2001-3 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 3

GIUGNO - LUGLIO 2001

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXV-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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Le attività all'Oratorio I campeggi estivi si svolgeranno a Monte Nerone. Per i bambini delle scuole elementari l’ultima settimana di giugno mentre la terza settimana sarà riservata ai ragazzi delle scuole medie. La prima settimana di luglio per i ragazzi delle scuole superiori faremo invece l’esperienza assieme ad altri gruppi della nostra zona in Alta Italia. I genitori interessati possono già rivolgersi in parrocchia per iscrivere i propri figli. C’è poi in programma di passare alcuni giorni in una zona di mare con un gruppetto di ragazzi nel mese di agosto. È un’esperienza che verrà riservata a coloro che saranno gli animatori dell’oratorio. Mercoledì 13 giugno ritiro spirituale per i bambini della prima Comunione dalle suore del Cenacolo di Montauto. Partenza dalla Propositura dalle 9 alle ore 9,30. L’incontro terminerà verso le cinque del pomeriggio. Un invito a tutti per domenica 17 giugno a far festa assieme ai bambini della nostra comunità che riceveranno la Prima Comunione.

Saluto alla “fiorentina” di Vera Cuccini

Eri pur buona e appetitosa fragrante e saporosa eppure t’han bandito dal desco degli Italiani che ti mangiavan con appetito sia giovani che anziani. A dire il vero i buongustai se la son presa e assai ma forse o “fiorentina” presto ci farai una sorpresa e quando meno ce l’aspetteremo di nuovo con te brinderemo.

Giovedì 2 agosto Perdono di Assisi Pellegrinaggio dal Cenacolo di Montauto (ore 8) fino alla Cappella di San Francesco. Ritorno per la S. Messa delle ore 10. Sommario Saluto alla "fiorentina" di Vera Cuccini pag 2 Parabola del buon calciatore di Cmr " 3 Calendario Liturgico " 4 Sante Messe festive e avvisi delle parrocchie " 5 Il Palterre Assistenza o assintenzialismo di S. Lombardi " 6 Il 3 maggio 2001 di Cama86 " 6 Domenica delle Palme al Fornello " 6 Fuori tema di Cmr " 7 Nuovo Millennio ineunte di don Q. Giorgini " 8 Non disperdiamo le nostre radici " 9 Solstizio d'estate di Vera Cuccini " 9 Auguri a Tania " 9 La... nuova ambulanza di Massimo Redenti " 10 Cambio al vertice della Misericordia " 10 Per mano incontro a Gesù di Donatella " 11 Signore del '900 di Ivano Leonardi " 12 La vignetta: Dieta sana o obbligatoria? " 12 Angolo della Missione a cura di Franco Cristini In memoria di Giuseppina Checcaglini " 13 Casa mia di Adriano " 13 LE LOGGE: I fochi di Clèto " 13 Gruppo Donatori di Sangue Fratres di P. Ganganelli BSE e donazioni " 14 Colloquio con il Prof. Vicari " 14 Donazioni 2001; facciamo il punto " 15 Riflessioni sulla Pasqua di Alessandro Bivignani " 16 Ricordo di un caro zio anghiarese lontano " 16

I fiori gialli di Maria Pia Fabiani pag. Nel ricordo della nonna Lidia Babbini di A. Zanchi " La vignetta: Una soluzione facile facile " Dalle nostre parrocchie " Aforismi ed altro di Turiddo Guerri " Vento di primavera di Vera Cuccini " I nostri ringraziamenti e i nostri saluti " Fra " Da Tavernelle a cura di A. Bivignani L'amore per la... Battitura " Imprecisione " IL FATTO: La festa a Gello " Notizie parrocchiali " Cenni storici sulle mura castellane " La fiducia di Maria Pia Fabiani " Gilmar studia, mi raccomando, mentre noi... " Corpus Domini di Amedeo Vellati " La Vera del Tecchioli di A. Ruggeri Senesi " Mobilacci " Ora di preghiera con Radio Maria di C. Ganganelli " Gita con la parrocchia di Cesare Ganganelli " Perché non fare la Scampanata... di Cama86 " Ci hanno fregato Cul di Paiolo di Civis " Balli, orchestre e complessi... III parte " Con la festività del 1° maggio di Walter Del Sere " La memoria di Walter Del Sere " Tra le varie interpellanze di W. Del Sere " Cronachetta dei fatti... "

In copertina: Una battaglia... Ancora Troppo Orrenda - by Luca Pucci

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Parabola del buon calciatore Liberamente tratta dal “Libro della Fantasia” In un paese della Valtiberina toscana, chiamato Anghiari, viveva in quel tempo un Sacerdote venuto dal lontano Ovest, oltre le Colonne d’Ercole e il gran mare sconosciuto e procelloso. Il Sacerdote, nella sua lingua, si chiamava Don Juan Carlos, ma i valtiberini più sbrigativamente lo chiamavano Don Carlo, che poi sarebbe la stessa cosa. In precedenza, quando era ancora a casa sua, aveva saputo da certi navigatori (in quel tempo erano detti navigatori internet e poco avevano a che fare con le onde del mare) dunque dai navigatori Don Carlo aveva saputo che anche in Anghiari era scoppiata la carestia; con la differenza che al suo paese mancava la roba da mangiare, mentre in Valtiberina mancavano i Sacerdoti del tempio, che proclamassero la parola di Dio. Allora fece fagotto e, affrontato il lungo viaggio, durato alcuni anni, approdò finalmente ad Anghiari, dopo alterne vicende. Qui si rese subito conto che c’era proprio bisogno di predicare, specialmente ai giovani che erano in crisi, come tutto il popolo detto in quel tempo società. E quasi si sentiva in colpa, il buon Don Carlo, perché il paese da dove veniva, detto Colombia, aveva grosse responsabilità circa la carestia e la crisi, in quanto gli emissari di quel Re, invece di far coltivare alla gente, insalatina, patate, fagioli, ecc., imponevano si producesse su larga scala una roba chiamata coca che era una gran disgrazia per tutta l’umanità. Avvenne sempre in quel tempo che un anghiarese, uomo pio (infatti era chiamato, al femminile, Mario del Pia), mettesse mano a sistemare i rotoli della legge detti in quel paese “L’ORATORIO”. Lo faceva ogni due lune e questi rotoli erano scritti su materiale noto come carta. Quella volta un altro uomo giusto, tale Luca Pucci che sapeva disegnare, cioè riprodurre sulla carta con lo stilo ciò che vedeva, riprodusse l’effigie di Don Carlo, poi copiata su “L’Oratorio”: L’occhio arguto e sognante sotto il ciuffo ribelle e non “setoso”, il sorriso appena accennato e un bel pallone in mano. Gli scribi ed i farisei si dettero subito un gran daffare per interpretare il tutto: cosa sogna Don Carlo e che vuol dire quel pallone? Sogna forse le gesta di Simon Bolivar, profeta e condottiero della sua terra, o della sua terra rimpiange l’incanto, i colori smaglianti, il profumo delle spezie, il mare e la Sierra? Se è così rimandiamolo a casa. Non può stare tra noi se non ama Baldaccio più di Bolivar! Niente di tutto questo fu appurato. Don Carlo sognava di essere un gran campione olimpico di quel gioco chiamato in quel tempo Calcio o Football. Un gioco famosissimo che in tutte le arene sostituiva la lotta dei gladiatori. Questa era riservata, sugli spalti, agli spettatori i quali, non col gladio, ma con coltelli, bastoni ed oggetti contundenti, combattevano tra loro e contro i soldati del Re, protetti da elmi, armature e scudo. Nell’arena agli atleti era consentito fare, al bisogno (come le medicine), un po’ di lotta libera e tirarsi scambievolmente calci negli stinchi. In questo clima arroventato, Don Carlo esortava i suoi ragazzi (detti “citti” in lingua anghiarese) a giocare pulito come lui che profondeva le sue energie ad allenarli, mentre parlava loro del suo Dio. Il Dio di tutti, di quelli che coltivano insalatina e di quelli che coltivano coca. E tu, Dio di tutti, non puoi non dare una mano a questo Sacerdote del tempio, partito da oltre le Colonne d’Ercole per dire parole di verità in terra pagana. Aiutalo a dare calci giusti al suo pallone, ad essere un modello valido per i giovani, i quali pian piano impareranno (si spera) ad amare Dio più del pallone. Cmr

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CALENDARIO LITURGICO il Padre mio vi dà il vero pane del cielo alleluia.” Sante Messe in Propositura secondo il seguente orario: Ore 9,30 – ore 11 S. Messa solenne in occasione della Prima Comunione dei bambini della nostra parrocchia. Alle ore 18, sempre in Propositura Santa Messa a cui seguirà la processione.

Mese di giugno (dedicato al S. Cuore di Gesù) 1° giugno - Primo venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20,30, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.

22 giugno, venerdì. Sacro Cuore di Gesù. “Il Signore ci ha accolti nel suo cuore ricordando la sua misericordia, alleluia.”

3 giugno domenica – Pentecoste. Sante Messe secondo l’orario festivo. La Pentecoste celebra l’effusione dello Spirito del Risorto “Vieni, Spirito Santo, riempi il cuore dei fedeli, accendi il fuoco del tuo amore, tu che nella varietà delle lingue umane raduni i popoli nell’unica fede, alleluia.”

24 giugno - Domenica XII del Tempo Ordinario. Natività di San Giovanni Battista. Sante Messe secondo l’orario festivo. “Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Venne come testimone per dare testimonianza alla verità.”

5 giugno – Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.

29 giugno, venerdì – “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.” “Tu sei il messaggero di Dio, Paolo apostolo santo: hai annunciato la verità al mondo intero.”

7 giugno - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 10 giungo - Domenica X del Tempo Ordinario. Solennità della SS. Trinità. Sante Messe secondo l’orario festivo. “Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, adoriamo e benediciamo la Santa Trinità principio e sorgente di ogni bene.”

Mese di luglio 1° luglio - Domenica XIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

11 giugno, lunedì – San Barnaba apostolo: nato nell’isola di Cipro fu tra i primi fedeli di Gerusalemme; predicò ad Antiochia e fu compagno di San Paolo nel suo primo viaggio apostolico. Fu presente al Concilio di Gerusalemme. Ritornato in patria, vi predicò il Vangelo e vi morì.

3 luglio – Primo martedì del mese. San Tommaso apostolo. In Propositura alle ore 17, Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. Tommaso è conosciuto tra gli apostoli particolarmente per la sua incredulità la quale svanì però di fronte a Cristo risuscitato con la proclamazione di fede: “Signore mio e Dio mio.”

13 giugno, mercoledì – Sant’Antonio di Padova. Sacerdote e dottore della Chiesa, Fernando Martins, alias Antonio di Padova, nacque a Lisbona in Portogallo verso la fine del secolo XII. Entrò nel monastero dei canonici regolari di Sant’Agostino a Coimbra e militò per un certo periodo sotto la regola di Sant’Agostino. Poco dopo l’ordinazione sacerdotale passò ai frati minori attratto dal messaggio nuovo che da Assisi stava ventilando di ossigeno purificatore le comunità dei consacrati e la vita stessa della Chiesa. Indossato il ruvido saio dei francescani si dedicò alla evangelizzazione dei popoli africani, svolse questo compito con grande frutto anche in Francia ed in Italia. Fu il primo, nel suo ordine, ad insegnare teologia ai confratelli. Morì a 36 anni a Padova nel 1231 dopo circa 14 anni di militanza francescana.

5 luglio – Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 6 luglio – Primo Venerdì del mese. Nella pieve di Micciano alle ore 20,30 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. 8 luglio - Domenica XIV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 11 luglio, mercoledì - San Benedetto abate patrono d’Europa. Nacque a Norcia verso il 480. Cominciò la vita da eremita nella regione di Subiaco. Da Subiaco passò a Cassino dove fondò il celebre monastero e vi scrisse la Regola che per la sua vasta diffusione gli meritò il titolo di “Patriarca del Monachesimo occidentale”. Morì il 21 marzo del 547. Il 24 ottobre 1964, Paolo VI, lo dichiarava patrono di tutta l’Europa.

17 giugno - Domenica XI del Tempo Ordinario. Solennità del Corpus Domini. Dice il Signore “Non Mosè ma

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Anniversario dell’apparizione della Madonna del Carmine. Alle ore 20, dalla piazzetta della Croce, partenza della processione per il Santuario del Carmine dove, alle ore 21, verrà celebrata la Santa Messa.

SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

15 luglio - Domenica XV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 16 luglio, lunedì – Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. Nel secolo XII alcuni eremiti si ritirarono sul Monte Carmelo ed in seguito fondarono un ordine di vita contemplativa sotto il patrocinio della Santa Madre di Dio.

Festa solenne al Santuario del Carmine con S. Messa alle ore 21 e processione intorno al Santuario. Nei giorni 14 e 15 luglio, alle ore 21, preghiera comunitaria presso il Santuario. 22 luglio - Domenica XVI del Tempo Ordinario. Santa Maria Maddalena. Sante Messe secondo l’orario festivo. Maria Maddalena, accolta tra i discepoli di Cristo, fu presente alla sua morte e la mattina di Pasqua meritò di vedere per prima il Redentore risorto. 25 luglio, mercoledì – San Giacomo apostolo: figlio di Zebedeo e fratello dell’apostolo Giovanni nacque a Betsaida. Fu presente ai principali miracoli del Signore. Fu fatto uccidere da Erode verso l’anno 42. È venerato soprattutto in Spagna a Compostella dove esiste la celebre basilica a lui dedicata. 26 luglio, giovedì – Santi Anna e Giovacchino. Secondo un’antica tradizione che risale al II secolo ebbero questi nomi i genitori della Beata Vergine Maria. 29 luglio - Domenica XVII del Tempo Ordinario. Santa Marta. Sante Messe secondo l’orario festivo.

Ore 8,00 Ore 8,30 Ore 8,40 Ore 9,00

Ore 9,30 Ore 10,00 Ore 10,30 Ore 11,00 Ore 11,30 Ore 12,00 Ore 18,00

-PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -PIEVE DI SOVARA -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA -CHIESA DI TUBBIANO -CHIESA DI CATIGLIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIO -CHIESA DI TOPPOLE -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8,30 Ore 8,45 Ore 9,30 Ore 10 Ore 11 Ore 11,15 Ore 16,30 (ore

S. Maria della Pace Le Ville San Michele Arc.lo a Padonchia CHIESA delle monache Monterchi CHIESA della Madonna Bella Pocaia S. Maria della Pace Le Ville San Simeone profeta a Monterchi 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 15 (ore 17 estivo).

A Tavernelle Domenica 24 giugno Festa della famiglia con lotteria, giochi e... merenda per tutti

FESTA DI SANTA MARIA MADDALENA La festa verrà anticipata a sabato 21 luglio con la Messa vespertina delle ore 18 nella chiesa della Maddalena nel Borgo della Croce. 5


IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo Domenica delle Palme al Fornello

Pubblichiamo una considerazione di Sergio Lombardi tenendo conto che è lo sfogo di chi soffre di una condizione di disagio e che, tutto sommato, sono domande che anche noi porremmo anche se con altre parole. Sergio parte dalla sua esperienza per porre delle domande che interessano un po’ tutti.

Ospiti di Elena, Paola e Giovanni Sassolini, alcune ex dipendenti della Busatti si sono ritrovate al Fornello con il pretesto di una saporosa merenda/cena ma, in realtà, per dare una rinfrescata ai comuni ricordi. Per non dimenticare il tempestoso rombo della “Lupa”, il sordo ronfare delle Carde, le ore, i giorni e gli anni centellinati e sudati ai telai; il pulsante, ripetitivo rosario di colpi che toglieva sonorità alle parole, più intuite che sentite. Eppure ugualmente nascevano amicizie dalla condivisione del lavoro e dei problemi. Si vivevano momenti difficili in quegli anni cinquanta: la Ditta, sovradimensionata nella consistenza del Personale, soffriva di una crisi di identità che anche gli operai furono chiamati a pagare, talora dolorosamente e senza colpa. Oggi, Domenica delle Palme, ci siamo ritrovati, ormai nonni, in un pomeriggio freddo e rigato di pioggia che ci ha stretti insieme intorno al fuoco ed al ricordo di coloro che sono scesi dal treno della vita (ma non dalla nostra memoria). Da poco tempo anche Teresa Franceschi ci ha lasciato. Abbiamo tutti le rughe: le cicatrici della vita sui volti segnati dagli anni e dal dolore che ha colpito duro fra di noi. Però, acciaccati come siamo, abbiamo scoperto che siamo ancora capaci di ricordare e di volerci bene.

Assistenza o assistenzialismo? di Sergio Lombardi

È proprio questa la sottile differenza dialettica che tende a confondere lo status delle cose. Ritengo opportuno parlare di fatti locali e personali se ciò risulta utile a rendere trasparente ciò che viene occultato in nome di un plagio non ben definito. Detto in modo esplicito io porrò alcune domande alle quali spero ci siano altrettante risposte e chiarimenti da parte dei responsabili ai servizi sociali. Non riesco a capire la U.S.L. dove trovi alcune assistenti domiciliari. Non si capisce ancora perché noi cittadini non si venga valutati come persone ma invece ci considerano come birilli. Per fortuna c’è anche chi cerca di dare una mano a risolvere quei problemi che variano da caso a caso. Prima domanda: Noi non possiamo far presente la nostra situazione di disagio perché in quel caso si pagherebbe con i frutti e allora perché l’assistente sociale non verifica queste situazioni? Seconda domanda: Perché quando si è formato un certo equilibrio l’assistente viene cambiata? Ah, scusate, ho capito. Qualcuno esasperato, può dire o fare azioni scomposte e allora occorre l’intervento di quel personale che altrimenti sarebbe disoccupato, quindi siamo dei datori di lavoro. In definitiva ci troviamo a che fare con gente che studia trent’anni per riuscire a trovare cavilli per complicare le cose e come se non bastasse ci deve essere anche l’aureola in capo come i santini. Sappiate che per giustificare quell’aureola a me hanno dato il permesso di posteggiare sapendo benissimo che non ho la macchina. Sveglia gente che la guerra è finita da molto tempo!!!

Artigianato e Anghiari di Civis

Inaugurazione della XXVI Mostra dell’Artigianato della Valtiberina Toscana. Aria di festa con tanto di Banda (apprezzato il “pinzo” del “Gegio”), autorità pubbliche e popolo. All’atmosfera festosa, in parte attenuata dal tempo incerto, ha contribuito anche il nostro amico “Corea” che ha imbandierato anche il campanile della Badia. Ma torniamo all’inaugurazione, momento importante in cui è stato espresso l’impegno di valorizzare ed aiutare il nostro artigianato. Certo ora, con lo scorrere dei mesi, tali promesse dovrebbero trovare un riscontro pratico. Auguriamoci di sì. Intanto il Sindaco prometteva per il prossimo anno strade, vicoli ed angoli suggestivi del “Nostro caro, vecchio Anghiari”, senza cantieri in giro. Nei giorni successivi abbiamo potuto constatare con soddisfazione, soddisfazione di anghiarese, che tanta era la gente che si aggirava per i nostri vicoli apprezzando la manifestazione. Formula quindi valida, forse bisognosa di alcuni accorgimenti ulteriori ma evidentemente da sfruttare in modo preciso e programmatico.

IL 3 MAGGIO 2001 - Come ogni anno il 3 del mese di maggio si è svolta la festa per il patrono di Anghiari. Per fortuna dopo annate piovose la festa non è stata rimandata e si è svolta regolarmente. La gente è stata numerosa ma inferiore all’anno scorso. Dopo la tradizionale tombola si sono svolti i soliti fuochi artificiali. I soliti DELUDENTI fuochi artificiali! I fuochi quest’anno, come anche l’anno scorso, non mi sono piaciuti affatto. Il parere non è solo mio ma anche di tante altre persone di cui ho sentito l’opinione. Dovrebbero essere più vivaci, caratterizzati da più razzi e meno girandole. Comunque sia, è stata una bella festa all’insegna del divertimento e della tradizione. Cama86

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... Il Palterre libero della personalità del fanciullo debba aver pur sempre un limite . Perciò continua a sorridere, quasi per scusarsi del suo eccessivo permissivismo, per anni predicato e da molti criticato. Dunque, venendo al nocciolo della questione, il mio intento è quello di dire a noi nonni, nonni per età, anche se non per la presenza dei nipoti, che dobbiamo dare il nostro personale contributo in soccorso delle nuove generazioni. La società è malata, la famiglia è malata, i giovani sono in gran parte abbandonati, più per necessità che per volontà. Collaboriamo per ridar loro un senso della vita, delle regole entro le quali muoversi con sicurezza, dei valori in cui credere; ma come farlo? Ognuno nella sua realtà, nel proprio ambito cerchi, sì, di rispettare la personalità del giovane, ma esiga anche rispetto. Sappia dire di no fermamente quando necessario. Riporto in ballo le antiche regole del “galateo”, cioè della buona educazione, che altro non sono se non la via per non dar fastidio al prossimo. Chi ha vissuto gli orrori della guerra e della dittatura ne parli. La storia va conosciuta; chi non la conosce dovrà riviverla, mi sembra di averlo sentito dire recentemente da Enzo Biagi e quello che vediamo dai telegiornali gli dà pienamente ragione. Cortei di giovani motociclisti giapponesi terrorizzano le notti di Tokyo e di altre grandi città, sempre cortei nella nostra Europa, di giovani nazisti, cortei nell’Irlanda contro i cattolici, ecc. ecc. Diciamo ai nostri figli, ai nostri nipoti, che essere liberi significa avere la pace e la gioia nel cuore e non fare ciò che più ci piace distruggendo corpo e anima, come assumere droga e alcool, come correre all’impazzata in auto per le strade, come fare del sesso indiscriminato uno degli scopi della vita, come non rispettare i diritti altrui inseguendo a tutti i costi benessere, ricchezza e successo. Ho letto su un quotidiano che alcune madri hanno fatto istanza all’anagrafe per cambiare il nome alla figlia, in quanto uguale a quello portato dalla poveretta sospettata di matricidio e fratricidio. La cosa è emblematica e ci dice quanto sbagliano anche gli adulti, suggestionati dalla cronaca in modo quasi superstizioso, ignorando l’insegnamento cristiano che comanda di odiare il peccato, ma non il peccatore. Non vado oltre: credo che ognuno sappia dentro di sé cosa va fatto, magari non ne ha il coraggio, ma si scuota. I nostri reumatismi, i nostri guai, le paure e la solitudine offriamoli a Dio perché ci illumini e volga il suo sguardo benevolo su questa comunità. Aiutiamo chi è nato dopo di noi a scrivere pagine belle sul libro ancora bianco della propria vita. Il nostro è già scritto in gran parte e non è un capolavoro, se la situazione è quella che è. Procuriamo, per quanto ci è possibile, di continuare entro le pareti domestiche il dialogo che la parrocchia cerca di instaurare con i ragazzi e i giovani entro le pareti dell’oratorio. Tante persone si dedicano a questo compito con slancio e abnegazione; non restiamo passivi e indifferenti! Pace alle famiglie, pace e bene a tutti e su tutti sia la Luce. Noi siamo credenti; rendiamoci credibili con la nostra vita e domandiamoci dove eravamo mentre il mondo andava alla deriva. La risposta dovrebbe toglierci il sonno!

Beatitudini della sera di Cmr

Fuori tema L’educazione Chi ama il proprio figlio usa spesso la frusta, per gioire di lui alla fine. Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti. Chi ammaestra il proprio figlio renderà geloso il nemico, mentre davanti agli amici potrà gioire. Muore il padre? È come se non morisse, perché lascia un suo simile di sé. Durante la vita egli gioiva nel contemplarlo, in punto di morte non prova dolore. Di fronte ai nemici lascia un vendicatore, per gli amici uno che sa ricompensarli. Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite, a ogni grido il suo cuore sarà sconvolto. Un cavallo non domato diventa restìo, un figlio lasciato a sé stesso diventa sventato. Coccola il figlio ed egli ti incuterà spavento, scherza con lui, ti procurerà dispiaceri. Non ridere con lui per non doverti con lui rattristare, che non debba digrignare i denti alla fine. Non concedergli libertà in gioventù, non prendere alla leggera i suoi difetti. Piegagli il collo in gioventù e battigli le costole finché è fanciullo, perché poi intestardito non ti disobbedisca e tu ne abbia un profondo dolore. Educa tuo figlio e prenditi cura di lui, così non dovrai affrontare la sua insolenza. Dal libro della Siracide, Cap. 30

In questo angoletto intitolato “Beatitudini della sera” ho sempre cercato di trattare, senza pretese, argomenti che sono attinenti alla condizione degli anziani. Che c’entra, allora, questo capitolo 30 del Siracide sulla educazione del figlio? Avete ragione. Per usare un detto toscano c’entra come il cavolo a merenda! Inoltre il suddetto capitolo 30 accusa in modo vistoso i suoi 2200 anni; non è più attuale, fa venir la pelle d’oca a chi, per motivi professionali, familiari o semplicemente culturali ha seguito l‘evolversi della pedagogia. Io l’ho riesumato col preciso scopo di evidenziare come il problema educativo sia sempre stato presente e sentito in ogni società, in ogni epoca e come sia necessario accostarsi alle scritture sacre per coglierne il significato, prescindendo dalla forma letterale, rielaborando il testo nella nostra mente per renderlo compatibile con l’odierna conoscenza e con le regole della nostra vita attuale. Penso che Maria Montessori, morta negli anni ’50, la grande pedagogista al cui pensiero si deve la rivoluzione nel metodo educativo moderno, sia stata occupata a far lezione agli angioletti sprovveduti, quando io ho rispolverato il nostro capitolo 30. Altrimenti il suo bonario sorriso si sarebbe spento sulle ìtale banconote da 1000 lire (per sicurezza ho controllato: tutto a posto, sorride sempre). Ma potrebbe anche darsi che la Signora Montessori, vedendo ora le cose da Lassù, sia tornata sui suoi passi, riconoscendo che lo sviluppo spontaneo e

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IL DOPO GIUBILEO

di don Quinto Giorgini

Nuovo Millennio ineunte Parte II

Il papa ci ricorda l’elementare verità, forse un po’ dimenticata, che tutti i fedeli di qualsiasi stato, grado, età e particolarmente i fanciulli e i giovani, hanno bisogno di una adeguata e continua formazione “spirituale”. Questa dovrà essere alimentata dall’ascolto e meditazione della Parola di Dio, dalla preghiera “personale” e “liturgica”. Le nostre comunità devono diventare autentiche “scuole” di preghiera. Va salvaguardato e recuperato il significato ecclesiologico della Domenica, “Pasqua settimanale e fondamento e nucleo di tutto l’anno liturgico”. La partecipazione attiva e comunitaria alla Liturgia Eucaristica, deve essere per tutti i battezzati il “cuore” della domenica, un bisogno irrinunciabile, un appuntamento con il Signore risorto, con il suo ministro, con gli altri fratelli della propria Famiglia parrocchiale. Il cristiano che trascura o che abbandona la S. Messa festiva, non solo commette un grave peccato di omissione, ma diventa “un cristiano a rischio” mediocre, fragile ed esposto al fascino di aderire ai surrogati religiosi: sette, religioni esoteriche, superstizioni, magie, stregonerie ecc. Al n. 37, la Lettera Nuovo Millennio Ineunte, parla della Penitenza-Confessione come “via ordinaria -per ogni cristiano- per ottenere il perdono e la remissione dei peccati gravi, commessi dopo il Battesimo” e io aggiungerei, come aiuto ai giovani, ai ragazzi, a distinguere il senso di colpa da quello di peccato, il bene dal male, le virtù dai vizi, alla luce della retta coscienza illuminata dalla Legge di Dio. Vogliamo, ricordare anche l’importanza del paragrafo 47, dove il pontefice chiede un’attenzione speciale alla pastorale della famiglia, alla preparazione dei fidanzati e dei coniugi cristiani a scegliere e vivere la spiritualità del Sacramento del Matrimonio, “grande mistero” dell’amore sponsale di Cristo per la sua Chiesa, degli sposi fra di loro, dei genitori verso i figli e di questi verso il padre e la madre. Nell’ultima parte della Lettera, il papa chiede di promuovere a tutti i livelli “una spiritualità di comunio-

ne” tra tutti i membri della Chiesa che devono essere “testimoni dell’Amore” ed “un cuore solo ed un’anima sola”. Questa “carità agape” che dal cuore della Trinità scende sulla Chiesa, deve rifulgere nei rapporti tra il papa ed i vescovi attraverso la “collegialità episcopale”, tra i vescovi, presbiteri, diaconi, religiosi, membri delle associazioni e movimenti ecclesiali e l’intero popolo di Dio, attraverso i vari organismi di partecipazione, tra cui i consigli presbiteriali e pastorali. Questa spiritualità di comunione, deve animare il cammino ecumenico con i fratelli separati perché ci sia “un solo Ovile ed un solo Pastore” e sia ritrovata lapiena unità di Fede e di Amore con le Chiese ortodosse, la Comunione anglicana e le Comunità ecclesiali nate dalla Riforma, perduta nel millennio trascorso. Lo stesso dialogo con i credenti di altre religioni, dovrà essere improntato alla reciproca conoscenza e confronto nella verità e fraternità. Il papa conclude dicendo che alla “carità delle parole” dovrà seguire “la carità delle opere concrete” verso ogni essere umano, soprattutto il più piccolo, il più debole, l’ammalato, l’anziano, l’emigrato, l’emarginato che mostrano il volto di Cristo povero e sofferente che la Chiesa deve contemplare e asciugare come la Veronica, per essere credibile all’uomo di oggi, disposto a credere di più ai testimoni che ai maestri. Al termine del Giubileo, il papa stanco e anziano, ricorda a tutta la Chiesa, che non è tempo di riposare, di stare a vedere, di discutere, di lamentarsi o di scoraggiarci “perché abbiamo pescato tutta la notte e non abbiamo preso niente” ma dobbiamo riprendere il largo (Duc in altum!) e gettare ciascuno la propria rete, grande o piccola che sia, sotto la protezione della “Stella della Nuova Evangelizzazione” confidando solo nella promessa e nella parola del Signore Gesù e non sulle nostre forze o capacità. Si ripeterà, prima o poi, nella storia della Chiesa il miracolo della prima pesca, fatta nel lago di Galilea.

SANTUARIO DEL CARMINE FESTE DI LUGLIO 2001 Mercoledì 11 luglio Anniversario dell'Apparizione . Alle ore 20 pellegrinaggio verso il Santuario con partenza dalla piazzetta della Croce. Alle ore 21 Santa Messa. Sabato 14 e domenica 15 luglio preghiera comunitaria al Santuario alle ore 21. Lunedì 16 luglio Madonna del Carmelo. Alle ore 21 Santa Messa a cui seguirà la processione attorno al Santuario.

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NON DISPERDIAMO LE NOSTRE RADICI

di Vera Cuccini

Solstizio d’estate

Sono ormai assidua frequentatrice del nostro caro, piccolo cimitero. Prima lo frequentavo sì, sempre con rispetto naturalmente, ma spinta da pura curiosità storicolocale. Vi ho condotto spesso le mie scolaresche per mostrare loro le più vecchie lapidi con incisi cognomi insieme con nomi in binomi che ritornano, che si ripetono e che ancora oggi si possono ritrovare nel nostro paese; per mostrare la diversità nei modi di sepoltura: prima nelle chiese più antiche, quella della Badia, di S. Agostino, poi, con Napoleone, nei cimiteri all’aperto, per motivi igienici. Ho anche suscitato, in ambiente scolastico, giudizi non proprio positivi, riguardo la meta di queste mie escursioni a scopo didattico, ma del resto, avere l’approvazione ai propri operati, negli ambienti di lavoro, è un privilegio che pochi riescono a conquistarsi e spesso... a troppo caro prezzo. Torniamo però al nostro luogo di pace dove un giorno tutti ci ritroveremo: è confortevole poterlo trovare sempre aperto, anche nelle ore più insolite. Pazienza, se così possono avvenire con maggior facilità piccoli furti: anche dalle tombe di alcuni miei avi sono spariti vasetti e portavasi in bronzo, ma pago di buon grado questo prezzo, pur di poter correre alla tomba del mio tesoro ogni qualvolta ne avverta l’esigenza. La mattina del I° dell’anno, per esempio, sono andata molto presto ai cimitero e... l’ho trovato brulicante di persone che... avevano provato il mio stesso impulso: correre dai nostri cari in quel giorno particolare di inizio millennio; cosa che del resto poi possiamo provare in qualsiasi altro giorno. Va riconosciuta, alla nostra Amministrazione, una sensibilità particolare, che non si riscontra in Amministrazioni di molti altri Comuni, verso le ultime dimore dei nostri cari e si rileva dalla attenzione con cui vengono ripuliti i vialetti, curati i prati, i fiori, tutto. Ma il Comune non può far fronte a ogni cosa. Molte delle lapidi più vecchie si staccano, o si rompono e mette tanta tristezza vedere in un angolo frantumi di lapidi dove ancora si possono leggere nomi, date, epitaffi. Anche nel vialetto dove è la tomba di Roberto ci sono tante di queste vecchie sepolture. Dai cognomi, ancora presenti nel nostro paese, si può risalire ai proprietari. Perché lasciare che scompaiano quelle indicazioni ultime di vite vissute e consumate nelle nostre strade, piazze? Molte sono le lapidi di bambini, di giovani, e da queste io, ma come tutti penso, sono attratta e colpita in maniera particolare. Da altre parti, anche in paesi limitrofi, hanno fatto presto: hanno distrutto tutto il vecchio e si sono rifatti da capo. Perché anche noi vogliamo distruggere la nostra storia, disperdere le nostre radici? Non credo che richieda una grande spesa far ripulire e consolidare una vecchia lapide. Aiutiamo il Comune a tenere ordinato il nostro cimitero preoccupandoci, ognuno di noi, di restaurare le tombe dei nostri morti, anche di quelli non tanto più vecchi, quanto più lontani nel tempo. Forza, vediamo se qualcuno inizia, se dà il via al pietoso restauro, magari adottando anche qualche tomba orfana, basta spesso che uno cominci e che poi altri si sentano coinvolti nell’imitazione del buon esempio; il cimitero è laggiù... che aspetta. Per Roberto

Il sole illumina i biondi capelli d’una bimba leggermente mossi dalla brezza estiva. Risplende nell’azzurro dei suoi occhi squarcio di cielo nell’ombra grigia della vita. La calda estate ci attende profumo di tigli e magnolie gioia di vivere d’amare e sperare.

Auguri a Tania Il 4 maggio scorso si è laureata in "Chimica e Tecnologia Farmaceutica", presso l'Università di Perugia, Tania Mazzoni di Anghiari. Tania ha ottenuto la bella votazione di 107, discutendo la tesi: “Addestramento all'evitamento passivo ed espressione di head shock protein 72kDa (hsp72) nel cervello di ratto”. Relatore: Professoressa Maria Vittoria Ambrosini. Alla neo-dottoressa le più vive felicitazioni dagli amici e dalla redazione de “l’Oratorio”.

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NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

È aperta la sottoscrizione per l’acquisto di una... NUOVA AMBULANZA Anche per la Confraternita di Misericordia di Anghiari è arrivato il momento di acquistare una nuova ambulanza ed un’auto da utilizzare per i servizi sociali nel paese. La necessità di dover sostenere una spesa così rilevante (complessivamente non meno di 100 milioni) ci obbliga a sollecitare la tradizionale generosità di tutti gli anghiaresi, affinché si riesca a raccogliere quanto prima la cifra necessaria per l’acquisto dei due automezzi. Non con imbarazzo ma con gioia e serenità, rivolgiamo pertanto la richiesta di aiuto a tutti i nostri concittadini, comunicando le modalità per poter effettuare ciascuno la propria offerta: 1) – conto corrente bancario n. 5617 intestato alla “Confraternita di Misericordia di Anghiari”, presso la Banca di Anghiari e Stia, Credito Cooperativo 2) – conto corrente postale n. 14064521 intestato alla “Confraternita di Misericordia di Anghiari” 3) – direttamente presso la sede della Confraternita di Misericordia di Anghiari, in via Matteotti, 129 Tutte le offerte verranno rigorosamente registrate e rese note anche attraverso il periodico “L’oratorio d’Anghiari” in modo che la nostra popolazione possa seguire puntualmente l’esito della sottoscrizione. Ricordiamo anche che le offerte potranno godere di agevolazioni fiscali nelle dichiarazioni dei redditi dei singoli oblatori, in base alla seguente normativa: A) – PERSONE FISICHE – detrazione di imposta al 19% su erogazioni liberali in favore delle ONLUS fino ad un massimo di Lit. 4.000.000 (ai sensi dell’art. 13-bis D.P.R. 917/86) B) – IMPRESE – deducibilità dal reddito di impresa su erogazioni liberali in favore delle ONLUS, nei limiti di Lit. 4.000.000 o del 2% del reddito di impresa dichiarato (ai sensi dell’art. 65 D.P.R. 917/86). Quanto sopra è regolamentato in base al riconoscimento della Confraternita di Misericordia di Anghiari quale ONLUS (art. 10 D.L. n. 460/97 che richiama le associazioni di volontariato ex legge 266/91 iscritte agli albi regionali). Siamo certi che lo spirito di solidarietà di tutta la popolazione saprà sostenere la nostra Confraternita per tale impegno, ambizioso ma necessario. Cogliamo l’occasione per ricordare che abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti anche per le attività istituzionali della Confraternita (autisti di ambulanza, barellieri, volontari per l’assistenza agli anziani nelle piccole necessità…). Attendiamo il vostro intervento, finanziario e fisico; con l’aiuto di tutti potremo mantenere la Confraternita di Misericordia all’altezza del proprio ruolo a sostegno di chi ha più bisogno. Fraterni saluti. IL GOVERNATORE Massimo Redenti

Cambio al vertice della Confraternita di Misericordia di Anghiari La Confraternita di Misericordia di Anghiari ha un nuovo Governatore: Massimo Redenti è subentrato ad Adriano Baccanelli, dimissionario per motivi personali e che rimane comunque nella veste di consigliere all’interno del Magistrato. Ad Adriano Baccanelli, Governatore uscente, rivolgiamo il più sincero ringraziamento per quanto ha fatto e per quanto potrà ancora fare a favore della nostra Confraternita. A Massimo Redenti, nuovo Governatore, rivolgiamo l’augurio affinché, assieme alle responsabilità e agli oneri della preziosa opera che si appresta a condurre, non manchino gioie e soddisfazioni profonde. 10


Per mano incontro a Gesù! Nel pomeriggio di sabato 5 maggio 2001, ventinove bambini della nostra Parrocchia hanno ricevuto, per la prima volta il SACRAMENTO DEL PERDONO. Accompagnati dai loro rispettivi genitori, si sono recati in chiesa pieni di emozione, ma consapevoli della importanza del momento: il perdono del Padre dona pace e gioia e rinnova l’amicizia con Dio e con i fratelli. Questi stessi bambini riceveranno nei prossimi mesi la loro PRIMA COMUNIONE. In ogni parrocchia il giorno della Prima Comunione è sempre per tutti una grande festa ma, al di là di ogni sentimentalismo, vorrei sottolineare la responsabilità di ciascuno di noi, nei confronti di questi fanciulli, che dobbiamo sentire NOSTRI FIGLI e che, in quanto tali, dobbiamo amare ed aiutare a crescere. Preghiamo allora il Signore, affinché ci aiuti ad essere degli adulti, capaci di trasmettere alle nuove generazioni l’emozione del vivere la vita alla luce della parola di Dio, senza la paura di mostrare i segni della nostra fede. Donatella

ANGHIARI – DOMENICA 17 GIUGNO 2001 Chiesa di San Bartolomeo Apostolo Ore 11 Annunciano la loro Prima Santa Comunione Bianchi Sara Bianchini Ilaria Bigoni Laura Bindi Monica Casacci Francesca Castelli Daniela Cherici Luca Comanducci Stefano De Castro Sara Di Biase Luca Girolimoni Luca Lacrimini Erica Lanzi Eleonora

Marsiglia Natalie Matteucci Nicola Pajaro Maddalena Pecorai Greta Pernici Mirko Pisani Barbacciani Edoardo Ponziani Leonardo Russo Nicola Sbragi Lorenzo Scartoni Camilla Tecchioli Lorenzo Terzini Stefano Venturini Letizia

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SIGNORE DEL ‘900 di Ivano Leonardi

Che superati gli “anta”, le donne cerchino di dimenticare i loro compleanni è cosa nota! Un secolo di vita, però, è una ricorrenza che non può passare inosservata: la nostra paesana GIUSEPPA FASTACCHINI nacque nell’aprile del ‘901. Con questi pochi dati i più non capiranno di chi stiamo parlando, meglio presentarla come la Beppa di Tito, la mamma della Lia, della Sara e della Zelia. Il 21 aprile intorno alla nostra centenaria si sono riuniti in casa della figlia a Milano, parenti ed amici. È stata una bellissima festa di questa “grande famiglia” (la bisnonna di 100 anni, l’ultima nipotina di quasi un anno!) ben organizzata per la gioia della Beppa che, sempre vigile e attenta, cercava di spiegare, meravigliandoDa 0 a 100. Questo potrebbe esse il titolo della foto che raffigura si, di come era passato in fretta tutto questo tempo. Poi a far riaffiorare ricordi ed emozioni sono state suffi- la nonna "Beppa" che ha compiuto cento anni e il pronipote che ancora non ha compiuto un anno. cienti poche foto dai contorni orlati ed ingialliti: uno spaccato su fatti, luoghi e persone commentato da una testimone oculare. Grazioso è stato il racconto di un episodio di quando “cuciva da donna”. Un giorno andò da lei una ragazza per ordinarle un vestito, allora la Beppa le mostrò alcuni figurini per avere un’idea di come realizzarlo. Su quei disegni, la ragazza confessò di non capirci molto, ma subito aggiunse: “Sdocciolèto ‘un nel vo’, con le piéghe ‘un nel vo’, diritto ‘un nel vo’, billino Beppa! billino Beppa!!” e quel “billino Beppa” è rimasto proverbiale per sottolineare la pretesa assurda di chi, pur non sapendo bene cosa vuole desidera che sia una cosa bella. Numerosi i messaggi di auguri e di felicitazioni. Particolarmente graditi quelli della comunità anghiarese, dei quali il Sindaco si è fatto interprete inviandole bellissime rose e una medaglia raffigurante uno scorcio del campanile di S. Agostino. Un segno di riconoscenza da ricondurre anche ai contributi che la famiglia Tagliaferri ha dato in passato alla vita sociale del paese: Tito è stato consigliere e assessore, la Lia, oltre ad aver partecipato come bravissima attrice alle rappresentazioni teatrali, va ricordata per essere stata la “fondatrice” della biblioteca comunale. Un filmato amatoriale realizzato, per iniziativa di Mery Farinelli, da Fabiano Giabbanelli è stata la sorpresa più grande per la Beppa che ha ricevuto gli auguri, attraverso la TV, da alcuni paesani. Allora è cominciata tra i presenti la ricerca delle anghiaresi che la seguono in questa gara di longevità. Senz’altro la concorrente più vicina è la signora Iolanda Stefanelli (mamma di Lamberto Ulivi) sua coetanea, nata il 23 giugno 1901 a cui vanno i nostri più sinceri auguri. Poi, a qualche lunghezza, il gruppo delle altre signore del ’900. Anno 1903: Isolina Goretti (del Bagnolo di Tavernelle) nata ad Anghiari il 25 febbraio; Antonio Mondani ("Camillo" del Carmine) nato ad Anghiari il 16 agosto; Anno 1904: Serafina Serafini (la mamma di "Bista" La vignetta: Dieta sana o obbligatoria? Chialli di San Leo) nata a Monte S. Maria Tiberina il 10 marzo; Marianna Panichi (originaria di Schieto sta per la via del Campo della Fiera) nata ad Anghiari il 22 giugno; Maria Ruggeri (la mamma dei Giglini del Campo della Fiera) nata ad Anghiari il 9 luglio; Ines Goretti (abita a Pontedera ed è la zia di Mauro Goretti) nata ad Anghiari il 1° agosto; Anno 1906: Caterina Santi (l'indimenticabile "bidella" delle Scuole medie) nata ad Anghiari il 20 maggio; Cecilia Boriosi (la simpatica "Cia" che ora abita al Campo della Fiera) nata a Monte S. Maria Tiberina l'11 agosto. Il segreto di tanta longevità? Accettare la vita per quello che è, con serenità e fiducia.

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Angolo della Missione Rubrica a cura di Franco Cristini

In memoria di Giuseppina Checcaglini Per la missione di Kibakwe in Tanzania sono state elargite due donazioni da lire 50.000. In più è stata donata la somma di lire 1.061.000 raccolta in memoria della defunta Giuseppina Checcaglini in Chiarini. Da tener presente che domenica 10 giungo verrà organizzato nella nostra parrocchia in Propositura un incontro delle famiglie di Anghiari e Caprese che hanno adottato un bambino a distanza. Sarà l’occasione per far conoscere a tutti l’utilità e la carità di questo atto che sta interessando sempre più persone anche nel nostro paese. L’eventuale programma sarà portato a conoscenza su manifesti affissi nelle nostre chiese.

Pace e bene a tutti.

LE LOGGE

Casa mia

di Clèto digital foto Emmedipì

Di sassi edificata già in tardo trecento, torre alta e sottile distesa in verticale, pietre scolpite interne come un bel monumento, alzi quattro livelli, passando tre file di scale. Arrampicata in centro dentro le cinta mura, nello storico luogo sede della Badia, il fu Francesco Nenci, maestro di pittura, ti onora col suo nome, la rispettiva via.

I fochi

Osservando la valle, su, dalla quarta stanza, vedo che il fiume antico fluendo verso Roma, si stringe a tratti e, a tratti, scomposto allarga l’ansa, dove cantando scorre, d’argento la sua chioma. Sobrio rifugio osservi, testimone silente, occultando discreta, coinvolta e ruffiana, la tarda estate amena della mia vita ardente, nel tuo scrigno di pietra, dalla ciarla paesana. Adriano

Offerte per il restauro della tela di Sant’Anna Ricordiamo che a tutt'oggi sono pervenute circa lire 3.400.000 per il restauro della tela detta di Sant'Anna, in memoria di Roberto Giabbanelli, e che si conserva nella chiesa della Propositura. Ricordiamo che per completare il restauro occorreranno circa 7 milioni e invitiamo pertanto chi lo desidera a farci pervenire le loro offerte. Essendo comunque giunto il N.O. della Sovrintendenza l'opera sarà inviata al restauro quanto prima. Ed ecco ora le ultime offerte pervenute: Franca di Arezzo lire 50.000. Centro Studi Archeologici di Anghiari lire 110.000

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Beppe – Cecco, ma è visto che barca de lavori che c’è ‘n giro. Cecco – Dillo a mè che ieri s’ho passo dal forno e c’eron queli che lavorino lì al Destino. Aia piuvuto da poco e la via era piena de motta. Me sembrèva d’essere pe’ la via dei Campacci de quande stèvo a la Morte. B. – Comunque el Sindaco ha ditto che mo’ presto finiscono ‘gni cosa. C. – Pechèto però che ‘n’han pututo finire ‘l Fosso pe’ la prucissione del 3 maggio. B. – A proposito ma pu’ Cecco ci s’è ito a vedere i fochi iersera? C. – Ma che! Doppo ‘n’aio voglia e so’ armasto a chèsa. El mi’ citto ha ditto che al Nanni ‘n gni son piaciuti ma a lu’ sì. B. – È sempre cusì ma comunque dici che è stèto un bello spettacolo. Io Cecco mo' vèdo a chèsa.

La borsa di studio per Gilmar A pag 25 troverete l'articolo di Laura Taddei sull'iniziativa di Tavernelle che si prefiggeva di raccogliere fondi per la borsa di studio del seminarista brasiliano. A questa iniziativa si sono affiancate quella del Mercatino al Carmine, del Mercatino a Tavernelle, dell'offerta dei Fratres e delle offerte di privati che hanno fatto sì che la somma inviata a Gilmar è risultata essere di due milioni e duecentomila.


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari BSE e DONAZIONI Il bollettino della diffusione dell’encefalopatia spongiforme bovina (Bse), ormai noto come morbo della “mucca pazza”, si allarga di giorno in giorno, occupando le prime pagine dei giornali e creando nell’opinione pubblica una crescente preoccupazione. Il professor Giuseppe Vicari ci illustra, qui di seguito, le conseguenze che questo fenomeno potrebbe avere per la donazione del sangue, spiegando che l’indispensabile cautela e le doverose precauzioni non devono indurre allarmismi ingiustificati. Al di là di questo aspetto, quali valutazioni si possono fare su tutta questa vicenda? I giornali si limitano in genere alla descrizione dei fatti o ad una loro denuncia. Il dibattito degli specialisti, politici e scienziati, sembra soffermarsi quasi solo sulle questioni tecniche o di risoluzione immediata del problema. Non basta. Bisogna andare più a fondo, ricercandone le cause per rimuoverle in radice e imparare dagli errori fatti per non ripeterli o non riproporli in altre forme. Fin dagli anni ‘90 era stato detto che l’origine del morbo doveva essere attribuita all’alimentazione a base di farina di carni e di ossa somministrata dai coltivatori inglesi alle loro mucche, farina ottenuta perfino da resti di capi ammalati, facendo diventare degli animali per loro natura erbivori, animali carnivori. Se ciò corrisponde a verità non si è più dinanzi a situazioni imprevedibili come ne sono avvenute nella storia, ma di fronte ad una scelta che, per scopi di interessi, viola imprudentemente l’ordine naturale della cose, provocando danni gravissimi nei confronti dell’umanità e dello stesso mondo agricolo. La cosa grave, in tutto questo, è che i fatti erano noti da anni, eppure si è continuato ad operare come se niente fosse successo. Perché non si è fermata in tempo quella situazione? Le cause, al di là delle ragioni immediate, sono essenzialmente due: la violenza perpetrata da decenni nei confronti della natura fino a provocarne la ribellione e il prevalere di un concetto di economia basato esclusivamente sull’interesse economico, sul guadagno e non sul primato della persona, del bene comune e della salubrità dei prodotti alimentari. Su entrambi questi nodi il Papa ha usato parole forti, durante il Giubileo, rivolgendosi agli agricoltori: “Operate in modo da resistere alle tentazioni di una produttività e di un guadagno che vadano a discapito del rispetto della natura. Da Dio la terra è stata affidata all’uomo perché la coltivasse e la custodisse. Quando si dimentica questo principio, facendosi tiranni e non custodi della natura, questa prima o poi si ribellerà”.

Colloquio con il Prof. Vicari Cosa c’entra la mucca pazza con la donazione di sangue? Poco, apparentemente; anche se tra i medici e i ricercatori, giustamente, niente viene dato per scontato e il primo atteggiamento è quello di grande cautela. Il prof. Giuseppe Vicari, per molti anni ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità, di cui è stato anche direttore, ci spiega quali ricerche sono in corso per evitare ogni rischio e garantire il massimo livello di sicurezza per l’emotrasfusione e per la produzione di emoderivati. “Il problema - sottolinea il prof: Vicari - riguarda la cosiddetta ‘new variant’ della Bse, quella che si sarebbe trasmessa dai bovini all’uomo. Questa forma della malattia colpisce a volte anche soggetti giovani, e non è escluso che fra questi possano esserci donatori. È successo in Inghilterra, dove su un’ottantina di casi che si sono verificati, uno di questi aveva effettuato donazioni di sangue”. Di fronte a questa situazione, è ovvio chiedersi se la malattia possa trasmettersi anche attraverso il sangue: “Secondo le ricerche che sono state fatte, anche con test su ovini, questa ipotesi non è da

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escludersi, anche se per ora non ci sono certezze assolute. Per ora quindi l’unica cosa da fare è prendere tutte le precauzioni possibili. Ad esempio, è bene che venga chiesto ai donatori se hanno avuto soggiorni lunghi in Inghilterra durante il periodo di maggior diffusione del virus”. Il riferimento a questo punto è obbligato: nascerà tra gli italiani un periodo di panico, come quello che accompagnò la scoperta dell’Aids? “Con l’avvento dell’Aids - risponde Vicari - l’attenzione per la sicurezza nelle trasfusioni di sangue e nella produzione di emoderivati è cresciuta tantissimo: per questo siamo più preparati ad affrontare la questione con tutte le precauzioni necessarie. L’unica soluzione potrebbe essere quella di un metodo diagnostico che permetta di evidenziare la presenza del prione della Bse nel sangue. Quando ciò verrà praticato, diventerà un’analisi obbligatoria come lo sono oggi tante altre. Ancora di fatto quest’analisi non c’è, ma dobbiamo ricordare, prima di fare inutili allarmismi, che ad oggi in Italia non sono mai state trovate persone infette dalla cosiddetta “new variant”.


DONAZIONI

2001: FACCIAMO IL PUNTO

Analizzando i dati in nostro possesso, relativi al numero delle donazioni effettuate dai nostri iscritti presso il Centro Trasfusionale dell’Ospedale di zona nel periodo gennaio-marzo 2001, si evince che queste hanno raggiunto in totale la cifra di centoventuno con una media mensile di 40.3 emotrasfusioni. Il mese più “generoso” è stato quello di marzo con ben quarantasette donazioni, di cui nove plasmaferesi, una in più di gennaio. Quello più “povero” è risultato febbraio, con solo ventotto (una al giorno !!!) trasfusioni, a causa anche della sua brevità. Considerando l’obiettivo finale che ci siamo a suo tempo dati, in questo anno particolarmente significativo per il nostro Gruppo, quale venticinquesimo dalla sua fondazione, quello cioè di conseguire entro il prossimo trentuno dicembre le CINQUECENTO donazioni, per celebrare al meglio questa importante ricorrenza, si rileva la necessità di incrementare di almeno due punti la suddetta media mensile, per conseguire tale lusinghiero risultato, sicuramente alla nostra portata. Da alcune settimane, intanto, la nostra segreteria è impegnata nell’aggiornamento del proprio sistema

informatico, in vista dell’imminente attivazione del collegamento telematico con i Centri Trasfusionali della regione ed è quindi impossibilitata ad inoltrare con regolarità ai propri iscritti i consueti inviti. Questi sono quindi pregati, nel frattempo, di recarsi autonomamente al Centro Trasfusionale , non appena trascorso il previsto intervallo di tempo tra una donazione e l’altra che, ricordiamolo, per gli uomini è di almeno quattro-cinque mesi e per le donne di sei mesi, mentre per la plasmaferesi sono sufficienti tre mesi. Appena sarà tecnicamente possibile, verrà comunque riattivato il precedente servizio di recapito a domicilio della lettera con l’ “invito a donare”. Grazie a tutti i donatori attivi che con il loro atto di concreta solidarietà umana, permettono al nostro Gruppo di portare avanti la sua attività e di migliorarne nel tempo i risultati. Un caloroso invito, infine, a quanti senza una ragione particolare non donano più da tanto tempo, a riprendere questa bella consuetudine, con la consapevolezza che “donare sangue è donare la vita” ai tanti nostri fratelli malati. IL PRESIDENTE

IL PRESIDENTE DEL GRUPPO DONATORI DI SANGUE “FRATRES” DI ANGHIARI, S A L U T A ANCHE A NOME DEL CONSIGLIO DIRETTIVO E DI TUTTI GLI ISCRITTI, IL NUOVO GOVERNATORE DELLA CONFRATERNITA DI MISERICORDIA MASSIMO REDENTI, AUGURANDOGLI FRATERNAMENTE BUON LAVORO ED ASSICURANDOGLI LA MASSIMA COLLABORAZIONE . UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE AD ADRIANO BACCANELLI, PER QUANTO HA SAPUTO E VOLUTO OPERARE A FAVORE DI QUESTO GRUPPO, NEGLI ANNI IN CUI HA GOVERNATO LA STESSA CONFRATERNITA. CHE DIO GLIENE RENDA MERITO !!!

SOLENNI FESTEGGIAMENTI PER IL XXV° DI FONDAZIONE DEL GRUPPO *** SABATO 07 E DOMENICA 08 LUGLIO 2001 PIAZZA BALDACCIO TUTTA LA CITTADINANZA È INVITATA A PARTECIPARE !!! N.B.: IL PROGRAMMA DETTAGLIATO SARÀ COMUNICATO CON APPOSITI MANIFESTI MURALI. IL CONSIGLIO DIRETTIVO

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Riflessione sulla Pasqua di Alessandro Bivignani

Dopo l’eccezionale esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù svolta a Roma dal 15 al 20 agosto scorso, non potevo certamente rimanere insensibile nel rivedere la croce della GMG in piazza S. Pietro, la domenica delle Palme, cioè l’8 aprile scorso. La famosa croce che durante l’anno 2000 è passata per le diocesi italiane (anche da Arezzo) ed ha raccolto più di due milioni di giovani a Tor vergata, nelle afose giornate dell’agosto 2000. Ed è la stessa croce che il Santo Padre ha affidato ai giovani durante la prima edizione della Giornata Mondiale della Gioventù, svolta ben 15 anni fa, diventata il simbolo degli incontri a livello mondiale dei giovani cristiani. E nel rivedere quella croce, al quale sono andato incontro per 20 chilometri sul rovente asfalto del raccordo di Roma, sono stato attraversato da un fremito di commozione. Ed in particolare nel momento in cui la croce, di fronte al Papa, è passata dalle mani dei giovani romani a quelle dei giovani canadesi. Sarà infatti il Canada a fare da sfondo alla prossima GMG: Toronto 2002! Sarà sicuramente emozionante poter rivedere quella stessa croce a Toronto nel luglio 2002, che raccoglierà nuovamente intorno a sé centinaia di migliaia di giovani di tutto il mondo. Questa croce non è uno strumento di morte; è una croce senza il Crocifisso: è infatti la croce del Risorto, del Vivente. Con essa Gesù ci parla di salvezza: da essa è passato il Signore per salvare l’umanità, su quella croce sono stati appesi tutti i nostri peccati. Anche se in ritardo un augurio di vivere una buona Pasqua, perché essa non è passata, ma è solo il punto di partenza. Da essa impariamo che l’incontro con Gesù Risorto ci fa diventare persone traboccanti di gioia, quella vera, che solo Lui è capace di dare a chi lo accoglie con amore sincero. P.S. Ricordo a tutti i giovani l’appuntamento del Papa: ci vediamo a Toronto, in Canada! Non mancate!

Ricordo di un caro zio anghiarese lontano Oggi 13 aprile, Venerdì Santo, è salito al cielo Costantino Giovagnini. Emigrato in Argentina nel 1950, era rimasto legato alla sua famiglia ed al suo Anghiari. Voglio dedicargli un piccolo spazio su questo giornalino che puntualmente, da qualche anno, entrava nella sua casa. Uomo onesto, corretto, lavoratore, ha dedicato la sua vita alla famiglia e al lavoro, cercando di trasmettere agli altri, ogni giorno, in ogni occasione, quei valori in cui lui credeva: l’amicizia, la disponibilità, la fratellanza, il rispetto e l’amore tra parenti, tra amici. L’amore anche

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per il suo paese, di cui lui era tanto orgoglioso. Lui è stato uno dei principali promotori del gemellaggio tra La Plata e Anghiari, lo ha voluto e ha creduto nella sua realizzazione fin dall’inizio. Fu una grande soddisfazione per lui far conoscere agli amici il “suo Sindaco” e la Compagnia dei Ricomposti che tanto gli piaceva quando si esibiva. Io ero piccolina quando mi regalò un vocabolario di ITALIANO-SPAGNOLO affinché potessi imparare a scrivere o comunque comunicare meglio con i suoi figli e con i miei tanti cugini, per mantenerci più uniti e vicini. A me ha insegnato tante cose. Ho di lui tanti e solo bei ricordi. Mi dicono che in molte cose gli somiglio e io sono orgogliosissima di questo e lo ringrazio per essere riuscito a farmi amare i miei cari lontani. Il dolore per la perdita è grande ma la certezza che l’anima dei buoni è fra le braccia di Dio ci dà conforto in questo doloroso momento e per il rispetto che gli devo cercherò di fare del suo stile di vita il mio modello. Credo che quanti lo conobbero lo ricorderanno sempre con affetto! Mancherà tanto a tutti noi, ma resterà sempre vivo nei nostri ricordi. Francesca

Nozze d'oro Sabato 31 marzo, con una cerimonia semplicissima, circondati dall'affetto dei loro cari, Giovanni e Vittoria Madiai hanno festeggiato 50 anni di matrimonio.

I fiori gialli di Maria Pia Fabiani

Per la Bozia non è ancora passato il giardiniere con la “falce” amara che taglia ai fiori le teste innocenti. Non è ancora passato, e la mattina quando passo prestino, sulla destra nel greppo erboso spiccano dorati fiori campestri: l’abitino è chiuso ma il poligono grande di terreno ne viene nondimeno ingentilito. Quando ripasso, tardi, è spalancato il vestitino giallo e il suo fulgore irradia gioia e tenera bellezza; ma giorni fa pioveva; e i fiorellini, riabbottonati l’abito gioioso, a mezzogiorno, con calma dolcezza aspettavano il sole per aprirgli felici abito e cuore. 2 aprile 2001


Nel ricordo della nonna Lidia Babbini di Armando Zanchi

Come la Grazia ed anche l’Angiolina che incontravo per la solita stradina

foto Studio F10

Ancora un vuoto tra questi Anghiaresi che nella loro vita mai si sono arresi

Questa famiglia di grande generazione che per Anghiari fu venerazione

Vecchia generazione con sangue Anghiarese che ad ogni incontro vedevi mani tese

I cari nepoti nel ricordare la nonna che fu devota con virtù profonda

Sol nel momento del tragico destino di fronte ad esso costretti a far l’inchino

Ora si ricongiunge col caro suo fratello quel grande Loris del paese fu modello

Sempre gioiali amanti del vicino ad ogni incontro nel piccolo paesino

Anche ai cari figli mi unisco al loro dolore da vecchio paesano perché mi resta a cuore

La nostra Lidia con i novantuno anni acciacchi e gioie ma anche i malanni

‘Sta grande stirpe di questi paesani sempre arroccati nel bene e pochi i mali

Ricordo la Lidia ma solo in lontananza alla finestra piena di speranza

L’ultimo abbraccio dentro la chiesetta il luogo natìo la nostra Lidia aspetta:

Il mercato del pesce di Civis

È successo ancora. Mercoledì 25 aprile era festa e quindi il mercato era spostato al giorno precedente. Questa la regola che esiste da sempre: in caso di festa il mercato si tiene il giorno precedente, le fiere il giorno successivo. Solo che i tempi sono cambiati e i banchi che intervengono al mercato del mercoledì, per vari motivi ed impegni, quando il mercato viene anticipato al martedì preferiscono altre piazze. Unico banco presente e funzionante quello del pesce (che infatti viene semUn momento del mercato ricreato dai bam- pre di martedì). E allora, quando il mercato cade di martedì, chiamiamolo bini delle scuole elementari. direttamente il mercato del pesce. Mi sembra qui opportuno segnalare l’iniziativa della II/A e II/B delle scuole elementari di Anghiari che hanno “ricostruito” il mercato di una volta e le classi prime che hanno realizzato degli spaccati di vita anghiarese. Un impegno per maestre e scolari che la pubblica amministrazione potrebbe sfruttare per rilanciare questo nostro mercato in via di estinzione. Un'idea potrebbe essere quella di effettuare dei mercati, o delle fiere, in esenzione di "gabella", come veniva fatto una volta. Ma le idee potrebbero essere tante altre. L'importante avere la volontà di fare qualcosa. La vignetta: Una soluzione facile facile.

La staccionata del "Topo" di Civis

Penso che ormai molti avranno potuto vedere la staccionata in legno che il Comune ha realizzato nel tratto di strada che va dalla Portaccia fino alla Genga e nell'altro tratto verso Palazzolo. Lungo la strada che va all'Intoppo (il Topo) è stata inoltre ripulita la scarpata a valle della strada stessa di modo che adesso è possibile godere di un bel panorama della valtiberina. Due aree di sosta saranno apprezzate da chi vorrà fare una breve fermata. Sarei dispiaciuto se questa inimitabile strada fosse stravolta da interventi richiesti per poterci "scorrazzare" in auto a più elevate velocità.

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Dalle nostre Parrocchie Monterchi Il 17 giugno, festa del Corpus Domini, viene celebrata anche la Prima Comunione per tutte e tre le parrocchie di Monterchi, Pocaia e Padonchia. Viene celebrata nella chiesa di San Simeone a Monterchi. Dopo la Messa del Corpus Domini delle 10,45 (viene infatti anticipata sul normale orario in considerazione che sarà una cerimonia più lunga del solito), con il SS. Sacramento solennemente esposto, viene fatta la processione eucaristica nel centro storico, attorno alle mura del paese. Prenderà parte la Compagnia del SS. Sacramento con i propri labari e la caratteristica veste bianca con mantellina rossa. Parteciperanno tutti i ragazzi della Prima Comunione e i rispettivi genitori e familiari. Quest’anno c’è la particolarità che i comunicandi delle tre parrocchie hanno deciso di celebrarla insieme e hanno deciso di usare una veste (il saio) uguale per tutti, sia per i fanciulli che per le fanciulle. Questa cerimonia è preceduta da un ritiro spirituale che verrà fatto presso il Cenacolo di Montauto venerdì 15 giugno. Serve per completare la preparazione a questo sacramento. A Tarsignano (Colcello dei Crulli) festa di San Giovanni Battista il 24 giugno con la celebrazione della Messa vespertina, circa le ore 19. Questa frazione è la più sperduta del comune di Monterchi. Stanno proseguendo i lavori di restauro alle tre chiese della nostra zona: la chiesa di Santa Maria a Fonaco, la chiesa e il complesso parrocchiale di San Lorenzo a Ricciano e la chiesa dei Santi Apollinare e Sisto a Petretole. Compatibilmente con il termine dei lavori ci piacerebbe poter inaugurare la chiesa di Santa Maria a Fonaco il 5 di agosto che è il giorno della ricorrenza della Madonna della neve, patrona di quella chiesa e la chiesa di San Lorenzo il 10 agosto. Mercoledì 11 luglio è lafesta di San Benedetto abate patrono d’Europa ma anche del nostro monastero di Monterchi. Le monache di Monterchi infatti sono monache benedettine del SS. Sacramento che una volta si celebrava il 21 di marzo (che è il giorno della morte di San Benedetto) adesso, in seguito alla nomina di San Benedetto a patrono d’Europa, la festa nel monastero viene celebrata solennemente l’11 di luglio. Oltre che la Messa solenne vespertina delle ore 18, dopo cena, viene organizzato un concerto programmato dal Comune di Monterchi nel recinto del convento che verrà ufficializzata e reclamizzata anche da un depliant La costruzione dellanuova palestra presso la scuola media di Monterchi procede celermente. Per il nuovo anno scolastico sarà pronta, vicino alla scuola media, e permetterà anche ai nostri alunni di avere la comodità per la ginnastica senza doversi trasferire, come adesso, al

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palazzetto dello sport di Anghiari. Intorno a Monterchi stanno fiorendo diverse aziende agrituristiche abbastanza frequentate a seconda delle stagioni. A Ripoli presso la casa Rosadi, a Pocaia presso la località di Fanone e altre nelle nostre colline. Frequentatori abituali sono in massima parte stranieri. Per quanto riguarda i campeggi estivi, dato che non siamo in grado di gestirli da soli, mi rivolgerò ad Anghiari a Juan Carlos e a Don Marco se possono accogliere nei loro gruppi anche alcuni ragazzi di queste parti, oppure ogni famiglia provvederà autonomamente.

Micciano I programmi per i prossimi mesi si fanno male perché la chiesa è ancora chiusa, anche se ci auguriamo entro il maggio di poterla riaprire. La Festa del Corpus Domini qui a Micciano viene anticipata alla domenica precedente tale festività. Si celebrerà infatti il 10 giugno, nella domenica della Santissima Trinità. È una antica tradizione che è stata fatta per dare la possibilità e ai sacerdoti e al popolo di partecipare poi alla festa ad Anghiari. In occasione di questa festa si fa anche la Prima Comunione. Quest’anno ci saranno quattro bambini. Se la chiesa non sarà riaperta faremo la festa nella stanza adiacente alla chiesa stessa, nella sala parrocchiale, dove attualmente celebriamo. Stanza decorosa ma chiaramente insufficiente. Nel luglio la parrocchia è interessata, come tutta la nostra zona, alle feste del Carmine dell’11 luglio, anniversario dell’apparizione e il 16 luglio festa della Madonna del Carmine. È consolante comunque vedere quanto le popolazioni della zona sentono affetto a questo santuario. In occasione della Domenica in Albis ad esempio la chiesa era piena di gente che seguiva attentamente, nonostante il rito fosse abbastanza lungo. Sono contento come parroco che il popolo di Micciano abbia partecipato al pellegrinaggio che si è soliti fare a piedi da Micciano verso il Santuario. Questo pellegrinaggio si fa dal 1571. Ciò è documentato da una Bolla del Papa san Pio V che determinò particolari indulgenze a chi partecipava a questo pellegrinaggio. Non ho potuto partecipare personalmente ma sono stato lieto di aver delegato don Derno, che fra l’altro è originario di Micciano, mentre io ho partecipato al Santuario. Ho la fortuna di avere un bel gruppo di persone che mi aiutano nella catechesi che facciamo settimanalmente ai bambini divisi in varie categorie. I bambini della Prima Comunione li seguo io direttamente dato che è questo un punto molto importante della loro vita. Debbo poi riconoscere, anche grazie al lavoro dei miei predecessori, che ci sono un bel gruppo di famiglie, uomini e donne, che sentono molto l’attaccamento alla parrocchia. La parrocchia non è del parroco, che è solo la guida, e queste persone la sentono come loro e collaborano e partecipano. Contemporaneamente all’apertura della chiesa è molto


probabile che ci sia anche la riapertura della Cappella della Villa di Albiano che fu eretta dal compianto Marco Buitoni e dedicata a Santa Maria Egiziaca. È stata per qualche anno abbandonata ed anche impoverita da estranei ed ora verrà rimessa in ordine e restaurata. Cinquant’anni fa fu inaugurata alla presenza dei Vescovi di Sansepolcro, di Arezzo e di Modigliana (per i rapporti con la signora Buitoni).

Aforismi ed altro di Turiddo Guerri

Se in bocca ha ciringum l’allenatore attrae più attenzione di chi gioca. Perché la Lega allora, porca loca, non gli chiude la bocca un paio d’ore?

Viaio

***

La festa del Corpus Domini verrà celebrata il 17 giugno. Durante la Santa messa delle ore 11,30 due ragazzi della nostra parrocchia riceveranno la Prima Comunione. Quindi la processione con il Santissimo percorrerà le strade della frazione di Viaio.

Ponte alla Piera Al Ponte alla Piera la festa del Corpus Domini si celebra nella domenica di ottava (24 giugno) e sarà preceduta da un triduo alle ore 21 sempre nella chiesa del Ponte alla Piera. Sante Messe alle ore 9 e alle ore 11 a cui seguirà la processione fino al “sacello”.

Bertoldo: Quando comanda solamente uno, non c’è pace e benesser per nessuno. Se invece a comandare sono tanti ridono i furbi e godono i furfanti.

*** Già tutto è stato detto, e nulla è nuovo. Ma tutto può esser detto In modo nuovo.

San Leo e Tubbiano Domenica 17 giugno festa del Corpus Domini. È questa una delle tre feste (Sant’Antonio, Corpus Domini e Madonna del Rosario) che venivano organizzate dal popolo della nostra parrocchia. Fra le manifestazioni esteriori la processione. Un tempo aveva un itinerario abbastanza lungo, oggi viene ridotta al terreno antistante la chiesa anche per motivi di traffico. Ma occorre puntualizzare che la processione non è solo fatto esteriore ma con questo gesto il SS. Sacramento, onorato in modo particolare in questo giorno, viene portato per benedire popolazione e abitazioni. Si fanno poi le Prime Comunioni e verrà organizzato un semplice ritrovo qui nei locali della parrocchia. Grazie a dei fondi destinati alla nostra zona, ci auguriamo venga presto restaurata (l’edificio è di proprietà privata anche se ne è consentito l’uso pubblico) la bellissima chiesa di Corsano. Tante le persone che chiedono di poterla visitare. Domenica 10 giugno celebriamo a Tubbiano la festa del Sacro Cuore che, per usanza, anticipiamo a questa data. La Congregazione del Sacro Cuore è un’opera del parroco don Gino Del Buono che nel 1917 la istituì assieme alle famiglie Domenica e Mattio Del Pia, Marianna e Ulivo Gigli, le famiglie Bartolini, Gigli ed altre ancora. Assieme a queste famiglie devote e generose fu consacrata la parrocchia al sacro Cuore di Gesù. Questa devozione non era ancora diffusa nella nostra diocesi e fu proprio l’allora vescovo Monsignor Giovanni Volpi che la propagò ed uno dei primi a rispondere a questi inviti fu don Gino che con la collaborazione di queste persone eressero la Congregazione del Sacro Cuore che vive ancora oggi e molte sono le persone legate alla parrocchia grazie a questa congregazione. In occasione della festa si rinnova poi la consacrazione di tutte le famiglie al Sacro Cuore ricordando quella consacrazione che fu fatta nel 1917 che fu un periodo tragico per le nostre popolazioni.

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*** È incredibile come il mio gattino riesca a masticar perfino un osso ed io, che son di lui molto più grosso, non posso biascicar che il semolino.

Vento di primavera di Vera Cuccini

Sembrava coperto di neve stamane, l’asfalto umido della piccola strada. Bianchi fiocchi danzavano nell’aria fresca del mattino portati dal vento leggero della tarda primavera. Non era neve… i petali delicati del maestoso ippocastano e quelli profumati delle acacie insieme ai piccoli e fragili del sambuco e al morbido cotone dei tremuli pioppi, volteggiavano in una danza silenziosa e delicatamente si posavano, or distesi qua e là, ora in un bianco insieme ai lati della strada.


I nostri ringraziamenti e i nostri saluti Un saluto ad Antonietta Olivieri di Grosseto; a Vincenza Ruscetti che ci invia la sua offerta in memoria di Altero; all’amico Nevio Santini da Vicchio; ad Alfredo Mammoli dal Bagnolo, attivo festiere del Gesù Morto. Ada Zoi poi ci ringrazia per il ricordo di Alfio “anghiarese doc” così come anche noi lo ricordiamo e come ricordiamo Leonardo Casal. Un saluto ad Angiola Babbini che, per un disguido, abbiamo lasciato senza notizie di Anghiari per… quasi un anno. Ora abbiamo provveduto. Ancora un grazie per l’attaccamento al giornale. Contraccambiamo i saluti e gli auguri di Odoardo Marinari e di Benito Raffaelli. Un saluto ed un augurio a don Berardo della parrocchia di Capanne. Un ulteriore grazie a Gilberto Frini da Milano ricordando suo padre Artidoro; a Fausto Vagnetti da Roma; ad Anna Maria Bartolomei; a Ilio Palombini da Napoli che ricorda con piacere i suoi cari; ad un anonimo amico da Milano; a Primetto Barelli da Sorci; alle Suore Agostiniane, le suore della Ripa; a Giuseppe Dini, l’amico Beppe; a Fernando Boncompagni di Marzocca di Senigallia che aspetto per l’estate; ad Assunta Bartoli di Pieve Santo Stefano; ad Aldo Santi di Anghiari. La “nostra” Misericordia infine ci ha fatto pervenire un generoso contributo che cercheremo di utilizzare al meglio.

Il nostro conto corrente postale è 11802527 Il nostro grazie di cuore va a: Acquisti Fabiano Agolini Piero Alberti Liana e Adriano, Monterchi Aquiloni Giovanni, Galbinaccio Babbini Angiola, Arezzo Baccanelli Adriano Baldelli Luigi Baracchi Maria Barelli Primetto, Sorci Bartoli Assunta, Pieve S.Stefano Bartolini Domenico Bartolomei Anna Maria Bertusi Edilia Bianchini Bruno, Viamaggio Bianchini Giovanni, Palazzo del Pero Bigioli Maria Bivignani Vittorio, Tavernelle Boncompagni Fernando, Marzocca AN Boriosi Cecilia Boriosi Rosimbo e Gloria Brondoli Gino Bruschi Leone Buricchi Giovanni, San Leo Burioni Sisto Leandro, Motina Camaiti Athos Camaiti Bossi Miledi, Milano Camaiti Palmiro, San Lorenzo Cambi Ascanio Cangi Alessandro, S. Stefano Cangi Gino Canicchi Werther Cappelli Mons. Tullio, Arezzo Casal Kira, Svizzera Casi Emanuela, Bologna Catacchini Edda, Roma Catacchini Wilmo Cecconi Luciano Checcaglini Enzo

Leonardi Loris Leucalitti Ivandro Machi Elio, S. M. Ligure Madiai Norma, Sansepolcro Madiai Angelo Maggini Abramo, Ponte alla Piera Magrini Acquisto (Cilio) Malentacchi Massimo, Ca’ de Cio Mammoli Alfredo, Bagnolo Mangoni Ena Maranesi Liliana, Roma Mari Elena, Caronno P.lla Mari Marcella Marinari Edoardo Marini Silvia Marinuzzi dott Aldo, Trieste Mariotti Mario, San Remo Mariotti Pietro, Motina Martini Astinghe Martini Leonilde, Sansepolcro Marzi Remo Mazzi Angiolo Meazzini Elbano, Arezzo Una persona Mencarini Adelmo, Motina Mencarini Maria Meoni Ginetta Merendelli Sergio, Tavernelle Minelli Francesco, Tavernelle Mondanelli Ovidio Mondani Enrica Mondani Fabio Nevistrelli Angelo, Tavernelle Nicchi Rinaldo Nisi Principi Carmela, Turicchi Una persona Olivieri Antonietta, Grosseto Omarini Mario, Tavernelle Paci Luca Paci Luciano

Chialli Zurli Paola, Libbiano Arezzo Chieli Rosita Comanducci P. Francesco Comparini Saulle, Pianacce Confraternita di Misericordia di Anghiari Conti Adalgisa Conti Adriana Del Pia Natalino, Terracina Del Sere Primo, Sansepolcro Del Sere Secondo Dini Giuseppe Donati Dino, Colcellalto Donati Sarti Vittorio, Motina Draghi Fausto Draghi Massimo Dragoni Massimo, La Fossa Dragoni Vittoria Faviani Lucia N.N Foni Federico, Siena Fontani Santi Franchini G. Battista, Tavernelle Franchini Lorenzo, Tavernelle Frini Gilberto, Milano Ghignoni e Lazzerini Ghignoni Enrico Ghignoni Fernando Ghignoni Marcella, Motina Ghignoni Vasco Giorni Giovanni, Gardone V. Trompia Giovagnini Francesco, Roma Giovagnini Teresa Goti Maria Luisa Guadagni Claudia Guerrini Giorgio, Motina Lega Piero Leonardi Guido, Corte Leonardi Ivano, Arezzo

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Paci Maria Pacini Gian Piero, Vicenza Palazzeschi Daniela, Bertine Paletti Fernando, Poggiolo Paletti Pietro, San Rocco Palombini Ilio, Napoli Panichi Cinzia Panichi Luisa e Desa Parente Ernesto Parrocchia di Capanne Pierantoni Sirio Piomboni Alessio, Tavernelle Poggini Giovannino, Arezzo Polendoni Ivo Pulcinelli Carla, San Leo Pulcinelli G. Battista, S. Leo Raffaelli Benito Ricci Remo Rosadi Giuseppe, S.Stefano Rossi Enzo, Pantaneto Rossi Piero, Ponte alla Piera Rossi Tullio Ruscetti Vincenza Santi Aldo Santi Nelly Santi Rossana Santini Nevio, Vicchio Scapecchi Vittorio, Monterchi Scartoni Aurelio Scartoni Lorena Selvi Chialli Maddalena, Arezzo Staccini Maricla, Sansepolcro Suore Agostiniane Tuti Paola, Roma Famiglia Urci Raspanti Vagnetti Fausto, Roma Vagnetti Giannini Maddalena Zanchi Bruno Zanelli Pamela, Ghetto, S. Leo Zoi Ada, Brescia


Una banca nella realtà locale a cura della Banca di Anghiari e Stia Non tutte le Banche hanno come primaria aspirazione l’ottimizzazione del profitto. L’impegno di una Banca di Credito Cooperativo si concentra nel soddisfare i bisogni finanziari dei soci e dei clienti, ricercando il miglioramento continuo della qualità e della convenienza dei prodotti e dei servizi offerti. Obiettivo del Credito Cooperativo è produrre utilità e vantaggi, è creare valore economico, sociale e culturale a beneficio dei soci e della comunità locale, e “fabbricare fiducia”. La Banca di Credito Cooperativo non è un atomo, ma una molecola. Essa è infatti inserita in un sistema che conta oltre 500 Banche di Credito Cooperativo in Italia, e più di 4.500 cooperative di credito in Europa. La rete del Credito Cooperativo italiano, contando sulle proprie gambe e sulle proprie energie, ha registrato negli ultimi anni un costante incremento delle quote di mercato, fino a rappresentare il 7% dei depositi (oltre 83.000 miliardi di lire), il 5% degli impieghi (oltre 83.000 miliardi di lire) e quasi l’11% degli sportelli a livello nazionale. All’interno di questo contesto si inserisce la nostra Banca di Anghiari e Stia. La consapevolezza di dover gestire anni di trasformazione del contesto esterno, implica un sincero impegno di tutti noi per l’adeguamento dei sistemi interni. Il nostro punto di forza è proprio rappresentato dal

fatto che una simile struttura ci permette di interagire perfettamente con le singole realtà locali, garantendo interventi finalizzati al perseguimento di fini non solo lucrativi, ma di sviluppo della compagine sociale che ci circonda. Durante l’Assemblea dei Soci che si è svolta lo scorso 5 maggio, queste tematiche sono emerse nella loro globalità. In quella sede è stato approvato il Bilancio dell’Esercizio 2000, e le aspettative dei soci non sono state comunque deluse: le risultanze di Conto Economico hanno evidenziato un miglioramento strutturale del profilo reddituale rispetto all’anno precedente, risultato che testimonia un buon operato. Parte dell’utile netto di esercizio è stato destinato al dividendo e alla rivalutazione gratuita delle azioni, che in questo modo garantiscono un rendimento annuo complessivo del 6,20%. In concreto, su un valore nominale di 25,4 Euro, circa 49.000 lire, la Banca ha distribuito ai soci sotto forma di dividendo e rivalutazione circa 3.000 lire. L’impegno quotidiano che ci vede occupati a perseguire finalità di carattere sociale, ci porta ad agire in tutti quei comparti del nostro territorio che necessitano di essere stimolati, proponendoci come valido ausilio alle strutture già presenti ed operanti. Nel corso dell’esercizio 2000 in particolare, la Banca ha contribuito a rendere possibile tale sviluppo, mediante la promozione e il finanziamento di diverse iniziative:

Iniziative per i Soci (incontri con la compagine sociale, Progetto Socio, …)

L. 60.000.000

Iniziative a carattere culturale ed umanitario, tra cui: * Elargizioni in favore dei Comuni

L. 40.000.000

* Elargizioni a favore di Confraternite della Misericordia

L.

* Attività per le Scuole

L. 22.050.000

5.750.000

* Contributo alla Cooperativa “Anghiari Vecchio” per l’organizzazione dell’annuale “Mostra Mercato dell’Artigianato di Anghiari”

L. 20.000.000

* Contributo per la Manifestazione biennale “Arte Fabbrile” di Stia

L.

* Sponsorizzazione Convegni, Pubblicazioni e Manifestazioni varie

L. 17.000.000

* Elargizioni in favore delle Pro-Loco

L. 20.250.000

* Elargizioni in favore di Enti vari (oltre 100 Associazioni)

L. 69.000.000

Attività Sportive (sono state intraprese attività di sponsorizzazione a favore di 37 società)

L. 57.000.000

Elargizioni in favore di Enti Religiosi

L.

Impegnandoci fin d’ora nell’intento di migliorare il nostro operato nel corso degli anni futuri, raccogliamo l’invito rivoltoci dal Direttore della Federazione Toscana delle Banche di Credito Cooperativo durante il suo discorso tenutosi in occasione dell’Assemblea dei Soci: “Aprite le braccia al cambiamento, ma non lasciate disperdere i vostri valori”.

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6.000.000

5.500.000


Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

L’amore per la …Battitura! Rifacendomi all’intervista uscita su una edizione dello scorso anno de l’Oratorio, concessami da Mario Cagnacci, in occasione della Battitura a Tavernelle, mi è capitata tra le mani questa fotografia, che fa memoria del “bel tempo che fu”. Ha fatto sorridere Mario quando raccontava: “…e poi, un altro divertimento era quello di fuggire dietro alle donne…” ed infatti per la Battitura, vista l’aria di festa che si respirava, era normale farsi avanti con le ragazze (allora molto più timide e riservate di oggi). Nella foto è immortalato un bellissimo e gioioso momento durante la Battitura, un momento simpatico dove gli scherzi, l’allegria e la voglia di vivere facevano da cornice ad uno dei lavori più impegnativi per il mondo contadino, anche se il più necessario, ma sapientemente vissuto con semplicità. La foto, che dovrebbe essere stata scattata intorno ai primi anni ’50, riprende la Battitura di Camprione, una località che si trova lungo la via di Montauto, dopo aver passato di un bel po’ il Cenacolo delle Suore. Nella simpatica immagine sono immortalati da sinistra: Luisa e Alighiero Cangi (che allora non erano ancora sposati), che diventeranno poi i genitori di Paolo e Tamara del Bagnolo, Silvana Guadagni che attualmente abita a Roma, e infine Ernesto Piomboni detto Ernestino, che abita dietro la chiesa Nella foto: (da sinistra) Luisa Cangi, Alighiero di Tavernelle e che per tanti anni è stato sacrestano della chiesa di Galbino. Cangi, Silvana Guadagni, Ernesto Piomboni. Dietro La testa che sbuca dal dietro, che poco riconosciamo, è di Talete Antonelli, (solo la testa): Talete Antonelli. che abita lungo al via del “Braccini”. Non siamo poi riusciti a riconoscere la persona che è in cima alla macchina che batte il grano; invitiamo quindi chiunque pensa di riconoscersi o di riconoscere qualcun'altro di farsi vivo dalla Nerella Antonelli, a Tavernelle, proprietaria della foto.

Imprecisione!

A VOLTE RITORNANO…

A.B. - Fervono i lavori da parte della Provincia per la sistemazione di numerosi cartelli che indicano i vari luoghi che si possono raggiungere da Anghiari. All’inizio della via del Carmine, in particolare quando si viene dalla via Nova in direzione via Libbia, guardando verso destra si noterà una serie di cartelli che indicano varie località: il Carmine, il Ponte alla Piera, Arezzo, ecc. Non poteva certo mancare un cartello che indicasse Tavernelle. Il fatto è che è stato erroneamente scritto: TAVARNELLE invece che TAVERNELLE. E non è un particolare da poco: il nome Tavernelle ha infatti una rilevante valenza storica. Deriva infatti dal latino “taberna” (locanda, osteria) ed indicava il luogo dove nei secoli passati, oltre che mangiare e ristorarsi un po’, si poteva cambiare il cavallo per poter proseguire il viaggio con più velocità: una sorta di stazione di servizio dei nostri giorni! E il nostro Tavernelle era uno di questi luoghi; è ricordato infatti da Lorenzo Taglieschi nei suoi annali della terra d’Anghiari.

A.B. - Uno di questi giorni, quando era arrivato il primo tempo buono, ho visto Bruno del Pianta, al secolo “il Nappone”, che camminava per la via di Tavernelle con una falce fienaia. Era da tanto che non vedevo più usare questo attrezzo, che a causa delle nuove tecnologie è ormai dimenticato.

LO VOGLIO ANCH’IO… A.B. - Strano ma vero! La settimana dopo la Pasqua la nostra amica e tuttofare di Tavernelle, Elena Ferrini, si è operata ad un ginocchio, per sistemare la rotula. Niente di eccezionale se non che, dopo due giorni, anche la sua amica Linda Bartolomei si è fatta male ad un ginocchio, per non voler essere da meno della compagna. E mentre un pomeriggio le nostre due amiche erano fuori con le stampelle, è passata la Santa che con i suoi due ginocchi “nuovi” (di quasi ottant'anni) sembrava una lepre.

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Notizie Parrocchiali

IL FATTO di Enzo Panichi a cura di A. Bivignani

Per mezzo delle mani di mons. Franco Agostinelli, vicario generale della nostra diocesi, hanno ricevuto il sacramento della Confermazione:

“La festa a Gello” Si svolgeva nella prima domenica del mese di settembre la famosa festa presso la chiesa e la parrocchia di S. Niccolò a Gello. Questa festa rivestiva una particolare importanza, sia perché in quei tempi (circa metà ‘900) la parrocchia di Gello contava un consistente numero di anime, sia perché era il punto d’incontro di molte altre persone: da Anghiari, Tavernelle, Casale, Toppole, Colignola, Casenovole, e da altri posti ancora. La prima domenica di settembre la festa era a Gello, la seconda a Casenovole, e poi la prima di ottobre a Casale, la seconda a Galbino e così di seguito. Fino a pochi anni fa la chiesa di Gello, e la annessa canonica dotata di ampie sale, stava cadendo in rovina. Grazie all’interessamento del Vescovo d’Ascenzi fu fatto, alcuni anni fa, un imponente lavoro di restauro, che ha consentito e consente tuttora di poter sfruttare la chiesa e le sale per incontri, campeggi, ritiri, ecc. Da alcuni anni la parrocchia di Tavernelle organizza una bella camminata fino a Gello, passando per la vecchia strada di Caserecci fino ad arrivare in cima al colle di Gello, da dove si domina gran parte della Valtiberina. La gente del tempo era solita andare alla festa a piedi, per ovvi motivi pratici (non esistevano i mezzi), ma Enzo ed alcuni amici, quell’anno arrivarono con la motocicletta. In particolare, con Enzo Panichi si vedono Ario Sbragi e Bista Piomboni. Inoltre il nostro amico Enzo ha aggiunto una simpatica filastrocca sulla festa di Gello:

Irene Caporali Lorenzo Piomboni Marco Donati Sarti Silvia Franchini Il ministro deputato a conferire il sacramento della Cresima è il Vescovo, oppure un suo delegato che, attraverso l’imposizione delle mani e tramite la successione Apostolica che egli rappresenta, perpetua la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli nel giorno della Pentecoste. Questi 4 ragazzi sono stati presentati alla Comunità parrocchiale la III domenica di Pasqua, lo scorso 29 aprile, e questo per evidenziare che il sacramento che hanno ricevuto è soprattutto una gioia e un momento di festa per la comunità tutta. Quest’anno invece non ci sarà a Tavernelle nessun bambino che riceverà per la prima volta l’Eucaristia. Speriamo di poter festeggiare il prossimo anno questo momento.

2 Campioni Nazionali ad Anghiari Si è svolta a Città Ducale, in provincia di Rieti, l’annuale gara ciclistica in Mountain Bike a livello nazionale. Alla manifestazione non poteva naturalmente mancare il gruppo anghiarese G.S. Dynamis Bike, che ricordiamo viene retto dalla presidenza di Pippo Baudo 2 di Anghiari, meglio conosciuto come “Iccio” (Fabrizio Graziotti). Splendida prestazione quella degli amici anghiaresi, che abbiamo visto ritornati suggellati da ben due medaglie d’oro. Per la categoria “Junior” si è decretato campione nazionale Alessio Chiarini. Mentre per la categoria “over 40” la medaglia d’oro se l’è guadagnata Vittorio Bivignani. A questi nostri due amici, nonché compaesani, vadano le nostre migliori felicitazioni.

Nella foto: Ario Sbragi, Giovan Battista Piomboni ed Enzo Panichi.

LA STRAGE DEI CONIGLI A.B. - La calda mattina del 1° maggio di Tavernelle è stata scossa da una notizia che mi ha comunicato Enzo mentre portavo via l’immondizia. Nella notte precedente un cane è entrato nell’orto della Piera e di Sergio e, avvicinatosi alle gabbie dei conigli, ha fatto tutto quello che di male si poteva fare. Il referto investigativo contava al mattino ben 11 conigli “distrutti” (così li ha definiti Enzo). Comunque è riuscito a salvarsi un piccolo coniglio, nato da poco tempo, che, dalla paura, non ha mangiato per tanti giorni.

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Da LA NAZIONE del 16 aprile 1940-XVIII - CORRIERE DI ANGHIARI

CENNI STORICI SULLE MURA CASTELLANE ALLE QUALI URGONO RIPARAZIONI Anghiari 15. - Le Mura Castellane di Anghiari furono costruite, da quanta si rileva nel libro IV del Cronistorico Taglieschi (Anghiarese vissuto nel 15° secolo e che ebbe cura di formare una cronistoria completa di Anghiari dalle origini al 1620) per ordine di Cosimo dei Medici che affidò l’incarico nel 1533 al Concittadino Girolamo Magi (architetto di fortificazioni militari passato poi al servizio della Repubblica Veneta). Tali Mura che dal lato Nord-Orientale misurano metri 231,50 ebbero uno scopo di difesa, artistico e statico. 1°) Per quanto riguarda il primo scopo (la difesa) si rileva che detta costruzione fu ritenuta necessaria dalla Signoria Fiorentina quando l’esercito francese nel 1583 stava avvicinandosi alla Valle di Chiana onde munire i castelli della Valle Tiberina delle opere necessarie di difesa per resistere alla eventuale invasione di tale esercito (Girolamo Magi “fortificazioni della città” libro l° Capo IV). 2°) Il pregio storico e artistico oltre dallo scopo che ne motivò la costruzione su accennato, deriva anche dalla concezione architettonica delle Mura stesse, dalla loro grandiosità, dalla bellezza delle loro linee che imprimono ed Anghiari un carattere medioevale singolare ed una suggestività panoramica tutta particolare. 3°) Se il primo scopo (la difesa) non ha ormai alcun valore di essere e il secondo (lo storico artistico) ha un valore soltanto documentario e panoramico, rimane il terzo scopo che ha un valore anche attualmente di capitale importanza, la statica del paese. Nella costruzione delle Mura si desume infatti che oltre allo scopo difensivo ve ne era un altro non inferiore per importanza al primo e cioè quello di dare al Castello di Anghiari un più ampio respiro, un maggiore spazio onde, data l’importanza politica nel-

l’epoca attribuitagli, potesse contenere una popolazione e milizia sufficiente. Troviamo all’uopo che Anghiari negli ultimi del 1300 e poi successivamente nel 1400 e 1500 e sotto la Repubblica Fiorentina o sotto il Granducato Mediceo fu residenza Vicariale e da cui dipendevano 63 Castelli della Valle del Tevere e dell’Alto Casentino. Da ciò deriva la necessità di ampliare la cerchia delle Mura del vecchio Castello onde dargli uno sviluppo adeguato alla sua importanza e così sorsero le nuove Mura entro la cerchia delle quali e, anzi quasi addossate ad esse, fu costruita la nuova borgata che poté sorgere appunto in seguito alla costruzione delle Mura, giacché dato il terreno scosceso se le nuove costruzioni non avessero trovato il sufficiente appoggio sarebbe stato impossibile provvedervi. Decaduta l’importanza medioevale militare e politica e costituitosi il Comune Italiano, il Paese di Anghiari, pure sviluppandosi nel lato occidentale con moderne costruzioni, ha conservato presso le Mura la borgata di cui sopra che in seguito a successivi fabbricati è divenuto uno dei più popolari e popolosi quartieri del Paese. Attualmente infatti si contano 42 abitazioni con una popolazione complessiva di circa 300 persone. Da ciò si comprende come l’eventuale rovina delle Mura porrebbe in serio pericolo i fabbricati che dalle medesime ne traggono la stabilità e conseguenzialmente l’incolumità di tante persone. (L'articolo non è firmato ma sembrerebbe scritto da Loris Babbini.)

Una veduta del Bastione di Sant'Agostino (sulla destra) e della parte est delle mura di Anghiari realizzata dal nostro disegnatore Luca Pucci. Proprio dentro questo Bastione verrà riaperta la via di ronda che collegherà le mura e il Destino.

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Gilmar studia, mi raccomando, mentre noi… di Laura Taddei

La fiducia Questa è bella e la devo raccontare! Il 29 novembre scorso, il postino mi portò, per errore, una rivista chiusa in un velo di plastica, indirizzata a mia cugina Eva. Non mi accorsi subito dell’errore, e quando me ne accorsi appoggiai la rivista su un piccolo mobile che tengo nel pianerottolo, vicino alla porta del soggiorno, per restituirla l’indomani al postino. La mattina dopo, però, la rivista era sparita! A volte, qualcuno entra per andare dai miei inquilini kossovari specialmente, o, più di rado, dagli altri due inquilini. Impossibile sapere chi ha preso la rivista che non è nemmeno mia! Avverto subito la Eva, che mi tranquillizza dicendo che si tratta solo di propaganda. Mi calmo ma non mi arrendo. Prendo un foglio arancione che ho e che misura cm 25 per 36 e vi scrivo col pennarello: CHI HA PRESO IN PRESTITO LA RIVISTA CHE ERA QUI SOPRA È PREGATO DI RIPORTARLA QUANDO L’AVRÀ LETTA. M.P. FABIANI Appoggiai il cartello dove avevo lasciato la rivista, ma verticale, appoggiato al vaso e fermato davanti in basso con un peso perché non scivoli. Passa un giorno, un altro, un altro, una settimana… mio figlio mi chiede sorridendo: “Aspetti ancora, mamma?” “Beh, ancora sì.” rispondo titubante. Passa un mese e decido di adagiare il cartello sul piano, appoggiandovi sopra il vaso da fiori, ma in modo che si possa ancora leggere quasi bene. Passa un altro mese e un altro. Non spero più, però non tolgo il cartello, perché se chi ha preso il giornale ricapita, sappia che io aspetto ancora. E stamani, dopo quattro mesi!, ritrovo la rivista tenuta benissimo e accompagnata da un cartello: LO LETTO TUTTO GRAZZIE La sorpresa mi ha divertito molto. Ho preso la rivista che ormai leggerò anch’io (mese più mese meno per la Eva!…) e ho risposto sul rovescio del primo cartello: GRAZIE (1 ZETA SOLA!) A TE CHE OGGI MI HAI FATTO RIDERE E RIPRENDERE FIDUCIA! M.P.

Grazie alla partecipazione di numerosi anghiaresi il pranzo organizzato presso il Centro Parrocchiale di Tavernelle domenica 25 marzo ha avuto un buon successo: anzi lo scopo iniziale che, oltre che di stare allegramente insieme, si prefiggeva di raccogliere fondi per la borsa di studio del seminarista brasiliano, è andato ben oltre le aspettative. Abbiamo visto, se pur in piccolo, uniti gli sforzi della comunità di Anghiari con quella di Tavernelle, per una meta comune: a Gilmar andranno 1.200.000 lire e a noi la gioia di un momento conviviale che aiuta a rinsaldare l’amicizia. Fare beneficenza in questo modo risulta piacevole anche per chi lavora: grazie soprattutto a Lorenzo & C., alla moglie Carla, cuoca discreta e laboriosa, alla Tamara che con l’Esterina e l’immancabile Nerella hanno curato anche “il dopo” come perfette, anche se un po’ rumorose… lavastoviglie! Ma le iniziative non finiscono qui; è in corso a cura di Massimo e della Vanna il mercatino per lo stesso scopo. Grazie a tutti.

Corpus Domini È la festa dei fiori, dei gigli dei colori. Quanti fanciulli candidi come i loro vestiti come le loro anime ancora incontaminate dalle insidie e dai veleni della vita. Quanti dolori si affievoliscono di fronte allo spettacolo della fede che simboleggia il rito Eucaristico di una così limpida innocenza

Riconsacrazione della chiesa di Casale Domenica 13 maggio, festosa cerimonia di riconsacrazione della chiesa di Casale. Con l’aiuto dei parrocchiani di Tavernelle ed in particolare degli abitanti di Casale e di Libbiano l’opera è stata realizzata dopo i tanti anni che la chiesa era rimasta chiusa. Da segnalare il restauro della vetrata, sulla facciata della chiesa, che rappresenta Maria Assunta. Preciso il messaggio di don Marco: Quest’opera è importante perché fa vivere la comunità, la Chiesa. Altrimenti i pur importanti lavori di restauro non avrebbero alcun senso per noi cristiani. Benvenuti quindi i lavori che conserveranno le memorie delle vicende storiche che hanno interessato questo luogo da oltre un millennio ma in quanto frutto dell’impegno della comunità che è attiva e si fa riconoscere perché opera nel nome di Cristo: Non nobis Domine sed nomine tuo da gloria.

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ma col crescere degli anni questi fiori e questo candore si inaridiscono a contatto di una vita spericolata e insufficientemente controllata e i ricordi della prima comunione si perdono nell’oblio del tempo che non sa più ripetersi e che, lontano si distanzia dall’insidia del male che cresce senza cure efficaci. Scritta da Amedeo Vellati per la Festa del Corpus Domini del 31 maggio 1964.


La Vera del Tecchioli

Mobilacci

di Assuntina Ruggeri Senesi

di Walter Del Sere

Anche la gente che è venuta di fuori conosceva la Vera del Tecchioli. Vi sembrerà un paradosso ne è testimone la chiesa del Fosso. Tanta gente di più non conteneva non c’era persona che non piangeva. Sappiamo d’aver perso una persona cara onesta laboriosa gentile per tutti aveva un sorriso una parola buona quando al mercato la incontravo di buon’ora “Quando vieni a trovarmi buggiarona?” Ci verrò presto rispondevo. Ma i giorni son passati e a casa sua non ci siamo andati. È stata una malasorte l’ho rivista dopo la sua morte. In me è scesa una gran malinconia vedendo la mia Vera portar via. Mi aveva dato tanti buoni consigli ho pianto insieme al suo consorte e ai suoi figli. Nel suo ricordo dobbiamo vivere e non dimenticare che ci ha insegnato a dover amare.

Quando la carità non fa tante domande di Emmedipì

Domenica 25 marzo un mezzo della Misericordia di Anghiari, così come hanno fatto tutte le Misericordie della Valtiberina nei rispettivi paesi, ha dato vita ad una giornata per la raccolta di fondi per l’acquisto di un importante macchinario di prevenzione oncologica per l’Ospedale Meyer di Firenze. Con una musica di sottofondo Adriano (il Governatore della Misericordia) annunciava lo scopo della giornata. A me ha colpito la spontaneità di diverse persone che si sono avvicinate e hanno dato il loro contributo, come cosa naturale. Un gesto che io ho apprezzato e mi auguro sia seguito da tantissimi altri anghiaresi anche in altre circostanze.

Le nostre chiese di Emmedipì

Già altre volte mi è capitato di segnalare l'impegno di diverse persone che, ogni giorno, provvedono all'apertura e a mantenere decorose le nostre chiese. In particolare per quanto riguarda la Settimana Santa è da evidenziare le molte offerte pervenute e i fiori per adornare la Cappella dei Caduti da dove iniziano i riti del Venerdì Santo.

Un ulteriore elemento di interesse, che si aggiunge alle “botteghe” ed alle molteplici iniziative che fanno da cornice alla più importante rassegna artigiana della valle bagnata dal Tevere, è rappresentato dalle esposizioni collaterali. “C’è chi ama gli animali e c’è chi ama le piante. Io ho un debole per i mobili ridotti dall’uomo alla schiavitù. I miei mobilacci sono dei “mobili non pratici” cioè delle presenze che hanno un carattere forte e non portati a una obbedienza totale. Davanti a loro devi in qualche modo cercare di scoprirli e trovare la loro utilità”. Sono parole di Tonino Guerra, celebre poeta e sceneggiatore di importanti film, che presenta così “I Mobilacci di Pennabilli”, una delle “collaterali” più curiose ed apprezzate della recente Mostra Mercato dell’Artigianato. Oltre ai “Mobilacci” il Palazzo Comunale ha ospitato l’esposizione realizzata dal Centro Tecnologico del Restauro sull’opera di Giovanni Morigi, maestro di bottega specializzato nel restauro di materiali archeologici, fino ai grandi bronzi monumentali conservati all’aperto. Per dare un’idea dello “spessore” dell’artista-artigiano diciamo che il prossimo intervento di Morigi riguarderà il risanamento del monumento equestre a Bartolomeo Colleoni di Andrea del Verrocchio, a Venezia. L’Istituto d’Arte di Anghiari, che già si può considerare un Museo permanente del restauro ligneo, ha consentito di ammirare il recuperato portone di Palazzo del Capitano che presto verrà ricollocato nella sede originaria di Bagno di Romagna. Nei locali della “sezione” in via Taglieschi le donne al lavoro col “tombolo a fuselli” hanno esposto trine e merletti eseguiti anche dalle allieve del corso annuale; apprezzati gli acquerelli del pittore biturgense Luigi Falasconi. Il Museo Taglieschi ha riaccolto le stampe e incisioni di Raffaello Schiaminossi, provenienti dalla collezione privata della famiglia Valbonetti, che sono andate ad arricchire ancor di più la pregevole raccolta custodita all’interno del bel palazzo rinascimentale. Una Mostra non solo artigiana quindi, con uno sguardo ed una particolare attenzione rivolta ai beni culturali non più appannaggio esclusivo degli addetti ai lavori ma (per fortuna) sempre più apprezzati anche dal grande pubblico.

La tela del Susini Il giorno dell’ingresso reale della primavera (che infatti si dice sia il 20 marzo), con il potente mezzo messo a disposizione dalla Ditta Busatti, la tela “Vergine in gloria e santi” è stato ricollocato nella chiesa della Croce nel paesello di Anghiari. Questa tela, dipinta da Anton Maria Susini fiorentino, nell’anno di grazia 2000 è ritornata a Firenze per il necessario restauro. Questa tela è importante per noi anghiaresi perché rappresenta una veduta di Anghiari, una foto del nostro paese di 400 anni fa. Ora che il quadro è ritornato manca solo la documentazione storica e tecnica dopodiché in una data significativa verrà presentato ai parrocchiani.

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ORA DI PREGHIERA CON RADIO MARIA di Cesare Ganganelli

PERCHÉ NON FARE LA SCAMPANATA PIÙ SPESSO INVECE DI ASPETTARE CINQUE NOIOSI ANNI?

Venerdì 27 aprile 2001 si è svolta nella chiesa della Propositura di Anghiari un’ora di preghiera con la partecipazione della ben nota RADIO MARIA. I momenti caratterizzanti l’importante celebrazione sono stati la recita del Santo Rosario, la recita dei vespri e la benedizione eucaristica. Il tutto è stato animato dai canti eseguiti dal coro parrocchiale, accompagnati dal suono della chitarra e dell’organo. La presentatrice di RADIO MARIA, oltre che a dare all’inizio del collegamento informazioni storiche e culturali sul paese di Anghiari, ha voluto alla fine ringraziare sentitamente i nostri due parroci e tutte le persone che con la loro partecipazione hanno reso più solenne tale evento, così importante per la nostra comunità parrocchiale.

La domanda è quella che io voglio porgere a tutti i lettori dell’oratorio. In fin dei conti è vero che sarebbe meglio rispettare la tradizione ma è anche vero che una manifestazione divertente e interessante come la scampanata non può essere svolta così di rado. Non dico tutti gli anni ma almeno ogni due o tre anni! In questo modo oltre che a divertirci più spesso potremmo dare più possibilità di partecipazione alle persone con il limite di età che magari nel 2005 non potrebbero più iscriversi! Dunque chi vorrebbe come me organizzare la Scampanata ogni due o tre anni e vuole anche lui esprimere la sua idea lo faccia sapere tramite questo giornalino! Cama 86

Un gioco che non tramonta?

GITA CON LA PARROCCHIA

2 aprile 2001

di Cesare Ganganelli

Martedì 17 aprile 2001 si è svolta una bellissima gita organizzata dalla parrocchia che aveva come meta il santuario di Montenero, Livorno e Pisa. La giornata è cominciata alle ore 7:00 quando, dal campo della Fiera, siamo partiti a bordo di un autobus della ditta Baschetti. Il viaggio è trascorso nel migliore dei modi grazie alle simpatiche barzellette raccontate dal nostro don Juan Carlos. Arrivati a Montenero abbiamo visitato il santuario. Si è potuto vedere che la chiesa ha un interno barocco molto ricco e che custodisce innumerevoli ex voto, a testimonianza della devozione di tante persone verso questa prodigiosa Madonna. Dopo aver assistito alla celebrazione della S. Messa, abbiamo pranzato e subito dopo siamo scesi a Livorno. Lì abbiamo fatto una lunga camminata nel lungomare. Risaliti poi nell’autobus ci siamo diretti verso Pisa. Assistendo alle spiegazioni di don Marco si è anche potuto apprezzare particolari della città e dei suoi monumenti (Duomo, Battistero…) fino allora sconosciuti. A farci ripartire è stato poi un forte temporale, scatenatosi proprio nel bel mezzo della gita. Siamo ritornati ad Anghiari verso le ore 21:00 molto soddisfatti della giornata ma anche molto stanchi. Ringrazio don Juan Carlos per l’allegria trasmessa durante il viaggio, mentre ringrazio don Marco sia per le spiegazioni che ci ha dato sia per la tantissima cioccolata messa a nostra disposizione durante il pranzo. Ecco l'iscrizione che si trova sopra l'altare maggiore della chiesa di Casale riconsacrata il 13 maggio 2001:

ALTARE PRIVILEGIATUM A.D. 1724 27

Sento nel cortile l’Anna che canta al suo nipotino la filastrocca “Staccia buraccia” e penso anche che giochi con lui. Siamo nel (stavo per dire duemila) duemilauno. Hanno ancora senso le vecchie filastrocche e i vecchi giochi che facevano i nostri genitori o i nostri nonni? Io penso di sì. Anzi sarebbe cosa utile se i novelli genitori imparassero di nuovo le vecchie nenie e le vecchie canzoncine da cantare ai loro figlioli. Eccovi allora il testo da cantilenare: Staccia buraccia Doman si fa la ciaccia La ciaccia del bubù Piglilo e buttilo giù, giù, giù. e il bambino, tenuto sulle ginocchia, viene disteso a testa in giù sulle nostre gambe con suo grande divertimento. Provate!

Ci hanno fregato Cul di Paiolo di Civis

Girovagando sulla carta dei sentieri della Valtiberina e della Marca Toscana (molto ben fatta e valida per chi intende percorrere i sentieri delle nostre zone) ho scoperto che l’amena località dei Monti Rognosi, dopo il Carmine, ha ufficializzato il proprio nome in Col di Paiolo. Ciò mi ha fatto ricordare quella signora che per apprezzabile vergogna chiamava la località “sederino di Paiolo” e che tutto sommato era più giusto. Infatti non si tratta del colle di Paiolo (sarà il Paiolo della famosa marcia, inno della Scampanata?) ma di quel cocuzzolo che, anche grazie alle rocce dei Monti Rognosi, molto scure e una volta prive di piante, assomigliava proprio al “culo” del paiolo. Consoliamoci con un altro "Cul di Paiolo", regolarmente segnato in un colle vicino a Toppole.


Balli, orchestre e complessi, luoghi e tempi del ballo, costumi ed usanze in Anghiari dall’inizio del ‘900 ai nostri giorni di Flavio Mercati

III parte

Dopo la 2ª guerra mondiale Con la caduta del fascismo e l’arrivo delle truppe americane, inizia, invece, il trionfo del jazz che metterà sempre di più in crisi sino ai primi anni ’70, il cosiddetto “ballo liscio” di tradizione europea. L’arrivo di nuove danze dall’America ha un ritmo incalzante: nell’immediato dopoguerra arriva il boogiewoogie che fa letteralmente impazzire i giovani, arriva “Rosamunda” che però è una Polka e quindi di origine europea, ma con elementi del jazz, arriva “Angiolina” che è un One-step, arrivano poi la Raspa, il Bajon, la Conga, il Mambo. Nell’immediato dopoguerra, risolto anche, nel giugno del 1946, il conflitto istituzionale Monarchia-Repubblica, lo spirito della gente si risollevò un po’: era finita la guerra con tutti i suoi lutti e le sue rovine, era stata risolta anche quest’altra importante controversia sulla forma dello Stato, ora bisognava girare pagina ed iniziare un nuovo ciclo di vita. Subentrò negli animi un gran desiderio di ricostruire in fretta ed anche una gran voglia di divertirsi sia per una certa contentezza perché il peggio era ormai alle spalle, sia per recuperare il divertimento perduto durante gli anni del conflitto e rifarsi di tutti i patimenti subiti. E in quale modo, se non soprattutto attraverso il ballo, si poteva esprimere questo stato d’animo? Una vera e propria frenesia di ballare prese i giovani e queste danze dal ritmo vivace che venivano dall’America sembravano fatte apposta per soddisfare questa febbre di ballare e di divertirsi. Nella seconda metà degli anni ’50 arrivò il Rok-androll, destinato a durare a lungo dando origine ad una vasta gamma di variazioni; arrivarono anche il Cha-cha-cha e l’Hula-hoop (la danza in cui veniva fatto girare un cerchio intorno alla vita). Nei primi anni ’60 fu la volta del Calipso, dell’Hully-gully, della Bossa nova, poi del Twist (che in inglese significa contorcimento). Fino ai primi anni ‘70 durò incontrastato il dominio delle danze provenienti dalla lontana America, fino a quando cioè il cosiddetto “ballo liscio”, il ballo tradizionale meno ritmato e più sognante, ritornò prepotentemente alla ribalta. Alla base di questo fenomeno, secondo alcuni osservatori e critici del costume, fu l’eco che ebbe allora il film, ritenuto scandaloso, “Ultimo tango a Parigi”, di cui la colonna sonora era appunto il Tango, ma forse vi sono anche altri motivi per spiegare questo ritorno, per esempio una certa esigenza, nel modo di sentire, di ritornare al passato, al sentimentalismo, al romanticismo dopo le

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tante contestazioni del ’68. Complici di questo nuovo successo del “liscio” furono soprattutto le orchestre da ballo della Romagna, dove la tradizione di questa danza, soprattutto ad opera delle orchestre dei due compositori Secondo e Raul Casadei, era rimasta sempre viva , anche quando imperversava l’altro genere di musica da ballo. Il ritorno alla ribalta del “liscio”, detto anche “revival” (in inglese “rinascimento”), è durato all’incirca sino alla fine degli anni ’70, allorquando, con l’avvento delle discoteche, si è imposta la “disco-musica” la musica da discoteca, monotona, ripetitiva, con brani destinati a vivere una brevissima ma intensa stagione di successo, per poi essere rapidamente dimenticati. Il ballo tradizionale, però, come anche certe classiche danze di derivazione jazzistica, ad esempio Fox-trot, Rumba, Samba, ecc., non sono morti come dimostra il fatto che esistono ancora locali da ballo dove si danno esclusivamente questi balli ed esistono anche, come già detto, scuole di queste danze, solo che la moda e la sensibilità di questi tempi le hanno relegate in secondo piano, disposte invece ad accettare nuovi balli esotici, però sembra che stiano ritornando alla ribalta. L’uomo dunque, sin dai tempi più remoti, ha utilizzato la musica anche abbinata alla danza sia per rendere questa più piacevole e sia come elemento conduttore di essa. Immaginiamo, infatti, cosa sarebbe la danza senza musica! Diminuirebbe notevolmente il piacere nell’eseguirla come pure la capacità di esecuzione, mancando la guida musicale. A sua volta anche la musica, interpretata con la danza, si arricchisce di nuovi apporti, diventando a sua volta, più piacevole. Musica e danza insieme costituiscono perciò, a volte, un tutto inscindibile. L’uomo, però, nelle sue manifestazioni non solo ha utilizzato anche la musica, ma pure il suo rovescio, cioè dei miscugli di suoni che erano tutt’altro che musica, poiché senza nessun ordine e regola e sgradevoli all’orecchio: rumore, più che musica! È quanto avveniva con la “Cocciata” (Coccèta, in dialetto).

La Cocciata Era un’accozzaglia disordinata di suoni, prodotti da oggetti i più svariati, sbattuti insieme o percossi, tanto per fare fracasso. Potevano essere cocci, da qui il nome, vecchie pentole, coperchi di pentole, tegamacci, barattoli vuoti, vecchi vasi, ecc., a volte si univa anche il suono cupo di qualche corno di bue, il rauco scampanìo di qualche campanaccio e il gracchiare stridulo di una


foto Studio F10

raganella (strumento di legno formato da una ruota dentata che girando attorno ad un manico produceva un suono simile al gracidare delle rane). E quale era il palcoscenico di questo “concerto”? Era una melodia ambulante che girava intorno, pensate un po’, alla casa di un uomo e di una donna che stavano insieme, convivevano, senza essere sposati, s’erano “appaiati”, come un tempo veniva detto nel linguaggio del popolo. A volte erano due vedovi o, per lo meno, uno dei due era in stato di vedovanza. Se i due partner erano anziani, di solito andavano avanti così, senza sposarsi, anche, a volte per ragioni di convenienza economica o, se avevano dei figli da precedenti matrimoni, per evitare complicazioni ereditarie. Se i due erano giovani, generalmente si arrivava al matrimonio. La convivenza fra un uomo e una donna che non erano mai stati sposati era considerata un tempo dalla gente, cosa molto riprovevole, fuori dalla norma, soprattutto per la maggior influenza che la Chiesa un tempo aveva nella formazione del costume. Poteva però esistere in certi ambienti atei. Se, invece, avveniva fra due vedovi, o uno dei due era vedovo, la gente era disposta a chiudere un occhio, ma non tutti e due. Per questo all’inizio i due conviventi vivevano il loro stato quasi con un senso di colpa, non solo nei riguardi della propria coscienza, ma della gente. Si riunivano furtivamente, guardinghi e sospettosi che qualcuno li vedesse, a casa di lui o di lei, ma nei paesi e nelle campagne dove, soprattutto una volta, tutti sapevano tutto di tutti, come se anche i muri, la notte, parlassero. La cosa non poteva rimanere nascosta per molto tempo. Era allora che entrava in azione la “Cocciata”, sul far della notte, e quando si sapeva, in seguito alle informazioni del servizio segreto di sorveglianza, che i due piccioncini erano in casa. Anche coloro che eseguivano questo concerto erano piuttosto guardinghi: se tutto quel fracasso non era gradito dagli interessati, c’era anche il rischio di prendersi una schioppettata. In campagna, per esempio, all’inizio, suonando i loro “strumenti”, giravano intorno alla casa, tenendosi molto alla larga, fuori tiro, poi piano piano, si accostavano sempre di più rimanendo sempre un po’ riparati. Ma perché tutta

questa messa in scena? Innanzi tutto era una forma di derisione bonaria verso i due che si erano comportati in modo anomalo rispetto alla morale corrente, che voleva l’unione di un uomo e una donna solo nel matrimonio. Inoltre, il rito della “Cocciata” aveva anche il valore, presso la gente, di un riconoscimento, di una consacrazione laica che la Comunità dava a questa unione di fatto e, quindi, una volta che questo rituale era avvenuto, la convivenza fra queste due persone veniva inglobata nella norma e pochi facevano più caso a loro e nessuno le disturbava più. C’era però in questa usanza anche una punta di malizia, si voleva far capire ai conviventi questo: “Vedete, voi volevate tenere nascosta la vostra relazione, ma noi vi abbiamo scoperto lo stesso e la facciamo conoscere a tutti”. Di solito i due “trasgressori” facevano, come si dice, buon viso a cattivo gioco e, per porre fine, prima possibile, a quella caciara, ricevevano i “sonatori”, offrivano loro da bere, magari anche qualche piccolo rinfresco e tutto finiva lì, a tarallucci e vino. Se non venivano ricevuti prima, gli “orchestrali” proseguivano il loro concerto per nove sere (era un tempo fissato dalla tradizione), se al termine di tale periodo, non venivano accolti, ciò significava che la manifestazione non era gradita e terminava lo stesso, ma ciò raramente accadeva, quasi sempre finiva con un’allegra bevuta o un piccolo festoso rinfresco. Ci si chiederà: tutto questo con il ballo, con l’oggetto del nostro argomento, che c’entra? C’entra poco, è vero, però ricordarlo non è tanto fuori luogo perché la “Cocciata”, oltre ad essere essa stessa una manifestazione sonora, anche se di tutt’altro tipo rispetto alla musica, era un fenomeno, un elemento del folclore locale profondamente radicato, come il ballo, nella cultura popolare, contadina e paesana, una specie di rito che affondava le sue radici in un passato molto remoto e non solo locale, se è vero che veniva praticato anche presso gli antichi romani. Del resto anche il nome stesso “Cocciata” rimanda al passato: significava che venivano usati i cocci che erano oggetti di terracotta, o rottami di essi, un tempo molto abbondanti nelle case (per esempio tutti i recipienti per cuocere i cibi e conservare i condimenti erano in cotto. L’usanza della “Cocciata” è durata sino alla metà degli anni ’50 circa, poi, iniziando una certa liberalizzazione nel costume, la gente, soprattutto i giovani, anche perché tutta presa da nuove aspirazioni e nuovi problemi, faceva sempre meno caso a certi fatti privati e finì. Ormai era diventata una cosa arcaica, fuori dai tempi. Nella foto è raffigurato il Complesso ODPAR a metà degli anni '40. Da sinistra sono rappresentati: Guido Mariotti, Pistrella; Gino Guadagni, Caponero; Alfredo Fornacini con il contrabbasso; Luigino Boncompagni; Umberto Del Sere; Fausto Polverini; Giocondo Marconi e Aldo Lucertini.

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Fatti di casa nostra ovvero la pagina di Walter Del Sere

Con la festività del primo maggio si è felicemente conclusa la Mostra Mercato dell’Artigianato di Anghiari. Dopo 26 anni di vita la rassegna artigiana della valtiberina toscana è diventata un appuntamento irrinunciabile per migliaia di persone, siano queste appassionate del “fatto a mano” o semplici visitatori che, approfittando delle prime tiepide giornate primaverili, non possono rinunciare a una gita fuori porta nel centro storico di Anghiari trasformato in cittadella dell’arte e dell’artigianato. Tutto bene quindi? Sicuramente si, almeno dal numero di presenze registrate nei 10 giorni consecutivi di mostra mercato. Dopo i primi tre giorni caratterizzati da acquazzoni e nuvole minacciose che hanno scoraggiato la partecipazione di visitatori, con il primo timido sole che ha fatto capolino dal 25 aprile, la Mostra Mercato dell’Artigianato ha messo a segno un brillante successo di pubblico. Già si pensa all’edizione del 2002 quando, con la fine dei lavori che riguardano la riapertura della medievale via di Ronda, la ristrutturazione dei fondi di Palazzo Testi e la realizzazione dell’ascensore che permetterà l’accesso diretto alle antiche mura, l’Ente Mostra avrà a disposizione nuovi spazi che renderanno l’appuntamento ancora più appetibile ed unico.

“La memoria, difesa ed educata in noi stessi per gli altri tramite l’autobiografia, ci restituisce al senso di aver vissuto e di poter insegnare quel poco che della vita siamo riusciti a capire”. Quella dell’autobiografia e del raccontare di sé è una realtà interdisciplinare che riscuote sempre più consensi pur rifuggendo le mode e le facili promozioni. La passione e la competenza del Prof. Duccio Demetrio, Docente all’Università di Milano-Bicocca, hanno determinato la creazione dal basso di una vasta comunità di operatori culturali che nell’approccio autobiografico si riconoscono, apportando nuovi e costanti contributi personali. Una “ragnatela” che ha dato vita a corsi universitari, convegni, seminari, riviste, collane editoriali e, soprattutto, alla Libera Università dell’Autobiografia fondata nel 1999 ad Anghiari. E per il terzo anno consecutivo la “Libera” si è ritrovata nella nostra cittadina per un’occasione speciale di ricerca e riscoperta di un’infanzia di emozioni, percezioni e riflessioni; festeggiare i 70 anni del Pedagogista Piero Bertolini e conversare con Mario Luzi, unanimemente considerato il Poeta vivente più importante d’Italia. Questo ha offerto la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari alle circa 400 persone arrivate da tutta la penisola per partecipare al convegno nazionale “Memorie d’infanzia” che si è svolto il 4 e 5 maggio. Dopo i laboratori autobiografici, che si sono tenuti al Castello di Sorci, il Convegno nazionale, si è aperto in uno strapieno Teatro dei Ricomposti con il saluto del Sindaco Maddalena Senesi. Il Direttore Scientifico Duccio Demetrio ha quindi introdotto gli interventi dei Docenti Universitari Egle Becchi e Mauro Ceruti che hanno parlato, ri-

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spettivamente, dello “Scrivere di bambini con senso pedagogico” e “Identità, saperi e memoria”. Quindi il Poeta Mario Luzi ha catturato l’attenzione di tutti sul tema “Fedeltà e infedeltà della memoria”, prima delle conclusioni del festeggiato Prof. Piero Bertolini, Docente dell’Università di Bologna. Nell’occasione è stato presentato il libro del concittadino Armando Zanchi, vincitore del Premio Diari di Pieve Santo Stefano, e il volume contenente i racconti di vita di tanti anghiaresi che si sono fatti intervistare alcuni mesi fa dalle studentesse dell’Università di Milano.

Tra le varie interpellanze rivolte all’amministrazione comunale di Anghiari dai banchi della minoranza consiliare ce n’era una relativa al corso di perfezionamento post-diploma. L’Assessore alla Pubblica Istruzione Fedele Boncompagni ha risposto annunciando che all’Istituto d’Arte di Anghiari è stato recentemente assegnato un corso biennale di 1200 ore. Boncompagni, ricordando che le lezioni inizieranno il prossimo mese di settembre, ha precisato che su 9 progetti presentati in Provincia di Arezzo ne sono stati ammessi soltanto 2 e l’unico ad essere finanziato è quello proposto da Anghiari. L’auspicio dell’Assessore è che il ciclo di studi biennali rappresenti l’anticamera per il riconoscimento di quello definitivo cosiddetto ad ordinamento inerente il restauro del mobile antico. Anche Roberto Santi de “Le chiavi ai cittadini” è intervenuto sulla vicenda esprimendo la propria soddisfazione per l’ottenimento del corso superiore ma occorre su questo rilanciare rivendicando la Presidenza dell’Istituto d’Arte ad Anghiari, al fine di mantenere in Valtiberina Toscana il terzo istituto superiore. Perché questa puntualizzazione? Con la riforma dei cicli scolastici, che verrà applicata a partire dal 1° settembre 2001, i comuni montani, ove non ci sia un altro istituto superiore, possono mantenere l’autonomia anche con 300 studenti. La procedura è di portare formalmente la presidenza ad Anghiari, cittadina che, a differenza di Sansepolcro, non ha altri istituti superiori. Tutto qui. Oppure, in tanti si domandano ad Anghiari, il campanilismo ancora prevale sulla ragione?

La classica veduta di Anghiari incisa dal Terreni


C R O N AC H E T T A dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Lunedì 1° gennaio 2001. Oggi è morto Adriano Conti di anni 70. Adriano abitava a Le Coudray, nella zona di Parigi. Mese di marzo Venerdì 2. Oggi è morta Isolina Testi vedova Fontana di anni 85. Abitava per la via del Carmine. Sabato 3. Oggi dopo il Chiavaretto ho visto che stanno costruendo un mastodontico capannone. Domenica 4. Oggi è morto Ernesto Cheli di anni 88. Abitava al Campo della fiera. - Oggi è morta anche Mimì Magrini di anni 93 ed abitava al Topo. Era la zia del mio amico fotografo Valentino. Lunedì 5. Oggi è morto Aldo Pacini di anni 82. Aldo che abitava al campo della Fiera è ricordato in particolare per la sua attività di segheria. Mercoledì 7. Oggi è nato Beniamino Scortecci di Riccardo e Alessandra Corbo. La sua famiglia abita a Montemercole. Giovedì 8. Sono diversi giorni che con una “gru” stanno ripulendo le mura dalle erbacce. - Oggi è nata Valentina Comanducci di Stefano e Francesca Marri. La sua famiglia (dei "Chiusini") abita a San Rocco. Venerdì 9. Oggi è nata Manuela Zagarino di Alfonso e Ana Maria Vasquez Yepes. La sua famiglia abita in cima al Borgo della Croce. Sabato 17. Oggi è morta Giuseppa Checcaglini in Chiarini di anni 82. Abitava all’Infrantoio. - Oggi è nata Elisa Chiasserini di Franco e Marina Rosadi. La sua famiglia abita al Ponte alla Piera. Domenica 18. Ieri e oggi ci sono state ad Anghiari le giornate del FAI. Lunedì 19. Oggi è stata riaperta la via di ronda che passa sotto Sant’Agostino. Dopo i necessari lavori sarà possibile riutilizzarla. Martedì 20. Oggi da Firenze abbiamo riportato il quadro della chiesa della croce che era al restauro. - Oggi è nato Samuele Buzzichini di Daniele e Stefania Manfroni. La sua famiglia abita alla Motina. Venerdì 30. Ieri erano le fiere al Borgo e stanotte ha nevicato in cima ai monti di Viamaggio.

- Oggi è nato Andrea Ciocchi di Cesare e Maria Grazia Ghignoni. La sua famiglia abita per il Borgo della Croce, al bivio per Palazzolo. Martedì 10. Stamani con Gastone abbiamo portato a Giuliano due stanghe da rifare che servono per la processione. - Oggi è morto Armando Minenti del "Moro" di anni 73. Armando abitava al Molino di Valle. Mercoledì 11. Oggi è morta Delfina Baldini vedova Pasquetti di anni 84. Stava presso la residenza protetta ma era originaria di Montalone. Giovedì 12. Con Danilo abbiamo montato le luci per la processione. Ad aiutarci c’era anche suo figlio Cristian. - Ieri mia moglie ha visto la rondine che è ritornata nel nostro chiostro e infatti stasera l’abbiamo vista nel nido che le spuntava solo la coda. Venerdì 13. Si pensava per il "tempaccio" di non poter fare la processione del Venerdì Santo e invece non ha piovuto. Sabato 14. Frido l’aveva detto e infatti stamani sui monti ha nevicato ed era molto freddo. - Oggi è morta Maria Pieggi vedova Bistoni di anni 85. Abitava a Montebello. Lunedì 16. Oggi c’era la festa a Santo Stefano e siamo andati alla Maestà a piedi. Mercoledì 18. Stamani, vicino alle logge della Banca, c’era uno che suonava l’armonica a bocca. Lunedì 23. Oggi è morta Assunta Pichi vedova Alessandrini di anni 91. Prima di "entrare" a Catigliano ha abitato nel podere vicino a "Beppe nero". - Oggi è morto Anchise Taddei di anni 89. Abitava nella zona della Scheggia, a Ospedaletto. Martedì 24. Stamani era mercato ma non c’erano banchi. Mercoledì 25. Oggi è morta a Riccione Armida Boncompagni vedova Cociani. Aveva 79 anni ed era originaria di San Leo. Venerdì 27. Oggi è nata Alina Angioloni di Carlo e Irina Mitkina. La sua famiglia abita ad Anghiari vecchio. - Oggi era il compleanno di mia moglie e le ho regalato 30 coppie di piombini per il tombolo in legno di bossolo. Li ho fatti fare alla Ditta N.R.G del Ponte alla Piera. Sabato 28. Alle ore 10 è stata apposta la lapide del Museo della Misericordia intitolato a Loris Babbini. Lunedì 30. Oggi è morta Rina Albucci vedova Medicheschi di anni 77. Originaria di Tavernelle abitava a Firenze. - Oggi è nata Veronica Becatti di Nicola e Chiara Caporali. La sua famiglia abita a Montemercole.

Festa a Casale Domenica 13 maggio, dopo la riconsacrazione della chiesa, gli abitanti della zona hanno accolto i molti intervenuti con una abbondante merenda. La bontà del cibo e il fresco del crinale di Sant'Angelo sono stati apprezzati. Da ricordare che questa chiesa si trova lungo l'antico itinerario che collegava Anghiari con Arezzo passando da Pieve Sovara, Valealle per salire verso Cologna, Casale, Montemercole e poi discendere verso il Rio della Chiassaccia. Superato il torrente la strada proseguiva lambendo il Castello di Pietramala per giungere a San Polo e ad Arezzo. L'itinerario è facilmente riconoscibile e percorribile seguendo l'itinerario N. 108 della Carta dei Sentieri.

Aprile Giovedì 4. Oggi è morto Pergente Del Furia di anni 71. Ha abitato per molti anni al Vignolo. - Oggi è morto anche Sinibaldo Guadagni di anni 88. Abitava a Tavernelle. Venerdì 6. Oggi è nato Nicolas Bracci di Stefano e Albina Khavbullina. La sua famiglia abita a Tavernelle. Sabato 7. Oggi è morta Annunziata Piccini vedova Del Barba di anni 92 ed abitava alla Motina. Lunedì 9. Stasera ero al Borgo e sono andato a comprare un pezzo di formaggio pecorino da Moschino, il citto di Quattordici.

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