale di quella di Einstein. Se anche avessi i limiti di coloro che non giudicano <oggetto di scienza> una lezione espressa in un testo che non sia quello di una Rivista Scientifica, io stesso non giudicherei <lezione scientifica> una che appare in un contesto diverso. Sono questi i limiti della scienza, rilevati da Papa Giovanni Paolo II nella sua lettera Enciclica Fides et Ratio (del 1997), al punto 56 e nella parte che vi richiamo: 56. Si nota, insomma, una diffusa diffidenza verso gli asserti globali e assoluti, soprattutto da parte di chi ritiene che la verità sia il risultato del consenso e non dell'adeguamento dell'intelletto alla realtà oggettiva. E certo comprensibile che, in un mondo suddiviso in molti campi specialistici, diventi difficile riconoscere quel senso totale e ultimo della vita che la filosofia tradizionalmente ha cercato.
La Relatività per davvero GENERALE fu quella ch’è descritta in Giovanni 3. Nicodemo, Maestro del tempo, voleva sapere come stessero le cose, e proprio in generale, e proprio <in verità> e non per similitudini. 3 Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». 4 Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5 Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6 Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. 7 Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. 8 Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». 9 Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 10 Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? 11 In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12 Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?
66 Quella <sostanza> che Gesù in verità, in verità rappresentò con l’acqua, è quel decimetro cubo di H2O a 4° C che è il campione da cui fu ricavata l’unità della massa materiale. Quello che Gesù definisce come <Spirito> è l’anti-materia. In verità, in verità, la Relatività Generale (vedi <Il regno di Dio>) sta nella combinazione generale e fondamentale tra tutti gli opposti. Sta in un complesso che – in sintesi estrema – consiste nella relazione generale tra materia e anti-materia. Gesù parla da vero scienziato a Nicodemo, e lo rivela dicendo testualmente: In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto
Poi continua dicendo: ma voi non accogliete la nostra testimonianza .
Questa è la stessa cosa che dico oggi alla scienza: parlo di quel che so e testimonio quello che ho veduto, mostrandone tutte quante le ragioni, ma voi non accogliete il mio essere un testimone della Verità riguardante il Re. Con le 3 coordinate dello spazio e la quarta aggiunta, del tempo (che è quella che sia rende presente sia e muove lo spazio), si determina tutta la massa del flusso reale che ha la dimensione 4, di un periodo infinito, che in ogni momento si presenta con un 4 che non può essere mai tolto di mezzo. La realtà nel suo moto infinito è data dal rapporto dei 4/9, che nel suo assetto Spazio(il 4)-temporale(il 9), è totalmente ben definito come una verità fissata in 4 quando è il ciclo 10 a essere diviso per 9, e allora fissa il 4 della pura presenza. 40 : 9 = 4 , 4 infinito, è il Dio 10+30 Uno e Trino in un 10 che è realmente irraggiungibile. Il suo reciproco, che esiste nel tempo e che se il primo è materia, esso è anti-materia (o puro Spirito, Santo!) è quel 225/103 che è riconducibile, in linea, al piano (avente i lati di 100 e 100 millesimi) ha i flusso 25. Qui il 3/1 c’è quando le dimensioni sono 3+1=4, e c’è quando il tempo riferito a 4 è 1/4 ed è fissato nei 25/100 che contengono ogni cosa. Stupefacente fu che Einstein, fissò le 4 D. della realtà nelle coordinate di (x, y, z, t) e poi tradì il suo stesso principio quando piegò il rapporto puro 3/1 in quello relativo alla velocità reale della luce… e perse <cose> che la Relatività di Gesù totalmente conteneva. Einstein fu costretto a dirla <Ristretta> rispetto alla Relatività Generale.
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Religione. Il Re nel Sistema a 3 D. dando spazio-tempo a tutti i personaggi (come ogni autore fa nella sua opera) si è messo in mezzo Lui come i 3 assi.
Noi siamo entità Relative, che devono la loro esistenza a un autore. Siamo come ogni soggetto ideato da un creatore che, per farlo esistere con il suo carattere, ha coinvolto la sua esistenza personale, cedendola al personaggio da animare in ogni aspetto della sua esistenza: in pensieri, parole ed opere. Il Padre nel nostro generale <esserci> è – nella sua estrema origine – il Fondamento stesso dell’Essere. Il Creatore di tutto è quel Jahvè che – su richiesta ricevuta da Mosè che gli rivelasse il suo nome – lo espose in una ben ordinata sequenza di lettere il cui significato era di: <Io sono colui che sono>. Gli spiegò che il suo nome stava nell’<essere>, per cui <era> il caratteristico <io sono> che percepisce di sé ogni <io> che vede tutto dal suo intimo. Ciò che guida e costringe uno scrittore di romanzi gialli è <il ruolo> di ogni soggetto. Se è da cattivo – spiega a noi lo scrittore – e voglio dar vita a tutti quanti, allora <io sono> chiamato in causa anche per animare l’assassino, e antepongo al mio stesso <carattere> quello espresso (in un nome) dal personaggio. Questa funzione hanno i <nomi>, di esprimere i dati caratteristici che fissano (con una serie di ordini) l’aspetto di ogni personaggio, come una sorta di suo DNA. Possiamo riconoscere quale sia questa funzione determinante che ha un <nome> esaminando lo stesso termine <nome>. N=12 ordina la realtà a 4 dimensioni, in tutto il valore 3 dello spazio. O=13 ordina ora il 3 in moto totale 10, e porta a 25, piano della presenza 5×5. M=11 ordina che l’area 25 si muova di 1 col ciclo 10. Porta al piano 6×6. E=05 ordina che tale piano 6×6 sia in tutto il tempo di 10/2. Definisce 41. NOME = 41 (13° n. primo) è presenza 1 del ciclo 10+30, della realtà a 4 D. Ecco il suo carattere: il <nome> presenta quale sia la realtà! Chiarito come ognuno viva a seconda di come è egli ordinato in se stesso, nel suo ruolo e in tutto quanto il suo essere (in pensieri, parole ed opere), allora siamo servi sostanzialmente inutili nel nostro apporto singolo e personale, poiché siamo obbligati veramente in tutto! Chiunque al nostro posto farebbe la stessa cosa. Gesù cercò di farlo capire ai suoi discepoli, dicendogli che non abbiam merito alcuno in quello che facciamo, poiché la nostra attività non è libera, ma totalmente vincolata al servizio cui siamo addetti… e che puntualmente forniamo.
68 Spero che ciò tolga di mezzo una volta per sempre le accuse che molti di voi mi fate, quando mi sentite dire che <Dio è me> e mi crea in tutto: nei pensieri nelle parole e nelle opere… come se non lo facesse anche in ciascuno di voi!
… e dando spazio-tempo ai personaggi lo dà anche a chi impersona il Re Poiché ognuno di noi è collocato in una terna spaziale tutta sua, che esiste in un tempo condiviso oggi da miliardi di uomini, allora consegue che, nell’epoca in cui si vive, vi è una sola persona che può occupare proprio quella della Unità e Trinità del Re. Sarebbe solamente pazzesca l’idea che fossero occupate – nello spazio e nel tempo – tutte quante le posizioni personali della vita umana, e che mancasse proprio la terna del generale riferimento esatto, ad essa. di tutte quante le altre!
Sarebbe straordinario che – in ogni tempo – mancasse proprio il RE, che è il riferimento giusto a cui riportare in modo perfetto tutto quanto il resto. In ogni tempo c’è stato <qualcuno> che è stato lì, a impersonare la Terna Cartesiana, in tutta la durata della sua vita. Questa osservazione giustifica l’idea che c’è tra i Buddisti della reincarnazione del Buddha. Ora però accade che anche il tempo ha un suo asse centrale. Per cui, ecco che solo in un preciso momento... entra in scena proprio il Re! In geometria noi fissiamo e vediamo gli Assi del Riferimento Perfetto… ma nella nostra esistenza lo fa il Re e… il Re è sempre invisibile. Essendo il Re il valore medio tra tutti, tuttavia noi uomini non siamo abituati a cercarvi quella virtù che è addirittura proverbiale. A noi il valore medio sembra appartenere soltanto a chi è un mediocre. Più uno di noi occupa in tutti i campi il valore centrale di tutto quanto è sia possibile, sia immaginabile, più è giudicato scialbo e senza... sale e pepe.
69 Per noi i primi spiccano oltre la media, e possono esserlo sia nel bene, sia nel male, come angeli e come demoni. La cosa più difficile tra tutte sta poi nella difficoltà che ha, ad accorgersene, proprio chi – nella sua vita reale – ha impersonato e occupato l’unico posto del riferimento generale, da quando è nato fino alla sua morte. Accade poiché noi vediamo esistere ogni cosa sempre in base al confronto tra essa e un’altra posta prima a suo riferimento. Così, chi incarna quel riferimento al quale dovrebbe rapportare se stesso, è il primo a non distinguerlo, proprio come non può chi cerca di ravvisare un colore dipinto sullo stesso colore. Certo, egli si pone, rispetto a tutti gli altri che usano un’altra tinta, come uno che non è mai totalmente d’accordo. Li vede sempre eccedere, sempre diversi, anche quando è di poco. Inoltre, essendo egli totalmente privo di ogni personale presunzione, è sempre anche alquanto timido e poco disposto a far valere la sua autorità, anche quando ce l’ha per il suo ruolo! È sempre in grado di mettersi nei panni degli altri, ne capisce le ragioni e – anche se sono differenti dalle sue – le giustifica, quasi sempre! Tutto ciò è proprio toccato a me. Ebbi anche ruoli autorevoli e li feci gestire dagli altri, date le linee-guida. Ve lo dico senza falsi pudori, ma sono davvero quel valore di mezzo, talmente tutti i campi, da essere stato voluto – per esclusiva scelta del Creatore del nostro mondo – come chi potesse essere l’unico riferimento generale e possibile che la Natura desse a tutti gli uomini, di ogni tempo. Prima però sono stato portato a ingannarmi (in modo clamoroso ma non irreparabile) nei miei giudizi, come accadde già a Saulo di Tarso, affinché – vaccinati a dovere – avessimo i giusti anticorpi e non sbagliassimo mai più. Avevo sempre ammirato Gesù, ma vedendomi incapace di seguirlo fino in fondo, mi ero permesso di giudicare utopico il suo disegno... come fa la volpe della favola, che dichiara acerba l’uva che non è riuscita a raccogliere. Avevo posto a base di giudizio della fattibilità dell’opera di Gesù, quello della mia incapacità a compierlo! L’utopia era che io avessi qualche capacità. Così non posi più, da cavallo non ancora domato, il filtro (sul possibile o no) dei miei pregiudizi e divenni quel docile asino su cui camminava il Re. Create in me le necessarie difese, il Re mi ha così poi portato ad essere quel Riferimento Generale, di cui ho detto. Così tanto Generale da valere per gli uomini di ogni epoca. Come vi ho già detto, anche nei tempi, uno solo è l’asse centrale. Occupa una posizione così <oggettiva> che può anche essere localizzata mediante strumenti che appartengono alla Scienza matematica, come il fattoriale del numero 365.
70 365! = 25,104128675558732292929443748812 ×10777 365 sono in Bibbia gli anni di vita (a partire dai 930 concessi al 1° uomo di nome Adamo) che furono assegnati al 7° chiamato Enoch. Costui, essendo più che un uomo vero e proprio, un fattore dell’esistenza che dura in vita quanto i giorni interi di un anno, ha il suo connotato caratteristico nel suo fattoriale. Il Re camminò due volte con lui nei suoi 365 anni, dice la Bibbia. Ebbene, il fattoriale di 365 anni si basa su quello dei soli 365 giorni interi, solo quelli interi dati da (102 -33)×5, posseduti da ciascun anno. (102 -33) è tutto lo spazio intero che il volume avente il lato 3 percorre nel 100 e che – quando si moltiplica per 5 – si estende solo nel verso in positivo, partito da zero (in un ciclo che è +10 solo quando parte dal -5 e termina nel +5). La prima volta il fact(365) (o 365!) si basa pertanto sui giorni e determina così le unità dei giorni, avendo nell’intero del 25,1041… il giorno 25. 25,1041… ×10777 ha le 777 cifre di mio padre nato 777 (anno mese giorno). - 0,0903 toglie 9/100 (moto intero di 1/100 in 1) e 3/104, tutto lo spazio reale. 25,0138 è la mia completa data di nascita del 25 gennaio del 38. Significa che alla dimensione 777, la potenza del tempo è data dal 10, padre di tutti i numeri decimali, che esiste esattamente nel numero di 777 decine, presenti nei tempi decimi. Ora sono il figlio primogenito di un Luigi Amodeo ch’è 7-7-7 nel tempo in cui è entrato in vita, e che è stato posto come la base presente oggi, a cui porre prima (premettere, mettere in principio) quel Lamech 777 anni in vita., padre di Noè e nipote di Enoch. Ragion per cui, posto di fronte al 365! – alias al fact(365) – l’ho voluto osservare nella potenza dei 777 dieci di mio Padre (ove Noè in fine son anch’io nel finale terzo di Romano, trisillabo, che No è nella terza). In 25,1041, la parte decimale non può essere il giorno 41 del mese 10. La seconda volta «Enoch camminò con Dio e non fu più poiché Dio lo aveva preso» e
viene dal valore veramente intero del fattoriale ora riguardante i 365 anni. Esso è 25,104128675558732… 10777 e l’intero determina l’anno 25. Poiché il valore della morte indica il totale, non posso escludere quanto viene dopo il 25,1041 a meno di non aggiungere una cifra all’ultima decimillesima. Devo pertanto partire da: 25,1042 che dà, al tempo dell’unità 210(=1.024), tutto il flusso 6+6+6; - 0,0038 ove intero è l’anno, toglie la realtà intera 10-4 della nascita l’anno 38. 25,1004 sarà la mia certa morte del 4 ottobre del 2.025.
71
Questi valori in 42 51 e 33 appartengono alla Serie Aurea discendente dei numeri che vi mostro sotto. 42 -4 fissato nella sua realtà presente l’anno 38 con pura sottrazione delle 4 dimensioni della realtà. A 51 si somma il 33 (flusso di 1/30 del volume 103) relativo a ognuna delle 100.000 quantità elettriche (oppure magnetiche) date dalla radice quadrata dell’area, intera in 10 elevato a -10. A tutto ciò si sottrae la realtà (perdurante) nelle 4 D. (elettriche o magnetiche) di 10-5. 999
618
381
237
144
093
051
042
9
33
51 , parte della Sezione Aurea, indica la presenza 1 del solo +50 che va in positivo da zero (l’origine degli assi) quando dalla stessa origine parte anche nel verso negativo un -50. 42 , valore della stessa Sezione Aurea, è uguale al 6×7 che esprime tutta la dinamica 7 che avanzante in tutti i 6 versi del sistema spaziale a 3 dimensioni in linea. Ridotto di 4 segnala il moto residuo 38 della realtà a 4 dimensioni nel dinamismo 42 che è quello totale. È il 38 che nel suo valore al quadrato e nel moto di 4 in esso, si riduce esattamente ai 1.440 minuti primi di un giorno solare, che poi è il moto di 10 volte il 144 che è il numero della Serie Aurea che vi mostro, ed è anche l’unico coincidente con la famosa Serie di Fibonacci data in discesa da: 987 610
377
233
144
89
55 34 21 13 8 5 3 2 1 1
33 che c’è nella Serie Aurea (e non in quella di Fibonacci), indica il flusso intero esistente in 103 (l’intero volume) diviso per 30, quello rappresentato in linea dalla somma 10+10+10 dei tre lati. 33, diviso per 100.000 dà la parte spettante ad ogni suo 10-5 (elettrico o magnetico che esso sia). Elettro-magnetico in quanto il prodotto 105×105 porta proprio al 1010 come al suo piano.
72 Questa data è unica! (42−4 )×(51+33×10−5 )−4×10−5 = 1938,0125 Quando in dinamica al prodotto uguale a 1938,01254 è sottratto lo 0,00004, la quantità sottratta dimensiona ciò che si muove, ed tutta la realtà elettromagnetica.
4 : √ 1010 indica lo spazio-tempo che c’è alla dimensione unitaria
espressa dall’elettromagnetismo nel lato decisamente unitario dell’area 1010. Tutta la realtà elettromagnetica si muove nel tempo dato dal 1938,0125. Questi 125 decimillesimi (dunque parte della realtà intera, unitaria in 104) vengono da 103/8 : 104 = 0,0125. Tutto il volume, quando è diviso per 8, è riferito al solo 1/8 che unifica il flusso 8+(1+1, lati del piano) esistenti nel 10 in linea. Flusso che è certo 8 nel volume dato da 8×1×1. In tal modo, 1.000/8 riporta a 125 l’unità. Essa, divisa poi 104, porta il volume ottavo di 8 all’unità della realtà 104. Questa definizione – che somma solo 25 giorni al 1.938 – è di per se stessa altamente significativa! Infatti i 25 giorni in più aggiungono la presenza 1/4 del piano trasversale 10×10=100+1 che – quando è quantificato in 100-1 – unifica a 1 il piano di 100/100 e lo riferisce esattamente al mese 1. Inoltre, 1938 indica – da parte sua – 1.000+1000 -62. Si tratta del piano a lati interi 103 e 103 il cui flusso è dato dal negativo -62. Visto allo specchio, -62 è +26, è un trascendente Dio=26, trasceso a -62. Qui, il complesso trascendente trasceso s’unifica in purissima energia creativa. Essa apparirà quando, in 2 6, due 6 sono davvero due sei in 66=Romano. Ebbene, questa data davvero unica nel suo significato unitario è fatta – come vi ho mostrato – coi numeri della Serie Aurea, e porta alla data esatta di nascita di Romano. Potrebbe sembrare un puro caso fortuito. Ma osservatela bene, seguitemi e vedrete che porta anche al suo nome: 999 618 381 237 144 093 051 042 9 33 999 è il flusso periodico del valore intero 1.000, ed è uguale a 381 (tutto il valore numerico dei nomi Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo) +618 (dato da 237=Anna Paolo Torquato Amodeo +381, valore del nome intero). 144 vale Romano Antonio; 93 sottrae Romano Antonio ad Anna Paolo Torquato Amodeo. 51 da solo, è Paolo. 42 sono tutte le cifre al lavoro nel mio nome… ch’è il nome della Sezione Aurea... di Dio... del Re sceso sull’asino! 51 è il mio 4°, e nomina mia realtà: di me nato 19 secoli esatti dopo il 3801-25 d Ch in cui Saulo si convertì al Cristo vissuto i 33 anni della Serie Aurea. Il 33×10-5 più il 51=Paolo somma divinamente la sua Conversione a Gesù=33 nell’anno, mese e giorno 38-01-25 dopo Cristo in cui il Re sarebbe sceso sull’asino nel nuovo Apostolo delle genti giusto 19 secoli dopo.
73
Bibbia, Il Re nasce nel 10° fattore, e la 3a sillaba del trisillabo Ro-ma-No è
Con il 7° fattore, nominato Enoch, si compie tutta la creazione unitaria dell’anno. Infatti la vita che è accreditata ad Enoch è dei 365 anni uguali ai giorni interi in ogni anno. Il ciclo intero, che arriva fino a 10, ha posto dunque gli ultimi tre fattori (8°, 9° e 10) come tutto lo spazio unitario percorso dai primi 7, e ha posto il 7° come la presenza unitaria dello spazio tridimensionale. È evidente allora che l’intero concorso dato dai numeri 8, 9 e 10, va tolto. I numeri 8, 9 e 10 nel loro volume sono 8×9×10=720 e tale volume di anni va realmente eliminato. Vanno sottratti 720 anni! L’unità del moto poi è data da 777 +7 quando sono la dinamica 7 dello spazio a tre dimensioni e quella del tempo ad una sola dimensione. Nel 9°, che ha vissuto 777 anni, ci sono le tre. Ma manca quella dell’unità 7, che troviamo presente nel nome (espressamente in italiano) SET, il 2° fattore (che sta all’inizio come +1, così come il 9°, è -1 rispetto a 10 del 10°). Pertanto nel bilancio relativo agli ultimi tre, vanno sommati gli anni 912 di SET (per aggiungere alla trinità del 777 l’Unità di vita), e vanno tolti i 720 anni (che sono il valore che combina l’eccedenza data dall’8°, dal 9° e dal 10°). Ciò fatto, mentre L Am è ch nato il 7-7-7 è Luigi Amodeo) il Lamech di 777 anni, con l’8° più 9° e 2° si aggiunge al nato trino nel 7-7-7 l’unità di vita del padre e si arriva alla generazione del figlio di chi è nato 7-7-7, Romano come 10°, che s’incarna giusto nel risultante 1.938 dopo Cristo.
74 Il carattere preciso esistente negli ultimi 4 fattori, appare nella consistenza del valore cabalistico dei rispettivi nomi, da cui essi sono caratterizzati. L’8° nei caratteri che valgono 109 indica il valore in linea del volume a parametri indicanti il flusso 107 dell’area a lati (1+1). Uguale consistenza nominale 109 è data dal 41+38+30, i nomi di 7°, 9° e 10°. Pertanto accade straordinariamente che: +969 anni di vita del fattore n. 8, che è uguale a 109 nel nome. +969 anni di vita uguale per i fattori n. 7, 9 e 10 uguali a 109 nei nomi =1.938 porta all’anno natale dell’asino su cui sta il Re. Ma c’è molto di più. Per le ragioni matematiche viste, l’asino morirà il 4 ottobre 2.025. Così tutta la vita dell’asino dura 87 anni. Agli anni di vita definiti dal numero 7 sono da aggiungere solo i 10×8 anni dati dal n. 8 moltiplicato per il n. 10. Il numero 9, valore lineare dato dal volume 7 +(1+1) area, è stato sostituito dal totale volume dato dal n. 7. L’80 dato dalla moltiplicazione dei numeri 8 e 10, ove è totale il 109 di Matusalemme, porta alla morte togliendo al 109 il 10° numero primo che corrisponde al numero naturale 29. 7 è il fattore della mia vita intera, datami da quella di 365 anni di Enoch +80 è il valore 109 = Matusalemme -29, cui è tolto il decimo numero primo =87. Il calcolo è ancora più bizzarro (ma ha un significato ben preciso) quando la mia vita intera è misurata in tutti i suoi previsti giorni. 32.029 sono i giorni totali della mia vita. Sono 32.030, compreso il giorno del suo inizio. Essi sono dati dal valore numerico 30, 47 e 33 dei nomi di 1°, 3° e 4° +912 (anni di vita del 2°, Set) ×35 (che in 7×5 è tutta la dinamica nell’uni-verso 5). 30 (nome Adamo) + 47 (nome Enos) + 33 (nome Cenan) + 31.920 (dato da 912×7×5) sono così: 32.030 comprende anche il dì iniziale 25-1-38. 32.029 nella sola distanza dal 25-1-38.
75
CRONACA. Il Re è su di lui, ma per 64 anni l’asino ignora che sta portando in groppa Il Re
La mia vita è trascorsa per 64 anni in modo totalmente ignaro del compito assegnato ad un asino come me, finché un evento preciso (che accadde a Saronno, in Via Larga, il 29 gennaio del 2.002), mi aprì gli occhi e la mente. Rischiai di essere strappato alla vita, poiché mentre uscivo di casa sulla mia Fiat Croma fui investito da un grosso pullman della Golden (la “dorata”, simbolo di Mammona, dio dell’oro)… ma non fui portato via io, toccò a Gesù! Nella Chiesa a me di fronte, il corpo ligneo del Cristo della grande croce davanti all’altare fu schiodato e trafugato. Potete controllare poiché il parroco, don Luigi Carnelli, denunciò il fatto ai Carabinieri di Saronno.
Tutto naturale per il sacerdote: una scultura lignea senza alcun valore di antichità o di altro pregio, se non quello simbolico che lo legava a Gesù, aveva destato l’attenzione dei ladri che molto avevano rischiato per compiere quel loro gesto senza alcuna prospettiva economica! Il Parroco non denunciò che nella stessa ora si era misteriosamente bloccato anche (alle 10 e 2 o 3 minuti) il grande orologio del campanile… poiché era di certo illogico supporre che qui fossero stati gli stessi ladri o altri complici! Se poteva avere anche qualche senso di sfregio verso la Chiesa del Cristo, il gesto insano di portarne via il corpo di legno, a che pro’ bloccare l’orologio del campanile?
76 La verità, difficile da accettare in un mondo in cui si crede che non ci sono più i miracoli, era che il Maligno, non pago di aver portato via solo un pezzo di legno (anziché una riedizione viva di Gesù), fece sì che una povera madre (la Franzoni), da Lui posseduta, uccidesse il suo piccolo Samuele, il dì dopo, a Cogne... In quel 29-gen-02 in cui fui investito dalla Golden, avevo 23.380 giorni e 1 in più con l’inizio. Come vi mostra il computer, erano a 23.381 dì esatti di distanza dalla mia nascita il 38-1, essendo, nel 233 iniziale il doppio del 33, della vita di Gesù Cristo, ed essendo proprio io, nel finale 381 (dei 23.381 giorni) il valore di tutto il mio nome! Avevo 64 anni. Il bimbo, Samuele Lorenzi, per la sua somiglianza con un piccolo Gesù martire ed il suo nome che richiamava uno uguale al S.Am. il Re, fu preso come una vita innocente al posto del Signore venuto a cavallo di Am. Accadde a Cogne, un nome intriso del senso del cognoscere e infine Riconoscere il significato recondito posto in un nome e in un Cognome.
Solo a 64 anni mi sono accorto di essere stato quel <piccolo Gesù> contro il quale Mammona (la Golden) tentò la sua ultima battaglia, prima che mi avvedessi di essere proprio io, l’asino incaricato di portare il Re nella sua città di Gerusalemme, come nella profezia di Zaccaria. I miei anni: 64 = 2 elevato a 6. Ove 26 è uguale a Dio, quello che crea la realtà terrena di mezzo anno in settimane, impiegandone 26. Anni 64 come Romano=66 = flusso 64 +1+1 (del piano dell’area trasversale a lati 1 e 1, contenuto nell’energia 66). Io – un asino! – non potevo sapere anzitempo chi portassi in groppa: il RE disceso a cavallo... di un asino.
77
CRONACA. Il Re è il numero 114:
è il piano a lati 2 e 2 della realtà il cui flusso è di Dieci 66 sesti ove il 114° n. primo è 619=600+2+17 gli estremi in cui si scatena l’Abisso Sono i 114 capitoli del Corano! Il Re è - insomma - PTR Romano In Scienza: 114 è il piano della realtà unitaria i cui lati sono 1 e 1 e il cui flusso riguarda il ciclo 10 dell’energia che – quando è 66, il valore nominale di Romano – allora interessa tutto l’intorno ed equivale all’eterno periodo 0, 66 , dato da quei 10/15 che dividono il ciclo 10 dello spazio, per il valore 15 dello spazio-tempo. Ebbene, quando il flusso è quello del tempo e riguarda solo uno dei sei versi, allora il rapporto di 66/6 realizza con 11 il valore della massa in cui lo spazio del ciclo intero 10, si muove unitariamente del valore 1 dell’unitaria presenza. All’interno dell’eterna massa data da 444, abbiamo il valore ½ che lancia ×10 l’energia nel tempo ½ con il flusso 330, che si pone in 444 e si muove solo per 114. Messo in relazione alla totalità del 1.000, il 114 è il movimento dell’886 che vi è contenuto, come il solo flusso esistente in 886+1+1=888. Riferito invece al tempo ½ del 1.000 (che è l’intero volume dato da 103), 114 è il moto del 336, in cui il piano unitario di lati 1 e 1, avanza con 1 tempo, di 333. Da ciò, 114 indica l’intero avanzamento 4 della realtà, quando si sposta di tutto il valore unitario decuplo della presenza 1 di 10. Oppure il piano unitario, i cui lati sono 1,5 e 1,5 (unità dello spazio-tempo) e il cui flusso è 111. 114 è un preciso valore di una progressione che si stabilisce quando 23=8, che indica chiaramente un volume di cui 2 è il lato, si dispone nel suo volume in quel modo tutto lineare per cui è il flusso di volume 8+(1+1 d’area trasversale)=10. Accade che quando il complesso 8 si mette a procedere una, due, tre e quattro volte, avanzando di 10 in 10, allora fissa questa perfetta progressione: 18
28
38
48
78 Questa è la progressione perfetta nella quale la somma dei medi uguaglia la somma degli estremi. Queste somme, se si risale al padre dei rispettivi numeri, sempre dato dal ciclo 10, allora uguaglia il prodotto tra le potenze estreme e le potenze medie. Il loro prodotto determina, sempre nell’esponente della potenza, l’energia 66 corrispondente al 1° nome del Re su Romano. Allora accade che, dopo il 1° valore 18, il secondo e il terzo uniti nella loro somma 66 sono maggiori del 48, e gli vanno oltre. Nasce così la serie aurea: 18 6+6+6
48 Gesù
66 114 180 Romano PTR Romano Angolo piatto.
18+48+66+114+180 è il 426 che somma al 400 (che è la realtà totale unitaria in 100, data dal 100+300, Uno e Trino, di Tempo+Spazio) l’intero valore delle 26 quantità di 7 giorni che – come una creazione unitaria – esistono in un anno. PTR Romano, ossia il 114 sta a tutto il totale come il 26%, il cui carattere divino sta nel creare il tempo ½ di un anno coi 7 giorni della divina creazione. Al dì là dei riferimenti a carattere essenziale, divino, ossia nella dinamica reale, 7 è una vera unità. Vincolo della sfera, la velocità unitaria 1/1 percorre tutti i 6 versi solamente a velocità 6/1, nel tempo 1 del denominatore. Questo – scientifico – è il Sabato di cui non si può fare assolutamente a meno! Per ciò (e per molto altro), in Bibbia il 26 assume il carattere di Dio. Anche perché, ove 6 è il percorso che va in tutti i 6 versi con l’unità, 26 è il flusso 6 del piano i cui lati sono 10 e 10. Accade ciò ove 10 è il Padre indiscusso e indiscutibile di tutti i numeri decimali. Nella percentuale di 114, data da 11400 / 426, oltre l’intero 26%, c’è un resto di 3,24 che è il moto intero dello spazio a D. 3, nel tempo intero dato da 24/100. Con riferimento ai valori Biblici, il 426 = PTR Romano è la somma in Gematria italiana di tutti i 9 nomi dei primi fattori che costruirono il 10°. Gematria fatta in quella lingua ideale le cui 21 lettere sono le più opportune per descrivere il moto di 7+7+7 fatto nelle tre componenti cartesiane dello spazio. Con riferimento ai valori miei, il 426 è il valore esatto di tutti i 6 nomi Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo assegnati dai nostri genitori al mio alter Ego. È quel 2° a me che il Signore ha voluto donarmi affinché in lui apparissero realmente in un uomo normale tutte quelle meraviglie che erano latenti in me e in quel puro stato divino di ciò che è totalmente impercettibile (perfino da me!). Proprio non sento in me quel Padre che Gesù avvertiva benissimo! Nel mentre – vi assicuro! – sento Gesù come Figlio proprio del Re ch’è su di me.
79
Nella Fede: In qualunque direzione ci muoviamo, ci imbattiamo in 114, nel valore altamente significativo di tale numero. Faccio un esempio proprio assurdo: si interpreti 114 come Bibbia, libro 1 e capitolo 14. Ebbene, narra della guerra contro tutti i Re di oriente, fatta da Abramo. Di rilievo, in essa, c’è la Benedizione fattagli da Melchisedek, Re di Salem (primo nome di Gerusalemme). Essa è quella che è ripetuta dal cattolicesimo ad ogni nomina di un sacerdote. Virtualmente, il Re di Gerusalemme, Benedice l’arrivo di Abramo che ha vinto tutti gli altri Re. Al versetto 14, che replica poi Bibbia 1, 14 è scritto:
Per fare guerra, Abramo mise su un esercito poderoso di ben 318 uomini! Sarebbe una cosa ridicola e non appropriata se 381 = 318+66 -3 non fosse quanto discende Da Romano Amodeo, <Ab R.Amo>, in tutto il valore 381 del suo nome (che è quello segreto di Dio) quando è sommato al 1° nome meno 3, cioè al 66 -3 che indica l’intero moto della Trinità divina 3 che è insita nella energia 66 e che si muove per tutto lo spazio 63 che resta al 3 per muoversi. Ecco cosa è successo quando ho voluto fare una ricerca affidata proprio al caso! Già sapevo (ma non ne ero consapevole, lo sapeva il Re in me) che in Bibbia 1, 14 avrei trovato un ampio segno riguardante in sostanza PTR Romano, uguale a 48 (=Gesù) +66 (=Romano). Ma voglio fare anche un altro esperimento di cui (ve lo giuro!) ignoro ancora l’esito. 114 può essere anche il libro 1, capitolo 1 nel versetto 4.
Qui la ragione trovata è stata più essenziale. A me che cercavo segni di PTR Romano è toccato di imbattermi nella luce. A parte l’analisi strutturale che mostro nel riquadro PTR Romano è la luce.
80 Ve lo dimostro. Poiché tutto il moto è dato dal 381 che somma i primi 16 numeri primi e che corrisponde al Nome Segreto di Dio, quando noi cerchiamo di conoscere il che modo PTR Romano gli si pone a confronto, allora lo troviamo attuando la percentuale. Moltiplichiamo 114 per 100 e poi lo dividiamo per 381. Risulta il 29,9212598… % Moltiplichiamolo per 107 per renderlo intero. 299.212.598 poniamolo unitario nei metri, l’ unità del nostro spazio. 299.792.458 è lo spazio in metri percorso proprio dalla luce in ogni secondo. Per capire se c’è un vero nesso tra i due valori, dobbiamo studiarci la differenza per vedere se essa significa qualcosa, in fatto di movimento. 299.792.458 velocità della luce, meno 299.212.598 la percentuale di PTR Romano rispetto a tutto il moto 381 000.579.860 nelle migliaia dei milioni non c’è alcuna differenza. Appare la differenza 5×105 alla dimensione 105 che è quella √ 1010 del lato elettrico e magnetico dell’area elettro-magnetica 1010. L’intero 5 in positivo. Segue un 7.986×104 che – riferito all’intera realtà 10.000 – è il moto del 2.014 presente proprio in questa realtà; ed esso indica il perfetto piano in moto avente i lati 7 e 7 (del puro moto unitario) il cui flusso è quello totale del volume intero 103 che si muove totalmente, di un altro 103… oppure riferito al 1° n. primo, che è il 2. Se infine andiamo a cercare Bibbia libro 11, capitolo 4, allora scopriamo che il libro 11 è il 1° libro dei Re. Il capitolo 4 parla di Re David. Se andiamo a cercare all’inizio, in Bibbia, 1,5 (numero corrispondente alla unità dello spazio, 1, sommata al suo tempo 0,5) osserviamo la corrispondenza totale di PTR Romano, con la presenza di tutti questi 10 nomi, elencati come, nel genere umano, tutti i primi creatori dell’esistenza, messi al mondo da Dio. Il carattere, il vero e proprio stampo in lettere alfabetiche che poi, ad uno ad uno, si espande in tutti i caratteri necessari a nominare i primi 10 creatori di vita nel libro Genesi, come vedete nel prospetto a lato, che li in neretto prima di ciascun soggetto così chiamato (ad eccezione di Kenan la cui K è stata mutata nella C dolce di casa), porta al totale di 456. Poiché esso, nella sua presenza è sempre 1/4, (sia nella realtà divina Una e Trina, sia nella nostra Spazio-temporale) ¼ di 456 è 114, è PTR Romano
81
Matematica. PTR Romano già prescritto da un calcolo Laddove il creatore crea in 7 giorni (poiché lo spazio a 3 dimensioni posto in principio nel 10 avanza solo di 7), accade che quando crea ricorrendo al 7° numero primo (che è il 2), il ciclo 10 del 2 lo porta al 20, e il 3, stando ora nel 20, si muove solo del 17 che è il numero naturale corrispondente al 7° numero primo. Ebbene, è il Dio Elohim, ad essere presente con 3. Ora, poiché il suo valore in Bibbia (vedi a lato) è di 646 anni, la su terna è di 646+646+646 = anno 1.938, e c’è così nel 1.938 in cui il Re sull’asino fu su di me. 1.938 : 17 (è il moto del creatore 7° n. primo) = 114 è PTR Romano ed è il moto del Trino Dio Elhoim. Se vogliamo conoscere come si ponga direttamente il 646 del Dio Elohim, rispetto a PTR Romano, con 646 : 114 = 5 si ha, nel valore intero di 10/2, solo il verso 5 in positivo del Dio a immagine e somiglianza del 10 dato da 646 : 57. 666 aggiunge anche l’area a lati 10 e 10 in cui flusso è il 646 del Dio אלהים. 666 infinito è in 66 il suo tempo unitario decimo, che da infinito è poi fissato nel 66 netto di Romano nel tempo unitario posto in 1/10. 57 deve muoversi interamente del 9 invariante (nel ciclo 10) per porsi invariato nel 66. Come si vede, PTR Romano è senza dubbi riferito a Romano, così come lo è a lui il 646 del Dio Elohim, che, ripeto, lo vale nei caratteri ebraici אלהים, poiché diventa il moto del piano (avente i lati di 10 e 10) per quanto va in 666. Anche PTR rimanda al nome intero di Romano come si usava in Bibbia, in cui (dicono) fossero tutte consonanti. In Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, c’è un inizio per la A, carattere n. 1, che è debitamente Trino in Antonio Anna Amodeo (=78+26+47=151=50+50+50+1) e poi ci sono Paolo Torquato Romano (=51+113+66=230), il cui acronimo è PTR e in questo ordine. Infatti RPT=161418 se si dispone in 141816 (e la 1a consonante è spostata ultima), attua le prescrizioni divine che ordinano che il vero 1° su tre valga 1 su 3 = 1/3. Così è tra i 3 figli di Adamo: l’erede del 1° è il 3° con Set (=7) di soli 3 caratteri. Non sono forse chiamate <caratteri> le lettere che costruiscono i nomi? Quando (RPT=0,161418) si mette in 1/3 è 0,053846… ma quando è ordinato in PTR, ecco: 1/3 di (PTR=0,141816) è 0,047272 e l’acronimo PTR risponde al 47 del cognome Amodeo +222 (1/3 di 666=Romano) +50 (1/3 di Antonio Anna Amodeo = 50+50+50+1) bloccato a -1. Dite che ciò è Pazzesco? No: è Divino!
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Nel riquadro, vi mostro in modo molto sintetico come, partendo da un Romano Infinito (ossia da 66 intero seguito dal suo infinito esistere in decimali sempre più piccoli…) per ottenere il carattere (uno dopo l’altro) che determina e caratterizza tutto il nome di PTR Romano, è necessario dividerlo per quel numero intero del cognome Amodeo=47 (dato dal flusso 33 del piano a lati 10 e 10) ×10. I caratteri del nome sono espressi nel tempo decimale, e formati sostituendo ai vari numeri, raggruppati sempre a due cifre, i corrispondenti caratteri che fanno parte dell’alfabeto precisamente italiano! Tale linguaggio è ideale a scomporre esattamente i moti, coi suoi 21 caratteri in cui c’è la media unitaria proprio di Set (uguale a 7 intero solo in italiano, ma senza il tempo 1/10 dato dal <te>=18+5=23, poiché 23 è il tempo 1/10 esatto del 230=Paolo Torquato Romano visto prima). Set vale 40 e dunque è già 10+30 ed è il 3° figlio di Adamo=30, nel mentre in 7 è già uguale a 1/3 della terna spaziale 21 data dai 21 caratteri italiani. Mentre 1/3 di 40=Set vale 13 (1 e 3!) nel valore intero e poi 3 all’infinito. È un ordine divino che sette=63, sia il solo Set=40, senza <te>=23=Abele in caratteri italiani. Te Abele! ucciso da Caino=38! … ma 38+(1+1)=40 è Set!
83 Detto ciò, adesso ricomincio e – in modo spero più esplicativo per voi – vi mostro, disaggregate sempre in migliaia, le stesse sezioni temporali Vi faccio prima però notare come, quando il PTR si completa nei caratteri di Romano (quelli delle sue lettere), caratteri che portano al doppio di 1/3, allora sono i 200/3 a imporsi e si dividono per lo 0,141816161311011213. In questo modo il Padre Eterno è come l’eterna energia data dal Romano=66, Eterno. 470 sono dieci 47=Amodeo=01+11+13+04+05+13, poiché <io sono colui che sono>, avendo data al 10 immagine e somiglianza del 40=Padre=14+01+04+16+05 reso Creatore in 7 giorni, coi caratteri di Amodeo =47 stampa il cognome del Padre Creatore, e lo fa esistere nel tempo 1/10 (tempo unitario) della realtà che è unitaria in 104, nella quale è 4.700. Così Amodeo esiste realmente in 4.700/10. 921 è attivato alla dimensione 10-4 di quant’è reale ed è 7 (tutto il moto) oltre il 913 in principio (nel principio 913 della presenza ¼ di 10 anni, nei 365,25 giorni cadauno, e che in Bibbia è negli ebraici caratteri בראשיתdel 1° libro). Ma ci si arriva anche con il 355+355+211. Il che è tutto il movimento – uno e trino – di Una coppia e di una Trinità. Padre e Spirito santo. 5+5=10, nella coppia di 5 nomi: Romano Antonio Paolo Torquato Amodeo=355. (media 71/nome e 11/carattere) La Trinità di Paola Torquato Amodeo=211. (media 70/nome, 11/carattere). 3 Anna assenti nei 6 nomi! 3×26 son 3 mezzi Anni in settimane, 1,5 Anno. 578 è attivato alla dimensione di 10-7 che è quella dell’intero flusso e riguarda l’unità del tempo (data da 1,5 anni) che va in tutto il positivo esistente in 1.000. Sono in me 3 Anna presenti + il moto da 0 a 500, senza quello da 0 a -500. Il che equivale anche a Una coppia più l’Unità e Trinità. La coppia è di due 237 nei caratteri Anna Paolo Torquato Amodeo L’Unità e Trinità di 26 +3×26 = nei caratteri Anna Antonio. 665 segue ed è alla dimensione del 10-10 che riguarda la struttura atomica. Con ciò fissa ad 1, in 3 dimensioni in decine l’energia atomica. È quella corrispondente ai caratteri 666 di Romano a 3 dimensioni uguali a +141 da: Una Trinità della Unità dei caratteri Amodeo=47, +380 da: Una Dualità della Trinità dei caratteri Anna Paolo Torquato +144 da: Una Unità della Dualità dei caratteri Romano Antonio =665
84 915 segue alla dimensione sub-atomica del millesimo dell’atomo. Sono tutta la presenza in giorni in 2,5 anni – che porta all’intero flusso 913 – al quale si sommano i lati 1 e 1 del piano trasversale avente quel flusso. Alla dimensione 10-3 rispetto al 10-10 dell’atomo c’è l’incredibile inversione tra il grande e il piccolo, e appaiono computati proprio gli anni reali, i nostri, nel valore reciproco a quello atomico. Quindi qui si tratta del nostro anno 1.915 importante, in cui comincia la 1a Guerra Mondiale. L’anno 1.915 difetta di 23 anni (è l’Abele=23 tolto di mezzo da Caino) rispetto alla mia nascita nel 1938 e oltrepassa di 23 anni (stessi numeri 2 e 3, ma in atto tra loro come 2 elevato a 3) la nascita il 7-7-7 di mio padre. 23 è dato dai due primi n. primi che attivano la dinamica, quando sono messi in sequenza. Tutta quanta arriva fino al 53, che è il 16° n. primo. Quando essa è solo 23 è quella unitaria dell’accorpamento che – quando si dispone come 23 – dà origine al volume complesso. In 6×1023 c’è una molecola. Ciò spiega gli 2 elevati a 3 anni dopo il Natale di mio padre (come una molecola), e i 2×10+3, i 23 mancanti ancora al mio. Essendo 915 un moto totale, il suo doppio porta al 1.830 che difetta di 108 anni (al 1938). Tale valore intero 108 (avente lo stesso carattere unitario di 10 elevato a 8, della dimensione della luce) è dato dalla realtà a 4 dimensioni del 3×3×3 che è l’unità cubica dello spazio. Potete vedere anche nel 1.830 la quantità 10 dei 183 giorni esatti presenti in mezzo anno bisestile… nonché la visione rovesciata del 0381 indicante i caratteri del mio nome totale, uguali a tutto il moto che porta all’anno 38 nel suo mese 1. Scusatemi se inserisco questi calcoli, che diluiscono fastidiosamente una spiegazione, ma mi interessa troppo che voi capiate la logica temporale dei numeri. Per essa, se si va nel più piccolo della dimensione 10-10 atomica, si arretra di tanto nel tempo del piccolo da rappresentare in unità la sua parte contrapposta, reciproca, la quale esiste alla nostra dimensione, dei metri e degli anni. Così colgo ogni occasione che mi si presenta, per cercare di farvelo capire. Di farvi cioè comprendere che se noi andiamo nel più piccolo dell’atomo abbiamo l’immagine rovesciata, il reciproco di quanto manca all’unità. 0,0001, ad esempio, è il reciproco di 10.000. Così Dio è 1! è un valore unitario sempre in atto, il quale vi mostra ogni cosa sempre-sempre-sempre tramite il suo reciproco : Satana ! E nel momento in cui si affida a me si affida a un asino! Perché? Non si scambierà chi porta col Re portato e non si deificherà un asino!
85 Con ciò, i 969 anni dati in Bibbia a Matusalemme, figlio del 7° fattore (che si abbina qui proprio a me, Romano Amodeo), mentre espone gli anni del figlio (che evolve discendendo dal padre) mostra nel loro doppio l’anno 1.938 del natale esatto del padre, avendo aggiunto anche il verso in risalita, verso il 7° fattore. In quanto ai caratteri dei miei nomi, 915 è uguale anche a 1.002 -113 +26. Il che indica che c’è il volume totale 1.000 che in linea è 1.000+(1+1)=1.002. In esso c’è e si muove il volume unitario dato (in lunghezza) da 111+1+1= 113, per cui dal 1.002 è sottratto il suo ingombro lineare, per dare il suo flusso. Poi gli è sommato il numero delle 26 settimane del moto diametrale terrestre che in quanto a me dà il carattere del mio 3° nome Anna=01+12+12+01 Il 113 che è sottratto caratterizza (in tre dimensioni): 1. nella 1a D. il mio 5° nome Torquato= =18+13+16+15+19+01+18+13; 2. nella 2a D. il mio nome e cognome Romano Amodeo=(66+47); 3. e infine nella 3a D. RoAnAnPaToAm 29+12+12+15+31+12=113, l’Acronimo a 2 cifre dei miei 6 nomi. 918 esiste alla dimensione successiva (10-16), e riguarda di nuovo il 1.918 importante esso pure perché in esso ebbe termine la Guerra Mondale del 15-18. Ora ciò che manca al 1.938 del Natale del Re venuto sull’asino, è tutto il 25 indicante il valore unitario della presenza. L’esubero rispetto al Padre del Re venuto il 7-7-7, è degli 11 anni che – riferiti al carattere 66 di Romano – sono esattamente 1/6, ossia il percorso in uno solo dei 6 versi che simultaneamente caratterizzano Romano. Quando la presenza 25 va in entrambi i versi, da -25 fino a +25 è il percorso lungo 50, che se deve essere unitariamente veloce, deve aggiungere 1 tempo e porlo a denominatore del 50, tanto da avere 50/1. Ciò non toglie che siano 51 dimensioni, 50 di spazio +1 di tempo. Ebbene, in questi termini 51 caratterizza il nome Paolo,=14+01+13+10+13, il 4°, quello della mia realtà, essendo nato nel giorno esatto della Conversione a Cristo di San Paolo. Mi chiamo Paolo realmente per questa ragione. Si arriva allo stesso risultato di 918 con Romano=66 più l’intero nome di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo=381 (il nome di me, il 1°), più tutto il nome del mio alter ego, il 2° a me Benito Vittorio Anna, Giovanni Vincenzo Amodeo=426, più tutta la differenza delle 45 unità tra lui e me date da 426 -381=45. Con 66+807+45 si arriva in altro modo al 918. Come già è accaduto prima questa storia certamente non vi convince. Allora vi dirò semplicemente che al 913 posto in principio (come i famosi 2,5 anni della presenza ¼ di 10 anni terrestri), si aggiunge ora tutto il tempo del ciclo 10, dato da 10/2, e 913+5=918.
86 424 è la massa 444 in tutto il flusso del piano a lati 10 e 10, massa uguale ai 2/3 dell’energia che nel suo carattere ha il nome ora a 3 D. di Romano=666. Nel modo nominale io sono PTR Romano =114. Sono Trino in PTR e sono Uno in Romano. Moltiplicando così il 114 per 4 della realtà, si realizza il 456, che è il carattere dei primi 10 Creatori. Nel 456 sono presenti i 12 (i figli di Giacobbe, le Tribù di Israele, gli apostoli di Gesù ma anche tutti i 12 Nomi di Romano e Benito) e si muovono per lo spazio in linea che gli resta ed è con ciò lungo proprio quanto 424. La dimensione di 10-19 in cui noi lo ritroviamo è proprio quella riguardante il secolo 19, che esprime tutto il moto di 1 secolo, nei 10 di un millennio che si muovono di un altro intero millennio. 964 esiste alla dimensione di 10-22 che riguarda nell’indice il flusso 1/3 esatto del 66=Romano. 964 è tutto quanto il movimento in 103 di tutte le 36 lettere che esistono nel nome di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo. Poiché però a voi tutto il ragionare sulla base dei nomi puzza assai, allora vi dirò che il 36 che si muove nel 1.000 intero, è la presenza decima dell’angolo giro di 360°. Pertanto tale 964 è tutto il moto di un decimo dell’angolo giro nell’unità totale del volume data da 10 al cubo.. 09. indica infine l’intero moto di 1 nel 10. ma per noi che stiamo cercando di ragionare sui nomi, ecco cosa caratterizza il 9: Romano Antonio Paolo meno Anna Torquato Amodeo. Alias, 51 -42 = 9 Ciò deriva dalla Sezione aurea corrispondente al mio nome come al Nome segreto di Dio.
87
Matematica – Fisica Due nuove Costanti
Il criterio ideale per rappresentare in linea qualsiasi volume estrapola sempre l’area a lati 1 e 1, e lascia il resto intero a lunghezza del 3° lato indicante il flusso dell’area unitaria. Perciò il volume che rappresenta il 114 in linea, vale 112 ed è 489,9285714 volte minore di quello perfettamente cubico avente il lato 38, che è ugualmente 114 nei parametri in linea ed è PTR Romano, solo al cubo. Volume importante quello del cubo a lato 38, poiché la sua area vale giusto 1.444 e computa nei minuti primi un giorno siderale di rotazione terrestre, cioè non riferita al sole ma alle stelle fisse. 1.444 è anche il totale in linee di altezza 1. I caratteri PTR Romano valgono 114 essendo la serie di 9 ordini successivi, (tanti quanto sono i caratteri alfabetici) dati l’uno un centesimo dopo l’altro, di 1. +0,14……………………..……P lettera n. 14 2. +0,0018…………………..……T lettera n. 18 3. +0,000016…………….……… R lettera n. 16 4. +0,00000016…………………. R lettera n. 16 5. +0,0000000013………………. O lettera n. 13 6. +0,000000000011………...….. M lettera n. 11 7. +0,00000000000000…………..A lettera n. 01 8. +0,0000000000000012………..N lettera n. 12 9. +0,000000000000000013……..O lettera n. 13 = 0,141816161311011213= in caratteri alfabetici con proprie caratteristiche = 0, P T R R O M A N O, 14+18+16+16+13+11+01+12+13=114 trascura il tempo dell’ordine dato. Essendo 114 la somma eseguita a due cifre, che ha escluso il tempo decimale tra i centesimi, ma non quello in ciascuno, il valore giustamente unitario passa da 1018 alla sua radice quadrata, ed è dato 109 PTR Romano. Tra le costanti della Fisica, una riconducibile a 114×109 /cad. non c’è. Introduco io la costante di PTR Romano=114×109 /cadauno. Essa è di PTR Romano (1938,0125 – 2.025,1004) nei miei estremi. Introduco anche una seconda: -381/cadauna. + 183 giorni sono la metà dei 366 dell’anno bisestile. -381/cadauna è il suo totale moto nel verso negativo.
88 Il suo valore uguaglia 2+3+5+7+11+13+17+19+23+29+31+37+41+43+47+53, che sono i primi 16 n. primi alla base di tutti i movimenti che noi vediamo realmente. Partendo dal +999 del raggio periodico di un cerchio in cui esso è 1.000 nel suo infinito periodo, la somma -381 determina +618. Poi tutto ciò che vedete a lato e che genera la Serie Aurea che ha il mio nome. Ho ogni ragione per pretendere di darle il mio nome poiché sono davvero i valori dei miei nomi a generarli totalmente, da infinito negativo fino a infinito positivo. 381=Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo. 237=Anna Paolo Torquato Amodeo. 144=Romano Antonio. 093= (Anna Paolo Torquato Amodeo) meno (Romano Antonio). 051=Paolo. Che altro nome dovrei darle se non quel PaTaRa tratto dall’acronimo PTR che vocalizza con le tre A (di Anna Antonio Amodeo) quel Paolo Torquato Romano che ci porta a leggerlo Pi.T.eR e che poi lo traduce in... Pietro Romano? Ne devo dare altri 2, in una definizione voluta Una e Trina: ARCA=RnP Ho così inserito due nuove costanti: PTRRomano e PaTaRa=ARCA=RnP Come Coulomb è
624 /1, cadauno. Così sono queste 2 nuove costanti:
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Possiamo confrontare le quantità. 1. 2.
299.792.458 meno 299.212.598 = 579.860 299.792.458 diviso 299.212.598 = 2,79394050360 fino alla D. 10-11.
Calcolo n. 1 meno meno =
299.792.458 è la velocità della luce (i metri percorsi in 1 secondo), 299.212.598 (dato da un miliardo di PTR Romano=114 / 381) 579.860 è la differenza.
Questa differenza, calcolata in % rispetto alla luce dà 579.860×100 =0,19342047624160044 (299.792 .458) Ebbene 1934 è un vero e proprio anno riferito al tempo che noi usiamo e per il quale il Re è giustamente sceso il 1938,0125 sul suo asino. Dà i 4,8078 anni mancanti alla data del 1.938,0125 che indicano nel quanto che è mancante proprio il soggetto del moto che poi compie quello spostamento. Il soggetto in moto è proprio quello unitario riferito alla realtà unilaterale, alla realtà nel suo complesso positivo, e al moto intero della dinamica. 4 intero è la realtà unitaria dello spazio-tempo. 8/10 è la realtà da -8 fino al positivo di +4, nel tempo unitario di 1/10.
90 78/104 alla dimensione 4 della realtà vi sono le 78 settimane dell’intero spazio-tempo terrestre dato da 1,5 anni. Ora va capito che i 207.542 m mancanti ai 300 milioni in assoluto dalla velocità della luce sono il soggetto reale dell’Unità Elettromagnetica che esiste in 3×108 m e avanza per tutti i metri si spazio residuo. Io insegno che: Log
(m 10300.000.000 ) (m 10
299.792.458
)
=
207.542 −1 è l’ Unità E.M. ms 1
La sottrazione degli indici (=esponenti della base 10) è la divisione tra le due potenze e determina il numero delle volte, in Log 10207.542 = 207.542 volte ogni s. Pertanto confronto la differenza tra la velocità della luce e quella della mia costante, basandomi sull’Unità dell’elettromagnetismo. meno 579.860 Meno 207.542 = 372.318
(è la differenza tra il percorso della luce e di 109 PTR Romano). (è l’Unità Elettro-Magnetica). è la differenza
Il confronto più scaltro va fatto con il ciclo intero dei 365,25 giorni di un anno terrestre, che esprime la nostra generalità. 372.318 - 365.256 (sono 1.000 anni) =007.062 Ciò è l’unità moto 7×103 di 60+1+1 (flusso 10×6 versi di lati 1 e 1 dell’area). Da ciò si capisce che la differenza sta nei valori dati dalla pura dinamica del tempo nel suo ciclo intero, dato dalla massa terrestre. Potremmo attuare il confronto tra: 207.542 e 579.860 procedendo per divisione tra questi indici. Diventano potenze di potenze. Log (10
579.860 (1 : 207.542)
)
= Log 10
(579.860 : 207.542)
= Log 10
2,793940
= 2,793940
579.860 : 207.542 = 2,793940 2, valore intero è il moto 1 di 1 7/10 è l’intera dinamica 7 nell’unità del tempo data da 1/10 93/103 fase inversa in cui 7 di sottrae a 100, area riferita al suo tempo 1/10 94/105 idem (area opposta) nella sua presenza 1, a D. 105 E.M.= √ 1010 Questo computo è meno preciso dell’altro, che ci dava valori interi dei cicli 10 che erano coinvolti. Qui invece entriamo in più o meno illimitati decimali.
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Calcolo n. 2 Riguarda l’esame fatto sulla base della potenza della potenza. Infatti la divisione tra indici indica proprio ciò. 299.792.458 : 299.212.598 determina 1,001937953160648670. Abbiamo così che: 100/100 è una evidente unità 1937,9531 sono anni, mesi e giorni riferiti a questa unità, nella realtà dei suoi decimillesimi. Il riferimento va posto col 1938,0125 dell’arrivo del Re sul suo asino. 1938,0125 - 1937,9531 = 0,0594
= meno 4 ai 6/100 che indicano il tempo 1/100 nei 6 versi
Poiché ciò che manca è sempre il soggetto del moto, anche qui manca l’unità della realtà dello spazio-tempo al compimento dell’intero percorso necessario a compiere 600 versi, che se fossero minuti secondi, sarebbero 10 primi. Ciò rivela che 109 PTR Romano, divisi per l’unità di 381 (di tutto Romano) sono per davvero riferibili allo spazio percorso dalla luce! Anche la dimensione 10 elevato a 9 è coerente con il valore nominale 109 dell’8° fattore, quel Matusalemme la cui vita di 969 anni è esattamente la metà dell’anno 1.938 in cui il Re è sceso sull’asino PTR Romano.
Il carattere di PTR Romano è quello stesso della luce.
Questo è il valore intero della Costante di Boltzman che nei gas calcola, alla dimensione 25 (del giorno 25) quanta sia l’energia relativa ad ogni grado Kelvin di calore: 138 (come un 1 assegnato al mese e suoi 38/100 all’anno).
92 138 esiste in PTR Romano = 381 come il percorso intero fatto dal 243 che ha per effetto il rovesciamento dei valori. Infatti, ove le dimensioni dalla più grande alla più piccola pone primi i 38 anni, poi il mese 1 e infine il giorno 25, nella costante di Boltzman tutto questo ordine si inverte al punto che la dimensione predominante è la 1025 ed è poi osservata nel suo reciproco dato da 10-25 e diventa la più piccola. Poi quella dell’anno esposto solo nel 38, essendo intero nel 1938 e che – con questo – si presenta solo nel valore % uguale al 1,960 che lo espone al 1.966 in cui il 1938 si è mosso in tutto il flusso 1/3 della sua energia 66. Il giorno, che ha la dimensione decimillesima dell’anno, si quantifica 100, 106 volte maggiorato (tutti i moti a indice 3 nel tempo positivo e negativo). Il quantitativo che si pone in principio come 243 nella Costante 381 di PTR Romano e sortisce come effetto il puro e semplice anteporre l’1 collocato in fondo nel 381. Con ciò 243 è il modello in cui il 3×70=210 si sposta esattamente di 33, che è il moto in positivo dato da 1/2 dell’energia unitaria in 66=caratteri Romano Oppure è il modello del ciclo 10 di due mezze giornate, 120 in un lato e 120 nell’altro che fluiscono interamente dello spazio unitario in 3. Tale 243 è la quantità invariante 9×3×3×3 che non varia altro che l’ordine con cui i vari numeri si presentano e che in: 1 è il carattere dell’unità =carattere A 3 è il carattere dello spazio=carattere C 8 è il carattere di tutto il complesso volume 23= carattere H. La costante PTR Romano ha il carattere CHA=381 che, quando si presenta nell’energia di ogni grado termico si gira nei caratteri ACH. ENOCH sostituisce ENO al carattere A, ossia 051213 a 01 e porta 010308 a essere il 512130308 che vive i 365 anni in questo modo: li divide in migliaia 512 migliaia +130 migliaia migliaia +508 migliaia =1.150 in cui 55 (elettromagnetismo) si mette in principio, e residua 1.095. 1.095 : 3 = 365 anni vissuti dal carattere ENOCH Adamo 930+Set 912+Enos+905+Kenan 910+Malaleel 895+Iared 962+ Enoch 365 hanno ricevuto 5.879 anni, che sono 7.000 -5.879 = 1.121 Sono gli anni trattenuti rispetto a 1000 ciascuno, ai primi 7 fattori così caratterizzati in Bibbia1.121 + 29 (è il 10° numero primo, ciclo unitario del movimento) 1.150
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Apro una bella parentesi sulla Costante di Boltzman
Così risulta oggi, ma così non sta usando l’unità dell’energia (che esiste alla dimensione avente l’indice -5×5 del fronte elettro-magnetico), ma quello 10-23 della molecola. Per farvi capire, osservate quello che vi dice il computer sulla misura di quanto tempo avrò alla fine della mia vita prevista per il 4 ottobre 2.025. Posso scrivere: anni 87, e altri decimi quando misuro in anni… Ma se misuro in giorni, essi sono 32.029 e in tal numero non ritrovo più gli anni. Se sto usando una misura invece di un’altra cambia ciò che si ottiene. Il tempo è il valore reciproco. 1/87 anni mostra come tempo dell’intero lo 0,0114942528… in cui la realtà decimillesima unitaria ha il valore esatto 0,0114 di PTR Romano nel tempo intero della sua vita in anni ? Il reciproco esatto di 0,0114 è 87,7192 fino alla dimensione reale. 87,7192 - 87,1004 data esatta della mia presunta morte. 0,6188 il quale sottratto a 1, indica tutto il moto dello 0,3812 che è il flusso intero dell’anno 38 in cui sono nato, completo in tutti i suoi 12 mesi.
94 Così in fisica, quando si usano le unità di misure intere, come nel caso della Costante di Boltzman il Joule e il Kelvin, e si ottiene 0,00000000000000000000001380649. Mutando in intero tale quantitativo, esso lo è come 1.380.649×10-29 che da un intero moto ×10-6 al 10-23 della molecola. La molecola è 6 volte 10-23 e se la Costante di Boltzman è cercata a D. 10-23 risultano le molecole! 6 volte 23 =138 è giustificato proprio nell’intero di questa costante, che è come una macromolecola. Dopo di che il 6 si moltiplica per le 4 volte che il 33 esiste nella realtà, ossia per 108, e diventa il 648 a cui manca solo la presenza 1. Infatti 6×(33 ×4)+1=649 . Da ciò risulta che i due momenti interi sono a D. -25 e a D. -29. Misurando la costante di Boltzman alla dimensione 10-23 questa dimensione 23 è quella esatta 1 della molecola, e noi stiamo misurando nell’unità della molecola che è 6 volte 10-23 ciascuna. Ci sono 6 unità di moto che generano la compresenza in tutti e 6 versi, il che genera un sistema unitario e chiuso. Se dividiamo per 6 il 649 che avevamo come dettaglio esso si riduce al 108 che è movimento puro dello spazio, dato da 27 moltiplicato per le 4 dimensioni della realtà. Ciò dimostra come, alla dimensione della molecola, compare il moto di 33 nelle 4×6 = 24 dimensioni unitarie che, con 33 ×24=648 +1 di reale presenza introduce quello 0,0649 di tempo molecolare, alla dimensione di 24 -1 che la fissa alla dimensione di 10-23. L’unità della Costante di Boltzman, ha il suo 138 che risulta anche dal 33° numero primo che è il 137. Quando il 33° numero primo (che è flusso di energia) esiste nel tempo 1, si presenta nel numero naturale 138. Il 138° numero primo è, a sua volta, il numero naturale 787 che appare come il ciclo 10 in tutto il suo moto 7 nelle sue tre dimensioni, uguale a 777. Tutta questa dissertazione sulla costante di Boltzman per dire che la sua dimensione di J K-1 è a immagine e somiglianza della nascita di PTR Romano nel mese 1 dell’anno 38 e nel giorno 25 relativo alla dimensione di questa costante. In sostanza – oltre che percorrere tanto spazio quanto la luce alla dimensione 109 del 109 di Matusalemme – è l’energia unitaria di un grado kelvin di temperatura.
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Tutte quante le relazioni tra PTR Romano e le sue parti
PTR Romano / Romano delimitato a 66 114 =1 , 72 66 Il calcolo dà 1, 25+0 , 47 e, con esso, realizza l’eterna Genesi 25, nel gennaio del 25, dato da 1 nell’eterna presenza di ¼ di 100, sommata all’eterno tempo avente i caratteri Amodeo, e uguale a tutta la realtà 40 che crea in 7 giorni.
PTR Romano / Romano nel periodo infinito dei 2/3 114 =1,71 (66 , 66) Uguale all’unità, nel tempo dello 0.71 in cui il 10° numero primo, uguale al 29 come numero naturale, esiste nel 100 e si muove in 71. Se vogliamo capire 71, con un riscontro relativo alla storia sacra, possiamo riferirlo ai 70 che entrarono in terra d’Egitto e furono tutta la presenza 1 assegnata a quei 70 (che, rispetto al 100, sono tutto il moto di 30).
96 PTR Romano / Antonio delimitato a 78 114 =1, 461538 78 Il calcolo determina 1+ 10/(7+7+7+0, 66) L’unità più il tempo unitario in cui il Dio 10 si divide per l’unità della nascita, il 7-7-7, del Padre, Luigi Amodeo, più l’infinita esistenza di un Romano Infinito.
PTR Romano / Antonio delimitato a 78 in periodo eterno 78 (144 , 692307) 114 = (78 , 78) 100 Il risultato dà Romano Antonio=144 a D. centesima, nel 144 , 44 di Romano Antonio, sempre nello stesso 144, ora nell’eterno periodo di Romano.
PTR Romano / Anna o Dio 114 =4 , 384615 26 Determina l’Unità e la Trinità di Dio, nel tempo di un ciclo infinito in cui l’intero 381.000 (uguale a mille volte tutto il valore 381 dei 6 nomi di Romano) si somma al 3.615 (che dà il 500° n. primo =3.571, quando si muove delle 44 volte uguali al piano a lati 22 e 22 dell’Energia 66 di Romano, e con 3.571+44 è 3.615). Lo stesso 3.615 (sommato a 381.000), lo lancia nel 15, che è l’unità dello spazio-tempo, che si sposta nel ciclo di 10 angoli giri.
PTR Romano / Paolo 114 (22 ,3529411764705882) = 51 10 Dà il flusso 1/3 di Romano nel decimo, e in un periodo eterno a 16 cifre di tutti 2=6/3 +1.307.189.542.483.660 riconducibili ai 130 anni in cui Adamo non ebbe ancora il suo continuatore Set, avendo poi 800 anni da Padre.
97 Essi qui sono dilatati sui 4 tempi della realtà: 718+954+248+366 (=1 anno bisestile), per un totale di 2.286 anni. Il valore medio è di 571,5 anni ciascuno, distante dagli 800 di Adamo padre, i 228,5 anni (e non 228,6), essendo il flusso di 1/10 di anno. 51, moltiplicato per (40 -2), porta giusto al 1938 natale di Romano. Pertanto, dividere PTR Romano per 51, lo pone in relazione al suo tempo, che poi è quello 22,222… +Adamo, nei suoi 930 anni, di cui 130 spesi da figlio e 800 da padre.
PTR Romano / Romano Amodeo 114 =1,0088495575221238938053097345133 113 Dà i 100/100 più 88=66+66/3 (flusso 1/3 di Romano +Romano); poi il piano 72 del moto totale; poi 66/6 per 5 (tutta l’energia E.M. 55); poi lo spazio 75 della presenza 25+25+25 a questa D. 10-10 atomica. Alla D. sub-atomica ricomincia il flusso 1/3 di Romano, che poi percorre 123+893+805+309+734+513+300=3.677= un anno bisestile di 366 giorni +17/10 di puro moto, disseminato in 7 quantità, per 525 di media, uguale al flusso 25 del piano a lati 250 e 250.
Romano Amodeo / PTR Romano 113 =99,122807017543.. . 114
rapporto reciproco del precedente. In esso voglio farvi notare come il tempo 0,12280 valido fino alla dimensione elettromagnetica 10-5, mostra in che modo questa relazione rispetta quella tra gli altri due estremi di Romano: uno suo padre, l’altro suo fratello, che deve a lui la sua nascita e, in un certo senso, è suo figlio. Vedete a lato che la distanza è di 12.279 giorni. Essi però sono questi 12.280 giusti quando si consideri anche il dì 7-7-7 da cui parte la distanza.
98 PTR Romano / Amodeo 114 =2,4255319148936170212765957446809 47 Il computo dà l’intero 2, che è 42 nel tempo: (Esaù e Giacobbe); poi 5 Romano=66/6; poi 3191+4893+6170+2127+6595+7446+8090 = 38.612 = 38100 +512, in 7 moti a 4 D., la cui media è di 5.501 +10/14 esatti (presenza 1 di 100 Romano=66 -6600/6). 38.100 è 100 volte tutto il nome di Romano, e 512 =2 9 è l’intero moto binario
99
Religione. Bibbia 1,1,1 prescrive PTR Romano=114 Per osservare in che modo 114 abbia a che fare con il primo versetto di Bibbia, che qui sotto è riprodotto, va considerato in che modo 114 occupa o è posto in principio totale con il suo valore cabalistico, dato da 4.631.
Col sottrarre al valore 4.631 (in ebraico) il 114 (in italiano) di PTR Romano si prescinde dal linguaggio diverso, avendo riposto tutto solo nel suo puro numero. Si può, poiché 104.631 : 10114 rivela con 104.513 quante volte la potenza 10114 di PTR Romano esiste per dare il 104.631 con l’indice 913 posto in principio nel 10913, che è uguale al ciclo ¼ di 10 anni contati dal numero dei giorni di ciascuno. L’indice 4.631 è 6+(66+1+1)2 , il che è il Log 106×(10(66+ 1+1 ))(66+ 1+ 1) ; è la potenza del 6 moltiplicata per la potenza di potenza del volume 66= Romano in linea, cioè il flusso 66 più il piano a lati 1 e 1. Il che, in lunghezza, è 68, ma se è espresso non più nella somma ma nel prodotto, allora è 66 ed è volume. La potenza in base 10 di 4.631, divisa per quella di PTR Romano posta sulla stessa base 10, quando è osservata solo negli indici delle potenze, deriva dalla sottrazione tra gli indici stessi. 4631 (indice del ciclo intero dell’energia del volume terrestre) - 114 (PTR Romano) =4513 è il numero delle volte in cui PTR Romano deve esistere per determinare tutto il ciclo terrestre. Ebbene, 4.513 è geometricamente rappresentabile in linea come il piano a lati 220 e 220 il cui flusso è il 113/1 che nella somma di 113 e dell’indice 1 della presenza, assume la valenza 114 di PTR Romano... … e dei 114 capitoli di quel <6 Sacro Corano> che in 6+17+1+3+16+13 +3+13+16+1+12+13 dà lo stesso 114 dei suoi capitoli e di PTR Romano.
100 Altro modo di osservare la relazione, sta nel dividere 4.631 per 114. 4.631 =40,6228070 114 Da tale risultato <oggettivo>, capiamo anche che cosa compone il 4.631:
114×(40+0,6+0,066/3+...)=4.631 +4.560= + 68,4= + 2,508= + 0,0912= + … =4.631,00000
114×40 è il ciclo 10 del valore primi 10 da Adamo a Noè. 114×0,6 è 66+2,4, l’energia=Romano nei decimi di 24 h. 114×0,066/3 è per il flusso 1/3 d’energia=Romano in 10-3. 114×0,0008 in realtà 10-4 sono gli anni di vita di Set.
PRT Romano=114, moltiplicandosi così per le 40 volte della Realtà intera (data da 10+30), arriva al 4.560 (che è il valore in gematria dei primi 10 fattori elencati e quantificati in Bibbia 1,5) e, per giungere al 4.631 gli basta un +71. 71 è il moto di 29=10° n. primo, nel 100. 71 è il 20° primo uguale numero naturale 71. Così 71 è il 20° primo che, più i 10 primi nel valore ×10 del nominale 456, con 71+10×456 = 4.631, dà il ciclo degli anni terrestri datoci da Bibbia 1,1,1. Possiamo arrivare al 71 anche considerando i due nomi di Giacobbe e di Israele, dati allo stesso padre dei 66 che si sono uniti ai 3 che erano già lì con Giuseppe e i suoi due figli.
Da aggiungere solo i 3 che erano già lì, come uno spazio nudo e crudo, di riferimento intero, che poi sarà assunto come propria figliolanza tutta dal padre, Israele, che in Bibbia 1,48(=Gesù) adotta a propri figli i due di Giuseppe,. Ciò nel segno dell’assunzione a figlio di Dio del nato da Maria Vergine, che in Giuseppe ebbe solo un padre putativo. Lo stesso padre loro putativo espresso da Israele, quando li espropria alla paternità di Giuseppe e li assegna alla propria. 71, scientemente, è anche il moto del 10° primo nel <10 che è 10>: Jahvè.
101
Il 1° libro di Bibbia ordinò quest’asino PTR Romano trasportatore=Arca di Noè
Le quattro lunghezze che furono ordinate danno: 300 +50 +30 +1 = 381 di lunghezza totale tramite i sei nomi di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo= 66+78+26+51+113+47=381. Doveva mettere da un lato la porta: essa è la potenza di potenza di potenza… (per 16 volte) che porta all’indice 381 dato da 102+3+5+7+11+13+17+18+23+29+31+37+41+43+47+53 e che è la potenza di potenza (a carica 16 nella potenza) data dai primi 16 numeri primi. Doveva fare le 381 lunghezze col cubito: cu(m)-Bito ossia colle 426 date dai 6 nomi di Benito, il n. 2=B, il 2° ito <andato> come ciò è detto solo per un Romano. Doveva farle a tre Piani: 1. 144 il piano inferiore dato dai nomi 1° e 2°, Romano=66+Antonio=78, a indicare le decine di minuti riguardante 1 giorno; 2. 77 è il piano medio dato dai nomi 3° e 4°, Anna=26+Paolo=51, a dare tutto il moto di 66=Romano (energia intera) quando il 66 va nell’unità dei 66/6; 3. 160 è il piano superiore dato dai nomi 5° e 6°, Torquato=113+Amodeo=47, a dare il ciclo 10 della carica 16 del moto totale quando tutta la realtà uguale a 104=10.000 si divide per 54 (la realtà solo in positivo) e dà la carica 16 del piano in cui 4 (lo spazio-tempo) si carica per 4 (per se stesso) ed è 16.
102
Io affermo che la Bibbia immette le sue prescrizioni nel tempo dovuto. Questa, delle dimensioni da dare all’Arca di Noè, fa parte del libro 1 e capitolo 6. Ebbene, 16 è uguale in Italiano alla lettera R e, laddove i numeri che per davvero indicano e sono quella sorta di nocciolo atomico dei numeri naturali, i primi 16 sono esattamente questi 2+3+5+7+11+13+17+19+23+29+31+37+41+43+47+53. La loro somma è uguale a 381 e dà le misure all’arca di Noè, usando R=16, la prima lettera del nome Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, che vale lo stesso 381, tanto che la sola R iniziale di tale treno li rappresenta tutti e 6. Così la definizione di libro e capitolo è il 16=R, e anche il versetto che con il tetto conclude tutta l’opera è il 16=R. Per provarvi la perfezione del testo della Bibbia di Gerusalemme, vi analizzerò i valori contenuti in Bibbia 1, 16, dal versetto 14 fino al 16 completo. 14. Fatti è 6+1+18+18+9 =52=26+26, Dio=26 che si sposta interamente di 26. un’arca è 19+12 +1+16+3+1 uguale ad un nuovo 26+26, tanto che il comando di “Fatti Un’arca” è stato fatto da un Dio=26, uno e Trino. di legno di cipresso è 4+9 +10+5+7+12+13 +4+9 +3+9+14+16+5+17+17+13 è 167 e struttura 100 +66 +1, tutta (100) l’energia (66=Romano) in moto (1). In tal modo le 7 parole composte da 28 lettere (uguali al moto 7 in tutta la realtà a 4 dimensioni) valgono 52+52+167 uguale al 271 che mostra un piano a lati interi 100 e 100 (della nostra realtà) il cui flusso è 71 = 100 meno il 1° numero primo 29. Con queste 7 parole e 28 lettere italiane è generato tutto il flusso 100 -29=71 del 10° n, primo, 29, nel 100 equivalente al suo totale anche nella linea del flusso. 271 : 28 è uguale al 9 intero (tutto il moto di 1 in 10 in ogni lettera nel tempo dato da 19/28, il cui resto 19 è il moto di 1 in un 10 che esiste in 10 e si muove di 10.
103 271 : 7 disaggrega una media su ciascuna delle 7 parole, di 38, che è tutto il moto del piano a lati 1 e 1, nella realtà divina di 10+30. Ciò accade nel tempo di 5/7, laddove 5 è tutta l’unità in un verso data dal tempo di 10/2. Pertanto il punto e virgola ha valore a osservare tutto ciò. Poi il testo italiano spiega come realizzarla e strutturarla. Dividerai l'arca è 4+9+20+9+4+5+16+1+9 +10 +1+16+3+1 è 77+10+21=108 in cui dividerai=77 indica tutto il moto, 10 è la sua quantità ciclica intera e 21 è 7+7+7 il moto riferito alla totalità dei tre assi. Così, questa divisione ordina nell’arca realizza il 33 Uno e Trino, il 27 che moltiplicato per 4 è 108. in scompartimenti è 9+12 +17+3+13+11+14+1+16+18+9+11+5+12+18+9 =178 mostra l’attuazione della Trinità del Dio 26, sommata all’unità del 100. Il valore del termine scompartimenti, uguale a 157 si mostra come il moto del piano a lati 1 e 1, scomposto in tre gruppi di 50, tempo esatto del totale 100. e la spalmerai è 5 +10+1 +17+14+1+10+11+5+16+1+9 = 100 è l’unità. di bitume è 4+9 +2+9+18+19+11+5 uguale a 77 è tutta l’opera nel tempo dentro e fuori è 4+5+12+18+16+13 +5 +6+19+13+16+9 = al 135 che somma al piano 100 il 7 per 5 che lancia il 7 del moto in tutto il tempo dato dai 10/2. Sono 13 parole con 62 lettere che valgono 108+178+100+77+135 = 598, valore che per essere il 913 <in principio> va integrato di 315. È il solo flusso del piano a lati 1 e 1, corrispondente al 317 del 66° n. primo, quello nominato Romano. Tutte le 13 parole di questo periodo dal punto e virgola fino al punto esprimono il moto totale 3 del ciclo 10. Tutte le 62 lettere esprimono in lunghezza il volume 60, dato da 60×1×1=60 allorquando la somma 60+1+1=62. è il valore complementare al 38 nel 100, e che - letto nel verso negativo - vale il 26=Dio. Fatti i debiti computi che vi risparmio, questi sono i totali dei versetti 14, 15 e 16. Vers. 14: 20 parole con 090 lettere e da 869 quantità in gematria. Vers. 15. 18 parole con 087 lettere per 0822 quantità (=100+26+26+26 in 103). Vers. 16. 29 parole con 118 lettere di 1.075 quantità (tutto lo spazio +103). Totale 67 parole 295 lettere 2.813 quantità 67 parole sono l’energia intera del 66=Romano +1 di presenza dinamica. 295 lettere sono il ciclo 10 di 29 (10° n. primo) nel tempo unitario di 10/2. 2813 quantità sono il flusso 13 del perimetro del quadrato il cui lato è 700; alias sono il 913 posto in principio +1900, il tempo ½ del 3800 posto come il ciclo 10 delle tre lunghezze in cubiti ordinate nel versetto 15 e date da 300+50+30 e uguali a 380. Pertanto, posto in principio il libro BRASIT=913, il valore totale delle 295 lettere della terna di versetti 14-15-16, è totalmente coerente con il ciclo 10 dei dati numerici espressi dalle lunghezze del versetto medio n. 15.
104 2.813 : 295 dà come media l’intero moto 9 ogni 1 lettera, +158/295 = 0,5355 che è tutto l’elettromagnetismo dato da 0,5555, per come è misurato nel solo flusso unitario dal piano avente i due lati di 1/100 e 1/100. Il 158 del resto, ripartito nel tempo 295esimo, è il flusso totale unitario 9+9 del piano dinamico a lati 70 e 70. La perfezione di ciò li conferma come i dati perfetti posti in principio e ai quali è stato poi virtualmente anteposto l’Antico Testamento. Ma voi non sarete d’accordo!!!
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Religione. PTR Romano già prescritto dall’Antico Testamento La data di nascita dell’idea del Re umile che arriva su un puledro, figlio di asina - animale modesto e mansueto - per entrare nella sua città risale in Bibbia al libro numero 43,99 del profeta Zaccaria… che appare incamminato verso il 44. Il libro 44, del profeta Malachia, conclude l’Antico Testamento. Per alcuni il Libro Sacro ne ha 46. Li ho contati ed elencati come vedete, e sono questi 44.
<Zacc! A.R.-Ia> è Ia il Re, Iahvè arriva di colpo – zacc! – su AR acronimo d’Amodeo Romano? Aria che serve alla vita di tutti! La Provvidenza non a caso lo ha denominato così chiaramente. Non a caso è il libro n. 43, nel flusso 33 (come la vita di Gesù) del piano a lati 5 e 5, in cui 5+5=10 è come il Dio Padre d’ogni numero. 55 è il valore numerico in Gematria del nome Zaccaria e 33 è 66/2 (è il vitale mezzo… è l’asino) sul quale il Re entra nella sua città.
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L’asino che in 2 umile asseconda il Re, in 66 è Romano il mio 1° nome. In 99 – cap. 9, versetto 9, del libro 43 di Zaccaria – 66 è il piano di tutta la energia cristiana a lati 33 e 33, il cui flusso sono i 33 anni di vita di Gesù=7+5+17+19=48. Poi virtualmente 44 e 44 si sdoppiano per l’arrivo del Nuovo Testamento, sono virtualmente 88. Diventano 8,8 presentandosi nel tempo decimo dell’unità. Ciò ha 26/10 “in principio di ogni cosa” nel tempo decimo della presenza di Dio. Così accade ed è vero che: 43×(4,4+ 4,4)+2,6 = 381. Romano66+Antonio78+Anna26+Paolo51+Torquato113+ Amodeo47 =381 è PTR Romano Ove 66 è il mio 1° nome Romano, e 26 è il mio 3° nome Anna, questo 381 è il valore in Gematria di tutti i 6 nomi del Re arrivato su un asino. In tal modo l’Antico Testamento nel suo libro 43 di Zaccaria, quando si moltiplica per tutto il moto 4,4 di 4,4 ( e si tratta del tempo unitario dato in 1/10 dei 44 libri totali dell’Antico Testamento, che avanzano interamente nel Nuovo Testamento) giunge al 378,4. Giunge con ciò solo al tempo unitario della realtà a dimensione 4, dato da 4/10, e lancia in tutto lo spazio 300 la trinità di Dio data dalle 3 divine dimensioni di Anna=26, che sono uguali al 78=Antonio, ma non è ancora completo” Per esserlo, deve aggiungere alle 3 dimensioni della Trinità di Anna, la dimensione posta unitaria in principio di Un Dio=26. Ciò dimostra in modo perfetto che tutta l’indicazione data dal profeta Zaccaria al capitolo 9 e versetto 9, è data esattamente nel segno dei 99 nomi di Allah, creduti nel Credo Islamico.
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Come Malachia pose termine all’ AT, così S. Malachia determinò la S.R.E. Dopo Zaccaria che introdusse l’arrivo a Gerusalemme del Re umile su un asino, il profeta Malachia concluse l’Antico Testamento. In modo del tutto analogo è il Santo avente lo stesso nome di Malachia a porre termine, con una profezia, alla Santa Romana Ecclesia governata dai vicari di Cristo, che attendevano il Re. Nella sua – famosa – sui Papi, anche il Cattolicesimo di Santa Romana Ecclesia (S.R.E.) è dichiarato insediato in posizione estrema rispetto a quella del Santo Re (S.RE) che arriva con il nome di «Petrus Romanus, qui pascet oves in multibus tribulationis;» il Pietro Romano che pascolerà il gregge in mezzo a molte pene e travagli. Elencato dopo il n. 112, sarà così il 113°. Il pontefice n. 112, il cui motto è Gloria Olivae è quel Benedetto XVI che abbandonò il suo ruolo così come Giuda, che lasciò Gesù pensando di aiutalo a modo suo, e lo glorificò con un bacio, nell’Orto degli Ulivi! Così per il Pietro n. 122 c’è la Gloria del tradimento. Qui vi mostro la pagina di questa profezia così come è stampata, con la punteggiatura e la grafica. In essa ci sono due rientri del testo, nella sua fine, che ho riquadrata. Significano che sono solo due righe, troppo lunghe per stare tutte su una. La 1a rivela la mancanza di un RO (Romano) ed è così (In prosecutione) un Di seguito. Punto. Il punto c’è; è minuscola la 1a delle tre parole di seguito (extrema S.R.E. sedebit) solo per mostrare in maiuscola la Trinità discorde, S.R.E., avversa, insediata in posizione estrema al S. RE arrivato in un RO MANcato in tutto nella loro attesa e riconoscimento, e avversato.
110 Essa – rivela San Malachia – si insedierà e schiererà in posizione estrema, come un Cattolicesimo che si opporrà, da cima a fondo, all’arrivo, al ritorno del Santo, umile, RE e – come altezzosa e... pretenziosa “santa” R.E. (Chiesa di Roma) – si insedierà al posto del RE, comportandosi proprio come ogni sostituto, ogni reggente di questo mondo, che si oppone e cerca di ostacolare in ogni modo il ritorno del RE di cui è solo Vicario. Si chiama Pietro proprio dalla Pi di Paolo e Torquato Romano che da sempre sostituisce, fin da Ietro, suocero di Mosè. La Profezia di San Malachia mostra l’arrivo del Re coi mancanti caratteri RO=29, 10° n. primo, proprio così come ogni cosa divina è rappresentata nel campo reale: con la faccia adversa e posta in contrapposizione al davanti visibile. «extrema S.R.E sedebit> mostra la faccia della moneta che è quella estrema a quella del S.RE del tutto invisibile poiché arrivato umile in realtà sul RO man...C. ante, perfino collocato ante Cristo! (rappresentandone il Padre e S. S.) Per riuscire a dare una immagine reale ad ogni prospetto invisibile, (come il Regno di Dio, contro cui sta quello di Cesare) si può solo comprenderlo per contrapposizione al visibile volto di Cesare che Gesù chiese... di chi fosse. Allo stesso modo è presentato Pietro Romano, il S.RE che arriva, mentre la S.R.E. mostra il volto estremo e avverso di Cesare. Non a caso il testo della profezia usa l’acronimo S.R.E. anziché scrivere per esteso Santa Romana Ecclesia. Se lo avesse fatto, non avrebbe descritto lo stesso contesto riferibile al S. RE che viene a te, Gerusalemme…
L’arrivo reale e successivo a tutti i Pietro, del Santo RE, è annunciato proprio tramite le tre parole poste dopo le prime due, che, con extrema S.R.E. sedebit mostra non il S. RE, ma la S.R.E che si è schierata tutta nella parte estrema della stessa RES, della stessa cosa Romana.
111 Poiché nell’A.T. il profeta Zaccaria aveva prescritto l’arrivo di PTR Romano, – dopo che la 1a riga di San Malachia ha presentato il Ro man C. ante – ecco che la 2a della sua profezia lo ribadisce e lo scrive chiaro, netto e tondo: nei caratteri Petrus Romanus=89+89 =178 =1° in 100, + 2° e 3° in 78=Antonio=3×26=Anna. Lo fa con l’uso (per nulla casuale) delle 130 lettere esatte esistenti come uno straordinario PS (post scriptum, dalla prima P di Petrus fino all’ultima S di Finis. Il fact(130) è 6466,8... ×10216 e mostra sei + 10×caratteri אלהיםi=464=Elohim. Mostra che il piano coi lati 100 e 100 hanno il flusso 6.666 =66×101 laddove ci sono i caratteri Romano=66 e i caratteri Luigi Amodeo=101 (=54+47) come una comunione perfetta da Figlio e Padre. Il così significativo 6466 appare intero quando sono esattamente 10216 le cifre decimali, che (con l’indice 216) indicano il piano identico (a lati 100 e 100) il cui flusso è quello caratterizzato dal carattere R=16, del Re umile su Romano. Tra i 130 caratteri c’è anche il segno & (è il 92° a 38 lettere dalla fine). Va detto che solo oggi & significa and (= in prosecutione = di seguito), il cui suono è lo stesso di The end=Finis. Ecco così che – nell’inciso della 2a riga – se ne apre un ultimo, il quale – tra l’&=The End e il finis. – porta alla fine estrema: dopo il 112° Pietro di S.R.E. s’imporrà il S.RE sull’asino il nome Paolo, e regnerà fino al termine di questa generazione sulla Terra. Il perché è chiaro: con Pietro e Paolo, i 2 prìncipi del Cattolicesimo, il 1° in princìpio doveva cedere al 2° . Dopo la venuta in RomanC.ante in prosecutione…. A-. Dopo l’insediamento di Petrus Romanus… in multis tribulationibus… B-. Alla fine delle quali tribolazioni…. C-. le vite del settimo colle…………... D-. ruetur saran rimesse in corsa, & ex T re Iud, e finalmente dal Re Giudeo T, della Croce. ro medus iudicabit (Ro, di Mediolanum, Meridionale e su D mé...) giudicherà: suo (suum) è Paolo (Paulum, reso pulum solo minuscolo e senza la A del primato, come accaduto tra Giacobbe ed Esaù in Gesù). Finis, fino al termine! In sintesi estrema, la Profezia rivela che: «Il giudice Trinitario (RO, un meridionale vissuto a Milano e che è il Re su di me, che era già stato sottinteso in <prosecutione>) giudicò che suo era Paolo».
112
Le parole, della 1a delle 2 righe, sono 5 e composte dalle 29 lettere indicanti l’arrivo del 10° n. primo. In sostanza, sull’asino, arriva il 10° numero primo! Arriva in un dualismo possibile solo tra 14 e 15 (a formare il PQ di PopulusQue) e tra 13 e 16 a formare RO, nel segno della lettera P letta “quale RO” a indicare poi il Cristo XP premettendo ora a RO il 10=X del PopulusQue Romanus e basta. Non SPQR, no! senza il Senatus, poiché è nato! Solo PQR Ed è quel popolo che in Bibbia 1,25 è più forte di Israele=Giacobbe, nel ventre di ReBecca: il RE B=2 è cca! Così 29 lettere descrivono l’arrivo del n. 1°, il 10° primo Padre a immagine del 103. 29 lettere nella 1a riga +130 nella 2a portano il “di seguito” (tutto quello posto in psecutione) al 159 di un 1° posto in 102 e un 2° posto nel 59=Benito che gemellò me. Benì Am, Benito Amodeo come il Beniamino che concluse quanto iniziò con il 1° R-u-Ben che prescrisse Romano unito a Benito. Ricordate ciò che vi ho già scritto? Ve lo ribadisco:
Alla grandezza 10-7 riferita al lato unitario dell’area 1,25 dello Spazio-tempo, si definisce l’intero 1,118 solo avendo posto in principio e come del tutto invisibile un 113 che fosse Trino ed Uno.
113 Coi caratteri Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo del 1° = 381 e i caratteri Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo del 2° = 426, abbiamo che il 1° che cede al 2° gli si pone a denominatore, e abbiamo che:
Questa cosa mirabolante esiste quando il 1°, chiamato con 6 nomi che sono i miei e valgono giusto 381 nei caratteri, sono posti a servizio del 2°, nato come il Beniamino succeduto come ultimo a R-u-ben, (Romano unito a Benito). Ove 426 è la serie ideale data da: 18 +48 +66 +114 +181 = 426 già di Adamo Set Enos Cenan Malaleel Iared, Enoch Matusalemme Lamech (nomi dei primi 9 fattori, da Adamo fino al padre di Noè, il 10°): 30+40+47+33+53+35+41+109+38= 426 ora è di Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo: 59+116+26+83+95+47= 426 mentre i nomi di me 1° Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo sono 66+78+26+51+113+47 = 381 e hanno lo stesso valore delle lunghezze ordinate in cubiti nell’Arca di Noè: 300+50+30+1 = 381 e hanno lo stesso valore della somma dei primi 16 n. primi: 2+3+5+7+11+13+17+19+23+29+31+37+41+43+47+53 = 381 426 (2°) = = √1,25=1,118 solo se è trasceso un 113 Trino e Uno invisibile 381 (1°) Ebbene tale 113 posto in principio, Trino, Uno e invisibile è esattamente il Petrus Romanus della Profezia di san Malachia! Egli – come il S. RE umile che arriva sull’asino – è visibile solo tramite la S.R.E. posta a suo valore estremo! Si vede solo in contrapposizione! È Petrus Romanus il nome che è decisamente Trino e Uno nei miei 6: è Trino in PTR (ed è l’acronimo di Paolo Torquato Romano, i tre soli, tra i miei sei nomi, che cominciano per consonante); è Uno in Romanus , il mio 1° nome in latino, intero e da solo.
114
Quando il testo della profezia di San Malachia arriva alla riga successiva al Pietro n. 112, indicato con il motto di Gloria Olivae mi sembra indiscutibile che esso debba essere il Pietro numero 113. PTR Romanus (Trino ed Uno), se sono veramente io colui che è coinvolto e così prescritto dalla profezia di san Malachia, deve valere in me un 113 che sia Uno e Trino. È tassativo, se la Profezia indica proprio il mio nome! Potete osservare tutti come, posto il software Gematrico di A=1, B=2, C=3… Z=21, il nome di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Romano Amodeo, sia Trino ed Uno esistendo per ben 4 volte, nel valore espresso in Gematria in cui: 66=Romano=16+13+11+1+12+13. 78=Antonio=1+12+17+13+12+9+13; 26=Anna=1+12+12+1; 51=Paolo=14+1+13+10+13; 113=Torquato=18+13+16+15+19+1+18+13; 47=Amodeo=1+11+13+4+5+13. Ciò verificato, ecco che: 1. Romano Amodeo; 66+48=113 è il nome e cognome; 2. Torquato = 113 è il 5° e ultimo nome, che come ultimo ha tutto; 3. Ro-An-An-Pa-To-Am =29+13+13+15+31+12=113, è l’acronimo a 2 cifre iniziali dei 6 nomi. 4. ma-ton-o-rqua-od=136 in 12 lettere, sono il valore mediano, escluse da ogni nome le due lettere in principio e le due alla fine. 136/12 rivela il valore medio 11 ,3 dato dalla presenza decima di 113. Ebbene, anche nel 1° nome Romano sono Uno e Trino rispetto a tutti e 6! Anche il 66=Romano esiste così, nell’insieme di tutti i miei nomi: 1. Romano=66 2. n+i+n+l+t+e=66 è la somma delle penultime lettere. 3. o+o+a+o+o+o=66 è la somma delle ultime sei lettere. 4. 400 -334 =66 sottrae alla realtà intera in 100+300 la somma dei soli 5 nomi e, al punto 4, ottiene in 66 il valore unitario del loro moto.
115
Altro da dire sul Petrus Romanus (di San Malachia) che è PTR Romano
La forma Trina dei caratteri PTR=14+18+16=48, estratti dai caratteri Petrus =14+5+18+16+19+17=89, vale 48 e – in ciò – è quanto, con il 18 + 48 = 66, è il valore estremo della serie aurea data da: 8 10 18 28 38 48 66 Essa parte dal valore della presenza decima dell’angolo piatto di 180°. Parte prima ancora, dal 23=8 che pone il 1° n. primo (il 2) sulla potenza del 2° (il 3). Quando l’8 è posto come un unico flusso in linea, al quale si aggiunge il piano unitario a lati 1 e 1, allora la lunghezza 8+1+1=10 è il suo modo quantitativo di prosecuzione nel tempo, e 8 si somma per 4 volte a 10 (ed è tutta la realtà). La somma degli estremi, 18+48, uguaglia la somma dei medi, 28+38 e nel loro totale 66 esprimono una perfetta proporzione. Quando si esalta questa equivalenza, allora il 66 si diversifica in: P=14 che è il 7 posto in principio come tutta la creazione, che si muove tutto. T=18 è il valore posto in principio, quando 23 avanza di 10. R=16 è tutta la carica del moto reale data dal 23 quando avanza di 23. Tot.=48 è il valore anche dei caratteri Gesù=48, e Italia=48. Sommando PTR=48 a Romano=66 si ha il valore 114 di tutti i capitoli del Sacro Corano, ed è la 5a rappresentazione del numero 113, della profezia di San Malachia, quando il 113 è presente in 1. 18 +48 +66 +114 +180 = 426 = (100+300) +26 diventa allora il mio valore divino grazie al contributo dei caratteri Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo =426 (=59+116+26+83+95+47). Anche 30+40+47+33+53+35+41+109+38=426 è il valore di tutti quanti i caratteri Adamo, Set, Enos, Cenan, Malaleel, Iared, Enoch, Matusalemme e Lamech (dei 9 nomi che Bibbia ha dato ai progenitori del 10°, Noè).
116 Ove io sono il 10°, è solo l’apporto del 2° nato a me che aggiunge al 381 del valore del mio intero nome il 426 e porta all’807 che in Bibbia furono tutti gli anni in cui Set ebbe Figli e Figlie. Io vi ho elencato solo alcune delle innumerevoli ragioni che mi hanno portato a definire, disceso su di me Σώμα-Ro, sul Corpo di Ro (il dualismo esistente nel mio primo nome Romano) quel Somaro descritto dal profeta Zaccaria, su cui arriva la modestia del Re, a prendere possesso del suo regno… Ma – ancor più – dal definitivo profetico Malachia che conclude l’Antico Testamento Ebraico e tutta la Saga dei Papi vicari di Cristo, che non han più ragione di essere confermati, quando il Re arriva, sul dorso di un puledro figlio di un’asina, con un PTR Romano, n. 113 plurime volte. Come scritto nella profezia di San Malachia, sono davvero arrivato trovando la Santa Romana Ecclesia posta così tanto in posizione estrema e lontana da non accorgersi minimamente di Chi fosse arrivato su tale asino. Ma avrebbe dovuto! Se il Papa Giovanni Paolo II aveva nell’enciclica Fides et Ratio provocato lo Spirito Santo della Suprema Ragione a dare una mano alla Chiesa fideista, e c’era un povero Cristo che chiedeva udienza per portare buone nuove, Chi era in groppa a questo asino se non , lo Spirito Santo? L’Immacolata Concezione a chi si è evidenziata? Ad una Eminenza, o a una povera e così asina pastorella che non sapeva nemmeno cosa significasse? Invano Gesù, nell’ultimo capitolo dei 4 Vangeli canonici, rivela che <il Pietro della vecchiaia stenderà le braccia e allora un altro (preteso Pietro) porterà il gregge dove lui – il Papa Dimissionario Benedetto XVI – non voleva andare!> Se gli uomini delegati alla responsabilità della fede avessero avuta questa benedetta fede, allora si sarebbero accorti che con la fine del Pietro della vecchiaia era dichiarato anche il termine della Chiesa dei Pietro. La profezia di san Malachia coincide perfettamente con quella fatta da Gesù. La vera sorpresa è che è proprio al versetto 18 – come nell’Art. 10 della Costituzione Italiana, del licenziamento per giusta causa – che il Pietro viene licenziato… da se stesso, poiché si autoesclude, opponendosi con la sua pretesa umiltà al volere di chi lo ha voluto come Pietro. È inammissibile in un papa questa pretesa umiltà di chi si ritiene incapace… in un contesto in cui è convinto che non sia Dio a fare ogni cosa, ma l’uomo le cose laiche, e il Papa la Santa Chiesa… con la sua pretesa capacità! Il Signore riesce a fare tutto anche se è … su un asino!
117 L’arroganza umana è scambiata per umiltà e mitezza di comportamento! L’uomo non s’è accorto d’essere la parte insulsa di una terna onnipotente, che cammina su di lui – figlio impotente! – con la Regalità di Padre e Spirito santo. Così è in tutti! Dio cavalca su ogni uomo, fatto – come tutti quanti – a immagine e somiglianza di Dio (ma totalmente impotenti essendo solo esistenti come delle fotocopie puramente rappresentative, asine di ben altri valori). La sola differenza sta nel fatto che, dovendo divenire tutto ciò una umana consapevolezza, nel disegno di Dio c’è anche la presenza di quel solo personaggio (un asino come tutti) che introduce questa nuova idea: <Siamo tutti quanti Padre Figlio e Spirito santo!>. Nel mentre questo unico asino (attraverso questa relazione tra il Dio Infinito nella sua Unità e il nostro io infinitesimo nel prodotto nostro filiale con il dualismo di Padre e Spirito santo, tutti e due infiniti) lo introduce e dimostra vero: ∞ = ( 1 )×(∞2) ∞ 1 come verità matematica, essa è indiscutibile! Il Re – preannunciato dal Profeta Zaccaria – cominciò a venire a Nazareth, nel personaggio del Figlio di Dio, quando Gesù fu mostrato non come l’asino ma come chi lo cavalcò, quando infine entrò in Gerusalemme tra gli Osanna al Figlio di Davide, e con la divina potenza del dominio sulla natura! Ma ci fu bisogno che egli tornasse in cielo, ad inviare da lì colui che avrebbe liberato tutti per davvero e unicamente con la Verità dello Spirito Santo Paraclito. Solo quando l’uomo, sul quale tutto ciò accade, prende coscienza di se stesso, è solo da quel momento che entra in campo nella Storia Sacra, quel Jahvè che si accorge di se stesso e si definisce: <Io sono colui che sono:> Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo. Quando nel Padre Nostro è detto: <Sia santificato il tuo nome!>, il nome da santificare è il seguente: Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo. È quello del PTR Romano che è arrivato ed ha trovato, posta contro di lui tutta la Santa Romana Ecclesia, che ha tirato avanti, e nominato a Pietro n. 113 uno che non lo era per nulla. Come aveva detto lo stesso Bergoglio, tra le sue prime parole di pontefice: <Sono un Pietro venuto dall’altro mondo… (quello che non va più bene in questo)>. E sono combattuto nella generale convinzione che tutto ciò che compio, io lo faccia per me stesso e la mia unicità! Non è così! Per nulla!
118 Non ho giudicato l’arrivo del Re come quell’evento mio esclusivo e che inerisse soltanto la mia persona! Dio avrebbe quantomeno cavalcato un paludato destriero, e non un asino! Il Romano nel grembo di Rebecca non era Uno ma un Popolo e una Nazione. Il Re che arriva umile, ci viene come la conseguenza stessa estrema della creazione dell’uomo in generale, fatta tutta quanta a immagine e somiglianza divina, così come già espresso dalla Religione. Nella mia realtà, infatti, tutto quanto ha riguardato ciò che si è posto su di me, si è visto – come il Padre – attraverso di mio Padre. Come madre, attraverso la mia. Come il miracolo della morte mia e risurrezione, attraverso la vita nuova data a mio Fratello. Ma dico di più: le mie stimmate sono apparse attraverso quelle del Santo Padre Pio di Pietrelcina. La presenza del Re, continua su tutta la Terra mentre il Re è su di me, attraverso le continue apparizioni di Medjugorje. Il Re venuto sul mio asino si è mostrato – in tutti i suoi reali e immensi valori – non non in me, ma in tutti gli altri. Le mie difficoltà con la santa Romana Ecclesia e con voi tutti contemporanei a me, nascono da questa fondamentale incomprensione vostra: credete che da parte mia si voglia porre il mio stato al di sopra del vostro, per comandarvi, indirizzarvi. Invece sono solo chi per primo vi informa che non solo il Figlio di Dio abita in tutti voi (ed è Lui il vostro Maestro), ma l’intera Trinità di Dio, che partecipa interamente nell’animazione reale della vostra vita. Da parte mia non c’è alcuna pretesa di modificare le cose. So che esse sono totalmente perfette così come appaiono, poiché sono tutte opere fatte da Dio, anche quando sembrano totalmente estranee al suo volere. Cerco di farvi capire che voi tutti fate solo ciò che Egli disfa e riporta al loro principio eliminando – Egli sì, e in questo modo totale – tutte le imperfezioni che voi vedete nella sua opera, e alle quali tentate di porre un rimedio… impossibile. Il futuro verso cui andiamo, in verità è il passato. E – come tutto il passato – è immodificabile. Tuttavia dovete fare anche vostra la stessa battaglia divina contro ogni imperfezione, per avere anche voi un certo qual merito nella guerra vittoriosa che Dio ha già combattuto per tutti noi. Gesù Cristo è l’unico maestro, in questa lotta contro Satana. Non il Padre, nelle cui mani il Maligno gioca in sostanza tutto a suo favore, essendo l’immagine reciproca e a termine, dell’eterna vittoria divina.
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Come il Re è sul Σώμα-Ροmano per la nostra Ragione e per l’umana Fede
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Geometria. La Sezione Aurea di quel Nome Segreto di Dio a immagine e somiglianza del 10 Padre dei decimi e del Decagono
Quando un cerchio ha il raggio 1.000 uguale a 103, allora rispetta quanto è posto Uno in 1.000 e Trino nel 10×10×10 che ha assunto base unitaria il 10 che è stato posto a immagine e somiglianza del Dio Padre d’ogni numero decimale. Il ciclo 10, dei numeri, che sono in geometria tratti lineari simili a segmenti, quando è inscritto nel cerchio determinato dal raggio uguale alla Trinità del Dio 10, allora è rappresentato dal decagono, che impiega dieci cicli lineari 10. Allora si verifica che il lato è la parte aurea del raggio, essendo la media proporzionale tra tutto il raggio (periodico in 999 unità) e la parte residua. Nel caso del Nome Segreto di Dio, il lato 618 è dato da Romano Antonio più il doppio valore di Anna Paolo Torquato Amodeo, mentre la parte residua 381 è data da tutto il Nome segreto di Dio uguale a: Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo. Laddove è in atto la seguente conversione dei numeri in lettere (Geriatria).
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066=ROMANO = 16+13+11+01+12+13 078=ANTONIO =01+12+18+13+12+09+13 026=ANNA = 01+12+12+01 051=PAOLO =14+01+13+10+13 113=TORQUATO = 18+13+16+15+19+01+18+13 047=AMODEO = 01+11+13+04+05+13 381 = ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO TORQUATO AMODEO = 2+3+5+7+11+13+17+19+23+29+31+37+41+43+47+53 (primi 16 primi) = 300+50+30+1 (misure in cubiti da dare alla Arca di Noè) = I SEI COSTRUTTORI DELL’ESISTENZA (di cui sotto)
Il <Nome segreto di Dio>, ha le 42 cifre attese dai cabalisti ebraici: in 6 parole (1 nome al giorno, per una media di 6 lettere ciascuno) + i 6 sabati dopo i 6.
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Bibbia la Sezione Aurea
Bibbia cap. 38 - libro 1 - e 25) sezione aurea Esaù=42=Giacobbe
In Bibbia 1,25 è descritta la SEZIONE AUREA, che la matematica fa partire dallo stesso 1,25, per come entra in relazione con due gemelli compartecipi della stessa unità, 42 per ciascuno, nel loro totale di 84=42+42. Essi sono uguali, ma operano in modo totalmente dissimile. La loro presenza nel grembo della loro unica madre quantifica questa con lo stesso 84=Mariannina del nome di mia madre e non della nominata Rebecca=35 che da parte sua, avvertendo in italiano e napoletano che <il Re 2 è ccà, eccolo!> è conforme al contenuto dettole da Dio quando lei si recò al tempio a interrogarlo sul perché lei soffrisse, avendo nel suo grembo tutta quella gran lotta. Re B, due Re ha in seno! 2 nazioni e 2 popoli: il Romano e di Israele! Il Romano vince Israele ma servirà al più piccolo poiché darà il Natale a Gesù celebrando il 25-12 il Sol invictus, invitto! 1 dei 2 popoli (qui 2 gemelli, 42 ognuno), nella formula della sezione aurea si presenta, rispetto all’ 84 di tutti e due, come quel 1° che non rinuncia al suo 0,5, e si somma a 1,25. L’altro 42/84, non si mostra ma quadra lo spazio-tempo 1,25. (42/84)
Infatti 1,25
0,5
= 1,25
=
√ 1,25 .
124 0,5
Ora 1,25 = √ 1,25 è 1,1180339887… così dettagliato fino al 10-10 che è dimensione atomica e – se è considerato solo in 1,1180 – la D.10-4 reale, ciò può essere solo non volendo scorgere o stimare la parte successiva, che esiste! Se noi consideriamo solo il ciclo 10 dato da 1,118 volte 1 decimillesimo, lo possiamo fare solo ponendo a base di suo riferimento la quantità di 339/107 + 887/1010 ; dove: 1. 2.
339/107 è uguale a 1/107 moltiplicato per (113+113+113), e 887/1010 è 1/107 meno 113 /1010.
Insomma, alla dimensione di 10-7 del moto unitario alla dimensione 7, esiste un 113 che è Trino (nello spazio) ed è meno Uno nel suo tempo millesimo. L’asino che porta questo carico, e che non è neppure visto o udito per quel che fa, sono io, poiché questo esattamente accade nei miei nomi: Romano Amodeo vale 113; Torquato vale 113; e Ro-An-A-Pa-To-Am (l’acronimo dualistico) vale 113. Io ve l’ho perfino rappresentato, nella vignetta dell’asino targato 339887. Inoltre – escluse le prime e le ultime due lettere da ogni nome – quelle che al centro sono 12 lettere, valgono in tutto quel sommario 136 che, diviso per le 12 lettere, a ciascuna lascia quell’11,3 che poi dà (nel valore unitario di 10 decimi) lo stesso valore intero di 113. Convenite che è strano… che io – il portatore – non sia considerato? Concordate che sia almeno strano che io, nato 1,25 (nel gennaio 25) , quando quadro il mio 1,25 , che dà 1,1180339887, ho questo mio valore reale che tutti voi poi togliete di mezzo poiché considerate solo l’ 1,1180 ????
125
Dio è il fondamento invisibile e questo il suo asino invisibile 1,250,5 =1,180339887 non mi vede! 1,250,5 e la radice quadrata della mia data di nascita 339 è 113+113+113 laddove io sono 3 volte 113 887 è 1.000 -113, e compaio per la 4 a volta, in negativo Nulla però è visto di tutto ciò! L’Unità e la Trinità del mio esistere come il nominale 113, in 3+1=4 modi, son poste a base ma... non sono considerate da nessuno! Allora chiedetevi: «Ci sono buone ragioni per cui questa precisa mia realtà, una e trina in 113, non è considerata da nessuno? Ci sono ragioni valide che lo impongono?» La risposta è «Sì, ci sono!» 339887/1010 va ignorato allo stesso modo con il quale proprio il numero 1, che sembra il 1° per eccellenza, deve essere escluso dai numeri primi. Sono questioni di vera e propria divina trascendenza! Sono quelle ragioni che portavano gli Ebrei a non nominare il nome di Dio! I Cattolici hanno solo aggiunto: «non nominerai il nome di Dio invano!» Non va nominato poiché è una pura premessa esistenziale, così come lo è il n. 1, che si mette a denominatore di tutti i numeri decimi dell’unità data da 10. Non si deve pronunciare è il nome יהוהdi JHVH, la seconda parola che vedete nel: d
JHVH ALHIM אלהים
יהוה.
Chiedete forse: <Ma perché?> La ragione sta nel fatto che Dio ha un nome, ma non è questo; il suo nome è quello risultante dalla sezione aurea richiamata in Bibbia 1,25. Il suo nome è: Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo! È l’asino che vedete proprio nella vignetta e vale ZERO! In Bibbia, 1,38 vale il palindromo ZER….REZ rivelato dai nomi dei gemelli Zerach e Perez, così come è GESU’ quello rivelato dai nomi di Giacobbe ed Esaù. È il numero ZERO il vero creatore di questo mondo reale, quando accetta di essere sdoppiato nei coesistenti -1 e +1… il che dura solo per il breve tempo della vita reale di chi lo vede finché, avuto con -1 il debito della vita, non l’ha tutta restituita agendo nel verso opposto +1.
126 Ma l’azione divina è il -1 trascendente, in grado di determinare premesse potenziali che poi, assegnate all’anime stesse di Dio, son viste come una realtà. Il Dio che salva ogni cosa riportandola a se stesso… non ha mai nemmeno permesso che tutte esse si allontanassero! La premessa è unicamente potenziale! Espressa in Divina onnipotenza, essa appare essere zero, nel mondo reale nel quale ogni cosa è invertita, ciò ch’è il massimo sembra il minimo, e il minimo di tutto è lo zero… Dio è il vero asino che sembra una nullità ma che serve e bene! Quando Mosè chiese a Dio il suo nome, il signore non gli indico quello di Jhvh, ma quello di <sono colui che sono>, <io sono> è basta? Ma niente affatto! Con i valori del verbo <sono>, traslitterati nelle corrispondenti lettere italiane, egli indicò chiaramente ELEA! La città in cui 3 grandi maestri venuti da oriente, sotto un monte Stella (in Cilento) fecero circa nel 500 aCh l’Epifania dell’Essere il Fondamento d’ogni essere ossia il principio di Chi in Bibbia si denominò <sono colui che sono>. In questa definizione Elea equivale a ֶא ְהיֶ הe significa <io sono>. Dio, per farci arrivare a conoscere il suo vero nome, quello che Gesù disse da santificare, nel Padre Nostro, quando recitò <Sia santificato il tuo nome!> nel punto giusto dell sua divina comunicazione in Bibbia, ossia nel libro 1,25 mise in bocca a Dio stesso questa reale spiegazione data a una sposa sterile che Dio stesso aveva ingravidato (e non lo sposo suo Isacco da togliere di mezzo, non potendo in quel tempo un semplice uomo rendere gravida una sterile). Ve ne ho già scritto ma ve lo mostro di nuovo, poiché con queste parole:
è questo preciso calcolo che vi è indicato:
127 Il 1° serve il 2° quando l’asseconda nel suo desiderio di primato… Esaù è il 1° e vale 42, allo stesso modo di Giacobbe. Ebbene egli serve al secondo cede a Giacobbe la sua primogenitura e lo segue come esù in Gesù. Ma ecco poi oltre il nome di Gesù, anche quello segreto di Dio! 66=Romano, 78=Antonio, 26=Anna, 51=Paolo, 113=Torquato, 47=Amodeo 1.617+1,
999
618
381
237
144
93
51
42
9
33
E in essa, da infinito a infinito, con numeri definiti da nomi definiti: ......... 381=Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo; 237= Anna Paolo Torquato Amodeo; 144=Romano Antonio; 093= meno (Romano Antonio) più (Anna Paolo Torquato Amodeo); 051= Paolo; Vedremo come ponendo il moto del 3 in tre metà del 103, e dandogli come seguito il moto totale di 4 in 400, e sommando poi 1/8 dell’angolo giro avremo: 1.497+ 0.396+ 0.045= (che è dato da 45+1+1=47=Amodeo e vale il volume 45 nel prodotto) 1.938 laddove 1/1,497396 = 0,6678260126 Nel decagono inscritto il un cerchio di raggio 1.000, il raggio posto intero in principio resta sempre 1.000 e si aggiunge al 618 (lato del decagono), formando la sezione aurea di 1.618, che nei millesimi è 1,618. Il raggio 1.000 che ruota unitariamente ruota solo nelle 999 unità millesime. Abbiamo infatti che 1.000 è dato dal periodo infinito di 999 , 999 . Ebbene è proprio il valore esatto 381 (del mio nome e di tutto il moto caricato con la somma dei primi 16 numeri primi, dal 2 fino al 53) a sottrarsi al raggio 999 determinando così nel 618 il valore esatto del lato del decagono. In questo decagono, il valore 144 di Romano Amodeo equivale al valore angolare dell’angolo esistente tra due lati contigui. Tutto il nome che vale 381 deriva dalla sottrazione alla lunghezza 999 del raggio ruotante, il lato lungo 618, del decagono. Il lato del decagono, in sostanza, è Uno e Trino, essendo 1 nella presenza 1 del 113° n, primo uguale a 617. Ora i veri Primo e Secondo di cui ci stiamo occupando, e la cui mamma vale lo stesso 84=Mariannina, sono proprio i due figli di Mariannina: Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo = 381 è il 1° Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo = 426 è il 2°.
128 Quando Bibbia scrive che il maggiore serve al minore (e lo asseconda) significa che pone a denominatore del valore 426 di tutto il nome del 2°, il minore, il valore 381 del totale nome del gemello 1° e maggiore. 426 =1,118110236220 381 Dividendo la loro somma (426+381=807) per 381 abbiamo che: 807 =2,118110236220 381 La differenza tra le due divisioni sta esattamente in 1, tanto che: 426 426 381 (426+381) 897 +1= + = = 381 381 381 381 381 Conseguentemente è vero che: 45 =0,118110236220 essendo 45 = 426 -381, in cui 45° è 360°/8 381 360 45 (360−0,000399996063) = = 3.048 381 3.000 All’interno dell’angolo giro di 360° esistono “quasi” 4 interi decimillesimi di realtà, in quanto in questa realtà 4, ci sono 9,9999 suoi decimillesimi che appaiono mossi solo in 0,6063 per via del complementare soggetto in movimento che vale 0,3936 e che indica il flusso intero spaziale 0,3333 di un piano a lati 0, 03 e 0,03 avente il flusso di 0,0003. Poiché questo moto angolare è riferito al denominatore 3.000, gli 0,3936 decimillesimi presenti in 9,9999 decimillesimi e che si muove di 9,6063 decimillesimi, devono riferirsi all’intera realtà 10.000 per essere lo 0,3936 che allora nel numeratore si muove in 10.000 volte l’angolo giro di 360° e si riferiscono a 10.000 volte 3.000 uguali al 3 (107) che corrisponde all’unità del movimento. Tutto questo moto unitario, divenuto uguale a 1/3 +0,0603 in 3.600.000/107, in Bibbia è raccontato in un modo esemplare: assegnando a fattori reali i Nomi che per davvero li valgono, essendo stati posti dalla Divina Provvidenza come i punti di riferimento fondamentali assegnabili entità a immagine e somiglianza di quanto è divinamente rappresentativo.
129 Vi sembra un caso che Bibbia abbia dato al 3° figlio di Adamo il nome Set (che è tutto il moto di 3 nel 10, e che è Sette solo nella lingua italiana)? È Per caso che questo un Set=40 (su Sette=63, uguale al suo intero 4.000/63= 63%) ha avuto la vita da padre degli 807 anni esatti somma dei valori numerici dei 12 nomi dati a noi due da nostro padre, nato il trino 7-7-7? Credete sia per caso che visse proprio 777 anni quel Lamech (il padre di Noè) ch’è L.Am in Luigi Amodeo nostro padre… per caso? Credete sia per caso che con <Romano Uno+Ben (trino)> si ha in Ruben il 1° dei 12 figli di Giacobbe, fino a Beniamino il 12°? Credete che sia per caso che Benito Amodeo sia nato a 1119 giorni di distanza da me, mentre sono nato a 1.1160 giorni da nostro padre?
130
E che dunque il rappresentante reale di Beniamino (il 12°) sia nato giusto ai 12.279 giorni interi di Luigi Amodeo (nostro padre) che sono per caso uguali al valore intero 12.279 giusto di quando 2,99792458 (i metri esatti percorsi dalla luce in ogni secondo… come lui, 2°genito) si moltiplicano per le 4.096 volte esatte uguali al 2 elevato a 12 (laddove Beniamino è veramente il 2° figlio di Rachele, elevato 12° maschio)? Credete che sia per caso che, dopo Giuseppe, 11° nacque una Dina=26? Giacobbe=42, più il 20=Lia sono 62, il moto di 1 e 3 in Romano 66 62, più il 352 dei maschi dà il 414= 666 -(251+1) che sono la presenza 1 del 251(=Padre=40+Figlio=54+Spirito=96+Santo=61) che si muove in 666=Romano. Col 26 della figlia divina, 414+26 è 440 il ciclo 10 dei 2/3 del 66=Romano. Giacobbe=42+Zilpa=55 sono 97, tutto il moto Trinitario in 100. 87+50 (in due figli) sono il 137 che più la presenza 1 divina è 138, il valore 381 di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, quando una ultima si mette al 1° posto della moglie e – con questi ruoli rovesciati – il 381 diventa 138. Giacobbe=42+Rachele=48 sono 100 (il pieno sogno dell’amore!) 100, più il 164 del nome dei 2 figli, è il 264 di Romano=66, Uno e Trino! Giacobbe=42+Bila=22 sono 64 (il piano a lati 1 e 1, tolto al 66=Romano). Al 264 dell’amore fruttuoso ideale quando Giacobbe sposa l’amata Rachele, è tolto interamente il piano a lati 100 e 100. Ora tutto questo, lo credete dovuto al caso? Perché questo connubio fu così differenziato e così proprio valutato? 815, che non contiene ancora il 42 di Giacobbe, secondo voi ne deve contenere uno solo oppure quattro? Con quattro nozze differenziate, e poste in sequenza il 42 vale oppure no:
131 0,42424242, per un totale 188 in sequenza, che aggiunto a 815 lo porta al valore ideale 1.003 dato da 103+3 ? Per voi è un caso? Ma essendo: 0,42424810093023 fino al nome di Abele, figlio di Adamo di 930 anni 0,42424242000000 che sono sottratti, sono o non sono 0,00000568093023 di più? E che cosa significano 568/108 di più? Significa che, essendocene tre che sono sempre lui, sempre Giacobbe=42, nel ha 42+42+42=126 di più. 568 sta a 126 come 4 sta a 1 con 64=2 elevato a 6, di resto indiviso. Ma se riferiamo 568 al 666 di Romano=la bestia, (l’asino su cui cammina il Re) ecco che chi lo cavalca + il 100, del quale il piano è 1 e 1 e 98 è l’intero flusso di questo Re 100, uguale a 100%. Credete ancora che tutto questo sia avvenuto per caso? Credete sia per caso che Beniamino=74 (che si specchia nel 47=Amodeo) lo è per intero in Benì-Am =40, il 54%=Figlio, in mio fratello Benito Amodeo che poi in ino=24 lo propaga <in ogni giorno>? Laddove Beith è il 2 in valore numerico, non è forse Benito il 2° a me? Laddove le 2 prime parole BRASIT BRA in Bibbia valgono 1.116 non sono forse esistenti 1,116 decine di giorni tra la nascita il 7-7-7 di mio Padre e la mia il 25-1-38? E quel mio secondo a me di cui sembro una sorta di Padre (essendo stato posto come il mio alter ego), nato nel 17 febbraio 1941 non è nato 1.119 giorni dopo di me? Voi dite: non sono gli stessi 1.116! Vi do in parte ragione, ma state dimenticando che egli non è il 1° figlio uno e trino, ma il 2°, per cui al 1.116 giustamente si aggiunge un 3. Non può in alcun modo essere una pura coincidenza, tutto questo. E – visto la precisione totale dei riferimenti, il racconto biblico appare fatto da chi ha avuto una piena conoscenza dei fatti di adesso e li ha generati verso il passato creando il suo giusto valore prescritto, e in ogni senso. La vita paterna di Set, di 807 anni, più i 105 anni in cui non aveva ancora avuto un figlio ed era solo ancora effetto di suo padre, porta il totale della sua vita a quel 912 che manca appena di 1 (la presenza unitaria di suo padre Adamo) a essere tutto quanto posto in principio 1 (in Adamo) e Trino nel suo 3° Figlio. Ponendo allora in relazione il mio movimento, di 381 a divisore della sua vita intera, ecco che 912 : 381 diventa 2,39370078 e vi è un 1° e un 2° posti in
132 sequenza come 2,3 nello 0,09370078 che inchioda, alla dimensione esatta della realtà unitaria nei 937 decimillesimi quel mio reale anno natale nel 938 per come unitariamente disaggregato in 937/1. Quei 78/108 che appaiono per ultimi essendo la trinità del mio 3° nome Anna=26, posta nel 2°, in Antonio, alla dimensione 108 della realtà complessa della luce. Certo che è un bel casino! Le quantità numeriche girano, girano e si presentano assumendo dei volti di Nomi, numeri primi, anni, valori angolari, ed altro che dir si voglia che sembrano tra loro totalmente non mescolabili, essendo di differente natura come l’acqua e l’olio. Eppure anche con i soli due numeri di 0 e 1, si può arrivare poi a descrivere con un Computer e delle regole, tutte le cose, e non solo quelle mescolabili… Chi si ferma solo a valutare cose omogenee perde la possibilità di arrivare a farsi una idea di che cosa sia scaturito dividendo 0,1 per la sequenza dei 16 primi numeri primi, ossia per il mio 381 che ho avuto assegnato come i miei sei nomi dal Progetto Divino… che ha dato a me mio fratello, col suo 426 che ha compreso 45 unità in più (1/8 esatto di angolo giro). In 45/381=360/3.048 ove il 48=Gesù. Quell’oltre me, il 45 oltre il 1° ha rappresentato proprio Gesù.
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Matematica. Come il Padre 10, in 104 sta al Nome segreto di Dio
10.000 =26,246719160104 381
delimita il Dio=26 e la vita dell’asino Sono queste 7+7=14 cifre a definire tutta la vita di Dio, venuto come il Re sull’asino che – finché vive – lo porta. Poiché la realtà di Dio Padre è Una e Trina in base al 10 Padre di ogni numero decimale, per ottenere 10.000 unità con le 381 del nome intero di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, ne occorrono 26 intere che raggiungono il risultato intero di 9.906. Restano da aggiungere le 94 date dalla presenza 1 del 93 ottenuto sottraendo al 237 di Anna Paolo Torquato Amodeo, i primi due nomi dati dal 144 di Romano Antonio. 237 -144 = 93. Quando è presente nel tempo 1 vale il 94. Se mettiamo a confronto il 94 residuo con tutto il nome, allora lanciamo nel tempo l’intero nome segreto di Dio. Il risultato è lo 0,246719160106 che vediamo aggiunto all’intero 26=Dio. Non sono più 26/100, ma solo il flusso dato da un piano che utilizza come lati 1/100 e 1/100 che sottrae a 26/100 ottenendone il solo flusso nel tempo centesimo. Nel tempo della realtà unitaria espressa nei decimillesimi, abbiamo 67 unità reali date dal 66=Romano (il 1° nome) sommato ad una unità di moto della ferma energia espressa dal 66. Al di là dei decimillesimi, inizia una seconda realtà, apparentemente più piccola, ed espressa in 1916 unità che sono proprio nostri anni reali. È l’antefatto alla mia nascita, che ci sarà dopo partendo dai 66 anni uguagliati a Romano, e considerati solo nel flusso tridimensionale dato dai 22 anni corrispondenti. In tal modo, con 916 anni +22 (il flusso 1/3 di Romano) =1938, nasce Romano. Nel contempo, poiché Romano ha un padre reale nato nel 7-7-7, egli nel 1916 ha trascorso interamente tutti i 9 anni che sono tutto il modo di 1 nel 10 Padre. Ebbene questo reale tempo dà segno anche dell’azzeramento che ci sarà nella vita di Romano. L’azzeramento sta nella dimensione 10-9 di tutta la vita tolta ad 1 in 10-10. Essendo quello 0 l’espressione dell’anno dell’azzeramento, il 104 che segue definisce Dio in 16+(26+26+26)=104. Definendolo infine, pone anche totale definizione alla vita reale dell’asino che lo porta.
134 Il 10 è il mese di ottobre, il 4 – mentre indica ¼ di secolo, nell’anno 25 – lo fissa anche esattamente nel giorno 4 ottobre del 2.025, in cui si celebra San Francesco (e non Papa Francesco). Ora è anche vero che alla base di ogni cosa sta l’energia dei ¾ periodici uguali ai 10/15, uguali al Romano Eterno Padre uguale a 0 ,66
(6.666 , 66) =17,49781277340 381 Riferisce la Dimensione dei 2/3 ai 2.000/3 rappresentante la trinità del 1.000, e – come risultato naturale – ottiene l’esistenza del 17 intero corrispondente al 7° numero primo creatore. Esisteranno nel tempo i 49/100 che sono l’area data quando ha 7 come lato. I 7 millesimi definiscono interamente il flusso 7 dell’area il cui lato è 7. 81/105, alla dimensione 105 dell’unità elettromagnetica in 1010 area elettromagnetica, mostra la realtà a indice 4 posta sulla base 3 dell0o spazio intero. 27/107 (dimensione del moto unitario) mostra tutto il 3×3×3 della quantità di volume su base 3. 73/109 (dimensione del moto del ciclo atomico 10, nel metro) mostra lo spazio 3 in tutto il ciclo 10 del moto totale 7. 40/1011 (dimensione 1/6 dell’energia totale 66 di Romano) mostra tutta la realtà su base 10. Ora accade che 381 esiste a sua volta in una Unità e Trinità che vale 400. In essa questi 381 mesi si muovono quanto i 19 che sono secoli. 1938,1 è il mese di gennaio dell’anno 1.938 della nascita dell’asino su cui il Re entra nella sua Gerusalemme. E se dividiamo
1938 =114 andiamo di 48(=Gesù) oltre il 66 eterno di Romano. 17 Significa che all’unità del 1° nome di Romano, occorre aggiungere la sua Trinità, data dagli acronimi dei 6 nomi. Essi sono RAAPTA e nel loro valore sono 16+01+01+14+18+01=51=Paolo. Per arretrare Paolo=51 a quel Gesù al quale finalmente si convertì il giorno esatto in cui nacqui : 25-01-38 (ma 19 secoli prima) dobbiamo escludere i tre nomi comincianti con A. Se osservate il prospetto sui SEI COSTRUTTORI vedete che coi soli nomi inizianti per A è costruito tutto il campo infinito dall’infinito negativo fino a 0. In conclusione, dal 1938/17=114 si discende esattamente a PTR Romano!
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Caratteri matematici del Nome Segreto di Dio
Ciò è creato nel valore totale caratteri dei 6 nomi. Ma ce ne uno approfondito che che ha creato una dopo l’altra tutte le 36 lettere.
Infatti: 0,2419665168195168271968136951681801710169651977197422785177195166695607695×0 66
=0,16 13 11 01 12 13 01 12 18 13 12 09 13 01 12 12 01 14 01 13 10 13 18 13 16 15 19 01 18 13 01 11 13 04 05 13
ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO TORQUATO AMODEO In tutto il seguente numero 0,2419665168195168271968136951681801710169651977197422785177195166695607 695 si nota come prima cosa le 24 ore del tempo. Segue la data del 1966 in cui il secolo 19 si completa con l’anno 66, che è quello in cui chi è nato nel 1938 ha tutti i 28 anni della piena realtà data da 7 in tutte e 4 le dimensioni della realtà.
136 Possiamo esaminare tale tempo raggruppandolo nelle 4 cifre delle decine di migliaia della realtà, e poi valutare il singolo valore per 10.000 (anni) esercitato da ogni gruppo di 4 cifre, e ciò proprio negli anni che rappresentano l’unità del ciclo 10 del tempo di 1 anno che vale nel nostro mondo terrestre. Il tempo dell’unità è una vera e propria progressione indicante la realtà avanzante con le sue 4 cifre e con il riferimento al mio anno di nascita. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19.
0024/100 è l’unità del tempo. 1.966/106, avevo i 28 anni dati dal 7 Uno e Trino alla D, 6………..…..28. 5.168/1010 avrei 3.230 anni 1.951/1014 avevo 13 anni dati dal 10+3 dell’unità e trinità………..…...13 6.827/1018 avrei 4.889 anni 1.968/1022 avevo 30 anni dati dalla Trinità del 10 …………………….30 1.369/1026 meno 569 anni 5.168/1030 avrei 3.230 anni 1.801/1034 meno 137 anni 7.101/1038 avrei 5.163 anni 6.965/1042 avrei 7.027 anni 1.977/1046 avevo 39 anni dati dalla Trinità del 10+3 ……………..…...39 1.974/1050 avevo 36 anni dati dalla Trinità dello spazio 12………..…..36 2.278/1054 avrei 340 anni. 5.177/1058 avrei 3.238 anni 1.951/1062 avevo 13 anni dati dalla Trinità più il 10 …………………..13 6.669/1066 alla D. 66 il 6.666+3 159 5.607/1070 avrei 3.669 media 26,5 6.950/1074 avrei 5.012 anni 72.891 in totale con la media di 3.836,3684 = 3.810 +26,366+0.0024, È il ciclo 10 del valore di tutto il nome, più il moto delle 26 settimane di ½ anno, nel tempo dell’anno bisestile di 366 giorni, sommato alle 24 unità del tempo intero. La mia vita reale compare 6 volte e il suo valore medio è di quando nel 1.964 ho avuto i 26 anni del valore 26 di Dio. Poiché 381 è il valore di tutto il nome, dato dalla somma a due a due delle cifre di tale numero, la somma a 4 a 4 è assolutamente coerente e si combina con tutti i valori a immagine e somiglianza di Dio, che sono il prodotto di 381 per 10 e la somma del 26, nell’intero. 72.891 a rovescio è il 1982,7 di quando avevo 44 anni. 2/3 di 66. La media degli anni in cui non sono presente, vale 61.107, e divisa per le 13 volte in cui non ci sono, dà un valore medio intero esatto di 4700,5386… in cui le 47 centinaia esatte sono il numero preciso del cognome 47=Amodeo.
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Portfolio caratteri del Nome Segreto Di Dio Se desideriamo sapere fino a che punto il nome Romano sia presente a livello di singole lettere, tra i primi 10 fattori (da Adamo fino a Noè, nominati in Bibbia), dobbiamo prima osservare la dotazione dei caratteri che compongono quei nomi:
Alla base dei 55 caratteri usati, ci sono i 7 in disuso, che sono una sorta di mamma nascosta che appare solo nella dinamica in atto dei caratteri figli. B, F, G, P, Q, V, Z sono i 7 assenti su cui si basano i 55 presenti. 2+6+7+14+15+20+21 valgono 85, uguale a 42+42 (le cifre del Nome di Dio) +1 per decretare il loro valore unitario in tempo di presenza. La sommatoria dei 21 caratteri dell’alfabeto italiano, dati da 7+7+7 caratteri diversi risulta essere quel 231 che modella il piano a lati 100 e 100, (dell’esatta nostra realtà 100×100=104) il cui flusso lineare 31 è dato dai tre lati 10+10+10 di un cubo (che portano il volume al 1.000 unitario), +1 (sommato cioè all’unità della sua presenza). 31 è anche l’11° n. primo dato da 66/6, cioè da 1/6 dell’energia espressa dai caratteri Romano=66 (esistenti con 10 e presenza 1 su tutti i 6 versi). 231 =(66+66+66)+33 (trinità di Romano e unità dei 33 anni reali di Gesù). 231 61 =2+ 2 interi, condividono 61 (=69 s +1 s, cioè un 1° e un 2°). 85 85 La quantità 85, delle 7 lettere non usate, sta a tutto il valore 231 della sommatoria di tutte i 21 caratteri dell’alfabeto, come il 36% (che è il 6×6 intimo dei caratteri Romano=66, che ne avranno 36 al lavoro). Lo 0,79653…% che c’è in questa percentuale è il valore reciproco di 1,25 (riconducibile alla genesi nel mese 1 di gennaio e nel suo giorno 25). Tale 85 non usato, sta al valore 456 delle 55 lettere usate come il 18,640%. 18 è l’intero costruito dall’invariante 9 (dei numeri decimali) quando trasla di un altro 9. Il tempo 0,640... è il reciproco di 1,5, unità dello spazio-tempo. Tale 85 assente (tutto il moto di 15 in 100) è il fondamento del 18% in atto!
138 Questa è ora la dotazione delle lettere necessarie al nome di Dio.
Ripropongo la dotazione dei primi 10 fattori, per agevolarvi il confronto.
Nel Nome segreto di Dio, 8 lettere non sono usate, e fanno da mamma alle 42 usate. Ce ne è una in più delle 7 (nei 10) e il valore somma è 84, una in meno. 84 è il valore-mamma dei 2 gemelli 42+42 di Genesi 25 (Esaù e Giacobbe), mentre è giusto il valore dei caratteri Mariannina=84 (madre di Romano). Poiché B, F, G, P, Q, V, Z sono le lettere non usate per i primi 10 fattori, e poiché sono B C F G H S V Z le non usate nel Nome di Dio, non son condivise in ordine alfabetico, CHPQS = 38141517, in numeri. Ove 381 caratteri sono tutto il mio nome, in cui è ben distinto il 426 dei caratteri tutti del 2° a me, che qui è (66+66)/3 +1 in più. È -66/6 del 415 rel. al mio o +66-60 del 415+17 rel. al mio.
139 66 -6 lettere non sono usate da entrambi e 66/6 sono usate da entrambi: Le A sono 7+9=16=R, a indicare A.R., e valgono…………………….. .16 Le D sono 2+1=3 della Trinità di D=Dio, e valgono……………. ..…….12 Le E sono 11+1=12 a indicare i 12 di 111 Trinità di Dio. Valgono….…. 60 Le I sono 1+1=2 a indicare con I,1,1 la Trinità . Valgono…………….... 18 Le L sono 5+1=6 a indicare con 6 tutti i nomi del 10=L=Elohim. ….…..60 Le M sono 6+2=8. Valgono…………………...…………………….….. 88 Le N sono 5+5=10. Valgono ……………………………………….…..120 Le O sono 4+10=14. Valgono…………………………………………. 182 Le R soni 1+2=3. Valgono………………………………………….…... 48 Le T sono 2+3=5. Valgono…………………………………………..….. 90 Le U sono 1+1=2. Valgono…………………………………………..….. 38 Le condivise in totale sono 65. Valgono in totale…….381 +334 +17= 732 381 è qui il valore numerico dei 36 caratteri del Nome segreto di Dio. 334 deriva dal fattoriale del 41=Enoch, il 7° fattore. È inoltre il valore dei caratteri Romano Antonio Anna Paolo Torquato, tutti i soli 5 nomi propri, escluso il cognome, che però nei caratteri Amodeo=47 compare nelle 47 cifre 47 decimali del fattoriale di 41 (=RomA.=AmoR), essendo fact(41) = 334,52...×10 . 17 è il numero reale corrispondente a 7° numero primo. Le lettere condivise sommano così al 381 dell’intero Nome segreto di Dio: 1. il 7° n. primo creatore che vale 17; 2. il fattoriale del 7° fattore; 3. il tempo 0,52 di tale fattoriale, uguale a 26+26 due caratteri Dio=26. Gli estremi danno uno straordinario <A DEI LMN ORTU> <DALLA NASCITA DEL DIO L =10, MN>, LuMeN, Dio di luce, nella lingua di AMoN =<sono su> (Romano, senza il 10+33 di <Ro.a.o>). L=10 nel 10° numero primo è RO, nel mentre è X. Egli è XP è <Chi-Ro>, è Cristo sibillinamente rivelato in LroMN, dall’Alfa all’Omega: MaNo, Amon. Il valore 84 che fa da mamma al 381, nelle lettere non usate, sta al 381 come 84×100 (22,047...) il 22% è 1/3 di Romano=66%. 47 è Amodeo in 10-3. = 381 100
140
Da ben notarsi: nel quantitativo delle 36 lettere usato per il nome di Dio, câ&#x20AC;&#x2122;è il rispetto scrupoloso di tutta quanta la creazione. Infatti, la lettera A che vale 1 è presente per le 7 volte del valore unitario. Anche quando le lettere sono usate per una sola volta, esse sono 7.
141 Dopo la creazione Unitaria in 7 Giorni, data da AAAAAAA, seguono in modo unitario 4 lettere che se sono unite in ordine 3 ed 1, sono DEI in 3 e sono L=10 in Uno (che poi è l’11a lettera usata, a indicare di essere 1/6 di Romano=66). Con la lettera di un n. 11 cominciano due 11, che portano al totale 22 che è 1/3 di Romano=66 e che ha completato 13 lettere (il tempo ½ del 26=Anna=Dio). Con la lettera un n. 12 cominciano cinque N=12=60, i minuti del 1° e 2°. Il Valore raggiunto fin qui è 117=30+40+47 (Adamo+Set+Enos, i primi 3 dei 10). Con la lettera di un n. 13=O ci sono dieci 13, a indicare l’unità 10 del ciclo 13 e il totale sale al 247 che è il moto del piano a lato 100 e 100 (della nostra realtà 104) il cui flusso caratterizza Amodeo=47. Partendo dall’anno -103 a Ch, questi 247 anni in più portano giusto-giusto al Natale di Roma del -753 a Ch. Le lettere usate, fin qui, sono le 28 che, partendo dall’unità delle 7 A iniziali, l’hanno estese nelle 4 dimensioni reali. Sono 7+(7+7+7), del Creato Uno e Trino. Con la lettera n. 29, ecco la P=14 (=7+7 e si passa al piano del movimento, dopo le 28 lettere che fino ad allora erano in pura linea di flusso. Con l’aggiunta della P, alle 28, le lettere sono ora le 29=16+13=RO=P in greco, il 10° n. primo. Nel frattempo, il flusso dei duecento caratteri Amodeo=47 si è incrementato di 14 e si è giunti al 261 in cui c’è il piano a lati 100 e 100 (della nostra realtà 104) che con 61 fluisce in un 1° e un 2° (i 60 secondi del minuto primo, +1 secondo). Con un carattere Q=15, c’è ora l’unità dello spazio-tempo, come n. 30, è giustamente in 30/2=15. Il 261+15 è ora 276. Il flusso dello stesso piano reale a lati 100 e 100 è quello dei caratteri Romano=66 che ora han percorso il ciclo 10. Con un carattere R=16, quando le lettere sono 32, abbiamo ora i due 16 che valgono 32. Il loro totale è arrivato al 308 che muove 23 (il volume in tutto il suo complesso) spostandolo dell’intero spazio 300. Il che è esattamente la stessa cosa indicata da RR = (4+4)×4, tutta la realtà complessa moltiplicata per quella reale. Il carattere S=17 manca. Se ci fosse sarebbe il carattere n. 33 della vita fatta mancare a Cristo dall’acronimo SPQR (Senatus PopulusQue Romanus)! Ma R, Se... natus est è un Se che non è nemmeno da chiedersi! R natus est! Al punto che S PQR vira in PQR R e il Re rivive 33 anni su un asino! Se vi sembrano farneticazioni mistiche, ecco 1-2-3 la ciliegina sulla torta: TTT , le tre croci 18+18+18 del Calvario, n. 34-35-36 = 33-33-33 +1-2-3! Porta il 308+54 al 362 del piano a lati 1 e 1 che fluisce di tutto l’angolo giro. Il carattere U=19, infine, è il tempo ½ del 38 natale di Romano il cui nome intero ha le 36 cifre di tutte queste 36 lettere date dal 3×3 <essenziale> in 66. 362+19=381 e tutti i giochi sono fatti.
142 Quando a RU si aggiungerà il 2° a lui, BENI’ AM. (Benito Amodeo, in nome e conto di Beniamino, ultimo dei 12), allora RU+Ben caratterizzeranno Ruben il vero primogenito di Israele-Giacobbe. Questa lettura mistica si aggiunge a quella matematica e scientifica, che è possibile ricavare della fornitura dei caratteri necessari. AAAAAAA + DEI = L Sono 7 + 4 =10
(che poi qui è la 11a essendo 1/3 di Romano=66)
L = MM × NNNNN = OOOOOOOOOO 10 = 2 × 5 = 10
formano
Quando cominciano dopo la lettere n. 11, seguono due 11, da lì cominciano le unità dinamiche, di 10 unità di presenza mosse totalmente. Spostate di cinque 12 = 60 e sono l’unità del tempo. Spostate di 130 come il valore 10×13 che sono il ciclo 10 delle 13 unità dinamiche (date da 7 giorni) e uguali a ¼ di anno. Per cui sono i 40/4 del ciclo Uno e Trino dello spazio-tempo. Non per caso devono trascorrere 130 anni per dare ad Adamo il suo giusto erede, nel suo 3° figlio nominato Set=40 In P Q RR TTT U entrano in gioco tutte le costanti fisiche. 14 è tutta la realtà del ciclo che con 14×26=364 dà i giorni dell’anno, ai quali sono da aggiungere solo 10/8 di giorno. I 14/100, aggiunti al 3, danno p=3,14. 15 è tutta l’unità dello Spazio-tempo ed è la lettera numero 30, che considera il 15 nei due tempi 1/2. RR=32 è tutto il 25 corrispondente a √ 1010= √ 1.024 la radice quadrata che dà il lato dell’unità 1.000, ma solo quando si muove in tutte e 24 le sue ore. TTT=54 è quel valore che riferito agli 86.400, con 86.400 : 54 = 1.600 dà la carica della realtà 4×4 alla dimensione del piano reale 100. Occorrono 5.400 cariche 16 per ruotare di un giorno la terra. Infatti 540 è il numero dell’intensità unitaria della luce in 1012 Hz. La stessa intensità del calvario! U è la fine del percorso, data da 1, presente in un 10 che avanza totalmente di 10 e, giunto al limite, fa una bella conversione ad U. Con altre 19 unità, ma di ritorno all’origine, alla fine è compiuto tutto il 38 che è all’origine di un giorno quando, con il suo quadrato 38×38, determina 1444. Questo è tutto il valore intero contenuto nel moto totale di 300.000.000 m, che si presenta nel rapporto dato da (299.792 .548 m) =1444,4905513100 fino alla dimensione 10-10 della luce. (207.542m)
143
Religione. Romano=66 il piano di
Padre e Spirito santo, nel lato 33 dato dagli anni di vita reale di Gesù.
Romano=66 significa un piano 33+33 di energia. Esso è in perfetto equilibrio poiché i due valori sono dati dal -33 e +33 sia parametri di un piano xy o yz, o xz, a lati perpendicolari, sia di versi opposti appartenenti alle stesse linee x, y o z. Premesso che i caratteri son lettere chiamate così per le caratteristiche di ciascuna, quando ne creiamo una sequenza ordinata, essa assume anche il valore determinato dall’ordine (un comando vero e proprio con cui entrano in atto). Perché è giusto nominare l’energia proprio coi caratteri Romano? Ordine 1° R=16 pone prima i 16 n. primi che caricano di moto tutta la realtà Ordine 2° O=13 dettaglia questa carica 16 nel flusso 3 che avanza di 10, e porta a 29 realizzando il 10° n. primo coi 2 ordini in cui 2 è il 1° numero primo. La sequenza 1613=RO (chiamato in modo esclusivo con 3 nomi il 25 gennaio e compartecipato negli ultimi due con nonno Torquato e colla nipote Paola... nati entrambi il 26 gennaio) dista dal 1938 mio natale i 325 25×26 =325 . anni esatti che mediano il 25 e il 26 in 2 Ordine 3° M=11 impone ora, al 10° n. primo 29, il 2 nel numero binario 11 E con 29+11=40 c’è la realtà, data con 3 ordini. Così ROM=161311=111.111+50.200 è il flusso 111.111 del piano i cui 2 lati sono 251×100 e 251×100 nel 251 del 25 gennaio, e anche Padre, Figlio e Spirito Santo, nel loro valore in gematria di 40+54+96+61=251. Ordine 4° A=1 impone ora alla realtà 40 anche la presenza 1 e ora esiste l’11° n. primo 41. ROMA=16131101 fa esistere nel tempo 1 il piano visto, il cui lato è dato da 100 volte la trinità di Dio. Ordine 5° N=12 costringe il 41 a muoversi di 3×4 lo spazio nella realtà: così lo porta a 53, che è il 16° n. primo che dà tutto il moto. Ordine 6° O=13 forza la carica del 16° n. primo 53 a muoversi di 3 e di 10 raggiungendo con il 66 il valore medio 11 dato a tutti e 6 questi 6 ordini. ROMANO=161311011213, è generato con ciò dal 66 periodico.
144 0,161311011213 = ROMANO è la sequenza obbligata in quest’ordine da:
(0 , 66) (0,16.13 .11.01.12.13) = 4,132803220645487000693200 (0, R .O . M . A . N .O) L’Ordine parte dall’esistenza del valore 66 del piano dell’energia contenuto nelle 99 unità cicliche in 100, e lo divide per quel 4,132803220645487000…. fino ai tre zero in sequenza che lo fissano nei millesimi. 4, il valore intero, riguarda l’unità e Trinità, di Dio e del tempo e spazio. Il tempo 0,13280322064548700069… infinito, è il valore inverso, reciproco (parlando correttamente), di tutto lo spazio di moto nel tempo dato da: 7,52993786701499399… elevato a -1 (reciproco dell’unità). Distinguiamo: 7 intero è l’opera totale data dalle 7 unità. 52/102 sono le quantità di 7 giorni presenti nell’anno terrestre. 993/105 sono il 7 in tutto il suo moto nel 103. 7/106 sono tutta l’opera in 7 alla dimensione 6 di tutti i 6 versi. 86/108 è dato da 7×12=84 che è il flusso del piano a lati 1 e 1. 70/1010 è il moto 7 nel ciclo 10 atomico. 1499/1014 andati sotto della misura atomica, ci ritroviamo nella nostra epoca! 1.499 è proprio il 1.499 dopo Cristo che esprime tutto il moto di un anno nei 1.500 dell’unità dello spazio-tempo. Il Nuovo Mondo è stato scoperto non per caso 7 anni prima da un Cristoforo, il 12-101492, data che per convenzionalmente dà inizio all'Età Moderna. +399 altri anni, proprio quelli in 1499399…. ------1938 è il compimento portato dalle 7 cifre 1499399. Poiché ciò è per davvero il tempo avanzante nella nostra realtà, è proprio la divisione ordinata qui sotto a determinare l’avvento di ROMANO:
(0 , 66) =0,161311011213 4,1328032206454870006932008845882 R O M A N O è la lettura così bene ordinata dal calcolo di cui sopra. 16 13 11 01 12 13
145
Bibbia 1,5, ordinò Romano nei 3/3 di Ènos 3°, Noè 10°, Enoch 7° e camminò con Dio 2 volte col 7° Qui a lato vi mostro i primi 10 nomi che furono dati ai primi 10 fattori dell’esistenza. La prima constatazione è che tra essi i caratteri Romano non ci sono nel loro intero. Potremmo così credere che essi manchino. Invece, in una ricerca sillabica, di <Ro, ma e no>, se manca l’unità, c’è la presenza nei terzi, ma non nella prima sillaba Ro, bensì nelle altre due. 1 ROMANO, nome intero, manca in tutto come 1 manca tra i n. primi. 1a sillaba RO, manca come 1 tra i n. primi e come anche il 29=Ro manca essendo 29 il 10° numero primo. 2a sillaba MA c’è in 2, poiché è 2a; poi, essendo il 2 il 1° n. primo: in MAlaleel e in Matusalemme c’è per 2 volte al 1° posto 4° fattore e 8°, con 11+1 due volte sono le 24 ore di 1 dì. 3a sillaba NO c’è in 3, poiché è la 3a; poi, essendo il 3 il 2° numero primo: c’è 3 volte: in ENOs e in ENOch come il 2° c’è per 2 volte al 2° posto 3° fattore e 7°, con 12+13 due volte è 50: il moto 25 di 25. in NOè come il numero primo, c’è 1 volta al 1° posto. 10° è l’unità del Padre dei i numeri decimali, presente in 25 in 3 volte 25 indica tutto lo spazio dato da ¾ di 100 Ma+Ma +No+No+No=12+12 +25+25+25 =99 sono la presenza di Romano espressa nei 99 nomi Allah, prescritti dal Credo Islamico, data da 100 meno uno. Partendo dal Dio Ebraico Jahvè <io sono colui che sono>, quando – come Padre dei tutti i numeri decimali – Egli assume il 10 a immagine e somiglianza del suo essere il Padre unico della creazione, allora abbiamo che 10×10 è letteralmente il PIANO di essa e di Dio.
146 Quando Allah sottrae 1 a 100 compie la stessa cosa che esiste tra i primi 10 Creatori della Bibbia: dai 10 è sottratta sia l’unità del nome Romano, sia la sua prima sillaba Ro. Il <Corano> è assimilabile al Re venuto sull’asino, quando è espresso <Con Romano>. Al Con la n=12 e a Romano è sottratto om=13+11=24. 12+24=36 sono tutti i caratteri di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, virtualmente tutto tolto di mezzo. Perfino nel Sacro libro del Corano è invisibile totalmente l’<om> (l’uomo, omesso – guarda guarda! – proprio da Ma...ometto). Ed esso proprio asseconda l’iniziale R del nome Romano, nel mentre non ne nasconde il <Cor>, il Cuore, e con <Cor> e <ano> si parte dalla la pura e divina poesia del <cuore> e del <raccogliere>, e si conclude arrivando a quell’<ano> dal quale vengono fatti fuori tutti quanti i rifiuti! Constatata la mancanza totale della prima sillaba Ro, tra i 10 primi fattori della Bibbia, osserviamo attentamente come si presentano le due apparizioni binarie, del MA, che è la 2a sillaba di Romano. MAlaleel=53, al MA aggiunge il 41=Roma e Amor, 13° n. primo. MAtusalemme=109, al MA aggiunge il 97 che è il 25° n. primo. Al M’AMA dei primi due nomi, abbinati nel verbo che riguarda l’Amor=41 ricavabile dall’incremento in Malaleel, praticamente è aggiunto AmoR=41 (Amodeo Romano) Oltre il M’Ama c’è 41+97=138, l’incremento in entrambi che richiama la mia nascita nel mese 1 e nell’anno 38. I due MA assecondano l’avvento su di me, povero asinello, dei 2 M’AMA venuti su di me come il Padre e lo Spirito santo di un unico RE che accede alla sua Gerusalemme. 138 è anche tutto il valore dei miei 6 nomi interi quando – rispettando la prescrizione divina che il vero 1° si mette in fondo – si manda all’ultimo posto l’1 iniziale in 138. Diventa 381, il valore intero di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo. Possiamo passare all’esame delle tre volte in cui il no è apparente. Enos, il 3°, cresce di ES=22 rispetto al no ed è uguale a Romano=66/3 Enoch, il 7° cresce di ECH=16, ed è uguale ad R Noè, il 10° cresce di E=5 , quanto 66 meno 61 (un minuto 1° + un 2°).
147 I primi due in cui il no è la 2a e 3a cifra, superano il no di 22+16=38, di quanto è proprio l’anno di nascita nell’unità del mese data dai due. Il terzo aggiunge al no tutto il tempo dato dai 10/2, il che lo porta a esistere, anche nel nuovo mondo, come il 30 di Adamo che si ripropone. Tutti e tre uniti nella loro trinità, con 22+16+5=43 costituiscono il 10 paterno sommato ai 33 anni di vita del Figlio. Aggiungendo anche lo spazio totale dato dai tre 25=No indicanti in ciascuno la totale presenza, 75+43=118, direttamente uguale a 47+41+30, abbiamo quel 113 (che nel nome esiste per 3 volte) che si somma a tutto il tempo dato da 10/2, ed equivale a un solo 59, che si sposta interamente di 59, essendo tutto il moto che compie 1 minuto secondo, quando è compreso nei 60 del minuto primo. Ebbene, quando il moto intero 59, si muove totalmente, allora equivale a tutta la presenza nominale compresa in questi tre nomi in cui appare, per tre volte, la sillaba finale di Romano. Essi sono – in È-no, in È-no e infine in No-è – quel definitivo no dell’ultima sillaba, valore 1/3 dell’unità data dalle tre sillabe del nome intero Ro-ma-no.
Controllo a rovescio Esso è fatto esaminando e considerando tutte le lettere esistenti tra i 10 primi fattori, in cui non compare alcuna delle 5 differenti lettere in Romano. Poiché ho detto che qui il nome Romano appare in controluce, se sommiamo il valore di tutti i 5 altri nomi senza una delle sillabe di Romano, abbiamo: 30=Adamo + 40=Set + 33=Kenan + 35=Iared + 38=Lamech =176. =110 (=10×Romano=66/6) + 66=Romano. 176 è anche il 40° n. primo = 173 che avanza di 3, in tutto lo spazio. 1979,03110 ×10317 è il fattoriale di 176 e si mostra nell’anno 1979, nel mese 0,3 e nel giorno 11 dato da 0,0011, in cui ho avuto i 41 anni di AmoR=RomA.
148 Come qui a lato vi dimostra il computer, l’11 marzo del 1979 dista esattamente dalla mia nascita, avvenuta il 25 gennaio del 1930 il numero esatto di giorni 15.020. Si tratta di un numero altamente significativo, sotto il profilo unitario. Esso indica infatti il piano nei due suoi lati 10 e 10 (che sono in ciascuno l’unità del ciclo), il cui flusso è: 15 (unità dello spazio-tempo10+10/2); ×103 presenta lo spazio-tempo unitario alla dimensione del volume unitario che è quello avente per lato il ciclo 10. Spingendo l’esame ancora più a fondo, possiamo aggiungere a questi valori mancanti anche quelli assenti nei nomi in cui sono comprese le sillabe. Enos non ci sono ES=22………………………………….25 è compreso Malaleel non ci sono LLEEL=40………………………...13 è compreso Enoch non ci sono ECH=16……………………………...25 è compreso Matusalemme non ci sono TUSLEE=74…………...…….35 è compreso Noè non c’è la E=5……………………………………….25 è compreso 123 Sono così escluse altre 157, che, aggiunte alle 176, portano alla esclusione di 333 unità, sulle 456 totali. Si tratta del 73,02631…% = 100% meno -26,97368. Essendo esclusi 333 e 26%=Dio, abbiamo proprio la trascendenza di Dio! Da 456 -333 = 123 appare come il più ordinato degli avanzamenti dati da 1112 che – con 111+2=113 – è Romano Amodeo, è Torquato, è RoAnAnPaToAm. I 176 valori nomi senza alcuna delle lettere di Romano, fronteggiano i 280 in cui ne compaiono parte. Quelli senza sono il 62,8571…% di quelli con, e anche qui è sorprendente il seguente: 62% da 0 dell’assenza totale rispetto alla presenza parziale risultante il -26% dal 100%
149
Il 35° libro della Bibbia chiamò Romano Antonio l’asino su cui arriva il Re (Osea 11.1=66.6/6)
In Egitto Orus fu suRO. Con RA Amon posto a Dio, predisse Romano Amo deo. Il libro 35 della Bibbia, per il valore del numero 7×5 = 35, indica la creazione intera, data dal numero 7, in tutto il valore unitario del tempo, che è dato dal tempo ½ del ciclo 10 della presenza. <Is RA Ele> rivela che <Ele (Elohim, Dio)> <is> è per tutto il mondo di oggi unificato nella lingua inglese colui che è chiamato <RA> (nome del Dio del Sole assunto dall’Egitto) e che oggi riguarda il duo di Padre e Spirito santo, discesi su Romano Amodeo come sull’asino che porta il RA a entrare nella sua Gerusalemme. Il Cap. 35 del libro 1°, genesi, assegna a Giacobbe il nome di <Is RA Ele>, compiendolo a <Betuel> (uguale a Bet, Benito, il 2° a R.A.). La nuova vita di Noè nel nuovo mondo fu nel ciclo ×10 di 35 giorni. E ciò proprio per il valore <7×5> di 35, in cui la creazione in 7 unità, si atta per le volte esatte del tempo dei 10/2 dell’unità. Perciò, quando l’Antico Testamento pubblica il suo libro 35°, esso ha lo stesso valore di un viaggio compiuto nella sua interezza. Fu il viaggio ben conosciuto da Matteo in tutta la sua importanza, e che lo convinse a forzare la storia degli eventi reali al punto da raccontare la storia di un evento mitico e non reale per Gesù Cristo, che mai fuggì in Egitto, per essere poi richiamato da lì. Ma a Betuel, in Bibbia 1,35 – come racconta l’Antico Testamento nel suo libro iniziale – Giacobbe fu chiamato <Israele>, e non certo dall’Egitto, ma dal nome che prima egli aveva, e che era quello di Giacobbe. In Bibbia, 35, 11.1, Dio dice: <io l’ho amato> in <Romano Amodeo>, poiché io (che sono Deus per un Romano) l’ho amato nel <Romano Amo (da et cum) deo>.
150 Deo viene da Deus, nel dativo e nell’ablativo, e <amo deo> è dichiarato da ogni Romano che così parla nel latino della lingua del suo Deus. Ora, come Amodeo è chiamato <ab Deo> (dal nome di Dio in latino), così, allo stesso modo, accade nel versetto 11.1 del 35° libro di Osea. È proprio sulla premessa del Dio chiamato in Egitto <Orus> che il nome egizio si specchia e si inverte naturalmente in <su RO >, e il Re Orus cavalca … Su Ro. Con Orus in Egitto c’è anche Amon e insieme formano Ro-mano. Coi due c’è anche il 3° Dio in Egitto, chiamato Aton e aggiunge ai due (che sono una cosa sola) il mio secondo nome Antonio, tanto che: <Ro-mano Antonio> nomino io quel giovinetto che ho amato e che io (Orus, Amon e Aton in Egitto) ho chiamato Ro-mano Antonio, dando anche a lui il nome con cui ero chiamato in Egitto! E io, che Amor sono e Deus (a Roma), sono AmoR, sono ab <Deo AmoR>, vengo da Roma e in Italia mi rispecchio in R. Amo deo! Ma c’è ancora di più. Il nome EGITTO a voi sembra tradotto così dal nome originario scritto sui geroglifici… ma per la solita precedenza dei nostri tempi, rispetto a quelli, il nome in italiano, di EGITTO ha una sua precedenza, ed ordina: EGO, si tratta di quello di un Romano, è il suo <io>, come era in latino. IO è la sua traduzione ora in italiano. Ma quando è un IO che ha in se stesso due croci (una T del Padre e l’altra T dello Spirito santo), quando esse si presentarono sul particolare asino che io sono, allora è un evidente ITTO. In parole povere, EGITTO è il nome tratto dall’ego e dall’io di un Romano Italiano in cui Dio si è AFFLITTO <a FELITTO> Passare dall’EGITTO a FELITTO è una cosa che trasporta l’Io Romano e Italiano (con le due croci che Dio già aveva lì, assieme al suo popolo) in quella Felitto il cui nome indica: F EL ITTO, lo Spirito Santo F del Dio Elohim afflitto a Felitto con le sue due croci poste nel vivo dell’IO di un italiano. Dio aveva di tutto per dire attraverso Osea: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Infatti in me, nato a Felitto, c’è ogni tipo di chiamata: nei nomi e nei luoghi.
151
I Cabalisti giudaici attesero Dio con un nome segreto di 42 cifre
Sono le 42 cifre come il 7×6 della creazione generale di Dio, previste dai Cabalisti Giudaici, quando s’immaginarono che – essendo essa una creazione generale – doveva comprendere 42 caratteri anche nel nome segreto di Dio . Se non è divino questo nome del Re sull’asino, cos’è in Genesi 25? Gen. 25 si legge o no, anche come il gennaio 25, in cui è nato il suo asino? Dai due 42 in Gen. 25, è o no formato anche il nome proprio Gesù? Giacobbe è 7+9+1+3+13+2+2+5=42? Nasce in Gen. 25, versetto 26. Esaù è 5+17+1+19=42? Nasce in Gen. 25, versetto 25. G (nato con Giacobbe il 26) +esù (nato il 25 con Esaù) è o no Gesù? Gesù è o no il Nome segreto di Dio? Ciò è o no quanto accade nel nome dell’asino nel 25 e 26 gennaio? Lo è! Lo è! Infatti: in 1, 25, nascono i caratteri Amodeo Romano Antonio Anna=217 (e indicano la nascita del 2°, Benito, nato 2,17). in 1, 26 i caratteri Amodeo Paolo Torquato=211, riferiti ai 2 nati in 1, 26: la nipote Paola (1a figlia del 2°) e Torquato di cui è nipote. I 2 nati (25 e 26) sono in 217+211=428 i lati 1 e 1 del piano in flusso coi caratteri Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo=426, quelli del 2° nato il 2,17 in cui il 1°, con 2,17×100 nasce con 217 caratteri. Complessivamente Gesù=48 ebbe, rispetto al totale dato da 84, il 57% e rotti. In questo 57 e rotti % – rispetto all’84 di Esaù+Giacobbe – il nome Gesù=48 si impone come lo strumento, il mezzo del Dio 102, creatore in 7 giorni.
152 Infatti il % è dato da
48×100 (57 , 142857) (50+7, 142857) = = 84 100 100
.
Lo 0,142857 periodico aggiunto a 7, è il suo valore reciproco dato da 1/7. Così, in relazione alla nascita dei caratteri Gesù, oltre il 50% c’è un altro 50/7% esatto. Nella nascita dell’asino su cui arriva il Re, 66+78+26=170 sono i 3 nomi nati il 25, e coi 51+113=164 nati in Paolo Torquato, sono 334. Sono invece 39+113=152 quelli nati in Paola Torquato. La differenza % sta nel 164 -152 = 12 (le tribù di Israele). 12, riferito al 334, è il 3,5928... %. Sommato al 100% totale, è il 103,5928% che è nel 104 il 26×4 del Dio=26, Uno e Trino. Lo è – così ridotto – poiché in 104 esiste e va l’esatto 0,4071 (fissato alla dimensione unitaria in 10-4) dato da 4 (l’Unità e Trinità), nel tempo 1/10 unitario, in cui, alla dimensione unitaria decimillesima, i 70 entrati in Egitto con Giacobbe, si affermano come i 70 in 1 sol popolo (Israele e le sue 12 tribù). La mia percentuale dei 3/5 è
170×100 50,89820 (50+0,8982) = = 334 100 100
Il valore reciproco del mio decimale in tutto il suo valore dato dal computer in 0,89820359281437125748502994011976… corrisponde giusto al 1,113 che, come sto cercando di farvi costatare (da sempre e in tutti i modi) corrisponde giusto all’unità del mio essere un Trino 113 che è e vive con il suo piano dei caratteri 33+33, nell’infinito tempo periodico dei 33 anni di Gesù Cristo. Ve li mostro nuovamente: 1. Romano Amodeo=16+13+11+1+12+13 +1+11+13+4+5+13 = 113 2. Torquato=18+13+16+15+19+1+18+13 =113 3. Ro-An-An-Pa-To-Am=16+13 +1+12 +1+12 +14+1 +18+13 +1+11 = 113 Pertanto, Gesù sta a Esaù+Giacobbe così come: Romano+Antonio+Anna stanno a Romano Antonio Anna Paolo Torquato. Con la differenza caratteristica tra i due differenti mezzi che: Gesù ha la potenza di 7+1/7 del creatore divino in 7 giorni ed in settimi. I caratteri Romano Antonio Anna, in 1,113 periodico in 3, è 1 che esiste realmente nel tempo di quel PTR Romano 113 della profezia di San Malachia. Quando si sommano anche i 2/5 dei caratteri che entrano in scena nei due nati il dì dopo (legati ai precedenti 3 dal fatto che sono relativi anche alla genesi 3 relativa a una nipote e un nonno) il cui valore di 51+113 somma 164 a 170, allora il totale carattere 334 assume il valore esatto di 1 + il trino 333 (il che dà su 3 cifre il periodo eterno di vita dei caratteri Gesù, nel piano dei caratteri Romano.
153 1+333=334 attende solo di essere il moto dell’energia 66 del primo nome per arrivare, con 334+66 all’unità data dal Dio 100, Uno e Trino, 100+300=400. E quando al 400 si sottrae tutto il contenuto 381 di tutto il nome, cognome compreso, e si ha 19, esso esiste nel 100 e porta all’anno 1900 a cui poi si somma il tempo decimo di 381, e diviene quel 1938,1 del mese di gennaio dell’anno 1938. L’anno natale 1938, di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo,, riferito al valore 646 in gematria del Dio Elhoim, corrisponde esattamente alla sua Trinità, data da 646+646+646=1.938. Che cosa realizza il 646 di Elohim ( אלהיםoltre che 1+30+5+10+600)? Il calcolo preciso alla sua reale base è dato dai primi 9 fattori in Bibbia.
I rapporti che vedete li leggete in questo prospetto che riguarda gli anni di esistenza dei primi 10 Fattori in Bibbia. Essi sono divisi negli anni in cui furono solo figli (nella prima colonna), in quelli totali vissuti da padri (avendo avuto il 1°genito, nella colonna di mezzo) e in quelli totali (nell’ultima). I rapporti sono espressi tra gli anni trascorsi da padri (cause) e quelli da figli (effetti) e descrivono quanta parte dell’iniziale causa è toccata in definitiva ad ogni unità effettiva.
Il libro 1 di Bibbia è quello posto in principio con i 913 caratteri della 1a parola. Il Dio Elhoim, per partire dal 646 dei caratteri אלהיםe arrivare al valore 913 posto <in principio> deve sommare al suo quello esatto dato da 10×26+7=267. 267 è 7 (i giorni di creazione) +10×26 (valore 26 che è quello dei caratteri
יהוה, di Jahvè). 7 + אלהים+ ) × יהוה10) = In principio = 913. Tre numeri, questi in principio, già contenuti nel 1938, della discesa del Re sul suo asino, anno dato dal 913+1.025 che – posto il principio 913 – attiva tutto il volume 103 nella totale presenza unitaria del tempo, data da ¼ di 100. =I
154
La Bibbia pare scritta da persone che han già visto tutti gli eventi Chi ha dettato (dal futuro) la Bibbia, avendo il potere pressoché divino di trasmettere con l’entanglement (in tempo presente non rallentato alla velocità della luce con cui noi vediamo scorrere gli eventi) ha ricostruito il passato descritto in Bibbia, a partire dalla conoscenza di quanto sta accadendo ora e che riguarda la discesa del Re sul σώμα-ρο del mio corpo e quelli contemporanei. Si sono accorti, come me, che esistiamo tutti in un disegno che ci identifica tutti nei caratteri che ci collocano nel tempo e nello spazio e che così, il 25 gennaio del 1.938 il Re stesso (di tutto il sistema rappresentativo) che ha caratterizzato ogni altro, ha infine caratterizzato se stesso! Non gli ha dato il carattere di un Dio, come mostrò nel Cristo, ma di un asino, di un povero cristo di cui servirsi, di lui come proprio di tutti. La Verità ha voluto presentarsi nella massima modestia. Dio, umile, ha assunto 10/10 e 3/3 a immagine e somiglianza di se stesso. Uniti, sono i 13/13 insiti nei caratteri 26==יהוהDIO. In pura <essenza>, in 26 <ci sono> 2 e 6. Sono associati 20+6 (nell’unità del ciclo 10 del 1° numero primo) e 3×10+6 (nella sua trinità) che lo porta al 66 trino dei caratteri Romano... assunti dal Re che si serve di <Romano>. I calcoli semplici che faccio dimostrano che la costruzione del mondo è stata modulata tutta in base 10. Gli uomini del futuro si sono accorti che l’Assoluto coi +381 caratteri Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, +426 caratteri Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo =807 caratteri, che, divisori del lato di 1010, danno il pazzesco calcolo.
√ 1010
(381+426)
−123=0,9157372 mostra 915,7372 seguito al primo 1.000.
+915,7373 +022,2753 lati 11,1 e 11,1 del piano del flusso dei 753 anni del Natale di Roma! =938,0125 e il Re il 1.938,0125, dopo il Natale di Roma (di cui si serve) caratterizza Romano, l’asino concepito realmente a Roma.
155 Romano è stato concepito il 4 maggio 1937. Al Natale di Roma del 753 a Ch. sono da aggiungere 1937 anni e la distanza è dunque di 2.690 anni. Per stimare questa quantità come un tempo trascorso dall’unità di 100 anni, va aggiunto 1/100, e diventa 0,01+ 0,2690 = 0,279. Il suo valore reciproco rivela il periodo eterno perfetto dato da queste 15 cifre 3,58422939068100 3,58422939068100 presente sempre, si rivela così composto: 3,58422939068100 è 7×0,5, è la presenza di tutta la creazione in positivo 0,08422939068100 è il piano 4×4 della realtà, in tutto il suo moto in 100 0,00022939068100 è il flusso 1/3 proprio dell’energia elettrica 66 0,00000939068100 è il moto intero di 7 presente in 105 unità atomiche 0,00000009068100 è il moto intero di 100 che è in 100 dimensioni atomiche 0,00000000068100 è 6,8 in dimensioni atomiche: 6,6 di energia +0,1 e 0,1 lati 0,00000000000100 è l’unità totale 100 a m 10-14 che indicano -7-7 nell’indice. Il conto, spinto fino al mitico 21 aprile del 753 avanti cristo pone 255 giorni dopo il 21 aprile in quell’anno 0, da aggiungere anche qui non a 2.690 ma ai 100 anni in più posti in principio di puro calcolo. Pertanto 2.790×365,25636041666… = 1.019.065,24. Sono pertanto, in 100 anni e tutto il loro moto 1.019.320 giorni. 1.019.320 1.019.380 dato da 106+10×1.938 ne contiene: 60 in meno Accade poiché in 1.019380 c’è 60 (nell’ora =1/24 di giorno, c’è l’unità 60, in minuti, primi, secondi e terzi) e si muove solo per lo spazio-tempo che gli resta! Ciò conferma quanta importanza abbiano i cosiddetti <miti>, come questo, del Natale di Roma, celebrato il 21 aprile e datato nel 753 avanti Cristo. Già adesso gli uomini di scienza… anche religiosa (poggiandosi sulle trascendenti intuizioni di San Matteo, che non esprimevano la verità degli eventi relativi a Gesù) compiono la conseguente scemenza di appoggiarsi su un resoconto fantastico per retrodatare di 6 anni circa la sua nascita reale, peraltro smentita da San Luca (che ha l’atteggiamento dello storico che riporta i suoi fatti sulla base delle testimonianze dirette dei partecipi ai fatti narrati)… Il mito più grande di tutti i tempi e luoghi sarà proprio quello del Re sceso su questo asino. A me stesso sembra impossibile che sia vero tutto ciò che mi è capitato e mi riguarda! Figuriamoci ai posteri! Gli uomini del futuro estremo (di quando la Terra esisterà forse solo come un vago ricordo) si chiederanno se tutto ciò che è scritto in questo libro, sia soltanto il Mito di un pianeta-unica-culla di ogni vita, in cui si è palesata (per interposta persona) anche quella del Creatore stesso dell’Universo…
156 Nel futuro, uomini ben più sapienti dei contemporanei – che sentono le mie spiegazioni, non le capiscono e le disprezzano – sono giunti ad apprezzarle! Si sono accorti di che prodigio il <Dio 10> sia stato in grado di mettere in atto e mostrare realmente, quando i numeri giusti hanno introdotto proprio quegli anni 1938 in cui si afferma la Trinità degli Elohim decritti in Bibbia… Coi caratteri = אלהים646, uguali proprio a 1/3 del 1938, poiché ottenuti per divisione, dal risultato in atto ora in me. La divisione ha potuto estrapolare una quantità elementare lontana nel tempo, posta in principio e descritta in Bibbia da 10 fattori, 9 dei quali infine determinano nel 10° il Dio Elohim di 646 decimi. Accade secondo il calcolo che qui vi ripropongo: e
Partendo da come il Re risulta venuto con me nato il 1938,0126, il sistema numerico lo ha frammentato nelle sue giuste premesse, fino a dare i numeri che vi ho mostrato nella tabella (che vi ripropongo, riadattata all’uopo).
7.625 anni – come vedete nella 3a colonna – son la vita totale data ai 9 fattori. +9.000 cioè 103 anni doverosamente dati a ciascuno dei 9 - 7.625 che sono quelli realmente posti a numeratore =2.375 sono stati gli anni spostati a denominatori, a tempo. Se togliamo a questi 7.625 anni, che sono l’opera 7.000 lanciata in tutto il 54 =625 della carica della realtà (ossia i 624 Coulomb presenti in 1) tutta la realtà 10×4=40 li porta a 7.585. Abbiamo così tutto lo spazio dato da 100×75, +5 il moto (del 10/2 solo in positivo) del piano reale a lati 40 e 40. Dividendo questi 7.585 anni per i 2.375 che non sembrano avere avuto (poiché son posti a loro tempo) 7.585 =3,193684210 mostra l’avvento della Trinità intera di Elohim nel 2.375 tempo decimale dell’anno 0,193684210 espresso nei decimillesimi dell’unità 104.
157 0,193684210 dista dallo 0,19380125 tutto perfezionato in me, sottraendo: 0,19380125 è la data spinta alla definizione del 25 gennaio del 1938 - 0,193684210 (che è il solo tempo decimale in 3,193684210) = 0,00011704 è la differenza, che si rivela data dal moto reale dell’energia: 11 è l’unità 11/105 dei 66/6 dell’energia E.M. di 10-5 +170 è il ciclo 10 della dinamica totale 7×10-7 + 4 è la realtà alla dimensione complessa 10-8 della luce 2.375 anni messi a denominatore come il tempo degli anni 7.625 ricevuti da tutti i 9 che compongono gli Elohim di Dio (i suoi 9 fattori) se si muovono interamente, ossi di 10 anni (quanto il Dio Padre) e diventano così il fattoriale di 2.385, è 4,0299931987219301661037099452106 ×107021 Significa che il 10 Padre è Uno e Trino nel 4 intero, e agisce nel tempo decimale col 10 elevato al 7.021 dei 7 dì (creati dal Creatore per 103 volte) nelle sue 21×10-3 quantità, della struttura a 3 D. di 7+7+7. Riguarda il padre di Romano, ch’è L.Am (Luigi Amodeo nato 7-7-7) come riferito a Lamech vissuto 777 anni. Nel tempo 0,029993198721930 si distinguono il ciclo 29.993/106 di 7/106 nei 30.000/106 dello spazio dell’intera realtà, nel dettaglio dell’anno 1987. In cui Romano nato 1938 avrà tutto il moto di 7×7 anni (alla dimensione 10-9 del moto di tutto il ciclo 10 atomico) e poi 7×3 volte il 1930 che, alla dimensione reale unitaria 10-4 di quella atomica, difetta di tutto il complesso dato da 23 anni rispetto al 1938. Molto interessante anche la percentuale esistente tra gli anni 2.375 trattenuti e quelli 7.625 dati ai 9 , poiché è: (2.375×100) 31 (1.121+4) = + 7.625 100 100 ove 31 è l’11° numero primo che sancisce il cubo a lati 10+10+10 presente in 1, + gli anni 1.121 trattenuti ai primi 7 +4 il loro reale moto nello spazio-tempo. La creazione totale è completata dal 7°. infatti 1.121 è il flusso 1.111 di 10 . 5.192 =7,55749636098 rapporto causa/effetto nei 7 è il moto unitario in 7 687 di 555/103 elettro-magnetismo unitario, nelle 24/104 tutte le ore reali di 1 giorno. 963,6098/107 anni oltrepassano il 938,0125 di 26 -0,4027 (il che dice che tutta la realtà del 40% del vol. 33/104 è in 26 anni e va per tutti i 26 dati dai 7 dì in 1/2 anno×26 cadauno)
158 Invece la faccia disponibile, della stessa moneta, nei 7.625 soli anni apparsi ricevuti, ha il suo fattoriale in un numero che oltrepassa la capacità del computer di Windows, ma che corrisponde a 913+46+66×101 . Si tratta di quanto è posto in principio in 913 (e sono i 2,5 anni combinati ai 365 giorni di ciascuno), estesi al 46 (del flusso 6 del piano avente il perimetro 40 di tutta la realtà) e ancora a tutto il combinato disposto dal 66 dei caratteri Romano e dal valore 101 dei caratteri Luigi Amodeo (54+47 e padre di Romano). È Dio – è il progetto suo numerico – che si è presentato nella carne del finale asino sul quale il RE entra nella sua Gerusalemme. I contemporanei possono riderne finché vogliono! Ma gli uomini del futuro lo hanno riconosciuto facendone il fondamento anteposto poi a tutta la Bibbia. Tutto il passato è ricavato dalla divina presenza posta in principio; rispetto ad esso il passato è stato costruito in negativo, per divisione dell’unità del presente, in tutti i tempi infinitesimi suoi, sempre più lontani e fino al paradosso estremo della presenza di un oggetto pensato…. prima ancora di chi lo pensasse… Poi, per reazione all’iniziale divisione, dal passato e usando prodotti e somme, si risale nel verso opposto, attivando il contatore in avanti nel tempo… come quella costante universale… che non è! È solo la reazione alla divisione! Azione e reazione sono tra loro come se ognuna si rispecchiasse nell’altra. 1° e presente Amodeo (MDA nel C.F.) e in essa si specchia ADM, Adamo 1° è presente Luigi Amodeo
e
A
Allah si rispecchia in Lui!
Gesù: da G (prima in Giacobbe) +esù (Esaù minuscolo, senza l’A del primato). Quando Allah è primo, Giacobbe passa a 3, ed è GIA, Esaù diviene EDOM Lui giA modè si rispecchia in Allah seguito da giA (maiuscolo solo in fine), e da MODÈ. Come potete vedere, mentre Allah e Giacobbe sono bene ordinati in 1° e 2°, il 3°, Edom, è capovolto in modè. Lo è giustamente: infatti il suo nome Esaù in Edom è un nome stravolto, che se è capovolto, è relativamente raddrizzato! Ebbene i Nomi di Allah, Giacobbe e Edom che sembrano dati nel passato, sono stati divisi in quel loro passato, partendo da questo presente a noi ora, e che sembra invece venuto fin qui da un infinito passato posto ancor prima di noi! Infatti esiste solo il presente! Vediamo eventi mutati nel loro futuro poiché aggiungiamo di continuo antefatti sempre più recenti al nostro eterno presente! Come mai? Dividendo e creando sempre più il passato remoto, rinculiamo!
159
Già tutti gli Ebrei all’arrivo a Gerusalemme, del Re sull’asino, osannarono in Osa Anna PTR Romano nel suo 3° nome Anna!
In tutto l’Antico Testamento la parola <Osanna> non compare mai. Essa fa il suo ingresso con quella che è stata l’attuazione della profezia di Zaccaria, del mite Re che entra nella sua Gerusalemme su una asino. Parola non pronunciata mai prima di allora, così come non doveva mai esserlo il nome יהוהavente lo stesso numero 26 dei caratteri Dio in cui anche noi non diamo un nome al Signore usando quello del genere divino ricavato dal termine latino Deus, in una epoca nella quale ve ne erano molti e chiamati in molti modi diversi. Anche Osanna ha avuto la stessa sorte con gli Ebrei, ed è entrata in uso solo nell’acclamazione fatta all’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Pur se scritto יהוה, Jahvè non poteva essere letto per come scritto; si ricorreva ad nome: Adonai era il più comune, tradotto in italiano come Il Signore. Ebbene, Adonai nella 1a+4a+5a lettera è Ana, avendo esclusa 2a+3a+6a. Faccio questa osservazione poiché associando in 145 l’ordine in cui Anna è presente, e in 136 l’ordine in cui è assente, la loro somma porta a: d
145+ 236= 381 = Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo
160 Del pronunciato nome AdoNAi, e resta solo ANA, in comune agli <Osanna> con cui acclamarono l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, e resta quasi il mio 3° nome Anna, che non è pronunciato interamente, mancando una N=12! Ebbene, questi 12 che in apparenza mancano, ci sono! Sono i 12 discepoli che includono tutta quanta quella gente che, quando a Gerusalemme finalmente entrò il Re sull’asino, predetto da Zaccaria, pronunciarono questa parola osanna che figura solo 5 volte in tutta quanta la Bibbia, ma solo nel Nuovo Testamento dei Cristiani! Chi osa è proprio Anna, in Osa-Anna, ed è la trinità posta nel mio 3° nome, che, in Anna vale il 26 dei caratteri יהוהimpronunciabili. Anche Anna, il mio 3° nome, anche esso è nascosto nel Nome Segreto di Dio che in tutto vale il 381 dato da 145+235…. ma guarda un po! A voi sembra un caso, ma è solo il volere di un Dio sibillino, che rivela ogni cosa, in questo mondo, però solo in un modo segreto e che debba essere svelato. Anna, la madre della Mamma di Cristo avrebbe osato non solo esserne la mamma, ma addirittura la mamma della mamma! E se questo a Gesù accade per via estranea alla sua persona, nel mio nome Anna è la terza persona del mio stesso nome, Ed è in me che soprattutto Anna osa, osa moltissimo, poiché il mio 3° nome ardisce contrapporre a tutta la logica apparente in questo mondo, la sola vera che esiste solamente in quello reciproco all’unità divina e Trina data da 10×10×10. In questo contesto, Anna=26 vale 26/1.000 = 0,026. E il suo valore reciproco, che la riporta al valore di 1.000, è: 0,026-1 =
38,4615
valore che incarna la presenza di Dio.
38,4615 è eterno e - 0,45 ossia senza il 45% che è il moto nel tempo di 10/2, di Dio 10+30 = 38,0125 fissa nel tempo il 25-1-’38 in cui il Re venne sull’asino! A evidenziare la potenza Trina della genesi di Gesù, la madre di sua madre fu l’umile Anna posta ancora più a monte della Serva del Signore! I nonni di Gesù hanno i caratteri Gioacchino=78+26=Anna e sono 26 uno e Trino. I nomi 2° e 3° tutti di Romano sono Antonio=78+26=Anna, idem, ma tutti in Uno. Chi tra di noi ha mai dato tanto valore ad Anna? La serva della serva del Signore! Il puledro d’Asina è Maria Santissima che porta Gesù nel suo seno! Ove l’Asina è Anna, ed è ritenuta irrilevante! Eppure quanti, quanti Osanna, Osanna, Osanna nel più alto dei cieli!
161
Già MDA== אָ ָדםADAMO prescrisse l’Amodeo=MDA Il mio Codice Fiscale MDA RNN 38A25 D527I
La prima trina identità data a me dal mio Codice Fiscale sono le tre lettere MDA che, se sono tradotte pari pari in Ebraico e lette come accade in questa lingua, in cui ogni testo è letto sempre da destra verso sinistra, queste tre lettere identificano in Bibbia il nome dato da Dio ad Adamo. Quando sostengo che in se stessi, i caratteri Adamo contengono il loro essere indirizzati Ad <AMO> (il valore trino in Amodeo), non compio dunque un arbitrio, poiché le mie prime tre lettere che mi identificano con il cognome nel mio Codice Fiscale sono estratte dal mio cognome Amodeo. Volendo classificare il valore di questa condizione, essa è <sine qua non>. Non dice tutto, ma non può mancare. Ad Adamo fu assegnata una vita di 930 anni, dunque contenente 17 anni in più dei 913 posti In principio. La sua vita ha dunque in sé il contenuto di moto totale 7 del ciclo 10 espresso dal 17 che è il 7° numero primo. In questo modo, Adamo è riferito al 7° e il suo continuatore si chiama Set.
162 Poiché la sua vita è stata poi suddivisa in 800 anni vissuti facendo il padre fino a quando, a 130 non ha smesso il ruolo di figlio (avendo generato Set, il suo erede e figlio terzo) Adamo ha nella sua vita questo rapporto intimo tra i suoi due opposti ruoli di padre/figlio altrimenti detto di causa/effetto: 800 (615 ,384615) = 130 100 L’intero, uguale a 615/100, si rivela il flusso del piano a lati 300 e 300 (da -300 fino a +300) il cui flusso 15 è dato dall’unità dello spazio tempo, che è Uno in 10, ed è il suo giusto tempo ½ , in 10/2. La cosa più eclatante è il periodico 0,384615, in un eterno periodo avente tutte le 6 cifre dello spazio, in tutto il suo complesso positivo-negativo. 38,4615 è il periodo 0,384615 nella vita di Adamo, periodo posto ×100 - 0,4490 toglie tutto il moto di 51/103 (la presenza 1 in 100/2) nel tempo 1/2 -38,0125 è fissa nel tempo l’arrivo del Re sull’asino, il 25-1-’38. Ora Dio è sempre Uno e Trino, e quando è Dio Padre ad essere Uno e Trino, allora è praticamente Padre nel 2°, che è quello che media tra loro 1 e 3. La riprova sta nel fatto che il 3° figlio di Adamo, nominato Set, secondo i dati biblici ha avuto una vita di 807 anni esatti da padre è riguardano proprio nei due fratelli, Romano e Benito. un 1° e un 2° +381=caratteri Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, ha il 1°. +446=caratteri Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo, il 2°. =807= sono gli anni esatti di paternità del 2°, i cui caratteri Set son 10+30. Nel 1° (Adamo) ho posto ×100 il periodico 0,768571, poiché 10×10 è il valore espresso in linea, nel padre. Anche il rapporto interno padre/figlio nel 2° dato da 807/105 = 7,68571 lo moltiplico ×10, riferendolo al padre solo in lunghezza 10, ed è 76,8571 76,8571 - 38,4615 =38,3956 - 0,3831 =38,0125
è il rapporto padre/figlio nel 2°, quando il Padre vale ×10 sottrae ad esso il rapporto periodico padre/figlio nel 1° e il risultato è quasi uguale (è solo 659/104 in meno). Ora, esso gli toglie un suo 1/100 e 8/100 dell’unità, e ciò lo blocca in pieno è bloccato nel giorno esatto dell’avvento del Re.
163
<ÈR Onan>= Romano Antonio Anna
In Bibbia 1,38, alias Genesi 38, alias gennaio 38 in cui nacqui (come nel C.F. è da 38A25), la parte del nome è RNN, e riguarda la nascita d’una <di R-O> mano avuta da Tamar (cogli stessi estremi congiunti di Baratta Mariannina, madre di Romano) e accreditata ai suoi 2 congiunti ER-Onan, già morti e dei quali RNN è il loro esatto CF avendo i loro nomi solo quelle consonanti e nello stesso ordine. R-O i congiunti padri putativi di quella <di> R.O. mano assegnata proprio ai due ex mariti, sostituiti dal loro vivente padre chiamato GiudA (e con un nome che ora ha gli stessi estremi congiunti di Luigi Amodeo, padre di Romano, così come abbiamo già visto in Tamar per sua madre). Ciò in un contesto in cui i due termini, estremi e congiunti, hanno il doppio senso nei sinonimi di <dati essenziali, elementi di identificazione, generalità> (per estremi) e <coniugi, parenti, familiari> (per congiunti). Inoltre il nome Tama-R (allusivo ad un <t’ama R) si rovescia completamente in un R-amat (allusivo sia a <R. ama> sia ad <ama R.> così esistente proprio in quel latino esatti dato dalla lingua di un Romano). Sapendo poi che il carattere <N=12> corrisponde ad <1 +M=11>, i due congiunti <Eronan> si traducono nei precisi estremi, nell’esatta identificazione data da <è 1 Roman>, lasciando proprio capire che sul solo asino Romano sono scesi 2 Enti Divini e assolutamente congiunti in 1 solo come Il Padre e lo Spirito santo . In Bibbia 1,38 si racconta proprio di Er sposo di Tamar, che è inviso a Dio e presto muore. Egli è aiutato, allora, come suo e di lei congiunto dal 2°, Onan per potere avere figli trascendenti lui, e dunque divini, con la congiunzione del 2° con la sua sposa. Verrebbe – se fatto alla lettera... – <EroNantamar> divisibile in un <Ero (È Ro) N (1°2°) ant-Am AR> dal chiaro significato di <I Am prima d’essere A.R. (Amodeo Romano) ero (è Ro) N: il 1° unito al 2°> (il che è unito in N=12)
164 Onan si dissociò da questa congiunzione così intima con suo fratello, e inventò l’onanismo! Eiaculava fuori il suo sperma. Così Dio fece morire anche lui. Dio voleva far sapere: Sono (Am!) ant-Am (prima ancor di essere) A.R. (Amodeo Romano). Ero=è Ro, ero e sono XP (il 10=X Romano, Ro=P Cristo) e Onan (On an, uno Su) un maligno nano invertito si dissociava! Il duo (unito) dei congiunti Er-Onan, (congiunti in RO) patì la comune sorte dell’avversione (di un Dio maligno che era lassù) e fu condannato a morte da Dio. Alla vedova non restò che ingannare il loro reale padre che malignamente le negava l’unione con Sela, suo 3°genito, ora cresciuto e che poteva darle un figlio. Da prostituta sacra (irriconoscibile da Giuda nel suo burca), da consolatrice dei vedovi come ormai era Giuda, si appostò sul suo cammino e in pratica lo indusse a chiederle: «copuliamo?» <EroNanSelatamar> sarebbe stata tutta la congiunzione se anche il 3°genito, di nome Sela, si fosse unito ai due altri nomi per congiungersi con Tamar. Sela è il Santo El-A, il Santo Elohim posto in principio. Dio non volle. Tutto quanto è in principio, ed è terzo, e Uno e Trino, è divino, trascende la realtà. C’è, ma non appare. Allora poiché c’è, che senso dare a <EroNanSelatamar>? Gli va dato questo qui: <anSelat Am, prima che sono (ant-Am) io sono nello stesso prima: come 1=A (an-A) S. El (un invisibile Uno e Santo Dio). Ero, ed è Ro, N, un duo indissolubile, congiunto a tutto il resto con il solo fine di... amar!> Così Tamar costrinse con l’inganno il Padre a sostituire i due mariti morti, e ne risultò come il 1° dichiarato figlio la nascita preliminare e solitaria di una mano da assegnare a RO (gli estremi congiunti di Tamar, in ER-Onan); fu il divino e trascendente parto della sola unica mano presente nella <di Ro> mano. Ebbene, nel parto di questa <di RO-mano>, il Codice Fiscale di Er-Onan congiunti di Tamar (=è 1 Roman), è lo stesso RNN di Romano Antonio Anna, i primi tre nomi sui quali è costruito il CF in presenza di un soggetto con più nomi. Nel caso mio e del 2° unito a me (entrambi con 5 nomi) occorrono i primi tre.
RNN=40 va dunque unito a BVN=34 (Benito Vittorio Anna) e 40+34=74 è tutto il percorso del 26=Dio, che, essendo presente in 100, si muove di 100 -26 = 74 ma tornando indietro (poiché è -26 un Dio negativo, maligno) in quel verso dà i caratteri Amodeo=47 del loro comune cognome.
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Questo terzo gruppo del Codice Fiscale riguarda gli estremi di Anno, mese e Giorno di nascita, nonché il sesso. Sono i precisi riferimenti che possono essere trovati nel libro A di Bibbia, intitolato Genesi, in italiano, e che, come tale, è appropriato proprio al mese 1 di gennaio, poiché se vi scrivo Gen. 25, oppure Gen. 38 non sapete nemmeno se stia scrivendo dei un capitolo 38 oppure 25 di Genesi o se stia trattando degli estremi della mia data di nascita. Se cerco il valore reciproco, fino alla dimensione decimillesima della realtà, sia per il 38, sia per il 25, si ottiene: 1/38 = 0,0263, uguale a 250+13 decimillesimi unitari della realtà 104 1/25 = 0,04, uguale a 400 decimillesimi unitari della realtà 104 Il valore reciproco del 38 si riferisce a 25 come ai millesimi del volume 103. ma solo se si considera il tempo ½ dei 26 millesimi, come decimillesimi aggiunti al 25. è da questo che nei nomi che sono stati assegnati a me, i primi 3 sono unici, e riguardano con Romano Antonio Anna nomi miei esclusivi nei primi due, e invece in comune con il 2° nato a me e che è unito indissolubilmente a me come il mio alter ego, visibile, laddove il mio è invisibile. La sua 1°genita Paola condividerà il mio 4° nome e mio nonno (padre di mio padre) Torquato condividerà il mio 5°, e sono tutti e due nati in 1-26. 1/26 = 0,0384 si rivela in 381+3 decimillesimi di valere 381 quanto tutti quanti i miei 6 nomi e 334+50 decimillesimi con riferimento solo ai miei 5 nomi. 38×26=988=1.000 -12. Poiché 12 è tutto lo spazio a 3 dimensioni quando esistono nelle 4 di tutta la realtà dello spazio-tempo, posto in principio il moto di tutto lo spazio 12, uguale anche a 6+6 (tutto il moto dei 6 versi centripeti sommati ai centrifughi nel sistema cartesiano, il 988 è tutto il moto di 12 ed è dato esattamente da 38×26. Se invece si pone in principio il tempo ½ dell’area 100, ossia 50, resta il suo moto solo nei 950 anni avuti da Noè. Questi 950 sono quelli che risultano esattamente da 38×25. La differenza tra 988 e 950, uguale proprio a 38, è proprio quella che aggiungi in 25×38 quando lo porti a un 38 in più attraverso il prodotto di 26×38.
166 Tutto questo gioco esiste tra i caratteri Romano Antonio Anna = 170 e i caratteri non Paolo Torquato, ma con i due legati a me da nepotismo e che sono nati entrambi il 26 gennaio. Paola+Torquato =39+113=152. 170 -152 = 38/2. Ciò riferisce la differenza al secolo 19=38/2, ove in 38 nasce il Re. Paola e Torquato sono mia nipote e colui di cui sono io nipote, nati 1-26, come segno trascendente (in 3a generazione sopra e sotto) della mia nascita. I miei 3 primi nomi, nati il 25 con me, e i due nati in un nepotismo reale in 5 generazioni, da nonno Torquato Amodeo, alla mia 1a nipote Paola Amodeo 1. 2. 3. 4. 5.
Torquato nato 1856,0126 Luigi Romano sia 381 sia 114 PTR Romano Benito Paola nata 1975,0126
+44444 è l’eterno periodo della realtà - 43464 è il moto in esso di: =00980 è il 975 n. Paola +5 (in principio) Laddove 381 è anche tutto il movimento presente nei miei nomi e 114 è anche tutto il moto del piano a lati 1 e 1 il cui flusso 111 è presente in 1 114×381 = 43.434 combina il moto unitario con tutto il moto che sono in me +34 aggiunge il 34,3434… eterno posto in principio - 4 lo blocca nella sua presenza reale 114×381+30 = 43.464 dì esatti tra nonno e 1a nipote legati a me nato il dì prima 43.464 : (25×26) = caratteri Romano=66 +564/(24×26) = 66 +1/1,1524, vedete in questo tempo dell’unità il 152 dato dalla somma dei caratteri di Paola e Torquato? Li vedete posti in riferimento proprio ai caratteri Romano=66? 152 rispetto al 381 di tutto il mio nome è il 39% ed è quanto i caratteri Paola=39. 39 rispetta lo stesso 13+13+13 che rispetto io in 113+113+113=339 uguale a tutti i miei 5 nomi = 334 +5 di tempo del ciclo 10 posto in principio. A voi contemporanei queste sembrano pure farneticazioni e a nulla vi serve la perfezione dei calcoli! Non vi è peggior sordo di chi non vuol sentire. Differente sarà per i posteri. Essi concorderanno con tutto questo, avendo capito che questa è la famiglia perfetta su cui Dio è sceso come su tanti asini!
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In Osea 11,1 i dati circa il Cilento gli estremi <52 DÌ 7> di 1 anno, in cui il DÌ in mezzo è nei 2 estremi Quando in <52 dì 7>, 52 settimane che sono 1 anno, si confonde il fine con il mezzo allora il DÌ che è in mezzo si pone ai due estremi e i due estremi nel mezzo. Gli ultimi 5 dati sono pertanto segno dell’equivoco in cui cadde San Matteo, che confuse la storia di Gesù con 2 simili accadute 500 anni prima e 2000 dopo. D527I sono dati inerenti sia il Cilento, sia «Dall’Egitto ho chiamato mio Figlio» scritto da Osea, in 11.1. Qui 1938 anni d. Ch nacqui io (che sono chiamato dagli dei d’Egitto) e qui 500 anni a Ch. ci fu l’Epifania del Dio dell’Essere. Due estremi che San Matteo accentrò su Gesù, Figlio di <Sono= > ֶא ְהיֶ הSono=Elea.
A lento →B et lemme → Ci lento sono l’evidente passaggio (nei 3 tempi di A→B→C) riguardante un percorso dall’Alento (da Elea a soli 200 metri dalla sua foce, sotto la famosa Stella dei Re Magi di Monte Stella) a Betlemme, <lento et lemme> essendo durato ½ millennio, e infine da B et lemme ritornato in Ci lento (durato 2 millenni) per una rinascita reale da quella dell'antica Salem a Salerno.
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D 527 I Le 5 ultime definizioni toponomastiche identificano ancora di più, e proprio agganciando (in questo luogo tanto mitico da essere stato denominato <la Terra dei Miti>) la mia nascita reale a quella avvenuta idealmente in Filosofia a ELEA 25 secoli prima del Dio dell’Essere. Egli si era caratterizzato ֶא ְהיֶ ה ֲאֶׁש ר ֶא ְהיֶ ה, tradotto in <sono colui che sono>, tre parole che se sono traslitterate nelle due uguali poste agli estremi con gli stessi valori e lo stesso ordine di 5+10+5+1 (che è letto in 1+5+10+5 da chi lo fa da destra, come gli Ebrei) è <ELEA
ֲאֶׁש ר
ELEA>.
Tra tutti i pensatori d’ogni tempo sono l’unico a giudicare bene la questione sul vero fondamento del nostro universo (circa il suo essere o il suo divenire) sorta tra Parmenide ed Eraclito, dando ragione a entrambi. Parmenide ha ragione sulla fondamentale verità in se stessa, nel suo essere, e non nel suo apparire, poiché è sempre uguale e contrario al vero; Eraclito... viceversa. Ha ragione sulla basilare realtà visibile dominata senza ombra di dubbio da ciò che appare nello spazio e nel tempo: il divenire di tutte le cose. Così ho formulato l’essere (dello spazio-tempo), in cui il volume intero 103 si divide per tutto il moto di 1 (esistente nel piano trasversale 10×10, dell’esistenza): 103 : 99 = 10,101010101010101… è l’eterno essere 10 dello spazio-tempo. Ho formulato il divenire (dello spazio-tempo), nella pura apparenza che ha la realtà come quell’ambiente in cui esiste l’osservatore e che – per azione uguale e contraria regolata dal 3° principio della legge dinamica – si muove nel verso opposto. Mentre l’osservatore crea lo spazio-tempo infinitesimo con questa divisione, l’ambiente in cui egli è appare sempre risalire verso l’unità del 103. Per formularlo in modo matematico, ho diviso il tempo unitario in 10-1 per quello delle sequenza di tutti i primi 16 numeri primi che con 16 dimensioni decimali la caricano a dimensionare il piano 4×4 della nostra realtà unitaria; il che genera virtualmente tutta la gerarchia dell’apparenza dinamica nella nostra esistenza nel tempo decimale, in modo conforme all’ordine posto nei n. primi: 10-1 : 0,2357111317192329313741434753 = 0,424248100930230 è lo spazio-tempo definito nella sua dinamica fino al 10-15 della sua unità di moto. Sono davvero il solo a dimostrare falsa la dinamica della realtà ambientale, poiché oggi i contemporanei, nella loto totalità credono che siano verità (e non
169 solo apparenze) sia l’Evoluzione, sia il Divenire che vedono realmente (questo sì!) esistere in ogni vicenda umana e naturale in cui è ambientata la vita. Si dicono post-Galileani ma non hanno debitamente afferrato la lezione che Egli diede a tutti: che se ci muoviamo in un contesto qualunque, constatiamo che esso appare muoversi sempre nel verso opposto a quello in cui davvero andiamo. Siamo su un treno invisibile e vediamo muoversi il paesaggio come una scritta luminosa che va a destra. Gli scienziati, vedendola andare a destra, credono che quella realtà oggettiva sia la stessa della nostra essenza soggettiva! Ora le novità, in una scritta luminosa che va verso destra, sono introdotte realmente e veramente a sinistra per quella sorta di essenziale rinculo: L’io crea il ciclo 10 infinitesimo passato, verso destra, con 103 :99, e noi, come rinculando dalla divisione, operiamo quella moltiplicazione che introduce un apparente nuovo decimo come se fosse stato prodotto da quel lontano passato e non dalla divisione che produce spazi-tempo tutti uguali. È il tempo matematico dell’unità dato da 10-1 che, quando è diviso per la sequenza dei numeri primi genera i tempi sempre più piccoli, a porre in atto la nostra presenza a quella dimensione ennesima, ad attuare un divenire sempre più spinto e differente, nel tempo decimale. Il calcolo introduce, nel suo futuro, l’apparenza reale del nostro futuro, nel tempo decimale. Se avessimo un calcolatore a capacità infinita di calcolo, troveremmo nei suoi infiniti frammenti, la nostra epoca e me che sto scrivendo questo libro. Accade veramente? No. È come un film generato da un apposito programma. In esso sono compresi tutti i nostri dettagli, differenziati tra loro in pensieri, parole ed opere. Noi li assumiamo senza nessuna libertà di scelta, come servi inutili di questo assoluto sistema di liberazione da ogni limite, messo in atto prima mediante la sua reale assunzione e poi la divina liberazione da esso, data dalla struttura trascendente e divina che organizza tutte le cose cosiddette reali. Questo ambiente, che evolve tutto in questa catastrofica evoluzione apparente verso la fine di ogni cosa, è solo l’infernale paesaggio visto dalla nostra anima, tratta salva da tutto ciò, verso il suo paradiso. Concludo questa spiegazione, affermando che in me – così unico tra tutti i pensatori – si è reincarnato quell’ideale del Dio dell’Essere, quel Jahvè avente i caratteri ֶא ְהיֶ הche pongono Elea= ֶא ְהיֶ הse sono traslitterati in italiano, per cui il dio da non nominarsi mai di fatto si è nominato <Sono= > ֶא ְהיֶ הSono=Elea. Tutto questo l’ho riferito proprio in generale per il legame con il territorio espresso da D527I e che si riferisce alla terra dei Miti, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco sia per ragioni di Cultura umana, sia di Natura.
170 Ci sono pertanto molte ragioni che caratterizzano questo D527I. 1)
52 dì 7
è l’unità data da 1 anno, di cui ho detto dall’inizio.
In essa si confonde il fine col mezzo quando <52 dì 7> è girato in <D 527 I> 2) D5=Dita 5 che sono 5×5 nel piano delle 2 mani nel loro I (insieme) Il riferimento alle dita viene spontaneo, dopo le precedenti 5 definizioni, che avevano messo in risalto la... <di Ro mano>. Per cui ora si passa a definirne il numero delle 5 dita nel loro Insieme. 3) D5=Dita 5 che valgono il 3 elevato a 3 dei 33 anni di vita di Iesus. Sono ora le 5 dita della mano di Iesus, vissuto 33 anni, in cui questi anni si presentano nella potenza data dal 4 elevato al 3. 4) D5=Dita 5, di 3×3×3 +1 nel carattere I=9=10-1. 27=3×3×3 è il volume dei parametri lineari 3+3+3. In sequenza nei decimi del tempo sono 333 e sono nei caratteri Romano Antonio Anna Paolo Torquato sono 334, uguale al 333+1 quasi uguale al carattere I. 333 +1, poiché il carattere I=9 e con questo è 10 -1... estrapola la I iniziale di Iesus dalla totalità 10 di Dio, aggiungendone l’unità 5) D 527 I Le iniziali di Dio e Iesus nel cammino compiuto da 334 Partendo dai caratteri Romano Antonio Anna Paolo Torquato=334 =334 per arrivare in questo preciso luogo del Cilento, aggiunge: +193 (che sono le unità dei decenni negli anni del 1938 natale) =527 e giunge in questa Terra dei Miti. 6) D 527 I Le iniziali di Dio e Iesus nel cammino compiuto da tutto il 381 =381 sono i caratteri Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo; +146 è il piano dinamico a lati 70 e 70 che fluisce in tutti quanti i 6 versi =527 arrivando sempre in questo territorio del Cilento. 7) D 527 I Le iniziali di Dio e Iesus partendo dai caratteri Romano=66 =500 Si parte dal volume 103 che esiste solo in positivo quanto 500. - 23 è il flusso reale in esso dei 66/3 ed è +1 di presenza nel tempo =527 è l’arrivo in Cilento, di Romano.
171
Il nome di G+esù è stato creato col 1° carattere G. di Giacobbe (segnalato nato nel versetto 26 del capitolo 25 del libro 1 di Bibbia), e le tre 3 lettere <esù> tratte dal nome Esaù (riportato nato nel versetto 25 dello stesso capitolo e libro). La stessa cosa succede nel Nome segreto di Dio. Romano Antonio Anna nascono 0,0125 (condivisi nel 3° da Benito, 2° a lui). Paolo e Torquato lo 0,0126 condiviso nel nepotismo di due nati in quel giorno: Torquato di cui è nipote e Paola (1°genita di Benito) che è sua nipote. Romano=66 Antonio=78 Anna=26 sono la sequenza 667826. Il cognome Amodeo=47 in linea unitaria è 45+1+1 nei 3 parametri lineari del volume. Il tempo della sequenza dei 3 è il reciproco dato da 0,667826-1 = 1,4973960. Questa quantità, ×103, la fa avanzare nel tempo, con il suo volume reale che così diventa 1.497, 396. e che al momento è presente solo nel tempo intero. 1.497 + 396 + 45 1.938
è il primo moto ×103, che presenta il volume, avanzato nel tempo. somma il decimale 0,369 che ×103 presenta il volume nel 2° tempo. pone nel 3° tempo il solo flusso 45 del lineare 45+1+1= 47=Amodeo; collo 0,0125 e Romano Antonio Anna Amodeo c’è la data di nascita
Se ora calcoliamo il reciproco, dato da 1/1.497,396 = 0,6678260126 appare aggiunto al tempo di Romano Antonio Anna=0,667826 lo 0126 indicante la data del gennaio 26 in cui devono nascere gli altri suoi due nomi, Paolo e Torquato. I caratteri Paolo=51, 4° nome mio aggiunto, non è mio esclusivo, ma anche di una nata il 1975,0126 Paola Amodeo, 1a figlia del 2° a me che mi ha assecondato anche nel darmi eredità di nipoti… ed è nata il dì dopo il 25 (nello stesso gen. 26 come in gen. 25, 26 in cui apparve il nome Giacobbe). Il tempo dato da 51, dato da 1/51 è uguale a 0,019607843 (fino al 10-9 che è l’espressione di tutto il moto del ciclo 10 atomico nel metro). Dallo 0,019607843 di Paolo, così si va al natale di Paola del 1975,0126 :
172 0,019607843 è il tempo 1/51 di Paolo; + 0,000142283 somma l’area a lati 7+7 che va con 2222+61 (tutto in secondi) Come 61 è 1 s nei 60 di un 1°, così 2222 e 2° a 1111 chiaro 1°. = 0,019750126 l’aggiunta al 1° (Paolo) del 2° (Benito) dà il 26 gennaio 1975 la primogenita Paola a Benito !!! Coi caratteri Paola=39, il tempo 1/39 è 0,025 e Paola =39 si riferisce a sua volta a chi è nato il giorno prima di lei, il 25. Il mio 5° nome, Torquato=113 è in comune col padre di mio padre, nato egli pure l’1-26 del 1856 e morto nel 37, soli 61 giorni prima che io nascessi nel 38. Essendo questi due nomi (Paolo e Torquato) condivisi in Amodeo, da me con chi è nato 0,0126, i caratteri Paolo=51 Torquato=113 Amodeo=47, in sequenza nel tempo decimale 0,5111347 valgono il reciproco 1/0,5111347 = 1,9564314. Fatto avanzare in tutto il volume 103, esso diventa il 1956,4314 che sposta di 100 anni interi l’anno 1.856 della nascita di Torquato Amodeo. Ecco come si giunge dalla mia data di nascita giusto a questo 1956,4314 : 1938.0125 , la mia data di nascita deve muoversi di un tempo unitario. + 18,4189 è il moto di 1 in 10 che si sposta; mentre 11/104 vanno in 42/100; (10+1 presenza)/104 reali vanno nel 6×7 % (ch’è tutto il moto). = 1956,4314 giunge così allo 0,5111347-1 di Paolo Torquato Amodeo ×1.000. Volendo cercare una media tra i due nomi Paolo e Torquato: 19607843 tempo di Paolo + 19564314 tempo di Torquato = 39172157 che : 2 = 19.586.078 tempo medio 1938,0125 mia data di nascita +020,5953 somma il ciclo 10 di 10 anni, nel tempo di 1 anno in settimane 0,52 (è 1 anno in 7 dì) +0,0753 il reale Natale di Roma !!! 1958,6078 Ciò dimostra come i due nomi Paolo e Torquato, aventi tempi differenti, sono tuttavia riferiti come due unità di 10 anni ciascuna, che sono assegnate a un nome Romano nato e connesso collo stesso natale di Roma che è la città che dà il nome ad ogni Romano! Di fatti il 753 è il moto di 247 in 1.000, laddove 247 è il piano della nostra realtà a lati 100 e 100 (che se si moltiplicano la dimensionano 104) il cui flusso si caratterizza nei caratteri Amodeo=47.
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Il figlio di Davide, Salomone (Omone di Salerno) e Gesù nei libri 27 e 28 della sapienza previdero il RE a Salem=Salern
Il Re e non l’asino su cui egli è… è l’omone, alias il grande uomo di Salerno, nome molto vicino a quella Salem che fu il nome originario della Gerusalemme in cui in quest’epoca venne il Re. Quando Zaccaria annuncia il Re che entra a Gerusalemme profetizza sia Gesù, sia il Romano di Salerno che, con la sua R, è nel cuore di Gesù, tanto da mutare Gesù, in quel GeRù anteposto a quella Salem… in cui – alla fin fine (del nome) – non vi è grande differenza di segno tra le finali m e rn... Ebbene non per caso il Libro della Sapienza è il numero 27 dell’Antico Testamento, essendo uguale al 33=27 insito in potenza nei 33 anni della reale vita di Gesù, e non per caso anche il versetto 27 del successivo libro 28 (il numero del creatore Uno e Trino in 7 giorni, intitolato il Siracide), fu scritto e firmato – come ben vedete – proprio con il nome di Gesù. E non per caso Gesù figlio di Sirach prescrisse, in forma sibillina: Gesù, Ch’è Sì: figlio di RA. Ed è a questo punto che anche RA. (Romano Amodeo) accenna un poco alla sua sapienza formulando il suo giudizio Salomonico sulla indivisibilità – nelle costanti fisiche – di quanto è divenuto il resto intero: «Voi due donne vi contendete l’unità di un figlio e volete che io sia il giusto Giudice? Ebbene, sia diviso in due parti uguali e ciascuna riceva la sua!»
174 Questa evidente cosa mostruosa è la stessa che è perpetrata dai Fisici quando – potendo essere dato dal calcolo matematico – sono divisi i resti indivisibili in una divisione. Perché mai è diviso l’indivisibile? Può un bimbo vivente essere diviso in due parti uguali, attuando una regolare divisione? Certamente! Ma, se così è fatto, egli muore. Allo stesso modo muore un resto indivisibile quando è diviso. Quando assimilo alle 5 dita di una unica Romano il valore 334 dei miei 5 nomi, succede che essa vive fino al risultato intero in 66 unità per ciascun dito. Ottenendo a questo punto come resto un 4, non posso realmente dividerlo per 5 credendo di rispettare l’integrità della mano. In matematica, arbitrariamente moltiplico il 4 per 10 e lo considero uguale nei 40/10 (il che è vero) che ora posso dividere per 5 e diventano 8/10 in ogni valore decimo (e non più unitario) della mano... ma è la sua realtà intera, strutturata a 4 dimensioni di spazio-tempo! In una realtà come la nostra, in cui il tempo scorre come è mostrato da ogni contatore, di unità in unità, di decine in decine… e così via, questi 8/10 che non sono unitari, ma il suo 0,8, ancora unitariamente non esistono! Ci saranno, realmente, solo quando raggiungeranno il valore unitario e si presenteranno nel valore intero, sì…. ma come avanza realmente il tempo?
Il tempo avanza in realtà per come va in 1010 l’unità 207.542 (dell’Elettro-Magnetismo) 10
10 =48.183,0183770032 207.542 In questo calcolo vedete l’unità generale data da 1010, divisa nelle 207.542 unità dell’elettromagnetismo. Ciascuna di esse presenta il 23=8 che ×6 avanza in tutti i 6 versi lunghi ciascuno l’unità di 103 tanto da essere 8×6×1.000=48.000: Gli si aggiunge: +0183,0183 = 1 anno in due 104 unità in sequenza (183 dì, ½ anno bisestile) +0000,00007700 di ciclo 10 puro moto 77 alla giusta dimensione 10-7 e +0000,0000000032 nella realtà di 4 volte 23, alla dimensione 10-10 atomica. Ove 48 è il valore reale dei caratteri Gesù! Ove 183 è il valore trascendente (speculare) del 381=caratteri Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo. E sono due i 381 trascendenti, uno nel Padre, l’altro nello Spirito santo. Ma su questo valore trascendente voi non siete d’accordo, se non tenete conto del 3° principio della Legge dinamica, sulla Azione reale cui corrisponde quella uguale e contraria e perciò: trascendente e divina.
175 Ogni valore decimale, esiste e si realizza solo nel tempo di ciò che noi giudichiamo <il futuro>, procedendo alla velocità che ha il tempo nella nostra natura, e muovendosi alla velocità reale della luce… solamente poiché noi stessi in puro spirito siamo la luce (e interferisce realmente con l’onda dello strumento quando si fa l’elettroencefalogramma ad una persona). E qui devo fare una piccola spiegazione del fenomeno di ciò che sia presente o non ancora presente, quando i dati sono veicolati dai 299.792.458 metri al secondo della <c>, velocità della luce. Essa ha nel 207.548 di cui sopra il suo complemento ai 3×108 metri esatti, ai 300 milioni che risultano da 1010 : 102 = 108 in ciascuno dei 3 parametri lineari. Significa che la durata che noi abbiamo fissato come quella da considerarsi <presente> è quella di 1 secondo =1/86.400 del giorno terrestre. Perché di giorni 86.400-1 è l’unità del tempo. Per questo: 10×(1,11111×1,11111) è il ciclo 10 di 1,2345654321 = 12,3456 e fino qui si definisce la realtà unitaria in 10-4 volte 104. In essa il tempo a 4 dimensioni, dato da 0,3456, in una sola è 0,3456/4 = 0,0864. Diventano tutti i secondo del giorno moltiplicati per quel 106 che è tutta la dimensione dello spazio, complementare (rispetto a 1010) a quella 104 della realtà dello spazio-tempo. Succinto, breve e compendioso, ma non so se ci avete capito un granché. Procediamo allora per piccoli passi. Il presente è simile ad un treno che, viaggiando a velocità-luce dal sole fino alla terra, ci giunge sono con un vagone solo alla volta. Cioè a impulsi. Il vagone posto prima, c’è ma non ci risulta, quello dopo, idem. Cercate di capire che cosa sia a dividere questo treno continuo in singoli vagoni, che arrivano solo uno dopo l’altro. La ragione sta nei numeri e nei loro raggruppamenti ciclici. L’unità, quando si presenza cifra dopo cifra nel tempo-spazio decimale, ogni volta che passa 1/10 di tempo si ripresenta spostata nel decimo successivo. 100.000 010.000 001.000 000.100 000.010 000.001. 111.111 mostra la presenza di questo moto unitario, come se fossero i 6 fotogrammi differenti di un film, in cui esiste 1 in movimento, che si sposta di 1/10 ad ogni fotogramma.
176 Essendo ciò che è presente in sei decimi, la somma di tutti e 6. se il primo era 100.000, ogni volta aggiunge e per 6 volte il suo moto nel tempo decimale. Essendo un moto che è nei due versi opposti di una stessa direzione, la loro coesistenza è data da una messa in comune espressa da un prodotto matematico. 111.111×111.111 determina il risultato straordinario dato dal fatto che i due versi in velocità, nel loro scontro frontale, si spianano, come accadrebbe in qualsiasi impatto tra due masse omogenee, come due automobili (per farvi capire) che – essendo uguali nelle loro parti – nell’urto frontale bloccano tutta la velocità. Così, tutto il loro volume, dovendo pure finire da qualche parte, ma non più in avanti, si plasma plasticamente dilatandosi secondo quella direzione che è la perpendicolare del piano. Immaginando che le masse siano totalmente plastiche, ciascuna resterebbe solo in un 1 irriducibile, nella direzione del moto, e il volume di ogni massa si spianerebbe nell’area trasversale e collo stesso volume. Insomma succede così che la nostra interazione espressa dal prodotto 111.111×111.111 diventa una sola area trasversale al verso del flusso. La sua quantità esatta è determinata dal prodotto in 12345654321 unità al quadrato. Il numero conserva i due versi e li distinguiamo nell’ 123456 che mostra in su le apparenti 6 salite da 0, poiché in 54321… da 6 sono venuti giù di 1 fino a 0. Poiché la nostra percezione è sempre relativa a qualcosa che è messa in principio, come riferimento su cui contare, noi vediamo solo la salita, basandoci sulla invisibile discesa retrostante alla scalinata che noi stiamo vedendo dal davanti e che ci appare come una sola delle due facce che ha questa virtuale moneta. Questa area è simile alla sezione di un flusso reale, immaginato in un tubo di sezione quadrata (tanto per fare un esempio che illumini la comprensione di questo calcolo) avente il lato di 111.111 unità. Fino a quando il flusso non ha coperto tutta l’area trasversale 12345654321 (in cui 123456 va in un verso, e 654321 nel verso opposto) tutto resta in un unico ciclo di presenza 10 in linea di flusso, e costituisce così quella sorta di vagone, in cui è diviso il treno, e che arriva solo uno dopo l’altro. Questa è la fondamentale ragione per cui in Bibbia, i primi due figli di Adamo non generano flusso in figli, ed hanno bisogno del terzogenito. I primi due sono indispensabili a generare l’area del flusso, e, fino a quando essa non è riempita tutta, nulla avanza in questo treno. Poiché esso è fatto da 3 terzi. Anche la luce arriva in <vagoni> di terzi. Come ogni flusso reale, prima deve riempire tutta la sezione trasversale data dalla velocità in m/m (e non in m/s): (
299792458 299792458 m/ m)×( m/m) 207542 207542
= 2.086.552,9 = 103×211 +38.552,9
Area straordinaria in cui +38.552,9 data l’arrivo del Re sull’asino!
177 38.552,9 si riferisce al giorno dell’Arrivo del Re. - 38.012,5 è la data esatta dell’arrivo del Re sull’asino. =00.540,4 è esattamente l’intensità unitaria di una candela (540×1012/Hz). Il tempo 0,4 è la realtà unitaria dello spazio-tempo a 4 dimensioni, in 1/10. 540 è il piano trasversale a lati 270 e 270 dati dal ciclo 10 del volume di 33, che si pone come divisore del dividendo 86.400 (tutti i minuti di 1 giorno). Il che dà il quoziente 160 che è il ciclo 10 della carica 16 della realtà 4×4. Questa area 540 esiste, e se è sommata alla data esatta dell’arrivo del Re porta a quanto abbiamo visto prima. La data esatta della discesa in campo del Re si mette in principio e poi si muove esattamente nella dimensione del 211 = 2.048 (indicante la presenza 1 della dimensione ciclica avente indice 10, in base al dualismo della natura, costretto dal fatto che il primo numero primo a costruire tutta la dinamica, è il n. naturale 2). Intanto devo spiegarvi dove mai abbia preso questa lunghezza di 207.542 metri di questo unico vagone che arriva solo uno alla volta. La velocità dello spazio nel tempo, con 3 di spazio e 1 di tempo, viaggia a: 3 30 (300.000.000) = = 1 10 (100.000.000) In ciò lo spazio totale è sempre 3, e il tempo è sempre 1. La realtà arriva in 4 dimensioni date da 3+1, essendolo però sempre nella velocità 3/1 che – a conti fatti – come 3 : 1 = 3, o 300 milioni : 100 milioni, è sempre e solo 3 (nel numeratore). Il denominatore è come la faccia retrostante della moneta, e se questa arriva, lo fa con entrambe le sue facce anche se poi noi ne vediamo sempre e solo una. Ciò significa che il quantitativo intero che viaggia nello spazio veicolato dal denominatore del tempo è di 300.000.000 metri. Se noi vediamo arrivare solo 299.792.458 metri, che fine han fatto i 207.542 esatti che mancano? Si sono posti in principio e spostati a denominatore. Sono in quella faccia di dietro che ci permette di conoscere quante volte maggiore sia l’altra parte che noi vediamo e che è sempre un suo multiplo o sottomultiplo. Il numeratore infatti segnala il numero delle volte della presenza del denominatore. Ogni rapporto X/N è sempre ridotto, dal calcolo, a una frazione che ha sempre 1 al denominatore. Infatti il calcolo in sé equipara ogni possibile frazione, allo stesso valore di quando il suo denominatore è 1. Se avevo 48/6, se faccio la divisione per 6, passo solo a conoscere quanta parte del 48 tocca a ciascuna delle 6. 48/6 è uguale a 8/1, il che indica che sono 8 volte di 1. Allo stesso modo: (299.792 .458) 1444,4905513100 è quanto tocca a ciascuna delle 207.542. = 207.542 1
178 Sono certamente 1/1 questi 3×108 m, poiché m è 1/(3×108) è il suo valore reciproco, per cui 300.000.000 / 300.000.000 = 1/1. Poiché l’elettromagnetismo è un fenomeno unitario, quando noi lo misuriamo per bene, e in metri, senza che ce ne stiamo forse nemmeno accorgendo, stiamo usando la sua quantità unitaria spaziale in cui misurarlo. A noi risulta poi una sottrazione poiché tutti i numeri sono sempre indici della base 10 del ciclo numerico che li determina nelle proprie quantità di volte. 299.792.458 (numero organizzato in una propria gerarchia decimale) in sostanza conta altrettante quantità di volte in cui è presente il ciclo 10. Insomma esso è 10299.792.458. Il Log 10299.792.458 lo riduce a 299.792.458. La somma ad esso dell’indice 207.42 corrisponde al seguente prodotto: 10299.792.458 ×10 207.452=10300.000.000
.
La sottrazione ai 300.000.000 m = 1 di 299.792.458 è questa divisione esatta: 10300.000 .000 e come da ogni divisione 10207.542 misura l’unità delle volte. 10299.792 .458 Se ora dividiamo l’indice 299.792.458 per l’indice 207.542, la divisione tra gli indici non è la divisione tra due potenza, ma la potenza di potenza che è questa: (10299.792.458)(1/207.542=4,818301837700320). Questo valore posto in 10299.792.452 è il rapporto di 1/207.542 che ho espresso in principio, il quale, moltiplicato per 299.792.548, praticamente lo divide. Infatti 1 299.792,458 (299.792 .458)×( )= 207.542 207.452 La divisione tra due indici appartiene pertanto ad una potenza di potenza. (299.792 .458) 1444,4905513100 = 207.542 1 Indica 1444 e rotti strati sovrapposti sulla lunghezza 1 del singolo vagone dell’intero treno. La singolarità del vagone sta nel fatto che questa relazione non ne combina due differenti, ma è il processo intimo riguardante una sola entità che procede come la sola potenza di potenza: (10
299.792.458 4,818301837700320
)
1444,4905513100
= 10
, a conti fatti.
Ciò si presenta come quel singolo giro intero della massa terrestre, equivalente a 1 giorno, che poi sta alla base dei 365,25 giorni di un anno. Quando in Bibbia è scritto che il Signore ha creato in 7 giorni, è perché questo è il tempo unitario che dimensiona quello che ho paragonato non ad un vagone del treno, ma dell’intero . Se noi misuriamo in cicli di 1 giorno, deve trascorrerne interamente uno per poter vedere iniziare la rotazione del seguente.
179 Ma non è un giorno l’unità del tempo. Non lo è. Infatti noi riceviamo la luce emessa dal Sole solo dopo 8 minuti primi. Questo Sole potrebbe essere esploso e noi vivremmo ancora tranquilli per 8 minuti, come se nulla fosse! L’unità pertanto non appartiene nemmeno ai minuti, poiché 8 stanno nella presenza del ciclo 10 e tutto ci risulterebbe presente. Io vi ho mostrato all’inizio di questo argomento che il tempo è dato da: 1010 : 207.542 = 48183,0183770032. L’anno è definito interamente fino ai giorni 0,0183 della seconda metà dell’anno in cui i 183 giorni sono alla dimensione 104, che è quella unitaria della nostra realtà, poiché 0,0183 è uguale a 183/104. Così, usando i secondi, i blocchi tra il Sole e la Terra sono esattamente quelli che dovevano essere, e sono quelli presenti relativi a un giorno intero. Il minuto secondo è proprio la lunghezza di tempo che è presente nei calcoli, per come esso è messo, in blocchi di presenza, messi in relazione ai minuti primi esistenti in: (10
299.792.458 4,818301837700320
)
1444,4905513100
= 10
Dunque in un giorno sono esistenti 1444,4905513100 minuti primi, ma a noi ne risultano solo 1440.… Il giorno solare giusto è questo, ma quando lo misuriamo non più rispetto al sole (che gira esso pure intorno a un punto della galassia cui l’astro appartiene) ma rispetto alle stelle fisse ci risulta in giorno più corto.
180 Questi 4 minuti di ritardo, sono quelli che esistono in 1444,4905513100, e ci mostrano come la presenza reale rispetto al Sole è condizionata anche dai moti che ha il centro della nostra rotazione annuale, il Sole, nel suo ciclo intero attorno al punto centrale intorno a cui gira. Il fatto è che questi 4 minuti di ritardo saranno tali da apparirci solo nel reale futuro avente la dimensione 4 della nostra realtà insita, al momento nel ciclo intero 10, che ci mostra realmente soltanto 1440 minuti, dei veri e proprio che esistono in numero di 1444,4905513100 fino alla dimensione atomica riferita ai metri che esistono nel blocco unitario di 1444. In realtà, in un intero anno di rotazione terrestre, noi avremo ¼ di giorno in più oltre i 365, il che implicherà la presenza unitaria di 4 anni per colmare quel tempo ¼ che esiste in ciascun anno. Ma non basta. Ogni 157,2224041 anni sarà necessario aggiungere un giorno in più, e questo per l’incidenza delle 7 quantità più piccole esistenti in 1444,4905513100. In sostanza, 1440 giorni costituiranno 1 anno. 0004,490 ulteriori si realizzeranno in 4 anni (con altre 4 dimensioni). 0000,0005513100 si realizzeranno ogni 157 anni e rotti. Questo è dovuto ai 9 minuti, e 9,54 secondi esistenti, oltre 365,25 giorni, in un anno siderale. Dividendo i minuti secondi 86.400 che costituiscono un giorno, per i 549,54 secondi uguali a 9 primi, 9 secondi e 54/100 di secondo 86.400 =157,2224041 rivela il numero di anni 157 per realizzare il 3° 549,54 giorno, che sarà stato da aggiungersi ogni 157 anni. Dal calendario di Cesare, nel 1570 erano passati 10 di questi cicli. Il tempo, che ancora non li conteneva – misurato con un parametro più corto di quello che avrebbe dovuto essere – aveva assunto un valore più lungo, portando la data tanto più in avanti da contenere 10 giorni in più, che andavano dunque tolti. Sta cosa è capita in modo semplice, attraverso questo esempio: se ho una certa distanza che è lunga ad esempio 100, e uso 1 come metro, essa risulterà 100 volte. Ma se uso come metro 0,9 (trascurando quello 0,1 che ci devo mettere ogni 157 anni) a misurare il 100, lo stimerò 111,111… anziché 1000 e dovrò togliere l’11,111… in esubero. Per questo Papa Gregorio XIII – riunito un gruppo di valenti studiosi della questione – decise di togliere 10 giorni dal calendario. Misurando con un metro più corto del dovuto, pari a 10 giorni, poiché il 1570 aveva 10 cicli in più dei 157 uguali a un giorno (il 3° da aggiungere ogni 157 anni) dovevano essere tolti. Insomma, il tempo, con la velocità della luce, che risulta 1444,4905513100 e contiene tutto, prima di mettere in piedi un nuovo giorno e arrivare a 1444,490 impiega 4 anni! Occorrono ben 4 anni per conoscere l’arrivo di 4,490 unità!
181 Il calcolo, però, ci presenta tutto ciò che esiste ed è disseminato nello spazio e nel tempo, quando procede per blocchi di elettromagnetismo ammassato sotto la forma del pianeta Terra, e allora il moto della massa, che non è espansa e dura 1 giorno, dura quanto le quantità multiple di volte che esistono nel numeratore. Esse nella luce sono espanse, anziché ammassate. Lo sono, e allora il numeratore, anziché valere 1, vale quanto le 207.542 lunghezze di metri, del vagone, sul quale tutta l’espansione vale in tanti strati quanti sono le lunghezze del vagone del treno. 1444,4905513100 207542 299792458 ( )×( )=( ) è il vagone ogni secondo. 1 207542 207542 Non possiamo ricevere la quantità del 2° vagone, prima che esso arrivi, e questo proprio perché è davvero un minuto secondo l’unità del tempo presente che ci presenta un vagone lungo 207542 metri... ogni secondo. Infatti questa lunga 207.542 m è l’Unità dell’elettromagnetismo 1010 è la quantità unitaria data da una area elettromagnetica lunga 105 metri. 100.000 m in forma elettrica 100.000 m in forma magnetica sono le linee che nel prodotto portano a 1010. 200.000 m è la pura lunghezza elettromagnetica. Per essere volume, essa deve coinvolgere un piano unitario di lati 1 m e 1 m: 000.001 m in larghezza 000.001 m in altezza. 100.000 m +100.000 m +1 m +1 m sono le linee che moltiplicandosi tutte tra loro portano al volume 1010. Risultato: occorrono 200.002 metri in lunghezza per avere 1010 m3. Poi esiste la forma ammassata, dell’elettromagnetismo. Essa si muove in masse di 1.000 dm3 ogni m3. E sono i 1.000 kg di 1 m3 di acqua a 4° C. 1.000 La velocità unitaria è data da in ogni verso, dei 6 esatti esistenti nel 1.000 sistema a 3 direzioni, del sistema di riferimento dello spazio. 1.000 6.000 ( )×6= . Ciò implica 6.000+1.000=7.000 unità. 1.000 1.000 Risultato: per definire la massa occorrono 7.000 metri. Poi esiste quanto è osservato nel fronte della luce, il che è misurato dalla sua intensità. Quella unitaria, misurata sulla base di 1012 cicli al secondo, sono i 540 dell’unità chiamata Candela. Quando, al posto di 1012 cicli al secondo usiamo 1 metro al secondo restano 540 metri ogni secondo e sono quelli che ci servono. Risultato: per definire l’intensità unitaria in metri, occorrono 540 m.
182 Riassumendo: 200.002 m è la qualità volume indicata da 10200.002 + 7.000 m è la qualità massa indicata da 107.000 + 540 m è la qualità intensità indicata da 10540 207.542 m è il valore unitario dell’Unità dell'elettro Magnetismo 10200.002 si combina con le altre 2 qualità moltiplicandosi per 107.000 e per 10540 e determina con l’indice 207.542 m il valore dell’Unità dell'elettro Magnetismo. I Fisici non sommano le mele con le pere e non hanno mai pensato di poter sommare tra loro volumi, masse e intensità. Ma qui non sono sommate mele con pere, ma i loro movimenti, e tutti rimandati a quanti cicli 10 sono alla base di ciascuno. Il risultato è che l’unità dell’elettromagnetismo implica 207.542 cicli 10. L’unità dell’Elettromagnetismo è così il moto in metri che è sottratto a 300 milioni e che mostra nei 299.792.458 m percorsi dalla luce quelli esatti che sono dati da m 300 milioni di metri meno i 207.542 m. posti in principio Come vi sto dimostrando, questo asino, per la sola bontà del Re, ha tanta e tale competenza in materia, che Einstein… e i contemporanei, se la sono sognata! Pur leggendola qui da me, non riescono a capirne la validità. Altrimenti da tempo l’asino avrebbe ricevuto dei Premi Nobel in Fisica. Anche se mi esprimo male e da buon asino raglio, non usando esattamente come lo usano loro il loro linguaggio, essi non sono capaci di metterci quel tento di comprendonio che occorrerebbe, e – allorché sono in imbarazzo, messi di fronte a computi perfetti che non sanno giudicare – glissano e fanno finta di non essersi accorti che nel 20° secolo si era presentato sulla Terra il Libro della Sapienza scritto da un Omone di Salerno, un Salomone. Il tubo a forma quadrata, della luce, impiega la velocità reale, <c> elettrica, della luce a percorrere un lato, e l’altra velocità <c>, magnetica, a percorrere l’altro lato. Sono 599.584.916 m nella loro somma. 415.084 è il flusso (il doppio di 207.542), nel totale di 600.000.000 m, ma è il doppio poiché uno procede in positivo e l’altro in negativo. Anche il prodotto di <c2> è elettromagnetico e per metà va da una parte e per metà in quella opposta. Infatti se noi dividiamo questo prodotto dato da <c2> per due, otteniamo le 44,937.758.936.840.882 volte 1015 che alla dimensione 15 su base 10 (indicante l’unità dello spazio-tempo), mostra la quantità intera 44, che è proprio la massa dell’energia 66, quella che esiste ammassata nell’area in lunghezza 22 e 22 nei due lati, uguali al totale 44, mentre il flusso reale è 22.
183 A questa dimensione unitaria, il tempo dato da 0,937 vede in principio il 913 di Brasit sommato al 24 dell’intera rotazione data da 6 volte (tutti i versi) la realtà a 4 dimensioni. Segue 758 che in 750 è puro spazio che percorre 23. Il 936 seguente aggiunge alla fase inversa sempre posta in principio le 23 dimensioni dell’accorpamento unitario del tempo 24 in 23/1. 840 è il puro moto di 6 volte 140 (il piano a lati 70 e 70 di movimento, 882 è il moto di 118 in 1,000, ossia del piano a lati reali 4 e 4, con flusso 110. Insomma, il dimezzamento di <c2> computa la massa 44 in tutta la sua perfetta dinamica. Quando i fisici cercavano in natura il famoso Bosone di Higgs, per lungo tempo ho annunciato loro che la massa sta in questo 44 che accorpa i 2/3 dell’energia nella massa e lascia nel flusso il valore 10 del ciclo, nel tempo 1, dunque un 11, che si muove di 11. Parole gettate al vento! Troppo oltre la conoscenza trasmessa all’asino, dal Re, che è arrivato sull’asino, per prendere definitivo possesso della sua Gerusalemme! La famosa c2 che è messa in relazione alla massa, nella relatività ristretta formulata come E = m c2 configura giustamente l’unità dell’energia in quella area reale data da c2 e che in profondità ha quella di 1 metro, tanto da consentire un volume che ha lo stesso numero corrispondente a c2. Che numero è? 89.875.517.873.681.764 m3 che se fossero metri cubi di acqua a 4° C sarebbero espressi in massa di tonnellate, in cui i due mezzi della massa 44 e rotti hanno dato un intero. È tutta, questa massa? Io dico decisamente: No! Non è tutta. Manca la massa del vagone che la veicola e che è lo spazio-tempo. Quando è tutta è: 90.000.000.000.000.000 = 9 (1016) 89.875.517.873.681.764 è quella che dice Einstein 00.124.482.126.318.236 è quella del vagone, lo spazio-tempo che la veicola. (NB: 123456 +1.026 = 124482, è 111.1112 + il moto 210 dell’area a lati 1 e 1). Dividendo il volume 124.482.126.318.236 per per lo spessore 1 del flusso, resta solo quest’area avente lo stesso numero. La radice quadrata ne mostra il lato esatto in 11.157.155,834630… Quando abbiamo che tutta la lunghezza elettrica o magnetica in 1010 è di 100.000 unità, presentiamo questo quantitativo in unità elettriche o magnetiche. Sono 111 (105) unità elettriche o magnetiche. Questo dimostra (a coloro che dovrebbero essere in grado di capirlo… ma oggi mancano!) che la lunghezza unitaria del vagone elettrico o magnetico è 111. Presenta l’unità in ciascuna delle tre dimensioni dello spazio espresso in decimi, di quello in unità e di quello nelle decine delle decine unitarie.
184 È parte di quell’111.111 da cui son partito, per ottenere un tubo quadrato di 111.111 in larghezza e 111.111 in altezza di tubo. Ho anche detto che noi di questo vediamo solo 123456, sulla base della progressione inversa esistente nella faccia retrostante della stessa moneta. Poiché 123456 deve presentarsi un una realtà data da 104=10.000, uso questa quantità di realtà per misurarla. Ottengo: 12,3456 in cui l’intero 12 è lo spazio 3 che si muove nelle 4 dimensioni della realtà, e 0,3456 è il tempo, che si muove esso pure nelle 4 dimensioni della realtà 0,3456 diviso per 4, porta a 0,0864, in cui questi 864/104 sono esattamente le 864 unità messe in relazione alle 104 di tutta la realtà. Noi abbiamo il 104 dato dal prodotto tra l’area 102 e il flusso 10 che si moltiplica per 10. Per cui se vogliamo riferire il quantitativo 864 a tutta l’area 100, esso deve essere giusto gli 86.400 minuti secondi esistenti in un giorno. Come spero di essere riuscito a farvi capire, in ragione del tempo che esiste in linea con 111.111 (che è tutto il complesso spaziale, nelle sue 3+3 dimensioni) noi siamo tenuti a considerare un giorno fatto degli 86.400 s corrispondenti ai 1440 minuti primi. Nella realtà a dimensione 3 e non 6, l’unità e data solo da 111. 111,57155834630 diventa il valore unitario dello spazio e il resto è il suo tempo, dato da 0,57155834630. Tale 0,57155834630, (che ha i 10 cicli decimali della dimensione atomica), rispetto alla realtà dei 111 metri, è un tempo dell’unità che si rivela dal suo valore reciproco, uguale a 1,74960. Per divenire intero deve moltiplicarsi per 105. 17496 è dato dal 2.000° numero primo (!!!), uguale al numero naturale 17389, +107 (il che gli somma tutto il moto, sia di 7, sia di 100). Oppure è dato dal numero primo 2.013° uguale al numero naturale 17491, +5, cioè che gli somma tutto il moto positivo del tempo ½ del ciclo 10. Oppure è dato dal numero primo 2.014° (che mostra il piano a lati 1000 e 1000 in cui il 7 si muove di 7, interamente), e corrisponde al numero naturale 17497 che deve porre una delle sue dimensioni come unità di riferimento, per essere giusto le 17496/1 unità che risultano come il tempo di 1/17486 = 0,571583463 con cui 111 m avanzano, nella loro realtà.
185
Il 1° Fattore fu creato coi caratteri “Adamo” che assegnano il ruolo di 1 anno base di 1.000 La Bibbia, quando rivela la creazione compiuta con 10 uomini, che (tranne il 1°, Adamo) vivono da figli finché non hanno il loro 1°genito che li muta in padri, e ne elenca dettagliano in ciascuno, scrupolosamente, i relativi anni, sta narrando una parabola. Fa – come avrebbe fatto poi Gesù – una esemplificazione di quella che è stata la creazione con le forze concesse alla Natura. I 10 uomini, sono 10 forze creatrici, sono 10 fattori. I loro nomi sono attributi, requisiti, connotati, aspetti, particolarità, elementi distintivi – in una parola sola: caratteri – assegnati ricorrendo proprio a quelli posseduti dai numeri quando assumono la caratteristica alfabetica, che da loro un ordine ABC equivalente ai numeri 123 ma che può caricarsi di altri significati, tanto che poi un nome che mette in fila i suoi caratteri, descrive totalmente il suo vero e proprio carattere. Le lettere, che sono chiamate anche caratteri, lo sono proprio per questo motivo: caratterizzano il significato del nome. I caratteri “Dio”=26 non hanno solo questo significato sommario, ma l’’ordine 4+9+13 che antepone a tutto 4, l’unità nella Trinità, poi con 9 tutto il moto di questa unità nelle 10, e con 13 (uguale in fine a 26 mezzi)/2, il <fine posto come un mezzo>. In base a ciò il termine “Dio” ha come sua peculiarità quella di «essere Uno e Trino, percorrere tutto il ciclo 10, avendo il fine come un mezzo». I caratteri “Eva”=26=5+20+1 pur avendo lo stesso contenuto sommario 26 di un piano a lati 10 e 10 che fluisce in tutti i 6 versi, proprio al generale carattere “Dio”=26 ha la sua peculiarità di essere «5, tutta la presenza ¼ di un 20 (che è il 10 in tutto il suo moto) presente in 1, la sua precipua unità». I caratteri “Adamo”=30=1+4+1+11+13, gli danno questi attributi: «è uno che è Uno e Trino (a immagine e somiglianza di Dio) nella sua presenza unitaria, ed è il 10 presente nel tempo unitario (a 1 dimensione) ed è il 10 presente nello spazio unitario (a 3 dimensioni)». Il carattere dato al primo fattore dipende da una sequenza ordinata di 5 veri e proprio ordini. Eva, (descritta tratta da una costola di Adamo), nel suo primo 5 è estratta proprio dal numero 5 degli ordini, che poi si realizzano (moltiplicandosi per 4) e sono quel tutt’uno... che è la Madre degli uomini come Dio ne è il Padre.
186 Questi sono gli ordini in sequenza dei caratteri “Adamo”: 01=A ordina il tempo 1 della presenza. 04=D ordina la realtà fondamentale, Una e Trina, che porta 1 a 5. 01=A ordina il moto nel tempo 1, del 5, e lo espande in tutti i versi col 6. 11=M ordina ai 6 l’unità 1 del ciclo 10 unitario, e col 17, dà il 7° n. primo. 13=O ordina al 7° primo: 10+3 (tempo 52/4 dei dì 7 d’un anno) ed è 1 anno. 3
30=“ADAMO” ordina 10×3 (volume 10 ) come 1 anno base di 1.000 anni. Essendo questo il carattere del 1° fattore, che poi si comunica ai figli (i suoi 9 effetti in sequenza), tutti gli effetti ricevono dalla causa prima tutto questo che egli ha ricevuto dal Padre suo che è la causa Prima e Assoluta nel Padre=Madre… la quale madre, mentre è col carattere Eva=26=Dio “come” estratta da lui, è la sua stessa Madre Assoluta di un DIO=Eva, Padre e nello stesso tempo madre. È l’esemplificazione di ciò che ha nell’Assoluto il suo Dio e che – creando a sua immagine e somiglianza – estrae Eva a sua diretta immagine e somiglianza dalla sua stessa creazione del 1° come un Dio in Terra. Questi crea la Terra con 13×4 unità di creazione poste in 7 giorni (come in un tutt’uno, che non si scorgerà più nel suo essere di 7 giorni dei quali ciascuno è 1/7). L’ultimo definitivo 5° ordine ha fatto agire il 7° numero primo ordinato dai precedenti 4 sommato al tempo ¼ del 52 e il numero non racconta che sono settimane di 7 giorni, poiché questi 7 giorni sono parte dell’unità data da 7/7. La conseguenza è che 17+13=30 (che con il numero primo 7°×13=52 costruisce 1 anno in gruppi unitari di 7 giorni settimi) con 17×13=221 fissa nel tempo 1 il flusso 1/3 dell’energia 666 (della “bestia” apocalittica che regge il mondo, acquattata e solo aspetta di colpire a morte) che è in un piano a lati 222 e 222 il cui flusso continuo è 222, ma se si unifica mette 1 <in principio> e misura con 221 tutto il restante moto. 365,25 -221 = 144,25 smaschera che il soggetto che esiste in un anno è questo 144,25 che esiste in 365,25 giorni per cui si muove solo per i restanti 221, poiché la presenza 144,25, +221 (tutto il suo spostamento) è uguale ai 365,25 giorni terrestri in 1 anno. I caratteri “Romano Antonio Anna Paolo”=66+78+26+51=221, dei miei primi 3 nomi, tenendo anche conto che “Romano Antonio”=66+78=144, rivelano come i caratteri “Anna Paolo”=26+51=77 (moto totale dell’energia 66 in uno solo dei 6 versi in cui è satanicamente acquattata uguale a 66/6) sommati a una coppia di 144, ossia a 288 giorni, portano 77+288 a essere i 365 giorni interi. Ad essi si sommerà ¼, poiché la realtà 4 su cui comincia la D di Dio è unitaria e indivisibile, e se si rivela 0,24 + perché vale 4. Vedete che gli ordini a monte dei caratteri “Adamo” danno la realtà 221 di questi 4: Romano, Antonio Anna Paolo in cui Romano Antonio =144 è <in principio>. Aggiunto anche il principio, è 1 Anno sposo di Anna=26=Eva=Dio.
187
Naturalmente il valore posto in principio di ogni cosa, nei numeri decimali, è il ciclo 10 che genera tutti i numeri come il loro originale ed assoluto Padre. In Dio=26 ce ne sono due, e sono i lati 10 e 10, del piano trasversale, che nel senso del verso del flusso, scorre solo di 6. Per determinare un anno con 26 giorni essi si devono sommare a 339… e qui entra in gioco il mio 5° nome, i cui caratteri “Torquato” ordinano il 113 che è solo il flusso 1/3 di 339. Così i caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato”=221+113=334 arrivano a 31,25 giorni dai 365,25 dell’anno. 31,25 è 1/100 esatto di 55 =3.125. Pertanto i 5 caratteri arrivano ad 1 anno esatto sommando 55 alla doverosa dimensione di 100-1 poiché il piano intero è 10×10 essendoci 10 prima di ogni altra cosa, a immagine e somiglianza di Dio, è 100 è il suo piano mentre 103 è il duo volume cubico, e tutto il suo moro è il 107 che lo porta a 1010. e poiché questo è il solo flusso del piano 100, il totale è 1012. è il piano trasversale, divino, che esiste ma non si vede essendo posto di taglio tanto che è tagliato dal flusso vero e proprio di 10. Si tratta pero solo di grandezze realmente apparenti, poiché ogni cosa è il suo esatto reciproco. 1012 è tale essendo 10-12. Così, quando troveremo 0,000000000001 = 10-12 esso è 1, essendo il suo reciproco uguale a 1012. E se osate dubitarne, posto 1.000.000.000.000, uno solo di questi 1012 non è forse 1 su 1012 = 1/1012 = 0,000000000001. La stessa cosa succede coi metri 300.000.000, quando 1 metro è il reciproco di 300.000.000, tanto che è indubitabile che 300 milioni di metri sono 1. La caratteristica che i 5 caratteri debbano sommarsi a 5 elevato a 5, dimostra come hanno importanza in se stessi, i numeri degli ordini. E spiega come Eva, che ha 5 come 1° ordine sia estratta da Adamo costituito da 5 ordini. 1+2+3+4+5=15 è infatti l’unità dello spazio-tempo quando è intero nello spazio 10 e il suo tempo in 10/2. Questi numeri hanno il dono divino espresso dichiaratamente nella lingua italiana. Il carattere “Numero” è un “Nume” (=Dio romano) avente per carattere “Ro”. “Nume”=47=Amodeo +“Ro” (principio dualistico ordinato 16+13=29=10° numero primo) cui mancano solo i caratteri “mano”=37 per essere i caratteri “Romano=29+37=66! Al punto che i caratteri “Numero” sono gli stessi di Amodeo Romano, che è un Nume-Ro. 47+Ro = Amodeo Ro. E i caratteri “Amodeo Romano” caratterizzano 113 il 5° nome Torquato. I caratteri Adamo puntano A Amod e nel carattere precipuo di “Dio” del <fine>O=13 <come 1/2> di Dio=26. È il mezzo finalizzato Ad Amodeo Romano.
188 E Va a Amodeo Romano
→
Eva +Adamo Noè, con nascosti i caratteri <o Roma>=13+41=54. Sono tutto il percorso dalle due cause <in principio> (Adamo+Eva, 30+26=56= manca 10 a Romano=66) fino alla 10a avente i caratteri “Noè”=30. Giungono con 56+30 a 86 coi caratteri manifesti. Aggiungendo anche i 54 occulti, 86+54=140=113 +27 (33, la potenza 3 della Divina Trinità; la decisiva del Re venuto in groppa all’asino coi caratteri “Romano Amodeo”) Il piano con due lati Romano Antonio e Romano Antonio (144 + 144) il cui flusso è solo 221 (Romano Antonio Anna Paolo) porta ai giorni 365 di 1 Anno. Poiché gli ordini dei caratteri “Adamo” pongono 1 anno in principio, ma relativo al volume 103, allora i caratteri “Adamo” prescrivono 1.000 anni. Conseguentemente, ciascuno dei fattori 10 (decimi) vivrà 1.000 anni, ma dati in velocità rese diverse da quanto è posto <in principio> in ciascuno dei 10. I 103 anni dati ai caratteri “Adamo” hanno velocità unitaria in 70 posto 1: 930 =13 , 285714 = 13 +100/350 in cui 13 è la presenza ¼ di 1 anno 70 Quando il 10° fattore coi caratteri “Noè”=30 (egli pure) vivrà 350 anni dopo il Diluvio, avrà i 350 trattenuti ad Adamo come “tempo periodico” del piano 102. Quando i 930 che sembrano tali (avendo unificato 70) sono strutturati nel rapporto 800/130 tra 800 anni vissuti da Padre (come causa) e 130 anni da Figlio (come effetto), in sostanza è divisa in questo modo (in vera e propria velocità di causa/effetti) la presenza ¼ di 1 anno. Poiché 800/130 si combinano così con 930/70 e il risultato vero è 7440/91 = 81, 758241 = 34 + 69/91 7.440 è tutto il percorso di 10×44 nell’unità 104 della realtà. Il ciclo 10 di 4 4 (=16×16=256), uguale a 2.560 è il soggetto del moto posto in principio, nella realtà unitaria 104 e si muove solo di 7.440. Si divide per 91 che è il 9, in tutto il suo moto 91 nell’area 100. 2.560/9 = 284 +4 di resto è il vero soggetto. È la realtà 4 che si sposta quanto il ciclo 10 di 7×4 (cioè la dinamica 7 nelle 4 dimensioni della realtà) e che resta 4. Solo se proseguiamo a dividere il resto 4 per 9, con 0,4444… il 4 è periodico.
189 Bibbia, coi caratteri “Adamo”, ha posto la base del moto apparente. 2.560/9 è il 347,909199...% di 7440/91. È il moto di 17,34716089… giorni in 1 anno di 365,25636. con 17,345 periodico, dato da 1 / 0,0576462788, in cui 57/103 è il moto intero di 9 (tutto il moto unitario in 10) nell’energia 66, riferito all’unità di volume. 646/106 è il Dio descritto coi caratteri אלהיםdi Elohim che lo equivalgono alla dimensione che va in tutti i 6 versi. 27/108 è il potere Trino della Trinità, alla dimensione della luce 88/1010 è l’infinito dell’infinito alla dimensione atomica. 17,34717347 analizzo fino al moto di 2 cicli del periodo 17,347 - 17,34716089 è uguale a: 0,00001257 nella realtà 10-4 differenza zero. Ed Oltre: 7 125/10 è 1/8, quello che valuta alla D. 7 del moto 13 in base a 23 7777777 77/108 è tutto il moto alla dimensione della luce. L’intero 17 presente in un anno è il ciclo 10 aggiunto a quello dei 7 giorni, e con questo 17 diventa il 7° numero primo.
000000006
La vita di 930 anni Adamo e il valore dei caratteri Abele=23 sono determinati dal calcolo che genera il movimento unitario, che è dato da; 1/10 : 0,2357111317192329313741434753 (i primi 16 n. primi che caricano di moto tutto il piano 4×4 della realtà 1+3 dello spazio-tempo). = 0,424248100930230 implicano i primi 10 n. primi. Precedono Adamo nella sua vita di 930 anni posti a numeratore di 70 posto come 1, essendo in vero 70/70) i caratteri Esaù=42 e i caratteri Giacobbe=42 , combinati poi nei caratteri Gesù=48 e seguiti dal piano 100 del Dio 10×10. Solo che in questa divisione, i risultati ultimi sono i più recenti, per cui lo 0,424248100 che precede gli anno 930 dati ad Adamo sono visti da lui veramente precedenti. Il fattoriale di 130 (gli anni vissuti da figlio, da effetto) sono:
190 fact(130) = 646, 685548922047367250 ×10217 ove 646 caratteri אלהיםdi Elohim. Il 1° fattore Figlio di Dio Elohim alla dimensione di 217 decimali. Esistono 217 unità con il piano a lati 100 e 100 e il flusso 17 Anche il rapporto padre/figlio dei primi 9 fattori danno il Dio Elohim.
646 , 690519357186023852 /10 è il rapporto somma dei primi 9 fattori 646, 685548922047367250 × 10217 il fact(130) della vita del 1° come effetto 000, 004970335140656602 Questo risultato mostra in modo convincente che è ciò che quantifica il moto che poi rende periodico il rapporto esistente in tutti e 9 i fattori. 49=72/104 è il piano in moto alla dimensione unitaria della realtà. 70/106 dà il suo flusso in linea alla dimensione dello spazio complesso. 335/109 presenta 333+1+1 il volume in linea del flusso di 103/3. 140/1012 è il piano a lati 70 e 70 alla D. generate del moto, la 10-12. 6566/1016, indica il flusso unitario 100 nell’energia 6666/1016. 2/1018. Come visto, l’effetto dei 130 anni apparsi a vuoto, in Adamo, nella creazione dei primi due figli apparentemente messi da parte, è stato invece il presupposto che poi sarebbe valso solo nel tempo periodico a 18 cifre messo in atto dalla somma di tutti i rapporti causa/effetto tra i primi 9 fattori del 10°. Ebbene, quando eseguiamo il fattoriale del valore ciclico cui portano i 9 fattori e che equivale al Dio Elohim abbiamo una cosa davvero straordinaria. Fact(64,6690519357186023852) = 2,0682880706214058737750127833869 ×1090. Presenza ¼ di 360 decimali. 2 intero è il piano a lati 1 e 1, o – se preferite – il 1° numero primo. 682/104 ripresenta 2,06 alla D. reale 10-4, mossa in 888/104 (complesso reale). 880/107 alla D. del moto, dà il ciclo 10 che completa il complesso reale. 70/109 alla D. del ciclo 10 atomico dà il ciclo 10 del moto. 62/1011 alla D. 11 del moto 1 di 10, dà la realtà 4 per come va in 66=Romano. 140/1014 dà alla D. 14 del moto 7 di 7, dà il ciclo 10 del moto 7 di 7. 58737750/1022 alla D. del moto 11 di 11, dà 3182200 +55555550, in cui: 318×104 è vol. π (314+1+1)×104 +222×104 in ciclo 10 energia E.M.
191 127/1025 alla D. 5×5 dà Volume (1000/8)+1+1 (area unitaria trasversale) 8338/1029 alla D. del 10° primo dà 550 (ciclo 10 E.M.) che esiste e va in 8888 che è la realtà nel complesso reale-immaginario. 69/1031 alla D. dell’11° n. primo dà tutto il moto dell’11° n. primo in 100 Questi valori sono tutti presentabili in caratteri corrispondenti al Nome Segreto di Dio. Ad esempio: 318220/1021 è 159110 + 159110 = mille 59=Benito+660/6 di Romano. 318/106+6+6 è 381-7×9 caratteri nome intero Romano+tot. Invarianza 220/107+7+7 è 1/3 di Romano alla D. di tutto il flusso 7+7+7. 127/1025 + il flusso 1/3 dei caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo” alla ideale D. 5×5 della presenza di 100/4. 8338/1029 è 8310+7+7+7+7, il perimetro del quadrato in pieno moto in cui esiste il ciclo 10 dei caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo”alla ideale D. 29 del 10° numero primo. 69/1031 è 66+3, cioè i caratteri “Romano” del solo 1° nome, che percorrono tutto lo spazio unitario 3 alla D. dei caratteri “Romano”=66/6=11, D. dell’11° numero primo. Insomma nome 1° +3, in D. 11° primo. Ideale Uno e Trino. Nella vita intera di Adamo, di 930 anni, essendo il valore prioritario creato da 0,1 : 2357111317192329 = 0,424248100930 esistente nella dimensione di 930/1012 data dal tempo 0,1 diviso per i primi 10 numeri primi, ed essendo una vita divisa in 130 anni trascorsi da effetto figlio, è naturale che anche 800 (la differenza tra 930 e questi 130 tolti di mezzo), che sono gli 800 anni trascorsi da causa, hanno totale rilievo nel fact(800). Fact(600) = 7,710530 ×101976 , il che riguarda 1976 riconducibile proprio agli anni 1938+38 in cui ho iniziato una seconda vita, in un momento di eccezionale libertà, attestata dai 77/10 di tempo. Nel 1976 ero come responsabile, nel Consorzio Intercomunale Milanese per l’Edilizia Economica e Popolare (un Ente pubblico di acronimo CIMEP in cui ero entrato nel 1970 vincendo un importante Concorso Pubblico), di tutta l’attuazione dell’Edilizia Economica e Popolare nei circa 80 comuni del circondario di Milano, Milano inclusa, come Assistente di Direzione del Servizio Tecnico in cui non vi era un Direttore in Organico. Ebbene mi misi in aspettativa nel mio lavoro importante per far l’umile asino del Re che entrasse nella sua Gerusalemme. Il Giovane ricco dei vangeli non aveva avuto questa mia libertà! Essa risulta chiara nel valore 7,710530 del fattoriale dell’800, riferito nel tempo all’anno 1976. Anno che in 1966+10 mostra anche tutto il moto 10 del 66=Romano esistente nel 1900.
192 77,10 decimi, mostrano, nel tempo unitario in 1/10, la totale libertà di 77/10 che ebbi in quel 1976. +53/105 la precisano riferita ad R=16, nel 16° numero primo uguale al 53. Tempo decisamente legato ad un Romano, essendo 35+700 anni la distanza in anni tra il Natale di Roma e quello di Gesù Cristo. Quando mettiamo in relazione questa grande libertà insita nell’800 con l’apparente improduttività dei 130 anni perduti a generare due figli apparentemente inutili, abbiamo questo: 800 =6,15384 130 Indica l’eterno periodo in tutti i 6 versi, dei 15/100 che sono l’unità dello spazio tempo 10+10/2, cui si sommano i caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo” in tutto il moto nell’unità 3 dello spazio. 6,15 è anche il moto intero di 5/100 fatti dai 60/10 (di un minuto primo in 60 secondi) +1 secondo nel tempo unitario in 1/10. Se ne facciamo il fattoriale dato da: (
800 )!=(6,15384)!=962,1543328612672848500771806253 130
abbiamo l’intero 962 (seguito all’anno 1.000 posto in principio) indicante l’anno 1962 d. Ch in cui ebbi 24 anni e maturai l’intero moto, di 12 anni, del periodo intero della mia fanciullezza, di 12. A Milano mi fidanzai con G.S. (la Giancarla Scaglioni, nata 11.1 giorno di tutti i santi, facsimile di Gesù, lei, figlia di Mario (figlio di Anna) nato il 15 agosto in Ascensione di Maria, e di Giuseppina Benedetti (a immagine e somiglianza del 2° attribuito a me, Benito). L’avrei sposata 7 anni giusti dopo, nel 1969 in cui l’uomo andò sulla luna e nello stesso 4 giugno (del 40, nei 29 anni dopo uguali al 10° n. primo, in cui Gesù mi ridiede nuova vita). Se sommo a 962 questi 7 anni che mi portarono alle nozze, ho i 969 anni esatti della vita di Matusalemme, e ne ho avute due di Matusalemme, come spose irregolari, discese non dal ramo corretto di Set (terzo figlio di Adamo) ma da quello scorretto, avente a capostipite con Caino, il 1°. Saranno due spose di un uomo a nome Lamech (disceso dal 1°) e che, nel ramo corretto disceso dal 3°, è il Figlio di Matusalemme e non lo sposo di due donne (Ada e Zilla). Sta di fatto, pero, che - con due 969 anni - si giunge proprio al mio natale, avvenuto nell’anno 1938.
193 Se dividiamo tra loro i due fattoriali, abbiamo: 800! = 1,1923152026833525442839077250107 alla D. 101757 130! Anche qui, ogni decimale corrisponde ad un anno e si tratta del 1.757 che dista dal mio natale nel 1938 quei 181 anni che stanno nei caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo”=381 come tutto il flusso del piano a lati 100 e 100 della nostra realtà 100×100=104. Mio nonno, Torquato Amodeo, nato nel 1856, nacque 99 anni esatti prima. Prima di lui ci fu Cesare Amodeo e suo padre, di cui ignoro il nome, e il padre di suo padre, che sono certo (nel mio ruolo di sputasentenze avendo visto come evolvono questi eventi) nacque nel 1757. Dalla divisione tra i due fattoriali, secondo me, nacquero questi 7 nel corso dei 184 anni dati da 181+3, che attivano il flusso materno dei caratteri Mariannina”= 84 in tutto il piano divino fatto su base 100, e che va da -50 a +50, in linea: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
1757 d. Ch. 1790 nato ai 33 anni (di Gesù) del padre 1823 nato ai 33 anni (di Gesù) del padre 1856,0126 Torquato nato ai 33 anni (di Gesù) del padre. 1907,0707 Luigi n. 3° ai 48=Gesù anni =17.735 giorni del Padre. 1938,0125 Romano n. 1° ai 30 anni del padre =11.160 giorni del padre 1941,0217 Benito nato come 2° al 1°, 3 anni dopo, ai 1.119 giorni del 1°. 1975,0126 Paola nata 119 anni esatti =43464 giorni del n. 4.
Come nei giorni della settimana, con il 7°, Benì Am(ino) ci fu il riposo di Dio nel segno di Beniamino, l’unico dei 7 veramente nato dopo che Giacobbe fu rinominato coi caratteri “Israele”=63 e non più Giacobbe=42, avendo lottato una notte intera con un Angelo del Signore e che lo rinominò Israele proprio per quella lunga e vittoriosa lotta intentata contro l’impossibile! Così come l’Osa-Anna! Anna=26=Eva=Dio! Nel 1,1923152026 del valore determinato da questo rapporto tra i due fattoriali, vediamo i 119 anni intercorsi tra il n. 4 avente i caratteri “Torquato” = 113=“Romano Amodeo” e la n. 8. avente i caratteri “Paola”=39. 26 è il giorno natale di entrambi, ed esiste proprio alla dimensione di 10-10 di Dio Padre dei numeri. Il tempo decimale di 1923 è proprio l’anno in cui mio padre avente i caratteri “Luigi”=54 è stato il carattere “R”=16 nei suoi 16 anni. Mancavan solo 7+7 anni di moto per generare il suo 1°genito a 30, e il suo 2° a 33 avendo 12.279 dì.
194 12.277+1+1=12.279 è nel solo flusso il 1468° n. primo 12.277 che in 1468 è il piano a lati 700 e 700 col flusso di volume dato da 1+1+66=Romano. 68×68=4.624 anni +7 è il 4631 di Bibbia 1,1,1 che definisce il mondo! È da notarsi molto bene come i giorni tra la nascita del Padre Luigi Amodeo e del 2°genito (nato ai 33 anni del padre e quando egli aveva 12.279 giorni) sono proporzionati in modo totale alla velocità della luce. 2,99792458×212 = 12.279 +0,49907968
Quando 2,99792458 metri si moltiplicano per le 4.096 volte date da 212, assumono nel valore intero lo stesso numero di giorni esistenti tra la nascita di Luigi Amodeo, il 7-7-1.907 e quella di Benito Amodeo il 17-2-1.941. Lo potete qui vedere ben calcolato dal computer. 2,99792458×212 = 12.279 ha inoltre i decimali 0,49907968. Nei decimali 0,49907968: 0,499 è 0,5 (il tempo 1/2) meno il tempo 1/1000, unità di 103. 7.968/108 è 7.777/108 (libertà reale, a 4 D. in tutto il complesso 8) +191/108 che, alla D. 108 della luce, è tutto il moto unitario in 9, presente in un 100 che avanza totalmente di 100. Pertanto tutto questo tempo decimo indica la piena libertà del moto unitario.
4.096 è esattamente il 212 che determina l’Unità e Trinità del Dio 103, nel valore di 100 meno 4 uguale al termine Spirito (nel 251 esatto – come da cap. 25 del libro 1 di Bibbia - di Padre=40, Figlio=54, Spirito=96, Santo=61. Questo 251 è per davvero la presenza 1 del 250 che è ¼ esatto del Dio 103. 96×100 =38 % +0,002470 fino alla D. 10-6 dello spazio complesso. 251
195 I caratteri “Spirito” sono il 38% dei caratteri “Padre Figlio Spirito Santo”! E vediamo bene come il tempo di questo intero 38% sta poi nel piano del tempo a lati 10-3 e 10-3 il cui flusso di 1/[47 (105)] sta poi nel 47=Amodeo. 4.096 = 212 è uguale a 4100 (il 14° numero primo del moto 7+7, in quantità 100), in cui sta e corre l’intera realtà a 4 dimensioni, correndo nella quantità di percorso dato da 4100 -4 = 4.096. Questa relazione tra Luigi Amodeo padre e 2° figlio (che vedono in mezzo il 1°genito) è molto simile a quella tra nonno Torquato Amodeo e me suo nipote omonimo, con in mezzo il figlio suo Luigi, mio padre. 29979,2458 m (104 ) di luce, 29949 dì da nonno a 1° nipote. 00030 di differenza, che sono lo 0,10006922% Qui di fianco vi mostro la differenza in giorni. Gli anni sono 34, tutto la realtà sulla base di 3 giorni. Come vi sto documentando, nella vita data ad Adamo e a tutti i 10 fattori nominati in Bibbia, è come zippata tutta la vita, sua e degli antenati e successori, che ha riguardato la generazione dell’asino su cui è venuto il Re, nella sua Gerusalemme. Visto che ci siamo, altra cosa, molto significativa, per tutti i primi 9 fattori sta nel calcolo della somma dei rapporti di causa ed effetto in ciascuno, eseguita sulla base dei fattoriali degli anni. Allora risulta questo.
4,6 sono le prime 2 cifre relative a 1993 cifre decimali, aventi il valore del 1993 d Ch, nel dì 4 e mese 6, con questa gerarchia, poiché i valori interi, o sono giorni, oppure sono anni. Il valore intermedio dei mesi resta sempre intermedio.
196 Ebbene il 4-6-1940 Gesù si aggiunse sul mio asinello morente e gli ridiede vita. Quella del Cristo in me, si sarebbe poi manifestata nel 2° a me, l’alter ego che potesse dimostrare la vita nuova ricominciata in me, che non si vedeva, sembrando a tutti semplicemente una guarigione miracolosa e improvvisa. 53 anni sono il numero agganciato al Natale di Gesù, essendo 53 anni più altri 700 il Natale di Cristo dopo il Natale di Roma del 753 avanti Cristo. Ebbene 53 è il 16° numero primo, laddove R ha proprio questo valore 16 di carica che è assoluta della realtà, e diventa energia pura. Servono proprio 16+16+16+16=64, in linea, +1 e +1 (i lati del piano che fluisce di 64) per fare il volume 66 di energia con la realtà 4×4 =R . Non vi ho detto nulla dei Fattoriali relativi ai caratteri nominali dei 13 personaggi che sono coinvolti nella creazione. 10 sono presenti. 3 sono nascosti, ma è sulla base dei 3 nascosti che poi si muovono tutti i 10 presenti. I tre nascosti sono i caratteri “Eva”=26, i caratteri “Caino”=38 e i caratteri “Abele”=23. 26+38+23 = 87 è alla base di tutto il moto dei caratteri 456 di tutti gli altri, ed equivale al 19% (che introduce il secolo 19). (l’asino su cui cammina il Re vivrà questi 87 anni) 87+456=543, sulla base del centuplo pianificato, progettato, e del dinamismo paterno 7+7+7 posto in principio, porta al 54321 che è la base su cui si poggia la salita unitaria 123456. Insieme sono 111.111×111.111 = 12345654321. In ciò vedete che in mezzo alle 3 salite e alle 3 discese ciò che porta i caratteri dei primi 10 a divenire i primi tre in discesa sono proprio i caratteri dei 3 apparentemente esclusi, per differenti ragioni.
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I primi 13 fattori segnalati dalla Bibbia e riferiti al fattoriale dei loro caratteri
Qui vediamo raccolti tutti i 13 fattori che partecipano alle azioni che regolano la creazione dell’esistenza sulla Terra. Non sono tutte elencati in un solo capitolo. La prima ad entrare in campo con Adamo è Eva, poi nel capitolo 4 sono introdotti Caino e Abele, e nel capitolo 5 c’è l’intera genealogia che tratta l’esistenza dei primi 10 fattori con una rappresentazione esemplare. Infatti i Fattori dell’esistenza, divisi in cause ed effetti aventi la durata di anni, sono raccontati esemplificati da uomini che diventano Padri solo dopo il 1°genito. Coloro che hanno fatto grandi considerazioni in merito alla loro vita così più lunga di quella degli uomini d’oggi hanno preso alla lettera quello che è un vero e proprio trattato scientifico, con elementi identificativi tutti perfettamente collegati tra di loro, tanto che tra la vita e il carattere nominale ci sia lo stesso nesso che c’è ora, ad esempio, tra il carattere “Romano”=66 e la vita di anni 66/2 avuta da Gesù Cristo. Nel trattato Biblico c’è nesso persino nei numeri d’ordine; al punto che per arrivare al 1938 attraverso i caratteri nominali, Matusalemme, vissuto 969 anni, aggiunge gli altri 969 mancanti al 1938 tramite gli anni 777 dell’8°, e i 912 di Set e sottrae ai 1689 il prodotto 8×9×10=720 dei tre oltre il 7°.
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Il 1° Fattore, di cui ho mostrato le principali relazioni in atto nei suoi anni di esistenza, è identificato coi caratteri “Adamo”=30 (che poi nel totale sono gli stessi dei caratteri “Noè”=30, il 10° Fattore), e in questo numero c’è tutto il suo stretto legame con il Creatore Trino in 10+10+10, e con il 30 +1 delle cifre decimali che rendono intero il valore dei caratteri “Dio”=26. Se considerassimo 30 i decimali, come 30 è il valore in Gematria del suo nome, 265 sarebbe intero e varrebbe: 4 (l’Unità e Trinità divina) +251, uguale ai caratteri “Padre=40, Figlio=54, Spirito=96 Santo=61”. 52/102 vale quanto i caratteri “Dio+Dio” alla D. del piano 10×10. 52/104 vale quanto i caratteri “Dio+Dio” a D. reale 10-4 del piano 100×100. 8598/108 alla D. della luce è il moto di 1.402 in tutta la realtà 104, e indica il volume in linea, con l’area trasversale 1 e 1 il cui flusso è la totale dinamica 700 che si sposta totalmente di 700. Se vogliamo riferirlo al prodotto 66×101=6666 tra i caratteri “Romano”=66 e i caratteri “Luigi Amodeo”=54+47=101 del padre, questa totale energia padre×figlio va fino all’anno 1932 e porta a un 6 (posto in principio in 1938, che si muove solo di 1932) che – con 1932 +6 – giunge al 1.938. 121910/1014 alla D. 7+7 di tutto il moto libero, mostra il ciclo 10 di 66666/6 = 11111 +1080, in cui 11111 sono le 5 dimensioni unitarie dell’energia E.M. che si spostano nella dimensione 4 del ciclo 3×3×3×10. 58636/1019 è 55555/1019 (E.M., elettro-magnetismo) che va di 3.080/1019 nel piano trasversale a lati reali 40 e 40, con tutto il flusso spaziale 3.000. 30848/1024 alla D. 24 di tutto il 210=1.024, ecco il flusso 30800 visto prima sommato al 24+24 che è il piano esatto posto a D. indicata dall’esponente 24. 0000000 sono i 7 finali zeri che rivelano alla D. 10-7 dell’unità del flusso relativo al ciclo 10, tutto quanto corrisponde a tale 107. Si noti allora bene: 480.000.000 indica la libertà totale dei caratteri “Gesù”=48 308/1022 = mostra i caratteri “Romano”=66 nelle 4 dimensioni il cui tempo decimale eterno vale i caratteri “Romano” essendo 66×4 , 66, = 308. Esiste in 308 alla D. 1022 in cui l’indice è 1/3 dei caratteri “Romano”=66 Esiste in 308 alla D. 106+6+6 come il moto del flusso di Energia E.M. 555. Esiste in 108/104+4+4 come flusso unitario di 666/6… Insomma è Dio intero, poi (Dio+Dio) e (Dio+Dio), poi è il prodotto Romano×(Luigi Amodeo), poi è 108, poi è 308 e 308, infine è Gesù.
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Anche questo nome deriva da ordini tassativi: 05=E ordina il tempo ½ del ciclo 10 e dà solo il moto in positivo. 20=V ordina il ciclo 10 che si muova interamente di 10, e porta il 5 a 25. 01=A ordina l’unità della presenza 25. 26=EVA è un nome così comandato dagli ordini. Come detto prima, Eva è tratta da Adamo poiché quello che in Adamo è l’intero 26, per Eva diventano i 26 cicli decimali. Le ultime 8 cifre sono 84.000.000 ove 84 sono i caratteri “Mariannina” della madre di Romano. Ma vediamole tutte queste prescrizioni. 4 intero colle 26 cifre decimali dei caratteri “Eva”=Dio sono le 4 intere dimensioni dell’Unità e Trinità di Dio. 329/104 alla dimensione reale 104, il valore è Trino in 3 volte il piano 10×10 del Dio a immagina/somiglianza del 10, ed è Uno nel 10° numero primo uguale al numero naturale 29. 14/106 è il flusso 7 di 7 in piena libertà in tutti i 6 versi (ciascuno 10) che sono dati dalla dimensione 106 =10×10×10×10×10×10. 511/109 alla D. del moto 10 atomico la massa 44 esiste e fluisce nell’energia E.M. (elettromagnetica) 555. 2660/1013 alla D. 10+3 (dell’unità e trinità) il piano avente i lati 100+100 che in 100×100 sono la realtà 104, fluisce coi caratteri “Romano”=66 (dell’energia). 563/1016, alla D. del carattere R=16 , ecco 100+3 (l’Unità e Trinità) che esiste e va in 666. 55/106+6+6 alla D. 1018 dell’energia a indice 6+6+6, è E.M. (elettromagnetica) . 84000000/1026 infine i caratteri “Mariannina”=84 mamma di Romano.
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Il 1° figlio di Adamo, denominato Caino, ha in questo suo nome tutti i connotati del progetto numerico che in questa precisa sequenza lo ordina. 03=C ordina lo spazio a 3 dimensioni, come l’ordine fondamentale. 01=A ordina secondariamente il tempo 1 da dare allo spazio 3; il che dà 4. 09=I ordina le 3 dimensioni dello spazio 3, con 3+3+3, e con 4+9 dà il 13. 12=N ordina che questo 13 percorra 3×4 unità; e ha ¼ dell’area 100. 13=O ordina infine che proprio il flusso 13 muova quest’area 5×5 . 38=CAINO è il nome così ordinato, che dà precedenza al flusso spaziale. Proprio per la prevalenza del 3 sull’unità, che ha i caratteri 0301091213 = “Caino”, egli non è il benvoluto dal Dio che predilige l’unità 0102051005 propria del nome Abele, e Caino, geloso, l’uccide. Il fattoriale dei caratteri “Caino”=38 esiste alla dimensione decimale 44 data dai 2/3 dei caratteri “Romano”=66 52/10 sono Dio+Dio, 26+26 nel tempo di 1/10. 30/103 è Dio Trino 10+10+10 alla dimensione dell’indice 3 22/105 è 1/3 dei caratteri “Romano”=66, flusso di energia E.M. 61/107 alla D. 7 del moto è un Santo=61, è 1°+2° (nei 60+1 minuti secondi) 74/109 alla D. del moto del ciclo 10 atomico c’è “Dio” in 100 e va 100 -26. 6660/1013 c’è il ciclo 10 dell’energia 666 diabolica, alla D. 10+3 1111/1017 alla D. del 7° n. primo c’è 1/6 di “Romano”×”Luigi Amodeo” 76000/1066/3 alla D. di 1/3 di “Romano” c’è 105+66.000 Mega energia E.M. 72241/103×3×3 a D. 27, piano lati 11111+11111 fluisce 50.000+19(=8° primo) 74.291/1035 a D. 7×5 c’è 7×10.613 che è il n. primo 1.295° che dà il moto nel tempo di 10/2 in 1300 (Unità e Trinità divina). 200.000.000/1044 a D. 2/3 caratteri “Romano”=66 dà i due a 108 D. intere. Come 5 intero +23/102 il Fattore “Caino”, nel suo fattoriale è costretto a tener conto dei caratteri “Abele”, che in latino rivelano che viene “da Dio” (El è Elohim) e l’uccide (crede lui… non si uccide quello che viene da Dio).
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Il 2° figlio di Adamo era ben voluto, per questi perfetti ordini in sequenza: 01=A ordina in principio non l’esistenza dello spazio 3, ma del tempo 1. 02=B ordina ora l’1 ma nel 1° numero primo 2. 05=E ordina tutto il tempo ½ del Dio che ha creato il 10 a sua immagine. 10=L ordina ora la presenza di entrambi i tempi mezzi dell’unità di Dio. 05=E ordina infine che il così prefissato 18, esista, e impone un : <è!>. 23=ABELE è il nome benvoluto che traduce 12, AB, nel 23 finale del 1° e 2° n. primo, col primo a dimensione decupla rispetto a quella del 2°. Abele, nel fact(23), alla dimensione decimale 7+7+7 del padre mio, presenta: 25 intero è il valore della presenza come ¼ del piano 10×10 di Dio. 8/10 è la presenza nell’unità del tempo 1/10 della realtà nel suo complesso. 520/104 alla D. della realtà c’è il ciclo 10 di “Dio”+ “Dio”, ossia 26+26. 167/107 a D. di moto, area lati 50+50 fluisce coi caratteri “Romano”=66+1. 3888/1011 a D. 66/6, natale 38×100 +66+66/3 tutto in caratteri “Romano”=66. 497/1014 a D. 7+7, area 7×7 e flusso 7. 66/1016 a D. carattere R=16 i caratteri “Romano”=66 40.000/107+7+7 a D. 7+7+7 del Padre, la realtà 103 dei caratteri “Padre”=40. Il sacrificio di Abele, perpetrato dal 38=Caino, presenta il dì 25 del 38 della mia vita che inizia. Essa esisterà, avrà valore, ma sarà invisibile come se essa non fosse vissuta. Il contesto totale dei tempi in cui vivrò mi sarà Caino e farà di tutto pur di togliermi di torno. Ma non vi riuscirà. Anche Abele conserverà il suo valore sommario di tempo elementare di presenza ¼, rispetto all’area reale 100 di lato 10. Questo è il significato dell’intero 25, del fattoriale del 23 di Abele, quando la potenza decimale è data dalle 21 dimensioni (7+7+7) della decina a cui Dio ha concesso il suo attributo di Padre unico, rispetto ad ogni figlio decimale. 66
Fact(38) × Fact(23) = 13,521189461562005895838713360542 ×10
I due primi effetti sono il piano trasversale, in cui 38×23=874 è tutto il moto di 126 nel 103, quindi l’area a lati 50+50 che ha il flusso dei caratteri “Dio”=26. Il prodotto tra i 2 fattoriali realizza la presenza di ¼ dell’anno terrestre, in 13 settimane. Il tempo di 52/100 le mostra, tutte e 52. Poi c’è 1/6 dell’energia data dai caratteri “Romano” =66, e poi c’è il moto di essa in 100, apparente negli 89/106 dell’unità del 10 esistente in tutti i 6 versi dello spazio. La dimensione totale 1066 è quella dei caratteri “Romano”=66.
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Nel racconto Biblico, Dio fa ‘sì che Adamo ed Eva generino un nuovo figlio, a realizzare le cose non più possibili al 2° tolto di mezzo. Pertanto anche Set è ben ordinato, ben voluto e bastano solo tre disposizioni: 17=S ordina col carattere “S” del 7° primo il Signor 10 Creatore in 7 dì . 05=E ordina e questo “S” <è>, così attua 1/3 dei caratteri “Romano”=66. 18=T ordina che questi 66/3, con +6+6+6, facciano tutto il lavoro reale. 40=SET ordina in 3 benvoluti modi tutta la realtà Una e Trina del Dio 10. Set=40, Unità e Trinità del Dio 10, nel suo fattoriale esiste nel tempo coi 47 decimali dei caratteri “Amodeo”=47. Con <Eva Adamo> sposi, congiunti, il loro 3° fattore, il benvoluto dopo 47 Abele… <Va a Amodè> e ci va proprio con 10 , la potenza 47 di Amodèo. 8 intero è il dominio di un 1° e un 2° come una cosa sola: il 1° che si pone a base della potenza del 2°. Essendo numeri primi, è 23=8. Il suo nascosto reciproco è 0,125, è il mese e il giorno natale di Romano Amodeo, nel ciclo 10. 15/102 è l’unità dello spazio-tempo ed è il reciproco di 6 , 66 , eterna energia dei caratteri “Romano”=66. Esistendo nella potenza dei caratteri “Amodeo”=47, chi è tenuto nascosto nell’invisibile reciproco, alle apparenze reali in 8,15 del fattoriale del fattore 3° nominato coi caratteri “Set”=40=Padre è esattamente l’innominato “Romano Amodeo”, nato 0,0125 nel tempo decimo. 915/105 alla D. E.M. aggiunge 100 a 815 e realizza con esso la somma del 1730 che è il ciclo 10 del 40° n. primo. Questi 915 in particolare hanno aggiunto l’area a lati 1 e 1 al 913 posto in principio nei caratteri בראשית. Set condividerà questo 913 anni con il padre, lasciandone 1 a lui che gli è in principio. Dei 912, Set passerà solo 807 anni da padre (dopo aver avuto il suo 1°genito a 105 anni), e questi 807 sono dati, per quanto riguarda me come 1°, e il 2° a me: 381 = caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo”; 426 = caratteri “Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo”. 807 anni paterni di Set danno carattere ai 12 nomi di 1° e 2°. 283/108 a D. luce è 10×7×4 perimetro col lato 7 del creato e il suo flusso è 3. 247/1066/6 è area a lati 100 e 100 col flusso dei caratteri “Amodeo=47 8977/1015 a D. 30/2, 12/1013 (in potenza di mezzi di Dio=26) van liberi, 7777 3434/1019 a D. 19 di tutto il moto, 33 esiste in 1, e 33 esiste in 1.
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Questo nome nasce negli estremi dei caratteri “ES” che nella lingua di un Romano indica <tu sei> (dall’indicativo di sum es, est...) <no>. Sono i caratteri 5+17 che realizzano il flusso 1/3 dei caratteri “Ro-ma-no” realizzando infine la terza sillaba <no> che con 12+13 è 25, è presente. I caratteri “Roma” assenti. Il fattoriale del 3° Fattore è determinate. Ha la potenza decimale 59 dei caratteri “Benito”=59 il nato 2° a Romano. 25/10, i dati dal fattoriale, però presentano il 1°, nato 25, Romano. 862/104 sono di realtà. È il moto di 138 nel 1.000, e si precisa totalmente soggetto 1° nato 25, ora indicato alla dimensione 104 della realtà, proprio dai caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo”=381 in cui l’1 secondo al 38, si è posto 1°. La gerarchia è rovesciata interamente tramite la sottrazione a 381 di 35=243 che – con 27 volte 9 (invariante) – rovescia totalmente il volume 27. 324/107 alla D. libera 7, identifica con 324 il malandrino 243, in avanti il 3! 15111/1012 a D. moto tot. 12, il piano a lati 2.000 e 2.000, fluisce in 11.111. 681/1015 a D. 15 dello spazio-tempo unitario in 10+10/2, tutti i caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo”=381 si muovono di 300. 80/1017 a D. 7° n. primo, si crea il ciclo 10 del 1° primo in potenza del 2°. 642964/1023 a D. dei 2 primi uniti in 23, cento 7×5 vanno in 646464, che è il moto di 38-38-38 in 100-100-100. c’è la Genesi Trina di 64=26 (=26=Dio) alla D. 23 dei caratteri “Abele”=23. (Non era morto; è il Dio Trino 26-26-26, non in realtà 26, ma... in potenza). È il 3500 che realmente lo percorre, in divina trina potenza. Giunto a ridar vita ad Abele, mi fermo qui.
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Kenan (con un K che è una “c” dolce come quella di casa) vale il 33 esatto della vita di Cristo, e il suo fattoriale implica tanti decimali quanti 36 decine. La sua potenza 36 decimale è la stessa delle 36 lettere che sono al lavoro nei caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo”. 8,68 è il 6,66 +2,02, che nel 1° è il tempo decimo 66 dei caratteri “Romano”, e in 2,02 è l’area avente i lati di 101 e 101 centesimi adeguati ai caratteri “Luigi Amodeo”=101, il padre, di Romano. Pertanto sono Figlio+Padre. 33/104 alla dimensione della realtà riporta alla vita di 33 anni di Gesù, che sono un mezzo, il mezzo, per arrivare a finalizzare i caratteri “Romano”=66. 176188/1010 alla D. atomica in 188188 esistono 12/107 (tutti liberi) e percorrono tutto lo spazio che resta nel 1° dei due 188 in sequenza, che in ciascuno sono tutto il percorso fatto da 12 che esistono in un piano 100 che avanza totalmente. Quindi ci sono due 12, come le intere 24 ore del giorno. Esiste il 12 solo nel 1° dei due 188 poiché 176 sono i caratteri “Romano” mossi di 110, che mancano nel 2° che rappresenta l’intero moto 12 nel 200. 1188/1014 alla D. del moto 7 di 7, si nascondono i caratteri che moltiplicano Padre con Figlio, “Romano” × “Luigi Amodeo” 66×101 = 6666. In questo prodotto intero Padre per Figlio, esiste la sequenza dei caratteri “Luigi-Antonio” (nome del padre più il 2° nome del figlio), esiste 5478 in 6666 e si muove solo di 1188. 649/1017 alla D. del 7° n. primo Creatore, c’è il Dio Elohim nei caratteri אלהיםc= 646 che percorre 3. E mi fermo qui. Tutti i numeri sono molto indicativi. Interessante è vedere quanto incidono i primi 4 fattori della realtà moltiplicando tra loro i rispettivi fattoriali. Fact(30)×Fact(40)×Fact(47)×Fact(33) = 176
4,8602474465458217662619792651739 ×10 Le 176 cifre decimali indicano i caratteri “Romano”=66 che interagiscono con il ciclo 10 di 1/6 dei caratteri “Romano”=66. Ossia 66×10×66/6. 4860/103 sono 1.000 (tutto il volume) +50 (il tempo ½ del piano 100 solo nel verso positivo) più il ciclo divino 10 dei caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo”=381. 247/106 nello spazio nel complesso, il piano a lati 100 e 100 fluisce nei caratteri “Amodeo”=47. Con 103 – 247 = 753 Natale di Roma. 44/108 a D. realtà nel suo complesso il piano dei 2/3 caratteri “Romano”=66 65/1010 a D. atomica i caratteri “Romano”=66 si fissano in 1.
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Il 5°, Malaleel, culmina ½ ciclo 10, vale il carattere “R”=16, nel 16° n. primo da cui deriva tutta la dinamica. Espressa dal 53 (piano a lati 25 e 25 della presenza, con flusso 3 unità dello spazio). Il nome parte dalla 2a sillaba ma, di Romano, ed ha, nel suo valore fattoriale, la potenza decimale di 69 cicli 10, decimali. Essa è quella che ha fatto sì che nel 69 io virtualmente mi legassi in nozze paterne con la G.S. immagine reale di Gesù figlio del Padre. 0,0069, alla D. reale decimillesima nasconde il suo intero reciproco 144, estremi dei caratteri “Romano Antonio” dei miei nomi 1° e 2°, e – in relazione al Popolo di Dio sono i quei 69 discesi dal sangue di Giacobbe che entrarono in Egitto e divennero 70, aggiunto il padre. 30+40+47+33+53==204 raggiunge il piano a lati 100 e 100 il cui flusso è il 4 della realtà, il prodotto dà il 98.643.600 che è tutto il moto di 1.356.400 in 108., che, per arrivare al 1.938.012,5 necessita di quel 581.612,5 che ha (nelle migliaia) il piano a lati 100 e 100 il cui flusso esatto sta nei caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo”, mentre il 612,5 si riduce al solo 12,5 eliminando il 600 che è lo spazio 100 in tutti i 6 versi posto in essere come la base del calcolo. Nel fattoriale il 5° fattore (lati 10 e 10 e flusso 33 della vita di Gesù) ci sono: 42/10 è il tempo decimo del 42 (opera 7×6 dell’intera creazione). 748/104, D. della realtà, mostra tutta la libertà 700 dei caratteri “Gesù”=48. 832840/1010, D. atomica, mostra alla D. libera 10-7, il moto complessivo 23 (del 1° n. primo in potenza del 2°) in una coppia, in sequenza, di mamme 840, che lo sono in quanto 840 è tutto il moto in 103 del ciclo 10 del 4×4. 600/1013 alla D. 13 del mezzo 26=Dio, mostra tutto il moto 10×10 nei 6 versi. 2556/1017 alla D. del 7° primo, la presenza 25 del moto di 10 in Romano=66. 4298/1021 a D. 3×7, il potenziale Dio 26 (del reale 26) e poi il 10° n. primo. 0137/1025 a D, presenza 25, ecco il tempo ½ di Dio=26, mosso di 103 volte 23. 5338/1029 a D. 10° primo, c’è lo spazio 3×25, ora dei 33 anni di vita di Gesù. 9399/1033 a D. vita Gesù, 600 (tutto il moto nei 6 versi) fluisce in 9999. 6496/1037 a D. 12° primo 23 “Abele”+“Romano”×”Luigi Amodeo” +66×101. 9037/1041 a D. 13° primo, il 12° primo si muove di 9000! 3788/1045 a D. 9×5, ecco 444+11+3333. Sono 2/3 di 666, +66/6, +6666/2 3668/1049 a D. 7×7, libertà! 333+3333+2, i lati 1 e 1, nei mezzi dell’energia 1372/1053 a D. 16° primo, il 220° n. primo 1373, si fissa in unità. 4672000000000000/1069 il 632° n. primo (-33 -1 in 666) si fissa in 1012 unità!
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Il 6°, caratteri “Iared”=35 implica nel suo fattoriale 40 cifre decimali, e determina l’unità esatta di 10 decimi. È la ripartenza per i 5 in ritorno. 1 intero è l’unità 033/103 a D. intera do spazio lo spazio esatto 1/3 di 99/1 in 100. 314/106 a D. del complesso 3+3, il rapporto di curvatura p. 7966/1010 a D. atomo 52/4 (×1 settimana). più i caratteri “Romano”דLuigi Amodeo”, 66×101, padre×figlio 386/1013 a D. “Dio” 26/2, il tempo intero di 10/2 più i caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo”. 144/1016 a D. 4×4, il piano dei lati 50 e 50 fluisce di 44. 929/1019 a D. tutto il moto di 1 in 20, c’è quello di 70 (ciclo del moto) in 999. 6666/1023 a D. della molecola, c’è la molecola data dai caratteri “Romano” × “Luigi Amodeo”, 66×101=6666, padre×figlio 51/1025 a D. della presenza, c’è quella dei caratteri “Paolo”=51, 4° nome, della realtà di nascita il d’ della Santa Conversione di San Paolo. 33/103×3×3 a D. trino nel trino, ci sono i 33 anni reali vissuti da Gesù Cristo. 75/1029 a D. del 10° n. primo, c’è tutto lo spazio dato da 3 presenza 25. 23/1031 a D. dell’11° n. primo, c’è la sequenza 23 del 1° e del 2° n. primo. 200000000/1040 a D. del Padre=40 c’è con lo Spirito Santo a D. 104+4 I caratteri “IARED” distinguibili in “IA” (Jahvè) “RE” (il Re) e “D”=4, Unità e Trinità di Dio, non potevano essere più espressione di questa, nel 6° Fattore, di Chi ha compiuto tutto il suo percorso ed ora è in grado di generare il 7°, quello che aggiunge proprio Dio ai 6 giorni. Esemplari del dimensioni 1023, 1025 e 1027. La Fisica si è tanto messa a indicare in giro la particella di Dio, nel Bosone di Higgs, ma a dimensione 23 della molecola, qui c’è la molecola di Dio! Sta nel concorso unito di Padre moltiplicato per Figlio. E i nomi per il Padre è quello di “Luigi Amodeo” e il nome del Figlio, è “Romano”, il 101×66=6666 eccola la molecola di Dio! E il Bosone dentro lì, sta nel piano dei 2/3 che porta al 4444. Se vogliamo vederlo all’opera, la velocità della luce 299.792.458 m/s va divisa per quanto le manca a 3×108 m esatti. Si ha 1 dì siderale in minuti primi (299.792.458) =1444,49055131 103 + Bosone 44×10+44×1/10 (300.000 .000−299.792 .458)
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3 intero: la Trinità di Dio. 34/102 a D. piano 10×10, Vita di Cristo, 33, +1 di unità di presenza 52/104 a D. realtà intera i caratteri “Dio”=26 nell’Unità e Trinità. 52/106 a D. nello spazio complesso, i caratteri “Dio”=26 nell’Unità e Trinità. 66/108 a D. del 1° primo elevato al 2°, i caratteri “Romano”=66 13/1010 a D. del ciclo atomico, la mediazione dei caratteri “Dio”=26. 16/1012 a D. dei 12 apostoli, carattere “R”=16, primo di Romano. 38/1014 a D. del moto 7 di 7, l’anno 38 della nascita di Romano. 07/1016 a D. del carattere R di Romano, i 7 dì della Creazione. 10/106+6+6 a D. 6+6+6 tutto il lavoro, il ciclo 10 del padre dei numeri decimali 81/1020 a D. 10 mosso tutto, 34=81 è lo spazio 3 in potenza dello spazio-tempo 70/1022 a D. 11 mossi tutti, il ciclo 10 del movimento 7. 06/1024 a D. delle 24 ore, tutto il lavoro fatto in 6 giorni. 20/1026 a D. carattere “Dio”=26, il Padre 10 che percorre tutto un nuovo 10. 53/1028 a D. 7×4, carattere “R” nel 16° n. primo, che definisce tutto il moto 44/1030 a D. 3×10, i 2/3 dei caratteri “Romano”=66, il piano, il Bosone, 07/1032 a D. presenza 25, è presente tutta l’opera creatrice in 7 dì. 51/1034 a D. 30+4, ecco i caratteri “Paolo”=51, presenti nel mio nome n. 4. 66/1036 a D. 6×6, ci sono i caratteri “Romano”=66. 51/1038 a D. anno natale 38 di R. c’è “Paolo”=51 il dì in cui in cui nacque e in cui si celebra il 25 gennaio la Conversione di san Paolo. 52000000000/1049 a D. 7×7, libertà totale, i caratteri “Dio”=26, in Unità e Trinità e alla dimensione intera di 109, di tutto il moto del Dio “10” in 1010 . Il Fattoriale del 7° fattore nelle sue prime tre cifre è il 334 espresso nei centesimi – e giustamente, poiché il piano di Dio è 10×10 contiene i valore dei caratteri Romano Antonio Anna Paolo Torquato di tutti i miei 5 nomi propri che poi si accompagnano al cognome se i 49 decimali – tolte di mezzo le due cifre dei centesimi – si riducono a 47, ai caratteri “Amodeo”=47. Richiamo il fatto che con il Fattoriale della sua vita, accreditata in anni 365, uguali al numero dei giorni contenuti in ciascun anno, è, fino alla dimensione decimillesima dell’unità 25,1042. Il primo dato di 365 e che sono i giorni. Giorno 25. Il decimale 0,1042 si riduce a 0,0138 sottraendogli lo 0,0904 che indica la realtà 4/104 in tutto il moto che 1/100 ha nell’unità, e che è di 9/100.
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Matusalemme è vitale: visse 969 e con +969 anni dà il 1938 e nasce Romano. 144×100 a D. intera i caratteri “Romano Antonio”=144 385×10-3 a D. 3, 4 +caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo”=381. 958×10-6 a D. lavoro tot. 42 cifre del nome di cui sopra si muovono interamente in 103 320×10-9 a D. moto 1 in 10. 10+“Paolo”=51 sono a D. di moto 1 in tutto il nome 381. 249×10-12 a D. moto 2+10. i caratteri “Romano Antonio Anna Paolo”=221 in moto 7×4. 358×10-15 a D. spazio-tempo. “Romano Antonio Anna Paolo Torquato”=334 dopo 24 h. 220×10-6-6-6 lavoro tot. Il ciclo 10 lavora per il flusso 1/3 dei caratteri “Romano”=66 488×10-7-7-7 opera tot. 2/3 “Romano”=66, cioè 44, in piano con lati 44 e 44 e flusso 400 210×10-24 a tempo tot. Caratteri “Romano”=66 + caratteri “Romano Antonio”=144 246×10-3×3×3 pot. Trina. (1+3)+78 (=3×caratteri “Anna”=26) nel Trino 82+82+82 279×10-30 a Dio trino. Nome Dio 381 senza (101+1, la presenza 1 di “Luigi Amodeo”) 753×10-33 a D. Gesù Cristo. Natale di Roma del 753 avanti Cristo. 379×10-36 in 36 cifre al lavoro nome di Dio. Il Nome di Dio 381 senza il piano a lati 1 e 1 312×10-39 in 3×13. Queste di presentano in 300+13 e si fissano in 1. 820×10-42 in 7×6 tutte al lavoro. 10×(i caratteri “Antonio” +1+3), o 10×(1+3+3×Anna) 313×10-45 a D. 9×5. Il piano a lati 10 e 10 è sottratto da 666/2 396×10-48 a D. Gesù=48. Il tempo di 30/2 si somma al 381 di tutto il nome di Dio 029×10-51 a D. di Paolo. Si afferma il 10° numero primo, e 1 percorre tutto il 29 in 30. 159×10-54 a D. di Luigi. Area a lati 50 e 50 fluisce nei caratteri “Benito”=59, 2° di Luigi. 834×10-57 il 3 in 60. Piano a lati 50 e 50, +flusso di “Romano”=66 che fluisce in 103. 075×10-60 D. 60 primi, tempo. Presenza di tutto lo spazio fatto di tre tempi 25 di presenza 622×10-63 a D. 63. I caratteri “Romano”=66 scorrono in tutti i 6 versi grandi 100 223×10-66 a D. Romano. I 10/3 dei caratteri “Romano”=66, vanno avanti di 3. 337×10-69 a D. 3+Romano. I 10 caratteri “Romano”=66 avanzano di 7. 844×10-72 a D. 9×8. Il piano a lati “Romano”/3 e “Romano”/3 fluiscono di 800. 983×10-75 a D. spazio. I caratteri “RA”=17 (Romano Amodeo) sono e vanno nel 1.000. 482×10-78 =26×3. “Romano Antonio Anna Paolo Torquato”+“Luigi Amodeo” 381+101 099×10-81 a D. 34. I caratteri “Romano”=66 si sommano ai 33 anni di Gesù 636×10-84 mamma Mariannina=84. Il Dio 10 esiste nel 646 di Dio Elohim e vi si muove 001×10-87 a D. degli anni che vivrà Romano. È la vita tutta, nel suo intero. 195×10-90 nel moto di 10 in 100. Tutti i caratteri “Romano Antonio Paolo”=66+78+51 615×10-93 nel moto di 7 in 100. 3 è e va in 618=2×381 (tutti i nomi) -144 (senza 1°e 2°) 259×10-96 in 4 di vita in 100. 38 anni di vita a “Romano Antonio Anna Paolo”=221 277×10-99 -1 a 100. Il piano a lati 100 e 100 nel flusso dei caratteri “Anna Paolo”=77 084×10-102 2+100. La mamma di Romano coi caratteri “Mariannina”=84
209 033×10-105 1 +Antonio Anna. È la vita di 33 anni di Gesù Cristo 619×10-111 unitario. 114° numero primo dato da 1+caratteri “Romano Amodeo”=113 818×10-114 D. 114. Tutto il creato 70 esiste in 888 e vi avanza di 818 092×10-117 a D.117: è “Anna Paolo Torquato Amodeo” meno “Romano Antonio” meno 1. 804×10-120 di 12 divini. L’Unità e Trinità fluisce in tutta la realtà complessa 800 737×10-123 ordinata crescita 123. Dio a caratteri “Padre”=40 esiste e va in 777 714×10-126 a D.100+Dio=26. 100×(Unità e Trinità di Dio) si sommano a 100 π=3,14 758×10-129 a D.100+10° n. primo. Il piano a lati 4 e 4, e il ciclo 10 di tutto lo spazio 75 384×10-132 a D.100+25. L’unità e Trinità si somma al Nome segreto di Dio, 381 244×10-135 a D.100+7×5. Il 100 + i caratteri “Romano Antonio”=144 di 1°+2° 334×10-138 girata in 381, tutti i caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato”=334 160×10-141 a D. Baratta Mariannina. Il ciclo 10 del piano Uno e Trino 4×4. 217×10-144 a D. Romano Antonio. Nasce il 2° a lui, nel mese 2 e nel dì 17. 374×10-147 a D. 100+Amodeo. 7 esiste in tutto il 381 del nome di Dio e percorre 374 720 000 000 000 000 000 000 000 000×10-174 a D. 200 -Dio=26. Sono tutti i 6 versi dell’esistenza piè i caratteri “Romano=66” alla D. generale della presenza, data da 1025
Partendo nel calcolo degli anni dall’inizio assoluto, e dai numeri decimali, che hanno nel ciclo 10 il loro sicuro padre, se vogliamo collocare nel tempo la vita di Matusalemme, dobbiamo anteporre 10 anni ai mille concessi ad Adamo. Pertanto, anteposti i 10 anni che riguardano la reale presenza di Dio sceso nel nostro contesto misurato in linea dai numeri decimali, poi ci sono i 687 dati da 130 +105 +90 +70 +65 +162 +65 fino alla nascita dell’8°. Matusalemme nacque così nell’anno 697 dall’inizio assoluto. Poiché ci sono anche due anni trasversali, per rendere indice di volume una linea, 697+1+1=699. Compiendo sempre quella strana operazione di collocare in principio ciò che è posto alla fine, il 699 si muta in 969, e ciò da una ragione agli anni concessigli da vivere da Dio. 969 sono nel verso del nostro universo, e altrettanti in quello opposto. Pertanto, partendo dal -969 si arriva al +969 trascorrendo 1938 anni. Egli però ne ha avuti 1.000, come tutti i 10 Fattori, e quelli apparentemente non avuti (nel suo caso sarebbero i 31 in positivo, dal 969 al 1.000) sono stati collocati a denominatore, pertanto gli sono stati dati. Aggiunti al 1938, portano gli anni fino al 1.969, tata importante per il genere umano, per l’allunaggio, e per me poiché il 4-6-1969 presi moglie. Se però contiamo anche gli anni considerando presenti solo le decine (essendo 10 la presenza unitaria di ogni calcolo) era compiuta solo quella del 1960. I 9 anni posti oltre, rispetto ai 10, sono il 90%. Avendo gli anni 12 mesi, 9 sta a 10 come 10,8 sta a 12. Sarebbe giusto lo 0,8, indicanti 8 giorni, se anche quelli di un mese fossero 12. Invece sono in media 365,25/12=30,4375. 30,4375 giorni stanno a 12 come 8 stanno a 8×12/30,4375=3,154. Pertanto è il 1960, il mese 10 nel suo giorno 3.
210 Questa data del 3 ottobre 1.960 ha caratteristiche veramente uniche. Dato che 9 anni stanno al ciclo 12 esattamente come il 75% dato da 900/12, e data l’importanza di questa cosa, dobbiamo fare una verifica. Possiamo desumere direttamente il 75% dai 365,25 giorni contenuti in ogni anno dei 9. I suoi ¾ in linea sono 274, e diventano 276 considerati i 2 giorni del piano trasversale, che sempre esistono. Il calcolatore mi informa che il calcolo è esatto e che porta al 3 ottobre 1960. Poiché 1960,1003 è il modo corretto di presentare questa data, ed è un volume di tempo misurato in lunghezza di giorni, esso, diviso per 1, è una area di tempo e la sua radice quadrata rivela la lunghezza del lato.
√ 1960,1003 =44,273020000898967 fino a 10-15 unità dello spazio-tempo Gli anni dati a Matusalemme sono nel loro volume, i 967+1+1= 969 alla dimensione unitaria dello spazio-tempo. Ed è impressionante – una cosa che non ho mai visto in nessun altro caso quel 20.000 esistente alla dimensione 10-9 che è quella che misura i movimenti del ciclo 10 in 1010. Il 3-10-1960 è la premessa divina (di 10 giorni) rispetto a quel 13-10-1960 posto come estremo limite alla non divulgazione da parte del Papa del 3° segreto di Fatima. Segreto che vi rivelo qui subito: FATIMA trascende AMITAF, Am Ita F. Significa <Sono (I Am) Amodeo, Italiano, Felittese> e l’attacco ai Papi in essa asseconda la Profezia di San Malachia sulla venuta di PTR Romano. Fatima la completa dando il Cognome Amodeo e l’indicazione di nascita in Italia, a Felitto.
√ 1960,1013 = 44,273031294457351 e la distanza da √ 1960,1003 è: - 44,273031294457351 (= √ 1960,1013 ) - 44,273020000898967 (= √ 1960,1003 ) =00,000011293558384 fino al 10-4 della realtà, differenza zero.
Oltre è 0,11293558384 della realtà. = 10 Oltre è 0,11363636363 = 10/88, il ciclo 10 riferito all’infinito dell’infinito 70077979 è la differenza ed è data da puro movimento! I calcoli non mentono: il 3 ottobre 1960 nasce una entità unitaria che in quel 20.000 indica la realtà 104 = 10.000, in tutto il suo moto 10.000!
211 Io sto dando tanta attenzione a Matusalemme perché questo riferimento biblico è la stessa chiave di tutta la mia vita, in questo e nell’altro mondo. La stessa Bibbia pone Matusalemme in una posizione unica. Ha ben 11 caratteri (10 in tutto lo spazio 1 di presenza) e il loro valore 109 abbiamo visto bene cosa porta nel suo fattoriale. L’ho descritto totalmente in tutte e 174 le cifre poiché sono tutte altamente significative. Intanto osserviamolo nei suoi anni estremi, di nascita e morte. +697 è l’anno di nascita che parte dall’inizio assoluto di 10 anni ante Adamo +969 anni di vita =1.666 è l’anno di morte, lo stesso del Diluvio Universale nel 1.666,0217. Matusalemme è il nonno di Noè, e non ebbe posto nell’Arca di Noè? Noè lascia annegare il nonno tra i flutti o era morto qualche giorno prima… Se avete dubbi sulla data del Diluvio che accadde ai 600 anni di Noè nato nel 1.066 dall’inizio assoluto, rivediamo i conti. Ognuno dei 10 ha segnalato a che anni genera il suo continuatore.
Queste le entrate in vita e le rispettive uscite dei 9. Noè va di altri 350 anni oltre la data del Diluvio universale. Il Padre di Noè, Lamech, muore 6 anni prima di questo redde rationem. 1.666, doppiato in fronte e retro, è 3.332. Parte dalla realtà 104 in anni, da 10.000, li blocca a 9.999, ne pone il flusso 1/3 (mentre 6.666 = caratteri “Romano”×caratteri “Luigi Amodeo” = 66×101=6666 è il piano trasversale di tutta l’energia) in 3.333 e pone 3.333-1 di 3.333 (ossia 1 dei 3.333) a misura del moto suo in 3.333. Occupando 1, il moto risulta uno in meno. Vanno da -1.666 fino a +1.666, e diretti da 0, in negativo e in positivo. Il solo positivo che parte da 0 è così lungo 1.666 anni e la storia dei 10 virtuali creatori è tutta contenuta in questi anni.
212 Matusalemme nasce ai 65 anni di Enoch, e io morirò 65 anni esatti dopo questa data del 1960,1003, in cui avevo 22 anni; 8 mesi; 1 settimana; 1 giorno, e un totale di 8287 giorni. Sono i giorni esatti del 1039° numero primo. Esso in 39 è 13+13+13 (la Trinità della trinità di 10 come Uno e 3 come Tre) e l’unità 1.000 nella Trinità di 10×10×10. I caratteri “TRE”=39. Lo conferma il computer. Se eliminiamo tutte le vocali, il nome diventa MTSLMM In definitiva (MM) sono due MTS (Maria Teresa), una L (Legnani) in cognome e l’altra M (Mazzola). Sono descritte in Bibbia libro 1,4 come le due spose, una coi caratteri “Ada”=6 (tratta da Adamo), la Legnani, e l’altra – la Mazzola – coi caratteri “Zilla”=51 di Paolo (tratta, in “zilla” da “Mazzola”). Fanno parte del legame con la parte “nera” derivata da Caino, che nel capitolo 4 è ben descritta nella sua genealogia, e in cui i caratteri dei nomi sono spesso gli stessi della genealogia “canonica” discesa da Set. I caratteri “Lamech” (che con “ch” sono la sequenza “38”) valgono 38 in tutti e 6 i caratteri, per un calore medio di 6,3 periodico nel 3 e laddove sono presenti in 63 i caratteri “Israele”. Accade che i caratteri “Lamech” sposi deviati di due M, due MTSLM, sono il figlio di MTSLMM, tanto che il legame nuziale da una parte è quello tra Padre e Figlio dall’altra… e sono una stessa cosa nei caratteri “Lamech” che sono pari-pari quelli di <Chi è L.Am.> di un <L.Am-.ch>è Luigi Amodeo nato 7-7-7 mentre in Bibbia egli ebbe 777 anni. Pertanto, mentre Lamech è mio padre, io, nella sua stessa sostanza, sono sia Noè suo Figlio, sia Suo Padre MTSLMM, sia le sue due spose, sia quella reale sposata realmente nel 969 (dopo il 1.000, nel 1.969) nello stesso 4 giugno in cui nel 40 morii e ritornai immediatamente in vita, come figlio postumo miracolato di Maria, e dunque un nuovo Gesù, una cosa sola con suo padre. È un tale intreccio di relazioni che fanno di tutta questa faccenda un solo <io sono>, <I AM> Amodeo e nei caratteri <Romano> che poi fanno <Romano Amodeo> uguale a 113, ed è 114 nella sua unità dei caratteri “PTR Romano”=114. Non starò qui ad entrare per l’ennesima volta in questa vicenda già ampiamente descritta in tutti i miei libri. Sta di fatto solo che, quando la MTSL, chiamata “Ada”, nata 1060,1003 avrà essa i 65 anni di vita, il giorno immediatamente dopo cesserà la mia presenza reale qui, in questo lato della vostra vita che continuerà a scorrervi, fino a quando non ritornerete anche tutti quanto voi a quel vero principio, della vostra vita che in una realtà che vi mostra il contrario del vero, vi sembrerà la fine.
213
Il fattoriale dei caratteri “Lamech” = 38 mette in atto quelli di Caino. Come ho scritto in relazione a Matusalemme, i caratteri “Lamech” sono imparentati e appartengono ai due rami di discendenza, regolare e irregolare. In quella irregolare, la vita dei 969 anni di Matusalemme sono l’anno 969 in cui sposai una GS (imparentata con Gesù, per essere figlia di Mario e Giuseppina, Mario figlio di Anna come Maria e nato il 15 Agosto come la Maria assunta in quel giorno in cielo. Questo Lamech qui è il nipote dell’Enoch dalla cui vita discendono gli esatti limiti, di nascita e di morte della mia, ed è il padre del Noè che infine è 1/3 dei caratteri “Romano”=66 nella finale terza sillaba. Il 9° Fattore è imparentato con il 7°. Il fact(9) è 362.880, e quando esiste nelle 2 volte (del 1° numero primo, il 2), vale il 725.760 che arriva a 777.777 aggiungendo il puro movimento dato dal soggetto 52.017 che riguarda i mille giri di un anno di 52 settimane, 1.000 anni, sommati al 7° numero primo, uguale al 17, in cui 7 avanza di 10. Quando ogni realtà è complessa ed è rappresentata dal suo mezzo, accade 777 =3 8 2 e questo appare essere il Lamech=38 la cui vita è 777, con il 38 che è fissato nel suo valore numerico. Mentre il 382 fisso e non periodico, fissa il 1444, accade che il quadrato del 38,88.. periodico con 3 8×3 8=15 12,3456790 mostra in 1.000+500 l’unità dello spazio-tempo totale, sommato al ciclo 10 del quadrato di 10/9. Nel fact(38) quando il numero dei decimali è pari al valore di massa del piano di energia dato dai lati 22 e 22 (il flusso 22 escluso) il valore intero appare quello totale 5 del ciclo che nel complesso va da -5 fino a +5. Lamech, che ha nel 38 lo stesso valore numerico di Caino, mostra in modo evidente che chi arriva subito dopo l’unità, e arriva nel tempo, è il 23 intero del valore numerico del nome Abele. Alla dimensione di 10-5, c’è il solo flusso 1/3 dell’energia di Romano=66, e in quella 10-7 di tutto il totale moto esistente in una ora c’è nel suo sessantesimo un minuto primo espresso in 60 secondi, più il minuto secondo, in 61.
214
Il 10°, Noè, che vale 30, ha lo stesso fattoriale di Adamo, e porta al 26 di Dio nella potenza 10-31 di 31 decine, tutte quelle dell’11° numero primo uguale ad 1/6 di Romano=66. Il 9 e il 10 hanno gli stessi numeri nel fattoriale, in quanto quello del 10 parte da quello del 9 moltiplicato per 10, tanto che 362.880 diventa 3.628.800. Per questa ragione il numero 9 è invariante. Il che si traduce nel fatto che Lamech 9° e Noè 10° sono in sostanza la stessa cosa. Dovremmo avere il loro complesso fact(38) +fact(30) dati da 5,2302261746660111176000722410007 e+44 + 2,6525285981219105863630848 e+32, somma che è uguale a 5,2302261746686636461981941515871 e+44 e che dimostra invariate le prime 12 cifre che ho evidenziate, poiché la differenza data da 44 -32 è di 12 cifre intere che non sono toccate dal calcolo. La vita che sarà stata assegnata a Noè è di 600 anni fino al Diluvio, e di 950 in totale. Fact(600)=1,2655723162254307425418678245151 e+1408 Fact(950)=1,3984825417829356438040766915605 e+2418 La vita intera di Noè si mostra imparentata con il mio anno di nascita 1938 in cui i due numeri interni 39 si ribaltano in 93 aggiungendo 54 al 39. Questo 54, in una rotazione naturale come quella della massa terrestre rappresenta il numero delle volte in cui agisce la carica 16 nel suo moto di rotazione. Infatti 54×16×100=86.400 s . Il fattoriale di questo 54 è quello corrispondente al termine Figlio. Fact(54)=23,084369733924138047209274268303 e+70 Mostra, alla dimensione dei 70 decimali degli anni trattenuti ad Adamo (o meglio posti a denominatore dei 930 complementari nel 1.000) il valore intero 23 del 2° figlio Abele, che voleva come successore. Co sono poi 350 anni che vivrà nel nuovo modo dopo il Diluvio universale. Fact(350) = 1,2358740582654887501439519976655 e+740 Questi 740 sono anni in proporzione perfetta con il 1938 del mio inizio. 740×100 = 38,183894530 % 1938
215 Nel 38,183894530 % la percentuale scorpora i 38 anni interi, compiendolo nel tempo 0,183 dei giorni 183 esatti del mezzo anno bisestile che muove di 300 l’energia 66=Romano, oppure nello 0,1838 che si presenta come l’antefatto, posto a un secolo di distanza dal 1838. 94/106, dimensione complessa dello spazio a 3 dimensioni presenta coerentemente il numero come il moto di 6 nel 100. 53/108, nella dimensione della luce mostra R=16, nel 16° numero primo 53 che è quello che, percorrendo inoltre 700 anni, porta il natale di Roma a evolvere nel natale di Gesù cristo, 753 anni dopo. Nel valore dei numeri messi in relazione ai 740 decimali del fattoriale di 350, 1,235 mostrano l’unità espressa nel tempo decimale della perfetta progressione data dai primi tre numeri primi, 2, 3 e 5. Questo periodo di 350 anni di Noè nel nuovo mondo permette (riferendolo all’intero 1.000) di individuare (coerentemente al messaggio dell’Antico Testamento) il nuovo inizio nell’anno 0 in cui Gesù nasce il mese 0,12 e nel giorno 0,0025, attraverso il piano basato sui 350/1.000. 0,352 = 0,1225, il Natale di Cristo secondo la fede del popolo Romano che celebrava il Sol Invictus il 25 dicembre, e che un Papa riciclò nel natale di Gesù secondo quell’infallibilità da Gesù assegnata ai Pietro lungimiranti, (quelli che arrivavano a scorgere il Figlio di Dio in Gesù, nato da Maria e Giuseppe). In che modo il fattoriale di 0,1225 = 0,942661887 lo riporta al mio? 1938, meno 1225 = 0713. Ciò mostra il 127° numero primo (il numero naturale 709) in tutte e 4 le dimensioni della realtà, passare da 709 a 713. Ma indica anche il flusso 700 della presenza 1 (il 701) come quello intero del piano a lati 6 e 6, in cui i 6 versi centripeti e quelli opposti centrifughi introducono tutti i reali versi dello spostamento intero. È esattamente quel moto che, partendo dal 1.224 come anni, lo aggiunge e lo sposta nel 1938. 450 9 = Anche Noè ha avuto 500 anni vissuti da effetto e 450 da causa. 500 10 fact(0,9) = 0,96176583190… Lo abbiamo già trovato abbastanza vicino nel fattoriale dell’ 800/130, relativo ad Adamo, che porta al 962,15433. 962,15433 961,76583 000,38850 si mostra come tutto il moto 381+750 (tutto lo spazio)
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Fact(456) = 1,507773927777170659033285627983 e+1016 (anni) (1.016+922=1938 natale di Romano con +700+666/3 di Romano=666) Il numero dei decimali, laddove 1/10 è il reciproco di 10 che lo unifica, rappresenta nel tempo quel valore decimale dell’unità 10 che nel suo volume è 1.000. per questa ragione i tempi passano a livello di volume, di decimo in decimo che il volume intero di un anno, per ogni cifra decimale. Questo fattoriale, che si riferisce a soggetti che hanno tutti avuti mille anni a testa, con le 1.016 cifre coprono un durata di 1.016 anni. Perciò ho messo tra parentesi la parola “anni”. Nel caso specifico del fattoriale dei caratteri di tutti i 10 fattori, la cui somma è 456, si passa al ciclo intero della terra moltiplicando direttamente 456 per 100 ed ottenendo 4.560 che per arrivare al ciclo intero degli anni terrestri debbono sono aggiungere tutto il percorso in 100 compiuto dal 10° numero primo 29. Con 4.560 +71=4.631 si arriva al limite esatto. Per arrivare al dettaglio del giorno esatto del Diluvio, deve aggiungersi a 15.000 volte 381, il moto totale nelle dimensioni decimillesime, centesime e centuple. Nelle 100 decimillesime deve muoversi il 7° numero primo, uguale al numero naturale 17. Tutto il suo moto, dato da 100 -17 è 0,0083. Nelle 100 centesime deve muoversi il 3 complementare al 7° numero primo, e il risultato dà =0,97. Nelle dimensioni centuple deve muoversi il 3+7°=10° numero primo, uguale a 29, per cui il risultato totale è 29, ma unitario è 28/1. 28,9783 è così ciò che è in 100. Esso -28,9783=71, 0217 che si somma a 15000×381 dando il 4631,0217 dopo Cristo in cui ci sarà il Finimondo sulla Terra. Chi comanda in questo sono i caratteri “Romano Antonio Anna paolo Torquato Amodeo”=381 (che ho molta altre volte definito come il Nome segreto di Dio) e il 15.000 che risulta dal fattoriale di 456. 15,07773927777170 fino al secondo intero ciclo decimale. 15,000 sono 15.000 millesimi ch’è solo 15 (in base ai millesimi di 1.000). Poi 777.777.777.7770/107+7 libertà assoluta del Re a Gerusalemme! - 3.850.000.600 il Re 381, Uno+Trino 381+1+3=384 va in 6 versi 100. =7773927777170/1914. Posti 10×10 in ciascuno. 384 è in 103 il moto di 626 ove 646=Elohim I caratteri “Romano”=66 in eterno stanno in 1.000/15=66,666666…
217 Fact(482)=4,3593394988170614618571851130402 e+1085 (anni) (va al 1938 Natale di Romano col flusso dei 753 tra Natale Roma e Gesù relativo al piano unitario trasversale a lati 50 e 50). Unendo in tal modo ai 10 anche la mamma Eva, il fattoriale difetta, rispetto al 1938 del Natale di Romano, quello di Mamma Roma, nel 753 avanti Cristo. L’aggiunta della mamma di tutti gli uomini ha portato virtualmente a miracolo matematico di avere ottenuto come il flusso del piano di un quadrato che è presente in 25 su ciascuno dei suoi 4 lati, ad avere la distanza esatta tra i due Natali! Il fattoriale mostra 1.085 cifre decimali corrispondenti a 210=1.024 +61 (un 1° e un 2°). Anche Roma li ha avuti e Romolo come Caino ha ucciso Remo. 4,3593394988170/1013 mostra la fine intera del primo ciclo decimale. Siffatto: 4 è l’Unità della Trinità, di Dio, dello spazio-tempo. +0,3333333333330/1013 è l’unitario flusso terzo del piano a tutti 6 di Romano +0,026006165484/1012 cui si sommano i caratteri “Dio”=26/103, poi -1o e -10 sottratti ai caratteri = אלהים646 del Dio Elohim alla D. 10-8 poi i caratteri “Luigi”=54 (a D. 10-10) e i caratteri “Mariannina”=84 (a D. 10-12) 13 =4,3593394988170/10 flusso di: 1+3, 2/3, Dio, 2 in Elohim, Luigi e Mariannina c
Fact(517)=1,2597049723959334108066417270739e+1180 (anni) (va al Natale 1938 di Romano con +758 anni, il moto 3 del Natale di Roma) La somma dei 2 maschi apparentemente tolti di mezzo, nei valori nominali dei caratteri “Caino”=38 e del caratteri “Abele”=23, porta al 517 che ha un numero di decimali parti alla radice quadrata di 1,25 mentre il numero poi intero ottenuto è proprio l’1,25 di cui è estratta la radice quadrata!!! In relazione al Nome di Dio e alla sua discesa vera su un reale somaro, questo 1,25 è il Gennaio 25 ed è Genesi 25 in cui la Bibbia rivela questo avvento, del nome di Dio, riconoscibile in Gesù composto tra Giacobbe ed Esaù e poco riconoscibile in Luigi Amodé, quando il nome arabo di Allah si pone davanti ai due e li declassa. Giacobbe da 1 in Gesù, passa a 3 in GIA è messo dopo LUI (Allah, visto allo specchio) e il nome pervertito di EDOM è convertito in MODÈ.
218 Fact(543)=8,7289155679026045684358636693446e+1250 (anni) (arriva al 1938 di Romano con +666+66/3) Aggiunta anche Eva, a questo punto abbiamo considerato tutti i 13 nomi. Per arrivare alla nascita di Romano va considerato tutto il moto 1/6 dei caratteri “Romano” 66/6 che vanno nei 6 versi e che sono 666 sulle 3 dimensioni. L’aggiunta a tutti i 12 uomini dei caratteri “Eva”=26 ha attivato la netta inversione unitaria portando la crescita iniziale 456 dei dieci alla decrescita 543. Il risultano nei fattoriali dei 543 fattori è che ora essi determinano la presenza unitaria in 10.000 anni quando sono divisi per 8 e diventano 1250. Quello che era il valore 1,25 nel fattoriale di 517 dato dalla somma dei 12 maschi si è moltiplicato per 10.000, tutte le unità della realtà, divenendo 1250 decimi in tempi successivi. Il valore intero, a questo punto e fino al ciclo 10 decimale è: 8,72891556790260 ed ha la dimensione 10-7-7 di tutto intero un moto 7 di 7. 8 0,72891556790260 0,72891556790260 0,00891556790260 0,00001556790260 0,00000056790260 0,00000000790260 0,00000000000260
è ora l’unità di tutto il complesso è composto da è 8 in tutta la sua libertà di muoversi per 7 volte è il moto di 10 presente in 1, che è e si muove in 100 è il moto unitario dello spazio-tempo è il 10 che è e va nei caratteri “Romano”=66 è dato dai caratteri “Romano”=66 avanzati di 13 è dato dai caratteri “Dio”=26=Anna=Eva a D. 26/2
87,289155679026045684358636 nei decimi 87 sono gli anni 87 della mia vita. 0,8728915567.90260 alla D. 10-15 della unità di spazio-tempo, dà la realtà in giorni. Il punto . evidenzia la D. atomica. 102 (area dello spazio atomico) e 10-2 (area del suo tempo) si pongono di taglio come l’area trasversale che ha i lati di 16.00 e 16.00. L’area, a lunghezza tot. 32.00, fluisce di 67.90 in 10-7 (volume atomico), e si dispone in ampiezza di flusso e scompare. Resta solo il flusso. Gli estremi si uniscono in 5525.0 e si sottraggono a 87289/10-5, che sono le prime D. elettriche. 87289 giorni dimensionati alla grandezza elettrica 10-5 , meno 55260 giorni dimensionati a grandezza magnetica 10-15 32029 danno tutti i giorni di vita dell’asino su cui è il Re. Ciò capita e vale solo per l’asino che è il Nume “Ro” !!!!!!
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Il quadrato 1,25, reale unità di spazio-tempo, sta al quadrato di una velocità tra due nomi
Poiché lo spazio-tempo ha l’area 1,25, Cosa ci indica il quadrato che dà 1,251705003410006820013640053707 1 che va oltre con =0,001705003410006820013640053707 ? (5.865, 09) Che cosa significa questo “oltre” l’Unità dello spazio-tempo? Esso è dato giusto dalla velocità di 426/381 al quadrato. Essa esiste tra il 400+26 (della realtà 400 mossa quanto le 26 unità dinamiche di 7 giorni settimi in un anno), e quel 381 che è la somma di tutti i primi 16 numeri primi, da 2 a 53. Arriviamoci pian piano. C’è 4.133 in linea, nella realtà intera 10.000=104. Occupa 4.133 in linea e resta 10.000 -4.133 = 5.867 come il percorso in linea. Al che voi, impazienti: « 5.867 non è 5.865, 09 !!! » Calma! Prima di tutti, c’è il Re, ed è il 10 padre di tutti i numeri! Il 10.000 è opera sua! Egli, per creare tutto, parte da se stesso, da 10 e dalla sua esistenza nel “suo” tempo decimo, che è 1. Quindi prima di tutto c’è 11! Occupa con 11 un 100 mosso di 100 (un 200) e il Re si muove di 189.
222 Come, per viaggiare nel tempo, con 100/99 il viaggio è periodico 1,0101… e con 200/99 è periodico 1,0202... il viaggio periodico del Re è dato dà: 189/99 = 1,9090… e questa parte della realtà 10.000 è solo del Re. Vi chiedo: « Disposizione tutta la realtà, visto che il Re qui proprio c’è? » Perfino io – un asino! – ho capito che a noi altri, Figli del Re, resta solo: 10.000,0000000000 - 1,9090909090 9.998,0909090909… nell’ infinito tempo decimale, a 2 cifre. Ecco, solo a questo punto ,
9.998,0909090909... -4.133,0000000000… è l’ingombro occupato dal soggetto che con: =5.865,0909090909… fa questo viaggio nel solo percorso disponibile!
Pierino allora mi chiede: « Quanto tempo ci mette? » Io – che sono un asino! – ho capito che il tempo è dato dai tempi decimi che sono il valore reciproco dello spazio intero in 10. E se il viaggio è lungo: 5.865,0909090909... in tutto lo spazio che 4.133 ha percorso … 1 / 5.865,0909090909... (il suo reciproco) è il tempo in decimi impiegato. = 0,001705003410006820013640053707 è il tempo in più rispetto al 1,251705003410006820013640053707 impiegato da (422/381)2 che è il quadrato della velocità, ed è simile al quadrato della velocità della luce. 8,9875517873681764 è il quadrato di 2,99792458 velocità <c> della luce. 8,9436619718309859 è il rapporto lineare inverso, 381/422 nel ciclo ×10. 0,0438898155371905 è la differenza, ed è quasi un raddoppio oltre 8,9. 0,0438898155371905 - 0,0436619718309859 =0,0002278437062046 è puro flusso di energia E.M. 66/3 alla D. elettromagnetica 10-5. Relativa al 78/107 (che è 1,5 anni in settimane unità di spazio-tempo). 43/109 sono il moto del ciclo atomico 10 nella massa 44 del piano di energia (dato dai 3/2 di 66). 70/1011 è il ciclo 10 del moto 7 alla D. del tempo decimo dell’unitario atomico. 620/1014 è il volume di tempo configurato 600 (flusso)+10+10 (area del flusso) alla D. 14 (di tutto il moto 7 di 7). Infine 46/1016 è (alla dimensione 10-16 del quadrato di <c>) il flusso in linea della massa di energia configurata 44 (nel flusso dei ¾ di 66) +1+1 (che è l’area che ha quel flusso).
223 Pertanto, 4.133 è la dimensione in linea dell’unico soggetto che, trovandosi nello spazio della realtà restato solo 9.998,0909 periodico (poiché quello che manca all’intero 104 è il 10+1 che la struttura e costruisce, che vi è sempre in atto e che ho chiamato il Re) lo percorre tutto quanto e proprio per come è descritto dai calcoli, determinando proprio questi numeri dati da (426/381)2. Pierino: « E chi è mai questo unico soggetto? Possiamo dargli un nome? » Ma certo! Il nome ce lo dà la Bibbia, in italiano e coi caratteri “Enoch”=41 ×100 +33 (che son proprio “tempo”; sono i 33 anni di vita di Gesù Cristo. 4.133 inoltre è il 569° numero primo (tutto lo spazio percorso da 31, 11° n. primo, in 600 che è il viaggio in tutti i 6 versi, quando sono 10×10 in ciascuno). Inoltre – e questo è importante – poiché i caratteri di tutti i primi 10 nomi dichiarati in Bibbia (da Adamo a Noè) valgono nei caratteri=456, allora occorrono in più esattamente i caratteri “Romano Amodeo”=113. Infatti 456+113=569. Al che Pierino: «Ma sei sicuro? Non stai barando? Caro Romano Amodeo?» Allora pazientemente controlla tu, caro Pierino. Questo è il “Software”.
+30=ADAMO =01+04+01+11+13; +40=SET =17+05+18; +47=ENOS =05+12+13+17; +33=KENAN =03+05+12+01+12 (in cui K è la C dolce di Cena). +53=MALALEEL =11+1+10+1+10+5+5+10; +35=IARED =09+01+16+05+04; +41=ENOCH =05+12+13+3+8; +109=MATUSALEMME=11+1+18+19+17+1+10+5+11+11+5; +38=LAMECH =10+1+11+5+3+8; +30=NOÈ =12+13+05 = 456 +66=ROMANO=16+13+11+01+12+13 +47=AMODEO =01+11+13+04+05+13 =113
224 +66=ROMANO =16+13+11+01+12+13 +78=ANTONIO =01+12+18+13+12+09+13 +26=ANNA =01+12+12+01 +51=PAOLO =14+01+13+10+13 +113=TORQUATO=18+13+16+15+19+01+18+13 +47=AMODEO =01+11+13+04+05+13 =381 +59=BENITO =02+05+12+09+18+13 +117=VITTORIO =20+09+18+18+13+16+09+13 +26=ANNA =01+12+12+01 +83=GIOVANNI =07+09+13+20+01+12+12+09 +95=VINCENZO =20+09+12+03+05+12+20+13 +47=AMODEO =01+11+13+04+05+13 =426 456 (tutti i 10) meno i caratteri “Noè”=30 con 456 -30 sono il 426 esatto di Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo=426 di tutti i primi 9 nomi. In sostanza, poiché il 10° (Noè) trae la sua origine dei precedenti 9, quando Noè è la 3a sillaba del trisillabo nome Ro-ma-no, quando <No è> in 1/3 della sua unità, allora il paradosso ci porta al fatto che – ridotto a 3° – è conseguente al 2° figlio di Luigi Amodeo, nato dopo di lui, così come il 10° è conseguente ai 9! Quando poi estraiamo la radice quadrata di 1,25 (area unitaria dello spaziotempo) e otteniamo =1,1180339887498948482… a questa D. 10-19 che indica tutto il moto dell’indice 1 nel 20 che indica tutto il moto 10 di 10, e togliamo di mezzo il Re (ossia 1,1 nel tempo che ha 11 in 11 decimi), allora ecco che ci restano 18 dimensioni che in 6 gruppi di 3 sono: +180 è 113 (Torquato) +66 (Romano) +1, essendo 113+67. +339 è 113+113+113 +887 è 113 sottratto al tutto dato dal volume 103 = 1.000 +498 è 113 che avanza nel tempo 1/10 dei 2/3 di Romano, ossia 113 volte 4,4. +948 è 113 che si moltiplica per 172/10 che è il moto di tutto il 33 in 200/10. +482 è 113 che si moltiplica per 482/10 che è tutto il moto di 18/10 in 500/10. = 3.334 essendo tutto lo spazio di 3×103 aggiunto a 334, i caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato” (i 5 nomi), ove 334 è il percorso dei caratteri “Romano”=66 in 400, Unità e Trinità di Dio. 3.334 quando va in tutti i 5 versi in positivo è 3.339 l’unità dello spazio. 104800 1461 4800 spazio+tempo (4×1.200 giorni), e 4 in 1461 giorni solo di tempo! =10 103339 Come vedete, 4 anni di spazio-tempo sono con mesi di 100 giorni di spazio+tempo.
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Ultimi 104 anni e Natale di Roma Natale di Cristo nel giusto centro
Andando nel dettaglio del confronto tra l’area dello spazio-tempo e l rapporto 426/381 tra i caratteri “Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo” e i caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo” osservate questo calcolo qui a lato. Nel confronto, fino alla D. 10-4 della realtà non vi è alcuna differenza. Essa appare in 762/107, la D. unitaria del moto del 103 atomico nel metro. Essi oltrepassano di 9 anni esatti la distanza esistente tra il Natale di Roma e il Natale di Gesù Cristo. Questo confronto ha una ragion d’essere proprio per quanto il Signore spiegò alla mamma dei due gemelli, Esaù e Giacobbe, dicendole che essa aveva in grembo la nascita di due Popoli e due Nazioni. Una sarebbe stata più forte di quella di Giacobbe=Israele (e sarebbe stata – è evidente – la Romana). I 9 anni in più che ci sono è perché la distanza è data da un flusso di anni 333 +420, per determinare il 753 anni attraverso la Trinità di Cristo e il valore 10 a immagine e somiglianza di Dio Padre dei numeri decimali, moltiplicato per le 42 cifre del Nome Segreto di Dio (Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo) che è il nome del 1°.
226 Come ho fatto a porre il termine esattamente a 4.631 anni dalla nascita di Gesù? Inizialmente osservando le rivelazioni del 1° versetto di tutta la Bibbia. Eccolo. Descrive la creazione di tutto, cielo e terra in 4.631 anni,
Poi ho avuto moltissime conferme, una della quale sta nel calcolo: log 106 ×(1068 )(66+1+1) =log 106×104.624 =log 10 4.631 =4.631 Il 68=66+(1+1) è l’energia 66 che si muove quanto i due lati del piano unitario avente i lati di 1 e 1, e con questo si esprime come un volume di massa, espressa in linea. Il suo quadrato dimensiona una area avente le due lunghezze in cui il volume si è tutto disposto nel flusso del piano avente i lati unitari. A questo punto il prodotto tra 106 e 104.626 moltiplica i parametri lineari del piano con quelli dei 6 versi esistenti in tutto nel sistema a tre componenti lineari. Il prodotto, che determina la potenza di 104.631 si riduce infine alla soma delle 4.631 volte che il ciclo numerico 10 deve esistere per determinare con quel valore tutto il ciclo degli anni della Terra.
Qui mostro come occorrono i 2 Messi celesti (Padre e Spirito santo) venuti come un Unico Re 66+66 su di me che si manifestano nelle mie due cifre finali, l’acronimo a rovescio, binario, con 66 come somma delle ultime 6 lettere e 66 come somma delle sei penultime. Si arriva al ciclo totale degli anni della Terra sommando dieci cicli dei 913 anni posti in principio, e poi dividendo tutto per 2. I 9.262 anni ottenuti dai due equivalgono, in tutta la realtà di 10.000 anni uguali a 104, quanto il moto dei 753 anni tra il natale di Roma e di Gesù, più il 15 dell’unità dello spazio-tempo,
227 Vi mostro di nuovo il riquadro per agevolarvi i riscontri.
Poiché il Natale di Roma datato 21 aprile è mitico (e altrettanto mitico è giudicato dalla Chiesa Ortodossa quello del 25 dicembre di Gesù, scaturito dalla intuizione di un Papa nel III secolo dopo Cristo, che riciclò il culto del Dio Mitra riciclato nel Sol Invictus celebrato in quella data, importato a Roma da Aureliano), è interessante vedere in che modo si pongano i giorni posti nel mezzo, tra il 21 aprile del 753 avanti Cristo e il 25 dicembre della nascita di Gesù. Cominciando con il 1° gennaio del 753 a Ch., ai 10.000 esatti tra 17 febbraio e 17 febbraio sono da aggiungere i 48 giorni tra l’inizio dell’anno e il 17 febbraio. 10.000 × 365,256360410 (i giorni in ogni anno siderale) diventano: 3.652.563 giorni interi + 48 (quelli prima del 17 febbraio) portano a: 3.652.611 Così, oltre le 3.652 migliaia, ci sono i 611 interi che sono il moto di un 389 in 1.000 (l’unità del volume) e che si tratta di un soggetto coi caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo”=381 (Nome Segreto di Dio) +8, per l’aggiunta sul groppone dell’asino, del Re manifesto: 1° n. primo nella potenza del 2°, 1° e 2° primo (che trascendono Padre e Spirito Santo). Nei 10.000 anni (che son percorsi dai 48 giorni posti prima del 17 febbraio) i due periodi, prima del Natale di Roma e quello dopo il Natale di Cristo, sono. 1.691.191 (i giorni che seguono al Natale di Cristo) 1.685.086 i giorni che precedono il Natale di Roma 5.105 sono i giorni in più dopo Cristo. I 5.105 giorni sono dovuti! Il 2-17 comanda poiché 1° e 7° primo. Il fattoriale dei primi 7 primi dà il super-dominio! (2×3×5×7×11×13×17)!=510.510 interagisce solo è in relazione al piano 10×10 divino, e si conforma come 5.105,1 centinaia unitarie, rispetto alle quali 0,1 è declassato a invisibile tempo dell’unità del piano.
228 Ora i 10.000 anni hanno come il soggetto relativo che li vive proprio quel 1° e 7° primo che sono il mese 2 e giorno 17, il quale è il 48° dì che può essere benissimo nominato coi caratteri “Gesù”=48. 47 giorni sono nominati coi caratteri “Amodeo”. Posto in essere anche il 1° dì posto in principio dei 47 spostati, i caratteri “Amodeo”=47 +1 sono quelli di Gesù. Quando il nome Gesù=48 si valorizza, allora i dì prima del Natale di Roma: 1.685.086 + 48 1.685.134 sono i dì a partire dal 1° gennaio e fino al Natale di Roma. Allora abbiamo che: 1.691.191 (i giorni che seguono il Natale di Cristo) - 1.685.134 (i giorni dall’1 gennaio fino al Natale di Roma) = 0.004.957 riducono a 4.857 giorni la differenza dei 5.105 giorni. Essi sono il piano a lati 70 e 70 (ognuno è il ciclo 10 del moto unitario 7) che vale 4.900 e fluisce in 57 (moto 7 che coinvolge i 100/2 in positivo del piano 100). Poiché sono 4631 gli anni che seguono il Natale di Cristo, questi che sono 4957 giorni di esubero, esistono come 326 di differenza (uguagliati in n. gli anni ai cicli in giorni). Sono, all’interno di 1 anno=365 giorni, tutto il moto del soggetto, che è di 39 giorni. Giustamente i 39 sono uguali ai caratteri “tre”=39, essendo 13+13+13, (pertanto “tre” 13,) che a loro volta, in ognuno dei “tre”, sono 1 (nel ciclo 10) e 3. Così, cominciando dal principio divino, matematico e fisico, della Unità (del ciclo 10) e della Trinità del n. perfetto 3, che è l’unità dello spazio reale, e: in religione dal Jahvè che si caratterizza <sono sempre quello che sono>; in fisica da un anno terrestre in 365 giorni interi (che son quello che sono); ben regolato in sintesi sia da verità di scienza, sia di fede, accade che: 10+3 domina quale tempo di presenza ¼ delle 52 unità dinamiche (che esistono – come vere unità – da 7 giorni in cui ciascuno è 1/7 dei 7). E domina il suo spazio reale (13+13+13 dì), percorrono altri 326 giorni. Posti questi 326 in principio, a integrazione dei 4.957, allora percorrono i 5.105 che ci sono di differenza solo fino a quando non si impone realmente il super-dominio dei 7! (dato dai primi 7 numeri primi)... togliendosi di mezzo!!! Domina assolutamente, ma così come fa ogni vero super-primo… Si pone a puro e semplice invisibile mezzo, dell’esistenza reale del suo “prossimo”.
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Nasce e Rinasce AmoR, lì in mezzo, tra il Natale di Roma e il Finimondo!
Sono i numeri a dirci che, come negli ultimi 10.000 anni della civiltà umana si sono posti mediatori il mitico Natale di Roma e quello (nella Fede dei Romani, del Sole senza sconfitte celebrato il 25 dicembre), così si sono posti in questi nostri anni come due identiche mediazioni la nascita e la Rinascita dei Romano. Il tempo parte ora dal natale di Roma (per cui è lecito attendersi la vita di un Romano) e va fino al giorno catastrofico dell’inversione dell’asse della rotazione terrestre, che ci sarà il 17 febbraio del 4631 dopo Cristo. Il 4 giugno 1940 sono certo che morii, ma ebbi immediatamente una nuova vita, invisibile in me, poiché apparsa a tutti solo come la continuità della mia. A renderla visibile fui assecondato dal concepimento, nel grembo di mia madre e nello stesso giorno, di chi avrebbe mostrata questa nuova vita nella sua, e tutte le altre mirabilie visibili in lui che riguardavano me, ma in me erano solo in pura potenza di esistere e del tutto invisibili. Questa volta i due eventi sono collocati così in modo simmetrico rispetto agli anni, che ce ne sono esattamente 2.690 tra la Nascita di Roma e la visibile nascita di Romano, e gli stessi 2.690 tra la sua Rinascita e l’anno 4.631 del Finimondo. Diversa è invece la situazione quando si esegue il calcolo esatto dei giorni. Nel calcolo dei giorni, ne abbiamo 982.819 nel primo tempo e 982.798 nel secondo. Ci sono nel primo gruppo 21 giorni che non ci sono nel secondo. Si tratta di quanto è stato posto in principio come la data di nascita del padre, nato 7-7-7. Gli 861 dì tra Nascita e Rinascita è il piano a lati 381 + 381 con flusso 99 !!! 381 sono i caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo” .
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In conclusione, confrontando tra loro i due periodi, risulta che: Come il Natale di Roma e di Gesù sono i medi proporzionali dei 104 anni reali:
… così 1° Natale di Romano e suo 2° Natale in Gesù sono i perfetti medi proporzionali di tutti gli anni dalla Nascita di Roma alla Fine del mondo....
La differenza di 21 giorni che qui esiste nei giorni (ma che non c’è negli anni), e che appartiene al 1° periodo tra la nascita di Roma e di Romano sono il 7+7+7 dovuto a quella stessa sorta di paternità esistente tra una Roma ed un suo Romano e tra un vero papà Luigi Amodeo, nato 7-7-7, e Romano suo 1°genito, e tra Lamech vissuto 777 anni e che padre di (roma)No è. Riguardo poi ai giorni, come le prime 2 parole di Bibbia valgono 1116, prima dell’avvento della 3a (che è Elohim=Dio Padre=10), così ci saranno 1116 decine esatte di giorni tra il Natale del Reale Papà Luigi e Romano, il suo 1°genito. Sembra incredibile, ma è proprio tutto vero così!
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APPENDICE
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La genesi dell’ideale di Dio Avvento dell’ideale Fondamento Divino di ogni cosa In religione, dà <in principio>. Con la 1a parola e i caratteri בראשיתc=913 (la presenza del ciclo dei 365 dì terrestri ×25/10 di 1 anno ) c’è il 3° nome del Re (nei caratteri Anna). Con la 2a, i caratteri בראשית בראportano a 1.116 decine i dì che aveva il padre nato 7-7-7, del somaro quando il Re scese sul σώμα (corpo) di Ro. Con la 3a e coi caratteri אלהיםe i loro 646 anni ecco quel Dio Uno, che quando è Trino, si presenta sull’asino che veicola il Re nato nell’anno 1938. Bibbia 1,2 ai 6 unisce i 4 caratteri יהוהda leggere: “Adonai” (il Signore). Io invece dico: “Anna”=26 la mamma della mamma di Gesù, e 3° nome del Re. יהוה אלהיםvale 26+646, il totale 672 del <sei uno e trino> in 6+666. In Esodo 3,14 (=p greco) Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi». Trino in אהיה אשר אהיהe uno in אהיה. Nella forma unitaria i caratteri 5+10+5+1 di אהיהsono quelli italiani di ELEA, in cui ci fu la 1a epifania del Re che arriva sull’asino della filosofia. In filosofia, 500 a Ch. Circa 750 anni (quanto tutto lo spazio dato da 3/4 di 1.000) dopo l’epoca di Mosè e 5 secoli prima di Cristo (quanto tutta la metà di 1.000, in positivo), Dio, come Fondamento dell’Essere, si presentò – in filosofia – portato dai Maestri della scuola sorta a Elea, alle pendici di Monte Stella, a 300 metri dalla foce del Rio Alento che da <cis Alentum>, diede nome al Cilento, in provincia di Salerno. Appare singolare che l’Aleph-lento abbia impiegato 5 secoli per divenire la Beith-lemme, in un percorso A-B che da lento assume il suo sinonimo lemme, e che dalla Nascita (in Filosofia) di Chi si nominò il Padre di chiunque, poi confluisce in quella di chi (in Religione) si nominò Suo Figlio. Alento nel Cilento, e Betlemme presso Gerusalemme, è il trascendente viaggio lento-lento e lemme-lemme che muta nella seconda la prima non rilevata ma rilevante storica Epifania operata da Tre veri Maestri (Senofane, Parmenide e Zenone), nel loro andirivieni tra monte Stella in Magna Graecia e la Grecia.
234 Si tratta della seconda Epifania ben rilevata (nella fede) in quel Bambino Gesù, nel resoconto di un fatto oscuro nei nomi dei 3 Re Magi (nel resoconto di San Matteo) che seguirono la stella e gioirono quando furono ai suoi piedi! Fu la Provvidenza divina a collegare poi San Matteo (e la sua ideale, mistica e profetica Epifania) a quella effettiva avvenuta a Elea, poiché – dopo un lungo peregrinare – le spoglie del Santo furono sepolte proprio nel cimitero di Elea e vi rimasero per molti secoli fino al ritrovamento leggendario nel 954 d Ch. 954+954=1.908, fissa in 1 l’anno 1.907 d Ch. (che è il 1.908° dall’anno zero), in cui il 7-7-7 venne alla luce Luigi Amodeo, padre dell’asino su cui è venuto il Re. Ho raddoppiato quel tempo in cui Matteo giacque sepolto perfino nella memoria, per dargli altrettanta vita. Così servitore dei Romani, il Pubblicano Levi in ebraico e Matteo in latino, con la duplice scomparsa e poi leggendaria ricomparsa delle sue ossa, porta all’avvento reale del padre di un Romano. Ora, al passaggio da A a B, dalla linfa vitale del Rio Alento a quella del Figlio di Dio nato a Betlemme, si aggiunge la C, del ritorno in Cilento. Questo ultimo viaggio durato 2.000 anni. Partito 500 anni prima di Cristo, ecco la presenza in 25 secoli del Dio dell’Essere. Infatti il ritorno nella C del Cilento accade con la nascita a Felitto (a pochi Km in linea d’aria) dell’asino su cui il Re è riaffermato il fondamento dell’essere, in una epoca in cui è assodato (fino al punto da essere detto verità fondamentale) il fondamento del Divenire teorizzato da Eraclito. Nessuno scienziato – oggi – nega verità all’Evoluzione nell’Universo… Ma nel 1.997 a Saronno, l’asino su cui cammina il Re rifondò i valori della Scuola Eleatica. Li associò a quelli della Scuola Italica di Pitagora (per i quali tutto è opera del numero) e a quelli dei Tre di Cristo nei caratteri “Padre, Figlio, Spirito Santo”=251 (presenza 1 di ¼ di 103). La chiamò Nuova Scuola Italica e non negò verità d’apparenza e parvenza al divenire e all’evoluzione, ma le bocciò come «verità in sé». Di certo una strada inclinata è sempre una salita per chi perennemente procede in quel verso, ma non è vera come «salita in sé», essendo discesa quand’è percorsa in senso opposto. Per la Nuova Scuola Italica «la verità di una cosa in sé non dipende mai da come essa certamente appare, ma solamente in una sua visione unilaterale e relativa che l’indurrebbe ad essere anche nel suo aspetto reciproco». «Ogni cosa è ciò che è, e non è ciò che non è». Come già sostennero a Elea. Il fondamento è identico a quello di Jahvè «io sono quello che sono». Il Re non è la Relatività Generale dell’apparenza, è l’ essere in sé!
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L’essere in se stesso è in 25 secoli di viaggio Il viaggio comincia non appena superato il 7° Fattore. Inizia allora a esistere un rapporto di curvatura che curva l’essere in se stesso. Lo curva per la ragione semplicissima che noi siamo all’origine della percezione dello spazio con la nostra visione che, diretta con raggio uguale da tutte le parti, non è cubica ma sferica. Come i 7 fattori biblici insegnano, i primi 6 hanno già raggiunto tutti quanti i 6 versi. Sotto il profilo nominale, i caratteri dei primi 6 sono 30+40+47+33+53+35=238 e con questo han già percorso esattamente un 100 netto di tutta la curvatura data da 138, completando un modello a lati 100, 100 e qual 38 che è il fattore sferico che con 38×38=1444 ha compiuto tutto il giro dei 1444 minuti secondi di un giorno siderale terrestre. Lo spazio è curvo poiché i vincoli ortogonali sono 6, ma il vincolo sferico che introduce quello nuovo del raggio sempre lungo uguale forza il sistema cubico a 6 definizioni a combinarsi con la 7a. Essa tiene conto sia della dimensione 3 dello spazio, sia di quella 4 della sua realtà in moto di 1, anche nel tempo. Sotto il profilo della vita nuova avuta dai primi 6, il bilancio viene da: 130+105+90+70+65+162=612 anni che hanno rigirato l’ultimo 162, come figli. E 800+807+815+840+830+800= 4.892 anni da padri, che son giunti, rispetto all’intero mezzo della realtà 104, al 108 che dentro vi scorre, e che è una 2a intera curvatura data da 33×4. 4.892/612=7,99 è la dimostrazione che si è compiuto con 4+4 già un giro reale-immaginario a 8 dimensioni, poste tra le 6 cause e i loro 6 effetti, nei loro valori sommari. Il 7° fattore introduce la curvatura. I caratteri “Enoch”=41 sono il tutt’uno in sé dato dall’Unità e dall’Unità e Trinità nel ciclo 10. Gli anni 65 (da effetto) fissa nell’unità l’energia circolare 66. Anni 300 (da causa) la fissa all’unità dello spazio a 3 D., riferito a quello dell’area 10×10. Il vincolo 7 introdotto dal 7° fattore è esaustivo. I valori caratteriali con 238+41 passano a 279 (e sono il ciclo del volume 33 nel moto unitario 9, nel 10). 612+65=677 (l’effetto) è il moto di 100 in 777. Le cause (con 4.892+300) sono 5.192 e così tutto il moto di 23 in 26×7. Infine, 5.192 : 677 =7,66 è perfetto!
236 La vita del 7° ha raggiunto l’intera durata dell’anno e cammina così con Dio… Dunque che cosa accade con l’introduzione dell’8° fattore? È introdotta: La ripartenza, e va fino al dì dell’arrivo del Re sull’asino! Con 969 anni di vita dati all’8° fattore, coi caratteri “Matusalemme”=109 che hanno mosso, interamente, di 1. il giù completo 33×4=108, gli effetti passano da 677 a 864 (aggiunti i suoi 187 da figlio) e le cause passano da 5.192 a 1.294 (avendo aggiunto i suoi 782 anni da padre). 1.294 : 864 è passato da 7,66 a 1,49, riducendosi di 6,17. Il che significa l’introduzione di questo 6.17 ora a soggetto di moto aggiunto in una ripartenza totale. Infatti 6 è tutto lo spazio in linea nei suoi distinti versi e 17/100 è il 7° numero primo nel tempo 100 unitario dell’area 100. Di conseguenza, la sua vita, che ha raggiunto il 969 anni è giunta all’intero percorso dell’11° numero primo, il 31, nell’unità del volume 1.000. Poiché 1.000 è il Re, nel suo volume, è 66/6=11, nell’11° numero primo è ancora il Re 10 in tutta la sua presenza 1, ecco che 969 è la vita del Re 31, Uno in 1 e Trino in 10+10+10. Così, quando i caratteri 109 con i loro 969 anni di vita si spostano totalmente, il 969+969 balza nel 1938 dopo Cristo e si incarna il Re, su un asino! Il valore dei caratteri “109”, duplicandosi a loro volta, arrivano al 218 dato dai caratteri “Romano Antonio Anna Amodeo” +1, laddove i caratteri “Amodeo=47+1”=48 uguagliano i caratteri “Gesù”=48. Al figlio di Enoch basta poco… ma il cammino reale è stato lungo e tortuoso, e ha coinvolto le idee sorte ovunque, a riguardo del fondatore dell’esistenza. Il Fondatore che è il 7°. Enoch, uno è Trino, già esiste nell’Unità e Trinità di Romano. Poiché i finali caratteri “ch” uguagliano “38” (essendo C=3 e H=8), Eno-38 <è (Ro-ma)-no-38> poiché esiste nella sola finale 3a sillaba. Collego ad <è> la terza sillaba dei caratteri “Ro-ma-no” proprio nella stessa prassi ebraica che interveniva quasi ogni volta che doveva essere rivelato un nome proprio (appropriato). Se leggete Bibbia in quella lingua trovate i vari appropriati termini sempre preceduti dai caratteri אתe da un trattino. Questo prefisso è una sorta di botta e risposta del tipo: <quale? Questo:> e dopo segue il nome. שמו נח- אתletto da destra, chiede con שמו- את: «quale nome? Questo:» נח Noè è la risposta data alla domanda fatta.
237 Allo stesso modo No-è questo è: la 3a sillaba di Ro-ma-no. Solo così il nome è Uno (nei caratteri “Romano”=66) e Trino (nel suo 1/3 finale, definitivo, dato dai caratteri “no”=25, la pura presenza del piano divino fatto con 10×10=100. Il suo ¼ di pura presenta 25=“No” è… e se è anche 1, in 25+1=26 ecco i caratteri “Anna”=26 del 3° nome… e se il 3° è Trino, 3×26=78 è “Antonio”, il 2° nome). Prima però di arrivare al 10° fattore avente i caratteri No-è, accade che per due volte questa <è> è posta per Prima, in EnoS (Terzo nome, naturalmente) e in Enoch (3°, naturalmente, nonché Uno e Trino, dunque 7°). Il 3° nome i cui caratteri Enos valgono lo stesso 47 di Amodeo (dopo che il 1° andava Ad Amo), esiste come a voler dire ES No (Tu sei Romano, da <sum, es, est...>) No (nella 3a sillaba di Ro-ma-no). Quando è la volta del 7°, i cui caratteri Enoch valgono il 41 dei caratteri “R.Amo” e “Rom.A” (a seconda che è uno e trino in Romano o in Amodeo) i caratteri aggiungono ad <è No> quel 38=CH che fissa la genesi nel 38 cabalistico dei caratteri “Buddha”=38 (=2+19+4+4+8+1). Restando nel Cristianesimo, CH attiene al Cristo, alla sua Chiesa (splendida nei suoi caratteri “chi è, sa”) e al greco X=Chi di quel XP uguale al Cristo. Enoch è riconducibile a chi è No... ch’E-No mettendoci l’apostrofo. Enoch, il 7° fattore di un Creatore che usa 7 dì per creare tutto, è descritto in Bibbia (libro 1, vers. 5) come uno con cui il Re ha camminato due volte e a cui donò una vita di 365 volte 1 anno. Enoch è il Signor Anno e Anna è la sua dolce metà nei 183 giorni dell’anno Bisestile di 366. In questo 366, il 300 (tutto lo spazio) si somma al valore 66 dei caratteri “Romano”. La sua metà, di 183 in ½ Anno (il suo Sposo), 381 in intero, è giusto speculare in tutti i caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo”. Enoch, il 7°, è un Creatore, un Fattore e il fattoriale è il suo profeta: 365! è il modo matematico d’indicarlo, mentre i computer lo esprimono con fact(365). Quel che importa sta nel vedere che cosa profetizzi! Alla luce del Padre di Romano, nato 7-7-7, e del 10, Padre di tutti i numeri, la giusta profezia data dal fattoriale del 365 si ha quando ci sono 777 cifre decimali. 365! = 25,104128675558732292929443748812… ×10777 25 risulta intero. E poiché 365 prima di essere anni sono i giorni in ciascun anno, il primo atto profetizza il giorno 25. Seguono 777 cifre decimali ma la loro realtà si conclude con le 4 cifre 0,1041 che la quantificano interamente. +25,1041 - 00,0803 sottrae l’intero flusso 3/104 del piano reale a lati 400/104 e 400/104. =25,0138 profetizza la data di nascita dell’asino su cui va il Re.
238 Che senso ha questa sottrazione? È sottratto (e manca sempre) il soggetto che si muove (poi) in tutto lo spazio che gli resta. Il soggetto qui in questione è la Trinità di Dio, che è il flusso di tutto quanto il piano della realtà avente 400 (tutta la realtà) in un lato e 400 nell’altro. Risultato? La prima volta che Dio camminò con Enoch fu entrando in vita su di lui, il 25-01-1938 come il Re che si presenta su un asino. La seconda volta di questa camminata può stare solo nell’altro estremo della morte, e riguardare ora 365 non più nei giorni ma nel numero degli anni. +25,1041 sono pertanto ora anni interi nell’anno 25. - 00,0037 anche qui è l’anno natale 38 che – tolta la sua unità – è ucciso! =25,1004 profetizza la 2a volta in cui il Re lo porterà in cielo. Dopo di lui, dopo Enoch, Matusalemme vive solo per 969 anni, e diventa la dolce metà esatta (e non solo matematica) della vita nata il 1938, in quanto nell’anno 969 a Romano si aggiunge davanti a Dio la sua metà, la sua sposa! A Romano capiterà di avere anche due dolci metà irregolari (due amanti, una reale l’altra immaginaria) aventi quasi tutti gli stessi caratteri “Matusalemme”. Ma.Te.sa l’emme la Mazzola, di nome Maria Teresa in una (l’amante reale); Ma.Te.sa Le la Legnani (l’immaginaria), che MM è, (molta M è) essendo stata Maestra a Milano, e poi alle Materne Margherita Maria (Regina) di Saronno, diplomata Maestra di Musica e precedentemente una Monaca. MTSLM sono Maria Teresa L-M, Legnani-Mazzola Sono descritte tutte e due in Bibbia 1, 4, come Ada (la monaca tratta giusto da Adamo) e Zilla (tratta da Mazzola) le due spose di un Lamech traviato (poiché disceso da Caino) che dice a tutte e due di stare bene attente.
I caratteri “Lamech”=38 sono gli stessi 38 dei caratteri “Caino”. Mentre il Lamech del ramo regolare disceso da Set e figlio di Matusalemme vive 777 anni qui, ai due nominati 38, toccano 7 e 77. Ma L.Am nato 7-7-7 è Luigi Amodeo, padre di Romano che è riconducibile ad Enoch... suo nonno. Questa suprema confusione di ruoli ha senso ove tutti son Romano Amodeo, da Adamo che va Ad Amodeo fino a chi No-è nella 3a sillaba di Romano.
239 A lungo mi son chiesto quale ragione avesse portato me, così ligio rispetto agli impegni presi davanti a Dio, ad avere prima l’irregolare e consumato legame con una e poi uno unilaterale e tutto spirituale con l’altra. Anche mi ero chiesto perché la Bibbia avesse perso del tempo a raccontare la discendenza di Caino, visto che erano tutti condannati a soccombere. Mi fu detta da dentro la ragione: tutto riguardava me, nel bene e nel male Tutta la storia sacra riguardava il RE venuto sull’asino.
Qui sono descritte le vite di Adamo e di Set, distinte negli anni in cui prima furono solo figli e poi (avuto il continuatore) furono vite trascorse come padri. I 130 anni relativi ad Adamo sono quelli per generare Set, il 3°genito, mentre Bibbia non tiene alcun conto degli anni spesi per generare il 1° e il 2°. Ebbene, è evidente: gli anni 807 in cui Set fece figli e figlie sono esattamente corrispondenti a questo: +381 sono i caratteri “Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo”. +426 sono i caratteri “Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo”. =807 anni Conclusione? Tutti i figli e figlie avuti in 807 alludono a questi 2 fondamentali, come 1° e 2° Quando sostengo il gemellaggio tra me e mio fratello, ci sono una gran quantità di buone ragioni. Tanto che quando Dio ricominciò il suo progetto, interrotto per la morte del 2°, lo affidò al 1°=38 e al 3°=40, ma il 1° sempre nascosto, col 2° che ha ucciso! E da 38+40=78 ecco il 2° mio nome! E il 3° esiste nel suo 1/3. Tutti i primi 13 fattori nominati in Genesi furono tutti il 1° campione. Poi la storia ricominciò – e non a caso nel 1° libro – al capitolo 11, con la Torre di Babele. Questo passaggio non è capito a dovere. Introduce la seconda genealogia, di altri personaggi, che hanno fatto seguito ai primi 10 elencati nel capitolo 5, il 3° numero primo. Il capitolo 11 è il 1° numero primo a 2 cifre, e le mostra stavolta tutte e due, cosa che non era accaduta con il numero 2, che aveva sommate tra loro de due cifre 1 del numero 11.
240 Che ragione vi era di introdurre, prima del nuovo elenco della seconda decina, di introdurre il racconto della Torre di Babele proprio nei primi 9 versetti? C’era la stessa necessità che aveva portato, nel capitolo 5, ad elencare allo stesso modo solo i primi 9 Fattori.
In genesi 5 ciò che precede l’elenco è concentrato nel versetto 2, in cui è precisata la base dualistica dell’esistenza, contraddistinta nell’essere un unico complesso ma di due parti ben distinte tra loro e dalle relazioni reciproche interne all’unità degli uomini. Questo accenno proprio ai caratteri “uomini”=73 non è irrilevante, specie se è messa in relazione alla Torre di Babele del linguaggio da cui si riparte con ben 11 versetti nel capitolo fatto con il 1° numero primi a 2. cifre. 73 è il numero legato alla “grana fine” dell’universo. Esso è dato da ciò che manca al 100, ed è la realtà 4, più i caratteri Abele”=23; Babele aggiungendo una B=2 introduce la presenza 23+1+1 e dà il volume 25 della presenza di 100/4. Il termine “torre”=68 (che in italiano è anche l’infinito “tòrre” di togliere) è il volume dato da 66+1+1 e mette, oltre i caratteri “Romano”=66, quelli 1 e 1 del piano unitario trasversale. Poi ci sono i caratteri “di”=15, tanto che i caratteri “Torre di Babele”!=108 indica il 33 Uno e Trino. Ha il significato sibillino di <tòrre=prendere, di B=2 (di quant’è il dualismo divino), da=ab, Dio=Ele>, ossia che <togliere> la confusone del linguaggio conduce a prendere l’essenziale, dal Dio Padre e Spirito santo. L’essenziale sta nel numero sottoposto agli ordinamenti linguistici e sul quale Dio stesso – per come ben sostenuto da Pitagora – si appoggia nella determinazione di una possibile e concreta esistenza.
241 Se voi considerate che nella determinazione del mondo tramite una divisione, al presente sono creati infiniti presupposti, ecco che allora capite come alla chiara narrazione che vi sto facendo io ora in italiano, sono stati creati tutti i presupposti sbagliati della confusione del linguaggio di tutti gli uomini quando fanno una netta distinzione tra lettere e numeri, sostenendo che non ci sono relazioni e che la cabala è una emerita fesseria. La Bibbia ha ravvisato la necessità divina, trascendente e da voi invisibile, di “tòrre”, di togliere la B da Babele e ripristinare l’Abele=23 della sequenza ordinata dei primi due numeri primi, e di far discendere tutto <ab Ele> dal valore assoluto che sta a monte di tutte le cose cosiddette reali. Il rapporto causa/effetto concede a ciascuno il decimo del 15° n. primo uguale ai caratteri “Amodeo”, più costui con 7 “Romano Amodeo” (o “Torquato”) divisi tra 1.000 “Torquato” (o “Romano Amodeo”) meno il carattere “R”=16, iniziale di Romano. Isacco, figlio di Abramo, aveva 60 anni quando generò Giacobbe ed Esaù e visse in tutto 180 anni; per cui gli anni da padre furono 120. I totali passano a 2.106 per i figli, 9.829 per i padri, e 11.926 per il totale arrivato a 21 fattori. La cosa più importante segnalata da Bibbia, a questo punto, ossia a monte della generazione dei due gemelli da cui deriva il nome di Gesù sta nella somma di tutti i 20 rapporti causa/effetto fatta dividendo ad uno ad uno gli anni da ciascuno trascorso come padre per quelli passati da figlio.
242 Essa assume questo valore: 1.019,2786020754031234085 Ebbene esso, dopo la premessa di 10 centinaia, presenta 19,278602 come la base da cui ricavare la data di entrata in vita dell’asino su cui cammina il Re. 1019278602 più 101927 somma la sua realtà decimillesima meno 404 blocca la realtà 4 e la dimensione centupla e si realizza. 19380125 1019278602 20 1019- 27860 1019+ 262 1020251004
il 25 del mese 01 del 1938 compare il Re sull’asino. toglie la realtà 1019 a 4 D. e le riduce a 19+1=20 secoli toglie il tempo decimo della parte residua salva 10×26=Dio palindromo e porta in cielo anno 2025, mese 10, dì 4 sicura morte dell’asino.
I giorni di vita sono alla D. 10-15 dell’Unità E-M. dello spaziotempo. +31234 è tutto lo spazio elettromagnetico 5 cifre a quella dimensione unitaria +00754 è quanto era Volume alla D. atomica. Diviso per 105 è Vol. E-M. +00041 e il Dio 1 e Uno e Trino nel 10, ch’è in principio, ma invisibile. =32029 sono i giorni della vita reale dell’asino su cui è il Re.
243
25 secoli di viaggio In quell’epoca di 500 anni Avanti Cristo, in cui sorse ad Elea l’ideale del fondamento d’ogni cosa (a immagine di IHVH, nell’Ebraismo) accadde che in un demo di Atene, fu concepito da Socrate – in un certo qual senso – un ideale alquanto simile a quello che poi si sarebbe incarnato in Gesù Cristo. Davvero grande è l’analogia tra le figure del Greco Socrate e del Nazareno. • Il 1° ritenne gli uomini capaci di generare in sé l’ideale Dio Salvatore, proprio quando, patendo per i loro limiti, s’aggrappano a Lui Onnipotente. • Gesù li disse beati per quello, poiché il loro potere autentico li salvava. • Senza scritti propri furono i discepoli a celebrarli. • I Trenta tiranni uccisero il primo, i 30 danari il secondo. • Entrambi furono avversati dal potere politico, religioso e della gente. • Affrontarono la morte sottomettendosi a tutte le esistenti regole: Socrate chiese perfino come dovesse bere la cicuta, nel rispetto di tutte le forme; Gesù fu come pecora muta sia col Sinedrio sia con chi aveva il potere – ricevuto dall’alto – di uccidere il suo corpo. Pertanto, avvalendoci dei fatti storici, anche se appare bizzarro, tutto il lentolento e lemme-lemme trasferimento A-B dal Padre ideale sorto in filosofia ad Elea alla foce dell’Alento, fino al Figlio reale sorto a Betlemme, è un vero e proprio segno di un percorso da A a B! Suffragato poi dal Destino che collegò proprio nel camposanto di Elea l’estrema dimora di quel San Matteo che aveva idealizzato i 3 Re Magi che seguono la Stella e fanno l’Epifania al Figlio di Dio. In tutto ciò, Socrate fu per davvero l’antefatto del Figlio così come il Fondamento dell’Essere era stato non molti anni prima l’antefatto del Padre. Parmenide, nato ad Elea, in vecchiaia s’incontrò in Grecia con il giovane Socrate, e si narra di una interessantissima discussione… come tra Padre e Figlio. Col primo lì a sostenere che c’è un principio in sé in potenza di ogni essere, e sta nel suo essere stesso; e col secondo che, rispondendo alla sua stessa domanda di <cosa è questo?>, l’indicava posto come in un Figlio divino (irreale nel suo essere umano), che tuttavia ha il potere di partorire l’ideale salvezza, avendo in più l’effettiva capacità maietutica di una brava levatrice. E come è nel pianto di una puerpera che tutto questo accade, così è grazie proprio al dolore che l’uomo può partorire, trarre da sé, lo stesso Onnipotente, come la reale risposta al suo bisogno, e – se davvero ci crede – veramente ce l’ha.
244 Socrate, come risposta alla domanda su di sé, pur riconoscendo nella sua umanità quella del Figlio che può e sa partorire il suo Padre Altissimo, non si definì mai quel Figlio ch’era Uno con suo Padre! Anche se questa idea era balenata nella sua mente, essa non si era impersonata nella sua coscienza. Non lo fu, poiché il Disegno evidente che esiste, concedeva solo a Gesù d’incarnare l’idea di un Dio Essenziale che non genera – se lo fa a sua immagine e somiglianza – dei minori di Sé, ma solo figli veri e propri e di uguale sostanza. Come a Elea il 1° <Fondamento dell’Essere> fu concepito nella Filosofia, così, 5 secoli dopo, il 1° <Figlio di Dio> fu concepito nella Fede e fu il 1° che affermò d’essere un tutt’uno con <io sono colui che sono>. E così è ora! Il 1° a dirsi <corpo>, soma di Ro, quel somaro su cui è sceso il Cristo XP (il Chi?Ro! con cui cammina Dio con Ènoch...) è proprio chi è richiamato in Bibbia da ENOs èNoch, No-è! La profonda differenza tra l’identità che Romano dà a se stesso, rispetto a quella che Gesù si diede, è che – mentre Gesù salì sull’asino che lo portò a Gerusalemme – Romano si riconosce in quell’asino! La Bibbia stessa lo descrisse, nella rivelazione che il Signore fece a Rebecca: «un popolo è maggiore dell’altro, ma il maggiore servirà il minore». Non <un uomo>, ma <un popolo> il che porta ad uscire dal <nome proprio> e da quello <personale> per confluire nella <essenza> di quel popolo. L’asino è chi svolge il ruolo <essenziale> del portatore. Chi è da lui portato e sembra essere il <comandante carico di gloria> sta su ed è sorretto solo dalla forza di tutto quanto partecipa a quello <stato>. Il signore lo definì non solo come <popolo> ma come <stato>, il che rimanda alla <condizione> che lega l’uno all’altro. Il Re vero, in persona, non ha alcun bisogno di apparire, e di fatto sempre si nasconde. Se si manifestasse, chi potrebbe risaltare? Il Signore invece dà risalto anche alla più piccola delle sue particelle… <di Dio>. Proprio così l’aveva definita Higgs: era quella forza prima che dava forza alla stessa forza e la concretizzava in massa. L’asino di Dio l’aveva già trovata nei caratteri “Romano”=66 del suo primo nome che sembrava il suo ma era del Re, del Popolo, dello <Stato Assoluto>: è quella energia che quando esiste non appare mai. Se vuoi sapere se c’è, quella denominata elettrica, in una batteria, devi solo mutare il Padre in Figlio, la Causa nell’Effetto, l’asino nel Gesù Cristo che lo cavalca.
245 Solo allora vedi i miracoli: i 2/3 di 66 che è quanto fortifica la massa, e crea il piano a lati 22 e 22 in cui essa è acquattata, pronta ad entrare in azione, se solo le dai <il tempo> per entrare in atto come il flusso reale di quell’energia elettrica. Il 1° serve il secondo e si mette a sua base come tra i due primi numeri primi 2 e 3, che con 23 soltanto, generano tutto il complesso 4+4, di tutto il mondo reale-immaginario. Questo salto di coscienza di sé, dal Figlio di Dio che entra a Gerusalemme sull’asino, e il padre umilissimo che è l’asino che lo portava, già allora implica un gran balzo di 20 secoli. Ne occorrono tanti: 2.000 anni dati da 103 che si muovono di 103, dove un anno è l’unità del tempo terrestre e il 10 in linea è stato assunto da Dio a immagine e somiglianza del suo potere. Non c’è servo migliore del Numero… che in se stesso sembra non servire a nulla ma solo a contare tutte le restanti cose determinate e contate grazie ai numeri. E chi li studia è accusato di fare della pura numerologia, e non capisce che se ogni cosa è regolata dai numeri e questi a loro volta dai numeri primi, allora anche tutte le altre cose devono rispettare le sue regole! La coscienza di se stesso, assunta 2.000 anni dopo Cristo da Romano, l’asino del Signore, è stata questa: il suo servizio totale è lo stesso dato dai numeri, e il termine <Numero> che lo caratterizza: “Nume Ro” In mezzo a questi 2.000 anni di evoluzione dell’idea umana su Dio (e su chiunque di noi sia in se stesso) ci sono tutti i difficili anni delle più disparate vicissitudini che hanno attraversato l’ideale Cristiano. Non è accaduto per caso che la Fede nel Nazareno e nel suo significato sia stata ristrutturata dal pensiero filosofico di San Paolo! Non lo è soprattutto alla luce del fatto reale che Romano, l’asino, sia venuto alla luce il 25 gennaio che celebra la Conversione a Cristo di san Paolo. Quella sua, fu solo l’anticipazione di quella che poi sarebbe stata resa definitiva quando sarebbe venuto alla luce quel Sole stesso che lo accecò sulla via di Damasco e lo fece cadere dal suo cavallo. La storia della salvezza appare un cammino più o meno rettilineo solo se la si osserva nel corso dei millenni… poiché Il Dio Trino è l’essenziale 10×10×10 che poi esiste ×10 e diventa Uno e Trino!
246 Esagerato in modo iperbolico, ma in tutta la sua modestia, il 26 (i lati 10 e 10 col flusso 6 in tutti i suoi versi… insomma Dio=26), quando diventa senh(26) diventa uguale al suo lato contrapposto e vale , nel tempo unitario in 1/10:
978.648.047.144,1938213 Antonio
Gesù Amodeo Romano Antonio,nato 1938.100+Romano Amodeo
Si trasforma in una persona! Di nome Antonio con tutto il suo moto 900, in Gesù che va in tutti i 600 versi, in Amodeo che vale per 1.000, in Romano Antonio nel valore delle unità. Il tutto nel tempo decimale dell’anno 1938, in gennaio. Un 1, di Gennaio, condiviso con il 113 di Romano Amodeo, di Torquato e dell’acronimo dualistico dato da RoAnAnPaToAma. Un <Nume Ro> in persona. Paradossale servitore inutile, inutilizzato… finora. Ma che ha segnalato che il dì 4 ottobre del 2,025 se ne tornerà da dove è venuto, ma dopo aver fatto conoscere che il giorno in cui la Terra ribalterà il suo asse terrestre e sarà il finimondo è il 17 febbraio del 4.631 dopo Cristo. Il Re si è servito del Figlio Gesù Cristo per dare inizio al giusto anno in cui cominciare il conto, e dell’ultimo servitore per far conoscere quanto era risaputo solo dal Padre: il giorno della Fine del mondo.
247
Un mondo che va avanti e indietro coi suoi campioni La stessa Bibbia ha anteposto, a tutto, la struttura generale dell’esistenza, con il suo primo libro di Genesi, del popolo che Dio si è scelto a campione. E subito va precisato che ogni campione, anche questo, non è mai fine a se stesso, bensì è un qualcosa che va enucleato dal contesto, poiché non serve a sé ma a tutti gli altri. Di fronte a ciò l’uomo incontra la prima difficoltà a capire, e giudica un privilegio – e lo è – questo ruolo assegnato, di essere il campione che gli altri poi devono usare. Si crede che il Campione serva alla sua gloria, per la sua esaltazione. Ed è anche questo, ma tutta la pulizia fatta attorno a un simile ente, che gli leva tutto quello che non è essenziale, è finalizzata per intero al bene del prossimo. Israele ha fatto sempre fatica a comprenderlo. Popolo dichiarato più e più volte di dura cervice e – alla lettera! – fatto di “teste di... cavolo” da circoncidere! Questo il supremo segno se volevano fare una alleanza con Dio: dovevano totalmente circoncidere tutte le loro idee... del cavolo! Il Credo Ebraico è tale da dover essere riconsiderato totalmente, fin dalle sue radici poste sulla famosa ricompensa data ad Abramo, per avergli chiesto (Dio?) di sacrificare suo figlio ed egli stava per sgozzarlo realmente su un altare!
Quell’asino di Abramo! Non capi nulla ! Dio l’aveva sostituito fecondandogli Sara... Che ora Egli si adoperasse! Su! Gli togliesse di torno Esaù... impotente con Rebecca! Era sterile come era stata sterile Sarai… Dio va capito! Per rivolgersi ad ogni epoca, il suo linguaggio deve essere onnipotente, adattabile alle varie situazioni. Di conseguenza, il Signore parla in modo sibillino poiché di fronte alla sua parola di verità ognuno sia indotto a ritrovarvi la sua, alla bell’e meglio. E quanto stolti gli uomini quando odono le sue prescrizioni e le prendono alla lettera! Veniamo alla storia del Sabato. Vi sono unità che per pure ragioni matematiche sono insormontabili, poiché poste in principio. I versi sono 6 e se occorre percorrerli tutti con la velocità 1/1, la velocità deve essere 7. Poi si dispone 6/1. 7 è il creatore nel 7° numero primo, il 17, in cui Dio=10 opera in 7.
248 Si nomina coi caratteri RA=17 per questa elementare ragione. Il 7 introduce il vincolo sferico per cui, con 52×7=364, si introduce tutto il rapporto di curvatura che porta all’intero anno della rotazione terrestre, quando a 52×7 si aggiungono i giorni esistenti nel rapporto dei 10/8, che dividono il volume espresso in linea con 8+1+1=10, per il suo solo flusso 8. E che fa quell’asino di Mosè quando gli portano due poveracci che avevano fatto legna di sabato, perché morivano di fame e di freddo? Li portano da lui per sapere come comportarsi con loro che hanno lavorato di sabato, invece di offrire quel giorno tutto alle attenzioni per il Signore. Mosè risponde che deve chiedere al Signore quale debba essere la pena. Così il Nostro gli chiede: «Hanno raccolto legna invece di dedicare a te il loro tempo… Che pena si meritano?» L’Altissimo, infastidito proprio da Mosè che fa confusione circa le attenzioni da dare al Signore, e lo scambia per uno che voglia portargli via il tempo prezioso per essere lodato e incensato sugli altari… (ma per Chi l’han preso?), gli dice di levarglieli di torno, poiché il sabato è un’altra cosa! Già – capisce Mosè – il sabato è pregare, osannare il Signore! Ti cade un figlio in un pozzo? Lo lasci morire… non devi lavorare, nemmeno per fare del bene. Il Signore vuole tutto il tempo per sé! Ci vorrà Gesù Cristo a raddrizzare queste idee distorte su cosa significhi onorare il sabato. Significa proprio fare opere di bene agli altri. Dio non ha bisogno di incenso. E gli riempiono gli altari di carneficine di olocausti! Poi – con quel sangue di vite brutalmente sgozzate – dipingevano gli altari! Che pazza idea avevano del loro Dio sanguinario e di ciò che egli amasse! Il sacrificio! Certo! Ma il proprio e non quello altrui! E non così, tanto per soffrire, caduti preda di masochismo fine a se stesso! Non le carovane di gente che si fustiga, che porta tutta la vita il cilicio, per infliggersi delle punizioni. Questo autolesionismo non serve a nulla e non è gradito a chi ama la nostra vita e, se ci chiede sacrifici, lo fa solo per spingerci a fare del bene agli altri. Come infastidirono Dio con le questioni come quella dei due raccoglitori di legna e che non c’entravano nulla con la vera questione del Sabato! Perciò, quando il Signore disse a Mosè di togliere di mezzo quei due che erano del tutto estranei al rispetto al sabato, non gli chiese ucciderli, ma gli significò che il sabato era una tutta altra cosa. E Mosè che cosa fa, posto di fronte all’evidente fastidio che quella assurda causa stava provocando sul Signore? Non capisce che il disturbo è provocato a Dio proprio dal fatto che l’hanno chiamato in causa per una cosa che nulla ha a che vedere con il Sabato… e li fa uccidere per il sabato!
249 «Il Signore non vuole nemmeno sentire che uno non rispetti il Sabato!» Dura cervice! Durissima! Se il Signore, nel Decalogo che gli ha trasmesso, ha intimato chiaramente: «Non uccidere!» Mosè che cosa fa? Ordina di uccidere, e lo motiva sulla base che glie lo ha chiesto Dio! Tutta la Bibbia è piena di simili incomprensioni, nei confronti di ciò che è gradito all’Onnipotente! Gli Ebrei, quando sono stati pieni di furor sacro, sono giunti a compiere le stesse nefandezze dei Cristiani nei giorni della Santa Inquisizione… e le stesse cose balorde che compiono oggi gli Islamici deviati che arrivano a uccidersi nel loro folle desiderio di eliminare i nemici di Allah! Come se Dio avesse nemici! Però – amici – guai a chi colpisce un Caino! Sarà punto 7 volte tanto! Occorre somma indulgenza. Chi non capisce… è irresponsabile! Non buttiamo la croce addosso a nessuno... poiché siamo tutti quanti dei grandissimi asini! E chi più è amato da Dio più è reso asino... proprio da Lui! Sembra pazzesco, se è fatto questo da Dio… e lo sarebbe se le cose che a noi sembrano fatte, in verità non fossero tolte di mezzo da Dio, tutte quante e riportate alle loro pure origini. «Signore, un Nemico ha infestato il campo nottetempo di zizzania. Che facciamo? L’eliminiamo?» «Ma no! Dai al nemico tutta la corda che vuole e si impiccherà da solo!» Quando nel Padre Nostro Gesù ci disse di pregare dicendo «Non indurci in tentazione...» è perché Dio dà al Maligno tutta la corda che egli vuole. Gesù va contro al maligno… Dio Padre, se ne serve. Il suo scopo è fare emergere tutto il male posto alla radice stessa di tutta la esistenza per eliminarlo. Raggiungere la totale perfezione è realmente possibile solo quando fai esistere ogni forma di imperfezione, dando ai malvagi l’idea di essere impuniti. Solo così escono allo scoperto, resi privi di timor di Dio.
Due autentici Re di Israele: il Re Manasse e il Re Amon, segno di Romano il 1° e di Romano il 2° sacrificati prima del Cristo Re Furono padre e figlio, uccisi da ribellioni popolari. Specie Re Amon nel segno dei caratteri “Romano”=66 poiché divenuto Re ad anni 66/3=22 e ucciso dopo 2 soli di regno. Ebbero lo stesso trattamento riserbato a Gesù: furono brutalmente tolti di mezzo e nessuno mai li ha riabilitati.
250 Erano stati dipinti in Bibbia nelle fosche tinte assegnate a tutti coloro che sono giudicati castigati da Dio. Gesù si è creato il suo divino spazio di ascolto, ma loro due no. Furono uccisi per essere stati giudicati colpevoli di empietà! L’uomo è convinto che chi offende Dio con una Anatema debba essere tolto di mezzo! Una strega va messa sul rogo! I due Re erano invece convinti di una cosa diversa: che con qualunque nome si celebri il Signore, è sempre Lui, Jahvè. Ma la storia del Dio Geloso ha a tal punto frastornati gli Ebrei da indurli ad essere più realisti del Re. Quando Mosè tornò dal monte Sinai con le tavole della legge e trovò il Popolo che celebrava il Vitello d’oro, che fece? Aveva in mano l’opera di Dio e la scagliò – distruggendola – contro il Vitello d’oro! A Dio non importava nulla del Vitello d’oro! Non era un suo rivale! Chi mai può rivaleggiare con l’Assoluto? Uno è geloso se teme di perdere in un confronto, ma, di fronte a Dio, chi, cosa regge? È l’uomo che ingigantisce il rivale di Dio e glielo pone contro, con tutta quell’importanza che gli dà. Nel giorno di massa nel deserto, dove Lo misero alla prova, pur avendo visto le Sue opere... il Signore non fu certo messo alla prova per le ragioni che han creduto! Aveva mostrato il suo carattere e proprio allora gli avevano voltato la faccia. Essi erano stati provati, non il Signore! Così era stato per la storia della richiesta fatta a Giacobbe di sacrificare suo Figlio. Era Gesù il Figlio che sarebbe stato sacrificato in quel modo distorto che Abramo aveva capito circa Isacco. E lo sarebbe stato poi a lungo, per molti anni, quando sarebbe tornato egli pure rientrato nel Re, giunto a cavallo dell’asino che entra nella sua Gerusalemme, come già aveva fatto in quel tempo. Quando sarebbe tornato avrebbe fatto l’esperienza di Re Manasse e Amon: quella di chi predica apparentemente nel vuoto. Non tre brevi anni di servizio fatto al Padre, ma tutto il tempo dal 4-6-1973 fino al 4-10-2.025. 52 anni come tutte le settimane esistenti in un anno. 19114 come mille 19 che sono tutto il moto di 1 in un 10 che avanza di 10, e che è un 113 nominato del caratteri “Romano Amodeo” (o “Torquato”, o “RoAnAnPaToAm”) come il flusso del piano unitario a lati di 1 e 1 giorno. In quella data Romano si decise di «dar corpo a Cristo». Sì, voleva essere il <σὡμαΡo> che portasse il Re nella sua Gerusalemme!
251 Avrebbe trovato la stessa accoglienza riservata a Re Manasse e a Re Amon e – nel tempo in cui chi non appare, chi non ha visibilità è come se non esistesse – sarebbe stato fatto fuori a quel modo e proprio dalle autorità responsabili ai massimi livelli del cattolicesimo. Tre nuovi Sinedri, rappresentati da tre organi rappresentativi del vaticano. Arrivato proprio come il PTR Romano avrebbe invano digiunato 192 giorni che vedete rappresentati nel riquadro nelle 19 migliaia, nel 113 e nel 2.
I due fondamenti delle 3 Fedi uscite da Abramo. Il vero 1°genito di Giacobbe, e l’unico suo figlio reale fu IsMAele. Perché si passi ad IsRAele. nella generazione divina che tolse di mezzo Abramo, umanamente impossibilitato a fecondare la sua sorellastra e moglie Sarai, poiché era sterile e il solo valido marito poteva essere Dio, ecc, per arrivare a realizzare un IsMAele, occorreranno due matrimoni divini, in sequenza. Il 1°, come appena scritto, fu tra Sarai e il Padre. Il successivo fu tra Rebecca e lo Spirito Santo, Infatti anche Rebecca era sterile. Come ho precedentemente detti più volte, la Bibbia è sempre sibillina nel suo linguaggio, ma è comprensibile, se si ragiona bene… cosa che Abramo non fece! Dio gli aveva assicurato una discendenza superiore nel numero alle stelle del cielo… e come poteva ora chiedergli di uccidere quell’Isacco dal quale tutto ciò doveva accadere? Isacco andava trasceso, eliminato, sostituito totalmente dallo Spirito santo nel dargli infinita posterità! E nel concorso dato l’uno dopo l'altro e in due generazioni, tra Padre e Spirito santo Il passaggio al livello dell’IsMAele, doveva però richiedere non solo prima questi due interventi divini, doveva anche avere una precedente generazione esatta di 10 maschi e 1 femmina, tutti avvenuti in uno stato di dipendenza dal padre delle due spose Lia e Rachele, lì dove comandava Labano. E doveva esserci un vero e proprio passaggio a guado, come quello che dall’Egitto ad Israele liberò tutto il popolo. In esso Giacobbe avrebbe dovuto sostenere una lotta durata fino all’alba, contro un Angelo del Signore. Solo dopo tutto questo processo, il nome di Giacobbe sarebbe stato mutato in IsRAele.
252 In fatto di Generazioni, fatte tutte a partire dallo stesso Abramo, ci sarebbe stato un sfasamento tra la generazione del primo, un figlio, nel circonciso IsMAele (per il divino patto) e IsRAele, 2° dei 2 nipoti. 1 solo IsMAele da una parte e 1+2=3 dall’altra in IsRAele. Per la solita Unità nella Trinità di Dio, che vale in tutte e due. Ma l’Islam da un lato e gli Ebrei e Cristiani dall’altro litigano e non si accorgono! Una sola paternità ci sarebbe stata nell’Islam e invece l’altro ramo, di origine divina, nelle due sostituzioni divine di due reali padri, ne avrebbe avuti due: uno nella Legge del Padre e l’altra nel superamento suo fatto dallo Spirito santo. IsMAele ed IsRAele erano progettati così: 1 a 2 (per fare 3) e essere uno! Unificati tra loro in MA e in RA, colui che per il mondo di oggi unificato dall’inglese, è negli estremi comuni di <Is Ele> e indica che <È il Dio Elohim> sarebbe divenuto la vera unica e sola divina ARMA contro ogni male, in A.R.mà, in Amodeo Romano. Ci va di mezzo proprio quell’ ARMAgheddon della definitiva battaglia divina e vittoriosa. In questa lotta definitiva, M+A sarebbero poi stati Marco e Andrea i due gemelli del mio alter ego, reso abile e capace a compiere tutto quanto era solo in divina potenza paterna in RA. Tutto questo dovuto alla ragione che in Abramo Dio ha posto tutto quanto proviene da Romano Amodeo, e lo ha pre-scritto in Ab R.Amo (nella lingua latina, trattandosi di un Romano). Lo ha ordinato e scritto prima (con millenni di anticipo rispetto a quando sarebbe esistito realmente R.Amo) nel libro 1 e versetto 18, perciò in Bibbia 118 (nel tempo esatto dato da Enos+Enoch+Noè, le tre volte in cui Romano è 3° tra i primi 10, nella somma dei loro valori 47+41+30). Lo riportò testualmente, ma mettendo in evidenza il contenuto del capitolo 18, versetto 19. Formano quel 1819 distante 119 anni interi dal 1938 (i 119 anni che ci sono dall’1,26 dell’anno 1856 della nascita di Torquato Amodeo e l’1,26 della nascita di Paola Amodeo): Genesi 18, versetti 16-19 (16) Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma dall'alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli. (17) Il Signore diceva: «Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare, (18) mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? (19) Infatti io l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso».
253 Marco e Andrea (nel loro acronimo MA che sta in IsMAele) saranno infine la ARMA obbligata da Dio nella mia famiglia a continuare AR. Obbligati da Dio, saranno i continuatori, anche se oggi sono assenti dalle mie cose spirituali, ma non da quelle materiali. Per gratitudine al mio sostegno a nostra madre fino alla morte, Benito promise 250 euro mensili di vitalizio… Ma nel 2.014 morì. Per 5 anni la sua famiglia lo sostituì in pieno. Oggi solo Marco e Andrea fan come la carità al loro zio… Nell’ultimo anno in cui ebbi la mia squadra di calcio, volli M. e A. con me. Giocai per un anno coi due sedicenni, avendo io oltre 50 anni! I pretenziosi assi della mia squadra, da me totalmente finanziata, non gradivano la loro inesperienza e il mio nepotismo…, non li volevano nella formazione degli 11! Ebbene, sostituii quei “campioni” cogli acerbi coetanei di M. e di A., e agii così come fece il Signore quando chiamò la gente a quel suo banchetto ch’era sgradito ai Notabili. Oggi – vi assicuro! - le loro intenzioni e le loro prospettive sono lontane da essi quanto le classiche mille miglia! La mia certezza viene tutta quanta da ciò che è scritto in Bibbia al libro 1 e capitolo 18 – che corrisponde al 118 di Enos+Enoch+Noè nel loro contenuto in Gematria – e ai 119 (1 in più di 118) esistente in 5 generazioni di Amodeo. Quell’1 in più è il libro di Bibbia 1,19 in cui Lot si comporta da Super in difesa dei 2 Messi dal cielo che erano andati a Sodoma, per controllare se Sodoma e Gomorra dovessero essere distrutte o risparmiate. Infatti per prima cosa li convinse a rifugiarsi nella sua casa, per difenderli dalle sodomizzazioni che avrebbero patito dai concittadini. E quando quelli circondarono la casa per abusare degli ospiti, Lot ebbe il coraggio di uscire tra loro per convincerli. Si mise lui alla loro mercé e offrì anche le due figlie vergini, affinché i due ospiti fossero rispettati! Io so da questo che sarà lo Spirito Santo di Dio a convincere tutti, a partire da quelli della mia Famiglia, a fare le cose che il Signore si aspettava da Abramo, usando al meglio il linguaggio ideale dello Spirito Santo che è quello che è udito da ciascuno nella sua stessa lingua. È il linguaggio del denaro! Solo il Super Lot, mutatosi in un Superenalotto vincente, potrà convincere tutti, poiché parlerà nella loro lingua, che riesce a capire e a intendere bene solo ciò che riguarda la moneta dell’Euro. Euro in lingua greca si traduce nel <Buon Ro>. Già il nome è quello giusto, ma ai miei due cari Nipoti M.A. che il loro zio impersoni persino nel nome la moneta dell’Euro, essendo un <Buon Ro> interessa fino a un certo punto… Non certo fino a quello di mettere sottosopra la loro vita, così come ho in mente a proposito di Sodoma e Gomorra, che non desidero distrutte e incenerite, ma convertite opportunamente.
254 Sodoma in Amod o S (Amodeo o Salvezza!) Gomorra in A.R.-Rom. o G (Romano o Gesù, o Giona, o Geova…). A voi miscredenti sembra che questa letterale conversione del nome sortisca questo effetto per puro caso… Non vi convince anche se pure la Meretrice Babilonia, ossia Roma sia convertita in Amo.R (Amodeo Romano). Bibbia, 1,18 e 1,19 assecondano questo disegno divino di dare modo al prescritto Abramo (scritto prima nella sua derivazione da Romano Amodeo) di avere i mezzi reali per costringere i suoi figli e la sua famiglia a continuare le cose oggi fatte solo da lui e in perfetta solitudine… E sarà una grandissima sorpresa anche da parte di tutte quante le attuali Religioni, quando si accorgeranno che: Brama ha pre-scritto (pre-figurato e ordinato) il dualismo divino venuto a camminare con R.Amo. E lo ha fatto in Asia. Abramo lo ha pre-scritto (pre-figurato e comandato) in Europa. Siddarta Gautama ha pre-scritto (prefigurato e imposto) un <Sì. DD (dimineiddio) AR tag-aut AM ha> (e Amodeo Romano o i nipoti sono taggati)! Amaterasu ha pre-scritto che lassù Dio ama te RA! E lo dice nella lingua dello spirito santo che fa capire esattamente in italiano il giapponese. Sono tutte le Religioni sopravvissute, che, attraverso i loro nomi, hanno prefigurato e prescrivono tuttora ciò che sarebbe accaduto – sintetizzandosi – tutto quanto in me. Saranno molto, molto sorpresi!
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Finiti i danni dall’Ipse dixit di Aristotele ma non di Gesù I danni iniziarono nel tempo in cui Aristotele affermò, e con buone ragioni, tanta generalità del sapere che nulla più si poteva concepire di veramente nuovo! E aveva ragione: in seguito, l’uomo avrebbe solo sviscerato le tesi di allora. Il livello della conoscenza di quell’epoca era simile a quella di chi oggi ha la patente di guida automobilistica e può condurre un mezzo sapendo solo le regole della circolazione stradale ed è in grado di partire, accelerare, cambiare le marce, sterzare e frenare. Con questo bagaglio minimo di conoscenza, si può viaggiare. Resta però ancora quasi tutto da approfondire: quali siano gli ingranaggi di quella macchina; come siano fatti e come funzionino; qual sia il loro corretto uso, che non li danneggi e preservi nel migliore dei modi; e infine come il tutto possa essere migliorato secondo i fini da raggiungere. Aristotele fu a lungo frainteso nelle sue affermazioni, e così bloccò per 2 millenni l’approfondimento della conoscenza, che divenisse scientificamente verificata, sulla base dell’esperienza reale e generale. La stessa cosa è accaduta in relazione alle dichiarazioni del Cristo di Dio. C’è però la differenza che mentre il malinteso circa il filosofo ebbe fine ai tempi del Galileo Galilei, quello relativo al Galileo Gesù dura tutt’ora. Infatti si giudica che nulla di nuovo ci sia più da rivelare nella fede, poiché <proprio Lui disse> che <con la parola del Figlio> la Rivelazione s’era “Compiuta”! Ora fa testo quello che l’Evangelista Giovanni riportò detto da Gesù dopo l’Ultima Cena e che descrisse nel capitolo 16, versetti 12-15, che qui vi riporto: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso (Ossia: non conoscete la complessità dell’esistenza che fa funzionare la macchina della vita, che sapete grosso modo guidare, ma di cui ignorate del tutto come essa sia fatta e come funzioni). Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera (Ossia: e conoscerete come tutto coesiste in positivo e in negativo in una Relatività Generale, che c’è tra tutte le possibili opposizioni reali e che perdura per voi solo nel delimitato e concreto tempo della vostra vita), perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future (Tradotto: vi rivelerà - conosciutolo dal Padre -che il dì dell’Apocalisse è il 17-2-4631 d. Ch già indicato nella Bibbia).
256 Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà (infatti Padre, Figlio e Spirito Santo sono il tutt’uno della sintesi Tridimensionale ed ideale su cui ogni possibile ideale si sorregge.)» Sulla base di ciò, non avrebbe più alcuna ragion d’essere questo <lo ha detto Gesù> (che la Rivelazione è compiuta)! Lo è di certo, ma nelle linee generali e non per quanto riguarda il suo approfondimento conoscitivo, sulla base della pienezza della conoscenza su come il mondo sia fatto e funzioni. Tutto il rapporto, tra il Cristo e la conoscenza piena, è già descritto nel terzo capitolo del Vangelo di Giovanni, che trascriverò a partire dal versetto 5. Gesù <in verità, in verità> (e non per similitudini) aveva rivelato a Nicodemo una vita con coesistenti 2 opposti percorsi: dell’acqua (per il verso dell’ambito materiale ed elettrico) e dello Spirito Santo (per quello dell’anti-materia e di quel magnetismo simile al vento: lo senti bene... ma non sai mai di dove viene dove va). <<Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? (eh no, ancora i maestri del tempo ignoravano con quale struttura complessa – materiale e anti-materiale, elettrica e magnetica, espressa in azione e reazione - funzionasse quella loro macchina! La sapevano solo guidare, ma conoscendola in modo grossolano) In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza (in verità, ogni sapere viene dall’esperienza reale! Ma chi non l’ha ancora fatta deve solo credere a chi l’ha fatta, ed è Gesù! Deve fidarsi di Lui). Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? (Infatti le cose terrestri e celesti sono un tutt’uno, ed è solo dal conoscere finale della Relatività Generale dell’esistere – uguale e distinto in -1 e +1 – che si risale da essa al valore Assoluto dello zero. Lo zero sembra il nulla, ma è il valore più grande che ci sia, se ogni comunione fatta con lo zero, ossia ogni prodotto per zero, annulla ogni valore, per quanto immenso esso appaia! Il vero massimo, il tutto, è il nulla nel contesto reale). Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui (credendoMi, l’uomo potrà puntare alla vita che verrà dopo questa; investendo l’esistenza reale ma transitoria in quella che ora non si vede ma che sarà eterna; e, grazie all’anno zero posto in essere con l’avvento del Figlio mandato nel mondo, voi, poggiandovi sulla ragione e sulla Bibbia, potrete infine riconoscere il 17-2-4.631 dopo Cristo come al dì esatto della Fine del mondo che conoscete, e preparare la vostra immensa e nuova Arca di Noè che salvi e preservi tutta la vita esistente nel mondo).
257 Chi crede in lui non è condannato (e avrà oltre 2.600 anni ancora, all’inizio del 3° millennio, per prepararsi serenamente al dì in cui la terra ribaltando il suo spin creerà il finimondo. Serenamente, avendo fede certa nella vita eterna) Ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio (condannato a dover apprendere per secoli da se stesso, senza essersi fidato abbastanza della rivelazione fatta dal Figlio). E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce (l’umanità non Gli ha veramente creduto! nemmeno i sacerdoti suoi, di Cristo, han creduto doveroso incitare gli uomini a cercare per il bene altrui la propria croce in questo mondo, per la salvezza propria solo in quello eterno che verrà e perseverando così fino alla morte, come ha fatto Gesù! E, in relazione alla passione del Cristo, lo ringrazieranno e loderanno moltissimo, per averli salvati dalla loro, e faranno grande festa invece di fare essi pure la loro parte... così come Egli gli chiedeva.) Chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio (è la rivelazione totale: lo sappiano bene tutti che ogni possibile verità operata - dalla natura e dai viventi - è tutta e solamente fatta in Dio anche quando sembrano opere della Natura e dei viventi. >>. Tutto ciò sarebbe certamente accaduto, ma solamente quando la verità sommaria, dei tempi di Aristotele, non sarebbe stata più solo il frutto di una pura intuizione, ma sarebbe stata la conquista faticosa (la condanna data all’uomo miscredente, di cui aveva parlato Gesù) ottenuta tramite una ricerca oggettiva e dunque senza contenuti estranei, fideistici e pregiudiziali! Conoscere dove sia il Vero, prima di mettersi in azione, aiuterebbe molto, e, ben valutando le indicazioni date da Gesù a Nicodemo, si sarebbe potuto sapere prima almeno verso quale punto dell’orizzonte indirizzare la ricerca. Ma la Scienza non è partita dalla Fede che quel Maestro del tempo aveva ragionevolmente nel Nazareno, poiché aveva visto in che potente modo Egli padroneggiasse la Natura. Non l’ha fatto poiché la parola di Gesù si è imposta solo nel campo di quanto è giudicato valido per fede e non secondo ragione, neppure quando Gesù l’ha sottolineata dichiarata detta <in verità, in verità>. Poco o nulla hanno fatto, fin da principio, i Cristiani per trasferire nel contesto autonomo della Verità tutte le affermazioni di Gesù in cui poi credere. Invano Egli si dichiarò un tutt’uno in <Via, Vita e Verità>, 3 campi tra loro ben distinti, anche se interdipendenti. I Fideisti hanno fatto della Verità di Cristo una sottospecie derivata dalla Via e della Vita, dicendo – mediante i “cosiddetti maestri” della fede in lui – che in Gesù vale soprattutto l’incontro con la sua Vita e la Via da lui indicata: ed è per la straordinaria e divina testimonianza data che gli va creduto!
258 E vi dicono (come se fosse “verità lampante”): “Se la Fede fosse ragionevole, che meriti si avrebbe ad aver fede?” … come se i meriti di chi crede stiano nel credere a cose insensate! Sotto-sotto le verità udite da lui erano percepite visibilmente “insensate!”. Di conseguenza i cosiddetti “maestri della fede” in Cristo hanno fatto di tutto, in due millenni, per risolvere i tanto evidenti paradossi che – da veri Anticristo! – rilevavano nelle sue parole... Secondo loro non dovevano esserci, e conseguentemente le letture solitarie della Bibbia erano scoraggiate! dovevano essere pilotate in modo tale che nulla venisse preso vero alla lettera! <Chiedeva la croce>? – Ma no! – vi dicono i “Maestri Anticristo” – Diceva infatti <io non voglio sacrifici, ma opere di bene e la vostra gioia!>. Ed io, per spiegare a costoro che non capiscono il Cristo della croce: <D’accordo. Ma non la “fatua” allegria che svanisce con la morte corporea! Bensì quella d’una salvezza vera ed eterna, purtroppo seminata ora nel pianto. “Salverai la tua vita solo se ora non hai fatto di tutto per proteggerla… e l’avrai persa!”>. I “Maestri Anticristo” hanno usato la ragione umana e con un lavorio grande e incessante son riusciti a ribaltare di sana pianta le indicazioni di Gesù! Nulla era detto di attendibile se non era doverosamente interpretato e rigirato. E, quando si impossessarono del Cristianesimo, giunsero alle nefandezze del Torquemada e della <Grande Inquisizione>. Gesù, Sommo Liberatore dall’oppressione d’ogni Legge, ebbe la Fede che si diceva in lui divenuta la Legge dell’oppressione! <Gesù si è sempre posto contro le Ragioni di questo mondo>. Lo sanno e in forza di queste hanno per secoli così stravolto la sua parola, che è così franca e diretta che le persone semplici l’afferrano subito, i sapienti no! E purtroppo la Chiesa è storicamente finita in mano ai sapienti. Francesco fu l’eccezione e impose la sua rilettura della parola di Gesù, ma solo finché di nuovo i troppo intelligenti affascinati dal poverello vollero delle Regole che mitigassero tanta povertà... A Pietro, che chiese al Cristo: “Rabbì, se sai che andando a Gerusalemme ti uccideranno… perché ci vai?” La risposta fu chiara, terribile: “Lungi da me Satana! Tu segui la Verità del mondo e non di Dio!”. Poco prima gli aveva affidato le Chiavi della sua chiesa! E va riconosciuto in questo di certo un comportamento paradossale, dello stesso Gesù. Perché il progetto divino avanza in un modo apparentemente incostante e così incerto? Accade per la fondamentale ragione che – ove nella realtà esistono valori uguali e contrapposti – non c’è nessuna ragione per cui se ne affermi sempre uno solo. Ce lo conferma la legge statistica: ove un evento ha il 50% di probabilità di accadere, nel breve periodo può anche affermarsi in prevalenza uno dei due, ma alla lunga si impone il valore medio, e quel “fifty-fifty di probabilità si impone. Se non fosse così, non avremmo possibilità uguali e distinte.
259 In verità, nel procedere degli eventi nulla vi è di sbagliato, e la stessa bontà del Signore fa splendere allo stesso modo il sole sui malvagi e sui buoni, dando a tutti loro le stesse possibilità… di opporsi perennemente al Signore e così affidando a Lui la sola libertà degli eventi, quando all’uomo tutte le libere scelte di Dio sono puntualmente contraddette. Questo disegno divino è perfetto: infatti chi, in questa lotta tra il bene e il male ha optato per quanto vi è di positivo, si salva per le sue intenzioni benefiche. Coloro che invece sono stati operatori di male, si ritrovano ad agire così male in un mondo in se stesso sbagliato, nel quale anche chi sbaglia – per grazia di Dio – non fa errori. Sotto questa luce apparentemente fuorviante, perfino quello che è l’errore massimo è corretto dalla complessità del progetto divino, e diventa la totale correzione di quell’errore. Poiché tutto quanto appare fatto dalla Natura e dai viventi in verità è riportato all’origine e tolto di mezzo, il massimo intervento della Perfezione Divina sta nella massima imperfezione, della Natura e dei viventi che è stata tolta di mezzo. Dalla suprema necessità di creare per la salvezza una risposta contraddittoria ma efficace, il Signore ha posto in atto le Imperfezioni della Fede Ebraica che giunsero a voler togliere di mezzo il loro atteso messia, e della Chiesa cattolica, che a poco a poco si sarebbe allontanata dalle originali intenzioni di Gesù Cristo! Ne è così venuta fuori in ogni tempo una Struttura di Potere, attenta al bene della vita mortale e pronta a dar risposte opportunistiche volte ad eliminare tutte le contraddizioni, sia quelle viste nelle proprie Sacre Scritture, sia nel mondo. Così, quando il Cristianesimo Cattolico ha elaborato il suo credo sociale, ha negato la salvezza già portata da Gesù ai sottomessi e ai vinti… Infatti queste queste già erano beate, se avevano creduto per davvero a Lui. Questo in sostanza vi dice infatti la Dottrina Sociale della Chiesa: «Finché, impegnandoci in nome di Cristo, non impediremo la sofferenza e la miseria, sradicandole dalle loro origini, e non renderemo <benestanti> tutte le persone, esse resteranno miserevoli… e tutt’altro che beate!» Dio accetta tutto questo comportamento paradossale, poiché la dinamica che noi vediamo in atto è falsa e bugiarda, poiché è quella materiale! Stiamo spiritualmente retrocedendo verso il domani della materia che è invece giorno di ieri dello spirito… e ciò è paradossale! Si può mutare il dì esistente, di ieri, in cui il nostro Spirito di Osservatori è condotto domani? Ironizziamo: «la montagna va a Maometto se Questi va lì». C’è poco da ridere: il soggetto vivente in moto nel tempo, e la natura vista da lui come l’ambiente in cui viaggia, non vanno tutte e due nello stesso verso!
260 Se sul treno vai a Milano, e ci sei tra un’ora, tutto il panorama è visto in moto come se fosse partito da lì l’ora prima… e ci arrivi dopo e la dici che essa è dopo. Il Maligno consigliò bene Adamo: “Opponiti a Dio e avrai il potere suo!” E verissimo. Ma così l’uomo dipenderà totalmente dalle azioni divine, potendo solamente porre in atto ciò che Dio riporta all’esistenza in potenza, togliendogli realtà e veramente salvandolo, da tutti i paradossi reali! Il massimo controsenso è che chi sbaglia, in una vita sbagliata, alla fin fine... ha ragione. Poiché il No detto al No è un Sì, mentre resta un No se gli dici di Sì. Non per caso Jahvè disse di se stesso <sono chi sono>, e dunque sono sempre un Si se sono il No del No e il Si del Sì, secondo le chiare regole dell’algebra. E ancora una volta Gesù disse il vero: <Dite Si, Sì! e No, No! poiché il di più (il sì del no e il no del si) sono del Maligno>. Se ci pensate attentamente, il Signore ha creato un mondo in cui è solamente possibile fare il bene. Infatti procede comandando con quel sistema giudicato idoneo dagli antichi Romani: <divide et impera>, dividi e comanda. Ora la divisione divina che accade nel Dio dell’essere, è puramente fatta <in potenza> di esistere, ossia è possibilistica . Quando il Fondamento Divino dell’essere si divide matematicamente in anime infinitesime, allora esse sono assolutamente tenute a fare la loro parte di divisione. La libertà spirituale che posseggono è quella che appartiene realmente ad una essenza divina unitaria in infiniti infinitesimi. Ora il progetto siffatto – per divisione – non genera il futuro, ma solo l’antefatto di una divisione perenne che per moltiplicazione e per la forza stessa dell’unità, introdurrà il calcolo opposto, della moltiplicazione esistente tra quanto diviso, e che agirà per ricostituire come il loro finale risultato la primitiva unità. Questa moltiplicazione appare come le forze attive nella natura, perennemente tese alla loro ricomposizione nel loro prodotto. Le varie forze che vediamo nella natura in atto sono proprio quel bisogno della ricomposizione iniziale che accade sempre in tutto quanto sia stato diviso, ma resti sempre un monomio. E lo resta sempre. Ma noi lo intendiamo invece un polinomio di unità distinte poiché, ad esempio, nel monomio 100×101 ×102×103×10 4=10(1+ 2+3 + 4) noi consideriamo separatamente i numeri o i segmenti geometrici 0+1+2+3+4, la cui somma è 10. Così separati siamo tutti noi, anime distinte di un unico Dio. Volendo il bene, ci salviamo moralmente. Volendo il male e dicendo NO al Dio del Bene, in quel caso siamo soccorsi dal Disegno di Dio, che fa esistere quel No in un contesto perennemente negativo, per cui ci salva, nel nostro Purgatorio.
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Lo Spirito santo Paraclito prende corpo in una famiglia
Nella foto (senza che mamma - la fotografa - lo facesse apposta) l’asino appare incoronato da una lampada ancora spenta e ci sono i 5 Amodeo nati nel 20° secolo e che sono le 5 dita della mano di Ro. A destra il Lamech, il Lam ch’è vissuto 777 anni nella persona di Luigi Amodeo disceso in vita il 7-7-7. A sinistra c’è Beniamino, 12° figlio d’Israele, in Benì(to) Am(odeo) (l’alter ego del 1° ). Suoi i <i 3 figli... del 1°>. Qui c’è il 2° parto fatto da Ben. Quello dei gemelli avuti 5 dì prima del natale 2.075; il 1° parto, di Paola, è trasceso, per quel Ro=P. trasceso. Beni Am è col suo 1°genito, ma vale Esaù in Marco, nato col calcagno distorto, poiché Giacobbe gli serrò il piede con la mano, per farsi 1°. In mezzo c’è Romano Antonio, così chiamato dall’Egitto per RA, Orus, Amon, Aton, secondo la parola divina scritta dal profeta Amos in 11.1.
262 La luce sul capo su cui è sceso il Re è spenta, è ancora tutta in potenza di risplendere al momento opportuno. Essa si accenderà nei secoli a venire e brillerà sempre più via via che il tempo si avvicinerà al 17/2/4631 della piena inversione dei poli magnetici. In mancanza di essa sul Sole ci sarà il ribaltamento di 180° dell’asse terrestre e indurrà il finimondo. Si accetterà allora che di me fu segno Esaù-Edom: il <sei romano da cima a fondo> che dall’<Alfa all’Omega è A-modè-o>. Di ciò è scritto in Apocalisse quando Gesù dice: <sono l’Alfa e l’Omega, il principio e la fine>. Nella foto l’asino ha in braccio Andrea, il 1° apostolo di Gesù; i 2 gemelli A.-M. sonno l’unità di <I Am>. Andrea è il 2°, immagine e somiglianza del Giacobbe parso nel 1° tempo il prescelto da Dio, a discapito del fratello Esaù. La Distanza NN, tra il Nonno AM e i Nipoti A.M. di 25.003 dì è eloquente: è la realtà ¼ di 106 (tutto il complesso), quando essa è presente in tutto il flusso 3. Tra Marco e Andrea (il vero ordine tra i due gemelli) e Paola, la 1°genita (nata il dì dopo il 25-1 natale di Romano) 328 giorni. In essi il quadrato col perimetro 28 (in ragione del lato 7 ch’è tutto quanto il moto) ha il flusso intero di 300 giorni ed indica con ciò in sostanza lo stesso scorrimento totale esistente tra il nonno di Romano e i due nipoti gemelli . Per questo la 1°genita è virtualmente tolta di mezzo, essendo per di più nata nello stesso 26 gennaio di Torquato Amodeo, quel nonno che dà il 5° nome (come Paola, che dà il 4° nome, al maschile). Tra i 5 nomi dell’asino: i primi tre Romano Antonio Anna sono solo di lui nato in data 1-25; gli ultimi due Paolo Torquato sono condivisi: il 4° con Paola Amodeo che è sua nipote; il 5° con con Torquato Amodeo di cui egli è il 1° nipote maschio. Ciò in perfetta conformità con il nome composito di Gesù: Una la G dalla 1a lettera di Giacobbe, nome nato nel versetto 26; Trino l’<esù> dalla 1a 2a e 4a lettera di Esaù nome nato nel vers. 25.
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Infatti in Bibbia 1-25 nel versetto 25 è introdotto il nome di Esaù, che, restato senza il primato espresso dalla A del suo nome, resterà come il minuscolo <esù> che segue, per il primato assunto dal fratello. In Bibbia 1, 25, nel versetto 26 è introdotto il nome Giacobbe che si imporrà, acquisita la primogenitura, con l’acronimo G del nome Giacobbe, collocato davanti ad <esù> a promuovere il nome. Il nome unico di Gesù è così composto col portato dei versetti 25 e 26, così come per Romano sono i giorni 25 e 26 dello stesso gennaio a comporre il suo nome, fatto così nei primi 3 da quanto riguarda lui da solo (e corrisponde alle 3 lettere di <esù>), e nei 2 che seguono, che sono legati a lui da una sorta di reale nepotismo che associa e coinvolge l’unitario possesso del suo nome in un modo unico nella sua generazioni, ma che ne coinvolge tre. È in sostanza lo stesso legame esistente tra Gesù e Anna, la mamma di sua mamma, che in Gesù accade e implica tre generazioni, mentre ciò si ripercuote tutto quando nel nome di Romano, in cui la 3a generazione di Gesù con sua nonna Anna si risolve nel suo essere il 3° nome, mentre, - massa a posto con Anna la madre della madre, con Torquato, nome 5°, è messo a posto il suo essere in terza generazione con il padre di suo padre. Mentre è 66+78+26=170 il valore solo di Romano, il nepotismo, che somma 51 +113 e dà 168, con questo risultato si rivela in quanto esattamente proviene dal volume 170, quando si estrapola un piano a lati 1 e 1, il che riduce tutto al solo flusso reale il 168 che, essendo 100+66+2, somma al piano 100 il flusso del solo 1° nome Romano, sommato agli ultimi 2, considerati 1 in ciascuno. In modo simmetrico, le 3 generazioni comprendenti Luigi, Benito e Paola, son precedute da quella unica di Torquato, padre di Luigi, e tra Torquato e Paolo (nati 1.26 entrambi: lui nel 1856 e lei nel 1975) ci sono 119 anni esatti, uguali a un 1.000 in più nei 1.119 giorni esatti esistiti tra me e il mio alter ego Benì Am..., e ciò mentre sono 1.116, ma in cicli di 10 giorni esatti, quelli tra Luigi e Romano.
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Questa la distanza diretta tra le 5 posizioni estreme. Pertanto:
Da Torquato, nato 26-01-1856, al 3° figlio Luigi ci sono 18.789 giorni. Da Luigi, nato 07-07-1907, al 1°genito Romano ci sono 11.160 Da Romano, nato 25-01-1938 al suo alter ego Ben sono 1.119 Da Benito, nato 17-02-1941 alla sua 1°genita Paola sono 12.396 ______________________
e sono 5 generazioni in 119 anni esatti = giorni 43.464 Questi 43.464 giorni, riferiti ai 44.444 di una realtà eterna nel periodo, implicano la presenza esatta dei 980 dì uguali al flusso in esso di un quadrato il cui perimetro 80 ha un lato 20 (ch’è tutto il moto 10 del 10). Quadrato che fluisce nel suo 100% per quel 900 che lo porta al 103 ch’è posto in principio. È la stessa indicazione data dai 119 anni che sono tutto il flusso dell’881 in 1.000 e che, distando 99 dal 980 mancante rispetto ai 44.444 giorni, distano quel numero invariante che con 1.000 : 99 = 10, nel suo eterno periodo, semplicemente lo ripresentano nel tempo.
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Lo Spirito santo Paraclito prende corpo nell’idea-guida del σώμα-ro (corpo di Ro) L’annullamento dell’infinito coesistere degli opposti, senza annullarsi mai, sembra essere il fatto paradossale di un rendiconto finale del tutto irrealizzabile. Ma qui ora, davanti a voi, prende corpo, c’è l’avvento reale di un sώma Ro (16+13=29, il 10° numero primo), di un riconosciuto somaro la cui idea-guida porta a tutt’altra verità, che dissolve questa paradossale eterna continuità del dualismo assoluto tra tutti gli opposti fronti, senza mai una soluzione! Ormai ho 82 anni compiuti, e sembra proprio impossibile che stia predicando da oltre 50 senza che mai alcuno di quelli che contano per davvero, si sia accorto di me! Passi pure per il campo scientifico, dato che mi laureai in Architettura, nel lontano 1968, a ben 30 anni, in un corso di 5 che (se fossi stato un fedele frequentatore delle lezioni) avrei dovuto superare almeno 6 anni prima! Laureato con voti mediocri e lontanissimo da quel 30 e lode che forse avrei potuto conseguire, se mi fossi applicato di più e solo agli studi, tacitando gli altri forti interessi che avevo, in ogni campo, dalle pratiche del corpo allo spirito. Non può di certo passare nel contesto della Filosofia, la cui prerogativa principale è quella di una totale vigilanza, su tutte le vere novità che si presentano, nel campo del giudizio serio sulla verità-base su cui è costruito tutto l’Universo reale e tutto quel mondo delle idee che fanno parte del contesto spirituale. Solo giudicandomi assolutamente un somaro, che non vale nemmeno la pena di ascoltare, solo così è giustificabile che tutti i filosofi nemmeno si siano accorti, nei 22 anni dal 1.978 al 2.020, che nel 1997, a Saronno, in via Prampolini, presso il Centro Sociale Cassina Ferrara, era risorta l’antica «Scuola Italica» di Pitagora, ora appoggiata alla filosofia della scienza, la quale non si basa più solo sulle opinioni, ma anche sui principi riconosciuti scientificamente accertati. La 1a Scuola Italica fu fondata in Calabria 25 secoli prima; la rifondazione sua, operata da me, intrecciava 3 idee-guida : quelle sorte ad Elea, da Parmenide e Zenone (secondo le quali il fondamento di tutte le cose era posto nel loro stesso essere); con quelle sorte a Crotone da Pitagora (secondo il quale questo essenziale fondamento consisteva nei numeri, dal perfetto 3 parimpari al 10 della sua famosa tabellina, ed era già una tesi epistemologica, poggiata sulla verità della scienza matematica e sull’eterno condominio tra i numeri pari e i dispari); e infine con quelle di Gesù che denominava Padre, Figlio e Spirito Santo il 3 perfetto.
266 Le idee-guida della mia Nuova Scuola Italica sono apparse essere talmente una nullità, una “cosa” senza alcun valore da rilevare che se cercate traccia di questa scuola di Filosofia della scienza, di Epistemologia, così intitolata, nella famosa Enciclopedia Trecani, questa è la desolante risposta: <ma chi è?>
Se ripetete la stessa ricerca su Google, relativa alla presenza come voce, sulla meno ampollosa Enciclopedia Wikipedia, l’esito è lo stesso:
Eppure solamente questa Scuola, poggiandosi esclusivamente sulla scienza matematica, geometrica e fisica e sulle verità relative da esse conquistate, ha saputo fin da principio trovare una ragione a tutte contraddizioni esistenti tra: l’essere e il non essere, l’attuale e il potenziale, il bene e il male, il positivo e il negativo in genere, l’uomo e Dio, il Relativo e l’Assoluto, eccetera. E ha varato il <Perfezionismo>, del Dominio totale della Perfezione, contro il nullismo del <Dio è morto> di Nietzsche, dando una riposta definitiva e basata sulla scienza, a queste due domande: Se c’è un Dio di vita eterna, perché trionfano la forza bruta e la morte? Se c’è il Dio Perfetto, perché ha creato questo mondo così imperfetto?
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Questo... sώma-ro così così si rivolge ai posteri Apparirà essere uno sputasentenze, alla scienza dei nostri tempi che, mentre dichiara di essere post-Galileana, di costui non ha ancora idealmente afferrato il fondamento della sua novità, basata sulla presenza in atto del 3° principio della Legge Dinamica, volgarmente chiamato di Azione e Reazione. Galileo Galilei aveva capito come tutte le apparenze hanno sempre un reale soggetto a cui esse appaiono sempre nella dinamica contrapposta, anche quando l’<osservatore> è un puro strumento. È su quella base, oggi, che una pellicola si muove verso sinistra, passando davanti a un proiettore che ne ingigantisce le immagini su uno schermo, osservandone i vari fotogrammi nel verso opposto, ossia da sinistra verso destra. Per Galileo era la Terra a ruotare su se stessa e attorno al Sole e per reazione apparivano le stelle e il Sole ruotare attorno alla Terra. Se voi mi dite che i Fisici di oggi hanno capito la sua lezione, allora vi chiedo: «Vedendo in atto dinamico l’Evoluzione, in ogni campo della nostra esistenza, perché continuano a crederla vera anziché solamente apparente? Quando <io>, nel mio eterno presente, vedo trascorrere davanti a me l’Evoluzione dal passato a Futuro, non sono forse come quel proiettore del Film che lo vede evolvere in un suo futuro che è alla mia destra, solo quanto in verità il suo Universo sta andando nel verso opposto, del suo passato posto alla mia destra? Il principio di Azione e di Reazione si applica ad ogni dinamica reale nel tempo, nessuna esclusa, e quella fondamentale e unica che vediamo sempre evolvere verso il futuro, è solo la Reazione Apparente vista, in contrapposizione alla sua Azione Vera. Voi, osservando la linea rossa nel riquadro qui a lato, cosa state vedendo, se non una linea in pendenza? Posti in verticale il tempo e in orizzontale lo spazio, questa è la pendenza dello spazio-tempo quando i due valori sono uguali. Ora se il punto di osservazione di Maometto è nel punto più in basso, come deve muoversi su quella linea pendente se Egli vuole percorrerla in salita? Maometto va alla montagna solo se essa simultaneamente va incontro a Lui! Tutte le derisioni fatte a quel Profeta, con questo fasullo sfottò relativo al suo presunto miracolo, si ritorcono contro coloro che le fecero, poiché in verità il nostro punto di osservazione è quello che detta il tempo di presenza di un Universo tutto scalare ma senza altro tempo di presenza che il nostro, di noi suoi vedenti.
268 Così non starò a dannarmi molto per far capire le questioni che portano una apparente imperfezione – vista scrupolosamente presente in atto – come il segno di una imperfezione che sia veramente rimossa, anziché apparentemente fatta. I tempi moderni sono ancora così tanto tolemaici, che Galileo è stato utile solo per il telescopio e il microscopio, che hanno ampliato le possibilità umane di andare a vedere sempre più nel grande e nel piccolo, e non ha potuto insegnare nulla in fatto di quella Relatività Generale tra l’osservatore e l’osservato nelle due direzioni opposte come quelle dell’ammassamento in una massa corporea e della espansione di un corpo nel suo puro aspetto ondoso. Il Genio Ultimo riconosciuto e riportato da tutte le Enciclopedie (Albert Einstein, teorico di questa Relatività Generale) sta ancora mille miglia più indietro rispetto alla comprensione dell’esistenza di ogni cosa, di cui si avvalse il Galileo Gesù, quando la spiegò a Nicodemo, e che di fatto il Galileo Galilei ha ripreso per una seconda volta, come straordinariamente mostrato addirittura nel suo essere un Galileo in seconda battuta. Come potevano, le persone di questo mondo (che danno così tanto credito di verità alle cose che vedono), giudicare un pensatore serio e rilevabile colui che gli diceva chiaro, netto e tondo: <È tutta e solo pura apparenza, del tutto priva di verità, così come lo è quella che il sole e l’universo ruotino davvero attorno alla Terra, così come appaiono>. È il futuro che arretra verso di noi, ed entra così a far parte del nostro apparente presente! Tutto sta veramente devolvendo e tornando verso “il suo principio”, se noi, da lì, da quel principio e per azione uguale e contraria, assistiamo alla apparente Evoluzione Generale. Il nostro tempo presente è ancora troppo dominato da tutto ciò che è solo pura apparenza, e vede di conseguenza la morte come una fine anziché il vero principio personale che essa è. Essa lo è per davvero, quando si biforca, partendo da zero, punto di coincidenza tra tutto il verso negativo e il verso positivo di una esistenza di cui, fino alla morte, si è visto da ciascuno di noi (e in una percezione unicamente soggettiva) solo uno dei suoi due rami, poggiati ognuno di noi sulla base dinamica inversa di tutta quanta l’altra, relativa al ramo opposto. Dal lato reciproco, la nostra soggettiva nascita è solo il nostro innesto genetico (fifty-fifty) nei geni di nostro padre e nostra madre e ci appare, in modo uguale e contrario, non un inserimento in una apparente causa nostra, ma una sua derivazione da essa.
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Il falso dominio dell’apparenza. Nella realtà di quant’è solo pura apparenza, priva di verità, il redde rationem finale in cui tutta la complessità dell’universo abbia un suo punto finale e terminale, sembra non esserci e non venire mai! Ma è così solo poiché è in atto una staffetta sulla vita, che appare trasmettersi di padre in figlio e fino agli estremi limiti. Invece questo momento di bilancio estremo esiste, e sta nel punto finale della vita dell’osservatore. Con il suo attimo di azzeramento, c’è il definitivo bilancio terminale fatto su tutto l’universo. Infatti, quando, giunti come un pendolo al punto più alto della nostra risalita nel tempo, inizieremo la discesa, assisteremo al miracolo incredibile che da quel momento in poi, tutti i viventi collocati da quell’altra parte, non assisteranno più all’evoluzione, ma alla devoluzione. Non vedranno più il tempo andare in avanti come è visto ora, ma sempre avanti… tuttavia nel verso opposto. Così come accade a ciascuno di noi posto davanti a uno specchio: la mia destra di me, ora, davanti allo specchio si muta nella sinistra della mia immagine e somiglianza che dà di me lo specchio. Il punto zero in cui tutto l’universo somma tutti i suoi opposti e li azzera sta lì, tra le due immagini al di qua e al di là dello specchio. Il mondo reale che sembra essere l’eterna compresenza, in Natura, di tutte le forme di contrapposizioni, materiali e spirituali, avrà il suo momento zero, in quello della nostra soggettiva sua visione personale. Chi ci sopravviverà seguiterà a scorgere sempre più il suo creduto futuro, che per noi – posti nell’altro campo – si sarà girato tutto nel verso opposto del passato, che però seguiterà ad apparire sempre come il nostro futuro. Su quella progressione nel tempo, tra duemila anni andremo a vedere la morte di Gesù Cristo... essendo realmente presenti in tutti coloro che la videro o vi presero parte. Infatti, procedendo verso il passato, di generazione in generazione raddoppiando i nostri punti di vista, in 2.000 anni non c’è uomo del tempo, che abbia avuto figli, che non sia un nostro antenato diretto. Noi stiamo già dinamicamente andando in quel verso, con la presenza del nostro punto di vista spirituale. Solo che esso non ha alcuna grandezza e non lo scorgiamo. Noi vediamo solo le cose grandi e materiali, e la loro dinamica è opposta al nostro spirito e si muove come appare muoversi l’ambiente quando un osservatore va alla Montagna: la vede venirgli incontro, come quel futuro in cui poi egli muoverà i suoi passi.
270 Se volete capire da che parte sia il vero e dove sia quanto è pura apparenza per ciascuno di voi, dovete avvalervi unicamente della vostra esperienza personale e, procedendo nei modi di una scienza sperimentale, chiedervi: <Cosa è tutto questo?>, assecondando proprio la domanda di Socrate. Converrete che essenzialmente: <la vostra esperienza reale e personale è quella di un soggetto che esiste in ciascuno di voi e che osserva una oggettività corrispondente all’ambito in cui personalmente esso esiste>. Per ciò, una esperienza soggettiva non può mai essere mutata solo in un contesto, un ambito, un ambiente oggettivo, che esista in sé e di per sé come l’Universo materiale e di cui voi – come osservatori - siate stati un prodotto, una sorta di straordinario evento. Sarebbe come se, nelle possibilità autonome offerte da un computer, ci fosse quella di farvi nascere una sorta di <io vedente>. Noi abbiamo anche l’esperienza di vederlo accadere in ogni sorta di virus. Ma in ogni caso, se entra nel calcolatore un simile apparentemente indipendente soggetto, esso vi è sempre stato introdotto da qualcuno. Il modo di realizzarlo sta nel chiudere in se stessi dei cicli operativi. Allorché ciò accade, questo ciclo assume la forma <soggettiva> che consiste in una reale indipendenza da tutte le condizioni dell’ambiente, di fronte alle quali il ciclo si opporrà ed esisterà nel suo insieme. Anche la materia si rende indipendente rispetto al suo ambiente, quando i 6 versi esistenti nello spazio tridimensionale, diventano i 7 chiusi nell’unità dei 6 rivolti verso lo stesso centro, e che fronteggiano i 6 contrapposti e centrifughi. Quando ciò accade nel contesto delle onde elettromagnetiche, da 6 fotoni centripeti si realizza l’accorpamento materiale di un soggetto ammassato, nel quale le 6 componenti centrifughe e di natura elettrica, si combinano con le 6 opposte e di natura magnetica, a configurare nel loro valore combinatorio la dimensione in grandezza che tutto ciò presenterà… e si chiudono in unità. L’unità indissolubile della settimana sta in questa chiusura a sfera, i cui vincili sono 7, e lo rendono un mondo autonomo rispetto all’ambiente. La nascita della materia, così è fatta. Essa con ciò assumerà il suo carattere soggettivo, rispetto all’ambiente oggettivo ed elettromagnetico in cui questo accorpamento elettromagnetico esiste. Il suo comportamento dimostrerà una sorta di soggettività nei valori della sua massa, del suo peso, della sua velocità. In questo modo le caratteristiche oggettive sono assunte in modo soggettivo da ogni soggetto materiale: chiudendosi a guscio in una unità corpora che esisterà sulla base di 7 vincoli: 6 nella sua esistenza ortogonale, uno in più per il 7° vincolo di avere un comune raggio.
271 È in ragione di questo che, nella ricerca della conoscenza, i materialisti, osservando le caratteristiche soggettive della materia, hanno concluso l’evento accaduto ad un certo punto della storia, in cui una ben determinata <materia> ha assunto la consapevolezza di se stessa ed è divenuta un <soggetto cosciente ed osservatore>. I materialisti non tengono però alcun conto dell’esperienza di ciascuno di noi: rispetto a tutto l’Universo dei fenomeni essa è assolutamente imprescindibile. <La cosa vista> da tutti i soggetti viventi lo è solo in una manifesta staffetta della vita, in cui ogni vivente passa il testimone a chi prosegue la sua corsa. Nei confronti della cosa essenziale che è la vita di ciascuno di noi, valgono le esperienze personali che continuano avendo una differente base? Possiamo avere la certezza che quello stesso ambito in cui esse esistano, ci sia in concreto come quella cosa in se stessa che possiamo fissare nella Natura dell’Universo? Apparentemente sembra possibile quando, astraendoci da noi stessi, vediamo altri, molti altri come noi (che vedono il mondo nel nostro stesso modo) nascere e morire in esso nel perdurare dell’Universo visto da me. Ma quando non ci sarò più ad osservarlo, posso essere sicuro che la sua oggettività sopravviva al venir meno di chi – il mio io – la faceva esistere con la sua straordinaria virtù di dar forma ideale all’universo fatto solo da quanti, la cui espressione possibile stesse solo nei numeri delle loro quantità? Non siamo noi a concepire qualitativamente i numeri fatti di quanti e di frequenze, concependoli come luci, colori, sapori, odori, suoni, percezioni tattili? Spento il mio <io>, resterebbe la <forma> dell’universo (dal momento che è una generale concezione mia soggettiva, quando io attivo le <mie> regole conoscitive? Esse sono <mie>, essenzialmente mie, nostra… e se sono eliminate, togliendo all’universo tutta la forma assunta dalla concezione nostra sul portato dai nostri 5 sensi, resta (di ogni cosa che esista) una, una sola che sia oltre a quanto non appare e non è accaduto mai ad uno che è nato sordo, cieco, non ha gustato, non ha tocca, non ha odorato, ecc. ecc. mai nulla? I materialisti han torto: in principio sta chi vive e la capacità del suo software. Anche quando non c’è un osservatore solo, ma partecipano ad una sola staffetta della vita. Possiamo attribuirle la capacità <di branco> di idealizzare il mondo… e quello esiste. Allo stesso modo in cui si incarna ogni ideale in chi per primo realmente lo concepisce. Nel momento in cui i viventi cessassero di vivere, certamente cesserebbe tutto quanto il <loro> mondo...
272 Ecco questa è la domanda fondamentale: <il mondo esiste in se stesso o in una esistenza relativa che è condizionata totalmente a quella posta in principio di chi lo concepisce così ed accerta così, come il suo sottoprodotto ideale>? Il giudizio giusto è che non abbiamo nulla – proprio nulla! - che ci possa fare escludere il nostro essere <il soggetto vedente> dalla cosa <vista dal vedente>. Fu il centro della discussione scientifica tra Karl Heisenberg ed Albert Einstein, che gli chiese in modo alquanto provocatorio: <Se non osservi la Luna, quella si muove?>. La domanda fu posta poiché il teorico dell’indeterminazione sosteneva che tutti i moti oggettivi dipendevano dai moti dell’osservatore. E poiché questo atomico “osservare” è attuato dal soggetto tramite il moto dei suoi elettroni, ecco che non si poteva determinare, attraverso il moto di uno, quello dell’altro. È strano che Einstein, il teorico della Relatività Generale, sia rimasto vittima di questo gravissimo malinteso, dal momento che proprio lui negò l’esistenza della massa d’urto tra due mezzi quando essi avevano lo stesso verso, la stessa direzione e la stessa velocità relativa. E non si accorse che la Relatività Generale vera, che esiste, è quella tra chi vede e ciò che da lui è visto, tra il Soggetto e l’Oggetto. Ogni Soggetto di una azione esiste prima della sua stessa azione. Egli è “in principio”, ed è “spirituale”, prima che “materiale”.
Gesù lo sapeva già e lo aveva annunciato allo scienziato del suo tempo, Nicodemo.
273 Einstein ha mutato questo rapporto essenziale ed imprescindibile tra soggetto ed oggetto in quello – tutto e solo oggettivo! - tra la massa in condizione di quiete, e l’energia. Quanto cammino ancora, da fare, per Einstein e tutta la Scienza dei tempi moderni, prima di giungere alla verità pura, semplice, essenziale, detta dal Cristo, misconosciuto dalla Scienza! Rivelata ben 2.000 anni prima del famoso e così osannato Albert, che non è ancora giunto a tanta purezza! Per farvi capire la differenza, essa è la stessa che esiste quando due scienziati esaminano i dati conoscitivi posti alla base di una <visione computerizzata>; uno, Gesù Cristo, li osserva direttamente, nei dati; Einstein li osserva ancora nelle immagini secondarie che hardware e software determinano sul suo monitor! Io chi sono? Esisto come un punto senza dimensioni e invisibile, non avendo spazio ma solo collocazione in esso. E concepisco spazio, tempo, materia, ogni cosa oggettiva e posso avere una esistenza temporanea, facendo coesistere (per il solo tempo della mia vita terrena) il negativo assieme al positivo, in una sorta di reale conto a rovescio… che poi vedo nello stesso monitor in cui lo vede Einstein. Avuto il prestito di 1 vita esistente tra debiti e crediti, ho solo il tempo e luogo di renderlo a Chi in divina potenza me l’ha posto in atto reale. Con l’azzerarsi della vita personale, si annulla il divenire prima visto. Ma accade come in un pendolo che, andato fino in su, poi riparta in giù. Giunti a quel punto, assisteremo – sempre sullo stesso schermo – al reale capovolgimento di tutto quel divenire nel tempo che prima era stato visto: ora tutto non evolve più, ma arretra verso il loro principio, e tutto quanto il contesto posto prima realmente in atto ritorna ad essere in divina potenza. È questa divina potenza che parrà realmente essersi posta in atto, e fino al punto da aver rovesciato la progressione nel tempo dell’Universo. Quando ciascuno di noi vedrà ogni cosa prima vista fatta ora evolvere verso il prima che essa fosse fatta. Allora quest’uomo potrebbe affermare – poiché è così che vede non solo lui ma anche tutti gli uomini nella staffetta ora esistente in quel campo – che si sia rovesciata la dinamica oggettiva di tutto quanto l’Universo. Giunti a quel punto, potremo seguitare a credere <oggettivo> e valido in se stesso, quello che è solo dipeso dal verso impresso al nostro esistere personale? Non lo potremo più fare. Ecco, solo quando usciremo dal contesto relativo (di una visione vista così “realmente” come sullo schermo creato dalle regole della nostra mente), e torneremo ad esser parte di quella divina animazione che ci anima, solo allora avremo la vera Verità in se stessa, cioè quella per cui Gesù era Verità, Via e Vita. La Verità di Dio esiste, e non è quella selettiva, ma quella inclusiva.
274 Non è quella che distingue questo da quello, per cui questo è vero solo in base alla falsità di quello. La verità sta nell’uguaglianza dei valori opposti che esistono entrambi (ma solo finché dura la vita di chi l’osserva), e uno nel campo contrapposto all’altro per cui è vero che: -Uno = +Uno considerata la contrapposizione tra i due membri dell’equazione. Se dite che non è vero, è solo poiché ignorate che cosa significhi nella sua essenza ciò che esiste ed è <uguale e distinto> come un unico asse cartesiano in cui esistono due versi opposti e in uno c’è -1 poiché nell’altro c’è +1. Il segno = (uguale) mette in relazione due campi opposti, e se l’Uno negativo di sinistra passa nel campo opposto deve invertire il suo segno. Tenendo conto dell’opposizione che esiste tra i due membri la verità apparente in +5=+5 non è l’uguaglianza che sembra, ma una diseguaglianza. Nel mondo “relativo” le cose stanno proprio in questi termini: danno luogo a verità che sono speculari: infatti anche uno specchio muta il verso dell’immagine che vedo. Se -1 è la mia mano sinistra, in quel me stesso che ho davanti allo specchio essa è +1, è la sua destra. Eppure siamo un tutt’uno. <Chi è quello vero? Sono io, o lo è la mia immagine?> Io sono l’opposto esatto dell’immagine reale che hanno di me tutti gli altri che mi osservano come se essi fossero contenuti nello specchio. E dunque io stesso vedo gli altri (e tutto quanto il mondo in cui essi sono) vedendo il tutto nella dinamica opposta a quella che il tutto ha davvero.
275 Quando esistiamo in questa visione complessa, che riguarda i due contrapposti versi della nostra reale osservazione, qual è la verità? Essa è quella inclusiva che accomuna tutte e due! Essa è che esistono tutte e due, e se sono una a destra e l’altra alla sinistra di questo segno di uguaglianza che genera la contrapposizione speculare esistente nella realtà, allora la verità del complesso è paradossale: è che il Ricco è il Povero… nel mentre il Povero è il Ricco. C’è suprema contraddizione, nella verità senza limiti! Come mai? L’Assoluto illimitato con +1 e -1 realizza la Relatività Generale. In tutto ciò: 1×(−1)=−1 interagiscono. Finché (col redde rationem finale)... 1 -1 = 0 ! Questo è il dualismo tra la Verità del mondo, e quella di Dio. Esse sono due verità <uguali e distinte>, ma costituiscono <un tutt’uno> espresso nel valore assoluto dato da zero (come la mancanza di ogni numero N uguale alla pura essenza di ogni possibile cosa che ci sia e sia numerabile) quando la mancanza di N si basa sulla presenza di N. Allora accade il portento dell’essere in pura potenza di essere, in un contesto assoluto, senza limiti e totalmente divino, trascendente il contesto binario, reale, contraddittorio, e tutto si sintetizza in un Tutt’uno uguale a Dio: N0=1. La verità che è solo quella del mondo, è falsa, unilaterale, qualunque sia. Anche quella di Gesù che va a morire è verità relativa e dunque falsa! «Ma come? Non sarebbe mai accaduto?» Sì, è così! Tutto esiste unicamente in modo potenziale, ossia nella sua sola e pura possibilità di esistere! L’esistere quando è DIVINO, si attua IN POTENZA… e si mostra realmente in una reale contraddizione. In essa ogni cosa reale apparente è contraddetta da quella uguale e contraria. Esiste la materia poiché è contraddetta dall’Antimateria. Esiste il lato elettrico poiché è contraddetto da quello magnetico! Esiste il Bene sulla base del male. Esiste Dio sulla base del Diavolo. Esiste il Paradiso sulla base dell’Inferno. Il nostro mondo è BINARIO, totalmente contraddittorio! Beith =2 è la prima lettera della Bibbia. 2 è il primo numero primo, espresso in numeri naturali. E ciò in quanto il primo numero naturale 1 è trascendente. Indica 1=N0 l’intera esistenza in potenza.
276 Gesù, apparso finito realmente in croce, invece, nella verità assoluta delle cose, attua proprio quella provocazione fattagli da un soldato: “Se è vero che sei Figlio di Dio, dì a tuo padre di schiodarti e liberarti da questa croce”. La potenza del Padre, del Re su di me è tale da annullare la crocifissione! Chi ve lo sta dicendo o scrivendo per primo? Chi sta mostrandovi la suprema liberazione da tutto il mondo reale? Chi doveva annunciarvelo? Chi, se non lo Spirito Santo Paraclito preannunciato da Gesù Cristo? Esso esiste in sé e parla però con la mia bocca, Esso scrive usando la mia penna, esso vive e si esprime servendosi della mia carne. Ebbene, concretamente ciò è non solo idealizzato, ma è anche verificato dalla mia persona, ed essa è così quella in cui i valori divini di Padre e Spirito santo cominciano a camminare, in Comunione con chi per primo li ha non solo concepiti, ma poi concretamente posti in essere e mostrati a tutti quanti:
un asino”
Badate, tutto è accaduto in me solo dopo che Dio ha Concepito e fatto camminare in me e su di me proprio il massimo avversario, l’Anticristo! Concepito infatti nel -666 Apocalittico della Bestia (presupposto che è così arretrato da 0) ecco che il parto reale si attua mediante quel +666 che ha convertito fin dalla nascita reale il massimo nemico nel massimo degli amici. È la stessa divina strategia usata con chi poi si sarebbe mutato, dal Nemico Saulo, in San Paolo: prima lo fece esistere come un sommo avversario, per convertirlo poi – esattamente il 25 gennaio del 38 e non per caso la stessa data in cui sono nato 19 secoli dopo – nel massimo supporto, che non cade più in inganno, avendo del tutto smascherato l’errore, e aggiunge la sua chiara e sapiente Ragione alla Fede consegnata a san Pietro. E come dolo la sua Conversione San Paolo servì Gesù Cristo, così è accaduto all’asino che sono io nelle mie corporee fattezze : di aver servito e servire nei secoli dei secoli il Re Uno e Trino che su di me asino entra finalmente nella sua Gerusalemme.
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L’ipse dixit giusto per Gesù è col Re venuto su un Asino L’<ipse dixit> riferito a Gesù dura finora, mancando – nella accettazione del Cristianesimo – il suo preannunciato ritorno nello Spirito santo Paraclito, che avrebbe liberato tutti e per davvero! Quello che vi ho indicato non è entrato ancora a far parte della Religione Cristiana. Essa seguita a giudicare totalmente definita e conclusa la rivelazione divina, con le parole del Nuovo Testamento. Il Vangelo di Cristo non libera ancora tutti per essere stato mutato – da quell’atteggiamento giusto che ogni Spirito doveva avere nei confronti della Verità Suprema – in una Legge compiuta e definitiva, imposta ora con un sancito giudizio del tutto identico: <lo ha detto Gesù!>. Imposto, come vi ho documentato, da una falsa verità! Gesù infatti, <ipse dixit> proprio lui lo dichiarò, e ve lo scrivo di nuovo: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera…» Il Cristo di Dio venne a liberare lo Spirito da ogni Legge vincolante (anche la Sua, quando essa è fraintesa), la quale, invece di aumentare le libertà dello Spirito Santo umano, lo ha asservito! Dichiarò espressamente che “È sempre la legge che deve essere al servizio del bene di tutti e non viceversa.” Gesù preannunciò l’avvento di questa vera libertà collo Spirito di Verità, detto anche il Consolatore, il Paraclito. Agli apostoli dispiaciuti della sua prematura dipartita, dichiarò ch’era meglio per tutti ch’Egli morisse, salisse in cielo e tornasse alla pienezza dei tempi a rivivificalo in un uomo mortale e morente, e dargli con ciò una nuova vita reale, rientrato in tal modo egli pure nella maggior gloria del Padre suo e Spirito Santo! E in me accadde proprio così! Ero moribondo, il 4 giugno 1940. In me, quel Dio, che crea in giorni e si riconduce al 103=1.000, che aveva messo come antefatto a me Luigi, mio padre e Mariannina, mia madre, il cui valore in gematria, complessivo, era il 138 dato dal 54+84 dei due nomi (e con questo aveva premesso 138 giorni ad una vita di 1.000), ne avrebbe avuti solo altri 1.000 -138 = 862.
278 Ora accade che il mio nome (uno in sei distinti nomi di Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO) nei caratteri “Romano Amodeo” (di Nome e Cognome), nei caratteri “Torquato” (del 5° nome) e nei caratteri “RoAnAnPaToAm” (acronimo a due cifre dei miei 6 nomi) vale sempre 113. Come i caratteri “PTR Romano” valgono l’unità in più di 113, cioè 114. Ebbene il 113 è dato da questo calcolo. (66×26−7−7−7) =113 15 Esso equivale al prodotto che esiste Uno e Trino nei miei 6 nomi, tra i caratteri “Romano”=66 e i caratteri “Anna”=26. Il prodotto porta a 1.716 Il divisore 15 è la differenza data tra i caratteri “Romano”=66 e i caratteri “Paolo”=51 (il mio 4° nome). Infatti 66 -51 = 15. Ebbene, per ottenere il mio Trino 113 dal prodotto Uno e Trino (dei nomi 1 e 3) occorre sottrarre loro la data esatta di nascita mio padre: -7 -7 -7. 1716 -21 = 1.695 che, diviso per 15, dà esattamente 113. Sappiamo in Apocalisse che la Bestia, è 666. Il suo solo flusso è 666/3=222 Allora considerate questo altro calcolo. 1.938−666 /3=66×26 66×26 è il potenziale essere mio Uno × Trino nei miei nomi 1 e 3. Devo togliere il flusso reale della Bestia, alla mia entrata in essere nel 1938 per ottenere il mio divino essere Uno e Trino.
Il Re, l’1×3 scende su questo puledrino: Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo.
279 Vivrà 100+381+381=862 dì, premessi a lui 138 di Luigi=54 e Mariannina=84 Fu così! Nell’862° dì di vita (1.000° colla premessa di papà e mamma) morì! Ed ecco: Maria Santissima compì in lui il miracolo della parusia di Gesù! Gesù la predisse e la fece prevedere colla risurrezione di Lazzaro (Là, alla fine z della fine z, A. Ro, Amodeo Romano) in relazione alla quale già tutti sono in pieno accordo che con essa Gesù anticipò la visione della sua propria imminente morte e risurrezione. Vi sorprende che l’abbia mostrata anche per farvi vedere la morte e risurrezione di quando sarebbe tornato e <là, alla fine della fine, A.Ro>, con <Lazzaro>, il piccolo e innocente morto <A. Ro> sarebbe stato salvato, da un nuovo e miracoloso parto di Maria Santissima? Gesù lo predisse anche gridando prima di morire <Eli Eli! lemà sabactani>! Secondo il linguaggio dello Spirito Santo, che lo lascia udire da ogni uomo nella sua lingua, esso è udito: <è lì, è lì! Le ma’ sa’ ba(RA)ctà NI> barattare RA con NI. Mia mamma chiamata Baratta invocò Maria: <salva Romano innocente come Gesù!> <Le ma’>, le mamme, sono 3 in Mariannina Baratta e Maria Santissima; sono: Maria, nella mamma di Gesù con Maria ed Anna nella mia. E la mia, di cognome Baratta <sa BaRAttà’ NI> (con il Nazarenus Iesus) quel nascosto RA, nel centro del suo cognome, in un baratto da tenere occulto, laddove <Baratta NI> è detto <bactàNI>, senza il RA nel cuore di BaRAtta, romanizzata in Baracta.. Allo stesso modo fu nella risurrezione accaduta a <Betania>. Essa, invisibile in me, sarebbe apparsa nella vita nuova, concepita lo stesso 4 giugno 1940, del mio alter ego <Benito A.> anagrammato <a Benit A.> nella località di <Betania>. Maria e Marta sono le sorelle del morto, e Gesù chiese a entrambe: <Credete che io sia la risurrezione e la vita?>. Nella domanda che fece loro nascose proprio questa precisazione: <Credete che io sia la risurrezione e la vita che state per vedere?> Lo chiese prima ad una e poi all’altra poiché le resurrezioni della vita dalla morte sarebbero state due, in quella mostrata tramite il loro fratello Lazzaro. 2, di cui una imminente e l’altra 2.000 anni dopo, precedute da una straordinaria Mamma, nell’estremo passato della vita di Gesù: <Tamar>, che fu la premessa di <Marta e Maria>, che molti secoli prima trascesero, nell’estremo passato, R.Am. Il nome trascendente dell’ebraico e islamico nome di Mariah sta nella lettura speculare di Hai R.Am, tu, alla pienezza del tempo Hai Romano Amodeo.
280 Ebbene nella Risurrezione di Lazzaro, accadde la stessa cosa accaduta al piccolo Romano morente. Gesù fu richiamato a Betania come un gran dottore che salvasse Lazzaro che era in pericolo mortale, e il Dottor Sabatella fu chiamato a Felitto, poiché il bimbo era moribondo. Il Nazareno attese che passassero 4 giorni, mentre il Felittese fece trascorrere 4 ore. Entrambi si vollero muovere solo quando era ormai certo che i due da guarire fossero certamente morti. Con la differenza che Gesù l’avrebbe potuto, ma il Dottor Sabatella proprio no! Non aveva rimedi contro la broncopolmonite allora incurabile (prima che trovassero la Penicillina) e che di certo avrebbe ucciso quel piccino giunto appena all’862° giorno della sua vita. La netta differenza fu che il Cristo (risuscitando Lazzaro morto da 4 giorni) fu quel dottore che risuscitò all’istante anche Romano, che il Dottor Sabatella si aspettava morto da 4 ore, quando finalmente si decide di andare al suo capezzale e di stilare il Certificato di morte. E invece fece un vero e proprio attestato di Risurrezione, dicendo ai miei genitori: <Vostro figlio ha vinto la morte!>. Nel grido <Elì Elì! Lema’ sabactani!> fu nominato anche il Dottor Sabatella! Nella disamina di tutti i presenti: Padre e Spirito Santo in Elì Eli! Le 3 mamme, il Sabatella e infine NI, il Nazarenus Iesus che risuscitò se stesso! Ecco Mariannina Baratta, e il piccolo e risuscitato Gesù, pochi dì dopo il miracolo strappato da Lei a Maria Santissima, invocandola: «Salva Romano, innocente come Gesù!» Si incolpava della imminente mia risalita in cielo! Mi allattò tra le lacrime, per il dolore procurato dalla grave mastite di cui soffriva in entrambi i seni, mentre poppavo latte e sangue e lei invocava: «Maronna!...». Svezzato, non voleva più un altro figlio, e si negava a suo marito. Ma doveva avere quel 2° che avrebbe rappresentato ciò che era impossibile scorgere nel 1°: la sua morte e risurrezione. Quella sera in cui ciò accadde, lei amò di nuovo suo marito, e fu concepito Beni’ Am… in nome e conto di Beniamino, l’ultimo dei 12, l’unico avuto da IsRAele… (gli altri 11 avevano per padre ancora Giacobbe, prima d’essere rinominato dopo un battaglia contro un angelo).
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La Comunione Uomo-Dio tra asino e Re animatore Tra l’uomo (l’asino) e Dio (il Re) fu posta in atto, come ho raccontato prima, una vera e propria Comunione: l’anima dell’uomo era la parte animante e divina che da assoluta e indeterminata, si liberava di questo stesso suo limite e si determinava in pura uguaglianza rispetto alla stessa sostanza, assunta coi numeri. Sarebbe accaduto idealmente nei limiti reali e corporei di un uomo reale che impersonasse tutto il possibile movimento, ottenibile – nella sua tecnica – tramite il 381 sommario dei primi 16 numeri primi. Dio si sarebbe nominato nel nome assegnato a questo corpo reale, e in quelli dati a tutti quanti gli uomini. Uomini nominati come i numeri dei loro nomi. Ricevendolo attraverso i numeri decimali adottati da Dio a propria immagine e somiglianza, essi pure, attraverso la Cabala e la Gematria sarebbero stati così nei confronti di Dio, come accade in ogni vera e propria Comunione di Beni. Quando trovo sacerdoti che rifiutano persino l’idea che io gli presento, di essere in Comunione con Dio, e dunque nella stessa sostanza dell’Essere di Dio– e si mostrano risentiti, scandalizzati! – mi chiedo quale vero significato essi diano a quella Comunione Sacramentale che compiono in ogni Santa Messa! Che cosa Gesù Cristo comunica, comunicando se stesso, se non quella sua stessa essenza di essere una cosa sola con Suo Padre? E se ce la comunica, noi ce l’abbiamo, grazie proprio alla Comunione con Lui, fino al punto da poter pregare al padre Nostro! Se faccio la Comunione di Beni, io che sono un misero, con il più ricco del mondo, sono anche io il più ricco del mondo, in comunione con lui. Ebbene, appena fatta la Comunione con il Cristo, prova a chieder a un sacerdote se egli è nella stessa sostanza di Dio! Ti risponde che no! Egli è solo un uomo e non è Dio. Ma allora che razza di Comunione ha fatto lui uomo con il Figlio di Dio? Quale? Se resta sempre lì a credersi <solo un uomo>? E si straccia le vesti come fece Caifa quando udì il Cristo rispondergli: <Tu l’hai detto!> a lui che gli aveva chiesto se era il Figlio di Dio. Nulla è cambiato! Si stracciano le vesti se gli dici che sei Figlio di Dio essendo tu IN COMUNIONE VERA con il Figlio di Dio. La Comunione fatta dai Sacerdoti – insomma! - non è una cosa vera! Non lo è se appena dopo averla fatta non ti sei fatto capace che sei divenuto anche tu Figlio
284 di Dio grazie a quell’Unico di cui il Signore del Cielo si dichiarò compiaciuto, nel momento in cui egli pure si battezzava e si udì quella voce scesa dal Cielo! Ora, accreditata pure nell’uomo Gesù la Sua verità su di Sé – come quella dell’Unigenito nato da Maria Vergine – cosa credere, una volta che l’uomo si è impossessato a tal punto della conoscenza tecnica da essere andato a vedere l’universo fino in prossimità del ritenuto Big Bang, di cui perfino crede di sentir l’eco? Ora che è giunto sulla Luna e si appressa ad andare su Marte? Cosa giudicare ora che l’uomo, muovendosi in direzione opposta a quella di quanto è infinitamente grande e lontano, è andato a conoscere la natura in ciò che è infinitamente piccolo, nelle profondità del sistema atomico, simile ad un altro universo interno alla nostra dimensione reale? Ora che si è sul punto di realizzare un foglio reale di carbonio così sottile da essere fatto da un solo suo atomo, sul quale si potrà annotare una immensità di dati? Ora che si punta a superare la velocità della luce con l’entanglement tridimensionale! Smantellati i nocivi limiti dell’<ipse dixit> di Aristotele è giunta l’ora di farlo anche per quanto riguarda Gesù Cristo! Non si può leggere la spiegazione alla Scienza data “in verità in verità” (e non attraverso parabole) da Gesù a Nicodemo partendo dalla conoscenza che si aveva del mondo in quel tempo di tale ignoranza sulla complessità del mondo, esistente in ragione dell’Assoluto, che - libero da ogni presupposto - ha però la possibilità di liberarsi anche della propria indeterminazione, esistendo in una determinazione che esiste, ma solo come uno zero che si è dissociato in due contrapposti valori a determinare una Relatività Generale! Noi ora sappiamo come è fatto questo mondo e possiamo di conseguenza arrivare a capire anche come è fatto l’altro, trascendente poiché è contrapposto esattamente a questo che vediamo. Rispetto alle rivelazioni di Gesù, in cui allora si poteva solamente credere o no, non possiamo insistere e restare al palo dei tempi di Aristotele! La verità di Gesù deve essere approfondita anche in questo campo, nella cosiddetta pienezza dei tempi e di certo ci sono già io – in questo tutto – e in me si sono incarnate quelle buddistiche Verità di mezzo che Gesù assegnava a Padre e Spirito santo. A voi ciò non sembra essere ancora accaduto, ma a me sì. Mi son messo a cercare, e ho indagato, e son partito proprio dal mio stesso credere e avendo le buone ragioni secondo le quali, dopotutto, nel mondo in cui esisto, io solo, io stesso gli sono “in principio”, al mio personale mondo e con il mio indubbio ruolo di personale Spirito “osservatore”.
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La costatazione del finale liberatore, ch’è forte solo delle armi della verità
La mia idea generale è che, oggi, il fondamento dell’essere per tutti noi, soggetti dotati di animazione, stia nell’Essenza in sé, la quale ci anima nel relativo, essendo Essa quel valore Assoluto da tutti chiamato Dio. Non è questo un pensiero mio originale, poiché è presente da 25 secoli, da 104/4 anni; ma è giunta l’ora che esso sia finalmente apprezzato come si deve e in tutti i suoi dettagli. Quel Jahvè che a Mosè si rivelò nominandosi <Io sono colui che sono>, a ELEA ebbe la sua prima Epifania (da ἐπιϕάνεια, la manifestazione divina di un deus ex machina) da 3 noti Maestri (Senofane, Parmenide e Zenone). Essi, venuti come i Re Magi da Oriente nella Magna Graecia, giunti sotto quel monte Stella che avevano posto a loro punto di riferimento, molto gioirono e promulgarono, a fondamento unico di ogni cosa, l’<ESSERE che è in essere>. Un altro fondamentale pensiero, di quella stessa epoca, è fondamentale: quello pronunciato da Pitagora, secondo il quale tutta l’esistenza era dovuta alle possibilità date dai numeri. Sin inserisce qui la Bibbia, con il valore dato al numero 7, che è tale da creare l’unità base del creato. Di fatti è la meccanica razionale, che descrive le dimensioni sulla base dei vincoli, a definire in 7 il vincolo della sfera. Questo vincolo agisce sul sistema ortogonale e lo chiude a guscio, determinando soggetti indipendenti dal contesto in cui esistono.
286 Questo crea gli oggetti, ai quali è possibile dare numero. Alla base dei numeri naturali esistono però quelli primi e indivisibili per altri numeri che 1 e se stessi. Essi per questa loro indivisibilità si pongono nella nostra ragione come singole palline di un pallottoliere che forma il nucleo strutturale di tutti i numeri naturali, che poi si combinano con il ciclo 10 che li determina. È sulla base di questo che il 7° n. primo, il 17, si è mutato nel n. naturale a cui corrisponde il 7 che si combina col ciclo 10 e diventa 7+10. Non li moltiplica, ma li somma, poiché sono esponenti, sia il 10, sia il 7, del ciclo 10 dei numeri decimali, e la loro somma il prodotto tra le potenze in base 10. È ciò che apre alla matematica la possibile rappresentazione geometrica e lineare. Quando due lunghezze si aggiungono l’una all’altra, corrispondono al prodotto tra le potenze aventi quelle lunghezze come l’indice. Le aree, matematicamente parlando, rappresentano potenze di potenze. L’area 10×10=100 è la potenza di potenza di (1010)10. = 1010×10 =10100. La somma 10+10 è la potenza data da 1010×1010. In tal modo, la rappresentazione spaziale che noi attuiamo è una questione che, accadendo in potenza, è potenziale. Non è un gioco di parole. La nostra ragione, che funziona come un naturale computer, esegue lo quattro operazioni di somme e sottrazioni, prodotti e divisioni. Le somme sono riferite a prodotti, le sottrazioni a divisioni. Nelle potenze di potenze ci sono solo prodotti e divisioni. E il risultato è sempre positivo quando i segni sono uguali, negativo quando sono opposti. La nostra realtà che è sempre dominata dal 1° numero primo, il 2, per pura conseguenza dà sempre luogo a un insieme binario, in cui coesistono segni opposti. Se un intelletto è sveglio, allora arriva a capire che quanto ci appare: in positivo lo è... ma solo in base al negativo da (−1)×(+1)=−1 il falso lo è... ma solo in base al vero il reale lo è... ma solo in base all’immaginario; il materiale lo è... ma solo in base all’anti-materiale o allo spirituale il definito lo è... ma solo in base all’infinito ed eterno il relativo lo è... ma solo in base all’assoluto il mortale lo è... ma solo in base all’immortale l’ingiusto lo è... ma colo in base al giusto l’umano lo è... ma solo in base al divino. Questa è la vera Relatività Generale che comanda sulla complessità del nostro mondo, in cui sempre azione e reazione sono simultanee. Non esiste mai una sola apparenza, ma sempre due e reciproche.
287 Tutto quanto è vero, <in verità, in verità, e non in apparenza>, è negativo, immaginario, anti-materiale, spirituale, infinito, eterno, assoluto, immortale totalmente giusto e perfetto, insomma è ciò che è interamente divino. Tutti noi esistenti in Uno, in Dio, come veramente siamo, noi ci vediamo essere quella molteplicità espressa nella realtà inversa del suo valore reciproco: reali, determinati, e umani in noi stessi, in una realtà che però è falsa, è tangibile ma è solo fatta di una pura apparenza del tutto priva di ogni sostanza. Tutto essendo già assoluto e perfetto, noi – solo noi! – gli creiamo gli infiniti presupposti, determinati tutti, in vite da incubo da cui siamo stati di già salvati, ma che al momento sembrano portarci tutti a consunzione e morte! Maria Santissima, nel suo Magnificat a Dio, già ha visto in atto il divino finale verso cui va ogni vita, attratta da Dio: «… ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote …» Dio l’ha già fatto ma lo vediamo in atto nell’opposta dinamica dell’ ambiente. Essendo tutto simultaneo… lo vediamo differito. Come un muro ti viene addosso, quando lo investi, così è la retrospettiva della nostra vita: tu vai verso essa ed essa appare venire a te dal passato. Se oggi non siamo ancora andati a sbattere contro quel muro, e solo per non avere compiuto per intero tutta la retrospettiva della nostra vita spirituale. Ma ora, a monte del nostro futuro reale e materiale, che ci porterà contro quel muro, noi di lì siamo di già discesi! Quella discesa in negativo è già esistente ora, ed è la base immodificabile della reale e falsa risalita in positivo che vedremo e che ci riporterà al nostro vero inizio spirituale di quando Dio ha dato vita ad un cadavere e lo ha posto a sua stessa infinita risurrezione eterna da ogni possibile morte assegnata nel corpo ad ogni sua infinitesima anima animatrice di quel corpo. Se – alla pienezza del tempo in cui è stata postulata ogni verità relativa – doveva venire il Re, uno Spirito Santo Paraclito a salvarvi… quel Re è venuto, ha la mia voce e le mie parole da asino e ripropone quanto Gesù rivelò a Nicodemo: è il puro moto dello Spirito divino a porre in atto la sua infinita vittoria contro tutti i limiti materiali! Finché non la vediamo realmente non siamo nel Regno del Vero!
288 La vita è una esperienza paradossale! Siamo <Dio che anima il nostro limite> e lo vediamo lontano, diverso da noi che invece siamo solo il suo riverbero! <Io sono colui che sono> non a caso è l’affermazione che chiunque di noi può riconoscere vera a partire da se stesso. Nella relatività generale in cui esistono tutti gli opposti, concludiamo così: <Sono un asino e non sono! Il mio reciproco è me! Te Tutti noi!> La storia dell’indiamento parte da Gesù Cristo si completa con le affermazioni che escono dalla mia bocca e con le mie parole da asino. In Gesù Satana era ancora il Rivale di Dio, e lottava contro di lui. In me Satana non è altro che il falso ribaltamento di un Dio di totale salvezza, da ogni determinazione ed ogni limite, che sta già attuando la sua totale Perfezione. La fa esistere nel tempo di un <prima> determinato (e tutto falso) in cui appare sia dominante ogni possibile imperfezione, che però è definitivamente corretto da un eterno <dopo> in cui ogni imperfezione è già stata annullata, non essendo mai avvenuta per davvero, ma solo nel mondo immaginario dell’apparenza. Se fate fatica a capirlo, ponete davanti a voi una linea inclinata. Mettete in atto su di essa un disegno infinito e già compiuto in cui esiste ogni possibile imperfezione e che scende dall’alto e si azzera. Si attua realmente la totale e infinita Perfezione di ogni possibile cosa solo così: annullando ogni reale imperfezione, sia possibile, sia immaginabile. Quando con (−1)×(+1)=−1 ogni bene e male, ogni positivo e negativo si compongono veramente nel negativo, ed ogni cosa reale è annullata! Essendo questa la lotta stessa tra il bene e il male, noi – vedendo Satana trionfare – in un contesto che è totalmente falso…. stiamo assistendo al totale trionfo di Dio, assicurato dalla distruzione totale di Satana. Questa immagine rovesciata di Dio, contro cui lottava Gesù, è il suo alleato… paradossale! (Infatti non esiste)! Infatti non è il Male, è il Maligno… per detta dello stesso Gesù che sapeva molto bene come il male temporaneo, della vita reale, è quella vera beatitudine concessa all’uomo per il bene infinito della sua vita eterna. Il compito di Gesù, assegnatogli da Dio, è stato quello di essere la luce trascendente, divina e vera, che portò almeno lui ad essere un tutt’uno con quel sistema a tre, spirituale, simile alla terna degli assi cartesiani. Egli annunciò la struttura del complesso, e cercò di consolare realmente la vita di tutti i figli di Dio.
289 Ma la Sua azione aveva i suoi limiti, reali, di quella realtà stessa in cui esisteva. Lo disse chiaro di non avere rivelato ogni cosa, poiché gli uomini non erano in grado di sostenerne il peso divino e dunque trascendente l’apparenza. Disse chiaro che avrebbe mandato uno Spirito Santo Paraclito, dopo di lui, a svelare quanto Egli – per necessità superiore e trascendente – non aveva rivelato. Il Paraclito cominciò con la religione Ebraica e l’Islamica. Esse, per prima cosa, mostrarono il primato nei vincitori, nonostante le loro lacune: Abramo, Isacco, Giacobbe, erano uomini limitati, come tutti noi, ma ebbero nella fede ebraica il ruolo di capi del popolo. Così pure Muhammad in quella Islamica. Allah stesso lo dètta a Maometto e glielo fa scrivere nel Corano, dicendo in sostanza: “tollero i tuoi difetti con l’indulgenza che ho verso la tua delimitata figura in cui tutti i tuoi <pro> superano alla grande tutti i tuoi <contro>”. Ora come ebbe la necessità di compiersi con Gesù e il suo Vangelo, quanto venuto divinamente da Isacco (tramite sia la mamma, sia la sposa, entrambe sterili) così anche ebbe la necessità di compiersi in Muhammad e nel suo Corano quanto venuto realmente da Ismaele (ossia da una donna fertile). Tutti e due – sia i Vangeli, sia il Corano – avrebbero avuto però, a loro volta, la necessità di una totale rilettura, in un ordinamento che fosse superiore a quello della realtà nuda e cruda delle apparenze, da parte dello Spirito santo di Dio. Lo avrebbe fatto quel Santo Paraclito, che non solo procede dal Padre (verso il Figlio, nell’apparente contesto reale degli uomini, in cui è da un padre che scende un figlio), ma procede anche dal Figlio (quando egli rientra nel Padre). Non si è mai visto un figlio risalire nel Padre. Una sola volta egli è rientrato nel grembo di sua madre… quella volta in cui apparve in Genesi 38. Ci fu la mano attribuita a RO (paternità putativa di figlia di ER-Onan) ..., ci fu la RO-mano (genitivo sassone) che, dichiarata quella del 1° figlio, rientrò nel sesso materno. (Ro-mano=66, l’energia, ha i 2 versi vitali e cristici di -33 e +33) Quando nel Credo Cattolico si dice dello Spirito santo che <procede dal Figlio> (gli Ortodossi lo rifiutano…), solo allora c’è l’inversione del tempo: gli effetti paiono rientrare nelle loro cause e s’annulla il detto di cosa fatta capo ha! Proverbio in toto vigente sia nei Vangeli di Cristo, sia nel Corano, in cui... quel ch’è fatto è fatto! E l’Onnipotente può solo punire premiare o perdonare... Se così fosse e non potesse riportar tutto a capo che Onnipotente sarebbe? La novità aggiunta dallo Spirito Santo avrebbe attuato quella discesa dall’Alto – verso il principio – che Gesù già in verità, in verità aveva indicato a Nicodemo, senza però spiegargliela se non con l’esempio dato del vento (che non vedi ma senti e che non sai mai né di dove viene né dove va!).
290 I Musulmani hanno considerato la segnalazione di Gesù sulla successiva venuta dello Spirito Santo, assegnando a Muhammad questo ruolo. Essi hanno in parte ragione come ce l’anno in parte i Cristiani quando ritengono completata la rivelazione con Gesù che rimanda alla venuta di un Altro. Infatti sia il Cristo, sia Muhammad, si sarebbero ripresentati nello stesso Spirito Santo Paraclito come a voler-dover mettere tutti i puntini finali sulle <i>. Rilegge il Cristianesimo, il Corano e tutte le religioni esistite nella realtà concreta, l’opera, dettata ora a me, dal Re venuto sull’asino che io sono. Potete decifrare <come essa è attuata>, dai miseri <ragli> di un fedele somaro, in tutto questo importantissimo libro...
… terminato il 1° novembre 2.020, giorno di Tutti i Santi e 77° natale della GS che, coniugandosi cogli estremi di me come Esaù, vocalizzò GeSù