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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 1 FEBBRAIO - MARZO 2000

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXIV-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa GraďŹ che Borgo, Sansepolcro

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L'Oratorio non è dimenticato! Sono giunte, in questi ultimi tempi, numerose offerte per il nostro giornale. Molti parrocchiani partecipano alle varie iniziative della parrocchia con offerte particolarmente generose sia che si tratti del restauro di opere d'arte o altro. Abbiamo ora deciso di pubblicare l'elenco di tutti coloro che, dal dicembre scorso, hanno inviato il loro contributo finalizzato alla stampa dell'Oratorio, tramite il Conto corrente postale, personalmente agli incaricati della parrocchia o nei conti bancari delle banche locali. L'elenco (a pag 16) pertanto non è completo e continuerà anche nei prossimi numeri. Vi invitiamo però a segnalarci eventuali omissioni od errori di trascrizione. Ve ne saremo grati. Grazie a tutti voi. Il nostro C/C postale è

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ANGHIARI VI ASPETTA CON LA FIERA ANTIQUARIA DOMENICA 12 MARZO 2000 Sommario

L'Oratorio non è dimenticato pag 2 Quaresima, occasione di conversione di don Juan Carlos " 3 Calendario Liturgico 4" Sante Messe festive e avvisi delle parrocchie " 5 Il Palterre L'anno che verrà di Sergio Lombardi 6" Quando gli imbecilli vanno a letto di Civis " 6 Salviamo i paracarri di Emmedipì 6" Il passaggio al Duemila 6" Un giorno dimenticato 7" 2 gennaio 2000 7" Pubblicità selvaggia: è ora di smettere 7" Un presepe.. una brutta storia di Cannone 2000 " 7 Dopo aver festeggiato di Cannone 2000 " 7 Il Grande Giubileo del Duemila di don Q. Giorgini " 8 Angolo della Missione a cura di Franco Cristini Quaresima 9" Le “Tende” a Tavernelle di Laura Taddei 9" L'angolo della poesia... e della prosa Tormenta di Vera Cuccini " 10 Il rispetto di Maria Pia Fabiani " 10 La felicità di Maria Pia Fabiani " 10 Una preghiera per te " 10 Il coriandolo di Vera Cuccini " 10 Rose di Turiddo Guerri " 11 Cercando di trovarvi qualcosa di Emanuele Fontana" 11 Figlio mio di Maria Raffaelli " 11 Ad un M. R. " 11 I bambini del catechismo presentano... " 12 La tavola del Sogliani torna al suo posto " 12 Esperienza di solidarietà della nostra parrocchia " 13 Un ricordo di Jan " 1 3 Gruppo Donatori di Sangue Fratres di P. Ganganelli Come sarà il Duemila di Francesco Cardile " 14 Una giornata veramente bella " 15

Torna il Carnevale della Gioventù Le offerte per l'Oratorio Ricordo di Omero Benedizione delle famiglie Adozioni a distanza di Vera Rossi La chiesetta di S. Lorenzo a Sorci Vamos caminando di don Giovanni Gnaldi Le offerte per il Michelino È morto Dic, il cane maestro di Apar Le nuove divise delle guardie comunali Il Presepe della Propositura Il Centro Territoriale Per l'educazione La vignetta: Fuochi del millennio, ma esagerati! Le ragioni di una scelta sicura Da Tavernelle a cura di A. Bivignani Il Presepe Il Natale... e non solo Situazione demografica - Auguri ai coniugi Tricca Dalle nostre parrocchie Dal Libro del Giubileo, festa in piazza Ancora una cara Signora da ricordare La Madonna di Loreto ha un futuro?! di Emmedipì Stazioni Quaresimali Il nostro caro, vecchio Anghiari di Loris Babbini La notte di Sagresto La battitura del grano di Flavio Mercati (I parte) Presentazione della pala La lavanda Società del Gesù Morto - Parvae narrationes Fatti di casa nostra a cura di Walter Del Sere Osservazioni di un Argonauta La Battaglia di Anghiari I diritti umani. Una via per la pace Cronachetta dei fatti... Motti e Iscrizioni La vignetta: Un bimbo precoce

In copertina: La chiesetta di San Lorenzo a Sorci 2

pag. 16 " 16 " 17 " 17 " 18 " 18 " 19 " 19 " 20 " 20 " 20 " 20 " 20 " 21 " " " " " " " "

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disegno di Luca Pucci, articolo a pag. 18


Quaresima, occasione di conversione Carissimi amici, anche questo tempo liturgico della Quaresima può divenire un’occasione importante tutta da riscoprire a condizione che si passi in mezzo ad alcune esperienze e si riesca a valorizzare alcune opportunità che questo periodo suggerisce. C’è ancora chi intende la Quaresima come un periodo liturgico di carattere quasi luttuoso, concentrato quasi unicamente sulla morte di Gesù. Per la verità quest’accentuazione così forte è una caratteristica tutta medievale che si è sviluppata soprattutto nel XII secolo insieme con la forte devozione verso l’umanità di Cristo, mentre si allontanava sempre più il ricordo della Quaresima come tempo dedicato alla preparazione del Battesimo e in seguito anche alla riconciliazione per quei battezzati che avevano gravemente ferito la fedeltà battesimale. La Quaresima è quindi in primo luogo un itinerario battesimale che celebra per la prima volta o, in qualche modo, rinnova e recupera per i già battezzati il fondamentale cammino di conversione dell’uomo verso Dio. Non è certo un caso che la Quaresima, come dice la parola stessa (quarantesimo giorno prima di Pasqua) si sia costituita fin dal IV secolo di quaranta giorni. Se molti sono i riferimenti biblici al numero quaranta, il principale è certamente quello legato ai quarant’anni trascorsi dal popolo d’Israele nel deserto prima di raggiungere la terra promessa. Gli stessi quaranta giorni di digiuno e di preghiera trascorsi da Gesù nel deserto prima di iniziare la sua predicazione, sono un chiaro riferimento all’esodo. Ogni anno si proclama questa pagina Evangelica nella prima domenica di quaresima proprio per sottolineare come questo tempo liturgico debba esprimere il recupero delle grandi scelte battesimali, che caratterizzano e identificano il cristiano. Del resto per quasi tutto il primo millennio la Quaresima fu il tempo dedicato alla preparazione del Battesimo degli adulti; rito che aveva luogo nella notte di Pasqua. La Chiesa ci offre un programma quaresimale che da secoli si riassume in tre parole: preghiera, digiuno e carità. Tre aspetti di un’unica realtà. L’autentica preghiera, infatti, esprime quel primato di Dio che conduce alla rinuncia di ogni forma d’idolatria, cominciando proprio dall’idolatria di sé. Una rinuncia che non è fine a sé stessa, come in molte religiosità orientali dove la rinuncia mira soltanto ad una meta ascetica individuale e alla padronanza di sé. Il digiuno cristiano, pur essendo anche espressione di libertà e padronanza di sé, è soprattutto in funzione della carità, cioè della vita donata, come ricorda il pane spezzato nel rito dell’eucaristia. È soltanto nella carità che l’itinerario quaresimale diventa un autentico cammino di vita per chi dona e per chi riceve. Pertanto amici, vogliamo cogliere quest’occasione che il Signore ci dona mediante i ritmi dei tempi liturgici e anche mediante l’itinerario spirituale di quest’anno di grazia per aderire con fede e fedeltà al piano salvifico che il Signore ha preparato per noi. don Juan Carlos

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CALENDARIO LITURGICO Mese di febbraio 1° febbraio – Primo Martedì del mese. In Propositura alle ore 17 “Ora di Guardia” con recita del Santo Rosario.

manenti. 22 febbraio martedì: Cattedra di San Pietro Apostolo. Santa Margherita da Cortona. In San Pietro a Roma Giubileo della Curia Romana.

2 febbraio mercoledì: Presentazione di Nostro Signore Gesù Cristo. Festa della Candelora: Giuseppe e Maria portano il loro primogenito Gesù al Tempio per presentarlo a Dio padre secondo la legge ebraica. Proprio in questo luogo il bambino venne riconosciuto come luce e redentore delle genti dal vecchio saggio Simeone e dalla profetessa Anna la cui fede viene così premiata nella tarda età. Giubileo della vita consacrata a S. Pietro in Roma.

27 febbraio: Domenica VIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

3 febbraio giovedì: San Biagio (protettore della gola). Primo giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.

3 marzo: Primo venerdì del mese. Nella pieve di Micciano, alle ore 20, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21, recita del Santo Rosario completo.

4 febbraio: Primo venerdì del mese. Nella pieve di Micciano, alle ore 20, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21, recita del Santo Rosario completo. 6 febbraio: Domenica V del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 11 febbraio venerdì: Beata Vergine di Lourdes. Nel 1858 la Beata Vergine appariva alla giovane Bernadette Soubirous presso Lourdes in Francia nella grotta di Massabielle e si presentava alla pastorella e al mondo come “l’Immacolata Concezione”. Servendosi di questa umile fanciulla Maria ha chiamato i peccatori alla conversione ed ha suscitato nella Chiesa un momento intenso di preghiera e di carità rivolta in particolare ai malati. Giubileo degli Ammalati e degli operatori sanitari a San Piero in Roma. Giornata mondiale dei malati. 13 febbraio: Domenica VI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 14 febbraio lunedì: Santi Cirillo e Metodio, Patroni d’Europa. 15 febbraio martedì: Ad Arezzo Festa della Madonna del Conforto. 18 febbraio venerdì: Giubileo degli Artisti a Santa Maria sopra Minerva.

Mese di marzo 2 marzo: Primo giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.

5 marzo: Domenica IX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 7 marzo: Primo Martedì del mese. In Propositura alle ore 17 “Ora di Guardia” con recita del Santo Rosario. 8 marzo mercoledì: Le Ceneri. Giorno di penitenza. Inizio della Quaresima. Siamo tutti invitati alla S. Messa, alle ore 18 nella chiesa di Propositura e alle ore 21 a Tavernelle, dove potremo ricevere, quale gesto simbolico di penitenza, l’applicazione delle Ceneri. La Quaresima (quaranta giorni) è tutta polarizzata verso la solennità di Pasqua, la fede primordiale. Il numero quaranta è di origine biblica, ricorre ogni qualvolta l’uomo si prepara all’incontro con il divino, ritma il lungo cammino del ritorno sulle orme di Cristo. La Quaresima è dunque un tempo di penitenza e di ravvedimento per la Chiesa intera. Tutti i venerdì di Quaresima alle ore 16 a Tavernelle e alle ore 17,30 nella chiesa di Propositura, pia pratica delle Via Crucis. 12 marzo: Domenica I di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo. 19 marzo: Domenica II di Quaresima. San Giuseppe. Sante Messe secondo l’orario festivo. "Giuseppe servo fedele e saggio!" Il Signore gli ha affidato la sua famiglia.

20 febbraio: Domenica VII del Tempo Ordinario. Sante 20 marzo lunedì: Giubileo degli Artigiani. Messe secondo l’orario festivo. Giubileo dei diaconi per- 4


SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

25 marzo sabato: Annunciazione del Signore. In questo giorno Dio Padre ha eletto la Vergine Maria perché divenisse madre del suo Figlio, per bocca dell’Angelo Gabriele ha annunciato a Maria il messaggio della salvezza, per opera dello Spirito Santo e con l’assenso di Maria Vergine umile e fiduciosa ha fatto vivere fra noi il suo Verbo eterno. Santa Messa in Propositura alle ore 18. 26 marzo: Domenica III di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo.

Ore 8,00

Tutti i venerdì di Quaresi-

Ore 8,30 Ore 8,40 Ore 9,00

ma alle ore 17,30

Ore 9,30 Ore 10,00

nella chiesa di Propositura,

Ore 10,30 Ore 11,00

pia pratica delle Via Cru-

Ore 11,30 Ore 12,00 Ore 18,00

-PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -PIEVE DI SOVARA -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA -CHIESA DI TUBBIANO -CHIESA DI CATIGLIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIO -CHIESA DI TOPPOLE -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Gli orari delle Stazioni Quaresimali sono a pag. 24 del giornale

Ore 8,30 S. Maria della Pace Le Ville Ore 8,45 San Michele Arc.lo a Padonchia Ore 9,30 CHIESA delle monache Monterchi Ore 10 CHIESA della Madonna Bella Pocaia Ore 11 S. Maria della Pace Le Ville Ore 11,15 San Simeone profeta a Monterchi Ore 16,30 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 15 (ore 17 estivo).

Catechesi per le famiglie Cenacolo di Montauto

Dal novembre scorso sono iniziati gli incontri di catechesi per le famiglie tenuti da don Marco e dalle Suore del Cenacolo presso il Cenacolo di Montauto. La giornata inizia alle ore 19 e termina alle ore 21 dopo una semplice cena nel refettorio. I prossimi incontri: 12 febbraio; 18 marzo; 15 aprile ; 20 maggio; 3 giugno 2000.

Tutti i venerdì di Quaresima alle ore 16 a Tavernelle pia pratica delle Via Crucis.

Ulteriori informazioni telefonando al Cenacolo.

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IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo Quando gli imbecilli vanno a letto di Civis

L'anno che verrà

Che degli imbecilli viaggiassero la notte per le nostre strade e poi, poco prima dell’alba, ritornassero a casa dove una madre inconsapevole gli rimbocca le coperte, è cosa abbastanza immaginabile. Purtroppo è una cosa che può succedere a tutti noi genitori. Ma che questi tizi poi si divertano a danneggiare segnali (ripiegandoli in due), rovesciare cassonetti, deturpare muri, rompere cartelli e insegne (vedi la mappa nell’area di sosta di Cul di Paiolo), rompere accessori ed arredi dei giardini pubblici, questo è anche troppo! E queste poi sono piccole cose in confronto ad altre ben più gravi quali l’uso e lo spaccio di droga e furti o furtarelli o chiamateli come volete. Non siamo all’emergenza ma certo un po’ d’attenzione da parte di tutti non farebbe male. E poi ci sono sempre madri inconsapevoli che gli rimboccano le coperte quando ritornano a casa all’alba. Sarebbe ora che queste madri aprissero gli occhi.

di Sergio Lombardi

Tra pochi giorni si entra nell’anno 2.000, e non potendolo fare singolarmente, approfitto del giornale per augurare a tutti una buona fine e miglior principio dell’anno, con la speranza che questo 2.000 lasci dietro di sé l’incertezza dell’esistere. Comunque dobbiamo sapere che questa data significa che entriamo nell’anno 2.000 ma non nel terzo millennio. Il terzo millennio entra a mezzanotte dell’anno 2.001. In definitiva inizia un nuovo anno e termina il 1999 per cui bisogna fare un bilancio dell’anno appena trascorso. Secondo me, a questo punto, occorre fare una netta distinzione fra quello che è stato il susseguirsi degli avvenimenti Mondiali e Nazionali, da quelli esclusivamente locali. Sono dell’opinione che mentre sia stata deprecabile la condotta Nazionale, non ci possiamo assolutamente lamentare della condotta locale. Ciò naturalmente è dovuto esclusivamente alla vita di paese. Mi spiego: In un paese piccolo come Anghiari, ci si conosce tutti e quindi vengono affrontati massimalisticamente i problemi seri tralasciando quei fattori ideologici che in tempi di relativo relax, rappresentano oggetto di diatribe finalizzate a discussioni da bar. Dimostrazione pratica è rappresentata dal fatto della guerra dialettica del Ferrini con il Gaggiottini presso il Jolly bar al Campo della Fiera, la guerra di Anghiari fra me e Antero, le mille disquisizioni della Carmela del bar Teatro. Cioè questo fa parte del vivere armonioso; la realtà paesana è questa e chi cerca di cancellarla o è in malafede o non ha capito niente della vita o, meglio, è bene ricordarsi che le volpi poi finiscono in pellicceria. A questo punto dobbiamo anche sapere che è molto gratificante frequentare il Pub “Cavallino Nero”. Lo stesso è luogo di riunione dei giovani e non solo di Anghiari, perché oltre Marcello proprietario, c’è anche la Daniela atta a supplire a problematiche esistenziali, con soluzioni di carattere culinario veramente eccelse, la sua cucina in psicologia viene chiamata soddisfazione orale, cioè niente di meglio che in presenza di un dogma esistenziale, una porzione di tortellini alla Norcina, sembra un miracolo ma ciò attutisce quelli che sono i crucci che ci attanagliano. Forse è una utopia, ma spero che nell’anno 2.000 si comprenda che il centro storico si disseta al piacere infinito e semplicemente corretto di un locale di aggregazione massimale come il Pub di Anghiari. P.S. Comunico che dal prossimo numero inizierà la storia di Anghiari, seguendo una ricerca del RIBUSTINI e documentazione dell’archivio di Camaldoli.

Salviamo i paracarri di Emmedipi

Credo che questo elemento di arredo urbano, oggi in disuso, vada comunque preservato dall’estinzione. Se è giusto che quelli lungo le strade si siano trasformati, sia nella forma che nei materiali usati per questioni di sicurezza, ritengo che quelli lungo le strade o le piazze a difesa delle cantonate delle case dai mozzi delle ruote dei carri (una volta), o di qualche incauto automobilista (oggi), vadano salvati. Eccovene alcune collocazioni: Uno si trova quasi in cima alla Bozia, ed è di quelli in ferro. In fondo alle scale della Paola della Croce ce ne sono due. All’angolo delle Logge della Banca c’era un paracarro a difesa delle colonne di Borgo e anche della lanterna artistica soprastante che i camion qualche volta agganciano con i loro alti teloni. Questo paracarro, ridotto malino, dopo l’ultimo “restauro” della pavimentazione della Croce è stato quasi del tutto eliminato. Un altro paracarro storico si trova nella casa di Ennio, quella che fu la Dogana d’Anghiari, in cima alla via del Terrato. Per concludere ripeto il mio grido di allarme: Salviamo i paracarri!

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Il passaggio al duemila - Dal Belgio, dove risiede e lavora ormai da molti anni, Massimo Chialli ha organizzato una “rimpatriata” per tutti i parenti delle famiglie Chialli e Cherici. Il cambio di data è stata così un’occasione per riunire i parenti delle famiglie Chialli e Cherici in una notte particolare. Con il fratello Giovanni, familiari ed amici dal Belgio e altri parenti ed amici da Saint Jan in Costa Azzurra, sono così giunti in un bel numero. Ad Anghiari sono stati rinforzati gli ormeggi con i parenti stanziali e alla trattoria gestita adesso dalla famiglia Talozzi hanno trascorso una bella serata. Non è mancato il brindisi, con ottimo Champagne, in ca-


... Il Palterre

pienti bottiglie da tre e da cinque litri giunto direttamente dal Belgio e, naturalmente, non sono mancati i fuochi per salutare l’anno nuovo. Auguri a tutti!

d’Italia hanno adottato) per vietare la pubblicità “porta a porta” (door to door)? Alcune aziende ti fanno recapitare i “deplian” (va bene scritto così ?) direttamente assieme alla posta. Ci sarà più lavoro per i postini. Ma il nostro centro storico avrà un’immagine sicuramente più dignitosa ed accattivante di quella che riscontriamo da un po’ di tempo a questa parte. Cannone 2000

Un giorno dimenticato

Sono a nata il 13/12/62 e fin dai miei primi anni di vita in questo giorno, accompagnata dalla mamma, sono andata alla Chiesa del “Fosso” per la Messa delle ore 9 e ho acceso sempre una candela a Santa Lucia. La statua della Santa è di particolare bellezza ed invita anche i meno credenti a offrirle una preghiera essendo la “protettrice della vista”. Quest’anno sono andata in Chiesa alle ore 11, visto il cambiamento degli anni precedenti e qui la sorpresa...; non solo non c’era la Messa ma non era esposta nemmeno la statua di Santa Lucia. Ho provato una grande tristezza ma ho acceso comunque la mia 37 candela a una Santa che, forse e mi auguro di no, è passata nel dimenticatoio. Luciana 62 Risponde il parroco:

Un presepe... una brutta storia - Bene aveva fatto l’Istituto d’Arte di Anghiari ad accettare la proposta dei Donatori di Sangue di Arezzo per mostrare il presepe artistico ad una platea numerosa come quella che transita ogni giorno lungo il Corso Italia di Arezzo. E così per tutte le feste natalizie e di fine anno il lavoro realizzato da studenti e professori dell’Istituto, che lo scorso anno ricorderete fu esposto ad Anghiari in Piazza S. Agostino, è stato una delle novità più gradite dagli aretini. L’imponente presepe, alto 4 metri e realizzato su una base di 16 mq, è racchiuso in una grande cornice inclinata. I personaggi essenziali sono stati realizzati intrecciando il vimine. Significativa la colonna ionica stilizzata e la stella di giunco che riempie il fondale di tessuto damascato. Lo scenografico presepe era situato a metà Corso Italia nella piazzetta di San Michele, davanti alla Chiesa omonima. Anche gli organi di stampa hanno sottolineato l’eleganza del lavoro compiuto da studenti e professori di Anghiari. Ma eccoci alle dolenti note che ci rimandano a quella definizione che l’Alighieri fornì degli aretini. Peccato. Peccato per la scarsa considerazione fornita a questa vera e propria opera d’arte, iniziando dalle immancabili 3 o 4 automobili parcheggiate da mane a sera davanti al presepe. Ma c’è di più. Dal 31 dicembre 1999 la testa del Bambino Gesù era stata staccata da qualche “Rambo” di turno. Ancora per l’Epifania il Bambino Gesù era senza capo (spuntava solo il telaio metallico che sosteneva la testa in legno) e le auto erano vieppiù aumentate in sosta perenne davanti al presepe. Dulcis in fundo il tessuto damascato era stato trinciato di netto da qualche altro “Terminator”. Senza andare oltre: ma perché il prossimo anno questo bel presepe non viene sistemato nella nostra Piazza Baldaccio, semmai al posto dello spelacchiato albero di Natale.... che se viene una ventata un po’ più forte chissà ‘ndò va a finire?

La Chiesa favorisce il culto dei santi perché attraverso la loro testimonianza la nostra vita è guidata ad una affezione maggiore a Gesù Cristo. Il loro culto non deve però far perdere di vista l'anno liturgico che ritma il tempo della Chiesa sui misteri della vita di Cristo. Esso è centrale rispetto anche al Culto dei Santi. Ciò non toglie che nelle nostre chiese la devozione a particolari santi venga mantenuta e promossa. Questo culto è sempre dentro un atteggiamento di fede che il credente deve avere. Le statue sono un segno per favorire la nostra posizione di credenti verso Cristo. Anche se delle volte nelle nostre chiese manca la statua del Santo, c'è però sempre la presenza reale (SS. Sacramento) di Cristo a cui rivolgere la nostra vita e la nostra preghiera.

2 gennaio 2000 - Apprendo della gestione fallimentare del parcheggio Baldaccio ad Arezzo. Me ne dispiace ma domando: Che vi aspettavate dopo aver dato il nome del Capitano di Ventura per antonomasia ad un parcheggio sotterraneo? Baldaccio d'Anghiari, che decise con le sue imprese le sorti di Granducati e Regni e che ogni tanto fa la sua capatina in quel di Sorci, lo avete relegato dentro un parcheggio. Sciagurati! Ma perché non l'avete chiamato parcheggio Bisaccioni?

Cannone 2000

Dopo aver festeggiato l’ultima notte dell’anno in quel d’Anghiari, cosa hanno poi trovato di allettante nelle giornate successive le centinaia di turisti che hanno girovagato per il centro storico? I presepi. Fortunatamente, per la gioia degli anghiaresi e delle numerose comitive di turisti, queste lodevoli iniziative che ci rimandano alla nascita di Gesù hanno sopperito alla mancanza di occasioni che permettessero di apprezzare fino in fondo un paese che con il turismo durante le festività dovrebbe giocarsi il prossimo futuro. Una bella opportunità sfruttata al volo da tante persone che hanno visitato le tante chiese aperte per ammirare le variegate sacre rappresentazioni frutto di una feconda tradizione che è proseguita fin dopo l’Epifania.

Pubblicità selvaggia: è ora di smettere - Le

avrete viste tutte quelle pubblicità che vengono depositate ogni giorno in ogni angolo, portone, finestra del borgo antico di Anghiari e dintorni. Dopo un po’, tra una ventata e l’altra, tante di queste cartacce volano via ad impestare piazze e vicoli. Il turista che arriva ad Anghiari per visitare un centro storico medievale che gli hanno raccontato essere “muy lindo”, affascinante e romantico come pochi, torna a casa sicuramente deluso sfogandosi poi con l’amico che gli ha fornito l’inesatta notizia. Per non farla tanto lunga: che aspetta la Giunta Municipale ad emanare una specifica Ordinanza (sulla falsariga di quelle che tanti altri Comuni

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IL GRANDE GIUBILEO DEL DUEMILA di don Quinto Giorgini

Nei precedenti articoli abbiamo parlato del Giubileo in generale, delle sue finalità e del suo legame particolare con il “Mistero dell’Incarnazione” del Figlio di Dio nato a Betlemme duemila anni fa. Richiesto di proseguire il discorso su questo grande evento per i lettori di questo Periodico del Vicariato di Anghiari-Monterchi, ho ritenuto opportuno ed attuale scegliere tra i vari simboli o gesti giubilari quello dell’apertura della PORTA SANTA. Terminato il triennale periodo di preparazione, il grande ed atteso evento giubilare è stato solennemente inaugurato la notte di Natale a Roma e Betlemme e il giorno seguente in tutte le altre Chiese particolari del mondo. Attraverso la mondovisione, un miliardo e mezzo di telespettatori di ogni parte del mondo ha potuto vedere il nostro caro papa, rivestito di un piviale multicolore ed aggrappato ad una croce astile, incedere lentamente ma soddisfatto, verso la Porta Santa della Basilica vaticana. Dopo averla aperta, si è inginocchiato sulla soglia in silenziosa preghiera, poi l’ha varcata seguito da cardinali, vescovi, sacerdoti e pellegrini scelti fra tutte le razze e condizioni sociali. Nella persona del vecchio papa, la Chiesa sempre giovane, varcava la soglia fatidica dell’ANNO SANTO DUEMILA, del Ventunesimo secolo e dell’inizio del Terzo Millennio cristiano per continuare la storia della salvezza. Attraverso quella Porta aperta da Giovanni Paolo II, passeranno milioni e milioni di pellegrini vi passeremo anche noi, dietro al nostro nuovo vescovo Gualtiero, il prossimo 6 maggio in occasione del grande Pellegrinaggio Diocesano che stiamo preparando. Il segno della Porta Santa fu introdotto la prima volta nella Basilica lateranense nel Giubileo del 1423 ed in quella di S. Pietro e delle altre due basiliche, nel Giubileo del 1500, da parte di papa Alessandro VI. La PORTA SANTA è simbolo di Gesù Cristo, che nel Vangelo di Giovanni si è autodefinito non solo buon Pastore delle sue pecorelle ma anche la “Porta” dell’Ovile cioè della sua Chiesa. Leggiamo in Gv. 10,7 “Io sono la porta delle pecore: se uno entra attraverso me, sarà salvo...” Anche la Bolla pontificia dell’indizione del Giubileo al n.8 spiega il vero significato della Porta Santa. Essa evoca il passaggio che ogni cristiano e chiamato a compiere dal peccato alla grazia, l’accesso e la via unica di salvezza, che è Gesù, per entrare in comunione di amore con il Padre e lo Spirito Santo. La Porta Santa è simbolo e rievocazione del nostro Battesimo che ci ha purificato dal peccato originale, ci ha rivestito del dono divino della Grazia santificante, ci ha elevato alla dignità di figli adottivi di Dio, facendoci entrare nella Famiglia della Chiesa. La Porta Santa può essere simbolo anche del sacramento della Penitenza-Confessione-Riconciliazione che attraverso il pentimento e l’Assoluzione ci fa rientrare, come il figliol prodigo nella casa del Padre, abbandonata, per il peccato.

Non basta aprire o transitare fisicamente attraverso i portali artistici delle Basiliche romane o quelli delle nostre Cattedrali o Santuari, ma dobbiamo aprire anche le porte dei nostri cuori induriti, delle nostre case agiate, delle nostre comunità e delle nostre città ai bisogni spirituali e materiali di tanti fratelli sofferenti, poveri, pellegrini, emigrati... Dobbiamo far nostro l’accorato appello che il vescovo ci rivolge nella sua prima Lettera Pastorale “Giubileo: Anno di Grazia”. Al paragrafo 9 si legge: “Ebbene con il segno della PORTA attraverso la quale ognuno deve passare, tutti siamo chiamati a rinnovarci. Purtroppo nella nostra vita ci sono tante porte, che restano chiuse ai fratelli; troppe porte blindate dall’egoismo e dalla paura; troppe porte sbarrate che impediscono di tessere legami d’incontro e di amicizia. Vale per le nostre famiglie, vale per le nostre comunità parrocchiali. “Aprite le porte a Cristo!” è stato il primo messaggio d’inizio del pontificato di Giovanni Paolo II. La Porta dice oggi tutta la nostra fatica a potersi fidare degli altri, a correre il rischio talvolta di un saluto o di uno sguardo. L’incomunicabilità, anche tra marito e moglie, genitori e figlie direttamente proporzionale allo spessore delle nostre porte di casa. Ci sono pero momenti in cui anche il nudo legno della porta si veste di colori e di forme: un fiocco rosa o celeste, una decorazione natalizia, un annuncio pasquale, un lutto. Allora pare che la stessa porta voglia partecipare ai sentimenti dei suoi inquilini, manifestando la gioia di una nuova presenza, lasciando trasparire il dolore. Aprite le porte! Favorite l’incontro, fate entrare l’altro o gli altri nella nostra vita. A proposito del segno giubilare della Porta, il papa scrive ancora al n.8 del- l’Incarnationis mysterium: Attraverso la Porta Santa, simbolicamente più “ampia” al termine di un millennio, Cristo ci immetterà più profondamente nella Chiesa, suo Corpo e sua Sposa. L’Anno Santo Giubilare vuole essere un invito ed un aiuto ad inserirci più profondamente nella vita e nell’azione pastorale delle nostre parrocchie, secondo i doni ricevuti dal Signore e gli incarichi affidatici dai parroci. Anche se la Porta della Salvezza, aperta all’inizio di quest’Anno di Grazia potrà essere più “larga” per l’infinita misericordia di Dio come auspica il papa, tuttavia rimane valido l’assioma agostiniano “Dio che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te.” Non dobbiamo coltivare troppe velleità: la porta della conversione è “stretta” per tutti, come insegna il Vangelo. Sforziamoci di entrarvi prima che essa venga definitivamente “chiusa” lasciandoci fuori con le vergini stolte che arrivarono in ritardo alla Festa nuziale, per la mancanza dell’olio delle opere buone che dovrebbero alimentare la lampada della nostra Fede, accesa nel giorno del battesimo. Monterchi, lì 11 gennaio 2000.

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Angolo della Missione Rubrica a cura di Franco Cristini

Quaresima Nel mese di marzo inizia il tempo forte della Quaresima. Tutti sappiamo che cosa significa, o dovrebbe significare, questo periodo per il cristiano. La Quaresima è: Tempo di preghiera nella meditazione più attenta della Parola di Dio che la liturgia ci sottopone quotidianamente. Tempo di mortificazione dei nostri sensi: oggi in tempi di consumismo sfrenato questa mortificazione può esprimersi in una parola nuova “sobrietà” nell’uso delle tante, troppe cose, che abbiamo a disposizione. Non sprechiamo le nostre energie, il nostro tempo, il nostro denaro nelle cose superflue, effimere, inutili che poi appesantiscono la qualità della nostra vita e la rendono più egoista. Tempo di solidarietà verso i fratelli più poveri. La solidarietà ai poveri per il cristiano non è un lusso, un opzional, ma un preciso dovere. È la dimostrazione della veridicità della nostra fede in Dio “La fede senza le opere è morta”. Noi abbiamo la fortuna nonostante le continue lamentele, di appartenere ai paesi benestanti; è sì una fortuna ma è anche una responsabilità di cui dovremo rispondere al Signore. Non tiriamoci indietro, non nascondiamoci dietro l’immensità del problema della povertà e la pochezza del contributo che possiamo offrire: il piccolo contributo moltiplicato per migliaia di persone può diventare una grossa somma. La Quaresima converta quindi il nostro sacrificio in concreta solidarietà ai poveri, sarà il nostro fattivo partecipare alla lotta contro lo scandalo agghiacciante di persone e popoli ridotti allo stremo per situazioni di grandi povertà. *** Le donazioni pervenute in questo ultimo bimestre per la missione di Kibakwe in Tanzania ammontano a lire 1,350.000 di cui lire 900.000 elargite dalla parrocchia di Anghiari in occasione della giornata missionaria. In cassa rimangono lire 2.200.000. A tutti un grazie di cuore.

Pace e bene a tutti

zata anche una cena dai soci del Circolo la Famiglia, della cui partecipazione ringraziamo sentitamente. L’incasso della serata è stato di £ 450.000 Ringraziamo inoltre le donne di Tavernelle e del Bagnolo che hanno realizzato con le loro mani tutti gli articoli, e coloro che donando materiali o acquistando hanno determinato la riuscita dell’iniziativa. Specifichiamo che la metà della cifra raccolta sarà a beneficio di un nostro obiettivo locale che ci sta molto a cuore: la costituzione di una borsa di studio per un giovane di una missione in Brasile che intende entrare in seminario e manca dei mezzi economici necessari. Grazie ai contatti di Massimo Fragai da diversi anni molte famiglie della parrocchia hanno intrapreso adozioni a distanza nella stessa missione. Ripetiamo ancora volentieri le parole di Madre Teresa che don Juan Carlos ci ha fatto meditare durante una omelia: "È una piccola goccia nell’oceano quello che noi facciamo, ma se non lo facessimo, quella piccola goccia verrebbe a mancare."

Le “Tende” a Tavernelle di Laura Taddei

Anche quest’anno la parrocchia di Tavernelle ha aderito all’iniziativa missionaria nazionale detta TENDE DI NATALE, appunto perché nelle piazze delle grandi città i mercatini sono riparati da tendoni. La nostra piccola comunità si è adoperata fin dai mesi autunnali per allestire una piccola vendita di oggetti natalizi proposti all’ingresso delle varie chiese durante il periodo dell’Avvento. I proventi di questa attività ogni anno sono indirizzati a livello nazionale verso obiettivi particolari, come ad esempio l’aiuto ai bambini del Ruanda, costruzioni di scuole in Bosnia, comunità di recupero per tossicodipendenti, ecc. L’incasso totale è stato di £ 2.300.000, molto superiore allo scorso anno, nonostante il freddo polare di questo periodo abbia ostacolato molto il lavoro all’aperto. Aggiungiamo che quest’anno, vista la disponibilità del Centro parrocchiale, a favore del progetto è stata organiz-

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La felicità

di Vera Cuccini

di Maria Pia Fabiani

Danzano i nivei fiocchi Per l’aria grigia portati dal vento del Nord, senza posa s’abbassano si alzano e s’intrecciano in un leggero volteggiar come angeliche ali. Il sibilo della tormenta si perde lontano tal flebili sospiri umani

Una donnetta, semplice che di più non si può, mi disse farfugliando: “Sa signora, nell’Oratorio leggo sempre sempre le sue poesie. Vado a cercarle subito appena m’è arrivato. Ma come fa?” concluse con chiara ammirazione. Ne fui proprio felice: è bello far contente le persone. Ieri sera alla Messa una nota insegnate già in pensione con parole diverse ha ripetuto la stessa cosa che mi fa felice. Scrivere è già di per sé liberazione e gioia. È quasi come partorire un figlio, senza il tragico dolore di quell’evento, è una cosa squisita. Quando poi viene accolta ed apprezzata non puoi chieder di meglio dalla vita.

antichi ricordi del nostro passato.

Il rispetto

di Maria Pia Fabiani

Sai? La segreteria Legata al mio telefono è un’amica sincera, è semplice e discreta e sa farmi davvero compagnia. La tengo nella camera e quando passo guardo. e le, fedele e tenera, con la lucetta accesa mi dice: “Stai tranquilla, io sono qui per te.” Se poi c’è qualche vecchia voce che non mi va di cancellare ancora lei la serba curandola e me lo dice sempre con grande discrezione. Ma mi commuove quando giunge un messaggio nuovo. Lei, devota al suo impegno, si agita, arrossisce; sa che non può parlare ma, dal dovere spinta, si muove senza posa; no, non si dà per vinta finché no l’ho veduta e le ho chiesto curiosa che cosa mi nasconde. Fedelmente ripete il messaggio celato e poi si calma, paga del dovere compiuto, ed aspetta i miei ordini grata che la consideri quasi come sorella. Vedi come il rispetto sa far bella la vita! 5 gennaio 2000.

23 agosto 1999

Una preghiera per te Brillano gli occhi tuoi, figlia adorata, come la fede che tu porti al dito, di gioia ho le mie palpebre bagnate, mentre ti guardo accanto a tuo marito. Ed è con tanto amore che questa sera Ho rivolto a Dio la mia preghiera. Benedici per sempre o Dio beato, questa nuova famiglia che hai creato. Insegna lor Signore ad accettare tutto quello che non si può cambiare. Rasserenali Tu, è la mia preghiera, quando improvvisamente si fa sera, fai sentir del tuo amore la presenza, quando viene a mancare la pazienza. Se la tristezza appare all’improvviso, ridona lor la gioia del sorriso, segui ogni passo della loro vita, fai una famiglia sana e sempre unita. Mamma xxxx

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L'angolo della poesia... e della prosa

Tormenta


Il coriandolo

Figlio mio *

di Vera Cuccini

di Maria Raffaelli

Nasci tenero e piccolino e presto diventi bambino, rubi caramelle e combini marachelle, poi cresci e pian piano, mi sfuggi di mano, parti soldato e torni inguaiato; ora è la droga che ti prende la mano, che ti è compagna e dannata ragione di vita, mi rifuggi e ti autodistruggi, il mio cuore non mente, avverte impotente il tuo soffrire ma a te non importa e ti lasci morire. Svanisce ogni sogno, la speranza e la vita, altro non resta che sgomento e tristezza infinita. La colpa è del mondo, che annulla nel cuore qualsiasi valore, che stravolge le menti con tanti strumenti, c’è solo il denaro, il cattivo e l’avaro, l’avaro di cuore ch’è senza timore, che di Dio si è scordato e il mondo ha annullato, è poca la fede e nessuno più crede, senza un costrutto va tutto distrutto. Togliendo dal cuore la gioia e l’amore, non resta che il male a far tanto male.

S’era posato sul davanzale un piccolo coriandolo verde, la carezza leggera del vento l’ha rialzato per un attimo volteggiandolo per l’aria per poi adagiarlo ancora sulla terra, insieme ad altri ormai calpestati e stinti. Era una nullità nello spazio infinito pur con il suo breve momento di felicità in un gioioso giorno di carnevale, una verde speranza protesa verso l’azzurro del cielo destinata presto a cadere tra le terrene, effimere illusioni.

Rose

di Turiddo Guerri

L'angolo della poesia... e della prosa

Rose ti dono con amore grande, rose minute e fresche, rose aurate e bianche e rosse: tutte le più belle, come bella sei tu nell’armonia dolcissima ch’emani sempre, cara.

*Dedicata a quella mamma che ha ucciso il figlio drogato e che la legge ha umanamente ed unanimemente assolta.

Rose vorrei tutti i giorni offrirti, le più vive, le più odorose -intattequali immagini del sentire mio sempiterno che quiete non ritrova se non in te, nel tuo amore, cara.

Ad un M.R.

È festa! …la piazza infioccato Traverso pecorone gaudente Cercando ovunque rispettosa gente Per esser riverito ed ossequiato.

Cercando di trovarvi qualcosa

Con l’ampolloso portamento algente Tutte quante le person garbate Rifuggon al suo sguardo alle sue occhiate Perché non costa proprio, proprio niente.

di Emanuele Fontana

Vagabondaggio, esotico andirivieni di frammenti passati su mura antiche, alla ricerca.

Minuto prezzo han le parol melate Di tal voluminoso sacripante Buono solo a dire buggerate;

Dov'è la morbida clessidra del mio tempo mortale? Domandavo, per lei che al tatto è l'oceano. Camminavo fra pezze di luce e la vidi. Era bella, fatta con farina di stella, mi guardò, rosso nel viso volli rapirla a me per sempre.

Dall'Archivio

E piacendogli pur far l’arrogante Coi mazzi duri o con le mani alzate Tutti lo dichiarano ignorante. Anghiari 3 – 5 – 1927

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Un Natale pieno di iniziative I bambini del catechismo presentano… Che dire di tutto ciò? Al di là della buona riuscita o meno dello spettacolo, quello che si coglie di positivo, è il clima sereno che regnava tra i bambini e le loro famiglie, all’interno di un’unica grande famiglia che è la NOSTRA COMUNITÀ PARROCCHIALE nell’ambito della quale ognuno è disposto ad impegnarsi in attività, anche finalizzate a mandare un messaggio di semplicità e di amore, dando parola, attraverso il gesto sonoro, al non detto delle emozioni.

Giovedì 23 dicembre 1999, alle ore 21, nella Chiesa della Propositura, i bambini del Catechismo hanno presentato, in occasione della festa più magica dell’anno, la favola recitata e cantata dal titolo “Una dolce storia di Natale”. Protagonista una bianca conchiglia che, nella notte di natale, si recò a far visita al Santo Bambino e, non avendo niente da offrirgli, diventò rossa dalla vergogna e dall’umiliazione. Ma le venne una splendida idea. Si avvicinò all’orecchio di Gesù Bambino, si schiuse poco a poco e dal suo guscio fece uscire il profumo del mare e la voce delle onde di seta, che sussurravano una dolce ninna nanna al Re di tutto il Creato. Tanti i bambini coinvolti nel recital e ciascuno di essi ha veramente dato un contributo personale ed indispensabile alla riuscita finale, interpretando anche personaggi molto particolari: dalle numerose stelle marine narratrici, ai pesci, alle alghe, alle meduse, allo scoiattolo, all’ape, al cavallino, agli angioletti ed infine a Giuseppe e Maria, con il loro atteggiamento composto ed adorante. Un elogio particolare va ai genitori dei piccoli attori che, con impegno e dedizione, hanno realizzato meravigliosi costumi, dando un ulteriore tocco di grazia e di dolcezza alla scenografia del recital. La serata si è conclusa, nella sala dell’Oratorio, con un “luculliano buffet”, offerto ai numerosissimi intervenuti ed allestito dai genitori.

Anche ad Anghiari è arrivata la Befana Nel giorno della sua festa, si è rinnovato anche in Anghiari, grazie all’intraprendenza del gruppo delle catechiste della parrocchia, il tanto atteso arrivo della Befana. Teatro dell’evento, la restaurata chiesa della Croce, insolitamente gremita di grandi e piccini. Indescrivibile la gioia di tutti, nel vedere “LA VECCHIA”, a cavallo della sua leggendaria scopa, arrivare in chiesa, parlare con tutti i bambini e dispensare loro doni e caramelle… Sponsor ufficiale della manifestazione il Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Anghiari, sempre sensibile e presente a queste iniziative, a cui va il ringraziamento della parrocchia, organizzatrice del bello e significativo evento.

Sei dicembre 1999. La tavola del Sogliani torna nella sua collocazione Soddisfazione per questo evento anche se ci sono volute diverse ore di lavoro per sei persone per ricollora l'opera al suo posto. C’era da controllare la sistemazione precedente e quali erano i sistemi di ancoraggio. La cosa più impegnativa è stata quella di portare a quell’altezza la trabeazione (la parte superiore della cornice) e il successivo ancoraggio di tutta la struttura. Lavorare a quell’altezza è chiaramente più difficile. Nel complesso è andato tutto bene e c'è stata piena soddisfazione anche dei nostri parroci anche se hanno potuto vedere solo la parte conclusiva di questa importante iniziativa. Durante il montaggio riteniamo non si siano commessi gli stessi errori fatti nella precedente collocazione (l'opera come si sa proviene dalla Compagnia di S. Maria della Misericordia). In quella occasione, infatti, avevano utilizzato un sistema di bloccaggio della tavola servendosi di semplici pezzi di legno per tenere in posizione la tavola a contrasto con il muro e utilizzando dei chiodi. Questa volta noi abbiamo inserito elementi come le nottole e le viti di ottone in modo che in un successivo restauro sia anche più semplice lo smontaggio e meno dannoso per l'opera. Il montaggio e la sistemazione della parte posteriore è stata possibile perché nel gruppo di lavoro c’era il legnaiolo del Borgo, Fabrizio Papini, talmente esile che ha potuto inserirsi tra la tavola e il muro e completare il bloccaggio dei vari elementi della cornice e il tutto ancorarlo al muro della cappella.

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Esperienza di solidarietà della nostra parrocchia di Massimo Fragai

Borsa di Studio e Adozione a distanza

È iniziata nell’agosto del 1995; durante una settimana di ferie in montagna insieme ad un mio collega di lavoro e ad alcuni dei suoi amici ho conosciuto una persona eccezionale: padre Remo Mariani missionario Comboniano in Brasile. Durante la vacanza padre Remo ci ha parlato di un suo progetto “PRO MENOR” per aiutare i bambini di Campo Ere e Joinville S. Caterina in Brasile con adozioni a distanza. Al mio ritorno ne ho parlato in parrocchia, e in settembre Padre Remo è venuto a Tavernelle, facendoci vedere una video cassetta e dicendoci che con sole 35.000 lire al mese saremo riusciti a togliere dalla strada un bambino. Grazie alla collaborazione di undici famiglie abbiamo realizzato l’adozione di sette bambini. Anche il mio collega di lavoro, nella sua par rocchia (Pescaiola), era riuscito a promuovere diverse adozioni e, tramite delle altre persone presenti alla vacanza, l’iniziativa è arrivata anche a Montevarchi. In Brasile oltre a padre Remo e altri missionari, ci sono due dottori brasiliani (marito e moglie di Campo Ere) che sono riuscite a coinvolgere altre persone che preparano i pranzi per i ragazzi. Nelle cucine comunitarie oltre al pranzo i ragazzi fanno anche il doposcuola e per i più grandi c’è anche l’insegnamento di un lavoro. Ogni tanto padre Remo ci invia delle video cassette o delle lettere con notizie dal Brasile. Nel

gennaio del 1997 scrive: abbiamo già quindici cucine comunitarie che distribuiscono il pranzo giornaliero per circa tremila bambini. Nella lettera c’era anche questa battuta “Contro un mondo cane… non serve abbaiare… ma collaborare con chi lo vuole migliorare”. Nell’estate del 1997 padre Remo tornò in Italia per problemi di salute, ma prima di tornare in Brasile venne a farci visita proponendoci un’altra iniziativa: una borsa di studio del valore di 1000 dollari per un giovane brasiliano di nome Gilmar che vuole diventare missionario. Nel Natale del 1997 grazie alla collaborazione di tutti siamo riusciti a mettere insieme la somma e così anche nel Natale del 1998. Nel 1998 sono riuscito ad avere una foto di Gilmar insieme ai suoi compagni di seminario scattata per il completamento del primo anno di studio. Anche per il 1999 siamo già a buon punto nella raccolta della somma necessaria, grazie anche alle tende di Natale. A questo punto vorrei solo riportare una frase del rettore del seminario: “Bisognerebbe averne altri cento con la sua volontà”.

Un ricordo di Jan

Era nato a Woitkiszki, in Polonia, il 2 novembre 1915. Suo padre Michail lavorava un piccolo appezzamento di terreno assieme alla sua famiglia. Nel 1937 fu richiamato alle armi nel corpo di difesa di frontiera e fu fatto prigioniero a Oserapa il 18 settembre 1939. Dopo il periodo della prigionia in Siberia sotto l’URSS Jan fu inquadrato nell’Armata del generale Andersen e, con questa formazione, andò in varie parti del mondo: In Pakistan, in India, in Africa e, quindi, in Italia. Dopo lo sbarco in Sicilia giunse ad Anghiari dove si fermò dopo la fine della guerra avendo conosciuto la sua futura moglie la signora Adriana Vescovini, indimenticabile maestra dell’Asilo Testi. Qui si è formato la sua famiglia lavorando duramente

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per tanti anni. Negli ultimi tempi aveva preso a fare dei lavoretti di artigianato impagliando le sedie con la schiansa dei nostri fossi realizzando lavori veramente ben fatti. È riuscito a rimanere in contatto con i fratelli ed i nipoti fino al 1958. Successivamente, per motivi di carattere politico ed economico si sono persi i contatti. Il suo rimpianto forse è stato quello di non poter rivedere la sua terra che era passata sotto il dominio della Russia ed ora è indipendente nella repubblica Lituana. Io ho capito il suo rimpianto da recenti contatti epistolari di un parente che descriveva l’atteggiamento della madre di Jan, Dominica Pitkierviczuwna, che narrava di questo suo figlio, ultimo di sette fratelli, rimasto in Italia. Jan è morto serenamente nella sua casa del Conventone nel Borgo della Croce ad Anghiari il 5 gennaio dell'anno 2000.


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari COME SARÀ IL DUEMILA? Di Francesco Cardile*

Come sarà il Duemila? Su quest’anno che apre le porte al terzo millennio si riversano sogni e speranze, dubbi e timori. Non mancano le paure dei “millenaristi” che citando antiche e oscure profezie dipingono un improbabile destino fatto di tragedie che minacciano l’intera umanità. Ma allo stesso tempo cresce anche la voce di chi vede aprirsi una “nuova era” di progresso, di benessere, di felicità senza pensieri. C’è poi chi vede nel duemila la scadenza su cui puntare per risolvere tutti i problemi, anche quelli che si trascinano da anni. Come se un anno dalla “cifra tonda” potesse di per sé moltiplicare l’impegno e l’efficienza di chi ricopre incarichi di responsabilità. Da parte nostra, consideriamo il duemila soprattutto come una festa speciale, un “compleanno” d’eccezione: i duemila anni dalla nascita di Cristo. È intorno a questo evento che vogliamo concentrare la nostra attenzione; per noi cristiani, l’anno del Giubileo è quindi un anno di ringraziamento, un anno di conversione, un anno in cui chiedere perdono per i nostri errori. Per gli antichi ebrei, il Giubileo era l’anno in cui venivano azzerati i debiti, liberati gli schiavi, ridistribuite le ricchezze: per noi, è l’anno della misericordia di Dio che azzera i nostri debiti, ci libera dalla schiavitù del peccato e ci invita a ripartire più forti, più aperti verso gli altri, più disposti a camminare verso il bene. Dobbiamo stare attenti, però, a un rischio: Che il Duemila diventi un anno di iniziative “straordinarie” ma effimere, di entusiasmi che poi finiscono per affievolirsi, di sforzi che non portano a niente. In questo senso, quello del Duemila è probabilmente un mito da sfatare, sarebbe meglio viverlo piuttosto come un anno in cui fare in modo straordinario le cose di sempre. Preso in questo modo il Duemila può diventare davvero un’occasione in cui ritrovare stimoli e motivazioni per un impegno costante e duraturo, che non si misura sui traguardi ma sulla vita di ogni giorno. Ricordandosi che la cultura del dono che noi Fratres portiamo avanti, il nostro impegno fatto di gesti piccoli ma importanti come la donazione del sangue, il nostro cammino per la formazione di donatori maturi e responsabili, tutto questo non deve finire nel duemilauno. * Presidente nazionale della “Consociazione dei Gruppi Donatori di Sangue Fratres”

Il diciannove di dicembre ultimo scorso, come da tempo ampiamente pubblicizzato, si è celebrata la GIORNATA DEL DONATORE 1999, un appuntamento ormai consolidato nel tempo, semplice ma tanto importante per la vita della nostra associazione.

IL MOTTO DEL DONATORE “Una stilla del mio sangue per un palpito del tuo cuore” 14


UNA GIORNATA VERAMENTE "BELLA" Tre i momenti significativi che hanno caratterizzato tale Cultura della solidarietà e della donazione tra la nostra iniziativa: gente. 1) la celebrazione eucaristica delle ore undici, presso la Impegni nobili ed importanti, se è vero che l’amore verso chiesa parrocchiale del paese, alla quale hanno partecipato i più bisognosi, i meno fortunati ed i sofferenti è segno e le autorità politiche e militari di Anghiari, i rappresentanti misura del grado di civiltà e di progresso di un popolo. degli omonimi Gruppi Fratres di Camucia, Poppi, Pieve “Voglia Iddio che questo pacifico esercito della speranza Santo Stefano, Caprese Michelangelo, Badia Tedalda e (formato da tutte le realtà del volontariato) sempre più estenda Sestino ed una insolita folta schiera di anghiaresi; la sua azione, con iniziative tese a tutelare i diritti umani, a 2) l’assemblea ordinaria dei soci, durante la quale si è soccorrere chi si trova in stato di necessità, a promuovere fatto il bilancio delle attività svolte dal gruppo nell’anno la civiltà dell’amore” (Dal messaggio di Giovanni Paolo II, passato e presentato il programma per quelle relative a per la Giornata della Carità). quello in corso; 3) il pranzo sociale, presso il ristorante “Cristallo” di La Presidenza Caprese Michelangelo, a cui hanno aderito oltre centosettanta tra donatori, soci sostenitori, simpatizzanti ed ospiti, che si è rivelato, ancora una volta, un importante momento di fraternità, amicizia ed allegria. Un caloroso e doveroso “GRAZIE” a tutti, per la corale e festosa partecipazione. Senza di voi la festa non sarebbe stata così gioiosa e bella. Come senza di voi il nostro gruppo non potrebbe assolvere a quelli che sono, da sempre, i suoi duplici obiettivi: a) contribuire ai bisogni dei nostri malati, attraverso la donazione del proprio sangue; b) promuovere insieme a tutte le associazioni del volontariato, che fortunatamente sono in Anghiari così numerose Un momento della celebrazione Eucaristica. e di antica tradizione, la diffusione della

Se vuoi diventare un Donatore di Sangue o comunque far parte di questa Associazione telefona ai seguenti numeri: 0575-723219 (Franca) 0575-788114 (Pietro) 0575-749217 (Massimo)

Siamo sempre a disposizione per ricevere la tua iscrizione!!! 15


Torna il Carnevale della Gioventù ad Anghiari Domenica 5 e domenica 12 marzo 2000, Sfilate dei carri allegorici e dei gruppi folcloristici per le strade di Anghiari con appuntamento in piazza Baldaccio per gli spettacoli e per il ristoro degli ospiti con brustichino salsicce e, come ben sanno gli ospiti di Anghiari, vino a volontà.

Ecco le attrazioni principali delle due sfilate Domenica 5 marzo:

* Gruppo Folcloristico di Bettolle * I Brutti di Piobbico

Domenica 12 marzo:

* Gruppo Folcloristico "La mezza età" di Lama * Folk Band di Vicchio

Il Gruppo Folk di Vicchio ospite del Carnevale della Gioventù di Anghiari

La Società del Carnevale ricorda che la mattina di martedì 7 marzo si svolgerà la sfilata per i ragazzi delle scuole con partenza dal Giardinetto della Via Nova fino alla piazza per lo spettacolo finale con animatori di piazza. Acquisti Bruno Acquisti Ines Agolini Nilo Alberti Maria Laura Alfonsi Angiolo Antoniucci Paola Arrighi Anna Maria Bianchi Alfiero Bianchi Giovanni Bianchini dr. Giovanni(P. del Pero) Bonarini Graziella Bruschi Leone Camaiti Derna Capacci Renato e Nella Capaccini Attilio Casi Emanuela (Bologna) Casucci Giuseppa Casucci Nella Catacchini Maria Catacchini Nilo (Arezzo) Checcaglini Enzo Chiarini Meri Chiarini Pietro Chieli Roberto Cipriani Gino Confraternita di Misericordia (Monterchi) Conti Adalgisa Conti Adriana Cristini Gianrico Cuccini Fabio Del Gaia Fabio (Sansepolcro) Del Pia Annunziata (SSepolcro) Del Pia Giuseppe Del Pia Luca (Milano) Del Sere Santino

Le vostre offerte per l'Oratorio

Dragoni Angiolo Ercoli Abramo Fontana Giuseppe Fornacini Raoul Gaggiottini Emilia Gaggiottini Genovina Gamberonci Luigi Gattari Gianpaolo Gennaioli Piero Gentili Laura Ghignoni Enrico Giabbanelli Fabiano Giabbanelli Gino Gianferri Elvira Giorgeschi Cesarina Giorni Frido Giovacchini Gigliola Giovagnini Costantino (Argentina) Giovagnini Teresa Giovagnoli Elisabetta Carboni Guadagni Eugenio Guiducci Rosita Lega Piero Leonardi Antonio Leonardi Carla Leonardi Orazio (SSepolcro) Lodovici Gastone Lombardi Sergio Luconi Alvise (Svizzera)) Madiai Angelo Madiai G: Battista Maggini Paolo Magi Rondoni Cesarina Magrini Giuseppa

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Mammoli Alfredo Mari Bruno (Roma) Mari Elena (Caronno) Mariotti Mario (San Remo) Marzi Remo Marzi Vito Menzogni Verdiana (Meleto) Meoni Ginetta Merendelli Faliero Merendelli Rosanna Miano Marinella Mondanelli Ovidio Mugelli Mario Nespoli Giuseppe Nespoli Golfrida Nicchi Elvira Nieri Serenella (Firenze) Nocentini Iris Nocentini Maria Noferi Pietro Pacini Margherita Pagani Antonietta Palombini Elio (Napoli) Panichi Gianpietro Papini Ada Papini Gianni Parrocchia di Rassina Piccini Mario Plini dott. Piero Polverini Anna Polverini Elda (Sansepolcro) Raffaelli Benito Raffaelli Maria Redenti Mario Ricci Maria (Colle) Ricci Remo

Romanelli Vasco Romani Romano (Svizzera) Romiti Dina Romolini Emola Rosadi Osvaldo Roselli Angiolina Rossi Dante Rossi Fabio Rossi Gino Rossi Giuliana Ruggeri Maria (Argentina) Ruggeri Mario Ruggeri Sirio Santi Assunto Santi Nelly Sassolini Alfonso Sassolini Livio (Città di Castello) Sbragi Bruna Tanfi Faliera Tanfi Silvana (Francia) Una Persona Vagnetti Fausto (Roma) Valentini Giorgio Vasconcello Teresa (Portogallo) Vellati Veniero Verdinelli Osvaldo (Monterchi) Vichi Gaspero Zanchi Angiolina Zanchi Bruno Zanchi Lotta Zanchi Mario (Arezzo) Zanchi Maris Zanchi Moreno


RICORDO DI OMERO di Dario Locci

Il giorno 18 dicembre 1999 nel terzo anniversario della morte nella Chiesa della Madonna delle Grazie in Sansepolcro è stata celebrata una messa in suffragio del dott. Omero Roti officiata dal parroco della Cattedrale Don Giovacchino Dall’Ara. La commossa partecipazione degli amici e il corale abbraccio alla anziana madre sono stati la testimonianza del ricordo e dell’affetto per Omero. Nell’omelia il celebrante ha ricordato la figura del dott. Roti, le qualità umane e cristiane e il suo impegno nella vita sociale e civile. L’amico Dario Locci ha poi introdotto la presentazione di un opuscolo contenente scritti di Omero rinvenuti fra le sue carte e pubblicato postumo dalla famiglia Roti, soffermandosi sulle ragioni della iniziativa e ricordando le persone che l’hanno curata, il cugino Mario Del Pia per quanto riguarda la stampa e l’amico Antonio Chiasserini per la grafica. L’opuscolo contiene la sintesi dei lavori di un gruppo di studio formato per la maggior parte di giovani di cui Omero Roti fu promotore agli inizi degli anni ’80 e il titolo “Appunti sui movimenti politici italiani di ispirazione cattolica dalle origini alla affermazione della Democrazia Cristiana” fornisce in breve la materia dello scritto. Gli appunti spaziano in poco meno di un secolo di storia dal 1870 con Roma capitale cui seguì nel 1871 la proclamazione del non expedit, rappresentante il pratico divieto per i cattolici di partecipare alla vita pubblica, per arrivare attraverso gli sconvolgimenti di due guerre mondiali alla vittoria storica del 18 aprile 1948 della Democrazia Cristiana. Anno in cui i cattolici, con la guida illuminata di Alcide De Gasperi entrarono nel ruolo di primi protagonisti nel governo della cosa pubblica. Dalle pagine degli Appunti traspaiono i principi in cui Omero credeva e che furono la ragione del suo interesse per la politica. La sua passione politica nasceva dalla esigenza del recupero di un profondo senso civile, ossia sulla rinascita del genuino spirito della democrazia, inteso come spirito laico e religioso insieme, capace di coniugare libertà e solidarietà in una convivenza nella quale l’individualismo dei diritto sia limitato dall’imprescindibile primato dei doveri. Da essi emerge in maniera pressante l’esigenza di un idem sentire del recupero di una religione civile che è insieme laica e cristiana capace di operare il riarmo morale di cui abbiamo urgente bisogno. La sola preoccupazione per il potere nel periodo lungo non può rappresentare una prospettiva neanche per i fruitori di oggi e i frammenti di quella che fu la Democrazia Cristiana farebbero meglio ad interrompere per qualche attimo il loro esercizio preferito consistente nello stabilire con chi sia preferibile allearsi e chiedersi se sia utile a qualcosa o a qualcuno l’esistenza di un partito cattolico. La crisi crescente della società italiana che è innanzi tutto morale, rende sempre più indifferibile l’esigenza di una forza politica che partendo dalle comuni radici cristiane sia portatrice di un progetto per la società dove l’uomo venga posto al centro e la condivisione dei principi possa operare quella coesione senza la quale non c’è futuro. Questi in sintesi sono il messaggio e la sfida che emergono dagli Appunti di Omero la cui attualità non può sfuggire a nessuno.

PARROCCHIA DI ANGHIARI Benedizione delle famiglie Si sta preparando l'itinerario con il nuovo programma per la benedizione delle famiglie in questa Quaresima 2000. Vi invitiamo pertanto a prendere visione degli orari presso la Propositura e le altre chiese dove verranno tempestivamente affissi. 17


Adozioni a distanza

Il 5 ottobre del 1990, si riunì per la prima volta, nella chiesa della Propositura, il gruppo, formato dalla allora zelatrice signora Giliana Magrini, aderente alla grande Associazione del Rosario Perpetuo. Da quella data in poi, ogni primo martedì del mese, alcune iscritte si riuniscono dalle ore 17 alle ore 18 per l’ora di guardia. Altre iscritte svolgono la suddetta ora in giorni e ore diverse a seconda delle necessità private. Su proposta della signora Magrini il gruppo ha adottato un bambino in Pakistan, cieco dalla nascita, per permettergli di studiare. Si chiama Shahad ed ora, grazie al nostro contributo annuo, frequenta la sesta classe, corrispondente alla nostra prima Media. Il bambino è seguito da Padre Aldino Amato, missionario del Centro Domenicano Santa Maria del Sasso di Bibbiena. Vera Rossi Cuccini

La zelatrice

Amico! Anche tu puoi impegnarti personalmente ad alleviare dalla miseria ed dall’ignoranza i tuoi fratelli che vivono nella missione del Pakistan contribuendo con la tua

OFFERTA Di lire 5000 mila per anno affinché sia assicurato il cibo ad una famiglia che soffre la fame. Di essa ti sarà inviata la foto e le notizie. Di lire 200 mila (in due rate) per un anno affinché uno studente cieco possa studiare ed essere mantenuto nel convitto. Di esso ti sarà inviata la foto e le notizie. Di lire 150 mila (in tre rate) all’anno affinché uno studente povero possa essere mantenuto agli studi. Puoi gemellarlo con uno dei tuoi figli. A questo sarà inviata la foto e le notizie. Le offerte si inviano usando Vaglia Postale o il Conto Corrente Postale N. 10034528 intestato a: Centro Missionario Domenicano S. Maria del Sasso – 52011 Bibbiena (AR). Si prega di indicare che l’offerta è per il Missionario Padre Aldino Amato da usarsi per uno degli impegni su elencati.

La chiesetta di San Lorenzo al Castello di Sorci, breve storia * Anche se la popolazione non era numerosa, la religione, a quel tempo [XI-XII secolo n.d.r.], era sentita e praticata. Vi contribuivano, quasi naturalmente, diversi fattori. Il rapporto organico con le vicende della natura, nel quale l’invisibile, il domani sconosciuto e inconoscibile –se non per via di esplorazioni celesti– e il mistero, entravano come un modo di vedere e percepire le cose. Mentre l’alternanza perenne del giorno e della notte, della luce e del buio, pareva esprimere quasi fisicamente l’antinomia fra il bene e il male, fra la gioia e l’angoscia rispetto al senso ultimo del peccato, dell’Aldilà, di Dio e, quindi, anche del comune destino degli uomini, condizionato dal senso del suo limite. Non per niente un elemento costitutivo di quella comunità rurale, come abbiamo visto, era stato il monastero. A fine trecento di esso non si parlava più. Restava però un edificio per il culto. Nel 1449 il Vescovo Ridolfo di Città di Castello spostò la responsabilità dei servizi religiosi dalla chiesa di Sorci a quella del Colle, dove frattanto era sorto un altro edificio sacro. Ma un secolo e mezzo dopo (1593) Sorci riassunse la piena giurisdizione ecclesiastica ed anche il titolo di S. Florido appartenuto alla chiesa del Colle ormai diruta. L’edificio sacro, restaurato a meta ’500 su disposizione del vescovo Tornabuoni di Sansepolcro, capo della nuova diocesi recentemente costituita, a meta del ‘600 era di nuovo in condizioni di pietoso abbandono. Nel 1707, il balì Francesco Pichi ricostruì la chiesetta che si trova tuttora sul piazzale prospiciente il castello, facendone la cappella di famiglia. Nel frattempo anche Sorci era stato incardinato nella parrocchia della vicina S. Lorenzo. Agli inizi del novecento la cappella era stata ridotta a stalla per i cavalli. Il proprietario del tempo, certo Giannantoni, industriale del nord, affermava, figlio del suo secolo, che il progresso aveva ormai liquidato il mito religioso. La realtà probabilmente è diversa. Più la scienza penetra l’universo, più i confini di questo si espandono e, allontanandosi dall’immediato, danno a molti l’illusione di essersi liberati dagli interrogativi dell’essere. Ma il problema resta intatto. II passaggio dalla sensazione intuitiva alla riflessione meditata rende forse più facile trascurarlo specialmente quando gli impegni quotidiani ci soverchiano. Del resto le convinzioni del Giannantoni furono smentite dalla figlia che, profondamente religiosa, restituì la cappella al culto, cui resta tuttora aperta. * Giuseppe Bartolomei, Il Castel di Sorci in Terra d'Anghiari , Petruzzi Editore, 1994

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Vamos caminando...

Corrispondenza da Juliaca - Puno (Perù) di don Giovanni Gnaldi “… e gli altri? … y los demás? … et les autres? … and the others? … paikunarí maypi?” Pierre)

dollaro al giorno…! Nel 2000, come ogni cinquanta anni nel mondo ebraico, risuonerà il “yobel”, il corno di montone suonato per indire la festa del perdono (Lev 25). Dall’alto delle Ande risponderanno, al suono robusto e forte del “pututo”, che la Terra è di Dio (Lev 25, 23) e di nessun altro faraone, né di ieri né di oggi. Ci ritroveremo insieme, nelle nostre peregrinazioni, al santuario dei poveri! (Mt 25, 31-46)

(Abbé

Festa della giustizia, al suono del “yobel” e del “pututo”

I cristiani ci prepariamo per festeggiare il 2000° compleanno di Gesù di Nazaret. La circostanza non coinvolge direttamente la totalità delle comunità religiose, perché non tute condividono la stessa fede delle chiese cristiane. Le cominità ebraiche, da cui provengono le radici cristiane, hanno appena celebrato, il 25 settembre scorso, il loro capodanno (anno 5760 dalla creazione). Le stesse comunità andine hanno celebrato pochi mesi fa (1° agosto) l’inizio del nuovo anno. Nel contesto andino ha valore il tempo, ma rimane difficile contare gli anni! Tra le persone è facile trovare chi non sa o non ricorda o non ha mai conosciuto la propria età esatta! Ci troviamo di fronte a popoli e culture diversi che hanno calendari propri e non sentono il cambiamento del millennio. Le differenze di cultura, di religione e di calendario ci aiutano a relativizzare anche i nostri riferimenti culturali e religiosi. La diffusa voglia di festa, intanto, rivela la necessità profonda, sommersa, non posticipabile di un nuovo del mondo: giustizia e pace dovunque e per tutti! Leaders e comunità di altre confessioni religiose, per questo accettano di unirsi ai cristiani per lavorare insieme, per un nuovo millennio senza esclusioni. L’attuale sistema economico neoliberale permette al 15% dell’umanità di possedere il 79% della ricchezza del mondo e l’85% dell’umanità deve accontentarsi del restante 21%. La povertà assoluta dichiara “esseri inutili” a 1300 milioni di persone che vivono oggi, nel mondo, con meno di un

Su questo crinale tra il 1999 e il 2000, come vasi di coccio che viaggiavano in mezzo a vasi di ferro, ci regaliamo un sogno: costruire un mondo dove ci sia posto per… molti mondi, un mondo che ci conduca a unire le nostre mani e i nostri cuori! “Por eso, ahora, cuidado! Y ven con migo, nos queda mucho que bailar y cantar, vamos a lo largo del mar, a lo alto de los montes, vamos donde esté floreciendo la nueva primavera y en un golpe de viento y canto repartamos las flores, el aroma, los frutos, el aire de maiiana” (Pablo Neruda)

Le ultime offerte pervenute per il restauro del quadro del Michelino a Santo Stefano Confraternita di Misericordia

L2.000.000

Gruppo Donatori di Sangue Fratres

L1.000.000

Santino Mariani

L. 50.000

Marinella Miano in memoria di Franco L .

100.000

Associazione Sportiva Calcio (ASCA)

L. 105.000

In memoria di Jan Andrzejewski

L. 535.000 19


È morto Dic, il cane maestro

Il Presepe della Propositura

di Àpar

Anche per il Natale 1999 i ragazzi della Scuola Media annessa all’Istituto d’Arte di Anghiari hanno realizzato il Presepe da collocare nella nostra chiesa principale, la chiesa di Santa Maria delle Grazie o del Fosso. Tale realizzazione, fedele alla tradizione popolare, è però originale e modernissima. Le grandi figure dei principali personaggi, studiate prima nei disegni e poi realizzate attraverso l’impiego di un impasto refrattario modellato su strutture portanti di cartone e di plastica, sono state collocate nella cappella del Sacro Cuore. Il progetto si concluderà il prossimo anno scolastico con uno studio cromatico fatto sulle figure già realizzate e cotte (biscotto).

Nello scorso numero di questo periodico c’era un articolo su di un gatto dal titolo: Piccio racconta. Nel leggerlo mi vien suggerito; se si parla di un gatto, perché non dir nulla di Dic, il cane maestro morto il due novembre scorso? Dic era un bellissimo cane lupo ed aveva ormai più di vent’anni. Da cucciolo apparteneva a Mara Calli a Villa Miravalle, ma quando poteva uscire andava spesso a giocare con i ragazzi del Campo della Fiera. Non si sa come mai il cane si affezionò a Sonia (figlia di Piero Comanducci) che andava spesso a giocare con lui. Una sera il cane la seguì fino a casa. Voleva sapere e vedere dove la bambina abitava. Da quel giorno si stabilì a Santo Stefano incurante delle ricerche di Mara Calli. Circa venti anni fa, Dic, che abitava vicino alla strada, vide passare un funerale. Il cucciolo curioso lo seguì fino al cimitero. Da quella volta non aspettò più che il funerale arrivasse ma quando sentiva suonare la campana di Santo Stefano, si portava in cima al viale, aspettando con pazienza l’uscita dalla chiesa. Lasciava passare avanti la macchina del vigile e, davanti alla croce, accompagnava i morti fino al cancello del Cimitero, senza mai entrare. Dalla chiesa al cimitero camminava composto e lentamente a capo chino voltandosi di tanto in tanto quando sentiva gli uomini parlare a voce alta quasi a voler dire: “Imparate da me, non si viene ai funerali per parlare di affari o altro.” Fece il suo ultimo viaggio il 7 marzo 1999 per la morte di A.R. Dic ti rivedo quel giorno zoppicante, malato, finito e durasti fatica a ritornare a casa. Da quel 7 marzo non andasti più al cimitero ma dalla tua cuccia, dove Sonia ti prodigava le meritate cure, seguitavi a guardare i mesti cortei che passavano per via Infrantoio e avresti voluto ancora dire: “Andate, io non posso venire non ce la faccio più.”

Le nuove divise delle guardie comunali

È stato istituito ad Anghiari un Centro Territoriale Permanente Valtiberina per l’Educazione degli Adulti (CTP) Compito principale del CTP è quello di integrare e coordinare le iniziative delle varie realtà presenti nel territorio per la formazione di base delle persone, e possono garantire crediti formativi da spendere nella formazione. Si tratta in definitiva di un lavoro d’integrazione, non di sostituzione. Si comunica che è iniziato il Corso per il conseguimento della Licenza Media e le lezioni si tengono dal lunedì al venerdì dalle ore 18 alle ore 21 presso la Scuola Media Leonardo da Vinci in Via XXV luglio, 11 ad Anghiari.

La vignetta: Fuochi del millennio, ma esagerati!

di Civis

Non mi sono piaciute le nuove divise delle Guardie Comunali di Anghiari. E non tanto per la foggia, che è uguale per tutta la Toscana, quanto per il fatto che sono state del tutto eliminati gli stemmi delle varie Amministrazioni comunali. Secondo me Anghiari si sarebbe dovuto opporre a questo, anche se pur minimo, accaparramento di autonomia da parte della Regione. L'individualità e la particolarità del nostro territorio, come pure degli altri, pur in una visione globale e regionale, avrebbe potuto trovare benissimo la sua valorizzazione.

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Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Il presepe

pegni pastorali. Dopo la suggestiva camminata moltissima gente ha affollato la chiesetta dell’ex convento francescano, partecipando con entusiasmo alla celebrazione eucaristica presieduta da don Juan Carlos. E sono stati stato lo stesso entusiasmo e composta partecipazione che hanno fatto da padrone anche alla celebrazione delle 11 e 30 a Tavernelle, questa volta con la presenza di don Marco. Complimenti, in seguito a queste due solenni celebrazioni, al coro di Tavernelle che ha eseguito canti a più voci e tradizionali, ma anche al servizio liturgico gestito dai ragazzi della parrocchia di Tavernelle.

Come ben si sa, a volte è difficile mantenere i buoni propositi fatti; anche quest’anno, infatti, gli abituali costruttori del presepio si erano promessi di cominciare il presepe con un largo anticipo, per non dover poi correre gli ultimi giorni. Vuoi la mancanza di tempo, o i troppi impegni presi (seppur importanti, si capisce), anche quest’anno per l’ultima sera della novena (il 23 dicembre) in chiesa non si vedeva niente di costruito o comunque in fase preparazione. Penso però che il giorno di Natale la gente si sia meravigliata davanti al fatto che la porta (sistemata in chiesa nel periodo d’avvento) era spalancata, e una via che partiva dai suoi piedi arrivava proprio alla grotta della Natività. Niente di più riuscito poteva venire fuori; i ragazzi hanno infatti unito la bellezza estetica del presepio, con il legame liturgico della porta, rievocando l’apertura della porta santa a Roma, quindi l’inizio del Giubileo e la nascita del Salvatore: il tutto spalancato ( e quindi rivelato) davanti alla nostra umanità. Vada sia il nostro plauso, che quello dell’intera comunità di Tavernelle a: Giuliano Piomboni, Manuel Antonelli, Diego Giorni, Michele Baggi, Alessandro Mondani, Fabrizio Ferrini, Alessio Cagnacci e Andrea Piomboni.

…e non solo Ormai entrati nel clima delle festività natalizie, si sono susseguite ancora non poche iniziative nella nostra parrocchia di Tavernelle. Dopo un anno di assenza è stato riproposto il consueto recital la vigilia della befana con i bambini del catechismo, e anche quest’anno ha riscosso un notevole successo. Dopo la recita, mentre il numeroso pubblico stava ancora applaudendo i ragazzi – attori, abbiamo ricevuto la visita della befana che ha consegnato una calza con tanti dolci a tutti i partecipanti. La festa è poi proseguita al Centro parrocchiale. E sempre al Centro si è svolta, giovedì 6 gennaio (giorno dell’Epifania), una simpatica festa per anziani e non della parrocchia, che hanno apprezzato con entusiasmo l’iniziativa di passare un pomeriggio in allegria; il tutto preparato da alcune volenterose donne della parrocchia.

Iniziative a Tavernelle per il Natale... Da metà novembre stanno cominciando i preparativi per le celebrazioni del Natale e delle altre feste vicine nella parrocchia di Tavernelle; feste che quest’anno saranno rese ancor più solenni vista la novità del grande Giubileo dell’anno 2000. Una delle prime cose a cui diamo importanza è la preparazione dei canti per le celebrazioni eucaristiche solenni delle prossime feste. In coincidenza comincia a muoversi anche il gruppo delle catechiste, anche tra piccole incomprensioni, per cercare di far vivere ai bambini ed alla comunità tutta un vero spirito di festa. Prima delle feste natalizie, a Tavernelle ci dedichiamo, ed anche con molto fervore e molta gioia, alla preparazione della festa di S. Andrea, titolare della chiesa di Galbino, recentemente restaurata e resa disponibile per il culto. Anche quest’anno le catechiste della parrocchia si sono “rimboccate le maniche” preparando, con semplici materiali del bosco, dei lavoretti e addobbi natalizi, venduti poi per beneficenza durante le domeniche precedenti il Natale. Arrivati così al culmine delle festività natalizie, abbiamo riproposto la consueta fiaccolata al Cenacolo di Montauto, senza la presenza dei nostri due sacerdoti, assenti per im-

Situazione demografica Come l’anno scorso, anche quest’anno vogliamo riportare la situazione della popolazione della parrocchia di Tavernelle; guardando nei registri parrocchiali risulta che: Sono stati celebrati 11 battesimi, contro i 10 dello scorso anno. Sono stati celebrati 4 funerali, contro i 2 dello scorso anno. Auguri a Nativo Tricca e a Ida Panichi che il 29 settembre 1999 hanno festeggiato il loro sessantesimo anniversario di matrimonio. Fu infatti nel lontano 1939 che i coniugi Tricca si unirono in matrimonio nella chiesa di Galbino.

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Dalle nostre Parrocchie

stelle che si rincorrono senza posa ma la cosa più bella e più sentita è il Presepio. Il Presepio nelle nostra chiesa che ogni anno si rinnova ed è un richiamo ad ognuno di noi a farci docili come i pastori, credenti come i Re Magi e luminosi come la stella. La comunità di Santo Stefano è grata e riconoscente per quanto avete fatto e state facendo. Grazie a voi e a tutti coloro che hanno collaborato e contribuito a realizzare tali iniziative.

Novità per il Presepe della Badia. Michele e Cristiana, aiutati da volenterosi del posto, hanno realizzato un bellissimo Presepe utilizzando del materiale costruito, circa 20 anni fa, dal padre di Michele, Claudio Elisei. Si tratta di case costruite utilizzando i sassi del Tevere che rendono le costruzioni quasi reali. Le statue utilizzate sono state quelle della chiesa di Badia ed è stato messo in funzione un dispositivo per il giorno e la notte. Sopra una struttura in legno appositamente costruita, si è creato uno scenario prospettico in carta e sul fondo è stata proiettata l’immagine dell’Angelo dell’Annunciazione di Leonardo da Vinci. La musica che si poteva sentire in sottofondo è una “Messa concertata” di Pier Francesco Cavalli, musicista che seguiva la linea di Monteverdi.

Fra i presepi realizzati nel nostro territorio non possimo non ricordare quello di Fabiano Giabbanelli allestito nel suo terreno vicino alla Pieve di Sovara. Sotto una grottta naturale, sopra una struttura galleggiante nel piccolo laghetto, una simpatica composizione con tutti gli elementi tradizionali del Presepe fa bella mostra di sé. Di notte lo scenario è illuminato. Purtroppo lo hanno potuto ammirare solo i fortunati che dalla Fossa venivano verso Pieve Sovara. Per il prossimo anno siete avvisati!

A San Leo è molto sentita la tradizione della Candelora (2 febbraio). La candela, accesa in chiesa, veniva poi portata a casa e accesa in particolare occasioni. Per San Giuseppe si fa una festa importante nella cappellina di Turicchi. Le quattro famiglie, a turno, organizzano quella festa.

Dal libro del Giubileo Abbiamo predisposto in parrocchia un registro in cui i gruppi di passaggio da Anghiari e che sono ospitati nei locali dell’Oratorio lasciano la propria testimonianza. Siamo sempre lieti di dare ospitalità in particolare a coloro che percorrono il percorso dalla Verna ad Assisi ripetendo lo stesso itinerario di San Francesco.

A Micciano la festa di San Giuseppe, che quest’anno cade di domenica ed è quindi spostata al lunedì successivo, viene ricordata con delle celebrazioni in una cappellina a Campalla. Lì la sera, alle 20, viene celebrata una Messa solenne. Il venerdì alle ore 19 e la domenica alle ore 17 di Quaresima si fanno le Via Crucis. Dalla Comunità di Santo Stefano di Angiolo Pari - Anche quest’anno il gruppo dei nostri festarini, assieme ad altri volenterosi amici, si sono impegnati con grande responsabilità nel realizzare nella chiesa di Santo Stefano, un bellissimo Presepio. Questi giovani il giorno lavorano, la sera dopo cena fino alle ore piccole, incuranti della loro stanchezza, si sono prodigati per fare quanto avevano fatto negli anni passati. Non solo, ma forse anche di più. Quest’anno con l’avvicinarsi del terzo millennio hanno avuto altre ammirevoli idee. Oltre che nell’allestimento del Presepe si sono anche impegnati per l’illuminazione natalizia di via Martiri Antifascisti, via Infrantoio e via Marconi con belle luci nuove con il contributo di commercianti e artigiani del luogo. A mano a mano che la ricorrenza del Natale si faceva più vicina erano pronti per adornare le strade con cascate di luci e festoni colorati. Bravi ragazzi! È così che si animano le vie e i luoghi più popolari dei nostri rioni celebrando così il ritorno annuale di questo meraviglioso Natale. Sì, avete fatto una cosa grande. Ancora una volta baravi. Siate sempre così volenterosi e se è possibile più numerosi. La comunità di Santo Stefano ha bisogno di voi e della vostra puntuale partecipazione. Sono belle le luci, le luminarie le

Festa in piazza ad Anghiari questa sera alle nove. Una serata molto semplice preparata dai partecipanti alla XX Marc8ia Francescana. Una novantina di giovani accompagnati da monache e frati francescani provenienti dall’Emilia Romagna e diretti ad Assisisi per il Perdono di Assisi, il 2 agosto. Quest’anno l’itinerario prevedeva le tappe di Sant’Agata Feltria, Verghereto, Pieve Santo Stefano, Anghiari. Una serata fatta di cose semplici di scenette di giochi che, al momento della recita del Padre nostro e della benedizione generale ha coinvolto anche gli anghiaresi presenti che si sono uniti a formare un grande cerchio che occupava tutta la piazza. Grazie della vostra testimonianza. a presto rivederci. Nell’occasione è stato consegnato il bastone del pellegrino. Si tratta del tipico bastone usato dai pellegrini che la parrocchia di Anghiari consegnerà il prossimo anno in occasione del Giubileo e che è ci auguriamo sia il prototipo di altri. *** “Anghiari, 1 agosto 1999 “Verso casa, incontro al Padre…” È questo il tema di riflessione dei marciatori della Marcia francescana, gruppo Emilia Romagna, che hanno sostato ad Anghiari, prima di giungere ad Assisi per il Perdono. Vi ringraziamo di vero cuore per l’ospitalità. Pregheremo per la vostra comunità. I Marciatori del Gruppo Emilia Romagna.

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Ancora una cara Signora da ricordare Da queste colonne dell' Oratorio rivolgiamo motivate parole di cordoglio al nostro carissimo dott. Piero Plini e alla figlia Sig. Paola per la recente scomparsa della Sig. Eduina loro consorte e madre. Di questa egregissima Signora ricordiamo il tempo della Sua fiorente gioventù, quando Ella venne dalla vicina Umbria tra noi, portandoci tanta gentilezza, grazia e bontà. Quanti la conobbero e le furono vicini, ne serberanno un grato ricordo e il rammarico della Sua immatura dipartita. Anghiari, 9 gennaio 2000

La Madonna di Loreto ha un futuro?!

importante che mi piace sottolineare e che mi piacerebbe fosse rispettato. Credo che per questo motivo lavorassero la Beppa de Bielle, la Tecla e tute le altre. Oggi questo lavoro lo fanno, bene e con dedizione, alcune donne per far sì che la tradizione continui Quest’anno, ma è un fatto marginale, il brutto tempo non ha permesso che si facesse la processione e si allestissero i “Quadri viventi” e non ha permesso a don Juan Carlos di vederli, ma le donne, se il tempo avesse dato un po’ di tregua, erano pronte per allestire i Quadri viventi perché per questo avevano lavorato e tutto era pronto. In compenso questo fatto ha permesso, a noi organizzatori, di partecipare alla Santa Messa celebrata da don Juan Carlos con don Marco e don Fabio Comanducci. Al canto del Kirie, eseguito dalla nostra Corale con la partecipazione di tutti i fedeli, mi sono sentito trasportare in un’altra dimensione. Mi sembrava di essere in un luogo bellissimo con le voci della corale da dietro l'altare maggiore e noi, popolo, da quest'altra parte. È una sensazione che difficilmente dimenticherò.

di Emmedipì

Il titolo si riferisce evidentemente alla festa che ogni anno, il 10 di dicembre, la gente di Anghiari vecchio, ma in particolare le donne, dedicano alla Madonna di Loreto. Purtroppo il prossimo anno io non darò il mio aiuto, anche se modesto, per una serie di motivi. Il più importante ritengo sia che adesso la nostra parrocchia ha il nuovo parroco e un nuovo impulso deve giungere per questa straordinaria festa. Dopo 15 anni, ma forse anche venti, che partecipo a questa iniziativa non ho visto crescere l’interesse per questa festa che, secondo me, deve coinvolgere quasi tutte le persone di Anghiari vecchio. O se non tutte, però una buona parte sì. Certo ogni anno le donne sono riuscite in modo mirabile a realizzare i “Quadri viventi”. All’ “Ultimo minuto” diverse persone hanno anche dato una mano, altre si sono impegnate per qualche lavoro. È mancato però quell’impegno preciso e decisivo e coinvolgente che secondo me è necessario per far sì che la festa sia veramente di tutti. Questa festa di Anghiari vecchio non è fatta per i turisti; è fatta solo per festeggiare la Madonna. Questo è un punto

Vicariato di Anghiari e Monterchi STAZIONI QUARESIMALI 2000 Gli incontri hanno inizio alle ore 21 ***

Giovedì 16 marzo- Propositura di Anghiari Giovedì 23 marzo - Chiesa di Tavernelle Giovedì 30 marzo - Pieve di Micciano Giovedì 6 aprile - Chiesa di San Leo Giovedì 13 aprile - Chiesa di Le Ville Monterchi Lunedì Santo 17 aprile - Santuario del Carmine, Liturgia penitenziale (SS. Confessioni) 24


di Loris Babbini

11 luglio 1902 “La notte di Sagresto” e i Carabinieri di Anghiari L’argomento edito nell’ultimo bollettino “L’Oratorio di Anghiari, al titolo “È tornato Sagresto” (pag. 25) si ricollega perfettamente con la vicenda brigantesca omonima che, circa un secolo fa sconvolse e tenne sospesi particolarmente gli animi degli abitanti della nostra zona. 22 anni fa la “Pro Anghiari, con pubblico manifesto affisso in Piazza Baldaccio si fece premura d’informare gli anghiaresi che la RAI di Firenze metteva in onda nel programma nazionale radiofonico, alle ore 22,30 del 20 febbraio 1978, la vicenda del bandito Raffaello Conti, detto Sagresto…, triste e malaugurata, purtroppo, storia vera! Il manifesto è riprodotto in questa pagina. Il nostro caro e vecchio Anghiari soprattutto oggi è un vecchio ricordo che vuole essere omaggio e gratitudine ai Carabinieri di ieri e di oggi.

La R.A.I. di Firenze ci comunica che lunedì 20 corrente, alle ore 20,30, sul 1° Programma Nazionale radiofonico nella rubrica Il Tagliacarte metteva in onda (quale replica della trasmissione del 26 maggio 1976) la vicenda del “bandito Raffaello Conti, detto Sagresto” mortalmente ferito il 12 luglio 1902 in conflitto a fuoco nella casa di “Sasseto” dai Carabinieri di Anghiari (Brigadiere Nista Agostino, Carabinieri Bargiacchi Stefano e Naldini Felice), deceduto il giorno dopo nel nostro Ospedale. La vicenda che in quel tempo tenne in apprensione e sgomento le nostre popolazioni e quelle della vicina valle dell’Arno, è stata ricostruita dall’inviato della R.A.I. con notizie tratte dagli archivi Comunali e del locale Ospedale, completate da interviste nel luogo dei fatti. Si partecipa quanto sopra per coloro che volessero collegarsi con questa trasmissione radiofonica. Anghiari 12 febbraio 1978 L’Assoc. “Pro Anghiari”

Nelle imprese dei briganti “toscani” dello scorso secolo e dei primi anni di questo che Giorgio Batini tratta nel suo libro, quella che ha interessato Anghiari è ampiamente descritta in uno degli ultimi capitoli con il titolo che parla da sé: “La notte di Sagresto”. Breve biografia del personaggio: diciamo subito che non era di Anghiari, c’è venuto solo per le sue ultime malinconiche imprese e, come si suol dire, per lasciarci la pelle. Conti Raffaello, detto “Sagresto”, nacque nel 1863 e cominciò le sue gesta a 16 anni. A parte le tante condanne per furto, spaccio di banconote false, contravvenzione alla vigilanza speciale ed al domicilio coatto, lesioni personali, evasione dal carcere, fino a qui non poteva considerarsi un bandito; era però un capo scarico, un tipo ribelle, un violento, un pregiudicato. Lo divenne dopo una grossa questione con un possidente del suo paese nativo (Ponina, frazione di Capolona), al quale rivolse gravissime minacce –sono le E così Sagresto s’impelagò ancora di più in altri fatti e parole del libro che così continua. Vennero quindi altri 4 misfatti. I Carabinieri non gli dettero più tregua, tanto che mesi di carcere e il confino dal paese di Talla. Latitante si si vide obbligato ad abbandonare la zona. Il terreno prese a rese colpevole di un feroce delitto. Attese nel bosco il pos- scottargli sotto i piedi perché tutti i servizi della forza pubblica sidente di Ponina col quale aveva litigato, massacrò lui ed vennero rinforzati, comprese tutte le Stazioni Carabinieri di anche il suo “guardia” a colpi di fucile e di pugnale. Non montagna. Passò l’Arno, le Alpi di Catenaia, Savorgnano, vi furono testimoni al misfatto, ma ancora oggi si racconta Chiusi della Verna, Caprese Michelangelo. Le diligenze per che Sagresto finì i due moribondi a coltellate, che oltraggiò affrontare la strada della Libbia, che era la via preferita dai i cadaveri, che li depose in croce in mezzo alla strada!… briganti di tutti i tempi, si muovevano per tempo per poter Il cavallo del possidente ucciso e le “micce” che avevano terminare il viaggio prima del calar del sole. Il brigante arrivò portato il grano, tornarono sole a Ponina; la gente capì che nella casa colonica di “Sasseto”, podere della Barbolana. era successo qualcosa di grave e rifacendo il percorso scoprì Nel suo malefico peregrinare la ritenne residenza tranquilla la raccapricciante verità. 25


per il fatto suo: un solo uomo valido che il bandito avrebbe potuto ben tenere a bada, il capoccia Giuseppe Del Pianta, la moglie Filomena Casini, la figlioletta di due anni, Adelaide Casini, sorella della massaia, addetta alle faccende di casa e il vecchio padre. Poi “la lunga notte di Sagresto” che vale la pena conoscere in una inedita descrizione “pescata” per caso sfogliando alcune pagine di circa un secolo fa di un registro delle deliberazioni della Giunta Municipale nostrana che, il 14 luglio 1902 si sentì onorata e felice di rendere omaggio e merito per la conclusione del triste turbine di “Sagresto” ai bravi Carabinieri della Stazione anghiarese. Ecco il fedele testo del provvedimento municipale adottato: Deliberazione n. 24 – 14 luglio 1902 Oggetto: Atto di coraggio e proposta di ricompensa al valore militare. Agli effetti del R. Decreto 9 dicembre 1887, n. 5100 per le ricompense al valore militare la Giunta Municipale dà atto di quanto appresso: Nella sera del dì 11 luglio corrente, circa le ore 22, il Brigadiere Comandante la Stazione dei RR. Carabinieri sig. Nista Agostino fu prevenuto che nella località denominata Sasseto, posta a non molta distanza dalla Fattoria della Barbolana e del Castello di Montauto, si era rifugiato un uomo il cui contegno destava grave apprensione. Insospettitosi il Brigadiere che l’individuo denunziato potesse essere il latitante Conti Raffaello, detto Sagresto, attivamente ricercato per l’eccidio compiuto in Casentino e per conflitti avuti con la Forza Pubblica inviata nelle sue tracce, si partì prontamente per il luogo indicato accompagnato dai due Carabinieri disponibili Bargiacchi Stefano e Naldini Felice. Giunto nei pressi della località poco dopo la mezzanotte, il Brigadiere si accingeva a disporre per la vigilanza sulla casupola in modo da non far trapelare la presenza della Forza, quando poté scorgere un individuo in attitudine sospetta nella loggetta esterna della casa che, allarmato forse da qualche rumore giunto al suo orecchio stava evidentemente a scrutare le adiacenze di quella campagna. Avuta così la certezza di essere sulle Il podere di Sasseto, vicino alla fattoria della Barbolana, dove il brigante Sagresto giunse dopo essere fuggito dal Casentino, inseguito dalla forza pubblica, nel luglio del 1902. È visibile anche la loggetta in cui i Carabinieri videro Sagresto che usciva fuori di casa. Sagresto, al secolo Raffello Conti, era nato a Ponina in Casentino nel 1863. Morì nello spedale di Anghiari il 13 luglio 1902 il giorno dopo esservi stato trasportato dopo un conlitto a fuoco con i Carabinieri.

tracce dell’individuo denunziato, il predetto Brigadiere, con imperturbabile coraggio e fermezza, si pose ad attendere gli avvenimenti. Fu visto quindi detto individuo ritirarsi dalla loggetta nell’interno dell’abitazione e di lì a poco riuscire ed incamminarsi con precauzione verso la scala, cominciandone la discesa con l’evidente intenzione di allontanarsi nel dubbio di essere spiato. Comprese il Brigadiere essere quello il momento decisivo, per cui con la stessa fermezza intimò l’ “alto chi va là” allo sconosciuto, il quale all’intimazione rispose con una fucilata. Tanto il Brigadiere, quanto il Carabiniere Bargiacchi, che gli stava dappresso, risposero a loro volta col fuoco ma senza colpire il latitante che fu veduto risalire in fretta la scala e rientrare nell’abitazione. Fu allora disposto per una intensa vigilanza per impedire che col favore della notte il pericoloso bandito, certo ormai di trovarsi a contatto con la pubblica forza, potesse tentare da qualunque parte la fuga. Difatti quegli non tardò molto a ricomparire sulla loggetta ed a riprendere la discesa della scala esterna, sparando al tempo stesso la sua arma; ma il Brigadiere che fermo ed intrepido si era collocato di fronte alla scala sparò anch’egli prontamente contro il latitante e questa volta con successo, inquantoché lo sentì dichiararsi ferito e risalire in casa emettendo lamenti. Tuttavia nel dubbio che il bandito, approfittando del favore della notte (era circa un’ora dopo mezzanotte) si fingesse ferito per tentare qualche colpo di sorpresa, ciascuno dei militari tenne coraggiosamente il suo posto di vigilanza, finché una donna di quella casa si affacciò per invitarli a salire liberamente assicurandoli che lo conosciuto si mostrava impotente ad opporre qualsiasi ulteriore resistenza anche per non essere più in possesso del suo fucile che gli era caduto di mano giù per la scala. Fu allora che il Brigadiere, seguito dai suoi Carabinieri salì nell’abitazione e fu allora che lo sconosciuto, interpellato, confessò di essere il latitante Conti Raffaello e si mostrò ferito al braccio sinistro e gravemente all’addome.

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Impossessatosi così del temuto bandito, il Brigadiere provvide pel suo trasporto nello spedale di Anghiari, dove giunse circa le ore 7 del giorno 12 e dove morì la sera stessa alle ore 21 in seguito alle ferite riportate nel conflitto avuto con i RR. Carabinieri. In presenza dei fatti sopra esposti, la cui autenticità fu accertata altresì dalle Autorità intervenute sul luogo per le constatazioni di legge, ed in vista di sì brillante operazione compiuta in piena notte da soli tre uomini unicamente per l’energia, per il coraggio e per l’intrepidezza del Brigadiere e dei due Carabinieri sunnominati, questa Giunta Municipale delibera unanime: 1° di proporre per il conferimento della Medaglia al Valore Militare il Brigadiere Sig. Nista Agostini ed i Carabinieri Bargiacchi Stefano e Naldini Felice, che con evidente pericolo della vita poterono impadronirsi del temuto latitante Conti Raffaello detto “Sagresto”; 2° di esternare tutta la sua riconoscenza verso l’Ill/mo Sig. Prefetto della Provincia che, come prima Autorità della Provincia, tanto si adoperò perché non sfuggisse dalle mani della giustizia il pericoloso bandito la cui presenza nel Comune aveva gettato lo sgomento tra queste popolazioni, come lo aveva gettato tra quelle della vicina Vallata dell’Arno; 3° di esternare uguale sentimento di riconoscenza verso le altre Autorità Militari e segnatamente verso il Comandante della Sezione dei RR. Carabinieri di Sansepolcro, il quale a sua volta aveva predisposto per un’attiva sorveglianza nella zona sottoposta alla sua giurisdizione. Il Colonnello Comandante la Legione con sua lettera del 5 dicembre 1902 acconsentì che i valorosi Carabinieri “siano autorizzati ad accettare dai proprietari che si trovarono liberati da quel malfattore, un ricordo sia in denaro che in qualche oggetto.”

Questa risposta del Sig. Colonnello Comandante la Legione venne in riscontro ad analoga proposta prima inviatagli dal Sindaco di Anghiari. Fra le notizie che il pettegolo ma caro archivio nostrano tanto prodigalmente a tutti concede, sia nel bene che nel male, c’è quella che per ultimo suggella la tormentosa esistenza di “Sagresto”, indicandone il corpo seppellito in una comune fossa dell’aiuola 3ª del Cimitero di Anghiari. Così termina la sua “storia” raccontata con alcuni brani di una canzone in ottava rima che ancora vent'anni fa qualcuno ricordava: Ora Sagresto sventurato citto Anche lui è giunto all’ultimo destino E per la prepotenza e per l’invitto Terrore sì ben fu del Casentino Ma quando alla giustizia è capitato È morto come gli altri fucilato […] Nel mese scorso e nella notte oscura Vennon da Anghiari due Carabinieri Con il loro Brigadiere senza paura, vanno in caccia al bandito volentieri. […] Lo zelante Pastor Proposto al Fosso Nell’ultima agonia l’ha consolato, sonato le vent’ore se ne more: rassegnato ai voleri del Signore.

La battitura del grano dal passato al presente di Flavio Mercati

Prima parte

Durante il periodo estivo da diversi anni si volgono rievocazioni delle battiture del grano come avvenivano un tempo con tanto di trattore o motore a vapore (locomobile), volgarmente chiamato “motore a foco”, perché andava con il fuoco appunto, trebbiatrice, mazzacavallo, scalone, e gente impegnata nei vari lavori. Rievocazioni interessanti sia per i giovani, ai quali mostrano uno spaccato di storia della civiltà contadina e dell’uomo in generale, che per i meno giovani ai quali fanno rivivere, magari con un pizzico di nostalgia, momenti del loro passato. Rievocazioni interessanti sì, ma logicamente esteriori, gli manca l’anima, la spontaneità delle battiture di un tempo. Là c’era la sostanza, qui c’è solo la forma; sono come la copia di un quadro rispetto all’originale: sanno di ricostruito. Interessano inoltre un passato non molto distante da noi quando già esistevano il trattore o il motore a vapore, la trebbiatrice, lo scalone o il mazzacavallo. Ma come si svolgevano le battiture quando ancora non

erano state inventate le macchine? Non c’erano alternative, ricorrendo alla forza animale e anche a quella dell’uomo applicate magari a qualche marchingegno. Esaminiamo un po’ i vari sistemi messi in atto nel tempo dai nostri antenati per questa importante operazione agricola, da quelli primitivi sino a quelli attuali. Il sistema più semplice era, certamente, quello di battere le spighe con un bastone, ma presentava questo inconveniente: il bastone batteva solo con la punta e quindi con una zona limitatissima; allora l’uomo inventò il “correggiato”, divenuto poi nel linguaggio popolare “scorgiato” o anche “scorgiatello”, in uso in qualche aia sino ai primi del ‘900. Si trattava di due bastoni, uno più lungo e l’altro più corto, messi uno di seguito all’altro, cioè in fila, e tenuti insieme nel punto di congiunzione da cinghie di cuoio o corregge. Da qui il nome anche se a volte venivano usate delle corde. Nel punto di congiunzione i capi dei due bastoni erano arrotondati e così si creava in quel punto un certo gioco che 27 permetteva ai due bastoni di avere movimenti separati. Il


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modo di usarlo era questo: veniva impugnato dal lato del bastone più lungo e quindi veniva fatto il movimento che viene fatto nello zappare, lo si alzava in aria e poi si abbassava con una certa forza sulle manne di grano sciolte; su di esse però cadeva solo il bastone più corto che era davanti a quello dell’impugnatura ed essendo snodabile dall’altro sbatteva in modo orizzontale per tutta la sua lunghezza, molto meglio che con la sola punta, no? Certamente il nome “battitura” deriva dal battere con i bastoni sulle spighe. Questo sistema poteva andar bene quando c’era poca roba da battere, però per grandi quantità occorreva troppo tempo e… fatica! Allora si ricorreva alla forza animale. Sulle manne sciolte ed allargate venivano fatti La “tribbia” composta dal battitore e dal controbattitore e azionata a mano prima camminare un paio di buoi, o vacche, o anche dell'avvento delle trebbiatrici azionate dai motori a vapore. cavalli, cosicché il chicco si staccava dalla spiga e anche da una “griglia fissa” o controbattitore. La trebbiatura avdalla pula. viene nel passaggio del cereale tra il battitore ruotante e il La forza degli animali veniva utilizzata anche per il metodo controbattitore fisso. Nell'attrito i chicchi si staccano dalla cosiddetto “a strascico”, cioè ai buoi, alle vacche, ai cavalli spiga, ma rimangono poi mischiati a pula, paglia, frammenti venivano attaccati un lastrone di pietra o un piano di legno di spighe e terriccio. Adesso le mietitrebbiatrici, come del che venivano trascinati sopra le manne e così all’azione resto anche le trebbiatrici di 50 anni fa e degli anni ’30, delle zampe degli animali si aggiungeva quella dei pesi hanno strumenti per separare i chicchi da queste impurità, ma il battitore a mano no. Ecco allora che viene inventato trascinati. Il pagliaio veniva tirato su portandovi la paglia con le for- anche un altro mezzo, la “spulantina”, funzionante sempre che a due o tre corni. Operazione preliminare alla battitura a mano, che separava i chicchi dal resto. Però non è detto e anche alla formazione del “barcone” era la sarchiatura che dappertutto venissero usati questi nuovi sistemi di batdel terreno dell’aia per togliere l’erba dove poteva finire titura abbandonando quelli vecchi, anche perché il lavoro e del grano che sarebbe stato difficile recuperare. Finita la la fatica dell'uomo non è che diminuivano un gran che. Ma battitura, sull’aia rimaneva il grano mescolato alla pula ed l'uomo già da più d'un secolo aveva inventato la macchina anche a terriccio. Occorreva quindi separare i chicchi da a vapore ed era quasi logico, conseguente, che la usasse questi elementi e ciò si faceva con la cosiddetta “spulatura”: anche per battere il grano: bastava applicare al battitore a con una pala lanciavano in aria il tutto che poi, a seconda mano, adeguatamente irrobustito, la forza di questa nuova del peso, si separava grosso modo nelle varie parti che lo macchina, e la cosa era fatta. componevano, grano da sé, pula da sé, terriccio da sé; meglio E così avvenne. Si ebbe così la prima trebbiatrice che fu detta se tirava un po’ di vento. La battitura anche anticamente si “semplice” perché, come il battitore a mano, non separava chiamava pure trebbiatura (nel toscano popolare tribbiatura) il grano dalle impurità e, ai primi del ’900, la “macchina da parola derivata dal verbo trebbiare a sua volta derivato dal battere”, costituita dalla macchina a vapore e da questo tipo latino “tribulare” che significava: tritare, triturare. Infatti in di trebbiatrice, era già una realtà. In prosieguo di tempo si ebbero poi le trebbiatrici “composte” che eseguivano una questa operazione si trita, si riduce in parti. I sistemi di battitura sopra descritti rimasero in auge fino pulitura parziale dei semi dalle impurità e, quindi, negli al secolo scorso. Per secoli e secoli, sin dalle prime civiltà, anni ’20, quelle “complete” che, come dice la parola stessin dagli antichi Romani, erano stati tramandati di gene- sa, eliminavano completamente le impurità. Fino ad allora razione in generazione, ma ora anche per loro era arrivato continuava ad essere adoperata la spulantina. il momento di passate dalla attualità alla storia: l'ingegno Dalle nostre parti la trebbiatura con il motore a vapore codell'uomo che aveva dato vita alla “Rivoluzione industriale” minciò a diffondersi antecedentemente, ma di poco, alla 1ª ideava altri sistemi anche in questo settore di attività. La guerra mondiale, ma fu a partire dagli inizi degli anni ’20 prima innovazione fu l'introduzione e l'uso nella trebbia- che ebbe un rapido sviluppo. tura del battitore a mano, chiamato anche trebbiatrice a mano o trebbiatoio. Ora qui, forse, è opportuno spiegare L’era del locomobile cos'è questo battitore e lo schema base del trebbiare con questo strumento, ma che è anche quello delle moderne I locomobili più grossi e potenti mandavano trebbiatrice e mietitrebbiatrice. Il battitore è sostanzialmente costituito da scalone, altrimenti, se il motore non aveva abbastanza poun corpo cilindrico ruotante intorno ad un asse orizzontale tenza, per fare il pagliaio, se non volevano continuare con il e munito di spranghe o denti; è circondato inferiormente vecchio sistema delle forche, ricorrevano al mazzacavallo,


La battitura di guerra Il motore a vapore spadroneggiò sulle aie sino al periodo della 2ª guerra mondiale. È sì vero che i primi trattori erano già apparsi negli anni ’30, ma per le battiture usavano ancora l’ormai collaudato locomobile. Ma non furono subito i trattori a sostituire nelle battiture, nei primi anni ’40, il motore a vapore, bensì dei motori sempre scoppio, però anche questi non semoventi, come ad esempio i Bubba che andavano a olio pesante, una specie di gasolio greggio. Furono usati però per poco tempo. Nel 1944 il periodo della trebbiatura, primi di luglio metà agosto circa, coincise grosso modo con quello del passaggio del fronte quindi fu spostato a subito dopo quest’evento. Anzi alcuni battevano appena i tedeschi se ne erano andati e con il cannone inglese nell’aia che sparava durante la battitura. Altri fecero la trebbiatura a settembre. Per quelli che già battevano con il motore a scoppio l’arrivo degli Inglesi fu una vera benedizione. Infatti mancava il carburante per battere (e non solo per questo) e molti riuscirono ad ottenerlo proprio da loro offrendo in cambio qualche bottiglia di vinsanto o qualche pranzo o merenda. Altra caratteristica del periodo bellico fu l’ammasso, cioè la requisizione da parte dello Stato del grano battuto lasciandone al coltivatore, per le sue necessità, una certa quantità. Alla battitura assisteva personale del “fascio” o del Comune, il quale, al termine, procedeva alla ripartizione. Naturalmente il grano requisito veniva pagato, al prezzo fissato dal Governo. Ad Anghiari il magazzino dell’ammasso era al Conventone, attualmente sede Lo scorgiato, uno dei primi strudella Scuola Media “Leo- menti usati per separarare i chicchi nardo da Vinci”. di grano dalla spiga.

Presentazione della pala “La lavanda” - Mentre andiamo in stampa apprendiamo che domenica 30 gennaio nella chiesa di Propositura verrà presentato il restauro della tavola “La Lavanda” di Giovanni Antonio Sogliani. Ci auguriamo che gli interventi continuino per poter restaurare anche la “Cena” sempre del Sogliani che ha veramente necessità di restauro.

Parvae narrationes - È questo il titolo che troverete nel sito Internet bcca.it cercando fra gli Inserzionisti il nostro giornale. Infatti nell'edizione speciale per Internet la Cronachetta è tradotta anche in latino. Andare a vedere per credere. A mo' di esempio riportiamo alcune annotazioni. Se avete indicazioni o consigli mandateceli. A questo proposito comunico che “finalmente!” ci è giunta una elettrolettera. Ce l'ha inviata una nostra affezionata lettrice all'indirizzo

La Pia Società del Gesù Morto - Ricordiamo che, come ogni anno, i nostri festieri vi chiederanno il contributo annuale per questo anno 2000. Tale somma serve per le cerimonie della Settimana Santa e per gli altri bisogni della Parrocchia. Ricordo che per quest'anno è nostra intenzione stampare l'elenco dei Soci, approfittando dell'anno 2000. Invito quindi tutti a farsi parte attiva per l'iscrizione. Il Camarlengo Mario Del Pia

bccanghiari@ftbcc.it

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Mercurii die primo mensis Septembris. Hodie ab Juliano “Venturini” signa Jubilaei deduxi. Lunae die sexto mensis Septembris. Hodie ad Plebem Sancti Stephani me contuli ut nunindas visitarem. Tempore postmeridiano, dum ad localitatem vulgo “Cipicchio” me conferebam, agrum heliotropiorum vidi columbarum plenum ab Anglario provenientium.

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una specie di bilanciere oscillante dove, per dirla in modo schematico, da una parte mettevano la paglia, dall’altra tiravano delle corde per alzarla sino al pagliaio; poi però piano piano tutti si convertirono al sistema trebbiatrice (dalle nostre parti chiamata anche “tribbia”), scalone e motore a “foco” adeguato. I primi locomobili furono inglesi, era quasi giocoforza che fosse così dal momento che inglese (scozzese) fu l’inventore, nel 1769, della macchina a vapore, l’ing. James Watt, ed inglese fu anche il costruttore, nel 1814, della prima locomotiva a vapore, l’ing. George Stephenson. Poi presero a costruirli anche in altre nazioni. I più diffusi ed apprezzati erano i Marhsall, i Browig, i Ruston, inglesi, il Wolf tedesco, il De Mercier, francese, i Clayton e Offre ungheresi; il Garat, ungherese o austriaco e i nostri Breda e Orsi. L’amministrazione Bartolomei-Corsi aveva un Marhsall molto potente che faceva funzionare trebbiatrice e scalone ed è ancora in grado di funzionare; la proprietà invece non è più di quella famiglia: è stato venduto. Il locomobile aveva normalmente due addetti: il fuochista ed il macchinista. Al fuochista spettava di produrre il fuoco e mantenerlo vivo nel focolare del motore per produrre vapore sufficiente e di tenere il livello dell’acqua alla giusta altezza; al macchinista di regolare e controllare il funzionamento della macchina. Visto soprattutto con gli occhi di oggi, il motore a “fuoco” aveva una carenza fondamentale, non era semovente, non si spostava da solo, ma allora venne accolto con molto entusiasmo perché alleviò notevolmente il lavoro dell’uomo nella battitura, per l’uomo ma non per buoi e cavalli. Prima, infatti, dovevano camminare per l’aia pestando le spighe o, al massimo, trascinando sopra di esse una lastra, o un piano di legno, non tanto pesanti però, altrimenti avrebbero schiacciato i chicchi. Ora, invece, dovevano trainare da un podere all’altro, locomobile, trebbiatrice e scalone. Anche se questi mezzi erano spostati separatamente ed anche se venivano attaccati a diverse paia di animali, pensate un po’ quale sforzo per queste povere bestie soprattutto in certe ripide salite! A volte ne uscivano irrimediabilmente rovinate e rimanevano buone solo per il mattatoio.


Fatti di casa nostra ovvero la pagina di Walter Del sere

Una straordinaria cornice di pubblico, calcolato in più di 200 persone, ha contrassegnato la presentazione della raccolta di poesie di Emanuele Fontana intitolata “Osservazioni di un Argonauta”, svoltasi nel pomeriggio di Sabato 4 dicembre nella sala del consiglio comunale di Anghiari. La scultrice Gloria Argeles, il giornalista Saverio Tutino e l’ex Sindaco di Anghiari Franco Talozzi, anch’egli Poeta per diletto nonché amico personale di Fontana, hanno tracciato un breve profilo dell’Autore leggendo alcune poesie contenute nel volume fresco di stampa. I contrappunti musicali affidati a Fabrizio Lepri alla viola da gamba, hanno sottolineato gli interventi in una bella serata salutata, appunto, da un successo al di fuori di ogni aspettativa. Tra il pubblico, intervenuto alla presentazione del bel volume del ventisettenne Emanuele Fontana contenente 46 suoi componimenti poetici notati, fra gli altri, il Primo Cittadino di Anghiari Maddalena Senesi, gli assessori Simone Matteagi e Silvano Bruni e l’Architetto Prof. Gianfranco Di Pietro.

Con l’inizio del nuovo anno si stringono i contatti ed arrivano le adesioni per partecipare alle manifestazioni su “La Battaglia d’Anghiari e Leonardo”, evento che si terrà appunto ad Anghiari il prossimo 29 giugno, 560° anniversario della Battaglia combattuta e vinta dall’esercito della Lega fiorentina e pontificia nei confronti delle milizie di Niccolò Piccinino, al soldo dei Visconti di Milano. Un evento e una vittoria che cambiarono radicalmente i destini politici dell’Italia centrale. Intanto, tanta soddisfazione e orgoglio per la lunga sequenza di immagini e commenti sul capolavoro scomparso dipinto a Firenze, nel Salone dei 500 in Palazzo Vecchio, dal Genio del Rinascimento nel 1503. La storia del celebre dipinto leonardesco è stata infatti commentata lungamente da Piero Angela nel corso della trasmissione tivù “Superquark”, andata in onda in prima serata su RAI UNO la sera di Martedì 4 gennaio, seguita da 7 milioni e mezzo di telespettatori. Piero Angela ha dichiarato che il ritrovamento di tracce dell’affresco andato perduto rappresenterebbe una delle più grandi scoperte artistiche mondiali. Certo è che la vita e le opere di Leonardo sono da sempre al centro dell’attenzione degli studiosi di tutto il mondo, come è innegabile che il “mistero” che ruota attorno alla “Battaglia d’Anghiari”, il capolavoro scomparso di Leonardo, continua a stimolare attenzione e ricerche continue. E proprio nella mattinata dell’Epifania è arrivato dall’Università di California di Los Angeles un messaggio fax firmato dal Prof. Carlo Pedretti, considerato a ragione il massimo storico mondiale di Leonardo da Vinci, il quale conferma l’adesione all’iniziativa intrapresa dal Comune e dalla Pro Loco di Anghiari dichiarandosi (parole testuali) “entusiasta e lusingato a far parte del comitato scientifico” coordinato dal Prof. Franco Polcri, storico e studioso biturgense, al quale si deve il “ritrovamento” nel Museo di Dublino di un prezioso pannello di cassone su cui è raffigurata la battaglia con tutto lo scenario in cui essa si svolse.

I diritti umani Una via per la pace

di Civis Questo il titolo di un volumetto sull'impegno alla conoscenza e alla promozione dei diritti umani realizzato dall'Istituto d'Arte di Sansepolcro e Anghiari e presentato sabato 15 gennaio nella Sala consiliare di Anghiari. Possiamo trovarvi poi alcuni progetti per la realizzazione di una memoria del Campo di concentramento dei Renicci quale prova tangibile dell'immane sofferenza dell'uomo che anche in quel luogo, a noi vicino, si è perpetrata. Importante l'iniziativa che ci auguriamo possa avere il meritato successo. Da aggiungere che i diritti umani devono essere difesi con la legge dagli Stati e dalle Organizzazioni internazionali; ma dev'essere l'uomo, quale sua libera scelta, che in realtà li deve mettere in pratica e devono cominciare dal vicolo, dalla Piazza. Lo spirito di fratellanza e di amore e la difesa di ciascun uomo, possono essere un buon punto di partenza.

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Il progetto di Gabriele Bruni per la realizzazione di un monumento ai Renicci, vicino alla frazione della Motina di Anghiari, ove esisteva il Campo di concentramento.


C R O N A C H E T TA

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Novembre 1999 Lunedì 1. Oggi alle tre abbiamo fatto la processione per il cimitero. Alla Portaccia suor Margherita ci aspettava con altre donne di Anghiari vecchio. Martedì 2. Oggi è morta Cleonice Livi vedova Leonardi di anni 94. Abitava a Tavernelle. Mercoledì 3. Oggi è morta Eduina Tavernelli in Plini di anni 75. LA signora Eduina è la moglie del dottor Piero Plini. - Oggi è morta Assunta Franchi vedova Rossi di anni 69 ed abitava in via XXV luglio. Giovedì 4. Stamani verso le 11 e mezzo al Palterre c’erano parecchie persone. Sono ripassato poco dopo mezzogiorno non c’era rimasto nessuno. Mercoledì 10. Stamani il mercato non era un gran che, forse a causa del brutto tempo. Giovedì 11. Stamani verso le nove ha cominciato a piovere e ha sciupato la festa di San Martino a Tavernelle. - Oggi è morto Nazzareno Tavernelli di anni 86. Nazzareno, conosciuto col nome di Lazzero, abitava alla Breccia. Mercoledì 17. Oggi è morta Maria Mazzetti in Gubbiotti di anni 55. Maria abitava al Ghetto a San Leo. Domenica 21. Stamani Giuliano ha preso un panchetto dalla chiesa della Maddalena per farne due uguali alle suore della Ripa. Martedì 23. Oggi una grossa gru ha sollevato i nuovi travi di rovere dal Borgo della Croce al terzo piano di Palazzo Corsi. Sabato 27. Stamani mentre passavo per il viale della stazione ho visto “Kennedi” che sciacquava le mani alla fontanella lungo il marciapiede.

Domenica 12. Oggi è nato Davide Carli di Filippo e Valeria Bini. La sua famiglia abita a Montemercole. Lunedì 13. Oggi è nato Federico Dragoni di Massimo e Silvia Cherici. La sua famiglia abita alla Fossa. Martedì 14. Stamani con Ottavio e lo “Scucco” abbiamo rimesso la Madonna di Loreto nell’altare del Magi. Martedì 21. Stamani la Fanny Brandinelli s’è accorta che mancavano le sue quattro galline. Non vuol credere che qualcuno le abbia aiutate a “volare via”. Domenica 26. Oggi è morto Domenico Cipriani di anni 78. Domenico abitava a Campalla dove ha lavorato come coltivatore diretto. Sabato 31. Oggi è morta Lina Bartolini vedova Paci di anni 87. Lina abitava vicino alla Piazzola. - Oggi è morta Antonia Goretti in Mondani di anni 90. Abitava al Carmine al Bivio per Cul di Paiolo. - Oggi ultimo dell’anno, l’abbiamo passato assieme ai parenti provenienti anche dal Belgio e dalla Francia. Gli abitanti di Anghiari

al 31 dicembre 1999 sono

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MOTTI E ISCRIZIONI Il motto del numero scorso, scritto correttamente era: SPIRITVS SANTVS SVPERVENIT VIRTVS ALTISSIMVS DEVMBRABIT TIBI AD MDCCXXXVI E si può tradurre : LO SPIRITO SANTO SCENDERÀ SOPRA DI TE E LA VIRTÚ DELL’ALTISSIMO TI COPRIRÀ CON LA SUA OMBRA ANNO 1736

Dicembre Giovedì 2. Dal Palterre del Vignarolo ho visto che sono stati finalmente ripresi i lavori di copertura del tetto di La vignetta: Un bimbo precoce Palazzo Testi. Sabato 4. Stamani è stato messo in piazza l’albero di Natale. Era una abete di Mirco delle Bucacce; a buio, è stata accesa l’illuminazione natalizia. - Oggi è nata Valentina Piervitali di Leonardo e Laura Santini. La sua famiglia abita per la Via Nova. Domenica 5. Oggi c’era l’Assemblea della Misericordia. Lunedì 6. Nel pomeriggio abbiamo finalmente ricollocato la Lavanda e la sua cornice nella sua postazione. Martedì 7. Oggi era mercato (domani è festa, è l’Immacolata Concezione) ma c’erano pochi banchi. Giovedì 9. Nel pomeriggio con Giampiero sono andato in Calabria, quella sotto la Badia, per cominciare a piazzare i fari per la processione di domani. Venerdì 10. Oggi c’era la festa della Madonna di Loreto ma ha piovuto tutto il giorno e non abbiamo potuto fare la 31 processione e i “Quadri viventi”.


Questo giornale lo potrete trovate su Internet ai siti WWW. LAPINETA.IT WWW.BCCA.IT Le vostre 'elettrolettere' o i vostri scritti potete inviarli a: bccanghiari@ftbcc.it oppure: asnet@ftbcc.it

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