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CERSAIE 2016: ceramica, lo stato dell'arte Ricerca e progetto per il prodotto ceramico

Anno dopo anno, Cersaie è una tappa fondamentale nella definizione dello stato dell'arte nel panorama del prodotto ceramico e dell’architettura, grazie anche al format culturale 'costruire abitare pensare'. Quest'anno l'evento clou è stato rappresentato dalla Lectio Magistralis, a cui hanno partecipato oltre 2.000 persone, di Lord Norman Foster, ottavo Premio Pritzker consecutivo ospitato alla Manifestazione. Non da meno sono state le altre conferenze che hanno visto la presenza di Manuel Aires Mateus, Solano Benítez, Grafton Architects, la “Lezione alla rovescia” di Ugo La Pietra, e numerose altre iniziative che quest'anno, come anche la visita in fiera, hanno fornito crediti formativi agli architetti. Molto apprezzati sono stati i ‘work in progress’, l’incontro di presentazione dell’EPD medio di settore e gli incontri tecnici tenutisi alla ‘La Città della Posa’, in collaborazione con i principali ordini professionali. Ampia la partecipazione a ‘Cersaie disegna la tua casa’ di un pubblico di consumatori coinvolti sui temi della ristrutturazione della propria abitazione. Successo anche per Bologna Design Week, il cui programma di eventi culturali si è tenuto in diverse prestigiose location della città nelle ore serali. Parlando invece di numeri, non si può sottolineare invece come le presenze a Cersaie di anno in anno aumentino, arrivando quest'anno a 106.000 visitatori di cui quasi la metà proveniente da oltre 170 nazioni estere. Non per niente rappresentatività ed internazionalità sono i tratti salienti di Cersaie, che conferma accanto a piastrelle di ceramica ed arredo bagno, la qualificata ed ampia presenza di espositori di legno, marmi e pietre naturali destinati alle superfici. Tutti gli indici di Cersaie 2016 sono positivi e questi numeri confermano Cersaie evento dedicato allo sviluppo del business globale per i materiali ceramici e da pavimento, oltre che per i prodotti dell’arredobagno, nonché potente motore propulsivo del commercio internazionale.

CERSAIE 2016: ceramics, a state-of-the-art Year after year, Cersaie is a fundamental stage in the definition of excellence in the field of ceramics and architecture, thanks also to the cultural format ‘costruire, abitare, pensare' (to build to live to think). This year, the highlight was the masterclass by Lord Norman Foster, the eighth consecutive Pritzker Prize winner invited to take part in the show which was attended by over 2,000 people. The other conferences were just as impressive featuring Manuel Aires Mateus, Solano Benítez, Grafton Architects, the “Lesson in Reverse” by Ugo La Pietra, as well as numerous other initiatives which this year, just as visiting the show itself, acted as a training ground for architects. The “work in progress” was greatly appreciated, as were the presentation of the EPDs for the sector and the technical meetings held in the “Città della Posa” (Installation City) in collaboration with major professional associations. There was a significant participation in “Cersaie design your home” by the public which was involved in the theme of home renovation. Bologna Design Week was also a success with a programme of cultural events held in the evening in a number of prestigious locations throughout the city. When talking about numbers, it must be emphasised how participation at Cersaie increases annually, reaching 106,000 visitors this year of whom almost half were from over 170 foreign countries. Not for nothing then that representativeness and internationalisation are the key elements of Cersaie which is confirmed by the significant presence of renowned exhibitors of wood, marble and natural stone for surfaces, alongside the ceramic tiles and bathroom furnishings, All the numbers surrounding Cersaie 2016 are positive and they confirm Cersaie as an important event dedicated to the development of the global business for ceramic materials, flooring and bathroom furnishings, as well as being a driving force for international commerce.


sopra/ above: alcuni stand a CERSAIE 2016/ some stands at CERSAIE 2016


Innocenti Bruna s.r.l. Qualità e innovazione Innocenti Bruna srl è una azienda che da oltre 60 anni si occupa di edilizia, arredobagno, pavimenti e rivestimenti, divenendo, grazie alla professionalità delle persone che ci lavorano e alla qualità dei prodotti trattati, il punto di riferimento non solo per Firenze e la sua provincia ma anche per tutta la Toscana. Oggi l'azienda conta 3 negozi, ognuno con una propria specializzazione. Il nuovo showroom inaugurato recentemente a Firenze rappresenta un punto di svolta per l'azienda. Un nuovo spazio espositivo di 1.400 mq che accoglie non solo un'ampia scelta di pavimenti e rivestimenti, fra cui parquet delle più diverse essenze e caratteristiche, ma anche elementi di arredobagno e numerose soluzioni di interior design. Le caratteristiche dei prodotti in esposizione e le soluzioni proposte sono tra le più prestigiose e funzionali che il mercato del settore oggi possa offrire per soddisfare le esigenze della clientela più diversa. La scelta, non comune, di creare non un “semplice” showroom ma una vera e propria architettura, con un proprio valore intrinseco di bellezza e contemporaneità, non vuole sviare l'attenzione del cliente, professionale o privato che sia, dal prodotto finale ma anzi sottolineare maggiormente la qualità architettonica delle proprie proposte e soluzioni di design e finiture. Il team di consulenti esperti e creativi è pronto ad accogliere le idee per contribuire a trasformarle in progetti concreti. Al piano terra dello showroom si trova un'ampia scelta di pavimenti e di rivestimenti sia per interni che per esterni, oltre alla mostra delle soluzioni più innovative di arredobagno con elementi e accessori di ogni stile e sapore. Al piano superiore si trova la zona dedicata ai pavimenti in legno con i parquet dalle più diverse finiture e formati (prodotti certificati FSC -COC). Da sempre Innocenti Bruna srl è attenta alle soluzioni innovative e all'ambiente, scegliendo prodotti certificati, e le migliori aziende sul mercato.

Innocenti Bruna, quality and innovation Innocenti Bruna srl is a company that for over sixty years has been involved in building, bathroom furnishings, flooring and cladding. Thanks to the professional approach of the staff and the quality of the products it deals with, the company has become a reference point, not only for Florence and the province, but for the whole of Tuscany as well. It now has three shops, each one of which has its own specialisation. The new, recently opened showroom in Florence marks a turning point for the company. A new exhibition space occupying 1,400 sq. m. which houses not just a wide choice of flooring and cladding, but also bathroom furnishings and a variety of interior design solutions. The products on display and the solutions put forward feature the most prestigious and functional elements that the market sector can offer to meet the demands of any customer. The unusual decision not to create a “simple” showroom, but a genuine piece of architecture with its own intrinsic value of beauty and contemporary style, is not meant to deflect the customer’s attention, whether he be in the trade or a private individual, from the end product, but rather to put greater emphasis on the architectural quality of the company’s own design and finishing proposals and solutions. The team of expert and creative consultants is ready to embrace ideas and help transform them into reality. On the ground floor of the showroom, there is a wide range of flooring and cladding both for interiors and exteriors, in addition to a display of the most innovative solutions for bathroom furnishings with a variety of styles of elements and accessories to suit all tastes. On the upper floor, there is an area dedicated to wood with parquet flooring of all different finishes and formats (produced with FSC-COC certification). Innocenti Bruna has always focused on innovative solutions and the environment, by choosing certified products and the best companies on the market.

Innocenti Bruna S.r.l. via Empoli 14 50142 Firenze Tel. +39 055 700553 Email: info@innocentibruna.it www.innocentibruna.it


in questa pagina e nella precedente/ in this page and the previous one: viste dell'esterno e dell'interno del nuovo showroom/ external and interior views of the new showroom


Made in Tuscany Alessandro Bianchi e Tagetis “Una figura atipica, sostanzialmente un tecnico; profondo conoscitore dei materiali e costantemente aggiornato su innovazione, tecnologie di realizzazione e prezzi”: ecco come l’architetto Alessandro Bianchi definisce se stesso. Le tendenze alla classificazione, allo stereotipo e all’inquadramento in un particolare contesto non fanno per lui. Alessandro Bianchi nasce a Castelfiorentino, ad appena una trentina di chilometri da Vinci, cittadina toscana che ha dato i natali a Leonardo. Toscano di nascita, di temperamento e di spirito, Bianchi si dedica all’edilizia dapprima come geometra e poi come architetto. Professioni vissute con passione e competenza, respirando quell’aria tipica dell’italianità più pura. Una regione incredibile, la Toscana. Luogo di origine e diffusione di tanta arte, letteratura e architettura. Impossibile non restarne affascinati e imprigionati. È in questo contesto che Alessandro Bianchi segue la sua inclinazione: gestisce commesse edilizie, si occupa di ricettività, ristorazione, edilizia residenziale, contract e retail. Il tutto in un’ottica di completezza della proposta: dalla progettazione al “chiavi in mano”. Un “percorso professionale” che prosegue tutt’oggi. Alessandro Bianchi non è solo ed esclusivamente un professionista, egli sa essere anche un abile e moderno imprenditore che, infatti, garantisce al cliente un controllo totale: dalla fase progettuale alla fornitura edile, passando per la fornitura dei materiali e degli arredi. Presso la sede a Poggibonsi è facile perdersi in un archivio di migliaia di cataloghi – costantemente aggiornato – e campionari di ogni tipologia di prodotto, frutto di un lavoro di scouting delle migliori realtà artigiane italiane e di una minuziosa conoscenza del tessuto imprenditoriale a livello regionale e nazionale. Egli stesso è autore di progetti innovativi e di prototipazioni tese a trovare le migliori soluzioni in termini prestazionali e di rapporto qualità/prezzo. Una fonte di continue sorprese Alessandro Bianchi. Nel 2012 fonda Tagetis di cui è presidente. Una realtà innovativa che fornisce servizi specifici per una committenza internazionale. Il progetto Tagetis è la naturale finalizzazione di una lunga esperienza internazionale, che in Russia ha avuto senza alcun dubbio il suo apice professionale. La clientela russa infatti si dimostra da subito molto attenta alla nuova realtà, in quanto espressione veramente genuina del “Made in Tuscany” e della capacità di Alessandro Bianchi di traslare dalla sua terra alla Russia quella antica sapienza tradizionale, un marcato senso di esteticità ed una cultura tipici di una terra che tutti al mondo ci invidiano. Dopo l’esperienza russa, Alessandro ha continuato a gettare ponti ideali verso altre culture e paesi, sempre più intrigato e coinvolto da progetti internazionali. Tagetis diviene così in pochi anni una realtà di riferimento per molti studi professionali internazionali di architettura ed interior design, proponendo un rapporto diretto tra progettista, fornitori e cliente, senza soluzione di continuità.

TAGETIS è un marchio di ARTEDINAMICA s.r.l. Tel. +39 0577 935940 / +39 0577 934299 Fax: +39 0577 996641 / +39 0577 992683 Email: info@tagetis.com www.tagetis.com


“A unusual character, essentially a technician, an expert

the client a total control: from planning, to building supply

in international projects. Tagetis is now a benchmark for

of materials always updated on innovation, technologies and prices”: this is how the Architect Alessandro Bianchi describes himself. Alessandro Bianchi was born in Castel

to material and furniture supply. At the main headquarter Poggibonsi, it is easy to get lost in thousands of catalogues

many international architectural and interior design studios, by providing a direct relationship between designers, suppli-

– continuously updated – and thousands of product samples, which are the result of a scouting job of the best Italian handmade realities and of a careful knowledge of regional

ers and clients.

Fiorentino, 30 kilometres from Vinci, a small town of Tuscany which gave birth to Leonardo. Tuscan from birth, character and spirit, Bianchi focuses initially in the construction industry as a surveyor and then as an architect. Jobs in which he puts passion and skills, by breathing the purest Italian

and national businesses. He is author of innovative projects and prototypes which aim at finding the best solutions in

atmosphere. An incredible region, Tuscany. The place of birth and spread of art, literature and architecture. It is impos-

terms of performance and quality/price ratio. Alessandro Bianchi is always surprising. In 2012 he set up Tagetis and he is now the Chairman. An innovative reality which provides

sible to not be impressed, attracted and shocked. And in this context Alessandro Bianchi follows its inclination: he orders

specific services for international clients. Tagetis project is the result of a long-term international experience and in Rus-

construction management, he deals with receptiveness, catering, residential building, contract and retail. Everything in the perspective of an overall proposal: from planning to a

sia he expresses perfectly his professionalism. The Russian clients are very careful to the new reality, as it is the expression of the genuine “Made in Tuscany” and of the Alessandro

turnkey project. A professional path who follows nowadays. Alessandro Bianchi is not only and exclusively a professional,

Bianchi’s expertise in moving from its land to Russia, a sign of flexibility. After his Russian experience, Alessandro contin-

he is a modern and expert entrepreneur who guarantees to

ued towards other cultures and countries, involving himself


WIZ Design - Creatività e funzionalità per ogni progetto Wiz Design è una realtà molto attiva che si occupa di

Wiz Design, creativity and functionality Wiz Design is

design e di progettazione, fornendo soluzioni di arredo per la casa, l'office ed il contract. La sua particolarità risiede nella capacità di soddisfare ogni esigenza di

a dynamic company that works in design and planning, providing furnishing solutions for the home, office and contracts. Its key feature is its ability to fulfil any de-

progettazione e di arredamento, sia di aziende che di privati, che vogliono realizzare ambienti di design. Wiz

sign or furnishing requirement, whether for companies or private individuals, who want to create a design

Design nasce nel 2011 e fin da subito fa della dinamicità il suo punto di forza. Questo gli permette di dive-

interior. Wiz Design was set up in 2011 and made a dynamic approach its strong point from the very be-

nire in breve tempo il punto di riferimento per chi cerca la qualità e l'eccellenza nel mondo dell'arredamento, sia che si tratti di spazi domestici o di ambienti office.

ginning. This led to it quickly becoming a reference point for anyone looking for quality and excellence in the world of furnishing, for the home and office alike.

L’azienda è inoltre in grado di supportare con la propria esperienza e conoscenza del settore i general contractor

With its experience and knowledge of the sector, the company is also able to support general contractors

che a lei si affidano per la realizzazione chiavi in mano di progetti di rilievo. L’impegno di Wiz Design inizia dal sopralluogo e si conclude con la totale soddisfazione

who commission it to realise major turnkey projects. Wiz Design begins all its projects with an on-site inspection and finishes only when the customer is satis-

del cliente: una squadra di designer e commerciali preparati studia le possibili soluzioni in accordo con il

fied. A team of designers and knowledgeable sales and marketing personnel examine the potential solutions

cliente mentre squadre di tecnici, con grande esperienza, si occupano del trasporto e del montaggio in loco. Interpretare i bisogni del cliente dando loro concreta

with the customer while the experienced technical team takes care of the transport and installation on-site. The company’s main aim is to interpret the customer’s

realizzazione contribuendo con la propria esperienza ma anche con la propria creatività, è l’obiettivo princi-

requirements and fulfil the task by contributing not only its experience, but its creativity as well. The abil-

pale dell’azienda. Non ultima è la capacità del team di Wiz Design di ottimizzare i budget di spesa dei clienti, proponendo loro la scelta del prodotto perfetto al mi-

ity of the Wiz Design team to optimise the customers’ expense budget, by suggesting the ideal product at the best price, is just as important. This is how the ideal

glior prezzo. Nasce così l’ambiente ideale, cucito come un abito di alta sartoria attorno alle esigenze e alle

environment is created, tailored like a quality bespoke garment around the customer’s needs and desires,

passioni del cliente, ricco di design e funzionalità, progettato in ogni dettaglio, valorizzato dai prodotti delle migliori firme di interior design nel mondo, e realizzato

packed with design and functionality, planned down to the very last detail, enhanced by products from top interior designers worldwide, and implemented with

con accuratezza e tempestività. E tutto questo grazie alle maestranze tecniche e ai consulenti di Wiz Design

precision and within the given time frame. Customers can count on all of this thanks to Wiz Design’s techni-

che sono a disposizione dei clienti.

cal work force and consultants.

Wiz Design S.r.l. via Fermi 88 51100 Pistoia Tel. +39 0573 442280 Fax. +39 0573 442285 Email: info@wizdesign.it www.wizdesign.it


in questa pagina/ in this page: alcune vedute dello showroom/ some views of the showroom


Stampiamoci il Futuro Self-Printing the Future testo di/text by

Mario Coppola

In questi mesi ad Amsterdam si organizzano i preparativi per un evento di grande interesse: MX3D, una startup olandese, ha annunciato l'inizio dei lavori per

In these months, in Amsterdam, the preparations for a very interesting event is being prepared: MX3D, a Dutch startup, has announced the construction of the first 3D printed pedestrian

il primo ponte pedonale in acciaio stampato in 3D. Il ponte sarà stampato in loco, eliminando costose ed

steel bridge. The bridge will be printed on site, eliminating expensive and hard transport operations, but the project itself

energivore operazioni di trasporto, ma è il progetto in sé l'elemento più interessante: ricorda da vicino le ramificazioni degli alberi ed è il frutto di una ricerca

is the most interesting element: reminiscent of tree branches, it is the result of the research on natural structures aiming at the topological optimization of a structure for the least use of

sulle strutture naturali che mira all'ottimizzazione topologica di una struttura per il minor utilizzo di ma-

material. This is possible thanks to the computational morphogenesis, a computerized technique that uses evolutionary

teriale. Ciò è possibile grazie alla morfogenesi computazionale, una tecnica computerizzata che, usando algoritmi evolutivi, replica nel software i processi

algorithms in order to replicate the processes through which living structures (such as bones and plant tissues) organize themselves. Through this technique it is possible to obtain an

attraverso cui si auto-organizzano le strutture viventi (come ossa e tessuti vegetali). Con questa tecnica è

extremely light structure, eliminating the "inert" mass through a series of iterative processes that calculate the stresses:

possibile ottenere una struttura che sia la più leggera possibile, eliminando la massa "inerte" attraverso una serie di processi iterativi che ne calcolano

such complex shapes are finally feasible by 3D printing. The substantial innovation of MX3D is the coupling of the extruders that melt the metal by robotic arms - already in use in

le sollecitazioni: forme complesse così generate sono finalmente realizzabili con la stampa 3D. La sostan-

traditional industry - driven by a software that simultaneously controls the moving, the movement of the arms and the metal extrusion. This way the robots can generate the elements that

ziale innovazione di MX3D è l'accoppiamento degli estrusori che fondono il metallo con bracci robotici già in uso nell'industria tradizionale, guidati da un software che gestisce simultaneamente il movimento, lo spostamento nello spazio dei bracci e l'estrusione del metallo. In questo modo i robot possono generare gli elementi che compongono il ponte e spostarsi su di essi utilizzandoli come binari man mano che il processo va avanti. Il salto è notevole: si svincola la stampa dalle dimensioni del "cubo" nel quale avviene il deposito dei layer, trasformando i robot in "operatori automatici" che si spostano man mano che l'opera prende forma. In tal modo non si producono materiali di scarto né si sprecano tempi logistici, dal momento che la struttura viene plasmata senza alcun componente semilavorato. Ciò, unito al grado di complessità supportato, apre uno scenario inedito grazie alla possibilità di passare "direttamente" dal disegno alla realtà, ricongiungendo la fase di progetto e quella di realizzazione in un processo ibrido, a metà strada tra industria e artigianato. E in Italia? Una volta tanto non si sta a guardare: un gruppo di creativi ha fondato WASP, un team di ricerca con sede a Massa Lombarda (Ra) che sviluppa stampanti 3D basate sulla tecnologia "delta", importata dal mondo industriale, sensibilmente più veloce di quella "cartesiana". Accanto ai materiali già ampiamente diffusi come PLA e ABS, WASP ha ideato un sistema capace di convertire direttamente scarti plastici in oggetti nuovi e di utilizzare materiali fluidi, come l'argilla, per l'estrusio-

make up the bridge and move by using them like tracks as the process goes on. The result is remarkable: it frees 3D printing from the size of the "cube" in which the deposit of the layers takes place, transforming robots in "automatic attendants" moving as the work takes shape. This way it is possible to produce no waste materials while there are no waste logistic times, since the structure is molded with no semi-finished components. This, combined with the degree of complexity supported, opens an unprecedented scenery thanks to the ability to go "directly" from drawing to reality, rejoining design and construction into one single hybrid process, halfway between industry and handcrafting. And in Italy? For once we are not just watching: a group of creative experts have founded WASP, a research team based in Massa Lombarda (Ra), which develops 3D printers based on "Delta" technology, imported from the industrial world, significantly faster than that usual "cartesian" mechanic. Beside the already widely diffused materials such as PLA and ABS, WASP has devised a system capable of converting plastic waste into new objects and using moldable materials, such as clay, for extrusion. Beyond making medium and large size 3D printing within young designers’ reach - so that they can self-produce their own pieces, challenging the big brands with an economic and ecological design - even WASP, like MX3D and many others, is trying to bring "delta" technology in architecture, through a 12-meter high machine capable of printing, directly on the ground, at incredibly low costs, environmentally compatible building materials. It is evident that 3D printing represents a deep innovation that calls for a deep innovation and a new


sopra e a destra/ above an right: particolari della stampante 3D reallizzata da MX3D/ details of the 3D printer made by MX3D


ne. Oltre a rendere la stampa 3D in dimensioni medie

radicalmente il paradigma economico e produttivo

e grandi alla portata dei giovani designer - che possono così autoprodurre i propri pezzi sfidando i grandi marchi con un design economico ed ecologico - anche

occidentale. Come spiega l'economista Jeremy Rifkin con la teoria di un "futuro a costo zero", l'insieme di

WASP, come MX3D e molti altri, sta provando a portare nell'architettura la tecnologia "delta", attraverso una macchina alta 12 metri capace di stampare direttamente sul terreno, a costi incredibilmente bassi, costruzioni in materiali ecocompatibili. Appare dunque evidente che la stampa 3D costituisce un'innovazione profonda e che si rende perciò necessario ripensare il progetto dal momento che struttura, funzione ed estetica sono legate indissolubilmente e la trasformazione di una innesca il cambiamento delle altre. Come cent'anni fa il cemento armato rivoluzionò i linguaggi architettonici - dagli esili pilotis lecorbusiani agli inediti sbalzi wrightiani - è ipotizzabile che la stampa 3D provochi analoghe mutazioni, rendendo attuabili, per esempio, le utopie ecologiche di fusione tra natura e architettura immaginate da visionari come Paolo Soleri e Friedensreich Hundertwasser, oggi ancora più attuali e urgenti. Così, in una prospettiva tutt'altro che fantasiosa, che prevede un ulteriore ampliamento dei meccanismi socio-culturali che negli ultimi dieci anni hanno diffuso globalmente la condivisione gratuita di "beni digitali", se si considera in sincrono la diffusione capillare della connessione internet che rende accessibile ai più il know how necessario alla stampa 3D e gli stessi progetti digitali da stampare, del fotovoltaico domestico e di molti altri tipi di autoproduzione locale come gli orti urbani, è immaginabile che questo insieme di trasformazioni porrebbe le basi di una terza rivoluzione industriale, cambiando

questi cambiamenti renderebbe possibile l'uscita dalla crisi dell'attuale paradigma meccanico e l'ingresso in un paradigma "digitale" a "costo marginale zero", in cui consumatori e produttori sarebbero tutt'uno, i "prosumers". In questa prospettiva il commons collaborativo sostituirebbe il capitalismo globalizzato attraverso la condivisione di ogni genere di bene (dalle informazioni alla musica, dagli e-book ai trasporti grazie alle nuove forme di bike e car sharing) e vedrebbe il cosiddetto "internet delle informazioni" sommarsi all'"internet dell'energia" (le "smartgrid", griglie intelligenti di scambio di energia autoprodotta) fino al nascente "internet delle cose", permettendo la condivisione di "oggetti digitali" scaricabili online e stampabili con macchine domestiche o di quartiere, come la WASP DELTA 12M. Così l'architettura potrebbe ridiventare un bene collettivo capace di incidere sulla qualità ambientale e sul benessere di enormi fasce di popolazione, offrendo una risposta concreta alla necessità planetaria sempre più urgente di un habitat dignitoso ed ecocompatibile per tutti.


way of thinking of the project, since structure, function and aesthetics are inextricably connected and the transformation of one of them triggers the change of the others. Similarly to a hundred years ago, when the reinforced concrete revolutionized architectural languages - from the slender pilotis by Le Corbusier to the never seen before wrightian cantilevers - , it is conceivable that 3D printing will cause similar mutations, making many things feasible, for example the ecological utopias of blending nature and architecture as imagined by visionaries like Paolo Soleri and Friedensreich Hundertwasser, “utopias� that are urgent today and even more topical.So, in a realistic perspective, with a further extension of the sociocultural mechanisms that in the last ten years have globally spread the sharing of digital goods, with the diffusion of Internet connection that makes the know-how needed to 3D printing - and the digital projects themselves to be printed - accessible to all, with the domestic photovoltaic and many other types of local self-productions like urban gardens, it is conceivable that this set of transformations could lay the basis of a third industrial revolution, radically changing Western economic productive paradigm.As the economist Jeremy Rifkin explains in his theory of "zero cost future", all of these changes might favor the exit from the crisis of the mechanical paradigm and the entry into a "digital" paradigm with a "marginal zero cost", in which consumers and producers would be a unity, the" prosumers". In this perspective the collaborative commons would replace globalized capitalism through the sharing of all sorts of goods (from information, music, e-book to transport, thanks to the new forms of bike and car sharing) and see the so-called "Internet of information" adding up to the ''Internet of energy" (the smartgrid of the exchange of self-produced energies) up to the emerging of the "Internet of things", granting the sharing of "digital objects" which are

downloadable and printable with domestic or neighborhood machines, like WASP DELTA 12M. So once again architecture could be a collective good that could affect environmental quality and well-being for wide segments of population, offering a concrete answer to the increasingly urgent global need for decent and environmentally compatible habitat for all.

pagina precedente e in basso/ previous page and below: immagini di come viene stampata in 3D la struttura del ponte/ views of the 3D printing of the bridge structure


AND Rivista quadrimestrale di architetture, città e architetti n°30 settembre/dicembre, 2016

distribuzione per l’Italia JOO Distribuzione via F. Argelati, 35 - 20143 Milano joodistribuzione@joodistribuzione.it

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comitato scientifico Giandomenico Amendola, Maurizio Nannucci, David Palterer, Sergio Risaliti, Giorgio Van Straten coordinamento comitato scientifico Alessandro Melis redazione Tommaso Bertini, Simone Chietti, Lorenzo Pucci, Lorenzo Saccomando, Luca Sgrilli coordinamento editoriale Simone Chietti coordinamento redazionale Fabio Rosseti corrispondenti dalla Francia: Federico Masotto dalla Germania: Andreas Gerlsbeck traduzioni italiano-inglese Transitus Group, Dafne Mazzanti crediti fotografici le foto sono attribuite ai rispettivi autori come indicato sulle foto stesse. L’editore rimane a disposizione per eventuali diritti non assolti progetto grafico Davide Ciaroni impaginazione elettronica Lorenzo Pucci direzione e amministrazione via degli Artisti, 18/R - 50132 Firenze www.and-architettura.it

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CHERUBINO GAMBARDELLA > ARCHITETTI ITALIANI

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Quadrimestrale in Italia â‚Ź 10,00 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB FIRENZE Austria â‚Ź 20,90 ¡ Belgio â‚Ź 15,90 ¡ Francia â‚Ź 20,90 ¡ Principato di Monaco â‚Ź 20,90 ¡ Germania â‚Ź 20,90 ¡ Portogallo â‚Ź 14,90 ¡ Spagna â‚Ź 15,90 ¡ Svizzera Chf 19,90 ¡ Svizzera Canton Ticino Chf 18,90 ¡ Gran Bretagna ÂŁ 15,90

direttore editoriale Paolo Di Nardo

e d i t r i c e

cherubino gambardella andrea lotti riccardo zappi carlo achilli

in copertina/cover: Cherubino Gambardella, Poetica Disagiata, Napoli 2012/Cherubino Gambardella, Distressing Poetics, Napoli 2012


30 sommario/summary Cherubino Gambardella > Architetti Italiani

EDITORIALE, Paolo Di Nardo

UN'IDENTITÀ METICCIA

CORTE BLU

ARCHITETTURA SEMPLICE

16

18

22

26

30

34

38

42

SCATOLE COMBATTIVE

INNESTO A "PAGLIETTA"

CASA OLA

CASA PIERA

PLASTICITÀ MEDITERRANEA

LAMPI UNDERGROUND

IN ACCESSIBILIE

BELVEDERE AMALFI

44

50

52

56

58

60

64

66

FISIOGNOMICA

PALAZZO D'ORO

IPOSTILO DELLE POLVERI

ELEFANTE BIANCO

PENSILINA BESTIARIO

PALAZZO DEL COMMERCIO

ANGLOBECERI A FIRENZE

ARCHITETTI ITALIANI, di Paolo Di Nardo

EDITORIALE

Architetti Italiani 70

72

76

82

88

94

LINEA PUNTO

CASA P

DENTRO LA STORIA

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EDITORIALE

Utopia contemporanea È abbastanza immediato associare Cherubino Gambardella al concetto più alto di Utopia sia con l’uso dei suoi disegni, soprattutto su Supernapoli, che attraverso la “strong idea” e la genesi dei suoi progetti. L’Utopia è innanzi tutto il progetto di una società ideale e non globalizzata e quindi ogni atto creativo per appartenere a questo viaggio ideale deve diventare “arte della democrazia”, accettando la “imperfezione” come caratteristica della contemporaneità. Se si ripercorre la storia del concetto stesso di Utopia non si può fare a meno di collegare Gambardella a Thomas More proprio nel modo di ribellarsi a quella globalizzazione governativa, in senso culturale, in modi diversi ed epoche distanti, ma sempre con la stessa fiducia verso una bellezza condivisa: «Vorrei che l’Architettura fosse padrona del mondo e che, in un battere di ciglia, una bellezza collettiva si impadronisse della terra». Il pensatore rinascimentale era infatti come Gambardella in polemica con l’architettura del suo tempo, la quale a suo giudizio, occupandosi solo di simboleggiare le strutture del potere, era d’intralcio all’organizzazione democratica della società in cui egli credeva, auspicando la presenza della natura con facciate abbellite da fiori e arricchite di rampicanti perché «La natura – diceva infatti – non ha nessuna struttura di potere da proclama-

PAOLO DI NARDO

re». Per Gambardella stiamo subendo gli esiti nefasti di un governo dell’architettura teorizzata e decollata culturalmente in Olanda nei primi anni ‘90 e planata suicidandosi disastrosamente nei nostri territori regionali, ognuno con le proprie peculiarità, producendo quei “giganti di argilla” attraverso lo Shopping Mall, le villettopoli, i poli terziari in cui il solo fattore aggregativo, da un punto di vista sociale, è il mero commercio fomentando un partito di architetti autoreferenziale: «questa sparuta fazione neoformalista è stata accolta con grande sospetto e questo clima ostile ha favorito la vittoria di un altro partito, un movimento globale che in Italia ha potuto contare solo su qualche luogotenente e molti rivoluzionari di professione». La ricchezza e la bellezza delle nostre città e dei nostri paesaggi si è da sempre fondata sulla dimensione epica tra Utopia e Realismo perdendo, grazie all’autoreferenzialismo, quell’identità che non può da sola essere la bandiera di una ribellione come antidoto al fallimento del generalismo. Nei disegni e nelle opere di Gambardella scaturisce la sua personale ribellione attraverso la valorizzazione di quello che definisce “regionalismo visionario” riconducendoci al “binomio fantastico” di Utopia e Realismo. Questo lavoro non ha quindi scale di progettazione predefinite lavorando persino sul make up delle facciate generaliste da risarcire, sugli spessori arricchiti di finestre, balconi e sporti dell’architettura del dopoguerra: «questa dimensione scenografica (…) è la prima da affrontare per un vero rinnovamento». La bellezza Vitruviana su cui si è fondata la storia millenaria dell’architettura dovrà essere declinata in modo diverso ricercando la nuova Bellezza democratica «secondaria, imprecisa, disponibile, desunta da scritture, da installazioni e regole, da cancellazioni e complessità scenografiche». Un lavoro solitario quasi artigianale, nella tipica tradizione italiana, che tende al visionario e quindi all’Utopia. I disegni di Gambardella sanno sintetizzare questa complessità e questa nuova e felice deriva della ricerca architettonica italiana con sovrapposizioni di immagini, segni, simboli, colori, prospettive alterate in cui il singolo osservatore esprime la propria immagine di architettura e città in un atto di semplice libertà. Ne derivano infatti nuove visioni sempre mutevoli e provvisorie, come il tempo contemporaneo che ci accompagna, e che sembrano dialogare o essere in conflitto per diventare un'unica risultante rimanendo in rete le une con le altre. Un compito altamente etico perché, come dice Julio Cortázar, «può bastare un’azione futile e illogica allo scopo di combattere il pragmatismo e l’orribile tendenza al conseguimento di fini utili». La regola quindi non esiste, ma è ormai digerita in questa produzione poetica proprio perché si supera il concetto heideggheriano di “sintesi di passato presente e futuro” per un “oggi orientato e aperto” come definisce il nostro tempo Cherubino Gambardella, non scollegando mai pensiero dal progetto, anche attraverso il disegno, in cui la magia e il mistero, tipicamente napoletano, regolano nuove prospettive per il progetto.


16 Contemporary utopia You more or less automatically associate Cherubino Gambardella with the highest concept of Utopia both in the use of his

ing estates and business complexes in which the only common denominator, from a social point of view, was just commerce inciting a self-referencing

drawings , especially in “Supernapoli”, and through the “strong idea” and the origin of his projects.

party of architects: «This small neo-formalist faction was greeted with great suspicion and this hostile

Utopia is first and foremost the project for an ideal, non-globalised society and, therefore, every creative act must become “democratic art” to belong o

climate helped another party of victory, a global movement which could only be seen in Italy in a few foot soldiers and many professional revolu-

this ideal journey, by accepting “imperfection” as a characteristic of contemporary society. If we look

tionaries». The wealth and beauty of our cities and countryside has always been founded on the epic

simple freedom. New and constantly changing, temporary visions arise from them, like the contemporary times which accompany us and which seem

back at the history of the concept of Utopia itself, it is impossible not to link Gambardella to Thomas Moore precisely for his way of rebelling against state

dimensions between Utopia and Realism, losing the identity, thanks to self-reference, which on its

to communicate or be in conflict with one another to become a single result which remain intercon-

own is incapable of being the badge of a rebellion as an antidote to the failure of those in command. Gambardella’s own persona rebellion are triggered

nected. A highly moral task because, as Julio Cortázar says «a futile, illogical action may be enough in order to combat pragmatism and the terrible

in his drawings and work through the enhancement of that which he defines as “visionary regionalism”

tendency to do something to make a profit». There is no rule then, but rather it has been absorbed in

returning to an “imaginative combination” of Utopia and Realism. This work, therefore, does not have any predefined scales of design, but even works on

the poetic production itself because the Heideggerian concept of the “synthesis of past, present and future” has been superseded for an “open present

the substance of generic façades which must be compensated for, on walls enhanced by windows,

day with direction” as Cherubino Gambardella defines our times, never separating thought from

balconies and displayed by post-war architecture: « this dramatic scenario (…) is the first that needs to be tackled with a genuine makeover». The Vitruvian

the project, even through the drawing in which the magic and mystery, so typical of Naples, give new perspectives to the project.

globalisation in a cultural sense, in different, distant times, but still with the same trust in shared beauty: «I would like Architecture to rule the world and, in the blink of an eye, for collective beauty to take over the Earth». Indeed, the Renaissance thinker was, like Gambardella, at odds with the architecture of his time, which, in his opinion, by only trying to symbolise the structure of power, was an obstacle to the democratic organisation of society in which he believed. His wish was to bring nature to façades embellished by flowers and enhanced by climbing plants because «Nature – he,in fact, said – has no structure of power to proclaim». For Gambardella we are suffering the adverse effects of the architectural rules that were thought up and culturally

beauty on which the thousands of years of architectural history is based will have to be interpreted dif-

took off in Holland in the early 1990s which then coasted along to fatally crash in the regions of Italy.

ferently by searching for a new democratic Beauty that is «secondary, imprecise, open-minded, taken from literature, installations and rules, from dele-

Each region had its own distinctive style, producing “clay giants” through Shopping Malls, hous-

tions and dramatic complexities». A solitary, almost artisan-type task, along the lines of Italian tradition,

which tends to be visionary and, therefore, Utopian. Gambardella’s drawings are able to condense this complexity and this new and positive deviation of Italian architectural research with the overlap of images, signs, symbols, colours and altered prospectives in which the individual observer expresses his own image of architecture and cities in an act of

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Un'identità meticcia testo di/text by

Mario Coppola 18

A crossbred identity Neverseen urban perspectives and hybrid architectural bodies

Inedite prospettive urbane e corpi architettonici ibridi prendono forma nei disegni di Cherubino Gambardella, scenari variegati in cui si scorgono, fra intrecci inestricabili,

take shape in Cherubino Gambardella's drawings, varied scenarios in which, from an inextricable intertwining, fragments of

frammenti di realtà riconfigurati in spazi che vivono in bilico tra reminiscenza e fantasia. Collage, ritagli, fotografie, planimetrie, testi scritti a mano ma anche colori e strumenti grafici diversi – roller, china, pennarelli – coesistono in una pluralità di elementi

reality emerge, reconfigured into spaces that live in a balance between reminis-

che racconta di un mondo vitale, stratificato, contraddittorio, imperfetto. Un mondo che trae le forze da ogni manifestazione della sua esistenza per sconfiggere la morta fissità

cence and imagination. Collage, clippings, photographs, plans, handwritten texts, but

di tutto ciò che è per-fectum, cioè compiuto, concluso, opponendo a questo l'universo presente, sempre più complesso e intricato, nel quale ogni giorno si fa più forte la tentazione di costruire muri, di chiudersi in recinti elettrificati in cui restare ciascuno

also colors and other graphics tools - roller, ink, markers - coexist in a plurality of elements which tells a vital, stratified, contradictory, imperfect world. A world that draws its strength from every event of its life to defeat the dead stillness of what is per-fectum, i.e. completed, ended, while opposing to this the increasingly complex and intricate present universe in which every day there is a stronger and stronger temptation to build walls, withdraw into electrified fences that keep people sheltered from one another, because of selfdefense, in spite of what is outside, felt as different, hostile. If building walls and

al riparo dall'altro in ragione della difesa del sé, a dispetto di ciò che c'è fuori, di ciò che si reputa diverso, ostile. Se costruire muri, edificare recinti, non influenza solo il luogo fisico in cui agiamo, quest'ultimo, da solo, non basta d'altra parte a modificare attitudini e desideri. E perciò è qui, in una dimensione a metà strada tra immaginazione e progetto, tra onirico ed empirico, che i disegni di Gambardella agiscono con una forza simbolica ed evocativa in grado di sovrastare quella di una singola architettura costruita. Perché tra le linee incrinate e le figure spurie, incastonate l'una nell'altra, dei suoi disegni, prende vita un'identità meticcia, aperta all'aggiunta e alla sottrazione di parti; un'identità instabile, che vive di interferenze, di reciproci sconfinamenti; che accoglie la sproporzione, il casuale, il gusto per il buffo e per il nobile, quello per il gigantesco e per il minuscolo; che mette insieme in un’unica trama le diversità di brani, i quali, pur mantenendo ciascuno la propria sintassi, la propria autonomia, diventano composizione unica, organica. Per dimostrare che a muri e compartimenti stagni si può opporre un'altra via.

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fences does not influence just the physical place in which we act, the physical location, on the other hand, by itself, is not

plot the diversity of shreds, which, while maintaining each its own syntax, its own autonomy, become a unique, organic com-

enough to change attitudes and desires. And so it is here, somewhere between im-

position. In order to prove that another way may be opposed to walls and watertight

agination and project, between a dreamlike and an empirical dimension, that Gambardella's drawings act with a symbolic

compartments.

and evocative power that can overcome that of a single-built architecture. Because among the cracked lines and spurious figures, embedded into one another, of his drawings, a crossbred identity comes to life, able to be added and subtracted in its parts; it is an unstable identity that lives on interference, mutual trespassing; that welcomes disproportion, casualness, taste for funny and noble, gigantic and tiny things; an identity bringing together into a single



Corte blu La vita delle forme

testo di/text by

Paolo Di Nardo 22

The blue court A drawing, that is never the same in its diverse Mediterranean forms, frames a residential world that uses contemporary elements to replace a concept of living wiped out by the previous interventions. Reconnecting with the identity of the place and, above all, with the forms which define this sense of belonging through the “self-constructed forms” of satellite dishes, verandas, railings and washing hung out to dry, is the central theme which accompanies this building project to replace buildings following the earthquake in 1980. Corte Blu (Blue Court) gives form to an attempt to compensate for an urban wound which cut off the identity of a population in all its architectural and social forms, and which through the brush stroke in blue of the immense wall/skin carved out by loggia, balconies and overhangs captures the powerful shadows cast by the light in Naples. In this project, packed with buildings of all kinds, the composition of the façades meets the delicacy of origami which envelops everything creating uniformity among the formal differences. In this way, the tightly-packed structures evoke houses in the Mediterranean forming a “vertical Procida” and restoring a picturesque dimension to a place that is bleak and void of colour.

in apertura/ opening page: il prospetto verso la strada/ the façade towards the street a destra/ right: vista della corte blu interna/ view of the internal blue court

Un disegno mai uguale nelle sue disparate forme mediterranee incornicia un mondo residenziale capace di sostituire attraverso elementi contemporanei un concetto dell’abitare annullato dagli interventi precedenti. Riconnettersi con l’identità di un luogo, ma soprattutto con le forme che definiscono tale appartenenza attraverso le “forme autocostruite” di parabole, verande, ringhiere, panni tesi al vento, è il filo conduttore che accompagna questo intervento di sostituzione edilizia di alloggi post terremoto del 1980. Corte blu materializza un tentativo di risarcire una ferita urbana che ha interrotto il dna di un popolo in tutte le sue forme architettoniche e sociali e che attraverso la pennellata di color blu della grande parete/pelle ritagliata da logge, balconi, sporti cattura le possenti ombre della luce napoletana. In questo progetto altamente denso volumetricamente la composizione delle facciate accoglie la delicatezza dell’origami che tutto avvolge uniformando le differenze formali. Così facendo la densità dei volumi evoca quella delle case mediterranee componendo un “Procida verticale” restituendo una dimensione pittoresca ad un luogo tetro e privo di colore.

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nome progetto/project name: La Piazza Blu - L'unitĂ Aleatoria/ The Blue Court - The Aleatory Unit progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella ubicazione/place: Napoli, Italia/ Italy committente/client: Comune di Napoli collaboratori/collaborators: Lorenzo Capobianco, Simona Ottieri progettista strutturale/structural designer: Ing. Claudio Rossi anno di progetto/design date: 2003-2005 anno di realizzazione/completion: 2008-2012 imprese/contractor: Bernaccio Costruzioni


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pagina precedente e in alto/previous page and above: viste della corte interna e dettaglio della facciata/views of the inner court and details of the façade. a sinistra/left: l'unità di abitazione "aleatoria"/the so-called "aleatory" dwelling 's unit


in apertura/ opening page: il volume di ingresso e distribuzione alle unitĂ / the access and the distribution to the individual units pagina seguente/ following page: vista degli interni delle residenze/ view of the interiors of the dwelling units


Architettura semplice Dinamicità di luci ed ombre

testo di/text by

Fabio Rosseti 26

A simple architecture A project with numerous vicissitudes which sowed its first seed in 1998 and came to fruition in 2008. These days they are called “social residences”, but in the past they were “tenements”, a term which, in a sort of cultural “racism”, had negative overtones indicating cheap, not architectural, construction. The young Gambardella went one step further by creating a social residence which was first and foremost architecture because it was conceived not (only) from functionality or

Un progetto dalle numerose vicissitudini, che vede il suo primo germe sbocciare nel 1998 e la conclusione nel 2008. Oggi si chiamano “residenze sociali”, una volta erano le “casa popolari”, termine che in una sorta di “razzismo” culturale aveva una accezione negativa di edilizia, non architettura, economica. Il giovane Gambardella va oltre, realizzando una residenza sociale che è prima di tutto architettura perché scaturisce non (solo) dalla funzione o dal budget risicato, ma da un’attenzione al luogo, al contesto, alla morfologia del terreno, alla vita di chi lì vivrà e così via. In breve fa riferimento a tutti quei parametri compositivi che sembrano essere norma solo per progetti ben più “importanti”. Il terreno in pendenza suggerisce un volume elementare per un edificio su due livelli, dove le abitazioni hanno le stanze da letto verso monte e la zona giorno verso valle, per godersi il panorama. Un continuo gioco di aggetti e rientranze, diverso ed indipendente per ogni piano, rompe la banalità del volume e della facile ripetizione. Questa rottura si esalta con i giochi di ombre che durante il giorno si creano sulla

a tight budget, but from a focus on the location, the context, the lie of the land, the life of

facciata con una dinamicità inaspettata. Un secondo volume a monte, completamente scavato e vuoto, diviene l’accesso e la distribuzione alle singole unità. Una strada pedonale, semplice e lineare, che si

the people living there and so on. In short, it

contrappone e dialoga con il volume a valle e i suoi giochi d’ombre. Gli interni, nella loro semplicità funzionale dovuta al budget “popolare” si animano con spazi sghembi e colonne colorate che legano gli

references all those compositional parameters which seem to reserved only for much more

assegnatari al colore della propria casa.

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sopra e a destra/ above and rigth: particolari del volume di ingresso e distribuzione alle unità/ details of the access and the distribution to the individual units

“important” projects. The sloping ground suggests an elementary structure for a building on

pagina seguente, in basso/ following page, below: vista del corpo delle unità abitative/ view of the body of the building with the dwelling units

two levels where the homes have bedrooms facing uphill and the living areas facing downhill to make the most of the view. A continual play on projections and recesses, which is different and independent on each floor, and breaks up the conventionality of the space and easy repetition. This fracture is enhanced by the use of shadows which during the day are created on the façade with an unexpected dynamism. A second area uphill, dug out and void, becomes the access and the distribution to the individual units. A simple, linear footpath which contrasts and interacts with the buildings below and its use of shadows and light. The interiors, in their functional simplicity due to the “social” budget, are animated by uneven spaces and colourful columns which link the occupants to the colour of their home.


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nome progetto/project name: I.A.C.P. di Ancona/ Social Housing in Ancona progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella ubicazione/place: Ancona, Italia/ Italy committente/client: I.A.C.P. di Ancona collaboratori/collaborators: Giulia Bonelli, Lorenzo Capobianco, Riccardo Rossi, Simona Ottieri, Marco Zagaria progettista strutturale/structural designer: Ing. Maurizio urbinati anno di progetto/design date: 1999-2000 anno di realizzazione/completion: 2006-2008 superficie/gross area: 1.200 mq/sqm imprese/contractor: Res Costruzioni


Š Pepe Maisto


Scatole combattive Una macchina paesaggistica contemporanea

testo di/text by

Fabio Rosseti 30

felt by seeing the Rocca di Camerino suddenly appear along the road that leads to it, Cherubino

Partendo dall'emozione provata all'apparire improvviso della Rocca di Camerino lungo la strada che ad essa conduce, Cherubino Gambardella ha realizzato quello che lui stesso ha definito «un monumento antimimetico, (…) un severo belvedere coperto». Nel 1997 viene

Gambardella created what he himself defined “an anti-camouflage monument, (...) an austere covered viewpoint”. In 1997, he was commis-

incaricato dall'Università di Camerino di progettare un edificio da dedicare ai servizi generali per il Campus. La conformazione orografica, in pratica un falsopiano, e la fascinazione per le architetture acropoliche, che sembra essere una costante nella poetica di Gambar-

sioned by the University of Camerino to design a building for general services on the campus.

della, lo portano a pensare ad un edificio che fosse parte di quel paesaggio, ben cosciente della propria identità architettonica e non, appunto, mimetizzato per un pudore ipocrito e

The conformation of the land, a gentle slope to all intents and purposes, and the fascination for acropolis-style architecture which seems to be a

modaiolo (all'epoca). Ci vorranno però 15 anni perché il progetto, pur mantenendosi fedele a quello originario, venga realizzato. Il basamento, in parte interrato, ospita la palestra per gli studenti del Campus. Al di sopra di questa, due corpi edilizi si compenetrano creando un

recurring element in Gambardella’s poetic creations, made him think of a building that was part

sistema edilizio che accoglie gli spazi funzionali: salone delle assemblee, spazi di lettura e studio, laboratori comuni. I due corpi più bassi sono caratterizzati da una lunga fila di

of the landscape, conscious of its own architec-

aperture, a monte sulla Rocca e a valle sul paesaggio e la natura. Il corpo con cui si inter-

Pugnacious Volumes Starting with the emotion

tural identity and not, hence the name, camouflaged out of a sense of hypocritical or fashionable modesty. It took fifteen years, however, to complete the project, although it did remain true to the original design. The base, which is partly underground, houses the gym for the students on campus. Above this, two structures are interlinked creating a building system which houses functional spaces: the assembly room, reading and studying areas and communal workshops. The two lowest buildings feature a long line of windows looking up towards the Rocca on one side and down to the countryside and natural

in apertura e a destra/ opening page and right: il prospetto nord verso Camerino/ the north façade towards Camerino

© Pepe Maisto

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Š Pepe Maisto

nome progetto/project name: Scatole Combattive/ Pugnacious Volumes progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella ubicazione/place: Camerino, Macerata, Italia/ Italy anno di progetto/design date: 1997 anno di realizzazione/completion: 2012 superficie/gross area: 1.500 mq/sqm imprese/contractor: Associazione Temporanea di Imprese Marchigiane Crucianelli

in alto/ above: dettaglio del prospetto nord/ detail of the north façade a sinistra/ left: dettaglio della vetrata della sala assemblee/ detail of the glass wall of the meeting room a destra/ right: il prospetto sud verso la valle/ the south façade towards the valley


surroundings on the other. The building, with

secano, penetrando le grandi vetrate laterali con specchiature irregolari, è il grande volume

which they intersect, by penetrating the side glass walls fitted with irregular shaped panes,

del salone, rivestito in marmo travertino, che ha la particolarità di essere chiuso proprio sui due lati panoramici. Quasi una privazione sensoriale per concentrare l'attenzione e lo

is the large hall area, clad in travertine marble

stupore verso una semplice asola che si apre nella parete ad inquadrare un panorama da

and, unusually, is closed off on both the sides with a view. A sort of sensory privation intended

sfondo pittorico rinascimentale. Una “macchina paesaggistica”, come Gambardella stesso la definisce, che non si mimetizza con il paesaggio ma ne diviene parte, in maniera chiara

to focus attention and create a sense of wonder towards the simple eyelet that opens up in

ed inequivocabile. Un richiamo visivo ed emozionale verso quei siti acropolici, numerosi in questa parte d'Italia, strutture urbane ma anche singole architetture, che rendono concreta

the wall to frame a view with a backdrop from a Renaissance painting. A “landscape machine”,

la continuità fra architettura, monumento e paesaggio.

as Gambardella himself defines it, which does not blend into the surroundings, but becomes part of it in a clear and unmistakeable way. A visual and emotional reference to the many acropolis sites in this part of Italy; urban structures, but also individual pieces of architecture, which bring the continuity between architecture, monument and landscape into being.

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© Pepe Maisto

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Innesto "a paglietta" Architettura come moltipilcatore di scorci

testo di/text by Paolo Di Nardo foto di/photos by Pepe Maisto

34 A boater-like innest In this work by Cherubino Gambardella and Simona Ottieri we can clearly see the ‘colliding’ relationship between the land-

In questa opera di Cherubino Gambardella e Simona Ottieri è chiaro il rapporto di “collisione” fra il panorama disegnato da scorci pittorici (Castel Nuovo, il porto, il Vesuvio, il Forte di Sant’Elmo, etc.) e questo innesto architettonico su un palazzo ottocentesco. Una “collisione” quindi a più scale di intervento, quella ambientale

scape drawn by pictorial views (Castel Nuovo, the port, the Vesuvius, St. Elmo’s Fort, etc.) and

e quella architettonica entrambi dialoganti a “contrasto” con un’immagine ottocentesca di Napoli oggetto di molte iconografie della città diffuse nel mondo. Non a caso questo mondo ottocentesco immaginario tipica-

this architectural insert on a nineteenth-century building. A ‘collision’, then, on more scales of work, the environmental one and the architec-

mente napoletano pervade esteticamente la scelta di un concept che richiama al cappello, anzi alla paglietta borghese della commedia eduardiana. Ma la magia di questa scelta si esprime nella versatilità di sensazioni

tural one both connected in ‘contrast’ with a nineteenth-century image of Naples subject of much iconography of the city spread worldwide. Not by chance, this typically nineteenth-century Neapolitan imaginary world aesthetically pervades the choice of a concept that reminds us of the hat, actually, the bourgeois boater of Eduardo's comedy. But the magic of this choice is expressed in the versatility of sensations that are differently discernible by day or night: hat by day, faceted diamond that reflects ‘a collection of dotted lights’ by night. All this strong compositional magic leads to create and define a world, actually, a ‘new world’, which, also through the contribution of the spaces and interior finishes, leads back to the pictur-

in apertura e a destra/ opening page and right: viste diurna e notturna dell'attico/ daytime and nighttime views of the penthouse

distinguibili di giorno e di notte differentemente: di giorno copricapo, di notte diamante sfaccettato che riflette “una collezione di luci puntiformi”. Tutta questa forte magia compositiva porta a creare e definire un mondo, anzi un “nuovo mondo” che, anche attraverso il contributo degli spazi e delle finiture interne, riconduce ai toni pittoreschi del mondo napoletano. Il dialogo fra l’architettura e i suoi spazi interni è costante e mai interrotto proprio grazie al tema dell’alternanza, tutta napoletana “fra superfici lisce, parti grezze e segmentate per restituire un senso di continuità con questa metropoli disegnata a ombre nette su piani mutevoli”. Emblematico in questo senso è la “piazza poligonale” creata all’interno di questo attico napoletano rivestita in doghe di palissandro che nasconde armadi, depositi, scale, mostrando una boiserie triangolare che riporta alla sagoma del Vesuvio che nel camino ritrova il suo “fuoco nella pancia del vulcano”: una magia che si esprime anche attraverso il nascondimento usando l’ostentazione dei rimandi formali ambientali e architettonici di Napoli. Se come dice Martin Heidegger “progettare è sintesi di passato, presente e futuro” in quest’opera Gambardella riesce a materializzare attraverso tecniche diverse di composizione non esclusa la “Magia”.

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esque tones of the Neapolitan world. The dialogue between the architecture and its interior space is constant and uninterrupted precisely thanks to the all-Neapolitan theme of alternation, ‘between smooth surfaces, rough and segmented parts, to return a sense of continuity with this metropolis drawn with sharp shadows on shifting planes.’ Emblematic of this is the ‘polygonal square’ created within this Neapolitan penthouse covered in rosewood slats that hides wardrobes, closets, and stairs, showing a triangular panelling reminiscent of the outline of the Vesuvius, which finds in the fireplace its ‘fire in belly of the volcano’: a sort of magic that is also expressed through the concealment, using the ostentation of environmental and architectural formal references of Naples. If, like Martin Heidegger says, ‘designing is a synthesis of the past, present, and future’, then in this work Gambardella manages to materialize through different compositional techniques, without excluding the ‘Magic’.

in alto e a destra/ above and right: vista notturna dell'attico/ nighttime view of the penthouse


nome progetto/project name: Penthouse bioclimatica a forma di capello/ Hat-like bioclimatic penthouse progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella e Simona Ottieri ubicazione/place: Napoli/ Naples, Italia/ Italy collaboratori/collaborators: Alfonso Mattia Berrito progettista strutturale/structural designer: Giorgio Frunzio anno di progetto/design date: 2009 anno di realizzazione/completion: 2010-2012 superficie/gross area: 180 mq/sqm imprese/contractor: La Fonte della Costruzione S.r.l.

a sinistra/ left: vista assonometrica del progetto/ axonometry drawing of the project sotto/ below: gli interni dell'attico/ interiors of the penthouse

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Casa Ola Pochi gesti e una vecchia storia compongono questa idea di casa

testo di/text by

Paolo Di Nardo 38

House of Ola The Mediterranean Sea pervades this artwork in all its possible forms through the colour, the scents, the roughness and smoothness, the

Il Mediterraneo pervade quest’opera in tutte le sue forme possibili attraverso il colore, i profumi, la ruvidità e la morbidezza, i contrasti, la luce, gli orizzonti variabili. Per arrivare a questa sintesi compositiva Gambardella applica una regola semplice ma di estrema efficacia per

contrasts, the light, the variable horizons. To reach this compositional synthesis, Gambardella applies

raggiungere l’equilibrio e la grazia mediterranea: “Pochi gesti e una vecchia storia animano questa idea”. Come in molte sue opere si assiste ad una “collisione” sensoriale che mette in

a simple, yet extremely effective rule for achieving the balance and the Mediterranean grace: ‘A few gestures and an old story animate this idea.’

relazione aspetti ambientali a grande scala con elementi materici e tattili: i profili di Ventotene, Ischia, Procida, Capo Miseno, Posillipo, il Vesuvio con la durezza della roccia e della “forma

Like in many of his artworks, we witness a sensory ‘collision’ that connects large-scale environ-

semplice e regolare” dell’architettura, il tutto pervaso dai profumi della macchia mediterranea che con le fasce della ginestra e del biancospino legano il tutto in un unicum ancestrale e moderno allo stesso momento. Ma forse il vero fascino di quest’opera, come in molte sue

mental aspects with material and tactile elements: the profiles of Ventotene, Ischia, Procida, Capo Miseno, Posillipo, the Vesuvius with the hardness

creazioni, che hanno un rapporto diretto e visivo con il Mediterraneo risiede nella capacità di

of the rock and the ‘simple and regular shape’ of the architecture, all pervaded by the scents of the

Saper cogliere il “lato sorridente del mito mediterraneo” vuol dire in Gambardella rispettare e

Mediterranean scrub, which, with bands of broom and hawthorn, binds everything in a union that is ancestral and modern at the same time. But, perhaps, the real charm of this artwork, like in many of his creations that have a direct and visual relationship with the Mediterranean Sea, lies in the ability to not fall in the iconography of the ‘consoling myth’, looking for something that manages to reinterpret, through a few lines and strokes, a tradition that is ‘made severe by modern abstraction’. Being able to grasp the ‘smiling side of the

in apertura/ opening page: la terrazza in copertura/ the roof terrace a destra/ right: particolare della scala esterna che porta alla copertura/ detail of the external staircase up to the roof

non cadere nell’iconografia del “mito consolatorio”, alla ricerca di qualcosa che sappia reinterpretare attraverso pochi tratti e segni una tradizione “resa severa dall’astrazione moderna”.

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sotto/ below: la terrazza che guarda verso il mare/ the roof terrace facing to the sea pagina seguente, in alto/ following page, above: dettaglio dell'interno/ interiors detail sotto/ below: il prospetto/ the façade

rendere omaggio ad una appartenenza lontana dalla gestualità fine a se stessa e autoreferenziale attraverso piccoli “spostamenti di centimetri” (come definisce Ernesto Nathan Rogers la ricerca di un’identità) fatti di pietre ruvide, scarne geometrie policrome, telai metallici come canne al vento. Se Giò Ponti per la presentazione del progetto per un villaggio ad Anacapri, scrisse che “il Mediterraneo insegnò a Rudofsky, Rudofsky insegnò a me”, in Gambardella questo testimone continua a rivivere, sempre con declinazioni diverse e in continuità, all’interno di quella tradizione culturale italiana, che rende ogni opera d’arte lo specchio di un’identità, di un’appartenenza territoriale.


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Mediterranean myth’ means, for Gambardella, respecting and paying homage to a belonging that is far from self-referential gestural art as an end in itself through small ‘movements of a few centimetres’ (like Ernesto Nathan Rogers defines the search for an identity) made of rough stones, bare multi-coloured geometries, and metal frames like reeds in the wind. If Gio Ponti, for the presentation of the project for a village in Anacapri, wrote that ‘the Mediterranean Sea taught Rudofsky, Rudofsky taught me’, for Gambardella this witness continues to relive, always with different variations and continuity, within that Italian cultural tradition, which makes every work of art the mirror of an identity, of a territorial belonging.

nome progetto/project name: Casa Ola progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella, Simona Ottieri ubicazione/place: Isola di Capri, Napoli/ Naples, Italia/ Italy committente/client: Privato/ Private anno di progetto/design date: 2001 anno di realizzazione/completion: 2001 superficie/gross area: 85 mq/sqm


nome progetto/project name: Casa Piera progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella, Simona Ottieri ubicazione/place: Isola di Capri, Napoli/ Naples, Italia/ Italy committente/client: Privato/ Private anno di progetto/design date: 2001 anno di realizzazione/completion: 2001 superficie/gross area: 21 mq/sqm


Casa Piera Una grotta moderna

testo di/text by

Fabio Rosseti 42

The house of Piera This project appears to have two “supposed” fathers, Le Corbusier and Libera. The first stated that «when you are on holiday, you only really

Questo progetto sembra avere due “padri putativi”, Le Corbusier e Libera. Il primo affermava che «ad un uomo in vacanza non serve molto più di un letto, i servizi, un tetto e la vista del sole che si riflette sul mare» e su questo concetto progettò e costruì quel piccolo gioiello che è il Cabanon di Cap-Martin.

need a bed, a bathroom, a roof and a view of the sun reflected on the sea» , so with this concept in mind, he

Un cubo di legno, essenziale e lineare ma funzionale e accogliente come un castello. L’altro realizza la Casa Malaparte abbarbicata alla roccia di uno scoglio, un’architettura che fa della sua solitudine e della

designed and built that little gem known as the Cabanon in Cap-Martin. A wooden cube, basic and linear, but still as functional and welcoming as a castle. The second built

sua compenetrazione con la “natura madre”, la sua forza simbolica ed evocativa. La casa di Piera di Gambardella è un volume regolare, di dimensioni minime, che fuoriesce dalla roccia, una sorta di grotta moderna e razionalista. Un rifugio per il corpo perché il rifugio dell’anima è la meravigliosa natura in cui

Casa Malaparte, perched on a rock on a cliff face; architecture which takes solitude intertwined with “mother

si immerge e l’infinito mare che le si para di fronte. Il volume è forato da poche aperture ma sufficienti a creare fra interno ed esterno continuità di spazi e visioni. Queste aperture, assieme ad un piccola

nature” and turns it into a symbolic and evocative force. The House of Piera by Gambardella is a regular shaped building of minimal dimensions which projects outwards

pensilina aggettante sul fronte creano giochi di ombre sulle superfici lisce del corpo edilizio, come a sottolineare la consistenza di un così piccolo oggetto. Gli elementi esterni sono ridotti al minimo, sottili braccia di ferro bianco che sostengono una tenda in estate, una piccola scala metallica che conduce

from the rock, a sort of modern, rationalist cave. A refuge for the body whereas the refuge for the soul is the

sul tetto. All’interno, per contrasto, domina un ambiente policromo, pavimentato con pezzi di ceramica variopinti; pareti colorate e candide scandiscono i piccoli spazi di vita di questo Cabanon.

amazing natural setting in which it is immersed and the never-ending sea which stretches out in front of it. The structure is perforated by just enough openings to create a continuity of space and vision between the interior and exterior. These openings, together with a slight overhang on the front, cast shadows on the smooth surfaces of the main body of the building, as if to emphasise the solidity of such a small object. The external elements are kept to a minimum; slender white iron arms support an awning in the summer and a small metal staircase leads to the roof. By contrast, the interior is dominated by a host of colours, paved with multi-coloured ceramic shapes; coloured and pure white walls punctuate the intimate living areas of this Cabanon. in apertura e a destra/ opening page and right: immagini di Casa Piera/ views of The House of Piera

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Plasticità mediterranea Identità condivisa

testo di/text by

Paolo Di Nardo 44

Mediterranean flow There is a word which, like a territorial Esperanto, defines the DNA of a people scattered through different geographical latitudes: MEDITERRA-

Esiste una parola che, come in un esperanto territoriale definisce il dna di un popolo a diverse latitudini geografiche: MEDITERRANEO. L’architettura quindi, proprio per il suo modo di essere lingua condivisa, deve saper coniugare la parola e renderla esplicita nella fisicità, oltre il pensiero. Ogni “parola” nel diventare “racconto” compone un

NEO. The architecture then, precisely because of its nature as a shared language, must know how to conjugate

periodo compiuto che in questo caso diventa espressione di una mediterraneità condivisa e lo rende esplicito attraverso la semplicità delle scatole bianche a rappresentare le diverse declinazioni di un dna comune, i paesi che si affacciano sul MEDITERRANEO. Un susseguirsi di “parole”, spazi, immagini mettono in scena sul palco della

the word and make it explicit in the physical world, beyond thought. Every word, in becoming tale, composes a finished period which in this case becomes an expression

mediterraneità una metafora e allo stesso tempo un “enigma” simile al tempo che stiamo vivendo così mutevole di secondo in secondo in cui l’incertezza diventa ricchezza e risorsa culturale. In questo senso anche l’incertezza e la

of the shared Mediterraneity – allow me the neologism – and makes it explicit through the simplicity of the white

provvisorietà diventano la ricchezza di un modo di pensare, di fare e di vedere il futuro prossimo che si materializza in questo allestimento denso di significati e fuggevole e provvisorio allo stesso tempo. Il color bianco lega tutte que-

boxes to represent the different variations of a common DNA: the countries overlooking the MEDITERRANEAN SEA. A succession of ‘words’, spaces, and images en-

ste differenze fatte di volumi e cavità, di cuspidi e ventri metallici legati insieme dalla luce mediterranea portatrice di ombre che segnano a terra i limiti di uno spazio mentale più che fisico. Una piazza colorata blu mare accoglie queste linee fugaci delimitata dagli Stati come “parole” della stessa lingua: ogni scatola è un paese, un villaggio, un

act a metaphor on the stage of Mediterraneity and at the same time an ‘enigma’ similar to the time we are living

palazzo che si affaccia sulla piazza/mare a cui si accede da vicoli stretti come misteriosi miradores. Ma quello che più conta in questa opera architettonica seppur fugace e trasparente è l’atteggiamento di rispetto e modestia nei confronti di un mondo complesso in cui anche il mare stesso può essere sorridente come tragico: «Non volevamo

in, so unstable by the second, in which uncertainty becomes wealth and cultural resource. In this sense, even uncertainty and impermanence become the wealth of a way of thinking, doing and seeing the near future that materializes in this dense layout of meanings, so fleeting and provisional at the same time. The white colour connects all these differences of volumes and voids, of cusps and metal guts linked together by the Mediterranean light, bearer of shadows that mark on the ground

in apertura e a destra/ opening page and right: immagini del Padiglione/ views of the Pavilion

rinunciare ad un bisogno di facilità simbolica evocando una Medina solo sognata» ma ricercare attraverso l’enigma la Scena di un’identità.

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the boundaries of a mental space, rather than physical. A sea-blue coloured square welcomes these fleeting lines delimited by the States like ‘words’ of the same language:

sopra e pagine seguenti/ above and following pages: immagini del padiglione con particolare della copertura/ views of the Pavilion and detail of the roof structure

each box is a town, a village, a building overlooking the square/sea which is accessed by narrow alleys like mysterious miradores. But what counts most in this architectural work, albeit fleeting and transparent, is the attitude of respect and modesty toward a complex world in which even the sea itself may be smiling or tragic: ‘We did not want to give up a need of symbolic ease evoking an onlydreamt Medina’, but to search through the enigma the Scene of an identity.

prospetto/ frontal view

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nome progetto/project name: Cluster Biomediterraneo Expo 2015/ Biomediterranean cluster Expo 2015 progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella ubicazione/place: Rho Fiera, Milano, Italia/ Italy collaboratori/collaborators: Stefano Guidarini, Lorenzo Capobianco, Simona Ottieri, Camillo Magni, Marcello Bondavalli, Nicola Breglia, Carlo Alberto Tagliabue, Francesco Maria Vozza, Concetta Tavoletta, Maria Gelvi, Gianluca Ferriero, Nada Tarkhan, Antonela Saliaj e Ba Brian Elbar anno di progetto/design date: 2012 anno di realizzazione/completion: 2013-2015 imprese/contractor: Ruben S.p.a.




Š Pepe Maisto


Lampi underground Colori e magie sotterranee

testo di/text by

Lapo Muratore 50

Underground Lightning The underground tracks of the 60s like Ariadne’s threads in a space marked by the new contemporary light echo thanks to the metropoli-

Le tracce underground degli anni ’60 come fili d’Arianna in uno spazio segnato dalla nuova luce contemporanea echeggiano grazie ai grigi, i bruni, i neri metropolitani di Franco Albini, Franca Helg e Bob Noorda e che Cherubino Gambardella fa diventare struttura portante

tan greys, browns, and blacks by Franco Albini, Franca Helg, and Bob Noorda, and Cherubino Gambardella turns them into the load-bearing structure of an under-

di un cammino sotterraneo. Il cielo metropolitano della vita underground prende vita ed energia grazie ai lampi di luce verdi e rossi che sostituendosi alla grafica prendono per mano l’uomo contemporaneo per dirigerlo verso una nuova velocità. Nervosi tracciati con

ground walkway. The metropolitan sky of the underground life gains life and energy thanks to the green and

movimento sinusale dialogano con la materia grigia di alucobond delle pareti ordinando il bagliore dei “lampi” ricordando quel mondo abbandonato con la discesa underground in cui

red flashes of light that, by replacing the graphics, take by the hand the contemporary man to lead him to a new speed. Shaky tracks with sinuous movement dialogue

le striature grigie della nebbia milanese diventano sacrale omaggio futurista alla velocità. La Storia quindi non è solo prerogativa del cielo aperto, ma viene custodita dal cielo artificiale e strappata alla banalità del tempo fuoriterra per quel diritto acquisito per cui la velocità

with the Alucobond® grey matter of the walls ordering the glow of the flashes, remembering that abandoned

diventa non legata al tempo ma a fasci di linee piene di colore e magie sotterranee. Niente si banalizza con le segnaletiche del rumore ma si semplifica con la ricchezza dei colori e dei

world with the underground descent in which the grey streaks of the Milan fog become a sacral Futurism hom-

suoni della velocità metropolitana.

age to speed. The story is therefore not only a prerogative of the open sky, but it is safeguarded by the artificial sky and forced out of the banality of time aboveground for that acquired right according to which speed does not become bound to time, but to bundles of lines full of colour and underground magic. Nothing is trivialized with the disturbance of the signs, but it is simplified with the richness of colours and the sounds of the underground speed. nome progetto/project name: Stazione metropolitana (MI) progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella ubicazione/place: Milano, Italia/ Italy committente/client: ATM S.p.a. anno di progetto/design date: 2008 anno di realizzazione/completion: 2011 imprese/contractors: ATON Contract - Co. Edil - Cofely GDF Suez - Seral Tecno - S.I.C.El

© Pepe Maisto

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Š Pepe Maisto


IN accessibile Conquistare il belvedere

testo di/text by

Lapo Muratore 52

Un/reachable Giovanna d’Aragona, Duchess of Amalfi, widow of Duke Alfonso Piccolomini, do not feel guilty for an act of love that puts you far from your social

Giovanna d’Aragona, Duchessa d’Amalfi, vedova del Duca Alfonso Piccolomini non sentirti colpevole di un atto d’amore che ti allontana dal rango d’appartenenza, la tua segregazione e la tua morte trova in queste mura il riscatto del dolore per farsi architettura e mostrarsi

rank, your segregation and your death find in these walls the redemption of the pain, to then become

al mondo attraverso la scena d’Amalfi. Il mare ti protegge ma allo stesso tempo si apre alla vista dentro le viscere della tua storia e della storia della tua dimora longobarda. L’energia

architecture and show itself to the world through the Amalfi scene. The sea protects you, but at the same

del fulmine potrà ridare al rudere nuova vita fino a diventare musica wagneriana e a trasformare il rudere in “casa”, in quella casa dai tenui colori che più si addicono al tuo rango, alla tua grazia, alla tua sofferenza silenziosa. Il paladino contemporaneo opera in modo

time it opens to show inside the heart of your story and the story of your Lombard home. The energy of lightning will give new life to the ruin until it becomes Wagnerian music and transforms the ruin into house, in that house with the delicate colours that best suit your rank, your grace, your silent suffering. The modern paladin operates in a microsurgical way to give new beauty to your weary face, with cuts, colours, metals,

microchirurgico per donare nuova bellezza al tuo volto stanco con tagli, colori, metalli, serpenti luminosi, luci circolari e legno caldo di castagno. Ma la saggezza del suo intervento sta nell’accettare la tua stanchezza e allo steso tempo la tua ricerca di bellezza dandoti la possibilità di decidere cosa poter essere nel futuro prossimo all’interno di calde atmosfere napoletane. Non gridare quindi dolore, ma gioisci di quella grazia che ti permette di rifletterti nel mare e raccogliere i frutti di quelle cromie ritornate a nuova vita grazie la paziente lavoro del sarto poetico dal nome benaugurante, Cherubino.

luminous snakes, circular lights, and warm chestnut wood. But the wisdom of his work lies in accepting your weariness and at the same time your research of beauty, allowing you to decide what to be in the near future within the warm Neapolitan atmosphere. So, do not shout in pain, but rejoice in that grace that allows you to be reflected on the sea and to reap the benefits of those colours that are now back to life thanks to the patient work of the poetic tailor by the auspicious name, Cherubino.

in apertura/ opening page: l'interno della torre, restaurato/ the restored interior of the tower

© Pepe Maisto

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nome progetto/project name: Torre dello Ziro/ Tower of Ziro progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella ubicazione/place: Amalfi, Salerno, Italia/ Italy collaboratori/collaborators: Simona Ottieri, Mario Russo, Giulia Bonelli, Marina Orlando progettista strutturale/structural designer: Giorgio Frunzio anno di progetto/design date: 2003-2004 anno di realizzazione/completion: 2006-2008 superficie/gross area: 300 mq/sqm imprese/contractor: Coppola Costruzioni

sopra/ above: particolare della scala di accesso al belvedere/ detail of the staircase leading up to the belvedere A destra/ right: disegno di studio/ project sketch


in questa pagina/ this page: particolari della torre/ details of the tower

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Š Pepe Maisto



Belvedere Amalfi Emozioni di un racconto

testo di/text by

Paolo Di Nardo 56

Belvedere Amalfi In architecture, the small scale project is always a complex test just because the canvas of conception has limited margins of physical expressiveness. To be a “masterpiece”, regardless of the discipline it belongs to, the sign of the creator must be determined and incisive through the synthesis of two difficult instruments to manage: the simplicity and the rule. To emphasize, and to make at the same time complex, this creative act is the presence of a untainted environment with endlessly visual references. Overlooking the infinite is not just a physical act but a metaphysical mind wandering through the certainty of a space able to provide visually, and not only, points of reference and emotional confidence. Gambardella, in this small but important work, has been able to summarize all this with just a few gestures, making use of cultural references capable of becoming, by all means, "object à réaction poétique". If poetry could be expressed not only with notes and words but with matter, this place would be worthily the exciting chapter in an already written story, to which add mutations of the present and the near future.

in apertura/ opening page: disegno di progetto/ project sketch a destra/ right: dettaglio del belvedere/ detail of the belvedere

La piccola scala è sempre un banco di prova complesso proprio perché la tela dell’ideazione ha margini limitati di espressività fisica. Ma per essere “Opera”, a prescindere dalla disciplina di appartenenza, il segno di chi crea deve essere deciso e incisivo attraverso la sintesi dei due strumenti difficili da gestire: la semplicità e la regola. Ad enfatizzare e a rendere allo stesso tempo complesso questo atto creativo è la presenza di un contesto ambientale incontaminato con riferimenti visivi tendenti all’infinito. Affacciarsi sull’infinito non è solo un atto fisico, bensì un volo metafisico con il pensiero attraverso la sicurezza di uno spazio capace di fornire visivamente e non solo dei punti di riferimento e di sicurezza emotiva. Gambardella in questa piccola, ma importante opera ha saputo sintetizzare con pochi gesti tutto questo avvalendosi anche di citazioni culturali capaci di divenire a tutti gli effetti “forme a reazione poetica”. Se la poesia si potesse esprimere, non solo con le note e con le parole, bensì con la materia, questo luogo sarebbe degnamente il capitolo emozionante di un racconto già scritto a cui aggiungere mutazioni del presente e di un futuro prossimo e vicino.

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Schizzo a tecnica mista "La Favola di Ola e Piera"


Fisio gnomica testo di/text by

Cherubino Gambardella 58

Physiognomy For some time now I have taken the side of bodies. I do not trust everything that I have studied because, in Italy, building is done along increasingly elementary ideas of architecture. The layout is a foregone conclusion, the techniques are from the post-war period, the requests are nearly always the same. Make me something that is obvious, solid and looks like a building. So, what I see in my mind has become something physical and it is important to turn it into something tangible The abstract, perfect space of the architectural elite is useless. The untouchable images of global style projects have been swept away, shattering against the simultaneous occurrence of bygone events. Past and future are no longer the remote worlds of pioneers. The present is a jungle of differences where being able to recognise architectural works must be indulged. So, for many years now I have leaned towards a form which I call democratic beauty of architecture. I am not interested in sophisticated, unique things; I am not one for perfect originals. I work with approximative materials and in a narrow street I look for an ample harmony in the strangeness of common forms. I have seen places like pulsating bodies which I have taken pleasure in transcribing, modifying, adding to and mutilating. I have tried to restore the right to be reanimated to faded landscapes and to make them look like themselves again, but not identical. In this way, I have learned to love plausibility more than the truth. As a matter of fact, I do not really think at all, instead I design with automatic variations without being afraid of emphasis. I have happily come to terms with designing structures as if they were statues. All this is physiognomic architecture for me.

Da un po’ di tempo sto dalla parte dei corpi. Non mi fido di tutto quello che ho studiato perché in Italia si costruisce seguendo idee di architettura sempre più elementari: la pianta è data, le tecniche sono quelle del dopoguerra, le domande sempre più simili: mi faccia una cosa evidente, solida e che ricordi una costruzione. Così ciò che abita nella mia mente è diventato qualcosa di fisico ed è indispensabile renderlo tangibile. Lo spazio astratto e perfetto dell’architettura d’elite è inservibile. Scorrono lontano le immagini intoccabili dei progetti global style infrangendosi contro la simultaneità delle vicende storiche. Passato e futuro non sono più mondi remoti per pionieri. Il presente è una giungla di differenze dove va assecondata la riconoscibilità dei corpi architettonici. Così tendo da molti anni a una forma che chiamo bellezza democratica dell’architettura. Non mi interessano cose raffinate e unitarie, non sono per gli originali perfetti. Lavoro con le materie approssimative e dentro una strada stretta cercando un’armonia generosa nella stranezza delle forme comuni. Ho visto luoghi come corpi pulsanti sui quali ho amato trascrivere, modificare, aggiungere, mutilare. Ho cercato di restituire a paesaggi svenuti il diritto alla rianimazione e a rimanere somiglianti ma non identici a loro stessi. Così ho imparato ad amare il verosimile molto più del vero. Di fatto quasi non penso ma progetto con variazioni automatiche senza paura dell’enfasi. Mi sono rassegnato con gioia a disegnare architetture come statue. Tutto questo per me è l’architettura fisiognomica.

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Š Pepe Maisto


Riqualificazione di spazi urbani, Montesarchio (BN)

testo di/text by

Paolo Di Nardo 60

Renovation of urban spaces When architecture collides only chromatically with the urban space, but at the same time dialogues through the tiny scale of detail

Quando l’architettura entra in collisione soltanto cromaticamente con lo spazio urbano, ma allo stesso tempo dialoga attraverso la scala minuta del dettaglio e della sapiente tecnica dei contrasti simultanei e delle macro/micro strutture si innesca un luogo, un riferimento non solo urbano

and of the skilful technique of simultaneous contrasts and macro/micro structure, it activates a place, a not-

ma anche paesaggistico. Piazza Vittorio Veneto infatti accoglie in sé quelle differenze che determinano forme di grazia in una cornice di pensiero unitaria: uno spazio pubblico fatto di pochissima materia che si affida al ruolo immaginario delle architetture sia che si tratti di palazzo in oro

only urban, but also landscaping reference. Piazza Vittorio Veneto, in fact, welcomes within itself those differences that determine forms of grace in a unitary

che di un lampione abat-jour in microforato che diventa lanterna urbana. Il palazzo d’oro diventa quindi autonomamente la porta urbana di questo nuovo luogo e la stessa piazza assurge al ruolo

frame of thought: a public space made of very little matter that relies on the imaginary part of the archi-

ambientale di “vertice” rivolto verso Benevento e il suo paesaggio aspro e montuoso. Quanto l’architettura ha influenzato la genesi dello spazio urbano e viceversa quanto quest’ultimo ha im-

tectures both in the case of a golden palace or of an abat-jour lamppost in microperforated metal which becomes urban lantern. The golden palace thus au-

posto i ruoli compositivi ai singoli “oggetti” di design? Quando non emerge una sola risposta ma diversi modi di far valere un aspetto sull’altro allora vuol dire che l’opera si è compiuta sapendo dare al visitatore quel senso di “smarrimento” tanto caro a Walter Benjamin. Il progetto infatti

tonomously becomes urban door of this new place and the very square rises to the environmental role

non vuole forzatamente “orientare” ma indicare attraverso le sensazioni materiche e cromatiche punti di fuga per un disegno semplice ma complesso allo stesso tempo.

of ‘apex’ that faces Benevento and its rugged and mountainous landscape. When did the architecture influence the genesis of urban space, and vice versa how much has the latter imposed compositional roles to the individual ‘objects’ of design? When not only one answer emerges, but several ways to make an aspect assert itself over the other, then it means that the artwork was created with the ability to give the visitor that sense of bewilderment that was so dear to Walter Benjamin. The project, in fact, does not want to forcibly ‘orient’, but indicate through material and chromatic sensations the vanishing points for a simple, yet complex, design. in apertura/ opening page: facciata del Palazzo d'Oro/ façade of the Gold Building a destra/ right: dettaglio dell'edificio prima dei lavori/ detail of the building before the works

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nome progetto/project name: Piazza Roma - Palazzo d'Oro/ Roma Square and Gold Building progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella, Simona Ottieri ubicazione/place: Montesarchio, Benevento, Italia/ Italy committente/client: Comune di Montesarchio collaboratori/collaborators: Mario Russo anno di progetto/design date: 2004-2006 anno di realizzazione/completion: 2008 superficie/gross area: 1000 mq/sqm

Š Pepe Maisto

sopra/ above: scorcio di Piazza Roma/ partial view of Roma Square a destra/ right: disegno di studio/ project sketch pagina seguente/ following page: particolare della facciata del Palazzo d'Oro/ detail of the façade of the Gold Building




Sede per uffici e spazi espositivi, Bonea (BN)

nome progetto/project name: Ipostilo delle Polveri/ Hypostyle of the Dust progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella ubicazione/place: Bonea, Benevento, Italia/ Italy anno di realizzazione/completion: 2001-2004

testo di/text by

Fabio Rosseti 64

Building for offices and exhibitions A ghost. This is what the building in Bonea in the province of Benevento looked like. A building erected in the 1980s; a perfectly symmetrical structure with large windows and an inward-facing entrance which led to the only element in the unfinished space inside; a monumental, grand elliptical staircase. At the beginning of the year 2000, the owners commissioned Cherubino Gambardella to transform it into site for offices and exhibition spaces. Focusing on the paradox of the unresolved monumental, introverted style, Gambardella decided to project the entrance outwards by linking it to a large void space whose three-dimensional irregularity breaks up the 1980s-style symmetry. A covered area, open on the sides, featuring a dense forest of eighty-eight concrete columns with different diameters which can host temporary exhibitions and artistic installations. The 12-metre high, fretwork façade, on the Via Appia side, tapers off towards the building, almost as if to accompany visitors and their gaze in the direction of the interior that has finally been completed. The grand staircase is still the focal point in the new internal layout, but it also lends movement to the spaces and the walls which become irregular and curved, breaking up the original Cartesian symmetry completely. At night, the additional fretwork structure acts as a lighting mechanism creating fascinating and totally original effects. The architecture becomes a beacon, a new landmark for this otherwise anonymous area.

in apertura e destra/ opening page and right: il nuovo ingresso all'edificio con la foresta di colonne/ the new entrance to the building with the forest of concrete columns

Un fantasma. Questo sembrava l'edificio di Bonea, in provincia di Benevento. Un edificio realizzato negli anni ottanta, un impianto assolutamente simmetrico con grandi vetrate e un ingresso introflesso che dà accesso all'unico elemento presente nello spazio non finito interno, uno scalone ellittico, monumentale. All'inizio del 2000 la proprietà incarica Cherubino Gambardella di trasformarlo in una sede per uffici e spazi espositivi. Puntando sul paradosso di una monumentalità irrisolta, introversa, Gambardella decide di estroflettere l'ingresso esistente collegandolo ad un grande volume cavo la cui irregolarità tridimensionale frantuma la simmetria anni '80. Uno spazio coperto, aperto sui lati e caratterizzato da una foresta di ottantotto colonne in cemento di diametri diversi che può accogliere esposizioni temporanee e installazioni artistiche. Il fronte traforato, verso la via Appia, alto 12 metri, si rastrema verso l'edificio, quasi ad accompagnare il visitatore e il suo sguardo in direzione di un interno finalmente concluso. Lo scalone rimane punto focale della nuova organizzazione interna ma al tempo stesso genera una dinamicità degli spazi e delle pareti che divengono sghembe e curve, scardinando completamente la simmetria cartesiana originaria. La notte il corpo aggiunto traforato diviene una macchina di luce, creando effetti assolutamente originali e suggestivi. L'architettura diviene un segnale luminoso, un nuovo landmark per questo territorio altrimenti anonimo.

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nome progetto/project name: L'Elefante Bianco/ The White Elephant progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella, Simona Ottieri ubicazione/place: Latina, Italia/ Italy committente/client: Privato/ Private collaboratori/collaborators: Alfonso Mattia Berritto progettista strutturale/structural designer: Ing. Claudio Margherita anno di progetto/design date: 2010-2011 anno di realizzazione/completion: 2011-2012 superficie/gross area: 500 mq/sqm imprese/contractor: La Fonte della Costruzione S.r.l. Armando Colacicco


Residenza privata, Itri (LT)

testo di/text by

Fabio Rosseti 66

In un testo, riportato in parte anche in questa stessa rivista, su quella che Gambardella chiama “architettura fisiognomica”, l’autore afferma: «… al Sud, i processi ideativi sono sempre più elementari. Si costruisce con un automatismo scontato. La pianta è data, le tecniche sono quelle del dopoguerra…» e conclude dicendo « Ho visto luoghi come corpi pulsanti sui quali ho amato trascrivere, modificare, aggiungere, mutilare. Ho cercato di restituire a paesaggi svenuti il diritto alla rianimazione e a rimanere somiglianti ma non identici a loro stessi». In questo splendido luogo che domina il paesaggio fra il Golfo di Gaeta e quello di Sperlonga, l’architetto si è trovato di fronte uno scheletro di casa, un telaio in cemento armato con solo la copertura a falda. Un atto incompiuto, irrisolto, interrotto. Da queste ossa grigie è stato chiesto al progettista di creare una residenza dal carattere «solido e perentorio ma (…) accogliente». Nasce così questo “elefante bianco”, simbolo di buon auspicio, fortuna e prestigio. Queste ossa di cemento sono rivestite da volumi possenti ma le facce di questi corpi non cadono a piombo. In realtà i piani sono sghembi, inclinati, a strapiombo, e creano un gioco dinamico ancora di più sottolineato dal rivestimento realizzato con un craquelé bianco di ceramica smaltata (che ricorda, appunto, la grezza ma robusta pella dell’elefante) e da una fascia arancio che stacca le pareti dal terreno. Questa stessa fascia poi si allarga divenendo un incavo che sottolinea l’ingresso laterale. Due grandi terrazze aggettanti al primo piano si aprono verso lo splendido paesaggio circostante. Lo spazio esterno attorno alla casa è essenziale e rigoroso, quasi zen, con l’unica macchia di colore azzurro della piscina, libera da ogni orpello. All’interno lo scheletro originario sottolinea l’articolazione degli spazi, dominati da colori chiari e da pavimenti in resina e travertino che dialogano con le finiture, calde, in legno di aframosia.

in apertura/ opening page: vista notturna della casa/ night view of the house

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Private house In an article, partially published

rupted act. From these grey bones, the designer

in this magazine, on what Gambardella calls “physiognomic architecture”, the author states, “... in the South of Italy, creative processes are

was asked to create a dwelling that was “solid and authoritative but (...) welcoming” in charac-

basic and spartan, almost Zen-like, with a single splash of light blue from the pool, with no frills. Inside, the original skeleton highlights the layout

ter. This is how this “white elephant” was born; a symbol of good luck, fortune and prestige.

of the spaces, dominated by light colours and the floor in resin and travertine which interact

These concrete bones are clad by strong struc-

with the warm finishes, the African teak.

becoming increasingly elementary. Buildings are put up with predictable automatism. The layout is a foregone conclusion, the techniques are from the post-war period...” and he concludes

tures, but the façades of these bodies do not fall in straight lines. In actual fact, the floors are

by saying, “I viewed places as if they were pulsating bodies which I have taken pleasure in transcribing, modifying, adding to and mutilat-

askew, slanted, overhanging and create a dynamic scenario emphasised still further by the

ing. I have tried to restore the right to be reanimated to faded landscapes and to make them look like themselves again, but not identical. In this splendid location which dominates the view between the Gulf of Gaeta and Sperlonga, the architect was confronted with the skeleton of a house, a reinforced concrete canvas with just a pitched roof. An unfinished, unresolved, inter-

cladding created by a white enamelled crackle effect (which is reminiscent of the rough, but sturdy skin of an elephant) and by a band of orange that detaches the walls from the ground. This same band then becomes wider becoming a channel which highlights the side entrance. Two large terraces, which jut out from the first floor, overlook the splendid countryside all around. The external space around the house is

in basso/ below: dettaglio dell'ingresso principale e prospetto nord/ detail of the main entrance and north façade pagina seguente/ following page: in alto/ above - il prospetto sud/ the south façade; in basso/ below - il soggiorno/ the living room


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nome progetto/project name: Bestiario/ Bestiary progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella ubicazione/place: Bonea, Benevento, Italia/ Italy committente/client: Seieffe Industrie Bonea collaboratori/collaborators: Simona Ottieri progettista strutturale/structural designer: Simona Ottieri anno di progetto/design date: 2001 anno di realizzazione/completion: 2009 superficie/gross area: 500 mq/sqm imprese/Contractor: Travi Sud S.p.a.


Parcheggio coperto e pensilina di ingresso, Bonea (BN)

testo di/text by Fabio Rosseti foto di/photos by Pepe Maisto

70 Covered parking and entrance canopy There is often a sort of architectural “racism” among those practising this profession who consider certain

Spesso fra i professionisti esiste una sorta di “razzismo” architettonico che fa considerare certi progetti di “serie A” e altri di “serie B (o C, D, ecc)”. Il progetto per una pensilina a copertura di un parcheggio esterno e un’altra per proteggere l’ingresso all’edificio principale, credo che per i più rientri nella cate-

projects to be in the “major league” and others to be in “minor leagues”. I think that for many the

goria secondaria, una sorta di architettura ma non Architettura (con la A maiuscola). Questo progetto di Cherubino Gambardella è senza dubbio la migliore risposta a questo sciocco dualismo. Tecnologia,

project to cover an external car park and another to provide shelter at the entrance to the main building would be classified as minor league, an

teatralità, simbolismo sono i concetti che sono alla base del progetto di questa “semplice” pensilina. Come in altri progetti, anche in questo caso Gambardella scardina un contesto da centro direzionale di periferia realizzando non una pensilina ma lo scontro fra due animali. Una battaglia simbolica fra

architecture of sorts, but not Architecture (with a capital A). This project by Cherubino Gambardella

un animale che si muove pancia a terra come un rettile, una lucertola, una vipera (la pensilina del parcheggio) e un altro animale che possente si erge in difesa o attacco, puntando le zampe/pilastri ben

is without a doubt the best answer to this ridiculous rivalry. Technology, theatricality and symbol-

saldi nel terreno. L’abilità tecnologica dei costruttori delle opere in cemento armato permette quella plasticità e arditezza nei movimenti dei piani di copertura (quello dell’ingresso ha uno sbalzo di ben 18 metri) che rendono questa rappresentazione teatrale ancora più vera ed impressionante. I numerosi

ism are the concepts which underlie the project for this “simple” covering. As with his other projects, Gambardella once again turns the context of a

fori che si aprono nella copertura in maniera irregolare e la attenta illuminazione notturna, permettono poi alla luce di accentuare la plasticità della lotta.

suburban office block upside down, not by creating a covering, but a confrontation between two animals instead. A symbolic battle between an animal that crouches down on the ground like a reptile, a lizard, an adder (the car park covering) and another powerful animal which rises up in defence or attack, keeping its paws/pillars firmly on the ground. The technological prowess of those who construct in reinforced concrete conveys plasticity and boldness to the movement of the covered planes (the one at the entrance rises up to a height of no less than 18 metres) which makes this theatrical representation even more authentic and striking. The numerous irregular skylights cut into the covering and the carefully designed night-time illumination allow the light to then accentuate the fluidity of the struggle.

in apertura e sopra/ opening page and above: viste della struttura a sbalzo e della copertura traforata/ view of the cantilever and of the perforated roof

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Š Cherubino Gambardella


Palazzo del Commercio, Montesarchio (BN)

testo di/text by

Fabio Rosseti 72

Building of the Trade When you talk about shopping centres, you automatically think of a “non place”, in this case, however, the concept the

Quando si parla di gallerie commerciali viene ormai automatico pensare al “non luogo”, in questo caso tuttavia il concetto che sorge con maggiore immediatezza è quello di “genius loci”. Al posto di un vecchio tabacchificio nel beneventano, vicino alla rocca medioevale di Montesarchio, Gambardella decide di

that first comes to mind is that of a “genius loci”. Instead of an old tobacco factory in Bene-

realizzare questo edificio come una fortificazione medioevale. Il piano terra ed il primo piano si appoggiano su una selva di pilastri che sprofondano nel parcheggio interrato, la cui sagoma fuoriesce da quella dei corpi soprastanti, creando così un fossato. Le pareti esterne del piano terra sono realizzate con bugne

vento, Gambardella decided to create this building as it were a medieval fortress near the actual medieval fort of Montesarchio. The ground

irregolari in calcestruzzo prefabbricato che creano l’effetto di una corazza impenetrabile, un bastione. Si accede solo attraverso due ingressi, imponenti nelle dimensioni ma caratterizzati da una leggerezza ed

floor and the first floor rest on a dense forest of pillars which plunge into the underground car

uno slancio che sembrano contraddire la solidità del corpo edilizio. Il primo piano, dove si trova il polo artigianale, è caratterizzato da un loggiato di pilastri rettangolari asimmetrici che ritmano le facciate, cre-

park and its outline protrudes from the structures above creating a moat. The external walls of the ground floor are clad with prefabricated

ando terrazze e patii. All’interno, al piano terra, domina il colore e la geometria dei rivestimenti mentre al primo piano ci accoglie una sobrietà scabra ed essenziale. Come afferma Gambardella, siamo di fronte ad «un palazzo d’oggi, un lavoro sull’idea di monumento e di stilizzazione per riaccendere un dialogo sopito

concrete ashlars which give the impression of an impenetrable suit of armour, a stronghold.

con le antiche rocche medioevali del beneventano, con i rilievi del Taburno e del Partenio, un colloquio cancellato da una città lineare che si va costruendo senza epos e senza segreti».

© Cherubino Gambardella

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The only access is through two doors which are immense in size but denoted by a lightness and slenderness which belie the solidity of the the main building. The first floor, where the artisan shops are located, features a gallery of asymmetrical rectangular pillars which punctuate the façade creating terraces and patios. Inside, the ground floor is clad with dominant colours and geometrical shapes while on the first floor you are greeted by an austere and plain solemnity. As Gambardella says, we are faced with «a mod-

nome progetto/project name: Palazzo del Commercio, Montesarchio (BN)/ Building of the trade, Montesarchio (BN, Italy progetto architettonico/architectural design: Cherubino Gambardella, Simona Ottieri ubicazione/place: Camerino, Macerata, Italia/ Italy committente/client: Ascocentro S.r.l. collaboratori/collaborators: Mario Russo, Alfonso Mattia Berritto progettista strutturale/structural designer: Giuseppe Cecere anno di realizzazione/completion: 2001-2009 superficie/gross area: 60.000 mq/sqm imprese/contractors: Travi Sud S.p.a., COGEI S.r.l., FMG

ern-day palace, a work based on the idea of a monument and stylisation to rekindle a dormant dialogue with the ancient medieval fortresses of Benevento, against the backdrop of the Taburno and Partenio mountain, an interaction voided by

in apertura/ opening pages: la facciata con le bugne irregolari prefabbricate/ the façade with the prefabricated concrete ashlars

a linear city which continues to be built without a sense of poetry and without secrets».

sotto/ below: la pensilina a sbalzo sull'ingresso principale/ the cantilevered canopy above the main entrance

© Cherubino Gambardella


Š Pepe Maisto

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sopra/ above: vista notturna; in primo piano il "fossato" del parcheggio sotterraneo/ night view; in the foreground the 'moat' of the parking lot a destra/ right: schizzo di progetto della pensilina/ project sketch of the canopy



Anglobeceri a Firenze

The gardens of the Anglobeceri: Villa Gamberaia

Anglobeceri in Florence

testo di/text by

Dafne Mazzanti

foto e disegni di/photos and sketches by

Tommaso Bertini

I Giardini degli Anglobeceri: Villa Gamberaia

"Were I asked which garden near Florence is the most poetical, I would answer without esitation that of the Villa Gamberaia” Harold Acton, 1973 A chi volesse visitare Villa Gamberaia consiglio l'arrivo a piedi, camminando con calma, per godere dell'apparizione della villa, galleggiante sopra le chiome grigie e argento degli olivi. Con questa prima occhiata non ci si stupisce che la principessa Catherine Jeanne Ghyka, facente parte della comunità anglobecera(1), l'abbia acquistata alla fine dell'ottocento per inventare uno dei piu celebri e copiati giardini di Firenze. Nell'introduzione del suo libro The Florentine Villas, nel 1901 Janet Ross scrive: "After various vicissitudes Gamberaia was bought a few years ago by Princess Ghyka, who is restoring the beautiful old-fashioned garden to its pristine splendour with infinite patience and taste"(2). Ghyka, come del resto molti dei suoi amici tra i quali gli Acton a Villa La Pietra, sarà responsabile di quel gusto old-fashioned, creando un giardino nello stile "Renaissance Revival" tanto in voga tra la comunità straniera a Firenze in quegli anni. La Principessa appartiene alla nobiltà mitteleuropea, è la sorella della Regina Natalia di Serbia, nasce in Francia, studia a Parigi ed abita assieme alla sua compagna Mrs Florence Blood, nata in Germania da genitori americani, che collabora all'ideazione del giardino. Le due signore nel 1896 si apprestano ad eliminare i segni dello stato di totale abbandono in cui versa il giardino dopo i vari passaggi di proprietà per ridare vita e splendore a questo capolavoro. Inizialmente la Villa ed il suo giardino sono costruite dalla famiglia Rossellino, di cui fa parte Bernardo, l'artista formato sotto l'ala dell'Alberti nel Quattrocento e responsabile della costruzione di Pienza. La Villa ed il giardino sono strutturate infatti su disegno albertiano dove il giardino viene concepito come podio della villa ed è strutturato lungo un asse longitudinale con la costruzione al centro. Ai primi del Seicento la proprietà viene venduta a Zanobi Lapi, a cui si deve l'impostazione planimetrica generale del giardino. L'iscrizione "Zenobius Lapi Fundavit MDCX" corrisponderebbe alla decorazione del barocco Cabinet de Roccaille ed alla costruzione del Ninfeo: la magica e misteriosa sezione del Nettuno o Diavolo nascosto in fondo all'asse, parallelo al principale, nella zona ombrosa del bowling alley. Nel Settecento la proprietà passa nelle mani dei Capponi. In questo tempo una veduta dello Zocchi (1744) ci mostra molti degli elementi caratterizzanti del giardino e della villa presenti anche al momento dell'acquisto di Ghyka. Il giardino si compone di due assi longitudinali: l'asse che passa dal centro della villa e quello parallelo del bowling alley. Altri elementi già raffigurati sono il Cabinet de Rocaille, il piccolo bosco, il terrazzo dei limoni, ed il parterre che si sviluppa sul lato sud della villa. La zona di maggior interesse nella nuova progettazione del 1896-98 è la trasformazione del parterre in "parterre d'acqua" con l'aiuto dei giardinieri Messeri e Martino Porcinai, quest'ultimo padre del piu'


in apertura/ opening page: planimetria del giardino/ plan of the garden in queste pagine/ these pages: vedute del giardino di Villa Gamberaia/ views of the garden of Villa Gamberaia

conosciuto Pietro, uno dei più grandi paesaggisti italiani. L'innovativo parterre diviene un vuoto anzichè un pieno, al posto della massa floreale vi si trovano vasche dai riflessi liquidi scandite da geometrie verdi, mosaici sui pavimenti e vasi di limoni che seguono l'asse longitudinale che si conclude con un effetto teatrale attorno alla vasca semicircolare di ninfee. L'effetto della specchiatura delle siepi e delle statue nell'acqua diviene realtà riflessa, dinamica, onirica e poetica. Il giardino viene subito apprezzato tanto che nel 1915 Henry Vincent Hubbard, paesaggista americano ed insegnante alla Harvard University, lo pubblica su "Landscape Architecture". Nell'articolo sono rappresentati una serie di rilievi di Villa Gamberaia nei quali viene citata come modello ideale ed icona del "giardino rinascimentale italiano", pur trattandosi di un giardino creato in gran parte agli inizi del Novecento. Nel design del giardino di "intima scala umana" inventato da Jeanne e Florence si combinano le loro personali fantasie ed idee esattamente come si combinavano gli stili e le idee dei proprietari precedenti per tendere alla ricerca di un canone non solo estetico, ma anche poetico(3). Il giardino della Villa Gamberaia a Settignano diventa cosi un crocevia di culture e di provenienze, un giardino in miniatura, intimo ed a misura d'uomo, contenitore di diversi elementi, stili, e personalità, che rispecchiano la successione nel tempo dei diversi proprietari. Nel 1923 Geoffrei Jellicoe ne parla così: "Il punto è che questo giardino, così come lo si vede, riecheggia quasi tutte le sfaccettature della mente umana: la sensuale, la pratica, la contemplativa, la mistica, l'infantile e soprattutto la grandezza di ogni individuo". Ghyka, negli ultimi anni, si rinchiude nella villa per non essere vista da nessuno e diviene "un'ombra fugace che si nasconde dietro la finestra", ma il risultato della sua vita in cerca di libertà e poesia si riflette nel giardino, commistione di stili ed idee libere e poetiche come il suono dell'acqua, i giochi di luci ed ombre, o la scelta di una lingua di terra quasi isolata dal resto del mondo, galleggiante al di sopra delle chiome degli ulivi grigio-argentei dove la natura diventa un'opera d'arte. (1) Per la definizione del concetto di anglobecero si confronti il precedente numero AND Aprile Maggio 2016. (2) "Qualche anno fa, dopo varie vicissitudini, la principessa Ghyka ha acquistato Villa Gamberaia e sta riportando il bel giardino all'antica allo splendore iniziale con infinita pazienza e gusto". (3) Va comunque riportato che nel testo Iris Origo: Marchesa of Val d'Orcia, si legge "....Pinsent, who was now settled in Florence and working for a Harvard art collector friend of Berenson's, Charles Loeser, as well as designing a water parterre for Princess Ghyka at the Villa Gamberaia [...]"


in alto/ above: disegno di Tommaso Bertini/ drawing by Tommaso Bertini pagina precedente/ previous pages: viste del giardino e della Villa/ views of the garden and Villa

”Were I asked which garden near Florence is the most poetical, I would answer without esitation that of the Villa Gamberaia” Harold Acton, 1973 I would like to suggest approaching the Villa Gamberaia by the means of a slow walk, to fully enjoy the view of it emerging through the gray silver olive groves. Admiring the Villa from this point of view, it is no surprise that princess Catherine Jeanne Ghyka, part of the Anglobecero community(1), decides to buy it at the end of the 19th century in order to create one of the most celebrated and copied gardens of Florence. Janet Ross, in 1901 in the introduction of her book The Florentine Villas, writes: “After various vicissitudes Gamberaia was bought a few years ago by Princess Ghyka, who is restoring the beautiful oldfashioned garden to its pristine splendor with infinite patience and taste”. Ghyka, like many of her friends, among whom are the Actons at Villa La Pietra, will create an old- fashioned “Renaissance Revival” garden, reflecting a typical trend in the foreign community residing during this time in Florence. The Princess belongs to the Central European nobility, she is the sister of the Queen Natalia of Serbia, she is born in France, studies in Paris and lives with her companion Mrs Florence Blood, born in Germany from American parents, she also collaborates in the planning of the garden. In 1896 the two ladies are eager to cancel the state of neglect in which the garden has fallen after the different changing ownerships and want to take it back to its pristine splendor. Initially the Villa and its garden had been built by the Rossellino family, which

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a sinistra/ left: vista del giardino/ view of the garden

listed among its members Bernardo, the artist from the 1400s, a student of Leon Battista Alberti, and the planner of the town of Pienza. The Villa and the garden follow, in fact, Alberti's ideas about design, where the garden is seen as a podium for the Villa and the project develops along a main axis with the building at its center. In the beginning of the 1600s the property is sold to the Zenobi Lapi family, who will plan the main structure of the garden. The inscription “Zenobius Lapi Fundavit MDCX” corresponds to the decoration of both the baroque Cabinet de Roccaille and

contains pools of water that create liquid reflections in the place of the usual masses of flowers. All of this is framed by geometries of green boxwood, mosaics on the pavement and vases of lemon trees that follow the main axis ending with the semicircular pool with lily flowers. The mirror effect of the hedges and the statues becomes a dynamic duplicate of reality, dreamlike and poetic. Henry Vincent Hubbard, American landscape designer and professor at Harvard University, in 1915 publishes an analysis of the garden

the construction of the Ninfeo: the magical and mys-

on “Landscape Architecture”. Here we find the reproduction of many drawings of the Villa and garden.

terious area of the Neptune or Devil hidden at the end of the bowling alley axis, parallel to the main one. In the 1700s the property is owned by the Capponi fam-

With this article, Gamberaia becomes the ideal iconic model for the “Renaissance Italian garden”, even if the garden is mostly created in the beginning of the

ily. At this time an engraving by Zocchi (1744) shows us many of the elements of the garden and the villa

Nineteen hundreds. In the “intimate human scale” project invented by Jeanne and Florence, we find

that will be present at the time of Ghyka's purchase. The garden is organized with two main parallel axes, one passing through the center of the villa and the

a combination of their personal fantasies and ideas added onto the styles and plans of the previous owners, creating a completely new aesthetic and poetic

other parallel to the first with a bowling alley. Other elements represented are the Cabinet de Roccaille, the

combination(2). Therefrom the garden of Villa Gamberaia in Settignano becomes a mixture of cultures and

little bosco, the lemon terrace and the parterre that extends from the south side of the villa. The part of the new design of 1896-98 involved mainly the trans-

backgrounds, a miniature garden, intimately following a human scale, containing different elements, styles and personalities that reflect the change over time of

formation of the parterre into the “water parterre” with the help of the gardeners Messeri and Martino Porci-

the different owners. Geoffrei Jellicoe in 1923 writes “The argument is that this garden as it stands echoes

nai, the later father of the more noted Pietro, one of the first Landscape Designers. The innovative parterre

almost every part of the human mind: the sensual, the practical, the contemplative, the mystical, the childish

and, overall, the ordered grandeur of the individual”. Ghyka's later life is one of retirement in the villa, no one is allowed to see her, where she becomes an “evanescent shadow hiding behind the window”. The result of her search in life for freedom and poetry can be seen in the garden: an eclectic mixture of styles and ideas like the sound of water, the dance of light and shadows, or in her choice of living on an isolated hill jutting out from Settignano, emerging through the gray silver olive groves, where nature becomes a work of art. (1) For the definition of Anglobecero refer to AND April May 2016 (2) Must be noted that in the book Iris Origo: Marchesa of Val d'Orcia we read “....Pinsent, who was now settled in Florence and working for a Harvard art collector friend of Berenson's, Charles Loeser, as well as designing a water parterre for Princess Ghyka at the Villa Gamberaia [...]”


Architetti Italiani

di/by

Paolo Di Nardo

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Restituire “immaginazione” ai luoghi del progettare attraverso l’uso della “fantasia” è una caratteristica tipicamente italiana e in questo senso questo numero di AND prosegue la sua ricerca e il suo viaggio dentro gli studi di architettura italiani per portare all’esterno una cultura del progetto spesso non emergente e soppressa dalla mancanza di sbocchi comunicativi. AND si è accollato questo compito culturale senza schemi o griglie di appartenenza a lobby culturali, spesso soltanto geografiche o accademiche. In fondo chi crea in questi studi si è formato in Università di grande eccellenza compositiva riuscendo a coniugare un’appartenenza culturale della città universitaria con la personale appartenenza geografica. Luoghi, identità, linee, orizzonti si mescolano con quelle “visioni” spesso personali e artigiane come nella sana tradizione italiana.

Restoring “imagination” to the places of design through the use of “fantasy” is a typically Italian characteristic and in this sense, this issue of AND continues its quest and its journey within Italian architectural firms to expose a project culture that often fails to emerge and is smothered by the lack of communication outlets. AND has taken on this cultural task without any association with the pre-defined plans or templates of cultural lobbies, which are often merely geographical or academic. After all, the individuals who create these firms have studied in top universities and have managed to combine a sense of cultural belonging to their university city with that of their home town. Places, identities, lines and horizons blend with those often personal and craftsman-like “visions” in keeping with a sound Italian tradition.



Linea, punto Comporre con volumi e colori

testo di/text by Paolo Di foto di/photos by Donatella

Nardo Monsi

Line, dot Ernesto Nathan Rogers, in an attempt to provide a new way for the Italian

Ernesto Nathan Rogers, nel tentativo di indicare una nuova via per la cultura architettonica italiana usava la metafora storica del confronto fra la Basilica e Il tempio greco affermando

architectural culture, used the metaphor of the historical confrontation between the Basilica and the greek temple, saying that the

che le differenze fra le due tipologia fosse di soli centimetri. Lavorare all’interno di questo stretto spazio disciplinare è la vera caratteristica culturale del designer italiano che per dna

differences between the two types was only centimeters. Working within this narrow disciplinary area is the real cultural feature of the Italian designer who has in his DNA and identity, the capability to be always the "bridge" between the past, the present and the future. Each designer carries within this faint design space his attention, inclinations, expressive sensitivity. He declines the space in which they act as a continuos without interruption or expressive stumble. Publishing in recent years the works of Italian architects from all over the national territory, AND can, with full knowledge, witness this belonging and this cultural tendency, no longer tied to

e identità è capace di essere sempre il “ponte” fra il passato, il presente e il futuro. Ogni designer immette all’interno di questo leggero spazio progettuale le proprie attenzioni, inclinazioni, sensibilità espressive, declinando lo spazio in cui interviene in continuità senza interruzioni o inciampi espressivi. In questi anni di pubblicazione dei lavori di architetti italiani su tutto il territorio dello stivale, AND può, con cognizione, testimoniare questa appartenenza e questa propensione culturale non più legata al dibattito post guerra, ma rigenerata dalle sempre più diffuse diversità formative che, seppur con qualche inciampo generazionale (fra gli anni '70 e '90) hanno saputo rinnovare il racconto architettonico italiano. Questa capacità sa esprimersi con più decisione proprio negli interventi di recupero e trasformazione delle nuove basiliche urbane: la Fabbrica, ovvero la Fabrica. In questo intervento è chiaro lo spazio di pertinenza del progetto all’interno del rispetto tipologico della fabbrica che lo accoglie. Nessun intervento ha così coinvolto l’architettura nelle sue relazioni compositive accettando la forma come conseguenza della funzione originaria lavorando nella microscala dei volumi interni contenuti e dei colori come elementi di differenza compositiva. Il bianco che avvolge questi spazi definiti dal colore assolve alla funzione di una vera e propria vela-

the post war debate, but regenerated by the increasingly widespread educational diversity

tura pittorica come per i pittori dell’ottocento che, dopo aver usato colori accesi nella loro singolarità espressiva, venivano amalgamati e resi unitari attraverso quella pennellata finale di bianco sporco detta velatura. In questo senso la tradizione continua, seppur in discipline

that, albeit with some generational stumbling

e modi di intervenire diversi, come nella buona tradizione italiana.

nome progetto/project name: Nuova sede Manzari Assicurazioni srl - Agenzia Generali/ New headquarters Manzari Insurance Company srl Generali Agency progetto architettonico/architectural design: Lotti Architetti Associati ubicazione/place: Pistoia, Italia/ Italy anno di progetto/design date: 2014 anno di realizzazione/completion: 2014-2015 superficie/gross area: 420 mq/sqm imprese/contractor: WIZ Design S.r.l. General contractor

in apertura/ opening page: vista del corridoio/ view of the corridor a destra / right: vista dell'esterno/ exterior view

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from the 70s to 90s, were able to renew the Italian architectural narrative. This ability can express itself more firmly right in the regeneration and transformation of new urban basilicas: the Factory, or the Fabrica. In this work it is clear the project's pertaining to the typological space of the factory that receives it. No intervention has so involved the architecture in its compositional relationships, accepting the form as a result of the original function, but working in the microscale of the internal volumes and colors as elements of compositional difference. The white that surrounds these spaces defined by the color, serves the function of a real pictorial veiling as for the nineteenth painters who after using bright colors in their expressive singularity, blended them and made unitary through the final stroke of said dirty white veiling. In this sense, the tradition continues, albeit in different disciplines and ways to intervene as in the good Italian tradition.


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Manzari Assicurazioni S.n.c. Via Enrico Fermi, 44 51100 Pistoia Tel. +39 0573 50201 Email: agenzia.pistoiaviafermi44.it@generali.com www.agenzie.generali.it/pistoiaviafermi44.it

[Manzari Assicurazioni s.n.c.] Il Gruppo Generali, realtà assicurativa leader in Italia, conta una rete di Agenzie distribuite capillarmente sul territorio, integrate nella realtà economica, produttiva e sociale di un luogo. L'Agenzia Generale di Pistoia, gestita da oltre 40 anni dalla famiglia Manzari, rappresenta un punto di riferimento fiduciario per il tessuto sociale pistoiese e la nuova sede di via Fermi 44 a Pistoia esprime la volontà di essere sempre al passo con i tempi nel solco però di un rapporto tradizionale, quasi familiare, con la città.

[Manzari Assicurazioni s.n.c.] The Generali Group, a leading insurance company in Italy, has a network of agencies spread throughout the country, integrated into the economic, productive and social of a place. The Pistoia General Agency, managed for over 40 years from Manzari family, represents a point of trusty reference for the social fabric. The new headquarters in Via Fermi 44 in Pistoia expresses the desire to keep abreast with the times, however, in the wake of a traditional relationship, almost familiar, with the city.

in queste pagine e seguenti/ these pages and following ones: viste degli interni/ views of the interiors


[Wiz Design S.r.l.]

[Wiz Design S.r.l.]

La nuova Agenzia Generali Assicurazioni di Pistoia dello Studio Lotti Architetti è uno degli ultimi progetti di Wiz Design.

The new Generali Assicurazioni insurance agency in Pistoia by Studio Lotti Architetti is one of Wiz Design’s latest projects.

Il progetto è stato realizzato con la formula "chiavi in mano". La stretta collaborazione con l'architetto Lotti e la scelta

The project was created with a turnkey formula. The close collaboration with the architect, Lotti, and the choice of the best

dei migliori prodotti per realizzare la nuova agenzia, hanno permesso di ottenere un risultato eccellente sia dal punto di vista estetico che funzionale, rispettando puntualmente i

products to create the new agency meant that an excellent result was achieved both from an aesthetic and functional point of view, all within the time frames set for completing

tempi prefissati per l'intera realizzazione.

the project.

Wiz Design S.r.l. Via Enrico Fermi, 88 51100 Pistoia Tel. +39 0573 442280 Fax +39 0573 442285 Email: info@wizdesign.it www.wizdesign.it


12 20 © Max Lisi



Casa P Il controllo spaziale di linee e superfici

testo di/text by

Antonio Maria Dalle Piane

P House When the green space so overbearing envelops the living, surrounding it in a

Quando lo spazio verde avvolge in modo prepotente l’abitare circondandolo in un abbraccio ambientale decisamente incisivo, non si può trascurare il dialogo con questo elemento

very incisive environmental hug, you can not neglect the dialogue with this natural element. This certainly does not mean imitation,

naturale. Questo non vuol dire certo mimesi, ma trasformazione e sedimentazione di un’atmosfera in uno spazio duro, per la sua geometria, ma morbido per i suoi effetti. A volte il

but transformation and sedimentation of an atmosphere in a space, hard for its geometry but soft for its effects. Sometimes the contrast method allows to enhance both poles of a dialogue without cancel each other but emphasizing the individual peculiarities. The red color of the exterior plaster sets for "simultaneous contrast" the architectural role of the volumes in relation to the surroundings, because the red color in the chromatic scale is placed in the opposite position to the green. After all, in the Tuscan countryside it is common to find these instinctive color relationships, created to give definition, within nature, to the "retreat" as an environmental landmark. With

metodo del contrasto permette di valorizzare entrambi i poli di un dialogo senza annullarsi reciprocamente, ma enfatizzando le singole peculiarità. Già il colore dell’intonaco esterno, color rosso, definisce per “contrasto simultaneo” il suo ruolo architettonico rispetto all’ambiente circostante proprio perché nella scala cromatica il color rosso si colloca in posizione opposta a quello verde. In fondo nelle campagne toscane è frequente trovare queste relazioni cromatiche istintive nate per dare definizione, all’interno della natura, al “rifugio” come punto di riferimento ambientale. Con un ribaltamento di fronte l’interno è trattato in modo totalmente diverso trasformando linee e superfici in accenti estetici che richiamano la natura e le sue forme. Un processo formale complesso e non banale che difficilmente riesce a trovare espressività convincenti se non si riesce a gestire il ruolo dei singoli elementi estetici all’interno della composizione degli spazi. I rivestimenti diventano quindi l’occasione di segnalare i passaggi spaziali attraverso l’uso della materia corrugata che per mezzo della luce riesce a creare scenografie visive in cui anche l’ombra, come conseguenza del fascio di luce, assume un ruolo importante, come nella natura esterna. Ma il luogo dove questa attenzione alla natura diventa esplicito, seppur con forme metaforiche, è la scala

a tip of the front, the interior is treated in a completely different way, turning lines and

che unisce i due ambienti e che diventa un simbolo deciso nella distribuzione degli spazi. E’ interessante il tentativo di geometrizzazione delle linee casuali che si trasformano in uno shanghai verticale e che accompagna la salita alla scoperta degli spazi superiori, come le

surfaces in aesthetic accents that recall nature and its forms. A formal process, complex

tracce lasciate dagli alberi attraverso i rami secchi che accompagnano il passante che vuole smarrirsi nella natura.

in apertura/ opening page: dettaglio della scala/ detail of the staircase a destra/ right: dettaglio della finitura della parete/ detail of the surface finish of a wall

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in alto/ above: viste degli interni/ views of the interiors a destra/ right: vista della terrazza/ view of the terrace pagine seguenti/ following pages: dettaglio della scala e dell'esterno/ detail of the staircase and of the external

and significant that can hardly find convincing expressiveness if you can not handle the role of individual aesthetic elements within the composition of the spaces. The claddings therefore become an opportunity to stand out the spatial passages, by using the corrugated material which, by means of light, is able to create visual scenes in which also the shade, as a result of the light beam, assumes an important role , as in the outside nature. The place where this attention to nature becomes explicit, albeit with metaphorical forms, is the staircase, joining the two environments, that becomes a strong symbol, in the distribution of space. It 's interesting the attempt of geometrization of random lines that turn into vertical pick-up sticks accompanying the ascent to the discovery of the upper spaces. As the traces left by the trees through the dry branches, which accompany the passerby who wants to get lost in nature.


nome progetto/project name: Casa P progetto architettonico/architectural design: Style Group Architects, Arch. Riccardo Zappi ubicazione/place: Firenze, Italia/ Florence, Italy committente/client: Privato/ Private anno di progetto/design date: 2015 anno di realizzazione/completion date: 2016 dimensione intervento/gross area: 340 mq/sqm imprese/contractors: Innocenti Bruna S.r.l. - Incas 93 - Fal Serramenti S.r.l.

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[Innocenti Bruna s.r.l.] Un progetto di ristrutturazione è il campo dove la professionalità e la qualità dell'Azienda Innocenti Bruna s.r.l. offrono le maggiori opportunità ai progettisti, come nel caso del progetto Casa P di Stylegroup Architects. Le difficoltà di agire su spazi esistenti e con una committenza spesso esigente rendono fondamentale l'apporto di una azienda in grado di guidare sia i professionisti che la committenza nella scelta delle migliori soluzioni e dei materiali che più rispondo ai propri desideri.

[Innocenti Bruna s.r.l.] A renovation project is an arena where the professional approach and quality of Innocenti Bruna srl offers the best opportunity to designers, as in the case of the P House project by Stylegroup Architects. The difficulties involved in working on existing spaces and often with very demanding customers makes it important to be able to count on a company, which can guide both those in the trade and customers in choosing the best solutions and the materials which best fulfil their requirements.

Innocenti Bruna S.r.l. via Empoli 14 50142 Firenze Tel. +39 055 700553 Email: info@innocentibruna.it www.innocentibruna.it



Š Federico Bacci Cutulli


Dentro la storia Uno spazio laboratorio fra il corridoio vasariano e l'Arno

testo di/text by

Carlo Achilli

Inside the history Four generations of artisans who create jewellery. A family business which for over one hun-

Quattro generazioni di artigiani del gioiello. Un’azienda familiare che ha attraversato più di un secolo di storia affermando la propria filosofia, il proprio credo irrinunciabile: il gioiello come ornamento del corpo,

dred years has stated its philosophy, its unshakeable belief: jewellery as an ornament of the body, the ultimate expression of what is feminine and intimate and how

massima espressione dell’intimo io femminile e del suo modo di esprimersi. La storia di una famiglia, di una città, di una profonda passione per il proprio lavoro. Una storia di successo. 113 anni segnati da forti contrasti: il primo premio alla Biennale di Venezia nel 1936, la Seconda Guerra Mondiale, il massimo rico-

this is expressed. The history of a family, a city and a profound passion for what it does. A story of success. One

noscimento all’International Diamond Award nel 1952 a New York e nel 1958 a Buenos Aires, l’alluvione del 1966, la mostra rievocativa del 1993 con la donazione alla città di Firenze di 14 pietre incise a mano

hundred and thirteen years marked by strong contrasts: first prize at the Venice Biennale in 1936, the Second World War, the top prize at the International Diamond

oggi custodite nel museo degli Argenti a Palazzo Pitti, il restauro del famoso dipinto “La Carità” di Piero del Pollaiolo nel 2003, l’esposizione di segnatempo da collezione nel Museo di Palazzo Vecchio nel 2013. Più di un secolo di storia nel quale la Maison Fratelli Piccini ha saputo costruire quella rispettabilità che le

Award in New York in 1952 and again in Buenos Aires in 1958, the flood of 1966, the retrospective exhibition of

ha consentito di acquisire e consolidare rapporti privilegiati con i migliori fornitori di pietre preziose in tutto il mondo. Un’azienda che ha saputo rimanere al passo con i tempi, rinnovandosi continuamente senza per

1993 with the donation of fourteen hand-carved stones to the city of Florence now housed in the Museum of Argenti at Palazzo Pitti, the restoration of the famous

questo rinunciare alla propria identità, oggi riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Una identità di eccellenza, di unicità artistica e di impeccabile servizio al cliente. Un’azienda condotta oggi con lungimiranza ed esperienza da Elisa Tozzi Piccini, gemmologa diplomata al GIA di Los Angeles, che continua la

painting “La Carità” by Piero del Pollaiolo in 2003, and the exhibition of collector timepieces in the Museum of

tradizione di famiglia nel solco dell’esperienza, dell’artigianalità e della creatività. Modellandone il futuro. Il concept del progetto è stato quello di voler raccontare per mezzo di un percorso verticale un’ esperienza

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Palazzo Vecchio in 2013. Over a century of history in which the firm of Fratelli Piccini has built up that reputation which has enabled it to acquire and consolidate

cognitiva e sensoriale della storia della Maison, fatta di conoscenza, creatività e professionalità, partendo dal piano terra (spazio commerciale), passando per il primo piano (spazio espositivo delle creazioni della Maison di proprietà della famiglia, spazio per le relazioni dedicate, ufficio direzionale e servizi) fino ad arri-

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privileged relationships with the most prestigious suppli-

vare al secondo piano (archivio storico e laboratorio artistico) che conduce alla terrazza panoramica situata al centro del Ponte, sotto al Corridoio Vasariano, da cui si gode una vista unica, dagli Uffizi fino a Piazzale

ers of precious stones worldwide. A firm that is in step with the times, constantly renewed yet strong in its identity. An identity recognised and appreciated all over the world. An identity forged in excellence and impeccable service to the client. A firm today under the leadership of Elisa Tozzi Piccini, a gemologist graduated from the G.I.A. of Los Angeles, who continues the family tradition in the wake of the experience, craftsmanship and creativity. Handcrafting its future. The concept for the

Michelangelo. Un'esperienza che attraverso la sapienza artigianale e professionale espressa dalle collezioni esposte della Maison Fratelli Piccini, dal bozzetto alla realizzazione finale del gioiello, possa comunicare con tutti i futuri visitatori, fiorentini e non. Un percorso che si arricchisce attraversando una secolare attività imprenditoriale. Un'occasione per raccontare la storia di un brand legato alla sua città, quindi alla tradizione, ma con un occhio sempre attento alla ricerca e all'innovazione, in grado di realizzare gioielli di tendenza e di gusto contemporaneo. Nell'autunno del 2015, la Maison Fratelli Piccini decise di ristrutturare l’unità immobiliare che si trova su Ponte Vecchio. Tale straordinario sito architettonico, vincolato dalla Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Monumentali di Firenze, è stato dall'inizio del secolo scorso sede dello storico

in apertura/ opening page: la antica porta mercantile riaperta sul Ponte Vecchio/ the medieval “merchant” door reopened on to the Ponte Vecchio a destra/ right: vista panoramica dalla terrazza/ panoramic view from the terrace

© Federico Bacci Cutulli


in basso/ below: viste degli interni/ interiors views

brand Fratelli Piccini. Particolare attenzione è stata posta per i lavori di ristrutturazione, tra i cui obbiettivi vanno menzionati: 1) la manutenzione straordinaria eseguita presso lo spazio commerciale del piano terra con riapertura della porta alla "mercantile" medievale che si affaccia sulla terrazza centrale del Ponte 2) la realizzazione di un’ area espositiva delle creazioni della Maison di proprietà della famiglia al piano primo e la riapertura di un’antica finestra; 3) la realizzazione di un ufficio direzionale, di uno spazio per le relazioni dedicate e la riorganizzazione degli spazi accessori adibiti a servizio igienico, a locale tecnico e a magazzino nella parte restante del piano primo; 4) la razionalizzazione dello spazio legato al laboratorio artigianale orafo e la conseguente ridistribuzione dei macchinari da lavoro al secondo piano; 5) la riorganizzazione ed una nuova fruizione dell'archivio storico sempre al piano secondo, confinante, come nel caso del laboratorio © Federico Bacci Cutulli

artigianale, con il solaio di calpestio del corridoio Vasariano; 6) la ristrutturazione, il restauro ed il recupero ambientale della terrazza panoramica prospiciente il fiume Arno; 7) l'adeguamento degli impianti idricosanitario, elettrico, antifurto e di condizionamento e di riscaldamento in tutti i vani dei tre piani. Al piano terra, oltre ad un lavoro di restyling degli spazi commerciali prospicienti il piano stradale di Ponte Vecchio, è stata riaperta una porta alla "mercantile" medievale, chiusa un tempo per la realizzazione di una scala di accesso al primo piano. Il progetto quindi ha previsto la “stamponatura” della cortina muraria, il restauro dell’antico portone e la realizzazione di una nuova vetrata, fissa in cristallo temperato e trasparente che mette in relazione gli spazi interni della Maison Fratelli Piccini direttamente con la terrazza pubblica posta al centro di Ponte Vecchio. Internamente sono stati utilizzati i materiali tradizionali già presenti: legno di afromosia per le superfici orizzontali ed ottone per gli infissi ed i serramenti. Analogo intervento è stato realizzato al primo piano per la riapertura di una vecchia finestra tamponata con una cortina muraria, chiusa in passato per ragioni limitatamente funzionali. L'intervento ha previsto inoltre: una nuova riorganizzazione

© Federico Bacci Cutulli

dello spazio di distribuzione; la demolizione di alcuni tramezzi non strutturali e non conformi alla tipologia originaria; il rifacimento del piano di calpestio e la conseguente ripavimentazione con parquet in legno di afromosia; la sostituzione di vecchi infissi in legno obsoleti con dei nuovi di stessa geometria e fattura ed

© Federico Bacci Cutulli


© Federico Bacci Cutulli

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project was the desire to recount the history of the firm through a cognitive and sensory experience, featuring knowledge, creativity and professionalism, starting from the ground floor (sales area), moving up to the first floor (exhibition area of the family-owned jewellery business, a space for dedicated relations, management offices and services), all the way up to the second floor (historical archives and artistic workshop) which leads to a panoramic terrace situated in the middle of the bridge, © Federico Bacci Cutulli

below the Vasari Corridor, from where you can enjoy a unique view from the Uffizi to Piazzale Michelangelo. An experience, which through the artisan and professional skill expressed by the collections on display at Fratelli Piccini, from the initial sketch to the creation of the final piece, could communicate with future visitors whether they are from Florence or not. A path that is enhanced by a century’s worth of business acumen. An opportunity to tell the story of a brand linked to its city

Fratelli Piccini decided to renovate its premises located in Ponte Vecchio. This extraordinary architectural site, bound by the constraints of the Environmental and Architectural Heritage Superintendence of Florence, has been the home of the historical brand, Fratelli Piccini, since the beginning of the last century. Special attention was paid to the restoration work which included the

a destra e in alto/ right and above: viste degli interni/ interiors views

© Federico Bacci Cutulli

and, therefore to tradition, but with a constant focus on research and innovation to create fashion-forward jewellery with a contemporary twist. In the autumn of 2015,


progetto architettonico e direzione lavori/architectural design and project manager: Arch. Carlo Achilli committente/client: Fratelli Piccini ubicazione/place: Ponte Vecchio, Firenze, Italia/ Old Bridge, Florence; Italy progettista interni e renderings/interiors designer and 3D renders: Lorenzo Mannari anno di progetto/design date: 2016 anno di realizzazione/completion: 2016 imprese/contractors: EFFE.BI - Elettrika Simoni Termoidraulica R.M. - Sitre s.r.l. - Arredo Legno Design - Impresa Catarzi Roberto - PB Finestre W.D.T. s.r.l.

goals outlined below: 1) the extraordinary maintenance carried out in the sales area on the ground floor with the reopening of the door to the medieval "merchant” site which overlooks the central terrace of the bridge; 2) the implementation of a display area for the creations of the family’s business on the first floor and the reopening of an antique window; 3) the creation of an executive office, a space dedicated to relations and the reorganisation of the ancillary spaces used for restroom facilities, a technical room and storage in the remaining part of the first floor; 4) the rationalisation of the space linked to the artisan goldsmith workshop resulting in the relocation of the machinery to the second floor; 5) the reorganisation and new use of the historical archive still on the second floor, next to the elevated walkway of the Vasari corridor, as in the case of the artisan workshop; 6) the restructuring, restoration and environmental reclamation of the panoramic terrace overlooking the Arno River; 7) the adaptation of the water and sanitary, electric, anti-theft, and cooling and heating installations in all the rooms on the three floors. On the ground floor, in addition to the restyling work in the sales area facing the road surface of Ponte Vecchio, a medieval “merchant” door was reopened which had been closed off at one time to create a staircase accessing the first floor. The project, therefore, involved the “smoothing out” of the curtain walls, the restoration of the ancient gate and the creation of a new window, fixed in tempered, transparent glass that connected the interior of the premises with the public terrace located in the centre of Ponte Vecchio. Inside, the traditional materials already present were used: African teak for the flooring and brass for the doors and window frames and shutters. The same work was also done on the first floor to reopen an old walled-in window in the curtain wall which had been closed off in the past for merely functional reasons. The project also included: reorganising the distribution area; the demolition of some non-structural partitions which were out of keeping with the original style; the renewal of the flooring and subsequent resurfacing in African teak parquet; the replacement of the old obsolete wooden doors and windows with new ones in the same shape and style and lastly, the adaptation of the water and sanitary, electrical and cooling and heating systems to comply with current regulations. This area was designed for a dual activity linked to the display of the permanent collection of the Fratelli Piccini, but also conceived as a flexible space that could be used for temporary events. The other part of the first floor will be used for executive offices and will also have an independent area for specific relations. Several antique features were recovered on the first floor, including the medieval vaults with depressed arches, freed from the modifications made in recent times which had not taken into account the original style. The 0

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second floor was reorganised and the areas dedicated to the historical archive and the artisan jewellery workshop were rationalised. Here, the focus was directed at


infine l'adeguamento idrico-sanitario, elettrico e di climatizzazione nel rispetto delle normative vigenti. Tale

the architectural recovery of the existing spaces, to the

area è stata progettata per una duplice attività legata alla funzione espositiva per la collezione permanente Fratelli Piccini, ma anche pensata per uno spazio flessibile da destinare ad eventi temporanei. L'altra parte del piano primo sarà adibita ad ufficio direzionale e sarà dotata inoltre di uno spazio indipendente adibito alle

conservative repair of curtain walls and to the restoration of the flooring using the original materials, including

relazioni dedicate. Sempre al primo piano sono state recuperate alcune strutture antiche, ad iniziare dalle volte medievali ad arco ribassato, liberate dai volumi recenti aggiunti nell'ultimo secolo senza tener conto

the use of terracotta tiles again to replace the outdated ones. Finally, special attention was paid to the restoration of the panoramic terrace directly overlooking the river

della tipologia originaria. Il secondo piano è stato luogo di riorganizzazione e di razionalizzazione delle aree dedicate all'archivio storico e al laboratorio artigianale di oreficeria. Qui gli interventi sono stati indirizzati

and the public terrace of Ponte Vecchio. The large airconditioning machines were removed which had been

al recupero architettonico dei volumi presenti, al restauro conservativo delle cortine murarie e al ripristino delle pavimentazioni attraverso l'utilizzo dei materiali originali, a cominciare dal riuso di antiche pianelle laterizie in cotto utilizzate in sostituzione di quelle obsolete. Infine, particolare attenzione è stata rivolta alla

damaged by the weather in order to restore the original balustrade in wrought iron and thus, recreate the natural rapport with the river. From this extraordinary viewpoint,

ristrutturazione della terrazza panoramica che si affaccia direttamente sul fiume e sulla terrazza pubblica di Ponte Vecchio. Qui sono stati rimossi i macchinari tecnologici di condizionamento deteriorati dal tempo e di

suspended between the Arno River and the Vasari corridor, the surprising end to a journey through the history

grandi dimensioni per ripristinare l'originale balaustra in ferro battuto ristabilendo così un rapporto naturale con il fiume. Da questo straordinario punto panoramico, sospeso tra il fiume Arno e il corridoio Vasariano, sorprendente culmine del viaggio attraverso la storia del brand Fratelli Piccini, il visitatore godrà di un os-

of the Fratelli Piccini brand, visitors can enjoy a privileged observation point of the city of Florence of which the Ponte Vecchio still represents the nerve centre with

servatorio privilegiato sulla città di Firenze, di cui ancora oggi il Ponte Vecchio costituisce, con la sua fiorente attività artigianale, commerciale ed imprenditoriale, il suo cuore pulsante.

its flourishing artisanal, commercial and entrepreneurial businesses.

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© Carlo Achilli

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Hanno collaborato a questo numero / Contributions to this issue

Cherubino Gambardella

architetto/architect

Napoli1962. È architetto e professore ordinario di Progettazione Architettonica alla seconda Università di Napoli. Si è affermato in diversi premi e concorsi internazionali ed è più volte stato finalista alla Medaglia d’oro all’Architettura Italiana della Triennale di Milano. È stato invitato a varie edizioni della Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia nonché alla XXI Triennale di Milano. I suoi progetti sono stati esposti in diversi musei e fondazioni europee, americane e asiatiche nonché pubblicati sulle più accreditate riviste internazionali di architettura. Ha scritto oltre quindici libri, diretto Compasses, attualmente dirige Dromos. Ha realizzato il Cluster Biomediterraneo all’Expo di Milano 2015/ Naples, Italy 1962.He is an architect and lecturer of Architectural Design at the second university in Naples. He has won many awards and international competitions and has been a finalist on more than one occasion for the Gold Medal of Italian Architecture at the Triennale in Milan. He was invited to various edition of the International Exhibition of Architecture of the Venice Biennale in addition to the 21st Triennale in Milan. His projects have been exhibited in a variety of museums and foundations in Europe, America and Asia, as well as being published in the major international architectural magazines. He has written over fifteen books, was editor-in-chief of “Compasses” and is currently editor-in-chief of “Dromos”. He created the Bio-Mediterranean Cluster for the Milan Expo in 2015.

Paolo Di Nardo

architetto/ architect

Firenze, 1958. Fondatore e direttore editoriale della rivista And, nel 2002 fonda lo studio ARX che si occupa di progettazione e ricerca architettonica; lavora con Coophimmelb(l)au, Diener & Diener, Obermayer Planen + Beraten con cui partecipa a concorsi e progetti internazionali. è professore a contratto di progettazione presso la Facoltà di Architettura di Firenze e autore di numerosi articoli e saggi sull’architettura contemporanea/Florence, 1958. Founder and editor of And magazine. In 2002 Di Nardo founded studio ARX, which is concerned with architectural research and design; he works with Coophimmelb(l)au, Diener & Diener, Obermayer Planen + Beraten partecipating to competitions and international projects. He is a temporary professor of Design at the Faculty of Architecture in Florence and has written many articles and essays on contemporary architecture

Mario Coppola

architetto/ architect

Napoli, 1984. Architetto e professore a contratto di Composizione Architettonica presso il DiARC di Napoli, ha lavorato presso lo studio Zaha Hadid Architects di Londra. Nel 2010 è tornato a Napoli e ha fondato ecosistema studio sviluppando e realizzando progetti volti a una simbiosi uomo-ecosistema. Nel 2015 ha pubblicato il volume Architettura PostDecostruttivista I - La linea della complessità, per Deleyva Editore/Napoli, 1984. Architect and Professor of Architectural Design at the DiARC of Naples, has worked at the firm Zaha Hadid Architects in London. In 2010 he returned to Naples and founded ecosystem studio by developing and implementing projects aimed at a man-ecosystem symbiosis. In 2015 he published the book Architecture PostDecostruttivista I - The complexity of the line, for Deleyva Editore

Carlo Achilli

architetto/architect

Orvieto,1970. Si laurea a Roma nel 1996 e dal 2002 è docente di Progettazione Architettonica e coordinatore del Programma di Architettura presso l’Istituto di Palazzo Rucellai a Firenze. Nel 1998 vince una borsa di studio presso il MIT di Boston, offerta dal Department of Architecture and Planning. Ha progettato e diretto, in dieci anni di libera professione, circa quaranta restauri prevalentemente in Umbria e Toscana. Di recente è stato pubblicato l’Hotel Palazzo Piccolomini ad Orvieto, da poco realizzato/Orvieto,1970. He graduated in Rome in 1996 and since 2002 he has been a lecturer of Architectural Planning and a coordinator of the Architectural Programme at the Istituto di Palazzo Rucellai in Florence. In 1998 he won a study grant at Boston MIT, offered by the Department of Architecture and Planning. He has planned and directed, in ten years of private practise, around forty restorations prevalently in Umbria and Tuscany. Hotel Palazzo Piccolomini has opened its doors of late, following recent restoration

Dafne Mazzanti

architetto/ architect

Firenze, 1965. Professoressa in Programmi universitari Statunitensi e Inglesi a Firenze, ha lavorato come Adjunct Professor per Pepperdine University in California ed è Docent per La Pietra Foundation. Ha lavorato come Dean of Academic Affairs in Study Abroad Programs a Firenze. La sua area di interesse è focalizzata sui Giardini./ Florence 1965. Professor in US and English University Programs in Florence, she has worked as Adjunct Professor for Pepperdine University in California and is Docent for La Pietra Foundation. She has worked as Dean of Academic Affairs in Study Abroad Programs in Florence. Her area of interest is focused on Gardens.

Antonio Maria Delle Piane

architetto/ architect

Nasce a Los Angeles da genitori italiani nel 1991 e dopo l’adolescenza e la formazione didattica negli Usa si trasferisce in Islanda a Reykjavik da dove parte la sua formazione nei paesi dell’Europa centrale. Si Laurea in Islanda alla Triennale di architettura per conseguire la Laurea magistrale alla Portsmouth University in Inghilterra. Dopo un phd in Architettura alla Sorbona di Parigi inizia a collaborare per testate giornalistiche in Europa. Attualmente vive stanzialmente in Italia ed oltre ad una intensa attività editoriale ( fonda la Casa Editrice “Caduta libera” con sede a Sesto Fiorentino - Firenze) collabora come consulente per la sostenibilità in alcuni studi italiani/ Born in L.A. in 1991 from Italian parents, he spent his adolescence in the U.S. where his first didactical and cultural background has been formed. He later moved to Iceland, in Reykjavik: from this point on begins his cultural training in Central Europe. He obtained his Bachelor Degree Architecture in Iceland and his

Master Degree at Portsmouth University in England. After a PhD in Architecture at the Sorbonne in Paris he began working for various newspapers in Europe. He currently lives in Italy and, in addition to an intense editorial activity (founded the publishing house "Caduta Libera" in Sesto Fiorentino - Florence), he works as a consultant for sustainability in some Italian Architectural Studios.

Fabio Rosseti

architetto/ architect

Viareggio (LU), 1961. Vive e lavora a Firenze, rivolgendo la sua attenzione al rapporto fra architettura e tecnologie dell’informazione. È coordinatore della redazione di And con cui ha collaborato fin dal primo numero. Ha scritto vari articoli per And e per altre testate/Viareggio (LU), 1961. Lives and works in Florence, focusing on the relationship between architecture and information technologies. Editorial staff coordinator of And, he has worked with the magazine since its very first issue, writing various articles for And and for other publications

Lapo Muratore

architetto/architect

Bagno a Ripoli (FI), 1964. Dopo la laurea svolge numerosi programmi di ricerca in prestigiose università straniere. Da sempre interessato alla pubblicistica, scrive abitualmente per le riviste di settore, sia italiane che straniere. Vive e lavora a Siena/Bagno a Ripoli (Florence), 1964. After earning his degree he participated in many research programmes at prestigious universities abroad. He has always been interested in activities of the publicist and often writes for national and international magazines of the sector. He lives and works in Siena


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