PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 2 APRILE - MAGGIO 1999
Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.I. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXIII-Periodico del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche 2GF - Città di Castello
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Pasqua
di Vera Cuccini
È un tripudio di colori oggi la campagna, l’odore amarognolo del biancospino, dalla siepe ammantata, si sparge intorno, l’azzurro delle violette al limitar del bosco si perde tra l’azzurro del cielo. È un allegro garrir di rondini intorno al campanile e il rintocco della campana è più festoso. Tutto il Creato è in festa per annunciare agli uomini: siate buoni amatevi gli uni gli altri, oggi è la Pasqua del Signore!
La Redazione dell’Oratorio di Anghiari augura a tutti i nostri lettori, in Anghiari e fuori di Anghiari, di trascorrere un periodo di serenità in occasione delle prossime festività della Pasqua Sommario ...e continuano a vivere nei nostri ricordi Il grillo di V. Franceschini " 12 Settimana Santa 1999 " 13 Te lo dico io com’è andata di Giuseppe Del Pia " 13 Ricordo di Silvano Carria " 13 Centenario di Madre Mecthilde (IX ed ultima parte) 14 Cristo, gli Apostoli e gli asciugamani Busatti " 15 La festa del 3 maggio. Una festa veramente anghiarese " 16 Salviamo il Carnevale. Interviste agli anghiaresi " 18 La BCC di Anghiari si fonde con quella di Stia " 20 Il Sambudellaio tradito " 21 La vignetta: Fioriere e peglie. " 21 Il Ciccicocco ha colpito ancora " 21 Gli stornelli del Ciccicocco di Marisa Camaiti " 21 Le nuove strade di Anghiari Impariamo a conoscerle " 22 Andrea Brugoni: legnaiolo, architetto... " 23 Due anghiaresi mancano all’appello di A. Zanchi " 24 Il mio ricordo di Giuseppe Domina di M. Del Pia " 24 Voci nuove per il novantanove " 25 Mandaci la tua foto di Anghiari " 25 Il nostro caro, vecchio Anghiari di Loris Babbini Supplica per l’erezione dell'Ospedale " 26 Gruppo Donatori di Sangue Fratres di P. Ganganelli Un anno ricco di donazioni " 28 Concorso per le scuole 1999 " 29 Donazioni effettuate dal 1° ott. al 31 dic. 1998" 29 Programma annuale delle gite sociali " 30 Cronachetta dei fatti... " 31
Pasqua di Vera Cuccini pag 2 Don Vittorio di Luciana Paci 3" Calendario Liturgico a cura di don Fabio 4" Sante Messe festive di Anghiari e di Monterchi " 5 Il Palterre: Le chiacchiere del Palterre di Sergio Lombardi " 6 Brugoni e le panche della Propositura 6" ATO! Fa rima con “Ci hanno fregato?” 6" Teatro dei Ricomposti: Il cartellone di W. Del Sere 7" Non amo la fretta dei tempi moderni di Emmedipi 7" I luoghi della fede 1999 7" Gli “sgarbi” dei monterchiesi 7" Si è laureato Carlo Giabbanelli 7" Angolo della Missione a cura di Franco Cristini Adozione a distanza 8" Regolamento per le adozioni a distanza 8" Note dalla Misericordia di Adriano Baccanelli I giovani e la Misericordia 9" Lavori ancora lavori 9" I restauri delle opere d’arte 9" L'angolo della poesia... e della prosa I vecchi soli di Maria Pia Fabiani " 10 La vita è anche così di Turiddo Guerri " 10 La preparazione di Maria Pia Fabiani " 10 Aforismi ed altro di Turiddo Guerri " 10 Anche le rondini pregano di Vera Cuccini " 11 La spada di Manfredo Gaggiottini " 11 Democrazia di Amedeo Vellati " 11 A Graziano di Maria Leonessi " 11 Siepe di biancospino di Maria Leonessi " 11
In copertina: La Chiesa di Propositura
di Luca Pucci 2
Don Vittorio di Luciana Paci
Sono lontana dal mio paese da ben trentacinque anni, ma Don Vittorio è rimasto nel mio cuore in maniera indelebile. È per me un gioioso ricordo della mia gioventù, sicuramente una grande persona nella sua evidente timidezza. Quando, andando verso la mia casa vicina alla Propositura, lo incontravo, non mi negava mai un sorriso e una parola affettuosa, a modo suo. Descriverlo, ricordandolo, è un’impresa difficile: troppe emozioni coprono ora i miei tanti ricordi di venticinque anni trascorsi alla scuola di canto. Don Vittorio, infatti, ha creato la nostra meravigliosa Corale, che nei suoi canti, è stata sempre unita da una simpatica amicizia, piena di affetto per il suo Maestro. Ci ha dato tanto: ci ha insegnato innanzitutto a stare insieme senza razzismi politici. Lì, in quel luogo, non esistevano infatti correnti politiche, ma solo grande amicizia e cordialità. Per questo vi si andava con entusiasmo: le nostre serate le trascorrevamo cantando e consolidando l’amicizia nata tra le note, conversando e progettando una serata in allegria. Non eravamo informati sugli ultimi eventi di New York o di Hong Kong, sull’ultimo capriccio di una diva o sul più recente scandalo di un uomo politico, ma stavamo costruendo, grazie a Don Vittorio, le basi solide di una grande amicizia. Le cene, le gite, le prove, oh! come me le ricordo! Piene di buon umore e di allegria: una meravigliosa compagnia. Don Vittorio era insostituibile come maestro, come organista, come compositore. Quanti canti liturgici composti da lui (ma da lui mai firmati) abbiamo cantato! Ci ha insegnato ad amare la musica e il canto, perché la musica e il canto sono una delicata preghiera e un addolcimento dell’animo. I suoi occhi neri, che ci guardavano quando non si rispondeva ai suoi comandi musicali, erano più eloquenti di mille parole di rimprovero. Amava la puntualità come la sua musica. E voleva molto bene anche a noi: per lui eravamo non coristi, ma fratelli, sorelle, amici. Invidio chi ha potuto essere sempre presente ai suoi insegnamenti canori, che ci hanno portato a bellissime soddisfazioni. Chi non ricorda la Messa di mezzanotte, a Natale ? Chi non ricorda le varie trasferte verso qualche altra sede parrocchiale? E a San Martino, a Santa Croce ? Eravamo a casa nostra, perché erano anche queste le sue parrocchie, a lui care non meno di Anghiari. E che dire della trepidazione e dell’ansia in occasione dei Concorsi Polifonici di Arezzo? Eravamo tante voci che lui aveva educato e por-
tato ai più alti livelli di riconoscimento pubblico. Come era bello, quando si tornava vincitori! Ma lui, Don Vittorio, era talmente umile, che non ha Don Vittorio, ancora giovane, assieme a Lucia mai desi- Franceschini e Ornella Palombini (Foto Studio derato es- F10 Anghiari). sere acclamato. Applausi alle nostre esecuzioni...., ma lui... niente. Rimaneva in disparte, rosso in viso (forse era felice, ma era una soddisfazione sua, tutta intima). Io personalmente ero molto vivace e gli davo molto da fare, ma andavo puntualmente ogni sera, perché il cuore e le gambe mi portavano là, nella sala delle prove. Ero indisciplinata, ma facilmente correggibile. Don Vittorio mi guardava senza parlare, ma io.... niente. E lui pazientava, finché, con voce autoritaria, ma sorridente, mi rimetteva al posto. Pensando a tutto questo meraviglioso periodo, fatto anche di molti capricci, mi domando se rifarei tutto quello che ho fatto. Ebbene : sì, perché quegli sguardi severi, quei rimproveri, erano il mio colloquio privilegiato con Don Vittorio. La sua presenza nella mia memoria affettiva rappresenta la mia gioventù. Per questo carissima e inconfondibile resta per me la sua figura. Ma è vero che Don Vittorio non c’è più? Impossibile. Io lo vedo ancora al suo organo, lo vedo quando, con tanta delicatezza, mi dava i suoi consigli. Sempre con un sorriso, che era pronto per tutti. Quando verrò ad Anghiari, il mio paese, e non lo vedrò più, penserò sicuramente che sia in raccoglimento a pregare e suonare mistici canti, da farci ascoltare ed eseguire. Don Vittorio resta infatti presente dentro ognuno di noi e sicuramente ci aiuterà ancora a vivere serenamente, cantando. Grazie di cuore, Don Vittorio.
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CALENDARIO LITURGICO a cura di Don Fabio
è veramente risorto, Alleluia” Inizia con la domenica di Pasqua il “Tempo di Pasqua” che abbraccia un periodo di cinquanta giorni ed è profondamente segnato dalle tre solennità in cui si snoda: Pasqua, Ascensione, Pentecoste.
Mese di Aprile Il mese di Aprile inizia con la grande celebrazione del triduo pasquale che va dai primi Vespri del Giovedì Santo alla Domenica di Resurezione. Il “Grande Triduo” costituisce il cuore delle celebrazione pasquali e di tutta la vita ecclesiale. Il Venerdì Santo celebra la Passione che culmina nella morte: ci fa vedere Cristo che ha assunto su di sé tutte le nostre mancanze e i nostri peccati. Il Sabato Santo celebra il mistero della Sepoltura: quel sepolcro vuoto, già introduzione, preparazione del trionfo al di là delle apparenze, sottolinea nel cristianesimo l’importanza della speranza. La notte e il giorno di Pasqua si celebra il trionfo di Cristo sulla morte che conferisce a tutto il messaggio evangelico il suo carattere decisamente positivo di gioia e di vittoria. Concetto importante da meditare: morte e risurrezione sono inseparabili, perché la novità di vita scaturisce dalla immolazione redentrice.
5 aprile, Lunedì dell’Angelo - Festa nella parrocchia di Santo Stefano. S. Messe, nella chiesa di Santo Stefano alle ore 8,30 - 11 (S. Messa solenne) - 16,30 6 aprile martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 “Ora di Guardia” con recita del Santo Rosario. 11 aprile, Domenica II di Pasqua (In Albis) Sante Messe secondo l’orario festivo. 18 aprile, Domenica III di Pasqua - Sante Messe secondo l’orario festivo. 25 aprile, Domenica IV di Pasqua - San Marco Evangelista. Sante Messe secondo l’orario festivo. San Marco era cugino di Barnaba. Seguì l’Apostolo Paolo nel suo primo viaggio missionario e poi anche a Roma. Fu discepolo di Pietro del quale riprodusse la predicazione nella stesura del suo Vangelo.
1 Aprile Giovedì Santo: Ultima Cena di Gesù. Alle ore 18 nella chiesa di Propositura S. Messa Vespertina solenne “In coena Domini” con il rito della “Lavanda dei piedi” e l’adorazione del Santissimo, una volta impropriamente chiamato “Sepolcro”. La Chiesa celebra in questa giornata l’istituzione della SS. Eucarestia. Dopo cena, circa le ore 21, ora di preghiera e di meditazione presso la chiesa di Propositura. Nella chiesa di Santo Stefano S. Messa alle ore 20.
29 aprile, Giovedì - Santa Caterina da Siena Vergine e Dottore della Chiesa. Patrona d’Italia. Nata a Siena nel 1347 morì nel 1380. Fu proclamata Patrona d’Italia da Pio XII il 18 giugno 1939.
2 aprile Venerdì, Passione e Morte di Gesù. Al mattino alle ore 11,30 ci ritroviamo alla Cappella dei Caduti per portare il simulacro di “Gesù Morto” nella chiesa di Propositura. Un invito particolare ai bambini ad essere presenti a questa devozione. Alle ore 19, nella chiesa di Propositura, inizio della solenne celebrazione liturgica “In Passione Domini”. Al termine processione tradizionale per le strade del nostro paese con il solito itinerario; un invito all’ordine e alla preghiera. 3 aprile, Sabato Santo - Alle ore 23,30, nella chiesa di Propositura, inizio della Veglia Pasquale che si conclude con la S. Messa. 4 aprile Domenica, Pasqua di Risurrezione Sante Messe secondo l’orario festivo. “Il Signore
Mese di Maggio 1° maggio, Sabato - San Giuseppe lavoratore. Patrono del lavoro. Sante Messe secondo l’orario festivo. Alle ore 15 “Benedizione dei motori” in piazza Baldaccio. 2 maggio, Domenica V di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo. 3 maggio Lunedì - In Anghiari, festa del SS. Crocifisso. Sante Messe nella chiesa di Badia alle ore 7 - 9,30 - 11. Alle ore 17, in Propositura, Santa Messa del nostro Vescovo Monsignor Gualtiero Bassetti che amministrerà il Sacramento della Cresima ai
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SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...
nostri giovani. Seguirà quindi la processione per le strade del paese fino alla chiesa di Badia. 4 maggio, Dedicazione della chiesa di Badia - S. Messe alle ore 7 - 9,30 - 11. Primo martedì del mese - In Propositura alle ore 17 “Ora di Guardia” con recita del Santo Rosario. Ore 18 S. Messa. 6 maggio, Primo giovedì del mese - Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 7 maggio, Primo venerdì del mese - Nella chiesa di Micciano alle ore 20,30 Santa Messa per il “Gruppo uomini dei Ritiri di Perseveranza”.
Ore 8,00
9 maggio, Domenica VI di Pasqua - Sante Messe secondo l’orario festivo.
Ore 8,30 Ore 8,40 Ore 9,00
14 maggio, Venerdì - San Mattia Apostolo. Eletto dagli Apostoli al posto di Giuda, per rendere testimonianza della Resurrezione del Signore, fu annoverato fra i Dodici, come si legge negli Atti degli Apostoli (1, 15-26).
Ore 9,30 Ore 10,00 Ore 10,30 Ore 11,00
16 maggio, Ascensione del Nostro Signore Gesù Cristo. Festa al Santuario della Madonna del Carmine. Sante Messe ogni ora. “Uomini di Galilea, perché state a guardare in alto? Gesù elevato in cielo, tornerà glorioso, Alleluia.”
Ore 11,30 Ore 12,00 Ore 18,00
-PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -PIEVE DI SOVARA -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA -CHIESA DI TUBBIANO -CHIESA DI CATIGLIANO -CHIESA DI CASALE -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIO -CHIESA DI TOPPOLE -ANGHIARI: Chiesa della Croce
... E DI MONTERCHI
22 maggio, Sabato - Santa Rita da Cascia. Celebrazioni religiose presso la chiesa della suore Agostiniane della Ripa precedute dal triduo di preparazione.
Ore 8,30 S. Maria della Pace Le Ville Ore 8,45 San Michele Arc.lo a Padonchia Ore 9,30 CHIESA delle monache Monterchi Ore 10 CHIESA della Madonna Bella Pocaia Ore 11 S. Maria della Pace Le Ville Ore 11,15 San Simeone profeta a Monterchi Ore 16 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi
23 maggio Domenica, Festa di Pentecoste - Sante Messe secondo l’orario festivo. Cinquanta giorni dopo la Pasqua si celebra l’effusione sulla Chiesa dello Spirito Consolatore. 30 maggio, Domenica IX del Tempo Ordinario - SS. Trinità.Sante Messe secondo l’orario festivo. 31 maggio, Lunedì - Visitazione della Beata Vergine a Santa Elisabetta. “Benedetta sei tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo seno.”
Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc. lo a Pianezze ore 15 (ore 17estivo).
11 Aprile Domenica in Albis alle ore 16 dalla Pieve di Micciano, pellegrinaggio al Santuario del Carmine. 5
IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo Le Chiacchiere del Parterre
Le prossime Fiere Antiquarie vi aspettano ad Anghiari il 18 Aprile e 23 Maggio
di Sergio Lombardi
Il Parterre è il luogo in cui si riuniscono le persone che vogliono godere dei primi raggi di sole quando lo stesso driblando le nuvole delle giornate grige dell’inverno, ha il coraggio di fare capolino, ed inevitabilmente vengono espresse mille opinioni su mille argomenti. Oggi tiene banco il fulmine a ciel sereno che in parte ha colpito la Paola Vichi in Goretti. I fatti: la suddetta Paola si trovava in quel di Monterchi quando un fulmine proveniente non si sa da dove e non si sa perché l’ha colpita creandole uno stordimento momentaneo ma che nel tempo si è rivelato fastidioso e bisognoso di cure. A questo punto illazioni e prese di posizione sulla efficienza della medicina nei casi in cui ad essere coinvolto è il sistema nervoso e della assoluta inefficacia di tutto ciò in caso che si tratti di sesso femminile perché le stesse rappresentano un caso patologico refrattario a qualsiasi genere di calmante, in realtà credo che in questi casi è impossibile generalizzare. Una cosa è certa. La Paola da quel momento è diventata ionizzata cioè percorsa da elettroni e neutroni che come reazione evidente hanno prodotto nella stessa un’agitazione impossibile da controllare e tantomeno da pianificare. D’ora in poi c’è una sola certezza e cioè volendo risparmiare energia elettrica basterà collegare la suddetta a una serie
ANGHIARI Dal 24 aprile al 2 maggio
Brugoni e le panche della Propositura
In questi giorni il nostro Istituto d’Arte sta restaurando una delle panche che si trovano in Propositura. Ci stavamo chiedendo se era possibile trovare l’autore di questo ottimo lavoro quando, parlando con Loris Babbini, (in questo numero presenta la figura di Andrea Brugoni, secolo XVI, legnaiolo e buonissimo architetto) ci riferiva dell’incarico avuto proprio dal Brugoni per la realizzazione di due banche di noce per le pubbliche funzioni. Sarebbe troppo bello! Ma potrebbe anche risultare vero dai documenti. Le ricerche continuano. ATO Ambito Territoriale Omogeneo, comprendente i comuni della Valtiberina, del Casentino, di Arezzo e della Valdicchiana e che gestirà gli acquedotti
La vignetta: ATO! Fa rima con "Ci hanno fregato?"
Mostra Artigianato 1999 Artigianato di pregio con la presenza degli artigiani ceramisti di Caltagirone, Gualdo Tadino e Deruta. 6
... Il Palterre
Teatro dei Ricomposti: Il cartellone Di Walter Del Sere
La stagione primaverile caratterizza, come da copione, una serie di eventi considerati irrinunciabili da un nutrito stuolo di affezionati alle scelte artistiche un po’ “off”, se vogliamo, del Teatro Stabile di Anghiari. Gli organizzatori, e di questo ne vanno orgogliosi, negli scorsi anni hanno avuto l’intuito di attingere per primi dalla comicità televisiva.Come scordarsi “I Corti” di Aldo Giovanni & Giacomo o il duo Ceccherini-Paci, o ancora i Cavalli Marci? Senza farla troppo lunga, grazie ai contributi di enti pubblici e privati, questo è il cartellone della stagione in programma al Teatro Comunale di Anghiari. Sabato 13 marzo si è iniziato con una serata all’insegna delle grandi emozioni con Vinicio Capossela che mescola ironia e musica dal vivo accompagnando al pianoforte le immagini di “Tempi Moderni”. Il 20, poi, le “Sorelle Suburbe” con “Per un pugno di bambole” hanno presentato uno spettacolo sospeso tra comicità surreale e grottesca, nel più classico stile delle 2 artiste torinesi. E veniamo alla prossima programmazione: Il 10 aprile, dopo aver girato mezza Italia, ecco la fortunata “Gallina Vecchia” di Pupi e Fresedde per la Regia di Angelo Savelli. L’opera di Novelli, è ambientata nella Firenze dei “bottegai” dove il colore della parlata imprime vigore alla comicità dello spettacolo interpretato dalla “strana coppia” Marisa Fabbri e Carlo Monni. Sette giorni dopo arrivano ad Anghiari Donati & Olesen in “Barbablues”, per la Regia Giovanna Mori. La chiusura è in programma il 30 aprile con un’anteprima nazionale proposta dal Teatro Puccini di Firenze. Stiamo parlando de “La vita agra di Luciano Bianciardi” che narra il sogno di un uomo che, per vendicare 43 vittime di uno scoppio nella miniera di Ribolla, si trasferisce dalla Maremma a Milano con l’intenzione di far saltare la sede della società che gestiva la miniera. Dissacrante e provocatorio, lo spettacolo è interpretato da Carlo Monni, Fernando Maraghini e Luca Faggella. Quella di quest’anno è la quarta rassegna organizzata dal Direttore Artistico del Teatro Stabile Andrea Merendelli. Il titolo? “Ricomposti”.
I luoghi della fede 1999
Non amo la fretta dei tempi moderni di Emmedipi
Primo itinerario: Domenica 30 maggio da Anghiari per Tubbiano, San Leo, Corsano, Turicchi, Castello di Sorci. Secondo itinerario: Martedì 29 giugno con visita ai luoghi della battaglia di Anghiari, Santo Stefano e conclusione al Santuario del Carmine. Info: 0575/749279
Stamattina passando per strada ho visto un manifesto che reclamizzava una festa di Carnevale. Fin qui tutto bene. Veniva annunciata la serata durante la quale si sarebbe fatta anche la Pentolaccia. E ora vado al passato. Una volta la Pentolaccia era l’unico veglione ammesso dopo la fine del Carnevale. C’era quindi attesa, e quando giungeva il Veglione della Pentolaccia, voleva dire che il Carnevale era proprio finito. Ora, già quindici giorni prima che il carnevale finisca, si fa già la Pentolaccia rivelando ancora una volta quest’ansia di correre, di bruciare le tappe. Del resto è ai primi di dicembre che vengono messi in vendita i prodotti tipici del Natale, tanto che, arrivati alla festa vera e propria, non c’è più nessun desiderio da soddisfare. È vero che quello non è “Il Natale” e il panettone si può mangiare anche d’agosto, ma io ci vedo un sintomo negativo di rincorsa agli eventi. Sempre oggi ho sentito alla televisione l’annuncio della morte di re Hussein di Giordania. E sia nei titoli , che devono essere d’effetto e si può capire, sia nel servizio successivo, si parlava della morte del re di Giordania. Poi, alla fine, veniva detto che re Hussein in effetti era in coma irreversibile. Anche qui tutto era già deciso. Re Hussein morto e già liquidato. Avanti il prossimo. Vorrei che ci fosse un po’ meno fretta nei vari passaggi della vita o degli avvenimenti e che si attendesse il fluire naturale delle cose, con fiducia e con tranquillità. Questo sarà possibile?
Gli “sgarbi” dei monterchiesi
Apro il giornale e leggo: «Sgarbi a Monterchi.» Non mi sorprendo: quei cittadini sono famosi per essere un po’ scorbutici. Niente di grave. È il loro carattere. Ed è anche per questo che da grandi produttori di rape quali sono, e di buona qualità, è nato il detto: Se dai Monterchiesi vuoi le carezze vacci al tempo delle “pulezze”. Poi ho scoperto che era Vittorio Sgarbi che visitava la bella cittadina di Monterchi.
Si è laureato Carlo Giabbanelli Carlo Giabbanelli, nostro concittadino, si è laureato in Materie Letterarie presso la facoltà di Magistero di Arezzo dell’Università degli Studi di Siena, discutendo la tesi di Storia Moderna dal titolo “Anghiari 1879” ed ottenendo l’ottimo risultato di 110 e lode. Al neo-dottore i migliori auguri anche da parte della Redazione.
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Angolo della Missione Rubrica a cura di Franco Cristini
Adozione a distanza Forse non tutti sanno che sono circa due milioni gli Italiani che sostengono bambini in difficoltà in altri paesi del mondo: un flusso di denaro di miliardi di lire che vede l’Italia al primo posto in Europa in questa gara di solidarietà. Questo tipo particolare di sostegno economico consiste nel versare, per lo più mensilmente e per tutta la durata dello sviluppo del bambino, una cifra che si aggira intorno alle cinquantamila lire. Tale esborso servirà per il sostentamento, per l’istruzione, per l’assistenza sanitaria del piccolo in difficoltà senza che questo debba lasciare la propria terra di origine, la propria cultura e la propria famiglia quando esiste. Si può dire quindi “Prendi un bambino per mano, ma lascialo nella sua Terra.” È chiaro che si tratta di un impegno esclusivamente morale, non legale, da parte di chi adotta. Tale impegno può essere assunto sia dal singolo, quanto da più persone, da una classe scolastica, da un qualsiasi ente e può essere disdetto, se viene a mancare la risorsa economica, senza alcuna mora. Con poche migliaia di lire è possibile salvare una giovane vita; rinunciare ad un caffè, a un pacchetto di sigarette, ad una rivista o a qualsiasi altro piccolo lusso è sufficiente per accendere un sorriso ed a restituire a tanti bambini bisognosi dignità e orgoglio. Comunico che le donazioni in denaro pervenute in questi ultimi due mesi per la missione dei frati cappuccini di Kibakwe in Tanzania ammontano a 300.000 lire. Pace e bene a tutti.
SUORE AGOSTINIANE DELLA SS. ANNUNZIATA (La Ripa) REGOLAMENTO per le ”ADOZIONI a DISTANZA” ”MISSIONI” Suore Agostiniane, indicando la destinazione dell’offerta. Il versamento può essere effettuato anche in rate di più mesi. Si sconsiglia vivamente 1’invio di doni, come giocattoli o dolciumi, sia per la difficoltà di sdoganamento dei pacchi, sia perché difficilmente si regala qualcosa di utile. In caso di eventi particolari (compleanni, Prime Comunioni ecc.) una piccola somma extra permetterà di comprare in loco qualcosa di necessario e gradito. Ognuno è libero di interrompere 1’adozione in qualunque momento. Il piccolo lasciato da un adottante sarà comunque assistito ed affidato ad altri benefattori. Ogni adottante assume anche 1’impegno morale di voler bene al bambino e di pregare per lui.
Le Suore Agostiniane della SS. Annunziata di S. Giovanni Valdarno, presenti nelle missioni di Quelimane nel Mozambico (Africa) Cochin nel Kerala (India) curano il servizio ”adozioni a distanza” a favore di bambini o adolescenti di quei paesi, che sono orfani o abbandonati o vivono in estrema povertà. Il servizio ha lo scopo di aiutare bambini bisognosi a crescere, studiare, curarsi, fino a rendersi autonomi nella vita, senza sradicarli dal loro ambiente. Chi desidera fare un’adozione a distanza ne fa domanda alle SUORE AGOSTINIANE, Piazza Cavour 12, 52027 S.Giovanni Valdarno AR (sede) tel.055/9122447, che provvederanno, appena possibile, all’assegnazione di un bambino o adolescente, fornendo le principali notizie che lo riguardano. Ci si può rivolgere anche alle nostre Suore della Ripa. Il rapporto adottante-adottato si svolgerà tramite le Suore Agostiniane di S. Giovanni Valdarno e le loro comunità missionarie, che forniranno periodicamente notizie e trasmetteranno eventuale corrispondenza, dopo averla tradotta. Per ogni adozione si richiede una quota mensile di almeno L.30.000, da versare direttamente alle Suore o sul c/c post. n.11737525 intestato
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NOTE DALLA MISERICORDIA di Adriano Baccanelli
I giovani e la Misericordia
Quando questo numero del giornalino entrerà nelle nostre case, la sede della Misericordia avrà ricevuto la visita di tutti i ragazzi delle scuole di Anghiari. Deliberata nell’ultima Assemblea Ordinaria dei Confratelli; visto l’elevato numero di scolari e l’impossibilità di ospitarli tutti in una sola volta, la visita sarà articolata in due giorni (Sabato 13 e 20 marzo). Doverosamente riconosco i meriti del prof. Pietro Ganganelli che oltre aver lanciato l’idea, (anche per il gruppo Fratres di cui è Presidente) si è adoperato con le Direzioni Didattiche per l’organizzazione. La visita ha lo scopo di far conoscere ai giovani la Misericordia. Daremo loro le giuste informazioni su come funziona questa Associazione di volontariato, ripercorrendo il cammino dalle origini, attraverso i secoli, fino ai giorni nostri. Si spera con questa iniziativa di trasmettere a loro lo spirito che anima i volontari della Misericordia, l’importanza che ha la cappa che indossano, a chi e perché è rivolto il lavoro che espletano e che ribadisce, l’inderogabilità di queste Istituzioni. Vogliamo stimolargli l’animo non solo per raggiungere loro, ma facendoli portavoce di questo messaggio nelle proprie famiglie. Contiamo sull’entusiasmo ed energia dei ragazzi, per sensibilizzare anche chi gli sta vicino. Ringrazio per questa opportunità le Direzioni Didattiche e gli Insegnanti che hanno aderito a questa iniziativa, sperando che dia i suoi frutti.
Chi nei prossimi giorni passerà per via Matteotti, noterà certamente all’altezza della Misericordia un’impalcatura edile davanti alla sua facciata. Deliberato dall’Assemblea Ordinaria dei Confratelli dietro richiesta del Governatore, questo ennesimo lavoro, si rende necessario per il rifacimento di una parte del tetto della sede. Da tempo ormai dalle tegole filtrano nelle stanze sottostanti trafilaggi d’acqua, che vanno a danneggiare l’intonaco. Nell’occasione verranno sostituite le docce di zinco con altre di rame, affinché a lungo, non ci sia bisogno di rimetterci le mani. Verrà rifatto anche l’intonaco dietro l’altare della Cappella di S. Marco, e l’adeguamento dell’impianto elettrico secondo le vigenti leggi. Per la sicurezza di chi opera all’interno della Misericordia. Successivamente i lavori si trasferiranno al museo della Confraternita, dove anche lì verranno sostituite le docce prima che queste decidano di staccarsi da sole, magari facendo male a qualcuno. Tutto questo si rende necessario per il bisogno della sede, e anche perché l’attuale Direttivo ha il dovere di mantenere tutto nelle migliori condizioni. Si spera con questi ennesimi, onerosi quanto necessari interventi, di evitare per alcuni anni altri lavori di manutenzione. Fortuna che noi non abbiamo avuto.
I restauri delle opere d’arte
Crocifisso di Badia e l’altra opera della parrocchia di Santo Stefano. Ecco il terzo elenco: Alberti Laura - Andreini Luisa - Senesi Lina - Guelfi Giuseppina - in memoria di Corsi Gastone - Guadagni Vittoria - Donati Sarti Giuseppina - Mondani Milena - in memoria di Domina Giuseppe - Guadagni Claudia, per un totale di quasi 11 milioni di lire. La parrocchia di Santo Stefano intanto ha raccolto la somma di circa 7 milioni di lire per il quadro della Vergine. È doveroso ricordare il lascito testamentario di Armida Capanni, l’Armida del Proposto. Ella, che ha dedicato la sua vita alla parrocchia, ha voluto anche lasciare per il restauro del Crocifisso una somma consistente che abbiamo potuto utlizzare per gli acconti dei lavori fatti. All’Armida vada il nostro riconoscimento perpetuo.
LAVORI ANCORA LAVORI
Sta per concludersi il restauro del Crocifisso di Badia e del quadro “Vergine con Santi” di Domenico di Michelino della chiesa di S. Stefano. Sono lavori estremamente impegnativi eseguiti dalla Studio ARCA di Arezzo e presto potremo ammirarli di nuovo nelle nostre chiese. Ma un’altro restauro è iniziato in Propositura. Si tratta della “Lavanda” di Giovanni Antonio Sogliani di cui la Ditta Busatti, azienda di qualità per la sua tessitura, si è assunta interamente l’onere (Il restauro è eseguito dallo Studio di Restauro Piero della Francesca di Sansepolcro). È un fatto veramente meritorio che segnaliamo ai concittadini comunicando inoltre che in alcuni giorni, che saranno comunicati tramite avviso, sarà possibile vedere l’opera nella fase di restauro. Mentre ringraziamo ancora la Ditta Busatti, anche a nome di tutta la parrocchia, proseguiamo l’elenco di tutti i nostri concittadini che, con le loro offerte hanno reso possibile il restauro del
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La preparazione
Di Maria Pia Fabiani
di Maria Pia Fabiani
Povera vecchia, sola all’Ospedale, dove non c’è chi l’alzi e la consoli! Nessuno ha tempo, qui, del personale, e i vecchi un po’ svaniti sono soli. Corti i capelli, e grigi, e scarmigliati accrescono l’idea dell’abbandono. Gl’infermieri son sempre affaccendati E sempre in corsa, sono. E lei, lì nel suo letto con le sbarre, in uno stato di triste sopore, con le mani che non può più contrarre penso che speri in un gesto d’amore. “Su, mangia, dai!” Ma lei rifiuta, ormai, questo triste mangiare frettoloso sogna l’amore che non ebbe mai e si spegne pian piano nel riposo. 4 febbraio 1999
Qualche volta mi guardo nello specchio, ma la faccenda capita di rado: vedermi in viso, già abbastanza vecchio, eh, m’avvilisce un po’! Comunque, vado! E rifletto. La provvida natura ci prepara alla fine. Minuto per minuto, con gran cura, incide, le sue rughe piccoline. (A farsi grandi, poi, ci pensan loro, con continuo, instancabile lavoro) e allontana pian piano anche la pelle dal sostegno dei muscoli. Peccato! Così le luminose facce belle diventan come un cencio spiegazzato. Cadono i denti, cadono i capelli. Qualche rimedio c’è, ma son rimedi! Anche i riflessi, ahimè, non son più quelli, la memoria svanisce… E tu che credi? Tutto ciò ci prepara al triste giorno in cui la vita ci darà l’addio per la partenza che non ha ritorno. Torniamo nelle braccia del Buon Dio. E Lui ci rivedrà come eravamo E in ogni ruga leggerà un dolore; denti e capelli che più non abbiamo saranno solo simboli d’amore come d’eroi caduti nel dovere, come pazienza a volte sconfinata, come grande fatica nel tacere e somma della vita che è passata!
La vita è anche così di Turiddo Guerri
Stanotte in sogno sono ritornato il ragazzino d’ottant’anni fa quand’ero fortemente innamorato d’una fanciulla della mia età.
4 febbraio 1999, aspettando all’Urbanistica di Sansepolcro.
Aforismi ed altro
E come allora il cuore ha palpitato nella speranza e nell’ansietà di vedere quel volto tanto amato e un lieve segno che pur lei vorrà...
di Turiddo Guerri
L’arte: ciò che vorremmo fosse e raramente è. Ma d’altra parte, al mondo nulla o ben poco è quel che vorremmo fosse.
Per cui la vita ha pure quest’aspetto: oltre che densa folla di memorie, tristi le più o molto dolorose,
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è anche casto sogno benedetto di fanciullo felice, senza scorie, che aspira solamente odor di rose.
Nessuna donna al mondo può far perdere la testa quanto un sette quattro zero.
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L'angolo della poesia... e della prosa
I vecchi soli
Anche le rondini pregano
Dedicata ad un amore perduto
di Vera Cuccini
A Graziano
Rondini che sfrecciate alte nel cielo, piccoli punti d’ombra nel grigio dell’asfalto, gioia e simpatia nella città portate. Nunzie di bel tempo, tra le nuvole salite; il vostro cinguettio a Dio sale, lassù, nell’infinito, come una preghiera al calar lento della sera.
di Maria Leonessi*
Era giorno di fiera al mio paese, ma non sentivo le gomitate dei monelli, né i mille suoni diversi di una fiera. Camminavo al tuo fianco nascosta tra la folla, marea gesticolante, multicolore. Guardavo, il tuo modo spavaldo di gettare il fumo ingannevole, della tua sigaretta. I tuoi occhi, grandi e buoni, nel viso scarno, sono il più bel ricordo di quella fiera.
La spada
L'angolo della poesia... e della prosa
di Manfredo Gaggiottini
Cosa c’è di più solido di una spada Brilla al sole respingendo persino i raggi, come non ne avesse bisogno. Forgiata con l’acciaio ha dovuto superare prove terribili, il fuoco e l’acqua Ha ricevuto colpi durissimi senza scalfirsi, senza spezzarsi, orgogliosa della propria forza ha inferto dolori ai nemici e lutti. Ma quella spada un giorno mi disse: invidio molto i fiori che si piegano al vento, sono amati dalle genti, non incutono terrore perché deboli e fragili. Come vorrei essere un fiore.
Ricordo di Gragnano
Siepe di biancospino di Maria Leonessi*
Tu mi segnavi le stagioni siepe della mia infanzia. Sulle mie mani geloni, e il peso delle brocche colme d’acqua. Ma poi …gemme verdi e boccioli bianchi, belli come i fiori d’arancio delle spose, mi dicevano che 1’inverno era finito. Sorridendo gioiosa mi fermavo rapita ad osservarti. L’inverno era passato!
Democrazia di Amedeo Vellati
Vecchia e... consunta parola cui si fa troppo ricorso e quanto meno la si osserva. Democrazia, in questa, si può anche intravvedere un duplice significato, e cioè: Comando del popolo e: Tirannia in nome del popolo.
L’aria mite, mi accarezzava il viso, piena di promesse. * Maria Leonessi è nipote del nostro collaboratore Gigi Nono
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...e continuano a vivere nei nostri ricordi di Vandro Franceschini
Il grillo Apprendiamo da Lorenzo Taglieschi che Ser Giusto Giusti (1406-1483), cronista dei fatti anghiaresi accaduti ai suoi tempi, nei “Giornali delle cose di Anghiari”, narra un avvenimento degno di memoria… Il 29 giugno 1450, fiera di San Pietro, scoppiò una lite fra Anghiaresi e Borghesi. I nostri ebbero la meglio e i forestieri, cito dall’originale, “vituperiosamente si fuggirono al Borgo”. Presa coscienza della figuraccia fatta, ritornarono ad Anghiari in serata e, dice Ser Giusto, erano in numero di 400, bene armati, decisi a vendicare l’ingiuria subita la mattina. Si scontrarono in piazza con gli Anghiaresi che erano inferiori di numero. Tuttavia ne uccisero sei e ne ferirono 150. Mentre infuriava lo scontro e si lottava per cacciarli dalla piazza, alcuni Borghesi, entrati dentro il paese, rubarono il chiavistello o catorcio della porticciola del ponte e con questo trofeo fuggirono al Borgo. Racconta Federico Nomi, nel poema eroicomico “Il catorcio rapito” che fu inchiodato
casa, ararono un campo, sminuzzarono la terra e, requisiti tutti gli aghi delle botteghe del paese, lavorarono a lungo per sistemarli, ad uno ad uno, nel modo suggerito. Ogni giorno li innaffiavano con cura e, a piedi nudi, controllavano, fra mille smorfie di dolore, se qualcuno cominciava a spuntare. Attesero un anno, niente! Venne il mese di maggio e ritornarono alla fiera. Rintracciarono il fabbro e con tono tra il rimprovero e il preoccupato gli chiesero: -Sapete spieghère bon’omo perché i nostri èghi ‘un son nèti? -Evidentemente ci sono i grilli che ve li mangianorispose convinto- bisogna andare a cacciarli con il fucile. I nostri eroi corsero a casa, chiamarono a raccolta tutti i più rinomati cacciatori, si tolsero le scarpe e iniziarono la battuta. Dopo aver girato in lungo e in largo per il campo, un grillo che era lì per caso, saltò proprio in mezzo al torace di uno di loro. Questi si fermò all’istante e sottovoce cominciò a richiamare l’attenzione del più vicino. -Compère, compère!- sussurrava a mezzo fiato. Il compère sentì, si voltò e l’altro gli indicò con un dito l’animalino. Il compère non ci stette a pensare due volte, imbracciò il fucile, prese la mira e sparò. Trionfanti si avviarono tutti in branco verso casa. Giunti a Porta Fiorentina, trovarono tutti i Borghesi che impazienti attendevano notizie. -Compèri, com’è ita la cacia?- domandarono in molti. -Béne, un de loro e un de noi!- risposero con orgoglio i cacciatori. Fin qui l’ironia. Purtroppo non è cambiato molto da allora, anzi niente. I borghesi hanno continuato fino ad oggi a fregarci i catorci e a noi rimangono solo barzellette.
sopra la porta che mena a San Leo con superba iscrizion di man del Norchio: “Della porta d’Anghiar questo è il catorcio.” Stringi, stringi, il furto era infantile e rozzo, ma fece ridere, stante il livello culturale dei tempi, tutta la Valle Tiberina. Nonostante i nostri compaesani si fossero subito vendicati tagliando le sottane alle donne sorprese a lavare i panni sulla riva del Tevere, si sentirono beffati e nei secoli che seguirono colsero ogni occasione per inventare storielle e barzellette tali da far apparire i nostri vicini gente fatua e sciocca. La più antica si riferisce al Cristo del Crocifisso nella Badia. Quando i Borghesi lo videro non seppero trattenersi ed esclamarono: -Porca matina, bèlo! E com’éte fato a falo? Fu risposto che era stato scolpito nella cera e poi messo a cuocere in forno. Tornarono al Borgo, requisirono tutti i ceri delle chiese, li fusero in un grande recipiente, intagliarono un esemplare come quello degli Anghiaresi, lo infornarono e il risultato fu quello che ognuno può immaginare. La più feroce però è quella scaturita in occasione della fiera di maggio. I nostri vicini, girellando qua e là per le bancarelle, si imbatterono in un fabbro che esponeva pali di ferro e come quelli al Borgo non ne avevano mai visti. Come sempre rimasero a bocca aperta ed esclamarono: -Porca matina, bèli! E com’éte fato a fali? -Abbiamo piantato gli aghi- rispose il venditore- però bisogna interrarli tutti con la punta verso l’alto, innaffiarli spesso e, quello che più conta, camminarci sempre senza scarpe altrimenti si spuntano. Furbi e zitti, prosegue la storia, i Borghesi corsero a
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SETTIMANA SANTA 1999 28 MARZO: DOMENICA DELLE PALME Ore 10,30 nella chiesa di Badia, distribuzione della “palme”. LUNEDÌ 29 MARZO Ore 21 Santuario del Carmine: Stazione Quaresimale 1° APRILE: GIOVEDÌ SANTO Ore 18,00 in Propositura S. Messa solenne. Alle ore 21 ora di preghiera e di meditazione nella chiesa di Propositura. Ore 20 a Santo Stefano: S. Messa 2 APRILE: VENERDÌ SANTO Ore 11.30 Prima Processione dalla Cappella dei Caduti alla Propositura. Un invito particolare è per i bambini. Itinerario: Piazza IV Novembre, piazza Baldaccio, via del Fosso (via Trieste). Ore 19 in Propositura inizio della solenne celebrazione Liturgica e Processione con il simulacro del “Gesù Morto”. L’itinerario della Processione sarà il seguente: chiesa di Propositura, via XXV Luglio, Piazza del popolo, Via Garibaldi, Piazza del Borghetto, Piazza Baldaccio, Via Matteotti fino in cima alla Croce e ritorno per via Mazzini, via Nova, viale Gramsci con termine alla Cappella dei Caduti. Anche coloro che abitano nelle frazioni di Anghiari, seguendo un’antica tradizione, sono invitati ad illuminare le finestre delle loro case. 3 APRILE: SABATO SANTO Ore 23.30 in Propositura inuizio della Veglia Pasquale DOMENICA 4 APRILE: PASQUA DI RISURREZIONE S. Messe secondo l’orario festivo LUNEDÌ 5 APRILE: FESTA A SANTO STEFANO S. Messe ore 8,30 e ore 11. Alle ore 16,30 S. Messa - Come da antica consuetudine, dopo la Messa delle 11 ci recheremo, a piedi, alla Maestà della Vittoria. DOMENICA 11 APRILE: DOMENICA IN ALBIS Ore 16 da Micciano processione verso il Santuario del Carmine
Te lo dico io com'è andata di Giuseppe Del Pia
Nel numero 6/'98 dell'Oratorio si racconta l'episodio in cui Giuseppe Vannocchi fu ucciso da una granata. Ecco il mio ricordo. Il Vannocchi, “Bippulino de Pietto”, era andato a Santo Stefano dal Parroco e stava tornando verso casa. Quando fu vicino al Ponte dei Sospiri sentì il rumore di un aereo. Era un apparecchio alleato che aveva individuato, proprio lì, un mezzo militare tedesco e cominciò a mitragliarlo. Bippulinio cercò di ripararsi nel greppo sopra la strada, forse dietro a qualche pianta, ma fu colpito mortalmente. Era il 15 luglio 1944.
Ricordo di Silvano Carria Il prossimo 9 aprile sono dieci anni che Silvano Carria ci ha lasciato. Come si può dimenticare il suo impegno in tante associazioni anghiaresi? La corale di don Vittorio, la Pro Loco e tutte le nostre associazioni, devono qualcosa a lui. Silvano fu, fra l’altro, uno dei primi artigiani-artisti che provvidero alla realizzazione dei carri per il Carnevale della Gioventù che don Nilo aveva ideato per il 1968. Si lavorava allora nelle sale dell’Oratorio, nella chiesa della Maddalena (in quei tempi chiusa per restauri) e in vari capannoni privati. Silvano ha dato sempre il suo prezioso contributo per Anghiari. La Redazione dell'Oratorio assieme alla famiglia lo
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Centenario della morte di Madre Mecthilde de Bar Nona ed ultima parte
Verso le nozze eterne
Madre Mecthilde, giunta in tarda età, era quindi consapevole, grazie anche alla visione avuta nella fanciullezza, che la sua missione terrena era prossima al compimento. Le rimaneva ormai, come fine ultimo, il conseguimento del premio della Patria Celeste. Ma il Signore volle accordarle, dopo gli altri straordinari favori a lei riservati, anche quello di farle conoscere più precisamente il momento della sua morte. Alcuni mesi prima di questa, erano cessate le prove più cruciali e ciò produsse in lei l’accrescimento del sentimento che la induceva a considerare la nullità della sua persona. Circa sei settimane prima del distacco, incominciò a predisporre le sue Figlie a questo evento. Il 26 febbraio di quel 1698, festa di S. Mecthilde, Vergine Benedettina, mentre ella parlava della gloria di cui godeva in cielo la sua Santa Patrona, una delle sue Figlie si permise di accennare a quella che anche a lei sarebbe stata riservata e, così dicendo, le baciò rispettosamente la mano. Ma la Madre le rispose con severità: “Baciate, o sorelle, questo marciume, che bentosto sarà pasto dei vermi. Voi vorreste la vostra Madre esaltata, glorificata, operar prodigi, ma non ne sarà nulla.” Per più di un’ora parlò ad esse con tanto disprezzo di sé stessa e con sì profondo sentimento della propria abiezione, da farle sciogliere in lacrime di meraviglia e tenerezza. Le preparava in tal modo al distacco da sé stessa e le indirizzava verso la Santa Madre di Dio, loro unica Superiora. Questa fu infatti la raccomandazione che la Madre fece giungere loro, tramite il confessore, prima che entrasse in agonia. “Dite loro, o Padre, che si gettino a corpo perduto nelle braccia della Vergine Santissima.” Fin dall’inizio di quell’anno 1698 la salute della Madre era andata sempre più indebolendosi. Tuttavia, con coraggio superiore alle sue forze, ella volle assistere a tutte le ufficiature della settimana Santa e delle Feste di Pasqua. Il Martedì di quelle feste volle visitare nel giardino una Cappella dedicata a Maria Santissima, con particolare devozione. Rimase lungamente prostrata dinanzi alla statua della SS. Vergine. Le sue Religiose, dopo averla cercata, non osarono interrompere la sua preghiera e, solo dopo averla attesa un’ora, la pregarono di ritirarsi. Ella rifiutò, dovendo affidare l’Istituto e tuta la Comunità nelle mani della Madre di Dio. Quando se ne distaccò, parlò ancora più chiaramente alle sue Figlie della sua prossima fine, aggiungendo: “Io devo morire nell’amarezza e nell’annientamento; tale è l’ordine di Dio sopra di me; io l’adoro e mi ci sottometto. Ma non abbiate alcun dubbio ch’Egli non abbia a sostenere l’opera Sua; riposate pienamente sopra di Lui.” Nella notte si alzò ancora per le sue tre ore di adorazione e per recitare l’Ufficio Divino. Ma il Giovedì mattina fu colta da febbre violenta, con vomito. Avendo voluto porsi in ginocchio all’Elevazione durante la Santa Messa in canto, a cui assisteva dalla sua cella, cadde in deliquio. Le furono prontamente amministrati i Sacramenti. Nel ricevere il Santo Viatico, si diffuse sul suo viso un’espressione di dolcezza, di pace e di incanto spirituale. Prima di ricever-
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lo, chiese perdono alla Comunità degli errori commessi, delle pene cagionate e degli scandali dati; parole che suscitarono la più viva commozione in tutte le sue Figlie. Visse però ancora qualche giorno, solo per soffrire maggiormente e dare ulteriore prova di inestinguibile pazienza e di fedeltà all’offerta fatta di non avere a lamentarsi in nessun caso. Nel giorno di Sabato i medici dichiararono disperate le sue condizioni e, ad una dama che era venuta a visitarla, ella disse: “Io vado al mio Dio, io vado al Padre mio.” Durante la notte volle nuovamente confessarsi ed ancora ricevette Gesù Sacramentato in riparazione delle negligenze commesse contro questo adorabile Mistero, dando anche in quel momento il più edificante esempio di fede e di amore. Verso le sei del mattino, allorché il confessore le domandò a cosa pensasse, rispose: “Tutte le Religiose di questo Monastero mi sono presenti: dite loro, o Padre, che si gettino a corpo perduto nelle braccia della Vergine Santissima.” Madre Mecthilde, in tutta la sua vita, trovò sempre Gesù -e Gesù Eucaristia- nelle braccia della Madonna. Entrò quindi in una dolce agonia, in cui non cessava di baciare il Crocifisso, stringerlo al cuore, mirare amorosamente un’immagine di Maria ed anche le sue Figlie; volgere poi gli occhi al cielo, come per offrire a Dio il dolore di cui le vedeva oppresse ed implorare per loro le grazie della quali avevano bisogno. Spirò verso le due pomeridiane del giorno 6 aprile 1698, Domenica di “Quasimodo”, all’età di 83 anni. Tutte le Religiose, obbedienti alle sue raccomandazioni, andarono subito a prostrarsi ai piedi della Vergine Santissima, per implorarne conforto ed aiuto. Grandissima fu l’affluenza del popolo in Chiesa durante tutto il tempo in cui la Madre rimase esposta nel Coro. Tutti tessevano le sue lodi, esaltavano le sue virtù e si parlava anche di grazie straordinarie ottenute dalle sue preghiere. Numerosissime furono le lettere che pervennero da ogni parte alla Comunità, da persone di ogni classe sociale, semplici ed eminenti per ceto e dottrina. L’elogio maggiore fatto ai suoi tempi lo troviamo in una lettera autografa di Fénelon, allora Arcivescovo di Cambrai, scritta alle Religiose che piangevano la dipartita della loro Madre. Conclusione I tempi vissuti dalla Nostra Madre Fondatrice furono tristi, attraversati da eresie e nefandezze compiute con orribili barbarie. Ma anche i tempi nostri non sono migliori di quelli. A motivo di ciò, è auspicabile per noi che il Suo esempio ci trascini in quel vortice d’Amore che consumò la Sua vita nell’adorazione della Divina Eucaristia e nella riparazione. “...Chi ama il Signore sa e sente ciò che vuol dire, sa di essere posto sulle mura della città per intercedere per essa, per chiedere perdono dei peccati che ogni giorno e ogni notte si commettono, per partecipare alla tristezza di Gesù che soffre nel Getzemani, presso le mura di Gerusalemme.” (Card. Martini) A questo, noi, per vocazione, siamo chiamate in modo particolare.
Cristo, gli Apostoli e gli asciugamani Busatti di Alfonso Sassolini
L’on. Di Pietro leggendo questo strano titolo avrebbe subito esclamato: “Che ci azzecca Nostro Signore con gli asciugamani Busatti?” Alla sua più che legittima domanda, avrei risposto ciò che ora rispondo al cortese lettore: Un momento e ci arrivo. “Com’è noto o come dovrebbe esserlo a tutti noi cristiani tanto ferventi da aver sostituito la tradizionale recita delle orazioni mattutine con la più redditizia lettura delle quotazioni in Borsa, Giovanni Evangelista, al Cap.13 ,nell’approssimarsi drammatico della Passione, narra che Gesù “si alzò da tavola, depose la veste e preso un asciugatoio, se ne cinse. Poi versò dell’acqua in un catino ed incominciò a lavare i piedi ai Discepoli e ad asciugarli con 1’asciugatoio di cui era cinto.” E tanto per chiarire a quegli zucconi degli Apostoli (ed anche a noi) il perché della strana cerimonia, aggiunse: “se dunque Io, il Signore e Maestro, vi ho lavato i piedi, dovete anche Voi lavarvi i piedi 1’un 1’altro. Io infatti Vi ho dato 1’esempio affinché come v’ho fatto Io facciate anche Voi.” E Luca al Cap.22: “Io sono in mezzo a Voi come Colui che serve.” Come esegeta io sono tanto scacio che non aggiungo commenti al chiarissimo significato di questo episodio evangelico. Del resto, l’inosservanza generalizzata di tali insegnamenti, è causa dei perversi effetti che sono attualmente sotto gli occhi di tutti. All’episodio della “Lavanda dei piedi” si ispirò, nella sua maturità GIO. Antonio SOGLIANI, pittore fiorentino, per la stesura della magnifica tavola, ad olio, ospitata nella nostra Propositura. A questo proposito, il Vasari, nella sua opera “Le vite dei più celebri pittori, scultori ed architetti” dice: “Nel castello di Anghiari (Sogliani) fece in testa d’una compagnia, in tavola, un Cenacolo ad olio con figure di grandezza quanto il vivo e, nelle due rivolte del muro cioè dalle bande, in una Cristo che lava i piedi agli Apostoli e nell’altra un servo che reca due idrie di acqua; la quale opera in quel luogo è tenuta in grande venerazione perché invero è cosa rara e che gli acquistò onore ed utile.” Il Vasari, a commento finale e riassuntivo della vita del Sogliani, nota: “fu il Sogliano persona onesta e religiosa molto e sempre attese ai fatti suoi senza esser molesto a niuno.” (Speriamo che anche di noi la gente possa dire la stessa cosa!) Su questa grandiosa opera, nulla dirò essendo io ancora più scacio come critico d’arte di quanto non lo sia come esegeta biblico. Ma, per rispondere alla iniziale e legittima domanda dell’on. Di Pietro, devo precisare che la Busatti con la “Lavanda dei Piedi” ci azzecca perché il quadro ha bisogno di essere restaurato e Don Vittorio che certamente è nella gloria di Dio, negli ultimi malcerti ma determinanti passi sulla polvere di questo mondaccio, più volte rivolse il piede e 1’invito verso la Ditta Busatti affinché si facesse strumento della Provvidenza assumendosi 1’onere economico del restauro della “Lavanda dei Piedi”. Ora, questa ipoteca morale che Don Vittorio ha caricato sulla Ditta, pesa come il piombo e non c’è modo di far cambiare idea al compianto Don, ora che è direttamente illuminato e confortato dal conforme parere dello Spirito Santo. Del resto, Anghiari ha bisogno di restaurare la tavola, Anghiari è culla e mamma dei Busatti così, far restaurare la Tavola è come fare un piacere alla mamma. Anche se il costo del restauro è contenuto, i Busatti non sono Marzotto o Benetton ed i soldi sono molto pochi ma molto faticati per cui è bene che siano spesi bene. Questo è sembrato ai Busatti un bel modo di spenderli bene e non tanto per farsi reclame: Infatti non è che possono chiedere al restauratore di far scrivere “Asciugamano Busatti” sull’asciugatoio che Cristo usa sulla tavola. Però possono chiedere agli Anghiaresi di non dimenticare LIVIO e FRANCESCA BUSATTI che hanno lavorato sodo e con amore per i loro amati clienti. 15
La festa del 3 maggio Una festa veramente anghiarese di don Romano Manfredi
Mentre in questo periodo di Quaresima la comunità di S. Bartolomeo in Anghiari si prepara con grande alacrità insieme a tutta la Chiesa universale locale alla grande festa della Pasqua, già si proietta con gioia ed impegno verso il grande appuntamento del 3 maggio cioè verso la sua Pentecoste. Questo perché la nostra comunità ecclesiale celebra oltre la grande festa della Pentecoste, che quest’anno cade il 23 maggio, anche e soprattutto la sua del 3 maggio, giorno che ricorda alla chiesa il ritrovamento della S. Croce, ad opera dell’imperatore Eraclio intorno all’anno 630, rapita dai Persiani nel 614. Ma la festa dell’Invenzione della S. Croce per gli anghiaresi, è da collegarsi al grande avvenimento del passaggio di S. Francesco presso la ruga di S. Martino, dove sostò per lo spazio di un’ora, il 22 novembre del 1224 di ritorno dalla Verna e piantò una croce dalla quale quel luogo fu poi chiamato Via della Croce. Qui fu costruita la cappella della Croce, poi il Convento della Croce e infine, agli inizi del Cinquecento vi fu costruita la chiesa della Croce che fui poi consacrata nell’ottobre del 1566 da Niccolò Tornabuoni, Vescovo di Sansepolcro. Recentemente la chiesa della Croce è stata profondamente restaurata con tutti i suoi locali ed elementi decorativi dal compianto don Vittorio Bartolomei e riaperta al culto da Mons. Giovanni D’Ascenzi, Vescovo diocesano, il 3 novembre 1994, con grande partecipazione di popolo. La chiesa della Madonna del Fosso o di Santa Maria delle Grazie fu costruita nel settecento per soddisfare alle accresciute esigenze pastorali per l’aumento della popolazione, consacrata precisamente nel 1788, dopo aver ricevuto l’anno prima il Titolo di Propositura. Ed è tuttora la chiesa principale e parrocchiale di Anghiari. Questa digressione storica era necessaria per comprendere come lo sviluppo civile della nostra comunità locale sia stato particolarmente segnato dapprima dalla spiritualità camaldolese, poi agostiniana e francescana. Al tempo stesso aiuta a meglio comprendere in tutta la sua ampiezza e ricchezza di significato la ricorrenza del 3 maggio, la quale è poi la maggior festa cittadina, nonostante il titolo della chiesa parrocchiale sia S. Bartolomeo. Nell’arco di tempo che va tra gli ultimi giorni di aprile e primi di maggio la nostra cittadina si fa bella per
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la Mostra dell’Artigianato, dove vengono esposti allo sguardo dei numerosi visitatori i pezzi pregiati delle sue manifatture. Nel contempo la comunità parrocchiale si prepara e prepara con gioia e impegno i suoi ragazzi in fiore alla discesa dello Spirito Santo, perché in tal giorno celebra la sua Pentecoste che suggella la Pasqua. L’importanza della festa del divin Artista Sarà meglio compresa se si pensa che “nessuno può dire “Gesù è Signore” se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (1 Cor 12,3). Per entrare in contatto con Cristo, bisogna dapprima esser stati toccati dallo Spirito Santo. È lui che con la sua grazia prende l’iniziativa, desta in noi la fede e infonde nel cuore del credente l’acqua viva che zampilla per la vita eterna, ossia la vita nuova che consiste nel conoscere il Padre e colui che ha mandato Gesù Cristo. Gesù stesso salendo al cielo nel giorno dell’Ascensione disse ai suoi discepoli che avrebbe pregato il Padre di mandare un altro Consolatore che restasse sempre con loro, con il preciso compito di insegnare loro ogni cosa e ricordare loro tutto ciò che lui aveva detto. Lo Spirito Santo, chiamato anche Spirito di verità e Paraclito, letteralmente: “Colui che è chiamato vicino” per consolare, perciò detto Consolatore, essendo Gesù il primo consolatore, continua nella Chiesa e nella vita del credente l’opera di salvezza di Gesù Cristo. È l’ultima delle tre persone divine nella storia della salvezza ad essere rivelato, perché è come lo Spirito d’amore con cui il Padre per mezzo del Figlio Gesù Cristo ha avvolto e continuamente avvolge ogni creatura che in virtù del libero arbitrio ha la facoltà di crescere nel suo spirito d’amore oppure di uscirne attraverso il peccato. Gesù Cristo, concepito e plasmato come uomo per opera dello Spirito Santo nel seno verginale di Maria Vergine, morendo sulla Croce, l’ha pienamente rivelato. “Quando sarò immolato sulla Croce attrarrò tutti a me.” La Chiesa come assemblea dei credenti è il podere o campo di Dio in cui lo Spirito Santo sulle orme del celeste Agricoltore è sempre intento a seminarvi buon grano ma per opera del maligno vi cresce la zizzania. Perché lui, il principe del male là dove sorge un nuovo Eden, un giardino fiorito, si appresta a distruggerlo. Pensando a ciò, si comprenderà meglio la bellezza e il significato del gesto
compiuto da San Francesco che, passando per la parrocchiale si prepara con alacrità a questo grande ruga di San Martino, volle segnare quel luogo con appuntamento. il sacro sigillo della Croce. E al tempo stesso sarà Quest’anno i cresimandi sono 29 e precisamente: chiaro perché in Anghiari si sia fissato “ab immemorabili” come giorno della Cresima il 3 Maggio; Barbara Santi ricorrenza dell’Invenzione della Croce. Beatrice Loddi Per questo dicevo sopra, che la nostra comunità Cesare Ganganelli Cristian Draghi Lucia Caidominici Coralie Piccini Simona Lazzerini Daniele Sonnini Lucia Comanducci Stefano Sassolini Elena Redenti Manuel Lorent Valeria Gungui Elisa Veri Marco Lazzerelli Vania Piomboni Erika Capacci Marco Nicchi Il ministro ordinario della Confermazione Erika Cenni Raffaele Romolini è nel rito latino il Vescovo, però può essere Fiorella Biancucci Riccardo Senesi anche un presbitero da lui incaricato. Il fatto Giulia Bevignani Romina Bigioli che sia il Vescovo a conferire tale Sacramento, Giulio Camaiti Sara Caci gli dona maggiore solennità e costituisce per Ilaria Piccini Sara Coleschi ogni comunità parrocchiale l’occasione di un Luca Boncompagni incontro dei fedeli con il proprio Vescovo, posto dal Santo Padre a capo della Chiesa diocesana come maestro, sacerdote e pastore e costituito in comunione con il Sommo Pontefice successore degli apostoli. Perciò ci incontreremo quel giorno con il nuovo Vescovo Monsignor Gualtiero Bassetti. Il nome Gualtiero, significa comandante, però non c’è da temere, perché è un comandante amabile, meglio si direbbe, pardon, chiamandolo amore. A lui porgiamo fin d’ora il nostro caldo e reverente benvenuto. Egli conferirà ai nostri ragazzi il Sacramento della Cresima, chiamata anche Confermazione perché è come la conferma del Battesimo e porta a compimento l’iniziazione cristiana e il rafforzamento della grazia battesimale, tutti frutti dello Spirito Santo. Oggi in Occidente, in genere si riceve dopo l’Eucarestia, in Italia verso la fine della Scuola Media inferiore, in Oriente invece viene amministrata subito dopo il Battesimo; è seguita poi dalla partecipazione all’Eucarestia. Ma sia nel rito latino che in quello orientale, il Battesimo, l’Eucarestia e la Confermazione sono strettamente collegati, perché sono i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Il candidato alla Confermazione che ha raggiunto l’uso della ragione, deve professare la fede, essere in stato di grazia, avere l’intenzione di ricevere il sacramento ed essere preparato ad assumere il proprio ruolo di discepolo e di testimone di Cristo, nella comunità ecclesiale e nella vita di ogni giorno. Materia della Confermazione è il rito dell’unzione con il Crisma, olio misto con balsamo dal profumo dolce e gradevole simbolo della sacrità di Gesù, consacrato dal Vescovo il Giovedì Santo; la formula è data dalle parole: “N. ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono. Ma il Vescovo prima di procedere all’unzione crismale, stende le sue mani sopra i cresimandi, lo stesso fanno i presbiteri che l’accompagnano e invoca lo Spirito Santo dicendo: “Dio onnipotente, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che hai rigenerato questi tuoi figli dall’acqua e dallo Spirito Santo liberandoli dal peccato, infondi in loro il tuo santo Spirito Paraclito: spirito di sapienza e di intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà riempili dello Spirito del tuo Santo timore. Per Cristo nostro Signore.” L’assemblea risponde: “Amen”. Dopo tale invocazione del Vescovo, il padrino o la madrina tenendo la sua mano destra sulla spalla destra del candidato, stando dietro di lui, lo presenta al Vescovo pronunciando a voce alta il suo nome. A questo punto il Vescovo ponendo la sua mano sul capo di ciascun candidato e chiamandolo per nome lo unge con il Crisma e lo segna con il segno della croce sulla fronte, pronunciando le parole sopra citate. Il cresimando risponde: “Amen.” Il rito come risulta è semplice ma il significato profondo. Nati dunque alla vita nuova in Cristo e segnati col sigillo del Signore nel rito del Battesimo nutriti con la grazia della vita eterna, con l’Eucarestia e segnati di nuovo nel suo Spirito di amore nella Cresima siamo chiamati a restare fedeli, nella vita di ogni giorno a tale amore perché destinati ad essere simili a lui e a godere per sempre con lui della sua gloria. In un mondo in cui va sempre più di moda abbellire con vestiti e oggetti firmati, ciascuno di noi dovrebbe essere fiero di portare per sempre nell’anima il marchio spirituale indelebile, il carattere, segno dell’amore di Cristo, perché “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”. Perciò il cristiano partecipa al sacramento di Cristo e diviene tempio e dimora dello Spirito Santo ed è chiamato a vivere di quelle verità in cui crede.
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Salviamo “Il Carnevale della Gioventù” Si paventa il pericolo che il prossimo anno non sarà possibile realizzare la manifestazione del Carnevale della Gioventù. Abbiamo chiesto ad alcuni cittadini il loro pensiero su questo fatto e se un eventuale scioglimento della Società sia dovuta alla mancanza del capannone (la concessione scade il prossimo anno) o ad altro. Abbiamo infine chiesto di indicare delle possibili iniziative per il rilancio del Carnevale di Anghiari.
manifestazione, bisogna farli sentire importanti. Adriano Comanducci - Io avrei piacere che questa manifestazione continuasse ancora. Io penso che la gente non ha voglia di confondersi, dicono che hanno da fare o altre scuse simili. Non vogliono confondersi a organizzare, a verniciare i carri o altre cose che ci sono da fare. Io penso che i motivi devono essere più d’uno.
Giuseppe Del Pia - È vero che è facile fare la Walter Del Sere - Secondo me sarebbe una grave critica dopo che le cose sono successe comunque perdita per Anghiari e per la memoria di don Nilo io mi ricordo che la localizzazione del capannone Conti che ne fu il solerte ideatore. Perdere questa fu criticata subito perché era scomodo per la gente manifestazione che è unica dal punto di vista scee questo fu detto subito. D’altra parte che la con- nografico sarebbe veramente un peccato. Si parla di cessione scadeva il prossimo anno è tanto che si portare la manifestazione nel centro storico, di fare sa e quindi potevano essere presi provvedimenti. un Carnevale sul modello di quello di Venezia con Un altro errore io credo sia il concentrare la rea- maschere e altro. Secondo me però in questo modo lizzazione dei carri con un’unica direzione, direi si perde la caratteristica del nostro Carnevale, che “artistica”, mentre io vedrei bene la partecipazione fra l’altro è molto divertente e non è sovraf-follato, delle varie frazioni magari in gara l’una con l’altra. e c’è la possibilità anche per i bambini di inserirsi Noi abbiamo diverse realtà che potrebbero fare come parte attiva. Infine c’è la splendida scenografia questo. Penso alla Motina, a San Leo, a Tavernelle, di Anghiari che non ha paragoni. Lo dico per camal Ponte alla Piera e agli stessi rioni d’Anghiari come la Stazione, le Bucacce, il Campo della Fiera. Si potrebbe pensare ad una premiazione del carro meglio organizzato anche sotto forma di premio in denaro e questo potrebbe garantire una specie di rimborso per le spese. Giunti a questo punto io penso che il Comune dovrebbe farsi parte attiva. Visto che il paese sta morendo in altri settori che almeno anche questa manifestazione non scompaia. D’altra parte il Carnevale di Anghiari era diventato importante anche a livello provinciale e certo in Valtiberina è il più bello e il meglio organizzato. Penso quindi che l’amministrazione comunale dovrebbe intervenire per salvare questa manifestazione che, tutto sommato, fa parte del capitale sociale del nostro paese. La mancanza del capannone è uno dei motivi per cui il Carnevale può finire e forse nemmeno il più importante. Il problema è che è finito l’entusiasmo degli organizzatori, di coloro che prestano gratuitamente il loro lavoro. Visto che non percepiscono denari debbono essere però incentivati da altre motivazioni come il riconoscimento pubblico dell’eventuale buon lavoro svolto o anche tramite la La locandina sbiadita della prima edizione del gara fra i vari gruppi che lavorano. Carnevale della Gioventù di Anghiari, anno 1968 , Penso poi che l’avvenire è nei giovani e se questi recuperata da Antonio Zanchi. Con questo modesto foglietto si invitano i cittadini a contribuire alla manon vengono inseriti come parte attiva dei gruppi nifestazione facendo ciò che è possibile ad ognuno. di lavoro con possibilità di decidere loro stessi le L'invito vale ancora!! iniziative, non c’è futuro per nessuna organizzazione. Bisogna portare i giovani a tenere a questa 18
panilismo ma soprattutto perché è vero. Più che di colpe io direi che il mondo è cambiato. Questo si può vedere in tante associazioni anghiaresi di volontariato dove è difficile trovare gente giovane che lavori per il semplice divertimento. Ma non sarà la colpa anche di noi che viviamo all’interno delle associazioni e non sappiamo coinvolgere i cittadini?
La Motina quest’anno non ha realizzato il proprio carro. Debbo comunque precisare che nella nostra frazione c’è ancora lo spirito di gruppo, di un certo numero di persone che si ritrovano durante tutto l’anno e in occasione del Carnevale partecipa anche a questa manifestazione. Il problema sta molto nella difficoltà dei giovani a ritrovarsi in luoghi che siano diversi dalla discoteca, magari, perché no, intorno alla parrocchia. Linda Pacini - Certo è un peccato che questa bellissima manifestazione possa finire: faceva parte ormai delle tradizioni anghiaresi. I motivi per cui possa essere interrotta saranno vari e al primo posto io metterei la poca disponibilità delle persone a impegnarsi e a dare il loro aiuto. Forse trovando un’idea, un progetto che rinnovi questa manifestazione, anche gli attuali organizzatori troverebbero, anche se con difficoltà, la soluzione ai vari problemi. Certo qualche Ente, se crede in questa iniziativa, potrebbe pensare ad incentivarla con un adeguato contributo. Penso che andrebbe coinvolta anche tutta la popolazione. In fondo il Carnevale di Anghiari è diventato ormai una tradizione. Il mio babbo mi racconta sempre che in occasione delle prime edizioni lui portava gli animali per la sfilata. Erano edizioni realizzate con pochi mezzi ma con tanta volontà e, anche per questi ricordi personali, mi dispiacerebbe se finisse.
Luca Paci - Dispiace che Anghiari (succede ormai troppo spesso) perda anche questa manifestazione. In questo modo si perde sì il Carnevale, ma si perde anche il gruppo di persone che lavorano attorno al Carnevale. Adesso io non so se la mancanza del capannone sia una scusa per interrompere questa manifestazione, certamente faticosa per gli organizzatori, ma che fa parte di quelle iniziative che cercano di far rivivere il nostro paese. Certo ci sarà anche un po’ di stanchezza di coloro che sono impegnati nella preparazione dei carri e che probabilmente è dovuta alla mancanza di partecipazione della cittadinanza. Potrebbero essere coinvolti anche i giovani anche se penso che essi abbiano bisogno della guida degli adulti. I giovani non sono presenti non certo per colpa loro ma proprio per un fatto generazionale. Fra l’altro io credo che il Carnevale in quanto tale ha perso la sua motivazione originale e di fatto sia molto difficile continuarlo ancora oggi.
Gino Rossi - Penso che nel Carnevale gli organizzatori dovrebbero guardare soprattutto al divertimento degli ospiti che intervengono alle sfilate ma al divertimento di coloro che lavorano ai carri sacrificando diverse giornate di lavoro. Cioè, se si riduce lo scopo del Carnevale a voler guadagnare per forza rinunciando a piccole soddisfazioni il Carnevale finisce. Quando il bilancio va in pari e non sono successi inconvenienti, la manifestazione è andata più che bene. Cercando di soddisfare coloro che lavorano ci accorgeremo che alla fine con questa manifestazione otterremo anche degli utili. Purtroppo abbiamo visto che tutti i ragazzi giovani che lavoravano al Carnevale piano piano si sono allontanati. Penso che il motivo base è che non c’è gente che lavora. Ritengo sia risolutivo il ridare il Carnevale in mano ai giovani.
Alessandro Bartolomei -Ritengo che questa del Carnevale sia una di quelle iniziative da mantenere, da continuare e magari migliorare, proprio perché dà vita alla nostra cittadina. Il mio augurio è che continui ancora. Non credo che la mancanza del capannone sia la motivazione principale. Magari c’è gente che ha perso entusiasmo. Non sono del tutto addentro al problema ma penso ci possano essere altre motivazioni. Mi domando se il concentrare la manifestazione su una sola domenica possa essere una cosa da valutare.
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BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI ANGHIARI La Banca di Credito Cooperativo di Anghiari verso la fusione con la Banca di Credito Cooperativo di Stia
Anghiari, febbraio 1999 Signori Soci, I grandi mutamenti economici e sociali dei quali siamo in questo periodo spettatori e partecipi ci hanno abituato a sentir parlare di processi di integrazione e di concentrazione tra istituti bancari, fatti per innalzare la qualità dei servizi, incrementare dati patrimoniali, utilizzare meglio risorse e strutture. Anche la banca si è interrogata su questi argomenti insieme con le altre appartenenti, come noi, al mondo del credito cooperativo: come per tutte le altre aziende del settore, anche per noi, un salto di scala nelle dimensioni e nella qualità è oggi necessario per fronteggiare con successo la crescente concorrenza e per estendere la nostra presenza nel territorio. In questo il Consiglio di Amministrazione ha trovato piena corrispondenza di intenzione di programmi nella Banca di Credito Cooperativo di Stia, con la quale abbiamo già in comune una parte importante della zona di competenza e che, come noi, è una delle BCC più antiche e radicate nel territorio, come noi convinta sostenitrice del ruolo particolare svolto dal credito cooperativo nella società locale. Non è stato quindi difficile raggiungere un accordo, che sarà sottoposto nei prossimi mesi alla Vostra approvazione, per dare vita a una nuova banca, la quale metterà insieme territori, risorse umane, mercati e patrimonio delle nostre due BCC. La banca che nascerà dalla fusione avrà dimensioni di tutto rispetto: circa 30 Comuni di competenza, 9 filiali, 1 negozio finanziario, più di 60 dipendenti e una rete esterna di 13 promotori finanziari, volumi di depositi e di impieghi tali da porla tra le prime della Toscana. Già con le prime economie di scala potremo dedicare più personale al servizio della clientela, avviare nuove attività, proporre servizi e prodotti nuovi affinché la banca continui ad essere, ad Anghiari, ad Arezzo, nella Val Tiberina Toscana e Umbra, a Stia e in Casentino, la banca che i Soci, le Associazioni, le Istituzioni locali potranno sentire come propria. Questi sono, in linea generale, i termini dell’accordo approvato dal Consiglio di Amministrazione. Adesso i nostri dirigenti stanno lavorando ai numerosi aspetti tecnici della questione. Contiamo, non appena questi saranno definiti, di darvi altre e più dettagliate notizie. Competere sul mercato e conservare l’anima e lo stile dell’antica Cassa Rurale: I tempi ci hanno posto davanti questa difficile sfida. Per realizzare questo ambizioso programma confidiamo, come sempre, nel Vostro indispensabile sostegno. I nostri più cordiali saluti. Il Consiglio di Amministrazione Il Collegio Sindacale La Direzione Generale
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Il Sambudellaio tradito
Il Ciccicocco ha colpito ancora
di Armando Zanchi
Il Carnevale ormai è finito il Sambudellaio è stato tradito
Il sambudello simbolo perdente or solo canna e corda pendente
Forse tradito nella tradizione ed ogni anno si cambia porzione
Nel prossimo anno non perdo speranza il Sambudellaio ritrovi baldanza
Carton di carta al gancio attaccato pochi i ragazzi che l’hanno addentato
Come i coloni col cane da tartufi vadano a caccia con un paio di gufi
Forse il sapore della scrittura e la salsiccia almeno è pura
Le tradizioni sono angolo retto la Scampanata che gli manchi il carretto
In questo Anghiari bello e modesto le tradizioni sono al capestro
Pure il Popo è disorientato con il coltello che dietro à portato
Lo Zio del mi’ babbo il poro Fagiolo per tanti anni à portato l’alloro
Il sambudello andrò a staccare nella gratella che ò fatto arrostare
Forse era l’unica carnevalesca con sambudelli far la macchietta
Cari Anghiaresi non dissolvete le tradizioni van sempre difese:
È andata. Anche quest’anno un gruppo di sciaborditi, partiti di buon mattino (ricordate che la sera prima aveva nevicato?), sono andati in giro per diverse case del nostro comune a “cantare una canzone e chiedere il Ciccicocco”. Come sempre è stata un’esperienza positiva che ha fruttato, grazie alla generosità degli anghiaresi e degli insegnanti e dei ragazzi delle scuole elementari e materne, la somma di lire 867.000. Come facciamo ormai da alcuni anni il ricavato va alle iniziative che don Giovanni Gnaldi porta avanti a Lampa in Perù. Dato che in quei giorni don Giovanni si trovava ad Anghiari, abbiamo potuto consegnargli personalemente la somma raccolta. Buon lavoro don Giovanni! Ed ecco ora alcuni stornelli ispirati dai componenti del Gruppo del Cicciocco.
Gli stornelli del Cicciocco di Marisa Camaiti
Me ne venivo giù per la discesa come ogni giorno andavo a far la spesa e chi t’incontro per combinazione alcuni sciagurati in un furgone. Cappellaccio ed il bastone un paniere e lo spidone... Fior d’albicocco... andavano a cercare il Ciccicoccco... In ogni casa cantano la rima il tempo in compagnia ti passa prima e a mille cose che volevan fare ben presto hanno dovuto rinunciare ‘Na salsiccia un biscottino castagnole e vinsantino...
La vignetta: Fioriere e peglie.
In allegria... a malapena trovano la via... Pensa e ripensa come si può fare quest’altra volta tutti accontentare dobbiamo organizzare una riunione per prendere importante decisione Non c’è modo non c’è scampo finché a Mario viene un lampo... Non bado a spese... st’altr’anno il Ciccicoccco dura un mese...
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Le nuove strade di Anghiari Impariamo a conoscerle
Nostra intervista al Capo Uffico Anagrafe Roberto Leonardi
L'ufficio anagrafe sta per dare il via alla denomizaione di nuove strade che interessano il nostro territorio. Di che si tratta? L’operazione consiste nel rinominare le strade in zone di espansione del Comune che sono state individuate nella primavera dello scorso anno e che interessano soprattutto le zone di espansione della Giardinella, la Via del Carmine, la zona artigianale che porta a San Leo, la zona di San Leo e Tavernelle. A queste nuove strade, che sono state individuate, verrà assegnata anche la numerazione civica. Sarà provveduto quindi alla collocazione delle targhe viarie e queste variazioni verranno comunicate tempestivamente ai cittadini. Chi abita in queste strade che cosa deve fare? Il Comune prima di attivare questo procedimento, dopo aver verificato in loco la situazione, scriverà a tutti i residenti nelle strade di nuova denominazione comunicando loro il nuovo indirizzo e la nuova numerazione civica. I cittadini verranno invitati in ufficio per una dichiarazione portando utti i documenti di cui sono in possesso (Patente, Libretto auto o altri mezzi, ecc.) le cui variazioni verranno fatte automaticamente tramite ufficio e naturalmente senza spese. Nessuna incombenza se non quella di venire in ufficio muniti dei documenti da aggiornare. Anche per coloro che sono titolari di licenze commerciali, artigianali, contoterzisti per le attività agricole eccetera, è stato raggiunto un accordo con la Camera di Commercio mediante il quale noi manderemo un elenco di tutti i cittadini interessati dal provvedimento e provvederanno loro d’ufficio a rettificare il vecchio indirizzo ribadisco, senza alcuna spesa per i cittadini. Come sono stati scelti i nuovi nomi delle strade? In primavera c’è stata una riunione informale e successivamente con la commissione per la toponomastica abbiamo individuato, grazie anche al contributo, se pur indiretto, di Loris Babbini e Gino Ceppodomo, i nomi da assegnare. Si tratta soprattutto di personaggi locali che hanno avuto una certa celebrità per varie motivazioni. Fu una scelta dettata dal fatto di rimanere nel nostro ambito e per mantenere viva la memoria storica dei nostri anghiaresi. Nella zona artigianale invece (come fu fatto anche l’altra volta) sono stati utilizzati nomi di inventori, scienziati, eccetera. Sono state individuate queste strade, sono stati proposti i nuovi nomi e il tutto è stato approvato dal Consiglio Comunale e quindi l’iter è continuato inviando tutta la documentazione alla Prefettura e alla Deputazione di Storia Patria. Questa deliberazione è quindi diventata esecutiva con la comunicazione della Prefettura medesima. È iniziata così la parte operativa che continua con l’avviso ai cittadini e l’apposizione della segnaletica. Quella delle tabelle purtroppo è una nota dolente perché abbiamo chiesto vari preventivi o documentazioni ma per ora ci ha risposto solo una ditta. L’assessore al ramo sta curando questo aspetto e deciderà entro breve termine. A prescindere comunque dalle tabelle nelle strade le variazioni saranno fatte in tempi rapidi. Ed ecco ora l’elenco e la localizzazione sommaria delle nuove strade. Capoluogo - Zona della Giardinella: Viale don Nilo Conti Via Mazzi Angiolo Viale Capitini Aldo Via Martini Evangelista Via Testi Federigo Via di Carboncione Via Sol del Bove
Capoluogo - Zona artigianale: Via Fleming Alexander Voia Edison Thomas Alva Via Coppi Fausto Capoluogo - Zona Santo stefano: Via F.lli Tani Capoluogo - Zona del Carmine: Via Umberto Marinari Via Boncompagni Giovanni Via Fusai Alessandro Via Palombini Filippo Via del Siena Giuseppe Via della Vigna
Capoluogo - Zona Infrantoio Via Cerulli Filippo Via Brugoni Andrea Viale Pasolini Pier Paolo Via della Ferrovia
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San Leo: Via Procelli Roberto Via delle Chiarabelle Via Majorana Ettore Via Brunelleschi Filippo Via Alberti Leon Battista
Tavernelle: Via degli Armaioli Via dei Vasai Via dei Fornai Via Sovara Via dei Subisso
Cominciamo con questo numero a illustrare i personaggi legati al nome delle nuove strade. Sarà questa un'occasione per imparare anche qualche notizia in più sul nostro paese. Ed ecco un breve profilo di Andrea Brugoni. La scheda è stata preparata da Loris Babbini. Via Andrea Brugoni è quel tratto di strada, parallelo alla via del cimitero che va da Via dell’Infrantoio a Via Meucci (dove abita anche la famiglia di Marziano Miano) .
Andrea Brugoni: legnaiolo, architetto e inventore - Sec XVI Lorenzo Taglieschi, storico illustre anghiarese (XVI-XVII secolo) nei suoi “Annali della Terra di Anghiari” scrive: Entrò l’anno 1534 nel quale i priori di comunità e della Fraternita di S. Maria del Borghetto, fecero fare due banche di noce nella Chiesa della Badia per loro seggio per le pubbliche funzioni, che fu opera di mastro Andrea di Giovanni Brugoni, legnaiolo e buonissimo architetto, del quale parlando il Magi (ovvero Girolamo Magi, l’illustre anghiarese, ingegnere militare e poeta - secolo XVI) dice delle distanze, dice della squadra disnodata, chiamata squadra zoppa, che ne fu autore il medesimo Brugoni, homo di grande ingegno, massimamente in materia di macchine, il quale trovò l’invenzione dei molini natanti nel Tevere, benché egli fosse tradito, poi che altri ebbero di ciò il premio e il nome d’ingegnere. Il Capitano Niccolò Giusti la chiama la “squadra rotta”, la quale non era altro che due righe fatte di legno o lame di qualsivoglia lunghezza, connesse insieme in chiocciola, da aprire e stringere a modo di “seste compassi” e afferma che maestro Andrea Brugoni serviva il Duca Cosimo I per ingegniere.” Il Capitano Giusti dice poi che il detto Brugoni mostrava un suo disegno e modello a certi gran signori di un ponte da passar fiumi, che quando era scomposto serviva per scala alla muraglia I quali dimostrando di volersene intendere, quale invenzione utilissima e buona per la guerra. Tutto quanto sopra trascritto desunto per estratto da “Gli annali della Terra di Anghiari”, manoscritto di Lorenzo Taglieschi, già prima citato. famiglia Luconi. Via Alessandro Fusai Pittore (XIX secolo) Alessandro Fusai, anghiarese, nel 1803 ebbe l’incarico dalla Fratrenita del Borghetto di realizzare l’immagine della Madonna detta poi del Ponte, un dipinto ad olio inserito nell’edicola di cui lo stesso artista abbellì a tempera il contorno.
Alcune notizie sui nomi di altre strade. Di queste stesse e delle altre ne parleremo diffusamente nei prossimi numeri.
Via Giuseppe Del Siena Scultore e incisore (XIX secolo) Si rivelò ben presto artista apprezzato vincitore della Medaglia d’oro per un lavoro esposto a Roma nel 1868; fu allievo del Dupré. In Anghiari, nella chiesa della Croce, si conserva il monumento funebre al Dott. Federigo Testi fondatore del locale Asilo d’infanzia.
Via Federigo Testi Concittadino illustre (1804-1874) Si prodigò nelle Associazioni anghiaresi e nella Amministrazione comunale. Il suo nome è legato all’Asilo di Infanzia al quale, per testamento, lasciò la somma di lire 20.000 da consegnarsi un anno dopo la sua morte che avvenne l’11 maggio 1874. Questa la lapide del suo monumento funebre, realizzato dallo scultore anghiarese Giuseppe Del Siena, nella chiesa della Croce: Questa memoria perpetua dello splendido benefattore Dottor Cavaliere Federigo Testi defunto nel 1874 l’Asilo Infantile, l’Ospedale, la Compagnia di Misericordia, la Fraternita di Santa Maria del Borghetto, il Comune di Anghiari a lode e gratitudine esempio singolare consacrano
Via Umberto Marinari Ceramista (1865-1913) Frequentò l’Accademia di Belle Arti a Firenze. Nel 1879 si offrì di ripristinare i dipinti danneggiati dall’umidità nei portici del cimitero locale. Terminò la sua esistenza quale pittore ceramista. Morì a Gualdo Tadino il 4 gennaio 1913 ed ancora il 1° lavorava ad un piatto con lo stemma di Anghiari che poi fu donato al nostro Municipio Via dei vasaj Artigiani anghiaresi Fra gli artigiani di questo settore si ricordano le famiglie Marziali, Mondini, Dini, Trombetti e in particolare la
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Via Evangelista Martini
Due anghiaresi mancano all’appello
diArmandoZanchi 31-1-1999
Trentun gennaio è fine mese ma due Anghiaresi ne fanno le spese
Grande lavoro con pelli di agnello croccole e stracci e qualche pollo bello
Sempre al suo posto con tanta gentilezza molto vivace e una bontà onesta
Il Nobil Homo Gastone Corsi contro la morte non è riuscito opporsi
Sempre allegro ed abile parlatore e nel lavoro gettava molte ore
Sempre il buongiorno a chiunque lui trovava con una battuta sempre salutava
Questo Anghiarese di nobile casata la vita sua in questa terra amata
Poi il male a lui lo colpiva e la sua vita era meno viva
Sempre al lavoro con moglie a lui vicino ma stamattina è tragico il destino
Io lo ricordo con il padre Cesarino conigli e polli e fare il mercatino
Altro Anghiarese il caro Sor Beppino con la Lucia negozio di tabacchino
Alla sua ora a fare l’apertura resta stroncato da morte molto dura:
Quando alla Pasqua il grande lavorare con tanti agnelli a Firenze lì mandare
Sempre al mattino arrivava di buon’ora poi ripartiva a prendere la signora
Il mio ricordo di Giuseppe Domina
in quelle zone e così un gruppo di persone (47 fra partigiani e civili) fu avviata a San Polo, dove dopo alcuni giorni avvenne il tragico eccidio, e un altro gruppo di 19 persone fu avviato anch’esso verso San Polo, ma poi fu fatto ritornare sul piazzale di Pietramala. La situazione era tragica: uomini impauriti, donne e bambini (uno addirittura di pochi mesi) terrorizzati. La situazione stava volgendo al peggio quando Giuseppe vide la possibilità di salvarsi scappando. La sua salvezza fu soprattutto che una ragazza, Laura, scappata anch’essa e ferita mortalmente cadde proprio sopra di lui facendogli da scudo. Gli altri furono tutti ammazzati; gli spari continuarono per un lunghissimo tempo e per un tempo ancor più lungo i lamenti delle persone ferite ma Giuseppe era stato protetto da quel povero corpo. Si alzò, cercò aiuto e finalmente si rese conto che era veramente salvo. Cercò di aiutare qualcuno ma non c'era più niente da fare. Poté solo portare Laura su una barella dai suoi che abitavano non molto distanti: ferita mortalmente, sarebbe morta la mattina dopo. Questo il racconto che “Beppino” mi ha fatto diverse volte e, per diverse volte, avevamo progettato di ritornare a Pietramala per rivedere quei posti. Purtroppo non ci siamo riusciti. Vivo comunque rimarrà il ricordo di Giuseppe che ha voluto bene alla sua famiglia alla quale ha dedicato tutta la sua vita.
di Mario Del Pia
Non credo che esista una famiglia ad Anghiari e nelle frazioni, che non conoscesse Giuseppe Domina, “Beppino” o “Il Siciliano”, indicando con questo ultimo nome le sue origini da quella bella isola. Giuseppe infatti era nato in Sicilia, a Cefalù, il 20 settembre del 1918 Giuseppe gestiva, assieme alla moglie Lucia, una rivendita di tabacchi (“L’Appalto”) proprio nel Borgo della Croce e aveva moltissimi e affezionati clienti che si rifornivano da lui oltre che per le sigarette o i valori bollati anche per gli articoli di caccia e pesca e articoli di cancelleria. Capitò dalle nostre parti per una serie di coincidenze. Dopo l’8 settembre 1943, durante lo sbandamento, bloccato alla stazione di Arezzo trovò amicizia in un commilitone e fu così che si stabilì nelle nostre zone, a Puglia.Voglio raccontare l’episodio che ha del miracoloso avvenuto durante l’estate del 1944 e che lo vide coinvolto suo malgrado nella zona di Pietramala al confine tra il comune di Anghiari e quello di Arezzo. La famiglia che ospitava Giuseppe era andata proprio a Pietramala per sfuggire ai pericoli della guerra. Era l’estate del 1944 e già gli “alleati” stavano per arrivare anche da noi. Succedevano purtroppo fatti di sangue, rastrellamenti e uccisione anche di inermi cittadini. La mattina del 14 luglio i tedeschi fecero un rastrellamento per certi episodi avvenuti
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La Casa Editrice “I.T.E.A.” e la “PRO-LOCO” di ANGHIARI annunciano la terza e speciale edizione della “Serata di poesie” per i Poeti di Anghiari, riservata quest’anno alle voci nuove del nostro paese.
4 agosto 1999 alle ore 21 in piazza Goffredo Mameli Serata di poesia
VOCI NUOVE PER IL NOVANTANOVE La serata comincerà con la rilettura delle dieci poesie (una per ogni autore fra le cinquanta lette il 5 agosto 1998), scelte e illustrate dagli alunni del locale istituto Statale d’Arte e dell’Istituto Statale d’Arte “Giuseppe Giovagnoli” di Sansepolcro. Le illustrazioni verranno proiettate durante la lettura. Seguirà la presentazione di cinque poesie per ogni nuovo autore. Sarà disponibile un libretto (gratuito per ogni autore, ogni disegnatore e ogni lettore) contenente, oltre ai dieci lavori predetti con relative illustrazioni, le cinquanta poesie che un’apposita Commissione di Lettura avrà scelto fra quelle che perverranno, entro il 31 maggio 1999, da poeti anghiaresi. La serata prevede brevi intermezzi musicali e rinfresco finale. Sono già stati contattati alcuni poeti noti, ma non ancora letti in piazza; ma chiunque voglia partecipare è invitato a inviare alla Segretaria Sig.ra Maria Pia Giabbanelli, Via del Teatro n.1, Anghiari, da un minimo di sei a un massimo di dieci poesie (possibilmente in tre copie), tra le quali potrebbero essere scelte le cinque più significative da leggere quella sera. Chi volesse leggerle personalmente, è pregato di comunicarlo contestualmente all’invio delle opere. I poeti che non potessero rientrare nel numero invalicabile di dieci, sono pregati di prenotarsi per il 2000 (Arriva presto, state tranquilli!). Vi aspettiamo. Buon lavoro! Per la Commissione, la Segretaria Maria Pia Fabiani Anghiai, 10 marzo l999.
Mandaci la tua foto di Anghiari: La metteremo in archivio Questa iniziativa, ideata dall’Oratorio di Anghiari, si avvale della collaborazione dell’Associazione Micologica Bresadola, dell’Associazione Pro Loco e de “LA PINETA BEER GARDEN & PIZZA”. I soggetti delle foto possono essere persone, paesaggi, scorci, attività artigianali ed economiche nel formato minimo 10x15 e massimo 18x24 cm. Chi vuol aderire a questa iniziativa lo può fare inviando il proprio matteriale a: L’oratorio d’Anghiari Via Circonvallazione 6 - 52031 ANGHIARI oppure consegnarlo direttamente a: PINETA BEER GARDEN & PIZZA - Anghiari o presso La Pro Loco. Il materiale costituirà l’ “Archivio di Anghiari” e verrà immesso in rete e sarà disponibile e gratuito per tutti. Dopo la prima distribuzione di materiale, Giuliano Venturini è il primo ad avere aderito all’iniziativa, avendoci inviato tre foto di Anghiari. Aspettiamo quelle degli altri.
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di Loris Babbini
15 febbraio 1791. Supplica della comunità di Anghiari inviata al granduca di toscana per l’erezione di un ospedale nel soppresso convento della croce. Negativo esito della supplica. 1° luglio 1870: Erezione ed apertura (...e sua soppressione dopo circa un secolo di vita...) dell’Ospedale della Misericordia ad iniziativa dell’allora e sempre attuale Venerabile Confraternita di Misericordia anghiarese. Ad Anghiari sotto il governo Francese di Napoleone (1809 - 1814), tra i Monasteri ivi esistenti c’era il Convento della Croce dei Minori Osservanti di S. Francesco, i cui Frati “sono molto utili” (cosi si legge in una relazione dell’epoca, redatta dall’allora Sindaco di Anghiari Carlo Tuti - N.d.R.) “per indefesso religioso servizio e per occuparsi gratuitamente delle Scuole Private”. Una riforma economica, prontamente applicata nella Valtiberina, fu 1’abolizione delle Corporazioni Religiose con la conseguente chiusura dei conventi. Il Prefetto in data 28 settembre 1810 trasmise ai Sindaci (più propriamente chiamati “Maire” quale massima carica dell’apparato burocratico comunale sotto il regime napoleonico), il Decreto Imperiale del 13 settembre stesso anno, con cui si ordinava “la soppressione definitiva ed intera di tutti gli ordini monastici e congregazioni regolari di uomini e di femmine.” Ma la sorte dei conventi anghiaresi era già stata decisa prima. La Sottoprefettura di Arezzo con sue lettere del 28 gennaio e 3 febbraio 1809 comunicò al Maire di Anghiari Carlo Tuti che fossero spediti all’Archivio della Prefettura dell’Arno di Firenze i libri e i registri dei conventi locali, citando fra essi i1 Convento della Croce. Ai carteggi fecero seguito gli “ori e gli argenti” degli ordini religiosi anghiaresi soppressi, materiale che raccolto in un’apposita cassa, fu convogliato all’Imperiale Zecca di Firenze, a mezzo del vetturale Bartolomeo Lacrimini Anghiarese. A questo punto, tanto per rientrare nella cronaca dei fatti oggetto del presente servizio, si trova che nell’anno 1791 la Comunità in forza del suo deliberato del 15 febbraio dello stesso anno, inviò un memoriale alla “Sacra Maestà Cesarea” (ovvero al Granduca di Toscana), al fine di poter erigere un ospedale in Anghiari “comunità composta di 29 Parrocchie, priva di ospedale per gli infermi e convenendo alla maggior parte di quei miserabili che si trovano nella infelice costituzione di qualche grave malattia languire nelle loro abitazioni senza letto, o in qualche capanna o stalla, esposti a tutte le intemperie dell’aria, per non essere in grado di farsi trasportare ne1 Regio Ospedale di Firenze o in quello di Arezzo, attesa la lontananza, la difficoltà del transito per strade montuose, il pericolo che può incontrarsi in un lungo transito e la mancanza del denaro occorrente.” L’Ospedale doveva farsi nel Convento dei Minori Osservanti di S. Francesco, detto della “Croce” di Anghiari, ove convivevano sei frati sacerdoti oltre diversi laici. I1 Convento era posto nella Cura della Pieve di S. Maria della Sovara, poco lungi da Anghiari, rimasta in quel tempo vacante in seguito alla morte del Pievano Arciprete Dottore Bartolomeo Ligi, per cui (e qui vale riportare 1’esatto testo de1 memoriale) “Il Consiglio Comunale, rappresentante della Comunità di Anghiari, prostrato all’Imperiale Trono, supplica 1’innata clemenza di vostra Maestà Imperiale a volersi degnare di sopprimere detta Pieve di S. Maria della Sovara, con traslare la cura delle anime ai religiosi del Convento della Croce”. Sotto questo spirito si fece istanza di “voler ordinare 1’erezione in Anghiari di un ospedale per utilità dei miserabili infer-
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mi, finanziandolo con i beni e le entrate della suddetta pieve sotto la direzione ed amministrazione della locale Fraternita di S. Maria del Borghetto, in quanto questa, per suo istituto già provvedeva a stipendiare due medici ed un chirurgo, dei quali però poco ne profittavano i poveri, pressoché privi di mezzi economici necessari, ragione per cui agli stessi medici e chirurgo si poBiglietto di entrata (1880) dell'inferma Caterina Piomboni, della Cura di Micciano, teva anche addossare la cura trasportata dalla Misericordia con la lettiga a quattro ruote (tiro equestre) condotta dal degli infermi dell’istituendo vetturale Bruschi Tobia. La degente, accompagnata dal confratello turnista Giuseppe ospedale. La Fraternita, dal Busatti, è ricevuta dal custode-infermiere ospedaliero Ferdinando Babbini. canto suo, avrebbe sostenuto 1’eventuale deficienza delle entrate annuali.” Ma le aspirazioni degli Anghiaresi non furono coronate da successo, in quanto che il sospirato ospedale fu eretto solo 75 anni più tardi, con tutt’altra iniziativa. Ma ecco come in seguito proseguirono le cose. Nel 1869 il Sindaco di Anghiari Cav. ORAZIO NENCI, dopo essersi rivolto alla locale Fraternita di S. Maria del Borghetto, onde trovare la possibilità di erigere un ospedale, problema questo più volte auspicato e pubblicamente dibattuto, finisce per rivolgere analoga richiesta alla Confraternita di Misericordia locale (Dott. Alessandro Bartolomei - Governatore), che con fede ed entusiasmo accetta 1’incarico. Dato subito inizio all’indispensabile organizzazione con il rivolgere un pubblico appello ai cittadini informandoli dell’iniziativa, richiedendo loro sostegno e collaborazione, si organizzano questue, tombole, sottoscrizioni e… il 1° luglio 1870 - in tempi veramente brevi - nasce il sospirato e tanto atteso Ospedale di Anghiari con il meritato titolo di OSPEDALE DELLA MISERICORDIA, partendo con 10 letti e gli indispensabili utensili. La sua prima gestione annuale (1870) si chiude con 77 malati ricoverati, dei quali 63 usciti guariti e 14 deceduti, giornate di spedalità 1392. Purtroppo anche 1’Ospedale della Misericordia di Anghiari, oggetto di questa tanto sofferta storia,... scompare dopo circa un secolo della sua esistenza per sopraggiunta soppressione impostagli in applicazione delle nuove norme di legge che prescrivono e riconoscono 1’esistenza di pubblici ospedali operanti solo con un numero di letti non inferiore a 140. Inesorabile... fu la sorte per 1’OSPEDALE DELLA MISERICORDIA DI ANGHIARI!!! (Da una ricerca nei carteggi dell’Archivio Storico Comunale locale al titolo “Il Convento della Croce” - anno 1981)
Intestazione del volantino distribuito in occasione della Tombola del 4 maggio 1869 organizzata dalla Deputazione della Compagnia di Misericordia nelle persone di Gio. Iacopo Tuti Cancelliere e A. Bartolomei Segretario per supplire alle spese di impianto di uno Ospedale di infermi. La serata fu rallegrata da diverse sinfonie eseguite dalla Banda della Guardia Nazionale del Comune.
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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari
Un anno ricco di donazioni Il 1998 è stato un anno particolarmente positivo per la vita del gruppo in relazione, soprattutto, a quello che è l’obiettivo principale del nostro “esistere”: LA DONAZIONE DEL SANGUE. Analizzando i dati consuntivi in possesso della segreteria organizzativa, si deduce che non solo siamo riusciti a confermare i già lusinghieri “numeri” dell’anno precedente, ma li abbiamo addirittura migliorati, raggiungendo la quota di 417 donazioni, di cui 333 di sangue intero e 84 di solo plasma. Ciò è stato possibile grazie alla disponibilità dei nostri associati che, con spirito profondamente altruistico, hanno puntualmente risposto alle nostre chiamate. Un doveroso e particolare ringraziamento meritano, senza dubbio, i VENTUNO DONATORI nuovi arrivati: Monini Andrea, Belloni Livio, Cagnacci Santino, Baracchi Alessandro, Buricchi William, Cesari Ivano, Rossi Pamela, Mazzoni Nicola, Cangi Gregorio, Finzi Andrea, Veri Franca, Cagnacci Alessio, Iacopucci Francesco, Gai Fabrizio, Russo Marco, Mencarini Laura, Palazzeschi Daniela, Pucci Luca, Saioni Alessandro, Gelli Silvia e Giorgeschi Alfiero. La loro presenza permette alla nostra associazione di consolidare le fila dei donatori attivi e promuovere così quel ricambio fisiologico e generazionale, presupposto indispensabile per una sempre più efficace ed efficiente attività futura del gruppo, al servizio dei nostri malati. Come è consuetudine, vengono pubblicati a pag 29, infine, i nominativi di quanti, iscritti al Gruppo “Fratres” di Anghiari, hanno effettuato donazioni nel periodo dal 1° ottobre 1998 al 31 dicembre 1998, completando così l’elenco relativo al 1998. L’ordine seguito è quello della data della donazione stessa.
GRAZIE A TUTTI DI VERO CUORE E CHE IL SIGNORE VE NE RENDA MERITO!
Il Presidente
Concorso per le scuole 1999 È in pieno svolgimento il Concorso promosso dal nostro Gruppo e dalla locale Misericordia, al fine di promuovere presso i più giovani gli ideali della SOLIDARIETÀ E DEL VOLONTARIATO. Riservato alle scuole del Comune, vi stanno partecipando tutti gli Istituti (Scuola Elementare del capoluogo e di Tavernelle, Scuola Media L. da Vinci, Scuola Media annessa all’Istituto d’Arte e Istituto d’Arte stesso). I lavori che verranno presentati saranno esposti al pubblico durante le prossime festività del SS. CROCIFISSO. Come previsto dal programma della manifestazione, sabato 20 marzo u.s., tutti gli alunni partecipanti sono stati nostri ospiti, presso la sede della Misericordia e del Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”. Sono state loro illustrate, dai relativi presidenti, le finalità e le attività quotidiane di queste associazioni, attraverso la proiezione di diapositive, la visione di altro materiale pubblicitario e la visita alle strutture logistiche ed ai mezzi di pronto soccorso della Misericordia. Un grazie alla locale Banca di Credito Cooperativo, che sponsorizza anche questa edizione del concorso. Il Consiglio Direttivo
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Donazioni effettuate dal 1° ottobre al 31 dicembre 1998 Acquisti Alessio Meozzi Michela Bruttini Emanuela Mearini Giacinta Gabrielli Domenico Gabrielli Simona Boriosi Aurelio Crociani Rinaldo Donnini Rosalba Nocentini Loredano Palazzeschi Daniela Piantedosi Pietro Rossetti Mara Baracchi Alessandro Rumori Silvia Livi Marino Panichi Franco Capolungo Ermindo Papini Giorgio Cangi Paolo Draghi Claudio Guerrini Giorgio Magrini Walter Guiducci Eleonora Tuti Tuzio Montini Gianfranco Cagnacci Alessio Puleri Maurizio Cagnacci Maurizio Leonardi Loris Ghignoni Rossano Manescalchi Carlo Panichi Renato Montini Enrico Gambacci Ottavio Ganovelli Gismondo Guadagni Francesco Massimetti Paolo Pacini Linda Cirri Monia
Marzi Luca Parati Domenico Baldi Marina Fanciullini Massimiliano Pernici Ermindo Leonardi M. Grazia Vetrichini Susanna Pasqui Antonella Corsi Dino Pernici Miriam Pernici Guido Del Sere Primo Cesari Ivano Rossi A. Maria Locci Danilo Alessandrini Alessandro Rossi Rossano Tanguenza Angiolo Veri Daniela Rossi Enrico Senesi Maurizio Lazzeroni Graziano Scaccialepri Salvino Vellati Fabiano Cungi Rita Giovagnini Vittoria Madiai Ugo Marzi Marco Matteucci Piero Molfese Laura Monini Andrea Valbonetti Maurizio Blasi Luciano Draghi Valerio Veri Franca Rossi Giuseppe Cambi Ruggero Cestelli Romano Ghignoni Alessandro Mearini Nara Redenti Mario
IL MOTTO DEL DONATORE “Una stilla del mio sangue 29
Redenti Sara Guadagni Maura Pucci Luca Senesi Piero Caremani Marco Caremani Luca Carria Eliana Cestelli Stefano Gennaioli Leonello Meoni Beatrice Nocentini Paolo Parreschi Matteo Puleri Pierino Sbragi Andrea Tortori Amedeo Tramontani Maurizio Bazzurri Marino Vichi Laura Martini Alessandro Saioni Alessandro Cambi Saura Dalla Ragione Marco Ricci Giovanni Acquisti Claudio Draghi A. Maria Dini Giuseppe Magrini Lisetta Razzoli Enzo Iacopucci Achille Zanchi Carla Pozzoli Agostino Ferrini Santino Cagnacci Santino Giuliattini Palmiro Puleri Mario Panichi Anna Maria Capolungo Ermindo Monaldi Giovanni
Programma annuale delle gite sociali
Siamo fin da ora in grado di comunicare a tutti (soci sostenitori, donatori, anghiaresi tutti), le date di effettuazione ed i relativi itinerari dei due viaggi turistici che il consiglio direttivo del gruppo ha deciso di promuovere, nell’ultima seduta del 12 febbraio u.s., per l’anno in corso:
GITA DI UN GIORNO: RAPALLO, SANTUARIO DI N.S. DI MONTALLEGRO, GENOVA DATA: domenica 23 maggio 1999 PARTENZA: ore 6.00 - Campo alla Fiera ITINERARIO: Rapallo, salita in funivia al santuario di n.s. di Montallegro con vasto panorama nel golfo del Tigullio - Prosecuzione per Genova con visita all’acquario, al porto… RITORNO ad Anghiari intorno alle 23.00 quota di partecipazione: L. 30.000 per il solo viaggio con autobus G.T. - Il pranzo è previsto al sacco, la cena lungo l’autostrada, nel ritorno.
GITA DI DUE GIORNI: PADOVA - VILLE VENETE - TEMPIO DEL DONATORE DI SANGUE DATA: sabato 26 e domenica 27 giugno ’99 PARTENZA: ore 6.00 Campo alla Fiera ITINERARIO: Padova, con visita alla città ed al Tempio del Santo - Pranzo a Padova e prosecuzione per Strà, per visitare la villa Palladiana “Pisani” - Prosecuzione per il luogo di pernottamento - Colazione in albergo e partenza per Pianezze dove si trova il Tempio del donatore; S. Messa, tempo per svago e per godere il panorama - Pranzo in ristorante prossimo al Tempio - Partenza per il ritorno ad Anghiari, con cena libera lungo la strada. QUOTA DI PARTECIPAZIONE comprendente: pranzo a Padova, cena, pernottamento, prima colazione e pranzo al Tempio: L. 190.000 circa Le iscrizioni alle suddette gite sociali si ricevono da subito presso l’Uff. Turistico locale (sig.ra Vesta Vellati), versando un acconto di L. 20.000 per la prima e L. 130.000 per la seconda gita. Sconti previsti sul costo gita: - DONATORI ATTIVI: 30% - SOCI SOSTENITORI: 15% Nell’attesa di ritrovarci in tanti in occasione delle suddette iniziative, si coglie l’occasione per augurare a tutti (associati e non) una serena
Buona Pasqua Il Comitato Direttivo
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CRONAC HETTA
Febbraio 1999 Martedì 2. Oggi, giorno della Candelora, è nato Gabriele Bini di Massimo e Luisella Bergamini. La sua famiglia abita per la Via di San Leo. Mercoledì 3. Oggi è morta Elena Berni vedova Bernardini. Aveva 89 anni ed abitava a Bicecco, vicino a Tubbiano. Giovedì 4. Stamani si vedevano sei o sette camini fumare ma quello di Athos Camaiti mandava il fumo più in alto. Venerdì 5. Stamattina ero al Borgo in via Giotto. Mi si è avvicinato un corvo (addomesticato!!) e con un colpo di becco mi ha sciolto il nastro di una scarpa. - Oggi è morto Fausto Panichi di anni 67. Conosciuto con il soprannome di Mincucchio, Fausto abitava a Monteloro ma ultimamente era ospitato alla Residenza protetta. Domenica 7. Oggi è morto Ario Buricchi di anni 58 ed abitava a Tubbiano. Lunedì 8. Stanotte ho sentito cadere la grandine. Martedì 9. Oggi è morto Paolo Casi all’età di 84 anni. Abitava a Valle Sterpeto. Giovedì 11. Oggi è morta Teresa Alunno Pergentini vedova Mercati all’età di anni 86. Teresa abitava nelle case della Polveriera alla Stazione ed è la madre del nostro collaboratore maestro Flavio. Venerdì 12. Oggi è morta Elmira Ligi di anni 85. Elmira abitava a San Benedetto, un podere per la via della Motina. Sabato 13. Concetta Gambacci vedova Meozzi è morta oggi all’età di anni 91. Abitava a Verticale Martedì 16. Oggi è morto Dino Vecchi di anni 71. Abitava alla Chiassa di Viaio. - Assunta Baldini vedova Menatti è morta oggi all’età di 93 anni. Assunta, maestra elementare, ha insegnato per tanti anni nelle nostre scuole. Giovedì 18. Oggi è nato Leonardo Piomboni di Lucio e Laura Donati. La sua famiglia abita in Cima al Passo della Libbia e il suo babbo gestisce l’ “Antico posto di ristoro” nel valico della Libbia stesso. Sabato 20. Oggi è morto Morando Calosi. Abitava al Morone di San Leo dove era coltivatore diretto ed aveva 88 anni. Domenica 21. Oggi è morto Baccio Baggi di anni 79. Baccio abitava a Valealle. Martedì 23. Stamani sono andato ad Arezzo con lo Scucco a prendere le candele per la Propositura e poi sono passato per la strada di Palazzolo che il comune ha risistemato proprio da qualche giorno. Giovedì 25. Stamani, dopo che si è alzata la foschia che li ricopriva, ho visto i monti sopra il Borgo e anche sopra San Giustino pieni di neve. Sabato 27. Dice che lungo la Libbia, nella curva prima del Ponte dei Francesi, una macchina è andata a finire nel burrone ed è morta una persona.
dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.
Gennaio 1999 Venerdì 1. Stamattina era il primo giorno dell’anno ed ho visto, come prima persona, Armando Zanchi che era alla loggia della Banca. La tradizione dice che se si vede un uomo l’anno sarà fortunato, sfortunato se è una donna! Sabato 2. Oggi è nato Leonardo Meoni di Claudio e Monia Leonardi. La sua famiglia abita in Via delle mura di sopra. Claudio, il neo-babbo, gioca anche a palla mano (ma mica tanto bene!!!). Lunedì 4. Anche oggi al Borgo c’era la nebbia e invece nella piazza d’Anghiari c’era un bel sole. Martedì 5. Oggi è nata Giada Gragnoli di Antonio e Michela Palazzeschi. La sua famiglia abita al Ghetto. - Oggi sarebbe stato il mercato, perché domani è festa, ma molti banchi se ne sono dimenticati o avevano da fare altre piazze. - Elisa Donati Sarti vedova Donati è morta oggi all’età di anni 88. Abitava alla Motina alta. Mercoledì 6. Oggi ho portato mia moglie in gita sul Gran Sasso d’Italia. Lunedì 10. Oggi è nato Nicola Neri di Roberto e Monica Checcaglini. La sua famiglia abita a San Leo in Via Vasari. Martedì 11. Oggi in piazza c’erano i boscaioli! No!! Erano solo gli operai del comune che “buttavano” giù l‘albero di Natale. Domenica 17. Oggi è nato Domiziano Panichi di Maurizio e Nada Panichi. La sua famiglia abita ai Renicci. Sabato 23. Oggi, passando da Cagli, sono andato a salutare il prof. Chegai che ha insegnato, anni fa, al nostro Istituto d’Arte. Martedì 26. Oggi sono venuti a fare la foto al quadro della Lavanda, in Propositura, prima del restauro che comincerà a giorni. Venerdì 29. Oggi è morto Gastone Corsi. Discendente di una nobile famiglia anghiarese conservava il titolo di Nobil Huomo. Gastone abitava per il Borgo della Croce ed aveva 83 anni. Sabato 30. Giuseppe Domina, colpito da malore improvviso, è morto oggi all’età di anni 81. Giuseppe abitava nella zona delle Bucacce e gestiva “L’Appalto”della Croce. Domenica 31. Da due giorni è un freddo cane. Sono proprio “i giorni della merla”!
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