Meno 37, bibbia 1,18, g s s'offre per tutti

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In questi che giudico i dì definitivi della mia esperienza nel “mondo reale” pubblicherò, nelle mie intenzioni e finché mi sarà consentito dal disegno divino un fascicoletto al giorno, facendo una cronaca spirituale degli argomenti che intendo trattare. Sto battendo sul “tasto” della ZEZIONE AUREA, come su quella che è descritta in Bibbia al capitolo 25, nella risposta data dal Signore a una MAMMA CREATRICE di due grandi FATTORI, simili alle due mani, ciascuna avente 5 dita, e che compaiono nel testo sacro come quella che serra il calcagno del primogenito Esaù e che tenta di fare con lui una cosa sola, di quella nascita gemellare. Ma, in verità, la narrazione di questa SERIE AUREA incomincia in Bibbia 1,18, che è stato il brano della prima lettura facente parte di quelle della Liturgia Ambrosiana, seguita dalla Chiesa di Saronno in cui io vivo. Vi pubblico la parte di questa lettura, per come letta in chiesa. Genesi 18 1 Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. 2 Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. (omissis) 20 Disse allora il Signore: «Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. 21 Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!». 16 Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma dall'alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli. 17 Il Signore diceva: «Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare, 18 mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra?

19 Infatti io l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso». 20 Disse allora il Signore: «Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. 21 Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!». 22 Quegli uomini partirono di lì e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora davanti al Signore. 23 Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l'empio? 24 Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? 25 Lungi da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». 26 Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città». 27 Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere... 28 Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne trovo quarantacinque». 29 Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». 30 Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». 31 Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». 32 Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci». 33 Poi il Signore, come ebbe finito di parlare con Abramo, se ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione.


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Io vi sto parlando della sezione aurea la cui descrizione comincia nel capitolo 18 perché il libro 1,18 difetta solo del ciclo 10 per essere dieci volte quel valore dato dai 10/8 che compongono come 10+8 il capitolo 18 e che, elevati a MEZZO della divina comunicazione diventano:

(10/8)^0,5 = 1,118

10 + Bibbia 1,18 è uguale a 11,18, e ridotto poi a decimo, diventa 1,118, e riguarda solo la percezione posta IN POTENZA di ½ = 0,5.

10/2 +(10/8)^(10/2) = 1,618 MANO + 1,25 elevato a MANO

In Bibbia 1,25 si mette in atto di presenza la base 1,25 su cui si attuano le due MANI, come la prima a sinistra che è la meno potente, mentre la destra vale in potenza di Genesi 25. Ebbene, questa seconda mano è proprio quella di cui si parla in Bibbia 1,18. C'è un Trio che scende dal cielo. Il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre <E' RO n. GIS> è trasceso dal termine italiano SIGNORE. E' “trasceso” che <E' RoMANO, nome di G.S. Gisus> ma nel mio caso si tratta di ROMANO in nozze con GeSù assecondato in ciò da quelle con Giancarla Scaglioni, figlia reale di Mario e Giuseppina, con Mario nato come Maria da Anna, ma mentre costei ascese il 15 agosto, egli vi nacque. La località delle QUERCE di MAMRE localizza questo Romano che C'E come QUEll 'ER descritto in Genesi 38, in cui è E' R.MA (è Romano) lo sposo, ER, di sua MAMMA, BaratTA MARiannina, che diverrà sua MAM quando si sposerà con suo padre GiudA (negli estremi GI A di LuiGI Amodeo) e – come ER+Onan (negli estremi congiunti in RO) – che

sono figli di Giuda diventano entrambi i figliastri di TAMAR, che poi diventa la madre dei figli attribuiti ai due congiunti, a RO e sono solo la MANO che nacque, fu dichiarata quella del primo, ebbe annodato intorno ad essa un filo SCARLAtto e poi annullò quella nascita finta, voluta da Dio solo per affermare il primato di ROMANO, figlio di BaratTA MARiannina e LuiGI Amodeo e legato da filo, con Atto nuziale con Scaglioni CARLA, dopo che con GIA era stata unità ad EU. Estremi di EsaU' a costituire un GESU' avente GIAcobbe a prefigurare il primo nome GIAn di lei Giancarla Scaglioni, G.S. Le QUERCE DI MAMRE, dunque, localizzano la famiglia di origine e quel legame che ROMANO, che, “cavalcato” come un somaro da PADRE e SPIRITO santo, dovette fare un vero e proprio Atto nuziale, sacramentale con lei G.S., in verste di Gesù, che sposasse il Figlio al Padre ed al suo Spirito. Vedremo come tutto questo possa essere compreso, pur essendo totalmente trasceso nel testo di questo Trio disceso dal cielo. Questi tre, alle querce di Mamre incontrano ABRAMO. La definizione rivela l'origine, la discendenza DA riguardante un Romano. AB infatti significa proprio DA, la derivazione DA riguardante un Romano, mentre la parte che ne segue, R.Amo, definisce questo Romano nelle prime tre cifre del cognome AMOdeo. Sono dunque TRE che si mettono a cavallo di R.Amo e che discutono con lui. Si pongono un vero problema, che hanno con Gomorra e con Sodoma, che in acronimo sono G.S., gli stessi estremi di Giancarla Scaglioni e le due consonanti del nome di GESU', che – ripeto – diventa proprio il nome Gesù se il legame nuziale, espresso con la MANO di GIA che serra il calcagno del primo nato RO come “rossiccio”, ma il cui nome Esaù aveva gli estremi delle vocali EU in Gesù, non fanno della nozze tra gli estremi di G.S. E gli estremi E.U. Altro possibile nome che non sia Gesù. Ma qui si tratta degli estremi di Gomorra e di Sodoma, due città che –


4 nel segno del sacrificio di Gesù, sono da sacrificarsi. Diventa un vero divino problema, realmente posto nel testo della scrittura: l Signore diceva: «Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare, 18 mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? Questi che <E' RO "coniugato" GiS> si chiede se deve tener nascosto all'asino reale che è la figura di Abramo, quello che sto per fare? 18 Devo negare innanzitutto questo numero 18 di questo capitolo 18, come il primo valore della scala divina, che comincia con 18 e che poi prosegue di 10 in 10, con 28, 38 e 48?

18 +28 +38 +48 sono 66 negli estremi e nel mezzo. 18 +48=GESU sono in 66 gli estremi di ROMANO. Gesù possiede questo 18, ma come un denominatore: 48 --- = 2,66, un DUO, nel periodo eterno di ROMANO=66 18 Se 1,666 è ridotto a figlio, nel suo decimo, è 26,66 decimi, divenendo YHWH=26=DIO, come un eterno ROMANO. Si tratta di quel Popolo ROMANO descritto meglio e sempre a partire da questo 18, quando si disporrà come 10 su 8 e nella potenza della MANO di RO espressa nel suo ½ dalla sua 5 dita. Questo POPOLO ucciderà GIS, Gesù, e Dio, in G e S. soffre e si offre a salvezza di tutti i possibili abitanti del mondo di Gomorra e di Sodoma. Dio ha in mente di far pagare a uno solo al GIUSTO per eccellenza, al Figlio di Dio, e attraverso lui Dio SOFFRE, si offre a penitenza.

Questo diventa il problema di Dio. Lo devo far sapere? «Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare, (18 ) mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? Genesi 25,23 Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo».

Dunque è la stessa nazione grande e potente, che nel seno di Rebecca sono anche due popoli, quello ROMANO e quello di ISRAE' Nel popolo di ISRAELE io estrapolo LE, tolgo quel DIO letto EL dagli israeliani, per lasciarlo solo come un POPOLO, quello del Dio ELohim. Mentre ROMANO=66, ISRAE'=48=GESU'. Viene proprio il nome Gesù quando E' GIA' l'unità e trinità tra Esaù e GIAcobbe, Uni e Trini nelle prime lettere. Ma quando chi era trino diventa uno, diventa G. e quando chi era il primo di nome Uno e Trino ESAU' perde il primato della A e segue nella trinità restata ESU' a seguire il primo nella G, ecco il nome GESU, uno nel primato del nome di Giacobbe e Trino nel nome di chi lo era (uno e Trino da solo) e resta solo TRINO. 48=GESU' ha però perso un 18 rispetto ai due estremi 18 e 48 che equivalgono il solo medio tra loro che vale il numero 66 della somma di 28 (tutta una creazione Una e Trina nel segno dei 7 giorni) a quel 38 che sarà poi il capitolo 38 di Genesi, in cui la


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descrizione si completa in tutti i suoi estremi. Esiste nella Trinità di Dio che discende sul mondo il disegno di fare apparire una ingiusta vittima del peccato di tutti il solo che esiste in questa Terra piena tutta dei brutti ceffi di una Gomorra piena di sopruso e di una Sodoma pervertita in ogni santo valore. Il corpo che Dio ha creato ha nelle donne due fori, ma ben distinti tra di loro. Uno serve per l'entrata del Seme della Vita e per la sua Uscita quando tutta la preparazione è ultimata, l'altro foro lì vicino non ha alcuna funzione in entrata. Serve solo a buttar fuori escrementi, rifiuti. Ebbene il mondo d'oggi non sodomizza solo uomini, ma anche le donne! L'umanità si è tanto pervertita che è divenuta pratica molto diffusa che i mariti sodomizzino persino le loro spose. Quindi qui non si tratta di un Dio Bacchettone che ce l'ha in particolare con i Gay che – in mancanza di altro buco in cui cacciale il loro uccello ricorrono a quello. No Dio ce l'ha con la perversione di tutti coloro che offendono la purezza ed usano anche non solo l'uscita del cibo ridotto a rifiuto, ma anche la bocca in cui esso entra, per baci che offendono ogni senso della purezza di strumenti che hanno un fine che è sovvertito. Tutto il mondo ormai è ridotto a Terra di Gomorra e di Sodoma. E Dio, per salvare il mondo dalla loro sovversione accetter5à che un innocente SOFFRA, SI OFFRA a salvezza di tutti. Pertanto, cercate bene di capire la domanda che ad un certo punto Abramo pone a Dio, quando gli dice:

«Davvero sterminerai il giusto con l'empio?

il giusto

S

Si tratta de in Gomorra ed in odoma, si tratta di GESU=48 in questo capitolo 18. Uno solo morrà laddove che un Signore che doma ogni abuso e sovverte ogni perversione, attraverso ad un rimedio insito nel fatto che Gesù Morrà. Ora fino a questo punto io non ho destato scandalo quando, andato a dirlo in chiesa prima al parroco unico di Saronno gli ho fatto presente questo dettaglio, della prevista morte del Giusto Gesù, per la salvezza e il perdono di questo mondo pervertito e che abusa di ogni dono ricevuto da Dio per farne quel che più crede valido ed accettabile. Poi nemmeno Don Luigi ha avuto nulla da ridire. Ma quando io ho attualizzato a chi esiste su di me e mi DOMA come si fa con una asino e gliel'ho mostrato in questo modo.

AMOD o S sono in Amodeo il Padre e Spirito, e nella sposa di cognome Scaglioni sono nelle nozze consacrate con il Figlio. A.R. precisa dopo l'Acronimo A di (AMOD) che si tratta di un A.R. che sta per ROM o per la sia sposa Giancarla. Insomma: A.R.-ROM o G è costui chi veramente infine converte SODOMA e GOMORRA salvandole dalla perversione! E' a questo punto che Don Armando Cattaneo e Don Luigi Carnelli non sono in grado di seguire questo ragionamento, che a tutti e due “non gli par più vero, ne ammissibile”. L'atteggiamento che hanno è di chi ponga questa precisa domanda, a me ed a se stessi: Cosa c'entrano, adesso, Romano Amodeo e la sua Sposa


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con questo capitolo 18 di Genesi? Capiamo bene cosa possa c'entrare Gesù che ha pagato di persona... e niente più! Invece io ora vi dimostro come la “trattativa” mercanteggiata tra Abramo che vuol ridurre quanto più si possa il pericolo di un castigo e Dio che l'accetta, abbia ogni cosa per valorizzare quello che esattamente è fatto e corrisponde al mio nome, anche se io non lo attribuisco come l'opera mia, del personaggio, ma solo del Dio che lo ha creato con questo nome. «Davvero sterminerai il giusto con l'empio? 24 Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? 25 Lungi da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?» Io – infatti – al pari di Abramo, non lo reputo giusto e ho posto a Dio questa stessa domanda: «Davvero sterminerai il giusto con l'empio? Chi regge e governa me non ha mai accettato possibile l'idea di un INFERNO in cui il Giudice che agisce con vera giustizia condanna al castigo eterno una povera e possibile vittima della divina creazione. Se Dio, prima di mettere in vita chicchessia gli proponesse il possibile pericolo in questo mondo in cui si è stati solo per un po', di un castigo tremendo addirittura eterno, creando una tale “partita” tra i buoni e i cattivi, in cui alla fine qualcuno perda e debba pagare un costo della sua sconfitta... potrei anche dire: hanno accettato il rischio.

Guardiamo due schiavi gladiatori nell'arena: essi pure non l'hanno scelto e il povero sconfitto attende il verdetto, quel pollice in su di un <I LIKE>. Ma se è pollice verso e gli tocca di morire... è molto, molto meno di una morte eterna eppur sembra proprio una gran cattiveria. Lungi da Te, o Dio, di costringere un uomo a vivere e a mettergli sul capo il rischio ancor più tremendo di fiamme eterne e corpi eternamente straziati. E più Dio li castiga, più quelli lo bestemmiano! Se tra i due io dovessi definire chi è il vincitore, io lo proclamerei in quel poveretto finito all'Inferno e contro il quale Dio scatena ogni tormento senza riuscire mai a piegare quell'animo alla bontà, perché più è punita, più sacramenta contro Dio. Cos'è un uomo contro Dio? Nulla. Eppure il Dio della bontà non la vince contro la cattiveria di un pover uomo, perché in una intera eternità, più è punito, più diventa incattivito contro Dio. Dio vince su un cattivo se lo converte alla bontà, e non se si limita a punirlo, senza mai convertirlo. La Chiesa – tutte quante! - accettano l'idea che ci DEBBA ESSERE il castigo eterno! Invece io penso esattamente come Abramo: «Davvero sterminerai... mai qualcuno? Tu – o Dio – nemmeno mai vorrai che uno solo morisse! Certo ce lo mostri, ma accadrà per davvero? L'Abramo che esiste in me rifiuta persino l'idea che Dio possa volere il male! E – quando mi chiederà di mettere a morte mio figlio – forse io opporrò al suo il mio giudizio?


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Il mio giudizio su Dio è che è la sorgente totale di ogni bontà. E' un Architetto in cui tutto il costrutto mai crollerà, per aver creato delle deficienze, o di averle rese possibili da qualche parte. Io – come architetto – non posso rivolgermi alla mia stessa opera ed avvertire i mattoni che se non reggono come il ferro, le case costruite con mattoni crolleranno. Dio non costruisce le sue case sulla sabbia, per cui ogni uomo, anche se sembra condannato a morte dal Dio creatore non morirà mai per davvero! Anche sembrano TUTTI gli uomini posti allo sterminio. Che differenza c'è tra l'essere sterminati come in Sodoma e Gomorra o in un comodo letto oltre i 100 anni? Sempre sterminio sarebbe. DI TUTTI. Questo significa in senso stretto STERMINARE. E a questo punto è stato proprio come una conseguenza di questi PUNTI FERMI della fede mia, ferrea come quelle di Abramo, che è iniziata una vera e propria analoga trattativa volta a salvare tutti, tutti, tutti. Anche quell'unico, quell'unico GIUSTO come il figlio di Dio, che Dio sembra di avere sacrificato, ma che poi non l'ha fatto per davvero! Anche quando sono stato io, in veste di Abramo a mettere le mani sul mio povero figlio Isacco, il quale – poveretto – mentre portava il carico della legna destinata al suo sacrificio, mi chiedeva: <Padre, io porto il legname, ma dove sta mai la vittima?> <Pazienta, pazienta, figlio mio! Quando Dio vorrà, ci mostrerà anche la vittima!> Ora tutto questo non accadeva, e fu preparato l'altare. Io dissi ad Isacco di salirvi sopra e stavo con le mani protese contro mio

figlio... quando vidi un ARIETE, con le corna irretite in un cespuglio... <Ecco la vittima che Dio ha voluto!> A.R.- IE – TE. Amodeo Romano. Iesus Emanuele... TE! Amodeo Romano è GESU' ed è OGNI POSSIBILE <TE>, perché è il nome del Signore che ti DOMA, TE, AMOD. In particolare, poi, il Signore che è in me lo ha tolto di mezzo, ISACCO, riconoscendo in lui un Italiano che è un SACCO di rifiuti, da rifiutare come si fa con quanto si usa e si getta, come in US.E.G=GESU'. Quel SACCO che l'uomo giudica senza alcun valore, ed è buttato via è simile alla pietra che – scartata dal costruttore – è poi divenuta testata d'angolo, pietra angolare. PIETRA in quel Paolo Torquato Romano che sono i miei tre nomi inizianti per consonanti, con la IE di Iesus alla destra della P del Padre, e la finale A che spetta a chi è 1° e in questo mondo reale va posto doverosamente per ultimo. Romano Amodeo, va posto per ultimo a formare questa pietra angolare, mentre invece p Pietro, quando è il RO finale di un Romano. In che modo ho cercato di salvare i contenuti? Abbattendo tutte le forme apparenti come quel sacco contenitore che è di per se stesso una prigione per un contenuto che sia divino. Come poterlo fare? In primo luogo va capito che – come Gesù usò degli esempi – allo stesso modo la costruzione esemplare del mondo divino debba essere DEFINITA, INFINITA e ONNIPOTENTE. Per i due primi requisiti basta imporre una proporzione:


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50 come tutto il +50 in un ciclo 100 da -50 fino a +50.

100 ----- = 1,111... 90 Il 100 è il PIANO di Dio, nella sua costruzione, Essa riguarda il flusso in linea di 11 decimi, in un eterno periodo. Quando questo flusso esiste in tutti i 6 versi esistenti nelle tre dimensioni del Dio Trino come la terna degli assi cartesiani dello spazio, allora il ciclo eterno è dei 66 decimi eterni. Per ottenerlo da 100 basta dividerlo per il 15 che è la sesta parte di 90.

100 ----- = 6,666... 90:6 In cui

1 48 ------- = ------ = 2,6666 0,375 18

66/48 = 1,375 il rapporto ROMANO/GESU

Per costruire il mondo ed avere tutto CONTENUTO in un puro rapporto occorrono questi numeri. 100+90 è uno dei due padri 190 che valgono 380/1, e dunque 381, che sono le dimensioni lineari dell'Arca di Noè. Il rapporto di 100/90 contiene infiniti 11 come la presenza di 10 in unità. Tutto esiste in potenza di 200/180 +1 Sono le dimensioni della Sezione aurea la quale, come vedete attiva al suo culmine con il valore 180 quando la serie ha 5 valori:

18

48

66

114

180

La Trattativa stipulata da Abramo ha avuto questi valori.

Dio lo ha accettato essendo 50 la metà di un lato 100 il cui volume è 100^3 = 1.000.000 e si scompone in 8 il cui lato è 50 e allora vale 125.000, essendo base della sezione aurea 45 è l'ottava parte di 360° intero angolo giro. 40 è 10 +30, Unità e Trinità del 10 a immagine di Dio 30 è la trinità del 10 a somiglianza di Dio 20 è il piano avente i due lati del 10 10 è a immagine e somiglianza di Dio Ora in questa mia lotta contro il Dio che vuol apparire severo e castigatore, io dovevo riuscire a dimostrare come il castigo di Dio stesse nella contrizione così fatta bene da portare ognuno, pur nel massimo arbitrio della libertà ricevuta a salvarsi, lasciando certamente presente un INFERNO, ma nel quale relegare solo i MODELLI di individui cattivi, il PERSONAGGI indiscutibilmente tali, ma che siano gusci vuoti, come quell'abito costretto ad indossare un innocente attore quando deve animare un personaggio diabolico, Abramo era convinto della assoluta capacità di bene totale concessa da Dio, ma al cospetto di una opera tuttavia piena di personaggi buoni e cattivi ma sempre estranei alla figura dell'attore chiamato ad assumerlo, come ogni anima dell'infinito animatore, che la piega al compito di animare la sua divina opera. Allora l'anima di Dio, come quella di Abramo, che si sente proporre dal Signore se accetta o no di dar vita al personaggio feroce di un Padre che uccide il proprio figlio unico, e che accetta di interpretare quel ruolo, è ammirevole, perché sa bene che si


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tratta di una pura interpretazione voluta da un Dio che voglia animare ogni possibile cosa, in bene e in male, ma nella perfetta salvezza di tutti gli interpreti. Anche Dio padre accetta solo in questo modo di dar luogo allo spettacolo di un Dio che per salvare tutti pone a sacrificio il suo figlio unico. Si tratta di una messa in scena che non corrisponde a niente di veramente vero. Abramo infatti chiede a Dio: “Sterminerai davvero?” Ma a questo punto spetta ad Abramo di dimostrare il valore estremo di questa fiducia assoluta posta nella bontà di Dio, di totale salvezza, anche per suo figlio! Intanto Gesù che resuscita è stata quello che proprio Abramo metteva in dubbio, chiedendogli “Sterminerai davvero il giusto?” nessuno può mettere in dubbio questo mondo dell'apparenza, ma se il metodo della contrattazione autentica di Abramo non portasse ad una giustificazione rispetto alla trattativa, potrebbe sembrare che questo uomo, che non ha esitato ad accettare da Dio la condanna a morte del suo figlio innocente, ora si metta a “tirare, tirare, tirare nel modo esatto di come faceva mia madre quando ci portava a comperare gli abiti a Salerno. Lo sconto, dall'iniziale 50 fino al 10, era pressoché simile al negoziante che chiedeva 100 lire mentre mia madre gliene offriva solo 20. A me questa storia faceva una grande impressione. Mi chiedevo da che parte mia madre trovava tanta “sfacciataggine” da ribattere in questo modo, deciso! Ma se non si trovava il negozio con cui quella merce non si comperava a 20, mia madre passava ad un altro negozio.

Abramo se ne rende ben conto, quando dice «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere... e poi «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora.... e poi ancora : «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno....i». E infine: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci».

Della stessa cosa mi rendo ben conto anche io... Come OSO, dove trovo l'ardire a tirare anche io come un disperato ho non Dio, ma coloro che dubitano della sua Bontà, secondo le loro idee sulla Giustizia? Mi dicono: “Dio ha donato il LIBERO ARBITRIO e rende ogni uomo responsabile delle sue azioni...” E io gli ribatto: “ma è forse LIBERO quell'ARBITRIO che poi tale non è, se è chiamato al giudizio di un ALTRO ARBITRO?” Se io ti lascio DAVVERO ARBITRO del tuo destino, tu, come te lo fai, così te lo tieni! Non è che salto fuori dopo io a decretare se hai agito o no secondo il senso di giustizia di cui io son l'ARBITRO VERO e non tu? Questo LIBERO ARBITRIO, offerto così, sarebbe come un AMO con cui pescare i poveri pesciolini! Loro si credono resi liberi di mangiare di tutto e io invece uso questo IO TI AMO come un pero e proprio AMO per la pesca dei poveri scemi. Vedi come oso di parlare io al mio Dio?


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Tu – Dio – non mi inganni, fingendoti IMPARZIALE e GIUSTO! No, tu sei coinvolto totalmente nel MIO BENE! Tu mi AMI! E il tuo amore per me non è un amo da pesca. Puoi chiedermi per bene se accetto di sacrificare qualcuno a cui io voglio bene e io non metto mai in dubbio che se io lo amo, tu l'ami molto, molto più ancora di me! Chi sono io per sindacare qual sia i9l suo VERO bene? Conosco forse il futuro? So forse se quella stroncatura che gli dai perché lo mette a letto, è un male? Tutti gli altri partirono per la guerra e morirono! Il mio amore che tu mettesti a letto, non partì ed ebbe salva la vita. Io non ho alcun dubbio che sia la giustizia a condurre il mondo, ma so anche che ci sono tutte divisioni, in corso, e so che finché non sono divise 100 mele e date a 100 bambini ci sarà sempre qualche bambino che si lamenta di non aver ricevuto ciò che gli spetta, perché è stato dato agli altri. Vi sono cicli piccoli e grandi, in queste divisioni. Alcuni hanno la dimensione dei minuti, delle ore, dei giorni. Altri dei secoli e dei millenni. La giustizia, posta al temine di un ciclo di 1.000 anni io non potrò mai vederla nella mia che dura molto, molto meno. E allora ho ben capito che tu dividi ogni vita in un vai e vieni. Che la morte che sembra il termine della vita è solo ola fine del 1° tempo. Se andate a vedere un film, avete mai la convinzione che la storia sia terminata alla fine del 1° tempo? A questo punto mi dicono: “ma dove trovi queste strane idee?” E io, di rimando: “La vita del popolo di Dio, nel momento topico della sua

liberazione, non visse forse per 40 anni da schiava in Terra d'Egitto e poi altri 40 nel Deserto, dopo l'Esodo dalla prima vita? E chi erano i beati, in terra d'Egitto? Forse quelli che erano come notabili alla corte del Faraone, che poi nel deserto avrebbero perso ogni potere, buttati da Dio giù dal cavallo, o quei poveraccio che facevano vita grama e che si sarebbero detti maledetti da Dio? A costoro, nel deserto, sarebbe apparso il senso di tutta la loro liberazione. A loro e non a chi prima sembrava di essere il beato e benedetto da Dio. I beati veri in questa terra di Egitto, di Sodoma e Gomorra sono coloro che oggi sono violentati, maltrattati, sacrificati, perché è di loro che poi sarà fatto quel finale e definitivo innalzamento di chiunque ora stia in basso, di chiunque occupi l'ultimo posto. Quando Gesù chiamò BEATI i piccoli ed umili, che erano ai livelli più bassi della reputata condizione di benessere, diceva il vero. Dopo il primo tempo di questa vita, passato l'esodo da questa terra d'Egitto al regno dei cieli tutto si rovescerà e ciascuno avrà il modo di fare un bilancio perfetto tra la vita vista prima in entrata di vita e quella vista poi in uscita. Dio ha messo a disposizione di ciascuno un modo tanto perfetto di giudizio che ogni sano di mente arriverà da solo a raddrizzarsi, se sarà caduto nella trappola di credere in un mondo ad evoluzione solo unilaterale. Io so che se vado a morire è perché di là è discesa la mia vita se sono in mezzo tra la nascita e la morte. Io so che, partendo da zero, dovevo per forza trovare chi mi desse in prestito una vita da restituire con tanto di interesse.


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E ancora una volta: “ma dove ti vengono queste idee?” Ed io: “Forse Gesù non ha detto di un Signore che diede i suoi beni in gestione? Chi ebbe 10 tornò da lui e gli disse: mi hai dato 10, eccoti i tuoi 10 assieme ad un altro 10 che io ho guadagnato attraverso il tuo prestito. Forse non gli rispose quel Signore: “Bravo, servo fedele, mi sei stato fedele nel poco ed avrei in cambio un molto?” “Ma che cosa? Avrò che cosa in cambio?” Ed io: “Avuta la mia vita e resala, per l'interesse che avrò guadagnato grazie alla vita in prestito, avrò ogni altra vita! Avrò la vita del prossimo come quella di me stesso! Il Signore non mi ha asservito ad essere solo la mia persona, il mio personaggio! Sarei suo schiavo in eterno! Dio mi libererà dalla schiavitù che ha imposto al mio spirito di animare chi Egli ha voluto io animassi, e poi – acquisito io liberamente il mio gusto, sceglierò io le gioie reali di quale personaggio gustare! Se oggi Dio mi ha stroncato i piedi, e ho idealizzato il valore della corsa, oh quante vite di gente che è vissuta di corsa esistono, da poter viver io Spirito di Dio, per assaporarlo grazie al mio gusto! Sarò persone disgustate dal troppo correre cui saranno state costrette, ma io le gusterò, per quell'eterno imprinting di valore che Dio mi ha concesso di dotarmi da me solo del DIO DI VALORI che fin da ora ho voluto erigere a guida del mio giusto vivere. Solo un PAZZO arriva a poter credere che non esiste il DIO che

ha imposto egli a se stesso, a guida sapiente sei suoi passi. Un uomo che non si facesse guidare da un simile DIO sarebbe solo uno STOLTO. Tutti hanno nel loro credere questo DIO. E questo è il vero LIBERO ARBITRIO che abbiamo ricevuto: sceglierci da soli e in perfetta libertà di coscienza quel valore che giudichiamo debba guidare la nostra vita. Interviene un terzo in causa: “Ma Dio non è questo! Dio è il Dio delle sacre scritture, della Legge!” Ed io: “Ma forse non è stato Gesù a liberare lo Spirito dalla Legge? La Legge divina serve per il bene della persona e non la persona per il bene della legge. Ed è ogni persona che elegge nella libertà del suo spirito quale DIO debba guidarla. Non è chi dice “Mio Dio, mio Dio... ma chi fa il volere del padre mio! E c'era un padre che aveva due figli: uno rispettoso, che credeva nel suo diritto di Padre di dargli gli ordini. L'altro invece era un MISCREDENTE nell'autorità del Padre suo su di lui e diceva che non accettava imposizioni da nessuno e nemmeno da Dio. Anzi, Dio non esisteva nemmeno. Ebbene disse il Padre al primo figlio, di andare a coltivare la vigna, Quegli acconsentì, immediatamente, ma poi non ci andò. Il secondo, l'ateo e miscredente, ricevuto lo stesso invito disse immediatamente che non l'avrebbe fatto perché non chiedeva minimamente in lui. Ma poi andò a coltivare la vigna. “Chi ha realmente fatto la volontà del padre, tra i due figli?”


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Chi ci andò! “E perché mai quella era la volontà del padre?” Non l'aveva forse espressa a loro due il padre. E se uno che dice e credere in Dio poi, seguendo il suo Dio personale agisce in discordanza, non ha a guidarlo proprio QUEL DIO ad ordinargli la cosa giusta da farsi, ma un altro! Un Idolo. Quanti che si credono credenti in Dio han messo al posto suo un idolo, identificandolo in un bene che non è il vero bene? Eppure potrebbe sembrare che tanta libertà infine possa nuocere a qualcuno.. Non è vero. Noi siamo come in una orchestra in cui ognuno sceglie liberamente che strumento e che voce vuol essere. Ognuno suonerà e canterà come avrà scelto di contribuire. Ma avrà sempre tutto. O portato da sé o dalle libertà altrui. Ci sarà a suonare tutta l'orchestrazione e la coralità divina e chi non l'avrà raggiunto da se solo, lo avrà lo stesso, grazie al concorso di un altro. Perché tutte noi siamo anime distinte di un unico Dio. L'infinità libera onnipotenza di se stesso consente a Dio di essere uno solo costruito mediante infiniti e singolari apporti qualitativi. Un cuor solo, ed una anima sola. Oggi sembrano divisi e condannati ad essere ciascuno e solo se stesso, per l'eternità. Invece siamo destinati ad essere un confluire unico nell'assoluta unità di Dio. Dunque se il vero verso fattivo di Dio sta nel PRESTITO della vita, che ora stiamo restituendo, quando l'avremo fatto ce la ritroveremo tutta nostra e guadagnata in questa apparente valle di lacrime. Ridiscenderemo da quel binario morto cui vediamo ora

il terminale estremo di una vita, che terminale non è ma il vero punto di partenza. Se l'operare di Dio è quello di riportare tutti fanciulli e bimbi innocenti, tutto il potere evidente ora, del mondo e della vita contenuto in essa è solo un PRO FORMA. Niente PUO' davvero accadere se Dio riporta tutto all'origine, ma possiamo assumere una visione uguale e contraria a quella della Divina salvezza e se davvero le crediamo non abbiamo una possibile consolazione. Invece la vita è come disse Gesù a Nicodemo: Uno Spirito santo che scende dall'alto e un mondo materiale visto per reazione andare verso l'alto, come acqua che salga in cielo per evaporazione. Ma s sale in cielo è perché prima essa è venuta giù dal cielo. Noi. Mentre viviamo, siamo come acqua che discenda dal cielo e veda per pura reazione materiale, rispetto allo spirito che è immateriale o antimateriale e che si muove evidentemente in modo reale nel verso opposto. Se io vedo nascere il Sole è perché sto andando verso l'alba. E se vado verso l'alba, è verso l'alba che davvero vado, ma per effetto relativo da ciò combinato vedrò arrivare la sera e la fine apparente del mio vivente giorno. Ecco, io, come Abramo, partito dalla questione dei numeri ho potuto risalire al complesso mondo vai e vieni costruito da Dio in modo tale che l'esperienza divisa nei due contrapposti di una stessa vita, valutata in entrata e in uscita possa permetterci il perfetto bilancio che ci porti infine a seguire la volontà del padre, di giustizia, perché il bilancio che potremo fare sarà assolutamente giusto


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Capiremo di essere tutti anime di Dio, chiamate da un Dio Padre grandioso salvatore alla liberazione infinita di se stesso, per esaltare al massimo la possibile gioia sua ad ogni livello della sua possibile dimensione. Ebbene, allora non è un arbitrio interpretativo partire da Gomorra e da Sodoma che furono due città rovesciate dalla furia divina, per rovesciarle letteralmente in quel modo che tiene conto dei due differenti ordini di scrittura, tra il popolo di Dio che scrive da destra verso sinistra i nomi in questo modo:

AMOD o S A.R.-ROM- o G

Ed attivare semplicemente il nostro ordine di lettura rispetto a quel testo scritto in lingua ebraica. Io sono AMOD o Scaglioni se associato al cognome della mia sposa in cui io ho proiettato il legame tra Padre e Spirito santo che reggono e governano me e quella figura rappresentativa di Gesù, figlio di Mario (figlia di Anna) e che hanno in comune tra loro il 15 agosto dell'ascensione e della nascita, e figlia di Giuseppina, uscita di scena dalla nostra vita come San Giuseppe in quella di Gesù, ancor prima che dovessero accadere gli episodi salienti, mentre Maria, come Mario visse a lungo. Mario Scaglioni fin quasi a 100 anni. A.R. ROM o G precisa ora l'Acronimo A.R: precisandolo nel ROM del nome Romano e nella G iniziale di Giancarla. Sono io, Romano Amodeo che sto

ponendo la salvezza dimostrandola in base ai numeri della SEZIONE AUREA divina. Il criterio che regola la sezione aurea è quello che porta a questo disegno, il quale ripropone sul secondo la stessa relazione esistente nel primo. In tal modo, partendo da un 180 che sia il tratto e rispetto al 114 che completa la lunghezza posta a base, lo stesso 114 è la parte verticale in alto, mentre è 66 quella in basso, che poi titroviamo a destra nel tratto orizzontale in mezzo, mentre è 48 la parte a sinistra.

18

48

66

114

180


14

Finito di scrivere il 19 giugno 2.016 a 37 giorni dalla mia salita in cielo, ma a 23 soltanto da quel 12 luglio in cui dovrei esse “bloccato� come dalla paralisi vista in mio padre, per i suoi (e miei) 14 giorni di Via Crucis.


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