2001-2 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 2

APRILE - MAGGIO 2001

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXV-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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Il mese di Maria

Don Juan Carlos invita i giovani

di Vera Cuccini

Maggio delicato profumo di rose e ginestre, verde intenso delle erbe nuove, garrire allegro di rondini nell’azzurro del cielo, e a sera, rintocchi festosi di campane, mentre il coro dei fedeli eleva una preghiera alla Madre Celeste dedicata: “Ave Maria”.

* Don Juan Carlos, simpaticamente ritratto in copertina da Luca Pucci, fa sapere ai giovani che immediatamente dopo Pasqua verrà organizzato un ritiro spirituale per i ragazzi sopra i 18 anni, studenti o lavoratori. Avrà la durata di due o tre giorni presso Gello e viene preparato insieme a don Bruno Cortelazzi. Un invito a tutti coloro che desiderano fare questo percorso insieme ad altri giovani della stessa età, di rivolgersi in parrocchia o a lui personalmente. * Continuano i lavori nella nostra canonica ma prosegue la preparazione dei ragazzi della Cresima usufruendo delle sale dell'Oratorio. Il Giovedì Santo verrà fatta la visita al Vescovo ad Arezzo per assistere alla Messa Crismale. L'invito è rivolto anche ai ragazzi delle altre parrocchie del vicariato. * Per l’estate si stanno già organizzando i campeggi così suddivisi: per le scuole elementari nell’ultima settimana di giugno, per le medie la seconda settimana di luglio e per loro è già stata prenotata una casa presso Montenerone. Per i ragazzi delle scuole superiori, con don Marco, la residenza estiva sarà una zona delle Alpi. Questa esperienza verrà fatta assieme ad altre parrocchie della vallata. Questa dei campeggi è una opportunità che viene offerta ai ragazzi per essere aiutati a percorrere un cammino di fede e di formazione in un momento tanto importante della loro vita.

Nella Piazza di Anghiari Tradizionali TOMBOLA e FUOCHI

Giovedì 3 maggio Feste del SS Crocifisso

Sommario Il mese di Maria di Vera Cuccini Don Juan Carlos invita i giovani Ripara la Chiesa in rovina di Cmr Quel Venerdì Santo di Ilaria Andreozzi Ricchi e poveri di Alfonso Sassolini Calendario Liturgico Sante Messe festive e avvisi delle parrocchie Il Palterre Il coraggio dell'omertà di S. Lombardi Ciccicocco-Halloween 0-3 di Civis Quando manca manca di Civis Volontariato, questo sconosciuto di Civis Sediamoci tranquilli di Cmr Partecipare per educare di Rosy e Roberto Caro Massimo Nuovo Millennio ineunte di don Q. Giorgini A Roberto di Maria Cristina Giornata del FAI di Giulio Camaiti La vignetta: Una pulce pericolosa Il consiglio per gli affari economici Il senatore Bruni di Mario del Pia La Misericordia chiede aiuto agli anghiaresi Ringraziamento alla famiglia Russo Gli ultimi restauri nella chiesa di Casale Sorpresa! di Maria Pia Fabiani Cronachetta e offerte per il giornale Angolo della Missione a cura di Franco Cristini Adozione a distanza IL FATTO: La svinatura a Galbino LE LOGGE: La canonica di Clèto

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Gruppo Donatori di Sangue Fratres di P. Ganganelli Il trapianto e la donazione del midollo osseo pag 14 Veglionissimo di Carnevale di Orteip 2001 " 15 Festeggiamenti per il XXV di fondazione " 15 La leggenda del pettirosso " 16 La vignetta: Quando l'abito fa il monaco " 16 A mio marito di Vera Cuccini " 16 Per Anghiari di Antonietta Olivieri " 17 Dalle nostre parrocchie " 18 Marzo aprile di Maria Pia Fabiani " 19 Portano vesti candide di Cmr " 20 Notte di Natale di Raffaele " 20 Fraseologia anghiarese di Turiddo Guerri " 20 Da Tavernelle a cura di A. Bivignani ...dal centro e... dal G.S. Tavernelle " 22 Speciale Madonna del Conforto " 23 Voglio imparar da te " 23 Baldaccio di Anghiari " 24 Cattive abitudini " 24 Quando le coincidenze sono tante... troppe " 25 A.T.O. " 26 La quercia di Romolano " 26 Il portone della chiesa della Croce " 27 Squadre di calcio d'altri tempi " 27 Balli, orchestre e complessi... II parte " 28 Una chance per Albiano di Walter Del Sere " 30 La signorina Ida di Walter Del Sere " 30 Vacanze al mare di W. Del Sere " 30 Agevolazioni per chi non è allacciato di W. Del Sere " 30 Cronachetta dei fatti... " 31

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In copertina: don Juan Carlos visto da Luca Pucci

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Ricchi e poveri

Ripara la Chiesa in rovina

di Alfonso Sassolini

di Cmr

Chi sono il ricco ed il povero evangelici? La Chiesa interpretando il Vangelo ci dice che “ricco” è colui che ciecamente confida nei propri beni e “povero” è colui che anche avendo magari una consistente proprietà, la considera solo uno strumento e non un fine. Perciò, in questo senso, un contadino che litiga col vicino per 10 centimetri di terra sul confine è più ricco di colui che avendo tanti beni è però generosamente aperto ai bisogni del fratello. Questo tipo di “ricco” è il pover’uomo che non confidando nella divina Provvidenza ma soltanto sul proprio denaro, se ne rende schiavo e adoratore. Si leva dal letto al mattino e invece di ringraziare il buon Dio per un altro giorno e per il sole che splende, si precipita all’edicola per comprare il “Sole/24 ore” a verificare l’andamento dei mercati finanziari. Il Vangelo è molto netto e duro con questo tipo di uomo: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio.” Oppure: “Non ammassate tesori sulla terra dove la ruggine e la tignola li consumano e dove i ladri sfondano e derubano ecc… (Matteo 6, 19/21). E aggiunge: “Non vi angustiate per la vostra vita di quel che mangerete o che berrete… Osservate gli uccelli del cielo; non seminano, né mietono, né raccolgono nei granai, eppure il vostro Padre Celeste li nutre… Non datevi dunque pena per il domani poiché il domani avrà i suoi pensieri; basta a ciascun giorno la sua pena.” (Matteo 6, 25/34 - Luca 12/24) Siate pronti: “Badate a voi stessi che i vostri cuori non siano aggravati per l’eccesso del mangiare e del bere e per le sollecitudini della vita sì che quel giorno [della fine N.d.A..] non venga sopra di voi improvviso come un laccio…” (Luca 21, 34/36) “Date e vi sarà dato: una misura buona pigiata e scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo. Poiché della stessa misura di cui vi sarete serviti anche gli altri si serviranno verso di voi.” (Luca 6, 38) Alla luce di questi ammonimenti, di queste vere e proprie “prescrizioni per l’uso” del denaro, troppo spesso disattese da tutti noi, dobbiamo seriamente domandarci se questo nostro mondo tragicamente gaudente, non stia rotolando verso il baratro. Aforisma finale: L’avaro è colui che vive da povero per paura di diventarlo.

Operaio della vigna, pastore, seminatore, pescatore tu sei, o presbitero del Signore. Rimboccati dunque le maniche e lavora sodo come un bracciante. Un bracciante delle terre più misere, arse e desolate. La Chiesa va in rovina, riparala tu, come fu chiesto a Francesco poverello. Lo Spirito ti dette parole infuocate per scuotere la nostra inerzia e fugar la nostra ipocrisia. Manda i mercanti fuori dal tempio. La tua fede ti faccia un gigante per riportare Cristo nel mondo.

Quel Venerdì Santo… di Ilaria Andreozzi

Andai alla funzione in Cattedrale, in quella sera del Venerdì Santo perché volevo unirmi nel rimpianto di chi morì salvandoci dal male. Dalla gran volta d’oro e di cobalto, l’Eterno Padre, con la mano alzata mi benediva; mentre trasognata guardavo Sant’Agnese di Del Sarto. E ner sapore mistico d’incanto, sentivo dentro al petto un’emozione, come succede, nella processione quando passa la statua del Santo. Da dietro ai ceri dell’altar maggiore, lento e struggente si elevava un canto unito ai violini; mentre intanto, grande tristezza m’invadeva il cuore… e pensavo al patir del Redentore… a quel viso dolente e insanguinato ma radioso di fede nel dolore… E andava il mio pensiero fin lassù, come a scusarmi per aver peccato, fra il sospirar dell’organo accorato, e il pianto d’un “Guarnieri del Gesù”…

LA PIA SOCIETÀ DEL GESÙ MORTO invita i propri iscritti a partecipare ai riti della Settimana Santa con devozione per rendere grazie a Cristo Salvatore.

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CALENDARIO LITURGICO cappella dei caduti per portare in processione il simulacro di “Gesù Morto” nella chiesa di Propositura. Un invito particolare ai bambini e ai giovani ad essere presenti a questa manifestazione. Alle ore 19, nella chiesa di Propositura, inizio della solenne celebrazione liturgica “In Passione Domini”. Al termine processione tradizionale per le strade del paese con il solito itinerario. Un invito all’ordine e alla preghiera. 14 aprile - Sabato Santo – Si celebra il mistero della sepoltura: Quel sepolcro vuoto che prepara il trionfo al di là di tutte le apparenze, sottolinea nel cristianesimo l’importanza della speranza. Alle ore 23,30 nella chiesa di Propositura inizio delle celebrazioni liturgiche che introducono alla Santa Messa “In Resurrectione Domini”. 15 aprile domenica – Pasqua di Resurrezione - Sante Messe secondo l’orario festivo. “Il Signore è veramente risorto, alleluia.” Questo è il messaggio evangelico con il suo carattere decisamente positivo di gioia e di vittoria.

Mese di aprile 1° aprile - Domenica V di Quaresima - Sante Messe secondo l’orario festivo. 3 aprile - Primo Martedì del mese - In Propositura alle ore 17 “Ora di Guardia” con recita del Santo Rosario. 5 aprile - Primo giovedì del mese - Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 6 aprile - Primo Venerdì del mese - Nella Pieve di Micciano, alle ore 20,30, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. SETTIMANA SANTA 8 aprile - Domenica delle palme - De Passione Domini Alle ore 9,30 S. Messa in Propositura. Alle ore 10,30 benedizione delle Palme presso la chiesa di Badia, da qui in processione ci rechiamo nella chiesa di Propositura per assistere alla S. Messa delle ore 11. Alle ore 18 S. Messa presso la chiesa della Croce. “Cristo, entrando in Gerusalemme, fu acclamato Re e Messia dalla folla osannante, al suo passaggio i mantelli sono stesi lungo il cammino e le palme vengono agitate gioiosamente. Riconosciamo anche noi la sovranità universale ed eterna del nostro Salvatore senza tradirlo come fece invece dopo poco gran parte del popolo di Gerusalemme. 9 aprile - Lunedì Santo – Alle ore 21 nel Santuario del Carmine sacramento della Riconciliazione (confessioni).

TEMPO DI PASQUA Il Tempo di Pasqua abbraccia un periodo di cinquanta giorni ed è segnato dalle tre solennità intorno a cui si snoda: Pasqua, Ascensione, Pentecoste. 16 aprile - Lunedì dell’Angelo – Festa nella parrocchia di Santo Stefano. Santa Messa nella chiesa di S. Stefano alle ore 11. Alle ore 18 Santa Messa nella chiesa della Croce. 22 aprile - Domenica II di Pasqua - Sante Messe secondo l’orario festivo.

TRIDUO PASQUALE DELLA PASSIONE E RESURREZIONE DEL SIGNORE

Nei giorni 23 e 24 aprile la S. Messa delle ore 18 verrà celebrata nella Cappella di San Marco presso la Misericordia in via Matteotti.

Il triduo pasquale comprende il Venerdì Santo, il Sabato Santo e la Domenica di Resurrezione. Dato però il carattere pasquale della “Cena del Signore” entra nella celebrazione del triduo anche la Messa vespertina del Giovedì Santo. La domenica di Pasqua è insieme l’ultimo giorno del triduo e il primo del Tempo di Pasqua.

25 aprile mercoledì – San Marco Evangelista - Marco era cugino di Barnaba. Seguì l’apostolo Paolo nel suo primo viaggio missionario e poi anche a Roma. Fu discepolo di Pietro del quale riprodusse la predicazione nella stesura del suo Vangelo. Santa Messa alle ore 9,30 nella Cappella di San Marco presso la Misericordia e alle ore 18 in Propositura. 29 aprile - Domenica III di Pasqua. Santa Caterina da Siena - Sante Messe secondo l’orario festivo.

12 aprile - Giovedì Santo – Ultima Cena di Gesù. Alle ore 18 nella chiesa di Propositura Santa Messa vespertina solenne “in Coena Domini” con il rito della Lavanda dei piedi. La Chiesa celebra in questa giornata l’istituzione della santissima Eucaristia. Al termine della Messa visita in processione ai sepolcri nelle chiese paesane. Alle ore 21 circa, nella chiesa di Propositura "Ora di meditazione". 13 aprile - Venerdì Santo – In Passione Domini. In questo giorno meditiamo e celebriamo la Passione di nostro Signore Gesù Cristo che culmina con la sua morte in croce. Alle ore 11,30 del mattino ci troviamo alla

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SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Mese di maggio Mese dedicato alla Madonna: Nei giorni feriali, alle ore 21 nella chiesa di Propositura, recita del Santo Rosario con breve riflessione. 1° maggio martedì– San Giuseppe lavoratore patrono del lavoro. Sante Messe ore 11 e ore 18 in Propositura. Primo Martedì del mese. In Propositura alle ore 17 “Ora di Guardia” con recita del Santo Rosario. 3 maggio Giovedì – Santi Filippo e Giacomo apostoli. In Anghiari festa del SS. Crocifisso. Sante Messe nella chiesa di Badia alle ore 9,30 e 11. Alle ore 17 in Propositura Santa Messa solenne dove il celebrante amministrerà il sacramento della Cresima ai nostri giovani. Seguirà quindi la processione per le strade del paese fino alla chiesa di Badia. 4 maggio - Primo Venerdì del mese - Nella Pieve di Micciano, alle ore 20,30, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. 6 maggio - Domenica IV di Pasqua - Sante Messe secondo l’orario festivo. 13 maggio - Domenica V di Pasqua - Sante Messe secondo l’orario festivo. 14 maggio lunedì – San Mattia apostolo - Eletto dagli apostoli al posto di Giuda, per rendere testimonianza della resurrezione del Signore, fu annoverato fra i dodici come si legge negli atti degli Apostoli. 20 maggio - Domenica VI di Pasqua - Sante Messe secondo l’orario festivo. 22 maggio martedì – Santa Rita da Cascia- Festa presso la chiesetta delle suore della Ripa preceduta da un triduo serale di preghiera. 27 maggio - Domenica VII di Pasqua - Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo. Festa al Santuario della Madonna del Carmine ove ogni ora dalle 7 alle 11 viene celebrata la Santa Messa. Nel pomeriggio benedizione dei bambini alle ore 16,30 ed ultima Messa alle ore 18. In Anghiari Santa Messa alle ore 9,30 in Propositura. 31 maggio giovedì – Visitazione della Beata Vergine Maria a Santa Elisabetta. “Benedetta sei tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo seno.”

Ore 8,00 Ore 8,30 Ore 8,40 Ore 9,00

Ore 9,30 Ore 10,00 Ore 10,30 Ore 11,00 Ore 11,30 Ore 12,00 Ore 18,00

-PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -PIEVE DI SOVARA -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA -CHIESA DI TUBBIANO -CHIESA DI CATIGLIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIO -CHIESA DI TOPPOLE -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8,30 Ore 8,45 Ore 9,30 Ore 10 Ore 11 Ore 11,15 Ore 16,30 (ore

S. Maria della Pace Le Ville San Michele Arc.lo a Padonchia CHIESA delle monache Monterchi CHIESA della Madonna Bella Pocaia S. Maria della Pace Le Ville San Simeone profeta a Monterchi 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 15 (ore 17 estivo).

TAVERNELLE Giovedì Santo Ore 16:30 Lavanda e S.Messa in Coena Domini Ore 21 Adorazione comunitaria. Venerdì Santo Ore 15 Adorazione della Croce. Sabato Santo Ore 23:30 al Cenacolo di Montauto Veglia pasquale e S. Messa di Resurrezione.

Domenica 22 aprile Domenica in Albis Da Micciano alle ore 16 Pellegrinaggio al Santuario del Carmine per la S.Messa delle ore 17. Durante la sacra celebrazione Consacrazione alla Madonna del Carmine e consegna dello Scapolare.

San Lorenzo Sabato Santo - Ore 22: Santa Messa

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IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo IL CORAGGIO DELL’OMERTÀ

Quando manca manca

di Sergio Lombardi

di Civis

Generalmente il coraggio non può essere definito ma è una cosa soggettiva, quando poi ciò è in relazione ad un fatto verbale diventa esercizio di relazione civica. Si capisce chiaramente che il suddetto titolo è un’espressione ironica che rispecchia però in modo concreto quella che è la realtà odierna e che ritengo sia necessario sfatare. Molto spesso, come ripeto da tempo, vengono confusi i gatti con i topi e questo si complica enormemente quando il topo vistosi alle strette si traveste da gatto. Questo esempio metaforico in realtà vuole mettere in guardia da coloro che agiscono in malafede, ma poi rendendosi conto che subirebbero l’emarginazione sociale, si travestono da gatto e lo fanno molto bene per cui è necessario uno spiccato intuito. Io stesso per capire un topo che mi si travestiva da gatto, ho impiegato tre anni per distinguerlo!! Naturalmente questo tipo di atteggiamento è foriero di ipocrisie. Infatti è necessario giustificare sé stessi e allora che c’è di meglio del travestimento da gatto? Insomma per raggiungere una determinata normalizzazione si può solo isolare il suddetto atteggiamento, purtroppo occorre prendere atto che il sopra citato atteggiamento aumenta in modo esponenziale e con una frequenza tale da far sembrare in secondo piano il modo etico di comportarsi. In definitiva cercare il buio e lamentarsi che si fa sera non è da persone coerenti. Se la società ha un andamento come l’attuale ciò è dovuto a questi atteggiamenti. Poi è aleatorio lamentarsi: pensiamoci !!

Il riferimento è al buongusto. Ecco i fatti. Passando davanti a Tommaso (il “giornalista”) ho letto nella "civetta" di un giornale locale: “Anghiari dedica una strada ad una prostituta” Non ho comprato il giornale e non ho nemmeno letto l’articolo, tanto sapevo a chi ci si riferiva. Ma non ho letto l’articolo per principio. Non mi sembra serio che, per vendere qualche copia di giornale in più, si metta in evidenza un aspetto di una persona che niente c'entra con la motivazione per cui Anghiari vuole ricordare l'eccezionale munificenza di una cittadina anghiarese. Si sta parlando di colei che ha voluto la creazione di un Istituto per gli anziani anzi dell' "Istituto": il "Ricovero" di altri tempi. In tempi assai duri per la popolazione meno abbiente (fine ottocento) era questo un gesto che cercava di portare sollievo ai bisognosi anziani per riequilibrare le disparità sociali. Ritornando al giornale non sono per niente scandalizzato. Infatti è lo stesso spirito che anima tante trasmissioni televisive dove lo scontro verbale la fa da padrone. Certo mi piacerebbe che si puntasse di più sul “buon gusto” nel raccontare le cose sia in televisione che sui giornali. Credo si possa raccontare un accadimento tragico o complicato con un po' di ironia e di intrigo senza essere morbosi o sciocchi.

Volontariato, questo sconosciuto di Civis

Ogni tanto sento parlare di associazioni no profit. A me questo termine non piace. Si vuol dire che non si punta al guadagno ma a me sembra si punti a sembrare che non si miri al guadagno. E comunque sono tutt’altra cosa dalle associazioni che ho fin qui conosciuto. Mi riferisco alla Misericordia ed alle altre associazioni che cercano di portare aiuto o sollievo a chi ne ha bisogno, e che in generale sono cresciute attorno alle parrocchie, e alle associazioni di cittadini che cercano di valorizzare il paese di Anghiari. Ma la differenza forse è solo nel comportamento delle persone che compongono le associazioni. Ci sono infatti coloro che si accontentano di poco e poi ci sono i volontari: coloro che dedicano parte del loro tempo per gli altri senza niente chiedere in cambio. La sola paga per loro è la ricompensa che verrà data al termine della vita terrena o il sapere di avere fatto qualcosa di utile per la comunità. Anacronistico? Fuori del tempo? Può darsi. Ma sono queste le persone che io apprezzo.

Aforismi di Turiddo Guerri Spesso i governi fanno molto bene le cose che i cittadini non gradiscono, però in compenso fanno molto male quelle che i cittadini vorrebbero fosse fatte secondo le loro legittime aspettative.

Ciccicocco-Halloween 0-3 di Civis

La partita, giocata in “casa” del Ciccicocco, è stata vinta clamorosamente da Halloween che infatti ha vinto per pubblicità su giornali e tv, per adesione dei giovani a questa “usanza”, per partecipazione delle famiglie. Giovedì mattina invece (giornata da sempre riservata al Ciccicocco) facendo un breve giro in paese ho visto che tutto era normale: calma piatta. E anche nel pomeriggio quel po’ di entusiasmo che dovrebbe esserci in un giorno da festeggiare in allegria era assente. A quando la rivincita?

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... Il Palterre Anghiari, 15 febbraio 2001

Beatitudini della sera

Partecipare per educare

di Cmr

Vorremmo che il nostro Giornalino fosse anche scambio di opinioni e consigli per poter fare sempre meglio le cose di tutti i giorni e dato che per noi la priorità è crescere i nostri figli, eccoci qua con una riflessione. Abbiamo avuto la fortuna di partecipare, naturalmente alternando la nostra presenza, agli incontri che l’Istituto Statale Comprensivo (ex scuole Elementari e Media) ha organizzato per i genitori degli alunni della 5ª elementare fino alla 3ª media. Sono stati cinque incontri dove venivano trattati i problemi inerenti l’educazione dei nostri figli: Alimentazione, Rischi stradali, Psicologia, Sport e Studio. Ogni incontro è stato tenuto da Dottori e Professori specifici per quella materia con possibilità di intervento da parte nostra. Vorrei porre l’attenzione sulla scarsa partecipazione da parte dei genitori, consigliando di frequentarle se in futuro verranno ripetute Ci lamentiamo sempre che nessuno fa nulla per sostenerci nel difficile compito di educare i nostri figli e quando abbiamo l’opportunità che ottimi docenti si danno da fare per aiutarci non sappiamo cogliere l’occasione. Di conseguenza non lamentiamoci se poi non riusciamo ad aiutare i nostri figli nel difficile compito di diventare adulti. Grazie a chi ci dà queste opportunità

Sediamoci tranquilli

Rabindranath Tagore Poeta e filosofo indiano (1861-1941) Premio Nobel per la letteratura 1913

Come la notte nella oscurità porta in sé il desiderio della luce, io desidero Te, soltanto Te. Il mio cuore lo ripete senza fine. Ho sentito il Tuo invito. È venuto il momento. Ora è tempo di sedere tranquillo faccia a faccia con Te.

Sì, sediamoci sereni ed appagati come chi non ha niente da desiderare, perché ha già tutto. Non importa se Dio non ci parla: restiamo in silenzio ad ascoltare il Suo silenzio. Sembra un gioco di parole, ma è tutt’altro. È una verità profonda. Il mio creatore, così immenso, così inaccessibile, così incomprensibile per le mie limitate capacità umane, il mio creatore sa come sono fatta e così mi accetta e mi ama. Sa del mio, del nostro arrancare sulla strada del bene, sa dei tanti insuccessi, sa della voglia di tornare indietro per riposare a fondo valle, in un comodo ed egoistico agnosticismo. Anche se non parla, Lui sa, vede e comprende. Sa, inoltre, che nostro aiuto e nostra speranza è il desiderio di goderlo faccia a faccia nella luce che non tramonta. Anche e soprattutto nel silenzio possiamo colloquiare. Mentre scrivo cerco di immaginarvi, amici cari a cui mi rivolgo e vi vedo sorridenti, come devono essere i veri cristiani, sorridenti perché, come me, vi sentite vivi e coinvolti in questo clima di rinnovamento. C’è stata la festa natalizia dei nonni e, a Dio piacendo, altre ne seguiranno; ho inteso dire da una bocca ben qualificata che si cercherà di dedicare un po’ di tempo per guidare gli anziani nella preghiera comunitaria, in ora a loro accessibile; capisco che tante persone si prodigano per la riuscita di questa o quella manifestazione; insomma tira davvero aria di rinnovamento e tutti da quest’aria siamo ossigenati e rivitalizzati: pian piano cresceremo! Teniamoci per mano, formiamo idealmente una lunga catena per sentire che la tua gioia o il tuo dolore, amico, passano dalla tua alla mia mano e così via. In tal modo sconfiggeremo la solitudine e lo conforto, ci sentiremo davvero invitati da quel Dio di misericordia, da quel Dio che desideriamo, pur se non ce ne rendiamo conto. Però, con tutto il rispetto per la grandezza di Tagore, io non sono con lui d’accordo sul fatto di restare fermi, seduti ad aspettare: proseguiamo a piccoli passi, lieti e grati perché ci è possibile muovere le gambe un po’ traballanti, avanti insieme, avanti pregando per i fratelli più deboli e tribolati, nostra ricchezza e nostra forza comune. Avanti, ogni piccolo passo ci porterà poi a riposare in un luogo più bello e più vicino a chi deve mostrarci il Suo volto.

Rosy e Roberto

Caro Massimo, attraverso “L’Oratorio” ho saputo del tuo affetto per Roberto. Ho letto le tue parole che dicono quello che anch’io sento. Da un anno identifico mio figlio “buono, gentile”, così tu lo definisci, con l’Agnello Sacrificale che, innocente, accetta il suo destino; col Cristo torturato e morente sulla Croce che tuttavia dice “Perdona loro perché non sanno quello che fanno.” Non posso dire, come te “…perdonami il mio non capire o non voler capire la tua sofferenza.” Io avevo visto e capito la sua sofferenza. Per egoismo o impotenza non ho saputo porvi rimedio. I miei tentativi di aiutarlo sono stati deboli e forse sbagliati. Né ho trovato aiuto in questo mondo che, come dici tu “corre troppo”, e non sa dove va. Questo è il mio tormento e la mia condanna. Cerca di essere sereno almeno tu e continua a voler bene al mio ragazzo come gliene abbiamo voluto e gliene vogliamo io e tutti quelli che l’hanno conosciuto. Ti abbraccio Il babbo di Roberto

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IL DOPO GIUBILEO

di don Quinto Giorgini

Nuovo Millennio ineunte Parte I

La lettera apostolica NOVO MILLENNIO INEUNTE firmata da Giovanni Paolo II° il 6 gennaio, in piazza S. Pietro di fronte a centomila fedeli, tanti telespettatori del mondo intero, ha chiuso il Grande Giubileo del Duemila ed ha aperto il nuovo cammino della Chiesa indicandone il programma. Il provvidenziale documento papale è rivolto a tutti i membri della Chiesa, ai vescovi, ai sacerdoti, diaconi, religiosi/e e a tutti i fedeli laici. Si compone di 59 paragrafi suddivisi in 4 parti. Dopo aver riassunto la ricca eredità lasciataci dal Giubileo, visto come memoria del passato e come profezia dell’avvenire, il papa indica a tutta la Chiesa concrete linee operative per continuare le sua missione nel primo secolo del Nuovo Millennio. Dobbiamo ripartire da Cristo morto e Risorto, presente nella sua unica Chiesa, salvezza e speranza dell’uomo di oggi. Dobbiamo approfondire il mistero della sua identità divino-umana, contemplando il suo volto “dolente e risorto” con lo sguardo della nostra vera fede che ci fa ripetere con Tommaso, la più bella ed esplicita testimonianza di fede cristiana contenuta nel vangelo “Mio Signore e mio Dio.” Dobbiamo ripetere con Pietro a Gesù: “Tu sei il Cristo il Figlio del Dio Vivente” e rivivere quella esperienza mistica di comunione con il Verbo della Vita, che si è fatto Carne e che per primi i Dodici videro con i loro occhi, udirono con il loro orecchi e toccarono con le loro mani. Come duemila anni fa, Gesù chiamò ed invitò Simon Pietro a “prendere il largo” e gettare le reti per la pesca nel mare di Galilea, oggi lo stesso Gesù ci ripete attraverso la parola del papa, contenuta in questa Lettera apostolica, a prendere il largo (Duc in altum) nel vasto oceano del Nuovo Millennio, a lasciare la sponda dell’esperienza pastorale passata per gettare tutte le nostre moderne reti “in vista di una nuova abbondante pesca”, di una evangelizzazione “nuova” essendo tramontata la situazione di una “società cristiana” nei paesi di antica evangelizzazione e perché tra molti popoli di alcuni grandi continenti deve ancora iniziare o è appena cominciata. La nuova ed urgente evangelizzazione dovrà servirsi dei mezzi moderni della comunicazione sociale, dovrà rispondere sempre meglio alla sensibilità e caratteristiche culturali dei vari popoli (=esigenza d’inculturazione) secondo lo stile apostolico di S. Paolo che affermava: “Mi sono fatto tutto a tutti per salvare ad ogni costo qualcuno.” (1 Cor. 9, 22). L’apertura e la sensibilità alla mentalità e ai linguaggi dell’uomo moderno o di altre culture, non significa

cambiare o sfumare l’identità perenne, immutabile dell’annuncio evangelico. Si legge infatti al numero 29 della Lettera papale: Non si tratta, allora, d’inventare un “nuovo programma” pastorale...” Il programma c’è già: è quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva Tradizione. Esso s’incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in Lui la vita trinitaria e trasformare con Lui la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste. È un programma che non cambia col variare dei tempi e delle culture, anche se del tempo e della cultura tiene conto per un dialogo vero e una comunicazione efficace. Questo Programma di sempre è il nostro, per il Terzo Millennio.” La Chiesa “piccolo resto” della cristianità del passato, consapevole di essere Luce delle genti, Lievito e Sale del mondo, con rinnovato slancio missionario deve affrontare le sfide dell’evangelizzazione e della conversione dell’uomo moderno, immerso in una società indifferente e secolarizzata. L’unico programma del Vangelo dovrà calare in tutte le Chiese e Comunità cristiane locali, in tutte le associazioni, gruppi e fedeli di buona volontà, sotto la guida saggia dei vescovi, dei parroci e dei responsabili della attività pastorale. Perché la nuova evangelizzazione, la nuova catechesi, il nuovo catechismo siano possibili ed efficaci, devono basarsi sul primato della “grazia”, sulla corrispondenza dei battezzati “alla vocazione universale alla santità”, su una particolare cura e formazione dei giovani, perché possano riconoscere e corrispondere alle vocazioni particolari: al sacerdozio, al diaconato, alla vita religiosa e missionaria.

NOS AUTEM OPORTET GLORIARI IN CRUCE DOMINI NOSTRI IESU CHRISTI Questa scritta si trova sopra l'edicola che racchiude l'antica immagine del Crocifisso nella chiesa di Badia.

O CRUX AVE SPES UNICA Questa è quella che esisteva prima del restauro del 1997.

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A Roberto

La vignetta: Una "pulce" pericolosa.

Gli uomini Come alberi che camminano Sì ho visto bene Fra quei pini ci sono rami potati dal vento Ma è stato inutile Pigne e ramoscelli verdi ha strappato Posandolo a terra Ma non è servito Ancora ho visto una giovane pianta Costretta all’indietro La schiena che si spezza costretta Ma lì c’è anche un altare di pietra Nudo Lì sopra ho posato le pigne Una ancora verde E il ramoscello strappato al suo albero Facevano croce La vita lì c’era Sì ho visto bene! La vita qui c’è. Maria Cristina

Il Consiglio per gli affari economici Nel mese di gennaio si è riunito in parrocchia il Consiglio per gli affari economici per esaminare il bilancio 2000. Soddisfazione per la positiva gestione. C’è stato infatti un utile di circa 53 milioni di lire. Fra le voci più importanti delle entrate segnaliamo le offerte domenicali (L. 34.174.050), gli affitti (L. 45.319.200) e le offerte personali e in memoria (L. 9.221.000). Per le uscite segnaliamo la spesa per attività pastorali (catechesi, ritiri, campeggi L. 9.151.000); la manutenzione ordinaria degli immobili (L. 26.134.620). Il resoconto maggiormente dettagliato è stato consegnato a tutte le famiglie in occasione della visita dei nostri parroci nello scorso mese di marzo.

24 gennaio 2001

Per il restauro della tela di Sant’Anna, conservata in Propositura, il dott. Liborio Lamagna ci ha fatto pervenire la sua generosa offerta di L. 400.000. Appena perverrà il N.O. della Sovrintendenza provvederemo al suo restauro. Chi vuol unirsi a questa e alle precedenti offerte lo può fare rivolgendosi in parrocchia. GIORNATA DI PRIMAVERA A FAVORE DEL FAI

Il senatore Bruni

Il 17 e 18 marzo sono giunte ad Anghiari molte persone in occasione della giornata a favore del FAI (FONDO PER L’AMBIENTE ITALIANO). Per accogliere nel migliore dei modi tutte queste persone il comune di Anghiari si è ben organizzato. Sono molte infatti le associazioni che si sono occupate dell’avvenimento. Come facente parte voglio illustrare il concerto della corale di Anghiari che si è svolto Sabato 17 marzo alle ore 16.30 presso la chiesa della Propositura e non al teatro, come c’era scritto sul programma. La corale ha eseguito dodici pezzi di vari autori ed epoche tra i quali “Tenebrae factae sunt” e “Popule meus” di Da Victoria e “Tui sunt coeli” e “Anima di Cristo” di Don Vittorio Bartolomei. Ha diretto il coro il maestro Bruno Sannai. È stato un bel concerto pieno di bellissimi e difficili pezzi. Giulio 86

di Mario Del Pia

Così lo chiamavo io negli anni in cui l’ho frequentato. È stato in occasione della elezione in Consiglio comunale, anni ’80. Eravamo all’opposizione ma durante quei cinque anni il senatore Bruni dette esempio di impegno e di entusiasmo notevoli. Credo sia stata l’unica volta che riuscivamo a pubblicare un periodico che illustrasse le delibere e le decisioni del Consiglio comunale e l’impegno come gruppo consiliare. Veniva inviato a molte famiglie anghiaresi ed erano diversi i giovani impegnati. Ricordo con piacere la sua disponibilità e il suo voler coinvolgere le nuove generazioni. Anche se Anghiari non era il suo paese di origine, gli era comunque affezionato per legami di parentela. Era riuscito a far venire ad Anghiari l’architetto Michelucci che restò affascinato da questo nostro paese. Per vari motivi poi non seguirono altri incontri. L’impegno di Danilo Bruni, che ci ha lasciato il 23 dicembre scorso, è senz’altro da conoscere e da rivalutare. Riposa nel cimitero di Barliano.

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FESTE DEL SS. CROCIFISSO Giovedì 3 maggio Monsignor Gualtiero Bassetti conferirà il Sacramento della Confermazione (la Cresima) ai ragazzi delle parrocchie di Anghiari, Tavernelle, San Leo, Micciano e Viaio. Ci sarà quindi la processione con le reliquie dalla Propositura fino alla chiesa di Badia.

NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Adriano Baccanelli

La Misericordia chiede aiuto agli anghiaresi La Confraternita di Misericordia in adempimento a quanto deliberato nell’Assemblea Ordinaria del 17 dicembre u. s., relativamente all’acquisto di una nuova ambulanza, si appellerà a tutta la cittadinanza mirando a sensibilizzare gli anghiaresi, affinché rendano possibile quest’iniziativa. Il parco macchine ormai datato e l’incombenza della normativa europea sull’immissione dei gas nell’atmosfera, rivolta a vietare la commercializzazione della benzina rossa, fanno sì che la proposta di acquisto diventi inderogabile. Presto quindi i Confratelli e tutti gli anghiaresi, come del resto è avvenuto a Sansepolcro, Monterchi, Pieve S. Stefano e Caprese (dove i cittadini di questi comuni hanno corredato le loro Misericordie di quattro nuove ambulanze), verranno chiamati a dimostrare che anche ad Anghiari esiste la solidarietà, la capacità di rendere proseguibile il percorso che attraverso il volontariato e sotto la "cappa" della Misericordia, fin dal 1564 è rivolto a tutti i cittadini bisognosi. Coraggio quindi, siamo coinvolti insieme in questa proposta dove, l’orgoglio di noi tutti anche alla luce di quanto è avvenuto negli altri comuni della vallata, viene stimolato e ci da la carica per portare a compimento questa iniziativa, che è certamente alla portata della civiltà dei nostri concittadini.

Ringraziamento alla famiglia Russo La Famiglia Russo di Tavernelle, per onorare la memoria del loro congiunto Carlo, recentemente scomparso, ha pensato di donare alla nostra Secolare Istituzione una carrozzella. “Dio ne renda merito” alla signora Mariella e famiglia per l’espressivo gesto, che va a fornire la nostra Misericordia di un oggetto purtroppo richiestissimo. Il Magistrato, da parte sua, porge il proprio ringraziamento ai congiunti a nome di tutta la Fratellanza.

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Gli ultimi restauri nella chiesa di Casale Sono terminati gli importanti lavori alla chiesa di Casale che verranno inaugurati nel prossimo mese di maggio. Questi lavori hanno riguardato il tetto, il paramento murario e l'imbiancatura. Il tetto è stato smontato (per togliere i travi in cemento collocati nel restauro del 1961) e sono state ripristinate le capriate in legno come era in originale. C’erano poi grossi problemi di staticità che sono stati eliminati e superati con nuove tecniche che collegano le strutture portanti. Ricordiamo che la chiesa di Casale si trova lungo l'antica strada (romana o anteriore) di Pietramala che collegava Arezzo con Urbino, Pesaro e altre città dell'Adriatico. La strada è quella che scendendo da Valealle passava lateralmente a Pieve di Sovara e poi dalla Morella saliva verso il Chiuso per giungere ad Anghiari. Riportiamo ora alcune notizie tratte dal libro di don Ercole Agnoletti. Anche Casale era un castello. Uno di quelli che nel 1377 fu rilasciato da Firenze ai Tarlati da Pietramala, e che subì tutte le vicende degli altri fortilizi della zona. La sua chiesa, dedicata a S. Maria, è ricordata nel 1141 fra quelle che accettarono i diritti del vescovo castellano Davizzo sull’intero plebanato di S. Maria della Sovara. A quel tempo vi era rettore un certo Domenico. Nel 1237 il can. Rigo, rettore della Pieve della Sovara, fu delegato dal papa Gregorio IX per la composizione di una controversia sorta tra Vivolo, rettore della chiesa di Cologna (Casale), attore e sindaco di Guido priore di Camaldoli, e Bene, rettore della chiesa di S. Crescentino, attore e sindaco del proposto e del capitolo aretino. II titolo della chiesa di S. Maria di Casale lo leggiamo nel 1268 nell’elenco delle chiese obbligate al censo per il vescovado di Città di Castello. Nel 1349 essa era tra quelle che dipendevano dalla pieve della Sovara. Nel 1566 sappiamo che i suoi patroni erano i capitani di parte guelfa di Firenze. Allora suo rettore era un certo D. Anastasio da Monterchi, che vi celebrava tutte le feste. Nella visita del 1593 leggiamo che la chiesa era unita alla Pieve di S. Maria della Sovara, ed aveva anche una cappella dedicata alla Concezione della B. Vergine, con confraternita omonima. La cappella era beneficiata di alcune terre che rendevano 5 staia di grano, con cui veniva celebrata la Messa ogni prima domenica del mese e la festa annuale. II rettore vi aveva delegato un cappellano di nome Domenico da Monterchi, con un salario di 40 staia di grano. Nel 1639 era rettore D. Angelo Subbiani da Subbiano. L’altare maggiore aveva una icona molto sciupata raffigurante la Vergine col Bambino e i santi Clemente e Bartolomeo. Nello stesso anno la popolazione contava in tutto 90 anime. La chiesa aveva il campanile con una campana e la casa canonicale accanto. Nel 1828 gli altari erano tre. Ne era stato aggiunto uno dedicato alla SS. Trinità. Nel 1961 la chiesa ha subito un notevole restauro.

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Sorpresa! di Maria Pia Fabiani

Avevo sistemato le riserve di vino in un piccolo vano: scatole di cartone che non vedevo, ma toccavo con la mano. Ce n’eran cinque o sei quando ne tolsi una e allora lo stupore allargò gli occhi miei: la scatola robusta non solo era bagnata, ma la trovai riversa e in parte rosicchiata. I topi!! Controllai anche le rimanenti ed un’altra trovai con i segni dei denti; tolsi l’intera serie e dopo lo sgomento pensai topi ubriachi (con mio divertimento) che andavano ondeggiando con singulti vinosi a cercare altre fonti di giuochi... spiritosi! Cambiai posto al mio vino. Potevo prevedere che perfino un topino si dilettasse a bere? “Solo l’uomo- pensavoè così sciocco da rovinarsi bevendo.” E invece, chi lo sa? Tutto il mondo animale con un motivo o senza corre a farsi del male con perfetta incoscienza. 27 gennaio 2001

Da una relazione del 1924 Nell’orto della canonica trovansi le piante descritte qui appresso: Viti N. 376 Olivi N. 17 Frutti diversi N. 16. Dalla stessa relazione apprendiamo poi che c’era anche il pozzo per attingere l’acqua.


LE PARROCCHIE DI ANGHIARI E TAVERNELLE ORGANIZZANO:

GITA-PELLEGRINAGGIO Santuario della Madonna del Montenero - Livorno - Pisa Martedì 17 aprile 2001 Partenza ore 7 dal Campo della Fiera

Informazioni e prenotazioni presso le rispettive parrocchie

Cronachetta e offerte per il giornale Come annunciato troverete allegato a questo numero il libriccino sulla cronachetta e le vignette dell’anno 2000. Vale per ringraziamento ai tanti che ci hanno fatto pervenire il loro contributo e stimolo a chi ancora non lo ha fatto, ma magari ne aveva voglia, a farci pervenire il proprio. Un benvenuto a Sergio Baldini di Selvadonica e un saluto a Osvaldo Verdinelli di Monterchi, a Ugo Andrzejewski di Roma, a Odilio Goretti “borghese” appassionato di cose anghiaresi e puntuale generoso sostenitore del giornale, al dottor Floridi Fulvio e a Federico Topa di Brescia. Un saluto a Iride Ricceri e Maria Luisa Goti di cui abbiamo scritto erroneamente il nome nel numero scorso. Un sentito ulteriore grazie a Piero Gennaioli di Firenze, ad Alvise Luconi dalla Svizzera, a Franco Testerini, a Fabio Cuccini, a Bruno Mangoni, a G. Leucalitti di Firenze, a Gino Ortalli, a Mario Redenti, alla Famiglia Bozzini Gastone, a Malvina Martini, a Ivan Venturini, a Liborio Lamagna. Ecco ora l'elenco dei nostri sostenitori. Agolini Nilo Alberti Giampiero Alberti Paolo Andrzejewski Ugo, Roma Baldi Marino Baldini Sergio, Selvadonica Benedetti Alberto, Pieve S. Stefano Bergamaschi Ezio Bernieri Anna Maria Bivignanelli Giovan Battista Bonarini Francesco Bonarini Graziella Boschetti Francesco Brizzi Mario, Meliciano Buscosi Apollonia, Motina Calosi Sila Camaiti Clemente Camaiti Derna Cambi Mario Cambi Vittoria Cancellieri Roberto, Roma Canestrelli Marisa Capucci Giuseppa Carboni Demetrio Casucci Nella Cesari Alba Chieli Maria, Cervia Chiribini Antero e Rosa Cirri Beatrice Citernesi Claudio Citernesi Gianfranco Del Gaia Milton, Roncione

Del Pia Alessandro, Molinello Del Pia Annunziata, Sansepolcro Una persona Del Pia Mariella Del Pia Marino Del Pia Silvia Donati Sarti Adriano Draghi Delfo Dragoni Angiolo, Padova Dragoni Mirella Ercoli Rino Famiglia Bozzini Gastone Famiglia Testerini Francesco Ferri Mirella Floridi Fulvio Foni Duilio Fontana Anita, Casacce Gaggiottini Genovina Galli Tosi Rosa, Rovigo Gelsumini Marcello Gennaioli Celestino Gennaioli Ombretta, San Leo Gennaioli Piero, Firenze Ghignoni Pasquale Giannini Fabrizia Giorgeschi Cesarina Giorni Gemma, Perugia Giorni Giuseppe (Pino) Goretti Odilio, Sansepolcro Gorini Mario, Monterchi Graziotti Giuseppe Guadagni Maria Bergamino

Guerrieri Fernando, Casacce Gurrieri prof. Orlando, Firenze Lamagna Liborio Lazzerini Fabrizio e Daniela Leonardi Antonio (de Settantino) Leonardi Franco Leonardi Velma, Prato Livi Giuliano Luconi Alvise, Svizzera Mafucci Gastone Maggini Paolo, Ponte alla Piera Magri Angiolo, Motina Magrini Gina Magrini Giuseppina Marconi Giampiero Mariani Santi Martini Malvina Marzi Domenico Marzi Marco Meozzi Walter Mondani Otello Mondani Pietro, Carmine Montagnoli Sergio Morelli Renato Mugelli Mario Muzzi Rossi M. Cristina, Arezzo Nespoli Giuseppe, Valealle Nicchi Domenica Nicchi Fabio Ortalli Gino Pacini Ivana Stefania Pagani Antonietta

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Panichi Paolina Parrucchiere Ivana e Graziella Petruccioli Domenico Petruccioli Valentino Piccini Bruno, San Lorenzo Poggini Raffaella Primitivi Elena Procelli Adriano Procelli Rinaldo Quarto Paolo, Roma Redenti Mario Roselli Clara Roselli Ghignoni Marisa Rumori Franco e Carla Santi Amerigo, Tavernelle Santi Piero, Tavernelle Stanghellini Marco, Bologna Talozzi Franco Tavernelli Francesco, Tavernelle Tognetti Aldo, Pisa Topa Federico, Brescia Tosi Mauro, Rovigo Vellati Vesta Venturini Ivan Verdinelli Osvaldo, Monterchi Vichi Mario e Carlo Villarecci Marisa, San Leo Vitellozzi Maurizio Zanchi Maris Zanchi Piccini Angiolina


Angolo della Missione Rubrica a cura di Franco Cristini

Adozione a distanza Vorrei ritornare sull’argomento delle adozioni a distanza perché mi sto accorgendo che l’interesse verso questo modo di sostenere il futuro e lo sviluppo dei bambini del terzo mondo sta crescendo sempre più anche nel nostro paese di Anghiari. Scendiamo all’atto pratico per far capire a tutti come funziona questo tipo di adozione: Si chiede ad una congregazione religiosa che opera nel terzo mondo la possibilità di aiutare un piccolo a crescere nelle scuole gestite dai missionari e nello stesso tempo di dare anche un sostentamento materiale per i piccoli e le loro famiglie; si invia per lo più tramite bollettino postale alla Congregazione scelta un contributo mensile intorno alle 40 mila lire; si riceve quindi la fotografia con i dati anagrafici del bambino adottato e si inizia un rapporto epistolare tramite i missionari con i piccoli assegnati. Se poi “il padrino o la madrina” non sono in grado per i più svariati motivi di sostenere l’importo impegnato, basta avvertire la missione della decisione presa e i missionari provvederanno a dare al bambino un nuovo adottante. Ora io sono a conoscenza di tre ordini religiosi che hanno missioni nel terzo mondo: le suore agostiniane della Ripa, la cui casa madre trovasi a San Giovanni Valdarno, gestiscono una missione in Mozambico (Africa) ed una in India (Asia); I Frati Cappuccini gestiscono invece missioni in Tanzania (Africa) dove ogni anno si reca la nostra compaesana dottoressa Anna Maria Bartolomei; i Padri Comboniani di cui fa parte padre Remo Mariani da me conosciuto di recente a Tavernelle. Padre Remo organizza e gestisce una missione in Brasile (America del sud). Chiunque volesse dare inizio ad una adozione a distanza può rivolgersi direttamente a me ( Franco Cristini), io provvederò a dare ulteriori spiegazioni e ragguagli e a metterlo in contatto con gli ordini religiosi prescelti. Pace e bene. Nelle foto sono raffigurati alcuni bambini adottati da famiglie anghiaresi

IL FATTO di Enzo Panichi

LE LOGGE

a cura di A. Bivignani

di Clèto

La svinatura a Galbino

La canonica

La foto, risalente ai primi anni ’50, mostra un momento della vendemmia o meglio della “svinatura” effettuata dagli operai della fattoria di Galbino. Il nostro amico Enzo è in atto di aprire la botte, ed appunto ha in mano il martello apposito. L’altro personaggio è Santi Taddei, padre del fu Luigi Taddei, nonché padre della Laura, anch’essa “giornalista” de l’Oratorio per Tavernelle. In quel momento il Taddei stava pompando il vino dalla botte. Una volta aperta, la botte sarebbe stata ripulita e riempita nuovamente del vino che nei mesi successivi avrebbe finito di “spogliarsi” delle varie scorie e pronto per arrivare nelle tavole. Ancora un grazie ad Enzo e a tutti coloro che con generosità prestano queste foto, che sono veri e propri ricordi della vita delle nostre zone in tempi ormai andati.

Beppe - Cecco me sembra che oggi s’è più contento. Ma che t’è successo? Cecco – È ragione. La mi’ nora m'ha arfatto ‘l matarazzo e sicché stanotte me sembrèva de durmire ‘n tu la bambègia. B – Alora te tratta bene la tu’ nora? C – Si, si, non me lamento. E poi anche a noi vecchi per sopportacci, ‘n’è facile. B – Lo so, lo so anch’io. Ma è visto Cecco che arfano la canonica de la Propositura? C – L’ho visto, l’ho visto. Io 'gni tanto ci vèdo a vedere. A metà febbraio aion finito ‘l tetto e ora cian da fère i lavori dei pavimenti e pu’ sarà pronta per don Marco e don Juan Carlos. B – Ora Cecco vèdo via che vulivo passère da “la lunga” per andère a chèsa. Vulivo vedere a che punto sono i lavori a Santagostino. Ciao Cecco.

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari IL TRAPIANTO E LA DONAZIONE DEL MIDOLLO OSSEO Per Midollo osseo (MO) si intende quel sangue, particolarmente denso e viscoso, che vive, circola e si riproduce nelle cavità spugnose delle ossa piatte (coste, sterno, cranio, bacino, etc.) dell’organismo adulto. Esso è particolarmente ricco di cellule staminali emopoietiche: quelle cellule cioè che costituiscono la matrice del sangue e che continuamente riproducono, a ritmi assai intensi, gli elementi cellulari ematici (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine), Emopoiesi infatti vuol dire produzione di sangue. Per Trapianto di Midollo Osseo (TMO) si intende la sostituzione di un midollo osseo malato o non funzionante, con cellule staminali sane in grado di rigenerare e riprodurre tutte le cellule del sistema emopoietico. Le cellule staminali sane trasfuse al paziente colonizzano rapidamente le cavità ossee del trapianto ed in breve riprendono la loro attività proliferativa, operando tale completa sostituzione. Quando le cellule staminali trapiantate sono state ottenute dal midollo dello stesso paziente in una fase di “remissione” della sua malattia o prima di un trattamento chemioterapico e/o radioterapico allo scopo di eradicare, ad esempio, una neoplasia maligna, si parla di Autotrapianto, distinguendolo in Singenico, se avviene tra individui geneticamente identici (gemelli omozigotici) e Allogenico, se avviene tra individui geneticamente diversi (fratelli, parenti, individui non apparentati). IL TMO si distingue dagli altri trapianti di organo per le caratteristiche del tutto particolari delle cellule in causa. Il primo tentativo di TMO da fratello a sorella è stato fatto nel 1939 con esito infausto. Ciò non meraviglia, date le nozioni scientifiche dell’epoca: infatti ci si limitò a verificare l’appartenenza allo stesso gruppo sanguigno dei due soggetti Ma la storia vera e propria del TMO inizia negli anni ‘50 con esperimenti su animali, sottoposti ad irradiazione totale corporea - che ne distruggeva il Midollo Osseo - e quindi trattati con infusione di cellule midollari ottenute da animali dello stesso identico ceppo. Questo TMO singenico ne permetteva la sopravvivenza.

Nel 1958 cinque scienziati vittime di un incidente nucleare a Vinca (Jugoslavia) ricevettero TMO da donatori dello stesso gruppo sanguigno, di essi ne sopravvissero quattro, ma senza sicura prova di attecchimento del TMO. Per quasi tutti gli anni ‘60 l’interesse per il TMO fu scarso, finché non venne riconosciuto il ruolo fondamentale svolto dal Sistema maggiore di istocompatibilità (detto, per l’uomo, Sistema HLA) nella tolleranza e pertanto nel buon esito del TMO. Infatti, nel 1968 Gatti eseguì il primo trapianto in un soggetto con immunodeficienza grave, utilizzando come donatori fratelli HLA-compatibili. Ma fu negli anni ‘70 che ebbe inizio la fase moderna del TMO, la quale comprende anche il TMO da donatore non consanguineo, eseguito per la prima volta a Londra nel 1973. In questi ultimi anni sono stati possibili continui progressi nel TMO e dei suoi risultati, grazie al continuo incremento del tesoro di conoscenze e di esperienze specifiche. Attualmente il numero totale di TMO eseguiti nel mondo supera i 60.000, di cui 3.874 in Italia. Si tratta per la maggior parte di TMO autologhi. In Italia quelli effettuati utilizzando donatori volontari estranei sono stati 159, dei quali 58 con donatori italiani e 101 con donatori stranieri. Dal 1993 per i TMO in pediatria, in bambini di peso inferiore ai 30 Kg, si è incominciato a utilizzare il sangue del cordone ombelicale in quanto particolarmente ricco di cellule staminali. A tale scopo si sono create nel mondo apposite “banche” per la conservazione sotto congelamento di unità di sangue del cordone. A fine 1995 tali unità raggiungevano il numero di 2.292 (1029 a New York, 642 a Milano, 553 a Dusseldorf, 66 a Parigi e 2 in Israele). Il TMO risulta oggi efficace nella maggior parte dei casi: dal 50% all’80%, a seconda del tipo di emopatia trattata. In particolare, per la leucemia mieloide cronica – malattia ad esito sempre fatale – la percentuale di guarigione a distanza di anni si attesta intorno al 60%.

IL MOTTO DEL DONATORE “Una stilla del mio sangue per un palpito del tuo cuore” 14


VEGLIONISSIMO DI CARNEVALE Castello di Sorci particolarmente animato nella serata del diciassette febbraio ultimo scorso, in occasione della prima edizione del “VEGLIONISSIMO DI CARNEVALE” del Gruppo Donatori di Sangue di Anghiari, con cena, ballo e cotillons. Un centinaio i partecipanti: gente allegra e divertente che, messi da parte per una volta i propri “connotati quotidiani”, si sono gettati nella mischia, esibendosi in sfrenati balli sudamericani e non, suonati magistralmente dal noto complesso musicale Aldo e Fabio, forte di ben otto componenti. Particolarmente attivi gli uomini presenti: nonostante un fisico non proprio alla Pietro Taricone, hanno costantemente vivacizzato il centro della pista, sotto gli occhi vigili delle proprie consorti, decisamente più tranquille… Molto indaffarati anche i pochi “singol” presenti La serata era iniziata con la cena, ottimamente preparata dalle cuoche di Primetto: antipasti della casa, passatelli in brodo, tagliatelle alla prataiola, prosciutto

arrosto ed anatra in galantina si sono succeduti, più o meno velocemente, sulle tavole imbandite, dove i commensali hanno fatto il possibile (e l’impossibile) per non rimandarli indietro; “dulcis in fundo” l’immancabile torcolo, accompagnato dall’aromatico vin santo. Subito dopo tutti al “tempio”, la sala prossima al castello, appositamente preparata per la festa da ballo. Numerose le maschere presenti, ispirate ai più svariati personaggi dello spettacolo e dei cartoons: su tutte ha prevalso, come da insindacabile giudizio della giuria, “La Signorina Carlo”, impersonata dalla divertentissima e poliedrica Alma, alla quale è stato meritatamente consegnato l’ambito premio. Unico assente il fantasma di Baldaccio: spaventato da così tanta animazione, ha sicuramente preferito starsene rintanato nella sua misteriosa dimora, in attesa di momenti migliori !!! Orteip 2001

FESTEGGIAMENTI PER IL XXV° DI FONDAZIONE DEL GRUPPO DONATORI DI SANGUE “FRATRES” – ANGHIARI PROGRAMMA DI MASSIMA

SABATO 7 LUGLIO 2001:

DOMENICA 08 LUGLIO 2001:

ore 17.30- Teatro Comunale: CONVEGNO su “ Donazione e Volontariato”; “ 19.30 - BUFFET per tutti i partecipanti al convegno; “ 21.00- SPETTACOLO d’arte varia in piazza Baldaccio, con la partecipazione di gruppi locali.

ore 09.30 – Arrivo dell’AUTOEMOTECA della Consociazione Nazionale Donatori “FRATRES”, con personale medico a bordo. “ 11.00 - SOLENNE CELEBRAZIONE EUCARISTICA; “ 15.00 - MANIFESTAZIONI SPORTIVE: triangolare di pallavolo, trial bike, ecc.; “ 17.30 - PREMIAZIONI dei DONATORI particolarmente attivi e degli atleti partecipanti alle esibizioni sportive; “ 21.00 - CONCORSO CANORO, con spettacolo teatrale comico.

LA CITTADINANZA È INVITATA A PARTECIPARE !!!

IL CONSIGLIO DIRETTIVO

GITA TURISTICA DI UN GIORNO DOMENICA 03 GIUGNO 2001 TARQUINIA, TUSCANIA ED IL LAGO DI BOLSENA: viaggio nel tempo, alla scoperta dell’affascinante mondo della civiltà etrusca. Un particolare invito per tutti i Donatori che potranno usufruire di uno sconto del 30% Informazioni e prenotazioni presso Ufficio Turistico, sig.ra Vesta Vellati.

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Per piccoli lettori

La leggenda del pettirosso di Lagerlof

Rielaborazione di Angiolo Pari - Da una porta di Gerusalemme usciva una folla che si dirigeva verso la collina dove un pettirosso aveva il suo nido. Erano cavalieri sopra superbi cavalli, soldati armati di lancie, carnefici che portavano martelli e chiodi, mercanti, sacerdoti, giudici dall’incedere dignitoso, donne in lacrime e tutta una turba urlante di vagabondi. Tremando, l’uccellino contemplava quello spettacolo dall’orlo del suo nido. La paura di vedere il cespuglio invaso e calpestato e i suoi piccoli uccisi, lo dominava tutto. “State in guardia! -disse ai piccini- stringetevi forte gli uni contro gli altri e non fate rumore. Un grosso cavallo avanza verso di noi! Ecco c’è un guerriero coi sandali ferrati! Ah! Dio mio, ecco la folla che si dirige verso il nostro cespuglio!” Svelto l’uccello saltò nel nido e riparò con le ali i suoi piccini. “No, è troppo orribile! Non guardate. Sono tre malfattori che vengono crocifissi!” Forti colpi di martello rimbombavano, confusi a lamentose grida di dolore e ad urla feroci. Con gli occhi dilatati dal terrore, il pettirosso seguiva la scena. Non poteva staccare gli sguardi dai tre giustiziati. "Come sono crudeli gli uomini! -gemeva- Essi non si sono accontentati di attaccare gli infelici su una croce, ma hanno deposto sulla testa di uno di loro una corona di spine. Le spine gli forano la fronte e il san-

gue scorre. E tuttavia quell’uomo è bello, il suo sguardo è dolce, tutto in lui ispira l’amore. Mi sembra che le spine che lo fanno soffrire mi entrino nel cuore." Ed un’immensa pietà invase il pettirosso. "Se fossi l’aquila, nostra regina, strapperei i chiodi dalle sue mani e con i miei artigli scaccerei la folla dei persecutori." Vedeva il sangue colare a gocce sulla fronte del Crocifisso e non poteva restare fermo sul suo nido. Pur piccolo e debole voleva far qualche cosa per quel povero martire. Veloce uscì dal cespuglio di rose e volò direttamente verso la croce. Fece dei grandi giri prima di avvicinarsi perché era un uccello timido e pauroso che non aveva mai osato avvicinare un uomo. Tuttavia, a poco a poco, prese coraggio, si avvicinò e col becco strappò dalla fronte dell’infelice una spina. In quel momento una goccia di sangue accadde sul collo dell’uccello, s’allargò e gli colorò tutto il petto. Allora il Crocifisso aperse le labbra e sussurrò al pettirosso: -Grazie della tua misericordia. Quando il pettirosso rientrò nel nido i piccini, meravigliati, gridarono: "Guarda, il tuo petto è rosso, le penne del tuo collo sono più rosse delle rose. Oh, non è che una goccia di sangue di quel povero Crocifisso! Scomparirà quando mi bagnerò in un ruscello o in una limpida sorgente." Invece, quando l’uccello si fu bagnato, la tinta non scomparve affatto. Anzi, abbellì anche il collo e il petto dei piccini quando furono grandi. E da allora in poi splende sulle penne di ogni pettirosso e lo sarà per sempre.

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di Vera Cuccini

A mio marito

La vignetta: Quando l'abito fa il monaco.

Non temere io sono con te, ti prendo la mano ed insieme saliremo verso il Calvario. La tua croce è pesante, lo so, molto pesante, anche le mie spalle si piegano sotto il suo peso ma in due si porta meglio. Non sempre è facile! A volte alzo la testa un senso di rabbia mi porta alla protesta poi mi pento e dico: “Dio mio, perdono, accetto il tuo Calice”. E così tiriamo avanti nell’erto cammino tu, il Crocefisso, io, il tuo Cireneo.


Per Anghiari di Antonietta Olivieri

“Io amo l’Italia perché mia madre è italiana, perché il sangue che mi scorre nelle vene è italiano…” Parafrasando Mazzini, posso dire che amo Anghiari perché mia madre era anghiarese, perché i miei parenti Mafucci e Fanciullini sono ad Anghiari e ad Anghiari vive la mia carissima amica Verena. Ma amo Anghiari anche perché è un Paese bellissimo ed il ritornarvi è per me un momento di serenità, di ricordi, di affetti. Mia madre, la Maria della Vigna del Poggio, è venuta giovanissima in Maremma a causa del lavoro di mio padre (un Olivieri di Santa Fiora) e, forse per la nostalgia del paese, ne parlava sempre. Mentre cuciva o accudiva alla casa mi insegnava a leggere e a scrivere ancor prima dell’età scolare, ma mi raccontava anche tante cose del suo paese. Ho conosciuto così “il Buzzico” e “il Drago” anche se non ricordo quale dei due fosse quello con una testa completamente pelata e, in compenso, una lunga barba; mi parlava delle apparizioni dei frati di S. Lutio: di quel bestemmiatore che il Diavolo, vestito da frate , si portò via e ne rimasero poche ciocche di capelli in un cancello… Chissà poi queste leggende quanto fossero antiche e quanto modificate dal passaggio da una narrazione all’altra. Sapevo che al Crocifisso della Badia crescevano i capelli (?) che venivano tagliati come reliquia, conoscevo quella tradizione un po’ crudele dell’impagliata (se ben ricordo il nome) cioè della strada di paglia che si stendeva talvolta tra le case di due persone che si dicevano amanti. Mi raccontava, mamma, che una mattina d’inverno una persona un po’ sempliciotta era corsa per il paese dicendo tutta eccitata che “su pe’ la Bozia ci cresceva il cotone” avendo visto dei mucchietti di escrementi coperti di muffa bianca… Mi raccontava come era bello quando “i padroni” non andavano a Teatro e regalavano i biglietti alle ragazze che lavoravano in casa: così aveva visto operette e commedie da un palco che non si sarebbe mai potuta permettere. E mi parlava delle sue amiche dei poderi vicini (S. Antonio, Spogliabecco e la Gattina, son tre poderi che mandano in rovina…), delle feste del “Ciccicocco” quando erano piccole e dei balli alla Sezione, ma solo di Carnevale, si capisce, quando erano ragazze. Da lei ho imparato la prima parola d’inglese (l’unica che sapesse) quando mi raccontava di un signore inglese che viveva vicino alla villa Gennaioli (“i padroni”), il signor “Verole”, chissà poi come si chiamava, che diceva al suo cagnolino “Milk, Bubu?” e sapeva che significava “latte”. Prima ancora di conoscere chi fosse Garibaldi, sapevo che in piazza ad Anghiari c’era una statua con la scritta “Roma o Morte” ed il suo dito indicava verso nord… E la storia del catorcio che provocava sfottò tra lei e mio padre… La Maremma, dove sono nata e dove vivo, è senz’altro bellissima; ha un mare splendido, delle pinete che sono come rigogliosi tappeti verdi, deliziosi paesi, una bella città, arte e storia dagli Etruschi agli Aldobrandeschi, ai Medici, ai Lorena, ma Anghiari è un po’ “il paese dell’anima” se riesco a spiegare ciò che intendo. Ogni volta che posso tornarci devo fare un mio giro, da sola e un po’ trasognata, nella parte più vecchia; ripercorro via del Castello Antico per vedere, anche se non c’è più, la grande ficaia nell’orto di nonno Beppe, la nonna Concetta che si affaccia per salutarci, l’ “Imelia” Leonardi e la mia amica Carla… Mi immagino davanti alla finestrella in alto che guardo la Valtiberina, verso un panorama di cui Plinio il Giovane scriveva ad un amico a Roma: “…proveresti un grande piacere se guardassi questa regione dall’alto: ti parrebbe infatti di scorgere non delle terre ma un quadro dipinto con incredibile maestria; da tanta varietà, da così felice disposizione gli occhi traggono diletto ovunque si posano… Che gli Dei conservino in avvenire a me tale soddisfazione, al luogo una tal fama.” Volevo spiegare perché ricevo sempre con piacere “L’Oratorio di Anghiari”, questo filo sottile che mi lega ad un paese che non è mio se non per amore.

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Dalle nostre Parrocchie Micciano Continuano ancora gli importanti lavori alla nostra pieve e quindi per Pasqua saremo ancora esuli e ci sarà un motivo in più per partecipare alle preghiere comunitarie che si fanno ad Anghiari. Mi riferisco in particolare al Venerdì Santo. Ancora non c'è un termine stabilito e attendiamo con pazienza che i lavori abbiano termine. È stato già eseguito il consolidamento delle fondamenta della chiesa ed ora si sta già intervenendo dentro la chiesa e sul tetto. La domenica delle Palme alle ore 8, nella saletta attigua alla chiesa, faremo la benedizione dei rametti di olivo. Nella Domenica in Albis ci sarà il pellegrinaggio al Santuario del Carmine con partenza da Micciano alle ore 16 per la S. Messa delle ore 17 al Carmine. Nei tre giorni precedenti l’Ascensione faremo le rogazioni alla sera, mentre nel giorno dell’Ascensione non ci sono Messe a Micciano perché tutta la parrocchia è invitata a partecipare alle celebrazioni al Santuario che, ricordiamolo, ricade in territorio di Micciano. Naturalmente come tutti sanno il Santuario è di tutta la zona ma noi siamo lieti che sia proprio nel nostro territorio. Anche la benedizione delle foglie di giglio verrà ripetuta ma non come tradizione folclorica ma appunto per implorare la protezione della Croce sui raccolti. Noi ricordiamo questo per segnalare che anche quel gesto è una forma di preghiera che manifesta i nostri sentimenti. Ricordiamo sempre di fare questi importanti gesti dando loro questo valore. Nel mese di maggio alla sera, faremo la recita del Rosario in onore della Madonna. Nelle sere in cui non ci sarà la S. Messa faremo la benedizione eucaristica. Come annunciato anche nello corso numero proseguono i lavori alla cappella della villa Buitoni.

Monterchi La benedizione delle case e delle famiglie L’ "Acqua Santa" adesso viene chiamata benedizione delle famiglie indicando in questo modo la famiglia come soggetto principale di questa visita ma è importante anche la benedizione delle case, luogo dove le famiglie si ritrovano. È comunque la visita del parroco alla famiglia. Da noi è molto sentita anche se solo alcuni rappresentanti della famiglia possono essere presenti. Un breve incontro di preghiera che può servire ad aggiornare l’anagrafe parrocchiale, un invito particolare a partecipare ai riti della Settimana Santa e un’occasione per visitare gli ammalati e gli infermi. A Pocaia c’è stata dal 27 al 31 marzo. A Monterchi dal 2 al 7 aprile, la settimana che precede quella Santa.

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A Padonchia la benedizione la facciamo il 9 e il 10 aprile. Nella chiesa di San Simeone profeta il Giovedì Santo alle ore 18 S. Messa in Coena Domini. Dopo cena, circa le ore nove, la Misericordia di Monterchi vestita delle tradizionali cappe nere sale dalla propria sede per fare l’adorazione prima nella chiesa arcipretale e poi in quella delle monache. Naturalmente poi tutti i fedeli visitano le chiese di Monterchi e della Madonna bella dove verrà fatta l’adorazione del Santissimo che viene collocato in un'urna particolarmente adornata. Il Sabato Santo nella chiesa di S. Simeone alle ore 23,30, la benedizione del fuoco, del cero pasquale, dell’acqua battesimale e a mezzanotte la S. Messa. Il giorno di Pasqua S. Messe solenni: a San Biagio a Pocaia alle ore 8; a Padonchia alle 9,30; alle 10 alla Madonna bella e alle 11,15 e alle ore 18 a Monterchi. Il Lunedì di Pasqua nella chiesa di S. Biagio a Pocaia festa delle confessioni e comunioni pasquali o del perdono. Nella mattinata ci sono alcune messe e alcuni sacerdoti a disposizione dei fedeli per le confessioni. A Monterchi la domenica in Albis si celebra la festa di San Vincenzo Ferreri. Nel pomeriggio dopo la S. Messa viene portata in processione la statua del santo intorno alle mura di Monterchi cantando le litanie dei Santi e ci si ferma tre volte a benedire le campagne in sostituzione delle rogazioni. Il 29 di aprile, nel primo pomeriggio ci ritroviamo presso la chiesetta di Mariotto dove gli abitanti della campagna portano a benedire le foglie di giglio da mettere nella croce che viene poi esposta nei campi. Questa cappella si trova nella valle del Padonchia lungo una stradina che porta a Lippiano. Anticamente si chiamava S. Maria dell’Olmello e nel XVI secolo è stata ridotta alle dimensioni attuali. È dedicata alla Madonna e a San Pietro martire e in quell’occasione facciamo una piccola processione. Il mese mariano si celebra a Monterchi dopo la Messa vespertina delle 18 e anche dopo cena, alle 9, si celebra solennemente nel santuario della Madonna bella a Pocaia e nella chiesa delle monache a Monterchi. Per la festa dell’Ascensione molti vanno al Santuario del Carmine mentre alcune famiglie, provenienti da Monte Santa Maria, tornano in quel luogo per la festa della Madonna. A Monterchi c’è sempre il fermento per la definiva sistemazione dell’affresco della Madonna del parto. In un incontro al Ministero hanno costituito un comitato di sei persone che prenderà una decisione definitiva. Da documenti ritrovati risulta più chiaramente che la proprietà è della parrocchia anche se più che insistere sulla proprietà è necessario mettersi d’accordo per tenere conto delle varie esigenze degli enti interessati. Mi sembra che la collocazione in una delle due chiese che si trovano nel centro di Monterchi, con adeguati interventi di adattamento, potrebbe essere la soluzione ottimale.


Ponte alla Piera Nel mese di marzo ci sono stati alcuni incontri di catechesi tenuti dalle suore di Montauto. Giovedì Santo alle ore 21 S. Messa in Coena Domini Per tutto il mese di maggio alle ore 21, nei giorni feriali, S. Messa e preghiere alla Madonna Al Ponte è attivo il Circolo dove gli abitanti si ritrovano la sera o per fare la partitella a carte o scambiare una parola con gli amici. Una cosa molto positiva.

San Leo e Tubbiano Nella Domenica delle Palme si distribuiscono i rametti di olivo che saranno portati nelle case. In parte però vengono lasciati per essere messi nelle croci realizzate con il vinco e intrecciate con le foglie di giglio e messe nei campi per il giorno 3 maggio festa del Crocifisso e festa grande ad Anghiari. È questa una tradizione ancora molto sentita e fa piacere passando vedere le croci sistemate nei campi perché ci danno il segno della benedizione di Dio sul lavoro dell’uomo che è fatica ma che è anche ricompensa nel raccolto che si spera abbondante. Nei giorni precedenti questa data vengono benedette in chiesa sia i rametti di olivo che le foglie di giglio. A San Leo questa benedizione viene fatta il primo di maggio. Il Giovedì Santo a San Leo viene celebrata la Messa in Coena Domini. Un invito particolare ai ragazzi per confessarsi. Il Venerdì Santo faremo l’adorazione della Croce a San Leo alle ore 15 e a Tubbiano alle ore 17. Dopodiché partecipiamo ai riti che vengono celebrati ad Anghiari. Il Sabato Santo si continua l’adorazione del santissimo che è stato posto nel tabernacolo la sera del Venerdì Santo. Il sacerdote poi rimane a disposizione di quanti si vogliono confessare. Qui a San Leo continua ancora oggi la tradizione di benedire uova e dolci od altro che verranno consumati nel giorno di Pasqua. Naturalmente sono dolci preparati in casa come ciaramiglie, zuccherini od altro. Nel giorno di Pasqua le Sante Messe alle ore 10 con canti eseguiti dai giovani. Il Lunedì di Pasqua la S. Messa è alle 10,30 Il corso di catechismo sta preparando i ragazzi alla Cresima (che si celebra ad Anghiari il 3 maggio) e alla Comunione per il Corpus Domini. Gli incontri con i ragazzi sono il martedì e il venerdì alle 16 a San Leo e il sabato, sempre alle 16, a Tubbiano. Nel mese di maggio tutte le sere S. Messa alle ore 18 con recita di preghiere alla Madonna. Il 22 maggio festa di Santa Rita da Cascia si festeggia in modo particolare per ricordare anche la devozione e l’omaggio della statua della santa fatto da una benefattrice alcuni anni fa. Sembra che verrà realizzato il semaforo all’incrocio con la strada per Anghiari. Probabilmente non risolverà tutti i problemi perché quelli di passaggio pensano che qui non

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ci siano limiti di velocità mentre i residenti molte volte considerano l’incrocio e ci giocano come se fosse la propria aia.

Viaio Nella Domenica delle Palme avviene la distribuzione delle "Palme" ai fedeli che partecipano alla S. Messa. Giovedì Santo alle ore 19 S. Messa in Coena Domini. Per Pasqua la S. Messa solenne è molto sentita dalla popolazione di Viaio che partecipa con fede. Nei giorni di Pasqua faremo la Pia Pratica delle Quarant'ore con l’adorazione del Santissimo. Il giorno di Pasqua e il giorno successivo dalle ore 8 fino alla S. Messa delle ore 11. Dopo la Messa del lunedì ci sarà una processione dalla chiesa fino alla “bottega”. Anche questi eventi sono molto seguiti e sentiti dalla popolazione. Durante tutto il mese di maggio, nei giorni feriali, recita di preghiere in onore della Madonna alle ore 19. Per la preparazione dei ragazzi della parrocchia c’è la valida presenza della catechista Anna Rita Papini. Tutti i sabati alle ore 17 si ritrovano in parrocchia per il catechismo e poi alle 18 c’è la S. Messa. Quest’anno sei di loro riceveranno il Sacramento della Cresima ad Anghiari il 3 maggio per le feste del Crocifisso.

Toppole Nel giorno di Pasqua le S. Messe saranno a Catigliano alle 9, a Pianettole alle 10 e a Toppole alle 12. Ad Upacchi, nella restaurata chiesina, in alcune domeniche che vengono comunicate di volta in volta, viene celebrata la S. Messa per i fedeli del posto. La benedizione delle famiglie viene fatta venerdì 6 e sabato 7 aprile per Catigliano e lunedì 9 e martedì 10 aprile a Toppole.

Marzo aprile di Maria Pia Fabiani

Un calendario appeso alla parete porta due mesi insieme: marzo e aprile, e quest'unione, non mi crederete, oggi m'ha dato un'angoscia sottile. È vero, un mese passa in un baleno, come passa ogni gioia e ogni passione; ma lasciami provare l'illusione, breve, di cambiar foglio, perlomeno! 3 marzo 2001. (Fra dieci giorni entro in ottantasei!!!)


Portano vesti candide di Cmr Carissime mamme in lacrime, adotto il plurale perché è a tutte voi che mi rivolgo, con animo commosso e partecipe, però prendo spunto dal ringraziamento che la mamma di Roberto ha voluto indirizzarmi per quel mio povero scritto pubblicato su “L’Oratorio” n. 6/2000. Le mie parole non hanno valore, sono frutto di una ribellione tutta carnale del mio essere, ma ha invece valore il fatto che la “comunità” sia sentita, da chi è nel dolore, vicina, memore, pietosa nel suffragio, sperante che la pace di Dio scenda su chi è stato chiamato ad altra vita e sulle famiglie sconvolte dalla perdita. E a queste famiglie voglio adesso dedicare parole non mie, auspicando che esse portino luce nelle tenebre della disperazione a tutti coloro che soffrono per non avere più accanto una persona amata. Sono parole di San Cipriano martire, vescovo di Cartagine, vissuto nel 3° secolo D.C. e tanto diverse dalle mie parole perché dettate dalla fede nella misericordia dell’Altissimo. Pace e bene a tutti

Non dobbiamo piangere i nostri fratelli che la chiamata del Signore ha tolto da questo mondo, perché sappiamo che non sono perduti, ma partiti prima di noi: ci hanno lasciati come viaggiatori, come navigatori per precederci. Dobbiamo dunque invidiarli invece di piangerli e non indossare abiti scuri mentre lassù essi portano vesti candide.

Notte di Natale

Fraseologia anghiarese

di Raffaele

di Turiddo Guerri

Ogni vigilia di Natale tutti i più grandi maestri di musica del mondo si riuniscono nel più grande teatro del pianeta per provare le musiche che eseguiranno il giorno dopo: il giorno di natale. Da una finestrella aperta che dava sulla strada uscivano le note ma la gente frettolosa in giro per compere, non se ne accorgeva nemmeno. Passò di lì un uomo che non correva, a differenza di tutti gli altri, non rideva, non chiacchierava né scherzava, era solamente molto triste e solo. Camminava a testa bassa senza sapere dove andasse né cosa facesse in quel posto, quando le note lo raggiungessero. D’impulso, vista la finestrella, la scavalcò e sentì ancor più forte quella musica. Si mise in un angolo buio della grande sala da dove potesse vedere il palcoscenico illuminato a giorno e si sedette per terra. Voleva ancora sentire quella musica ma i musicisti se ne andarono lasciando gli strumenti dentro le loro custodie. Lentamente si alzò e con incertezza si diresse verso il palcoscenico ancora illuminato e cominciò ad aprire tutte le custodie. Quando ebbe finito, improvvisamente, tutti gli strumenti assieme parlarono: - Non siamo stati sempre quello che vedi, strumenti, ma eravamo persone come te, tristi e sole. L’uomo restò paralizzato mentre mille sensazioni lo invasero: paura, sconcerto e, infine, stupore. - A causa della nostra inutilità siamo stati trasformati in quello che vedi ora. Detto questo le luci del palcoscenico si spensero, l’uomo si voltò e iniziò a camminare. - Non aspettare di diventare come noi per poter dare qualcosa agli altri - si sentì dire dietro. L’uomo si fermò, sorrise fra sé e sé e si mise a correre verso la luce che entrava dalla finestrella.

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La Finanza fermò uno con ‘na balla de tabacco: -Fermo, dove andate? -Capisco che so’ bel ch’arivo. *** - Me dici come te se' ardotto? tu me pèri ‘l citto de nissuno. *** - A lu' 'n l'amazza manco 'l Sasso de la Verna. *** ‘N lo vedi, citrullo, che ‘n Cumune ‘n ti cièno misso ‘l timbolo? *** Le mogli son come ‘l tempo: gna tinissele come sono.

Nostalgia d’Anghiari di Federico Topa

Mi mancano le mura di Anghiari, sospese nell’aria, i suoi sospiri di sole al mattino; mi mancano i suoi vicoli d’ombra e di medioevo, le sue parole di sasso i suoi fiori di vento e le sue finestre di cielo.


UNA BANCA PER LO SVILUPPO DELLA COMUNITÀ

Ci sono banche il cui obiettivo non è il semplice profitto. Ci sono banche che hanno lo scopo di contribuire alla promozione e allo sviluppo del territorio in cui operano e che per questo sono autenticamente locali. Ci sono banche che hanno la responsabilità di essere imprese, efficaci ed efficienti per i propri soci e clienti, ma anche una “responsabilità sociale” nei confronti della comunità. Le Banche di Credito Cooperativo hanno questa identità. Una Banca di Credito Cooperativo è un’impresa bancaria originale ed unica, una banca “differente per forza”: • perché è espressione di democrazia economica, cioè di una pluralità di persone o di imprese dal volto riconoscibile, e non di “poteri forti”; • perché è una banca mutualistica, fondata sui soci e a questi rivolta in primo luogo; • perché è autenticamente locale, nel senso che il suo bacino di operatività è circoscritto in una precisa area, e non cambia se si tratta di erogazione di credito piuttosto che di raccolta del risparmio; • perché persegue obiettivi di valorizzazione dell’impresa, ma non di lucro individuale. La redditività, allora, è uno strumento irrinunciabile per garantire la stabilità e lo sviluppo aziendali, ma non è il fine dell’impresa e non è l’obiettivo del socio, che alla BCC non chiede un dividendo, quanto piuttosto un vantaggio. Inoltre, le risorse della banca non sono e non saranno mai distribuite tra i singoli, ma resteranno alla comunità. In oltre cento anni di vita, il Credito Cooperativo ha permesso a milioni di persone - piccoli agricoltori, artigiani, operai, imprenditori, professionisti, operatori del sociale e alle loro famiglie - di ricevere fiducia, di ottenere credito e di migliorare la propria situazione. In oltre cento anni di attività, il Credito Cooperativo ha contribuito a costruire prosperità, a far crescere le comunità locali e quindi un Paese intero. In questa tradizione, viva e vitale, si inserisce la nostra Banca, che vuole essere attenta non soltanto alla sana e prudente gestione aziendale, ma anche ai comportamenti e alle relazioni con i diversi “portatori di interesse”, alla sua proiezione e responsabilità sociale. Quest’attività preziosa rischia di rimanere nell’ombra, perché i numeri del bilancio tradizionale, civilistico e fiscale, non riescono ad esprimerla pienamente. Per questa ragione vorremmo darle trasparenza elaborando nei prossimi mesi il Bilancio sociale e di missione. Un documento che non rappresenta un esercizio straordinario, ma che da oggi ci impegniamo a consegnare alla attenzione di tutti come segnale e conferma del nostro impegno “a tutto tondo” per la nostra gente e verso il territorio di cui siamo autentica espressione.

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Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Sintesi dei più importanti appuntamenti realizzati dalle due principali ed uniche associazioni della nostra frazione

Dal Centro…

…e dal G.S. Tavernelle!

Dal nostro inviato presso il Centro - Come

ogni buon carnevale che si rispetti non possono mancare i classici veglioni, sia mascherati che non. Nel mese di febbraio sono stati appunto organizzati nei locali del Centro numerose feste da ballo, tutte all’insegna dell’allegria e del divertimento. Ricordiamo poi il successo della festa organizzata per l’ultimo dell’anno, con la partecipazione di molta gente accorsa per salutare insieme il 2001. Il Centro ha poi accolto nelle proprie sale il Vescovo Bassetti in visita alla Parrocchia di Anghiari, per un buonissimo pranzo preparato dalle sapienti mani delle catechiste di Tavernelle. Una deliziosa merenda a base di “brustichino” e dolci vari organizzata per gli anziani della parrocchia il 28 gennaio, e vari pomeriggi passati a giocare a tombola o a carte con una partecipazione di gente veramente numerosa. Il martedì grasso, ultimo di carnevale, l’allegro gruppo del Centro ha concluso i festeggiamenti carnascialeschi con un simpaticissimo ed esilarante veglione mascherato per tutta la gente di Tavernelle, e molti sono stati quelli che si sono mascherati. Si ringraziano i neo consiglieri del Centro per adoperarsi sempre a tenere attivi questi locali di Tavernelle.

Dal nostro inviato presso il Campo Sportivo - Non tanto nume-

ANEDDOTI (Speciale San Valentino)

Non è proprio una errata corrige ma una scusa per essermi dimenticato, nello scorso numero dell’Oratorio, dove parlavo del presepio di Tavernelle, i nomi di due altri ragazzi che hanno aiutato anch’essi la realizzazione dell’opera natalizia. Un grazie quindi a DIEGO GIORNI e a MANUEL ANTONELLI che, insieme agli altri ragazzi, sono sempre disponibili ogni qualvolta la nostra Parrocchia organizza e promuove qualche iniziativa. Alessandro

Quest’anno ho scoperto che il 15 febbraio è la festa dei “single”. Allora, parlando con la Nerella di Tavernelle, a tal proposito diceva: io ho festeggiato ieri sera san Valentino con (…), ma anche oggi devo festeggiare perché è la mia festa! Risultato: 2 cene in 2 giorni.

rose quanto quelle del Centro le attività del Gruppo Sportivo di Tavernelle, che di solito le concentra nei mesi estivi. Da ricordare è l’annuale festa sociale, svolta nei locali del Centro il 3 febbraio scorso, che ha visto tanta gente partecipare con molto entusiasmo. E vuole anche ringraziare le donne che si sono prestate gratuitamente per fare le buonissime castagnole per la serata: Gabriella Piomboni, Nerella Antonelli, e la Vanna Natalini. Grazie anche alla Lorena Nevistrelli per aver preparato l’ottimo sugo per la pasta di mezzanotte. Il G.S. si propone ora numerosi impegni, primo fra tutti l’organizzazione di un nuovo tipo di torneo di calcetto. Si rendono poi urgenti alcuni interventi alle strutture presenti al campo sportivo, nonché al campo stesso. Si ricorda che l’invito per migliorare sempre di più il campo sportivo di Tavernelle è aperto sempre a tutti.

ERRATA CORRIGE

Sabato 19 maggio ore 16,30 Festa al Cenacolo di Montauto

Alla presenza del vescovo Gualtiero Bassetti, durante la celebrazione eucaristica, le suore del Cenacolo rinnoveranno i propri voti. Seguirà poi un momento conviviale

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Speciale Madonna del Conforto: MESSAGGIO AI GIOVANI Come ogni anno, nel sabato precedente la festa della Madonna del Conforto, i giovani di tutta la nostra Diocesi si ritrovano ad Arezzo, partecipando ad un bellissimo pellegrinaggio che passa dalla Cappellina del Miracolo e termina in Cattedrale, davanti all’immagine della Madonna. Anche quest’anno, il 10 febbraio scorso, moltissimi giovani si sono ritrovati per compiere in estrema libertà e con tanta gioia questo semplice gesto. Durante la conclusione, il Vescovo ha parlato dell’immagine di Maria, una donna umile, che ha saputo sempre mettersi in discussione, ha saputo lasciare le sue sicurezze dinanzi a ciò che Dio le chiedeva. A noi, se vogliamo che la nostra vita sia piena, è chiesto di imitarla. Riportiamo il messaggio di invito al Pellegrinaggio, rivolto a tutti i giovani da don Giancarlo Rapaccini, responsabile per la Pastorale Giovanile della nostra Diocesi. Quel che avvenne il 15 febbraio 1796 nella cantina dell’ospizio camaldolese in via Vecchia vicino a Porta S. Clemente, sembra una storia da creduloni, come oggi se ne sentono raccontare tante; è stata invece una storia che ha contribuito non poco a far crescere nella fede tutta intera la nostra chiesa aretina. Sarebbe suggestivo il 15 febbraio di ogni anno, salire su un elicottero e sorvolare su Arezzo per vedere quello che succede in città dalle cinque del mattino alle ventiquattro della notte. Saremmo sorpresi da uno spettacolo stupendo di gente che ininterrottamente sale e scende verso il colle del Duomo, perché proprio lì nella Cattedrale, c’è una grande Cappella dove è custodita gelosamente l’immagine della Madonna del Conforto. Questo nome le fu dato dagli aretini che dalla Madonna si sentirono confortati in quei terribili e interminabili giorni di terremoto, quando tre calzolai, Antonio Tanti, Giuseppe Brandini e Antonio Scarpini, spaventati dal perdurare delle scosse sismiche, si misero a recitare le Litanie davanti alla immagine affumicata di Maria, murata in una parete anch’essa annerita dal fumo del camino della cantina dove si trovavano a bere un bicchiere di vino. D’un tratto quella immagine cominciò a risplendere di una luce tutta particolare “come se avesse sul petto rubini e diamanti”. Da quel momento il terremoto cessò e in città ritornò finalmente la serenità. Di quanto avvenne quel giorno mai gli aretini si sono scordati, anzi le manifestazioni di gratitudine e di devozione alla Madonna con il passare degli anni sono cresciute di numero e d’intensità. Anche i giovani della diocesi da qualche anno dedicano un’intera serata a Maria recandosi in pellegrinaggio verso il suo santuario per offrirle l’omaggio della loro devozione filiale. La preghiera poi, che i giovani hanno recitato insieme davanti alla Madonna:

Voglio imparar da Te* * Recuperata in mezzo a vecchie carte

Maria, cammina con noi…. Ancora oggi, come ogni anno, veniamo da te. Saliamo a te. Pellegrini in preghiera Noi giovani sentiamo il bisogno Di esserti vicini. Maria, cammina con noi, accompagnaci Nel nostro quotidiano, guida le nostre scelte, Rafforza le nostre vocazioni. Maria, madre del Conforto Prega per noi. *** Ricordiamo che questo e tanti altri messaggi, iniziative, proposte, immagini, esperienze, le potete trovare visitando il sito internet: www.arezzogiovani.it e adesso oltre al FORUM, è attiva anche la CHAT che permetterà di rimanere in contatto diretto tra i giovani della Diocesi, per scherzare, parlare e scambiare opinioni.

Voglio imparar da Te o Madre mia A vivere d’amore e di preghiera. Voglio imparar da Te Vergin Maria A vivere d’unione con Gesù. Prendimi per la mano o mamma buona Portami per la strada del Signore Solo così sarà il mio cammino Sicuro per la via che porta al ciel! Voglio per Te Madonna diventare D’amore figlia per tutta la vita Tutta me stessa voglio a Te donare E Tu donami, o Madre al tuo Gesù. Prendimi per la mano… Se questa vita mia modellata Sarà sulla Tua vita Vergin bella Non l’avrò spesa invano né sciupata Allora che a Dio me ne andrò.

CHAT - www.arezzogiovani.it/chat.htm FORUM - www.arezzogiovani.it/forum/liste.asp

Prendimi per la mano…

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Baldaccio di Anghiari BALDACCIO di Pietro BAGNONE, Signore del Castello di Ranco nel distretto di Anghiari, nacque in un anno non ben precisato sullo scorcio del secolo XIV. Conosciuto come Baldaccio di Anghiari, valoroso caporale di Cavalleria e amico di Neri Capponi, si distinse in ogni fatto di Armi per la sua bravura e sangue freddo. Ebbe il coraggio di rinfacciare al Gonfaloniere Orlandini la viltà usata a Marradi e fu ucciso poco dopo a tradimento dai sicari del medesimo il 6 settembre 1441. Ecco come Lorenzo Pignotti, Istoriografo regio descrive la morte di Baldaccio nella sua STORIA DELLA TOSCANA, pubblicata nel 1826.

Era a lui [Neri Capponi N.d.R..] sopra tutti i militari affezionato Baldaccio di Anghiari, valoroso capitano. Andando costui un giorno a palazzo a trattare col gonfaloniere Orlandini, fu improvvisamente dalle guardie assalito, trucidato, e gettato dalle finestre. Si disse essere stata questa una privata vendetta del gonfaloniere, il quale essendosi vilmente portato quando comandava le genti fiorentine opposte al Piccinino, n’era stato da Baldaccio aspramente rimproverato. Altri, come avviene nelle violenze che il governo commette senza evidente ragione, immaginarono occulti motivi. Il più profondo investigatore dei segreti politici il Macchiavello vide in questa azione quella crudele, e raffinata arte, che per dare alle azioni ingiuste una patina meno atroce, le confonde coll’oscura parola di ragion di stato. Chi reggeva il governo, colla morte di Baldaccio, non solo toglieva un validissimo appoggio alla potenza del Capponi, ma apparendo che fosse fatto morire per affari di governo. Si gettava del sospetto anche sul di lui amico, e protettore. Gli altri motivi addotti dal Cambi, e dal Nardi, e citati dall’Ammirato sono troppo piccoli per indurre il governo fiorentino a commettere sfacciatamente sì crudele attentato: il primo è il saccheggio di Sughereto fatto dai soldati di Baldaccio, del quale (dice il Cambi) attribuiva l’ordine al governo. Chi legge l’istorie di quel tempio sa che queste colpe erano assai veniali nei condottieri; e se per un’eccezione la fiorentina repubblica intendeva punirlo, gli avrebbe giuridicamente fatto il processo, perché appunto costasse della colpa di Baldaccio. Il Nardi ne dà per motivo un trattato segreto di Baldaccio di passare al servizio del papa contro lo Sforza: ma il papa era in quel tempo amico dei fiorentini quanto lo Sforza; né sarebbe mancata ad essi, se il volevano, maniera di ritenerlo. Il più probabile pertanto è il sentimento di Macchiavello, che Cosimo e i suoi consiglieri volessero disfarsene, e che trovassero un facile esecutore nel nemico atroce di Baldaccio, il gonfaloniere Orlandini, che, senza la tacita approvazione di Cosimo, non avrebbe eseguito sfacciatamente sì enorme attentato. Si può notare intanto l’avvilimento del popolo fiorentino, insultato dal governo con una atroce esecuzione, senza degnarsi di renderne conto almeno con una menzogna. La vedova del disgraziato Baldaccio, essendo morto il suo unico figlioletto, fabbricò un convento ove visse il resto dei suoi giorni in compagnia di altre pie donne, e il suo nome di Anna-Lena dà ancora il nome al convento, e ad una parte della città.

Cattive abitudini

cato; e le donne scorciati i panni sopra il ventre fossero bollate nella gota.” Questa del taglio delle gonne è un’usanza che si è ripetuta anche da noi, anche se in modo molto meno cruento. Successe quando i Borghesi (dieci anni dopo la Battaglia di Anghiari) ci rubarono il Catorcio. Gli Anghiaresi, inseguitili invano, trovarono solo le donne che lavavano i panni al Tevere, ché gli uomini erano già rientrati dentro le porte del Borgo. Allora come unica rivendicazione gli anghiaresi pensarono di tagliare le gonne alle donne borghesi e, sistematele sulle picche, le riportarono come emblema di vittoria dentro il castello di Anghiari.

Che le guerre non siano cose allegre tutti lo possono capire. Era così anche nel 1406 quando Pisa era assediata ormai da diverso tempo dai Fiorentini che impedivano aiuti e rifornimenti. Ecco come i pisani hanno deliberato per superare le difficoltà del momento*: “Divenivano sempre più scarsi i viveri in Pisa, onde il Gambacorti pensò di bandire le bocche inutili, le donne, e i vecchi.” Ed ecco come reagirono i fiorentini a questa probabile “invasione” di “bocche inutili”: “ma i commissari fiorentini fecero un bando, che qualunque uomo venisse dalle porte di Pisa fosse impic-

* Da “Dell’Istoria della Toscana” di Lorenzo Pignotti 1826.

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Quando le coincidenze sono tante... troppe Non è mai stato nelle mie intenzioni andare a Roma per assistere ad un Giubileo, a nessun Giubileo. Mi sapeva di una manifestazione di folklore abbastanza viziata da troppe pubblicità. A Roma sì, ma per visitare la Cappella Sistina, o i Musei Vaticani, o magari qualche bella mostra artistica, ma al Giubileo mai. Con la Giuliana, la Luisella, la Graziella e la Emanuela avevamo da tempo deciso una gita domenicale a Roma con uno qualsiasi dei citati intenti “culturali”, prima dell’arrivo dell’inverno. La Kira, la figlia di Leonardo Casal, cugina per parte di madre di Emanuela, abitante con la famiglia a Locarno, lo aveva saputo e aveva chiesto di unirsi al gruppo. E così, la sera del 21 ottobre, la Kira saliva in treno a Locarno, viaggiava la notte in vagone letto, la mattina della domenica noi anghiaresi, alle 8, ad Arezzo, salivamo sullo stesso treno e, dopo poco più di un’ora, scendevamo tutte assieme a Roma. Un passo indietro. Il sabato sera, come da qualche tempo sono solita fare, alle 18 sarei andata alla Messa in Propositura. Se non che mi telefonano degli amici da Arezzo comunicandomi una loro visita. Ero dispiaciuta, era già la seconda volta che le stesse persone venivano il sabato pomeriggio a trovarmi e mi facevano perdere la Messa. La prima volta avevo rimediato rimandando l’impegno alla domenica mattina ma, questa volta, non ci sarebbe stato niente da fare: il giorno dopo sarei stata nell’impossibilità di assistere al sacro Uffizio. Pazienza! Anche se di quell’incontro con la pace della chiesa avrei sofferto la mancanza. Ritorniamo allora a noi, a Roma, in Stazione Termini. Riusciamo a raggiungere Piazza San Pietro e ci incamminiamo, assieme a tante altre persone, verso la basilica. Ma non ci sentivamo spinte, io ho avuto sempre, in ogni momento, quasi la sensazione se non proprio di volare, ma certo di procedere con leggerezza, quasi sollevata da terra e non ho mai avuto la brutta sensazione di essere oppressa dalla folla… eppure la famosa piazza era gremita da migliaia di persone. Giunte alle transenne, mi sono rivolta alle mie compagne di viaggio e, quasi con sorpresa, se non proprio con disappunto, ho chiesto loro: “Ma non avrete mica intenzione di portarmi al Giubileo?!” Ricordo solo che hanno sorriso, erano anche loro forse incredule, perplesse. A questo punto un addetto all’organizzazione ci ha cortesemente chiesto di dove fossimo e, alla nostra risposta “di Arezzo”, ci ha invitate a superare il varco sulle transenne e ci ha guidate a sederci nelle poltroncine della piazza. Poi, come se ci avesse ripensato, con altri colleghi, ha detto: “No, voi di qua, prego!” e ci ha indirizzate verso l’alto della piazza, nel palco superiore e così, sempre più avanti, come per incanto, vai, vai, ci siamo ritrovate a sedere alla sinistra dell’altare… E nulla era stato programmato…*

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La Luisella dice:“Ormai non ci si può più muovere, tocca rimanere qui fino all’ultimo!” C’era un gran sole, tutti i presenti avevano il cappellino e erano in maglietta a maniche corte: io non avevo cappello, in compenso avevo ben due maglioni di lana: quando eravamo partite il tempo sembrava incerto… ma stavo bene! Ho chiesto quale Giubileo si celebrasse quella domenica: Il Giubileo delle missioni; ho iniziato a piangere. Dopo un viaggio in Tunisia prima e uno in Egitto poi, Roberto mi disse di non voler più tornare da turista in posti dove c’erano tanti bambini che chiedevano a lui, loro coetaneo, loro simile, l’elemosina: si sentiva imbarazzato, in colpa. Sono arrivati gli alti Prelati, è arrivato il Papa, è stata celebrata la Messa; e dire che mi ero rammaricata, il giorno prima, per la certezza di dover rinunciare ad assistere a questa funzione per quel fine settimana! Quando poi il Santo Padre è passato con la sua papamobile e io stavo piangendo, ho avuto l’impressione che soffermasse su di me il suo stanco sguardo, ma dice che per questo tutti hanno la sensazione che il Papa li guardi. La Giuliana ha chiesto ad un addetto quando apriva la Porta Santa e questi ha risposto che di regola apriva alle 14, ma quel giorno sarebbe stata aperta alle 12,30 e… “Prego” ci ha invitate a incamminarci verso il luogo detto e ci faceva strada e noi procedevamo perplesse. Non ricordo se sono stata io o è stata la Giuliana o forse siamo passate assieme, perché so di essere stata esortata da questa a decidermi, con una leggera pressione di incoraggiamento al gomito destro e con un amichevole “Su!” Io procedevo ormai quasi a livello onirico, mi ero soffermata incerta, incantata, sotto quell’architrave, a contemplare le ante, gli stipiti…, ma era proprio quella la Porta Santa e a me era concesso di varcarla per prima davanti a migliaia di fedeli? Abbiamo poi attraversato la basilica, percorso il tragitto per le tombe dei papi, ci siamo ritrovate alla vetrata che si affaccia sulla piazza: la piazza era un mare di teste, di cappelli e una ressa incredibile, indescrivibile, si accalcava verso la Porta Santa. Mi sono rivolta alla Graziella e, indicandole la scala di accesso agli appartamenti del papa ho detto: “A questo punto, potremmo andare tranquillamente a pranzo dal papa…!” Non abbiamo osato tanto, chissà come sarebbe andata a finire. Siamo uscite da San Pietro decise a mantenere fede al nostro impegno, quello di visitare un museo o qualche mostra artistica, ma abbiamo cominciato ad accusare il caldo e il peso dei nostri abiti pre-invernali, quel caldo, quel peso, quel fastidio che là, sotto il sole, davanti alla basilica, durante la Sacra Funzione celebrata dal papa non avevamo minimamente accusato. Quindi ci siamo avviate verso Stazione Termini sostando a Fontana di Trevi, a Piazza Navona, al Pantheon e così via. Quando la Kira ci ha salutate ci ha chiesto di avvertirla quando organizzeremo di nuovo qualcosa insieme. Per Roberto *Domenica 4 febbraio, da Don Dino Liberatori, sono venuta a sapere che il capitano di non so bene quale corpo di guardia, in Piazza San Pietro, è di Arezzo.


A.T.O. ATO sta per Ambito Territoriale Omogeneo. Per legge ogni regione deve definire i vari ambiti del proprio territorio. La regione Toscana ha inserito il nostro comune nell’ATO Alto Valdarno che comprende 35 comuni della provincia di Arezzo e 5 della provincia di Siena. Non meravigli che il nostro comune sia inserito in un ambito che di omogeneo ha poco o niente. Se andiamo un po’ indietro nel tempo, all’inizio dell’800, troviamo che anche quando venne Napoleone a “mettere ordine” Anghiari si ritrovò a far parte del Dipartimento dell’Arno. Dopo 200 anni ci ritroviamo nella medesima situazione. Purtroppo la Valtiberina ha sempre sofferto della sua marginalità in riferimento all’ambito provinciale e regionale. La Nuove Acque è invece la società che gestisce il servizio idrico: Una società per azioni a prevalente capitale pubblico. Il comune di Anghiari sta vivendo da ormai diversi mesi una situazione difficile per la decisione di aver aderito alla Società di gestione del Servizio idrico. Delle conseguenze della scelta se ne sono accorti i cittadini al ricevimento delle prime bollette dell’acqua e sono stati costituiti dei comitati cittadini per contestare tutta l’operazione. Su alcuni punti sono stati fatti dei passi indietro dimostrando che solo la protesta e non l’attenta lettura della convenzione hanno dato qualche pur minimo risultato. Certo è singolare che un Comune, in possesso di un ottimo approvvigionamento idrico (dopo tanti anni di carestia), si sia privato di questa importante e primaria gestione o perlomeno non si sia opposto decisamente a questo evento. È vero invece che le nostre fognature sono rimaste abbastanza indietro. Ma forse con un po’ di buona volontà… Abbiamo chiesto come si evolverà la questione ATO. Adriano Baccanelli Penso che verrà rifatto l’appalto con le offerte di nuove ditte che verranno valutate anche se i comuni rischiano di vedersi chiedere i danni da parte di questa ditta francese per i mancati introiti in cui vanno incontro. Purtroppo ci sono anche i politici. Devo dire così perché per esempio una forza politica ha fatto la proposta di far pagare l’acqua a seconda dei redditi e a me questa sembra una cosa fuori dal mondo per la sua complicazione. Era presente il sindaco di Pieve Santo Stefano che ha esposto i motivi per cui non ha aderito alla gestione dell Nuove Acque. Dopo l’intervento del sindaco di Pieve l’impressione è stata quella che gli altri sindaci non hanno fatto una gran bella figura. Un plauso si meritano Paolo Mariotti e Roberto Santi che si sono accollati l’onere di portare avanti questo comitato che ha dato i suoi frutti perché il TAR del Lazio ha dato ragione alle proteste dei cittadini.

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Palmiro Giuliattini Io penso che sarà un problema grave. È stata innescata una miccia che sarà difficile spegnere anche con la volontà dei nostri sindaci che sembra vogliano tornare indietro sulle decisioni prese. Sono impegni che sarà un grosso problema annullare. Io ritengo che dobbiamo arrivare a pagare l’acqua in modo equo, poi la gestisca chi vuole.

Dal 21 aprile aprile al 1° maggio 2001 nel cuore del centro storico di Anghiari XXVI Mostra Mercato dell'Artigianato della Valtiberina Toscana 55 botteghe artigiane e le prestigiose Mostre collaterali vi aspettano

Arrivederci ad Anghiari

La quercia di Romolano Romolano era un abitante del Palazzo, vicino a Barliano, per la strada che dal Molindagnolo porta a Catigliano e Tortigliano. Sua era la quercia ormai centenaria che era diventata un punto di riferimento ben preciso per tutti gli abitanti della zona. Non c’era una volta che, passando nei suoi pressi, non si facesse una breve sosta per riposarsi sulle sue enormi radici che fuoriuscivano dal terreno. O che si avesse un fastello d’erba o il paniere con i prodotti dei campi o semplicemente si stesse ritornando da Anghiari o dai campi (naturalmente a piedi eh!), quando si passava davanti alla quercia di Romolano, stanchi o no, la sosta era obbligatoria. La quercia era così grossa che per abbracciarla ci volevano due o tre persone. Si trovava poco dopo l’inizio della ripida salita che porta a Barliano. Ora la quercia non c’è più ma la Santina Chialli e l’Assuntina Bivignanelli, che per anni hanno abitato in quei luoghi, se la ricordano ancora come se fosse sempre al suo posto.


foto emmedipì

Il portone della chiesa della Croce Il Centro di Formazione Professionale C.O. Bufalini di Città di Castello organizza un "Corso per addetti al decoro, al restauro del mobile antico e dei manufatti lignei". L'esperienza di cantiere verrà oragnizzata ad Anghiari con il restauro del portone della Chiesa della Croce sotto la direzione di Ivo Polendoni e Michele Bruni. È questa un'occasione molto utile per la nostra parrocchia che prosegue nel laborioso ed impegnativo restauro delle opere d'arte e una conferma della vocazione di Anghiari per il restauro dei manufatti lignei. A fine marzo sarà pronto il quadro del secondo altare di destra (La Vergine in gloria) che verrà ricollocato, almeno per il momento, al suo posto. Ricordiamo che su questa tela è rappresentata una veduta settecentesca di Anghiari.

STAGIONE TEATRALE 2001 AD ANGHIARI Ecco alcuni appuntamenti della stagione teatrale ad Anghiari che è iniziata il 30 marzo scorso Il 25 aprile ecco il noto comico Maurizio Crozza, l’attore che propone con grande successo le parodie dello “straordinèrio” Arrigo Sacchi e del “mitico” allenatore del Perugia Serse Cosmi, consacrato dalla Gialappa’s nel programma televisivo “Mai dire gol 2001”. Tra gli altri eventi in programma da segnalare la performance di Marisa Fabbri in un omaggio a Bertolt Brecht presentato dal Teatro Popolare d’Arte per la Regia di Gianfranco Pedullà che si terrà l’11 maggio. La chiusura della stagione è affidata a Licia Maglietta, la straordinaria interprete del pluripremiato film di Giovanni Soldini “Pane e Tulipani”, che proporrà “Delirio Amoroso”. Informazioni si ricevono allo 0575-788659.

Squadre di calcio d'altri tempi Ecco, ripescati fra i documenti dell’Archivio parrocchiale, l’elenco di quattro squadre di calcio organizzate dal Centro Italiano Femminile della nostra parrocchia. Era un'occasione per fare sport. Generalmente le partite si disputavano al Campo della Fiera. Per molti sarà una sorpresa ritrovare il proprio nome. 1ª squadra maschile - S. Giovanni Bosco Camerelli Bruno Comanducci Nevio Donatelli Giuseppe Dragoni Ernesto Giabbanelli Fernando Guiducci Loredano Giorni Giuseppe Luconi Alvise Manenti Domenico Matusali Vitruvio Meoni Norberto Nicchi Nilo Pagni Divo Rossi Gian Pietro Vigilatrice: Guelfi Lidia

2ª squadra maschile - S. Francesco Acquisti Franco Boncompagni Michele Bruciamacchie Ugo Calli Piero Cangi Loris Frosina Vincenzo Guadagni Loris Guadagni Pier Francesco Giorni Agostino Guadagni Piero Meoni Pasquale Panichi Gian Pietro Pernici Mario Scartoni Luigi Scartoni Benedetto Senesi Franco Vigilatrice: Guadagni Vittoria

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1ª squadra femminile – S. Maria Goretti

2ª squadra femminile S. Agnese

Boncompagni Odette Cangi Bruna Cangi Giuseppina Casucci Laura Casucci Loana Conti Paola Guadagni Marisa Gennaioli Vittoria Leucalitti Bruna Mondani Caterina Pagni Diva Sonnini Amelia Zavagli Paola Zanchi Maris Meoni Grazia Vigilatrice: Mondani Milena

Acquisti Ada Carria Eliana Fornacini Loana Giannini Alberta Giabbanelli Grazia Goretti Rosina Locci Anna Leucalitti Renata Pacini Ardelia Panichi Luciana Polendoni Wilma Polverini Edda Pisani Pia Pernici Marcella Vigilatrice: Rossi Carla


Balli, orchestre e complessi, luoghi e tempi del ballo, costumi ed usanze in Anghiari dall’inizio del ‘900 ai nostri giorni di Flavio Mercati

II parte

Il ballo in Toscana E da noi? Da noi sicuramente nelle nostre campagne si ballava il Trescone e forse anche la Monferrina e la Furlana. Ci saranno state anche altre danze, ma non si hanno documenti per attestarlo. Il Minuetto, una delle danze più aggraziate ed eleganti di tutti i tempi, trionfò nei salotti aristocratici del settecento, dove ebbe un buon successo anche la Gavotte, che però aveva origini più antiche: era nata infatti nel ‘500, fra gli alpigiani della regione del Delfinato, in Francia, detti “gavots” cioè portatori di gozzo (gave), da qui il nome della danza; dopo alterne vicende ebbe buona fortuna, in questo secolo, anche presso i ceti più elevati. Altra danza di discreto successo fu la Contraddanza, una danza inglese di origine contadina il cui nome originario era Country-dance (“country” in italiano significa campagnolo, “dance” significa ballo, quindi “ballo campagnolo”). Passiamo all’ottocento, al secolo XIX, su cui ci soffermeremo di più, rispetto ai secoli passati, perché vi ha la sua origine un ballo molto diffuso dalle nostre parti anche nel novecento, che sono il luogo ed il tempo su cui si incentra particolarmente questa ricerca: il Valzer. È il ballo principe di questo periodo, ancora vivo ai nostri giorni, anche se non ha più il successo di una volta, sia come revival per le persone di una certa età, e sia perché ancora insegnato nelle scuole di ballo. Per la verità era nato verso la fine del ‘700 tant’è vero che veniva ballato a Parigi all’epoca del Direttorio (nel periodo della Rivoluzione Francese), tuttavia trovò la sua codificazione e la sua definitiva affermazione nell’ottocento, non senza aver suscitato prima vari scandali, in molte corti europee, perché ritenuto troppo trascinante e coinvolgente. Solo in Austria, culla del Valzer, il successo fu pieno ed immediato. Trionfò al Congresso di Vienna (18141815); questa fu la sua consacrazione ufficiale e da qui si può dire che inizi il suo crescente successo ovunque. Conquistò tutta l’Europa e varcò l’Oceano; per la prima volta una danza si impose senza l’intervento dei maestri di ballo, poiché si ballava a coppie, non in gruppo. Il merito del suo successo andava soprattutto agli Strauss padre (1804-1849) e figlio (1825-1899), senior ed junior, ambedue di nome Johann. Come detto sopra il Valzer era nato prima degli Strauss, derivato dalla Tirolese, una danza popolare del ‘600, ma furono soprattutto loro a rendere questa melodia più affascinante e ballabile. Ho detto soprattutto perché in un primo tempo

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Strauss senior era affiancato da un altro musicista di valore, il Lanner, il quale fu il primo a tradurre in note musicali la danza del momento, prima si suonava “ad orecchio”, oppure, se c’erano Valzer tradotti in spartiti, come quelli di Schubert, erano però poco ballabili. Poi ad un certo punto i due si separarono ed ognuno andò per la propria strada, quella di Strauss fu la migliore. Nel 1830 a soli ventisei anni aveva già una sua orchestra composta di ben 200 elementi. Ormai anche lui scriveva gli spartiti e un editore, fiutato l’affare, li stampava e li distribuiva in tutto il mondo. La vita di Strauss, definito il “giudeo del violino” per la sua origine ebraica, era frenetica, sempre in giro per il mondo, lontano da casa. Però, da buon padre di famiglia, mandava denaro e notizie alla moglie e al figlio, al quale proibiva anche di studiare musica, il che regolarmente non avveniva, il figlio infatti non solo studiava nascostamente e seriamente musica, ma per pagarsi le lezioni, dava a sua volta lezioni ai principianti. Ma il successo, a volte, è veloce nel voltar pagina, si fa presto a passare dagli “osanna” all’indifferenza ed al rifiuto. È quello che avvenne a Strauss. Verso la metà dell’ottocento l’Austria era percorsa da fermenti liberali e nazionalistici e i Valzer di Strauss, forse troppo raffinati, erano diventati un simbolo di reazione e di conservazione, così tutti quegli ambienti che prima lo accoglievano a braccia aperte ora lo respingevano. Amareggiato e stanco ritornò nella sua Vienna dove, colpito da una banale malattia infantile, ma pericolosa se contratta in età adulta, la scarlattina, morì nel 1849, a soli quarantacinque anni. Il figlio Johann apportò delle modifiche al Valzer che ritornò al grande successo tanto da divenire il simbolo dell’Austria e il celebre “Sul bel Danubio blu” fu quasi considerato un inno nazionale di riserva di quella nazione.

I balli del novecento Dagli inizi del novecento alla 2ª guerra mondiale I valzer nelle loro varie versioni: il “viennese”, forse il più diffuso, veloce e molto girato, il “francese”, più saltellante, il “hesitation”, più lento, il “boston”, indugiato e scivolato, valicarono la soglia dell’inizio del XX secolo ed irruppero con decisione nel ‘900 accolti sempre e ovunque con grande entusiasmo. Chissà quante volte i nostri nonni e bisnonni avranno volteggiato a questo ritmo con le loro morose! E chissà di quanti incontri galeotti sarà stato complice!


foto Studio F10

Altre danze arrivarono al ‘900 provenienti dall’ottocento, alcune, anche se in forma di revival, sono ancora attuali. Arrivò la Quadriglia che era un ballo di gruppo, figurato che richiedeva un maestro di danza, arrivarono la Polka di origine boema e la Masurka di origine polacca che ancora hanno un discreto successo. Arrivarono anche altre danze provenienti dal passato, ma da un passato ancora più lontano dell’ottocento, come il Trescone, la Monferrina, la Scozzese e il Ballo Cotillon. Il Trescone, come detto altrove, era di origine contadina e nato nel Medioevo intorno al ‘300, mentre la Monferrina, che i nostri antenati chiamavano anche Manfrina storpiando il nome, forse per fare prima a pronunciarlo, originaria, come si intuisce facilmente, dal Monferrato, ma già lo abbiamo detto, veniva dal ‘600. La Scozzese: questa danza era una specie di Country-dance, Ballo campagnolo, di origine settecentesca e proveniente, indovinate un po’, dalla Scozia; i nostri nonni la chiamavano anche e soprattutto Sotise, dalla pronuncia del nome tedesco, Schottische, di tale danza, pronuncia, a volte anche storpiata in Scioltise. Era quella danza che si rivede, a volte, in qualche film western, di movimento rapido in cui le coppie si spostano alternativamente ora a destra, ora a sinistra, con dei saltelli strisciati e dondolando il busto verso la parte dove avviene lo spostamento. Anche il Ballo Cotillon, ballo con sorpresa, somigliante alla Quadriglia, era originario del ‘700, nato in Francia. Queste danze che provenivano da prima dell’ottocento, arrivarono agli inizi del ‘900, quando già era iniziato il loro declino, e dopo alcuni decenni, chi prima, chi dopo, caddero in disuso, forse ogni tanto viene rispolverato il Ballo Cotillon, in qualche occasione particolare. D’ora in poi ci occuperemo solo di balli nati nel novecento. La prima nuova danza che si presentò alla ribalta in principio di secolo fu il Tango, danza che esprimeva sensualità e passione miste a sofferenza.

Lo Sbambif, complesso degli anni '20, fu il primo a suonare brani di jazz. Componenti: Francesco Dini, Palazzari cocciaio; Inigo Leonardi, Ghighino; Pietro Pianelli, Pietrone, calzolaio; Assunto Innocenti, Sperandio marmista scalpellino; Guido Mariotti, Pistrella; Francesco Polverini stagnino; Giocondo Marconi falegname; Almo Santi marmista; Luigi Favilli, Gigi Bei.

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Apparve per la prima volta nel 1897 a Buenos Aires e Montevideo fra le povere popolazioni meticce (meticcio = incrocio fra un individuo di razza bianca ed uno di razza indiana d’America). In Italia fu presentato per la prima volta sui palcoscenici del varietà. L’accoglienza, come era avvenuto a suo tempo per il valzer, fu tutt’altro che favorevole: i suoi atteggiamenti e le sue movenze lo fecero apparire indecente e peccaminoso in certi strati della borghesia e soprattutto della Chiesa che ne decretarono la condanna (a quei tempi una condanna della Chiesa equivaleva ad un insuccesso garantito). Fu allora che un certo Pichetti, che aveva un’Accademia di danza a Roma, lo presentò nella sua scuola, in coppia con la moglie, in una versione molto più corretta e, nello stesso tempo, più fascinosa, e quindi le polemiche si acquietarono ed ebbe inizio il suo successo; intorno al 1920 era il ballo sovrano. Sul finire del XIX secolo, dell’ottocento, negli Stati Uniti, a New Orleans, da una elaborazione di elementi musicali africani ed europei ad opera di musicisti neri, nacque un genere di musica che influenzerà molti balli del futuro, il jazz. Fu come una ventata nuova nel mondo della musica leggera destinata, in poco tempo, a far apparire sorpassata e fuori moda quella prima esistente. Il primo ballo di derivazione jazzistica arrivato da noi pochi anni avanti la prima guerra mondiale fu l’One-step. Un One-step, per esempio, era quel ballo con canzone del comico romano Ettore Petrolini, cantato anche da Nino Manfredi in cui si trova questo verso: “Tanto per’ canta’, perché me sento un friccicore al core…”. Altro ballo di derivazione jazzistica apparso dalle nostre parti intorno al 1920 fu il Fox-trot, nome di origine inglese in cui in italiano, Fox significa volpe, trot ha il significato di trotto, quindi “Trotto della volpe”. Sempre nello stesso periodo si cominciò a conoscere la Samba o il Samba, caratteristica per i passi strisciati all’indietro che, però, ebbe larga diffusione solo dopo la 2ª guerra mondiale negli anni 1945-50. Dal 1920 al ’30 si diffuse il Charleston, dall’omonima città degli Stati Uniti, caratterizzato dall’avvicinarsi ed allontanarsi delle punte dei piedi. Intorno al 1926-27 cominciò ad affermarsi la Rumba, simile alla Samba, mentre lo Slow che era un Fox-trot lento, lo Swing e la Beguine apparvero qualche anno più tardi, verso il 1930. Tutti questi balli di origine jazzistica arrivarono in Italia perché importati dagli orchestrali in servizio sui grandi transatlantici che collegavano l’Italia con l’America. Questi musicisti ascoltavano dal vivo i cantanti americani e i jazzisti e poi facevano conoscere anche in Italia le canzoni e la musica di quel paese. Tuttavia, prima della guerra, la loro diffusione fu tutt’altro che facile perché il regime fascista, soprattutto dopo che aveva stretto legami più stretti con quello nazista, non vedeva di buon occhio questo genere di musica, definita “negroide”. continua


Fatti di casa nostra ovvero la pagina di Walter Del Sere

Una chance per Albiano - Sono almeno 12 anni che si parla di Albiano, agglomerato rurale situato vicino ad Anghiari in località Motina. Da quando un gruppo di imprenditori svizzeri, guidati da Bruno Buitoni, si recarono dall’allora Sindaco Franco Talozzi per illustrargli la proposta che prevedeva un investimento di alcune decine di miliardi per realizzare ad Albiano un insediamento turistico per ospiti facoltosi che includeva il recupero del borgo, campi da golf, la costruzione di 120 villette nella collina e un Albergo di lusso da ricavare nella Villa Buitoni. Da lì iniziò una telenovelas che portò allo scontro ed alla scissione interna in seno al Partito Comunista di Anghiari che si vide boicottare il progetto dalla federazione aretina, contraria a quella ipotesi “bollata” come speculazione edilizia. Poi, caduto il monocolore PCI che governava Anghiari, le elezioni anticipate videro il successo della Lista del Giglio capitanata dall’”eretico” Talozzi, con la storica cacciata all’opposizione del PCI. Ma a poco a poco di Albiano se ne è persa la traccia fino a che il Sindaco attuale Maddalena Senesi ha visto apparire ancora Bruno Buitoni, questa volta accompagnato da investitori americani. Ed inizia un’altra storia, che ci auguriamo preveda un lieto finale.

La signorina Ida - Dal 22 al 24 febbraio sono arrivati ad Anghiari i 50 partecipanti al secondo laboratorio della scuola biennale della Libera Università dell’Autobiografia che si sono ritrovati al Castello di Sorci per un finesettimana dedicato al confronto sul “metodo autobiografico e professionalità” ed “arte dell’autobiografia: la cura di sé e la cultura della memoria”. Dopo un’intera giornata consacrata allo studio ed all’approfondimento di questa disciplina scientifica che sta riscuotendo un incredibile successo, la “Libera” ha inteso fornire una possibilità ulteriore agli allievi ed alla cittadinanza per trascorrere la serata agganciati al tema di fondo. La prima proposta è stata quella che si è tenuta al Teatro dei Ricomposti nella serata di venerdì 23 febbraio con “La signorina Ida”, recita per cinque attori un uomo e una donna presentata dalla Compagnia Teatrale Antiche Prigioni di Pieve Santo Stefano. Lo spettacolo che ha riscosso un lusinghiero successo di critica, prende spunto dal diario di Ida Nencioni che si è classificato secondo all’edizione del 1998 del “Premio Diari” di Pieve Santo Stefano. Un percorso drammaturgico elaborato da Lucia Franchi e Luca Ricci, che ne cura anche la regia, dove al ruolo della parola si accosta un gioco di movimenti, posizioni nello spazio ed oggetti che diventano simboli e scenografia. Sabato 24 febbraio la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari ha proposto invece una serata di poesia e musica. Ancora il bel Teatro Comunale ha ospitato la lettura poetica di Stefano Raimondi denominata “Il mare dietro l’autostrada. Chi non ha mai avuto 14 anni nella vita”? I brani che hanno accompagnato le letture sono stati eseguiti da Ilaria Moroni su musiche per flauto solo di Charles Koechlin.

Vacanze al mare - Anche quest’anno si rinnova l’iniziativa denominata “Vacanze al mare”, a cura dell’Assessore alla Sicurezza Sociale del Comune di Anghiari Fedele Boncompagni. Il soggiorno balneare avrà come destinazione la città di Cervia, nella riviera romagnola, dove le persone interessate si godranno due settimane di relax dal 23 giugno al 7 luglio.

Agevolazioni per chi non è allacciato - La legge n° 448 del 23 dicembre 1998 introduceva, tra l’altro, la possibilità per i cittadini di ottenere misure agevolate e riduzione del costo del gasolio e del GPL usati come combustibili uso riscaldamento. E così il consiglio comunale di Anghiari ha ritenuto opportuno individuare le frazioni non servite dalla rete di distribuzione del gas metano del proprio territorio che è inserito nella zona climatica contrassegnata dalla lettera E alla quale sono estesi gli sconti per l’acquisto di carburante. Le aree, frazioni e piccoli agglomerati di campagna più significativi i cui abitanti possono usufruire di tali sconti sono Montemercole, La Scheggia, Ponte alla Piera, Carmine, Tavernelle, Valialle, Upacchi, Catigliano, Bagnaia, Mezzavia, Viaio. L’elenco completo delle località e delle zone che rientrano nei benefici previsti dalla legge e dalla delibera del Comune di Anghiari sono comunque disponibili presso l’Ufficio Tecnico. Dallo scorso 14 febbraio i cittadini di dette zone possono ottenere gli sconti rivolgendosi direttamente alla ditta fornitrice di combustibile.

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Lunedì 22. Stamani, alla curva della Villa del leone ho visto l’Adriana e l’Adalgisa che tornavano a casa dalla loro passeggiata mattutina. Venerdì 26. Stamani sono andato dal Mancini a Roncione, in Umbria, a prendere un uovo di struzzo che mio fratello Luca ci deve fare una foto. Lunedì 29. Stanotte ho sentito che pioveva ma invece stamattina ho visto che verso i monti di Badia aveva anche nevicato. - Oggi è morta Marietta Silvani in Giorni di anni 72. Rita abitava in Via Federigo Nomi. Mercoledì 31. Oggi era l’ultimo dei tre giorni della merla.

C R O N AC H E T T A dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Lunedì 11 dicembre 2000. Oggi è morta Maria Daveri in Loddi di anni 81. Abitava a Colignola. Mercoledì 27 dicembre 2000. Oggi è nato Vittorio Plana di Edoardo e Sandra Rumori.

Mese di gennaio 2001 Lunedì 1. Oggi, primo giorno dell’anno, ho visto come prima persona un uomo: Idea. Sarà un anno fortunato! - Oggi è morto Gio Batta Cesari di anni 82. Abitava per la via del Carmine ed aveva abitato alle Strette. - Oggi è morto anche Aldo Martini di anni 90. Aldo abitava per la via Nova e, assieme al fratello Athos, ha gestito per tanti anni un molino conosciuto da tutti. Venerdì 5. Stamani ho visto mia moglie con altre donne che chiacchieravano tutte contente. Mi sono allora ricordato che stasera era la loro festa! - Oggi è morta Giuseppa Bellini vedova Vaccarecci di anni 84. Era ospitata presso la residenza protetta. - Oggi è morto anche Mattio Ligi di anni 72. Mattio abitava in via Antero Meozzi. Lunedì 8. Stamani, in piazza, ho visto l’ ”Arabo” con un cappello di pelliccia che sembrava un siberiano. Martedì 9. Oggi è morta Vera Rossi in Tecchioli di anni 69. Vera abitava a Ticchiena per la via di San Piero. Mercoledì 10. Oggi è morto Gino Dini di anni 72. Gino abitava a Tubbiano. Era originario di Barliano. Giovedì 11. Oggi mi sembrava che Mario Del Pia parlasse col “telefonino”. Invece parlava da solo. Domenica 14. Stanotte non ha fatto altro che tirare il vento. L’ho sentito che faceva sbattere lo stoino della finestra. - Oggi è morta Emilia Giraldi vedova Panichi di anni 89. Risiedeva a Montecatini ma tutti la ricordano assieme al marito Gualtiero. Martedì 16. Stamani passavo per i Cordoni e ho visto la Maria che aiutava l’Elisabetta a portare in casa le legne per la stufa. - Oggi è morta Flora Cardinali vedova Leonardi di anni 83. Flora abitava in Via Canini ma la sua famiglia (quelli di Bonafede) era originaria della Genga. Mercoledì 17. Stamani era mercato ma in piazza c’era poca gente: oggi è anche la fiera a Monterchi. Verso le 10 sono andato anch’io a Monterchi e ho visto le galline del Belluccio che erano sul campo di grano del Del Gaia. Venerdì 19. Oggi è morta in Francia, dove risiedeva, Iza Puletti in Senesi di anni 94. Riposerà nel cimitero di Anghiari. Domenica 21. Oggi è morta Rita Senesi vedova Calli di anni 89. Rita, la moglie di Calisse, abitava vicino al Poggiolino. - Oggi è morto Eugenio Russo di anni 56. Eugenio abitava a Tavernelle.

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Mese di febbraio 2001 Giovedì 1. Oggi è morta Rosa Lazzeri vedova Nannicini di anni 91. Rosa abitava a Tavernelle. Venerdì 2. Oggi era la Candelora. Martedì 6. Oggi è nata Rachele Gennari di Graziano e Roberta Pernici. La sua famiglia abita per la via dello Spirito Santo o via della Ripa. Giovedì 8. È qualche giorno che gli operai del comune stanno realizzando una palizzata per la via del “Topo”. Venerdì 9. Oggi è nata Federica Maurizi di Federico e Joanna Magdalena Porebska. La sua famiglia abita a Ca' del Bocca di là da Micciano. Martedì 13. Oggi quando ritornavo dalla Badia col Valbonetti e il Papini che s’era rimesso a posto la Madonna di Loreto è toccato aspettare un po’ perché c’era il Bergamaschi con l’Ape e non ci si passava. - Oggi è morta Tosca Paci vedova Draghi di anni 85. Tosca abitava a Guardabasso. Mercoledì 14. Oggi i muratori hanno finito il tetto della canonica della Propositura. - Oggi è nato Cesare Amorini di Patrizio e Daniela Cangi. La sua famiglia abita a San Leo. Giovedì 15. Oggi è morta Gina Del Pianta vedova Calori di anni 75. Gina abitava al Chiavaretto di Anghiari. Sabato 17. Oggi è nato Federico Cappanelli di Dario e Cristina Gennaioli. La sua famiglia abita a San Leo. Lunedì 19. Oggi volevo andare in Propositura ma m’è toccato passare dai Cordoni perché per il “Fosso” facevano i lavori di ripavimentazione. Venerdì 23. Oggi è nato Francesco Locci di Odoardo e Grazia Marzi. La sua famiglia abita alla Motina. Sabato 24. Stasera verso le sei sono arrivato in piazza e ha cominciato a cadere un po’ di grandine ma ha smesso subito. Speriamo bene per domani che è carnevale. - Oggi è morta Delia Ligi vedova Boncompagni di anni 74 ed abitava a Mocaia nel piano di Anghiari. Mercoledì 28. Stamani ho guardato fuori dalla finestra e ho visto che aveva nevicato. Allora l’ho detto subito a mia moglie. - Oggi è nata Nderim Raci di Muhamed e Aferdita Raci. La sua famiglia abita in Via dell’Infrantoio alle Strosce.


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