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Editoriale / 1 Una ripresa che non s’ha da fare?

Il rilancio post-pandemia assume sempre più l’aspetto di un percorso a ostacoli. Dai picchi a singhiozzo dell’emergenza sanitaria, alla costante mancanza di manodopera, dalle impennate dei prezzi dei materiali e dei carburanti, al conflitto russo-ucraino che, tra le devastanti conseguenze dello scontro, aggrava la crisi dell'acciaio e solleva enormi incertezze sugli approvvigionamenti di gas e petrolio. Servono provvedimenti urgenti che rispondano con tempestività alle problematiche affrontate dal settore, così come da altri comparti produttivi, impegnati nella ripartenza e nella crescita economica italiana. Tentennamenti e ritardi possono compromettere gravemente la bontà delle iniziative in corso, a partire dalla rigenerazione degli immobili agevolata dai bonus edilizi e dalle opportunità legate al Pnrr. Il rischio, più volte sottolineato dalla nostra Associazione, è, per il settore delle costruzioni, il blocco dei cantieri. Doveva essere un anno booster per la ripartenza e, invece, all’orizzonte incombe uno scenario minaccioso, con il possibile drastico stop dei lavori, pubblici e privati, e lo slittamento delle consegne. Un tiro alla fune tra commesse, anche importanti, agevolate dagli incentivi fiscali e difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali con il concomitante aumento dei costi energetici che si scarica inevitabilmente sui prezzi delle diverse forniture non previsti nei contratti o nei bandi di gara. Oggi non si trova più bitume, acciaio e alluminio. Il pericolo è che, in tempi brevissimi, vengano vanificati gli interventi fatti a favore del settore, catapultando il Paese in una crisi profonda. In questo contesto, nessuno può LE MISURE VARATE FINORA garantire l’ultimazione delle opere commissionate NON SONO SUFFICIENTI AD lavorando sottocosto e il pericolo è che le imprese ARGINARE LA DIFFICILE siano costrette a disertare bandi che hanno per oggetto opere da realizzare con prezzari sottostimati, lontani dalla realtà di mercato. Senza SITUAZIONE E A SCONGIURARE IL RISCHIO DI UN FERMO DEI CANTIERI. SE NON SI INTERVERRÀ IN provvedimenti ad hoc per calmierare i prezzi ai TEMPO, GLI INVESTIMENTI valori correnti e far fronte ai maggiori costi so- IN CORSO E L’AVANZAMENTO stenuti dalle imprese con efficaci misure di compensazione degli aumenti subiti, si assisterà a una DEL PNRR POTREBBERO ARENARSI RAPIDAMENTE paralisi dei cantieri. A rischio la stessa attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Pare sia “una ripresa che non s’ha da fare”, anche se le stime Ance evidenziano che il settore delle costruzioni ha confermato il percorso di crescita intrapreso ad inizio del 2021, dopo la battuta d’arresto registrata nell’anno della pandemia, registrando un incremento del 16,4% in termini reali, derivante da aumenti generalizzati in tutti i comparti. Le misure varate finora non sono sufficienti ad arginare la difficile situazione e a scongiurare il rischio di un fermo dei cantieri. Siamo consapevoli della gravità del momento e delle difficoltà che il Governo sta gestendo anche sul piano internazionale, ma la nostra Associazione chiede non vengano accantonate le problematiche che interessano il mercato dei lavori pubblici e, quindi, la realizzazione del Pnrr. Quest’ultimo, peraltro, ha raggiunto un apprezzabile avanzamento nella fase di programmazione e ripartizione dei fondi. Come riporta l’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, dei 108 miliardi di euro destinati ad interventi di interesse del settore delle costruzioni, 87,3 miliardi, pari all’81%, risultano già assegnati ai territori. Nell’immediato permane l’urgenza di un generale adeguamento dei prezzari e degli importi a base d’asta. Da non tralasciare però l’esigenza di sviluppare una strategia unitaria per il futuro, fondamentale per garantire un’effettiva ripresa del Paese in un quadro storico di grandi cambiamenti. Se non si interverrà in tempo, gli investimenti in corso e l’avanzamento del Pnrr potrebbero arenarsi rapidamente, con gravi ripercussioni anche sul comparto delle opere pubbliche, per il quale Ance stima nel 2022 un aumento dell’8,5% nel confronto con il 2021. Massimo Angelo Deldossi

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