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imprese
L’intenso secolo di vita della Ziliani F.lli & Figli Spa
di Adriano Baffelli
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a realizzazione nel 2016 dell’opera “The Floating Pears”, sul Lago d’Iseo, si deve in gran parte alla collaborazione garantita sin dalle premesse all’iniziativa del compianto artista Christo Vladimirov Yavachev dall’impresa iseana Ziliani F.lli & Figli Spa. Il ruolo della società guidata con visione e polso sicuro dal geometra Angelo Ziliani si rivelò fondamentale, contribuendo con personale, mezzi e soluzioni tecnologiche a superare le molteplici sfide che il complesso allestimento della straordinaria opera di Land Art ha comportato. Un’iniziativa che s’inserisce tra le molte sfide raccolte e vinte dall’azienda in oltre cento anni di vita, fra il resto caratterizzati da un quasi certo record: per trenta volte ha trasportato in elicottero la Madonna di Fatima. Ha radici secolari, infatti, la società Ziliani F.lli & Figli Spa: il primo documento certo relativo a un’opera realizzata dalla allora Ziliani Sebastiano risale al 1920, con la costruzione del canale di Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo, un’opera che impiegò quasi seicento operai per un periodo di sei anni e l’impiego dell’allora innovativo sistema vagon-drill. Negli anni successivi l’impresa sarebbe stata protagonista di altre significative realizzazioni. Tra queste meritano una citazione: la strada MalegnoBorno, risalente al 1930, splendido percorso conosciuto anche per l’omonima competizione automobilistica, corsa in salita tra le più apprezzate; le scuole e la palestra di Monte Isola, nel 1934; gli stabilimenti dell’allora Mas, oggi Beretta, a Sulzano, intervento del 1940; gli storici e blasonati canteri nautici della Riva a
Sarnico, con le annesse strutture di servizio, realizzati nel 1950; nel 1954, sempre nella cittadina lacustre bergamasca, il cinema di Sarnico; le case popolari dell’Ina Casa a Monte Isola e Sulzano nel corso del 1958. Durante il primo mezzo secolo di vita dell’azienda furono varie le modifiche societarie intervenute, sia nella forma sia nella compagine sociale, ma tutte sempre con la famiglia Ziliani al centro dell’attività aziendale, tanto che nel 1967 le redini della società, allora nelle mani di Pietro, figlio di Sebastiano, iniziarono a passare al diciassettenne Angelo, nipote del fondatore, oggi presidente della Ziliani F.lli & Figli Spa, che vede già presente nel consiglio di amministrazione la nuova generazione, rappresentata dal figlio Alessandro. Dal 1976, con lo spostamento della sede da Monte Isola a Iseo, la Ziliani ha iniziato un percorso che l’ha portata sempre più a caratterizzarsi nella realizzazione di opere speciali: costruzioni e manutenzioni lacuali, moli, porti, banchine, scogliere, ponti e pontili, introducendo operazioni poco comuni allora come oggi. Tra queste: palancolate, dragaggi, condotte subacquee. Nella provincia di Brescia e forse nell’intera Lombardia, è stata la prima azienda a realizzare palancolate. E per poter affrontare questa tipologia di lavorazioni, nel corso della propria storia, la Ziliani F.lli & Figli s.p.a. ha sempre investito molto nei mezzi e nelle attrezzature di lavoro. Un aspetto che tuttora è considerato dalla proprietà un fiore all’occhiello della propria struttura operativa.
La Ziliani F.lli & Figli Spa oggi
L’odierna Ziliani F.lli & Figli Spa offre alla propria clientela una gamma di servizi specifici e specialistici, ponendosi come leader di mercato nella realizzazione di opere portuali, lacuali, palancolate (per consolidamento o provvisorie), e dispone di attrezzature all’avanguardia, incluso un elicottero per il trasporto materiali in luoghi disagiati, per la ricognizione dei siti di lavoro e la verifica dei cantieri in corso. “La Ziliani ha sempre creduto nell’organizzazione del lavoro — sostiene il geometra Angelo Ziliani — trasformando l’obbligo dell’acquisizione delle certificazioni in un momento di revisione e conseguente ottimizzazione di tutta l’organizzazione interna, introducendo sistemi informatici innovativi che consentono un costante monitoraggio e una rapida consuntivazione del lavoro eseguito”. Con soddisfazione il patron dell’impresa specializzata iseana afferma di “Non avere mai rifatto un lavoro in sessant’anni di attività!”. Anche sul fronte del personale interno, la società iseana ha sempre prestato e dichiara di continuare a prestare, molta attenzione alla formazione e alla qualifica dei propri dipendenti, tant’è che oggi tutti possiedono il libretto di navigazione per le
acque interne e sono stati tra i primi a sostenere corsi specifici per la conduzione in sicurezza delle macchine movimento terra, per il conseguimento del patentino per macchine perforatrici di grande diametro e per effettuare i lavori in ambiente lacuale e marittimo. La Ziliani Spa ha ottenuto la certificazione Uni En Iso 9001:2008 nel maggio 2000 e, dal 2001, è stata tra le prime ad ottenere l’attestazione Soa per varie categorie e importi: dalla Categoria OG 01: edifici civili e industriali al livello III e perciò sino a euro 1.033.000 alla Categoria OG 07: opere marittime e lavori di dragaggio al livello IV Bis e perciò fino a euro 3.500.000. La Ziliani F.lli & Figli Spa è iscritta ed è un socio fondatore dell’Aif, l’Associazione imprese fondazioni.
Clienti
La Ziliani F.lli & Figli Spa ha operato e opera con molti clienti di rilievo nazionale, oltre che con molte realtà istituzionali soprattutto del territorio bresciano ma non solo. Tra questi si segnalano A2A, per la quale ha realizzato una condotta subacquea; l’Astaldi Spa, con palancole, pali e consolidamenti; Enel Spa, strade, fognature e acquedotti; Ferrovie Nord Milano Esercizio Spa, lavori edili; il Magistrato per il Po, opere fluviali, idrauliche e bonifiche. Ed ancora, opere marittime, lacuali e dragaggi per la Provincia Autonoma di Trento e per Regione Lombardia e sul versante privato per l’austriaca Swarovsky.
L’attività dell’impresa
Le Palancolate. “Un palancolato — spiega il geometra Alessandro Ziliani — è un diaframma realizzato mediante infissione nel terreno di profilati metallici, di sezione generalmente ad U aperta, i cui bordi laterali, detti gargami, sono sagomati in modo da realizzare un’opportuna guida all’infissione del profilato adiacente, disposto in posizione simmetricamente rovesciata. La palancola è uno strumento essenziale oggi per garantire velocità e soprattutto sicurezza nell’esecuzione di opere di consolidamento, scavi profondi, scavi a trincea, sistemi di sostegno provvisori e in tutte quelle situazioni in cui si presenta il rischio di franamento/smottamento”. I vantaggi dell’impiego delle palancole sono: già pronte all’uso, facili da trasportare e movimentare, impiego minino di mezzi e manodopera, lavoro non vincolato alle condizioni atmosferiche, consentono all’impresa una grande riduzione dei tempi di esecuzione ed una maggiore sicurezza nella prevenzione di incidenti e infortuni. La Ziliani F.lli & Figli Spa è in grado di fornire un servizio completo alla propria clientela, incluso: la progettazione, con preventiva prova penetrometrica, l’infissione, l’estrazione e l’eventuale noleggio di lungo periodo o vendita. “Siamo in grado di infiggere palancole tipo Larssen di ultima generazione, di lunghezza a partire da un metro sino ad un massimo di quattordici metri e oltre in caso di palancole a perdere. Quando necessario, la Ziliani Spa è in grado di posare tiranti e puntoni, per incrementare la rigidità della palancolata infissa, e di utilizzare soluzioni specifiche per la riduzione dell’impatto ambientale, come ad esempio palancolate rivestite in legno. L’infissione e l’estrazione avvengono sempre mediate vibroinfissori ad alta frequenza, variabile, di ultima generazione”. Principalmente
le palancole s’impiegano per: armature di contenimento dei terreni (obbligatorie per profondità superiori a 2 mt); massicciate e scarpate; pareti di sostegno e contrafforti; scavi in terra e in acqua; demolizioni; fognature; gallerie, sottopassi stradali e ferroviari; ponti, viadotti; acquedotti, oleodotti, metanodotti, gasdotti; costruzioni portuali e marittime; argini di fiumi e canali, diaframmi; delimitazioni terreni inquinati per bonifiche; discariche di rifiuti civili e industriali; interventi emergenza protezione civile (alluvioni, frane e terremoti).
Pali e palificazioni. Si ricorre alle fondazioni su pali tutte le volte che risulta impossibile adottare le ordinarie fondazioni superficiali: per difetto di capacità portante del terreno affiorante; quando è tecnologicamente impossibile effettuare fondazioni superficiali (strutture offshore, terreni incoerenti soggetti ad elevati gradienti di filtrazione); per incompatibilità dei cedimenti assoluti o differenziali di fondazioni superficiali con il tipo di struttura da fondare; quando è necessario isolare le fondazioni dal terreno superficiale, poiché soggetto ad erosione o ad altri fenomeni che ne modificano periodicamente o saltuariamente le caratteristiche fisiche. La Ziliani è in grado di infiggere pali in ferro, legno e cls, di diametri fino a 800 mm e lunghezza fino a 30 metri, mediante vibroinfissori ad alta frequenza, sia in terreno che su fondale, da terra o da pontone.
Consolidamenti. In caso di smottamenti, frane e sottomurazioni cedevoli, la Ziliani Spa è specializzata nell’effettuazione di opere di ripristino, rafforzamento e stabilizzazione, sia con la realizzazione di getti ad doc, sia con la preventiva infissione di micropali. Grazie ad un parco mezzi dedicato a questo tipo di operazioni, l’impresa è in grado di operare anche in zone scoscese, lacuali o marine.
Opere marittime, lacuali e dra-
gaggi. La Ziliani F.lli & Figli Spa ha una vasta esperienza nell’esecuzione di opere su acqua, in particolare per la realizzazione di: porti e banchine; ponti e pontili in ferro, ferro-legno, galleggianti; scogliere; lavori subacquei, con impiego di tecnici Ots; demolizioni subacquee; condotte subacquee (realizzazione e posa); sottofondazioni e sottomurazioni; dragaggi; infissione ed estrazione di pali e palancole in ambiente marino/lacuale; manutenzioni di porti, darsene, scogliere, spiagge; posa di boe e corpi morti; recupero di relitti di imbarcazioni, veicoli, mezzi e strumenti e relative opere di servizio. Per questa attività la Ziliani ha, nel proprio parco mezzi, più pontoni galleggianti, con una portata galleggiante complessiva di trecento tonnellate, facilmente trasportabili da un sito all’altro grazie alla sua costruzione modulare. La principale opera di condotta subacquea è l’attraversamento sub lacuale della tubazione fognaria tra la terra ferma e Monte Isola-Lago d’Iseo, l’isola lacustre più grande d’Europa: lunghezza 900 metri, profondità 98 metri, due tubazioni in pead Pn 20 dal diametro di 250 millimetri.
Opere fluviali, idrauliche e bo-
nifiche. Grazie ad alcune macchine specifiche, piccole e manovrabili, l’impresa Ziliani è in grado di eseguire operazioni di ripristino, pulizia e bonifica del letto e argine di fiumi e torrenti, opere fluviali di difesa, consolidamenti, nonché la realizzazione di nuovi canali, scogliere, briglie. Con l’elicottero aziendale è in grado di eseguire sopralluoghi in zone impervie e di difficile raggiungimento.
Pulizia di acque marine, lacustri
e fluviali. La Ziliani Spa è in grado di eseguire operazioni di pulizia e bonifica di acque marine, lacustri e fluviali, mediante particolari mezzi tecnici speciali, in qualsiasi tipo di acqua. Inoltre, è in grado di effettuare l’attività di smaltimento dei rifiuti raccolti, presso discariche autorizzate, nel rispetto della normativa vigente.
Trasporto su acqua. Per trasporto su acqua si intende tutto quell’insieme di attività, uomini, strumenti e tecniche che consentono il trasporto di persone, mezzi di lavoro e merci per mezzo di pontoni galleggianti. La Ziliani F.lli & Figli Spa grazie al proprio parco mezzi, costituito da più pontoni modulari all’occorrenza assemblabili in un’unica piattaforma, con una portata galleggiante complessiva di 300 tonnellate, è in grado di assicurare la movimentazione conto terzi di: autovetture, camion di trasporto e rimorchi; autobotti, escavatori, e attrezzature in genere; merci e prodotti; servizi di pronto intervento; traino, rimorchio e spinta. Tutti i natanti sono dotati di specifica licenza e prove di stabilità, necessarie per legge. Il parco mezzi utilizzato è tutto di recente costruzione ed il personale impiegato vanta una significativa competenza per la corretta esecuzione di tali operazioni, che richiedono grande esperienza ed attenzione. Quest’ultimo risultato è stato raggiunto anche grazie all’impegno della Ziliani nella promozione di corsi di formazione specialistici.
Opere ambientali. La qualifica del territorio è un tema sempre più di interesse per le amministrazioni locali, ma oggi anche per i privati. L’impresa ha maturato una conoscenza specifica e acquisito le necessarie competenze per le opere di riqualificazione territoriale, con interventi mirati al miglioramento delle condizioni ecologiche, dello stato qualitativo e alla rinaturalizzazione delle aree, in ambito fluviale, lacuale o marino; ad esempio: isole e penisole naturalistiche, con piantumazione; spiagge litorali per la riproduzione di specie ittiche elettive; creazione di habitat abitativi sommersi; posa di pietraie e massicciate sommerse per il rifugio dell’ittiofauna; posa di alberelli, fascine e ceppaie sommersi per la creazione di zone di colonizzazione ittica.
Tutela della risorsa idrica
La siccità e la riduzione delle falde acquifere spingono a una riflessione sulla disponibilità di acqua per i prossimi decenni. I cambiamenti climatici e i prelievi idrici, così come i problemi legati a perdite, al mancato riutilizzo dei reflui e agli scarsi investimenti nella manutenzione e nell’efficientamento della rete di distribuzione, sollevano l’urgenza di tutelare “l’oro blu” in un pianeta che ha “sempre più sete”. L’edilizia, tra i settori più idroesigenti ricopre un ruolo fondamentale per aumentare l’efficienza nell’uso dell’acqua, per incoraggiare il riciclo e il riutilizzo di questa risorsa, nonché per limitarne l’inquinamento.
Efficientare l’idrico con un approccio che guarda alla sostenibilità
Le possibilità d’intervento, il ruolo dell’edilizia e la proposta dei certificati blu
Il caro bollette di questi mesi riflette il generale aumento dei prezzi delle materie prime e dei consumi energetici che grava pesantemente sul portafoglio di famiglie e imprese. Crisi economiche, cambiamenti climatici, tensioni geopolitiche contribuiscono a peggiorare il clima di tensione. Tra le risorse sempre più strategiche e richieste a livello mondiale, ma sempre più difficili da trovare, l’acqua merita una seria e approfondita riflessione. Secondo il “World Population Prospects 2022” delle Nazioni Unite, la popolazione continuerà ad aumentare, arrivando a 8,5 miliardi intorno al 2030 e a 9,7 nel 2050, portando a un incremento della domanda, a fronte di un costante calo della disponibilità di risorse naturali. Già a metà novembre 2022, si dovrebbero raggiungere gli 8 miliardi, 1 milione in più rispetto al 2010. Nel rapporto “Acqua e cambiamenti climatici” di UNWater, realtà che coniuga gli sforzi delle entità delle Nazioni Unite e delle organizzazioni internazionali che lavorano su questioni relative all’acqua e ai servizi igienico-sanitari, si legge che nell’ultimo secolo il consumo globale di acqua è diventato sei volte maggiore rispetto a un centinaio di anni fa e continua a crescere costantemente a un tasso di circa l’1% annuo (figura 1: dati Aquastat 2010) per via dell’incremento della popolazione, dello sviluppo economico e del cambiamento dei modelli di consumo. Il pianeta avrà quindi sempre più “sete”. Secondo quanto riportato nel “Libro bianco, valore acqua per l’Italia 2022”, rapporto realizzato da The European House — Ambrosetti, forum internazionale di discussione su temi principalmente economici che si tiene ogni
anno dal 1975, “l’Organizzazione delle Nazioni Unite prevede un’ulteriore crescita nel livello di prelievi idrici per i prossimi anni (figura 2): se nel 1900 venivano prelevati a livello mondiale 0,65 trilioni di m3, oggi sono 4,2 trilioni di m3 (per 6,5 volte rispetto agli inizi del XX secolo) e raggiungeranno i 6 trilioni di m3 nel 2050 (valore decuplicato rispetto agli inizi del XX secolo)”. Attualmente, il 30% delle acque sotterranee mondiali è in fase di deperimento, con una progressiva diminuzione dell’ 1% della capacità globale di stoccaggio dei bacini idrici legata ad un loro eccessivo sfruttamento, e 2,2 miliardi di persone non hanno accesso ad acqua potabile e servizi idrici di base nel mondo. I dati UNWater più recenti stimano che nel 2030 il 40% della popolazione mondiale vivrà in condizioni di stress idrico. Il “World Risk Report”, pubblicazione annuale sui principali rischi globali, ha riconosciuto le crisi idriche tra i pericoli ad alta probabilità e ad alto impatto per la popolazione a livello mondiale. Quest’anno lo stesso report ha sottolineato che, tra i principali rischi percepiti a livello mondiale per i prossimi dieci anni, ci sono tre fattori strettamente correlati a una gestione consapevole e sostenibile della risorsa idrica: il “fallimento di azioni per l’adattamento climatico”, “eventi meteorologici estremi” e la “perdita della biodiversità”. Figura 1. Prelievi mondiali di acqua nel corso del secolo precedente
Bacini idrici* Municipi Imprese Agricoltura
Nota: *Evaporazione da laghi artificiali.
Fonte: AQUASTAT (2010).
4.500
4.000
3.500
3.000
2.500
/anno
3 km 2.000
1.500
1.000
500
0
1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010
Anno
Figura 2. Prelievi idrici mondiali (miliardi di m3), 1900-2050E .
6.000 5.500 5.000 4.500 4.000 3.500 3.000 2.500 2.000 1.500 1.000 500 0 1900-2020 +1,6% (prelievi idrici, CAGR*) +1,9% (popolazione, CAGR*)
0,65 trilioni di m3 2020-2050 +0,9% (prelievi idrici, CAGR*) +1,2% (popolazione, CAGR*)
~4,6 trilioni di m3
1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020 2030 e2040 e2050 e
Fonte: elaborazione The European House-Ambrosetti su dati Organizzazione delle Nazioni Unite e United Nations Educational Scientific and Cultural Organization (UNESCO), 2022.
“L’Italia — riporta lo studio The European House — Ambrosetti - è uno dei Paesi più idrovori d’Europa, sia a livello assoluto con oltre 9 miliardi di m3 di acqua prelevata ogni anno per uso civile (1° Paese dell’Unione Europea), sia in termini relativi, con 152 m3 di acqua prelevata per abitante all’anno (2° Paese dell’Unione Europea, dopo la Grecia). A questo si aggiunge una rete infrastrutturale obsoleta e poco efficiente, in tutte le fasi della filiera: ad esempio, il 60% della rete di distribuzione dell’acqua ha più di 30 anni e il 25% più di 50 anni. Tale obsolescenza genera a sua volta crescenti difficoltà gestionali e un’elevata quota di perdite idriche. In Italia, il 47,6% dell’acqua prelevata viene dispersa nella rete o non viene contabilizzata. Questo è dovuto ad un livello di investimenti inadeguato. Anche quest’anno, l’Italia rimane in fondo alla classifica europea con 46 euro per abitante all’anno (figura 3), poco più della metà della media europea (82 euro) e metà degli investimenti francesi (90 euro) e tedeschi (92 euro)”. Se si considera l’evoluzione degli investimenti italiani nel settore negli ultimi anni, emerge comunque
Una panoramica sulla situazione italiana
Figura 3. Tasso di investimenti nel Servizio Idrico Integrato nei Paesi dell’Unione
Europea e Regno Unito (Euro per abitante, 2019)
226 179 178 156 135 123 109 92 92 90 75 73 72 59 53 50 46
Media europea: 82
44 43 25 22
Norvegia Danimarca Estonia Slovenia Regno Unito Finlandia Svezia Svizzera Germania Francia Malta Bulgaria Portogallo Belgio
Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Utilitatis e EurEau, 2022. N.B. Il dato non è disponibile per i Paesi dell’Unione Europea non riportati nel grafico (fonte EurEau).
Rep. Ceca Slovacchia Italia Polonia Paesi Bassi Ungheria Spagna
Figura 4. Intensità d’uso dell’acqua per settore man
Estrazione di minerali Tessile Coke, prodotti petroliferi raffinati e prodotti chimici Prodotti farmaceutici di base e prep. farmaceutiche Gomma e materie plastiche Altri prodotti della lavoraz. di minerali non metalliferi Carta e prodotti di carta Prodotti in metallo (esclusi macchinari) Bevande e prodotti del tabacco Altre industrie manifatturiere MEDIA NAZIONALE Prodotti in legno e sughero (esclusi mobili) Apparecchiature elettriche Abbigliamento Alimentari Altri mezzi di trasporto Siderurgia e metalli di base Macchinari e apparecchiature n.c.a. Computer e prodotti di elettronica e ottica Prodotti in pelle Mobili Autoveicoli, rimorchi e semi-rimorchi Riparazione e installazione di macchine Stampa e riproduzione di supporti registrati
un trend positivo (+47% nel periodo 2012-2019). Difficoltà nella disponibilità della risorsa idrica possono causare gravi problemi al settore economico, nel quale l’acqua è input produttivo primario di molte attività. Se l’agricoltura continua ad essere il più grande consumatore del cosiddetto “oro blu”, al secondo posto si collocano le industrie manifatturiere. Tra queste si trovano le più idrovore sono le realtà dei comparti gomma e plastica, tessile e abbigliamento, siderurgia, carta, riparazione e manutenzione, legno e mobili, prodotti in metallo e industria alimentare e delle bevande. Secondo i dati presentati nel 2019 dall’Istat sull’utilizzo e qualità della risorsa idrica in Italia, il volume di acqua complessivamente utilizzata come input produttivo dall’industria manifatturiera nazionale si stima ammonti a circa 3,79 miliardi di metri cubi nel 2015, con l’esclusione dell’acqua utilizzata per i servizi igienici e il consumo umano all’interno degli stabilimenti produttivi. Applicando l’indicatore Intensità d’uso dell’acqua (Water Use Intensity Indicator, WUI) nel nostro Paese, nel 2015, sono stati necessari in media 5,9 litri di acqua per ciascun euro di produzione realizzata (figura 4). Le applicazioni da parte delle industrie manifatturiere possono essere le più svariate: per la pulizia, il riscaldamento e raffreddamento; per generare vapore; per trasportare particolati o altre sostanze; come materia prima; come solvente; come parte costituente del prodotto stesso. Sempre secondo l’Istat, per quanto riguarda l’approvvigionamento dell’acqua utilizzata nei processi produttivi, “le imprese con meno di cinque addetti utilizzano nella maggior parte dei casi acqua della rete pubblica per uso civile con un uso stimato di circa 195 mila metri cubi, mentre le imprese medie e grandi si servono di specifici sistemi di auto approvvigionamento o utilizzano acqua che proviene da infrastrutture a servizio di nuclei e aree industriali”. Il terzo settore idrovoro, dopo agricoltura e manifattura, è quello energetico. “La risorsa idrica, infatti, serve per la produzione, la trasmissione e distribuzione di energia elettrica, di gas e per la fornitura di vapore e aria condizionata, ma è anche essenziale — precisa lo studio The European House - Ambrosetti 2022 - per la produzione di energia idroelettrica, che in Italia ha un ruolo fondamentale, incidendo (nel 2020) per il 17,6% sul totale della produzione elettrica nazionale e per il 40,5% sulla produzione rinnovabile”. Secondo l’elaborazione di Ref Ricerche sui dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea): “In termini di quote, il settore agricolo registra oltre il 50% dei prelievi d’acqua, seguito dal Servizio idrico integrato (Sii) che attualmente assorbe circa il 20% della domanda di risorsa idrica. Il prelievo di acqua dai settori manifatturiero e delle costruzioni incide per circa il 10-15% sul fabbisogno idrico nazionale, con un peso di poco inferiore a quello dalla produzione di energia. Ad oggi, dunque, circa il 75% dei consumi di acqua in Italia è esterno al perimetro del servizio idrico integrato e della regolazione Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente)”.
manifatturiero. Anno 2015 (litri per euro)
5 10 15 20 Figura 5. Prelievo idrico per settore - 1990-2017, dati in volumi (m3)
45.000.000 40.000.000 35.000.000 30.000.000 25.000.000 20.000.000 15.000.000 10.000.000 5.000.000 0
1990 1995 2000 2005 2010 2015 2017
Agricoltura Elettricità e gas Manifatturiero e costruzioni Servizio idrico integrato
Fonte: elaborazioni laboratorio REF Ricerche sy dati European Environmental Agency
il ruolo dell’edilizia
per la salvaguardia della risorsa idrica
Il settore industriale e quello minerario hanno un grande potenziale per aumentare l’efficienza nell’uso dell’acqua, per incoraggiare il riciclo e il riutilizzo di questa risorsa, nonché per limitarne l’inquinamento. In questo contesto, anche l’edilizia può giocare un ruolo fondamentale, contribuendo preventivamente alla salvaguardia e ad una gestione più efficiente dell’acqua. Il settore è infatti tra i più idroesigenti, sia nella fase di costruzione degli edifici sia in quella successiva, che riguarda il loro utilizzo. Da un lato si può intervenire continuando a promuovere comportamenti virtuosi di risparmio della risorsa idrica verso chi abita ciascun immobile, dall’altro si sono introdotti gradualmente tecniche e dispositivi per ridurre il consumo di acqua potabile e favorire il riutilizzo per usi compatibili di acque meno pregiate. Tre sono i possibili aspetti su cui intervenire: tutelare l’acqua potabile prima del suo utilizzo; riscoprire l’acqua piovana o meteorica, non adatta al consumo umano, per eseguire alcune lavorazioni garantendo un risparmio in termini idrici e ambientali; e gestire appropriatamente i reflui o acque di scarico alla fine del ciclo antropico. Ogni azione sviluppata deve essere indirizzata non solo al risparmio nell’utilizzo della risorsa acqua negli usi interni ed esterni di un edificio, ma anche alla qualità dell’acqua attraverso i sistemi di trattamento previsti per le acque grigie, di scarico e alla protezione della risorsa idrica dagli impatti associati alle diverse fasi del ciclo di vita dell’edificio. A fianco degli accorgimenti che possono essere preziosi per la riduzione dell’uso di acqua in fase di produzione di materiali e componenti e a quelli finalizzati alla rimozione delle sostanze contaminanti per il recupero e riutilizzo delle acque reflue, si sottolinea l’importanza della previsione dei consumi d’acqua nella fase di progettazione dei sistemi idrici sulla base del reale fabbisogno degli utenti e della valutazione degli impatti ambientali con riferimento all’intero ciclo di vita di un prodotto (metodo Lca) o di un servizio per favorire costruzione più sostenibili. Con l’avanzare della crisi energetico-ambientale che minaccia l’intero pianeta, stanno prendendo sempre più piede gli smart building, edifici che integrano strumenti digitali per gestire efficacemente e senza sprechi le risorse idriche. Alcune soluzioni intelligenti si trovano nell’adozione di “Smart Water Meter”, sistemi di monitoraggio, telelettura e telegestione in tempo reale dei dati di consumo dell’acqua, nei sensori IoT, che segnalano eventuali anomalie, perdite e guasti nei sistemi idrici, permettendo di intervenire con tempestività, ma anche nell’intelligenza artificiale e nell’analisi dei big data. Gli smart building indicano così il futuro delle costruzioni, orientato all’implementazione di software e hardware che consentono di ridurre i consumi, garantendo comunque comfort di alto livello al variare delle condizioni e amministrare flussi di energia e informazioni.
Cam e risorsa idrica
Il risparmio della risorsa idrica è un tema posto anche all’interno dei Criteri ambientali minimi, l’insieme di requisiti ambientali definiti dal Ministero dell’Ambiente e inseriti nei bandi per gare d’appalto. Un obbligo che riduce gli impatti ambientali e promuovere modelli di produzione e consumo più sostenibili. Le amministrazioni pubbliche diventano quindi protagoniste nel sollecitare un approccio più attento alla progettazione dei sistemi idrici a servizio degli edifici. I criteri da rispettare (DM 11 ottobre 2017) per i gruppi di edificio sono: la riduzione del consumo di suolo e il mantenimento della permeabilità dei suoli; la riduzione dell’impatto sul sistema idrografico superficiale e sotterraneo; la realizzazione di una rete separata per la raccolta, depurazione e riuso delle acque meteoriche e la previsione di impianti di irrigazione delle aree a verde pubblico. Le specifiche tecniche per il singolo edificio indicano per il risparmio idrico la raccolta delle acque piovane per l’irrigazione e per gli scarichi sanitari, l’impiego di sistemi di riduzione di flusso, controllo di portata, controllo della temperatura dell’acqua, di apparecchi sanitari con cassette a doppio scarico e, per gli edifici non residenziali, di un sistema di monitoraggio dei consumi idrici. Infine, per i componenti edilizi, si puntualizza l’installazione di impianti idrici sanitari con contabilizzazione del consumo di acqua per ogni unità immobiliare.
Sostenibilità di un edificio e Water footprint con il metodo Lca
Il Life cycle assessment (Lca) è una metodologia utilizzata per identificare il potenziale impatto ambientale di un prodotto, di un processo o di un’attività durante tutto il suo ciclo di vita. Questa analisi permette di calcolare la “Water footprint” o impronta idrica (norma Iso 14046), un indicatore che quantifica i volumi di acqua usata per produrre i servizi e i beni utilizzati da un individuo (o comunità) o prodotti da un’azienda. Si tratta di uno strumento, oggi poco diffuso, che guida le imprese verso la sostenibilità della gestione delle risorse idriche, sulla scia di altri strumenti di gestione ambientale come l’Environmental product declaration (Epd), la Carbon footprint e la Product environmental footprint, che costituiscono alto valore aggiunto per le imprese e le pubbliche amministrazioni. In edilizia, la metodologia Lca può essere applicata a diverse scale: il prodotto edilizio, la soluzione costruttiva, l’edificio, il quartiere e la città.
i certificati blu
Secondo quanto indicato dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, in Italia lo spreco di acqua interessa marginalmente il mondo produttivo e industriale, che registra un impatto trascurabile del costo dell’idrico sul proprio conto economico. Per questo motivo non è stimolato a fare investimenti per ridurne il consumo, anche quando è consistente. “Una policy incentivante per i risparmi d’acqua – suggerisce lo stesso Energy&Strategy Group – potrebbe portare a una spinta nello sviluppo di soluzioni di riuso e riciclo della risorsa e a una modifica culturale nell’approccio degli stakeholders al tema dell’acqua, accrescendo la sensibilità sia degli utilizzatori civili sia delle imprese. A fronte del modesto costo di questa risorsa, perché ci sia una reale convenienza nell’investire in innovazione tecnologica occorre però che gli incentivi siano cospicui, e questo è possibile solo con una reale presa di coscienza collettiva dell’importanza del risparmio idrico”. I tempi di ritorno dell’investimento, troppo lunghi a causa ancora una volta del basso prezzo dell’acqua, e il livello della qualità da rispettare sono infatti indicate come le principali barriere che hanno dissuaso le aziende dall’adottare nel tempo soluzioni per il riuso e riutilizzo dell’acqua. Nel 2019 il “Water Management Report” redatto dalla stessa realtà ha proposto di adottare “Certificati blu” come meccanismo di incentivazione, analogo ai titoli di efficienza energetica, conosciuti anche come “Certificati bianchi”. Questi stimolerebbero gli investimenti verso soluzioni tecnologiche di risparmio, riuso e riutilizzo dell’acqua. Per razionalizzare i consumi in tempi in cui la siccità e i pericoli della riduzione delle falde acquifere gravano anche sulla sfera economica, quello che serve è un meccanismo di premio al risparmio idrico e incentivo agli investimenti per l’uso ottimale dell’acqua. Il sistema avrebbe il doppio vantaggio di spingere le imprese ad adottare tecnologie meno water-consuming e finanziare le iniziative di riutilizzo, prestabilendo obiettivi di minor consumo dell’acqua utilizzata nel processo produttivo. Un position paper di Ref Ricerche propone di creare un mercato specifico per il risparmio idrico partendo dall’individuazione di obiettivi vincolanti di riduzione del consumo d’acqua e dei relativi soggetti obbligati, ovvero il perimetro delle imprese tenute a realizzare l’efficientamento richiesto e a sostenerne i relativi costi. “Un Certificato blu andrebbe a riconoscere il risparmio nell’uso finale di acqua, premiando le imprese con un certificato per ogni litro di acqua non usata. Questo risparmio potrà essere correlato a interventi quali innovazioni di prodotto o di processo che permettano di ridurre il consumo di acqua come input produttivo” sostiene l’istituto di ricerca. “Gli obiettivi dovranno incentivare al risparmio senza pregiudicare la continuità aziendale. Potrebbero dunque essere correlati al settore industriale di appartenenza, stabilendo valoriobiettivo sia per la singola impresa sia per il settore nel suo complesso. Le imprese non facenti parte dei settori obbligati potrebbero comunque aderire volontariamente al meccanismo, laddove rinvengano un vantaggio economico nel vedere riconosciuti dallo strumento di mercato gli investimenti effettuati per ridurre il proprio consumo idrico”. La proposta di Ref Ricerche indica il Gestore dei servizi energetici (Gse), nella prospettiva allargata di gestore dei servizi ambientali, per la gestione del meccanismo dei Certificati blu. In questo senso, il medesimo meccanismo adottato per i titoli di efficienza energetica potrebbe essere applicato creando un segmento dedicato ai Certificati blu. In merito al prezzo, l’istituto suggerisce di stabilire un valore in grado di rendere conveniente per i soggetti obbligati la preferenza per l’intervento di risparmio idrico piuttosto che l’acquisto. Un possibile ostacolo all’implementazione dei Certificati blu potrebbe essere però legato alla difficoltà dei soggetti coinvolti a individuare gli interventi più efficaci per il risparmio idrico. Nel campo dell’efficienza energetica, questo tipo di servizio integrato è offerto dalle Energy service companies (Esco). Secondo il position paper di Ref Ricerche “esistono soggetti equiparabili alle Esco che potrebbero favorire gli interventi in risparmio idrico e che prendono il nome di Water serving services companies (Wssco). Questi si occupano di raccogliere capitale per i progetti di efficientamento idrico promossi da clienti che necessitano di ridurre i propri consumi di acqua, con cui sottoscrivono un contratto del tipo Water saving managment contracts (Wsmc) nel quale intervengono: l’utilizzatore finale, le Wssco e l’operatore finanziario”. Come per le Esco, anche le Wssco si assumono, dal punto di vista finanziario, oneri e rischi dell’intervento, fornendo il finanziamento necessario alla sua realizzazione anche tramite l’accesso al mercato del credito. “Dal punto di vista operativo, – precisa l’istituto – garantiscono al cliente l’integrazione nell’assetto produttivo di tecnologie avanzate di efficienza idrica così come l’implementazione di buone pratiche per ridurre l’uso di acqua come input produttivo”. Un esempio già sperimentato e studiato di questa tipologia di soggetti, sottolineano gli autori del paper, è presente in Cina, dove un terzo del Paese è affetto da situazioni di elevato stress idrico, rendendo necessario un intervento normativo di riduzione dei prelievi di acqua.
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