2002-1 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 1

FEBBRAIO - MARZO 2002

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXVI-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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Riflessi di Vera Cuccini

Il rosso del tramonto indora le curve sinuose dei monti ammantati di neve, il celeste pallido dell’orizzonte si perde tra ricami di nubi rosa e biancastre. È un abbraccio delicato di colori intreccio profondo di sentimenti intesa silenziosa di cuori smarriti nel labirinto misterioso della vita.

100 LIRE PER LA CARITAS La Caritas Diocesana invita a contribuire con 100 lire per la Caritas la nostra moneta perderà di valore ma non la tua solidarietà Dal 1° gennaio è arrivato l'Euro: gli spiccioli che ci rimarranno in tasca non serviranno più a niente. All'interno delle nostre chiese troverai appositi contenitori per la raccolta delle monete per dare un aiuto economico a sostegno dei servizi sociali della Caritas. Sommario

Riflessi di Vera Cuccini pag. 2 100 lire per la Caritas " 2 Storia di un Anghiarese di Cmr " 3 Calendario Liturgico febbraio marzo " 4 Il Palterre: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari Esaltazione della trasgressione! di S. Lombardi " 6 Saluti maremmani " 6 A buon intenditor di Civis " 6 Grazie, Signore, perché le mucche non volano " 7 Auguri a Nicola Mazzoni " 7 Cuori e cancelli di Civis " 7 Il progresso di Maria Pia Fabiani " 7 La Chiesa di S. Michele a Padonchia di Q. Giorgini " 8 Il presepio a S. Stefano di Vugiemmegì " 9 Padonchia di Don Quinto Giorgini " 9 Misericordia: Quasi a metà del cammino " 10 Fratello che soffri di Cmr " 11 Il muro a secco col trucco di Civis " 11 I nonni ringraziano di Cmr " 11 È arrivato l'Euro La vignetta " 11 Le orazioni di Nonna Benilde - Ave Maria " 12 Tende di Natale -Borsa di studio per Gilmar " 12 A tutto c'è la sua spiegazione! La vignetta " 12 Auguri di Franco Cristini " 13 Polizia, società, eguaglianza sociale di Civis " 13 I panettoni, l'Euro e la televisione di Clèto " 13 Dal Gruppo Donatori di Sangue Fratres di P. Ganganelli Una festa per la vita " 14 Il nuovo Consiglio Direttivo " 15 Premiazione Donatori particolarmente attivi " 15

Quando chiamare il 118 pag.16 El Campo de' Renicci di Odilio Goretti " 17 Dalle Parrocchie di Monterchi e San Leo " 18 Il semaforo interviste di Mario Del Pia " 19 Anghiari - Corso Garibaldi " 19 Carramba che gioia!!! " 20 E una stella fiorì a Natale " 20 L'Euro è arrivato " 21 Da Tavernelle a cura di A. Bivignani Natale a Tavernelle " 22 La fiaccolata di Laura " 22 La Befana a Tavernelle di Chiara " 23 Il prosciutto di Mario della Celle " 23 Sbocciarono le rose di Cmr " 23 Il Canonico Del Corona e San Tommaso Becket " 24 Il terremoto e le nostre chiese " 24 Benedizione delle famiglie " 25 I nostri lettori " 26 I campanili luminosi " 26 Dall'Archivio storico " 26 Il passaggio della via di ronda di Armando Zanchi " 27 Lo sconosciuto di Vera Cuccini " 27 Offerta alla Fondazione Pantellini " 27 I poderi della Badia " 27 Balli, orchestre e complessi... VII parte di F. Mercati " 28 Fatti di casa nostra di W. Del Sere Il postino suonerà almeno una volta? " 30 Un corso di restauro di interesse... mondiale " 30 Cronachetta dei fatti... di Anghiarino Anghiarese " 31

In copertina: Sergio Papini visto da Luca Pucci - vedi articolo a pag. 3

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Storia di un anghiarese di Cmr Liberamente tratta dal Vangelo di Matteo “Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: Maestro io ti seguirò dovunque tu andrai.” (8/19) Nella valtiberina toscana, in un paesino chiamato Anghiari, viveva a quel tempo uno scriba chiamato Sergio, figlio di Eugenio della nobile stirpe degli Scucchi. Di lui si era già accennato perché fu proprio Sergio che accolse Fabio con le parole che gli erano state suggerite in sogno e lo introdusse nel Tempio per averne cura ed aiutare i sacerdoti. Dunque il nostro uomo era uno scriba. Andavano da lui gli abitanti di Anghiari per farsi segnare il dare e l’avere: quante staia di grano avevano prodotto, quante pecore avevano allevato e pascolato, quante tasse dovevano pagare, quanto dovevano dare al proprietario delle terre o del gregge, ecc. ecc. Era una persona precisa, scrupolosa ed onesta. Sposato con Italia, giovane donna anghiarese, l’unione era stata benedetta da Dio con la nascita di ben quattro figli. Tutto normale per Sergio che non si era mai allontanato dal suo Anghiari. Non essendo stato in Palestina, non aveva conosciuto Gesù e si poteva quindi annoverare tra quei beati che avevano creduto senza vedere. Fin da giovanissimo si era occupato del Tempio, dietro le raccomandazioni della madre Annetta, la quale, pur appartenendo alla casata dei “Del-furia” non era per niente furiosa, ma una donna pia, saggia e mite, ottima madre. Al tempo della giovinezza di Sergio era sacerdote del Tempio Don Nilo, a cui poi succedette Don Vittorio, scomparso da questo mondo per salire al cielo, il 23 del 7° mese di settembre (7° e non 9° secondo il calendario di allora) di un anno di quel tempo. Don Vittorio pianto e custodito nel cuore di ogni anghiarese con tanto affetto. Don Vittorio musicista, che ha certamente lasciato un segno nella vita di Sergio. Probabilmente è lui, Don Vittorio, che gli guida la mano quando, durante la liturgia, suona il campanello e ne scaturisce un suono argentino, ma tanto dolce e delicato; un suono che richiama alla mente un frullar d’ali e risa gioiose di angioletti. Forse sotto le volte del Tempio, a quel suono, arrivano e volano tutti gli angioletti messaggeri che al momento opportuno avvisavano in sogno il nostro Sergio di cosa da lui voleva il suo Dio. Grazie Sergio, figlio di Eugenio, per il tuo costante servizio reso in silenzio e con discrezione a favore della comunità. La tua vita racconta che hai veramente seguito il Signore, il Maestro, ovunque egli andasse.

Pellegrinaggio Diocesano dei Giovani alla Madonna del Conforto

Sabato 9 febbraio 2002 - ore 21 Porta S. Clemente – Arezzo

Maggiori informazioni saranno date con Avvisi Parrocchiali 3


CALENDARIO LITURGICO Mese di Febbraio

Mese di Marzo

1° febbraio venerdì: Primo venerdì del mese. * Nella pieve di Micciano alle ore 20 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. * Al Santuario del Carmine, alle ore 21, recita del S. Rosario nella sala adiacente la chiesa. 2 febbraio sabato: Presentazione del Signore. “Candelora” <<Maria e Giuseppe portarono Gesù al Tempio per offrirlo al Signore>> 3 febbraio: Domenica IV del Tempo Ordinario. San Biagio protettore della gola. Sante Messe secondo l’orario festivo. 5 febbraio martedì: Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 7 febbraio giovedì: Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 10 febbraio: Domenica V del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 11 febbraio lunedì: Beata Vergine di Lourdes. Giornata dei malati. Anniversario dell’apparizione della Madonna a Bernadette Soubirous presso Lourdes, in Francia nella grotta di Massabielle. 13 febbraio mercoledì: Le Sacre Ceneri. Alle ore 18, in Propositura ad Anghiari ed alle ore 21 a Tavernelle siamo tutti invitati alla Santa Messa durante la quale potremo ricevere, quale gesto simbolico di penitenza, l’applicazione delle Ceneri.

1° marzo venerdì: Primo Venerdì del mese. * Nella pieve di Micciano alle ore 20 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. * Al Santuario del Carmine, alle ore 21, recita del S. Rosario nella sala adiacente la chiesa. 3 marzo: Domenica III di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo. 5 marzo martedì: Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 7 marzo giovedì: Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 10 marzo: Domenica IV di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo. 17 marzo: Domenica V di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo. 19 marzo martedì: San Giuseppe sposo della Beata Vergine Maria. “Servo fedele e saggio! Il Signore ti ha affidato la sua famiglia.”

SETTIMANA SANTA 24 marzo: Domenica delle Palme. “De Passione Domini”. Alle ore 9,30 Santa Messa in Propositura. Alle ore 10,30 benedizione delle Palme presso la chiesa di Badia. Da qui in processione ci rechiamo nella chiesa di Propositura per assistere alla Santa Messa delle ore 11. Alle ore 18 Santa Messa presso la chiesa della Croce. Il Cristo entrando in Gerusalemme fu acclamato re e Messia da una folla osannante che agitava le palme in segno di giubilo. Riconosciamo anche noi la sovranità universale ed eterna del nostro Salvatore senza tradirlo come fece invece dopo poco gran parte del popolo di Gerusalemme 25 marzo: Lunedì Santo. Annunciazione di Nostro Signore Gesù Cristo “L’Angelo del Signore portò l’annuncio a Maria: e concepì dallo Spirito Santo”. Alle ore 21 presso la chiesa di Propositura sacramento della riconciliazione (confessioni)

Inizia la Quaresima (quaranta giorni) periodo di penitenza e di rinnovamento per la Chiesa intera. Tutti i venerdì di Quaresima alle ore 16 a Tavernelle e alle ore 17,30 in Propositura pia pratica della Via Crucis. 14 febbraio giovedì: Santi Cirillo e Metodio patroni d’Europa. 17 febbraio: Domenica I di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo. 22 febbraio venerdì: Cattedra di San Pietro Apostolo. Santa Margherita da Cortona. La festa della Cattedra di Pietro fu celebrata in questo giorno a Roma fin dal secolo IV per significare il fondamento e l’unità della dottrina che poggia sopra l’apostolo. 24 febbraio: Domenica II di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo.

TRIDUO PASQUALE DELLA PASSIONE E RISURREZIONE DI GESÙ’ Il triduo pasquale comprende il Venerdì Santo, il Sabato Santo e la Domenica di Risurrezione. Dato però il carattere pasquale della “Cena del Signore” entra nella celebrazione del triduo anche la Messa vespertina del Giovedì Santo. La domenica di Pasqua è insieme l’ultimo giorno del triduo e il primo di Pasqua.

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28 marzo: Giovedì Santo. Ultima Cena del Signore. Alle ore 18 nella chiesa di Propositura Santa Messa vespertina solenne “In Coena Domini” con il rito della Lavanda dei piedi. La Chiesa celebra in questa giornata l’istituzione della Santissima Eucaristia. Al termine della Messa visita in preghiera ai sepolcri delle chiese paesane. Alle ore 21 circa, nella chiesa di Propositura “Ora di meditazione”. 29 marzo: Venerdì Santo. Passione e Morte di Gesù. In Passione Domini. In questo giorno celebriamo e meditiamo la Passione di nostro Signore Gesù Cristo che culmina con la sua morte in croce. Alle ore 11,30 del mattino ci troviamo alla Cappella dei Caduti per portare il simulacro di “Gesù Morto” nella chiesa di Propositura. Un invito particolare ai giovani e ai bambini ad essere presenti a questa manifestazione. Alle ore 19 nella chiesa di Propositura inizio della solenne celebrazione liturgica “in Passione Domini”. Al termine processione tradizionale per le strade del paese con il solito itinerario. Un invito all’ordine e alla preghiera. 30 marzo: Sabato Santo. Si celebra il mistero della sepoltura. Alle ore 23,30 nella chiesa di Propositura inizio delle celebrazioni liturgiche che introducono alla Santa Messa “In Resurrectione Domini”. 31 marzo domenica: Pasqua di Resurrezione. Sante Messe secondo l’orario festivo. “Il Signore è veramente risorto, Alleluia”.

SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 Ore 8,30 Ore 8,40 Ore 9,00

Ore 9,30 Ore 10,00 Ore 10,30 Ore 11,00 Ore 11,30 Ore 12,00 Ore 18,00

-PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -PIEVE DI SOVARA -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA -CHIESA DI TUBBIANO -CHIESA DI CATIGLIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIO -CHIESA DI TOPPOLE -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8,30 Ore 8,45 Ore 9,30 Ore 10 Ore 11 Ore 11,15 Ore 16,30 (ore

PIA SOCIETÀ DI GESÙ MORTO La Società del Gesù Morto ricorda che chi lo desidera potrà rinnovare la propria iscrizione alla nostra Società e invita i fedeli a prendere parte ai riti del Venerdì Santo.

S. Maria della Pace Le Ville San Michele Arc.lo a Padonchia CHIESA delle monache Monterchi CHIESA della Madonna Bella Pocaia S. Maria della Pace Le Ville San Simeone profeta a Monterchi 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 15 (ore 17 estivo).

Per il cammino Quaresimale la parrocchia proporrà a tutti i fedeli un cammino più intenso di conversione. La parrocchia offrirà la partecipazione alle Stazioni Quaresimali, i giovedì di Quaresima, che sono punti di sosta nel cammino per approfondire la nostra adesione in una maniera più profonda a Cristo risorto. Anche la liturgia è più ricca di segni e la Chiesa chiede durante il periodo quaresimale il digiuno e le opere di carità. Ci saranno momenti di catechesi e centri di ascolto. Il venerdì, sia a Tavernelle che in Propositura, i fedeli potranno partecipare alle Via Crucis 5


ESALTAZIONE DELLA TRASGRESSIONE

Saluti maremmani

Forse ci dimentichiamo troppo spesso che i dirigenti di domani saranno coloro che frequentano le scuole d’oggi per cui ritengo importantissimo la formazione socio culturale e umanistica che si insegna nell’età pre-adolescenziale e adolescenziale e infatti è mia opinione che la vera scuola nozionistica debba iniziare in maniera concreta dalle medie in poi, mentre nella scuola materna ed elementare è di fondamentale importanza la formazione del carattere ed è per questo che necessita una strettissima collaborazione tra scuola e famiglia. La conferma di ciò è data dalle varie situazioni comportamentali dei bambini, quindi è comprovato che unendo attenzione psicologica da parte della scuola e senso di correttezza da parte della famiglia, si ottiene il risultato della correttezza comportamentale. Tutto molto giusto in teoria, ma è risaputo che la differenza fra teoria e pratica è abissale ed io essendo una persona pratica mi permetto di dire ciò che ritengo indispensabile riguardo all’argomento in oggetto. Primo: Ragionare come può ragionare un bambino cioè quando viene commessa una trasgressione non punirla come viene inteso ma deriderla e fare in modo che gli stessi compagni deridano un simile comportamento. In definitiva colui che compie una trasgressione deve essere deriso dai compagni stessi, e assicuro che questo è molto più efficace di qualsiasi altra imposizione, questa è la parola chiave. Infatti adesso è vissuta dal bambino come una imposizione del potere, cioè è completamente travisato l’oggetto in questione. In definitiva una società in cui il simbolo è fondamentale occorre dare degli esempi positivi e gli stessi devono essere gratificati e non passare sotto silenzio perché ciò non è acquisito, ma è una conquista non facile da affermare. In modo conclusivo affermo che la responsabilità delle persone addette alla educazione dei bambini è grandiosa e per rendersi conto di ciò basta pensare che questi saranno i dirigenti di domani e da ciò risulterà l’andamento sociale del futuro, perché i bambini sono il futuro e questa consapevolezza sprona a cambiare l’adeguamento dei modelli attuali.

Il titolo è scherzoso perché noi di Anghiari prendiamo un po' in giro quegli abitanti. Ma tutti noi ricordiamo anche quanti anghiaresi si sono recati in quelle zone per trovare il lavoro che da noi mancava! Graditi anche per questo motivo ci vengono i saluti e gli auguri di Antonietta Olivieri che ricorda le sue origini anghiaresi. Non le ha dimenticate (le origini) e infatti nel giornale per cui collabora, Lo spicciolo nuovo , non manca di segnalare ai suoi lettori, appena le è possibile, il paese di Anghiari e gli interessanti itinerari nelle nostre zone. Grazie , da parte nostra , per l’amore che porta ad Anghiari.

A buon intenditor di Civis

Ormai penso sia diventata tradizione e pertanto sarà molto difficile da modificare. Parlo dell’abitudine di “depositare” nei cestini lungo le strade i sacchetti dei rifiuti domestici. Nelle foto sono illustrate due situazioni che ognuno di noi avrà visto passando per strada. È vero che gli addetti al servizio di pulizia provvedono appena possibile ma la battaglia è dura e penso che vinceranno coloro che non rispettano le regole e che non tengono al decoro del proprio paese. Discorso a parte è la discarica “autorizzata” (visto che continua imperterrita la sua funzione) della Fossa. Ritengo che i cittadini di quelle valli non ci facciano una grande bella figura e anche loro dovrebbero contribuire alla eliminazione di quello sconcio. È vero che situazioni simili (ma molto, molto più in piccolo) ci sono anche in altre zone, ma certo questo non giustifica l’esistenza di quella come delle altre discariche. A buon intenditor poche parole!

digitalfoto emmedipì

digitalfoto emmedipì

IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

A destra e nel riquadro la "discarica" della Fossa. Qui sopra e vicino al titolo i cestini incriminati.

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nostra lunga vita, a ringraziare il Creatore per averci dato un mondo così meraviglioso, per averci regalato il mondo della fantasia. Teniamo presente il vecchio detto: “Gente allegra Iddio l’aiuta”. Pace e bene in allegria e grazie, Signore, perché le mucche non volano!

Beatitudini della sera di Cmr

Grazie, Signore, perché le mucche non volano Il sorriso schietto, cordiale deve sempre sfiorare le mie labbra. Non mi devono far perdere la testa i buoni eventi, né abbattere lo spirito le amarezze della vita. (Papa Giovanni XXIII dal “Diario dell’anima”)

Auguri a Nicola Mazzoni

Ho impiegato ben 70 anni per capirlo. Finalmente nella scorsa estate l’intuizione, il pensiero folgorante, guardando una piccola piuma grigia e bianca venuta dall’alto fin sul palmo della mia mano tesa. Che capolavoro, che ricamo, che fantasia! Sì, Dio è fantasia, infinita fantasia. Lui che può tutto aveva la possibilità di creare l’universo in altro modo: le bestie e gli uomini tutti uguali, il cielo senza stelle, la vegetazione unica dal polo all’equatore e invece… invece guardiamoci intorno restando senza fiato, allibiti da tanta bellezza. Avete mai pensato al seme che darà l’albero? È già meraviglioso constatare che da una cosa così piccola ne nascerà una tanto grande, ma non è tutto qui, perché una parte di quel semino diverrà radice, un’altra fusto e un’altra ancora una grande chioma verde! Ogni particella sa cosa fare, ognuna ha il suo compito e tutto è armonia. A dire la verità devo confessare che mi preoccupava non poco il pensiero di come avremmo passato il tempo nell’Aldilà; temevo la noia (perdonami, Signore, per questa idea blasfema), ma ora, dopo che ho capito, che mi sono guardata intorno con altri occhi, ora non ho più dubbi: vivremo in allegria! In allegria perché Dio è allegria e fantasia, oltre ad essere pace, gioia, amore e tutto quanto ci dice la Scrittura e ci ripete la liturgia. Ne volete una prova? Dio si è inventato e creato San Francesco e ne ha fatto il suo giullare, un mattacchione che più era nei guai e più era felice. E quanti aneddoti si ricavano dalla vita dei Santi a conferma di questa tesi, che cioè Dio è anche allegria e fantasia. Ho indicato in apertura il pensiero di Papa Giovanni e chiudo questa mia chiacchierata riportando quanto successe e cosa egli disse al suo ingresso solenne a Venezia come Patriarca. Mentre il corteo faceva ala alla gondola d’onore, un gabbiano, a volo radente, sporcò… la porpora dell’allora Cardinale Roncalli. Gli astanti raggelarono, ma lui sorridente e divertito, con sano umorismo contadino disse: “Sarebbe stato peggio se le mucche volassero!!!” Impariamo pure noi ad ironizzare sopra i nostri guai, ad essere lieti e grati per quanto di bello c’è stato nella

Ha discusso la tesi “La mission dell’infermiere del terzo millennio: Essere protagonisti nello scenario sanitario come professionisti della salute. Relatore: Cinzia Sestini.

Il giorno 22 ottobre u. s. Nicola Mazzoni ha conseguito il Diploma Universitario per Infermieri presso l’Università degli Studi di Siena, sede di Arezzo, ottenendo l’ottima votazione di 110 e lode.

I nostri Auguri e quelli degli amici.

Cuori e cancelli di Civis

Passando per alcune strade ho notato la costruzione di muretti, recinzioni e cancelli. Subito viene alla mente di quando tutto era libero e anche nelle porte delle case la chiave rimaneva tranquillamente al suo posto, addirittura anche di notte. Oggi il mondo è cambiato, occorre prenderne atto, anche se non bisogna rassegnarsi. L'importante è che non si chiudano i cuori delle persone.

Il progresso… di Maria Pia Fabiani

Anche questa mi sembra da raccontare Il giorno successivo al terremoto che ci scrollò nella notte, arrivarono telefonate di parenti e amici da varie parti d’Italia. Stranamente mancava quella di un mio figlioccio che sta in una cittadina pugliese. Il giorno successivo arrivò anche quella con queste parole: “Ciao, come stai?” Raccontai del terremoto. E lui: -Ieri non lo sapevo, perché non ho mai aperto la TV e il giornale non ne ha parlato. Sai da chi l’ho saputo? -Da chi? -Da mia figlia che lavora negli Emirati Arabi. Mi ha telefonato e mi ha detto: “Come sta Maria Pia dopo il terremoto? È il colmo! In Puglia arriva la notizia del terremoto di Anghiari dagli Emirati Arabi! Anghiari, 28 novembre 2001

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTE di don Quinto Giorgini

La Chiesa di San Michele Arcangelo a Padonchia L’artistica Chiesa di S. Angelo a Padonchia in Comune di Monterchi è una delle più antiche (sec. VIII-XII) e meglio conservate tra quelle ancora esistenti nell’ambito della scomparsa Pieve paleocristiana di S. Antimo, sacerdote e martire del IV secolo, originario della Bitinia. La sua dedicazione al veneratissimo Santo Patrono dei Longobardi, è più di un indizio per datare la sua remota origine nell’alto medioevo, al periodo longobardo. Insieme alle vicine Chiese sorelle di Citerna, Lippiano, Pianezze, Bagnaia, Fighille, Torre, ecc. dedicate tutte all’Arcangelo guerriero, testimonia la lunga presenza di quel popolo nordico nei secoli VII e VIII sulle colline della Valle del Cerfone in aspra lotta con i bizantini, insediati lungo le sponde orientali del Tevere. Nel 1230 l’Arciprete di Padonchia è presente insieme agli altri sacerdoti del Piviere a S. Antimo, in occasione della Visita pastorale del vescovo tifernate Matteo. La pergamena con il resoconto della Visita è conservata nell’Archivio vescovile di Città di Castello. Da questa documentazione, lo storico G. Muzi parla di Padonchia “come sede di Arciprete” nell’ambito della Pieve di S. Antimo. Si potrebbe pensare anche che un “arciprete” godesse di quel Beneficio che nella Decima papale del 1349 era tassato per “Lib. 43”, quindi tra i migliori delle circa 50 chiese allora esistenti nel vasto territorio della Pieve di S. Antimo. Questa Chiesa è stata sempre una chiesa “parrocchiale”, cioè una “Cura di anime”, ma nei secoli XV-XVI venne unita alla Chiesa di S. Simeone in Monterchi che intorno al 1520 diventa la Nuova Pieve del territorio toscano subentrando alla Vecchia Pieve di S. Antimo, smembrata da Papa Leone X per annetterla alla nuova Diocesi di Sansepolcro. Questa unione con Monterchi le fece perdere non solo il prestigio e l’importanza avuti nel Medioevo, ma gradualmente anche il suo ricco Beneficio che verrà goduto dal pievano pro tempore di S. Simeone che era diventato rettore anche della distinta chiesa parrocchiale di S. Angelo a Padonchia, che serviva mediante un cappellano-curato ivi residente. Padonchia diventerà la Cura più povera della zona, servita da un semplice cappellano che vivrà con poche staia di grano concesse annualmente dall’Arciprete di Monterchi ed un piccolo orticello. L’ultimo cappellano e primo parroco fu Don Sebastiano Bruschi (1866-1952) che servì con zelo questa Chiesa per circa 60 anni. Nel secolo XIX, la Chiesa di Padonchia, a torto venne considerata semplice cappellania, quasi una succursale di Monterchi. L’energico e combattivo cappellano Don Bruschi rivendicò, con un’accurata ricerca storica, la “parrocchialità ab antiquo” di questa Chiesa che ha sempre avuto un territorio, un popolo ed un Santo

Patrono distinti da quelli di Monterchi con cui fu annessa ma “non confusa” e che perciò l’Arciprete pro tempore di S. Simeone era nello stesso tempo Rettoreparroco di queste due distinte parrocchie. Le ragioni storiche e giuridiche di Don Bruschi furono considerate giuste e valide dall’allora Vescovo Mons. Sandrelli che con un Decreto Vescovile del 29 agosto 1910 riconobbe la parrocchialità di Padonchia e ne sancì l’autonomia da quella di Monterchi, nominando primo parroco colui che da molti anni ne era cappellano. Questa Chiesa è rimasta sede parrocchiale nella recente revisione del numero delle Parrocchie fatta da Mons. G. D’Ascenzi nel 1986 che le ha annesso le vicine ex parrocchie di R i p o l i , Borgacciano, Fonaco, Pianezze e Tarsignano. Chi scrive è molto affezionato a questa Chiesa (che serve da oltre 35 anni) e che nel 1990, con l’aiuto della generosa popolazione (che ha contribuito per oltre 15 milioni), della Diocesi, di vari Enti e del Ministero dei Beni Culturali, ha salvato dall’incuria e dal degrado con restauri conservativi. Questa ultramillenaria chiesa di S. Angelo a Padonchia restituita alla sua originale bellezza, al culto, all’arte e alla storia, è un tesoro nascosto che merita di essere scoperto e conosciuto dalla popolazione della nostra Tre immagini della chiesa di San Michele a Padonchia in varie epoche: in alto la prima fase altomedioevale secoli VIII-XII circa; al centro la seconda fase dal XII al XVIII secolo; a destra infine la terza fase dal secolo XIX al XXI.

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Valle Tiberina e dai turisti per le sue strutture architettoniche medievali e per i numerosi affreschi inediti che illustreremo brevemente nel prossimo numero, nella speranza di dare alle stampe una pubblicazione nel prossimo futuro. Il sacro edificio, ripetiamo di origine longobarda, imprigionato da due case adiacenti, s’innalza sulla posizione più elevatadell’abitatodiPadonchia.Èorientato, la sua pianta è a forma di rettangolo irregolare che si restringe sul presbiterio un po’ rialzato. Fino al 1706, la chiesa era a due navate, lunghe 20 braccia e larga 16; poi parte della piccola navata a destra, è stata occupata dalla costruzione della canonica. Probabilmente la prima chiesa era dotata anche di un’abside la cui superficie è occupata ora da una costruzione rurale. La facciata, sormontata da un campanile a vela, è in bozze di vecchia

pietra arenaria, la sua forma irregolare e asimmetrica si allarga abbassandosi sul lato destro di chi la guarda, assumendo una forma più unica che rara. Nella seconda parte parleremo delle strutture e delle numerosepittureconservate all’interno del sacro edificio. La chiesa di Padonchia come appare oggi dopo i recenti restauri. Nel riquadro l'altare romanico (secoli XI-XII) e, a sinistra, le navate gotiche del secolo XIII

Il presepio a Santo Stefano Vugiemmegì

Padonchia

Siamo nella chiesa di S Stefano in Anghiari antichissima costruzione tipo bizantino-ravennate e stiamo ammirando il meraviglioso presepe. La realizzazione, di tipo tradizionale, ma con degli accorgimenti particolari come nell’effetto delle luci, l’acqua, i muretti, la grotta. Tutto ciò è stato realizzato in tutti i particolari dal gruppo dei giovani festarini di Santo Stefano e altri volenterosi collaboratori. Ancora una volta si è dimostrata la grande volontà e determinazione di queste persone che con sacrificio, e impegnandosi per molte serate anche nottate, hanno portato a termine un bel presepe per la nascita del Redentore nel Natale 2001. Molte persone lo hanno potuto visitare rallegrandosi in cuor loro per il lavoro che hanno potuto ammirare e congratulandosi idealmente con gli autori. Questi ragazzi hanno provveduto pure all’installazione delle luci natalizie rendendo festoso il viale e dintorni. Bravi ragazzi! Continuate ad essere così attivi e puntuali. La comunità vi ringrazia infinitamente di ciò che fate. Inoltre il ringraziamento va esteso anche a quelle persone che hanno contribuito con denari o materiali per poter realizzare il tutto.

Risplende Padonchia sull’amena collina tra la sua valle e quella del Cerfone, dal primo sole e baciata la mattina, di Monterchi, questa bella Frazione. Come sorelle, a lei fanno contorno Fonaco, Ripoli, Pianezze e Borgacciano gareggiando in bellezza tutt’intorno nella ridente valle fino a Tarsignano. È un tesoro la sua Chiesa umile ascosa tra cipressi e vecchie case, del romanico e del gotico lo stile al pellegrino mostra ogni sua fase. La più antica è quella longobarda che ha scelto per Patrono S. Michele e le altre dell’epoca più tarda ammira con stupore ogni fedele. Sulle pareti e sotto le arcate pitturate di Santi e di sirene il popol di Padonchia ha imparate le verità di fede e l’opere di bene. Qui l’animo pensoso oggi ancora, con la meditazione e la preghiera nel profondo del cuore si ristora, e ritrova in Dio, la sua pace vera, Anche la luna sosta, nella chiara sera a rimirar Padonchia che riposa, e sul sacrato crea un’atmosfera di mistero che avvolge ogni cosa. Don Quinto Giorgini Arciprete di Monterchi

Il cuore pulsante di Santo Stefano e, nel riquadro, la chiesa come appare dal lato est. Digitalfoto Emmedipì

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NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Quasi a metà del cammino Proseguiamo con l’aggiornamento dei dati sulla raccolta delle offerte a favore dell’acquisto della nuova ambulanza e della vettura da utilizzare per i servizi sociali del paese. Agostinelli Vittorio 50.000 Andreini Rita 10.000 Anonimo 20.000 Arrighi Anna 300.000 Associaz. Naz. Carabinieri in congedo - Sez. di Anghiari 500.000 Baldelli & Valbonetti 150.000 Bar Baldaccio di Guelfi &. C. 200.000 Bartolini Domenico ed Eva 100.000 Bartolomei Tito 100.000 Bartolomei Corsi Pietro 200.000 Berga di Bergamini Snc 200.000 Bernardini Aurelio e Anna in memoria di Giorni Vittorio 50.000 Bernardini Tullio e Palma in memoria di Giorni Vittorio 20.000 Biancucci Corrado 50.000 Biancucci Daria 50.000 Bruschi Franca Madiai in memoria del babbo Edoardo 600.000 Bruttini Sante 100.000 Buzzichini Catia 100.000 Calli Loris 200.000 Calli Mara e Ascanio 400.000 Camaiti Enrico e famiglia 150.000 Capucci Giuseppina 30.000 Ceppodomo Novella 100.000 Cheli Giuseppe e Marisa in memoria di Giorni Vittorio 100.000 Cheli Mario in memoria di Giorni Vittorio 50.000 Cheli Silvana in memoria di Giorni Vittorio 100.000 Chieli Silvana 50.000 Chieli Luciana in memoria dello zio Chieli Ugo 100.000 Coleschi Maura 150.000 Conti Adriana 50.000 Del Pianta Francesco 150.000 Ditta F.lli Graziotti S.n.c. 500.000 Dori Patrizio e Irene 100.000 Draghi Fausto 50.000

Draghi Massimo 50.000 Elisei Giuseppe 20.000 Fanciullini Vanni 100.000 Ferretti Renata 10.000 Ferrini Tullio 100.000 Frini Gilberto in memoria di Chieli Ugo 100.000 Frosina Vincenzo 100.000 Ganganelli Pietro e Donatella in me moria di Giorni Vittorio 100.000 Ghignoni Boris in memoria di Giorni Vittorio 50.000 Ghignoni Fam. in memoria di Adelaide 200.000 Ghignoni Vasco 200.000 Giabbanelli Pietro 100.000 Giannini Laura e Alberti Andrea 100.000 Gigli Santini Erminio 50.000 Giglini Renato 100.000 Giglini Massimo e Saverio RMS Snc 200.000 Giorgeschi Gianni e Lina in memoria di Giorni Vittorio 100.000 Giorgi Giorgio e famiglia 200.000 Giorni Marco e Lela in memoria di Giorni Vittorio 100.000 Giorni Osvaldo e Maria in memoria di Giorni Vittorio 50.000 Gles Busatti di Sassolini 100.000 Goretti Alma in memoria di Goretti Mario 50.000 Guadagni Francesco 100.000 Guelfi Paolino 50.000 Hotel Craft Spa 700.000 Inghirami Elisa 50.000 ITM di Polendoni Enzo & C. 400.000 Leonardi Ivano 100.000 Leonardi Loris 20.000 Leucalitti famiglia 100.000 Lombardi Eusepio 150.000 Madiai Francesca Vichi 100.000 Mariani Santi 50.000

Raccolta attuale Precedente segnalazione Totale raccolta

Matteucci Giuseppe 100.000 Maurizi Palmira 150.000 Maurizi Pasquale 200.000 Meozzi & Buccarelli 50.000 Meozzi Lotta 50.000 Mercati Teresa e Fabio 60.000 Mondani Alma 20.000 Nicchi Mugelli Domenico 30.000 Nocentini Giuseppe 50.000 Novo Anna Pia 10.000 Nannicini Brunetta in memoria di Lazzeri Rosa 50.000 Ortalli Gino 1.000.000 Paletti Gino 100.000 Pandolfi Antonella 10.000 Pernici Faliero 20.000 Piomboni Adelmo 50.000 Polendoni Enzo 100.000 Raffaelli Benito 50.000 Riccardi Donatella in memoria del padre Piervittorio 250.000 Rosadi Dino 30.000 Rosadi Alvaro 100.000 Ruggeri Vadero 30.000 Ruggeri Mario 70.000 Rumori Franco 200.000 Santi Nelly 50.000 Senesi Alvara 100.000 Tavernelli Francesco 100.000 Testerini Franco e Iride 250.000 Torelli Dario 100.000 Torresi Amneris e Silvia in memoria di Giorni Vittorio 50.000 Torresi Elvira e Elio in memoria di Giorni Vittorio 50.000 Torresi Marina e Elvira in memoria di Giorni Vittorio 75.000 Torresi Vittoria e Flora in memoria di Giorni Vittorio 75.000 Venturini Rosa - Chiribini A. 50.000 Vignoli Fabio -Testerini Anna 50.000 Zanchi Armando 50.000

12.860.000 32.693.400 45.553.400

Ringraziamo naturalmente con sincera gratitudine tutti coloro che ci hanno aiutato, invitando gli altri a seguirne l’esempio. La somma necessaria all’acquisto dei due automezzi (Lit. 110.000.000) è ancora lontana, tuttavia, con l’aiuto di tutti, confidiamo di raggiungere presto l’obiettivo prefissato. AIUTATECI! Anghiari, 31 dicembre 2001

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Fratello che soffri

Il muro a secco col trucco

I nonni ringraziano

di Cmr

di Civis

di Cmr

Risalendo la Libbia verso Anghiari, poco prima di Mezzacosta, si può vedere un nuovo accesso ai campi di olivi, molto ben coltivati, che si trovano in quelle zone. Penso saremo tutti d'accordo che è stato fatto un buon lavoro anche perché è stato costruito un muro a secco, così come si era soliti fare in questi casi, per reggere la terra soprastante. Il trucco è che, in effetti, in precedenza era stato costruito un muro di cemento armato. Detto questo, ma giusto per curiosità, debbo però dire che è stata fatta una buona cosa e si è cercato di salvaguardare l'aspetto estetico. Possiamo augurarci che in un prossimo futuro si impari veramente ad utilizzare questa antica tecnica dei muri a secco, che ritengo non sia semplicissima, per sfruttare al meglio le funzionalità dei terreni. Per adesso ben venga il muro a secco "col trucco".

I nonni ringraziano per la premura con cui si è voluto salvaguardare la loro salute e la loro incolumità. Con le condizioni climatiche che hanno caratterizzato le festività da Natale all’Epifania e oltre, se fossero stati convocati per una festicciola a loro dedicata (come lo scorso anno), sai quanti guai sarebbero sorti! Prima di tutto sarebbe scoppiata un’epidemia di cimurro, avendo essi respirato quell’aria così fredda, magari vaccinati contro l’influenza. Poi c’è da considerare l’insidia del ghiaccio. Qualcuno sarebbe certamente scivolato, andando giù col fondo schiena e t’immagini che tritaticcio, con quello scheletro ridotto ad un colabrodo per l’osteoporosi? No, meglio stare a casina! Grazie, grazie di nuovo per aver pensato alla salute corporale dei nonni e anche, indirettamente, a quella spirituale, ricordando loro che gli ultimi saranno i primi. Una certezza più che una speranza.

Membra scheletriche ventri gonfi occhi come laghi spenti per la fame che incombe ed io sazia mi alzo dalla tavola imbandita. Pelle disidratata su quei corpi polverosi ed io con piacere indugio sotto il caldo getto della doccia. Labbra spaccate bocche riarse per la sete ed io bevo l’acqua che ho scelto tra tante. Poveri stracci ricoprono tanta miseria ed io indosso l’indumento adatto alla stagione. Si può così continuare all’infinito. Potrai perdonarmi? Fratello carcerato, perseguitato, esiliato o emigrato, creatura affamata e assetata. Tu, forse, potrai, ma non quel Gesù morto per me e per te, fratello che soffri, mentre io chiudo il mio cuor e non vedo e non sento.

NONNO È BELLO!

Festa grande per sposi... novelli!

La vignetta: È arrivato l'Euro!

Il giorno 29 dicembre 2001, nella chiesa di Santo Stefano, hanno festeggiato il loro sessantesimo anniversario di matrimonio Aldo Ghignoni e Maria Manenti. La redazione e la Comunità di Santo Stefano formulano gli auguri di buon… proseguimento.

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Le “Orazioni” di nonna Benilde

Tende di Natale Borsa di studio per Gilmar

a cura di Marida

Varie raccolte della parrocchia di Tavernelle hanno avuto come scopo questi due obiettivi. La borsa di studio per Gilmar, che frequenta l’ultimo anno della Scuola Missionaria Comboniana in Brasile, e le Tende di Natale che raggruppa alcuni progetti destinati all’infanzia. Ecco le somme raccolte: Cena al Centro Sociale 840.000 Giochi vari sotto le feste natalizie 754.000 Banchetti dei dolci ed altro 996.000 Gruppo Fratres 500.000 Giornata del digiuno indetta dal Papa 212.000 Altre offerte 400.000

Pregare è una necessità direi fisiologica; senza il dialogo con Dio la vita del cristiano non avrebbe senso. Accanto alla perseveranza nella preghiera, occorre pregare bene, lodando e ringraziando innanzitutto per quello che riceviamo ogni istante, provando stupore per le piccole cose che l’apparente banalità delle giornate ci offre e chiedendo di capire e accettare il progetto che Dio ha per ognuno di noi. Oggi, forse a causa dei ritmi di vita frenetici, si è persa l’abitudine di pregare e di stare in silenzio in ascolto. Ogni momento del giorno era buono, invece per nonna Benilde, per lodare il Signore; questa è un’altra sua preghiera che ha insegnato alla mia mamma, la quale a sua volta la recitava insieme al babbo nei momenti che precedevano la mia nascita: Ave Maria, piccolini e grandi, morì nostro Signor che aveva trentatré anni e fu battuto dalle verghe nere; il sangue gli usciva dalle vene, il sangue gli usciva nella notte; sua madre andò a vedere; o figlio mio che ne farò di te; o madre mia che ne farò di voi, andate a chiamar quelle genti cristiane che vengano a veder queste piaghe, chi per elemosina chi per carità chi tre volte al dì quest’orazion dirà quanto una messa acquisterà; chi la dirà e chi la farà dire di mala morte non potrà perire; Susanna, Sant’Anna ebbe Maria, Maria fece il frutto che il mondo regge tutto; mentre il frutto si faceva una messa si cantava e un’anima beata dal purgatorio fu cavata; bella cosa al mondo sia bella cosa al mondo sta quando il buon Gesù fu nato.

Di queste somme L. 2.200.000 sono stati utilizzati per Gilmar ed il rimanente per le Tende di Natale. Un grazie a tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questo risultato. Nella foto la cena organizzata al Centro Sociale di Tavernelle. Foto AB

La vignetta: A tutto c'è la sua spiegazione!

QVIS VT DEVS IN RICORDO DEI RESTAURI PER RIPORTARE ALL'ANTICO SPLENDORE QUESTA VETUSTA CHIESA DI S. MICHELE ARCANGELO IL POPOLO DI PADONCHIA E D. QUINTO GIORGINI

Q. M. P. A.D. MCMXC

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Angolo della Missione Rubrica a cura di Franco Cristini

Auguri In occasione di un periodo così forte dell’anno liturgico come la S. Pasqua, voglio manifestare a tutti i benefattori la mia ammirazione e gratitudine per le offerte, frutto di tanti sacrifici, pervenute per la missione in Tanzania e per le numerose adozioni a distanza (oltre quaranta). Il Vangelo ci esorta a fidarci nell’aiuto della provvidenza, la quale al momento opportuno interviene generosamente; posso confermare quanto questo sia vero grazie alla testimonianza e generosità di tante persone ispirate da sentimenti di umana solidarietà. Penso che quando facciamo del bene saremo i primi ad essere beneficati: Gesù infatti ha detto “Date e vi sarà dato”

Sono pervenuti nei giorni scorsi dalla Tanzania, indirizzati a don Marco e alla parrocchia, gli auguri e i ringraziamenti da padre Francesco Borri, da padre Leonardo Amadori, dalle suore Terziarie e da padre Leonardo. Con gli auguri attestano le somme inviate loro tramite la dottoressa Anna Maria Bartolomei. A sinistra il simpatico biglietto realizzato con paglia, giunto da Mlali. Qui a destra l'augurio delle Suore Terziarie sempre dalla Tanzania.

Tanti auguri di Buona Pasqua.

LE LOGGE

Polizia, società, eguaglianza sociale di Civis

di Clèto

Proprio di questi giorni l'ennesimo episodio di sequestro di una famiglia per appropriarsi di presunte somme di denaro e altri oggetti preziosi e non, da portare via. Se questo è un sistema per dare risposta ad un popolo di disperati che esistono e sono reali, penso non sia la soluzione adatta. Il Governo e gli organi di Polizia dovranno pur fare qualcosa. E anche se non vogliamo cominciare a rimandare al loro paese cittadini stranieri entrati illegalmente in Italia che si macchiano di crimini (ma qualcosa andrà fatto), perlomeno la polizia o chi per essa deve essere in grado di controllare il territorio. Purtroppo l'esperienza della mafia e di altre consorterie simili ci insegna che questo controllo è molto difficile. Il controllo viene meglio all'iniziativa privata (escludendo naturalmente le suddette congreghe)? Affidiamo allora alla Polizia privata il compito dell'ordine? Penso proprio che non sia il caso. Piuttosto facciamo funzionare bene le nostre forze dell'ordine.

I panettoni, l'euro e la televisione Beppe: -Cecco, cume te sono ite le feste? Cecco: -Mah, bene. El Ceppo l’émo passo tutti ‘nsiemi. Ma andetti a letto presto che ‘n’haio voglia d’aspettère mezzanotte. B: -Ma è mangio anche ‘l panettone? C: -A me senti cu’ ‘sta storia dei panettoni m’è vinuto a noia. Cu’ la scusa che c’era l’offerte aremo mangio ‘na dgicina ‘n tra panettoni e pandori e sicché quande pel Natale han misso ‘n tu la tavola ‘l panettone ch’aia porto ‘l mi’ fratello, tutti hano ‘ncumincio a fère le smorfie e io ‘n ne putivo più e ‘n l’ho manco mangio. B: -Eh, lo so. El mondo ‘n’è più quelo de ‘na volta. Noi pel Ceppo émo mangio ‘l panettone ch’ha preparèto la mi’ nipote ch’era vinuto che ‘n c’è male. C: -Beppe mo te saluto che vèdo a paghère il bullittino de la televisione. Ciò ‘n tasca ‘na barca de spicciulini; speremo cun questi Euro d’arcapicci qualcosa. Ma piano piano ci’abitueremo. Ci sèmo abitueti a tante cose!!!

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari UNA FESTA... PER LA VITA Ancora una giornata di festa per il Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” di Anghiari, ancora un’occasione per ritrovarci insieme, sostenitori, donatori attivi, familiari e simpatizzanti, non tanto per passare insieme una domenica diversa, ma quanto per riconfermare con la propria presenza l’adesione a quelle che sono le finalità del nostro “fare gruppo”, così chiaramente sintetizzate nel motto “Una Stilla del Mio Sangue per un Palpito del Tuo Cuore”. La “Giornata del Donatore 2001”, celebrata domenica 16 dicembre u.s., è stata come sempre un momento importante nella vita dell’associazione. Affollatissima la chiesa della Propositura per la celebrazione della S. Messa, alla presenza delle autorità civili e militari e dei labari di altre associazioni di volontariato quali, la locale Confraternita di Misericordia ed altri gruppi “Fratres” della provincia. Partecipata l’assemblea ordinaria dei soci, durante la quale si è analizzato lo stato di salute dell’associazione e si è proceduto, dopo i quattro anni previsti dallo statuto, al rinnovo del Consiglio Direttivo della stessa. Festoso ed apprezzato da tutti il pranzo sociale presso un noto ristorante di Caprese Michelangelo, al termine del quale si è svolta una semplice cerimonia di premiazione dei donatori più meritevoli ed è stato offerto a tutte le donne presenti un simpatico omaggio natalizio, celebrativo anche del venticinquesimo anno di fondazione. Ma questa “Giornata del Donatore” non sarà facilmente dimenticata, perché indirettamente coinvolta in una drammatica vicenda, fortunatamente conclusasi nel migliore dei modi. Nei giorni precedenti, una signora anghiarese, moglie di un nostro donatore attivo, ricoverata presso il reparto di ostetricia e di ginecologia dell’ospedale di Sansepolcro, per imprevedibili complicazioni legate al parto, rischiava di morire a causa di una grave emorragia. Solo il prodigarsi del personale medico e paramedico del centro trasfusionale e, soprattutto, la disponibilità immediata di sangue (ne sono state utilizzate ben ventiquattro sacche!!!) hanno evitato la tragedia. Il fisico della signora riusciva a superare questo momento così critico non solo per la sua vita ma anche per quella del nascituro, dando alla luce una bellissima bambina. Il marito, all’indomani del fatto, faceva recapitare a questo Gruppo la lettera qui sotto riportata. Il presidente, ritenendo importante rendere partecipi di tutto ciò quanti più associati possibili e cogliendo l’occasione offertagli dalla celebrazione dell’annuale Giornata del Donatore,

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la leggeva alla fine del pranzo sociale, tra la commozione generale dei presenti. Mai, come in questa occasione, si è “toccata con mano” l’importanza vitale della donazione del sangue e della conseguente presenza di persone che gratuitamente e responsabilmente mettono periodicamente a disposizione dei nostri malati una piccola parte di sé. Senza il gesto di quei ventiquattro donatori, quale immane tragedia si sarebbe consumata in quella famiglia? Che cosa aspettare ancora, allora, nel seguire subito tale nobile esempio di umana solidarietà e di cristiana carità, diventando quindi DONATORI DI SANGUE, iscrivendosi immediatamente a questo o ad altri gruppi, dando così un personale e concreto contributo a ... FAR VINCERE LA VITA? Ricordatelo! Donare sangue non deve essere uno status symbol, né un’abitudine e nemmeno un atto per tacitare le proprie coscienze, donare sangue, invece, deve essere un DOVERE CIVICO per tutti noi, un importante gesto di solidarietà nei confronti dei malati e del loro diritto all’assistenza. Orteip ‘02

AL GRUPPO DONATORI DI SANGUE “Fratres” ANGHIARI Vi scrivo queste due righe per esprimere il mio ringraziamento più sincero al Gruppo Donatori di Sangue Fratres e a tutti i Donatori della valtiberina, per l’aiuto che mi è stato dato in questi giorni per mia moglie e per mia figlia. Vorrei ringraziare in particolare la dott.ssa Vannini, il Dottore Zadi, la Catia e tutto il Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Sansepolcro per l’impegno professionale e per l’aiuto morale che mi hanno dato in questi giorni difficili. Sono fiero di far parte di un gruppo di persone, donatori di sangue, ma soprattutto un gruppo fiero e compatto. Grazie di cuore a tutti! Cordiali saluti. Mario Puleri, Loredana Rossi, Matteo e Linda Puleri e tutto il reparto, medici ed infermieri, di Ostetricia e Ginecologia


IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO Nell’assemblea ordinaria del dicembre u.s. si sono svolte le elezioni dei membri del nuovo Consiglio Direttivo per il quadriennio 2002/2005, a cui hanno partecipato un discreto numero di associati. Questi i nomi degli eletti ( tra parentesi le preferenze ottenute): GANGANELLI PIETRO (40) BIVIGNANI ALESSANDRO (27) BOLDRINI SIMONA (39) MADIAI FRANCESCA (25) DRAGHI MASSIMO (39) PUCCI LUCA (25) VELLATI VENIERO (33) LEONARDI CARLO (23) REDENTI SARA (32) BERNI GIOVANNA (15) MONDANI ALMA (29) Come si può constatare, numerosi sono i giovani (sei per la precisione !) presenti e tutti alla prima esperienza; l’auspicato “ricambio generazionale” è dunque finalmente realtà e non ci resta che augurare a tutti un sincero Buon Lavoro, insieme ad un doveroso e forte ringraziamento a tutti i consiglieri uscenti, da tempo impegnati in questo importante settore dell’associazione: che il Signore ve ne renda merito !! Nei prossimi giorni, in occasione della riunione di insediamento, gli undici consiglieri sceglieranno tra loro il nuovo presidente, il suo vice, il capogruppo e le altre figure previste dallo Statuto. Il Presidente uscente Pietro Ganganelli

PREMIAZIONE DONATORI PARTICOLARMENTE ATTIVI Collocata, per la prima volta, al termine del pranzo sociale dell’annuale Giornata del Donatore, si è svolta una semplice ma per noi tanto significativa cerimonia di premiazione di quanti, tra i nostri iscritti, hanno raggiunto un significativo numero di donazioni di sangue, nel corso della loro appartenenza a questo Gruppo. L’ iniziativa non costituisce un voler “portare in piazza” qualcuno, ma intende essere semplicemente un doveroso e concreto atto di pubblica riconoscenza nei confronti di chi si è dimostrato costante nell’impegno a suo tempo sottoscritto, con la speranza che tanti altri ne seguano l’esempio. Sono stati premiati con: DIPLOMA E MEDAGLIA DI BRONZO 1. Acquisti 2. Cestelli 3. Ghignoni 4. Giuliattini 5. Graziotti 6. Lazzerini 7. Livi 8. Manescalchi 9. Mondani 10. Panichi 11. Ricci 12. Rondoni 13. Vichi

Fabiano Romano Michele Palmiro Angelo Gianluca Marino Carlo Lorenzo Franco Giovanni Marco Alessandro

DIPLOMA E MEDAGLIA D’ARGENTO 1. Baldi 2. Bonarini 3. Bruttini 4. Cangi 5. Ceradini 6. Leonardi 7. Mearini 8. Puleri 9. Vellati 10. Zanchi Marise

Marina Graziella Emanuela Ottavio Livia Roberto Nara Mario Fabiano

Un saluto particolare di “benvenuto” è stato rivolto alle due ultime e giovani iscritte al Gruppo, presenti alla cerimonia: Meucci Debora e Roselli Alice, studentesse diciottenni, alle quali è stato consegnato un artistico portachiavi con il logo dei “Fratres”. È stato poi presentato il sig. LEVI REMO, anche lui entrato recentemente a far parte della grande famiglia dei “Fratres”, ma già donatore di sangue da lunga data in quel di Milano, dove risiedeva. Dal luglio scorso ha già effettuato due donazioni che si sommano alle OLTRE CENTO, eseguite presso il centro tumori del capoluogo lombardo. Congratulazioni!!! N.B.

Quanti ancora non avessero ritirato il diploma e la medaglia lo possono fare tutti i giorni rivolgendosi agli uffici della Misericordia.

FAI VINCERE LA VITA... DONANDO SANGUE E PLASMA INFORMATI PRESSO GLI UFFICI DELLA NOSTRA MISERICORDIA (tel. 0575/789577)

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RICHIESTA DEL SERVIZIO DI AMBULANZA QUANDO CHIAMARE IL 118 Le norme che regolano il pronto intervento ci suggeriscono di rammentare ai nostri concittadini il sistema migliore e più efficace per le chiamate, ordinarie e di urgenza, delle nostre ambulanze. Contrariamente a quelle che sono le convinzioni in genere diffuse fra la popolazione, il 118 non è il numero di chiamata per i casi di urgenza particolare, ma è il numero telefonico che ogni cittadino deve necessariamente utilizzare per gli interventi di chiamata in senso generale, che rivestano comunque il carattere di pronto intervento. Uniche eccezioni, nelle quali il malato o il familiare possono chiamare direttamente l’ambulanza della Confraternita di Misericordia, sono quando i richiedenti hanno già una autorizzazione scritta dell’uso di ambulanza rilasciata dal proprio medico curante, o quando la richiesta di uso della ambulanza riguarda viaggi programmabili nel tempo e comunque non urgenti. Tutto ciò può apparentemente avere il senso di eccessiva burocrazia, mentre nella realtà questo tipo di procedura è stato introdotto per fornire la migliore assistenza possibile al malato. Al 118 risponde sempre un medico specializzato che, con apposite e mirate domande sullo stato del malato, è in genere in grado di stabilire se l’intervento debba essere fatto con una ambulanza di tipo A (cioè con il medico a bordo) o se è sufficiente un’ambulanza con a bordo i soli volontari della Confraternita di Misericordia. In questo secondo caso sarà direttamente il 118 che chiamerà l’ambulanza della Misericordia per il servizio di intervento. Aggiungiamo che, in ogni caso, anche se il paziente chiama direttamente l’ambulanza della Misericordia, i volontari della medesima sono comunque costretti, prima di partire, a chiamare il 118 per relazionare sul caso di intervento richiesto, in quanto comunque e soltanto il medico del 118 può autorizzarli ad intervenire sulla richiesta di chiamata di pronto intervento. Questa normativa, apparentemente complicata può comunque essere sintetizzata in questi termini: IL CITTADINO DEVE SEMPRE FARE LA RICHIESTA DI CHIAMATA (DIURNA O NOTTURNA) DELL’AMBULANZA DIRETTAMENTE AL 118 le uniche eccezioni sono: a) - il cittadino può chiamare direttamente l’ambulanza della Misericordia se in possesso di autorizzazione scritta del medico b) - il cittadino può chiamare direttamente l’ambulanza della Misericordia per prenotare viaggi non urgenti e non di pronto intervento (es: viaggi per dialisi, cure fisioterapiche etc…) Invitiamo tutti i nostri concittadini a seguire le disposizioni operative sopra citate, per poterli servire sempre meglio e per essere certi della migliore assistenza in caso di necessità. Aggiungiamo inoltre un’altra informazione importante: i servizi di ambulanza a seguito di chiamata di urgenza tramite il 118 o quelli effettuati con l’autorizzazione del medico sono per il richiedente completamente gratuiti, mentre i servizi effettuati senza autorizzazione del 118 o del medico sono invece purtroppo a carico del richiedente. I nostri autisti e barellieri hanno il compito quindi, unitamente a quello primario di assistere con la loro opera i nostri malati, anche di accertarsi con i familiari del malato dell’esistenza di una regolare autorizzazione del medico all’uso dell’ambulanza: ciò unicamente per far “risparmiare soldi” ai nostri concittadini. A questo proposito ricordiamo che i confratelli e consorelle regolarmente iscritti alla Confraternita di Misericordia godono comunque di uno sconto del 50% sulla tariffa piena. Cogliamo infine l’occasione per invitare tutti gli Anghiaresi che non fossero ancora soci della nostra Misericordia, ad iscriversi: potranno trovare i moduli di adesione sia presso la nostra sede sia presso la sig.ra Vesta Vellati nella sede della Pro-Loco di Anghiari.

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El Campo de’ Renicci di Odilio Goretti

Accadde tutt’a ‘n tratto, al’impruvviso Guesi da ‘n crede manco fusse vero (e ‘n tra de noi ci se guardea ‘n viso con occhi mogi, presi da pensiero). Qu’i bastardi, se seppe, ivon diciso, senza cuccumeggere, senza arpero, de fère ‘n Campo proprio ‘n tu i Rinicci chiuso cu i fili pe’ nne scappère o gicci. Duvion fallo perché duvia vinicci internèti de tutto n’antro mondo. I primi furon butti in pagliaricci sotto le tende cu la terra ‘n fondo. De notte tutti i lumi erino apicci e le guardie guardeon tutto ‘n tondo che nissuno fuggisse quéto, quéto anche si c’era el reticolèto. E de mi lì nissuno fu scappèto, però d’i morti ci ne funno tanti: più d’uno col biroccio fu portèto anche da Checcaglione ai Camposanti. Mangeon le ghiande e ‘n’ivon fièto manco de preghè Cristo cu’ i su’ Santi: secchi trinsiti, animi distrutti sembrea ‘ndiviso che murisson tutti. Anche noialtri ‘s’iva i musi asciutti: se mangea poco e spesso se piagnia da la disperazion, la feme, i lutti. S’arcutinea ‘gni cosa, pur che sia, per ande’ avanti. Ma qu’i farabutti (che ‘l duce lu vidion cume ‘n Messia) facìon da pertutto gran delitti: amazzeon donne, i vecchi, i citti.

‘N tul Campo, ‘ntanto, s’eron fatti fitti perché giugnion guèsi tutt’i giorni; senza fe’gnente lì, sdraièti o ritti acappeon pidocchi p’i dintorni. Qu’i povaracci mezzi morti, afflitti, ‘nn’aion da spere’ che pochi giorni dovessono passère ‘n quel’inferno: chidiono ‘sta grazia al Padreterno.

Sparonno ‘n’aria ma ‘nn’era ‘n gioco e ci fu chi sparonno raso terra; fu cusì che ‘n mezzo a questo foco ci funno dei feriti cume ‘n guerra. Arvinne alfin la calma poco a poco, l’ordine arvinne drento a quela serra ma quattro furon porti a lo spedèle perché feriti: gn’era andèta mèle.

E passò a la meglio anco l’inverno crescendo la speranza de cambière: senza più ‘l duce, senza ‘l su’ governo fu cume ‘n chiodo fisso da sperère. Ma passò giorni e mesi e ‘n quel’inferno el Berni seguitèa a lavorère, mentre el comando l’ia sempre Pistone: garzon fedele e tetro in ogni azione.

La calma sì! Ma era universèle la suspicia che ‘n durasse tanto e da Pistone ‘nsino al caporèle vinne ‘l cacaccio cume per incanto: ‘nfino a che ‘n nisse ‘n’ordine essenzièle d’abandonère el Campo e tutto quanto, cridion de tenelli sempre drento tutti qu’i quattromilacinquecento.

Dal venticinque luglio a prucissione arivonno parecchi antifascisti che funno confinèti per ragione d’esse’ anarchici o d’esse’ cumunisti ch’ion manifestèto ribeglione a la zeldra de’ crimini fascisti. Erino “grandi”, gente de gran fede: se feno anche amazze’ per quel che crede.

Ma ‘n funno badarelle. ‘N sul tormento de quela guerra che ‘n finiva mei, doppo tre giorni, tutto ‘n t’un momento, arivonno i tedeschi e furon guei. L’internèti cun impeto violento ruppono ‘l reticolèto e, più che mei, ebbono ‘n molti per cumune ‘ntesa d’andère verso ‘l mèr per ande’ a chèsa.

L’undici de settembre alfine achède che vinne l’armistizio e se cridia che se fusse finita. Ma sucede che andassene de lì ‘n se putia. Alora dentr’al Campo in più se chiede d’esse’ liberi e potessene ande’ via: s’adunonno, se missino a bercère gridando che vulivino scappère.

Dimolti però andonno’n ver Capresa, tant’altri ‘n ver le Marche o verso Anghièri: ginno cu’ i partigiani ne l’intesa de combattere ‘nsiemi pèri a pèri contro i nazifascisti ne l’impresa de distrugge’ quei loschi masnadieri e arportère la Pace ‘n tutto ‘l mondo: fraternamente e animo fecondo.

Chi comandea nun sapia che fère per fe’ calmère quela ribeglione: cu’ le guardie se missino a gridère de stère calmi e arnire a la ragione. Ma ‘n ci fu cristi, ‘n ci fu preghiere per fe’ calmère quel’agitazione…: gridando ancora, dopo n'antro poco presi da la paura fecion foco.

Furon veri eroi fino in fondo: combattenti leali, partigiani, con sentimento e animo profondo. Ortodossi, atei, cristiani, io ne conobbi molti e non nascondo che furon grandi amici, schietti, umani. Spesso ricordo il lor sincero ardore: fremo con ansia e… mi si stringe il cuore.

Le foto si riferiscono alla commemorazione del 4 ottobre 1997 per gli internati dei Renicci. A sinistra davanti alla baracca del Comandante, a destra una delle baracche ancora conservata e, vicino al titolo, Odilio Goretti davanti alla baracca utilizzata come prigione. Foto Emmedipì

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Da San Leo

Dalle nostre Parrocchie Da Monterchi La prima domenica di febbraio, il 3, festa di San Biagio, patrono della parrocchia di Pocaia. Nella chiesa parrocchiale, disastrata parzialmente dall’ultimo terremoto, celebreremo questa festa molto semplice. La Santa Messa alle 11,30 e alle 4,30 del pomeriggio e dopo le Messe la benedizione della gola e la preghiera al santo. Una volta questa festa era legata anche a momenti di festa nelle case dove si facevano castagnole ed altri dolci e, dato che s’era già nel periodo di carnevale, si ballava anche. Adesso queste riunioni familiari sono andate in disuso perché i giovani vanno in discoteca e i vecchi si sentono abbandonati. Per la Candelora viene fatta la benedizione liturgica delle candele sia alla Madonna Bella sia a Monterchi con un po’ più di solennità. Ci sono poi le Ceneri che quest’anno cadono molto presto e tutto il mese di marzo siamo quindi in Quaresima. Con i parroci di Anghiari stabiliremo le Stazioni Quaresimali così come facciamo da anni per essere presenti in tutte le realtà del Vicariato. L’attività catechistica si intensifica durante la Quaresima. Riprenderà con gradualità la Benedizione delle famiglie che terminerà la Domenica delle Palme. La Settimana Santa a Monterchi si apre con le Solenni Quarantore . Iniziano nel pomeriggio della Domenica delle Palme. Esponiamo il Santissimo tre ore, dalle tre fino alle sei, quando ci sarà la Messa vespertina. E così per i primi tre giorni della Settimana Santa. Saranno presenti ogni ora due confratelli della Compagnia del SS. Sacramento. A Monterchi è molto sentita laProcessione del Venerdì Santo. Negli ultimi anni abbiamo impostato questa importante cerimonia che è in pratica una Via Crucis. Ci riuniamo alle ore 9 nella chiesa del Monastero e di lì partiamo lentamente meditando sulle stazioni della Via Crucis con letture fatte dai giovani. Si giunge infine nella chiesa arcipretale dove viene fatta l’omelia e la benedizione dei fedeli. In questa occasione tutte le popolazioni e le famiglie della vallata del Cerfone sono presenti. Alla Processione del Venerdì Santo oltre tutta la popolazione è presente la Confraternita di Misericordia con un ruolo ben preciso nell’accompagnare le immagini del Gesù Morto e della Madonna Addolorata. Sono presenti diversi giovani che partecipano attivamente a questa cerimonia. È presente anche la Compagnia del SS Sacramento. La Veglia Pasquale inizierà alle 11,30 con le varie letture e la benedizione del Fonte battesimale. Doveva essere celebrato un battesimo ma si farà nel giorno di Pasqua. Il giorno dopo Pasqua, nella chiesa di San Biagio, ci sarà la giornata delle confessioni e Comunioni pasquali mentre a Monterchi le confessioni si potranno fare durante le Quarantore.

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Per la Candelora vengono benedette le candele. È una data che porta luce per la fede e speranza per la fine dell’inverno così come un detto popolare recita: Per la Candelora dell’inverno siamo fora. Le Ceneri sono ricavate bruciando i rametti di ulivo benedetti nella domenica delle Palme dell’anno precedente ed appositamente conservati. È un rito penitenziale accompagnato dalle parole: “Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai”. Seguendo le indicazioni liturgiche oggi si può accompagnare il gesto con le parole un po’ meno severe anche se ugualmente significative: “Convertitevi e credete al Vangelo”. I Venerdì di Quaresima alle ore 18 dopo la S. Messa ci saranno le Via Crucis. Nel mese di marzo c’è labenedizione delle famiglie che si concludono con i riti della Domenica delle Palme e della Settimana Santa. Il Giovedì Santo si rinnova il ricordo dell’Ultima Cena e il Venerdì Santo della Passione e della Crocifissione di Gesù Cristo. Il Sabato Santo è una giornata di riflessione e nella notte si fa la benedizione del fuoco e del Fonte Battesimale e quindi la Messa di Pasqua. È durante questa cerimonia che vengono suonate di nuovo le campane silenziose dal Giovedì Santo. Il giorno di Pasqua è festa grande perché la Resurrezione è il fondamento della nostra fede. Il giorno 17 marzo ci sarà la festa di San Giuseppe che per tradizione celebriamo a Turicchi. In quella località c’è una cappella costruita a servizio degli abitanti, dei boscaioli ma anche delle guardie doganali al tempo del Granducato di Toscana. La cappella che viene mantenuta dagli abitanti di Turicchi conserva una bella tela di San Giuseppe. In quel giorno faremo festa con la celebrazione della Santa Messa alle ore 11. Data poi la proverbiale ospitalità dei Turicchiesi anche gli abitanti di San Leo volentieri salgono in collina. Per la parte civile possiamo segnalare l’attivazione del semaforo all’incrocio con la via di Anghiari che è utile soprattutto nei momenti di maggior traffico per l’attraversamento dell’incrocio. Con l’allargamento della strada e con il parcheggio comunque la situazione è migliorata.


Giovanni Valbonetti, insegnante: Mi è capitato un paio di volte di vedere macchine provenenti da Sansepolcro transitare tranquillamente, anzi a elevata velocità, nonostante avessero il rosso. Probabilmente ci dovremo fare l’abitudine.

Il semaforo Interviste di Mario Del Pia

Sergio Papini, Scucco III della Calabria: Ah, adesso funziona? Ivo Polendoni, artigiano: Mi sembra che serva a far rallentare le macchine (almeno col rosso). Nell’incrocio vero e proprio non ci sono state grosse difficoltà anche in passato. L’unico problema era, e forse è, che le macchine che provengono da Sansepolcro vanno troppo forte. Ho visto dei miglioramenti. Dragonetti Vladimiro, turista: Il semaforo della via di San Leo mi sembra una cosa abbastanza utile perché prima in effetti era un incrocio pericoloso. Quindi la giudico una cosa positiva. Sergio Lombardi,libero pensatore: Non sono d’accordo sulla installazione del semaforo perché la ritengo una spesa inutile e faziosa. Faziosa perché l’incrocio è pericoloso per chi non rispetta i segnali ma non per chi marcia come la presenza dell’incrocio e del centro abitato impone. Il problema da affrontare e risolvere è quindi un altro.

Ad un mese dall'attivazione del semaforo della Stazione ho chiesto ad alcuni cittadini anghiaresi il loro parere. Come potrete leggere ci sono pareri discordi ma alcuni di loro evidenziano che, oltre all'incrocio di San Leo, ci sono altri punti del territorio comunale che hanno bisogno di attenzione. Io ci metterei anche la necessità di pensare ad una viabilità per le macchine in transito che sarebbe meglio non far passare dal centro di Anghiari.

Paolo Rossi, corrispondente: Il semaforo poteva essere posizionato anche in altre zone dove la presenza di auto è maggiore. Un intervento che ritengo essenziale sono gli attraversamenti pedonali in via Martiri della Libbia.

Andrea Merendelli, regista: Ho espresso il mio parere in occasione della festa di San Martino: Mi sembrano occhi di drago infuocati che stanno in fondo al paese. Al di fuori di metafora secondo me ci sono incroci più pericolosi da segnalare ad esempio il centro abitato di Tavernelle.

Mafucci Gastone , produttore di vinsanto: Il semaforo funziona bene. Appena c’è il verde (e di più con il giallo) vanno tutti come siluri. Angiolo Pari,pensionato: Mi sembra che funzioni bene.

Anghiari - Corso Garibaldi Questa è la foto “anni venti” pubblicata nel calendario della Coop. La foto è suggestiva e voglio segnalare ai nostri lettori tre elementi: L'orologio sulla facciata della chiesa della Croce (sarà possibile ripristinarlo come aveva cercato di fare anche Gastone Corsi?). La lapide sul muro del Palterre (ora si trova alla Cappella dei Caduti), collocata nel 1913 per ricordare gli anghiaresi che hanno partecipato alle patrie battaglie: progetto dell'Ing. Remo Magrini, testo del Prof. Domenico Guerri e lavoro eseguito dall'artigiano marmista Alfiero Innocenti. Infine, sempre a sinistra, il paracarro sacrificato al progresso automobilistico negli ultimi anni.

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Carramba, che gioia!!! Messaggio da Torre Pedrera Caro periodico “L’Oratorio di Anghiari”, dopo molteplici esitazioni e ripensamenti vari, ho deciso che non posso fare a meno di comunicarti e condividere con i tuoi lettori la grandissima gioia che ho potuto assaporare a Città di Castello nel pomeriggio dell’11 settembre scorso (data spaventosa, ahimè, per il mondo intero). Subito ti spiego il perché. Per la prima volta ho potuto incontrare, vedere, toccare, abbracciare la mia bella e coraggiosa cugina Alda Pacini di cui fino a pochi giorni prima ignoravo persino l’esistenza. Nata a Buenos Aires (Argentina) nel 1932, figlia del mio zio Laurino Pacini, nato ad Anghiari nel 1897, fratello maggiore della mia mamma Amelia Pacini. Lo zio Laurino, per mancanza di lavoro, emigrò in Argentina nel lontano 1925. Sposato con la zia Maria Gabrielli di Città di Castello, ma dei quali, per motivi a me sconosciuti, i mie familiari da tantissimi anni avevano perso le tracce, con tanto dolore di tutti, soprattutto della mia nonna Filomena. Alda mi ha detto che fin da piccola ha sempre desiderato conoscere “le sue radici” di cui sapeva ben poco e che non si rassegnava di non avere nonni, zii, cugini come tutte le sue amiche: ciò la faceva soffrire molto, in quanto si sentiva diversa dalle altre. Per molti la vita spesso è inspiegabilmente dura, purtroppo; ma la speranza di poter venire in Italia non l’ha mai abbandonata, finché tre anni fa, Alda finalmente è riuscita a partecipare ad una gita organizzata con molte tappe nelle varie città italiane, fra cui Perugia, l’ultima dell’elenco, prima del rientro a Buenos Aires. Alda, da Perugia è corsa a Città di Castello dove si è recata all’anagrafe, riuscendo a trovare la famiglia di suo cugino Ezio Gabrielli. Il tempo era poco, perciò l’incontro è stato veloce ma assai emozionante e gioioso. Così con la voglia di riabbracciarli di nuovo e trattenersi più a lungo, Alda ha promesso che di sicuro sarebbe ritornata, anche perché voleva trovare i parenti di suo padre. Quest’anno, nel mese di agosto, è tornata a Città di Castello, ospite graditissima dei suoi cugini Gabrielli. Era la terza volta che si recava con loro ad Anghiari con il desiderio forte di trovare i suoi parenti Pacini, ma non riusciva a realizzare il suo sogno, finché, grazie alla squisita premura e al competente interessamento dei coniugi Romani Concetta e Romano, incontrati per fortuna al bar del Campo della Fiera, ha potuto capire che i parenti che cercava non si chiamavano Pacini, ma erano i miei cugini Giabbanelli Giancarlo, Franco, Fernando e Mario e mio fratello Orazio ed io Carla Leonardi, in quanto figli di Olga e Amelia Pacini.

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Così, la sua forza d’animo, la sua tenacia e la sua sincera fiducia nella provvidenza del buon Dio, hanno fatto sì che c’incontrassimo. Carramba, che pomeriggio indimenticabile ho trascorso con lei!!! La gioia è stata così grande e vera che, come ho già detto, ne ho voluto far partecipi anche i miei anghiaresi a cui, nonostante la lontananza, sono sempre legatissima. Un cordiale saluto Carla Leonardi Torre Pedrera, 21 settembre 2001

E una stella fiorì a Natale Sabato 22 dicembre, alle ore 21, nella chiesa della Propositura, i bambini delle classi IV e V del catechismo, hanno messo in scena una storia dal titolo “E una stella fiorì a Natale”. Davanti ad uno scenario rappresentante una valle stretta tra due alte montagne e da un paesino chiamato “Scuro”, i nostri ragazzi ci hanno fatto vivere i significativi momenti di un viaggio fantastico, compiuto da uomini ed animali, alla ricerca della luce. La suggestiva ed insolita scenografia curata da alcune ragazze della scuola superiore, gli appropriati costumi, realizzati dai genitori dei bambini, le musiche, i canti ed il significativo contenuto della storia, hanno fatto del recital un piacevole momento di unione, nella nostra parrocchia, alla vigilia delle festività natalizie. Sorprendenti e gratificante, per noi catechisti, è stato l’impegno dimostrato dai bambini nel preparare lo spettacolo con serietà, responsabilità e soprattutto tanto entusiasmo. In maniera vivace, come la loro età vuole, hanno cercato di dare il meglio di sé, nell’interpretare vari personaggi: il mugnaio, il cacciatore, il pastore, i contadini, tutti gli animali del racconto, o indispensabili narratori che, volta per volta, ci trasportavano con la fantasia nelle scene che si susseguivano. Suggestive anche le figure di Giuseppe e Maria che, con solennità e dolcezza, sul finire della storia, reggevano tra le braccia il Bambino Gesù. Forte il messaggio lanciato dai “piccoli attori”: uscire dal buio della paura, della diffidenza e dell’egoismo per raggiungere la luce dell’amore e della generosità. Ancora una volta i bambini ci hanno saputo dare con la loro spontaneità e semplicità, un esempio di vita, augurandoci al termine della serata che nel nostro cuore non regni mai il buio ma la luce. È senza dubbio l’augurio più bello che le nuove generazioni possano farci; impegniamoci allora, noi adulti, a far fiorire, come i personaggi del recital, tante rosse stelle di Natale, germogliate dalla terra fredda, ma riscaldata dall’amore di ciascuno di noi verso i fratelli. Donatella


L'€ U R O È ARRIVATO Dal 1° gennaio scorso è iniziata la circolazione di monete e banconote in euro è già nella prima settimana di diffusione oltre il 75% dei pagamenti viene effettuato con la nuova moneta. Nei primi giorni del nuovo anno si è verificato un grande afflusso di pubblico agli sportelli bancari e postali, sia per il lungo periodo di chiusura degli stessi in coincidenza del fine anno, sia perché la popolazione si è affrettata, anche troppo, nell’approvvigionamento della nuova moneta. Ma non c’è nessuna fretta; le nostre vecchie lire saranno utilizzabili fino al 28 febbraio del 2002 e quindi il cambio in Euro potrà essere effettuato con calma, senza frenesia. Non occorre cambiare le Lire in Euro in banca o negli uffici postali; basterà utilizzare le Lire per i normali acquisti presso gli esercizi commerciali; l’eventuale resto verrà corrisposto in Euro. È importante inoltre non conservare le monete degli “starting kits” acquistati dopo il 15 dicembre, ma utilizzarle per i normali acquisti; in questo modo si accelera la messa in uso delle nuove monete. La Banca di Anghiari e Stia è a disposizione di tutti per fornire le informazioni necessarie; presso i propri sportelli si trovano gli “Euroinformatori” giovani preparati in grado di fornire qualsiasi chiarimento relativo al passaggio all’Euro. È opportuno, infine, ricordare che i pagamenti in Euro possono essere effettuati più facilmente con l’utilizzo delle Carte di Credito e delle tessere Pago Bancomat. Nella prima settimana del “change over” - periodo che va dal 1° gennaio al 28 febbraio 2002 utilizzato per il cambio della Lira all’Euro - tutto sembra andare secondo le previsioni; anche la quasi totalità degli sportelli bancomat è stato aggiornato alla nuova moneta e gli ATM stanno erogando regolarmente banconote da 50, 20 o 10 Euro. Le previsioni della Banca Centrale Europea per ciò che concerne i tempi di adeguamento alla nuova moneta sono state confermate anche se è stato rilevato che l’ Italia è risultata leggermente in ritardo rispetto alla media degli altri 11 Paesi di Eurolandia nell’utilizzo dell’Euro per i pagamenti negli esercizi commerciali.

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Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Natale a Tavernelle Con l’avvicinarsi del Natale tutta la Parrocchia si mette in movimento; già dalla I° Domenica d’Avvento si notano vari cambiamenti, nella Liturgia domenicale, nelle attività missionarie e per i giovani della Parrocchia. Il gruppo delle catechiste ha quest’anno realizzato un mercatino (le cosiddette “Tende di Natale”) con dei dolci fatti ognuna in casa propria, che sono stati poi venduti dopo la Messa della domenica, con buoni risultati. Il gruppo dei giovani invece si è impegnato nella preparazione del Presepio per la gara di Laterina. Quest’anno si sono classificati al 2° posto. I bambini del catechismo hanno avuto invece l’impegno di accendere una candela per ogni domenica di Avvento; le candele erano state sistemate in un tronco davanti all’Altare. Il tronco, naturalmente, dalla simbologia biblica, simboleggia l’Avvento. Arrivati alla vigilia di Natale, abbiamo fatto la tradizionale Fiaccolata di Natale fino al Cenacolo di Montauto, per partecipare alla Messa di Mezzanotte. Ovviamente dopo la Messa non poteva mancare il famoso cioccolato caldo che ci prepara sempre la bravura e la semplicità delle suore, che ancora ringraziamo. La fiaccolata di quest’anno era stata preparata dal gruppo giovanile della Parrocchia. La Messa di mezzanotte è stata invece animata dal “Coro Unito” di Anghiari e Tavernelle, che dall’anno scorso si congiunge per la messa di mezzanotte a Montauto. Per l’ultimo dell’anno abbiamo cantato, dopo alcuni anni che lo recitavamo, l’inno del “Te Deum”, il canto di lode e ringraziamento al Signore, in questo caso per l’anno che si stava concludendo. L’ultima occasione che ci ha visti insieme, descritta dall'articolo di Chiara nell'altra pagina, è stata il pomeriggio della Befana. L’intera Comunità ringrazia i ragazzi per il loro gesto di generosità. Sempre dall’intera Comunità di Tavernelle, di cui anche il sottoscritto fa parte, un augurio a tutti i lettori dell’Oratorio per un sereno e felice anno 2002.

La Fiaccolata Anche quest’anno siamo arrivati a Natale e come ogni anno i progetti per prepararci bene a questo momento sono tanti. Infatti partendo per tempo abbiamo deciso di organizzare la fiaccolata per la notte di Natale, una tradizione che andava ormai scomparendo. Dopo molte sere passate a pensare e ripensare a qualcosa di diverso da fare rispetto alle solite rappresentazioni della natività, abbiamo deciso di centrare il tema della nostra camminata serale sull’ATTESA, intitolando dunque la Fiaccolata: “UN’ATTESA CHE CAMMINA”. Partendo da Tavernelle fino a Montauto con le torce alla mano, abbiamo fatto tre soste: la prima intitolata “ATTESA - FEDE”, la seconda “ATTESA - STORIA” e l’ultima “ATTESA - SPERANZA”; questi tre i modi di vivere la nostra attesa di Cristiani. Ad ogni fermata leggevamo un passo del Vangelo commentandolo, fermandoci poi a riflettere ed a commentarlo intorno al fuoco, che con tutta sincerità ci riscaldava, visto il freddo che faceva! Comunque nonostante questo, alla nostra iniziativa ha aderito molta gente dandoci così anche un po’ di soddisfazione.... e chissà che questo non sia un buon spunto per organizzare una cosa del genere anche il prossimo anno!! Laura

Le iniziative a Tavernelle: A sinistra un momento della cena al Centro sociale di Tavernelle con la quale è stata raccolta una somma di denari destinati alla Borsa di studio di Gilmar. In alto un momento della preparazione del presepe e, nell'altra pagina, le Befane in visita ad una famiglia di Tavernelle. Foto AB

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Il Prosciutto di Mario della Celle e la Madonna del Carmine

La Befana a Tavernelle di Chiara

Come tutti sanno il 6 gennaio è il giorno della Befana e noi ragazzi di Tavernelle abbiamo pensato di offrire, grazie al ricavato del premio vinto con il concorso a Laterina (ricordiamo a tutti che l’anno scorso eravamo arrivati primi grazie al nostro presepe realizzato su un tronco, mentre quest’anno, riprendendo come sfondo la piazza di Laterina, abbiamo realizzato il nostro presepe con 19.500 fiammiferi bruciati, classificandoci secondi) alcune calze con caramelle e cioccolatini, ma anche carbone e mandarini agli anziani di Tavernelle e dintorni che hanno superano i 75 anni di età. Così in questa giornata speciale le Befane hanno cominciato a distribuire caramelle ed allegria a tutte le persone della parrocchia. La nostra prima tappa è stata il Bagnolo, poi il Bagnolino e tutte le campagne che circondano Tavernelle. Oltre che agli anziani le befane hanno portato le calze con le caramelle anche ai bambini del catechismo che le aspettavano impazienti al Centro Parrocchiale intrattenuti dalle catechiste con giochi e merenda per tutti. Il giro della befana è terminato dopo aver consegnato le calze a tutti gli anziani di Tavernelle. Noi ragazzi abbiamo fatto questo gesto accorgendoci della gioia con cui le persone ci hanno accolto nelle loro case e nel modo in cui volevano offrirci caramelle, cioccolatini, vinsanto ecc... Da queste piccole cose abbiamo intuito che ciò che è stato fatto è stato gradito, ma la cosa senz’altro più bella è stata scambiare due parole di gioia e anche di speranza con loro. Detto ciò le “BEFANE” (anche se ormai avrete capito che siamo stati noi ragazzi a vestirci) colgono l’occasione per ringraziare tutti gli anziani che le hanno accolte con calore e allegria, e augurano a tutti un FELICE ANNO NUOVO...!

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Siamo in tempo di spezzatura del maiale, e gli amici della Celle (Alessio e Mario) lavorano senza sosta per macellare tradizionalmente i molti suini della gente di Tavernelle. L’11 di gennaio scorso stavano lavorando anche da me, ed è stato bello vedere i nostri due bravi norcini sistemare con cura ed attenzione genuina le varie parti del maiale. Un fatto un po’ curioso però, che l’amico e capo Norcino Mario della Celle, sia riuscito a fare i prosciutti nientepopodimeno che sotto la diretta benedizione della Madonna del Carmine. Infatti, nel preparare il cartellino con il nome della mia famiglia, ha usato il retro di un santino appunto con l’immagine della Vergine che si trova al Combarbio di Anghiari. In questo modo, ha detto, il prosciutto verrà senz’altro buono, perché lo guarderà la Madonna del Carmine!

Sbocciaron le rose di Cmr

Venivan giù dal Subasio folate di vento gelato. Coi piedi nudi nei rotti calzari per strade innevate andavano Francesco seguito da Chiara. Dall’amore a quel Dio crocefisso che bruciava i due cuori traevan calore le membra. Portavan parole di pace ai fratelli rissosi, chiedevano pane per chi non ne aveva, cantavano lodi al loro Signore. Udì Francesco frasi volgari perché uomo e donna andavano insieme e allor disse a Chiara: “Dobbiam separarci.” Non capì Chiara, ma il capo tosato nel ruvido velo piegò all’obbedienza, al padre e maestro.


Il canonico Del Corona e San Tommaso Becket Mercoledì 5 dicembre il Pari ed io siamo partiti alla volta di Vicchio. Da lì l’amico Nevio ci avrebbe accompagnato a Borgo San Lorenzo per la ricerca della tomba dell’anghiarese don Vittorio Del Corona parroco di quella comunità dal 1880. A Borgo, grazie anche all’aiuto di Aldo Giovannini, ricercatore di storia locale, siamo giunti all’accertamento che il Del Corona era sepolto nel cimitero della Misericordia, proprio nella cappella centrale. Solo che... siamo giunti in ritardo ed il cimitero era chiuso. Nessun problema! L’amico Nevio ha garantito che avrebbe provveduto per la documentazione ed infatti la domenica successiva, grazie anche ad una gita nella nostra valtiberina, mi è pervenuta la ricca documentazione fotografica della tomba di Del Corona. Ma a Borgo c’era un altro motivo di interesse storico per Anghiari. Athos Camaiti ha pubblicato in due puntate le motivazioni che ci inducono a pensare che il passaggio di San Tommaso Becket da Anghiari (così come racconta il Taglieschi) possa essere verosimile. Si faceva riferimento all’Ascani che nel suo libro “Anghiari” (1973) dichiarava che dai documenti finora esistenti si poteva lasciare l’1 per cento di probabilità che San Tommaso Becket fosse venuto in Italia e ad Anghiari in particolare. Aldo Giovannini mi ha fornito la copia di una scheda della chiesa di San Bartolomeo a Galliano di Mugello dove viene riportata la notizia della consacrazione della chiesa da parte del Becket nell’anno 1163. Che anche il Brocchi abbia preso la notizia dal “buon” Taglieschi mi sembra strano e sarei propenso per portare le nostre probabilità, per adesso, almeno al due per cento. Dietro indicazione del Camaiti avevo inviato richiesta

di notizie all'Archivio di Stato di Piacenza e di Benevento per avere conferma dell'amicizia, fra il Becket e il Vescovo Lombardo da Piacenza, poi eletto Cardinale ed Arcivescovo di Benevento. Da Piacenza, con sollecitudine e competenza, è pervenuta la documentazione in fotocopia di un testo del 1758 (Memorie Storiche di Piacenza) che attesta l'esistenza di questa amicizia fra il Vescovo Lombardo ed il Becket, durante l'esilio di quest'ultimo. Giunga pertanto il mio grazie al Direttore Gian Paolo Bulla dell'Archivio di Piacenza. A questo punto le probabilità che il Taglieschi abbia ragione io le faccio salire al tre per cento. Le ricerche continuano!

Qui sopra la cappella del cimitero a Borgo San Lorenzo e, cerchiata in nero a destra, la lapide del Canonico Del Corona. Vicino al titolo l'ingresso del cimitero. Foto Nevio Santini

Il terremoto e le nostre chiese Il terremoto del 26 novembre 2001 ha colpito notevolmente diversi edifici del comune di Anghiari anche se, fortunatamente, non ci sono stati danni alle persone. In particolare chiese e canoniche hanno avuto diversi danni. Alcune chiese tra cui il Carmine, Ponte alla Piera, Pieve alla Sovara e in parte San Lorenzo, sono state chiuse perché inagibili con ordinanza del Sindaco. Anche alcune canoniche hanno avuto una parziale inagibilità fra cui Pieve alla Sovara, Ponte alla Piera, il Convento del Cenacolo di Montauto e San Lorenzo. Stiamo predisponendo sopralluoghi per accertare l’entità dei danni e predisporre adeguata documentazione tecnica per progetti e lavori per rendere ancora agibili e fruibili queste strutture. I finanziamenti non sono ancora stati definiti. Fino a che non ci sarà un adeguato sostegno anche economico da parte del Governo e della Regione Toscana sarà difficile fare questi lavori. Una buona notizia invece per il Carmine. Essendo stati reperiti dei finanziamenti per consolidare a livello sismico una parte pericolante che riguarda soprattutto l’abside ed il transetto della chiesa, fra poco tempo potremo vedere l'inizio di tali lavori.

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BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE ANNO 2002 ANGHIARI con inizio alle ore 14,30 Giovedì 14 febbraio) Campo della Fiera da Via da Modigliana fino alla Maestà della Giradinella. Via Matassi, via Cerboncelli, via Montebello. Via della Fossa, via Guardiani fino incrocio via Matassi. Venerdì 15 febbraio) Via del Crocifissino (da via della Palaia + Belluccio), Carboncione, Palazzo fino alla Maestà della Giardinella. Tutta via della Giardinella e traverse interne fino a casa Canicchi. Lunedì 18 febbraio) Via XXV luglio, piazza del comune fino al voltone, via Castello antico, via F. Nenci. Via della Misericordia, via Mura di sopra e di sotto. Martedì 19 febbraio) I Cordoni, via Taglieschi, via G. Bruno, Il Borghetto, via Garibaldi. Via Trieste, piazzetta E. de Amicis, piazza Baldaccio. Mercoledì 20 febbraio) Da Piazzetta della Croce e da via Campo della Fiera (Casa Calli e podere Crocina) per il Borgo della Croce (lato sinistro fino a via Mazzini, lato destro fino piazza Baldaccio). Giovedì 21 febbraio) Via Mazzini, via del Teatro, p.ta della Fonte, via Gen. C. Corsi, Via della Bozia, piazza IV novembre, Monteloro, viale Gramsci. Venerdì 22 febbraio) Via Propositura (dalla chiesa fino al Campo della fiera, via della Fossa dalla Perga in poi, Fusaiolo, Val della Pieve. Lunedì 25 febbraio) Per via del Carmine dall’acquedotto via A. d’Anghiari, via G. Canini, Via F. Nomi fino a strada per Terrarossa Martedì 26 febbraio) Per via del Carmine da via di Terrarossa fino incrocio via provinciale: via F. Vagnetti. Via A. Meozzi, via dello Spirito Santo, via D. Guerri. Mercoledì 27 febbraio) Maraville, via Intoppo, via della Tomba. Per via della Croce: dalla Fonte fino al “Cinema”. Palazzolo compreso. Giovedì 28 febbraio) Via Cupa, via Infrantoio (da case popolari fino incrocio via Martiri antifascisti), via Meucci. Venerdì 1° marzo)

Viale Martiri antifascisti. Via Marconi.

Lunedì 4 marzo)

Vigna, Vignolina, Torricella, Molin Bianco, Polveriera. Santo Stefano San Girolamo

Martedì 5 marzo) Per via Nova ( da inizio via del Carmine fino al Ponte dei sospiri, comprese via Poggio del sole e XVIII agosto Bartolomei). Mercoledì 6 marzo) Via del Ponte dei sospiri fino a bivio Sterpeto escluso. Pietto per via del Comune Chiribini e altri. Giovedì 7 marzo)

Via Martiri della Libbia: dalla Caserma dei Carabinieri a Torchiale escluso. Orario mattino dalle 9,30

Lunedì 18 febbraio) San Lorenzo, Sorci, Casacce, Molindagnolo. Martedì 19 febbraio) Ville poderali: Terrarossa, Bellavista, Postremo, Pino e podere la Ripa (da via Vagnetti), Guardabasso, Mori, Campalone I, II e III. Mercoledì 20 febbraio) San Tommaso, Soccorso, Casentina, Fornace, Capolungo Soldini. San Rocco I e II, Il Rio. Giovedì 21 febbraio) Dal Molin del Comune a Ca’ de’ frati; da Spadino a San Tommaso (escluso) I luoghi di lavoro e delle attività commerciali e produttive riceveranno la benedizione al mattino nei giorni dal Lunedì al Venerdì.

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I nostri lettori Nel numero 5 dello scorso anno, per motivi di impaginazione, abbiamo “dimenticato” alcuni nostri affezionati lettori che ci avevano fatto pervenire la loro offerta. Provvediamo alla riparazione: sono i primi nomi della lista. Ricordiamo poi per chi lo desideri, e non l'ha ancora fatto, che per contributi al giornale, oltre ai bollettini postali possono essere effettuati dei versamenti presso i C/C bancari, intestati alla parrocchia di San Bartolomeo ed elencati sotto, senza alcuna spesa aggiuntiva:

Banca di Anghiari e Stia C/C n. 5083 Banca Popolare dell'Etruria C/C n. 3389 Monte dei Paschi di Siena C/C n. Cristini Gianrico Romiti Dina Giornelli Adriana Allegretti Magrini Brunetta, Ar Acquisti Bruno, Catorcio Acquisti Pernici Ines, Acquisti Pierangelo, Firenze Agolini Nilo, Via Nova Agolini Piero, Viaio Alfonsi Angiolo, Campo Fiera Bartolomei Tito, Via Nova Baldi Davide Barfucci Ottavio Bartolini Domenico Bartolomei G. Battista, Tavernelle Bartolomei P. Gerolamo, Motina Bartolomei Teresa, Portogallo Benedetti Alberto, Madonnuccia Berni Giovanni, Motina Bertusi Edilia, Borgo della Croce Bianchi Giovanni, Tavernelle Bidossi Renato, Arezzo Boncompagni Luigi e Simona Bonini Rossano, La Casa Boriosi Gloria Boriosi Rino, Via Carmine Brandinelli Paolo Bulletti Fosco, Terrarossa Buscosi Leoniero Calli Ascanio Capucci Giuseppina, Bozia Catacchini Elena, Le Ville Catacchini Vilmo Cecconi Luciano, Infrantoio Checcaglini Renata, Monterchi Cherici Silvana, Campo Fiera Citernesi Franco, Via del Carmine Comanducci Cesare Comanducci Giuseppe Comanducci Santi Conti Adriana Cristini Adriana, Genova

Crociani Francesco, Viaio Cuccini Fabio, Borgo della Croce Del Pia Marino, Stazione Del Sere Giorgio, Sansepolcro Dragonetti Vladimiro, S. Remo Drakard Libbiano Ducci Mariella, Tavernelle Fabbriciani Cesare Floridi Fulvio, I fabbri Foni Federico, Siena Fontana Giuseppe, Infrantoio Franceschi Ilva, Croce Franchini Giorgio, La Banca Franchini Marisa, Infrantoio Una persona Gallai Pierluigi, Città di Castello Gattari Gian Paolo, Via Fossa Gennaioli Gisella Coleschi Gennaioli Piero, S. Stefano Giabbanelli Fabiano Giabbanelli Grazia Giabbanelli Igino Giglini Renato Giorni Giovanni, Gardone VT Giovagnini Marisa, Argentina Giovagnini Teresa Giovagnoli Elisabetta Guelfi Paolino, Montebello Inghirami Elisa, Via Fossa Leonardi Carla, Torre Pedrera Leonardi Guido, Cortine Leonardi Loris Leonardi Velma, Prato Leonessi Maria, Pisa Lombardi Sergio, Borghetto Luconi Alvise, Minusio CH Madiai Angiolo, Vigna Madiai Giovanni, San Leo Acquisto Magrini e Nespoli Manenti e Pernici Vincenzo Mangoni Bruno, Via del Carmine Mari Dino

Mariani Santi, S. Stefano Mariotti Paolo, Motina Martini Athos, Via Nova Martini Graziella e Cristina Matteucci Giuseppe Meazzini Elbano, Arezzo Meazzini Paolo Medici Giorgio, Monterchi Offerta anonima Menzogni Verdiana, Meleto Merendelli Faliero, Merendelli Rosanna Milaneschi don Gino, Rassina Mondanelli Ovidio Mondani Luigi Mondani Pietro, La Calla Mondani Riccardo, Milano Nevistrelli Angiolo, Tavernelle Nocentini Maria Offerta anonima con bollettino Olandesi Mimmo, Viaio Olivieri Antonietta, Grosseto Omarini Mario e Leonardi Conforta, Tavernelle Ortalli Gino Ottobri Giovanna, Calenzano Pacassoni M. Vittoria Pannilunghi Ventura Parente Ernesto, monterchi Pennacchini Andrea, Rio Bo Pernici Ermindo, Ponte Carletto Pierantoni Mirco Polcri Duilio, Maraville Polcri Orlando, Motina Polverini Elda, Sansepolcro Primaveri Fernando, Belluccio Raffaelli Benito Romani Romano, Novaggio CH Roselli Angiolo Rossi Andrea, Molindagnolo Rossi Ave, Rossi Enzo, Pocaia

Rossi Fabio, Le Bucacce Rossi Massimo, Tavernelle Rossi Piero, Molinello Rossi Piero, Ponte alla Piera Ruggeri Alfideo, Viaio Ruggeri Kathy, Argentina Ruggeri Mario, Infrantoio Russo Marco Ruti Magda, Tavernelle Salvi Amalia, Anghiari Vecchio Santi Amerigo, Tavernelle Santi Nelly Santini Nevio, Vicchio Sassolini Alfonso, Spicchi Scartoni Frido, Senesi Ivo, Tavernelle Senesi Mario, Via Nova Senesi Nello, Borgo della Croce Staccini Maricla, Sansepolcro Suore Agostiniane della Ripa Tanfi M. Faliera Tanguenza Carla, S. Stefano Tavernelli Francesco, Tavernelle Tofanelli Guido, Infrantoio Tognetti Aldo, Pisa Trolese Albino, Caronno P. Ulivi Lamberto e Iolanda Urci Paolo, Bucacce Valentini Mario Vellati Vesta Venturi Delfo, Casaccia Venturini Ferdinando Veri Paolino, Infrantoio Vichi Angiolo, Carmine Vichi Gaspero, Carmine Vichi Mario e Carlo, Carmine Villarecci Marisa, San Leo Zanchi Antonio Zanchi Armando Zoi Ada, Brescia

I campanili luminosi

Dall'Archivio Storico

In occasione dell'addobbo natalizio delle nostre strade l'Amministrazione Comunale ha provveduto ad illuminare anche i tre campanili più importanti e che sono quello della Badia, quello di Sant'Agostino e il Campano. Una buona idea che ha rinnovato il profilo di Anghiari e che sarà apprezzata dai turisti nottambuli.

6 agosto 1388 - La Repubblica Fiorentina concede al Comune di Anghiari nella conferma dei Capitoli, il Mercato il giorno di Mercoledì, libero di qualsivoglia gabella, gravezza reale o personale, di qualsivoglia specie di grossi animali e di qualsivoglia cosa commestibile o da fuoco.

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Il passaggio della via di Ronda di Armando Zanchi

Tutto Anghiari nell’antico affonda à riaperto la via della Ronda Sotto la chiesa di Sant’Agostino à rinviato la via del Destino Cambio di nome ora è la Ronda ma il vecchio anghiarese non si confonda In questo luogo dal grande tracciato ora si vede qui rinnovato

Lo sconosciuto

Scale a chiocciola dentro il Torrione che al turista offre occasione

Certo speriamo che con tramontana da dentro ‘sta porta si tenga lontana

Lì dal posteggio sotto le mura con questa scala vera bravura

Tante le visite da parte del popolo sotto la torre pare affogano

Salire in paese facilita il mondo e fa scoprire il segreto profondo

Le gallerie lì interrate sono rinchiuse con inferriate

Anche per i vecchi ‘sta via di Ronda resta aperta a notte profonda

Quando a quei tempi di quel grande convento furono i frati in questo intervento

Un po’ di salita viene risparmiata là Tralemura a mano portata

Per lunghi anni andavano a fare le gallerie per potersi trovare:

Offerta alla Fondazione Valsé Pantellini

(l’indifferenza) di Vera Cuccini

La famiglia Cimbolini rende noto di aver devoluto la somma di L. 1.097.000, raccolta in memoria di Cimbolini Giuseppe, alla Fondazione Valsé Pantellini, sede di Firenze, per la ricerca e la cura delle malattie degenerative. La Fondazione, con lettera sottoscritta del Responsabile Scientifico Dott. Guido Paoli, si impegna ad “utilizzare tale donazione per un progetto già attivato con il C.N.R. di Pisa per studiare le caratteristiche antimutagene ed anticancerogene dell’ascorbato di potassio e per un altro progetto di ricerca che coinvolge l’Istituto di Scienze Fisiche dell’Università degli Studi di Parma, diretto dalla Prof.ssa Ortalli, sull’azione protettiva dell’ascorbato di potassio nei globuli rossi umani sottoposti all’azione di un agente altamente ossidante”. La Fondazione e la famiglia Cimbolini ringraziano e confidano che l’attività di ricerca possa andare avanti per tutelare la salute di coloro che sono affetti da tali malattie.

Solo vai per la grande città, solo tra la folla immensa che s’accalca intorno a te che ti stringe, talvolta t’urta, solo nella giungla d’asfalto di strade interminabili tra rumori assordanti sussurri, voci e grida della gente che intorno ti sta. Ma nessuno ti guarda, non un sorriso, né una parola, nessuno pensa a te. Solo cammini, lo sguardo sempre avanti per scorgere un futuro migliore del tuo presente, solo con un carico di pensieri di dolori e passioni pesante fardello della nostra umanità, che ti soffoca, ti stringe il cuore e t’invita ad andare, sconosciuto, per le strade della grande città.

I poderi della Badia Nel 1770 fra i possedimenti della Abbazia di San Bartolomeo vengono citati i seguenti poderi: Molin Bianco, Mulinello, Molin di Valle, Poder Nuovo, Tovari. 27


Nel 1770 fra i possedimenti della Abbazia di San Bartolomeo

Molin didel Valle, Poder Nuovo, Tovari. Balli, orchestre e complessi, luoghi e tempi ballo, costumi ed usanze in Anghiari dall’inizio del ‘900 ai nostri giorni

di Flavio Mercati

VII parte

Veglioni, sale da ballo pubbliche ed altro Il veglione del martedì grasso al teatro era certamente per Anghiari, una volta, l’avvenimento mondano più importante, non solo del Carnevale, ma di tutto l’anno. All’inizio era esclusivo, riservato solo ai soci dell’Accademia dei Ricomposti. In seguito le maglie si allargarono e “passavano” tutti, anche perché negli ultimi tempi l’Accademia non gestiva più direttamente questo veglione ma dava il teatro in affitto per questa occasione. Era un veglione che veniva dal secolo passato, ideato, si può dire, dalla borghesia del paese per la borghesia del paese, poiché i soci appartenevano soprattutto a questo ceto sociale. Una manifestazione impegnativa. Le donne dovevano indossare l’abito da sera con relativi lunghi guanti e gli uomini lo smoking o comunque l’abito scuro. All’inizio le signore e signorine stavano sul palco e per scendere in sala a ballare dovevano aspettare che un cavaliere si presentasse loro e le invitasse a fare il primo ballo. Di solito dama o damigella e cavaliere si mettevano d’accordo prima, ma, se per qualche malaugurato inghippo, il cavaliere non si presentava al palco per l’invito, loro dovevano rimanere lì, così voleva l’etichetta, per tutta la serata o, per meglio dire, la nottata, e logicamente il fatto nei giorni seguenti, nel paese, sarebbe stato, per un po’, sulla bocca di tutti. Però raramente ciò avveniva: di solito, quando il cavaliere fissato non si presentava, interveniva qualche conoscente della signora o signorina che, immaginando in quale penosa situazione si trovava l’aspirante ballerina, la invitava lui stesso in sala. Come succedeva nei migliori veglioni si danzava anche il ballo figurato che, di solito, era la Quadriglia, diretta, spesso, da Primino Dragoni e Moderato Conti. Vi era pure il ballo Cotillon. Per ristorarsi c’era il buffet. Se gli uomini avessero avuto qualche inconveniente estetico con le loro chiome, nessun problema: esisteva anche il servizio di bellezza per soli uomini svolto, per un certo periodo, da un giovane apprendista barbiere, Adelmo Agolini che, con un secchiello di brillantina a disposizione e dei pettini, risistemava le capigliature maschili alla… Rodolfo Valentino. Non si ha notizia, invece, che ci fosse anche la parrucchiera per l’altro sesso, ma probabilmente vi era. Non poteva mancare, infine, dopo la mezzanotte, l’elezione della reginetta che oggi si sarebbe chiamata “miss”. Era dunque questo il veglione, diciamo così, dell’ “Anghiari bene” ed anche se qualche persona “meno bene” avesse potuto parteciparvi, in genere ci rinunciava ugualmente per timore di sfigurare di fronte ai modi e all’educazione di un ceto sociale superiore. Il popolo si accontentava, anzi preferiva andare a ballare alla Filarmonica, alla Sezione, al Circolo, alla Stazione dall’Ottavia o ai frequenti veglioni privati che si tenevano sia in paese che in campagna oppure in qualche sala pubblica dei dintorni. Comunque, come detto sopra, anche il veglione del teatro ultimamente era alla portata di tutti perché aveva perso quella caratteristica elitaria, di classe, di rispetto di una certa etichetta che lo caratterizzava un tempo (nell’ultimo periodo venivano anche in blue jeans).

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Cessò di esistere nel periodo fine anni ’60 inizio anni ‘70. Un tempo usava anche “andare a fare le maschere”: un gruppo di persone mascherate, con una persona che fungeva da capo e garantiva per loro, si presentava ad un veglione ed il garante, che era a viso scoperto, chiedeva se potevano fare quattro salti, qualche ballo, il che veniva regolarmente accordato. Perché mascherate? Forse perché di Carnevale c’è l’usanza di mascherarsi e forse anche perché si creava così un’atmosfera di divertente e curiosa suspense fra i presenti che cercavano di indovinare chi fossero quelle persone mascherate. A qualcuno piaceva mascherarsi anche perché sapeva poco ballare e così non l’avrebbero riconosciuto. Andare a fare le maschere era divertente soprattutto in campagna, durante il tragitto che veniva fatto a piedi, in allegra brigata (erano per lo più ragazzi e ragazze), meglio se al chiaro di luna, col frizzantino dell’aria di febbraio che pizzicava le guance e dava un senso di euforia e di eccitamento, mentre magari nella notte quieta, se si era in certe zone, si sentiva in lontananza lo scrosciare del Tevere, là alla cascatella. Esisteva un tempo anche il veglione delle persone sposate più conosciuto in gergo come “Il veglione dei becchi” (in questo caso “becco” aveva il significato di marito cornuto, tradito), bonaria, innocente e divertente ironica autodefinizione anche se, a volte, in certi casi, l’appellativo era forse calzante. Sempre rimanendo nell’ambito delle feste da ballo private, ad Anghiari paese, per esempio, c’era quello “della Croce”, denominato anche “delle farfalle”, in riferimento alle donne che vi partecipavano, in contrapposizione a quello del “Terrato”, detto anche “dei carciofini”: erano le solite contrapposizioni, i soliti sfottò sempre esistenti, soprattutto un tempo, nei paesi, ma anche nelle città, fra rioni e quartieri diversi e che rendevano più viva la vita paesana e cittadina. Un tradizionale veglione privato di un certo livello si svolgeva alla Motina. Era quello che annualmente organizzava la maestra Tosca Gamberonci nei locali della scuola elementare e che richiamava anche gente di fuori, naturalmente su invito. Alcune caratteristiche, in generale, delle feste da ballo: in quelle private le donne si limitavano, in genere, a portare i dolci, mentre gli uomini portavano il vino, meglio se era dolce o era il vinsanto

Un Veglione al Teatro anni '50. Foto Fanny Brandinelli


o vengono citati i seguenti poderi: Molin Bianco, Mulinello, Guido Cuccardini (soprannominato “Guido de Faina”) – Eccellente musicista anghiarese dei primi decenni del novecento. Nella banda musicale di Anghiari suonava il clarinetto e, quando era assente il maestro Carlotti, era lui a rimpiazzarlo nel dirigerla. Suonava anche la fisarmonica e, nel suo periodo d’oro, era considerato il miglior fisarmonicista della Toscana. Era anche il rappresentante, per la nostra zona, della Fabbrica di Fisarmoniche Scandalli, inoltre insegnava musica a Monterchi. Era impiegato al Comune di Anghiari come esattore. Cessò l’attività di musicista intorno al 1925.

Subito dopo la guerra si ballava pure alla Motina in un locale pubblico: era una costruzione dell’ex campo di concentramento dei Renicci adibito ora a questa funzione, magari fosse stato sempre così! Durò qualche anno. Dopo un intervallo di qualche decennio, però il ballo ritornò nella zona, avvenne con l’apertura del dancing Paris, tuttora in funzione. LA DISCOTECA AD ANGHIARI

e, in più, pagavano il suonatore o i suonatori. In quelle pubbliche invece, dove esisteva il buffet, le donne non portavano niente e non pagavano per l’ingresso, il biglietto lo pagavano solo gli uomini. Si organizzavano anche veglioncini per bambini e ragazzi, come ad esempio quello al Circolo , dove suonava Guido Cuccardini* con la sua fisarmonica, il quale era molto richiesto anche per le feste da ballo private anche nei dintorni. Ma quale era il periodo del ballo? Tutto l’anno, escluso assolutamente il periodo della Quaresima, perché ballare nel tempo quaresimale era considerato quasi peccato. Tuttavia il tempo proprio del ballo era logicamente il Carnevale, con l’appendice della “Pentolaccia” nella prima domenica di Quaresima. Il ballo poi riprendeva, in qualche sala pubblica, nel periodo estivo; a volte si ballava anche in occasione di fiere o mercati, perché c’era affollamento di gente in paese e c’era quindi la possibilità di “staccare” diversi biglietti. Queste occasionali feste da ballo, ad esempio quella della “Fiera del cocomero” del 29 agosto, avvenivano in genere alla Sezione o nel palazzo del Marzocco, nella sala dello “Spiscio”, così chiamato perché dietro all’edificio c’era uno scolo di acque, uno “spisciolo” in dialetto. In questa sala veniva anche eseguito “il ballo del ventino” (forse era stato portato da Monterchi dove era più diffuso): per ballare bisognava pagare un ventino (una vecchia moneta) per ballo, però poi si aveva diritto al bis gratis, ma il bis era sempre più corto. Nel dopoguerra si continuava a ballare pubblicamente alla Filarmonica, alla Sezione, al Circolo, alla Stazione dall’Ottavia, poi, come abbiamo visto, nel 1946 fu aperto un altro locale, sempre alla Stazione, e sempre in quell’anno venne aperta la Pineta. Verso la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 si ballava anche al cinema Mondani, per Carnevale, in occasione di qualche veglione pubblico. Nel 1978 venne aperta la discoteca, ma questo è un discorso diverso. Però, come accennato altrove, esistevano sale da ballo pubbliche anche nei dintorni, nelle frazioni, vediamole un po’, scusandoci se qualcuna ci sfuggirà nell’elencarle. Una sala da ballo pubblica, al chiuso, esisteva a Tavernelle, già prima della seconda guerra mondiale, mentre nel dopoguerra, oltre che dentro, si ballava anche all’aperto, d’estate, in una pista appositamente costruita. Anche a San Leo si ballava pubblicamente, sia prima che dopo la guerra, in locali al chiuso. Si ballava pure alla Scheggia nel dopoguerra: all’aperto, all’Antico Posto Di Ristoro e più tardi, al chiuso, all’Albergo Ristorante.

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Nel maggio del 1963 si vivevano ad Anghiari giornate eccitate ed eccitanti con la curiosità tra la gente che era a mille. Nel nostro paese si girava un film! Sì…, proprio un film! Aveva per titolo “La ragazza di Bube” con Claudia Cardinale come protagonista principale. Atmosfera resa ancora più viva e partecipativa dall’utilizzo di numerose comparse locali, ma soprattutto dei due nostri concittadini Maria Bigioli e Fabiano Giabbanelli, in due ruoli di una certa importanza: la sorella di Bube ed il partigiano Memmo. Per terminare il film Maria Bigioli verrà portata anche a Roma con il marito per otto giorni da favola, per lavorare a Cinecittà, mentre Fabiano Giabbanelli, fra Roma e Ronciglione, in provincia di Viterbo, verrà impegnato per circa un mese. Quasi la stessa atmosfera aleggiava per Anghiari, ma con un impegno maggiore del senso critico, allorché, nel 1978, una novità venne a ravvivare la vita un po’ monotona e sonnacchiosa del paese: presto, dove prima c’era il cinema Mondani, sarebbe stata aperta una discoteca. Dopo le prime manifestazione di meraviglia: “Come! Anche qui una discoteca! Anche da noi!”, ognuno dava il proprio responso che, per lo più, variava tra quelli di questo tipo: “Ma non dura mica!”, “C’è poca gente nel nostro paese!”, “La campagna non ci viene!”, “E poi è fuori dalle grandi vie di comunicazione!”, “Se la gente comincia a venirci e la voce si spande, dura, dura!”, “Fa anche pubblicità al paese!”, “È una cosa non bella, porta la droga!”, “Vedrete quanta droga corre…!”, “Ma che moda ballare sino a tutte le ore della notte, ma le “citte” che ci vengono, ma ‘n ce l’hanno i genitori??!, ballano un po’ e pu’ chissà ‘n du vano e con chi!” La curiosità aumentava mano a mano che si avvicinava il giorno dell’apertura. Finalmente venne il pomeriggio dell’inaugurazione. La discoteca si presentava bene sin dall’esterno con quel nome scoppiettante CRIPTON che faceva presagire chissà quale musica frizzante e scatenata. Il piazzale antistante al locale e le strade adiacenti erano piene di macchine: l’inizio era promettente. Per un po’ di tempo l’affollamento continuò, poi, piano piano i frequentatori cominciarono a diminuire e inesorabilmente diminuivano sempre di più. La discoteca entrò in crisi, cambiò allora gestione ed anche nome: divenne PIERROT, ma le cose non cambiarono, la crisi continuò e poco tempo dopo chiuse i battenti: la previsione di qualche pessimista si era avverata. Altrove però le discoteche hanno avuto ed hanno notevole successo mettendo in crisi le orchestre e le altre sale da ballo. Nel nostro comune, per esempio, l’unica sala da ballo pubblica rimasta con orchestra è il dancing della Motina. Le orchestre hanno forse la meglio d’estate nelle località di villeggiatura. Il contraltare negativo delle discoteche, com’è noto, sono gli incidenti del sabato-domenica notte. Ma chi avrebbe mai immaginato che una cosa gentile come il ballo si sarebbe collegata a tanti lutti! Forse era meglio quando andavano a “fare le maschere”, a piedi, al lume di luna!? continua


Fatti di casa nostra ovvero la pagina di Walter Del Sere

Il postino suonerà almeno una volta? Ad Anghiari il 2002 è iniziato con una petizione popolare riguardante la decisione assunta dai vertici provinciali delle Poste che sta provocando non pochi problemi e disagi. Stiamo parlando del repentino trasferimento dei postini dall’ufficio di Anghiari a quello di Sansepolcro. Fino a poco tempo fa i portalettere in servizio ad Anghiari svolgevano il proprio compito dalle ore 7 alle 13, garantendo la consegna della corrispondenza a partire dalle ore 9. Ora, con le nuove disposizioni, il servizio inizia tra le 10 e le 10 e mezza, a seconda della quantità di lettere e pacchi da recapitare. L’ampiezza del territorio comunale e la dislocazione geografica delle zone rurali penalizza il servizio al punto che, di sovente, i postini non riescono a recapitare tutta la corrispondenza nello stesso giorno di arrivo. Nel testo della petizione si legge inoltre di un paradosso relativo all’incomprensibile viaggio che compiono le lettere impostate in Corso Matteotti e dirette nel nostro territorio comunale. La lettera che, per esempio, il cittadino abitante ad Anghiari intende inviare all’amico che abita a Viaio, farà un giro di 80 chilometri prima di arrivare nella cassetta della posta del destinatario. Infatti la corrispondenza imbucata ad Anghiari è inviata ad Arezzo, giunge poi a Sansepolcro e, dopo 2 giorni di escursioni, ritorna ad Anghiari dove, finalmente, il terzo giorno viene recapitata. Morale: aggravio di costi per l’azienda (smistamento in 2 sedi), più un’inutile e dannosa attesa per gli utenti. La petizione ha lo scopo di far soprassedere i vertici delle Poste da tale ristrutturazione, giudicata del tutto immotivata e senza alcun fondamento giustificativo sia dal punto di vista economico che logistico, riassegnando i portalettere di Anghiari all’ufficio situato al piano stradale di Palazzo Corsi.

Un corso di restauro di interesse... mondiale Nonostante la grave crisi economica ed istituzionale che sta imperversando in patria, arriveranno comunque ad Anghiari il 23 gennaio gli 8 studenti ed artigiani argentini che frequenteranno uno specifico corso di specializzazione sul restauro del legno, organizzato dal Comune in collaborazione con il Centro Tecnologico del Restauro. Con l’avvio del progetto, presentato tempo fa al Sindaco dall’Associazione Città Gemellate, Circolo Toscano di La Plata, Comitato di Gemellaggio La Plata-Anghiari e dalla Scuola Tecnologica “Juan Battista Alberti”, l’Amministrazione Comunale intende consolidare il rapporto privilegiato con La Plata, città di mezzo milione di abitanti capitale della Provincia di Buenos Aires, gemellata con Anghiari dal novembre 1998. Il Centro del Restauro curerà lo svolgimento del corso che si terrà in 2 “botteghe” di artigiani anghiaresi. In programma anche escursioni alle maggiori città d’arte per visitare manufatti lignei e mostre tematiche. Durante la permanenza ad Anghiari è probabile che la comitiva si incontri anche con Juan Turchi, il centravanti nativo di La Plata in forza all’Arezzo, che potrebbe invitare i connazionali ad assistere ad una gara degli amaranto. Gli stagisti argentini rimarranno in Valtiberina per 4 settimane durante le quali seguiranno lezioni teoriche e pratiche, tornando poi a La Plata con un’esperienza umana e professionale che si preannuncia gratificante per tutti i protagonisti. In ultimo, la Regione Toscana ha recentemente comunicato che è stato ammesso a finanziamento europeo il Progetto La Plata che si pone l’obbiettivo di ricercare ed archiviare le storie di vita degli aretini che negli anni 50 si imbarcarono per l’America Latina per sfuggire alla miseria atavica delle nostre zone. Un ulteriore segnale di quanto sia importante riallacciare quel filo della memoria che unisce Anghiari e la Toscana con i conterranei d’Argentina. In alto la "buca" delle lettere e, a destra, un artigiano anghiarese al lavoro. Digital foto Emmedipì

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Mese di Dicembre

C R O N AC H E T T A dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Sabato 27 ottobre. Oggi è morto Bruno Del Pianta di anni 88. Bruno abitava a Tavernelle. - Oggi è morto anche Anselmo Alleati di anni 88. Anselmo abitava allo Sterpeto. Mese di Novembre 2001 Giovedì 1. Oggi è morta Adelaide Goretti vedova Giorgi di anni 94. Adelaide abitava per la via di Palazzolo. Domenica 4. Stasera sono andato a vedere i falchi che venivano lanciati dalle mura. Lunedì 5. Oggi è nato Roberto Bassani di Moreno e Fiorella Merendelli. La sua famiglia abita a San Leo. - Oggi è morto Delmo Ligi di anni 81. Delmo abitava ai Renicci. - Oggi è morta anche Rosa Panichi vedova Paci di anni 93. Rosa abitava a Tavernelle. Mercoledì 7. Oggi è nata Silvia Cambi di Mario e Mazza Mariagrazia. La sua famiglia abita al Campo della Fiera. Giovedì 8. Oggi è morto ad Aubervilliers dove abitava Domenico Luigi Senesi di anni 83. Venerdì 9. Oggi sono andato al Ponte da Piero Rossi che mi ha dato degli attrezzi che si adoperavano per le castagne e dalla Speranza che mi ha dato un rastrello. Mi servono per la mostra di San Martino di domenica prossima. Sabato 10. Oggi è morta Derna Resti vedova Giuliattini di anni 89. Derna è la mamma di Palmiro, che è Confratello della Compagnia di Casenovole e abita al Molin Bianco di Tavernelle. Domenica 11. Oggi era la festa di San Martino - Oggi è nata Sara Ferrini di Mauro e Carmela Galasso. La sua famiglia abita verso le Bucacce. Mercoledì 14. Oggi al mercato c’erano pochi banchi e poca gente. Solo un po’ di agricoltori davanti alle Logge che parlavano del più e del meno e affezionati clienti del mercato anghiarese. Sabato 17. Oggi è nata Matilde Carli di Michele e Aurora Canuto. La sua famiglia abita a Montemercole. Giovedì 22. Oggi è morto Anselmo Marconi di anni 93. Abitava a Valle del Ponte alla Piera. Venerdì 23. Oggi è nata Martina Matteucci di Oriano e Manuela Grazi. La sua famiglia abita alla Motina. Sabato 24. Stamani sull’ape del Carboni c’era una “incaciatina” di neve. In Propositura il Cecconi ha sistemato l’altare di Sant’Anna per ricollocarci la tela restaurata. Martedì 27. Oggi è nato Mateo Zogu di Martin e Bukurije Zogu. La sua famiglia abita in via della Torre. - Oggi è morto Aldo Geppetti di anni 78. Aldo abitava a Viaio ma aveva abitato anche alla Calla. Mercoledì 28. Oggi hanno messo in funzione il semaforo della Stazione. Venerdì 30. Oggi era la festa della Toscana e il Sindaco ha inaugurato ufficialmente l’apertura della Via di Ronda.

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Lunedì 3. Oggi è nato Arnaldo Vata di Fran e Valbona Vata. La sua famiglia abita in via dell’Intoppo. Mercoledì 5. Oggi è morto Donato Marconi di anni 64 di Valle. Ricordiamo che anche suo padre è morto nemmeno quindici giorni fa. Venerdì 7. Oggi è nata Alice Del Sere di Annibale e Tatiana Kozlova. La sua famiglia abita per la Via Nova. Domenica 9. Oggi è morto Mario Goretti di anni 63. Mario abitava a Turicchi. Lunedì 10. Anche stamani faceva freddo e infatti in cima ai monti del Borgo c’era un po’ di neve. Stasera, nonostante il freddo ed il vento le donne di Anghiari vecchio hanno preparato i “Quadri viventi” per festeggiare la Madonna di Loreto. Giovedì 13. Oggi abbiamo presentato il restauro della tela di Sant’Anna dove c’è anche Santa Lucia e di cui oggi ricorreva la festa. - Oggi è morta Concetta Cangi vedova Grazi di anni 88. Abitava a Mezzavia ed era originaria di Cafaggio. - Oggi è morta anche Rosa Cipriani vedova Mercati di anni 75. Rosa abitava in cima alla Croce. Lunedì 17. Oggi è morta Giuliana Galoppi di anni 77. Giuliana abitava in via del Teatro. Mercoledì 19. Oggi è nato Leonardo Fontana di Emanuele e Daniela Ricci. La sua famiglia abita sotto il Vignolo. - Oggi è nato Marco Giglini di Massimo e Patrizia Graziotti. La sua famiglia abita verso il Crocifissino. Giovedì 20. Stamani dalla finestra ho visto dai tetti che aveva nevicato, invece sulle strade non c’era “punta” neve. Sabato 22. Oggi è nata Federica Coleschi di Ivo e Adria Ciavattini. La famiglia di Federica abita a Guardabasso. - Oggi è nato anche Karim Fornacini di Alessio e Valentina Marrini. La sua famiglia abita al Campo della Fiera. Domenica 23. Oggi è morto Vittorio Giorni di anni 54. Vittorio abitava all’Infrantoio. Lunedì 24. Oggi era il mio compleanno. Anche di Franco che sta alle Bucacce. Mercoledì 26. Oggi è nato Marcello Bernardini di Paolo e Luisella Maggini. La sua famiglia abita a Bicecco. Giovedì 27. Stamani ho messo fuori il gatto… e ho visto che aveva nevicato. Che bellezza! - Oggi è nato Andrea Livi di Luca e Stefania Merendelli. La sua famiglia abita all’Infrantoio. Venerdì 28. Nel pomeriggio, con mio fratello e la Marta, siamo andati a vedere le ferriere dei Monti Rognosi, anzi i resti delle ferriere. Lunedì 31. Oggi era l’ultimo dell’anno e alla Messa delle sei la Corale ha intonato il Te Deum di ringraziamento.

Gli abitanti di Anghiari, composti da 2183 famiglie, il 31 dicembre 2001 erano

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