ANDREA MILANI > ARCHITETTI ITALIANI
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RIVISTA DI ARCHITETTURE, CITTà E ARCHITETTI
24
gennaio aprile
2013
ANDREA MILANI > ARCHITETTI ITALIANI
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e d i t r i c e
andrea milani andrea vierucci ilenia girolami rita spina momus architetti no dump
coordinamento comitato scientifico Alessandro Melis redazione Tommaso Bertini, Simone Chietti, Samuele Martelli, Luca Sgrilli, Lorenzo Bagnoli, Laura Pasquetti coordinamento editoriale e redazionale Fabio Rosseti corrispondenti dalla Francia: Federico Masotto dalla Germania: Andreas Gerlsbeck
2013
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ANDREA MILANI > ARCHITETTI ITALIANI
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ANDREA MILANI > ARCHITETTI ITALIANI
direttore editoriale Paolo Di Nardo
RIVISTA DI ARCHITETTURE, CITTà E ARCHITETTI
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AND Rivista quadrimestrale di architetture, città e architetti n°24 gennaio/aprile, 2013
andrea milani andrea vierucci ilenia girolami rita spina momus architetti no dump
02/10/2013 18.16.21
in copertina/cover Studio di Architettura Andrea Milani, Museo della Tartuca, Siena 2013 © Pietro Savorelli
24 sommario/summary Andrea Milani > Architetti Italiani
EDITORIALE, Paolo Di Nardo
VIRUS ARCHITETTONICO, Intervista a Andrea Milani
VOLUMI E MATERIA
CONTESTO E TESSUTO
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TRASPARENZA DIDATTICA
AD UN'ALTRA SCALA
ARCHITETTURA ESIBITA
TECA URBANA
architetti italiani, di Paolo Di Nardo
ILENIA GIROLAMI, interior design a Firenze
EDITORIALE
DIETRO L'OBBIETTIVO, Andrea Vierucci I Studio Associato Exposed Press
Architetti Italiani 69
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RITA SPINA, ristrutturazione in Oltrarno
MOMUS, ristrutturazione a Viareggio
MOMUS, ristrutturazione a Lucca
NO DUMP, dalla parte dei rifiuti
CARLO ACHILLI, ricucire il tessuto urbano
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EDITORIALE
«Il cielo sopra Siena è sempre terso». Pur conoscendo Siena ed il suo territorio, questa città sa riservarti ogni volta uno sfondo diverso nel suo essere nei secoli uguale. Andrea davanti al mio stupore della bellezza del cielo ha scandito con sicurezza questa affermazione ricca di arroganza senese e di identità e di abitudine alla bellezza. La 'bellezza' come traccia identitaria, ma soprattutto come accento di contemporaneità è il filo conduttore di un processo sempre in divenire e contingente delle opere di Andrea Milani. La 'arroganza senese', piena di valori portati nel tempo, in Milani si stempera per assumere colorazioni nuove e accenti solo apparentemente e banalmente dissacratori. La nascita senese e la formazione veneziana permettono a Milani, attraverso l’assimilazione di queste due eccezionali «integrità compositive» di diventare «scanner storico» e lavorare «sul filo dell’outside, ma sempre e comunque in gioco». La nonautosufficienza degli innesti o dei bypass, come li chiama Milani, è un accento culturale importante nel pensiero dello studio Milani perché nel suo essere «virus» riesce a ricollegare brani fisici e mentali delle città. Un rispetto consapevole nei confronti dell’esistente proprio per la capacità dell’innesto di
PAOLO DI NARDO
aggiungere, completare e saper declinare nuovi linguaggi sempre diversi in luoghi diversi. Non è il luogo che determina un percorso, ma un pensiero universale che nel suo essere circondato di bellezza (la nascita, gli studi, la vita e lo studio professionale fortemente collegati) permette una flessibilità di linguaggi di volta in volta diversi. Un lavoro che inizia e finisce ogni volta da capo, divenendo così sinonimo di disponibilità e di rispetto nei confronti dell’organismo fisico, edificio o città, in cui operare e aggiungere parole nuove. Proprio la padronanza della «parola», che sa esprimere efficacemente non solo verbalmente, aiuta il dialogo fra il virus e lo spazio che lo accoglie per uno «scambio vitale». La parola trasforma la trasparenza in massa e la massa in leggerezza traducendo il materiale non per le sue sole caratteristiche tecniche ma soprattutto per la capacità di uscire dagli schemi consueti e divenire finalmente poesia. La bellezza non può che essere poesia altrimenti sarebbe un altro racconto in più: il racconto è edilizia, la poesia Architettura, con la “A” maiuscola. La poesia concepita non come gestualità e autoreferenzialità, ma come «ascolto» del luogo e del tema da raccontare per poter aggiungere e declinare nuove particelle di lingua. Il dettaglio inteso non solo come elemento autonomo, ma come parte del tutto, veicola questi elementi di «eccezione poetica» attraverso un’azione di assemblaggio che armonizza le parole fra loro rimarcandone l’identità e la differenza. Bruno Munari definiva la tecnica dei 'contrasti simultanei' come la prima legge della comunicazione applicabile a tutte le discipline della creatività. Il 'contrasto simultaneo' del corten fa innescare una miccia a tutte le scale determinando quell’energia di reazione capace di lasciare in noi una «memoria» dopo averlo vissuto, toccato, percepito. Il contrasto del colore e dei 'non colori', del liscio e del ruvido come la scala del Museo della Tartuca, dell’ombra e della luce, del dentro e del fuori a rimarcare un limite ideale e non fisico, lo sfondo diverso, gli sguardi ammiccanti in uno spazio diafano, l’uso dell’artificialità della luce per confondere o organizzare la mente, la storia e la modernità sono velature presenti e percepibili solo dopo essere usciti da un’architettura e da un allestimento. Come un film che una volta finito hai voglia di assaporare di nuovo per scoprirne nuove accezioni e accenti di bellezza. Il paragone con il film è attinente e immediato perché la soggettività di chi vive le sue opere è importante quanto il pensiero che le ha originate. Un atteggiamento culturale che rimanda a quella appartenenza italiana che ha saputo esprimere, attraverso il Bernini, il dialogo fra pensiero progettuale e percezione del singolo. AND ringrazia Andrea e il suo studio per questa 'educazione' che non significa rispetto di regole, bensì si manifesta con una partecipazione vera concreta e appassionata al racconto della ricchezza italiana come pensiero esportabile nel mondo: uno spread culturale che nessuno potrà mai copiare o trasportare altrove. Milani, come molti altri architetti italiani di grande valore, ci ricorda come la ricchezza non sia un elemento materiale, bensì l’immaginazione e la fantasia che si esprimono con un sogno, quello architettonico che si materializza nel bello.
«The sky is always clear over Siena». Even if you are familiar with Siena and its landscapes, the city constantly offers you new insights into its nature, unchanging through the centuries. In response to my awe at the beautiful sky, Andrea confidently quoted this saying, bursting with Siena's arrogance and identity and its blasé attitude to beauty. "Beauty", as an identifying feature, but especially as a mark of contemporaneity, is the central theme of a process which is in a constant state of flux, and contingent to Andrea Milani's work. This "Siena arrogance", laden with values handed down the ages, is tempered in Milani, taking on new shades and accents which are sacrilegious only in a banal and superficial sense. Birth in Siena and education in Venice have allowed Milani to assimilate these two extraordinary «compositional wholes» and become a «historical scanner», working «on the edge of outside, but always and regardless involved». The lack of self-sufficiency of grafts, or bypasses, as Milani calls them, is a significant cultural theme in the values of the Milani studio, because this «virus» nature enables it to reconnect physical and mental fragments of cities. A conscientious respect towards what already exists, precisely for the ability of the grafted elements to add, complete and decline new languages, ever different in different places. A course of action is not determined by place, but by a universal belief which, surrounded by beauty (birth, education, life and profession closely linked) results in a flexibility of language which
is different each time. A task which starts and finishes anew every time, thus becoming synonymous with openness and respect in regard to the physical entity, building or city, where it takes place and adds new words. It is precisely this ownership of the «word», allowing effective expression on more than just the verbal level, which facilitates the dialogue between the virus and the space it inhabits, leading to the «exchange of energy». The word transforms transparency into mass and mass into lightness, translating material not merely by its physical properties but above all by its ability to escape from its usual patterns and ultimately become poetry. Beauty cannot avoid being poetry; otherwise it would be just another story: stories are construction, poetry is Architecture, with a capital "A". Poetry conceived not as a gestural or self-referential act, but as a «listening» to the place and the tale to be told in order to add and decline new particles of language. Detail, interpreted not only as an autonomous element, but as a part of the whole, conveys these elements of «poetic license» through a process of assembly which balances the words and takes account of their identity and differences. Bruno Munari defined the technique of "simultaneous contrasts" as the first law of communication, applicable to all creative disciplines. The "simultaneous contrast" of corten steel activates a fuse on every scale, producing the kind of reactive energy which leaves us with a "memory" once we have seen, touched, perceived it. The contrast
of colour and non-colour, smooth and rough - as in the staircase of the Museum of Tartuca - light and shade, inside and out defining a limit which is ideal rather than physical, different backdrops, alluring glances in a diaphanous space, the use of artificial light to confuse or organise the mind, history and modernity - all these are nuances, present and perceptible only after leaving a space or a setting. Like a film which you want to experience again immediately, to discover new meanings and shades of beauty. The comparison with a film is appropriate and immediate here, because the subjectivity of those who experience Milani's works is as important as the idea which gives rise to them. A cultural attitude which evokes that Italian sense of belonging successfully used by Bernini to express the dialogue between design concept and the individual's perception. AND would like to thank Andrea and his studio for this "education", which does not imply respect for the rules, but rather shows itself in a truly passionate, material participation in telling the story of Italian wealth as an exportable value in the world: a cultural spread which can never be copied or uprooted and taken away. Milani, together with many other great Italian architects, reminds us that wealth is not a material thing, but rather imagination and fantasy expressed as a dream, an architectural dream which becomes a beautiful reality.
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Graduate College Santa Chiara, Siena, 2002
Š Andrea Jemolo
in apertura/opening page: Stone Museum, Kengo Kuma & Associates Nasu, Tochigi, Giappone/Japan (2000)
Virus architettonico Amava quando Il disegno Non era più Tracciato Non era ancora Immagine Amava quando ... Amava l'ora Tra cane e lupo. Vittorio Savi
Paolo Di Nardo
intervista/interviews Andrea Milani di/by Claudio Nardi 18
Paolo Di Nardo Your projects are often integrated into intensely historical contexts. Thinking for example of the museum in the Tartuca contrada
Paolo Di Nardo I tuoi progetti sono spesso inseriti in contesti fortemente storicizzati. Pensando ad esempio al progetto del Museo della Contrada della Tartuca è affascinate la capacità che ha di integrarsi fino a diventare parte con il contesto pur utilizzando un linguaggio sicuramente contempo-
of Siena, it's fascinating to see how it blends so completely with its context while expressing an unmistakably contemporary language. At first glance it's a kind of extraneous organism but then, when you look closer, you realise that it's not like that at all. Actually, the new architecture triggers a virtuous mutation in the host organism, allowing full integration between the two. How is this possible? Andrea Milani Being born in Siena and studying in Venice must surely have played a part in acquiring a certain sensitivity. Both cities are exceptional in the way they blend multiple elements in their urban fabric, into a kind of single exhausting whole. To get to grips with such a precipitation of layered elements, the first thing you need is an ability to select and identify the flaws which time has not completely healed, the weak points already made fragile by previous recastings. Clearly this process of selection must immediately be examined with the historical scanner and superimposed on the map of all possible constraints. Once this has been done, you need to work fast to identify the most appropriate working methods, and push the boundaries so as to get maximum possible space for the project. Right on the edge of offside, but always in play. In this matter I must say that I have experienced an enormous degree of helpfulness on the part of institutions responsi-
raneo. Al primo sguardo una sorta di organismo estraneo ma poi osservando meglio e con il tempo ci si rende conto che non è cosi. Anzi, la nuova architettura innesca una mutazione virtuosa nell'organismo ospite permettendo la piena integrazione tra le parti. Come è possibile questo? Andrea Milani Nascere a Siena e studiare a Venezia, deve pure aver contributo a formare un certo tipo di sensibilità. Città caratterizzate da una eccezionale integrità compositiva del tessuto, una sorta di unico estenuante organismo. Per entrare in confidenza con un tale precipitato di segni stratificati, serve innanzitutto una capacità selettiva finalizzata ad individuare quelle falle che la storia ha omesso di cicatrizzare completamente, quei punti di debolezza resi già fragili da precedenti rimaneggiamenti. É chiaro che questo percorso deve essere immediatamente sottoposto allo scanner storico e sovrapposto in controluce alla mappa di tutti i possibili vincoli. Fatta questa operazione, bisogna rapidamente riuscire ad individuare lo strumento operativo adeguato e forzarne il perimetro in modo da ottenere una maggiore quantità di spazio progettuale possibile. Sul filo dell'offside, ma sempre e comunque in gioco. A tale proposito devo dire che nelle mie esperienze ho trovato massima disponibilità da parte delle istituzioni preposte alla valutazione dei progetti e questo è capitato anche in contesti molto diversi e distanti tra di loro. Stabilito l'impianto procedurale si passa solitamente all'assemblaggio dei successivi livelli di scala del progetto e tendenzialmente potremo dire che impianto e dettaglio tendono a nascere simultaneamente, talvolta anche in maniera inconsapevole. Negli interventi incastonati nel centro storico, come nel caso del Museo della Contrada della Tartuca, quando il massimo grado di intervento ammesso non è quello del restauro conservativo, noi operiamo introducendo un vero e proprio virus nell'organismo esistente, un corpo estraneo che impiega un po' di tempo per entrare in simbiosi con l'esistente, un elemento in grado di rianimare e riorganizzare il contesto nel quale viene inserito. Questo inserimento può avvenire per intaglio chirurgico, in sostituzione cioè di una parte ammalorata, una sorta di bypass; oppure viene iniettato e la sua azione è più pervasiva, fluida, capillare; in certe circostanze infine viene posto in aggiunta in forma di protesi. In ciascuna delle modalità questo virus è comunque un elemento architettonico formalmente compiuto, chiarissimo nel significato funzionale, ma non autosufficiente. Non potrebbe quindi vivere senza il contesto nel quale si inserisce, dal momento che stabilisce con questo un vero e proprio scambio vitale. Frequentemente questo virus si caratterizza per una distanza anche formale del contesto e si distingue per
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Š Paola De Pietri Promenade architecturale, appartamento, Siena, 1997
ble for the appraisal of projects, and this has been the case even with extremely diverse and widely distant projects. Once the procedural structure is
other cases too, the virus takes on highly conceptual implications. In fact in this case we can claim that these elements correspond with the idea of
separate aspect, but perfectly integrated with the whole. What significance does the role of detail hold for you, and what are the basic principles of
established, the next step is usually to assemble the project's subsequent levels of scale, and as a general rule we can say that the structure and the detail tend to arise simultaneously, although this sometimes happens subconsciously. With projects inserted in the old part of town, such as the Museum in Contrada della Tartuca, where the intervention is permitted to go beyond restoration and conservation, the way we work is by introducing a genuine virus into the existing organism, a foreign body which takes some time to form a symbiosis with its host; an element which has the power to reanimate and reorganise the context in which it finds itself. This insertion may happen as a surgical implant, in other words by replacing a part which is decayed in a kind of bypass operation; or it can be injected, giving a more pervasive, fluid capillary action; in some cases, finally, it may be added as a kind of prosthesis. In each of these cases, however, the virus is an architectural unit which is formally accomplished, with a very clear functional significance, but it is not self-sufficient. Thus it could not live independently of its context, with which it establishes a true exchange of life-blood. This virus is frequently typified by a distance, if only ostensible, from its context, and distinguished by its consistency: mass versus lightness, opacity versus transparency. In the case of the Museum, but in many
the urban display case; contributing to a reversal of scale between the city and the role of the museum, where the true museum is on the urban scale, and the museum itself is no more than one of many possible display cases to be found on our travels around the city-museum. For the virus to be placed precisely in its correct position, a meticulous structural survey is obviously needed; as well as an equally in-depth analysis of the physical limits of the construction in question, in other words the perimeter of this internal space. To avoid the risk of the transplant being rejected as a foreign body, we often build these structures in corten steel, a material which combines well with the prevailing masonry, usually brick, stone or plaster. This is a material which over the past decades has become accepted by conservation departments and is now increasingly appearing in the latest construction guidelines. All this medical-scientific metaphor, however, is subject to a rule which preempts the whole process, namely poetic intuition, interpreted not as a gesture or a preordained entity, but rather as a listening to the needs of the site relative to the theme at stake.
your exhibit design? AM The apparent lack of intrusion of detail arises from the fact that it is not considered and handled as a separate element, a suffix attached to a word, but rather as an inherent part of one of the layers of research for the project, usually the very last layer, which deals with the enjoyment of the perceptual and tactile experience. Therefore, to us, detail is a dimension like any other dimension of a project, and as such it plays a part which is collective rather than individualistic. This is why in many of our works there are details which could be defined as three-dimensional, resolved by the specific use of materials. If we take the staircase of the Tartuca museum as an example, we see that it is built from a single stream of solid cement, designed to show its own true nature without further manipulation or adornment. This means that that particular detail was planned from the start in order to be perceived at the end, and thus came from the initial, fundamental moment of ideation. If alongside this concept of detail we consider the idea of assemblage, that is the action of interpenetration of the elements which will ultimately make up the whole, we find the answer to this feeling of "perfect integration". For us the assembly is perhaps the most meaningful step in the process, the moment when the various elements are recognised as being part of the same
PDN In your installations for exhibitions or museums, and in your projects, there is an incredible attention to detail and accessories which nevertheless is not made explicit, even visually, as
© Paola De Pietri Omaggio a Tatlin, appartamento, Siena, 2003
20 unit; it's as if an unbiased and non-invasive light shines on the three-dimensional surface of each component, illuminating the exact position where
consistenza, massa verso leggerezza e opacità verso trasparenza. Nel caso del Museo, ma anche in molti altri, questi virus assumono implicazioni fortemente concettuali. Potremo infatti affermare nel caso in questione che questi elementi corrispondono all'idea di teca urbana, concorrono cioè
the individual detail is to be placed, and this aura becomes fixed and remains forever incorporated within. Occasionally the detail may be the poetic exception which holds the space in a state of tension. When this happens the space takes on the properties of an authentic architect's maquette, a reduction in scale of something which could be from another dimension. This is very similar to the approach we adopt when preparing an exhibition. The exhibitions, and installations in general, that we have been involved with have given us wonderful opportunities for experimentation and inexhaustible and sometimes rash research into materials, shapes and their assemblage. We have always taken architecture, rather than exhibition design, as our starting point, imagining urban spaces on a reduced scale and often producing our stands from materials which are unusual or taken directly from other projects from our studio. This is especially the case with art installations, where the rhythm of work is super-fast, frenetic, pushed always by the need to do it fast, make it ready. For us, the primary aim of an installation is cited by Sergio Polano in his book “Mostrare l'allestimento in Italia dagli anni Venti agli anni Ottanta” (Exhibition design in Italy from the Twenties to the Eighties), 1988 Lybra Immagine, that is «to establish a temporary rapport between the venue used to exhibit a series of objects and a
al ribaltamento di scala tra città e il ruolo del museo dove il vero museo è quello a scala urbana, la città, mentre il museo altro non è che una delle possibili teche espositive che si incontrano passeggiando nel museo città. Perché il virus venga collocato perfettamente nella posizione corretta serve ovviamente un'attenta indagine strutturale ed un'altrettanta approfondita lettura dei bordi fisici del manufatto in questione, vale a dire del perimetro esterno e di quello interno. Per evitare poi crisi di rigetto rispetto all'impianto (in questa accezione corpo estraneo), realizziamo spesso tale elemento in acciaio corten, materiale che bene si lega alla massa muraria prevalente, solitamente mattone, pietra, intonaco. Un materiale che negli ultimi decenni è stato accettato anche dalle Soprintendenze e sempre più frequentemente compare nei regolamenti edilizi più aggiornati. Tutta questa metafora medico-scientifica sottostà comunque ad una regola che anticipa l'intero iter, vale a dire l'intuizione poetica non intesa come gesto o come entità predestinata, ma come ascolto del bisogno del luogo rispetto al tema affrontato. PDN Vi è negli allestimenti per mostre o musei, e nei progetti, una grande cura del dettaglio e del particolare che tuttavia non si esplicita anche visivamente in maniera autonoma ma in perfetta integrazione con il tutto. Quale è per te l'importanza del ruolo del dettaglio e quali sono i principi fondamentali nella tua disciplina allestitiva? AM Questa apparente non invasività della scala di dettaglio nasce dal fatto che questa non è affrontata e risolta come elemento autonomo, come desinenza linguistica, quanto piuttosto in uno degli strati di approfondimento del progetto, solitamente proprio l'ultimo, quello della fruizione dell'esperienza percettiva e di quella tattile. Quindi il dettaglio è per noi una dimensione del progetto come tutte le altre e come tutte le altre gioca una partita d'insieme e non individualistica. È per questo che è frequente nei nostri lavori trovare dettagli che potremmo definire tridimensionali e che vengono risolti limitando l'uso dei materiali. Se prendiamo ad esempio la scala del Museo della Tartuca, noteremo che è realizzata in un unico getto di cemento nella massa pensato per esibire la propria vera natura senza ulteriori manipolazioni o rivestimenti. Questo significa che quel dettaglio è stato pensato dal principio per essere percepito alla fine e quindi è nato nell'atto ideativo iniziale, quello fondativo. Se a questo concetto di dettaglio affianchiamo quello di assemblaggio, vale a dire quella azione di compenetrazione degli elementi che alla fine comporrà il tutto, troviamo la risposta alla
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Š Paola De Pietri
© Paola De Pietri
in queste pagine: a sinistra, la scala in corten dello Studio; a destra, sala riunioni dello Studio/ these pages: left, the Studio's staircase made of corten; right, one of the Studio's meeting rooms
22 system for exhibiting them which is understood to be conceptual as well as physical», and we try to achieve this by developing a complex idea of a
sensazione di “perfetta integrazione”. L'assemblaggio è forse per noi il passaggio più rilevante, quello che permette di riconoscere i vari elementi come facenti parte dello stesso tutto; sulla superficie tridimensionale di ciascun componente è come si depositasse una luce autonoma, non invasiva che
unique structure where the design implicit in the installation is not negated or rendered invisible, however image-laden or ritualistic it may be. To explain better I'd like to refer to another maestro of the genre, Pierluigi Cervi, who says in Abitare no. 401 (December 2000): «...the design of the installation encourages narration, communicates through representation, misleads with the construction of new perspectives, new points of view. A model of truth, installation allows the architecture of space to be perceived in all its fleeting complexions». Finally, the words of a friend, an intellectual and an architect who we miss very much and to whom this editorial is dedicated. Vittorio Savi, who for the few years when it was possible, and right from the start, wrote about our work. In an article in Abitare no. 467, printed at the time of the "SienaRoma" show which we installed in Santa Maria della Scala in Siena, Vittorio wrote: «...But the modern mnemotechnic methods reestablish glimpses of the show in quite a cool way, I realise that time after time Milani has tackled the common theme, the pedestal, and has drawn from it as much imaginative construction as exhibit design, devoid of neoplastic intrusions... I look again at the base of moulded layers and I see the statues of the she-wolf and the twins, shared symbol of the two cities. On the upper floor I see the iteration of the hanging column with display
rischiara la sede esatta della posizione in cui il dettaglio si va a collocare, e questo alone si fissa e rimane per sempre inglobato nell'elemento. Certe volte il dettaglio può essere l'eccezione poetica che tiene in tensione lo spazio al quale si riferisce. Quando ciò accade esso assume il carattere della maquette, di una architettura vera e propria, la riduzione di scala di qualcosa che potrebbe essere di altra dimensione. Un approccio molto simile che adottiamo alla vigilia di un tema espositivo. Le mostre e gli allestimenti in genere che abbiamo potuto affrontare ci hanno permesso una grande sperimentazione, una ricerca infaticabile e a tratti azzardata, sui materiali, forme, assemblaggi. Sempre siamo partiti dall'architettura più che dall'exhibit design vero e proprio immaginando paesaggi urbani ridotti e realizzando spesso i nostri supporti con materiali impropri o direttamente mutuati da altre esperienze progettuali dello studio. Questo soprattutto nel caso degli allestimenti artistici dove i ritmi di lavoro sono altissimi, frenetici, incalzati sempre dall'esigenza di “far lesti” appunto, “allestire”. L'obiettivo principale di un allestimento è per noi quello che Sergio Polano ricorda nel suo volume “Mostrare l'allestimento in Italia dagli anni Venti agli anni Ottanta”, 1988 Ed. Lybra Immagine e cioè «stabilire un temporaneo rapporto tra un luogo usato per esporre una serie di oggetti da esibire e un sistema espositivo inteso come dato sia concettuale che fisico» e questo cerchiamo di ottenerlo sviluppando un idea complessa di struttura unica in cui il disegno implicito dell'allestire non viene negato o reso invisibile, quanto piuttosto immaginifico e liturgico. Per spiegarmi meglio vorrei fare riferimento ad un altro maestro del genere, Pierluigi Cervi che su Abitare n .401 del Dicembre 2000 dice che «la struttura espositiva induce al racconto, comunica attraverso la rappresentazione, illude con la costruzione di nuove prospettive, di nuovi punti di vista. Modello al vero, l'allestimento consente di percepire l'architettura dello spazio in tutte le sue effimere costituzioni». Per concludere, le parole di un amico, di un intellettuale, di un architetto che ci manca e mi manca molto al quale questa opportunità editoriale è dedicata. Vittorio Savi che per i brevi anni in cui è stato possibile, e fin dal principio, ha scritto dei nostri lavori. Scriveva Vittorio in un articolo comparso su Abitare n. 467 redatto in occasione della mostra SienaRoma da noi allestita a Siena presso il Santa Maria della Scala «...Ma i moderni artifici mnemotecnici restituiscono le viste della mostra in modo abbastanza cool, mi accorgo che Milani di volta in volta ha affrontato il tema comune, conosciuto come piedistallo, e ne ha tirato altrettante fantasie costruttive, altrettanti exhibit design,
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case, baseless, like a stalactite; I forget the jewel-
scevri da infiltrazioni neoplastiche... riguardo il basamento a scaglie sagomate scorgo le statue della
ler's shop. Upstairs again, I revisit the collection of paintings from end to end, the works arranged
lupa con i gemelli simbolo comune alle due capitali. Rivedo, al piano superiore l'iterata colonna fornita di vetrina pendula e priva di basamento assente come nella stalattite, dimentico il pezzo
on free-standing fretwork supports, and for a moment I neglect Caravaggio, the Mannerists, the
dell'oreficeria. Rivedo da una parte e dall'altra della quadreria di più sopra, l'accrochage configurato sull'autonomo supporto grecato, e per un istante tralascio i Caravaggio, i manieristi , i barocchi.
Baroque painters. I forget, overlook, ignore. Your
Scordo, dimentico, tralascio. Merito, o colpa tua, caro razionale, appassionato exhibit designer?»
merit, or your fault, my dear rational, passionate exhibit designer?»
PDN Quali sono le metodologie che applichi nella progettazione all'interno del tuo studio, quali
PDN What methods do you use to develop projects
sono gli “strumenti”, virtuali e concreti che usi per gestire e controllare il progetto (render, disegno, schizzi, plastico...)?
within your studio, which virtual and concrete "tools" do you use to manage and control the
AM Prima di tutto devo elencare le mie principali risorse, un gruppo consolidato che da anni lavora in prima linea. Francesco Terzuoli, Andrea Mezzedimi, Cuahutemoc Giancaterino, Simone Stanghellini,
projects (rendering, design, sketches, models...)?
Davide Monciatti ed ancora Manuel Francisco Moreno Mellado, Nunzia De Comite e Irene Monciatti.
AM First of all I have to list my main resources; a solid team who have worked on the front line
Difficilmente il nostro processo progettuale è di carattere intuitivo o gestuale; quando è successo è perché questo approccio viene applicato ad un elemento singolo, specifico, occasionale, di solito
for years. Francesco Terzuoli, Andrea Mezzedimi, Cuahutemoc Giancaterino, Simone Stanghellini,
a piccola scala. L'individuazione della scelta ideativa possibile e la sua conseguente applicazione muove da un articolato processo collocabile tra la natura culturale dello studio, quell'insieme cioè
Davide Monciatti, and Manuel Francisco Moreno
di valori condivisi e selezionati nel tempo tra le varie anime e attitudini del gruppo, e l'indagine
Mellado, Nunzia De Comite and Irene Monciatti. Our planning process is not usually intuitive or
dettagliata del contesto progettuale nel suo insieme, norme, destinazione d'uso, committenza, budget. Un approccio simultaneo alla materia per il quale è occorso diverso tempo e molta esperienza.
gestural in approach; on the rare occasions when this happens it's about a single element, specific
Nell'azione di ricerca progettuale può capitare di spingere in avanti nella sperimentazione alcuni aspetti, mentre altri attendono; da una fuga in avanti può nascere il carattere distintivo di un pro-
and generally small-scale. The definition of a possible creative choice and its subsequent applica-
getto, la propria cifra stilistica che deve comunque sempre collocarsi a metà strada tra la direzione poetica dello studio e la missione del tema progettuale. Con l'andare del tempo, ma anche per
tion is the result of a well-structured process, a combination of the studio's cultural character, that mix of values shared and selected over time by the group's various personalities and attitudes, and the detailed analysis of the project's overall context, with its rules, intended use, client, budget. It's a simultaneous approach to the raw material which requires a lot of time and plenty of experience. During the research phase it may happen that some aspects are pushed forward experimentally, while others hold back; the distinctive character of a project may be born of such a flight - its individual stylistic code which must however be placed midway between the studio's poetic tendency and the project's mission. With the passing of time, but also by natural affinity, probably due to the fact that we have always worked in highly significant historical-landscape contexts, the studio has given increasing importance to the issue of landscape, whether this refers to a natural habitat, a historical setting or, in the case of the port, an artificial nature. The landscape of human relations, perceptual relations, by day and by night, the ethical landscape; an approach in tune with the scale of the site where the work will be placed, and the complex of possible relationships it may generate. But also a rightful landscape of enjoyment and contemplation, as in the case of the infant school, where three different glass perimeters simultaneously frame and liberate three different levels of experiencing the landscape - convinced that the children who grow in this school, faced every day with the powerful and infinite view of
inclinazione naturale legata probabilmente al fatto di aver sempre frequentato contesti storicopaesaggistici di estrema importanza, lo studio ha dedicato una progressiva attenzione al tema del paesaggio, sia esso riferito ad un ambiente naturale, ad un contesto storico o come nel caso del porto ad una natura artificiale. Paesaggio delle relazioni umane, delle relazioni percettive, diurno e notturno, paesaggio etico, un approccio intonato ai rapporti di scala del luogo in cui l'opera si viene a collocare e il sistema delle relazioni possibili che questa può generare. Ma anche paesaggio di diritto tra fruizione e contemplazione, come nel caso della scuola dell'infanzia nella quale tre diversi perimetri di vetro incorniciano e liberano al tempo stesso tre diversi livelli di esperienze del paesaggio, convinti che i bimbi che cresceranno in questa scuola, costretti a confrontarsi con la potente e infinita vista della Val di Chiana, un po' artigianale e ancora molto rurale, coltiveranno spontaneamente un senso del bello naturale ed un rispetto per tutto quello che è verde. Così a Todi dalla demolizione dell'ex elaiopolio, vecchio magazzino a corpo unico allineato al filo della strada provinciale che ospitava le olive in attesa di spremitura, abbiamo scomposto la volumetria in due blocchi equivalenti poggiati su una piastra basamento, ruotati e distanziati in maniera da far entrare il paesaggio in contatto percettivo con la cortina muraria del centro storico ed inoltre pattinando a sbalzo i due elementi rispetto al filo della strada abbiamo recuperato un'inattesa vista sulla cupola della Chiesa della Consolazione. Questa grande attenzione che tuttavia può essere anche provocatoria nasce dall'assunzione di responsabilità per un gesto architettonico che può avere conseguenze irreversibili e che è destinato a rimanere per un periodo non meglio quantificabile ma certamente lungo. In questo genere di percorso il rendering fotorealistico trova nello studio un largo uso e accompagna con precisione l'inserimento del nostro intervento nel paesaggio. Un paesaggio che da virtuale riesce a confondersi col reale grazie a software sempre più sofisticati ed accurati nella riproduzione del vero. Mi dilungo sull'argomento perché per molti anni abbiamo assistito in campo accademico a sterili discussioni sull'argomento, al nostro studio le tecniche di valutazione, approfondimento e ricerca sono tutte ammesse a patto che a guidare la mano sia la linea poetica e l'attinenza al tema. Ciò significa che possiamo usare schizzi, disegni, scrittura, fotografia, modelli, per raggiungere l'obiettivo prefissato ed è curioso verificare che lo stesso progetto indagato da tecniche diverse abbia interpretazioni diverse e talvolta sorprendenti che molto spesso vanno a comporre il patrimonio d'archivio dello studio. AND si unisce ad Andrea Milani nel ricordare Vittorio Savi, dedicandogli questo numero. Un grande storico dell'architettura ed un grande critico, ma prima di tutto un intellettuale e un amico vero e sincero. Vittorio Savi ha collaborato con AND fin dai primi numeri e i sui scritti, le sue riflessioni, sono stati sempre di grande ispirazione. La poesia iniziale è tratta dal libro di Vittorio Savi Fine secolo, Ed. Maschietto e Musolino, Siena-Firenze 1995.
Š Paola De Pietri Blue Cube, Centro Commerciale, Siena, 2010
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the Chiana valley, still very rural and somewhat unrefined, will spontaneously acquire a sense of the beauty of nature and a respect for all things green. Likewise in Todi, with the demolition of the former olive cooperative, an old one-room warehouse alongside the main road where the olives used to wait to be pressed, we broke the space down into two equivalent blocks placed on a slab base, rotated and spaced to allow the landscape to come into perceptual contact with the walls enclosing the old city, and again by overhanging the blocks at an angle to the line of the road we were able to recuperate an unexpected view of the cupola of the Chiesa della Consolazione. This enormous deliberation, which can nevertheless be seen as provocation, stems from an assumption of responsibility for an architectural gesture which may have irreversible consequences and which is destined to remain for a period which cannot be quantified but which is certainly prolonged. It's in this type of project that techniques of representation such as rendering find extensive use as tools which accompany and direct the accuracy of the structure's placing in the landscape. The landscape of three-dimensional graphic rendering, thanks to constant technological evolution, can no longer be considered a virtual landscape. However, I must distance myself from this argu-
ment because for years we took part in fruitless academic discussions on this very subject. In our studio, all techniques of evaluation and research are allowed as long as the hand is guided by both the poetic line and relevance to the theme, which means that we can use sketches, drawings, written notes, photography or models to achieve the stated objective, and it is curious to see how the same project viewed through different techniques opens itself to different and sometimes surprising interpretations, which are very often incorporated into our studio's body of work. AND joins Andrea Milani in remembering Vittorio Savi, dedicating this issue. A great historian of architecture and a great critic, but first and foremost an intellectual and a true friend and sincere. Vittorio Savi collaborated with AND since the early issues and his writings, his thoughts were always of great inspiration. The opening poetry is taken from Vittorio Savi's book Fine secolo, Ed. Maschietto e Musolino, Siena-Firenze 1995.
Volumi e materia Porto turistico a Rosignano Marittimo, Livorno
di/by Claudio Nardi foto di/photos by Paola De Pietri 26 Volumes and matter The project consists of the 750-metre long breakwater, wharf space for 600 vessels, the promenade which separates the port
L'intervento comprende la lunga diga foranea di 750 metri, pontili per 600 imbarcazioni, la passeggiata che funge da mediazione tra l'area portuale e la città, la grande banchina sulla quale sono disposti il cantiere navale, il “borgo” dei servizi e l’edificio direzione e controllo.
area from the city, and the vast platform which holds the shipyard, the service "village" and the management and control building. Conceived as symbol of the new port structure, the management building is designed as an intersection of two parallelepipedons. The vertical body of the tower, in exposed concrete, seems almost sunk into the ground facing the port, which is laid out as a massive gateway open to the outside world. In contrast, the horizontal bulk of the offices appears suspended above the ground: raised by three and a half metres, it is supported on one side by the tower, and on the other by a "deconstructed" plinth in black concrete. The near-ethereal lightness of the construction methods is based on a modular steel framework, clad in continuous glazed surfaces which are protected by a system of horizontal strips in metal and brickwork. An outer "skin" which gives the building a lightness and makes it visually impenetrable during the day, only to turn into a kind of luminous lantern and signalling device at night. The same techniques are used in the buildings of the service village, with blocks arranged in parallel belts and slightly dislocated, designed to give the effect of shade with a series of overhangs which define the square, open to the port and the sea.
Concepito come simbolo della nuova realtà portuale, l’edificio direzionale è definito dall’intersezione di due parallelepipedi. Il corpo verticale della torre, in cemento a vista, sembra quasi conficcato nel terreno con il fronte verso il porto che si configura come un massiccio portale aperto verso l’esterno. Di contro il volume orizzontale degli uffici sembra sospeso da terra: sollevato di tre metri e mezzo, è sostenuto da un lato dalla struttura della torre e dall’altro da un plinto cementizio ”smaterializzato” dal colore nero. La leggerezza quasi eterea della tecnica di costruzione si basa su un telaio modulare in acciaio, tamponato con superfici vetrate continue protette da un sistema di lamelle orizzontali, in laterizio e metallo. Una “pelle” che conferisce alla costruzione un carattere leggero e impenetrabile alla vista durante il giorno, per poi trasformarsi di notte in una sorta di lanterna luminosa ed elemento segnaletico. Gli stessi elementi costruttivi sono utilizzati per gli edifici del “borgo” dei servizi, con volumi disposti in fasce parallele e leggeri sfalsamenti volti a produrre effetti d’ombra in una progressione di aggetti, che definiscono la piazza aperta verso il porto e il mare.
in apertura: la Torre in cemento a vista/ opening page: the Tower with the fair faced concrete elevations
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nome progetto/project name Porto turistico Rosignano/ Marina Rosignano progetto architettonico/architectural design Studio di Architettura Andrea Milani progetto strutturale/structural design A.I.C.E. Consulting srl progetto impiantistico/systems engineering Luca Sani, Gianmarco Magnifico illuminazione/lighting Lumen impresa/contractor Impresa Generale di Costruzioni B. Pizzi, C.M.R. Srl, ERRE.BI committente/client Marina Cala De'Medici luogo/place Rosignano Solvay (LI) superficie/area 38000 mq/sqm; 2400mq/sqm aree verdi/ green areas volume/volume 1200 mc/cm borgo/village; 1745mc/cm torre direzionale/office tower; 3920mc/cm cantiere navale/boatyard data progetto/project date 2004-2007 foto/photos Paola De Pietri
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in queste pagine: vista notturna della Torre e degli Uffici/in these pages: nocturnal view of the Tower and the Offices Building
planimetria generale/ general site map
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in queste pagine: viste del "Borgo" servizi del Porto/in these pages: views of the facilities and services "Borgo" of the Marina
Contesto e tessuto Ex elaiopolio tuderte a Todi, Perugia
di/by Claudio Nardi foto di/photos by Paola De Pietri 32 Context and fabric The former tuderte olive-growers' cooperative facing the city wall on the Orvieto ring road is a practical application of contemporary ar-
L'ex elaiopolio tuderte, affacciato sulle mura urbiche della circonvallazione orvietana, costituisce un esercizio non teorico di architettura contemporanea e pone al centro del dibattito e dell'azione progettuale la scala del tessuto, del contesto, prima ancora di quella del singolo manufatto, confrontandosi
chitecture, which calls into debate and project design the scale of the urban fabric which is its context even before the scale of the individual construction, challenged by the historic backdrop, the city walls and the landscape it overlooks. The structure rejects the mere replacement of one single building by another, to introduce a more balanced and dynamic approach, with a three-dimensionality which takes formal plasticism to its limits. A simple base clad in basalt transmits the same air of belonging to a place as stone cladding lends to traditional Umbrian buildings. Overhanging the base and out of line with the road, two blocks rise, identical in size but completely different in layout and outer finish; one is covered with micropore mesh while the other is plastered. Bringing the four elements together, the promenade of the staircase section provides an interval of lightness between the solidity of the blocks. Viewed from the height of the ring road, the two structures, despite being different yet coherent, appear to blend in a single perspective interpretation, revealed by the glass walls superimposed on the clean geometric lines of the small hanging piazza, which has its own dialogue with the space beyond the city wall.
con il tessuto storico e le mura e con il paesaggio verso valle. La composizione rinuncia al volume unico meramente sostitutivo del precedente, per stabilire un piĂš proporzionato e dinamico rapporto delle relazioni, con una tridimensionalitĂ al limite del plasticismo formale. Un basamento dalla forma pura rivestito in basalto, trasferisce la sensazione dell'appartenenza al luogo che il rivestimento lapideo conferisce alla tradizione costruttiva umbra. Aggettanti sul basamento e slittati rispetto al margine stradale, si impostano due volumi dimensionalmente equivalenti, totalmente diversi per giacitura e trattamento epidermico, l'uno rivestito con maglia microforata, l'altro trattato ad intonaco. A ricucire i quattro elementi, la promenade del vano scala, intaglio di leggerezza tra la concretezza dei blocchi. Affrontati dalla quota della circonvallazione i due volumi, sia pure coerentemente diversi, appaiono fusi in un'unica lettura prospettica, scavati dalle vetrate impostate sulle nette linee geometriche della piccola piazza sospesa, anch'essa in dialogo formale con lo spazio antistante le mura.
in apertura: il corpo rivestito in microforato e la piazza sospesa/opening page: the block covered with micropore mesh and the hanging piazza
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nome progetto/project name Ex elaiopolio tuderte progetto architettonico/architectural design Studio di Architettura Andrea Milani progetto strutturale/structural design Adolfo Quaglietti progetto impiantistico/systems engineering 2P Studio Tecnico Associato committente/client SEA Todi Costruzioni srl luogo/place Todi (PG) superficie/area 1800 mq/sqm data progetto/project date 2007-2010 foto/photos Paola De Pietri
sopra e a destra: particolari del prospetto est/above and right: detailed views of the east elevation
pianta piano terra/ground floor plan
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a sinistra e a destra: viste particolari del prospetto est/left and right: detailed views of the east elevation sotto: vista del corpo intonacato/below: view of the plastered block
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Trasparenza didattica Scuola materna a Sinalunga, Siena
di/by Claudio Nardi foto di/photos by Pietro Savorelli 38 Educational trasparency Wedged between slices of well-established property, in an area of extremely sharp gradient where stretches of countryside in-
Incuneata tra brani di edificato consolidato, in un'area caratterizzata da un dislivello estremamente pronunciato in cui tratti di paesaggio fluido si insinuano nella parte alta della città, la struttura si incastra nel pendio e al tempo stesso vi si distende ancorandosi ad esso. Da un punto di vista compositivo
sinuate themselves into the upper part of the city, the building slots into the slope while spreading out and clinging onto it. From a design point of view, the new school is conceived as a pure and elemental square shape, arranged around a green central courtyard. A series of height differences and intervals shapes the structure and delineates the various parts which make up the whole: canteen, teachers' area, corridors, classrooms, laboratories.The various departments are anchored to the functional service passage, made entirely of glass, which aspires to be a transitional element between the green courtyard and the architectural structure; large windows give a constant perceptual sense of the outdoors. The only two-storied section, the school hall is an "extraneous" element in the parallelepipid building, but by drifting above it in this way it highlights its function, moving away from the strictly school-based and towards the idea of a public venue, framing the landscape like a telescope and becoming a brightly-lit lantern at night.
la nuova scuola è concepita come una forma quadrata pura ed elementare che si dispone intorno alla corte centrale verde e con un lavoro di intagli e cambi di altezze è scolpita andando a delineare al suo interno le varie funzioni di cui si compone: mensa, servizi per il corpo docente, corridoi di collegamento, aule, laboratori. All'anello distributivo interamente vetrato, luogo distributivo e funzionale che aspira a diventare elemento di transizione tra il chiostro verde e il sistema architettonico, sono ancorate le varie sezioni con le ampie vetrate in costante rapporto percettivo con l'esterno. L'unico volume a due livelli, la sala polifunzionale, è elemento “estraneo” al parallelepipedo ma slittando su di esso va in questo modo a delineare una funzione svincolata dall'uso prettamente scolastico andando a definirsi come luogo pubblico che inquadra come un cannocchiale il paesaggio e si trasforma la sera in una lanterna luminosa.
in apertura: vista serale della sala polivalente/opening page: evening view of the multifunctional hall
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a
pianta piano terra/ground floor plan
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luogo/place
place
scoperta/discovery
discovery
nuova connessione/new connection
new connection
[SITingegneria] La Società SITingegneria opera con competenze disciplinari in diversi settori dell’ingegneria per soddisfare l’esigenza di una gestione e progettazione integrata di ogni commessa. Ha maturato signficative esperienze nel campo dell’ingegneria delle strutture, nel recupero ed il consolidamento di edifici. Nell’ingegneria idraulica per la costruzione e gestione di strutture connesse all’utilizzo delle risorse idriche, nell’ingegneria degli impianti civili ed industrilai, in particolare degli impianti termici, elettrici e delle verifiche di dispersione energetica. Si occupa anche di gestione delle risorse energetiche, con particolare attenzione alla compatibilità ambientale e di sostenibilità dello sviluppo.
[SITingegneria] The Company SITingegneria operates with disciplinary expertise in various fields of engineering to meet the need for integrated planning and management of each contract. The Company has significant experience in the field of engineering structures, in the recovery and consolidation of buildings. In hydraulic engineering for the construction and management of structures related to the use of water resources, engineering of civil and industrial installations, including installations thermal, electrical and verification of energy loss. It also deals with management of energy resources, with particular attention to environmental compatibility and sustainability of development.
SITingegneria Strada di Busseto,18 53100 Siena
tel/fax +39 0577 47463 info@sitingegneria.it www.sitingegneria.it
a sinistra: la sala multifunzionale e la corte interna/left: the mixed-use hall and the inner courtyard in alto: schema concettuale di progetto/ above: design concept diagram a destra: vista del rivestimento traslucido della sala multifunzionale/right: view of the translucent cladding of the mixed-use hall
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nome progetto/project name Scuola materna di Sinalunga/Nursery school of Sinalunga progetto architettonico/architectural design Studio di Architettura Andrea Milani progetto strutturale/structural design SIT Ingegneria progetto impiantistico/systems engineering Studio Tecnico Lenzi illuminazione/lighting Lumen impresa/contractor Effegi Italia committente/client Comune di Sinalunga luogo/place Sinalunga (SI) superficie/area 1800 mq/sqm data progetto/project date 2010-2013 foto/photos Pietro Savorelli
sezione aa/section aa
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sopra: vista della corte dall'anello distributivo/above: view of the courtyard from the inner service corridor sotto e pagine seguenti: viste notturne della scuola/below and following pages: nocturnal views of the school
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Ad un'altra scala Vertigo, ristrutturazione a Siena
di/by Claudio Nardi foto di/photos by Paola De Pietri 46 On another scale In the centre of Siena, a dwelling stuck in a row of terraced houses looks to the vertical for rescue the upward push being a real means
Nel centro di Siena, un'unità abitativa incastrata in un sistema di case a schiera affida alla spinta verticale il senso del recupero, vero connettore e distributore oltre che proiettore di luce e di vertigine, asse prioritario nell’individuazione della dimensione caratterizzante lo spazio complessivo.
of connecting, distributing and projecting light and vertigo, primary axis in the individuation of a dimension which characterizes the entire space. With the existing staircase stripped out, metallic structural partitions grow up in an interlocking of planes and forms, now in ramps, now in stairs, yet again in beams to support the glass floors of the walkways, creating a kind of deconstructed "telescope" on the vertical axis, which now becomes the ruling principle of the whole building. With a remarkable volition for lightness, metallic fabric in the form of steel mesh, pulled taut in guards for the two ramps, works to multiply perceptual possibilities. Extensive use of glass also accentuates the impression of depth in the main directions, allowing the opulence of the space to be held in check from any position, and giving the effect of amplifying the space beyond its own walls.
Svuotato il corpo scale esistente, partiture strutturali in profili metallici si sviluppano in un incastro di piani e volumi ora in rampe, ora in scale e ancora in travi per i solai in vetro delle passerelle, creando una sorta di “cannocchiale” smaterializzato, disposto sull'asse verticale, nuovo vero principio ordinatore di tutta la struttura. A sottolineare la volontà di leggerezza, il tessuto metallico in filo d'acciaio, utilizzato come protezione per le due rampe e tensionato all'estremità, funge da moltiplicatore di suggestioni percettive. Anche il largo uso del vetro accentua l'effetto di profondità nelle direzioni principali, permettendo di tenere sotto controllo da qualunque punto di vista la ricchezza dello spazio, che ne risulta amplificato oltre i limiti del perimetro murario.
in apertura: vista dal basso del "cannocchiale"/opening page: upwards view of the "telescope"
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nome progetto/project name Vertigo progetto architettonico/architectural design Studio di Architettura Andrea Milani progetto strutturale/structural design SIT Ingegneria impresa/contractor Edil Pellegrini committente/client privato luogo/place Siena (SI) superficie/area 220 mq/s m data progetto/project date 2005 foto/photos Paola De Pietri
in queste pagine: vista di dettaglio degli interni/in these pages: detailed views of the interiors
[Elettronorge s.r.l.]
[F.lli Testi divisione Impianti s.r.l.]
Il progetto che abbiamo affrontato è stato una sfida affascinante. La realizzazione degli impianti o meglio del Sistema Elettrico che contraddistingue questa realizzazione ci ha permesso di esprimerci nella pienezza delle nostre esperienze e nelle specialità in cui è divisa la nostra azienda. Il sistema elettrico affronta la gestione del comfort climatico della sicurezza personale della distribuzione ed utilizzo dell’energia e delle risorse multimediali, tutto questo tenendo conto delle direttive artistiche e delle scelte architettoniche del progettista.
Operiamo nel settore termoidraulico dal 1997 per la realizzazione di impianti termoidraulici, impianti di riscaldamento tradizionali, a pannelli radianti sotto pavimento, impianti geotermici, impianti gas metano e gas gpl, impianti solari, impianti di irrigazione, impianti per piscine, impianti anti-incendio, impianti di condizionamento e raffrescamento, impianti trattamento acque, opere di riqualificazione energetica.
[Elettronorge s.r.l.]
[F.lli Testi divisione Impianti s.r.l.]
The project we undertook was a fascinating challenge, The installation of the of the plant, or better still, the Electrical System, which distinguishes this project, allowed us to fully demonstrate the depth of the experience and specialisations possessed by our company. The electrical installation concerns the management of climate control and comfort, personal safety, and the distribution and use of energy and multimedia resources, all this while taking into account the aesthetic and architectural choices made by the designer.
We work in the plumbing and heating industry since 1997 for the production of thermo-hydraulic systems, traditional heating systems, under floor radiant panels, geothermal systems, natural gas and LPG gas, solar systems, irrigation systems, systems for swimming pools, fire prevention systems, air conditioning and cooling systems, water treatment plants, energy upgrading works.
Elettronorge s.r.l.
Flii. Testi divisione Impianti s.r.l.
Via Po, 2 int. 39 Loc. Pian dei Mori Sovicille (SI) Tel./Fax 0577/349516 www.elettronorge.it
Via della Resistenza, 67 Loc. Badesse 53035 Monteriggioni (SI) Tel./Fax 0577/309463 info: f.llitesti@virgilio.it
Architettura esibita Allestimenti espositivi a Santa Maria della Scala, Siena
di/by Claudio Nardi foto di/photos by Paola De Pietri 50 Exhibited Architecture The design of an exhibition must be able to camouflage, by organisation, the space concealed behind the individual tasks
Il progetto allestitivo deve essere in grado di camuffare, organizzandolo, lo spazio che si cela dietro le singole operazioni ideative, scientifiche, critiche, organizzative, progettuali, normative, esecutive, promozionali che convergono nel mettere in mostra, sintetizzando infine la complessità in un progetto
which come together in the mounting of a show ideational, scientific, critical, planning, regulatory, executive and promotional - ultimately synthesizing all this complexity in a project which establishes, in Sergio Polano's words, that «temporary rapport between a place used for exhibiting, a series of objects to be shown, and an expository system understood to be conceptual as well as physical». The staging of an exhibition therefore sets up a tight and constant dialectic between the catalogue of works and the actual style of the setting, articulated in a continuity of language and materials which are closely linked to contemporary experience and easily recognisable by their value as architectural objects. A complex and singular idea of structure where the implicit design of the staging is not negated or camouflaged however image-laden or ritualistic it may be; choosing to minimize wall hangings, or coverings, or simply leaning works, always seeking experimentation in material and form. The results of ideational principles like this translate as an incessant alternation of surfaces and volumes, making up a variable matrix geometry more appropriate to architecture than to exhibition design, arranged in itineraries and strategic stops for the purposes of scientific narration.
che stabilisce, come ricorda Sergio Polano, quel «temporaneo rapporto tra un luogo usato per esporre, una serie di oggetti da esibire, ed un sistema espositivo inteso come dato sia concettuale sia fisico». L’allestimento stabilisce quindi una dialettica serrata e continua tra il repertorio delle opere e la cifra attuale dei supporti, declinati in una continuità di linguaggio e di materiali strettamente legati all’esperienza del contemporaneo e facilmente riconoscibili nella loro valenza di oggetti architettonici, un'idea complessa di struttura unica in cui il design implicito nell'allestire non viene negato o reso mimetico, quanto piuttosto immaginifico e liturgico, scegliendo di limitare i supporti a parete, il principio del foderare o quello del semplice appoggiare, ricercando sempre la sperimentazione su materiali e le forme. Gli esiti di tali principi ideativi si risolvono in un'incessante alternanza di superfici e volumi che compongono una geometria a matrice variabile, propria dell'architettura più che dell'exhibit design, organizzata in percorsi e soste funzionali alla narrazione scientifica.
nome progetto/project name Siena e Roma. Raffaello, Caravaggio e i protagonisti di un legame antico/Siena and Rome. Raphael, Caravaggio and the protagonists of an age-old tie data progetto/project date 2005 nome progetto/project name Etruschi. La Collezione Bonci Casuccini/Etruscans. The Bonci Casuccini Collection data progetto/project date 2007 nome progetto/project name Arte Genio Follia. Il giorno e la notte dell'artista/Art Genius Madness. The Day and NIght of the Artist data progetto/project date 2009 progetto/design Studio di Architettura Andrea Milani illuminazione/lighting Lumen Allestimento/set-up Farmobili committente/client Vernice Progetti Culturali luogo/place Santa Maria della Scala, Siena foto/photos Paola De Pietri
in apertura: allestimento della mostra "Siena e Roma"/opening page: set-up of the "Siena and Rome" exhibit
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in queste pagine: allestimento della mostra "Siena e Roma"/in these pages: set-up of the "Siena and Rome" exhibit
[Farmobili s.r.l.] La Farmobili esegue arredamenti su misura, dagli interni di uffici e abitazioni, all’allestimento di mostre e musei. Nata come falegnameria artigiana, negli anni la Farmobili è andata oltre la semplice lavorazione del legno: con l’acquisto di nuove attrezzature e di tecnologie all’avanguardia, oggi è in grado di lavorare anche acciaio, corten, plexiglass, materiali acrilici, Corian. Farmobili vanta una grande esperienza nell’allestimento di musei stabili e mostre temporanee. Rivolgendosi a noi, ogni architetto ha la certezza di trovarsi a collaborare con un interlocutore esperto con il quale lavorare in sinergia. Farmobili è aperta a realizzare ogni nuova soluzione progettuale e pronta a sperimentare ogni tipo di innovazione.
[Farmobili s.r.l.]
Farmobili realizes custom furniture, from the interiors of homes and offices to staging of exhibitions and museums. Founded as a joiner's shop, over the years the Farmobili has gone beyond the simple wood working: with the purchase of new equipment and the latest technology, it is now able to work even steel, corten steel, plexiglass, acrylic materials, Corian. Farmobili’s got a great experience in setting up museums and exhibitions. Every architect can be sure to be relate with a very prepared partner: it’ll be easy to work in synergy with Farmobili. Farmobili is interested in any new design solutions and innovations.
Farmobili s.r.l. Via Emilia, 15 5751 Monteroni d'Arbia (SI) tel. 0577/375719 fax. 0577/373041 www.farmobili.it
54 pagina a sinistra: allestimento della mostra "Siena e Roma"/left page: set-up of the "Siena and Rome" exhibit in questa pagina: allestimento della mostra "Etruschi"/this page: set-up of the "Etruscans" exhibit
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56 in questa pagina: allestimento della mostra "Etruschi"/this page: set-up of the "Etruscans" exhibit pagine seguenti: allestimento della mostra "Arte Genio Follia"/following pages: set-up of the "Art Genius Madness" exhibit
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[Lumen]
[Lumen]
Lumen progetta e realizza luce e domotica per l’architettura.
Lumen designs and produces lighting and domotics for
Collabora con i progettisti dall’inizio del progetto, sviluppa la parte creativa e quella esecutiva, controlla il lavoro fino
architecture. Lumen collaborates with the architects from the start of the project, develops the creative and practical
al raggiungimento del risultato finale.
phases, and supervises the work until the end result is al pubblico
achieved. Lumen was founded in 1975, initially selling
illuminazione di design, con gli anni si evolve ed oggi è una struttura specializzata che affianca il progettista nella
designer lighting to the public, and over time it evolved into a specialised company which accompanies the architect in
ricerca delle soluzioni più innovative ed energeticamente
the search for innovative solutions which are advantageous
vantaggiose con formule diverse: Consulenza illuminotecnica e domotica.
in energy terms, in various formats: Technical lighting and domotics consultation.
Consulenza, fornitura dei prodotti e controllo della corretta
Consultation, supply of products and supervision of correct
installazione.
installation.
Intero processo “chiavi in mano” completo della fornitura
Entire "turnkey" systems complete with supply of lighting
dei corpi illuminanti, le tecnologie e l’installazione, tutto realizzato con proprio personale.
components, technologies and installation, all carried out by Lumen staff.
Lumen nasce nel 1975, all’inizio vende
Lumen Firenze Via di san Niccolò 47r Siena Via Cassia 171b Sinalunga www.www.e-lumen.it info@e-lumen.it
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Teca urbana Museo della Tartuca a Siena
di/by Claudio Nardi foto di/photos by Pietro Savorelli 60 The urban display case A museum-system, born of the organic aggregation of single cells which exist autonomously with their own well-defined
Un sistema-museo, frutto dell'aggregazione organica di singole cellule che vivono autonomamente con una propria identità ben definita garantita da una medesima cifra stilistica, ma che al contempo, messe a sistema, formano un unico grande museo, frutto di un più ampio progetto di recupero urbano.
identity stemming from a common stylistic code, but which at the same time, arranged into a system, form a single vast museum, the result of a wider urban redevelopment project. In the Museo del Palio e del Costume, harsh elements are juxtaposed in their materiality without intersecting, completing reality with a rational gesture based on a simple, rectilinear geometry. Undivided expanses of glass open up the Museum to street view, to the outside world and the curious gaze of the tourists, but also to the everyday passage of the locals, removing the concept of opening times and replacing it with the idea of the urban display case, introducing a new perceptual relationship. Inside, an arrangement of itineraries defines a true internal urban fabric: a complexity on multiple planes which animates the space with a series of staircases, ramps and steps, guiding the visitor through the exhibition and at the same time connecting new architectural spaces at the service of the community. The materials used declare their physical, contemporary nature, deliberately renouncing ostentation and decoration: reinforced concrete, corten, resin, steel and extra clear glass are shown in their natural state without illusory contrivance, inflected not as mere adornment but as matter to be shaped.
Nel Museo del Palio e del Costume, elementi brutali per matericità si accostano senza intersecarsi, completando l'esistente con un gesto razionale basato su geometrie semplici e rettilinee. Ampie vetrate senza partizioni aprono la visione del Museo alla strada, al vicolo, agli sguardi curiosi dei turisti, ma anche ai passaggi quotidiani dei contradaioli, eliminando il concetto di apertura e introducendo quello di teca urbana e instaurando nuove relazioni percettive. Un sistema di percorsi interni definiscono un vero tessuto urbano interno: una complessità planivolumetrica che movimenta lo spazio con una serie di scale, rampe e gradonate che guidano il visitatore durante il percorso espositivo e, al contempo, collegano nuovi spazi architettonici a servizio della collettività. I materiali utilizzati denunciano la loro matericità e contemporaneità, rinunciando volutamente all'ostentazione e al decoro: cemento armato a vista, corten, resina, acciaio, vetro extrachiaro si mostrano nella loro natura, senza illusorie manipolazioni, declinati non come semplici rivestimenti, ma come materia da plasmare.
in apertura e doppia pagina seguente: l'ampia vetrata verso la strada/opening page and following double page: the wide window towards the street
aggregazione/aggregation
nome progetto/project name Museo della Tartuca/Museum of the Tartuca progetto architettonico/architectural design Studio di Architettura Andrea Milani progetto strutturale/structural design SIT Ingegneria progetto impiantistico/systems engineering Studio Tecnico Lenzi illuminazione/lighting Lumen impresa/contractor Edil Pellegrini opere metalliche/carpentry and steel works Alberti s.n.c. impianti/systems F.lli Testi Divisione Impianti/Elettronorge allestimento/set-up Farmobili committente/client Contrada della Tartuca/Contrada of the Tartuca luogo/place Siena superficie/area 560 mq/sqm data progetto/project date 2010-2013 foto/photos Pietro Savorelli
idea/idea
nuova aggregazione/new aggregation
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[Alberti s.n.c.]
[Alberti s.n.c.]
Realizziamo strutture in ferro, acciaio, acciaio inox ed alluminio, anche per l’arredamento d’interni, nonché strutture più complesse quali, ad esempio, lucernari, scale e articoli appositamente studiati e realizzati al fine di soddisfare ogni tipo di richiesta. È infatti nostra prerogativa la realizzazione di strutture non convenzionali, che richiedono un attento studio in fase di progettazione e disegni specifici per ogni tipo di personalizzazione, così come richiesto dal cliente. Le fasi di lavorazione vengono svolte tutte all’ interno dell’azienda attraverso l’uso delle proprie attrezzature e delle proprie risorse umane. Le macchine che utilizziamo sono le tipiche del settore: seghe per metalli, tranciatrici, piegatrici, saldatrici, calandre, ecc. Infine trasportiamo ed installiamo direttamente presso il cliente.
We produce structures in iron, steel, stainless steel and aluminium, also interior fittings as well as more complex items such as skylights, staircases and specially designed features to suit all requirements. We pride ourselves on the production of unconventional structures which require meticulous research in the planning phase and specific design for every kind of customisation, on the client's request. The entire production process takes place within the firm, with our own equipment and human resources. Machinery used is the usual equipment in the sector: metal saws, shearing machines, folding machines, welders, calenders etc. Finally we transport and install directly at the client's address.
Vetreria Perugina s.a.s. Alberti s.n.c. Lavorazione ferro e metalli Viale Mengozzi 53010 Isola d'Arbia Siena www.albertisnc.it info@albertisnc.it
Via della Tecnica 06135 Ponte San Giovanni (PG) www.vetreriaperugina.com
Applications Glass Via Bologna, 8 53049 Torrita Di Siena (SI) www.applicationglass@gmail.com
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1 ingresso principale/main entrance 2 doppio volume/double height room 3 teche scorrevoli/sliding glass cases 4 sala polifunzionale/multifunctional room 5 servizi igienici/rest rooms 6 locale tecnico/technical room 7 ascensore/elevator 8 aula multimediale/multimedia room
in queste pagine: la Sala degli antichi Costumi /these pages: the display room of the ancient Costumes
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pianta piano terra/ground floor plan
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[Edil Pellegrini s.r.l.]
[Edil Pellegrini s.r.l.]
La ditta EDIL
PELLEGRINI s.r.l. nasce negli anni '70
The company EDIL PELLEGRINI s.r.l. was founded in
dall'unione di persone con esperienze di cantiere di vario tipo. La volontà di stare sempre al passo coi tempi e la
the 1970s and based on experience in various types of construction. Determination to keep up with change and
sempre più esigente committenza portano la ditta EDIL
the ever-increasing demands of its clientele led to the
PELLEGRINI a far parte del Comitato Imprese Restauro
company's participation in the Committee of Restoration
di Roma. Successivamente, unendo varie imprese con differenti specializzazioni, crea il consorzio TOSCANA BIO
Firms in Rome. Subsequently, the consortium TOSCANA BIO s.r.l. was created, a joint venture uniting several firms with
s.r.l. Il Certificato di Assicurazione Qualità ISO 9001/2000
different specialisations.
garantisce organizzazione e capacità di coordinamento in ogni tipo di cantiere. Dalla ristrutturazione alla nuova
The ISO 9001/2000 Certificate of Quality Assurance guarantees organisation and coordination in all kinds of
edificazione, la ditta EDIL PELLEGRINI si distingue per
construction sites. From rebuilding to new builds, EDIL
la sua affidabilità e soprattutto per la qualità delle sue
PELLEGRINI is distinguished by its reliability and above all
realizzazioni dalla parte strutturale sino alle finiture
by the quality of its work on every level, from the structural
conclusive. I due soci fondatori, coadiuvati dai rispettivi figli, sono la
to the final finishing. The two founders, assisted by their respective sons, form
premessa per una ditta solida e duratura.
the basis of a solid and long-lasting company.
Edil Pellegrini s.r.l. Via Aldo Moro, 29 53049 Torrita di Siena (SI) www.edilpellegrini.com info@edilpellegrini.com
Dietro l'Obbiettivo
Andrea Vierucci | Studio associato Exposed Press
Behind the Camera Lens
a cura di/edited by
Paolo Di Nardo
Andrea Vierucci | Studio associato Exposed Press
L’origine greca della parola 'fotografia' stabilisce una vicinanza, se non addirittura una sovrapposizione, con l’architettura: luce (dal greco phôs) e disegno (dal greco gràphô). La parte centrale di AND è da sempre l’accento multidisciplinare al tema del numero in corso e AND 24, raccontando l’architettura italiana in filigrana, senza grida o autereferenzialità, vuole arricchire la proiezione di questa storia attraverso la conoscenza del mondo compositivo della fotografia e del fotografo. Un viaggio dietro la “camera” cercando di testimoniare i processi mentali, le tecniche, i segreti, i momenti di creatività e di lettura critica che non sono mai evidenti e che il prodotto finale schiaccia in modo proporzionale alla qualità della foto stessa. Come in tutte le discipline artistiche la costruzione dell’immagine non si limita all’infinitesimo secondo dello scatto, bensì sottende un percorso compositivo lungo e spesso complesso. Quando si osserva uno scatto fotografico ci si sofferma soltanto sulla qualità dell’oggetto fotografato o sui particolari resi evidenti dalla gestione della luce, sia naturale, che artificiale. L’esperienza professionale, ma soprattutto la cultura del “bello” in tutte le sue manifestazioni, sono in primis il motore invisibile di questo atto creativo di fermare il tempo attraverso un flash. In questo senso una fotografia è sicuramente soggettiva proprio perché nel gesto dello scatto c’è la mano del fotografo strettamente legata al pensiero ed alla sensibilità del suo corpo. Così la camera diventa l’estensione della sensibilità umana che di volta in volta riesce a cogliere proprio quegli aspetti invisibili che l’occhio distratto non sa cogliere. La fotografia allora diventa testimonianza e lettura critica. Proprio questo aspetto “critico” del fotografo è l’elemento che fa la differenza. Andrea Vierucci, sia nel suo modo di porsi come nelle parole da cui traspare l’origine culturale legata alla sagacia toscana, fa trasparire già quel senso critico che nella fotografia, anzi nello scatto, riesce ad esprimersi come arte. Nelle sue fotografie vi è un grande rispetto per l’oggetto da fotografare che si esprime soprattutto nel saperlo isolare fra le cose, gli spazi, le luci per renderlo unico. La prima operazione compositiva consiste innanzitutto nella gestione dell’ambiente, anzi la costruzione di un ambientamento capace di rendere esplicita la bellezza di un'opera, come di un interno o un singolo oggetto. Il suo lavoro si trasforma in allestitore di una scenografia capace di esaltare, attraverso le tecniche del contrasto simultaneo e della mimesi, il valore dell’oggetto. La sensibilità di Vierucci deforma e spesso sottrae dal racconto gli orpelli inutili alla ricerca di un minimalismo non formale, ma di chiarezza conoscitiva. In un interno anche far sparire un singolo oggetto dalla scena può alleggerire e rimarcare il protagonista. Un lavoro quindi lungo e attento, da arredatore prima ancora di essere fotografo. Una foto quindi non è solo banalizzazione di un istante, bensì è ricerca, osservazione, composizione, gestione della luce e del colore. Come un sarto anche il fotografo, come l’architetto, deve costruire il modello più adatto al corpo e quindi al significato ed al messaggio di un oggetto.
The Greek origins of the word "photograph" show a proximity, if not indeed an overlapping, with architecture: light (from the Greek phôs) and drawing (from the Greek gràphô). The central section of AND has always been the multidisciplinary angle on the theme of the current edition and AND 24, while recounting the finer details of Italian architecture without boasting or selfreference, would like to enhance the panorama of this story with some understanding of the compositional world of photography and the photographer. A journey behind the camera lens, in search of the mental processes, techniques, secrets, moments of creativity and critical interpretation which are never seen and which the end product flattens in proportion to the quality of the photo itself. As in all artistic disciplines, the creation of the image does not happen in the infinitesimal moment when the shutter clicks, but is the result of a lengthy and often complex process of composition. Looking at a photo, the gaze lingers only on the quality of the object photographed or on details brought into evidence by the management of light, either natural or artificial. Professional experience to an extent, but above all the culture of "beauty" in all its manifestations, are primarily the invisible impetus for the creative act of stopping time with a flash. In this sense a photograph is undoubtedly subjective, precisely because the action of clicking the shutter requires the hand of the photographer, closely linked to his or her thoughts and body. Thus the camera becomes an extension of human awareness, which occasionally succeeds in capturing
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Exposed Press Studio Associato Andrea Vierucci fotografo e giornalista/photographer and journalist Anna Maria Eustachi fotografo, post produzione e giornalista/ photographer, post production and journalist sito web/website www.andreavierucci.it e-mail/ info@andreavierucci.it campi di specializzazione/range of services architettura, interiors, ritratti e still life/ architecture, interiors,portraits and still life. agente di rappresentanza internazionale/ international representative Irene De Luca, PhotoFoyer/www.photofoyer.it
those invisible aspects that the distracted eye cannot see. So photography becomes witness and critical interpretation. It is precisely this "critical" side of the photographer that makes the difference. Andrea Vierucci, both in his approach and in his words, whose Tuscan shrewdness betrays his cultural origins, displays that critical sense which, in the photograph, even in the snapshot, succeeds in expressing itself as art. In his photos there is enormous respect for the subject of the shot, expressed above all in knowing how to detach it from objects, spaces and light, making it unique. The first and foremost task in the composition of a shot is to arrange the backdrop, in other words to construct a setting which will make explicit the beauty of a work, an interior or an individual object. Vierucci's work is that of a set designer who can use techniques of simultaneous contrast and mimesis to highlight the value of the subject. Vierucci's sensitivity distorts and often removes redundant details from the scene, in search of a minimalism which is not formal, but has an enlightened clarity. In an interior, even the disappearance of a single object from the scene can lighten or sharpen the subject. So, a lengthy and meticulous job as set designer before the work of the photographer even begins. Thus a photograph
In questo senso il fotografo è laicamente bugiardo e allo stesso tempo letteralmente onesto poiché riesce a far apparire esteticamente stimolanti architetture o oggetti che nella realtà non lo sono,
La “sottrazione”, come metodo, in questo caso è forse ancor più semplice rispetto al processo ideativo dell’architetto o del design, perché è un atto esterno e non un difficile passaggio all’interno
oppure al contrario smorzarne la bellezza. La qualità della fotografia riappacifica comunque sempre queste due sensazioni apparentemente opposte, l’onestà e la bugia estetica. Questo tipo di approccio è ancor più vero e quindi difficile quando il prodotto finale diventa la copertina di una rivista. La Fotografia in questo caso non è solo l’istantanea di un momento spaziale, bensì deve condensare in sé molteplici segnali e ammiccamenti capaci di raccontare in una sola pagina il contenuto della rivista. Ecco quindi che l’operazione dietro la fotocamera diventa importantissima perché è la sintesi di un lavoro di team non solo nell’allestimento dello scatto finale, ma soprattutto nell’interpretazione della mission generale. Vierucci, che ha fondato con Anna Maria Eustachi lo Studio associato Exposed Press, ha firmato moltissime copertine di riviste patinate ed internazionali portando ogni volta una “parola” diversa all’interno di una griglia già consolidata nel tempo. Sapere dal colloquio con
dell’iter di un'idea. Per il fotografo il gesto dell’aggiunta invece è maggiormente impegnativo e rischioso. In alcuni casi è il fotografo che nella scena “aggiunge” e saper scegliere “cosa” e “come” è un atto di responsabilità di forte spessore. L’aggiunta di un tipo di fiore, come di un libro, come di un oggetto, l’apertura di una tenda, l’evidenza di un particolare che come oggetto della composizione reale ha un ruolo marginale sono tutti gesti compositivi nascosti ma importanti. È il mondo creativo che vive dietro la Camera. Ma il mondo post scatto è altrettanto importante nella definizione del messaggio finale. In studio il fotografo non è più solo ma lavora con lo scatto condividendolo con il suo staff in un processo di valorizzazione sia tecnica che estetica. AND è “Rivista di architetti, architetture e città”
Vierucci che spesso la posizione di un cuscino o il suo colore può inficiare questo messaggio risulta affascinante. I metodi applicati da fotografo sono quindi quelli per “sottrazione” e per “addizione”.
per sua definizione, sottintendendo che qualsiasi creativo di qualsiasi disciplina ne può far parte e in dieci anni di attività e scommesse sono i 24 numeri a testimoniare questa nostro allargamento del concetto di creatività, non solo all’interno della disciplina architettonica. L’architetto, il designer, non potrebbero ideare se attorno non avessero un mondo di creativi che accelerano il
portato culturale delle loro opere. Il fotografo, come atto creativo finale di un opera, “disegna con la luce”. La luce, come elemento naturale della composizione, che è parte integrante di un’opera architettonica, come dice Le Corbusier: «L’architettura (...) gioco sapiente rigoroso e magnifico dei volumi assemblati nella luce».
is not merely a moment made banal, but rather a process of research, observation, composition and arrangement of light and colour. Like a tailor or an architect, the photographer's task is to construct the most appropriate model for the body, and thus for the message conveyed by the subject. In this sense the photographer is a worldly liar and at the same time literally honest in that he manages to endow subjects or buildings with an aesthetic quality which in reality they do not possess, or, vice versa, tone down their attractiveness. The quality of his photography, however, always contrives to conciliate these two apparently contrasting tendencies, honesty and aesthetic deception. This kind of approach is all the more real and therefore difficult when the end product is the cover of a magazine. In this case, photography is not merely a snapshot of a moment in space, but must be a concentration of multiple signals and allusions which can narrate the content of the magazine in a single page. And here the work behind the lens becomes hugely important because it is the synthesis of a teamwork, not only in the staging of the final shot, but especially in the interpretation of the mission itself. Vierucci, who founded together with Anna Maria Eustachi the associated firm Exposed Press, has photographed numerous covers for glossy international magazines, each time bringing a different "word" to the task, within a framework consolidated over time.
It is fascinating to learn in conversation with Vierucci that the position or colour of a cushion can invalidate the message. The methods used by the photographer, then, are operations of "subtraction" and "addition". "Subtraction" as a technique is perhaps even simpler here than during the creative process of an architect or a designer, because it is an external act rather than the painful internal passage of an idea. For the photographer, on the other hand, the process of "addition" is much more demanding and tricky. In some cases it is the photographer who "adds" to the scene, and knowing how to select "what" and "how" carries immense responsibility. The addition of a certain type of flower, a book or an object, the opening of a curtain, the placing of a detail which plays a marginal role in the overall composition - these are all hidden but crucial compositional decisions. This is the creative world lived behind the camera lens. But the world after the photo shoot is equally important for the definition of the end message. In the studio the photographer is no longer alone but shares the work on the shots with his staff in a process of enhancement, both technical and aesthetic. AND is the "Magazine of architects, architecture and the city" by its own definition, with the implication that any creative artist from any discipline may be included, and in ten years of activity and commissions, the 24 editions published are a testimony to our widening of the concept of creativity beyond the boundaries of architecture. The architect
and the designer could not generate ideas if they were not surrounded by a world of creators who hasten the cultural spread of their works. The ultimate creative act of the photographer's work is to "draw with light". Light as a natural element of composition, which is an integral part of an architectural work, as Le Corbusier says: "Architecture is the learned game, correct and magnificent, of forms assembled in the light".
Architetti Italiani Appartenenza culturale
di/by
Paolo Di Nardo
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2013, un anno che non è ancora la fine o l’inizio di qualcosa per l’architettura italiana soffocata da un pessimismo corale. AND vorrebbe però guardare sempre avanti e mai indietro soprattutto con l’avvicinarsi, a Dicembre, della ricorrenza dei dieci anni di attività che impone di andare avanti e scommettere in questa ricerca di qualità diffusa nel nostro territorio. Non è un atteggiamento di distacco dalla realtà, ma una missione di speranza per il presente (il concetto di futuro appartiene a visioni passate fuorvianti), sottolineando quanto ancora uno studio di architettura italiano abbia da raccontare nel mondo. Pubblicare i lavori di architetti che non appartengono allo star system, spesso deragliato dalla propria origine culturale per una globalizzazione tendente al banale e al ripetitivo, vuol significare e sottolineare quanto pensiero nascosto segni in modo indelebile un’appartenenza, come quella italiana. Soprattutto nel mondo dell’interior, dove l’appartenenza culturale si può esprimere con maggiore libertà e condizionamenti, è possibile rintracciare quella qualità per cui nel resto del mondo diventa un valore aggiunto il progetto italiano, dallo studio che lo ha ideato alle Aziende che lo hanno realizzato. Ma quello che avvalora questa appartenenza è la diversità degli approcci in relazione al tema e al luogo con un filo, solo sotteso o in filigrana, che unisce e non divide mai in Italia: la comune origine culturale solo apparentemente declinata. Lo vogliamo ribadire, gridare con forza che potremmo anche essere un paese povero per gli spread economici, ma sicuramente molto più ricco di altri paesi solo apparentemente motori di qualità. È il resto del mondo che ce lo fa capire che ci indica la strada per comprendere che il nostro denaro, la nostra ricchezza è nel pensiero costruito nei secoli, nella capacità di saper tendere alla bellezza senza pregiudizi o condizionamenti globali. Noi saremo sempre un paese di emigranti, ma accompagnati da una valigia stracolma di pensiero e bellezza da esportare in Europa e nel resto del mondo.
Italian Architects 2013, a year which is not yet the beginning or the end of anything for Italian architecture, stifled as it is by a collective pessimism. But AND always wishes to look ahead and never back, especially as December approaches, and with it the anniversary of ten years of activity, impelling us to move forward and continue our search for quality throughout our land. This is not an attitude of detachment from reality, but a mission of hope in the present (the idea of the future belongs to misleading past visions), highlighting just how much an Italian architecture studio still has to say to the world. Publicising the work of architects who do not belong to the star system, itself often derailed from its own cultural origins by an increasingly banal and repetitive globalization, implies pointing out how hidden ways of thinking are an indelible mark of Italian belonging. Above all in the world of interior design, where cultural belonging can be expressed with more freedom and bias, it is possible to trace that quality which gives an Italian project added value in the eyes of the world, from the studio where it originates to the company which carries it out. But the true value of this belonging lies in its diversity of approach in terms of theme and place, with an underlying watermark which unites and never divides in Italy: the shared cultural background whose decline is merely superficial. We want to reaffirm this, shout out loud that though we may be a poor country in statistical terms, we are indubitably much richer than other countries which may appear to drive the economy of quality. The rest of the world lets us know, showing us the route to understanding that our wealth, our riches are to be found in our thinking, built over centuries, in our ability to know in which direction beauty lies, without prejudice or global conditioning. We may always be a "country of emigrants", but our emigrants travel with a suitcase laden with a mindset and a beauty exportable in Europe and throughout the world.
Storicità contemporanee Girolami Studio di Architettura, Interior design sulle colline fiorentine
testo a cura di/text by
Fabio Rosseti
Contemporary historicity In a city like Florence, Art,
In città come Firenze l'Arte, la Cultura, la Storia sono stratificate e spesso fuse insieme in ogni singola
Culture and History are closely layered and often fused together in every single stone or brick you
pietra o mattone che viene toccata, su ogni singola cellula spaziale nella quale l'architetto interviene. Che si tratti di interventi architettonici edilizi più o meno complessi o di progetti di interni ciò che
touch, every individual space where the architect operates. Whether it's a case of more or less com-
varia è la scala a cui l'architetto lavora ma non la sensibilità: la cultura del progetto e la capacità di interloquire con lo spazio e le strutture fisiche sono (devono essere) le stesse, in entrambi i casi.
plex architectural building work or interior design,
Ilenia Girolami, giovane architetto fiorentino, riesce ad esprimere in maniera chiara ed inequivocabile
what varies is the scale of the architect's task but not the sensibility: the project's culture and its
queste qualità attraverso i suoi lavori. Il suo studio, nato nel 2005, è, come molti studi “giovani”, una vera e proprio officina del fare dove vengono seguiti tutti gli aspetti della progettazione e realizzazione
ability to create a dialogue with the space and the physical structures are (or should be) the same in
di una architettura. Questa cultura del progetto, che vede nel controllo di ogni singola fase, anche la più tecnica e meno creativa, lo strumento principe, coniugata attraverso la ricca esperienza della
both cases. Young Florentine architect Ilenia Girolami success-
titolare dello studio in tema di restauro dei monumenti e la sua conoscenza dell'architettura delle Ville Medicee costituisce il catalizzatore di una qualità architettonica sempre più necessaria e vitale per il
fully expresses these qualities clearly and unam-
nostro futuro. Nel primo progetto presentato, un attico sulla collina di Settignano, parte di un casale
biguously through her work. Founded in 2005, her studio is, like many "young" studios, a truly active
seicentesco collocato in una posizione panoramica verso il centro storico di Firenze e sulle colline circostanti, la volontà principale è stata quella di dialogare con l'edificio storico confrontandosi con gli
workshop where every aspect of architectural design and production is meticulously carried out. This project-based culture translates into careful
elementi più impegnativi e delicati: le visuali ed il contesto paesaggistico in cui si inserisce. Nella sua analisi preliminare e nella verifica delle soluzioni pensate lo Studio Girolami si avvale sempre delle più recenti ed efficaci tecnologie di visualizzazione tridimensionale. Sembra un controsenso, sofisticate
control of every single phase of the process, including the most technical and least creative stages, and is the result of the studio owner's extensive experience in the restoration of monuments and her knowledge of the architecture of the Medici Villas; experience which becomes the catalyst for a quality architecture, increasingly necessary and essential for our future. The first project submitted, a loft on the hillside of Settignano, is part of a seventeenth century farmhouse in a location which overlooks the centre of Florence and the surrounding hills. Here the guiding principle was to create a dialogue with the historic building, set against the
tecnologie di renderizzazione che incontrano il Restauro e la storicità dei luoghi, ma forse nell'ottica di quel controllo del progetto di cui parlavamo questi strumenti oggi divengono necessari e a maggior ragione proprio in questi ambiti. La valutazione pressoché istantanea di una soluzione o di un'altra permette di gestire le diverse scale compositive e progettuali curando i minimi dettagli senza sacrifi-
in apertura, in questa pagina e pagina seguente: immagini del progetto/ open page, this page and following page: views of the project
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nome progetto/project name Interior design sulle colline fiorentine progetto/design Ilenia Girolami Architetto strutture, direzione lavori, sicurezza/structures, works supervision, workplace safety Ilenia Girolami Architetto luogo/place Settignano, Firenze inizio lavori/start works on site 2012 fine lavori/completion 2013 superficie/area 120 mq/sqm
pianta appartamento/apartament plan
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most demanding and tricky aspects: the lines of vision and the landscape which forms the context. For the preliminary analysis and to explore ideas for possible solutions, Studio Girolami makes use of the most effective state-of-the-art technologies for three-dimensional visualisation. The use of sophisticated rendering technologies appears to be a contradiction, in the context of the restoration of the historic authenticity of the site, but perhaps, in terms of the control over the project mentioned earlier, these tools have today become necessary, and even more so in cases like this. The ability to evaluate one possible solution over another practically instantaneously allows the various compositional levels of the project to be managed, with attention paid to the smallest details without sacrificing the designer's creativity, or, alternatively, the historic authenticity of the site. In this case the architect designed made-to-measure furnishings, to be produced by local craftsmen: minimal but contemporary features, muted colours with a predominance of white, carefully selected design elements and traditional materials such as marmorino with natural lime. With this syntax and vocabulary the architect establishes a harmonious dialogue (not a monologue, as often happens) with what went before, the farmhouse, and its place in the layering of history. Nothing is left to chance, thanks to visualisation technologies which make it possible to identify the optimal layout to highlight the visual lines to the view over the city, as far as Brunelleschi's dome on the cathedral. Particular attention is paid to the division between living and dining areas, with the presence of a balustrade unit
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nome progetto/project name Interior design progetto/design Ilenia Girolami Architetto luogo/place Firenze inizio lavori/start work on site 2012 fine lavori/completion 2013 superficie/area 180 mq/sqm
a sinistra: particolare dell'illuminazione/ left: lighting detail pagina seguente: viste del soggiorno/ following page: view of the living-room
and a fridge unit which create an highly theatrical entrance, fulfilling their primary functions while simultaneously managing the space.
care la creatività del progettista o, in alternativa, la storicità del luogo. In questo caso l'Architetto ha disegnato su misura gli arredi, fatti realizzare da artigiani locali: elementi minimali ma contemporanei, colori tenui con predominanza del bianco, elementi di design scelti appositamente, materiali tradizio-
Finally, the lighting design cannot be separated from the natural light, in this case enhanced by the building's hillside location and by the choice of colours and materials which reflect and crystallise the chromatic vibrancy of sunlight in a play on light which transforms the space as the day goes on. In the second interior design project, which is ongoing in a Florence apartment, the aim is to rationalise the complexities of the various living spaces through the design project. Living room, dining room and entrance hall overlap visually but never functionally. In this case the space is modulated by pure shapes which interrupt the continuity of surfaces, allowing the eye to rest on details and the plays of light which emphasise them. Muted colours feature again, reinforced by the sparse but well-chosen furnishings and finishes on the same chromatic scale but darker in tone, like punctuation in the writing of the architectural space.
nali come il marmorino con calce naturale. È questa la sintassi ed il vocabolario con cui il progettista stabilisce il dialogo (e non un monologo, come spesso succede) armonico con la preesistenza, il casale, e la sua stratificazione storica. Niente è lasciato al caso, grazie anche alle tecnologie di visualizzazione, che permettono di individuare la disposizione migliore per esaltare al massimo le visuali panoramiche verso la città, arrivando fino alla cupola brunelleschiana del Duomo. Una particolare attenzione è stata posta alla zona filtro del pranzo, nella quale si inseriscono un mobile balaustra ed un mobile frigo che creano una situazione di ingresso molto scenografica assolvendo allo stesso tempo alle loro funzioni primarie e di gestione dello spazio. Infine lo studio delle luci artificiali non può prescindere dalla luce naturale, esaltata in questo caso dalla posizione collinare del manufatto e dalla scelta dei colori e dei materiali che in un gioco ottico riflettono e materializzano la dinamicità cromatica della luce solare trasformando gli spazi nel corso della giornata. Nel secondo progetto di interior design, in corso di realizzazione in un appartamento fiorentino, l'obiettivo è quello di razionalizzare attraverso il progetto la complessità degli spazi della zona giorno. Soggiorno, spazio pranzo e ingresso si sovrappongono visivamente ma mai funzionalmente. In questo caso lo spazio è modulato attraverso forme pure che interrompono la continuità delle superfici permettendo all'occhio di soffermarsi sui particolari, sui giochi di luce che le esaltano. Sempre colori tenui rafforzati per contrasto dai pochi ma ben selezionati elementi di arredo e di finitura sulla stessa gamma cromatica ma più scuri, come fossero una punteggiatura nella scrittura degli spazi architettonici.
Spazio libero Rita Spina, Ristrutturazione in Oltrarno, Firenze testo a cura di/text by Paolo Di Nardo foto di/photos by Andrea Vierucci con la collaborazione di/in collaboration with Anna Maria Eustachi
Free space There was a time in the past few dec-
C'è stato un momento nei decenni passati, a cavallo soprattutto fra la fine del Secolo e l'inizio di
ades, especially around the end of the old century and the beginning of the new, when it seemed that
quello nuovo, in cui sembrava che gli Italiani sognassero come propria casa solo i loft. Sulla scia di
every Italian dreamed of living in a loft. Perhaps in the wake of notions reaching us from the other side of the Atlantic in a cinematic style which showed these spaces as different and exciting, the dream has taken hold even in a city like Florence. Lofts came into being as a way of re-using disused industrial or service spaces, where distinguishing features are wide open space, free from interior partitions, and large glazed areas of external walls. Obviously, taking this concept into an urban environment like historic centre of Florence is not an easy task. Floor plans that often extend in a single direction, heavy load-bearing stone-built structures cluttering the space, and limited outer windows seem to thwart any vain ambition for open space and light called to mind by the idea of a loft. A project by Rita Spina, however, has succeeded in the attempt. The project is dated in time (2001) but extremely current (still) in its conception and its outcome. Its industrial foundation, an old sawmill in the heart of Florence's Oltrarno quarter. The architect's skill, and her relevance, lies in her success in combining the various aspects involved in the transformation of this space. The clients, two architects, were seeking an open space which was bright and intimate, but at the same time welcoming for friends. Major engineering solutions made it
a sinistra: il soggiorno verso la cucina/left: the living room views toward the kitchen
suggestioni forse d'oltre Oceano giunte fino a noi attraverso un'ampia cinematografia che proponeva questi ambienti come dimore molto suggestive e distintive, il sogno ha preso piede anche in una città come Firenze. Il loft nasce dal riuso di spazi industriali o terziari dismessi, in cui l'elemento distintivo è l'ampiezza delle superfici, libere da tramezzature interne, e la presenza di grandi aperture vetrate sulle pareti esterne. È evidente che trasferire questo concetto in un tessuto urbano come quello del Centro Storico fiorentino risulti non facile. Schemi planimetrici che spesso si estendono in una sola direzione, pesanti strutture murarie portanti che ingombrano gli spazi, scarse aperture verso l'esterno sembrano vanificare ogni velleità di ampi spazi e luce che un loft richiama alla mente. Il progetto di Rita Spina è riuscito invece nell'intento. Un progetto cronologicamente datato (2001) ma estremamente attuale (ancora) nella sua concezione e nel suo risultato. Un fondo artigianale, una segheria, nel cuore dell'Oltrarno fiorentino. La capacità dell'architetto, e la sua contemporaneità, è stata di riuscire a coniugare i diversi aspetti coinvolti nella trasformazione di questo spazio. I desiderata della committenza, due architetti, erano quelli di uno spazio aperto, luminoso, personale ma al tempo stesso accogliente per gli amici. Soluzioni ingegneristiche importanti permisero di liberare al massimo il vecchio spazio artigianale senza tuttavia snaturarne lo spirito e la forma. Lo spazio giorno, che occupa gran parte della superficie, come è giusto aspettarsi date le premesse della committenza, è caratterizzato addirittura da una piscina, una grande vasca d'acqua che unisce fisicamente due aree delineando chiaramente la dualità di questo progetto: l'area relax e notte, più privata, che accoglie la famiglia, e l'area living, più sociale, che accoglie la famiglia e i suoi amici. Grandi lucernari, sia nella zona giorno che in quella notte, assieme alle grandi finestre già presenti, oltre a garantire, burocraticamente, il rispetto delle normative, forniscono quella luce naturale che non ci aspetteremmo in uno spazio così difficile. Luce che gioca con l'articolazione degli spazi, i volumi sporgenti, le nicchie in parete, così che non sia mai la stessa in due punti diversi della casa. Materiali naturali, molto legno e molto vetro, si integrano pienamente con gli aspetti tecnologici e impiantistici, molto sofisticati e moderni. Come detto, un progetto non recente ma assolutamente contemporaneo, se vogliamo paradigmatico di una metodologia progettuale in grado di coniugare storicità dei luoghi con la modernità tecnologica e funzionale. Così la tecnica, la creatività e le competenze della progettista hanno trasformato questa officina artigianale in una “officina” di quotidianità e libertà.
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sotto: vista della cucina/ below: view oft the kitchen pagina seguente: sopra, il soggiorno con la piscina; in basso, particolare del caminetto/ following page: above, the living room with the swimming pool; below: detail view of the fireplace
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possible to liberate the maximum amount of space in the old workshop, without damaging its shape or its atmosphere. The living area, which takes up most of the space, fittingly for the clients' criteria, even boasts a swimming pool, a large plunge pool which physically unites the two areas, clearly highlighting the project's duality: the relaxation and sleeping area, a more intimate family space, and the living area, a more social space for family and friends. Large skylights in both living and sleeping areas, together with the existing large windows, ensure compliance with the rules on a bureaucratic level, as well as providing natural light which is unexpected in such an awkward space. Light which plays with the spatial configurations, projections and alcoves so that it is never the same in different parts of the house. Natural materials, plenty of wood and glass, blend perfectly with sophisticated modern technology and engineering features. As previously mentioned, this project is not recent, but it is completely contemporary; it could be considered an exemplar of a project which successfully combines the historic authenticity of a site with functional hi-tech modernity. Thus the techniques, creativity and skill of the architect have transformed this artisan workshop into a "workshop" of daily life and freedom.
Architettura bianca Ristrutturazione di un appartamento a Viareggio, Lucca
testo a cura di/text by Luca Sgrilli foto di/photos by Andrea Vierucci con la collaborazione di/in collaboration with Anna Maria Eustachi
White architecture A house, a penthouse indeed,
Una casa, anzi un attico, a ridosso di una delle più famose passeggiate a mare, quella di Viareggio,
close to one of the most famous Tuscan promenade, the one of Viareggio , where architectural
dove si mescolano stili architettonici e colori all'insegna dei quattro elementi primari di un luogo di villeggiatura: mare, sole, luce, libertà. Una palazzina che conserva ancora la propria storica facciata
styles and colors get mixed up in the pursuit of the four elements of a seaside resort: sea , sun,
che nascondeva tuttavia sventramenti e frazionamenti intensivi degli anni '70, memoria di un passato più incline alla quantità che alla qualità.
light and freedom. A building that still retains its
Lo Studio Momus Architetti di Lucca, formato da Paolo Bertoncini Sabatini e Paola Sausa, in questo
historic facade that hid however intensive demolition and splits since the '70s, the memory of a
contesto riesce a restituire ad uno spazio mortificato e compromesso la qualità e l'identità che lo rendono nuovamente architettura. Nasce così la Casa Bianca di Viareggio. Liberata dalle tramezzature
past more prone to quantity than quality. Studio Momus Architetti, from Lucca, formed by the ar-
che suddividevano i circa 100 mq in tanti piccoli vani, e dai controsoffitti che nascondevano le suggestive falde a capanna del tetto, si è subito rivelata per quello che avrebbe dovuto essere: uno spazio
chitects Paolo Bertoncini Sabatini and Paola Sausa, are able in this context to return to a mortified
raffinato, domestico, molto curato fin nel minimo particolare. Un grande spazio libero centrale che ospita la zona giorno viene modellato ed esaltato dalla luce che entra dalle grandi vetrate e dai giochi
and compromise space, the quality and identity
volumetrici dell'arredo fisso, anch'esso bianco, realizzato artigianalmente sui disegni originali degli
that make it architecture again. Thus was born the White House in Viareggio. Cleared by walls, which
architetti. Attorno a questo fulcro, secondo una circolarità ed una simmetria alternata che ritornano spesso nei progetti di Momus, si snodano le due terrazze, di cui quella verso il mare con la vasca idro-
divided the 100 square meters into many small rooms, and false ceilings that hid the striking gabled roof slopes, it immediately revealed for what
massaggio, che rappresentano l'estensione concreta dello spazio interno grazie a grandi vetrate scorrevoli. Allo stesso modo le due camere, quella padronale e quella degli ospiti, ognuna con il suo bagno, sono collocate diametralmente opposte nel rispetto massimo della privacy e della libertà di tutti.
it was supposed to be: a refined, domestic space, very well-finished down to the smallest detail . A wide open central space houses the living area, shaped and enhanced by the light admitted by large expanses of glass and the interaction of the furniture, also white and handcafted to the design of the architects. Winding their way around this fulcrum, with a circularity and alternating symmetry which often feature in Momus projects, are the two terraces, concrete extension of the interior space, and the two bedrooms, each with its bath-
La cura del dettaglio, che sia edile o di arredo, è uno dei punti di forza della loro progettazione e permette, fra le altre cose, di avere un controllo totale del risultato finale. Nella cucina, ad esempio, le ante a scomparsa che chiudono la dispensa od il piano in acciaio che scorrendo nasconde gli strumenti della isola monoblocco (fuochi, lavello e lavastoviglie) non sono semplici accorgimenti funzionali di arredo ma soluzioni che nella loro semplicità concettuale servono a definire spazi e volumi e quindi a fare architettura. Allo stesso modo la scelta dei materiali, che vanno dal listone di rovere sbiancato alla resina, dall'acciaio al vetro, al legno laccato, così come le soluzioni di illuminazione artificiale con i Led RGB che variano colore creando nel bianco dominante suggestivi effetti cromatici, oppure gli impianti tecnici ad alto contenuto tecnologico ma mai invadenti, e i controlli domotici, non sono scelte di 'gusto' o 'tendenza' ma precise scelte e indicazioni progettuali senza le quali l'architettura non sarebbe completa.
in apertura: la cucina con l'isola monoblocco, aperta/opening page: the kitchen with the monobloc island, open a destra: lo spazio cucina con la dispensa su misura e il soggiorno/right: the kitchen with the custom-made pantry (right) and the living room (left)
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in alto: il soggiorno/above: the living room
room, diametrically opposed in maximum respect for privacy and freedom. The attention to detail, both in construction and decor, is one of the strengths of the design and allows, among other things, a total control over the finished result. In the kitchen, for example, the rollaway doors of the pantry and the steel surface which slides over to hide the workings of the monobloc island (hob, sink and dishwasher) are not merely functional expedients but solutions whose conceptual simplicity serves to define space and volume and hence has an architectural role. Similarly, the artificial lighting solutions using Led RGB, the state-of-theart technology of the installations, the choice of materials and domotics are not matters of "taste" or "tendencies" but precise choices and indications at project level, without which the architecture would not be complete. Similarly, the choice of materials, ranging from white oak plank to resin, from steel to glass, to lacquered wood, as well as solutions for artificial lighting with RGB LEDs that vary in color creating suggestive chromatic effects in the dominant white
color of the house , or technical systems with high technological content, but never intrusive, home automation and controls, there are not choices of ' taste ' or ' trend ' but clear choices and design guidelines, without which the architecture would not be complete .
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in alto: il corridoio fra le due camere/above: the corridor between the two sleeping rooms a destra: vista delle due camere/right: view of the two sleeping rooms
progetto/project by MomusArchitetti: Paolo Bertoncini Sabatini, Paola Sausa tipologia/tipology attico/penthouse impresa/company Restauro Valeri arredi su misura/custom made furniture Luciano Pighini luogo/place Viareggio fine lavori/completion 2012 superficie/area abitazione/dwell 100 mq/sqm; terrazza/balcony 80 mq/sqm
Spazio essenziale Ristrutturazione di una ex officina a Lucca
testo a cura di/text by Paolo Di Nardo foto di/photos by Andrea Vierucci con la collaborazione di/in collaboration with Anna Maria Eustachi
Fundamental space A large space in the historical
Un grande spazio nel Centro Storico lucchese, a ridosso delle Mura, ex conceria, nato alla fine del
centre of Lucca, close to the walls, a former tannery, born at the end of the eighteenth century and
Settecento e da allora più volte riadattato, stratificato e riusato ma sempre come spazio artigianale e produttivo. Luogo di creazione e creatività, di costruzione e di cambiamento. È cosa c'è oggi di più
since then readjusted several times, but always reused as craft and productive space. Place of crea-
'artigianale' del lavoro dell'architetto? Ovviamente non per gli strumenti informatici spesso utilizzati nel processo, ma per il carattere di un'attività che sulla base di un'idea o di una immagine costruisce,
tion and creativity, construction and change. What
plasma e modifica spazio ed oggetti. Forse Paolo Bertoncini Sabatini e Paola Sausa hanno pensato
is today the architect's work if not the one of an artisan? Obviously not for the tools often used in
questo vedendo lo spazio che sarebbe diventato la loro officina. O forse è l'essenzialità intrinseca di queste strutture (al loro arrivo il pavimento era in terra battuta) che ha stimolato l'interesse dei due
the process, but for the characteristic of an activity that on the basis of an idea or an image builds,
architetti: uno spazio quasi vergine ma al tempo stesso ricco di storia e segni. Studio Momus ha saputo raccogliere il testimone mantenendo la vocazione di questo luogo ed esaltandone al contempo
shapes and modifies spaces and objects. Perhaps Paolo Bertoncini Sabatini and Paola Sausa
la qualità architettonica e spaziale. Lo spazio è semplice, minimale: 400 mq suddivisi in 4 grandi ambienti che si snodano attorno ad un cortile/giardino centrale, recuperando il senso della circolarità.
have thought this seeing the space that would be-
Gli interventi sono ridotti al minimo indispensabile e mirano al rispetto degli spazi più che alla loro
come their studio. Or maybe it's the basic simplicity inherent to these structures ( when they arrived
asettica 'conservazione'. La storia del luogo è lì, sotto gli occhi, negli intonaci sovrapposti nei secoli e così 'congelati' da una attenta opera di risanamento e consolidamento; nelle strutture in legno dei
the floor was beaten earth ) which has stimulated the interest of the two architects: a space almost virgin but at the same time rich in history and
solai, riportate in vita, sanificate, restaurate; nelle altezze, di quasi 8 metri in alcuni punti; nelle grandi vetrate ad arco, con gli infissi originali, che permettono alla luce naturale di invadere gli spazi e di modellarli e plasmarli con il passare del tempo nel corso della giornata. Solo un arredo, comunque
signs. Studio Momus have succeeded in picking up the baton and maintaining the building's vocation while highlighting the quality of both the site's architecture and its dimensions. The space is simple, uncluttered: 400 sq.m, divided into 4 areas which twine around a central courtyard/garden, again showing that sense of circularity. Modifications are reduced to the bare minimum and geared towards respect of the space rather than its sterile "conservation". The build-
minimo, e una struttura cubica, ribassata, che ospita i servizi igienici, sono gli elementi 'estranei' che hanno trovato, in ogni caso, una loro collocazione ed identità in questo organismo architettonico integrandosi completamente con esso. Niente deve disturbare la naturalezza di queste strutture, la loro essenzialità e quindi, come in altri progetti dello studio, anche in questo caso i colori sono chiari, neutri, perché quando c'è l'architettura e la luce non c'è bisogno di maquillage per far risaltare lo spazio fisico. Inoltre questa neutralità aiuta lo spazio a trasformarsi e divenire anche luogo di mostre, eventi ed installazioni organizzate dallo stesso Studio Momus e dal fotografo e artista Massimo Vitali che con loro condivide lo spazio. Uno spazio di comunicazione ma comunicativo esso stesso, uno spazio non chiuso, involuto, ma aperto alla città, al mondo là fuori. Officina di creatività, arte e architettura e quindi spazio vivo e sensibile.
in apertura: vista interna verso la strada/ opening page: inside view toward the street a destra: vista interna verso il cortile/right: inside view toward the courtyard
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progetto/project by MomusArchitetti: Paolo Bertoncini Sabatini, Paola Sausa direzione lavori/works supervisor MomusArchitetti: Paolo Bertoncini Sabatini, Paola Sausa tipologia/tipology uffici/offices impresa/company Restauro Valeri impianto elettrico/electrical systems Simonetti Alessandro impianto termico a pavimento/thermal system underfloor Plumber luogo/place Lucca fine lavori/completion 2010 superficie/area 400 mq/sqm
a sinistra: vista interna verso il bar/left: inside view toward the bar in basso: vista interna verso l'ingresso/below: inside view toward the entrance a destra: dettaglio dell'arredo/right: detailed view of the furniture
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in alto: vista interna verso l'ingresso/above: inside view toward the entrance
ing's history is there before your eyes, in the layers of plaster overlapping through the centuries and "frozen" in time by a careful work of restoration and consolidation; in the wooden structures of the ceilings, brought back to life, sanitized, restored; in the heights of nearly 8 meters in some places; in the large original arched windows which allow natural light to flood in, shaping and modelling the space as time passes during the day. Only the minimal decor, and a low cuboid structure which holds the toilets, are "extraneous" elements; and in any case these have found their own identity and place within the architectural organism. Nothing must impose on the naturalness of these structures, their essentiality, and therefore, as in other projects of the firm, the colours here are soft, neutral, because where there's architecture and light, there's no need for make-up to enhance the physical space. This neutrality, moreover, helps the space to transform itself, becoming a venue
for exhibit, events and installations organized by the Studio Momus and photographer and artist Massimo Vitali, who shares the place with them. An area of communication, but communication itself, this space is not closed in on itself but open to the city, the outside world. A laboratory for creativity, art and architecture and thus a living and conscious space.
a destra e sotto: viste interna/right and below: inside views
Dalla parte dei rifiuti No Dump
testo a cura di/text by
Jacopo Aiazzi
On garbage side: No Dump. We are what we throw
Noi siamo quello che gettiamo o, per meglio dire, i rifiuti raccontano la nostra storia. Basta sbirciare nel
away or, better to say, garbage tells our story. You only have to peep into the next door rubbish bin
cassonetto poco distante dalla nostra abitazione per capire i gusti alimentari, la qualità della salute, le letture e gli hobby dei nostri vicini, se non i loro più torbidi segreti. Sherlock Holmes, il celebre perso-
to get your neighborhood's food taste, health quality, readings, hobbies and even their most turbid
naggio di Conan Doyle, era solito dire che la verità si trova nei rifiuti. Ma stiamo parlando di investigazione o architettura e design? Allora non ci resta che parlare di come utilizzare queste fonti di verità.
secrets. Sherlock Holmes, Conan Doyle's famous
Come? Semplice, No Dump.
character, used to say that truth is hidden in the garbage. However, are we talking about investiga-
No Dump non è soltanto un collettivo creativo, un gruppo di giovani architetti e designer, ma è principalmente un laboratorio d'idee essenzialmente controcorrente. È risaputo, infatti, che i beni di consumo
tion or architecture and design? So there is nothing left to do but understand how to use these truth
attirano, mentre i rifiuti respingono, in un continuo aggiornamento che ci sta conducendo sulla vetta di isole interamente composte di immondizia. Ma questo concetto non vale per tutti, anzi. Con No Dump
sources. How? It's simple, No Dump.
i rifiuti diventano materiali adattabili alle più disparate occasioni, rendendoli spesso dei veri e propri
No Dump is not only a creative collective, a group of young architects and designers, but it's mainly
valori aggiunti, piuttosto che oggetti di cui liberarsi. Attraverso opere piccole e mastodontiche, azioni di guerrilla e partecipazione attiva della realtà locale, No Dump cerca di sensibilizzare i cittadini al riciclo,
a nonconformist ideas lab. It's common knowledge that consumer goods attract, meanwhile waste
al riutilizzo e ad un ripensamento generale del ciclo di vita dei materiali utilizzati nella vita quotidiana. I principali ingredienti del loro lavoro sono versatilità e creatività, mantenendo sempre uno sguardo rivolto
materials repel, in a continuous cycle that is leading us to the top of rubbish islands. But this approach doesn't work for everyone, at all. With No
al contesto che li circonda. La loro ultima opera, infatti, aveva come sfondo le principali piazze di Firenze e consisteva in una performance itinerante in cui, con l'utilizzo di fogli di cartone, colla e scotch, sono state realizzate lettere di circa due metri, ricoperte da Gratta&Vinci usati, per un valore complessi-
Dump garbage becomes adaptable matter for all kinds of circumstance, out-and-out added value,
vo superiore a 38000 euro, che componevano la scritta CRISI. Lo scopo della performance era contestare l'attuale situazione. Non solo crisi intesa come quella economica, finanziaria e del mercato del lavoro,
rather than useless stuff. Trough small or mammoth works, guerrilla actions and active participation in the local reality, No Dump tries to make people aware of recycling, reuse, and to a general rethinking of the life cycle of the materials used in everyday life. The main ingredients of their work are versatility and creativity, always holding down a regard on the context around. Background of their last itinerant performance were the most famous Florentine squares. Using cardboard sheets, glue and scotch tape, they carried out five letters two meters tall each covered with used lottery tickets for an amount of about 38000 €. These letters made up the Italian word for CRISIS. The performance aimed to contest the actual social situation. Not only economic, financial and labour market crisis, but also the deep and imperceptible crisis of ideas
ma la profonda e più difficilmente percepibile crisi delle idee e degli individui, generalmente impegnati in un costante investimento sulla fortuna. Ma la dea dai capelli dorati è veramente bendata e i ragazzi di No Dump hanno voluto ricordare a cittadini e turisti che «il futuro non si vince, si crea». Nel 2011 hanno partecipato alla “Notte Bianca”, l'evento patrocinato dal Comune di Firenze, con l'opera “Pimp My River”, donando alla città una luce diversa. Con l'utilizzo di copri-lampade conici e plastica colorata, la luce di ottanta lampioni, da Ponte Vecchio fino a San Frediano, si è ravvivata di differenti colori, regalando un bel gioco di luci sulle acque dell'Arno e sui palazzi circostanti. Lo scopo era trasformare uno scenario quotidiano sfruttando le caratteristiche del luogo stesso, in una contrapposizione tra vecchio e nuovo, utilizzando il linguaggio della luce e del colore con un' opera site specific. Sulla base di ogni lampione è stata attaccata un'etichetta che illustrava i materiali utilizzati. Il loro lavoro infatti non termina con la realizzazione dell'oggetto, ma continua con la sensibilizzazione del pubblico all'utilizzo intelligente di materiali spesso considerati obsoleti. Ma è impensabile cercare di avvicinare le persone a concetti quali il recupero e il riutilizzo dei materiali poveri senza parlare alle nuove generazioni, gli adulti del futuro, e questo No Dump lo sa bene. L'opera “Fa le buhe” ha proprio questo obiettivo: costruendo una struttura del minigolf composta di nove buche di varia difficoltà, ognuna con ostacoli particolari che andavano da vecchie ruote di bicicletta a lattine e contenitori di cartone, No Dump ha fatto capire a grandi e piccoli che è possibile divertirsi anche con oggetti che da sempre siamo stati abituati a considerare inutili e di cui disfarsi il più velocemente possibile. L'aspetto più interessante dell'opera è la sua modularità che permette di massimizzare il trasporto e di adattarsi a qualunque terreno di gioco. Un tuffo nel passato al tempo in cui la creatività dei giovani nell'utilizzare i materiali poveri che trovavano tra le mura domestiche era l'elemento centrale nei giochi quotidiani. Le opere realizzate da questo gruppo sono tante e variegate; da un intera stanza trasformata in acquario cibernetico a mascherine per l'ossigeno appese alle pensiline degli autobus, da dinamiti giganti di cartone e legno multistrato a negozi completamente impacchettati con fogli di giornali, passando per bestie mitologiche fatte di carene di motorini rottamati e comodissimi divani realizzati con le camere d'aria delle biciclette, e molto altro ancora. Ogni opera ed ogni azione è accuratamente documentata sul loro sito internet (www.nodump.it), che accoglie i visitatori con la celebre frase di Antoine-Laurent de Lavoisier, che spiega perfettamente la loro filosofia e il loro modo di lavorare: «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma».
in apertura: CRISI, installazione (cartone, colla, scotch, biglietti lotteria usati)/opening page: CRISI (crisis), installation (cardboard, glue, sellotape, used lottery tickets)
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and people always looking for luck. But the gold-haired goddess is really blindfolded and No Dump reminded citizens and tourists that «you cannot win the future, you must create it!». In 2011 they took part in "Notte Bianca" , an event sponsored by the city of Florence. With the artistic installation, "Pimp my River", they gave to the city a different look. Trough the use of conical lampshades and colored plastic, 80 streetlamps brighten up of several colors creating a beautiful atmosphere of reflections on the river Arno and on the surrounding buildings, from Ponte Vecchio to San Frediano. The purpose was to transform an everyday view with light and color taking advantage of what was already there, opposing "old and new" ,for this site specific work. A label showing the installation parts has been placed on the base of every streetlamp. No Dump's work doesn't finish with the object realization indeed, but it goes on making people aware of a materials smart use even when they become obsolete. It's unthinkable to make people approach the idea of materials recycle and reuse without talking to new generations, the adults of the future, and No Dump knows that well. "Fa le buhe" (Florentine slang idiom for 'he/it rocks!' but literally it means 'he/it digs holes') has exactly this purpose. They built a mini-golf composed by 9 holes with different levels of difficulty using old bike wheels, cans, juice packages. No Dump cleared up to old and
young people that it's possible to have fun also with stuff that we used to consider useless. The most interesting side of this work is its modularity that allows to maximize the carriage and to adapt the structure to every type of play ground. It's like going back to the time when the fundamental element of everyday games was kids' creativity ability to reuse poor materials found at home. No Dump has different and various type of works in its portfolio: from a whole room transformed into a cybernetic aquarium, to emergency masks hung at the bus stops; from a giant stick of dynamite in cardboard and wood, to retail shops completely covered with newspapers and also mythological creatures made of motorcycles' parts and comfortable sofas made of bikes' inner tubes. Every work is carefully documented on their website (www. nodump.it) that displays the famous instance of Antoine-Laurent de Lavoisier on the home page, perfectly putting into words their philosophy and their method: «Nothing is created, nothing is destroyed, everything is transformed».
pagina a fianco: allestimento dell'installazione “Fa le buhe”/opposite page: set-up of the installation “Fa le buhe” sopra e in basso: “Pimp my River”, installazione sui Lungarni fiorentini/above and below: “Pimp my River”, artistic installation on the florentine Lungarni
Ricucire il tessuto urbano: Firenze
Re-establish the urban fabric: Florence
International Studies Institute e Roger Williams University a Firenze | International Studies Institute and Roger Williams University in Florence
di/by Carlo Achilli Diciotto studenti statunitensi della Roger Williams
progetti di ciascun team, coordinate dagli architetti
è stato quello di far conoscere agli studenti americani ed
University, insieme ai loro colleghi italiani, hanno partecipato al II° Advanced Topical Design Studio|Urban_
Stefano Corazzini, Carlo Corinaldesi, Luca Sgrilli e Daniela Sinicropi. Gli studenti hanno avuto l’opportunità di
italiani la ceramica come materiale progettuale e creativo,
Workshop nella città di Firenze, grazie al rinnovato
effettuare due sopralluoghi on site che consentissero loro di
non solo decorativo o di finitura. Sono stati presentati dei casi studio mirati a far acquisire quel know-how
accordo di collaborazione tra l’Università degli Studi di
cogliere, direttamente sul posto, aspetti urbani positivi da
necessario per ampliare la cultura progettuale e specifica
Firenze - dipartimento di architettura e l’International Studies Institute, Florence - architecture program. Ha
conservare e negativi da modificare. Gli allievi partecipanti hanno infine dato spazio alle loro idee progettuali
dei materiali di rivestimento, partendo da casi reali in cui il materiale stesso diventasse protagonista di una scelta
suscitato particolare interesse l’aspetto interculturale del
attraverso la realizzazione di un Master Plan presentato
progettuale sostenibile. Principale esempio è la conoscenza
progetto. Studenti americani ed italiani hanno avuto la
nell’ultimo giorno di workshop. La proposta di riqualificazione urbana doveva tenere conto
e la realizzazione sempre più diffusa di facciate doppie,
possibilità di lavorare in team; diciotto gruppi di lavoro hanno trattato temi legati alla sostenibilità ambientale e
delle norme di attuazione del Piano Regolatore Generale
ventilate, per il contenimento energetico. La selezione di progetti qui presentati verrà illustrata anche nel corso di
alla relazione tra architettura contemporanea e contesto
vigente nel Comune di Firenze. In breve tutti i progetti
un incontro che si svolgerà a Bologna nel corso del CERSAIE
storico urbano stratificato. Insieme all’opportunità di interazione e conoscenza dell’altro, la vera sfida è stata
presentati riguardavano la ricucitura della stessa parte di
2013, nell'ambito di “Costruire, Abitare, Pensare.”, il ricco programma culturale della manifestazione
quella di creare un clima lavorativo di condivisione, un
tessuto urbano da troppi anni escluso dalla vita cittadina: l’area dell’attuale “aula bunker” tra via dell’Agnolo e
atteggiamento di apertura culturale e progettuale da parte degli studenti legata alla contemporaneità nella tradizione fiorentina. Scambio che ha voluto significare
Piazza Lorenzo Ghiberti nel distretto delle Murate. Questa è oggi una delle aree fiorentine di maggior successo urbano e coesione sociale, teatro di numerosi interventi di
per gli studenti americani calarsi in una cultura permeata
riqualificazione urbana condotti con successo negli ultimi
dall’antico, come scenografia costante della vita, mentre per gli studenti italiani ha comportato farsi trasportare dal distacco ambientale e riuscire a percepire lo spazio urbano storicizzato senza abbandonarsi a facili trasgressioni conservatrici. Inoltre una prova evidente che lo scambio delle idee non ha confini è stato fornito dall’arricchimento apportato dalle differenti provenienze culturali dei partecipanti al workshop. Le sedi scelte per il Workshop sono state gli spazi di Santa Verdiana e Santa Teresa, ex conventi del XV secolo, oggi di proprietà dell’Università di Firenze. Durante la settimana di lavoro sono state molte le iniziative a disposizione dei partecipanti, tra le quali merita menzionare due lezioni, la prima sul tema della progettazione urbana in un contesto storico urbano e la seconda sulle scelte urbanistiche da adottare secondo la normativa tecnica in vigore. Relatori dei due interventi sono stati rispettivamente il Professore Paolo Di Nardo - docente della facoltà di architettura - e l’Architetto Carlo Achilli - docente e coordinatore del programma di architettura presso l’International Studies Institute. Sono state organizzate inoltre revisioni (desk-crits) ai
anni. Grazie alla normativa vigente e alle norme tecniche di attuazione che rendono possibile la demolizione dell’aula bunker, agli studenti è stata data l’occasione di pensare ad una riprogettazione in chiave sostenibile e dai volumi contenuti per soddisfare, almeno in parte, le esigenze del quartiere. Il Master Plan proposto, coerentemente con le richieste della collettività locale, prevede la realizzazione di residenze per studenti, spazi commerciali e ricreativi, aree verdi e di aggregazione sociale. Inoltre la demolizione di alcuni muri e recinti significherebbe riaprire alla fruizione della collettività intera un’area per troppi secoli racchiusa tra mura di conventi prima, prigioni e spazi giudiziari poi. I Master Plan presentati alla fine del workshop hanno dato vita ad una vasta e variegata gamma di proposte progettuali interessanti. Partendo da un’analisi urbana, ciascun team si è spinto sino ad arrivare ad un approfondimento in scala architettonica con la scelta di materiali di dettaglio locali ed ecosostenibili. Tra questi ampio spazio è stato dato alla ceramica italiana, sulla quale è intervenuto l’invitato di Confindustria Ceramica il Dottor Graziano Sezzi. L’obbiettivo di questa iniziativa
dedicato alla ricerca e alla contemporaneità dell'architettura internazionale. Il Workshop ha fornito agli studenti una maggiore abilità di analisi per una più approfondita comprensione dello scenario italiano e più specificatamente del modo di costruire fiorentino. Ha permesso inoltre di potenziare le loro capacità di ricerca e di gestione della relazione tra architettura e vita del quartiere. Infine la notevole esperienza interculturale è un valore aggiunto che ha consentito di ampliare la portata di un progetto che tutti noi auspichiamo possa trovare in futuro ulteriori stimoli per continuare a costruire un ponte culturale e scientifico tra il mondo accademico italiano e quello americano.
Progetti partecipanti > Participating projects >
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1 Gruppo/ Team ABCDE
1
2 2 Gruppo/ Team BAR CODE
3 Gruppo/ Team NEXUS
3
4 4 Gruppo/ Team RUBIK
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5 Gruppo/ Team PAKAC
5
6 6 Gruppo/ Team ROTTI
7 Gruppo/ Team THE NOISE
7
in apertura e a fianco: presentazione dei progetti al Cersaie 2013/opening page and right: showing the projects at the Cersaie 2013
Eighteen American students from Roger Williams
project, coordinated by architects Stefano Corazzini,
American and Italian students how ceramics can be a
University, together with their Italian peers, took part in the 2nd Advanced Topical Design Studio | Urban_Workshop in
Carlo Corinaldesi, Luca Sgrilli and Daniela Sinicropi. The students were given the opportunity to carry out two on-site
creative material at project level, as well as for decoration
the city of Florence, thanks to the renewed collaboration
recces, which allowed them to collect data on the ground
arrangement between Florence's Università degli Studi department of architecture - and the International Studies
regarding positive urban aspects to be preserved and negative aspects to be modified. Finally, the participating
Institute, Florence - architecture program. The cultural aspects of the project have aroused particular interest. The
students brought their design ideas to life with the drafting of a Master Plan, presented on the last day of the workshop.
American and Italian students were given the opportunity to work in teams; eighteen working groups tackled topics concerning environmental sustainability and the
The urban redevelopment proposals had to take into account the regulations laid down by the Local Planning Ordinance in force in the Municipality of Florence. In short,
relationship between contemporary architecture and the stratified nature of the historical urban context. Besides the opportunity for interacting and getting to know each other, the real challenge was to create a shared working environment, an attitude of cultural openness and joint planning among the students, linked to a contemporary approach within Florentine tradition. An exchange which, for the American students, meant immersing themselves in a culture soaked in antiquity as a constant backdrop to life, while for the Italians the project demanded environmental objectivity and an ability to perceive historicized urban space without falling into the easy trap of conservation. Additional proof that the exchange of ideas knows no limits was the boost brought to the project by the cultural differences between the workshop participants. The venues chosen for the Workshop were the sites of two former 15th century convents, Santa Verdiana and Santa Teresa, which now belong to the University of Florence. Over the course of the week, numerous initiatives were provided for the participants, two of which we mention here: a seminar on the subject of urban planning in a historical urban context, and another on planning strategies to be adopted in conformity with current laws. The lecturers on these topics were, respectively, Professor Paolo Di Nardo, professor at the Faculty of Architecture, and architect Carlo Achilli, professor and coordinator of the architecture program at the International Studies Institute. Review sessions (desk-crits) were also organized for each team's
all the projects presented concerned the restructuring of the same section of urban fabric, which for many years has been cut off from the life of the city: what is now the "bunker" courthouse between Via dell’Agnolo and Piazza Lorenzo Ghiberti, in the Murate quarter. Today this area is one of Florence's most flourishing zones of social and urban cohesion, the site of numerous successful redevelopment projects in the past few years. Thanks to current regulations and procedural rules which mean that the bunker can now be demolished, the students were given the opportunity to think about a limited-scale redevelopment with a sustainable theme which would at least partially meet the requirements of the local area. The proposed Master Plan, in line with requests from the local community, envisages the construction of dorms for students, commercial and recreational areas, and green and social spaces. Moreover, the demolition of certain walls and fences would open up for community use an area which for too many centuries has been enclosed, first by convent walls and subsequently by the prison and courthouse. The Master Plans presented at the conclusion of the workshop showed a huge and varied range of interesting project proposals. With an urban survey as their starting point, each team challenged themselves to produce an in-depth architectural analysis, opting for a selection of sustainable local materials. One of these materials given ample space was Italian ceramics, with the intervention of guest lecturer from Confindustria Ceramica, Doctor Graziano Sezzi. The aim of this initiative was to show
and finishing. Case studies were presented, focused on acquiring the necessary know-how to widen a project's perspectives and specifications regarding finishing materials, with examples of real-life cases where the material itself becomes the protagonist of sustainable planning choices. A prime example is the increasing awareness and use of double-skin facades, ventilated for energy conservation.The selected projects shown in these pages will be also illustrated during a lecture to be held in Bologna during the international fair, CERSAIE 2013. This lecture will be part of the fair's rich cultural program, called “Costruire, Abitare, Pensare.” (“To Build, To Dwell, To Think.”), dedicated to contemporary research in international architecture. The Workshop has given the students greater analytical skills to enhance their understanding of the Italian panorama, and more specifically the Florentine way of building. It has also allowed them to improve their research capabilities and their management of the relationship between architecture and community life. Finally, the remarkable intercultural experience is an asset which allows a widening in scope of a project which we all hope will continue to provide stimuli and contribute to the building of cultural and scientific bridges between the Italian academic world and its American counterpart.
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Hanno collaborato a questo numero / Contributions to this issue
Carlo Achilli
architetto/architect
Orvieto,1970. Si laurea a Roma nel 1996 e dal 2002 è docente di Progettazione Architettonica e coordinatore del Programma di Architettura presso l’Istituto di Palazzo Rucellai a Firenze. Nel 1998 vince una borsa di studio presso il MIT di Boston, offerta dal Department of Architecture and Planning. Ha progettato e diretto, in dieci anni di libera professione, circa quaranta restauri prevalentemente in Umbria e Toscana. Di recente è stato pubblicato l’Hotel Palazzo Piccolomini ad Orvieto, da poco realizzato/Orvieto,1970. He graduated in Rome in 1996 and since 2002 he has been a lecturer of Architectural Planning and a coordinator of the Architectural Programme at the Istituto di Palazzo Rucellai in Florence. In 1998 he won a study grant at Boston MIT, offered by the Department of Architecture and Planning. He has planned and directed, in ten years of private practise, around forty restorations prevalently in Umbria and Tuscany. Hotel Palazzo Piccolomini has opened its doors of late, following recent restoration
Paolo Di Nardo
architetto/architect
Firenze, 1958. Fondatore e direttore editoriale della rivista And, nel 2002 fonda lo studio ARX che si occupa di progettazione e ricerca architettonica; lavora con Coophimmelb(l)au, Diener & Diener, Obermayer Planen + Beraten con cui partecipa a concorsi e progetti internazionali. è professore a contratto di progettazione presso la Facoltà di Architettura di Firenze e autore di numerosi articoli e saggi sull’architettura contemporanea/Florence, 1958. Founder and editor of And magazine. In 2002 Di Nardo founded studio ARX, which is concerned with architectural research and design; he works with Coophimmelb(l)au, Diener & Diener, Obermayer Planen + Beraten partecipating to competitions and international projects. He is a temporary professor of Design at the Faculty of Architecture in Florence and has written many articles and essays on contemporary architecture
Carlo Francini sentative
referente UNESCO/UNESCO repre-
Si laurea in Museologia. Attualmente è il referente sito UNESCO
Storico di Firenze per il Comune di Firenze, presso il quale Centro lavora dal 1990. È inoltre Responsabile Posizione Organizzativa
Programmazione Eventi Culturali e Ufficio UNESCO presso la Direzione Cultura - Servizio Musei Comunali e coordinatore scientifico Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale; socio ICOMOS Italia e socio fondatore Società di Studi Fiorentini/Graduated in Museology. Actually he is representative for the Historic Centre of Florence World Heritage Site, for the Municipality of Florence, where he works since 1990. He is also Manager of the coordination and planning for cultural events in the UNESCO office and Cultural and Museum Department of the Municipality. He is scientific coordinator of the Association of the Italian World Heritage; member of ICOMOS Italy and founding member of the Florentine Studies Society.
Fabio Rosseti
architetto/architect
Viareggio (LU), 1961. Vive e lavora a Firenze, rivolgendo la sua attenzione al rapporto fra architettura e tecnologie dell’informazione. è coordinatore della redazione di And con cui ha collaborato fin dal primo numero. Ha scritto vari articoli per And e per altre testate/Viareggio (LU), 1961. Lives and works in Florence, focusing on the relationship between architecture and information technologies. Editorial staff coordinator of And, he has worked with the magazine since its very first issue, writing various articles for And and for other publications
Luca Sgrilli
architetto/architect
Firenze, 1980. Si laurea in Architettura a Firenze nel 2006. Consegue un Master Internazionale presso l’Università degli Studi Roma Tre e la Waterloo University in Canada nel 2008. Svolge attività professionale in collaborazione con lo Studio ARX e attività di ricerca come Cultore della Materia nel corso Laboratorio di Progettazione II presso la Facoltà di Architettura di Firenze, Dipartimento di Progettazione. Dottore di Ricerca presso la Seconda Università degli studi di Napoli, Storia e Tecnologia dell’Architettura e dell’Ambiente/Florence, 1980. Graduated in Architecture in Florence in 2006 and obtains in 2008 an International Master Degree from the University Roma Tre together with the Waterloo University in Canada. Works in partnership with ARX Studio and conducts research as Honorary Fellow of the Faculty of Architecture in Florence, Department of Urban and Building Design. PhD under the Second University of Naples, History and Technology of Architecture and Environment programm
Jacopo Aiazzi
studente universitario/university student Firenze, 1985. Studente di Comunicazione, Media e Giornalismo presso l'Università degli studi di Firenze. Redattore presso la rivista fiorentina Ful. Addetto stampa presso il collettivo artistico No Dump/Florence, 1985. Communication, Media and Journalism student at the University of Florence. Writer for the Florentine magazine Ful. Press agent for No Dump