2000-5 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 5 OTTOBRE - NOVEMBRE 2000

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXIV-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa GraďŹ che Borgo, Sansepolcro

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foto F. Giabbanelliì

Festa ad Upacchi Domenica 10 settembre 2000 festa grande ad Upacchi. L’occasione è stata la riapertura (dopo il restauro) e la benedizione della chiesetta di Upacchi. Nell’occasione si è benedetto anche la campana fusa appositamente per la chiesa. Con la presenza del Vicario generale monsignor Franco Agostinelli, del parroco di Toppole don Mario Montini, del parroco di Pieve di Sovara don Romano Manfredi e del parroco di Anghiari don Marco Salvi la semplice ma significativa cerimonia si è svolta nel pomeriggio di una calda domenica settembrina. Era questa una chiesa parrocchiale; adesso fa parte della parrocchia di Toppole e solo in alcune occasioni particolari verrà utilizzata. C’è però il desiderio di parte della popolazione di Upacchi di tenerla aperta e curarla con il dovuto decoro. Fra l’altro è da ricordare che alcuni lavori sono stati fatti dagli stessi abitanti del posto.

Una foto un ricordo Inaugurazione della lunetta del portale dell'antica Pieve di Sovara. Il Vescovo Monsignor Gualtiero Bassetti con i ragazzi del coro e don Romano Manfredi dopo la S. Messa.

(Altre notizie a pag 29)

Sommario Le iniziative estive del Gruppo pag.15 Prima Comunione ad Anghiari " 16 È venuto il figlio dell'uomo che mangia e beve " 16 La vignetta: Facile per lei! " 16 Alfio e Alfredo " 17 Ancora campioni provinciali di Muzio Vellati " 18 Dalle nostre parrocchie " 19 Ancora la E78 " 19 ANGHIARI di Sergio Lombardi " 20 Un Giubileo di valori " 21 Da Tavernelle a cura di A. Bivignani La Maestà di San Francesco " 22 Allarme U.F.O. " 22 La Battitura di una volta " 22 Palazzo Corsi: Breve storia e ipotesi di restauro " 24 Il centro Studi del Territorio " 25 Il nostro caro, vecchio Anghiari La lapide ad Alfredo Baccarini " 26 Raccolta differenziata di Walter " 26 Il sentiero del 2000 e 2 di Civis " 26 Per ricordare Stefano " 27 La mina del '44 di Paolo Rossi " 28 La scomparsa del prof. Beppino Magrini " 28 Armando Zanchi vince il Premio Pieve " 28 La chiesa di Upacchi " 29 La scomparsa dell'amico Cecchino Leonardi " 29 Camminata del Contrabbandiere di G. Camaiti " 29 Due mostre per Palazzo Pretorio di W. Del Sere " 30 Un'opera d'arte per la Pieve di Sovara " 30 Tovaglia a quadri di Walter Del Sere " 30 Festa delle Associazioni di Walter Del Sere " 30 Cronachetta dei fatti... " 31 La vignetta: Ma quanto mi costi! " 31

Non abbiate paura... pag. 3 I giovani della Giornata Mondiale della Gioventù " 3 Calendario Liturgico " 4 Sante Messe festive e avvisi delle parrocchie " 5 Il Palterre Estate anghiarese di Sergio Lombardi " 6 Francesco Frulloni di Sergio Lombardi " 6 Settantino e la cassapanca di Emmedipì " 6 Un ascensore per Anghiari di Civis " 6 Avanti per la "Croce" di Civis "6 Persone e cani di Maria Pia Fabiani "7 I due assi nella manica di Anghiari di Civis " 7 Beatitudini della sera di Cmr " 7 Il Grande Giubileo del Duemila di don Q. Giorgini " 8 L'alfabeto della preghiera di CMR "9 La festa di San Bartolomeo " 9 L'angolo della poesia... e della prosa Mi piace di Maria Pia Fabiani " 10 Il pugilato di Turiddo Guerri " 10 Al Volo - Il raggio di Maria Pia Fabiani " 10 Alba Lunare di Vera Cuccini " 11 I primi ciclamini di Vera Cuccini " 11 Il sole di Ilaria Andreozzi " 11 Un gatto onesto di Aldo Tognetti " 11 Un libro in edicola " 11 Una battaglia nel mito di Walter Del Sere " 11 Un giorno a Gardaland di Simona Lazzerini " 12 Palazzo del Marzocco " 12 Angolo della Missione a cura di Franco Cristini L'aiuto della Provvidenza " 13 IL FATTO: I baschi verdi a Roma di E. Panichi " 13 Gruppo Donatori di Sangue Fratres di P. Ganganelli Il Giubileo dei Gruppi Fratres " 14

In copertina: Chiesa di S. Michele Arcangelo a Upacchi disegno by Luca Pucci, articolo a pag. 29

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NON ABBIATE PAURA DI ESSERE I SANTI DEL NUOVO MILLENNIO (Giovanni Paolo II ai giovani della Giornata Mondiale della Gioventù)

Tante le parole già consumate, e tante altre ancora quelle che riempiranno i giornali o saranno usate nei programmi televisivi per raccontare quell’incredibile avvenimento che è stato la Giornata Mondiale della Gioventù, a Roma, dal 15 al 20 agosto scorso. Sarebbe inutile e forse anche retorico riportare i numeri dell’evento, ripetuti a iosa dai media cercando, anche con successo, di tenere incollati alla TV migliaia di persone. Quello che più di tutti è stato e rimarrà importante per la vita di molti giovani è il messaggio che è stato a loro comunicato in questa bellissima manifestazione, sia dal Santo Padre, ma anche dall’esperienza in sé che ha fatto vivere momenti indimenticabili. Uno degli slogan di questa Giornata Mondiale della Gioventù non poteva non essere la frase del Vangelo di Giovanni, simbolo di questo Giubileo dell’Incarnazione: “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Tutti i momenti forti di questi giorni hanno infatti girato intorno all’avvenimento dell’Incarnazione del Cristo e di come esso, a distanza di ben 2000 anni, sia ancora presente e vivo in mezzo a noi. I temi delle tre catechesi in preparazione alla veglia e alla Celebrazione conclusiva del Papa, svolte nelle mattinate del 16, 17 e 18 agosto, hanno aiutato a comprendere come il Cristo si comunica anche a noi oggi, nella nostra esistenza quotidiana; si sono soffermate sul problema di come fare ad aver fede in un mondo che tenta sempre di allontanare l’uomo dalla via di Cristo indicando, come modelli da seguire nella vita, le figure dei martiri, pilastri della Chiesa, che hanno saputo dare persino il proprio sangue per testimoniare una verità di cui erano certi. Sono stati quindi momenti forti, anche se il culmine della Giornata Mondiale è stato il pellegrinaggio a Tor Vergata. Nonostante la fatica di camminare per diversi chilometri (noi ne abbiamo fatti 18) sotto il sole delle ore più calde della giornata, la bellezza del momento ci ha fatto dimenticare (quasi) l’afa e la stanchezza per stare dentro con tutta la forza ai gesti che hanno accompagnato la grande veglia del sabato e la Celebrazione Eucaristica conclusiva della domenica. Dire impressionante è forse poca cosa giudicare l’amore e la volontà con cui i più di due milione di ragazzi presenti hanno partecipato a questi due grandi eventi. L’aggettivo più adatto può forse essere “commovente”, come del resto il fatto dell’Incarnazione di Cristo. Ma la cosa più importante, che il Papa ha ripetuto a noi più volte, e che forse è il vero spirito che anima le GMG, sta nel non fermarsi ai dettagli e alle impressioni, benché toccanti, del momento, ma nel proseguire nella vita di ogni giorno la bellezza dell’esperienza vissuta. In altre parole, forse anche più consone, si tratta di comunicare Cristo agli altri. Partendo dalle proprie comunità, ha detto lo stesso Santo Padre, luoghi privilegiati per l’inizio, dovrete iniziare una nuova evangelizzazione, essere, insomma, i Santi del nuovo millennio. (Alessandro Bivignani)

I GIOVANI DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ AD ANGHIARI Li abbiamo salutati con affettuoso calore alla loro partenza per il grande appuntamento con il papa. Ci eravamo abituati alla loro presenza gentile e discreta che per cinque giorni ha portato nelle nostre famiglie una ventata di giovinezza e di buonumore. Giovedì 10 agosto le strade di Sansepolcro sono state invase da una folla festante di giovani provenienti da Strasburgo e dalle vicine diocesi. In duomo una cerimonia di accoglienza semplice ma sentita, ha visto coinvolta la popolazione che li avrebbe ospitati. Tanti sono stati i momenti di condivisione con i giovani pellegrini, ma il più significativo è stato la partecipazione comune alla messa delle 11 di domenica 13 agosto in Propositura: l’inno del Giubileo cantato a strofe alternate italiane e francesi, la lettura del Vangelo in entrambe le lingue, così come le intenzioni dei fedeli, hanno trasmesso ai presenti un autentico spirito ecumenico. Il pranzo comune al Carmine, nel bellissimo chiostro, ha contribuito a cementare l’amicizia tra tutti i presenti. I giovani francesi hanno apprezzato molto il nostro paese e l’accoglienza dei suoi abitanti. Del resto anche noi abbiamo ricevuto da loro momenti di affettuosa umanità e una tangibile testimonianza di gioiosa adesione al messaggio evangelico. (Marida)

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CALENDARIO LITURGICO Mese di Ottobre 1° ottobre – Domenica XXVI del Tempo Ordinario. Santa Teresa del Bambin Gesù, Vergine e Dottore della Chiesa. Sante Messe secondo l’orario festivo. Teresa nacque ad Aleçon in Francia nel 1873. Entrata giovinetta nel monastero delle Carmelitane di Lisieux, praticò in modo particolare l’umiltà, la semplicità evangelica e la fiducia di Dio. Morì giovane il 30 settembre 1897 offrendo la sua vita per la salvezza delle anime e il rinnovamento della Chiesa. 2 ottobre lunedì – Santi Angeli custodi. “Il Signore ti manderà il suo angelo e custodirà il tuo cammino”. 3 ottobre – Primo Martedì del mese. In Propositura, alle ore 17, Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 4 ottobre mercoledì - San Francesco d’Assisi patrono d’Italia. Francesco nacque ad Assisi nel 1182. Dopo una gioventù spensierata si convertì a Cristo e rinunziò a tutti i beni paterni. Sposò quindi la povertà per seguire più perfettamente l’esempio di Cristo e predicò a tutti l’amore di Dio. Morì nel 1226. Dal 4 al giorno 8 ottobre la Santa Messa delle ore 18 viene celebrata nella chiesa della Croce (chiesa francescana). 5 ottobre – Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 6 ottobre – Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20,30 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. 7 ottobre sabato – Beata Maria Vergine del Rosario. Questa celebrazione fu istituita da San Pio V papa nell’anniversario della vittoria navale riportata dai cristiani a Lepanto ed attribuita all’aiuto della Santa Madre di Dio invocata con la recita del Santo Rosario (1571). 8 ottobre – Domenica XXVII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. A Roma Giubileo dei Vescovi in San Pietro. 15 ottobre - Domenica XXVIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. Santa Teresa d’Avila Vergine e Dottore della Chiesa: Teresa nacque ad Avila in Spagna nel 1515. Entrata nell’Ordine delle Carmelitane fece grandi progressi nella via della perfezione ed ebbe rivelazioni mistiche; scrisse anche libri di

profonda dottrina e frutto delle sue esperienze mistiche. Morì il 4 ottobre 1582 presso Salamanca. A Roma in San Pietro Giubileo delle famiglie. 18 ottobre mercoledì – San Luca Evangelista: nacque da famiglia pagana e convertitosi alla fede fu compagno dell’apostolo Paolo e scrisse il Vangelo secondo la predicazione di lui. Negli Atti degli Apostoli ci ha tramandato gli inizi della vita della Chiesa narrandone le vicende fino alla prima di Paolo a Roma. 22 ottobre - Domenica XXIX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. Giornata Missionaria Mondiale. 28 ottobre sabato – Santi Simone e Giuda (Taddeo) Apostoli: Non si sa nulla di Simone se non che, nato a Cana, era soprannominato “lo Zelota” e nell’elenco degli Apostoli è messo all’undicesimo posto. Giuda chiamato anche Taddeo, è quell’Apostolo che nell’ultima cena domandò al Signore “Come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?” (Gv. 14,22) 29 ottobre - Domenica XXX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. A Roma, nello stadio Olimpico, Giubileo degli sportivi.

Mese di Novembre 1° novembre mercoledì – I Santi. Sante Messe secondo l’orario festivo. Alle ore 15, con partenza dalla chiesa di Propositura, ci rechiamo in processione al cimitero pregando per i nostri defunti. Chiesa di S. Lorenzo: ore 14,30 S. Messa e visita al cimitero. Nella chiesa di Galbino alle ore 15,30 S. Messa e visita al cimitero. 2 novembre giovedì – Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Alle ore 6,30 ritrovo nella chiesa di S. Stefano per recarci al cimitero dove, alle ore 7, verrà celebrata la S. Messa. Alle ore 18 S. Messa in Propositura. Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 3 novembre – Primo venerdì del mese. Nella Pieve di Micciano alle ore 20 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. 5 novembre - Domenica XXXI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

4 7 novembre – Primo Martedì del mese. In Propositura alle


SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 10 novembre venerdì – San Leone Magno papa e dottore della Chiesa: nato in Toscana e divenuto Papa nel 440 fu vero pastore e autentico padre di anime. Arrestò per quanto gli fu possibile le incursioni dei barbari. Morì nel 461. 11 novembre sabato – San martino di Tours vescovo. 12 novembre - Domenica XXXII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. Giubileo del Mondo agricolo.

Ore 8,00

19 novembre - Domenica XXXIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. A Roma in San Pietro Giubileo dei militari e polizia.

Ore 8,30 Ore 8,40 Ore 9,00

22 novembre mercoledì – Santa Cecilia Vergine e martire. Il culto di Santa Cecilia da cui prende il nome la Basilica innalzata a Roma nel V° secolo, si diffuse dappertutto prendendo l’avvio da una “passione” nella quale ella viene esaltata come esempio perfettissimo di donna cristiana che abbracciò la verginità e sostenne il martirio per amore di Cristo.

Ore 9,30 Ore 10,00 Ore 10,30 Ore 11,00 Ore 11,30

26 novembre - Domenica XXXVI del Tempo Ordinario. Cristo Re. Festa della Misericordia. Sante Messe: alle ore 9,30 in Badia; alle ore 11 in Propositura; alle ore 18 nella chiesa della Croce. Alle ore 15 dalla chiesa di Badia processione al cimitero per ricordare i defunti della Misericordia.

Ore 12,00 Ore 18,00

-PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -PIEVE DI SOVARA -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA -CHIESA DI TUBBIANO -CHIESA DI CATIGLIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIO -CHIESA DI TOPPOLE -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8,30 S. Maria della Pace Le Ville Ore 8,45 San Michele Arc.lo a Padonchia Ore 9,30 CHIESA delle monache Monterchi Ore 10 CHIESA della Madonna Bella Pocaia Ore 11 S. Maria della Pace Le Ville Ore 11,15 San Simeone profeta a Monterchi Ore 16,30 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

29 novembre mercoledì – Inizio della novena dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine. 30 novembre giovedì – Sant’Andrea Apostolo. Nato a Bethsaida fu prima discepolo di Giovanni Battista, poi seguì Cristo a cui condusse anche il fratello Pietro. Festa nella parrocchia di Galbino.

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 15 (ore 17 estivo).

Inizia l'anno catechistico Sabato 14 ottobre ad Anghiari Lunedì 16 ottobre a Tavernelle Giovedì 30 novembre 2000 Festa di Sant'Andrea

CENACOLO DI MONTAUTO

A Tavernelle incontro con tutti i capofamiglia della parrocchia

Ogni terzo sabato del mese catechesi delle famiglie 5


IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo ESTATE ANGHIARESE di Sergio Lombardi

Come si è potuto constatare, quest’anno si è avuto un grande incremento turistico, ed io spero che questo sia solo l’inizio della ripresa socio-culturale del paese. Altresì penso che quanto si è visto non è casuale ma il risultato di iniziative finalizzate a tale scopo, prima fra tutte l’applicazione pratica del detto “la pubblicità è l’anima del commercio”. Volendo cercare un ulteriore miglioramento direi che occorrerebbero alcune attività collaterali finalizzate ad un divertente soggiorno. Perché ci sono persone che non riescono ad adeguarsi al fatto che siamo nell’anno 2.000? I fatti dimostrano quello che da tempo vado dicendo e cioè che quando vi è il mal di testa e si prende un’aspirina, finito l’effetto è come prima, la soluzione è invece quella di curare l’infiammazione dello stomaco che ha provocato il mal di testa suddetto, morale: quando si manifesta un malessere, si deve intervenire sulle origini altrimenti si cade nella demagogia e nella artificiosa strumentazazione degli eventi. Tornando a quella che era la riflessione primaria bisogna ammettere che quest’anno vi è stato un grande salto di qualità sia culturale che interpretativo della realtà Anghiarese. Per concludere voglio complimentarmi per le iniziative prese rinnovando la speranza che non sia stato un fatto casuale, ma l’inizio di una proficua collaborazione fra comune e pro-loco. In definitiva la reattività di Anghiari al fenomeno turismo è stata determinante per la gestione del paese stesso, forse siamo di fronte a quella inversione di tendenza auspicata da coloro che credono in questo territorio e che sperano in una pianificazione costruttiva e reale che faccia in modo di farci entrare nell’itinerario di chi decide di fare le proprie ferie in modo proficuo e divertente.

Francesco Frulloni

(o meglio Antero Frulloni) di Sergio Lombardi

Il classico “fulmine a ciel sereno”. Appena saputa la tragedia sono rimasto inebetito ed incredulo, poi accertata la realtà dei fatti il mio dispiacere ha raggiunto livelli massimi anche perché mi ricordava vicende già vissute e per questo so bene come le parole in simili frangenti non contino. Infatti io preferisco ricordarlo ogni giorno nei nostri incontri-scontri: poche persone oggi riescono a parlarsi con sincerità, schiettezza e amicizia. Questa non è una commemorazione perché secondo me Antero non è morto, ha solo deciso di modificare l’esistenza e sono certo che ora è in condizioni di aiutare chi gli 6

vuole bene e ora sa benissimo chi sono quelli che senza ipocrisia gli erano vicini: Antero ci rivediamo, anche se non so quando perché ancora dobbiamo decidere qual è il gatto e qual è il topo. Ciao.

Settantino e la cassapanca di Emmedipì

Era ormai diverso tempo che Antonio Leonardi, per tutti l’amico Settantino, desiderava fare qualcosa per la chiesa di Badia a cui si sente molto legato. Io ho riscoperto così che il primo lavoro di Settantino, quello che gli ha dato, e continua a dargli, le più belle soddisfazioni, è stato quello di falegname. E allora ecco che ha voluto restaurare una cassa da cera della Badia. Il lavoro è stato eseguito puntualmente e a regola d’arte come lui sa fare. Con il furgone della parrocchia e con don Juan Carlos gli abbiamo portato la cassa che poi, a lavoro finito, abbiamo riportato indietro con i mezzi messi a disposizione dall’amico “Maschio”. Un grazie a nome della parrocchia per questa ulteriore prova di attaccamento alle nostre chiese.

Un ascensore per Anghiari di Civis

Il progetto è stato approvato. Prevede la costruzione di un ascensore che, partendo dal livello dei parcheggi sotto le mura, arrivi fino al Poggiolino e precisamente nel giardinetto fra via delle mura di sopra e via delle mura di sotto. Nel bastione di Sant’Agostino dovrebbe essere restaurata la scala ivi esistente con accesso nella via di ronda (da riaprire) che collega il Poggiolino con il Destino. Un progetto ambizioso che dovrebbe dare la possibilità di un facile accesso per il centro storico. Non sgraditi per l'utilità dell’operazione che si creassero ulteriori motivi per cui delle persone, dalle frazioni o da fuori, vogliano venire nel nostro centro storico.

Avanti per la “Croce” di Civis

Primo colpo di piccone, anzi primo colpo di escavatore, per i lavori di ripavimentazione della “Croce” nel tratto che va dalle Logge alla Fonte. Lavori in tutto uguali a quelli del primo tratto. Ci auguriamo che vengano eseguiti con sollecitudine, per creare meno difficoltà possibili. La perfetta esecuzione del lavoro sarà un impegnativo scopo per l'Ufficio tecnico facilitato dall’esperienza passata.


... Il Palterre

Beatitudini della sera di Cmr

Persone e cani Due nostre concittadine si sono rivolte a me pregandomi di scrivere per l’Oratorio qualche parola rivolta a chi possiede un cane e gli permette d’imbrattare il suolo pubblico con grave disagio di chi ci deve poi camminare. Penso che l’obbligo della palettina e del piccolo recipiente atto all’uso non sia riservato alle città, visto che anche le scarpe, la vista e l’olfatto dei paesani hanno diritto allo stesso rispetto dovuto a quelli cittadini. Quindi, persone che amate i cani (gli esseri più amabili che esistano), evitate i cattivi pensieri verso di loro e verso di voi di chi inciampa nei loro residui solidi rovinandosi la passeggiata e forse la giornata. Basta poco più di una palettina! Grazie. Maria Pia Fabiani

Mio caro, quando la prima volta ci siamo conosciuti, i tuoi capelli erano neri come il corvo e la tua fronte bella e senza pieghe. Ora la tua fronte è rugosa e i tuoi capelli con la neve. Benedetta la tua testa canuta. Mio caro, siamo saliti insieme sulla collina: molti giorni felici trascorsi l’una accanto all’altro. Ora barcollando bisogna scendere: cammineremo con la mano nella mano e, ai piedi del colle, dormiremo insieme, mio caro.

Anghiari, 9 agosto 2000

Robert Burns (Poeta scozzese 1759

I due assi nella manica di Anghiari di Civis

– 1796)

Credo che Anghiari abbia diversi “assi” da giocare per il suo futuro turistico. Due di questi sono i “Bringoli” e il gioco della Palla a mano. Il gioco della palla a mano, se rivalutato nel giusto modo, potrebbe costituire quell’avvenimento caratteristico e peculiare dell’estate anghiarese. Dovrebbe però essere vissuto non come spettacolo per far contenti i turisti ma come gioco a cui far affezionare le squadre che dovrebbero nascere nelle varie zone di Anghiari: Anghiari vecchio, Campo della Fiera, Stazione, Anghiari nuovo, Bucacce, Carmine sono solo alcuni nomi tanto per fare qualche esempio. Il gioco della palla a mano potrebbe diventare il modo per far amare Anghiari agli anghiaresi e, perché no, ai turisti. In effetti diversi anni fa l’operazione fu tentata e il prof. Magrini stilò anche un regolamento ma la cosa, a parte sporadiche manifestazioni, non è andata avanti. Per i bringoli penso valga la pena dedicare un po’ d’impegno affinché questa ricetta tradizionale caratterizzi il nostro paese. Credo che Anghiari possa dare a questo piatto il nome di Bringoli di Anghiari dato che sono ormai più di vent’anni che li abbiamo riproposti con le feste di San Martino e con altre iniziative. Anche se è vero che questo è un piatto abbastanza diffuso nelle nostre zone siamo stati noi anghiaresi che per primi e più a lungo abbiamo scommesso su questo piatto. Certo sono consapevole che ci sono argomenti anche di maggior spessore per far conoscere Anghiari ma anche questi due appena accennati non sono da sottovalutare.

Robert Burns è morto a 37 anni ed ha quindi solo immaginato di vivere l’esperienza di una vecchiaia condivisa con la compagna della vita. Deve essere tanto bello arrivare al capolinea mano nella mano; leggere tra le rughe, tra i capelli canuti e non più soffici i segni lasciati dal tempo e dalle vicissitudini familiari, non sempre felici e non sempre facili. Capita spesso, quando il naturale epilogo della nostra vita terrena spezza il sodalizio, quando non c’è più quella mano da tenere stretta, capita di sentire il rammarico di chi rimane: perché Dio ha voluto togliermi il compagno o la compagna ora, quando avevo più bisogno di compagnia a seguito di 50-60anni di vita matrimoniale? Ringraziate invece il Signore, voi che avete avuto la grazia, il dono di salire insieme sulla collina e insieme discenderne serenamente. Quando vi incontro per strada e vedo che vi sorreggete a vicenda nel vostro incerto incedere, la tenerezza invade il mio cuore e per voi, con voi anch’io ringrazio il Padre per la vostra gioia composta, forse non ben compresa e valutata, gioia che è di tutta la comunità, perché il bene o il male di uno è il bene o il male di tutti. Dolcissimi vecchi sposi, ancora uniti, ancora fedeli al vostro patto, vi dobbiamo gratitudine per la lezione di vita che ci impartite. E non vanno ignorati i tanti che da un fallimento familiare, forse non voluto, forse subìto, forse inevitabile, hanno cercato di rinascere e hanno trovato un affetto pulito e profondo. Tra questa schiera ci sono anche moltissimi anziani i quali, mano nella mano, sereni e grati discendono quel tratto di collina che Dio ha voluto loro di riservare. Non sta a noi formulare giudizi e ricordiamo sempre che molto sarà perdonato a chi molto ha amato.

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IL GRANDE GIUBILEO DEL DUEMILA di don Quinto Giorgini

Una particolare riflessione merita il Giubileo dei Giovani celebrato a Roma dal 15 al 20 agosto che ha avuto il suo coronamento nella memorabile Quindicesima Giornata Mondiale della Gioventù a Tor Vergata. Gesù, nel Vangelo ha detto: “Dove sono riuniti due o tre nel mio Nome, io sono in mezzo a loro”. Abbiamo visto riuniti insieme due milioni di giovani battezzati, provenienti da tutti i continenti, da 160 nazioni, accompagnati da migliaia di sacerdoti, religiosi, da centinaia di vescovi, alla presenza del Papa, per incontrare Cristo Risorto nella EUCARISTIA nei Sacramenti nel Vangelo, nella Chiesa, nel Papa e in tanti fratelli uniti dalla stessa fede e dallo stesso amore. Nell’accogliere questi giovani pellegrini di ogni popolo, razza, lingua e cultura venuti in aereo, nave, treno, pullman, macchine, biciclette e persino a piedi... il Pontefice ha rivolto loro questa domanda: “Che cosa o meglio Chi siete venuti a cercare?” La risposta non può essere che una sola: “Siete venuti a cercare Gesù Cristo... ma Cristo Verbo di Dio fatto Uomo che per primo è venuto a cercare voi”. Il Verbo si è fatto Carne-Uomo e venne ad abitare in mezzo a noi; ha ricordato il papa ai giovani. “Voi qui presenti l’avete accolto in questo Giubileo dei Duemila anni dalla sua nascita, siete diventati Figli di Dio”. Il papa con tono confidenziale ha raccontato ai giovani la sua storia personale di cristiano, di sacerdote, di vescovo prima di Cracovia e poi di Roma, facendo la sua personale professione di Fede di fronte a loro ha detto: “CREDO FERMANENTE IN CRISTO GESÙ NOSTRO SIGNORE”. Il papa ha poi ricordato ai giovani che credere oggi è difficile in un mondo secolarizzato ed agnostico dove le tentazioni dell’incredulità sono forti, ma è possibile con la “grazia di Dio. Il papa inoltre non ha fatto sconti, non ha edulcorato il Vangelo ma ha ricordato che essere cristiani significa seguire la “logica della Croce e del servizio”. Ha parlato della castità e della purezza nell’attesa del Matrimonio. Ha detto inoltre che “anche nel matrimonio più riuscito, non si può non mettere in conto una certa misura di delusione” e che esso richiede la reciproca fedeltà. Ha ricordato ai giovani la necessità di perseverare nella dedizione a Dio e ai fratelli, di vivere rapporti di lealtà, solidarietà, amore verso tutti, in un mondo dove spesso prevale la logica del profitto dell’interesse personale o di gruppo. Promuovere la giustizia e la fraternità in un mondo in cui esseri umani muoiono di fame, sono analfabeti, disoccupati, difendere la vita in ogni fase del suo sviluppo, promuovere la pace ecc... devono essere gli impegni di ogni giovane, ha concluso il papa. Il GIUBILEO dei GIOVANI è stato un successo per la serietà e l’impegno dimostrato da questi giovani nel

partecipare alle Catechesi del mattino tenute da vescovi, alla Via Crucis dell’Ara Coeli al Colosseo, le Confessioni per tre giorni al Circo Massimo dove sono intervenuti duemila Confessori. Il vertice di questa giornata mondiale della Gioventù è stato caratterizzato dalla Grande Veglia di sabato 19 agosto e dalla Concelebrazione eucaristica conclusiva presieduta dal papa nella prima mattinata del 20 agosto intorno alla grande Croce di Tor Vergata. Non si deve dimenticare il lavoro, il sacrificio di 25.000 volontari che hanno preparato l’accoglienza dei giovani in parrocchie, istituti religiosi, scuole, famiglie ecc. hanno fornito cibo, bevande, assistenza sanitaria. Hanno collaborato all’ordine pubblico e a ripulire la grande spianata di Tor Vergata. Nessun atto di vandalismo o di violenza ma tanta gioia e serenità sul volto dei giovani affaticati e provati dal grande caldo, tanta soddisfazione nel volto del papa ringiovanito nel dialogo con loro. Ai giornalisti stupiti, meravigliati ed increduli, così rispondevano i giovani intervistati per incontrare Gesù Cristo, il papa successore di S. Pietro, per testimoniare la nostra fede, perché Roma è la Città dei cattolici.... Per questi motivi siamo venuti. Certamente a queste finalità principali si sono uniti interessi turistici, artistici e di amicizia e di svago. Soddisfazione sì, per la buona riuscita del Giubileo dei giovani, ma senza trionfalismi o particolari illusioni. Sappiamo bene noi parroci come è difficile educare i giovani alla vita cristiana. Dopo la Cresima quasi tutti cessano di frequentare la S. Messa Festiva e la comunità parrocchiale. Bisogna impegnarci di più per una seria pastorale giovanile che non deve arrestarsi alla prima iniziazione cristiana ma proseguire per tutto l’arco della vita recuperando quei tanti giovani che abbandonate le nostre comunità cristiane, si ritrovano soltanto nelle piazze, nei campi sportivi, nei bar e nelle discoteche, esponendosi a tanti rischi e pericoli. Il fuoco che si è acceso in Roma in occasione del Grande Giubileo dei Giovani, non si deve spegnere, ma si deve diffondere per infiammare tutto il mondo particolarmente quello giovanile.

MOTTI E ISCRIZIONI L'iscrizione si trova sull'architrave della finestrina dell'antica sede della Misericordia:

PRIMVMQVERITEREGNUMDE I 8


L'ALFABETO DELLA PREGHIERA

di CMR

Attraverso la radio ho ascoltato per caso questa preghiera, ma non ricordo come era concepita. L’ho riscritta a modo mio e credo che ognuno possa “inventarne” tantissime altre, secondo le proprie intenzioni e le proprie aspirazioni. A B C D E F G H I L M N O P Q R S U V Z

ascolta, Signore, questa mia preghiera benedicimi, insieme ai miei cari confortami nell’ora della prova dammi la fede, la speranza, la carità entra nel mio cuore fai di me strumento della Tua pace grazie per il dono della vita e per la tua benevolenza ho bisogno di Te illumina la mia mente ottusa lava le mie colpe mostrami il Tuo volto non rimandarmi a mani vuote opera in me la Tua redenzione perdona anche me quando non so quello che faccio quando vacillo sorreggimi resta con me sia fatta la Tua volontà umiliami se insorge il mio orgoglio volgi il Tuo sguardo su tutte le tue creature zittami se non ho parole di fraterna carità.

LA FESTA DI SAN BARTOLOMEO di Cesare Ganganelli

Alcune catechiste, insieme a Don Marco e a Don Juan Carlos, hanno pensato di dar vita ad una festa che movimentasse un po’ il clima estivo. Dopo alcune riunioni sono arrivate ad una conclusione: giovedì 24 agosto si festeggia San Bartolomeo. I preparativi sono iniziati una settimana prima, affiggendo manifesti per il paese e incominciando a vendere le cartelline della tombola. I bambini del catechismo hanno costruito i festoni che sono stati poi attaccati per tutto il giardino dell’oratorio. Finalmente siamo arrivati al giorno della festa che prevedeva un ricco programma. La serata è iniziata con la S. Messa animata dai ragazzi che hanno cantato e portato avanti altri importantissimi compiti. Subito dopo c’è stata l’inaugurazione dei locali dell’Oratorio parrocchiale ristrutturati: due bambini hanno tagliato il nastro e tutta la gente è entrata a visitare la struttura. Intanto Alessandro Bivignani con il microfono illustrava le varie attrazioni di questa stupenda serata. Raffaele invece era l’addetto a mettere le cassette di musica, che era così strana che solo lui e pochi altri ne conoscevano il nome. Verso le otto è intervenuta la “Compagnia dei Ri- 9

composti” che, come al solito, ha fatto un bellissimo spettacolo, intrattenendo i numerosi presenti con canti e stornelli tipici toscani quali Bistarone, Terremoto ecc. ecc. La gente era molto attenta, compreso Juan Carlos, nonostante non riuscisse a far stare zitti i tanti bambini che giocavano. La cena–buffet è stata, ovviamente, il momento più atteso dai tanti partecipanti. Era praticamente impossibile avvicinarsi ai tavoli dove si trovava ogni ben di Dio e le addette alla cucina non riuscivano a soddisfare l’enorme richiesta. Verso le ore ventidue è iniziata l’estrazione della tombola, con bellissimi premi, per lo più offerti dai vari negozianti del paese, anche per l’ambo, il terno e la cinquina. A chiusura della serata, si è svolta una gara di ballo molto bella e divertente alla quale hanno partecipato grandi e piccini: si è aggiudicato un simpatico omaggio anche la Romana, personaggio simpatico e sempre presente alle iniziative della parrocchiale. A questo punto non resta che ringraziare tutti gli intervenuti e quanti hanno contribuito in qualsiasi maniera alla buona riuscita di tale iniziativa: le catechiste, i bambini con i loro genitori, alcuni negozianti, la Pro Loco, la società sportiva Baldaccio Bruni e tutti i componenti della Compagnia dei Ricomposti. Ai nostri due parroci, infine, un grazie per aver coordinato il tutto, con l’invito a replicare in futuro tale importante festa. ALLA PROSSIMA!!!

Ringraziamento a tutti Come riportato nell'articolo precedente giovedì 24 agosto la parrocchia di Anghiari ha festeggiato San Bartolomeo Apostolo, suo titolare e protettore. Nel pomeriggio e fino a tarda serata giovani e meno giovani hanno trascorso piacevoli momenti insieme, contrassegnati da preghiera, canti, spettacolo, giochi, buffet e soprattutto tanta, tanta, tanta serenità. Un particolare ringraziamento va a tutti coloro che con la loro disponibilità e generosità hanno contribuito alla riuscita della festa. I parroci e l'intera comunità parrocchiale intendono ringraziare pertanto formalmente: La Compagnia dei Ricomposti di Anghiari - I genitori dei bambini e i ragazzi del catechismo - la Pro Loco di Anghiari - La Baldaccio Bruni - La Gioielleria Meazzini Delfo e Paolo - La Nicol Preziosi - La Goloseria - Alimentari S.G.B. di Guiducci - Ditta Busatti - Ditta Cesarini - Gioielleria Riccardi - Banca di Credito Cooperativo - Abbigliamento Millennium - Macelleria Ganovelli Inoltre si ringrazia anche tutti coloro che sono intervenuti alla festa come partecipanti e che hanno lasciato offerte per la parrocchia.


Mi piace

Alba lunare

Mi piace aver tante cose da fare e aver tempo di farle. Mi piacciono gl’imprevisti. Mi piace anche conoscer gente nuova e aver fiducia in tutti. Mi piace aver amici. Mi piace essere utile a qualcuno. Vivere. È bello vivere. Peccato! Dura poco!

Nel chiarore lunare lo sguardo mio si perde, vaga assonnato tra le ombre brune cerca con il pensiero ricordi ormai lontani. Un dolce sentimento invade l’animo, felice, sereno, come serena è la notte silenziosa, avvinta nel tenero amplesso del bianco lume della luna.

di Maria Pia Fabiani

di Vera Cuccini

3 settembre 2000

Il pugilato

di Turiddo Guerri

A giudizio quasi unanime il pugilato è uno sport violento, nonostante sia regolato da tassative norme che vietano colpi bassi, alla nuca, ecc. la politica invece è un piacevole passatempo nel quale non è escluso nessun colpo. Molte voci si alzano a chiedere l'abolizione del pugilato, nessuna ad abolire la politica, anzi sono molto numerose quelle persone che per essa chiedono maggiore partecipazione. E fanno bene, altrimenti i politici andrebbero tutti al tappeto.

I primi ciclamini di Vera Cuccini

Stamattina, nel gesto consueto d’aprire la finestra, un colore diverso tra il verde del parco che mi sta dinnanzi ha colpito il mio sguardo. Sono già spuntati i ciclamini! Sono belli a vedersi ma una dolce tristezza ha invaso il mio animo. I ciclamini sono forieri d’autunno, l’allegra estate è al suo termine… Ho pensato alla nebbia, allo scrosciar monotono della pioggia, al vento, al gelo che c’imprigiona in casa e, ancora una volta, ho capito quanto sia breve il tempo di tutto ciò che è bello!

Al volo

di Maria Pia Fabiani

C’era un vespa vicino alla finestra chiusa. Le ho aperto, timorosa, e lei è uscita. Ci siamo capite al volo. Suo.

Il raggio

di Maria Pia Fabiani

Una siepe foltissima regala un corridoio d’ombra delizioso nel panorama estivo. Ma un raggio avventuroso trova un piccolo foro e giuocando con una foglia gialla ecco che ce la fa sembrare d’oro. 6 luglio 2000

10 settembre

Perle Anghiaresi di Turiddo Guerri

A Mizzinino al camposanto gni domandonno perché ‘n’aiva fatto mette’ la luci a la su’ mogli. -Me so’ scordo: andarà a veglia dai su’ vicini.

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Il sole

Un libro in edicola

di Ilaria Andreozzi

La storia dei 100 anni della Unione Polisportiva Baldaccio Bruni è l’argomento trattato nel libro scritto dal giornalista anghiarese Gino Dente dal titolo: “Unione Polisportiva Baldaccio Bruni - 1899-1999 - La gioia dello sport per il gusto della vita.” edito da L’ALEPH Edizioni nel Settembre 2000. Il volume è frutto di un’ampia ricerca condotta in ambito locale e sarà in concorso per l’edizione 2001 del Premio Bancarella. Il libro è disponibile presso la sede della U.P. Baldaccio Bruni in Via Campo alla Fiera, nelle cartolibrerie e presso l’Ufficio Turistico di Anghiari.

Il sole s’alza sempre la mattina da quando che il Signore l’ha creato e la natura tutta ha riscaldato colla benevolenza sua divina. È lui che ci regala le stagioni, la dolce primavera profumata, l’Estate dalla frutta arabescata l’Autunno così ricco d’emozioni. E l’Inverno, coi fiocchi della neve che scende piano senza far rumore, e cullò il sonno al nostro Redentore come una ninna-nanna lieve lieve…

Una battaglia nel mito di Walter Del Sere

Non c’è traccia di un “vero” Leonardo nel Centro di Documentazione sulla Battaglia d’Anghiari ubicato nel gentilizio Palazzo Marzocco, ma per adesso va bene ugualmente. Inaugurato lo scorso 29 giugno, 560° anniversario del famoso scontro vinto dai fiorentini sulle truppe milanesi, il nuovo spazio museale è un’altra scommessa di Anghiari, cittadina che intende puntare molte carte sul turismo. L’esposizione è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. Nell’ingresso c’è un fornito book shop e al primo piano sono esposte le 2 opere che costituiscono la base di partenza per uno sviluppo futuro dello spazio permanente. Quello che riscuote unanime successo è il plastico-diorama di Maurizio Prussi, composto da 2200 soldatini di piombo finemente decorati, che riproduce la fase finale della Battaglia. Nell’altro salone, anticipati da una serie di pannelli descrittivi, si arriva al “pezzo forte”: la ricostruzione dell’opera leonardesca da parte dell’artista Maria Vittoria Chierici, effettuata attraverso un percorso di immagini e studi grafici eseguiti sulla base di una puntuale indagine compositiva e prospettica della Battaglia d’Anghiari. Il tutto è corredato da alcune teche che contengono manoscritti dell’epoca e un bel piatto decorato di proprietà della famiglia Calli. Il Prof. Carlo Pedretti, relatore al recente Convegno Internazionale di Studi “Una Battaglia nel mito”, ha promesso il suo interessamento perché Anghiari ospiti quanto prima un disegno originale del Genio del Rinascimento custodito a Budapest. In attesa del “vero” Leonardo, la nostra cittadina offre al turista la possibilità di visitare il neonato Centro di Documentazione. Se il buon giorno si vede dal mattino questa è una scommessa che può risultare vincente visto che sono già più di 2000, con alta percentuale di stranieri, coloro che hanno già staccato il biglietto per visitare Palazzo Marzocco.

La musica ci dà le sensazioni… il segreto dell’oro, l’alchimia, i sogni, la stupenda poesia: Ma il sole, è il sole!… Senza paragoni!

Un gatto onesto di Aldo Tognetti

-Lo sa Sòra Rosanna che il su’ gatto da qualche giorno pare indemoniato? Stamani era ‘n Piazza der Mercato E girava fra ‘ banchi come un matto! A ‘na gattina poi s’è avvicinato strisciando sulla pancia quatto quatto; io m’aspettavo succedesse… il “fatto”, ma invece a malapena ‘n’ha parlato. Sicché sono rimasta esterrefatta per quel comportamento inusitato, di fronte all’avvenenza della gatta. -È un gatto di corretti sentimenti; siccome l’altro giorno l’ho castrato, va ‘n giro per’ disdir l’appuntamenti!

Perle Anghiaresi di Turiddo Guerri

Bartulino che guardèva dal finistrino de prigione cor un tempo da lupi, disse a quelli de dietro: -Disgrazièto chi è fora!

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UN GIORNO A GARDALAND

siamo partiti per Anghiari, stanchi ma felici. Nel pulman come al solito c’è stato il finimondo, tra canti, scontri tra Anghiari e Tavernelle, con la nostra Sonia che ci inventava divertenti risposte, e un servizio di parrucchiera da parte delle ragazze. Dopo esserci fermati per cena, siamo ripartiti e quando gran parte della gente stava crollando dal sonno noi, sempre e solo noi, abbiamo iniziato ad inventare filastrocche divertendo il pubblico. Giunti a casa, la simpatica Romana è scesa, anzi meglio dire è caduta davanti casa sua facendo ridere tutto il pulman, Juan Carlos primo tra tutti. Così si è conclusa l’ennesima gita organizzata dall’oratorio, che ringraziamo assieme alla Fratres. Al prossiAlcuni giovani davanti all'ingresso di Gardaland mo viaggio!!

di Simona Lazzerini

È il 1° settembre e una spensierata comitiva di circa 55 persone, tra cui bambini, ragazzi, adulti e arzilli vecchietti partono per Gardaland. La gita è stata sponsorizzata dalla Fratres, che durante il viaggio ci ha mostrato un video riguardante la donazione del sangue. Durante il viaggio, nonostante fosse presto, l’atmosfera è delle migliori: i canti, le urla e le battute di noi ragazzi dell’oratorio hanno fatto svegliare anche i più assonnati. Arrivati a destinazione alle 10, ci siamo incamminati verso il parco. Gli adulti hanno fatto un giro e sono andati al delfinario, mentre i giovani hanno provato tutte le attrazioni. Montagne russe con giri della morte, viaggi tra i corsari, la giungla e l’antico Egitto, visite panoramiche, giri con gommoni tra luoghi indiani... anche il nostro Don Juan Carlos si è dato al divertimento salendo sulle attrazioni meno spericolate. Ma spesso gli adulti sono i più scatenati, come Alessandro Bivignani che, anziché controllare i ragazzi, è stato controllato da noi! Alle 6

Palazzo del Marzocco Il centro di Documentazione della Battaglia di Anghiari, ospitato nei saloni di Palazzo del Marzocco, offre al visitatore la possibilità non solo di conoscere un evento storico che ha segnato la storia del luogo e quella di Firenze, ma anche di mettersi sulle tracce di una vicenda artistica che ha assunto una straordinaria importanza da quando Leonardo da Vinci ebbe l’incarico di raffigurarla nella sala grande del Palazzo della Signoria. Sulla scia della preziosa memoria leonardesca, nella prima delle sale del Marzocco, aperte ogni giorno, i visitatori possono essere accompagnati alla visita di un plastico che riproduce il campo della famosa battaglia così come è uscito dalle mani di Maurizio Prussi, uno specialista a cui si devono anche altre ricostruzioni di battaglie. Prussi ha collocato nell’ampia pianura di Anghiari una scena animatissima della fase finale della Battaglia: 2200 uomini, cavalli e strumenti di guerra (in lega di piombo e stagno) e bandiere, tutti colorati a mano. Nella seconda sala è documentata, in riproduzione anastatica, una serie di disegni che, in seguito all’incarico affidatogli nel 1503 da Pier Soderini, gonfaloniere della Repubblica Fiorentina, Leonardo realizzò per la preparazione del già ricordato dipinto murale con la scena della Battaglia di Anghiari. Accanto a questi altre riproduzioni anastatiche che testimoniano il fascino esercitato da Leonardo sugli artisti di ogni tempo, soprattutto su Rubens, che eseguì una straordinaria copia (ora conservata al Luovre) della zuffa di cavalieri per la conquista della bandiera: un’opera a cui successivamente si riferirono altri artisti per rappresentare ancora una volta in disegni ed incisioni (che è possibile vedere ora riprodotti nelle sale del Marzocco) il drammatico furore di chi combatté ad Anghiari. Nella terza sala questa documentazione è integrata dalle copie anastatiche di due codici di Leonardo, il Manoscritto K ed il Codice Atlantico, fedeli riproduzioni che permettono al visitatore un migliore accesso al mondo del genio del Rinascimento. Il primo, uno dei dodici manoscritti attualmente conservati presso l’Istitut de France di Parigi, raccoglie studi di geometria euclidea, sull’acqua, sul volo degli uccelli e un disegno di guerriero per la Battaglia di Anghiari. Il Codice Atlantico, il cui originale è conservato a Milano, raccoglie materiale grafico sull’intera carriera artistica di Leonardo (1478-1519), dimostrando la varietà di interessi di questo poliedrico artista. Perché sia compresa meglio la straordinaria importanza della perduta opera leonardesca sono state inserite nella mostra tre raffigurazioni preleonardesche della Battaglia di Anghiari. Si tratta delle fronti di cassoni nuziali eseguiti a Firenze non molto tempo dopo la battaglia. La più interessante dal punto di vista artistico e documentario, ora conservata nella National gallery of Ireland di Dublino. Infine i visitatori potranno vedere una ricostruzione dell’opera leonardesca eseguita da Vittoria Chierici. L’artista ha immaginato la Battaglia di Leonardo e l’ha ricostruita sulla base di uno studio prospettico e compositivo utilizzando, naturalmente, gli schizzi del grande maestro e varie fonti storiche e iconografiche.

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Angolo della Missione Rubrica a cura di Franco Cristini Dice il Profeta Isaia: “È piuttosto questo il digiuno che voglio …dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, i senza tetto… Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed Egli ti dirà “Eccomi”. Il Vangelo ci esorta ad avere fiducia nell’aiuto della Provvidenza, la quale nel momento opportuno interviene generosamente. Posso confermare quanto questo sia vero, infatti dopo alcuni mesi di sofferenza economica ecco che le offerte per la nostra missione in Tanzania hanno ripreso ad affluire. L’ammontare delle offerte del periodo è di L. 1.470.000 per un totale in cassa di lire 3.650.000. Grazie di cuore a tutti, un ringraziamento particolare alla Comunità del Carmine che anche quest’anno, in occasione del pranzo dell’oca, ha donato la somma di un milione. Da ricordare che questa estate abbiamo avuto la grazia di conoscere un frate cappuccino missionario della Tanzania il quale ha celebrato la Santa Messa nella chiesa francescana della Croce nel giorno del Perdono di Assisi e ha poi celebrato la Messa del Primo Venerdì del mese di Agosto a Micciano dove è stata donata dai partecipanti la somma di ben novecento mila lire.

IL FATTO

di Enzo Panichi a cura di A. Bivignani

I Baschi verdi a Roma

offrirono a don Gino dell’uva, dicendogli però che essi l’avevano rubata lì vicino; il parroco non ci pensò due volte: dette “l’assoluzione” e tutti poterono mangiare l’uva prima di ritornare in quel di Tavernelle.

Nei giorni 11, 12 e 13 settembre del lontano anno 1948, un singolare quartetto di persone si erano mosse da Tavernelle per raggiungere in motocicletta la città di Roma. Non in un periodo a caso; a Roma infatti c’era il “raduno dell’ottantesimo” che vide radunarsi nella città dei Papi una moltitudine di giovani, quelli della Gioventù Cattolica Italiana, di cui faceva parte anche Enzo. Dopo Anno 1948, nella foto, paraver raggiunto Roma con una sola motocicletta BMW tendo da sinistra, Francesco con sidecar della guerra, i quattro trovarono alloggio in Tavernelli, don Gino Lazzerini una chiesa vicino a piazza Venezia dove, per l’occasione, ed Enzo Panichi. avevano sistemato per terra dei materassi (una specie dell’odierna Giornata Mondiale della Gioventù). La sera del 13 settembre, mentre tutta la folla presente nella Città Di prossima pubblicazione Eterna si trovava in piazza san Pietro, scesero dai palazzi Vaticani più di 1000 preti per confessare tutti i presenti. Con il prossimo numero inizierà la pubblicazione Fu un momento davvero eccezionale. In occasione di di una ricerca del maestro Flavio Mercati dal titolo questo raduno nazionale, furono dati ai giovani che vi “Balli, orchestre, luoghi e tempi del ballo, costumi parteciparono dei cappelli, i baschi verdi, che diventò da ed usanze in Anghiari dall'inizio del '900 ai nostri allora il nome degli aderenti alla Gioventù Cattolica. I giorni”. quattro erano: il nostro amico Enzo Panichi, Francesco Nel precedente articolo "Moto che passione" Tavernelli, don Gino Lazzerini (parroco di Galbino – Ta- a proposito di una marca di moto, per un errore di vernelle) e Dante Lazzerini (fratello di don Gino). Non copiatura, è stato scritto MV Augusta. Il vero nome furono però i soli del comune di Anghiari, in quanto si di questa marca, che negli anni ’60 diverrà anche imbatterono a Roma con Francesco Bonarini, che allora campione del mondo, è MV Agusta. Ce ne scusiamo faceva il banchiere. con l’autore e con i lettori. Per la strada di ritorno incontrarono dei carabinieri che 13


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari Il Giubileo dei Gruppi Fratres Davanti al Papa per riaffermare le proprie radici evangeliche e per confermare la volontà di proseguire nel proprio impegno quotidiano a favore di chi ha bisogno. Migliaia di pellegrini hanno raggiunto Piazza San Pietro a Roma, sabato 29 aprile, per il giubileo dei gruppi “Fratres” e delle Misericordie. Un momento di riflessione e preghiera, ma anche di grande gioia sottolineata dai canti e dallo sventolio dei fazzoletti gialli che hanno dato colore alla Piazza battuta dalla pioggia fin dalle prime ore del mattino. I volontari sono arrivati da tutta Italia, a bordo di pullman e treni speciali, stringendosi attorno al Pontefice. “Grazie per il vostro intervento – ha detto il Santo Padre. Voi fate sentire a chi soffre la presenza della Provvidenza del Signore. Dilatate i vostri confini affermando i valori evangelici che sono sempre una garanzia per il rispetto dell’uomo.” Il Papa ha quindi ringraziato i pellegrini per i doni ricevuti: due autoambulanze che saranno destinate a missioni in Kosovo e a Taiwan e una pietra simbolo del seminario diocesano che sarà costruito a Taiwan. Nel suo messaggio al Pontefice il presidente della Consociazione dei gruppi donatori di sangue “Fratres” ha ricordato “che l’attività e la spiritualità dei donatori scaturisce dal Vangelo, nascono dalla Chiesa e si lasciano guidare dalla luce del suo magistero. Gesù Cristo ha dato tutto il suo sangue per la salvezza dell’umanità intera; nel suo nome ci impegniamo a dare un po’ del nostro sangue perché tanti nostri fratelli, grazie anche al nostro intervento, possano riacquistare la salute e la vita. A nome di tutti gli appartenenti ai nostri gruppi “Fratres” – ha concluso il presidente – Le rivolgia-

mo un grazie caloroso e sincero, con l’augurio che il suo ministero, al servizio di Dio e degli uomini, produca frutti di pace e di fraternità per i quali anche noi, dietro la sua parola e il suo esempio, ci impegniamo a lavorare.” L’udienza con il Santo Padre e stata preceduta dalla Santa Messa celebrata dal cardinale Etchegaray, presidente del comitato centrale per il Grande Giubileo. Nella sua omelia il cardinale il cardinale ha ricordato che la Misericordia scaturisce dalla gratuità dell’amore e ha invitato le Confraternite e i gruppi Fratres a riscoprire le radici evangeliche su cui sono state create quasi otto secoli fa. Proprio in questo senso è importante oggi vivere il pellegrinaggio sulle orme degli antichi viandanti medievali che arrivavano a Roma da ogni città della penisola. Oggi come allora la dimensione della strada deve essere vissuta come cammino interiore e percorso di crescita e di avvicinamento al prossimo, più che mai bisognoso di aiuto. “Il nostro scopo – ha spiegato Cardile – non e solo quello di raccogliere sangue: da sempre i gruppi Fratres puntano a far crescere la cultura del dono. Per questo crediamo che la donazione di sangue debba essere gratuita, consapevole e responsabile. Celebrando il Giubileo – ha concluso Cardile – vogliamo riscoprire le radici evangeliche del nostro impegno guardando al dono più grande di tutti: quello di Cristo sulla croce.” Per questo la partecipazione al Grande Giubileo del Duemila, per i gruppi Fratres non deve essere un punto di arrivo, ma una base da cui rilanciare con ancor più vigore la propria azione quotidiana al servizio dei più deboli.

IL MOTTO DEL DONATORE “Una stilla del mio sangue per un palpito del tuo cuore” 14


LE INIZIATIVE ESTIVE DEL GRUPPO

L’estate, si sa, è la stagione che tutti per lo più dedicano non solo alle ferie ed all’abbronzatura della pelle, ma Ultima e più recente iniziativa, la Gita-pellegrinaggio al Santuario Mariano di Loreto, con successivo trasferimento a RECANATI e conclusiva escursione lungo la vicina costa marchigiana, di cui riportiamo qui di seguito la cronaca, scritta da quattro giovanissimi protagonisti del viaggio stesso.

anche al turismo, alla festa, al divertimento… Il Gruppo Donatori di Sangue, anche nel nuovo millennio, non ha voluto essere da meno ed ha proposto e realizzato, non solo per i propri iscritti e simpatizzanti ma per tutti gli anghiaresi, una ricca e qualificata serie di attività che, distribuite equamente nel corso dell’intera stagione, hanno contribuito a movimentare la vita estiva del paese. Dopo la Gita all’isola d’Elba del maggio scorso, di cui abbiamo ampiamente parlato nel numero precedente dell’Oratorio, domenica nove luglio, si è svolta l’ormai tradizionale Festa estiva del Donatore, nel consueto scenario della “Pizzeria la Pineta” di Anghiari, giunta quest’anno alla terza edizione. Numerosissimo il pubblico presente, soprattutto all’intrattenimento musicale della sera, con i sempre in forma giovani del Nuovo Gruppo. Particolarmente apprezzato è stato il recital pomeridiano dei giovani di Tavernelle che, pur tra mille difficoltà, hanno fatto di tutto per onorare il nostro invito, offrendo poi al Gruppo Donatori stesso il meritato compenso, in memoria di un loro carissimo amico recentemente scomparso. Un doveroso ringraziamento da parte del Consiglio Direttivo: grazie di cuore a tutti voi!!!

Festa estiva del Donatore: Un momento del recital dei giovani di Tavernelle

Loreto: Cronaca di una gita di mezza estate Sabato 26 agosto 2000, in una bella giornata di sole siamo partiti per Loreto. Nel pulman aleggiavano le 4 stagioni, a causa dell’aria condizionata: in fondo al pulman inverno puro e rigido, in cima autunno, al centro primavera e al primo piano temperatura da deserto del SAHARA . Nel passare da un paese all’altro, l’accompagnatore ne spiegava la storia artistica e culturale . Arrivati a Loreto, il nostro parroco ha celebrato per noi la S. Messa all’interno del Santuario della S. Casa, presso la cripta del S.S. Crocifisso . Dopo la messa, abbiamo fatto un breve giro del Santuario, visitando anche la casa della Madonna di Loreto. Ripartiti, siamo andati a Recanati dove, occupate quasi tutte le panchine del piccolo parco “DELL’ERMO COLLE” e disteso su di esse il contenuto dei frigo portatili, ci siamo abbandonati alla degustazione delle incredibili portate che le nostre mamme avevano preparato: non mancava nemmeno il “ goccetto” di fine pranzo (e lo chiamano pranzo al sacco!!!!!). La visita alla casa di Giacomo Leopardi è stato il momento che ha diviso la parte religiosa da quella culturale e dedicata allo svago. Arrivati a Numana, gli 80 partecipanti alla gita, con uno slalom da giocatori di calcio, hanno attraversato i corpi degli ignari bagnanti e sono arrivati sul bagnasciuga; toltesi le scarpe, rovesciati pantaloni e gonne hanno, aspettato gli spruzzi delle onde per bagnarsi le estremità e trovare finalmente sollievo dal caldo. La scena ci ha ricordato le storiche gite dei nostri nonni, quando si affacciavano per la prima volta al mare o, come in tempi moderni, lo sbarco dei profughi appena avvenuto. Spettacolo nello spettacolo la nostra simpatica Romana, in versione Miami Beach che è ritornata verso il pulman con incollate nei piedi le verdi alghe che le davano un tocco di colore. Abbiamo visitato anche Sirolo dove da una splendida terrazza si è ammirato il bellissimo panorama che si affacciava sul mare. Nemmeno le salite di Gubbio, ultima tappa, hanno spento le ultime forze e a gole spiegate siamo ritornati ad Anghiari alle 23.

Sara, Lucia, Federica e Cesare

Diventa Donatore di Sangue 15


Prima Comunione ad Anghiari Il 25 giugno scorso, festa del Corpus Domini, nella chiesa di Propositura, durante la messa delle 11, sedici bambini hanno ricevuto la loro Prima comunione. Era con gioia e trepidazione che aspettavano questa data, certo anche per il clima di festa che li avrebbe visti protagonisti indiscussi della giornata, fra parenti, amici, regali. Ma essi intuivano anche, con lo slancio tipico dell’età, che qualcosa di nuovo e importante stava per accadere in loro. Il loro ingresso nella chiesa, con il fiore e la tunica bianchi, è stato composto e sereno, come durante tutta la celebrazione. Con puntualità i ragazzi hanno partecipato anche alla messa delle 18 nella chiesa della Croce, per poi prendere parte alla breve processione, durante la quale hanno sparso petali di fiori per le strade del paese, fino alla Propositura. Il 24, vigilia della festa, i comunicandi hanno trascorso una giornata di ritiro presso il cenacolo di Montauto, dove suor Claudia ha fatto loro comprendere con amorevole chiarezza il vero significato dell’amicizia e in particolare quella con Gesù. Durante l’anno catechistico i bambini avevano frequentato con assiduità e impegno. Anche i genitori, quali primi garanti dell’educazione religiosa, erano stati coinvolti in alcune fruttuose “lezioni” di catechesi, durante le quali don Juan Carlos li stimolava a prendere coscienza dell’inderogabile compito di guida nella crescita spirituale dei loro figli. Domenica 3 settembre, nella chiesa di Santo Stefano, hanno ricevuto la loro prima Comunione gli altri 5 bambini che avevano frequentato il corso di catechismo. Erano presenti molti dei compagni per condividere la gioia di un momento così importante. Marida LE VOCI DEI BAMBINI SULLE IMPRESSIONI DA LORO PROVATE IN QUESTA FESTA Domenica scorsa ho ricevuto la mia prima Comunione, ero molto emozionato e felice. Nel momento che prendevo l’ostia mi batteva forte il cuore. Mi sentivo diventare più grande, perché ora, come i “grandi” ogni volta che sarei andato alla messa avrei potuto prendere l’ostia e rivivere quel momento emozionante. GIULIO MARTINI Il giorno della mia Comunione è stato una gran festa. Io ero molto contento perché avevo ricevuto l’ostia consacrata che conteneva il corpo di Gesù. Poi ho chiesto a Gesù di essere buono. MARCO MATTEAGI Ringrazio le catechiste Marida ed Elena, il parroco don Juan Carlos per aver reso una festa bellissima il giorno della mia prima Comunione. Vorrei che tutti i bambini del mondo provassero la mia stessa gioia e felicità. 16

ANNALISA MUGELLI La mia prima Comunione e stata molto bella, emozionante e aspettavo questo giorno con ansia. Ero agitata, avevo paura di sbagliare, però è andato tutto bene e questo giorno non lo dimenticherò mai. MARTA PETRUCCIOLI La mia prima Comunione è stato il giorno più bello perché ho preso per la prima volta l’ostia: da ora anche io tutte le domeniche andrò all’altare a prendere il Corpo di Cristo. JACOPO PICCINI Alla mia Comunione, quando io ed alcuni dei miei compagni leggevamo una frase, mi sono emozionata tantissimo perché c’era tutta quella gente che mi guardava. Poi quando ho preso l’ostia ho sentito come un calore dentro di me ed ero felice. LUCREZIA MONDANI Il giorno della mia prima Comunione sono stata molto felice perché ho ricevuto Gesù per la prima volta e ho partecipato insieme a tutti gli altri alla mensa eucaristica. Per la prima volta ho, insieme agli altri miei compagni, veramente rivissuto il dono che Gesù ha fatto di sé per la nostra salvezza e mi sono unita al ringraziamento di tutti i fedeli partecipando attivamente alla festa del giorno del Signore. CHIARA GANAVELLI Domenica 25 giugno abbiamo ricevuto la nostra prima Comunione. Per noi è stato un momento emozionante e speciale. Oggi è venerdì e prenderemo la nostra seconda Comunione. ANNA CAIDOMINICI La prima Comunione per me è stata un momento unico, perché ho preso per la prima volta il corpo di Cristo. Ero emozionato e quel momento rimarrà sempre nel mio cuore e non lo dimenticherò mai. ALBERTO CAMAIANI Il giorno della prima Comunione mi è piaciuto molto perché per la prima volta ho ricevuto il corpo di Gesù. Quando siamo entrati in chiesa abbiamo cominciato la messa. Alla fine il fotografo ci ha fatto delle foto molto belle. Poi sono andata al rinfresco a casa mia. Infine noi bambini abbiamo fatto la processione. FRANCESCA DEL SERE Domenica 25 giugno 2000: è la data della mia prima Comunione. Io e i miei amici ci siamo preparati a questo avvenimento per diverso tempo: esattamente due anni di catechismo. Io avevo assistito altre volte alla Comunione e aspettavo con ansia la mia. È difficile spiegare la sensazione strana di trovarsi nella solita chiesa come tutte le domeniche, ma in modo diverso, non solo per il vestito bianco ma perché tutto era predisposto per noi: le sedie, i fiori, persino la gente che ci osservava aspettando l’inizio del rito. Eravamo i protagonisti e questo mi faceva piacere, ma mi metteva un po’ di agitazione.


È venuto il figlio dell’uomo che mangia e beve

Comunque tutto è passato quando ci siamo seduti e mi sono concentrata sulla messa, il resto è venuto da sé. Ogni tanto lanciavo uno sguardo alla mamma che mi sorrideva rassicurandomi. Così siamo arrivati al termine soddisfatti di come tutto è andato bene. Penso che avrò un ricordo molto bello di questo giorno, vissuto con le persone a cui voglio bene: i genitori, parenti e gli amici più cari. VERONICA MARRANI

di Cmr

Così dice Matteo al capitolo II e dice anche che i contemporanei giudicano Gesù un mangione e un beone, amico dei peccatori. Ho ripescato il passo evangelico, che ricordavo vagamente, dopo aver letto sull’ultimo “Oratorio” il resoconto, di quel ragazzo in gamba che si chiama Giulio, su la gita effettuata ai Monti Rognosi. Da buon toscano, anche se in erba, Giulio, in due parole mette argutamente e bonariamente in evidenza le doti conviviali di Don Juan Carlos. Su queste doti anch’io avevo… sospettato, con la convinzione che debbano essere attribuite anche a Don Marco. Entrambi sono stati dal Signore muniti di una robustissima carrozzeria e, conseguentemente, di un potente motore per far camminare il tutto; quindi trasferendo la situazione in campo sportivo, di Formula 1, hanno bisogno tutti e due di più di un PIT-STOP durante le gare. E che gare devono sostenere per mandare avanti tutta la scuderia anghiarese! Accertato, dunque, che necessitano di copioso rifornimento di carburante e che è fisiologica una loro maggior attività dei muscoli mascellari rispetto a quelli degli stinchi, ritorniamo a S. Matteo e alle parole di Gesù, il quale promette un castigo severo per chi giudica dalle apparenze, senza tener conto dei fatti concreti (in quel caso dei tanti miracoli operati), nel nostro caso di una intensa attività pastorale. Guardiamo perciò positivamente le eventuali doti conviviali di Don Marco e Don Juan Carlos; lasciamo che di tanto in tanto condividano la buona tavola con le loro pecorelle e che a quella tavola si faccia sempre posto per un amico in più. Siano tutte le riunioni momenti di aggregazione, vissuti in serena letizia, con lo scopo essenziale di conoscersi meglio vicendevolmente, perché è solo conoscendo che si può amare. Buon appetito a tutti ed in particolare al simpatico Giulio, cronista sportivo che scrivendo: “Don J.C. a camminare non ci viene ma quando si tratta di mangiare c’è sempre”, ha scoperto… gli altarini! La vignetta: Facile per lei!

Primo incontro con il Signore Gesù, così io faccio memoria, mi siedo a tavola come gli apostoli, faccio festa, e poi come gli apostoli anch’io vivo giorno dopo giorno con Gesù per Gesù in Gesù. È questa la nostra vita! ANDREA GIOVAGNINI Il giorno della Comunione è il più importante della nostra infanzia, perché dopo si può partecipare alla mensa di Gesù. DIMITRI BORIOSI Ieri è stata una festa bellissima, ho fatto la prima Comunione, ho ricevuto da Dio un sacramento. DAVIDE RUGGERI Dall’emozione avevo dei brividi di freddo, ma sentivo caldo perché il mio vestito era pesante. Ero emozionatissima perché eravamo al centro dell’attenzione, ma il momento più bello è stato quando ho ricevuto l’ostia. LETIZIA ZINEDDU La mia prima Comunione è stata molto emozionante e poi quel vino era fortissimo! Infatti dopo mi girava la testa. ENRICO VALENTINI Io mi sono emozionata quando ho ricevuto Gesù Eucaristia dentro di me, perché me lo sentivo come un grande amico. DIANA CANTELLI Per me la prima Comunione è una cosa molto bella, perché si riceve Gesù nel nostro cuore. VALENTINA MAZZONI

Offerte per la Misericordia Aldo Tognetti e Delia Bartolini, in occasione del loro cinquantesimo anniversario di matrimonio, hanno devoluto la somma di L. 685.000 alla Confraternita di Misericordia in memoria di Bartolini Lina.

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Alfio e Alfredo Mentre ringrazio sinceramente l’autrice (che vorrei conoscere) delle riflessioni sulla mia poesia “Braccia”, sia per la condivisione delle idee, sia per i complimenti che mi fa, veri “fiori” per il mio vecchio “giardino”, prego la Redazione dell’Oratorio di gradire questi due affettuosi ricordi dei carissimi Alfio Zoi e Alfredo Giunti; sono due profili a lapis che

feci loro circa cinquant’anni fa, nel felice periodo in cui frequentavano la mia casa in attesa del concorso magistrale che poi ce li rubò regalando due tesori a Brescia. Spero che qualcuno ce li riconosca e li ricordi, giovani, intelligentissimi, spiritosi e… rispettosi come usava allora e come sono rimasti vivi per sempre nel mio cuore. Maria Pia Fabiani.

Ancora campioni provinciali di Muzio Vellati

I ragazzi del Gruppo Sportivo Fratres–Calcio hanno vinto meritatamente il campionato provinciale del Centro Sportivo Italiano categoria amatoriale per la stagione 1999/2000 al termine di una stagione esaltante che li ha visti combattere fino all’ultima giornata di campionato con la forte squadra del Ponticino. La formazione anghiarese è riuscita nell’impresa grazie ad un costante rendimento tenuto per tutti gli 8 mesi di campionato e ad un exploit finale realizzatosi nelle ultime cinque giornate del torneo quando i ragazzi di mister Piomboni hanno saputo rimontare i cinque punti di svantaggio che li dividevano dalla formazione del Ponticino. Il testa a testa con i valdarnesi è durato fino all’ultima giornata e la Fratres ha conquistato il titolo di campione provinciale con 78 punti in classifica, contro i 77 del Ponticino. La vittoria viene avvalorata dai numeri della formazione anghiarese: 25 vittorie, 3 pareggi e solo 2 sconfitte, 106 le reti segnate con una media di 3,5 centri ogni incontro. La classifica di capocannoniere del campionato è stata vinta dal centravanti della Fratres Maurizio Girolimoni con 34 reti realizzate. A coronamento di questa splendida impresa martedì 23 Giugno presso lo stadio comunale di Arezzo la Fratres ha disputato la finale assoluta per il titolo provinciale amatoriale contro la formazione aretina del Piazza Grande, squadra lª classificata nel campionato Uisp. Purtroppo, dopo che allo scadere dei 90 minuti la partita era in parità sul risultato di 2 a 2, i calci di rigore sono stati fatali alla formazione anghiarese che per la terza volta nel giro di 5 anni ha dovuto soccombere agli avversari di turno nello scenario dello stadio di Arezzo. Per dovere di cronaca le reti della Fratres sono state realizzate da Riccardo Del Vecchio e Michele Bruni. Comunque un doveroso ringraziamento a questi splendidi ragazzi che meritano di essere citati: Alessandro Acquisti, Giuliano Acquisti Alessandro Alberti, Agostino Alfonsi, Marco Boncompagni, Domenico Boriosi, Stefano Bracci, Michele Bruni, Claudio Buffetti, Franco Buricchi, Andrea Buzzichini, Mirco Cangi, Riccardo Del Vecchio, Giuseppe Forasiepi, Sauro Franchi, Gabriele Furlan, Benito Gaggiottini, Maurizio Ghignoni, Maurizio Girolimoni, Romano Girolimoni, Bruno Grazi, Luca Landucci, Marco Maioli, Mirco Meozzi, Claudio Perugini, Alessandro Porzio, Enzo Romanelli, Nicola Rondoni, Alessandro Sciadini, Piero Senesi, Andreas Valente.

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Dalle nostre Parrocchie

Il mercoledì abbiamo partecipato alla Messa internazionale nella Basilica di San Pio X mentre mi preparavo per la Santa Messa ho incontrato un parroco di Arezzo, il parroco di Puglia. Questa Messa internazionale era presieduta da sette vescovi e concelebrata da circa 300 sacerdoti. Ricordo che la Basilica contiene 25 mila persone. Il giovedì abbiamo partecipato alla Messa degli italiani davanti alla grotta, ma dato che eravamo in tanti ci hanno mandato al di là del Gave davanti alla Basilica di santa Bernardetta anche questa Messa era presieduta da 4 vescovi. Infine l’ultimo giorno abbiamo celebrato Messa nella cappella sopra la Grotta, la cappella di San Michele.

Monterchi - Domenica 8 ottobre ricorre a Monterchi

la festa del patrono San Simeone. Alle ore 11 ci sarà la solenne Celebrazione Eucaristica con l’amministrazione del sacramento della Cresima a 25 ragazzi della parrocchia di Monterchi, Pocaia e Padonchia. A Novembre anche a Monterchi si celebra la commemorazione dei morti. In quell’occasione la tradizione vuole che si celebri la S. Messa al cimitero come pure l’ottavario in suffragio dei Morti. Oltre che al cimitero urbano di Monterchi che verrà visitato solennemente la prima domenica dopo i Santi anche negli altri cimiteri la visita avverrà in domeniche successive (Borgacciano lo stesso giorno dei Santi) per celebrarvi Messe di suffragio. A ottobre riprende l’anno catechistico, dopo la festa di San Simeone. In quell'occasione viene dato il mandato ai catechisti. Il 29 settembre c’è stata la festa patronale a Padonchia dedicata a San Michele Arcangelo. Festa molto semplice. Sono state elettrificate le campane della chiesa di San Biagio a Pocaia. Dal mese di settembre scandiscono le ore, la mezz’ora, il mezzogiorno e l’Avemaria della sera. Per una serie di motivi non ci sono più le persone adatte o disponibili a suonare le campane e quindi l’elettrificazione è stata resa obbligatoria. Il dispositivo è però tale che si possono comunque suonare anche a mano. La chiesa è in luogo panoramico e la sua “voce” arriverà anche nella zona di Pantaneto. L’impianto, realizzato dalla ditta Gallorini di Castiglion fiorentino, è costato circa otto milioni. In occasione della festa della Madonna Bella è stata comunicata alle famiglie questa realizzazione e ognuna di loro contribuirà in modo libero come è stato fatto anche in passato.

San Leo - Il mese di Ottobre è dedicato alla Madonna

del Rosario e si fa festa a Tubbiano domenica 8 ottobre: S. Messe alle ore 9 - 11,30 - 16. Nel pomeriggio i festarini organizzano un ritrovo con giochi popolari e merenda. A San Leo domenica 22 ottobre: S. Messe alle ore 8 - 10,30 - 16. Nel pomeriggio festa e intrattenimenti popolari tradizionali. Il 1° novembre, nel pomeriggio, si fa la visita ai cimiteri. Alle ore 15 al cimitero di San Leo e alle ore 15,45 al cimitero di Tubbiano. Una festa molto importante per la nostra parrocchia cade il 10 novembre. Si tratta di San Leone, titolare della parrocchia, papa dal 440 al 461. San Leone riuscì a fermare l’avanzata di Attila. Offerte per l'Oratorio Acquisti Fabiano Gaggiottini Lilia

Mariotti Mario, San Remo Bertusi Edilia

Ancora la E78 Niente di sicuro per il passaggio della Due Mari che prevede l’eventualità del passaggio della valle del Cerfone che costituirebbe un impatto ambientale dato che questa è una valle molto stretta. Da una parte c’è la zona del Mercatale e dall’altra la Reglia ed il Monastero e tutto ciò costituirebbe un problema per la nostra comunità di Monterchi.

Micciano - Il primo novembre alle ore 15 visita al ci-

mitero preceduta dall’ottavario in suffragio dei morti. Ricordo anche il primo venerdì del mese il 6 ottobre e il 3 novembre. Buona riuscita del pellegrinaggio a Lourdes. Il tempo è stato favorevole ma siamo stati un po’ in ansia per la mancanza del gasolio (il nostro autista è dovuto andare in Spagna a fare rifornimento) e al ritorno la preoccupazione per i blocchi stradali, ma poi in effetti bloccavano solo gli autotreni. Infine in Liguria siamo rimasti fermi per un’ora e mezzo fra Lavagna e Sestri Levante a causa del grosso incendio che si era sviluppato. I momenti belli li abbiamo passati a Lourdes dove abbiamo trovato l’Unitalsi del Triveneto e tantissimi italiani dal Veneto fino a Reggio Calabria. Eravamo una quarantina di persone fra Micciano, Anghiari, Sansepolcro e Arezzo e infatti nella foto ricordo abbiamo scritto Valtiberina Toscana - Diocesi di Arezzo.

Il semaforo

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Molti si lamentano del troppo tempo passato ai semafori del giardinetto messi per i lavori per la "Croce". L'unico che non si lamenta io credo sia Valeriano. In questo modo infatti egli, mentre lavora sul marciapiede davanti alla sua bottega, può scambiare alcune parole con il passeggero della macchina in attesa davanti a lui!


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Ovvero la storia in breve del nostro paese raccontata da Sergio Lombardi (IV ed ultima parte)

CASTELLO FEUDALE di MONTAUTO: Del castello, uno tra i più antichi ed importanti della Val Tiberina, non restano che tracce delle mura, una torre e pochi altri avanzi. Lo stesso ristrutturato in tempi relativamente moderni nasconde in sé le tracce della primitiva costruzione.

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Baldaccio viene ucciso e gettato dalla finestra quindi decapitato e la sua testa esposta per tutto il giorno sulla piazza, il corpo di Baldaccio Bruni è sepolto nel chiostro di S. Spirito a Firenze. La vedova Annalena, dopo la morte prematura del figlio, si ritira in convento. ANGIOLO CANINI - Nato ad Anghiari nel 1521, uomo di cultura a parere del Taglieschi, lo stesso morì avvelenato a Barcellona nel 1560, dove riposa tuttora. Tra le sue opere più importanti ricordiamo: “Istitutiones linguarum syricae et talmudicae”, edito nel 1554 e inoltre “De hellenismo”, edito nel 1555.

CASTELLO di SORCI: Tale Castello, di probabile origine Longobarda, fu dominio della famiglia Pichi di S. Sepolcro e serviva da asilo ai fuoriusciti del contado nelle lunghe lotte medioevali. Questo castello nel 1385 divenne dominio della Repubblica Fiorentina. CASTELLO FEUDALE di GALBINO: La struttura di questo castello ha subito nel corso dei secoli una notevole trasformazione, fu residenza dei conti di Montauto sino alla fine del XVIII° Secolo. Attualmente è adibito a villa. Colpisce per la sua configurazione architettonica e stilistica a forma rettangolare con quattro torri cilindriche ai lati.

GIROLAMO CANINI - Nipote di Angiolo Canini, nacque nel 1560, filosofo storico e teologo morì di peste a Padova nel 1631. GIROLAMO MAGI - Nacque ad Anghiari nel 1525, rimasto orfano fece gli studi umanistici all’università di Pisa e Perugia. La sua vita fu tutto un vagabondare alla ricerca di una buona sistemazione che trovò a Venezia, infatti fu nominato Cavaliere di S. Marco con assegno vitalizio di 400 scudi. Nello stesso anno fu inviato dalla Serenissima a Cipro in qualità di esperto in fortificazioni ma catturato dai Turchi fu condotto, come schiavo, a Costantinopoli da dove riuscì a fuggire e rifugiarsi presso l’ambasciatore Carlo Rym e nonostante ciò fu di nuovo catturato e questa volta strangolato: era il 27 Marzo 1572.

VILLA BARBOLANA: Fu in origine dimora signorile della contea di Montauto dei signori Barbolani di Montauto, successivamente poi dei duchi di S. Clemente. Da notare un architrave che sostiene un portale in pietra, ciò riporta la data MDVXXXVI. IL CARMINE: complesso cinquecentesco di ampia volumetria, architettonicamente è a croce latina, dedicato alla Madonna del Carmine, lo stesso è stato costruito tra il 1536 e il 1539 su disegno di Camerini da Bibbiena in seguito all’apparizione della Madonna ad una pastorella. Complesso conventuale appartenente ai frati Carmelitani fino al 1780, quando lo stesso fu rilevato dal comune di Anghiari che nel 1804 lo cedette ai Camaldolesi. *** Per concludere voglio ricordare alcuni personaggi di Anghiari meritevoli dell’omaggio dei posteri, uomini illustri del passato importanti per il presente e insegnanti per il futuro!

FEDERICO NOMI - Nacque ad Anghiari da Giovan Battista Nomi di S. Sepolcro e Ottavia Canicchi di Anghiari, sacerdote a 23 anni Federico Nomi nel 1670 fu rettore del collegio ducale di Pisa e professore di diritto feudale nella stessa università, viene allontanato dalla medesima per motivi non chiari e nel 1682 ebbe la pievania di S. Simone a Monterchi dove visse in povertà fino alla morte. Valido è il poema eroicomico del Catorcio di Anghiari scritto dallo stesso nel 1684. FRANCESCO NENCI- Nato in Anghiari il 10 Aprile 1781, bravo poeta e pittore, amico del Canova e dell’Alfieri, morì il 4 Marzo 1850.

BALDACCIO BRUNI - Nelle sue storie Fiorentine, il Macchiavelli così lo definisce: “uomo di guerra eccellentissimo, perché in quel tempo non era alcuno in Italia che di virtù, di corpo e d’animo lo superasse”. Figlio di Piero Vagnone Baldaccio Bruni nacque a Ranco presso Anghiari nel 1400 e lo stesso nel 1437 si ritrova al soldo dei Fiorentini i quali in virtù dei suoi meriti, gli concessero la cittadinanza (16 Febbraio 1439), Baldaccio sposa Annalena Malatesti e il 23 Aprile 1441 lo ritroviamo al soldo del papa Eugenio IV° e nel Giugno dello stesso anno è ancora a Firenze dove il 6 Settembre 1441 il gonfaloniere di giustizia Bartolomeo Orlandini, complotta contro Baldaccio e mentre sono a colloquio lo stesso

LORENZO TAGLIESCHI - Appassionato ricercatore di storie paesane, autore di numerosissimi manoscritti tutt’oggi in nostro possesso. BARTOLOMEO MAGI - Frate minore Francescano, poi Beatificato. GIACOMO TORRICELLI - Vescovo di Marsiglia, confessore della regina di Francia Maria dei Medici.

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NICCOLÒ GIUSTI - Insignito dal pontefice Giulio II° il quale era zio materno.


UN GIUBILEO DI VALORI (a cura della BANCA DI ANGHIARI E STIA)

Un evento universale che ha per protagonista la persona: il Giubileo inaugurato la notte di Natale da Giovanni Paolo II è l’emblema dell’apertura verso un mondo senza confini in cui è centrale il richiamo ai valori umani. Anche il settore bancario non può trascurare questi due elementi: da un lato la spinta alla globalizzazione, dall’altro il rispetto delle esigenze di ciascuno. A quest’ultimo riguardo, come ha ricordato recentemente il Pontefice in un messaggio particolare rivolto agli esponenti del Credito Cooperativo, il segno distintivo del movimento è da sempre “un’offerta di credito a misura d’uomo”. “Da questi orientamenti – ha detto il Papa – hanno attinto a piene mani generazioni di imprenditori che, pur promuovendo il progresso economico, non hanno mai perso di vista la ricerca della solidarietà e della tutela dei diritti delle fasce umane più deboli”. Pure nel nuovo contesto di mercato tale vocazione, che caratterizza la cooperazione di credito da oltre un secolo, continuerà a rappresentare anche nel nuovo millennio il cuore stesso della sua missione, come è sancito nella Carta dei Valori del Credito Cooperativo appena varata nel corso del convegno di Riva del Garda. Valori che abbiamo condiviso e interiorizzato ieri, e confermati oggi. Si tratta di una Carta d’identità e insieme una “carta di navigazione”, che dovrà ispirare le nostre scelte ed i nostri comportamenti. Come avete visto, non contiene affermazioni enfatiche o retoriche, ma soltanto la rappresentazione e riaffermazione di una storia che crediamo abbia grande dignità, grande valore e grande futuro.

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Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

La Maestà di S. Francesco ed il Giubileo del 2000 Parole di rallegramento, quelle di Giacomo Babini, Vescovo di Grosseto, nella Celebrazione Eucaristica svolta al Cenacolo di Montauto il 2 agosto, giorno dedicato al “Perdono della Porziuncola” o anche “Perdono d’Assisi”. In questo giorno, infatti, per intercessione di san Francesco, il Papa concesse il dono dell’Indulgenza Plenaria per il due agosto, secondo le aspettative del santo frate che disse poi alle folle che lo stavano ringraziando: “voglio vedervi tutti in Paradiso!”. Quale momento più significativo, poi, se non quello offertoci quest’anno grazie anche al grande Giubileo del 2000. Il pellegrinaggio è infatti uno dei segni più importanti ma anche più additato ai fedeli che vogliono vivere un buon Anno Santo. Scrive infatti mons. Fisichella, Vescovo Ausiliare di Roma: Il pellegrinaggio non è un prerogativa del Cristianesimo. Esso, si potrebbe dire, appartiene alla storia dell’umanità. Dove c’è un uomo lì c’è il suo mettersi in cammino. Il pellegrinaggio tende a relazionare l’uomo con Dio o, almeno, a condurlo alla soglia del Mistero. Ed il Giubileo vuole riproporre a ognuno di noi l’essere in cammino. È, comunque, il segno di una esigenza profonda, e di un movimento che permette di cogliere la profonda spiritualità di cui siamo portatori. I partecipanti alla camminata hanno poi potuto vedere per la prima volta la croce che circa due mesi fa è stata impiantata al posto della vecchia, prima di arrivare alla Maestà. La Croce, lo ricordiamo, è stata fatta dal falegname Papini di Anghiari, il piedistallo è stato restaurato da Enzo Panichi di Tavernelle, e il tutto benedetto da don Marco il 7 maggio scorso (foto e servizio sono nel numero 3 de “l’Oratorio” giugno-luglio 2000).

Dall’osservatorio della Celle: “Allarme U.F.O.”

di “Bramino” e la tenuta “Rio Bo” del Pennacchini. Esaminando con attenzione la superficie insieme ad Alessio (della Celle), abbiamo infatti constatato la perfezione con cui l’erba secca, in mezzo a quella verde, ha formato dei cerchi più o meno grandi. Sono quindi due le ipotesi a seguito formulate: la prima, quella scientifica, farebbe ricondurre il fenomeno dei cerchi di erba bruciata ad una malattia, tipica dell’erba medica che, dopo essersi sviluppata in un punto ben preciso, si allarga in ogni direzione per la stessa lunghezza (creando appunto dei cerchi). La seconda, che è anche quella più accreditata dall’osservatorio della Celle, sarebbe appunto l’atterraggio di alcuni dischi volanti e quindi l’arrivo sulla terra di creature extra terrestri. Chissà se anche questo diverrà, come molti luoghi in America, attrazione per turisti in cerca di starne avventure, oppure se continuerà ad essere il solito tranquillo paesetto di campagna? LA BATTITURA DI UNA VOLTA PRESENTATA DA SANTINO E MARIO DELLA CELLE Intervista di A.B. Santino, anche la battitura di quest’anno è stata organizzata, come sempre, dalla squadra del cinghiale di Tavernelle. Quando è nata e come si è sviluppata l’idea di rappresentare la battitura così come si svolgeva “una volta”? Tre anni fa, grazie alla passione e all’entusiasmo per queste tradizioni di Mario Ghignoni della scuola guida, è nata l’idea di rispolverare la vecchia battitura. È poi proseguita grazie agli amici della squadra del Cinghiale di Tavernelle, che ogni anno si impegnano per tenere viva questa tradizione. La battitura era uno dei momenti centrali per le persone che vivevano in campagna. Cosa rappresentava in fondo questo momento? La battitura rappresentava la raccolta dei frutti del lavoro di un intero anno. Non dimentichiamoci che fino a pochi anni fa il grano e l’orzo erano le colture più praticate e tutto il lavoro del contadino girava attorno ad esse, in particolare al frumento. Quindi il compimento delle fatiche dell’anno.

Ebbene si, anche nella tranquilla e inviolata natura toscana della piccola frazione anghiarese di Tavernelle, tra una partita di carte nel piazzalino della Doretta e un bicchier di buon vino, tra una capatina dal Nanni de Ripalta e un sorso di grappa del Baggi, anche in questo Come si svolgeva nel concreto la Battitura? idilliaco paradiso terrestre, sono stati avvistati strani seOgnuno aveva la sua mansione, il suo compito. C’era gnali che inducono ad immaginare l’esistenza di creature l’addetto al pagliaio, quello al grano, chi passava le extraterrestri. Uno di questi giorni è stato infatti lanciato manne e chi le imboccava nella macchina. l’allarme dall’osservatorio della Celle, segnalando la Poi c’era chi portava via la pula… insomma ognuno presenza anomala di strani cerchi di erba bruciata in aveva il suo dovere ben preciso. un campo di erba medica. Il campo i questione si trova Mario, la Battitura oltre al lavoro era anche una proprio lungo la via tra Anghiari e Tavernelle, tra la casa 22


festa per i contadini, addirittura una delle più grosse dell’anno. Cosa faceva sì che la Battitura diventasse una vera e propria festa? Era una festa perché si mangiava bene, si facevano gli scherzi, si fuggiva dietro alle donne… Era un momento dove ci si ritrovava tutti, e c’era molta più unione tra la gente, tra le famiglie del paese. Adesso ognuno pensa solamente a sé stesso, perché ci sono troppi soldi. Per la Battitura, oltre al lavoro che c’era da fare, c’era il divertimento di stare insieme, tra gli amici; la sera infine tornavi a casa stanco ma contento, perché ridevi, scherzavi, correvi dietro alle ragazze. Insomma, era l’unione che rendeva felici e faceva quasi dimenticare il lavoro e la stanchezza.

ed imparare; in un mondo che invece non lascia tempo per conoscere nemmeno il proprio vicino di casa. Mario, quale messaggio per i giovani del terzo millennio? La cosa che va messa sulla testa ai giovani d’oggi è l’unione tra la gente, tra le famiglie. Bisogna volersi bene tutti per stare bene ed essere contenti. Non va bene il menefreghismo che esiste oggi. È necessario avere il buon cuore che esisteva prima. Questo “buon cuore” veniva dalle persone povere, e oggi ci sono troppi soldi. Vedi Alessandro, in casa dei contadini la prima cosa che ti dicevano era: “vieni qua che si beve”. Adesso in molte case non è più così, non solo per il bere ma per l’accoglienza e la familiarità che c’era prima e che invece adesso non c’è più. Il mio babbo diceva che il bicchiere di vino è il simbolo dell’amicizia. Così anche nella Battitura il vino ed il vin santo erano sempre pronti e per tutti, a simboleggiare l’amicizia che esisteva tra le persone.

Hai parlato più volte di unione tra le persone; in quale modo era presente e faceva lavorare questa unione? Per esempio, quando si mieteva il grano. Allora si diceva: “Mietono alla Banchina”; allora tutti andavamo a mietere alla Banchina, oppure “mietono alla Celle o alle Macchie” e tutti i contadini davano una mano alla famiglia che aveva bisogno. E c’era chi faceva i balzi, chi legava le manne, chi faceva i manciati con la falciatrice, chi cavallettava, chi… (“uno fisso a portare da bere” interviene la Carla, moglie di Mario mentre porta il caffè). Io mi ricordo che il primo anno che siamo venuti ad abitare alla Celle, avevamo i campi di grano dove ha il tabacco ora il Neri, e come grano avevamo il “Terranova” (sarebbe una qualità di grano che diventa alta circa un metro e mezzo). Una volta venne la grandine e spianò tutto questo grano, così che con le macchine non si poteva mietere. Allora, insieme a quelli della Banchina, alla Santa e Beppe, genitori di “Gnicche”, anzi dell’Esterina, alla Rosa del Bartolomei, arrivammo a 13. In quell’occasione io e la Lorena del Baggi riuscivamo a malapena a portare da bere a quelle 13 persone che con le falci piccole dovettero mietere tre ettari di grano.

Complimenti anche alla Carla, che è stata l’artefice della buonissima cena dell’oca, dopo la Battitura. Possiamo dare allora l’appuntamento alla Battitura per il prossimo anno? Carla- La macchina per battere il grano è stata comprata, segno che anche il prossimo anno vogliono rifare la Battitura. Santino- Si, è stata acquistata dalla squadra del Cinghiale di Tavernelle. La tradizione continua. Deve continuare. foto A. Cagnacci

Santino, siamo ormai entrati nell’anno 2000, simbolo della modernità e della tecnologia che ha cambiato e che continua a cambiare ogni giorno la vita dell’uomo. Un messaggio che, con questo semplice gesto della rievocazione della battitura, volete trasmettere alle future generazioni. Quello di cominciare a riflettere. Oggi siamo arrivati ad un punto di modernità troppo avanzato e troppo in fretta. Una volta la battitura era un momento in cui c’era lavoro per tutti, visto che si parla tanto di disoccupazione, e nello stesso tempo di unione tra le persone che volentieri offrivano la propria disponibilità non in cambio di soldi ma di grano o di cibo. Quindi una questione di unione e di amicizia tra la gente, quello che i giovani devono capire

Nella foto un momento della Battitura che si è svolta domenica 23 luglio nell’aia del podere “La Casa” di Tavernelle. Molte le persone intervenute per l’occasione. E come per ogni Battitura che si rispetti non sono mancati gli scherzi soliti della battitura, addirittura anche con il carretto della Scampanata. Il suono della sirena a mano ha segnato l’inizio e la fine dei lavori (proprio come una volta), mentre le ragazze del paese distribuivano l’acqua e il vino ai lavoratori. La serata si è conclusa con la cena a base di oca preparata dalle donne di Tavernelle con la presidenza della Carla della Celle.

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Palazzo Corsi ad Anghiari: Breve storia ed ipotesi di restauro Da una ricerca effettuata da Monia Allegretti, Stefania Bargelli, Alessandra Peruzzi (ultima parte)

Termina con questo articolo la pubblicazione di alcuni cenni della ricchissima e documentata ricerca effettuata dalle autrici sul Palazzo Corsi.

ma al contempo rievochi la composizione architettonica passata dell’edificio. Tale passerella servirà all’interno a collegare le due parti del palazzo e sarà percorribile dalla prevista stanza di smistamento all’uscita degli ascensori che partono dal piano primo nel cortile esterno. Il locale in questione consente una volta usciti dagli ascensori di poter accedere a tre diverse destinazioni, che potranno comunque essere fruibili anche dalle rampe principali e secondarie interne al palazzo. Un intervento su ampia scala, che comprenda l’intera piazza e il teatro, sarebbe auspicabile, ma di difficile attuazione soprattutto pensando di ricondurci al periodo in cui qui vi era il giardino: oggi infatti la zona è trafficata ed il teatro ha cambiato irrimediabilmente, con la nuova scalinata e le sistemazioni interne, il suo aspetto originario. Nonostante il limitato campo di azione, il fronte sul retro e l’accesso a questo, il nostro ipotetico progetto rilancia comunque l’idea originaria contenuta nel Palazzo Corsi, fatto di cortili fruibili e giochi di scalinate. Nel palazzo trovano sede la maggior parte degli uffici e locali collegati all’ambito comunale, che svolgono attività differenti e talvolta non compatibili. Visto il valore storico dell’intero complesso Corsi, soprattutto per la comunità di Anghiari, si sarebbe avuta una maggiore integrità dell’apparato collocando all’interno un’unica destinazione d’uso, rispettando la suddivisione originaria degli spazi e adottando un restauro conservativo della struttura e delle parti ornamentali, fin dove tutto ciò fosse stato possibile.

L’ intervento da noi ipotizzato, di maggior portata

visiva, riguarda comunque la sistemazione del retro di palazzo Corsi, in parte oggi non più percepibile da Piazza IV Novembre. Per questo progetto si è prevista un’utenza diversificata (quelle attuali andrebbero comunque ripensate in base alle effettive esigenze di spazi) dotando l’edificio di vari percorsi ed entrate differenziate, rispondendo così alle attuali esigenze del committente, sebbene queste tendano a snaturare la composizione dell’edificio. L’obiettivo principale è stato quello di ricreare, per quanto possibile, la configurazione del complesso della fine del XVIII sec. originaria, visibile nell’immagine tratta dal Codice Corsi (raccolta di carte familiari da noi non direttamente rinvenuta). Gli elementi che essenzialmente caratterizzavano questa architettura erano: le scalinate, per superare i dislivelli del giardino, ed i cortili porticati, oggi preclusi allo sguardo da passerelle e alti muri di cinta. Si ricorda che l’aspetto del complesso Corsi si è modificato principalmente con la realizzazione della piazza nel 1925. Da quel momento è venuto a mancare il giardino con terrazze e scalinate che con progressione conducevano sia alla cappella che al teatro. L’intervento infatti ha ridotto il profilo altimetrico a due soli livelli con la conseguente presenza di un muraglione in pietra che danneggia la fruibilità dell’ala ad est. Inoltre si è resa indispensabile la copertura di un cortile a livello del piano primo. Il nostro progetto prevede così, in linea di massima, la demolizione delle aggiunte strutturali (come la zona a 45° a sbalzo ed il solaio con grata metallica), effettuate negli anni 1950 – 60, e la successiva costruzione di gradinate che, permettendo dalla piazza l’accesso al piano primo (sede attuale Biblioteca) e scendendo ancora al piano terra, ripropongono l’idea delle terrazze venendosi a costituire quattro livelli, ma soprattutto consentono, anche con la riduzione in altezza del muro laterale alla cappella, la riappropriazione del cortile porticato e quello minore adiacente, entrambi al piano primo. Altro intervento riguarderebbe la costruzione di una corsia sospesa coperta a livello del secondo piano, presente originariamente nella costruzione. Questa potrà presentarsi con una struttura portante voltata leggera, in vetro e acciaio, che permetta una immediata distinzione della nuova costruzione sulla vecchia Il prospetto del retro del Palazzo Corsi

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Il centro Studi del Territorio e del Paesaggio di Anghiari.

quanto di meglio potessi porgere a chi deve comprendere l’Italia - e con essa l’Europa, il Mediterraneo, l’ecumene occidentale. Così a Barliano, sul prato di fronte alle case degli amici Debegnac che ci ospitavano in sede universitaria davvero solare, coi piedi nudi nell’erba e i campi di granturco davanti agli occhi, abbiamo fatto forse il più felice corso di Territorio della mia vita. Che non si è ripetuto, perché Attilio è andato ad insegnare a Bari ed io non ho più voglia di andare a raccattare studenti. Ma a Boston - e a Firenze - se ne parla ancora: e lo ripeteremo. Intanto però il Centro Studi ha preso vita e volo. Ha partecipato a convegni internazionali sull’architettura ed il contesto (Firenze, 1999); ha organizzato, insieme con il Dipartimento di Progettazione dell’Architettura dell’Università di Firenze, la mostra delle opere di Luigi Vagnetti Architetto, esposta a Firenze a S. Marco e poi portata ad Anghiari ed esposta a palazzo Pretorio (marzo ed aprile 2000); ha fatto lezioni alla Scuola d’Arte di Sansepolcro; ha tenuto qui ad Anghiari, alla Misericordia, un convegno sul Paesaggio (fine aprile 2000) che ha visto partecipare esperti delle associazioni paesaggistiche, politici, critici, professori delle università di Genova, Bari, Roma, Firenze; organizzerà un nuovo convegno, qui ad Anghiari, ad ottobre. Insomma, il Centro Studi c’è. Certo, fa una vita riservata e pensa ai fatti propri ma, se richiesto, può fare qualcosa per le Amministrazioni (che, veramente, mi sembrano piuttosto distanti ed attente a tutt’altro) e per i giovani di Anghiari e altrove (ammesso che abbiano altri interessi oltre i motorini e le ragazze). Bisogna darne notizia perché “da cosa nasca cosa” e la gente del luogo cominci a farne uso. Non cerchiamo clienti; ma, francamente, mi sembra poco intelligente (anche se molto dignitoso) che gli anghiaresi abbiano in casa propria un ente che lavora, porta soldi e gente, e non ne sappiano nulla.

Per due anni sono andato al Massachusetts Institute of Technology di Boston, come visiting professor, a far lezione di Territorio (materia che ho insegnato per ventiquattro anni a Genova) nel corso dell’amico Attilio Petruccioli. Al terzo anno (ero ormai in pensione) ho capito che non mi andava più - troppe ore stretto nella poltroncina classe turistica di un aereo, il doppio salto di fuso orario, l’atmosfera convenzionalmente giovanile del campus, pesante per un vecchio come me - e alla prima occasione l’ho detto, più o meno in questi termini, ad Attilio. Lui mi ha guardato negli occhi e ha risposto, quieto: “Va bene, vuol dire che verremo noi”. Questo accadeva all’inizio del 1998: conoscendo Attilio, era certo che lo avrei visto arrivare a luglio con una quindicina di ragazzoni del MIT e di Harvard (americani, indiani, cinesi, arabi e qualche europeo) per svolgere insieme il corso. Lusinghiero e, per un professore in pensione. Ma come accoglierli? Il povero-professore-in-pensione non poteva certo, tutto solo, ricevere una delegazione (non ufficiale) di due celebri università, ci voleva un ente di pari livello (se non dignità), ed io non avevo più alcuna sede universitaria da offrire. L’idea di fare un Centro Studi era abbastanza ovvia: potevamo dotarlo di una buona biblioteca specifica, un migliaio di aereofoto ed un paio di stereoscopi, molte carte e mappe, un sito internet, una rete di relazioni universitarie, un ed una mentalità da insegnanti. Così, con Attilio e mia moglie Maddalena (“Nenella”) Vagnetti, architetto del Giardino e del Paesaggio, davanti ad un notaio Fanfani di Sansepolcro molto raffreddato ed influenzato, abbiamo solennemente fondato il Centro Studi del Territorio e del Paesaggio “Luigi Vagnetti”, ONLUS, di Anghiari, con sede nello studio della nostra abitazione di via del Campo della Fiera. Qui devo fare un inciso. Attraverso Nenella, che A. Giannini è figlia del pittore Fausto Vagnetti, sono legato ad Anghiari (io, torinese trapiantato a Roma) da vincoli familiari; e Luigi Vagnetti, mio cognato, è stato un architetto e professore molto importante ed ha formato generazioni di architetti romani e toscani. Dare il suo nome al centro studi voleva dire affermarne l’origine “architettonica” ed anghiarese insieme, fissarlo (diciamo così) originariamente a questo territorio e questa cultura: tutte ottime ragioni per insediarsi ad Anghiari. Ma il motivo vero era un altro: l’eccellenza del territorio di Anghiari. Dal mio punto di vista (quello territoriale) questo luogo situato nel torace della Penisola, allo scarto delle grandi correnti - e di frontiera per tutti gli antichi stati - ma ricco di organicità e di storia, completo di tutti i tipi territoriali (crinale, colle, valle, piano), Una bella veduta di Anghiari disegnata dal pittore Sirio Ruggeri ancora poco deturpato dai prodotti della tecnica era 25


La lapide ad Alfredo Baccarini La lapide era lì nella facciata del palazzo Tuti, vicino alle Logge, ma perché vi fosse stata collocata nessuno se lo è mai chiesto, nemmeno io. Solo dietro richiesta di notizie del Comune di Russi, paese natale di Baccarini, è nato l’interesse per saperne di più. E così abbiamo scoperto che a quel tempo, anno 1890, era nato un Comitato per l’inaugurazione di una lapide ad Alfredo Baccarini in Anghiari. Probabilmente il Comitato era nato per onorare questo personaggio ospite di Anghiari il 30 dicembre 1885 e che “tenne fede ai propri ideali in tempi di corruzione politica”. Altro per ora non è venuto fuori. Eccovi la lettera firmata da Francesco Testerini a nome del Comitato e diretta al Sindaco. Lì 12 novembre 1890 Il sottoscritto, mentre si fa dovere di ringraziare cotesta Rappresentanza della generosità colla quale accolse la domanda direttale da questo Comitato all’oggetto di concorrere alla spesa per apporre in Anghiari una Lapide al compianto Alfredo Baccarini, invita la S. V. Ill.ma a voler insieme alla Giunta Municipale intervenire in forma ufficiale alla cerimonia della inaugurazione di detta Lapide, che avverrà il 16 del corrente IL XXX DECEMBRE MDCCCLXXXV mese, avvertendo che il Corteo OSPITE DEL POPOLO ANGHIARESE si formerà a ore 10½ antim:e nel Campo della Fiera. QUESTA CASA ACCOGLIEVA Coglie inoltre l’occasione per domandare anche a cotesta Giunta Municipale l’autorizzazione, già ottenuta dall’Autorità CHE IN TEMPI DI CORRUZIONE POLITICA Politica della Provincia, per apDEPUTATO E MINISTRO porre la Lapide che sopra nella TENNE FEDE AI PROPRI IDEALI casa del Sig. Francesco Tuti in Via Garibaldi (oggi Via Matteotti) N° 35. LA DEMOCRAZIA DI ANGHIARI La Lapide è la seguente:

ALFREDO BACCARINI

IL XVI NOVEMBRE MDCCCXC

Raccolta differenziata - Raccolta di indumenti, accessori di abbigliamento e altri manufatti post consumo. Anche il Comune di Anghiari, come d’altronde già fatto in altre realtà del territorio, ha stipulato un’apposita convenzione con una ditta specializzata che prevede la raccolta, trasporto e smaltimento di indumenti, da effettuarsi utilizzando i contenitori già installati sperimentalmente in alcuni punti strategici del capoluogo. Dove sono stati ubicati i 3 contenitori ? Uno al Campo della Fiera, uno di fronte alla sede della Confraternita di Misericordia, nel parcheggio sotto le mura castellane, e l’ultimo in località Santo Stefano, in viale Martiri Antifascisti. Walter Il sentiero del 2000 e 2 - Il titolo si riferisce al fatto che questa è la seconda volta che ne parlo. Si tratta intanto del sentiero, affiancato da cipressi, che dovrebbe condurre al Carmine. In occasione della festa nazionale francese, il 14 luglio, i francesi, di cui tutti conosciamo la “grandeur”, hanno realizzato il Meridiano verde: hanno cioè messo a dimora lungo il meridiano che passa da Parigi, e quindi per centinaia di chilometri, tante piante che quando saranno adulte costituiranno come una linea continua attraverso tutta la Francia. E allora è possibile che a noi non ci riesca a realizzare un filare di cipressi di alcune centinaia di metri? Civis

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Per ricordare Stefano Riportiamo la testimonianza degli amici e colleghi di Stefano e del suo tutor Caro Stefano, caro amico, caro collega, è difficile salutare la tua permanenza sulla terra concentrandosi su un foglio bianco; è più bello immaginare di avere davanti i tuoi occhi profondi e il tuo splendido sorriso... allora sì, che dal nostro cuore sgorgano fuori tutti i bei momenti passati insieme in tre anni di studio. Le fatiche degli esami che sembravano interminabili; le intere giornate di lezione rese piacevoli dai momenti di pausa, in cui veniva fuori la nostra voglia di libertà, di spensieratezza, ma anche le piccole preoccupazioni che i vari impegni potevano darci. Insieme abbiamo condiviso anche esperienze di tirocinio che ci hanno portato a vedere la sofferenza sui volti delle persone, a vivere indirettamente situazioni dolorose; ora vorremmo pregarti affinché tu dal cielo possa vegliare sulla tua famiglia e aiutare noi a svolgere questa professione facendo sempre attenzione al valore della persona che abbiamo di fronte. Ti ringraziamo per essere stato con noi te stesso, Stefano nella verità, con i tuoi momenti di chiusura interiore uniti a slanci d’affetto e imprevedibili battute che facevano scoppiare la classe in allegre risate. Oggi siamo qui, tutti quanti. Forse è la prima volta che siamo davvero tutti. Anche se siamo qui in un momento di dolore, ci consola il pensiero che adesso sei in un posto felice, dove non c’è fatica, non c’è dolore e non c’è sofferenza. Sei in un luogo di pace, da dove ci guardi sorridente come ci hai lasciato, e da dove ci accompagni nella nostra vita e nella nostra professione. Ciao Stefano I tuoi compagni, i Tutor San Giovanni Valdarno 5 agosto 2000 Alla famiglia di Stefano Vorrei trovare parole per lenire ed alleviare il vostro dolore ma so che non ne esistono. Purtroppo questa vita ci riserva dei dolori che non siamo in grado né di capire né di sopportare. Comprendo il vostro dolore e vorrei unirmi a voi in questa che, per me e per tutti noi, è stata una grossa perdita che ha lasciato un vuoto incolmabile. Potrei raccontarvi numerosi episodi vissuti in questi anni con vostro figlio ma non sarebbero sufficienti decine di pagine. Posso solo dirvi che ha vissuto il percorso formativo con immensa passione, apprendendo, crescendo e maturando. Stefano era a questo punto veramente pronto per affrontare la professione che aveva scelto, per questo mi adopererò affinché venga rilasciato il diploma da lui tanto sospirato e meritato. Vi chiedo pertanto di cercare fra le sue cose il “Libretto di tirocinio” e di farmelo avere entro il 20 settembre. Non so se riuscirò ad ottenere il diploma di Stefano ma ci proverò con tutta me stessa. Salutandovi mi stringo a voi nel vostro dolore che credetemi è anche il mio Con affetto Laura Gambassi

Anghiari e il polifonico

musicale comprendeva suggestive composizioni a più voci di Gounod, Poulenc, Dusapin e Penelon. Il concerto, applauditissimo dai numerosi turisti che gremivano la Pieve, si è svolto nella serata di Venerdì 25 agosto.

Anche questa estate si è rinnovato il classico appuntamento con il canto polifonico, inserito nel cartellone generale delle iniziative promosse dall’assessorato alla Cultura e dalla Pro Loco. E così, nell’ambito del 48° Concorso Internazionale Guido d’Arezzo, la splendida Chiesa di Santa Maria alla Sovara ha ospitato la straordinaria esibizione de “Le Jeune Choeur” di Parigi diretto da Laurence Equilbey. Per la cronaca, i 45 giovani coristi transalpini si sono poi aggiudicati il secondo posto assoluto del concorso dedicato a Guido Monaco. Il bel programma

Offerte Segnaliamo la generosa offerta di un milione pervenutaci per le attività dei giovani della parrocchia in memoria di Roberto Giabbanelli. Grazie. 27


La mina del '44

La scomparsa del prof. Beppino Magrini

ANGHIARI - RICORRENZA DI FATTO STORICO

Servizio di Paolo Rossi - Agosto 1944. Anghiari occupata dall’esercito tedesco avrebbe vissuto in quel mese un fatto di sangue di inaudita tragicità. Le truppe germaniche, subito dopo il giorno di Ferragosto, si erano ritirate. L’arrivo delle forze alleate era imminente. Nell’abbandonare le postazioni i tedeschi minarono con esplosivo la vecchia 18 agosto 1997. Roberto MeoCaserma dei Carabinieri, ni suona la campana municioperativa a tutti gli effetti, pale mentre il corteo si dirige che all’epoca si trovava in verso la Via Nova, luogo dello località Via Nova, nei pressi scoppio della mina. dell’attuale fermata principale degli autobus Sita. I soldati tedeschi agirono all’insaputa dei carabinieri in servizio ad Anghiari e piazzarono negli scantinati dell’edificio un poderoso ordigno ad orologeria. Il 18 Agosto 1944, alle ore 11 del mattino, la bomba deflagrò. Un boato terribile squarciò l’aria, sollevando un nugolo di pietre e polvere. La caserma era ridotta in macerie e il piano della strada presentava una enorme voragine a causa della violenza dell’esplosione. Il boato richiamò nella zona decine di persone anche dalle vicine frazioni di campagna. Sotto i detriti furono recuperati 15 corpi, rimasti uccisi dalla deflagrazione. Di questi, 3 erano militari dell’arma: il Maresciallo Capulsini Adamo, il Vice Brigadiere Faraone Saverio, il Carabiniere Fiorini Girolamo; 12 le persone civili morte, tutte anghiaresi: Bartolomei Sanleolini Ida, Bartolomei Elena, Meoni Socali Teresa, Meoni Dante, Inci Marietta, Locci Maria Giuseppa, Meoni Pasquale, Leucalitti Mafalda, Palombini Probo, Palombini Roberto, Palombini Arnaldo, Pieracci Teresa. Molti i feriti, tra cui i carabinieri Comanducci Natale e Giovanni Dente. Il tragico fatto è ricordato da una stele posta sul ciglio della strada ove sorgeva la Caserma. Sul marmo si legge la parola PAX e l’anno 1944, mentre manca il ricordo dello scoppio con i nomi delle 15 persone morte. Ciò rende anonimo e senza memoria la ragione della presenza del cippo funerario. L’Associazione dei Carabinieri commemora ogni anno i deceduti e depone una corona d’alloro. Nel 1989 vi fu la proposta da parte dell’Ass. Naz. Carabinieri in congedo di erigere un monumento che ricordasse il tragico evento. L’iniziativa divenne progetto, curato dall’ex Sindaco anghiarese e scultore Prof. Gianfranco Giorni, che gratuitamente avrebbe realizzato l’opera. Fu prodotto il plastico, esposto in Comune per qualche periodo, ma il modellino col tempo andò smarrito, facendo rimanere idea e realizzazione soltanto sulla carta.

Nella sua Arezzo Beppino ci à lasciato ma il suo paese à mai dimenticato

le chiacchierate riprendevano con ardore Troppi i ricordi in lui abbarbicato in questo paese da lui tanto amato

Sangue Anghiarese difficile è negarlo se dentro a noi portiamo questo tarlo

La sua Brunetta con la cara figlia ‘sta compagnia fu mai lasciata sola

Dentro il cuore ci sentiremo offesi se i nostri ricordi non restano là appesi

Peso degli anni atroce malattia brutto il destino inoltrarsi in questa via

Un purosangue il paese lui amava e tante giornate al fresco vi passava

Qui ad Arezzo io sento la mancanza perché il saluto è quello che mi manca

Tanti gli incontri fra piazza e Via nova ma la salita metteva lui alla prova

Tra paesani lontani dal paese con l’amicizia si rinforzano le prese

Ma con pazienza saliva su in vetta con passo lento senza avere fretta

Ora ci à lasciato il vuoto è tanto grande lui della vita è stato grande amante

I concittadini incontrando il Professore

Ora nel ricordo del caro concittadino alla moglie e la figlia sarò sempre vicino:

di Armando Zanchi Arezzo, 18 agosto 2000

Armando Zanchi vince il Premio Pieve È con soddisfazione che abbiamo appreso la notizia della vittoria del nostro collaboratore Armando Zanchi al Premio Pieve. Finalmente un Valtiberino ha vinto questo prestigioso premio che incoraggia la scrittura dei diari e delle memorie. Armando, segnalato dal giornalista Saverio Tutino per "Ma la fame fa venire l'intelligenza", è così risultato il vincitore del XVI Premio Pieve. Auguri Armando!

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La chiesa di Upacchi*

La scomparsa dell’amico Cecchino Leonardi

Upacchi è una località posta sulle pendici del monte della Striscia, nella zona di montagna, a occidente di Anghiari, di fronte al Poggiolo, su un’altura contornata dal rio Montemercole e dal rio di Upacchi Upacchi poteva ave- che, confluendo, danno luogo al re un timbro simile a rio della Teverina, affluente della questo. Sovara. L’aggregato e a m. 526 s. m. in comune di Anghiari. Era una chiesa la cui nascita risaliva all’iniziativa di fedeli della canonica di S. Donato, per cui, insieme al fatto di essere in territorio aretino, sembrava infirmare la sua appartenenza alla diocesi di Città di Castello, come lo era nel 1141. Nel 1176 fu sottoposta alla direzione dell’eremo di Camaldoli. Ma nel 1237 la popolazione di Pianettolo si mise in subbuglio contestando l’autorità dei religiosi. Poi nel chiostro del monastero stesso di Pianettolo si radunarono gli uomini di Upacchi, insieme a quelli delle altre chiese e, alla presenza del priore camaldolese, giurarono di accettare quanto il priore avrebbe stabilito, per la pace del castello di Pianettolo e per la loro riconciliazione. Nel 1268 la chiesa di S. Angelo di Upacchi fu riconosciuta fra quelle obbligate al pagamento del censo al vescovado tifernate. Non era questa l’unica interferenza, con lite giuridica, tra i vescovi di Città di Castello e i religiosi camaldolesi per la giurisdizione spirituale su monasteri e chiese. Nel 1566 la chiesa parrocchiale di S. Angelo minacciava di rovinare. Nella visita di due anni appresso si dice che il suo beneficio rendeva 2 staia di grano, e che la chiesa era sempre in cattive condizioni, tanto che il vescovo sequestro il grano per il suo restauro. Peggio ancora, fu trovata per la visita apostolica. Ma poi fu restaurata.

di Armando Zanchi

*Tratto dal libro Viaggio per le Valli Altotiberine toscane di don Ercole Agnoletti

Anche il Cecchino grandissimo Anghiarese di fronte al male lui mai si arrese

Sempre amici dagli anni giovanili sempre lui pronto con modo tanti gentili

Lui diceva se vado io a morire io le mie voglie non voglio mai tradire

Amante del popolo da tutti conosciuto specie in Comune da tutti ben voluto

Era un grande uomo e grande il suo talento ma sulle diete lui metteva l’accento

Sempre lui pronto il prossimo aiutare ed è per questo si dava tanto da fare

Ormai sapeva quale fosse il suo destino mai ignorato dal nostro caro Cecchino

Ora che lui a tutti ci à lasciato dal nostro cuore verrà sempre apprezzato

Grande amante e grande conoscitore la sua cantina coltivava con amore

Con questo amico amici benvoluti lì al Caffè parlando lì seduti

Vini svariati buonissimi vin santi che per le feste gli assaggi eran tanti

Ora ci resta di lui un caro ricordo ma in questa nave pochi ne resta a bordo

Grande amico del mio cognato Beppe sempre in compagnia a scrutrar le sue greppe

Al caro Cecco che mi fu grande amico tu fosti il grande ancora oggi te lo dico:

LA CAMMINATA DEL CONTRABBANDIERE di Giulio Camaiti

Come ogni anno, in agosto si è svolta ad Anghiari la camminata del contrabbandiere. Gli iscritti erano quest’anno meno perché scoraggiati dal gran caldo. Alle otto e mezzo circa siamo partiti dalla piazza Baldaccio e alle dieci circa siamo arrivati a Ravagni. Lì il signor Bartolomei e famiglia ci hanno accolto gentilmente offrendoci da mangiare e da bere. Poi siamo ripartiti per Col di paiolo fino ad arrivare a l’Omo morto. A proposito dov’è il vero Omo morto? C’è chi dice a destra e c’è chi dice a sinistra. Questo è un vero mistero che vorrei presto risolvere. Dall’Omo morto abbiamo preso la bellissima mulat-

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tiera che ci ha portato fino alla strada asfaltata che va al Ponte alla Piera. Da lì abbiamo attraversato i boschi fino ad arrivare al Ponte dove abbiamo pranzato insieme agli abitanti. Corea ci ha intrattenuti facendoci sentire, con il suo bombardino, un pezzo del suo repertorio. Dopo pranzo sono arrivate le sigaraie di Chitignano che con il tabacco portato da noi hanno fatto sigari per tutti. Questa camminata è dedicata ai contrabbandieri anghiaresi che in tempi antichi andavano fino al Ponte alla Piera per scambiare il tabacco con la polvere da sparo.


Fatti di casa nostra ovvero la pagina di Walter Del Sere

Due Mostre per Palazzo Pretorio - L’Atrio del Palazzo Comunale ha recentemente ospitato due mo-

stre che sono state visitate con curiosità e interesse da numerosi turisti e concittadini. La prima è quella che si è tenuta dal 12 al 27 agosto con le opere dell’artista siciliano Enzo Di Franco che ha dipinto alcune pregevoli tele sul tema di un “Viaggio in Valtiberina”. Successivamente, fino al 7 settembre è stata allestita quella dedicata al “Palazzo Corsi in Anghiari”. L’esposizione comprendeva elaborati tecnici, cartografie ed ipotesi di restauro dell’edificio che fa parte del grande complesso settecentesco, dovuto all’iniziativa di Benedetto Corsi. Gli studi sono stati realizzati da Monia Allegretti, Stefania Bargelli ed Alessandra Peruzzi nell’ambito del corso di restauro architettonico tenuto dal Prof. Paolo Brandinelli, coadiuvato dalla Dott.ssa Chieli della Facoltà di Architettura di Firenze.

Un'opera d'arte per la Pieve di Sovara - Alla presenza del Vescovo Diocesano di Arezzo Cortona

Sansepolcro, nella mattinata di domenica 3 settembre è stato inaugurato il mosaico dell’Annunciazione che da qualche giorno abbellisce la facciata della Pieve di Santa Maria della Sovara. L’opera, che si ispira al capolavoro del Beato Angelico custodito nel Museo fiorentino di San Marco, è stata eseguita per volere del Parroco Don Romano Manfredi, a ricordo del Giubileo 2000. La Pieve, visitata ogni anno da migliaia di turisti affascinati da questo suggestivo luogo di culto immerso nella valle del torrente omonimo, ha ricevuto quindi la visita di S.E. Monsignor Gualtiero Bassetti che ha reso omaggio al mosaico realizzato nella lunetta del portale di ingresso della chiesa intitolata proprio a Maria SS. Annunziata.

Tovaglia a quadri - Con l’ennesimo “pienone” registrato ai

tavoli dell’improvvisata Osteria del Poggiolino, sabato 19 agosto si è conclusa la quinta edizione di Tovaglia a Quadri. In pochi anni l’originale formula coniata da Teatro d’Anghiari e Pro Loco ha oltrepassato i confini aretini per collocarsi tra le manifestazioni estive più significative della Toscana, al pari del Bruscello di Montepulciano e del Teatro Povero di Monticchiello. Peccato per le tante persone che non hanno trovato posto a tavola per gustarsi, per una delle 8 serate consecutive, la tradizionale cena toscana condita quest’anno dalla storia dell’Anghiarina. Tanti e illustri i personaggi che sono giunti al L'oste del Poggiolino (Walter Del Sere) in mezzo al prof. Poggiolino. Due nomi per tutti: l’attore inglese Tim Currey, protago- Franco Polcri, a destra, e l'attore Tim Currey. nista in “Mamma ho perso l’aereo” e “La maschera di ferro”, nonché interprete del musical “Rocky horror picture show” e il prof. Carlo Pedretti, leonardista di chiara fama mondiale, che non ha voluto mancare l’appuntamento con le tradizioni e le memorie di Anghiari. Un particolare riconoscimento è da riservare all’impagabile passione dei volontari e degli abitanti del Poggiolino che fin dalla mattina riassettano la piazzetta, sistemano tavoli, sedie ed apparecchiature perché alle otto e mezza, quando si accendono le lampadine, tutto sia a posto. Senza di loro Tovaglia a Quadri sarebbe un’altra cosa. Ed ora rimessi in dispensa pentole, posate e tovaglie, c’è un anno di tempo per ripensare e potenziare l’evento che si rinnova a ferragosto, quando almeno 1200 commensali si accomodano all’Osteria del Poggiolino d’Anghiari per cenare e divertirsi in uno spazio di inimitabile fascino e suggestione.

Festa delle Associazioni - Per tutto il pomeriggio e la serata di domenica 27 agosto ha debuttato la prima

festa delle associazioni anghiaresi, manifestazione voluta dall’assessorato alle politiche giovanili del Comune. Tra Piazza Baldaccio e Piazza IV Novembre si sono tenute partite di tamburello, sfilate in maschera, esibizioni di pallavolo e gare di calcetto. Al centro sociale spazio alla gastronomia con assaggi di vini bianchi e crostini. Intanto, al riparo delle Logge, le associazioni paesane mostravano materiale informativo e fotografico che pubblicizzava la propria attività. Alle 18.30 uno dei momenti più significativi della festa è stata la cronoscalata di Corso Matteotti, vinta dal diciannovenne Alessio “Virenque” Chiarini che ha avuto la meglio su Luca “Indurain” Ferrini. Almeno 30 i ciclisti che hanno affrontato l’impegnativa prova: 1000 metri che hanno comportato uno sforzo notevole visto che la pendenza media della strada è del 15%. Tutti gli “eroi” sono stati infatti salutati da prolungati applausi ed incitamenti al passaggio davanti alle Logge dove era assiepato il pubblico. Alle ore 21, il ballo e poi la musica dal vivo, davanti a una bella cornice di giovani, ha concluso la festa che ha visto per la prima volta confrontarsi le varie realtà associative anghiaresi.

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C R O N A C H E T TA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Venerdì 12 maggio. Oggi è nata Caterina Rossi di Stefano e Cristina Muzzi. La sua famiglia abita ad Arezzo e la sua mamma è anghiarese.

Magrini. La sua famiglia abita a San Tommaso di Mezzavia. - Oggi è morto tragicamente il giovane Stefano Morvidoni. Sabato 5. Stanotte ha piovuto, ma poco perché non l’ho sentito.

Mese di luglio

Mercoledì 9. Oggi è nata Letizia Tersini di Massimo e Rita Bruschi. La sua famiglia abita verso Bicecco. - Oggi è morta Olga Gaburri vedova Ronchi di anni 93. Olga abitava alla Motina ma era originaria della Commenda di Mezzavia.

Lunedì 2. Oggi è nata Camilla Dragoni di Fabio e Anna Polidori. La sua famiglia abita per il Borgo della Croce. - Oggi è morto Danilo Natalini. Danilo, che abitava a Tavernelle, aveva solo 50 anni.

Giovedì 10. Oggi è morto Francesco Leonardi, conosciuto dagli amici come “Cecchino”, di anni 70. Cecchino, conosciuto per la sua passione per la cucina e per i vini, abitava per la “Croce”, in fondo alla via di Palazzolo.

Martedì 4. Oggi è nato Niccolò Marzi di Luca e Cristina Finocchi. La sua famiglia abita poco prima di Torchiale.

Martedì 15. Oggi era la festa a Micciano.

Mercoledì 5. Oggi ho aspettato don Marco per togliere il quadro della Vergine da uno degli altari della Croce. Solo che aveva detto alle due e mezzo ed è arrivato che erano quasi le quattro. Mercoledì 12. Oggi è nata Anna Principi di Franco e Katia Valentini. La sua famiglia a Turicchi. - Oggi è morta Teresa Franceschi di anni 85. Teresa abitava per il Borgo della “Croce”. Giovedì 13. Oggi è morta Imola Del Barba vedova Maurizi di anni 74. Imola abitava a Ca’ del Bocca. Martedì 18. Oggi è nato Daniele Pettinari di Marco e Silvia Rossi. La sua famiglia abita a Casarecci Martedì 25. In piazza ho visto una tenda rossa rotonda. Mi sa che ce l’hanno messa i belgi che sono ad Anghiari. Giovedì 27. Oggi è nata Gaia Inci di Roberto e Carla Citernesi. La sua famiglia abita per il viale del Giardinetto nel palazzo Martini. Venerdì 28. Stanotte ho sentito la “mezza” dell’orologio della Croce ma non ho capito l’ora e non avevo voglia di guardare la sveglia. - Oggi è morto Egisto Milli di anni 87. Egisto abitava per la via del Carmine. La sua famiglia era originaria di Villalta.

Mese di Agosto Martedì 1. Oggi è morto Desidero Nicchi di anni 85. Desidero abitava con la moglie Celestina ad Anghiari vecchio. Mercoledì 2. Oggi Ballantino avrebbe perso la vacca. Infatti non c’era nemmeno una nuvola in cielo. - Oggi è nata Chiara Montecalvo di Giacomo e Lara 31

Venerdì 18. Questa sera è iniziata al Poggiolino la manifestazione di “Tovaglia a quadri”. - Oggi è nata Elena Caidominici di Aniceto e Donella Nocentini. La sua famiglia abita per la Via del Carmine. Sabato 19. Oggi è nata Caterina Mazzoni di Fabio e Rossana Bartoli. La sua famiglia abita a Ca’ del Bocca. Mercoledì 23. Oggi è morto Francesco Frulloni a soli 52 anni. Francesco, conosciutissimo per il suo lavoro di barbiere, era chiamato dagli amici Antero ed abitava a San Leo. - Oggi è morta Bruna Tofanelli in Ferruzzi di anni 61. Bruna, amatissima da tutti, abitava alla Vigna. Mercoledì 30. Oggi è morto Dario Principi di anni 73. Dario abitava a Turicchi ed era coltivatore diretto.

La vignetta: Ma quanto mi costi!


Questo giornale lo potrete trovate su Internet ai siti WWW.LAPINETA.IT http://194.243.33.56/ Le vostre 'elettrolettere' o i vostri scritti potete inviarli a: emmedipi@interfree.it oppure: asnet@ftbcc.it

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