PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI APRILE - MAGGIO 2019
N. 2
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue
Il tetto della Propositura
In copertina - Personaggi anghiaresi
Paolo Tofanelli
P
aoloTofanelli è nato ad Anghiari, precisamente al cosidetto “Topo”, il 27 giugno del 1946 da Leonello (detto Nello) e da Veneranda Senesi (detta Lala); è morto il 15 febbraio 2012: non aveva ancora 66 anni. Curioso di natura ha fatto molte ricerche nei più svariati campi. Come attività lavorativa lo ricordiamo di quando è stato guardia notturna durante la costruzione della Diga di Montedoglio, un lavoro difficile perché doveva essere quasi sempre presente, ma che a lui piaceva. Poi ha lavorato come portiere presso l’Ospedale di Zona a Sansepolcro. Aveva scelto di fare i turni di notte perché gli permettevano di continuare i suoi studi leggendo e studiando. Paolo era un autodidatta. Aveva intrapreso gli studi di medicina, ma li lasciò quando mancavano pochi esami per finire. Non si è mai laureato, ma ha continuato sempre a studiare argomenti che erano per lui interessanti. Soprattutto negli ultimi anni si vedeva con un gruppo di amici con i quali le discussioni (specialmente quelle notturne che duravano anche fino all’alba!) spaziavano nei più svariati campi: soprattutto storie e racconti tramandati e ai quali ognuno aggiungeva il proprio contributo. Col Mazzi, il Valbonetti e il Camaiti avevano aperto un Centro Studi, presso la canonica di Santo Stefano, e si erano dedicati soprattutto alla ricerca del materiale litico proveniente da Sorci piuttosto che da Volterena o da “In cima ai Monti”. C’è stata poi una grandissima amicizia con Roberto Manescalchi, conosciuto nei viaggi in treno quando si recava all’Università a Firenze e prima a Perugia. Questa amicizia si è poi sviluppata nello studio dell’arte, in particolare di Piero della Francesca. Insieme hanno pubblicato delle ricerche assolutamente originali, in particolare quelle riguardanti la Madonna del Parto di Piero della Francesca (il contributo di Paolo nel numero 3 della rivista “Pagine Nuove” riguarda proprio la “Madonna del Parto”). Alle pagg. 29 e 30 il ricordo di due suoi amici.
Dopo il nostro appello e la lettera allegata al numero 6/2018 dell’Oratorio, sono stati molti coloro che ci hanno fatto pervenire il loro contributo. Si aggiungono così a quelli pubblicati nei numeri precedenti. Ai primi di marzo la facciata (come raffigurato nella foto) è già terminata e sono state tolte tutte le impalcature. Mentre andiamo in stampa si stanno ripristinando i muretti laterali all’edificio ed è in fase di completamento la tinteggiatura anche dell’oratorio. Offerte per il tetto della Propositura e l’oratorio; terzo elenco: Piomboni Orlando e Franca; Donati Franco; Matteucci Nidia; Magri Nella; Rossetti Andreina; Nosi Tarcisio; Offerta anonima; Masi Eugenio; Zanchi Mario; Poderini Fidelfo; Cristini Gianrico; Associazione Nazionale Forestali; Fastacchini Vally; Bartolomei Corsi Pietro; Andreini Rita; Pernici Marcella; Guantificio Altotiberino S.n.c; Marzi Milva; Senesi Roberto Senauto; A.S. Moto Club Adventure; Coleschi Luisella, Bimbo Emporio; Stanghellini Fanni; Ruggeri don Arialdo; Magrini Gina; Acconciature Emozioni; Guadagni Rossella; Giorni Diodati Gemma; Rossi Fabio; Marzi Nevio; Zanchi Moreno; Banelli Piero; Leonardi Loris; Bonarini Graziella; Marsupini Luciana; Giabbanelli Pietro; Rossi Giampietro; Leonardi Grazia; Meazzini Paolo; Comanducci Francesco; Magrini Alessandro; Leonardi Ivano; Salvarat S. r. l.; Stanghellini Marco; Centro di Aggregazione Sociale; Farmacia Ortalli Anghiari; Cangi Palma; Rossi Andrea; Monini Luigi; Acquisti Pierangelo; Pernici Mirco; Zanchi Primo; Ricceri Beppe e Mirella.
Nella foto di copertina Paolo al tavolo a lui riservato dal ristorante la “Nena” con tanto di leggio per leggere ma anche per studiare negli intervalli dei pasti.
2
l'editoriale di enzo papi
L’annuncio
L
Don Marco è stato nominato Vescovo
’annuncio è stato fatto, in contemporanea, alle dodici del 15 febbraio scorso, dalla Sala Stampa vaticana, dal cardinal Bassetti presso il vescovado di Perugia e dall’Arcivescovo di Arezzo, mons. Fontana, presso la Cappella della Madonna del Conforto, davanti ad un popolo numeroso. Quest’ultimo annuncio è avvenuto alla presenza di gran parte del clero della diocesi, di fronte a S. E. il cardinal Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, tutti intervenuti per la solenne celebrazione della festa della Madonna del Conforto; festa molto cara e partecipata dal popolo aretino. Ecco l’annuncio: don Marco Salvi, parroco di Anghiari, è stato scelto come vescovo titolare di Termini Imerese e ausiliare della Diocesi di Perugia-Città della Pieve. Nel pezzo abbiamo sospeso di proposito il contenuto dell’annuncio, facendolo precedere dal lungo passaggio tecnico delle modalità dell’evento, per far ripetere al lettore che ormai sa –almeno come barlume molto debole, ma barlume– la sospensione e la sorpresa che quel 15 febbraio, presso la Madonna del Conforto, ha colto tutti i presenti; e lo stupore che poi ha colto –la notizia si è diffusa subito– tutti gli Anghiaresi, che non sapevano, quando tutte le campane, compresa quella del Comune, si sono messe a suonare a festa e in modo inaspettato. Perché? Cos’è successo? Tutti fra mezzogiorno e mezzogiorno e mezzo si sono fatti questa domanda.
Q
uesto numero de L’Oratorio era già programmato e in discreto stato di avanzamento quando la notizia ha raggiunto anche noi. Che fare? Andare avanti, ovviamente: Ma si deve dare al fatto il giusto risalto, cosa che i tempi di edizione più non permettono: dobbiamo chiudere in tipografia a fine mese! Ci siamo posti, con Mario, due ipotesi: o si posticipa l’uscita del numero in preparazione perdendo però l’emozione della bellezza e della grandezza dell’evento (cosa sempre spiacevole per un giornale che si rispetti!), o si dà in breve la notizia, questa, notizia che cerchi di fissare l’immediato, cioè l’emozione del momento per poi buttarsi ad organizzare un numero straordinario, uno ‘speciale don Marco Salvi’ più riflessivo e sostanzioso. Si è optato per lo speciale, dunque; che vedremo di far uscire per i giorni della consacrazione che avverrà il 31 marzo presso la cattedrale di Arezzo.
D
i sorpresa e basta non si può vivere; è bene allora che non solo noi, ma tutti ci chiediamo almeno il perché di un fatto così straordinario! Ecco: perché? Perché una cosa così grande è toccata proprio a noi? Perché un dono così sorprendente ed inatteso è stato recapitato in un posto come Anghiari e a un prete normale come don Marco? Noi, come redattori, stiamo riorganizzandoci mentalmente e stiamo facendo sedimentare le nostra impressioni –e anche il nostro sconcerto, in parte, perché un pezzo di noi andrà via– in idee, in formulazioni all’altezza della situazione. Cercheremo così di organizzare un numero che tenterà di capire l’umanità e la pastorale che da tale umanità sono discese da don Marco, prima a Tavernelle –dove è stato parroco in origine– e poi in tutta Anghiari, di cui Tavernelle è una frazione a prevalente vocazione agricola. Il progetto è questo allora e siamo già al lavoro; e mentre facciamo la nostra parte siamo in attesa dei vostri contributi. Mario Del Pia è già… in giro; a chiedere riflessioni… all’altezza della situazione!
Venerdì 15 febbraio 2019, dopo l’annuncio, giunto dalla Santa Sede, della nomina di don Marco Salvi a Vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, tutte le campane di Anghiari e delle frazioni hanno suonato a festa. A principiare da quella grossa della Badia, seguita da tutte le altre e dal “Campano” comunale.
L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno LII - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.
Redazione:donmarcosalvienzopapiteresabartolomeimariodelpiailarialorenzinielisadelpiantagabrielemazzimassimoredentimichelefoni.
3
CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini
e quando morì, ma sembra che il suo corpo sia stato venerato ad Alessandria d’Egitto. Nell’anno 815 d. C. il suo corpo fu trafugato da alcuni mercanti veneziani e portato a Venezia di cui divenne patrono. L’emblema di Marco è il leone, che divenne successivamente il simbolo della città lagunare. 28 aprile domenica: Domenica II di Pasqua. S. Messe secondo l’orario festivo. 29 aprile lunedì: S. Caterina da Siena, Vergine e Dottore della Chiesa.
Mese di aprile 2019 2 aprile martedì: Primo Martedì del Mese. Nella chiesa di Propositura alle ore 17:00 “Ora di Guardia con recita del Santo Rosario”. 4 aprile giovedì: Primo Giovedì del Mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 5 aprile venerdì: Primo Venerdì del Mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20:15 circa, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21:00, Santa Messa e adorazione della Madonna. 7 aprile domenica: Domenica V di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo. 14 aprile domenica: Domenica delle Palme. Inizio della Settimana Santa. Alle ore 9:00 S. Messa nella Chiesa di Badia. Alle ore 10:30 circa, inizio della S. Messa solenne con benedizione delle “palme” nella piazzetta della Badia. A seguire, processione dei fedeli fino alla Propositura dove continua la liturgia della Messa. Alle ore 18:00 S. Messa nella Chiesa della Croce. 15 aprile lunedì. Lunedì Santo. Alle ore 21:00 in Propositura “liturgia penitenziale” e sacramento della Confessione in preparazione alla Pasqua. 18 aprile giovedì. Giovedì Santo. Ultima Cena di Gesù. A Tavernelle alle ore 17:00, in Propositura alle ore 18:30 e a Micciano alle ore 19:00, S. Messa in “Coena Domini” e Lavanda dei piedi. La Chiesa celebra la istituzione della SS. Eucarestia. Alle ore 21:00 in Propositura ad Anghiari, nella Chiesa di Tavernelle e nella Pieve di Micciano “Ora di Meditazione”.
Mese di maggio 2019 Mese dedicato alla Madonna: nei giorni feriali, con inizio da sabato 4 maggio, alle ore 21:00, in Propositura e nella Chiesa di Tavernelle, recita del S. Rosario con breve riflessione. 1 maggio mercoledì: S. Giuseppe artigiano. 2 maggio giovedì: Primo Giovedì del Mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 3 maggio venerdì: S. Filippo e S. Giacomo il Minore Apostoli. In Anghiari festa del Santissimo Crocifisso. S. Messa nella Chiesa di Badia alle ore 9:00 e alle ore 11:00. Alle ore 16:00 in Propositura S. Messa solenne durante la quale il Vescovo amministrerà il sacramento della Cresima ai nostri giovani. Seguirà la processione per le strade del paese fino alla Badia. 5 maggio domenica: Domenica III di Pasqua. S. Messe secondo l’orario festivo. 7 maggio martedì: Primo Martedì del Mese. In Propositura alle ore 17:00 “Ora di Guardia” con recita del S. Rosario. 10 maggio venerdì: Primo Venerdì del Mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20:15 circa, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. 12 maggio domenica: Domenica IV di Pasqua. S. Messe secondo l’orario festivo. 13 maggio lunedì: Beata Vergine Maria di Fatima. 14 maggio martedì: S. Mattia Apostolo. Gli Apostoli lo elessero al posto di Giuda. 19 maggio domenica: Domenica V di Pasqua. S. Messe secondo l’orario festivo. 22 maggio mercoledì: S. Rita da Cascia. Festa presso la cappella delle Suore della Ripa con S. Messa alle ore 21:00. La festa sarà preceduta da un triduo serale di preghiera. 26 maggio domenica: Domenica VI di Pasqua. S. Messe secondo l’orario festivo. 31 maggio venerdì: Visitazione della B. V. Maria alla cugina Elisabetta. Alle ore 21:00 conclusione del mese mariano con la processione dalla Propositura a Sant’Agostino recitando il S. Rosario.
Inizio del Triduo pasquale 19 aprile venerdì: Venerdì Santo. Celebrazione della Passione e Morte di Gesù. Alle ore 11:30 dalla Chiesa di Sant’Agostino processione verso la Propositura per portare il simulacro di Gesù Morto. Un invito particolare ai giovani e ai bambini ad essere presenti a questa celebrazione. Alle ore 15:00 a Tavernelle e a Micciano, commemorazione della morte di Gesù e adorazione della Croce. Alle ore 19:00 in Propositura, solenne liturgia “in Passione Domini”. Al termine, tradizionale processione lungo le strade del paese. In questo giorno celebriamo e meditiamo la Passione di Nostro Signore Gesù che culmina con la sua morte. 20 aprile sabato. Sabato Santo. Gesù nel sepolcro, giorno aliturgico, giornata di silenzio e di riflessione. Inizio della Veglia Pasquale “in Resurrectione Domini”, con la S. Messa alle ore 22:00 a San Lorenzo, alle ore 23:00 in Propositura e a Micciano. Veglia e S. Messa. 21 aprile domenica. Pasqua di Risurrezione. S. Messe secondo l’orario festivo. 22 aprile lunedì. Lunedì dell’Angelo. Pasquetta. A Toppole alle ore 10:00 S. Messa. A S. Stefano S. Messa alle ore 11:00, seguirà la processione fino alla Maestà della Battaglia. 25 aprile giovedì: S. Marco Evangelista. S. Messa alle ore 9:30 nella cappella di S. Marco presso la Misericordia. Saranno benedette le foglie di giglio da mettere sulle croci nei campi. Alle ore 18:00, S. Messa in Propositura. S. Marco era cugino dell’Apostolo Barnaba, fu discepolo di Pietro di cui riportò la predicazione nella stesura del suo Vangelo. Non sappiamo dove
4
S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI
Estate in parrocchia
Ore 8:00
Ore 9:00
-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano
“ “ -CATIGLIANO: ogni 15 giorni Ore 10:00 -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine “ -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta “ -S. LEO: Chiesa di San Leone Ore 11:00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -PIEVE DI SOVARA: S. Maria Annunziata “ -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. Ore 16 (estivo 17) -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. Ore 18:00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce
Durante i mesi estivi la parrocchia organizzerà i campeggi per le medie e i periodi del GREST. Gli avvisi verranno fatti conoscere per tempo. Informazioni in parrocchia. Nella foto il gruppo GREST del 2014.
... E DI MONTERCHI
Mese Mariano
Ore 8:45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10:00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11:00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 11:15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17:00 (18:00 estivo) -Chiesa di San Simeone a Monterchi Prima domenica del mese a Scandolaia ore 15:00 (ore 16:00 estivo) Ultima domenica del mese: Chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16:00 (ore 17:00 estivo).
MESSE PREFESTIVE: Ore 16:00 - (ore 17:00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17:00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 16:30 - (ore 17:30 estivo) S. Maria della Pace, Le Ville Ore 18:00 - Propositura di Anghiari
Primo Venerdì del mese In Propositura, alle ore 18:00, S. Messa. Venerdì 31 maggio si conclude il mese mariano. Alle ore 21:00 ci ritroviamo in Propositura per raggiungere processionalmente la Chiesa di Sant’Agostino per la recita del S. Rosario davanti all’immagine della Madonna del Buon Consiglio.
A Micciano, alle ore 20:15, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Al Santuario del Carmine, alle ore 21:00, recita del Rosario e S. Messa con meditazione. 5
IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo
* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.
Cinquant’anni ad Anghiari
Auguri Davide
L
a fredda mattina del 2 marzo del 1969, piazza Baldaccio era deserta; un leggero velo di neve gelata la ricopriva, riverberando luccichii qua e là coi primi raggi di sole. Ero appena arrivato per la prima volta ad Anghiari proveniente da Buonconvento. Sceso dalla Cinquecento, rischiai di scivolare per terra, mentre m’avvicinavo ad un vigile urbano -il quale sostava solitario davanti al monumento di Garibaldi- per chiedergli dov’era l’Ufficio del Dazio. La guardia, invece di rispondere alla mia domanda mi chiese: «Ma lei è il nuovo direttore?» Mi diede la mano e ci scambiammo i reciproci saluti di conoscenza. Il vigile era Alfredo Tanfi. Gentilmente m’invitò a prendere un caffè al bar di fronte. Quei momenti, quelle prime visioni, non l’ho più dimenticate, m’hanno accompagnato nei cinquant’anni di vita adAnghiari. Buonconvento, piccolo paese posto sulla strada Francigena a 26 chilometri da Siena, sorge in pianura, dove il fiume Arbia confluisce sull’Ombrone: cittadina di grande civiltà e di storia millenaria. Con la famiglia ci avevo abitato per 5 anni e vi avevo allacciato tanti vincoli d’amicizia. Per tutto questo, il trasferimento ad Anghiari mi aveva procurato non poco dispiacere. Confesso che non fu facile ambientarmi, ma piano piano e specie dopo che nel mese di Maggio arrivò tutta la famiglia, le cose migliorarono. Frequentavo il bar di piazza Baldaccio allora gestito da Domenico Zanchi, uomo di grande bontà e esperienza, il quale fu prodigo di buoni consigli che mi aiutarono a conoscere Anghiari. Non avrei mai immaginato, a quel tempo, che un giorno avrei avuto l’onore di ricoprire per molti anni l’incarico di primo cittadino. Il tempo è passato fugace e come in una favola bella, oggi mi ritrovo ultraottantenne a ripensare la vita passata, attorniato da una bella famiglia di nipoti e pronipoti, e dall’amicizia di tanti cittadini. Spesso nei sogni, e nei ricordi, m’appaiono confusi e annebbiati visioni di luoghi, Chiusi, dalle origini etrusche e ricca d’antiche leggende: sotto Montevenere, la chioccia con mille uova d’oro; il Lucumone Re Porsenna, sepolto nei meandri dell’antica città, o quelle genti contadine, dalle radici salde e laboriose della Fattoria Granducale di Dolciano, dove io sono nato. Ho voluto ricordare i cinquant’anni passati, soprattutto per dire grazie ad Anghiari, per tutto quello che ho imparato dalla tua antica e civilissima storia, per la bella esperienza acquisita, per la bontà dei tuoi cittadini, per la vivacità delle tue tradizioni e, per aver goduto d’un paese e d’un paesaggio tra i più belli della Toscana. Anghiari, marzo 2019. Franco Talozzi. Nella foto in alto Franco al Campo Sportivo delle Bucacce.
G
iovedì 29 novembre 2018 Davide Montagnoli si è laureato in Strumenti a Percussione presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Rinaldo Franci”, il Conservatorio di Siena. Ha ottenuto la bella votazione di 110 e lode. Dopo i festeggiamenti dei familiari e del nonno Sergio che ha fatto da tramite per fornirci la notizia, anche la Redazione manda i propri auguri a Davide, lieti che un altro anghiarese si sia laureato nell’ambito musicale, in modo che Anghiari porti avanti e con onore le belle tradizioni della Filarmonica Pietro Mascagni.
L’ambone della Croce
S
abato 16 marzo è stato collocato nella chiesa della Croce il nuovo ambone realizzato dall’artigiano Andrea Piomboni. Dati i tempi non possiamo aggiungere altro ma nel prossimo numero vi faremo conoscere tutti i dettagli.
L’ambone in lavorazione nella bottega dell’artigiano.
Sono giunte le offerte per il rifacimento del tetto della Propositura da Andreina Rosetti in memoria di don Vittorio e da Graziella Bonarini in memoria del babbo Francesco e della mamma Elda.
6
...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores
Auguri Benedetta
Notizie da qui
ma anche da un po’ più in là
Nessun superstite - 157 morti tra cui otto italiani: è il terribile bilancio del tragico incidente aereo avvenuto in Etiopia domenica 10 marzo. Fra le vittime il dott Carlo Spini e la moglie Gabriella Vigiani di Sansepolcro, impegnati nelle missioni umanitarie. 23 febbraio 2019 - Dalla nostra corrispondente Livia del Ponte: Sopra Spilino, verso la Casa del Guardia, si sono incendiati (speriamo non per dolo) alcuni castagni. In attesa dei Vigili del Fuoco, sono intervenuti prontamente ‘quelli’ del Ponte che erano intenti a preparare il carro per il Carnevale: i Chiasserini, il mio fratello, Loriano, Marco Fontana, Marco Gigli e il mio nipote.
I
l giorno 26 Febbraio 2019 Benedetta Camaiani si è laureata presso l’Università degli Studi di Firenze, Scuola di Scienze Matematiche e Fisiche, laurea triennale in Fisica e Astrofisica. Ha discusso la tesi dal titolo: “Studio degli algoritmi di b-tagging per il canale H->WW con il rivelatore CMS ad LHC.” Relatore è stato il Prof. Vitaliano Ciulli ottenendo la valutazione di 110/110. Con immensa gioia la famiglia e gli amici hanno festeggiato la cara Benedetta ritagliando un pomeriggio dalle proprie attività lavorative o universitarie per poter essere con lei in una giornata così importante. Il tutto è culminato con una cena con i parenti e una festa con gli amici dove si è mangiato, bevuto e festeggiato! E noi della Redazione mandiamo volentieri i nostri auguri per il Borgo della Croce destinati a Benedetta.
Il calabrone
io la penso così
Sport
M
arco Giazzi, tecnico di una squadra giovanile di basket bresciana, ha ritirato la squadra dando così una dura lezione agli adulti presenti sugli spalti che stavano insultando pesantemente l’arbitro: “Né a me né ai miei ragazzi importa vincere, ma fare ciò che ci piace nel clima più sereno possibile. Non hanno perso i ragazzi in campo, ma il basket, lo sport”. Il direttore di gara (l’arbitro) è del 2005, come i ragazzi che stava dirigendo. È questo lo sport che ci piace: quello di Marco!
Controllate che il vostro indirizzo sia esatto Così non verrà dispersa nessuna copia
Scherzi
D
al 1° aprile 2019 la ASL ha abolito il ticket di 10 euro sulla diagnostica per immagine. Sarà vero!!!
Le vostre offerte le potete far pervenire anche con bonifico. UbiBanca: IT90 F031 1171 3100 0000 0003 389. Banca di Anghiari e Stia: IT82 Y083 4571 3100 0000 0005 053 Le potete poi consegnare in parrocchia o ai collaboratori. Potete darle anche alla Élida, nella merceria in cima a Piazzetta delle Legne. Grazie! 7
LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE
di don Quinto Giorgini
Cappella del Palazzo Pretorio di Anghiari
N
Cassero – Conventone attraverso questo Palazzo Pretorio arrivava alla vetusta Badia camaldolese dedicata a S. Bartolomeo Apostolo, fondata nel 1104 per volontà testamentaria di Bernardino Sidonia. Secondo una tradizione fatta propria dallo storico Taglieschi, la prima chiesa di Anghiari sarebbe stata costruita nel VI secolo in onore del Papa S. Giovanni I, certamente di origine toscana e probabilmente di Anghiari, da suo fratello Rolando. Papa Giovanni I fu eletto il 13 agosto del 523. Inviato dal re ostrogoto Teodorico all’imperatore d’Oriente Giustino I per ottenere la revoca delle misure contro l’arianesimo, a causa del parziale insuccesso della sua ambasceria, al ritorno fu gettato in carcere a Ravenna, ove morì il 18 maggio del 526. Attualmente questa cappella del Palazzo Pretorio presenta un bellissimo ingresso, con stipiti di antica pietra e sul centro del frontale una croce in rilievo scolpita e circondata da un simbolo ornamentale, con la scritta DOMUS ORATIONIS. Ai lati ci sono due stemmi nobiliari e sulla parete in alto sono murati altri stemmi, nonché due epigrafi in pietra con sotto la data 1570. L’interno della cappella presenta una superficie di circa 20 mq, sul presbiterio c’è un altare in pietra privo di quella sacra. Due finestrelle sulla parete destra la illuminano, il pavimento è in cotto e il soffitto è sostenuto da tre travi e travicelli che sostengono mattoncini in cotto. A destra dell’ingresso c’è una piccola acquasantiera in pietra. Passiamo ora a descrivere gli affreschi sulle pareti laterali, realizzati tra il 1491 e il 1493, per commissione dei Vicari di allora. L’affresco sulla parete centrale raffigura S. Pietro Martire, frate domenicano, nato a Verona nel 1203, morto martire nel
el centro storico di Anghiari, non ci sono soltanto numerose chiese e cappelle di carattere storico e artistico che sono state oggetto delle nostre ricerche, ma anche altri antichissimi edifici, come il Cassero, Palazzo Pretorio, Palazzo Taglieschi, Palazzo Marzocco, Palazzo Corsi, ecc… Tra questi il vetusto Palazzo Pretorio, sede nei secoli passati dei Vicari fiorentini e oggi sede del Comune, riveste un particolare interesse non solo storico e civile ma anche religioso, per la presenza nel piano terreno di una medievale cappella ove sono visibili resti di affreschi quattrocenteschi che presenteremo ai nostri lettori. Da alcuni dati storici, confermati anche da scavi, risulta che la struttura di questo palazzo attraverso i secoli ha subito trasformazioni, ristrutturazioni, rimaneggiamenti vari, fino a quelli più recenti effettuati nel 2013-15. Lo spazio antistante, ora diventato piazza, fino agli inizi del secolo scorso era chiuso da un muro, che ne costituiva un cortile, in cui vi era un pozzo comunicante con una sottostante cisterna messa in luce dai restauri del 1972. La facciata presenta sopra la porta centrale un finestrone ovale e dalle parti altre finestre a forma rettangolare: due in basso e sei in alto. Sull’intera vasta facciata si possono ammirare numerosi stemmi dei vicari che si alternavano ogni semestre e in basso sul lato destro c’è un grande affresco del XVI secolo, con sei figure molto deteriorate. Nell’interno, il piano terra ospitava le antiche prigioni, in cui fu rinchiusa anche una donna di origine monterchiese per un grave delitto di cui non ricordo i particolari né il nome di colui che mi raccontò questo fatto nella mia prima visita a questo palazzo, quando insegnavo religione nel vicino istituto. Sempre nel vasto spazio del piano terra si trova un affresco della fine del XVI secolo, rappresentante la Giustizia, presentatomi dall’assessore al sociale, sig.ra Angela Cimbolini. Sempre all’interno, attraverso scavi, è stata ritrovata una cella vinaria di età romana, che testimonia la presenza di un insediamento sulla sommità della collina, come mi ha indicato l’ing. Enrico Montini. Nella visita a questa sede comunale, ho avuto l’occasione di salutare anche un mio ex-parrocchiano di Padonchia, l’arch. Gerardo Guadagni, qui impiegato. Ora passiamo a visitare sul lato destro del pianterreno la storica cappella di origine medievale, restaurata nel 1990 dalla FIDAPA dell’Alta Valle del Tevere, con la collaborazione dell’amministrazione comunale anghiarese. Questa cappella risale almeno al XV secolo, ma il primo edificio sacro cristiano, la prima Badia e i primi conventi furono costruiti su questo perimetro del primo e originario nucleo del castrum anglaris, che dal
Foto in alto. La porta di ingresso della Cappella del Palazzo Pretorio e, sotto, l’altare con S. Pietro e S. Carlo Borromeo.
8
Le nostre chiese... 1252 come simboleggia il pugnale pitturato sopra il capo. L’altro raffigura S. Carlo Borromeo, vissuto tra il 1538 e il 1584. Quest’affresco fu certamente dipinto non prima del secondo decennio del XVII secolo, infatti S. Carlo fu canonizzato nel 1610 e quindi solo dopo quest’ultima data la sua immagine poteva essere esposta alla pubblica venerazione. Probabilmente sotto vi era un altro dipinto più antico. Questo altare e questo affresco, secondo quanto si legge in una lapide apposta nella corrispettiva facciata esterna, sono stati restaurati “al tempo di Francesco di Gio-Carnesecchi, Vicario nell’anno 1633-1634”. Quindi probabilmente l’affresco di S. Carlo Borromeo fu dipinto in quest’occasione. Nella parete di destra, vicino all’altare, c’è la figura di S. Francesco stigmatizzato nello scenario suggestivo della Verna e alla base della pittura è visibile lo stemma e il nome del committente Nerozzo di Piero del Nero, Vicario 1491. Segue nella stessa parete il martirio di S. Sebastiano, trafitto ripetutamente da due arcieri e inoltre c’è una terza figura ricurva su di una balestra poggiata a terra e in alto l’immagine di un angelo che assiste il martire legato a un albero. Il committente è Guglielmo Altoviti, Vicario nel 1493. Nella parte sinistra, vicino all’altare, abbiamo l’affresco dell’Annunciazione, dove la Vergine è assorta nella lettura del Libro delle Sacre Scritture, mentre l’Angelo inginocchiato di fronte tiene in mano un bianco giglio. In alto si intravvede una colomba, simbolo dello Spirito Santo. L’ambiente raffigura un portico con due colonne che dividono lo spazio tra la Madonna e l’Angelo. Nel centro in basso c’è lo stemma del committente che è lo stesso Nerozzo di Piero del Nero. Segue nella stessa parete la scena dell’Apparizione di Cristo Risorto a Maria Maddalena, con due angeli che pronunciano le parole descritte nel capitolo 20, versetti 11-16 del Vangelo di S. Giovanni. Sotto si legge il nome del committente Giorgio di Nicola d’Antonio Ridolfi, 1491. Nell’ultimo ritaglio di questa parete e sopra la porta d’ingresso c’è l’affresco della Natività: la Madonna seduta tra due angeli che tiene nelle ginocchia il Bambino Gesù con la mano benedicente, i Magi profondamente prostrati in adorazione che portano i doni, in alto due pastori, di cui
uno con uno strumento musicale in bocca, i quali vegliano il gregge; a lato, presso la mangiatoia, c’è San Giuseppe con il bastone in mano, vicino al bue e l’asinello. È un vero presepe. Il committente è Altoviti Guglielmo, 1493. I pittori di questi numerosi e interessanti dipinti, purtroppo deteriorati o malamente restaurati, restano ignoti. Lo studioso Gino Ceppodomo, in un lungo articolo pubblicato in questo periodico nel 1992, ipotizza Antonio di Anghiari come autore dell’affresco di S. Francesco stigmatizzato nello scenario della Verna e per gli altri alcuni pittori locali, senza escludere alcuni discepoli e aiutanti di Piero della Francesca o di quelli di Leonardo da Vinci che sostò ad Anghiari proprio in quel periodo per visitare il luogo della famosa Battaglia. In questa pagina due affreschi presenti nella Cappella del Palazzo Pretorio. In alto, l’Annunciazione e, sotto, la Natività.
Don Marco Vescovo!
A
ppresa lo scorso 15 febbraio l’inaspettata e gioiosa notizia dell’elezione di don Marco alla dignità di Vescovo titolare di Termini Imerese e Ausiliare del card. Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia e presidente della CEI, tutto il popolo cristiano del nostro Vicariato di Anghiari– Monterchi, parroci, sacerdoti, diaconi, suore, catechisti, associazioni, confraternite, si stringe attorno al novello Vescovo. Con gioia e riconoscenza, lo ringraziamo per il lungo servizio pastorale svolto con dedizione e carità in qualità di Proposto di Anghiari e di Vicario foraneo della nostra Unità Pastorale e gli auguriamo un fervido apostolato per il nuovo e più difficile ruolo di successore degli Apostoli. Nell’attesa della prima benedizione episcopale, rimaniamo uniti nella reciproca preghiera. 9
La Misericordia al servizio della comunità
A
Alcune informazioni utili a cura di Massimo Redenti
volte capita che la nostra Misericordia non riesca (ed anche “non possa”) dare risposte affermative alle richieste che ci pervengono dalla comunità; a questo proposito crediamo che sia necessario rammentare i principi generali dei nostri interventi. È importante ricordare che in qualsiasi situazione di emergenza-urgenza il cittadino deve sempre telefonare al 118, e mai direttamente alla nostra Confraternita. Ciò perché i nostri volontari non possono accompagnare nessuno né al pronto soccorso né tanto meno all’ospedale senza la preventiva autorizzazione della centrale operativa di Arezzo, appunto il 118. La centrale operativa riceve la richiesta di aiuto, fa alcune semplici domante che a volte alla gente sembrano perdite di tempo, ma nella realtà sono fondamentali per capire che tipo di intervento debba essere attivato, verso quale luogo di destinazione e con quale urgenza; è importante quindi, in caso di chiamata al 118, rispondere a tutte le domande nella maniera più puntale e precisa possibile. Verranno richiesti alcuni dati anagrafici, l’indirizzo, lo stato del paziente, se cosciente, se ha respirazione, se ha battito cardiaco... Al termine della breve conversazione, valutato il tipo di intervento da attivare, la centrale operativa di Arezzo chiama immediatamente l’ambulanza di turno, che può essere, a seconda dei casi, in stazionamento e pronta partenza ad Anghiari, a Sansepolcro o a Pieve Santo Stefano. È facile intuire che il tempo di intervento dipende anche dalla distanza del luogo di intervento rispetto al luogo di stazionamento dell’ambulanza. Nei casi più gravi viene inviata anche l’auto medica, che è comunque in stazionamento sempre all’ospedale di Sansepolcro. In altri casi da trauma può essere allertato anche il Pegaso, l’elicottero. Per quanto riguarda l’ordinarietà, rammentiamo a coloro che hanno bisogno dei servizi della nostra Confraternita, di prenotare per tempo la prestazione; a questo proposito ricordiamo anche che la nostra Misericordia, pur essendo dotata di un’ampia gamma di mezzi di soccorso e servizio, ne dispone comunque in numero limitato, come limitato è il numero dei volontari disponibili di volta in volta a prestare il proprio servizio.
Può pertanto capitare, (a onor del vero, comunque, raramente, ed in genere il martedì o il giovedì, giornate di maggior impegno al servizio della ASL) di non riuscire a dare risposta affermativa ai richiedenti il servizio; in ogni caso, a parità di richiesta cercheremo di “dare la precedenza” ai nostri associati. Se e quando capiterà, ce ne scusiamo anticipatamente; sottolineiamo anche che l’unico sistema per far sì che ciò non avvenga, o che avvenga comunque ancor più raramente, è quello di avere risorse sufficienti per comprare altri mezzi e, soprattutto, di avere sempre più volontari disposti a sacrificare parte del loro tempo per dedicarlo alle opere di carità delle quali la nostra Misericordia si nutre. Quindi, siate comprensivi, e soprattutto, “aiutateci ad aiutare!” Nella foto in alto, una ambulanza appena benedetta sosta nel piazzale antistante la sede della Misericordia. è l’anno 2002.
Avete dei ricordi legati ad Anghiari o Monterchi? Fateceli avere Li pubblicheremo volentieri alla prima occasione 10
Caritas: bilancio sociale 2018
L
Alcune delle iniziative ancora in cantiere
’anno appena trascorso ha registrato interventi di vario genere a favore di 31 famiglie del territorio, e precisamente a favore di 18 famiglie “straniere” e 13 famiglie italiane. Le consegne di vestiario sono state 189, effettuate soprattutto a famiglie straniere (159 consegne) mentre solo 30 consegne sono andate a 5 famiglie italiane. I pacchi alimentari consegnati sono stati 226, e di questi, 99 sono andati a 11 famiglie italiane e 127 a 15 famiglie straniere. Gli interventi di carattere finanziario (pagamento di utenze luce, riscaldamento ed acqua, aiuti nel pagamento di affitti…) hanno avuto un andamento diverso: 9 famiglie italiane hanno beneficiato di 19 interventi per complessivi euro 3.022, mentre a nove famiglie straniere sono andati 11 interventi per complessivi euro 1.410. Lasciamo al lettore qualsiasi considerazione in merito a questo tipo di distribuzione: da parte nostra sottolineiamo soltanto che a differenza di qualche anno addietro, ove ogni tipo di intervento era quasi totalmente richiesto da famiglie straniere, purtroppo la crisi degli ultimi anni ha spinto anche alcune famiglie italiane a ricorrere ai nostri aiuti. Ci rendiamo anche conto della modestia dei nostri interventi, ma d’altronde le risorse nostre attuali sono altrettanto modeste. A questo proposito accenniamo alle forme di “finanziamento” di questi tre servizi principali, abbigliamento, alimentari e interventi finanziari. Per quanto riguarda la consegna di generi di abbigliamento, la Caritas è autosufficiente in quanto i capi di vestiario che di volta in volta ci vengono regalati dalla comunità anghiarese coprono sostanzialmente le richieste. Situazione ben diversa è quella che riguarda il “settore alimentare e quello finanziario”. Per i pacchi alimentari, una parte di prodotti ci viene offerta da privati, direttamente in parrocchia o in chiesa; una parte viene raccolta dai ragazzi del catechismo, mentre un’altra parte viene raccolta attraverso alcuni servizi commerciali che ospitano le nostre ceste nella speranza che i rispettivi clienti “le riempiano”. Gli esercizi alimentari che ci aiutano su questo aspetto sono l’Antica Macelleria alla Stazione, il supermercato alimentare del Consorzio Agrario, sempre alla Stazione, il negozio alimentare del “Pizzicagnolo” in piazza De Amicis e la macelleria Giorni Luca in San Leo; a volte ci vengono fatte offerte alimentari anche da istituzioni pubbliche (quest’anno per la prima volta dall’Unione dei Comuni) e da istituzioni private (il Lions Club di Sansepolcro). Purtroppo gli alimenti complessivamente raccolti non sono sufficienti per il confezionamento dei pacchi alimentari ed occorre una spesa complementare di oltre 2.000 euro per mantenere il servizio nelle dimensioni sopra accennate. Per gli interventi di carattere finanziario, purtroppo la situazione non è migliore; gli introiti a parziale copertura del servizio provengono da pranzi Caritas a offerta gestiti in economia dalle nostre animatrici, da pesche
di beneficenza durante la mostra dell’artigianato, dalla pesca di beneficenza durante la festa di San Bartolomeo in parrocchia (24 agosto)… Le offerte provenienti dai privati della nostra comunità purtroppo nell’anno appena trascorso non hanno superato i 700 euro, ed il “pareggio di bilancio” si è raggiunto solo con l’intervento diretto del nostro parroco. Il nostro auspicio per l’anno in corso è che le offerte da privati riescano questa volta a colmare il disavanzo del servizio senza dover chiedere altri aiuti alle finanze parrocchiali. Ma non di soli numeri si è occupata la Caritas anghiarese! Gli animatori Caritas hanno tenuto aperto il centro di ascolto il mercoledì ed il centro distribuzione vestiari ed alimenti il giovedì; hanno continuato a prestare il servizio di insegnamento della lingua italiana in parrocchia a favore di adulti stranieri; hanno continuato a collaborare con la Direzione Didattica, nei locali della scuola elementare e della scuola media, fornendo assistenza bisettimanale di doposcuola a favore di alunni disagiati; hanno testimoniato la Caritas come organismo pastorale con incontri con le classi del catechismo in parrocchia; hanno continuato a riunirsi il mercoledì, dopo il centro di ascolto, per incontri di autoformazione di carattere funzionale e soprattutto di catechesi, tenuta in maniera eccellente dal diacono Fabio; hanno partecipato a corsi di formazione presso la Caritas Diocesana di Arezzo. La funzione più bella degli animatori Caritas, però, è stata certamente il “continuare” ad andare a trovare malati ed anziani presso le strutture collegiali (RSA e Ripa) e a domicilio nelle case private, portando ognuno secondo le proprie capacità, la presenza della parrocchia, la parola del Vangelo e la testimonianza della Carità!
Il gruppo dei volontari Caritas, e non sono tutti, che si rendono disponibili per le attività che la parrocchia, in collaborazione con la Misericordia, e con il vostro aiuto, attua in favore di chi ha più bisogno.
11
La Cresima è una scelta...
I
...una scelta che dovrebbe essere fatta in consapevolezza e libertà.
ncredibile! Siamo arrivati!!! Quegli scriccioli rumorosi, presi in seconda elementare, sono diventati grandi e grossi (rumorosi… invece… si sono mantenuti…) e sono arrivati alla Cresima! I pensieri di un gruppo di catechisti in questo momento sono tanti. Pensieri e dubbi. Quando saremo davanti al Vescovo e diremo che questi ragazzi sono preparati, non potremo fare a meno di domandarci se siamo stati davvero all’altezza delle responsabilità e del compito che ci è stato affidato. In questi anni ci siamo chiesti spesso se abbiamo saputo parlare il linguaggio dei nostri giovanissimi, se siamo riusciti a trasmettere loro non tanto una serie di informazioni, quanto, semplicemente, la passione per cercare il Signore. Semplicemente per modo di dire… ché per passare informazioni basta preparare una bella lezioncina. Magari con le slide e un bel video. Ma l’Amore non si insegna. L’Amore si vive. Si vive testimoniando che l’avventura della vita, che procede fra discese, salite e ruzzoloni, a volte molto dolorosi, ha senso solo se vissuta cercando sempre di stare per mano a Qualcun’Altro… Su una cosa per fortuna possiamo contare… che il seme che seminiamo non è nostro ma Suo. Perché le nostre forze sono poche e sgangherate. C’è un aneddoto che è passato alla storia nel nostro gruppo! Un giorno, forse all’inizio della prima o seconda media, dicemmo ai ragazzi che il tema delle successive lezioni potevano essere anche i nostri dubbi. Diventando grandi avere dei dubbi è normale, giusto, persino sano. Procedemmo quindi con la domanda fatidica: “Fateci l’esempio di un dubbio!” Alza la mano un biondino (non faremo il nome ma il nostro citto, dalla simpatia travolgente, certamente si riconoscerà) e proclama testualmente “ Sono a scuola… la maestra riporta il compito di matematica… Ho preso quattro… Madonna!!! Come faccio a tornare a casa??!??!?!??!?!??” Memorabile!! In quattro parole e una risata fragorosa, Alessandro (va beh… s’è detto!!!) ci aveva fatto capire cosa i ragazzi si aspettano da noi adulti. Per noi adulti il dubbio è speculazione del pensiero… metodi-
co… iperbolico… tutta teoria! I ragazzi invece non vogliono ragionamenti astratti. I loro dubbi sono concreti. Sono legati alle decisioni da prendere ogni giorno. Sono quelli del giovane ricco che, dopo una vita di studio e di rispetto ossequioso delle regole, sentiva che ancora mancava qualcosa. Non capisce quali sono le cose da fare. E lo chiede a Gesù. La Cresima è una scelta. Non obbligata. E meno che meno deve essere dettata dalla convenienza e dal formalismo. È una scelta che dovrebbe essere fatta in consapevolezza e libertà. Una delle tante scelte che i ragazzi dovranno fare. Nelle quali non dovranno solo trovare la gratificazione di aver rispettato una regola… ma la pace, la gioia e la pienezza della vita. I ragazzi di quest’anno hanno affrontato il tema della scelta più e più volte. Hanno ascoltato don Alessandro, che ha raccontato loro perché si è fatto sacerdote. Hanno incontrato i ragazzi della comunità di recupero Nuovi Orizzonti, che hanno narrato come scegliere col Signore vuol dire davvero scegliere per la vita. Insomma… questo solo possiamo augurare ai nostri figlioli… che col dono dello Spirito Santo, prima di agire, prima di dire un sì o un no, si facciano sempre la domanda, che va persino oltre i comandamenti, “Che cosa farebbe Gesù Cristo al mio posto?” Norma, Letizia, Rebecca, Sara
I ragazzi e le catechiste vi aspettano venerdì 3 maggio 2019 in Propositura, alle ore 16:00, quando riceveranno il dono dello Spirito Santo. 12
NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti
Le vostre offerte in gennaio e febbraio...
...e i nuovi soci
Giorgio e Gigliola € 50,00 Cambi Saura € 12,00 Cangi Bruna € 20,00 Famiglie Donati Sarti, Sgrevi, Nardi e Alessandrini in memoria di Locci Adriana ved. Magrini € 80,00 La famiglia in memoria di Ghignoni Lazzaro €150,00 Leonardi Franco € 50,00 Baglioni Egisto € 10,00 Staccini Erminio e Conti Adalgisa € 30,00 Conti Annita € 20,00 Antonietta Pagani e famiglia in memoria di Guadagni Luciano € 50,00 Miano Marziano € 5,00 Magri Angelo € 40,00 La famiglia in memoria di Fantignoli Gina € 242,00 La famiglia in memoria di Antimi Nadia in Marzi € 825,00 Lozza Giovanni in memoria di Gattari Pietro € 10,00 Magri Nella € 15,00 Manfroni Stefania € 15,00 Cherici Silvana € 20,00 Ferraro Vincenza € 10,00 La famiglia in memoria di Quesada Conception ved. Alfonsi € 235,00 La famiglia in memoria di Carboni Demetrio € 300,00 Piomboni Lucio Metello € 20,00 Calosi Sila € 10,00 Giorni Franco € 10,00 La famiglia in memoria di Meoni Nara € 235,00 La famiglia in memoria di Brau Giuseppina € 155,00 La famiglia in memoria di Marri Annunziata € 107,00 Sensi Graziella € 20,00 La famiglia in memoria di Franceschetti Fosca € 145,00 Radziwonik Roberta in memoria di Meoni Nara € 10,00 Gli amici in memoria di Leonardi Maria Carla € 40,00 Famiglia Bacciarelli di Roma in memoria dei defunti Bacciarelli e Guelfi € 100,00 Rossi Piero € 10,00 La famiglia in memoria di Orlandi Giovanni € 835,43 La famiglia in memoria di Magnanensi Mario € 128,95 Giorgi Carla € 20,00 La famiglia in memoria di Nevistrelli Renato € 300,00 La famiglia in memoria di Comanducci Francesco € 95,80 Pennacchini Andrea € 100,00 La famiglia in memoria di Comanducci Francesco € 10,00 I figli in memoria di Mafucci Teresa € 200,00 Baglioni Alfiero € 5,00 La famiglia in memoria di Pietro Gattari € 345,00 Pernici Mirko € 150,00
Pettinari Leonello Bracci Franco Bartoli Giuseppina Foiani Patrizia Bottoni Enrico Cecchetti Pietro Mencherini Giovanna Gaetanini Vasco Coleschi Giuseppina
Tecchioli Giancarlo Mencarini Adelmo Cheli Dina Meozzi Romano Mearini Loretta Matteagi Dario Turolla Carlo Calchetti Doretta
Qualche dato statistico
N
el 2018 le nostre due ambulanze (Fiat Ducato e Renault Trafic) hanno effettuato 778 interventi, percorso 32.167 chilometri e impegnato 521 ore di attività. I nostri quattro mezzi attrezzati (Fiat Qubo, Fiat Doblò e due Volkswagen Kaddy) hanno effettuato 1.603 servizi, percorso 70.409 chilometri, impegnato 901 ore. Le tre autovetture adibite a servizi socio-sanitari (Skoda Fabia, Dacia Sandero e Fiat Panda) hanno effettuato 548 servizi, percorso 21.474 chilometri, impegnato 215 ore. Il Fiat Ducato ad uso promiscuo (sia servizi “attrezzati” sia servizi sociali, è stato il meno usato: ha effettuato 44 servizi, ha percorso 1.255 chilometri ed ha impegnato 21 ore. Complessivamente sono stati effettuati 2.973 servizi (media di oltre 8 servizi al giorno); sono stati percorsi 125.305 chilometri (oltre 343 chilometri al giorno) e sono state impegnate 1.658 ore. Per quanto concerne il servizio di attesa in sede per pronta partenza dei volontari impegnati nel 118, sono stati coperti 649 turni (tre volontari a turno) per complessive 16.449 ore di servizio, che sommate alle altre 1.658 ore degli altri servizi ammontano a complessive 18.107 ore (oltre 49 ore di volontariato “al giorno”). Naturalmente su questi dati non si fa cenno all’attività interna della Confraternita (servizi d’ufficio, attività di garage, corsi di aggiornamento e di “retraining” dei volontari [N. d. R. in italiano si esprime male ma sarebbe di riqualificazione o simili], corsi per i nuovi volontari, e quant’altro). Tutto qui!!!
Aiutaci ad aiutare! 13
Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari
sito internet: www.fratresanghiari.it
Il Gruppo Fratres in assemblea...
email: gruppoanghiari@fratres.eu
...e quella dei 26 Gruppi della provincia
S
abato nove marzo: è stato questo il giorno dedicato all’annuale appuntamento con l’assemblea ordinaria per la nostra realtà associativa, alla quale hanno partecipato donatori attivi, sostenitori e simpatizzanti, insieme ai componenti il consiglio direttivo. Al centro dell’incontro, l’approvazione del nuovo Statuto Sociale che recepisce le regole previste dalla recente legge di riforma del terzo settore. D o p o una breve introduzione del presidente del gruppo C a r l o Leonardi, sono intervenuti l’Assessore Comunale Angela Cimbolini ed il Governatore della Misericordia Massimo Redenti per un breve saluto e per sottolineare l’importanza per Anghiari di avere al suo interno una bella realtà associativa come questa del Gruppo Fratres. Subito dopo si è passati alla relazione del presidente sulle attività sociali dell’anno appena trascorso (vedi foto), su quelle previste per quello in corso e sui risultati conseguiti nel 2018, che hanno confermato le oltre settecentotrenta donazioni di sangue e plasma, ponendo l’associazione anghiarese al primo posto nella provincia. Sono poi seguiti brevi interventi dei soci presenti, tra i quali quelli del presidente provinciale Ganganelli, con i quali è stata riconosciuta la validità dell’azione intrapresa e ribadita la necessità della promozione e della sensibilizzazione, con particolare riferimento al mondo della scuola L’approvazione del nuovo statuto e dei bilanci economici chiudeva l’assise, con l’impegno di tutti i presenti a proseguire nel tempo questa missione, le cui finalità sono così chiaramente sintetizzate nel motto del donatore di sangue “Una stilla del mio sangue per un palpito del tuo cuore”. NON ASPETTARE LE EMERGENZE !!! Dona sangue e plasma…. p e r i o d i c a m e n t e. DIVENTA ANCHE TU UN DONATORE DI SANGUE FRATRES. Per saperne di più contattaci alla nostra mail elettronica o telefona ai numeri 0575/789577 (Sede), 3487722155 (Carlo), 3381484889 (Fabiano).
14
C
ome sempre, un appuntamento importante quello dell’annuale Assemblea Ordinaria dei presidenti dei ventisei Gruppi Fratres della nostra provincia, che si è tenuta qualche giorno fa, presso la propria sede di via Garibaldi in Arezzo. Tanti i punti all’ordine del giorno, con al centro la relazione del presidente Pietro Ganganelli che nel delineare le proposte per l’anno in corso, si è soffermato soprattutto sulla necessità di assicurare un’articolata ed incisiva campagna di comunicazione per consolidare la presenza della Fratres nel territorio aretino. Al tavolo dei relatori erano presenti il presidente regionale Luciano Verdiani con il consigliere Giuseppe Talli e l’assistente spirituale provinciale Padre Giovanni Martini (vedi foto). Ampio spazio è stato riservato alle tante problematiche connesse alla recente Legge di Riforma del III settore ed ai compiti che ogni realtà di volontariato dovrà svolgere nelle prossime settimane per aderire alle nuove disposizioni. Si è parlato, poi, della necessità di dare vita a nuove realtà associative, soprattutto in quelle zone della provincia dove ancora mancano, anche attraverso una più stretta collaborazione con altre realtà del volontariato cattolico e con le stesse parrocchie. Sostanzialmente positivo il bilancio provinciale delle donazioni di sangue e di plasma degli oltre cinquemila volontari Fratres nel Duemiladiciotto, che ha confermato l’ottimo risultato dell’anno precedente di oltre settemilanovecento unità, un terzo cioè del fabbisogno dei nostri cinque ospedali. È stata infine sottolineata la costante presenza dei Gruppi Fratres ai momenti forti della nostra comunità diocesana, in virtù delle profonde radici cristiane del movimento, ad iniziare dai tanti appuntamenti che hanno caratterizzato il recentissimo Sinodo Diocesano, al quale hanno partecipato otto delegati, lasciando alla segreteria un proprio contributo scritto. Orteip 2019
Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari
sito internet: www.fratresanghiari.it
Ai piedi della Madonna del Conforto Tanti i volontari dell’associazionismo cattolico
U
n appuntamento molto atteso, entrato ormai a pieno titolo nel calendario degli eventi per l’annuale festa dedicata alla veneratissima Madonna del Conforto: la processione per le vie del centro storico di Arezzo e la veglia di preghiera nella cappella a Lei dedicata del Duomo, dei volontari delle associazioni dedite al “soccorso” sanitario e sociale quali le Caritas, i Gruppi Donatori di Sangue Fratres, le Confraternite di Misericordia, la Croce Bianca e la Croce Rossa. Ad accogliere i numerosi partecipanti i l Ve s c o v o diocesano Fontana (vedi foto) che ha guidato la Veglia in tutte le sue parti e proposto alcune riflessioni: “Voi rappresentate il mondo dei volontari aretini che si adoperano per un generoso quanto necessario servizio agli ultimi, in un territorio ricco di storia e di arte ma anche segnato da povertà e disagio. E’ l’amore di Dio che ci fa riconoscere sempre nell’altro il prossimo, il fratello o la sorella da amare. Sentitevi il popolo della carità, attraverso le cui mani la Madonna continua a “Confortare” quanti si trovano nel bisogno”.Anche il labaro dei Fratres del nostro gruppo di Anghiari era presente, insieme ai tanti altri della provincia, quale testimonianza di partecipazione alla festa mariana più importante della diocesi. Orteip 2019
Cerco un Uovo Amico! Per una Pasqua solidale
P
untuale come sempre è arrivato anche quest’anno, da Castiglion Fibocchi, l’invito degli amici del locale Gruppo Fratres, impegnati da sempre nella raccolta di fondi per sostenere gli sforzi di ben tredici ricercatori dell’ospedale Gaslini di Genova e di altri centri specializzati, per contrastare e debellare il Neuroblastoma, terribile malattia infantile. Il nostro consiglio direttivo ha risposto senza indugio, aderendo all’iniziativa dal nome “Cerco un Uovo Amico!”, consistente nel proporre l’acquisto di questo simbolo pasquale a quante più persone possibili, in prossimità dell’omonima ricorrenza. È grazie al prezioso aiuto di tante persone che dal 2011 ad oggi sono stati destinati oltre sei milioni di euro
email: gruppoanghiari@fratres.eu
alla Ricerca Scientifica, senza i quali non sarebbe stato possibile portare avanti i relativi progetti e soprattutto continuare a salvare la vita ed offrire speranza a tanti bambini ammalati! Sono ancora troppi, però, quelli che non ce la fanno: nei casi più gravi, solo un bambino su quattro riesce a salvarsi. Per eventuali adesioni all’iniziativa, basta recarsi presso la sede della Misericordia o contattare i nostri volontari telefonando ai numeri 3487722155 (Carlo), 3381484889 (Fabiano). Il Consiglio Direttivo
La Fratres anghiarese saluta don Marco
N
on solo Assistente Spirituale del gruppo, con tanto di decreto vescovile, ma soprattutto parroco e poi… nostro donatore di sangue, a testimoniare l’importanza e la forza dell’esempio concreto più che delle parole… Questo è stato, in estrema sintesi, per tutta la Fratres anghiarese don Marco, fin dal suo arrivo nell’ormai lontano millenovecentonovantanove. Una presenza continua, fraterna, feconda e discreta… Tante le iniziative che come Fratres abbiamo condiviso con lui. In questi quasi venti anni, non c’è stata festa o ricorrenza che non abbia previsto la Celebrazione Eucaristica, quasi sempre presieduta da don Marco. E poi le gite, organizzate insieme e da lui guidate, ricche ogni volta di emozionanti esperienze nel campo dell’arte e dell’architettura, grazie a quell’ amore profondo per il “bello” che traspariva dalle sue puntuali descrizioni. Grazie davvero, don Marco, e che il tuo nuovo “viaggio” in terra umbra possa regalarti ancora emozioni e soddisfazioni! La Fratres Anghiarese Nella foto qui sopra, gita in Germania, Luglio 2011: don Marco durante una delle sue appassionate spiegazioni.
15
Le vostre offerte per il 2019 - 2 sono quelle fino a febbraio o poco più.
Adelmo Rubini, Campo alla Fiera Adriana Cherici, Crocifissino Adriana Tizzi, San Giustino Agnese Cagnacci, Tavernelle Alba Batani, Roma Alberto Benedetti, Selvelle Pieve Alberto Manenti, Casanova Alessandra Pernici, Civitella Alfredo Mammoli, Bagnolo Alighiero Bruschetti, Palazzo-Scoiano Alighiero Padelli, Sabino II Alma Rossi Nicolò, Venosa PZ Amalia Salvi, Calabria Andrea Rossi, Molindagnolo Angiolino Buti, Peneto Angiolino Meozzi, Via del Comune Angiolo Biserni, Giardinella Angiolo Magrini, Renicci Angiolo Meucci, Via di San Leo Anita Fontana, Casacce Anna Arrighi, Via per Arezzo Anna Giorni, Acquedotto Anna Girolimoni, Casacce Anna Maria Bruschi, Acquedotto Anna Maria Fontanelli, Arezzo Annunziata Lapi, Borgo della Croce Annunziata Memonti, Molin del Caccia Annunziata Peluzzi, San Leo Antonio Berlicchi, Il Borgo Antonella Checcaglini, Il Borgo Antonella Comanducci, Cinquemiglia Antonietta Giacomini, Maiolo RN Antonio Agolini, Via del Braccio Antonio De Jaco, Molindagnolo Una persona Armando Tacconi, Bibbiena Beatrice Cirri, Giardinella Brunera Falsetti, Calabria Bruno Bianchini, Viamaggio Bruno Polverini, Pocaia Carla Giorgi, Palazzolo Carla Giovagnini, Città del Vaticano Carla Zanchi, Via Nova Cesarina Donati Sarti, Serafino-Motina Cinzia Bianchi, Arezzo Claudia Pacini, S. Giuliano Mil.se Claudio Martini, Acquedotto Claudio Citernesi, Carboncione Cristina Bianchi, Viale Stazione Cristina Mariotti, Sanremo Daniela Fedi, Carmine Danilo Draghi, I Mori Delfo Venturi, Casaccia Dino Corsi, Via di San Leo Dino Donati, Colcellalto Domenico Del Pia, Arezzo Domenico Romani, Monterchi Donato Fantoni, Pietto Egisto Baglioni, Giardinetto Elda Polverini, Il Borgo Elena Primitivi, Infrantoio
Elia Camaiti, Il Borgo Emma Bruna Biancucci, Ponte alla Chiassa Enzo Polendoni, Campo alla Fiera Ermindo Pernici, Ponte Carletto-Motina Ernesto Dragoni, Borgo della Croce Ernesto Pacini, S. Giuliano Mil.se Ernesto Rosadi, Monterchi Eugenio Giorni, Firenze Fabio Dragoni, Stazione Fabrizio Fatti, dal Borgo Fabrizio Lazzerini, I Fabbri Fabrizio Papini, Il Borgo Faliera Tanfi, Mura di sopra Fam. Ferrini Buscosi, Renicci Felicino Acquisti, Cavalese Ferdinando Giannini, Bernocca Fernando Matteucci, Ca’ de’ Frati Fernando Olandesi, Giardinella Fernando Paletti, Casanova Franca Tizzi, Olmo di Arezzo Francesca Bellini, Le Ville Francesca Lumia, I Piani Francesco Brardinelli, Via Guerri Francesco Comanducci, Via Carmine Franco Donati, Motina Alta Franco Giorni, San Leo Franco Landini, Monterchi Franco Leonardi, Infrantoio Franco Panichi, Tavernelle Giacomina Mondani, Polveriera Giampaolo Gattari, Via della Fossa Gian Piero Alberti, Giardinella Giancarlo Balestri, Milano Giancarlo Casi, Santa Fiora Gianpiero Marconi, Campo alla Fiera Gianrico Cristini, Crocifissino Gilberto Roselli, La Vigna Gina Monini, Via di San Leo Gina Vichi, Motina Gino Giovagnini, Tavernelle Giorgio Alberti, Motina Giorgio Giorgi, Il Borgo della Croce Giovanna Gamberonci, Milano Giovanni Bianchini, Palazzo del Pero Gisella Gennaioli, Palazzo Giuliana Pettinari, Barliano Giuliano Livi, Renicci Giuliano Primitivi, Il Borgo Giuseppa Minco, Arezzo Giuseppe Crociani, Motina Giuseppe Guerrini, San Leo Giuseppe Sonnini, Il Borgo Gorizia Chiarini, San Leo Graziano Zanchi, Campo della Fiera Graziella Monini, San Leo Graziella Morvidoni, Campo della Fiera Graziella Rossi, Arezzo Icaro Marconi, Bagnolo del Ponte Imola Lombardi, Monte Ivano Cesari, Via del Carmine Ivano Leonardi, Arezzo
16
Laura Gentili, Arezzo Lazzaro Buti, Casale Lidia Leucalitti, Monteloro Lilia Guadagni, Tavernelle Offerta anonima Lorella e Sergio Cangi, San Rocco Lorentina Cagnacci, Tavernelle Loretta Santi, Via della Palaia Loriano Rosadi, Ponte alla Piera Luca Casula, Via del Carmine Lucia Lazzeri, Tofanicchio-Motina Luciana Cheli, Viale Stazione Luciano Monti, Milano Luigina Comanducci, Cicogna Luisella Coleschi, Via del Carmine Marcella Ghignoni, Renicci Marcella Pernici, S. Giovanni V.no Marco Ferruzzi, Vigna-S. Stefano Marco Lombardi, Monte-San Leo Maria Cipriani, Il Borgo Maria Clorinda Rogai, Meliciano C. Fibocchi Maria Grazia Leonardi, Borgo Croce Maria Graziella Cardinali, Patrignone Maria Guadagni, Infrantoio Maria Paci Cavo, Genova Maria Sovieri, Il Borgo Maricla Tognelli, il Borgo Marilena Del Pia, Via di San Leo Marino Bazzurri, Via di San Leo Mario Casula, Bucacce Mario Corazzini, Bernocca Mario Fontecchia, Campo alla Fiera Mario Palazzeschi, Le Bertine-San Leo Mario Pericchi, Casa Bruna Mario Poggini, San Leo Mario Valentini, Via del Carmine Mario Zanchi, Chiani AR Marisa Canestrelli, Acquedotto Massimo Foni, Ca’ de’ Frati Maura Conti, Montebello Maurizio Checcaglini, Poggio del Sole Maurizio Girolimoni, Giardinella Mauro Papini, Bozia Mauro Tanfi Barbieria, Piazzetta Legne Meri Farinelli, Via del Braccio Michele Dini, Via di San Leo Mirco Rossi, Ponte alla Piera Mirna Matteucci, Il Borgo Monica Magrini, La Vigna Nada Foni, Acquedotto Nevio Comanducci, Via del Carmine Orazio Leonardo, Le Forche, il Borgo Orietta Cesari, Via del Carmine Osvaldo Verdinelli, Monterchi Otello Comanducci, Firenze Ottavia Antonelli, Basilica-il Borgo Paola Lombardi, Palazzina-S. Stefano Paola Resti, Borgo della Croce Paola Tuti Maranesi, Roma Paolo Cesarini, Motina Paolo Massimetti, Il Borgo
Patrizia Frini, Milano Piera Rossi, Tavernelle Pierangelo Acquisti, Firenze Pierino Puleri, Pino Pierluigi Gallai, Castello Piero Agolini, Basse Arcate Viaio Piero Biagioli, Pocaia Pietro Bartolomei Corsi, Carmignano Pietro Giabbanelli, Giardinella Pietro Mondani, Carmine Pietro Pasqui, Bucacce Primo Del Sere, Le Forche Primo Zanchi, Il Fosso Raffaello Fedeli, Monterchi Ralio Fornacini, Campo alla Fiera Renata Checcaglini, Monterchi Renata Giovacchini, Via della Ripa Renata Salvi, Infrantoio Renato Mariani, Bagnolo-Tavernelle Riccardo Mondani, Milano Roberto Cesari, Casale Rosella Moscetti, Borghetto di sopra Rosita Chieli, Piazza del Teatro Rosita Ghignoni, Chiassa-Viaio Rosita Guiducci, Terrato Rossana Bruscoli, Monte-San Leo Santina Biancheri, Ripoli Saulle Comparini, Pianacce Secondo Mariotti, Motina Senio Ruggeri, Via del Comune Sila Calosi, Morone-San Leo Silvana Pierantoni, Borgo della Croce Silvano Boncompagni, Via di San Leo Silvano Innocenti, Carboncione Simona Lazzerini, Anghiari Siro Polverini, Via di San Leo Teresa Maurizi, Tofanicchio-Motina Tito Bartolomei, Via Nova Ugo Bianchi, Cusago MI Ugo Rosadi, Molin del Caccia Umberto Bigioli, Polveriera Umberto Maurizi, Ca’ del Bocca Vadera Cangi, Il Casotto-Cantone Vally Fastacchini, Arezzo Vasco Ghignoni, Palazzolo Ventura Pannilunghi, Pieve S. Stefano Vilma Sbragi, l’Invidiosa Vittoria Coleschi, Roncione Vittorio Smacchia, Pocaia Walter Magrini, Via del Carmine Giuseppe Fastacchini da Roma e Gina Magrini dalla Via Nova, mandano la loro offerta per opere di bene; Angiolina Serafini in memoria del marito Demetrio (Mario) Carboni.
Controllate i vostri nominativi e segnalateci errori od omissioni: può succedere! Ci renderete un servizio!
La festa a Turicchi
D
omenica 17 marzo, a Turicchi, hanno festeggiato, anticipandola, la festa di San Giuseppe. Quest’anno, incaricata di pensare al necessario, era la famiglia Senesi, e infatti tutto era a posto. Questa cappella, ancora con il tetto a posto e abbastanza ben tenuta, è così perché nei primi anni ‘80 provvide a rimetterla al posto un Lombardi di Monte che riuscì a raccogliere dei denari per questo scopo. Infatti fu lui che rifece il tetto, il pavimento, la porta di ingresso (rifece anche il portone alla chiesa di San Leo) e altre cose necessarie e poi la dotò di una piccola statua del Sacro Cuore ed un’altra più grande della Madonna. Poi aveva anche portato due coppie di campanelli, tuttora presenti, che venivano suonati per annunciare le funzioni religiose (la cappella non ha il campanile). Quindi S. Messa alle ore undici celebrata da don Romano e resa solenne dai canti accompagnati dalla chitarra dell’Elisabetta. Al termine foto ricordo davanti all’altare della chiesetta dedicata a San Giuseppe e poi don Romano, sempre accompagnato da Velso a cui va un ringraziamento particolare per l’opera di aiuto che presta, è andato a benedire le famiglie della località di Turicchi. Peccato che per varie motivazioni la festa non si sia potuta tenere nel giorno della ricorrenza, il 19 marzo. Ma io scommetto che in quella data quelle famiglie provvederanno a cucinare delle belle frittelle!
Agricoltori custodi
ma anche agricoltrici
A
ngiolino Meozzi ci dice che “sia i pomodori che l’insalata vanno piantati con la luna nuova di marzo, quest’anno cade il 21. Io ho un seme vecchio di insalata che si chiama Sette lune”. Per sapere notizie storiche però bisogna chiamare la Vera (ecco perché il sottotitolo ‘agricoltrici’). E la Vera subito accorsa ci fa sapere che il nome è quello con cui l’insalata veniva chiamata dai “suoi”. “È un seme antico che ha conservato il mio babbo, probabilmente viene da Toppole. Per il seme, quando le piante cominciano a mettere, le lascio fare e poi prendo i semi.” Poi loro hanno anche un seme che hanno portato dalla Francia, lo ha portato sempre il babbo della Vera. “È un seme nero che viene dalla Francia e ha più di cinquant’anni. Ora era qualche anno che non lo riseminavo ma quest’anno ci riprovo.” Non solo, loro (la Vera e Angiolino), oltre alle perine dalla punta e le insalate che abbiamo detto, hanno anche il seme di prezzemolo che rinnovano ogni anno. Il secondo anno, quando la pianta rimette, la Vera lo manda a seme: lo lascia crescere, fiorire e fare il seme. Raccoglie questo seme e lo conserva per piantarlo poi l’anno dopo. Bravi tutti e due ma di più la Vera. Angiolino invece bisogna lasciarlo stare per le piante da frutto.
17
Caduti di Anghiari nella Grande Guerra (V parte)
Magrini Daniele, di anni 26, di Pianettole. Soldato del 70° Fanteria, disperso il 4 agosto 1915 in Val Padola (Dolomiti). Magrini Stefano, di Giuseppe, di anni 33, di Sorci. Soldato del 229° Fanteria, caduto il 29 agosto 1917 sul Monte San Gabriele (Medio Isonzo). Magrini Tommaso, di Domenico, di anni 33, di San Leo. Sergente del 136° Fanteria, deceduto il 14 ottobre 1918 ad Anghiari per “broncopolmonite”. Marconi Pasquale, di anni 34, di Pianettole. Soldato del 579° Compagnia Mitraglieri, caduto il 16 febbraio 1917 sul Carso per “scoppio di granata nemica”. Sepolto nella Dolina Lam. Mariotti Secondo, di anni 29. Soldato del 64° Fanteria, deceduto il 15 dicembre 1917 all’ospedale da campo n. 079 per “polmonite bilaterale”. Sepolto a Cason d’Ezzelino. Martini Alfonso, di anni 22, di Tubbiano. Caporal maggiore del 78° Fanteria, caduto il 12 ottobre 1916 sul Monte Veliki Hrib (Carso). Sepolto sul posto. Martini Eugenio, di anni 22. Carabiniere, deceduto il 17 gennaio 1920 a Udine per malattia. Martini Evangelista, di anni 18. Soldato deceduto nell’ospedale militare di Bologna il 27 ottobre 1918. Martini Giovanni Evangelista, di anni 18. Soldato del 27° Fanteria, deceduto il 25 ottobre 1918 a Bologna, per malattia. Matteagi Antonio, di anni 28, di Sorci. Soldato del 230° Fanteria, caduto il 24 ottobre 1917 sul Piave. Matteucci Nicola, di anni 20, di Scoiano. Caporale del 214° Fanteria, deceduto il 20 agosto 1917 all’ospedale da campo n. 149 per “peritonite successiva a ferita all’addome penetrante” riportata sul Monte Forno (Altopiano di Asiago). Sepolto a Primolano. Mazzi Angelo, di Giovanni, di anni 21. Soldato del 128° Fanteria, deceduto il 10 ottobre 1915 all’ospedale da campo n. 230 di Angoris di Cormons per “enterite specifica” contratta sul fronte dell’Isonzo. Mazzi Pasquale, di Lapino, di anni 25. Soldato del 225° Fanteria, deceduto il 10 maggio 1918 in prigionia per “esaurimento generale, paralisi cardiaca”. Sepolto a Ostffyasszonyfa (Ungheria). Mazzini Attilio, di anni 29. Soldato del 26° Fanteria, caduto il 25 agosto 1916 a Santa Maria di Tolmino (Alto Isonzo). Mercatelli Domenico, di anni 29. Soldato dell’Artiglieria a cavallo, deceduto il 5 maggio 1918 in prigionia per malattia. Merendelli Guido, di Giovacchino, di anni 29. Soldato del 3° Bersaglieri Ciclisti, deceduto il 19 gennaio 1919 nell’ospedale militare di Padova per “broncopolmonite destra”. Mirotti Adamo, di anni 26. Soldato del 128° Fanteria, caduto il 31 gennaio 1917 sul Monte Kuk (Medio Isonzo).
Nigi Angelo, di anni 30, di Pianettole. Soldato del 14° Fanteria, deceduto il 14 ottobre 1918 ad Anghiari per “tisi”. Nocentini Alfredo, di Domenico, di anni 26. Soldato del 154° Fanteria, caduto il 20 agosto 1917 per “ferita da scheggia di granata” a Castagnevizza (Carso). Nocentini Amerigo, di Pasquale, di anni 24, di Ponte alla Piera. Soldato del 48° Fanteria, deceduto il 9 ottobre 1918 all’ospedale da campo n. 56 per “broncopolmonite con nefrite”. Sepolto a Fanzolo. Olivieri Sante, di anni 26. Soldato del 70° Fanteria, deceduto il 22 novembre 1915 in prigionia per “colera asiatico”. Sepolto nel cimitero di Santa Croce in Laibach (Lubiana, Slovenia). Paci Eugenio, di Giuseppe, di anni 31, di Scoiano. Soldato del 95° Fanteria, deceduto il 20 giugno 1918 nell’ambulanza chirurgica n. 4 per “ferite d’arma da fuoco” subite a Cornuda di Piave. Sepolto a Trevignano. Paci Giuseppe, di Pasquale, di anni 27. Soldato del 225° Fanteria, caduto il 25 giugno 1918 a Capo Sile (Piave). Pacini Giuseppe, di anni 26, di Scandolaia. Soldato del 121° Fanteria, caduto il 14 novembre 1915 a Castelnuovo del Carso per “ferita d’arma da fuoco penetrante al torace”. Sepolto a San Pietro d’Isonzo. Padelli Alfredo, di anni 31, di Ponte alla Piera. Soldato del 81° Fanteria, caduto il 13 novembre 1915 in Alta Val Cordevole (Dolomiti). Panichi Pietro, di Abramo, di anni 22. Soldato del 1° Granatieri, disperso l’8 agosto 1916 sul Monte San Michele (Basso Isonzo). Panichi Primo, di Natale, di anni 25, di San Leo. Soldato del 72° Fanteria, deceduto il 22 novembre 1918 all’ospedale da campo n. 178 per “polmonite” a Trieste (reduce dalla prigionia a Sigmundsherberg, Austria). Papini Damiano, di anni 24. Sergente del 128° Fanteria, caduto il 27 ottobre 1915 a Globna per “ferita d’arma da fuoco”. Pasqui Elia, di anni 40. Soldato della 465 a Centuria Lavoratori, caduto il 29 marzo 1917 per “asportazione della volta cranica”. Sepolto a Dol Sabotino (Medio Isonzo).
18
Pasquini Giuseppe. Soldato del 14° Fanteria, caduto il 13 ottobre 1916 a Vertojba (Basso Isonzo). Pasquini Olinto, di anni 22. Soldato del 133° Fanteria, deceduto il 6 febbraio 1916 all’ospedale di Udine per “ferita d’arma da fuoco alla regione temporale”. Peluzzi Angelo, di Emiliano, di anni 40. Soldato del 9° Artiglieria da Fortezza, deceduto il 9 aprile 1918 in prigionia per “polmonite”. Sepolto a Braunau am Inn (Austria), fossa XII/82. Peluzzi Attilio, di Donato, di anni 21, di Scoiano. Soldato del 67° Fanteria, caduto il 2 dicembre 1915 sul Monte San Michele (Basso Isonzo) “fulminato alla fronte in trincea da pallottola nemica”. Peluzzi Dante, di Tommaso, di anni 20. Soldato del 12° Fanteria, deceduto il 5 aprile 1916 a Macerata per malattia. Peluzzi Odoardo o Edoardo, di Silvestro, di anni 35, di Casale. Soldato del 276° Fanteria, deceduto il 7 aprile 1918 a Velletri per “postumi di ferite.” Pernici Domenico, di Francesco, di anni 25, parrocchia di Santo Stefano. Soldato del 11° Fanteria, deceduto il 25 febbraio 1917 nell’ambulanza chirurgica n. 1 per “emorragia interna da ferite da scheggia di granata all’addome penetrante e ferite multiple al viso” riportate sul Monte Pal Piccolo (Dolomiti). Pernici Francesco, di Sante, di anni 20, di San Salvatore alle Corticelle. Soldato del 231° Fanteria, deceduto il 17 agosto 1916 all’ospedale da campo n. 158, per “ferite multiple e frattura scomposta del ginocchio destro, fortissima emorragia”, riportate sul Monte San Marco (Basso Isonzo). Sepolto a Gorizia. Pernici Guido, di Adamo, di anni 24, di Anghiari. Soldato del 128° Fanteria, caduto il 10 agosto 1916 sul Monte Sabotino (Medio Isonzo) per “scoppio di granata”. Pernici Ottaviano, di David, di anni 27, di Pieve di Sovara. Soldato del 156° Fanteria, deceduto il 22 maggio 1917 all’ospedale da campo n. 18, per “ferita da spoletta di shrapnel alla regione sacro-iliaca con frattura osso iliaco e gangrena gassosa e setticemia” riportata sul Monte Mrzli (Alto Isonzo). Pernici Renato, di David, di anni 21. Sergente del XI Reparto d’Assalto, deceduto il 28 dicembre 1918 a Torino per malattia. Medaglia d’argento al valor militare. Piazzesi Simone, di anni 37. Brigadiere dei R. Carabinieri, deceduto all’ospedale militare di riserva di Siena l’11 febbraio 1918. Piccini Primo, di anni 23. Soldato dell’8° Fanteria, deceduto il 27 agosto 1918 a Montebelluna per ferite subite a Cornuda di Piave. Pierucci Florido, di anni 20, di Pieve di Sovara. Soldato del 214° Fanteria, deceduto il 31 marzo 1916 in Albania per “gastroenterite specifica”. Sepolto a Mustai.
Piomboni Angelo, di anni 24. Soldato del 31° Gruppo Bombardieri, deceduto il 3 gennaio 1919 all’ospedale da campo n. 068 per “enterite tubercolare con bronco alveolite”. Placidi Michele, di anni 18, di Anghiari. Soldato del 2° Bersaglieri, deceduto il 5 novembre 1918 a Roma per malattia. Poggini Beniamino, di Pietro, di anni 32. Soldato del 28° Fanteria, caduto il 24 novembre 1915 sul Monte Podgora (Medio Isonzo). Poggini GioBatta, di Domenico, di anni 19. Soldato del 36° Fanteria, deceduto il 3 marzo 1917 all’ospedale da campo n. 40 per “broncopolmonite destra”. Sepolto a Piovene (Vicenza). Poggini Giuseppe, di Domenico, di anni 21. Soldato del 1° Cavalleria, deceduto il 24 novembre 1918 all’ospedale da campo n. 223 per malattia. Polendoni Alberto, di anni 20, di Pianettole. Soldato del 213° Fanteria, deceduto il 20 giugno 1918 in prigionia per malattia. Sepolto a Meschede (Germania). Primitivi Guido, di anni 21, di Casale. Soldato dell’87° Fanteria, caduto il 1° agosto 1917 sul Monte Rombon (Alto Isonzo), quota 1000, per “ferite da scheggia di granata”. Sepolto a Plezzo. Procelli GioBatta, di anni 20, di San Salvatore alle Corticelle. Soldato del 37° Fanteria, caduto il 17 agosto 1915 a Pod Sabotino (Medio Isonzo), per “larga ferita alla gola ed al cranio”. Sepolto sul posto. Pucci Amedeo, di anni 27, di Anghiari. Soldato del 128° Fanteria, caduto il 2 giugno 1917 sul Monte Vodice (Medio Isonzo) per “ferita di granata all’occipite con fuoriuscita sostanza cerebrale”. Sepolto a Zagora. Ricceri Ricciotto, di anni 34. Capitano del 220° Fanteria, caduto il 26 giugno 1916 in Val Posina (Altopiano di Asiago). Medaglia d’argento al valor militare. Ricci Aroldo, di Giovacchino, di anni 28, di Viaio. Soldato del 3° Bersaglieri, caduto il 1° maggio 1916 sul Monte Col di Lana (Dolomiti) per “scheggia di granata al torace”. Ricci Ernesto, di Giovacchino, di anni 22, di Viaio. Sergente del 111° Fanteria, deceduto il 25 luglio 1917 all’ospedale da campo n. 0147, per “anemia acuta conseguente a ferita in corrispondenza dell’orifizio anale con vasta lacerazione delle parti molli nell’intestino”, subita sul fronte dell’Isonzo. Sepolto a Chiopris (Udine). Ricci Giuseppe, di Sante, di anni 25, di Toppole. Soldato del 20° Bersaglieri, deceduto il 15 gennaio 1918 in prigionia per bronchite. Sepolto a Trier (?). Romani Arnaldo, di Terenzio, di anni 20, di Anghiari. Soldato del 214° Fanteria, deceduto il 6 aprile 1916 in Albania, per “gastroenterite specifica”. Sepolto a Mustai.
continua...
Nell’altra pagina, in alto, l’interno della Cappella dei Caduti riaperta nel novembre scorso.
Da casa vostra è passata la cicogna? Mandateci le informazioni, le pubblicheremo volentieri. 19
Un Merletto per Venezia*
L
Due prestigiosi premi vinti da “Il Tombolo di Anghiari”
’Associazione Culturale “Il Tombolo di Anghiari” ha conquistato due importanti riconoscimenti alla 5° edizione di “Un Merletto per Venezia”, prestigioso concorso nazionale di merletto ad ago e a fuselli, promosso dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e dal Museo del Merletto di Burano e dedicato
al tema “cocktail di arti”, iniziativa volta a promuovere un artigianato di elevata qualità ed una eccellenza italiana nel mondo. Le merlettaie di Anghiari hanno presentato opere straordinarie e hanno dimostrato ancora una volta la propria bravura, perfettamente in linea con una tradizione che vanta antiche radici e che viene portata avanti con professionalità e passione. I premi conquistati in terra veneta hanno messo in risalto la bellezza dei lavori presentati e vanno a sommarsi ai numerosi riconoscimenti ottenuti negli ultimi anni. Elena Bartolini e Carla Zanchi hanno primeggiato nella sezione “merletto a fuselli – stile antico” con l’opera “Il palcoscenico delle arti” progettata da Michele Foni. “Il progetto –hanno spiegato con soddisfazione Elena e Carla– racchiude molteplici forme di arte che si aprono l’una sull’altra come se fossero delle scatole cinesi. Per prima forma d’arte c’è il merletto a tombolo, che è il linguaggio e il mezzo per raccontare molte storie. L’intreccio di fili descrive un Teatro, con il suo sipario aperto, che rappresenta poi la finestra ideale sull’Architettura e che, a sua volta, è filtro sul paesaggio marino della Venezia dipinta da Francesco Guardi. Un balcone surreale è protagonista della stessa bellezza su cui si apre. La pittura non è certo l’ultima delle nostre scatole cinesi e quindi delle Arti evocate. Venezia rappresentata nel quadro diventa background e florilegio di creatività e di arte. Il gioco delle scatole cinesi non ha fine e nulla ci impedisce di ricominciare da capo evocando tutto quello che il nostro pensiero o la nostra memoria ci invitano a ricordare di una città che è simbolo assoluto di bellezza”.
Teresa Andrzejewski ha ottenuto il primo premio della Fondazione Adriana Marcello nella sezione “merletto a fuselli – stile antico” con l’opera “LiberArte” da lei stessa progettato. “Se guardiamo uno spot televisivo – ha dichiarato Teresa – sappiamo che sono inseriti dei messaggi che possono non essere percepiti in un primo momento, ma che poi riaffiorano nel nostro subconscio. In questo lavoro ho inserito anch’io dei messaggi e, se guardiamo bene, si intravedono simboli di forme di arte visive e performative. Ho realizzato una gabbia (il mondo), un albero (la vita), una pianta rampicante (le avversità), gli uccelli (noi), i simboli (le nostre aspirazioni). L’albero e gli uccelli sono dentro o fuori la gabbia? Alcuni uccelli sono intrappolati dentro, altri sono fuori o volano in alto, l’albero in alcuni punti è dentro, in altri è fuori della gabbia. E le arti? Sono fuori e nessuno riuscirà ad imprigionarle perché ognuno di noi deve essere libero di scegliere e seguire le proprie aspirazioni”. All’Associazione Anghiarese sono arrivati anche i complimenti del sindaco Alessandro Polcri e dell’Amministrazione di Anghiari “Le nostre merlettaie sono state ancora una volta bravissime e hanno vinto un altro premio importante in un concorso di livello nazionale. Con le loro opere ed i meritati riconoscimenti ottenuti negli anni portano lustro all’arte del tombolo e ad Anghiari. A loro vanno i più sinceri complimenti miei, dell’Amministrazione e di tutta la cittadinanza”.
A sinistra: “Il Palcoscenico delle Arti”, pannello a fuselli realizzato da Elena Bartolini e Carla Zanchi: 1° premio della Fondazione Civici Musei Veneziani. A destra: “LiberArte”, merletto a fuselli realizzato da Teresa Andrzejewski: 1° premio della Fondazione Civici Musei Veneziani. * Testo tratto da “RadioRibelle”.
20
Santuario del Carmine Festa dell’Ascensione 2019 Sabato 1° giugno: Vigilia della festa Alle ore 20:45 accensione del fuoco nel piazzale del Santuario e canto dei Primi Vespri. Un invito particolare a tutte le parrocchie di Anghiari ad essere presenti al Santuario del Carmine per la celebrazione della vigilia
Sirio Ruggeri dipinse
Domenica 2 giugno: Ascensione Ore 6.30: Apertura del Santuario. Dalle ore 7:00 alle ore 10:00 S. Messa ad ogni ora Ore 11.15: Solenne Celebrazione Eucaristica Alle ore 16.00: S. Messa. Benedizione dei bambini Alle ore 18.00: S. Messa solenne officiata dal Rettore del Santuario, in suffragio dei benefattori e dei festarini defunti. Ad ogni ora della giornata saranno presenti sacerdoti per le confessioni Il pellegrinaggio a piedi Si invita a riscoprire il senso cristiano del pellegrinaggio, percorrendo un tratto di strada a piedi fino al Santuario, seguendo uno degli itinerari segnalati da cartelli e descritti più sotto. Al termine di ogni S. Messa le parrocchie ed i pellegrini che hanno raggiunto il Santuario a piedi riceveranno una particolare benedizione.
Da Anghiari: dalla Piazzetta della Croce si percorre la Provinciale per il Ponte alla Piera (strada di crinale). Lunghezza circa 3,5 km. Percorso anche per le parrocchie di San Lorenzo e quelle di Monterchi e Citerna. Da Tavernelle: partenza di fronte al ristorante della Doretta. Attraverso La Banca e Galbinaccio. Dal Ponte delle Fate: Parrocchia del Ponte alla Piera. Attraverso la strada detta “Le Scalette” e Cul di Paiolo. Dalla Marca/Papiano: Parrocchie di Caprese e Sovaggio. Attraverso i Monti Rognosi e Cul di Paiolo. Da Micciano: dalla Pieve di Micciano e seguendo l’antico tracciato da Campalla e dal Poggiolo. Da Santo Stefano: Partenza dalla chiesa e, attraverso la vecchia via di Caprese, si sale verso Sterpeto e il Faggeto. *************
Festarini del Carmine - Nel mese di maggio, all’avvicinarsi della festa, passeranno dalle vostre abitazioni i festarini del Carmine. Raccolgono le offerte che deciderete di destinare liberamente per la festa dell’Ascensione. In questo modo, come succede ogni anno, potremo predisporre il tutto per accogliere i numerosi fedeli, di cui molti a piedi, che raggiungeranno il Santuario Diocesano per la festa che quest’anno cade il 2 di giugno. Un ringraziamento quindi a tutti voi per l’aiuto e ai festarini per il loro impegno. 21
Due catechesi con don Marco
L’ADORAZIONE DEI MAGI (Dürer)
L
La figura della Madonna, fra tanta provvisorietà, ha una dignità e autorevolezza che costituisce il punto di riferimento certo e obbligato di tutta la composizione, perché questo presepio non ha uno sfondo chiuso e in un interno, come nei presepi tradizionali, ma pare trasparente e guarda, attraverso la prospettiva di una strada a… l’infinito (il “dopo” l’ha definito Don Marco). È una direzione che conduce a una città in alto, una Gerusalemme celeste?, dove la strada da percorrere, anche se in dura salita, è finalmente ben tracciata, quasi obbligata. Sembrerebbe che per i Magi, arrivati all’Incontro fatale con un procedere inconsapevole e apparentemente casuale, qualcuno abbia già preparato un successivo cammino molto ben identificato ed elevato. Mentre i pittori medioevali ritraevano i Magi con il loro cammino percorso precedentemente all’Incontro, qui il “prima” è fuori dal quadro e frutto solo di immaginazione. La narrazione di Dürer nasce con l’attimo presente dell’incontro straordinario e si sviluppa sul “dopo” dello sfondo dietro un arco da sorpassare dove c’è un cavaliere che sembra lì apposta ad attendere i pellegrini. C’è quindi ancora da compiere un cammino elevato, di alto profilo, per cui occorre tenere sempre obiettivi di alto livello, senza mai abbassare la guardia, come insegna la lezione di Papa Francesco, che Don Marco ha citato a conclusione e sintesi della catechesi.
L’ANNUNCIATA (Antonello da Messina)
a rivoluzione artistica del Rinascimento qui fa da cornice a un soggetto molto caro alla iconografia cristiana: il Dürer dipinge l’Adorazione dei Magi servendosi del nuovo linguaggio pittorico adattato con grande perizia alla narrativa e alla simbologia evangelica dell’Epifania. Ma, come sottolinea Don Marco, c’è una lettura radicale della scena tradizionale. Mentre ad es. Giotto e Gentile da Fabriano rappresentano con l’Adorazione una scena che conclude un lungo cammino, un punto di arrivo ben identificato, con tanto di corteo ben organizzato e di strada percorsa, il Dürer spezza invece la narrazione. Non c’è né la capanna né S. Giuseppe, simboli protettivi del Bambin Gesù, ma la Madonna con il Bimbo sono in mezzo alla strada, emarginati quasi come antichi clochard sul marciapiede di una zona di rovine disseminata di archi in pietra incompiuti o semidistrutti. L’incontro fra i Magi e la Sacra Famiglia sembra avvenire quasi per caso, tanta è la precarietà della sistemazione di Maria, a cielo aperto, e la disposizione disordinata dei Magi e del retrostante servitore, scomposto e con lo sguardo da tutt’altra parte. Il tempo della scena è ridotto appena ad un attimo, ed è quell’attimo fermato dallo sguardo del Re inginocchiato sul Bambino, uno sguardo intenso, dolcissimo ma pieno di meraviglia ed adorante davanti ad un incontro straordinario ed imprevisto per come si è presentato.
G
ià il titolo dell’opera scelta da Don Marco per l’ultima(?) catechesi ci mette in crisi. Il participio passato di “annunciare” in genere noi lo intendiamo in senso passivo, come qualcosa o qualcuno che vengono annunciati, ed invece in questo caso è Lei che è oggetto di annuncio. Quindi Lei è oggetto e soggetto allo stesso tempo. E già questo è un primo corretto “annuncio”/ spiegazione dell’opera. Perché in fondo tutto si concentra e si risolve su di Lei. L’operazione di semplificazione della scena tradizionale a cui avevamo già assistito nella lezione sull’Adorazione dei Magi del Durer, qui diventa ancora più radicale: non c’è il consueto ambiente chiuso (una stanza) dove si svolge la scena ma addirittura non c’è neanche il soggetto (l’angelo) che annuncia, sempre presente nei pittori precedenti, e Lei è ritratta solo a mezzo busto su uno sfondo nerissimo. Eppure siamo ben lontani dalle icone bizantine o dalle Madonne medioevali, perché qui la rivoluzione spaziale quattrocentesca, la lezione di Piero della Francesca è ben viva; basta un semplice leggìo per dare il senso dello spazio prospettico e dell’armonia della scena. Equilibrio ed armonia rinascimentali sono il frutto della costruzione di rigorose figure geometriche sul panneggio e sul volto dell’Annunciata e di una sapiente disposizione di colori, scuri, dove lo straordinario variegato blu del
22
Appendice alla Cronachetta Mercoledì 19 dicembre 2018: oggi è nata Viola Petruccioli di Federico ed Elisa Camaiti (originaria di Tavernelle). Viola la potrete vedere nella zona di Montebello dove abita con i genitori e il fratello Matteo che è felicissimo di annunciare l’arrivo della sorellina. Sabato 2 febbraio 2019: oggi è nato Tommaso Socali di Nicola e Federica Laura Baldi. Abita a Sansepolcro col babbo, la mamma e la sorellina Ludovica che è felice di poter annunciare l’arrivo del fratellino. Lunedì 4 febbraio 2019: oggi è nato Giovanni Camerelli. Con la mamma Ilaria Betti di Sansepolcro e il babbo Claudio di Anghiari abitano a Santa Fiora… La mamma, il babbo e i nonni gli danno il benvenuto e il babbo aggiunge “Gli abbiamo dato il nome dello zio Giovanni.”
velo ti fa veramente pensare a certe intense sfumature del mare siciliano. La Vergine è raffigurata con i caratteri di quella che si direbbe a ragione una “bellezza mediterranea”, carnagione leggermente scura, labbra carnose e due occhi nerissimi tipici delle donne del nostro sud ( l’Annunciata di Palermo). Ma il vero tema che Antonello ha voluto sviluppare è tutto religioso e il mezzo con cui è stato svolto è la lettura psicologica della Madonna. È chiaro che ha l’Angelo davanti ad annunciarle qualcosa che dovrebbe sconvolgerla, che dovrebbe sconvolgere tutti. La Sua reazione è tutta introspettiva. Con una mano sembra quasi fermare per un attimo l’annuncio del suo interlocutore e con l’altra accenna una reazione di timida difesa, mentre gli occhi hanno uno sguardo che guarda solo dentro di sé. Penso di non aver mai visto su altro quadro raffigurato in modo così esplicito il senso del mistero. Mistero sul contenuto dell’annuncio, e mistero sulla profondità della reazione di Lei, che come nelle pagine evangeliche evidenzia una iniziale incredulità per poi risolversi in un’accettazione forte e consapevole. Ecco, credo che Antonello abbia magicamente rappresentato una successione di sentimenti opposti, un lungo attimo che passa dall’incredulità alla dignitosa consapevolezza. E Don Marco ci suggerisce che è come se in Lei ci identificassimo, tutti noi, di fronte al mistero. Marzo 2019 Armando Babbini
Giovedi 14 marzo 2019: oggi è nata Luna Savini! La mamma Elisa da Upacchi e il babbo Ariele (nipote del Gattari), ne danno il felice annuncio. Vivono allegramente in mezzo ai boschi anghiaresi.
Venerdì Santo
L
a Pia Società del Gesù Morto si è ritrovata nella sala dell’oratorio domenica 10 marzo, prima domenica di Quaresima. Luigi Leonardi, il camerlengo, ha convocato tutti i confratelli con cappa e i collaboratori e, coadiuvato da Giovanni Valbonetti (presidente dell’assemblea), Paolo Melani (cassiere) e Andrea Marzi (segretario), ha provveduto a comunicare gli impegni che aspettano questa Associazione e le Compagnie di Anghiari. In particolare sarà predisposto il necessario per la Settimana Santa e le altre ricorrenze di quei giorni. A voi, che forse avrete già fatto l’offerta ai festieri, vi diciamo il nostro grazie. I denari raccolti verranno utilizzati per preparare tutto il necessario affinché tutti i fedeli seguano ordinatamente le celebrazioni preparate con il dovuto decoro, in particolare le processioni del Venerdì Santo: quella del mattino e quella della sera. Nella foto del 1995 la processione sta attraversando la Piazza
Nell’altra pagina e qui sopa, le locandine degli incontri.
23
In ascolto di Papa Francesco Piccoli testi, una grande parola a cura di Teresa Bartolomei
XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù
Campo Santa Maria la Antigua – Cinta Costera (Panama) Giovedì, 24 gennaio 2019
I costruttori di ponti e i costruttori di muri Cari giovani, buon pomeriggio! Che bello ritrovarci, e farlo in questa terra che ci accoglie con tanto colore e tanto calore! Riuniti a Panamá, la Giornata Mondiale della Gioventù è ancora una volta una festa, una festa di gioia e di speranza per la Chiesa intera e, per il mondo, una grande testimonianza di fede. Mi ricordo che, a Cracovia, alcuni mi chiesero se sarei andato a Panamá, e io risposi: “Io non so, ma Pietro di sicuro ci sarà. Pietro ci sarà”. Oggi sono contento di dirvi: Pietro è con voi per celebrare e rinnovare la fede e la speranza. Pietro e la Chiesa camminano con voi e vogliamo dirvi di non avere paura, di andare avanti con questa energia rinnovatrice e questo desiderio costante che ci aiuta e ci sprona ad essere più gioiosi, più disponibili, più “testimoni del Vangelo”. Andare avanti non per creare una Chiesa parallela un po’ più “divertente” o “cool” in un evento per giovani, con un po’ di elementi decorativi, come se questo potesse lasciarvi contenti. Pensare così sarebbe mancare di rispetto a voi e a tutto quello che lo Spirito attraverso di voi ci sta dicendo. Al contrario! Vogliamo trovare e risvegliare insieme a voi la continua novità e giovinezza della Chiesa aprendoci sempre a questa grazia dello Spirito Santo che tante volte opera una nuova Pentecoste (cfr. Sinodo dedicato ai giovani, Documento finale, 60). E questo è possibile solo se, come abbiamo da poco vissuto nel Sinodo, sappiamo camminare ascoltandoci e ascoltare completandoci a vicenda, se sappiamo testimoniare annunciando il Signore nel servizio ai nostri fratelli; che è sempre un servizio concreto, si intende. Non è un servizio così, “di figurine”: è un servizio concreto. Se ci mettiamo a camminare, giovani, sempre giovani come nella storia dell’America. Penso a voi che avete cominciato a camminare per primi in questa Giornata, voi giovani della gioventù indigena, siete stati i primi in America e i primi a camminare in questo incontro. Un grande applauso, forte! E anche voi giovani discendenti di africani: anche voi avete fatto il vostro incontro e ci avete anticipato. Un altro applauso!
non ha paura di rischiare e di mettersi a camminare. Se uno si mette a camminare, è già un discepolo. Se rimani fermo, hai perso. Cominciare a camminare, questa è la più grande gioia del discepolo, essere in cammino. Voi non avete avuto paura di rischiare e camminare. E oggi possiamo essere in festa perché questa festa è cominciata già da molto tempo in ogni comunità. Abbiamo ascoltato poco fa nella presentazione, abbiamo visto dalle bandiere che veniamo da culture e popoli diversi, parliamo lingue diverse, usiamo vestiti diversi. Ognuno dei nostri popoli ha vissuto storie e circostanze diverse. Quante cose ci possono differenziare! Ma nulla di tutto ciò ci ha impedito di incontrarci, tante differenze non hanno impedito di incontrarci e di stare insieme, di divertirci insieme, di celebrare insieme, di confessare Gesù Cristo insieme. Nessuna differenza ci ha fermati. E questo è possibile perché sappiamo che c’è Qualcuno che ci unisce, che ci fa fratelli. Voi, cari amici, avete fatto tanti sacrifici per potervi incontrare e così diventate veri maestri e artigiani della cultura dell’incontro. Voi con questo diventate maestri e artigiani della cultura dell’incontro, che non è “Ciao, come va? Ciao, a presto”. No, la cultura dell’incontro è quella che ci fa camminare insieme con le nostre differenze ma con amore, tutti uniti nello stesso cammino. Voi, con i vostri gesti e i vostri atteggiamenti, coi vostri sguardi, i desideri e soprattutto la vostra sensibilità, voi smentite e screditate tutti quei discorsi che si concentrano e si impegnano nel creare divisione, quei discorsi che cercano di escludere ed espellere quelli che “non sono come noi”. Come in vari Paesi dell’America
Bene. So che arrivare qui non è stato facile. Conosco gli sforzi, i sacrifici che avete fatto per poter partecipare a questa Giornata. Molti giorni di lavoro e di impegno, incontri di riflessione e di preghiera fanno sì che il cammino stesso sia la ricompensa. Il discepolo non è solamente chi arriva in un posto ma chi incomincia con decisione, chi
24
diciamo: “Non sono GCU [gente come uno, gente come noi]. Voi smentite questo. Tutti sono persone come noi, tutti con le nostre differenze. E questo perché avete quel fiuto che sa intuire che «il vero amore non annulla le legittime differenze, ma le armonizza in una superiore unità» (Benedetto XVI, Omelia, 25 gennaio 2006). Lo ripeto: “Il vero amore non annulla le legittime differenze, ma le armonizza in una superiore unità”. Sapete chi ha detto questo? Sapete? Papa Benedetto XVI, che ci sta guardando, e gli facciamo un applauso, gli mandiamo un saluto da qui! Lui ci sta guardando alla televisione. Un saluto, tutti, tutti con le mani, a Papa Benedetto! Al contrario, sappiamo che il padre della menzogna, il demonio, preferisce sempre un popolo diviso e litigioso. Lui è il maestro della divisione, e ha paura di un popolo che impara a lavorare insieme. E questo è un criterio per distinguere le persone: i costruttori di ponti e i costruttori di muri. I costruttori di muri che seminando paura cercano di dividere e di impaurire le persone. Voi invece volete essere costruttori di ponti. Cosa volete essere? [i giovani rispondono: “Costruttori di ponti!”] Avete imparato bene, mi piace! Voi ci insegnate che incontrarsi non significa mimetizzarsi, né che tutti pensano la stessa cosa o vivere tutti uguali facendo e ripetendo le stesse cose: questo lo fanno i pappagalli. Incontrarsi vuol dire saper fare un’altra cosa: entrare nella cultura dell’incontro, è una chiamata e un invito ad avere il coraggio di mantenere vivo e insieme un sogno comune. Abbiamo tante differenze, parliamo lingue differenti. Tutti ci vestiamo in modo diverso ma, per favore, puntiamo ad avere un sogno in comune. Questo sì lo possiamo fare. E questo non ci annulla, ci arricchisce. Un sogno grande e un sogno capace di coinvolgere tutti. Il sogno per il quale Gesù ha dato la vita sulla croce e lo Spirito Santo si è riversato e ha marchiato a fuoco il giorno di Pentecoste nel cuore di ogni uomo e di ogni donna, nel cuore di ciascuno, nel tuo, nel tuo, nel tuo…, nel mio, anche nel tuo – lo ha impresso nella speranza che trovi spazio per crescere e svilupparsi. Un sogno, un sogno chiamato Gesù, seminato dal Padre: Dio come Lui, come il Padre, inviato dal Padre con la fiducia che crescerà e vivrà in ogni cuore. Un sogno concreto, che è una Persona, che scorre nelle nostre vene, fa trasalire il cuore e lo fa sussultare ogni volta che ascoltiamo: «Amatevi gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli». Come si chiama il nostro sogno? [i giovani rispondono: “Gesù!”] Non sento… [ripetono: “Gesù!”] Non sento…[più forte: “Gesù!”] Un santo di queste terre – ascoltate questo – un santo di queste terre amava dire: «Il cristianesimo non è un insieme di verità da credere, di leggi da osservare, o di proibizioni. Il cristianesimo visto così non è per nulla attraente. Il cristianesimo è una Persona che mi ha amato tanto, che desidera e chiede il mio amore. Il cristianesimo è Cristo» (S. Oscar Romero, Omelia, 6 novembre
1977). Lo diciamo tutti insieme? [insieme ai giovani] Il cristianesimo è Cristo. Un’altra volta: Il cristianesimo è Cristo. Un’altra volta: È Cristo! È portare avanti il sogno per cui Lui ha dato la vita: amare con lo stesso amore con cui ci ha amato. Non ci ha amato a metà, non ci ha amato un pochino. Ci ha amato totalmente, ci ha colmati di tenerezza, di amore, ha dato la sua vita. Ci domandiamo: Che cosa ci tiene uniti? Perché siamo uniti? Che cosa ci spinge ad incontrarci? Sapete che cos’è che ci tiene uniti? È la certezza di sapere che siamo stati amati con un amore profondo che non vogliamo e non possiamo tacere; un amore che ci provoca a rispondere nello stesso modo: con amore. È l’amore di Cristo quello che ci spinge (cfr. 2 Cor 5,14). Vedete: un amore che unisce è un amore che non si impone e non schiaccia, un amore che non emargina e non mette a tacere e non tace, un amore che non umilia e non soggioga. È l’amore del Signore, amore quotidiano, discreto e rispettoso, amore di libertà e per la libertà, amore che guarisce ed eleva. È l’amore del Signore, che sa più di risalite che di cadute, di riconciliazione che di proibizione, di dare nuova opportunità che di condannare, di futuro che di passato. È l’amore silenzioso della mano tesa nel servizio e nel donarsi: è l’amore che non si vanta, che non si pavoneggia, l’amore umile, che si dà agli altri sempre con la mano tesa. Questo è l’amore che ci unisce oggi. Ti chiedo: credi in questo amore? [rispondono: “Sì!”] E faccio un’altra domanda: credi che questo un amore “vale la pena”? Gesù una volta, a una persona che aveva fatto una domanda, alla fine rispose: “Se tu credi questo, va’ e fa’ lo stesso”. Nel nome di Gesù io vi dico: andate e fate lo stesso. Non abbiate paura di amare, non abbiate paura di questo amore concreto, di questo amore che ha tenerezza, di questo amore che è servizio, di questo amore che dà la vita. E questa è stata la stessa domanda e la chiamata che ha ricevuto Maria. L’angelo le domandò se voleva portare questo sogno nel suo grembo, se voleva renderlo vita, renderlo carne. Maria aveva l’età di tante di voi, l’età di tante ragazze come voi. Disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Chiudiamo gli occhi, tutti, e pensiamo a Maria. Non era stupida, sapeva quello che sentiva il suo cuore, sapeva che cos’era l’amore, e ha risposto: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». In questo breve momento di silenzio, in cui Gesù dice a ognuno –a te, a
25
Nell’altra pagina la vignetta di Michele Foni. In questa pagina il logo della GMG 2019.
te, a te–: “Te la senti? Vuoi?”. Pensa a Maria e rispondi: “Voglio servire il Signore. Avvenga per me secondo la tua parola”. Maria ha saputo dire “sì”. Ha avuto il coraggio di dare vita al sogno di Dio. E questo è quello che oggi ci chiede: Vuoi dare carne con le tue mani, i tuoi piedi, il tuo sguardo, il tuo cuore al sogno di Dio? Vuoi che sia l’amore del Padre ad aprirti nuovi orizzonti e arti per sentieri mai immaginati e pensati, sognati o attesi, che rallegrino e facciano cantare e danzare il cuore?
Bene. E dato che vogliamo essere buoni e educati, non possiamo terminare questo primo incontro senza ringraziare. Grazie a tutti coloro che hanno preparato
Abbiamo il coraggio di dire all’angelo, come Maria: “Eccoci, siamo i servi del Signore, avvenga per noi…”? Non rispondete adesso, ognuno risponda nel suo cuore. Ci sono domande a cui si risponde solo in silenzio. Cari giovani, questa Giornata non sarà fonte di speranza per un documento finale, un messaggio concordato o un programma da eseguire. No, non sarà questo. Quello che darà più speranza in questo incontro saranno i vostri volti e una preghiera. Questo darà speranza. Col volto con cui tornerete a casa, col cuore cambiato con cui tornerete a casa, con la preghiera che avete imparato a dire con questo cuore cambiato.La cosa che darà più speranza in questo incontro saranno i vostri volti, la vostra preghiera. E ognuno tornerà a casa con la nuova forza che si genera ogni volta che ci incontriamo con gli altri e con il Signore, pieni di Spirito Santo per ricordare e mantenere vivo quel sogno che ci fa fratelli e che siamo chiamati a non lasciar congelare nel cuore del mondo: dovunque ci troveremo, qualsiasi cosa staremo facendo, potremo sempre guardare in alto e dire: “Signore, insegnami ad amare come tu ci hai amato”. Volete ripeterlo con me? “Signore, insegnami ad amare come tu ci hai amato”. [insieme ai giovani] “Signore, insegnami ad amare come tu ci hai amato”. Più forte, siete rauchi. “Signore, insegnami ad amare come tu ci hai amato”.
con grande entusiasmo questa Giornata Mondiale della Gioventù, tutto questo. Grazie, forte! Grazie per aver avuto il coraggio di costruire e di ospitare, per aver detto “sì” al sogno di Dio di vedere i suoi figli riuniti. Grazie a Mons. Ulloa e a tutti i suoi collaboratori per aver aiutato a far sì che oggi Panamá sia non solo un canale che collega i mari, ma anche un canale in cui il sogno di Dio continua a trovare altri piccoli canali per crescere e moltiplicarsi e irradiarsi in tutti gli angoli della terra. Amici, amici e amiche, Gesù vi benedica! Ve lo auguro con tutto il cuore. Santa Maria la Antigua vi accompagni e vi protegga, perché possiamo dire senza paura, come lei: «Eccomi. Avvenga di me».
Grazie!
Qui sopra. Molti i giovani italiani che si sono preparati a partire per Panama per la GMG 2019. Per molti la prima meta è stata Chitrè, dove hanno vissuto i “Giorni nella diocesi”.
Un gruppo di lettori ricevono il giornale nel formato digitale Se lo volete anche voi mandateci la vostra mail - La nostra è nella quarta pagina di copertina!
Morto Francesco Comanducci
Direttore storico del Museo di Sansepolcro
Lascia in dolore la moglie e figlia noi ci stringiamo a questa famiglia
Ma questa perdita del caro Francesco con la sua vita di uomo onesto
Anche Francesco s’è addormentato la moglie e figlia lui à lasciato
La cara Grazia che ò conosciuto fino da bambina il saluto ò avuto
Morto il fratello il caro Don Fabio altro Anghiarese del nostro vivaio
Poi il dolore si è abbattuto in questa casa à fatto rifugio
Questa persona che ò conosciuto e mi porgeva sempre il saluto
Come noi Cittadini Anghiaresi per i saluti mai arresi
Noi Anghiaresi siamo abituati e con il prossimo sempre amati
Spero la Grazia si faccia forza con la sua vita che morte l’à percossa
Era di famiglia lì tanto amata ora la morte l’à abbandonata
Ho fatto presenza a vedere la salma di questa persona d’amore e costanza
Solo la morte costringe le file e noi tutti dobbiamo soffrire
Troverà pace ed amore in famiglia lì con l’aiuto della cara figlia:
di Armando Zanchi Arezzo, 18/2/2019
26
Via l’impalcatura!
Finalmente è stata tolta da Porta Sant’Angelo!
S
i è conclusa in questi giorni l’annosa vicenda legata a Porta Sant’Angelo ad Anghiari. Uno degli accessi più antichi al centro storico, nel versante opposto alla Ruga di San Martino. Nemmeno una settimana di lavori, a fronte di una situazione che per varie vicissitudini appariva alquanto complessa. Ma veniamo agli ultimi adempimenti. Nel dicembre scorso è stata approvata la variante per quello che riguarda il progetto esecutivo per il restauro di Porta Sant’Angelo per un importo complessivo stimato in 14 mila euro derivanti dalle casse comunali. Poco più di 10 mila euro il costo delle opere edili, la restante parte è formata dalle opere per la sicurezza e l’Iva complessiva. È stato un intervento che ha interessato sia la parte strutturale che quella sismica con l’installazione pure di tiranti per rinforzare l’intero manufatto. Questa situazione più volte è stata al centro di accese discussioni e polemiche sia nell’attuale amministrazione che in quella precedente, ma a nulla erano valse. Ora l’annosa situazione, quindi, ha trovato la soluzione definitiva. Intervento sicuramente necessario, il quale allo stesso tempo deve ridare un’immagine alla parte di Anghiari che si riflette in direzione del confine con l’Umbria. “Questa porta ha un valore storico importante per il nostro paese e non solo, essendo uno dei primi accessi all’interno delle mura” ha chiarito il sindaco Alessandro Polcri in un comunicato stampa. “Uno spaccato di Anghiari che deve essere valorizzato ulteriormente in vista anche dell’oramai imminente avvio dell’ampio progetto legato ai Cammini di Francesco; nel tracciato presentato tempo addietro, infatti, il passaggio dei pellegrini è previsto proprio da Porta Sant’Angelo”.
La scarsa manutenzione in un mix di problematiche anche dal punto di vista burocratico, avevano portato Porta Sant’Angelo nella più completa incuria e l’impalcatura in ferro era diventata quasi un simbolo di inefficienza. D’ora in poi, però, quelle tubazioni saranno solamente un brutto ricordo.
Porta Sant’Angelo in una suggestiva veduta notturna dopo che, mercoledì 20 febbraio, era stata tolta l’impalcatura.
Vi è piaciuto questo giornale? Lo volete ricevere a casa? Ditecelo! Anche il Ghignoni Lazzaro (Pipi) ci ha lasciato
Non ci resta che il dolore per un cittadino di vero cuore
Ma ogni giorno si allenta e sparisce la presenza
Altro colpo della morte che spalanca tutte le porte
Questo padre di famiglia che la morte assottiglia
Tanto tempo trascorso insieme tra lavori e tante pene
Tanti gli anni addossati ma ci siamo preparati
Non bastava quel dolore lì avvenuto da poche ore
Non bastava la cara Emilia ma la morte tira le fila
Eravamo una famiglia ma ormai non resta nulla
Alla fine dolore profondo di lasciare questo mondo
Della perdita della cara moglie ora del Pipi c’è le spoglie
Ò perduto un altro amico in poco tempo qui avvenuto
Dei tanti cari amici che uniti in giorni felici
Mi ritrovo a pensare che la morte fa tremare:
di Armando Zanchi Arezzo, 8/1/2019
27
Fausto, Paolone e Paolino
P
I tre amici in una caratteristica posa
aolo Tofanelli, da tutti chiamato Paolone, è stato l’amico fraterno del mio babbo Fausto e di Paolino, Paolo Mazzi; tre giovani inseparabili, con tante passioni in comune: l’arte, la storia, la fotografia e tanti altri argomenti comuni, da portarli ad accese quanto interessanti discussioni notturne. Paolone, con la sua abbondante grazia e la voce sempre pacata, era il moderatore di quelle discussioni, sempre capace di convincere tutti del valore delle sue tesi. Tesi meravigliose, fantasiose quanto reali, esposte sempre con pacatezza ma convinzione. Uno studioso, uno studioso vero! Ha sempre preferito lo studio al lavoro, tanto da scegliere di fare il portiere di notte all’ospedale per essere libero di leggere e portare avanti le sue ricerche sui temi più disparati. La “storia” in generale lo affascinava particolarmente, le simbologie, gli arcani più nascosti e non risolti divenivano la sua ragione di vita. Il mio ricordo personale inizia da bambino, quando passava intere giornate a casa nostra a Maccarino, nel laboratorio del mio babbo, a ragionare su vecchi manufatti da restaurare. Oppure giorni e nottate passate dentro il vecchio “centro studi archeologici e naturalistici altotiberino” che aveva allora sede accanto alla Chiesa di Santo Stefano. In quel periodo Paolone era un grande studioso di preistoria e ricordo che mi portava sempre a cercare strumenti litici e scheggiature nella zona di Volterena. Io raccoglievo qualunque cosa mi sembrasse “buona” e lui spesso mi diceva: “lillino, arbuttilo giù che quello è ‘n sasso!”. Ma poi quando riuscivamo a trovare una piccola punta di freccia o un raschiatoio ci si illuminavano gli occhi e si faceva i salti di gioia!! Indelebile è anche il ricordo della sua abitazione alla Vignolina, una bellissima colonica toscana in pietra dentro la quale si poteva trovare di tutto, da migliaia di libri a oggetti di tutti i tipi. Come nella piccola casa di sua sorella Bruna al “Topo”, anch’essa piena di oggetti, strumenti e carabattole. L’altra sua passione erano i rettili, nello specifico i serpenti: “animali affascinanti”, diceva sempre. Un giorno, da bambino, nell’aia della Vignolina vide una vipera e corse in casa a chiamarmi per farmela prendere in mano. Ancora ricordo gli urli di mia mamma che gli dicevano: “sciagurato!!”. Paolone era così, per lui la vita era innocua, proprio come quella vipera; ti può pizzicare, ma solo se non la tratti con riguardo. Chiunque di voi lo conoscesse, può sicuramente ricordarlo con i suoi jeans “a bracarella” tenuti su da un paio di vecchie bretelle, la sua folta barba canuta e gli occhi dolci. Spesso lo trovavi davanti ad un buon piatto di tagliatelle o di ravioli al sugo, con l’immancabile libro appoggiato sopra un bicchiere e con una forchetta
a tenerlo aperto. Un sapere infinito, quello che aveva raggiunto con gli anni, una proprietà di ragionamento e un’apertura mentale che gli consentivano di sfornare pensieri e teorie di caratura elevatissima. Negli ultimi tempi il suo chiodo fisso, il suo studio primario, era Piero della Francesca, “Pierin dal Borgo” come lo chiamava lui. Lo aveva studiato a tal punto che era quasi diventato un suo amico immaginario, a volte ci dialogava, gli faceva domande: “Che dici Pierino? Ho interpretato bene il tuo pensiero?” gli chiedeva spesso. Lui era convinto di averlo “capito” di aver compreso quello che Piero, nei suoi anni di finissimo pittore, avrebbe voluto dirci. E noi tutti, che lo ascoltavamo, eravamo altrettanto convinti insieme a lui. Il mio affetto per Paolone è cresciuto con il passare degli anni, andavo spesso a trovarlo alla Vignolina, per parlare un po’ delle sue ultime ricerche, oppure lo accompagnavo, a volte, a fare i “mercatini” in giro per le nostre zone. Il piacere di fare conversazione con lui era infinito. La sua bontà, la sua pacatezza e il suo sorriso sotto i baffi mentre mi chiamava “lillino”, resteranno sempre nel mio cuore. Andrea Valbonetti
28
Paolone, il Genio d’Anghiari
U
di Paolo Pennacchini
n piatto di tagliatelle al sugo (ma anche ravioli), un leggio di legno con sopra un libro, tenuto aperto da due forchette, usate come segnalibro. Paolone seduto, con tutta la calma del mondo, legge, parla, mastica: pensa. Soprattutto ascolta. Era un uomo curioso, non interrompeva mai gli altri, si accarezzava la barba con due dita, dai baffi per scendere lungo le guance. Quello era il segnale che stava per intervenire, anticipato da una sua frase simbolo “…vedi… le cose non stanno proprio così…”. E si aprivano le sorgenti. Uno scorrere di sapienza che non deragliava mai nella presunzione. Trattava argomenti che avevano a che fare con l’Arte e la Storia, con profonda competenza e leggerezza; quella che magari è mancata in tanti nostri professori e accademici. Ricordava e raccontava vicende e luoghi della nostra Comunità ormai caduti nell’oblio. Sapeva di scienza, matematica e astronomia, più di ogni scienziato. Non ci credete? Io l’ho visto confrontarsi con accademici “di fama” e tutti rimanevano a bocca aperta. Ma uno così… che ci faceva sempre sul tavolino di un caffè o di un ristorante, mentre poteva pontificare dall’alto di prestigiose Università? Forse non c’è una spiegazione precisa. Ognuno di noi che lo ha conosciuto e frequentato non si è mai posto questo problema: anzi. Paolone era un distributore di Cultura vera, a portata di mano in piazza, non negli atenei. Un Wikipedia in carne ed ossa? Attenzione, non era un tuttologo e mai si atteggiava a tale. Paolone era il ragionamento umanista, sapeva trattare argomenti apparentemente diversi collegandoli con sfumature e paragoni che oggi nessuno saprebbe più fare. “…D’altronde ho sempre cercato lavori notturni per poter studiare quello che mi pareva”. Non ha mai usato la sua intelligenza come distacco dagli altri, anzi sapeva adattarsi a tutto e a tutti. Con il suo incedere da orso buono, con quella barba bianca e le
giacche sempre impataccate, sembrava S o c r a t e , macché… Leonardo… “ To h c’è Paolone seduto là… andiamo a sentire”. Che spettacolo i borghi toscani con uno che te li sa raccontare. Che bellezza sentir parlare di Piero della Francesca, ma anche di serpenti, di etruschi, di stelle e… dell’uomo in tutte le sue fragilità, comprese le sue. Paolo Tofanelli, detto Paolone, è stato ed è ancora l’Homo Sapiens di Anghiari. Una testa irraggiungibile per cultura e umiltà. Per questo non poteva accettare di stare nelle gabbie dell’Accademia. Il suo sapere era libertà, innanzitutto. Senza orari, senza costrizioni. Col sorriso e con il suo sguardo dolce che ogni tanto però cambiava luce, diventando penetrante e arguto, come spinto da una grande ispirazione. Era in quei momenti che ci invitava a guardare le cose da un altro punto di vista: con coraggio e passione. Senza che lui lo volesse è stato una guida per tutti. In ognuno di noi Paolone ha lasciato un segno, come una forchetta che tiene ferme le pagine al vento… Paolo Tofanelli durante la classificazione delle selci e degli altri reperti in una sala del Palazzo del Marzocco, era il 2003.
C’era lei
Il senso della vita
Sento miagolare un gatto alla mia porta, vado ad aprire, e lui mi ringrazia. Anch’io chiamo ad una porta che non si apre: la casa appare come disastrata e dico forse qualcuno sentirà. Prima alla mia voce di richiamo c’era lei, la mia mamma, che mi apriva sempre con un sorriso e mi incoraggiava con la tenacia della persona forte. Ora ella dorme in faccia alle colline; lei si è addormentata per sempre ma con la speranza di essermi sempre vicina. Sila
Al tramonto di ogni giorno preme la nostalgia e mi chiedo come sarà domani? Ogni giorno per me ha il suo affanno e la sua pena. Ma non voglio pensare; così ogni dì un’opera buona in più prevarrà e così la vita avrà un senso e avrà una luce da seguire. La sera reclino la testa per il troppo pensare, l’appoggio ad un braccio, ma poi mi riscuoto, o leggo o prego. Dio fa che i bei ricordi mi siano di guida e illuminino il mio cammino così incerto. Se tu o Signore vuoi prolungare la mia strada fino a te fallo, in te ancora spero. Sila
(la mamma)
29
Compito
Quaresima
la cappella di San Francesco
Questa piccola porta con il bassorilievo sovrastante, fa parte di una cappella che si trova a Compito, per la via che dalla Pieve porta alla Verna: ecco ora i ricordi di Maddalena Bernacchi originaria di quei luoghi.
N
on conosco la data di costruzione della cappella. Porcellotti (ha scritto la “Guida del Casentino” ben prima di Carlo Beni), vissuto nella seconda metà dell’800 la descriveva dicendo che era “mal tenuta da quei rusticani”. L’ultimo restauro è stato effettuato tra gli anni ‘80 ed i ‘90, quando era parroco di Compito padre Fausto Fabiani, ed eseguito da Tonino e Mauro, che hanno messo le iniziali nel rosone. Alle spese, oltre al parroco ha partecipato tutta la popolazione. All’interno, l’altare dei primi del ‘900, fu donato dai miei nonni Barberina e Telesforo Bernacchi; la scritta, dopo il restauro è poco visibile. Ci sono un Cristo, dono di Pietro Minelli, la statua di S. Francesco, dono del maestro Ruggero Bernacchi; un dipinto del Sacro Cuore, dono di Giuliano Detti; una piccola statua di Maria, dono di una villeggiante che comprò qui, proprio sopra la cappella, la sua casa delle vacanze, certa Gina, il cognome non lo ricordo. La cappella ha un campanile a vela, con una sola campana. Ricordo che nei pomeriggi estivi suonava la campana per richiamare le persone alla recita del rosario. A lato della chiesetta c’è una sorgente con sopra una pietra in marmo con inciso “Questa fonte la fece scaturire San FRANCIESCO l’anno 1213”. Alla data manca credo forse un anno. L’iscrizione è in capitale maiuscola e ben eseguita. Del resto, cosa si poteva chiedere a uno scalpellino di secoli fa se non di spaziare bene le lettere? Ha probabilmente ecceduto in quel ‘Franciesco’ e gli è mancato uno spazio. Del resto io sono fermamente convinta che questa sia la fonte che San Francesco fece scaturire per dissetare il contadino. Come ho scritto anche nel magazine “Casentino+” questa sorgente si trova proprio nel percorso che si fa a piedi per raggiungere la Verna da Assisi e che, proseguendo nella strada, si può fare facilmente in un’ora. L’iscrizione raffigurata nella foto si trova nella cappella di S. Francesco a Compito e dice: “Imitatores mei estote” che significa siate miei imitatori. L’iscrizione è tratta dalla predica in lode di San Corrado piacentino, tenuta dal Vescovo di Cortona nel 1616 il cui motto completo è “Imitatores mei estote, sicut et ego Christi”.
30
Quest’anno, in ogni domenica della Quaresima, che è un tempo liturgico fondamentale in cui la nostra vita è richiamata a riscoprire l’essenzialità del vivere, viene dato ai ragazzi del catechismo un impegno che dovranno affrontare durante la settimana nella loro libertà, non costretti. Il primo impegno è quello del servire. Devono trovare i tanti modi che ci possono essere nella vita di un ragazzo per mettere in pratica il servizio per gli altri: non so, coi genitori, coi nonni in casa, con gli amici a scuola.
Lunedì 22 aprile 2019 Lunedì dell’Angelo, Pasquetta.
A S. Stefano S. Messa alle ore 11:00, seguirà la processione fino alla Maestà della Battaglia. Verranno benedette le campagne e verranno estratti i premi per le due Damigelle della Vittoria.
Venerdì 3 maggio 2019 In Piazza Baldaccio ad Anghiari, dalle ore 21:00 in poi, tradizionale estrazione della tombola a cui farà seguito lo spettacolo dei fuochi pirotecnici sotto le mura di Anghiari.
fotocronaca
Lume a marzo - Anche per l’ultimo giorno di febbraio 2019 un bel numero di anghiaresi ha provveduto ad accendere i loro fuochi per far lume a marzo; molto spesso lo ha fatto coinvolgendo vicini ed amici. Padelli Alighiero, Sabino; Draghi Mirco, Infrantoio; Pernici Vincenzo, Molin del Caccia; Serafini Anna Maria, Viaio; Albiani Franco, Maraville; Cesari Velso e Chieli Maddalena, San Leo; Papini Andrea, Ca’ di Maurizio; Giovagnoli Donato, Vignolo; Del Pia Mario, Maccarino de qua; Lombardi Enzo, Monte; Tavernelli Marisa, La Breccia; Valbonetti Giovanni, Maccarino; Vichi Gasparino, Carmine; Nicchi Bruno, Palazzetto; Comanducci Giuseppe, Chiusini; Nicchi Nilo, San Rocco; Pernici Ermindo, Ponte Carletto; Pagani Antonietta, Catigliano. Ciccicocco - Li vedete? Sono un bel gruppetto di ragazzi che, accompagnati dalle loro insegnanti, sono stati in giro per Anghiari vecchio cantando e chiedendo il ciccicocco ad alcune famiglie incontrate lungo il percorso. Ad accompagnarli con la fisarmonica Mario Guiducci mentre il Sambudellaio (impersonato questa volta da Bruno Grottini, Capruggine) ha fatto la sua comparsa per questa giornata speciale e brandendo la sua canna con i sambudelli attaccati sembra accontentare i ragazzi (pensano di addentare i sambudelli), ma l’inganna (infatti ritira prontamente la canna. Un bel pomeriggio nel quale questi ragazzi hanno sperimentato la bellezza di questa festa che loro possono far continuare impegnandosi ogni anno a fare festa insieme. Anghiari a fuoco – Non è una battuta, ma il pericolo corso dal nostro paese dopo il rapimento del colonnello Von Gablenz da parte di alcuni partigiani della “Banda del Russo”. Il fatto avvenne il 26 giugno del 1944 per la Libbia e immediatamente vennero messi manifesti ed avvisi che se non fosse restituito il militare rapito sarebbero stati fucilati i 209 ostaggi rinchiusi nella chiesa della Chiassa e si sarebbe distrutto il paese di Anghiari e altre località. In effetti la minaccia non era fatta così per scherzo perché già dal giorno dopo militari tedeschi avevano cominciato a piazzare delle mine sotto le mura di Anghiari e in altri posti. Fortunatamente il tutto si risolse per il meglio, ma molte furono le famiglie che passarono alcune notti all’aperto o presso famiglie conoscenti nei poderi lontani da Anghiari. Nella foto di Rostow gli ospiti nella Sala Consiliare in occasione della presentazione del libro.
Benedizione delle famiglie - Giovedì 7 marzo, i nostri sacerdoti hanno iniziato la visita alle famiglie della parrocchia. In questa occasione a dare man forte a don Marco don John, don Gustavo e il diacono Fabio è venuto anche don Stanislao da Serre di Rapolano. Lo ringraziamo per la sua disponibilità e per la sua presenza ogni volta che la parrocchia di Anghiari ha bisogno di aiuto. Nella foto, i sacerdoti al momento della partenza dalla sacrestia della Chiesa di Santa Maria delle Grazie (la Propositura) dopo l’annuncio delle campane.
31
Campo 97
I giorni della ‘merla’
testo e foto di Mirco Draghi
Abbiamo chiesto ad alcuni anghiaresi perché i giorni 29, 30 e 31 gennaio sono detti “I giorni della merla”. La domanda non è stata così diretta, ma alla fine, a chi non collegava, lo abbiamo aiutato.
Cominciamo con Mario da Sezzano – Questi sono i giorni della merla, perché dice che veniva il freddo e la merla si ghiacciò dentro un camino dal gran freddo che c’era. In compenso conosce anche la storia del gallo di Scille che, dal gran freddo che c’era, entrò in casa, ma si ghiacciò nel catenaccio del focolare (sarebbe la catena coi ganci per reggere il paiolo). Il fuoco infatti era spento e dal gran freddo questo gallo si ghiacciò.
D
a anni ormai il 27 gennaio per Anghiari significa Renicci. Nel pomeriggio una buona rappresentanza di cittadini si è ritrovata all’interno dell’ex campo 97 con lo scopo di ricordare le 159 vittime e le ingiuste sofferenze patite in quel luogo. Alla cerimonia erano presenti i Sindaci di Anghiari e Sansepolcro, l’assessore alla cultura di Sansepolcro, l’ANPI e rappresentanze delle forze armate. Con maestria la Compagnia dei Ricomposti di Anghiari (vedi foto) ha intonato alcune canzoni che il luogo ha contribuito a rendere ancora più toccanti. La giornata è poi proseguita a Sansepolcro dove il Prof Tacchini ha parlato dei “Giusti tra le Nazioni” della nostra valle: Monsignor Beniamino Schivo di Città di castello, Don Duilio Mengozzi del Trebbio, Annina e Giocondo Marconi di Anghiari, ed infine Gonippo e Nova Massi di Monterchi che nascosero una famiglia ebrea di Lubiana destinata a finire proprio a Renicci. In contemporanea si è parlato di Renicci anche ad Arezzo ad una affollata, attenta ed interessata platea ed addirittura a Mestre (Venezia) che gli ha voluto dedicare la propria giornata della memoria 2019. Direi quindi che in Valtiberina non solo riusciamo a tener viva la nostra memoria ma addirittura la “esportiamo”. o Morto Mario Magnanensi di Schieto di Armando Zanchi Arezzo, 14/2/2019
Nunzia dal Molin del Caccia – I giorni della merla sono gli ultimi di gennaio. È un detto a l’antica che io ho sempre sentito dire, anche dai miei vecchi. Questa merla che venne un gran freddo, entrò dentro il camino e scappò nera. Franco da Sezzano - La merla prima era bianca, vennero questi tre giorni di freddo. Non sapeva dove andare, entrò dentro il camino e si sporcò con la fuliggine e così diventò nera. Marziano dalla Stazione ha detto giustamente che oggi era mercoledì ma della merla lui non ne sapeva niente Merryl, in biblioteca – Dopo un attimo di esitazione ha detto correttamente i giorni delle merle. Non conosce bene tutta la storia, ma sa che sono i giorni più freddi dell’anno. Però sa che il merlo un uccellino nero con il becco giallo. Brava Merryl. Silvia, anche lei in biblioteca – La Silvia sa che questi di fine gennaio sono i giorni della merla e che sono i più freddi dell’anno, però non ne conosce la motivazione, nemmeno al secondo tentativo. Vincenzo dal Molin del Caccia – Subito ha affermato che questi sono i giorni della merla e sa bene che sono i giorni più freddi dell’anno. Per la merla racconta che questa merla dal gran freddo entrò in un camino, si tinse tutta e scappò nera [prima era bianca]. La sorella sua Graziella di una tempra sempre snella
Lo ritrovavo al Campo della Fiera con amici in folta schiera
Anche Mario s’è arreso è finito quello di Schieto
Io nei paraggi lì sfollato e conobbi l’abitato
Che mi portava il saluto e mi dava il benvenuto
Anche lui tanto à sofferto aveva l’Anna che gli dava affetto
Lo conobbi da ragazzo quando allora andava scalzo
Col passare degli anni ad Anghiari con stessi panni
Quando a Schieto lì passavo al saluto non mancavo
Era un grande amicone ma la morte è contro persone
Nei preludi della guerra tutti presi in consegna
Grande amico da salutare quando andavo ad incontrare
Tra gli orrori della guerra con i tedeschi che stendevano a terra
Anche lui se n’è andato ma da noi mai scordato:
32
I lettori ci scrivono
Castagnole e stracci
Ricordo di Concetta Ferri Carissima redazione, leggendo il numero di dicembre e gennaio mi sono imbattuta nella foto di Concetta Ferri. Mi sono emozionata, perché l’ho conosciuta e non sapevo più niente di lei. Ero una bambina di 11 anni quando ho abitato per un anno nella sua casa. Era il 1956. Il suo babbo, Duilio, mi aveva insegnato a fare la gradazione dei vini che lui commerciava e la mamma, Delfina, mi chiamava a giocare con il nipotino Franco. Una volta questo bimbo si ammalò e la mamma Concetta arrivò dalla allora molto lontana Sardegna. Mi ricordo che mi colpì la bellezza di questa giovane signora avvolta in un cappotto bianco, lei una mora con i capelli raccolti dietro, elegante. Anche la sorella Mirella fa parte dei miei ricordi, mi chiamava sempre nel suo appartamentino attiguo al mio. Quando vado al cimitero di Anghiari non manco mai di passare a salutare i genitori Ferri. Non so se Concetta si ricorderà di me ma con tutto il cuore la saluto e le auguro ancora tanto tempo da passare con la sua famiglia. Io adesso vivo nel Valdarno e se non ricordo male anche suo marito era di queste parti, del Ponte agli Stolli. Grazie a voi se volete pubblicare questo mio ricordo. Marcella Pernici
S
i sa che per carnevale abbiamo mangiato le castagnole. Per essere buone devono essere belle gonfie ma buge e non essere zeppe che non vanno né in giù né in su. Ma oltre le castagnole si mangiano anche, per carnevale, gli stracci. Qualcuno li chiama fiocchi (anche se le strisce di pasta non sono composte quasi come un fiocco) o anche bugie e chiacchiere, ma non da noi. A Bormio (Valtellina) le chiamano ‘manzole’. A Castiglioni li chiamano cenci fritti. Per loro, quelli di Castiglioni, le castagnole sono addirittura gli scoppietti (lo abbiamo detto anche in un’altra occasione), quelli legati insieme che scoppiano in serie come una sparatoria. Li accendono per la processione del Venerdì Santo e del Lunedì, quando si festeggia il Risorto. Non sarebbe male una cosa simile (quella delle ‘castagnole’ castiglionesi) farla ad Anghiari per la Madonna di Loreto: negli anni ‘50 i ‘tonfi’ li facevano i cacciatori nello slargo delle mura!
Siedi il bambino Questo il cartello esposto da una Polizia Municipale in occasione di alcuni lavori: “Per causa lavori di marciapiedi si prega di uscire le auto fuori dalle ore 8-17.” Altre formule simili sono “siedi il bambino” o “esci il cane”. Su quest’uso domestico e dialettale l’Accademia della Crusca si è espressa non condannando l’uso, mentre è senz’altro da segnare con la matita blu in un testo scritto. Che ne pensate?
Nella foto in alto un’altra immagine con Concetta Ferri e Malvina Martini, damigelle nella rievocazione della Battaglia fatta nel 1941. Il corteo sta partendo dalla Piazzola.
La morte di Giovanni Orlandi
Morta la moglie sempre dedicato alla cognata a dargli una mano
I tre fratelli e la sorella una famiglia schietta e bella
Questo uomo andrebbe adorato per il lavoro vicino al malato
Sempre presente al richiamo ad aiutare il paesano
Era il lavoro della cara moglie che dedicava senza discordie
La sorella Paola i fratelli Beppe e Salvo il più anziano
Prima la moglie la cara Rosita che è stata il perno della sua vita
Era di un cuore grande e potente affezionato alla sua gente
Era una famiglia amalgamata era da tutti veramente amata
Da caro amico fino da ragazzi e questa perdita colpiti in tanti
Lui sempre presente a prestare la mano qualunque sia stato un essere umano
Vero Anghiarese sempre sorridente il suo saluto portava alla gente
Questa famiglia degli Orlandi gente onesta ed amata da tanti
Sono con voi con questo dolore perché Giovanni era un vero Signore:
di Armando Zanchi Arezzo, 8/2/2019
33
Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli
MAGGIO 2019
APRILE 2019 Benedizione delle case e delle famiglie Sabato mattina 30 marzo dalle ore 9 alle 13 benedizioni delle famiglie di Gambazzo, Pianezze e Tarsignano. Lunedì 1 aprile, nel primo pomeriggio, benedizioni delle famiglie di Ripoli, Fonaco e Borgacciano Dal 2 al 6 marzo benedizioni delle famiglie e aziende residenti nella parrocchia di S. Biagio a Pocaia. Dall’8 al 13 marzo benedizione delle famiglie, botteghe e aziende della parrocchia di S. Simeone a Monterchi Programma della Settimana Santa e Pasqua 2019 Nel pomeriggio della Domenica delle Palme, 14 aprile, e del Lunedì e Martedì Santo, Quarantore nella Pieve Arcipretura di Monterchi Lunedì 15 aprile benedizioni delle restanti famiglie della parrocchia di Padonchia Mercoledì Santo 17 aprile alle ore 21, Confessioni Pasquali per tutti a Padonchia Giovedì Santo 18 aprile Messa In Coena Domini alle ore 17:00 a Pocaia e ore 18:00 a Monterchi. Alle ore 21:00 i confratelli della Misericordia e della Compagnia del SS.mo Sacramento assieme ai gruppi di preghiera si raccoglieranno in adorazione davanti all’Urna contenente l’Eucarestia nella chiesa di S. Simeone. Venerdì Santo 19 aprile, Pasqua di morte del Signore: astinenza e digiuno. Liturgia della morte del Signore alle ore 15:30 a Monterchi e alle ore 17:00 a Pocaia. Alle ore 21:00, solenne Via Crucis e processione di Gesù Morto e della Madonna Addolorata con raduno e partenza nella piazzetta vicino alla sede della Misericordia. Sacerdoti, ragazzi della Prima Comunione e della Cresima, Confratelli della Misericordia e delle Compagnie di Monterchi e Padonchia e tutto il popolo di Dio saliranno lentamente in preghiera e meditazione verso il centro storico e nella Pieve-Arcipretura di S. Simeone si concluderà il rito con breve omelia e Benedizione con la Reliquia della S. Croce. Sabato Santo 20 aprile, Confessioni dalle 16 alle 17 nella chiesa della Madonna Bella a Pocaia e dalle 17 alle 18 nella chiesa di S. Simeone. Alle ore 21 Veglia pasquale e S. Messa a Pocaia. Alle ore 23 confessioni in Pieve – Arcipretura a Monterchi. Alle 23.30 Veglia pasquale seguita dalla Messa di mezzanotte della Risurrezione del Signore nella medesima chiesa di S. Simeone Profeta. Domenica 21 aprile PASQUA DI RISURREZIONE Alle ore 8, S. Messa nella chiesa di S. Biagio a Pocaia. Alle ore 9, S. Messa nella chiesa di S. Michele Arcangelo a Padonchia. Ore 10, S. Messa nel Santuario della Madonna Bella a Pocaia. Ore 11:15, S. Messa nella Pieve – Arcipretura a Monterchi. Ore 18 S. Messa Vespertina a Monterchi. Lunedì di Pasqua 22 aprile, confessioni e comunioni pasquali nella Chiesa di S. Biagio a Pocaia dalle 8 alle 12:30
34
Inizio del mese mariano. Il Santo Rosario verrà celebrato nella Chiesa di S. Simeone a Monterchi alle ore 17.30, seguito dalla Santa Messa, e alle ore 21, eccetto il sabato e la domenica. Nel Santuario della Madonna Bella a Pocaia sarà celebrato sempre alle ore 21, eccetto il sabato e la domenica quando il Rosario verrà recitato prima delle S. Messe festive. In tutte le altre chiese verrà celebrato nell’orario più opportuno secondo le esigenze di coloro che vi parteciperanno. La Madonna aspetta tutti ai suoi altari, ma soprattutto i suoi devoti e i ragazzi del catechismo e quelli della Prima Comunione e della Cresima. Domenica 8 maggio, alle ore 12:00, S. Messa nella chiesa di Ripoli nel giorno tradizionale della festa della Divina Pastora. Mercoledì 22 maggio Festa di S. Rita. A Monterchi S. Messa concelebrata alle ore 18 con la tradizionale benedizione delle rose. Domenica 2 giugno, alle ore 17.30 presso la chiesa di S. Lorenzo a Ricciano, S. Rosario e processione della Madonna seguita da S. Messa a conclusione del mese mariano, organizzata dalla Compagnia del SS.mo Sacramento di Monterchi, con merenda al termine della celebrazione. Venerdì 14 giugno, ritiro spirituale al monastero delle Benedettine di Citerna con Prima Confessione dei fanciulli della Prima Comunione I fanciulli ammessi alla S. Messa della Prima Comunione sono i seguenti: Pablo Biancheri, Alessia Calabresi, Alberto Nicolas Conti, Rachele Conti, Rebecca Conti, Marco Dini, Maria Viola Donati, Gabriele Fabbri, Alessia Guadagni, Sofia Mazza, Vittorio Polverini, Francesco Rossi, Alessio Vigna. Potranno scegliere tra le seguenti date e chiese. Domenica 16 giugno ore 11:00, S. Messa della Prima Comunione nella Chiesa di Le Ville Giovedì 20 giugno ore 21:00, Solenne Processione del Corpus Domini per le vie del centro storico di Monterchi, con la partecipazione dei sacerdoti, dei fanciulli della Prima Comunione e Cresima, delle Compagnie del SS.mo Sacramento di Monterchi, della Confraternita di Misericordia, del popolo di Dio, delle varie associazioni paesane e delle autorità civili e militari. Domenica 23 giugno ore 11:15, S. Messa della Prima Comunione nella Chiesa arcipretale di Monterchi
Vincenzo Calli
L
immerso nel “Vibrazionismo” di Franco Alessandrini
a visita dell’anghiarese Vincenzo Calli, pittore di caratura internazionale, alla 22° Edizione della Collettiva d’Arte Varia della Compagnia Artisti di Sansepolcro, quest’anno dedicata a Mauro Marrani e aperta dal 24 Dicembre 2018 al 6 Gennaio 2019, non è passata inosservata ed è stata l’occasione per riparlare di una amicizia che non si è mai fermata, quella, appunto, tra Calli e l’artista di Sansepolcro Franco Alessandrini, residente in Louisiana. Calli si è recato nelle due sedi dell’esposizione ed è stato fotografato nella Galleria dell’Associazione Franco Alessandrini. Il creativo di Anghiari è raffinato artista dalla romantica e poetica cifra stilistica che può vantare opere in collezioni Pubbliche in Italia e all’estero. È presente nell’Italian Museum a New Orleans (Louisiana USA), nel Museo Boca Raton (Florida – USA) e, tra l’altro, nelle Collezioni “JMW Limited” (Londra) e “Hansjorg Wyss” (Boston USA). Le opere del pittore sono in permanenza anche nella Fornara Gallery (Marbella, Spagna) e Nuart Gallery (Santa Fe - New Messico, USA). Del 2017 la sua personale alla Paviart con la galleria spagnola Fornara Gallery e dello stesso anno con Figuration III è in mostra nella Nuart Gallery di Santa Fe USA. “Non è tanto il volto, quanto gli atteggiamenti di un corpo femminile posato languidamente su una sedia, le gambe allungate e pro tette dalle mani – ha scritto il critico Vittorio Sgarbi su di lui - a lasciare in chi guarda la sensazione depurata e oggettivizzata di un ricordo”. Per la pittura di Alessandrini, molto noto anche come scultore, gli americani si sono dovuti inventare un termine nuovo che definisse la sua tecnica. È la critica americana Barbara Nauer a definire con il termine tecnico “vibrasive”, la visione multipla di realismo frantumato; il soggetto è moltiplicato come se fossero fissate sulla tela o sulla materia le varie prospettive. Straordinaria l’attività di Alessandrini con mostre, tra l’altro, alla Collectanea Classic Gallery di Jacksonville in Florida, al Giddeon
Putnam Hotel di Saratoga a New York, all’Holiday Inn di Nashville in Tennessee, all’Italian Connection ad Atalanta in Georgia, alla Deligny Gallery a Fort Lauderdale in Florida, alla Cadillac Gallery di Caracas in Venezuela e all’ Esposizione delle Arti per la Festa di Mardi Gras a New Orleans. Del 1992 il suo monumento dedicato a Cristoforo Colombo nel centro della città di Baton Rouge. Del 1995 il monumento dedicato agli emigranti installato in Woldenberg Park, sulla River Front del Mississippi, e del giugno del 2002 la Fontana con Pantera a Fort Worth in Texas. Di assoluta rilevanza la sua personale “La Battaglia di Anghiari: omaggio a Leonardo da Vinci”, allestita presso la chiesa di Sant’Agostino ad Anghiari tra l’aprile e il maggio 2011, dove tra le varie opere è stato esposto il bozzetto in tre dimensioni del capolavoro vinciano che nel frattempo è diventato un bronzo. Lo scatto che ritrae Calli, nella Galleria dell’Associazione Franco Alessandrini con alle spalle la Resurrezione, una delle opere più note di Alessandrini, finisce per riunire dunque i due amici artisti e tornare a raccontarci le due storie che in alcuni casi hanno camminato insieme come binari diversi ma paralleli. La Resurrezione di Alessandrini, omaggio formidabile alla Resurrezione di Piero della Francesca, è un omaggio al passato e dunque anche al ricordo, dimensione in cui Calli sembra muoversi perfettamente. Michele Foni
Sambudellaio Anche quest’anno il “Sambudellaio”, tipico personaggio anghiarese di Carnevale, ha aperto la sfilata del Carnevale della Gioventù. Numerosi i carri che hanno sfilato per le strade di Anghiari portando allegria e divertimento per tutti. Molto bella anche l’iniziativa del lancio dei palloncini che ha concluso questa festosa ricorrenza anghiarese.
35
VOCI DA VIA BOZIA le iniziative e le attività dalla Scuola Primaria
Merenda: 0 rifiuti -Ciao mae! Che novità ci sono in via Bozia? -Ehi, ma mica penserai che l’Istituto Comprensivo Statale di Anghiari si esaurisca nella sede della scuola di Via Bozia?! Ci sono altre sedi e altre scuole dove succedono cose altrettanto interessanti… Per esempio a Monterchi, in un bel palazzo recentemente ristrutturato ed adeguato alle norme antisismiche, ci sono sia la scuola dell’infanzia, che quella Primaria e quella Secondaria di Primo Grado, la ex scuola media. Anche gli alunni della scuola Primaria di Monterchi hanno fatto il Mercatino di Natale (foto 1) e, come al solito, i monterchiesi hanno risposto con grande generosità. Sai, a dispetto di quello che si può pensare, i genitori amano essere coinvolti nelle attività della scuola e sono molto molto disponibili sia in termini economici che di tempo da dedicare alle diverse iniziative.
1
-Beh, però anche ad Anghiari gli edifici scolastici sono belli, sicuri e recentemente ristrutturati… e i ragazzi si occupano non solo di lezioni tradizionali ma anche di argomenti “alti”, grandi, che li vedono prepararsi per diventare dei cittadini consapevoli e forse migliori di quelli che siamo noi oggi. -Che vuoi dire? -Mi riferisco soprattutto alle iniziative legate alla “Settimana UNESCO di Educazione alla “Sostenibilità - Agenda 2030” durante la quale i ragazzi di prima e seconda media si sono occupati di “sviluppo sostenibile” svolgendo delle attività che hanno cercato di affrontare e diffondere alcuni degli obiettivi di sostenibilità proposti dall’UNESCO.
2
-Ah, ho capito… quei poverini avranno dovuto ascoltare lezioni su lezioni con persone che parlavano di concetti difficilissimi e astratti… -Ma neanche per idea! I ragazzi ed i professori si sono fatti venire delle idee davvero fulminanti ed hanno organizzato una serie di attività pratiche per imparare che proteggere le risorse naturali e il clima del pianeta per le generazioni future è un impegno quotidiano che ci coinvolge tutti in prima persona.
3
-Tipo? -Tipo la competizione interna “Merenda: 0 rifiuti” organizzata dalla IB (foto 2) e vinta dalle classi 1A (foto 3) e 2B (foto4) in cui si è riflettuto su quanti rifiuti si producono con le sole colazioni della mattina a scuola e sulle modalità da attuare per poterli ridurre. Oppure lo “Scambio giochi ed oggetti” che ha aiutato ragazzi e famiglie a capire che la vita di un oggetto può essere molto più lunga di quanto si possa pensare e che ogni oggetto può essere usato e riusato in tanti modi diversi invece di essere buttato via troppo presto. -Molto interessante... so che ci sono state anche delle giornate di sensibilizzazione aperte alla popolazione durante le quali, nella Sala Rossa, è stato possibile incontrare Associazioni e cittadini che si occupano di Sviluppo sostenibile ed hanno portato le loro testimonianze… - Sì, questa settimana è stata un’occasione davvero importante in cui ancora una volta la scuola si è aperta a tutta la comunità per renderla partecipe delle cose belle che accadono ogni giorno al suo interno. Però mi sa che ci siamo dilungate troppo… alla prossima!
36
4
Economia e finanza circolare Anche la Banca di Anghiari e Stia ha aderito all’iniziativa “M’illumino di meno”
I
l Credito Cooperativo italiano ha aderito per l’undicesimo anno consecutivo all’iniziativa “M’illumino di meno”, promossa dalla trasmissione radiofonica “Caterpillar” di Rai Radio 2 per la Giornata del Risparmio energetico che si è tenuta lo scorso venerdì 1° marzo. In questa occasione anche la Banca di Anghiari e Stia si è fatta promotrice di iniziative di risparmio energetico che hanno avuto come filo conduttore “L’economia che ri-genera il futuro”. È difatti questo lo slogan scelto quest’anno per raccontare il modo “differente” di fare banca delle Banche di Credito Cooperativo, collegandolo idealmente al tema dell’economia “circolare”. Le BCC infatti, in quanto banche locali cooperative e mutualistiche, destinano per legge almeno il 95% dei prestiti nella propria zona di operatività, ovvero dove raccolgono il risparmio, innescando un “circuito virtuoso” in tema di sviluppo locale. Rispetto al tema più generale dell’economia circolare scelto quest’anno come invito a riutilizzare i materiali, ridurre gli sprechi e rigenerare, il Credito Cooperativo ha proposto, oltre alle consuete “buone azioni” di risparmio quali lo spegnere luci e dispositivi elettrici non indispensabili, un grande “Book Swap party”, ossia uno scambio di libri usati coinvolgendo collaboratori, soci, clienti. Il Comitato Giovani Soci ha prontamente colto la sollecitazione di Federcasse organizzando per il 1° marzo nell’ingresso della sede centrale della Banca di Anghiari e Stia in Via Mazzini 17 ad Anghiari una libreria per il book swap party al quale hanno partecipato numerosi soci, clienti e dipendenti della Banca ma anche persone di passaggio che hanno messo in circolo complessivamente un centinaio di libri. I volumi rimasti sono stati consegnati alla Biblioteca Comunale di Anghiari che ha uno scaffale aperto dedicato al book crossing attivo per tutto l’anno. Per l’occasione sono stati anche distribuiti insieme ai volumi e nelle filiali della Banca dei segnalibri con il decalogo del risparmio energetico: 1. Ri-duco gli sprechi e compro sfuso 2. Ri-metto in tavola una cena antispreco così finisco gli avanzi 3. Ri-fiuto la plastica: non uso piatti, posate, bicchieri usa e getta e dico no alle cannucce 4. Ri-acchiappo i rifiuti mentre faccio jogging 5 Ri-ciclo creativamente 6. Ri-porto il vecchio cellulare in negozio invece di gettarlo nella spazzatura 7. Ri-chiedo la doggy bag al ristorante 8. Ri-spengo le luci: è la giornata del risparmio energetico 9. Ri-compro energia verde con BCC Energia 10. Riscelgo BCC, la banca dell’economia circolare
In tema di risparmio energetico, il Credito Cooperativo può offrire alle singole BCC ed ai loro soci e clienti il supporto del Consorzio BCC Energia, che promuove l’acquisto di energia proveniente unicamente da fonti ri n n o v ab i l i . Nel 2018 le Banche della categoria hanno consumato 115.626.422 kWh di energia green a condizioni agevolate. Complessivamente le BCC nell’ultimo anno hanno erogato circa 38 milioni di euro per finanziamenti green a favore di 1.171 beneficiari tra famiglie e imprese. Come affermato da Matteo Spanò, Vice Presidente della Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Presidente della Federazione regionale, le BCC condividono una visione delle relazioni sociali “efficacemente orientata a contribuire ad un modello di sviluppo sostenibile dei territori”. E ancora: “con l’adesione, da oltre un decennio, all’iniziativa M’illumino di meno, le BCC promuovono la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse della comunità di riferimento: soci (soprattutto i più giovani), lavoratori, clienti. L’edizione 2019 è dedicata all’economia circolare e le BCC sono le banche dell’economia e della finanza geo-circolare: raccolgono i risparmi in un territorio e lo reinvestono in quello stesso territorio, anche in Comuni a rischio spopolamento, con finalità mutualistiche e democraticità di funzionamento”. “Anche la Banca di Anghiari e Stia –come afferma il Direttore Fabio Pecorari– intende puntare sempre più sui progetti che vanno nella direzione della sostenibilità, del rispetto delle risorse e nel riutilizzo consapevole delle stesse. Tutto ciò nella ferma convinzione che le buone prassi sociali e di consumo possano contribuire ad un sano sviluppo economico dei territori e contribuire ad accrescere la qualità dell’ambiente, della vita e del lavoro”. Altro appuntamento di rilievo è il Primo Festival Nazionale dell’Economia Civile, che si terrà dal 29 al 31 marzo 2019 a Firenze. Ideato da Federcasse e realizzato con la collaborazione di SEC (Scuola di Economia Civile) e NeXt (Nuova Economia per tutti), sarà un’occasione di incontro e confronto –oltre 80 i testimoni e i relatori– per dare forza e slancio a una nuova idea di economia, con specifica attenzione alle imprese innovative, ai giovani, allo sviluppo sostenibile.
Nella foto in alto, Nicola Matteucci, uno dei giovani partecipanti al book swap party.
37
Notizie da Tavernelle
a cura di Patrizia Tavernelli
Suono di campane
V
enerdì 15 febbraio, festa della Madonna del Conforto, anche a Tavernelle hanno suonato le campane verso mezzogiorno e un quarto: suono insolito e ora insolita! Annunciava la notizia della nomina di Don Marco a Vescovo che risuonava così per le strade e attraverso le voci delle persone arrivava in tutte le case di quella che è stata la sua prima parrocchia dopo la sua ordinazione sacerdotale. La Nerella, che si trovava al bar della Doretta, dopo un comprensibile sconcerto era molto perplessa e non riusciva a capire la contentezza e la gioia che altre persone immediatamente hanno provato. Qualcuno sconsolato ha commentato così: «A Tavernelle non rimane proprio niente, prima la scuola chiusa e ora il prete che va via.»
La scuola di Tavernelle
si puliscono in modo approfondito le case, la cosiddetta pulizia di Pasqua. Si aspetta l’arrivo del prete o del diacono che di solito, negli anni scorsi, era accompagnato da un nutrito gruppetto di chierichetti che nelle case trovavano caramelle e dolcetti che, messi nel paniere, venivano poi suddivisi come una specie di bottino. In tempi ancora più indietro per questa occasione si cambiavano in casa tendine e tappeti per un completo rinnovo della casa stessa. È un rito importante che ci richiama al significato della Pasqua come tutti gli altri segni di questo periodo. Quando viene il prete si benedicono le uova che saranno mangiate sode la mattina di Pasqua nella colazione oppure prima di pranzo. Queste devono essere deposte al centro del tavolo con tovaglia bianca dove si riunisce la famiglia per ricevere la benedizione. Nelle case di campagna ancora oggi al prete vengono offerte delle uova, anche quelle messe in un cesto.
La cena dell’Esodo
L
a foto ritrae tutta la scolaresca completa dell’anno scolastico 1986/1987. Ci sono anche le quattro storiche maestre. Tre di loro, compresa la maestra di Tavernelle, cioè la Donella Mondani, non sono più tra noi. La comunità di Tavernelle, pur essendo piccola aveva sempre più di una trentina di bambini in età scolare e così venivano costituite le cinque classi elementari talvolta con qualche accorpamento. La scuola, di piccole dimensioni, era comunque una gran ricchezza per tutta la comunità ed era molto comoda per tutti. Quelli che erano bambini ora sono uomini e donne e alcuni di loro abitano ancora a Tavernelle con la famiglia che si sono formati. Purtroppo la scuola, inaugurata nei primi anni sessanta, è stata chiusa nel 2013 per mancanza dei bambini e al suo posto oggi c’è il Circolino. All’epoca di questa foto ancora nella scuola non c’erano i termosifoni ma delle stufe a legna che bidello, maestre e alunni dovevano tenere accese e controllare sistematicamente.
La benedizione delle famiglie
A
nche quest’anno si ripete il rito della benedizione delle famiglie o “Acqua santa”, che per Tavernelle sarà nei giorni 8, 9 e 10 aprile. Come da tradizione
I
l Giovedì Santo, dopo la Lavanda dei piedi e l’adorazione ad ogni ora, presso il Centro la Famiglia” viene preparata la cena dell’Esodo. Consiste nel consumare la cena in piedi, agnello arrostito con contorno di erbe amare e pane azzimo.
Il deserto
P
er la Quaresima abbiamo abbellito l’altare raffigurando il deserto. Nel deserto l’uomo è proteso solo verso le necessità fondamentali, l’acqua e il cibo; cadono le sovrastrutture e gli pseudoproblemi, si diventa persone essenziali, pronte a cogliere la radice delle cose e non solo la loro superficie. Di fronte all’altare, lungo una guida, i ragazzi mettono dei piedini in cartone con sopra scritti gli impegni che intendono prendere per ogni settimana.
In questa colonna dall’alto: chierichetti pronti per l’Acqua Santa: è il 2001 e dietro c’è anche don Marco. I piedini dei ragazzi: ci sono scritti gli impegni che si sono assunti.
38
La Giornata del Malato fu istituita da Giovanni Paolo II
U
na bella giornata di sole ha reso ancora più piacevole la giornata del malato il 9 febbraio. Volontari alle porte della Chiesa di Propositura attendevano, come ogni anno, i diversi anziani che fin dalle 15:00 hanno iniziato ad arrivare chi con i familiari, chi con gli operatori della misericordia. La giornata del malato, (arrivata alla XXVII) la istituì Giovanni Paolo II, legata alla memoria della Beata Vergine di Lourdes visto il continuo affluire di pellegrini al Santuario francese per implorare la grazia della guarigione del corpo e dello spirito. Questa, in estrema sintesi, l’omelia di don Marco. È seguita poi l’unzione degli infermi. Dopo la benedizione finale il solito momento conviviale ha chiuso in bellezza la giornata. Tanti buoni dolci, delle ottime castagnole sempre graditissime, del buon caffè’, the caldo, succhi ecc. ecc. hanno reso la celebrazione anche piacevolmente dolce. Dal Carmine, Francesca. Nelle foto di Orlando Piomboni due momenti della giornata dedicata all’anziano e al malato che si è svolta in Péropositura sabato 9 febbraio 2019.
Vuoi che l’Oratorio venga spedito a qualche amico o conoscente che abita anche all’estero? Lo possiamo fare! Mandaci il suo indirizzo! Morta la Fosca Franceschetti
Una tradizione che ancora dura con il nepote lì in pianura
Ai famigliari porgo la mano i loro vecchi vennero da lontano
Anche la Fosca ci à lasciato tanti di anni addosso à portato
Io ricordo la cara Fosca in Ferramenta al lavoro fu mossa
Il fratello Fosco amico da tempo si lavorò al Concentramento
I cari vecchi che ò conosciuto al Mulino di Catorcio davano il benvenuto
Novantanove lei arrivata e lì finita la vita sognata
La Ferramenta del fu Brandinelli loro la presero in tempi belli
Sempre amici purtroppo il destino da questa morte un colpo mancino
Specie la madre sempre sorridente lei salutava la cara gente
Alla famiglia che ò conosciuto col caro fratello un tempo vissuto
Poi trasferiti al Campo della Fiera lì lavorando da mattina a sera
Solo dolore porta la morte sempre lì pronta a farsi le scorte
Al fratello Fosco ai famigliari io vi abbraccio sono uno di Anghiari:
di Armando Zanchi Arezzo, 18/2/2019
39
Migliaccio
Richiesta di chiarimenti di Anghiarino, di qua dal Tevere, e risposte del professor Mattesini, di là, sulla etimologia di parole dialettali usate in Valtiberina con qualche necessaria divagazione.
Professore buonasera, come ci siamo detti in una occasione, io, ogni anno, faccio almeno una ‘polenda de castagne’ (per molti dirò che in questo caso non si ‘ruma’, ma si fa cuocere la farina versata sopra la giusta dose di acqua per circa quaranta minuti: e poi si amalgama il tutto). Stessa sorte per il ‘migliaccio’ (un volta all’anno). Quest’anno il sangue necessario per questa pietanza è venuto da un maiale di Tavernelle. Magari anche al Borgo dite ‘migliaccio’ per descrivere questo ‘tortino’ fatto col sangue. Se però andiamo verso Badia Tedalda, o magari Pratieghi, è un’altra cosa e la signora Stefania me lo descrisse così: Sbatto due uova in una terrina, poi aggiungo un pochino di latte, poi metto due pugni così di farina, sfaccio bene la farina insieme al latte aggiungo il rimanente del mezzo litro di latte il sale e poi in forno. Tutto lì’. Un saluto in attesa del Ciccicocco! Anghiarino Anghiarese Caro del Pia, fino a non molti anni fa la macellazione casalinga del maiale era pratica diffusissima nelle nostre campagne e in molte case dei centri urbani. Si può dire che ogni famiglia “custodisse” durante l’arco di vari mesi, o comunque acquistasse da qualcuno che lo aveva allevato, il suo bel nino per farne riserva di carne (salsicce, prosciutti e altri insaccati) e condimento (strutto e lardo) per l’intero anno. La “spezzatura” dell’animale, che avveniva in genere il secondo giorno dopo l’uccisione, culminava nella festosa “cena del maiale” durante la quale non si badava troppo a colesterolo e trigliceridi, allora sconosciuti. Se è modo di dire comune che del maiale non si butta via niente, il tripudio culinario aveva inizio subito dopo che l’animale era stato abbattuto, se ne erano bruciate e rasate le setole, servendosi di acqua bollente e coltello affilato, ed era stato quindi aperto longitudinalmente, appeso a una scala perlopiù di legno de salci (salice), per poi essere successivamente “spaccato” in due lungo il filo de la schina. Infatti col sangue, si può dire ancora caldo e fatto scolare in un catino, si cucinava – taluno, privatamente, lo fa ancora, ma le restrittive norme delle varie Unità sanitarie ne vietano la commercializzazione – il migliaccio (megliacio o, al Borgo, anche meghiacio). Come tutti sanno (a parte forse le generazioni più giovani), si tratta di una specialità culinaria preparata per l’appunto con questo ingrediente di base, tipica di un po’ tutta l’Italia centrale e non solo. Più propriamente il migliaccio è infatti così definito dal Grande dizionario della lingua italiana, fondato da S. Battaglia (Torino, Utet, 1961-
2002), s.v: «Torta confezionata con sangue di maiale (o di altri animali), stemperato con farina, pangrattato, uova, latte e altri ingredienti, come spezie, uva passa, pinoli, secondo le diverse usanze locali; cotta in padella con strutto o in teglia nel forno, acquista un colore bruno scuro; sanguinaccio, roventino». Più semplicemente invece il Dizionario etimologico italiano di C. Battisti e G. Alessio (Firenze, Barbèra, 1950-1955), s.v.: «specie di torta fatta di sangue di maiale con miglio brillato», richiamando così, almeno in parte, l’originaria confezione. È pertanto alla diversità delle tradizioni alimentari locali che andrà ascritta anche la versione del migliaccio preparata dalla signora Stefania nel territorio di Pratieghi o in quello di Badia Tedalda, di cui dettagliatamente riferisce qua sopra l’amico Del Pia. La voce italiana migliaccio – che ha la sua prima attestazione nella Cronica fiorentina di Dino Compagni (sec. XIV) – viene dal latino tardo miliaciu(m), a sua volta dall’agg. miliaceus ‘di miglio’ (Panicum miliaceum), dato che in origine si trattava di una focaccia (o di una polenta) confezionata con la farina di questo cereale (a Napoli, nell’anno 1016, il miliaccium è però il ‘pane di miglio’). Il termine è successivamente passato a indicare dapprima la torta di farina di castagne o castagnaccio (da noi baldino) e infine il sanguinaccio, perché l’aspetto è simile (soprattutto il colore scuro assunto dopo la cottura) e perché viene condito come il castagnaccio (da notare anche l’uso dello stesso suffisso -accio). Per i riscontri circa l’uso di migliaccio nel significato di ‘castagnaccio’ si va da Alessandro Tassoni e Carlo de’ Dottori (sec. XVII) a Saverio Manetti, Delle specie diverse di frumento e di pane e della panizzazione, Firenze 1765 fino a Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, Firenze 1949: «Migliaccio di farina dolce, volgarmente castagnaccio») e al Collodi (Carlo Lorenzini). Tuttavia, col significato di ‘sanguinaccio’, già nella prima metà del ’500 la voce è stata utilizzata come titolo della commedia in lingua «tosco-peroscina» I Megliacci (1a ediz, Perugia, Girolamo Cartolari, 1530) da Mario Podiani – un personaggio non di seconda schiera nelle vicende politiche della città del Grifo – con funzione di traslato metaforico dell’opera che, al pari del piatto tradizionale anche della cucina umbra, forte e rude al palato («pasto di vulgo» lo definisce l’autore), è spettacolo saporito e piacevole, sebbene non raffinato. Ben altra cosa, a quanto si apprende, è la polènda (al Borgo, pulènda) de castagne, che il nostro Del Pia ancora usa fare, almeno una volta all’anno, specificando che non va costantemente rumata, cioè ‘rimescolata’ (rumare da
40
lat. rumare ‘ruminare’ secondo le Postille italiane al REW 7437 di Paolo A. Farè, o forse da rimare ‘grufolare, frugare, rovistare’ secondo il REW 7320 di W. MeyerLübke), come invece occorre fare nel caso di quella a base di farina di granturco. Questa dolce prelibatezza – a quanto ne so – non era al Borgo tanto tradizionale quanto ad Anghiari, forse per la maggior presenza di castagneti in questo territorio e per la sua contiguità con quello di Caprese Michelangelo, il “regno incontrastato” del frutto autunnale, come infatti lascia intendere il diffuso modo di dire a Caprésa ci sòn quattro vivande: brice, balòce, baldino e castagne, concetto del resto rafforzato dal blasone popolare attribuito ai suoi abitanti: Caprociani battezzati nel bròdo de castagne. Rispondendo ai saluti di Del Pia, in «attesa del ciccicòcco», il ‘giovedì grasso’, ecco un consiglio valido per tutti, scrivente compreso: prepariamoci con un po’ di preventiva dieta, dato che anche in quel giorno non mancheranno ciccia e uova in abbondanza – questa l’origine della voce, dato che còcco ha, tra gli altri significati, anche quello di ‘uovo’ – e potremmo facilmente “ungerci e bisungerci” come tanti berlingacci (berlingaccio è l’ultimo giovedì di carnevale, e la parola risale all’antico it. berlèngo ‘tavola da pranzo o da gioco’, dall’ant. francese berlenc, brelenc, a sua volta dall’ant. alto tedesco *bretling ‘tavoletta’), secondo il modo di dire ancora vivace al Borgo: ónto e bi∫ónto cume m birlingaccio (di persona trasandata nel vestimento, che presenta qua e là macchie di untume).
Non posso infine fare a meno di ricordare che con ciccicòcco si denominava pure l’usanza dell’ultimo giovedì di carnevale, diffusa soprattutto tra i giovani delle nostre campagne (ma talora anche adulti), di andare da soli o in coppia di casolare in casolare, mascherati e armati di spiedo (spidóne) e muniti di canestro, facendo questua di salsicce o carne di maiale e uova e cantando la canzoncina cicicòcco, pane ntinto / damme nn òvo / che te l’ho vinto o simili. Saluti borghesi all’Anghiarino Anghiarese e ai miei quattro lettori da Enzo Mattesini
Sogattolo
Ciao Umbria
Tempo fa abbiamo parlato del sogattolo: un fosso traverso che veniva realizzato nei terreni in pendenza per raccogliere le acque piovane. Questo si trova in un campo poco prima delle Ville.
“Andando in bicicletta” è il titolo di quest’opera realizzata da Claudio Carria e che sarà esposta fino al 6 aprile 2019 alla Biennale d’arte contemporanea presso il Palazzo Bufalini di Città di Castello. Come gli anghiaresi avranno già riconosciuto, si tratta di una veduta di Anghiari vista dalla zona del Comune, per la via di Viaio.
Ecco un gruppo di giovani in cerca del “Ciccicoccco” dalle famiglie del Borghetto di sopra ad Anghiari.
Ti capita di leggere l’Oratorio e desideri riceverlo per posta? Facci avere il tuo indirizzo! Te lo invieremo volentieri 41
C’è qualcuno che fa capolino!
V
commenti ad una foto apparsa su FB
alerio Tarducci pubblica nella pagina fb “Sei di Anghiari se...” numerose foto d’epoca di Anghiari. Sono tutte molto belle ma quella di cui parliamo in questo articolo attraverso i commenti di numerosi interlocutori, è una foto di Via Taglieschi, detta anche Via del Borghetto di sopra o di San Giovanni. Il primo commento è quello di Valerio ma altri anghiaresi intervengono per dire la loro. Valerio Tarducci ...c’è qualcuno che fa capolino! Mario Del Pia Sarà la Vanda (mi sembra), la mamma della Lilli. Naturalmente è la persona sugli scalini. chi fa capolino non saprei. Maris Zanchi io avevo 9 anni e la casa della mia nonna era davanti al forno della Dina ,Dio quanti ricordi .... e alla finestra vicino all’arco, la nonna della Grazia Pianelli ,sposata con il Dott Comanducci, fratello di Don Fabino. Angela Nocentini Bella foto quanti bei ricordi..... Grazie Valerio. Iole Busatti In quella casa in primo piano chi ci stava, qualcuno se lo ricorda? E chi ci sta ora? Angela Nocentini Se intendi la scala con la tenda alla porta ci stava lo Zanchi (Ciucciolo) ora non lo so... la finestra vicino era la camera della mia nonna e mio zio Gianfranco e sopra ci stavano la Vanda e la Lilli. Iole Busatti Grazie intendevo proprio quella Maris Zanchi nella casa dove è la tenda ci stava la Dina del forno, Vadero Cancellieri con la moglie Liana poi allora il piccolo Roberto, poi via via altre persone addirittura ci ha abitato anche la Romana Romani, ora è stata venduta ma non so chi l’ha comprata, adesso è vuota. Iole Busatti Grazie Norberto Locci Anche io stavo li , sono il Figlio Della Fernanda Locci, prima di partire per la Francia del 1960. Quanti ricordi! Alessandro Goretti Aggiungi Fernanda Goretti, la figlia
di Vittorio Goretti, moglie d i Lirio Locci. Norberto Locci Hai ragione, s c u s a cugina Goretti, baci. Angela Nocentini Norberto d o v e abitavi di preciso? Io ho abitato in via Taglieschi al 21 dalla nascita (1953) fino al 74 ma non mi ricordo di te... Iole Busatti Norberto ma tu non abitavi per la Via Nova nella casa subito prima del mulino? Norberto Locci Prima sì, poi dopo siamo andati la, piu avanti del forno, a destra, si montava e subito montavamo a destra 5 o 6 scalini, c’é un balconcino. Prima di partire per Nizza del ‘60. Meri Chiarini A sx c’era il forno della Dina!! Carlo Giabbanelli bellino il gatto, ma questo l’avevate visto? [N.d.R. il bambino che spunta dalle scale di Vicolo del Poeta] Valerio Tarducci Bravo Carlo è a questo a cui mi riferivo “...c’è qualcuno che fa capolino!”
Morta la Quesada Concita, moglie di Alfonsi Angiolo (Fabocchio)
Poi morti i vecchi si trasferirono al Campo alla Fiera lì la morte in arrivo
I cari Nepoti di questo Angiolino sempre mi portano un salutino
Quando la morte vuole fare del torto qui è finita con la morte nel posto
Poi in Anghiari il bene voluto non mi mancava il suo saluto
Prima il marito l’amico Angiolino era per me come un fratellino
Anche la Concita da vera spagnola per il lavoro una vera signora
Questa Concita mia grande amica l’ò conosciuta in un’altra vita
In questa famiglia del vecchio Fabocchio ero di casa fino da Giovanotto
Ancora oggi di questa famiglia penso ancora resti una sola figlia
Lei amava famiglia e lavoro e custodiva il caro figliolo
In quel suolo non certo lontano a Sant’Agostino ci demmo la mano
Lì ò ritrovato la cara Concita con la famiglia allora in vita
Che lei vive ad Indicatore che ritrovandola la salutai con ardore
Io lo ricordo come un figlio la lontananza è un vero puntiglio:
di Armando Zanchi Arezzo, 12/2/2019
42
A tutela del territorio
Lavori in Parrocchia
Testo e foto di R. Stowasser
N
el quadro dei servizi a tutela del territorio, il Comando della Stazione Carabinieri Forestali di Sansepolcro, guidata dal Maresciallo Capo Giorgio Falasconi, svolge regolari servizi di sorveglianza e controllo in vari settori ambientali, tra cui quello della ricerca e bonifica preventiva di eventuali esche avvelenate, che, spesso infestano il nostro territorio colpendo in maniera indiscriminata e mortale, dopo atroci sofferenze, non solo animali selvatici, tra cui anche i rapaci, come le poiane, ma anche innocenti animali domestici. In un recente intervento, al quale ero presente, è stata battuta a tappeto una porzione di territorio nei pressi della zona industriale di San Leo di Anghiari. Sono stati utilizzati due cani particolarmente addestrati, un Labrador maschio di nome Titan ed un pastore belga, femmina, di nome Puma. I cani erano guidati dal loro Conduttore, Carabiniere Scelto Forestale Nicola Gonfiacani del Nucleo Cinofilo del Parco di Chiusi della Verna - Sez. Anti veleno. Questo Nucleo è uno degli 11 operativi in tutta Italia, ognuno a copertura di una area geografica ben definita. Gli interventi, spesso preventivi, del Nucleo di Chiusi della Verna, competente per un vasto territorio, tra cui Anghiari e Monterchi, sono circa un centinaio all’anno. Grazie alla costante ed attenta vigilanza del territorio, viene minimizzata questa pratica illegale e crudele dell’uccisione e maltrattamento di animali, nonché, in alcuni casi, possesso illecito di sostanze velenose, o comunque il loro illecito rilascio nell’ambiente. Fondamentale però, come sempre, è la pronta e leale collaborazione dei cittadini, che, con le loro segnalazioni, sempre attentamente ascoltate, sono poi seguite da sopralluoghi per eventuali bonifiche e ricerca dei responsabili.
* Come diciamo a pag. 2 del giornale i lavori della Propositura sono in fase finale e quando l’Oratorio giungerà nella vostra casa saranno conclusi. È invece in fase di allestimento, ma sarà pronta alla fine di marzo la mostra che illustra la storia della Propositura e quest’ultimo importante intervento di manutenzione. Potrà essere visitata dal 5 aprile 2019 quando, alle ore 17:00 verrà inaugurata. Dopo alcuni interventi sul contenuto della mostra ci sarà la S. Messa alla presenza del Vescovo Riccardo e del neoordinato Vescovo Marco (il nostro don Marco per capirci). ** Sono terminati anche i lavori che riguardavano l’oratorio: il tetto, l’intonaco e la tinteggiatura. Come abbiamo detto altre volte si è trattato di rendere accoglienti e sicuri gli ambienti che accolgono i nostri giovani nelle varie attività che vengono svolte in parrocchia. Ci sono poi gli ambienti (fra cui la grande sala a piano terreno) che vengono utilizzati per gli incontri dei Consigli parrocchiali o per le prove del Coro. Per chi ancora non l’ha fatto ma desidera aiutarci nell’impegno finanziario al tetto della chiesa della Propositura e dell’oratorio lo può fare utilizzando il bollettino di C/C postale N. 11802527 specificando nella causale “Lavori tetto Propositura” o “Lavori sistemazione Oratorio”; oppure potete farlo presso gli sportelli della Banca di Anghiari e Stia tramite Bonifico Bancario IBAN IT82Y0834571310000000005053 o direttamente presso la Canonica. Grazie!
Baldore
S
ono propriamente quelle fatte con un po’ di paglia e quindi la loro durata è abbastanza breve ma fanno una bella “baldora”. Per il lume a marzo ne abbiamo parlato a pag 31. Per il fuoco della vigilia di San Giuseppe, di quelli che stati preavvisati, solo il Comanducci ha fatto un bel fuoco. Io e gli altri abbiamo proditoriamente avuto paura dell’acqua. È vero che per il Comanducci dai Chiusini, il giorno dopo sarebbe stato il suo onomastico. E quindi, Auguri!!!
43
Ricordi della scuola
è quella di Tavernelle, degli anniCinquanta
Sig. Direttore, avendo osservato, nell’ultimo numero de l’Oratorio, la foto di una classe degli anni Cinquanta, ho provato anch’io a recuperare vecchie foto degli stessi anni. Ne ho trovate due di quel mio primo periodo scolastico. Sono state scattate a Tavernelle di Anghiari davanti al piccolo locale che ospitava una pluriclasse elementare. La foto n. 3, scattata non molto tempo fa, ritrae quell’unico locale, non molto cambiato da allora. Quella stanza ospitava, a metà degli anni Cinquanta, una trentina di ragazzi e ragazze, su banchi di legno a due posti, con calamai incorporati nei piani inclinati, tutti allineati su due file davanti ad una cattedra rialzata su pedana. Accanto alla cattedra c’erano, da un lato, una grande lavagna nera e dall’altra una grossa stufa in cotto, che nei mesi invernali provvedevamo noi ragazzi ad accendere. C’era anche una grande carta geografica dell’Italia, con tantissimi nomi di città, fiumi, monti, etc. utili ad essere individuati per sfida tra di noi. Vestivamo tutti un grembiule con l’indicazione sul braccio, in numeri romani, dell’anno frequentato. Libri, quaderni ed astuccio venivano portati, in genere, legati insieme con un elastico o stipati in vecchie cartelle, spesso già lungamente usate. Tra le maestre non posso non ricordar a Maria Pia Fabiani Giabbanelli, persona colta ed autorevole, che tanta parte ha avuto nelle scelte che hanno condizionato, positivamente, la mia vita. Il mio compagno di banco era Filippo Livi, gran simpaticone, allegro e divertente, anche se non proprio brillante negli studi. Comunque è diventato poi un bravo carabiniere, assai entusiasta del suo lavoro. Purtroppo la sua vita è finita troppo presto. Lo ricordo con nostalgia ed affetto per quegli anni vissuti insieme. Tra i nomi dei compagni di classe ricordo anche: Fabio Pennacchini, Nicoletta Mondani, Paolo Tavanti, Gianfranco Livi, Danilo, Vasco, Clemente, Maria Teresa…con i quali, per varie vicende personali, ci siamo persi di vista. Ma di alcuni, purtroppo, non ricordo il nome. Tuttavia pur a distanza di tanti anni mi piacerebbe poter dare un nome a tutti quelli che compaiono in queste due foto. Così spero che qualche affezionato lettore dell’Oratorio, osservando i volti ritratti nelle due foto, possa riandare a quel periodo scolastico e, possibilmente, fornire anche delle notizie specifiche su qualcuno di loro.
Ringrazio fin d’ora la Redazione se vorrà accogliere la mia richiesta. Cordiali saluti. Vilmo Chiasserini Dall’alto: la “scuola” del 1957 e, sotto, quella del 1958. Qui sopra, il locale com’è oggi, fotografato da Vilmo.
Proverbio siciliano (non c’è bisogno di traduzione!)
Cu’ si pigghia pena ra carni i l’autri chidda so sa mangianu i cani. 44
Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa
Sul filo della Memoria…
Emilio Isgrò per la Battaglia di Anghiari
Dal 1 Maggio al 4 Agosto 2019 un inedito in mostra presso il Museo della Battaglia e di Anghiari
E
milio Isgrò, si confronta con la Battaglia di Anghiari di Leonardo Da Vinci. Il tema è uno dei più interessanti, studiati e intricati del Rinascimento, per cui sintesi contemporanee sul soggetto, profondamente riflettute ed eseguite, rappresentano momenti di eccezionale vitalità del pensiero umanistico. Isgrò affronterà il tema della battaglia di Leonardo interpretando lo stato d’animo del genio di Vinci, entrando nel profondo della vicenda umana, oltre che storica e artistica, utilizzando una chiave di lettura universale ma dalle molteplici interpretazioni contemporanee. L’esposizione-evento si svolge nel cuore del borgo fortificato toscano dal 1 Maggio al 4 Agosto 2019, attraversando la ricorrenza del 29 Giugno, giorno dello storico fatto d’armi del 1440, quando i fiorentini vinsero i milanesi nella pianura sotto il paese. Emilio Isgrò è un artista –ma anche poeta, scrittore, drammaturgo e regista– uno dei nomi dell’arte italiana più conosciuti e prestigiosi a livello internazionale. Dagli anni ’60 il suo percorso professionale, che comprendeva le attività di editor e giornalista, vira in maniera naturale e necessaria verso un nuovo ed originale linguaggio. L’artista infatti nel 1964 realizza le prime opere: la “cancellatura” di testi, applicate su enciclopedie e libri. Isgrò declinerà in seguito il peculiare e riconoscibile tratto su cartografie e addirittura su pellicole cinematografiche. Il suo lavoro è un contributo fondamentale per la nascita e gli sviluppi della poesia visiva e dell’arte concettuale. “La cancellatura” dice l’artista “non è una banale negazione ma piuttosto l’affermazione di nuovi significati: è la trasformazione di un segno negativo in gesto positivo”. La mostra è realizzata con il patrocinio del Comitato
nazionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci, con il patrocinio del Touring Club Italiano e con il sostegno della Regione Toscana. Gabriele Mazzi
Immagine in alto: Emilio Isgrò al lavoro e, sotto, il manifesto della mostra ad Anghiari.
45
CRONAC HETTA
Martedì 29. Oggi è morta Annunziata Marri vedova Bruni. Aveva 94 anni ed abitava a Santa Fiora. Era nata Urliano. * Oggi è morta Nara Meoni in Polendoni. Aveva 65 anni ed abitava verso l’Infrantoio. Era nata in Anghiari vecchio, in Calabria. Giovedì 31. Qualche giorno ho visto che toglievano delle grosse botti dalla cantina della Villa del Leone, per la Via Nova.
dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.
Mese di gennaio 2019 Martedì 1. Dopo Sant'Antonio, nel campo dei cavalli di Baffo il Postino, ne ho visto uno steso in terra che sembrava morto. Invece si godeva la giornata di sole. Mercoledì 2. Andavo su per il Fosso quando ho incontrato la mia cugina di Ca’ de Cio, con tanto di marito e nipoti Leonardo ed Emma, che andava al mercato. Giovedì 3. Al Borgo stanotte ha fatto una ‘incaciatina’ di neve portata dal vento. Anghiari ‘gnente’. * Oggi è morta Rosina Mariani. Aveva 79 anni ed era nata al Bagnolo del Ponte dove ha abitato fino a pochi anni fa.Adesso abitava al Borgo. Domenica 6. Oggi è morto Lazzaro Ghignoni (detto Pipi) di anni 91. Abitava per il Viale della Stazione; era nato a Campalone, quello dei Busatti. Lunedì 7. Andavo verso casa da San Leo quando ho trovato una lunga coda di macchine. Ho pensato a un incidente e sono passato dalla Via del Braccio. Poi ho chiesto a Dino di Bicecco e ho saputo la brutta notizia del grave incidente occorso ad un giovane anghiarese. Martedì 8. Stamani, sui tetti d’Anghiari sembrava che avesse ‘bufato’. E invece era brina. Giovedì 10. Sul far del buio ha provato a ‘bufare’ ad Anghiari, ma niente. Volevo andare a Tavernelle a prendere il sangue per il ‘migliaccio’ ma la Carla mi ha convinto a non andare perché c’era la neve. * Oggi è morto Pietro Gattari di anni 96. Abitava per la Via di Pino ed era nato a Sant’Angelo in Pontano, Macerata. Ha prestato servizio come carabiniere nella caserma di Anghiari dal 1967. Venerdì n11. Prima delle Ville e San Leo un cartello dell’ANAS annuncia che sperimenterà un manto di usura a bassa emissione sonora: cioè faranno un nuovo tipo di asfalto. Lunedì 14. Oggi è morta Gina Fantignoli vedova Coleschi. Abitava a Ca’ de Goro ma era nata a Colcellalto, in comune di Sestino. Martedì 15. Stamani a San Leo ho visto Celestino che, dalla Stazione, era giunto fino lì in bicicletta! * A Crescioli del Palazzo del Pero, usciva fumo da diverse case! Nel pomeriggio, con mio nipote, quello indigeno, abbiamo piantato fave e piselli. Mercoledì 16. Sono passato dal Piomboni (Orlando) che m’ha fatto assaggiare i biscotti delle suore. Buoni! Sabato 19. Stamani alla rotonda del Borgo ho visto che mettevano i cartelli per deviare il traffico dalla E45. Lunedì 21. Stamani passavo dalla Piazza del Revellino, che sarebbe Piazzetta delle Legne, e, guardando di sotto, ho visto che la storica bottega di Marcellino aveva chiuso. Martedì 22. Oggi è morta Nadia Antimi in Marzi. Aveva solo 56 anni ed abitava a all’Acquedotto. Era nata alle Fabbrecce di Città di Castello. * Oggi è morta Anna Maria Bassini vedova Macchiavelli. Abitava per la Via del Carmine ed aveva 80 anni. Era nata a Castello. Venerdì 25. Passavo dal cimitero e ho visto una grossa ruspa nel campo di sopra. Franco da Maraville m’ha detto che accomodava il tubo della diga di Montedoglio che s’era rotto, anche un’altra volta. Sabato 26. Oggi è morta Conception Quesada vedova Alfonsi. Era nata nelle Asturie in Spagna poi andò a Parigi dove incontrò il marito. Tornati in Italia aprirono una bettola al Mammalucco. Lunedì 28. Iersera ho sentito diversi tuoni e uno scroscio d’acqua. Invece Stefano m’ha detto che aveva fatto la grandine.
46
Mese di febbraio 2019 Venerdì 1. Oggi è morto Demetrio Carboni ma da tutti conosciuto come Mario. Aveva 88 anni ed abitava sotto la casa di Santin di Berto. Era nato nel borgo di Sant’Agostino. Sabato 2. Oggi è morta Giuseppina Brau vedova Lai. Aveva 87 anni ed abitava a Sastille. Lunedì 4. Oggi è morta Fosca Franceschetti vedova Acquisti. Aveva 99 anni ed abitava al Mulino di Catorcio. Era nata a Campolungo di Pieve Santo Stefano. Venerdì 8. Ho visto il Gegio che zazzicava alle ex concimaie dove hanno dato una bella ripulita alle piante (soprattutto ‘cascie’) dei dintorni. * Oggi è morto Giovanni Orlandi di anni 77. Abitava nelle case nuove di Pietto ma era nato a Pietto, la bella casa con la torre, dove la famiglia Orlandi era venuta ad abitare nel 1929. Domenica 10. Stamani andavo al Carmine e, dopo la Gattina, ho visto un istrice spiaccicato in mezzo alla strada. Andavo al Carmine a vedere perché s’era guastato il contatore della luce. Meno male che è intervenuto Loris del Campano che lo ha rimesso in funzione per la Messa. * Oggi mia moglie ha fatto i fiocchi (quelli di carnevale); buoni!, li abbiamo finiti tutti! * Oggi è morto Renato Nevistrelli. Aveva 92 anni ed abitava verso la Polveriera di Santo Stefano. Era nato a Malapena di Monteroso e poi ha abitato anche a Belvedere e a Fusaiolo. Martedì 12. Verso Palazzo Sabino c’è stato un incidente. Anche giorni addietro ce n’era stato un altro e anche più grave. Mi sa che quella è una zona sfortunata. Mercoledì 13. Oggi è morto Mario Magnanensi di anni 81. Abitava nel Borghetto per la Via del Campo della Fiera, prima della Crocina, ed era nato a Schieto. Venerdì 15. Oggi è morta Tersilia Toti vedova Papi. Abitava nella zona di Santa Caterina al Borgo ed aveva 95 anni. Era nata sempre al Borgo. Sabato 16. Oggi è morto Francesco Comanducci. Era nato a Viaio e lo ricordiamo di quando era Direttore della Biblioteca e del Museo Civico del Borgo. Domenica 17. Stami quando siamo usciti dalla Messa a San Leo si vedeva un gran fumo nero verso Tubbiano. Poi ho saputo che aveva preso fuoco un capanno. Domenica 17. Oggi è morta Silvana Del Pianta. Abitava a Castiglion Fibocchi ma per m olti anni ha abitato al Comnventone del Borgo della Croce. Per alcuni anni ha abitatao in Corsica. Venerdì 22. Ho visto che alle Bucacce hanno coperto un campo da tennis. Domenica 24. Oggi è morta Giustina Neri vedova Chiasserini. Aveva 95 anni ed abiatava a Tovari. Era nata nella zona di Falciano e quindi in Comune di Subbiano. Lunedì 25. Incidente fra due macchine al semaforo della Stazione. Martedì 26. Stamani la Franca del Carmine m’ha portato un paio di calze di lana. Le ha fatte la sua mamma: la Vittoria. Giovedì 28. Oggi era il Ciccicocco e ad Anghiari è stato festeggiato come una volta con tanto di “Sambudellaio” e ragazzi in giro per Anghiari vecchio. * Oggi è morto Tullio Bernardini. Abitava a Casolare era nato a Colle Alto per la Via dei Monti che va a Caprese.
Il Sinodo diocesano
Considerazioni di don Alessandro Bivignani (pars VI)
Sinodo concluso. Ora si comincia!
C
i eravamo lasciati la volta scorsa annunciando che la congregazione generale del Sinodo Diocesano del 15-16 settembre si era conclusa con l’approvazione sostanziale del documento di lavoro emendato, benché con più di mille iuxta modum (cioè richieste di variazioni da apportare), e la stessa assemblea aveva anche deciso di rimandare la conclusione del Sinodo al momento in cui il testo sarebbe dovuto essere ultimato. Il comitato di redazione, composto dai moderatori dei circoli maggiori, alcuni periti e tre membri eletti dall’assemblea, si è prodigato nel lavoro da ottobre fino a febbraio. Un lavoro questo –e chi scrive lo dice per conoscenza diretta– che non è stato nient’affatto semplice, e si è articolato nel riscrivere un testo che corrispondesse alla base iniziale, ma che contenesse gli interventi e le proposte di modifica, per quanto possibile. Ai primi di febbraio del 2019 la commissione dichiarava di aver terminato il proprio lavoro ed il Vescovo Riccardo, con sua comunicazione, ha provveduto alla indizione formale della Congregazione generale del Sinodo per il 9 febbraio. Sempre nella basilica di San Domenico in Arezzo, che ormai i nostri occhi ricorderanno per molto tempo nel suo allestimento ad aula sinodale, si è svolta quindi la terza ed ultima assemblea di tutti i sinodali. Dopo la celebrazione della S. Messa è stato presentato il documento finale nelle sue tre parti, ed è stato dichiarato aperto il dibattito tra i presenti. Con molta libertà gli interventi hanno espresso posizioni favorevoli o meno, alcune di plauso, altre di critica… Debbo anche annotare che ho ricevuto personalmente critiche e dichiarazioni di contrarietà al documento, che insistevano in un presunto clima di ostilità dell’assemblea di fronte al prodotto finale del comitato. Insomma: l’esito della congregazione, almeno per gli addetti ai lavori, non è stato scontato fino all’ultimo minuto. Ma dobbiamo chiederci: quale era, al fondo, l’obiettivo di questa votazione? Lo abbiamo detto ampiamente nelle precedenti puntate, che il Sinodo non è una assemblea legislativa, cioè un “parlamento” della diocesi. Esso è uno strumento importante, forse ancora di più di un parlamento, perché “consiglia” il Vescovo su quale direzione guidare la diocesi. E chi crede sa che dare un consiglio secondo coscienza è un atto che impegna tutta la propria responsabilità. Lo scopo dell’assemblea era quindi quello di votare, cioè approvare, il testo finale, così da poterlo
consegnare significativamente nelle mani del Vescovo. La conclusione è stata quella di un voto plebiscitario a favore del documento sinodale. L’atto finale si è poi svolto il 15 febbraio, festa della Madonna del Conforto, con la consegna del documento sinodale al Vescovo. Si conclude, con questo gesto di consegna, la seconda fase del Sinodo Diocesano. La prima riguardò la preparazione del Sinodo, mentre questa è stata quella celebrativa. Si apre ora la terza parte, che non ha una scadenza e non può avere un calendario predefinito: è la parte attuativa. Il Vescovo, da parte sua, provvederà a formulare i decreti che metteranno in pratica le disposizioni del Sinodo, ma alle singole comunità è ora chiesto di voltare pagina, iniziando a scriverne una nuova della propria storia. Il Sinodo non rappresenta allora un punto d’arrivo: anche quello, certo. Ma soprattutto un punto di partenza. Se noi oggi per comprendere la nostra Chiesa diocesana lo facciamo leggendo le pagine del Sinodo che la diocesi celebrò nel 1935 e quello che tentò di celebrare nel 1978 (di ambedue abbiamo scritto precedentemente), quelli che verranno dopo di noi prenderanno in mano il Sinodo 2018-19: il “nostro” Sinodo. A questo punto lo spazio si fa breve, ed è giusto avviarsi alla conclusione. Sarebbe improponibile in così poche righe, tentare di riassumere i molteplici argomenti che il testo finale del Sinodo ha trattato. Mentre andiamo in stampa attendiamo ancora la pubblicazione ufficiale del documento che poi sarà distribuito ad ogni comunità. Per la lettura e l’analisi di questo rimandiamo agli incontri ed occasioni che saranno proposte, così come al buon cuore di ogni fedele cristiano. Da parte nostra abbiamo cercato di raccontare, e dunque testimoniare, un cammino ecclesiale che la nostra Chiesa diocesana ha seguito, e che l’Oratorio di Anghiari ha voluto che entrasse puntualmente in queste pagine, rendendolo così parte anche della storia anghiarese. Nella foto in alto il momento della consegna del documento sinodale al Vescovo (15 febbraio 2019).
47
Questo giornale lo potrete trovate su Internet
Scriveteci: oratorio@parrocchiadianghiari.it o: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI Per le vostre offerte: Propositura Insigne Anghiari - C/C postale N. 11802527 banca di anghiari e stia: IT82 Y083 4571 3100 0000 0005 053
VenerdĂŹ 3 maggio 2019 Feste del SS. Crocifisso Ad Anghiari, alle ore 16:00 solenne celebrazione in Propositura durante la quale il Vescovo amministrerĂ il sacramento della Cresima ai nostri giovani. SeguirĂ la processione per le strade del paese fino alla Badia.