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Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO
Quando e come Ges첫 e la stessa Bibbia ( nei primi 11 capitoli del suo 1째 libro ) predissero il ritorno del Cristo nel Padre
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I VIGNAIOLI ASSASSINI
Ci sono 3 vangeli che ne parlano; quello di Matteo riporta la risposta alla domanda di Gesù data dai discepoli; gli altri due l'hanno assegnata allo stesso Gesù, come se Egli avesse posto una domanda retorica... Chi fu in verità a rispondere? Si può forse capire dalla citazione riguardante “la pietra che – scartata dai costruttori – è divenuta testata d'angolo. Matteo 21, 33-42
Marco 12,1-13
Luca 20,9-17
33 Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò.34 Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto.35 Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. 36 Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. 37 Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! 38 Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. 39 E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.
1 Gesù si mise a parlare loro in parabole: «Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano. 2 A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna. 3 Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote. 4 Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti. 5 Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero. 6 Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! 7 Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra. 8 E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
9 Poi cominciò a dire al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, l'affidò a dei coltivatori e se ne andò lontano per molto tempo. 10 A suo tempo, mandò un servo da quei coltivatori perché gli dessero una parte del raccolto della vigna. Ma i coltivatori lo percossero e lo rimandarono a mani vuote. 11 Mandò un altro servo, ma essi percossero anche questo, lo insultarono e lo rimandarono a mani vuote. 12 Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo cacciarono. 13 Disse allora il padrone della vigna: Che devo fare? Manderò il mio unico figlio; forse di lui avranno rispetto. 14 Quando lo videro, i coltivatori discutevano fra loro dicendo: Costui è l'erede. Uccidiamolo e così l'eredità sarà nostra. 15 E lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.
40 Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». 41 Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». 42 E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?
9 Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri. 10 Non avete forse letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; 11 dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri»?
Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna? 16 Verrà e manderà a morte quei coltivatori, e affiderà ad altri la vigna». Ma essi, udito ciò, esclamarono: «Non sia mai!». 17 Allora egli si volse verso di loro e disse: «Che cos'è dunque ciò che è scritto: La pietra che i costruttori hanno scartata, è diventata testata d'angolo?
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Questa questione potrebbe sembrare a torto senza grande importanza. Invece molto diverso è il caso che a rispondere alla sua domanda sia stato Gesù stesso oppure gli altri. Nel primo caso, Gesù rivelerebbe il comportamento del padrone, nel caso diverso la domanda resta senza risposta da parte di Gesù, perché la scrittura che porta alla memoria non risponde alla domanda su cosa avrebbe fatto il Padrone, ma rivela solo il successo finale di quel fondamento che i costruttori invece avevano scartato. Sottolineare che, alla fine, il vero valore si affermerà, non è di per se una spiegazione riguardante l'azione contro i contadini scellerati, ma la rivelazione che sarebbe stata fatta piena giustizia a chi era stato scartato come una pietra inadatta. Infatti, alla prova dei fatti, una cosa appare certa: Gesù non ha dubbi sul fatto che il Padrone sarebbe venuto certamente, dopo che i vignaioli gli avevano ucciso il figlio unico, nella convinzione che – restato il Padrone senza un suo erede diretto – come nella legge ebraica il vigneto sarebbe passato come proprietà agli affittuari. Sono io a porvi allora questa domanda: “Su quale base i Cristiani si sono convinti che il Padrone sarebbe venuto solo ad eliminare quel campo, alla fine dei tempi, premiando i meritevoli e castigando i colpevoli attraverso il Giudizio Universale?” Infatti dal racconto fatto da Gesù emergeva solo il problema che il Padrone avesse il suo compenso nella gestione della vigna. I Cristiani si sono comportati come se con la venuta del Figlio unico del Padrone fosse venuto anche sua padre e fosse stato ucciso egli pure, tanto che ora, in mancanza di altri eredi, fossero loro, gli eredi del Figlio a dovere avere in amministrazione unica quel campo, sottratto agli altri, mandati a morte. Invece, con la comparsa dei Cristiani, è accaduto solo che essi pure
si siano imposti come cogestori di quella vigna, assieme agli altri, gli Ebrei, che non sono per nulla stati tolti di mezzo. Con quale arbitrio si può credere che Dio, che si scelse quel Popolo e che promise ad Abramo e discendenti una eredità eterna, fossero... disdettati? Certamente la sola narrazione fedele è stata quella di San Matteo, che mette quella ipotesi in bocca a chi risponde a Gesù e non a Gesù, venuto a raccogliere le pecorelle smarrite della casa di Israele e non a “farle fuori”... Se diamo poi retta a che cosa è accaduto, promosso dalla Divina Provvidenza, oggi possiamo giudicare che siano comparsi, dopo i Cristiani, anche gli Islamico, a prendersi una loro terza parte della vigna... Gesù certamente lo sapeva, né poteva riferirlo ai suoi fedeli, dicendo loro che la rivelazione divina non si era ancora compiuta del tutto, e che un giorno, dopo di lui, sarebbe comparso un certo Maometto, a rivendicare la parte di eredità di Abramo spettante, perché promessa, al vero primogenito di Abramo, che non fu l'Isacco avuto da Sara, ma l'Ismaele avuto dalla schiava egiziana Agar. In presenza di Osea che dice, da parte di Dio: “dall'Egitto ho chiamato mio figlio” come negare che un Figlio chiamato dall'Egitto possa anche riguardare quanto uscito dal ventre di Agar? Leggiamo in Bibbia, 1, 16, la vicenda riguardante Ismaele. Genesi 16 1 Sarai, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava egiziana chiamata Agar, 2 Sarai disse ad Abram: «Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli». Abram ascoltò la voce di Sarai.3 Così, al termine di dieci anni da quando Abram abitava nel paese di Canaan, Sarai, moglie di Abram, prese Agar l'egiziana, sua schiava e la diede in
4 moglie ad Abram, suo marito. 4 Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei. 5 Allora Sarai disse ad Abram: «L'offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho dato in braccio la mia schiava, ma da quando si è accorta d'essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!».6 Abram disse a Sarai: «Ecco, la tua schiava è in tuo potere: falle ciò che ti pare». Sarai allora la maltrattò tanto che quella si allontanò. 7 La trovò l'angelo del Signore presso una sorgente d'acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Sur, 8 e le disse: «Agar, schiava di Sarai, da dove vieni e dove vai?». Rispose: «Vado lontano dalla mia padrona Sarai». 9 Le disse l'angelo del Signore: «Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa». 10 Le disse ancora l'angelo del Signore: «Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla per la sua moltitudine». 11 Soggiunse poi l'angelo del Signore: «Ecco, sei incinta: partorirai un figlio e lo chiamerai Ismaele, perché il Signore ha ascoltato la tua afflizione. 12 Egli sarà come un ònagro; la sua mano sarà contro tutti e la mano di tutti contro di lui e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli». 13 Agar chiamò il Signore, che le aveva parlato: «Tu sei il Dio della visione», perché diceva: «Qui dunque sono riuscita ancora a vedere, dopo la mia visione?». 14 Per questo il pozzo si chiamò Pozzo di Lacai-Roi; è appunto quello che si trova tra Kades e Bered.15 Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito. 16 Abram aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele.
Genesi 17,1-27 1 Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: «Io sono Dio onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. 2 Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò numeroso molto, molto». 3 Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: 4 «Eccomi: la mia alleanza è con te e sarai padre di una moltitudine di popoli. 5 Non ti chiamerai più Abram ma ti chiamerai Abraham perché padre di una moltitudine di popoli ti renderò. 6 E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te nasceranno dei re.7 Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. 8 Darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio».
9 Disse Dio ad Abramo: «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione. 10 Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra di voi ogni maschio. 11 Vi lascerete circoncidere la carne del vostro membro e ciò sarà il segno dell'alleanza tra me e voi. 12 Quando avrà otto giorni, sarà circonciso tra di voi ogni maschio di generazione in generazione, tanto quello nato in casa come quello comperato con denaro da qualunque straniero che non sia della tua stirpe. 13 Deve essere circonciso chi è nato in casa e chi viene comperato con denaro; così la mia alleanza sussisterà nella vostra carne come alleanza perenne. 14 Il maschio non circonciso, di cui cioè non sarà stata circoncisa la carne del membro, sia eliminato dal suo popolo: ha violato la mia alleanza». 15 Dio aggiunse ad Abramo: «Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamerai più Sarai, ma Sara. 16 Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni e re di popoli nasceranno da lei». 17 Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e rise e pensò: «Ad uno di cento anni può nascere un figlio? E Sara all'età di novanta anni potrà partorire?». 18 Abramo disse a Dio: «Se almeno Ismaele potesse vivere davanti a te!». 19 E Dio disse: «No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai Isacco. Io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui. 20 Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici principi egli genererà e di lui farò una grande nazione. 21 Ma stabilirò la mia alleanza con Isacco, che Sara ti partorirà a questa data l'anno venturo». 22 Dio terminò così di parlare con lui e, salendo in alto, lasciò Abramo. 23 Allora Abramo prese Ismaele suo figlio e tutti i nati nella sua casa e tutti quelli comperati con il suo denaro, tutti i maschi appartenenti al personale della casa di Abramo, e circoncise la carne del loro membro in quello stesso giorno, come Dio gli aveva detto.24 Ora Abramo aveva novantanove anni, quando si fece circoncidere la carne del membro.25 Ismaele suo figlio aveva tredici anni quando gli fu circoncisa la carne del membro. 26 In quello stesso giorno furono circoncisi Abramo e Ismaele suo figlio. 27 E tutti gli uomini della sua casa, i nati in casa e i comperati con denaro dagli stranieri, furono circoncisi con lui.
Come si vede chiaramente, nel disegno di Dio l'Alleanza stabilita con il figlio avuto da Sara non avrebbe riguardato Ismaele, anche se però
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lo stesso giovinetto, all'età di 13 anni, fu circonciso, rientrando con questo egli pure nell'alleanza, per quanto scritto nel versetto 7 in cui l'alleanza è stabilita con la discendenza di Abramo dopo di lui, di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio di Abramo e della sua discendenza dopo di lui. Quando con il versetto 17, di questa libro 17 riparte una nuova generazione, che ci sarà anche con Sara, e Abramo si dimostra un po' incredulo, data la sua età, per cui Abramo – che aveva avuto a che fare con la gelosi di sua moglie – aveva dovuto allontanare Ismaele, dice al signore: sente dire che «Se almeno Ismaele potesse vivere davanti a te!».... abbiamo che Dio gli disse: «No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo chiamerai Isacco. Io stabilirò la mia alleanza con lui come alleanza perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo di lui. 20 Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici principi egli genererà e di lui farò una grande nazione
Insomma il Signore attiva quella che può chiamarsi senza tanti dubbi come la “strategia dei due forni”. Infatti il Signore dichiara di aver esaudito Abramo “anche riguardo Ismaele”, e lo ha benedetto e gli ha assicurato un gran seguito. Ma da Sara uscirà una alleanza nuova e diversa e il Signore la stabilirà perenne con suo figlio. Badate bene, scrivere stabilirà la mia alleanza non significa la mia alleanza unica e sola! Infatti anche per Ismaele essa esiste, seppure essa è diversa ed è solamente come se essa “uscisse soltanto di scena”, mentre incomincia il legame tra Jahvè e quel popolo che uscirà da Isacco. Chi non capisce come sia che il favore concesso alla parte che discenderà da Isacco sarà tale che saranno fatti primi sempre e solo i
secondi nati, e crede che con questo gesto Dio tolga ai primogeniti i loro diritti, non si rende conto di come, con questo gesto sorprendente, il Signore attui sempre con forza la validità di un dualismo, in cui i primogeniti sono già primi in virtù di nascita, ma debbono affermare la validità del loro primato nel favore totale concesso a chi venga dopo. Con questa divina strategia, a favore degli ultimi, si perverrà infine con l'avvento finale del Figlio di Dio, Gesù Cristo, che sarà il campione degli ultimi e degli indifesi, venuto a salvare le pecorelle perdute tra i figli di Abramo. Gesù sarà riconosciuto Spirito di eccellenza anche dai discendenti benedetti dal Signore attraverso l'alleanza iniziale fissata con Abramo prima ancora che esistesse Isacco. Essa comincia con la circoncisione, e i 13 anni del circonciso Ismaele, per quello che significano, in relazione ad un YHWH cui corrisponde il numero 26 parla, con l'evidenza dei numeri che sono le parole della Bibbia, di una bipartizione di questo Dio Jahvè, in due discendenze e popoli differenti. Se si legge che cosa dirà il Signore alla sposa di Isacco, che va a consultarlo per sapere la ragione per cui ha tanto dolore nel suo grembo, che era sterile e che Dio miracolosamente ha ingravidato, questa è la risposta che ella riceve: Genesi 25,23 Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo».
Questa risposta è duplice: infatti, mentre un popolo è quello che si
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svilupperà dal gemello che sarà chiamato ISRAELE, chi credete che sia l'altro, se non quello tratto da ISMAELE? Ma esiste poi anche l'altro popolo, quello ROMANO che si imporrà sul Messia di Israele, ma infine lo servirà attraverso quel 25 dicembre in cui il popolo Romano celebrava il SOL INVICTUS, di un sostanziale Dio RA ROMANO, che si mutava nel PADRE STESSO del NATALE del Figlio, Gesù Cristo, nel 3° secolo dopo Cristo. ISMAELE, figlio dell'Egiziana Agar, prefigura il popolo maggiore di quell'Egitto che per 400 anni si imporrà sui figli di ISRAELE. C'è solo da chiedersi in che modo poi questo EGITTO servirà Israele, in relazione al Messia del suo popolo, Gesù Cristo. E la risposta anche qui è assai facile. Il popolo di Israele esce di Egitto nel tempo in cui vi fu stabilito il monoteismo che celebrava ATON, e che vide il faraone mutare il suo nome in Achenaton. Fu un periodo di grandi lotte religiose tra i sacerdoti di quella pletora di divinità precedentemente venerate, e questo ATON che era imposto come l'unico Dio. Tutankamen, suo figlio messo sul trono ancora un fanciullo, durante la restaurazione di Orus, Ra ed Amon, con tutto il seguito di prima, fu guidato sapientemente da sua sorella. Fu durante le lotte di quest'epoca che gli Ebrei poterono sfuggire alla potestà egiziana che ne aveva fatto un popolo totalmente asservito. Ebbene, il Dio ATON, per le facoltà linguistiche dello Spirito santo, che con una lingua ne parla molte altre, rivelava nella lingua unitaria che un giorno avrebbe avuto il mondo intero nell'Inglese, che si trattava di <Uno sulla croce>, in quell' <A T on>, nel mentre il suo valore numerico, per A=1, T=18, O=13 ed N=12, era in 1+18+13+12 = 44 Era quel 11 +33, uno e trino, che, con 11, alludeva al valore di tutti
i numeri interi 1+2+3+4+5+6+7+8+9+10+11=66, i quali, +33, segnavano le 99 unità comprese nell'assoluto 10^2 di un Dio il cui principio uno e trino era il 10^3 riconducibile a quel 10+3, a quel 13 che erano gli anni di Ismaele quando fu circonciso. Il servizio fatto dal Popolo maggiore EGIZIANO, si sarebbe poi manifestato anche in quel popolo ROMANO=66, come ciò cui portava il Dio unitario chiamato ATON. Per via di tutti e due i popoli ci sarebbe stata come una staffetta, e il ROMANO avrebbe determinato, con il Natale, il giorno in cui Gesù è NATO... da ATON, se – rispettando il valor cristiano posto in ogni ultimo, anche in nome ATON ha la ultima N che si mette davanti ad ATO e lo rende NATO. Sembrano puri giochi di parole, ma non è così! Tutto è concateNATO. Anche il NATALE rivela chiaramente come <NAT AL è>, laddove AL poi è la stessa parola ebraica indicante Dio, nella terza di Genesi, capitolo 1°. BRASYT BRA ALHIM presenta il terzo nome – che per la “deviazione” portata dai Masoreti secoli dopo Cristo, è letto ELOHIM, mentre si tratta di un ALLAH in cui è semplicemente nascosta la sillaba LA, che esiste come la fase inversa al primo AL, allorché un ciclo intero è dimezzato nel complesso binario dato da un AL=1+10=11, che è la parte unitaria nell'11 +33 =44 di ciò che vale ATON. ALH che è 1+10+8=19 è tutto il moto di 1 che esiste come tale in un 10 che avanza totalmente, di 10. Di fronte a un Dio Uno e Trino che vale 19 quando è uno solo, come Allah, si aggiunge un 3×19=57, come trino, tanto che quanto sia Uno e Trino in base 19, lo esiste nelle 4 volte di 38+38. Che l'area 38×38 sia il 1444, che è unitario in solo 144 decine di minuti primi, ecco creato un giorno intero, sulla base di quel 38 che
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poi Bibbia descriverà in 1, 38, Genesi 38. ALH=19 è la fase solo “reale”, unilaterale di un valore intero tra parti uguali e contrarie, che sarebbero HALLAH=38, in Genesi 38. Ma non è certo Bibbia il libro sacro dell'Islam. E' il Corano, il cui profeta si chiamava Muhammad, il cui valore numerico è lo stesso 66 di ROMANO. Il capitolo che tratta di Muhammad è il numero 47=AMODEO, ed è composto esattamente dei 38 versetti corrispondenti a quell'intero HALLAH=38 che nella realtà solo avanzante si dimezza al 19 delle lettere numero 10, 11 e 12 della Bibbia. Quello che sto cercando di far vedere è come in fatto di nomi (che valgono numeri) Bibbia e Corano sono unificati quando facciam ricorso ai testi originari. Quando però succede che Muhammad diventi MAOMETTO in italiano, allora il numero si espande di 24 (quanto tutte le ore di un giorno) e passa a 90. Accade allora questa cosa addirittura sorprendente. Che: MAOMETTO : ROMANO = ROMANO : GESU' (=7+5+17+19=48) . 90 : 66 = 66 : 48 1,36 36 36... = 1,375 1.36 eterno = 1,36 +3/4 (eterno spazio) ROMANO è il “medio proporzionale” tra MAOMETTO e GESU'. A voi sembrerà un “non senso” poiché nella concezione dell'uomo “liberale” che è convinto che natura e vita compresa in essa sono CREATORI di condizioni nuove legate alla forma assunta dal divenire, queste “cose cabalistiche, numeriche” sembrano vere CAZZATE.
Ma chi è che le pensa, queste CAZZATE? Colui che crede in DIO il CREATORE UNICO (e che non ce ne sarà alcun altro, in forza di CREDO!) e poi – con totale APOSTASIA – lo nega, non ci crede più? E non lo fa poiché asserisce che questo UNICO CREATORE ci ha delegati a... FAR NOI i creatori al posto suo... Se così fosse, Questo sarebbe stato il primo dei 10 comandamenti: Io credo in Dio Padre Onnipotente e che a lui siamo aggiunti come creatori tutti noi altri (per il LIBERO ARBITRIO donatoci). Come se... Adamo ed Eva non se ne fossero appropriati per pura disobbedienza! Altro che DONO! Invece la verità è che i 10 comandamenti lo sono, divini , perché Dio crea attraverso il ciclo 10 attribuito ad un Dio PADRE di tutti i numeri DECIMALI. Lo dimostra lo stesso capitolo BRASIT dell'Introduzione al Regno di DIO=D.10. Posto infatti IN PURO PRINCIPIO di matematica pura il valore di 10^3 on unità date dal suo valore inverso, ossia da MILLE MILLESIMI, accade che MILLE, sommato ad un suo millesimo che è l'UNITA' IN PRINCIPIO, vale 1.001. Allora, posto IN PURO PRINCIPIO: 1.001, calcoliamo che numero crea BRASYT=913, come il libro 1. - 913 = --------88, come i versetti totali, 88, del capitolo 38 del Corano... o i versetti 38 del capitolo 47(=Amodeo) che tratta del Profeta Muhammad=66 (=Amodeo).
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Quando MUHAMMAD passa da Arabo all'italiano MAOMETTO, ingenera questa sezione aurea: 24 + 66 =90 = MAOMETTO 24 + 90 = 114 (CORANO nei capitoli totali), laddove: --------------------48 + 66 = 114 (che sono IO, Uno e Trino) GESU' ROMANO CORANO = 1 Romano Amodeo = 114 = 1 Torquato = 114 = 1 RO AN AN PA TO AM = 114 Acronimo duale dei miei 6 nomi: Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo Non stupitevi se, in questo capitolo, partendo proprio dalla domanda di Gesù su che cosa avrebbe fatto il Padrone della vigna quando sarebbe venuto, lo ha riferito venuto realmente nella sua divina VESTE, a cavallo su di me, come sul puledro in cui già un tempo Gesù entrò in Gerusalemme. In sostanza sono io a rispondere a questa domanda su che cosa avrebbe fatto il Padrone della vigna: “Si sarebbe presentato CAVALCANDO un vero e proprio ASINO in forma umana. Sarebbe entrato nel mondo non nascendo nella povera stalla in cui nacque Gesù, ma si sarebbe INSTALLATO in un peccatore terribile, al pari di quel SAULO che perseguitava i Cristiani e che il 25 gennaio, incontrato Gesù in un sole abbagliante, cadde da cavallo mentre una voce gli diceva SAULO SAULO PERCHE' MI PERSEGUITI? Il quel 25 gennaio in cui la chiesa cattolica celebra la CONVERSIONE
di San Paolo, che da AVVERSARIO ACERRIMO lo mutò il PRINCIPE DEGLI APOSTOLI ed APOSTOLO DELLE GENTI... e accadde intorno al 38 dopo Cristo... In quello stesso 25 gennaio 38 nacqui io, ANTICRISTO al pari di SAULO. Anche io nel mio quarto nome sono stato battezzato PAOLO. Dunque un Signore che si presenta in un apparente nemico, per impersonarlo, convertirlo e – attraverso la sua conversione – fare di lui proprio quel RITORNO DEL CRISTO che era atteso dai Cristiani. Il Padrone, verrà COME UN LADRO (e sono parole di Gesù), nottetempo, per verificare se la commessa affidata alla Chiesa Cattolica di Pietro è stata rispettata. Dunque un padrone che viene in modo totalmente sprovvisto di quelle credenziali di DIVINITA' che aveva reso ben manifeste in Gesù Cristo. Sarebbe accaduto che i Cristiani, convinti a torto che la Rivelazione fatta da Gesù fosse totale, non si aspettavano più alcun avvento di Novità. Invece, passati 5 secoli, secondo la Provvidenza di Dio doveva arrivare il momento di raffermare l'altra parte della divina pattuizione e benedizione, fatta con il figlio di Agar, la schiava egiziana. Fatto fuori l'Isacco, da eliminare, restava il dualismo netto tra Ismaele ed Israele, e l'arbitro di loro due sarebbe stato quel primogenito di Isacco, Esaù, che era stato post-posto, per esaltare gli ultimi... ma senza con questo disprezzare i primi. Solo che i primi, sia Ismaele, sia Esaù, si sarebbero affermati dopo la figura del Figlio di Dio affidata a Gesù Cristo come a quel solo Campione in cui il Padre si possa interamente compiacere. Ecco che allora per prima viene l'ora dei discendenti da Ismaele, e sono nel segno dell'Islam.
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Ma questo Islam, che rispetta il primato nei primi, in primo luogo è chiamato ad affermare la verità terra terra, che vada bene agli uomini di quel tempo. Solo in un sec9ondo momento il tutto ritorna attraverso l'affermazione, seconda, di Esaù, il vero primogenito di Isacco. Tra questi due tempi, del profeta Muhammad, e del suo virtuale ritorno nel 66 di Romano, ci sarebbero stati circa 1368 anni. Essi vanno dalla nascita di Muhammad (570 circa dopo Cristo) a quella di Romano, nel 25-1-38. Tenuto conto di Bibbia, 1,38, questi 1368 anni sono 13 quantità assolute, quelle di Ismaele che è circonciso a 13 anni, che si sommano non a 80 anni ma ai 68 che sono 12 in meno. Come mai? Qual è l'espansione di 68 anni, tenendo conto che lo spazio è dato da 3 e che il tempo va considerato unitario in 4 quantità? (Essendo unitario in 1/5). 3 volte 4=12 è tutta l'espansione spaziale da sottrarre a 80, e ne restano giustamente 68. Pertanto, la nascita il 25 gennaio del 1938 di Romano=66 è nel segno di 1380 giorni aggiunti con relativa espansione di 12. Senza questa espansione, lo stesso 138, in centinaia assoluti di anni, porta ai 1368 che sono venuti di seguito, reincarnando Muhammad in Amodeo. Sarebbe Ammmudah, e varrebbe 47 come Amodeo... invece vale il 66 di ROMANO. Insomma è lui, è in Romano Amodeo che si ripresenta. Il suo apporto originario fissa delle regole valide in quel tempo... ma sono totalmente da rimodulare, in quanto l'ISLAM= <è L'AModeo> è come quell'immagine appiattita in una area priva totalmente del flusso suo nel tempo. Pertanto è naturale che, passato una nuova Genesi 38, come 1,38 millenni, toto di mezzo lo spazio di espansione di 12 anni, questa ferma sezione deve essere RIFORMATA.
Sono troppe RAGIONI, presenti nell'Islam, che erano appropriate in quello SPACCATO nel tempo e che non valgono più in quello dei giorni nostri, della perfetta definizione del tempo. Per questo, tornando alla gestione del campo e di quella vigna, dopo i vignaioli Ebrei, sarebbero venuti quelli Cristiani, e infine quegli Islamici a spartirsi tra loro battagliando la gestione di quel vigneto. La vigna è solo di Dio e tutti e tre i tipi di contadino dovranno dare a Dio par la terza parte di quel campo. In queste tre specie di contadini, sempre in lotta tra loro, è sempre accaduto che la pietra ben acconcia, del costruttore, fosse scartata. Dagli Ebrei nell'attesa ancor oggi di un Cristo già venuto da 2.016 anni. I Cristiani da un Cristo già ritornato fin dal 4 giugno del in40, dunque da 76 anni e già anche risalito in cielo da quell'Abominio della Desolazione di cui aveva scritto il Profeta Daniele, e che si è verificato secondo le attese del famoso Calendario Maia, il 21-12 del 2012. I terzi in questione, gli Islamici, sono i più rigidi di tutti. Avendo Dio assegnato loro uno spaccato fisso nel tempo, essi lo hanno esteso nel tempo, identico a come era allora in cui si poteva anche convenire che la donna fosse il giardino offerto per le delizie dell'uomo! Allora. Ma oggi no. Ecco allora che arriva finalmente il Padrone, nel 25 di gennaio del 1938, e – impersonando tutti i profeti della storia, tutti il “fenomeni” di ogni tempo, definisce la verità assoluta. Solo in questo modo, infine, la pietra, scartata dai tre costruttori, diverrà finalmente la testata d'angolo. Ma si dovrà attendere il 26 luglio di questo anno Santo, e, nel giorno che celebra la santità dei genitori di Maria, madre di Gesù, LA VESTE bella, che si è posta e presentata sul dorso di una bestia da soma... arriverà nella Città Santa discesa dal cielo.
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LO SPIRITO SANTO PARACLITO C'è un solo vangelo che ne parla; vediamo cosa dice. Giovanni 14, 15-18 15 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. 16 Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, 17 lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. 18 Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi.
Giovanni 15, 26-27 26 Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; 27 e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.
Giovanni 16, 5-28 5 Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai?6 Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. 7 Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. 8 E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9 Quanto al peccato, perché non credono in me; 10 quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; 11 quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. 12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.13 Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 14 Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.
Giovanni 16, 25 25 Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. ».
Cerchiamo di capire attentamente il senso di queste parole. Innanzitutto lo spirito tradotto in italiano Paraclito o Paracleto, e indicato con la funzione di Consolatore non fa piena giustizia a tutta la sua funzione. Non si può evitare di andare a leggere un altro brano di Giovanni, nel suo famoso discorso a Nicodemo, in cui Gesù affronta l'argomento di Chi/cosa sia questo Spirito Santo. Giovanni 3,1-12 1 C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. 2 Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». 3 Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». 4 Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5 Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6 Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. 7 Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. 8 Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». 9 Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 10 Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? 11 In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12 Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?
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Lo Spirito santo è dunque simile al vento, che non vedi di dove arriva e dove va ma induce su di noi una vera azione dinamica. E' quanto unifica le azioni aventi verso opposto tra loro, procedendo da padre verso il figlio e dal Figlio nel verso opposto che lo riconduce nel Padre. Al cospetto dunque, di una vita che ora, come quella dei figli procede verso il rientro nel Padre, lo Spirito santo ha simultaneamente entrambe le azioni. Esiste quindi una Rinascita dall'alto di tipo puramente spirituale, che accompagna l'uomo a fianco della sua vita svolgendo funzione di chiarificazione e di aiuto, ma esiste anche nel verso opposto che inizia nel punto più alto dell'età raggiunto dalla vita, e riporta concretamente nell'unità originale del Padre. Noi dobbiamo considerare Dio come un unico punto, di origine e di fine di ogni cosa. Non avendo alcuna dimensione reale, nello stesso modo di un punto geometrico da cui origini un sistema di tre assi ortogonali, la realtà relativa a questa dimensione creata a partire da quella dimensione zero, si avvale di tre distinte linee di azione, che sono combinate tra di loro due ad uno. Esiste la dimensione 2 di un piano, di tipo creativo, formato da Padre e Spirito santo come i suoi due distinti lati, ed esiste la linea del flusso nel tempo, che esiste in una unica direzione perpendicolare al piano. L'unità tridimensionale di Dio, quando crea lo spazio del mondo, agisce in questo modo nella determinazione unitaria di un solo volume. Anche se, in questo modo, sembrerebbe che ci sia differenza tra piano e flusso nel tempo, essa sta solo nel modo con cui lo Spirito santo agisce rispetto alle altre due divine dimensioni, quando Dio le assume e si determina nel mondo reale, entrando IN ATTO. Il piano, infatti, vede il prodotto tra Padre e Spirito santo, che si combinano tra di loro in modo diretto, nel mentre lo Spirito santo si presenta – nei confronti del Figlio – come un numeratore si presenta nei confronti del,denominatore. Dividere lo Spirito per il Figlio, mentre
significa ripartirlo ad ogni figlio, da luogo ad una combinazione inversa. Infatti in ogni unità data da N/N esiste il prodotto di N per il suo valore inverso, ossia per 1/N. E' questa relazione a produrre l'entrata nel tempo, perché ogni rapporto equivale ad una sorta di Velocità. Poiché 1/1, 2/2, 3/3 sono sempre velocità unitarie, e dunque identiche nella loro soluzione totale, l'aumento del numero delle parti in cui è divisa ogni unità fa sì che le rispettive presenze unitarie, data da 1/1, ½ e 1/3, per restare in questo esempio, si mostrano avere una differente velocità relativa. Infatti, posto 1 minuto secondo come il tempo intero, la frazione 1/1 esiste per un intero secondo, quella ½ deve muoverne due ogni secondo e la terza, della presenza 1/3 di tre, deve muoverne tre nello stesso tempo di 1 secondo. Poiché la dimensione di ogni Figlio è quella temporanea schematizzata in 1/N della sua vita posta in N/N, vite corte e vite lunghe se computate rispetto ad un tempo unitario estraneo ad ogni vita, sembrano aver lunghezze diverse tra loro, ma invece tutto è veramente relativo ad ogni unità per conto suoNoi Figli esistiamo dunque in tutti gli N ennesimi della nostra vita, e riceviamo questa vita dall'Unità dello Spirito santo, che è il numeratore N che ci dispensa tutti i nostri ennesimi. La forza stessa della nostra vita dipende da chi ce la dà, ed è lo Spirito. Ma è sempre lo Spirito santo che, alla fine di tutti i nostri ennesimi, in cui abbiamo maturato per Libero arbitrio tutti gli interessi che abbiamo scelto di maturare, farà di quell'arrivo al binario morto dell'esistenza una RESURREZIONE da quel punto alto. Nicodemo ha capito bene quando ha chiesto a Gesù se un vecchio deve rientrare nuovamente nel grembo materno... Dove non ha più dimostrato di aver capito è stato quando ha continuato dicendo: per nascere di nuovo. Si nasce di nuovo grazie all'azione di N/1, che si riversa su tutti i nostri distinti 1/N dissolvendoli per unificazione nella loro differenza di
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futuro e di passato. Un Treno reale che ridiscende da una stazione di testa ripercorre metro dopo metro tutto il percorso di prima. La Legge Occhio per Occhio e Dente per dente, imposta da Dio agli Israeliti è la vita su e giù lungo i due versi. Il primo atto è il Signore che concede un 10 da amministrare a chi non ha nulla di suo. Chi si ritrova in mano questo 10 posseduto, lo possiede assieme al debito che ha assunto per possederlo. A mano a mano che il treno della vita ritorna verso la stazione di testa, partendo dalla posizione che ha un bimbo appena nato, per crescere e arrivare fino alla restituzione della vita, come accade ogni volta che delle risorse ci siano state assegnate, noi ne abbiamo maturato un interesse. Dice il momentaneo amministratore al suo Signore: “Mi hai dato 10, eccoti indietro il tuo 10, con un altro 10 come l'interesse maturato. Da quel momento, lo stesso treno della vita può ripartire da quella stazione di testa avendo come corredo quel 10 di interesse che egli ha maturato, che il Signore gli lascia interamente come suo. Tutti hanno questo rapporto con lo Spirito santo. E' chi tramuta in Resurrezione dall'alto l'interesse da ciascuno maturato. E – tornati nel grembo materno – come aveva ben capito Nicodemo – lo Spirito santo non ci fa invertire di nuovo il treno. Infatti non abbiamo più nulla da restituire e tutto quel poco che abbiamo guadagnato sarà ricambiato con un MOLTO. “Bravo servo fedele! Mi sei stato fedele nel poco, e sarai ricompensato nel molto”. Insomma si inizia il lungo viaggio di reale immedesimazione con tutti i nostri antenati. Solo quando ogni Figlio rientra in suo Padre e sua Madre farà la piena esperienza diretta di essere tre in uno. Quando l'uomo non capisce che la Famiglia sacra, fatta di padre, Madre e Figlio sarà quella vera unità che saremo noi figli a realizzare, tra nostro padre e nostra madre con cui vivremo in comunione dopo di
esserci portati a vivere NELLE loro due vite, allora separeremo la stessa vita da tutti quelli che oggi sembrano giusti usi o abusi. Un malfattore che entra in un monastero e stupra una vergine è una cosa orrenda... ma solo quando questo FATTO esiste ed è veramente compiuto. Noi invece scopriremo di essere stati tutti inseriti in puri progetti infiniti nelle loro possibilità e sono tutte possibilità di bene, perché ESISTERE è cosa DIVINA e perché ogni cosa divina è BUONA. Immagina di essere tu il figlio nato dal vile stupro che ho descritto. Ebbene, rientrato nel grembo materno tu riuscirai a dare un senso buono a tutto quel male che ho descritto. Uscite dalle loro storie, le due innocenti anime che sono state solo incaricate di attuare quel progetto divino, recuperano la loro VERA innocenza come due attori che hanno appena terminato una recita in cui hanno impersonato personaggi nemici. Anche quell'uomo lì che ha stuprato la suora, nell'anima che lo ha animato è simile al puro e attore cui è capitata semplicemente una parte in se stessa infelice. L'attore che ha interpretato il violentatore e l'attrice che ha interpretato la povera violentata, usciti di scena non possono avere nulla uno contro l'altro. Semmai è l'attrice che ha interpretato la vittima che deve una certa gratitudine all'altra anima, che si è dovuta far carico di quel terribile personaggio da animare. Perché credete che il Signore ricompenserà moltissimo Abramo, che aveva disciplinatamente accettato di sostenere la parte di un ORRIBILE ASSASSINO di suo figlio? Provare a immaginare due attori che sono chiamati a interpretare un Diavolo e un Santo. Chi è più meritevole? Chi fa di tutto per togliere all'altro la parte bella e gratificante, o quello che per puro altruismo dice: “la parte bella prendila tu!” Se le cose stanno in questi termini, si arriva a capire la ragione per cui Gesù racconta dei due opposti uomini che sono nel tempio e pregano! Uno ringrazia di di essere stato creato così buono e bravo...
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non come quel pubblicano lì in fondo alla chiesa, che tradisce la sua stessa gente. Costui invece aveva il cuore avvilito per i suoi peccati e ne chiedeva umilmente perdono. Gesù disse che fu costui a uscire perdonato da quel tempio, e non chi lodava il signore per i doni che aveva ricevuto, e per i quali si poneva più grande di quell'altro! Ecco, se sono stato io il frutto della violenza patita da quella povera suora, io mi ritroverò PURO nella sua vita e in quella di lui, e sarò proprio io, nella mia unità dimezzata su entrambi, a farne una cosa sola! Forse a voi non sembra giusto che l'anima di quello stupratore e violentatore della volontà di lei sia infine in un certo senso premiato, proprio da me, l'apparente frutto della violenza tra di loro... ma questa è la infinita potenza e bellezza dello Spirito santo! SANTIFICA! Quelle due anime non avevano nulla a che fare con i loro personaggi in lotta, e Dio li aveva unite in quel modo: prima nella peggiore delle violenze, e poi nel massimo del perdono e della misericordia... accertata la verità. Dio e le sue infinite anime sono la DIVINA TRASCENZA da ogni limite che imprigiona e costringe... e in Paradiso c'è più gioia per un peccatore pentito che per i tanti che non hanno avuto bisogno di perdono! Nel mondo stupefacente di Dio, il BENE è ricavato proprio attraverso la conversione del male. Questa vita, che andando verso la morte è il massimo dei mali, si tramuta nel massimo dei beni quando tutto il percorso è letteralmente rovesciato e il punto della fine si muta in un principio dell'eternità. Lo Spirito santo è la forza che fa comprendere come stiano veramente le cose, nella loro unità. Gesù non aveva potuto dire tutto questo. Lo spiega anche nel versetto 12 del cap. 16:
12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.13 Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera
Cosa significa dire: “per il momento non siete capaci di portarne il peso”? Significa dire che per comprendere la complessità di una vita “vai e vieni”, occorre avere acquisito dei fondamentali principi di verità! Se essi non sono acquisiti, allora Dio li impone in un modo che sembra perfino ingiusto. Vi richiamo questo modo, imposto con il capitolo 114 del libro Bibbia, quando si prescinde dai primi 5 libri e se ne fa uno solo, con tutti i capitoli messi allora in fila e numerati in una progressione che parte dall'inizio. In questo modo, Bibbia, 1,114 è il capitolo 24 del Levitico, terzo libro, dopo Genesi (di 50 capitoli) e di Esodo (di 40 capitoli). Praticamente il Levitico comincerebbe con il capitolo 91, e il 24 aggiunto al 90 dato da 50+40 porta a 114. Intanto, solo “di passaggio” vi faccio notare come questo 90 +24 = 114 sia quanto, contato in valore cabalistico somma al nome MAOMETTO=90, quel 24 che, sottratto invece a 90, porta al 66=ROMANO. Laddove poi 24+24=48=GESU' Levitico 24,15-22 15 Parla agli Israeliti e di' loro: Chiunque maledirà il suo Dio, porterà la pena del suo peccato. 16 Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte: tutta la comunità lo dovrà lapidare. Straniero o nativo del paese, se ha bestemmiato il nome del Signore, sarà messo a morte. 17 Chi percuote a morte un uomo dovrà essere messo a morte. 18 Chi percuote a morte un capo di bestiame lo pagherà: vita per vita. 19 Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all'altro:20 frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatta all'altro.
14 21 Chi uccide un capo di bestiame lo pagherà; ma chi uccide un uomo sarà messo a morte. 22 Ci sarà per voi una sola legge per il forestiero e per il cittadino del paese; poiché io sono il Signore vostro Dio».
All'uomo che ignora come, al termine della sua vita, la stessa vita ripiega su se stessa, tanto che se in un verso appare fatta, nel verso opposto essa in sostanza è DISFATTA, tutto questo che è annunciato in un modo così inflessibile e che vale per tutti, forestieri o ne che essi siano, è perché OGNI COSA RITORNERA' AL SUO PRINCIPIO. Poteva Dio far capire a quegli uomini ancora così primitivi che la legge suprema di Dio sta non solo nel PERDONO ma addirittura dell'ANNIENTAMENTO reale di ogni azione buona o cattiva che sembri essere stata fatta? Poteva il Dio ALLAH usare con quel livello ancor primitivo, dei tempi di Muhammad, che Dio è il Dio della compassione e della Misericordia? Si, nel Corano lo ha potuto, nel primo dei versetti del primo capitolo posto come obbligo assoluto da recitare prima di ogni altro capitolo. Ma se andate a leggere poi nei capitoli, Allah si mostra dominatore inflessibile e duro contro chi gli muove contro nello stesso modo con cui appare in questo capitolo 114 di Bibbia che è la fattispecie di tutto il Corano, che si ferma a questi 114. Dopo tutti i secoli dai fatti descritti in questo LEVITICO, fino a Gesù, il Cristo ha potuto dimostrare coi fatti che per il Figlio di Dio sulla Terra il Padre ha scelto la stessa apparente croce data a tutti i primogeniti, che si sono visti anteposti sempre i secondi o gli ultimi ai primi. Accade in Bibbia 1, 25, in Bibbia 1, 38 e in Bibbia 1, 48. Tutti questi tre capitoli sono nel segno di Gesù. Il nome stesso di Gesù è formato in Genesi 25 dalla G di Giacobbe e dalla Trinità ESU' del primogenito ASAU' cui è strappata la A del suo primato. In Genesi 38, tocca a Zerach uscito per primo con una mano e
dichiarato “il primogenito”, vedersi costretta quella mano a rientrare nel sesso materno, per l'uscita prima di quel Perez che poi Matteo e Luca chiameranno Fares. In Genesi 48 è la volta di Giuseppe, primo figlio dopo la prima decina, numero 11, vedere come suo padre Israele decisamente fa torto a Manasse, il primogenito di Giuseppe, per anteporre a lui il secondo, Efraim. Stranamente (sembra) non è dalla famiglia di Giuseppe che poi verrà la Genesi di Gesù, venuto da Perez, il secondogenito di Giuda, quartogenito di Israele. Sembra strano, se non fosse che per il nome di Giuseppe, che di Gesù non sarà un padre reale, ma solo PUTATIVO. E allora anche tra i figli di Israele, il Padre arriva a scavalcare i primi 10, assegnando una PRIMOGENITURA di tipo PUTATIVO allo stesso nome di GIUSEPPE. La Bibbia è il libro per eccellenza in cui hanno PATRIA tutte queste pure REPUTAZIONI. Ed è così perché la SAPIENZA, anche se è concessa a Salomone, resta ancora una cosa tutta doverosamente connessa a quanto DISPONE Dio, apparentemente come un Despota che – per affermare la sua indipendenza da ogni tipo di vincolo, si mostra del tutto libero rispetto alle stesse leggi che egli impone, apparentemente solo agli altri. La GIUSTIFICAZIONE a disposizioni come quella riferita al versetto 22 del capitolo 114 di Bibbia, e 24° del Levitico è che < Ci sarà per voi una sola legge per il forestiero e per il cittadino del paese; poiché io sono il Signore vostro Dio> Essendo io il VOSTRO DIO, io sono l'arbitro unico della legge, e la impongo non solo a voi... ma anche ai forestieri! Ma come poteva il Signore spiegare altrimenti che è legge per TUTTI, non solo i viventi ma anche tutta la natura, che se adesso vi sembra che siete voi a fare ed è la Natura a evolvere a modo suo, sarete corretti totalmente in questo che ora vi sembra, e pertanto TUTTO RICADRA' SU SE STESSO. Perfino oggi, oltre 3 millenni dopo, se chiedete ad un uomo di
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scienza se sia vero che la Natura è IN ATTO e che la vita stessa è all'origine della sua vita, vi rispondono che è “fuor di dubbio!” Cari lettori, sono solo IO a dirvi che se noi sembriamo andare al binario morto della nostra vita è solo perché discendemmo da lì senza nemmeno accorgercene! Se non è IMPRESTATA od ogni anima di Dio una vita già disegnata da IMPERSONARE, nessuna anima lo può fare! Io morirò il 26-07-2016 perché al solo Padre suo (disse Gesù) era possibile dir qualcosa su quando sarebbe giunto il tempo e l'ora... e la verità del Padre, assieme al suo Spirito santo Paraclito sono la VESTE di un Figlio di Dio che cavalca su di me come un puledro: quello che già in questo modo Gesù usò, cavalcando un asina, quando si recò a Gerusalemme per esservi sacrificato. La sola verità che libera, e che è presa da Gesù e spiegata con la scienza che oggi Dio ha concesso all'uomo, è quella che vi sto dicendo solo io – oggi – e nessun altro! Infatti – per la Scienza – le azioni esistono e sono vere, e son compiute dalla Natura e dai viventi. Da nessun Altro! Dio – per loro – chiaramente non compie proprio nulla! E sono stupidi coloro che sperando in lui gli affidano pieni di fede la loro vita. Un Cristiano, che agisce secondo il sale esatto che descrisse Gesù oggi è giudicato una vittima di SINDROME RELIGIOSA. Io – sottoposto un giorno ad una simile visita per forza – poiché negli anni 70 assumevo tutti coloro che avevano bisogno di un lavoro senza che io ne avessi da dargliene e mettendo a costo di ciò le mie sostanze, sono stato giudicato un soggetto ANORMALE, vittima di complessi e di frustrazioni. E non un Cristiano che donava il suo, gratuitamente e senza nemmeno donarlo, ma utilizzandolo per CREARE NUOVO LAVORO, che non esisteva. Pertanto, se io vi dico convinto di aver preso da Gesù, questo mio sale, di aver preso le sue VERITA' che non aveva potuto spiegare a gente che non era ancora all'altezza di capire, allora i giudici – se sia
possibile o no quello che io dico – dovete e potete essere voi. Giudicate quanto segue, facendo attenzione. “In quale modo è salva tutta la bontà nella creazione divina?” Lo è solo se null'altro accade che un INFINITO PROGETTO POSSIBILISTICO, estrapolato dal nulla. “Come può essere scritto, questo progetto, se non c'è nulla su cui scriverlo?” Può essere il frutto di un puro computo, attivato in uno ZERO che si dissoci in due verità opposte tra loro, che – pur diverse da zero – valgono sempre zero. “Come impedire che questi opposti siano sommati tra di loro ed esistano come un mondo complesso, che avanza simultaneamente in due versi opposti?” Lo è attraverso l'invenzione, per pura immaginazione divina delle qualità, tanto che il verso negativo sembri MAGNETICO e il verso positivo sembri ELETTRICO. Ne deriva una verità complessa e elettromagnetica, che non si sommano mai tra di loro ma si compongono, attuando divisioni e prodotti e mai somme o sottrazioni che mutino monomi in polinomi. “Allora, su che cosa tutto questo è scritto?” Sullo zero, sul nulla. In un contesto DIVINO e ONNIPOTENTE al punto che esista un TUTTO che sia tutto pur essendo un nulla. Si chiama esistenza POTENZIALE. Per fare esistere una esistenza simile occorre la matematica che usi tutte potenze, e tutte basate su una sola verità di fondo, ma assolutamente contraddetta.” “Quale verità?” Che Dio, l'ASSOLUTO, entri in atto con un valore matematico che sia a immagine e somiglianza del valore assoluto. “Ma non è possibile determinare quanto è determinato!”
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10, Padre unico e solo di tutti i numeri DECIMALI. Essi sono creati, come N FIGLI, attraverso un numero N di 10 che siano una cosa sola perché interagiscono l'un l'altro. Allora se 10 è il PADRE, resta ASSOLUTO, perché è una UNITA' uguale a 10 unità che sono prive della loro unità, essendo la sua unità decima proprio mancante, in quello 0 descritto dove dovrebbe essere presente l'unità. Questo ESSERE riesce a essere diverso da zero solo ESSENDO QUELLO CHE E'., ossia ZERO “Ma come?” In questo modo: 10^0 = 1. Questo è un vero e proprio DIVINO ARBITRIO, nella sua azione. Infatti la sua AZIONE opposta è Log 10^0 = 0. Vedendo in modo opposto a quello che è ZERO come il Log 10^0, io riesco a impormi come 10^0, ossia una visione POTENZIALE dell'Unità. Esclusivamente in POTENZA ASSOLUTA, e DIVINA. L'altro arbitrio è che 0 = 10, e allora tutto questo esiste come una bella AZIONE CICLICA che parte da zero, percorre un 10 in linea e – facendolo – ritorna al punto 0. Naturalmente i due cicli dovranno essere simultaneamente orari e antiorari, tanto che se una verso farebbe crescere, quello opposto farebbe decrescere. Come già detto, non si annulleranno perché il verso orario sembrerà di natura ELETTRICA e quello simultaneo e inverso sembrerà di natura MAGNETICA. Il Ciclo 10 è davvero straordinario, anche se non ha una sua propria unità in quello zero, tanto da essere di fatto 10 volte la sua unità zero, se se ne inverte il verso di lettura, allora eccola l'unità di quanto non ha unità. Laddove 10 è, per arbitrio divino,
allora se è quello che è, è 10 DIECI, interattivi. 10 × 10 × 10 × 10 × 10 × 10 × 10 × 10 × 10 × 10 = 10^10 <IO SONO CULUI CHE SONO>: dieci 10, dieci in potenza di 10. Ma ogni supposta GRANDEZZA, deve esserlo il PICCOLEZZA. Ogni PRIMO deve essere anche ULTIMO. Solo in questo modo resto ASSOLUTO, e nello stesso tempo DETERMINATO... senza esserlo. “E allora?” Ecco la verità ASSOLUTA per come si realizza nel mondo relativo a quanto esiste in ogni possibile e immaginabile atto che sia simultaneamente uguale e contrario come lo sono ogni AZIONE e REAZIONE nel 3° principio generale della legge dinamica.. Quando la VERITA' DIVINA è finalmente nota solo allora è determinata in una vera e propria formulazione matematica delle relazioni esistenti nella fondamentale trinità (spaziale) e Unità (temporale) di tutto il possibile che possa esistere. Ecco la formula:
10^0 = 10^+1 × 10^-1 SPIRITO SANTO = PADRE × FIGLIO UNITA' = CAUSA × EFFETTO
Perfino la Scienza Fisica si è convinta di fare di questo ciclo il VALORE ASSOLUTO su cui basare tutte le unità della fisica nelle forme relative. “Come fa allora il tutto a esistere?” Lo fa “divinamente” assolutamente, ossia ESISTE IN POSITIVO ed ESISTE IN NEGATIVO, ma a partire da interpretazioni QUALITATIVAMENTE OPPOSTE date alle quantità opposte. Io posso avere il NO del SI ed è NO. Io posso avere il SI del NO ed è NO Io posso avere il SI del SI ed è SI
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Io posso avere il NO del NO ed è SI. Sono le leggi che regolano l'algebra, che connota le quantità sia in positivo, sia in negativo, e le combina tra di loro. Perfino NOE' salvò il mondo dal diluvio e dall'umana perversione dicendo <NO è> a ciò che <era NO>. Con l'OPPORSI a ciò che è OPPOSTO, non ci si oppone a quanto non lo è. “ma come comincia allora il mondo, cos' dal nulla?” Attraverso la virtù di un puro calcolo matematico, che può appartenere alla pura memoria di un puro spirito come quello dell'ESSENZA DIVINA. E il calcolo è esattamente questo:
10 : 9 = 1,1111111111....
Nel mentre ai vari tempi unitari del calcolo, si divide per 10 anche il fronte 9 che inizialmente è 3 per 3, e passa a 33 per 33 quando 1 passa a 11. Insomma come segue:
con 1 con 11 con 111 con 1111
3 33 333 3333
× × × ×
3 con 1 33 con 11 333 con 111 3333 con 1111
Il fronte, mutando da 3 x3 a 33 x 33, e così via, quando l'intervallo passa tra l'avere 5 cifre e le 4, si determina che
33333^2 : 3333^2 = 100,01800261034204230504058506660 333333^2 : 33333^2 = 100,0018000261003420042300504005850066600
e si nota che si fissa una area assoluta 100 mentre le cifre restano sempre nella stessa progressione data dalla realtà 3^4=81 della potenza 4 della velocità della luce. A ogni tempo decimo successivo si espande
questa serie: 180 che +81 è: 261 che +81 è: 342 che +81 è: 423 che +81 è: 504 che +81 è: 585 che +81 è: 666 che +81 è: Insomma noi vediamo un mondo FRATTALE, come un cartone animato di sezioni che si mutano con queste regole. Sotto il profilo SPIRITUALE, l'autore della nostra visione è proprio il nostro SPIRITO DIVINO. Essendo in tutte le sue anime una sola anima ASSOLUTA, correrebbe il rischio di patire la sua ASSOLUTEZZA come un limite. Allora attua la sua libertà DETERMINANDOSI in un modo che, pure essendolo, non è per nulla determinato, essendo simultaneamente COSE IMMAGINATE OPPOSTE in quantità numeriche determinate in modo contrapposto. C'è solo un modo per SUPERARE l'indeterminazione del DIO ASSOLUTO: l'immedesimazione con un mondo che abbia una sua regola non dipendente da DIO e che possa assumere il ruolo di un DIO CREATORE di un mondo totalmente determinato dal calcolo che ho proposto. E' l'IMMEDESIMAZIONE la divina possibilità di essere senza essere. Il nostro spirito di viventi lo sperimenta con tutti gli spettacoli cui si appassiona soltanto perché riesce a sentirli suoi pur non essendo i suoi. Vedere un film e sapere come esso è fatto ci consente di osservare che è sufficiente un PROGETTO FATTIVO, simile ai tanti comandi di un DVD, come se fosse questo file:
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1110010. Se esso si muove a sinistra, dato dopo dato, si annienta 110010 10010 0010 010 10 0 e noi l'abbiamo visto non solo verso destra, ma ANIMARSI DI AZIONE che nel DVD esiste solo in potenza di esistere. Il nostro mondo reale è UNO SPETTACOLO. La regola sta nei frattali. Quando sono introdotti sempre nuovi decimi con determinate regole, entra in scena un vero e proprio spettacolo. Noi abbiamo uno STATO NOSTRO ASSOLUTO e stiamo liberandolo dalla INDETERMINAZIONE, determinandolo in un modo infinito. Dio si fa uomo in ogni uomo cui ha sottoposto una POSSIBILE STORIA vincolante, da animare e su cui VINCERE IN ASSOLUTO. La vittoria, in un mondo IDEALE come il nostro è IDEALE. L'interesse che noi otteniamo dalla nostra vita, scatena il nostro bisogno di superare il limite. Socrate diceva che Dio è lo stratagemma che adotta un uomo pieno di limiti per superarli tutti. Ed è proprio così. Solo che il risultato IDEALE con cui noi IDEALIZZIAMO la nostra vittoria su ogni caso relativo è una vittoria in se stessa, senza alcun bisogno di modificare un disegno che è assolutamente immodificabile... tranne i casi di tutti gli apparenti MIRACOLI, che sono stati tutti essi pure ideati e che esistono come un evento in se stesso nello stesso prodotto dal calcolo di 10 diviso per 9. Vi sono valori che assurgono automaticamente a valori di generale riferimento. Infatti questo calcolo, che determina ogni possibilità raggiunge un
risultato simile ad una creazione che esca tutta da un centro come se fosse un sole. Esistono tutti i raggi possibili e immaginabili da quel centro. Essendo comandati dai numeri, pur essendo uguali sotto il profila dello schema distributivo geometrico, ogni raggio è come un enorme FILE avente tutti i suoi numeri che poi gli permettono di potere immedesimarsi nella visione di una vita. Laddove le questioni sono affidate ai numeri, inevitabilmente si attuano dei valori medi, che – riferiti a tutti i raggi, sono come il sistema dei tre assi cartesiani, che serve da orientamento a tutti gli altri. Ogni asse è la condizione dell'estremo equilibrio di tutti i raggi obliqui. La persona che – per la sua conformazione progettuale ha così tanto equilibrio – assume la funzione di chi è capace di scorgere il vero, pur in una situazione così tanto complessa in cui gli opposti di tutti i tipi sono sempre in guerra tra di loro. Il riferimento assoluto di questo equilibrio esistente nella direzione del tempo è l'asse infinito, di Gesù Cristo, il Figlio prediletto del Dio che ha, nel supremo equilibrio tra tutti gli opposti la sua legge suprema, che lo porta a quella differenza zero che poi è la condizione ASSOLUTA esente da ogni limite. Laddove ogni uomo sia una possibilità obliqua, essa deve potere scegliere la sua ideale posizione all'interno della Trinità Divina. L'INTERESSE maturato nella vita è la vittoria rispetto alla morte reale, che fa uscire virtualmente dal vincolo reale e fa compiere una fondamentale correzione, di ogni errore, attraverso una prova al contrario (quella dell'occhio per occhio, per intenderci) in cui se da una parte SI FA, e si assiste a questa PIOTENZA della natura e dalla vita,
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poi si fa quella uguale e contraria. Queste cose Dio le ha già dette. La stessa costruzione del Popolo di Dio è una lezione per chi voglia cercare di capire. Esso nacque in terra d'Egitto e il faraone era una sorta di Dio, che permetteva, dava favori o creava difficoltà. Se tutto restasse sempre così, il beato lì sarebbe chi ha i favori del faraone. Ma la storia sacra del Popolo di Dio insegna che esiste la Pasqua, il passaggio del mar rosso e l'uscita da quella Terra d'Egitto della dipendenza da un Re. Ma gli Ebrei non riescono ad andare nella terra in cui scorrono latte e miele. Moriranno tutti, tranne Giosuè e forse pochi altri in un deserto in cui tutto si è ribaltato. Ora è che prima stava male che si accorge di essere beato, non avendo più come nemico il Faraone. Chi invece ne godeva i favori, è stato un potente che è stato buttato giù dal cavallo da un Dio che ha esaltato gli umili. Si capisce solo con questa vita che sperimenta prima una tesi e poi la sua corretta antitesi che il vero beato è chi in questa terra d'Egitto in cui siamo noi viventi manca di tutto. Abbassati ora che sarai alzato per sempre dal Padre nostro che sta nei cieli... diceva Gesù e ripeto io pure. Se IL VERO che esiste è solo un divino disegno che noi mettiamo in atto, per vincere come soldatini ciascuno la sua battaglia e al modo libero per il suo libero arbitrio, il disegno di Dio non ha alcuna pecca. Il male proprio non esiste, perché per noi sta nel venire a mancare il benessere. Ma quando la vera condizione è che nulla diviene, ma soltanto un progetto è visualizzato attraverso regole spirituali, allora
come potremmo mai PROVARE il male? Lo proviamo ora, ed è una leva poderosa – la massima – per farci desiderare il Bene, ossia per farci svolgere al meglio il nostro compito di sconfiggere la realtà concreta attraverso l'ideale. Oggi molti vedono persone che già lo fanno e si comportano a vederle in modo quasi pazzesco, tanto affidamento esse fanno a ciò che è solo IDEALE! Ma è solo nell'ideale che sta la nostra salvezza perché noi siamo parte stessa del Divino ideale che sta vincendo, ovunque e proprio mentre a noi sembra di essere sconfitti. Se infatti nei vediamo fatta una azione POICHE' essa è disfatta, stiamo già viaggiando liberi da ogni cosa, diretti verso il dominio divino di quanto esiste in pura potenza di esistere. E lo faremo nostro. Vincendo ognuno la sua battaglia ed essendo parti apparentemente staccate, ma solo apparentemente, dobbiamo sentirci già tutti parte di una vittoria ottenuta attraverso il puro libero arbitrio di ciascuno. Ecco, cari amici, se questa è la vera liberazione, oggi io sono il solo che ve l'abbia spiegata passo passo, essendo in me quello Spirito santo Paraclito che Gesù aveva promesso. Io – anima di Dio come ogni altra – sono stato solo ASSERVITO a servire davvero a tutti, per consolarvi e accompagnarvi nei secoli che verranno e che saranno molto difficili. Tra appena 11 secoli la terra si ribalterà, raggiunto il massimo numero di giri che essa può fare, prima che, ruotando sempre i due assi del piano attorno al comune asse, poi si compia anche le terza rotazione attraverso il ribaltamento dell'asse in un solo giorno. Se io non fossi il puledro su cui Dio ha poggiato la sua veste, non potrei dirvi la data esatta, con la definizione del giorno in cui questo ribaltamento avverrà: 14 novembre del 3.118 dopo Cristo.
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Il Figlio, Gesù, non poteva saperlo. I talenti dati a lui da Dio sono stati differenti e riguardano l'insegnamento ideale di come occorre vivere in questa terra di Egitto. Gesù è stato dotato del ruolo di indicare qual sia il bene e quale il male. E' stato posto a lottare concretamente contro i diavoli, che ha scacciato in grande quantità dagli indemoniati. Il ruolo del Padre e dello Spirito santo è Diverso. Per questo padre santo non esistono figli e non esistono figliastri. Non esistono i buoni e i cattivi. Per il DIO CREATORE tutto il progetto è buono così, proprio per come contiene luci ed ombre, apparenti santi ed apparenti peccatori. Per questo il Figlio non ha avuto accesso alla totalità del progetto anche se è perfettamente consustanziale alle altre tre persone di Dio. Ma se Dio si determina, per se stesso e assume RUOLO diversi, di
PADRE, FIGLIO e di SPIRITO SANTO, mentre quantitativamente i tre ruoli sono identici, la loro differenza sta nella FORMA differente che ha un PADRE rispetto al FIGLIO... fino a che egli pure non diventa un padre e solo allora dice: “Oh, aveva ragione mio padre!”. Il Figlio ha un ruolo di contrasto, Non a caso Esaù e Giacobbe lottavano fin nel grembo materno. Ma è una lotta non tra nemici. Tra CONCORRENTI che concorrono, in avario modo allo stesso e immenso divino bene comune, di un DIO assolutamente vivace che si determina per vincere sul suo stesso vincolo e all'infinito, una modalità consentita solo da un calcolo che, ripercorrendo infinitamente se stesso, non a un termine, anche se 10/9 sono un valore assolutamente determinato. Ma se si mette in atto il suo CALCOLO REALE... accade l'infinito di un tempo decimo eterno, di una massa decima eterna e di tutto quello che vi sia intorno a tutto ciò di relativo.
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PROVE GENERALI A BETANIA nella resurrezione di Lazzaro
A Betania la Divina Provvidenza mandò in scena il PREAMBOLO di quanto sarebbe accaduto 19 secoli dopo: di un atteso medico che, avvisato, ritarda il suo arrivo a quando una morte sia ormai certa, e poi arriva Gesù e fa risorgere da quella morte certa. Giovanni 11 1 Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella.2 Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3 Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato». 4 All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5 Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. 6 Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. 7 Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».8 I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9 Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10 ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce». 11 Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12 Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà». 13 Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. 14 Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15 e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». 16 Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». 17 Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro.18 Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia 19 e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. 20 Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21 Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non
sarebbe morto! 22 Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». 23 Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». 24 Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». 25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà;26 chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». 27 Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo». 28 Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29 Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. 30 Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro.31 Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». 32 Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33 Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: 34 «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!».35 Gesù scoppiò in pianto. 36 Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». 37 Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?». 38 Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. 39 Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». 40 Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». 41 Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. 42 Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43 E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44 Il morto uscì,
22 con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». 45 Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46 Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. 47 Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. 48 Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione».49 Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla 50 e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». 51 Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione 52 e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.53 Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Ho riportato questo capitolo 11, del Vangelo di Giovanni, fino al versetto 53 che – come numero – indica tutto il movimento di un 47=AMODEO nel valore assoluto 100, di Dio, a rappresentazione di tutta l'area della realtà e anche, di tutto il possibile flusso reale dato dalla combinazione tra una azione in linea, totale in 10 e di una simultanea e corrispondente azione uguale e contraria che poi velocizza il flusso in linea di tutto il movimento reale. Tutta la realtà, della potenza del flusso, che sta nella sezione 100 per il 100 dell'energia totale 100 di questo flusso determina poi tutta la realtà a dimensione 10^4. Non sono cose “fatte apposta” da Giovanni, quando ha diviso in versetti questo capitolo 11, che – sempre non a caso – è il ciclo intero dato da 10 unità di spazio più una data dalla presenza nel tempo 1. Valore che poi è alla base del numero 66 che si ottiene quando queste 11 dimensioni corrono in tutti e 6 i versi esistenti nello spazio tridimensionale, e che è quello che contiene la sommatoria di tutti i numeri interi da 0 fino ad 11. Quando, tra i \12 figli di Giacobbe, iniziano ad esistere i due che egli
voleva avere dalla sua prediletta Rachele, sono saltati tutti i primi 10 e si riparte dal primo che viene dopo, ciò attua, in Israele, il segno di questo 66=RoMANo, tanto che poi il primogenito di Giuseppe si chiamerà MANasse Sarà un primogenito posposto al secondo nato Efraim, da Giacobbe, che li eleggerà a FIGLI SUOI e non di Giuseppe. Sarebbero stati accreditati a Giuseppe tutti gli altri figli che il suo 11° figlio avrebbe avuto. Io pongo in luce queste “particolarità”, che sembrano una sorta di strano privilegio accordato a chi è ultimo, per sottolineare che tutto il vangelo ha come suo fine quello di essere asservito tutto a quanto accadrà per ultimo. Non giudicate strano che Gesù, che dimostrerà quanto affetto lo legasse a Marta, Maria e a Lazzaro, avvertito prontamente della sua malattia, tergiversa così tanto? per arrivare poi con un ritardo tale da portare sia Marta, sia Maria a questo larvato rimprovero fatto da tutte e due: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!»... Che cosa è – come dire? - “sotto traccia”, in questo che accade a ridosso della morte e resurrezione di Gesù? In molti, facilmente hanno sottolineato questo evento come una sorta di preambolo a quanto poi sarebbe accaduto a Gerusalemme, sul Calvario. Nessuno ha invece mai potuto sospettare che tutto ciò potesse rivelarsi il preambolo a quanto sarebbe accaduto esattamente il 4 giugno del 1940 dopo Cristo. Debbo pertanto raccontarvi questo “accaduto”, affinché voi possiate riconoscervi le analogie. Quando il Signore affida al numero 10 di essere il valore posto in natura a immagine e somiglianza della sua azione totale, e quando questo 10 esiste nelle tre volte di Padre, Figlio e Spirito santo che –
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pur essendo in tre sono una cosa sola, allora abbiamo un tale interagire tra i tre 10, da porsi in atto esattamente come questo è rappresentato dalla potenza di 10^3. In sostanza, la realtà dinamica, che vale 10^4, si divide per 10 e si fissa nella sua presenza unitaria. 1.000 è dunque il valore assoluto evidenziato da quanto rappresenta in atto la trinità divina, nella sua presenza in atto. Per porta presente in atto “unitario”, tutta la quantità deve esprimersi nel numero delle volte della sua quantità inversa, data da un solo millesimo di questi mille. Allora accade che 999 volte un millesimo di mille computa tutta l'esistenza di UNO reale che esista come 1 giorno (quelli della creazione generale in 1) in una durata che ne metta in sequenza 999. Divisi per 365,25, questi 999 sarebbero 2 anni e 268 giorni. Per un bambino nato lo stesso giorno 25 di Gesù ma nel 1* mese, ciò porterebbe al giorno 293 dell'anno che è il 20 ottobre in uno dei tre anni ordinari, ma è il 19 nell'anno 1940 che era un anno bisestile. Di eventi legati alla mia vita e datati 20 ottobre, c'è solo quello messo in atto nel 2002 in cui io annunciai a Monsignor Centemeri, Decano di Saronno, di avere ogni certezza che la Parusia di Gesù era accaduta in me. Se nonché, io non sono nato il 25 gennaio del 1938 senza avere due importanti premesse, una in conto del Padre e l'altra dello Spirito santo. La premessa “paterna” di tipo divino, stana in Bibbia, 1, 38, il libro primo della Bibbia che nel suo capitolo 38 racconta ogni possibile “estremo” della mia nascita. Nel mio Gennaio dell'anno 38, in quello dei nomi di mio padre, di mia made e della mia sposa, del valore numerico di tutti i 5 nomi, uni e trini nel loro valere 1+333, e nel valere assieme al cognome il 381 che – come descritto nel testo del
capitolo – prende il numero 1, in Bibbia 1, 38, e lo manda in fondo, determinando 381. Insomma perfino il mio intero Codice Fiscale è espresso in questa premessa Biblica. La Premessa reale, legata ai nomi dei miei due reali genitori fa sì che Luigi=54 sommato a Mariannina=84 porta ad un secondo 138, legato al nome reale di chi mi ha preceduto. In tal modo, di quei 999 giorni che avrebbero dovuto portare al 20 ottobre della mia annunciata Parusia alla Chiesa cattolica, 138 sono stati posti “in principio” divino in quanto legati alla Bibbia, e reale in quanto legato ali nomi reali dei miei due genitori, la data della Parusia reale si è avuta il 4 giugno del 1940, che poi sono 62 anni e 138 giorni prima della mia comunicazione alla Chiesa. Questi due numeri sono di per sé significativi. Del 138 ho già detto, del 62 è da far notare la “trascendenza” rispetto al 26=DIO=YHWH. Sono esattamente i 62 valori in cui un esistente 38 li occupa stando nel 100 e muovendosi quanto 100 -38 =62. calcolo che implica i numeri 100 e 38 contenuti in anni, laddove 100+38 è il contenuto corrispondente nei giorni. Tutta la mia vita, iniziata il 25 gennaio del 1938, se fosse stata esattamente di 1.000 giorni sarebbe arrivata al 20 ottobre del 1.940. Il 19 ottobre calcolato nell'anno 40, bisestile, sarebbe divenuto il 20, reintegrando ai 999 giorni quello sottratto al 1.000 puro. Quel giorno, il 4 giugno 1940, alle ore 7 del mattino, i miei due genitori, come se fossero le due sorelle Marta e Maria, inviano al Dottor Sabatella, di Felitto, il Paese in cui vivevo, a pochi chilometri da quel monte Stella ai cui piedi c'era stata la prima Epifania fatta da Senofane, Parmenide e Zenone, ad Elea, secondo cui <l'ESSERE è il fondamento di TUTTO CIO' CHE E' IN ESSERE>, insomma la risposta data da YHWH a Mosè: <IO SONO COLUI CHE SONO>: “Accorri, nostro figlio sta molto male, è moribondo!”. Questo annuncio è ricevuto da Gesù al versetto 3.
24 3 Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato»
Il medico unico di questo paesino che non arrivava alle 2000 anime poteva accorrere subito. Ma non volle farlo. Aspettò, facendo i suoi calcoli, ed arriverà poco prima delle ore 12, insomma quattro ore dopo la chiamata. I miei due genitori non avrebbero potuto dire al medico: “se tu fossi arrivato il piccolo A.RO, (Amodeo Romano nella sua fine, di LazzARO), non sarebbe morto!”. Infatti la malattia era incurabile. Una broncopolmonite che prima della scoperta del primo antibiotico, chiamato Penicillina, non era curabile. Il dottore fece i suoi calcoli e – non volendo assistere da impotente alla morte di questo piccino -aspetto secondo i suoi calcoli il tempo che reputava necessario per giungere “a bimbo morto”. Gesù, il possibile vero medico che avrebbe potuto “impedire” quella morte, di LazzA.RO, non la volle nemmeno impedire. Quelle tre persone, MARTA, MARIA e LAZZARO erano in forma della trinità di Dio. Le due donne, MARIA e MARTA, già avevano costituito l'esemplare e binario modo di relazionarsi con Gesù. Un giorno egli era arrivato da loro, invitato a pranzo, e – mentre MARIA lo accolse e destinò la sua persona al personale incontro con lui – sua sorella MARTA pensava a sbrigare le cose pratiche: occorreva pur preparare il cibo da mangiare. Vedendosi sola a “spignattare”, disse a Gesù: “Signore, dì a mia sorella di darmi una mano! Mi ha lasciato qui da sola!”. Si aspettava collaborazione da Gesù e ne restò sorpresa quando per tutta risposta ricevette un rimprovero: “Marta Marta che ti dai tanto da fare per le piccole cose della vita, tua sorella si è “scelto” la parte migliore e non sarò certo io a togliergliela!”
Ecco, i modi per SERVIRE sono due: uno nella concretezza delle cose da fare, l'altro nell'incontro con la parola e i valori dello Spirito. Le due sorelle sono – insieme – questo unitario ambito! Anche la differenza tra i due loro nomi, di MARIA e MARTA sta solo nella penultima lettera. Quella <I> di un reale INCONTRO con Iesus, e quella TRIBOLAZIONE, quella croce che ti disturba sempre, nelle cosa da fare. In MARIA c'è l'incontro con <Iesus>, in MARTA c'è quello invece con la T, la Croce, di Iesus. In Bibbia, 1, 38, come l'antefatto che ha arretrato la mia segnalazione alla Chiesa, fino al FATTO reale in cui ciò accadde, si racconta di una TAMAR che si è sdoppiata, come la sposa prima di ER e poi di ONAN, in ragione di una grande croce. La morte, prima di Er e poi di Onan. La duplice vedovanza si una MARTA, anticipata a TA-MAR, che in entrambi i casi, di MARIA e di MARTA ha fatto solo l'esperienza della MORTE dello sposo, e per due ripetute volte. Pertanto, il preambolo della sposa vedova, di nome TAMAR lo era di una MARIA, madre di Gesù, addolorata per la MORTE di Gesù. E due volte! Una nella funzione sua della madre reale, e l'altra per quel suo legame intimo e nuziale con lo Spirito santo, di cui lei era l'immagine reale. Dunque in Bibbia, 1, 38 c'è la straordinaria opera di resurrezione, imposta da lei al padre dei due mariti morti, affinché agisse anche in lei come lo Spirito santo aveva agito in Maria: scavalcando e superando il limite di non poter avere un figlio per la mancanza di un marito reale. TAMAR, che si traveste da PROSTITUTA SACRA, e si pone sul cammino di Giuda, quarto figlio di Giacobbe e restato vedovo egli pure, vuole con ogni mezzo DETERMINARE l'avvento di un “padre trascendente” quel figlio suo che gli manca, e che si metta all'opera per essere un PADRE DIVINO. Nello stesso tipo di sostituzione con cui
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lo Spirito santo avrebbe SOSTITUITO il futuro marito Giuseppe, che marito non lo era ancora. La specifica condizione SACRA assunta da quello prostituzione era quella sostituzione lecita consentita dalla fede. Per cui TAMAR fa ricorso specifico a quella condizione liberatoria. Se vogliamo andare alla ESSENZA di questa parola, al centro esiste la C di quanto è il Cristo, e ai suoi estremi, alla sua destra RA (per Romano Amodeo, in veste di Dio del Sole, RA) e alla sua sinistra ciò che colloca tutto questo alla provincia romana di SALEM, divenuta poi Gerusalemme, ma intanto, riferita ai nostri giorni e a Romano Amodeo alla provincia di SA, Salerno, in cui tutto questo accadeva. Che – se poi buttiamo le reti dalla parte destra della parola SACRA – ecco che si tramuta nell' ARCA Santa, la cui premessa, nella ARCA di <Noè> la riferisce, in fondo in fondo, a ciò che nel nome di RomaNO è. Io, in un altro recente libretto, ho fatto vedere come TAMAR è esattamente negli estremi congiunti di BaratTA MARiannina, mentre il suocero GIUDA è negli estremi congiunti di LuiGI Amodeo, e ho mostrato come tutto il racconto fatto in questo incontro sia stato praticamente lo stesso. Infatti la TAMAR che si offre all'amore di Giuda, fu la mia mamma che si offrì all'amore che mio padre aveva per le lettere e lo studio. Lei si mise a sua disposizione e praticarono insieme per due anni questo amore di lui per la scuola, riuscendo a divenire maestro, sottoposto alle tre prove intermedie della licenza di scuola media e del Diploma Magistrale, fatto da privatista con lei che faceva da maestra, e infine il Concorso Magistrale per ottenere una cattedra. Come sovente capita negli incontri di amore “reale, corporeo” anche mio padre “venne prima” al suo successo, ed ottenne la cattedra prima di lei. Aveva offerto egli pure dei pegni, preliminare a questo esercizio
dell'amore: non l'avrebbe mai chiesta in modo differente da quello! Come Tamar era stata promessa al terzo figlio di Giuda, così anche qui, mia madre si era promessa a Gesù, perché voleva essere sua sposa. L'entrata in scena di mio padre, si sovrappose a questa cosa che lei attendeva ed alla quale si sentiva come la Tamar che era stata promessa al terzo. Per Giuda questo terzo fu ritenuto un “incomodo”: lei già aveva portato alla tomba i primi due figli... Allo stesso modo, mio padre che comunque si sovrappone a questa attesa di amore divino da parte di mia madre, fu esattamente come il reale intervento di Giuda, che finisce realmente per prendere il suo posto, come la diretta conseguenza dell'invito pratico a nozze, quando BaratTA MARiannina aveva offerto a LuiGI Amodeo di poter riprendere quello che per lui era stato molto piacevole, ma aveva dovuto interrompere e ridurre alla VI Elementare, con una sorta di vedovanza nel confronto di tutti i suoi futuri amati studi. Anche il tentativo di Giuda, di mettere a morte Tamar quando apprende che è incinta – e dunque si è prostituita! - lei che doveva dare un erede al Figlio mio, anche questo si è ripetuto, pari pari, tra mio padre e mia madre. Accadde quando seppe che e lei era venuta ad assumere una posizione di rigetto, nei confronti di quello che si era attuato come il suo impegno, a dare futuro alle sue personali attese di amore. Allora lei gli sbatté in faccia gli IMPEGNI che lui aveva preso, di non darle disturbo alcuno in quello che lei avvertiva come il SUO IMPEGNO, di poter essere la sposa di quel “povero Cristo” di Gesù. Quando mio padre si vide praticamente restituiti i tre pegni che le aveva dato: il suo bastone per bastonarlo se sgarrava. Il sigillo della sua onesta ad essere corretti, e il cordone che egli aveva usato per
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legare a se di amicizia il fratellino suo, Antonio, tanto da poter essere con lei con la scusa del legame di amicizia con il suo fratellino, mio padre fece esattamente come fece Giuda. Capì che tra loro due, lei aveva più ragione di lui, nell'aver agito così come aveva agito. Le scrisse. Essendo stato da lei tagliato ormai quel cordone ombelicale che egli aveva assunto con loro due, tanto che non poteva più andare a casa loro, allora le scrisse: “aveva piena ragione! Senza volerlo, lui l'aveva molestata nelle aspettative dell'amore per un “povero cristo” che non era lui, ma quel terzo figlio di Giuda, che per lei doveva essere il suo terzo marito. Così – all'improvviso! - lei si accorse che quel “povero cristo” che lei aspettava era proprio lui! Anche in occasione del parto, che ci fu in Bibbia, 1, 38, esso fu gemellare e tale doveva essere anche in mia madre, BaratTA MARiannina, la TAMAR che mi riguarda. Ora questo parto reale accadde in due tempi separati. Nel primo, ai due sposi R-O (Er ed Onan) nacque semplicemente una MANO, e a mia madre nacque ROMANO. Poi, nel racconto biblico la mano rientra nel grembo materno e c'è un tempo di attesa. Superatolo, solo dopo nascono i due gemelli. Prima nasce Perez e dopo Zerach, che aveva la mano con attorno il filo scarlatto con cui RO-MANo era stato dichiarato essere il primogenito. Questi due che nascono assieme, prima uno in conto del primogenito di ER e si chiama R, nell'unità di Romano, e poi il secondo, BEN, netta trinitaria condizione del nome BINITO che è la stessa trina in BENiamino, ecco che il duo sono insieme: R BEN laddove Tra Ruben e Beniamino ci sono tutti i 12 figli. RuBEN è il primogenito, e sta nel gemellaggio tra Romano e Benito. Deve essere però un gemellaggio reale ma trascendente, e deve
avvenire per una sorta di GIUSTIZIA rispetto a quanto aveva riguardato Gesù, messo in relazione a suo Padre e al suo puro PRINCIPIO che in Bibbia è BRASYT. BR-ABBA' è il Duo in R, seguito da PAPA' per come proprio Gesù chiamava suo padre, Quando, sul punto della sua condanna a morte, il Procuratore Romano cercò di salvarlo in extremis, propose un... BARATTO, un “atto” legato al BAR-ABBA', al barattare LUI con suo Padre. “Chi volete SALVARE da morte? Gesù o BARABBA?” Tutti vollero fosse salvato il BARatto dell'ABBA' di Gesù. E fu salvato la prima volta per come il padre suo esisteva in quel LAZZARONE. Per salvarlo, Gesù fu costretto a morire. Ora – ed è evidente! - per pura GIUSTIZIA, deve poterlo salvare nuovamente non più morendo ma rivivendo” In questo piccolo ROMANO morente esiste il Duo: BR, come IN PRINCIPIO, quello ebraico di BRASYT. Ebbene <SIT> che sia questo BRA di ABBA' Che sia salvo questo DUO. Infatti il titolo del libro <Genesi> è BRASYT, ma le prime due parole distinte sono: <BRA-SYT BRA>. Insomma abbiamo due BRA, che poi è la stessa cosa se le giriamo in BAR-SYT BAR, visto che siamo in presenza di una Mariannina che per un valore di FAMIGLIA, ha il compito di BARATTA', di barattare. Lei è ATTA al BARatto di ABBA', il padre di Gesù che è giunto al compimento della sua vita ed è moribondo. E Gesù arriva a questa moderna BETANIA, in cui esiste BET, il 2 (essendo BET propri il numero 2 ebraico, dopo l'1 che si scrive ALEF, tanto da aver con ALEF-BET la prima forma possibile all'Alfabeto).
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Dopo il 2 che significa BET, abbiamo <an IA>, laddove oggi, in cui la lingua del mondo è l'inglese, ciò significa <un IA> che nel IA è una delle forme con cui era indicato il Dio YHWH, Jahvè. Ma attenzione! <BET-a-N.I.-A.> allude anche al DUO che è <un> Nazarenus Iesus che deve installarsi in un Amodeo. Lì esiste una terna, data da DUE MAMME e un figlio. Le due mamme sono Mariannina quella esistente nella reale carne del momento odierno. La seconda è MARIA di ANNA. Mariannina incarna le due mamme di Maria e la sua stessa Mamma. Sono, senza ombra di dubbio LE MAMME, due, incarnate tutte e due in una sola. Una è angosciata vedendo moribondo il suo unico figlio Romano. E' ancor piccolo, e dunque certamente ancora innocente. E deve patire, come già toccò a Gesù, che per volere del padre sia portato via da questo mondo. Lei sente di averne la colpa. Quella nascita gemellare che era accaduta in Tamar subito dopo la prima nascita, separata, di ROMANO, in lei tardava ormai da anni! E c'era una ragione: lei non voleva più procreare altro. Era stata costretta ad un allattamento dolorosissimo, per una mastite grave che aveva colpito tutti i suoi due seni, ma aveva accettato tutto quel dolore, mentre piangeva e sospirava: MADONNA! Mentre io bevevo latte e sangue. Pensava di esseri ACQUISTATO per suo merito, grazie a quel dolore, quel suo figlio. Le bastava però tutto quel dolore, e non ne voleva un altro. Pertanto si negava a suo marito. Allora Dio non ne poté più e si decise a riprendersi quel suo Figlio, agendo come era accaduto in Bibbia 1, 38, facendo rientrare tutto nel grembo materno ed annullando quella nascita. Infatti in Bibbia 1, 38 quella nascita risultò annullata! E' qui, è proprio in questo momento che mia madre, BaratTA
MARiannina agisce proprio come la vedova Tamar, che vuole dare un figlio a suo marito, anche se non lo vuole più, per non avere altri figli. Si rivolge al PADRE di tutti e gli dice: “Che peccato contro di te, o Dio, io ho compiuto! Io ho pensato e creduto di poter disporre da me dei miei figli e di essermi guadagnato questo Romano, per tutti i patimenti nel suo allattamento. E tu ora lo rivuoi per te! Signore, è tuo Figlio. Tutti i figli sono solo tuoi figli! Perdonami! Io l'ho capito! E non far pagare a questo innocente per la mia colpa!”. E alla sua diletta consorte, alla Madonna, la mia TAMAR diceva, con insistenza: <Salva Romano, innocente come Gesù!> Ecco, mentre mia MA' pregava la MA' di tutti, stavano pregando LE MA' divine, Maria e sua madre ANNA. Loro due erano nel segno di ELI, ELI, le due persone al maschile di Dio: IL padre e LO Spirito santo. Quando si hanno: <ELI ELI, LE MA'> abbiamo le 4 vesti di Dio, le due al maschile e le due al femminile. Ma tutto questo sta accadendo a FELItto. SE pensate che siamo in Magna Graecia e che la lettera F che allude allo Spirito santo in Greco ha questa forma:
Φ che consiste nella sovrapposizione della I alla O,
come fosse il dittongo di un IO allora abbiamo questo nome di Felitto come:
IO-EL-IO, ma con dentro TT, due croci in questo IO italiano.
Insomma:
IO-EL-ITTO. EGO ITTO è l'EGO romano da cui EGITTO Scrive Osea: “Dall' EGITTO ho nominato mio Figlio” e giusto ciò
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accade se è nominato a
Φ-EL-ITTO, in cui io Φ-ELI-TTO, 2
croci ho. Allora in <ELI ELI, LE MA'> accade la cosa “trascendete” le stesse parola, perché tutto questo VA OLTRE a quanto espresso dal testo. Indica LE MAMME DIVINE, ed i PAPA' DIVINI, collocati in modo
Φ
dualistico nel centro stesso di questa -ELI-TTO che è il luogo da cui Dio ha nominato il figlio da questo DIO RA ROMANO. RO trasceso dualisticamente in ORus RA come l'acronimo TRINO di Romano Amodeo, R.Anna e R.Antonio AMON come il MANO che segue RO, e come trinità in AMOdeo ATON come in ANTOnio Dunque questo figlio, di nome RO-MANO ANTONIO è tratto dall'Egitto! Il povero Marco ANTONIO vi fu sacrificato dalla Faraona del tempo. Ma la cosa sorprendente è il seguito. <SABACTANI> è quanto Gesù, morendo, aggiunse a <ELI ELI LE MA'>. Essendoci una Mamma, chiamata MARANNINA che ne comprende due DIVINE, che di cognome fa BARATTA, mettiamo a confronto. <BARATTA> con <SABACTANI>. Non dimenticando che il Baratto è di un ROMANO, tanto che il BARATTA', detto in latino si muta in <BARACTARE>. Allora il confronto sta tra <BARACTA'> e
<SABACTANI> è evidente che qui esiste un <SA BACTA' NI> in cui il RA, nel vivo di BARATTA, è stato baractato con NI, acronimo del Nazarenus Iesus scritto nell' INRI affisso sulla croce. Insomma LE MA' (che sono due nelle sola BARATTA) è una che SA BA(RA)CTA' il figlio R.A: che ha in segreto nel cuore, con il NI della croce. Abbiamo la sorpresissima che Gesù, morendo annunciò, gridando: <ELI ELI LEMA SABACTANI?>, un annuncio nascosto legato al giorno della sua Parusia, in cui ci sono <ELI, ELI e N.I.> e LE mamme che sanno barattare. Ma esiste molto, molto di più ancora. <ELI ELI LE MA SABACTA' NI> accadono quando esiste un dottor... SABATELLA. Egli, avvertito che STA MORENDO, ritarda le 4 ore che furono 4 giorni nel DOTTOR Gesù, che se fosse giunto avrebbe guarito... Ebbene questo Dottor GESU' arrivò, e RESUSCITO' un povero bambino che era già “in odore di morte”. Già “puzzava di morte” da quelle 4 ore in cui il dottor SABATellA, dovrebbe salvare EL, EL... ma lui non può. Dirà invece: <Il bimbo HA VINTO LA MORTE>. Insomma ha fatto esattamente quanto doveva fare Gesù alla sua venuta: VINCERE LA MORTE. Questo bimbo, divenuto adulto, poi la avrebbe vinta anche IN TUTTI E PER TUTTI. Il modo ve l'ho già detto, ma lo ripeto: “se io torno alla mia stazione di testa è solo perché sono già RISORTO e disceso dall'alto di quella morte”... insomma esattamente come Gesù aveva cercato di spiegare a Nicodemo.
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PROFEZIA DI BIBBIA, libro 1, 38 nei 2 gemelli nati dopo RO-mano
Dobbiamo osservare a questo punto che cosa succede, il 4 giugno 1940 per come predetto in Bibbia. Abbiamo già avuto modo di accorgerci, dunque, che Gesù, in quanto fece a Betania a favore di LAZZARO, compì quanto avrebbe compiuto nel giorno della sua Parusia. LA, alla fine della fine (ossia ZZ) a favore di A.RO. Amodeo Romano, nel momento della sua temuta fine. Abbiamo anche visto come questo evento fosse stato già raccontato con ampiezza di particolari nel capitolo 38 del primo libro della Bibbia. Dobbiamo vedere ora meglio come accade che, quando arriva Gesù come un autore di resurrezione e di vita, ha origine un gemellaggio autentico e reale. E devono essere, anche, due nascite “trascendenti”, ossia DIVINE e INVISIBILI. La Prima resurrezione del moribondo Romano è accaduta grazie a Gesù che è ritornato come una giustizia. Per salvare BARABBA allora era morto. Per salvarlo nuovamente, il 4 giugno 1940 è ritornato in vita. La Parusia di Gesù è chiaramente un evento invisibile, laddove essa non appare in altro che in una manifesta forma di sopravvivenza. Sembra che tutto quel “sentore di morte” che c'era riguardo a quel bambino fosse per una morte... che non ci fosse. Invece essa c'era e di essa esisteva ogni indizio. Il dottor Sabatella non accorse proprio sapendo che quella morte era ineluttabile.
L'altro Gemello, generato quel giorno dalla mia mamma TAMAR fu parimenti invisibile, perché BENito fu semplicemente e realmente CONCEPITO, in veste di BENiamino, l'ultimo dei 12 figli di Giacobbe e il secondo avuto dall'amata RACHELE, nel chiaro segno di un <RA CHE EL è>. Quel giorno della mia guarigione miracolosa fu di grande festa, e i miei genitori si amarono e diedero al mondo un invisibile Gemello al Cristo ritornato in vita in me in quel giorno e che si sarebbe conosciuto solo il giorno che mia madre si accorse di essere stata resa feconda per la stessa volta. Iniziò, a quel punto, il mio fratello a farsi carico del primato reale tra noi due. Egli sarebbe stato in vita l'immagine reale di quella rinascita di Gesù, impossibile da vedersi come vita nuova in me e vista in Benito. Fu come se io – che sono un 11 nel mio essere 66/6 – simile al figlio numero 11, che è tolto di mezzo dai fratelli, che dicono che sia stato sbranato una fiera e che vendono, sicché io – nei suoi panni finisco in Egitto. Questa fuga in Egitto salva Giuseppe e il padre si consola mettendo al mondo il secondo figlio di RA che è DIO, di RACHELE. In Bibbia si chiama BENiamino, nella riproposizione ai tempi nostri si chiama BENITO, diminuitivo di Benedetto, che è quasi un sinonimo di Beniamino.
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Riferendoci solo alle tre cifre significative della trinità, BEN è comune sia a mio fratello sia al 12° e ultimo figlio di ISRAELE, che, in inglese, significa <è RA Dio>, insomma la stessa cosa di <RACHELE>. I due figli in tutto avuti dal rinominato ISRAELE e da RACHELE sono figli che risultano essere, sia nel lato maschile che femminile, dati da un <RA che è DIO> (in RACHELE) e da un <è RA DIO> (in ISRAELE). Mio fratello resterà nel grembo materno fino al 17 febbraio del 1941, ossia esattamente per 258 giorni, il che genera il 25×10 che coniuga il 25 natale di Gesù e di Me, con la D.10=DIO, definendola poi in un 2^3=8, che è una somma di indici, e quindi il prodotto, ossia la combinazione tra le indicazioni espresse da una potenza avente quell'indice, con l'altra avente l'altro indice. Trattandosi di una nascita che in se si farà carico di una rappresentazione dualistica di vita, sono 258+258=516 giorni. Se invece di accoppiarle in uno mettessimo i due tempi di gestazione in sequenza, il periodo intero si concluderebbe il 2 di dicembre del 1041. Il giorno 17 di febbraio è il giorno n. 48=GESU' Essendo Gesù il primo nato in dicembre, ecco che si ripresenterebbe ora in quel numero 2 di quel mese. Il giorno 17 di febbraio, nell'anno in cui Benito avrà i 66 anni di Romano, sarà un giorno in cui, esattamente 444 anni prima, era stata APERTA AL CULTO la Chiesa del Paese in cui è nata mia madre. Come se, grazie all'essere tornata ad amare suo marito, fosse sorta, assieme al frutto reale di questo amore, LA SUA CHIESA. Se considerate che Mariannina Baratta nacque il 29 giugno che celebra i santi Martiri di PIETRO E PAOLO, capirete come ella fosse già nata nel segno del martirio dei due Principi della Chiesa. Sicché – che princìpi l'attività sacra nella sua chiesa consacrata il giorno stesso in cui venne al mondo il suo figlio BENEDETTO – non è casuale.
Nemmeno è un caso quanto è scritto nel primo libro della Bibbia e nel brano che qui di seguito vi riporto. Genesi 7, 11-16 11 nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. 12 Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. 13 In quello stesso giorno entrò nell'arca Noè con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli: 14 essi e tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame secondo la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati. 15 Vennero dunque a Noè nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui è il soffio di vita. 16 Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui.
Il riporto reale del secondo mese e del giorno 17 sulla vita di Noè cominciata come l'inizio del decimo figlio, coincidente con l'inizio decisivo della definitiva fase del tempo, la decima, è significativo, in quanto a me ricondotto nel personaggio di Noè, che poi a conti fatti è quello che muore nel 2.016 in cui io muoio, e che ha per padre un LAMECH vissuto 777 anni, a immagine e somiglianza de L'AM (l'Amodeo) che <è CH> (è Cristo) nella persona di suo padre. Questi tre SETTE rievocano anche il Figlio SET, del primo uomo ADAMO che stupendamente, congiunto con EVA, indica in italiano un <E VA - A AMOD.>, una coppia che è proiettata ad andare fino AD AMODEO col suo Figlio SET. Se non vi accorgete che SET è sia il Figlio di <A AMOD> (ADAMO) sia il LAMECH vissuto 777 anni che è il padre di NOE' che si colloca
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come LA FINE che di Roma<NO è>, allora siete poco perspicaci. Collocare il secondo mese nel giorno 17 sulla vita di Noè significa proprio che ci si riferisce a un BENI (comune tra Beniamino e Benito) laddove anche Beniamino sta come un nuovo innesto di prole, avuta da Giacobbe e l'amata Rachele, dopo che Giacobbe aveva avuto tutti gli altri 11 sotto il morso del padre LABANO. 11 è la base del 66 che è relativo al suo esistere in tutti e 6 i versi dell'esistenza, tanto da valere il numero corrispondente al nome ROMANO. Sono 66 anche tutti coloro che entrano in Egitto e che discendono dal sangue di Giacobbe, come si legge nel capitolo 46 di Genesi. Da questo computo, che riguarda i discendenti da Giacobbe, resta escluso lui, il progenitore, e i consanguinei trovati già in Egitto, e che sono i tre dati da Giuseppe e i suoi due figli Manasse ed Efraim. Ecco il testo preciso come descritto in Bibbia Genesi 46, 26-27 26 Tutte le persone che entrarono con Giacobbe in Egitto, uscite dai suoi fianchi, senza le mogli dei figli di Giacobbe, sono sessantasei. 27 I figli che nacquero a Giuseppe in Egitto sono due persone. Tutte le persone della famiglia di Giacobbe, che entrarono in Egitto, sono settanta.
Infatti, aggiungendo Giacobbe, Giuseppe, Manasse e Efraim ai 66 si completano i consanguinei numerati in 70. Pertanto l'INNESTO del secondo mese e del giorno 17 sulla vita di Noè rimanda a quello reale effettuato sulla vita di Romano=66, che è associato ai 66/6 =11 figli nati sotto il morso della casa di Labano, in cui Giacobbe non era pienamente autonomo. La stessa cosa accade nel racconto di Genesi 38, in relazione alla MANO che dà atto ad una sua nascita senza alcuna autonomia,
essendo legata ad un corpo tutto ancora di la da venire alla luce, come tutti i 12 figli di Giacobbe erano lungi ancora dal venire alla luce, quando ogni cosa era decisa da LabANO. Tra il nome LabANO e il nome MANO, posto che LA=11=M, quello che c'è in più è solo la B uguale a 2. Labano, insomma, sta per un 2 combinato con una MANO. Se considerate gli 11 figli presso Labano e 1 nato lontano da lui, da un Giacobbe divenuto pienamente responsabile ed autonomo, vedete DUE uno nella fase dipendente e UNO solo in quella indipendente. Mutati in lettere, 11 e 1 diventano MA, che poi è la metà della parola MANO. Quella MANO sola, sulle due mani di Zerach (questo sarà il nome del suo intero essere uno nella sua persona) diventa come la prima MANO di una partita a due fasi successive che sono legate nella persona di Zerach. Zerach compie tutto un programmatico cammino iniziato con il Padre di Abramo, di nome Terach, che comincia nel capitolo 11 del libro 1 il suo analogo cammino, che implica 3x3x3 capitoli, per evolvere dall'11 fino al 38, dato da 11+27. Dalla T di Terach alla Z di Zerach esistono T-U-V-Z, tutto il cammino trino dell'Uno, descritto in 11, con la T=18 che è il virtuale inizio che combina ile potenze in base 10 aventi i due indici dati dal 10 che è la dimensione base di DIO, numerica, e quel 2^3=8 che dimensiona il complesso binario dell'Unità e Trinità, ossia il 4+4. 10^10 x 10^4 x 10^4 = 10^18 presenta a dimensione piena 10^10 tutto il valore binario della realtà 10^4. La T=18 di Terach mostra l'inizio del cammino partito da UR, proprio per mano della dimensione PATERNA rispetto ad Abramo. Il figlio che si sente comandare di lasciare la sua terra, è “consustanziale” al padre TERACH. Un nome che “trascende” come la T=18 <è RA-CH>, è Romano Amodeo consustanziale a CH, a Christo. Insomma la stessa cosa che era stata espressa nel nome LAMECH,
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papà di Noè, in cui L'Amodeo è CH, Cristo. 26 e 27 – pure – sono un tutt'uno che esprime il 26=DIO per il valore numerico e il 3x3x3 la sua trinità nel valore numerico. Non per caso, il libro di Bibbia, 1-25, che descrive la nascita dei due gemelli Esaù e Giacobbe, lo fa nei due versetti distinti, 25 e 26 che si concludono nel 27, come si può osservare. Genesi 25, 25-27 25 Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù. 26 subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant'anni quando essi nacquero. 27 I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella caccia, un uomo della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava sotto le tende.
Anche in Genesi 46, abbiamo visto associati i versetti 26 e 27 a quantificare la totalità del sangue ebraico che si è insediato in Egitto. Poiché il libro 1 di Bibbia associa i gemellaggi del capitolo 25 e 38, io vi mostro i due versetti che sono la premessa al 25, versetto 25, e la premessa al gemellaggio che nel libro 1-38 comincia con il 28 e si conclude con il 30. Bibbia 1-25 24 Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco due gemelli erano nel suo grembo. Bibbia 1-38 27 Quand'essa fu giunta al momento di partorire, ecco aveva nel grembo due gemelli. 28 Durante il parto, uno di essi mise fuori una mano e la levatrice prese un filo scarlatto e lo legò attorno a quella mano, dicendo: «Questi è uscito per primo». 29 Ma, quando questi ritirò la mano, ecco uscì suo fratello. Allora essa disse: «Come ti sei aperta una breccia?» e lo si chiamò Perez.
30 Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto alla mano, e lo si chiamò Zerach.
Si può vedere in sostanza che, a partire dal 24 (del 25) fino al 30 (del 38) è tutto un seguito che qui io metto volutamente di seguito prescindendo dalla differenza dei capitoli.
24 Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco due gemelli erano nel suo grembo. 25 Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù. 26 subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant'anni quando essi nacquero. 27 Quand'essa fu giunta al momento di partorire, ecco aveva nel grembo due gemelli. 28 Durante il parto, uno di essi mise fuori una mano e la levatrice prese un filo scarlatto e lo legò attorno a quella mano, dicendo: «Questi è uscito per primo». 29 Ma, quando questi ritirò la mano, ecco uscì suo fratello. Allora essa disse: «Come ti sei aperta una breccia?» e lo si chiamò Perez. 30 Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto alla mano, e lo si chiamò Zerach.
Se a voi può sembrare arbitrario che Questi si chiami mano e che possa essere un nome importante, ebbene esso rimanda il nome al Dio AMON RA, che è un nome – poi – di un Re di Israele che diviene re a 22 anni e regna solo per 2 anni in quanto una ribellione di palazzo lo uccide, accusandolo della stessa “empietà” con cui poi sarà condannato a morte il CRISTO RE. Questo nome MANO “trascende” il nome del secondo marito di Tamar aggiunto al marito numero 1, chiamato ER. Il secondo marito si chiamò ONAN, essendo infine 1 in più di ONAM, ossia ONA+M+1 = ONAN. Tolta la presenza ad ONAN come 2°, resta virtualmente ONAM il 1°, ed è scritto in ebraico da destra verso sinistra, come MANO, che si legge ONAM, nel primogenito
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di Giuda e virtualmente e realmente ONAM quando infine, alla fine, si aggiunge 1 all'11 della finale M... il che poi, in ultima analisi, aggiunge sempre 1 agli 11 primi figli avuti da Giacobbe come se fosse in “cattività”. Questa PRIMA MANO in questa nascita trascendente, va addebitata, secondo le intenzioni di Tamar (la madre) e le consuetudini ebraiche, al primo marito morto, avente un nome tradotto in ER, ma che – per assenza delle vocali nell'ebraico – era riconducibile alla sola consonante R. A questo primo, si aggiunge poi la O del secondo tentativo nuziale fatto fare a Tamar dal padre Giuda. ER+ONAN formano gli estremi congiunti in RO, ed è proprio a questa sillaba RO che è assegnata la paternità di quella MANO (che sostanzialmente è il primo marito, in quella lettura ebraica come ONAM). Paternità e figliolanza sono una cosa sola a formare il nome proprio di ROMANO. Ma se si anticipa anche il versetto 23 del capitolo 25 di Genesi, che qui di seguito riporto, si vede che cosa il Signore ha risposto a Rebecca che si lamentava per avere un gran male in grembo, mentre era incinta: Genesi 25, 23 Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo».
Poiché uno dei due Gemelli è quel GIACOBBE che sarà rinominato ISRAELE, è evidentissimo che l'altro popolo che sarà più forte di ISRAELE, ma che infine LO SERVIRA', è il popolo ROMANO, che nel 3° secolo dopo Cristo servirà – per la sua fede nel Dio AMON RA
ROMANO, chiamato SOL INVICTUS – a riconoscere nel 25 dicembre in cui era celebrato l'AMON RA ROMANO, il giorno NATALE del Gesù Cristo Messia di Israele. Un servizio assicurato nel rispetto del dono che Gesù aveva ravvisato in Simon Pietro: di riconoscere in terra, la verità celeste. Lo riconobbe e attestò a Pietro quando egli gli rispose: “Tu sei il Figlio del Dio vivente” e Gesù gli ribatté che “Non lo aveva detto per una sua capacità... ma per la virtù profetica concessagli da Dio di riconoscere la verità divina e invisibile. Da tutto questo, come non riconoscere a nostra volta che il primo libro di Bibbia affianca il nome ROMANO a quello di GESU'? Come, una volta che si capisca che il nome italiano del Cristo GESU' deriva da Giacobbe posto come uno nella sua iniziale G e dalla trinità ESU' di un Esaù privato del primato espresso nella sua A che era posta in doverosa terza posizione? ESAU' era Uno e Trino nelle sue 4 lettere che valgono numericamente 5+17+1+19=42, come le cifre doverose al “nome segreto di Dio” secondo le esigenze dichiarate dalla Cabala Giudaica. Ma anche GIACOBBE, nonostante il doppio – rispetto a 4 - delle sue 8 lettere, vale lo stesso doveroso 42, stavolta dato da 7+9+1+3+13+2+2+5. 4+8, quando si dà alle 4 cifre di Esù il valore decuplo di DIO associato alla dimensione 10, diventa 40+8=48=GESU', essendo 7+5+17+19=48, il valore trascendente (letto a rovescio) dell'84 dato da 42+42, la somma cabalistica dei due gemelli. Nel sacrosanto rispetto delle assunzioni giudaiche relative al nome segreto di Dio, il nome segreto risulta proprio essere nel figlio di Dio quello di Gesù, e nel Padre e Spirito santo il nome di ROMANO.=66, come tutti coloro che entrarono in Egitto e discesi da Israele, moglie
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escluse, come abbiam letto nel libro 1, 46-26. Ma questo nome è già quello che risulta nei due mariti di Tamar, in genesi 38. ER+ONAN rimanda ad un <è RONAN> che forma un DUO in uno solo. Tolto questo 1 di troppo ad una delle due N di ONAN, il duo di <è RONAN> si chiarisce in <è 1 ROMAN>. Anche la madre, TAMAR, se la scriviamo nell'ordine inverso della lingua in cui il nome è scritto, si precisa in R-AMAT, ed esprime nella lingua precisa del Popolo ROMANO che lei AMA il marito R, perché in latino AMA si traduce in AMAT. Ma anche il lemma TAMAR è affascinante in lingua italiana, rimandando al T'AMAR, al poetico atto dell'AMARTI. Ma lei ha gli estremi esatti congiunti di BaratTA MARiannina ! Così come il GIUDA a cui si lega è negli esatti estremi congiunti in GI ed in A (inizio e fine di GIUDA) quelli di mio padre LuiGI Amodeo. Quello che va capito bene, in genesi 38, associata a genesi 25, che questo indica proprio una Genesi, una Nascita nel mese 1, e giorno 25 dell'anno 1938. Il secolo 19 è estratto dal libro 1-38, quando si mette il numero 1, che è il primo, per ultimo, dopo il 38, e diventa 381. Questo valore sta dentro ad un 400 -19, in cui 400 è l'unità e trinità assoluta in 100+300. Si capisce allora che solo premettendo un 19, dentro al 400, il 19 si somma a 381, a formare 400, ma anche il 1938 nel mese 1 di Genesi in Gennaio. Anche dal Sinh 26=DIO (uguale al Cosh 26=YHWH) si ottiene a partire dal valore unitario e fino alla dimensione 10^-5 dell'elettromagnetismo, il valore 4,41938 che aggiunge a 1938 centomillesimi l'unità data dai 44/10
Con riferimento alla fisica, 138 x 10^25 Joule per ogni grado Kelvin è la costante di Boltzman dell'energia termica dei Gas, e si vede associata la dimensione indicata dall'indice 25 all'unità del valore 138 assimilabile a Genesi 38 alla dimensione 25 del giorno del mese 1. Insomma il nome ROMANO=66 è associato a tutta l'energia esistente in una unità che avanza interamente di 10, nel mentre abbiamo l'unità del tempo che avanza nelle tre altre dello spazio, e forma il 44, che sommato al suo dimezzamento nel 22 indicante il tempo, diventa il 66 di un 11 che si sposta in tutti i 6 versi del suo intorno cartesiano. Quando questa ROMANO (la mano assegnata al duo di R+O) rientra nel grembo materno, praticamente azzerando momentaneamente ogni cosa, inizia in questo complesso natale il secondo tempo. La mano spinge avanti il corpo del fratello gemello del possessore (ZERACH) di quella mano, riconoscibile dal filo SCARLATTO pistole intorno, così come questo ROMANO che io sono, son riconoscibile dall'atto nuziale con SCAglioni CARLA, unitariamente descritti nello SCARLATTO colore di un ATTO di legame nuziale con S. CARLA, SCAglioni CARLA. Ma il suo nome intero è GIANCARLA, e ciò precisa le nozze con Esaù, in Genesi 25, con GIAcobbe. Lei, G.S. (Giancarla Scaglioni) legandosi in nozze con gli estremi E ed U di Esaù, diventa GeSù. Non vi sembri paradossale e addirittura ridicolo tutto questo che potreste ritenere un mio voler g Il mio CF. di AMODEO, il cognome, è MDA e se lo considerate la scritta ebraica di un nome, esso è proprio ADAMO, quello che va A AMOD. Per il CF dei nomi proprio, io che ne ho 5, uso i primi tre, nelle prime tre consonanti dei nomi ROMANO ANTONIO ANNA, che sono RNN. Ditemi voi se è o non è quello risultante dalle consonanti dei due
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mariti morti di Tamar, ER ed ONAN !!! 38A25 si riconduce esattamente al capitolo 38 e al capitolo 25 del libro A=1 di Bibbia. Potreste negarlo? D527I sono le ultime 5 definizioni del mio Codice Fiscale, laddove D.52, la dimensione 52 è quella di 26+26, uguale al DIO YHWH (che valgono 26 tutti e due) e creano un anno moltiplicandosi per 7 giorni. L'ultima lettera, la I=9 rimanda al piano assoluto trasversale, 3x3, che poi è il 27 precedente quando è 3x3x3, mentre D5 sono anche le Dita 5 della mano che vale nelle 5 dita, ossia nei soli 5 nomi Romano Antonio Anna Pao9lo Torquato il 66+78+26+51+113=334=333+1, che assomiglia molto al 3x3x3+1 come il 27 +I che è un -1 al ciclo in cui il 10 coincide con il punto 0, iniziale e finale del ciclo numerico. Come si vede, e per una grande quantità di motivazioni differenti, anche le ultime 5 cifre del mio Codice Fiscale trovano un preciso riscontro con quanto descritto in Bibbia, libro 1-38 e riferito a un ROMANO=66 che nel valore 334 dei 5 nomi ci rivela quanto tutto lo spostamento di un 66 che sia interno all'Unità e Trinità assoluta 400. Infatti come 400 -19=381 determina il 1938, nel mese 1, così 400 -66 determina il 333+1 “trascendente” il <27 I> finale come il valore delle <D5>, delle 5 dita. Costatato come io sia descritto TOTALMENTE in tutti i miei ESTREMI, della completa data di nascita, del nome di mio Padre, di mia Madre, della mia Sposa, e persino nella reale storia che ha coinvolto mia madre con mio padre, con il rientro della di RO-MANO nel grembo materno si completa la prima fase intera della mia vita divina in chi mi monta in groppa, del mio personaggio come fosse un somaro. Dio si è collocato, nella nostra realtà, quando è Uno e Trino, nella Potenza della Potenza di 10^3. Il Dio <SONO COLUI CHE SONO>
esiste in un 10 su cui COLUI che esiste è un 10 in potenza trina. Infatti 10^10^3 è poi uguale a 10^10x3 =10^30, che è un perfetto cubo che moltiplica i tre lati, ciascuno dei quali è un 10^10. Vedere in modo “reattivo” la potenza di questo Dio, significa attuarne quel Logaritmo decimale che muta il Log 10^10 nel puro numero 10, indice del ciclo unitario divino. Ebbene, quando questo 10 esiste in potenza di 3 (Padre, Figlio e Spirito santo), allora determina il suo valore in quanto esiste IN PRINCIPIO quanto 10^3 = 1.000. Il numero 1000, con le sue 4 cifre, rivela la dimensione 1 posta in principio e poi tre dimensioni 0, di uno spazio di apparente dilatazione che fa grandi le cose, ma restano grandi solo per l'aggiunta di zeri che non contano nulla. Però, laddove il mondo è costruito non solo dal tempo 1 di una reale presenza, ma anche da tre dimensioni zero, quella che è l'unità si mostra espansa a 1.000 solo perché la sua unità è data dal valore inverso riposto in 10^-3, equivalente al millesimo. Ciò in natura si avvalora come il chilogrammo dato da un decimetro cubo, rispetto ai 1.000 che sono contenuti nell'unità spaziale posta nei 10 decimetri equivalenti a 1 metro in linea. Ebbene, come segno della mia vita divina, della divina trinità avente il valore di 1.000 giorni (in quanto Dio crea in giorni), la mia nascita, il 1938-1 non comincia da zero, ma proprio da quel Gennaio 38, che vale 138 quando la gerarchia del mese 1 è assimilato a 100, tanto che 100 giorni +38 giorni sono 138 giorni esatti. Questo è il valore esatto della vita da cui deriva la mia, collocata nella premessa del nome LUIGI di mio padre e MARIANNINA, di mia madre. Luigi, sommato a Mariannina è secondo la somma di 54+84 dei valori numerici dei due nomi, ed il totale è ancora una volta 138, il
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valore termico della costante di Boltzman, dei gas. Da 1000 bisogna estrapolare le due unità di un piano trasversale, in quanto 1.000 è un volume mentre i giorni sono solo flusso in linea. Tutti i calcoli che avevo fatto precedentemente ad oggi (6 maggio 2.016) erano imperfetti. Per rendere il volume 1000 di giorni in un flusso lineare di giorni occorre togliere le lunghezze 1+1 di 2 giorni che formano il piano unitario dei giorni. 998, meno i 138 giorni del Principio Biblico e Paterno e Materno, nonché fisico, determina esattamente la lunghezza di 860 giorni, che porta esattamente al 4 giugno 1940. Io in precedenza avevo calcolato (male) essere 861 i giorni posti tra il 25 gennaio del 38 e il 4 giugno in cui sono stato sul punto di annullare la mia vita, esattamente come la di RO-MANO quando rientrò nel grembo materno. Ma la provvidenza di Dio mi ha imposto di sistemare il programma operativo, mutandolo da Windows 7 a Windows 10, che contiene anche il possibile calcolo delle giuste distanze tra giorni che variano per la presenza dell'anno bisestile, e che se è calcolato male (come facevo) portava la distanza a 861 giorni, mentre essa è di 860. Avevo calcolato giustamente in 861 giorni quelli posti tra il 7 aprile 2014 in cui mio fratello Benito è sceso al cielo nello stesso 7 aprile in cui era morta nostra madre, ma 7+7 anni prima, nel 2.000. Avevo assegnato grande importanza alla strana coincidenza della stessa distanza, sulla mia vita posta come la nascita del Padre e l'Ascensione della Madre del 15 agosto 2.016, per 861 giorni vissuti da me senza mio fratello prima che fosse concepito, e gli stessi 86i posti tra il 7 aprile 2.014 e il 15 agosto dell'Ascensione della nostra Madre celeste. Ma i conti tornano lo stesso, se considero anche il primo giorno, il 25 gennaio in cui io sono nato, e l'aggiungo a quelli dello spostamento,
di 860 tra una data e l'altra. Mio fratello, tra l'altro, morì a poche decine di minuti dal termine del giorno 7, e il medico, prontamente chiamato, sancì una morte da lui rilevata nel giorno 8. Sicché anche nel suo caso, i giorni esatti dalla registrazione ufficiale della sua morte sono 860 e diventano 861 solo per quel giorno 7 quasi interamente vissuto. Pertanto, il 4 giugno 1.940 doveva aver termine la mi vita posta in un volume intero di 1.000 giorni, in cui avevo usufruito già della premessa di Genesi 38, e della reale esistenza del valore nominale dei due nomi di mamma e papà, nonché della costante di Boltzman dell'energia posseduta in unità di energia da ogni grado Kelvin. E – come detto – ciò ha realizzato quanto in Genesi 38 era stato descritto come la di RO-MANO che annulla virtualmente la sua nascita e ritorna nel grembo materno. Sicché gli eventi del 4 giugno, di quel miracolo che fu fatto da Maria Santissima, realizzarono la seconda MANO di questa nascita in due distinti e successivi momenti. Alla mia persona miracolata corrisponde la sopravvivenza di Zerach, che seguita a esistere mostrandosi finalmente per intero, ma solo dopo che il suo gemello fosse uscito fuori dal grembo materno. Nei fatti reali tutto accadde a tempi rovesciati, perché il miracolo della mia sopravvivenza accadde intorno alle 10 del mattino, mentre la concezione di mio fratello Benito accadde alla sera, quando, per la immensa gioia dei miei genitori che già mi piangevano morto, quella sera si amarono, e venne ad esistere mio fratello. In Genesi 38 sarà invece Perez a uscire prima di Zerach... ma già Zerach era stato dichiarato come QUEGLI che era nato per primo. La mia sopravvivenza è stata davvero simile a quella di QUEGLI che
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era nato per primo nella di RO-MANO. Nel mio caso, un “prima” consistito in 860 giorni prima. Ebbene questa Genesi 38, se mette IN PRINCIPIO il 1.000, determina poi con i due nomi dei gemelli nati tutta la durata in giorni della mia vita. Tutti i dì della mia vita, dal 25 gennaio 1938 al 26 luglio 2.016 in cui è prevista la mia morte, ora che il conto fatto al computer è perfetto, sono 28.671 (invece io prima ne calcolavo sbagliando 2 in più. Poiché io ho vissuto anche il giorno 25 gennaio 38, i giorni totali della mia vita saranno esattamente 28.672. Osservate bene: ZERACH PEREZ 54 vale Zerach, (21+5+16+1+3+8=54) 27 è la virtuale metà delle prime 3 cifre del nome che ne ha 6 che lo valutano ZER, come accade in PeREZ quando è letto da destra... e il 27 è letto 72 da destra ----> 27 72 <-------> ZER REZ <---ACH PE ACHPE=1+3+8+14+5= 31 = 17+5+9 = SEI = 65 27 6 72+ + IN PRINCIPIO 1 0 00+ IN PRINCIPIO 28.672 Così, con 1.000 in Principio, dai due nomi si ha tutta la durata in giorni della mia vita fino al 26 luglio 2.016. Questo giorno risulta dato dai 1.313 giorni dall'Abominio della desolazione profetizzata da Daniele in giorni ½ di 1290 +1335+1 = 2.626/2 = 1.313.
Tutta la presenza di Gesù, presentatosi espresso attraverso la persona di mio fratello Benito, dal 4 giugno 1940 al 7 aprile 2.014 è stata di 30 giorni mancanti al 27.000, come tutto il moto della divina Trinità. Se invece li calcolo fino a quando vidi e sentii Gesù salire in cielo il 22 dicembre a Gerusalemme, nel 2.012, allora essi sono 26.499 che, aggiunto il 4 iniziale porta ad una esistenza di 265 centinaia assolute. La mia gestazione nel grembo materno è consistita in 266 giorni che sommano alle 265 quantità relative anche l'unità relativa. In tal modo la mia gestazione materna, dal 4 maggio 1937 al 25 gennaio 1938 ha rappresentato le 266 unità assolute allorché contate in 100 giorni. La gestazione di mio fratello, dal 4 giugno 1940 fino alla sua nascita il 17 febbraio del 1941 è consistita in 258 giorni. Essendo egli segno della vita di Gesù aggiunta alla sua gestazione, assieme ne hanno avuta per 258+258=516 giorni. Quando il 22 a Gerusalemme, che era il 21 ancora nell'America dei Maia, io vidi e sentii Gesù uscire da me con una intensa vibrazione elettrica durata circa 3 secondi, si creò per mio fratello la sua gestazione celeste. Ma non durò i 516 giorni di quella duplice trascorsa in grembo di nostra madre. Infatti tra il 21 dicembre 2.012 e il giorno ufficiale 8 aprile 2.014 della sua morte ci sono solo 472 e non 516. Poiché 472+44=516, c'è stato un 22+22 di premessa. Anche a me succederà una premessa di 22 giorni rispetto al 17 agosto 2.016, che fissa il secondo TEMPO di 1335 giorni della profezia di Daniele. Io alle ore 2 del 22 dicembre vidi e sentii lo Spirito di Gesù uscire da me. Molto simile al RE AMON, ucciso dopo 2 anni, egli divenuto re a 22. Ma, togliendole come la differenza rispetto al 21, ecco che dal 17, meno 2 giorni si ritorna al 15 agosto dell'Ascensione della MADRE e togliendone 22 al 17 agosto si arretra al 26 luglio della ascensione DEL PADRE realmente incarnato in me.
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Sembra impossibile poter negare che il Genesi 38 e in Genesi 25 ci siano state le due profetizzate descrizioni dell'avvento di Gesù come Figlio e di Romano come Padre. Io l'ho raccontato a tutti, ma sono segni inequivocabili che non trovano alcuna risposta di fede. E ciò perché il Dio il cui avvento accadde in la di RO-MANO, in segno di RA, ORUS ed AMON, mentre in
ANTONIO, il secondo nome è il segno di ATON... ha voluto rientrare nel grembo materno e letteralmente nascondersi in quella di RO-MANO. Allorché Dio si vuol nascondere, chi potrebbe vederlo se non il somaro che lo porta in groppa, di cui sente il peso ma che è invisibile a tutti?
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PROFEZIE DI BIBBIA, libro 1, Genesi, primi 11 capitoli 1, 1, 1 Nel primo versetto In principio Dio creò il cielo e la terra. La valenza in numero, di questa frase di 9 parole, dà la somma di 21+99+26+37+19+40+5+11+56=314 = Pi greco. La media per ciascuna parola è il 34 esatto che computa 33 volte una unità relativa alla vita in anni di Gesù Cristo. Il fine, nella parola TERRA è il R.A. (Romano Amodeo) che esiste in un TER numero 3 ROMANO La versione originale ebraica, che è una versione valida sotto il profilo cabalistico. Rivela nelle prime 21 lettere il valore 3.118 che rivela negli anni la durata di ogni generazione delle oltre 200.000 che esistono tra una inversione e l'altra della polarità magnetica terrestre, in assenza di una analoga inversione nel corpo del sole, il che implica la necessaria rotazione di 180°, dell'asse e del corpo terrestre. Qui a lato mostro la sequenza delle 21 lettere e i relativi computi, a mano a mano che ogni valore si aggiunge e per come è raggruppato nelle 5 parole, che hanno cinque spazi vuoti (i Sabati di Dio) dopo ogni parola, tanto che 21+5=26 porta alla durata in anni 3.118 che è fondata sulle 26 lettere pari al valore del nome YHWH ebraico e del nome DIO nella cabala italiana che assegna alle tre lettere il valore di 4+9+13=26.
Il PROEMIO, prima parola ha 6 lettere per un totale di 913 (laddove 113 è la Trinità in Romano, è +800). La seconda ha tre lettere per un totale di 203, il che porta il totale parziale a 1116. (è 660/6 +R) La terza parola ha 5 lettere, per un totale di 646, il che porta il totale parziale a 1762. (100 RA +26 “divino”, letto in ordine inverso) La quarta parola ha due lettere che valgono 401 e portano il parziale all'anno 2163. L'anno 147 aggiunto al 1762 porta al 1.909 in cui nacque mia Madre. L'anno 2.016 in cui viviamo e io (che veicolo il Padre) morrò è a 147 anni prima del limite dei 2.163, indicanti un 70+70+7 anni del volume della piena creativa di Dio che vien meno. Dall'Avvento di Mia Madre il 29-6-1.909 alla Ascensione della Madre celeste del 15 agosto 2.016 ci sono 107 anni, 1 mese, 2 settimane, 3 giorni come 107+1+2+3=113, la trinità in Romano Amodeo. Sono totali 39.129 giorni che sono 13+13+13=39 nel tempo di Bibbia 1,29, che racconta di Lia e Rachele. La quinta parola di 5 lettere che valgono 955 porta il totale degli anni a tutto il 3.118 dopo Cristo in cui la Terra si ribalterà, annientando il mondo oggi esistente. Sovverte 008, e poi 113 (da destra, quanto BRASYT).
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Il totale di 3118, valutato nella quantità assoluta 100, ne fissa solo le 31 che sono tutti i versetti del capitolo 1 di questo libro BRASYT che si traduce meglio in PRO-EMIO. Le due ultime parole, SESTO GIORNO “trascendono” questo FINE: <S. est ROMANO o GIO(shua) R.NO>, che è ROMANO senza <o> (alternative) e senza alcun <ma> (esitazione, dubbio), dopo essere stato il nome <AR-AM ài co'> di Gesù (per Amodeo Romano, AModeo, ente dualistico uguale a IO SONO). Il valore medio delle prime 21 lettere, che valgono 3.118 nel loro totale, è esattamente dato dal numero 148, in cui 100 è l'ASSOLUTO e 48=GESU' Quando si divide il 3.118 per le 66 unità numeriche di ROMANO, da 3.117 : 66 si ha esattamente l'intero 47 = AMODEO. Nell'eterno periodo delle 24 ore centesime della presenza fissata per quanto è in principio di 1.000 dal 2^10=1.024 Pertanto l'intera generazione di 3.118 anni è data da ROMANO x AMODEO, essendo 66 x 47 = 3.118 esatto. Se si aggiungono 12 anni, ossia la presenza di un cubo unitario chiuso da 12 linee, ciascuna delle quali di 1 anno. Che 12 +66x47 porti all'intera generazione evidenzia un ROMANOxAMODEO che deve circondarsi di 12 apostoli o delle 12 tribù del popolo di Dio. Per arrivare invece alla FINE DEL TEMPO solo di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, in cui posto 26=DIO è ANNA, il terzo nome in forma di 1 DIO, mentre è ANTONIO = 78 = 26+26+26 il DIO TRINO, allora occorre moltiplicare ANTONIO x ANNA e sottrarre 12 anni. Infatti 26x78=2.028, che, meno 12 anni porta ai 2.016 anni della FINE DEL PADRE. Per il dettaglio del giorno dell'anno 2.016, occorrono ANTONIO+ANTONIO + ANNA+ANNA, ossia 78+78 +26+26 = 156+52 = 208, giorno dell'anno bisestile corrispondente in modo esatto a 26
luglio in cui ASCENDERA' IL PADRE, nel mentre 10+10 giorni dopo ASCENDERA' LA MADRE MADONNA. Pertanto, ove ANTONIO e ANNA portano all'intera data della morte del DIO PADRE, il primo nome ROMANO e il cognome AMODEO portano alla fine del mondo. Nel primo caso l'espansione del volume a 12 anni va tolta di mezzo, nel secondo caso essa invece va debitamente considerata. Di fronte a ciò, qual è il valore riservato ai due nomi che ancora non hanno partecipato a queste definizioni del tempo? PAOLO vale 51, mentre TORQUATO vale 113. Intanto la nascita esatta nel 1938 divisa per PAOLO=51 porta esattamente al 38 che è il numero che sta alla base dell'anno espresso in giorni, quando alla azione 38 si associ l'azione uguale e contraria di un corrispondente 38, perpendicolare o contrapposto. 38X38=1444 esatto, laddove le decine 144, pari a 1440 unità sono esattamente tutti i minuti primi dell'anno. Pertanto il nome PAOLO associato a Genesi 38, determina totalmente il numero di un PRIMO, quando vale per 10, come la Dimensione di cui DIO si appropria come la sua stessa. 113=TORQUATO, è l'ultimo nome, il quale vale interamente quanto il ROMANO+AMODEO da cui si ha il 3118 invece dal prodotto, quando gli si aggiunge il 12 (che muta ROMANO=66 in ANTONIO=78), e il risultato “sovverte” il 113 in 311 decine, che sono esattamente nelle divine decine quelle di ROMANO x AMODEO = 3102, se gli si somma 2^3, ossia la trinità del duo paterno dato da padre e Spirito santo. PAOLO+TORQUATO formano 164, il che associa al 100 assoluto il 2^6 che ha la forma del 26=DIO, quando il Duo Paterno si esprime nel 6 della loro duplice trinità. Questa somma corrisponde al 64 +100, laddove 2.016/3.118 è nel valore intero il 64% come intero spazio, sommato a 0,64% come intero tempo +0,0164%.
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3118, diviso per 334 (valore dei soli 5 nomi) è 9,33, mentre diviso per 381 (che è il valore di tutto il nome e che equivale alle misure dell'Arca di Noè), è 3^4 /10 = 8,1 ripetuto in 81 +2727/10^6, ossia: 8,1 che indica tutta la realtà basata sulle dimensioni 3 del volume reale 0,081 il che lo replica per il volume negativo, immaginario 0,0027270 il che l'esprime in 3^3 reale e 3^3 immaginario 8,1837270 moltiplicato per i miei numeri, o dell'Arca, portano al finimondo di quando nel 3.118 il corpo terrestre si ribalterà in 1 solo giorno.
Bibbia, libro 1, 2 1. Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Quindici parole per un valore di 42 +79 +89 +1 +109 +19 +40 +5 +11 +56 +5 +78 +15 +52 +63 = 586 che indica tutto il moto di 414 nel 1.000, un 414 che indica il Dio assoluto 400 nel piano a lati 7+7 di Dio quanto i giorni dell'intera creazione divina. Se a voi sembra poco significativo, questo 414 è dato dal 314 (che valeva tutto il primo versetto del primo capitolo), e che è maggiorato esattamente di 100 (uguale all'azione intera 10 per la reazione intesa 10), mentre il testo rivela come questo compimento entra in azione con il riferimento dell'assoluto IN PRINCIPIO posto come 1.000. Tutti i versetti sono i 25 che indicano la presenza totale, data da ¼ dell'assoluto 100. Il fine (trascendente) è dato dalle ultime due parole del capitolo 2: 72=AVEVANO + VERGOGNA=81 <VANO un AVE, GOGNA del VER> (ER, un 5 Romano) 72+81 = 153 i grandi pesci della PESCA MIRACOLOSA se si buttano le reti dalla parte destra della barca e allora 153 diventa 351 = 381 -30, il che indica tutto il percorso che 30, la Trinità di Dio, compie nell'Arca di Noè che è il nome di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo. Essendo 51=PAOLO, si ha la pesca miracolosa allorché si somma a PAOLO la trinità assoluta 300. Questo secondo capitolo, di 25 versetti, già anticipa i 2 gemelli che saranno descritti al capitolo 25 dello stesso libro numero 1 della Bibbia.
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I due numeri 12, del libro 1 nel capitolo 2, sono fondamentali in quanto rappresenti la verità di un volume racchiuso per linee. Un cubo infatti ne necessita di 12. Sicché in questo capitolo 2 troviamo l'impostazione fondamentale binaria dell'esistenza retta da Dio. Questo divino sistema di comando si impone poi attraverso DUE cinque, che formeranno 10 come il prodotto di una azione reale, crescente in positivo, sommata a quella decrescente, immaginaria, che vale come la sua esatta reazione. La somma di 5 e 5, che sono indici della base 10 numerica, equivale alla combinazioni tra gli opposti 10^5 di forma elettrica e 10^5 di forma magnetica, all'interno dell'aurea unitaria elettromagnetica che vale 10^10 Il cubo di 10^10 risulta poi 10^30, che è uguale a 10^10^3, ossia alla potenza su base 10 di quanto IN PRINCIPIO è “indicato” da un “indice, o esponente” che vale il 1.000 espresso dalla potenza 10^3. Pertanto, al libro 1 e capitolo 2, è assolutamente interconnesso anche il 25 che è la Potenza 5 della potenza 10^5, riducibile a 10^(5x5). Per questo, automaticamente, il quanto 12 evolve poi in 125, che costituisce la ottava parte del 1.000, in cui 1/8 è il valore unitario di un cubo a lato 1, all'interno ad un cubo che abbia il lato 2 uguale al numero di questo capitolo del primo libro. In fisica, questo 125 sarà il fattore che dà la massa, che sarà osservato nel Bosone di Higgs. Realmente dà la massa, in quanto 10^3 (quanto vale “in principio” un metro cubo in tutti i suoi 1.000 decimetri cubi) diviso per tutti gli 8 cubi a lato 1, presenti in uno a lato 2, computa quanta massa è ripartita sul cubo unitario a lato 1. Ne riceve 1.000/8 = 125 ciascuno. Poiché questo 5 ancora esiste solo in potenza di esserci dopo, in Bibbia libro 1,2 che matematicamente parlando configura 12/10 della
realtà unitaria della massa, presente in linea in una decima parte del metro, le affermazioni che sono presenti in questo capitolo due sono solo le fondamentali. La prima fondamentale è contenuta nei versetti dal 2 al 4. Genesi 2,2-4 2 Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. 4 Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo
Il versetto 2 del capitolo 2 ha 22 parole, nella versione italiana, e non è un caso. Nemmeno un caso che siano 96 lettere al lavoro, in una opera che – compresi i 22 “sabati” di non lavoro delle lettere, portano il totale dell'opera a 114 lettere totali (96 al lavoro e 22 in riposo). La parola SPIRITO vale questo 96, e se ripartita per questi 66/2 che mostrano le 22 parole come 1/3 di un Trino ROMANO=66, dal calcolo dei 96/22 si hanno 4 unità intere, quelle del Dio Uno e Trino, nell'eterno periodo del 36. Questo periodo eterno è quello che combina 6x6 i “due sei” (=”26”=ANNA) del trino 66 che è dato dal nome ROMANO e da un ACRONIMO DUALISTICO “trascendente”, ossia riguardante le 6 ultime cifre del nome, che sommano 66, e le 6 penultime cifre, che sommano un altro 66, nei 6 nomi dati da ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO TORQUATO AMODEO. A voi potrebbe sembrare “casuale”, oppure “totalmente fortuito” che
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tutta l'opera sia il 114 che computa l'Unità nella Trinità del 113 riguardante il nome di ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO TORQUATO AMODEO, che è 113 in ROMANO AMODEO, è 113 nell'ultimo e 5° nome TORQUATO e che è 113 per la terza volta nell'acronimo dualistico, ossia nel valore numerico delle prime due lettere dei sei noi, RO+AN+AN+PA+TO+AM. 114 è il numero dei capitoli del Sacro Corano, e non per caso è proprio tutta l'opera espressa in lettere (al lavoro e al riposo, nel rispetto dei 22 sabati delle parole 22 al lavoro) nel versetto 2 del capitolo 2, che si legge 2,2 e – matematicamente parlando, sono 22 unità allorché misuriamo la massa unitaria presente in linea nei decimi del ciclo di 10/10. Dal Sac.-RO CO'.R.ANO di 114 capitoli e il SACerdozio fatto da RO con il RomANO che è 1 in 113 terne, il passo è assai breve, a dimostrare come quel capitolo secondo, in cui il valore numerico del versetto numero 1 lo abbiamo riconosciuto nel movimento 100 del 314 che era il 1° del cap. 1°, si passa ad osservare la relazione tra 414 e questo 114, quando gli sommiamo la trinità assoluta data da 300. Si osserva in che modo il capitolo 1° nel versetto 1 evolva nell'1 del capitolo 2, e poi nei contenuti dati dal 2,2. Il capitolo 2, nel versetto 2, introduce la “sacralità” di un XP che è un 10-ROmano, perfettamente identificato nei 3 quantitativi 113 e nei tre quantitativi 66, che nel versetto 2.2 sono mostrati nel valore terzo di questi tre 66. 1+113+113+113+66+66+66=538, il che anticipa le 5 dita che poi saranno descritte nel capitolo 38. Allorché queste 5 dita sono 1 intera mano, 538 si muta in 138, e indica espressamente genesi 38 nel libro 1,38 della Bibbia. Se non vogliamo “trascendere” nulla in questo 538, dobbiamo portarlo a quanto esiste IN PRINCIPIO, ossia al valore 1.000 di tutta la massa. Accade introducendo il 462 che è “trasceso” rispetto
al 1.000 e che se noi vogliamo comprendere bene, dobbiamo leggere da destra verso sinistra, come il 264 che mostra il DIO=26 moltiplicato per il DIO a D.10, e poi combina 10^260 con il 10^4 che quantifica tutta quanta la realtà a dimensione una e trina sulla base 10 assunta dal ciclo DIO del calcolo, nella dimensione 10. A riprova, l'indice 264 “combina il 26 delle due prime cifre, con il 62 delle due ultime, che di per se stesse sono il 2^6 che esprime lo stesso 26 come il due, nella potenza del 6. 26=DIO, se vogliamo capire che cosa SIANO in questo 26, possiamo solo riconoscere che SONO DUE SEI. E se passiamo alla attuazione di quello che sono, vediamo che SONO 06+60, le due letture opposte tra di loro in 60 e 06. Posta una come azione verso destra, l'altra è la sua esatta azione uguale e contraria. Pertanto, 66 è la ESSENZA REALE (=”realizzata”) di un DIO che in 26 settimane compie, realizza la “dolce metà” di un ipotetico SIGNOR ANNO. Realmente il nome ANNA è la dolce metà di un ANNO = 38 = MESE=38. Pertanto ANNO e MESE sono espressi entrambi in Bibbia, 1,38, nel mese 1 di gennaio e nell'anno 38. E riguardano una ANNA, nata nel gennaio del 38. Deve essere una ANNA nella ESSENZA “mamma”, che sia “mamma” nella “mamma”, per poter sostenersi un <IO SONO COLUI CHE SONO>, mamma, nella mamma, che è la mamma del XP, 10 Romano. E sono costretto a rilevarlo oggi 8 maggio, “festa della MAMMA>! Il PADRE di questa ESSENZA come la dolce metà del Signor MARITO, vale il 66 = DIO PADRE, 26 +40. Invece DIO-MADRE = 26+37=63, che è “trascendente” nel 36 che combina i due 6 nella loro interazione, e tanto che se il DIO PADRE è 66, la sua fattrice, la madre, sta nei DUE SEI che si moltiplicano tra di loro e che “trascesi”, ossia visti a rovescio, in sostanza tolgono la Trinità alla DIO MADRE e la riducono a 66 -3 = 63. In questo valore che sembra essere una
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riduzione di valore, in realtà si crea un moto interno. Ossia nel 66 = DIO PADRE, la dolce metà del SIGNORE estrinseca la sua trinità e si pone come un 3 in 66, facendo conoscere solo tutta la sua DINAMICA, come un 3, presente in 66, che si muove per il 63 che non è ancora occupato ed esprime la LIBERTA' della Madonna, all'interno di DIO PADRE. La sua libertà è proprio quella di generare un 6 volte 6, che si combina in 36, che sono tutte le lettere al lavoro nel padre che si chiami: 6 lettere ROMANO 7 in ANTONIO 4 in ANNA 5 in PAOLO 8 in TORQUATO 30 = il cubo a 10+10+10 lunghezze nei 3 lati 6 in AMODEO (il cognome) 36 lettere al lavoro, pari alle 6 parole e a una media di 6 ciascuna. La valutazione “divina” di questo nome che deve valere 63, quando è “divinamente trasceso”, è questa: <Is RA Ele>, è (per il mondo che parla inglese) Romano Amodeo quel nome che in Ele è il 10=L, decima lettera dell'alfabeto italiano. Dio si è sempre chiamato Elì, Ele, Elohim, Allah, per il semplice fatto che nella VERA LINGUA DI DIO (che è l'italiano le cui 21 lettere sono le 7+7+7 di tutta la creazione trina) il 10, ciclo vero adottato da DIO che si ripone nella DIMENSIONE DIECI, si aggancia al suono della ELLE (elementare in Ele).Ebbene: ISRAELE = 9+17+16+1+5+10+5=63 CINQUE = 63 SETTE = 63
A dimostrare tutto il legame tra la Fede nel Dio YHWH=26, che si professa IO SONO COLUI CHE SONO, e la prima filosofica Epifania, del Dio dell'Essere, che accade ad ELEA, ISRAELE si trascende in ELEA +R S I (Romano Salvatore Iesus). Quando il popolo ROMANO ne muta il nome in: VELIA, il nome “rivela” <V'è 10, IA(hvè)!> Ma anche <5 Romano è lì IA>, ossia <5 Romano è lì 10>, perché IA è 9+1, perché Romano è un DUO, che nel verso reale mostra solo una mano delle due che egli ha, avendo le 10 Dita di DIO, come ogni uomo. Ma VELIA, nome romano, in questo <V'è> nasconde la sua romana ANDATA da EGITTO a FELITTO (a pochi chilometri da ELEA), laddove c'è LIA (la sposa imposta a Israele dal suocero <LABANO> che sta per “là, un duo che infine è TRINO in ANO, essendolo in RomANO) che infine vi è... ITA, LIA. In <VELIA> è “trasceso” che: <V'è ITA LIA>, a <Velia> che sorge in foce al RIO A-LENTO in cui TUTTO COMINCIO', in Filosofia, con la triplice Epifania di Senofane, Parmenide e Zenone di Elea, tre grandi maestri venuti in Magna Graecia dalla Orientale Grecia e fino sotto al Monte STELLA, ai cui piedi espressero la famosissima Epifania di Dio in Essenza: “L'ESSERE è OGNI ESSERE che è IN ESSERE”, insomma: <IO SONO COLUI CHE SONO> detto dall'ESSERE fondamentale quando – a immagine e somiglianza umana – si mette ad esistere in prima persona. Quando poi esso si INSTALLA su un SOMARO che lo porta e che l'ESSERE sopporta il SOMA di RO(mano) è solo la parte espressa da un PERSONAGGIO che è solo funzionale ad una divina COMUNIONE tra la
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parte bestiale e la parte DIVINA. Allora è DIO, che – rivolgendosi al SOMA-RO, a chi porta XP, lo riconosce in questo modo ESSENZIALE: <TU SEI ROMANO> dalla prima all'ultima vocale che ci sono: <ES> A-U, il nome imposto al 1° figlio in Genesi 25, da un Signore che ha rivelato alla madre: Genesi 25,23 Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo».
Israele, ossia GIACOBBE è il popolo aggiunto a ESAU' al <Tu sei Romano da cima a fondo> ed è il popolo ROMANO che assoggetterà Israele. Questo ISRAELE che vale 63 e che si pone come la DOLCE SPOSA di DIO, nell'essenza MAMMA che è la MAMMA della MAMMA di Gesù. <EMANUEL>, 5+11+1+12+19+10=63, quando lo <è>, si muta in <EMANUEL è>=68, e aggiunge l'ESSERE di un piano trasversale a lati 1+1 al DIO PADRE = 26 +40 = 66. In Bibbia 1,46, versetto 26=DIO, sono dichiarati ESSERE 66 tutti coloro che si mossero ed entrarono in Egitto, che discesero dal PADRE ISRAELE. Se aggiungiamo ai 66 il PADRE e GIUSEPPE, escludendo la generazione successiva a quella dei 12 figli di Giacobbe-Israele, allora abbiamo esattamente il 68 corrispondente all <EMANUELE>. Chi è mai? <A MAN EQUAL>, per come letto in <e>, Uno uguale ad un uomo.
Questi era atteso come il Messia dal popolo di Israele: UNO SIMILE A UN UOMO. Insomma <AS MAN> alias: <MAN AS> S. è, che in Manasse è il 1° figlio di Giuseppe, e trascende Gesù Cristo, nel Padre trascendente Giuseppe, ossia che si mette al posto di Giuseppe e rende feconda la MARIA figlia di ANNA, in cui c'è ANNA, ossia la MAMMA in COLEI CHE E' MAMMA DELLA SUA MAMMA. Ma a questo virtuale EMANUELE, <MAN AS>, simile ad un uomo, il padre ISRAELE nega il diritto di primogenitura, ed egli benedice il fratello nato dopo di lui, EFRAIM. <E' F RA HIM> il che rivela che LUI è secondo lo SPIRITO e non il suo SOMA-RO. E' quello Spirito che da
F di RA,
F EL “IO” (italiano) ma con TT nel suo IO, cioè ITTO, dunque a F EL “ITTO”, mentre l'<EGO (l'IO Romano) ITTO> è EGITTO andrà a
quell'EGITTO da cui (come profetizza OSEA) <ho nominato mio figlio> (rivela Dio). Dunque si tratta di NOMI, di divinità dell'Egitto: RA che vale in principio. ORUS che vale in principio, da cui R+O in principio +AMON dunque RO-AMON che si gira in RO-MANO +ATON che si integra di ROMANO +ANTO, n(=12) +IO, un IO che è il nuovo io, aggiunto a ROMANO che è uno zeR SEI e anche IES, P=Rez, Perez il primo realmente nato in Bibbia 1, 38. 66=Romano, infatti è 06+60, ma Antonio è un nuovo IO che deve aggiungere 12=N al primo IO. Infatti ANTONIO è 66+12, essendo poi in tal modo la Trinità del
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DIO=26 di nome ANNA (nell'Essenza MAMMA della MAMMA che è nella MAMMA) di Dio. 66= ROMANO +78 = ANTONIO +26 = ANNA 170, quanto il DIO a d.10 moltiplicato per RA (=16+1=17) Questa Trinità è stata NOMINATA dalle 4 divinità dell'Egitto che si sono INSTALLATE su un SOMA-RO. Quando Ab-R.Amo (tutto quello che proviene da Romano Amodeo) si trasferisce in Egitto e impone alla moglie sorellastra SARAI di non dire che è anche moglie, non solo fa CASSA, economica, quando SARA sarà dimessa da concubina del Faraone, con ricchezze e la schiava AGAR, ma la fa anche di VALORI DIVINI. UNO SULLA CROCE, <A T on> prefigura il Cristo crocefisso. Diverrà <An “T on” IO> italiano, allorché la discendenza di LIA sarà ITA in ITALIA in quei pressi (F EL ITTO> della romana VELIA indicante chiaramente che <V'è lì IA>, il Dio Jahvè. E' il PANE disceso da cielo, è la <MAN. NA>, l'uomo, il <MAN> della Nuova Città, la Neapolis, la nuova GERUSALEMME che in antico era: SALE-M SALE-11 = SALE 66/3 = SALE ROMANO= SALE R.NO quando è un SALE Trino, in ROMANO. Questa SALERNO è un nome nato dal SELE e dall'IRNO.
Da un Santo ELE, e da un IRNO che ora è IN RO, ma che con Gesù fu INRI, Iesus Nazarenus Rex Iudeorum. Invece IN RO esiste tranquillamente IN RO-MAN, in RO che è la MANNA nuova discesa dal cielo e che fu data al popolo di Dio nel deserto. Furono date anche le <QUAGLIE> <MANNA> + <QUAGLIE> rivelano L'Uomo della nuova città di Dio, la nuova Salem, che ora sta in provincia di Salerno. <QUA EGLI E'> A voi sembrerà incredibile e fanta-religione, ma che nome è quello di TERACH, se non quello dato ad un <TE, RA, CH> (Christus) E' l'ESSENZA PATERNA proveniente AB R. AMO, DA Romano Amodeo, in occidente, e da BRAMA in Oriente, e dai suoi tre emanati che sono R.Amo, R.Amo e R. Amo nella trinità delle loro emanazioni. Da UR partono padre e figlio e da UR parte quanto poi esisterà nella fine trina ANO di Romano, a far UR-ANO, il padre di tutti i tre dei. SATURNO? E' nominato nel TU di un R.NO trino Romano nato a SA, Salerno. SAL-OMONE è il grande uomo di SAL. Il reale FIGLIO DI DAVIDE che costruisce realmente il Tempio di Gerusalemme. I libri della sapienza sono i suoi, e prefigureranno quelli scritti dal grande uomo di Salerno, libri della suprema salvezza detta portata da uno Spirito santo paraclito, a suo tempo, da Gesù Cristo. Ebbene, tutte queste indicazioni sono partite tutte dall'opera intera compiuta da Dio in sette giorni e dal suo sabato. Questa opera diventa INTERA quando sono definiti interamente tutti i nomi di Dio, ossia:
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ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO TORQUATO AMODEO, che sono il nome segreto di Dio e non del SOMARO che li porta. Io – che vi scrivo – sono il somaro che accorpa il valore ideale e gli dà corpo in una reale comunione tra l'animale corporeo e lo spirito divino che lo trascende, comprende e lo ordina tutto perfettamente.
Insomma il loro numero dipenderà da un 66/6, un ROMANO diviso per 6, sommato al 138 assoluto (ossia in centinaia) del Gennaio 38 in cui il DIO PADRE = 26 +40 = 66 è nato, nel 25 gennaio del 38. Il tutto, sommato ad un DUO divino nella dimensione 10^5 =100.000 avuta da ciascuno.
Dio costruisce tutto usando questi sei nomi per i valori che essi possiedono.
Il quadrato 10^5 è il 10^10 dato dal modello unitario basato su Dio che costruisce il tutto in una linea lunga 10^10 e in anni.
Da 10^10 anni, divisi per i 10+5 dell'unitario spazio-tempo simile a un cubo che abbia 5 anni per ciascuno dei tre lati, discende tutta la quantità in anni che possa esistere in forma di un ciclo attorno ad un comune asse.
Dei 6 nomi DI DIO, sembrano non partecipare ANNA, PAOLO e TORQUATO, che come somma sono 26+51+113 = 190, ma ciò accade solo perché, posto un 10 che è in un 100 che avanza di altri 100, esso occupa 10 in 200, e 190 è tutto il “divino” movimento in se stesso.
Sono 10^10 anni divisi per 15 e uguali a 666.666.666, la triplice bestia del diluvio accaduto nel 1.666, posti 10 anni in principio rispetto alla creazione di Adamo.
Esso sta alla base del valore di tutto il nome, come il suo tempo dimezzato. Infatti 190+190 = 380 unità. Quando 1, si muove di tutto questo spostamento 190 riguardante una presenza 190, occupa in linea un totale 381, che è quello dato da tutta la somma dei 6 nomi ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO TORQUATO AMODEO.
Ma in questo totale deve esser posto un nuovo principio, che dipenda dai cicli reali che sono realmente usati nel computo. 12 + ROMANO x AMODEO = 12 + 3.102 = 3.118 è il massimo! Laddove 12 +ROMANO è il 78 = ANTONIO, questo secondo nome entra in azione finale solo per il 12 in più che ha rispetto al 66=ROMANO, tanto che gli si somma dopo il prodotto tra primo nome e cognome. 666.666.666 meno 3.118 = 666.663.548, ed è la dimensione che resta nel numeratore, mentre il 3.118 si pone a suo denominatore, tanto che IL DENOMINATORE è dato dal 12 + ROMANO x AMODEO. Dal rapporto tra 666.663.548 che si divide per 3.118 (che è la Generazione data da ANTONIO -ROMANO +ROMANO x AMODEO) risulta 213.811 come valore intero.
Accade che è proprio quando è tolto di mezzo tutto quanto sia ANNA +PAOLO+TORQUATO, che resta tutto quello che è definito nel verso unilaterale. ROMANO ANTONIO AMODEO, 66+78+47= 191, esprime un 1 reale che si muove solo per il 190 che è tutto il moto di un 10 collocato in un 100 che avanza di 100. Sicché, quando si assumono 12 + 66 x 47 si determina l'unità di tutta la generazione che in Bibbia, come visto prima, è denunciato nei valori numerici delle prime 7+7+7 lettere, nelle prime 5 parole, che poi diventano 26 quando doverosamente si aggiungono i 5 sabati divini alle prime 5 parole. Ora, quando si voglia conoscere la durata della vita divina, innanzitutto occorre definire la data dell'anno di nascita.
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PAOLO, convertito a Cristo nell'anno 38 dopo Cristo (e celebrato secondo Genesi 25, nel gennaio 25) mostra che PAOLO, moltiplicato al sua anno 38 natale (secondo Genesi 38), in 51 x 38 = 1938 determina l'anno totale semplicemente aggiungendo come secolo un valore decuplo al 190 che avevamo visto come generale moto nel tempo assoluto e dualistico. Legato questo 138 alla Santa Conversione di PAOLO, si tratta esattamente del 25 gennaio 38 che ricalca in fisica perfettamente il valore della costante di Boltzman dei gas: 138 x 10^-25 Joule per ogni grado Kelvin di calore. Sicché anche qui, 1,38 è definito unitariamente alla dimensione 25 della base 10 di Dio. E anno cesserà di esistere questo DIO che si è INSTALLATO su un SOMARO? ANNA x ANTONIO meno (ANTONIO meno ROMANO). 26 x 78 – (78 -66) = 2.028 -12 anni = 2.016 dopo Cristo. Volendo entrare all'interno dell'anno santo 2.016, che Dio ha reso anno santo della Misericordia di Dio rendendone Abile un Papa di nome Francesco, bisogna considerare l'altra forma che lega ANNA con ANOTONO, ossia il DIO=26 anni con il Dio trino di 78 anni, quelli che ho io, ora, compiuti, in questo mio definitivo anno. ANNA+ANTONIO è 104, ed esprime solo una azione in linea. 104+104 è azione + reazione ed è 208 come giorno: il 26 del mese 7 che indica la piena opera di un cubo a lato 1, quando esiste in 8 cubi a lati 2. Se questo lato 1 vale il 26=DIO, gli 8 diventano 208, ed uno vi si sposta solo di 7, arrivando al mese 7 di luglio, pur valendo le 8 volte 26 di tutto il complesso.
Il versetto ultimo di questi che avevo mostrato e che ripropongo: Genesi 2,2-4 2 Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. 4 Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo
rivela al versetto 4 dell'unità e trinità completata che queste sono le origini del cielo e della terra, quando vennero creati, quando il signore fece la terra e il cielo. Dal versetto 5 fino all'8 c'è la creazione dell'uomo e il suo insediamento nel Giardino dell'Eden. Genesi 2,5-8 5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo 6 e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -; 7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. 8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato.
Osserviamo il versetto 7, in cui l'opera di creazione dell'uomo è piena, e vediamo quante parole e quante lettere esso implica. Sono 27 parole, pari a 3x3x3. Il computo delle lettere è di 109. Sommate ai 27 sabati esistenti al termine delle 27 parole, arriviamo ad un totale di 136.
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Come si vede bene, il lavoro totale associa la dimensione assoluta 100 a quella 36 di tutto il 6x6 contenuto in ROMANO. 136, diviso per il lavoro totale 27 rivela un 5 intero e un tempo periodico eterno a valore 037, che è il ciclo assoluto dato da 6/6 +6x6=37. La somma di opposti come 6/6 e 6x6 determina una unità che ha le 36/1 quando sono così “fissate” in unità, a partire dal complesso delle 37. Questo 37=MANO, ed è quanto è il moto di 29 in ROMANO, in cui 29=RO è proprio quanto è in groppa a me come a uno che do CORPO a RO, portando il SOMA di RO, del XP, del Cristo. Questo 37, quando si carica di 38 e 38, diventa 113, Romano Amodeo, diventa TORQUATO e diventa RO AN AN PA TO AM, il mio acronimo dualistico divino. Quando 38=SLM, le consonanti di Salam, l'AM di Sal, che diventa un saluto arabo, e quando U+U sono il 38 dato da 19+19, ecco che: MUSUL+MANO è 38+38+37 = 113, e se all'unità di 113 glielo si aggiunge, ecco nel 114 tutti i capitoli del Corano. Pertanto, dividendo tutta l'opera descritta nelle 136 lettere del versetto 7, del capitolo 2, ecco intanto le 27 parole al lavoro coi 27 sabati, e il risultato della divisione dell'opera per il lavoro sono le 5 dita della MANO, nell'eterno periodo 037 del suo valore cabalistico. 109 (solo il lavoro) diviso per i 27 di lavoro sono 4 come intero, nello stesso periodo eterno dello 037 che vale il termine MANO, quando sia un ROMANO privato di RO. Come si vede, in un caso il risultato interamente diviso sono le 5 dita della mano, nel secondo, relativa a solo il lavoro, il 4 della mano si pone come il rapporto 4/1 che ne fissa nel tempo 1 tutta quanta la realtà una e trina. Poiché è importante da definizione 8 di tutta la realtà, verifichiamo
anche cosa sono indicati i valori nel 2,8 che, essendo il 7 uno e trino nel decimo, rivelano la pienezza totale dell'unità e di tutto il suo spazio di espansione. Sono 19 parole al lavoro, per un totale di 76 lettere al lavoro, in una opera totale di 76+19=95 lettere. 95/19 = 5 esatto, senza alcun tempo aggiunto, poiché qui TUTTO E' COMPIUTO. 76/19 = 4, e c'è la piena realtà unitaria in 5, data da 4/1 esatte e senza altro tempo. Possiamo anche fare la somma del contenuto dei versetti 7 ed 8, che sono la creazione dell'uomo e del suo ambiente. 136 +95 = 231 è il totale delle due opere. 27+19 = 46 è il totale delle parole al lavoro. 231 : 46 = 5,021739130 nei 9 decimali aggiunti ad 1 unità a dare 10 decimi di unità. A ogni parola è data il valore 5 del dimezzamento del ciclo delle 10 dita. Nel tempo di 7+7+7 millesimi (tutta l'opera divina creativa a 3 dimensioni), riferita a un 13+13+13=39 della trinità del Dio 10 e 3, in tutto il complesso di 10^-6, in cui il 9130 finale è il valore cabalistico di BRASYT, in principio, posto al termine. Nel capitolo 2 voglio solo evidenziare e calcolare cosa si nasconde, sotto il profilo dei numeri, nel versetto 17, che è il ciclo di tutto il Dio RA=16+1, e vale il 4/1 +4x4. 2,17 è una opera intera in 7+7+7 decimi e in 7 centesimi. Vediamo il testo. E' tanto una opera intera che corrisponde alla data in cui tutti gli animali entrarono nell'ARca e cominciò il Diluvio Universale.
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E' anche il mese 2 nel giorno 17 in cui si aggiunge a me la nascita del mio gemello BENITO, a mutare me R, in un deprecabile RUBEN. Genesi 2,17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».
Sono 20 parole, quanto tutto il moto 10 del fondamentale 10 simile a Dio. Sono 101 lettere al lavoro, quanto 1 che si sia spostata di tutto il 100 dell'energia data da 10x10. 121 è l'opera totale, che vale esattamente quell' 11x11 che esiste su ogni asse di Padre, Figlio e Spirito santo, quando ciascuno dei 3 si sposta esattamente di 10 ed occupa 11. 22, espresso nella terna totale, è tutto il 66 di Romano. 121, diviso per le 20 parole, dà 60 decimi ciascuna, più 5/100, alias dà in tutto 605 centesimi, che, nel tempo centesimo della totale energia 100, mostra la MANO con le sue 5 dita che si muove non solo nei 300 versi assoluti in positivo, ma anche nei 300 negativi. Se ci mettiamo anche a calcolare i contenuti numerici di queste parole, conosciamo in modo più approfondito. MA DELL vale 31 ALBERO DELLA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE = 271 NON DEVI MANGIARE = 137 PERCHE' = 51 QUANDO TU NE MANGIASSI = 202 CERTAENTE MORIRESTI = 208 (è la data del 26 luglio !) Il totale che somma 31+271+137+51+202+208 porta a 900 esatto. 900 / 20 parole sono 45 ciascuna 900 / 101 lettere al lavoro sono 8,910 periodo eterno in 8910.
900 / 121 lettere totali dell'opera sono 7,4380 uguali a 7,3 sommato a 0,1380, laddove 7,3 è l'opera totale, nell'eccesso di 3/10 che cono quelli che poi si muovono di 7, nel valore qui di 7 cicli 10 di decimi. Ed esiste inoltre una Bibbia, libro 0,1380 di una genesi posta in eccesso. La motivazione del “perché se tu ne mangiassi certamente moriresti” vale esattamente il 461 che eccede esattamente di 80 rispetto al 381 del mio nome o dell'Arca di Noè, e 80 in supero indica tutte le decine intere espresse in 2^3, ossia tutta la vita. Se invertiamo il 461 negativo nel positivo di 164 avremmo 41, Uno e Trino, laddove 41 = R.AMO, quello da cui deriva il capostipite ABRAMO, o ciascuna delle tre divinità emanate dalla dea BRAMA, che si chiamano RAMO, RAMO e RAMO e nella loro trinità valgono 123, una perfetta crescita che quando è 132 (ossia tutto il moto 9 in più, dell'unità, rispetto a 123) è 66+66, il piano costruito su ROMANO. Come non trarne la convinzione per la quale, tolto tutto il moto unitario al PIANO fatto su ROMANO, e tolto tutto il 123 dei tre R.AMO, il vero messaggio del brano 2,17, sia riferito proprio al CERTAMENTE MORIRESTI = 208, 26 luglio, Sant'Anna e san Gioacchino, i genitori entrambi di Maria? Tra l'altro, la divisione in frasi che avvalora la prima in 31 uguale alla trinità del 10 e all'unità, il 271 che se operiamo il vero e mettiamo l'uno in fondo per primo diventa il 127 che è il terzo esatto del 381, di tutto il mio nome... Poi il 51=PERCHE' che è proprio quel nome PAOLO che incarna il mio natale quando esiste nel 38 e porta al 1938... Infine il 202 che è esattamente Luigi Amodeo, mio padre, nel dualismo con me posto una sola cosa con lui... Insomma tutto il contenuto essenziale delle parole porta al supero della creazione 7 in ogni valore medio assegnato ad ogni lettera dell'intera opera. E il supero... riguarda me, come 0,3 nella mia trinità
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e come 0,1380 nella mia nascita... il che LA TOGLIE DI MEZZO. Perché questa dichiarazione a chi mangia dell'albero della conoscenza del bene e del male? Finora non è stato NOMINATO il nome di chi sia L'UOMO. L'UOMO = 10+56=66=ROMANO. IL SOLO ROMANO mangia davvero dell'albero della conoscenza del bene e del male, e riguarda davvero solo lui questa condanna. Egli ha un valore numerico corrispondente a tutte le lunghezze espresse in cubiti dell'Arca di Noè. Il decimo dei 10 progenitori è nella sua fine il NO con cui termina RomaNO, con un NO contrapposto a ROMA, in virtù del valore del trascendente AMOR, di un Amodeo Romano, trino nel cognome ed uno nel nome. Ebbene Noè muore esattamente nell'anno 2.016 calcolato dal Principio, ossia attraverso 10 anni messi prima della creazione dell'uomo. Vediamo ora Bibbia 1, 2, 22, simile al Re Amon ce muore dopo 2 anni, divenuto re a 22.
Genesi 2,22 Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo
Sono 19 parole con 76 lettere al lavoro (il 66 che avanza in tutto il 10), in una opera di 95 lettere.
IL SIGNORE DIO è 19+79+26=124 unità, che in totale sono le 125 espresse in Genesi 25, che quantifica tutta la massa per ciascuno degli otto cubi unitari contenuti in uno di lato 2. LA COSTOLA vale 66/6 +75 = 86 = 66 +20 (in un piano a due lati 10 e 10. LA COSTOLA, alias COL ST.O/A LA' Si trascende in tutto in <A LOT SO CAL> alias <SOLCO A LAT> alias <SOLA COLTA> in tutte queste possibili differenti indicazioni di queste lettere, esse esprimono tutta l'energia 66 di un piano a lato 10 divino. Da questo è stata creata la donna. Si può immaginare anche un piano che abbia per lato i 33 anni di Gesù Cristo e come flusso un DIO a dimensione 10 che avanza per 10. LA DONNA vale 11 +42 = 53. Se arrivate a concepire che dal 35x35 deriva il 1225 del dicembre 25, e valutate MAMMA=11+11+11+1+1=33+2+35 il volume espresso in linea basato sul flusso in linea di 33 anni, vedete che nel 53 si “trascende” proprio il valore di quella MAMMA che celebriamo oggi, esaltandola nella donna. <LA DONNA> vale DL <ANNA>, la Dimensione 10 di una ANNA che è l'essenza MAMMA della MAMMA di sua MAMMA che poi è la nostra mamma celeste, sintesi di tutte le mamme. LA DONNA fatta da 66/6 e da 42 somma all'unità in linea di un solo verso, di Romano il valore delle 42 cifre del nome segreto di Dio.
760 è anche tutto il valore numerico delle lettere, pari esattamente a 10 (tutto) per ciascuna.
Poiché 42 volte 1 cifra, espresse in trinità sono 126 volte 1, contenuta nelle 127 che sono il terzo esatto di 381 che è il valore di tutto il mio nome nelle sue 42 cifre, si vede molto bene in che modo “trascendente” questa DONNA è tratta dalla costola dell'uomo.
760 / 95 = 8, esatto, ossia 2^3 esatto per ogni lettera relativa all'opera totale.
L'UOMO è il 66 di Romano e deve integrarsi con tutte le cifre del suo divino nome che – ripeto – non è il nome del SOMA-RO, ma di chi
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divinamente lo cavalca. Nel versetto 23 è scritto che sarà chiamata: ISSHAH = 9+17+17+8+1+8=60, tanto che 60+06=66 indichi FEMMINA e MASCHIO = 122 che nel 221 trascende: 66 Romano 78 Antonio 26 Anna 51 Paolo 221 quello che abbiamo visto “unitariamente fissato” in Genesi 2,22 quando diventa 221 volte 1 sua altra unità. Aggiungendo al 221 il 113 del 5° nome ecco 334, alias 333 volte 1 altra unità è il valore dei 5 nomi. 334 / 5 = 66 come intero +8/10, che è il valore inverso di 10/8=1,25. Questo valore inverso può esserlo anche come 52,1 che si riferisce a due 26=DIO, nel tempo unitario di 1/10. Laddove in dimensione di decine: 251 è 40 = PADRE+ 54 = FIGLIO+ 96 = SPIRITO+ 61 = SANTO 251
Se – come è detto in Bibbia, chi è 1 essendo in ultimo va posto per primo, il 251 di Padre Figlio, Spirito Santo diventa il 125 di GENESI 25, alias 1.000/8. Come appare chiaro il totale dei miei 5 nomi vale in ciascuno quanto la media di 66 sommato a 8/10 =0,8 che, allorché UNIFICATI attraverso il rapporto inverso dato da 10/8=1,25 vale esattamente come il libro 1, 25 di Bibbia. Pertanto ROMANO + quanto unifica gli 8/10 coinvolge una Genesi 25 che è esatta nel gennaio 25 in cui si celebra la Conversione di San PAOLO avvenuta nel 38 dopo cristo e tale che PAOLO x 38 = 1938, 25 gennaio. UOMO è invece ISH=34, laddove IHS è vissuto 33 volte 1 anno, morendo nel 34°, e laddove con un 300 in più diventa il 334 di Romano Antonio Anna Paolo Torquato, nel segno esatto dell'unità 1, e della trinità 333 espressa nelle tre gerarchie delle unità, delle decine e delle centinaia, le tre che costituiscono i valori della cabala ebraica, da 10 fino a 90, e poi nei decimi e nei decupli. 9+90+900 fissa in 999 volte 1 altra unità relativa alle 1000 de IN PRINCIPIO. Allorquando quanto è IN PRINCIPIO avanza di 1, occupa 1.001 1.001 meno 913 = BRASYT 88 il valore trino su base 2 di Padre e Spirito santo allorquando 1 avanza di 10 ed occupa un 11 in ogni verso presente e 66=ROMANO in tutti e 6. Chi è INVISIBILE, come causa, in Genesi della Bibbia è collocato in quel valore 88 che significa il 66=ROMANO, quando si sposta
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esattamente in linea, per un valore terzo di 66, e ROMANO +ROMANO in terzi, è 88, quanto poi pone in atto il BRASYT=913. Quando un uomo e una donna diventano UNA SOLA CARNE ossia 32 +41 +37 = 110 accade perché 660 che è ROMANO in tutto il suo ciclo 10 divino, si divide e si presenta non solo unico verso della nostra presenza, come un unico volume la cui area sia 100 e il suo flusso unitario sia 10. Oppure 50+50+10, in cui 50 è un unico verso nell'assoluto in cui ce ne sono due a lunghezza 50, più un 10 di flusso divino. Sta in questo 110 quello che in senso approfondito è poi detto a parole come UNA SOLA CARNE. Già abbiamo visto come 60+06 siano UNA SOLA CARNE nei due opposti sessi che generano una unica ENERGIA. Di questi due versi, Dio ne sceglie solo uno, il MASCHILE=64, come il solo flusso in linea nel 66, tolte le 2 dimensioni del piano unitario trasversale, che ne fa il volume. 64=2^6=DIO=26 quando non si fa differenza tra base e indice. Esso è 100 -36 (le cifre di Romano al lavoro)- Il trascendente questo 64 è il 46=<AMOR è>, che sono tutte le 36 cifre quando avanzano interamente nel ciclo 10 di Dio.
Bibbia, libro 1, 3 1. Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». L'esame quantitativo del primo versetto rivela questi valori: parole 33, proporzionate al capitolo 3. Lettere al lavoro 145 che, sommate ai 33 “sabati” rendono l'opera di 178 lettere, che rappresentano tutto il moto di un 22 nel 200, compiuto con 33 lettere al lavoro. 145 / 22 = 65 decimi e 90 periodico. 178 / 22 = 80 decimi e 90 periodico, oppure 8 unità e 09 periodico. Ciò indica una media esatta di tutto il valore complesso dato da un cubo il cui lato è 2, per ogni parola. Per determinare il valore numerico di queste 178 lettere al lavoro, divido il testo in queste 4 espressioni. Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Il valore è 666+20 (piano assoluto a lato 10) Egli disse alla donna: Il valore è 147, l'assoluto +Amodeo=47. «È vero che Dio ha detto: il valore è 168, quanto 160=XR+2^3. Non dovete mangiare di nessun albero del giardino? Vale 396, quanto tutto il percorso di un Dio Uno e Trino nel 400 assoluto. 686+147+168+396 = 1.397, che è tutto il percorso del versetto 3 (in segno della Trinità divina) nel piano i cui due lati generatori siano il 700 + 700 indicante il lunghezza di spazio-tempo l'opera in assoluto. Il primo periodo intero, perché termina con un punto, si rivela come tutto il valore che sia assegnato alla BESTIA 666, in quanto si riferisce
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ad un piano a dimensione unitaria nel suo lato 10. Perché 666 è la Bestia Immonda? Lo è perché SUPEREREBBE di un 600 il valore 66 di Romano, che poi è il valore natale di Noè, nato nel 1.066, allorché si antepone un PRINCIPIO di 10 anni alla creazione del primo uomo, e il 10°, indicante la pienezza del ciclo generativo nasce a partire dal PRINCIPIO CUBICO dell'anno 1.000, sommato al 66=RomaNO che <è NO>, oppure <NO è> nel finale terzo delle sue 6 cifre. La Bibbia dice chiaramente che, quando si aggiunsero 600 anni alla vita di questo terzo finale di RomaNO, si verificò il Diluvio Universale, nel segno della Bestia per la vita, indotta da quel 666, che si permetteva di superare con un assoluto 600 quello che giustamente derivava da 60 sommato alla sua reazione data in 06. Poiché il soggetto di questa frase è il SERPENTE, ecco che il flusso esatto di 666 lo colloca esattamente nella BESTIA apocalittica. E il valore 66, dato dal corretto 60+06 (azione più reazione) di quello che sia tutto il tempo minuto, dato da un ciclo divino 10 che si attua in tutto il complesso spaziale dato da 3+3 nel suo indice. Questo sommario 66, superato indebitamente dalla somma del 600, esiste tre volte in 66 = ROMANO 66 = O+O+A+O+O+O, acronimo “inverso” di RomaNO AntonIO AnNA PaoLO TorquaTO AmodEO. 66 = N+I+N+L+T+E, penultima lettera dei sei nomi. Quando osserviamo il valore insito in <Egli disse alla donna>, che è 147 = 50+50 (piano della realtà complessa) in cui Amodeo=47 ne è il flusso lineare che “dice” quanto poi vale 500 +2^6 che rivela tutto il reale moto in avanti di quanto è 1.000 “in principio”, di un volume il cui piano è lungo 2^6=64 in due lati di 32=2^5 ciascuno, allora
abbiamo la riprova che questo testo (che non dipende dalla mia libera scelta, ma dalla traduzione biblica fatta attraverso la Bibbia di Gerusalemme) è solo opera della Divina Provvidenza che vuole esprimere con chiarezza che, al versetto 3, è introdotto esattamente questa divina denominazione. Riguarda un Romano Amodeo trinitario nel 66 del suo primo nome, in un acronimo dualistico fatto buttando le reti dalla parte destra della cosiddetta <barca> che esprime il Duo, ca', di A.R.. Ripartendo il 1397 su tutte le 33 parole, abbiamo: 1.397 / 33 = 42 nel tempo di 1/3 infinito nel suo periodo 3, laddove 42 sono le cifre del “Nome segreto di Dio”. Quelle di: Romano0Antonio0Anna0Paolo0Torquato0Amodeo0= 6 +1 +7 +1+4 +1+5+1 +8 +1 +6 +1=42 6 che lavorano di un 6 medio cad. +6 sabati . Come nelle ufficiali comunicazioni di Dio. 1.397 / 145 lettere al lavoro = 9,6344 cad. 1.397 / 178 totali in opera =78 decimi +48 millesimi +314/10^6 +60/10^8, in cui: 78 sono nel tempo1/10 tutti gli anni miei, 48 è GESU' nell'unità della massa, 314 (P greco) è Bibbia 1,1,1 a d. 10^6. 60 è un PRIMO in tutti i suoi secondi. Insomma, ripartendo tutto il valore numerico del primo versetto del capitolo 3, per tutte le lettere al lavoro, non per caso esse sono quel 178 che rivelano il piano a due lati 50 (realtà in 1 verso) di ANTONIO, che vale 78 ed è la Trinità del 26=DIO, che in me è il 3° nome ANNA. Diviso il totale su ogni lettera usata nell'opera che ne conta 178, il risultato esprime di nuovo un ANTONIO=78, nell'unità del tempo,
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espressa da 1/10. Nel dettaglio del 48 che è poi 1 Amodeo=47, che è il valore 48=GESU' e nel dettaglio del 1° versetto assoluto della Bibbia, nel successivo dettaglio di un vero MINUTO PRIMO che si fa da parte e si lascia misurare dal SECONDO, come accade di norma in tutta la Bibbia, che antepone sempre al PRIMO nato, il SECONDO... che poi è posto a sua misura. Il fine Trino del versetto 3 sta nelle sue 3 ultime parole: ALBERO DELLA VITA = 47 +30 +48 = 125 = 1.000/8. AMODEO +NOE +GESU' = Genesi 25. ALBERO nasconde in sé <AL B è RO> (Il Dio in 2 è Romano), e per questo è celebrato a Natale, quando l'uomo non lo riconosce espressamente nel giorno natale di 48=GESU', ma nel 47+30=77 di un Romano 66 che avanza esattamente per 66/6 e occupa 77, in modo tale da compiere tutto il complesso in atto e in atto uguale e contrario dato da 70+07. Il Fine ultimo è la VITA=48=GESU', che poi è un 1 quando avanza interamente per il valore numerico di AMODEO=47. Su questo 47 si imposta il Natale di Roma, quando è il flusso che riguarda un piano assoluto i cui due lati siano 100 e 100. Allora, posto “in principio” un -1.000 anni, l'avanzamento pari a 247 anni porta all'anno: -1.000 +247 = 753 avanti Cristo. Se – viceversa – si parte dal Natale di Roma da cui possa poi derivare un ROMANO... -753 avanti Cristo -274 annientando -1.000 avanti Cristo.
Questi 247 anni sono davvero un valore unitario del tempo. 2.016,0726 / 247 = 81 decimi +62 millesimi +23 centomillesimi... = 3^4 +38 al 100 +1 che avanza di 66/3 = Potenza 1 e 3 della Trinità nel tempo 1/10, nel dettaglio di un DIO=26 trascendente, nato 38, dettagliato in Romano=66/3 in moto di 1/10^5, ch'è tutto un verso reale in 10^5 x 10^5 =10^10. Poiché il vero valore sta sempre nei più piccoli, questo 8,16223 è davvero grande in 32 +26 +18, che sono un 8 uno e trino, un 6,5 uno e trino, e un 4,5 uno e trino, in cui valgono 2^3 (Padre e Spirito santo), i 65 decimi di un Romano=66 che si fissa in 65 volte un altro 1 in sé, e quei 45 decimi che esistono in 6x6 volte 10, un 360 fatto dal DIO a dimensione 10 di tutto il combinato che esiste nelle 36 cifre al lavoro semplice del nome di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo. Questo 32 è la vita di 33 anni di Gesù che si fissa in 32 volte 1 sua unità. Questo 26=DIO. Questo 18 indica la discesa di Dio ad Abramo, descritta nel capitolo 18 del primo libro di Bibbia, per vedere se in questo mondo si è toccato il limite con quella Sodoma che ha pervertito i valori naturali in una reale coppia di maschio e femmina, e quella Gomorra in cui si sono pervertiti tutti i valori legittimi del potere insito in una legge. In questo calcolo io sono partito dal ciclo totale del tempo assegnato dal Dio Uno e Trino, quando moltiplica 26 anni con il suo triplo fatto di 78 anni, alias il secondo nome mio ANTONIO=7 con il 3° nome ANNA che vale 26. Essendo stato escluso il primo nome ROMANO, che vale 66, al prodotto tra il secondo e il terzo va esclusa la differenza in anni tra il primo e il secondo. 12 – 26 x 78 = 2.016. 2 (2° +3°) come sono 10 in 2x5, così sono 208 in 2 (78+26) e portano al 26 luglio 2.016 che definisce l'ascesa di Dio Padre=
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26+40=66=RO-MANO, quella MANO assegnata ad ER e a Onan negli estremi congiunti di RO, in Bibbia 1,38, che descrive l'avvento di DIO su ROMANO, nel gennaio del 38, e nella determinazione nominale di Luigi+Mariannina, 54+84=138. Che poi è la costante di Boltzman, dell'unità dell'energia espressa nell'unità del calore, alla dimensione 25 del giorno 25 gennaio. Un 1938 che – come già detto ma che qui ripeto (non ripetendolo mai abbastanza) – è tutto dato dal nome PAOLO, che nell'anno 38 dopo Cristo vide un DIO RA abbagliante e si convertì da SAULO in PAOLO. 51=PAOLO x 38 = 1938, evento che la chiesa cattolica celebra il 25 gennaio e che riguarda esattamente il 25 gennaio del 1938 in cui questo RO-MANO è nato. Un animale in perfetta comunione con quello Spirito santo paraclito che doveva venire dopo Gesù, a LIBERARE DAVVERO, e che lo ha fatto. Gli uomini sono stati tutti LIBERATI DAVVERO, quando il mondo reale che noi viventi vediamo è ricondotto alla SPETTACOLARICCAZIONE di un PURO DISEGNO che se ne sta andando A ZERO, ma che è visto a partire da quello zero e verso il verso opposto a quello in cui DAVVERO il disegno si muove. In tal modo, mentre IL VERO sta nel disegno che PORTA A ZERO ogni cosa disegnata, i viventi ne osservano una pura VISIONE CINEMATICA, che realizza quel disegno nell'esatta forma apparente di un FILM intero portato ad azzerarsi, e che INVECE è osservato MALIGNAMENTE nel suo apparente FARSI. Il divenire reale apparente sta solo in un N/1 tutto VERO, che è osservato attraverso N^2 x 1/N, la sequenza di N ennesimi avanzanti come un QUADRATO di lato N che, a mano a mano che si mostra MUTATO, sembra essersi mutato, ma non lo è mai. Il seguente ENNESIMO è una ALTRA COSA, semplicemente diversa.
Bibbia, libro 1, 4 1. Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». Compare come prima parola finalmente il nome del primo uomo con quello della sua donna! Adamo si unì a Eva sua moglie, = 215 = 125+90 la quale concepì e partorì Caino e disse: = 307 «Ho acquistato un uomo 222 dal Signore» 94 = 314+2 totale 838 = 700 (opera assoluta) di 138 (Genesi di Romano). La prima frase porta Bibbia 125 in tutto il suo avanzamento 90 a invertire 12 in 21, che attiva un 7+7+7 che è la nascita del Padre Luigi, nato 7-7-7, nel secolo 19. In questo matrimonio tra Adamo ed Eva si afferma proprio il natale di Luigi AMODEO, in quanto i due genitori EVA, ADAMO, indicano con una chiarezza estrema che questo è generato <e va a Amod> con 70+70+70 e le dita 5 della MANO. Se lo “trascendiamo” in 51 decine, ecco PAOLO che esprime in se stesso un dualismo tra padre e figlio che sono nella stessa sostanza. Il 307 della seconda frase pone la creazione 7 in tutto lo spazio assoluto dato da 300. Ho evidenziato il 222 delle prime 4 parole della sua espressione, perché solo l'esatto 1/3 del 666 che è la BESTIA apocalittica riferita all'uomo assassino del fratello che è CAINO (cà in O) qua in OGNUNO. Infatti se noi vediamo che tutti gli uomini muoiono è solo per l'opera umana che osserva in modo inverso la DIVINA SALVEZZA di un progetto portato ad azzerarsi in tutta la sua realtà, per valere tutto e
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solo in divina potenza di salvezza pura. Solo l'uomo, per il credito di verità che assegna a quanto egli vede, solo egli è la causa di tutta la GENERALE MORTE che si vede, in ogni cosa e persona. Tutta la frase della sposa di Adamo conferma il primo versetto scritto dalla Bibbia nel suo primo volume, solo che lo estende al volume unitario che si ha, quando il 314 del primo versetto e di Pi greco di incrementano dei valori 1 e 1 del piano unitario trasversale che rende trino il volume, nel numero 316, che lo esprime tutto in linee somma che di fatto sono tutte indicazioni date da indici, che sono esponenti della comune base 10 assunta dal valore “divino”. In tal modo, l'esponente 316 pari al valore detto da Eva, vale in totale: 10^300 x 10^16, in cui l'indice 16 è la R paterna “trascesa” in Genesi 38, in cui al posto del defunto ER è GIUDA da dare il suo seme, negli estremi congiunti GI e A (di Giuda e di LuiGI Amodeo, il Padre reale). Facendo ora il computo delle parole totali, esse sono 7 nel matrimonio, 8 nella seconda frase, e 6 nella dichiarazione di Eva, per un totale di 21, che realizzano 7+7+7, Luigi Amodeo, il padre. Le lettere sono 23 nel matrimonio, 33 nel concepimento, e 28 nella dichiarazione di Eva, per un totale di 84 (=Mariannina, la madre di Esaù=42 e Giacobbe=42, quando li ha entrambi in grembo al suo nome, che vale 42+42). Poiché 84 è solo il lavoro e ci sono 21 parole con 21 sabati, tutta l'opera vale 105 lettere, che sono proprio quelle del nome numero 1, nel suo puro 1, sommato a DIO=26=ANNA, più il suo essere trino in 78=ANTONIO, i nomi numero 3 e 2, aggiunti al puro 1).
questo 105 è un valore davvero trascendente, nella MANO a 5 dita e nella lunghezza 50 e 50 di un piano che sia 100 nelle loro due lunghezze. Esso è il valore assoluto e trino, che quando si riduce al suo terzo, si pone in quel 35 dato da 5x7 che raccontano il medio 6, attraverso i due estremi di 6 -1 e di 6+1. Questo 35, quando è riferito all'assoluto 100 come 35/100 ed è posto al quadrato, come AZIONE moltiplicata alla sua REAZIONE, porta esattamente allo 0,1225 che è l'espressione del NUOVO INIZIO del tempo misurato in anni, che definisce l'anno zero come quello in cui Gesù nacque nel mese 12 e nel giorno 25. Se – allora – è questo 35 ad essere alla base del Natale di Gesù e del PRINCIPIO stesso dell'ultima generazione del tempo, quella espressa nel 12 + ROMANO x AMODEO che porta al 3.118 dopo Cristo il finimondo che ci sarà al ribaltamento del corpo terreste in un sol giorno, si può capire perché la trinità del 35, che porta al 105, ne fa un valore altamente significativo sotto il profilo dei valori fondamentali nominati da Dio attraverso il suo nome. 1 è il primo nome, che vale 66 ma sono 66/66 esatti. 26 è Dio. 78 è la Trinità di Dio 105 è il DIO uno e trino in espressione A LETTERE, +1 nella sua verità. Non è un caso che la versione della CEI porta al valore 105 tutte le lettere del primo versetto del capitolo 4, in cui la prima parola fonda il nome di Adamo! Io non sto “manipolando” proprio nulla affinché questi “conti” tornino sempre nel modo che più mi faccia comodo. Vediamo allora che cosa succede quando attribuiamo tutto il valore numerico a tutte le lettere, distinguendo il primo caso che ne computa
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solo le 84 al lavoro nel numero dei gemelli di Genesi 38 e di Mia madre, e poi nel valore 105 del valore Uno e Trino quando DIO si avvalora nel 26 e di quando vi aggiunge il suo puro essere 1. 838 / 84 = 9,976190 838 / 105 = 7,980 Nel primo caso, i 99 decimi evidenziano quanto fissa il Credo Islamico, quando crede che Allah abbia 99 nomi, dati da 100 meno 1 che è Allah. Segue un 66=ROMANO=MUHAMMAD che avanza interamente per 10, in quel 190 che è la somma esatta di ANNA+PAOLO+TORQUATO, 26+51+113=190, che sono gli ultimi tre dei cinque nomi, laddove i primi due ROMANO+ANTONIO=66+78=144 sono le quantità esatte che nelle migliaia sono in Apocalisse i bagnati e purificati dal sangue dell'agnello. Essendo anche in braccia le mura della Gerusalemme celeste, sempre in Apocalisse. Apocalisse 7,4 Poi udii il numero di coloro che furon segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d'Israele:
Apocalisse 21,17 Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall'angelo.
Nel secondo caso, dato da 838 / 105 = 7,980 per ogni lettera all'opera (sabati di riposi della voce inclusi, al termine delle 21 parole di 84 lettere al lavoro). 7,980 associano a 78 decimi pari a tutti gli anni interi della mia vita, il valore di 18 centesimi (assoluti con riferimento al 100) che descrivono Genesi 18 nella discesa dei tre personaggi celesti.
Abbiamo anche il possibile riscontro espresso per il valore medio delle 21 parole. 838 / 21 = 39,90476190. 399 decimi sono l'assoluto 400, che si fissa unitariamente nel tempo 399 della sua unità, la quale si dettaglia nel 47=AMODEO, nel 61=SANTO e nel 90=tutto il moto del DIO a dimensione 10, nella dimensione assoluta 100. Ma possiamo esprimerla anche nel dettaglio puro dell'Unità e Trinità, insomma nel 4, poi nel 76 che è tutto il moto del DIO a dimensione 10 quando avanza nel 66=Romano e nel 190 già visto in ANNA+PAOLO+TORQUATO, gli ultimi tre nomi del nome segreto di Dio che pone i primi due nei 144 segnati nelle migliaia, come scritto nel versetto 4, capitolo 7 (da cui 47=Amodeo), quello che è chiaramente segnato come tempo in questo rapporto riferito alle 21 parole. 838 / 7 (le parole delle sole nozze) danno 119 col reso 5 delle dita di una MANO, che se si aggiungono in numero puro al 119 che tocca ad uno solo, con 119+5=114 si ottengono i Capitoli del Corano, e 1 ente trino che vale 113 in tre modi diversi, ma che quando è anche in 1, è 114. 838 / 8 (le parole del parto e di Eva che disse) danno 104,75 unità esattamente divise, che sono ANTONIO+ANNA, il DIO=26 uno e trino che esiste esattamente nel tempo centesimo di tutto l'esistente spazio dato da 300/4 = 75, che quando sono centesimi, sono 0,75. 838 / 6 (le parole dette da Eva) danno 140 meno 1/3, laddove 140 è un lavoro compiuto a lati 70+70, in un piano dell'opera. Questi tre ultimi calcoli, seppure significativi, addebitano il totale intero di tutte le parole alle sole parziali. Il valore, più preciso nel suo dettaglio, esiste quando consideriamo i valori numerici che sono loro precipui.
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215 / 7 = 30 +5/7 il Dio trino 10+10+10, con le 5 dita all'opera 307 / 8 = 38,375 preciso, anno 38 nel tempo 37=MANO +5 dita 316 / 6 = 52 +2/6 = 26+26+2/6, straordinario! Il dualismo di DIO nel tempo 2/6 del 26=DIO. Naturalmente tutto quello che io sto analizzando, in questo modo puramente numerico, non incontrerà per nulla la vostra approvazione. Per voi una traduzione dipende dal traduttore e da quello che gli passa in mente se traduce in un modo o nell'altro usando due o più possibile sinonimi. Inoltre voi non ritenete che una struttura LETTERAIA di un linguaggio sia matematicamente RIGOROSA, al punto da rendere i ragionamenti fatti a concetti espressi a lettere e a parole dei veri e propri perfetti computi matematici. Eppure ad un controllo serissimo, vi è una corrispondenza totale. Quando l'uomo esprime il termine DIO oppure l'ebraico YHWH indicante Jahvè, che creano in 7 giorni, lo riferiscono (il giorno) espressamente al ciclo intero dell'anno. 26x7 +26x7 +10/8 = 182 +182 +1,25 = 365,25 giorni esatti 2 CREATORI +DIO a D.10 posto in DUE enti trini sono 1 ANNO. ANNA (la sua dolce metà) son 183 giorni nell'anno 4° bisestile. La Trascendenza di ANNA=183 è il 381 dei 6 nomi di Dio che poi equivalgono alle misure esatte dell'ARCA di Noè. UNO+DUE+TRE=44+28+39= la trinità di 111. QUATTRO = 100. uno+due+tre+quattro+cinque+sei+sette+otto+nove+dieci+undici= 44 +28 +39 +100 +63 +31 +63 +62 +50 +30 +56 =566 1+2+3+4+5+6+7+8+9+10+11= 66 senza i 1.000/2 del flusso reale. Con le parole CONCEPIAMO la realtà in reali dimensioni in moto!
Bibbia, libro 1, 5 1. Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; Sono 19 parole, quelle che esprimono tutto il moto di 1 che esiste in un 10 che avanza di un altro 10, tanto che occupando 1 in 20, si muove per le 19 unità dinamicamente libere che esso ha. Sono 77 lettere al lavoro, che indicano un lavoro posto tutto pienamente in opera. Sommato ai 19 sabati delle 19 parole, sono 96 lettere all'opera, pari a tutto il moto del Dio Uno e Trino nell'assoluto valore dato da 100. 77 / 19 = 4,05263, la realtà a 4 D., nel tempo delle 52 settimane e di tutto il moto di un 3 nel 66=Romano 96 / 19 = 5,05263, tutto il ciclo dei 10/2, nello stesso tempo Questo 96= SPIRITO, e risulta quando il 66=ROMANO si muove di tutta la trinità divina data da tre volte 10. Possiamo valutare il primo periodo compiuto in sole 8 parole, di 36 lettere totali (quante le 36 del Nome segreto di Dio, quando il nome è Romano Antonio Anna paolo Torquato Amodeo, che esclude 6 sabati dal 42 totale del nome e lavora di 6 in ogni 6. Allora 36 / 8 parole sono 45/10 ciascuna, pari a 1/8 di 360 quando si esprimono alla dimensione 10 che rivela DIO. Il valore alfabetico di queste prime 8 parole è 304, pari a 38 esatte ciascuna. Pertanto 38 fissa la genesi di quanto va <a MAMOD), 38 anni e genesi 38 della Sacra Bibbia.
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Quando Dio creò tre parole che valgono 127, pari a 381/3 l'uomo, 4 parole che valgono 66=Romano lo fece a somiglianza di 5 parole che valgono 167 Dio; una parola che vale 26. La creazione trina (per le 3 parole) che vale 127 indica proprio quella del valore terzo e lineare, di un 381 che è il nome segreto di Dio posto in Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo. Se dividiamo il 127 nelle tre parole, è diviso interamente un 42, che sono tutte le cifre del nome segreto di Dio. Resta un 1 si resto indiviso, che è l'unità di una cifra, che si stacca dalle 127, per misurare le 126 residue che esprimono il DIO=26 nel valore assoluto suo 100. Le 42 cifre esatte derivano dalle 126 cifre misurate da 1 delle 127 totali. Quando le 42 hanno un lavoro in 6 parole, che hanno 6 sabati, le 42 totali, senza i 6 sabati sono esattamente le 6 per 6 cifre di questo nome divino che, essendo espressi in terzi del 127 totale ne devono valere esattamente quanto ne vale il triplo. E questo esattamente è. Riconosciuto nelle due parole di l'uomo l'unità 66=ROMANO che è 33 in ciascuna delle due parole, essendo 10=DIO in una di esse, la L, DIO=26 a cui L'UOMO somiglia nel 66 è proprio per come è descritto: infatti 26 sono due numeri diversi, ma che sono uguali in 66, essendo due 6, alias 6e6 in 66. Allorché DIO=YHWH=26, il 66=L'UOMO è a sua somiglianza. Non è uguale, ma gli assomiglia, “essendo DUE SEI” ovvero 2 6. Anche l'atto espresso in lo fece a somiglianza di = 167 è 166/1 quando numeratore e denominatore del valore unitario si sommano nel loro ente totale. 167, inoltre, è 10xR=16, +7, in cui 10 volte R si idealizza in XP come un prodotto tra il 10 Romano è quel segno P che è il RO della lingua greca secondo la quale lingua XP è il Cristo. Allora 160 +7 rimanda al Cristo in tutta la sua divina opera. Il valore totale di tutto il versetto primo del capitolo 5 del libro 1 di
Bibbia è dato da 127+66+167+26 = 386 e si rivela uguale a tutto il 381 del nome segreto di Dio, sommato al 5 delle dita di quella mano che nacque per prima in Bibbia, 1,38. Quando dividiamo: 386 / 19 parole abbiamo 20,3157 386 / 77 lettere al lavoro = 5+0,012987 periodo decimale eterno 386 / 96 lettere di tutta l'opera = 4 +0,09083333333... 20,3157 indica tutto il moto 10 di una presenza 10, a 3 dimensioni decime e nel 157 che è proprio il valore dello SPIRITO SANTO. 96=SPIRITO +61=SANTO vale 157= SPIRITO SANTO. E se si crede che sia una baggianata, provate a considerare come DIO CREI IN GIORNI INTERI. La prima sta in 1 giorno con genesi 38, in azione e azione uguale e contraria, 38x38 = 1444 in cui 1440 primi sono un giorno e dopo 4 anni si aggiunge e definisce anche il 4 non ancora presente in 1440 secondo. In queste 144 decine esiste ROMANO+ANTONIO, ossia 66+78=144 a determinarlo, in cui il 66 è DIO PADRE = 26+40. Pertanto nel primo giorno partecipano 10 ROMANO ANTONIO. Dopo 4 anni, si aggiunge un nuovo giorno e si completa il 1440 in 1440+4 = 1444 = 38x38, anno natale di ROMANO, che è un Duo di 33 e va considerato nella combinazione tra i due 38 natali, nel gemellaggio dichiarato nato in Bibbia, 1,38. Risultano presenti, in ogni anno siderale, 549,54 minuti secondi esatti. Per completare un nuovo giorno con questi minuti secondi ne occorrono esattamente per 157 in valore intero. Infatti gli 86.400 secondi necessari per fare un giorno, divisi per i 549,54 secondi che esistono in ogni anno, danno per risultato, calcolato in 10 cifre totali, il risultato di 157,2224041. Ebbene vediamo in che cosa costituisce il numero di 157,2224011.
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Abbiamo già dimostrato come 157 sia l'esatto valore numerico del valore intero. Dunque, per aggiungere il giorno numero 3°, al 1° in un giorno che si replica per tre anni, al 2° che si aggiunge nel 4° anno e al 3° che si aggiunge ogni 157° anno, va anche aggiunto il tempo di: 222 millesimi, che corrispondono al FIGLIO=54. Sappiamo che l'INVERSO di un INVERSO è quanto meno SIMILE. 0,222 è dato da 100/450,450450 eterno in 450... Poiché 100 è il riferimento assoluto di in DIO ad azione lineare 10, quando si moltiplica in AZIONE 10 per REAZIONE 10, quando si divide il suo 100 assoluto per 450, nell'eterno periodo dato da 450, noi abbiamo l'inversione di DIO in un eterno 450. Allora 0,222 è il Dio assoluto 100 che si è invertito, condizionandosi all'eterno denominatore 450. posto come un eterno suo figlio cui il 100 si distribuisce. Ebbene l'inversione in 054 di questo eterno 450, inverte questa inversione in ciò che corrisponde al termine FIGLIO. 54 = FIGLIO = 6+9+7+10+9+13=054. Dunque 0,222 che è 1000 diviso eternamente per 450 è il figlio eterno quando è letto 054, cioè in senso inverso a quanto inverte il padre 100o riversandolo nell'eterno suo figlio. Gli altri termini, oltre 0,222 in 0,2224041 sono: 40 = PADRE =14+1+4+16+5=40 41 = AMOR = 1+11+13+16 = 41 Pertanto, per fare realmente il 3° giorno occorrono: 96 = SPIRITO 61 = SANTO 157 000,222 corrispondente a FIGLIO nell'inverso dell'inverso. 000,00040 = PADRE 000,0000041 = AMO R, amor per Amodeo Romano uno e trino. 157,2224041 dato da 86.400 / 549,45 secondi ogni giorno.
In questo capitolo 5 è definita ogni cosa riguardante ROMANO. ADAMO vale 30 ed è proiettato A AMOD. Il CF si Amodeo è MDA che, in questo perfetto ordine esprime in ebraico il nome di ADAMO. Nei miei confronti si identifica nell'essere una cosa sola con il figlio SET=40=PADRE. Infatti 7 rappresenta l'unità che il Luigi Amodeo si presenta in vita nel secolo 20° e nel 7-7-7. In una estrema simmetria che associ il 2° nato al 9°, il nono figlio si chiama LAMECH = 38 che vive per anni 777. L'AM è il 10=L che rende ben unico e determinato AM=<IO SONO> AM-o-deo (ablativo del Romano DEUS). Di fatto il sono un SOMARO che viene DA DIO, va A DIO, ed esiste con DIO, ma è un DIO ROMANO, insomma AM=sono, un SOMARO cum/ab/o DEO. <L'AM è CH> Christus. Egli rappresenta L'AMODEO padre, nato 7-7-7, e padre infine di ROMANO ridotto a terzo e al NO della sua ultima fine nel 10° figlio <NO è> che vale 30 come ADAMO. Andando da ADAMO fino a NOE' si procede fino <a AMOD............NO è>, che vale 60, ma allude esattamente al 113 di AMODEO ROMANO abolendo esattamente dal 113 un 60, che lo decurta di 53, se porta 113 a 60. Togliere 53 anni al Cristo significa arretrare al 53 avanti Cristo. Allorché si elimina anche il SET assoluto in 7 secoli, si toglie al natale di Cristo il numero di 753 anni e si retrocede al mitico natale di Roma. Pertanto tutto quanto manca a <AMODEO ROMANO> ed appare in A <AMOD.................NO> è, manca anche in suo padre, e si determina presente nel Natale di Roma. Ciò che difetta, insomma, E'/O' ROMA, una essenza e un possesso mancante, perché Dio ha tolto di mezzo il primo mondo gestito come dalla prepotente forza di una Roma e restaurato da un bel diniego, con il decreto che NO è ROMA non esiste più e non ce l'ho più quando finalmente ROMANO AMODEO si impone in un nuovo ADAMO:
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<MDA>, Adamo <RNN> codice fiscale degli ER ed ONAN i due morti di Genesi 38, <38 A 25> secondo i capitoli 38 e 25 relativi al libro 1=A di Bibbia. <D52 7 I> Dio=26+26 di chi crea in 7 dì nel piano 3x3=9=I Ecco la riproduzione della mia tessera sanitaria, che contiene i miei nomi e il codice fiscale appena richiamato.
Ma in Genesi 25 e 38 ci sono anche tutti gli estremi congiunti dei nomi di mio padre, mia madre e della sposa congiunta a me e che ha apportato i suoi genitori permettendomi gli estremi di Giuseppina e Mario, a immagine e somiglianza di Maria e di Giuseppe.
GI e A, estremi di LuiGI Amodeo, congiunti nel GIA iniziante trino in GIAcobbe, in genesi 25, e in GI e A estremi di GiudA il padre in Genesi 38. G.S. Estremi di Giancarla Scaglioni ha gli stessi GIA di Giacobbe, e se G.S. S'intercala con gli estremi E ed U di Esaù diventa GESU' allo stesso identico modo che fa Giacobbe quando antepone il primato della sua G all'ESU' di un Uno e Trino ESAU, restato però senza il valore 1 della A che ha in terza posizione nel suo nome di origine. Gli estremi del nome di mia madre MARIANNINA, che vale 84, esistono nel valore numerico che è 42 sia in Esaù, sia in Giacobbe, nonostante abbiano 4 e 8 cifre, come quelle del 48=GESU'. In genesi 38 gli estremi TA e MAR dia mia madre BaratTA Mariannina sono congiunti esattamente in TAMAR, la antesignana MARIA-MARTA con la croce T in MARIA, che, restata vedova di Er ed Onan costringe il loro vivente padre GIUDA a renderla feconda. Dal parto nasce una MANO, assegnata in modo tale che è la di ROMANO, essendo RO i due estremi congiunti di Er ed Onan. Essendo stato legato un filo SCARLATTO attorno a quella MANO, in segno anche di ATTO nuziale con SCAglioni CARLA, sono compresi in modo stupendamente rappresentato anche qui gli estremi della mia congiunta, Giancarla Scaglioni, che è GIA in genesi 25 e CARLA, nello SCARLAtto che definisce trinitariamente anche le prime tre cifre SCA del cognome Scaglioni. Lei, per di più, è nata 11.1, giorno di tutti i santi. Ed essendo io gemellato a mio fratello Benito attraverso il primogenito RUBEN, che da lui va fino al BENI di BENIamino in segno di BENIto, anche la sua moglie è nata 11.3, tanto che le nostre due consorti sono state 11.1 e 11.3 nel segno esatto dell'unità nella divina trinità anche nelle congiunte mogli di entrambi. Insomma un nuovo ADAMO che sia tutt'uno con Noè, il primo come l'ultimo, l'A-mode-O, con il tutto accentrato sul nomignolo assunto da
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Esaù, EDOM, trasceso da cima a fondo in A-modè-O. 30 = ADAMO 40 = SET 47 = ENOS 33 = KENAN come ROMANO/2 = GESU' nella sua vita. 53 = MALALEEL come il moto di 47=AMODEO in 100. 35 = IARED come una MAMMA 41 = ENOCH come AMO. R. 109 = MATUSALEMME 38 = LAMECH come in genesi 38 30 = NOE' 456, quanto trascende 123, e il cui ¼ di presenza è 114, in modo tale da essere 1 in 113, come il versetto 1 da ripetere per 113 volte da parte di ogni bravo MUSULMANO=113, nei 114 capitoli totali del CO' R.ANO che è Con R(om)ANO e in Dio trascende l'OM, come in tutto quanto sia predicato da un <Ma...OMetto>. Tutta la nomenclatura Biblica si pone come quello stesso 3456 si pone nei confronti delle centinaia di minuti secondi. 3456/4 = 864 che sono 86.400 quando si esprimono nell'assoluto 100. Allo stesso modo è la nomenclatura biblica che – rispetto al tempo – elimina il PRINCIPIO collocato nei 3 lati 1.000, e nel restante 456, sempre espresso come il tempo intero in 4/4, pone a tempo generale il quanto 114 eletto a titolo generale di capitolo. Il capitolo 114 del Sacro Corano è intitolato ANNAS, si traduce in GLI UOMINI, ma trascende, in italiano, evidentemente S. ANNA, la celebrazione cattolica del 26 luglio che, nell'anno santo 2.016, è ritagliata, come anzi descritto sul nome uno e trino di DIO=26, quando, con ANTONIO meno ROMANO + ANTONIO x ANNA determina il
78 -66 + 78 x 26 = 2.016, e con 2 volte ANTONIO +ANNA determina il dì 208, il 26 luglio, che non celebra solo Sant'Anna ,a manche San Gioacchino, entrambi i genitori di Maria, la madre di Gesù e dunque DIO nella sua Totalità, essendo il PADRE E MADRE della sola MADRE reale di Gesù Cristo. Messi 10 anni in principio della creazione di Adamo nell'anno 10, i 10 progenitori creati sostituiscono il reale progetto di Dio, quando crea al decima causa attraverso tutta una serie progressiva di cause di altre cause. I valori dei NOMI indicano chiaramente la progressione, dal 30 che cresce di 10 e assume in SET il 40, che poi opera in 7 e assume il 47 è chi E' NOS, è noi, ed un SON, un figlio trascendente è, essendo il 47 sia della sposa TAMAR di Genesi 38, sia del cognome AMODEO di chi trascende EDOM dal principio alla fine. Dal 47 di Amodeo si passa attraverso la vita di 33 anni di Gesù e si arriva al mediatore del DIO PADRE 66, esistente in Romano. Il 33 s'incrementa di tutto il piano 10+10 e assume il 53 di un MALALEEL che vale tutta l'opera del 47=AMODEO, nel valore assoluto del 100. Raggiunto con ciò il 5°, con il 6° fattore c'è l'inversione del 53 nel 35 di un IA RED che è il Jahvè ROSSO, un EDOM=33 quando alla vita del Cristo aggiunge i 2 di Padre e Spirito santo. Si ottiene in questo modo tramite il nome ENOCH, l'AMOR che vale ROMA ma la sovverte, nel suo 41 che vale in entrambi. Con questa causa numero 7 si delinea una sua vita che vale in anni esattamente i 365 giorni dei tre anni che non sono bisestili. A questo punto, l'8° attore si mostra come il più longevo, in apparenza, negli anni, tra i 10 padri. E nel nome, assume il 113 meno 4, come tutto il moto dell'Unità e Trinità divina nel 113 che la esprime in pieno come 111 unità nel flusso con due nel piano unitario trasversale a lunghezze 1+1 nei due lati generatori. Matusalemme è
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dedotto dal 111 che è il valore esatto di UNO+DUE+TRE ed è un volume, quando si riduce alla sola dimensione in linea estrapolando le 2 dimensioni che invece sono aggiunte nel 113 di Romano Amodeo, di Torquato e di RO AN AN PA TO AM, l'acronimo dualistico del nome segreto di Dio che più non ripeto, tanto l'ho reso poco segreto. Dal 109 che abbiam visto nella causa numero 8, che definisce tutto il primo mondo, dato che Matusalemme muore nell'anno stesso del Diluvio Universale, si parte al nuovo natale “nominale” della causa numero 9 che vale il 38 esistente alla base del giorno fatto di 1440 minuti primi, dati dal quadrato del 9° figlio per il suo valore 38. Nasce nel 38 ma è una sola cosa col padre, e con SET, vivendo esattamente 777 anni. Questo nono progenitore si presenta trino nel SET che invece è solo uno nella figliolanza di Adamo, essendo però tuttavia il terzo figlio, dopo Caino e Abele. Il 30 di NOE', uguale al 30 di ADAMO verifica l'A-mode-O, il principio in Adamo e come fine il 13=O, il dimezzamento reale di DIO. Nato nel 1.066 dal Principio, muore a 950 anni e dunque nel 2.016 dal Principio, a rivelare Romano Amodeo che muore nel 2.016 dopo il nuovo principio dell'Anno natale in quello in cui nacque Gesù Cristo il 25 dicembre. Nuovo inizio dettato proprio dai 350 anni vissuti dopo il diluvio da Noè, che, riferiti al principio, in 350/1.000, uno in Azione paterna e l'altro Materna o dello Spirito santo sortiscono il coerente anno 0,1225 di quando Gesù Cristo nasce nell'anno 0, mese 12 e giorno 25. Il capitolo 5 struttura veramente le 5 dita della mano divina, e termina con i tre nomi di SEM, CAM e IAFET, che valgono 33, 15 e 39, per un totale di 87, che indica tutto il percorso di un Dio 10 e 3, nel valore assoluto 100. Quando si parta dal 100 e si procede da lì tornando verso sinistra, questo 87 assume la lettura trascendente dei 78 anni totali della vita di Dio Padre e Spirito santo, scesi a cavallo di
un somaro e ascesi alla reale morte di questo animale portatore. Questi tre, descrivono in puro dialetto milanese, per me che abito in zona, un trascendente: SEM CA' MI A FE.T Siamo qua (ca' in Terronia) MI (a Milano)... MI nato a Felitto Il tutto trascende un messaggio valido per tutti: TE FAI, MA C. ME S. Tu fai, ma solo con Me Signore Vale in virtù dello Spirito santo che con una lingua ne esprime anche ogni altra. Tutti i versetti del capitolo 5 sono esattamente quanto il 2^5, e la chiusura è degna di questo, perché rivela che Noè raggiunse l'età di 500 anni e quindi Generò SEM CAM IAFET. In tal odo 587, per l'aggiunta dei tre che valgono 87 al 500, è trasceso esattamente il quanto di 78,5 anni, dal momento che, nato io il 25 dicembre del 1938 e morto come prevedono i dati il 26 luglio di questo anno santo 2.016, io morirò esattamente avendo compiuto 78 anni sei mesi e un giorno, che poi sono esattamente 0,5 anni in un anno bisestile il giorno numero 208 il 26 luglio, detratti i 25 giorni di gennaio del mio natale e 78° compleanno, 208 -25 = 183, il valore esatto per un 381 visto dal termine collocato alla destra, e che se poi prende l'1 e lo riporta in principio, ecco il sui natale nel mese 1 del 38. Mezzo anno dell'anno bisestile è la DOLCE META' di un Signor ANNO santo, giustamente chiamata ANNA, per me che sono consacrato a sant'Anna fin da prima che nascessi e che ascenderò al cielo in questo santo giorno di Sant'Anna e Gioacchino, i genitori di Maria santissima. In questo capitolo 5 del primo libro della Sacra Bibbia – come risulta dal numero 1,5 che evidenzia lo spazio 1, nel tempo di un suo mezzo, è evidenziata la struttura di una realtà
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data da 10^10 anni e divisa per unità spaziotemporali intere date da 15 anni. 10^10 anni : 15 anni = 666.666.666 anni totali di possibile rotazione del piano terrestre attorno al suo asse di rotazione. Anche questa terza dimensione di uno spazio le cui tre dimensioni sono assolutamente uguali ed equipotenziali, si inverte in un giorno solo dopo il numero anzidetto di anni. Ebbene i 10 primi uomini , nella loro verità, impersonano la presenza di 10 Azioni Capitali, tutte dipendenti e determinate le une dalle altre. Ogni azione è descritta come una frazione esistente tra tutte le proprie cause causate nella forma di “figli e figlie” rispetto alla generazione del primogenito come il loro denominatore unico. Questo primogenito va considerato il denominatore di un rapporto preciso che pone nel numeratore gli anni in cui poi ciascuno genera il complesso di altri figli e figlie. Vediamo queste relazioni nel primo uomo, che, entrando in atto dopo 10 anni, è causato dal ciclo lineare spaziale posto in 10 anni. ADAMO è la prima causa secondaria indotta dall'unità di 10 anni e vale quanto il 30 del suo valore alfanumerico 1+4+1+11+13=30. In tal modo abbiamo un primo rapporto puramente nominale e divino, che vale 30/10 come la Trinità divina basata sulla sua Unità. A sua volta egli in 130 anni generò la sia prima causa a lui – uomo reale – posta come secondaria ed indotta da lui. Noi vedremo – raccontato nell'analisi del testo biblico del libro 1,6,1, come esista un rapporto 126/13 a monte di una divisione che divida
esattamente un 9 con resto di 9 che sarà poi diviso in un periodo eterno del valore di 0,692307. Con questo la bibbia dichiara che il primo rapporto creativo reale vale quanto 800/130. Rispetto al 9/13 del periodo eterno in tutto il moto 9 della realtà subordinata al Dio 10+3 (che è Uno nella decina nonché trinitario nell'unità sua decima), abbiamo che il 126/13 si riduce a 80/13, mentre il solo periodo del 9/13 è ridotto di 1/13, essendo stato portato da 9/13 a 8/13. 800/130, rispetto al 126/13 che mostra l'incremento 9 con resto 9, ha rinunciato a 1260/130 – 800/130 = 460/130 =3,538461 periodico in tutti questi 6 valori decimali. Poiché 35 è 7x5 ed esprime tutta l'opera solo nella parte reale data da 10/2, e 38 è il quanto che nel suo quadrato crea un giorno nei suoi minuti primi, e 46 è la realtà 40 che procede in tutti i 6 versi, mentre 1 ne quantifica il tempo unitario, scorporare questo rapporto dai 1260/130 significa eliminare di fatto il movimento e fissare solo l'assetto spaziale. Se volessimo avere 1,538461 come il risultato di una divisione per 13, essa sarebbe data da 200/130 = 1,538461 periodico. Dal che risulta che 800/130 riferisce il valore unitario in 200/130 a un valore dato dalle 4 dimensioni della realtà, essendo 4x200/130 uguale a 800/130. In tal modo, 1,538461 periodico diventa 6,1538461. Infatti 800/130 = 6,1538461 periodico nei 6 ultimi quanti decimali, 538461. In sostanza si è passati dal 126/13 (o 1260/130, il che è lo stesso) che determina un 9 con resto eterno di 9/13, che diventa divisibile il 90/13 (o 900/130), a un 800/130 che ha tolto l'unitario 200/130, che è uguale a 1,538461, in modo tale che – cominciando IN PURO PRINCIPIO unitario di calcolo da 1.000 - si avesse 1.000/130 = 7,692307, periodico nei 6 decimali, identici a quelli di 220/130 = 1,692307 periodico, laddove 90/130 è 0, 692307 periodico che
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esprime il puro e semplice infinito periodo, lo evidenzio, di: 66+3=Log 10^66 x 10^3, il “principio 10^3” combinato con la potenza avente l'indice 66 (su base 10=DIO) del quanto del nome ROMANO. Il Log riduce a solo indice. In sostanza la somma di indici MOLTIPLICA Romano a Trino. 66/3 +1 = Log 10^66^1/3 x 10^1, in cui è “indicato” 22, solo un asse dei tre di un ROMANO=22+22+22, il quale è combinato con il 10^1 che lo qualifichi come Uno. 07 = Log 10^6 x 10^1, indica con 7 D. la velocità 6/1 di 6x1/1 La somma di questi tre indici in sequenza, ossia uno dopo l'altro, in verità è il Logaritmo decimale di quanto li COMBINA tutti in un solo eterno periodo in cui il valore Trino del nome Romano, dettagliato nel suo valore Uno e su uno solo dei tre assi della Trinità, e definiti infine in una velocità 1/1 che percorra tutti e 6 i versi che esistono nello spazio alle 3 dimensioni di Padre, Figlio e Spirito santo (o dello spazio della rappresentazione in atto), indicano l'unità della progressione fondamentale nel tempo e in uno spazio a 6 dimensioni, che mettono in atto, in ordinata sequenza, 6,9,2,3,0,7. Tutti i 6 versi, tutto il moto 9 dell'unità, tutto il complesso in positivo e negativo, tutto il 30 (di Adamo) e tutto il 7 dell'opera divina. Pertanto, togliere 200/130 a quanto vale “in principio” come 1.000/130, significa quantificare solo tutto il flusso in linea, in un volume che abbia 100 e 100 dimensioni trasversali, e 800 residue in linea di flusso in azione. La conseguenza è che il rapporto esistente in Adamo, tra il quanto 130 posto a denominatore, come primogenito, degli effetti secondari, posti a numeratore come 800 anni in cui Adamo genera figli e figlie, ha come effetto il quanto 6,1 che esprime la dimensione 7 nello spazio a 6 versi e nel tempo di 1/10. Diviso esattamente questo 6,1, il resto è il
tempo periodico di ROMANO trino, uno e creatore in 7 giorni. Quando entra in scena la seconda causa ed è considerato il terzo figlio SET, che si innesta su questo rapporto già posto in opera, avviene il secondo tempo delle AZIONE DETERMINANTE in 10 tempi assimilati a 10 nomi di PROGENITORI. Questo UOMINI, fatti “a immagine e somiglianza” del DIO CREATORE, hanno l'immagine umana, ma la POTENZA MATEMATICA delle relazioni che esistono a DETERMINARE il mondo. La Bibbia è scritta davvero a partire da una SAPIENZA che è scoperta, e proprio attraverso le analisi che sono quantificate con assoluta precisione di dimensioni numeriche. SET attua un rapporto di 807/105 tra gli anni in cui genera figli e figlie (il numeratore) e gli anni per mettere in atto il suo riferimento unitario, determinato dal suo primogenito. Bene, io non sto qui a farvi il calcolo dettagliato, ma lo mostro come una somma di interventi creativi, espressi sotto forma di frazioni. 800/130 +807/105 +815/90 +840/70 + 830/65 + 800/162 +300/65 + 782/187 +595/182 = 64,6690 nelle 6 dimensioni dei versi spaziali, a 2 cifre nell'ente intero e a 4 nei 4 tempi della realtà. Siamo passati da 800/130 = 6,15384 (periodico in questi 6 numeri) a un valore intero 64 che è esattamente 2^6 (nella forma potenziale del 26=DIO in valore alfanumerico). Vediamo intanto che significato dobbiamo dare al periodo 6,15384. 6,1 indica i 6 versi, nel tempo unitario nel decimo. Riferito al 10,0
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in cui esiste, è tutto il moto di 3,9, che sono 39 decimi dati da 13+13+13, la trinità di quanto è 10+3, essendo uno nel 10 e trino nella quantità di 3. 53 è il verso reale pari a 100/2, nell'avanzamento intero dello spazio avente 3 unità. Riverito linearmente al 100, è tutto il moto di un 47=AMODEO che è un PADRE=10+30, creatore in 7 dimensioni, data da una velocità 1/1 che percorra 6 versi alla velocità totale di 6/1, in cui spazio più tempo sono 6+1=7. In sostanza è proprio l'effetto del 6,1 che abbiamo visto come il primo valore dei tre che sto evidenziando in questo ciclo perenne. Il 6,1 è reso 7 ed è sommato al 10+30 dell'unità spazio-temporale espressa nel ciclo 10. Esistendo nel 100, si muove eternamente per 100 -47 = 53. 84 è tutto il moto il linea nel valore assoluto 100, quando è stato estrapolato il 16=4x4, che è un piano in cui ogni lato ha in linea le 8 dimensioni della realtà complessa esistente come 2^3. Quando la Bibbia, nel libro 1,25 fa nascere i due gemelli Esaù e Giacobbe, ponendoli 42+42 (nel loro valore alfanumerico dei nomi) come un 84 nel grembo materno, si è riferita proprio alla definizione di questo 84 che è tutto il moto di un 16=R (come sarà chiamato poi in Bibbia, libro 1,38) nel valore assoluto 10x10=100, dato dall'azione totale per la reazione totale esistenti sempre nella realtà complessa, tanto che sia 6,1 si riferisce a 100 decimi, sia 53 si riferisce a 100 millesimi, sia 84 si riferisce a 100 centomillesimi, in 1,65385. Aggiungere a 800/130 +807/105 +815/90 +840/70 + 830/65 + 800/162 +300/65 + 782/187 +595/182 = 64,6690 anche il rapporto relativo al decimo figlio NOE' significa aggiungere un denominatore 500 e aggiungere, a numeratore, i restanti anni della sua vita, lunga 950 anni, in cui anche se non è detto, anche Noè ha avuto figli e figlie, nel nuovo mondo dopo il Diluvio Universale
dell'anno 1.666 dal Principio. Per cui sono da aggiungere ulteriori 450/500 al valore 64,6690 e rotti ottenuto prima. Si arriva al 65,56905193571860 che presenta il numero fissandolo e riducendolo al totale delle 16 dimensioni di cicli decimali successivi, relativi alla carica della realtà 4x4. Rispetto a 66,66666666666666, questo numero rivela cosa si sia realmente ottenuto come numeratore, alla pienezza del ciclo di 10 cause generali. Lo esprimo nell'unità del ciclo 10. 6,666666666666666 meno 6,556905193571860 uguale 0,109761473094806 Esiste in fisica la massa di un elettrone che oggi è valutata a riposo, un quanto di 9,109382616. Metto a confronto il solo tempo decimale 0,109761473 meno 0,109382616 = 0,000378857 è una differenza di appena 3 decimillesimi ! Perché il 9 diventi 6,6666, in un eterno periodo del 66=ROMANO, il nove deve dividersi per 1,35. Abbiamo che 90/13 determina l'intero 6,92307 in un periodo eterno, mentre se il 90 stesso è diviso per 13,5 dà 6,6666... l'eterna energia pari al nome ROMANO. Poiché è 381 il valore di tutto il nome “di Dio”, occorre estendere il 13,5 a tutta una opera 7, Una e trina in 28. Allora 28x13,5 = 378 cui manca solo 1+3, l'Unità e la Trinità, per essere 381. Infatti 381 : 13,5 = 28,22222... = 28 +2/9
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Dunque tutto questo ORGANIGRAMMA di POTERE fattivo contenuto nel capitolo 5, è finalizzato all'eterno 66 di un Dio che assume ROMANO a suo veicolo, come una ARCA di No, che vedremo vale lo stesso 381.
Bibbia, libro 1, 6 1. Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, 88 lettere al lavoro in 16 parole, per una opera totale di 104 lettere e 800 come valore numerico delle lettere. 800 / 16 =133, nel periodo eterno del 33 800 / 88 = 09, nel periodo eterno di 09 (tutto il moto nel 100) 800 / 104 = 7,69230 = 77 decimi meno 7 millesimi. Questi valori dimostrano davvero una totalità. Le 88 lettere sono rappresentative di 66=Romano, che si muove per tutto il terzo che ne esprime il valore lineare 22. Le 16 parole uguali alla R fan sì che il dualismo di Padre e Spirito santo a dimensione assoluta, l'800 che è il valore qui presente, diviso per l'unità di R associa all'assoluto 100 l'eterna vita di 33 anni di Gesù Cristo. Anche il 7,6, che è tutto il moto 1, di 6,6 il tempo decimo di Romano, mostra un avanzamento totale. 92 è tutto il moto di 2^3 nel 100 e 30 è tutta quanta la trinità del Dio che agisce in base 10. <delle figlie> è 80 <furono loro nate delle figlie> è il 247 di tutto il piano a lati assoluti 100 e 100 che ha il PADRE =40 che crea in 7 giorni e che vale il 47=AMODEO. Al versetto 15 e 16 sono date le lunghezze dell'arca che sono il 381 del valore del nome segreto di Dio.
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Genesi 6,15-16 15 Ecco come la dovrai fare: la lunghezza dell'arca sarà di trecento cubiti, la larghezza di cinquanta cubiti e l'altezza di trenta cubiti. 16 Farai all'arca una finestra, in alto, e le darai la dimensione d'un cubito; metterai la porta da un lato, e farai l'arca a tre piani: uno da basso, un secondo e un terzo piano.
ARCA DI NOE' 300 +50 +30 +1 …....... = 381 Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO 47 +66 +78 ….......................................... = 190 AMODEO +Romano +Antonio 26 +51 +113 Anna +Paolo +Torquato
…........................................... = 191 --------381
I 5 BARATTA nella generazione dei nonni di ramo materno 57
+57
+76 ….......................................... = 190
BARATTA + Carmine +Francesco 60 +83 +48 …................................................. = 191 Mauro +Giovanni +Nicola ----------381
La cosa assolutamente sorprendente è il fatto non solo della stessa quantità di potenziale numerico nei nomi dei 5 Baratta, ma anche il per la generazione dei sui nonni, che è la terza a partire da lui, al cognome vanno associati il primo e l'ultimo dei cinque, che morirono ucciso il maggiore e suicida l'ultimo. In un corretto modo di elencare i nomi mettendo prima i nomi e per ultimo il cognome, in Romano0Antonio0Anna0Paolo0Torquato0AMODEO0, con le sue 42 cifre il numero d'ordine è 126 nel valore 190 e 345 nel valore 191. Avevamo visto, nel capitolo 5, la straordinaria importanza del quanto 126! Ma abbiamo anche osservato il valore del ciclo 69, come tutto il moto trino del 66=ROMANO. Ebbene, 345 estende 96 esattamente nelle 5 dimensioni unilaterale del ciclo 10 Ora accade che in Francesco0Mauro0Giovanni0Nicola0Carmine0BARATTA0 con le sue 48 cifre (6 in più) il numero d'ordine è 156 nel valore 190 e 234 nel 191. In sostanza, per essere secondo il nome segreto di Dio la 3° generazione superiore, avendo 6 persone diverse che vogliono essere un tutt'uno, lo sono se esistono senza alcun sabato, come se fossero: FrancescoMauroGiovanniNicolaCarmineBARATTA. Così son 42 cifre, essendo anche il tutt'uno di quella MANO SOLA che aspiravano ad essere. In tal caso, disponendoli mettendo prima il 190 dato dai nomi 5°, 1° e il Cognome che è il nome 6°, e poi il nome 2°, il 3° e il 4°, abbiamo il solo numero ordinato 516234 e che esprime un unico numero e deve avere un significato “trascendente”. 516,234 x 6,04 = 3.118,05336 definisce l'anno del “finimondo” 516,234 x 6,0401125 = 3.118,111436326 definisce anche il mese
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11 nel giorno 14. Bisogna vedere che cosa sono, in valore unitario, questi fattori di moltiplicazione, e allora si ha una comprensione di come incidano i cinque Baratta, in quello che essi significano per questo loro riferimento al valore dell'arca di Noè e di Romano0Antonio0Anna0Paolo0Torquato0Amodeo0 con le 42 cifre del nome segreto di Dio. Chiaramente l'intero 6, di 6,0401125, esprime tutti i versi. 40 millesimi sono tutta la realtà ciclica nella massa unitaria nel valore millesimo di quello dell'unità spaziale 1125 = 125x9 = 9000/8, il che esprime nel 9.000 il moto totale del principio 1.000, effettuato nel 10.000 che è tutta la realtà. Tutto il moto unitario esistente in tutta la realtà è riferito ad uno spazio complesso il cui volume è 8. Allora quando tutto il moto si divide per 8, indica quanto moto unitario tocca a ciascuno. A questo punto 516,234 che è il valore relativo al nome della generazione di Romano e non di quella a dimensione 3 dei nonni, esprime a sua volta un valore unitario che possiede in se stesso la quantità del moto. Il suo valore indica in 500 tutta la quantità unilaterale nel ciclo 1000. Il valore 16 indica tutta la carica del moto reale. 234 millesimi indicano il tempo millesimo della massa riferito ad un valore 1234 che si è diviso per mille e si è valorizzato in 1,234 in cui il valore unitario si è posto a tempo unitario dell'intero 516, il quale, se lo comprendesse, sarebbe 517. Infatti, poste le 4 dimensioni della realtà, la vera unità esprime negli indici la somma di due valori opposti. Essi sono opposti come 4 : 4 lo è rispetto a 4x4.
10^(4 : 4) x 10^(4x4) è una unità data da 10^17. Quando noi consideriamo Unitaria la carica 16, essa lo è solo essendoli in 16/1 unità, tra 17 totali. Allo stesso modo l'indice di 516,234 nasconde il denominatore unitario del tempo 1,234. Esso non si vede nell'unità poiché essa è a denominatore dell'intero spaziale dato da 516, e invece si vede totalmente nel tempo decimale apparente come 0,234, ma che di fatto è il quadrato di 1,111 (tutta la realtà unitaria presente nelle 4 dimensioni) che si presenta al quadrato in 1,234321 in quanto azione moltiplicata all'azione uguale e contraria, o se volete come un valore di area 1,234321 che si presenta in realtà solo nel valore incrementale apparente in 1,234, che sta in piedi come fosse una reale scaletta, solo grazie al reale coesistere del 321 inverso su cui la crescita si sorregge. Se, invece di affidarci al calcolatore per eseguire il calcolo lo facessimo a mano, esso sarebbe così:
Le quantità totali della presenza sono solo 10, come la somma data da 1+2+3+4=10. Sono tagliati via i sei dati incompleti evidenziati in rosso, esistendo essi pure nel prodotto 1,111x1,111. Essi sono di
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norma segnalati in 1,234321, ma essi sono esistenti come unitari solo quando li poniamo 1,234 e sono interamente validi SOLO fino alla fila verticale tutta presente in ogni unità delle 4 moltiplicate. Non dobbiamo dimenticare che noi – quando usiamo un ben determinato numero di dimensioni - poniamo un limite a quanto è infinito in 10/9 = 1,1111111... Pertanto solo in avanti vedremmo esistere la crescita numerica ordinata fino al numero di nove cifre, come vediamo qui di seguito 1,11111111^2 =1,12345678987654321, poiché 1,111111111^2 =1,234567900987654321 1,1111111111^2 =1,23456790120987654321 1,1111111111111111^2=1,23456790123456787654320987654321 Quando noi pertanto ci limitiamo nelle dimensioni del calcolo esclusivamente poggiato sulle unità periodiche date dai 10/9, non abbiamo davanti delle verità attendibili quando, in ragione del limite, abbiamo evitato di coinvolgere le dimensioni più piccole, che entrerebbero in azione, nella nostra infinita realtà determinata dai 10/9. Possiamo distinguere in modo accurato la crescita solo fino a quando consideriamo 7 dimensioni costituite da sette decine multiple le une delle altre e che, in virtù del prodotto, si sommano e si sommano, secondo file che si spostano sempre di una cifra, che si tiene presente solo se, facendo a mano il calcolo, dobbiamo scomporre ogni prodotto in una somma di file sempre spostate di una unità ogni volta, a mano a mano che si passa dal considerare le unità, o le decine, o le centinaia, o le migliaia, o... Ritornando al 516,234 che appare nel numero così legato a questi miei cinque nonni Baratta, sembra proprio che il Signore abbia voluto esprimere infine in persone vere e proprie tutte le particolarità delle
sue operazioni matematica. Come se, alla fine del tempo, apparissero proprio dei fenomeni, nella realtà, che “personalizzassero” le questioni assolute. Certo che mi rendo ben conto della osservazione che voi potreste fare: “Come? Questi cinque fratelli maschi, che decidono di dover essere una cosa sola, che rendono l'ultimo tra di loro il fratello più importante, il solo che debba farsi una famiglia e possa ereditare figli legittimi... in un paesino sconosciuto del salernitano... perché proprio su loro, così insignificanti nel contesto mondiale, deve mettersi a fuoco una questione così determinante addirittura in relazione all'inversione dell'asse terrestre, che ci dovrebbe essere esattamente il 14 novembre del 3.118 dopo Cristo?” – Ma scherziamo? – No, non scherziamo. Noi siamo abituati a considerare importanti i GRANDI NUMERI. Ma essi sono determinati dai piccoli. In un calcolo, che si abbiano 299.792.458 metri al secondo, nella luce, o uno in più, sembra contare poco o niente. Invece sono proprio questi minimi a determinare una precisione, nel calcolo, oppure no. Per come sono fatti i numeri, sono tutti multipli del valore unitario, per cui se nella luce avessimo un 7 finale anziché l'8 avremmo una conseguenza “enorme”, in considerazione di quei multipli. I numeri più piccoli sono davvero i più importanti. Allo stesso modo, le persone più apparentemente senza peso, sono quelle che ne hanno veramente di più. Per capirlo bene, il numero più POTENTE è quello che RIDUCE A SE STESSO, ogni altro con cui entra in relazione. Tra l'1, che quando moltiplica N si adegua interamente ad N, e lo 0, che quando si moltiplica per N trasforma ogni N nello zero, il più potente nel suo è lo
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zero. L'unità è invece la più “servile” delle autorità, perché si asservisce totalmente a mantenerla così come essa è e non così come il numero 1 è. E' per questa ragione che, in un contesto apparentemente senza peso e senza valore, che la Divina Provvidenza ha collocato quanto di più IMPORTANTE vi potesse essere: la famiglia Baratta, con tutte le sue relazioni, e la famiglia Amodeo, con tutte le sue. Dio (il valore 10 con cui l'universo è costruito), s'è messo in persone i cui nomi, che sembrano poco importanti, essendo determinati dalla scelta spesso “bizzarra” di genitori pini di fantasia, sono il DNA importantissimo, che è assegnato, come nome, dal sistema numerico che, attraverso le sue pure operazioni, determina i suoi risultati. Essi poi assumono forma, corporea, ma anche nominale. E' quello che riguarda l'essenza, è soprattutto ciò che si traduce poi in quale essenza presenta un uomo reale che si ritrova ad avere quel nome perché quello DAVVERO corrisponde al numero caratteristico nella determinazione dell'intera figura di quella persona. Ora è difficilissimo arrivare a capirci molto, osservando dei numeri, abbiamo visto come le combinazioni tra i numeri sono affidabili fino ad un certo numero di cifre, poi ci sono sormonti, di infiniti possibili cicli che interferiscono l'uno con l'altro e li mutano. Per questo, nell'analisi poi delle dimensioni affidate ai numeri, bisogna scomporre sempre ogni cosa alle singolarità dei vari cicli che si sormontano tutti tra di loro, in ogni decina. Sono come le monadi interne una nell'altra e che poi si sommano e rendono ostico il lavoro di decriptazione. Ma, se in quella che è la cifra delle unità appare un 1, un 2, un 3, o altro, quella è la dimensione che esiste a quella determinata decina. 1 rivela massa presente. 2 esprime area, 3 esprime volume, 4 esprime realtà spaziotemporale, 5 esprime elettrico o magnetico, 6 esprime lo spazio positivo e negativo insieme, ossi un intorno intero. 7 esprime una
velocità 6/1 nelle sue 7 dimensioni. ( è la realtà a 4 per ogni verso, quando esiste nei due versi. 9 è tutto il moto di 1 in quelle decina. 10 è l'inizio della nuova decina, in cui questi valori poi sono sempre nello stesso ruolo dimensionale. E le decine, tra di loro, vanno esse pure da una a 10 e sono presenza nella prima, area nella seconda, spazio nella terza... e così via... fino a 100. E poi cominciano le centinaia, rispetto alle 200, alle 300, e così via. Nella cabala ebraica, la Bibbia è stata scritta secondo queste tre distinte gerarchie, con lettere che potessero esprimere tutte le 27 date dalle 9 nelle unità, dalle 9 nelle decine e dalle 9 nelle centinaia. Ci sono 27 definizioni quantitative, con cui fu descritta la verità, attraverso quel sistema numerico. Esso si e poi letto spesso come il “raccontino” che in se stesso fosse simile ad una delle Parabole raccontate da Gesù Cristo. Il testo Biblico è tutta una parabola, soprattutto nel primo libro genesi. Poiché i numeri, quei numeri diventano poi anche storia vera, li abbiamo visti arrivare a descrivere i fatti iniziali. Altri numeri descrivono quello che abbiamo presente ai nostri giorni. Ebbene, le persone più importanti e più determinanti ancor oggi, sono come allora. Non accaddero di certo a Roma tra le genti importanti di qualche imperatore, ma in un paesino sconosciuto, Nazareth. E riguardarono un Gesù che era proprio nulla come il figlio di una Maria, modesta figlia di una Anna ancor più modesta, e oggi appare evidente che la piccola Anna, fu ben più importante e determinante, essendo la Essenza MAMMA della MAMMA di colei che era la MAMMA di Gesù Cristo. Patrona delle Gestanti, l'essenza MAMMA, in Maria, era quella di sua mamma ANNA, al punto che quando si dice poi OSANNA nell'alto dei cieli, abbiamo che lì chi veramente OSA è una ANNA. La pienezza del tempo, il 27 luglio del 2.016, è nel giorno dei nonni di Gesù Cristo: i soli due che egli ha avuti, come possibili papà e
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mamma, visto che una generazione in su ha avuto solo una mamma, e il padre è stato divino, trascendente la presenza reale di un uomo reale che rendesse feconda Maria. Ma di interventi simili è piena la Scrittura. Abramo ebbe Ismaele come figlio reale ottenuto con la fertile egiziana Agar, ma il vero marito della sterile Sara, fu la Divina Provvidenza. La stessa cosa accadde alla sterile sposa di Isacco. Il vero marito di Rebecca non fu Isacco, che era da togliere di mezzo anche nel letto di Rebecca. Il vero sposo di lei fu la Provvidenza di Dio. Se voi volete cercare di capire in che modo possa attivarsi la provvidenza di Dio, quando la realtà è data da un calcolo, io vi faccio questo esempio. 3 x 5 +12 ha il rispetto naturale secondo cui prima si moltiplica 3 per 5 e poi si soma al risultato il 12. La Divina provvidenza rovescia la questione, non rispetta ogni tanto questa regola e – agendo sul prima o sul poi di un calcolo – attua questo come se fosse scritto 3 x (5 +12). Agendo nel rispetto delle regole, 3x5 +12 ha per risultato 15+12=27. Invece 3 che moltiplica (5+12) risulta 5 x 12 = 60. Immaginate nozze reali prodotte secondo il 27 e l'intervento divino, che viola le sue stesse regole secondo cui per rendere fecondo un ovulo occorre che vi entri uno spermatozoo, Dio attui un calcolo secondo il quale non occorra altro all'ovulo che se stesso, per mettere al mondo un essere vivente. A una donna, con un intervento “trascendente” le regole, come afferma la Bibbia a più riprese, è accaduto. Sia a Sara, sia a Rebecca, sia a Maria santissima. Non a Lia, non a Rachele. Dio comunque “trascende” la reale volontà di Giacobbe di sposare Rachele, e la prepotenza di un reale padre le impone Lia. E' da questa paterna prepotenza che nasce Giuda e poi da Lui, in 38ma ideale genesi (secondo il racconto di san Matteo e non di San Luca)
Gesù Cristo, confermandosi in tal modo anche per Gesù una Genesi 38, in lui 38ma... Per cui esiste questo legame tra la terza generazione, importantissima nei cinque fratelli maschi Baratta, ed in me. Vedete, per ricavare quel 516,234 ho dovuto riconoscere (portatovi dal disegno di Dio) che tre nomi erano nella somma 190 e tre altro erano 191, a somiglianza di quanto accaduto a me. Poi ho dovuto anteporre i nomi del 5° al 1° e al 6° dato dal cognome BARATTA. Poi son venuti in ordine, dopo una virgola, il 2, il 3 e il 4. Come un numero solo, perché per le 42 cifre del nome segreto di Dio a 381 valori come l'arca, i nomi dovevano essere attaccati uno all'altro, senza alcun sabato e come un unico valore, seppure dimezzato dalla virgola, a denotare il valore numerico assunto dalla unità tempo, e poi, nel tempo decimale, il 234. Che queste povere e insignificanti persone abbiano assunto tutto questo rilievo... è solo da costatare come costatando l'intervento di un Dio che fa veramente tutto quello che Egli vuole. Anche l'ordine relativo alle 42 cifre del nome segreto di Dio ottenute con 36 lettere al lavoro in Romano0Antonio0Anna0Paolo0Torquato0Amodeo0 possono condurre al giorno del ribaltamento dell'asse terrestre, il 3.118,1114, attraverso il prodotto con un tempo, stavolta, altamente significativo. Per definirlo con la precisione di un ciclo di 10 decimali, come fino alla dimensione atomica del tempo, occorre effettuare questo prodotto: 126,345 x 24,679341485615 = 3118,111400000027175 Per ottenere solo le 4 cifre intere dell'anno, basta la definizione del tempo fino al valore millesimo della massa, in questo modo. 126,345 x 24,679 = 3.118,0682
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Si vede in 24 tutte le ore di una rotazione del 1000 evidente in 2^10=1,024. Necessitano 66/100 relativi alla quantità 66 esatta di Romano e inoltre 19 millesimi che sono il dimezzamento dell'anno di nascita 38, che rappresenta tutto il moto reale Uno e Trino che sta alla base di un anno misurato in giorni attraverso 19x76=1.444. Per arrivare alla definizione del 14 novembre occorrono queste definizioni ulteriori, espresse da 342 milionesimi aggiunti ai 679 millesimi che definiscono l'anno finale fino all'unità dell'anno 3.118. insomma occorre questo calcolo a due cifre intere e sei cifre decimali: 126,345 x 24,679342 = 3.118,11146499 Il 342 si riferisce alla fase di un millesimo definito in più, come 330 millesimi che dimezzano il 66 di Romano e il 12 dato dal nome Antonio (il 2°) meno il 66 del primo nome Romano. 66, 38/2, 33 e 12 sono valori tutti esattamente deducibili dai nomi di Romano0Antonio0Anna0Paolo0Torquato0Amodeo0, infatti anche il 38 può essere ottenuto da ANNA +ANTONIO -ROMANO, mentre il 33 è derivabile da ROMANO/2, e il 22 da ANTONIO -ROMANO. Anche il 24 intero è dato da due volte la differenza tra il valore del 1° nome e il valore del 2°. In tal modo, considerando numero il 126,345 ottenuto tramite il numero d'ordine nei due tempi 190 e 190+1, relativi al nome segreto di Dio, abbiamo quanto segue. Abbiamo che il tempo della fine del mondo come noi oggi lo conosciamo deve interagire coi valori numerici di: 2 (2° -1°) che in 221 è il valore esatto dei primi 4 nomi. Nel tempo del valore numerico del 1°/10^2 sommato al valore numerico risultante dai (1°+2°+6°)/10^4 e sommato a quello risultante infine dai valori dei (1°+2°+4°+5°+6° -1/2 del 3°)/10^6. Il valore 126, praticamente dato dalle gerarchie di Romano Antonio
Amodeo sta alla base del tempo. 126/13 = 9+0,692307 periodico equivalente a 1/1,44444 periodico. Poiché 9 volte 1,44444 = 13, abbiamo che 9 +1/1,4444 è uguale a 14/1,4444444 eterno. 126/13 è dunque uguale a 14/1,444444444... e si dimostra essere l'eterno avanzamento 9 dell'unità, nell'eterno periodo dato da 9/13, laddove il 9 indiviso in 126/13 e ancora da dividere. 126/13 porta dunque al 9 diviso con resto 9, e il tempo di 9/13 si pone come lo straordinario periodo delle sei cifre 692307. 69 è tutto il moto di 31 (trinità espansa ed unità di Dio) nel 100. Vale quanto il valore di ROMANO sommato alla trinità. 23 è 66/3 +1, ossia solo il valore 11+11 sull'asse del tempo, sommato all'unità del suo tempo. 07 indica le sette dimensioni dell'opera del percorrere i 6 versi da parte dell'unità data dalla velocità 1/1. Infatti 1/1 x 6 = 6/1 tra 7 dimensioni. Sommando 692 a 307 si ha 999 in cui l'1 mancante al 1000 è quanto di fatto rende infinito questo 999 che si presenta in due tempi di progressiva definizione del suo intero. Poiché 9 rappresenta tutto il movimento dell'unità, quando esso si divide per 13, di fatto si divide per il tempo Unitario che esiste nell'anno terrestre, realizzato in 7 quantità date da 13+39, in cui il trino 39 costituisce il puro espandersi tridimensionale del tempo, e praticamente, quando è escluso dal ciclo dei giorni di un anno, e 13 settimane di 91 giorni si pongono a divisore del 9, se facessimo il calcolo nei giorni esso sarebbe di 9/91 = 0,098901 come eterno periodo che se moltiplichiamo per 7, è il 63/91 equivalente a 9/13.
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Bibbia, libro 1, 7 1. Il Signore disse a Noè: «Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione
intero di tutto il nome di Dio, espresso solo nella linea della sua azione di “dire” nel tempo. Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia 52+37+21+37+28+74+11+38+50 = 348 indica tutto il flusso reale di 400, l'unità e trinità assoluta di Dio, quando è tolto di mezzo un piano che abbia i due lati di 26 e 26, lunghi 52. Infatti 400 -52 = 348 di puro flusso della sezione che ha per lato il 26=DIO. perché vale 51, quanto 100 meno il piano 7x7=49
25 parole, 104 lettere al lavoro, e in una opera di 129, riposo del sabato compreso. 104 / 25 = 4,16 a parola nel lavoro. 129 / 25 = 5,16 a parola in tutta l'opera. Laddove 104 è 26+3x26, ossia il valore del DIO=26, Uno e Trino, che poi è il valore di ANNA=26 +ANTONIO=3x26=78. 104 dunque, come Unità divina, riferito a 25, diventa 1/25, il libro 1 cap. 25 ma anche il Gennaio del mio giorno 25, quello natale. Quello che tocca a ogni 25 è 41/10, in cui 41=AMO.R., amore e Amodeo Romano, nel 6 che indica una effusione in tutti e 6 i versi. Ma significa anche Unità e Trinità, nel tempo centesimo (quello unitario dell'assoluto 100) che tocca ad una R, la prima definizione in ROMANO. Tutta l'opera 129 è analizzabile nell'Assoluto 100 combinato con il RO=29. Ne risultano le 5 dita della MANO nel tempo di R. In relazione ai contenuti numerici, procediamo per frasi distinte. Il Signore disse a Noè: 19+79+52+1+30 = 181 rivela il flusso 181 di un piano i cui due lati sono 100 e 100, dunque in 381, il valore
ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione 27+21+77+83+68+1+16+21+74+106 = 494 indica 500 -6, laddove 500 è tutto il verso in 1.000/2. In esso ci sono i 6 versi e 494 è lo spostamento di tutti questi 6 versi. 181 +348 +51+494 = 1.074 indica che, posto 1.000 come il principio di un piano avente i due flussi unilaterali 500 e 500, esiste nel quanto assoluto 100 un DIO=26 che si muove esattamente per il 100 -26 = 74 1.074 /25 = 42,96 per ogni parola, in cui 42 è il nome segreto di Dio nelle sue cifre di Romano0Antonio0Anna0Paolo0Torquato0Amodeo0 1.074 / 104 lettere al lavoro. 10 divise per ciascuna con 33+1 quale soggetto divino indivisibile (vita di Cristo) 1.074 / 129 = 8 diviso, per mano di 42 indivisibili cifre del nome segreto di Dio aventi le già viste 42 cifre del nome Romano0Antonio0Anna0Paolo0Torquato0Amodeo0 Ora io desidero anche mostrarvi le parole del versetto 11, che descrivono e collocano esattamente nello spazio vitale di Noè l'inizio del Diluvio Universale. Eccovi il testo, come nella traduzione della Bibbia di Gerusalemme,
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che è quella della CEI. 11. nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. 33 parole, come la vita divina del 100 assoluto che si unifica in 99/1 e poi si attiva in uno solo dei tre Enti, di Padre, Figlio e Spirito santo, attivi per un 33 ciascuno, all'interno dell'assoluto di 99+1 unità. 163 lettere al lavoro in una opera di 163+33 sabati= 196 lettere, pari a tutto il moto dell'Unità e Trinità in un assoluto piano a lati 100 e 100. Laddove 100=assoluto e 96=SPIRITO. 163 / 33 = 4 interamente diviso con un resto di 31 che è il Dio trino nel 10 e Uno che non accetta di essere diviso, ma divide. 196 / 33 = 5 di interamente diviso da un 10+10+10+1, un Dio Trino e uno che non accetta di essere diviso e che è chi divide. Per la valutazione del valore numerico della espressione alfabetica, dividerò in frasi. nell'anno seicentesimo della vita di Noè, 37+38+124+30+48+21+30 = 328 è tutto il 400 -(36+36), il che indica il piano delle 36 lettere al lavoro di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo nel secondo mese, 27+67+38 = 132 = 66+66, tutto il moto di un esistente ROMANO il diciassette del mese, 19+107+19+38 = 183, apri a ½ anni bisestile e trascendente il 381 del Nome segreto di Dio e dell'Arca di Noè proprio in quello stesso giorno, 95+21+72+87+70 = 345, un piano a lato 170, che ne ha due in
lunghezza a fare l'area e sono Romano Antonio Anna =66+78+26=170. Il flusso è delle 5 dita della MANO. eruppero tutte le sorgenti del grande abisso 102+78+15+97+19+45+59 = 415 indica tutta la realtà assoluta Una e Trina 400 che avanza con il cubo reale a tre lati dati da 10/2 ciascuno. e le cateratte del cielo si aprirono. 5+15+85+19+40+26+94 = 283 è tutto il percorso di un RA=17 nella trinità assoluta 300. 328+132+183+345+415+283 = 1.722 indica un RA assoluto nelle centinaia, che è in 66/3 la trinità di Romano=22+22+22 per come esiste in uno solo dei 3 assi trinitari. 1.722 / 33 =26+26 di diviso, da parte di un 6 che non accetta divisioni, anzi è colui che divide esattamente il tutto, dando un piano divino a ciascuna delle 33 quantità della vita divina. 1.722 / 163 = Diviso tutto il 10 intero a ogni lettera al lavoro, da parte di un resto indivisibile che vale 100 -8, ed è tutto il percorso di un 2^3 nel 100 assoluto. 1.722 / 196 = 8 (tutto il 2^3) di diviso a ogni lettera dell'opera, divisione fatta dal resto che non accetta di essere diviso e che vale 154, cioè quanto il valore assoluto 100 sommato al FIGLIO=54. Questo 154 è l'unità e trinità data da 38,5 sommata al suo triplo trinitario, e rappresenta la genesi 38 nel tempo delle dita 5 della MANO attiva in Genesi 38. A tutto questo va aggiunto che il secondo mese nel giorno 17 riportato sulla vita di Noè allude al sovrapporsi della nascita di mio fratello Benito, il 2 febbraio e nel giorno 17. Mio Fratello si è inserito nella mia vita reale giunta al suo termine. Il 4 giugno 1.940, io ripartii praticamente daccapo e lui fu concepito nel grembo di nostra madre, per nascere poi il 17 del secondo mese, così
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per come egli si era inserito nella storia della mia vita. Il diluvio praticamente comincia con l'uscita di Benito dal grembo di Tamar (BaratTA MARiannina), come descritto il Genesi 38. Inizia in tal modo, con la vita di Benito, la reale mostra della Parusia di Gesù che era entrata nella mia vita e l'aveva salvata miracolosamente, facendo ripartire una nuova nascita, come in Genesi 38 dopo che la di RO-MANO era rientrata nel grembo materno. Questo ha un grandissimo valore, perché rende bene l'idea che tutta la vita che si rigenera e che entra a due a due in ogni animale nell'arca sta nella verità della vita, quando è riconosciuta nelle comunicazione fatta da Romano Amodeo. Tutte le verità che non troveranno sede nell'arca, naufragheranno nel marasma delle loro totali contraddizioni, in quanto la sola verità che dopo questi eventi che incombono sarà valida sarà quella accolta in Romano Amodeo come in quella arca di Noè in cui tutta la vita si salva e si ripropone. Tutti i versetti del cap. 7 sono i 24 che rivelano pienezza di tempo. Desidero solo chiudere questo capitolo con il testo del versetto 24. 24. Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni. 9 parole per 52 lettere al lavoro in una opera di 52+9=61. 52 è DIO+DIO, Diviso per 9 dà un 5 interamente diviso da un 7 indiviso che detta tutta l'opera divina. 61 / 9 = 6 di diviso per mano dello stesso 7 di una opera indivisibile. 539 è il valore numerico che indica in 1000/2 putto il verso 500 e 500 di un piano trasversale, nel flusso di 13+13+13=39=TRE 539 / 9 è 59 di diviso da un 2^3 indivisibile. 539 / 52 è 10 intero diviso da un 19 (percorso indivisibile) 539 / 61 è un 2^3 diviso da un 51=PAOLO divino e indivisibile.
Bibbia, libro 1, 8 1. Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che erano con lui nell'arca. Dio fece passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono. 33 parole = vita divina. 132 lettere al lavoro = 66+66 il DUALISMO di ROMANO. Opera totale di 165 lettere 132 / 33 = 4 esatto, puro rapporto di Dio Uno e Trino, ogni parola. 165 / 33 = 5 esatto, di MANO divina per ciascuna delle 33 parole. Dato il particolare valore intero, vediamo come sono i valori alfanumerici. Dio si ricordò di Noè, Vale 169 il che indica Romano Antonio Anna = 66+78+26=170, che estrapola da sé una unità per contare sollo il suo flusso veloce come 169/1. di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici vale 415 il che indica tutto il Trino ed Uno assoluto nel flusso 5+5+5 di un volume reale, avanzante in linea per 10/2. 41 decine sono AMO.R che si moltiplica per il ciclo 10 di Dio, e si mostra nella sua MANO di Genesi 38, con le sue 5 dita che erano con lui nell'arca. Vale 187, tutto il moto del Dio 10+3 nel 200 in cui 100 avanza interamente di 100. Dio fece passare un vento sulla terra vale 328, il che indica tutto lo spazio assoluto 300 di una opera 7, Una e Trina. e le acque si abbassarono. Vale 184, quanto i due gemelli 42+42, Esaù e Giacobbe, nel grembo posto 100, di mamma Rebecca. 169+415+187+328+184 = 1283
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Ripartendo questo valore di 1283 unità alfanumeriche tra le parole e le lettere, al lavoro o puramente in opera, abbiamo queste ripartizioni.
definisce nel giorno dato da 8 volte 26, ossia nel numero 208 che poi è il giorno 26 luglio del 2.016.
1283 / 33 parole dà 38 diviso da 29=RO divino e indivisibile 1283 / 132 lettere al lavoro dà 9 di totalmente diviso da 5, una MANO indivisibile. 1283 / 165 lettere dell'opera totale, dà una opera intera 7 a ciascuna, divisa interamente da un indivisibile e divino 128, che è l'assoluto 100 in tutta l'opera 7, Una e Trina. Mi piace far notare come: Dio si ricordò vale esattamente 26+26+74 = 126, l'ordine dei nomi 1° Romano, 2° Antonio e 6° Amodeo, un 126 che abbiamo visto essere il “comandante” del tempo, per il suo 126/13 uguale a 9 con resto indiviso di 9...
22. Finché durerà la terra, 171 (1+Romano Antonio Anna) seme e messe, 98 (tutto il flusso di 2 nel 100) freddo e caldo, 84 (i 2 nati in genesi 38) estate e inverno, 156 (12 tredici) giorno e notte 141 (100 +AMO.R.) non cesseranno». 138 (infine Genesi 38) ----------788 (opera assoluta in 88)
Voglio mostrarvi anche il versetto 4 4 Nel settimo mese, il diciassette del mese, l'arca si posò sui monti dell'Ararat. 15 parole, quanto 5+5+5 di tutto il cubo reale, con lato del solo avanzamento di 10/2, nel ciclo 10. 63 lettere al lavoro per una opera di 63+15 sabati = 78, l'intera mia vita in tutti i suoi anni.. L'ultima parola ARARAT allude che la AR-ca, la casa di AR si posa AT AR AR, oppure AR AR AT, al dualismo di Romano Amodeo. Quello che aveva avuto inizio al mese 2, aggiunge il ciclo di 10/2, alias le 5 dita della di RO-MANO e nel mese 7 dell'opera finale arriva lo stesso 17 del mese. Ma la storia qui non è finita. Bisognerà aggiungere al 19 tutto il moto 9 di uno, per arrivare al 26 luglio della fine dell'opera, quando, il mese settimo nel giorno 17+9 ci sarà l'approdo di AR AR nel cielo. Il versetto pari a 66/3 conclude questo definitivo capitolo 8, che si
788 / 18 parole 43/1 di 44 divise da un 7+7 (opera) indivisibile 788 / 80 lettere al lavoro 9 divise da 66+1+1 (vol. ROMANO) indivisibili 788 / 98 lettere dell'opera 8 divise da un Dio Uno e Trino indivisibile. Questo numero 788, riferito al principio totale dato da 1.000, quando si muove di 10 e occupa 1.010 è tutto il movimento di un 222 che da parte sua è un 111 che si muove di 111. Infatti 1.010 788 = 222 che è 1/3 della Apocalittica Bestia 222+222+222, trina in 666. Questa BESTIA, profetizzata in Apocalisse, in realtà è quello che io dico di essere: quel SOMARO su cui è caricato un DIO di VERITA', totalmente potente, perché è quello ZERO che nel nostro mondo reale è il valore più grande che possa esistere e l'unico che, combinandosi con ogni possibile altro numero lo rende totalmente uguale a ZERO. Il numero 1, che sembra l'unità di ogni cosa che esiste come uno, intero, è invece totalmente SERVILE, in quanto 1 x N piega se stesso a confermare il numero N, al contrario di 0 x N che è uguale a zero. Essendoci su di me questo divino potere NULLO, tutti in me vedono sol LA BESTIA. Ove tu SEI ROMANO, sei 66, alias 666.Dio se ne serve assai bene!
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Bibbia, libro 1, 9 1. Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. 18 parole, 79 lettere al lavoro e 97 in tutta l'opera. Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro 350 «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. 261 350+261=611 611 / 18 = 33 dati divisi ad ogni parola, da 17=RA indivisibile 611/79 = 7 divisi per ogni lettera al lavoro, da un 58 indivisibile. 611 / 97 = 6 divisi per ogni lettera in opera, dal 29=RO indivisibile. . In questo capitolo è fissata l'alleanza, il cui segno è fissato al versetto 16=R 16. L'arco sarà sulle nubi 172 e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna 377 tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne 341 che è sulla terra». 134 --------------1.158 1.158 / 28 parole sono 41 (=AMO.R.) divise da un 10 indivisibile 1.158 / 107 lettere al lavoro sono 10 divise per ognuna da un 88 che è ROMANO nel suo tempo di 66/3. 1.158 / 135 lettere in opera sono 8 divide da un 78 (la mia intera vita) indivisibile, nel secondo mio nome di ANTONIO.
L'arco sarà sulle nubi=172 è tutto il flusso del volume 200 quando il quadrato trasversale ha 4 lati di 7, opera piena ciascuno. e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna=377 indica la trinità assoluta che si muove in tutta la sua azione e reazione, date dall'opera intera di 70 e 07. tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne=341 indica la trinità assoluta nel 41= AMO.R. (amore e Amodeo Romano trino ed uno) che è sulla terra=134 è il volume 200 quando la sezione ha due lati generatori uguali a 33+33=66=ROMANO, essendo 200 -66. tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra=341+134=475= Amodeo per 10 sommato alle 5 dita della di RO-MANO. L'ARCO è 10+A.R.cò, il DIO a D.10 con Amodeo Romano. L'ARCA è 10+A.R.ca', il DIO a D.10 qua, o casa, o ARC. A. Architetto Amodeo Infine i due versetti di chiusura: 28 Noè visse, dopo il diluvio, trecentocinquanta anni. = 459 29 L'intera vita di Noè fu di novecentocinquanta anni, poi morì. =510 459 è tutto il percorso di AMO.R. nelle 5 mani assolute. 510 è PAOLO=51, del suo giorno natale, a dimensione 10 di DIO. 969 è tutto il moto di un 31, la trinità 30 e l'unità 1 nel valore 1.000 che è quello posto IN PRINCIPIO. 7 parole nel 28 che è uguale al 7+7+7+7, per 42 lettere. 11 parole nel 29=RO, uguali a 66/6, per 7x7 lettere 18 nei due versetti, per 91 lettere al lavoro in una opera di 109. 969 / 18 = 53 divise alle 18 parole, da 5+5+5 indivisibile 969 / 91 = 10 divise a ogni lettera al lavoro, da 59 indivisibile 969 / 109 = 8 divise o ogni lettera dell'opera, da 97 indivisibile
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Bibbia, libro 1, 10 1. Questa è la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam e Iafet, ai quali nacquero figli dopo il diluvio. 19 parole, per 78 lettere al lavoro (come tutti i 78 anni della mia intera vita). Questa è la discendenza dei figli di Noè: 286 Sem, Cam e Iafet, 33+15+39 87 ai quali nacquero figli dopo il diluvio. 241 -----------614 614 indica tutti i versi assoluti 600 nel piano creativo a lati 7+7. E' anche lo spazio assoluto 300 concesso al rapporto di curvatura di 100 volte pi greco. 614 / 19 = 2^5 diviso a ogni parola da un 6 indivisibile. 614 / 78 = 7, opera piena a ogni lettera al lavoro, divisa da un 66+2, il volume unitario relativo a ROMANO=66... per ogni suo anno della sua vita di 78. 614 / 97 = 6, lavoro pieno a ogni lettera dell'opera, divisa interamente da un 2^5 indivisibile. Io credo che abbiate capito che quando è fatta una divisione, quello che si intende il RESTO non potuto dividere, è inteso essere l'entità che di fatto predispone alla divisione, dopo di essersi appropriato del suo valore. Questo ci consente di CAPIRE chi sia il vero soggetto che attua una perfetta divisione. Esemplare qui la divisione di tutto il
valore 614 nei 78 anni di vita di Romano. È il 66=Romano sommato al piano unitario a lati 1+1. Quando di fatto si procede ad una divisione in cui un numero, che indica una ben precisa dimensione (come ad esempio 100, unità assoluta del piano, o di azione 10 per reazione 10) si divide (ad esempio per tutti i 6 versi), abbiamo che: 100 : 6 = 16 con resto 4 indivisibile. Ebbene la dimensione 4 è ben differente dalla 10 che è quella assoluta. Resta viva solo la Realtà a 4 dimensioni. Quando si procede nella divisione per 6, stiamo cambiano le cosiddette carte sul tavolo, perché non stiamo più dividendo il quanto assoluto 100 ma solo il soggetto dato dalla REALTA'. Pertanto l'intero che presiede a questa divisione intera, è la REALTA', che si riserva 4 unità per se stessa e poi divide esattamente il 96 residuo in 6 parti perfettamente uguali e di 16 quantità ciascuna. Pertanto, anche se la matematica lo permette, è sostanzialmente SCORRETTO entrare nei dettagli decimali, che non sono più SPAZI di divisione, ma TEMPI di divisione.
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Bibbia, libro 1, 11 1. Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole 11 parole in Bibbia 1, 11, 1, e non certo per caso. 45 lettere al lavoro come 1/8 di 360, e non per caso, essendo Tg 45°=1. L'opera totale implica non per caso 45 lettere +11 sabati = 56, che è tutto il percorso compiuto da un 10 che sia interno al 66=ROMANO. Non per caso 56=UOMO è 66=L'UOMO per eccellenza. 477 è il valore numerico e coinvolge il 47=AMODEO alla dimensione 10 di Dio e nel dettaglio 7 dell'intera opera creativa 477 / 11 = 43/1 unità divise da un Dio Uno e Trino indivisibile. 477 / 45 lettere al lavoro = 10 diviso da un 3x3x3 indivisibile. 477 / 56 lettere all'opera = 8 diviso da un 29=RO indivisibile. In questo capitolo 11 riparte la descrizione dei rapporto generativi tra soggetti che fanno primogeniti in un certo numero di anni e che sono messi a denominatore di tutti gli altri fatti dopo nella singola vita di ciascuno. Eravamo giunti ad un 800/130 +807/105 +815/90 +840/70 + 830/65 + 800/162 +300/65 + 782/187 +595/182 +450/500 =65,56905193571860 e ora si aggiungono +500/100 (Sem) + 403/35 (Arpacsad) +403/30 (Selach) +430/34 (Eber) +209/30 (Peleg) +207/32 (Reu) +200/30 (Serug) +119/29 (Nacor) +205/70 (Terach) = 69,72878090891529 è il totale incremento per queste 9 cause 65,56905193571860 sono state le prime 10 cause fino a Noè 135,29783284463389 il totale dopo 19 cause e fino a Terach
Si è arrivati, in totale al dimezzamento del 270 che è 10 volte il 3x3x3, ed è un piano a lati 50+50=100 il cui flusso è il totale dei primi tre nomi di Dio, ROMANO+ANTONIO+ANNA=66+78+26 =170. Questo ciclo che fluisce possiamo considerarlo pari a 10 RA. 4 : 4 + 4x4 = 17 di fatto è: Log [10^(4 : 4) x 10^(4x4)] in cui il Logaritmo decimale abbatte la base 10 delle due potenze che combinano tra di loro due calcoli opposti tra di loro, e dunque li combinano in una unità. Ogni unità risulta dalla combinazione di due valori uguali e contrapposti, del tipo di N/1 x 1/N. Non a caso la storia sacra, che comincia dalla partenza da UR di Terach, lo identifica con la 19a generazione, ossia da quella causa che indica, per il suo numero, tutto il moto di 1 che esiste in un 10 presente come 10 e che si sposta di 10. In tal modo l'unità si ritrova in un 20, in cui a sua volta si sposta solo di 19. Il nuovo incremento, delle 9 cause assolute che ora appartengono al mondo (e che potremmo considerarle 900 proprio in quanto assolute) incremento che è ripartito in un nuovo ciclo di decine, è nel valore intero quel 69 che deriva da 900/13 = 69,2307, periodo eterno in queste sei cifre. 69,72878090891529 meno 69,23076923076923 = (il perfetto 900/13) 00,49801167814606
c'è in più è il tempo ½ della realtà che va in un solo verso (la differenza è appena di 2/1.000. 135,29783284463389, il valore assunto con Terach presenta un tempo di 0,2978.... corrispondente al 33,75% e rappresenta il flusso tridimensionale quando è riferito ad un solo asse di propagazione. Anche qui i valori sono così tanto dettagliati da comprovare una DIVINA SAPIENZA alla base della Scrittura Biblica. Il valore 135 era anche quello che portava al 66 periodico eterno il
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periodo succitato, di 900/13 = 69,2307692307692307.... Infatti 900/13,5 = 66,6666666666666. Pertanto, quando la Bibbia riparte nel nuovo ciclo e descrive la genealogia dalla causa 11 alla 19, e con questo porta al valore intero in 135, trascendendo il tempo, che quando si descrive lo spazio deve essere totalmente omesso, compie questo processo, nei confronti di quanto è posto “in principio” come il 10^3 = 1.000. 1.000 ------- =ROMANO=66, nel periodo intero di se stesso 135 Chi è il soggetto che, con la sua vita e il rapporto tra tutti i figli e figlie avuti dopo il primogenito, e questo stesso considerato come causa prima e riferimento generale a tutto il resto... è un soggetto di nome TERACH, che vale 18+5+16+1+3+8=51=PAOLO=CENTO. Provenendo egli da UR, è in un certo senso simile ad UR.ANO, il Padre di tutti gli dei nella teologia Romana. <TE, R.A., CH> indica chiaramente sia un Te Romano Amodeo legato al Cristo, sia un TER (Romano 3) A., sia la croce T di ER. Quando Abramo, suo figlio, deriva DA (romano) R.AMO, ha in Terach l'essenza Paterna che caratterizza Romano Amodeo, ente dualistico. Romano Amodeo, con Torquato e RO AN AN PA TO AM, forma 113, Romano con OOAOOO le 6 lettere finali, e NINLTE, le 6 lettere semifinali, formano la trinitaria consistenza nel 66. Quando ABRAMO starà per sacrificare ISACCO, vede un ARIETE le cui corna erano impigliate in un cespuglio, e sacrifica quella BESTIA. <A.R.-Ie-TE> (TE-R.A.-CH) sono la stessa indicazione secondo la quale il sacrificato vero è il padre
32. L'età della vita di Terach fu di duecentocinque anni; Terach morì in Carran. 14 parole, per 61 lettere al lavoro in una opera intera di 75, quanto tutta la dimensione dello spazio dato da 300/4. L'età della vita di Terach fu di 10+24+30+48+21+51+25+13 = 222 = 1 +Romano+Antonio+ Anna +Paolo, che assommano a 221, nel segno terzo della BESTIA, il SOMARO che porta in groppa un Dio invisibile, in quanto vale zero, il valore più grande che esiste. duecentocinque anni; 142+34 = 176 =100 +38+30 (assoluto flusso nel piano natale) Terach morì in Carran 51+49+21+49 = 170 = Romano+Antonio+Anna. 222+176+170 = 568 = 566 +1+1, tutto il volume reale in 1000/2 relativi a un 66=Romano, nel flusso di un piano a lati 1+1. 568 / 14 parole = 40, Dio Uno e Trino diviso a ogni parola da un indivisibile Duo in potenza Trinitaria di 2^3=8 568 / 61 lettere al lavoro = 9 interamente diviso da un 38/2, uno dei due descritti in Genesi 38. 568 / 75 lettere in opera = 7 opera intera, divisa da un 43 indivisibile che indica tutto il moto di 1 in UNO=44 nel suo valore alfanumerico. Il capitolo 11 si conclude con il nome di CARRAN, il luogo in cui Terach morì. Tra il 3=C e la finale N=12, esiste il dualismo di A,R. e R.A., per Amodeo Romano e Romano Amodeo. CARRAN “trascende” uno spettacolare NARRA C., Cristo. Infatti il compito che Dio padre ha assegnato a questo personaggio è di RACCONTARE la verità di Gesù Cristo, finché muore...
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Finito a Saronno, il giorno di giovedĂŹ 12 maggio 2.016 a 75 giorni dalla mia prevista morte il 26 luglio 2.016.