2019-0 Calendario dell'Oratorio

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CALENDARIO 2019

Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia

LA PROPOSITURA E IL SUO TETTO

Inserto Redazionale allegato al n. 6-2018 dell’Oratorio di Anghiari

con qualche curiosità

È

un effetto curioso quello che provo tutte le volte che capito in Propositura, e questo, ultimamente, succede abbastanza di frequente. Un effetto curioso per chi, come me, da anni viaggia per tutta Europa per ammirare la bellezza delle chiese romaniche o di quelle gotiche; strutture, per secoli, monumentali, grandiose, le più imponenti che gli uomini –dopo l’antichità– siano stati capaci di tirare su. Osservare oggi i ponteggi che imbracano da tempo la chiesa della Propositura mi affascina: ecco il motivo di questo effetto. In realtà la chiesa, nel suo aspetto normale, quando ci si arriva scendendo dal Campo alla Fiera, non dà l’impressione della vastità o della grandezza imponente, anche se è una chiesa di belle dimensioni. Così se si sale dalla salita in cima a Piazza Baldaccio si vede una facciata semplice che dà l’impressione di svettare su in alto, molto in alto, non certo di essere una struttura grandiosa.

L’effetto curioso, in questi mesi di lavoro sulle coperture della chiesa, sui tetti a più livelli, lo provo da sotto –dal punto cioè più improbabile!– osservando con sguardo rapido, di passaggio, il cantiere allestito dalla ditta Pecorelli. Sono i tubi Innocenti, intrecciati come un puzzle e montati con sapienza certosina, che contribuiscono a evidenziare –cosa sulla quale non sempre si fa caso– un edificio vasto, enorme, dalle dimensioni veramente notevoli. Un cantiere impegnativo per un lavoro lungo e di qualità. Basta immaginare l’estensione dei tetti: centinaia di metri quadrati; l’altezza dei livelli che sono alla quota delle torri più alte, il rispetto delle qualità storiche… Quando sono in giro per l’Europa, di fronte a costruzioni grandi o piccole, mi sorge ogni tanto il pensiero della bellezza e dell’unicità del lavoro umano. Da una parte la piccolezza degli uomini che, come formiche, si affaccendano attorno alla loro opera; dall’altra l’opera stessa che piano piano


viene su –o viene restaurata nel nostro caso– e al termine del lavoro si impone per la propria grandezza e maestria. Fatica, impegno bestiale a quei tempi, a mani nude, senza macchine o con macchine di legno comunque movimentate dallo sforzo umano. Incredibile vedere il frutto di tanto lavoro; pensare che quelle ‘formiche’ hanno edificato, pezzo per pezzo, una bellezza che ancora oggi si va a vedere. Certo il lavoro oggi non è inaudito o incredibile come quello di secoli fa. C’è l’ausilio di macchine potenti che sollevano, spostano, posizionano, tolgono, scambiano, è vero!, ma la bellezza creativa del lavoro umano resta intatta. Ciò che era fradicio viene risanato, quanto era rotto viene sostituito, i punti fragili sono consolidati: è come l’affaccendarsi di dottori e infermieri attorno al letto di un paziente ammalato! Il metodo, oggi come allora, è lo stesso: uomini come formiche laboriose che operano per riportare a nuovo, alla perfezione originaria, che ha sfidato i secoli, delle coperture immense e variabili. Basta vedere il profilo dei tubi Innocenti che, come un’armatura medievale, si

Vicariato di Anghiari e Monterchi

appoggiano al corpo del paziente malato e lo ridisegnano distendendosi verso l’alto su quote sfalsate, addosso a falde dalla geometria variabile, ma esatta. Cantiere impegnativo e costoso; e la Chiesa, come sempre, è un committente interessante; mai lavori di poco conto o di scarso respiro. Al tempo delle chiese romaniche e gotiche –quando il lavoro non costava meno di oggi– era il popolo a pagarlo con la propria fatica e la propria opera volontaria; o –addirittura– con le corvée rese obbligatorie dal signore del luogo. Il popolo si improvvisava muratore, carpentiere, trasportatore, uomo di fatica. Oggi è diverso: c’è l’impresa, ci sono i tecnici, ci sono i macchinari; spese notevoli anche oggi per la parrocchia: sia per il numero delle persone al lavoro che per la lunghezza del lavoro stesso. La partecipazione del popolo è esclusa, allora? No di certo. C’è la strada della contribuzione e delle offerte alla parrocchia per sentirsi parte integrante di tanta impresa; un’impresa propria degli antichi costruttori di cattedrali; come quelli che in età gotica, in mancanza di altro, offrivano le proprie braccia e il proprio lavoro volontario.

Edizione riservata ai lettori dell’Oratorio

Vicario Foraneo Salvi don Marco

Parrocchie: Anghiari, Catigliano, Gello, Le Ville, Micciano, Monterchi, Padonchia, Pieve Sovara, Pocaia, Ponte alla Piera, S. Leo, Tavernelle, Toppole, Viaio.

LA PROPOSITURA E IL SUO TETTO con qualche curiosità

Nella foto di copertina la Propositura prima degli importanti lavori di ristrutturazione e di rifacimento del tetto (don Marco ne è stato l’artefice). Anche la facciata, con i cornicioni ed il timpano in pietra, sarà oggetto di restauro. Un intervento impegnativo che la parrocchia è riuscita a far partire sul finire dell’estate del 2018 (mentre il calendario va in stampa i lavori sono ancora in corso). In questa pagina due fasi dei lavori.

Il nostro ringraziamento va alla Banca di Anghiari e Stia che, con il suo contributo, ci ha permesso la stampa del calendario dell’Oratorio per il 2019. Redazione: Enzo Papi, Alessandro Bivignani, Armando Babbini, Frido Camaiti, Teresa Bartolomei e Mario Del Pia. Supervisione di don Marco Salvi. Per le fasi lunari sono state utilizzate le pagine internet di Marco Menichelli, Fiesole, http://www.marcomenichelli.it. Le parole dialettali sono tratte da appunti archiviati. Inserto Redazionale allegato al n. 6-2018 dell’Oratorio.


GENNAIO 2019 La scelta del luogo*

G

ià nel 1480, quando fervevano i lavori di costruzione delle cappelle e del transetto dentro S. Agostino, l’Abate di S. Bartolomeo, Don Ugolino dell’Antella, fiorentino, “per consiglio del Padre Maggiore di Camaldoli, di molti Gentiluomini Fiorentini e di tutto il Pubblico di Anghiari, fu esortato e consigliato a fabbricare una nuova Badia, sotto il titolo di San Bartolomeo, perché quella esistente (la Badia attuale) era piccola e non capace di ricevere il popolo di Anghiari nelle solennità, processioni e predicazioni” (L. Taglieschi, Priorista). Ci vorranno altri 150 anni per “individuare” una concreta soluzione a questo problema. Fu subito chiaro che la localizzazione della nuova Badia avrebbe dovuto essere fuori dalle mura, a nord-ovest, verso la Piazza del Mercatale, ormai “baricentro” di Anghiari. La Badia, anche se ormai gli Abati Camaldolesi non rappresentavano più alcun potere politico, ma erano solo dei Commendatari non direttamente impegnati nella realtà locale, era pur sempre la chiesa della massima autorità religiosa per i fedeli anghiaresi, quindi doveva trovarsi in una posizione più baricentrica e “dominante”. * Note tratte dagli articoli di Armando Babbini pubblicati nell’Oratorio. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

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Maria Madre di Dio S. Basilio e Gregorio S. Nome di Gesù B. Angela da Foligno S. Edoardo Epifania di N.S.G.C. S. Raimondo S. Severino S. Adriano B. Gregorio X papa S. Igino S. Ferreolo BATTESIMO DI GESÙ S. Felice da Nola S. Efisio S. Marcello S. Antonio abate S. Prisca S. Ponziano II DOMENICA “per annum” S. Agnese S. Vincenzo S. Emeriana S. Francesco di Sales Conversione di S. Paolo Ss. Tito e Timoteo III DOMENICA “per annum” S. Tommaso d’Aquino S. Valerio S. Martina S. Giovanni Bosco

Situazione metereologica Sono ormai diversi anni che le statistiche meteo, archiviate da anni di grande lavoro, non sono più stabili e garanti di previsioni attendibili come lo sono state almeno fino a una decina di anni fa. I mutamenti del clima in scala mondiale ormai hanno messo bene in evidenza che tutto incide anche sulle previsioni del tempo. Se prendiamo il nostro clima mediterraneo, notiamo ormai con continuità la mancanza, in inverno, dell’anticiclone Russo-siberiano e in estate dell’anticiclone delle Azzorre che sono per noi vitali. Specialmente l’anticiclone delle Azzorre, “il nostro anticiclone”, che non riesce più a dominare il Mediterraneo da maggio a settembre, come ha sempre fatto, ma se ne sta al largo della Spagna, in oceano, permettendo così ai flussi atlantici estivi di dirigersi verso il Portogallo e la Spagna, affondando in Marocco e consentendo una risposta verso di noi del caldo del deserto con afa, umidità tale da rendere insopportabile l’aria. L’estate mediterranea è tutta un’altra cosa! In inverno abbiamo avuto il Burian, che inizialmente doveva persistere per tanti giorni, ma la debolezza dell’anticiclone delle Azzorre ha permesso la formazione di una depressione in oceano che ha convogliato il grande caldo africano nel Mediterraneo e da noi, dopo tre giorni, anche con un po’ di neve tinta di rosso, il freddo se ne è andato. I casi anomali sono molteplici, ma ormai possiamo dire che le previsioni del tempo, benché effettuate oggi con modelli matematici incredibili e precisi, lasciano sempre un po’ di incertezza anche nel breve termine. Per il nostro Anghiari, e naturalmente la zona dell’alta valle del Tevere, useremo ancora le statistiche, in nostro possesso, degli ultimi 40 anni, con il metodo più volte illustrato dai grandi del passato: Bernacca, Caroselli e Baroni, grandi maestri di professionalità e chiarezza nel divulgare le previsioni del tempo.

Il tempo di Fridus Meteorologicus I primi dieci giorni ci portano delle depressioni atlantiche con piogge intense e clima non freddissimo. Dopo la metà del mese sono i flussi nord-occidentali artico-marittimi ad arrivare con regolarità dalla porta del Rodano, con afflusso più freddo trasportato dalle correnti di maestrale con neve intorno agli 800 metri. Le temperature si assesteranno su valori invernali anche se non freddissimi. I giorni con possibilità di spruzzate di neve su Anghiari sono il 18-19-20. Sul finire del mese si affaccia l’anticiclone delle Azzorre. Per i giorni della merla, notoriamente i più freddi di tutto l’anno, non ci saranno grossi sbalzi termici. Temperature medie del mese: minima -1, massima +5

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FEBBRAIO 2019 La prima pietra

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l 27 maggio 1629, finalmente, fu posta la prima pietra della Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Le cronache dicono che quando i Priori rientrarono in Cancelleria alla fine della cerimonia “si era intorno alle ore 20 et era il tempo cattivo, cioè aria caliginosa e piovigginoso”. Gli auspici quindi non erano dei migliori, ed in effetti così fu, perché la vicenda costruttiva fu lunghissima e travagliata, tanto è vero che si dovettero attendere ben centoundici anni per avere la nostra Chiesa funzionante (la benedizione inaugurale fu fatta dal Rev. Abbate Camillo Morgalanti, Vicario dell’Abbazia di S. Bartolomeo, solo il 26 giugno 1740) e altri ventisei per completarla fino al 1766, quando vi fu portata la venerata immagine di Maria Santissima delle Grazie dalla Chiesa di S. Antonio di Piazza. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28

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S. Verdiana Presentazione di Gesù - Candelora IV DOMENICA “per annum” S. Andrea Corsini Sant’Agata S. Paolo Miki Beato Pio IX papa S. Girolamo Emiliani S. Apollonia V DOMENICA “per annum” Madonna di Lourdes S. Eulalia S. Fosca Ss. Cirillo e Metodio Madonna del Conforto S. Giuliana VI DOMENICA “per annum” S. Costanza S. Corrado

S. Serapione S. Pier Damiani Cattedra di S. Pietro - S. Margherita S. Policarpo VII DOMENICA “per annum” S. Gerlando S. Alessandro m. S. Gabriele dell’Addolorata S. Ilario

Parole dialettali

Barucola: Sistema costituito da un nottolo per chiudere le porte.

Castagnole

Le castagnole sono il tipico dolce di Carnevale e ogni famiglia ha la sua ricetta. Se vengono bene è motivo di vanto. C’è chi le preferisce “buge” e chi piene, ma comunque devono essere spugnose e non dure come un sasso. Qui mettiamo la ricetta di Nonna Teresa e ci auguriamo che vi possa essere utile e vi faccia fare una bella figura. Ingredienti: 6 uova a temperatura ambiente, una cartina di lievito, un cucchiaio di olio tiepido per ogni uovo, ½ manciata di zucchero, un pizzico di sale per ogni uovo, scorza di limone grattugiata. Preparazione: Mettere le uova nella farina formata a fontana, sbatterle con lo zucchero, aggiungere olio e limone. Continuare a sbatterle e in ultimo aggiungere la cartina. Impastare a pasta morbida, ungere e mettere in ambiente caldo a lievitare per un’ora. La pasta poi viene tagliata a pezzetti e con le mani si spiana e si taglia a losanghe. L’olio di frittura non deve essere troppo caldo. Quando gonfiano si girano e a cottura ultimata si mettono a scolare sulla carta. Zucchero, alchermes, cioccolata e miele sono usati a piacere per la rifinitura. A me piacciono bianche o con l’alchermes.

2 febbraio: Candelora

Il 28, al cumbrigliume, si fa lume a marzo, accendendo le baldore (i fuochi) nelle aie e negli spazi davanti a casa.

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Si inizia con tentativo anticiclonico da ovest con qualche giornata discreta, ma nebbiosa e fredda al mattino, che però sarà di breve durata perché lo spostamento verso nord dell’anticiclone può consentire discese di freddo artico nel Mediterraneo con conseguente diminuzione delle temperature sino a valori sotto le zero termico. Possibilità di neve anche su di noi nel periodo 12-18 del mese. Sul finire della terza decade, tentativo di corrente fredde da nord-est dalla Russia, con freddo pungente in arrivo e nevischio al seguito. Temperature medie del mese: minima 0, massima +5

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MARZO 2019 Tre campane

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eduta di Anghiari dal Campo della Fiera in una foto d’epoca. La zona, ora occupata da Villa Miravalle, a quei tempi (primi anni del Novecento) era solo un susseguirsi di campi coltivati con i filari di viti sostenute dagli “oppi”. Si possono notare: il campanile non più esistente del Conventone (il grosso edificio che oggi ospita la Scuola Media); la loggia in cima alla torre del palazzo di Bernardino (sempre il Conventone), eliminata in occasione di un qualche lavoro; il grande tetto della Propositura con il campanile che allora aveva tre campane (oggi ne ha quattro). 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

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S. Albino S. Quinto VIII DOMENICA “per annum” S. Casimiro S. Lucio digiuno e astinenza CENERI Ss. Perpetua e Felicita astinenza S. Giovanni di Dio S. Francesca Romana I DOMENICA di Quaresima S. Macario S. Luigi Orione S. Cristina S. Paolina astinenza S. Luisa de Marillac B. Torello da Poppi II DOMENICA di Quaresima S. Cirillo di Gerusalemme S. Giuseppe sposo della B.V.M. S. Giovanni Nepomuceno S. Serapione astinenza S. Benvenuto S. Turibio III DOMENICA di Quaresima Annunciazione di N.S.G.C. S. Emanuele S. Ruperto S. Ilarione astinenza S. Eustachio S. Giovanni Climaco IV DOMENICA di Quaresima

Parole dialettali A buggilucco: a cavalluccio.

Frittelle Le frittelle si fanno per San Giuseppe, il 19 marzo. Io vi metto la ricetta della Vittorina della Portaccia, che di esperienza ne ha da vendere avendo partecipato, in prima persona, alle svariate e svariate giornate dedicate alle frittelle nei decenni passati. Ingredienti: 1 chilo di riso, 7 coppie di uova, 5 arance e 2 limoni, zucchero vanigliato, 2 bustine di lievito da dolci, 1 chilo di farina. Esecuzione: La sera prima si fa cuocere il riso con l’acqua salata. Da freddo, il giorno dopo, si aggiungono gli altri ingredienti e quindi le uova, due belle manciate di zucchero (poi si sente e se ne aggiunge di più se ci vuole), la buccia grattugiata delle arance e dei limoni ed anche il loro succo, anche due cucchiai da minestra di zucchero vaniglinato, il lievito. Quindi, poco prima di metterle a friggere, quando l’olio è già caldo (ci vorrebbe metà strutto e metà olio) si aggiunge la farina e poi a cucchiaiate si mettono nell’olio. Questo della farina è un segreto assieme a quello di mettere sì il lievito, ma senza farle lievitare. Provate! 18 marzo - Vigilia di san Giuseppe Si accendono i fuochi all’imbrunire (al cumbrigliume). 19 marzo - festa in località Turicchi

Il tempo di Fridus Meteorologicus

L’inizio promette ancora venti gelidi da nord senza esclusione di incaciate al suolo, con arrivo di nevischio fitto da Viamaggio. Poi, nella seconda decade, le correnti atlantiche cercano di riprendere possesso del Mediterraneo con innalzamento termico rilevante. Si ritorna nelle medie nel finire del mese, con piogge derivanti da impulsi nord-atlantici dalla Francia. I giorni più propensi ad eventuali cadute di nevischio il 6 e 7 del mese. Sul finire del mese qualche giornata sarà veramente dal sapore primaverile, con annuncio della nuova stagione. Temperature medie del mese: minima +4, massima +8

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APRILE 2019 Il tetto

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ltre alla complessità tecnica della costruzione, la Comunità Anghiarese dovette far fronte anche verso il finire dei lavori, ed in particolare per l’esecuzione del tetto, ad una serie di problemi di carattere economico non indifferenti. Il grosso della fornitura di legname per la copertura fu approvvigionato da Città di Castello, ma come succede purtroppo e troppo spesso anche oggi, venne fuori un lungo e vischioso contenzioso legale riguardante i pagamenti che costrinse la Comunità a ricorrere ad altre soluzioni più sostenibili. Siamo nel 1723, una ventina d’anni prima dell’inaugurazione della chiesa, e in quel tempo fu approvvigionata gratuitamente una gran quantità di legname dato “per carità” proveniente da Valealle, dal Molin del Caccia, dall’Albereto dei Ducci, dall’Albereto dei Padri di Camaldoli, dalla Macchia di Giorgio da Cafaggiolo...

In questa pagina, cartolina d’epoca. “Castello antico e Propositura vista dall’ovest”, così dice la didascalia.

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S. Ugo S. Francesco da Paola S. Riccardo S. Isidoro astinenza S. Vincenzo Ferreri S. Vinebaldo V DOMENICA di Quaresima S. Dionigi S. Liborio S Apollonio S. Stanislao astinenza S. Zeno S. Marino papa DOMENICA delle PALME Lunedì della Settimana Santa Martedì della Settimana Santa Mercoledì della Settimana Santa Giovedì Santo Venerdì Santo digiuno e astinenza Sabato Santo PASQUA DI RISURREZIONE Lunedì dell’Angelo - Pasquetta Ottava di Pasqua Ottava di Pasqua S. Marco ev. Ottava di Pasqua Ottava di Pasqua DOMENICA in Albis S. Caterina da Siena S. Pio V papa

Parole dialettali

Ciovaione: attrezzo per portare granturco ed altri prodotti sfusi con il carro.

La pappa della Santa - È questa una ricetta facile facile. E anche buona, specialmente quando i denti non sono più quelli di una volta. Per fare la pappa ci vuole il pane duro, cioè di uno o due giorni prima. In una pentola dove abbiamo già messo un po’ d’acqua si mette il pane, uno spicchio d’aglio, un pomodoro intero e sale. Quindi si fa bollire almeno venti minuti o una mezz’oretta. Si aggiunge quindi un po’ d’olio extravergine di oliva a crudo. Se ci mettete una manciata di formaggio non gli farete che bene. ...e quella di Bigazzi - La pappa si fa d’estate (in inverno si fa la minestra di pane). 400 g. di pane posato (6-9 giorni); mezzo chilo di pomodori tagliati e fettine. 10 cucchiai di olio; 2 spicchi di aglio; 1 ciuffo di salvia; sale e pepe nero. E la Teresa specifica: sedano, carota, cipolla, tagliati a pezzetti (non da battuto) e una o due specce di aglio. Rosolare nel tegame e aggiungere i pomodori a pezzi. Quando il sapore si è amalgamato si aggiunge il pane raffermo a pezzi e si copre di acqua. Quando è cotta si toglie dal fuoco. Il formaggio no. Buon appetito. Consigli utili - I fagioli da cuocere si mettono a bagno la sera prima con acqua non fredda. Anche i ceci ma con il sale.

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Questo mese si presenta come un autentico passaggio dall’inverno alla primavera: all’inizio aria instabile porterà acquazzoni e temporali con temperature sotto media tanto da non escludere qualche nevicata sui nostri monti. Nella seconda metà del mese si comincia ad assaporare una primavera più vicina e il termometro inizia a salire a valori di quasi piena primavera, specialmente nella terza decade. Temperature medie del mese: minima +7, massima +13

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MAGGIO 2019 Le capriate

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a soluzione architettonica adottata [per la copertura] risulta abbastanza ardita per il cantiere di una piccola comunità come Anghiari. La grande navata, della larghezza di 11 metri, ha una copertura a volta a botte semicircolare, in mattoni, che nasconde il tetto soprastante in capriate di legno. Questa soluzione, con volta in muratura a vista, comporta delle grosse spinte orizzontali sulle murature sottostanti, che in condizioni ordinarie non sono in grado di sopportare. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

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S. Giuseppe lavoratore S. Atanasio SS. Crocifisso - Festa ad Anghiari S. Ciriaco Dedicazione della Propositura III DOMENICA DI PASQUA S. Domenico Savio S. Augusto S. Vittore S. Pacomio S. Alfio S. Ignazio da Laconi IV DOMENICA DI PASQUA Madonna di Fatima S. Mattia apostolo S. Simplicio S. Ubaldo S. Pasquale Baylon S. Giovanni I papa V DOMENICA DI PASQUA S. Bernardino da Siena S. Vittorio S. Rita da Cascia S. Eutizio S. Simeone Stilita B. Bartolomeo Magi d’Anghiari VI DOMENICA DI PASQUA S. Agostino di Canterbury S. Luciano S. Bona B. Carlo Liviero Visitazione della B.V.M

Parole dialettali Fostacchia: pozza d’acqua dopo la pioggia.

Mantovana

è della Diva di Tubbiano che l’ha presa dalla Lina

10 uova (2 interi e 8 rossi) 340 g. di farina 340 g. di zucchero 300 g. di burro fuso 100 g. di pinoli 100 g. di zucchero vaniglinato per l’impasto e sopra 1 limone grattugiato Sbattere le uova e lo zucchero molto bene (a mano per mezz’ora, col frullatore un po’ meno); aggiungere gli altri ingredienti: farina, burro fuso, pinoli (un po’, che un pochi vanno sopra), limone. Amalgamare il tutto bene e mettere in una teglia adatta (si impara con l’esperienza). Se possibile una teglia di ferro. In forno a 180° per mezz’ora, ma il bravo cuoco vede da sé quando è cotta. Rifinire con lo zucchero vaniglinato. Molte sono le donne di Anghiari che hanno la ricetta della mantovana e la realizzano (in prima linea il forno Bindi). Queste ricette sono molto simili. Quello che cambia è la preparazione, ed il segreto forse è tutto lì. Ci sono poi due tesi in ballo: che la mantovana si sia diffusa da noi nel dopoguerra oppure che c’era già nei primi decenni del Novecento. Che ne dite? Mandateci informazioni.

Il tempo di Fridus Meteorologicus

La primavera sboccia con giornate bellissime e veramente miti. Nella prima quindicina delle infiltrazione fredde scivoleranno verso i Balcani e sfioreranno le regioni adriatiche durante il passaggio e naturalmente anche nella nostra vallata qualche spiffero arriverà dai passi appenninici con possibilità, di qualche veloce temporale anche ad Anghiari, ma niente di importante. Sul finire del mese si avrà qualche pioggia da ovest, atlantica, ma senza ripercussioni importanti sulle temperature. Temperature medie del mese: minima +12, massima +18

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GIUGNO 2019 La facciata Molti anghiaresi prestarono gratuitamente la loro opera:Andrea Galli per i legnami di castagno a mezzo buoi, Camillo Tuti un carro per 200 pianelle e 4 paia di buoi per legni d’albero, Papo Ducci 4 bestie per le piane e 5 paia di buoi per legni d’albero; oppure si operava in compartecipazione come Don Giovanni Canicchi che dette un’antenna e Barbanera Maccario Licci 2 paia di buoi per trasportarla. Per certi lavori di pregio, come le modanature della facciata, si doveva ricorrere, pagandoli, ad artigiani specializzati di fuori, come il Maestro Bernardo scalpellino di Sansepolcro che fece le 64 braccia del cornicione di pietra di facciata e in alto il “Monte di Pietra” Ecco alcune annotazioni ricopiate dai saldi dell’Opera del Fosso: uscite dell’anno 1723: “...levati dalla cancelleria del Comune [...] 45 libbre di ferro per la croce posta sopra la facciata...” - “Pagato M° Bernardo scalpellino di S. Sepolcro per br. 64 di cornicione di pietra valutato dal Maestro Bettini, ingegnere e per aver fatto il Monte di Pietra per la Croce, per impiombare la Croce piantata nel Monte di Pietra.

Nel disegno qui a lato, particolare del timpano della facciata disegnato da Loris Babbini con il ‘monte’ e i cornicioni menzionati sopra. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D

S. Giustino ASCENSIONE DI N.S.G.C. S. Carlo Lwanga e compagni S. Quirino S. Bonifacio S. Norberto S. Godescalco S. Fortunato PENTECOSTE S. Asterio S. Barnaba ap. S. Gaspare S. Antonio da Padova S. Eliseo S. Vito SS. TRINITÀ S. Ranieri S. Calogero S. Romualdo abate S. Ettore S. Luigi Gonzaga S. Paolino da Nola CORPUS DOMINI S. Giovanni Battista S. Massimo S. Josè Escrivà S. Cirillo di Alessandria Sacro Cuore di Gesù Ss. PIETRO E PAOLO XIII DOMENICA “per annum”

Parole dialettali

‘Ncaciatina di neve: leggera nevicata; lo dice Frido nelle sue previsioni.

La collezione del filologo

di Ennio Flaiano

* Per il gran freddo ho dovuto far mettere due gladiatori in più al termosifone. * Saluti dalle pernici del Monte Bianco. * Apriamo una paralisi. * Si sono tutti alcolizzati contro di me. * In quanto a idee politiche io e lei siamo agli antilopi. * Le zucchine mi piacciono trafelate. * Non fanno che rimproverarsi a vicenza. * Ho un salottino tutto di rimini. * La sera ci mettiamo sulla veneranda a guardare il paesaggio. * Mi sono tagliato il pipistrello del pollice.

* Ho dovuto farmi una iniezione sottocatania. * Mia moglie fa una cura contro le vene vanitose. * Ma questo lo discuteremo in separata sedia. * Lei aveva una bella stuola di visone e per gioiello una brioche al collo. * Scivolò sulla sogliola e si ruppe una gamba. * Sì, dicono che contiene le vitamine, ma io lo mangio lo stesso. * Le inferriate sono di ferro sbattuto. * Mi sono fatto mettere le iniziative sulle camicie. * Ha un completo di inferiorità.

Il tempo di Fridus Meteorologicus Mese bellissimo, anche se la prima parte presenterà instabilità più vivace nelle ore serali con possibilità di qualche acquazzone. Poi si avrà un deciso miglioramento, con possibile anticiclone sub-tropicale, che ci può regalare veri assaggi dell’estate ormai alle porte, con caldo in graduale aumento specie nella terza decade del mese. Temperature medie del mese: minima +14, massima +24

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LUGLIO 2019 La navata

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ui è raffigurato l’interno della Propositura in occasione di particolari festeggiamenti, forse quelli del 1897, durante i quali il miracoloso Crocifisso di Badia fu esposto in questa chiesa prima di essere riportato processionalmente nella sua sede della Badia. In quella occasione l’interno della navata era stato addobbato con particolari paramenti. Dietro il Crocifisso si intravede l’edicola dove era racchiusa la miracolosa immagine della Madonna del Bigliaffi. Ricordiamo che l’edificio sacro fu costruito proprio per accogliere tale immagine sacra. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

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Preziosissimo Sangue S. Urbano S. Tommaso ap. S. Elisabetta di Portogallo S. Antonio M. Zaccaria S. Maria Goretti XIV DOMENICA “per annum” S. Adriano S. Nicola Pichi da Sansepolcro S. Rufina Apparizione Mad. del Combarbio S. Giovanni Gualberto S. Enrico XV DOMENICA “per annum” S. Bonaventura B. V. Maria del Monte Carmelo S. Marcellina S. Federico S. Arsenio S. Apollinare XVI DOMENICA “per annum” S. Maria Maddalena S. Brigida di Svezia S. Eufrasia S. Giacomo ap. Ss. Gioacchino e Anna festa dei nonni S. Raimondo XVII DOMENICA “per annum” S. Marta S. Pietro Crisologo S. Ignazio di Loyola

Parole dialettali

Nottolo: pipistrello; anche legnetto per chiudere gli scuri delle finestre.

I biscotti delle Caselle Questa ricetta me l’ha data la Vittoria, originaria delle Caselle. Questi biscotti si davano, assieme al vinsanto, negli intervalli della battitura o in altre occasione quando, per i lavori dei campi, era necessario l’intervento di più uomini che si aiutavano l’un l’altro. Di farina se ne usa fino a che la pasta non diventa un poco soda. Deve essere infatti un po’ “durotta”, un pochino più densa del torcolo. Ingredienti: una tazza di zucchero, quattro uova, una tazza di latte, un cucchiaio di strutto (potete mettere l’olio) che si fa ammorbidire così impastandolo viene bene e un cucchiaio di ammoniaca per farli gonfiare (potete usare il cremortartaro o il lievito). Si fa come una sfoglia, come si fa con le castagnole, e poi si tagliano con la rotellina. Un centimetro suppergiù di altezza (e grandi come i Pavesini o forse un po’ più larghi), non troppo alti però che dopo gonfiano e vengon troppo alti. Si fa questa sfoglia e si tagliano. I confettini colorati noi non ci si mettevano, ma se a uno gli ci piacciono ci possono stare anche bene. Via Nova (la Via nova) Via Nova bassa (il viale) La Lunga (per quelli che abitano al piano, la strada in alternativa alla Croce, se sono anziani diremo in alternativa alla ‘Ruga’)

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Mese estivo per eccellenza. Grande stabilità e giornate piene di sole caldo mediterraneo e stabilità per i primi 15-20 giorni. Nell’ultima decade delle perturbazioni atlantiche si abbassano di latitudine e con la parte finale riescono a scalfire l’alta pressione e portare instabilità lungo il mare Adriatico e attraversi i passi appenninici, anche sulla valle del Tevere con possibili temporali. Temperature medie del mese: minima +17, massima +28

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AGOSTO 2019 Pianelle

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urante i lavori di rifacimento del manto di copertura del tetto della Propositura sono state ritrovate diverse pianelle, tegole e coppi con iscrizioni o disegni, risalenti all’epoca della sua costruzione. Numerose le pianelle con una X tracciata sopra, ma questo probabilmente era un segno per determinare le quantità di elementi realizzati. Naturalmente è sottinteso che il tutto era realizzato a mano, in appositi telai, messo ad asciugare e poi cotto nelle varie fornaci che esistevano allora nel nostro territorio. Numerosi erano anche i luoghi dove esistevano cave di terra adatta per realizzare manufatti in cotto: dai laterizi agli oggetti da cucina. Dai documenti pubblicati da Armando Babbini, e riportati anche qui, risulta che una certa quantità di pianelle provenne anche da Pistrino. Lo dice una nota di contabilità del 1723 che alla voce di una spesa, specifica: “Pianelle da Pistrino”.

Qui a destra due delle pianelle utilizzate per il tetto al momento della sua costruzione. Questa a destra porta la data del 1722, l’altra, un abbozzo del monte e della croce poi realizzati sulla facciata della Propositura.

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S. Alfonso Maria de’ Liguori Perdono di Assisi S. Aspreno XVIII DOMENICA “per annum” Madonna della neve Trasfigurazione di Gesù S. Donato (patrono diocesano) S. Domenico S. Teresa B. della Croce (Edith Stein) S. Lorenzo XIX DOMENICA “per annum” S. Giovanna de Chantal S. Ippolito S. Massimiliano M. Kolbe ASSUNZIONE B.V.M. S. Rocco S. Eusebio XX DOMENICA “per annum” S. Giovanni Eudes S. Bernardo di Chiaravalle S. Pio X papa Beata Vergine Maria Regina S. Brigida di Svezia S. Bartolomeo ap. XXI DOMENICA “per annum” S. Alessandro S. Monica S. Agostino Martirio di San Giovanni Battista S. Pietro Crisologo B. Andrea da Sansepolcro

Parole dialettali Pritusello: prezzemolo.

Polenta

e qui si parla di quella di castagne

Si fa così. Si mette l'acqua a bollire nel paiolo e, quando bolle, si butta la farina. Con il rasagnolo, o cernecchio che dir si voglia, si fa un bel buco al centro della nostra farina, a mo' di piccolo vulcano. L'acqua non deve bollire troppo forte e sovrastare la farina, ma quasi sobbollire. Se volete metterci il sale prima della farina fate pure, ma la tradizione è di metterlo in un secondo momento. E qui ci sono due scuole di pensiero. La Celeste, la Emola e la Piera mettono il sale dentro la farina; l'Anna invece il sale, quello fino, lo mette una volta tolta l'acqua in eccesso. La Carla (sempre di Tavernelle) della polenta non ne vuole sentire parlare. Quando la polenta è cotta, si toglie l'acqua che si ritiene superflua e si mette in una pentola da riadoprarsi al bisogno. Ora subentra la parte più faticosa, perché messo il paiolo ben fermo in un angolo o nell'apposito attrezzo che lo blocca, si comincia ad amalgamare, pestare e girare la nostra polenta che dovrà risultare omogenea. Ora si prende una palettina dal manico corto e, dopo averla bagnata nella nostra acqua di cottura (così non si attacca al nostro impasto), si spiana per bene e si cerca di staccarla dal bordo del paiolo. Si rimette ora al fuoco per un minuto o poco più sopra una fiamma vivace per far staccare il tutto e con decisione si rovescia sopra la spianatoia. La nostra polenta è pronta. Con un bel filo di refe se ne fanno le fette necessarie. Almeno una volta però dovete vedere uno che la sa fare Ma la polenta di castagne con che cosa si mangia? «Con quello che c'è» ha risposto la Emola. Va benissimo la ricotta, il rigatino o la salsiccia.

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Mese caldo per eccellenza, ma anche mese in cui l’instabilità dell’aria comincia ad essere molto più frequente, causata dal flusso oceanico che comincia a scalfire con determinazione l’alta pressione sul lato nord della Francia, riuscendo ad arrivare nel golfo ligure, apportando formazioni di depressioni con conseguenze anche pericolose per la caduta di temporali di grandine. Sul finire del mese l’anticiclone ritorna ad rinforzarsi e con esso anche il caldo si farà sentire. Temperature medie del mese: minima +17, massima +28

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SETTEMBRE 2019 Il tetto del presbiterio

I

lavori di rifacimento del tetto sono iniziati dalla zona del presbiterio. Qui a destra potete vedere tale zona, dove la ricollocazione del manto di copertura è pressoché terminata. Tale porzione di tetto si trova ad una quota leggermente più bassa rispetto alla navata (si può appprezzare dalla fila di tegole, in primo piano, che delimita la parte della navata, evidenziato con un rigo bianco). L’ipotesi di Babbini, in base ai documenti ritrovati, è che tale intervento costruttivo sia dovuto ai nuovi disegni (1719) dell’Ingegnere Granducale Giovanni Bettini. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

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XXII DOMENICA “per annum” S. Elpidio S. Gregorio Magno S. Rosalia S. Teresa di Calcutta S. Zaccaria B. Guido d’Arezzo XXIII DOMENICA “per annum” S. Pietro Claver S. Nicola da Tolentino Ss. Felice e Regolo SS. Nome di Maria S. Giovanni Crisostomo Esaltazione della S. Croce XXIV DOMENICA “per annum” Ss. Cornelio e Cipriano Sacre Stimmate di San Francesco S. Giuseppe da Copertino S. Gennaro Ss. Martiri coreani S. Matteo ap. ev. XXV DOMENICA “per annum” S. Pio da Pietrelcina S. Pacifico S. Cleofa S. Paolo VI papa S. Vincenzo de’ Paoli S. Venceslao XXVI DOMENICA “per annum” S. Girolamo

Parole dialettali

Sciormenti: le potature della vite.

Minestra di ricotta I semplici ingredienti per la minestra di ricotta: acqua, lardo, pasta fatta in casa tagliata a quadretti. Durante la cottura si sfa la ricotta nel brodo, con la forchetta, e la minestra è pronta. *********************** Ecco due testimonianze con ricetta (sono del 2010). Adria di Pratieghi - Io la minestra di ricotta la faccio così. Metto l’acqua salata a bollire e ci faccio cuocere i tagliolini a minestra. Sfaccio la ricotta fina fina che non faccia grumi. Niente soffritto. Solo acqua. Una volta cotta la pasta si toglie dal fuoco e ci si mette la ricotta. È buona anche con il riso. Stefania di Pratieghi - Io la faccio con i tagliolini. Cuocio i tagliolini, la lascio liquida e poi metto la ricotta sfatta bene. Io ci aggiungo anche un pochino di pepe. Per quattro persone ci vorrà un mezzo chilo di ricotta. L’equinozio d’autunno dell’anno 2019 cade il 23 del mese di Settembre alle 7h49m.

Il tempo di Fridus Meteorologicus L’estate si fa ancora sentire nella prima decade del mese. Nella seconda decade inizia un cedimento della struttura di alta che determina da lato ovest un afflusso di aria più fresca che, contrastando aria ben più calda, determina temporali a catena e sempre più intensi con provenienza da Montauto. Sul finire del mese si ha un timido tentativo dell’alta pressione di riprendere il suo posto di dominio in tutta la penisola. Temperature medie del mese: minima +14, massima +24

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OTTOBRE 2019 La navata Qui sotto veduta di una falda del grande tetto della navata con i lavori già a buon punto. Rimane da ricollocare il manto di copertura con tegole e coppi recuperati dallo smontaggio. A destra in alto, una porzione di tetto con le pianelle originali di quando fu costruita la Propositura, dopo la rimozione del manto di copertura. In basso, la sostituzione di un travetto deteriorato. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

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S. Teresa del Bambin Gesù Ss. Angeli custodi S. Dionigi Areopagita S. Francesco (patrono d’Italia) S. Faustina XXVII DOMENICA “per annum” Madonna del Rosario S. Ugo S. Dionigi S. Daniele Comboni S. Giovanni XXIII papa S. Serafino XXVIII DOMENICA “per annum” S. Callisto S. Teresa d’Avila S. Margherita M. Alacoque S. Ignazio d’Antiochia S. Luca Evangelista S. Paolo della croce XXIX DOMENICA “per annum” S. Gaspare Del Bufalo S. Giovanni Paolo II S. Giovanni da Capestrano S. Antonio Maria Claret S. Miniato S. Armando XXX DOMENICA “per annum” Ss. Simone e Giuda apostoli S. Onorato S. Marciano B. Ranieri dal Borgo

Parole dialettali

Alò: andiamo, dai! (Alò da’ retta!)

I Bringoli d’Anghièri Questo è il più tipico dei piatti anghiaresi ed è facile da preparare. I bringoli si mangiano per San Martino (abbiamo messo qui la ricetta perché a novembre c’era già il baldino), ma si preparano per la vigilia, in veglia con la mamma, che si fa aiutare dai più piccoli (anche il marito potrebbe dare una mano). Si prepara l’impasto per la pasta usando solo farina ed acqua. Una volta si metteva farina di grano tenero, il consiglio è di usare farina di grano duro, tiene di più la cottura. Preparata la pasta si fanno dei gnocchetti che si... allungano fino ad ottenere dei grossi spaghetti. È qui che arriva la collaborazione di tutta la famiglia. Per il sugo ci vuole quello finto, con l’aggiunta però del rigatino, perché a San Martino è l’occasione giusta per mangiare il primo pezzo di carne di maiale dell’anno, dopo l’estate. Se ci sono, si mangiano castagne arrosto e vino nuovo, così si va a letto già caldi. Ogni anno, quando si avvicina l’estate di San Martino, la Pro Loco organizza la Festa dei Bringoli. Con Lisciano Niccone siamo in lizza per stabilire chi ha cominciato per primo a fare questa festa. La nostra è la XXXIX. Nella foto, bringoli fatti a mano.

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Inizio con variabilità sempre più presente almeno fino ai primi dieci giorni. Nel secondo e terzo periodo del mese le perturbazioni atlantiche si abbassano di latitudine entrando con forza nel mare Ligure attraverso la porta del Rodano, dando origine a depressioni autunnali artico-marittime che sul finire della validità possono portare le prime decise diminuzioni delle temperature con possibilità di ‘incaciate’ sopra le cime più alte del nostro appennino. Da noi, questo tipo di perturbazioni causa sempre molte precipitazioni. Temperature medie del mese: minima +9, massima +14.

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NOVEMBRE 2019 Foto ricordo

È

il 31 ottobre e i lavori al tetto della Propositura sono a buon punto, ma non sono certo finiti. Come si vede dalla foto, la ricollocazione del manto di copertura sta per essere completato: è giunto ormai nei pressi della facciata. Il momento giusto per fare una foto con Fiore, Gabriele e Giuseppe (gli operai che hanno lavorato a questo importante lavoro per la parrocchia), con don Marco e con Andrea, titolare della Ditta che ha eseguito i lavori. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

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TUTTI I SANTI Commemorazione dei Defunti XXXI DOMENICA per annum S. Carlo Borromeo S. Donnino S. Felice S. Mamante S. Severo Dedicazione Basilica Lateranense XXXII DOMENICA per annum S. Martino di Tours S. Giosafat Ss. Florido e Amanzio S. Serapione S. Alberto Magno S. Margherita di Scozia XXXIII DOMENICA per annum Dedicazione Basilica S. Pietro e Paolo S. Matilde S. Benigno Presentazione della B. V. M. S. Cecilia S. Clemente I CRISTO RE DELL’UNIVERSO S. Caterina d’Alessandria S. Corrado S. Valeriano S. Giacomo della Marca S. Saturnino S. Andrea ap.

Parole dialettali Smarrino: rosmarino.

Baldino La ricetta l’abbiamo messa a novembre ma se volete una buona farina bisogna aspettare dicembre. Si mette in un recipiente adatto (una fiamminga o altro) la farina necessaria per la teglia nella quale faremo cuocere il nostro baldino. Infatti tutto è legato a come vorremo ottenere il nostro baldino. La mia preferenza, ma anche quella della Carla, è che sia abbastanza fino, un dito al massimo. Si fa 'spengere' la farina con un po' di acqua fredda, così fa anche mia moglie, anche se qualcuno la preferisce tiepida. Sconsiglio l'uso del latte forte dell'esperienza dell'Anna che dice che in quel modo viene troppo duro. Lei invece ci mette un goccino di vinsanto. Nell'impasto di solito si mette un pochino di olio (ma c'è anche chi non lo mette), le foglioline di ‘smarrino’ e un pizzico di sale: e qui occhio! Se vince il sale non è ‘bono’. Si mette un po' di olio nella teglia, si scalda un po', così l'olio si stende meglio, e si versa il nostro impasto che, vi ricordate, deve essere abbastanza liquido. A questo punto una volta si mettevano due o tre rametti di ‘smarrino’ nell’impasto della teglia: vedete voi. Il baldino sarebbe pronto da mettere in forno. Ad alcuni piace così. Potete aggiungere noci e pinoli o uvetta (che si mette prima). Una volta si usava di più le noci, perché c'erano!, ora anche i pinoli (che non sono cattivi ma prima non c'erano i soldi per comprarli). Un bel giro d'olio sopra che quando è cotto si vedono i solchi, e via in forno anche per un'oretta. Con l'esperienza imparerete il tempo giusto. E a proposito di olio la Emola dice: “Se quando se mangia non unge i diti non è bono”.

Il tempo di Fridus Meteorologicus

In questo mese, dopo il 10, si assiste a sempre più frequenti irruzioni da nord-ovest, che portano piogge ma anche le prime irruzioni fredde dai quadranti orientali: nei giorni 16-17-18 possibilità di qualche fiocco su Anghiari misto ad acqua, con neve certa sui 700 metri di altitudine tutto intorno ai nostri monti anche dalla parte aretina. Temperature medie del mese: minima +5/6, massima +12.

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DICEMBRE 2019 A che punto siamo

Q

uesta è la situazione complessiva del tetto della Propositura al momento in cui il calendario va in stampa. È stato completato il ripristino del manto di copertura ed è iniziato il restauro degli elementi lapidei: cornicioni, timpano e portale di ingresso. Poi rimane da ricollocare il manto di copertura delle cappelle (si vede dalla foto diMauro Tanfi), rifare gli intonaci delle facciate e, se continuerete ad aiutarci, come già alcuni hanno fatto, verrà portata a termine la sistemazione dell’oratorio. Se guardate bene, sulla destra, c’è il campanile; le campane però sono appoggiate sul davanzale delle finestre. Si sta infatti realizzando l’adeguamento degli ancoraggi e dei motori. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

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I DOMENICA D’AVVENTO S. Bibiana S. Francesco Saverio S. Giovanni Damasceno S. Crispina S. Nicola S. Ambrogio IMMACOLATA CONCEZIONE S. Siro MADONNA DI LORETO S. Damiano I papa B.V.M. di Guadalupe S. Lucia S. Giovanni della Croce III DOMENICA DI AVV. Gaudete S. Davide S. Floriano S. Malachia profeta S. Anastasio I papa S. Zeffirino papa S. Pietro Canisio IV DOMENICA D’AVVENTO S. Giovanni da Kety VIGILIA DI NATALE NATALE DEL SIGNORE S. Stefano protomartire S. Giovanni ev. Ss. Innocenti SANTA FAMIGLIA S. Felice S. Silvestro I

Parole dialettali

Taccione: a occhio (fa un taccione=un conto sommario).

Il pan cristiano La ricetta mi è stata riferita da Angiolo Pari. La mettiamo volentieri anche se quella di friggere il pane è un’usanza di molte donne, in particolare per utilizzare l’uovo sbattuto quando avanza dopo una frittura (mdp). “Il pan cristiano te dico come fano a fallo. Prendono il pane, se possibile fresco, lo fanno a fette, poi sbattono delle uova. Mettono queste fette nell'uovo con un pochino di sale, poi le friggono; il pan cristiano è belle e fatto.” La nonna Teresa specifica: prima di passarlo nell’uovo, il pane io lo bagno col latte. 15 dicembre inizia la Novena di Natale

Ad Anghiari inizierà lunedì 16 alle ore 18, in Propositura Sabato 21 dicembre: Solstizio d’inverno

Il tempo di Fridus Meteorologicus

Con dicembre inizia l’inverno meteorologico, con la prima vera irruzione invernale di aria gelida e concrete sono le probabilità di vedere cadere i primi veri fiocchi su Anghiari e dintorni. Avremo giornate con termometro, al mattino, frequentemente sotto lo zero termico. Verso la metà del mese la direzione dei venti è occidentale con piogge diffuse e prime nebbie consistenti. Il periodo natalizio vede alta pressione con nebbie e temperature nella media del periodo senza acuti di freddo. Verso il finire di dicembre l’alta pressione si sposta verso nord ed è il preludio a nuove discese di aria gelida dal nord. Giorni favorevoli a neve su Anghiari: dal 2 al 6 dicembre e dal 29 al 31. Temperature medie del mese: minima +1, massima +4

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LA PROPOSITURA E IL SUO TETTO con qualche curiosità

Il nostro caro, vecchio Anghiari* di Loris Babbini

Ricordi ultracinquantenni: Anno 1936, chiesa Propositurale di S. Maria delle Grazie: precarie condizioni di stabilità dell’edificio – Ordinanza del Podestà di immediata chiusura al pubblico – Riapertura anno 1938 Testo dell’ordinanza, qui a lato, che si trascrive per riassunto: Vista la relazione del Tecnico Comunale; Sentita che è seriamente compromessa la condizione statica delle impalcature e che pertanto è messa a repentaglio la sicurezza pubblica; Si ordina l’immediata chiusura al pubblico della Chiesa Propositurale di Anghiari. Cav. Manfredo Giannini – Podestà Notificata copia dell’ordinanza al Proposto M. R. Don Nilo Conti il 6 febbraio 1936. Per meglio conoscere le reali condizioni dell’edificio che condussero alla sua immediata chiusura al pubblico con l’ordinanza sopra descritta, si dà spazio alla lettera datata 25 febbraio 1936, redatta in proposito dal Direttore dell’Ufficio Tecnico Comunale locale e diretta al Podestà di Anghiari. Eccone il testo: ...Premetto anzitutto che ebbi ad occuparmi altra volta della copertura della Chiesa del Fosso e non mancai di riferire al Sig. Podestà, dal quale allora ebbi speciale incarico, che i tetti medesimi si trovavano anche in quel momento in stato ben poco rassicurante nei riguardi della loro stabilità e ne rimettevo anche un preventivo di spesa di L. 5.000 per l’esecuzione immediata di quei lavori che potevano e dovevano ritenersi di massima urgenza. Oggi i tetti medesimi si trovano molto più deteriorati ed in seguito a mia nuova visita dovetti assolutamente consigliare l’immediata chiusura della chiesa medesima. Motivi: la copertura trovavasi come trovasi in stato di trascurata manutenzione, mentre alcune armature sono assolutamente deficienti nelle loro dimensioni e costruite, in genere, con materiali di pessima qualità. Conseguenze: sono i crolli già succeduti, uno dietro l’altro in questi ultimi tempi aggravando il pericolo e facendo temere altri crolli successivi. Si deve unicamente al valido sostegno della

volta sottostante che ricopre la Chiesa, se fino ad oggi non ancora si sono verificati inconvenienti veramente seri; ma detta volta non può continuare ad essere sottoposta ad una funzione che non le spetta e che non potrebbe certamente a lungo sostenere. Anche i legnami che sostengono le gronde sono talmente deteriorati da far prevedere a non lunga scadenza degli inevitabili crolli, i quali anche esternamente alla chiesa, potrebbero causare danni non lievi alle persone ed alle cose. Anche i cavalli che sostengono il tetto mancano tutti delle necessarie e sufficienti prese, nonché dei relativi collegamenti, quindi non presentano essi pure alcun elemento positivo di stabilità. Si desume facilmente che il complessivo stato di cose, in tutta la sua gravità, consiglia oggi di dare, senza indugio, un razionale e completo assetto al tetto della Chiesa della Propositura: in mancanza del quale si dovrebbe vivere ancora sotto l’incubo del pericolo generale ed imminente, il quale, da un momento all’altro, potrebbe anche mutarsi in assoluta e disastrosa catastrofe. Trascorsero oltre due anni ed a lavori ultimati, la bella ed insigne Chiesa Propositurale della Madonna del Fosso, venne riaperta alla devota religiosità della popolazione anghiarese chiamatavi dal gentile invito-programma nella giornata del 10 luglio 1938, inviato dall’indimenticabile Mons. Don Nilo Conti, attivissimo e stimato Proposto di Anghiari.

Qui a destra l’invito programma per la riapertura della Propositura il 10 luglio 1938.

*L’articolo di Loris Babbini è tratto dal num. 5/1992 de l’Oratorio.


LA PROPOSITURA E IL SUO TETTO con qualche curiosità

La Propositura prima dei lavori La sostituzione di un travetto

Lavori nella falda sud del tetto

GENNAIO

FEBBRAIO

MARZO

La Propositura, foto fine’800

La Propositura: dis. G. Babbini

Foto d’epoca con la Propositura

APRILE

MAGGIO

GIUGNO

Veduta dal Campo della Fiera

Propositura: le capriate

La facciata: dis. L. Babbini

LUGLIO

AGOSTO

SETTEMBRE

Propositura: interno fine’800

Le pianelle

Il presbiterio con la nuova copertura

OTTOBRE

NOVEMBRE

DICEMBRE

La falda sud quasi terminata

Foto ricordo

A che punto siamo


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