2019-4 Oratorio di Anghiari

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Poste Italiane S.p.A.Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004AREZZOTariffa pagataTaxe perçue PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 4 GIUGNO - LUGLIO 2019

In copertina - Personaggi anghiaresi Mario Pernici

Troviamo Mario e il suo sigaro al caffè del Terrato e qualche avventore, appena vede che stiamo per fargli un’intervista, afferma e ci fa sapere che è molto conteso fra le donne della Valtiberina.

Subito gli chiediamo, lui figlio di poeta d’ottava rima, come si considera in questa fase della sua vita?

Questa fase della mia vita è in parte sfortunata per la perdita di mia moglie Daniela. Sono impegnatissimo, forse anche troppo, perché faccio da nonno e non solo. Ma, come dici tu, è anche una cosa bella.

Ma la tua attività lavorativa in cosa è consistita?

Ho fatto il cameriere per tutta la vita. L’ho fatto a Roma, l’ho fatto a Foggia, l’ho fatto in alt’Italia: diciamo pure in tutt’Italia. E naturalmente l’ho fatto ad Anghiari. Penso di averlo fatto bene perché tutti mi chiamavano “il cameriere”. A questo proposito voglio raccontare questo episodio. La mia famiglia non è che avesse grandi possibilità e con la Chiesa non era tanto in comunanza. Però mi ricordo che dovevo andare a Roma e don Nilo mi comprò un paio di scarpe nuove.

Gli anghiaresi ti chiamano con il soprannome di Mobutu, soprattutto per la Scampanata, dove il soprannome è obbligatorio. Come mai?

Perché io parteggiavo per quel guerrigliero laggiù del Congo, in Africa, che poi anche lui è diventato un delinquente come gli altri. Fino a che faceva la rivoluzione andava bene. Dopo comandava e ha cambiato registro. Io come linea politica mi ritengo di sinistra, non come quelli che si veston tutti uguali che non mi sono simpatici: diciamo mi sento di centrosinistra. Però io sono per l’alternativa: a comandare, un po’ gli uni e un po’ gli altri.

A conclusione, uno del pubblico (ancora?!) presente all’intervista attratto dal personaggio, chiede informazioni sul Museo della Beccaccia che è stato istituito per i Cordoni (dove Mario ha delle proprietà). «Io co’ le beccacce ci faccio i crostini!» è stata la sua semplice risposta.

Il tetto della Propositura

Dopo il nostro appello e la lettera allegata al numero 6/2018 dell’Oratorio, sono stati molti coloro che ci hanno fatto pervenire il loro contributo. Questi sotto si aggiungono così a quelli pubblicati nei numeri precedenti. I lavori sono finiti ma, come comprenderete bene, il vostro aiuto, le vostre offerte, ci aiuteranno nella sistemazione della contabilità per questo importante impegno di lavoro assunto dalla parrocchia.

Offerte per il tetto della Propositura e l’oratorio; quarto elenco:

Casi Pietro e Licia, Vichi Benilde, Catacchini Cristina, Acquisti Felice, Comanducci Francesco, Sbragi Monica, Melani Paolo ed Enrica, Meazzini Paolo, Bruschi Franco e Giuseppina, Suore Agostiniane, Marzi Valeria, Giabbanelli Grazia, Del Pia SRL, Brizzi Carlo, Bidossi Paola.

Nella foto qui sopra l’oratorio rimesso a nuovo in occasione dei lavori al tetto della Propositura. Qui a destra il bassorilievo realizzato dal prof. Osvaldo Chegai, realizzato al tempo del suo insegnamento presso l’Istituto d’Arte di Anghiari.

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La solenne celebrazione eucaristica di saluto all’arcivescovo eletto di Lucca mons. Paolo Giulietti e di accoglienza-benvenuto al nuovo vescovo ausiliare e vicario generale di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi, tenutasi nella cattedrale di San Lorenzo, domenica 5 maggio, si è conclusa con i discorsi di ringraziamento dei due presuli, applauditi a lungo dai numerosi fedeli.

Mons. Giulietti e mons. Salvi hanno ricevuto ciascuno, dalle mani del cardinale Gualtiero Bassetti, un dono dell’Arcidiocesi: una croce in argento, definita dal cardinale «una semplice croce, non di grande valore, ma di infinito valore come significato, perché questa croce è il segno di tante croci che in un modo e in un altro il Signore vi chiama a portare accanto a sé. Ma la croce del Signore è gloriosa e gioiosa, perché noi abbiamo un cireneo di lusso che ci aiuta a portare questa croce ed è il Signore stesso, che è particolarmente accanto a voi due che iniziate un ministero così grande davanti a Dio e davanti a tutte le creature».

Un angolo perugino nella casa di Lucca

«Esprimo la mia gratitudine alla famiglia perugina che lascio con dispiacere – ha detto mons. Giulietti nell’intervenire a fine celebrazione –, ma che in realtà non lascerò mai perché, avendo avuto in dono tanti oggetti che mi ricordano la mia città, ci sarà sempre un angolo perugino nella casa di Lucca. Esprimo la mia gratitudine a questa famiglia diocesana a cui chiedo anche perdono per le inevitabili mancanze e colpe commesse in questi anni, nonostante la buona volontà di servirla. Ho già detto ai giovani e lo ripeto anche a voi, Lucca è una bella città e val bene una gita e spero che, nonostante la lontananza, ci saranno occasioni per potersi rivedere e comunque e in ogni caso a camminare insieme nel Signore».

Dare il tempo necessario all’ascolto, mettersi nei panni dell’altro non è scontato

Mons. Salvi, nel rivolgersi ufficialmente per la prima volta alla sua nuova comunità diocesana, si è quasi confidato con voce commossa. «In questi giorni -ha detto- mi hanno accompagnato le parole di Gesù: “Il Buon pastore offre la vita per le pecorelle”. Queste parole si sono realizzate pienamente quando Cristo liberamente si è offerto nella croce. È Lui il Buon Pastore, il Pastore

buono perché ama e conosce le sue pecore. In questo momento mi sento di imitare e incarnare il Buon pastore, conoscere i singoli, le comunità, le persone. Nella nostra società caratterizzata dalla fretta e senza memoria, dare il tempo necessario all’ascolto, mettersi nei panni dell’altro non è scontato. Chiedo aiuto per tutto questo a tutti voi, aiutatemi a vivere per primo lo stile dell’ascolto. Non ho in mente progetti e piani pastorali, voglio ascoltare, entrare in confidenza con le persone in una relazione di amicizia. Essere pronto ad ospitare, ma anche essere ospitato da questa bella e ricca comunità di Perugia-Città della Pieve.

In questo momento vivo con fiducia, ma anche con timore e con tremore, ma nella mia storia personale ho scoperto che dire sì al Signore è sempre la scelta giusta, anche quando la proposta era esigente. Con questi sentimenti ho il cuore pieno di gratitudine verso il cardinale Gualtiero per avermi accolto e perché da questi primi momenti mi sta accompagnando come un padre. E ringrazio l’arcivescovo Riccardo Fontana e la Diocesi da cui provengo. Grazie alle mie comunità: Sansepolcro, Tavernelle, Anghiari, che mi hanno formato e realizzato nella fede e chiedo a loro di continuare a pregare per me. Grazie alla mia famiglia, ai tanti amici di CL e non, sparsi ovunque e con cui ho camminato insieme in tanti anni della mia vita.

Alla Madonna delle Grazie, venerata in questa cattedrale, affido la mia persona e Le chiedo come Madre buona di accompagnarmi sempre». R. L. Nella foto (tratta dal comunicato stampa della diocesi) monsignor Salvi e monsignor Giulietti.

L’editoriale del direttore Papi è a pag. 10

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno LII - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro. Redazione:donmarcosalvienzopapiteresabartolomeimariodelpiailarialorenzinielisadelpiantagabrielemazzimassimoredentimichelefoni.

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A conclusione della celebrazione eucaristica a Perugia per salutare monsignor Giulietti e accogliere monsignor Salvi

Mese di giugno 2019

2 giugno domenica: Domenica VII di Pasqua. Ascensione di N.S.G.C. Festa al Santuario del Carmine con S. Messe ogni ora dalle ore 7:00 alle 11:00. Alle ore 16:00 S. Messa e benedizione dei bambini. Alle ore 18:00 S. Messa solenne presieduta dal vescovo Marco. Ad Anghiari unica Messa alle ore 9:00 in Propositura.

4 giugno martedì: Primo Martedì del Mese. Nella chiesa di Propositura alle ore 17:00 “Ora di Guardia con recita del Santo Rosario”.

6 giugno giovedì: Primo Giovedì del Mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.

7 giugno venerdì: Primo Venerdì del Mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20:15 circa, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21:00, Santa Messa e adorazione della Madonna.

9 giugno domenica: Pentecoste. Sante Messe secondo l’orario festivo. “Manda o Padre, lo Spirito Santo alla tua Chiesa.”

Termina il Tempo di Pasqua Riprende il Tempo Ordinario

11 giugno martedì: S. Barnaba Apostolo. Fu compagno di San Paolo nel suo primo viaggio e fu presente al Concilio di Gerusalemme. Ritornato a Cipro, dove era nato, vi predicò il Vangelo e vi morì. 13 giugno giovedì: S. Antonio da Padova, sacerdote e dottore della Chiesa, Nacque a Lisbona in Portogallo nel 1195 e morì a Padova nel 1231. Straordinario predicatore, uomo di grande fama e cultura, fu difensore dei poveri e degli oppressi. Ad Assisi incontrò S. Francesco.

16 giugno domenica: Domenica XI del Tempo Ordinario. SS. Trinità. Sante Messe secondo l’orario festivo. 23 giugno domenica: Domenica XI del Tempo Ordinario. Corpus Domini: la festività del Corpus Domini cade la seconda domenica dopo Pentecoste. In Propositura, alle ore 9:00, S. Messa. Alle ore 11:00, sempre in Propositura, Santa Messa solenne in occasione della Prima Comunione dei bambini della parrocchia. Al termine seguirà la processione con il SS. Sacramento fino alla chiesa della Croce. Alle ore 18:00 S. Messa nella chiesa della Croce. “Io sono il pane vivo disceso dal Cielo, chi mangerà questo pane vivrà in eterno, alleluia.”

24 giugno lunedì: Natività di San Giovanni Battista martire. Giovanni era figlio di Elisabetta, cugino della Madonna e di Zaccaria, fu coetaneo di Gesù. Ritiratosi nel deserto ancora giovane apparve poi sulle rive del Giordano per predicare l’imminente avvento del Messia. Subì il martirio per decapitazione per ordine di Erode Antipa.

28 giugno venerdì: Sacro Cuore di Gesù. La festa del Sacro Cuore di Gesù cade il venerdì che segue la seconda domenica dopo Pentecoste. “Il Cuore di Gesù sia il centro di tutte le nostre ispirazioni.”

29 giugno sabato: Santi Pietro e Paolo apostoli. Cuore Immacolato di Maria. Fonti storiche attestano che nel 67 d.C. si trovavano entrambi a Roma ed entrambi furono carcerati e giustiziati.

30 giugno domenica: Domenica XIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

Mese di luglio 2019

2 luglio martedì: Primo Martedì del Mese. Nella chiesa di Propositura alle ore 17:00 “Ora di Guardia con recita del Santo Rosario”.

3 luglio mercoledì: S. Tommaso apostolo. È conosciuto per la sua incredulità che svanì davanti a Gesù risuscitato. Sembra che abbia predicato il Vangelo in India dove subì il martirio.

4 luglio giovedì: Primo Giovedì del Mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.

5 luglio venerdì: Primo Venerdì del Mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20:15 circa, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21:00, Santa Messa e adorazione della Madonna.

7 luglio domenica: Domenica XIV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

11 luglio giovedì: S. Benedetto da Norcia abate (480547). Anniversario dell’apparizione della Madonna al Combarbio (oggi Carmine). Alle ore 20:00 pellegrinaggio verso il Santuario, con partenza dall’Acquedotto, per partecipare alla S. Messa solenne delle ore 21:00.

14 luglio domenica: Domenica XV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

16 luglio martedì: B. Maria V. del Monte Carmelo. Festa solenne al Santuario del Carmine con S. Messa alle ore 21:00 e processione con le fiaccole, attorno al Santuario.

21 luglio domenica: Domenica XVI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

22 luglio lunedì: S. Maria Maddalena. La S. Messa delle ore 18:00 verrà celebrata nella chiesetta del Borgo della Croce a lei dedicata.

25 luglio giovedì: San Giacomo il Maggiore, apostolo. Figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni, fu presente ai principali miracoli di Gesù. È venerato soprattutto in Spagna, a Compostela, dove sorge una basilica a lui dedicata.

26 luglio venerdì: S. Gioacchino e S. Anna, i genitori della Vergine Maria.

28 luglio domenica: Domenica XVII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

29 luglio lunedì: S. Marta vergine, di Betania. Sorella di Lazzaro e Maria, con le sue preghiere ottenne la risurrezione di Lazzaro.

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CALENDARIO LITURGICO
a cura di Franco Cristini Mese dedicato al S. Cuore di

S. MESSE FESTIVE

CELEBRATE NELLE

CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI

Ore 8:00 -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano Ore 9:00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano “ -CATIGLIANO: ogni 15 giorni Ore 10:00 -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine “ -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta “ -S. LEO: Chiesa di San Leone Ore 11:00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -PIEVE DI SOVARA: S. Maria Annunziata “ -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. Ore 16 (estivo 17) -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. Ore 18:00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8:45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10:00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11:00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 11:15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17:00 (18:00 estivo) -Chiesa di San Simeone a Monterchi

Prima domenica del mese a Scandolaia ore 15:00 (ore 16:00 estivo) Ultima domenica del mese: Chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16:00 (ore 17:00 estivo).

MESSE PREFESTIVE:

Ore 16:00 - (ore 17:00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17:00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 16:30 - (ore 17:30 estivo) S. Maria della Pace, Le Ville Ore 18:00 - Propositura di Anghiari

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Venerdì del mese In Propositura, alle ore 18:00, S. Messa. A Micciano, alle ore 20:15, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Al Santuario del Carmine, alle ore 21:00, recita del Rosario e S. Messa con meditazione. Santuario del Carmine Anniversario dell’Apparizione al Carmine Giovedì 11 luglio, alle ore 20:00, pellegrinaggio da Anghiari (Acquedotto) e da Tavernelle (dal Bagnolo) verso il Santuario per partecipare alla Santa Messa delle ore 21:00. Martedì 16 luglio, Madonna del Carmelo, Santa Messa solenne alle ore 21:00 seguita dalla processione con le fiaccole intorno al Santuario.
Primo

Giandomenico

Improvvisamente, giovedì 11 marzo 2019, è venuto a mancare ai suoi cari, Gian Domenico Baggi, lasciando costernati gli anghiaresi e soprattutto gli abitanti di Tavernelle. Carissimo Domenico, amico sincero, uomo saggio e corretto, animatore di tante iniziative, con gran tristezza scrivo queste poche righe. Ricordo con piacere gli anni che ci videro assieme amministrare il nostro Comune.

Quante discussioni, lunghe riunioni a parlare di come gestire la sanità e i servizi sociali -dei quali tu eri validissimo assessore-. Sempre pronto e disposto a ragionare con tutti, con passione, pazienza e pacatezza, per costruire quella prima rete d’assistenza domiciliare affinché gli anziani restassero nelle loro case accanto ai familiari.

Caro Domenico, tu lasci un bel ricordo di persona buona, laboriosa, amico di tutti. Non dimenticherò mai le belle conversazione su tanti problemi; dalla politica -che per noi non era altro che l’impegno per risolvere i problemi delle genti- alla coltivazione dell’orto; tu con le zucche giganti, io con i cocomeri.

Cose semplici, ma per noi molto importanti, le quali ci legavano all’ambiente, alla terra e alla natura. In un’epoca tanto frenetica, e spersonalizzata, dove l’amicizia, lo stare insieme sono diventate cose quasi impossibili, tu hai sempre mantenuto ottimi rapporti, con il comportamento corretto, semplice, sempre con un sorriso e una buona parola per tutti.

Addio Gian Domenico, breve è l’umana vita, ma chi l’ha vissuta senza dissipare -come tu hai agito-, i valori fondamentali dell’affetto e dell’amicizia, rimarrà vivo e chiaro lungamente nel ricordo di chi ti ha conosciuto e amato.

Tanti auguri nonno bis!!!

Ernesto Pacini, vive a Milano ormai da 70 anni…! Non poco, certo, ma è sempre rimasto legato al “suo” Anghiari… terra natia… cui è tornato ogni anno in estate.

Partito per Milano con il cappotto del suo babbo Felicino addosso e 10.000 lire in tasca prestate dal “Sor Livio”… ha vissuto tempi duri, con gli amici Adelmo (Agolini) e Pedro, persi nella grigia nebbia della zona di San Siro….

Poi però, con l’arrivo della moglie (anghiarese… naturalmente!!) Emma (Conti), tutta quella nebbia, chissà perché, diventò rosa… E la vita, costellata di sacrifici e soddisfazioni, è continuata serena.

Il 10 di marzo abbiamo festeggiato il suo novantesimo compleanno!!

Tutti insieme, la nostra piccola/grande famiglia Pacini-Corsi.

Buon Compleanno nonno (e babbo) Ernesto, con tutto il nostro affetto, da: Claudia, Lorenzo e Alessandra e…. i pronipoti…!!! Eleonora e Matteo!!

Nella foto qui sopra, Ernesto, festeggiato dai suoi familiari e anche gli anghiaresi, appena ci sarà l’occasione, vorranno fare altrettanto.

Angelica

Per descrivere la mancanza di Angelica non ci sono le parole adeguate: una figlia sicuramente per me, iperattiva, dolce, umile e una mamma a 360 gradi.

Ha lasciato due bimbi dolci, educati, meravigliosi. Il suo insegnamento umile come lo era lei… sarà per sempre con noi.

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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo * Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Ricorrenze per la famiglia Pacini

Carissimo Oratorio e anghiarino anghiarese, volevo segnalarVi che il mio papà, Gian Piero Pacini, il 16 maggio ha compiuto 80 anni.

Il babbo è anghiarese doc!!! È figlio della Vanda Cecconi e di Felice Pacini; è fratello di Ernesto, che vive a Milano, e di Ardelia che vive al Borgo.

Da molti anni vive a Vicenza dove si è trasferito, quando si è sposato con Carla, per essere più vicino all’Università di Padova dove ha insegnato storia medioevale.

La famiglia*

Solo dalla famiglia può nascere concretezza serietà, amore vero ed anche certezza, è lì che attingi tutte le nozioni per addentrarti in un mondo pieno di illusioni.

È lì che tornerai nei tuoi momenti di tristezza, quando ti sentirai deluso e pieno di amarezza; è lì che troverai la forza per ricominciare quando ti sembrerà preclusa ogni speranza per colui che crede ancorsa nell’onestà e nell’uguaglianza.

Se la famiglia è sana, onesta ed unita è la più grande scuola della vita. * Giuseppe Pasqui, Le stagioni della vita, Tipografia l’Artistica, marzo 2007.

Vi voglio raccontare una storia vera (1949)

È papà di due gemelle, Alessia e Alessandra, 45 anni al 23 di maggio, che adorano Anghiari e che trasmettono ai propri figli la passione per la terra del nonno.

Vi saremmo grati se poteste inserire la ricorrenza nella cronachetta. Il babbo ne sarebbe contentissimo perché ora che ha problemi di salute i ricordi di Anghiari, del Proposto e dei cugini (Luciano Cecconi e Roberto Chieli) sono per lui motivo di gioia.

Nello stesso giorno compie 7 anni anche il nipotino Filippo, mio figlio, fatto nascere lo stesso giorno per continuare con gioia la tradizione dei nati di maggio. Grazie per l’attenzione!!

La vostra affezionata lettrice Alessia Pacini da Vicenza Nella foto Gian Piero, con la maglietta bianca, è con il fratello Ernesto, a sinistra, la mamma, Vanda Cecconi e la sorella Ardelia.

Un giorno la mia bisnonna Adelma, affidò ai suoi nipoti più grandi Piero e Beppino la mia nonna Assunta di sei anni. Raccomandò loro di stare attenti perché dovevano andare a scuola.

Questa scuola si chiamava Elci. Una mattina con i suoi cugini si avviarono per andare a scuola. Lungo la strada c’era un grande fosso. Il suo cugino più piccolo e la mia nonna cominciarono a saltarci e così si mollarono tutti. La maestra, che si chiamava Assunta, buona e paziente, li fece asciugare con la stufa a legna.

La mia nonna era molto capricciosa. Un giorno buttò in terra la cartella di cartone e non la voleva raccogliere così al povero cugino Beppino toccò portare due cartelle.

La maestra Assunta aveva un noleggiatore (guida la macchina), li incontrò per la strada e cortesemente li voleva far salire in macchina. La mia nonna disse: «Non ci voglio montare, ho paura!» Così anche ai suoi poveri cugini toccò andare a piedi.

A quei tempi solo i ricchi avevano le macchine e mentre i poveretti non ce l'avevano. Questa è la storia.

Scritta l’8 febbraio 2018

Le vostre offerte le potete far pervenire anche con bonifico.

UbiBanca: IT90 F031 1171 3100 0000 0003 389.

Banca di Anghiari e Stia: IT82 Y083 4571 3100 0000 0005 053

Le potete poi consegnare in parrocchia o ai collaboratori. Potete darle anche alla Élida, nella merceria in cima a Piazzetta delle Legne. Grazie!

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...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores

LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

e al centro, in bassorilievo, sei simboli conici sormontati da una vigorosa testa fasciata. Non sembra trattarsi di uno stemma vescovile, ma forse di un abate. Lo studio di questo stemma meriterebbe di essere approfondito.

Nella località in territorio della parrocchia di San Leo d'Anghiari, situato su una verde collina a circa 350 m s.l.m., c'è il piccolo villaggio Turicchi, il cui nome sembra derivare da una vecchia torre che esisteva nei pressi, dove ritrovamenti archeologici testimoniano l'esistenza di insediamenti fin dalla Preistoria e successivamente di una fattoria in epoca romana.

Sono rimaste in questo luogo soltanto cinque famiglie, i cui cognomi sono i seguenti: Senesi Benedetto, Principi-Nisi Carmela, Principi-Valentini Catia, Goretti e Testa, che insieme formano una comunità di circa dodici abitanti. Queste famiglie provengono in gran parte dalla regione Marche che verso gli anni 1920 comprarono circa 50 ettari di terreno per coltivarlo secondo i canoni dell'agricoltura locale.

Il cuore di questo villaggio consiste in una piccola cappella dedicata al Santo Sposo della Vergine Maria, di antica origine, restaurata nel 1978. La facciata è caratterizzata da due piccole finestre quadrate laterali alla porta d'ingresso, circondate da belle pietre arenarie. In alto al centro c'è un bellissimo stemma in pietra circondato da un cappello prelatizio con tre nappe per parte

L'interno della cappella, la cui superficie è di circa 20 mq, non presenta particolare interesse, anche perché l'ultimo restauro è stato realizzato con metodi moderni: pavimento in cotto moderno con mattonelle in forma quadrata, il soffitto, con una sola capriata, presenta una travatura lignea con sopra dei tabelloni, mentre la copertura esterna è fatta con coppi. Non esiste il campanile. Si nota sulla parete destra dell'ingresso una vecchia acquasantiera in pietra. L'unico altare presente si erge su un supporto in muratura intonacata e la vecchia mensa in pietra è stata sottoposta a una nuova che al centro presenta una piccola pietra sacra. Appesa alla retrostante parete c'è un bel quadro che presenta un dipinto su tela raffigurante S. Giuseppe morente con accanto a destra la Madonna e a sinistra il giovane Gesù che stringono le mani all'agonizzante. Gesù alza la mano destra in seNell’altra pagina, a sinistra, interno della cappella di Turicchi. A destra e dall’alto, don Quinto con Benedetto Senesi che ci ha accompagnato nella visita a Turicchi, lo stemma che si trova nella facciata della cappella e, infine, la capriata del tetto.

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di don Quinto Cappella di San Giuseppe a Turicchi

gno di benedizione. Nella parte più alta del dipinto c'è la figura del Padre Eterno tra angeli e la colomba dello Spirito Santo. Alcune statue mariane e altri piccoli oggetti sacri circondano l'altare, dove ogni 19 del mese di marzo, o nella domenica più vicina a questa data, viene celebrata la S. Messa e la festa di S. Giuseppe. Ricor-

Il Santuario e la Maestà di Santa Maria in Petriolo

Il Santuario di Santa Maria in Petriolo si trova in una zona collinare a 394 metri sul livello del mare. Al suo interno si venera la statua in legno e stoffa della Madonna con il Bambino del XVII secolo.

Già dal 1440 si attesta la frequenza di pellegrinaggi verso il santuario, in tale anno infatti si recarono qui in pellegrinaggio alcuni vescovi umbri. Prima del 1440 il santuario ospitò un’altra statua che si trovava in una piccola cappella nelle vicinanze di Petriolo.

La cappella era posta nel luogo dell’apparizione miracolosa della Vergine a una pastorella. Posta nella nuova ubicazione la statua riscosse la più fervida devozione da parte dei fedeli della zona, come testimoniano i numerosi ex voto.

Nel 1898 la chiesa si presentava in pessime condizioni, il parroco don Francesco Ubaldi decisa per la costruzione di una più decorosa sistemazione della statua.

Il nuovo santuario venne inaugurato nel 1913. In seguito, nel 1945, venne eretta una nuova cappellina nel

do anch'io di avervi celebrato una Messa in quella circostanza tanti anni fa per incarico del defunto don Fabio Comanducci, allora parroco di S. Leo.

Ora è doveroso ricordare che il territorio di Turicchi si trova al confine con la vicina Umbria, dove c'è il Santuario della Madonna di Petriolo (Fighille), dove un tempo esisteva la chiesa di S. Martino, una delle circa 46 chiese della paleocristiana Pieve di S. Antimo.

Con il signor Mario Del Pia e il signor Benedetto Senesi abbiamo visitato il luogo esatto del confine tra la Diocesi Aretina e Tifernate, dove nei secoli passati una tradizione locale tramanda il racconto di un'apparizione mariana a una povera e affamata pastorella. Sul luogo del prodigioso evento, vicino a Colfiorito, vi sono due edicole mariane: la prima più antica ubicata in un dirupo in terra toscana, la seconda eretta in terra umbra nel 1945 su posizione più comoda e accessibile, dove ogni tre anni i devoti della Madonna di Petriolo si recano in solenne processione.

In questa pagina, la facciata della cappellla e, a destra, il quadro di San Giuseppe.

luogo dell’apparizione, ma in una zona più accessibile ai fedeli. La costruzione fu un atto di riconoscenza alla Vergine per la protezione speciale ottenuta durante la guerra. La devozione dei fedeli verso la Madonna è molto sentita anche ai nostri giorni.

* Da viaggispirituali.it Qui sopra la nuova cappella fatta costruire nel 1945 e l’immagine della Madonna al suo interno.

9 Le nostre chiese...

l'editoriale di enzo papi

Vescovo ausiliare di Perugia-Città della

L’abbraccio degli anghiaresi nel giorno del suo insediamento

Atto I, Santuario del Carmine

Il vangelo di Giovanni narra l’episodio dell’incredulità di Tommaso. Siamo dopo la Resurrezione di Gesù; il Messia si presenta più volte agli amici ed ai discepoli. In questo frangente, quando entra nella sala del Cenacolo, dice per 3 volte ‘Pace a voi’. I tradimenti, le angosce, le paure, le vigliaccherie di qualche giorno prima non ci sono più! Perdonate! Pace a voi! Monsignor Marco, pastorale in pugno e mitria, prende quell’augurio di Gesù ai suoi per parlare di misericordia. È una misericordia grande quella che Gesù propone. Ha dato tutto sé stesso senza condizioni. Il Vivente è gratuito per ciascuno di noi, per chi celebra, per il popolo, per ciascuno dei fedeli. Gesù segno di una misericordia che abbraccia. Che genera comunione e fa la comunità.

Pieve

È vero, per il calendario liturgico è la domenica della Misericordia, ma per Anghiari e gli anghiaresi è anche, e soprattutto, la domenica del saluto al pastore che li ha guidati per oltre due decenni. Il Papa da Proposto lo ha scelto come vescovo ausiliare di Perugia. Fatto grande, bello, che valorizza tutta la comunità che, nella storia, è diventata qualcuno quando Leonardo ebbe l’incarico di affrescare la battaglia di Anghiari. Poi? A memoria non si rammentano altri eventi particolarmente significativi. Se non questo: un papa che ti prende un parroco di periferia, quello che per tanti anni, ogni giorno, ti è stato accanto come guida e fratello, e te lo fa vescovo per mandarlo a Perugia come ausiliare di un vescovo-Cardinale, Presidente della Cei. Soddisfazione e contentezza, aria di festa nel buffet-cena presso il chiostro del Carmine, finita la celebrazione; consapevolezza di essere parte viva di una storia importante.

Come un tempo la storia politica è passata da queste parti, così oggi la storia della Chiesa, con il tuo prete, quello che te sapevi di trovare in propositura, o di sentire dall’altare o di vedere in giro per la benedizione dei campi e delle case, è tornata qui, in questa cittadina di periferia, per illustrarla di un nuovo grande evento. Soddisfazione certo, ma anche -e don Marco ha ragione- bisogno di misericordia; cioè necessità di superare -guardando ad un progetto più grande, che non è il tuo- l’inevitabile dolore di dover salutare un punto di riferimento per la tua vita. Questi sentimenti, forse, si devono leggere nel bel saluto che il sindaco –a nome di tutto il popolo- ha rivolto al termine della messa, all’oramai ex-Proposto!

Atto II, Cattedrale di Perugia

Sotto l’imponente volta affrescata del duomo di Perugia, in questa piovosa domenica 5 maggio, si raccoglie intorno alla Parola di Dio un nutrito stuolo di Pastori: il cardinale Gualtiero Bassetti, solenne, in trono, pastorale in mano e mitria sul capo; il vescovo uscente, don Paolo, e quello entrante, don Marco, poco avanti, presso il lato sinistro dell’altare; sul lato destro mons. Fontana, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, il pastore della diocesi madre del nuovo ausiliare di Perugia, e tutti i vescovi dell’Umbria. Ed è la parola di Dio, lo sentono con forza tutti i presenti, che dà il senso di questo giorno in cui mons. Marco Salvi entra ufficialmente nella diocesi di Perugia-Città della Pieve e ne prende possesso.

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Il Vangelo è ancora preso da Giovanni: narra un altro racconto degli eventi successivi alla Resurrezione di Gesù. Questa volta l’episodio della pesca miracolosa. Pietro e gli altri si sono affannati sul mare, ma non hanno preso nulla. Gesù appare e dice loro di ritentare. È la pesca miracolosa. Ma anche la pagina dove in modo più evidente Gesù indica il primato di Pietro.

Per tre volte gli chiede: mi ami tu? E conclude con una profezia: quando eri giovane andavi dove volevi, ora che sei vecchio andrai dove altri ti condurrà! Parole pesanti ed impegnative che il vescovo Gualtiero, con la sua omelia ha spiegato indicando i compiti e la figura del vescovo o, meglio, dei vescovi, i successori degli apostoli.

Un altro rinfresco poi per far festa: nel chiostro del Duomo. Soddisfazione nonostante la pioggia battente e il freddo. Mentre si mangia c’è chi dice che sui monti è riapparsa una neve tardiva. E chiaramente fuori stagione. Un tempo però che non ha spaventato il popolo d’origine di mons. Marco. In S. Lorenzo, oltre ai Perugini, c’erano tanti anghiaresi. Giunti in pullman o con le auto private. Con spirito quasi filiale hanno voluto accompagnare il loro vecchio parroco per consegnarlo al nuovo grande impegno. Come a dire: è stato un buon parroco, sarà un buon vescovo. Era commovente vedere la macchia rossa del vescovo, grande, imponente, su per corso Vannucci, in marcia verso il Duomo, circondata dal suo popolo frettoloso sotto la pioggia battente. Ombrelli ondeggianti, passi rapidi: per il corso, proprio per la pioggia, non c’era la solita ressa dello struscio cittadino, tuttavia i pochi che sfidavano il tempo e il freddo hanno potuto vedere una scena veramente sorprendente. Chi sono? Che fanno? Poco dopo le campane della cattedrale avrebbero cominciato a chiamare anche loro alla festa d’ingresso! Altri ti condurrà dove tu non vorrai…; ora don Marco, a tutti gli effetti, è vescovo di Perugia-Città della Pieve.

Nell’altra pagina in alto. Al Carmine, il vescovo Marco è con i chierichetti, il ministrante, don Gustavo, il diacono Fabio, don John, don Arialdo, don Romano (seminascosto) e don Alessandro.

Sotto. A Perugia, il cardinale Gualtiero con i vescovi Marco e Paolo.

In questa pagina dall’alto, la celebrazione per il saluto e l’accoglienza dei vescovi Giulietti e Salvi; veduta del presbiterio durante la celebrazione eucaristica; la croce consegnata ai vescovi Giulietti e Salvi, dono dall’arcidiocesi.

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Un gruppo di lettori ricevono il giornale nel formato digitale
Se lo volete anche voi mandateci la vostra mail
La nostra è nella quarta pagina di copertina!

Misericordia

Le due vie di Sansepolcro « della Stufa » e «dei Cipolli » non sono dedicate all’utile arnese che riscalda le nostre case, o alla piccante pianta erbacea dei nostri orti, ma a due famiglie della città, che sono state fra le «principali » di essa.

Non intendiamo parlare ampiamente di loro, ma solo riportarne due episodi, tanto da provare quanto asserito.

Era il mese di ottobre del 1569 quando era rimasta vacante la chiesa di S. Bartolomeo in Succastelli. Il Vescovo di Sansepolcro Mons. Niccolò Tornabuoni, di sua iniziativa, vi elesse parroco D. Ludovico Magi.

Ma questa elezione fu impugnata dai patroni della chiesa stessa, che erano Giovan Battista Gonzaga, dei conti di Montedoglio, e gli eredi di Pandolfo Stufa, i quali elessero i loro procuratori per la difesa del loro diritto di elezione.

Ma la causa si chiuse con la sentenza di Renato Pazzi, Canonico fiorentino, Giudice Commissario, che dichiarò l’operato del Vescovo canonicamente valido e approvato.

Circa la famiglia Cipolli, il documento capitatoci fra mano, del 26 gennaio 1568, parla di una certa Diamante, «figlia già di Giovanni di Francesco dei Cipolli della città del Borgo S. Sepolcro», la quale, con giuramento, dichiarò essere «maggiore di anni quattordici» e che desiderava sposarsi «spontaneamente, non persuasa né sedotta da alcuna persona» con Bernardino di Matteo, secondo «l’ordine della santa Madre Chiesa». Una vera promessa di matrimonio con tanto di contratto sottoscritto da legittimi testimoni.

Se i nostri antichi hanno dedicato due vie a queste famiglie, esse dovevano essere state insigni e benemerite. Purtroppo, di loro conosciamo ancora appena i nomi.

Fonti di informazione Arch. vesc. di Sansepolcro: Miscellanea civile - capi rotti - 1557-1572; T. VII n. 48 e 55. * Ercole Agnoletti, Piccole storie…, Vol II, 1987.

Nota del caporedattore. Allora, sono andato al Borgo a fotografare queste strade.

Via dei Cipolli eccola qui a destra (dal Corso inizia con uno sporto). Interrogato un abitante del posto mi ha detto che si chiama così perché lì una volta ci vendevano le cipolle. Anche se non corrisponde alla verità però è plausibile perché è risaputo che i borghesi son sempre stati grandi produttori di cipolle.

Via della Stufa (ero un po’ di corsa!) io non l’ho trovata. Ho chiesto, ma tutti erano un po’ sul vago. Ci riproverò.

Invece a questo punto bisognerebbe che chi è informato ci dica, a noi anghiaresi, perché Via del Pentolo si chiama così; l’ho scoperta nella mia ricerca.

Nella mattinata del 25 aprile, dopo la Santa Messa ufficiata nella nostra bella cappellina di San Marco, nella sala di rappresentanza della Misericordia si è svolta in seconda convocazione l’assemblea straordinaria dei confratelli avente per oggetto la discussione e la richiesta di approvazione del bilancio consuntivo 2018 e del bilancio di previsione 2019.

Dopo una attenta ed ampia relazione del Governatore riguardante sia l’attività dei volontari sia l’aspetto economico-finanziario dell’associazione, l’assemblea ha approvato per alzata di mano ed all’unanimità entrambi i bilanci. L’assemblea ha poi preso in esame la proposta di variazione dello statuto, variazione dichiarata obbligatoria in base al Decreto Legge del 3 luglio 2017 n. 117 (la nuova normativa del Terzo Settore) e per tale motivo comunque considerata valida in seconda convocazione con la maggioranza di un’assemblea ordinaria (nel nostro caso il doppio dei componenti del Magistrato più uno).

Constatata la validità dell’assemblea, il Governatore ha provveduto a commentare la nuova bozza di statuto che peraltro ricalca quella proposta dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia. Il nuovo statuto è stato approvato all’unanimità, anche se probabilmente dovrà essere riproposto ad una successiva assemblea da verbalizzare con atto notarile.

Su questo argomento, e soprattutto sull’aspetto insoddisfacente che secondo noi presenta la legge sul Terzo Settore che ci ha costretti alla revisione statutaria, torneremo presto, soprattutto per riaffermare la particolare specificità della nostra associazione, ingiustamente equiparata ad altre realtà storicamente e operativamente meno rilevanti.

12 «Via della Stufa» e «Via dei Cipolli»*

NOTE DALLA MISERICORDIA

Le vostre offerte...

La famiglia in memoria di Sciadini Domenico € 294,70

Cecchetti Pietro e Giovanna in memoria di Cheli Dina € 100,00

La famiglia in memoria di Neri Giustina € 50,00

La famiglia in memoria di Cheli Dina € 750,00

Bartolomei Corsi Pietro in memoria dei propri defunti € 100,00

La famiglia in memoria di Sbragi Giuseppa € 300,00

La famiglia in memoria di Brilli Galliano € 127,50

La famiglia in memoria di Coleschi Eva € 260,00

La famiglia in memoria di Mariani Rosina € 80,40

La famiglia in memoria di Limoni Franco € 310,00

Fastacchini Vally in memoria dei propri cari € 50,00

La famiglia in memoria di Baggi Giandomenico € 450,00

La famiglia in memoria di Bernardini Tullio € 70,00

La famiglia in memoria di Rossi Angelica € 500,00

La famiglia in memoria di Acquisti Giuseppe € 537,25

La famiglia in memoria di Lucarini Benita € 45,00

La famiglia in memoria di Bigioli Santa € 200,00

La famiglia in memoria di Lamini Filiberto € 150,00

Mazzi Pierangelo € 10,00

D’ Uva Maria € 20,00

Anonimo € 40,00

Monini Graziella € 10,00

Chieli Giovanna € 10,00

Baglioni Romano e Venturi Adriana € 30,00

Baracchi Francesco € 5,00

Caramella Maria Luisa € 130,00

Giorni Valter € 10,00

Piomboni Lucio Metello € 20,00

Berghi Imola € 10,00

Redenti Sara € 20,00

Buffoni Valentina € 2,00

Canicchi Werther € 5,00 Monini Paolo € 5,00

...e i nuovi soci

Betti Edole Papi Enzo Salvi Giuliana Bertolli Claradonna Pecorari Fabio Acquisti Bruno Graziotti Giuliano Giovagnoli Gregorio

Fabbriciani Rina Mari Simone Lamini Tatiana Doris

Spigolature di maggio

Èstato completato il lavoro di ristrutturazione dell’intero secondo piano della nostra bella sede, quello degli uffici (qui sopra la foto dell’ex ospizio). L’intervento straordinario ha seguito le orme di quello portato a buon fine nell’anno passato e che ha coinvolto il primo piano, sede degli ambulatori; anche in questa occasione, dalla necessità di portare a norma di legge l’impianto elettrico e quello di riscaldamento, si è pensato di ristrutturare completamente l’ambiente anche con una nuova pavimentazione, aria condizionata, illuminazione più consona alle esigenze ed arredamento funzionale in particolare per quanto riguarda il nuovo ufficio di rappresentanza e quello operativo. Quest’ultimo precedentemente ospitava le riunioni del Magistrato e serviva da punto di accoglienza diurno dei confratelli volontari in servizio. I volontari, ora, oltre al già collaudato miniappartamento soprastante il chiostro interno, e di proprietà della Parrocchia di San Bartolomeo, possono contare su una stanza al secondo piano, separata dagli uffici, e di loro esclusivo utilizzo.

Quando leggerete queste poche righe sarà già stata firmata una nuova convenzione con il Tribunale di Arezzo per accogliere presso di noi i cittadini che, a seguito di provvedimenti disciplinari minori (superamento dei limiti consentiti di tasso alcoolico alla guida …), sono stati ammessi al procedimento di messa alla prova con la possibilità di evitare la vera e propria sentenza di condanna da parte del tribunale medesimo. La nostra iniziativa non è certamente un incoraggiamento a comportamenti anomali ma è un aiuto per coloro che, a volte anche senza averne la percezione, possono incorrere in reati di questo tipo. Riteniamo che il periodo di messa alla prova usufruibile presso la nostra Misericordia sia più “comodo” rispetto al doverlo trascorrere presso altre organizzazioni territorialmente più distanti. Ci piace inoltre essere vicini alla nostra comunità, quando possibile, anche nei momenti di difficoltà non strettamente legati ai servizi socio-sanitari o di emergenza-urgenza.

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a cura di Massimo Redenti

Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it email: gruppoanghiari@fratres.eu

DONAZIONI: BRAVO FABIANO!

Grande festa al Centro Trasfusionale dell’ospedale di zona, alcune settimane fa: il nostro Fabiano Vellati (vedi foto) ha effettuato la sua centocinquantesima donazione!

Un traguardo davvero storico, mai raggiunto negli oltre quarant’anni di vita del Gruppo, che se da un lato fa sicuramente onore a chi lo ha conquistato, dall’altro rappresenta un gesto che deve essere di esempio e di stimolo per tutti noi. Fabiano è iscritto alla nostra associazione fin dal lontano 1983 ed in questi trentasei anni ha svolto diversi ruoli all’interno di essa: consigliere, capogruppo, vicepresidente. Non solo, quindi, attivissimo donatore ma anche importante punto di riferimento all’interno non solo del consiglio direttivo del gruppo di Anghiari ma anche in quello provinciale. La motivazione alla base di questa sua scelta? Sicuramente il desiderio di aiutare gli altri, ma anche l’aver vissuto all’interno di una famiglia i cui componenti erano tutti dei donatori di sangue. Il padre Veniero, in particolare, è stato uno dei fondatori del gruppo, ricoprendo per tanti anni la carica di vicepresidente e la zia Vesta una indimenticata collaboratrice.

Negli ultimi anni, Fabiano si è dedicato soprattutto alla donazione del plasma, essendo questo molto richiesto dal sistema trasfusionale e proprio per questo, a volte, carente. Grande la sua soddisfazione quando, su specifica richiesta dei medici del centro trasfusionale, poté donare plasma a favore di un bambino che, per combattere la propria malattia, si sottoponeva ad una trasfusione con cadenza settimanale. Per onorare questo impegno, Fabiano prese a donare plasma una volta al mese, continuando con il sangue intero per almeno tre volte l’anno. Ulteriore impulso a tutto ciò, poi, venne dal tragico incidente del treno in fiamme alla stazione di Viareggio e dalla notevole quantità di plasma occorrente, per la cura delle gravissime ustioni dei feriti.

E siccome per “il meglio” c’è sempre posto, da oltre cinque anni Fabiano è un attivissimo volontario della Misericordia, impegnato soprattutto nei turni che la Confraternita assicura al sistema dell’emergenza e urgenza del 118.

Nel prossimo mese di ottobre, Fabiano verrà ufficialmente premiato dal Consiglio Regionale Fratres, unitamente a quanti in Toscana hanno raggiunto le 150 donazioni, in occasione dell’annuale Pellegrinaggio ad un Santuario Mariano. Questa volta esso si terrà a Pontremoli, nella lontana Lunigiana, ai confini con la Liguria: una nostra delegazione sarà presente a questa cerimonia per festeggiare tutti insieme lo storico traguardo. Orteip2019

Per donare non serve essere supereroi!

Il nostro impegno per cercare… nuovi donatori

Come si sa, la Fratres è un’associazione di ispirazione cristiana che crede nell’importanza della donazione come gesto di solidarietà e generosità. Per portare avanti la sua missione sociale, si avvale da sempre di volontari, persone impegnate, attente alle problematiche dei propri simili e soprattutto preparate, che collaborano sì con il sistema trasfusionale ma si preoccupano anche di avvicinare a questo semplice gesto della donazione quante più persone possibili, così da poter consolidare nel tempo questa sua missione umanitaria.

Ed ecco, allora, l’importanza della “ comunicazione ”, da sempre molto curata a tutti i livelli, che ci permette di arrivare al cuore di quanti non sono ancora dei donatori periodici di sangue e far capire loro la bellezza di questo nobile gesto.

“ Non serve essere un supereroe per salvare una vita. Dona il Sangue!”: è questo, appunto, lo slogan che ha caratterizzato l’ultima nostra campagna promozionale, consistente nell’affissione di un manifesto nella parte posteriore di trentacinque autobus extraurbani che, per tutto il mese di maggio, hanno percorso le strade della provincia: questa volta il merito è del nostro Consiglio Regionale che ha finanziato l’iniziativa.

Come si può vedere nella foto scattata nei pressi di Anghiari, sul manifesto campeggia oltre all’emblematico slogan sopra citato anche la figura di un noto supereroe dei fumetti, personalizzata con l’inconfondibile logo della Fratres, che da qualche anno è stata assunta come “mascotte ufficiale” del nostro movimento. Molto chiaro il messaggio: i nostri tanti donatori di sangue non sono assolutamente dei supereroi ma solamente delle persone normalissime che hanno deciso di fare del bene per i nostri malati!

Ed allora: se sei in buona salute, hai tra 18 e 65 anni e pesi almeno 50 kg, sei già anche tu un potenziale donatore e la procedura per diventarlo è anche piuttosto semplice. Contattaci al numero di cellulare 3920073684 per calendarizzare la tua prima visita, presso il centro trasfusionale di zona.

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Orteip2019

Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it email: gruppoanghiari@fratres.eu

Giovani donatrici in arrivo!

Dai banchi di scuola all’attività di volontariato tra le più nobili: quella di donare il sangue. Così cinque studentesse del Liceo Artistico “ Giovagnoli ” di Sansepolcro, poco più che diciottenni (vedi foto), hanno aderito all’invito arrivato loro dalle Fratres della Valtiberina Toscana, impegnate come sempre nella ricerca di nuovi volontari…

Le ragazze in procinto di diventare donatrici di sangue sono Nimue Elliott di Badia Tedalda, Annalisa Branchetti di Bagno di Romagna, Denise Rauch e Federica Paladino di Selci e Camilla Ulissi, collegiale, residente all’isola d’Elba. Tutte si sono sottoposte ai controlli medici di rito e già tre di esse hanno potuto effettuare la prima donazione.

Recenti statistiche parlano di una certa indifferenza tra i neo diciottenni ad abbracciare l’impegno sociale del volontariato, presi come sono da mille altri “inviti”…

La scelta delle cinque studentesse dimostra, però, che se opportunamente informate e sensibilizzate, anche le giovani generazioni sono disposte a mettersi concretamente in gioco per alleviare i bisogni di tanti nostri fratelli! Grazie a tutte, quindi, e che il vostro esempio sia da stimolo per tanti altri coetanei.

La Fratres Valtiberina

LORETO E MAROTTA, METE DELL’ULTIMO VIAGGIO DEI FRATRES

Confermata anche questa volta la collaborazione con la Fratres di Caprese

Lo scorso 24 marzo, con un gruppo di oltre 50 persone, siamo andati al Santuario di Loreto. Prima fermata la colazione vicino a Santa Maria degli Angeli, dove abbiamo fatto fuori le favolose crostate della Fanny. Abbiamo proseguito poi tra le verdeggianti colline della Regione Marche, dove sulla sommità di un colle sorge la città di Loreto, da anni meta di pellegrini perché custodisce uno dei tesori più importanti della cristianità: la Santa Casa di Maria di Nazareth.

Tra le umili pietre di questa modesta dimora, Maria ricevette l’annuncio della venuta di Gesù. È qui che ha avuto inizio la storia dell’umanità…

Attorno a questo luogo si raccolgono persone, preghiere, storie e suggestioni uniche. La tradizione vuole

che la Santa Casa dalla Palestina sia giunta a Loreto portata in volo dagli angeli e poggiata su quel colle dove oggi sorge il Santuario. All’interno della Santa Casa è conservata poi la preziosa statua della Madonna di Loreto, scolpita nel cedro del Libano, che gli conferisce quella colorazione scura che l’ha resa celebre.

La Santa Casa di Loreto è il primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine (foto sopra), vero cuore mariano della cristianità e tra i più importanti e visitati luoghi di culto del mondo cattolico. Quel giorno Loreto, con la sua storia e la sua fede, ha sicuramente riaperto il cuore e l’anima a tante persone, alla vigilia dell’arrivo di Papa Francesco, nel lunedì dell’Annunciazione! La cittadina, infatti, pullulava di operai e volontari, impegnati nella messa a punto della complessa macchina dell’accoglienza. Finita la Messa, visita al meraviglioso Museo Pontificio e consueto giro per i tanti negozietti di souvenir. Subito dopo, partenza per il mare.

Decisamente bella la tavolata al ristorante di Marotta, con vista sul mare, impegnata nella consumazione del tanto desiderato pranzo di pesce… Chiudeva la giornata una bella e salutare passeggiata sulla spiaggia, dove i primi temerari bagnanti si godevano i raggi del sole di primavera, cospargendosi di già il viso con creme abbronzanti.

Appuntamento per tutti al viaggio turistico estivo di tre giorni, in avanzata fase di progettazione!!!

FESTA ESTIVA DEL DONATORE 2019 Domenica 07 luglio

- Piazza Baldaccio

Ore 09:00 , VI TROFEO FRATRES “CITTA’ DI ANGHIARI” e MEMORIAL “Adriano Giorni” Corsa Podistica di 11 km su percorso misto, nei dintorni di Anghiari.

Ore 9:30, PREVENZIONE È VITA: controllo gratuito di pressione del Sangue, Glicemia e Saturazione a cura dei volontari della nostra Misericordia.

Ore 11:30, PREMIAZIONI corsa podistica.

Ore 21:00, SPETTACOLO in PIAZZA DI ARTE VARIA… (Ingresso gratuito). Il Presidente

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Baracchi Alice Bernardini Elena Cambi Diletta Capacci Simone Cesari Anna Chieli Martina Comanducci Arianna Comparini Benedetta Crociani Luca Di Staso Matteo Donati Chiara Dragonetti Cesare Falcini Sofia Maddalena Foni Alessandro Frulloni Aurora Gennari Andrea Gigli Alberto

Gigli Andrea Grazi Leonardo Mangoni Alice Mari Aurora Melini Giulia Mosca Marco Nicchi Alessandro Papini Elvio Perisci Giulio Pettinari Lorenzo Polcri Arianna Puleri Nicholas Senesi Erika Senesi Manuela Tiezzi Marco Valbonetti Manuel Vitellozzi Matilde

A sinistra, i confratelli della Misericordia aprono la processione del 3 maggio.

La presentazione dei ragazzi:

Reverendo Padre, vogliamo presentarLe con immensa gioia questi giovani che Le chiedono il dono dello Spirito Santo promesso da Cristo.

Essi hanno compiuto un percorso, insieme ai loro catechisti e seguiti da tutta la comunità Parrocchiale, per cercare la Verità e comprendere che la Verità è CRISTO STESSO; sono dunque ormai pronti ad affrontare la strada che è stata loro proposta e a rispondere alla chiamata del Signore che, per mezzo suo, Reverendo Padre, li invita a seguirLo.

A Lei, come successore degli Apostoli, chiedono di essere fortificati col dono dello Spirito, per poter essere invitati a lavorare nella vigna del Signore a testimoniare la loro scelta di vita.

Due momenti della processione del 3 maggio con i giovani incamminati verso la Badia (foto F10).

16 3 maggio 2019
Oggi 3 maggio, durante la Santa Messa solenne in Propositura, hanno ricevuto il Sacramento della Cresima, dall’Arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro S.E. Monsignor Riccardo Fontana i giovani della nostra comunità:

Domenica 23 giugno Prima Comunione

Ancilloti Alice Aglini Anna Bartolomei Mattia Bianchini Sara Borroni Melissa Cagnacci Federico Camaiti Greta D’Aluisi Christian Evacuo Diego Evacuo Christian Franceschini Sofia Gabrielli Daniele

Ghignoni Leonardo Graziotti Andrea Leonardi Bianca Marsupini Angela Meozzi Vittorio Mercati Chiara Nicchi Samuele Ortalli Edoardo Rossi Greta Spinosi Rocco Giglini Giulia Senesi Benedetta

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Benedici, Signore i loro pensieri, le loro azioni, i loro sacrifici e accendi nei loro cuori il desiderio di farti conoscere a tutti coloro che incontreranno nella vita. Vi auguriamo di vivere ogni giorno, con gioia l’incontro con Gesù e ricordare sempre che... “È bello camminare con te Gesù”.... Buon cammino...! le catechiste Linda, Stefania e Ilaria
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Domenica 23 giugno 2019
Propositura di Anghiari Sono invitati alla mensa Eucaristica per la prima volta:

Caduti di Anghiari nella Grande Guerra (VI e ultima parte)

Romani Oreste, di Daniele, di anni 26, di Anghiari. Soldato del 84° Fanteria, deceduto il 26 agosto 1917 in prigionia per “tubercolosi polmonare”. Sepolto a Wiener Neustadt (Austria).

Rosadi Donato, di anni 35. Soldato del 159° Fanteria, caduto il 23 settembre 1917 sul Monte San Gabriele (Medio Isonzo).

Roselli Angelo, di Ermenegildo, di anni 26, di Ponte della Piera. Soldato del 76° Fanteria, caduto il 14 agosto 1916 a Nad Logem (Carso).

Roselli Pietro, di Valente, di anni 27. Soldato del 1° Artiglieria da Fortezza, deceduto il 18 giugno 1916 all’ospedale da campo n. 19 per ferite.

Rosignoli Alfiero, di anni 23, di Anghiari. Soldato del 68° Fanteria, deceduto il 18 maggio 1917 all’ospedale chirurgico per ferite subite sul Monte Santo (Medio Isonzo).

Rossi Adone, di Damiano, di anni 31. Soldato del 161° Fanteria, caduto il 17 agosto 1916 a Doberdò, Nova Vas (Carso), per “ferita d’arma da fuoco al torace”.

Rossi Alfonso, di Angiolo, di anni 22. Soldato del 78° Fanteria, caduto l’11 agosto 1916 su Monte San Gabriele (Medio Isonzo) per “ferita d’arma da fuoco”.

Rossi Fedele, di Pietro, di anni 30. Soldato del 74° Fanteria, deceduto il 31 ottobre 1918 in prigionia a Osyk (probabilmente Osijek, Croazia) per malattia.

Rossi Lorentino, di Serafino, di anni 28, di Casale. Soldato del 59° Fanteria, caduto il 24 agosto 1916 sul Monte Colbricon (Dolomiti).

Rossi Pergente, di Serafino, di anni 38, di Toppole. Soldato del 21° Fanteria, deceduto il 4 maggio 1917 a Massa per “meningite tubercolare”.

Ruggeri Daniele, di Daniele, di anni 29. Soldato del 36° Fanteria, caduto il 31 luglio 1916 sul Monte Cimone (Altopiano di Asiago).

Ruggeri Luigi, di Santi, di anni 24. Soldato del 61° Fanteria, deceduto il 24 maggio 1918 a Monastir (Macedonia) all’ospedale da campo n. 141 per “pelosi reumatica endocardite e dilatazione del cuore”. Sepolto a Brod.

Santi Omero, di anni 21, di Sorci. Soldato del 4° Genio, deceduto il 2 agosto 1918 ad Anguillara Veneta per “annegamento sul fiume Adige”.

Santioni Angelo, di anni 24, di Anghiari. Soldato del 38° Fanteria, disperso il 24 ottobre 1915 a Zagora (Medio Isonzo).

Santioni Eugenio, di anni 21. Soldato del 156° Fanteria, deceduto l’8 ottobre 1917 nella 62 a Sezione Sanità per “ferite di scheggia di granata all’emitorace destro penetrante in cavità” riportate sul Monte Mrzli (Alto Isonzo). Sepolto a Kamno.

Sbragi Pasquale, di anni 23. Soldato del 121° Fanteria, disperso il 14 novembre 1915 a Castelnuovo sul Carso.

Severi Francesco, di Silvio, di anni 23. Soldato del 121° Fanteria, deceduto il 18 dicembre 1915 ad Ancona per “gastroenterite colerica”.

Severi Giovanni, di anni 18. Soldato del 22° Fanteria, caduto il 4 luglio 1916 a Monfalcone.

Simoni Francesco, di anni 20, di Galbino. Soldato della 6 a Compagnia Mitraglieri, deceduto il 15 giugno 1918 all’ospedale da campo n. 158 per “pleuropolmonite sinistra”. Sepolto a Este.

Spaperi Alberto, di anni 40. Soldato del 59° Fanteria, deceduto il 16 novembre 1919 a Sansepolcro per malattia.

Tacconi Agostino, di Fabiano, di anni 29. Soldato del 36° Fanteria, disperso il 31 luglio 1916 sul Monte Col di Lana (Dolomiti).

Tacconi Giuseppe, di Fabiano, di anni 20. Carabiniere, caduto il 15 agosto 1916 sul Monte Santa Caterina (Medio Isonzo) per “schegge di granata alla regione cardiaca”.

Taddei Angelo, di anni 34. Soldato del 280° Fanteria, deceduto il 1° Giugno 1918 in prigionia per malattia.

Taddei Enrico, di Giuseppe, di anni 29, di Casenovole. Caporale della 215 a Compagnia Mitraglieri, deceduto il 24 gennaio 1919 in Austria per malattia.

Taddei Federico, di Pasquale, di anni 25, di Pianettole. Soldato del 214° Fanteria, deceduto il 30 settembre 1917 ad Anghiari per “tisi”.

Taddei Giuseppe, di Angiolo, di anni 20. Soldato del 156° Fanteria, deceduto l’8 agosto 1916 nella 14 a Sezione Sanità per “ferita di pallottola al torace penetrante in cavità” riportata a Monfalcone.

Taddei Silvio, di Giuseppe, di anni 30. Soldato del 125° Fanteria, deceduto il 2 novembre 1915 nella 3 a Sezione Sanità, per “ferita d’arma da fuoco penetrante all’addome” riportata a Zagora (Medio Isonzo). Sepolto a Plava.

Talamelli Alfredo, di Giovanni, di anni 26. Soldato del 52° Fanteria, caduto il 19 luglio 1915 sul Monte Col di Lana (Dolomiti).

Talamelli Ernesto,di Giovanni, di anni 25. Soldato del 70° Fanteria, caduto il 12 novembre 1915 a Oslavia (Medio Isonzo)

Tarchiani Angelo, di anni 26, di Casola. Soldato del 231° Fanteria, caduto il 21 novembre 1916 sul Monte San Marco (Basso Isonzo).

Tartarelli Pasquale, di anni 33. Soldato del 28° Fanteria, caduto il 12 novembre 1916 sul Monte Podgora.

Tavanti Donato, di Giuseppe, di anni 21. Soldato del 2° Alpini, deceduto il 25 agosto 1918 in prigionia a Saarbrücken (Germania) per malattia.

Tavanti Vittorio, di Pietro, di anni 34, parrocchia di Santo Stefano. Soldato del 231° Fanteria, caduto il 18 agosto 1917 sul Monte Santo (Medio Isonzo).

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Tavernelli Pasquale, di anni 32. Soldato del 28° Fanteria, caduto il 12 novembre 1915 sul Monte Podgora (Medio Isonzo).

Testi Angelo, di Cesare, di anni 29, parrocchia di Santo Stefano. Soldato del 3° Bersaglieri, caduto il 18 novembre 1917 sul Piave per “ferita da pallottola nemica”. Sepolto a Pederobba.

Testi Pasquale, di Andrea, di anni 21, di Viaio. Soldato del 2° Fanteria, deceduto il 2 maggio 1916 ad Anghiari per “etisia”.

Tiana Ciro, di anni 23. Caporal maggiore del 7° Alpini, deceduto il 24 ottobre 1918 a Vicenza per malattia.

Tonchino Orlando, di anni 34, di Anghiari. Soldato del 36° Fanteria, deceduto il 16 ottobre 1918 a Vignola per malattia.

Torelli Adamo, di anni 21 di Casale. Soldato della 424 a Compagnia Mitraglieri, caduto il 24 ottobre 1917 in combattimento.

Vecchi Ottavio, di anni 25. Soldato del 59° Fanteria, deceduto il 30 giugno 1919 a San Giustino per malattia.

Veri Annibale, di anni 24, parrocchia di Santo Stefano. Soldato del 70° Fanteria, disperso il 13 novembre 1915 sul Monte San Michele (Basso Isonzo).

Villani Giuseppe, di anni 34. Soldato del 39° Fanteria, deceduto il 15 febbraio 1917 “a seguito affondamento piroscafo Minas diretto in Albania”.

Vitellozzi Federico o Enrico, di anni 29, di Pieve di Sovara. Soldato del 50° Fanteria, caduto il 25 maggio 1917 sul Dosso Faiti (Carso) per “ferita al ventre di scheggia di granata”. Sepolto nella Dolina delle Caverne.

Zoi Dante, di anni 31. Soldato del 182° Battaglione Milizia Territoriale, deceduto il 20 ottobre 1918 a Città di Castello per malattia.

Allegato

La lapide commemorativa sita nella Cappella Votiva di Anghiari, in (...), riporta anche i seguenti caduti nella Grande Guerra, per i quali non si sono reperite altre informazioni di carattere militare negli elenchi

Croci dei campi

Queste qui a destra molti le avranno riconosciute. Sono le croci, realizzate con i “roccioni”, i grossi rami di vinco, da collocare nei campi di grano prima che il sole del 3 maggio li colpisca con i suoi raggi.

Queste sono appena state confezionate e l’autore è Angiolino Meozzi del Ponte dei Sospiri. Una volta bbellite con le foglie di giglio e il rametto di olivo le ha portate nella cappella della Misericordia il 25 aprile per la loro benedizione. Bavo Angiolino!

dell’Albo d’Oro né in altra documentazione di archivio o di stato civile del Comune.

Tra parentesi, laddove riscontrato, l’anno della morte: Baglioni Vincenzo, di Valialle; Buricchi Santi Giovanni, di Toppole (1918); Cangi Luigi; Comanducci Stefano; Fancelli Silvestro; Gamberonci Angelo, di Pieve di Sovara; Gennaioli Domenico, di San Leo; Gennaioli Vincenzo (1918); Ghignoni Eugenio (1917); Gigli Alfiero; Gigli Ruggiero (1918); Marchetti Arturo; Marchetti Ernesto (1918); Peluzzi Guido; Poggini Santi; Rossi Lorenzo, di Bagnaia (1921); Ruggeri Achille; Ruggeri David; Ruggeri Giuseppe, di Toppole (1922); Senesi Pietro, nato a Caprese Michelangelo (1922); Sovieri Antonio; Tricca Marino.

Qui sopra veduta della cappella dei Caduti.

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Ricordo della Dina

Quando ripenso alla Dina la rivedo, dal Borghetto, sulla soglia di casa, alta, robusta, con un fisico imponente e con un bel sorriso nel volto, pronta ad invitarti ad entrare per fermarsi e parlare un po’.

Il suo invito era sempre caloroso, raramente accolto, purtroppo, per la fretta che accompagna ogni nostro agire.

A pensarci bene, si può ben dire che la Dina possedeva una capacità tanto declamata ma di certo poco praticata quale quella della comunicazione e del dialogo.

Amava stare con la gente e parlare, confrontarsi, discutere e lo faceva sempre con pacatezza, attenzione e misura nel rispetto dell’altro.

Ed è stato così anche in questo ultimo periodo.

Durante la malattia la sua casa è divenuta punto di incontro per vicini, parenti e amici e, anche quando le condizioni di salute non le permettevano più di partecipare al dialogo in maniera attiva, suggeriva ai presenti di rimanere con lei perché la loro presenza era di conforto.

Una folla numerosissima di persone l’ha accompagnata nel suo ultimo viaggio, in silenzio e in preghiera.

Della Dina restano tanti ricordi e di sicuro rimane un esempio di bontà, accoglienza e serenità vissuto fra le mura domestiche nell’amore della famiglia alla quale ha destinato tutta la sua vita di moglie e di mamma.

bimbi di oggi

Ciao a tutti, mi chiamo Morgana Alessandrini e in questa foto sono io il giorno del mio primo compleanno (18 Marzo).

Sono una bambina solare, allegra, curiosa ma soprattutto spiritosa. I miei genitori mi dicono sempre che sono una birichina e in effetti ne combino di tutti i colori!

Amo molto gli animali, in particolare le mucche del mio babbo e il mio micione rosso Shumy.

Ah... dimenticavo, mi scateno a ritmo di musica!

Sono affettuosa e voglio molto bene al mio babbo Cesare, alla mia mamma Teresa ma anche ai miei nonni e ai miei zii.

Il marito Adelmo e i figli Laura e Giorgio l’hanno ricolmata di attenzioni e premure accompagnandola, con immenso amore, nell’ultimo tratto della vita prima di affidarla nelle mani del Signore.

Siamo certi che da lassù con il medesimo sorriso invita tutti noi, che l’abbiamo conosciuta e amata, a rimanere uniti in ciò che la morte non può sconfiggere: l’Amore.

Alla mamma

Signore Gesù, con il cuore colmo di umana tristezza vogliamo renderti grazie per il dono della mamma che oggi hai chiamato a Te.

Per noi tutti è stata sempre porto sicuro; ha dedicato la sua vita di moglie, madre, nonna alla famiglia e ci ha guidato ed educato con pazienza e fermezza ai valori veri.

Ci ha trasmesso il piacere di stare insieme nei momenti lieti e la forza e il coraggio necessari per affrontare le prove che la vita riserva.

Durante la malattia l’abbiamo accompagnata con tutto l’amore di cui siamo stati capaci e l’accettazione serena della sua sofferenza è l’esempio di grande virtù che vogliamo raccogliere.

Possa il Signore concederle la pace eterna.

Siamo certi che continuerà a vegliare su noi tutti con immenso Amore.

I Figli, il marito, i nipoti. Micciano, 5 marzo 2019

Oggi Festa della Mamma, augurissimi a tutte le Mamme del mondo, a quelle in Cielo, a quelle piú anziane, a quelle più giovani, a quelle giovanissime, siano sempre di esempio per i figli, pensate che della mamma ce n'è una sola e che ci seguiranno sempre, anche quelle in Cielo ci saranno sempre vicine.

Dal post della Maris su FB

bimbi di oggi

Ecco Gregorio Poggini mentre sorride per la foto da mettere sull’Oratorio. Con la mamma Daniela e il babbo Andrea abita a Fontebrina, poco prima di Micciano. C’è caso che se passate di lì lo potrete vedere.

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La Mostra mercato dell’ Artigianato di Anghiari (AR), la cui 44° Edizione si è appena conclusa, ha regalato ai visitatori anche l’opportunità di incontrare e conoscere meglio le merlettaie dell’Associazione “Il Tombolo di Anghiari”.

Le artiste, che utilizzano principalmente filato di lino, nelle varie misure, a seconda del lavoro, appartengono alla categoria di quelle creative che si esprimono ridando vita ad una lavorazione che, in passato, ha quasi rischiato di scomparire. Carla, Elena e Teresa, le tre maestre della scuola, oltre che dare luce alle loro idee, tramite gli interminabili intrecci di filo, mettono a disposizione di tutte le interessate corsi peraltro sempre molto frequentati.

Le artiste che nel 2012, con l’opera “I Tulipani”, del cui progetto fui autore, ottennero il secondo posto alla XV Edizione della Biennale Internazionale del Merletto di Sansepolcro organizzata dal Centro Culturale presieduto dal Cavalier Paolo Piovaticci. In questi anni hanno ottenuto riconoscimenti e si sono classificate prime in competizioni a tema di Gorizia, Valtopina, Panicale e Venezia, solo per citarne alcune.

La mostra appena conclusa di Anghiari ha permesso alle merlettaie di moltiplicare e condividere con amiche merlettaie di altre associazioni l’invito a partecipare al Primo Concorso di Merletto a Tombolo, dal tema “I nodi vinciani nella bellezza femminile”, che si svolgerà nel Palazzo Pretorio ad Anghiari dal 26 ottobre al 3 novembre 2019 e che arricchirà le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci.

In alto le tre ‘maestre’ di tombolo con un gruppo di allieve in occasione della Mostra dell’Artigianato.

bimbi di oggi

Ciao, io sono Giacomo, ho 22 mesi e abito a Cospaia di San Giustino (PG) con la mia mamma Laura e il mio babbo Mauro.

Passo, però, le mie giornate ad Anghiari, perché la mattina frequento l’Asilo nido “Il Trenino”, mentre in alcuni pomeriggi sono coccolato dai miei nonni Enzo e Luisa al Montino o dalla mia nonna Ada, che abita proprio nel centro storico, in via delle Mura di Sopra.

Mando un bacio e un abbraccio speciale anche a tutti i miei quattro zii che mi adorano e che si chiamano nello stesso modo (gli zii Marco e le zie Sara) e ai miei cugini Lorenzo e Angela con i quali mi diverto tantissimo.

Il giornalino dell’Oratorio è un giornale che entra in molte case degli anghiaresi ed è per questo che mi sono decisa a scriverci.

Sono ormai più di vent’anni che il Centro di Aggregazione di Anghiari è aperto, con il lavoro di molti volontari, ed è andato via via crescendo. Qualche anno fa, grazie sempre a delle volontarie, si è dato inizio al gioco del burraco: giochiamo sempre il giovedì e il sabato sera e la domenica pomeriggio.

Quest’anno abbiamo organizzato la cena di fine anno, la cena di San Valentino e la cena per festeggiare le donne. Il 25 aprile siamo andati in visita al santuario di San Luca a Bologna e poi, nel pomeriggio, abbiamo visitato la bellissima città.

Abbiamo in programma il pranzo del ventennale che si terrà gratuitamente per tutti i soci iscritti entro giugno. Si terrà alla Pineta di Anghiari il 4 agosto.

Grazie a queste attività abbiamo potuto donare 100 euro per illuminare piazza IV novembre, 200 euro per la Caritas e 200 euro per il rifacimento del tetto della Propositura.

Abbiamo anche aderito alla vendita di piantine a favore della associazione del Telefono Azzurro.

Cerchiamo di fare ciò che ci sembra bene per il paese, nonostante ciò crediamo che si potrebbe fare molto di più e senza dubbio meglio, ma le risorse umane sono purtroppo poche.

Attraverso questo giornalino, che entra nelle case di tanti anghiaresi, vorrei fare un appello a chiunque volesse spendere un poco del proprio tempo a favore di tutta la comunità, noi saremmo felici di poter accogliere nuove idee e nuove forze.

bimbi di oggi Mi

chiamo Camilla Pernici e sono nata il 29 marzo 2018 ad Arezzo. La mia mamma Sara, il mio babbo Matteo e i nonni sono di Anghiari, ma abito a Pieve Santo Stefano dove ho anche i bisnonni e il mio cane Milo. Sono la principessa di casa.

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Là dove il merletto regna ancora sovrano di Michele Foni Vent’anni al “Centro” di Anghiari

Le croci dei campi

vengono collocate dagli agricoltori il 3 di maggio di ogni anno

Carrellata di immagini raffiguranti le croci messe nei campi (di grano) ed abbellite dalle foglie di giglio e dal rametto di olivo (la palma).

Le croci sono state collocate nei campi il tre di maggio, prima che i raggi del sole spuntino all’orizzonte. Giglio e ‘palma’ erano stati benedetti nei giorni precedenti: ad Anghiari il 25 aprile, san Marco, nella cappella della Misericordia.

I nostri agricoltori mettono le croci nei campi quale segno di affidamento a Dio del lavoro dei campi.

Le foto sono state riprese nella collina nord-est di Anghiari e i proprietari riconosceranno senz’altro i loro campi.

Da casa vostra è passata la cicogna?

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Mandateci le informazioni, le pubblicheremo volentieri.

I lettori ci scrivono

La nostra Settimana Santa

Alla mia età di 93 anni non avevo mai assistito alle numerose cerimonie della Settimana Santa, molto belle e significative, alle quali abbiamo assistito con fede, effettuate in questa residenza in modo perfetto e accurato da parte della Madre superiora e dal sacerdote, valido predicatore (originario di Pisa), cerimonie curate in ogni particolare.

Una gentile signora che ci intrattiene periodicamente su argomenti religiosi, ci ha mostrato tutta la vita di Gesù, dalla nascita alla crocifissione, mostrandoci con delle bellissime foto i luoghi dove Gesù è vissuto.

Abbiamo tutti assistito con piacere e soddisfazione a queste numerose scene della vita di Gesù. Un ringraziamento particolare a Suor Antonietta e al cappellano Don Marco. Un reverente pensiero e un saluto alla ex Madre generale Suor Corrada della Congregazione delle figlie di San Francesco di Sales, che ho avuto occasione d’incontrare tre volte.

Nel giorno di Pasqua alcuni di noi hanno potuto recarsi dalle proprie famiglie, il restante ha pranzato assieme alle suore felicemente. Questa residenza, dopo tre anni di lavori antisismici e antincendio eseguiti all’avanguardia, si elegge tra le migliori d’Italia.

P.S. Il nostro salone è stato addobbato con molto gusto con la collaborazione delle tre ragazze del servizio civile: Annalisa, Silvia e Viola che si prestano volontariamente e ci intrattengono con attività ginniche, educative e ricreative in modo gentile, con garbo e tanta gentilezza.

Sig. Direttore dell’Oratorio di Anghiari

Ho ricevuto il quaderno dell’Oratorio dedicato alla Propositura e ai recenti lavori di conservazione. Un bel lavoro che sintetizza l’evoluzione storica di questa chiesa, dalle sue origini ai giorni nostri, con i cambiamenti e gli interventi più significativi effettuati nel corso degli anni.

Fino al recentissimo intervento sul tetto che ha visto la partecipazione competente ed appassionata del suo Proposto, Don Marco Salvi, ora nominato Vescovo.

Un risultato brillante, cui tanti cittadini hanno contribuito, che permette ad Anghiari di mantenere al meglio questo bene dell’intera collettività. Ringrazio per l’attenzione dimostrata nei miei confronti, particolarmente interessato a questa chiesa, anche perché che non avevo potuto partecipare all’inaugurazione dei lavori.

La Propositura è, infatti, la chiesa in cui sono stato battezzato dall’indimenticato don Nilo Conti, ben conosciuto ed apprezzato dai miei genitori. Complimenti anche per la cura editoriale del quaderno.

Nell’augurarLe buon lavoro, invio cordiali saluti.

Vilmo Chiasserini

Appendice alla Cronachetta

Mercoledì 17 aprile 2019: oggi, alle ore 3:33, è nato Elia. Gli hanno dato il benvenuto il babbo Nicola, la mamma Roberta e le sorelle Martina e Livia. Elia ha la sindrome di Down; quando l’abbiamo saputo con gioia abbiamo capito di essere stati scelti per accompagnare un’anima bella nella sua esperienza terrena, consapevoli che avremo molto più da imparare noi da lui che lui da noi e infatti già dalla gravidanza non sono mancate le conferme che ci hanno fatto capire di aspettare un bambino speciale.

Le “palme”

Quando s’avvicina il tempo di Pasqua un confratello dalla cappa bianca, quello che sta nelle ex Case verdi, si mette in movimento per sollecitare l’altro confratello, sempre con la cappa bianca, quello del Molin Bianco.

Come avrete capito sono il Fancelli e il Giuliattini che provvedono, tempestivamente, a preparare i rametti di olivo da distribuire nella Domenica delle Palme.

Anche quest’anno è stata la stessa storia: anzi no. Quest’anno i fatidici rami sono stati recuperati addirittura a Sitorni, nei pressi di Ceciliano.

La cosa si è potuta fare perché i fratelli Adriano e Alfredo Ambrosi le hanno garbatamente preparate e poi i nostri due le hanno portate in lavorazione al Molin Bianco. I fratelli Ambrosi sono originari di Cologna.

Nella foto sotto ci sono i due lavoranti mentre stanno preparando i fasci di rami da portare alla Badia per la successiva distribuzione.

E anche qui un fatto nuovo: per portare i fasci di “palme” dalla Piazzola alla Badia, Palmiro, visto che quelli “incaricati” (e noi sappiamo bene chi sono!) tardavano, si è fatto aiutare, e loro hanno aderito alla richiesta, da “tre turisti per caso”. Un grazie anche a loro per la disponibilità dimostrata.

Ma un grande grazie va al Fancelli e al Giuliattini per il lavoro svolto.

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In ascolto di Papa Francesco

Piccoli testi, una grande parola a cura di Teresa Bartolomei

Visita del Santo Padre Francesco a Loreto 25 marzo 2019

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

E grazie della vostra calorosa accoglienza! Grazie.

Le parole dell’angelo Gabriele a Maria: «Rallegrati, piena di grazia» (Lc 1,28), risuonano in modo singolare in questo Santuario, luogo privilegiato per contemplare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Qui, infatti, sono custodite le mura che, secondo la tradizione, provengono da Nazaret, dove la Vergine Santa pronunciò il suo “sì”, diventando la madre di Gesù. Da quando quella che è denominata la “casa di Maria” è diventata presenza venerata e amata su questo colle, la Madre di Dio non cessa di ottenere benefici spirituali in coloro che, con fede e devozione, vengono qui a sostare in preghiera. Tra questi oggi mi metto anch’io, e ringrazio Dio che me lo ha concesso proprio nella festa dell’Annunciazione. Saluto le Autorità, con gratitudine per l’accoglienza e la collaborazione. Saluto Mons. Fabio Dal Cin, che si è fatto interprete dei sentimenti di tutti voi. Con lui saluto gli altri Presuli, i sacerdoti, le persone consacrate, con un pensiero speciale ai Padri Cappuccini, ai quali è affidata la custodia di questo insigne Santuario tanto caro al popolo italiano. Sono bravi questi Cappuccini! Sempre in confessionale, sempre, al punto che tu entri in santuario e sempre ce n’è almeno uno lì, o due o tre o quattro, ma sempre, sia di giorno sia alla fine della giornata, e questo è un lavoro difficile. Sono bravi e li ringrazio specialmente per questo prezioso ministero del confessionale, continuato durante tutta la giornata. Grazie! E a tutti voi, cittadini di Loreto e pellegrini qui convenuti, rivolgo il mio saluto cordiale.

In quest’oasi di silenzio e di pietà, vengono tanti, dall’Italia e da ogni parte del mondo, per attingere forza e speranza. Penso in particolare ai giovani, alle famiglie, ai malati.

La Santa Casa è la casa dei giovani, perché qui la Vergine Maria, la giovane piena di grazia, continua a parlare alle nuove generazioni, accompagnando ciascuno nella ricerca della propria vocazione. Per questo ho voluto firmare qui l’Esortazione apostolica frutto del Sinodo dedicato ai giovani. Si intitola “Christus vivit –Cristo vive”. Nell’evento dell’Annunciazione appare la dinamica della vocazione espressa nei tre momenti che hanno scandito il Sinodo: 1) ascolto della Parola-progetto di Dio; 2) discernimento; 3) decisione.

Il primo momento, quello dell’ascolto, è manifestato da quelle parole dell’angelo: «Non temere Maria, […] concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (vv. 30-31). È sempre Dio che prende l’iniziativa

di chiamare alla sua sequela. È Dio che prende l’iniziativa, Lui ci precede sempre, Lui precede, Lui fa strada nella nostra vita. La chiamata alla fede e ad un coerente cammino di vita cristiana o di speciale consacrazione è un irrompere discreto ma forte di Dio nella vita di un giovane, per offrirgli in dono il suo amore. Occorre essere pronti e disponibili ad ascoltare ed accogliere la voce di Dio, che non si riconosce nel frastuono e nell’agitazione. Il suo disegno sulla nostra vita personale e sociale non si percepisce rimanendo in superficie, ma scendendo a un livello più profondo, dove agiscono le forze morali e spirituali. È lì che Maria invita i giovani a scendere e a sintonizzarsi con l’azione di Dio.

Il secondo momento di ogni vocazione è il discernimento, espresso nelle parole di Maria: «Come avverrà questo?» (v. 34). Maria non dubita; la sua domanda non è una mancanza di fede, anzi, esprime proprio il suo desiderio di scoprire le “sorprese” di Dio. In lei c’è l’attenzione a cogliere tutte le esigenze del progetto di Dio sulla sua vita, a conoscerlo nelle sue sfaccettature, per rendere più responsabile e più completa la propria collaborazione. È l’atteggiamento proprio del discepolo: ogni collaborazione umana all’iniziativa gratuita di Dio si deve ispirare a un approfondimento delle proprie capacità e attitudini, coniugato con la consapevolezza che è sempre Dio a donare, ad agire; così anche la povertà e la piccolezza di quanti il Signore chiama a seguirlo sulla via del Vangelo si trasforma nella ricchezza della manifestazione del Signore e nella forza dell’Onnipotente.

La decisione è il terzo passaggio che caratterizza ogni vocazione cristiana, ed è esplicitato dalla risposta di Maria all’angelo: «Avvenga per me secondo la tua parola» (v. 38). Il suo “sì” al progetto di salvezza di Dio, attuato per mezzo dell’Incarnazione, è la consegna a Lui di tutta la propria vita. È il “sì” della fiducia piena e della disponibilità totale alla volontà di Dio. Maria è il modello di ogni vocazione e l’ispiratrice di ogni pastorale vocazionale: i giovani che sono in ricerca o si interrogano sul loro futuro, possono trovare in Maria Colei che li aiuta a discernere il progetto di Dio su loro stessi e la forza per aderire ad esso.

Penso a Loreto come a un luogo privilegiato dove i giovani possono venire alla ricerca della propria vocazione, alla scuola di Maria! Un polo spirituale a servizio della pastorale vocazionale. Auspico perciò che sia rilanciato il Centro “Giovanni Paolo II” a servizio della Chiesa in Italia e a livello internazionale, in continuità con le indicazioni emerse dal Sinodo. Un luogo dove i giovani e i loro educatori possono sentirsi accolti, accompagnati e aiutati a discernere. Per questo inoltre chiedo caldamente ai Frati Cappuccini un servizio in più: il servizio di estendere l’orario di apertura della Basilica e della Santa

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Casa durante la tarda serata e anche l’inizio della notte quando ci sono gruppi di giovani che vengono a pregare e a discernere la loro vocazione. Il Santuario della Santa Casa di Loreto, anche a motivo della sua collocazione geografica al centro della Penisola, si presta per diventare, per la Chiesa che è in Italia, luogo di proposta per una continuazione degli incontri mondiali dei giovani e della famiglia. È necessario, infatti, che all’entusiasmo della preparazione e celebrazione di questi eventi corrisponda poi l’attualizzazione pastorale, che dia corpo alla ricchezza dei contenuti, mediante proposte di approfondimento, di preghiera e di condivisione.

La Casa di Maria è anche la casa della famiglia. Nella delicata situazione del mondo odierno, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un’importanza e una missione essenziali. È necessario riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilità a servizio della vita e della società. Nella casa di Nazaret, Maria ha vissuto la molteplicità delle relazioni familiari come figlia, fidanzata, sposa e madre. Per questo ogni famiglia, nelle sue diverse componenti, trova qui accoglienza, ispirazione a vivere la propria identità.

L’esperienza domestica della Vergine Santa sta ad indicare che famiglia e giovani non possono essere due settori paralleli della pastorale delle nostre comunità, ma devono camminare strettamente uniti, perché molto spesso i giovani sono ciò che una famiglia ha dato loro nel periodo della crescita. Questa prospettiva ricompone in unitarietà una pastorale vocazionale attenta ad esprimere il volto di Gesù nei suoi molteplici aspetti, come sacerdote, come sposo, come pastore.

La Casa di Maria è la casa dei malati. Qui trovano accoglienza quanti soffrono nel corpo e nello spirito, e la Madre porta a tutti la misericordia del Signore di generazione in generazione. La malattia ferisce la famiglia e i malati devono essere accolti dentro la famiglia. Per favore, non cadiamo in quella cultura dello scarto che viene proposta dalle molteplici colonizzazioni ideologiche che oggi ci attaccano. La casa e la famiglia sono la prima cura del malato nell’amarlo, sostenerlo, incoraggiarlo e prendersene cura. Ecco perché il santuario della Santa Casa è simbolo di ogni casa accogliente e santuario degli ammalati.

Da qui invio ad essi, tutti, ovunque nel mondo, un pensiero affettuoso e dico loro: voi siete al centro dell’opera di Cristo, perché condividete e portate in

maniera più concreta dietro a Lui la croce di ogni giorno. La vostra sofferenza può diventare una collaborazione decisiva per l’avvento del Regno di Dio.

Cari fratelli e sorelle! A voi e a quanti sono legati a questo Santuario, Dio, per mezzo di Maria, affida una missione in questo nostro tempo: portare il Vangelo della pace e della vita ai nostri contemporanei spesso distratti, presi dagli interessi terreni o immersi in un clima di aridità spirituale.

C’è bisogno di persone semplici e sapienti, umili e coraggiose, povere e generose. Insomma, persone che, alla scuola di Maria, accolgono senza riserve il Vangelo nella propria vita. Così, attraverso la santità del popolo di Dio, da questo luogo continueranno a diffondersi in Italia, in Europa e nel mondo testimonianze di santità in ogni stato di vita, per rinnovare la Chiesa e animare la società col lievito del Regno di Dio.

La Vergine Santa aiuti tutti, specialmente i giovani, a percorrere il cammino della pace e della fraternità fondate sull’accoglienza e sul perdono, sul rispetto dell’altro e sull’amore che è dono di sé. La nostra Madre, stella luminosa di gioia e di serenità, doni alle famiglie, santuari dell’amore, la benedizione e la gioia della vita. Maria, sorgente di ogni consolazione, porti aiuto e conforto a quanti sono nella prova.

Con queste intenzioni, ora ci uniamo insieme nella preghiera dell’Angelus.

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Li pubblicheremo
Avete dei ricordi legati ad Anghiari o Monterchi? Fateceli avere
volentieri alla prima occasione

«La vitalità della Chiesa si basa su quel principio che possiamo riprendere dal Vangelo di questa domenica, quando Gesù dice a Pietro: “Mi ami più di costoro?”. Il potere nella Chiesa e di noi vescovi è un servizio e soprattutto è la custodia del gregge di Dio che Lui stesso ci affida». Con queste parole il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha introdotto la solenne celebrazione eucaristica di saluto all’arcivescovo eletto di Lucca mons. Paolo Giulietti, che farà ingresso nella diocesi toscana domenica prossima 12 maggio, e di accoglienza-benvenuto al nuovo vescovo ausiliare e vicario generale mons. Marco Salvi.

Una celebrazione, tenutasi nel tardo pomeriggio di domenica 5 maggio nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, avvolta da un’atmosfera di festa e di gioia, ma anche da tanta commozione, che ha visto concelebranti l’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti, i vescovi umbri Domenico Cancian di Città di Castello, Gualtiero Sigismondi di Foligno, Benedetto Tuzia di Orvieto-Todi, Mario Ceccobelli, emerito di Gubbio, l’abate benedettino emerito dom Giustino Farnedi e l’arcivescovo toscano Riccardo Fontana di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Diocesi dove mons. Salvi è nato 65 anni fa ed è stato parroco di Anghiari fino alla sua ordinazione episcopale avvenuta lo scorso 31 marzo.

Centinaia di fedeli hanno gremito la cattedrale per salutare mons. Giulietti, che mancherà a tanti perugini che l’hanno visto crescere per le vie della città seguendolo verso la chiamata al sacerdozio prima (ha ricevuto l’ordinazione presbiterale il 29 settembre 1991) e all’episcopato poi (è stato ordinato vescovo il 10 agosto 2014, ad appena 50 anni di età). Mons. Giulietti è stato una guida spirituale e un punto di riferimento per molti fedeli, soprattutto giovani.

In cattedrale era rappresentata l’intera Archidiocesi non solo per i sacerdoti giunti un po’ da tutte le parrocchie, ma anche per la presenza di una rappresentanza dei cori delle sette Zone pastorali che hanno animato la liturgia dando il loro caloroso benvenuto a mons. Salvi, simbolicamente accompagnato nella Chiesa di Perugia-

Città della Pieve da alcune centinaia di suoi amici e parrocchiani arrivati da Anghiari, Sansepolcro e dintorni. Questi gli hanno dedicato un numero speciale del loro periodico, L’Oratorio d’Anghiari, distribuendo in San Lorenzo 800 copie. È un “biglietto da visita” del neo vescovo Salvi di un certo spessore, non per le sue 40 pagine, ma perché raccoglie testimonianze di sacerdoti e laici che tracciano la personalità non comune di un uomo e di un pastore che ha sempre “preso il largo”, come recita il suo motto episcopale - “Duc in Altum” -, insegnando a giovani e adulti a non fermarsi dinanzi alle sconfitte della vita. Attraverso queste testimonianze i perugino-pievesi e non solo, potranno conoscere più approfonditamente questo pastore chiamato da papa Francesco ad affiancare, nel ministero episcopale, il cardinale Bassetti.

Il presidente della Cei, che il prossimo 8 settembre celebrerà il 25° di episcopato e il 4 ottobre successivo i primi dieci anni di guida dell’Archidiocesi di PerugiaCittà della Pieve, rivolgendosi nell’omelia a mons. Giulietti e a mons. Salvi, ha detto: «È, per me, un giorno di grande emozione e, direi, di commozione. A Don Paolo sono legato da vincoli di profondo affetto, maturati in questi anni di guida della Chiesa perugino-pievese, e da sentimenti di riconoscenza per il tanto lavoro svolto, in momenti anche non facili. A Don Marco mi legano altresì vincoli di affetto e collaborazione per gli anni trascorsi ad Arezzo. Entrambi abbraccio e saluto con cuore di padre».

Nel commentare il brano evangelico di Giovanni “Pasci le mie pecore”, che «richiama storicamente il ministero petrino», ha sottolineato il cardinale, «esso può

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Una solenne celebrazione eucaristica di saluto dell’arcivescovo mons. Paolo Giulietti e di accoglienza-benvenuto di mons. Marco Salvi.

essere esteso alla missione di ogni vescovo, chiamato a reggere e a pascere una porzione del gregge di Dio. Si riferisce pertanto anche a noi, fratelli nell’episcopato. Si riferisce stasera in particolar modo ai vescovi Paolo e Marco che iniziano la loro nuova missione. È il Signore Gesù che vi ripete: «Mi amate più di costoro?». È l’amore totale e incondizionato a Cristo Signore che rende capaci e degni di pascere il gregge. È da Lui che sgorga la forza, la passione, l’esempio. Egli attende i discepoli sulla riva del lago con il fuoco acceso e il cibo pronto, come fa il servo. Allo stesso modo, Egli si china sui discepoli per lavare loro i piedi. È sempre Lui che li sferza quando pretendono, umanamente, i primi posti: «Il primo tra di voi sarà il servo di tutti» (Mc 45)».

«Carissimi Vescovi Paolo e Marco –ha proseguito il cardinale–, a voi questa Parola è familiare; l’avete vissuta e testimoniata nella vita con anni di attaccamento al Signore e di amorevole servizio al Suo popolo. Di questo siamo qui a ringraziarvi e a sostenervi per gli impegni futuri, con la nostra preghiera e il nostro affetto, che non vi faremo mai mancare. Carissimo Vescovo Paolo, è a te che mi rivolgo per primo. Già ho avuto modo di esprimerti il mio ringraziamento e, con me, lo hanno fatto tante comunità parrocchiali ed ecclesiali che hai visitato in queste ultime settimane. Stasera, è l’intera Arcidiocesi che ti ringrazia, ti saluta, ti abbraccia. Sei stato scelto ora per guidare la Santa Chiesa di Dio che è in Lucca. Sappiamo che hai le qualità e le capacità per farlo. Ti accompagniamo con affetto e saremo con te, domenica prossima, quando prenderai possesso della tua cattedra».

Rivolgendosi al suo nuovo vescovo ausiliare, il cardinale Bassetti ha detto: «Carissimo Vescovo Marco, è giunto il giorno del tuo arrivo a Perugia. Sarai assieme a me pastore dell’amata porzione del gregge di Cristo che è la Chiesa di Perugia-Città della Pieve. Per tanti anni sei stato mio prezioso collaboratore quando ho guidato l’indimenticabile comunità di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Posso assicurarti che in questo periodo di attesa i nostri sacerdoti e i fedeli hanno pregato per te. Ringrazio il Signore e il Santo Padre per il dono della tua persona. Sono molto grato al fratello Vescovo Riccardo, che si è privato di un membro qualificato e stimato del suo presbiterio.

Grazie don Marco, carissimo figlio, per aver accettato la dignità e la missione di vescovo ed aver di nuovo pronunciato il tuo «eccomi», come nel giorno della tua ordinazione al presbiterato. Troverai un clero desideroso di fare comunione con i suoi pastori, che anche mediante il tuo aiuto continuerà a spendersi per Cristo e per il bene della gente. Troverai laici consacrati, famiglie che si consumano nella carità per il Regno di Dio, e insieme incontrerai tanti anziani, malati e sofferenti, poveri di ogni appartenenza che sanno offrire con fede le loro croci. Troverai tante persone disposte a prestarti collaborazione affinché Gesù sia conosciuto e amato e la società possa essere animata dalla forza del Vangelo».

Nell’altra pagina, un momento della celebrazione nella cattedrale di San Lorenzo a Perugia.

Riccero Ricceri custode tipografo barbiere

L’amico Riccero non l’ho dimenticato perché amico di tutto il suo casato

Tutti i giorni passando per la Badia sempre un saluto fatto con allegria

Grande tipografo lavorò ad Arezzo in via Mazzini lì ci restò un pezzo

Io abitavo in quella stessa via ed un saluto me lo portava via

Da veri Anghiaresi amanti del paese davanti al lavoro lui mai si arrese

Quando da giovane insieme al vecchio padre barba e capelli lui ci sapeva fare

Le mie poesie un libro à formato che con sapienza lui mi à regalato

Uomo di cuore con tutti i famigliari alla cara moglie curò tutti i suoi mali

Sempre vicino a lei che soffriva ma il Riccero con mano sempre arriva

Mai à lasciato colui che à bisogno à fatto una vita che non è stato un sogno

sempre presente custode reverente e benvoluto in mezzo a tanta gente

Purtroppo il male à preso il sopravvento le poche forze portate via dal vento

Ora riposa con la sua Antonietta a pieno titolo che a lui gli si spetta

Tanto del bene da lui seminato de ‘sto Anghiarese il ricordo va lodato:

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Vuoi che l’Oratorio venga spedito a qualche amico o conoscente che abita anche all’estero? Lo possiamo fare! Mandaci il suo indirizzo!

L’archivio si arricchisce

quello dell’Associazione il Tombolo di Anghiari

L’associazione culturale “Il Tombolo di Anghiari” ringrazia il nipote di Teresa Giovagnini che ci ha donato un bel tombolo, rivestito di rosso, appartenuto alla cara zia; una signora di Città di Castello che ce ne ha donato uno appartenuto alla mamma ed una signora, originaria di Sanspolcro, che vuole rimanere nell’anonimato, ha donato alcuni tomboli e diversi contenitori pieni di disegni (che hanno arricchito il nostro archivio) tipici della nostra tradizione per la realizzare di manufatti a tombolo

Grazie di cuore a tutti per aver pensato alla nostra associazione regalandoci questi doni, per noi preziosi.

Qui sotto è riprodotta la locandina del Concorso di merletto a tombolo, indetto dall’Associazione il Tombolo di Anghiari, in occasione dei cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, con tema: “I nodi vinciani nella bellezza femminile”. Altre informazioni a pag. 45.

Auguri a Maddalena e Alighiero

Delia ci ha fatto pervenire la notizia di una bella ricorrenza: le nozze d’oro dei suoi genitori. La mia mamma, Serafini Maddalena, abitava a Valboncione e andava a ballare a Fragaiolo; ci veniva anche il mio babbo, Padelli Alighiero, si sono conosciuti e si sono innamorati.

Poco dopo si sono sposati, il 10 maggio 1969 e sono andati ad abitare al Bagnolo di Ponte alla Piera: niente viaggio di nozze, i soldini non c’erano, ma c’era e c’è sempre tanto amore e serenità, nonostante le malattie e le sfide della vita...

Dal Bagnolo si trasferirono a Guardabasso e lì ci sono stati per 24 anni, dopodiché comprarono la casa a Palazzo Sabino, dove abitano tutt’ora.

Sabato 11 maggio 2019, insieme a parenti ed amici, hanno ricelebrato le nozze dallo stesso prete di 50 anni fa, don Enzo, a Fragaiolo a cui è seguito il pranzo al Cristallo con buon cibo, musica e danze. E anche noi della Redazione mandiamo i nostri auguri per la via del Borgo diretti proprio a Palazzo Sabino per i nostri amici Maddalena e Alighiero.

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Benvenuto don Alessandro!

dal post di TsdTv

Durante la celebrazione delle cresime ad Anghiari mons. Riccardo Fontana ha annunciato ai fedeli la nomina di Don Alessandro Bivignani ad amministratore parrocchiale delle parrocchie di San Bartolomeo in Anghiari, di S. Andrea Apostolo in località Catigliano, dell’Assunzione di Maria Vergine in località Tavernelle, di S. Clemente in località Toppole e di S. Niccolò in località Gello.

Don Alessandro Bivignani andrà a servire così le comunità già rette da mons. Marco Salvi, ora vescovo titolare di Termini Imerese e ausiliare dell’Arcidiocesi di PerugiaCittà della Pieve.

Don Alessandro sta ultimando gli studi a Roma per il dottorato di ricerca in teologia dogmatica con specializzazione in ecclesiologia.

In altre parole don Alessandro è stato nominato provvisoriamente a reggere le parrocchie di Anghiari, Tavernelle, Toppole e Gello. Per dargli la possibilità di continuare i suoi studi a Roma sono state quindi escluse le parrocchie di Micciano, Viaio e Ponte alla Piera. La Redazione e le nostre comunità gli danno il benvenuto ma già in molti lo hanno fatto personalmente e ci sarà il modo e il tempo di accoglierlo con una festa speciale.

A destra, in alto, il Vescovo Riccardo comunica ai fedeli, riuniti per la Cresima dei ragazzi della comunità, l’incarico conferito per l’Unità Pastorale di Anghiari. Sotto, il vescovo Riccardo, il vescovo Marco e don Alessandro rendono visita a don Romano, decano della comunità anghiarese.

Don Alessandro, da quando è stato ordinato sacerdote, nel 2014, è stato nominato vice-parroco a Castiglion Fiorentino ed ha prestato servizio presso la parrocchia di Pieve di Chio.

Sono molte le iniziative prese in e con quella comunità. Qui a destra la prima pagina del periodico parrocchiale a cui ha ridato vita, coinvolgendo diversi parrocchiani per la sua redazione.

Di questo e di altro ancora ne parleremo nel prossimo numero dell’Oratorio. Nell’immagine qui sotto i Confratelli della Compagnia del SS. Sacramento della Pieve di Chio con quelli di Anghiari, in occasione di un incontro in comune, in preghiera con don Alessandro, davanti alla Madonna Addolorata. È stata restaurata recentemente e la popolazione le è molto devota.

In questo numero, la copertina è dedicata all’immagine della Madonna di Collesecco, che si trova nell’Altare maggiore. Questa tavola lignea, secondo il nostro Pierino, potrebbe essere molto antica, addirittura un XV secolo.

Al di la delle ipotesi storico-artistiche, ci interessa notare l’iconografia: la Madonna di Collesecco, infatti, è dipinta nell’atto di allattare Gesù Bambino. È una scena molto familiare, e serviva

sicuramente per sottolineare la vera umanità di Gesù.

Probabilmente, immagini di questo genere, erano molto diffuse nel popolo cristiano, affinché le puerpere potessero affidarsi alla Madonna nel periodo della gravidanza e dell’allattamento, specialmente nei casi in cui sopraggiungeva qualche difficoltà.

A Collesecco la festa della Madonna si svolgeva nel giorno dell’Ascensione, con la S. Messa a la merenda, ma ormai non si tiene più da alcuni anni.

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Notiziario della Parrocchia di S. Maria e S. Cristina nella Valle di Chio - Anno 6 - Numero 2 - Magg io 2018 La Madonna di Collesecco La Madonna di Collesecco

Domenica 21 Aprile, Emma Manganesi e Giuseppe Cagnacci, assieme ai figli Maurizio e Patrizia, la nuora Emma, il genero Enzo, le nipoti Andrea e Noemi e i parenti, hanno festeggiato i loro 60 anni di matrimonio e quindi nozze di diamante.

Le nozze furono celebrate il 4 Aprile 1959 nella chiesa della Propositura di Anghiari dal parroco don Nilo Conti e la festa, dopo la cerimonia, come allora usava nelle nostre campagne, fu fatta a casa dello sposo.

Emma abitava a Val della Pieve di Anghiari mentre Giuseppe abitava già con la famiglia alla Banchina di Tavernelle. Dopo le nozze i due coniugi si stabilirono alla Banchina dove tuttora risiedono.

La Redazione allora manda i suoi auguri, per questo bel traguardo raggiunto da Emma e Giuseppe, verso Tavernelle e poi alla Banchina. Ma anche gli altri abitanti della frazione situata lungo la strada per Arezzo vorranno fare i loro auguri. Nella foto Emma e Giuseppe con i loro familiari, al momento della torta.

Cidroni

Siamo d’estate e la panzanella è un piatto proprio adatto al momento. Ognuno ha la sua ricetta ma il pane ci vuole buono e raffermo. Però ora, vi voglio parlare dei cidroni, quelli che trovate al mercato col nome di cetrioli. Se li mettete, ricordatevi di togliere l’amaro (una volta l’avevano, o forse era un’idea) strofinando la prima fettina dalla parte del picciolo con il rimanente fino a che fa una specie di schiumina. Provate e, buona panzanella! (mdp)

Superstizioni? No, tradizioni

La Teresa del Badini (castellana doc) dice che sul letto non si mettono i soldi, la borsa e il cappello. E in casa non si aprono gli ombrelli. Quest’ultimo si dice anche noi.

Poi sempre a Castello dicono: m’è venuta la petuscia: sarebbe un raffreddore, mal di gola, un malessere delle vie respiratorie.

Martedì 19 aprile 2019 Matilde Paci si è laureata con 110 e lode presso l’Università Cattolica del Sacro cuore di Milano. Ha discusso la tesi magistrale: “«In Firenze e per l’universo mondo». La concezione dello spazio nella Nuova Cronica di Giovanni Villani” presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea in Archeologia e Storia dell’Arte. Relatore Chiarissimo Prof. Nicolangelo D’Acunto. Alla laurea erano presenti numerosi suoi compagni di corso della Cattolica, ma anche 5 o 6 aficionados toscani e umbri dei tempi del liceo e della Laurea Triennale in Storia di Arezzo. Quindi festeggiamenti tutti insieme al “Bangrabar”, noto locale milanese di “apericena”. La Redazione manda molto volentieri i suoi auguri a Matilde e li indirizza verso lo “Sportone”, dove ogni tanto ritorna, provenendo da Venegono Inferiore (VA), dove ha messo la base per i suoi studi.

Dialetto

Leone Bruschi ogni tanto mi passa dei foglietti con alcune parole dialettali. Ecco l’ultimo elenco. Scavezzacollo; discolotto; sciabordito; guazzabuglio; scialaquatore; ingarbugliato; scompigliato; ringalluzzito; rintronato; stropicciato; cumbrugliume.

30 La tesi di Matilde
Paci
Nozze di diamante

Mongolfiere reggiponti

Anche quest’anno mi tocca fare i complimenti a quelli del Borgo per il loro “Scherzo d’aprile”. Lo abbiamo visto in molti al Ponte del Tevere con tanto di manifesto molto verosimile: Ecco il testo: COMUNE di SANSEPOLCRO REGIONE TOSCANA – PROVINCIA DI AREZZO UFFICIO TUTELA DEL PATRIMONIO E SPERIMENTAZIONE MESSA IN SICUREZZA PONTE DEL TEVERE MONGOLFIERE REGGIPONTI PORTATA GARANTITA 10.000 COZZI

Toppole - Il Lunedì dell’Angelo, a Toppole, è stata celebrata una S. Messa nella chiesa dedicata a San Clemente.

A celebrarla don Marco, ora vescovo, che, all’uscita, posa con i fedeli della parrocchia, di quelle limitrofe e di alcuni amici anghiaresi intervenuti anch’essi.

Angiolino Meozzi ed altre persone ci tengono a che questa chiesa si conservi il meglio possibile e anche noi, qui da Anghiari, ci auguriamo che questa, come le altre chiesette sparse per il territorio, triovino le persone disposte ad occuparsene.

Dai post del Ponte alla Piera

Una bella e importante ricorrenza ha coinvolto gli abitanti del Ponte alla Piera: 25 anni di attività del Circolo Antico Ponte”

In molti, guidati da Marco Gigli e dai suoi validi collaboratori, hanno provveduto a preparare un bel rinfresco per tutti. Il tutto è avvenuto il Primo maggio. Ecco come hanno descritto la serata loro stessi (gli abitanti del Ponte): bella atmosfera, conviviale e serena. Una bella festa dove si è respirato un clima di amicizia, cordialità e unione, molto importanti per la nostra piccola comunità! Nove donne con poche chiacchiere e tanto lavoro ma tanta armonia. Nella foto il gruppo delle donne particolarmente impegnate nella buona riuscita dell’iniziativa.

Meli - Questo bel ramo di melo, chi riceve l’oratorio digitalizzato ne apprezzerà anche i colori, è stato fotografato il 6 aprile scorso.

Si trova nei pressi della Pieve di Sovara e, probabilmente, è di una antica varietà. Ce n’è anche un altro nei paraggi e, appena i frutti saranno maturi, controllerò se queste qualità meritano di essere menzionate nell’elenco per la conservazione della biodiversità.

Vedremo e, naturlalmente, ve ne daremo notizia. Se anche voi avete qualche pianta da segnalare, fatelo!

31 fotocronaca

Un compleanno speciale

Il pellegrinaggio a piedi che va da Micciano al Santuario della Madonna del Carmine della Domenica in Albis ha origini antichissime.

Considerato atto di devozione, richiamava anni fa, oltre alle persone della zona anche tanti abitanti delle frazioni limitrofe e questo accade ancora oggi.

In alcune occasioni, a questo momento di preghiera, hanno partecipato anche le varie Compagnie ed in particolare quella del Santissimo Sacramento presente a Micciano.

Durante il percorso, avviene la recita delle Rogazioni, per implorare da Dio i beni spirituali, la conservazione e la prosperità delle messi e dei frutti della terra.

Il 3 aprile del 1929 è nata la mia cara bisnonna Anna. Quest’anno per il suo 90° compleanno le abbiamo fatto una festa insieme a parenti ed amici.

È stato un bel pranzo, ci siamo divertiti, anche perché mia nonna, nonostante l’età, è davvero molto intelligente e positiva.

Mi auguro di poter passare con lei tanti altri compleanni. Ti voglio tanto bene, la tua cara Giada.

Anche la Redazione si unisce ai familiari ed agli amici per questo bel traguardo di Anna Mencaroni nata al Lava (sarebbe il podere prima di Cipicchio o Molin Bianco) il 3 aprile 1929. I festeggiamenti si sono svolti alla Pieve Vecchia di Monterchi. Vive alla Motina, località chiamata Fondaccio, nei pressi del Ponte di Carletto.

Nella foto, al centro, la bisnonna Anna e, in piedi a sinistra, l’autrice di questo ricordo.

Nonostante la pioggia, anche quest’anno, questo momento comunitario si è ripetuto e tanti pellegrini hanno affrontato il cammino, accompagnati poi da un bellissimo arcobaleno quasi a voler sottolineare il legame tra la terra e il cielo.

La preghiera del Rosario e i canti hanno guidato ogni passo da Campalla, nella salita che giunge al Poggiolo fino al sentiero che conduce al Santuario dove la Vergine apparve alla pastorella Marietta più di cinque secoli fa e dove centinaia di persone, ancora oggi, affidano alla sua materna protezione attese, timori e speranze.

Ormai da diverso tempo, alcune donne del Carmine, con la guida della Vilma, ogni anno si incamminano a ritroso e “vengono incontro” ai pellegrini che affrontano il cammino e di solito, considerato il passo spedito, arrivano quasi alla partenza.

È stato così anche quest’anno!

Ci piace questa tradizione spontanea e ci piace ancor di più pensare che sia proprio la Madonna del Carmine a mandare queste pellegrine “a prenderci “ per affrontare insieme “le salite” che, inevitabilmente, la vita pone lungo il cammino.

Le uova benedette

Nelle foto qui sopra due dei cestini che le tante famiglie hanno preparato per la benedizione. Saranno consumate nel giorno di Pasqua. Grazie alla presenza di famiglie provenienti da paesi esteri, questa tradizione si è arricchita. Speriamo che continui.

Qui a destra il pellegrinaggio è giunto presso la croce posta al bivio dopo il Poggiolo. Don Gustavo, che guidava i fedeli, sta invocando la protezione sui campi.

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In pellegrinaggio al Santuario

Ricordando don Marco

Si sono spese oramai tante parole sull’ordinazione vescovile di Don Marco, ognuno di noi porta nel cuore le sue parole, i suoi gesti che hanno permesso alla nostra anima di vivere con maggior impegno il nostro essere cristiani.

Le sue omelie, piene di vita, di esempi continui con il quotidiano, con la durezza della vita, ci aprivano il cuore alla speranza, alla forza, all’aiuto che solo Cristo può darci: parole semplici senza mezzi termini dirette, reali.

Il mio rapporto con lui fatto di semplicità, la sua attenzione: “Come va Eugenio, come sta tua mamma?” le nostre mamme sono coetanee, sapendo come possa essere difficile la vita a volte ho trovato in lui un conforto un aiuto prezioso.

Piccoli gesti, che in questo mondo fatto di facebook, mancano. Al termine della messa il “prosit” reciproco e l’immancabile grazie, sempre.

Ho avuto l’onore di essere il “chierichetto senior” nella celebrazione della messa domenicale delle 9.00 e durante alcune celebrazioni più solenni, quando necessitava di aiuto, anche in questi ultimi giorni ho servito all’altare con lui, dunque chierichetto di un vescovo.

Grazie Don Marco per la tua presenza nella mia vita, che Dio ti accompagni, illumini il tuo nuovo percorso e riempia di gioia il tuo cuore per questo nuovo ministero.

Eugenio (chierichetto di un vescovo)

Monsignor DON MARCO SALVI. ma per me rimarrai sempre DON MARCO, il sacerdote che mi ha dato il Sacramento del battesimo e anche della comunione, Il sacerdote che riuniva i “citti” per fare una gita oppure dopo il catechismo per un nutella party.

Sono sicura che ci mancherai tantissimo, ma come hai detto nell’ultima Messa al Carmine la VERA AMICIZIA non va via solo perché si è distanti 70 km, ma rimane nel tempo è sono sicura che per me sarà così.

Ti AUGURO BUONA FORTUNA per questa nuova esperienza che DIO ha scelto per te, certa che riuscirai al meglio in tutto. Ti saluto con affetto GIADA e famiglia e anche nonna Fanny .

Un gemellaggio in vista

Un saluto da Piero Ceppodomo. Grazie alla mediazione di Palmiro [N.d.R. è quello del Molin Bianco di Tavernelle!], mi presento sommariamente. Sono lericino di nascita (Lerici- la Spezia), ma tavernellino ed anghiarese di sangue e di cuore. Molti dei miei riferimenti infantili e giovanili sono riconducibili in quella bella parte di Toscana e val Tiberina.

Mio padre Luigi (nato a Tavernelle il 21 maggio 1907) è cugino del noto anghiarese Gino Ceppodomo, mancato da un paio d'anni [N.d.R. ora gli anni sono diventati sei]. Lo “zio Gino” è stato amico e collaboratore del più famoso Soldini, nella sua intraprendente avventura aziendale di scarpe e pelletterie di Anghiari. È stato anche presidente della Misericordia locale. Attento e meticoloso studioso storico della propria zona di origine. Autore di alcune pubblicazioni di alto livello culturale ed artistico del vostro comprensorio.

Mio padre Luigi, veniva molto spesso nella "sua terra", per qualsiasi occasione. Era sempre presente ad ogni festa religiosa e civile anghiarese, orgoglioso di portare il "Crocifisso " in processione, specialmente in quella del 3 maggio, partendo dalla Propositura per le vie cittadine. Di queste dovrei avere anche alcune vecchie foto.

Per continuare questa importante tradizione di contatto con Anghiari, vorrei innanzitutto diventare socio abbonato della rivista e, se possibile, organizzare una specie di gemellaggio, essendo io segretario di un'associazione analoga qui a Lerici (la Società Marittima).

Nella cartolina qui sopra si può vedere Tavernelle com’era, col distributore SHELL e la pubblicità del gelato Eldorado e, in lontananza, la Fattoria della Barbolana. A sinistra la bottega con Sale e tabacchi e il posto telefonico pubblico.

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Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli

GIUGNO 2019

Domenica 2 giugno a S. Lorenzo a Ricciano ore 17 S. Rosario con processione della Madonna seguita da S. Messa a conclusione del mese mariano, con la partecipazione della Compagnia del SS.mo Sacramento di Monterchi.

Venerdì 14 giugno Ritiro spirituale al Monastero Benedettino di Citerna con Celebrazione della Prima Confessione dei 13 fanciulli della Prima Comunione.

Domenica 16 giugno S. Messa solenne della Prima Comunione nella Chiesa di Le Ville dei seguenti fanciulli:

ALBERTO-NICOLAS Conti

RACHELE Conti REBECCA Conti MARIA-VIOLA Donati FRANCESCO Rossi

Giovedì 20 giugno alle ore 21 Solenne Processione del Corpus Domini nel centro storico di Monterchi, con la partecipazione dei sacerdoti, dei fanciulli della Prima Comunione, dei ragazzi della S. Cresima, delle Compagnie del SS.mo Sacramento di Monterchi e di Padonchia, della Confraternita di Misericordia, del popolo di Dio, delle varie associazioni paesane e delle autorità civili e militari.

Domenica 23 giugno Festa del Corpus Domini ore 11,15 S. Messa della Prima Comunione nella PieveArcipretura di Monterchi dei seguenti fanciulli:

PABLO Bianchini

ALESSIA Calabresi MARCO Dini

GABRIELE Fabbri

ALESSIA Guadagni

SOFIA Mazza VITTORIO Polverini

ALESSIO Vigna

Tutti questi fanciulli sono stati preparati dai catechisti Francesco Donati e Rita Maestri, con la collaborazione dei genitori, sotto la guida dei sacerdoti don Quinto e don Ferdinando.

Domenica 23 giugno ore 19 circa nella frazione di Tarsignano, S. Messa in onore del Patrono S. Giovanni Battista

Sabato 29 giugno ore 19 S. Messa a Ripoli nella festa dei S.S. Patroni Pietro e Paolo.

Domenica 21 luglio alle ore 18 S. Messa a Petretole nella chiesa dei S.S. Apollinare e Sisto.

LUGLIO 2018

Domenica 28 luglio nel pomeriggio ore 17 circa S. Messa all'aperto al Poggio della Madonna presso la Maestà situata nelle vicinanze della Murcia di Pianezze. Nella foto. Antica “Pietà” venerata un tempo nella chiesa di S. Martino al Poggio della Madonna e trasferita nel secolo scorso nella chiesa di Pianezze.

ALTRE NOTIZIE

Anche quest'anno don Ferdinando organizza presso la parrocchia di Le Ville nel mese di luglio il GREST o campo scuola per i ragazzi del territorio monterchiese. Rivolgersi per tempo ai parroci per l'iscrizione.

Nel mese di maggio sono rinati con il Battesimo alla vita cristiana i seguenti bambini:

Cosimo Genuini a San Biagio il 1 maggio; Alex Giorgeschi a Padonchia il 4 maggio; Andrea Batazzi a Monterchi il 12 maggio; Anna Conti a Monterchi il 18 maggio.

In alto, la chiesa di Pianezze e, qui a lato, l’antica “Pietà” venerata un tempo nella chiesa di S. Martino al Poggio della Madonna e trasferita nel secolo scorso nella chiesa di Pianezze.

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Anghiari, 28 aprile 2019

Ècon una punta tristezza che, a nome di tutta l'Amministrazione Comunale, porgo il saluto a Don Marco che lascia la nostra comunità per accogliere il nuovo mandato di Vescovo ausiliare nella diocesi metropolitana Perugia-Città della Pieve.

Proprio nel momento dell’arrivederci si coglie il grande dono che un sacerdote rappresenta per la sua comunità.

Don Marco, oggi monsignore, è stato esempio di fede. L'essere stato chiamato a servire e guidare un più ampio e complesso contesto nell’area perugina, rende merito al suo operato di parroco e sacerdote.

In questi lunghi e nel contempo brevi anni, don Marco ha espresso chiare virtù, nella consapevolezza di agire sempre nel nome di Dio, soprattutto verso gli ammalati, i poveri e i più deboli. È entrato nelle case con discrezione, ma quando necessario anche con autorità e concretezza; e in non poche situazioni familiari lacerate è stato capace di ricucire ed anche di risolvere tanti problemi. Da uomo ha sviluppato la sua Chiesa facendone una viva comunità; da parroco ha guidato spiritualmente tutta la nostra gente.

Per questo tutta la comunità ecclesiale e civile è grata a don Marco, oggi monsignore, per l'impegno profuso nell'opera svolta durante gli anni di ministero sacerdotale in mezzo a noi, per il cammino fatto insieme, per i valori umani, sociali e cristiani proposti che ci guideranno nel nostro percorso futuro.

L’ambone della Croce

Nei magazzini della parrocchia c’era un vecchio pannello, ridotto in cattivo stato, anche se di buona fattura con al centro uno stemma e la data 1795.

Don Marco allora ha proposto di utilizzarlo per l’ambone della chiesa della Croce.

Detto fatto. Ingaggiato un artigiano restauratore, l’opera è stata portata a compimento e, come abbiamo detto in un numero precedente, è stata collocata nella chiesa dedicata a San Francesco.

In giro per le valli

Davanti al bancone dell’area di sosta del Valdarno in A1, il barista parla volentieri con i clienti di passaggio. Ecco un dialogo ricostruito. Parte l’avventore che gli sembra di capire la parlata del barista.

«Di dove sei? Di Arezzo?»

«Pe’ (c)arità! I’ mi’ fratello sta a ‘Rezzo; son quarant’anni che ‘n lo vedo.»

A noi che abbiamo la responsabilità di amministrare, corre l'obbligo di guardare avanti, stimolati proprio da quei valori che ci sono stati testimoniati È dunque con sentimenti di rispettoso affetto e gratitudine che, a nome di tutta la collettività che rappresento, Le esprimo, caro Don Marco, voti augurali per la nuova missione pastorale, affinché il Suo ministero possa essere fecondo di bene anche nella nuova veste, assicurandoLe che per quanto ha fatto gli anghiaresi La ricorderanno per sempre con affetto, stima e gratitudine e rimarrà sempre un punto fermo della nostra comunità.

«E allora di dove sei originario?» insiste l’avventore. «Io sto a 50 metri dal Ponte Vecchio e a ottanta metri dal Duomo! Io quelli di Arezzo non li posso patire. Da noi, quando c’era qualcuno che non trovava moglie andava a ‘Rezzo. Perché le donne di là hanno le gambe corte e allora si accontentavano!»

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Don Marco, oggi monsignore, è stato esempio di fede Il sindaco Alessandro Polcri

VOCI DA VIA BOZIA

le iniziative e le attività dalla Scuola Primaria

Anche in questa uscita non potevano mancare le voci da via Bozia, la sede “storica” della scuola ad Anghiari. Quando il Mercoledì gli odori del pollo arrosto e della frittura invadono le strade del nostro paese, il panorama sensoriale può dirsi veramente completo solo verso le 10:30 quando le voci allegre e spensierate dei bambini si fanno sentire dal piazzale della scuola elementare e può anche capitare di veder rotolare un pallone giù per la via del teatro…

Anche questo è un segno piccolo del vivere della scuola dentro una comunità e della assoluta necessità che queste due realtà esistano e si aiutino reciprocamente a vivere ed a crescere. In questo quadro è importante ricordare la straordinaria esperienza vissuta dai ragazzi della scuola media nel Marzo scorso quando, nell’ambito del progetto “Carta etica dello sport: educazione alla legalità” hanno potuto incontrare gli atleti della squadra paralimpica dell’esercito. È stato un momento molto forte, che i ragazzi hanno preparato con passione, interesse ed attenzione dimostrando doti di sensibilità e coinvolgimento che non sono passate inosservate.

Il progetto “Carta Etica dello sport” promosso dalla Regione Toscana, infatti, mira a dare sostanza e concretezza a quei valori positivi sottesi all’attività sportiva che il mondo dell’agonismo sfrenato, delle leggi di mercato, del doping e del razzismo cercano in ogni modo di oscurare. Il nostro istituto è stato uno fra i primi a recepire la proposta progettuale regionale e a modulare attività e proposte didattiche anche sulla base degli articoli di questo nuovo documento che si riferisce nel nome all’àmbito sportivo ma che può a buon diritto ispirare le azioni di ogni momento della vita quotidiana dei cittadini. (foto 1)

Nel frattempo la Scuola dell’Infanzia e quella Primaria non hanno certo perso tempo: i più piccoli di tutti i plessi hanno cominciato le attività legate ai progetti di musica proposti dalla Filarmonica e sono anche iniziate le nuove attività di Psicomotricità e Teatro.

In via Bozia, infine, stanno per partire nei prossimi giorni due fra i progetti preferiti dai ragazzi: “Frutta e verdura nelle scuole” e “Progetto Latte” (foto 2). In entrambe i casi, come è facilmente intuibile, si mangia! ed è forse per questo che tutti non vedono l’ora che arrivino le cassette con fragole, pesche, pere e le bustine con mini-carote o pomodorini ciliegia… Per tutti è un gran divertimento spiluzzicare insieme quegli alimenti che nelle tavole, spesso, fanno fatica ad essere accettati ed è proprio questa la finalità principale del progetto che mira, invece, ad incrementare il loro consumo.

Per quanto riguarda il latte è la prima volta che la nostra scuola è coinvolta: grandi e piccini assaggeranno latte, yoghurt e formaggi stagionati e sarà sorprendente e piacevole fare colazione insieme consumando cibi “inusuali”…

Ovviamente non si tratta solo di cibo: disponibilità a mettersi in gioco, a superare diffidenze e pregiudizi, a fidarsi di qualcuno che ti invita a fare qualcosa per la tua salute ed il tuo benessere, a scoprire che ci si può sbagliare quando si esprimono giudizi affrettati ed immotivati sono atteggiamenti che attraverso la prova del cibo consumato insieme possono permeare ed influenzare tratti dell’intero carattere e dello stile di vita… (segue)

La Carta Etica dello Sport

il corretto svolgimento della pratica sportiva. Al pari di queste devono essere ugualmente osservati e fatti propri principi che, sebbene non esplicitati nei regolamenti, danno un senso etico allo sport.

Art. 4

La lealtà (fair play) è fondamentale in ogni disciplina sportiva, praticata sia a livello dilettantistico che professionistico.

Art. 5

La pratica dello sport è componente essenziale nel processo educativo.

Art. 6

La condivisione di regole comuni, l’elaborazione della sconfitta (saper perdere) e l’esclusione di ogni comportamento teso a umiliare gli avversari, hanno un fondamentale valore nella formazione dell’individuo.

Art. 7

La crescita della persona attraverso lo sport si esprime nella comprensione e nell’accettazione dei propri limiti e nel rispetto degli avversari.

Art. 8

Ogni forma di doping è una violazione dei principi dello sport.

Art. 9

Il rispetto dei principi etici dello sport contribuisce alla formazione di un’etica della cittadinanza. Art. 10

La pratica sportiva, lealmente esercitata, genera reciproca fiducia e favorisce la socializzazione e la coesione sociale fornendo occasioni di conoscenza, comprensione e apprezzamento, anche tra persone di diverse origini culturali.

Art. 11

Lo sport contribuisce alla conservazione ed al miglioramento della salute di chi lo pratica, anche attraverso l’adozione di stili di vita salutari.

Art. 12

Per più giovani: una corretta pratica sportiva deve essere commisurata all’età. È fondamentale che sia anteposta la crescita della persona all’esasperata ricerca del successo agonistico.

Art. 13

Per meno giovani: una corretta pratica sportiva favorisce la conservazione dello stato di salute e la prevenzione dalle patologie dell’invecchiamento.

Art. 14

La pratica sportiva deve essere adeguata alla personalità di ciascun individuo. La sua adeguatezza è valutata da personale qualificato in base a criteri anagrafici, biomedici e psicologici.

Art. 15

Chiunque esercita una funzione educativa e di tutela nei confronti di chi pratica sport

è tenuto a guidarne l’impegno psicofisico nel rispetto della centralità, affermata dalla Costituzione, della persona umana.

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La Carta Etica dello Sport Delibera n.729 del 29 agosto 2011 Regione Toscana Assessorato allo Sport Direzione Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale Area di coordinamento inclusione sociale Sport Associazionismo Via G. Modena n.13 50121 FIRENZE sport@regione.toscana.it Regione Toscana
Art. 1 Lo sport è gioco e fonte di divertimento: dà corpo al diritto alla felicità, intesa come benessere psico-fisico e piacere di stare insieme agli altri. Art. 2 Tutti hanno diritto di fare sport per stare bene. Art. 3 Ogni sport ha le proprie regole ed il loro rispetto è essenziale per
Qui sopra e sotto, alcune immagini dell’attivita scolastica del progetto regionale sullo sport.

L’Assemblea dei Soci

Si è svolta sabato 11 maggio all’interno del Palazzetto dello Sport di Anghiari l’Assemblea dei Soci 2019 della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo, la prima dopo il suo ingresso all’interno del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, avvenuto con la firma del patto di coesione.

L’Assemblea ha visto la partecipazione, tra delegati e presenti, di oltre 1.000 soci ed è stata preceduta come ogni anno dalla Santa Messa in commemorazione dei soci defunti e dalla consegna delle borse di studio agli studenti soci o figli di soci che si sono particolarmente distinti nei propri studi, che di seguito elenchiamo:

- Licenza media: Elena Albertoni, Sara Bariatti, Elisa Bergamini, Irene Bonucci, Alice Caleri, Serena Caselli, Samuele Cesari, Anna Checcaglini, Sara Landi, Aurora Lazzarini, Giulia Marraghini, Alessandro Marrani, Alessandro Pieracci, Lavinia Procelli, Matilde Rossi, Matilde Savelli, Sofia Volpi, Francesca Zucca.

- Diploma superiore: Leonardo Allegrini, Matteo Boncompagni, Carlotta Casi, Francesca Draghi, Gloria Gattari, Filippo Giovagnini, Riccardo Lazzarini, Didier Natalizi Baldi.

- Diploma di Laurea: Irene Baldi, Paolo Bergamini, Alessio Corvina, Caterina Dallari, Sara Meazzini, Davide Montagnoli, Laura Montini, Gabriele Seoli.

In apertura dell’Assemblea il Presidente Paolo Sestini ha dichiarato “anche nel nuovo contesto del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, al quale abbiamo aderito a seguito della riforma nazionale del settore, rimarremo la banca di sempre, vicina al territorio e salda nella sua missione mutualistica”.

Sono poi intervenuti il direttore generale Fabio Pecorari, il presidente del Collegio Sindacale Massimo Meozzi e il vicepresidente della Federazione Toscana BCC Gianfranco Donato che ha ribadito “l’importanza della biodiversità bancaria espressa dalle banche di credito cooperativo, uniche banche di comunità rimaste nel panorama nazionale e internazionale”. ***

L’Assemblea ha approvato all’unanimità il Bilancio 2018, chiuso con un utile netto di Euro 1.026.954,25 in leggero incremento rispetto a quello dell’esercizio

precedente. Gli indici di solidità patrimoniale si sono attestati a 13,53% il CET1 e al 14,40% il TCR, mentre la copertura del totale dei crediti deteriorati è pari al 61,27%.

Gli interventi dei soci Werther Canicchi, Valerio Mancini e Mario Vincenzo Betti hanno apprezzato l’operato della Banca nei confronti della compagine sociale, della clientela e del territorio.

L’Assemblea è stata anche l’occasione per presentare le attività del Comitato Giovani Soci, l’istituzione della Consulta e la costituenda Mutua. ***

La Consulta dei Soci è un organismo a carattere consultivo, con l’obiettivo di fungere da collegamento tra i Soci (e, più in generale, tra i territori di riferimento della Banca) ed il Consiglio di Amministrazione. La partecipazione alla Consulta è su base volontaria e gratuita.

Per ora è stato costituito un primo nucleo, che auspichiamo possa essere in breve tempo incrementato per meglio rappresentare tutti i nostri territori e le varie attività presenti.

La Consulta, in particolare, ha l’obiettivo di migliorare la comunicazione fra i soci e con i soci ed ha anche la funzione di esprimere suggerimenti e proporre iniziative in sinergia con l’operato del Comitato Giovani Soci, già attivo nella nostra Banca dal 2012. La Consulta si è già riunita in due sedute, rispettivamente in data 3 aprile e 6 maggio 2019. In questi due incontri si è proceduto alla redazione e all’approvazione del Regolamento, il documento che ne definisce nel dettaglio il funzionamento e gli ambiti di operatività. L’organismo proseguirà ora il proprio lavoro con la definizione delle attività per l’anno in corso e l’elaborazione delle prime proposte da sottoporre al Consiglio di Amministrazione. Tutti coloro che desiderassero saperne di più sulle attività della Consulta o volessero farne parte possono far riferimento all’Ufficio Soci della Banca che rimane a disposizione per ogni ulteriore informazione. In alto, a sinistra, la premiazione di Gloria Gattari e, a destra, di Francesca Draghi.

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Bilancio 2018, consegna delle borse di studio e istituzione della Consulta

Notizie da Tavernelle

Il Baggi

Giovedì 11 aprile la comunità di Tavernelle è rimasta sconvolta dalla notizia della morte di Giandomenico, da tutti chiamato il Baggi. Non aveva ancora compiuto sessantotto anni e proveniva da Valealle, luogo a cui era rimasto profondamente legato e in cui si trovava anche quella mattina per curare i suoi campi.

Abitava lungo via della Chiesa e ha lavorato prima al Soldini poi all'ospedale di Arezzo. Dopo la pensione si era interamente dedicato alle sue passioni prima fra tutte la famiglia, i suoi nipotini e poi l'orto e la campagna.

Anche Don Marco nella sua omelia lo ha ricordato così mentre passava il tempo lungo via della Chiesa con i suoi nipotini di cui andava molto fiero.

È stato anche un uomo sempre attento ai bisogni della sua comunità e ha ricoperto anche degli incarichi amministrativi; in ogni attività che si è svolta a Tavernelle ha sempre partecipato con interesse e dedizione come la Festa della famiglia, la Compagnia di S. Maria Assunta di cui è stato Camerlengo, il Centro Parrocchiale e il Circolino.

Solare e sorridente lo ricordiamo per le sue grandissime zucche di S. Martino e anche quando con tenacia e allegria ha frequentato la scuola di ballo al centro riuscendo a muovere con successo i passi di danza.

La parrocchia ringrazia la famiglia per l'offerta fatta in occasione del funerale di Giandomenico.

Domenica sette aprile tutta la comunità di Tavernelle ha voluto salutare Don Marco in partenza per il suo nuovo incarico di Vescovo Ausiliare di Perugia con un pranzo al Centro Parrocchiale.

Prima c'è stata la S. Messa che è stata la sua prima Messa da Vescovo dopo l'Ordinazione della domenica precedente. È stato emozionante ed insolito vederlo uscire dalla sacrestia nei suoi nuovi abiti vescovili e ne abbiamo approfittato per fotografarlo insieme a noi. Anche alla fine della Messa dopo la benedizione è sceso lungo la navata salutando e dando la mano alle persone presenti in chiesa.

Durante questa celebrazione abbiamo voluto donare a Don Marco una croce pettorale vescovile con l'effige della Madonna del Carmine da parte della Parrocchia e della Compagnia di Tavernelle come segno di ringraziamento, di affetto e di affidamento per il suo nuovo incarico. Questa croce è stata realizzata dall'orafo di Sansepolcro Oriano Mearini.

In tanti abbiamo poi partecipato al pranzo e stupenda è stata la sorpresa di una torta fatta dalla Katia della Fornace con tanto di riproduzione di foto dell'Ordinazione. Naturalmente Don Marco ha rassicurato tutti dicendo che ogni volta che lo inviteremo sarà presente e tornerà da Perugia per fare festa con noi anche se tutta la comunità si chiede se troverà effettivamente il tempo e il modo per farlo.

In questa pagina, a sinistra, il Baggi e le zucche preparate per la festa di san Martino 2009; a destra, don Marco di fronte alla torta preparata appositamente dalla Katia. Festa della Famiglia 2019

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a
cura di Patrizia Tavernelli
I saluti a Don Marco
Vi aspettiamo
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a Tavernelle per fare festa con noi domenica
giugno

cena dell'Esodo

Giovedì 18 aprile, Giovedì Santo, dopo la Messa in Coena Domini delle ore diciassette con la Lavanda dei piedi, c'è stata al Centro parrocchiale la ormai tradizionale Cena dell'Esodo.

Questa tradizione, iniziata da Don Marco alcuni anni fa, vuole ricordare la cena pasquale degli ebrei che nella notte dell'Esodo dall'Egitto obbedirono al volere di Dio che, come dice la Bibbia, ordinò loro di mangiare agnello e pane non lievitato per prepararsi a lasciare il paese in cui erano ridotti in schiavitù.

Insieme all'agnello arrostito e pane non lievitato (piadine) si mangiano anche le erbe amare che simboleggiano proprio l'amarezza della condizione del popolo eletto. Non c'erano molte persone alla cena di quest'anno ma ugualmente il tutto è stato molto bello anche per la presenza di don Marco che ha introdotto la Cena con una preghiera e una lettura.

Tradizioni di maggio

Nel mese di maggio, mese dedicato alla Vergine Maria, oltre la tradizione della recita del Santo Rosario che a Tavernelle è alle ore nove in chiesa, ci sono delle belle tradizioni e la Nerella ne conosce una molto bella.

Consiste nel raccogliere ogni giorno di maggio un fiore diverso fino ad arrivare a comporre un mazzetto per la Madonna. Un mazzetto composto quindi da trentuno fiori diversi che con semplicità esprime comunque il pensiero giornaliero da dedicare alla Mamma Celeste.

Inoltre la Nerella insieme ad altre donne, poche a dire il vero ne conoscono i nomi, si dedica in questo periodo a raccogliere, oltre l'ortica, delle erbe di campo con le quali prepara dei gustosi ravioli o altre preparazioni. Alcune sono più conosciute come la borragine e il

luppolo ma altre hanno dei nomi un po' strani: rosolacci o pappagia (papaveri), erba grassa o gallinaccia, la rapacciola e gli strigoli.

In questa pagina, qui sopra, la croce di Pietto, una delle tante sparse nel nostro territorio e tenute di conto da alcune volenterose persone.

Nella foto qui sotto, il momento della visita ad una famiglia con don John e i chierichetti. Questa famiglia, di origine francese, e che abita a Caldesi, ha fatto benedire, oltre le uova, rami di olivo, acqua e regali per i nipoti.

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La
I parrocchiani di Tavernelle salutano il Vescovo Marco

Crialesi

Richiesta di chiarimenti di Anghiarino, di qua dal Tevere, e risposte del professor Mattesini, di là, sulla etimologia di parole dialettali usate in Valtiberina con qualche necessaria divagazione.

Professore, prima di tutto auguri di una Buona Pasqua (anche se i lettori ci leggeranno quando la Pasqua sarà passata da quasi un mese). Siamo infatti prossimi al Venerdì Santo, ed un “curioso”, quello della Calabria (per chi non è di Anghiari la strada che dalla Portaccia sale verso la Badia), ha ‘postato’ questo ricordo che metto qui sotto.

“Mamma mi ha raccontato che in questi giorni, quando era bambina, andava con sua nonna in chiesa. C’era l’ufficio delle tenebre e a conclusione i CRIALESI. Venivano cantati dei salmi e spenta una candela alla volta. Le candele erano 13 e poste su di un triangolo. L’ultima candela veniva spenta dietro l’altare e tutti, soprattutto i ragazzi, battevano sulle panche con dei bastoni, facendo un gran chiasso che rappresentava lo sconvolgimento della natura per la morte di Gesù. I CRIALESI appunto. Avveniva dal lunedì santo al mercoledì santo.”

La parola CRIALESI sarebbe bello saperne la derivazione. Io oso dire che proviene dal francese crier gridare.

Cosa gli rispondiamo professore? Un saluto dall’Anghiarino d’Anghiari.

Caro Del Pia, per noi cristiani la Pasqua di resurrezione di Cristo è la festa religiosa più solenne e importante dell’anno liturgico, ancor più del Natale, che ne celebra la nascita.

In questo evento culminante della nostra fede il suono delle campane, simbolo di festa e di raccolta dei fedeli, svolge un ruolo determinante. Dopo aver suonato a distesa la domenica delle Palme, che introduce il tempo pasquale, i bronzi fanno sentire i loro rintocchi fino al “Santo” della Messa in Coena Domini del Giovedì santo. Da qui in avanti le campane tacciono. Si dice comunemente che sono “legate” perché in effetti ne venivano legate le corde (o i batacchi) in modo che non potessero suonare nemmeno se agitate da vento impetuoso. Per ricordare la morte di Gesù il silenzio dura fino al canto del “Gloria”, dopo le letture dell’Antico Testamento che annunciano la risurrezione di Gesù, nella veglia del Sabato santo. Durante il tempo in cui le campane rimangono silenti, per invitare i fedeli alle funzioni religiose, fuori delle chiese venivano suonati strumenti denominati in vario modo (raganelle, bàttole, ecc.).

Il suo “curioso” interlocutore della “Calabria” ricorda bene quello che era, prima dell’ultima riforma, l’Ufficio delle tenebre (Officium Tenebrarum o, semplicemente, Tenebrae) celebrato da cattolici, anglicani, protestanti e pure da alcune Chiese di rito ortodosso. La liturgia, improntata alla massima tristezza per sottolineare la

drammaticità della morte in croce di Gesù, consisteva nell’anticipare al pomeriggio il Notturno con la recita del Mattutino e delle Lodi. In ciascun giorno di Tenebrae (le sere del mercoledì, giovedì e venerdì santo) si intonava il canto dei salmi, delle lamentazioni, dei responsori, del Benedictus e del Miserere, quindi veniva acceso uno speciale candelabro triangolare con 15 candele (non 13 come ricorda il suo interlocutore), spente una alla volta dopo ciascun salmo. Tuttavia, al termine del Benedictus, la candela finale non si estingueva, ma veniva nascosta dietro l’altare a rappresentare l’arresto di Gesù, la cui luce non si spengeva mai. A conclusione del rituale veniva quindi recitata, nell’oscurità totale – che starebbe a significare il tramonto del Sole di Giustizia (la morte del Cristo) –, una preghiera e a questo punto il celebrante batteva sulla predella con un bastone a cui seguiva nella chiesa lo strepitus, un forte rumore prodotto con vari strumenti tra cui appunto i crialesi (nel ricordo del suo interlocutore semplici bastoni). Il rumore sarebbe il segno dello “strepito” dei Giudei all’arresto di Gesù, ovvero rappresenterebbe il terremoto che sconvolse la terra alla sua morte (secondo altri ancora ricorderebbe il rotolare della grossa pietra tombale).

La voce crialeso è tipica del dialetto aretino fin dal Seicento ed è documentata per la prima volta dal Redi (si veda A. Nocentini, Il vocabolario aretino di Francesco Redi con un Profilo del dialetto aretino, Firenze, ELITE, 1989, p. 192: «crialeso – Arnese di legno che si suona da’ fanciulli la Settimana Santa quando si fanno le tenebre alla fine de’ Mattutini» [mod. crialéso (con s sonora), chian. crìa]). La provenienza e il significato sono confermati da P. Fanfani, Vocabolario dell’uso toscano, Firenze, G. Barbèra, 1863 (rist. anast. Firenze, Casa Editrice Le Lettere, 1976), s. crialèso [sempre con s sonora, ma con e di timbro aperto]: «Arnese di legno che si suona da’ fanciulli la settimana santa quando si fanno le tenebre. Uso aretino. I Pistojesi lo chiamano Regola; e Regolone quello che si suona fuori invece delle campane».

Più recentemente registra il termine anche A. Basi, L’Aretino. Piccolo vocabolario. Racconti, modi di dire, giochi, filastrocche ecc. da conoscere e forse da salvare, Cortona, Calosci, 1987, pp. 61-62: «crialese (crialeso) strumento che si adoperava nelle parrocchie durante il periodo pasquale, nei giorni in cui le campane erano “legate” (dal giovedì al sabato santo); in ore prestabilite venivano mandati i ragazzi a suonarlo per le strade: era formato da una cassa di legno che aveva un perno dentro, collegato a un manico esterno; nel perno c’era una ruota dentata che battendo in un’aletta faceva gran rumore; in seguito il vocabolo è stato utilizzato anche figuratamente: sia per un oggetto che fa un rumore

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strano perché ha qualcosa che non funziona, sia per una persona che “suona” male, si esprime sguaiatamente, disturba per niente, è anche vestita senza garbo: che crialese!». Lo strumento descritto è la comune raganèlla (nel cortonese «è detta la scràndala [onom.], che viene suonata nel Triduo Pasquale, quando le campane “sono legate”»; cfr. S. Felici, Vocabolario cortonese, Cortona, Calosci, 1985, parte seconda di Sapienza popolare in Val di Chiana. Parole e cose che scompaiono, s. v.), che P. Fanfani, Vocabolario dell’uso toscano, cit., così infatti descrive: «Raganèlla, chiamano i fanciulli uno strumento fatto di canne con una girella a denti, che, girando sopra un pezzo mobile, fa romore; e con essa suonano in chiesa la settimana santa quando si fanno le tenebre».

Quanto all’origine, la voce crialése (crialéso) non ha niente a che vedere col francese crier, che pure ha dato vita a forme dialettali settentrionali come criar, criè, e all’antico italiano criare ‘gridare’. L’accostamento è solo “ad orecchio”, e dunque siamo in presenza di una falsa etimologia (paretimologia).

Si tratta invece di uno dei tanti adattamenti di una parola latina, attinta dalle Scritture per mediazione liturgica, che pullulano nei dialetti italiani.

È per la verità voce ormai malviva, se non proprio defunta. Di essa infatti non rinvengo traccia nel borghese, stando almeno ai miei informatori. Alcuni però di questi si rammentano del crotalo, strumento simile alla raganella (ne risparmio la descrizione), che era così denominato perché emetteva un rumore che sembrava ricordare quello del serpente a sonagli, cioè un forte tra, tra, tra, ed era usato, in luogo delle campane, dai padri del locale convento dei Servi di Maria per richiamare in chiesa i fedeli durante la Settimana Santa. Gli stessi informatori ricordano anche lo stòlzo, che avveniva ogni Sabato Santo, in Duomo, a mezzogiorno in punto, quando il Vescovo intonava il Gloria Patri e la cattedrale, fino a quel momento tenuta nel buio, era illuminata e veniva tolto il velo che ricopriva la statua del Cristo risorto (il Volto Santo). A questo punto si scatenava il finimondo e tutti i fedeli, ragazzi e adulti, stolzavano (‘balzavano su all’improvviso’, da cui il deverbale stòlzo) e cominciavano a fare un rumore assordante suonando campanacci e battendo con bastoni sulle panche e sui confessionali. Terminata la divagazione, torno all’etimo di crialése La voce è il risultato di una deformazione, operata da chi il latino non lo sa, di kyrielèison ‘Signore, abbi pietà’, l’invocazione liturgica della Messa e delle litanie (è noto che il kyrie, proprio perché apriva una serie di litanie spesso incomprese, si è acclimato in varie forme in numerosi dialetti d’Italia col significato di ‘cosa lunga e noiosa’ o simili). Per l’etimo si veda C. Battisti-G. Alessio,

Sabato

Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbèra, 19501955, s. crialèso, dove si rinvia anche a chirièlle (in realtà però a esponente si dovrà cercare chirie, chirielèison, sotto cui è appunto documentata la voce chirièlle, con varianti, che è un incrocio tra kyrie e sequela), e dove è pure riportato il sic. nt’on crialesu ‘in un attimo, in men che si dica’, cioè ‘in un chirielèison’, locuzione registrata anche da G. L. Beccaria, Sicuterat. Il latino di chi non lo sa: Bibbia e liturgia nell’italiano e nei dialetti, Milano, Garzanti, 2002, p. 104.

Saluti borghesi all’Anghiarino Anghiarese e ai miei quattro lettori da

Dante (nella foto con l’Armida), il sagrestano incaricato di suonare il “crotalo” nella Settimana Santa. Si metteva in cima agli scalini del Fosso e si impegnava a dovere per annunciare le celebrazioni in chiesa.

Qui a destra il crotalo, lo strumento suonato da Dante, usato nella Settimana Santa, che veniva azionato dalla manovella posta sulla sinistra dell’attrezzo.

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29 giugno 2019 ad Anghiari si corre il Palio

Questo è il sepolcro di San Leo. Andiamo molto orgogliosi, perché ci sembra ispiri il mistero della fede!... Si sta bene lì davanti in contemplazione eucaristica, l’eucarestia avvolta nel mistero di questi giorni!… (Merito anche di Velso che ha coltivato le vecce.)

Aspettando la resurrezione auguro ai lettori tanti auguri di Buona Pasqua. La Domenica delle Palme a San Leo è sempre commovente!!.. Tantissime persone riempiono la chiesa e ci sono anche coppie di giovani, scarseggianti nei periodi festivi comuni. Don Romano ha fatto una bella omelia: breve e significativa. I nostri canti uscivano anche dalla bocca dei più stonati!!.. Meraviglioso segno di preghiera. Sant’Agostino diceva che chi canta prega due volte. Bello!!!... Grazie a tutti...

Come a San Leo, in tutte le nostre chiese, i volontari delle varie comunità preparano i “sepolcri” come segno di devozione nella Settimana Santa.

Il progetto comincia in tempi non sospetti... Il tetto di S. Maria delle Grazie ha bisogno di un intervento di restauro. Servono: un architetto che progetti i lavori, un’azienda qualificata che li realizzi e denaro!

L’architetto è il vice-padrone di casa, il Pecorelli ha dimostrato che di lavori edili ne capisce, le dolenti note potrebbero cominciare sull’ultima questione...

E invece no! Perché la generosità della gente, chiamata a “soccorrere” la chiesa madre di Anghiari, non si fa attendere.

I lavori cominciano e, grazie all’entusiasmo di don Marco e alla perizia degli artigiani coinvolti, si concludono nei tempi previsti! Il 5 aprile si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell’avvenuto restauro.

Ad accogliere i molti intervenuti, è stata una bella mostra di immagini della cronologia dei lavori e dei ritrovamenti fatti durante gli stessi, così che tutti hanno potuto rendersi conto dell’importanza dell’intervento. E poi quella Madonnina, così tanto venerata in passato è, purtroppo, passata nel dimenticatoio.

Avremo bisogno dell’aiuto di quell’immagine sbiadita, ne avremo bisogno perché non sia il nostro attaccamento alla chiesa della Propositura a “sbiadire”.

La cronaca:

Le “vecce” della Nerella

Tradizione pienamente rispettata dalla Nerella che ha preparato vasi di vecce (qui durante la lavorazione) da collocare nel sepolcro allestito nella chiesa di Tavernelle.

***

* La casa del Padre aveva bisogno di un restauro.

* La chiesa viene letteralmente scoperchiata, contemporaneamente abbiamo la notizia che don Marco diventerà Vescovo e andrà a Perugia.

* Finiscono i lavori, la chiesa è di nuovo in ordine, giunge la notizia dell’arrivo ad Anghiari di don Alessandro.

***

Saranno coincidenze casuali?

O sarà forse che quella Madonnina ritrovata ci ha voluto dire che non abbandona i suoi figli senza un tetto protettivo e solido sopra la testa?

Un tetto fatto d’amore sulle nostre teste, un tetto fatto di solidi mattoni sulla nostra Propositura!

***

Un aneddoto... L’estate scorsa, mi trovavo in fondo a via Trieste, quando dei turisti avvicinano una signora del posto, e chiedono: “Scusi, ci sa indicare dov’è la chiesa di Santa Maria delle Grazie?”

La signora, dopo un attimo di silenzio, allarga le braccia, e risponde: “mah, siete sicuri che ‘n sia al Borgo?”

Perché per gli Anghiaresi, quella lassù, in cima alle scale, è la PROPOSITURA!

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San Leo
Da
L’ultimo regalo di don Marco alla sua Anghiari di Ilaria Lorenzini

Il 20 marzo, alla vigilia della primavera che non ha potuto vedere, ci ha lasciato Piero Enrico Massi. 72 anni, originario di Monterchi, che viveva, oramai dal 1992, presso la Residenza Protetta di Anghiari.

Era nato nel 1946 alla Godiola, nelle immediate vicinanze di Monterchi, affetto da una disabilità che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Partecipava, a suo modo, a tutte le manifestazioni locali, essendo stato il padre Governatore della Misericordia. Già da ragazzino frequentava per tutto il giorno la “Mesticheria Bianchi, un negozio nel centro storico di Monterchi dove si vendeva di tutto, passando così le giornate aiutando anche i tanti clienti, che, a quel tempo, gremivano quel negozio.

Al decesso dei genitori, Terzo Bianchi, poi diventato suo Tutore, con la generosità che lo ha sempre contraddistinto, assieme alla moglie Paola Girella, ospitò Piero regolarmente a pranzo e cena per molti anni, come uno di famiglia. Questo fino al 1992, anno del trasferimento alla Residenza protetta di Anghiari.

Conosciuto da tutti noi per il suo atteggiamento particolare, sempre gioioso e sorridente, dotato di una notevoli capacità manuali, è stato, a suo modo, presente alle tante iniziative ed eventi che Anghiari e le sue Associazioni del territorio hanno prodotto in questi anni. Vogliamo ricordarlo così con il suo sorriso ed il caratteristico modo di vestire.

Alle esequie, in Anghiari, erano presenti, tra gli altri, il fratello Vittorio ed il nipote Andrea che vivono in Emilia Romagna. Piero ora riposa nel Cimitero di Monterchi.

Le offerte per l’Oratorio

Adria Cerboni, Latina Agnese Mondani, Via della Misericordia Albertina Romanelli, Monterchi Alessia Pacini, Vicenza Andreina Rosetti, Fontebrina Angnese Mondani, Via Vecchia Anna Lamagna, Bernocca Anna Maria Alberti, Pocaia Diana Cantelli, Casale Donato Giovagnoli, I Fabbri Eva Senesi, Tavernelle Fabiano Giabbanelli, Bucacce Famiglia Mariotti, Giardinella Federico Foni, Siena Franco Giorni, Scarpaia Giacomina Mondani, Polveriera Giampietro Rossi, Via della Fossa Gio:Batta Franchini, Tavernelle di sopra Giovanna Marinuzzi, Trieste Giovanni Valbonetti, Maccarino Ivana Dell’Omarino, Santa Fiora Lando Cangi, San Prucino Lilli Cerboni, Bernocca Lina Milanini, Infrantoio Lina Sebastiano, Giardinella Lina Sebastiano, Via di Trombone Loris Omelli, Pocaia Luisella Capaccini, Via della Dogana Luisella Capaccini, Via della Propositura Marco Caremani, Lasra a Signa Mario Senesi, Via di Cipicchio Monica Sbragi, Via del Carmine Nardina Invi, Villa La Querce Nicola Salvi, Arezzo Orlando Piomboni, Terrarossa Paolo Monini, San Leo Patrizia Cangi, Campo della Fiera Piero Banelli, Via della Fossa Piero Pacini, Vicenza Piero Santi, Commenda Piero Santi, Commenda-Tavenelle Simone Boncompagni, Via di San Leo Tommasina Toriti, Tavernello centro Valeria Marzi, Bucacce Vasco Memonti, Podernuovo Vilma Vichi, Carmine Vilmo Chiasserini, Bagno a Ripoli

Nicola Salvi da Arezzo manda la sua offerta in ricordo di Vilza Giorni.

43 Piero

La Madonnina del Topo

Quella che vedete nella foto è quello che resta della Madonnina collocata in una edicola di una casa del Topo ma che Gastone, il Biga, s’ostina a voler chiamare Intoppo (guardate sotto il documento).

La particolarità di questa immagine è che è dipinta ma la testa, le mani ed i piedi sono/erano in ceramica. Ora è rimasta solo la testa e dio mi ricordo anche le mani. Fra poco si rovinerà il tutto e non rimarrà traccia.

Metto queste poche righe per vedere se qualcuno dà una mano per fermare il deterioramento di questa immagine.

Al Topo esisteva una Compagnia ed una chiesa (da studiare la collocazione esatta). Non sarebbe male fermare questo forse inevitabile destino.

Qui sotto il testo tratto dal libro “Croniche del Convento della Croce” trascritto da Pietro Giabbanelli ed Armando Babbini che parla di quella chiesa e di quella Compagnia. ***

Santa Maria del Topo, stendardo di huomini contadini nella villa del Topo è chiesa fabricata da alcuni Anghiaresi nel 1575 per un miracolo della Madonna apparentemente visto da tutto il popolo nella persona di un lombardo muratore, il quale essendosi messo a scalcinare un muro vecchio dove era dipinta l’Imagine della gloriosa Vergine, ma non tirò due colpi che cadde giù dalla baltresca tramortito, ma riavutosi e di nuovo salendo su per seguire l’incominciato lavoro, di novo cadde rovescio in terra, per il qual accidente confuso in se stesso e pentitosi dell’errore commesso inconsideratamente, se ne rese in colpa e raccomandandosi devotamente a quella gloriosa Imagine, si levò su sano e libero et havendogli reso le debite gratie pubblicò tanto miracolo per tutto il Paese; dalla novità del caso concorse ivi molta gente e da alcune fanciulle più volte fu veduta poi la Madonna con splendori sopra quel muro; per la

qual cosa nel medesimo luogo allora dettano principio a quella Compagnia i cui frelli vestano di bianco et in ordine tengono l’ottavo luogo. Hanno lo spogliatoio in Ang.ri vicino alla Compagnia nera, dove tengono lo stendardo. 29

giugno di Emmedipì

Ci siamo ritrovati, in quattro, al Bistrot del Talozzi. Durante la cena, ma anche dopo, gli argomenti sono stati dei più vari. Santino ci ha riferito di una proposta di Graziano.

Il 29 giugno 1440 Anghiari si salvò dalla distruzione che avrebbe fatto il Piccinino se avesse vinto, e dal saccheggio che sarebbe stato operato dai nostri amici di là dal Tevere. Vinse Firenze e tutto andò bene!

29 giugno 1944. Qualche giorno prima la “Banda del Russo” aveva rapito il colonnello Von Gablenz e Anghiari era stata minata perché se non lo avessero riconsegnato i tedeschi avrebbero fatto saltare Anghiari. Il partigiano Mineo riuscì a riportare il colonnello alla Chiassa con altri due partigiani Rosadi e Bruno Zanchi

ostaggi rinchiusi nella chiesa della Chiassa. Il colonnello fu

Perché non ricordiamo in una qualche maniera questa data per

Si accettano proposte. Nella foto il dipinto di Santino Del Sere raffigurante la Battaglia di Anghiari.

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riuscendo così a far liberare oltre duecento riconsegnato e tutto andò bene anche questa volta! questi due importanti eventi accaduti ad Anghiari?

Con

Una significativa celebrazione

Un grande successo per l’omaggio di Emilio Isgrò a Leonardo da Vinci nel “Paese della Battaglia”

La mattina del 1° maggio, data simbolo di lavoro e di pace, è stata inaugurata la prima significativa celebrazione a Leonardo Da Vinci nel paese di Anghiari, alla presenza dell’autore, delle autorità e una grande e sentita partecipazione di pubblico all’evento. Emilio Isgrò ha sorpreso tutti con il suo pensiero, tanto colto quanto rispettoso nell’affrontare uno dei concetti più impegnativi del tempo di Leonardo e del nostro: l’antitesi fra la pace e la guerra.

Il paese famoso per una battaglia inizia per la prima volta a parlare di pace grazie ad uno degli artisti più affermati a livello mondiale, che compie un grande esercizio culturale nell’affrontare Leonardo tramite il suo pensiero, trasponendolo oggi in un messaggio universale.

Gabriele Mazzi, direttore scientifico del museo e ideatore della mostra, sostiene infatti di avere un gran peso sulla schiena: «in sostanza avere la responsabilità

di un museo che narra una battaglia, benché nobilitata dall’arte di Leonardo Da Vinci, è un aspetto che bisogna tenere in debita considerazione e rischia di essere fuorviato. È per questo che all’interno del museo, tramite l’arte di Isgrò, cerchiamo di inviare un messaggio di pace e di fratellanza. Questa opera contemporanea diviene così il nostro manifesto intellettuale nell’affrontare l’argomento, ed è giusto farlo celebrando Leonardo nella ricorrenza della sua morte.»

L’inedito di Emilio Isgrò “Pacem in Terris” è stato realizzato appositamente per Anghiari in occasione del cinquecentenario di Leonardo e sarà esposto fino al 4 agosto 2019 presso il Museo della Battaglia e di Anghiari.

Nella foto in alto, Emilio Isgrò al centro, con la sua opera “Pacem in Terris”; a destra il Sindaco di Anghiari Alessandro Polcri, a sinistra il direttore Gabriele Mazzi; ai lati i figuranti del Palio della Vittoria. Foto di Gianni Congiu.

1° CONCORSO INTERNAZIONALE

L’Associazione Culturale “Il tombolo di Anghiari” bandisce, per l’anno 2019, il primo Concorso Internazionale per la creazione di un’opera da realizzare con la tecnica del merletto a tombolo.

Obbligatoria iscrizione entro il 31 Agosto 2019.

I lavori dovranno pervenire entro e non oltre il 1° Ottobre 2019 presso il Museo della Battaglia e di Anghiari, Piazza G. Mameli 1-2 52031 Anghiari Arezzo.

I nodi vinciani nella bellezza femminile

Nella storia dell’arte la figura femminile di Leonardo da Vinci è una delle più affascinanti. Belle e misteriose le donne di Leonardo sono capolavori della ritrattistica italiana. La Gioconda, la Dama con l’ermellino, La Belle Ferronierè, il ritratto di Ginevra de’ Benci e Leda con il cigno, raccontano su tavola il genio rivoluzionario del loro autore. Nella composizione di questi soggetti, guardando le vesti, ci sono i “nodi vinciani”.

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i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa Sul filo della Memoria…

CRONAC HETTA

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di marzo 2019

Domenica 3. Oggi è morto Domenico Sciadini. Abitava al Campo della Fiera ed era nato a Verazzano, nelle Case da Sommo.

Martedì 5. Oggi è morta Dina Cheli in Mencarini. Aveva 73 anni ed abitava al Borghetto della Motina Alta. Era nata a Casteldone, in comune di Pieve Santo Stefano, dopo il Ponte sul Singerna.

Giovedì 7. Il Valbonetti ha detto che tornando da Arezzo, dopo la Breccia, ha visto un cinghiale morto in un campo.

Martedì 12. Ieri, nel pomeriggio, qui alla Stazione, ha grandinato. Quando l’ho detto a Frido m’ha brontolato. Ha detto che era neve che assume quella particolare forma e si chiama “graupel”.

Giovedì 14. Oggi è morta Pierina Cii vedova Pierini. Aveva 86 e abitava a Selci, vicino all’antica chiesa di Santa Maria. Era nata a San Martino, località in Comune di San Giustino.

Sabato 16. Oggi è morta Giuseppa Sbragi vedova Nevistrelli. Aveva 87 anni ed abitava nei pressi della Polveriera, qui a Santo Stefano. Era nata alla Cellaccia, poco sopra Elci.

Mercoledì 20. Anche oggi dal Borgo arrivava un venticello fresco!! A Montevicchi c’era la neve; anche ieri.

* Oggi è morto Piero Enrico Massi, ma tutti lo chiamavamo Piero. Aveva 67 anni e stava presso la Residenza della Croce. Era nato alla Godiola, lungo la strada che va a Lippiano, poco prima del confine con l’Umbria.

Martedì 26. Stanotte m’è parso di sentire dei “toni” ma poi, dopo, il vento l’ho sentito e forte.

Mercoledì 27. Oggi è morto Galliano Brilli di anni 81. Abitava alla Motina, alla Casina di Rimaggio, era nato a Montecasale.

Giovedì 28. Oggi è morta Eva Coleschi vedova Mondani. Abitava al Bagnolo del Ponte alla Piera ed era nata al Fossatino sempre del Ponte alla Piera.

Sabato 30. Oggi è morta Angelica Rossi. Aveva solo 51 anni ed abitava poco dopo il Rio. Era nata a Casanova Lani, vicino a Valealle (Un pensiero per lei è a pag 6).

Mese di aprile 2019

Lunedì 1. Oggi è morto Franco Limoni. Aveva 78 anni ed abitava nelle case nuove sopra Terrarossa. Era nato a Le Ville Monterchi.

Giovedì 4. Sono invecchiato: non sono andato ‘manco’ alle fiere al Borgo.

Venerdì 5. Alle Fiere oggi c’è andato Orlando ma non ha preso nemmeno i fichi secchi!

Giovedì 11. Oggi è morto, improvvisamente, Gian Domenico Baggi. Aveva 67 anni ed abitava a Tavernelle, per la via della chiesa. Era nato a Catigliano, nella casa vicina alla chiesa.

Sabato 13. Oggi è morto Giuseppe Acquisti di anni 73. Abitava al Faggeto, che deve il suo nome proprio alla presenza di faggi. Era nato al Molino di Catorcio Mercoledì 16. Oggi è morta Benita Lucarini in Beretti. Aveva 78 anni ed abitava alla Palazza di San Leo. Era nata a Selci.

Giovedì 18. Passavo dal Topo quando, poco dopo la Genga, ho visto una ‘bubbola’ sulla strada. Qualche giorno fa ne avevo sentita una che cantava.

Domenica 21. Oggi è morta Santa Bigioli vedova Franchi, ma conosciuta con il nome di Betta. Aveva 93 anni ed abitava a Belvedere. Era nata alle Trappole e poi ha abitato a Caldesoni. Dopo sposata è andata ad abitare alla Casa, località sopra la Casella, e infine a Belvedere di Valealle.

* Oggi è morto Filiberto Lamini, conosciuto come Berto. Abitava al Campo della Fiera ed era nato al Casalino, nella Valsovara.

Giovedì 25. Stavo tornando a casa con mia moglie quando, poco dopo Maraville, abbiamo visto un ciuffo di rondini che svolazzavano intorno alla strada.

Domenica 28. Oggi, Domenica in Albis, da Micciano è partito il pellegrinaggio verso il Santuario del Carmine. Messa solenne con don Marco, ora vescovo, che ha salutato la nostra comunità.

Lunedì 29. Stamani presto, saranno state le cinque, mi sono alzato (avevo sete!!!) e ho visto Anghiari coperto dalla nebbia.

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Incontri con don Luigi e qualche domanda

Mi sono recato a trovare don Luigi Boninsegni, fuori Porta Romana al Borgo, ponendogli alcune domande (quelle che si pone un qualunque cristiano) su cui fare delle considerazioni. Ma prima mi sono fatto raccontare alcuni momenti della sua vita sacerdotale (anche se don Luigi non è prodigo di informazioni su questo argomento).

“Sono stato ordinato sacerdote nel Duomo di Sansepolcro dal Vescovo Pompeo Ghezzi nel 1948. In quell’anno venne il terremoto; ero prete da cinque/sei giorni. Sono sempre stato impegnato nella scuola, prima in Seminario. Quando me lo chiese io caddi dalle nuvole e dissi: «Eccellenza, ho un anno ad andare in pensione; io sto già sognando il riposo, sono stracco morto, non ne posso più.»

D’altra parte io ho sempre fatto scuola, e ho aggiunto, «andare in una parrocchia per me è un terreno completamente nuovo, non so mica cosa Le renderò. Può darsi che Lei fra dieci giorni o dieci mesi sia già stanco di me e rimanga male perché avrà capito di avere sbagliato. Però, se Lei vuole (io quando sono stato ordinato prete ho giurato di essere obbediente), ci pensi meglio se Lei vuole che io vada. Ma poi non ci pensi nemmeno tanto, me lo dica e io vado.»

L’inizio fu terribile. Per me andar lassù fu terribile, tanto più che prima di me c’era stato Monsignor Rossi. Andar lassù fu per me un problema enorme. Lei non ci crederà: quando finalmente il Vescovo mi mandò la lettera per cui mi diceva che ero esonerato, finivo il mio mandato di parroco perché ne veniva nominato un altro, la sofferenza...!, quanto mi rincrebbe venir via dal Sacro Cuore. Non mi era rincresciuto venir via dal Seminario, anche se c’ero stato una ventina di anni fra tutto, non mi rincrebbe venir via dal Seminario quanto mi rincrebbe venir via dal Sacro Cuore.

È stata una grande trasformazione del mio mondo interiore, questo passaggio da una ribellione sorda, anche contro il Vescovo, che mi ci aveva mandato, ad una vera gratitudine: “Grazie Signore, non ho imparato in tanti anni di scuola, come insegnante, tutto quello che Tu mi hai insegnato, in questi 23 anni di sacerdozio, parroco, in mezzo a quella gente.”

Ecco che così, veramente dispiaciuto, sono ritornato in Duomo celebrando Messa tutte le mattine e

confessando chi c’era da confessare. Prima sono stato a Sant’Agostino, poi, quando Sant’Agostino è stata chiusa per problemi di sicurezza, sono stato, appunto, in Duomo.

In alto. Aprile 1964 - Don Luigi Boninsegni (insegnante di religione) si può vedere in ultima fila a sinistra e, a destra, Massimo Cavalli (insegnante di storia e filosofia). È la foto ricordo della classe quinta del liceo in visita di istruzione alle acciaierie di Terni. Si riconoscono, in prima fila gli studenti Franco Chimenti, Paolo Cascianini, Maurizio Smidth e Giampiero Olivieri. In piedi, da sinistra, Paolo Bà (insegnante di inglese), Luigi Macchiati (insegnante di italiano e latino), Armando Bistarelli (preside), le studentesse Marinella Acquisti, Nara Fabbrizzi, Anna Rosa Campanini e Anna Galardi (foto tratta dal volume sul cinquantenario del Liceo Scientifico di Sansepolcro). Qui sopra Don Luigi Boninsegni è con gli altri sacerdoti (sotto il baldacchino) in occasione della processione del Corpus Domini nell’anno 1980. La foto è stata gentilmente concessa da Fausto Braganti, allievo di Don Luigi.

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Santuario del Carmine Festa dell’Ascensione 2019

Preparazione alla Festa

Giovedì 30 maggio: 40 giorni dalla Pasqua

S. Messe alle ore 7:00 e alle ore 11:00

Sabato 1° giugno: Vigilia della festa

Alle ore 20:45 accensione del fuoco nel piazzale del Santuario e canto dei Primi Vespri.

Un invito particolare a tutte le parrocchie di Anghiari ad essere presenti al Santuario del Carmine per la celebrazione della vigilia

Domenica 2 giugno:

Ascensione

Ore 6.30: Apertura del Santuario. Dalle ore 7:00 alle ore 11:00 S. Messa ad ogni ora. Alle ore 16.00: S. Messa. Benedizione dei bambini. Alle ore 18.00: Solenne Celebrazione Eucaristica, in suffragio dei benefattori e dei festarini defunti.

Ad ogni ora della giornata saranno presenti sacerdoti per le confessioni

Il pellegrinaggio a piedi

Si invita a riscoprire il senso cristiano del pellegrinaggio, percorrendo un tratto di strada a piedi fino al Santuario, seguendo uno degli itinerari segnalati da cartelli e descritti più sotto. Al termine di ogni S. Messa le parrocchie ed i pellegrini che hanno raggiunto il Santuario a piedi riceveranno una particolare benedizione.

Da Anghiari: dalla Piazzetta della Croce si percorre la Provinciale per il Ponte alla Piera (strada di crinale). Lunghezza circa 3,5 km. Percorso anche per le parrocchie di San Lorenzo e quelle di Monterchi e Citerna.

Da Tavernelle: partenza di fronte al ristorante della Doretta. Attraverso La Banca e Galbinaccio.

Dal Ponte delle Fate: Parrocchia del Ponte alla Piera. Attraverso la strada detta “Le Scalette” e Cul di Paiolo. Dalla Marca/Papiano: Parrocchie di Caprese e Sovaggio. Attraverso i Monti Rognosi e Cul di Paiolo.

Da Micciano: dalla Pieve di Micciano e seguendo l’antico tracciato da Campalla e dal Poggiolo.

Da Santo Stefano: Partenza dalla chiesa e attraverso la vecchia via di Caprese si sale verso Sterpeto e il Faggeto.

Sirio Ruggeri dipinse

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