Quadrimestrale in Italia € 10,00 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB FIRENZE Austria € 20,90 · Belgio € 15,90 · Francia € 20,90 · Principato di Monaco € 20,90 · Germania € 20,90 · Portogallo € 14,90 · Spagna € 15,90 · Svizzera Chf 19,90 · Svizzera Canton Ticino Chf 18,90 · Gran Bretagna £ 15,90
w w w . i m p e r m e a . i t
27
27
settembre dicembre
2014 The narrative of contemporary and quality architecture certainly can not delete the technological item from the table of creativity. Making explicit, not only in words, this respect for the technology, especially in a printed medium like a journal is not easy. In this sense, the challenge is not only graphics or sectoral, but must come from a meeting, a cultural agreement. IMPERMEA accepted this challenge by donating part of itself, its know-how, as a vector of this cultural narrative. The rubber Elastoseal becomes the dress of a project protecting the ideas and creativity. EPDM does not cover, but wraps this project, as in reality it wraps the nature giving her a new environmental value.
RIVISTA DI ARCHITETTURE, CITTà E ARCHITETTI
ARTE > TERRITORIO
La narrazione della contemporaneità e della qualità architettonica non può certo eliminare l’elemento tecnologico dal tavolo della creatività. Rendere esplicito, non solo a parole, questo rispetto verso la tecnologia soprattutto in un mezzo di comunicazione cartaceo come quello di una rivista non è certo facile. In questo senso la sfida non può essere soltanto grafica o di settore, ma deve nascere da un incontro, da un accordo culturale. IMPERMEA ha accettato questa sfida donando parte di se stessa, il suo know-how, come vettore di questo racconto culturale. Il caucciù Elastoseal diventa quindi il vestito di un progetto proteggendo le idee e la creatività. L’EPDM non copre, bensì avvolge questo progetto capace, come è nella realtà, di avvolgere la natura dandole un valore ambientale nuovo.
ARTE > TERRITORIO
e d i t r i c e
alberto bartalini alberto bocelli andrea bocelli gillo dorfles igor mitoraj ugo nespolo arnaldo pomodoro INU doni & associati massimo salvoni
AND Rivista quadrimestrale di architetture, città e architetti n°27 settembre/dicembre, 2014
distribuzione per l’Italia JOO Distribuzione via F. Argelati, 35 - 20143 Milano joodistribuzione@joodistribuzione.it
direttore responsabile Francesca Calonaci
distribuzione per l’estero SO.DI.P. SpA via Bettola, 18 - 20092 Cinisello Balsamo(MI) tel. +39 02 66030400 - fax +39 02 66030269 sies@sodip.it www.siesnet.it
coordinamento editoriale Simone Chietti
coordinamento redazionale Fabio Rosseti corrispondenti dalla Francia: Federico Masotto dalla Germania: Andreas Gerlsbeck traduzioni italiano-inglese, inglese-italiano Wiki Trado Ltd.,Verto Group Srl; Fabio Rosseti, Tommaso Ferrara, Paola Leardini crediti fotografici le foto sono attribuite ai rispettivi autori come indicato sulle foto stesse. L’editore rimane a disposizione per eventuali diritti non assolti progetto grafico Davide Ciaroni impaginazione elettronica Simone Chietti, Niccolò Antonielli direzione e amministrazione via degli Artisti, 18/R - 50132 Firenze www.and-architettura.it redazione via degli Artisti, 18/R - 50132 Firenze redazione@and-architettura.it
27
2014
abbonamenti abbonamenti@dnaeditrice.it
arretrati joodistribuzione@joodistribuzione.it quadrimestrale una copia € 10,00 numero con speciale € 12,00 numeri arretrati € 20,00 abbonamento annuale (3 numeri) Italia € 30,00; Europa € 45,00; resto del mondo € 60,00 (posta prioritaria) Lanarrazionedellacontemporaneitàedellaqualità architettonica non può certo eliminare l’elemento tecnologico dal tavolo della creatività . Rendere esplicito, non solo a parole, questo rispetto verso la tecnologia soprattutto in un mezzo di comunicazione cartaceo come quello di una rivista non è certo facile. In questo senso la sfida non può essere soltanto grafica o di settore, ma deve nascere da un incontro, da un accordo culturale. IMPERMEA ha accettato questa sfida donando parte di se stessa, il suo knowhow, come vettore di questo racconto culturale. Il caucciù Elastoseal diventa quindi il vestito di un progetto proteggendo le idee e la creatività. L’EPDM non copre, bensì avvolge questo progetto capace, come è nella realtà, di avvolgere la natura dandole un valore ambientale nuovo.
Registrazione del Tribunale di Firenze n. 5300 del 27.09.2003 ISSN 1723-9990 R.O.C. n. 16127 del 11/01/2006 © AND - Rivista di architetture, città e architetti (salvo diversa indicazione) © dei progetti di proprietà dei rispettivi autori w w w . i m p e r m e a . i t
AND - Rivista di architetture, città e architetti è una testata di proprietà di DNA Associazione Culturale via degli Artisti, 18/R - 50132 Firenze è vietata la riproduzione totale o parziale del contenuto della rivista senza l’autorizzazione dell’editore e dell’Associazione Culturale DNA. La rivista non è responsabile per il materiale inviato non richiesto espressamente dalla redazione. Il materiale inviato, salvo diverso accordo, non verrà restituito.
editore DNA Editrice via degli Artisti, 18/R - 50132 Firenze tel. +39 055 9755168 info@dnaeditrice.it comunicazione e pubblicità DNA Editrice via degli Artisti, 18/R - 50132 Firenze tel. +39 055 9755168 comunicazione@and-architettura.it
maggio dicembre
La narrazione della contemporaneità e della qualità architettonica non può certo eliminare l’elementotecnologicodaltavolodellacreatività. Rendere esplicito, non solo a parole, questo rispetto verso la tecnologia soprattutto in un mezzo di comunicazione cartaceo come quello di una rivista non è certo facile. In questo senso la sfida non può essere soltanto grafica o di settore, ma deve nascere da un incontro, da un accordo culturale. IMPERMEA ha accettato questa sfida donando parte di se stessa, il suo knowhow, come vettore di questo racconto culturale. Il caucciù Elastoseal diventa quindi il vestito di un progetto proteggendo le idee e la creatività. L’EPDM non copre, bensì avvolge questo progetto capace, come è nella realtà, di avvolgere la natura dandole un valore ambientale nuovo.
ARTE > TERRITORIO
AND rispetta l’ambiente stampando su carta FSC
Quadrimestrale in Italia € 10,00 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB FIRENZE Austria € 20,90 · Belgio € 15,90 · Francia € 20,90 · Principato di Monaco € 20,90 · Germania € 20,90 · Portogallo € 14,90 · Spagna € 15,90 · Svizzera Chf 19,90 · Svizzera Canton Ticino Chf 18,90 · Gran Bretagna £ 15,90
redazione Niccolò Antonielli, Tommaso Bertini, Simone Chietti, Lorenzo Saccomando, Luca Sgrilli
ufficio stampa Complemento Oggetto www.complementoggetto.it
27
coordinamento comitato scientifico Alessandro Melis
stampa Vanzi Industria Grafica, Colle di Val d'Elsa (SI)
ARTE > TERRITORIO
comitato scientifico Giandomenico Amendola, Miranda Ferrara, Maurizio Nannucci, David Palterer, Sergio Risaliti, Giorgio Van Straten
RIVISTA DI ARCHITETTURE, CITTà E ARCHITETTI
direttore editoriale Paolo Di Nardo
alberto bartalini alberto bocelli andrea bocelli gillo dorfles igor mitoraj ugo nespolo arnaldo pomodoro INU doni & associati massimo salvoni
in copertina/cover Disegni su carta ideato da Alberto Bartalini Sketches on paper drawn by Alberto Bartalini Sovracoperta: IMPERMEA EPDM elastoseal, spessore mm 1.20/ dust jacket: IMPERMEA EPDM elastoseal, thickness mm 1.20
27 Arte > Territorio
EDITORIALE, Paolo Di Nardo
Un sasso nello stagno
TEATRO DEL SILENZIO
"SFONDO" URBANO
16
18
30
50
66
77
E
12 LA CONTEMPORANIETà NELLA STORIA
TRE PENSIERI D'ESTATE
Territorio, di Paolo Di Nardo
INU, Regole [non norme] della creatività
ALBERTO BARTALINI, BPLaj a Pontedera e Lajatico
Rocca di Pietracassia si racconta
85
86
92
116
122
126
132
140
MASSIMO SALVONI, sterpaglia e plexiglass
PETER MUTS, Progettare la biocompatibilità
ARNALDO POMODORO, Tenuta Castelbuono
Doni & associati, creare un vestito
13
Territorio
Igor Mitoraj di/by
Alberto Bartalini
Un maestro, un intellettuale, un amico. Igor Mitoraj questo è stato per me. Ci univano molte cose: prima di tutto la comune consapevolezza che la civiltà classica è un mito forse tramontato, ma non finito, un richiamo costante per la civiltà occidentale; è la Bellezza che resiste alla barbarie, l’archetipo che non muore, che torna a collocarsi nella sfera dei valori della nostra cultura; valori che spesso vivono in immersione, ma che altrettanto spesso possiedono la forza per riemergere e che certamente non sono destinati alla scomparsa. Discussioni lunghe e animate ci hanno visto confrontarci; discussioni condotte da parte sua con grande signorilità, una signorilità derivata da profonda cultura e raffinata umanità. Un maestro nella genialità e nei comportamenti. Un artista, ma prima di tutto un uomo che ha compreso e rielaborato creativamente i caratteri salienti della toscanità, del classicismo, dell’equilibrio, dell’armonia che emanano da ogni angolo della nostra regione, quando la si capisce e la si interpreta al di là di ogni convenzionalismo e trito luogo comune, quando la si osserva al di sopra delle distorsioni provocate da anni di incuria e di cattivi esempi. Pochi più di lui si sono guadagnati la fama di artista internazionale. Eppure sarebbe difficile intenderne il carisma e il destino dimenticando il suo radicamento italiano e toscano.La sintonia tra noi nasce proprio dalla condivisione di questi valori, non senza contrasti e qualche disarmonia. Ma, alla fine, Igor aveva capito tutto e mi consegnava una statua del tutto appropriata, a dimostrazione della profondità delle sue intuizioni e del suo pensiero. Nasce così l’icona del Teatro del Silenzio, quel volto che allude al mistero dell’antico, che a noi si manifesta per frammenti, per allusioni, per evocazioni. E, attraverso altri molteplici eventi e occasioni, questo è anche lo spirito con cui è nata la grande mostra pisana. Per un artista che ha scelto di costruire il suo universo poetico lavorando sugli archetipi della grande tradizione classica e rinascimentale, interpretandoli e trasfigurandoli, rendendoli per noi vivi e attuali, luogo espositivo più adatto non poteva immaginarsi.Tra le più straordinarie doti di Mitoraj c’è quella di non temere il confronto con la storia, l’architettura, il paesaggio. È uno dei rari esempi di arte contemporanea capace di parlare insieme al cuore e alla mente. Per lui l’arte di fare mostre ha significato cercare luoghi intrisi di passato dove affiancare il proprio linguaggio contemporaneo che va ben oltre a una breve e contingente riflessione sull’attualità. «Le mie sculture», amava dire, «sono un’espressione contemporanea con un eco di antichità». Io aggiungerei che sono, tra le altre innumerevoli cose, un delicato e signorile manifesto contro l’ignoranza: l’ignoranza che induce l’indifferenza, l’ignoranza che conduce alla barbarie, l’ignoranza che affossa ogni relazione umana, l’ignoranza che genera solitudine. In definitiva, l’ignoranza che deturpa e rischia di vanificare la Bellezza.
A master, an intellectual, a friend. This was Igor Mitoraj to me. Many things united us: first and foremost a shared awareness that classical civilisation is a myth which may be on the wane, but which is not over yet, a constant rebuke to western civilisation; it is Beauty standing up to barbarism, the archetype that never dies, but returns to its place in our culture's value system; values which often lie under the surface but which equally often find the strength to re-emerge, and are certainly not about to disappear. Long, animated discussions saw us argue the point; discussions conducted on his part with great refinement, a gentility which sprang from his profound culture and exquisite humanity. A master of geniality and good manners. An artist, but first of all a man who understood and creatively reinterpreted the salient features of the Tuscan character, the classicism, balance and harmony that emanate from every corner of our region; as it is understood and interpreted beyond the conventional and the trite, when it is observed over and above the distortions caused by years of neglect and bad example. There are few artists more deserving of international fame. Yet it would be difficult to comprehend his charisma and his destiny without remembering the roots he put down in Italy and Tuscany. The sympathy between us comes precisely from these values, yet is not without the odd disagreement. But in the end, Igor understood me fully and as a token of the depth of his feelings and intuitions, gave me an eminently appropriate statue. And this was the birth of the symbol of the Teatro del Silenzio, that face which hints at the mystery of ancient times, a mystery revealed to us in fragments, allusions, evocations. And, over many other events and occasions, this has also become the spirit carried within his great exhibition in Pisa. For an artist who chose to construct his imaginative universe by interpreting and transforming the archetypes of the great classical and renaissance traditions, making them live and breathe in our modern times, there could be no better exhibition venue. One of Mitoraj's most extraordinary gifts is that he does not fear conflict with history, architecture and landscape. His is one of the rare examples of contemporary art which succeeds in speaking to both the heart and the mind. For Mitoraj, exhibiting his work has meant finding sites that are imbued with the past, where he can place his own contemporary language, a language that moves beyond a brief and fleeting reflection on the present. "My sculptures", he liked to say, "are a contemporary expression with an echo of antiquity". I would add that they are, among other things, a delicate and noble manifesto against ignorance: ignorance that spawns indifference, ignorance that leads to barbarism, ignorance that stifles human relationships, ignorance that generates solitude. Ultimately, the ignorance that disfigures and threatens to frustrate Beauty.
14
15
E
PAOLO DI NARDO Quale meccanismo può creare, nel binomio arte e territorio, una nuova strategia di rigenerazione dello spazio pubblico senza cadere nelle dinamiche, a volte elementari, di considerare, in genere, la città o il territorio una tela passiva che accolga come sfondo l’arte? Costruire un numero su questo binomio fantastico (arte AND territorio) ci permette soprattutto di riflettere sul ruolo rigeneratore dell’arte quando lo spazio pubblico è capace di allontanarsi da concetti come museo urbano, land art, street art, etc. Se l’approccio è riconducibile a queste dinamiche già vissute o sperimentate il binomio non può che perdere il significato contemporaneo di una simile operazione culturale vista la velocità delle relazioni e la leggerezza, come la percepisce Italo Calvino, che caratterizza il nostro tempo. Spesso le nuove strade si presentano spontaneamente, senza strategie, come per tutte le innovazioni nella storia delle relazioni fantastiche. Per fare luce sulla riflessione da intraprendere dopo questo numero può essere utile dare una testimonianza di cosa può accadere quando le circostanze impongono scelte decise, non programmate, senza strategie di comunicazione specifiche. Anche il concetto di “strategia” è novecentesco come quello di “comunicazione” pertanto i motori per nuovi “binomi fantastici” non possono che scaturire dalla casualità , dalla relatività degli eventi. A Londra, nel 2007, la Whitechapel Gallery, una galleria d'arte pubblica nata nel 1901, viene indicata all’interno dei piani urbanistici quale attore fondamentale del processo di rigenerazione nel processo di riqualificazione urbana fortemente sostenuto dalle amministrazioni municipale e di quartiere per questa parte di città. All'arte contemporanea e alle istituzioni e industrie culturali operanti nell’area, viene riconosciuto quindi un ruolo centrale nello sviluppo urbano. Nel 2008 la sede di Whitechapel Gallery chiude parzialmente al pubblico per lavori di ampliamento. Questo evento costringe gli ideatori a costruire un'alternativa alla staticità della Galleria: nasce il progetto “The Street” con cui l'arte si proietta all’esterno, nel reale contesto urbano circostante, divenendo così immediatamente accessibile e fruibile alla città stessa. Quello che è successo, ed ancora accade, in questo territorio urbano e rurale della Valdera non si discosta molto. Anche qui è nata, spontaneamente e senza una strategia se non quella del “fare”, un'esperienza in cui l'arte, o meglio “Le Arti”, sono uscite dai loro luoghi tradizionali di rappresentazione per invadere un territorio e degli spazi urbani e architettonici e per una volta attori apparentemente lontani fra loro (architetti, artisti, cantanti lirici, musicisti, banchieri, industriali e tanta gente comune) hanno trovato il loro “autore”, che li accumuna nella diversità, proprio in questo binomio che lega arte e territorio.
16
17
Within the duo of art and territory, what is the mechanism that can create a new strategy for the regeneration of public spaces without falling into the often elementary habit of considering cities and landscapes in general as passive canvases which act as a background to art? Putting together an edition on this imaginative combination (art AND territory) allows us above all to reflect on the regenerative role of art when the public arena manages to get away from concepts like urban museum, land art, street art etc. If the approach can be attributed to these dynamics which have already been lived, experienced, the duo can only lose the contemporary meaning of such a cultural operation, bearing in mind the speed of relationships and the lightness which, as Italo Calvino perceives, are typical of our times. Often new avenues present themselves spontaneously, without a strategy, as with every innovation in the history of imaginative relationships. To shed light on the issues to be reflected upon after this edition, it may be useful to make a statement about what can happen when circumstances impose decisive, unplanned choices, without a specific communication strategy. Even the concept of "strategy" is a twentieth-century one, like "communication"; therefore the drivers of new "imaginative pairings" have no option but to spring from chance, from the relativity of events.
In 2007, London's Whitechapel Gallery, a public art gallery founded in 1901, was acknowledged in the sphere of town planning as a fundamental player in the process of regeneration and urban redevelopment, with substantial backing from the city and from local government in this part of the capital. Thus a central role in urban development was granted to contemporary art and the cultural institutes and industries operating in the area. In 2008 the Whitechapel Gallery was partially closed to the public for extension work. This compelled the management to construct an alternative to the static Gallery: a project called "The Street" was born, where art was projected outwards into the real urban context surrounding the gallery, and thus became immediately accessible and usable to the city itself. What happened, and continues to happen, in the urban and rural territory of Valdera is not so different from this. Here too, spontaneously and without a strategy except that of "doing", an experience came about where art, or rather "the Arts" came out of their traditional homes and invaded a land and its urban and architectural spaces, and for once players who were apparently extremely diverse (architects, artists, opera singers, musicians, bankers, industrialists and many ordinary people) found their "author" and came together in equality and diversity, precisely within this pairing of art and territory.
Un sasso nello stagno di/by
A pebble in the pond In its dictionary definition, silence is abstention from speech or dialogue. But at the same time silence may become "word" through Art in all its manifestations, which feeds on silence for its compositional inspiration. The "word" of silence is therefore not a pebble tossed in a pond like a word in a story, but rather the concentric rings which spread its meaning, its sound, its music. Indeed, Miles Davis defines silence as "true music", because "all the notes are just the frame for the silence". Likewise, in painting the "word" of silence can be expressed in all its dynamic, fluid and invisible aspects: in the works of Piero della Francesca silence envelops the figures like a patina, transmitting harmony and a sense of eternity through a skillful play on colour; oriental etchings are composed in accordance with the principles of silence. Thus silence opens chromatic and acoustic horizons more that words themselves: "the word is a key, but silence is a master key", according to Gesualdo Bufalino. The Teatro del Silenzio makes this mental state tangible through the lake that limits yet houses Art as the new "word". The music performed at the Teatro is therefore not its opposite, but its consequence, precisely because sound strongly opposes silence but at the same time the latter is the basis that underlies the former. With his 1952 performance 4’33’’, John Cage intuited the ambient value of silence, its nature as the "word" within a story. In his "non-piece" piece, the composition rests on the sounds of the venue where the performance takes place, thus giving importance to the environment itself. Similarly in the video clip “Silence is sexy” by German group Einsturzende Neubauten, the sound of the cigarette being extinguished and falling, as well as marking the time, defines the silence and therefore the sound of it, its essence as a word. Music then, through the voice of Bocelli, traces the shape of silence and amplifies its meaning, its existence as word regardless.
Paolo Di Nardo
Il silenzio è astensione dalla parola o dal dialogo nella sua definizione enciclopedica. Ma allo stesso tempo la sua espressione può diventare “parola” attraverso l’Arte, in tutte le sue manifestazioni, che del silenzio si nutre come ispirazione compositiva. La “parola” del silenzio non è quindi il sasso gettato in uno stagno come la parola in un racconto, bensì i cerchi concentrici che ne diffondono il senso, il suono, la sua musica. Miles Davis definisce infatti il silenzio «la vera musica» perché «tutte le note non fanno che incorniciare il silenzio». Allo stesso tempo nel contesto pittorico la “parola” del silenzio si può esprimere nei suoi aspetti dinamici, mutevoli e invisibili: nei dipinti di Piero della Francesca il silenzio avvolge come una patina i suoi personaggi comunicando armonia e senso di eternità attraverso virtuosi giochi cromatici; le stampe orientali sono composte secondo i tratti compositivi del silenzio. Il silenzio quindi apre orizzonti cromatici e sonori più della parola stessa: «la parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello» secondo Gesualdo Bufalino. Il Teatro del Silenzio materializza questo stato mentale attraverso lo stagno che delimita ambientalmente, ma che accoglie al suo interno l’Arte come nuova “parola”. La Musica che il Teatro accoglie non è quindi il suo opposto, ma la sua conseguenza proprio perché il suono si oppone con forza al silenzio ma allo stesso tempo quest’ultimo è la base su cui esso si stratifica. John Cage nel 1952 ha intuito attraverso la sua performance 4’33’’ il valore ambientale del silenzio, il suo essere “parola” di un racconto. Nel suo brano “non brano” la composizione è disegnata dai suoni emessi dall’ambiente in cui viene eseguita dando così importanza all’ambiente stesso in cui è eseguito. Allo stesso modo nel video clip “Silence is sexy” del gruppo tedesco Einsturzende Neubauten, il rumore della sigaretta che si spenge e cade, oltre a scandire il tempo definisce il silenzio e quindi il suo suono, il suo essere parola. La musica, quindi, attraverso il canto di Bocelli disegna i tratti del silenzio e ne amplifica il senso, il suo essere comunque parola.
Teatro del Silenzio (2009) I colori dell’Anima Opera di/work by HP Ditzler
18
19
Name a theatre after silence, a theatre open one day a year, in the hills of Valdera... Arrange thousands of seats for the audience, and set up a stage where artists and friends can meet to sing and play together.... And the next day, take it all away, returning the site to its natural performers, the scents and silence of the countryside... It was a gamble to do what we did with the Teatro del Silenzio. The alchemy of a natural setting that turns into an exceptional stage, and then goes back to its natural state as a basin in the landscape. A challenge I accepted immediately and wholeheartedly, in the desire to create something original and genuine. The Teatro del Silenzio is an opportunity for an international audience to discover this wonderful land of green and grey, where scents and silence reign supreme. The event also gives me the chance to receive, practically in my home, many artist friends, and celebrate with them the beauty of music and landscape, in an unparalleled natural setting, an incline with the Etruscan outline of
di/by
Andrea Bocelli
Intitolare al silenzio un teatro all’aperto, attivo un giorno l’anno, nelle colline della Valdera... Posizionare sui terrazzamenti migliaia di poltrone, mentre su di un palco scenografico, insieme ad artisti amici ci ritroviamo per cantare e suonare... E dal giorno successivo, nel sito, far tornare protagonisti i suoni, i profumi ed i silenzi dell’aperta campagna... Ciò che ha dato vita al Teatro del Silenzio è stata una scommessa. L’alchimia di un palcoscenico naturale che si tramuta eccezionalmente in ribalta, per poi tornare una conca restituita al paesaggio agreste. Una sfida che ho affrontato credendoci da subito, con tutto me stesso, nella volontà di proporre qualcosa d’inedito e genuino. Il Teatro del Silenzio rappresenta un’opportunità per far conoscere ad un pubblico internazionale questa meravigliosa terra verde e grigia, trionfo di odori e di silenzi. Inoltre l’appuntamento mi permette di ricevere, praticamente “a casa”, tanti amici artisti, festeggiando insieme la bellezza della musica e del paesaggio, in un palcoscenico naturale che non ha eguali, adagiato su un declivio che offre da un lato il profilo etrusco di Volterra, dall’altro il presentimento del mar Tirreno... Una festa, ripeto, per lo spirito e per i sensi. Qui, negli anni, si sono alternati, affiancandomi, colleghi provenienti da universi espressivi assai diversi. E tutti ne hanno vissuto, stupiti, l’atmosfera magica, celebrando il luogo col proprio talento. Una sorta di “Woodstock del bel canto” (come una volta la definii), aperta alle più diverse esperienze artistiche. La scorsa edizione ha visto sul palcoscenico, tra l’altro, l’allestimento dell’opera “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni, grande compositore toscano del quale di recente si è celebrato il 150° anniversario della nascita. Nel 2015 festeggeremo la decima edizione con una ulteriore scommessa artistica: sotto la direzione di Zubin Mehta, sarà allestita la “Turandot”, il capolavoro assoluto di Giacomo Puccini.
20
21
Volterra on one side, and hints of the Tyrrhenian sea on the other... I'll say it again: a feast for the spirit and the senses. Over the years I have been joined here by colleagues from many and diverse artistic worlds. And all of them have been awestruck at the magical atmosphere as they celebrate the location with their talent. A kind of "Woodstock of bel canto" (as I once described it), open to a wide range of artistic experiences. Among other performances, the latest edition featured the opera “Cavalleria Rusticana” by Pietro Mascagni, a great Tuscan composer whose 150th anniversary was recently celebrated. In 2015 we will mark the tenth edition with another artistic challenge: a performance of Giacomo Puccini's splendid masterpiece “Turandot”, directed by Zubin Mehta.
Teatro del Silenzio Veduta aerea/general view
Disegno su carta ideato da Alberto Bartalini (direttore artistico Teatro del Silenzio) nel 2005 durante un viaggio in treno da Firenze a Roma/ Sketch on paper drawn by Alberto Bartalini (artistic director of the Teatro del Silenzio), 2005, during a train trip from Florence to Rome
di/by
Alberto Bartalini
In my heart, I am often surprised when I think about the moment ten years ago when the idea of the Teatro del Silenzio was born. It's not difficult to picture it. An enchanting natural amphitheatre; a light breeze caresses you, in the softest silence you seem to be surrounded by exquisite sweet melodies; you are assailed by a rush of emotions whose origins are
unknown. Because there's not just one origin; they flutter through the air and catch you unawares. A wonderful sense of well-being touches your soul and your mind wanders dreamlike and passionate. Hence the inspiration for the Teatro del Silenzio: marry the beauty of this landscape with Andrea Bocelli's musical refinement, which draws its lifeblood from this very place. Create spectacular scenery, settings rich in colour and imagination, blend costume and choreography with musical rhythms, plan every detail in symbiosis with the performances of Andrea and the entire cast. Enlarge the spectacle, the theatrical show, beyond the boundaries of the stage, involving everyone and everything. And, in the background, the magical landscape. Hence the fervour of ideas, the surfeit of emotions, the rush of suggestions, the desire to create a event of the highest aesthetic substance. To involve established artists alongside hidden talents, who live under the radar but who have equally remarkable gifts. To make space for a Tribute to Beauty, which nowadays could be identified as a Tribute to Folly; folly as the driver of a true cultural revolution; folly as a real eagerness to discover, explore, create a solid bridge between past and present, in the conviction that this represents one of the principal routes to a desired renaissance of ethics and aesthetics. But there's also my deep wish to promote artistic creativity by supporting occasions of widespread collective participation, moving away from the stages of the major cities to directly involve even the most provincial of places, which are often mistakenly seen as having minor importance.
Spesso, guardandomi indietro, mi sorprendo a pensare al momento, all’occasione in cui è nata l’idea del Teatro del Silenzio, dieci anni fa. Non è difficile immaginare. Un incantevole anfiteatro naturale; un refolo di vento ti sfiora; nel più lieve silenzio sembrano avvolgerti dolci, soffuse, raffinate melodie; ti circonda un empito di emozioni di cui si perdono le origini. Perché un’origine non c’è; volteggiano nell’aria e ti colgono all’improvviso. Un diffuso senso di benessere ti entra nell’animo e la mente vaga nel più appassionante sogno. Da qui l’intuizione del Teatro del Silenzio: accostare la bellezza del paesaggio alla raffinatezza musicale di Andrea Bocelli, che proprio da quei luoghi ha tratto linfa vitale. Creare scenografie spettacolari, apparati scenici ricchi di colore e di invenzioni, raccordare costumi e coreografie con i ritmi musicali, pensare ogni dettaglio in simbiosi con l’interpretazione di Andrea e di tutto il cast. Espandere lo spettacolo, la costruzione teatrale al di là dei limiti del palcoscenico, per coinvolgere tutto e tutti. E, da sfondo, la magia del paesaggio. Da qui il fervore delle idee, il sovrapporsi delle emozioni, il rincorrersi delle suggestioni, la voglia di creare un evento di elevato spessore estetico. Coinvolgere artisti di chiara fama insieme a eccellenze artistiche nascoste, che vivono sottotraccia, anch’esse dense di notevole qualità. Dar luogo a un Elogio della Bellezza che, oggi, potrebbe davvero identificarsi con un Elogio della Follia; la follia come motore di una vera e propria rivoluzione culturale; la follia come autentico desiderio di
22
23
scoprire, di scavare, di creare un solido ponte tra passato e futuro, con la convinzione che esso rappresenti una delle strade maestre per un auspicabile rinascimento estetico ed etico. Ma c’è anche il mio profondo desiderio di valorizzare la creatività artistica attraverso la sua divulgazione in occasioni di ampia partecipazione collettiva, uscendo dagli scenari delle grandi città per coinvolgere in maniera diretta anche i centri più periferici spesso inopportunamente definiti minori. E, così, anche Lajatico si è trasformato. Passeggiando per le sue strade, oggi ci si imbatte in presenze entusiasmanti: sui muri, sui tetti, nell’alto del cielo. Opere di artisti di fama internazionale - a partire da Mitoraj, una cui opera è divenuta l’icona del Teatro del Silenzio - pian piano sono divenute familiari; e in coerenza con esse si è modellato ogni elemento di arredo e di decorazione urbana. Le idee del regista sono state sapientemente raccolte e si sono tramutate in azione. Naturalmente i primi a cogliere la portata dell’iniziativa sono stati Andrea Bocelli e il suo entourage. Lo hanno fatto con entusiasmo, convinzione, partecipazione, creatività. Numerosi, poi, i soggetti che immediatamente hanno capito e si sono affiancati, in particolare il Comune, e la Banca Popolare di Lajatico e la Famiglia Ripanucci, che da sempre hanno sostenuto l’evento. Un bilancio, a dieci anni di distanza, senz’altro positivo che spinge verso nuove esaltanti imprese.
And so, even Lajatico has been transformed. Strolling through the streets these days you come across inspiration; on walls, roofs, and in the sky above. Works by internationally-known artists - starting with Mitoraj, one of whose pieces has become the symbol of the Teatro del Silenzio - have gradually grown familiar; and every aspect of the town's urban furniture and decor reflects this. The director's ideas have been intelligently gathered and turned into actions. Naturally, the first to understand the full scale of the initiative were Andrea Bocelli and his entourage. And they did it with enthusiasm, conviction, involvement, creativity. Thereafter, there were many who caught on immediately and added their support, in particular the Town Hall, the Banca Popolare di Lajatico and the Ripanucci family, who have backed the event from the outset. Ten years on, the balance is overwhelmingly positive, and heading towards new and exciting ventures.
Stefano Stacchini intervista/ interviews Vittorio Sgarbi
Stefano Stacchini Come curatore del Padiglione Italia durante la 54a Biennale di Venezia inserì il Teatro del Silenzio fra i luoghi e iniziative eccellenti collegati al Padiglione nazionale. Quale fu la ragione? Vittorio Sgarbi L'idea che c'è dietro: un luogo disperso nel mondo che ha da dire qualcosa! Un tempo, in Arte, si parlava di “happening”, la performance, una forma dell’arte che esce dal quadro, dalla scultura. Formalmente tutto quello che appartiene alla scena teatrale potrebbe essere definito “happening” però è evidente che c’è una sottile distinzione tra ciò che è fatto con volontà “teatrale” e ciò che è fatto come opera d’arte. Questo lo ritroviamo ad esempio in Alberto Bartalini, autore del Teatro del Silenzio, che quando progetta e realizza le mostre, per mantenersi in equilibrio, si definisce non curatore, ma “regista”, intendendo così evidenziare la componente teatrale, che è quella che legittima l “happening” che invece altri hanno voluto rendere permeabile e intrusivo nel mondo dell’arte. Se si chiamasse “teatro” il teatro ed “happening” l'happening, non avremmo la necessità di perdere di vista lo specifico dell’arte, come se uno che si taglia i coglioni, sanguina o scanna un bue avesse qualcosa a che fare con l’arte ma in realtà ha a che fare con il teatro. Ora, siccome il teatro è comunque arte, la fattispecie in cui questo avviene è una fattispecie in cui tu non puoi chiamarla tout-court arte, ma devi chiamarla teatro. Allora in questa fusione tra arte e teatro io ho pensato che un Padiglione della Biennale ideale poteva trovare luogo proprio in quel punto di confine, dove teatro e arte si sovrappongono. Il Teatro del Silenzio di Lajatico, che è tale, silenzioso, per 364 giorni all'anno, per un giorno diviene il Teatro della Voce. La voce di Bocelli, quella più alta dopo Pavarotti, più melodica, ma anche, e al di là di ogni polemica o critica, quella più persuasiva e seduttiva che trova in questo Teatro, per un giorno all'anno, il suo spazio naturale. Da questo punto di vista, Bocelli con Bartalini hanno creato un luogo dello spirito che ha una sua identità, in cui quell'unico giorno diviene la somma di tutti gli altri. Il Teatro del Silenzio è in realtà un luogo che quando non funziona, esiste, in attesa di quel giorno in cui la voce si esprimerà e simbolicamente riempirà ogni giorno dell'anno. C’è un rituale, una liturgia. Lo spettacolo si prepara per un anno, poi la serata innaugurale, la prima, è quella in cui tutti gli sforzi, i preparativi trovano infine realizzazione! SS Quando ha visto il Teatro del Silenzio, quale è stato il suo pensiero su questo tipo di rapporto tra architettura e natura? VS L’architettura è abbastanza minimalista. L'elemento naturale è preponderante e se ne accentuano alcuni elementi compositivi, scenografici, come la curva del terreno che crea la cavea, rendendo tangibile la sensazione del teatro. E' un teatro naturale in cui l'intervento del regista-architetto diviene la sottolineatura di ciò che la Natura già offre.
in alto: Presenze di Naturaliter, allestimento per il Teatro del Silenzio (2013); I blocchi di travertino Micene che formano la grande quinta semicircolare sul lago sono formiti da Travertino Sant'Andrea e Arredo di Pietra (crediti pag.76) Prodotta da Belvedere SpA (crediti pag.121) regia Alberto Bartalini/ above: Presenze by Naturaliter, staging for the Teatro del Silenzio (2013); The Mycenae travertine blocks that form the great semi-circular wing of the lake are supplied by Travertino Sant'Andrea e Arredo di Pietra (credits pag.76) Produced by Belvedere SpA (credits pag.121) director Alberto Bartalini
24
25
Stefano Stacchini As curator of the Italia Pavilion during the 54th Venice Biennale, you included the Teatro del Silenzio as one of the places and initiatives of excellence linked to the pavilion. What was the reason for this? Vittorio Sgarbi The idea behind it: a place in the middle of nowhere which has something to say! Once upon a time in art circles it was all about "happenings": performance, a form of art that comes out of the frame or the sculpture. In a formal sense, everything that belongs to theatre could be defined as a happening, but it is clear that there is a subtle distinction between what is done with a "theatrical" purpose and what is done as a work of art. We find this, for example, in Alberto Bartalini, the brain behind the Teatro del Silenzio; when he plans and executes shows, he keeps the balance by calling himself not the curator, but the "director", with the intention of highlighting the theatrical component, which is what legitimises the happening, something that others have attempted to
define as permeable and intrusive on the world of art. If theatre was called "theatre" and a happening was called a "happening", there would be no need to lose sight of what is peculiar to art; as if a person who castrates, bleeds or slaughters an ox had something to do with art, when in fact it's to do with theatre. Now, since theatre is art in any case, the particular circumstances in which this takes place cannot be defined tout court as art, but must be called theatre. So in this fusion of art and theatre I thought the ideal Bienniale Pavilvion could find its place precisely on that border where theatre and art overlap. The Teatro del Silenzio in Lajatico, which is, as it says, silent 364 days a year, becomes for one day the Theatre of the Voice. The voice of Bocelli, the highest after Pavarotti and more melodious but also, and beyond discussion, the most seductive and persuasive; a voice that one night a year finds its natural place in this Theatre. In this sense, Bocelli and Bartalini have created a spiritual place with its own identity,
where that single day becomes the sum of all the others. The Teatro del Silenzio is really a place that when it is not functioning, exists, awaiting the one day when the human voice expresses itself and symbolically fills every day of the year. There's a ritual here, a ceremony. The show takes a year to prepare, then there's the inaugural evening, the first night, when all the efforts and preparations finally come to fruition! SS When you saw the Teatro del Silenzio, what were your thoughts on this kind of rapport between architecture and nature? VS The architecture is quite minimalist. The natural element predominates, and certain parts of the setting are accentuated, such as the curves of the land which create the cavea, making the feeling of a theatre tangible. This is a natural theatre, where interventions by the architect-director merely underline what Nature already offers.
di/by
Gillo Dorfles
Una voce eccelsa in un incantevole paesaggio quasi incontaminato; una corrispondenza totale, una reciproca armonia tra un raffinato e giustamente celebrato cantore - Andrea Bocelli – e gli avvolgenti panorami di Lajatico. E, intorno, presenze artistiche d’indubbia grandezza coordinate e valorizzate da un geniale regista, Alberto Bartalini. Questo è il Teatro del Silenzio; un evento unico, irripetibile, inimitabile. Lì molteplici linguaggi artistici si incontrano, si completano, entrano in meravigliosa simbiosi, a celebrare la Bellezza, a evitare che un giorno, evaporati i sogni, nulla di Lei resti se non un’archeologica certificazione. In quel fascinoso scenario a volte le figure si smarcano come inquietanti silhouette contro fondi in dissolvenza; più spesso un seducente incendio cromatico avvolge ogni elemento della rappresentazione. E’ stupefacente la versatilità nel dominio delle scene, dei movimenti, dei personaggi più diversi. Il Teatro del Silenzio si differenzia dal resto proprio per questo: per essere raffinato e popolare, molteplice e unico. Al pubblico è chiesta una compartecipazione totale per un artista che fa della musica e dello spettacolo le sue armi vincenti. E, ogni anno, finito lo spettacolo, quando la folla, soddisfatta e critica, compresa in quell’immenso bagaglio di immagini e suggestioni, si allontana lentamente nella polvere che la avvolge come in luminosa nebbia, rimane in ognuno una sorta di ansiosa sospensione per quello che accadrà in seguito, negli anni a venire. Da qui il mio augurio perché la voce di Andrea Bocelli continui a risuonare nel suo immaginoso teatro verde non solo per gli abitanti del paese ma per le migliaia di visitatori di tutto il mondo.
planimetria / site plan
0
50 m
26
27
sezione / section
A sublime voice in an enchanting and practically untouched landscape; a total correspondence, a reciprocal harmony between a refined and justly celebrated singer - Andrea Bocelli - and the captivating setting of Lajatico. And all around, undeniably great artists, all coordinated and endorsed by a gifted director, Alberto Bartalini. This is the Teatro del Silenzio: a unique event, inimitable and unrepeatable. Here multiple artistic languages meet and complement each other in a marvellous symbiosis in celebration of Beauty, with the desire to prevent its dreams evaporating, leaving nothing left but archaeological remains. In that alluring scenario, figures sometimes detach themselves like disturbing silhouettes against a dissolving background; more often a seductive blaze of colour envelops every part of the performance. The versatility in the do-
minion over a huge variety of scenes, movements and characters is astonishing. The Teatro del Silenzio differs from the rest precisely because of this: because it is refined and popular, multiple and unique. The audience is expected to share fully in the work of an artist who makes music and performance his golden weapons. And, every year, when the show is over and the crowd, satisfied and engaged in that enormous charge of images and emotions, gradually moves away, wrapped in the dust like a luminous mist, there remains in each one of them a kind of anxious suspense for what will happen next, in the years to come. Hence my wish that the voice of Andrea Bocelli may continue to ring out in his imaginative green theatre, not only for the townspeople but also for the thousands of visitors from all over the world.
Teatro del Silenzio In alto a sinistra/above and on the left: Veduta aerea/aerial view Sopra/above: Planimetria e sezione dell’area – Studio Associato Bocelli Architetturambiente/ site plan and longitudinal section of the area Studio Associato Bocelli Architetturambiente
27 luglio 2006: difficile spiegare l’intensità delle emozioni che ho provato, in quella straordinaria serata inaugurale. Un nostro sogno si tramutava in realtà, dando concretezza – e visibilità mondiale – ad un progetto che nasceva dall’idea di esaltare la bellezza unica di un paesaggio incantato nel comune di Lajatico, luogo di nascita di un artista di respiro internazionale quale è mio fratello Andrea. L’idea mirava a sposare la suggestione naturalistica prodotta dai colori e dai profumi di un tramonto d’estate, con altre magie d’ordine artistico, per creare qualcosa di assolutamente prezioso, da tutelare nella sua esclusività e nello stesso tempo da divulgare come mezzo di promozione di un territorio. In poche settimane, con indescrivibile entusiasmo da parte dei primi sostenitori, ricordo che venne costituita un’associazione per la gestione dell’iniziativa. Mi occupai dell’adeguamento del sito all’utilizzazione come teatro: un progetto di eco-architettura basato esclusivamente su modellazioni del terreno, piantumazioni, sistemazioni d’infrastrutture esistenti, posizionamento di elementi scenografici e artistici semplicemente appoggiati al suolo, realizzazione di accorgimenti per la fruibilità e la sicurezza. Il tutto, con utilizzo di materiali naturali e trasformazioni assolutamente reversibili. Da integrare, per un giorno all’anno, con tutto quanto necessario alla produzione tecnica di uno spettacolo di livello internazionale. Da rimuovere la notte stessa, per ripristinare lo stato naturale di luogo di silenziosa meditazione, riposo, contemplazione, ricordo... Nel susseguirsi delle stagioni, fino all’evento dell’anno successivo. Per la prima edizione, furono realizzati la quinta scenica in giganteschi blocchi di travertino grezzo appoggiati uno sull’altro, il basamento nel centro del lago per l’installazione di una gigantesca scultura del Maestro Mitoraj (artista purtroppo recentemente scomparso), il riempimento della grande depressione laterale in “terra-armata”, l’inserimento di altri elementi che consentono di lasciare sul territorio una traccia del passaggio dell’evento e di garantire la riconoscibilità del luogo a fini turistici. La fama internazionale dell’evento è cresciuta in modo esponenziale. Già l’anno successivo, il concerto veniva registrato e trasformato in un DVD di grande successo (sul palco, accanto ad Andrea, artisti quali Lang Lang, Chris Botti, David Foster, Laura Pausini, Elisa, Sarah Brightman). Ad oggi, il Teatro del Silenzio ha ospitato oltre centottantamila spettatori, provenienti da ogni parte del mondo.
27th July 2006: it's hard to describe the intense emotions I experienced on that extraordinary inaugural evening. Our dream was coming true, bringing to fruition - and the eyes of the world - a project that arose from the idea of exalting the unique beauty of the enchanted landscape of Lajatico, birthplace of an international artist of the calibre of my brother Andrea. The idea was to combine the natural splendour of the smells and colours of a summer dusk with another type of magic - the artistic kind - to create something utterly delightful, to remain exclusive and special yet at the same time to be transmitted as a means of promoting a region. I remember that in just a few weeks, with unbelievable enthusiasm from the first backers, an association was formed to manage the initiative. I took charge of preparing the site for its use as a theatre: an eco-architecture project which involved only remodelling the ground, planting trees, improving the existing infrastructure, installing scenery and equipment by simply placing it on the ground, and implementing safety measures. The whole thing using natural materials and completely reversible procedures. To be completed, for this one day in the year, by everything needed for the technical pro-
28
29
duction of an international event. And it all had to be removed the same night, to return the site to its natural state of silent meditation, repose, contemplation, memory.... To the turning of the seasons, until the following year's event. For the first edition, the stage set was built using enormous blocks of rough travertine stone, piled one on top of another; a base was installed in the centre of the lake to hold a huge sculpture by the Maestro Mitoraj (who sadly died recently), the large hollow to one side was filled in with reinforced earth, and elements were introduced which would leave a trace of the event on the land and thus make the site recognisable to visitors. The event's international reputation has grown exponentially. The following year, the concert was recorded and released as a hugely successful DVD (artists onstage with Andrea included Lang Lang, Chris Botti, David Foster, Laura Pausini, Elisa, Sarah Brightman). To date, the Teatro del Silenzio has hosted more than 180 thousand spectators from every corner of the world.
di/by
Alberto Bocelli
AND
Il Teatro del Silenzio
T testo di/text by
Fabio Tedeschi
Il Teatro del Silenzio nasce come idea alla fine del 2004, avendo come obiettivo la ricerca di un luogo dove poter combinare spettacolo, arte e ambiente. Inizialmente i soggetti coinvolti furono il sottoscritto ( allora Sindaco di Lajatico), il Presidente della Banca Popolare di Lajatico Avv. Enrico Fabbri, l’Arch. Alberto Bartalini (colui che avanzò la prima idea), l’Arch. Alberto Bocelli (rappresentanza della famiglia Bocelli) e Massimo Ripanucci, (proprietario del ter-
reno), i quali rifletterono a lungo, insieme al M° Andrea Bocelli , su come costituire quella che oggi è l’Associazione Teatro del Silenzio, che vanta numerose partner ship che credono in questo ambizioso progetto. Ritengo importante precisare che il Teatro del Silenzio debba in futuro lasciare un segno sul territorio non solo in maniera “effimera”, bensì la concreta intuizione che produce promozione e benessere nel pieno rispetto del luogo dove è nato.
The Teatro del Silenzio was born as an idea in late 2004, with the objective the search for a place to combine entertainment, art and environment. Initially, those involved were myself (then Mayor of Lajatico), the President of the Banca Popolare di Lajatico, Lawyer Enrico Fabbri, Arch. Alberto Bartalini (who advanced the idea first), Arch. Alberto Bocelli (representing the family Bocelli) and Massimo Ripanucci, (the owner of the land), which reflected a long time, along with the Maestro Andrea Bocelli, on how to set up what is now the Association of Teatro del Silenzio, which boasts numerous partnerships that believe in this ambitious project. I think it is important to point out that the Teatro del Silenzio should in future to leave a mark on the territory not only in an "ephemeral" way but with the practical insight that produces promotion and wellness fully respecting the place where it is set.
testi di/texts by
Fabio Rosseti
I testi che seguono illustrano il Teatro del Silenzio attraverso i grandi artisti che hanno prestato la loro Arte per creare la scenografia che di anno in anno caratterizza l'evento. L'ordine con cui li presentiamo non è cronologico ma spaziale. Essendo questa una rivista di architettura quello che ci ha colpito è il modo con cui le singole installazioni si sono relazionate con questo spazio, già chiaramente definito dal lago e dalla quinta realizzata con grandi macigni di travertino. Alcuni si sono posti al centro dello specchio d'acqua, lasciando liberi i confini circostanti, altri hanno eretto muraglie, come per proteggere il luogo, altri partendo dall'acqua, elemento vitale per eccellenza, si sono espansi fino a superare le barriere. The texts that follow illustrate the Teatro del SIlenzio through the great artists who have given their art to create the set that year by year characterizes the event. The order in which we present them is not chronological but “spatial”. Since this is an architectural magazine what impressed us is the way in which the individual installations have related with this space, already clearly defined by the lake and by the wing made with large boulders of travertino. Some of the artist's works are placed in the middle of the water, leaving free boundaries surrounding, others have erected walls, as to protect the place, others from water, a vital element for excellence, are expanded up to overcome the barriers.
TDS
30
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
31
32
Igor Mitoraj
33
Dedicato al Grande Assente (2006)
Teatro del Silenzio (2006) “Grande Sonno” opera di/work by Igor Mitoraj per gentile concessione della Fondazione Festival Pucciniano/courtesy of Festival Pucciniano Foundation regia/director Alberto Bartalini
Il frammento di un viso classico, opera inconfondibile del grande Maestro polacco Igor Mitoraj, emerge dal centro dello specchio d'acqua che fa da quinta di fondo al palcoscenico del Teatro del Silenzio. La gigantesca Testa sembra vegliare come un Nume tutelare su queste terre, sulle persone. Ha gli occhi chiusi, figura silenziosa come il Teatro, tuttavia ne è il protagonista principale: è il Grande Assente, a cui Andrea Bocelli ha voluto dedicare la prima edizione di questa magia che si ripete ogni anno. È il padre di Andrea, allora da poco scomparso, ma sono anche tutte le persone che non ci sono più che hanno avuto un ruolo importante nella vita del Tenore ma anche nello sviluppo di quel territorio di cui è figlio. La poetica di Mitoraj diviene il simbolo di questo percorso umano e culturale che prende le mosse da un luogo pressoché perfetto per diffondersi, in un solo giorno all'anno, in tutto il resto del mondo.
A fragment of a classical face, unmistakable as a work by Polish maestro Igor Mitoraj, emerges from the centre of a mirror-like lake, part of the stage setting at the Teatro del Silenzio. The gigantic head seems to keep vigil, like a deity watching over this land, these people. The eyes are closed, the face is silent as the Theatre itself, yet this is the leading actor: this is the Great Absence, to whom Andrea Bocelli chose to dedicate the first edition of this annual magic. The absence is Andrea's father, who had recently passed away, but it's also all the people no longer with us who played a key part in the tenor's life as well as the development of the land where he was born. The poetry of Mitoraj becomes the symbol of this human and cultural journey which takes its impetus from an all-but perfect place in order to reach, just one day a year, all the rest of the world.
34
35
Giuseppe Carta Donna: mistero senza fine bello! (2012)
Teatro del Silenzio (2012) “Germinazione” opera di/work by Giuseppe Carta regia/director Alberto Bartalini
Una grande melograna matura si sta schiudendo. La buccia esterna, quella più coriacea, è spaccata, la membrana sottostante è lacerata e lascia intravedere i semi, i chicchi che stanno per cadere: dal frutto alla terra per generare nuova vita, in un ciclo eterno. Se non fosse che il frutto è in bronzo ed alto 6 metri, data la sua potenza figurativa e simbolica verrebbe da tendere la mano per raccoglierne il succo e l'energia. È l'opera dello scultore e pittore Giuseppe Carta. Originario di un piccolo paese sardo, Banari, l'artista fonda la sua poetica principalmente sulla rappresentazione della natura, quale simbolo di vita, di rinascita e di speranza. L'edizione del Teatro del Silenzio è dedicata alla Donna, alla “metà del Cielo”, e l'immagine simbolica del frutto bronzeo, significativamente intitolato “Germinazione” richiama alla mente la fertilità della natura, della Dea madre, ma anche la fiducia in un mondo forse migliore che può germinare dall'Arte e dalla Vita.
An enormous ripe pomegranate bursts open. The outer skin, the peel, is cracked, the inner membrane lacerated; inside the seeds are visible, pearls about to fall: from fruit to earth to generate new life, in an eternal cycle. The figurative and symbolic power of the fruit is such that, if it were not 6 metres tall and made of bronze, one would reach out to gather its juice and its energy. It's the work of painter and sculptor Giuseppe Carta. Originally from Banari, a small town in Sardinia, the artist focuses his work primarily on representations of nature as a symbol of life, rebirth and hope. The 2012 edition of the Teatro del Silenzio is dedicated to Woman, the “metà del Cielo” (half of Heaven) and the symbolic imagery of the great bronze fruit, significantly entitled “Germinazione”, evokes the fertility of nature, of the Mother Goddess, but also faith in a better world, which can perhaps germinate from Art and Life.
Arnaldo Pomodoro Live in Tuscany (2007) Splende il sole nella campagna di Lajatico, quello vero che attraversa il cielo e quello bronzeo, ricco di significati e simbologia, che sorge dal lago del Teatro del Silenzio e che Arnaldo Pomodoro, il grande scultore, ha realizzato per l’edizione 2007 della manifestazione il cui titolo, “Live in Tuscany”, è anch’esso ricco di significati. Dal vivo, vita, vivere, in Toscana: che si riferisca alla rappresentazione spettacolare suonata e cantata rigorosamente “dal vivo” o alla vita in generale e, più in particolare, di un territorio come quello di Lajatico o a tutte queste cose assieme, poco importa. È la vita in sé che è importante ed è energia vitale ciò che questo Sole di bronzo irraggia nel territorio che lo circonda, ed oltre. Qui davvero gli elementi primordiali, l’acqua del lago, la terra delle dolci colline, il fuoco del bronzo e l’aria cristallina, si sono fusi ed hanno generato nuova vita per un territorio ed i suoi abitanti.
The sun shines over the Lajatico countryside: the real sun in the sky, and the bronze version, loaded with meaning and symbolism, which rises from the lake at the Teatro del Silenzio, created by master sculptor Arnaldo Pomodoro for the 2007 edition of the event whose title, “Live in Tuscany”, also has a wealth of meanings. Live music, life, living in Tuscany: it hardly matters whether the reference is to the spectacular performances played and sung totally "live", or to life in general, or more specifically life in Lajatico - or to all these things together. It's life itself which is important, and vital energy is what this bronze sun radiates over the surrounding landscape and further afield. Here, primordial elements - the water of the lake, the gently sloping ground, the fire of bronze and the crystal-clear air - have truly fused to generate new life for a place and its inhabitants.
Teatro del Silenzio (2007) “Il Grande Sole� opera di/work by Arnaldo Pomodoro per gentile concessione della Fondazione Festival Pucciniano/courtesy of Festival Pucciniano Foundation regia/director Alberto Bartalini
36
37
The Cinema Tribute Concert (2008)
Un tributo al Cinema, alla settima arte, espresso attraverso le sue musiche e le suggestioni che queste creano nello spettatore e che divengono parte essenziale di una esperienza emotiva quale è il racconto cinematografico. L’artista Mario Ceroli asseconda questa energia attraverso un’opera grandiosa, realizzata in bronzo: un imponente cavallo rampante, a stento trattenuto da una corda ormai tesa al massimo, cavalcato da un piccolo angelo, un putto alato anch’esso pronto a spiccare il suo volo. Movimento, dinamicità, ma anche fantasia, suggestione, meraviglia sono gli elementi che compongono un film e l’opera di Ceroli li esplicita in maniera chiara ed immediata. Ed è questa la forza dell’arte del Maestro abruzzese. Quante immagini di un cavallo così forte e potente abbiamo visto al cinema? Ecco che il grande bronzo altro non è che un fotogramma di un film, raccontato e reso visibile dalle splendide musiche che accompagnano la serata.
38
39 A tribute to Cinema, the seventh art, expressed through its music and the reactions this evokes in the audience, which become an essential element of the emotional experience that is storytelling through film. Artist Mario Ceroli harnesses this energy with a grandiose work in bronze: a magnificent rampant horse, barely restrained by a rope stretched to breaking point, and ridden by a small angel, a winged putto who is also about to take flight. Movement and dynamism, but also fantasy, imagination, wonder: these are the ingredients of film, and Ceroli's work makes them explicit in a clear and immediate way. And this is the power of the master sculptor from Abruzzo. How many images of a horse as strong and powerful as this have we seen in the cinema? Thus the great bronze is none other than a still from a film, narrated and made visible by the wondrous music of the evening.
Teatro del Silenzio (2008) “Cavallo di Bronzo” opera di/work by Mario Ceroli regia/director Alberto Bartalini
Presenze (2013) Naturaliter è composto da Gianluca Salvadori, Alessio Slavadori e Catia Morucci e la loro arte è sostanzialmente quella di realizzare riproduzioni verosimili di qualsiasi cosa esista (o sia esistita) in natura. Una grande arte, richiesta dai musei e istituzioni scientifiche di tutto il mondo, ma che viene messa al servizio anche della rappresentazione didattica o semplicemente spettacolare. Questo però non toglie che il significato delle loro opere sia fine a se stesso. Per la stagione 2013 del Teatro del Silenzio la scenografia è rappresentata da due grandi figure (una è alta nove metri) umane, il cui realismo è impressionante. Entrambe sono nell’atto di muoversi, di alzarsi in piedi. Una spunta da dietro i giganteschi blocchi in travertino, che in confronto alle figure sono semplici sassi, e puntando le mani su di essi si appresta a superare, anche simbolicamente, l’ostacolo. L’altra è accucciata in mezzo al lago ma la sua posizione tradisce ne l’intenzione. Le due figure vogliono alzarsi, risorgere, nuove figure umane immerse nella Natura che le circonda.
40
41 Naturaliter consists of Gianluca Salvadori, Alessio Salvadori and Catia Morucci, and their art is essentially to create lifelike reproductions of anything that exists (or has existed) in nature. A great art, in demand from universities and scientific institutes worldwide, but which also lends itself to educational purposes or simply spectacles. But this does not imply that their work is anything but exquisite in itself. For the 2013 season at Teatro del Silenzio, the setting consists of two enormous human figures (one is nine metres tall), impressively lifelike. Both are in the act of moving, rising to their feet. One appears from behind the huge blocks of travertine stone, which in comparison look like pebbles, and leaning his hands on them, prepares to step over the obstacle, in the symbolic sense too. The other is crouched in the centre of the lake, but his posture betrays his intention. Both figures want to rise, be re-born as human beings immersed in the surrounding nature.
Teatro del Silenzio (2013) “Presenze” opera di/work by Naturaliter prodotta da/produced by Belvedere Spa regia/director Alberto Bartalini
42
43
Kurt Laurenz Metzler Stelle (2010)
Teatro del Silenzio (2010) “Stella” opera di/work by KL Metzler regia/director Alberto Bartalini
Le Stelle sono sul palco, le stelle sono nel cielo, mentre le prime cantano e suonano. Ma una grande stella è caduta, proprio al centro del lago del Teatro del Silenzio, ed ora è lì che simbolicamente emana la sua energia vitale in ogni direzione. È la grande opera dell’artista svizzero Kurt Laurenz Metzler. Un corpo celeste dalle molteplici punte, ben piantato su questa Terra, che porta al suo interno figure più o meno stilizzate che rappresentano essere umani, animali, edifici, in pratica il mondo che noi conosciamo. E sui massi di travertino delle figure umane, quegli stessi “uomini di ferro” che si ritrovano, come silenziosi osservatori della natura umana, lungo le vie di Lajatico, sui tetti degli edifici, parte delle installazioni che ogni anno accompagnano l’evento teatrale. Queste figure, colorate vivacemente, spigolose, immobili ma dinamiche, osservano quello che l’uomo fa, osservano la grande stella metallica che forse li ha portati sulla terra ma osservano soprattutto la forza e l’energia vitale che le altre stelle, quelle sul palco, regalano a questo mondo.
There are stars on the stage, and stars in the sky, and the former are singing and playing. But one huge star has fallen, right in the middle of the Teatro del Silenzio lake, and now it lies there, symbolically emanating its vital energy in every direction. This is the large-scale work of Swiss artist Kurt Laurenz Metzler. A many-pointed celestial body, grounded on this Earth, and inside it are more or less stylised figures representing people, animals, buildings - in short, the world we know. And on the travertine blocks stand human figures, the very same "iron men" that can be seen, like silent observers of human nature, along the streets and on the roofs of Lajatico, part of the installation which accompanies the annual theatrical event. These figures - brightly coloured, angular, immobile yet dynamic - watch what people are doing, watch the great metal star which perhaps brought them to earth, but above all they observe the power and vital energy that the other stars - the ones onstage - bring to the world.
Peter Ditzler I Colori dell’Anima (2009)
Musica e canto che vengono dall’anima, musica e canto che colorano, appunto, l’anima. È un flusso continuo che si auto genera all’infinito ed è quello che succede al Teatro del Silenzio. L’anima, al di fuori di ogni considerazione religiosa, è ciò che sta dentro di noi, è il nostro essere più profondo; è lo strumento con il quale ci confrontiamo con il mondo esterno per relazionarci con esso. Se la musica ed il canto nutrono l’anima, l’arte fa altrettanto. Hans-Peter Ditzler, artista svizzero trapiantato in Toscana, ha sempre privilegiato l’aspetto pedagogico, psicologico e sociale dell’arte. Le opere che ha realizzato per il Teatro del Silenzio sono cibo per l’anima, come lo è la musica che una volta all’anno qui viene eseguita. Le sue opere sono, come dice lui stesso, «la possibilità di aprire finestre verso una dimensione al di là del nostro quotidiano monotono». Sono “strumenti” che con le loro forme e i loro colori predispongono l’anima a ricevere il massimo da questo luogo e dai suoi ospiti. Music and song that come from the soul; indeed, music and song that colour the soul. It's a continuous flow which renews itself infinitely, and it's what happens at the Teatro del Silenzio. Regardless of any religious consideration, the soul is what lies within us, our deepest essence; it's the tool we use to face the outside world and interact with it. If music and song nourish the soul, art does the same. Hans-Peter Ditzler, a Swiss artist transplanted to Tuscany, has always prioritised the educational, psychological and social aspects of art. The works he created for the Teatro del Silenzio are food for the soul, just like the music which is played here once a year. As he himself says, his works are "the possibility of opening windows on a dimension beyond our everyday monotony". They are "tools" whose shapes and colours open the soul to receive maximum input from this place and the people who come here.
Teatro del Silenzio (2009) “I Colori dell’Anima” opera di/work by HP Ditzler regia/director Alberto Bartalini
44
45
Bravo Italia & China (2011) Sul muro che fa da quinta al Teatro del Silenzio sono cresciute delle Stalagmiti, elementi verticali, di altezze diverse, del colore della roccia tanto che sembrano divenire tutt’uno con il travertino su cui poggiano e fare propria, loro, oggetti artificiali realizzati dalle sapienti mani dell’artista Venio Santoni, quella energia che i grandi blocchi squadrati di pietra naturale sembrano contenere. Poi, quando la sera il Teatro esce dal suo Silenzio durato 364 giorni, le Stalagmiti e le pietre prendono vita. Sullo sfondo della notte nella campagna di Lajatico, proiettori e laser disegnano immagini, colori, trame e graficismi che si stagliano sulle Stalagmiti e danzano con i ballerini sul palco, accompagnano con i loro movimenti i cantanti. Si crea un incanto coinvolgente, la scenografia è una lanterna magica.
On the wall that provides the stage set for the Tea tro del Silenzio, Stalagmites have grown: vertical protrusions of different heights, the same colour as the rock so that they seem to become one with the travertine marble they rest upon; these artificial objects, created by the skillful hands of artist Venio Santoni, seem to express the energy contained within the huge blocks of natural stone. Later, in the evening when the Teatro awakes from its 364 days of Silence, the Stalagmites and the stones come to life. Against the backdrop of the Lajatico countryside, projectors and lasers design images, colours, patterns and graphics, which emerge from the Stalactites and dance with the dancers on stage, accompany the singers with their movements. A captivating spell is cast, the scene becomes a magic lantern.
Teatro del Silenzio (2011) “Stalagmiti” opera di/work by Venio Santoni prodotta da/produced by Giannoni & Santoni regia/director Alberto Bartalini
46
47
48
49
Scart Pathos (2014)
Teatro del Silenzio (2014) “Mediterranea” opera di/work by Waste Recycling e SCART regia/director Alberto Bartalini
Per la IX edizione del Teatro del Silenzio di Lajatico, Alberto Bartalini – direttore artistico del teatro e coregista con Veronica Berti del concerto del 20 Luglio di Andrea Bocelli - ha scelto Waste Recycling per la nuova scenografia che ha campeggiato in mezzo al lago e sul muro di travertino, dal titolo "Mediterranea" (l’azienda era già stata protagonista nel 2012 e 2013 realizzando gli abiti di scena degli artisti). L’opera commissionata ha unito i materiali scelti e utilizzati da SCART con delle architetture legate alla cultura classica, ricostruendo così uno scenario “mediterraneo”. Frammenti di timpani, colonne, capitelli, sculture irromperanno sulla scena di una natura incontaminata, recuperati dai magazzini del Maggio MusicaleFiorentino. «Il progetto SCART vuole incidere positivamente sulla mentalità del recupero e si sposa perfettamente con la filosofia ambientale del Teatro del Silenzio, che prevede nella sua mission, il rispetto totale della natura, del territorio e della bellezza.»
For the 9th edition of the Teatro del Silenzio in Lajatico, Alberto Bartalini - the theatre's artistic director and co-director with Veronica Berti of Andrea Bocelli 's 20th July concert - chose Waste Recycling to create the new scenery, to be installed in the centre of the lake and on the stone wall. The work is entitled "Mediterranea", and the company has already been involved in costume design for the 2012 and 2013 shows. The work commissioned combines the materials selected and used by SCART with architecture linked to classical culture, to recreate a "Mediterranean" setting. The unspoilt natural scenery will be invaded by fragments of gables, columns, capitals and sculptures, all salvaged from the Maggio Musicale Fiorentino arts festival. "The SCART project aims to have a positive effect on the mentality of re-use, and it fits perfectly with the Teatro del Silenzio's environmental philosophy, which calls for total respect for nature, land and beauty".
"Sfondo" urbano La città diventa scena per l'arte.
Adriano Ferrara regia/director Alberto Bartalini di/by
50 Urban backdrop There is a land in the province of Pisa, specifically the town of Pontedera, some parts of the Valdera and an entire village, Lajatico,
Esiste un territorio, nella provincia di Pisa, che comprende nello specifico la città di Pontedera, alcune aree della Valdera e un intero paese, Lajatico, dove, con l'intento di conservare le proprietà originali di uno spazio, è stata compiuta un'operazione di “pianificazione poetica “ del territorio, che potremo defi-
where, with the aim of preserving the original properties of a space, an operation of "poetic planning" has taken place, which we could describe in the words of Christian Norberg-Schulz as an act of "gathering the properties of the place and bringing it close to people". A brief preliminary analysis leads us to regard this land in the Valdera as it has historically been defined, with the generic dichotomy of city-country, industry-agriculture; this has always been the case in Pontedera, with the famous Piaggio factory a pole of attraction, linked to manufacturing and services. Within this context, with an approach perhaps unconsciously dictated by the need to redeem and repossess the specific and original values of profound belonging
nire, con le parole di Christian Norberg-Schulz, come l’atto di «radunare le proprietà del luogo e portarlo vicino all'uomo». Una sintetica analisi preliminare induce a considerare questo ambito territoriale della Valdera come storicamente definito dalla generica dicotomia città-campagna, fabbrica-agricoltura, che da sempre ha visto nella città di Pontedera, sede della storica fabbrica Piaggio,un polo attrattivo, legato alla produzione industriale e di servizi. È all'interno di questo ambito, che con un atteggiamento forse dettato inconsciamente dal bisogno di riscattarsi e riappropriarsi dei valori peculiari e originari di profonda appartenenza ed identità, che è stata compiuta un'azione consapevole di ricucitura esistenziale. Una condizione che caratterizza chi vive in queste zone è la capacità di comprendere il territorio in forma cosciente e allo stesso tempo sentimentale. Questo genera un carattere specifico d' appartenenza. Esiste qui, più che in altri luoghi, la volontà di essere protagonisti del proprio fare, gestire le azioni personali nella consapevolezza di operare in un ambiente sia socialmente che fisicamente importante, ricco di stimoli e conoscenze che porta con sé il bisogno di un continuo creare e ricreare. È con questo carattere e con spirito demiurgico che sono stati progettati ed eseguiti interventi concepiti come un flusso metodico, capace di legare il territorio, caratterizzato da polarità fortemente diversificate, con un insieme sistematico di opere d’arte non definibili come riqualificazione ambientale; semmai come opportunità esclusiva e specifica per reinventare, ricontestualizzare il luogo all'interno del luogo stesso. Una piazza, ad esempio, realtà fisica e ambientale giustificata dalla sua storicità o dalla sua utilità, si presenta di per sé come un dato acquisito, gestita solo attraverso l'uso razionale di bisogni e funzioni. Su tale condizione è esercitata l'azione rigenerante del fare poetico ed artistico. L'arte pone, come unico ambito sperimentabile, il suo stesso limite intellettualistico, come sfida ad una concretezza, ad una fisicità che deve essere continuamente superata, proponendo significati sempre diversi come sempre diverse sono le emozioni e gli stati d'animo. Soggettivo, sensibile e esclusivo, ed oggettivo, funzionale e pubblico, si fondono in una immagine complementare che stimola nuova vitalità e nuovi utilizzi. Così una scultura o più sculture possono essere pensate ed utilizzate anche come delle sedute, più propriamente delle opportunità di sosta, in una piazza pubblica, come per le istallazioni permanenti delle opere di vari artisti, come Nado Canuti, collocate in Piazza Andrea da Pontedera, a Pontedera. Il limite tra scenografia ed architettura, come quello tra decoro e funzione, vengono superati. Non sono più lo spazio, il volume o la superficie ad essere interessati, neppure la stessa struttura urbana, ma la fruizione emotiva che di questa si può fare. Grazie alla sperimentazione di segni, colori e forme, si riduce l'impatto formale in termini di dimensioni, ed in maniera inversamente proporzionale si attiva enormemente la capacità comunica-
a sinistra: Lajatico (2014) una coinvolgente installazione di Luca Gnizio, artista di SCART, in piazza Vittorio Veneto(crediti pag.76), che risalta lieve in alto, basata sulle interazioni tra diversi linguaggi; suono, luce, dinamismo danno luogo a un ricercato flusso di energia, una sorta di materializzazione della musica realizzata utilizzando nylon recuperato da pneumatici e ferro di scarto/ on the left: Lajatico (2014) an enthralling installation by Luca Gnizio, one of the artist from SCART, in square Vittorio Veneto(credits pag.76), which stands out aloft, delicate, based on the interactions between different languages; sound, light, dynamism give rise to a valued energy flow, a kind of materialization of music made using nylon recovered from tires and scrap iron.
51
and identity, a conscious action of existential restitching has been carried out. Those who live in this area have a character which allows them to understand the land consciously and sentimentally at one and the same time. This generates a special sense of belonging. Here, more than in other places, people have the will to be protagonist in their own lives, act for themselves in the knowledge that they are working in a setting which is important both socially and physically, rich in motivation and awareness, which brings with it a need to continually create and re-create. It is with this character and demiurgic spirit that interventions have been planned and executed; conceived as a methodical flow which can bind the land, a land of strong differences, with a systematic series of artworks; this cannot be defined as environmental redevelopment, but rather as a singular and specific opportunity to reinvent and re-contextualise the place within the place itself. A square, for example, a physical and environmental reality justified by its historical value or its usefulness, exists in itself as a given fact, managed only by the rational use of
its needs and functions. The regenerative action of poetic and artistic endeavour is applied to these circumstances. As a unique experimental field, art lays down its own intellectual limitations, as a challenge to a concreteness, a physicality which must continually be overcome, suggesting ever-changing meanings, just as emotions and moods are everchanging. Subjective, sensitive and exclusive, and objective, functional and public: all fuse into a complementary image that stimulates new vitality and new uses. Thus a sculpture, or several sculptures, may also be conceived and used as seats, or rather as opportunities for a pause, in a public square, like the permanent installations of works by various artists, including Nado Canuti, in Piazza Andrea da Pontedera in the town of Pontedera. The borders between scenography and architecture, like those between decor and function, are blurred. It is no longer about mere space, volume and surface, or even the urban setting itself, but the emotional use to which it can be put. Thanks to experimentation with signs, colours and shapes, the formal impact in terms of dimensions is reduced, and the ability
a destra: Pievania di San Leonardo, Lajatico (PI) Allegoria del Credo poesia visiva di Stefano Stacchini ,regia Alberto Bartalini. Giannoni & Santoni (crediti pag.76) hanno realizzato il restauro della facciata che era fortemente compromessa dal tempo e altri fattori, attraverso tecniche all'avanguardia; nella stessa inserimento di un affresco digitale sul frontone e della serigrafia digitale sulle porte di rame, entrambe innovative tecniche da loro sperimentate/ right: Pievania di San Leonardo, Lajatico (PI) Allegory of Credo visual poetry by Stefano Stacchini,director Alberto Bartalini. Giannoni & Santoni (credits pag.76) has made the restoration of the faรงade which was severely damaged by weather and other factors, through cutting-edge techniques; in the same insertion of a digital fresco on the pediment and of the digital screen printing on the doors of copper, both innovative techniques they experimented
a sinistra: Lajatico (2011) - “Stalagmiti” installazione di Venio Santoni in piazza Vittorio Veneto, realizzata grazie a Giannoni & Santoni (crediti pag.76) regia Alberto Bartalini/left: Lajatico (2011) - Stalagmites, art installation by Venio Santoni in Vittorio Veneto square, made in collaboration with Giannoni & Santoni (credits pag.76) director Alberto Bartalini
a destra: Lajatico 2014, Piazza Vittorio Vento, il cavallo rampante creato dalla C.E.M. CONCEPT, artista di SCART (crediti pag.76). Un vecchio trattore viene smontato, tutte le sue componenti divengono materiali per la creatività; ogni cosa viene poi ricomposta in forma di cavallo: dall’oggetto utile, giunto al momento della sua naturale consunzione, all’oggetto artistico, dal cavallo-vapore al cavallo rampante; un’operazione non priva di divertente ironia, che indica uno dei possibili percorsi per risollevare le sorti del nostro zoppicante pianeta/ right: Lajatico 2014, square Vittorio Veneto, the rampant horse created by C.E.M. Concept artist, one of the artist from SCART (credits pag.76). An old tractor is dismantled, all its components become materials for creativity; everything is reassembled in the form of horse. From the useful object, now at the time of natural consumption, to the artistic object; from horsepower to the rampant horse. Operation is not without its humorous irony, which indicates one of the possible ways to revive the fortunes of our weak planet.
52
53
Lajatico (2010) –URBAN ART PPROJECT – particolare installazione di CAKTUS & MARIA, ETNIK, MACS, SERA, per la cisterna dell’acqua del paese, realizzate grazie alla collaborazione con Giannoni & Santoni che ha fornito supporto tecnico e materiali Lajatico (2010) – URBAN ART PROJECT – details of the art installation made by CAKTUS & MARIA, ETNIK, MACS, SERA. The town's water tank were made with the collaboration of Giannoni & Santoni that provided technical support and materials.
54
55
In alto e a pagina 58 e 59: Lajatico 2013 – “Presenze” opera di Naturaliter , prodotta da Belvedere SpA (crediti pag.121), in piazza Vittorio Veneto/ above and following pages 58 and 59: Lajatico 2013 – “Presenze” work by Naturaliter, produced by Belvedere SpA (credits pag.121), in Vittorio Veneto square
56
57
in alto: Lajatico 2010 - “ Urban Art Project” di CAKTUS & MARIA, ETNIK, MACS, SERA, in collaborazione con Giannoni & Santoni (crediti pag.76)/ above: Lajatico 2010 - “ Urban Art Project” by CAKTUS & MARIA, ETNIK, MACS, SERA, in collaboration with Giannoni & Santoni (credits pag.76) a destra: Lajatico 2011 – “Stalagmiti” opera di Venio Santoni al Centro Polivalente “San Carlo”, prodotta da Giannoni & Santoni (crediti pag.76)/ right: Lajatico 2011 – “Stalagmiti” work by Venio Santoni al Centro Polivalente “San Carlo”, produced by Giannoni & Santoni (credits pag.76)
58
59
a sinistra/left: Pontedera (2006) “Il Muro di Pontedera” opera di/work by Enrico Baj a sinistra, in basso/on the left, below: Pontedera (2004) “Sedili di Pietra” opere di Autori vari/works by various Artists
60 to communicate is activated in inverse proportion. Concepts of beauty, decorousness, pleasantness are replaced with ideas of considerable useful-
tiva. I concetti di bello, di decoroso, di piacevole, vengono sostituiti con quello di sensibilmente utile, atto necessario a motivare una reazione, sollecitare stimoli. Le forme scardinano il formalismo, reinventano un ambiente prima reso impossibile dalla forma stessa e compromesso dalle geometrie primarie dello spazio,
ness, and this is necessary to provoke a reaction, solicit a feeling. Shapes deconstruct formalism and reinvent an ambience previously made impossible by form itself and compromised by the predominant geometries of space and its clichéd use. The creative action, and invention, are not used directly to generate a well-defined and self-referential work, but rather to suggest a series of signs which are not the customary ones, different from the setting where they are placed. This creates a sense of disorientation, an emotional uncertainty, which paradoxically forces an understanding of the very place, a reinvention which does not impose radical change to its original weave and function: a metaphysics which can explain the place itself. Architectural elements are conceived as a scale of signs which lead to unexpected meanings, to the point where they must be understood and recontextualised; a wall, such as the one painted by the wonderful artist Enrico Baj, also in Pontedera, which contains the area near the railway line, can still have the same function of containment and division, but can also be an enormous painting, a decor element. In any case something that requires an interaction, an exchange. The primary function of the structure remains, but it is not the essential condition and the sole reason for its existence. The landscape, functional and necessary, can be compared with the physical presence of
dal suo uso ripetitivo. L'invenzione, l'atto creativo, non vengono direttamente usati per generare un opera definita ed autoreferenziale ma proponendo un percorso di segni non rituali e diversi dall'ambiente in cui gli stessi vengono ospitati. Questo crea uno spaesamento, un dubbio emotivo, che obbliga paradossalmente alla comprensione del luogo stesso,inventandolo nuovamente, senza imporre cambiamenti radicali alla sua matrice e funzione originaria: una metafisica capace di spiegare il luogo stesso. Gli elementi architettonici vengono proposti come una scala di segni che portano a significati insoliti, tali da essere obbligatoriamente capiti e ricontestualizzati: un muro, come quello realizzato sul bozzetto del grande artista Enrico Baj, sempre a Pontedera, destinato a contenere il terreno prossimo alla linea ferroviaria, può avere sempre la stessa funzione di contenimento e divisione ma può essere anche un enorme dipinto, un arredo. In ogni caso qualcosa che obbliga ad un'interazione, ad uno scambio. La funzione primaria dell'elemento architettonico permane ma non è la condizione indispensabile che può da sola motivarne l'esistenza. Il territorio, funzionale e di supporto, è rapportabile alla fisicità degli individui, l'opera d'arte è rapportabile all'anima sensibile degli stessi. Territorio ed opera d'arte sono relazionati in una dualità parallela che vede composti anima e corpo. In considerazione di ciò, il concetto di ricontestualizzazione dello spazio può essere sostituito con quello di rivitalizzazione dell'ambiente. Si crea un nuovo spazio atipico, aspecifico, capace di far rileggere i differenti caratteri del territorio. La presenza dell'opera d'arte sul territorio, costituisce una volontà ordinatrice delle emozioni, obbligando il fruitore a provare delle sensazioni che non scaturiscono da un utilizzo funzionale di ciò che viene percepito ma dall'impatto visivo. In un contesto urbano dato da notevoli stratificazioni antropiche e ricco di segni, queste installazioni e queste opere acquistano un significato ed un senso in relazione ad una grande quantità di elementi simbolici, interpretabili con il vocabolario degli artifici già presenti. In un territorio caratterizzato da una marcata ed originaria omogeneità, sia esso campagna o piccolo paese, l'impatto che crea il collocamento concettuale dell'opera d'arte, dà il senso della necessità di una mediazione tra ciò che storicamente è presente, ospitante, con quello che può essere ospitato, e quindi esterno. Ci si domanda quale ne sia la provenienza, divenendo nello stesso tempo coscienti della diversità e di qualcosa a cui questa diversità appartiene. Il bisogno di capire diventa un bisogno quasi obbligato. Un unico atto concettuale che assume il carattere di elemento unificante assoggettato ad una pluralità di letture, che vedono nelle qualità del luogo stesso il motivo della diversità di significato. In questo senso l'installazione dell'opera d'arte, serve anche per ripensare un rapporto fisico e concettuale, a ristabilire un dialogo, anche conflittuale con lo spazio e l'ambiente.
61
A sinistra/left: Pontedera (2005) “Ecopiramide per Acacia Fiorita” opera di/work by Ugo Nespolo a destra/right: Pontedera (2002) “Elefanti – viaggiando viaggiando” opera di/ work by Alberto Bartalini
individuals; art can be compared to their sensitive souls. Territory and art are related in a parallel duality which assembles body and soul. With this in mind, the concept of re-contextalising space can be replaced with revitalising the environment. A new space is created, atypical and unspecific, which can provide a new interpretation of the land's various personalities. The presence of art in the landscape constitutes a desire to organise the emotions, provoking feelings in the user which spring not from the functional use of what is seen, but its visual impact. In a given urban context with significant anthropic stratification and a wealth of signs, these installations and these works acquire a significance and a sense in relation to a wide range of symbolic elements, elements that can be interpreted with the vocabulary of the devices already existing. In a land which is strongly and by its nature homogeneous, whether countryside or small town, the impact created by the conceptual placing of works of art gives an impression of a need for mediation between what is historically present, the host, and what can be hosted, in other
words the external. One may ask, where does this come from, while simultaneously becoming aware of the diversity and of where this diversity belongs. The need to understand becomes almost an obligation. A unique conceptual act that assumes the character of a unifying element subject to multiple interpretations, readings which recognise in the qualities of the land itself the reason for the diverse meanings. In this way the installation of art also serves to redesign a physical and conceptual relationship, to re-establish a dialogue, though this may be in conflict with its surroundings.
62
63
di/by Simone Millozzi Sindaco di/ Mayor of Pontedera
Pontedera non è una città d’arte, ma è divenuta sempre di più una città per l’arte. Luogo a vocazione prevalentemente industriale ha cercato di acquisire una identità culturale, trasformando gli ambienti urbani in spazi artisticamente “arredati” ricchi di suggestioni emotive. Un anonimo muro della ferrovia che divide in due la città è divenuto il “muro di Baj” fortemente identificativo. Una comune piazza alberata è divenuta palcoscenico di splendidi “ Sedili di Pietra”, realizzati da scultori di fama internazionale, espressione di arte come luogo di incontro e strumento di divulgazione popolare. Che dire, poi, delle rotonde, luoghi fortemente non-luoghi, anonimi e “frettolosi” , divenuti luogo simbolo della città: la rotonda della “Stella” e dei “Nevrotici metropolitani” di K.L.Metzler, la rotonda, prima, de “La via della seta” e ora della “Croce” di H.P.Ditzler, e poi “Oleandra” di Carmassi. Come non rimarcare, inoltre, che la”nespolizzazione” di Ugo Nespolo ha dato vita ad angoli “invisibili” della città. Gli artisti, quindi, hanno invaso gli spazi della quotidianità e creato un una galleria a cielo aperto, realizzando, grazie alla regia di Alberto Bartalini, un significativo un processo comunicativo condiviso anche con città come Venezia, Milano, Assisi ed altre.
Pontedera is not a city traditionally associated with art, but it is increasingly becoming a city with artistic inclinations. As a place which is primarily industrial in approach, it has tried to acquire a cultural identity, turning urban spaces into spaces which are artistically “furnished”, and are full of ideas and possibilities. An anonymous railway wall which cuts the city in two has become “Baj's wall”, and now has a strong identity. A unremarkable tree-lined square has become the stage for splendid “stone designer seats” from internationally-renowned sculptors, an expression of art as a meeting place and a tool of popular divulgation. And then what is there to say of the roundabouts, places which are such anti-places, anonymous and “busy” which have become symbols of the city: the “Star” and the “Nefrotici metropolitani” roundabout by K.L.Metzler, the roundabout which was first “The silk road” and is now “the Cross” by H.P.Ditzler, Carmassi's “Oleander” roundabout. And also, how can we not notice Ugo Nespolo's ”nespolization” which has brought to life some of the “invisible” corners of the city? The artists have thus invaded the spaces of everyday life, creating an open-air gallery and instigating, thanks to the direction of Alberto Bartalini, an important communicative process which is also shared with other cities like Venice, Milano, Assisi and others.
di/by
Alberto Bartalini
L’arte e la vita, come ci hanno insegnato molti geni del passato, debbono congiungersi: figure, segni, oggetti creati dalla fantasia, l’immaginazione, il pensiero, le mani di uomini avvezzi alla creatività devono entrare a far parte del vivere comune, elevare la qualità dell’esistenza. Contro il grigiore dell’anonimato i colori della speranza. Da qui i miei lavori di “arte urbana” che si collocano, sì, in una lunga tradizione, ma che vogliono offrire qualcosa di più. Le mie creazioni vogliono vivere e vibrare di un’infinità di piccole differenze, di particolari, di dettagli, di quel sapere secolare che rende unica ogni opera: da un raffinato e armonico barocchismo in cui ogni cosa è ordinata secondo un superiore criterio di bellezza, al lirico razionalismo della contemporaneità per cui il fare ad arte è tradizione e non vecchiume. Il decennale lavoro a Pontedera, i più recenti interventi a Venezia, Milano, Assisi, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Pisa e Volterra – per ricordarne solo alcuni legati al nostro territorio – rispondono a questo credo artistico. E su tutto c’è la mia viscerale teatralità: è l’azione teatrale che invade le città e i borghi. Un teatro diffuso, un’azione partecipata. Il mio vuole essere un recupero ironico-colto dell’esercizio artistico come gioco infantile e applicazione artigianale che parte da una sincera attitudine di meraviglia poetica, di autenticità rivelatrice. Due esempi per tutti: un edificio e un paese. L’edificio: la sede della Panca Popolare di Lajatico a Pontedera, realizzata con il prezioso intervento di Ugo Nespolo. La facciata dell’edificio efficacemente mossa da sporgenze e rientranze di superfici dipinte, gli obliqui banconi di ricevimento, i pannelli decorativi, i sinuosi numeri- oggetto, le coloratissime ante degli armadi, creano un’atmosfera di incanto che trasforma la tradizionale seriosità dell’ambiente bancario in spazio di creatività, in cui prendono forza l’ottimismo, la speranza, la fiducia. L’intersecarsi e il sovrapporsi di sgargianti e irregolari forme geometriche, il ricorso a tecniche operative le più disparate, le trine di segni, colpiscono con immediatezza il frequentatore e lo coinvolgono in un fantasmagorico insieme di possente vigore immaginifico. I luoghi così allestiti diventano un teatro in cui sono protagonisti i cittadini: camminano, guardano, si soffermano, commentano. L’arte svela il suo ruolo di efficace e complesso sistema comunicativo.
a sinistra/left: Pontedera (2007) “La Via della Seta” opera di/work by HP Ditzler a destra/right: Pontedera _ Museo Giovanni Alberto Agnelli (2006 – 2007) “Officina Canuti” opera di/work by Nado Canuti
64
65
Art and life, as many past geniuses have taught us, should fit together: figures, signs and objects created by the imagination, thoughts and hands of those accustomed to creativity should be part of everyday life, elevating the quality of our existence. Against the greyness of the anonymous, the colours of hope. Hence my works of "urban art", which continue a long tradition, to be sure, but which attempt to offer something more. My creations aim to live and vibrate with an infinity of tiny differences, details, with that centuries-old wisdom that makes every piece unique: a refined and harmonious baroquism where everything is ordered according to a superior criterion of beauty, to a lyrical modern-day rationalism in which making art is tradition, not just old stuff. My ten-year project in Pontedera, and my more recent work in Venice, Milan, Assisi, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Pisa and Volterra – to mention just a few in our region - exemplify this artistic credo. And over it all is my instinctive theatricality: it's the action of theatre that invades villages and cities. A diffused theatre, a shared action. Mine tries to be an ironic and cultured recuperation of artistic endeavour, like a chil-
dren's game or a craftsman's skill, which springs from a heartfelt attitude of poetic wonder, of telling authenticity. Two examples of many, a building and a town. The building: the head office of the Banca Popolare di Lajatico in Pontedra, executed with the valued input of Ugo Nespolo. The building's facade elegantly animated by projections and recesses in its painted surface, slanting customer service desks, decorative panels, sinuous numbers, brightly coloured cabinets; all create an alluring atmosphere which transforms the traditional seriousness of the bank into a space for creativity, inspiring optimism, hope and trust. The intersection and overlapping of showy, irregular geometric shapes, the use of highly eclectic techniques, the weaving together of signs, immediately strike the visitor and involve him or her in a phantasmagorical whole of powerful imagination. Settings such as this become a theatre where the residents are the actors: they walk, look, pause, comment. Art reveals its function as a complex and effective system of communication.
La contemporaneità nella storia
Due mostre di Igor Mitoraj con regia di Alberto Bartalini
di/by
Fabio Rosseti 66
Contemporaneity in the history The strong attraction which from the beginning of the 1980s brought the late Igor Mitoraj to this area of Tyrrhe-
Il forte legame che dai primi anni ’80 portava il grande Maestro Igor Mitoraj, recentemente scomparso, in questo territorio fra collina mare e montagna della Toscana tirrenica, nacque forse dalla consapevolezza di aver trovato qui quello che cercava. Come dice Alberto Bartalini, suo amico e profondo
nian Tuscany nestling between sea and mountains possibly arises from his realisation that he had found there what he was looking for. In the words of Alberto Bartalini, a friend of the Polish master and somebody who knew his art extremely well, in the very personal recollection at the beginning of this magazine “one of Mitoraj's most extraordinary gifts was that he did not fear embracing dialogue with history, architecture and landscape”. His relationship with the history, architecture and landscape of this region, which have inspired its Art over centuries, lay not only in the materials he loved to use for his sculptures (marble, terracotta and bronze), but was also one of both harmony and enquiry. The great works of Mitoraj do not seem close to these sources of inspiration, but they are actually deeply imbued in it, because, as Antonio Paolucci observed in reference to the Pisa exhibition, the classical culture from which they spring represents the archetype of that “great classical and Renaissance tradition” which originated in Tuscany. Mitoraj represents these fragmented, transfigured, blind archetypes, thus showing the passing of timing, asking questions to those who look at them (why is that perfect face not complete? What has happened since ancient times?). Past and present come together and perhaps that is what brings them alive for us. The two great exhibitions that Alberto Bartalini has
conoscitore dell’arte del Maestro polacco, nel sentito ricordo che ne fa all’inizio di questa rivista, «tra le più straordinarie doti di Mitoraj c’è quella di non temere il confronto con la storia, l’architettura, il paesaggio.» Pur legato ai materiali che più amava per le sue sculture (il marmo, la terracotta, il bronzo), sul cui uso la storia artistica toscana può dire molto, il suo era un rapporto di sintonia ma al tempo stesso di confronto con quella storia, architettura e paesaggio che rappresentano questo territorio e che nei secoli hanno dato vita all’Arte. Le grandi opere di Mitoraj sembrano essere lontane da queste ispirazioni, ma in realtà ne fanno parte in maniera profonda perché la cultura classica da cui prendono vita rappresenta, come osserva Antonio Paolucci parlando della mostra di Pisa, l’archetipo di quella «grande tradizione classica e rinascimentale» che ha trovato in Toscana la sua origine. Mitoraj tuttavia rappresenta questi archetipi frammentati, trasfigurati, ciechi, rivelando così il passare del tempo, ponendo degli interrogativi in chi guarda (perché quel viso perfetto non è completo? Cosa è successo dall’antichità ad oggi?). Passato e presente si confrontano e questo forse li fa essere vivi ai nostri occhi. Le due grandi mostre che Alberto Bartalini ha ideato e diretto percorrono questa linea. La prima, a Volterra, intitolata “Rosso Fiorentino Rosso Vivo”, più che una mostra è in realtà una pièce teatrale in 5 atti che ruota attorno alla Deposizione dalla Croce del Rosso Fiorentino, una delle opere più moderne del ‘500 per concezione ed esecuzione. Partendo dalla Sala in cui l’opera è conservata, la mostra si dipana attraverso la città etrusca confrontandosi, ad ogni atto, con altre opere di artisti moderni e contemporanei. Fino all’atto finale, dove all’interno del Teatro Romano due grandi opere di
In apertura e pagina seguente/opening page and following page: Volterra 2014 “Rosso Fiorentino - Rosso Vivo” Teatro Romano/Roman theatre Il Corpo e la Crocefissione/The Body and the Crucifixion Opere di/work by Igor Mitoraj Gentilmente concesse da Fondazione Festival Pucciniano e dall’Arena di Verona/courtesy of Festival Pucciniano Foundation and Arena di Verona
67
68
69
Sopra e nelle pagine seguenti/Above and following pages: Pisa 2014 “Angeli “ Piazza dei Miracoli - Palazzo OPA e Museo delle Sinopie Opere di/work by Igor Mitoraj
70
71
Mitoraj, due busti senza testa e senza braccia, giacciono. Uno è a terra, frammentato e ricomposto, l’altro è sollevato, verticale, ma segnato da un grande vuoto che ha la forma della croce commissa, la stessa che Rosso Fiorentino rappresenta nella sua deposizione. Simbolo antichissimo, simbolo di morte e supplizio ma anche di redenzione, la nostra, per la quale Cristo è morto. Mitoraj chiude così la “rappresentazione” tornando al punto di partenza: la deposizione non del Cristo ma dell’Uomo. Il suo corpo frammentato giace ai piedi della croce che lui stesso porta: la Bellezza della classicità sembra essere perduta ma forse l’uomo contemporaneo può ancora sperare nella redenzione. L’altra mostra, dedicata interamente al Maestro polacco con oltre cento opere, si articola fra tre luoghi che ruotano attorno alla maestosità di Piazza dei Miracoli a Pisa con i suoi monumenti: il prato, l’antica sede degli uffici dell'Opera del Duomo ed il Museo delle Sinopie. “Angeli” è il nome della mostra, in cui ricorre un mito classico molto caro all’artista, quello di Icaro, colui che cerca di liberarsi dalle sofferenze terrene cercando la propria libertà nel cielo. Icaro lo troviamo rappresentato in grandi statue come nelle poco conosciute pitture, ma la bellezza di questa mostra è anche nella varietà delle opere esposte che attraversano tutta l’esperienza artistica di Mitoraj e nell’allestimento. Bartalini, che condivide con l’artista il senso e la passione per la Bellezza che appartiene alla civiltà classica, «che resiste alle barbarie», ha costruito un percorso espositivo dove le opere dialogano incessantemente con questi luoghi così ricchi di storia e di Bellezza, permettendoci di comprendere meglio il linguaggio dell’artista per il quale, come dice ancora Antonio Paolucci, «resta una idea di Bellezza classica che non è revival, non è nostalgia, ma è immutabile, indistruttibile principio.»
created and directed follow this approach. The first, in Volterra, called “Rosso Fiorentino, Bright Red”, rather than an exhibition is actually a fiveact play focussing on Rosso Fiorentino's Descent from the Cross, one of the most modern works of the sixteenth century in terms of concept and execution. Starting from the room in which the work is kept, the exhibition travels through the Etruscan city and at each act comes across other works by modern and contemporary artists. Up to the final act, where two great works by Mitoraj – two headless, armless busts – lie in the Roman Theatre. One is on the ground, broken up and pieced back together, the other is raised, vertical, but marked by a great hole the shape of the tau cross, the same that Rosso Fiorentino painted in his work. A very old symbol, the symbol of death and torment, but also of salvation, our own salvation, for which Christ died. In this way Mitoraj closes the “representation” returning to the starting point: the deposition not of Christ but of Man. His broken body lies at the foot of the cross
that he himself carries: the Beauty of the classical seems to be lost but perhaps modern man can still hope for salvation. The other exhibition, which is completely dedicated to the Polish master with over one hundred of his works, is held in three different places surrounding the majesty of the Piazza dei Miracoli in Pisa and its historic buildings: the lawn, the former officers of the Opera del Duomo and the Museo delle Sinopie. The exhibition is called “Angels”, a name infused with a classical myth which was very dear to the artist, the myth of Icarus, who tried to free himself from earthly suffering by seeking freedom in the sky. We find Icarus portrayed in large statues, and also in the lesser-known paintings, but the beauty of this exhibition also lies in the presentation of a variety of the works which follow Mitoraj's entire artistic experience. Bartalini, who shares with the artist a sense and passion for Beauty of the classical world “which resists barbarity”, has designed an exhibition in which the works are in constant dialogue with the places which are so
rich in history and Beauty, giving us a better understanding of the artist's language, for whom, as Antonio Paolucci also wrote, “there is still an idea of classical Beauty, which is neither revival nor nostalgia, but is an unchangeable, indestructible principle”.
72
73
pagina a fianco: Igor Mitoraj, “Il Volo di Ikaro” Affresco digitale 3x8mt su disegno di Igor Mitoraj. Un affresco contemporaneo realizzato da Giannoni & Santoni (crediti pag.76) regia Alberto Bartalini/ opposite page: Igor Mitoraj, “Ikaro's flight” Digital fresco, size 3x8 m, drawn by Igor Mitoraj. A contemporary fresco manufactered by Giannoni & Santoni (credits pag.76) Director Alberto Bartalini
Ideal Forme 2000 direzione allestimento per le mostre di Volterra e di Pisa/Ideal Forme 2000, Management and setting up of the Volterra and Pisa exhibitions
74
75
Crediti/Credits Giannoni&Santoni Via Toscana, 65/3 56035 – Perignano ( PI ) Italia Tel. +39 0587617747 Fax +39 0587615254 info@giannonisantoni.com www.giannonisantoni.com La Passione è il sentimento che ha guidato, fin dal 1960, l'attività di Giannoni&Santoni. L'incanto sospeso del valore formale, ora contenitore, ora complemento accessorio, ora restauro, ora makeup, di habitat che funzionano. La maniacale attenzione ai particolari, alle rifiniture, ai dettagli, di un insieme naturalmente armonico, sono per questa Azienda, la condizione necessaria per il rigore formale di cui si diceva sopra, ma la sperimentazione, la scelta ottimale e accorta dei materiali, le abilità artigiane di cui dispone, la logistica con le quali realizza le sue invenzioni, la conoscenza medesima delle tecniche, il rispetto dell'esistenze, la leggerezza e l'aggressività estetiche, quando necessarie, e la sensibilità per il gusto e la gradevolezza, hanno poi mostrato le mille e più facce preziose di questa Azienda, davvero Eclettica. Oggi, in un periodo in continua evoluzione, s'inserisce la lunga avventura imprenditoriale della Giannoni&Santoni: attraverso la grande Storia d'Italia, una
Idealforme 2000 srl via Valdera P. 144/D 56038 Ponsacco (Pi) - Italy Tel: +39 0587734351 Fax: +39 0587734351 idealforme2000@gmail.com www.idealforme2000.it Dal 1999, la Ideal Forme 2000 di Antonio Cestari, opera nel mondo del "contract" e delle forniture di arredo. L'esperienze maturate in vari settori, sia nel campo dell'arredamento che nell'ambito della realizzazione di progetti originali hanno portato l'Azienda a collaborare oggi con importanti studi di progettazione per la realizzazione "chiavi in mano" di progetti completi ed arredamenti garantendo un servizio celere e puntuale, oltre che affidabile sotto l'aspetto qualitativo. Fornisce inoltre consulenze riguardo alle tempistiche di realizzazione ed al rispetto delle varie normative di costruzione. È inoltre possibile arredare abitazioni e realizzare opere di qualsiasi tipo (falegnameria, costruzioni in ferro e alluminio, opere edili di ristrutturazione, cartongesso, impiantistica) previo anche proposte e progettazioni realizzate in collaborazione con nostri consulenti di fiducia.
piccola ed esemplare storia toscana fatta d'eccellenza e passione.
The Passion is the feeling that has led, since 1960, the activity carried out by Giannoni&Santoni. The poised enchantment of formal rigorousness, now incidental complement, now restoration, now make-up, of effective habitats. The maniacal care to details, to finishes, to particulars, of a naturally balanced whole, are for this Company the necessary condition for the formal rigorousness as stated above, but experimentation, optimal and accurate choice of materials, its handicraft skills, the logistics with which its inventions are made, the knowledge of techniques, the respect for the pre-existent, the aesthetical lightness and, when necessary, aggressiveness, and the consideration for taste and plea santness, show the many precious faces of this company, a really eclectic one. In this everchanging context, it is set the longlasting entrepreneurial adventure of Giannoni & Santoni: from the great History of Italy to a little but exemplary tuscan story.
WASTE RECYCLING S.p.A via Lancioni 2 56029 Santa Croce sull'Arno (Pi) - Italy Tel: +39 05712901 Fax: +39 0571290290 info@w-r.it www.w-r.it
La Waste Recycling (www.w-r.it) è un’azienda specializzata nello stoccaggio e trattamento di rifiuti industriali, attività nella quale si distingue per la qualità delle sue modalità gestionali e le numerose linee di trattamento, dimostrando da tempo il raggiungimento di obiettivi di eccellenza. Da anni è riuscita a far parlare di sé anche grazie all’immagine che ha saputo creare intorno al concetto di riuso e riciclo. Waste Recycling ha registrato il marchio SCART (www.scartline.it) che raccoglie oltre cento artisti provenienti da tutto il mondo, capaci di creare opere esclusive utilizzando esclusivamente materiali recuperati all’interno dei suoi impianti.
The Waste Recycling (www.w-r.it) is a company specialized in the storage and treatment of industrial waste, the activity in which stands out for the quality of its management methods and the number of lines of treatment, demonstrating long been the achievement of excellence. For years it has managed to make itself heard thanks to the image that has created around the concept of reuse and recycling. Waste Recycling has registered the trademark SCART (www.scartline.it) which gathers over one hundred artists from all over the world, able to create exclusive works using only recycled materials coming from its plants.
Since 1999, the Ideal Forme 2000 by Antonio Cestari, works in the world of "contract" and the supply of furniture. The experience gained in various sectors, both in the field of furniture that within the realization of original projects have led the company to work today with leading design firms to build "turnkey" projects ensuring a speedy and punctual service, as well as reliable in the quality aspect. It also provides advice regarding the timing of implementation and compliance with the various rules of construction. The Company can also furnish homes and create works of any kind (carpentry, construction, iron and aluminum construction, work of renovation, drywall, plant) even after proposals and projects carried out in collaboration with our trusted advisors.
Travertino Sant'Andrea via delle cave snc 53040 Serre di Rapolano (SI)-Italy Tel +39 0577 704102 Tel +39 0577 704063 info@travertinosantandrea.it www.travertinosantandrea.com
Arredo di Pietra via dei Tessili 7 53040 Rapolano Terme (Si)-Italy Tel: +39 0577704051 Fax: +39 0577704621 info@arredodipietra.it www.arredodipietra.it Arredo di Pietra nasce a Serre di Rapolano, dove la famiglia Giganti da tre generazioni è impegnata nella valorizzazione del travertino estratto dalle cave dell’azienda madre, Travertino Sant’Andrea. Gli esclusivi materiali e le abilità tecniche danno vita ad una vasta produzione, dai semilavorati ai prodotti finiti: pavimentazioni, rivestimenti elementi architettonici ed edili, realizzati secondo specifiche standard o personalizzate, dalla scelta del materiale alla definizione del tipo di taglio e lavorazione fino alla selezione delle finiture. Arredo di Pietra propone inoltre, un nuovo concetto di urban design basato su prodotti essenziali, modulari, ecologici, in grado di valorizzare ogni ambiente.
Arredo di Pietra is a company that belongs to Travertino Sant’Andrea. This brand was born in Serre di Rapolano, where the Giganti family is engaged, since three generations, in the valorisation of travertino extracted from his own quarries. The exclusive materials joined with outstanding technical skills give life to a wide production : semi-processed products as well as finished products ( i.e., flooring, facing and architectural elements) can be provided according to standard specifications or custom made. Arredo di Pietra also suggests a new urban design concept: essential, ecological, modular products that are able to enhance any environment.
Tre pensieri d'estate
The quietness of a rendezvous
Three summer thoughts
a cura di/edited by
Il silenzio di un incontro
Paolo Di Nardo
in alto a destra/ above on the right: Maurizio Giani – presidente/CEO di Waste Recycling e/and Gillo Dorfles
testo di/ text by
Daniele Salvadori
Quest’anno l’estate non è venuta, ma a Lajatico Gillo Dorfles (il Professore) è arrivato puntuale come un orologio, come accade ormai da 50 anni. Il Professore: 104 anni portati con l’entusiasmo di un ragazzo, mostro sacro nel mondo della critica artistica, dell’estetica, del design, filosofo e pittore. Qui
This year summer never arrived, but Gillo Dorfles (the Professor) arrived punctually in Lajatico, like clockwork, as he has for the past 50 years. The
al paese, Andrea Bocelli (il Maestro) è a casa sua e, quando può, torna a trovare gli amici, gli adorati cavalli, i profumi ed il calore di sempre, l’affetto distaccato della sua gente. Del Maestro dovremmo dire troppo, basta sottolineare che è il personaggio italiano più conosciuto nel mondo. La mente vulcanica di Alberto Bartalini (l’Architetto) intuisce che l’incontro tra i due personaggi – che non è mai avvenuto anche per motivi anagrafici e impegni professionali – può essere entusiasmante e, quindi, lo organizza.Il ritrovo è quasi obbligato: ovviamente è la collina che degradando naturalmente ospita il Teatro del Silenzio. Tutto molto semplice: due sedie, il laghetto naturale, le quinte di travertino, la brezza di fine agosto e, soprattutto. il Maestro ed il Professore, o meglio: Andrea e Gillo.Andrea racconta l’esperienza del Teatro del Silenzio e Gillo annuisce estasiato dal luogo, dal panorama e dalla platea naturale. «è grandissima e bellissima!» esclama. Andrea si pone con rispetto e con grande cautela di fronte all’uomo che ha attraversato da protagonista la cultura italiana del '900 e, a un certo punto, spiega: «Io ero un ragazzo di campagna, destinato a una vita di “retrovia”; chissà per quale strano disegno del destino il buon Dio ha riservato per me tutto questo». Il Professore gli ricorda allora il grande momento intimistico vissuto qualche ora prima, quando, in casa Dorfles, Andrea seduto al pianoforte ha accennato la romanza pucciniana “Donna non vidi mai” e Gillo si è profondamente commosso.La potenza del luogo fa si che non ci siano più il Maestro e il Professore ma due amici che discutono amabilmente dello loro esperienze di vita vissuta.È ora di partire; ci si incammina lungo le sponde del laghetto, si attraversa la porta che divide le quinte di travertino e qui il Professore si blocca colpito da una visione inattesa. Si tratta dell’elicottero che Andrea utilizza per gli spostamenti veloci. «Un elicottero a Lajatico, un elicottero in questo luogo! Chi lo avrebbe detto 30 anni fa?» è il commento del Professore. Effettivamente ne sono cambiate molte di cose e la domanda successiva è scaturita naturale. «Cosa ne pensa di ciò che stiamo facendo a Lajatico da oltre 10 anni in tema di arte, cultura e comunicazione?» E Gillo: «È una cosa eccezionale che può avere successo solo nei piccoli centri che non hanno antiche vestigia o monumenti di importanza internazionale che offuscherebbero qualsiasi altra cosa pensata e concepita successivamente».Con questa lezione ci lasciamo e, con in sottofondo il rumore dell’elicottero che si allontana, pensiamo a quanto sia importante l’Italia dei piccoli centri, l’Italia dei territori che sono stati e saranno ancor più il vero motore per lo sviluppo, sociale, culturale ed economico del nostro Paese. Grazie al Professore, al Maestro, all’ Architetto e grazie anche a Lajatico.
Professor: 104 years old and keen as a boy, mythical figure in the world of art criticism, aesthetics and design; philosopher and painter. Here in town, Andrea Bocelli (the Maestro) is at home and, whenever he can, he comes here to see friends, his beloved horses, the warmth and scents of his childhood, the disinterested affection of his family. There's plenty to say about the Maestro, but it's enough to mention that he is the world's bestknown Italian. The volcanic mind of Alberto Bartalini (the Architect) senses that a meeting between these two characters - which has never happened, because of their age difference and professional commitments - could be interesting, and so he organises one. The venue is inevitable: obviously the hill whose gentle slope makes it the natural site for the Teatro del Silenzio. It's all very simple: two chairs, the natural lake, the travertine stone blocks, a late August breeze and, above all, the Maestro and the Professor, or rather: Andrea and Gillo. Andrea tells the story of the Teatro del Silenzio and Gillo nods, marvelling at the place, the views and the natural theatre layout. "It's so big and beautiful!" he exclaims. Andrea shows extreme respect and discretion to this man who has been a leading light in Italian culture throughout the twentieth century, and at one point he says: "I was a country boy, destined for a life in the "backwoods"; who knows what strange purpose God had in mind for
78 79
a sinistra/left: Gillo Dorfles ospita nella sua casa di Lajatico Andrea Bocelli/ Dorfles receives at his home in Lajatico Andrea Bocelli sotto/below: Andrea Bocelli, Gillo Dorfles e/and Alberto Bartalini al/at the Teatro del Silenzio
me with all this". The Professor reminds him of the
no ancient ruins or internationally-known monu-
wonderful intimate moment a few hours previously, when in the Dorfles house, Andrea sat down at the
ments to overshadow anything thought or created afterwards". With this lesson we say goodbye, and
piano and played through Puccini's “Donna non vidi mai� and Gillo was deeply moved. The power
against the retreating noise of the helicopter, we think about how important the small towns of Italy
of the place makes them no longer the Maestro
are, the Italy of the land which has been and will
and the Professor, but two friends having an amiable conversation about their lives and adventures.
increasingly be the true driver for the social, cultural and economic development of our country.
It's time to go: we walk towards the bank of the lake, pass through the door that divides the tra-
Thanks to the Professor, the Maestro and the Architect, and thanks too to Lajatico.
vertine stage wings and here the Professor stops, struck by an unexpected sight. It's the helicopter Andrea uses for getting around quickly. "A helicopter, here in Lajatico! Who would have thought it 30 years ago?" is the Professor's comment. It's true that many changes have happened, and the next question arises naturally. "What do you think of the art, culture and communications we have brought to Lajatico in the past 10 years?" And Gillo replies: "It's a fantastic thing to do, and one which could only be successful in small places where there are
80 81
testo di/text by
Andrea Bocelli
Ho incontrato una persona straordinaria: Gillo Dorfles, uno stimatissimo intellettuale del Novecento, del quale avevo letto, anni fa, un libro molto interessante dal titolo: “Dal significato alle scelte”. Gillo ha oggi centoquattro anni, che porta splendidamente. A dispetto del tempo, guida ancora l’auto, suona il piano e soprattutto guarda alla vita con un entusiasmo quasi fanciullo, che bonariamente gli invidio moltissimo. La sua incredibile vitalità costituisce uno schiaffo alla mia pigrizia e indolenza. Ci ha accolti con calore, ascoltati, ci ha parlato con sorprendente lucidità e quando mi sono seduto al suo pianoforte e ho iniziato l’aria di Manon Lescaut: “Donna non vidi mai”, si è messo in piedi accanto allo strumento, assorto e quasi commosso. Alla fine mi ha persino ringraziato e lo ha fatto con una passione che mi ha davvero imbarazzato. E dire che ha vissuto a lungo in casa di Arturo Toscanini e chissà quanti celebri ed eccelsi cantanti avrà avuto l’opportunità di ascoltare dal vivo! Com’è strana la vita: quest’uomo trascorre a Lajatico, nel mio paese le sue vacanze da più di cinquant'anni; da quando suo padre vi comperò una casa e io non l’avevo mai incontrato! Ma cosa avevo per la testa quando ancora vivevo là; e cosa ho avuto per la testa fino ad oggi, dal momento che avrei avuto mille occasioni per recarmi da lui e, ascoltandolo, imparare tante cose di un secolo che si è chiuso da un pezzo, lasciando a noi una quantità impressionante di problemi, di cui bisognerebbe conoscere bene l’origine, per sperare in una rapida soluzione. Com’è strana la vita! Il vecchio proprietario della casa che oggi è di Gillo, si chiamava Faliero Bocelli, un lontano parente di mio nonno! L’intelligenza e il tempo esercitano su ciascuno di noi un fascino irresistibile: Gillo, con la sua straordinaria intelligenza, sembra aver scoperto il modo per fermare il tempo e dall’alto dei suoi centoquattro anni, dritto e solido come una quercia e ancor oggi strenuamente impegnato a comprendere il mondo, rappresenta, almeno per me, un esempio di come si deve vivere con slancio, ogni attimo di questa meravigliosa avventura che è la vita.
a sinistra/left: “Mediterranea” opera di/work by SCART per/for Teatro del Silenzio 2014 a destra/right: Luca Gnizio e Gillo Dorfles
82 83
I have just met an extraordinary person: Gillo Dorfles, an internationally respected intellectual of the last century whose highly interesting book, entitled “Dal significato alle scelte”, I read years ago. Gillo is now 104 years old, and he carries those years splendidly. In spite of the passage of time he is still driving his own car, playing the piano, and – above all – viewing life with an almost childlike enthusiasm that inspires in me a good natured envy.His amazing vitality represents a slap at my comparative indolence and laziness.Professor Gillo greeted us with warmth, listened to us with interest, and spoke with total clarity. When I sat at his piano and began the aria from ‘Manon Lescaut’ (“Donna non vidi mai”), he stood next to the piano absorbed and moved. At the end he even thanked me with such enthusiasm that I felt embarrassed. And to think he lived in the home of Arturo Toscanini, who knows how many celebrated and exalted singers he must have had the opportunity to hear live!How strange is life: this man has been vacationing at
Lajatico, my home town, for more than fifty years – ever since his father bought a house there – and yet I had never met him!But where was my head during those years in Lajatico… and where has it been until today? I could have had countless opportunities to meet him, hear him speak, and learn so much about a century already past, a century that left us multiple problems, understanding the origins which could provide more hope for a solution.How strange life is! The previous owner of Professor Gillo’s current home was Faliero Bocelli, a distant relative of my grandfather!Time and intelligence exert an irresistible attraction on each of us. Professor Gillo, with his extraordinary intelligence, seems to have discovered the secret of making time stand still. From the height of his 104 years, upright and solid as an oak, and ever dedicated to understanding the world, he represents for me an example of how to live, with verve, every moment of this marvelous adventure called Life.
Un simpatico signore di nome Gillo Dorfles
Intervista di/ interview by di Elettra e Melania Betti Alunne della quarta e quinta classe della scuola elementare di Lajatico/ pupils of fourth and fifth grade of Lajatico primary school
Durante l'estate abbiamo conosciuto una persona molto famosa. Lui è il Professor Gillo Dorfles, un critico d'arte molto famoso. Gillo ha una casa a Lajatico dove viene in vacanza con la sua assistente, una signora molto bella ed elegante. E' un signore sempre ordinato e curato, viene sempre a prendere il caffè al circolo. Veste sempre di beige e porta sempre le camicie a maniche lunghe, parla in francese e in italiano. Durante la sua permanenza a Lajatico io e Melania abbiamo avuto la fortuna di fare alcune domande. Domanda: come ha fatto ad avere tutto questo successo? Risposta: ho lavorato molto e delle persone in me hanno riconosciuto il mio successo. Ho avuto successo nella pittura, ho iniziato con un gruppo di amici artisti, poi ognuno ha preso la sua strada. Spero di avere successo anche in futuro. Domanda: come passa le giornate a milano? Risposta: lavoro, leggo e vado in giro per la città. Vengono tante persone a casa mia per chiedere consigli e per mostrarmi le loro tesi di laurea. Domanda: cosa vorrebbe cambiare in italia? Risposta: in italia non cambierei nulla, è un paese dove ci si sta bene. Abbiamo passato brutti momenti come il fascismo. Durante l'intervista ci siamo divertite molto. Gillo è stato disponibilissimo con noi. Ci piacerebbe rincontrarlo ma non per un'intervista ma per bere una tazza di tè e mangiare la crostata con la nutella. Un grazie enorme va alla sua segretaria che ci ha permesso di realizzare tutto questo. Over the summer we met a very famous person. He's Professor Gillo Dorfles, a renowned art critic. Gillo has a house in Lajatico, and spends the holidays here with his assistant, a very beautiful and elegant lady. Here is a man who is always immaculately turned out, and he always comes to the club for coffee. He dresses in beige and always wears long sleeves; he speaks French and Italian. During his stay in Lajatico, Melanie and I had the pleasure of asking him a few questions. Question: how come you have been so successful? Answer: I have always worked very hard, and my success comes from recognition of that. I was a successful painter; I started with a group of artist friends, and then we all went our own ways. I hope to continue to be successful in the future. Question: how do you pass the time in Milan? Answer: I work, I read and I move around the city. Many people come to my house to ask my advice and show me their dissertations. Question: what would you like to change about Italy? Answer: I wouldn't change anything in Italy, it's a country where you can live well. We have been through some bad times, like fascism. We enjoyed our interview very much. Gillo was extremely open with us. We would like to meet him again, this time not for an interview, but to drink tea and eat Nutella tart. A big thank-you to his secretary, who allowed us to do all this.
Territorio ovvero la terra si esprime
di/by
Paolo Di Nardo
Una delle grandi sfide di questi anni è quella che riguarda la trasformazione del territorio e la sua comunicazione. Gli elementi “artificiali” che coinvolgono e definiscono il territorio, da quelli legislativi e normativi, a quelli quantitativi e funzionali, fino a quelli ambientali e tecnologici, non possono essere affrontati singolarmente o al massimo per settore. Diviene inoltre sempre più importante la condivisione delle proposte e delle decisioni che coinvolgono un determinato territorio con chi quel luogo abita e vive. Il distacco e forse anche l'avversione del cittadino nei confronti delle dinamiche di definizione o programma della propria città o regione, in senso lato, può nascere dalla mancata comprensione di un linguaggio che è quello dell'urbanistica, ma non della quotidianità. Lo stesso può valere anche per il rapporto fra tecnologia e territorio, in cui oggi per il cittadino la prima, in relazione all'ambiente, assume un valore negativo, un “male” invece che strumento di tutela, salvaguardia e sviluppo. Questa seconda parte di AND accoglie contributi che ci mettono di fronte a ciò che istituzioni, privati e aziende stanno facendo per superare questa sfida. In questo senso il contributo di una istituzione come l'INU, Istituto Nazionale di Urbanistica nato in Italia nel 1930 per «promuovere gli studi edilizi e urbanistici e diffondere i principi della pianificazione», è importante perché ci mostra come i cambiamenti, anche formali e comunicativi e non solo di analisi, cominciano a permeare la loro necessaria e fondamentale attività. Ugualmente interessante e positiva, con una visione al tempo stesso antica (quella del mecenatismo) e innovativa (quella della compartecipazione), è l'esperienza di un Ente come la Banca Popolare di Lajatico, che nel momento in cui vuole rinnovare le proprie sedi, non esita a coinvelgere in questa operazione Istituzioni pubbliche, progettisti e artisti, anche di fama internazionale, per giungere insieme ad un risultato che sia prima di tutto a beneficio della città e dei suoi cittadini. Infine la tecnologia, assolutamente non invasiva o distruttrice, la ritroviamo alla base di soluzioni progettuali che rendono il dialogo fra ambiente e costruito, più raffinato e collaborativo. Nuovi materiali, come la guaina EPDM, permettono di cambiare radicalmente il modo di progettare singoli elementi come le piscine, trasformandole in strutture “naturali” e perfettamente integrate nell'ambiente, così come essere di supporto a progetti innovativi e affascinanti che si rapportano al territorio, come la cantina a carapace progettata da Arnaldo Pomodoro.
One of the great challenges of recent years concerns the transformation of territory and its communication. The "artificial" elements that involve and define territory, from legal and regulatory, through quantitative and functional, to environmental and technological; these cannot be handled individually nor yet by sector. Furthermore it is becoming increasingly important to share proposals and decisions relating to a given territory with the people who live and work there. Detachment, and perhaps citizens' aversion to the dynamics of defining or planning their own city or region, broadly speaking, could be a result of a lack of understanding of the language of urban planning, which is not an everyday language. The same could also be true for the relationship between technology and territory, where for the citizen the former takes on a negative value in terms of the environment, and is seen as an "evil" rather than as a tool for safeguarding, conservation and development. This second part of AND gathers articles which bring us face to face with what institutions, private individuals and businesses are doing to overcome this challenge. In this sense the contribution of an institution like the INU, the National Institute of Urban Planning, founded in Italy in 1930 to "promote the study of construction and urban planning and share the principles of town planning", is important because it shows us how change, not only in analysis but also formal and communicative, is beginning to permeate their fundamental and necessary activity. Equally interesting and positive, with a vision that is at once ancient (patronage of the arts) and innovative (co-partnership), is the experience of a company like the Banca Popolare di Lajatico, which does not hesitate, when it needs to refurbish its headquarters, to involve public institutions, designers and artists of international renown, and work with them to achieve a result which is first and foremost beneficial to the town and its inhabitants. Finally technology, completely non-invasive and non-destructive, is found at the base of design solutions which make the dialogue between environment and building more effective and collaborative. New materials, such as the EPDM membrane, allow radical changes in methods of planning individual elements such as pools, turning them into "natural" features perfectly integrated with their surroundings, as well as lending support to fascinating innovative projects that relate closely to the land, such as the carapace winery designed by Arnaldo Pomodoro.
84 85
LAB INN
MAPPE D’ITALIA
CITTA’ RESILENTI
CITTA’ CREATIVA
TERRITORI E ISTITUZIONI CAPACI
RE MAP YOUR CITY
#racconti#futuri Regole [NON NORME] della creativitĂ
Paolo Di Nardo
testo a cura di/text by
#stories#futures "The INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) seeks to formulate a vision of the future to be put forward as a model for urban environments and landscapes which, all over the country, will respond to the expectations of the resident population
L’INU vuole formulare una visione al futuro, da proporre per tratteggiare ambienti urbani, territori e paesaggi che, in tutto il Paese, garantiscano la risposta alle aspettative delle popolazioni insediate, relative a servizi, sicurezza e qualità estetica, salvaguardia dei territori e dell’ambiente, tenuta e riproduzione dei paesaggi, civismo urbano e inclusione sociale, decoro degli spazi di vita e del lavoro.
in terms of services, security and aesthetic quality, ciclab stici, e diffondere i princÏpi della pianificazione. L’INU è organizzato come libera associazione di Enti ilità illu e c n m o o i s t t r s u e persone fisiche, senza fini di lucro. In tale forma l’Istituto persegue con o z c t i ina costanza nel tempo i propri s o p ar tec ru ne e ne ip z
stio
reg
g
io
ciclab
azio n
ge
s ti c
i ontesto car ta li c /to ora zione
par tec ipazi on e
in d
i
tĂ s es ost si en i
cianato
ma
e am
Ă sostenib ssibilit
n ti
ce
a
ne zio
nd e lità o to ilità il la ricercac neie codiversi ge acce ndard ur e iscientifici: scopi statutari, eminentemente campi di interesse dell’ursm l t lum onc bani i o toriculturali st a a ri accessibili e
social inclusion, and dignity in living and working habitats".
L’Istituto Nazionale di Urbanistica è stato fondato nel 1930 per promuovere gli studi edilizi e urbani-
tt
safeguarding of land and environment, maintenance and propagation of countryside, urban society and
pr o
i ne man lit ut
b
i nd reg ic ol
nzione
issioni par tne bim i dism ri and concessioni ato i b
b
lito p lamenti stan rali ego ateriali dardcontes i r mart m ut on ilitĂ s
ma
lito pa ap lamenti standraali con e go ce r d t es t ir u
te ali teri amma sicu pr og r
nute
ap
ma
it olk
h
bim in dic at
p ar c
zza ure sic
z io na
i cl
Ă abilit illumi zza ure
a eri
alt pp
hi
dismissioni par tn eria parchi to
r ez za
ismissioni par tn eria parc t
i band
ilitĂ smar t m at
c
progetto gestio
nib
nzione
lti
nute
on
accessibilitĂ s os ori
c n a rb
ne
o
dell’Istituto; e Urb.It, fondata nel 2000 con lo scopo di valorizzazione e diffondere il patrimonio o
is t
a
sic
mm
e
c n a rb
li
a
ec o
dic
dicompetenze tecniche scientifiche e che organizza annualmente Urbanpromo. Dal 2009 ha lanciato la Biennale dello Spazio pubblico, un insieme di iniziative ed eventi finalizzati alla valorizzazione e o
ar t
is
it oolk a/t tici
art
io strada progrsatruz o mm /toolkiti aa ic
c
strada progra
pazi on
par teci
ne regole
riqualificazione degli spazi pubblici, alla promozione di processi partecipati di progettazione e gestione e alla certificazione di qualitĂ degli stessi. Aspira ad essere una piattaforma permanente di scambio di proposte, esperienze e buone pratiche tra protagonisti della progettazione, costruzione, trasfor-
on e
ma n
o
c n a rb
ar t
a/
tt
i nd ic
ge
b
g ione re ole
i cl
gozza ure l hi sic
pr o n
cicsliacur bi
ezza
mar t mate ri
sicurezzbialitĂ s
p
ntes nti standard urtbo carta an /to ist
e lam go ion e
illum inaz
is
it oolk a/t tici
strada progra
mm
a
Ă abilit illumi
ma te
uz str tenibilitĂ smart ma co itĂ sos rbanistici strad teriali u acicplabilitĂ il rog ar d car ta/toolki nd
ar t
p ar c
etto gestion pr o g ec os i par tneriato ission t archi litorali co
ism id
lti
par tecipazione c odic ea pp a
ma
t
nd ba
i
concess
one nzi ute
li
to
sibilitĂ soste
ion ir e
ne
c n a rb
li zione manut t na
mamcces i a
r am
a
ic
pazi on
par teci
ec od
bim in dic a
icatori
smar t
li ria
c is ti
r am
e regole zion tru os toolkiti strada prog
c
RASSEGNA URBANISTICA NAZIONALE
bim
a
illuminazi o
progetto ges ti in d
e
litĂ
t es
a
strada progra
o
pr o ge
zione codice app da prograamr tm ecaipas alti icu p ban r di di
eriato
tĂ ibili
sic
s tr a
it oolk a/t ici art ist
i
le di dismissioni partn
it olk ci
nzione nute
co manutenzio n
ten
zza ure
ne i
co d
ma
c
sos ess ten i i
ne
i
co n
ori accessibilitĂ
b
ccessibilitĂ i a so s tor
i ca t
r
co d
on
i
im
in d
bim indicato
e
es s
lito pa ap lamenti standraali con e go ce rd test ir u
con c
par tec ipazi on e
o
za ez
ali nzione teri nute rogetto gest i on rogramma sicunree ma p ismissioni par tn a p i d e eria zio zza lti band ad parchi to
tĂ illu mi na
regolett
c o ban eri r tn raeppgalti olamentisipsaiosrcnthiai epnliastodsraliioactono i regolamenti cessib eg ateria c ard ntes st a i r mart m sm colin u to on ilitĂ s parchi litorali
ma
ciclab ili
par tec ipaz ion
e ion ruz
ne zi o
rt
en
c
issioni par tne bim i dism ri and concessioni ato i b alt re pp
e
i ci ontesto car ta li c /t o ora zione
n
ce
ismissioni par tn eria parchi to
e am
c n a rb
b
nzione nute
b
le di d egaloti ban
ma
pr o ge
ne zio
mazione, uso e gestione degli spazi pubblici: amministrazioni, associazioni di cittadini, università , imprese, associazioni professionali. La Biennale ha prodotto la "Carta dello Spazio Pubblico" adottata poi da UN-Habitat e che ha portato ad incaricare l'INU di preparare un Global Public Space Toolkit, un manuale di larga diffusione con lo scopo di fornire, sulla base dei principi della Carta, idee concrete e ciclab ilità buone pratiche per la creazione, e cgestione o ectru illumin e la fruizione di migliori spazi pubblici in tutte le citta’, e ionla par ts a ipazi zi gest on e o o t contecniche t co soprattutto quelle meno dotate di risorse e finanziarie. di e ori accessibilità nces i ca t sos s ind ten i i im t r s u o z c i o n e e n stio ibilità sostenibilit rego ciclab ilità à ge ccess ione costru illumina o atori a ti standard urbanist sma l zio gest rapp olamenti stasnlittodrrali co ard nkteit ateriali ce eg i r mart m olu st on ilità s
ma
diffusion of a social culture on topics relating to cities, landscape, environment and cultural heritage. The INU has operational divisions through which it publicises its statutory activities. These are: INU Edizioni, founded in 1995 with the aim of providing professional management services to the Institute's publishing activities; and Urb.It, founded in 2000 with the aim of promoting and spreading the Institute's scientific and technical expertise, and which organises the annual Urbanpromo congress. In 2009 the INU launched the Bienniale dello Spazio pubblico, a series of initiatives and events geared to the improvement and redevelopment of public spaces, the promotion of processes involved in their planning and management, and certification of the quality of the latter. This aspires to be a permanent platform for the exchange of proposals, experiences and good practice, involving professionals in the planning, construction, redevelopment, use and management of public spaces: local governments, citizens' associations, universities, businesses and professional associations. The Biennale has published the "Charter for Public Spaces", which was subsequently adopted by UN-Habitat, and has resulted in the INU being charged with preparing a Global Public Space Toolkit, a manual for mass circulation which aims to provide concrete ideas and good practice, in accordance with the Charter's principles, for the creation, management and use of improved public spaces in all cities, and especially those with fewer technical and financial resources.
a ad
ban planning, the continual updating and renewal of urban planning culture and techniques, and the
str
In this form the Institute has steadfastly pursued its statutory aims, which are eminently cultural and scientific: research into various fields relevant to ur-
pr o ge
L’INU ha branche operative attraverso le quali promuove le attività statutarie. Queste sono: INU Edizioni fondata nel 1995 con l’obiettivo di fornire una gestione imprenditoriale alle attività editoriali
and share the principles of town planning. The INU is a non-profit association of bodies and individuals.
i
olbeandi d regalti
mote the study of construction and urban planning
co d
ne zio
banistica, l’aggiornamento continuo e il rinnovamento con im della cultura e delle tecniche urbanistiche, la ces si n diffusione di una cultura sociale suie temi della città , del territorio, dell’ambiente e dei beni culturali. rt
The Istituto Nazionale di Urbanistica (National Institute of Urban Planning) was founded in 1930 to pro-
86 87
Individuazione dei fattori di capacità dei territori, di traino e di sviluppo Il territorio è il bene comune per eccellenza, è lo spazio della nostra vita, dove riversiamo progetti, ambizioni, singolarità e pluralità. E' un corpo complesso, articolato, che non può accettare analisi e ricostruzioni artificiose, astratte, ideologizzanti. E' una miscela di presidio, lavoro, economia, quotidianità, propensione al futuro, morfologie, paesaggi. Raccontarlo, individuandone le capacità e le singole caratteristiche, significa rendere merito a questa affascinante complessità. Commissione nazionale “Territori e istituzioni capaci” Ripensare in chiave ecologica la qualità paesaggistica delle nostre città La rigenerazione urbana non è una politica di settore ma è un cambiamento radicale di valori e modi di progettare la città. Città resilienti come ambienti urbani accoglienti e favorevoli allo sviluppo di attività economiche sensibili all’offerta relazionale materiale e immateriale. Commissione nazionale “Città resiliente e adattive, città di reti, città motori di sviluppo”
INU LABORATORI d’INNOVAZIONE Attività a sostegno dei progetti che intendono modificare le condizioni urbane, sia sotto l’aspetto dell’attrattività che sotto quello della qualità della vita, mobilitando le conoscenze, le capacità creative, sviluppando ambienti di apprendimento e di lavoro, luoghi di sperimentazione culturale interdisciplinare, reti di centri di eccellenza che riuniscano università, pubblica amministrazione, politica, professionalità, imprese, cittadini./ INU LABORATORY FOR INNOVATION Activities in support of projects aimed at modifying the urban condition, in terms of both attractiveness and quality of life, mobilising knowledge and creative capacity, developing environments for learning and work, places of interdisciplinary cultural experimentation, networks of centres of excellence which are hubs for universities, public administration, politics, professionals, businesses and citizens.
La Città Creativa 3.0 chiama all’azione decisori e urbanisti, chiedendo un vigoroso impegno politico e progettuale per crearenuova identità urbana. Poiché solo sulle città che affronteranno creativamente il global change si misurerà lo sviluppo delle nazionie il benessere delle comunità. Un impegno indifferibile per governanti e gestori, pianificatori e progettisti, promotori e comunicatori, imprenditori e investitori è sempre più quello di creare città che siano luoghi desiderabili dove vivere, lavorare, formarsi e conoscere, luoghi produttivi e attrattivi per gli investimenti, ma anche capaci di ripensare il modello di vita urbano. Dalle 3T di Richard Florida dobbiamo passare alle 4C, poiché nella terza generazione della creatività urbana il primo dei fattori competitivi è proprio la Città stessa, generatore e propulsore di innovazione e ingegno e non solo luogo del loro sedimento, a cui si connettono per formare un nuovo organismo la Cultura, capace di attivare le risorse sia identitarie che innovative, la Comunicazione come potente strumento strategico e la Cooperazione in grado di stimolare la comunità a un processo di corresponsabilizzazione. Commissione Progetto Paese “Nuove economie e creatività - politiche culturali"
88 89
La città contemporanea mostra alti livelli di insostenibilità ambientale e sociale, ma si conferma il modo più efficace per organizzare le attività umane, promuovere l’impresa, la ricerca e il lavoro, liberare le capacità creative, rendere fertili gli scambi e le aggregazioni. È dalle città che parte la costruzione di una società che riesce a guardare al futuro: risanata, ecologica, reattiva. FAB CITY: ECOSISTEMI URBANI CREATIVI/ The contemporary city is extremely unsustainable environmentally and socially, but it has proved to be the most effective way of organising human activity, promoting enterprise, research and employment, freeing creative capacity, and allowing fertile exchanges and meetings. It is cities which are the starting point for a society which dares to look to the future: a future which is healed, green, responsive. FAB CITY: CREATIVE URBAN ECOSYSTEMS
Definition of the factors relating to the capacities of areas, drivers and development. The land is the common property par excellence; it's our space for living, where we lavish our projects, ambitions, peculiarities and pluralities. It is a complex, intricate thing, which cannot accept forced, abstract, ideologised analysis and reconstruction. It is a mixture of safeguarding, work, economy, the commonplace, future expectations, morphology and landscape. To describe it, defining its capacities and individual characteristics, means honouring this fascinating complexity. National committee "Capable lands and institutions" Re-thinking the landscape qualities of our cities for a green future. Urban redevelopment is not a narrow policy but a radical change in values and methods of planning the city. Resilient cities as comfortable urban habitats favourable to the development of economic activities which are sensitive to tangible and intangible aspects. National committee "Resilient and adaptable cities, networking cities, cities as drivers for development" The Città Creativa 3.0 project calls for decisive urban planning, demanding a vigorous commitment
from politicians and policy-makers to create a new urban identity. Because it is only in cities which deal creatively with global change that the development of nations and the well-being of communities will be evident. For governors and managers, planners and architects, promoters and communicators, entrepreneurs and investors, the commitment which cannot be deferred is increasingly the task of creating cities that are desirable places to live, work, educate and learnplaces that are productive and attractive to investors, yet also able to redesign the model of urban life. From Richard Florida's 3T approach we need to move towards 4C, because in the third generation of urban creativity the primary factor for competitiveness is the City itself, generator and engine of innovation and ingenuity and no longer just their resting place; to form a new urban organism this is joined by Culture, which can activate resources both identifying and innovative, Communication as a powerful strategic tool, and Cooperation to stimulate communities into a sharing of responsibility. Committee Project Town "New economies and creativities - cultural policies"
La città della partecipazione. La città dell'esclusione Siamo immersi nel cambiamento, reale e auspicato. L'urbanistica non ne è estranea. A questa scienza applicata, costantemente in evoluzione e paradossalmente irrigidita in canoni che paiono immutabili, ricca di assunti teorici, strumenti, paradigmi formativi, il mondo reale chiede un continuo ripensamento. per farlo, bisogna ripartire dalla dimensione culturale ed etica che deve sostenere l'ingegno e la fatica del pianificare, del progettare e dell'amministrare./ The city of participation. The city of exclusion We are immersed in change, real and desired. Urban planning is no stranger to this. From this applied science, in constant evolution and paradoxically hidebound by seemingly immutable canons, rich in theoretical assumptions, tools and paradigms, the real world demands a continuous re-thinking, and for this, it is necessary to start again from the cultural and ethical dimension which must sustain the commitment and the effort required for planning, designing and administration.
AREE INTERNE CITTA’ METROPOLITANE
RE MAP
EVENTI
LABORATORI
L'INU ha attivato una esperienza di mappatura volontaria dello spazio urbano, attraver un'APP che lanciai il re-maps delle città italiane, per rinominare e descrivere una strada, una piazza, un angolo, un luogo delle nostre città, inviando foto e commenti: una mappatura emozionale dei luoghi attraverso le percezioni, le rappresentazione e le sensazioni non turistiche, ma sociali. L'obiettivo non è solo quello di raccogliere una mappatura soggettiva dei territori urbani, quanto quella di aiutare le future politiche pubbliche e le progettazioni urbanistiche a selezionare, definire e condividere le principali indicazioni raccolte./ The INU has launched an initiative for the voluntary mapping of urban space, through an app which will re-map Italian cities, allowing residents to rename and describe streets, squares, corners and places in our cities by sending photos and comments: an emotional mapping of places through perceptions; representations and feelings which are not for tourists but for society. The aim is not only to assemble a subjective mapping of the urban environment, but rather to help future public policy-makers and urban planners to select, define and share the main information gathered.
90 91
Caveau dell'arte Alberto Bartalini, BPLaj a Lajatico e Pontedera Daniele Salvadori
Direttore Generale/ General manager Banca Popolare di Lajatico
Caveau of Art It is not easy to talk of banking and
Non è facile oggi parlare di Banca e finanza e sperare di destare attenzione e considerazione. Il perio-
finance nowadays and keep people's attention and respect. The times we are living in have cast
do che stiamo vivendo genera ombre e dubbi sul sistema bancario nazionale ed internazionale e sui comportamenti da questo adottati. Ma, come in tutti i settori della nostra vita sociale (vivaddio), anche
a shadow of doubt over the banking system and its activities, both in Italy and abroad. But, as in
nel settore creditizio, al pari di quello industriale o artigianale, esistono molte realtà che rappresentano la fedele espressione del territorio dal quale originano, che hanno contribuito a far crescere e che
all parts of our social structure (thank goodness),
intendono continuare a far progredire. In altre parole: aziende che operano in maniera diversa. Banca
in the banking system, just as much as in industry or small-scale workshops, there are many organi-
Popolare di Lajatico ritiene di essere una di queste. Da questa impostazione imprenditoriale e dalla conseguente “missione”, deriva l’apporto che intendiamo fornire per la crescita del territorio attraverso
sations which remain true to their origins, which have play a part in promoting local growth, and
l’applicazione pratica del “Localismo Positivo”. Quest’ultimo se ben praticato è un valore che genera valori, una ricchezza che genera ricchezze. «Il progresso dei popoli è un problema di educazione»,
which hope to continue to do so. In other words: companies which work in a different way. Banca
questo sosteneva, alla fine dell’800 il Dott. Guelfo Guelfi, fondatore della Banca Popolare di Lajatico. Nonostante siano trascorsi 130 anni dalla sua nascita, Banca Popolare di Lajatico, ritiene ancora che
Popolare di Lajatico is proud to be one of these.
la divulgazione della cultura – nelle varie forme in cui essa si esprime -, al pari dell’espansione eco-
This entrepreneurial approach and the ensuing work “mission” lead to the contribution which we
nomica e della crescita finanziaria, sia un elemento fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio, di coloro che lo abitano e quindi del tessuto economico e sociale. Con il medesimo stile semplice ed
hope to make to the growth of the area through the practical application of “Positive Localism”. If practised properly, this is a value which creates
immediato con il quale conduce la propria attività imprenditoriale, la Banca cerca di porre all’attenzione ed alla portata di tutti, piccoli ma significativi eventi culturali. Lo fa, non accumulando preziose opere d’arte nei propri archivi o caveau, ma sostenendo e divulgando la cultura del nostro territorio,
value, a wealth which creates wealth. “Progress for the people depends on education”, believed Guelfo Guelfi, the founder of the Banca Popolare di Lajatico, at the end of the XIXth century. Although 130 years have passed since its foundation, the Banca Popolare di Lajatico still believes that the spread of culture, in all its various forms, is just as important as economic and financial growth for the development of our area and for the people that inhabit it, and thus for the health of the economic and social fabric. With the same simple and di-
ricco di storia e di talenti, in modo che tutti possano viverla personalmente e quotidianamente. è in tale contesto che trova la sua naturale collocazione il sostegno che la Banca dà ad importanti eventi culturali che vedono protagonisti artisti contemporanei quali il Maestro Nado Canuti e Ugo Nespolo, che hanno impreziosito con le loro opere d’arte i locali delle sedi della Banca a Lajatico e Pontedera, recentemente restaurate. L’obiettivo comune è quello di mettere a disposizione di tutti coloro che le apprezzano o le apprezzeranno tali importanti manifestazioni artistiche che sono in costante crescita, ci auguriamo anche grazie al nostro sentito contributo.
in queste pagine: BPLAJ Lajatico, Lajatico (PI) arredi, finitura interni, soffitti realizzati su disegni dell'artista NADO CANUTI da Giannoni & Santoni (crediti pag.120) regia Alberto Bartalini/in these pages: BPLAJ Lajatico, Lajatico (PI) furniture, interior finishing, ceilings made by Giannoni & Santoni (credits pag.120) about drawings by the NADO CANUTI director Alberto Bartalini
92 93
94 95
BPLAJ – Lajatico, interni, con opere di Nado Canuti/BPLAJ – Lajatico, interior, with works by Nado Canuti
in queste pagine: BPLAJ Lajatico, Lajatico (PI) Gli spazi interni con le opere di Nado Canuti; i pavimenti in mosaico sono stati realizzati da Menichini s.r.l. (crediti pag.120) regia Alberto Bartalini/ in these pages: BPLAJ Lajatico, Lajatico (PI) The interior spaces with the works of Nado Canuti; the mosaic floors were made by Menichini s.r.l. (credits pag.120) director Alberto Bartalini
98 99
rect approach it uses in business, the Bank wants to draw the widest possible attention to small but important cultural events which will be accessible to everybody. Not by hoarding expensive works of art in its cupboards and vaults, but by supporting and spreading culture in our area, which is rich in history and in talent, so that everyone can experience it directly and on a daily basis. In this way the Bank naturally supports important cultural events, which see contemporary artists take centre stage, such as Nado Canuti and Ugo Nespolo, who have adorned the rooms of the recently-restored Bank offices in Lajatico and Pontedera with their works of art. Our aim is to put on these important art shows for everybody who appreciates them, or will appreciate them in the future; we hope that our contribution will help them multiply.
BPLAJ – Lajatico interni, con opere di Nado Canuti. I materiali per gli interventi pittorici sono stati forniti da Caparol Italia (crediti pag.120)/BPLAJ – Lajatico, interior, with works by Nado Canuti. The materials for the pictorial interventions were supplied by Caparol Italia (crediti pag.120)
testo a cura di/text by
Fabio Rosseti
La Banca Popolare di Lajatico fu fondata il 14 settembre 1884 per iniziativa di un gruppo di soci coordinato dal Dott. Guelfo Guelfi, medico condotto del comune. L'iniziativa faceva seguito alla costituzione della "Società per l'Educazione del Popolo", pensata dallo stesso Guelfi per aumentare l'istruzione e ridurre l'analfabetismo; il suo motto era infatti: «Il progresso dei Popoli è un problema di educazione». A questa seguì l'istituzione di una "Cassa Mutua" per sostenere finanziariamente le famiglie degli operai e contadini. Qualche anno dopo nacque la Banca Popolare di Lajatico, immediatamente considerata, dai soci e da tutti gli abitanti della zona, come un bene proprio da difendere e sostenere in quanto strumento di progresso indispensabile per l'avvio di un processo di rilancio della zona, da sempre al margine, svantaggiata ed anche dimenticata. Nel corso degli anni settanta iniziò una graduale espansione, da prima in Valdera e successivamente in tutta la Provincia. Oggi il legame che la Banca ha con il suo territorio e la sua originaria funzione “sociale” si esplica anche attraverso altri strumenti, primo fra tutti l’arte. Nel momento in cui negli anni passati la Banca ha deciso di rinnovare la propria immagine e le proprie sedi principali a Lajatico e Pontedera, il progetto sviluppato dall’architetto Alberto Bartalini ha fatto dell’arte il fulcro centrale attorno al quale far ruotare l’architettura. Ma diversamente da quello che spesso succede in queste occasioni il caveau dove le preziose opere d’arte sono state collocate è accessibile a tutti perché sono i locali stessi della Banca, i suoi spazi esterni, le sue facciate. L’arte diviene architettura, arredo, finitura, che i clienti ed i semplici cittadini possono ammirare liberamente. Fedele al motto del loro fondatore la Banca di Lajatico ha reso l’Arte in cui ha investito qualcosa da vivere e consumare, strumento di una crescita culturale collettiva. L’astrattismo di alcune forme che si contrappone alla geometricità di altre, l’uso dei materiali, il disegno dei particolari, niente è casuale, niente è autoreferenziale ma tutto si integra con lo spazio architettonico e funzionale in cui si colloca. Il rapporto fra Arte e Architettura e Urbanistica è un tema che ritroviamo anche, e soprattutto, nell’esperienza, lunga un anno, dell’Officina Canuti, portata avanti dall’artista sul territorio della Valdera con il coinvolgimento fattivo di decine di studenti dei licei e delle Istituzioni. «Una democratizzazione nella fruizione dell’arte» come afferma Gillo Dorfles in un suo scritto a proposito del progetto; una lettura del territorio, e quindi della realtà quotidiana, attraverso l’Arte creata dai giovani studenti che non sono più utenti passivi ma soggetti coscienti e attivi di un processo di rinnovamento e crescita umana oramai inarrestabile.
100 101
The Banca Popolare di Lajatico was founded on 14th September 1884, by a group of partners led by Guelfo Guelfi, the municipal doctor. The idea followed upon the creation of the "Society for the Education of the People", conceived by Guelfi to spread education and reduce illiteracy, his motto being: “Progress for the people depends on education”. The creation of a "Welfare Fund" followed, to provide financial assistance for the families of factory and farm workers for periods when they couldn't work. And so, a few years later, the Bank was created as a Limited Liability Credit Cooperative, with the aim of providing credit through pooled mutual trusts and savings. Right from the start, both the partners and the local people felt ownership of Banca Popolare di Lajatico, and felt it was worth defending and backing as it was a tool of progress which was essential in giving a boost to an area which had always been marginal, neglected and even forgotten. During the 1970s a gradual expansion began, first in Valdera and then throughout the Province. Nowadays the Banks links with the local area and its original “social” function are also expressed in new ways, above all through art. When a few years ago the
Bank decided to update its image and renovate its main offices at Lajatico and Pontedera, the project created by the architect Alberto Bartalini made art the fulcrum around which architecture would turn. But, in contrast to what often happens in these cases, the vaults holding the valuable works of art are open to everybody, because they are the very rooms of the Bank, its external spaces and its facades. Art becomes architecture, furnishing and finishings that the clients and everyday citizens can freely admire. Faithful to the motto of its founder, the Banca di Lajatico has made the art in which it has invested something that is to be experienced and consumed, and a tool of collective cultural growth. The abstract nature of some of the shapes – which contrast with the geometrical forms of others – the use of materials, the design of details: nothing is there by chance, nothing is unconnected, but rather everything is integrated with the architectural and functional space in which it is housed. The close relationship between Art and Architecture and Town Planning is a theme which also shines in the year-long experience of the Canuti workshop, which was led by the artist in the Valdera area
with the hands-on involvement of dozens of high school pupils. “A democratization of the enjoyment of art”, as Gillo Dorfles wrote in his review of the project; an interpretation of local surroundings, and thus of daily reality, through art created by young students who are no longer passive recipients but have become active participants in a human renewal and growth process which is now unstoppable.
102 103
BPLAJ – Lajatico interni, con opere di Nado Canuti/ BPLAJ-Lajatico, interior, with works by Nado Canuti
104 105
in queste pagine: BPLAJ sede operativa di Pontedera Arredi su disegni di Ugo Nespolo/ these pages: BPLAJ operational headquarters in Pontedera Furniture designs by Ugo Nespolo
testo a cura di/text by
Fabio Rosseti
Una banca trasformata in opera d'arte. è quanto avvenuto alla filiale di Pontedera della Banca popolare di Lajatico, grazie a una facciata di circa 300 metri quadrati, su cui è stato riprodotto un bozzetto dell'artista contemporaneo Ugo Nespolo, realizzato appositamente per questo progetto, nell'ambito di un piano di recupero di uno stabile che fino a pochi anni fa ospitava un cinema. Si tratta di una sorta di maxiquadro caratterizzato dalla presenza di numeri e di elementi in rilievo che danno il senso della tridimensionalità all'opera del pittore e scultore piemontese che in provincia di Pisa ha già lavorato a numerose iniziative, anche di arredo urbano. La facciata ventilata della edificio della Banca di Lajatico è stata realizzata appositamente per consentire la realizzazione dell'opera di Ugo Nespolo sulla parte esterna. I tre piani sono contrassegnati da 12 finestre, quattro per ogni piano, che, permettendo di vedere a chiunque quel che accade all'interno degli uffici, simbolicamente dichiara la trasparenza dell’Istituto bancario. Il concetto di trasparenza e di accessibilità al mondo bancario ricorre anche nell'idea che ha portato Nespolo a utilizzare i numeri per questa sua opera visibile da tutte le persone che si trovano a passare da via Belfiore, la strada a ridosso del centro storico di Pontedera in cui si affaccia la nuova filiale. I numeri sono parte fondamentale del lavoro di una banca, ma per l'artista sono anche un elemento armonico della creatività. Come è accaduto per la sede storica della Banca, a Lajatico, anche in questo caso il progetto ideato dall'architetto Alberto Bartalini con le elaborazioni di Ugo Nespolo diviene un’opera d’arte unica a disposizione di tutti coloro che apprezzano o apprezzeranno queste manifestazioni artistiche. L’artista piemontese ha sempre avuto l'obiettivo di portare l'arte in mezzo alla gente, rendendola fruibile e apprezzabile anche dal grande pubblico. Ed in questo l’intesa con la Banca di Lajatico è stata totale. Inoltre l’opera artistica mantiene nelle sue linee architettoniche essenziali, i tratti salienti della vecchia costruzione, lo storico cinema “Massimo” che ha sempre rappresentato un punto di riferimento importante per la vita della città e del territorio circostante. Innovazione, quindi, ma rispetto di una identità urbana ben precisa e della sua memoria. L’intervento di Nespolo non si ferma comunque alla facciata esterna ma permea anche gli ambienti interni che, come è avvenuto per la sede storica di Lajatico con Nado Canuti, diviene una galleria d’arte. Oltre ad elementi di arredo realizzati su disegno di Ugo Nespolo, alle pareti i suoi disegni e la grafica colorata si contrappongono alle tessiture bianche che ricoprono pareti, soffitti, pannelli divisori. Sembrano preziosi intagli, quasi dei pizzi ricamati, ma in realtà sono numeri, ripetuti all’infinito e intagliati e traforati. D’altronde cosa è una Banca senza numeri?
106 107
a sinistra: BPLAJ Pontedera, Pontedera (PI) L'ingresso e la hall principale; i pavimenti in gres porcellanato sono stati realizzati da Menichini s.r.l. (crediti pag.120) regia Alberto Bartalini/ on the left: BPLAJ Pontedera, Pontedera (PI) The entrance and main lobby; the porcelain stoneware tile floors were made by Menichini s.r.l. (credits pag.120) director Alberto Bartalini
A bank turned into a work of art. This is what has happened to the Pontedra branch of the Cooperative Bank of Lajatico with the reproduction of a sketch specially created for this project by contemporary artist Ugo Nespolo onto a 300m2 facade, as part of the renovation of a building which used to house a cinema. It is a sort of oversized canvas with numbers and elements in relief, typical of the tree-dimensionality of the work of the Piedmontese painter and sculptor who has already worked on several projects in the Pisan province, including urban fittings. The ventilated facade of the Lajatico Bank building was specially constructed for Ugo Nespolo's work to be added to the exterior. The three floors boast 12 windows, four for each floor, which, by showing everybody on the outside what happens inside, symbolise the transparency of the banks operations. The concept of transparency and accessibility of the banking world is also expressed by Nespolo's use of numbers in his work which can be seen by all who pass through via Belfiore, the street behind of the historical centre of Pontedra where the new branch is located. Numbers are a fundamental part of a bank's work, but for the artist they are also a harmonious element of creativity. As for the historic branch of the Bank, at Lajatico, the architectural project created by Alberto Bartalini with
BPLAJ – Lajatico interni, con opere di Nado Canuti. I materiali per gli interventi pittori sono stati forniti da Caparol Italia (crediti pag.120)/BPLAJ – Lajatico, interior, with works by Nado Canuti. The materials for the pictorial interventions were supplied by Caparol Italia (crediti pag.120)
108 109
BPLAJ Pontedera, Pontedera (PI) Ugo Nespolo, Arredi e accessori. Ideal Forme 2000 (crediti pag.120) ha realizzato la fornitura "chiavi in mano" di strutture in acciaio, illuminazione; arredi ufficio, arredi su misura e accessori vari su disegno di Ugo Nespolo regia Alberto Bartalini/ BPLAJ Pontedera, Pontedera (PI) Ugo Nespolo, furniture and accessories. Ideal Forme 2000 (credits pag.120) carried out the supply "turnkey" of steel structures, lighting; office furnishings, specially designed furniture and accessories designed by Ugo Nespolo director Alberto Bartalini
110 111
the contribution of Ugo Nespolo becomes a unique work of art available for all who appreciate, and all who will appreciate in the future, artistic creations. The Piedmontese artist has always sought to bring art into the midst of people, making it accessible to all. In this, he was in total agreement with the Bank of Lajatico. Furthermore the essential architectural lines of his creation maintain the basic features of the old construction, the historic “Massimo� cinema which has always been an important feature of life of the city and its neighbouring area. Innovation, but also respect of a specific urban identity and of its past. Nespolo's work is not limited to the external facade, but also permeates the interior which, as is the case of the historic branch in Lajatico with Nado Canuti's work, becomes an art gallery. It showcases furnishings designed by Ugo Nespoli and his drawings and colourful artwork on the walls, contrasting with the white textile which covers walls, ceilings and dividing panels. They look like precious carvings, like fine lacework, but actually are numbers, repeated ad infinitum, engraved and covered in holes. But what is a Bank without numbers?
112 113
BPLAJ sede operativa di Pontedera, Gillo Dorfles e Ugo Nespolo/ BPLAJ operational headquarters in Pontedera, Gillo Dorfles and Ugo Nespolo
in basso: facciata esterna BPLAJ su disegno di Ugo Nespolo. Gli infissi sono stati forniti da B.N.V.(crediti pag. 120)/ below: BPLAJ exterior facade designed by Ugo Nespolo. Window frames have been supplied by B.N.V. (credits pag. 120) a destra: sedile urbano su disegno di Ugo Nespolo/ right: bench designed by Ugo Nespolo
114 115
BPLAJ Pontedera, Pontedera (PI) Ugo Nespolo, la facciata principale della Banca. Le finiture d'interni ed esterni, i cartongessi, e la pitturazione su i disegni di Ugo Nespolo sono realizzati da Decor Art (crediti pag.120) regia Alberto Bartalini/ BPLAJ Pontedera Pontedera (PI) Ugo Nespolo, the main facade of the Bank.The interior and exterior finishings, the plasterboard, and the painting of the drawings of Ugo Nespolo are made by Decor Art (credits pag.120) director Alberto Bartalini
in alto: panoramica aerea dell'intero complesso storico ristrutturato della Rocca, dove si evidenziano tutte le componenti del complesso monumentale/ above: aerial panoramic view of the entire renovated historic complex of the fortress, where we highlight all the components of the monumental complex. A destra: veduta del complesso della Rocca da Le Piane/ right: the complex of the Rocca as view from Le Piane
de Lapide Rocca di Pietraccassia si racconta
testo di/text by Alessio Barbafieri Sindaco di/ Mayor of Lajatico
de Lapide The “First of May walk, up to the
La “Gita del primo maggio alla Rocca” è una consuetudine e un esperienza che accomuna tutte le ge-
Rocca” is a tradition which unites generations of inhabitants of Lajatico. The Rocca of Pietracassa
nerazioni di lajatichini. La Rocca di Pietracassa (o Pietracassia, come molti la chiamano) è una fortezza medievale simbolo del nostro territorio che da secoli veglia sulla Valdera, parte della Val di Cecina e
(or Pietracassia as many call it) is a medieval fortress that symbolises our region, dominat-
sulla pianura pisana. Costruita nel medioevo e utilizzata come presidio fortificato nelle guerre tra Pisa e Firenze, dopo alterne vicende è stata abbandonata e, pur conservando le sue caratteristiche originarie,
ing the Valdera, part of the Val di Cecina and
ha cominciato a subire i danni del tempo. L'amministrazione comunale di Lajatico, grazie al contributo
the Pisan plains for centuries. It was built in the Middle-Ages and used as a fortified base during
della Regione Toscana e della Banca di Lajatico, coadiuvata dalla sovrintendenza ai beni archeologici, ha recuperato e messo in sicurezza la struttura, con una serie di interventi conclusisi nel 2014. La
the wars between Pisa and Florence. After many vicissitudes, it was abandoned and began to fall
Rocca di Pietracassa è pronta per una seconda vita: il recupero di un edificio di interesse storico paesaggistico di questa levatura è sempre un risultato estremamente importante. Dopo il restauro è però
into disrepair. But its main structure survived. The municipality of Lajatico, with financial sup-
necessario tutelare questo patrimonio artistico e culturale favorendo un percorso di sensibilizzazione e valorizzazione capillare nelle scuole e sui mass media. La nuova amministrazione comunale vuole
port from the Region of Tuscany and the Bank
innanzitutto migliorare l'accesso alla Rocca, situata in un luogo impervio e isolato ma dal quale si
of Lajatico, and the assistance of the Office of Archaeological Heritage, has rehabilitated the
ammira un panorama mozzafiato che guarda verso Pisa, Volterra e Firenze. Sarà inoltre creato un percorso archeologico-naturalistico all'interno del quale, oltre alla Rocca, sarà possibile conoscere tutte
structure and made it safe, with work finished in 2014. The Rocca of Pietracassa is ready for a second life: saving a building of such historical
le ricchezze e le peculiarità del territorio comunale. Durante i lavori di restauro sono stati rinvenuti alcuni importanti reperti archeologici come monete, parti di vasellame e suppellettili in metallo di epoca medievale. Uno dei prossimi obiettivi sarà quello di avviare una serie di scavi archeologici, mai
and picturesque interest of this calibre is always a very important result. Having restored this
effettuati in maniera approfondita nell'area della Rocca, allo scopo di reperire ulteriore materiale da esporre nella recente area museale realizzata all'interno del palazzo comunale di Lajatico.
116 117
0
5m planimetria / site plan
artistic and cultural treasure, it is important to safeguard it, by encouraging widespread awareness and promotion in schools and in the media. The new municipal team wants to improve access to the Rocca, situated as it is in a remote and isolated place. But from up there, visitors can admire a breathtaking panorama including Pisa, Volterra and Florence. An archeological exhibition and a natural trail are planned, introducing not only the Rocca, but also the wealth and features of the local area. The restoration work uncovered many archaeological remains such as medieval coins, pieces of pottery and metal ob-
jects. One of the future goals is to begin a series of archaeological digs, which have never been done in depth in the Rocca area, to find more material to exhibit in the museum area recently created within the Lajatico town hall.
a sinistra: fronte del Castello: cinta muraria, torre quadrata e torre eptagonale/ left: the front of the fortress: stone wall, square tower and heptagonal tower in basso a sinistra: planimetria del Castello-Rocca. Fronte di accesso di circa 50 metri, a sud delimitato da due torrioni (uno, a ovest, a pianta quadrilatera e uno, ad est, a pianta poligonale). PiĂš articolata la sottostante cinta muraria (anche in conseguenza della asperitĂ del terreno)/ below on the left: site plan of the Rocca, front entrance of about 50 meters to the south delimited by two towers (one on the west quadrilateral and one to the east, polygonal). More complex the underlying walls (partly as a result of the roughness of the terrain). a destra: cartolina illustrata risalente al 1920/ right: postcard dated 1920 in basso: torre di sud-ovest a pianta quadrilatera, segna il vertice sud-occidentale del castello/ below: southwest Tower having quadrilateral plan. It marks the south-west end of the fortress
118 119
Crediti/Credits Menichini
Decor Art Srl
via Nazario Sauro 123
via E. Capecchi 1
56038 Ponsacco (Pi) - Italy Tel: +39 0587731115
56025 Pontedera Frazione La Rotta (Pi) - Italy
Fax: +39 0587733721
Tel: +39 0587484802
info@menechinisrl.it
Fax: +39 0587484802
www.menechinisrl.it
decorart.srl@alice.it
Da oltre tre generazioni, l'azienda offre alla clientela la propria esperienza e professionalità nel campo delle forniture per l'edilizia. Imprese edili, artigiani edili e privati, possono trovare presso la nostra rivendita un punto di riferimento con personale qualificato ed
Decor Art è un’azienda con esperienza pluriennale in grado di soddisfare le esigenze dei propri clienti con professionalità e qualità. Oltre alla fornitura e posa in opera di pareti in cartongesso ed elementi decorativi in gesso quali cornici, rosoni, lesene, diffusori e colonne, possiamo montare parquet
aggiornato, nonchè una vasta gamma di prodotti ed articoli. Per quanto riguarda il settore pavimenti, rivestimenti ed arredobagno, la nostra sala mostra è in grado di offrire soluzioni personalizzate nella progettazione d'interni: grazie anche all'ausilio di moderni software di
in laminato plastico o prefiniti. Effettuiamo imbiancature, sia interne che esterne con tecniche all’avanguardia ma anche decorazioni di interni ed esterni con le tecniche più raffinate e ricercate come marmorino, encausto, stucchi veneziani, pitture artistiche, trompe l’oeil ed affreschi.
rendering è possibile visualizzare l'ambiente in fase di progettazione.
For over three generations, the company offers its customers its experience and professionalism in the field of building supplies. Contractors, construction craftsmen and private, can find at our retail a point of reference with qualified staff and updated, as well as a wide range of products and articles. As for the flooring industry, decoration and bathroom furniture, our showroom is able to offer customized solutions in interior design: thanks to the help of modern rendering software, you can view the interiors and the finishings during the planning stage.
Decor Art is a company with years of experience that will meet the needs of its clients with professionalism and quality. In addition to the supply and installation of plasterboard walls and decorative plaster, such as mouldings, medallions, pilaster strips, columns and diffusers, the Company can assemble plastic laminate or pre-finished wood floors. We provide painting, both interior and exterior with advanced techniques as well as indoor and outdoor decoration with the most refined and sophisticated techniques such marmorino, encaustic, Venetian plaster, artistic paintings, Trompe L'oeil and frescos.
CAPAROL Italia
B.N.V.
Largo Murjahn, 1 20080 Vermezzo (MI) Tel. +3902 9485521 Fax. +3902 948552297 Email: info@caparol.it www.caparol.it
Via Tosco Romagnola 45 56012 Fornacette - Calcinaia (PI) Tel. 0587 420215 Fax. 0587 422485 info@bnvtecnologiecostruttive.it www.bnvtecnologiecostruttive.it
Caparol è presente in Italia dal 1969 ed è leader nel settore dell’edilizia professionale e fa parte del Gruppo tedesco DAW, uno dei principali produttori in Europa di pitture, vernici e soluzioni tecnologiche per l’edilizia. Ricerca e innovazione, competenza nel colore, assistenza tecnica e progettuale, analisi delle tendenze architettoniche, distribuzione capillare, ampio assortimento: sono solo
La B.N.V Srl è un'azienda che opera nel settore della carpenteria in ferro e della produzione di infissi in alluminio, vantando significative esperienze fin dal 1945. La propria strategia aziendale è basata su due principi fondamentali quali il design e la qualità
alcune delle linee guida che fanno di Caparol un’azienda leader in Europa, costantemente proiettata verso la ricerca di nuovi materiali e soluzioni tecnologiche innovative per il settore dell’edilizia
tecnico-funzionale, riuscendo così a soddisfare le molteplici esigenze architettoniche nel settore edile ed in quello industriale. I continui aggiornamenti, il costante impegno ed una scrupolosa professionalità permettono di offrire un prodotto competitivo ed affidabile per la realizzazione di
professionale.
opere anche complesse ed innovative.
Caparol has been present in Italy since 1969 and is a leader in the professional construction industry and a member of the German group DAW, one of the leading manufacturers in Europe of paints, varnishes and technology solutions for the construction industry. Research and innovation,
The BNV Srl is a company operating in the field of carpentry in iron and the production of aluminum frames, boasting considerable experience since 1945.
expertise in color, technical and design assistance, analysis of trends in architecture, widespread distribution, large selection are just some of the guidelines that make Caparol a leading company in Europe, constantly projected into the search for new materials and innovative technology solutions for the construction industry.
The company strategy is based on two fundamental principles such as design and technical and functional quality, allowing them to meet the diverse architectural requirements in construction and in industry. The continuous upgrades, the constant commitment and thorough professionalism allow them to offer a competitive and reliable product for the realization of complex and innovative works also.
Ringraziamenti/Thanks
Azienda agricola il Colle
Comune di Lajatico
Comune di Pontedera
Fondazione Piaggio
120 121
Teatro del Silenzio Andrea Bocelli - Presidente Onorario/ Honorary President Fabio Tedeschi - Presidente/ President Avv. Enrico Fabbri - Vice Presidente/ Vice President Alberto Bartalini - Direttore Artistico/ Artistic Director Alberto Bocelli - Direttore Artistico/ Artistic Director Massimo Ripanucci - Az. Agricola "Il Colle"/ Farm "Il Colle" e tutta l'Associazione Teatro del Silenzio con i suoi preziosi collaboratori/ and the Association Teatro del Silenzio with its valuable employees Comune di Lajatico Sindaco Dott. Alessio Barbafieri e tutta l'Amministrazione Comunale di Lajatico/ Mayor Dr. Alessio Barbafieri and the entire City Council of Lajatico Almud Edizioni Musicali Andrea Bocelli - Business management office Alberto Bocelli - President Amos Bocelli and Massimiliano Ballanti - Member of the board of directors Veronica Berti - CEO and event coordinator Alessia Navarino - Assistant to CEO Andrea Bocelli Foundation e tutti i suoi instancabili collaboratori/ and all his tireless collaborators
City Sound & Events srl con Vittorio Quattrone e tutti i suoi collaboratori/ City Sound & Events Ltd Vittorio Quattrone and its employees Producer Teatro del Silenzio Fotografi/ Photographers Mario e Eva Mulas Stefano Marinari Stefano Stacchini Giovanni De Sandre Coordinamento per il Teatro del Silenzio, Lajatico e Pontedera/ Coordination for the Teatro del Silenzio, Lajatico and Pontedera Ilaria Bartalini e Martina Salvadori Ringraziamento speciale/Special thanks Gillo Dorfles Vittorio Sgarbi Ilario Luperini Filippo Maria Bartalini Marco Signorini Daniele Luci
Castri Clani Stirpes Massimo Salvoni, sterpaglia e plexiglass
testo a cura di/text by Tommaso Ferrara foto di/photos by Tommaso Burgalassi
Castri Clani Stirpes Just as the earth allows us to har-
Come la terra ci fa cogliere i suoi frutti senza sforzo, ma solo quando questi siano pronti e maturi, così ci
vest its fruits effortlessly, but only when they are ripe and
regala foglie secche e sterpi bruciati dal sole e noi le chiamiamo foglie morte o sterpi morti e allora non sappiamo che farcene. Allo stesso modo, se un capello viene reciso, se un'unghia viene tagliata, questa è
ready, so it gives us dry leaves and sun-burned twigs and what to do with them. In the same way, if a strand of hair
un'appendice costretta per sempre all'oblio, abbandonata a se stessa per l'eternità. Ma se è l'eternità che deve incontrare, quale migliore destino può toccargli? L'uomo lotta contro se stesso da quando toccava la
is cut, if a nail is trimmed, this appendage is destined for
terra sia con le mani che con i piedi, si è dovuto ingegnare non poco per riuscire a brandire una clava con
oblivion, abandoned to itself for eternity. But if eternity is
la destra e questo è stato chiamato progresso. I primi pittogrammi, i disegni rupestri che si ritrovano nelle grotte antiche, hanno tutti la stessa particolarità, furono realizzati su pareti, superfici perpendicolari che si
we call them dead leaves or dead twigs and don't know
what it must find, what better fate could it have? Man has been fighting himself ever since he walked four-legged on the land; he had a mighty struggle to wield a club in
sviluppavano in altezza oltre che in larghezza. La parete ti consente un appoggio, di modo tale che la posizione eretta non sia una costrizione necessaria, ma, piuttosto, uno sforzo momentaneo che ti permette poi di
pictograms, rough designs found in ancient caves, all
tornare a toccare il terreno mani e piedi una volta terminato il disegno. E se figure umane, che si stagliano impettite contro l'animale selvatico, pronte a scagliargli contro frecce e lance, non fossero altro che il sogno
have the same feature, in that they were drawn on walls,
di un altro uomo? L'uomo che cammina con le mani e con i piedi, l'uomo che dipinge i suoi simulacri onirici
perpendicular surfaces with height as well as width. The
appoggiato ad una parete di roccia?
his right hand, and this was called progress. The first
wall gives you something to lean on, so that the upright position was not a necessary constraint, but rather a momentary effort which allowed you to go back to all fours once the drawing was done. And what if the little human figures, standing upright in the face of wild animals, ready to unleash their arrows and spears, were nothing more than the dream of another man? The man who walks on all fours, the man who paints his dreamlike images while leaning on a wall of rock? I have seen these men, hunched over hillsides of wheat, white with chaff in summer and with snow in winter, among ditches held together by acacia roots. These men know the secret of every smell, because no other nose is closer to the ground than theirs, and they also know the secret of every sound, when the wind comes from far away to caress the grass; they know which plants do harm, and which good, and which are sweet, which bitter. But their bodies do not allow them to share these secrets, their mouths are too close to the ground to tell another what they know, the words would end up getting twisted and so they stay silent; their skin is too rough to show marks or abrasions which could alert another. They have dragged their secret behind them since the dawn of time, and they constantly conceal it in the earth, for fear that it may fall into the hands of someone who does not understand and so would wish to root it out. But they do not always pay attention, and they sometimes leave a trace. There are plants they call weeds, which are spared the scythe and the pitchfork until they die all by themselves when their life cycle ends, abandoned sentinels on the high ground overlooking fields denuded by the harvest. These plants know better than anyone what solitude is, they know the nature of death, which arrives prematurely for those who are harvested, they know
Io li ho visti questi uomini, curvi sulle colline di grano, imbiancate di pula in estate e di neve in inverno, tra i fossi tenuti assieme da radici di acacia. Questi conoscono il segreto di ogni odore, perché nessun altro naso è così vicino alla terra come il loro, e sanno anche il segreto di ogni suono, quando il vento arriva da lontano per accarezzare l'erba, sanno quali piante feriscono, quali leniscono, e ancora quali sono dolci e quali amare. Il loro corpo però non gli permette di condividere questi segreti, la loro bocca è troppo vicina alla terra per raccontare ad un altro ciò che sanno, le parole finirebbero per ritorcerglisi contro e per questo tacciono, la loro pelle è troppo ruvida per mostrare segni o abrasioni che mettano in allerta il prossimo. Il loro segreto se lo trascinano dietro dalla notte dei tempi e lo sottraggono alla terra costantemente, per paura che cada in mano a chi non sa intendere e per questo vuole estirparlo. Ma non prestano sempre attenzione e finiscono per lasciare alcune tracce. Vi sono piante che chiamano erbacce, risparmiate dalle falci e dai forconi finché
122 123
what waste is, because they are discarded, and this is exactly what often happens to us too. They do not live a single season but a whole life cycle, blazing white like the ghosts of a nature without humans, bastions of a world that exists not for a purpose but from necessity, outcasts from that kind of comfort which interests the ordinary man. The old sage says: "The artist should not attempt to copy nature, but study how it moves and develops". We should bear this in mind, that nature functions on two basic levels, the one where it is subject to man, and the one where man is at the mercy of nature. If the first guarantees long life for the body, it's the second that promises the sweet ruin he so desires. Catri Clani Stirpes is a concept by Massimo Salvoni which originates in the small but picturesque village of Chianni. The idea is to faithfully record the essence of a place that is born and develops in the hands of farmers, men who can preserve that essence intact and pass it down to their descendants without distorting its qualities. This is why the artist
non muoiono da sole esaurendo il proprio ciclo, sentinelle abbandonate su gli altipiani che sorvegliano la terra una volta spogliata del raccolto. Queste piante sanno più di ogni altra cosa sia la solitudine, sanno cosa sia la morte, che arriva prematura per quelle che vengono raccolte, sanno cosa sia il rifiuto, poiché sono considerate scarti e questa è la stessa cosa che spesso accade anche a noi. Non vivono semplicemente una stagione ma un intero ciclo, risplendono bianche come i fantasmi di una natura senz' uomini, baluardi di un mondo che esiste non per uno scopo ma per necessità, esuli da quell'ordine di comodo che interessa l'uomo comune. Dice il vecchio saggio: "l'artista non deve tentare copie della natura, bensì studiare come questa si muove e si sviluppa." Noi dobbiamo tener presente questo, che esistono principalmente due livelli in cui la natura opera, quello sottoposto all'uomo e quello in cui l'uomo è invece alla mercé della natura. Se il primo garantisce longevità al corpo, è il secondo che gli garantisce il dolce naufragio cui tanto aspira.
chose a technique which could be called instantaneous, encapsulating the soul of these places in real reliquaries that preserve it unharmed by the ravages of time, and deliver it to the viewer in all its authenticity. These extraordinarily powerful works fully embody the value of simplicity as the driving force of a flesh-and-blood reality which has made his close links with the land his raison d'etre. Walt Whitman writes: "I believe a leaf of grass is no less than the journey-work of the stars", but the weeds of Chianni go a step further, for they reveal such a unique identity, that they contain within themselves a macrocosm of inestimable worth.
Castri Clani Stirpes, un concetto di Massimo Salvoni che trae la sua origine dal piccolo ma suggestivo paese di Chianni. L'idea è quella di riportare fedelmente l'essenza di un luogo che nasce e si sviluppa tra le mani di agricoltori capaci di conservarne intatta l'essenza e di tramandarla ai posteri senza stravolgerne le proprietà. Per questo motivo l'artista ha optato per una tecnica che si potrebbe definire istantanea, incapsulando l'anima di questi spazi in autentici reliquiari che la conservano indenne dalle insidie del tempo e la consegnano allo spettatore in tutta la sua autenticità. Queste opere, dotate di una forza straordinaria, incarnano a pieno il valore della semplicità quale forza motrice di una realtà dal cuore pulsante che ha fatto del suo stretto vincolo con la terra la sua ragion d'essere. Scrive Walt Whitman: «Io penso che una foglia d'erba non sia affatto da meno che la quotidiana fatica delle stelle», ma le sterpaglie di Chianni compiono il passo ulteriore, poiché rivelano un'identità talmente unica nel suo genere, che per questo contiene in sé un macrocosmo di inestimabile valore.
Massimo Salvoni, "Azione istantanea", sterpaglia e plexiglass, 40 x 40 cm/Massimo Salvoni, "Azione istantanea", straw and plexiglass, 40 x 40 cm
Š Simone Goracci
in alto e a destra: biopiscina realizzata in provincia di Siena (2010)/ above and right: ecopool made in the province of Siena (2010)
TECNOnatura Progettare la biocompatibilità
testo a cura di/text by
Peter Muts
«L'acqua è l'unica sostanza sulla terra capace di assimilare e portare con sé le tracce di tutte le cose,
earth which can assimilate and carry traces of everything, since the shape of its crystals is
poiché le forme dei suoi cristalli vengono influenzate da ciò che si trova a contatto con essa».
influenced by whatever it finds itself in contact with". The ability of water to possess a specific
La capacità dell'acqua nel possedere una sua specifica “memoria“ è quanto sostiene nel suo libro The memory of water il giapponese Masaru Emoto, che da anni ne studia il comportamento, fotografando-
"memory" is claimed by Japanese writer Masaru
ne i cristalli. In base alle sue ricerche, l'acqua pura presenta dei cristalli le cui forme sono complesse
Emoto in his book The memory of water, the result of years spent studying the behaviour of
ed armoniche, mentre nell'acqua contaminata da sostanze chimiche i cristalli sono scarni e deformi. In questi ultimi anni in Italia sta aumentando la richiesta per la realizzazione di biopiscine, o piscine
water and photographing its crystals. According to his research, crystals of pure water have
naturali, rispetto a quelle tradizionali. Questo fenomeno ha già avuto un notevole sviluppo in altri paesi, soprattutto nord europei, anche per la realizzazione di importanti impianti pubblici. Si preferisce
forms that are complex and harmonious, while in water contaminated by chemical substances
scegliere una biopiscina per una particolare sensibilità nei riguardi dell'ambiente e del paesaggio ma anche perchè spesso nei regolamenti edilizi vengono previste normative caratterizzate dal rispetto della
the crystals are bare and deformed. In the past
biocompatibilità. La biopiscina assieme al biolago garantiscono una condizione ottimale di biocompatibi-
few years, Italy has seen an increase in demand for eco pools, or natural swimming pools, rather
lità, grazie alle caratteristiche tecnologiche di impianto e al sistema naturale di depurazione e filtraggio. Una differenza sostanziale tra questi due diversi tipi d'invaso, che comunque possono mantenere lo
than traditional swimming pools. This phenomenon has already been marked in other countries, especially in northern Europe, and has
stesso sistema di filtraggio, è che mentre il biolago non ha caratteristiche che lo rendono adatto alla balneazione, la biopiscina ha questa esclusiva funzione. Il processo depurativo è dato solo dall'uso di piante acquatiche specifiche, di facile reperibilità ed ambientazione, capaci di svolgere una funzione di
even been employed in major public projects. Eco pools are chosen in response to a specific sensitivity concerning environment and landscape, but also because building regulations often stipulate criteria which comply with environmental compatibility. The eco pool, alongside the eco lake, guarantees optimum conditions of eco-compatibility, thanks to the technology used and the natural depuration and filtering system. A fundamental difference between these two types of pool, which may have the same filtration
ossigenazione dell'acqua, rendendola biologicamente pura, senza l'aggiunta di sostanze chimiche nocive. La depurazione avviene attraverso due distinti procedimenti. Il primo ha una caratteristica batteriologica dovuta alla presenza di una vasca complementare e assestante nella quale viene depositato un substrato di materiale inerte e poroso, come ad esempio la pietra vulcanica e vengono alloggiate piante acquatiche, le cui radici hanno la caratteristica di creare un ambiente ricco di ossigeno. Tale condizione determina un processo naturale per cui l'ammoniaca ed i nitriti presenti, si trasformano in fosfati e nitrati che andranno a nutrire le stesse piante acquatiche, rendendo più difficile la proliferazione delle alghe che di queste sostanze si nutrono. Il secondo sistema è caratterizzato da un circuito chiuso, in cui un filtro a sieve, a tamburo o semplicemente a sabbia, attivato tramite pompe a basso consumo energetico, libera l'acqua dai materiali in sospensione. Le forme che si possono ottenere non hanno vincoli particolari, così come le dimensioni possono variare in base alla volontà del fruitore. Anche se per la costruzione dell'invaso,
© Simone Goracci
TECHNOnature "Water is the only substance on
126 127
Š Tommaso Burgalassi
in alto: biopiscina realizzata in provincia di Siena (2012)/ above: ecopool made in the province of Siena (2012) nella pagina seguente: biopiscina realizzata in provincia di Siena (2010)/ following page: ecopool made in the province of Siena (2010)
system in common, is that while the eco pool has properties which make it suitable for bathing, the eco lake does not. The depuration process uses only specific water pants, easily sourced and simple to grow, whose function is to oxygenate the water, making it biologically pure, without the need for harmful chemicals. Depuration is achieved through two distinct processes. The first is a bacteriological process facilitated by a complementary tank adjacent to the pool, containing a substrate of an inert and porous material, for example volcanic stone, and planted with water plants, whose roots have the property of creating a habitat rich in oxygen. These conditions give rise to a natural process whereby the ammoniac and nitrites present in the water are transformed into phosphates and nitrates, which nourish the plants, and hinder the proliferation of algae which feed on these substances. The second system happens within a closed circuit, where a filter in the form of a sieve, a drum or simply sand, operated by a low-energy pump, removes suspended particles from the water. These pools do not necessarily need to be a particular shape; this, and also the dimensions, can be varied to suit the user. Similarly, for lining and waterproofing the pool, a wide range of
© Simone Goracci
129
© Simone Goracci
128
© Impermea
synthetic materials can be used. The most suitable in terms of performance and durability is the synthetic rubber EPDM. This particular material comes in made-to-measure prefabricated sheets which can easily be adapted to line various shapes, feature flexibility of positioning and fixing, and are extremely durable and resistant to wear and tear. Of all the synthetic materials available, EPDM gives the best price-quality ratio. Advantages of choosing a natural eco pool rather than a traditional swimming pool include average savings of 30% (including construction and maintenance costs), ease of maintenance and protection in winter, and benefits ranging from greater harmony with the surroundings to speed of construction, and health benefits resulting from the natural depuration system.
per la sua impermeabilizzazione, si possono usare una vasta gamma di materiali sintetici, il più adatto, sia come prestazione che durabilità, è il caucciù sintetico EPDM. Questo particolare materiale viene utilizzato per la realizzazione di teli prefabbricati forniti su misura, facilmente adattabili alle varie sagome, caratterizzati da agevoli manovre di collocamento e fissaggio, di grande durabilità e resistenza agli strappi ed all'usura. Tra le varie soluzioni il telo in EPDM è quello con rapporto qualità-prezzo più conveniente. Vantaggi nella scelta di una biopiscina naturale rispetto ad una piscina tradizionale vanno da un risparmio medio del 30% (sommando il costo di costruzione e di manutenzione), alla facilità di manutenzione e protezione in inverno, dall'integrazione con il paesaggio alla velocità di realizzazione e maggiore salubrità grazie al sistema di depurazione naturale.
in alto: biopiscina realizzata in provincia di Pisa (2013)/ above: ecopool made in the province of Pisa (2013)
© Erbario Toscano
Impermea s.r.l. via Salaiola 50/16 56030 La Rosa - Terricciola (PI) - Italy Tel: +39 0587 648044 Fax: +39 0587 635135
Impermea Tecnologia ambientale/ Environmental technology
© Impermea
e-mail info@impermea.it www.impermea.it
La ricerca di una integrazione, ambientale ma anche estetica, del manufatto realizzato dall’uomo con il territorio ed il paesaggio circostante, è, oggi più che mai, condizione assolutamente imprescindibile di ogni trasformazione che si vuole apportare. La tutela del territorio passa attraverso molti strumenti e uno fra questi è sicuramente la tecnologia. Questa può essere dannosa per l’ambiente ma spesso questo dipende non solo dalle sue caratteristiche ma anche dall’uso che ne viene fatto. Oggi esistono tecnologie e materiali, e quindi Aziende che le realizzano e le usano, che permettono di ridurre l’impatto ambientale del singolo manufatto, rendendo possibili
The search for both environmental but also aesthetic integration of man-made things with the surrounding area and landscape is now more than ever an absolutely essential condition
soluzioni alternative, più attente all’ambiente e al paesaggio. L’esempio delle biopiscine è forse quello più significativo per comprendere le potenzialità di determinate scelte tecnologiche. IMPERMEA s.r.l. tecnologia ambientale, è una società che commercializza
of every change that we want to make. Many tools can be used
teli in EPDM per lavori di edilizia civile ed industriale, offrendo sul mercato soluzioni ottimali nel settore della impermeabilizzazione.
Technology can be damaging for the environment, but often that is the result not only of technology itself, but rather of the
La Geomembrana IMPERMEA EPDM Elastoseal (vedi campione in sovracoperta) che è stata utilizzata per la realizzazione di queste biopiscine, è stata posizionata adagiandola sul supporto, terreno/cemento, interponendo un tessuto non tessuto, come strato di regolarizzazione. Elastoseal è una membrana elastomerica in caucciù EPDM unica nel suo genere, appositamente sviluppata per l’impermeabilizzazioni geotecniche. Può essere fornita negli spessori di: 0.80, 1.00, 1.20, 1.50 mm. I singoli teli vengono prefabbricati su misura e possono raggiungere anche dimensioni di 2000 m², a seconda del tipo di intervento e dell'attrezzatura disponibile. I teli vengono giuntati con macchine ad aria calda per garantire un’impermeabilizzazione continua, longeva ed elastica. Elastoseal è una membrana rivoluzionaria dalle proprietà fisico-termiche straordinarie. I suoi sistemi vengono installati da oltre 60 anni con successo in tutto il mondo. Pongono sempre la massima attenzione ad ogni singolo lavoro e al contatto con i loro clienti. L’aggiornamento costante delle tecnologie e la continua ricerca gli permettono di garantire lavori affidabili e particolarmente duraturi. Operano con la massima trasparenza mettendo al primo posto i rapporti umani e una grande attenzione alle esigenze ambientali, offrendo prodotti
© Impermea
e sistemi di alta qualità. I materiali commercializzati dall’azienda sono: Superseal, Elastoseal, Prelasti e Cladseal nelle specifiche applicazioni, quali: tetti, facciate, stoccaggi e trattamenti di liquidi in genere.
to protect the land, and one of these is definitely technology.
way it is used. We now have technologies and materials, and thus companies that make and use them, which reduce the environmental impact of individual buildings, making alternative solutions possible which are better for the environment and the landscape. Eco-pools are perhaps the best example to illustrate the potential of specific technological choices. IMPERMEA s.r.l. Environmental Technology is a company which sells fabrics in EPDM for civil building and industrial building work, providing optimal solutions in the waterproofing sector. The IMPERMEA EPDM geo-membrane Elastoseal (see the sample on the cover) which was used to make these eco-pools was placed laying it down on its earth or cement support over a layer of nonwoven fabric used as a stabiliser. Elastoseal is an EPDM rubber elastomeric membrane which has been specifically developed for geo-technical waterproofing and is unique in its field. It is available in the following thicknesses: 0.80, 1.00, 1.20 and 1.50 mm. The pieces of fabric are pre-fabricated and cut to size, and can be as large as 2000 m², depending on the kind of job at hand and the machinery available. The pieces of fabric are joined with hotair machines to ensure continuous, long-lasting and elastic waterproofing. Elastoseal is a revolutionary membrane with extraordinary physical and thermal properties. It has successfully been installed around the world for over sixty years. The company continues to pay the greatest attention to each job and to relationships with their clients. Constant technological improvements and research mean they can guarantee to provide dependable and particularly long-lasting work. They work with complete transparency, giving pride of place to human contact and pay great attention to environmental needs, providing high-quality products and systems. The materials which are sold by the firm are Superseal, Elastoseal, Prelasti and Cladseal which have specific uses in: roofs, facades, waste and water storage, and treatment of liquids in general.
130 131
Guscio divino Arnaldo Pomodoro, tenuta Castelbuono
testo a cura di/text by Adriano Ferrara foto di/photos by Antonia Mulas
diWine Shell In a definition honed by his refined
Con una definizione, mediata da una raffinata valutazione percettiva, Gillo Dorfles definisce quest'opera
perception and taste, Gillo Dorfles calls this work the equivalent of a temple of wine dedicated
come il corrispettivo di un tempio del vino dedicato al dio Bacco. Il parallelo con il tempio classico, può essere considersato attraverso l'utilizzo di elementi fisici affini, come raffronto diretto di stilemi conso-
to the god Bacchus. The parallel with a classic temple can be remarked through the use of
lidati in forme ed elementi architettonici storicizzati, come può essere la cupola. Questa struttura, che ha origine da una planimetria a base ellittica, rimanda idealmente alla cupola del Pantheon con la quale
polished physical elements, as well as the direct
concettualmente stabilisce una relazione di spazialità interna. Mentre nel Pantheon l'intera superficie
comparison of stylistic characteristics consolidated in historically relevant architectural shapes
voltata è caratterizzata dagli effetti di luce ed ombra della volta a cassettoni, ottenuti per sottrazione di materiale, nel Carapace è presente un'articolazione formale di geometrie date da un'addizione materica:
and elements, such as the dome. The concept of this construction, growing out of an elliptical
una sorta di estrusione ed astrazione formale dei cassettoni classici. La marcata plasticità interna della cupola, acquisendo un carattere più tettonico che aereo, ridefinisce una stereometria dialettica dello
floor plan, evokes the dome of the Pantheon, with which it establishes a conceptual relationship of
spazio, rafforzata dalla dinamica chiaroscurale dei volumi che come stalattiti fanno sì che la copertura divenga volta e grotta nello stesso tempo. Altra caratteristica che rimanda all'immagine del tempio classi-
inner spaciousness. While in the Pantheon the
co, è la riconoscibilità immediata di quest'opera rispetto al territorio per l'assenza di espliciti mimetismi,
entire domed surface is affected by the play of light and shade on the coffered vault, achieved by
rafforzata dalla presenza di un segnale forte, qual è la vicina struttura a cuneo infissa nel terreno e l'utilizzo di materiali originali seppur compatibili. Il riferimento indiretto alla classicità, anche se mediato da
the subtraction of material, in the Carapace there is a formal articulation of geometry created by the addition of material: a kind of extrusion and formal
un'interpretazione contemporanea e personale, è evidenziato dal paradigma della dualità che caratterizza quest'opera di “arte architettonica” attraverso l'espressione di una relazione esterna data dal confronto cosciente tra la forma platonica della cupola, ed il rapporto di rivelazione obbligata con l'interno, carat-
abstraction of classic coffering. The marked plasticity of the dome's interior, which feels more tectonic than aerial, redefines a dialectic stereometry of space, reinforced by the chiaroscuro dynamic of the volumes which, like stalactites, transform the roof space into a cave and a vault at one and the same time. Another feature reminiscent of the image of a classical temple is the immediate recognisability of this building against its surroundings, due to the absence of explicit camouflage techniques; this is highlighted by the presence of a strong indicator, the adjacent wedge-shaped structure embedded in the ground, and the use of original albeit compatible materials. The indirect reference to classicism, though mediated by a personal, contemporary interpretation, is shown by the paradigm of duality exemplified by this work of "architectural art" through the expression of an external relationship arising from the conscious contrast between the platonic shape of the dome and the obligatory revelation of its link with the interior, whose moulded outlines are three-dimensional, ordered yet free. The search for a balance between rational and emotional ele-
terizzato da un andamento plastico di modellazione tridimensionale, ordinata ma libera. La ricerca di un equilibrio tra elementi razionali ed emotivi è condotta attraverso una diversificazione polare ma congiunta dall'etica creativa, che rimanda all'assunto classico dell'unione tra l'etica e l'estetica mutuato dalla cultura greca di età omerica: “kalòs kai agathòs”. Il bello qui è da intendersi come valore intrinseco all'opera stessa e nel rapporto tra l'opera ed il paesaggio, come lo era il tempio classico: espressione del valore formale assoluto di un artificio, rispetto ad un altri valori assoluti, endogeni, naturalistici ed ambientali, caratterizzanti il territorio in cui sorgeva. Il buono è dato dalla capacità creativa di materializzare l'universalità percettiva attraverso l'uso concreto delle forme, con l'atto epico ed eroico della creazione. Atto, questo, coraggioso perché espone un aspetto soggettivo che è la sensibilità stessa dell'artista, creatore di forme e di spazi, al mondo esteriore, ricco di connotazioni prettamente funzionali. È questo parallelo, tra la soggettività e l'oggettività, che conferisce il valore morale all'opera creata.
in apertura: vista della barriccaia/opening page: view of the barique cellar a destra: l'ingresso alla cantina/right: the wine cellar's entrance pagine seguenti/following pages a sinistra: vista del vigneto e della cupola in rame/ left: view of the vineyard and of the copper dome a destra: disegni di studio di Arnaldo Pomodoro/ right: concept drawings by Arnaldo Pomodoro
132 133
luogo/place Comune di Bevagna (PG) data progetto/project date 2005-2012 data di realizzazione/ realization date 2007-2012 committente/client Tenuta Castelbuono Superficie/area: zona produttiva interrata/ underground production area: 2800 mq cupola/ dome: 2500mc superficie utile interna/ internal floor area: 600 mq/sqm con forma ellittica/ elliptical (assi principali/main axis 30 ml/mt e 28 ml/mt) altezza massima interna/ inner maximum height: 9ml costolone centrale/ main vaulting rib: lunghezza 35ml, altezza esterna massima 12 ml Progetto/ Project: Arnaldo Pomodoro Realizzazione/ Realization: Studio architetti Giorgio e Luca Pedrotti, Trento con Studio Arnaldo Pomodoro, Milano Realizzazione modelli e plastici/ Models and three-dimensional mock-ups: Dialmo Ferrari, Secondo Manzi, Massimo Sassi Direzione dei lavori/ Works supervision: Studio Architetti Giorgio e Luca Pedrotti, Trento Progetto di illuminazione/ Lighting design: Studio Barbara Balestreri Lighting Design, Milano Progetto paesaggistico/ Landscape design: Studio Ermanno Casasco, Milano Progettazione e direzione lavori impianti tecnici/ technical facilities design and supervision: Oscar Nichelatti, Unitec Group, Trento Calcoli statici/ structure engineering: Fausto Rossi, Follonica (GR) Coordinamento sicurezza/ Safety&Security coordinator: Fabio Fusi, Follonica (GR)
134 135
1
2 3
1 Strato colturale - 20 cm 2 Lapillo lavico - 10 cm 3 Strato filtrante TNT 4 Strato di accumulo o drenaggio - 10 cm 5 IMPERMEA EPDM SUPERSEAL - 2.1 mm 6 Isolante termico XPS - 11 cm 7 Schermo al vapore in HPDE - 0,7 mm 8 Strato di regolarizzazione TNT 9 Solai 1 Cultivation layer – 20 cm 2 Volcanic lapilli – 10 cm 3 Non-woven fabric filtering layer 4 Layer of accumulation or drainage – 10 cm 5 IMPERMEA EPDM SUPERSEAL – 2,1 cm 6 Thermal insulation XPS – 11 cm 7 HPDE Vapour barrier – 0,7 mm 8 Non-woven fabric leveling layer 9 Floor slab
4 5 6 7 8
9
L'impermeabilizzazione è stata realizzata impiegando la membrana IMPERMEA EPDM SUPERSEAL. Superseal è una membrana elastomerica in caucciù EPDM, accoppiata ad un feltro in poliestere, per il fissaggio meccanico e incollato. La membrana in rotoli può essere applicata su tutti i tipi di substrato – con o senza isolamento termico ed è specificatamente consigliato su coperture piane. I rotoli Superseal EPDM con rivestimento di feltro in poliestere, hanno uno spessore di 2.10 mm e sono dotati di un bordo per giunzioni Thermobond. Questo bordo permette una saldatura facile e sicura delle giunzioni mediante aria calda. Superseal è una membrana in EPDM con proprietà fisiche eccellenti. The waterproofing was achieved using the EPDM membrane IMPERMEA SUPERSEAL. Superseal is an elastomeric membrane in EPDM rubber, coupled to a polyester felt, for the mechanical fixing and pasted The membrane in rolls can be applied on all types of substrate - with or without thermal insulation and is specifically recommended on flat roofs. The rolls Superseal EPDM with coating of polyester felt, have a thickness of 2.10 mm and are equipped with an edge for Thermobond junctions. This edge allows an easy and safe welding of the joints by means of hot air. Superseal is a EPDM membrane with excellent physical properties.
a pagina a sinistra: vista della barriccaia/left page: view of the barique cellar in questa pagina: in alto, sezione trasversale AA e sezione longitudinale BB della Cantina; in basso: vista della cantina nel paesaggio circostante/this page: above, cross section AA and longitudinal section BB of the winery building; below, view of the wineryand surrounding landscape
b
planimetria / site plan
sezione aa / section aa 0
10 m
sezione bb / section bb 0
10 m
136 137
in alto: particolare della cupola in rame/ above: detail of the copper dome pagina a destra: particolare della struttura interna della cupola/right page: detail of the inner framework of the dome
ments takes place through a divergence which is polar yet defined by creative ethics, which goes back to the classical theme of the union between ethics and aesthetics borrowed from the Greek of Homer's time: “kalòs kai agathòs”. Here, the "beauty" can be taken to mean a value which is intrinsic to the work itself and the relationship between structure and landscape: the expression of the absolute formal value of an artefact, as opposed to other absolute values which are endogenous, naturalistic and environmental, and belong to the land where it stands. The "good" stems from the creative ability to make perceived universality material through the concrete use of shape, with the epic and heroic act of creation. A courageous act, to be sure, because it exposes a subjective area which is the artist's very sensibility as creator of shapes and spaces, to the outside world, a world full of strictly functional connotations. And it is this parallel between subjectivity and objectivity which confers moral value on the work created.
138 139
Š Davide Ciaroni (Doni & Associati)
Ascoltare l'isola Doni & Associati, creare un vestito
testo a cura di/text by
Paolo Di Nardo
L’operazione culturale di veicolare attraverso il vino la bellezza di un luogo coinvolge ogni operazione di
conveying a place's beauty though its wine involves every action of designing reality, both material and
disegno della realtà materiale e immateriale. La Gorgona è infatti un concetto materiale in senso geografico, ma allo stesso tempo, proprio nel suo essere isola, la sintesi di atmosfere immateriali capaci di
immaterial. The island of Gorgona is in fact a concrete concept in the geographical sense, but at the
innestare un racconto non solo ambientale. La trasparenza dell’acqua, l’aridità del sale, il riflesso del sole, il caleidoscopio dei suoi colori indicano una strada di conoscenza : «meglio porsi in ascolto, stupirsi
same time, precisely because it is an island, a syn-
e imparare». Questo input creativo trova nel vino, anzi nella “musica” del vino, il libro bianco per cre-
thesis of intangible atmospheres which can graft a narrative that goes beyond the environmental. The
are «pure stille di meraviglia». In questo senso il vestito del vino, quella che comunemente chiamiamo etichetta, diventa la tela per dipingere e quindi raccontare tutta questa meraviglia ambientale. Ma il
transparent water, the aridity of salt, the glare of the sun, the kaleidoscope of colours show the way to an
processo di comunicazione in questo caso si ribalta, quasi si annulla fino ad abbandonare i segni grafici tanto è il valore semantico del concetto che sta alla base di questa operazione culturale. Infatti l’etichetta
awareness: "better to listen, marvel and learn". This creative input finds in wine, indeed in the "music" of
si annulla per diventare un foglio bianco semplice, morbido, regolare su cui segnare le tracce di un dipinto pieno di significati e accogliere una composizione di parole che sostituiscono i segni del pennello di un
wine, a blank sheet on which to create "a pure style
pittore, le tracce profonde di uno scultore. L’etichetta avvolge come un sudario di dolore e isolamento la
of astonishment". In this sense the dress of the wine, what we usually call its "label", becomes the canvas
bottiglia del vino bianco della Gorgona senza gridare, senza l’uso di segni o effetti grafici perché in questo caso il fine è comunicare oltre il gusto del nettare ma regalare quelle sensazioni di “ascolto” indicate
on which to paint and thus recount all this natural splendour. Indeed, the label erases itself to become a simple white sheet, supple and even, on which
da un maestro di suoni come Andrea Bocelli. Il merito del designer è stato proprio usare un processo di sottrazione senza aggiungere segni, ma accettando incondizionatamente un ruolo secondario anche se non meno efficace. In questo senso anche il sigillo ha un senso ed un ruolo evocando la storia dell’isola
to trace a design loaded with meaning and endow with a composition of words that replace the brush strokes of the painter, the grooves of the sculptor. Like a shroud of pain and isolation, the label envelops the bottle of Gorgona red wine without shouting, without the need for symbols or graphics because in this case the aim is to communicate something beyond the taste of the nectar within, to present those feelings of "listening" hinted at by a master of sounds like Andrea Bocelli. The designer's merit lies precisely in the use of a process of subtraction, without the addition of signs; the unconditional acceptance of a role that is secondary, though no less forceful. Moreover the seal evokes an island story which takes us far away, like a novel whose reading makes us dream and wonder.
che parte da lontano come un romanzo capace di far sognare e stupire. Quando la creatività si intreccia attraverso la voce le parole di Andrea Bocelli e la composizione grafica dello Studio Doni & Associati il messaggio non può che essere diretto, chiaro e portatore di sogni.
in apertura: la bottiglia e la pergamena che nasconde l'etichetta/ opening page: the bottle and the parchment that hides the label
© Francesca Ciao (Doni & Associati)
Listening to the island The cultural endeavour of
140 141
© Francesca Ciao (Doni & Associati)
Del vino, cosi come della musica, parlare è sempre un azzardo. Meglio porsi in ascolto, stupirsi e imparare, davanti a tanta bellezza ed alla festa dei sensi. L’arcipelago toscano è un paradiso terrestre. Gorgona è la perla d’Afrodite più selvaggia e luminescente: dietro la sua scontrosità apparente l’indicidibile seduzione di profumi e silenzi, ed una natura che commuovo per la sua forza, per la sua pubertà eterna... E intorno, acqua e sale, a riflettere i messaggi del cielo, a stringere i lacci alle vele. Il suo vino non può che somigliarle: come Gorgona, sembra emersa quale frutto del sole, e che scotta chi non la sa rispettare, così la linfa preziosa delle sue viti, un’esperienza che chiede attenzione e volontà di porsi in ascolto. Nondimeno che può regalare pure stille di meraviglia...
Vertigini sensuali, ma dello spirito. Come la musica.
in alto: la pergamena sigillata riporta il numero della bottiglia/ above: the sealed parchment with the bottle's number pagina seguente: dettagli dell'etichetta/ following page: details of the label
Andrea Bocelli
Just like talking about music, talking about wine is always something of a gamble. It is best to stop and listen, to be amazed and to learn in the face of such beauty and the celebration of the senses. The Tuscan archipelago is a paradise on earth. Gorgona is the wildest and most luminous of Aphrodite's pearls: behind its apparent ruggedness is the inexpressible seduction of perfumes and silence, and a nature which stirs emotions with its strength, with its eternal sexual awakening... And around it, water and salt, reflecting the messages of the sky, lashing the sails. Its wine can only reflect the land it comes from: like Gorgona, the precious sap of its vineyards seems to have sprung up as the creation of the sun, burning those who don't understand how to respect it, an experience which asks for attention and the willingness to stay and listen. And an experience that can provide pure drops of splendour... A feeling of sensual dizziness, but one that touches the soul. Like music.
Andrea Bocelli
Š Francesca Ciao (Doni & Associati)
142 143
Doni & Associati s.r.l. Simonetta Doni, Massimo Tommaso Mazza Davide Ciaroni, Francesca Cerri, Francesca Ciao www.donieassociati.it
Hanno collaborato a questo numero / Contributions to this issue
Alberto Bartalini
architetto/architect
Lajatico (PI), 1948. Diplomato in scenografia e laureato in Architettura. Dal 2001 ad oggi spettacolarizza con istallazioni effimere rotatorie stradali, piazze cittadine, architetture urbane ed extra urbane, con la collaborazione di artisti di fama internazionale. Alcune tra le sue più recenti attività: la Direzione Artistica – dal 2004 al 2010 – del Progetto “Scolpire l’Opera” per l’Aeroporto di Pisa in collaborazione con il Festival Pucciniano; la cura, nel 2006, del “Muro di Pontedera”, 120 metri di mosaico su disegni di Enrico Baj; l’ideazione nel 2005, insieme ad Andrea Bocelli, del Teatro del Silenzio, evento particolarissimo e ormai conosciuto in tutto il mondo; la spettacolare installazione alla Biennale di Venezia nel 2011; la regia, nel 2014, di una originale mostra di Igor Mitoraj nella Piazza del Duomo di Pisa e di un multiforme evento intorno alla Pala della Deposizione di Rosso Fiorentino a Volterra./ Lajatico (PI), 1948. Graduated in Art Direction, he has a Bachelor's degree in architecture. From 2001 to the present he has made spectacular ephemeral installations in roundabouts, squares, urban and extra urban architecture, with the collaboration of international artists. Some of his most recent work: the Artistic Direction - 2004-2010 – of the Project "Sculpting the Opera" for the airport in Pisa in collaboration with the Puccini Festival; curated, in 2006, the "Wall of Pontedera," 120 meters of mosaic designs by Enrico Baj; the conception in 2005, with Andrea Bocelli, of the Teatro del Silenzio, very special event and now known all over the world; the spectacular installation at the Venice Biennale in 2011; the direction, in 2014, of an original exhibition of Igor Mitoraj in the Piazza del Duomo of Pisa and a multi-faceted event around the Pala della Deposizione by Rosso Fiorentino in Volterra.
Alberto Bocelli
architetto/architect
Pontedera (PI), 1961. Laureato in architettura all'Università di Firenze con il massimo dei voti e lode, si occupa di progettazione residenziale e produttiva, recupero ambientale e pianificazione urbanistica. La sensibilità e la dedizione costante alla tutela del paesaggio e alla progettazione nel massimo rispetto ambientale, alimentate con la frequentazione di un corso di specializzazione in progettazione del paesaggio, presso la Scuola Superiore di Perfezionamento S.Anna di Pisa, hanno trovato piena espressione nella realizzazione del “Teatro del Silenzio”, un mix magico di architettura-musica-paesaggio adagiato delicatamente nello splendido scenario della campagna toscana. Dal 1997 segue inoltre il fratello Andrea Bocelli, curandone fra le altre cose gli aspetti connessi all'immagine dell'artista./Pontedera (PI), 1961. He graduated summa cum laude in architecture at the University of Florenc, dealing with residential and production area design, environmental restoration, and urban planning. The sensitivity and constant dedication to the protection of the landscape and design with the utmost respect for the environment, powered by attending a postgraduate course in landscape design at the School of Specialization Sant'Anna of Pisa, found full expression in the realization the "Teatro del Silenzio", a magical mix of musicarchitecture-landscape nestled gently in the beautiful scenery of the Tuscan countryside. Since 1997 he also follows his brother Andrea Bocelli, among other things, taking care of the aspects related to the image of the artist
Andrea Bocelli
cantante/ singer
Perfezionatosi sotto la guida di Franco Corelli, Andrea Bocelli ha raggiunto una vasta notorietà vincendo nel 1994 il Festival di Sanremo. Parallelamente ha avviato il proprio folgorante percorso classico, affrontando sulla scena – diretto da Lorin Maazel, Seiji Ozawa, Zubin Mehta – i titoli del grande repertorio lirico: da Macbeth e Il Trovatore a Madama Butterfly, La Bohème, Tosca, Werther, Carmen. Voce dal timbro pastoso e versatile che risuona in oltre ottanta milioni di dischi, il tenore toscano si è imposto ovunque quale testimonianza della più alta tradizione vocale italiana. Tra gli innumerevoli riconoscimenti, la stella che sulla Walk of Fame di Hollywood brilla in suo onore. Sotto la direzione di Placido Domingo, nel 2014 ha inciso Manon Lescaut. Ancora Puccini, nel più recente cimento del tenore toscano: Turandot sotto la guida di Zubin Mehta./ Sul versante pop, Andrea Bocelli si conferma, da un ventennio, star tra le più amate e seguite a livello planetario. Dopo l’attesissimo album “Passione”, lo scorso autunno è stata la volta del CD+DVD “Love in Portofino”, accolto come sempre da entusiastici consensi. L’inno ufficiale di EXPO 2015 porta la sua firma, quale interprete e autore del testo./ Finalized under the guidance of Franco Corelli, Andrea Bocelli has achieved widespread fame in 1994 by winning the Sanremo Festival. At the same time he started his dazzling classical path, facing on the scene - directed by Lorin Maazel, Seiji Ozawa, Zubin Mehta - the titles of the great opera repertoire: from Macbeth to Il Trovatore, from Madama Butterfly to La Bohème, Tosca, Werther, Carmen. Voice from the mellow tone and versatile that resonates in over eighty million records, the Tuscan tenor has emerged everywhere as a testimony of the highest Italian vocal tradition. Among the countless awards, the star on the Walk of Fame in Hollywood shines in his honor. Under the direction of Placido Domingo, in 2014 he recorded Manon Lescaut. Still Puccini, in the most recent ordeal of the Tuscan tenor: Turandot under the direction of Zubin Mehta. On the pop side, Andrea Bocelli continues, for twenty years, the star of the most loved and followed around the globe. After the highly anticipated album "Passion" last fall it was the turn of the CD + DVD "Love in Portofino", greeted by enthusiastic as ever. The official song of Expo 2015 bears his signature as interpreter and author of the text.
Alessio Barbafieri Lajatico
Sindaco di Lajatico/ Mayor of
Pontedera (PI), 1976. Vive a Lajatico, dove è stato eletto sindaco alle elezioni di maggio 2014. È laureato in Scienze Agrarie, ha conseguito un master in sistemi informativi territoriali ed una borsa di studio presso la Scuola Sant'Anna di Pisa. In passato si è occupato del monitoraggio dell'inquinamento ambientale. Attualmente è un consulente nel campo della cartografia elettronica e dell'agricoltura/Pontedera (PI), 1976. He lives in Lajatico, where he was elected mayor in the elections of May 2014. He holds a Bachelor's degree in Agricultural Science and a master's degree in geographic information systems and a scholarship to sthe Scuola Superiore Sant'Anna of Pisa. In the past dealt with the monitoring of environmental pollution. He is currently a consultant in the field of electronic charts and agriculture
Paolo Di Nardo
architetto/ architect
Firenze, 1958. Fondatore e direttore editoriale della rivista And, nel 2002 fonda lo studio ARX che si occupa di progettazione e ricerca architettonica; lavora con Coophimmelb(l)au, Diener & Diener, Obermayer Planen + Beraten con cui partecipa a concorsi e progetti internazionali. è professore a contratto di progettazione presso la Facoltà di Architettura di Firenze e autore di numerosi articoli e saggi sull’architettura contemporanea/Florence, 1958. Founder and editor of And magazine. In 2002 Di Nardo founded studio ARX, which is concerned with architectural research and design; he works with Coophimmelb(l)au, Diener & Diener, Obermayer Planen + Beraten partecipating to competitions and international projects. He is a temporary professor of Design at the Faculty of Architecture in Florence and has written many articles and essays on contemporary architecture
Gillo Dorfles critico d'arte/ art critic Trieste, 1910. Laureato in medicina, fin dai primi anni Trenta si è dedicato allo studio della pittura, dell’estetica e, in generale, delle arti. È una delle personalità più poliedriche della cultura italiana. Le sue opere mantengono una sconcertante attualità: da “Il divenire delle arti” (1959), al “Il disegno industriale e la sua estetica” (1963), fino al più recente “Il feticcio quotidiano”. Da non dimenticare il suo fondamentale ruolo - di pittore e di teorico - nel Movimento dell’Arte Concreta, alla fine degli anni Quaranta. Le sue indagini critiche sull’arte contemporanea sono basilari per la comprensione della produzione artistica dei nostri giorni. Basti pensare a “Ultime tendenze dall’arte di oggi”, in cui esplora le correnti più significative, dall’Informale al Postmoderno, con un linguaggio talmente efficace che dalla prima edizione del 1961 a oggi l’opera ha già registrato una quindicina di ristampe. Un indiscusso protagonista del Novecento./Trieste, 1910. He graduated in medicine and since the early thirties he has dedicated himself to the study of painting, aesthetics and, in general, of the arts. He's one of the most versatile personality of Italian culture. His works remain a disconcerting modernity: “The becoming of the arts” (1959), the “Industrial design and its aesthetic” (1963), to the more recent “The fetish daily”. Do not forget its fundamental role - as a painter and theorist – in the Movimento dell’Arte Concreta (Movement of the concrete Art), in the late forties. His critical investigation of contemporary art are fundamental to the understanding of art production today. Just think of “Latest trends in art today”, in which he explores the most significant trends from the Informal to the Postmodern. A language so effective that since its first edition in 1961 until today, the work has already recorded a dozen reprints. A leading figure of the twentieth century.
Adriano Ferrara
architetto/ architect
Pontedera (PI), 1958. Si laurea in Architettura a Firenze; è cultore della materia prersso la Facoltà di Architettura di Firenze. Svolge attività professionale, si occupa di ricerca architettonica e promozione culturale. Assieme al Prof. Marino Moretti ha partecipato alla Biennale di Architettura di Venezia e gestito attività di divulgazione nel campo dell'architettura e dell'arte./ Pontedera (PI), 1958. He graduates at the University of architecture in Florence; he continues to collaborate with the University as an expert of the subject. He performs professional works and deals with architectural research and cultural promotion. He has been involved in the Biennale of Architecture in Venice with the Prof. Mario Moretti and has managed disclosuer's activities in the range of architecture and art.
Tommaso Ferrara
dottore in lettere/ doctor of letters
Firenze 1991. Dottore in lettere. Si laurea a Siena con una tesi in critica letteraria e letterature comparate. Nel 2009 vince il primo premio del concorso nazionale “Mario Luzi”. Collabora alla rivista “Testimonianze”. Ha svolto attività professionale per il quotidiano “Stamp Toscana”. Ha partecipato a progetti, nazionali ed internazionali di promozione culturale in campo teatrale, musicale, dello spettacolo in generale.Frequenta la scuola Holden di Torino, portando avanti numerosi progetti di narrativa e critica./Tommaso Ferrara, doctor of letters, Florence 1991. He graduates in Siena with a thesis in literary criticism and comparative literature. In 2009 he won the first prize for students in the national competition "Mario Luzi". He has contributed to the magazine "Testimonianze" and has workerd for the newspaper "Stamp Toscana". He has been involved in projects of national and international culture's promotion in theater, music and entertainment in general. Now he attends the Holden School in Turin, carrying out a lot of different projects of fiction and criticism.
Paola Leardini
architetto/architect
Paola Leardini si e’ laureata in architettura e ha conseguito il dottorato in Tecnologia presso il Politecnico di Milano. Attualmente lavora come docente di Progettazione Ambientale e Architettonica presso la Scuola di Architettura dell’Universita’ di Auckland (NZ), dove e’ coordinatrice dell’area disciplinare di Tecnologia e del Master in Architettura Sostenibile. I suoi studi su comfort ed efficienza energetica dell’edilizia residenziale storica e di nuova edificazione sono stati pubblicati a livello internazionale. Paola Leardini holds a PhD degree in Architecture from the Polytechnic University of Milan. She currently lectures in Architecture and Environmental Design at the School of Architecture of the University of Auckland (NZ), where she is the coordinator of the technology area and the Master of Architecture in Sustainable Design. Her studies on comfort and energy efficiency of new and historic residential buildings have been published internationally.
Simone Millozzi
of Pontedera (PI)
Sindaco di Pontedera (PI)/ Mayor
Pontedera (PI), 1972. Dopo gli studi liceali, nel 1998 ha conseguito la laurea in giurisprudenza e due anni dopo il titolo di Avvocato. Nel 1999 è stato eletto al Consiglio Comunale fino al 2000, successivamente ha svolto il ruolo di Assessore allo sport e alle politiche giovanili per due mandati amministrativi i. Nel 2009 viene eletto Sindaco e attualmente ricopre la stessa carica al secondo mandato./Pontedera, 1972. After high school, in 1998 he earned a bachelor's degree in law and two years later the title of lawyer.
In 1999 he was elected to the City Council until 2000. Later he served as a councilor for sport and youth policy for the two-term administration. In 2009 he was elected Mayor and currently holds the same position in the second term.
Peter Muts
architect
architetto del paesaggio/ landscape
Nato a Soest, in Olanda, dove si è laureato in Architettura dei Giardini, Architettura del Paesaggio e Urbanistica. Ha realizzato numerosi progetti in Olanda ed altri paesi europei. Dai primi anni del 2000 ha iniziato a realizzare progetti anche in Italia, dove si è occupato di progetti paesaggistici all'interno di Piani Urbanistici, sistemazioni di aree a verde e parchi, per privati e Aziende Agricole. Negli ultimi anni ha progettato e realizzato numerose biopiscine e biolaghi, in particolare in Toscana./Born in Soest, the Netherlands, where he graduated in Garden Architecture, Landscape Architecture and Urban Planning. He has carried out numerous projects in the Netherlands and other European countries. Since the early 2000s he began to realize projects in Italy, where he was involved in landscaping projects in urban plans, accommodation of green areas and parks, to private and farms. Over the past few years he has designed and built numerous ecopool and ecopond, particularly in Tuscany
Fabio Rosseti
architetto/ architect
Viareggio (LU), 1961. Vive e lavora a Firenze, rivolgendo la sua attenzione al rapporto fra architettura e tecnologie dell’informazione. è coordinatore della redazione di And con cui ha collaborato fin dal primo numero. Ha scritto vari articoli per And e per altre testate/Viareggio (LU), 1961. Lives and works in Florence, focusing on the relationship between architecture and information technologies. Editorial staff coordinator of And, he has worked with the magazine since its very first issue, writing various articles for And and for other publications
Daniele Salvadori direttore generale BPLaj/general manager BPLaj
Pontedera (PI), 1957. Vive a Lajatico da sempre. Appassionato di storia e cultura locale, all'età di 21 anni inizia a lavorare alla Banca Popolare di Lajatico della quale assume la carica di Direttore Generale nel 1999. Vive con Stefania, sua moglie da 28 anni, e la figlia Martina, architetto, di 25. Ama viaggiare e il suo motto è: "pensare globale - agire locale"./ Pontedera (PI), 1957. He lives in Lajatico all along. Passionate about local history and culture, at the age of 21 he started to work at the Banca Popolare di Lajatico of which he was appointed General Manager in 1999. He lives with Stefania, his wife from 28 years, and his daughter Martina, architect, 25. He loves to travel, and his motto is "think global - act local".
Stefano Stacchini ingegnere e poeta visivo/engineer and visual poet
Da tempo collabora con personalità di spicco del mondo artistico e letterario come Franco Adami, Andrea Bastreghi, Daniela Bernardini, Andrea Bocelli, Nado Canuti, Dino Carlesi, Paolo Crepet, Hans Peter Ditzler, Gillo Dorfles, Riccardo Grazi, Renato Meneghetti, Ugo Nespolo, Kurt Laurenz Metzler, Mario Piatti, Luigi Puccini, Vittorio Sgarbi. Importante è poi la collaborazione con Alberto Bartalini in operazioni di comunicazione effimera nell’ urbanistica e negli spazi aperti in generale, con espressione di Show Art - arte del mostrare – Arte che mostra altre Arti e con loro si fonde. Dal 1985 sono numerosi gli eventi artistici e didattici a cui partecipa attivamente e dal 2008 collabora alla Comunicazione visiva del Teatro del Silenzio di Lajatico di Andrea Bocelli./ Has been collaborating with leading figures in the world of art and literature as Franco Adami, Andrea Bastreghi, Daniela Bernardini, Andrea Bocelli, Nado Canuti Dino Mayer, Paul Crepet, Hans Peter Ditzler, Dorfles, Richard Grazi, Renato Meneghetti, Hugh Medlar, Kurt Laurenz Metzler, dishes Mario, Luigi Puccini, Vittorio Sgarbi. Important is the collaboration with Alberto Bartalini in ephemeral communication operations in urban and open spaces in general, with an expression of Show Art Show – showing Art - Art showing other arts and their blends. Since 1985, there has been numerous educational and artistic events in which he participates actively. Since 2008 he has collaborated on the visual communication of the Bocelli's Teatro del Silenzio in Lajatico.
Fabio Tedeschi Presidente del Teatro del Silenzio/ President of the Teatro del Silenzio Pontedera (PI), 1973, impiegato presso l’Azienda Asl 6 di Livorno dal 1998, ha ricoperto la carica di Sindaco del Comune di Lajatico dal 2004-2009 e 2009-2014. È presidente dell'Associazione Teatro del Silenzio, di cui ha contribuito alla fondazione nel 2005. Un incarico in cui si è impegnato personalmente per il raggiungimento di risultati che fossero a beneficio del territorio e alla sua promozione di qualità. Il suo lavoro decennale per l'Associazione ha sempre avuto una visione aperta al futuro ed al miglioramento./ Pontedera (PI), 1973, employed at ASL 6 (Local Health Board ) in Leghorn since 1998, he held the position of Mayor of Lajatico from 2004-2009 and 2009-2014. He is also President of the Teatro del Silenzio, which he helped found in 2005. A task in which he involved himself personally in order to achieve results that would benefit the region and its quality promotion. His work for ten years for the Association has always had an open vision to the future and improvement.