STUDIO 63 > ARCHITETTI ITALIANI

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Quadrimestrale in Italia € 10,00 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB FIRENZE Austria € 20,90 · Belgio € 15,90 · Francia € 20,90 · Principato di Monaco € 20,90 · Germania € 20,90 · Portogallo € 14,90 · Spagna € 15,90 · Svizzera Chf 19,90 · Svizzera Canton Ticino Chf 18,90 · Gran Bretagna £ 15,90

RIVISTA DI ARCHITETTURE, CITTà E ARCHITETTI

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maggio agosto

2014

STUDIO 63 > ARCHITETTI ITALIANI

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e d i t r i c e

studio 63 carlo achilli duccio ferroni nicola maggiaioli antonio contento salvatore spataro alessandro di rosa


coordinamento comitato scientifico Alessandro Melis

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2014 maggio agosto

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STUDIO 63 > ARCHITETTI ITALIANI

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stampa Vanzi Industria Grafica, Colle di Val d'Elsa (SI)

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direttore responsabile Francesca Calonaci

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AND Rivista quadrimestrale di architetture, città e architetti n°26 maggio/agosto, 2014

e d i t r i c e

studio 63 carlo achilli duccio ferroni nicola maggiaioli antonio contento salvatore spataro alessandro di rosa

in copertina/cover Studio 63, Breil Shangai, 2007 © Grischa Ruschendorf


26 sommario/summary Studio 63 > Architetti Italiani

EDITORIALE, Paolo Di Nardo

LE RADICI DI UNA RICERCA, Intervista a Studio 63

SHOP DESIGN

MISS SIXTY

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ENERGIE

ALTRI PROGETTI di shop design

CANALI

INTERIOR DESIGN

PRODUCT DESIGN

GIOCO DEI QUINDICI, Ceramica e arte contemporanea

EDITORIALE

architetti italiani, di Paolo Di Nardo

Architetti Italiani 69

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CARLO ACHILLI, quattro progetti di ristrutturazione

DUCCIO FERRONI, recupero abitativo a Firenze

N. MAGGIAIOLI e A. CONTENTO, sandwich bar a Londra

s. spataro/A. di rosa, design siciliano

CARLO ACHILLI, workshop Ricucire il tessuto urbano

LUCA SGRILLI, workshop Virus Architettonico

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EDITORIALE

PAOLO DI NARDO

Ricominciare ogni volta da capo. Ricominciare un percorso, una nuova narrazione architettonica senza posare sul tavolo dell’ideazione invarianti progettuali di immagine e di ripetizione di un linguaggio già sperimentato è la caratteristica più evidente dello Studio 63. Anzi vorrei superare certi formalismi editoriali e dire con forza i nomi di chi ha fondato questo studio e con cui ho un bellissimo rapporto di affetto e stima al di là di quello professionale: Massimo Dei e Piero Angelo Orecchioni. Massimo e Piero Angelo ogni volta che si apprestano ad un nuovo progetto voltano pagina e cominciano tutto da capo, ma sempre con la costante ricerca di trovare uno stimolo, un rapporto fecondo con l’arte e non solo. Per questo i loro progetti sono diversi, ma accomunati dal colore, dall’ironia, dal contrasto simultaneo, dalla contaminazione, dal luogo e dall’identità nascosta di quest’ultimo in una reinterpretazione che può solo generare vera contemporaneità e profonda comunicazione. I due architetti hanno capito profondamente il senso della comunicazione,non ostentata, ma fatta di sottintesi, di parole in filigrana, di passaggi compositivi a contratsto, proprio per valorizzare ogni parte del tutto e dare identità anche al dettaglio. Se si leggono attentamente i loro progetti, soprattutto quelli legati ai brand e quindi più stretti dentro maglie comunicative e identitarie predefinite, si ritrovano quelle saggezze compositive che fanno parte del dna di ognuno di loro: la sartorialità di Piero Angelo che appartiene ad una famiglia di sarti in cui la cura del dettaglio è importante come il ruolo della 'cucitura' capace di legare idee e sogni; l’abitudine di Massimo alla bellezza in ogni sua manifestazione ambientale come artistica o architettonica di Firenze. Lo Studio63 ha lavorato in 25 paesi e quindi in luoghi con tracce e identità diverse, ma questo non gli ha mai fatto perdere il valore del rispetto del luogo. Questa loro caratteristica è in parte dovuta alla loro predisposizione culturale di accettazione della diversità in ogni manifestazione creativa, ma soprattutto alla loro formazione fiorentina degli anni 70/80 che risentiva ancora delle esperienze radicali e che ha fondato la propria didattica proprio nel rispetto di cosa un luogo può raccontare e come questo racconto si possa arricchire di nuove modernità. La Facoltà di Architettura di Firenze ha insegnato il valore delle 'variabili' compositive di Gamberini e Michelucci all’interno di un processo di ideazione fortemente caratterizzato dal senso e dal valore del contesto e della 'struttura' del luogo. Oltre oceano Kahn adotta, a distanza, sempre lo stesso processo di 'deformazione' a dimostrazione del valore globale di una precisa cultura di progetto, che bandendo gli autoreferenzialismi non abbia un luogo definito ma appartenga ad un modo di pensare il progetto. AND 26 in questo suo percorso decennale vuole scavare in questo tipo di appartenenza raccontando le eccellenze italiane facilmente declinabili in lingue e linguaggi diversi. Massimo Dei e Piero Angelo Orecchioni appartengono a questa cultura e ricerca a pieno titolo proprio perché, umilmente e sartorialmente, cominciano sempre 'ogni volta da capo'.


Starting from scratch every time. Starting a new project, a fresh architectural narrative without bringing rigid ideas or clichĂŠd repetitions of tried and tested language to the planning table: this is the outstanding feature of Studio 63. In fact, I would like to do away with certain editorial formalities and say aloud the names of the founders of this studio, with whom I have a great relationship of mutual affection and respect which goes beyond the professional: Massimo Dei and Piero Angelo Orecchioni.Every time Massimo and Piero Angelo approach a new project they turn a page and start from scratch, but always with an ongoing quest for a stimulus, a fertile rapport with their art, and much more. This is why their projects are diverse, but find common ground in colour, irony, simultaneous contrast, cross-reference, place and the identity concealed within it, in a reinterpretation that can only generate true contemporaneity and profound communication. These two architects have a deep understanding of the meaning of communication: not paraded, but made up of hints, filigree expressions, contrasting compositions; precisely to value each part of the whole while giving every detail its identity. A close examination of their projects, particularly those concerned with brands and thus more narrowly confined within pre-set boundaries of identity and communication, reveals the compositional sophistication that arises from the DNA of each: the sartorial wisdom of Piero Angelo, who comes from a family of dressmakers where attention to detail

is as important as the 'sewing together' of ideas and dreams; Massimo's leaning towards beauty in all its manifestations in Florentine art and architecture. Studio63 has worked in 25 countries, places with diverse traditions and identities, but this has never made them lose sight of respect for place. This characteristic is partly due to their cultural predisposition to acceptance of diversity in all creative forms, but even more to their training in the Florence of the 70s and 80s, where radicalism was still being felt; this experience formed the basis for a didactic approach of respect towards what a place has to recount, and how this narrative can be enhanced using new techniques. The Faculty of Architecture at Florence University taught them the value of the compositional 'variables' of Gamberini and Michelucci, within a creative process strongly marked by an understanding and appreciation of context and the 'structure' of the place. Overseas, Kahn uses the same process of 'deformation' at a distance, evidence of the global value of a meticulous project culture, which, by outlawing the self-referential, does not belong to a definitive place but to a way of thinking about the project. On the occasion of this tenth anniversary, AND 26 seeks to explore this type of belonging and discuss Italian excellence, simply inflected in various languages and accents. Massimo Dei and Piero Angelo Orecchioni belong fully to this culture and this movement, precisely because they start every time, humbly and sartorially, 'from scratch'.

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© Studio 63


Le radici di una ricerca Paolo Di Nardo intervista/interviews Studio 63 Massimo Dei e Piero Angelo Orecchioni 6 Paolo Di Nardo Why Florence? A city that, having been a hotbed of creativity in the 70s and 80s, was then showing the signs of a cultural homog-

Paolo Di Nardo Perché Firenze? Una città che dopo essere stata fra gli anni '70 ed '80 fucina creativa, in quel momento mostra i segni di una omologazione e mercificazione della sua cultura. Perché non Milano?

enisation and commercialisation. Why not Milan? Piero Angelo Orecchioni Florence was and remains a strategic city with an enormous visual and emotional impact for me, a Sardinian and Florentine by adoption; it's the site of my affections and my training, although my cultural influences have always been wide-ranging and eclectic. We were immediately launched into an international dimension, for which Florence, or the Florence perceived from the outside, can only be an added value. Milan would perhaps have given us more resonance, but in that case we would prefer New York and Hong Kong; maybe that's why initial attention from the sector's press was particularly from abroad, and likewise recognition for our work: the Sixty Hotel in Riccione, for example, received two international awards. Massimo Dei I was lucky enough to experience Florence in the late 70s, and from this I inherited my radical approach; and during the 80s, the decade of cross-contamination, in short, creativity that embraced everything from cinema to art, music to fashion, passing though design and architecture. Florence, where we trained and where

Piero Angelo Orecchioni Firenze era e rimane una città strategica, di grande impatto visivo ed emotivo, per me sardo e fiorentino d’adozione, comunque luogo degli affetti e della formazione, anche se i miei riferimenti culturali sono sempre stati molto vari e trasversali. Da subito siamo stati proiettati in una dimensione internazionale, per la quale Firenze, o quel che di essa all’estero viene percepito, non può che essere un valore aggiunto. Milano forse ci avrebbe dato più risonanza ma allora preferimmo New York e Hong Kong; forse per questo inizialmente l’attenzione da parte dell'editoria di settore era soprattutto estera, cosi come i riconoscimenti ricevuti: il Sixty Hotel di Riccione, per esempio, ricevette due premi internazionali. Massimo Dei Ho avuto la fortuna di vivere Firenze durante la fine degli anni 70, dai quali ho ereditato l'approccio radical, e durante gli anni 80 teatro delle contaminazioni, della creatività tout court che abbracciava dal cinema all'arte, dalla musica alla moda passando per il design e l'architettura. Firenze, dove ci siamo formati e vivevamo, non è stata scelta a tavolino ma è diventata la base di Studio63 in maniera del tutto naturale. Fin dall'inizio della nostra collaborazione, a seguito della vittoria della gara per i negozi del brand Miss Sixty, abbiamo avuto molteplici opportunità di viaggiare e, facendone tesoro, non abbiamo mai sentito l'esigenza di spostarci. Anche da Firenze si può raggiungere il mondo: nascono, infatti, studi satelliti a New York, Shangai, Hong Kong PDN Pur nella originalità e identità di ogni singolo progetto, la costante è la vostra identità progettuale, sempre forte e riconoscibile. Come nasce questo approccio? PAO La nostra identità progettuale è frutto di una iniziale affinità di incontro, di una condivisione di gusti e passioni. Cerchiamo di dare radici alla nostra ricerca, attingendo da tutto quello che può essere il nostro immaginario culturale, quello popolare compreso. Il nostro è un lavoro quasi sartoriale (per quanto mi riguarda forse per un retaggio famigliare, figlio di una generazione di donne sarte!) sono progetti “su misura”, pensati in ogni dettaglio, sempre alla ricerca di lavorazioni particolari e con il rispetto per la sapienza degli artigiani, coi quali si collabora spesso e sempre di più. Cerchiamo di mediare il nostro segno con le esigenze specifiche del committente, in modo che il cliente prima di tutto possa riconoscersi insieme all’architetto. La riconoscibilità viene data dall’approccio al lavoro, piuttosto che dalla serialità della progettazione. MD Proprio negli anni 80 vedo la radice di quell'approccio al progetto non univoco e canonico, ma contaminato ed esteso di cui mi sono appropriato e che guida ancora oggi il mio lavoro. Affianco

a sinistra/left: lo studio con il soffitto affrescato/the office with the frescoed ceiling

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alla costante ricerca sui materiali l'attenzione per le diverse forme artistiche. Fondamentale è stato osservare e confrontarmi con la sperimentazione del campo della moda come sintesi del rinnovamento e dell'espressione attraverso linguaggi e tendenze nuove; non è un caso che Studio63 sia

we lived, was not an arbitrary choice, it became the home of Studio63 in a completely natural way. Since we started working together, after winning

nato proprio per creare degli spazi e dei contenitori per il mondo del fashion. I nostri progetti si modellano nel passaggio dal concetto al segno: il concetto è punto di partenza e di riferimento che conferisce la necessaria identità al marchio ma la sfida accolta in ogni progetto è quella di evitare la reiterazione meccanica di segni e linguaggi. Cerchiamo così di conciliare la riconoscibilità del brand al rinnovamento progettuale. PDN Cosa cambia, se cambia, progettare a Milano, Roma, New York o Shangai o qualsiasi altro luogo? PAO Vincemmo il concept Miss Sixty, proponendo un’alternativa e una sfida alla omologazione allora imperante. Ogni negozio raccontava delle città, dei quartieri, delle culture dei paesi ospitanti, pur mantenendo un codice base di ispirazione e riconoscibilità; per quanto possibile questa resta la nostra idea in merito, ma sempre più difficile da sostenere ora con il dilagare dei centri commerciali, sempre più grandi e sempre più decontestualizzati, per gli shop viene richiesta una progettazione veloce con delle tempistiche di realizzazione da record. Per Canali, ad esempio, abbiamo vinto la gara con la proposta di un concept che lega la qualità della progettazione alle tempistiche di montaggio e di installazione. La tecnologia di nuova generazione e la sapienza delle aziende, interamente italiane, ha permesso il tutto. Diverso l’approccio, ovviamente, per i negozi su strada e in particolare nei centri storici delle città, per i quali soprattutto in Italia, bisogna far fronte ancora ad una burocrazia lenta e complessa. MD Ritengo che la qualità del progetto sia raggiungibile attraverso un controllo che iniziando dai dettagli arriva poi a comprendere l'opera nella sua totalità. Questo tipo di approccio non trova riscontro, ad esempio, nel modus operandi statunitense dove c'è una forte settorializzazione delle competenze che, a mio avviso, può ledere il risultato finale. In Cina, invece, viene presa in considerazione principalmente la visione d'insieme a scapito dei dettagli come materiali e finiture. Si tende cioè a creare delle scenografie effimere che avranno vita breve e che sono spesso carenti di un iter progettuale guidato dall'esperienza e da un bagaglio culturale dei quali si fanno garanti i progettisti italiani ed europei ampiamente richiesti. Nel retail e nell'interior design sicuramente il genius loci non è fondante come in architettura, soprattutto perché i nostri progetti partono sempre dal concetto dell'identità del brand che prescinde tematiche prettamente territoriali ed ambientali. Raccogliamo, comunque, gli stimoli che arrivano da un determinato contesto come artigianato, materiali ed elementi culturali restituendoli all'interno dei nostri progetti.

the tender for the Miss Sixty stores, we have had numerous opportunities to travel, and made the most of them, so we have never felt the need to move. The world can be reached from Florence too: in fact satellite studios are being set up in New York, Shanghai, Hong Kong. PDN Although every individual project has its own originality and identity, your design identity remains constant, always strong and recognisable. Where does this approach come from? PAO Our design identity is the result of an affinity on first meeting, a sharing of passions and tastes. We seek to give our research deep roots, drawing on everything that makes up our cultural awareness, popular culture included. Ours is an almost sartorial task (in my case perhaps a family legacy, as I come from a generation of seamstresses!); our projects are "made to measure", planned down to the last detail, always looking for individual touches and made with respect for the work of the craftsman, with whom we work increasingly closely. We try and reconcile our personal style with the client’s specific demands, so that the client can be recognised first and foremost, as well as the architect. Our work is recognisable by its approach, rather than by the serial nature of our projects. MD My approach to design has its roots in the 80's; it’s an approach which is not univocal and


© Francesco Bini-Sailko

8 PDN Quale è il processo che porta l'idea a divenire realtà? In questo divenire il committente assume un qualche ruolo “creativo” anche lui o rimane solo il giudice del vostro lavoro? PAO Il committente ha un ruolo fondamentale, il risultato del lavoro è assolutamente legato agli

canonical, but cross-bred and wide-ranging, which I adopted then and which still guides my work today. My constant research into materials

input che vengono dati inizialmente. È molto importante avere un dialogo e un confronto continuo e diretto. Capita poi che si creino delle affinità e delle alchimie, che portano a un coinvolgimento totale nella progettazione e a un rapporto di fiducia reciproca, con risultati inattesi e sorprendenti, come nel caso del gruppo Sixty per il quale venimmo coinvolti anche nella direzione artistica dell’immagine aziendale. MD Esatto, il ruolo del cliente è importante soprattutto nella fase iniziale in quanto ci illustra input e suggestioni, ci sottopone richieste e strategie utili a plasmare il concept. L'iter progettuale attraversa così diverse fasi di sviluppo che tendiamo a gestire autonomamente nelle loro complessità. Eccezionale ed unico è stato il rapporto con Wicky Hassan del gruppo Sixty che partecipò come presenza attiva ai vari processi creativi entrando in toto nello sviluppo dei progetti. PDN I vostri progetti attingono a linguaggi diversi legati all'arte alla grafica, alla musica ed alla cultura pop in genere. Quali sono le vostre fonti di ispirazione, i vostri riferimenti personali? PAO Potrei rispondere raccontando una novella di Italo Calvino, “Un segno nello spazio”, di una fascinazione legata alla prima volta che vidi “un taglio”, concetto spaziale, di Lucio Fontana o citare Paolo Scheggi, artista fiorentino, uno fra i tanti ispiratori dei nostri progetti o, per rimanere a Firenze, la pulizia architettonica della stazione di Michelucci e la “semplicità” della Palazzina Reale; di certi film, anche Italiani, o la nostra grande storia dell’arte, senza dimenticare il rigore arcaico proprio della mia terra d’origine, ma in realtà io credo sia la curiosità e la consapevolezza che ogni gesto, ogni segno che lasci ha significato solo se contiene in sè una forte capacità di narrazione. MD Come già detto i miei interessi vanno dalla letteratura, al cinema passando per la musica e l'arte; tutto ciò che mi emoziona diventa fonte di ispirazione e concorre a formare la mia memoria personale. Accanto a stimoli sempre nuovi considero riferimenti costanti, per la loro progettazione a tutto tondo, Giò Ponti, Carlo Scarpa ed Ettore Sottsass che ammiro soprattutto per la poeticità dei suoi scritti.

goes hand in hand with my attention to different artistic forms. It was fundamental for me to observe and tackle experimentation in the field of fashion as a synthesis of renewal and expression through new language and new trends; it is no coincidence that Studio63 came into being to create spaces and receptacles for the world of fashion. Our projects are shaped during the passage from concept to sign: the concept is the starting point and the reference point that gives the brand its necessary identity, but the challenge we face in every project is to avoid mechanical repetition of style and language. Therefore we try and reconcile recognisable brand with renewal of design. PDN What, if anything, changes when you design in Milan, Rome, New York, Shanghai or anywhere else? PAO We won the Miss Sixty tender by proposing an alternative, a challenge to the homogenisation that prevailed at the time. Every store told its own story of the city, the area, the culture of the country where it was located, while at the same time maintaining a basic code of inspiration and recognisability; whenever possible this remains our view, but it is becoming increasingly difficult to sustain in the face of the pervasive shopping centres, ever larger and more characterless, demanding shops rushed planning and record building times for shops. With Canali, for example, we

in alto a sinistra/above left: Paolo Scheggi, Intersuperficie curva bianca, 1965, acrilico bianco su tre tele sovrapposte, cm 70 x 100 x 5,5/Paolo Scheggi, Intersuperficie curva bianca, 1965, white acrylic on three superimposed canvases, cm 70 x 100 x 5,5 ©Paolo Scheggi / SIAE / Associazione Paolo Scheggi

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© Studio 63


a sinistra/left: sala riunioni dello studio/meeting room of the office © Licensed under public domain via Wikimedia commons

a destra/right: attribuita a Giotto, Sette tavolette con storie di Gesù, Pentecoste, 1320-1325, tempera e oro su tavola, cm 45x43,5 - National Gallery, Londra/attributed to Giotto, Sette tavolette con storie di Gesù, Pentecoste, 1320-1325, tempera and gold leaf on wooden panel, cm 45x43,5 - National Gallery, London

won the contract with a proposal for a concept that links design quality with construction and installation times. New-generation technology and

role in this process too, or does he or she remain merely a judge of your work? PAO The client plays an essential role; the out-

concept in Lucio Fontana's "slashes"; or quote Florentine artist Paolo Scheggi, one of many inspirations for our projects - or again, staying in

know-how among firms, entirely Italian, made it all possible. The approach is different, obviously, for street-front stores and particularly in historic city centres, where bureaucracy can be slow and complex, especially in Italy. MD I believe that design quality can be achieved through a control that begins with the details and goes on to encompass the work as a whole. This kind of approach is not valid, for example, in the modus operandi in the States where there is a strong sectorization of skills that, in my opinion, may adversely affect the final result. In China, however, is taken into account mainly the overall view at the expense of details such as materials and finishes. The tendency is to create ephemeral settings with short life-spans which often lack the design process informed by experience and cultural context that sought-after Italian and European designers can provide. In retail and interior design the genius loci is not fundamental as it is in architecture, mostly because our projects always spring from the concept of brand identity, which disregards issues that are strictly local and environmental. We do, however, pick up the stimuli that come from a specific context, such as local crafts, materials and cultural elements, and give them back within our projects. PDN What is the process that takes an idea and makes it reality? Does the client have a "creative"

come of the work is entirely linked to the input we receive at the beginning. It's extremely important to maintain a constant, direct dialogue and discussion. When this happens, affinities are created and alchemy happens, leading to a total involvement in the design and a relationship of mutual trust, with unexpected and surprising results, like the case of the Sixty group, where we became involved in the artistic direction of the corporate image. MD Exactly, the role of the client is especially important in the initial phase when the client provides input and suggestions, makes requests and outlines strategies which are useful for moulding the concept. The design process then moves through various developmental phases whose complexity we tend to handle independently. The only exception to this was our relationship with Wicky Hassan from the Sixty group, who was involved as an active participant in the various creative processes, becoming completely involved in the development of the projects. PDN Your projects draw on diverse languages linked to art and graphic design, music and pop culture in general. What are your sources of inspiration, your personal influences? PAO I could answer by telling you about a novel by Italo Calvino, “Un segno nello spazio”; a fascination stemming from the first time I saw the spatial

Florence, the architectural purity of Michelucci's station and the "simplicity" of the Palazzina Reale; or certain films, still Italian, or our great history of art, not to mention the primitive rigour of my homeland, but really I believe it's curiosity and an awareness that every action, every trace you leave has a meaning only if it contains a strong capacity for narration. MD As I mentioned, my interests range from literature to cinema, via music and art; everything that evokes my emotions becomes a source of inspiration and contributes to the shaping of my personal memory. Alongside continual new stimuli, for their all-round design my constant influences are Giò Ponti, Carlo Scarpa and Ettore Sottsass, whom I admire especially for his poetic observations.

a pagina 9/on page 9: Giovanni Michelucci, La Palazzina Reale, Firenze, 1935/Giovanni Michelucci, La Palazzina Reale, Firenze, 1935

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Š John Edward Linden


Shop design Un viaggio fra Identità, Arte, Design

12 I progetti di Shop Design di Studio 63 sono forse quelli che meglio di altri ci permettono di comprendere il senso delle parole dei due progettisti espresse nell'intervista che apre questo numero di AND. Il legame con Firenze, la memoria (intesa come ricordo di vita ed esperienze personali), la passione e

ing at Studio 63's Shop Design projects. Their links with Florence, their memories (in the sense of life and personal experience), their passion and curiosity for various art forms (from painting to music to cinema), are the constant common thread running through the narrative that is a project, and through these projects in particular. The Studio's design identity in every case is extremely strong and clear, as strong and clear as the affinities that unite Piero Angelo and Massimo professionally and culturally. The concept arises from the transformation of the client's input into concrete images which draw primarily on the artistic imagery of the two designers; two points of view with many common facets yet well-defined in their own cultural and personal identities which are shaped by their individual heritage and experiences. These images are subsequently made tangible in spaces and volumes, in materials and colours placed within the most diverse built spaces. During this phase, the defining feature of the Studio's projects is perhaps the experience of Florence's "botteghe" or neighbourhood shops; their "collaborators" (to call them suppliers would seem pejorative) are artisans or in any case have retained the artisan spirit, and are able to enter into dialogue with the designers, identifying solutions, offering suggestions. And this is how the project, the narrative, is completed by their personalities and takes physical shape, to reach its conclusion.

la curiosità per le diverse arti (dalla pittura alla musica al cinema) rappresentano costantemente il filo conduttore di quel racconto che è il progetto, in particolare di questi progetti. L'identità progettuale dello Studio, in ognuno di essi è molto forte e chiara, quanto sono forti e chiare le affinità che legano professionalmente e culturalmente Piero Angelo e Massimo. Il concept nasce dalla trasformazione degli input dei committenti in immagini concrete che attingono prima di tutto dall'immaginario artistico dei due progettisti, ricco di punti di contatto ma ben definiti nella propria identità culturale e personale data dei retaggi e dalle esperienze di ognuno di loro. Queste immagini vengono poi concretizzate in spazi e volumi, in materiali e colori inseriti all'interno di spazi murari, i più diversi. In questa fase, ciò che caratterizza i progetti dello Studio è che, forse memori dell'esperienza delle 'botteghe' fiorentine, i loro 'collaboratori' (definirli fornitori sarebbe riduttivo) sono artigiani o aziende che comunque hanno conservato quello spirito e che sono in grado di dialogare con i progettisti, individuando soluzioni, fornendo suggerimenti. Ecco quindi che il progetto, il racconto, si completa dei suoi personaggi e prende forma e fisicità, giungendo a conclusione.

in apertura e a destra/opening page and right: Miss Sixty Retail Design Store, Los Angeles, USA, 2003

© John Edward Linden

Shop Design The full meaning in the words of the two architects during the interview that opens this edition of AND is perhaps best understood by look-

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Š Yael Pincus

in alto e a destra/above and right: Miss Sixty Retail Design Store, Parigi/Paris, Francia/ France, 2003


Miss Sixty, Retail Design Store

New York City (USA)/New York City (USA), 2002 Roma (Italia)/Rome (Italy), 2002 Milano (Italia)/Milan (Italy), 2003 Los Angeles (USA)/Los Angeles (USA), 2003 Parigi (Francia)/Paris (France), 2003

14 Il concept design di Miss Sixty è forse al tempo stesso il seme e la summa delle idee di architettura e interior design che caratterizzano il lavoro dello Studio 63. Anche nei progetti più recenti ritroviamo infatti il riferimento esplicito a quello che fu l'assunto fondamentale che portò lo Studio, come loro

Studio 63. Even in more recent projects we still find explicit reference to the fundamental undertaking that led the Studio to triumph over their competitors, as they themselves recall in interview: "by proposing an alternative and a challenge to the homogenisation which was then (and we could also say "still" -ed.) prevailing". In the Miss Sixty concept, every store is a stand-alone story, but the common style that unites them all is always quite clear and evident. So each store - or chapter - tells of the city it inhabits, even though the imaginary world the client enters by crossing the threshold remains strongly inspired by the styles, designs and colours of the seventies. So we have the the first store, in New York City, a space that leaves you free, in the city of great opportunities to shine, to be yourself. On the other hand the store in Milan, the Italian fashion capital, is a true boutique, small but stylish, a precious jewel where the carpet covers walls as well as floor. The Los Angeles store cannot help but be a homage to cinema, particularly the 60s science fiction of Barbarella and Blob: gaudy colours, lights and fibre optics that transform the space into a spaceship on the very edge of reality. Paris is luxury, with draped velvets, stainless steel and glass. And finally Rome, where the store is pervaded by that same light and those colours that make the Eternal City unforgettable.

stessi ricordano nell'intervista, a vincere sugli altri concorrenti: «proporre un'alternativa ed una sfida all'omologazione allora (ma potremmo dire anche 'tuttora' n.d.r.) imperante». Nel concept di Miss Sixty ogni negozio è un racconto a se stante, ma lo stile comune che li lega tutti è sempre ben chiaro ed evidente. Ogni negozio-capitolo racconta quindi la città in cui si trova anche se il mondo fantastico in cui il cliente che varca la soglia si trova rimane comunque ispirato fortemente agli stili, al design ed ai colori degli anni '70. Ecco quindi che il negozio di New York City, il primo realizzato, è uno spazio che ti lascia libero, nella città delle grandi opportunità per eccellenza, di essere te stesso. Il negozio di Milano, la capitale della moda italiana, è invece una vera e propria boutique, piccola ma stilosa, un prezioso gioiello dove la moquette ricopre anche le pareti. Il negozio di Los Angeles non può che essere un continuo omaggio al cinema, in particolare alla fantascienza degli anni '60 di Barbarella e Blob: colori sgargianti, luci e fibre ottiche che trasformano lo spazio in una astronave ai confini della realtà. Parigi è il lusso, con velluti drappeggiati, acciaio inox e vetri. Ed infine Roma, dove il negozio è invaso da quella stessa luce e da quei colori che rendono la Città Eterna indimenticabile.

© Yael Pincus

The Miss Sixty concept design is perhaps both the seed and the sum of the philosophy of architecture and interior design that characterises the work of

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Š Yael Pincus

in questa pagina/this page: Miss Sixty Retail Design Store, Milano/Milan, 2003


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in alto/above: Miss Sixty Retail Design Store, Soho, New York City, 2002 a sinistra /left: Miss Sixty Retail Design Store, Milano/Milan, 2003


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in questa pagina/in this page: Energie Multistore, Barcellona (Spagna)/ Barcelona (Spain), 2003 a destra/rigth: Energie Retail Design Store, Covent Garden Londra (GB)/Covent Garden London (UK), 2002


Energie, Retail Design Store

Bologna (Italia)/Bologna (Italy), 2002 Londra (Gran Bretagna)/London (United Kingdom), 2002 Barcellona (Spagna)/Barcelona (Spain), 2003 (Multistore) Firenze (Italia)/Florence (Italy), 2006

18 L'approccio di Studio 63 al progetto degli store per il marchio Energie, appartenente sempre al gruppo Sixty, rimane fedele alla volontà di legare il progetto ad un filo narrativo comune che tuttavia si distingue negozio per negozio. Il racconto in questo caso nasce dalla più immediata delle ispirazioni: la vita priva-

tive thread which is distinctive from store to store. In this case the narrative comes from that most immediate of inspirations: private life and the memory. Energie is the brand of a range of menswear, and the perception of the two designers, together with their client Wichy Assan, is of a connection with the rationality and minimalism of a certain style of architecture and design from the 1950s, an embodiment of qualities perceived as "masculine". Thus the Energie stores become places that evoke certain rotogravure images, essentially 50s, of American homes where straight lines prevail in buildings and furniture, and planes intersect and overlap. But tucked within the rigour of the straight wooden shelving, reminiscent of the work of Charles Eames, among the pale laminates, glass and iron, there are flashes of vintage ornaments, decorative and original. These are the elements that encapsulate the most personal memories, because they are items we have seen before, if not in our own homes then at our parents' or grandparents'. And this is how the "commercial" experience of the client is softened by the most intimate of memories: the store becomes a calm and familiar place, almost a refuge. Because the wonderful thing about these ornaments is that they are not just any old thing but real objects, discovered by the architects in flea markets and local shops; they are a part of the specific place where the new Energie store is born.

ta e la memoria. Energie è il marchio di una linea di abiti maschili e la percezione che i due progettisti hanno, assieme al loro cliente, Wichy Assan, è quella di un legame con la razionalità e il minimalismo di certa architettura e design degli anni '50, qualità percepite come 'maschili'. I negozi di Energie così divengono luoghi che richiamano certe immagini da rotocalco, anni '50 appunto, di ville americane dove nell'arredo e nelle strutture prevalgono linee diritte, piani che si intersecano e si sovrappongono. Ma nel rigore dei piani in legno degli scaffali, che richiamano quelli disegnati da Charles Eames, dei laminati chiari, del vetro e del ferro, ecco che si innestano, come dei flash, oggetti di arredo e suppellettili vintage, originali. Questi sono gli elementi che innescano i ricordi più personali perché sono cose che abbiamo già visto, se non a casa propria in quella dei genitori o dei nonni. Ecco così che l'esperienza 'commerciale' del cliente viene ammorbidita da quella più personale del ricordo: il negozio diviene così un luogo familiare, tranquillo, quasi un rifugio. Perché la peculiarità è che questi oggetti non sono suppellettili qualsiasi ma oggetti veri, raccolti dagli architetti fra mercatini e negozietti locali, sono parte della storia di quello specifico luogo dove il nuovo negozio Energie nasce.

© Yael Pincus

Studio 63's approach to the project for Energie stores, a branch of the Sixty group, remains faithful to the desire to link the project to a common narra-

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Š Yael Pincus Š Yael Pincus

in questa pagina/this page: in alto/above: Energie Retail Design Store, Firenze (Italia), dettaglio/Florence (Italy), detail, 2006 in basso/below: Energie Multistore, Barcellona (Spagna)/ Barcelona (Spain), 2003 pagina a destra/right page Energie Retail Design Store, Firenze (Italia)/ Florence (Italy), 2006


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Š Grischa Ruschendorf


Shop Design: altri progetti

Breil Napoli, 2006 Breil Shangai, 2007

22 Breil Store, Napoli e Shangai I negozi Breil, a Napoli e a Shanghai, furono realizzati da Studio 63 fra il 2006 ed il 2007. Realizzare il negozio di una specifica marca significa interpretare le qualità e le caratteristiche che identificano

a specific brand involves interpreting the identifying qualities and features of that brand and transposing them to a physical space, as well as looking at the shapes and materials to be used. The dynamic and contemporary nature of a brand like Breil was interpreted by Studio 63 through two elements which, as well as their function of displaying various products, become precise architectural and technological symbols which characterise the space. No furniture, just walls turned into display space. The "pixel wall" consists of cubes of varying dimensions, which can be freely arranged, playing with their different graphics, their different colours - in a range of grey, white and black - and with plasma screens on one face of each cube. The "touch wall" is a glass wall where leds invite the client to touch the light, activating a mechanism that illuminates the object behind the glass. Even the more traditional display shelves follow the same dynamic concept, transformed into a kind of urban panorama seen from above, with individual display cases at different heights becoming buildings in a fantasy city. The senses are also stimulated by the careful choice of materials, chromatic effects and lighting. It all comes together to create a display space that is dynamic and ever-changing, just like the life of individual people.

quel brand e trasporle in uno spazio fisico, anche attraverso le forme che saranno realizzate e i materiali che saranno utilizzati. La dinamicità e la contemporaneità di un marchio come Breil sono state interpretate da Studio 63 attraverso due elementi che oltre ad essere funzionali alla presentazione dei diversi prodotti, divengono segni architettonici e tecnologici ben precisi ed in grado di caratterizzare lo spazio. Nessun arredo ma solo pareti che divengono spazi espositivi. Il 'pixel wall' è composto da cubi di varie dimensioni che possono essere composti liberamente giocando con la diversa grafica, i diversi colori, sempre comunque grigio, nero e bianco, e con la presenza di schermi al plasma su una faccia del cubo. Il 'touch wall' è una parete di vetro dove dei led invitano il cliente a toccare la luce, attivando, così, un meccanismo che illumina l'oggetto dietro il vetro. Anche i più tradizionali scaffali di esposizione dei prodotti seguono lo stesso concetto dinamico trasformandosi in una sorta di panorama urbano visto dall'alto, con le singole teche espositive di diversa altezza che divengono edifici di una città fantastica. I sensi sono stimolati anche dall'attenta scelta dei materiali, degli effetti cromatici, delle luci. Tutto concorre a creare uno spazio espositivo dinamico e mai uguale, come la vita delle singole persone.

in apertura/opening page: Breil Retail Design Store, Shanghai (Cina)/Shanghai (China), 2007 a destra/rigth: Breil Retail Design Store, Napoli (Italia)/Naples (Italy), 2006

© Yael Pincus

Breil Store, Napoli and Shangai The Breil stores in Naples and Shanghai were created by Studio 63 between 2006 and 2007. Creating a store for

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© Yael Pincus

Concept Store Bialetti, 2007

a sinistra/left: Bialetti Concept Store, Firenze (Italia)/Florence (Italy), 2007 pagina seguente/following page: Rosato Retail Design Store, Milano (Italia)/Milan (Italy), 2007

Bialetti, Florence, Italy, 2007 Taking on a challenge like Bialetti, a classic Italian brand belonging to entire generations and part of a

Bialetti, Firenze, Italia, 2007 Sicuramente confrontarsi con un marchio italiano come quello di Bialetti, un marchio storico patrimonio di intere generazioni e ben presente nell'immaginario di molti, è una bella sfida. Bialetti prima che mito

whole country's imagery, is a wonderful thing to do. Behind the design legend, Bialetti is synonymous with the moka pot, coffee made at home, with the family, with affection. This was the starting point. A contemporary design to tell a story once again, a story not of a coffee pot but of the thousand coffees each of us has made in our lives. The Bialetti space is a family space, comfortable, a place that reminds us of the ironmongers' shops of days gone by, with their great walls of shelves and hanging ladders. An oasis where the choice of colours, materials (predominantly wood and steel) and shapes all contribute to create an atmosphere of relaxation and good company that, at least in Italy, is associated with good coffee made in a moka.

del design è sinonimo di moka, di caffè fatto in famiglia, di casa, di affetti. Questo è stato il punto di partenza. Un design contemporaneo per raccontare, ancora una volta, una storia ma non quella di una caffettiera ma quella dei mille caffè che ognuno di noi ha fatto nella sua vita. Lo spazio Bialetti è uno spazio familiare, accogliente, che ricorda i vecchi negozi di articoli casalinghi di una volta, con grandi scaffalature alle pareti con le scale appese. Un'oasi dove la scelta dei colori, dei materiali (soprattutto legno e acciaio)e delle forme contribuiscono a creare quell'atmosfera di rilassatezza e compagnia che, almeno in Italia, si associa ad un buon caffè fatto con la moka.

Rosato, MIlan, Italy, 2007 The luxury of jewellery is reflected in the Rosato store, which becomes a gold mine from a tale of the Thousand and One Nights. The ceiling coated in gold leaf, the central cascade of the precious metal. The walls of the "mine" are made of white ceramic, shaped into organic forms, and the hollows carved into them (a recurring form in Studio 63 projects, inspired by the work of artist Paolo Scheggi) become the niches where jewellery is displayed.

Rosato, Milano, Italia, 2007 Il lusso dei gioielli si riflette nello spazio del negozio di Rosato che diviene una miniera d'oro uscita da una fiaba delle 'Mille e una notte'. Il soffitto ricoperto da foglia d'oro, al centro una cascata del prezioso metallo. Le pareti della 'miniera' sono di ceramica bianca, modellata secondo forme organiche e i buchi che vi si aprono (una forma ricorrente nei progetti di Studio 63, ispirata ai lavori dell'artista Paolo Scheggi) divengono le nicchie dove sono esposti i gioielli.


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© Yael Pincus

Boutique Rosato Milano, 2007


Š Gherardini


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a sinistra e sopra/left and above: boutique Gherardini, via della Spiga Milano (Italia)/ Milan (Italy), 2014

Gherardini, Milano, Italy, 2014 Gherardini is a classic Florentine brand, linked since the 50s and 60s to the ladies of the city's wealthy aristocracy. The mere mane was synonymous with class and elegance. From this inspiration, the concept developed by Studio 63 aimed to recreate the atmosphere of those times, drawing also on films like Tom Ford's 'A single man', which was released shortly before the start of the collaboration between Gherardini and Studio 63. Good taste, elegance and classic design are the thee components of this concept. Attention to detail, such as the removal of right angles in furniture, alongside the use of refined yet sober materials like marble for the flooring, satin brass for furniture and walls clad in Macassar Ebony, are all part of this creative process which has succeeded in recreating, for a now international brand, the elegant and sober atmosphere of its origins.

Gherardini, Milano, Italia, 2014 Gherardini è un marchio storico fiorentino, legato negli anni '50 e '60 alle signore della ricca aristocrazia cittadina. Il solo nome era sinonimo di classe ed eleganza. Da questa ispirazione il concept sviluppato dallo Studio 63 si è volto a ricreare l'atmosfera di quei tempi, attingendo anche a film come 'A single man' di Tom Ford, uscito nelle sale poco tempo prima che la collaborazione fra Gherardini e Studio 63 iniziasse. Buon gusto, eleganza e buon design sono le tre componenti di questo concept. L'attenzione ai dettagli, come l'eliminazione degli angoli retti nel mobilio, assieme all'uso di materiali raffinati ma sobri al tempo stesso, come il marmo per il pavimento, l'ottone satinato per i mobili e le pareti rivestite in legno macassar, sono parti di questo processo creativo che ha saputo ricreare, per un marchio ormai internazionale, le atmosfere di eleganza e sobrietà. Braccialini, Firenze, Italia, 2014 Il nuovo concept di Braccialini, elaborato su progetto di Studio63, si ispira ai concetti di eleganza e sobrietà, abbinati ad una atmosfera onirica e femminile, che reinterpreta le linee e le forme in voga negli anni '40, in una chiave assolutamente contemporanea. Il concept è connotato da un gioco di contrasti tra linee morbide e geometrie più rigorose, tra superfici laccate lucide e rivestimenti tessili, tra bianco e nero, che si combinano e si esaltano reciprocamente, fino a formare un armonico complesso di forme. La scelta di materiali preziosi e ricercati, quali i tessuti da parete e i rivestimenti in marmo bianco assoluto per i pavimenti, l'attenzione quasi sartoriale ai dettagli degli arredi, il sapiente uso della luce che sottolinea ed evidenzia, conferiscono allo spazio un'eleganza senza tempo, che costituisce la giusta cornice per l'esposizione dei prodotti di questo prestigioso marchio.


Per Arredamenti Mammarella “tradizione” e “sviluppo” sono parte del codice genetico: la tradizione artigianale, dal 1974, nella lavorazione del legno, quel “saper fare” che ritroviamo ancora oggi nella cura e nella conoscenza della materia prima, nel realizzare arredi su misura come fossero abiti da cucire sull'architettura. L'innovazione di processi di produzione sempre più sofisticati che permettono lavorazioni prima impensabili ed in tempi rapidi. L'artigianalità e l'innovazione sono la sintesi del vero Made in Italy. Per Mammarella non un etichetta ma l'espressione di una eccellenza nella realizzazione di arredi, riconosciuta ormai in Italia e all'estero.

[Arredamenti Mammarella] For Arredamenti Mammarella “tradition” and “development” are part of its genetic code: since 1974 the handcraft tradition has been found in its wood working, “know-how” still found today in the care and awareness of the raw material, like cloth waiting to the stitched onto architecture. The most advanced production processes now enable once unthinkable and faster processing. Handcraft and innovation are the synthesis of real Made in Italy. This is not just a label for Mammarella, but an expression of excellence in furniture building, now recognised in Italy and abroad.

Arredamenti Mammarella Via Adige, 9 - 66020 San Giovanni Teatino (CH) Zona Industriale - Abruzzo - Italy Tel. +39 085 44 60 456 Tel. Fax +39 085 44 08 092 mail: info@arredamenti-mammarella.it web: www.arredamenti-mammarella.it

© Braccialini

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[Arredamenti Mammarella]


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[Lucenova S.r.l.] La creatività fa sì che un'Azienda specializzata nel settore dell'illuminazione aereonautica, riesca a trasferire il proprio know-how nella progettazione, produzione e vendita di corpi illuminanti custom a Led per brand internazionali di alta moda. Questa è Lucenova, oggi. La grande sfida del mercato in questo settore, a cui Lucenova risponde con successo, è la personalizzazione dei prodotti ma soprattutto la capacità di offrire soluzioni sempre nuove e in sintonia con le idee progettuali dei designer e dei commitenti. Tutto questo nel rispetto delle più importanti certificazioni e conformità alle direttive di mercato e con un costo sensibilmente ridotto rispetto ai maggiori competitors.

[Lucenova S.r.l.] Creativity leads a company specialising in the aeronautical lighting sector to transfer its know-how to the design, production and sale of custom-made, led lighting for high-fashion international brands. This is Lucenova today. The greatest challenge on the market in this sector, successfully achieved by Lucenova, is to customise its products, but especially the ability to always offer new solutions in sync with the project ideas of the designers and customers. All of which is achieved in compliance with the most important certification and in compliance with market directives and with considerably reduced costs compared to those of major competitors.

Braccialini, Firenze, Italia, 2014 The new Braccialini concept store, designed by Studio 63, is inspired by notions of elegance and sobriety, combined with a dreamlike, feminine atmosphere, which reinterprets the lines and shapes in vogue in the 40s, from a totally contemporary perspective. The concept features a play on contrasts between fluid lines and harsher geometrics, shiny varnished surfaces and fabric coverings, black and white, which combine and exalt each other until they form a harmonious and shapely whole. The choice of unusual and soughtafter materials, such as fabric wall coverings and pure white marble for the floors, the almost sartorial attention to detail in the decor, the skilful use of light to enhance and highlight - all these give the space a timeless elegance, an appropriate backdrop for displaying the products of this prestigious brand.

Lucenova S.r.l. Fraz. Penna 166, 52028 Terranova Bracciolini (AR) Italy Tel. Fax +39 055 9705259 mail: marketing@lucenova.com web: www.lucenova.com

in queste pagine/these pages: Braccialini Retail Design Store, Firenze (Italia)/Florence, (Italy), 2014


© Erbario Toscano

Erbario Toscano, Firenze, Italia, 2013 In developing a concept for a brand's sales outlet there is always a link - at least for Studio 63 - often more than purely symbolic, with the products produced or sold by the company. And so when the time comes to define the new concept for Erbario Toscano, a company that makes perfumes, among other things, this link comes alive in the way a fragrance does, with different and apparently incongruous components coming together in a unique equilibrium. Modernity and tradition: natural materials such as oak and iron meet cement, creating shapes reminiscent of traditional perfumeries, though revisited in a new, contemporary approach. Technical solutions of classic materials like white marble and oak wood sit well with semi-reclaimed elements such as industrialtype glass and antique-style mirrors. The resulting atmosphere is intimate and welcoming, evoking old-style ambience, although we find ourselves in

Erbario Toscano, Firenze, Italia, 2013 Nello sviluppo di un concept per il punto vendita di un brand vi è sempre, almeno per Studio 63, un legame, spesso più che simbolico, con ciò che l'Azienda produce o commercia. È così che trovandosi a definire il nuovo concept di Erbario Toscano, azienda che realizza, fra le altre cose, profumi, questo prenda vita come in una fragranza, dove componenti diverse e apparentemente discordanti danno luogo a un equilibrio unico. Contemporaneità e tradizione: i materiali naturali, quali la quercia e il ferro nero si incontrano con il cemento, dando luogo a forme che ricordano i tradizionali laboratori di profumeria, pur rivisitate in una nuova chiave moderna. Le soluzioni tecnologiche della tradizione nei materiali come il marmo bianco e il legno di quercia ben si accostano ad elementi quasi di recupero, come il vetro di tipo industriale e lo specchio anticato. L'atmosfera che ne scaturisce è intima e accogliente, richiama alla mente ambienti noti, anche se ci troviamo di fronte a spazi assolutamente contemporanei.

in queste pagine/these pages: Erbario Toscano, Firenze (Italia)/ Florence (Italy), 2013


© Erbario Toscano

Essequattro Arredamenti S.p.a. Via del Lavoro n. 8 36040 Grisignano di Zocco (VI) - Italy Tel: +39.0444.418888 Fax: +39.0444.418899 mail: essequattro@essequattro.it web: www.essequattro.it

Essequattro arredamenti General Contractor | General Contractor Essequattro è una di quelle realtà tipicamente italiane, secondo l'accezione più positiva, che hanno saputo unire la preziosa capacità creativa e costruttiva artigianale, tipicamente italiana, con l'innovazione tecnologica dei processi produttivi e dei materiali a disposizione. Nata nel 1980, Essequattro è un General Contractor che, con la sua sede principale in provincia di Vicenza, uno stabilimento produttivo anche a Shanghai e una sede a New York, è in grado di offrire i propri prodotti e servizi in tutto il mondo. Essequattro produce arredi su progetto, serramenti metallici e facciate continue ed i suoi Clienti sono fra i maggiori brand della moda internazionale, dell'Hôtellerie di lusso e residenze esclusive. La sapienza artigianale di questa Azienda fa sì che ogni elemento realizzato sia, in un certo senso, unico perché anche se il prodotto finale nasce da linee di produzione fra le più tecnologicamente avanzate, la sua genesi è puramente artigianale, quasi sartoriale. Infatti Essequattro è un partner creativo propositivo del progettista e del Cliente finale. La prototipazione di campioni e arredi anche in scala reale, la completa ed ampia galleria di materiali oltre alla sapienza dei circa 40 progettisti di Essequattro, permettono al progettista ed al Cliente di affinare le idee o di individuare le soluzioni ottimali per raggiungere quei livelli di eccellenza che contraddistiguono la produzione di Essequattro, come nel caso del progetto, qui illustrato, di Erbario Toscano a Firenze. Quello che contraddistingue l'Azienda vicentina è infine la capacità di guardare sempre avanti, senza mai fermarsi sui suoi numerosi successi. E' così che è nato, al suo interno, il brand NERO3: una produzione, anzi una “collezione”, di oggeti di arredo e design di fascia alta (ne vediamo un esempio alle pagine 63 e 64). Qualità del design, tecniche di produzione innovative,

© Erbario Toscano

materiali ricercati, fanno di questi oggetti dei pezzi unici il cui valore risiede nella qualità estetica e nella innovazione tecnologica che racchiudono. Lo Showroom completo di tutta la collezione è visitabile presso la sede di Essequattro.

Essequattro is one of those typically Italian firms, in the best sense of the word, which has succeeded in combining meticulous craftsmanship and creative expertise classic Italian attributes - with technological innovation in production processes and materials. Founded in 1980, Essequattro is a General Contractor with headquarters in the province of Vicenza, a production facility in Shanghai and offices in New York; it is thus in a position to offer its products and services all over the world. Essequattro produces custom-built furnishings, metal doors and windows, and curtain walls, and counts among its clients major international brands in fashion, luxury hotels and exclusive residences. The firm's expertise in craftsmanship means that every item produced is, to a certain degree, unique, because even if the end product comes off a state-of-theart production line, its genesis is purely artisan, practically bespoke. In fact Essequattro is an active creative partner to the designer and the end client. Construction of prototypes, even life-size, a complete and extensive gallery of available materials, as well as the expertise of around 40 Essequattro design engineers, allow the designer and the client to hone their ideas and identify the optimal solution for attaining the levels of excellence that make Essequattro products outstanding, as exemplified by the case illustrated here, the Erbario Toscano in Florence. Finally, what makes the Vicenza distinctive is its ability to always look ahead, never resting on its numerous successes. And this has led to the creation of the NERO3 brand: a line, indeed a collection, of high-end interior design items (you can see some of them at pages 63 to 64). Design quality, innovative production techniques and sought-after materials make these objects one-off pieces whose value resides in their aesthetic quality and the technological innovation they encapsulate. The entire collection can be visited in the Showroom at the Essequattro headquarters.

essequattro life to your projects

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Canali, boutique a Madrid (Spagna) e Chengdu (Cina) e nuovo flagship store a Roma (Italia)

32 Studio 63's design of the new concept stores for Canali, one of the the most prestigious names in high class tailored menswear in Italy and the

La proposta di Studio 63 per il nuovo concept dei negozi di Canali, una delle più prestigiose firme dell'alta sartoria maschile in Italia e nel mondo, ha avuto sicuramente due punti di forza legati alla natura più intrinseca del brand. Da un lato la naturale ricercatezza di uno stile elegante e raffinato che si esprime

world, undoubtedly has two strengths linked to the brand's intrinsic nature. In the first place is the natural exclusiveness of a refined and elegant style, expressed in the definition and distribution of the architectural spaces, the choice of materials and the lighting; then there is the idea of a "tailor made" approach, made to measure and therefore adaptable to any building, just like a bespoke suit created for an individual client. Canali has been creating luxury tailor-made suits since 1934, and it is precisely the rationalist architecture and constructivist art of this period that provides the inspiration for the new Canali outlets. Severe linear shapes, rich, warm materials - everything, down to the last detail, speaks of the discreet luxury of the setting, a reflection of the style of a Canali suit. The layout allows the visitor to be guided through different areas: a Gallery, a display space with large glass cases; a sequence of Ro-

nella definizione e individuazione degli spazi architettonici, nella scelta dei materiali e delle luci; dall'altro la proposizione di un concept 'taylor made', fatto su misura e quindi adattabile ad ogni spazio, come fosse un abito che viene cucito addosso al cliente. Canali realizza abiti sartoriali di lusso dal 1934 ed è proprio all'architettura razionalista di quegli anni e all'arte costruttivista che il concept degli spazi vendita di Canali si ispira. Forme lineari rigorose, materiali preziosi e caldi, tutto, fino al più piccolo dettaglio, racconta il lusso discreto dell'ambiente che è lo stesso di un abito Canali. Secondo il concept il visitatore viene guidato attraverso spazi diversi: una Gallery rappresentata da un percorso espositivo caratterizzato da grandi teche di cristallo; delle Rooms in sequenza, spazi più intimi e raccolti, fino alla Library, grandi arredi guardaroba. Infine gli spazi più riservati sono rappresentati dalle aree lounge e dalla VIP Area, destinata alla sartoria su misura. Legno, marmo – usato anche come rivestimento, ottone brunito, cristallo, velluti preziosi sono i principali materiali utlizzati per la realizzazione. Questi materiali, così come il diverso assetto spaziale definiscono, assieme a grandi filtri sospesi in cristallo e tessuto che mascherano o liberano ad hoc la visuale, la successione delle diverse aree. L'altra peculiarità del concept risiede nelle caratteristiche costruttive e tecnologiche messe a punto dai progettisti assieme alle Aziende che hanno collaborato alla realizzazione. Il concetto, proprio del mondo sartoriale, dell'abito su misura è stato trasposto nello spazio architettonico del punto vendita. Gli elementi spaziali e di arredo sono freestanding, i rivestimenti verticali e orizzontali hanno una propria struttura ma questo non significa standardizzazione ma invece la possibilità di adattare il concept ad ogni spazio, svincolandosi da esso. L'esempio della boutique di Roma, il nuovo flagship store, è lampante: il nuovo concept si è adattato alla pianta articolata e su due livelli dello storico spazio architettonico nel pieno centro storico romano. Questo aspetto del concept è espresso in maniera chiara da Piero Angelo Orecchioni, che assieme a Massimo Dei ha realizzato il progetto: «Il progetto è concepito come fosse una scatola che si inserisce all’interno dello spazio esistente, completa già di finiture, rivestimenti, cablaggi e illuminazione, eliminando in questo modo strutture in cartongesso. Gli arredi sono (...) free-standing e dotati di illuminazione autonoma. Un attento studio illuminotecnico generale volto alla valorizzazione del prodotto con corpi luce da noi disegnati ad hoc, e interamente sperimentato su una simulazione dello shop in scala reale, ha potuto prevedere e anticipare eventuali problematiche. La tecnologia di nuova generazione e la sapienza delle aziende, interamente italiane, hanno permesso il tutto».

in apertura/opening page: boutique Canali a Madrid, Madrid (Spagna)/boutique Canali in Madrid, Madrid (Spain), 2014

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Š Yusty Š Yusty

a sinistra/left: ingresso della boutique Canali a Madrid, Madrid (Spagna)/entrance of the boutique Canali in Madrid, Madrid (Spain), 2014 sotto e a destra/below and right: interni della boutique Canali a Madrid, Madrid (Spagna)/ interiors of the boutique Canali in Madrid, Madrid (Spain), 2014


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sopra/above: boutique flagship store Canali a Roma (Italia), dettaglio/boutique flagship store Canali in Rome (Italy), detail, 2014

oms, more intimate and compact, to the Library, with its extensive wardrobes. Finally and most private of all are the lounge and VIP areas, dedicated to bespoke tailor services. Wood, marble - for cladding as well as floors - burnished brass, plate glass and fine velvets are the predominant materials in evidence. The various areas of the store are defined by these materials and by the themed layout, assisted by large suspended plate glass and fabric panels that mask or reveal the sight lines. The other distinctive feature of the concept is its structural and technological design, perfected by the architects in collaboration with the firms involved in the building. The tailor-made concept of made-to-measure suits has been transposed into the architecture of the sales outlet. The space divisions and decor elements are free-standing, the verticals and horizontals have their own structure; yet this does not imply standardisation but rather the possibility of adapting the concept to any space,

while remaining detached from it. The company's new flagship boutique in Rome is the shining example of this: the new concept has been modified to fit the complex, two-storey floor plan of a historic building right in the centre of the city. This aspect of the project was explained clearly by Piero Angelo Orecchioni who is responsible for the project, along with Massimo Dei: "The project is conceived as a box that is inserted within an existing space, complete with fittings, floor and wall coverings, cabling and lighting, eliminating the need for plasterboard structures. The decor is (‌) free-standing and has its own independent lighting. We were able to anticipate and forestall any difficulties by carrying out a meticulous and comprehensive analysis of the lighting requirements, using lights specially designed by us, and by testing the whole thing on a life-size simulation of the shop. New-generation technology and know-how among firms, entirely Italian, made all this possible".


[Squarcialupi Marmi S.r.l.] Tradizione e innovazione: sono queste le parole che meglio descrivono il lavoro di Squarcialupi Marmi, un'azienda che dal 1915 lavora marmi, graniti e altri materiali pregiati per realizzare pavimenti, scale, arredi per bagno, piani per cucina, ma anche arredi per esterno, centri benessere, piscine, mosaici ed intarsi. Oggi l'Azienda lavora con macchinari di ultima generazione ma sempre con quella cura e attenzione artigianale che è parte della sua storia. Disegni eleganti e sofisticati sono testimoni di un'innovazione del design che, unito alla rapidità d'esecuzione e la cura per il dettaglio, contraddistinguono il lavoro di Squarcialupi Marmi.

[Squarcialupi Marmi S.r.l.] Tradition and innovation: these words best describe the work of Squarcialupi Marmi, a company that has been working with marble, granite and other precious materials since 1915 to create floors, stairs, bathroom furniture and kitchen worktops, as well as furniture for outdoors and wellness centres, swimming pools, mosaics and engravings. Today, the company works with the latest generation machinery, however with the care and attention of handcrafting, which is part of its history. Elegant, sophisticated and innovative designs combined with fast turnaround and attention to detail distinguish the work of Squarcialupi Marmi.

Squarcialupi Marmi S.r.l. Località Ponte a Chiani 33/F 52100 Arezzo (AR) Tel. +39 0575 22623 – 351238 Fax. +39 0575 300887 mail: info@squarcialupimarmi.it web: www.squarcialupimarmi.it

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sotto/below: boutique flagship store Canali a Roma (Italia), la Gallery/boutique flagship store Canali in Rome (Italy), the Gallery, 2014


Š Studio 63

sopra/above: boutique flagship store Canali a Roma (Italia)/boutique flagship store Canali in Rome (Italy), 2014

a sinistra/left: boutique Canali a Chengdu (Cina), sezione della scala in marmo/ boutique Canali in Chengdu (China), section of the marble staircase, 2014 sezione/ section

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© Studio 63 a destra/right: boutique Canali a Chengdu (Cina), la scala in marmo/boutique Canali in Chengdu (China), the marble staircase, 2014

sotto a destra/right below: boutique flagship store Canali a Roma (Italia), la scala/ boutique flagship store Canali in Rome, the staircase (Italy), 2014

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[Roberto Cecconi Impresa Edile]

tutto il resto è determinante quanto la scelta della giusta venatura di un legno. L'impresa edile di Roberto Cecconi è sicuramente parte dell'alto livello qualitativo nella realizzazione di un progetto come il nuovo flagship store Canali di Roma. Oltre alla grande capacità e accuratezza posta nella realizzazione della parte edile, l'Impresa di Roberto Cecconi ha dimostrato di saper dialogare con i progettisti e la committenza.

[Roberto Cecconi Impresa Edile] The Shop Design focuses attention on furniture, finishes, materials and light, rarely on building and plant design. Yet, the quality of the shell walls containing all the rest, such as the utilities network, is as decisive as choosing the right grain in wood. Roberto Cecconi’s construction company is definitely part of the high qualitative level in creating a project such as the new Canali flagship store in Rome. As well as great ability and precision shown in the building and plant design, Roberto Cecconi’s company has also shown know-how in communicating with planners and customers.

Roberto Cecconi Impresa Edile Via Onorato Occioni 105 00050 Fiumicino (RM) tel. fax 06/6689045 mail: robertocecco@virgilio.it

39 © Studio 63

Lo Shop Design in genere concentra la propria attenzione sugli arredi, le finiture, i materiali, le luci, molto più raramente sull'edilizia. Eppure la qualità dell'involucro murario che contiene


© Studio 63


© Studio 63

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a sinistra/left: boutique Canali a Chengdu (Cina), facciata/boutique Canali in Chengdu (China), façade, 2014 sopra/above: boutique Canali a Chengdu (Cina), interno/boutique Canali in Chengdu (China), interior, 2014 a destra/right: boutique Canali a Chengdu (Cina), ingresso alla VIP area, dettaglio della texture/boutique Canali in Chengdu (China), entrance to the VIP area, detail of the texture, 2014

© Studio 63

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barth

building interior architecture | building interior architecture

Cosa desidera un progettista da una Azienda con la quale collabora per realizzare un progetto? Qualità, capacità, affidabilità ma soprattutto la non scontata disponibilità al dialogo e al confronto dal quale nascerà il progetto finale. barth, in questo senso, è una certezza. Un'Azienda che si occupa di arredamenti per interni dal 1877. Allora si chiamava 'falegnameria artistica', una definizione sicuramente più poetica ma che non si distacca poi tanto dalla realtà odierna. La quarta generazione, come le precedenti, che oggi guida l'Azienda con i suoi 60 dipendenti si è adeguata alle nuove tecnologie produttive, ai nuovi o vecchi materiali combinati fra loro in maniera assolutamente innovativa, alle nuove sfide di un mercato sempre più 'mondiale'. In questo percorso le costanti sono sempre rimaste la qualità del prodotto, la ricerca e lo sviluppo tecnologico, ed il rispetto dell'ambiente, non solo naturale (i legni utilizzati hanno certificazioni forestali che garantiscono la corretta e sostenibile gestione delle foreste) ma anche umano, con l'adozione di certificazioni specifiche che garantiscono la qualità e la buona salute del posto di lavoro. barth opera in settori di attivitá quali stores e showrooms, headquarters e sedi aziendali, auditori e sale, musei e esposizioni, hospitality e residenze private lavorando in stretta collaborazione con gli architetti, progettisti e designer e garantendo per la realizzazione del loro progetto di interni un unico partner affidabile e competente, per ridurre cosí ad un minimo indispensabile il lavoro di coordinamento e organizzazione per l’architetto stesso. La realizzazione del nuovo design concept per Canali, specialista in capi sartoriali di lusso, progettato da Studio 63 illustra bene la filosofia dell'Azienda. La collaborazione fra barth ed i progettisti è stata totale, partendo dalla ricerca di tecniche e materiali adatti a garantire le aspettative finali richieste dal nuovo concept, all’elaborazione dei primi disegni tecnici, alla produzione degli elementi indipendentemente dal tipo di materiale nella sede barth a Bressanone, fino al montaggio completo del retail space, eseguito sempre da uno staff altamente specializzato, oramai in tutto il mondo: Roma, Helsinki, Londra –

© Yusti

Harrods, Berlino – KaDeWe, Hong Kong e Madrid, mentre sono in corso i preparativi per la nuova boutique a Novosibirsk.

What does an architect look for in a company working in collaboration on a project? Quality, expertise, reliability, but above all an essential willingness for dialogue and discussion, from which the final project is born. In this sense, barth is a certainty. A company working in interior furnishings since 1877. In those days it was called "artistic carpentry", certainly a more poetic name, but not so very far from today's reality. Like their predecessors, the fourth generation which now steers the firm and its 60 employees has adapted to new production technologies, to combining new and old materials in completely innovative ways, to the new challenges of an increasingly global market. During this journey, the constant factors have always remained product quality, technological research and development, and respect for the environment - not only natural (woods used are certified and guarantee correct and sustainable forest management) but also human, with the adoption of specific certifications guaranteeing the quality and health of the workplace. barth operates in sectors such as stores and showrooms, headquarters and company offices, auditoriums and concert halls, museums and exhibitions, hospitality and private residences. barth works in close collaboration with architects, designers and planners, ensuring that their interior design projects can count on a single, reliable and competent partner, and thus minimising the architect's task of coordination and organisation. The company's philosophy is well illustrated by the new design concept for Canali, designed by Studio 63. Collaboration between barth and the architects was total, beginning with research into techniques and materials most suited to meet the end requirements of the new concept, the drafting of the first technical drawings, production of the elements regardless of the type of material in the barth premises in Bressanone, right up to the final assembly of the retail space, the whole process carried out by highly specialised staff, who are today present all over the world: Rome, Helsinki, London - Harrods, Berlin - KaDeWe, Hong Kong and Madrid, while preparations are underway for the new boutique in Novosibirsk.

barth Innenausbau Barth Innenausbau S.a.s. d. Ivo Barth S.r.l. & C. Via Julius Durst 38 39042 Bressanone (BZ) Tel. +39 0472 27 19 00 mail: info@barth.it web: www.barth.it


© Yusti

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© Canali


Š Emilio Porcaro


Interior design Libertà del comporre

44 Apparentemente non è facile individuare una netta linea di demarcazione fra shop design ed interior design nei lavori di Studio 63. L'approccio progettuale, le ispirazioni, le connessioni sinaptiche che determinano certe scelte sono pressoché le stesse ma forse ciò che rappresenta la 'vera' differenza è la li-

The design approach, the inspirations, the synaptic connections that determine certain choices are practically identical, but perhaps the "true" difference is the freedom of action undoubtedly permitted by some interior design projects compared to the greater rigidity demanded by brand concepts with strong identities, such as those related to the world of fashion. Cases like the Sixty Hotel in Riccione are the perfect meeting of the two worlds: a hotel linked to a fashion brand, redesigned on the skeleton of a building from the 1950s and transformed into an iconic landmark, both for the target market (under 30s) and for the very idea of hospitality, which succeeds in combining modernity, technology and art in the Mecca of youthful enjoyment. The spirit pervading the projects presented here is much freer and unfettered by commercial dynamics, even when the activity is business: from the warm, intimate, almost homely rooms of the Borro to the extreme pop of the Sixty Hotel, from the dynamism of the Novo shopping centres in China to the radical (in architectural terms) and irreverent (in the name) spirit of the Bunga/Love pop-up resort. What remains intact is the constant care given to the project, the attention to detail and choice of materials, and the designers' "curiosity" for social and cultural reality, both past and present.

bertà d'azione che sicuramente certi progetti di interior design permettono rispetto alla maggiore rigidità richiesta da concept per brand dalla forte identità, come possono essere quelli legati alla moda. Esempi come il Sixty Hotel di Riccione sono il perfetto trait d'union fra i due mondi: un hotel legato ad un brand di moda ridisegnato sullo scheletro di un vecchio edificio degli anni '50 e trasformato in una icona di riferimento, vuoi per il target dichiarato (giovani under 30), vuoi per l'idea stessa di ospitalità che riesce a coniugare modernità, tecnologia e arte nella mecca del divertimento giovanile. Lo spirito che pervade i progetti qui presentati è molto più libero e svincolato dalle dinamiche commerciali, anche quando si tratta comunque di attività commerciali: si va dalle atmosfere calde e intime, quasi domestiche, degli spazi del Borro, al pop estremo del Sixty Hotel, dalla dinamicità, in terra cinese, dei centri commerciali Novo allo spirito radical (nel concetto architettonico) e gogliardico (nel nome) del pop-up resort Bunga/ Love. Ciò che rimane immutata è la costante cura del progetto, l'attenzione ai dettagli e alla scelta dei materiali e la 'curiosità' dei progettisti per la realtà sociale e culturale, passate e presente.

© Emilio Porcaro

Interior Design In the works of Studio 63, drawing the line between shop design and interior design does not appear to be straightforward.

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Il Borro Tuscan Bistrot Lungarno Acciaiuoli 80r, Firenze, Italia, 2013 Uno spazio molto raffinato e sobrio per questo concept shop – ristorante, wine bar e negozio, il cui obiettivo è quello di offrire un'esperienza sensoriale più che un servizio. Per questo il progetto di Studio 63 ha privilegiato arredi in materiali naturali con colori neutri e caldi, ed una illuminazione, attenta anche alla sostenibilità, che accolgono ma non sovrastano i clienti, rispettando il luogo e la sua atmosfera. Il Borro Tuscan Bistrot Lungarno Acciaiuoli 80r, Florence, Italy, 2013 An extremely elegant, sober look for this concept shop: a restaurant, wine bar and store which aims to offer a sensory experience rather than a service. With this in mind, Studio 63 used predominantly natural materials and warm, neutral colours for the decor, and a judicious lighting scheme with an eye to sustainability, which welcome but do not overpower the client, and are in harmony with the venue and its atmosphere.

Soprattutto Paralumi Via Pietro Aretino 22 50041 Settimello – Calenzano (FI) Tel +39 055 8811037 Fax +39 055 8861426 web: www.soprattuttoparalumi.com

[Soprattutto Paralumi] Soprattutto Paralumi è oggi una delle realtà artigianali più interessanti nel settore dell'illuminazione. Anche se ormai la “bottega” è un capannone alla periferia di Firenze, la lavorazione segue gli stessi processi produttivi. Soprattutto Paralumi realizza veri e propri elementi di arredo per l'illuminazione. La scelta dei materiali, la costruzione del telaio, anche su disegno specifico, le finiture dei metalli e dei tessuti, il tipo di elettrificazione: attraverso queste fasi si giunge dal progetto all'oggetto finito, secondo uno schema ben conosoidato nei 30 anni di vita dell'Azienda. E oggi, da vero artigiano, si dedica anche al restauro di vecchi corpi illuminanti o alla trasformazione di oggetti di uso diverso in lampade.

[Soprattutto Paralumi] Soprattutto Paralumi is one of the most interesting artisan firms operating in the lighting sector today. Even if the "workshop" these days is a warehouse on the outskirts of Florence, the same production processes are still in use. Soprattutto Paralumi produces genuine and authentic lighting elements for interior decor. Choice of materials, construction of the frame - often to specific design criteria - finishing in metals and fabrics, type of electrification: these are the stages that lead from design to finished product, following a scheme of work well established over the firm's 30 years of life. And now, as true artisans, the company also restores antique light fittings and transforms objects from all walks of life into lamps.


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[Campaldino legnami di Vezzosi s.r.l.] La famiglia Vezzosi porta avanti dal 1945 l'Azienda Campaldino Legnami s.r.l., che oggi è uno dei maggiori rappresentanti dell'importazione e lavorazione del legno, nazionale ed estero, nel Centro Italia. La grande esperienza ed il sempre aggiornato know-how teconologico dell'Azienda rappresentano quel 'plus' che contaddistingue l'eccellenza dalla massa. In un progetto come quello, ad esempio, de Il Borro Tuscan Bistro, che fa della propria identità territoriale il marchio distintivo, la scelta del legno, toscano, largamente utilizzato per i pavimenti e gli arredi, e la sua lavorazione sono state determinati. Campaldino Legnami ha saputo rispondere a questa sfida attraverso l'approfondita conoscenza del settore e la competenza dello staff che hann supportato il progettista e il Cliente.

[Campaldino legnami di Vezzosi s.r.l.] Since 1945 the Vezzosi family has run Campaldino Legnami s.r.l., today one of central Italy's largest firms for the importation and processing of wood, both domestic and from overseas. The company's experience and its technological know-how, always up-to-date, are the "extras" that distinguish excellence from the mass. In a project like Il Borro Tuscan Bistro, for example, whose regional identity is its unique selling point, the choice of wood, from Tuscany, extensively used for flooring and furnishings, and the methods of processing it, were critical. Campaldino Legnami successfully rose to the challenge, drawing on its in-depth knowledge of the sector and the expertise of the staff who worked alongside the designer and the client.

Campaldino legnami di Vezzosi s.r.l. 52014 Poppi - Frazione Ponte a Poppi (AR) V. Campaldino, 18 Tel. 0575 500186 - 550181 Fax. 0575 550181 mail: info@campaldinolegnami.it

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Osteria Del Borro Tenuta Il Borro, San Giustino Valdarno (Arezzo), Italia, 2013 Lo spazio è concepito come un ambiente domestico e avvolgente grazie alla cura dei dettagli nei vari ambienti: dai materiali naturali come il rovere sbiancato per i pavimenti, o la calce naturale per le pareti, all'uso di colori neutri ma caldi con alcuni dettagli rosso vino e verde acqua. Preziose incisioni alle pareti, candelieri e vasi in vetro, lampade con paralumi in juta grezza completano l'ambiente. Osteria Del Borro Tenuta Il Borro, San Giustino Valdarno (Arezzo), Italy, 2013 The space is conceived as an engaging and homely setting, thanks to close attention to detail in the various rooms: from natural materials like bleached oak for floors and natural limewash for walls, to the use of warm yet neutral tones with certain details in wine red and aqua green. Fine engravings on the walls, glass vases and candle holders, and lamps with raw jute shades complete the look.

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deCanto Ristorante Italiano e Wine Bar Shangahi, Cina, 2013 deCanto è un wine bar e ristorante realizzato a Shanghai ubicato all'attico di un edificio storico di 6 piani lungo il waterfront del Bund ed è uno degli edifici più antichi. Uno spazio dalla morfologia molto particolare che ospita un locale dedicato al gusto della cucina italiana. Qui la raffinatezza e la sobria eleganza dei pavimenti in listoni di rovere, degli arredi in legno e cuoio, dei particolari arredi in ferro e delle luci soffuse, contrasta con il panorama iper tecnologico e multi colore di una delle città più grandi del mondo che si vede dalle finestre o dalla panoramica terrazza.

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deCanto Italian Restaurant and Wine Bar Shangahi, China, 2013 deCanto is a wine bar and restaurant set in Shanghai located in the attic of one of the oldest buildings along the waterfront of the Bund, a 6 floors historic building. A really peculiar space hosting a very special place dedicated to the pleasure of the Italian cuisine. Here the refinement and elegance of oak plank floors, furniture in wood and leather, the special iron furniture and soft lighting, contrasts with the hyper technological and multi color landscape of one of the largest cities in the world that can be seen from the windows or from the panoramic rooftop terrace.


© Yael Pincus

Sixty Hotel Riccione, Italia, 2006 Un progetto concettualmente semplice ma innovativo: realizzare un hotel destinato esplicitamente a coloro che vengono a Riccione per divertirsi e vivere notti stravaganti. Un vecchio hotel degli anni '50 viene rivestito da una pelle esterna che rimanda al mondo dei cartoni animati e dei fumetti: una facciata bianca e uno schermo, bucato da fluide aperture ovali, ognuna diversa, come se la parete fosse gommosa ed elastica. All'interno ogni piano è caratterizzato da un colore dominante e i corridoi hanno pareti curve luminose che cambiano colore e tonalità durante le 24 ore. Quattro piani, quaranta camere, ognuna diversa dall'altra ed ognuna curata e personalizzata da giovani artisti che hanno realizzato interventi murali e wall painting. Sixty Hotel Riccione, Italy, 2006 A conceptually simple yet innovative project: to create a hotel targeted specifically at those who come to Riccione for fun and wild nights out. An old 50s hotel is refurbished with an external skin that evokes the world of cartoons and comic books: a white facade and a screen, punctuated by fluid oval-shaped openings, every one different, as if the wall were made of rubber and elastic. Inside, each floor features a dominant colour, and the corridors have curved, luminous walls that change colour and tone over the course of the day. Four storeys, forty rooms, each one different from the others and each one customised by a young artist with murals and wall paintings.

© Yael Pincus


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Š Yael Pincus

NOVO Department Store Hong Kong, Cina, 2006 (sopra) Shanghai, Cina, 2011 (pagina a fianco) Uno spazio in grado di stimolare il movimento al suo interno, attraverso le scelte di design, le linee di forza, le introspezioni parziali. Ma uno spazio in grado anche di generare sorprese e curiosità percorrendo lo spazio al suo interno. Il cliente deve percepire le direzioni di interesse commerciali ma vernirne sorpreso percorrendola. L'intervento si sviluppa su 3 piani ed un mezzanino. Nei primi 2 livelli si trovano i brand di lusso: spazi trasparenti caratterizzati dall'uso di metallo giallo e bianco, come fossero oro e argento. Al terzo piano l'atmosfera cambia completamente con l'uso di cementi, di bianchi lucidi e rossi. Un open space dove il consumatore è guidato da linee curve e dinamiche e scopre I nuovi marchi per I giovani. Al mezzanino si trova lo spazio food.


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A space that encourages movement within it, through design choices, field lines and partial glimpses inside. But this is also a space that can surprise and arouse curiosity as it is explored. The client should be aware of the commercial interests at its heart but come across them unexpectedly. The building is on three floors and a mezzanine level. The two lower floors hold the luxury brands: transparent spaces feature the use of yellow and white metal, like gold and silver. On the third floor the atmosphere changes completely, with cement, shiny whites and reds. An open space where customers are guided by dynamic curves to discover the new brands for young people. The mezzanine holds the food area.

Š Studio 63

NOVO Department Store Hong Kong, China, 2006 (left) Shanghai, China, 2011 (this page)


Pop Up Resort BUNGALove 60° SIA GUEST 2010 Rimini, Italia Una evoluzione del concetto di ospitalità che non è più legato al valore estetico dello spazio dove tutto è concluso ma all'ambiente dove lo spazio è immerso. Uno spazio temporaneo per una sosta pemporanea, per avere l'opportunità di godere spazi selvaggi altrimenti inaccessibili. Una unità abitativa che favorisce il contatto con la natura e con il luogo ma con tutte le comodità moderne, realizzata con una piattaforma e delle pareti decorate. L'aggregazione può dare vita a singole stanze come ad un appartamento, un bungalow o spazi flessibili. Un sistema per l'hotellerie totalmente personalizzabile con una flessibilità compositiva che permette di creare semplici villaggi come resort di lusso.

Pop Up Resort BUNGALove 60° SIA GUEST 2010 Rimini, Italy An evolution of the concept, which is no longer tied to an aesthetic value of the space where everything has been done, but to the environment where the space is immersed. A temporary space for a temporary stay to have the opportunity to enjoy wild places that are not accessible to "classic" tourist accommodation. A housing unit that favors the contact with nature and with the site, but with all the modern amenities and comforts. The unit consists of a platform and a wall decorated where the aggregation can give life to a single room as well as the apartment, bungalows and flexible living spaces. A system for the hotellerie fully customizable, with a flexibility of composition that allows the application from a simple village to a luxury resort.

© Rimini Fiera


© Pietro Savorelli

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Lo spazio Giulio Tanini di via Maragliano a Firenze è stato pensato come un contenitore pulito e razionale, quasi rigoroso, in un mix tra spazio industriale e design contemporaneo. Due edifici la cui separazione è evidenziata da un taglio di luce a led inseriti nella parete che è stata realizzata con una leggera inclinazione verso l'esterno.

Showroom Giulio Tanini Florence, Italy, 2011 The new Giulio Tanini showroom in Florence was thought of as a very clean, rational almost rigorous container, between industrial space and contemporary design. Two buildings separated with a slightly inclined wall and a line of Led light on the exterior.

© Pietro Savorelli

Showroom Giulio Tanini Firenze, Italia 2011


© Yael Pincus

DEX Showroom Osmannoro, Firenze, Italia 2009 Il concept del progetto per Dex Showroom nasce dalla volontà di inserirsi in un contesto periferico fatto di edifici e capannoni industriali tutti uguali, confrontandosi con la natura circostante. Nasce così la pelle in acciao bianco forato che riveste l'edificio e che ripropone le silhouette degli alberi circostanti. La luce, naturale o artificiale, che incide sulla superficie forata crea effetti e giochi di luce ed ombra che rendono dinamica la facciata.

DEX Showroom Osmannoro, Florence, Italy 2009 The design concept for Dex Showroom comes from the desire to be part of a peripheral fact of warehouse and industrial buildings all the same, dealing with the surrounding nature. Thus was born the white perforated steel skin that covers the building and reproduces the silhouette of the surrounding trees. The light, natural or artificial, which affects the perforated surface creates effects and the play of light and shadow makes the facade dynamic.

© Yael Pincus


© Yael Pincus

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Jacob Cohen Showroom Milano, Italia 2009 Il concept dello showroom Jacob Cohen trae ispirazione dal prodotto stesso del brand. Lo spazio di vendita è stato progettato partendo dal contrasto tra le caratteristiche della materia, selezionando materiali “industriali”come il cemento e il metallo e mettendoli in armonica contrapposizione con materiali preziosi come legno, cuoio e pelle dai colori caldi ed arricchiti dall’inserimento di arredi e oggetti vintage.

Jacob Cohen Showroom Milan, Italy 2009 The concept of the showroom Jacobw Cohen draws inspiration from the product of the same brand. The retail space has been designed from the contrast between the characteristics of the material, selecting materials "industrial" such as concrete and metal and putting them in harmonious contrast with precious materials such as wood, leather and warm colors and enriched by the inclusion of vintage items and furniture


Š Danese


Product design Comporre la semplicità

60 La creazione di un concept per un brand o di un progetto di interior design spesso richiede anche il progetto di singoli elementi di arredo o di illuminazione. Studio 63 ha disegnato spesso questi oggetti per meglio rispondere al concept scelto ma Massimo Dei e Piero Angelo Orecchioni hanno disegnato anche

Studio 63 has often designed such objects, to best match the chosen concept, but Massimo Dei and Piero Angelo Orecchioni have also created designer objects in their own right, independent of the logic of a brand concept. Naturally the inspirations and approaches to these draw on the same reservoir of images and culture, as well as on a deep knowledge of materials and of craftsmanship that has allowed them to create simple, functional pieces such as the Kelly and Miyako lamps. Alongside these, other collections demonstrate a taste for that refined yet elegant luxury we so often find in shop and interior design projects by the two Studio 63 architects, with more explicit references to decades like the 1960s

oggetti di design a sé stanti, svincolati dalle logiche dei concept per i brand. Ovvio che le ispirazioni e le suggestioni alla base di questi abbiano attinto allo stesso serbatoio di immagini e cultura, oltre che ad una conoscenza dei materiali e del 'fare' artigiano che ha permesso loro di creare oggetti semplici e funzionali, come le lampade Kelly o Miyako. Ciò non toglie che in altre collezioni prevalga il gusto per quel lusso raffinato e sobrio che ritroviamo così spesso nei progetti di shop ed interior design dei due architetti di Studio 63, con riferimenti più espliciti ed evidenti ad anni come i '60 o i '70 del secolo scorso, o al mondo dell'arte, primo fra tutti Paolo Scheggi. Oggetti vivi che dialogano con l'ambiente, si animano nei giochi di luce, naturale o artificiale, che invade gli spazi dove si trovano. Ogni oggetto assume una propria connotazione ed identità specifica che rispecchia la forza dell'identita progettuale di Studio 63 con la stessa intensità dei concept per progetti ben più complessi ed articolati.

Miyako (a sinistra/left) Danese Milano, 2009 Miyako è realizzata dal solo taglio di un profilo industriale estruso a cui si aggiungono pochi componenti funzionali ed è dotata di sorgenti a risparmio energetico. È essenziale nelle forme ma di grande impatto espressivo grazie all’ampia gamma di colori che permettono di creare scenografiche composizioni e di inserirla con armonia in ambienti molto differenti tra loro/Miyako is composed of only one extruded component to which a few functional elements are added and it is provided with innovative sources that minimize consumption. Its shape is basic but the range of colours to choose from is very wide. The lamp adapts itself to many different environments achieving stunning results. Kelly (a destra/right) Oluce, 2010 Kelly è una lamapada dalla forma semplice e minimale. Una lampada da parete a luce direzionata up & down realizzata in metallo curvato e lavorato al laser, verniciato bianco oppure cromato/Kelly is a lamp whose shape is simple and minimalistic. It is a wall lamp giving up & down light in curved laser-cut metal, white lacquered or chromium-plated.

© OLuce

Product Design The creation of a brand concept or an interior design project often also requires individual elements of decor or lighting to be designed.

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nelle due pagine seguenti/the two following pages: NERO3, 2013 nelle immagini alcuni elementi della 'Taylor's Collection'/ pictures of some of the 'Taylor's Collection' elements SUIT - CABINET Mobile orizzontale con due cassetti personalizzabili,rivestiti in pergamena, maniglie con struttura in acciaio rivestita in pelle primo fiore/ horizontal piece with two customisable drawers covered in parchment with steel handles coverei in full grain leather. DIANE V. Poltrona di grandi dimensioni realizzata su misura, appositamente per ampi spazi/ made-to-measure large sized armchair especially for large areas. BLACK TWINS Tavolino con base in metallo nichel nero e piano in vetro nero diamantato/ table with black nickel base and diamond-cut black glass top. T.C. LAMP Lampada da parete di grandi dimensioni con paralume in vera pergamena lavorata a mano secondo le antiche tradizioni/ large wall lamp with real parchment shades made according to ancient traditions. T.C. DORMEUSE Divano di grandi dimensioni, componibile a piĂš elementi, realizzato appositamente per ampi spazi/ made-to-measure large sized sofa especially for large areas

ALMA (Sotto/below) Libreria/bookcase Casamania, 2011

Un oggetto leggero ma forte che cambia al variare della luce/A

Š Casamania

lightweight yet strong object that changes with the light.


Š Nero3 Š Nero3

or 70s, or to the world of art, primarily Paolo Scheggi. Living, breathing objects that interact with their setting and are animated by the natural or artificial light and shade in the spaces where they are placed. Every piece takes on its own meaning and individual identity, reflecting the strength of Studio 63's design identity with the same intensity as much more complex and articulate projects.


© Nero3

© Nero3

© Nero3

© Nero3


Gioco dei Quindici

Ceramics and Contemporary Art

Game of Fifteen

a cura di/edited by

Paolo Di Nardo

Ceramica e Arte Contemporanea


©Keith Haring Foundation www.haring.com Licensed by Artestar, New York

Paolo Di Nardo Una delle novità di rilievo che verranno presentate al CERSAIE 2014 viene proprio da Ascot, con la nuova collezione dedicata a Keith Haring, primo passo di un progetto che vedrà il coinvolgimento in futuro di altri giovani artisti contemporanei. Quale è il rapporto fra Arte e Ceramica?

Paolo Di Nardo One of the outstanding new products launched at CERSAIE 2014 will be from Ascot, with its new collection dedicated to Keith Haring; the

Ades Frederic L'idea nasce nel quadro della collaborazione con l'agenzia di comunicazione Sartoria, che ha sviluppato con noi un percorso di riposizionamento del brand Ascot. Una delle tappe di questo percorso è la linea "Game of Fifteen" che si propone di fare una ricognizione - una sorta di "ritratto di gruppo" - nel mondo dell'arte contemporanea.

Il nome deriva dal “Gioco dei Quindici” e richiama il numero degli artisti coinvolti nel progetto. Ogni collezione della serie presenterà una completa immersione nello stile e nella poetica di un singolo artista. La serie inaugura con un tributo al maestro della pop-art Keith Haring che, idealmente, apre la strada agli altri artisti che verranno presentati in seguito.

Quanto al rapporto tra Arte e Ceramica, posso dire solo che è antichissimo: uno dei binomi più consolidati nella storia delle creazioni umane. Noi ci limitiamo a presentarne uno scorcio, concentrato sulla scena contemporanea, senza nessuna pretesa di esaustività. PDN Come è nata la scelta di Keith Haring e come si articolerà la collezione che proporrete?

 AF Trattandosi di cercare un capostipite per questo progetto tutto basato sulla contemporaneità, ci è venuto naturale guardare a Keith Haring, per la freschezza e immediatezza del suo immaginario, che sembra sempre contemporaneo anche se ormai sono passati trent'anni. In accordo con la Keith Haring Foundation, che ce ne ha concesso i diritti, presenteremo 9 artwork su formato 20x20, 4 pattern su formato 20x60 e un'opera singola - tirata con una raffinata tecnica di produzione artigianale, a sua volta composta da 16 piastrelle formato 20x20. PDN Il mondo della ceramica sembra ricercare per questa materia nuove potenzialità da offrire ai progettisti e al cliente finale: collezioni come quella presentata aprono scelte progettuali e creative finora impensabili. Questo significa che aziende come Ascot diverranno non solo meri produttori ma anche partner creativi del processo progettuale?

 AF Ascot ha già adottato da tempo questa impostazione, con progetti di collaborazione con designer e architetti quali le linee "Pun" (disegnata da Stefano Pirovano) ed altre. Il "gioco dei quindici" è un progetto " pilota" che nel tempo vorremmo amplificare sino ad arrivare ad un vero rapporto diretto con ogni progettista che potrà "usare" il nostro laboratorio di ricerca per sviluppare in modo esclusivo le sue linee, un vero e proprio taylor-made della ceramica. In sintesi noi metteremo a disposizione le ultime e migliori tecnologie produttive ed insieme al progettista studieremo i prodotti sulla base di richieste specifiche ed assolutamente individuali; sarà poi il progettista, insieme a noi, a "decidere" se mantenere la linea come progetto unico o se inserirla nel catalogo di vendita.

first stage in a project which will involve other young contemporary artists in the near future. What is the relationship between Art and Ceramics?

 Ades Frederic The idea comes from our collaboration with the communications agency Sartoria, which has worked with us to develop a strategy for repositioning the Ascot brand. One of the phases of this was the "Game of Fifteen" line, which aims to create a recognition - a kind of group portrait - in the world of contemporary art. 

The fifteen in the name refers to the number of artists involved in the project. Each collection in the series will represent a total immersion in the style and poetry of a particular artist. The series starts with a tribute to the master of pop art Keith Haring, who conceptually points the way for the artists which will follow. 

As for the relationship between Art and Ceramics, I can only say that it is an ancient link; one of the most fundamental couplings in the history of human endeavour. We limit ourselves to a mere glimpse, focusing on the contemporary scene, which we do not claim to be exhaustive. PDN How did the choice of Keith Haring come about, and how will your new collection be structured?

 AF When we looked for a figurehead for this project based entirely on contemporary art, we naturally turned to Keith Haring, because of the freshness and immediacy of his imagery, which always appears


a sinistra/ left: uno dei quattro pattern su formato 20x60cm/ One of the four patterns in 20x60cm format

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ŠKeith Haring Foundation www.haring.com Licensed by Artestar, New York

a destra/ right: uno dei nove artwork su formato 20x20cm/ One of the nine artworks in 20x20cm format


©Keith Haring Foundation www.haring.com Licensed by Artestar, New York

contemporary despite being thirty years old. With the cooperation of the Keith Haring Foundation, which has granted us the rights, we will present 9 artworks in 20x20 format, 4 patterns in 20x60 and a single work - made with a refined technique of handicraft production, which is made up of 16 tiles size 20x20. PDN With this type of material, the world of ceramics seems to be seeking new possibilities to offer designers and end clients: collections like this open up creative and design choices which until now have been inconceivable. Does this mean that firms like Ascot will become not just producers but also creative partners in the design process?

 AF Ascot has been working with this approach for some time, collaborating with architects and designers on projects such as the "Pun" range (designed by Stefano Pirovano) and others. The "Game of Fifteen" is a pilot project, which in time we want to extend so as to achieve a genuine direct rapport with each designer who can "use" our research laboratory to develop his or her exclusive lines; a real bespoke approach to ceramics. In short, we will supply the best and most up-to-date production technology, and get together with the designer to create products on the basis of specific and completely individual requests; it will then be up to the designer, and us, whether to leave the line as a oneoff project or include it in the sales catalogue.

in alto e a destra/ above and right: due dei nove artwork su formato 20x20cm/ two of the nine artworks in 20x20cm format

©Keith Haring Foundation www.haring.com Licensed by Artestar, New York


Architetti Italiani Il racconto del comporre

di/by

Paolo Di Nardo

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AND continua, come promesso al decennale della rivista, il suo viaggio dedicato agli 'Architetti italiani' e al loro sapere compositivo senza preclusione di scale di intervento, di luoghi, di funzioni di appartenenze geografiche. In periodi storici come questo costruire il ponte culturale fra il passato e il presente è un’azione morale se crediamo ancora a questa professione ed alla creatività italiana. Una volta si poteva parlare di 'passato' e 'futuro' pervasi da una voglia di riscatto, di 'costruzione' di un nuovo scenario italiano. La condizione è la stessa come motore, in quanto siamo attori di una guerra non combattuta, non violenta e lacerante fisicamente, ma pur grave per l’azione di demolizione che si è attivata economicamente con le conseguenze a cui stiamo assistendo. Il concetto di 'futuro' fa purtroppo sorridere proprio perché abbiamo imparato a ridimensionare questo concetto e a relativizzarlo. Il 'futuro' adesso è la reazione del presente alle condizioni di disagio, è ritrovare la fiducia nei propri mezzi, e la consapevolezza di avere molto da raccontare e aggiungere in termini di 'cultura del progetto'. Spesso questo lavoro di trincea è portato avanti da studi di piccola e media grandezza capaci di aggiungere capitoli di qualità progettuale ad un racconto che si è interrotto bruscamente e che non trova nell’immediato strade percorribili se non per tentativi disciplinari spesso pericolosamente infettabili con la demagogia. È quello che succede ed è successo al mondo della 'sostenibilità' spesso gridata o assorbita per sola opportunità senza riflettere sul reale valore di tale scelta. Certi studi invece continuano a 'comporre' e a 'raccontare' proprio in quel campo così italiano e così unico: il restauro e la rivitalizzazione di spazi esistenti.

Italian Architects As promised in the tenth anniversary edition, AND continues its journey through "Italian Architects" and their skills and knowledge, without discrimination on grounds of scale, place, function or geographical origin. In times like these, building cultural bridges between past and present is a moral imperative if we still believe in this profession and in Italian creativity. Once upon a time we could speak of the 'past' and the 'future' with hopes of redemption, of 'constructing' a new Italian scenario. The same criteria drive us, in that we are participants in an un-fought war which is not violent and physically ruinous, yet still devastating for the cheap demolition wreaked, whose consequences we are witnessing today. Unfortunately, the concept of 'future' makes us smile, precisely because we have learned to downsize the concept and bring it into perspective. Now the 'future' is the reaction of the present to an uncomfortable situation, it is a rediscovery of one's own resources, and the knowledge that one has plenty to express and add in terms of 'project culture'. This trench work is often guided by small and medium-sized studies which add chapters on project quality to a story which was suddenly cut off and which for the moment is unable to find its way, except in procedural guidelines often dangerously infected by demagogy. This is what happened and continues to happen with 'sustainability', often declared or incorporated for mere opportunism, with no reflection on the true value of such a choice. However, some firms continues to 'compose' and 'narrate' in that uniquely and truly Italian sphere: the restoration and revitalisation of existing spaces.


Š Carlo Achilli


Spazio al cubo Carlo Achilli, quattro progetti di ristrutturazione

testo a cura di/text by

Paolo Di Nardo

La gestione dello spazio come la capacità di saperlo immaginare è una dote che si acquista nel tempo

to imagine it, is a talent which is acquired over time, precisely because if the limitless capacity

proprio perché se l’uomo mette in atto le infinite capacità della propria mente può comunque arrivarci. Credo allo stesso tempo che, come per la musicalità, l’attitudine artistica o la capacità del disegno,

of the human mind is put to good use, it can be achieved. At the same time I believe that, like a

avvertire lo 'spazio' è qualcosa che disegna l’animo e l’attitudine di una persona e nel caso in questione di un architetto.

gift for music, art or drawing, the ability to perceive

Carlo Achilli, pur insegnando Progettazione da anni in prestigiose Università americane, appartiene

"space" is something that shapes the spirit and the attitude of a person, and in the case in point, of

sicuramente alla seconda. Questo non per piaggeria, ma perché dai disegni, dai plastici come dalle fotografie si può percepire che la 'sezione' dello spazio è una dote lessicale del suo lavoro. I proget-

an architect. Although Carlo Achilli has taught Design for years

ti pubblicati parlano in 'sezione', non in planimetria o attraverso il dettaglio. Questo conferisce al progetto una forza ed un’emozione trasportabile a differenti tipologie di intervento. Dal recupero e

in top American universities, he certainly belongs to the latter group. This is nothing to do with flat-

dalla trasformazione di una limonaia, alla ristrutturazione di un appartamento in pieno centro storico, passando per la definizione contemporanea di un edificio rurale, come in uno spazio immacolato dai

tery, but because from his drawings, models and

colori degli affreschi, la sensazione e le forza strutturale è sempre la stessa. I diversi livelli degli spazi

photographs it is clear that "sectioning" space is a lexical feature of his work. His published de-

contenuti all’interno di un unica cornice spaziale denunciano con chiarezza questa attitudine naturale alla gestione dello spazio dimensionalmente gigante. Il passaggio dal 'grande' al 'piccolo' è demandato

signs speak in "sections", rather than in floor plan or detail. This gives the project a strength and an emotional weight which are transferable to differ-

agli elementi che della sezione sono la struttura portante: scale, parapetti diafani, non tanto per la loro leggerezza materica, ma soprattutto per l’assenza di segni che avrebbero potuto sporcare uno spazio. Grande e piccolo si intrecciano a volte legati dal 'non colore' e indifferentemente da colore forte e di

ent types of intervention. From the restoration and transformation of a conservatory to the rebuilding of a city-centre apartment, via the contemporary redefinition of a farm building as a pure space untarnished by the colours of murals, the feeling and the structural power remain the same. The various levels of space contained within a single spatial setting clearly tell of this natural aptitude for handling dimensionally vast spaces. The transition from "large" to "small" is entrusted to elements which make up the load-bearing structure of the section: staircases, transparent parapets; not so

contrasto semantico. Un processo per 'sottrazione' che appartiene a pochi e che comunque è sempre messo in crisi o in pericolo dalle variabili o 'deformazioni' dell’iter progettuale e di realizzazione. Ne deriva un fotogramma iniziale in cui immaginarsi il progettista seduto davanti al suo spazio, come il pittore davanti ad una tela bianca immacolata, che socchiude gli occhi disegnando nella mente il nuovo spazio e la composizione delle sue parti. Inoltre ciò che avvalora questa sensazione compositiva è la modestia dell’approccio progettuale che non grida e che usa gli strumenti del mestiere come lo schizzo o il plastico di studio per verificare sempre che la sensazione e l’idea forte fosse quella giusta per iniziare un racconto nuovo. Questa modestia è la vera ricchezza di Carlo Achilli che ci aiuta a sottolineare, in sintonia con l’indirizzo editoriale di AND iniziato dal numero 21 dedicato a Zermani e al disegno e identità, della necessità di ritrovare il senso della nostra professione non autoreferenziale, non gridata, ed invece spesso urlata solo a coprire la mancanza di 'struttura' e di capacità di pensare e trasformare uno spazio banale in uno spazio al cubo.

© Carlo Achilli

Space cubed The use of space, like the ability

ALTANA, ristrutturazione di casa schiera in Centro Storico a Firenze/restoration of a terraced house in the historic Centre of Florence a sinistra e a destra/left and right: viste degli interni/view of the interiors

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Š Carlo Achilli


Š Carlo Achilli

CASALE MONTEPORZANO, ristrutturazione di un casale vicino ad Orvieto (Italia)/restoration of a farmhouse near Orvieto (Italy) a sinistra/left: vista degli interni/view of interiors sotto/below: vista degli esterni/view of exteriors

much for their material lightness, but above all for the absence of marks which might clutter a space. Large and small intertwine, often linked indiscriminately by "lack of colour" or by strong colours, and in semantic contrast. A process of "subtraction" achieved by few and which in any case is constantly thrust into crisis or threatened by the variables or "deformities" of the design and creative process. We can imagine an initial frame where the architect is sitting before his space, like a painter in front of a clean white canvas, half-closing his eyes as he imagines the new space and the composition of its elements. Furthermore, this compositional feeling is validated by the modesty of the designer's approach, which never yells and always makes use of the tools of the trade such as sketching and studio models to check that the instinct and the idea are the right ones on which to base a new story. This modesty is Carlo Achilli's true wealth, and helps us to underline, in sync with AND's editorial approach since number 21 - devoted to Zermani and to design and identity - the need to rediscover the direction of our profession, not self-referential and not boastful, but often only yelling to cover the lack of "structure" and ability to conceive and transform an ordinary space into a space cubed.

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Š Carlo Achilli

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PALAZZO CARAVAJAL, restauro di un palazzo storico ad Orvieto (Italia)/restoration of a historic building in Orvieto (Italy) a sinistra/left: vista di un salone affrescato/ view of one of the frescoed halls


Š Carlo Achilli


Š Carlo Achilli

LIMONAIA MEDICEA, ristrutturazione di una limonaia medicea a Firenze (Italia)/restoration of a lemon-house pertaining to the Medici family in Florence (Italy)

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a sinistra/left: vista del soggiorno/view of the living room a destra/right: il camino/the fireplace

Š Carlo Achilli

Š Carlo Achilli

in basso/below: vista della limonaia dal giardino e particolare della cucina/view of the lemon-house from the garden and detail of the kitchen



Coerenza spaziale Duccio Ferroni, recupero abitativo a Palazzo Capponi, Firenze

Fabio Rosseti foto di/photos by Duccio Ferroni

testo a cura di/text by

Spatial Coherence AND has already had the pleas-

AND ha già ospitato con piacere il lavoro di Duccio Ferroni. Era AND 23 e il progetto che presentavamo

ure of featuring Duccio Ferroni's work. This was in AND no.23 and the project we presented was the

era quello del restauro e del recupero della Villa di Monsoglio a Laterina, vicino ad Arezzo. In quel caso si trattava di un intervento su un intero edificio tardo cinquecentesco, di grande complessità e delicatezza.

restoration and renovation of the Villa di Monsoglio in Laterina, near Arezzo. That project was a highly

Oggi presentiamo, all'estremo dimensionale opposto, un intervento di restauro e riqualificazione di una unità abitativa di media piccola dimensione, poco più di 70 mq, ubicata all'ultimo piano di Palazzo Cap-

complex and delicate intervention on an entire late

poni a Firenze, giusto dietro il complesso di Santissima Annunziata. È interessante vedere un architetto

sixteenth-century building. Today we present the other end of the spectrum, the restoration and rede-

all'opera su interventi di scala completamente diverse; è interessante, ma non scontato, vedere come niente cambia nella metodologia progettuale e nell'approccio culturale di fronte a due interventi così

velopment of a small to medium-size residential property, a little over 70 sq.m., located on the top floor of

diversi ma al tempo stesso molto simili. In questo caso si trattava di recuperare e rendere vivibile uno spazio, già in origine abitativo ma abbandonato da anni, posto nel sottotetto di Palazzo Capponi, uno dei

the Palazzo Capponi in Florence, just behind the Santissima Annunziata complex. It's interesting to see an

più interessanti palazzi fiorentini. Costruito nei primi del '700 su disegno dell'architetto Carlo Fontana, contrappone la maestosità della sobria facciata con lo sfarzo degli interni e del bellissimo giardino privato

architect at work on projects of completely different

realizzato a metà '700 da Ferdinando Ruggieri. Lo spazio si presentava con un zona soggiorno ampia, con

scales; it's interesting, but not a given, to realise how nothing changes in terms of project methodology and

affacci verso uno degli orti botanici più antichi al mondo, il Giardino de' Semplici. Purtroppo il soggiorno si trovava anche ben 90 cm al di sotto del livello della terrazza; inoltre i rimanenti spazi erano articolati

cultural approach in the handling of two interventions that are so different, yet at the same time very similar. In this instance the task was to restore and make

fra superfetazioni, realizzate successivamente in falda, o su livelli inferiori. Dal punto di vista impiantistico e tecnologico ovviamente l'unità era assolutamente carente. Al di là del necessario ripristino degli impianti e degli infissi e della scelta delle finiture, l'attenzione del progettista si è rivolta a rendere questo

inhabitable a space which was originally lived in but had been abandoned for years, in the attic of Palazzo Capponi, one of Florence's most fascinating palaces. Built in the early eighteenth century to a design by Carlo Fontana, the palace contrasts the magnificence of its sober facade with the splendour of its interiors and its wonderful private garden, created in the mideighteenth century by Ferdinando Ruggieri. The apartment had an extensive living area, overlooking one of the world's oldest botanical gardens, the

spazio disarticolato più unitario e vivibile, valorizzandone al tempo stesso i punti di forza come la vista del panorama e la dinamicità spaziale intrinseca. Lo sfruttamento della volumetria del sottotetto ha permesso di aggiungere un altro vano, una camera, ma anche, attraverso il recupero dell'altezza libera fino alla falda, di aumentare il senso di ampiezza dello spazio interno. Ogni spazio viene reso più coerente alla distribuzione abitativa attraverso attente ed accurate operazioni di taglio e ricucitura degli elementi murari esistenti e l'inserimento di una scala a vista per il collegamento con i nuovi livelli sottotetto. Lo spazio assume una unità ed organicità ben definite, sottolineata dall'uso di una palette cromatica uniforme e calda, su tonalità chiare, sia per il parquet a listoni che per la resina che riveste le scale e l'uso del vetro chiaro per i parapetti. Lo sguardo può finalmente cogliere ogni angolo dello spazio ritrovato ma, pur in questa unicità, i singoli ambienti mantengono la propria identità e riservatezza.

a sinistra/left:il nuovo volume con la scala a vista/the new volume and the open stair a destra/right: vista della cucina dal soggiorno/view of the kitchen from the living room

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nome progetto/project name Recupero abitativo a Palazzo Capponi/Restoration of an apartment in Palazzo Capponi progetto/design Architetto Duccio Guido Ferroni luogo/place Palazzo Capponi, Firenze/Palazzo Capponi, Florence inizio lavori/start works on site 2014 fine lavori/completion 2014 superficie/area 75 mq/sqm opere edili/construction works EdilArchimede, Firenze/Florence edilarchimede@libero.it arredi/furniture Renato Minucciani, Firenze/Florence info@arredicristalli.it

lavori in legno/joinery Fratelli Lepri falegnameria, Panzano in Chianti falegnamerialepri@gmail.com rivestimenti/cladding GiulioTanini, Firenze/Florence info@tanini.it illuminotecnica/lighting: Baschera , Firenze/ Florence ilariabaschera@baschera.com infissi e serramenti/doors & windows Monno serramenti, Firenze/Florence dalmazia@monnoserramenti.com


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a sinistra/left: lo spazio al livello superiore, sottotetto/the space at the upper level under the roof slope sopra, a sinistra/above left: la nuova scala a vista/the new staircase sopra, a destra/above right: il nuovo accesso al terrazzo/the new access to the terrace

Giardino de' Semplici. Unfortunately the living area was a good 90 cm below the level of the terrace; moreover the remaining rooms were either disfigured by later additions to the pitch of the roof, or also at a lower level. Clearly, from the technical and layout point of view, the space had no unity whatsoever. Over and above the much-needed restoration of installations and fixtures and the choice of finishes, the architect had to focus on making this chaotic space unified and inhabitable, while simultaneously enhancing its strengths such as the panoramic view and the intrinsic spatial dynamics. By exploiting the available space of the attic, it was possible to add another room; but also by reclaiming the full height under the roof slope, the sense of abundant space of the interior was increased. The layout and distribution of living spaces was made more coherent by the precise and judicious removal and re-building of existing masonry and the insertion of an open staircase linking the new upper level. The space assumed a well-defined unity and organic quality, enhanced by the use of a single warm colour scheme throughout, with pale tones both for the strip parquet and the resin used on the staircase, and clear glass for the parapets. At last, the eye can take in every angle of the new-found space, yet within this unity, individual rooms retain their own identities and privacy.



Pausa pranzo Nicola Maggiaioli e Antonio Contento, sandwich bar a Londra

Fabio Rosseti foto di/photos by Danny Elwes

testo a cura di/text by

Lunch Break It is well-known that Anglo Saxon

Che i paesi anglosassoni (ma non solo) abbiano una particolare predilezione per la cucina italiana è

countries (and others) have a particular liking for Italian food, and the truth of this fact was the

cosa risaputa, ed è partendo da questa constatazione di fatto che è nata l'idea di questa catena italiana di 'sandwich bar', che ormai conta diversi punti vendita a Londra. Nata nel 2004 ha fatto propria l'idea

starting point for the idea of this Italian chain of "sandwich bars", which now has several outlets

di una ristorazione veloce, rivolta ai professionisti della city, basata su panini confezionati appunto con il tipo di pane “spianata”, da loro prodotto, e freschi prodotti italiani come formaggi e salumi tipici.

in London. Founded in 2004, it has taken on

Spianata è diventato un franchising e questo ha richiesto la creazione di una immagine dei negozi

the concept of fast restaurant food, aimed at city professionals and based on panini made with a

molto ben definita e caratterizzante. L'incarico di trovare la giusta formula fu affidato all'architetto Antonio Contento, che già aveva lavorato per il brand precedentemente, e all'architetto Nicola Maggiaioli

special type of "spianata" bread baked on the premises, and fresh Italian products such as typi-

dello studio MOA di Firenze. Lo studio fiorentino, benché anagraficamente giovane, ha una grande esperienza nella realizzazione di interni commerciali e nella definizione di soluzioni di interior design

cal salamis and cheeses. Spianata has become a franchise, and this required the creation of an ex-

in grado di valorizzare e caratterizzare l'identità del brand. Questo nuovo negozio, realizzato nel quartiere londinese di Mayfair, è divenuto così un 'negozio pilota'.

tremely well-defined and distinctive store image.

Due gli imperativi individuati dai progettisti: sottolineare, in maniera chiara ma non invasiva, l'origine

The task of coming up with the right formula was entrusted to architect Antonio Contento, who had

italiana e curare in particolare il comfort ambientale, attraverso l'illuminazione, l'acustica e l'arredo, perché il cliente possa essere messo a suo agio e vivere una nuova e più italiana 'shop experience'.

previously worked for the brand, and architect Nicola Maggiaioli of the MOA studio in Florence. The Florentine studio, although technically young,

L’italianità del brand è stata esaltata nel 'display wall', parete in dieci tonalità che decompongono e richiamano in maniera informale il tricolore. Realizzata con listoni di parquet di rovere verniciati con finitura semi-glossy, questa parete fa da sfondo al prodotto principale del brand, posto su mensole di

has extensive experience of commercial interiors and of identifying interior design solutions which enhance and distinguish brand identity. This new shop, in London's Mayfair, has therefore become a "pilot store". The designers identified two imperatives: to highlight clearly but not invasively the firm's Italian origins, and to pay particular attention to client comfort, through lighting, acoustics and furnishings, to put clients at ease and allow them to live a new, more Italian "shop experience". The brand's Italian essence was showcased on the "display wall", in ten colour tones which deconstruct and refer informally to the Italian flag. Constructed in strips of parquet in painted oak with a semi-gloss finish, this wall provides the backdrop for the brand's main product, placed on white Corian shelves. Particular attention was paid to lighting, with the choice of dual settings, soft for ambient lighting, brighter on

corian bianco. Particolare attenzione è stata data all’illuminazione con la scelta di un doppio registro, soft per la luce d’ambiente, più intenso su grafica e prodotto, in modo da creare anche, grazie alle strip led integrate, uno sfondo brillante al negozio. Il progetto illuminotecnico è stato sviluppato con fari a LED su binari, di diverse potenze e colore, ed integrati ad un sistema di pannelli fonoassorbenti, pensati per migliorare le prestazioni acustiche del negozio nei momenti di maggiore affollamento, nelle ore di punta. L'arredo, infine, ha privilegiato, non solo come nota distintiva ma anche, e soprattutto, qualitativa, componenti di design prodotti da due fra le maggiori aziende italiane. Quello che caratterizza positivamente questo progetto non è solo la sua qualità intrinseca e di realizzazione (che già sarebbero sufficienti) ma la capacità di Nicola Maggiaioli e Antonio Contento di aver saputo trasporre, in un paese culturalmente lontano dal nostro, l'italianità di un concetto, quello della 'pausa pranzo' come momento di relax, socializzazione e, perché no, come nuova idea urbana.

nome progetto/project name Spianata&co. sandwich bar luogo/place 3 Hay Hill, London W1J 6DJ, UK committente/client Spianata&co Ltd progetto/design Nicola Maggiaioli, Antonio Contento light design/light design Nicola Maggiaioli, Antonio Contento

www.moastudio.it

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[Toscana Contract s.r.l.]

graphics and products, and with integrated LED

Toscana Contract è un'azienda che supporta i progettisti ed i committenti nelle scelte di

striplights to give the store a well-lit background. The lighting project used LED spotlights on rails,

specifici arredi di alto livello sia in Italia che all'estero. Il suo staff collabora strettamente con gli studi di progettazione, elaborando e proponendo soluzioni per ogni esigenza progettuale. Fra le aziende che propone ci sono due fra le maggiori produttrici di arredi di

of various strengths and colours and integrated with a system of sound-absorbing panels, de-

design rigorosamente 'made in Italy', Fantoni e Pedrali. All'interno del progetto per il punto

signed to improve the acoustics of the space at

vendita di Spianata & Co. Toscana Contract ha fornito gli arredi, fra cui la sedia Brera di Pedrali, e i pannelii ad alto assorbimento acustico di Fantoni che hanno contribuito a rendere

the busiest times. Finally, the decor brings to the foreground design components from two of Italy's

ancora piĂš accogliente l'ambiente.

most important companies, not only in terms of distinctiveness but also, and primarily, of quality.

[Toscana Contract s.r.l.]

What makes this project particularly outstanding is not just its intrinsic quality and construction

Toscana Contract is a firm which supports designers and clients in their choice of particular

(which would be enough by themselves), but the

high-level furnishings, both in Italy and abroad. The staff work in close collaboration with design studios to develop and propose solutions for every project requirement. Among the

ability of Nicola Maggiaioli and Antonio Contento to transpose, to a country far from ours in cultural

companies it works with are two of the most important, strictly "made in Italy" design houses,

terms, the Italianness of a concept, the idea of the "pausa pranzo" or lunch break as a moment

Fantoni and Pedrali. Within the project for the Spianata & Co. outlet, Toscana Contract supplied the furnishings, including the Brera chair from Pedrali, and the sound-absorbent panels which helped make the atmosphere even more welcoming.

Toscana Contract s.r.l. Via Arno, 102 Sesto Fiorentino (FI) Tel. 055/340077 web: www.toscanacontract.it

of relaxation, socialising and, why not, as a new urban habit.


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[iGuzzini illuminazione S.p.a.] iGuzzini è una comunità internazionale al servizio dell’architettura e dello sviluppo della cultura della luce e per migliorare, con la luce, il rapporto tra l’uomo e l’ambiente. Il progetto per il negozio Spianata & Co prevede l’uso di tecnologia a LED, con la quale si ha oltre il 50% di risparmio di energia e costi di manutenzione drasticamente abbattuti. L'obiettivo non è solo mostrare al meglio i prodotti, sottolineando la buona qualità, ma anche creare un ambiente in cui la scelta del consumatore è facilitata. I proiettori Front Light e Tecnica creano un’ atmosfera luminosa e vivace, evitando i problemi di abbagliamento, mentre la Ledstrip integra e sottolinea.

[iGuzzini illuminazione S.p.a.] iGuzzini is an international community serving architecture and the development of a lighting culture, with the aim of using light to improve the relationship between people and the environment. The firm's project for the Spianata & Co store uses LED technology, which consumes 50% less energy and has dramatically lower maintenance costs than conventional lighting. The objective is not only to show the product at its best, highlighting its qualities, but also to create an environment which facilitates the customer's choice. Front Light and Tecnica projectors create a bright, lively atmosphere, avoiding glare, while Ledstrips accentuate and enhance the architectural space.

iGuzzini illuminazione S.p.a. Via Mariano Guzzini, 37 62019 Recanati (MC) Tel. +39 071 75881 mail: iguzzini@iguzzini.it web: www.iguzzini.com


Š Itaca Freelance


Il design della stratificazione La Sicilia, identità di un luogo, identità del design

testo a cura di/text by

Paolo Di Nardo

The design of stratification Entering the world of

Quando si entra nel mondo dell’Arte in Sicilia ci si imbatte inevitabilmente nella forte sensazione di

art in Sicily one inevitably comes up against a strong sensation of unavoidable historical stra-

una inevitabile stratificazione storica che ne disegna i tratti e le composizioni disciplina per disciplina. Questa parte dell’Italia, più in generale del Mediterraneo intero, accoglie più di ogni altra area geogra-

tification which shapes it and defines, it one discipline at a time. Of the entire Mediterranean

fica la Storia nel proprio DNA. Solo la lingua parlata ha bisogno di definizioni per comunicare attraverso le “parole” i sapori, il gusto, i colori, i profumi, i segni, la luce. L’arte condensa in un solo oggetto

region, this part of Italy carries more of its own

bidimensionale, etereo o tridimensionale tutto questo in Sicilia e solo in Sicilia.

history in its DNA than any other geographical area. Only the spoken language needs definitions

La Storia, anzi la sua stratificazione, nei secoli permette di rendere fluida un’appartenenza che non è identità del singolo luogo, ma integrale di contaminazioni e influenze. A differenza di altre aree

to communicate, through "words", the island's flavours, colours, smells, shapes, and light. In

storicamente di conquista o “terre di confine”, la Sicilia ha saputo trovare spazio nel pensiero accogliendo nella sua cultura queste differenze come gli innesti per le piante da frutto. Il ragusano in

Sicily, and only in Sicily, art condenses all this into a two-dimensional, ethereal or three-dimen-

questo senso ha saputo far germogliare questi alberi proprio per la mitezza di un atteggiamento che non può che influenzare un gesto artistico. Il design contemporaneo, più di altre discipline, si fonda

sional object. History, or rather its stratification,

sulla ripetizione, il ricalco della trama e riesce ad esprimersi in Sicilia con l’immediatezza della con-

over the centuries distills into a belonging that does not define a single place, but integrates

tinuità di una stratificazione che viene resa esplicita e mai nascosta. Gli oggetti pubblicati dichiarano immediatamente e mai velatamente questa appartenenza di pensiero che non può che germogliare

cross-contamination and influences from many. Unlike other conquered or marginal lands, Sicily has been able to find the openness of mind to

nuove stratificazioni future.

gather differences into its culture as a fruit tree grows around a graft. In this sense the designer from Ragusa has succeeded in getting these trees to germinate precisely because of a tolerance of attitude which cannot help but influence artistic endeavour. More than any other discipline, contemporary design is based on repetition, on retracing the weave, and in Sicily it expresses itself with the immediacy of an ongoing stratification which is made explicit and never concealed. The resulting objects declare immediately and openly this belonging in thought, which will inevitably sow the seeds for more stratification in the future.

"Design Meets Sicily" è una collezione di design autoprodotto che reinterpreta in maniera inedita elementi e caratteri della cultura tradizionale siciliana. Salvatore Spataro, giovane architetto siciliano, di Noto ha saputo reinterpretare oggetti di uso comune o la bellezza dell'architettura barocca della sua terra per creare i primi oggetti della collezione. È così che nasce Truppy, una trottola in ceramica colata e smaltata a mano che si ispira al tradizionale gioco dei bambini o le Cavagne Lamps, che reinterpretano le forme dei contenitori in canna e legno di fico per trasportare la ricotta per creare delle lampade.

in apertura/opening page: Truppy, trottola in ceramica colata e smaltata a mano, design Salvatore Spataro, Collezione 'Design Meets Sicily, 2014/ Truppy, spinning top, hand-enamelled slip-cast ceramic, design by Salvatore Spataro, 'Design Meets Sicily' collection, 2014 a destra/right: baroqEAT, piatti in porcellana, Ø 31 cm, design Salvatore Spataro, Collezione 'Design Meets Sicily, 2014/ porcelain plates, Ø 31 cm, design by Salvatore Spataro, 'Design Meets Sicily' collection, 2014

© Alessandro Michelazzi

Design Meets Sicily

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© Itaca Freelance

Design Meets Sicily "Design Meets Sicily" is a collection of self-produced designer pieces that reproduces elements and characters from traditional Sicilian culture in new and unexpected ways. Young architect Salvatore Spataro from Noto in Sicily succeeds in reinterpreting everyday objects or the marvels of his land's Baroque architecture to create the first pieces in this collection. Hence Truppy, a spinning top in hand-enamelled slip-cast ceramic, inspired by the traditional children's toy, or Cavagne Lamps, which reinterprets the shape of the fig-wood and cane containers used for transporting ricotta to create lamps. BaroqEAT, on the other hand, is a collection of porcelain plates which feature black and white reproductions of the floor plans of some of the finest Baroque churches in Noto and Sicily in general. Design meets Sicily Collection Design by Salvatore Spataro Truppy diametro/diameter 25cm, altezza/height 30cm colori disponibili/available colors: bianco-terra rossa/ white-terracotta, nero-bianco/black-white, biancooro/white-gold, bianco-grigio/white-grey prototipo(prototype: Ceramista Alfredo Quaranta prodotto da/manufactered by: Ceramiche Rigoni s.a.s , Nove (Vi) Le Cavagne Lamps prototipo/prototype: Ceramista Alfredo Quaranta (prossima produzione/manufactered soon) baroqEAT 12 piatti/12 plates diametro/diameter: diametro 31cm prodotto da/manufactered by: Depos Porcellane, Calenzano (FI) www.salvatorespataro.com info@salvatorespataro.com

baroqEAT è invece una collezione di piatti in porcellana caratterizzati dalla riproposizione, in nero su fondo bianco, delle piante di alcune delle più belle chiese barocche di Noto e della Sicilia in genere. Thalass per Ciccio Sultano I piatti di vetro Thalass che Alessandro Di Rosa ha creato appositamente per lo chef siciliano Ciccio Sultano sono parte dello Spirito più profondo della Sicilia. Il profilo di Ragusa Ibla ed il suo barocco si intersecano con geometrie elementari in una permutazione di forme, dimensioni, colori e disegni da cui prendono vita le diverse variabili e soluzioni che compongono la collezione. Su tutti il segno di Ibla, il profilo di questa antica città, simbolo della cultura siciliana, tratteggiato da Fabrizio Foti e riportato sui piatti, come a sottolineare ulteriormente quale sia l'ispirazione culturale del grande chef. La Linea Thalass è realizzata secondo un processo artigianale che plasma il vetro Float usando materiali, smalti e una cottura a gran fuoco che rendono il vetro grezzo e i colori più forti, più brillanti e resistenti.

sopra/above: Le Cavagne Lamps, lampade led a sospensione in ceramica design Salvatore Spataro, Collezione 'Design Meets Sicily, 2014/ The Cavagne Lamps, ceramic suspended lamps with led light, design by Salvatore Spataro, 'Design Meets Sicily' collection, 2014 pagina a destra/right page in alto/above: i disegni di Fabrizio Foti/ Fabrizio Foti's drawings in basso/below: piatto di vetro quadrato per Ciccio Sultano/square glass plate for Ciccio Sultano design Alessandro De Rosa e Fabrizio Foti per Thalass, 2014


Thalass for Ciccio Sultano The Thalass glass plates created by Alessandro Di Rosa specifically for Sicilian chef Ciccio Sultano are part of the most profound spirit of Sicily. The outline of Ragusa Ibla and its Baroque architecture intersect with elementary geometry in permutations of shape, colour and design to generate the variations and versions that make up the collection. The mark of Ibla is on them all, the silhouette of this ancient city, symbol of Sicilian culture, sketched by Fabrizio Foti and reproduced on the plates, as if to further underline the great chef's cultural inspiration. The Thalass line is produced by an artisan method that transforms Float glass using special materials, enamels and firing at high temperature to render the glass coarse and colours brighter, shinier and tougher.

Thalass per/for Ciccio Sultano progetto del vetro/glass design: Alessandro di Rosa parole & disegni/words & drawings: Fabrizio Foti profumi e colori/fragrances and colors: Ciccio Sultano pictures/fotografie: Carmelo Poidomani per/for Boma Studio Thalass Glass Plates Design di Alessandro Di Rosa via variante s.s.115, n. 44/A 97015 Modica (RG) - ITALY +39 0932.454765 www.thalass.it info@thalass.it

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Š IAlessandro Michelazzi


Ricucire il tessuto urbano: Firenze

Re-establish the urban fabric: Firenze

DIDA e Roger Williams University | DIDA and Roger Williams University

di/by Paolo Di Nardo e Carlo Achilli

Anche nel 2014 si è ripetuta l’esperienza del workshop 'USA FIRENZE'. Studenti italiani del Dida di Firenze appartenenti al Corso di Progettazione Architettonica 2 tenuto dal Prof. Paolo Di Nardo e studenti americani della Roger Williams University dello 'spring' 2014 del Laboratorio di progettazione tenuto dal professor Carlo Achilli, si sono confrontati culturalmente. L’area denominata 'ex bunker' all’interno del centro storico di Firenze è stata il banco di prova di un workshop di progettazione urbana ed architettonica durato 6 giorni. Non solo un’esperienza progettuale di architettura contemporanea all’interno di una realtà consolidata e storicizzata, ma soprattutto un modo per mettere a confronto metodi, approcci e culture a volte diverse, ma non per questo contrastanti. Il workshop si è svolto sia presso la Facoltà di Architettura che nella sede della Roger Williams presso l’International

Studies Institute Florence e i risultati parlano da soli. Il portato culturale della diversità di appartenenza è stato un campo di riflessione importante per ogni studente: l’italiano vive quotidianamente in un 'contesto' definito e sedimentato e quindi assimilato con la conseguente difficoltà di capire quali siano gli spazi creativi del progetto; lo studente americano ha di contro una spregiudicatezza, priva di condizionamenti, messo a dura prova dai limiti di un intervento di inserimento. Queste caratteristiche e queste difficoltà sono state lo stimolo che ha velocizzato, come spesso avviene con i giovani curiosi e assetati di conoscenza, lo sviluppo del progetto e della conoscenza personale. Once again in 2014, the 'USA FLORENCE' workshop gave Italian students from Professor Paolo Di Nardo's Urban Design 2 course at Florence University the opportunity to work with American students from Professor Carlo Achilli's spring 2014 design programme at Roger Williams University, were compared culturally. The area known as 'ex-bunker' within city centre, is the test bed for a six-day urban planning and architecture workshop. This was not only an experience of designing a contemporary insertion within a consolidated and historical urban setting, but above all a way of comparing methods, approaches and cultures which may be different, but are not necessarily contrasting. The workshop was held both in the Faculty of Architecture and at the Roger Williams centre in Florence's International Studies Institute and the results speak for themselves. The cultural effects of their diverse origins was a major topic for reflection for every student: the Italians live every day within a 'context' which is clearly defined and laid down, and therefore assimilated, with the resulting difficulty in grasping what a project's creative potential may be; the American students on the other hand have an openness and lack of conditioning which is severely tested by the limitations of designing in context. As is often the case with curious young people thirsty for knowledge, these characteristics and difficulties provided the stimulus that quickened the development of the project and of personal relationships.

Gruppi partecipanti/ teams participating

A. Iommi Chiara, Ligasacchi Ginevra, Mariani Gabriele, Banninger Steven B. Montiani Giacomo, Manzione Angela, Torlai Fabio, Byrne Connor C. Trinci Andrea, Zamboni Benedetta, Passaro Simone, Barile Tyler D. Neri Iacopo, Galletti Giorgio, Pianigiani Chiara, Brown Christopher E. Petrilli Silvia, Buonavita Giacomo, Piccardi Tommaso, Campos Teresa F. Meacci Gaia, Scolari Giulio, Chang Zachery G. Donnini Valentino, Romagnoli Sabrina, Ruzicka Jordan H. Casini Enrico, Marini Marta, Rivetti Domenico, Panzarino Elizabeth I. Vanni Ludovica, Longo Valentina, Cipriani Marco, Cundall Jeremy J. Vasarri Elettra, Pagni Benedetta, Parente Federica, Darienzo Patrick K. Matracchi Francesca, Usignoli Valentina, Macchioni Francesca, Eddy Brenton L. Vagnoli Valentina, Zamberini Dayana, Calasso Mirko, Emma Nicholas M. Vacchietti Matteo, D’Isep Marco, Parrini Gabriele, Torrando Andrew N. Morini Stefano, Petrini Agnese, Vecchie Giuseppe, Fraser Ainsley O. Bartali Costanza, Scandurra Martina, Contri Niccolò, Hennesey Timothy P. Ventruoli Alessandra, Tommassoli Chiara, Messinese Andrea, Hulbert Leslie Q. Micacchi Alena, Suke Selmir, Purpura Ascanio, Whalem Joanna R. Bacci Lorenzo, Petrolini Mariachiara, Torzowi Saverio, Pentoney Thomas S. Fontani Elia, Ambrogini Arturo, Marchione Ilaria, Postian Bradley T. Tsengelidis Laura, Clemente Mariateresa, Locci Mattia, Reynolds Scott U. Rotella Giuseppe, Scheggi Ilaria, Da Mommio Giulia, Tubach Nicholas V. Lombardi Virginia, Cammilli Andrea, Palermo Giacomo, Rolli Christopher W. Vitale Luana, Barcelone Gonzalo, Ventimiglia Fabio, Schwitter Glenn X. Paoletti Damiano, Rosati Elena, Battisti Jacopo, Young Connor Y. Stefanini Beatrice, Trudu Federica, Scott Austin Z. Ramacciotti Eduard, Levantesi Marta, Pallante Annalisa, Sullivan Sean


1

Gruppo/ Team Montiani Giacomo, Manzione Angela, Torlai Fabio, Byrne Connor

Gruppo/ Team Matracchi Francesca, Usignoli Valentina, Macchioni Francesca, Eddy Brenton

2

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3

Gruppo/ Team Vagnoli Valentina, Zamberini Dayana, Calasso Mirko, Emma Nicholas


5

4

Gruppo/ Team Vacchietti Matteo, D’Isep Marco, Parrini Gabriele, Torrando Andrew

6

Gruppo/ Team Bacci Lorenzo, Petrolini Mariachiara, Torzowi Saverio, Pentoney Thomas

Gruppo/ Team Fontani Elia, Ambrogini Arturo, Marchione Ilaria, Postian Bradley


7

Gruppo/ Team Tsengelidis Laura, Clemente Mariateresa, Locci Mattia, Reynolds Scott

Gruppo/ Team Rotella Giuseppe, Scheggi Ilaria, Mommio Giulia, Tubach Nicholas

8

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9

Gruppo/ Team Ramacciotti Eduard, Levantesi Marta, Pallante Annalisa, Sullivan Sean


Virus Architettonico: Piazza della Repubblica, Firenze

Architectural virus: Piazza della Repubblica, Firenze

Workshop Virus Architettonico | Workshop Architectural Virus

di/by Luca Sgrilli A 'virus', as vital exchange between architecture and

e quella urbana, delimita, disciplinarmente, non solo un intervento formale, ma stabilisce un atteggiamento

its urban context, can be defined not as mere formal intervention, but as the establishment of a cultural and

culturale e metodologico di progettazione contemporanea

methodological approach of contemporary design within

nel contesto sedimentato della storia.Il Virus architettonico

the sedimentary context of history.

si caratterizza per una distanza formale dal contesto e allo stesso tempo si distingue per la scambievole declinazione

The architectural virus is characterised by a formal distance from its context, and at the same time by a

della massa verso la leggerezza e dell’opacità verso la

reciprocal decline of mass towards lightness and opacity

trasparenza. La progettazione del 'Virus Architettonico' da

towards transparency. Planning of an ARCHITECTURAL VIRUS, to be developed in the course of a workshop,

sviluppare nei tempi di un workshop diventa un esercizio creativo capace di condensare tutte quelle variabili

disciplinary variables applicable to various contexts.

workshop, attraverso le testimonianze del lavoro di studi di architettura che si sono cimentati con questo tema

Using as case studies the work of architectural studios

partecipante non solo di cimentarsi con una progettazione puntuale e delicata, ma di poter assimilare e confrontarsi con concetti e metodi progettuali già sperimentati attraverso le singole realizzazioni. L'architetto senese Andrea Milani, già presente in AND 24, ha introdotto i propri lavori realizzati entrando in profondità in una scelta disciplinare difficile, quella dell’innesto contemporaneo in tessuti storicizzati, che in alcuni casi diventa una vera e propria sfida. Ne nasce un linguaggio nuovo e ogni volta diverso proprio perché sintesi di identità diverse, di funzioni e condizioni sociali diverse. Lo Studio 63, di Firenze, esponendo i propri lavori ha potuto definire un metodo concettuale che rimanda all’arte ed alle contaminazioni disciplinari capaci di innestare la 'strong idea'. Molti dei loro interventi di interior per Brand di moda internazionali riescono a coniugare le condizioni di comunicazione imposte con l’identità del luogo ma soprattutto con la loro storia personale e con la loro passione per l’arte come virus e innesto creativo anche in architettura. 'Virus Architettonico' quindi come campo di prova e di verifica della progettazione contemporanea nel contesto, senza parlare di sostituzione o aggiunta ma di integrazione.

WORKSHOP VIRUS ARCHITETTONICO

becomes a creative exercise that can condense all the

disciplinari che sono applicabili alle diverse scale. Il

così contemporaneo per i temi che tratta, permette al

WV

V

'Virus', come scambio vitale fra la scala architettonica

that are grappling with this topic, so contemporary in the issues it raises, the workshop gives participants the opportunity not just to get to grips with a tricky and demanding design project, but also to discuss and assimilate concepts and planning methods that have already been tested in individual works. Siena architect Andrea Milani, previously featured in AND no. 24, presents his works, created through in-depth consideration of a difficult conceptual choice, that of grafting contemporary elements onto a historic urban fabric, which in some cases is extremely challenging. From this arises a new language, different every time because it comes from diverse identities, functions and social conditions. The works of Florence's Studio 63 have succeeded in defining a conceptual method that draws on art and on a disciplinary cross-contamination which can result in the grafting of a 'strong idea'. Many of the studio's interior designs for international fashion brands manage to combine the communication criteria demanded by a brand identity with their own personal story and their passion for art as the virus and creative input in architecture. ARCHITECTURAL VIRUS, then, as a testing ground for contemporary design in context, with no mention of substitution or addition, but integration.

V WA

OP H S RK ICO WO S N TO U VIR HITET ARC


92 93

sopra e a sinistra/above and left: momenti della comunicazione di Andrea Milani agli studenti/highlight of Andrea Milani's lecture to the students


1 Gruppo/ Team GRUPPO 3

1

Matilde Muscatello, Lorenzo Romaniello, Lingfan Li

2

WORKSHOP VIRUSARCHITETTONICO

CON

CEPT

WORKSHOP VIRUSARCHITETTONICO

CON

CEPT

PIAZZA

WORKSHOP VIRUSARCHITETTONICO

2 Gruppo/ Team OUT OF BREAK

3

Enrico Casini, Marco Cipriani, Francesca Macchioni, Marta Marini

3 Gruppo/ Team TIMELINE

WORKSHOP VIRUSARCHITETTONICO


4 Gruppo/ Team MIRROR

4

Antonelli Niccolò, Claudio Cassinelli, Beatrice Rogantini, Sofia Paoli

5

95

5 Gruppo/ Team REWIND Enrico Casini, Marco Cipriani, Francesca Macchioni, Marta Marini

Concept

94

Masterplan

6 Gruppo/ Team ROOM 95 Mirko Calasso, Maria Teresa Clemente, Annalisa Pallante, Giulio Scolari

6

Photo_editing


Hanno collaborato a questo numero / Contributions to this issue

Carlo Achilli

architetto/architect

Orvieto,1970. Si laurea a Roma nel 1996 e dal 2002 è docente di Progettazione Architettonica e coordinatore del Programma di Architettura presso l’Istituto di Palazzo Rucellai a Firenze. Nel 1998 vince una borsa di studio presso il MIT di Boston, offerta dal Department of Architecture and Planning. Ha progettato e diretto, in dieci anni di libera professione, circa quaranta restauri prevalentemente in Umbria e Toscana. Di recente è stato pubblicato l’Hotel Palazzo Piccolomini ad Orvieto, da poco realizzato/Orvieto,1970. He graduated in Rome in 1996 and since 2002 he has been a lecturer of Architectural Planning and a coordinator of the Architectural Programme at the Istituto di Palazzo Rucellai in Florence. In 1998 he won a study grant at Boston MIT, offered by the Department of Architecture and Planning. He has planned and directed, in ten years of private practise, around forty restorations prevalently in Umbria and Tuscany. Hotel Palazzo Piccolomini has opened its doors of late, following recent restoration

Paolo Di Nardo

architetto/architect

Firenze, 1958. Fondatore e direttore editoriale della rivista And, nel 2002 fonda lo studio ARX che si occupa di progettazione e ricerca architettonica; lavora con Coophimmelb(l)au, Diener & Diener, Obermayer Planen + Beraten con cui partecipa a concorsi e progetti internazionali. è professore a contratto di progettazione presso la Facoltà di Architettura di Firenze e autore di numerosi articoli e saggi sull’architettura contemporanea/Florence, 1958. Founder and editor of And magazine. In 2002 Di Nardo founded studio ARX, which is concerned with architectural research and design; he works with Coophimmelb(l)au, Diener & Diener, Obermayer Planen + Beraten partecipating to competitions and international projects. He is a temporary professor of Design at the Faculty of Architecture in Florence and has written many articles and essays on contemporary architecture

Fabio Rosseti

architetto/architect

Viareggio (LU), 1961. Vive e lavora a Firenze, rivolgendo la sua attenzione al rapporto fra architettura e tecnologie dell’informazione. della redazione di And con cui ha collaborato fin èdalcoordinatore primo numero. Ha scritto vari articoli per And e per altre testate/Viareggio (LU), 1961. Lives and works in Florence, focusing on the relationship between architecture and information technologies. Editorial staff coordinator of And, he has worked with the magazine since its very first issue, writing various articles for And and for other publications

Luca Sgrilli

architetto/architect

Firenze, 1980. Si laurea in Architettura a Firenze nel 2006. Consegue un Master Internazionale presso l’Università degli Studi Roma Tre e la Waterloo University in Canada nel 2008. Svolge attività professionale in collaborazione con lo Studio ARX e attività di ricerca come Cultore della Materia nel corso Laboratorio di Progettazione II presso la Facoltà di Architettura di Firenze, Dipartimento di Progettazione. Dottore di Ricerca presso la Seconda Università degli studi di Napoli, Storia e Tecnologia dell’Architettura e dell’Ambiente/Florence, 1980. Graduated in Architecture in Florence in 2006 and obtains in 2008 an International Master Degree from the University Roma Tre together with the Waterloo University in Canada. Works in partnership with ARX Studio and conducts research as Honorary Fellow of the Faculty of Architecture in Florence, Department of Urban and Building Design. PhD under the Second University of Naples, History and Technology of Architecture and Environment programm


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