2002-2 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 2

APRILE - MAGGIO 2002

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXVI-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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13 e 27 marzo 2002

Il nostro saluto al Sindaco

di Maria Pia Fabiani

Il 26 maggio prossimo ci saranno ad Anghiari le elezioni amministrative e i cittadini saranno chiamati ad eleggere un nuovo Sindaco ed una nuova amministrazione. È un fatto molto importante per la vita del nostro paese. Vogliamo qui segnalare che, se pur ci possono essere stati dei singoli punti di controversia, l'Amministrazione comunale ci è stata vicina per affrontare certe emergenze o situazioni che riguardavano entrambi. Dobbiamo riconoscere quindi la disponibilità del Sindaco, signora Maddalena Senesi, proprio a livello umano, ad affrontare le problematiche emergenti alla cui risoluzioni la parrocchia è particolarmente interessata. Ci auguriamo che anche da semplice cittadino il sindaco possa mantenere questa cordialità di rapporti con la nostra parrocchia per dare insieme risposte concrete ai bisogni della comunità.

CENTOTTANT’Anni in due! Questo traguardo forse, marito mio, raggiungeremo. Lo dicevo stamani all’architetto. E lui m’ha detto arguto: “Messi insieme fate un angolo piatto!” “O un doppio retto!” -ho suggerito io.- Se schiena a schiena ci sorreggiamo nella lunga via; se di fronte, parliamo e ci vediamo e ci facciamo dunque compagnia. L’angolo piatto suggerisce il letto… Meglio, meglio quel doppio angolo retto! 10 dicembre 2001

Sommario 13 e 27 marzo 2002 di Maria Pia Fabiani pag. 2 Il nostro saluto al Sindaco " 2 Parabola dei nostri tempi di Cmr " 3 Calendario Liturgico aprile maggio " 4 Il Palterre: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari Bla, bla, bla di S. Lombardi " 6 L'attività del Centro Sociale " 6 Corso di restauro per italo-argentini " 6 Tra due giardini la nostra storia di Cmr " 7 Il cipresso dei sospiri di Civis " 7 La scuola si fa onore " 7 La Chiesa di S. Michele a Padonchia di Q. Giorgini " 8 Ancora discariche di Civis " 9 Le poste anghiaresi degradate di A. Zanchi " 9 Sono in riscossione le quote sociali 2002 " 10 Una lista lunga la vignetta di Scacciapensieri " 11 Giro d'Italia di Vera Cuccini " 11 Un treno che passa di Cmr " 11 Grazia per Safiya " 12 La montagna di Roby 47 " 12 Giuliana di Maria Pia Fabiani " 12 I nonni infiltrati nei locali dell'Oratorio di Cmr " 12 Kanisa Katoliki Kibaigwa Kongwa " 13 Lavori e fostacchie di Clèto " 13 La sacrestia a Santo Stefano " 13 Dal Gruppo Donatori di Sangue Fratres di P. Ganganelli Donazioni, avanti tutta verso l'autosufficienza " 14 Basterebbe poco di Luca Pucci " 14 Nuovo Consiglio Direttivo " 15

Istruzioni per l'uso di Daniele Finzi pag.16 Al servizio degli uomini per amore di Cristo " 17 Sbocciarono le rose di Cmr " 17 E invece è intelligente di Civis " 17 Dal Santuario del Carmine " 18 Dalle Parrocchie di Monterchi e San Leo " 18 Ritiro a Cortona " 19 Il Carnevale ad Anghiari? Splendido, ma... " 20 Grazie d'esistere, amici miei! " 20 Fidarsi è bene... la vignetta di Scacciapensieri " 20 Camminata alla Maestà " 20 Storia del Credito Cooperativo " 21 Da Tavernelle a cura di A. Bivignani Tempo di Quaresima " 22 Per Suor Pasquarosa " 22 Una medaglia, tante notizie " 22 La Via Crucis nella parrocchia di Anghiari di Cmr " 23 Voci note di Vera Cuccini " 23 Non fate morire quella scuola " 23 Il Ciborio della Propositura " 23 Curiosità storico-geografica di Athos Camaiti " 24 A tutto c'è rimedio " 26 Vita da cani di Alfonso ed Elisa Sassolini " 27 Balli, orchestre e complessi... VIII e ultima parte " 28 Fatti di casa nostra di W. Del Sere La Mostra dell'Artigianato " 30 Piattaforma ecologica del "Chiuso" " 30 Sala audiovisivi " 30 Cronachetta dei fatti... di Anghiarino Anghiarese " 31

In copertina: Il "Caporedattore" visto da Luca Pucci - vedi articolo a pag. 3

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Parabola dei nostri tempi Non si accende una lanterna Per metterla sotto il moggio. (Matteo 5/15)

In un paese della Valtiberina toscana viveva in quel tempo un uomo pio chiamato Mario Del Pia. Il paese era Anghiari. Se il tempo fosse stato quello di Gesù, si sarebbe detto che Mario aveva lavorato come capo-auriga ad Arezzo e che, con tanto impegno, si era dedicato da decenni alla custodia dei rotoli del tempio di Anghiari. Ma il tempo a cui ci riferiamo è il tempo attuale, l’inizio del terzo millennio. Quindi va precisato che il nostro uomo aveva lavorato ad Arezzo come funzionario delle Ferrovie, munito di fischietto e di paletta verde, quale capostazione e al suo comando non cavalli e carri si muovevano, ma treni rombanti in transito dal nostro capoluogo di provincia. Per quanto concerne i rotoli della Legge, i rotoli del tempio, niente di arrotolato è passato per le mani di Mario Del Pia, bensì copie e copie de l’ “Oratorio”, fin dal lontano 1970. Uomo tuttofare è stato tipografo, impaginatore, recensore, caporedattore (lo è tuttora) e chi più ne ha più ne metta. Dal 1970 al 1984 ha collaborato con Don Giovanni, poi con Don Vittorio fino al 1991 e successivamente con Giacomo Bartolomei, fratello di Don Vittorio e, infine, con Don Marco. Dal 1970 all’82 l’Oratorio veniva ciclostilato, cioè riprodotto col ciclostile pagina dopo pagina. Che costanza, caro Mario! Nell’82 e fino al ’92 fu fatto un passetto avanti: finalmente una macchina stampante, casereccia, ma stampante, provvide a confezionare il nostro giornaletto parrocchiale. Dal ’92 in poi entra in ballo la tipografia. Siamo cresciuti, al passo col progresso tecnologico.! Ecco per sommi capi, in sintesi, la storia di queste pagine anghiaresi e nella storia non poteva non essere evidenziata l’opera di Mario Del Pia che ha “solleticato” anche la matita, la grafica del bravo Luca Pucci. Non arrossire Mario, non tirerò fuori tante tue doti, ma lasciami dire che in molti apprezzano la tua dedizione nel far vivere e crescere “L’Oratorio”. Ti apprezzano per l’amore che porti ad Anghiari e alla sua storia che conosci come le tue tasche. Ti apprezzano per il tuo interesse alla conservazione e al ripristino del comune patrimonio artistico-culturale, alla memoria del passato. Ti apprezzano per l’amore che porti agli anghiaresi, anche a quelli che possono dissentire dal tuo modo di pensare. Non arrossire, se fossimo al tempo di Gesù, Egli ti direbbe: “Non si accenda una lucerna per metterla sotto il moggio”.

Confratelli Remigio Giorni segnala (via posta elettronica) una bella foto (è del 1910) che ritrae i Confratelli della Misericordia di Firenze mentre trasportano un malato e che lui ha scoperto nel sito: http:/ /www.nationalgeographic.com/ngm/flashback/0202. La foto non viene riprodotta per questioni di diritti di autore e allora io ho ritrovato un’altra foto che ritrae sempre i confratelli della Misericordia, questa volta anghiarese, mentre si accingono a partecipare alla processione del 3 maggio o del Corpus Domini. Certamente però nelle vostre case ci sono foto che ritraggono l’intervento di qualche confratello della Misericordia anghiarese. Infatti non più di cinquant’anni fa non era difficile incontrare anche nel nostro paese un gruppo di volontari che, lettino in spalla, al suono della campanella, percorrevano di corsa le strette viuzze del centro storico e provvedevano a portare persone ammalate presso il nostro ospedale. La caccia è cominciata. Fateci pervenire le vostre foto. Vi saranno restituite.

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CALENDARIO LITURGICO Mese di Febbraio Mese di aprile

Mese di Maggio

TEMPO DI PASQUA

Mese dedicato alla Madonna. Nei giorni feriali alle ore 21 nella chiesa di Propositura e nella chiesa di Tavernelle, recita del santo Rosario con breve riflessione.

Il Tempo di Pasqua abbraccia un periodo di 50 giorni ed è segnato dalle tre solennità intorno a cui si snodano Pasqua, Ascensione e Pentecoste.

1° maggio mercoledì. San Giuseppe lavoratore, patrono del lavoro. Sante Messe alle ore 11 e ore 18 in Propositura.

1° aprile - Lunedì dell’Angelo. Festa nella Parrocchia di Santo Stefano. Santa Messa nella chiesa di S. Stefano alle ore 11. Alle ore 18 S. Messa nella chiesa della Croce.

2 maggio giovedì. Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.

2 aprile martedì. Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del santo Rosario.

3 maggio Venerdì. San Filippo e Giacomo Apostoli. In Anghiari festa del SS. Crocifisso. Sante Messe nella chiesa di Badia alle ore 9,30 e 11. Alle ore 17 in Propositura Santa Messa solenne dove il celebrante amministrerà il Sacramento della Cresima ai nostri giovani. Seguirà quindi la processione per le strade del paese fino alla chiesa di Badia.

4 aprile giovedì. Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 5 aprile venerdì. Primo venerdì del mese. Nella Pieve di Micciano alle ore 20,30 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.

5 maggio - Domenica VI di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo.

7 aprile - Domenica II di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo.

7 maggio martedì. Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del santo Rosario.

14 aprile - Domenica III di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo.

12 maggio - Domenica VII di Pasqua. Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo. Festa al santuario della Madonna del Carmine ove verranno celebrate le Sante Messe alle ore 7, 9, 11. Nel pomeriggio benedizione dei bambini alle ore 16. Ultima Messa alle ore 18 in suffragio dei festarini e dei benefattori. In Anghiari Santa Messa in Propositura alle ore 9,30.

21 aprile - Domenica IV di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo. 25 aprile giovedì. San Marco Evangelista: Marco era cugino di Barnaba. Seguì l’Apostolo Paolo nel suo primo viaggio missionario e poi anche a Roma. Fu discepolo di Pietro del quale riprodusse la predicazione nella stesura del suo Vangelo. Santa Messa alle ore 9,30 nella cappella di San Marco presso la Misericordia e alle ore 18 in Propositura.

14 maggio martedì. San Mattia Apostolo: eletto dagli Apostoli al posto di Giuda per rendere testimonianza della resurrezione del Signore, fu annoverato fra i 12 come si legge negli Atti degli Apostoli.

28 aprile - Domenica V di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo.

19 maggio - Domenica di Pentecoste. Sante Messe secondo l’orario festivo. La Pentecoste, cinquanta gironi dopo la domenica di Pasqua celebra l’effusione sulla Chiesa dello Spirito del Risorto.

29 aprile lunedì. Santa Caterina da Siena Vergine e Dottore della Chiesa. Patrona d’Italia.

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22 maggio mercoledì. Santa Rita da Cascia: Festa presso la chiesetta delle Suore della Ripa preceduta da un triduo serale di preghiera.

SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

26 maggio domenica. Domenica VIII del Tempo Ordinario. SS Trinità. Sante Messe secondo l’orario festivo. 31 maggio venerdì. Visitazione della Beata Vergine Maria a Santa Elisabetta. “Ave Maria piena di grazia, il Signore è con te; benedetta tu tra le donne, benedetto il frutto del tuo seno.”

Ore 8,00 Ore 8,30 Ore 8,40 Ore 9,00

Feste del SS. Crocifisso Venerdì 3 maggio 2002

Ore 9,30 Ore 10,00

Chiesa di Badia - S. Messe alle ore 9,30 e 11

Ore 10,30 Ore 11,00

Propositura, ore 17 Santa Messa solenne durante la quale il celebrante amministrerà il Sacramento della Cresima ai nostri giovani

Ore 11,30

Seguirà la processione per le strade del paese fino alla chiesa di Badia

Ore 12,00 Ore 18,00

-PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -PIEVE DI SOVARA -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA -CHIESA DI TUBBIANO -CHIESA DI CATIGLIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIO -CHIESA DI TOPPOLE -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

MAGGIO MESE MARIANO

Ore 8,30 Ore 8,45 Ore 9,30 Ore 10 Ore 11 Ore 11,15 Ore 16,30 (ore

Recita del S. Rosario

Chiesa di Tavernelle ore 21 Chiesa di Propositura ore 21

S. Maria della Pace Le Ville San Michele Arc.lo a Padonchia CHIESA delle monache Monterchi CHIESA della Madonna Bella Pocaia S. Maria della Pace Le Ville San Simeone profeta a Monterchi 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 15 (ore 17 estivo).

SANTUARIO DEL CARMINE Domenica 12 maggio - Festa dell'Ascensione Sante Messe alle ore 7 - 9 - 11 * Alle ore 16 benedizione dei bambini

foto f.g.

* Alle ore 18 S. Messa in suffragio dei Festarini e dei benefattori defunti 5


IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo Corso di restauro per italo-argentini

BLA, BLA, BLA

Si è concluso oggi 21 febbraio il corso di restauro a cui hanno partecipato sette italo-argentini residenti a La Plata, città gemellata con Anghiari dal novembre 1998. I sette hanno restaurato un mobile da sacrestia che ora si trova nella recentemente rinnovata sacrestia della chiesa di Santo Stefano. Nel Palazzo Comunale questa sera il sindaco ha consegnato loro gli attestati preparati dal Centro Tecnologico e li ha salutati con parole di augurio per una nuova ripresa economica di questa nazione che versa in condizioni drammatiche di profonda crisi. Il Professor Bautista Gamba, a nome di tutti, ha ringraziato, non solo per averli portati a conoscenza della tecnica del restauro ma per la calda accoglienza ricevuta sia dalle autorità che dalla popolazione. Un grazie a Don Juan Carlos che li ha fatti sentire veramente fratelli e li ha accompagnati a conoscere la nostra bellissima Roma, il Vaticano e altri splendidi paesi. Un grazie ad Alessandro e Domitilla che fin dalla prima sera del loro arrivo li hanno fatti sentire così bene, così amici. Il preside della scuola “J. B. Alberti”, da dove provengono i tre docenti, ha inviato un fax arrivato proprio oggi in cui invita una delegazione di nostri artigiani ad andare a La Plata affinché un maggior numero di giovani studenti possano imparare questa tecnica di lavorare il legno. Io, da parte mia, mi auguro che continuino questi scambi interculturali anche dopo il 26 maggio e che, chi sostituirà il nostro sindaco, “la Maddalena”, avrà la sua stessa sensibilità per questa gente che 50 anni fa ha dovuto lasciare la propria terra e che oggi vuole continuare questo filo della memoria e vuole ritrovare le proprie radici. Grazie Maddalena a nome di tutti loro che affettuosamente ti chiamano “Il nostro Sindaco”. Francesca

Ciò vuol significare che è opportuno cominciare a rendersi conto che i tempi sono maturi per fare una completa introspezione di sé stessi, cioè darsi una esatta valutazione comportamentale. Detto in altre parole non si possono affermare delle cose, poi comportarsi in maniera diametralmente opposta. Quanto detto vale per tutti i settori esistenziali e la parola magica è “coerenza”. A tale proposito gli esempi da fare sono molteplici ma quello politico è il più evidente, persone che protestano contro le multinazionali poi comprano le “Malboro” che è la multinazionale per eccellenza; gente che vede come patrimonio il nostro territorio e allo stesso tempo permette che lo stesso venga deturpato; gente che è preoccupata per il lavoro e compera prodotti esteri. E si potrebbe continuare all’infinito, ma allora mi chiedo come sia possibile pretendere che tutto vada per il verso giusto, quando noi stessi siamo i primi ad essere trasgressivi. Dove è finita l’autocritica, il senso di responsabilità e l’amor proprio? Forse ancora non è chiaro che distruggendo gli altri noi distruggiamo una parte di noi stessi perché viviamo in mezzo agli altri! Si ritorna alla parola iniziale “Coerenza” o il processo di autodistruzione sarà lento ma inevitabile. In definitiva la parola coerenza è l’esatto contrario di opportunismo, proviamo a rifletterci questa sera, forse ci addormenteremo in modo migliore! Ci vuole coraggio per essere sé stessi e soprattutto responsabili delle proprie idee e quindi delle proprie azioni.

L’attività del Centro Sociale di Palazzo Corsi Il Prof. Finzi Daniele ha tenuto alcune conferenze che hanno riguardato: La Costituzione Italiana, Informazioni sul Campo di concentramento dei Renicci e Informazioni sull’Euro. Nel corso del 2001 sono state poi effettuate diverse gite in particolare a Gradara, con la visita approfondita al castello, e lungo la costa amalfitana e Napoli di 2 giorni. Inoltre è stata effettuata la visita alla città di Ravenna e ai suoi mosaici. Altra interessante escursione è stata quella a Rimini con la visita al “Tempio Malatestiano” con l’affresco di Piero della Francesca. Ad ogni visita hanno partecipato circa 50 persone con soci e familiari. Per tutte queste attività va ringraziato un gruppo di persone che volontariamente si sono prodigate per la buona riuscita delle manifestazioni.

digitalfoto emmedipì

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di Sergio Lombardi

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racchiusa tra due giardini, come tra due segni di parentesi. E qui si aprirebbero, almeno per me, interrogativi e dubbi: la voglia di trasformarmi in uno di quei personaggi che, al tempo stesso, ammiro e detesto di più: il teologo. Il teologo che sa tutto: un mostro di erudizione che divora libri in tutte le lingue e passa una vita per stabilire, ad esempio, se la Madonna ha avuto o meno le doglie del parto, per cercare di addentrarsi nel mistero della Trinità, ecc. ecc. Io, in barba al teologo prego così: “Signore, accresci la mia fede; grazie per avermi dato questa poca intelligenza che mi fa capire fino ad un certo punto; dammi la vita eterna ed allora capirò tutto.” Ma qualche dubbio, qualche desiderio di chiarire, certo che viene! Non mi trattenere perché devo ancora salire al Padre, dice Gesù la domenica mattina a Maria di Magdala, ma il venerdì precedente aveva detto al buon ladrone: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel Paradiso.” Dov’è, cos’è il Paradiso? Come si conta il tempo in Paradiso? Forse la colpa delle imprecisioni, delle contraddizioni, oserei dire, è tutta degli evangelisti che raccontano la storia dal loro punto di vista, o forse è colpa della traduzione dei testi dalla lingua di origine. Se non siamo sorretti da una fede viva, se non diciamo spesso con umiltà: “Vieni Santo Spirito ad illuminarmi” certo che i dubbi arrivano per turbare la pace del nostro cuore! Chi non crede approfitta di queste molteplici contraddizioni che si possono riscontrare da una lettura superficiale del nuovo testamento, approfitta del linguaggio a volte duro di Gesù per smantellare le nostre verità, sul cammino percorso e da percorrere, per ridicolizzare il nostro credo. Coraggio, amici, cerchiamo di progredire ascoltando e approfondendo la parola di Gesù, il Verbo incarnato e principalmente vivendo questa parola, nella prospettiva di incontrare anche noi il glorioso custode del giardino, all’alba radiosa della nuova vita.

Beatitudini della sera di Cmr

Tra due giardini la nostra storia Risponde (Adamo): “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura perché sono nudo e mi sono nascosto.” (Genesi 3/10) “Donna perché piangi? Chi cerchi?” disse Gesù. Essa, pensando che fosse il custode del giardino gli disse: … Giovanni 20/15 Nel meraviglioso giardino dell’Eden si compie la tragedia e comincia il nostro travaglio di uomini mortali. Scacciati da quel luogo così bello, ha inizio per Adamo ed Eva la nuova vita che comprende il dolore, il dolore fisico e quello dell’anima per aver perso, con il peccato, l’amicizia di Dio. Eva partorirà tra le doglie, Adamo asciugherà il sudore della fronte mentre strappa alla terra il sostentamento per la famiglia. Verranno Caino ed Abele e Abele sarà ucciso dal fratello, prima vittima dell’odio. Verranno le malattie, la vecchiaia e per tutti la morte. Passano i millenni ed ecco che una domenica mattina all’alba, Maria di Magdala, che era stata ai piedi della croce, si trova in un giardino presso Gerusalemme e piange perché hanno portato via il corpo del suo Signore. E lo dice a colui che crede essere il custode del giardino. Ma quando lui la chiama per nome, si aprono gli occhi di Maria e riconosce il suo Maestro. Probabilmente, come farebbe ciascuno di noi, si gettò ai suoi piedi e si strinse a quel corpo glorificato, che doveva esser di una bellezza indescrivibile. Tanto si avvinghiò a quelle gambe che ricordava coperte di sangue e di piaghe, che Gesù le disse: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre.” Ecco, in sintesi, la nostra storia di cristiani: dall’abisso del peccato alla gloria della resurrezione. Storia

Pace, bene e buona Pasqua a tutti.

Il cipresso dei “Sospiri” di Civis

Passo in macchina e, al Ponte dei Sospiri, gli operai della Provincia hanno abbattuto il cipresso ormai danneggiato dal tempo, dalla malattia e… dagli uomini. Prima della curva delle corriere, guardando verso Anghiari vecchio, vedo spuntare fra le case un timido cipresso nella zona dove, più o meno, era il castagno del Paci. Mi viene allora spontaneo pensare che nulla si distrugge ma tutto si può rinnovare. Panorama di Anghiari tratto dal libro di don Ivano Ricci e, Tralemura, il castagno del Paci.

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La scuola si fa onore 22 febbraio 2002 - Le classi V A e B di Anghiari sono state premiate dal Provveditore agli Studi nell’ambito del concorso (a.s. 2000/ 2001) “I giovani incontrano l’Europa” – fase provinciale. Le stesse classi hanno vinto anche la selezione regionale.


LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTE di don Quinto Giorgini

La Chiesa di San Michele Arcangelo a Padonchia Seconda parte

Vecchi e silenziosi cipressi e giovani pini nell’antistante parco ci introducono in questo piccolo tempio dove possiamo ammirare: a) La tipica struttura delle nostre chiese rurali con soffitto a capriate di legno in vista, il pavimento in cotto, un grande arco centrale un po’ schiacciato in stile romanico che introduce sul piccolo presbiterio e due arcate gotiche impostate su robusti pilastri di pietra concia, di forma rettangolare, sul lato destro, che introducevano alla seconda piccola navata, ridotta ora a Cappella laterale. b) Sul presbiterio si notano quattro capitelli forse del secolo X-XII che sorreggevano la volta gotica a vela caduta nel terremoto del 1917. Si può notare sul primo capitello sinistro, una sirena scolpita, simbolo delle tentazioni. Vicino si può ammirare un bel tabernacolo in pietra ed incassato nel muro, di epoca medievale, con i simboli eucaristici. c) Di particolare bellezza è l’Altare maggiore, di stile romanico, di pietra monolitica a forma di trapezio capovolto con sopra una mensa rettangolare, del sec. XI-XII, qui trasportato dalla Chiesa di Petretole. d) Gli affreschi che ricoprono gran parte della parete sinistra ed il presbiterio sono 10: 1 – S. Cristoforo che traghetta il Bambino Gesù, del 1522, molto deteriorato. 2 – S. Sebastiano trafitto, del 1485, in discreto stato. 3 – S. Macario (acefalo) che scaccia i demoni, del 1485. 4 – S. Martino a cavallo che con la spada divide il mantello con un povero (composto verso il 1525, di stile umbro che nei colori così stridenti risente la maniera di Bernardino di Mariotto e nella forma la maniera del Signorelli). 5 – Un Santo di bella forma, di qualche anno posteriore a S. Martino. 6 – Testa di un Angelo (parte di una Annunciazione rimasta coperta dall’arco posteriore romanico). È ritenuto di Scuola Spinelliana fine sec. XIV? È l’Affresco

più antico e tra i più belli di questa Chiesa. 7 – S. Michele Arcangelo (acefalo), Patrono della Chiesa e di tutta la Valle del Padonchia, risale alla prima metà del 1400. È in veste di grande guerriero. Con il piede sinistro schiaccia il diavolo trafiggendolo con la lancia. Tiene in mano la bilancia con nei piatti due anime: una del giusto e l’altra del dannato. 8 - Una Pietà dei primi anni del 1500, di finissima composizione, restaurata nel 1999. Iconografia diffusa nell’ambiente perugino da Bartolomeo Caporali che ricorda lo stile del Caporali e di Fiorenzo di Lorenzo. La Madonna presenta un volto dolce e geometrico, mentre il corpo abbandonato del Cristo morto è sostenuto dalle ginocchia e dalle mani invisibili della Madre. Secondo il noto Prof. Thomas Martone, studioso di Piero della Francesca, questo affresco potrebbe essere di un discepolo di Piero perché cerca di imitarne lo stile e la prospettiva. 9 – Una bellissima Madonna seduta in trono con il Bambino sulle ginocchia, pitturata nella prima metà del XV secolo. Assai vicina per stile a S. Michele ma più antica. È senz’altro l’affresco più bello di questa chiesa, rimasto sempre scoperto e venerato dai fedeli. Tutti gli altri dipinti furono riscoperti nel 1953, al tempo di Don Giorni. 10 – Madonna Immacolata seduta con Gesù Bambino in gloria e sotto i piedi la luna ed

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il serpente. In basso nello stesso affresco c’è un S. Sebastiano trafitto con 5 frecce e S. Rocco con il tradizionale mantello. Con la mano sinistra tiene il bastone e con il dito indice della destra, indica la ferita sulla coscia. Questa pittura esisteva già nel 1651 e si trova sulla parete ovest e serve da icona al secondo altare. È stato restaurato agli inizi del 1999. Mentre sulla nicchia settecentesca dell’altare centrale si venera una devota statua dell’Immacolata, nella parete sotto la più piccola delle arcate gotiche, sta appesa una tela del Patrono S. Michele, di cm. 160x115, del 1769. Ripeto che questa Chiesa, restaurata nel 1990, merita di essere conosciuta e visitata. Anche le due antiche case adiacenti meriterebbero urgenti restauri perché costituiscono un unico corpo e complesso parrocchiale di proprietà della Chiesa, ma purtroppo gravemente lesionate dai terremoti del 1997 e del 2001. Gli affreschi della chiesa di San Michele a Padonchia. Nella pagina accanto: San Sebastiano, San Martino e una Pietà. Qui a lato Madonna in gloria con i Santi Sebastiano e Rocco. Digitalfoto Emmedipì

Ancora discariche di Civis

Il Caporedattore mi dice che alcuni abitanti della valle del Sovara si sono sentiti offesi dall'essere stati indicati come responsabili della discarica della Fossa mentre anche loro soffrono di questa situazione. Mi dispiace se ciò è avvenuto, ma penso che anche loro converranno che la situazione, come altre sparse nel nostro territorio, sono da eliminare. Se il "buon intenditor" dell'articolo non ha inteso... Forse ognuno di noi può dare un piccolo contributo. Lo dia!

Le poste anghiaresi degradate di Armando Zanchi

Pure i Postini ci hanno rosicchiato mettendo il popolo a sedere nel lastricato

Questo paese che sembra un fantasma ci invio una lettera ma il lettore non si affanna

Tutto accade ma poco è il rimedio tutto qui sparisce ferito il ceto medio

Tutto s’invola in quel di Sansepolcro e sempre Anghiari a prendersi il torto

Pure Garibaldi faranno presto fuori come gli uffici di tasse all’apice degli allori

Parte d’Arezzo al Borgo la fermata dopo otto giorni alfine è arrivata

Tutto ad Anghiari deve scomparire pure le Poste si vuole seppellire

‘Sta cittadina che è nata in collina tempi fedeli e grande paladina

Tutta in pianura la vita è convogliata poche di voci davanti a ‘sta bravata

Io mi domando se in questa strana terra se gli Anghiaresi son pronti a fare guerra

Non c’è rancore per posta prioritaria lunghezza d’onda è sempre a noi contraria

Rubate le chiavi si esporta i suoi valori uffici e scrigni svolazzano al di fuori

Paese di Anghiari va avanti con i gettoni ma qui si ritorna con piccoli spezzoni

Ma per fortuna la posta è prioritaria ma solo il cane lo sento che abbaia:

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NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

SONO IN RISCOSSIONE LE QUOTE SOCIALI 2002 La Confraternita di Misericordia di Anghiari ha posto in riscossione le quote sociali per l’anno 2002. A tale proposito chiediamo la collaborazione di tutti i nostri confratelli e consorelle per poter incassare in modo agevole le quote, cercando per quanto possibile di evitare la riscossione “porta a porta”, particolarmente lunga e dispendiosa in termini di risorse umane. Ciò è possibile anche con la collaborazione del confratello Quinto Meozzi e della consorella Vesta Vellati i quali si sono resi disponibili ad incassare le quote sociali per conto nostro nei modi sotto descritti. Tutti i soci potranno quindi versare la quota annuale, da quest’anno fissata in euro 10: 1) 2) 3) 4) 5)

alla sede sociale della Confraternita di Misericordia alla sede della Pro-Loco di Anghiari (Sig.ra Vesta Vellati) alla sede del Museo della Misericordia (Sig. Quinto Meozzi) alla Banca di Anghiari e Stia, Credito Cooperativo, sul nostro conto corrente n. 5000 all’ufficio postale, sul nostro conto corrente postale n. 14064521

Tutti i nostri soci comprenderanno facilmente che con un po’ di buona volontà da parte loro la Confraternita potrà incassare velocemente le quote 2002, in un momento di particolare necessità finanziaria collegata all’acquisto della nuova ambulanza ed ai lavori di riparazione e restauro della sede del Museo della Misericordia. Aggiungiamo inoltre che la nuova legge sul volontariato che andrà in vigore dal mese di aprile ci costringerà ad ulteriori spese aggiuntive di circa Lit. 20.000.000 per adeguare le nuove ambulanze con tutta l’attrezzatura (defibrillatori etc…) sin qui obbligatoria solo sulle ambulanze del pronto intervento (118). Invitiamo i nostri iscritti a comprendere che l’aumento significativo che è stato apportato alla quota sociale (ferma a Lit. 10.000 sin dal 1987 e da quest’anno portata a 10 euro) è stato ritenuto necessario in funzione delle improrogabili necessità finanziarie sopra espresse. Sottolineiamo anche che se i soci utilizzeranno di loro iniziativa una delle cinque forme di pagamento sopra descritte, i volontari della confraternita potranno guadagnare tempo prezioso, precedentemente dedicato alla riscossione quote, ed impiegarlo per le altre attività proprie della Misericordia medesima. A tal proposito, nella comune esperienza su situazioni analoghe, suggeriamo agli iscritti di provvedere al pagamento della quota sociale entro i primissimi giorni dalla lettura della presente comunicazione; diversamente, sappiamo benissimo che è elevato il rischio di dimenticarsi di tale impegno, e risulterebbe vano il nostro appello. AIUTATECI! Rivolgiamo infine un invito a tutti i nostri confratelli e consorelle affinché ciascuno di loro porti alla Confraternita di Misericordia un nuovo iscritto (fra i parenti, amici, colleghi di lavoro…); così facendo, la popolazione anghiarese avrà la Sua Confraternita sempre più forte ed efficiente. Anghiari, 28 febbraio 2002

Proseguiamo con l’aggiornamento dei dati sulla raccolta a favore della nuova ambulanza e dell’autovettura da utilizzare per i servizi sociali del paese. Crociani Pietro 150.000 Bartolini Lina. Da Inghirami Itala alla memoria. 50.000 Giommoni Siria e Magnani R. 50.000 Ristorante da Alighiero di Papini Gianni 300.000 Gaggiottini Gilberto. Dalle famiglie alla memoria 500.000

Panichi Paolina 40.000 Santi Caterina - gli amici alla memoria 290.000 Concetta. Dal figlio Grazi Giuseppe alla memoria 100.000 Pacini Ivana 50.000 Del Pia Srl 500.000 Senesi Loris 50.000

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Venturini Ivan 200.000 Polverini Sergio 100.000 Domina Giuseppe. Da Zoi Lucia alla memoria 150.000 Giorni Maria 110.000 Minelli Terzilia 50.000 Lodovici Gastone e Milena 100.000 Cambi famiglia 100.000


...Segue offerte per nuova Ambulanza Ultra System Srl 500 Mugelli Gian Franca. Dalla famiglia Cesari alla memoria 525.100 Vichi Franco impianti idrot. 400.000 Ruggeri Vadero 50.000 Madiai Angelo 50.000 Leonardi Italiano 20.000 Berlicchi Dino 100.000 Primaveri Fernando 50.000 Del Pia Giuseppe 100.000 Giorgeschi Francesco. I familiari alla memoria 400.150 Fabbriciani Angiolina 50.000 Ricceri Giuseppe 100.000 Renzi Rosa 50.000 Rossi Ave 50.000 Rossi Anna Maria 50.000 Donati Agostina 30.000 Senesi Catacchini Maria 50.000 Pettinari Vittoria 50.000 Ruggeri Alfideo 40.000 Pierantoni Cecconi Valentina 50.000 Rossi Maria 50.000 Bruschi Bruno 100.000 Draghi Delfo 100.000 Cipriani Rosa. La famiglia Mercati alla memoria 230.000 Zafferani Diva e figlia 60.000 Bozzini Gastone 250.000 Camaiti Santi 100.000 Mari Marcella 50.000 Cipriani Gino 100.000 Leonardi Romano € 50 Bartolomei Ana Maria € 100 Giorni Walter € 25 Bracci Vittorio. Da Bracci Franco alla memoria l. 88.000 ed € 157 Fastacchini Vally € 30 Santi Assunto € 15 Goretti Pia. Da Ghignoni Carla alla memoria € 30 Fastacchini Vilma. Da Martini Astinghe e Fosca alla mem. € 25 Berni Giovanni € 50

Gigli Fabio famiglia € 750 Lacrimini Pietro. La famiglia alla memoria € 185 Marconi Otello. Le figlie Anna e Nada alla memoria € 325 Cima Luciano € 10 Bernardini Maria € 50 Marri Omero € 10 Faviani Lucia. Da Raffaelli Benito alla memoria € 50 Chieli Tito. La famiglia Baldelli alla memoria € 25 Faviani Lucia. La famiglia Baldelli alla memoria € 25 Chieli Tito. Ditta GSB di Guiducci B e S alla memoria € 90 Anonimi L. 100.000 ed € 10 Donati Sarti Adriano € 100 Leonardi Luigi € 51,64 Bianchini Nello € 5 Mugelli Gian Franca. Dalla famiglia Mugelli alla memoria € 50 Mangoni Bruno € 50 Tanguenza Carla € 100 Franceschini Vandro € 60 Salvi Giovanni € 30 Ruggeri Rina € 10 Bulletti Fosca € 50 Foni Alessandro (Viaio) € 50 Chieli Tito. La famiglia alla memoria € 100 Chieli Tito. Amici e parenti alla memoria € 455,77 Santi Caterina. Da Montagnoli Sergio alla memoria € 500 Chieli Tito. I commercianti del centro storico alla memoria € 250,16 Massetti Italia. La famiglia Petruccioli alla memoria € 526 A.S. Motoclub Adventures € 295 Gnaccarino Sas di Scartoni € 100 Chialli Giovan Battista € 100 Faustina Tizzi Resti. Le figlie alla memoria € 153,80

La vignetta: Una lista lunga!

Giro d’Italia di Vera Cuccini

Sfrecciano sul grigio asfalto i corridori trepidanti per il prossimo traguardo, passano veloci tra grida e applausi della folla incitante, pedalando senza sosta ricurvi sul manubrio l’animo alla vittoria anelante. Il gruppo è uno stormo di farfalle variopinte, le magliette dai più sgargianti colori sono tinte. Romba in cielo un elicottero volteggiando sopra il paese, mentre un bimbo saluta le mani in alto tese.

Un treno che passa di Cmr

Odo lontano rumor di ferraglia: un treno che passa. Cosa porta con sé il mostro di ferro? Nella notte insonne si porta la mia vita, sogni, progetti e tante illusioni. Corre, corre chi sa dove il mostro di ferro, rompe il silenzio e mi lascia inerte fasciata ed oppressa di buio. Ma ecco, ora torna il silenzio e torna a sperare nel dono grande di un raggio di luce l’anima mia.

R I E P I L O G O OFFERTE Le offerte per la nuova ambulanza ammontano a Lit 6.333.250 ed € 5.549,37 per un totale in Lire di 17.078.329. Con le raccolte precedenti è stata raggiunta la somma totale (tutta espressa in Lire) di 62.631.729 Aiutateci ancora. Abbiamo superato la metà del cammino. Tutti assieme raggiungeremo l’obiettivo prefissato. Anghiari, 28 febbraio 2002

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Grazia per Safiya

GIULIANA di Maria Pia Fabiani

Anche da Anghiari è partita una supplica al Presidente della Nigeria perché elargisca la grazia a Safiya incriminata per adulterio (mentre lei sostiene di essere stata stuprata). E secondo la legge islamica è stata condannata ad essere lapidata dopo che avrà partorito. Sono state raccolte con l’encomiabile aiuto di Costanza Agnolucci circa 200 firme su otto pagine che sono state spedite al Presidente della Nigeria assieme alla lettera in inglese che tradotta in italiano recita come segue:

Dormi serena e sembri solo stanca. Ma il gatto attento spia la tua finestra: aspetta il gesto della mano bianca… Poi s’allontana lento, ché non sa darsi pace per questo “tradimento”! Ma tu sei già dove non si tradisce e non si soffre e non si fa del male. E il gatto è lì di nuovo e non capisce d’averti perso, povero animale! Ci hai lasciati ma non t’abbiam perduta: sei nella dimensione più lontana dove t’han detto: “Sei la benvenuta!” nella Divina lingua sovrumana.

Sig Presidente, Ref: Pietà per Safiya Capi di governo e Presidenti sono annoverati nel “Libro della Storia” o come forti e crudeli oppure come responsabili e di gran cuore, in altre parole come Uomini di Saggezza. Siamo certi che Lei, elargendo la grazia a Safiya sarà conosciuto nel mondo e sarà ricordato come un Uomo di Grande Saggezza. Signor Presidente, La supplichiamo di risparmiare la vita di Safiya. Il Signore di tutte le genti la benedirà per sempre. Distinti saluti

17 dicembre 2001

I nonni “infiltrati” nei locali dell’Oratorio di Cmr

Sabato 9 febbraio, nei locali dell’oratorio, i bambini e le bambine della nostra comunità hanno festeggiato il carnevale. Gioia, vitalità, simpatica confusione dei festeggiati: balli frenetici ritmati da musiche che entravano nelle orecchie e nello stomaco e che mettevano voglia a tutti di muovere il corpo come in palestra; poi si sono avuti giochi di prestigio, presentazione di barzellette ecc. ecc. Veramente bravi questi ragazzini, anche i più piccoli che, correndo urlando contribuivano ad animare l’atmosfera. Ma, ciliegine sulla torta, sono state la tombola e la lotteria. Banditore istituzionale Don Juan Carlos che si è fatto una cultura in questa specialità, tanto che la sua fama è giunta fino alla Rai che gli avrebbe presentato proposte concrete per partecipare alla trasmissione del sabato sera sulla 2ª rete TV “Il lotto alle otto”. Ma forse l’affare non si concluderà perché il Vescovo Gualtiero storce la bocca! Un vero peccato, una carriera stroncata prima del nascere! Questa volta la Romana non ha vinto. Niente, proprio niente, mentre meritava di prendersi molto, visto quanto si era data daffare per vendere biglietti su biglietti della lotteria. Grazie alla Romana e a tutti coloro che, a qualsiasi titolo, si sono impegnati per dar vita a questo felice incontro. Ma l’incontro si è avuto principalmente attorno ai tavoli apparecchiati, carichi di tante cose buone. Ed è proprio lì che ho visto i “nonni” infiltrati! Ad un certo momento la stanza era gremita di “bambini” e “bambine” (queste ultime in maggioranza), tutti un po’… cresciuti, che lavoravano di mandibole con molto impegno. Questa partecipazione è motivo di ulteriore gioia: generazioni diverse che si sfiorano e fanno festa insieme. Speriamo si accorgano della reciproca esistenza, visto che devono convivere su questa pazza terra. Un plauso agli “infiltrati” che si son fatti citti tra i citti.

La montagna di Roby 47

Che bella la montagna con il suo verde d’Estate il grigio d’Autunno. Quanta pace che c’è quando senti il cantar degli uccelli il fruscio degli alberi sotto la spinta del vento il rigoglio dei ruscelli. Come vorrei assomigliarti, bella montagna invece, tu produci, io consumo, tu depuri, io inquino. Nonostante il progresso, io valgo meno di una zolla di terra, mentre tu sei una montagna di risorse o Montagna, Montagna.

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Angolo della Missione

LE LOGGE di Clèto

Rubrica a cura di Franco Cristini

Lavori e fostacchie Lettera dalla Tanzania

Kanisa Katoliki Kibaigwa Kongwa Molto Rev.do Don Marco Salvi Come vede Le scrivo dalla Tanzania, dove sono rientrato da circa tre settimane e durante le mie vacanze mi è stata data la possibilità di acquistare un telefono satellitare, per interessamento della Dottoressa Bartolomei. Ebbene voglia gradire i miei sinceri ringraziamenti per questa possibilità offerta da Lei. In effetti è molto utile, poiché nessuna comunicazione con altre missioni e molto meno con l’Italia, se non andando a più di 100 chilometri. Questo Le spiega se è utile. La ricorderò al Signore, assieme a quanti ci sono vicini nella nostra attività missionaria. Grazie infinite e auguri di ogni bene

La sacrestia a Santo Stefano Finalmente… siamo lieti di poter dire che l’ambiente destinato alla sacrestia è a buon punto e presto sarà agibile e completo degli arredi. Il gruppo dei festarini, in particolare Angiolo Pari promotore dell’iniziativa assieme ad altri collaboratori, si è messo all’opera provvedendo a ripulire i pavimenti, imbiancare muri e ripristinare la luce ed il bagno. Si sono fatti carico del lavoro in particolare Piero e Giovanni Valbonetti, Davide Nicchi, Luigino Giorni, Mario Ruggeri, Angiolo Pari, Archimede Del Pia, Umberto Bigioli e Gastone Mafucci. Da notare il restauro dell’armadio per paramenti sacri che Antonio Leonardi (Settantino) con grande maestria ha ricostruito in modo splendido senza nulla preten-

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Beppe – Cecco, me dici cume mai sono un par de giorni che ‘n te s‘arvedi? Cecco – Ma sta’ zitto che da quande hano ‘ncumincio i lavori al Mammalucco e al forno ‘n sapio più da ‘n du’ passère. B. – Ah, l’ho visto ‘nfatti. Ma mò, fra poco i lavori sarano finiti e alora s’arcaminarà bene da tutte le vie. C. L’altro giorno m’ero afaccio a le mura e ho visto che han sistemèto ‘l campo sportivo novo. Ma appena ha piuvuto un puchinino ho visto ch’era pien de fostacchie! B. – L’ha ditto anche ‘l mi’ citto. Era ito al Mulin de la Morte a vedere la via che l’hano asfaltèta. O te, aia appena piuvuto e anche lì c’era digià tutte le fostacchie. ‘N toccarà mica chiamère Anghièri ‘l paese de le fostacchie? C. – Beppe te se’ sempre critico. Se sa che quande c’è i lavori bisogna ave’ pacenzia. Vedrè che mò queli del cumune mettino a posto ‘gni cosa. B. Sperèmo che sia cume dici te. Te saluto Cecco. C. – Ciao Beppe, ci se vedi domèni! La valle tiberina toscana vista dal Campanile di Sant'Agostino. A destra della via maestra per il Borgo si può individure il Campo Sportivo di San Rocco. Digitalfoto Emmedipì

dere per la sua opera. Per il restauro del mobile da sacrestia si è avuta la gradita presenza di un gruppo di lavoro proveniente dall’Argentina e precisamente da “La Plata”, città gemellata con Anghiari, che, partecipando ad un corso di restauro nel laboratorio di “Mastro Santi” anche con l’ausilio di Ivo Polendoni (un altro artigiano restauratore anghiarese), hanno rimesso al nuovo il settecentesco mobile. Per la poltroncina, l’attacapanni ed altri oggetti in legno si è impegnato, come sempre, Giuliano Venturini, restauratore e collaboratore per la nostra chiesa. Fausta Mercati ci ha fornito del materiale per la vetrina degli oggetti liturgici. La sistemazione delle vesti e degli arredi sacri sarà cura poi della Mery Chiarini che con tanta attenzione tiene tutto a puntino. Grazie Mery per tutto quello che hai fatto e quello che fai per la chiesa di Santo Stefano. Ringraziamo di cuore tutte quelle persone che hanno dato la loro collaborazione disinteressatamente. In occasione della Messa domenicale il nostro parroco, don Marco, ha voluto ringraziare tutte le persone che si sono impegnate e questo ci ha fatto molto piacere. Gastone


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari DONAZIONI, AVANTI TUTTA VERSO L’AUTOSUFFICIENZA Donare sangue, un impegno per tutti!!! In Toscana ogni anno occorrono almeno 190.000 donazioni di sangue, piastrine e plasma. Il fabbisogno di sangue aumenta in continuazione per il miglioramento della qualità del servizio sanitario regionale e per le crescenti aspettative di vita. Negli ultimi dieci anni c’è stato un costante aumento delle donazioni, ma non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo che consente di garantire e mantenere l’autosufficienza di sangue e plasma. E’ per questo che nel trascorso 2001 il Servizio Sanitario Regionale si è dovuto rivolgere a quello piemontese per far fronte alle proprie esigenze ed è per lo stesso motivo che quest’anno è stata lanciata dalla stessa Regione Toscana una campagna di comunicazione sociale, in collaborazione con tutte le associazioni di volontariato, da sempre impegnate, come la nostra, nel promuovere fra i cittadini la cultura della donazione e della solidarietà, con il preciso scopo di raggiungere l’autosufficienza del sistema trasfusionale toscano. La Valtiberina, insieme all’intera provincia aretina, è chiamata ad assicurare in questo anno un incremento di millecinquecento donazioni rispetto ai risultati del 2001. E’ un traguardo che possiamo sicuramente raggiungere, nella misura in cui tutti noi ci sentiamo mobilitati ed impegnati in prima linea, convinti che donare sangue è un dovere civile, non è dannoso per la salute e non espone assolutamente a nessun tipo di rischio; anzi, la visita medica di ammissione e gli esami preventivi sono una valida garanzia per la nostra salute. Riportiamo qui di seguito un breve intervento di un nostro giovane donatore che, entrato a far parte di recente del direttivo, ha voluto offrire, a modo suo, una significativa riflessione su questo importantissimo tema: “ BASTEREBBE POCO”: sapevo già, prima di essere eletto nel direttivo fratres, che donare sangue fosse importante, ma non che esistesse “l’emergenza sangue”. Nell’ultimo venerdì di febbraio, durante una consueta riunione, si sono analizzati gli obiettivi per l’anno 2002: sarà necessario un incremento del 5% rispetto al 2001, così che, se questo aumento di donazioni fosse realizzato insieme alle altre ASL toscane, renderebbe la regione autosufficiente nel sistema trasfusionale. Qualsiasi trasfusione in Toscana cioè, avverrebbe con sangue o suoi derivati indigeni; ma se il sangue venisse a mancare lo si importerebbe da altre regioni o da altre nazioni, con tutti i rischi annessi e connessi. Quando feci la mia prima donazione non avevo ricevuto un particolare “lavaggio del cervello”, né a scuola né da amici; così un po’ per curiosità, un po’ per sport, andai a donare e non fu sinceramente piacevole: non amo la vista del sangue (credo di non essere il solo ad avere questo problema!!). Non mi rendevo conto cosa comportasse donare sangue, credevo fosse complicato, che portasse via tempo, che solo gli intelligenti potessero farlo; invece basta un ago, un sacchetto e lo stomaco digiuno. Ora mi trovo nel direttivo Fratres, insieme agli altri membri impiego un po’ del mio tempo per cercare iniziative che convincano la gente a divenire donatrice. Ogni anno ci sono all’incirca 450 donazioni “anghiaresi”; purtroppo sono quasi sempre gli stessi che donano; iniziare nuovi giovani è difficile, siamo un po’ tutti refrattari ai buoni messaggi, magari ci ricordiamo per settimane l’omino del “Buonasera......”, ma se quella mede-

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sima faccia dicesse: “Dona sangue......” ce lo scorderemmo in due ore perché non fa ridere; infatti non c’è niente da ridere perché il sangue che ho donato è andato a persone che non ne volevano sapere di ridere. Il sangue che dono il sabato mattina, io riposato, in attesa di una lauta colazione, sarà andato all’automobilista schiacciato tra le lamiere, sarà andato alla ragazza emofiliaca, oppure a te che leggi. E se quella mattina avessi preferito dormire?!? Il mio messaggio dovrebbe arrivare a quelle persone che potendo donare non lo fanno; si scuotano dal torpore, si rendano conto che non serve una tragedia personale per accorgersi che serve sangue. Basta vedere un telegiornale: ogni incidente, ogni operazione ha bisogno di sangue, eppure regna l’indifferenza. Ho sentito molte frasi mitiche: “Sì lo farò...” “Ho paura” (anch’io ho paura); non la rimandiamo, anzi siamo puntuali prima che inizi, amiamo la compagnia di persone sane senza problemi, siamo scostanti con chi soffre, perché mai dovremmo sobbarcarci inutili pene altrui? Ma se ci riguardassero? Un piccolo imprevisto, una “sfiga”. .. può succedere: un parente malato, la milza da togliere, la lista delle “sfighe” è lunga e non voglio essere iettatore, ma è da egoisti tenersi tutto il sangue; fa pure bene togliersene mezzo litro ogni sei mesi: aiuta il ricambio di globuli rossi. La sto facendo un po’ lunga sulla donazione del sangue perché ne sono coinvolto, ma ci sono anche altre donazioni più “importanti”: il midollo, gli organi; sono donazioni che vanno “sentite” e non sono così facili come un prelievo, eppure c’è chi le fa... sono forse degli eroi? Io li considero tali. Luca Pucci


“P O R T A U N A M I C O A D O N A R E” In questo anno particolarmente importante, durante il quale il nostro gruppo, nell’ambito del progetto per il raggiungimento dell’autosufficienza regionale, è chiamato ad incrementare di CINQUANTA unità le donazioni dell’anno scorso, il Consiglio Direttivo del gruppo propone a tutti noi, donatori, sostenitori e simpatizzanti, di farsi promotori di “ nuove donazioni” negli ambienti in cui ci troviamo a vivere ( la casa, l’ufficio, la fabbrica, il bar...). Più che un concorso, questa iniziativa vuole essere un impegno concreto “a favore della vita”, anche se quanti si distingueranno nel “portare un amico a donare”, saranno premiati in occasione delle GIORNATA DEL DONATORE 2002 ( domenica 15/12/’02). Il consiglio direttivo

NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO: GLI INCARICHI Questa la “formazione” del nuovo Consiglio Direttivo che guiderà il gruppo “Fratres” nel quadriennio 20022005, così come è stata decisa nella riunione del febbraio ultimo scorso: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9)

Presidente Vice presidente Capogruppo Segretario Economo Pubbliche relazioni “ “ “ “ Rapporti C. Trasfusionale

GANGANELLI Pietro MADIAI Francesca DRAGHI Massimo LEONARDI Carlo BIVIGNANI Alessandro PUCCI Luca REDENTI Sara MONDANI Alma BOLDRINI Simona

10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17)

Rapporti C. Trasfusionale VELLATI Veniero Resp. fraz. Motina BERNI Giovanna Resp. fraz.ne S.Leo PACCHINI Monia Medico di gruppo GUADAGNI d. Rossella Correttore SALVI don Marco Governatore Misericordia REDENTI Massimo Donatore collaboratore BALDELLI Lorenzo Donatore collaboratore MATTEUCCI Piero La Presidenza

VIAGGIO TURISTICO IL GOLFO DELLA SPEZIA* PORTOVENERE* LERICI DOMENICA 19 MAGGIO 2002 Programma di massima ore 06.00 “ 10.00 “ 11.00 “ 13.00 “ 14.30 “ 17.00 “ 18.00 “ 23.00

- Partenza dal Campo della Fiera, in autobus G.T. - Arrivo a La Spezia; visita alla città. - Escursione in battello verso Porto Venere. - Pranzo al sacco. - Trasferimento a Lerici. - Ritorno a La Spezia. - Partenza per Anghiari. - Arrivo al Campo della Fiera.

L’iniziativa è aperta a tutti, con un particolare invito ai nostri associati ed alle loro famiglie. Sono previste agevolazioni per i donatori attivi. INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI presso la sig.ra Vesta VellatiUfficio turistico (tel. 0575/749279). ISCRIVETEVI QUANTO PRIMA !!!!!

Fai vincere la vita... donando sangue e plasma

ENTRA NEL CUORE GRANDE DELLA TOSCANA!! Informati presso gli uffici della Misericordia (Tel. 0575-789577 15


ISTRUZIONI PER L’USO di Daniele Finzi

Il 26 maggio ci saranno le elezioni amministrative ad Anghiari. Alcune considerazioni su “politica”, “democrazia”, “voto” e... qualcos’altro. Lo sapete che “politica” non è una parolaccia? Far politica significa dedicarsi anima e corpo all’amministrazione dello Stato o della propria città. Una volta, durante un corso d’aggiornamento, un collega affermò che a scuola non si poteva parlare di politica. Io intervenni facendogli notare che avremmo dovuto tacere, perché politica è tutto: politica è sport, spettacolo, igiene, salute, istruzione, cultura, tutela dell’ambiente, lavoro, ecc. ecc. Nell’antica Roma repubblicana coloro che si dedicavano alla politica erano chiamati “candidati” perché vestivano una veste candida, bianchissima, simbolo di purezza. Non percepivano uno stipendio (ecco perché le loro cariche duravano al massimo due anni) e tenevano sempre aperta la porta di casa in segno della loro totale disponibilità. Oggi guadagnano tanto, le porte sono blindate e c’è pure la scorta, la veste è un po’ meno candida, ma il nome non è cambiato! La politica è l’arte del compromesso, in senso buono (almeno così dovrebbe essere!): individuato un problema importante per la comunità, ci si mette d’accordo per risolverlo. Ognuno rinuncia a qualcosa di suo per il bene di tutti. La politica si è trasformata in qualcosa di negativo nel momento in cui è diventata un mestiere “a vita”, quando i partiti (che pure sono necessari) hanno perso di vista il bene pubblico per il proprio. E così facendo hanno dato un colpo mortale alla democrazia. *** Lo sapete cosa significa “democrazia”? Democrazia è la forma di governo in cui il potere appartiene al popolo. Nell’espressione “la sovranità appartiene al popolo” ..., che troviamo nell’art. 1 della Costituzione italiana, è sintetizzato il senso di un processo storico antico come il mondo. Vi ricordate gli imperatori, i faraoni, i tiranni, vi ricordate i duchi e i granduchi, i conti e i visconti, i marchesi, le signorie, le monarchie assolute? Vi ricordate lo zar e il kaiser? Vi ricordate i dittatori del secolo scorso? Ebbene, in tutta questa miriade di strutture politiche, c’era sempre uno o pochi che comandavano e tutti gli altri (vale a dire i popoli) che obbedivano. Il guaio è che spesso gli ordini dei re e dei dittatori hanno significato invasioni, guerre, distruzioni, persecuzioni. Si conta che nei primi cinquant’anni del ‘900 siano morte in combattimento e sotto i bombardamenti oltre cento milioni di persone e che decine e decine siano state le città rase al suolo. E nel conto non possiamo dimenticare i milioni d’uomini, donne e bambini morti senza alcuna colpa nei campi di sterminio. La risposta a queste violenze è stata, in Italia, la scelta repubblicana e democratica. Basta con le imposizioni, le violenze. D’ora in poi le decisioni le prenderemo noi, noi italiani. Dalla consultazione popolare del 2 giugno 1946 hanno avuto principio il Parlamento e la Costituzione italiana. I sudditi italiani, i sudditi del re e del fascismo, quelli che avevano dovuto subire la vergogna della conquista di un impero, delle leggi razziali, dell’occupazione della nostra patria da parte dei tedeschi e della guerra civile, si sono trasformati in cittadini... Ne hanno avuto piena coscienza?

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Lo sapete cosa significa essere cittadini di una repubblica? Significa adempiere “ai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, dice la Costituzione all’articolo due. E cosa vuol dire questo discorso? Vuol dire partecipare attivamente alla vita politica, lavorare con impegno, secondo le proprie possibilità, pagare le tasse in proporzione al reddito, vivere con gli altri e per gli altri ogni forma d’esperienza sociale. Vuol dire pretendere il rispetto dei nostri diritti e adempiere i nostri doveri. La parola magica della democrazia è quindi “partecipazione”, è vivere in prima linea la storia, i problemi economici, politici e sociali della nostra nazione e della propria città. Oggi poi il nostro sguardo deve saper andare oltre i confini, agli altri Stati dell’Unione europea e a quelli che presto ne entreranno a far parte. La nostra è una democrazia indiretta, nel senso che oltre quaranta milioni di elettori eleggono, scelgono i candidati che li rappresenteranno in Parlamento. Vi siete mai domandati perché in Parlamento ci sono sempre i soliti? E “sempre i soliti” manovrano le fila della politica locale? Perché gli elettori non fanno delle scelte, demandano agli altri (ai partiti) il compito di decidere, e spesso non vanno neppure a votare. Poi si lamentano! *** Lo sapete che il voto è uguale, personale, libero e segreto? Ma sapete, soprattutto, che il voto è un dovere civico? Come possiamo permettere che altri facciano le scelte che ci competono? Quale democrazia è quella in cui i cittadini non esercitano la principale delle loro funzioni? Sarebbe come se qualcuno decidesse quale persona dobbiamo amare, quale automobile dobbiamo comprare, quale professione dobbiamo esercitare! Lo sapete che con la riforma del marzo 1993 il sindaco è eletto direttamente dal popolo? Lo sapete che il sindaco è eletto per quattro anni e può essere rieletto soltanto un’altra volta? Lo sapete che nei comuni con popolazione inferiore ai 15 mila abitanti vige il sistema maggioritario, e cioè che la lista vincente anche per un solo voto otterrà il sindaco e la maggioranza dei due terzi del consiglio comunale? Lo sapete che alle donne la legge riserva il 30 per cento delle candidature? *** Alla vigilia delle elezioni amministrative mi piacerebbe che i cittadini esercitassero questo loro diritto di scelta in modo consapevole, cioè non sulla base di ideologie ormai superate, né di lotte intestine per il potere. Mi piacerebbe che la rosa dei nomi, che comporranno il governo delle città, non fosse il prodotto dei partiti, di cui ignoriamo spesso anche l’esistenza e le alleanze, e che si ricordano degli elettori solo alla vigilia del voto, ma degli anghiaresi. Sarebbe stimolante che tutti i partiti ed i liberi cittadini partecipassero a pubbliche assemblee (una specie di sondaggio pre – elettorale), nelle quali gli elettori del comune indicassero la loro disponibilità a ricoprire cariche ed i problemi che ritengono predominanti (ad esempio, la viabilità, i parcheggi, lo sviluppo turistico ed artigianale) e le persone che stimano più preparate al governo della città. Mi piacerebbe che il primo cittadino fosse veramente il primo e che, con il potere che gli ha dato la legge, prendesse l’impegno di migliorare negli anni la partecipazione dei cittadini alla vita politica del paese. Vedere la sala del Consiglio comunale così vuota durante i lavori, fa male al cuore e alla democrazia.


Al servizio degli uomini per amore di Cristo

Sbocciarono le rose di Cmr

Sabato 2 febbraio 2002 Suor Pasquarosa Dosa è ritornata alla Casa del Padre. Aveva 95 anni, era nativa dell’Aquila ed era entrata presto nell’Ordine delle Suore di Nostra Signora del Cenacolo, che da noi sono conosciute come le Suore di Montauto d’Anghiari. Chi è passato per quel luogo ricorderà forse questa suora piccolina e anziana, ma piena di vivacità, che serviva a tavola. Tutti la chiamavano affettuosamente Suor Pasqua. È morta come desiderava, dicono le sue consorelle: è spirata nel convento di Montauto che ella amava sopra tutti e che aveva lasciato per altre sedi nel 1971 per ritornarvi definitivamente nell’82. Qui era giunta insieme alle prime Suore nell’ottobre del 1960 chiamata dall’allora Vescovo di Sansepolcro, Monsignor Bornigia, il quale avviò quest’opera meravigliosa di spiritualità e presenza di Dio ormai nota in tutta Italia. Suor Pasqua da tempo e con semplicità si preparava alla morte, pregava e ne parlava come di un ritorno atteso con gioia. Se ne è andata dopo un breve malessere, in piena lucidità di spirito e di mente e ha lasciato una grande serenità intorno a sé, insieme a quella nostalgia che ci prende quando se ne vanno le persone buone; anche la Madre Provinciale, Suor Augusta Oriani, subito accorsa, non ha potuto trattenere qualche lacrima baciando la sua piccola mano. Suor Pasqua è stata una di quelle serve di Dio che ha servito molto gli uomini per amor Suo, uno di quei preziosi gregari che con la preghiera, l’obbedienza e la fatica quotidiana mandano avanti la Chiesa. Ancora si ostinava a fare il bucato a mano, nonostante le proteste delle sue Suore che non volevano si strapazzasse, e riconosceva e faceva festa ai figli dei figli degli ospiti passati negli anni per il Cenacolo. Così, lunedì 4 febbraio, ben otto celebranti si sono ritrovati ai suoi funerali nella chiesa del Cenacolo di Montauto per onorarla e ringraziarla: il vescovo Giacomo Babini, monsignor Giovacchino Dallara, don Otello Branchi, don Zeno Gori, don Abramo Gori, don Romano Manfredi, don Pietro Galastri, don Juan Carlos, insieme alle consorelle, ai parenti e a tanta gente comune di Tavernelle, Anghiari e Sansepolcro. Addio Suor Pasqua, ora servirai con semplicità e letizia l’unico Padrone degno. Luisanna Alvisi

Venivan giù dal Subasio folate di vento gelato. Coi piedi nudi nei rotti calzari per strade innevate andava Francesco seguito da Chiara. Dall’amore a quel Dio crocefisso che bruciava i due cuori traevan calore le membra. Portavan parole di pace ai fratelli rissosi, chiedevano pane per chi non ne aveva, cantavano lodi al loro Signore. Udì Francesco frasi volgari perché uomo e donna andavano insieme e allor disse a Chiara: “Dobbiam separarci.” Non capì Chiara, ma il capo tosato nel ruvido velo piegò all’obbedienza, al padre e maestro. “Ci rivedremo quando, padre Francesco?” “A primavera, al fiorir delle rose.” All’istante i roveti Dell’erto sentiero Scosser la neve E s’empiron di fiori. Probabilmente l’evento non si è mai verificato. Tutta la delicata storia è frutto della immaginazione popolare, ma è bello ricordare oggi, in questo mondo secolarizzato, che esiste l’amore, il puro amore, che esistono gli ideali per cui è bello vivere.

E invece è intelligente di Civis

Sto parlando del semaforo della Stazione. Le attese infatti sono ridottissime e mi sembra funzioni benissimo. Resta da vederlo in azione in occasione di un traffico sostenuto ma, viste le premesse, penso che tutto andrà per il meglio.

Suor Pasquarosa in occasione del suo novantesimo compleanno.

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Dalle nostre Parrocchie Santuario del Carmine Grazie a finanziamenti pervenuti ultimamente si potranno continuare i lavori al Santuario del Carmine. Oltre i necessari e non prorogabili lavori di consolidamento della Cappella danneggiata dall’ultimo terremoto, potrà essere sistemata la facciata e le altre strutture. Il finanziamento proviene dal Ministero della Protezione Civile tramite la regione Toscana che prevede interventi anche alle strutture del Ponte alla Piera, I Cappuccini (Il Cenacolo) e Pieve Sovara. Per quanto riguarda il Carmine i lavori sono già iniziati e l’edificio sarà riconsegnato entro il settembre prossimo. La festa pertanto verrà fatta in forma ridotta per quanto riguarda lo spazio. Saranno utilizzati infatti degli spazi esterni come il chiostro ed il piazzale laterale del Santuario. Verrà allestito un apposito spazio per le celebrazioni liturgiche affinché le popolazioni che per il giorno dell’Ascensione converranno a questo nostro Santuario di vallata possano trascorrere, come è consuetudine, una giornata di preghiera nel silenzio delle vallate del Carmine. I festarini, per parte loro, saranno in grado di fare accoglienza per i pellegrini che raggiungeranno il Carmine; un gradito benvenuto sarà per coloro che raggiungeranno il Santuario a piedi.

Monterchi Nella Domenica in Albis si celebra la festa di San Vincenzo Ferreris. Nel pomeriggio particolare processione (ore 17,30 chiesa di San Simeone) intorno alle mira per benedire le campagne. A questa processione partecipano i confratelli della Compagnia del SS Sacramento. È un’antica tradizione ed è l’unica che è rimasta per benedire le campagne. Il 29 aprile, alla cappellina di Mariotto (ore 16) S. Messa e benedizione delle campagne e dei gigli. Durante tutto il mese di maggio presso il Santuario della Madonna Bella a Pocaia alle ore 20,45 (escluso sabato e festivi) recita del S. Rosario e benedizione eucaristica. La Prima Comunione a Monterchi si farà il 2 giugno, festa del Corpus Domini, ed il 9 nella parrocchia di Pocaia. Se le famiglie lo vorranno sarà fatta un’unica cerimonia a Monterchi. Ancora contrasti sulla soluzione della collocazione della Madonna del Parto. Il Vescovo non ha nessuna pretesa e non vuol rivendicare la proprietà per la proprietà se non che la sacra immagine venga restituita al culto. I modi potranno essere concordati e non ci sono preclusioni.

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Questo problema divide il paese. In qualità di parroco non mi voglio schierare per una parte o per l’altra ma vorrei essere un po’ sopra le parti e non sarò certo io comunque ad oppormi alla eventuale collocazione nella chiesa di San Simeone a Monterchi. Questo problema comunque è studiato dal vescovo con la Commissione arte sacra ed io resto fiducioso in attesa delle decisioni che saranno prese.

San Leo Il 23 febbraio è morta la Serafina all’età di 98 anni ed è stata sepolta nel camposanto di San Leo. Era una persona carissima e si sperava con lei di arrivare a cento. S’era detto infatti che a cento anni si sarebbe dato fuoco a San Leo. Non ci siamo riusciti essendo morta quasi all’improvviso dopo un periodo di malattia che aveva confuso un po’ la sua mente. Ha pregato tanto, ha pregato per tutti. Andava infatti al camposanto e pregava, oltre che per i suoi cari, anche per tutti gli altri morti nel suo giro per il cimitero. La sua morte è stata sentita un po’ da tutto San Leo. Era un po’ la nonna di tutti. Un pensiero per labenedizione delle famiglie è che ricordo quando a questa cerimonia si presentavano folti gruppi di ragazzi mentre oggi è stato difficoltoso trovarne alcuni ma infine ci sono stati alcuni bravi ragazzi che mi hanno accompagnato in questa visita alle famiglie. Il fatto è che quando io venni in questa parrocchia c’era la maestra Testa che aveva 60 ragazzi. Oggi la scuola è stata chiusa per mancanza di alunni. L’andamento comunque sembra positivo. Mentre l’anno scorso non c’è stato nessun battesimo e una diecina di morti, quest’anno ci sono stati già alcuni battesimi. Un altro fatto di difficoltà è questo. Gli abitanti di San Leo che erano circa 650 sono scesi a 625, solo che le famiglie sono giunte a 260, poco più di due componenti. Questo aumenta di molto l’impegno del parroco. La Domenica in Albis è dedicata a San Vincenzo. Nelle nostre campagne c’è molta devozione per questo Santo. Una immagine di questo Santo domenicano io la ricordo alla Casanova di Maraville. Erano dei punti particolari (come le maestà o le croci) dove, in occasione delle processioni, ci si fermava per una preghiera e per la benedizione delle campagne. La festa del Corpus Domini il 2 giugno a San Leo sarà celebrata con particolare solennità. Quest’anno ci saranno sei ragazzi che riceveranno la prima Comunione. Nel pomeriggio ci sarà anche un ritrovo per i parrocchiani. A Tubbiano il 26 maggio la festa del Sacro Cuore , ancora molto sentita. Fu favorita nel 1917 dal parroco del tempo don Gino Del Buono su incitamento del vescovo Giovanni Volpi. In questa occasione si rinnova la consacrazione al Sacro Cuore di Gesù. Papa Pio XII istituì la festa di San Giuseppe artigiano per il primo maggio che ancora oggi noi ricordiamo. Il 25 aprile, festa della liberazione , verrà celebrata una S. Messa per ricordare tutti i morti di quella tristissima circostanza che fece tanti morti e tanti danni all’Italia.


Ritiro a Cortona 19 e 20 gennaio 2002 Ragazzi di Terza Media

rimarrete delusi dagli amici, perché non si può vivere da soli. Volete divertirvi nel modo più bello, fare le esperienze più soddisfacenti, provare le emozioni più forti ? Vivete in gruppo. E, naturalmente, senza dimenticarvi del Signore ! Ciao a presto.

Era il 19 gennaio quando un gruppo di “pazzi scatenati” con a capo don Juan Carlos, partirono con il pulmino della Parrocchia verso il Ritiro Spirituale. La meta di questa carovana era una casa del Seminario di Arezzo, che si trovava nei pressi di Cortona. L’obiettivo di questi due giorni era di vivere una esperienza di fede e amicizia. Il Ritiro era guidato da don Giancarlo, rettore del Seminario. Al ritorno don Giancarlo ci ha testimoniato con questa lettera la sua esperienza:

Don Giancarlo Alcune settimane dopo ci siamo ritrovati insieme ai nostri animatori ed abbiamo voluto rispondere a don Giancarlo in questo modo:

Arezzo 22-01-2002 Carissimo Juan Carlos e cari ragazzi di Anghiari, vi scrivo questa lettera, perché ho sentito il bisogno di ringraziarvi per essere venuti sabato e domenica a Cortona. Sono rimasto contentissimo di voi. Siete ragazzi simpatici! Come pure sono rimasto molto ammirato dei vostri animatori per la loro amorevolezza e la loro attenzione paziente nei vostri confronti. Con voi ho vissuto momenti indimenticabili (compresa quella interminabile notte!!!!). Vi ho visti molto stanchi alla partenza, forse la giornata è stata anche troppo faticosa, considerata la vostra giovanissima età. Mi dispiacerebbe tantissimo se foste ritornati a casa scontenti. La mia intenzione non era quella di stancarvi, ma di farvi fare una esperienza diversa dalle altre, un’esperienza di quelle che si ricordano per sempre e volentieri. Faticosa sì, ma bella, come doveva essere anche la camminata dopo pranzo verso il Santuario di S. Margherita. Con quella camminata, credetemi, non volevo ammazzarvi, ma solo farvi provare la fatica del camminare verso la vetta della santità e, considerate le vostre lamentele lungo tutto il percorso, penso proprio di esserci riuscito! Cari ragazzi, vi ripeto ciò che vi ho detto più di una volta a Cortona: la vita di gruppo è la scelta più bella che avete fatto. Non mollate, neppure quando

Caro don Giancarlo, ci ha fatto molto piacere ricevere la tua lettera. Alcuni ragazzi del gruppo sono rimasti stupiti che tu sia rimasto contentissimo di noi; dato che la notte abbiamo fatto molta confusione. Avevamo paura che tu ci tirassi qualcosa!!! In effetti, i due giorni passati insieme sono stati un po’ troppo stancanti. I momenti che ci sono rimasti più impressi sono stati la camminata verso il santuario di Santa Margherita ed il raduno di fronte al focolare, forse perché non sono momenti che si ripetono spesso. Proprio perché la camminata è stata molto faticosa, ci siamo resi conto quanto è difficile il cammino per raggiungere la santità. Anche se l’incontro intorno al focolare è stato molto impegnativo (e qualcuno ha rischiato anche di addormentarsi…) abbiamo conosciuto dei lati dei nostri amici che non conoscevamo. La tua lettera è stata una conferma in più per farci capire che la vita di gruppo è molto importante e bella. Non ci dimenticheremo del Signore (anche se effettivamente in quei due giorni abbiamo pregato un po’ troppo) comunque abbiamo capito che il Ritiro è un momento di vita diverso dagli altri, e in questo caso è più giusto dare spazio anche alla preghiera. Ci auguriamo di passare di nuovo il tempo insieme, e divertirci come questa volta. Ciao, a presto. I Ragazzi della III media di Anghiari

Nella foto di A.B. i ragazzi di Anghiari che hanno partecipato al Ritiro insieme a don Giancarlo

I messaggi dei lettori e per i lettori Un benvenuto a Manuela Ghignoni da Roma e alla signora Guglielma Parlanti di ben… 91 anni da Ravenna. Un saluto all’amico di Anghiari Federico Topa da Brescia e ad Angiolina Leonardi. Ci giungono, assieme alle offerte, anche messaggi dei nostri lettori. Elio Palombini da Napoli manda un ricordo per chi gli ha voluto bene, Vally Fastacchini invia la sua offerta in memoria dei genitori e del marito Alberto Cerboni, Ada Zoi da Brescia ricorda il marito Alfio Zoi maestro non dimenticato nemmeno dagli Anghiaresi.

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IL CARNEVALE AD ANGHIARI? SPLENDIDO, MA… SI PUÒ FARE DI PIÙ! Ebbene, sì, siamo soddisfatti, o meglio, moderatamente soddisfatti, perché convinti che si possa riuscire a realizzare uno spettacolo ancora più ricco, articolato, ben sincronizzato, godibile, spumeggiante per suoni, colori, e soprattutto coinvolgente. Vogliamo infatti coinvolgere ancora più anghiaresi in questa impresa annuale, temporanea, ma proprio per questo vorticosa e frenetica, apparentemente futile o superficiale, ma che di futile e superficiale non ha proprio niente considerato il lavoro di progettazione, di ricerca, di impegno fisico, materiale e temporale che richiede. Il percorso intrapreso tre anni fa con una mini rivoluzione della struttura della sfilata, imposta dall’impossibilità di mantenere il capannone che fungeva da laboratorio e ricovero carri, sta dando i suoi frutti, il cammino è ormai delineato: la Società punterà su meno carri e più sul Concorso mascherato, quindi, sulla partecipazione, appunto, degli anghiaresi, ma anche di tutti coloro che nel circondario vogliono concorrere, ma principalmente divertirsi con noi. Come tutti avranno avuto modo di constatare, sono stati apportati dei correttivi anche al regolamento precedente, sono state offerte contribuzioni ai gruppi, istituita una Giuria popolare, ancora in fase di rodaggio, potenziare le attrazioni…, attivate iniziative collaterali (lotteria/veglione), insomma, la Società cerca nel suo piccolo di far crescere la manifestazione, e sarà

ben lieta di accogliere consigli, idee, anche critiche, purché costruttive. Il Consiglio stesso revisiona, a posteriori, le impostazioni organizzative e, come già esposto, le ricalibra, per conquistare la forma migliore. Ci siamo dati un termine, cinque anni, per avere una struttura perfetta… o quasi! Allora, signori/signore, vi attendiamo alla prossima edizione… in tanti! Un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito, a vario titolo, alla riuscita della manifestazione La Società del Carnevale Nella foto un momento dello spettacolo per le scuole allestito in piazza del Teatro. La bella giornata ha favorita anche questa iniziativa del Carnevale di Anghiari. Digitalfoto Emmedipì

La vignetta: Fidarsi è bene...

Grazie d’esistere, amici miei! L’amicizia, quella vera, è uno dei valori basilari della nostra vita. Il vecchio proverbio che asserisce “Chi trova un amico, trova un tesoro” conserva immutato anche ai nostri giorni tutto il suo valore, in quanto chi non ha l’opportunità di vivere da vicino-vicino l’amicizia, è una persona a cui manca un aiuto valido per trascorrere gioiosamente la vita come Vangelo vivo. Io, “Badiola verace”, è da tempo che ho trovato nel mio Anghiari vecchio due amici veri i quali, se non esistessero, bisognerebbe inventarli, tanto sono preziosi e insostituibili! Mi riferisco a Cosetta e Gianfranco Acquisti, che abitano vicino alla mia amatissima Badia e condividono con me, ed io con loro, gioie e dolori. Solo per tenermi tranquilla e contenta, si prendono cura della “mi’ casina” (sempre alla Badia), sopra il cui architrave in pietra del portoncino è scolpita la frase latina “SPERO LUCEM” che è tutto dire! Grazie di cuore, amici miei Franco e Cosetta! Iddio vi benedica per tutta l’amicizia che date ai miei figlioli e a me. Aff.ma Carla Leonardi Torre Pedrera 3 febbraio 2002

Camminata alla Maestà Lunedì 1° aprile 2002, dopo la S. Messa delle ore 11, dalla chiesa di Santo Stefano ci recheremo alla Maestà della Vittoria (Battaglia di Anghiari 1440) per l'estrazione delle "vesti" che la Repubblica fiorentina inviava per due fanciulle anghiaresi.

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STORIA DEL CREDITO COOPERATIVO Nello Spirito dei Padri Fondatori

È stato recentemente dato alle stampe un libro che traccia la storia del Credito Cooperativo in Italia; la prefazione del Governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, offre spunto per rievocare vicende della storia bancaria italiana che ci toccano molto da vicino.

Tra queste era presente la Cassa Rurale di Anghiari, fondata il 13 agosto 1905, ad opera di un gruppo di soci “illuminati”; primo presidente della Cassa fu il sig. Bartolomei Pietro eletto nel corso della assemblea generale del 27 agosto 1905, che provvide alla elezione di altri quattro Consiglieri (oltre a due supplenti), tre Sindaci revisori, un Cassiere ed un Ragioniere-Segretario. La Cassa erogava prestiti in natura nei confronti dei soci agricoltori, mentre raccoglieva depositi in danaro sia da soci che da non soci.

L’evoluzione storica del Credito Cooperativo si intreccia con quella di tante economie locali e, valutando il contributo che il movimento ha offerto alla crescita morale, civile ed economica di tante regioni d’Italia, può ampiamente dirsi soddisfatto l’anelito dal quale i suoi fondatori trassero ispirazione: migliorare le condizioni morali e materiali di milioni di cittadini, allontanarli dalla piaga dell’usura, rendere produttive le risorse finanziarie destinate altrimenti a rimanere inoperose.

Gli stretti rapporti tra gli appartenenti alle comunità, la conoscenza delle situazioni familiari e degli affari, la cura per la salvaguardia della reputazione personale favorivano l’individuazione degli operatori meritevoli di credito e li inducevano ad un uso appropriato del prestito. Al controllo sociale era affidata una funzione che ad altri intermediari richiedeva impegno rilevante e risorse organizzative, con esiti talora incerti. Il numero delle Casse Rurali continuò ad aumentare nel secondo decennio del secolo passato; alla fine del 1920 esse erano 3.347 e tra queste era presente la Cassa Rurale di Stia, fondata appunto nel 1920, il cui primo Presidente fu il sig. Liberatori Alessio.

L’esperienza cooperativa nel settore del credito, negli anni in cui si avviò in Italia, aveva già maturato alcuni decenni nei paesi più avanzati dell’Europa: in Francia, in Austria, in Germania e nelle isole britanniche le prime iniziative risalivano già ai primi decenni dell’Ottocento. L’impostazione alla quale esplicitamente si richiamavano in Italia i promotori della Cooperazione di Credito era quella delle Casse Raiffeisen, che nei paesi di lingua tedesca, facendo leva sulla coesione sociale delle piccole comunità rurali, avevano realizzato un modello di intermediario in grado di mobilitare risorse finanziarie in ambiti strettamente locali. Lo sviluppo della cooperazione nel credito traeva largamente origine da una concezione intrisa di spirito religioso, rinvenibile anche nel pensiero e nell’opera dello stesso Raiffeisen.

Da allora decenni di storia hanno cresciuto e modellato queste due distinte realtà, fino ad arrivare ai giorni nostri, quando il frutto della fusione tra i due istituti ha dato origine alla Banca di Anghiari e Stia – Credito Cooperativo, una banca locale che continua ad operare nell’interesse delle comunità sociali, secondo lo spirito dei propri fondatori. Ma questa è un’altra storia; avremo modo di ritornare a parlare sia della crescita del Credito Cooperativo in Italia, che dell’evoluzione che ha interessato nello specifico la nostra piccola realtà.

Sotto l’impulso del rinnovato impegno sociale, sollecitato dall’Enciclica “Rerum Novarum” del 1891, in Italia si assistette al moltiplicarsi delle iniziative. Il tessuto economico dell’epoca, caratterizzato dalla frammentazione della proprietà fondiaria e dalla povertà dei capitali indirizzati dai grandi intermediari al finanziamento delle piccole e medie imprese agricole, stimolava la costituzione di Casse Rurali: nel 1905 se ne contavano 1.386.

Al centro della pagina la riproduzione della prima pagina del Protocollo delle Deliberazioni della "Cassa Rurale". (Archivio Storico della Banca di Credito Cooperativo di Anghiari)

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Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

TEMPO DI QUARESIMA

PER SUOR PASQUAROSA

Nella chiesa di Tavernelle un grande arbusto secco e brullo mostra a tutti come i bambini e i ragazzi del catechismo si stanno preparando, insieme agli adulti che li accompagnano, a vivere l’itinerario quaresimale fino alla Pasqua 2002. I rami spogli e rinsecchiti che si vedono vicino all’Altare hanno un duplice significato: rappresentano sia la vita di ogni uomo, talvolta arida e senza senso, sia il cammino quaresimale stesso fatto di ricerca dell’essenzialità, di rinuncia, di povertà e di “deserto”. Ogni domenica di Quaresima i bambini dovranno sistemare sull’albero dei “segni” colorati che faranno capire come attraverso certi “atteggiamenti” la vita di ogni uomo può rifiorire e come la PASQUA del Signore comporti conversione per ogni cristiano. Ognuno di noi è interpellato nella propria esistenza a vivere a tutti i livelli questi atteggiamenti che consistono in un modo diverso di vedere l’altro e di rapportarsi con lui: infatti è dai piccoli atteggiamenti quotidiani che deve avvenire il cambiamento richiesto da Cristo per realizzare pienamente la nostra umanità . Nelle prime due domeniche di Quaresima sono stati appesi due segni importanti: le mani colorate di rosa che indicano “accoglienza” e la colomba dipinta di bianco segno di “pace”. Nelle domeniche seguenti verranno invece: la candela gialla segno della “preghiera”, l’ulivo verde segno del “perdono” e il fiore arancio segno della “gioia”. L’albero sarà così trasformato, da brullo e triste a fiorito e multicolore: veramente anche nella vita di ogni uomo la Pasqua di Cristo deve portare questo cambiamento! Dalla inquietudine vuota e triste, verso la certezza di un significato ultimo per l’esistenza, verso la realizzazione di tutti i nostri desideri di gioia, di bellezza e di eternità.

La comunità di Tavernelle ricorda con profondo affetto suor Pasquarosa del Cenacolo di Montauto recentemente tornata alla Casa del Padre. E’ stata nella sua comunità delle suore del Cenacolo per molti anni di cui buona parte trascorsi qui tra noi a Montauto dove era arrivata insieme alle prime consorelle verso i primi anni sessanta. Si è profondamente attaccata a questo luogo ma soprattutto alla gente che ha incontrato e continuato a frequentare. Ha sempre lavorato in modo incredibile: anche quando la vecchiaia e le forze sembravano impossibilitarla a svolgere i suoi compiti ha continuato a occuparsi della cucina, dell’orto e degli animali del convento. A Tavernelle ha conosciuto diverse generazioni e molti adulti di oggi hanno sentito, da bambini del catechismo, il buon odore del cibo che preparava e hanno incrociato i suoi occhi sorridenti e rassicuranti. Nessuno mai si dimenticherà dell’accoglienza e del calore fraterno che offriva a chiunque arrivasse al Cenacolo. Il suo sorriso di festa nell’aprire il portone esterno facevano sentire il più estraneo a casa propria, donando per prima lo spirito di familiarità particolare del Cenacolo. Ricordiamo poi la sua buonissima memoria; non mancava mai infatti di mandare saluti ad amici o conoscenti che magari non rivedeva da anni, ma che però si ricordava ancora di loro. Resterà sempre nel cuore di moltissimi della Comunità di Tavernelle e non solo, nella profonda e penetrante semplicità di cui essa era testimone vivente, e nella preghiera di tutti quelli che grazie al suo sorriso hanno ritrovato gioia e letizia.

Una Catechista

Una medaglia, tante notizie Le foto illustrano la Medaglia, commemorativa delle feste del SS. Crocifisso, coniata nell’anno 1897. La medaglia, di proprietà di Gian Domenico Baggi, collezionista e ricercatore, dimostra l’importanza e l’imponenza con la quale si festeggiarono le feste di Maggio in Anghiari in quell’anno. Di solito queste medaglie si portavano appuntate agli indumenti con una spilla in segno di devozione. Andando a spulciare alcuni appunti ho trovato che fu proprio in quell'anno che si costruì la base processionale per la sacra immagine del Crocifisso. Sopra l'edicola del Crocifisso di Badia, sull'altare maggiore, vi era poi la scritta: O CRUX AVE SPES UNICA: la stessa che si trova nella medaglia. Tale scritta oggi non è più visibile. I lavori di restauro del 1997 hanno recuperato l'altra scritta, più antica, che si legge ora.

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La Via Crucis nella parrocchia di Anghiari di Cmr

Si apre la porta della sacrestia e un corteo di ragazzi, maschi e femmine, entra in chiesa seguendo la croce. Guida e presiede Don Juan Carlos, paziente e soddisfatto dei suoi giovani fedeli. Inizia così, ogni venerdì di quaresima, la Via Crucis, con l’intervento dei bambini del catechismo. Leggono i testi biblici e la meditazione su l’opuscolo che è opera del padre Cantalamessa. Leggono come sanno e questo fa a noi adulti tanta tenerezza. Accenti sbagliati, parole pasticciate, pause di… riflessione prima di riprendere il via! Mi piace pensare che Lassù si tenga conto di questo impegno dei “piccoli” così cari a Gesù. Per ognuno di loro, ogni parola “sofferta” penso sia messa da parte in un personale salvadanaio e sarà tirata fuori, conteggiata, moneta di scambio con il peccato, quando questi piccoli, piccoli non saranno più e avranno bisogno di misericordia, come ogni essere umano, debole e peccatore. Figlio dell’uomo, tieni anche questa contabilità, mostrati una volta di più fratello premuroso. Anche se peccheranno in seguito, oggi, Stefano, Chiara, Luca, Anna e pure Omar o Pedro, hanno letto di te e per te come segno d’amore. Ricorda l’impegno di questi “piccoli”.

Non fate morire quella scuola

Voci note di Vera Cuccini

Ero in casa intenta ai domestici lavori quando il suono di numerosi voci ha colpito la mia attenzione, voci allegre di bimbi a me note e tanto care. Il cuore ha sussultato ed ho aperto la finestra, una numerosa scolaresca sfilava per la strada bimbe e bimbi delle Elementari sotto lo sguardo vigile delle maestre. Una lacrima di gioia ha bagnato il mio viso mentre un insieme di piacevoli ricordi è affiorato alla mente, ricordi d’un tempo ormai lontano, pur sempre tanto vivi e piacevoli per me!

Il Ciborio della Propositura Anzi il Ciborio della Badia. Fu portato infatti in Propositura quando questa divenne parrocchia (9 settembre 1787, consacrata nel 1788) e fu collocato nella cappella di sinistra. Si tratta di una terracotta invetriata e dipinta, mancante della parte superiore. Lo sportellino in legno, ricoperto da una lamina di bronzo, recava la scritta RELIQUIAE SANCTORUM e le palme del martirio. È stato rubato il 28 settembre 1996. Antonio Leonardi, Settantino , valente artigiano anghiarese che si distingue per la competenza ma soprattutto per l'amore che porta alle cose antiche soprattutto se riguardano Anghiari, era già diverso tempo che progettava di riempire il vuoto lasciato da quel furto. Con la supervisione di Giovanni Valbonetti, insegnante all'Istituto d'Arte, si è messo al lavoro e, utilizzando un pezzo di legno antico in suo possesso, ha realizzato lo sportellino che ognuno di voi potrà vedere. Grazie Tonino per il tuo disinteressato lavoro.

Questo il grido di allarme apparso nella stampa locale. Si chiede la salvaguardia dell'Istituto Statale d'Arte di Anghiari, l'unica scuola superiore nel nostro territorio comunale, che corre gravi pericoli di chiusura. L'invito e la "disperata" richiesta è per le istituzioni e le forze politiche affinché mettano in atto tutti quegli accorgimenti affinché questa scuola, tanto importante per la tradizione artigiana ed artistica di Anghiari, possa continuare la sua attività, anzi possa aumentarla. Una iniziativa che potrebbe salvare l'Istituto è l'apertura, finalmente, del Convitto che permetterebbe a ragazzi provenienti da fuori della nostra vallata di poter frequentare questa scuola. C'è infatti, in generale, richiesta di iscrizione ma poi la difficoltà di soggiorno scoraggia molti. Questa del Convitto è un'idea alla quale lavorò anche Fausto Valbonetti, che tanto ha fatto per Anghiari e per l'Istituto. Speriamo che con il prossimo settembre si aprano nuove prospettive per la "Scuola d'Arte".

Tonino l'artigiano e Giovanni il professore, mentre controllano la funzionalità dello sportellino del Ciborio.

Nella foto è raffigurato il portone del Palazzo dei Capitani di Bagno di Romagna restaurato nel 2001 dall'ISA di Anghiari.

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digitalfoto emmedipì

di Mario Del Pia


Curiosità storico-geografica Circola una stampa di origine francese con il titolo “Combat d’Anghiari” 14 janvier 1797. Il dipinto originale, dal quale è stata riprodotta, trovasi nella Galleria storica di Versailles. La stampa rappresenta una vasta pianura circondata da colline e vi si nota una lunga strada diritta che in parte l’attraversa. Verso nord-est si vede sbucare un fiume che, dopo ampia curva, costeggia le colline alla sua sinistra e prosegue. È il Tevere verso Montedoglio? A gruppi, grossi contingenti di truppe sparse nella pianura in assetto di combattimento e reparti di cavalleria. Sicuramente fu una grossa battaglia. Mi sono chiesto: possibile che tutti coloro che hanno scritto su Anghiari e l’alta Valtiberina, non abbiano riportato la notizia? Osservando meglio la stampa però, si nota che la strada diritta non poteva essere quella che da Anghiari conduce a Sansepolcro: punta più verso il nord. Tale prospettiva si può presentare solo dai “giardinetti” (nella Circonvallazione di Anghiari), con la visuale della via diretta alla Motina, anch’essa in parte diritta ma costruita nel 1885. La stampa riporta il nome del pittore: Bagetti. Ma perché Anghiari? Ritorniamo per un attimo ai tempi raffigurati nel disegno La data ci riporta al periodo dell’invasione francese. Napoleone, già generale in capo dell’esercito francese, all’età di 27 anni assunse il comando dell’Armata d’Italia il 27 marzo 1796. Raggiunse a Nizza le truppe, trovandole in uno stato miserevole, nelle vesti, negli armamenti, con un’alimentazione scarsa e non sempre disponibile. Nel grandioso raduno, con l’intento di rialzarne il morale e ispirare fiducia così parlò: “Soldati, siete nudi e malnutriti, la Francia vi deve molto, ma la Francia non può darci nulla… Io ho il compito di condurvi nelle più fertili pianure del mondo. Ricche provincie, grandi città cadranno in nostro potere. Il 10 aprile 1796, attraversa le Alpi e vince gli austriaci a Montenotte e Dego e i Piemontesi a Millesimo e Mondovì, costringendo il re di Sardegna all’armistizio di Cherasco il 25 aprile. Un proclama all’esercito del 26 aprile dice: “In 15 giorni avete ottenuto 6 vittorie, avete conquistato 21 bandiere, 55 pezzi di artiglieria, alcune fortezze e la parte più ricca del Piemonte. Nei primi di maggio è a Piacenza e il 7 maggio batte nuovamente gli Austriaci a Lodi, dove fa preda di 20

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cannoni. Ai morti venivano tolte scarpe, abiti e fucili. Requisizioni e imposizioni gravose alle varie città e cittadine, che dovevano inoltre provvedere al vettovagliamento della truppa. Si depreda oro, argento, gioielli, opere d’arte, cavalli, bestiame, generi alimentari, biade, un bottino ingente che in buona parte veniva dirottato in Francia. Occupa Milano, assedia Mantova. Il 26 maggio Pavia è invasa e saccheggiata: la municipalità, rea di non essersi arresa, viene fucilata. Il 31 maggio a Tortona, Napoleone dirige personalmente una spedizione punitiva contro i contadini che non volevano essere depredati: li uccide e fa uccidere. Nel mese di Giugno istituisce la Repubblica Cispadana, comprendente le città di Reggio, Modena, Bologna, Ferrara e loro territori. Da Ferrara, il 27 Giugno, una colonna penetrò in Toscana occupando Livorno, dove furono sequestrate tutte le merci inglesi e i loro beni. Il 29 Giugno era in visita dal Granduca di Toscana, mantenutosi neutrale. Il 29 luglio l’esercito austriaco disponeva di 60.000 uomini ed erano previste altre armate in arrivo. Napoleone aveva 35.000 uomini. Tutto si stava concentrando tra il lago di Garda, il corso dell’Adige, il territorio veronese. Napoleone affronta le nuove armate inviate dall’Austria, vince con la solita rapidità e sfrontatezza a Lonato, Castiglione, Bassano, Arcole, Rivoli. Siamo al gennaio 1797. A Rivoli, tra il 12 e il 13, i francesi riuscirono a mettere in trappola in una vallata 20.000 soldati che fecero prigionieri. Lo scontro iniziò il 12 Gennaio e il 13, all’una pomeridiana, era terminato. Lo stesso 13 gennaio, reparti del genio austriaco stavano gettando un ponte sull’Adige a sud di Verona per dar modo al Gen. Provera di accorrere a Mantova e togliere il blocco alla fortezza. Napoleone, informato alle 3 pomeridiane della costruzione che si stava realizzando, ne capì subito le intenzioni, ordinò i preparativi di quattro reggimenti alla testa dei quali precedere il comandante austriaco e impedirgli il congiungimento con gli assediati. Ordinò allo stesso tempo a tre suoi generali di prepararsi e di inseguire al mattino il Provera e ostacolarne la marcia. Nel “Memoriale di S. Elena” di Las Cases (che fu segretario di Napoleone, edito nel 1822) a pag. 508 del I° volume sta scritto: "Il 14 gennaio Provera gettò un ponte


ad Anghiari e il 15 allo spuntar del giorno, passò l’Adige e marciò verso Mantova. Provera giunse alle porte di Mantova, dove trovò i reggimenti francesi e fu battaglia." A pag. 510 riporta: I combattimenti di S. Michele, di Anghiari e della Favorita, fecero perdere a Provera più di due terzi della sua armata. Dei suoi 80.000 uomini, ne riporterà in Austria soltanto 25.000. A pag. 512: I due combattimenti sostenuti, uno ad Anghiari e l’altro a S. Giorgio e Favorita (sobborgo e fortezza di Mantova), costarono a Provera la perdita di molti uomini. Il memoriale di Las Cases, in parte sicuramente composto con l’aiuto di Napoleone, confonde il vocabolo Anghiari con Angiari, località alla quale si riferisce il quadro e le stampe in circolazione e le date 14 e 15 gennaio, ritengo posticipate di un giorno. Stendhal (1788-1842), nelle “Memorie di Napoleone” è più preciso nelle date, egli parla di Rivoli e mai di Angiari o di Anghiari. A pag. 266 narra che Provera, passò il fiume (Adige) la sera del 13 Gennaio dirigendosi verso Mantova. Il 14, all’alba, Angerau, piombò sulle retroguardie di Provera (Battaglia di Angiari), combattendo tutto il giorno fino a notte e gli inferse gravi perdite. A pag. 271 descrive ampiamente il giovane pittore, che dice francese e chiama Biogi (in realtà Bagetti Giuseppe, Torino 1764-1831. Così nell’Enciclopedia Mod. Italiana). Napoleone aveva conosciuto il pittore che dipingeva nei dintorni del Garda, durante la campagna sul Mincio (1796) e lo prese in simpatia per la sua naturalezza e completa assenza di timore di fronte a lui, di solito circondato da titubanti o esageratamente ossequienti. Al tempo di Arcole, Napoleone lo fece cercare dall’incaricato per la Repubblica francese a Firenze dove studiava e pregarlo da parte sua di fargli una visita al quartier generale di Verona. Con poco entusiasmo e quasi seccato accettò; con una carrozza giunse pochi giorni dopo la battaglia di Rivoli, ben accolto. Napoleone gli offrì un posto da ufficiale, rifiutò dicendo che aborriva la guerra e le sue conseguenze. Voleva solo essere pittore.

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Napoleone chiese allora una pittura della battaglia da poco terminata. -Sono un paesaggista e dubito di riuscirvifu la risposta. Napoleone insisté, gli spiegò come avrebbe voluto il quadro e incaricò il generale Bertier che lo informasse sui diversi movimenti che vi furono. A Verona passò 6 settimane a dipingere il quadro, terminato il quale il generale si dimostrò soddisfatto e lo ricompensò La battaglia del 14 Gennaio 1797 nei libri di storia è ricordata come Battaglia di Rivoli, che in effetti si svolse il 12 gennaio e terminò in questa località il giorno 13 alle ore 13 con la sorprendente conclusione a favore di Napoleone. Il 14 gennaio si combatte per l’intera giornata nella pianura di Angiari, il 15 la lotta fu nei sobborghi di Mantova, il 16 gennaio Provera capitolava. Sicuramente lo scambio di Angiari con il vocabolo Anghiari è da addebitare al giovane pittore, ma lo steso Napoleone ne fu proprio esente? Las Cases nelle “Memorie” riporta Anghiari come indicato da Bagetti e nella stesura si avvalse di documenti, ma anche della viva voce dello stesso imperatore. Questa battaglia collocò Napoleone nel numero dei più grandi condottieri, riuscendo con abilità e incredibile tenacia a riportare una vittoria quando i più ritenevano la sua armata spacciata. Non riguarda Anghiari, ancora a quella data sotto il Granduca di Toscana, ma dopo il 25 marzo 1799, con l’occupazione di Firenze e la fuga di Ferdinando III di Lorena, giunse anche da noi, cercando di far credere che la Francia veniva nel nome della libertà, dell’eguaglianza e della fraternità. Qui, come altrove, non mancarono di amici fra la borghesia e una parte di nobili, alcuni dei quali ne riceveranno benefici, ma chiese e monasteri furono depredati di tutti i loro beni, gli agricoltori alleggeriti del bestiame, biade e foraggi, le comunità obbligate a forti esborsi di denaro. Imposero la leva degli uomini dai 18 ai 60 anni, preti e frati compresi. Molti si resero renitenti, isolandosi nelle montagne e nei boschi, altri finirono al seguito delle loro truppe in Russia. Il 6 maggio 1799 un folto gruppo di persone insorse ad Arezzo al grido di “Viva Maria” contro l'esiguo numero di militari a guarnigione. La ribellione si propagò a tutto il centro Italia e per 40 giorni fu liberata dagli intrusi; ma ritornarono in forze e le vessazioni aumentarono. In Anghiari lasciarono un “Maire”, responsabile della Comunità agli ordini di un comando di polizia stanziata a Sansepolcro. Non sembra che in Anghiari fossero alloggiate truppe e il paese non si coprì certo di gloria ed eroismo quando, il 10 gennaio 1811, un gruppo di uomini, armati è vero, forse nell’intento di rifornirsi di viveri e denaro per sopravvivere nella loro latitanza e renitenza, non trovarono alcun appoggio, anzi si operò perché fossero catturati, come descritto nei numeri 7, 8, 9 del 1982 di questo periodico. Probabilmente vinse il timore di gravi ritorsioni da parte francese e qui si voleva vivere tranquilli il più possibile,


A tutto c’è rimedio Come dice il vecchio adagio anche noi rimediamo pubblicando le offerte per l’“Oratorio” giunte fin dal mese di novembre scorso e non ancora pubblicate. Poi troverete anche una poesia molto bella già pubblicata, ma incompleta, nel numero scorso. Ve la riproponiamo integralmente. A tutti voi che ci seguite con interesse un grandissimo grazie da parte della Redazione. Acquisti Felicino Alberti Alba Cesari Andreini Luisa Panichi Antonucci Paola Arrighi Anna Maria Baggi Gian Domenico, Tavernelle Bartolomei don Fabio, Campalla Bianchi Alfiero Bianchini Giovanni, Pal. del Pero Bigioli Umberto Bonarini Francesco Branchi don Otello, Arezzo Brizzi Mario, Meliciano Bruni Danilo, Roma Bruschi Leone Buricchi Giovanni, San Leo Burioni Sisto Leandro, Motina Calosi Sila, Morone Camaiti Clemente, Tavernelle Camaiti Derna, Poggio del Sole Cambi Mario Cambi Tristano, Infrantoio Cangi Ottavio, Badia Canicchi Werther, Giardinella Capaccini Attilio, Villa la querce Caraffini Bruno Carria Lorella, Motina Casi Giancarlo, Santa Fiora Casucci Franco, Campo Fiera Casucci Nella Cesari Ivano Checcaglini Enzo, Piazzola Checcaglini Maurizio Chiasserini Giuseppa Vera Chieli Eugenia Chieli Luciana, Milano Chimenti Anna Maria, Fonaco Citernesi Claudio, Carboncione Comanducci Domenico Comanducci Iolanda, S. Giustino Confraternita Misericordia, Monterchi Corsi Celestino Crociani Cristina Cuccini Gustavo, Perugia Del Barba Angiolo, Palazza Del Gaia Milton, Roncione Offerta anonima Del Pia Domenico, Arezzo Del Pia Giuseppe Del Pia Luca, Milano Del Sere Santi Del Sere Secondo Donati Dino, Colcellalto

Donati Giuliano Donati Sarti Vittorio Draghi Assuero, Guardabasso Dragoni Angiolo, Padova Dragoni Fabio, Borgo della Croce Dragoni Mirella Elisei Domenico, San Leo Ercoli Rino, Giardinella F. S. Fantoni Donato, Pietto Fastacchini Vally, Arezzo Fegadoli Giuseppe, Infrantoio Ferri Mirella Ferrini Dino, Ponte alla Piera Finzi Daniele Foni Duilio, Cerbaia Fornacini Giovanni, Montebello Fornacini Ralio Fragai Massimo, Bagnolo Franchini Anselmo, Tavernelle Gattari Pietro Gennaioli Maria, Colle Gennaioli Marisa Gentili Laura, Arezzo Ghignoni Bruno Ghignoni Fernando, Le Cascine Ghignoni Vasco Gigli Fabiano Giorgeschi Cesarina Giorgi Giorgio, Borgo della Croce Giorgini don Quinto, Monterchi Giornelli Adriana, Intoppo Giorni don Bruno, S. Sepolcro Giorni Giuseppe, Terrato Giorni Roberto, Tubbiano Giovagnini Maria, Catania Girolimoni Maurizio Gori Comparini M.Maddalena Guadagni Claudia Guadagni Eugenio, Tavernelle Guadagni Laura, Badia Guadagni Luigi, Portaccia Guerrieri Fernando, Casacce Guiducci Gilberto, Arezzo Guiducci Rosita Gurrieri Orlando, Firenze Innocenti Guido, Carboncione Lamagna Liborio, Bernocca Lega Piero, Gran Via Leonardi Angiolina, Villa D’Agri Leonardi Antonio, Intoppo Leonardi Carlo Leonardi Franca Leonardi Orazio, Sansepolcro

Leucalitti Ivandro, Monteloro Locci Antonio, Via Nova Lodovici Gastone Lodovici Manola Tramontani Lucertini Paolo Mafucci Gastone Mafucci Giovanni, Ripalta Magri Angiolo, Renicci Magrini Gabriella, Fornace Magrini Gina Magrini Vera, Campo Fiera Malentacchi Massimo, Ca’ de Cìo Mammoli Alfredo, Bagnolo Maranesi Paola, Roma Mari Marcella Mariani Mario, Bagnolo Mariani Rinaldo, Tavernelle Marinuzzi Giovanna, Trieste Mariotti Mario, San Remo Mariotti Secondo, Motina Martini Astinghe Martini Claudio Martini Malvina Mearini Mario, Bergamino Una persona Meozzi Fabio, Sansepolcro Mercati Franco Mercati Gastone, Intoppo Mercati Teresa Merendelli Sergio, Tavernelle Meucci Angiolo Minelli Terzilia Del Pia Mondani Enrica, Borgo della Croce Mondani Francesco, Ristoran te Stazione Mondani Primo, Ponte alla Piera Monini Luigi, Le Cascine Morosi don Vittorio, Sarsina Nicchi Celestina Nicchi Domenica, Infrantoio Nicchi Fabio, La Stazione Una persona Noferi Anna Maria, La Croce Offerta anonima Pacini Ernesto, Milano Paletti Fernando, Poggiolo Pallini Ezio, Palazzolo Palombini Elio, Napoli Pancioni Maria Rosa Panichi Paolina Giudici Papini Gianni Pari Ricci Maria Parlanti Guglielma, Ravenna Pennacchini Vito, Arezzo

Pernici Domenica, Cavriglia Petruccioli Domenico, Pietto Petruccioli Valentino, Pietto Piccini Mario, Infrantoio Pierantoni Valentina Piomboni Adelmo Piomboni Ernesto, Tavernelle Piomboni Ines Piomboni Luciano, Tavernelle Poggini Mario, San Leo Polverini Anna Polverini Sergio Polverini Siro Primitivi Elena Procelli Rinaldo Pulcinelli G. Battista, San Leo Quarto Paolo, Roma Redenti Giuseppina Redenti Massimo Ricci Matusali Giovanna Ricci Remo, Trafiume Rondoni Cesarina, Fusaiolo Rosadi Loriano, Ponte alla Piera Roselli Clara Roselli Marisa Rossi Domenico, Borgo Croce Rossi Gino, Tavernelle Ruggeri Agostino Ruggeri Rina Ruggeri Sirio Rumori Emilia, La Fonte Rumori Franco Ruscetti Vincenza Salvi Giovanni, I Sodi Santi Ermindo, Palaia Santi Loretta, Palaia Sassolini Giovanni Sassolini Livio, C. di Castello Scartoni Ivo Scartoni Lorena, Bucacce Senesi Adriano, Monterchi Staccini Adalgisa Tanfi Silvano, Parigi Testi Rino, Montebello Tofanelli Guido Topa Federico, Brescia Valbonetti Franca, Maccarino Vellati Veniero Vellati Vesta, via del Fosso Venturini Franco, Campriano Ar Verdinelli Osvaldo, Monterchi Zanchi Bruno Zineddu Antonio Zucca Paci Silvia, Il Sasso

Dal 20 aprile al 1° maggio 2002 nelle strade del centro storico di Anghiari Mostra Mercato dell'Artigianato della Valtiberina 26


VITA DA CANI! di Alfonso ed Elisa Sassolini

Senza arrivare agli eccessi dei combattimenti tra cani, che il comune sentimento condanna e la legge giustamente persegue, c’è tuttavia un’area grigia di comportamenti crudeli verso i cani dovuta all’insensibilità e distrazione dei loro padroni. Si tratta della diffusa abitudine di tenere i cani, spesso di razze da caccia, in gabbiotti che sembra addirittura eccessivo chiamare recinti, dove i cani vengono quasi dimenticati per tutto il periodo di chiusura della stagione venatoria. Questi recinti appaiono come dei carceri a vita se ci fermiamo a riflettere sulle peculiarità di questi animali: il cane è un animale vitale, disegnato dalla Natura nella galleria del vento per essere libero e correre; è fortemente gregario e sociale e pertanto bisognoso di un’intensa relazione col suo capobranco, ossia il padrone; il suo cervello è quello di un animale superiore, simile per quanto riguarda la capacità affettiva, che nel cane è sviluppatissima, a quello umano; ricordiamo poi che, tenuto a lungo nel suo recinto lontano dal padrone, perde quella sua naturale tendenza a correlarsi con esso nell’azione venatoria e perciò risulterà poi troppo disubbidiente ed indipendente, quindi meno proficuo (il cacciatore che ha una buona intesa col proprio cane è quello che lo comanda con un gesto, senza aprire bocca, ed è quello a cui il cane obbedisce volentieri). Questo nostro amico non solo è chiuso in un recinto da dove esce solo per pochi mesi (quanto dura la stagione venatoria), e non solo gli è negata la possibilità di interagire affettivamente col suo padrone (in casa i cani sporcano, il padrone ha da fare e non può tenerlo con sé etc...) ma sono spesso del tutto trascurate le altre sue esigenze primarie. Infatti non viene posta la giusta attenzione alla dimensione e all’ubicazione del recinto, che non deve essere troppo assolato d’estate o esposto al tramontano in inverno; non viene allestita una cuccia sufficientemente confortevole; non viene pavimentato il recinto che, essendo generalmente col fondo di terra o sassi, risulta scomodo ed umido se il cane vuole coricarvisi, ma soprattutto difficile da mantenere pulito dalle deiezioni; non viene curata l’alimentazione (importante soprattutto in inverno per un cane che dorme fuori!) che deve essere ben bilanciata e per la quale si può sempre chiedere consiglio al veterinario, invece di nutrire il cane con quello che capita; non viene attribuita sufficiente importanza alla necessità di fare periodicamente un trattamento antiparassitario a cucce e cani. Il cane non è un OGGETTO di cui ci si ricorda quando fa comodo e, soprattutto, nessuno ci chiede di prenderlo. Non si tratta di dargli mangime di “marca”, di farlo dormire sul divano o mettergli il cappottino, ma di avere più attenzione alle sue esigenze di essere vivente e di tenere conto dei suoi naturali istinti che devono essere assecondati. In pratica si deve avere più rispetto della sua DIGNITÀ di animale e questo vale sia per chi personifica il proprio cane assurgendolo quasi ad essere umano, sia per chi lo dimentica per mesi in un recinto. Rispettare la dignità di un animale vuol dire non ridicolizzarlo e non privarlo della possibilità di seguire la propria natura (e qui sarebbe da fare una digressione su zoo e circhi). Per fortuna, quello che noi non riusciamo a dare al nostro cane per insensibilità o per ignoranza ce lo prescrive la legge, come qui sotto riportato. Legge 22 novembre 1993, n. 473 “Nuove norme contro il maltrattamento degli animali” Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 278 del 26 novembre 1993 1. L’articolo 727 del codice penale e sostituito dal seguente: “Chiunque incrudelisce verso ammali senza necessità o li sottopone a strazio o sevizie o a comportamenti e fatiche insopportabili per le loro caratteristiche, ovvero li adopera in giuochi, spettacoli o lavori insostenibili, per la loro natura valutata secondo le loro caratteristiche anche etologiche, o li detiene in condizioni incompatibili con la loro natura o abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini dellacattività è punito con l’ammenda da lire due milioni a lire dieci milioni... omissis...”

3 maggio 2002 FESTE DI MAGGIO Ore 21 Tombola in piazza e, a seguire, fuochi d'artificio sotto le mura 27


Balli, orchestre e complessi, luoghi e tempi del ballo, costumi ed usanze in Anghiari dall’inizio del ‘900 ai nostri giorni di Flavio Mercati

VIII e ultima parte

La Sezione Fra le varie sale da ballo in cui ci siamo imbattuti nel corso di questa ricerca sul ballo, ve n’è una, molto frequentata da un pubblico di tipo popolare, chiamata Sezione, che si trova su in cima a Piazza Mameli, un tempo piazza Sant’Agostino. Viene da chiedersi: perché questo nome? Sezione? Subito si pensa che tale denominazione abbia attinenza con la politica, e infatti non si sbaglia. Il locale sin dal 1901, per molti anni era stato sede di una sezione del Partito Socialista Italiano. Era stata istituita da Ezio Vitellozzi (sarà anche sindaco socialista di Anghiari) e Tuzio Tuti che, quindi, sono da considerare i fondatori, i pionieri del Partito Socialista per la nostra zona. Fu una delle prime sezioni socialiste della Valtiberina e, sembra, addirittura la prima della provincia di Arezzo, a testimonianza che dalle nostre parti il Socialismo, sin dai suoi primi anni di vita (il Partito Socialista era stato fondato nel 1892) era molto diffuso fra le masse popolari con agganci consistenti nel ceto della borghesia più illuminata. Però, a onor del vero, un embrione di sezione socialista esisteva già ad Anghiari verso la fine dell’ottocento, allorché i socialisti della zona si riunivano segretamente in una casetta colonica che esiste tutt’ora, anche se non è più colonica, alla periferia del paese. È quella casetta denominata “Il Vignarolo”, che si trova quasi di fronte alla “Pineta”, sotto la Via Nova e vicino al parco Torriani, nascosta quasi completamente dai cipressi e altre piante. Perché si riunivano segretamente e proprio in questa casa? La seconda cosa deriva dalla prima. Segretamente perché, dopo gli scontri del 1898 a Milano fra esercito e dimostranti che avevano causato 82 morti e 503 feriti tra i civili e due caduti tra le forze dell’ordine, il governo emanò leggi restrittive, fra l’altro, delle libertà di associazione e di riunione. Ora questo piccolo edificio fuori mano rispetto al paese, seminascosto dall’andamento del terreno, dalle case di Via Bozia, dal parco e dal palazzo Torriani nonché da qualche pianta, si prestava ottimamente per riunioni clandestine. Il Parlamento si oppose strenuamente, anche per la tenace resistenza dell’Estrema Sinistra, a queste leggi repressive. Il governo allora sciolse le Camere, ma dalle nuove elezioni venne fuori un Parlamento contrario ai conservatori. Si arrivò così, nel 1901, al Governo Zanardelli che favorì l’organizzazione delle masse lavoratrici e la lotta legale (opera poi continuata da Giolitti) e, quindi, non per caso, proprio nel 1901, fu istituita ad Anghiari,

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ufficialmente, la Sezione socialista, che fu utilizzata anche come sala da ballo popolare. Nel 1921 la sezione fu assalita dai fascisti che bruciarono le carte che trovarono (documenti, giornali, libri) e, probabilmente per questo motivo, la Sezione fu allora trasferita in casa di Ezio Vitellozzi su, quasi in cima a Corso Matteotti, il Borgo della Croce per intenderci meglio. Ricordiamo anche che nel 1921 avvenne una scissione a carattere nazionale nel PSI e da tale scissione si originò il Partito Comunista che all’inizio si chiamava Partito Comunista d’Italia e proprio in quell’anno fu fondato anche ad Anghiari tale partito; uno dei fondatori fu Antonio Ferrini che, dopo la seconda guerra mondiale, sarà, per diversi anni, sindaco comunista del nostro paese. Siccome siamo in argomento di partiti, ricordiamo pure che un anno prima, e cioè nel 1920, ad Anghiari, era stata costituita la sezione del Partito Popolare Italiano (PPI) fondato a livello nazionale nel 1919 da don Luigi Sturzo. I fondatori di questa sezione anghiarese furono: Virgilio Bartolomei, Ezio Boncompagni, Telesforo Martini, Stefano Polverini. Il fascismo soppresse poi tutti i partiti d’opposizione e i locali di quella che era stata la sezione socialista, prima furono adibiti ad abitazione e poi riutilizzati per il ballo. L’appellativo “Sezione” però rimase sempre. Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1948, fu acquistata sotto la denominazione di “Casa del popolo” dal Partito comunista che vi reinstallò la sezione, ma di questo partito naturalmente, e continuava a utilizzarla, nel contempo, come sala da ballo pubblica.

Passo di una lettera inviata nel 1898, ad Ezio Vitellozzi, da un giornalista dell' “Avanti!”, quotidiano del Partito Socialista Italiano.


Castelfidardo, patria della fisarmonica Si narra che attorno al 1840 un pellegrino straniero che si era recato in devota visita al Santuario di Loreto fu ospitato, una notte, nella casa di un contadino della vicinissima Castelfidardo. Il giorno seguente, ripartendo, lasciò al giovane “capoccia”, forse per ricompensarlo dell’ospitalità datagli, un rudimentale strumento musicale a soffietto. Incuriosito da quello strano oggetto il giovane campagnolo lo smontò in ogni minimo particolare e poi lo ricompose con certosina attenzione per appropriarsi del concetto costruttivo. Evidentemente era un amante della musica, masticava un po’ di musica e aveva anche lo spirito dell’imprenditore poiché fu preso dal desiderio, partendo da quel rudimentale organetto, di perfezionarlo e di costruirne degli altri. Quel poetico personaggio si chiamava Soprani. Messa da parte la vanga, aprì una piccola bottega artigiana e pose mano alla costruzione di organetti e a diffonderli nel mondo. L’organetto veniva suonato solo con la mano destra, mentre la sinistra azionava il mantice, aveva cioè una

sola tastiera. Nel susseguirsi delle generazioni di questi costruttori lo strumento subì ulteriori evoluzioni e perfezionamenti e a un certo punto veniva suonato anche con la mano sinistra, cioè aveva la doppia tastiera: era nata la fisarmonica. I Soprani divennero gli inventori e i primi fabbricanti di fisarmoniche. Nel frattempo dalla modesta officina del capostipite si era passati a quasi cento Aziende, sorte via via nella stessa cittadina di Castelfidardo e nei centri limitrofi di Camerano, Osimo e Numana. A Camerano, poco distante da Castelfidardo, esiste anche un’altra azienda costruttrice di fisarmoniche è la Scandalli, però era nata da una “costola” della Soprani: un dipendente di questa fabbrica, che si chiamava Scandalli, si mise a costruire in proprio fisarmoniche e così nacque, nel 1900, l’azienda Scandalli entrata in competizione con la Soprani. Ora le fisarmoniche si costruiscono anche in altre parti del mondo ma la patria di questo strumento rimane sempre Castelfidardo. FINE Un ringraziamento di tutto cuore a tutte le numerose persone di Anghiari e non solo di Anghiari che hanno messo a disposizione, in molti casi ripetutamente, la loro cortese collaborazione, fornendo notizie, foto e documenti, senza la quale la ricerca relativa alla nostra zona, che è la parte centrale, più importante e più interessante di tutta questa indagine sul ballo, non si sarebbe potuta svolgere. Chiedo inoltre scusa, se in certi casi, posso essere stato troppo assillante con le persone interpellate, nella speranza che il disturbo eventualmente arrecato possa essere stato attenuato dall’interesse che tale ricerca poteva, forse, suscitare anche nelle persone intervistate.

Nella foto, cerchiato in bianco, Guido Cuccardini, eccellente suonatore di fisarmonica.

Parrocchie di Anghiari e Tavernelle GITA PASQUALE Greccio - Rieti - Cascate delle Marmore *** Martedì 2 aprile 2002 Partenza ore 7,30 dal Campo della Fiera Prenotazioni presso le rispettive parrocchie 29


Fatti di casa nostra ovvero la pagina di Walter Del Sere

LA MOSTRA DELL'ARTIGIANATO Una festa itinerante lunga 10 giorni tra “botteghe” artigiane ed arte a passeggio nel centro storico di Anghiari. Da 27 anni è questa la proposta vincente della Mostra Mercato dell’Artigianato della Valtiberina Toscana che inizierà sabato 20 aprile per concludersi il 1° maggio. Ubicata in decine di fondi disseminati tra vicoli e piazzette del borgo antico, la manifestazione richiama ogni anno oltre 40.000 visitatori, a conferma della sua importanza nel settore dell’artigianato di qualità. Per il 27° appuntamento che Anghiari offre per ammirare il meglio del “fatto a mano” del comprensorio, saranno esposti una vasta e rinnovata gamma di prodotti artigianali nei settori del legno e cuoio, tessuti e ferro battuto, ceramica e metalli preziosi, in un percorso suggestivo e pieno di fascino che renderà ancora più gradevole una visita ad Anghiari. Prestigioso poi il cartellone delle esposizioni collaterali approntate per l’occasione che consentono di approfondire vari aspetti legati alla cultura dell’artigianato e dell’arte. Un’esposizione è dedicata alla ceramica con i lavori della restauratrice di Faenza Castellari Galli e un’altra è quella delle armi di Leonardo da Vinci, riprodotte fedelmente dall’orafo Gio Bini di Sansepolcro e riadattate a gioielli e modellistica. È in questa occasione che Anghiari indossa il miglior vestito della festa per la sua più conosciuta ed apprezzata manifestazione annuale, organizzata dall’Ente Mostra-Cooperativa “Anghiari Vecchio” con il sostegno dell’Agenzia per il Turismo di Arezzo, Comune di Anghiari, Provincia di Arezzo, Comunità Montana Valtiberina, Pro Loco, Federimpresa, Camera di Commercio di Arezzo e Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo.

Piattaforma ecologica del "Chiuso" Nella Piattaforma ecologica per la raccolta differenziata in località “Il Chiuso” gli Anghiaresi stanno già conferendo da alcuni mesi materassi, materiali ferrosi, carta e cartoni, indumenti usati, vetro, plastica e lattine, pile esaurite, farmaci scaduti, batterie scariche e inerti. A seconda del raggiungimento dei quantitativi previsti, i nuclei familiari sono inseriti in una delle fasce di riduzione del 20% o del 30% sulla tariffa. Ma nella relativa tassa annuale recapitata recentemente non c’è traccia di agevolazione. Perché? L’Assessorato all’Ambiente del Comune di Anghiari informa che gli incentivi previsti entreranno in vigore dal prossimo anno. Infatti i quantitativi di rifiuti differenziati conferiti nel corso del 2001, primo anno di funzionamento della struttura, produrranno lo sconto previsto nella bolletta relativa al 2002 che arriverà nelle case il prossimo anno. Questo per fornire una doverosa risposta ai cittadini che si sono viste arrivare le cartelle esattoriali per la nettezza urbana contenenti un aumento del 10% invece che la detrazione prevista dal disciplinare. “La maggiorazione” – chiarisce l’Assessore- “deriva dall’applicazione della normativa statale vigente per la quale il costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani deve essere coperto al 100% dalle tariffe pagate dai cittadini”. L’Assessorato all’Ambiente ringrazia le famiglie anghiaresi per la massiccia adesione al progetto finalizzato a migliorare la qualità di vita di tutta la popolazione grazie ad una progressiva riduzione dei cassonetti stradali, delle campane per la raccolta differenziata e, soprattutto, eliminando l’accumulo di rifiuti ingombranti presso i punti di raccolta. È stata attivata anche la raccolta della frazione verde, sfalci e potature che consentirà un ulteriore sconto sulle prossime bollette.

Sala audiovisivi. Inaugurazione con "La ragazza di Bube" La ex palestra della scuola media di Anghiari dal 3 marzo è diventata la sala audiovisivi comunale. Il ristrutturato salone, nelle intenzioni dell’Assessore alla politiche giovanili Barbara Croci, sarà un luogo di partecipazione e crescita culturale aperto a tutti i cittadini del comprensorio, in particolare ai giovani ed alle scuole dell’alta valle del Tevere. La programmazione iniziale, che prevede proiezioni di film per le scuole, eventi speciali e cinema per bambini, si concluderà il 18 aprile con il documentario “Il bar, lo sport, il tutto, il nulla”, di Paolo Pennacchini e Andrea Merendelli, quest’ultimo incaricato della direzione artistica dall’Assessore Croci. La sala audiovisivi, che può contenere fino a 100 persone, sarà utilizzata anche per conferenze e laboratori, esposizioni e festival cinematografici. L’evento inaugurale è stata la proiezione del film “La ragazza di Bube”, tratto dal capolavoro di Carlo Cassola, Regia di Luigi Comencini. La pellicola per Anghiari rappresenta un momento di grande suggestione e memoria collettiva visto che molte sequenze furono girate 40 anni fa proprio nella cittadina toscana, coinvolgendo attori e comparse anghiaresi, tra i quali Fabiano Giabbanelli (Memmo), Maria Bigioli (sorella di Bube) e Pier Paolo Alberti (cameriere dell’Osteria sotto le Logge), i quali hanno ricordato quell’esperienza che li vide protagonisti a fianco di Claudia Cardinale e degli altri interpreti della fortunata pellicola. Poi, su schermo gigante, gli Anghiaresi hanno rivisto ancora una volta uno spaccato di vita ancora ben vivo nei ricordi e nelle discussioni paesane. E l’emozione è stata decisamente intensa.

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CRONAC HETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

23 dicembre 2001 domenica. Oggi è morto Pietro Lacrimini di anni 76. Pietro abitava per la via del Carmine ma ha abitato a Valealle e prima proveniva dalla zona di Monterchi. 30 dicembre 2001 domenica. Oggi è morta Matilde Nicchi vedova Bruschi di anni 91. Matilde abitava per la via del Molin Bianco ed era la sorella di “Maso” della Capanna.

Gennaio 2002 Mercoledì 2. Oggi è morto Gilberto Gaggiottini di anni 69. Gilberto abitava al Campo della Fiera. Venerdì 4. Oggi è morta a Nizza dove risiedeva Bruna Pacini di anni 82. Era originaria di Anghiari, della Piazzola? Sabato 5. Oggi è morta Caterina Santi vedova Montagnoli di anni 95. Caterina abitava per la Via Nova ed era conosciuta per quando era “bidella” alla Scuola Media. Sabato 12. Oggi è nata Elena Marconi di Icaro e Cristina Maggini. La sua famiglia abita al Ponte alla Piera. - Stamani c’era una brina veramente eccezionale. Per la via del Borgo c’era la nebbia e il Tevere era ghiacciato. - Oggi Alvise Luconi, affezionato lettore svizzero ma anghiarese di nascita, mi ha consegnato la sua offerta per il giornale che è la prima in Euro. - Oggi è morta Gian Franca Mugelli vedova Cesari di anni 60. Abitava alle Bertine. Lunedì 14. Oggi è nato Giulio Marcomeni di Valter e Alessandra Citernesi. La sua famiglia abita nel palazzo Magrini. Giovedì 17. Oggi è nato Eugenio Santi di Ermindo e Anna Maria Maurizi. La sua famiglia abita vicino alla Maestà della Palaia e il suo babbo d’estate recita a “Tovaglia a quadri”. Venerdì 18. Oggi è morta Vilma Fastacchini in Gigli di anni 75. Vilma è la figlia di “Bruno del Romano” ed abitava alla Casa Bruna. Sabato 26. Oggi è morta Pia Goretti vedova Vichi di anni 93. Pia abitava al Carmine. Lunedì 28. Oggi è morto Vittorio Bracci di anni 88. Vittorio abitava vicino alla chiesa di Tavernelle. Martedì 29. Anche ieri mattina c’era la nebbia ma stamani arrivava fino alla piazza. Giovedì 31. Oggi è nata Viola Angelini di Paolo e Maria Giava Alberti. La sua famiglia abita al Terrato.

Febbraio 2002 Venerdì 1. Stamani Mario Tanzi m’ha detto che (nottetempo?) hanno rotto la vasca che si trova di fronte alle logge della Fonte. Sabato 2. Stamani gli opera del Comune hanno sistemato le nuove fioriere lungo il Borgo della Croce. - Oggi è morta Suor Pasquarosa Dosa di anni 95. Proveniva da Civitella Roveto, negli Abruzzi, ed era al Cenacolo di Montauto. Martedì 5. Stamani Aurelio ha risistemato la vasca della Fonte, rotta giorni fa. Giovedì 7. Oggi è nato Alessio Baglioni di Giordano e Simona Pernici. La sua famiglia abita a Torchiale. Domenica 10. Oggi è morto Tito Chieli di anni 81. Tito abitava vicino al “Deposito” di Via del Carmine. La sua famiglia era nota per il commercio ambulante di tessuti. Il negozio di “piazza” adesso viene gestito dal figlio Roberto. Lunedì 11. Oggi è nato Daniele Nocentini di Michele ed Elena Donnini. La sua famiglia abita a Montebello. Mercoledì 13. Oggi è nato Francesco Polverini di Paolo e Katarzyna Slusarz. La sua famiglia abita al Campo della Fiera. - Oggi è morto Otello Marconi di anni 59. Otello abitava a Loggiano. Lunedì 18. Oggi è morta Lucia Faviani di anni 73. Suo padre aprì il ristorante “L’Appennino” nel Borgo della Croce. Abitava vicino a Maccarino. Martedì 19. Oggi è nato Niccolò Magri di Giuseppe e Cristina Cerofolini. La sua famiglia abita alla Motina. Giovedì 21. Stamani sono passato dal viale della stazione perché avevo bisogno di acqua ma la fontanella aveva il meccanismo di apertura rotto e sono rimasto a… becco asciutto. - Oggi è morto Angelo Memonti di anni 74. Angelo abitava al Borgo ma era originario di Anghiari. - Oggi è morta Italia Massetti in Petruccioli di anni 88. Italia abitava a Pietto. Venerdì 22. Oggi è morto Gianfranco Livi di anni 52. Gianfranco abitava a Ponte Leonora. Sabato 23. Oggi è morta Serafina Serafini che aveva la bella età di 98 anni. Serafina abitava a San Leo vicino alla Scuola materna. Martedì 26. Oggi è nato Christian Puleri di Massimiliano e Stefania Meoni. La sua famiglia abita per la Bozia. - Oggi è morta Faustina Tizzi vedova Resti di anni 92. Faustina abitava nel casamento della bottega di Beppe di Fracca. Giovedì 28. Prima della Porta del forno durante il rifacimento della strada hanno scoperto una volta che potrebbe essere il ponte di accesso al castello di Anghiari. Aurelio mentre ripara la vasca della Fonte.

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