2001-5 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 5

OTTOBRE - NOVEMBRE 2001

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXV-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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Cimitero di campagna di Vera Cuccini

Bianco cimitero nascosto tra i boschi, quanta pace offri alle tue nudi tombe! Non una voce, non un bisbiglio di preghiera disturba il sonno di coloro ch’io conobbi un giorno.

24 agosto: San Bartolomeo La festa di San Bartolomeo, l'Apostolo titolare della nostra parrocchia, è iniziata con una celebrazione liturgica durante la quale il parroco ha parlato della figura del santo e della sua attualizzazione nella vita di fede oggi. Alla celebrazione, al termine della quale c’è stato il bacio della reliquia, erano presenti tanti parrocchiani e le autorità civili. Sono stati quindi inaugurati e benedetti i locali della canonica appena finiti di restaurare. In questo modo i parrocchiani hanno potuto visitare i nuovi locali e rendersi conto dei lavori eseguiti. Questi ambienti, come abbiamo detto anche in altre occasioni, serviranno sia per gli uffici della parrocchia e per l’archivio che per abitazione dei parroci. Quindi ci siamo trasferiti negli spazi dell’Oratorio per alcuni momenti di convivenza. Un recital dei bambini del catechismo e i Propheti di Eugenio Papini hanno animato la serata. È stato un momento di vita comunitaria apprezzato dai tanti presenti. È stata infine offerta la cena preparata dalle donne della parrocchia e si è terminato con una sottoscrizione per le opere della parrocchia e una tombola che è stata vinta dalla giovane Giada Matteagi di Santo Stefano.

Sommario Cimitero di campagna di Vera Cuccini pag. 2 24 agosto: San Bartolomeo " 2 Il cammino di un anghiarese di Cmr " 3 Inizia l'anno catechistico " 3 Calendario Liturgico " 4 Il Palterre: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari Alle terme di Civis " 6 Campane in vacanza di Emmedipì " 6 Il lupo, si sa, mangia la pecora " 6 Oltre i fatti del '21 " 6 Sciagurèto chi è fora di Clèto " 6 I giochi sono finiti di Civis " 6 Dolci ricordi di quartine strampalate di Cmr " 7 La Chiesa di Fonaco di don Quinto Giorgini " 8 Pietre e sassi " 9 La raccolta per l'ambulanza " 10 Ricordiamo la Speranza " 11 Una palma di Maria Pia Fabiani " 11 Note dalla festa a Santo Stefano di Gm " 12 Auguri nonna Iolanda " 12 San Martino anghiarese di Armando Zanchi " 12 La tartarughina di Aldo Tognetti " 12 La vignetta di Scacciapensieri !!! " 12 Missione è portare la parola di Dio di F. Cristini " 13 Auto e funerali di Civis " 13 La via di Ronda di Clèto " 13 Dal Gruppo Donatori di Sangue Fratres di P. Ganganelli Rischiò di morire, oggi si cura con gli emoderivati " 14 Due giorni... sul lago Maggiore di Sara e C. " 15

Gita a Mirabilandia con l'allegro oratorio pag.16 L'Asilo Federico Testi " 16 Sigari e polvere nera di Walter Del Sere " 17 Il Campano di Paolino Veri " 17 Donne al volante...! di Scacciapensieri " 17 Dalle Parrocchie di Monterchi, San Leo, Micciano " 18 Ironia di Maria Pia Fabiani " 19 Sinfonia autunnale di Vera Cuccini " 19 24 agosto-Il figlio del carpentiere era con noi di Cmr " 20 L'Euro di Casi R. e C. " 20 EURO " 21 Da Tavernelle a cura di A. Bivignani La mia testimonianza del campeggio " 22 Notizie dal G.S. Tavernelle " 22 La Battitura a Tavernelle " 23 Notizie dal coro " 23 Notizie su Tommaso Becket di Athos Camaiti " 24 Un ponte dimenticato di Walter Del Sere " 26 Pensieri sul G8 " 26 Offerte estive " 26 Lo Scucco di Mario Del Pia " 27 Al caro amico Scucco di Armando Zanchi " 27 Balli, orchestre e complessi... V parte di F. Mercati " 28 Fatti di casa nostra di W. del Sere Si alza il sipario al Poggiolino " 30 Un set per la Battaglia di Anghiari? " 30 Cronachetta dei fatti... di Anghiarino Anghiarese " 31 Un santo anghiarese " 31

In copertina: Anghiari e San Martino - by Luca Pucci

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Il cammino di un anghiarese Storia liberamente tratta dal Vangelo di Luca di Cmr

In quel tempo il Signore designò altri 72 discepoli e li inviò due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi (Cap 10) Tra i 72 scelti uno ce n’era che, per visitare Gerusalemme, proveniva da lontano, da un paese della valtiberina toscana chiamato Anghiari. Quest’uomo cercava di capire chi era e dove andava; era inquieto in questa sua ricerca di sé stesso, come lo sarebbe stato circa 4 secoli dopo un certo Agostino che scrisse: “Tu Signore ci hai fatti per te e non ha requie il nostro cuore finché non riposa in Te.” Al Signore disse Fabio, tale era il nome dell’anghiarese: “Signore, io a casa ho lasciato moglie e figli, devo tornare da loro e sono inoltre peccatore, non sono degno di annunciare la tua parola.” Rispose il Signore: “Vai da Pietro e lui ti dirà cosa dovrai fare, perché lo Spirito lo illuminerà.” Pietro disse a Fabio: “Io ti mondo dai tuoi peccati (da allora si chiamò Fabio Mondani); torna al tuo paese ed occupati della tua famiglia. Andrai poi nelle case dei fratelli di Anghiari e prima di entrare dirai: Pace a questa casa e vivrai e ti comporterai come ha detto il Signore. In una di queste case l’uomo che ti verrà incontro ti saluterà così: “Pace a te, ti aspettavo perché ho sognato che saresti un giorno arrivato.” Quest’uomo sarà il tuo compagno nell’accudire il tempio del vostro Signore, nell’aiutare i Sacerdoti ad aver cura dei fedeli, nel proclamare la parola di Dio. Così fu. Fabio fece il viaggio di ritorno, tornò al caro piccolo Anghiari, visse in pace nella sua famiglia e nella sua comunità. Entrò in tante case e finalmente in una fu salutato come aveva detto Pietro. L’uomo era un certo Sergio Papini. Papini perché i profeti avevano predetto che la stirpe di Sergio sarebbe stata a suo tempo fedele al Papa nelle lotte tra guelfi e ghibellini. Fabio è stato investito, non temete, non da un carro in corsa, bensì dalla dignità di Diacono permanente, ad opera del Gran Sacerdote Gualtiero. Che il servizio di questo nuovo “Servo” porti tanti e buoni frutti, che la grazia e la pace del Signore siano con lui per sempre, ora che sa chi è e dove vuole andare.

Inizia l'anno catechistico In parrocchia stiamo organizzando un incontro con i catechisti e con tutti coloro che collaborano con la parrocchia. Verrà esaminata la situazione pastorale e verrà stabilito l’orario del catechismo che in linea di massima dovrebbe iniziare il secondo sabato del mese di ottobre. Incontreremo quindi i genitori dei ragazzi del catechismo per concordare con loro gli incontri di catechesi. Intendiamo impegnare in vari ritiri spirituali i ragazzi della Cresima: sono queste occasioni preziose di preparazione. Altri incontri saranno riservati ai ragazzi del dopo Cresima. Già fin d’ora i genitori sono invitati a provvedere prima possibile all’iscrizione dei loro figli al catechismo. Infatti l’iscrizione è il segno tangibile dell’assunzione di responsabilità da parte dei genitori e il segno della volontà di seguire i loro ragazzi nel cammino di fede. Sempre nel mese di ottobre avremo anche il mandato ai catechisti; è questo un importante momento della vita della parrocchia al quale naturalmente i genitori dei ragazzi in particolare sono invitati. 3


CALENDARIO LITURGICO dell’apostolo Paolo e scrisse il Vangelo secondo la predicazione di lui. Negli Atti degli apostoli ci ha tramandato gli inizi della vita della Chiesa, narrandone le vicende fino alla prima dimora di Paolo a Roma.

Mese di Ottobre 1° ottobre lunedì – Santa Teresa di Gesù Bambino Vergine e Dottore della Chiesa. Nacque ad Alençon, in Francia, nel 1873. Entrata nel monastero delle carmelitane di Lisieux praticò l’umiltà e la semplicità evangelica e la fiducia in Dio. Morì nel 1897.

21 ottobre domenica XXIX del Tempo Ordinario – Sante Messe secondo l’orario festivo. 28 ottobre domenica XXX del Tempo Ordinario – Santi Simone e Giuda Apostoli. Sante Messe secondo l’orario festivo. Il nome di Simone nell’elenco degli apostoli è messo all’undicesimo posto. Non si sa nulla di lui se non che, nato a Cana, era soprannominato lo Zelota. Giuda chiamato anche Taddeo è quell’apostolo che nell’ultima cena domandò al Signore: “Come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?” (Gv. 14, 22)

2 ottobre martedì – Santi Angeli custodi. Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. “Il Signore ti manderà il suo angelo e custodirà il tuo cammino”. 4 ottobre giovedì – San Francesco d’Assisi patrono d’Italia. Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. “Povero e umile in terra, Francesco entra ricco nel cielo, accolto da canti di festa”.

Mese di novembre

5 ottobre venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella Pieve di Micciano alle ore 20,30 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Al Santuario del Carmine, alle ore 21, recita del S. Rosario.

1° novembre giovedì – I Santi. Sante Messe secondo l’orario festivo. “Dà, o Signore, ai defunti la gioia eterna con la beata Vergine Maria, San Giuseppe e tutti i Santi. Per la loro intercessione accogli un giorno anche noi nella gloria della tua casa”. Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.

7 ottobre domenica XXVII del Tempo Ordinario – Beata Maria Vergine del Rosario. Sante Messe secondo l’orario festivo. Questa celebrazione si deve a San Pio V papa nell’anniversario della battaglia navale di Lepanto (1571) e della seguente vittoria riportata dai cristiani attribuita all’aiuto della Santa Madre di Dio invocata con la recita del Rosario.

2 novembre venerdì – Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Alle ore 6,30 ritrovo nella chiesa di S. Stefano per recarci al cimitero dove, alle ore 7, verrà celebrata la S. Messa. Primo Venerdì del mese. Nella Pieve di Micciano, alle ore 20, Santa Messa per il Gruppo uomini dei Ritiri di Perseveranza. Al Santuario del Carmine, alle ore 21, recita del S. Rosario.

14 ottobre domenica XXVIII del Tempo Ordinario – Sante Messe secondo l’orario festivo. 15 ottobre lunedì – Santa Teresa d’Avila Vergine e Dottore della Chiesa. Nacque ad Avila in Spagna nel 1515, entrata nell’ordine delle Carmelitane fece grandi progressi nella via della perfezione ed ebbe rivelazioni mistiche. Morì ad Alba de Tormes (Salamanca) il 4 ottobre 1582.

4 novembre domenica XXXI del Tempo Ordinario – Sante Messe secondo l’orario festivo. 6 novembre - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 10 novembre sabato – San Leone Magno papa e Dottore della Chiesa. Nato in Toscana (pare a San Leo di Anghiari) è salito sulla cattedra di Pietro nel 440. Difese strenuamente l’unità della Chiesa, arrestò per quanto gli fu possibile le incursioni dei barbari. Morì nel 461.

16 ottobre martedì – Santa Margherita Maria Alacoque. Nacque nel 1647 nella diocesi di Autun in Francia. Accolta fra le suore della Visitazione di Paray le Monial percorse rapidamente la via della perfezione. Ricevette mistiche rivelazioni particolarmente sulla devozione verso il Cuore di Gesù. Morì il 17 ottobre 1690.

11 novembre domenica XXXII del Tempo Ordinario – San Martino di Tours vescovo. Sante Messe secondo l’orario festivo. Martino nacque in Pannonia verso il 316

18 ottobre giovedì – San Luca evangelista. Nato da famiglia pagana e convertitosi alla fede, fu compagno

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da genitori pagani. Ricevuto il battesimo ed abbandonato il servizio militare fondò un monastero presso Ligugì in Francia. Fu quindi ordinato sacerdote ed in seguito eletto vescovo di Tours. Morì nel 397.

SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

18 novembre domenica XXXIII del Tempo Ordinario – Sante Messe secondo l’orario festivo. 21 novembre mercoledì – presentazione della Beata Vergine Maria. Si celebra quella “dedicazione” che Maria fece a Dio di sé stessa fin dall’infanzia, mossa dallo Spirito Santo della cui grazia era stata ricolma nella sua immacolata concezione.

Ore 8,00 Ore 8,30 Ore 8,40 Ore 9,00

25 novembre domenica XXXIV del Tempo Ordinario – Festa di Cristo re. Festa della Misericordia. Sante Messe: alle ore 9,30 in Badia; alle ore 11 in Propositura; alle ore 18 nella chiesa della Croce.

Ore 9,30 Ore 10,00

30 novembre venerdì –Sant’Andrea apostolo. Andrea nato a Betsaida fu discepolo di Giovanni Battista, poi seguì Cristo a cui condusse il fratello Pietro. Secondo la tradizione, dopo le Pentecoste, predicò in diverse regioni e fu crocifisso in Acaia.

Ore 10,30 Ore 11,00 Ore 11,30 Ore 12,00 Ore 18,00

Venerdì 30 novembre Sant’Andrea Festa del patrono della parrocchia di Tavernelle.

-PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -PIEVE DI SOVARA -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA -CHIESA DI TUBBIANO -CHIESA DI CATIGLIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIO -CHIESA DI TOPPOLE -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8,30 Ore 8,45 Ore 9,30 Ore 10 Ore 11 Ore 11,15 Ore 16,30 (ore

Celebrazione Eucaristica nella chiesa di Galbino, dedicata appunto a Sant’Andrea, alle ore 18,15. La S. Messa sarà animata dai ragazzi del catechismo.

S. Maria della Pace Le Ville San Michele Arc.lo a Padonchia CHIESA delle monache Monterchi CHIESA della Madonna Bella Pocaia S. Maria della Pace Le Ville San Simeone profeta a Monterchi 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 15 (ore 17 estivo).

Alla sera, ritrovo conviviale con tutti i capofamiglia di Tavernelle

1° novembre - Celebrazioni per ricordare i nostri morti Ore 14,30 a San Lorenzo Santa Messa e visita al cimitero Ore 15,30 nella chiesa di Galbino Santa Messa e visita al cimitero Ore 15,30 alla Cappella del cimitero di Anghiari Santa Messa 5


IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo Alle terme

Oltre i fatti del ’21

di Civis

Voglio ricordare questo anno per esaminare alcuni dati desunti dalla relazione fatta dal Commissario prefettizio. Ecco le segnalazioni:

Un incontro casuale alle terme di Fontecchio mi ha fatto rivedere l’amico Metozzi di Pistrino che mi aveva conservato un articolo che riguardava Anghiari. L’autrice dell’articolo, apparso fra l’altro su “Le Figaro”, ha soggiornato una quindicina di giorni ad Anghiari. In poche parole ha espresso un giudizio che anch’io condivido in pieno. -Cosa ho fatto ad Anghiari? si è chiesta. -Niente, ho parlato con gli abitanti della pioggia ma soprattutto del sole. Ho bighellonato scoprendo due o tre palazzi rinascimentali ed un sublime teatro neoclassico. Ho potuto però sognare davanti a scenari irripetibili. In pratica commento io, nel nulla di Anghiari ha fatto delle scoperte meravigliose. Io mi auguro (ma temo!) che questo "nulla" non sia sostituito da numerose nullità.

Dovrebbe essere modificata la strada del Molin d’Agnolo nel punto detto “Sasso grosso” [sono le curve poco prima del Molin d’Agnolo] per la forte salita. La strada è stata modificata come oggi si vede negli anni ’50. Si dovrebbe poi modificare la strada di Toppole nel punto detto Merendello. Si fa cenno poi della strada vicinale detta di Catorcio che era stata sistemata con la costituzione di un Consorzio per l’utilizzo di operai. La strada al momento era abbandonata nella manutenzione.

Sciagurèto chi è fora di Clèto

Queste erano le parole, diventate ormai un modo di dire consolidato ad Anghiari, del nostro Bartolino, Bartolino il vecchio. E le disse da un posto a cui non verrebbe subito da pensare: dalla prigione. Non allarmatevi, Bartolino era in prigione per roba da poco: qualche contravvenzione non pagata o qualche schiamazzo notturno favorito dalle libagioni mai scarse. Il fatto sta che era una giornata invernale piovosa e fredda e al vedere dalle inferriate quel po’ po’ di tempaccio venne spontaneo al nostro amico uscire nella fatidica esclamazione: Sciagurèto chi è fora!! Qualcosa di simile è successo però anche nel 2001 quando i carabinieri si sono sentiti fare la insolita richiesta di ritornare in carcere da parte di un uomo che era stato messo agli arresti domiciliari. Non sopportando il caldo della sua abitazione egli infatti preferiva ritornare al fresco della sua cella nel carcere di Figline.

Campane in vacanza di Emmedipì

Sono in vacanza! Svegliatomi nel pieno della notte non sento il suono del Campano che da sempre, quando mi capita di svegliarmi a casa mia, mi dà la nozione del tempo. Sento in effetti la mancanza di quel suono. E non riesco a capire le polemiche delle cronache estive sul suono di questa o quella campana. In cambio qui posso sentire il suono del campanaccio di un passaggio a livello che però non mi ha saputo dire l'ora, nemmeno l’ora approssimata!

Il lupo, si sa, mangia la pecora

I giochi sono finiti

Ancora animali predatori in azione, con il forte sospetto che a fare strage di pecore non siano stati questa volta branchi di cani randagi, bensì lupi. È successo il 16 agosto alla Pievaccia, vicino al Ponte alla Piera, alle pendici dell’Alpe di Catenaia. A fare le spese dell’assalto notturno al gregge sono stati i pastori della cooperativa Pontese i quali di primo mattino hanno trovato 6 pecore meticce da carne sbranate nottetempo da lupi affamati.

di Civis

È questa la prima frase che mi è venuta in mente vedendo gli importanti lavori di adeguamento della strada che da dietro la chiesa di Santo Stefano va verso la Vignolina e poi verso Viaio. Questa strada si chiama Via del gioco ma penso sarà sempre più difficile giocarci.

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tutto un programma: PA da pane; CA da cacio; PRO da prosciutto. E sui verdi prati o nei ristoranti ed osterie dei nostri dintorni valtiberini e non, ci davamo daffare per onorare… il fine statutario. Sempre il grande Pietrino scovò una canzone popolare, con anche pezzi recitativi, così sgrammaticata e sconclusionata che non poteva non divenire la canzone ufficiale della nostra Pacapro. E come la cantavamo lieti a squarciagola! Io non amo vivere nel passato. Mi piace il presente, sia come sia, mi piace essere partecipe della quotidianità, ma rispolvero questi ricordi per offrirli a voi, anghiaresi “DOC” con l’affetto di una figlia di adozione. Un ricordo particolare è di Pietro Nofri, vestito da vescovo, che così camuffato si presentò in casa mia per la riunione della Pacapro e mia madre (di vista corta per l’età e per le malattie) quasi sveniva per l’emozione di sedere sul divano accanto ad un vescovo “così tanto alla mano”. Altro ricordo caro la frase… storica pronunciata da Faliero Domestici, dopo alcune libagioni post-prandiali: “Io il vino lo reggo bene, però oggi è più bianco quello buono”. Voleva sottolineare che tra i vini serviti il bianco era migliore del rosso, ma le idee erano un tantino annebbiate! In coda alle mie parole metto la storia di Rossi Francesco. È esistito davvero? Grazie a chi volesse appurarlo. Cantiano è in provincia di Pesaro, mi han detto ai piedi del monte Catria, nell’Appennino umbro marchigiano. Grazie a chi mi ha dato spazio, grazie a chi mi ha letto. Per tanti amici che non vediamo più vorrei usare il metodo dei militari che fanno l’appello e poi dicono “PRESENTE”. Pace e bene a tutti.

Beatitudini della sera di Cmr

Dolci ricordi da quartine strampalate Serravalle comun di Cantiano Era il posto del truce delitto Ammazzava la moglie col citto Che aveva appena un anno di età

Ai fratelli e alle sorelle della 3ª e 4ª età questa volta dedico cari ricordi che, mi sembra, appartengono anche a loro, perché sono ricordi anghiaresi. Era il mese di luglio del 1958 quando un grosso camion furgonato, con sopra scritto TRASLOCHI si fermò a Sansepolcro e là, per ragioni di lavoro, la mia famiglia mise le tende con armi e bagagli. Fu allora che conobbi il delizioso Anghiari. Per ragioni di brevità non mi è possibile spiegare come e perché stringemmo amicizie nel vostro paese. Ne cito alcune: Faliero Domestici e la Vera; Fausto Brandinelli e la Lola; il re dell’aforisma, cioè il maestro Turiddo Guerri; Pietrino Nofri e la Colomba; Aldo Martini e la Ida. Questi forse i più assidui, ma anche tanti altri che incontravamo la domenica nelle liete brigate. Animatore principale era Pietro Nofri, con la sua voglia di combinare scherzi e l’inesauribile materiale a questi dedicato. Spesso da Sansepolcro, con mio marito e me, salivano al vostro colle Ettore ed Adelina Finzi, i genitori di Daniele che, ad oggi, ha insegnato a generazioni di anghiaresi. Fu fondata una associazione, di fatto se non di diritto, dall’altisonante nome: la PACAPRO. Nel nome c’era

Gentilissimi Signori e Signore, andiamo a incominciare la dolorosa istoria di Rossi Francesco che per vendetta uccise la moglie col piccolo figlioletto Serravalle comun di Cantiano Era il posto del truce delitto Ammazzava la moglie col citto Che aveva appena un anno di età!

Com’è andata? Domanda la gente Che tutta triste guardava la scena Avea l’amante la Filomena E così tutto il mister si svelò.

A questo punto quel vil senza cuore Che la sua rabbia non avea riposo Con altri colpi al suo bimbo grazioso Lo lascia, morto e senza respir.

La famiglia di Rossi Francesco Che da tutti era stimata Filomena fu assassinata Da quei vigliacchi e traditor

Il marito, saputo l’inganno, Preparava l’atroce vendetta Piano, piano e senza fretta La sua moglie pensava ammazzar. ** E una sera mentre dormiva Lui feroce tremante e brutale Avvicinandosi con un pugnale E un gran colpo nel petto le die’!

Care donne pensateci bene: se al marito il sospetto gli piglia fa una strage di voi e famiglia e poi ci vogliono i carabinier.

I vicini di quella frazione Non vedendo né Rossi e famiglia Alla gente il sospetto le piglia Vanno avvisare i carabinier.*

FINE

* Intanto che giungono i Carabinieri vedremo come la scena sanguigna faceva tremare i vicini, la quale si sa il motivo della vendetta. I Reali son giunti sul posto. Picchiano all’uscio: Nessuno risponde. Il Rossi già ben lontan si nasconde dopo la strage che ha fatto colà! ** Ecco che il marito tradito, ingannato dall’infedele consorte pensa nel suo cuore di vendicare l’onor offeso. Uccide la moglie e assetato di vendetta si macchia le mani anche del sangue innocente del figlioletto di un anno di età.

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTE di don Quinto Giorgini

Chiesa di Santa Maria della Neve a Fonaco La CHIESA di S.MARIA DELLA NEVE a FONACO, sorgeva anticamente su un colle sovrastante il vecchio agglomerato di questa Frazione di Monterchi che presenta tuttora tracce di strutture e decorazioni medievali nelle sue costruzioni e portali in pietra bugnata di stile settecentesco. Non sappiamo esattamente il significato di questo toponimo che nella visita del vescovo di Città di Castello del 1230 e scritto “FONICO” come ancora è pronunziato nel dialetto. Il villaggio a m. 432 s.m. dista circa sei km. dal capoluogo, su una collina panoramica lambita a sinistra dal torrente Padonchia e a destra dal Riccianello che separa in quel luogo la Toscana dall’Umbria e dalle frazioni di Ranzola e Lippiano, in comune di Monte S. Maria Tiberina. Nel 1286 era rettore di questa chiesa un certo prete Ranieri minacciato di morte dai marchesi di Monte S. Maria. Per questa ragione, non sentendosi sicuro chiede ed ottiene dal vescovo castellano Giacomo di essere “surrogato” per dieci anni dal chierico Ugolino a reggere la chiesa come suo vicario. Nel decimario del 1349 questa chiesa era tassata per “lib. XXII”. Nel 1583, al tempo della Visita apostolica di Mons. Peruzzi, troviamo rettore di questa chiesa D. Guerrino Ugolinelli che si giustifica di abitare nella sua casa di Padonchia perché la chiesa di Fonaco non possedeva ancora la canonica. Era di giuspatronato dei capitani di parte di Firenze, cui doveva offrire una mezza libbra di cera, pagare la tassa per lo studio di Pisa e le decime papali. La rendita era di 45 scudi ricavati dalle castagne e 10 staia di grano. La piccola parrocchia era formata da 18 famiglie con una cinquantina di persone ammesse ai Sacramenti. Nel 1593, in un incontro con il Vescovo di S. Sansepolcro (sotto la cui giurisdizione si trovava ormai tutto il Piviere di Monterchi, parzialmente erede di quello scomparso di S. Antimo) il popolo di Fonaco propose di trasferire la chiesa in un luogo più comodo e più vicino all’abitato dove si trovava già una cappellina. La proposta e la posizione piacquero al vescovo e forse anche a Don Guerrino che aveva disponibile una certa quantità di danaro e la legna per la fornace. Ma quando nel 1623 don Guerrino mori, la nuova chiesa non era stata ancora costruita, e la vecchia fu trovata, nella visita di quell’anno, con la facciata e le pareti deturpate e con alcuni travi che minacciavano di cadere. L’Icona dell’altare era formata da una statua lignea “molto antica” raffigurante la Madonna col Bambino in

La chiesa di Fonaco oggetto dei recenti restauri. Nel riquadro l'interno della chiesa intitolata a Santa Maria della neve. Digitalfoto Emmedipì

braccio, vestita con una veste rossa ed una celeste. Tra i parati ne fu trovato uno di “panno” su cui erano dipinte le immagini della Madonna e dei S.S. Giovanni Battista e Pietro. Ai lati dell’antica statua della Madonna, c’erano le immagini di S. Sebastiano e S. Rocco dipinte su tela. La statua del sec. XV(?) esiste tuttora nelle soffitte del palazzo vescovile di S. Sepolcro ma priva delle braccia, mentre sembra scomparso il Bambino. La tela con i S.S. Rocco e Sebastiano, si trova nella canonica di Monterchi, bisognosa di restauri, insieme alla antica campana di Fonaco, sulla quale e scritto “Mentem sanctam spontaneam honorem Deo et patriae liberationem TUBIAS ME FECIT MCCCXXI”. Questa storica campana è purtroppo rotta ed e stata sostituita con una nuova, comprata nell’Anno Mariano 1954. Era già caduta nel 1616 al tempo del suddetto prete Don Guerrino di cui riassumiamo la tragica vicenda narrata nel libro “GIALLI” di E. Agnoletti. L’ultimo giorno di febbraio del 1616 Don Guerrino era andato alla sua chiesa di Fonaco per sistemare la campana che era caduta dal campanile. A sera, stanco

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morto ritorna a casa a Padonchia, cena e poi si fa scaldare il letto dalla serva Paola e vi si infila, addormentandosi subito, lasciando la serva, il garzone Andrea ed un parrocchiano che era andato a veglia, intorno al fuoco acceso nel caminetto del salotto. Nella tarda notte fu svegliato da due mani che gli stringevano la gola. Il prete grida e chiama il garzone e la serva che erano scomparsi lasciando acceso un piccolo lume sul tavolo. Un uomo prese D. Guerrino a pugni e botte tirandolo giù dal letto chiedendogli dieci scudi. Il prete rispose che non li aveva. Allora un altro uomo che aveva una fune in mano gli legò le braccia e lo gettò steso sul pavimento facendo scoppiare, minaccioso, un’improvviso sparo di archibugio. D. Guerrino svenne per alcuni istanti e poi, ripresa conoscenza, cercò di sciogliersi mentre sentiva il rumore dei ladri che, rovistavano la casa per trovare il danaro. I ladri, sparando un altro colpo, minacciarono il prete di morte, se non avesse consegnato loro il danaro, richiesto. D. Guerrino, visto che i ladri non scherzavano, per salvarsi la pelle, prese una chiave, andò in una stanzetta porgendo 10 scudi ai ladri, i quali risposero: “Questi non bastano.” Il prete allibito si vide portare via tutto: 34 testoni papali e 65 piastre del Granduca. Subito poi i banditi fuggirono. Ripreso coraggio D. Guerrino ferito, mezzo nudo e scalzo, scende in strada, chiama suo fratello Paolo che abita poco lontano e guarda per vedere quale strada hanno preso quei “ladri assassini”. Andavano verso Lippiano. Quelle facce intraviste nell’ombra, non gli erano completamente nuove dirà D. Guerrino al cancelliere vescovile che in seguito ad una sua lettera si recò nel luogo del delitto a verbalizzare il fatto. Probabilmente li aveva visti al mercato a Lippiano lo scorso inverno, armati di archibugi lunghi e corti e di pugnali e che tutti dicevano che erano banditi. Essendo quei ladri cittadini di un altro Stato, come pure la serva Paola che la notte stessa dell’aggressione al suo padrone D. Guerrino se n’era andata “senza far motto a nessuno” e portandosi via la sua roba, sfuggirono facilmente alla competenza giurisdizionale del tribunale sia ecclesiastico che secolare. Il garzone Andrea era stato legato, imbavagliato e bendato. La serva, fuggita, fu indiziata non solo di co-

Foto di gruppo con don Quinto, padre Giovanni (agostiniano scozzese) e il popolo di Fonaco nel giorno della riapertura al culto della chiesa di Fonaco. A sinistra l'immagine della statua lignea ora nel palazzo vescovile di Sansepolcro. Digitalfoto Emmedipì

noscere ma anche di connivenza con i cinque malviventi ed il povero prete di Fonaco Don Guerrino, aggredito, ferito e derubato, rimase completamente in canna. Riprendiamo il nostro discorso sulla chiesa di Fonaco: essa fu ricostruita nel luogo attuale verso il 1650 e poi fu completata con la casa canonica. Altri rettori di questa chiesa: Ser Lazzaro, a cui succede, nel 1478, D. Francesco Bartolomei da Monterchi. Nel 1651 vi era D. Paolo Landini, nel 1710 D. Mariano Massi. Ultimo parroco residente fu D. Severo Brunini dal 1911 al 1921, anno in cui fu promosso Priore di S. Biagio a Pocaia. Servita poi dai vicini parroci in qualità di Economi Spirituali, nel decennio 1970 perse la qualifica di Parrocchia perché il titolo fu trasferito alla nuova parrocchia di S. Paolo a Sansepolcro e la Chiesa con il popolo di Fonaco fu unita alla vicina parrocchia di S. Luca a Borgacciano. Entrambe poi, nel 1986, sono state annesse alla Parrocchia di S. Michele Arc.lo a Padonchia. Attualmente Chiesa e Canonica di Fonaco si trovano in ottime condizioni perché restaurate in quest’anno 2001, con i fondi stanziati per il terremoto del 1997 e con la collaborazione del popolo e del parroco D. Quinto. Il 5 agosto scorso si è celebrata, con gioia, la Festa patronale della Madonna della Neve e quella di inaugurazione dei suddetti restauri. In quell’occasione la S. Messa è stata celebrata da padre Giovanni, agostiniano scozzese che si trovava nella nostra zona. •

Pietre e sassi di Civis

Che si parcheggi la macchina lungo via della Tomba, passi (mancano i parcheggi...); che si mettano delle pietre davanti alle ruote per paura che l'auto possa muoversi, passi (la strada è molto in discesa...); ma che poi si lascino tali pietre in giro anche con pericolo per gli altri veicoli credo sia altamente incivile (non ci sono giustificazioni...). Almeno accostate i sassi lungo il bordo della strada! 9


NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Proseguiamo con l’aggiornamento dei dati sulla raccolta delle offerte a favore dell’acquisto della nuova ambulanza e della vettura da utilizzare per i servizi sociali del paese. Alberti Maria Laura 50.000 Alberti Paolo 50.000 Andreini Luisa 50.000 Anonimi vari 515.400 Baglioni Emma 50.000 Balducci M. Giorgi R. 200.000 Banelli Piero 200.000 Baracchi Maria 100.000 Barbarie Jennifer 50.000 Bartolini Morena 50.000 Bartolomei Corsi Pietro 200.000 Bianchi Alfiero 100.000 Bigioli Graziella 100.000 Bigioli Maria 50.000 Biserni Angiolo 50.000 Boldorini Cesarina 50.000 Bozzi Lina 50.000 Brondoli Gino 20.000 Brondoli Roberto 10.000 Buscosi Leoniero 50.000 Camaiti Annamaria 50.000 Camaiti Athos 50.000 Camaiti Derna 100.000 Cambi Massimo 100.000 Cambi Tristano 100.000 Canestrelli Luigi 100.000 Canestrelli Marisa 50.000 Cangi Anna 20.000 Cangi Patrizia 500.000 Cantoni famiglia 200.000 Caraffini Bruno 50.000 Carboni Demetrio 100.000 Casucci Franco 50.000 Chiarini Pietro e Beppina 50.000 Chieli Roberto 100.000 Ciofini Giuseppe 200.000 Comanducci Cesare 100.000 Comanducci Cipriano 100.000 Del Pia Marino 50.000 Del Sere Assunta 50.000 Di Lauro Laura 20.000 Draghi Assuero 50.000 Dragoni Angiolo 50.000 Dragoni Ernesto 50.000 Dragoni Mirella 100.000

Emme Tre di Marsupini 100.000 Ercoli Rino 100.000 Fabbriciani Loredana 10.000 Fabiani Maria Pia 50.000 Fanciullini Vittoria 50.000 Ferri Mirella 200.000 Floridi Fulvio 300.000 Forval Srl 1.000.000 Fragai famiglia 50.000 Franceschini Assunta 300.000 Gagliardi Assunta 100.000 Gamberonci Paola 100.000 Ganavelli famiglia, in memoria di Papini Elvio 100.000 Gelsumini Marcello 100.000 Gennaioli Celestina 50.000 Gennaioli Gisella 50.000 Ghignoni famiglia 582.000 Ghignoni Lazzaro ed E. 150.000 Giannini Ferdinando, Fabrizia e Alberta 500.000 Giannini Maddalena 100.000 Giglini Nella Capacci 100.000 Giorni Wilma 50.000 Giovacchini Gigliola 300.000 Giovagnini Carla 50.000 Giovagnini Teresa 50.000 Giovagnoli Donato 50.000 Giovannini Dina 300.000 Guadagni Luigi 50.000 Guadagni Rossella 200.000 Guerri Turiddu 100.000 Lanzi Agostino e famiglie, in memoria di Lanzi Narciso 1.299.000 Lazzerini Fabrizio 200.000 Leonardi Carla 50.000 Locci Rina 50.000 Loddi Tullio 100.000 Lozza Giovanni 100.000 Magrini Vera 50.000 Mangoni Bruno 100.000 Marconi & Francalanci 50.000 Marconi Giampiero 100.000 Marghi Ermanno 100.000 Matteagi Simone 10.000

Mazzoni Rosa Meazzini famiglia Mercati Flavio Merendelli Virus Milanini Valentino Mondanelli Ovidio Montagnoli Sergio Nocentini Ivano Off.Mecc. Comanducci Paci Quinto Padelli Alfredo Pallini Armida Pallini Valfrido Papini Elvio, i figli alla

100.000 100.000 100.000 100.000 50.000 100.000 50.000 100.000 100.000 100.000 50.000 300.000 100.000 memoria 955.000 Parati Domenico 50.000 Pari Angiolo 100.000 Pasqui Dario 10.000 Pasqui Pietro e Luisa P. 50.000 Pernici Maria 50.000 Pernici Vincenzo e famiglia 100.000 Poggini Paola 50.000 Polcri Duilio 200.000 Polverini Anna 50.000 Prinetti Castelletti Emanuele 200.000 Procelli Rinaldo 100.000 Raffaelli famiglia 300.000 Resti Paola 50.000 Rondoni Cesari 50.000 Roselli Clara 50.000 Rossi Federigo 100.000 Saioni Ernesto 300.000 Salvi Imola 100.000 Santi Loretta 50.000 Scimia Maurizio 10.000 Senesi Faliera 10.000 Tanfi Faliera 50.000 U.P.B.Bruni Calcio 110.000 Valentini Mario 100.000 Vellati Vesta 50.000 Venturini Ferdinando 100.000 Willad Joanne Sperry 500.000 Zanchi Bruno e Mafalda 50.000 Zanchi Graziano 50.000

Totale offerte L. 17.131.400 Precedente segnalazione Lit. 2.000.000 Totale sinora raccolto L. 19.131.400 Ringraziamo naturalmente con sincera gratitudine tutti coloro che ci hanno aiutato, invitando gli altri a seguirne l’esempio. La somma necessaria all’acquisto dei due automezzi è ancora lontana, tuttavia, con l’aiuto di tutti, confidiamo di raggiungere presto l’obiettivo prefissato.

AIUTATECI Anghiari, 31 agosto 2001

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Ricordiamo la Speranza

Una palma

La comunità di Santo Stefano vuol ricordare con tanto affetto l’impegno e la grande volontà con cui la Speranza ha servito disinteressatamente per tanti anni i bisogni della nostra chiesa di santo Stefano e ci ha lasciato il 5 luglio scorso. Grazie, Speranza per quello che hai fatto e ci hai dato. Sarà per noi un insegnamento ed uno sprone per proseguire. Che Dio ti dia merito per queste tue opere buone. Noi tutti a lungo ti ricorderemo con le nostre preghiere unendoci al cordoglio della famiglia. La Comunità

di Maria Pia Fabiani

Una palma mi mostra le sue foglie affusolate come belle dita di antiche castellane. E a completar l’immagine gentile la cima di tre “dita” più vicine comincia a colorarsi di marrone: perfetto, è l’unghia colorata ad arte! Mi piace avere fantasia, perché si vede il bello anche dove non c’è. 28 agosto 2001

Note dalla festa a Santo Stefano di Gm

Tutto abbastanza bene nella manifestazione annuale in onore della Madonna. I festarini ed i collaboratori si sono attivati per organizzare il tutto sia per la parte religiosa che per quella ricreativa. La domenica 2 settembre, molti fedeli hanno partecipato alle funzioni religiose. Abbiamo avuto anche la Prima Comunione di tre bambini della nostra Comunità. La Santa Messa è stata celebrata da don Juan Carlos accompagnata da cori eseguiti dai ragazzi dell’Oratorio. È quindi seguita la processione con l’immagine della Madonna e una partecipazione totale. Nella settimana precedente si sono svolte le gare: briscola, bocce ed altro. Sabato sera, vigilia della festa, alle ore 21 è stata presentata dalla Compagnia “Il tavolino” la commedia “Tira la martinicca” apprezzata. Dato che la serata si era abbastanza rinfrescata oltre che battere le mani meritatamente si è dovuto battere anche i denti. Di seguito è stata estratta la tombola per i ragazzi e per le famiglie. Nel viale, la domenica pomeriggio, intrattenimento con il gioco della “bigoncia” con molti bagni “gratuiti”, corsa con i sacchi e altri giochi con carretti e farina. Interessante è stata la partita tra scapoli e ammogliati. La partita molto combattuta, ma in clima amichevole, è stata arbitrata dal signor Nicchi che è dovuto intervenire molte volte per irregolarità (perché ognuno voleva la vittoria e la ragione). Resta il fatto che il giocatore Giorni Piero è stato atterrato ben due volte ed è dovuto intervenire una dottoressa (conosciuta nella zona come “la zoccola”) per prestare delle cure particolari al giocatore. La festa si è conclusa domenica sera con la cena al ristorante Mondani, anche qui con un clima di grande armonia. Si vuole elogiare i festarini per il loro impegno che hanno messo affinché tutto procedesse nel migliore dei modi. Ringraziamento particolare a tutte le famiglie e a chi ha aiutato con il proprio contribuito.

Alcune anticipazioni su Mons. Vittorio Del Corona di Mario Del Pia

Documenti importanti su Vittorio Del Corona, anghiarese DOC (questa è l'idea che mi sono fatto di lui) ci sono stati inviati da Aldo Giovannini di Borgo San Lorenzo tramite l'amico Nevio di Vicchio (come promesso). Si tratta di articoli sullo stato di salute di Mons. Del Corona apparsi su "Il messaggero del Mugello" nel 1888 quando fu colpito da una grave infermità, una sua biografia pubblicata nel 1892 ed una sua lettera-commiato diretta alla popolazione di Borgo San Lorenzo scritta nel 1885. Per quanto riguarda la sua sepoltura non è stato ancora possibile localizzarla. Nel cimitero di Anghiari io ho fatto una breve ricognizione ma, per ora, non l'ho rintracciata. Se qualche anghiarese avesse notizie in proposito mi farebbe piacere portarle alla conoscenza di tutti. Saluti anche agli amici di Vicchio e Borgo San Lorenzo.

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Auguri nonna Iolanda! Il giorno 24 giugno scorso, a Villa la Ripa, sono stati felicemente festeggiati i 100 anni della signora Iolanda Stefanelli in Ulivi. Centenario Contornata da amici e conoscenti, dall’affetto dei figli Graziella e Lamberto, dai nipoti e pronipoti (ultimo nato Tommaso Ulivi di 15 mesi), la signora Iolanda ha spento le simboliche 100 candeline sulla torta di buon compleanno. Alla cerimonia è intervenuto anche il nostro sindaco, la signora Maddalena, che le ha consegnato un bellissimo mazzo di rose rosse e una medaglia Un momento dei festeggiamenti per nonna Iolanda ricordo di Anghiari. Alla longeva signora Iolanda auguri per il suo centesimo compleanno a nome della parrocchia e della redazione dell’Oratorio

San Martino anghiarese

La tartarughina

di Armando Zanchi

di Aldo Tognetti

Arezzo, 5 novembre 1981

La mi’ nipote, di cinqu'anni appéna che viver in un sobborgo milanese dove le luci stanno sempre accese e il sole s’intravede a malapena, è venuta a trovarci. Nel maggese, le ho fatto con la fune un’altalena laddove spenzierata si scatena ‘n un mondo per lei pien di sorprese.

L’undici novembre festa del vino ritornerà con noi San Martino

Fate la festa e poi vi abbracciate le nostre vigne sono desiderate

Anche quest’anno assaggerete il vino promette forte e bene à del divino

Tutti alla festa portare la borraccia assaggeremo il vin della Casaccia

Sotto le Logge con bringoli tanto cari in festa ritrovate il vostro Anghiari

Di Maraville Walter e Turicchi i vini son buoni e molto ricchi

Datevi sotto o cari paesani ed onorate i nostri produttori

Nell’allegria di questo San Martino castagne arrosto e un buon bicchier di vino

Pensano a voi che fate le fermate fate onore al vino che assaggiate

Ma nell’attesa che il tempo dia conferma bevete poco o vai a finire in Caserma:

Ha visto stamattina in mezzo al prato passar tranquilla una tartarughina che per la prima vòlta avéa notato. L’ha presa in mano, eppoi, con interesse, m’ha fatto una curiosa domandina: - Le pile, nonno, dove vanno mésse?!

La vignetta: !!!

Senza di loro l’arsura non fermate con vino genuino nell’estate

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Angolo della Missione Rubrica a cura di Franco Cristini

Missione è portare la parola di Dio Spesso mi ritrovo a rimpiangere i tempi passati, i tempi della mia adolescenza, della mia gioventù. Mi ricordo che pur vivendo in una famiglia agiata, le privazioni erano molte, tuttavia ero contento di poche e semplici cose. I miei genitori mi insegnavano prima di tutto il timore di Dio e il rispetto e l’amore verso il prossimo che doveva essere sostenuto materialmente e spiritualmente condividendone gioie e dolori. Anche i religiosi e le religiose di allora, pur nel loro autoritarismo, mi sembravano più vicini alla gente: entravano con serenità nelle nostre case dando consiglio ai dubbiosi, ammonendo coloro che si trovavano nell’errore, consolando gli afflitti, aiutando i più bisognosi. L’amicizia era quasi sacra; ci si voleva bene tra noi e ci aiutavamo a vicenda. Nella società attuale tutto è cambiato; si vive come sconosciuti a pochi metri gli uni dagli altri. La maggior parte dei cristiani dedica gran parte del proprio tempo ai lavori materiali. Abbiamo dimenticato la parte migliore: “Marta, Marta tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, una sola è necessaria” (Lc. 10, 41 – 42) Le parole di Gesù sembrano non avere più senso soprattutto nel cuore di coloro che sono stati chiamati ad essere suoi seguaci. La marea materiale ha travolto tutto e tutti, oggi predominano la ricchezza, l’egoismo, la vanità, il successo ad ogni costo, il disordine della vita perché ai valori divini si sono sostituiti i valori umani. Ecco quindi che la nostra società sta diventando “Terra di Missione”; è necessario portare e riproporre la parola di Dio. Se viene a mancare l’ossigeno del Vangelo e dell’esempio cristiano, se il sale non riavrà il suo “sapore” e la luce non tornerà a “brillare” sul lucerniere assisteremo sempre più al trionfo del male. Portare la parola di Dio in tutti i luoghi dove viviamo ed essere coerenti con il proprio credo è l’impegno missionario che i cristiani devono sentire come necessario e doveroso

Due comunicazioni importanti La dottoressa A. Maria Bartolomei, il 29 di ottobre, tornerà di nuovo in Tanzania dove si tratterrà fino al Santo Natale. Chiunque volesse inviare aiuti alla missione di Kibakwe può rivolgersi al sottoscritto o alla dottoressa. Tanti auguri ad Anna Maria. Il numero di adozioni a distanza nel nostro paese ha superato le 30 unità.

Auto e funerali

LE LOGGE

di Civis

di Clèto

Capita, purtroppo, di partecipare al funerale di qualche compaesano. Scopo di queste brevissime considerazioni è quello di fare in modo che questa pur triste cerimonia venga fatta nel migliore dei modi. Già in precedenza ho espresso alcune mie considerazioni sulle modalità in cui si svolgono i funerali: vale a dire se farli a piedi o in macchina. Debbo dire che ad Anghiari è ancora molto forte il legame con il passato e che ci porterebbe a effettuare i funerali a piedi. Ma se si vuole che ciò continui, è necessario che scaturisca da una volontà precisa delle persone che collaborano con la parrocchia. Per farla corta, non si può andare al funerale per parlare con qualche amico (lo si può fare per la via del Carmine o al Campo della Fiera) e non si può mandare a piedi 30 persone seguite da… altrettante macchine. E allora è meglio che, dopo la funzione liturgica in chiesa che è l'unica cosa essenziale, si raggiunga il cimitero in macchina per concludere degnamente la funzione funebre. Ogni decisione è valida ed ha vantaggi e svantaggi. Chi pensa di dare il proprio contributo deve farsi avanti e proporre le proprie idee!

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La via di Ronda Beppe – Ora ‘n ciavrète da lamentavve voialtri d’Anghièri vecchio. V’hano arfatto tutte le vie nove. Cecco – In effetti è vero. Émo patito ‘sti mesi però mo i lavori son guasi finiti e ‘nsomma è ‘n bel caminère per queste vie nove. B. – Ora Cecco quande ci piglion sempre ‘n giro che Anghièri c’è troppe saglite, gnarà digni che noi dal “Giardinetto fino a la Portaccia è tutta ‘n pièna. E son diversi metri! C. – Lo se’ ch’è ragione Beppe. Mo che han riaperto la via sotto a Sant’Agostino anche Anghièri ci s’ha la nostra Uno scorcio della via di Ronda. brava via 'n pièna. Digitalfoto Emmedipì


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari RISCHIÒ DI MORIRE… OGGI CURA LA SUA MALATTIA CON I DERIVATI DEL PLASMA A 14 anni, la sua vita sembrava finita: era stata colpita da una malattia allora considerata incurabile, la miastenia, che provoca paralisi muscolare e incapacità di respirare. Per 7 anni ha vissuto in un reparto di terapia intensiva, attaccata a un respiratore artificiale. Poi, grazie alla scoperta di nuove cure, ha potuto uscire dall’ospedale e riprendere pian piano a camminare e a parlare. Le nuove terapie le hanno concesso di tornare a studiare, iscriversi all'Università, laurearsi in medicina. Oggi la dottoressa Roberta Ricciardi è specialista in neurologia e dirige l’ambulatorio per la miastenia dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, uno dei principali centri italiani per la cura di questa terribile malattia. Proprio la miastenia ha fatto crescere in lei una grande passione per la donazione di plasma, la componente liquida del sangue. Dal plasma infatti vengono estratte le immunoglobuline che, una volta iniettate nei pazienti, possono fermare lo sviluppo della malattia. “Sono una miracolata” dice di sé: “Ricordo che mentre ero in quel lettino d’ospedale ho visto morire tutti quelli che via via venivano ricoverati nel mio stesso reparto. La mortalità allora raggiungeva il 90%. All’ epoca però non mi rendevo conto della gravità della mia malattia, ho trascorso tutta l’adolescenza attaccata a un respiratore ma ho sempre avuto la certezza di potercela fare. Forse proprio questa mia incoscienza mi ha dato la forza di resistere tanto tempo, di sopravvivere fino alla scoperta delle nuove terapie”. La scoperta dell’efficacia delle immunoglobuline nella cura della miastenia è avvenuta per caso, come molte scoperte importanti, in America nel 1984. Da allora è possibile non solo bloccare lo sviluppo della malattia ma addirittura farla regredire e consentire ai miastenici di condurre una vita assolutamente normale. La miastenia comunque è soltanto IL

S A N G U E DÀ

LA

VITA !!!

LA NECESSITÀ DI SANGUE È UN PROBLEMA QUOTIDIANO; DONARE IL SANGUE È UN NATURALE ATTO DI AMORE VERSO GLI ALTRI... MA È ANCHE UNA SCELTA DI SOLIDARIETÀ SOCIALE, COMPIUTA ATTRAVERSO UN GESTO CHE PUÒ SALVARE LA VITA DI MOLTE PERSONE!

DIVENTA DONATORE DI SANGUE!!!! INFORMATI PRESSO GLI UFFICI DELLA NOSTRA MISERICORDIA.

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una delle gravissime malattie che possono essere curate con i farmaci derivati dalla lavorazione del plasma: si va dalle malattie reumatologiche alla sclerosi a placche. “Proprio per questo- sottolinea la dottoressa Ricciardi-sono sempre disponibile a raccontare la mia storia, se questo può servire a promuovere la donazione del plasma”.

In Italia le donazioni di plasma sono ancora poche e gran parte del plasma necessario per le terapie e per la produzione di farmaci viene ricavato in laboratorio attraverso la separazione del sangue intero, oppure acquistato all'estero. Il piano sanitario per la raccolta di sangue e plasma, nel 1984, aveva posto come obiettivo per l’autosufficienza nazionale la disponibilità di almeno 800.000 litri di plasma all'anno per la produzione di farmaci plasmaderivati: nel 1999 invece dai centri trasfusionali italiani ne sono stati inviati alle aziende farmaceutiche incaricate solo 431.000 litri. Questo, unitamente a un uso clinico non sempre corretto del plasma, ha mantenuto al 60% la dipendenza italiana dal mercato internazionale per i farmaci plasmaderivati, provocando un forte aggravio nelle spese sanitarie e offrendo ai pazienti italiani minori garanzie di sicurezza. Da qui l’insistenza della Fratres, la consociazione nazionale dei donatori nata nell’ambito delle Misericordie, che proprio al plasma ha dedicato l’ultima assemblea nazionale. Secondo i dati raccolti dall’associazione, nel 1999 risultavano in Italia 1.260.000 donatori attivi: le donazioni di sangue sono state in tutto circa due milioni, mentre appena 60 mila le plasmaferesi. “Soltanto un aumento delle donazioni volontarie, periodiche e gratuite – sottolinea il presidente nazionale della Fratres Francesco Cardile – può consentire di raggiungere l’autosufficienza nazionale di sangue, plasma e farmaci emoderivati.”


DUE GIORNI... SUL LAGO MAGGIORE Erano ancora vivi nella mente degli anghiaresi i ricordi, le emozioni e le gioie legati alle numerose e, lasciatecelo dire, ben riuscite iniziative per i festeggiamenti del venticinquesimo di fondazione, quando il Gruppo Donatori di Sangue realizzava un’altra delle sue “imprese” di carattere turistico-ricreativo: dopo l’affascinante viaggio nel tempo, alla scoperta del misterioso mondo della civiltà etrusca del giugno scorso, che ha dato la possibilità ad una novantina di persone di visitare le ben note località laziali di Tarquinia, Tuscania e del lago di Bolsena, si è riusciti a concretizzare la sospirata gita di due giorni, che ci ha permesso di allungare notevolmente il raggio di azione delle nostre iniziative turistiche, fino al punto di superare i patrii confini. Prima di lasciare il compito di raccontare l’esperienza vissuta ad una dei trentanove partecipanti, ci preme sottolineare sia il clima di sincera amicizia e di fraterna condivisione che ha caratterizzato l’intero viaggio che l’alto numero dei donatori attivi presenti (ben diciassette !!!), solitamente indifferenti a questo genere di iniziative. Elementi, questi, molto importanti per una gita sociale, che ci confermano nella volontà di organizzare anche in futuro simili attività, con lo scopo principale di promuovere sempre di più e sempre meglio tra la nostra gente la cultura della solidarietà e della donazione (due partecipanti, lungo la strada del ritorno, hanno chiesto di diventare soci sostenitori del gruppo, non potendo donare sangue per ragioni di salute !!!). “Nei parcheggi del Campo della Fiera è ancora buio, valige al seguito visto che staremo fuori una notte: ci prepariamo a partire per il Lago Maggiore. Il viaggio molto lungo ci costringe a restare nell’autobus per diverse ore e dobbiamo perciò ingannare il tempo, nell’ attesa di arrivare nel luogo prestabilito. Stefano (mio fratello) si esibisce come animatore spaziando dalle barzellette al canto, con testi riveduti e corretti, visto che spesso ne cambia le parole. Attraversata l’interminabile Pianura Padana, superata da diverso tempo la metropoli milanese, finalmente, verso le 13, la sospirata meta: arriviamo a Verbania, sul lago Maggiore, dove un albergo da tre stelle ci aspetta, proprio vicino alla riva, con delle comodissime camere; dopo il pranzo un breve riposo e poi via, con due motoscafi appositamente noleggiaArona-Lago Maggiore Il gruppo dei gitanti in posa di fronte alla statua del "San Carlone", prima della grande scalata.

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ti, a visitare le famosissime Isole Borromee. La prima, l’Isola Bella di nome e di fatto, dove si erge il Palazzo Borromeo ( sec. XVII), con sontuose sale riccamente ornate di mobili ed opere d’ arte e con un grande giardino all’italiana, sistemato su dieci terrazze, con tante varietà di piante rare ed esotiche. All’esterno tanti vicoli, che separano le varie abitazioni e su cui si affacciano tanti negozi, come in un piccolo mercato, dove possiamo osservare gli oggetti più strani. Successivamente visitiamo la più modesta Isola dei Pescatori, con gli stessi vicoli e stradine di quella precedente, importante soprattutto per l'incontaminato e pittoresco villaggio di pescatori. Tornati in albergo la cena e subito dopo ancora in giro per il lago, con una crociera in notturna offerta a tutti i turisti, dalla locale azienda di soggiorno. La stanchezza incomincia però a farsi sentire ed il ritorno in albergo con il sospirato contatto con il letto è la degna chiusura di una giornata iniziata prestissimo e vissuta così intensamente.

Veduta del Lago Maggiore e di una delle isole Borromee

La visita a Locarno, in territorio svizzero, ha occupato, come da programma, l’intera mattinata del secondo giorno, bagnata dalla pioggia solo per pochi minuti e fortunatamente illuminata dal sole per tutti gli altri. Senza risultato la ricerca affannosa, da parte della Mirella e dell’Alma, della famiglia di origine anghiarese da tempo stabilitasi nella pittoresca cittadina elvetica di Ascona, e dedita alla produzione di rinomate ceramiche artistiche. Sarà per un’altra volta !! Nel pomeriggio, sulla strada del ritorno, con le borse (e gli stomaci…) piene di cioccolato e di amaretti di Pallanza, l’inaspettata visita al S. Carlone (sec.XVII), una statua tutta in rame che con il suo piedistallo raggiunge i 35 metri di altezza, voluta dal cardinale Federico Borromeo (quello dei Promessi Sposi !!), per celebrare l’eccezionale grandezza del cugino Carlo, arcivescovo di Milano, diventato poi santo (si festeggia il quattro novembre!). Al suo interno una scala molto ripida, che solo alcuni ardimentosi (Gasparino, Giorgio, Cesare, Giampiero, Pietro e pochi altri!!) hanno salito e che ha permesso loro di gustarsi dalle apposite piccole finestre, una veduta “aerea” del Lago con le sue meravigliose coste. Ringrazio a nome di tutti il gruppo DONATORI DI SANGUE, per le bellissime gite che organizza ogni anno. SARA…e c.


Gita a Mirabilandia con l’allegro oratorio… Mettete in un pullman un parroco con tanta voglia di divertirsi, un gruppo di giovani guidati da Alessandro Bivignani, degli adulti pronti a sopportare urla e risate ed ecco pronto il gruppo per Mirabilandia. È il 31 agosto e questa spensierata comitiva si accinge a passare una favolosa giornata in uno dei parchi-divertimenti più belli d’Italia. Durante il viaggio i nostri giovani hanno cantato allegre filastrocche, canti di chiesa, l’inno nazionale italiano e colombiano e tante altre simpatiche canzoni… Don Juan Carlos e Pietro hanno tentato di calmarli descrivendo l’itinerario del viaggio o parlando di qualcos’altro, ma non sono stati logicamente ascoltati. Siamo arrivati a Mirabilandia verso le 10, abbiamo formato i gruppi e siamo partiti all’avventura. Quest’anno i giovani hanno particolarmente apprezzato i giochi d’acqua e quelli a massima velocità. Se pensavate che le montagne russe fossero l’attrazione più spericolata, vi sbagliate! Il Katun, dove percorri discese mozzafiato, giri della morte, curve inaspettate sospeso con le gambe nel vuoto, ha riscosso un grande successo. Per quanto riguarda i giochi d’acqua, il più divertente, soprattutto se volevi farti una bella doccia, era il Niagara!! Con un carrellino sfrecciavi lungo una discesa, fino a immergerti in un’onda altissima che non risparmiava nessuno. Gli adulti invece hanno preferito vedere i vari spettacoli, come quello di scuola di polizia; dove esperti automobilisti si cimentavano in delle spericolate acrobazie, lo show dei pattinatori sul ghiaccio o dei pirati. Il tempo è stato molto bello e caldo. Ce la ridevamo quando i nostri parenti ci dicevano che ad Anghiari c’era il diluvio universale; ma chi la fa l’aspetti, e nel pomeriggio siamo stati colti per ben due volte da un violento acquazzone! Come se i giochi d’acqua non ci avessero bagnato abbastanza… L’ultima parte della giornata l’abbiamo impiegata a comprare qualche ricordino nei numerosi negozi. I più golosi invece si sono mangiati un ultimo panino e poi via!! Siamo ripartiti verso casa alle 19. Nel pullman sempre la stessa storia: i ragazzi, per niente stanchi, hanno intrattenuto ” il pubblico” presente fino all’arrivo al Campo della Fiera. La nostra simpatica Romana non si è fatta molto vedere, forse è rimasta incantata dalle numerose dediche che i giovani le facevano… Siamo tornati alle 21.30 stanchi per la movimentata giornata, ma anche felici. Dopo aver superato gli acquazzoni, le giostre spericolate, le canzoni di Alessandro e le battute di Don Juan Carlos siamo pronti ad affrontare ogni gita spericolata… alla prossima avventura!!!… Simona L.

L'ASILO FEDERICO TESTI Probabilmente la Scuola materna di Anghiari cambierà la sua sede. Riportiamo le parole dell'allora Presidente dell’Asilo Infantile Federico Testi, Cav. Carlo Chieli, in occasione dell’inaugurazione di questo edificio nell’ottobre del 1974. Ricordiamo che l’Asilo ad Anghiari si era costituito nel 1865.

la definitiva soluzione dell’opera che l’Ente ha richiesto, di cui evidenziamo i fidi garantiti, con le sue delegazioni, per i mutui contratti presso la locale Cassa Rurale e Artigiana. L’edificio è stato progettato e diretto dal concittadino Dott. Arch. Giorgio Alessandro Giannini assistito dall’Ing. Guido Peruzzi ai quali porgiamo un doveroso grazie sia alla loro bravura che alla loro rinuncia di ogni loro avere nei confronti dell’Asilo.

GRAZIE a quanti ci hanno onorato della loro gentile presenza a questa modesta cerimonia di apertura, che merita però di mettere in evidenza il fine grande che è quello di avere realizzato un’opera di cui Anghiari ne reclamava una esigenza da tempo, e che da anni gli Amministratori dell’Ente Asilo Infantile “F. Testi” avevano avvertita questa necessità ed avevano coraggiosamente iniziato questa opera che nel suo Iter ha incontrato tante e grandi difficoltà sia economiche che burocratiche. Infatti questo edificio finalmente portato a termine dall’Ente Asilo Infantile “F. Testi” di Anghiari, viene ora ceduto in uso assieme al suo arredamento al Comune, per adibirlo a Scuola materna di Stato, che l’Ente Asilo ha cessato l’attività didattica. Il Consiglio di Amministrazione dell’Ente Asilo, sente il dovere di ricordare il defunto M° Vasco Cherici, che, quale Presidente dell’epoca, fu l’ideatore e l’iniziatore di questa opera, alla cui realizzazione concorsero vari finanziamenti cittadini, dei quali merita ricordare quello della Prof. Ada Ghignoni nei Bigi e la parte di eredità pervenutaci dalla volontà testamentaria del defunto concittadino Prof. Leonida Vagnetti. Merita ricordare inoltre che, anche l’Amministrazione Comunale, sotto la guida del Suo Sindaco Sig. Berio Nocentini, è stata sempre molto vicina e sensibile a tutti i bisogni, per

L’impresa Edile costruttrice “Giuseppe Razzoli” L’Impresa Termica “Ing. Dino Carsughi”.

La sede della scuola materna il giorno della sua inaugurazione.

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Sigari e polvere nera

Il Campano

di Walter Del Sere

di Paolino Veri

E l’ultima domenica di agosto si è svolta la quarta “camminata del contrabbandiere” conclusasi al Ponte alla Piera. La partenza è avvenuta puntuale alle 8 mattutine da Piazza Baldaccio. Da lì alla Pieve di Micciano e, per sentieri interni alla riserva naturale dei monti Rognosi, l’arrivo a “Cul di Paiolo” dove è stato servito caffè bollente e crostate preparate dalla Vesta. La marcia è quindi proseguita per circa 8 chilometri di viottoli toccando l’ “Omo morto”, La Marca, Zeccarille fino a raggiungere il Ponte alla Piera. Ed è sul ponte che il contrabbandiere Celestino ha scambiato il pregiato tabacco della Valtiberina con la polvere da sparo portata dai casentinesi di Chitignano. Il pranzo all’aperto organizzato dai pontesi, sig.ra Speranza in testa, ha concluso la giornata con intermezzi musicali affidati all’Orchestra Spettacolo di Gino Brondoli e il gran finale della “fumata” dei sigari confezionati all’istante dalle donne di Chitignano, vere ed uniche maestre di un’usanza dei tempi andati.

Come foglie ammucchiate Nella verde redola Così le pietre eran stipate Al pie’ del Castello Medievale.

Nella riquadro i due contrabbandieri e, sotto, parte del gruppo di contrabbandieri partiti da Anghiari, sopra il Ponte del Ponte e le donne di Chitignano che fanno i sigari. Digitalfoto Emmedipì

Uomini di tempra eccezionale Con poderosa mano L’opera ben presto colmarono Creando la torre del Campano. Non faro del mare in tempesta Che il marinaio disperato cerca Ma faro d’immenso mare verde Che dal Rognoso monte discende. Rintocco funereo non conosce Ma glangore d’assiduo richiamo Nel mezzo della lunga giornata Per l’operaio contadino e artigiano. Quell’onda sonora che pianeggia È voce di progresso e libertà Che l’Anghiarese non disprezza Ma ascolta con dignità. Oh campano specola secolare Continua pure a suonare Di giorno quando tua ombra non v’è Continua a suonare fino al richiamo finale!

Infelici le mani pulite di chi non fa nulla Galileo Galilei

La vignetta: Donne al volante...!

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Dalle nostre Parrocchie Da Monterchi Il 7 ottobre festa di San Simeone, patrono della chiesa, della parrocchia e anche di Monterchi. La ricorrenza cadrebbe il giorno 8 ma viene anticipata al 7 perché in quell’occasione faremo anche la Cresima per 22 ragazzi delle tre parrocchie di Monterchi, San Biagio a Pocaia e Padonchia. Ci sarà la Messa solenne alle ore 11 e il giorno dopo, essendo festa patronale, le scuole della zona di Monterchi godono di un giorno di vacanza. Con ottobre si ricomincia l’anno pastorale e catechistico. L’ultima domenica di ottobre inizieremo l’anno catechistico. In quell’occasione daremo il mandato ai catechisti e quindi formeremo i vari gruppi cercando di andare incontro, per quanto possibile, alle esigenze, delle volte eccessive, circa gli orari per le famiglie. Il 1° novembre, festa dei Santi si svolgeranno varie cerimonie religiose per ricordare i nostri morti in tutti i cimiteri della parrocchia. Verrà celebrato l’ottavario al cimitero di Monterchi con la Santa Messa mattutina. La domenica dopo i Santi facciamo la S. Messa al cimitero. In novembre c’è la festa di San Martino che a Monterchi non ha feste particolari. Abbiamo un bell’affresco nella chiesa di Padonchia che raffigura appunto questo Santo. È da notare che san Martino è un santo longobardo. Primo San Michele, poi san Martino e infine san Giorgio sono tre santi che nella tradizione longobarda erano molto venerati. Ciò spiega la presenza di tante chiese dedicate a questo santo e l’affresco di cui abbiamo parlato sopra. A Pianezze c’era poi la Madonna di san Martino poi trasferita in un’altra chiesa. A Pocaia in occasione della festa della Madonna Bella ci sono stati festeggiamenti molto sentiti anche quest’anno. Al mattino le sante Messe e poi, nel pomeriggio, sono stati organizzati anche dei giochi popolari. I ragazzi della Cresima a Monterchi: Andrea Alberti Caterina Puleri Chiara Venturini Cristina Savova Elisa Franchi Francesca Giogli Francesco Banelli Francesco Massaro Giacomo Lucarini Giacomo Raini Jacopo Conti

Jacopo Guadagni Letizia Piccini Marta Rossi Matteo Giogli Matteo Romanelli Patrizia Pierini Romina Martellini Sara Presenti Silvia Angiolucci Valentina Franchi Mirco Romanelli

Una caratteristica veduta di Monterchi dalla valle del Padonchia. Digitalfoto Emmedipì

Da San Leo Il mese di ottobre è consacrato alla Madonna sotto il titolo del Rosario. Facciamo la festa a Tubbiano nella seconda domenica, il 14, e a San Leo la quarta domenica, il 28. Questa festa è ancora retta da persone di buona volontà che si prestano ancora per le necessità della parrocchia. A Tubbiano ci sono i festieri mentre a San Leo un gruppo di giovani ha raccolto l’eredità dei festieri con l’idea di attività nuove per tutta la comunità. Sono questi momenti per pregare insieme e per ritrovarsi in questa famiglia più grande, la parrocchia, che cerca di essere elemento di unione per tutti. Gli orari particolareggiati possono essere visionati in parrocchia. Durante tutto il mese di novembre ricorderemo i nostri morti e, dietro indicazione delle famiglie, qualche defunto in particolare. Dopo la Messa vespertina infatti faremo una breve preghiera per ricordare i nostri morti. Il 10 ricorderemo san Leone Magno e nel pomeriggio daremo rilevanza a questa ricorrenza molto importante per la nostra parrocchia. Oltre la Santa Messa celebrata in forma più solenne faremo la premiazione catechistica dei ragazzi delle tre classi del catechismo. Ricordo a questo proposito che un gruppo di maestre partecipano all’attività del catechismo della parrocchia. Il circolo dei ragazzi prenderà nuovo impulso con l’arrivo di ottobre e speriamo di poter avere sempre persone che desiderano impegnarsi fattivamente. Fra l’altro c’è già l’idea di preparare qualche recita, qualche canto nuovo per il Natale.

Dalla Pieve di Micciano A Micciano siamo contenti che dopo diversi mesi di esilio siamo potuti rientrare nella nostra chiesa che è stata consolidata dalle fondamenta ed è stata anche ripulita e resa più bella. È stato bello che anche la gente del posto abbia partecipato. Infatti oltre alla ditta hanno lavorato anche i popolani. Negli ultimi giorni è stato ripulito e lucidato il pavimento, sono state riportate le panche restaurate che erano in deposito presso le varie famiglie.

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C’è stata poi la soddisfazione di aver la presenza del Vescovo in occasione della festa di mezz’agosto, festa dell’Assunta. Presenti molti parrocchiani che si sono resi conto dei tanti lavori fatti. Ricordo che oltre i lavori più volte detti c’è stato anche il rinnovamento dell’impianto elettrico, risale infatti al 1924, per renderlo conforme alle norme della legge. In quell’occasione abbiamo anche collegato anche dei tubi che dovranno servire per un eventuale potenziamento del riscaldamento. In settembre, domenica 9, c’è stata laPrima Comunione di quattro bambini della nostra comunità. Questa cerimonia era stata rimandata a causa dei lavori in corso. Sempre in settembre, in occasione del Primo Venerdì del mese, abbiamo avuto la presenza di un missionario della Tanzania, un padre cappuccino, che ci ha parlato delle missioni a cui anche noi possiamo dare il nostro contributo senza recarci in quei luoghi lontani ma aiutandoli con la nostra preghiera e con il nostro contributo. In novembre, per i morti, ci sarà la visita al cimitero e successivamente ci sarà l’ottavario, per 8 giorni appunto, in cui ci ritroveremo in chiesa per pregare per i nostri defunti. Continueremo così il suggerimento e l’insegnamento dei nostri padri.

Veduta del presbiterio della Pieve di Micciano dopo i recenti restauri. Digitalfoto Emmedipì

Ironia Il mio computer fa dell’ironia!

Sinfonia autunnale

di Maria Pia Fabiani

di Vera Cuccini

A volte, quando gli ordino la stampa, (cosa che ormai so fare, in fede mia!) lui fa lo gnorri, finge d’esser sordo. Io ripeto, paziente: “Prego stampa!” Lui dice: “Si, va bene son d’accordo.” Ma poi si pente e non si muove affatto, mentre la rabbia dentro me divampa. Altre volte, se insisto, egli, “ipso facto” compie correttamente il suo dovere. Ma ieri è stato il colmo. Disperata per l’assurdo rifiuto di stampare vedo lo scritto: “Chiudi la finestra.” (Ma cos’è la finestra?!) Chiedo AIUTI, e tra quelli richiesti, mi pareva che dovessi cliccare fra le tante sull’icona “STAMPANTE”. E allora ho riso come ora che scrivo: vicino a quell’icona, gentilmente è apparso netto un punto esclamativo! Chiaro il linguaggio arguto e intelligente: “Ma che ti viene in mente, sciagurata?! Rileggi le istruzioni: sono chiare.” Ma non era un’offesa, era un sorriso ironico, una critica garbata, un sopracciglio alzato leggermente, un’espressione amabile del viso. Grazie, amico, del tuo bel “saper fare”. Mi ricordi con garbo che ho ancora tante cose da imparare! 22 agosto 2001

Oggi il sole gioca a nascondersi dietro un artistico ricamo di nubi bianche e dorate. In lontananza una leggera bruma toglie alla vista e la valle e i casolari, odore acre di terra si spande per l’aria grigia dalle brune zolle d’un campo da poco arato. Ai margini del bosco timidamente fan capolino alcuni ciclamini e le foglie danzano silenziose, dietro ad una musica magica che nessuno può udire, poi, stanche, si posano or qua or là senza più vita. Una dolce tristezza invade l’animo mio in perfetta armonia con la triste sinfonia d’autunno.

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24 agosto 2001 – Il figlio del carpentiere era con noi di Cmr

Hai visto, Signore, che bella festa? È cominciata in casa Tua, quando don Marco e Don Juan Carlos hanno ricordato con noi, popolo di Dio, il Tuo servo e nostro patrono San Bartolomeo Apostolo. Tu che sai il numero dei miei capelli certamente ci avrai contati, nella grande chiesa affollata. A me è sembrato che fossimo parecchi; potremmo essere di più, lo so, Signore, ma Roma non fu fatta in un giorno (anche Tuo Padre ce ne mise 6 per dare una prima aggiustatina all’universo intero). Aspetta e vedrai, cresceremo! C’era anche la Signora Maddalena, il primo cittadino di Anghiari, e ciò mi ha fatto piacere e credo lo abbia fatto anche a Te. Il suo gesto personale l’ho inteso, per ognuno di noi, come esempio di disponibilità e tolleranza verso le ideologie e il pensiero degli altri. Qualche cosa che un giorno dovrebbe portare il mondo, come Tu dicevi, ad un solo ovile sotto un solo pastore. Non appena attraverso le mani di Don Marco Tu ci hai benedetti, noi – popolo di Dio- abbiamo sciamato verso la casa comune, la bella canonica appena inaugurata, verso il giardino ove il palco ci attendeva per la esibizione dei giovani e i tavoli imbanditi per un’ottima merenda-cena. TU SEI RIMASTO SOLO. Sono tornata a vederti nella chiesa vuota. Solo, nella piccola cella sotto le volte silenziose. Resta con noi, Signore, Ti ho detto in quel silenzio e dopo poco anche io Ti ho lasciato. Tu hai recepito il nostro desiderio, Signore. Nel tabernacolo è rimasta la Tua divinità e Tu, uomo come noi, figlio di Maria e di Giuseppe, carpentiere Effige di San Bartolomeo Apostolo patrono di professione, sei venuto con noi, alla nostra festa. dlela nostra parrocchia Ti ho visto che facevi il girotondo con i personaggi deliziosi del bosco incantato, Ti ho visto mentre ballavi con i più piccini (esibizione fuori testo), al suono delle nostre canzoni. E ne eri felice perché c’erano figli di razze diverse e tutti Tu li amavi in modo uguale. Ti ho sentito mentre dicevi alla brezza di non disturbarci: né freddo né caldo, per il Tuo popolo in festa. Ti ho visto mentre con sano appetito di uomo giovane gustavi gli ottimi cibi che le mani valide dei volontari, uomini e donne avevano preparato. Grazie, Signore, perché la Tua presenza ha gratificato quanti lavorano umili e silenziosi, per la nostra comunità. Grazie anche se non ho azzeccato la cartella giusta per la tombola. Ora sei tornato nuovamente, uomo Dio, nella Tua piccola casa sopra l’altare e là ci aspetti. Di tutto grazie, Signore.

L’Euro di Casi R. e C.

L’Italia è un grande popolo di navigatori, scienziati, poeti, ricercatori, pittori e architetti di fama mondiale, nessun li eguaglia, non c’è niente da fare.

Bisogna farne certo parte ci sentivam dire e ci hanno tassato senza il nostro parere, un valore di cambio le hanno attribuito ma or ben lontani siam dallo stabilito,

I nostri monumenti, le chiese, i musei son le mete più ambite dei turisti stranieri. Abbiamo scoperto l’America e quel che è brutto ha sorpassato il maestro, ci ha superato in tutto,

l’han chiamato “EURO” e cala continuamente, ha indignato gli anziani e tanta altra gente. Vendiam molti prodotti, ci danno lavoro E con pochi spiccioli diventano loro.

escludiam però in arte e in “Alti Pensanti” che in quanto a trovate non ve ne son altri ed un’unica moneta hanno studiato, circolerà in Europa, grande mercato.

Quando andiam noi da loro a comprare, in Dollari solo dobbiamo pagare, dovremo quindi effettuare il cambio ed ecco per noi arrivare il danno.

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EURO Ci siamo: mancano ormai pochi mesi, dopodiché dovremo dire addio per sempre alla nostra vecchia lira. A partire dal 1° gennaio 2002 l’Euro prenderà il suo posto sui nostri portafogli, ed il cambiamento sarà per tutti certamente drastico e non privo di confusione. Sono 15 le stamperie impegnate nella produzione delle nuove banconote, mentre per quanto riguarda il conio delle monete, sono all’opera i singoli Governi nazionali. Il peso complessivo dei 50 miliardi di monete prodotte è di 239.000 tonnellate: 5 navi della stazza del Titanic! Il tempo avanza inesorabile: la transizione all’Euro fisico che per molto tempo è sembrata quasi per definizione “lontana”, è ormai solo questione di settimane. Tra poco ci troveremo tutti a “fare i conti” con resti in centesimi e calcoli cervellotici. Al fine di favorire il passaggio all’Euro in maniera rapida e non traumatica per soci e clienti, la Banca di Anghiari e Stia ha promosso alcune iniziative molto interessanti, nell’ottica di offrire strumenti di pagamento per far fronte ad ogni tipo di spesa senza usare denaro contante. La Carta di Credito Cooperativo, pratica e sicura, permette di colmare pienamente ai disagi che l’arrivo della moneta unica può portare al cittadino, rendendo possibile, attraverso la sua ampia versatilità, l’effettuazione delle più svariate tipologie di pagamenti. I vantaggi che l’utilizzo della Carta può offrire sono innumerevoli: un’ampia libertà di scelta - potendo optare per il pagamento degli acquisti in modo tradizionale, cioè a saldo, oppure rateale - la massima funzionalità - potendo la stessa essere utilizzata anche come bancomat. I disagi della transizione all’Euro saranno evitabili con un più ampio utilizzo della “moneta di plastica”, come comunemente vengono definite le tessere magnetiche che permettono transazioni finanziarie in via elettronica.

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Da Tavernelle Notizie dal G.S. Tavernelle

La mia Testimonianza del Campeggio Apro volentieri una parentesi per raccontare qualcosa del Campeggio estivo che si è svolto in luglio a Monte Nerone, per i ragazzi delle medie. Un Campeggio che sembrava fosse partito male, poche iscrizioni e poco entusiasmo, quanto basta per partire demotivati e non carichi di energie. Poi, Qualcuno ha a fatto il resto, (e non è un errore di stampa aver scritto Qualcuno con la Q maiuscola) infatti è accaduto il contrario. Al momento di tirare le somme, ovvero durante l’incontro conclusivo del Campeggio è venuto fuori, dagli stessi ragazzi, che l’esperienza è riuscita al di là di ogni previsione, lasciandoci tutti, quindi, a bocca aperta. Vale la pena ricordare, per renderne testimonianza, di alcuni semplici fatti accaduti nel corso della settimana. È bello vedere innanzitutto che è viva anche la Comunità Giovanile di Viaio, con tre suoi esponenti presenti tra di noi per la prima volta. È bello che anche dei ragazzi delle superiori condividano l’esperienza dei loro amici più piccoli. Così come è bello vedere che molti non si sottraggono a dovere affrontare una faticosa camminata di ritorno mentre ci sarebbe il pulmino pronto, solo per passare ancora qualche bel momento insieme. È bello sentirsi dire che la sera non c’è più voce perché il giorno abbiamo cantato troppo: è segno che ognuno ha dato il massimo di sé. E lascia poi a bocca aperta l’incontro dell’amico Sergio Casini che durante un incontro con i ragazzi, racconta semplicemente la propria esperienza cristiana. Una bella settimana, quindi, vissuta nella splendida cornice montana di Monte Nerone, ricca di passeggiate (anche faticose), incontri, giochi, preghiera e tanta gioia di stare insieme. Non ci dimentichiamo poi dello scherzo subito da Juan Carlos ed alcuni ragazzi rimasti indietro durante una camminata, che hanno trovato un cartello stradale girato dalla parte opposta … (in fondo era uno scherzo da prete!) Comunque vorrei concludere con la frase che un ragazzo ha detto durante l’incontro conclusivo del campeggio, che risuona come un appello agli altri: “ragazzi, ritornando a casa non ci perdiamo, non lasciamo andare via quello che abbiamo vissuto quassù, è stato troppo bello…” una affermazione che mi ha colpito, e credo anche a tanti altri, ricordandomi del momento di silenzio che questa frase ha suscitato, un silenzio tipico di chi deve scrivere qualcosa nel suo cuore.

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foto A. Bivignani

Prosegue l’attività estiva del Gruppo Sportivo di Tavernelle. In luglio si svolge l’ormai consueto Torneo di calcio a 8 in notturna. Venerdì 27 luglio si è svolta la Finalissima tra il G.S. Tavernelle e la squadra “Quelli che il Barreo” di Anghiari. Con il risultato finale di 3 a 2 il G.S. Tavernelle ha vinto il 18° Trofeo I.T.M. e “Quelli che il Barreo” si sono classificati al 2° posto. Da ricordare anche le due terze squadre classificate: “Autoscuola Tiberina” e “Luigi Giubilei Hair Studio - S. Leo” ed infine anche il calciatore che si è portato a casa il trofeo di Capo Cannoniere: Del Vecchio Riccardo. Nel corso della serata sono poi stati estratti i biglietti della lotteria organizzata nell’ambito del Torneo. Finito il Torneo, che è l’impegno più grosso del Gruppo, finisce un po’ anche la stagione degli impegni: iniziano le ferie e il paese si spopola. Comunque già in settembre il campo sportivo è di nuovo al lavoro, visto che molte squadre di Anghiari devono venire ad allenarsi a Tavernelle, causa i lavori nello stadio di Anghiari. Chissà che non sia una occasione per studiare qualche miglioramento strutturale al campo Sportivo. Ricordiamo infine che è stata messa a verbale l’avvenuta intestazione del Campo Sportivo a Danilo Natalini. La piccola cerimonia svolta al Campo domenica 24 giugno u.s. ha avuto infatti una valenza di Assemblea Generale Straordinaria dei Soci che, avvertiti tutti tramite lettera, hanno tacitamente approvato all’unanimità la proposta del Consiglio Direttivo di intestare il Campo Sportivo a Danilo Natalini. Le firme sul registro dei verbali testimonieranno la volontà di ricordare per sempre l’amico Danilo nel G.S. Tavernelle.

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani


foto P. Giuliattini

La Battitura a Tavernelle Nel caldo ed afoso pomeriggio di domenica 29 luglio, si sente un rumore strano, in lontananza, e tutti si domandano cosa è. È la sirena che annuncia l’inizio dei lavori alla Battitura di Tavernelle. Sulle prime ore del pomeriggio si muovono già gli operai: chi ad imboccare il grano, chi al pagliaio, e chi al “mazzacavallo”. Comunque il gran caldo non fa passare la voglia di divertirsi e ogni tanto non disdice un giro nel gioco della bigoncia, dove spesso il pretesto del gioco si trasforma nella scusa di rinfrescarsi dalla testa ai piedi. E anche tanta gente che fin dalle prime ore del pomeriggio accorre a vedere questa simpatica iniziativa. Poi risuona la sirena: pausa. Tutti gli operai si siedono all’ombra per riposarsi mentre alcune ragazze (rigorosamente con grembiule bianco) portano acqua e vino per tutti. Poi di nuovo la sirena ricorda che il lavoro non è ancora finito. Fatto ripartire il bel “Landini Testa Calda” si riprendono i lavori. Verso sera il barcone di grano è ormai finito, il pagliaio ha raggiunto quasi la cima del “mitulo” e il mazzacavallo è ormai messo a riposo fino al prossimo anno. E come dalla buona tradizione contadina non manca di certo la cena a base di oca: tagliatelle con sugo d’oca ed oca al forno. Tutti gli ingredienti, quindi, per la buona riuscita della manifestazione, che oramai possiamo anche definire rievocazione, considerato che appartiene al “secolo scorso”. Ringraziamenti quindi alla squadra del Cinghiale di Tavernelle che ogni anno si adopera per rievocare la Battitura del Grano all’antica maniera contadina, insieme con l’augurio che questa idea continui sempre, e sempre con più persone.

Il coro di Tavernelle – Anghiari che anima la Celebrazione Eucaristica al campo sportivo di Tavernelle in occasione della Festa della famiglia. 24 giugno 2001.

NOTIZIE DAL CORO Sono ripresi a gran ritmo i lavori con il Coro Parrocchiale. Appena finita la pausa estiva, subito l’impegno con le prime comunioni e la festa parrocchiale a S. Stefano, la mattina del 2 settembre, mentre il pomeriggio siamo andati a Pieve di Sovara, invitati da don Romano, per animare la Messa celebrata dal Vicario Generale per la festa della Madonna. E già altri impegni si inseriscono nell’agenda; a fine settembre una Messa per la professione religiosa dell’amica Antonella, nel Cenacolo di Montauto. E poi siamo già in vista del Natale. Già tanto lavoro si pone davanti e, a Dio piacendo, saremo lieti di farlo. Grazie a Cesare, alla Norma, a Walter e a tutti i ragazzi che condividono con noi questa bellissima esperienza.

foto La Letta Giovanni

foto Alessandro Bivignani

Due momenti della battitura a Tavernelle. Da notare il mazzacavallo, lo strano strumento montato su un cavalletto che serviva per portare la paglia sopra il pagliaio. Veniva manovrato da due o tre persone e grazie alla lunga leva riusciva a portare il carico anche molto in alto.

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Notizie su Tommaso Becket di Athos Camaiti Ad Anghiari sono in piena attività i lavori per la ristrutturazione della chiesa di Sant’Agostino e mi auguro anche per riportare alla luce la cappella dedicata a S. Antonio Abate che Lorenzo Taglieschi nelle sue memorie descrive. Del Taglieschi conoscevo solo alcuni brani riportati nell’ “Oratorio”. Ancora non erano state stampate le “Memorie della Terra di Anghiari” (1991), tradotte dal linguaggio seicentesco dell’autore ad una dizione oggi più comprensibile da volenterosi ragazzi anghiaresi ai quali però, debbo dirlo, è mancata una buona guida e una revisione seria ed accurata su quanto riportato, evitando molti grossolani errori, poi dati alle stampe. Dal mensile del nostro Vicariato appresi che si doveva all’arcivescovo Tommaso Becket, primate della Chiesa d’Inghilterra, fuggiasco da Chanterbury per contrasti sorti con Enrico II re di quella nazione, la costituzione di un primo cenobio. Angelo Ascani, sacerdote di Città di Castello, nel suo volume su “Anghiari” (1973), scrisse ben 10 pagine di questa sua opera per confutare quanto riportato dal Taglieschi. Ero molto attratto dai libri dell’Ascani, del quale ho letto la maggior parte degli scritti storici. Mi convinse che il Taglieschi aveva raccontato molte frottole e che il Becket inoltre mai era stato in Italia. Passa del tempo e mi capita di leggere “Esercizi di pietà per tutti i giorni dell’anno” del francese Padre Giovanni Croiset, stampato in Venezia nel 1773, che al 29 dicembre espone la vita di S. Tommaso Becket arcivescovo di Chanterbury martire, in questi termini: Nato a Londra il 21 dicembre 1117. A Parigi studiò legge. Fu poi al servizio di Teobaldo arcivescovo di Chanterbury che, conosciutolo per il suo talento, lo impegnò nei maggiori affari della sua diocesi. Lo mandò a Roma per interessi molto delicati che egli portò a buon fine. L’arcivescovo, conoscendo maggiormente ogni giorno i meriti del suo soprintendente, lo impegnò negli ordini Sacri e lo fece Diacono. I suoi meriti giunsero anche alla corte di Enrico II che volle giudicare e conoscere un talento così straordinario. Il re trovò Tommaso superiore alla sua fama, tanto che lo volle quale suo cancelliere. Il Croiset continua la narrazione indicando solo la data di nascita e della morte ma l’affermazione che fu mandato a Roma è stato uno stimolo per fare delle ricerche. L’ “Enciclopedia Universo” della De Agostini riporta: Studiò diritto a Bologna e nel 1154 fu eletto cancelliere da Enrico II d’Inghilterra, carica che lascerà dopo la nomina di Arcivescovo di Chanterbury. Nella sua qualità di Primate d’Inghilterra. Si oppose all’esecuzione degli Statuti di Clarendon (1164), voluti dal re e votati da un’Assemblea che privava il Clero del privi-

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legio del foro ecclesiastico, attribuivano al fisco regio alcune rendite ecclesiastiche e limitavano le libertà dei vescovi, per cui dovette esulare in Francia. Leggere che aveva studiato diritto a Bologna fu altra sorpresa. In estate, a Cortina per un breve soggiorno, ad una mostra di libri, posai lo sguardo su un volume scritto da Giovanni di Salisbury: “Anselmo e Becket – Due vite” (ed. Jaca Book 1990). Il libro era stato scritto da colui che fu segretario dello stesso Becket. Anche qui nessuna data ma è corredato da numerose note e una cronistoria redatta da Inos Biffi che in buona parte riporto: Nasce probabilmente il 21 dicembre 1120 (il Croiset indica 1117). A dieci anni venne affidato alla guida di Roberto priore dei Canonici Agostiniani di Merton (Surrey), fu successivamente alle secondarie di Londra. Sui 16 anni frequentò le scuole di Parigi (Università, probabilmente dal 1135/36 al 1140 circa). In quegli anni studiava a Parigi Giovani di Salisbury (dal 1136 al 1147) ed ebbero come maestro Abelardo, non dice se qui conobbe il Becket. Tommaso rientrò a Londra per la madre morente dopo il 21 dicembre 1141. Ancora studente a Merton, aveva conosciuto Richero di Laighe un ricco cavaliere, possessore di feudi che lo introdusse alla caccia e all’uso delle armi, entrando in relazione con la società anglonormanna del più alto livello. Nel 1142 e parte del 1143 è al servizio di Osberno, ricco proprietario, quale contabile. Oltre la metà del 1143 Tommaso entra alla corte di Teobaldo, arcivescovo di Chanterbury dal


1139, su invito di un “minister” della casa dell’arcivescovo. Nello stesso anno per missioni importanti è inviato presso la Curia Pontificia, dove incontrò papa Celestino II (29 agosto 1143 - marzo 1144). Nel 1148, Giovanni di Salisbury (autore delle vite), rientrato da Parigi (1147) fu “Chierico di Pietro di Celle, abate Cluniacense di S. Remy. Dietro raccomandazione di S. Bernardo entrò alla corte di Teobaldo. Nel mese di marzo il Becket partecipa con l’arcivescovo Teobaldo al Concilio di Reims.

contro gli appartenenti alla Chiesa che non vi si opponevano. In luglio Assemblea di Stato a Woodstock, il Becket vi si reca per fare omaggio al re. Durante la discussione Tommaso fa alcune contestazioni. Fu il primo scontro con il re. In ottobre, Alessandro III si stabilisce a Sens con la Curia. Il 7 ottobre, Assemblea a Westminster. Giovanni di Salisbury è inviato in esilio, privando il Becket di un prezioso consigliere, e ingiunzione a Tommaso di restituire alla corona tutto ciò che deteneva come Cancelliere (feudi e castelli). Fu stabilito un altro incontro per presentare le leggi volute dal regno.

1151 Il Becket è studente a Bologna per acquistare competenza nel diritto civile e canonico e ad Auxerre (secondo l’Aubé pag. 162) con i benefici assegnatigli da Chanterbury che gli permisero il soggiorno in queste scuole di diritto. 1154 Il 10 ottobre è nominato arcidiacono di Chanterbury. Il 19 dicembre, a 21 anni, Enrico II è re d’Inghilterra. 1155 Il Becket è nominato cancelliere d’Inghilterra, forse dal dicembre 1154, sicuramente dal gennaio 1155. 1156 Il 18 giugno in Roma, Federico I (il Barbarossa) da Adriano IV è incoronato imperatore. 1159 Il 7 settembre viene eletto papa Alessandro III il quale per la pretesa dell’imperatore di sovrapporsi come arbitro e giudice alla S. Sede, reagì con fermezza provocandone attrito. 1160 Il Barbarossa elegge l’antipapa Vittore IV che sarà riconosciuto dal Concilio di Pavia. 1161 Muore il 18 aprile Teobaldo arcivescovo di Chanterbury. Giovanni di Salisburgo entra nella segreteria del Becket. 1162 Il Barbarossa distrugge Milano. Alessandro III lascia Roma e si rifugia a fine gennaio a Montpelier, in Francia. Il 27 maggio a Westminster il Becket è eletto Arcivescovo di Chanterbury con il consenso di Enrico II. Il 2 giugno è ordinato prete. Il 7 giugno è ordinato Vescovo. Il 10 agosto il Becket riceve il Pallio che Alessandro III gli invia. Verso la fine dell’anno 1162, Tommaso rinunzia alla carica di Cancelliere suscitando stupore e viva reazione del re. Luigi VII re di Francia riconosce Alessandro III quale legittimo papa. 1163 Il Becket, il 21 maggio, si reca al Concilio di Tours, presieduto dal papa. Nel Concilio vennero pronunziati anatemi contro gli usurpatori dei beni della Chiesa e Una veduta del complesso di Sant'Agostino in un disegno di Falasconi. Nell'altra pagina il martirio di San Tommaso Becket. Nel prossimo numero, proseguirà la documentazione di Athos Camaiti con le possibili ipotesi.

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1164 Il 13 gennaio a Clarendon assemblea per discutere le 16 costituzioni volute dalla Corona. Il Becket ed altri vescovi fecero qualche rimostranza ma poi timorosi promisero di osservarle con coscienza. Quando furono consegnati i verbali della riunione al Becket egli rifiutò di opporvi il proprio sigillo per gli articoli contrari agli interessi della Chiesa e della sua libertà. Il re pretendeva la conferma di quanto l’Assemblea del 13 gennaio aveva stabilito e una pubblica riparazione all’offesa subita. Tommaso restò fermo nei suoi propositi. L’8 ottobre in una riunione a Northampton, fu accusato di tradimento, condannato e i suoi beni confiscati. Il Becket vedendosi isolato dalla maggior parte dei vescovi e temendo per la sua vita, il 13 ottobre, con l’aiuto di un “fratello” decise la fuga. Vagò per 16 giorni in incognito, raggiunto il porto di Sandwich e non potendo disporre di natanti più grandi, mancando il lasciapassare fu trasportato da due sacerdoti nelle Fiandre su una fragile barchetta il 2 novembre. Il 7 novembre, dopo varie peripezie, raggiunse l’abbazia di S. Bertin a Saint Omer dove sostò. A Soisson fu ricevuto da Luigi VII re di Francia, ottenendo l’offerta della sua ospitalità. Recatosi poi da papa Alessandro III a Sens, fu ricevuto con onore. Egli rimise la sua carica di arcivescovo, ma il papa riaffermò la validità della sua elezione e la pienezza dei suoi diritti e dei suoi poteri affidandolo momentaneamente al monastero di Pontigny, dove giunge il 30 novembre. Il 24 dicembre gli emissari di Enrico II, inviati in Francia per far deporre il Becket e farlo estradare, riferiscono al re il fallimento della loro missione presso il papa e il re di Francia.


Un ponte dimenticato di Walter Del Sere

Qualche tempo fa un quotidiano locale ha pubblicato la lettera-denuncia di Paolo Gaggiottini relativa alla grave situazione in cui si trova il ponte romano a due arcate situato nella piana del torrente Sovara nel Comune di Anghiari. La nota proseguiva denunciando che il ponte è praticamente sommerso da sterpaglie ed addirittura c’è cresciuto un albero nel mezzo. Purtroppo è tutto vero. Già alcuni mesi fa Tevere TV, nel corso della terza puntata di “Cosa succede in città”, si occupò di questa situazione denunciando l’incuria e l’abbandono nel quale versa il ponte romano. Da allora silenzio assoluto fino alla lettera che fa tornare d’attualità la questione. È vero che il campo dove si trova il ponte è proprietà privata. Ma è pur vero che Primetto del Castello di Sorci è da anni che chiede di comprare o almeno affittare quell’appezzamento di terreno dove insiste il ponte romano che rappresenterebbe una vera e propria attrazione turistica in più per la valle cosiddetta museo. Di questo passo la valle rimane ma le vestigia del passato scompaiono. A meno che qualcuno non faccia qualcosa. Non è mai troppo tardi.

PENSIERI SUL G8 Io non sono molto favorevole alla riunione dei leader politici delle più potenti nazioni del mondo. Credo che sia solo un tradizionale raduno politico che in sostanza non cambia nulla. Non capisco il comportamento dei giovani della nostra età, o quasi, che invece di protestare civilmente, (qualcuno lo ha fatto) hanno devastato la città di Genova. Comprendo pienamente quel carabiniere che in preda al panico e al terrore ha sparato e accidentalmente ha ucciso un ragazzo. Giulio Camaiti Io credo nell’utilità del G8. Mentre fuori i giovani protestavano, i leader stavano discutendo proprio su quelle cose. Per quanto riguarda i disordini credo che anche i cosiddetti “Pacifisti” si sono comportati incivilmente. Stefano Sassolini Io sono del tutto sfavorevole al G8 sia dal punto di vista politico che da quello della sicurezza. Non è giusto che una città come Genova venga devastata in questo modo. Cesare Ganganelli

Offerte estive Questo è l’elenco delle offerte pervenute e che vengono segnalate un po’ in ritardo complici le vacanze estive. Un ringraziamento a tutti i nostri lettori, a Donatella Gennaioli che ricorda il padre Pier Vittorio e a Ottobri Giovanna di Calenzano che da ora riceverà il nostro giornale.

Alessandrini Luigi Baggi Giandomenico, Tavernelle Baglioni Egisto Camaiti Francesco, Pieve S. Stefano Cangi Ottavio, Badia Chieli Luciana, Milano Cipriani Gino, Palazzo Sabino Cristini Gianrico Del Barba Angiolo, Motina Del Furia Salvi Tina, Sansepolcro Dragoni Fabio Francini Lilia (Marisa), Roma Gallai Gianfranco, Staggiano Gattari Pietro, Bucacce Gentili Laura, Arezzo Giannini Fabrizia Gigli Fabiano, Campo fiera Giorni Eugenio, Firenze Giorni Franco, Tavernelle Giorni Roberto Giovacchini Renata Guadagni Eugenio, Tavernelle Guiducci Giuseppe, Bagnolo Tavernelle Giorni don Bruno, Sansepolcro Inghirami Elisa La Letta, Tavernelle Lazzeri Lucia, Tofanicchio Leonardi Carla, Casalboni Torre Pedrera Luzzi Dante, Viaio Maranesi Liliana, Roma

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Mariani Renato, Bagnolo Tavernelle Matteucci Enzo, Motina Maurizi Federico, Motina Mearini Mario, Bergamino Monini Luigi, Le cascine Morosi don Vittorio, Sarsina Nardi Tiziana, Infrantoio Nespoli Gilda Olandesi Fernando Ottobri Giovanna, Calenzano Paci Zucca Silvia, Il Sasso Pacini Margherita, Tavernelle Panichi Fabio Papini Benedetto Pierantoni Baldi Silvana Procelli Roberta Redenti Massimo, Giardinella Riccardi Donatella Romiti Dina Rossi Maria Ruggeri don Arialdo, Ca’ Raffaello Ruggeri Igildo Salvi Renata, Infrantoio Sassolini Francesco, Valdimonte Sangiustino Sassolini Giuseppe, Sansepolcro Sbragi Leonardi Bruna, Infrantoio Valbonetti Franca, Maccarino Zanchi Antonio Zanchi Moreno


Lo Scucco di Mario Del Pia

Scucco, questo il nome che i familiari di Elvio Papini hanno messo al primo posto nell’annunciare la sua morte. Sì, anche perché era questo il nome (e a volte l’unico) con cui tutti gli anghiaresi lo conoscevano. Ognuno di noi probabilmente ha da raccontare un aneddoto simpatico che lo riguarda. La sua presenza alle edizioni della Scampanata dopo il 1980 hanno costituito quel qualcosa in più per questa festa esclusivamente anghiarese. Io lo Elvio Papini, Lo Scucco, alle prese con un condannato in occasione della Scampanata del 1980 ricordo quando, sotto le finestre di “Brodino”, in Piazzola, preso clamorosamente a letto e che non ne voleva saperne di montare sul carretto, lo richiamava al dovere di ogni socio coscienzioso della scampanata con motti spassosi ed epiteti azzeccatissimi. Ha voluto che il suo funerale avvenisse di mattina presto. La giustificazione, naturalmente in parte scherzosa, era che arrivando presto avrebbe dato modo a quelli di “lassù” di preparare qualcosa da mangiare. Se fosse arrivato all’ultimo momento avrebbe potuto metterli in difficoltà. Questo episodio me ne ha fatto ricordare un altro che riguarda una simpatica anghiarese l’Esterina, la moglie di “Paiolo”. Anche lei volle che il suo funerale fosse fatto al mattino presto. Così, diceva, faccio in tempo a fare qualche conoscenza. Se arrivo alla sera non faccio in tempo a conoscere nessuno. Questi episodi ci danno la misura della simpatia di queste persone e del nostro amico Elvio in particolare.

Al caro amico Scucco di Armando Zanchi

Vecchi Anghiaresi di stampo nostrano sempre il sorriso ma non di quello amaro

I nostri pegni di figli di Anghiari la Scampanata con Elvio sempre a i vari

Mio caro Elvio che l’amicizia per tanti anni à noi legato

Sponde celeste lassù tra il creato possa almeno lì tu vivere beato

Le tue battute sempre apprezzate tra le giornate tante spaesate

Ora di te avremo solo il silenzio ma di lassù darai il tuo assenso

Ora ti perdo dal posto tuo sfrattato quei tanti anni che insieme a te ò passato

Noi siamo qui in attesa del giudizio aperta è la fonte e l’acqua a precipizio

Quanti ricordi di nostre avventure tra quelle felici e quelle tante dure

Gli Anghiaresi a ‘sto figlio prediletto dentro la chiesa portarono il loro affetto

Morte crudele trasportata dalle onde mio caro Elvio passato ad altre sponde

Tra i tanti amici che mi sono stati cari tu caro Scucco con sentimenti pari

Anche i tuoi figli ora debbo abbracciare perché tra di noi è modo famigliare

Le tue battaglie con l’ultima perduta ma l’ultima pietra non è ancora caduta:

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Balli, orchestre e complessi, luoghi e tempi del ballo, costumi ed usanze in Anghiari dall’inizio del ‘900 ai nostri giorni di Flavio Mercati

V parte foto Studio F10

AGLE Quasi contemporanea alla ODPAR fu l’orchestra AGLE, costituitasi nel 1946. Il nome deriva dalle iniziali dei componenti che erano: A Alipio Carria, tromba; G Giovan Battista Leonardi, Bistina, batteria; L Laurino Veri, violino; E Evandro Franceschini, fisarmonica. Successivamente si aggiunse Sergio Polverini con il sax e la sigla divenne AGLES che fu quella definitiva. Nel 1947 ad Alipio Carria, subentrò alla tromba, Ilario Misuri e nel 1949 Evandro Franceschini fu sostituito da Fernando Chialli che, in seguito, per poco, mancò di essere assunto alla RAI. Il complesso aveva anche dei cantanti; anche questi locali: le sorelle Assuntina e Marlene Procelli, Saura Cambi e Nello Senesi, detto Idea. Questa orchestra suonava soprattutto alla Stazione di Anghiari, in un locale appositamente costruito per il ballo da Arnaldo Chieli: si trovava, ma si trova ancora, anche se trasformato, all’angolo fra via dell’Infrantoio e il viale Martiri Antifascisti (detto anche comunemente viale della Stazione). Il complesso suonava anche a San Leo di Anghiari, ai Badiali, fra Lama e Città di Castello, a Sestino e alla Pineta nei pomeriggi domenicali estivi. Il luogo la “Pineta”, come è noto, si trova su in cima al colle di Anghiari, all’angolo dell’incrocio fra Via Nova e la via per il Carmine. D’estate era ed è un posto ameno, ci sono i pini che danno ombra, frescura e ossigeno all’aria. Quasi sempre vi spira una leggera brezzolina che viene su dalla pianura e che offre ulteriore ristoro. C’è anche una bella visione panoramica sul paese sottostante e sulla Valtiberina, luogo ideale quindi per passarvi gli afosi pomeriggi estivi e magari divertirsi ballando. Forse è questo che deve aver pensato il signor Renzo Masi quando, nel 1946, vi creò una sala da ballo all’aperto. Da allora, per molti anni, sarà luogo di ritrovo e di divertimento preferito, nelle domeniche d’estate, dalla gioventù d’Anghiari e anche di fuori. La AGLES si sciolse nei primi anni ’50. Il locale della Stazione, dove suonava in prevalenza, prima fu utilizzato come magazzino da Gastone Corsi per la sua attività poi, ampliato, fu trasformato in officina meccanica sovrastata da una abitazione agli inizi degli anni ’60. Per intenderci meglio era l’edificio dove un tempo abitava e lavorava Cipriano Comanducci con il fratello Piero e abitato ora da quest’ultimo con la famiglia.

ARMONI Si esibiva più che altro fuori Comune, costituita da: Fabio Gigli, violino e sax tenore; Leonardo Del Furia, sassofono contralto; Assunto Santi, tromba;

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Aldo Lucertini, trombone; Bruno Mangoni (ha suonato anche all’estero), pianoforte; Werther Canicchi, batteria, sarà sostituito poi da Siro Polverini; Alfredo Fornacini, contrabbasso; Assuntina e Marlene Procelli, cantanti.

ARISTON Scioltasi la AGLES, si costituì subito una nuova orchestra da ballo: la ARISTON che durò dal ’50 al ’60 circa. La componevano: Leonardo Del Furia, al sassofono; Siro Polverini, alla batteria; Marco Minelli, alla tromba; Valdiro Cherici, alla fisarmonica. Si esibiva alla Pineta, dall’Ottavia alla Stazione, ai Renicci, in un locale dell’ex campo di concentramento e a Ville Monterchi.

Errata corrige Nel numero scorso abbiamo parlato della fabbrica di fisarmoniche Scandalli di Camerino ma che in realtà è di Camerano. A proposito di un componenti dell'orchestra ODPAR, Gino Boncompagni, è stato scritto che il suo vero nome era Nisiano. Il vero nome in effetti era Misiano. Ci scusiamo con i parenti, con quanti lo conobbero e con i nostri lettori. Precisazione : Sempre nel numero precedente è stato scritto che il maestro Vito Carlotti svolse l'attività di maestro di musica ad Anghiari dall'anno 1910 agli anni 30, per l'esattezza sino al 1932.


STAR

Gli SQUALI

Di lì a qualche anno, nel 1955/56, nacque un nuovo complesso, eccone i componenti: Marco Minelli (che evidentemente aveva lasciato la ARISTON), trombone a tiro o coulisse; Eugenio Ricceri, tromba; Gino Brondoli, batterista; Pasquale Leonardi, violino; Valentino Giornelli, fisarmonica; Rosina Presenti, cantante. Suonavano dall’Ottavia, dentro e sul terrazzone (in estate). Anche questo complesso durò sino agli anni ’60.

Questo complesso si costituì negli anni 63/64, ne facevano parte: Francesco Cortelazzi, chitarra e cantante; Luciano Cortelazzi, sassofono; Paolo Cesarini, tastiera; Saverio Elisei, basso; Piero Dori, batteria. Era un complesso fra i primi in Toscana, parteciparono anche a diversi concorsi a livello interregionale arrivando spesso fra i primi. Suonavano sia musica moderna che revival. Nel 1965 parteciparono, alla Piscina di Sansepolcro, alla serata in cui si esibirono anche, per circa un’ora, Adriano Celentano e Claudia Mori con il loro complesso, i Ribelli. Poi, per la gran parte della serata, si esibirono loro. Dicono che in quell’occasione fossero particolarmente ispirati. Hanno accompagnato anche, fra gli altri, Lara Saint Paule (che allora si chiamava Tania) e Nilla Pizzi. Suonavano soprattutto al mare, ma hanno suonato anche alla “Pineta” di Anghiari. Il complesso si sciolse intorno agli anni 72/73.

foto Studio F10

L'originaria formazione dei Vulcani. Da sinistra: Giuliano Venturini, chitarra; Bruno Meoni, batteria; Pietro Mercati, chitarra; Fabio Meozzi, chitarra basso.

I VULCANI Era così composta: Leonardo Del Furia, sassofono contralto; Leonardo Pigolotti, pianola e fisarmonica; Bruno Meoni, batteria; Giuliano Venturini, basso; Pietro Mercati chitarra; Dino Cangi, cantante. Hanno suonato soprattutto nei paesi limitrofi: Caprese Michelangelo, Montalone, Piobbico, Trestina, ecc., nel periodo anni ’60 fino al 70/71.

foto emmedipì

Ancora l'ODPAR Un'altra edizione dell'orchestra ODPAR, posteriore a quella, la cui foto è stata pubblicata precedentemente. La foto fu scattata quando tale orchestra inaugurò il locale da ballo denominato "Pozzo di Piero", di Sansepolcro, nel 1950. I componenti erano, partendo da sinistra nella foto: - Anacleto Pernici, sax tenore; - Alfredo Fornacini, contrabbasso a corda; - Gino Guadagni (Caponero), sax contralto; - Umberto Del Sere (Gnasino), batteria; - Ascanio Besi (di Sansepolcro), violino; - Fabio Gigli, violino; - Fausto Polverini, tromba; - Giocondo Marconi, fisarmonica; - Aldo Lucertini, trombone a tiro.

Gli Squali in un manifesto d'epoca. Componenti, da sinistra: Saverio Elisei, basso; Luciano Cortelazzi, sassofono; Paolo Cesarini, tastiera; Piero Dori, batteria; Francesco Cortelazzi, chitarra e cantante.

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continua


Fatti di casa nostra ovvero la pagina di Walter Del Sere

Si alza il sipario al Poggiolino Quando il campano scocca le 8 e mezza, all’Osteria del Poggiolino i 130 ospiti aspettano i crostini mentre Ermindo e Beppe intrattengono con il pianobar. Ma Liberto, l’anarchico del paese, non ci sta e vuole fare un monumento al repubblicano Giuseppe Ghignoni mentre le comari Marta e Novella spettegolano dalle finestre con la nonna Lea in attesa che la Cecilia, moglie dell’oste, partorisca il primogenito. Nel frattempo arrivano nella piazzetta gli altri personaggi: dai giovani figli di Liberto che portano i nomi simbolici di Anteo e Carrara (lui giovane manager rampante, lei contestatrice reduce dalla manifestazione di Genova contro il G 8), alla levatrice Elena, dalla popolana Lunilde a Stefania, addetta al censimento della popolazione. Ecco poi Spoletta, compagno di Liberto, e poco dopo entra lo Zi Nello che va ad accomodarsi sul suo seggiolone. Salutando e benedicendo arriva Don Brusiglio, seguito dal cocomeraio Gino di Monterchi che porta con se il “Citto de nessuno” Alberto Marconcini. Fra una portata e l’altra, come di consueto, vengono fuori i piccoli e grandi drammi di paese accompagnati dalle canzoni toscane. Questa, molto schematicamente, è stata Tovaglia a Quadri, la fortunata manifestazione di teatro fra i tavoli che si è tenuta al Poggiolino per 9 serate consecutive. In 6 anni l’originale formula messa in piedi da Pro Loco e Teatro di Anghiari ha oltrepassato i confini aretini per collocarsi tra le manifestazioni estive più significative della Toscana. Quest’anno la tradizionale cena toscana era condita da “Sudiciume”, la storia di amore e di anarchia scritta da Paolo Pennacchini e Andrea Merendelli. Una bella fetta di merito nell’economia di Tovaglia a Quadri, oltre alla centralità della “storia”, è da riservare alla meticolosa organizzazione generale della Pro Loco ed alle ottime pietanze servite da Sergino il cuoco sopraffino: dai crostini neri toscani a quelli con la fetta di lardo, dai bringoli al sugo finto al pollo alla cacciatora coi sedani rifatti, per concludere con torcolo e cantuccini. La serafica visione della vita di Alberto e del Bucciantini non ha fatto mancare i colpi di scena finali, anche fuori copione, ma tutto è andato per il meglio compresa la cena finale di attori, camerieri ed abitanti del Poggiolino. Nel corso della festa conclusiva il piatto forte è stato lo “show” del duo Andrea e Penna, che si sono esibiti in esilaranti imitazioni tratte da dietro le quinte di Tovaglia a Quadri. Poco riuscita l’imitazione di Pinocchio ma….nessuno è perfetto.

Un set per la Battaglia di Anghiari? Mancava solo lui, Leonardo, al piacevole incontro che si è tenuto al Teatro di Anghiari nel pomeriggio di sabato 28 luglio. Quasi tre ore di aneddoti, citazioni e riflessioni su “La Battaglia di Anghiari nella regia di Leonardo” che hanno tenute incollate ai loro posti 200 persone “rapite” da questa arguta “veglia” fra amici che disquisivano su un conoscente, un amico, di nome Leonardo da Vinci. Accanto al Prof. Carlo Pedretti, nella inedita veste di animatore e conduttore, c’erano Piero Angela, il Direttore del settimanale “Oggi” Salvatore Giannella, Franco Polcri, Antonio Lanza, Carlo Starnazzi e Gigetta Dalli Regoli. Dagli ospiti è venuta forte la proposta di istituire ad Anghiari un centro di documentazione sulla Battaglia: una sorta di “covo” dove ricercatori e giornalisti, studiosi e chiunque ne abbia interesse, possa approfondire e trovare tutto quello che nei secoli è stato prodotto sull’evento guerresco e il capolavoro scomparso di Leonardo da Vinci. Ma la notizia più clamorosa è stata quella annunciata da Pedretti quando ha affermato che 3 registi del calibro di Steven Spielberg, Dennis Hopper e Francis Ford Coppola stanno inseguendo un progetto cinematografico su Leonardo. “Dagli ultimi ragguagli che ho da Los Angeles-ha detto il famoso leonardista- “so che Coppola è il più determinato a girare un film sul Genio del Rinascimento. Andrò a trovarlo e gli proporrò di venire presto in Valtiberina a dare un’occhiata al territorio per “girare” proprio qui le sequenze sulla Battaglia d’Anghiari”. Le parole di Pedretti trovano fondamento sulla notizia che Coppola sarà in Italia, e più precisamente a Taormina, all’inizio del mese di luglio 2002 per ritirare un ambito riconoscimento alla carriera. E pochi giorni prima, il 29 giugno, ricorre l’anniversario di quel celebre fatto d’arme che si consumò ai piedi di Anghiari nel 1440. Nulla vieta di pensare che il regista de “Il Padrino” possa giungere in quei giorni ad Anghiari per concretizzare il progetto sulla Battaglia d’Anghiari e quella “pazzia bestialissima” che è la guerra, come la definì Leonardo discorrendo appunto di una scena di Il giornalista Piero Angelo al suo arrivo al teatro di Anghiari per il conlotta o di battaglia. vegno su Leonardo. Digitalfoto Emmedipì

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Mese di agosto

C R O N AC H E T T A dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di luglio Lunedì 2. Oggi è morto Giuseppe Cimbolini di anni 70. Era originario della vicina Umbria. Martedì 3. Oggi è morta Emilia Rondoni in Giovagnoli di anni 55. Emilia abitava al Bagnolo di Tavernelle. Mercoledì 4. Oggi è morta Annina Santoro in Bozzi di anni 80. Abitava alla Motina, a Tofanicchio. Giovedì 5. Oggi morta Speranza Rampacci vedova Poderini di anni 81. La Speranza, che per tanti anni è stata custode della chiesa di Santo Stefano, abitava nella casa vicino alla chiesa. Martedì 10. Oggi è morto Domenico Saioni di anni 93. Domenico abitava ai Mori. Domenica 15. Oggi ho visto Alessandro Magrini a cavallo che andava verso il Carmine. Lunedì 16. Stanotte ha piovuto ma giusto ha bagnato in terra. Mercoledì 18. Oggi è morta Cesarina Mencaroni vedova Olivieri di anni 76. Era originaria di Anghiari. Giovedì 19. Stamani sono andato a Belvederino da Pasquale a vedere a che punto sono i pomodori di una razza nostrale che metteremo in mostra per San Martino. - Oggi è morta Angiolina Ligi in Ghignoni di anni 68. Angiolina abitava al Podere della Ripa, sopra Guardabasso. Venerdì 20. Stamani pioveva e un rondinino è rimasto sotto il porticato fino alle undici. - Oggi è nata Chiara Senesi di Maurizio e Rita Turri. La sua famiglia abita a Tavernelle per la via della chiesa. - Oggi è nato anche Giovanni Del Sere di Santi (conosciuto come Mastro Santi) e Rosanna Ludovici. La sua famiglia abita alla Casanova. Sabato 21. Oggi abbiamo fatto la festa alla chiesa della Maddalena. Lunedì 23. Nel pomeriggio ho visto Italiano al Belvedere della curva del Mulino che guardava i campi del piano. Martedì 24. Stamani ho riportato lo Scucco (Sergio) dal Borgo e è voluto scendere alla curva delle corriere. - Oggi è morto Attilio Cangi di anni 70 che abitava al Campo della Fiera, era originario della Casanova ma per molti anni ha abitato a Campalone. Mercoledì 25. Oggi è nato Gabriele Cristini di Gianluca e Susy Chieli. La sua famiglia abita al Campo della Fiera. Martedì 31. Stamani ho visto che Gastone aveva messo un irrigatore sul campo davanti all’Holiver e annaffiava le stecce.

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Mercoledì 1. Oggi è nato Rodrigo La Ferla di Riccardo e Cecilia Bartolomei. La sua mamma è dei Bartolomei di Campalla. Giovedì 2. Oggi Franco, quello che sta alle Bucacce, m’ha dato alcune foto in bianco e nero per l’Archivio di Anghiari. Sabato 4. Stasera con mia moglie siamo andati al Museo Taglieschi a sentire il concerto eseguito con l’antico organo di Santo Stefano. - Oggi è morta Annunziata Polcri vedova Buricchi di anni 91. Annunziata abitava a San Leo ma era originaria di Petriolo. Lunedì 6. Oggi è morto Elvio Papini di anni 78. Elvio, da tutti conosciuto come Scucco, abitava verso le Bucacce, di fronte al Campo sportivo. Venerdì 10. Stasera sono passato da mia madre. Stava rattoppando i calzini a Luca. - Oggi è nato Michele Venturi di Rinaldo e Paola Bernardini. La sua famiglia abita a Bicecco. Mercoledì 15. Oggi è nata Asia Meozzi di Romano e Loretta Mearini. La sua famiglia vicino alle Strosce. - Oggi è morta Marianna Panichi vedova Magnanensi di anni 97. Marianna abitava per la via del Campo della Fiera e ricordava ancora le storie scritte dal poeta di Upacchi. Giovedì 16. Oggi sono nati Tommaso e Gabriele Meoni di Claudio e Monia Leonardi. La sua famiglia abita vicino al Poggiolino. Lunedì 19. Oggi, dopo un lungo viaggio, siamo giunti a Woitciski, luogo della Lituania dove era nato il padre di mia moglie. Martedì 20. Oggi è morto Narciso Lanzi di anni 74. Narciso abitava al Tozzo. Giovedì 22. Oggi è morta Cleonice Del Pia di anni 68. Cleonice, familiarmente chiamata “Nice”, amava molto i fiori e le piante ed abitava al Molinello. Martedì 27. Oggi è nata Denise Panichi di David e Katia Perni. La sua abita in via Taglieschi.

Un santo anghiarese Il culto a San Leone Magno iniziò subito dopo la sua morte, avvenuta il 10 novembre del 461. Il corpo di San Leone fu posto inizialmente sotto il portico d'ingresso della Basilica di San Pietro, quasi a farne da sentinella a quella porta, come ebbe a dire Papa Sergio I che poi, nel 688, lo fece trasportare all'interno della chiesa stessa, dedicandogli un altare. Oggi egli riposa nella cappella fatta erigere da Innocenzo X verso la metà del XVII secolo. Benedetto XIV nel 1754 lo proclamò Dottore della Chiesa mentre Giovanni XXIII nel 1961 -XV centenario della mortetratteggiò nell'Enciclica "Aeterna Deui sapientia" la figura del Santo, definendolo campione dell'unità della Chiesa.


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