Poste Italiane S.p.A.Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004AREZZOTariffa pagataTaxe perçue PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 5 AGOSTO - SETTEMBRE 2019
In copertina - Personaggi anghiaresi Gastone Mercati
Gastone Mercati forse non tutti lo conoscono ma se io dico Biga, tutti lo conoscono. Abita al Topo e da sempre ha preso parte attiva in tutte le associazioni anghiaresi: dalla Filarmonica alla Scampanata alla Pro Loco e via discorrendo. Adesso dà una mano al Centro di Aggregazione di Piazza del Teatro.
Ha lavorato dal Nardi, ma prima ha fatto mille mestieri; da ragazzetto andava col Mezzovino (Alberto) a vendere i “cocci d’Anghièri” e arrivavano fino alle Balze. Nella foto di copertina, del 6 febbraio 2015, è raffigurato quando sta entrando dalla Portaccia per andare al “Centro”, nonostante la neve ancora sulle strade.
Riporto qui sotto il perché del suo nome (quello dell’anagrafe), ricordato da lui stesso e pubblicato nell’Oratorio di cinque anni fa, e un aneddoto, uno dei tanti, scritto da Cesare Menatti. (aa)
Il nome, il perché
La mia povera mamma, la Biga del Topo, andava a fare il servizio dalla Rina del Palazzari. Ecco il dialogo causa del mio nome:
«Domani vado all’ospedale, partorisco!»
«Mettigni a nome Gastone eh, mettigni a nome Gastone, sennò non ti ciarvoglio ‘n casa.»
Era il nome di suo figlio e così anch’io mi chiamo Gastone. Sono del ‘32 e sono nato all’Intoppo, cioè all’Ospedale quando era lassù, ma la mia famiglia abitava lì.
Tanto siamo qui posso rammentare che ieri erano 54 anni che mi sono sposato. E allora auguri da parte nostra!
Gastone
AGastone, che è conosciuto di più come Biga, soprannome derivato dal nome della madre che si chiamava Abigaille, capitava spesso di fare tardi alla sera. Naturalmente la madre era contrariata da questo comportamento e i suoi amici, proprio per questo motivo, facevano di tutto per coinvolgerlo e fargli fare tardi.
Una sera il solito gruppetto la stava mandando per le lunghe con Gastone, chiacchierando proprio sotto le finestre della camera da letto dell’Abigaille. Era già mezzanotte passata e ad un tratto si sente la voce dell’Abigaille che grida: «A letto, vagabondi! Sinnò ve tiro l’urinèle (e naturalmente lei si riferiva all’urinèle pieno!).»
Il tetto della Propositura
Continuano a giungere le vostre offerte per i lavori al tetto della propositura e all’oratorio. Lavori ormai completati ad eccezione di alcune piccole rifiniture.
Come abbiamo detto in altri numeri restano però da chiudere i conti con la ditta esecutrice dei lavori e quindi il vostro aiuto continua ad essere necessario.
Un grande grazie a coloro che già hanno mandato le loro offerte e a voi che vorrete mandarle ora.
Offerte per il tetto della propositura e l’oratorio; quinto elenco: Cecilia Brizzi in memoria di Monica Brizzi; Angiolo Dragoni; Franca Cerbai.
Lavori in Parrocchia
Grazie ad un contributo CEI è stato realizzato un impianto di videosorveglianza in Propositura. In questo modo questi luoghi che, al di fuori delle celebrazioni, vengono lasciati aperti per un momento di preghiera o per visite dei turisti, saranno più al sicuro.
Dopo l’estate partiranno i lavori di rifacimento del tetto della chiesa di Santo Stefano, la più antica del nostro territorio. Durante le normali manutenzione era emersa da tempo la necessità di questo intervento che ora è possibile realizzare anche grazie ai contributi e le offerte che arrivano dagli anghiaresi. La ditta appaltatrice ha già provveduto a portare i ponteggi necessari.
Per chi ancora non l’ha fatto ma desidera aiutarci nell’impegno finanziario per il tetto della chiesa della Propositura e dell’oratorio lo può fare utilizzando il bollettino di C/C postale N. 11802527, specificando nella causale “Lavori tetto Propositura” o “Lavori sistemazione oratorio”; oppure potete farlo presso gli sportelli della Banca di Anghiari e Stia tramite Bonifico Bancario IBAN IT82Y0834571310000000005053 o direttamente presso la Canonica.
Grazie!
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l'editoriale di enzo papi
Uno di noi, cresciuto con noi
Un giovane figlio di questo territorio
Il vecchio proposto don Marco Salvi è partito per onorare il nuovo compito di Perugia. Anghiari e le numerose parrocchie che, tutto attorno al capoluogo, erano oggetto della sua cura, ora sono in attesa dei nuovi incarichi che l’arcivescovo Riccardo Fontana annuncerà come di consueto nel prossimo mese di settembre-ottobre. Ad Anghiari è stato mandato don Alessandro Bivignani, sacerdote ancora in studio, giovane e figlio di questa nostra Terra.
Non si è soliti porre attenzione a questo fatto, ma la Chiesa -come istituzione è una monarchia sui generis. È noto l’adagio inglese: «È morto il re, viva il re!», che significa: «Non siamo orfani, il re c’è sempre!». Lassù per via ereditaria, ovviamente; il re è comunque vivo nella persona del successore. Quaggiù ad Anghiari è lo stesso, non c’è ‘vacatio’ d’autorità: partito il proposto, viva il proposto! La sola differenza è data dalla modalità giuridica: nelle monarchie il diritto risiede nel sangue, nella Chiesa il diritto risiede nell’investitura consegnata dal vescovo, erede degli apostoli. In questo momento, ad interim, il diritto è stato consegnato a don Alessandro.
Se è lecito -e sottolineiamo il se per il dovuto rispetto al vescovo- che questo figlio possa dare voce al sentimento della comunità, pensiamo di poter dire che l’interim è proprio azzeccato; e ci auguriamo dunque che al momento delle nomine definitive don Alessandro possa essere insediato come nuovo proposto e successore di don Marco: come periodico della parrocchia e di tutta l’Unità Pastorale conosciamo molto bene don Alessandro, ci è stato sempre vicino ed ha collaborato frequentemente con noi con impegno ed attenzione ed ha gestito pagine di qualità. Negli ultimi numeri si è interessato al Sinodo diocesano del quale, fra l’altro è stato ‘maiores’, uno di coloro che hanno prodotto il documento finale. Ma anche come giovane e figlio di questo territorio, ci è stato sempre vicino ed in parte è cresciuto nella comunità. Lo abbiamo visto partecipare ai pellegrinaggi culturali di settembre ed alle catechesi con l’arte; come lo abbiamo visto in tante iniziative, ragazzo o giovanotto, attraverso diverse delle foto pubblicate nel numero speciale dedicato a don Marco vescovo.
Don Alessandro? Uno di noi, cresciuto con noi!!!
Bene! Dai don Alessandro, ti vogliamo bene e ti aspettiamo con grande piacere.
L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno LII - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro. Redazione:donmarcosalvienzopapiteresabartolomeimariodelpiailarialorenzinielisadelpiantagabrielemazzimassimoredentimichelefoni.
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Mese di agosto 2019
1° agosto giovedì: Primo Giovedì del Mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.
2 agosto venerdì: Perdono di Assisi: alle ore 9:00 S. Messa presso la cappella di Montauto con partenza del pellegrinaggio dal Cenacolo di Montauto alle ore 8:00; alle ore 18:00, santa Messa presso la chiesa della Croce, chiesa francescana. Primo Venerdì del Mese. Nel santuario del Carmine, alle ore 21:00, rosario completo.
3 agosto sabato: Festa del malato e dell’anziano presso il santuario del Carmine. Programma a pag. 9. Le sante Messe delle ore 17:00 a Tavernelle e delle ore 18:00 ad Anghiari, non verranno celebrate.
4 agosto domenica: Domenica XVIII del tempo ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.
6 agosto martedì: Trasfigurazione di N. S. G. C. Primo martedì del mese. Nella chiesa di Propositura alle ore 17:00 “Ora di Guardia con recita del santo Rosario”.
7 agosto mercoledì: San Donato. Patrono di Arezzo e di tutta la diocesi.
9 agosto venerdì: Nella chiesa di Micciano, alle ore 20:15, santa Messa dei Ritiri di Perseveranza.
10 agosto sabato: S. Lorenzo diacono e martire. Lorenzo, spagnolo di nascita, subì il martirio sotto l’imperatore Valeriano. Fu disteso vivo sui carboni ardenti (graticola). Festa nella comunità di San Lorenzo dove, alle ore 19:00, sarà celebrata una santa Messa solenne. Seguirà un momento conviviale fra tutti gli intervenuti.
11 agosto domenica: Domenica XIX del tempo ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.
15 agosto giovedì: Assunzione della B. V. M. Sante Messe secondo l’orario festivo. Festa nella parrocchia di Micciano e Tavernelle. La madre di Cristo è assunta in cielo. 18 agosto domenica: Domenica XX del tempo ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.
24 agosto sabato: S. Bartolomeo apostolo. S. Bartolomeo è il patrono della nostra parrocchia; nacque a Cana di Galilea e fu condotto a Gesù dall’apostolo Filippo. È tradizione che abbia tramandato il Vangelo in India e che sia morto martire, scorticato vivo e decapitato. Alle ore 18:00, in Propositura, santa Messa solenne; seguirà per tutti la festa presso gli spazi dell’oratorio.
25 agosto domenica: Domenica XXI del tempo ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.
27 agosto martedì: santa Monica, madre di sant’Agostino. 28 agosto mercoledì: sant’Agostino vescovo e dottore della Chiesa. La Messa delle ore 9:00 sarà celebrata a Sant’Agostino. Agostino nacque a Tagaste, in Africa, nel 354. Trascorse una adolescenza inquieta finché, convertitosi alla fede, fu battezzato a Milano dal vescovo Ambrogio nel 367. Tornato in patria fu eletto vescovo di Ippona. Morì nel 430 dopo aver scritto numerosi trattati di fede.
29 agosto giovedì: martirio di Giovanni Battista. Ad Anghiari si festeggia il beato Bartolomeo Magi nato nel 1460. Entrò nell’ordine dei frati minori della Verna e morì ad Empoli, nel convento di santa Maria a Ripa, nel 1510. La santa Messa delle ore 9:00 verrà celebrata presso l’altare del beato Magi; Alle ore 18:00 una santa Messa sarà celebrata nella chiesa della Croce.
Mese di settembre 2019
1° settembre domenica: Domenica XXII del tempo ordinario. La santa Messa delle ore 11:00, anziché in Propositura, verrà celebrata a Santo Stefano per i festeggiamenti in quella comunità.
3 settembre martedì: Primo martedì del mese. Nella chiesa di Propositura alle ore 17:00 “Ora di Guardia con recita del santo Rosario”.
5 settembre giovedì: Primo Giovedì del Mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.
6 settembre venerdì: Primo Venerdì del Mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20:15, santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel santuario del Carmine, alle ore 21:00, rosario completo.
8 settembre domenica: Domenica XXIII del tempo ordinario Natività della B. V. Maria. Sante Messe secondo l’orario festivo.
Festa della Madonna dei Lumi a Pieve Santo Stefano.
14 settembre sabato: esaltazione della santa Croce. La Messa delle ore 9:00 verrà celebrata nella chiesa della Croce.
15 settembre domenica: Domenica XXIV del tempo ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.
21 settembre sabato: san Matteo apostolo, evangelista. Nato a Cafarnao, Matteo esercitava il mestiere di esattore delle tasse quando fu chiamato da Gesù. Subito Matteo (Levi) lo seguì. Scrisse un Vangelo in lingua ebraica e si dice abbia predicato in Oriente dove subì il martirio.
22 settembre domenica: Domenica XXV del tempo ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 23 settembre lunedì: san Pio da Pietrelcina. 29 settembre domenica: Domenica XXVI del tempo ordinario. Santi Michele, Gabriele e Raffaele arcangeli. Sante Messe secondo l’orario festivo.
Parchino di Santo Stefano
Sabato 8 giugno 2019, riapertura del parco annesso alla chiesa di santo Stefano.
Dopo averlo ripulito adeguatamente e aver rimontato i numerosi giochi presenti, apertura quindi per metterlo a disposizione dei tanti bambini e ragazzi che lo frequentano.
Si chiede solo educazione e rispetto delle cose.
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CALENDARIO LITURGICO
a cura di Franco Cristini
S. MESSE FESTIVE
S. Messa alle ore 9:00
Dall’8 luglio la santa Messa feriale che si celebrava in Propositura alle ore 18:00, è stata spostata alle ore 9:00 del mattino. Il sabato, la Messa prefestiva rimane invariata alle ore 18:00, sempre in Propositura.
Ogni primo martedì del mese, in Propositura, alle ore 17:00, “Ora di Guardia con recita del santo Rosario”.
Venerdì
2 agosto 2019
Perdono di Assisi
Ritrovo presso il Cenacolo di Montauto.
Alle ore 8:00 partenza del pellegrinaggio verso la Maestà di san Francesco. Qui (circa le ore 9:00) verrà celebrata la santa Messa.
Il ritorno è libero
CELEBRATE
NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI
Ore 8:00 -ANGHIARI: chiesa di S. Stefano Ore 9:00 -ANGHIARI: chiesa di Propositura “ -VIAIO: chiesa di S. Paterniano Ore 10:00 -CARMINE: santuario Madonna del Carmine “ -MICCIANO: pieve di Maria Assunta “ -S. LEO: chiesa di san Leone Ore 11:00 -ANGHIARI: chiesa di Propositura “ -PIEVE DI SOVARA: S. Maria Annunziata “ -TAVERNELLE: chiesa dell’Assunzione di M.V. Ore 16 (estivo 17) -PONTE ALLA PIERA: chiesa di S. Giovanni E. Ore 18:00 -ANGHIARI: chiesa della Croce
... E DI MONTERCHI
Ore 8:45 -PADONCHIA: chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10:00 -POCAIA: chiesa della Madonna Bella Ore 11:00 -LE VILLE: chiesa di S. Maria della Pace Ore 11:15 -MONTERCHI: chiesa di S. Simeone profeta Ore 17:00 (18:00 estivo): chiesa di san Simeone a Monterchi
Prima domenica del mese a Scandolaia ore 15:00 (ore 16:00 estivo) Ultima domenica del mese: chiesa di san Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16:00 (ore 17:00 estivo).
MESSE PREFESTIVE:
Ore 16:00 - (ore 17:00 estivo) chiesa di Tavernelle Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) arcipretura Monterchi Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) chiesa di Tubbiano Ore 17:00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 16:30 - (ore 17:30 estivo) S. Maria della Pace, Le Ville Ore 18:00 - propositura di Anghiari
Primo venerdì del mese
Al santuario del Carmine, alle ore 21:00, recita del Santo Rosario completo.
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Spigolature di storia d’Anghiari
5 Maggio 2019
Nella chiesa di San Leone Magno in San Leo di Anghiari, suonano le campane per la S. Messa delle 10:00, ma suonano particolarmente a festa.
Guido Tarlati, vescovo d’Arezzo nel 1321 tenta di conquistare Sansepolcro, le sue soldataglie invadono la pianura d’Anghiari e incendiano case compiendo distruzioni a S. Leo e Tubbiano.
Dopo aver conquistato Anghiari e l’alta valle del Tevere nel 1321-1322, Guido Tarlati ne investe il fratello Pier Saccone di Pietramala.
Il vescovo fa ampliare la piazza di Mercatale e vi fa costruire la loggia con le fonti. Pier Saccone fa costruire lo stradone di collegamento con Sansepolcro sul sentiero d’un vecchio canale: «doveva essere mantenuta di quella larghezza di 19 braccia che fu fatta e star sempre netta e li suoi fossi spazzati.»
La costruzione dello stradone è espressione della provvisoria unità politico-territoriale raggiunta sotto i Tarlati.
Tra i provvedimenti presi per Anghiari, si attribuiscono al vescovo, che vi pone il suo stemma, la realizzazione del pozzo di S. Agostino, della torre del castello, della Fonte del Mercatale e della loggia; le cronache ricordano che “drizzò ancora con bel disegno una colonna di pietra nell’entrar della loggia che si chiama il pietrone”.
Mercoledì 3 luglio 2019 Nel disegno in alto, tratto dal “Codice Taglieschi”, la Fonte, le Logge del Mercatale e, a destra, il ‘Pietrone’.
In giro per le valli
Anno, tornando dal Mugello, ho visto che al Poggiolino (quello di Pelago però) ci sono tutte vigne. Sarebbe contento Fabocchio che diceva sempre: «Ma che ospedali, vie o campi sportivi: tutte vigne!» Poco dopo ho trovato anche la località “Omo morto”. Si trova nei pressi di Castel S. Niccolò.
Si, perché in questo giorno i nostri Mario Poggini e Maddalena Chieli festeggiano il loro cinquantesimo anno di matrimonio.
Mario e Maddalena, coetanei ed amici da sempre dei miei genitori, li sento un po’ come fossero anche miei, come se fossi una loro figlioccia, e sono onorata e grata di poter essere presente in un giorno per loro così speciale.
Uno dei vantaggi di abitare nei piccoli paesi è che ci si conosce tutti ed è spontaneo sentirsi come una grande famiglia allargata.
Persino don Romano, che celebra la cerimonia e che conosce bene i nostri cari sposi, non può che elogiarli per il loro operato e per aver considerato sempre la famiglia come valore da tenere al primo posto nella vita.
Il loro è per eccellenza l’esempio di amore supremo, una testimonianza vera e tangibile di fede ed altruismo.
Nonostante le dure prove che sono stati costretti ad affrontare nella vita, sono lì, più innamorati e vicini che mai, ed è impossibile osservarli e non provare ammirazione e stima.
Entrambi collaboratori della parrocchia, si sono sempre dimostrati particolarmente attenti ai bisogni degli altri.
Maddalena, catechista e collaboratrice della Caritas diocesana, è una di quelle donne che non solo a parole, ma con i fatti, si è messa sempre a disposizione di tutti.
È con tutto il cuore quindi che auguro a Mario e Maddalena a nome mio e di tutta la comunità una lunga e felice vita insieme.
Vi voglio bene… Valentina
Da casa vostra è passata la cicogna?
Mandateci le informazioni, le pubblicheremo volentieri.
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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo * Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.
A cura di Franco Talozzi
Festa degli alberi 1952
La foto, pubblicata nel numero 10/1992 dell’Oratorio, raffigura i bambini dell’Asilo Infantile (allora si chiamava così) “in occasione della festa degli alberi, novembre 1952, che quell’anno furono messi a dimora nel terreno in prossimità dell’allora Ospedale e Istituto Martini. I bambini sono accompagnati dalla maestra Dinda (Adelinda Papini), a sinistra vestita di nero, dalle maestre Adriana Vescovini e Mirella Dragoni e dalla cuoca, in primo piano, Novella Ceppodomo.”
Auguri all’Assunta
Nell’aprile scorso c’è stata una bella ricorrenza a Sansepolcro, nella zona del Prucino. Assunta Del Pia compiva la bellezza di 90 anni. Era nata infatti al Molinello (la sua famiglia a quel tempo abitava lì) il 20 aprile del 1929, anche se poi venne registrata in Comune il giorno dopo. Poi, da sposata, si è trasferita al Borgo. Ad Assunta, festeggiata dai familiari, volentieri la Redazione e, ci scommetto, i Del Pia di Anghiari e quelli sparsi qua e là, mandano tanti auguri per questo traguardo raggiunto.
Notizie
da qui ma anche da un po’ più in là
Oltre un centinaio le “merlettaie” ritrovatesi a Zagarolo, domenica 26 maggio, per il VI raduno dedicato alle lavoratrici con i fuselli. Erano rappresentate moltissime scuole italiane e straniere. Anche Anghiari era presente.
La tastiera dell’organo della Propositura è stata spostata nella cappella di destra, vicino alla collocazione del coro, per accompagnare nel migliore dei modi le celebrazioni liturgiche. Giovedì 6 giugno 2019.
Ieri sera (18 giugno) a San Leo qualcuno ha voluto portare avanti una moda tristissima! Fuoco alle rulle di fieno!! È successo nella zona del campo sportivo! Lingue di fuoco spaventose, tanto fumo. Per fortuna i pompieri sono intervenuti rapidamente a mettere fine a questo increscioso episodio!!! Riflettiamo!!! (mc)
È un po’ di giorni che vedo diverse piante seccarsi. Sono gli olmi che rifanno come fecero un paio di lustri fa, ma forse anche di più.
Il calabrone
io la penso così
Papa: eutanasia e suicidio assistito sono una sconfitta per tutti!
Di fronte alla drammatica vicenda di Noa Pothoven, il Papa afferma che la risposta non è abbandonare chi soffre. Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita: l’Europa soffre di una grande povertà spirituale, siamo tutti più soli e più fragili.
Pensione
Mi riesce difficile parlare del caso di Riccardo Fuzio (non conosco e non riesco a capire l’intreccio di queste cose) che lascia la magistratura con un anno di anticipo dopo il suo coinvolgimento nella vicenda di Perugia. Qualcuno ha detto “senso di responsabilità”. Può darsi sia così. La pensione la prenderà subito?
Le vostre offerte le potete far pervenire anche con bonifico.
Banca di Anghiari e Stia: IT82 Y083 4571 3100 0000 0005 053
UbiBanca: IT90 F031 1171 3100 0000 0003 389.
Le potete poi consegnare in parrocchia o ai collaboratori. Potete darle anche alla Élida, nella merceria in cima a Piazzetta delle Legne. Grazie!
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...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores
LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE di don
Quinto Giorgini
Chiesa-Propositura di S. Bartolomeo apostolo in S. M. delle Grazie nel centro storico di Anghiari 1ª parte
Nelle precedenti puntate, ho presentato ai lettori tutte le chiese e cappelle del centro storico di Anghiari, esclusa la chiesa principale, la parrocchiale, la propositurale, dedicata a santa Maria delle Grazie e naturalmente al patrono S. Bartolomeo Apostolo, festeggiato il 24 agosto.
Avrei voluto astenermi dal raccontare la storia e l’arte di questa chiesa, perché altri più competenti di me, lo storico locale Armando Babbini, con diversi articoli e quaderni sul nostro Oratorio, ne hanno raccontato ai lettori l’origine e le varie fasi della sua costruzione fino ai lavori di ristrutturazione e di conservazione eseguiti al tempo dei proposti Conti don Giuseppe Angelo e don Nilo negli anni 1930-35 e infine i recenti restauri del 2018-19 realizzati dall’ultimo proposto architetto e vescovo Marco Salvi. Il responsabile del bimestrale Oratorio, il sig. Mario del Pia, ha tuttavia insistito perché completassi, secondo il mio metodo basato su ricerche di archivi diocesani e parrocchiali e nei registri delle varie Visite pastorali, la storia di questa chiesa del Fosso, che sarà dedicata in seguito a S. Maria delle Grazie e infine anche al patrono S. Bartolomeo Apostolo.
Secondo le mie ricerche, questa va considerata la prima vera chiesa parrocchiale della comunità cristiana di Anghiari. Non dobbiamo dimenticare che la Comunità cristiana del castrum anglarii dipendeva direttamente e personalmente, insieme alla scomparsa chiesa di S. Girolamo, situata ai piedi del paese, dal pievano pro-tempore di Micciano, che la serviva attraverso cappellani, mentre tutte le altre chiese del territorio circostante, pur dipendendo anch’esse dalla pieve paleocristiana di Micciano, erano rette da propri parroci. Certamente il popolo cristiano residente nel castrum frequentava da sempre la Chiesa dell’Abbazia camaldolese costruita nel 1104-05 e poi, in seguito, la chiesa di S. Agostino e anche quella della Croce dei frati francescani. Quest’ultima però non apparteneva alla Diocesi aretina ma a quella di Sansepolcro.
La continua crescita del numero dei fedeli del centro di Anghiari e la notevole distanza di circa 3 km da Micciano spinsero il vescovo aretino e il pievano di quel tempo alla decisione di far costruire nel 1442 una chiesetta-battistero nell’antica via del Borghetto, oggi via Taglieschi n. 5. Naturalmente il nuovo Fonte Battesimale non poteva essere collocato né nella chiesa della Badia, né in quella di S. Agostino, appartenenti a ordini religiosi, per cui fu costruito un oratorio dedicato a S. Giovanni Battista, dove vennero amministrati i Battesimi per circa 350 anni, cioè dalla suddetta data al 1785, sempre sotto la diretta autorità del pievano di Micciano.
In quest’ultima data, il Fonte Battesimale, dall’oratorio di S. Giovanni Battista, fu traslato provvisoriamente per ordine del vescovo aretino nella Badia, esattamente
nella cappella Bigliaffi, ove si continuò a battezzare fino alla definitiva traslazione il 9 settembre 1787 nella nuova chiesa parrocchiale di S. Maria delle Grazie, detta popolarmente del Fosso, cioè l’attuale Propositura di S. Bartolomeo.
Praticamente, l’antica Badia di S. Bartolomeo era diventata anche chiesa parrocchiale, se non di diritto ma di fatto. Nella Visita apostolica di mons. A. Peruzzi dell’8 luglio 1583, non si afferma che la chiesa abbaziale sia anche parrocchiale, anzi si scrive che ne era AbateCommendatore don Girolamo dei marchesi di Monte S. Maria Tiberina, residente in Roma, e che il suo vicario perpetuo era don Anghiarino Borghi, del luogo, coadiuvato però da due cappellani e un diacono prossimo a diventare sacerdote, che approvati dal Vescovo diocesano esercitavano la cura delle anime, di cui 770 erano ammesse ad Comunionem
Praticamente, la Badia era considerata anche chiesa “parrocchiale”, come espressamente si leggerà nel verbale
In alto, veduta della Propositura dominante il borgo del Fosso e, sotto, la Propositura vista da ovest.
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nostre chiese...
della successiva Visita pastorale fatta il 31 maggio 1598: “Visitò S. Bartolomeo, chiesa parrocchiale e Badia di Anghiari”. Come si legge a pag. 6 dell’ultimo Quaderno dell’ Oratorio di Anghiari , dedicato tutto a “La Propositura di S. Maria delle Grazie” in data 5 aprile 2019, già dal luglio del 1480 l’abate di S. Bartolomeo don Ugolino dell’Antella “ per consiglio del Padre Maggiore di Camaldoli, di molti gentiluomini fiorentini e di tutto il pubblico di Anghiari, fu esortato e consigliato a fabbricare una nuova Badia, sotto il titolo di S. Bartolomeo, perché quella esistente (...) era piccola e non capace di ricevere il popolo di Anghiari nelle solennità, processioni e predicazioni”.
Sintetizziamo la lunga e travagliata costruzione di questa chiesa. Tra le diverse ipotesi e non senza contrasti, fu scelto un terreno in località Il Fosso, fuori delle mura, in zona abbastanza marginale, ma tuttavia non troppo lontana dalla vetusta abbazia, dal centro del vecchio abitato, in posizione abbastanza visibile e raggiungibile dalla piazza centrale con una breve strada in salita.
Questa nuova chiesa del Fosso non fu costruita per collocarvi la miracolosa Immagine della Madonna dipinta sul muro dell’Ospedale Bigliaffi, che già il 18 aprile del 1621 era stata traslata nell’oratorio di S. Antonio in Piazza del Mercatale, ma come abbiamo già accennato, per le esigenze pastorali della aumentata comunità cristiana del luogo.
Certamente, una volta costruita la nuova chiesa, dopo 111 anni dal progetto iniziale del 1627, attribuito al fiorentino Michele Jacopo Ciocchi, dalla posa della prima pietra il 20 maggio 1629 e dall’apertura al pubblico il 26 giugno 1740 con una semplice benedizione dell’Abate, si cominciò a pensare di trasferirvi la suddetta miracolosa Immagine, cosa che fu realizzata soltanto 26 anni dopo, cioè il 28 aprile del 1766.
Si dovrà attendere ancora altri 22 anni perché la nuova chiesa parrocchiale, nonché propositurale, venga consacrata con rito solenne il 4 maggio del 1788, dal Vescovo Aretino mons. Niccolò Marcacci, alla presenza del suo successore a Sansepolcro, il grande Vescovo
Roberto Maria Costaguti. L’antica Badia era stata soppressa nel 1765, quando il suo ultimo vicario, don Telesforo Doni, fu nominato primo parrocoproposto della nuova chiesa del Fosso, che sarà dedicata, come abbiamo già detto, alla Madonna delle Grazie e naturalmente al patrono d’Anghiari S. Bartolomeo apostolo.
In alto, il battistero, attualmente in Propositura, proveniente dalla ex chiesa di San Giovanni, foto a destra, situata nel Borgo di San Giovanni, oggi via Taglieschi.
Qui a lato il tabernacolo (dietro l’altare maggiore) entro cui era collocata la bellissima immagine, oggi purtroppo deteriorata e bisognosa di restauro, della Madonna del Bigliaffi.
In Propositura è ancora visitabile la mostra sui lavori al tetto della chiesa stessa e nei pannelli ci sono notizie dettagliate di questo affresco che si trovava in una parete dell’ospedale delle donne, adiacente alla ex chiesa di San Giovanni.
Al Carmine - Festa estiva del malato e dell’anziano
Caritas Parrocchiale di Anghiari in collaborazione di Misericordia e Fratres, invitano sabato 3 agosto alla festa estiva del malato e dell'anziano, presso il Santuario Mariano del Carmine. Programma: ore 17 ritrovo al Santuario; ore 17,30 Santa Messa; a seguire, momento conviviale. Nella giornata vengono "soppresse" la S. Messa delle ore 17 a Tavernelle e la S. Messa delle ore 18 in Propositura.
9 Le
La Caritas
e l’animatore Caritas parrocchiale
Come alcuni di voi certamente sapranno, la Caritas parrocchiale apre il centro di ascolto il mercoledì dalle ore 16:30 alle ore 18:00 ed il giovedì il centro distribuzione generi alimentari e vestiario, sempre dalle ore 16:30 alle ore 18:00. Meno conosciuto è forse il fatto che ogni mercoledì, dopo il centro di ascolto, gli animatori della Caritas si riuniscono dalle ore 18:00 alle ore 19:00 per fare autoformazione, per programmare, per decidere sul cosa fare, per cercare nuove idee che possano essere di aiuto e di supporto per alleviare le povertà di vario genere delle famiglie “più deboli” della nostra comunità. In una delle riunioni di questo tipo abbiamo formalizzato quello che secondo noi deve essere l’impegno dell’animatore Caritas, impegno che vorremmo condividere con chi legge queste poche righe, e per questo motivo lo riportiamo in maniera “integrale”.
L’animatore Caritas parrocchiale
“Nel momento in cui operiamo all’interno di un contesto di comunità e di territorio, è importante che non sia data risposta solo al bisogno della persona, ma si attui anche quell’azione ricreativa sul contesto e sulle persone, affinché facciano altrettanto. Questa seconda parte dell’azione è molto più difficile della prima. Noi dobbiamo sì, andare per esempio in una casa a portare un po’ di compagnia alle persone anziane o ammalate, ma contemporaneamente è necessario sensibilizzare le altre famiglie del condominio o del vicinato. Queste sono le due grandi azioni da compiere, ma noi solitamente ci fermiamo alla prima. Con l’andare del tempo, la persona sola dovrebbe essere sotto gli occhi delle famiglie che sono all’interno del condominio o della contrada dove abita, quindi non solo sotto gli occhi dell’operatore. La prossimità dell’animatore Caritas vuole rispondere ai bisogni concreti delle persone, ma il suo esserci deve anche suscitare, animare e attivare altrettanta azione di interesse, di disponibilità e di presenza da parte del circondario, circondario che non dovrebbe dimenticare i bisogni di nessuno. Animare significa esserci, intervenire per fare. Intervenire significa trasmettere il desiderio, l’impegno e la volontà ad altri di fare lo stesso. È un po’ quanto realizza il buon samaritano quando individuando sul territorio l’albergatore, gli consegna la cura del malcapitato. Dobbiamo trovare tutte quelle formule, in cui alla cura data, corrisponde anche l’attivazione di altre azioni di cura da parte di altri. Questa è la consegna che viene data all’animatore della pastorale della carità: non soltanto intervenire, ma facilitare, educare, stimolare e agire, perché intervenga qualcun altro, in modo che prima o poi in quel luogo non ci dovrà più essere bisogno dell’animatore Caritas. Gesù ha consegnato questo: “Andate e coinvolgete, cercate di esserci dove la sofferenza si esprime”.
Tutto ciò va logicamente alimentato all’interno delle nostre comunità, innanzitutto costruendo buona comunione fra i credenti, attraverso la moltiplicazione delle
opere di misericordia corporali e spirituali. È importante creare sul proprio territorio presenze sempre più significative e capaci di intervento, ma ancora più importante è la cura delle relazioni nelle famiglie, nella realtà ecclesiale e dentro il tessuto sociale. L’animatore Caritas, è colui che soprattutto ha cura di questo buon rapportarsi nelle famiglie e tra le famiglie, tra gruppi ed espressioni diverse della comunità ecclesiale, tra la comunità ecclesiale e l’intero territorio, dalle istituzioni a tutte le realtà del privato sociale”.
L’appello
Venite a trovarci in parrocchia il mercoledì dalle ore 18 alle ore 19. Portateci nuove idee; condividete con noi la voglia di aiutare il prossimo; aiutateci ad uscire dalle stanze della nostra parrocchia per portare la carità cristiana nelle nostre strade, nelle nostre piazze e, soprattutto nelle famiglie; aiutateci a far sì che le povertà di questo mondo, la sofferenza, la salute, la solitudine, trovino attraverso le presenze di tutti noi un momento di sollievo, un gesto di condivisione, una parola di conforto. Aiutateci ad aiutare! Proviamoci assieme! (mr)
Quando ricominciamo?
Sono già trascorsi due anni (scolastici) da quando è iniziata questa avventura: insegnare la lingua italiana a persone di diverse nazionalità che lavorano in Italia. In maggior parte sono “badanti” donne ma anche altre, arrivate qua e poi ripartite dopo aver trovato lavoro altrove. Si sono presentati anche migranti che hanno iniziato questo percorso di lavoro, poi abbandonato per essere stati trasferiti in altre zone. Alcune persone poi, o per motivi familiari o per altre cause, non sono state costanti nella frequenza e per questo motivo spesso abbiamo dovuto riprendere daccapo il programma stabilito. Abbiamo così deciso di fare due gruppi di lavoro a seconda delle minori o maggiori conoscenza della lingua italiana.
Il gruppo europeo è stato molto costante nella frequenza mostrando interesse e volontà nell’imparare con sempre maggiore consapevolezza la nostra lingua così da inserirsi sempre di più nella famiglia e nel paese. Gli alunni di lingua araba hanno avuto maggiori difficoltà, sicuramente a causa della loro lingua molto differente dalla nostra e anche dal loro bagaglio culturale.
Tutte le persone però, sono sempre state molto educate e riconoscenti con noi insegnanti, ringraziandoci spesso di questa iniziativa.
Anche noi abbiamo imparato, parlando con loro, le loro abitudini, il loro modo di cucinare, insomma un po’ della loro cultura. Si è instaurato tra noi un bel rapporto: abbiamo dato in tempo e competenza e abbiamo ricevuto in affetto e riconoscenza.
Già prima di iniziare l’ultimo giorno di scuola, ci hanno detto: «Quando ricominciamo?» (gm)
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Lunedì 24 giugno 2019 don Alessandro, amministratore della nostra Unità Pastorale, in attesa della nomina a parroco, ha celebrato una santa Messa nella chiesa di Badia per i tanti collaboratori che si impegnano nei vari ambiti.
Nella vita cristiana la preghiera assume un posto centrale ed è stato significativo che l’impegno dei collaboratori della parrocchia, trova in essa il suo inizio.
Nella Sicilia di Montalbano
Può capitare che anche facendo del turismo molto conformistico secondo le mode imperanti, si incorra in richiami storici che ti riportano imprevedibilmente a temi e personaggi importanti di casa nostra. Da tempo volevo visitare i suggestivi luoghi sede delle sceneggiature del Commissario Montalbano di Camilleri, che la Rai ha ormai trasmesso a ripetizione tante volte e finalmente all’inizio dell’estate mi son preso una decina di giorni per quella Sicilia dove si son svolte tante indagini del Commissario e dei suoi caratteristici collaboratori.
È la Sicilia che ruota attorno alla punta più a sud, Capo Passero, da Agrigento fino a Catania: Val di Noto, Ragusa, Modica, Comiso, Scicli sono i centri più noti. Poi succede che quando siamo lì, dimentichiamo la cronaca e le mode correnti perché la bellezza e l’interesse di queste città storiche ti assorbono completamente. Ma la vera sorpresa è stata che quando ho aperto la guida del Touring Club sulla Val di Noto. Vi era riportato in tutta evidenza un antico disegno di una pianta di città del ‘500 e sotto, sulla didascalia, c’era scritto “la città ideale rinascimentale di Girolamo Maggi”. Noi ad Anghiari lo conosciamo per la famiglia Magi, ma nei testi di architettura e urbanistica si trova quasi sempre “Maggi” con due “g”.
Leggendo i dettagli della Guida Touring, è poi risultata chiara l’imprevedibile strana associazione fra l’Anghiarese Magi e la Sicilia della Val di Noto.
Nel 1693 un terremoto distruttivo di magnitudo 7.3 rase al suolo tutti i 45 centri della Val di Noto facendo più di 60.000 vittime. Fu incaricato della ricostruzione delle città il nobile Duca di Camastra che si avvalse di un tecnico di origine fiamminga, Carlos de Grunenberg.
In Badia
Questo Architetto si trovava ad operare in Sicilia, in quanto esperto di ingegneria militare chiamato per rinforzare le piazzeforti militari dell’isola contro il pericolo turco. Da esperto sui moderni sistemi difensivi delle città, conosceva molto bene i libri dei teorici rinascimentali che avevano studiato le forme ideali più adatte delle città fortificate per difendersi dagli attacchi delle artiglierie nemiche. Quindi niente di meglio che adottare per la ricostruzione delle città distrutte gli schemi urbanistici che Girolamo Magi, teorico e progettista delle difese militari, aveva ben tracciato quasi duecent’anni prima nella sua “Della fortificazione delle città” assieme a Giacomo Castriotto.
Non stupisce quindi che nel caratteristico disegno simmetrico esagonale di cittadine come Avola e Grammichele, ricostruite nel corso del ‘700, gli studiosi attuali abbiano riconosciuto ed evidenziato l’ispirazione del Magi anghiarese.
…C’è un po’ di aria di casa nella Sicilia di Montalbano! (abì)
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Il 14 aprile scorso, dopo una lunga malattia affrontata con vero spirito cristiano, ci ha lasciato don Antonio Bacci, il sacerdote, il parroco, lo storico, lo studioso.
Era nato nel 1945 a Tegoleto ed era diventato sacerdote nel 1969. Si era anche laureato in Storia e quindi, oltre alla missione di Parroco, svolgeva anche la professione di insegnante sia nelle scuole pubbliche che in quelle della Diocesi di Arezzo (Seminario e Istituto di Scienze Religiose).
Molto curioso, dotato di un’intelligenza e di un acume non comuni, affrontava le varie indagini con grande determinazione, arrivando sempre ad apportare contributi e scoperte davvero importanti.
Ha pubblicato molti libri e moltissimi articoli su giornali, riviste e periodici. Ricordo qui il suo lavoro dedicato alla badia di san Veriano, l’altro scritto assieme a don Francesco Sensini e a don Natale Gabrielli, dedicato al Sinodo di Mons. Cioli. Poi, il bellissimo libro in ottava rima dedicato al “Viva Maria”, una delle sue grandi passioni. E come dimenticare l’antica viabilità del territorio aretino? Ad essa ha dedicato più pubblicazioni, fondamentali. Un libro lo ha dedicato a Pieve a Maiano, dove è stato parroco per parecchi anni. Un altro a Ciggiano. Adesso era parroco a Ruscello e a sue spese aveva fatto restaurare il tetto della chiesa.
Alle sue esequie, tenutesi in una Cattedrale di Arezzo piena di fedeli, l’Arcivescovo Riccardo Fontana lo ha ricordato con parole commosse, parlando dei vari aspetti della vita di don Antonio e sottolineando che con lui se ne va uno degli ultimi “preti colti”, quei preti che un tempo abbondavano -come Mons. Tafi, come il Can. Pieri, come don Martini, come il Can. Pietro Buresti e tanti altri- e che coniugavano la cura della parrocchia con lo studio di varie discipline, spesso la storia o la letteratura, ma anche la musica o le scienze naturali, come nel caso del nostro don Pietro.
Di don Antonio colpivano il suo sorriso penetrante, la battuta sferzante e sempre pronta, la sua ironia e il suo incalzare l’interlocutore.
Posso testimoniare di più occasioni, nelle quali gli ho posto quesiti interpretativi di manufatti o di documenti e ne ho sempre ricevuto risposte immediate, esaurienti e originali.
Con me parlava più che altro di “Viva Maria” e di Baldassarre Audiberti. Sulla viabilità ci eravamo a volte pizzicati, ma non perché distanti sulle ricostruzioni dei percorsi antichi, bensì per i suoi modi ruvidi e irruenti nel trattare fior di studiosi, che in buona fede avevano proposto interpretazioni sbagliate. Anche l’ultima volta che sono riuscito a parlarci, prima che la malattia e i
farmaci lo assopissero definitivamente, il discorso è scivolato sul Viva Maria, che a lui stava molto a cuore. Gli ho detto che pochi giorni dopo sarei stato a fare una conferenza sul tema e lui, con un bel sorriso mi ha detto: “Bravo Santino, così mi piaci! La Madonna del Conforto ti benedica!”
Per Baldassarre aveva una grande attenzione, quasi una venerazione. Seguiva le mie ricerche con curiosità, complimentandosi e spronandomi ad andare avanti. Venne ad Ottavo il 7 luglio 2002, quando fu celebrato il 150° della morte del Pellegrino penitente. Uno dei suoi ultimi lavori pubblicati, intitolato “Religiosità, culti e feste sacre”, inserito nel volume “Arezzo in Età Moderna” (Accademia Petrarca, 2018) a p. 114 parla del “pellegrino penitente Baldassarre Audiberti”. Ne parla con toni affettuosi. Nel dicembre 2016, in risposta al mio invio di un articolo sulle vere origini di Baldassarre, scriveva:
Carissimo Santino, complimenti per questa tua appassionante ricerca su Baldassarre Audiberti e per le tue continue scoperte su questo “Pellegrino Penitente” che da Annot in Alta Provenza è venuto a morire santamente ad Ottavo.
Convincenti pienamente le tue conclusioni, dopo lo straordinario ritrovamento del suo Atto di Battesimo, che non lasciano dubbi.
Questa tua ricerca mi lascia veramente sbalordito per la quantità e qualità di documenti e di persone interpellate, ed è esemplare sia sotto il punto di vista storico che religioso. Hai rintracciato le tappe essenziali di Balthassar Audibert, cioè di un santo. Io credo che questo santo dal cielo non potrà non benedirti, con tutta la tua famiglia. Un affettuoso saluto, e tanti Auguri di Buon Natale!
Don Antonio
Davvero una grande perdita, sotto tutti gli aspetti GRAZIE don Antonio. Grazie di tutto.
Santino Gallorini
In alto a sinistra, don Antonio Bacci in occasione di una conferenza e, a destra, a Ottavo, 7 luglio 2002, don Antonio Bacci è accanto a don Carlo (con la cotta), alla benedizione della nuova croce, realizzata da Roberto Storri.
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Don Antonio Bacci uno degli ultimi “preti colti”
DALLA MISERICORDIA
Elenco Offerte fino a giugno
Lorent David € 10
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Anonimi € 50
Cianfrani Michele – la famiglia alla memoria € 140
Cianfrani Michele – i condomini di Via Infrantoio 7 € 100
Polverini Liana – la famiglia alla memoria € 80
Cimbolini Giovanni – la famiglia alla memoria € 460
Pennacchini Vito € 10
Arrighi Anna € 100
Cestelli Severino e Ferraro Vincenza € 30
Rossi Angela €5
Grazi Adamo € 50
Donaci un po’ del tuo tempo Lo spenderemo bene!
Spigolature estive
seconda metà di luglio quattro nostri volontari avranno fatto servizio di volontariato in Sardegna, presso la Misericordia di Santa Teresa di Gallura. Sono scambi di esperienze molto positivi per la formazione dei nostri volontari, ed in più, tutto sommato, le ore libere presso il bellissimo mare della Gallura non è cosa da trascurare. Chiederemo loro le impressioni raccolte e vi faremo partecipi di tutto ciò nella prossima pubblicazione dell’Oratorio
Nella
Finalmente sono stati portati a termine i lavori di ristrutturazione del secondo piano della nostra Misericordia, il piano degli uffici. È stato un lavoro economicamente impegnativo quanto doveroso, in quanto non erano più a norma né gli impianti elettrici né quelli di riscaldamento, e nell’occasione abbiamo scelto di rifare la pavimentazione. Analogamente abbiamo rimosso le pietre del piazzale di fronte al garage e alla porta di ingresso, ormai logore e con avvallamenti pericolosi, e le abbiamo sostituite con altrettante pietre nuove anche se “anticate”, nel rispetto dell’estetica del nostro ambiente. Analoga sorte hanno ricevuto inoltre le vecchie pietre che “ricoprivano” il muretto del balconcino di fronte alla cappella di San Marco.
In occasione della ristrutturazione del secondo piano della sede, abbiamo anche rifatto il piccolo bagno ed abbiamo arredato l’ufficio contabilità con nuova attrezzatura, armadi a parete e scrivanie ampie e funzionali. L’arredo dell’ufficio di accoglienza verrà riorganizzato nei mesi prossimi. Abbiamo cercato anche di migliorare la stanza di accoglienza dei nostri volontari di turno, volontari che sono di fatto il vero tesoro della nostra associazione.
di avere presto le autorizzazioni definitive per poter procedere alla creazione di un passaggio “pedonale” che unisca la casa della salute, dall’interno del parco, attraverso le proprietà di Pierantoni e Bianchi (che hanno già dato la loro adesione verbale), fino all’area dei campi da tennis. La nostra Misericordia si è impegnata a realizzarlo ed il Comune di Anghiari a provvedere alla stesura del progetto di massima e a fare i lavori di ripulitura del verde per tutto il percorso. Ci piace immaginare che con il nuovo passaggio in mezzo al verde, e con il Tennis Club Anghiari che nei prossimi mesi si impegnerà a migliorare l’intera zona a disposizione della comunità, tutta l’area possa diventare quanto di più simile ad un vero e proprio parco, comprese attrezzature di sosta; la nostra speranza è quella di vedere l’intera zona, compresa quindi l’area del Tennis Club Anghiari, frequentata da donne, bambini, giovani ed anziani.
Speriamo
Qui sopra, veduta del nuovo ufficio contabilità e, a destra, nel riquadro, lo stemma della Misericordia applicato all’ingresso degli uffici stessi.
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NOTE
a
cura di Massimo Redenti
Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari sito
internet: www.fratresanghiari.it email: gruppoanghiari@fratres.eu
Don Alessandro, ben tornato fra noi!!!
Ed ora che succederà? Questa la considerazione prevalente tra i tanti anghiaresi che affollavano il Duomo di Arezzo per l’ordinazione episcopale del parroco don Marco e che è risuonata poi, per tante interminabili settimane, per le vie e le piazze del paese.
Un evento agro-dolce, questo, come è stato definito dal nostro Vescovo Fontana durante l’appassionata omelia che, se da un lato ha sconvolto la tranquilla vita della parrocchia, dall’altro è stato motivo di soddisfazione, al pensare che uno di noi è stato scelto per un così importante incarico… Ma tutto si è risolto nel migliore dei modi e secondo le speranze di tanti!!! A don Marco è succeduto don Alessandro e miglior passaggio di testimone non poteva esserci.
blood for all!” (Sangue sicuro per tutti!), ma in ogni parte del mondo sono state organizzate iniziative di vario genere tese ad approfondire le conoscenze sull’importante mondo delle trasfusioni, sensibilizzare la gente sulla necessità della donazione di sangue e festeggiare insieme la generosità dei tanti volontari che periodicamente la stanno già facendo.
Anche ad Arezzo e provincia non si è voluto far passare sotto silenzio questo evento mondiale, grazie alla volontà del Consiglio Direttivo dei Gruppi Fratres della provincia. Sono state organizzate, infatti, interviste televisive su tutte le emittenti private del territorio che hanno coinvolto nelle quattro vallate i relativi responsabili del movimento e programmato per i prossimi trenta giorni la messa in onda di un apposito spot promozionale.
Molto curata anche la presenza nei social media, con video, messaggi promozionali e testimonianze varie sull’importanza vitale della presenza di quante più persone che donano sangue in modo periodico, volontario e responsabile.
La grande famiglia dei Fratres di Anghiari, di cui Alessandro fa parte da tantissimi anni sia come donatore di sangue che come ex amministratore, si affretta con gioia a dargli il benvenuto, o meglio, il ben tornato, assicurando nel contempo massima collaborazione nell’espletamento del suo mandato pastorale in mezzo a noi.
I Fratres anghiaresi
Qui sopra, don Alessandro con gli altri concelebranti la S. Messa della festa provinciale Fratres 2017 ad Anghiari.
Giornata Mondiale della donazione di sangue
Anche la Fratres provinciale ha ricordato l’importante evento
Istituita per la prima volta nell’ormai lontano 2004 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è stata celebrata come ogni anno lo scorso 14 giugno (data di nascita di Karl Landsteiner, scopritore all’inizio del secolo scorso dei gruppi sanguigni), la Giornata Mondiale della donazione di sangue. Quest’anno è toccato al Ruanda ospitare i principali eventi ispirati allo slogan della manifestazione: “Safe
L’appuntamento per tutti è al prossimo 14 giugno e sarà proprio la nostra Italia ad ospitare la Giornata Mondiale del Donatore di sangue 2020.
Nell’attuale società civile, in cui stanno prevalendo troppo spesso sentimenti e convinzioni egoistici, il gesto della donazione del proprio sangue ci fa doppiamente bene: da un lato contribuisce nel salvare vite umane, dall’altro ci ricorda che l’opera umana più bella è quella di essere utili agli altri.
Orteip 2019 PRIMA DI ANDARE IN VACANZA, LASCIA UN PO’ DI TE DOVE CE N’È BISOGNO!!! DIVENTA ANCHE TU UN DONATORE DI SANGUE FRATRES (Contattaci ai numeri 3381484889 o 3487722155)
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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari
sito internet: www.fratresanghiari.it
Festa diocesana del Corpus Domini
Il Vescovo ribadisce il nesso inscindibile tra Eucarestia e Carità
Una Cattedrale gremita di tanti fedeli, sacerdoti e religiosi per l’annuale festa del Corpus Domini. Numerosissime le delegazioni delle associazioni del volontariato sociale e del soccorso presenti nella nostra diocesi, con le loro inconfondibili divise ed i propri vessilli: Misericordie, Croce Rossa, Croce Bianca, Donatori di Sangue Fratres. Tra queste ultime quella del nostro Gruppo di Anghiari.
Dall’omelia del Vescovo: “La Chiesa diocesana si è raccolta così per celebrare ancora una volta questo giorno, per riproporre a tutti le motivazioni che esprimono la fede cattolica circa l’Eucarestia. La Messa è l’atto di culto più alto della Chiesa Cattolica. Nessun altro momento di preghiera le è paragonabile. Vi è un nesso inscindibile tra fare l’Eucarestia e fare la Carità e quale miglior momento di questo per interrogarci, nel cuore della Messa, su qual è il nostro rapporto tra l’Eucarestia e la Carità.
Dopo la santa Messa, la consueta processione per le vie della città con ingresso finale nella chiesa di san Domenico: “Andando per le vie della città - ancora le parole del Vescovo- fino al luogo dove abbiamo celebrato il Sinodo, avremo modo di vedere quanta recezione sia passata in questo anno di comunitario esercizio di carità.”
Diceva Paolo VI “La carità resterà sempre per la Chiesa il banco di prova della sua credibilità nel mondo: Da questo vi riconosceranno tutti che siete dei miei!”.
Orteip 2019
Qui sopra, la rappresentanza dei gruppi Fratres aretini, nella basilica di san Domenico, al termine della processione diocesana del Corpus Domini.
In cerca di nuovi donatori
In occasione dei Mercoledì di Anghiari!
Ci risiamo un’altra volta! Con l’arrivo della bella stagione, la disponibilità di sangue nei nostri ospedali comincia a scarseggiare. E per questo molti interventi chirurgici non urgenti vengono rimandati, tante terapie trasfusionali riprogrammate in attesa di tempi migliori.
email: gruppoanghiari@fratres.eu
Le tante associazioni del sangue lo sanno molto bene ed è per tale motivo che in questo periodo intensificano la loro azione di sensibilizzazione nel territorio, in cerca di nuovi donatori...
Anche da noi, il Gruppo Fratres si è mobilitato con vecchie e nuove iniziative. Alla tradizionale festa estiva che dall’ormai lontano 1998 si svolge nel primo fine settimana di luglio, si è aggiunta questa volta la presenza di nostri volontari ai “Mercoledì di Anghiari”, una manifestazione sicuramente di successo, che riempie vie e piazze del paese di migliaia di persone, soprattutto giovani (vedi foto). Una bella occasione davvero, per avvicinare più gente possibile, in cerca di nuovi volontari all’interno delle giovani generazioni sul cui altruismo, come si sa, non ci sono dubbi. I nostri ragazzi, infatti, sono tendenzialmente disposti alla solidarietà, ma per averne una risposta concreta c’è la necessità spesso di una loro maggiore informazione e più incisiva sensibilizzazione.
Il presidente
I VIAGGI DELLA FRATRES….
ANCORA LA MONTAGNA: IL TRENTINO Dal 29 al 31 agosto 2019
1° Giorno: Partenza da Anghiari alle ore 05.30, con autobus Gran Turismo, per Madonna di Campiglio, Pranzo in hotel **** e pomeriggio libero per la visita alla città. Cena e pernottamento.
2° Giorno: Al mattino- Escursione al Passo del Tonale, Parco Nazionale dello Stelvio, Ponte di Legno. Rientro in hotel per il pranzo. Nel pomeriggio: escursione alle celebri Cascate di Nardis ed alla Val di Genova. Rientro in hotel, cena e pernottamento.
3° Giorno: Andalo, lago di Molveno e Fai della Paganella. Pranzo in ristorante e partenza per il ritorno. Arrivo ad Anghiari intorno alle ore 22:00.
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: Sede Misericordia (tel 0575 789577), Fabiano (cell. 3381484889), Giuseppina (3389509488), Sergio del Gaia (3283148389).
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Il ritiro dalle Suore Olivetane di Sansepolcro
Il giorno 7 e 8 giugno siamo andate con i bambini della prima Comunione a fare un piccolo ritiro dalle Suore Olivetane, in preparazione alla Prima Comunione.
I bambini erano molto felici e tutti hanno aderito con entusiasmo ad ogni momento del ritiro, dalla cena (che ci hanno preparato e portato da Tavernelle) al film, alle preghiere, alla bellissima colazione che ci hanno preparato le suore, tutti i bambini hanno dato una mano a sistemare i tavoli.
Poi la camminata per andare in duomo a pregare e cantare di fronte al Volto Santo (grazie all’Elisabetta e alla sua pazienza) il fantastico pranzo con le lasagne della Vanna e la Carla e il purè dell’Annunziata.
Condividere ogni piccolo gesto della giornata con loro ci ha riempito di felicità, e spero che anche loro portino nel cuore un bel ricordo di questi giorni passati insieme con i loro amici. (lp)
Ritiro comunione
Io lassù al ritiro mi sono divertito tanto, peccato che era per una notte. La sera con le catechiste e don Alessandro abbiamo mangiato pizza e patatine. Poi don Alessandro se n’è andato e noi abbiamo guardato un film. Alle 22:30 siamo andati a letto però io e i miei compagni abbiamo giocato e abbiamo mangiato le caramelle. È stato bellissimo, spero di ritornarci. Un grazie speciale a coloro che hanno organizzato il tutto. Grazie a Linda, Fefi e Ilaria.
Daniele Gabrielli
Il ritiro dalle suore a Sansepolcro
Il 7 e l’8 giugno di quest’anno noi bambini che ci prepariamo a vivere il Sacramento della Prima Comunione siamo andati in ritiro spirituale dalle suore che sono a Sansepolcro accompagnati dalle nostre catechiste Linda, Stefania e Ilaria. Emozione doppia, primo perché il momento si avvicina sempre più e secondo perché era la prima volta che dormivo fuori con i miei amici! E’ stata un’esperienza fantastica, abbiamo pregato, giocato, mangiato benissimo! Peccato sia durato solo 2 giorni!!!! Grazie alle nostre catechiste che ci hanno accompagnato in questa bellissima esperienza!
Sara Bianchini
Finita questa bella esperienza abbiamo visitato il sepolcro della città. Che bello! Vorrei ripetere questa esperienza un miliardo di volte.
Greta Rossi
Il ritiro ai Cappuccini
Per la mia prima comunione, insieme alle catechiste, siamo andati ai Cappuccini, per due giorni. La sera abbiamo guardato un film interessante: Nanuk l’orso polare. Dopo io, Bianca, Elisa e Chiara siamo andati in cameretta e abbiamo riso e scherzato fino a tardi. La mattina seguente abbiamo cantato nel Duomo di Sansepolcro. Divertentissimo.
La sera del ritiro abbiamo cenato tutti insieme con la pizza e le salsicce, erano buonissime! Poi abbiamo guardato il film ‘Il mio amico Nanuk’ : è stato bello e commovente. La notte non abbiamo dormito per niente, ma la mattina mi sono rilassata mangiando latte e biscotti. Poi siamo andati a visitare Sansepolcro e una suora simpatica ci ha preparato alla Comunione spiegando in che era l’incontro con Gesù. È stata una esperienza fantastica e spero di ripeterla.
Bianca
In questa colonna l’immagine del Volto Santo esposta in una cappella del duomo di Sansepolcro.
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La Prima Comunione, 23 giugno 2019
Come sempre i bambini riescono a stupire, è stato veramente emozionante vedere con quale attenzione hanno seguito don Giovanni durante l’omelia, la loro disponibilità per leggere le preghiere dei fedeli e con quale impegno hanno cantato tutti insieme. Si sono resi disponibili per far sì che questo giorno fosse veramente speciale per loro e noi ne siamo veramente fiere.
Ognuno ha dato il suo contributo iniziando dai genitori che hanno pulito la chiesa e sono andati a caccia di petali di fiori per rendere la giornata così bella.
Grazie anche a chi ha fatto l’infiorata del Corpus Domini e a tutte le persone che si sono svegliate di buon mattino per colorare il nostro cammino dalla chiesa della Propositura alla chiesa della Croce.
Ilaria, Stefania e Linda Venerdì 28 giugno 2019; tutti i bambini, foto grande, che hanno ricevuto la prima comunione la domenica precedente, il 23 giugno, festa del Corpus Domini, si sono ritrovati in propositura con don Alessandro per questo secondo importante appuntamento con Gesù eucarestia.
In queste foto di
photo video, i nostri ragazzi in Propositura per la prima comunione e, sotto, pronti per la partenza verso la chiesa della Croce.
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Siamo giunti al momento tanto atteso!
MGM
La Croce in fiore
‘…dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro’ (Matteo 18:15-20)
Tutto è cominciato 3 anni fa, quando Linda e Laura, le due catechiste impegnate nelle decorazioni floreali della giornata del Corpus Domini, mi chiesero di dar loro una mano per realizzare qualcosa lungo la Croce; accettai con qualche perplessità, non mi ero mai cimentata in una impresa simile, ma mi accorsi subito che la creatività fluiva spontanea nel maneggiare questi fiori colorati e profumati che, a poco a poco, diventavano forme, simboli, figure, e questa strada della Croce, sempre così invasa da auto, rumori, caos, finalmente respirava e poteva aprirsi alla sua naturale bellezza.
L’anno successivo, mi venne di nuovo richiesto un aiuto e così pensai di coinvolgere altre persone, in particolare le “due colonne della Croce”: la Stefania Boncompagni e la Daniela Luzzi; devo ammettere che non fu un’impresa facile, anche loro non pensavano di essere all’altezza dell’impresa, invece, contro ogni loro aspettativa, si sono rivelate delle vere ‘artiste di strada’, nonostante i numerosi imprevisti, compreso chi voleva passare con l’auto e pretendeva di farlo in barba ai divieti e alle transenne, assolutamente incurante di distruggere il lavoro che stavamo meticolosamente facendo da ore!!!… È il caso di dire che non è stato tutto ‘rose e fiori’! Comunque, nonostante ciò, la Croce cominciava a vestirsi a festa, almeno una volta l’anno!!! Il nostro operato venne apprezzato molto dalle catechiste, dai genitori, ma soprattutto dai bambini della Prima Comunione e dai turisti che finalmente potevano scattare foto ricordo a questa strada, unica al mondo, senza correre il rischio di venire travolti da qualche auto che di solito viaggia per la Croce come fosse pronta al decollo!
Il dado era tratto, ormai la Croce e il Corpus Domini avevano creato un sodalizio e io mi sento ormai parte di questa nuova avventura.
E così quest’anno, all’approssimarsi della ricorrenza, ho pensato di coinvolgere un numero maggiore di persone, in modo da allargare il team delle “Artiste della Croce”. Tutte le persone contattate hanno accettato con entusiasmo e si sono messe all’opera, dando libero sfogo alla propria creatività e realizzando dei veri capolavori.
È stato bellissimo lavorare insieme, condividere questa esperienza in totale armonia, in un clima di grande rispetto e di massima collaborazione, e soprattutto nella gioia e nella leggerezza; tutto questo ha generato nel gruppo un forte desiderio di ripetere l’esperienza, arricchendola di nuovi spunti, idee ed energie (sono tante le persone che si sono prenotate per aiutarci il prossimo anno).
Chissà, forse un giorno riusciremo a realizzare un unico tappeto fiorito dalla Chiesa della Propositura alla
Chiesa della Croce! Tutto è possibile quando tra le persone si crea uno spirito di vera comunione; purtroppo siamo spesso travolti da ondate di separazione, discriminazione, distruzione al punto che il solo parlare di comunione può suonare strano! Eppure, come il fiore di loto emerge dal fango in tutta la sua bellezza, così, anche noi con il nostro semplice fare quotidiano, possiamo diventare strumenti di bellezza e seminare, insieme alle ginestre e alle rose, germogli di speranza per i nostri figli e per i loro figli.
È con spirito di comunione quindi che invitiamo chiunque voglia offrire la propria creatività alla realizzazione della prossima giornata del Corpus Domini 2020 e cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che nel tempo si sono impegnati, in modi diversi, per rendere speciale questa giornata e che hanno reso possibile a questa esperienza di crescere e di aprirsi a molti.
Un grazie di cuore alle Artiste della Croce: Stefania, Daniela, Elena, Fanni, Silvia, Nicoletta, Marilena, Laura, al piccolo Giovanni e alla piccola Teresa; un ringraziamento anche a Ricardo che con la sua provvidenziale pistola ad acqua ha cancellato ciò che non serviva… e un arrivederci al prossimo anno per una Croce sempre più in fiore!
Giuliana Gattari
In alto, uno dei quadri che hanno abbellito il borgo della Croce.
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Vuoi che l’Oratorio venga spedito a qualche amico o conoscente che abita anche all’estero? Lo possiamo fare! Mandaci il suo indirizzo!
Fiori per il Fosso
San Leo
Per tutto il mese di maggio ci siamo ritrovati in chiesa alle ore ventuno per il rosario in occasione del mese mariano. Non molte le persone presenti, ma tanta devozione!!
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Domenica 5 maggio, durante la messa delle 10, nozze d’ oro di Mario e Maddalena Poggini! Benedizione degli anelli, omelia particolare di don Romano sulla genitorialità. Per me la S. Messa è stata la cosa più bella, fra i miei parenti più stretti e fra la gente di tutte le domeniche che fanno tanto famiglia allargata. Il nostro piccolo coro ha dato il meglio e al termine c’è stata una colazione ricca di dolci sfornati da Giovanna. Poi, con una fitta pioggia che non ci ha mai abbandonato pranzo in intimità! Bella giornata emozionante.
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Anche quest’anno, per il Corpus Domini, è stata fatta l’infiorata in via Trieste. Le catechiste si sono adoperate fin dalla mattina presto, aiutate da un baldo giovane dei paraggi e dalle donne di questo borgo che hanno collaborato in vari modi partendo dalla spazzatura della strada stessa.
Ancora una volta è stata onorata la tradizione che vuole festeggiare i bambini della comunità di Anghiari per la loro prima Comunione. Un grazie a tutti voi che avete collaborato e… all’anno prossimo con l’aiuto del Signore. (eb)
Domenica 23/6/2019, festa nella nostra chiesa. Ci sarà la prima comunione di 3 bambini. Dico festa con orgoglio, perché mi rendo conto quanto sia bello, partecipato e vissuto questo evento da tutti i parenti e dalla nostra piccola comunità. Riusciamo a seguire ogni singolo bimbo/bimba, con emozione e gioia. La chiesa è piccola e tutto diventa intimo. Nelle grandi chiese, tutto è più sontuoso, ma c’è tanta distrazione e poca riflessione per ciò che stiamo vivendo!!!
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A San Leo con il mese di luglio, ogni giovedì, “Grigliata in piazzetta”!! I nostri macellai, Luca e Beppe si faranno promotori di queste serate, coadiuvati dal bar L’angolo con birre, caffè e quant’altro. Alcuni volontari saranno di aiuto per il successo delle serate allietate anche da musica di vario genere! Siete tutti invitati!!!
Ponte alla Piera
Il giorno del Corpus Domini al Ponte alla Piera è stata celebrata la S. Messa alle ore 9:45 seguita dalla processione.
In questa colonna e nell’altra pagina, le testimonianze di due ‘borghi’ di Anghiari in cui è nato il coinvolgimento di diverse persone per realizzare gli addobbi delle strade in occasione del passaggio del SS. Sacramento e dei bambini della prima comunione. Una bella realtà!
L’augurio è che si riprenda anche l’abitudine di abbellire le facciate delle case mettendo le coperte o gli arazzi alle finestre delle proprie abitazioni (le bandiere non contano, vanno bene per il palio).
Quest’anno la Lucietta ci è sembrata l’unica ad aver rispettato la tradizione e soprattutto ad aver voluto essere coinvolta in questo importante appuntamento della parrocchia.
Ricordo che quando ero ragazza in questa occasione venivano celebrate due Messe: la prima per chi faceva la Prima Comunione e la seconda veniva celebrata alle 11:00 ed era accompagnata dal coro di Ponte alla Piera (composto da una decina di elementi). Terminata anche la seconda Messa veniva fatta la processione. A questa nostra festa partecipavano tre Sacerdoti e gente che veniva da tutti i paesi vicini.
Micciano
Giovedì 11 luglio, anniversario dell’apparizione della Madonna a Marietta, un bel gruppo di parrocchiani hanno raggiunto il santuario del Carmine in pellegrinaggio passando dall’antico percorso del Poggiolo.
19 Dalle
comunità
Un ringraziamento speciale agli ex parrocchiani ed agli amici di Don Marco
Sono Tina Del Furia Salvi, madre di don Marco, nominato recentemente vescovo di Perugia-Città della Pieve. Sono una assidua lettrice de L’Oratorio di Anghiari. Ultimamente è uscito il numero speciale dedicato alla nomina di don Marco Salvi con tante notizie che lo riguardano e riguardano anche la sua missione nei 30/35 anni di servizio come parroco ad Anghiari e Tavernelle.
Non dico quello che è stato per me questo fascicolo: l’ho letto 2 o anche 3 volte in svariati giorni, perché mi commuovevo ad andare avanti ed in certi punti ho anche pianto! Non potevo assolutamente immaginare quello che don Marco è stato per voi e quello che voi siete stati per lui. Dai vostri scritti, dalla vostra storia e dalle vostre considerazioni sono apparsi un affetto profondo, una stima che viene dal cuore, un’amicizia ed una riconoscenza grandi, grandi, grandi!!
È stato per voi un padre, una guida, un amico, un confidente e una sicurezza; ma anche voi siete stati per lui tanti figli, tanti fratelli, tante mamme, tanti amici affezionati e tanti tesori che lo hanno aiutato nella sua missione. Grazie, grazie, grazie a tutti voi, mi avete veramente commossa con tutte le vostre sentite e profonde considerazioni.
Vi abbraccio tutti, Tina N.B. È vero che spesso dicevo e dico di questo figlio che l’ho fatto per il Signore, ma non pensavo di averlo fatto anche per voi e che, per voi, avesse contato così tanto!! Grazie di nuovo, Tina
bimbi di oggi
Questo bimbo sorridente è Lorenzo Ivanhoe Comparone, in occasione del suo primo compleanno. Con il fratellino Guido Nicholas, il babbo Donato e la mamma Francesca Pernici abita a Pisa.
Lorenzo è un bambino bravissimo che ama giocare con il fratellino e gli piacciono tanto le coccole. La mamma Francesca è originaria di Anghiari, da 10 anni abita a Pisa, ma torna spesso e volentieri qua perché ha una sorella, dei nipoti e i genitori.
Agosto di otto anni fa…
Circondarsi di persone speciali come voi vuol dire affrontare ogni giorno al fianco di qualcuno in grado di volerci bene, sostenerci e farci sorridere. È quindi fondamentale avere con noi persone in grado di rimanere accanto a noi in ogni situazione, ma è anche importante ringraziare chi in ogni momento c’è sempre. A voi Isa, Siro, Federica, Mattia, Daniele, Francesco, Nilo, Valeria, Filippo. Grazie di avermi fatto sentire parte della vostra famiglia. La vostra accoglienza è stata per me, una semplice badante, magnifica. Mi sono sentita guidata con delicatezza e saggezza da parte vostra. Grazie di aver reso così naturale e spontaneo il nostro bellissimo rapporto di amicizia. Grazie davvero per tutto, anche se dire grazie è riduttivo e soprattutto penso che non esiste un momento per ringraziarvi davvero. Mi avete sostenuta sempre, perché il nostro lavoro è una scelta di professionalità accompagnata da un gran cuore. Grazie alla mia nonnina… amorino mio… Alvarina mia. Mi ha insegnato tante cose, è stata per me più di una mamma, più di un’amica… Ti sarò sempre grata e ti porterò nelle mie preghiere per sempre! Rimarrai sempre nei miei pensieri.
bimbi di oggi
Adele è simpaticissima, anche se con gli estranei fa sempre la seria.
È innamoratissima della sorella Flavia, dei genitori Chiara e Michele, dei nonni Pina, Pierluigi, Mara e Beppe, degli zii Annalisa e Dario, ma soprattutto ha un debole per la bisnonna (la “nonna vecchia”) ‘Anna de Fracca’.
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Nicoletta
Ricordando Alvara
Alessandro Pernici, Giardinella
Anna Nocentini, Ripalta
Antonio Cociani, Gradara Ass Carabinieri
Bruno Acquisti, Molin di Catorcio
Carla Ardenti, Santa Fiora
Carlo Brizzi, Roma
Cesare Menatti, Staggiano
Claudio Baggi, Valealle Claudio Boncompagni, Sterpeto
Donatino Baldi, Casolare
Egisto e Maria Caneschi, Frassineto
Elbano Meazzini, Arezzo
Faliero Dini, Trebbio
Francesco Tavernelli, Tavernelle
Franco Brizzi, Merendello
Franco Chiasserini, La Casella-Ponte alla Piera
Gabriele Leonardi, Intoppo Giovanna Serafini, TerraneraFalciano
don Giovanni Gnaldi, Castello Giuliana Guerrini, SerafinoMotina
Giuseppa Capucci, Bernocca
Gustavo Cuccini, Perugia
Lilli Cerboni, Bernocca
Livio Sassolini, Castello
Luisa Romiti, Milano
Marco Caremani, Lastra a Signa
Margherita Pacini, Tavernelle
Maria Baglioni, Via Carmine
Maria Cipriani, Il Borgo
Maria Rosa Pancioni, Il Borgo
Mario Senesi, Santo Stefano
Mauro Marziali, Firenze Mirella Ferri, Falconara M.ma
Nello Tizzi, Tavernelle Renato Rossi, Pocaia
Roberta Tenti, Roma Silvana Bacci, Via Nova Siro Fontani, Ca’ de Goro Vincenza Ruscetti, Borghetto di sopra
La famiglia Acquisti ci ha fatto pervenire una generosa offerta in memoria di Fosca Franceschetti, assidua e fedele lettrice dell’Oratorio.
Nozze di diamante
Il 14 giugno 1959 nella Chiesa del Carmine i nostri genitori, Marino e Giovanna, si sono sposati.
Si erano sposati molto giovani e quindi hanno vissuto praticamente tutta la vita insieme!!!
Una vita dedicata al lavoro e all’amore per la famiglia, la famiglia che li abbraccia e gli augura ancora tante cose belle.
Auguri speciali dai nipoti e in particolare dal pronipotino Sebastiano che è particolarmente innamorato del nonno Mario e della nonna Giovi.
Buon anniversario cari babbo e mamma. Mariella Silvia con tutta la famiglia
A Giovanna e Marino, per queste nozze di diamante, la Redazione dell’Oratorio manda volentieri i suoi auguri; poi arriveranno anche quelli, numerosissimi, di amici e conoscenti.
Sabato 24 agosto 2019 Festa di san Bartolomeo in Propositura
bimbi di oggi
ALeonardo piace un sacco giocare ed è un gran chiacchierone (a modo suo, visto che ancora non dice paroline!)
Una buona forchetta, interessato veramente a tutto, molto curioso!!
I nonni Paoli (Paola e Paolo) stanno ad Anghiari, mentre Carla e Marcello abitano a Gragnano e tutti e quattro sono letteralmente impazziti per questo primo nipote che da parte sua è molto affettuoso e vivace. Leonardo, con mamma Fabiola e babbo Gabriele, sta al Trebbio!
bimbi di oggi
Nora il 3 luglio ha compiuto dieci mesi; è una bambina molto vivace e curiosa che non ama perdere tempo a dormire, ahimè per i poveri genitori!
Le piace moltissimo giocare all’aria aperta, stare in compagnia del suo cuginetto Diego. Ama gli animali, soprattutto il gatto Terminator che è a casa della nonna Paola e i canoni Bea e Artù a casa della nonna Gina, ad Anghiari, dove sono cresciuta anch’io, dice la mamma Maddalena e, aggiunge, dove ho i ricordi più belli della mia infanzia. Il babbo Davide è di Santa Fiora.
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Le vostre offerte per il 2019 - 4
Il Rosario del mese di maggio
Ibambini sono stati veramente di esempio per noi, tutte le sere sono stati presenti con i loro genitori ed hanno animato il rosario dividendosi ogni piccolo gesto ogni sera dalle preghiere, le litanie e i canti. È stata una bella esperienza anche per noi, che abbiamo partecipato notando il loro entusiasmo, e il rosario è diventato un gesto di preghiera così semplice e devoto. (lp)
Rosario 2019
«Se non cambiate e non diventate come bambini, non entrerete mai nel Regno dei Cieli.»
Questo ci dice Gesù nel Vangelo. Qui si concentra la mia esperienza, il mio pensiero sul mese mariano finito da poco. Circondato da tanti bambini i quali a turno recitavano le decine del rosario, con loro è stato riaccendere la bellezza della preghiera. Le loro vocine trasmettevano la fede, la sincerità nel dire Ave Maria. Noi adulti recitiamo il rosario distratti, come per abitudine. I bambini mi hanno fatto sentire la loro spontaneità, la loro presenza attenta mentre pregavano. Il loro essere certi che quell’Ave Maria fosse accolta dalla Madonna. La purezza del cuore dei bambini. La loro fede che è insegnamento.
È stato come riscoprire qualcosa che noi a volte diamo per scontato. Il loro affetto, tutti alla fine avevano un abbraccio per me. Ho avuto una grande benedizione ad averli vicino a me, li affido tutti alla protezione della Vergine, li ringrazio perché sono stati una luce di speranza in questo mondo buio.
Eugenio
Grazie ai miei genitori
Quest’anno, nel mese di maggio, ho partecipato al rosario. Ci sono andato tutte le sere e per me è stato molto bello. Grazie ad Eugenio ho imparato tante cose nuove, lui è sempre stato molto gentile e carino con me; ho imparato pure il “Salve Regina” in latino. Grazie di cuore a tutti, ma soprattutto ai miei genitori che, accompagnandomi tutte le sere, mi hanno fatto vivere questa esperienza. Grazie anche a don John e alla Maris per tutte le caramelle che ci hanno dato.
Daniele Gabrielli
Maggio – Mese del santo Rosario
Alcune sere, durante il mese di maggio sono andata in Chiesa per il dire il santo Rosario insieme ai miei amici. È stato molto più bello che dirlo in casa con la mamma (intendiamoci, il santo Rosario è sempre bello perché mi fa sentire più vicina alla Madonna); stare insieme con gli amici, con Eugenio che ci guidava e le catechiste, nella Casa di Gesù ti fa sentire ancora più il calore della fede, rafforza il credo che è dentro di me perché condiviso insieme ad altri. È stata una bella esperienza di fede, in particolare quest’anno che mi avvicino a vivere con tanta emozione il Sacramento della Prima Comunione. Ringrazio Eugenio che ci ha guidato e tenuto in riga con tanto pazienza!
Sara Bianchini
In alto a sinistra, la processione si sta dirigendo verso porta San Martino per poi raggiungere la chiesa di sant’Agostino. A destra, il gruppo dei ragazzi, sempre presenti per il mese mariano, con don Alessandro ed Eugenio Papini.
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Il Rosario recitato durante il mese di maggio
Controllate
Così non verrà dispersa nessuna copia
che il vostro indirizzo sia esatto
lettori ci scrivono
Nell’Oratorio di maggio 2019, “numero speciale”, sono state espresse tante belle parole che non ne restano tante altre da pronunciare.
Nel condividerle tutte, ritengo di esprimere, semplicemente, tanta gioia per don Marco che, una volta conosciuto, si imprime nel proprio cuore e nella mente ed è quindi indimenticabile, anche se fisicamente ci mancherà un bel po’.
Ringrazio nostro Signore per aver bene illuminato il nostro papa Francesco nella scelta, dal gregge pastorale, di uno dei migliori agnelli.
Nel far mie le parole già pronunciate dal caro amico d’infanzia Franco Testerini saluto don Marco… sua eccellenza, ella non ci lascerà mai perché sarà sempre nei nostri cuori. Dio ti benedica e ti assista nel tuo cammino. Giuseppe Fastacchini
Don Nilo Monsignore e... Mario Pernici
Congratulazioni per il numero speciale dell’Oratorio che sei riuscito a far uscire!! Congratulazioni anche per il ricordo di don Nilo fatto da Pietro Giabbanelli. Don Nilo era tutto il paese perché le sue peculiarità erano una grande onestà unitamente ad un buon senso degli affari ed una grande operosità, specie in favore dei propri compaesani. Quando fu nominato Monsignore io, ancora studente di ingegneria al Politecnico di Milano, gli mandai un telegramma di congratulazioni con belle parole e Don Nilo chiese a mia madre, insegnante elementare, se la maestra ci avesse messo lo zampino e avutone risposta negativa mi mandò uno scritto di ringraziamento.
Dato il mio peregrinare per il mondo ho frequentato poco il paese e vivo dei ricordi dei pochi amici (sono del ‘39) della mia infanzia. Della stirpe anghiarese ricordo un Fabiano Giabbanelli, che mi pare sia venuto con me alle elementari e la cui madre disegnava la Sacra Famiglia con i fiori ai piedi della Madonna di via Mazzini durante il periodo delle processioni, il maestro Gino, fratello della maestra Bettina e, mi pare, padre di Pietro. *****
Stavo rileggendo l’Oratorio e mi è venuto in mente che forse ho conosciuto Mario Pernici che lavorava dal figliolo della Nena, il Dodi, che aveva ereditato dalla madre famosa per i suoi crostini alla beccaccia anche la passione per la caccia e aveva il ristorante sotto le scale del teatro poi spostato in viale Gramsci all’inizio. Non ricordo bene ma il Dodi veniva a caccia anche nei boschi di Spogliabecco e mi pare di ricordare che Mario suppliva alle conseguenti numerose assenze del titolare che del ristorante si occupava a tempo perso ed era maggiormente dedito alla caccia che ad altro. Il Dodi aveva un coppia di cani da riporto che aveva chiamato Alì e Babà. Sono del 1939 e le nostre generazioni sono distanti ma confidando nella memoria dei compaesani mi aspetto che tu mi aiuti a ricordare .grazie per quanto potrai o vorrai fare. Cesare Menatti
Appendice alla Cronachetta
Mercoledì 14 novembre 2018: oggi è nata Maria Cherici di Roberto e Liliana. Se passate dal Campo della Fiera la potrete vedere con la mamma, che sgambetta felice nel marsupio, perché abita in quella zona.
Mercoledì 5 giugno 2019: oggi è nata Azzurra Pernici di Alessandro e Valeria Toziani. La sua famiglia abita verso la Giardinella. Azzurra come il mare profondo... Azzurra come il cielo limpido... Azzurra come te, bimba felice ed allegra...
Mercoledì 19 giugno 2019: oggi, alle ore 7:49, a Careggi, è nato Pietro Caremani; il babbo Marco è di Anghiari e la mamma Francesca di Sansepolcro, ma abitano a Lastra a Signa, vicino Firenze. Pietro è piccolo ma è già molto vivace ed è l’amore di mamma e papà. I nonni paterni Lilli e Piero ed i nonni materni Nadia e Moreno sono felicissimi per l’arrivo di Pietro così come gli zii Alessandro e Luca ed il cuginetto Gabriele.
Sabato 22 giugno 2019: oggi è nata Sofia Brizzi di Diego e Mina. La sua famiglia, con il fratellino Riccardo, abita a Viaio.
Pero dal Palazzo
Viaggiando in autostrada o in superstrada, capita di vedere le indicazioni scritte per terra (uscite o cose simili) Quando tale indicazione richiede più di un rigo di testo gli ‘ingegneri’ scrivono le righe cominciando dal punto più vicino. Così, all’uscita del Palazzo del Pero, partendo dal rigo che l’automobilista incontra per prima, scrivono:
Solo che io, ma penso anche voialtri, per abitudine nella lettura delle pagine di testo, e fino a che la vista mi ci arriverà, vista la scritta, comincio a leggere dalla prima riga in alto (in questo caso la più lontana) e l’uscita dopo la galleria “L’Intoppo” diventa: PERO DEL PALAZZO!
Inno e spalle
I deputati Brexit voltano le spalle all’inno europeo.
Il ministro degli Esteri tedesco, saggiamente, ha detto: «Magari non amano Beethoven!»
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I
PERO DEL PALAZZO
In ascolto di Papa Francesco
Piccoli testi, una grande parola a cura di Teresa Bartolomei
VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Basilica Vaticana - Sabato Santo, 20 aprile 2019
1. Le donne portano gli aromi alla tomba, ma temono che il tragitto sia inutile, perché una grossa pietra sbarra l’ingresso del sepolcro. Il cammino di quelle donne è anche il nostro cammino; assomiglia al cammino della salvezza, che abbiamo ripercorso stasera. In esso sembra che tutto vada a infrangersi contro una pietra: la bellezza della creazione contro il dramma del peccato; la liberazione dalla schiavitù contro l’infedeltà all’Alleanza; le promesse dei profeti contro la triste indifferenza del popolo. Così pure nella storia della Chiesa e nella storia di ciascuno di noi: sembra che i passi compiuti non giungano mai alla meta. Può così insinuarsi l’idea che la frustrazione della speranza sia la legge oscura della vita.
Oggi, però, scopriamo che il nostro cammino non è vano, che non sbatte davanti a una pietra tombale. Una frase scuote le donne e cambia la storia: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24,5); perché pensate che sia tutto inutile, che nessuno possa rimuovere le vostre pietre? Perché cedete alla rassegnazione o al fallimento? Pasqua, fratelli e sorelle, è la festa della rimozione delle pietre. Dio rimuove le pietre più dure, contro cui vanno a schiantarsi speranze e aspettative: la morte, il peccato, la paura, la mondanità. La storia umana non finisce davanti a una pietra sepolcrale, perché scopre oggi la «pietra viva» (cfr. 1 Pt 2,4): Gesù risorto. Noi come Chiesa siamo fondati su di Lui e, anche quando ci perdiamo d’animo, quando siamo tentati di giudicare tutto sulla base dei nostri insuccessi, Egli viene a fare nuove le cose, a ribaltare le nostre delusioni. Ciascuno stasera è chiamato a ritrovare nel Vivente colui che rimuove dal cuore le pietre più pesanti. Chiediamoci anzitutto: qual è la mia pietra da rimuovere, come si chiama questa pietra? Spesso a ostruire la speranza è la pietra della sfiducia. Quando si fa spazio l’idea che tutto va male e che al peggio non c’è mai fine, rassegnati arriviamo a credere che la morte sia più forte della vita e diventiamo cinici e beffardi, portatori di malsano scoraggiamento. Pietra su pietra costruiamo dentro di noi un monumento all’insoddisfazione, il sepolcro della speranza. Lamentandoci della vita, rendiamo la vita dipendente dalle lamentele e spiritualmente malata. Si insinua così una specie di psicologia del sepolcro: ogni cosa finisce lì, senza speranza di uscirne viva. Ecco però la domanda sferzante di Pasqua: Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Il Signore non abita nella rassegnazione. È risorto, non è
lì; non cercarlo dove non lo troverai mai: non è Dio dei morti, ma dei viventi (cfr. Mt 22,32). Non seppellire la speranza!
C’è una seconda pietra che spesso sigilla il cuore: la pietra del peccato. Il peccato seduce, promette cose facili e pronte, benessere e successo, ma poi lascia dentro solitudine e morte. Il peccato è cercare la vita tra i morti, il senso della vita nelle cose che passano. Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Perché non ti decidi a lasciare quel peccato che, come pietra all’imboccatura del cuore, impedisce alla luce divina di entrare? Perché ai luccicanti bagliori del denaro, della carriera, dell’orgoglio e del piacere non anteponi Gesù, la luce vera (cfr. Gv 1,9)? Perché non dici alle vanità mondane che non è per loro che vivi, ma per il Signore della vita?
2. Ritorniamo alle donne che vanno al sepolcro di Gesù. Di fronte alla pietra rimossa, restano allibite; vedendo gli angeli rimangono, dice il Vangelo, «impaurite» e col «volto chinato a terra» (Lc 24,5). Non hanno il coraggio di alzare lo sguardo. E quante volte capita anche a noi: preferiamo rimanere accovacciati nei nostri limiti, rintanarci nelle nostre paure. È strano: ma perché lo facciamo? Spesso perché nella chiusura e nella tristezza siamo noi i protagonisti, perché è più facile rimanere soli nelle stanze buie del cuore che aprirci al Signore. Eppure solo Lui rialza. Una poetessa ha scritto: «Non conosciamo mai la nostra altezza, finché non siamo chiamati ad alzarci» (E. Dickinson, We never know how high we are). Il Signore ci chiama ad alzarci, a risorgere sulla sua Pa-
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rola, a guardare in alto e credere che siamo fatti per il Cielo, non per la terra; per le altezze della vita, non per le bassezze della morte: perché cercate tra i morti colui che è vivo?
Dio ci chiede di guardare la vita come la guarda Lui, che vede sempre in ciascuno di noi un nucleo insopprimibile di bellezza. Nel peccato, vede figli da rialzare; nella morte, fratelli da risuscitare; nella desolazione, cuori da consolare. Non temere, dunque: il Signore ama questa tua vita, anche quando hai paura di guardarla e prenderla in mano. A Pasqua ti mostra quanto la ama: al punto da attraversarla tutta, da provare l’angoscia, l’abbandono, la morte e gli inferi per uscirne vittorioso e dirti: “Non sei solo, confida in me!”. Gesù è specialista nel trasformare le nostre morti in vita, i nostri lamenti in danza (cfr. Sal 30,12): con Lui possiamo compiere anche noi la Pasqua, cioè il passaggio: passaggio dalla chiusura alla comunione, dalla desolazione alla consolazione, dalla paura alla fiducia. Non rimaniamo a guardare per terra impauriti, guardiamo a Gesù risorto: il suo sguardo ci infonde speranza, perché ci dice che siamo sempre amati e che nonostante tutto quello che possiamo combinare il suo amore non cambia. Questa è la certezza non negoziabile della vita: il suo amore non cambia. Chiediamoci: nella vita dove guardo? Contemplo ambienti sepolcrali o cerco il Vivente?
3. Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Le donne ascoltano il richiamo degli angeli, che aggiungono: «Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea» (Lc 24,6). Quelle donne avevano dimenticato la speranza perché non ricordavano le parole di Gesù, la sua chiamata avvenuta in Galilea. Persa la memoria viva di Gesù, restano a guardare il sepolcro. La fede ha bisogno
La volpe
di riandare in Galilea, di ravvivare il primo amore con Gesù, la sua chiamata: di ri-cordarlo, cioè, letteralmente, di ritornare col cuore, a Lui. Ritornare a un amore vivo col Signore è essenziale, altrimenti si ha una fede da museo, non la fede pasquale. Ma Gesù non è un personaggio del passato, è una Persona vivente oggi; non si conosce sui libri di storia, s’incontra nella vita. Facciamo oggi memoria di quando Gesù ci ha chiamati, di quando ha vinto le nostre tenebre, resistenze, peccati, di come ci ha toccato il cuore con la sua Parola.
Fratelli e sorelle, ritorniamo a Galilea.
Le donne, ricordando Gesù, lasciano il sepolcro. Pasqua ci insegna che il credente si ferma poco al cimitero, perché è chiamato a camminare incontro al Vivente. Chiediamoci: nella mia vita, verso dove cammino? A volte ci dirigiamo sempre e solo verso i nostri problemi, che non mancano mai, e andiamo dal Signore solo perché ci aiuti. Ma allora sono i nostri bisogni, non Gesù, a orientarci. Ed è sempre un cercare il Vivente tra i morti. Quante volte, poi, dopo aver incontrato il Signore, ritorniamo tra i morti, aggirandoci dentro di noi a rivangare rimpianti, rimorsi, ferite e insoddisfazioni, senza lasciare che il Risorto ci trasformi. Cari fratelli e sorelle, diamo al Vivente il posto centrale nella vita. Chiediamo la grazia di non farci trasportare dalla corrente, dal mare dei problemi; di non infrangerci sulle pietre del peccato e sugli scogli della sfiducia e della paura. Cerchiamo Lui, lasciamoci cercare da Lui, cerchiamo Lui in tutto e prima di tutto. E con Lui risorgeremo.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2019/documents/papa-francesco_20190420_ omelia-vegliapasquale.html
Borghesi
Il mio bisnonno aveva diversi fratelli tra cui Silvio. Era come un artista perché suonava la fisarmonica e imitava diversi animali. Gli piaceva imitare: la civetta, il barbagianni, il gallo, il merlo, il tordo, la tortora e in realtà gli piaceva fare il mimo e far ballare l’asina.
Lo chiamavano nelle serate di carnevale (il ballo era della gonga), in casolari; faceva anche chilometri a piedi. A quei tempi era un simpaticone e teneva sempre molta allegria.
Era nato nell’anno 1903. La caccia a quei tempi non era proibita e Silvio, già all’età di 20 anni ci andava. Egli dava la caccia alla volpe, la sbucciava e la imbottiva con la paglia. Prendeva l’asina e andava dalle massaie nei casolari e gli diceva: «Donne, uova, che ho ucciso la volpe!»
A quei tempi uccidevano la volpe per le Lire con la pelliccia e per le uova dalle massaie. Erano furbi come la volpe!
Scritta il 12 febbraio 2019 Benedetta Senesi
In trasferta in Valnerina, è sorta una discussione se il termine “borghesi” che noi di Anghiari diamo agli abitanti che stanno di là dal Tevere, venga usato in senso dispregiativo.
Io penso di no. Nelle pagine dell’Oratorio capita di mettere in evidenza le ripicche e le prese in giro con i nostri vicini ma solo per gioco; per mantenere in vita quel minimo di amore per il campanile, fatto in modo intelligente.
Non bisogna dimenticare poi che a noi, dieci anni dopo la battaglia di Anghiari (e anche qui ci sarebbero da dire diverse cose) ci rubarono il “Catorcio” e lo portarono al Borgo mettendolo in mostra alla vista di tutti.
Per concludere, noi li chiamiamo “borghesi”, solo perché abitanti del Borgo Sansepolcro.
Ci aspettiamo le stesse modalità su di noi quando ci chiamano “anghiarini”.
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Èda poco trascorsa la festa al Carmine, rifletto e considero come l’ho vissuta quest’anno, essendo stato per me un momento faticoso.
A pochi giorni dalla festa un serio problema ad un occhio mi ha forzatamente fermata. Quanti pensieri in quei giorni: per me che sono sempre in movimento, è stata veramente una grande prova. Tanti amici mi sono stati vicino, la mia famiglia, tutti molto solidali, ma io, da sola, dovevo metabolizzare questa brutta novità.
Anche non poter essere operativa per la festa mi ha pesato molto, ma in effetti, come si usa dire, “Dio vede e provvede”, sono stati meravigliosi in tanti. Sia da Tavernelle che da Anghiari e dalla Motina, tutti si sono dati molto da fare e la festa è stata, come ogni anno, una giornata di preghiera, grazie a don Alessandro e ai vari sacerdoti intervenuti, e di festa per grandi e piccini.
Siamo davvero una bella comunità che sa stringersi attorno ai bisogni dei più deboli (noi siamo deboli anche di braccia). Don Alessandro è stato veramente in gamba, a cominciare dai vespri del sabato sera, con la benedizione del fuoco, alla domenica, impartendo la benedizione a tutti e in particolare a chi arriva a piedi a questo santuario di vallata.
La S. Messa delle ore diciotto è stata presieduta dal nostro carissimo don Marco (non poteva mancare) e durante l’omelia ha proprio detto che Gesù istruì i suoi discepoli per 40 giorni (era un numero ovviamente simbolico): ora erano ormai pronti al distacco come figli cresciuti. Quelle parole io le ho fatte nostre: noi, da lui istruiti, ora siamo pronti ad essere lasciati; siamo realmente una bella comunità capace di continuare ciò che abbiamo imparato.
Grazie a Dio noi non saremo soli. Avremo ancora con noi un buon pastore come don Alessandro che continuerà ad essere per noi una guida sicura.
Grazie a tutti i negozianti e alle attività che hanno offerto i vari premi: ci sono serviti per la sottoscrizione e per la tombola riservata ai ragazzi presenti al santuario. Grazie a tutti i collaboratori e a tutti coloro che hanno raggiunto il santuario in questa particolare giornata in cui si festeggia l’Ascensione di Gesù al cielo.
La Madonna del Carmine, come una madre buona, protegga sempre tutti noi!
Francesca
dal Carmine
P.S. Abbiamo invitato tutte le comunità dell’unità pastorale ad accendere il fuoco per la vigilia dell’Ascensione. Ci è giunta notizia che a noi del Carmine si sono uniti quelli di Catigliano e di San Leo.
A destra e dall’alto, don Alessandro benedice il fuoco acceso nel piazzale del santuario del Carmine per annunciare la festa dell’Ascensione.
Catigliano, alcuni componenti di quella comunità, si sono riuniti attorno al fuoco acceso per la vigilia dell’Ascensione recitando il rosario.
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Una festa della comunità quella del Carmine, ma anche delle altre del vicariato
San Lorenzo io lo so perché tanto di stelle...
Anche quest’anno, come speriamo per tanti anni ancora a venire, verrà celebrata nella nostra comunità la festa del santo patrono: San Lorenzo.
Il titolo di questo articolo proviene, come certamente avrete già capito, dalla poesia di G. Pascoli, “10 Agosto”.
Quando frequentavamo le scuole medie, diversi anni orsono purtroppo, questa splendida poesia non solo la si doveva imparare a memoria, ma farne anche la analisi logica e grammaticale, con tanto di compiti in classe sulla vita del poeta, ed ancora oggi la ricordiamo con piacere, noi studenti di allora, a memoria e per intero.
Bene, adesso mettiamo da parte i ricordi e Giovanni Pascoli, con tutto il nostro massimo rispetto per la sua poesia, e veniamo a parlare di cose più attuali.
Dunque, il 10 Agosto prossimo, di Sabato, verrà celebrata alle ore 19 la Messa in onore del nostro grande santo Patrono.
Sarà una giornata di sole ed il tempo molto bello, e siete tutti invitati a partecipare.
Al termine della cerimonia religiosa, solito incontro con la nostra comunità, con un ricco buffet preparato
con grande maestria e partecipazione dalle donne della nostra comunità.
Verranno offerti solo cibi della vecchia cucina contadina, cibi poveri ma ora di grande attualità. Sono adesso tornati di moda, mentre una volta eravamo purtroppo costretti a mangiare solo quelli, in mancanza di altro.
Staremo comodamente seduti al fresco, e sarà una serata veramente piacevole.
Tutto quello che ricaveremo dalle vostre generose offerte verrà interamente impiegato per lavori di restauro della nostra chiesa. Dio solo sa quanto ce n’è bisogno!
Vi aspettiamo tutti con affetto.
Giovedì 15 agosto 2019 Assunzione di Maria festa nelle parrocchie di Tavernelle e di Micciano
A Micciano, alle ore 11:00, santa Messa solenne, animata dal coro del vicariato programma completo e orari alla porta della chiesa.
La morte di Dario Giorni
di Armando Zanchi Arezzo, 18/6/2019
Sono passati diversi giorni lì dalla morte di Dario Giorni
Questo uomo grande lavoratore con un’azienda che faceva onore
Grande il lavoro che andava avanti con i nepoti suoi aiutanti
I cari nepoti Beppe e Luca per loro ‘sta morte è stata dura
Il loro zio di grande aiuto per il macello un pezzo perduto
Gli procurava con il suo lavoro tanto bestiame disposto per loro
Tirava avanti la sua azienda avendo lui grande competenza
Grande amico e grande famiglia purtroppo la morte tutto scompiglia
Io lo incontrai mi dette il suo saluto lì nel macello dove era venuto
Mi strinse la mano da uomo assai vispo parlare di morte nemmeno l’indizio
Ma lì purtroppo il caso si avvera telefonando a Beppe in una sera
Grande amico di mio cognato che il saluto gli à sempre portato
Ora riposa non dimenticato tutto il tempo del suo operato
Alla famiglia che da tanto conosco sempre il saluto a loro gli porto:
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Andrea Dellacasina.
ad un grande
Grande perché in tantissimi hanno voluto partecipare all’organizzazione e tantissimi hanno voluto essere presenti al pranzo per il saluto a don Alessandro destinato ad un altro importante incarico ad Anghiari.
Strana perché il solito clima festaiolo del “Corpus Domini”, festa grandemente sentita da tutta la popolazione che tradizionalmente si ritrova in chiesa per la Messa solenne e poi per la processione con benedizione finale nella chiesetta della Compagnia del SS. Sacramento, quest’anno era chiaramente velato da una visibile tristezza di fondo perché ultima occasione (per ora) di avere con noi il nostro “Pievano”.
Arrivato da noi appena ordinato sacerdote, ha iniziato con grande entusiasmo e in mezzo a tante difficoltà a svolgere il suo compito pastorale in una realtà abbastanza complessa e piena di incognite e di insidie, ma animato dal grande desiderio di potere finalmente occuparsi di un popolo che abbiamo scoperto essere la sua vocazione particolare.
A tutto questo si è aggiunta subito la chiamata del Vescovo per andare a studiare teologia a Roma alla Pontificia Università Gregoriana, con riduzione quindi del suo tempo da dedicare ai parrocchiani, e Dio sa quanto lui ami stare in mezzo alla sua gente.
Ma tutto questo non ha certo portato ad un naturale possibile disimpegno, tutt’altro, e con l’aiuto dei “social”, da Roma ha potuto svolgere in settimana il suo ruolo di guida per poi tornare nei fine settimana ad immergersi nella realtà dei suoi parrocchiani che ha cominciato ad apprezzare ed amare ricambiato.
Quello che più abbiamo apprezzato in questo “prete ragazzone” è stata la continua ricerca del rapporto personale con tutti ed in modo particolare con gli anziani, gli ammalati, quelli apparentemente lontani e quelli in difficoltà, riavvicinando così tante persone che non trovavano più nella Chiesa la risposta ai propri bisogni e desideri. Quante facce nuove, e non solo della nostra Valle di Chio, abbiamo visto iniziare a frequentare la nostra chiesa e la nostra parrocchia attraverso le tantissime iniziative coinvolgenti e di alto spessore, anche culturale.
Tracce lasciate anche esteriormente e visibili nella chiesa della Pieve, culminate con il restauro della Madonna che ha veramente coinvolto tutta la popolazione particolarmente legata a questa preziosa immagine di Maria alla quale tutti i valligiani si sono rivolti con fiducia nei momenti difficili.
Questo è solo un modesto bilancio degli anni trascorsi da don Alessandro nella nostra valle, ma riteniamo che il migliore risultato sia stato sicuramente quello di avere ricreato il senso della comunità, della partecipazione aperta a tutti, nessuno escluso, e della riscoperta di vincoli di appartenenza che hanno fatto ritrovare la gioia di lavorare tutti assieme per qualcosa di importante per la nostra vita.
prete
“Consegniamo” quindi alla comunità di Anghiari (che ringraziamo per l’amicizia dimostrata in più occasioni dalle Compagnie, non ultimo ci hanno allietato anche domenica 23 in occasione del saluto) un sacerdote “fatto”, temprato da una vera esperienza pastorale e sicuramente in grado di ben sostituire il grande prete (ora Vescovo) don Marco, vostra guida per tanti anni.
Come S. Agostino, non siamo abbattuti perché non lo abbiamo più come pastore (ma lo avremo sempre come grande amico), ma ringraziamo per i bellissimi e fecondi anni trascorsi insieme, e anche questo è un grande frutto del suo passaggio nella nostra comunità della Valle di Chio.
Auguriamo a lui un buon cammino, lo accompagneremo con le nostre preghiere, e a voi auguriamo di proseguire con lo stesso impegno e dedizione profusi negli anni trascorsi con Don Marco.
Antonio Bernardini
Nelle foto don Alessandro durante la S. Messa del Corpus Domini e in mezzo ai suoi parrocchiani, il 23 giugno 2019.
Ottava per gli abitanti della Pieve di Chio che salutano don Alessandro Saluto della Pieve gli abitanti Da Santa Margherita a Petreto A Collesecco che non sono in tanti A Polvano Santa Cristina e Gaggioleto. Vi trovo qui riuniti e assai festanti A ringraziare con fare discreto Del pievan l’affidabile presenza E certo sentirete la sua assenza.
Anghiarino Anghiarese
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Il saluto
amico...
Domenica 23 giugno grande strana festa alla pieve di Chio
Mi è
stato chiesto di scrivere un ricordo di Alessandro, sicuramente uno degli amici più cari che abbia mai avuto.
La cosa è estremamente difficile per me, e lo sarebbe per chiunque lo abbia conosciuto.
Perché stiamo parlando della persona più ironica, simpatica (a volte anche inconsapevolmente) e “smart” che si possa immaginare.
Una marea di ricordi lo legano a me e al nostro gruppo di amici storico, che ha sempre vissuto con dispiacere il distacco avvenuto a seguito del suo trasferimento a Roma, per motivi di lavoro, che ci ha impedito di vederci spesso come facevamo precedentemente. Ma tutto ciò non ci ha mai impedito di rimanere in stretto contatto e di incontrarci non appena i nostri impegni ce lo permettevano.
La notizia della malattia ci colse di sorpresa e ci lasciò una grandissima amarezza in bocca, acuita dalla lontananza che ci impediva di essergli vicini come magari avremmo voluto.
Il coraggio con cui però ha affrontato il suo percorso hanno dato comunque forza alla sua famiglia e a tutti noi, per i quali da questo punto di vista è e rimarrà sempre un esempio.
Ricordo la notizia della sua scomparsa come una delle cose più dolorose che abbia finora dovuto affrontare nella mia vita, ma il suo ricordo fa parte di me, di tutti noi, e lì resterà per sempre.
Spero che abbia trovato il suo meritato posto in cielo, dove mi piace pensare che trascorra il suo tempo tra computer, sigari e partite della sua adorata Fiorentina.
Sempre vegliando sulla sua famiglia e su di noi, che rivolgendo lo sguardo in cielo magari potremo ricevere ancora per una volta un po’ della luce che ci ha regalato in vita.
Mi manchi caro “Bigghe”, ma mi auguro che tu abbia trovato la pace e la serenità che ti sei meritato.
Nella foto, con Alessandro, ci sono Pierluigi, Carlo, Eugenio, Iuri, Leonardo, Piero e Salvatore (anche fotografo).
Abbiamo deciso adesso di interrompere il lavoro di allestimento, che però continuerà nei prossimi giorni, della Collettiva della Compagnia Artisti di Sansepolcro intitolata “L’Ecologia – Il Cantico delle creature: la sacralità della natura e la nascita della moderna cultura ecologista”.
La collettiva è nata con la collaborazione fattiva della Pro Loco di Chiusi della Verna, capitanata dal Presidente Aldo Cerofolini e sarà inaugurata domenica prossima 9 giugno 2019, alle ore 11:30, nella Podesteria da dove governò il padre di Michelangelo Buonarroti.
Vi consegno questo scatto realizzato, principalmente, per ringraziare ed encomiare i volontari della Pro Loco che ci hanno soccorso e si sono resi disponibili con competenza in ogni momento di questa prima parte di allestimento.
Li ringrazio di cuore perché, in questo difficile lavoro di costruzione di un’idea e di raccolta degli elementi oltre che di montaggio, si sono sforzati di comunicarmi tranquillità, sicurezza ed anche grande comprensione e sguardo benevolo, condizioni indispensabili non solo per l'ottima riuscita di un evento ma anche per la vita stessa.
Proverbi del Papini della Calabria
(Questi li ha imparati a Barumini dove era per studio e, da come sono scritti, capirete che siamo in Sardegna.)
A sciacquai sa conca a su burriccu, si perdidi abba, tempu e saboni.
Chini seminat ispinas, no bandit iscrùtzu.
Il primo proverbio è facile, anche il secondo, perché è chiaro che se si seminano spine è meglio non andare scalzi.
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Una bella squadra dal post di Michele Foni
Ad Alessandro “Bigghe” Brardinelli di Salvatore Frosina
Luglio è iniziato e, come ogni anno, c'è stato il campeggio delle medie a Badia Prataglia. Vacanza "premio" per noi poveri scolari sfiniti! Accompagnati da Don Alessandro e dalla Carla, abbiamo trascorso 5 giorni indimenticabili all'insegna di giochi, camminate, balli, canti e preghiere insieme ad altri due gruppi di ragazzi di Monte San Savino ed Arezzo.
Quanto ci siamo divertiti e che bella esperienza! Per quanto mi riguarda mi sono accorta che noi ragazzi siamo partiti carichi di tante aspettative; non so se sia stato il luogo un po' magico, le nuove amicizie, i parroci, gli animatori… so solo che queste sono state tutte esaudite e ci hanno arricchito il cuore. Abbiamo avuto anche una sorpresa: è venuto a trovarci Sua Eccellenza "Don" Marco!
Al momento della partenza eravamo tutti malinconici, ma con la consapevolezza che la nostra amicizia non sarebbe terminata lì. E ora passiamo la parola al nostro animatore Mirko.
Grazie Alessia, alle belle parole scritte qua sopra non posso che aggiungere una breve riflessione personale.
Sono partito senza sapere ciò che mi avrebbe riservato questo campeggio. Un'esperienza che ti apre il cuore in mezzo a tanti ragazzi che, per quanto scalmanati (chi non lo è a quell'età?) mi hanno lasciato qualcosa di grande e indescrivibile dentro, probabilmente senza nemmeno rendersene conto.
Quando Don Alessandro mi ha proposto di accompagnare i ragazzi delle medie in campeggio, ero felice ma combattuto, dopo tutto sono passati diversi anni da quando non sono più animatore "a tempo pieno" in parrocchia. Infine non posso che ringraziare infinitamente il nostro "amministratore parrocchiale" per la meravigliosa esperienza che mi ha dato l'occasione di fare.
Alessia e Mirko
da don (ops!) dal vescovo Marco che, qui sopra, è a colloquio con i ragazzi durante l’omelia.
In alto, il gruppo dei campeggiatori in cima al monte Penna e, sotto, la Messa
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Campeggi con staffetta il resoconto eh!
celebrata
La Maris - Ha compiuto gli anni (per correttezza non li diciamo, sono lì) lunedì 17 giugno. Questo compleanno non è di quelli canonici, ma la simpatia della Maris e i suoi post, qui sotto, ci hanno costretto a segnalarlo ugualmente.
Grazie a tutti degli auguri che in molti mi avete mandato, sono commossa di tante persone che credo, anzi ne sono convinta, mi vogliate bene, ho voluto farvi partecipi del mio compleanno per questo, anch’io vi voglio bene e tutto ciò mi ha riempito di gioia, ancora grazieeeee!
Ho ricevuto tantissimi auguri, grazie a tutti voi, mi avete fatto commuovere, vi faccio partecipi con chi mi ha festeggiato, i miei fratelli, le mie cognate, Alberta e Pierluigi, mio figlio e mia nuora; grazie anche a loro.
Piante - Nel pomeriggio di sabato 22 giugno 2019, un violento temporale con grandine si è abbattuto su Anghiari; in altre località della Valtiberina è andata anche peggio.
Ma un effetto c’è stato: una delle conifere, piantate a suo tempo nel giardino dell’ospedale, ed ora cresciutelle, si è abbattuta sulla sottostante strada dove, fortunatamente, non c’era nessuno.
Dalla foto ci si rende subito conto delle dimensioni della pianta (come successe con “La quercia caduta” di Giovanni Pascoli) e degli effetti negativi che avrebbe potuto causare. Per inciso ricordiamo che le piante in oggetto furono messe lì nel novembre 1952 (vedi pag. 7).
Ieri, sabato 18 maggio, a Palazzo Pretorio, seconda Conferenza Medica. Relatori il Dott. Checcaglini, Medico dello Sport; il Prof. Marco Bardelli, Primario Ortopedico di Firenze; la Dott.ssa Margherita Melani; il Direttore del Museo di Anghiari Gabriele Mazzi e il Sindaco di Anghiari Alessandro Polcri.
Conferenza molto interessante: hanno parlato della colonna vertebrale e del comportamento per stare in forma andando avanti con gli anni. L’input è stato dato nel celebrare il 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, data la sua conoscenza dell’anatomia del corpo umano.
Le spiegazioni che ci hanno dato tutti i relatori sono state chiare, semplici e comprensibili; utili i consigli per il comportamento che dobbiamo tenere andando avanti con gli anni.
Un grazie a tutti, anche a chi è intervenuto e ha gradito le spiegazioni e i consigli. Complimenti ai relatori e arrivederci al prossimo incontro il 21 Settembre alle ore 17:00 a Palazzo Pretorio. (mz)
Biodiversità - Lunedì 20 maggio 2019 si è svolta ad Anghiari la Giornata delll’agrobiodiversità sul tema della “Valorizzazione dell’olivo gentile di Anghiari”. Dopo aver messo a dimora due piantine di questa varietà di olivo presso la Scuola Primaria di Via Bozia, al Teatro dei Ricomposti si è parlato della nostra pregiata “Oliva gentile di Anghiari”, che mi auguro possa far diventare anche la nostra collina una zona DOP. Inoltre si è parlato anche di tutto ciò che si può estrarre dall’oliva. Con il nocciolo, che già nel nostro frantoio “Il Faggeto” viene usato per riscaldare, si potrebbe anche produrre una specie di torba e concime. Sarebbe interessante un giorno portare olive e riportare olio e concime senza buttare nulla. (fm)
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Soffio sui miei anni, troppi....
La giornata mondiale del merletto – In realtà la giornata è denominata, in inglese, International Lace Day (ILD) perché vi partecipano merlettaie, gruppi, associazioni e scuole di tutto il mondo. Una bella iniziativa che dimostra come quest’arte sia diffusa e praticata da tante persone e in tanti luoghi.
Le nostre brave merlettaie di Anghiari, erano presenti, lavorando con il loro tombolo, presso la sede dell’associazione in via Nova (alla Curva del mulino), suscitando curiosità e interesse nei passanti.
Nella foto le sette merlettaie del gruppo di Anghiari (alcune assenti per ferie!) che hanno onorato la Giornata Mondiale del Merletto (ILD).
Ascensione 2019 - Il vescovo Marco, ritornato fra i suoi prrocchiani, ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica in occasione della festa dell’Ascensione. Con lui don Romano, don John, il diacono Fabio, il ministrante Andrea ed i chierichetti Rocco, Lorenzo e Stefano.
Una bella celebrazione in cui si sono ricordati i tanti benefattori e i festarini che nel volgere dei secoli si sono impegnati nel mantenere questa festa e tramandarla così anche a noi.
Un incontro con il vescovo Marco avvenuto quasi al termine di una giornata che ha visto tantissimi fedeli giungere al santuario da ogni parte della Valtiberina ed oltre.
I Mercoledì di Anghiari - Sono iniziati il 3 luglio, mercoledì appunto. La serata è stata dedicata a l’Intrepida, la pedalata ciclo-turistica su biciclette d’epoca che il prossimo 20 ottobre vivrà l’8° atto della sua storia, ed alla musica anni ’50-’60. Molte le iniziative dislocate nelle varie piazze e piazzette di Anghiari. Fra queste segnaliamo l’esibizione del gruppo Papillon Vintage Band, apprezzati per la loro simpatia e la loro bravura e ben conosciuti da tutti noi. Eccoli nella foto: Andrea, Jacopo, Davide, Cesare, Roberto, Giacomo.
Un bocca al lupo a questa iniziativa che intende attirare nel nostro paese turisti e vicini di vallata e animare il periodo estivo per i residenti.
Val d’Afra – Coinvolti da Armando Babbini che deve fare delle ricerche storiche e con don Alessandro, lunedì 8 luglio, siamo partiti alla volta della val d’Afra anche con don Basilio, che ha in custodia quelle comunità.
Quindi visita alla chiesetta della Basilica (bellissimi gli affreschi), al complesso di san Martino (dopo diremo qualcosa), alla chiesa di santa Lucia (sperduta sotto Montevicchi e completamente ricostruita ma con tracce del suo glorioso passato) e alla località della Montagna con la cappella del beato Raniero (non Ranieri).
Facciamo un passo indietro e torniamo quindi a san Martino, dove Paul, proprietario intraprendente e illuminato, ci ha fatto visitare la chiesa e poi ci ha accolti nella sua dimora con un buon caffè e dove abbiamo parlato di storia e di pellegrini (la foto non è un gran che, ma ci siamo tutti.).
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Auguri a Patrizia e a Claudio
Domenica
30 giugno, presso la pieve di Sovara hanno rinnovato le promesse matrimoniali Patrizia Cherici e Claudio Buffetti.
Proprio qui si erano sposati venticinque anni fa ed esattamente il 18 giugno 1994, uniti in matrimonio anche allora da don Romano.
Quindi nozze d’argento per Patrizia e Claudio che abitano sempre ad Anghiari, pur lavorando al Borgo, di dove è originario Claudio, e molto volentieri la Redazione dell’Oratorio si unisce ai parenti ed agli amici per mandare i propri auguri.
Rinati dall'acqua e dallo Spirito
I nuovi nati che hanno ricevuto la Vita nuova di Cristo risorto nel sacramento del Battesimo:
Amelia Parisi di Vincenzo e Tatiana Leandri è stata battezzata da don Romano sabato 8 dicembre 2018, nella chiesa di San Leo.
Daniele Ferdinando Dini di Sandro e Wu Hsingying è stato battezzato da don Marco sabato 23 marzo 2019, nella chiesa di Propositura.
Caterina Francesca Taddei di Mario e Laura Lessi è stata battezzata da don Marco, domenica 24 marzo 2019, nella chiesa di Propositura.
Nora Bagattini di Davide e Maddalena Marrani è stata battezzata da don Romano, sabato 30 marzo 2019, nella Pieve di Sovara.
Cogliamo questa occasione per comunicare ai nostri lettori che Patrizia, ultimamente, ha ricevuto la medaglia di “Maestra del Lavoro” a Firenze, a Palazzo Vecchio, con una bellissima cerimonia, per la sua attività alla Confartigianato. Sono 84 i cittadini toscani che quest’anno hanno ricevuto la “Stella al Merito del Lavoro”, l’onorificenza conferita dal presidente della Repubblica a coloro che “nella loro esperienza lavorativa si sono distinti per perizia, laboriosità, condotta morale e anzianità di servizio”.
Alessandro Salvo Senesi di Graziano e Valentina Billi è stato battezzato sabato 27 aprile 2019 da don Marco, nella chiesa di Propositura.
Tommaso Petrelli di Daniele e Giulia Piccini è stato battezzato domenica 9 giugno 2019, presso la Pieve di Sovara, da don Romano.
Alessio Marinelli di Simone ed Elena Pellegrini è stato battezzato sabato 15 giugno 2019, presso la Pieve di Sovara, da don Alessandro.
La morte della Concetta Ferri
Altra Anghiarese di buona famiglia del grande Ferri la cara figlia
Loro abitavano sotto la Fonte dove il padre lasciava le impronte
Di una cantina da lui formata dove il buon vino lui sfornava
Due care figlie Concetta e Mirella una famiglia con padre e madre
Poi la Concetta lo sposo gli arriva così da Anghiari lei partiva
Il suo sposo vice -fattore lì a Galbino fu operatore
Io lo conobbi facendo il lavoro per la fattoria lì in quel luogo Così la famiglia si accorciava solo la Mirella in casa restava
Ma anche lei morti i genitori qui ad Arezzo veniva fuori
Io la incontravo diverse volte il nostro saluto da paesani ci volle
Poi con il tempo forse invecchiati noi non ci siamo più incontrati
Alla cara Mirella le mie condoglianze da vecchio anghiarese e famiglia restante
Purtroppo il tempo per noi si fa duro e con la morte non siamo al sicuro
Coraggio Mirella un forte abbraccio io ti dico solo coraggio:
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di Armando Zanchi Arezzo, 20/6/2019
Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli
AGOSTO 2019
Lunedì 5 agosto alle ore 21 S. Messa nella chiesa di Fonaco in onore della Madonna della Neve.
Mercoledì 7 agosto alle ore 21:00, S. Messa a S. Lorenzo a Gambazzo.
Sabato 10 agosto alle ore 21:00, S. Messa a S. Lorenzo a Ricciano.
Mercoledì 14 agosto ore 21:00, Processione mariana con le fiaccole verso la chiesa di Padonchia, con partenza dal piazzale presso la grande Croce del Giubileo 2000 a Sciano. Con la partecipazione delle Compagnie, della Confraternita di Misericordia e di tutta la popolazione delle quattro parrocchie dell’Unità Pastorale monterchiese.
Domenica 18 agosto ore 17:00, S. Messa nella chiesa di Pianezze in onore della Madonna Assunta.
L’ultima domenica di agosto è la data tradizionale della Festa della Misericordia.
SETTEMBRE 2019
Domenica 1 settembre a Borgacciano alle ore 16:30, festa della Madonna della Consolazione
Sabato 7 settembre alle ore 21:00 a Pocaia, con la partecipazione delle compagnie del SS.mo Sacramento di Monterchi e di Padonchia, solenne processione mariana con le fiaccole in preparazione alla festa della Madonna Bella.
Domenica 8 settembre, tradizionale festa della Madonna Bella, patrona degli autisti e viaggiatori. Prima S. Messa alle ore 8:00, quindi S. Messa solenne alle ore 10:00. S. Messa dei ragazzi e dei giovani con benedizione delle biciclette e moto alle ore 11:00 S. Messa vespertina alle ore 17:00. Seguiranno gare e giochi popolari e l’estrazione dei biglietti vincenti della sottoscrizione interna a premi.
Domenica 29 settembre ore 9:00, festa di S. Michele Arcangelo patrono di Padonchia.
NOTIZIE DALLA PARROCCHIA
Domenica 30 giugno, nella chiesa parrocchiale di Padonchia, è stata battezzata dal parroco don Quinto la
piccola Chanel-Eva-Laura Bortolotti. Il nostro augurio a genitori e familiari.
***
Domenica 21 luglio, presso il Parco Fluviale, si è svolta la tradizionale Festa del Donatore organizzata dal Gruppo Donatori Fratres di Monterchi. In collaborazione con la Confraternita di Misericordia, a partire dalle 16:30, è stato organizzato un punto di ritrovo per la misurazione di glicemia e pressione con personale qualificato. Alle 17:30 è stata programmata una partita di calcetto, seguita da una merenda per tutti i partecipanti. ***
La S. Messa nella restaurata chiesa di Petretole, fissata per il 21 luglio, è stata anticipata a sabato 20 luglio alle ore 18:00 causa festa del Gruppo Donatori Fratres ***
Dal 20 giugno all’8 agosto, in Piazza Umberto I e nel giardino del Museo della Madonna dell’Attesa del Parto, si è svolto anche quest’anno con partecipazione della popolazione il Monterchi Festival 2019 ***
Dopo un’adeguata preparazione, hanno celebrato il sacramento del Matrimonio le seguenti coppie: Daniele Bianchi con Silvia Brizzi nella chiesa priorale di S. Biagio a Pocaia il 29 giugno; Nicola Battistelli con Elisa Polverini nel santuario della Madonna Bella a Pocaia il 13 luglio; Iacopo Conti con Sara Bolgi nella chiesa di Pieve Sovara il 13 luglio. A tutte le coppie, sinceri auguri! ***
A settembre come ogni anno torna il tradizionale appuntamento con la Sagra della Polenta. 47ª edizione da venerdì 20 a domenica 22 organizzata dalla Pro Loco, con stand gastronomici aperti in Piazza del Mercatale e nel centro storico.
FESTA PATRONALE A MONTERCHI
Domenica 6 ottobre 2018, alle ore 11:00, mons. Vescovo celebrerà la S. Messa solenne e amministrerà il sacramento della Cresima ai ragazzi della 3ª media che risulteranno sufficientemente preparati. Martedì 8 ottobre tutta la comunità religiosa e civile è invitata a onorare il proprio patrono con la S. Messa delle 18:00, alla quale sono invitate a partecipare la compagnia del SS.mo Sacramento, la Confraternita di Misericordia, le varie associazioni paesane nonché le autorità civili e militari.
Nell’altra colonna, l’immagine della Madonna Bella, patrona degli autisti e dei viaggiatori conservata nell’omonimo santuario mariano a Pocaia. Qui sopra san Simeone, patrono di Monterchi.
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Palazzo Corsi si rinnova
Spazi per biblioteca, attività di aggregazione sociale, aule didattiche e di rappresentanza
Lunedì 17 giugno è iniziato il cantiere per la realizzazione dei lavori progettati a palazzo Corsi con l’installazione delle impalcature in Piazza IV Novembre che rimarranno fino a quasi tutta l’estate. Si vuole realizzare in questo modo uno Spazio Attivo per la cultura e la socialità. Verrà anche eliminata la superfetazione in bozze che unisce attualmente in modo quasi innaturale palazzo Corsi alla Cappella Votiva.
«La sensazione dovrà essere quella di stare in sospeso tra la Piazza e il Palazzo, per esaltare la componente sociale e culturale».
Duplice l’obiettivo dell’amministrazione: ristrutturazione e trasformazione del palazzo in un luogo al passo con i tempi. «Abbiamo fatto di tutto –afferma il Sindaco Alessandro Polcri– per evitare chiusure del palazzo. L’attività degli uffici e la biblioteca non si fermeranno».
Curiosità sul nuovo accesso da Piazza IV Novembre, per il quale sono già al lavoro i progettisti. «Sarà una cosa utile e bella». Insomma, in parole tecniche: «un elemento vocato all’esposizione e alla socializzazione».
«In tutto –così il Sindaco Polcri– l’impegno finanziario tocca i 108 mila euro». Un tesoretto così suddiviso: «finanziamento comprendente contributi regionali di cui a valere al bando Sviluppo e Rinnovamento Villaggi, fondi comunali e della Fondazione Cassa Risparmio di Firenze».
Sulla carta, un importante lavoro per il consolidamento e per l’allargamento degli spazi di socializzazione, nonché per la modifica dei percorsi interni. Ma per capire il senso del progetto –oltre ai lavori di consolidamento–, occhio alla geografia della socializzazione. Quattro ‘zone’: biblioteca, attività di aggregazione sociale, aule didattiche e rappresentanza.
«Ogni area –precisa il primo cittadino– deve essere potenzialmente in grado di attirare alle stesso tempo utenze diverse e variegate». E per certi numeri, oltre ai contenitori e ai contenuti, servono i servizi. Da qui l’operazione Spazi Attivi. Una parte degli attuali uffici sarà traslocata a piazza del Popolo, mentre le aree attualmente occupate dall’ufficio scuola saranno rivoluzionate. E le parole d’ordine sono rappresentanza, biblioteca, archivio e aule didattiche.
In alto, veduta della zona dove opera il cantiere che ha già eliminato la superfetazione in bozze che univa, in modo quasi innaturale, palazzo Corsi alla Cappella Votiva. Sotto, altra veduta dei lavori in corso.
Programma
Ore 10:30, il momento dello scoppio, suono delle campane di tutte le chiese, Ore 11:00 santa Messa in Propositura seguirà il corteo verso il cippo-ricordo, in Via Nova
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Domenica 18 agosto 2019 anniversario dello scoppio delle mina alla caserma dei Carabinieri
Sono partiti sabato 8 giugno 2019, alle ore 20, dallo stadio Helvia Recina di Macerata per la 41° edizione del pellegrinaggio Macerata-Loreto. Qui a sinistra il gruppo di Anghiari.
Non sarai più solo mai sogno di una notte di quasi estate Sono di parte, lo ammetto, il mio cuore va a piedi. La polvere di Santiago era ancora sui miei scarponi e ho ripercorso la Macerata-Loreto con lo spirito pellegrino che era forte dentro di me.
L’impatto emotivo è diverso qui, non sarai mai solo, e l’emozione è quella di tutto in una notte; tutti insieme senza lasciare nessuno indietro perché questo è lo spirito del pellegrinaggio così come dovrebbe essere nella vita.
Simona
La Madonna appare a Marietta - Giovedì 11 luglio 2019, in occasione dell’anniversario dell’apparizione della Madonna nel luogo chiamato allora Combarbio, è stata celebrata una Messa solenne presieduta dal vescovo Marco. Numerosi fedeli giunti anche in pellegrinaggio da Anghiari, da Tavernelle e da Micciano.
All’inizio della Messa il vescovo Marco ha incensato il luogo dell’apparizione (al centro del santuario circondato da una inferriata).
Nella foto il vescovo Marco con don Franco, don Gustavo, don John, don Alessandro, il diacono Fabio, il ministrante Andrea e il seminarista Marco; con loro il sindaco Polcri e il maresciallo Chiarentin. (rostow)
Op-art - L’associazione di Promozione Sociale “Sinergie” di Zagarolo (RM), ha bandito il XII Concorso d’Artigianato a tema “Op-Art: illusioni ottiche ed effetti 3D”: A volte l’occhio inganna la mente, confondendo il reale e l’immaginario. Così capita di guardare un’ombra, un disegno, un insieme e di vedere qualcosa che non esiste o che non è conforme alla realtà: un’illusione ottica.
Teresa Andrzejewski, dell’Associazione Culturale “Il Tombolo di Anghiari”, autrice del disegno e del progetto grafico realizzato con la tecnica del merletto a tombolo, ha presentato l’opera “Non ti vedo, ma ci sei” conquistando il 2° premio.
Questa la motivazione del premio vinto da Teresa Andrzejewski: “L’opera, realizzata con ottima tecnica, è tenera e delicata: da sotto una coperta si vedono spuntare due occhi verdi felini, mentre il corpo del gatto si intuisce solo dal finto rilievo della coperta stessa, ottenuto con curve della lavorazione, che creano una perfetta illusione ottica tridimensionale. Anche il montaggio dell’opera risulta molto gradevole.”
A lei i nostri complimenti e l’invito a proseguire su questa strada tramandando anche alle nuove generazioni anghiaresi questa particolare tecnica di trina, detta anche trina a spilli, di cui Anghiari va giustamente fiera.
Auguri!
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Al Ponte alla Piera domenica 25 agosto 2019 torna il vero contrabbandiere
Racconto il mio Palio
L’iniziativa sostenuta dalla Banca di Anghiari e Stia
Racconto il mio Palio: è il titolo dell’iniziativa promossa per il secondo anno consecutivo dall'Associazione Culturale Palio della Vittoria con il sostegno della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo e con la collaborazione del Comune di Anghiari Comune e dell’Istituto Comprensivo di Anghiari e Monterchi. Si tratta di un concorso aperto ai giovanissimi iscritti alla Scuola dell'Infanzia, alla Scuola Primaria e alla Scuola Secondaria di Primo Grado di Anghiari per la realizzazione di un’opera grafica ispirata al Palio della Vittoria.
Tutte le opere in concorso realizzate dai giovani talenti del disegno e della grafica sono state esposte dal 12 al 21 giugno nella mostra allestita nella Saletta Expo di Via Garibaldi ad Anghiari. Le opere sono state esaminate da una giuria tecnica (composta dai membri della Magistratura del Palio, dal Sindaco di Anghiari, dal Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo, da un docente del Liceo Artistico di Anghiari e dal Direttore Generale della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo) e da una giuria popolare che si è espressa votando il disegno preferito sulla pagina Facebook del Palio della Vittoria
La proclamazione dei vincitori, in base al risultato complessivo dei giudizi della giuria tecnica e di quella popolare, è avvenuta durante la rievocazione storica del Palio della Vittoria, corso ad Anghiari il 29 giugno, giorno della Battaglia di Anghiari, l’epico scontro combattuto nel 1440 tra fiorentini e milanesi che ridisegnò i confini della Toscana e che fu poi reso celebre dal dipinto di Leonardo Da Vinci. L’opera vincitrice per ogni ordine di scuola partecipante è stata premiata con un buono acquisto del valore di euro 100 destinato a materiale didattico. Ad aggiudicarsi la borsa di studio sono state: la Scuola dell’Infanzia “Gli Angeli di San Giuliano” (disegno in alto), le classi Quinta A e Quinta B per la Scuola Primaria (disegno sotto) e la classe Terza A (autore Giulio Perisci) per la Scuola Secondaria di Primo Grado.
Le motivazioni della scelta di sostenere questa iniziativa ce le spiega Fabio Pecorari, Direttore Generale della Banca: “Il Palio della Vittoria rappresenta il premio per chi si distingue in una corsa a perdifiato in salita, una dura salita lunga 1440 metri, un metro per ogni anno a ricordo di quella Battaglia che nell’anno domini 1440 si disputò nella piana della nostra Anghiari per la difesa della città. Il Palio della Vittoria ha una particolarità tutta sua: viene infatti vinto da un “corridore” ma non per sé, bensì in rappresentanza del proprio Comune di appartenenza. Per questo il Palio di Anghiari è un evento speciale. Uno e Collettivo. Il gesto atletico, sportivo (anche se con qualche rudezza in più rispetto alle norme del
fair play), che è tipicamente individuale, come quello della corsa contro l’altro, diventa condivisione del risultato con la propria comunità, tant’è che il Palio viene consegnato al Sindaco della città in cui risiede il vincitore, a dimostrazione dello stretto legame con la collettività di appartenenza. Questo “legame” ci piace, ricorda quello che esiste tra la nostra Banca e le proprie Comunità, rappresentate dai Comuni, dai Borghi del nostro territorio e dalle persone che lo abitano, lo frequentano e lo amano.
La Banca di Credito Cooperativo è proprio questo: è Banca della Comunità, delle persone che qui vivono e lavorano, e che hanno a cuore il proprio territorio e le sue tradizioni. Anche i Soci della Banca, suoi veri proprietari, sono persone del territorio e sono gli eredi di quei Soci fondatori che, grazie al loro spirito illuminato, diedero vita nel 1905 ad Anghiari e nel 1920 a Stia ad una straordinaria esperienza di cooperazione di credito.
Il Palio della Vittoria non è solo rievocazione, è anche cultura, impegno, solidarietà e voglia di coinvolgere i più giovani nell’esperienza della vita di comunità. Per questo i piccoli studenti delle scuole di Anghiari vengono coinvolti assieme alle loro insegnanti in un percorso di ricerca storica e di ricostruzione dei costumi d’epoca, finalizzato a “produrre” un elaborato grafico che racchiuda in sé i simboli e i valori della manifestazione e che viene premiato dalla Giuria del Palio della Vittoria. Iniziativa, questa, perfettamente in linea con quanto la Banca fa, durante tutto l’anno, in favore dei giovani, cercando di premiare i più meritevoli, sia mediante riconoscimenti di tipo economico sotto forma di borse di studio, sia creando occasioni ed opportunità per la loro crescita morale, culturale e professionale.
Crediamo che investire nei giovani e nella loro preparazione sia il modo migliore per guardare con fiducia al futuro e al tempo stesso per tramandare la memoria e salvaguardare consapevolmente le nostre tradizioni.
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Notizie da Tavernelle
a cura di Patrizia Tavernelli
Ascensione
Il 2 giugno, festa dell'Ascensione, anche un piccolo gruppo di pellegrini di Tavernelle si è recato a piedi al santuario della Madonna del Carmine per la tradizionale festa. Questa tradizione del pellegrinaggio a piedi per la festa dell'Ascensione è sicuramente molto antica e le persone più grandi si ricordano questo avvenimento che prevedeva non solo il recarsi a piedi ma anche il portarsi il pranzo da casa e consumarlo seduti nei boschetti accanto alla grande Chiesa.
E non si mangiavano panini ma ravioli e carne arrosto o fritta portati nelle voluminose sporte dalle donne. Il gruppetto del pellegrinaggio di quest'anno era composto solamente da 8 persone, di cui una dotata di passeggino, ma speriamo per il prossimo anno di poterlo organizzare meglio per far ritornare in vita la bella tradizione. A causa della pioggia dei giorni precedenti non abbiamo potuto fare la vecchia strada del pellegrinaggio da Tavernelle, che prevedeva di passare dalla Banca, la Banchina, il Pianellone e Galbinaccio attraversando il bosco, ma siamo passati dalla via del Bagnolo dove passano anche le macchine. Non sono mancati firma e foto all'arrivo e dopo la Messa ricca colazione.
Prima Comunione
Il 16 giugno, festa della santissima Trinità, nella Chiesa di Tavernelle tre bambini hanno ricevuto la loro Prima Comunione: sono Angiolo Giovanni, Andrea e Benedetta, accompagnati dalle loro famiglie e dalla catechista Vanna.
Durante l'omelia il celebrante si è rivolto esclusivamente ai tre bambini e, parlando sottovoce, ha raccontato loro la bella storia di Tarcisio. C'è stato un momento di grande silenzio con solamente il brusio del ‘Don’ che parlava con i bambini. La storia di Tarcisio racconta di un giovanetto che, durante la persecuzione contro i cristiani, venne incaricato di portare l'ostia consacrata ai cristiani nascosti. Venne però preso, ma custodì e difese il dono prezioso che conservava nel petto rifiutandosi di aprire le braccia. Amò così tanto Gesù sacramento da dare per Lui la vita.
Sicuramente i bambini non dimenticheranno questo momento del rito dedicato solamente a loro e così anche la loro prima comunione. Dopo la Messa, don Alessandro ha fatto la processione del Corpus Domini in modo da rendere ancora più solenne questo giorno per i bambini e per tutta la comunità. Gli uomini della Compagnia di Tavernelle hanno guidato e accompagnato il santissimo Sacramento che è stato portato in processione fino in fondo a via della Chiesa. Naturalmente c'è stata anche l'infiorata con i petali di rosa e il maggio che le catechiste avevano accuratamente preparato.
Festa della Famiglia
Domenica 30 giugno, in ritardo di una settimana rispetto alla solita data, si è svolta a Tavernelle la tradizionale Festa della Famiglia. È la prima dopo che Don Marco è diventato vescovo e quindi la prima di una nuova stagione che si auspica feconda come quella che l'ha vista nascere e svilupparsi negli anni.
Tutto si è svolto come da tradizione con la santa Messa delle ore 11 all'aperto, vicino al Centro parrocchiale, quest'anno celebrata da Don Alessandro. C'è stata la partecipazione anche di una rappresentanza del Coro del Vicariato che ha accompagnato la liturgia. Di seguito c’è stato il pranzo all'aperto, consumato all'ombra, vista la temperatura elevata, preparato dalla Carla insieme a diverse donne della parrocchia. Come sempre, il clou della Festa si è avuto nel pomeriggio con l'inizio dei giochi e la vendita dei biglietti della Lotteria. Non poteva mancare una deliziosa porchetta al cui arrivo era presente anche il Vescovo, che volentieri si è fatto fotografare con gli uomini addetti alla preparazione dei panini. Non potevano mancare anche le buonissime ciacce fritte fatte da diverse donne capitanate dall'Alessandra e impastate da Renato, che volentieri da sempre si è reso disponibile per farle. Forse lo spostamento di data e il clima torrido sono stati la causa di una presenza meno numerosa di gente, ma il clima familiare della Festa ancora una volta si è ricreato tra di noi e quindi nonostante la fatica e le difficoltà siamo pronti a ripartire per il prossimo anno.
Compleanno
ATavernelle il 4 luglio ha compiuto 90 anni una delle donne più anziane, la Emola Romolini conosciuta da tutti come la moglie di Checco, che vendeva al mercato stoffe e abbigliamento. È anche la nonna di Don Alessandro e la mia mamma. Insieme a noi tre figlie, parenti e amici, compreso il Vescovo Marco, l'abbiamo festeggiata augurandole di proseguire così per altri anni ringraziando il Signore perché come dice lei non ha fatto manco un giorno d'ospedale.
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Notizie da Tavernelle
Giandomenico
Così lo ricorda la Compagnia di Galbino
Purtroppo ancora una volta siamo qui a ricordare una persona che ha fatto parte della nostra vita. Con grande tristezza vogliamo ricordare la figura di un nostro confratello della Compagnia della Madonna del Rosario di Galbino. Giandomenico Baggi, oltre a essere stato il primo camerlengo della ricomposizione della nostra Compagnia, è stato una persona che era sempre pronta ad aiutare chi aveva bisogno di una mano. È stato amministratore del Comune di Anghiari nel quale ha svolto le sue mansioni con oculatezza e onestà.
Andato in pensione, si è dedicato alle sue passioni. A Valealle curava con amore i suoi ulivi, la sua tartufaia di cui ne andava fiero, ma il suo amore più grande era curarsi dei suoi nipotini per i quali aveva un amore viscerale e, nel vederli insieme, si capiva.
Noi ti vogliamo sempre ricordare passeggiare fra i tuoi ulivi o con i tuoi nipotini. Un abbraccio alla Lorena, a Michele, a Massimiliano e alle loro famiglie.
Galleria di immagini
Da sinistra in alto e poi in senso orario: don Alessandro mentre si rivolge ai bambini della prima comunione; avvio della processione con i confratelli della Compagnia di Galbino che aprono la processione con la bandiera della parrocchia; i bambini della prima comunione, il baldacchino e il Santissimo Sacramento; ritorno verso la chiesa.
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a cura di Patrizia Tavernelli
Ropa
Richiesta di chiarimenti di Anghiarino, di qua dal Tevere, e risposte del professor Mattesini, di là, sulla etimologia di parole dialettali usate in Valtiberina con qualche necessaria divagazione.
Professore buongiorno, dalle chiacchiere che si intrecciano nell’etere è venuta fuori la parola “ropatoio”. Il significato è per ora in sospeso, mentre io conosco la parola ropa: «prendi una ropa di fieno per i conigli!» che sarebbe come dire prendine una manciata. Aggiungo solo, pensando a manciata, la parola “manciato”, che si usava in tempo di mietitura.
Riusciamo, professore, a dipanare la parola “ropatoio” e i suoi derivati?
Un saluto da quassù, in attesa che il sole sorga in asse con la Ruga di San Martino.
Anghiarino Anghiarese
Caro Del Pia, il quesito che questa volta mi pone è abbastanza semplice da risolvere.
Preliminarmente però è d’obbligo un chiarimento: la voce ropatóio, che non avevo finora mai sentito, è un derivato di rópa (e non viceversa). Il suffisso -ato, identico alla desinenza participiale derivante dal lat.atus – con cui sono stati coniati sostantivi che indicano ufficio e potestà come ducato, padronato, rettorato, ecc., o che esprimono l’ambito di competenza ovvero, in taluni casi, addirittura la condizione privata, come in celibato, e da cui deriva poi la possibilità di formare aggettivi verbali come acquistato, sensato, usato, ecc. – è servito anche alla formazione di attributi qualificativi come, per esempio, dentato, fogliato, stellato, da cui si è talora giunti a delle sostantivazioni: soldato ‘assoldato’, mandorlato ‘dolce con le mandorle’, filato ‘fibra tessile’, ecc. Al suffisso -ato si è aggiunto -óio (dal lat. -orius, originato dall’aggiunta di -ius in derivati aggettivali da sostantivi in -or, come in amator > amatorius) e il risultante -toio può indicare ora uno strumento (frantoio, innaffiatoio) ora un luogo: asciugatoio, lavatoio, seccatoio (si veda G. Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, Torino, Einaudi 1966-1969, §§ 1128 e 1075).
Se ropatóio indichi lo strumento con cui (o il luogo dove) si fanno le rópe non saprei proprio dire, essendomi – come dicevo – ignoto il termine. Come altrettanto peregrino è per me il termine manciato, una semplice variante maschile di manciata, in uso in Toscana (GDLI, s.v.), ma poco o per niente al Borgo.
All’incontro mi è nota la voce rópa, documentata fin dal Seicento nel dialetto aretino, come si legge in A. Nocentini, Il vocabolario aretino di Francesco Redi con un Profilo del dialetto aretino, Firenze, ELITE, 1989, p. 271: «rópa – (profferito con l’o stretto). I Fiorentini dicono batuffo, e batuffolo. E significa cosa rabbatuffolata.
Mb [cioè ms. Magliabechiano]: Antonio Nardi, Dial. [loghi contadineschi in lingua aretina contadinesca]: “Aviva una gran ropa de cenci sotto ’l braccio” [mod. rópa «manciata, giumella»]».
Ne rinvengo inoltre una più recente attestazione nel prezioso volumetto di P. L. Pisani Barbacciani, Linguaggio rurale del passato nell’Alta Valle del Tevere. Presentazione di E. Mattesini, s.n.t. [ma Pieve Santo Stefano (Ar), Tipografia Dalla Ragione, 2009], p. 47: «ròpa ‘manciata di erba’». Ma la voce è di casa anche al Borgo, dove registro ròpa de paglia ‘manciata di p.’, ròpa de fiéno ‘manciata di f.’, con il derivato aropèta ‘manciata, quanto si può afferrare con una mano’, che traggo dalle schede del Vocabolario del dialetto di Borgo Sansepolcro (a cui da anni mi sto dedicando), voci peraltro affiancate dal denominale aropère ‘afferrare con una mano, agguantare’ e quindi anche ‘arraffare’ e ‘rubare’, da cui pure la locuzione (fig.) aropère le curve, cioè ‘tagliare la strada stringendo le curve alla guida di un mezzo’ (rubando quindi spazio per guadagnare in velocità).
Per l’etimo della voce tutti i repertori sono concordi, a cominciare dal Dizionario etimologico italiano (Firenze,
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Barbèra, 1950-1955) di C. Battisti e G. Alessio, s. rópa «aretino; mucchio di stracci; o lo spagn. ropa vestiti, biancheria, o, collo spagn., direttamente dal gotico raupa (corrispondente al germ. rauba, cfr. ‘roba’)», a cui sarà da aggiungere il port. raupa. E così già il REW ( Romanisches Etymologisches Wörterbuch di W. Meyer-Lübke, Heidelberg, Winter, 1935) 7090: «rauba (germ), 2. raupa (got.)’Beute’ (preda, bottino di guerra), ‘Kleid’ (vestito), ripreso successivamente dal REWS [P. A. Farè, Postille italiane al REW di W. MeyerLübke comprendenti le «Postille italiane e ladine» di Carlo Salvioni, Milano, Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, 1972] 7090: «2. Aret. ropa “Haufen schlecht zusammengebundener Lumpen” [‘mucchio di stracci mal arrotolati”]» e, sia pure dubitativamente, dal VEI (Vocabolario etimologico italiano di A. Prati, Milano, Garzanti, 1951), s. ròba: «L’aret. ropa (con o stretto) “batuffolo” deriva forse da *raupa (got.)», con rinvio al REW 7090, a P. Sella, Glossario latino emiliano, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1937, p. 296 [roba], a E. Gamillscheg, Romania germanica, BerlinoLipsia, W. de Gruyter, 1934-1936, 3 voll: vol. I , p. 30 e all’Italia dialettale, VI, 1929, p. 56.
Da ultimo concorda con l’etimo proposto anche Manlio Cortelazzo, che però considera la voce genericamente toscana (a quanto invece risulta è documentata solo
Filastrocche dalla Calabria
Naturalmente la Calabria è quella d’Anghiari e le filastrocche le hanno conservate la Valeriana del Parati e la Maria del Catacchini, vicine di casa. Erano le filastrocche della loro infanzia.
Coccodè
Coccodè, che c’è di nuovo?
La gallina ha fatto l’uovo. Coccodè, cosa c’è stato?
La gallina ha già covato. Tic, tic, un colpo secco lui lo rompe con il becco. Ecco che apre l’usciolino. Oh, buon dì signor pulcino!
Oscar Wilde uomini & donne
Le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese. Ciascuno di noi (uomo), da solo, non vale nulla.
nell’aretino e nei dialetti della Valtiberina toscana, mentre non è registrata dai repertori dell’aretino-chianaiolo). Si veda M. Cortelazzo-C. Marcato, I dialetti italiani. Dizionario etimologico, Torino, utet, 1998, s. rópa1 «sf. (toscano) ‘Manciata, presa’. Dal gotico *raupa, formato a partire dal verbo raupjan ‘svellere, strappare’ [FEW; Nocentini 1983: 30]. Il FEW è il Französisches Etymologisches Wörterbuch di W. von Wartburg, BonnLeipzig-Tübingen-Basel, 1922 e seguenti, vol. XVI –Germanische Elemente, s. *raupa. Con «Nocentini 1983: 30» si rinvia ad A. Nocentini, I germanismi nel dialetto aretino, in Atti del Convegno su Arezzo e il suo territorio nell’Alto Medio Evo, Cortona, Calosci, pp. 27-42: p. 30.
Il collegamento tra il gotico *raupa e il germ. occ. *rauba ‘bottino; vesti (prese come bottino)’ permette di ascrivere, in qualche modo, alla stessa famiglia l’it. roba e l’aretino rópa, e di conseguenza di affratellare l’it. rubare e il borghese aropère nel medesimo significato (con a- prostetico per intensificare il concetto e passaggio -are > -ère per palatalizzazione della tonica, che è regola nel dialetto del Borgo e d’Anghiari). Saluti borghesi all’Anghiarino Anghiarese e ai miei quattro lettori da
Enzo Mattesini
Nell’altra pagina, un giovane sta ‘battendo’ con lo ‘scorgiato’ una ‘ropa’ di fagioli.
Nonna Giselda racconta
I ricordi di Giselda Gennaioli, trascritti su piccoli fogli di carta e mandati all’Oratorio.
La neve Fiocca la neve lenta lenta lenta il bimbo piange col piccolo dito in bocca la nonna canta col mento sulla mano canta la nonna intorno al suo lettino c’è rose e gigli è tutto un bel giardino in quel giardino il bimbo si addormenta fiocca la neve lenta lenta lenta.
Grandine
come uova di colomba
Martedì 9 luglio 2019, una violenta grandinata ha colpito Arezzo. Una ventina di giorni prima, stessa storia al Borgo; anche ad Anghiari cadde qualcosa, ma meno, forse perché siamo riparati dallo “sbocco” che viene giù da Verghereto. (Nella foto i “chicchi” del Borgo)
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ANTHONY CLARKE
Come l’arte salvò Sansepolcro
Nell’estate del 1944 la linea del fronte raggiunse la Valtiberina e, come sappiamo, furono quelli i mesi più terribili dalle nostre parti. Gli scontri tra tedeschi e alleati si fecero sempre più frequenti ed intensi, le cannonate di ambo le fazioni volavano sopra la testa degli inermi cittadini, tanto da divenire quasi un abitudine. Purtroppo non mancarono danni e soprattutto vittime anche tra i civili.
Gli alleati continuavano la loro avanzata, lenta ma inesorabile, liberando i vari paesi dall’occupatore tedesco: Città di castello il 22 luglio, Pistrino il 26, Citerna il 28, Anghiari tra il 29 e il 30 luglio. Alcune zone restavano però aspramente contese come ad esempio Catenaia, Caprese e Ponte alla Piera.
Sansepolcro fu un caso particolare. I tedeschi avevano abbandonato il centro storico il 31 luglio (non prima però di aver fatto saltare la Torre di Berta alle 5 del mattino), ma non avevano lasciato il territorio, rimanendo appostati sulle colline circostanti. Per gli inglesi Sansepolcro non era un obbiettivo prioritario e strategico, questo fece sì che per oltre un mese (1 agosto-3 settembre 1944) rimase “terra di nessuno”. Il centro cittadino tra le mura venne presidiato da un gruppo di circa 150 volontari, i “Difensori della città”, con compiti di controllo e protezione. Gli Inglesi però ignoravano che i tedeschi avessero abbandonato totalmente il centro cittadino e si stavano preparando per colpirli.
Nell’agosto, il Capitano della “Royal Artillery” Anthony Clarke, già impegnato nella liberazione di Città di Castello, si spostò a Sansepolcro per aiutare l’azione militare dei connazionali.
“Sul nostro fianco destro Clarke si era posto in una posizione di osservazione in un cespuglio su terreno elevato, da dove poteva avere una chiara veduta di Sansepolcro. Dopo un po’ ricevette l’ordine di puntare l’artiglieria sulla città, in previsione del bombardamento programmato per supportare il nostro attacco. Ma si sentiva turbato. Innanzi tutto non aveva scorto nessun segno di occupazione; inoltre c’era qualcosa nel nome di quella città che gli era famigliare. Mentre Tony cominciava a sparare i suoi “rangings shots” quella domanda gli rigirava per la testa. All’improvviso ricordò… 1”.
“Dovevo avere 18 anni quando lessi un saggio di Aldous Huxley2. Ricordavo con chiarezza il racconto del suo faticoso viaggio da Arezzo a Sansepolcro e, tuttavia, quanto meritasse farlo quel viaggio, dato che a Sansepolcro c’era la Resurrezione di Piero della Francesca, “la più bella pittura del mondo”. Feci un calcolo dei bossoli sparati e fui sicuro che se non l’avessi già distrutta, avrei potuto, proseguendo il bombardamento, danneggiarla gravemente. E feci cessare il fuoco3”.
Tony sapeva che, siccome un affresco è incorporato alla
1. Dalle memorie del Maggiore Richard Haseltine comandante dello squadrone degli Hussars inglesi.
2. Along the road (1925). Un racconto di viaggio dove, tra l’altro, definisce il trenino dell’Appennino “Un trenino da operetta”.
3. Dal diario di Anthony Clarke rinvenuto nel 2011.
superficie della parete, il capolavoro di Piero sarebbe andato irrimediabilmente perduto qualora l’edificio fosse stato distrutto. Perché mai rendersi responsabile di un gesto così terribile? Proprio allora un giovane pastore passava con le sue pecore. Tony lo chiamò : «I tedeschi sono a Sansepolcro?» «No, -rispose- se ne sono andati tutti e sono sulle colline dietro la città4.»
A quel punto Anthony, rischiando la corte marziale, sospese il bombardamento e si mise in contatto radio col quartier generale, affermando con assoluta certezza (che in realtà non aveva) che non vi era una sensibile presenza di nemici e che il bombardamento era perciò inutile. Fu cosi che l’arte salvò il Borgo!
Nel frattempo, anche due ragazzi di Sansepolcro, Ivo Pasquetti e Sebastiano Laurenzi, erano stati incaricati di raggiungere il comando inglese collocato a Valdegatti di Anghiari per informarlo di non bombardare perché non c’erano tedeschi. Il viaggio a piedi, seppur breve, fu avventuroso e rischioso, ma tutt’oggi Ivo Pasquetti ricorda soprattutto che una volta raggiunto il comando gli venne offerto… un thè caldo, in pieno agosto!! D’altronde erano inglesi e si vede che era l’ora giusta!
Nel dopoguerra, ad ulteriore dimostrazione della sua passione, Tony si trasferì a Città del Capo, in Sudafrica, dove aprì una libreria ancor oggi esistente specializzata in libri d’arte. Tornò a Sansepolcro nel 1965 e poté nuovamente vedere l’opera e la città che lui salvò. Dopo la sua prematura morte nel 1981, gli è stata intitolata una strada nella zona di San Paolo.
Il 31 maggio scorso la signora Harriet Anne Morgan, figlia di un commilitone e amico di Tony, ha avuto la curiosità di venire a Sansepolcro per vedere La Resurrezione. In quest’occasione, presso la sede biturgense del Meredith College, ha confermato questa storia, così come le veniva raccontata anche dal padre, ad un folto ed emozionato pubblico.
Mirco Draghi
In alto, Clarke, 4° da sinistra della fila dei militari seduti; il 2° della stessa fila è il babbo di Anne. Sotto, fotomontaggio con Clarke davanti all’affresco di Piero.
4. Dalle memorie del Maggiore Richard Haseltine comandante dello squadrone degli Hussars inglesi.
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Amo il caldo di Antonio Bacci
Questi giorni di calura son per molti cosa dura. Io mi sento ancor più baldo, amo il caldo.
Oggi i gradi eran quaranta, poi c’è l’afa, che ti schianta. Io resisto a piede saldo, amo il caldo.
“Ma cosi finiamo male, questo è un fuoco già infernale!” Non lo temo, son ribaldo, amo il caldo.
C’è chi in centri commerciali cerca freschi artificiali, e qualcosa compra in saldo; amo il caldo.
Io del freddo son nemico, qui l’affermo e qui lo dico. Se mi sgridi, io mi riscaldo; amo il caldo.
"Forse il sole ha folgorato il buon caro Amicusplato, che ripete, da spavaldo: amo il caldo!"
No! Col sole risplendente mi riposo e non fo niente. Ecco, amici, perché araldo son del caldo!
Questa poesia di don Antonio Bacci è tratta dal suo libro: Dacci oggi il nostro post quotidiano, Tipografia F. Scheggi, Arezzo, 2016.
La fissazione del telefono
una volta era quella del telegrafo
Narrano i biografi che Gabriele Dannunzio aveva orrore a scrivere lettere e risolveva tutto con il telegrammi. Aveva per il telegramma una passione infantile. Se ci fossero stati telegrammi-treno, super telegrammi, avvrebbe usato quelli.
Nel ventennio, certi uomini politici vivevano come sopra una nuvola da cui invece di fulmini lanciavano telegrammi. “Battere un telegramma” sembrava una qualcosa di più energico, di più attivistico che il semplice mandare una lettera, e questo si pensava anche in caso di un matrimonio o di un lutto. Invece le cose troppo a buon mercato (quello intellettuale) non sono mai troppo eleganti: bisogna avere il coraggio di prendere la penna e scrivere. Senza considerare che le nostre nonne, quando vedevano il fattorino telegrafico (oggi certo non lo vedono più), impallidivano perché preannunciava una cosa grave.
Bisognerebbe avere il buon senso (quindi oggi vale per il cellulare) di quell’incomparabile ammiraglio della marina napoletana, Luigi Chrétien [N.d.R. siamo a metà Ottocento] che, quando riceveva un telegramma a tavola, lo passava all’aiutante aggiungendo: «Questo lo apriremo domattina, in ufficio, come prima cosa...»
Ma veniamo al telefono. Se siete in un ufficio o da un medico e arriva una telefonata, subito il nostro interlocutore si affretta a rispondere (tutti mi cercano, sembra voler dire). Purtroppo anche noi/io facciamo uguale. Una volta, quando i telefoni erano quelli di bachelite, c’erano dei numeri che era inutile chiamare: erano sempre occupati. C’era qualcuno che passava le mezz’ore attaccato alla cornetta.
Anche oggi non è molto diverso. Da casa mia passano delle persone a piedi che parlano da sole (no col telefono!) e se mi capita di partire in macchina e di raggiungerle verso Tubbiano, sono sempre lì che parlano da sole! Purtroppo non riusciamo ad usare con intelligenza ed educazione, aggiungerebbe Giovanni Ansaldo, i mezzi tecnici a nostra disposizione. Consoliamoci pensando che anche 100 anni fa, ma forse anche più, i nostri avi usavano i mezzi tecnici di allora in modo sbagliato.
Concludo con un post che gira su internet (a me me l’ha mandato mia moglie), vecchio ma sempre attuale e, soprattutto, utile da meditare:
AVVISO
Quando entrate in questa chiesa può essere che sentiate la chiamata di Dio. Tuttavia è improbabile che vi chiami al cellulare. Vi siamo grati se spegnerete i telefonini.
Se volete parlare con Dio, entrate, trovate un posto tranquillo e parlategli. Se invece volete vederlo, inviategli un messaggio col telefonino mentre state guidando!
* Spunti tratti da alcune pagine dalla Guida pratica alle buone maniere di Giovanni Ansaldo, 1895-1969, fattemi pervenire da Mauro Leoni.
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Vescovo Marco -Visita amichevole e a sorpresa dalla Emola e da Checco. L'occasione era il novantesimo compleanno della Emola. Eccola nella foto che discute con il vescovo (don) Marco. Abbiamo scelto questa foto fra quelle pervenute perché mette in luce il carattere e l’espressività della Emola che, ricordiamo, è originaria di Caprese, della Lama.
Tre: numero perfetto!
di Clèto
Giuseppe Festini ha ricordato questo modo di dire: Le donne di Petriolo sono in tre a fe’ ‘n fiólo: una el fa, una el tieni, una guarda cume viéni
Io ne sapevo un altro simile (sempre umbro!): I matti de Montone ‘n tre fano un cistone; uno el fa, uno el chieni, uno guarda cume vieni.
Ma se gli umbri si sono specializzati nel numero tre, anche noi abbiamo i nostri individui particolari: I matti da Gello (in cima alla Scheggia) per andare a Rezzo passavon da Castello!
Montalbano - In gita per la Sicilia, Armando Babbini, non si è sottratto dal visitare i luoghi dove si stanno girando gli sceneggiati (una volta era così che si diceva) dell’ormai famoso commissario descritto in modo magistrale da Andrea Camilleri.
Nel riquadro bianco, due nostre conoscenze davanti alla “casa” di Montalbano a Marinella, dove il commissario ama trascorrere i momenti di riposo dal servizio. Questa abitazione, bella di suo, è resa ancora più attraente e particolare dalle riprese televisive.
Questa
bella foto, conservata a Palazzo Sabino da Dario Geppetti, casiere a suo tempo della famiglia Negrotto su a Scille, è stata scattata a Firenze dove i Negrotto avevano portato in gita coloni e operai delle loro aziende a Scille. Siamo negli anni 1972/73.
Sono raffigurati da sinistra: Angiolino Mariani (dalle Bozie), Dario Geppetti, Pierfrancesco Negrotto, Giangia, moglie di Angiolino e la figlia Assunta, Giulia Rossi di Scille e il figlio Piero, Fosca Frulli, Giovanna Negrotto, Marisa Frulli moglie di Dario e sorella della Fosca.
Gita a Firenze
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La battaglia di Leonardo
La donazione di una delle più importanti opere riconducibili alla Battaglia di Anghiari*
Il Museo Statale delle Arti e Tradizioni Popolari dell’Alta Valle del Tevere, vero e proprio gioiello nel cuore della città di Anghiari, è uno dei 49 luoghi della cultura di proprietà statale gestiti dal Mibac-Polo Museale della Toscana a partire dal marzo 2015.
Grazie alla preziosa collaborazione instauratasi con il Museo della Battaglia e di Anghiari, l'opera di Gérard Edelinck “La disputa per lo stendardo” -donata da Michele Gautier-Lacroix e Loïc Malle al Comune di Anghiari e al Museo della Battaglia e di Anghiari nel 2019- sarà in mostra a partire dal 30 giugno p.v fino al 12 gennaio 2020 al piano nobile di Palazzo Taglieschi, in silenzioso dialogo con la terracotta policroma invetriata raffigurante una Natività con Santi. La stampa riproduce in controparte il famoso disegno attribuito a Pieter Paul Rubens della disputa per lo stendardo, a sua volta ispirato alla celebre opera pittorica murale di Leonardo Da Vinci per la Battaglia di Anghiari.
Gérard Edelinck (Anversa 1640-Parigi 1707), pittore e incisore fiammingo, dopo l’apprendistato ad Anver-
sa, sua città natale, per la grande maestria nell’incisione lavorò alle dipendenze di Luigi XIV a Parigi, divenendo uno dei maggiori rappresentanti di questa non facile arte.
Già Michael Bryan nel suo monumentale Dizionario dei pittori e incisori del 1853 lo celebra: «non c’è negligenza o mediocrità, ogni soggetto è perfettamente finito e i suoi volti sono distinguibili tramite le più vive espressioni.» La sua produzione incisa si compone di 339 pezzi e contiene numerosi ritratti di grandi personaggi e celebrità del suo tempo.
Questa esposizione rappresenta l’anteprima ideale alla mostra “Arte di governo e la battaglia di Anghiari” che prenderà il via dal 1 settembre 2019, con opere provenienti da Le Gallerie degli Uffizi e dal Museo Horne di Firenze.
* Gérard Edelinck, La disputa per lo stendardo da P.P. Rubens , da Leonardo da Vinci 1657-1666, incisione a bulino.
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Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa Sul filo della Memoria…
CRONAC HETTA
dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.
Mese di maggio 2019
Sabato 6 aprile 2019. Oggi è morto Antonio Bianchini. Era di Upacchi e dopo il matrimonio si è trasferito al Borgo dove viveva con la moglie Natalia Zanchi (Fabia), originaria anche lei di Anghiari (delle Stabbielline) ed erano molto legati ad Anghiari. Antonio era del 1922, e quindi aveva 97 anni, mentre la moglie Fabia è morta nel 2015. (Notizie fatteci pervenire dalla nipote che ringraziamo per avercele mandate e poterle così condividere con i nostri lettori.)
Mercoledì 1° maggio. Ero verso la Fonte con Orlando quando s’è visto un furgoncino pieno di api: sul cruscotto, sul volante e in ‘giro’ per la macchina.
Venerdì 3 maggio. Alle otto e mezzo la custode della Badia ha suonato a distesa la campana: alle nove infatti c’è la Messa per la Festa del 3 maggio.
Sabato 4 maggio. Oggi alcuni dei “Curiosi” sono andati in Abruzzo. C’è caso che trovano la neve.
Lunedì 6 maggio. Stamani ho acceso la stufa. Meno male, alla Faggeta aveva fatto la neve, e anche di qua.
Domenica 12 maggio. Stavo tornando dal Carmine dopo la Messa delle dieci quando, alle Cortine, ho visto che c’erano i pompieri. Speriamo che non sia successo niente di grave.
Martedì 14 maggio. Alla rotonda della E45, quella modificata, ho visto dei vetri in terra.
Mercoledì 15 maggio. Stamani ho visto Pietro del Carmine per Piazza. Ancora ha il “collare”.
Venerdì 17 maggio. Stasera s’è fatto il ritrovo con le Compagnie e, andati processionalmente a Sant’Agostino, abbiamo recitato i Vespri con don Alessandro. Ero appena “ito” a letto quando mia moglie mi fa: «Senti come piove!» Era vero!
Domenica 19 maggio. Verso le cinque ho risentito la sirena della diga. Era un pezzo che non “l’arsentivo”. Mercoledì 22 maggio. Oggi è morto Michele Cianfrani. Era nato a Monteroduni, in provincia di Isernia. Abitava all’Infrantoio, nella zona chiamata “Le Strosce”. Sabato 25 maggio. Oggi ho portato mia moglie e la Carla a Zagarolo per la Giornata della merlettaia. Oggi è morta Liana Polverini vedova Cancellieri. Aveva 97 anni ed abitava vicino alla Bernocca. Era nata nella zona del Borghetto di sopra.
Domenica 26 maggio. Stamani sono passato dal piazzale della Stazione e ho visto che era, insolitamente, pieno di macchine. Chissà se c’era qualche manifestazione da qualche parte!
Mercoledì 29 maggio. Stamani in piazza c’erano più macchine che banchi del mercato.
Venerdì 31 maggio. Festa della Madonna del Buon Consiglio con recita del Rosario a chiusura del mese mariano. Tanti i bambini presenti.
Mese di giugno 2019
Martedì 4 giugno. Oggi è morta Fosca Tavernelli vedova Tanfi. Aveva 105 anni ed era nata alle Pianacce. Ha vissuto al Mulinaccio fino alla fine degli anni ‘50; poi la famiglia si è trasferita a Sansepolcro, alle Forche. Domenica 9 giugno. Oggi ad Ancona è morta Concetta Ferri ved. Menchi. Aveva 93 anni. Era nata ad Anghiari e la ricordiamo di quando, il 24 agosto 1941, partecipò come damigella alla rievocazione della Battaglia di Anghiari. Lunedì 10 giugno. In Piazza dei Polli c’erano abbastanza rondini che volteggiavano nel cielo. Venerdì 14 giugno. Mia figlia m’ha chiamato che erano tornate le rondini nel nido dietro casa.
Sabato 15 giugno. Stamani invece m’ha chiamato mia moglie che stava passando il camion dei pompieri. Oggi c’era anche il raduno delle Vespe al Campo della Fiera.
Lunedì 17 giugno. Ho visto che nella zona di fronte all’Acquedotto hanno scaricato una grossa ruspa per i lavori di realizzazione di abitazioni.
Domenica 30 giugno. Oggi era la festa della Famiglia a Tavernelle. Non ci sono potuto andare perché ‘badavo’ mio nipote di Rio di Luco.
Feste di AnghiarinoAnghiarese
Domenica 9 giugno 2019 ero in giro per la Valnerina, mi sono fermato a Vallo di Nera, appollaiato sopra una collina, dove c’era la festa intitolata “Fior di cacio”.
Molti gli ospiti per i quali era stato organizzato un parcheggio in basso, alle pendici della collina dove stanno appollaiate le case. C’erano almeno sei pulmini che facevano la spola per portare gli ospiti, numerosi, su in paese e poi riportarli indietro.
Vallo è un Comune di 352 abitanti. Ho chiesto a uno del posto come facevano a coinvolgere le tante associazioni presenti che regolavano il traffico o prestavano assistenza: “C’è lo zampino del Sindaco che ci tiene a questa festa!”
Toccherà fare così anche a noi! ***
A rallegrare il pomeriggio anche il “Gruppo folkloristico Spoletino” (foto) che mi ha fatto ricordare la “Compagnia dei Ricomposti di Anghiari” guidata da Mario Guiducci che ha le stesse finalità di tramandare balli e canzoni popolari.
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Incontri con don Luigi
Padre nostro, non Padre mio
La Chiesa ci insegna che le preghiere vanno dette insieme agli altri. Ma se io dico le mie preghiere con fede da me solo, non sono a posto con i precetti della Chiesa stessa?
Si rifaccia a Gesù! Quando gli Apostoli gli chiesero: «Insegnaci a pregare!» Lui dice due parole enormi all’inizio: una che riguardava Dio e una che riguardava noi. Padre nostro, non Padre mio. Dio è padre, non è un giudice. Non è uno che tende a tagliare i suoi interessi. No, al contrario, è la bontà, è la misericordia. Dio è giudice (giudica come giudica un babbo!), Padre nostro, perché dove sono due o tre -questo è Vangelo!-, dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro. Quindi va bene la preghiera personale, ma va meglio la preghiera comunitaria.
Pensi ai monaci, pensi alle suore, pensi ai consacrati. È così, è la concordia che il Signore ci chiede, è l’armonia, al punto tale che se recitiamo le Lodi, faccio per dire, e il popolo non conosce il canto dell’inno, si può adoperare un qualsiasi altro canto, purché sia riconosciuto dai nostri vescovi. Adesso, fra l’altro, i vescovi italiani hanno fatto un libretto con tutti i canti che si possono adoperare.
Veda, anche la Messa è una preghiera comunitaria, è una preghiera fatta insieme. Ci rivolgiamo a Dio, ma ci rivolgiamo a Dio insieme. Tante volte mi sento dire: «Ma io vado in chiesa e prego meglio quando non c’è nessuno e son solo!» Ma che tu ti senta meglio lo accetto, ma quello è il tuo sentimento! Che ha a che fare con la fede il tuo sentimento?
Anche l’andare alla Messa è una scelta, e insieme, al punto tale che se io sono solo, la domenica, non posso celebrare Messa. Ma neanche gli altri giorni. Non posso celebrare Messa, perché la Messa è un gesto comu-
Santuario del Carmine
dal post di Claudia Pagliaroli
Ieri sera al santuario della Madonna del Carmine al Combarbio di Anghiari, come ogni anno, santa Messa solenne per ricordare l’apparizione di Maria santissima alla pastorella Marietta avvenuta l’11 luglio 1536.
nitario. O c’è qualcuno con me o io non celebro Messa. A meno che intervenga il Vescovo, per esempio per un malato, come ha fatto con me per il breviario.
Sa che i sacerdoti sono obbligati al breviario tutti i giorni: ma io con gli occhi non ci vedo quasi più, con le mani per sfogliare le pagine mi ci vogliono i secoli e quindi mi sono rivolto al Vescovo il quale mi ha rassicurato dicendomi di non preoccuparmi e di andare avanti. I sacerdoti e i diaconi, infatti, sono obbligati alla lettura del breviario tutti i giorni.
Per la Messa, ad esempio, hanno l’obbligo della celebrazione la domenica i sacerdoti-parroci, gli altri, come me adesso, non c’è nessun obbligo. A parte che adesso sono malato e non posso muovermi, ma comunque non essendo più parroco non c’è l’obbligo della Messa. Io potrei anche non celebrar più Messa perché la Chiesa obbliga soltanto quando il sacerdote è a capo di una parrocchia.
In alto, la facciata della chiesa del sacro Cuore a Sansepolcro, dove don Luigi è stato parroco per 23 anni.
La santa Messa solenne ieri sera è stata presieduta da sua eccellenza monsignor Marco Salvi vescovo ausiliare della diocesi di Perugia-Città Della Pieve: il mio ex parroco della mia parrocchia di san Bartolomeo apostolo ad Anghiari, pellegrino in questo santuario. La sua omelia, bellissima, piena di significato, di saluti e di affetto ha toccato il cuore di tutti e ha reso omaggio a Maria santissima. ( foto claudiap )
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Venerdì 2 agosto 2019 Perdono di Assisi
PROGRAMMA
Ritrovo presso il Cenacolo di Montauto, ore 8:00 partenza del pellegrinaggio verso la Maestà di san Francesco nei pressi di Montauto. Qui verrà celebrata la santa Messa (circa le ore 9:00) Ritorno libero
Alle ore 18:00 presso la chiesa della Croce, chiesa francescana, verrà celebrata la santa Messa