2002-3 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 3

GIUGNO - LUGLIO 2002

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXVI-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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Il vostro contributo

25 aprile, San Marco di Cmr

San Marco, dal tuo alto scanno proteggi Don architetto, il nostro parroco. Dagli la forza del tuo leone che seduto a te vicino ti simboleggia fiero. Tu, San Marco, che giovinetto fuggisti nudo all’arresto del Signore, intercedi perché nudo da patteggiamenti e compromessi Don Marco nostro cammini spedito sulla via della vita eterna e della verità, portandosi dietro l’anghiarese gregge belante.

Anche in questo ultimo periodo di tempo sono giunte le vostre offerte per contribuire alla pubblicazione dell'Oratorio. Chi non lo ha ancora fatto può rivolgersi all'Ufficio Postale di Anghiari: C/C N. 11802527 intestato a INSIGNE PROPOSITURA S. BARTOLOMEO ANGHIARI Oppure presso: Banca di Credito Cooperativo C/C N. 5053 Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio C/C N: 3389 Statua di S. Marco Evangelista realizzata da Vittoriangelo Polverini.

Monte dei Paschi di Siena C/C N. 2643/46

Sommario 25 aprile, San Marco di Cmr pag. 2 Il vostro contributo " 2 I malati di Franco Cristini " 3 Calendario Liturgico giugno e luglio 2002 " 4 Il Palterre: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari Tutto OK di S. Lombardi " 6 Carissimi amici di Anghiari, caro Mario " 6 Un banco non fa mercato di Emmedipì " 6 Rosse per Anghiari di Emmedipì " 6 I venditori cacciati dal tempio di Cmr " 7 È sempre meglio tardi che mai? vignetta " 7 Velocità e numeri " 7 La Chiesa di S. Biagio a Pocaja di Q. Giorgini " 8 San Biagio a Pocaia di don Quinto Giorgini " 9 La Banca di Anghiari e Stia di Massimo Redenti " 10 Iscrizioni 2002 di Massimo Redenti " 10 Ti cerco nel rosso tramonto di Cmr " 11 Auguri a Ilaria " 11 Passeggiata in lungomare di Vera Cuccini " 11 Il Parterre di Anghiari " 12 Banda e bandiere di Civis " 12 Durante il mio ricovero... di Federico Topa " 13 Dalla parrocchia " 13 Per Eugenio Finocchi " 13 I turisti e l'artigianato di Clèto " 13 Dal Gruppo Donatori di Sangue Fratres di P. Ganganelli Donare sangue... perché " 14 La scelta di diventare donatrice di Sara " 14 Donazioni 2002: abbiamo cominciato bene " 15

Campeggi estivi Un altro vecchio anghiarese che ci lascia Anghiari visto da Kracovia Dalla parrocchia di Monterchi Dalla Parrocchia di San Leo La processione del Venerdì Santo Ricordiamo la Franca Lunedì di Pasqua a Santo Stefano Un altro pezzo di Anghiari vecchio perduto Banderuole di Emmedipì Tanto ci siamo... la vignetta di Scacciapensieri Lo scopo del Credito Cooperativo Da Tavernelle a cura di A. Bivignani Festa nella comunità di Tavernelle Recital sulla pace La foto di Enzo Panichi I tempi cambiano... Anghiari e dintorni: lettere ad un amico Le orazioni di nonna Benilde di Marida Campo della Fiera di Paolino Veri Ricordo di Adriana di Marida La festa di quest'anno di Mario Del Pia È quasi primavera di Aldo Tognetti Tutti al mare... di Lamberto Ulivi Fatti di casa nostra di W. Del Sere Il bar, lo sport, il tutto, il nulla L'insegnamento dei maestri restauratori Le armi, Leonardo e la Battaglia di Anghiari Cronachetta dei fatti... di Anghiarino Anghiarese

In copertina: Don Marco visto da Luca Pucci

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pag.16 " 17 " 17 " 18 " 18 " 19 " 19 " 19 " 20 " 20 " 20 " 21 " " " " " " " " " " "

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Angolo della Missione Rubrica a cura di Franco Cristini

I malati Nell’ambito dell’angolo della Missione non posso fare a meno di rivolgere un pensiero e un caro saluto ai malati, a coloro che soffrono per la perdita di uno dei beni più preziosi che il buon Dio ci dona: la salute. E quale atto missionario è più bello e più opportuno se non quello di recarci assiduamente nelle case, negli ospedali, nei luoghi di cura dove sorelle e fratelli più sfortunati di noi stazionano in condizioni di vita non troppo soddisfacenti?! Ma quale è l’atteggiamento e il comportamento che dobbiamo assumere durante queste visite, come dobbiamo interpretare di conseguenza il concetto cristiano di malattia, di sofferenza per poter essere veramente di aiuto e di conforto a questi nostri fratelli? Dobbiamo innanzitutto pregare il Signore perché l’incontro con Gesù “Pane di vita” e con lo Spirito Paraclito “fonte di consolazione” apra gli occhi della nostra fede che può così vedere anche all’interno di una situazione di prova, di malattia, di sofferenza la presenza della grazia di Dio, con tutta la tenerezza e la forza del suo amore. Ci è dato allora di capire che la sofferenza è certamente una realtà faticosa e qualche volta faticosissima, ma se viene accolta, anche quando non può essere vinta, e unita alla Croce di Cristo, proprio per la forza spirituale che da questa Croce ci viene, il soffrire può diventare strumento prezioso di santificazione per noi e per gli altri ed anche momento di maturazione umana. Dobbiamo pensare che il buon Dio chiede ai malati, attraverso la debolezza e la sofferenza di essere presenti a un titolo privilegiato della Chiesa e di portare il loro contributo perché la Chiesa sia più simile a Gesù sofferente e perché sia feconda di santità e grazia. Ecco questi sono i pensieri e le riflessioni che io penso debbano agitare la nostra mente e il nostro cuore quando facciamo visita alle nostre sorelle e fratelli ammalati. Una realtà negativa da correggere è “l’umiliazione” che spesso subiscono i malati, i sofferenti, gli stessi anziani. Penso in particolare alla nostra società che corre il rischio, e non solo il rischio, di dimenticarsi, di non aver cura delle sue membra più deboli e bisognose di aiuto. Una delle perdite più gravi della società attuale è quella del senso della sofferenza. La nostra, in gran parte, è una società la cui cultura è materialistica, consumistica, edonistica e per questo si sente mortalmente ferita dalla sofferenza ed ancor più dalla morte. Il riferimento alla società significa anche la sfida che devono assumere le istituzioni e quanti hanno una responsabilità specifica nel campo della malattia e della salute, nel campo dell’assistenza sociale agli anziani e ai deboli. Spero non solo che continuino ma migliorino sempre nell’assicurare ai malati e agli anziani il posto sociale che meritano: non quello dell’emarginazione infastidita, ma quello reclamato dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla carità cristiana. Ricordiamoci inoltre che i malati hanno tanto bisogno di consolazione. Coloro che si recano a visitare e curare gli infermi, gli anziani, i sofferenti, quali i medici, gli infermieri, i volontari che si ispirano alla visione cristiana della vita, devono essere coscienti della loro identità più vera: sono strumenti vivi, intelligenti, operosi della consolazione di Dio e quindi strumenti di vicinanza di ascolto, di premura, di delicatezza, di pazienza, di coraggio, in poche parole, di amore. Di consolazione abbiamo tutti un gran bisogno. Essa che viene da Dio e dagli uomini ci dà speranza e voglia di vivere. Riascoltiamo e proclamiamo le parole del profeta “In Gerusalemme sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saranno rigogliose come erba fresca. La mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi.” (Isaia 66, 13-14) Faccio presente ai lettori di aver tratto alcune riflessioni sviluppate poi in questo scritto da una omelia del Cardinale Dionigi Tettamanzi.

In questo ultimo bimestre sono stati donati Euro 270 per la missione di Kibakwe in Tanzania. Pace e bene a tutti

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CALENDARIO LITURGICO Mese di Giugno

Mese di Luglio

(dedicato al Sacro Cuore di Gesù) 2 giugno – Domenica IX del Tempo Ordinario – Corpus Domini. Cristo è il pane della vita. La Chiesa acclama con gioia “Beato chi siede alla mensa del tuo regno Signore”. Sante Messe secondo l’orario festivo.

2 luglio martedì – Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.

4 giugno martedì – Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.

3 luglio mercoledì – San Tommaso Apostolo: non si sa nulla di sicuro della sua vita, all’infuori delle notizie che si hanno dal Vangelo. Si dice che abbia evangelizzato i popoli dell’India.

6 giugno giovedì – Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.

4 luglio giovedì – Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.

7 giugno venerdì - Primo Venerdì del mese. Sacro Cuore di Gesù. “Venite a me, voi che siete stanchi e oppressi e io vi farò riposare” Nella chiesa di Micciano alle ore 20,30 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.

5 luglio venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20,30 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. 7 luglio - Domenica XIV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

9 giugno - Domenica X del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

11 luglio giovedì. San Benedetto Abate patrono d’Europa: eleviamo la nostra preghiera a Dio che con San Benedetto volle rinnovare il messaggio di pace e di saggezza in un mondo sconvolto e disorientato “Guida i popoli nella pace, o Signore” Anniversario dell’apparizione della Madonna del Carmine. Alle ore 20, dalla piazzetta della Croce partenza della processione per il Santuario del Carmine dove alle ore 21 verrà celebrata la Santa Messa.

11 giugno martedì – San Barnaba Apostolo: nato nell’isola di Cipro fu tra i primi fedeli di Gerusalemme; predicò ad Antiochia e fui compagno di San Paolo nel suo primo viaggio apostolico. Fu presente al Concilio di Gerusalemme. Ritornato in patria vi predicò il Vangelo e vi morì. 13 giugno giovedì – Sant’Antonio da Padova Sacerdote e Dottore della Chiesa: Fernando Martins, alias Antonio di Padova nacque a Lisbona verso la fine del secolo XII, morì a 36 anni a Padova nel 1231.

14 luglio - Domenica XV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 16 luglio martedì – Beata Vergine del monte Carmelo: festa solenne al Santuario del Carmine con Santa Messa alle ore 21 e processione intorno al Santuario. Nei giorni 14 e 15 luglio alle ore 21 preghiera comunitaria presso il Santuario.

16 giugno - Domenica XI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 23 giugno - Domenica XII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

21 luglio - Domenica XVI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

24 giugno lunedì – Natività di San Giovanni Battista: glorifichiamo Dio padre che ha scelto Giovanni Battista come suo messaggero per annunziare agli uomini il regno di Cristo. Nel ricordo del grande precursore chiediamo a Dio il dono della conversione: Signore, guida i nostri passi sulla via della pace.

22 luglio lunedì – Santa Maria Maddalena. Signore Gesù che appena risorto ti sei mostrato alla Maddalena che ti cercava ansiosamente, fa che ti cerchiamo con ardore per contemplare il tuo volto. La Santa Messa delle ore 18 verrà celebrata nella chiesa della Maddalena nel Borgo della Croce anziché in Propositura.

29 giugno sabato - San Pietro e Paolo: “Pietro il primo degli Apostoli e Paolo, il maestro dei pagani, ci insegnano, Signore, la tua legge”

25 luglio giovedì - San Giacomo Apostolo: figlio di Zebedeo e fratello dell’Apostolo Giovanni nacque a Betsaida. Fu presente ai principali miracoli di Gesù. Fu fatto uccidere da Erode verso l’anno 42. È venerato soprattutto in Spagna a Compostella dove esiste la celebre basilica a lui dedicata.

30 giugno - Domenica XIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

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26 luglio venerdì – Santi Anna e Gioacchino: secondo una antica tradizione che risale al secondo secolo ebbero questi nomi i genitori della Beata Vergine Maria

SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

28 luglio . Domenica XIV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 29 luglio lunedì – Santa Marta: fu sorella di Maria e di Lazzaro. A Betania ricevette il Signore come ospite lo servì con delicatezza e con le sue preghiere ottenne la risurrezione del fratello. Ore 8,00 Ore 8,30 Ore 8,40 Ore 9,00

11 luglio 2002 Anniversario dell'Apparizione

Ore 9,30 Ore 10,00 Ore 10,30 Ore 11,00

Ore 20, dalla piazzetta della Croce processione verso il Santuario del Carmine dove, alle ore 21, verrà celebrata la S. Messa.

Ore 11,30 Ore 12,00 Ore 18,00

Martedì 16 luglio 2002

-PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -PIEVE DI SOVARA -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA -CHIESA DI TUBBIANO -CHIESA DI CATIGLIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTO -CHIESA DI SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIO -CHIESA DI TOPPOLE -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Madonna del Carmelo

Ore 8,30 Ore 8,45 Ore 9,30 Ore 10 Ore 11 Ore 11,15 Ore 16,30 (ore

Presso il Santuario del Carmine alle ore 21 S. Messa. Nei giorni 14 e 15, sempre alle ore 21, preghiera comunitaria.

S. Maria della Pace Le Ville San Michele Arc.lo a Padonchia CHIESA delle monache Monterchi CHIESA della Madonna Bella Pocaia S. Maria della Pace Le Ville San Simeone profeta a Monterchi 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 15 (ore 17 estivo).

Parrocchia di Tavernelle Domenica 23 giugno 2002

FESTA DELLA FAMIGLIA Ore 11,30 Santa Messa Ore 15,30 Inizio giochi per bambini ed adulti Ore 19,00 circa Estrazione Sottoscrizione interna 5


IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo TUTTO OK Io ci ho provato

digitalfoto emmedipì

di Sergio Lombardi

Tutto ok significa che manca pochissimo alle elezioni comunali e fervono i preparativi finalizzati a quel momento, non si riesce a comprendere che il meglio partito è quello del reggiseno perché regge sia la destra che la sinistra, sfama le popolazioni e allieta le genti, naturalmente questa battuta serve a sdrammatizzare questo clima da

di Civis

Io ci ho provato, ad andare a piedi. In certe strade (di Anghiari) e in condizioni climatiche avverse, è impossibile. Bisognerebbe che ogni automobilista, almeno una volta al mese, facesse mezz'ora di strada trafficata mentre piove.

ultima spiaggia. Infatti giro per Anghiari e l’argomento di discussione è la politica, vado al bar è la stessa musica, vado dal barbiere idem. E pensare che il tutto è semplicissimo basta avere gli occhi, le orecchie e un po' di memoria. I bla bla stanno a zero, i fatti rimangono, basta ricordarsi che è molto meglio essere il primo degli ultimi, che l’ultimo dei primi. Sappiate solo che io mi sono messo a fare il rappresentante dei sonniferi perché con questo tipo di coscienza sarà sempre più’ dura poter dormire. Chi ha orecchie per intendere, intenda!!

Un banco non fa mercato di Emmedipì

Anche stavolta l'anticipo del mercato al giorno prima (festa del 1° maggio) ha sabotato il mercato di Anghiari. E meno male che questa volta almeno un banco c'era. Nella suggestiva (così dice l'autore) foto di Emmedipì, la realtà è lì, nella piazza vuota ed indifferente.

@Carissimi amici di Anghiari, caro Mario nei giorni scorsi ho ricevuto con grande sorpresa, ma anche con grande gioia, l’ultimo numero dell’ ORATORIO N° 2 (aprile-maggio 2002), non nascondo che questo mi ha commosso non poco, perché la nostalgia del mio piccolo ma sempre “grande” Anghiari rimane e rimarrà sempre nel mio cuore. Ovviamente mi tengo sempre informato sulle vicende Anghiaresi con il sito www. la pineta. it , ma ricevere il giornalino onestamente è altra cosa, mi sembra di essere lì con voi. Sono oramai quasi 8 mesi che vivo in questo lontano paese, che tra le nazioni del sud America è certamente uno di quelli che detiene una maggior percentuale di Italiani nel mondo, che tanto hanno fatto per il benessere di questo paese e per questo che non mi sento solo, anche se naturalmente la cosa più importante è essere vicino alla mia famiglia. Le notizie che vengono da Anghiari, purtroppo non sono sempre molto belle, come quella del trasferimento in Sansepolcro delle POSTE e, probabilmente, anche quella dell’Istituto d’Arte e questo mi rattrista molto. Spero solo (tornando nel mio amato paese) di non trovare la “STATUA DI GARIBALDI” in piazza Torre di Berta.

Rosse per Anghiari di Emmedipì

Per qualche minuto il Borgo della Croce è stato il meraviglioso spettacolo che i proprietari delle mitiche Ferrari hanno offerto in occasione del "Raduno Ferrari, incontri d'arte". Le "rosse", infatti, il 26 aprile, hanno sfilato lungo il caratteristico stradone. (Digitalfoto Emmedipì)

Un abbraccio grandissimo GIOVANNI

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cimitero. Mentre attendevo che fossero espletate le operazioni di chiusura del loculo, pensavo che dal corpo di quel LAICO non so quanti organi erano stati espiantati, per senso civico avrebbe detto lui, per amore, per amore del prossimo, dico io! Quando rivolgo il pensiero all’amico “non credente” mi sento inondata di pace, sento che vive nella misericordia del Signore. Quale esempio per noi gretti, mancanti di carità fraterna, per noi che ascoltiamo parole di vita eterna e dovremmo vivere in conformità. Ora arriva la mia bacchettata, dopo quelle di Finzi e di Pucci e riguarda il campo spirituale, il campo della fede ed è perciò ancor più pesante. Tutti coloro che erano presenti in Propositura alla celebrazione della Coena Domini, nel non lontano giovedì santo, avranno potuto constatare come ci siamo comportati dopo che era esposto alla nostra adorazione il Santissimo Sacramento. Che adorazione in quel trambusto? Profanazione, direi. La gente (i fedeli…) si avvicinavano per vedere l’addobbo dell’altare e poi, com’era venuta se ne tornava via, girava le spalle a quell’ostensorio e faceva capannello per parlare dei fatti di casa sua. Che vergogna, amici miei, che vergogna per noi ormai vecchi, che eravamo in maggioranza e non sappiamo dare il buon esempio. Lo so che è difficile credere, ma non siamo obbligati ad andare in chiesa per tradizione. Lo so che è difficile sentire, percepire la presenza di Gesù in quella piccola ostia bianca. Lo so che la fede è un dono non concesso o concesso in varia misura, secondo i fini del Creatore, ma almeno la buona educazione ci impedisca di trasformare in un mercato la casa di Dio. Perdonate, amici cari, questo mio sfogo e con me pregate perché possiamo essere migliori.

Beatitudini della sera di Cmr

I venditori cacciati dal tempio Entrato nel tempio cominciò a cacciare i venditori dicendo: “Sta scritto: LA MIA CASA SARÀ CASA DI PREGHIERA. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri.” (Luca 19/45) Nel numero scorso de “L’Oratorio” noi, popolo di Anghiari, siamo stati, giustamente, un po’ bacchettati per il nostro comportamento privo di interesse, abulico, in campo politico e in quello sociale. Mi riferisco a quanto hanno scritto Daniele Finzi in “Istruzioni per l’uso” e Luca Pucci in “Basterebbe poco”. Premetto che io non ho veste per bacchettare chicchessia, ma il desiderio e gli argomenti ci sono, quindi invogliano a farlo, così, serenamente, per tradurre il mio pensiero nero su bianco e queste mie riflessioni le indirizzo a voi, miei compagni della terza età ed oltre, a voi che, come me, dovreste possedere la saggezza, frutto del lungo vivere. Ma saggi non siamo in molti e ci meritiamo qualche tirata d’orecchi. Una lezione mi è stata fornita da un doloroso evento che mi ha colpito di recente. È venuto improvvisamente a mancare un caro amico dei miei figli, che io conoscevo da forse 40 anni. Un laico, un non credente, come lui stesso si definiva, ma da SEMPRE DONATORE DI SANGUE. L’ho accompagnato, insieme a tantissime altre persone, all’ultima dimora; un corteo di auto, senza sacerdote, si è fermato semplicemente al cancello del

PACE E BENE A TUTTI

Velocità...

La vignetta di scacciapensieri È sempre meglio tardi che mai?

di Civis

Sono ormai un paio di giorni che i telegiornali annunciano le modifiche al codice della strada. Fra queste modifiche c'è l’innalzamento della velocità nelle autostrade a 150 chilometri orari. Quello che mi fa sorridere, ma forse è più esatto dire che mi fa piangere, è che questa decisione è stata presa perché tanto le auto vanno già più forte dei prescritti 130 chilometri.

...e numeri I numeri sono quelli della Tombola di Anghiari. Dopo il mitico Pippo e l'altrettanto mitico Corea questo importante impegno annuale diventava un incarico sempre più difficile. Quest'anno, con saggia decisione, il Magistrato ha affidato... l'incarico a Fabiano Acquisti. Sì, il citto de la Zanetta. Favorito dalla continua vicinanza di simpatici colleghi il debutto è stato lusinghiero. Auguri!

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTE di don Quinto Giorgini

La chiesa parrocchiale di S. Biagio, Vescovo e Martire, a Pocaja

Nei secoli passati le strade scorrevano lungo i crinali delle colline e le chiese venivano costruite sui punti più alti e strategici, sempre con l’abside rivolta ad oriente dove sorge il sole, simbolo di Cristo Risorto. Anche questa Chiesa di S. Biagio segue questa regola. Fu edificata sull’omonimo colle panoramico a quota 391 s. m. lungo la strada longobarda che nell’alto medioevo da Monterchi saliva a S. Biagio, a S. Apollinare della Villa del Poggio, a Badia S. Veriano per giungere ad Arezzo. I documenti storici più antichi, da noi conosciuti, sono la cronaca della Visita del Vescovo tifernate Matteo alla Pieve di S. Antimo del: 26 settembre del 1230, in cui è riportato il nome “Raneiro de Pequaria” cioè del prete di questa chiesa ed il decimario del 1349, che impone alla “Ecclesia di S. Angeli de Poquaia” una tassa di “lib. LXII”. Probabilmente il primo Patrono di questa chiesa fu l’Arcangelo S. Michele, stando al Decimario del Sec. XIV. Nel 1440 questa chiesa passò dal patronato dei Pietramala a quello dei capitani di parte guelfa di Firenze, con la dedica a S. Biagio. Nel 1574 fu decorata dal Vescovo di S. Sepolcro Mons. Niccolò Tornabuoni del titolo di “Prioria” per cui è stata ed è considerata la seconda chiesa per importanza nel Piviere di Monterchi, dopo quella arcipretale di S. Simeone. Nella visita pastorale del 1593 si legge tra l’altro che nella parete dell’altare maggiore era dipinta l’immagine di S. Biagio ed altri santi e sante nelle pareti laterali. Potrebbero esistere ancora dei frammenti sotto gli intonaci dei secoli successivi. Ora, sulla stessa parete dell’altare maggiore rivolto al popolo, è appesa una grande tela fatta dipingere nel 1640 dall’allora rettore della Chiesa Don Paolo Bartolomei che ne fu Priore per 42 anni, come si legge nella lapide funeraria murata alla destra dell’altare. Al centro del dipinto c’è l’immagine della Madonna seduta in trono, in atteggiamento dolce e materno con in braccio il Bimbo Gesù, molto vispo che ci guarda. A destra, solenne e maestoso c’è il martire S. Biagio in vesti pontificali che tiene sulla destra lo strumento del suo martirio; a sinistra ammiriamo un bel S. Sebastiano con in mano la freccia del suo martirio ed il corpo seminudo. Il nome del pittore resta per noi sconosciuto, ma il dipinto è considerato di notevole pregio artistico. Sotto il titolo di S. Sebastiano, i fratelli Don Marcantonio ed Orazio figli di un certo Girolamo Vagnoni, ottennero dal Vescovo di Sansepolcro, il primo di ottobre del 1614, il permesso di erigere una Cappella all’altar maggiore di questa Chiesa, dotandola di un Beneficio di 5 pezzi di terreno. L’antica Famiglia Vagnoni del Colle (i cui discendenti risiedono ancora in questa parrocchia) ebbe così la facoltà di “giuspatronato” di presentare al vescovo il beneficiario di detta Cappella. Il primo titolare fu lo stesso sacerdote fondatore Don Marco-Antonio nominato in data 9 ottobre 1614. Diversi sacerdoti della stessa casata “Vagnoni” furono nominati rettori della loro Cappella tra cui due appaiono anche nella serie dei Priori di S. Biagio: Don FrancescoMaria di Simone, dal 1629 al 1632 e Don Giovanni-Mattia di Marcantonio Vagnoni dal 1785 al 1819, cioè per oltre 30

anni. Quest’ultimo comprò la campana grossa dedicata al patrono S. Biagio e alla Madonna. Nella scrittura latina incisa sul sacro bronzo si legge la data ed il suo nome ...TEMPUS IN OMNE SUIS RECTORE JOANNE MATHIA VAGNONI PIUSQVE SUMPTIBUS A.D.MDCCXCIII. Mentre la Festa di S. Biagio con la tradizionale benedizione della gola si celebrava il 3 febbraio ed ora la prima domenica dello stesso mese, quella di S. Sebastiano veniva celebrata il 20 gennaio. La campana piccola (cm.50x48) è più antica ed è chiamata la “Luciola” perché proveniente dall’antica chiesa di S. Lucia (ora scomparsa) presso il distrutto castello di Pantaneto. Sulla campana sono incise diverse immagini sacre: Gesù in croce, una Madonna col Bambino in braccia e S. Lucia, con in mano probabilmente una palma. Intorno la scritta: OPUS JOANNIS ET BABTISTE DE TONNI VENETUS MDCVI. Le due campane, dal loro campanile a vela e bisognoso di consolidamento e di restauri (come tutta la Chiesa e l’adiacente canonica lesionate dagli ultimi terremoti) battono regolarmente le ore, essendo state elettrificate nell’Anno Santo Duemila

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a spesa del parroco D. QUINTO Giorgini che serve questa Chiesa dal 1965. Nel 1706 la Chiesa aveva un secondo altare dedicato ai S.S. Luca e Lucia perché il Vescovo Lodovico Malaspina ne fece chiudere le rispettive chiese di Monteacutello e di Pantaneto trasportandone i titoli in questa di S. Biagio. L’attuale Chiesa ha perduto, purtroppo l’abside, ma ha conservate intatte, sotto il pavimento in cotto, le antiche sepolture: quella per i sacerdoti sotto il presbiterio e le altre sei, erano riservate: “una per i parvoli, una pei forestieri di detta Chiesa, una per tutti gli Alberti, una dei Vagnuzzi, l’altra degli Alessandri ed un’altra ancora dei Vagnoni”. Avanti la Chiesa c’era un cimitero per tutti gli altri che poi fu trasferito nel 1857 nei pressi della Chiesa della Madonna Bella dove attualmente si trova ampliato anche per la Parrocchia di Le Ville. L’antica Chiesa di S. Biagio, ha perduto inoltre le sue strutture, le sue pitture ed il suo stile nei secoli XVIII-XIX, quando fu trasformata nell’attuale forma neoclassica con volta e cornicioni. Nel 1837, come si legge sopra l’architrave della porta, fu allungata di quattro metri e perse il campanile a vela sulla facciata che poi fu ricostruito sul lato sudest. Dopo il ciclone del 1890 fu ricostruito a nord sopra il tetto dell’attuale sacrestia. L’attuale Chiesa di S. Biagio sufficientemente spaziosa e decorosa fu solennemente riconsacrata il 12 giugno del 1837 dal Vescovo Tommasi. Da S. Biagio si possono ammirare quasi tutte le Frazioni del monterchiese: Le Ville, Scandolaia, Monterchi, Padonchia, Fonaco, Borgacciano, S. Lorenzo, Petretole, e poi Anghiari, Citerna, Celle, Torre, Lippiano, Ranzola, Monte S. Maria T. ed i lontani orizzonti dell’intera Valtiberina. Intorno a questa solitaria Chiesa c’è un bel bosco, che andrebbe trasformato in un piccolo parco parrocchiale; sul sacrato due vecchi cipressi vigilano di fronte alla porta ed una strada sterrata tortuosa e ripida (che attende inutilmente da anni di essere migliorata ed asfaltata) da Pocaia, attraverso la Frazione Ranco, conduce parrocchiani e devoti a pregare in questo sacro edificio nelle principali feste dell’anno.

San Biagio a Pocaia Sorge San Biagio, antica Prioria sul colle tra il Cerfone e la Centena, giù nella valle, sulla dritta via giace Pocaia laboriosa e amena. Della Parrocchia gli altri casolari sono il Ranco, il Giardino ed il Colcello, le case de “I Vagnoni” e i luoghi vari al bivio di Le Ville e il Colle, bello. Nell’altra valle verso la Sovara c’è Pantaneto con la Casanuova, il Colombaio e qualche casa rara oltre il Poggiolo, il suo sito trova. Su tutti, in alto, vigila San Biagio con la sua croce chiara come stella, e l’autista che in via, guida adagio, protegge sempre la Madonna Bella. Don Quinto Giorgini

Nella pagina a sinistra la facciata della chiesa di San Biagio a Pocaia e, nel riquadro, il Vescovo D'Ascenzi in occasione della sua visita pastorale nel 1984. In questa pagina: in alto il quadro raffigurante la Madonna con il Bambino e i Santi Biagio e Sebastiano; a destra la carta del territorio della parrocchia di San Biagio.

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NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

LA BANCA DI ANGHIARI E STIA, CREDITO COOPERATIVO, HA ELARGITO ALLA CONFRATERNITA DI MISERICORDIA DI ANGHIARI UN CONTRIBUTO DI LIT. 40.000.000 PER L’ACQUISTO DELLA NUOVA AMBULANZA. Lettera aperta alla Banca di Anghiari e Stia, Credito Cooperativo Ci piace fare nostro un concetto espresso qualche mese fa all’interno del movimento delle Misericordie d’Italia. “I drammatici attentati dell’11 settembre e la guerra che ne è seguita ci hanno costretto, negli ultimi mesi, ad ascoltare quasi unicamente notizie che parlano di morte e di violenza, di terrorismo e strategie militari. Un clima di paura si è diffuso nel mondo; la speranza è ridotta a un lumicino che fa fatica a illuminare il cuore delle persone. Cresce la sfiducia nell’uomo, cresce il timore che l’umanità non sia più capace di imboccare una volta per tutte la strada della pace. Eppure il mondo non è solo questo.” Un albero che cade, diceva un famoso scrittore, fa più rumore di un’intera foresta che cresce. Giornali e Tv ci parlano, ogni giorno, di terroristi che operano per dare la morte, di efferati delitti, di atrocità di ogni genere, e solo raramente ci parlano di chi offre per gli altri, di chi si impegna per migliorare le cose. Non possiamo cancellare il dolore, non possiamo nascondere l’orrore per le vittime innocenti, ma non vogliamo che il male, che abbiamo davanti agli occhi, ci impedisca di vedere il bene che ancora esiste nel mondo e che - ne siamo certi - alla fine dovrà prevalere. Non vogliamo che il rumore dell’albero caduto ci faccia dimenticare che la foresta continua a crescere. È per questo motivo che, con grande gioia, vogliamo rendere noto il generosissimo contributo che la Banca di Anghiari e Stia, Credito Cooperativo, ci ha elargito per l’acquisto della nuova ambulanza. Ancora una volta la nostra “Banca locale” si è calata fino in fondo nella sua funzione solidaristica a beneficio della comunità con la quale e nella quale opera. Giunga pertanto, da queste poche righe, il nostro più profondo ringraziamento alla Banca di Anghiari e Stia, da sempre presente con generosità, cervello e cuore, al fianco del volontariato sociale che di solidarietà e generosità fa bandiera e vanto. IL MAGISTRATO DELLA CONFRATERNITA DI MISERICORDIA DI ANGHIARI

ISCRIZIONI 2002 Rammentiamo a tutti i soci della Confraternita di Misericordia di Anghiari che le quote sociali 2002 sono in riscossione presso: 1) 2) 3) 4) 5)

- Banca di Anghiari e Stia, credito Cooperativo, conto corrente n. 5000 - Sede del Museo della Misericordia (Meozzi Quinto) - Sede della Misericordia - Sede della Pro-loco (Vesta Vellati) - Ufficio postale, conto corrente postale n. 14064521

Invitiamo quindi i nostri soci a provvedere al pagamento della quota sociale 2002 (Euro 10) in una delle maniere sopra annotate, per agevolarci la fase della riscossione, sempre particolarmente impegnativa e dispendiosa.

*** Annotiamo di seguito i nuovi soci che sono entrati a far parte della nostra associazione dal 1° gennaio 2002 ad oggi: Bartolini Anna Redenti Bisonni Silvana Camaiti Giulio Ciabatti Giuseppina Del Barba Maurizio Ganganelli Cesare Ghignoni Daniela Guadagni Antonella Guadagni Luciano

Lacrimini Maurizio Lazzerini Fabrizio Locci Andrea Locci Simone Magrini Giuseppa Redenti Mariotti Paolo Pernici Roberta Piomboni Enrico Polvericiani Nazzarena

Procelli Giovanni Redenti Elena Redenti Monica Roselli Gilberto Rosini Ave Ruggeri Andrea Salvi Don Marco Scarfone Domenica Senesi Nello

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Sonnini Daniele Tarducci Marilena Tenti Isolina Trippini Elisa Valentini Giuseppe Vichi Giuseppe Vichi Vilma


Ti cerco nel rosso tramonto

INAUGURAZIONE NUOVA AMBULANZA

di Cmr

DOMENICA 9 GIUGNO Sede della Confraternita di Misericordia di Anghiari

PROGRAMMA Ore 10,00 - Assemblea generale degli iscritti Ore 16,00 - Saluto agli ospiti Ore 17,00 - Santa messa presso i parcheggi antistanti la Sede della Misericordia Ore 17,30 - Sfilata delle ambulanze per le strade del paese Ore 18,00 - Rinfresco per tutti gli intervenuti Tutta la cittadinanza anghiarese è invitata Proseguiamo con l’aggiornamento dei dati sulla raccolta a favore della nuova ambulanza e dell’autovettura da utilizzare per i servizi sociali del paese (le cifre sono tutte espresse in Euro). Amici della Musica 71 Anonimo 50 B.E. - G.G. 103,29 Baccanelli Adriano e Meri 25 Bonarini Francesco 150 Brondoli Gino (Corea) - moglie e figli alla memoria 581,08 Cacioli Siria 50 Cardinali Amalia - Dragoni Mirella alla memoria 30 Celati e Lazzerelli 50 Ceppodomo Gino 30 Cestelli Lino e Laura 100 Chieli Tito - Lamagna Liborio alla memoria 50 Gilberto, Milano 125 Giovagnini Francesco 103,29 Goretti Pia - Vichi e Mondani alla memoria 100 Gorini Livio 90 Guadagni Luciano 50 Locci Danilo 15 Maggini Paolo 100 Magrini Giuseppa redenti, in memoria del marito Luigi 100 Manfroni Maria e Alessandrini100 Manganesi Giuseppe 50

Mangoni Bruno 50 Mariotti Paolo 100 Memonti Granfranca - famiglia Crociani alla memoria 516,56 Nicchi Ottorino - un anonimo alla memoria 91,92 Panichi Nadia 50 Papini Elvio - Papini Gianni alla memoria 226,40 Pasqui Mario 32,04 Poggini Gianfranca 100 Procelli Rinaldo - S. Leo 5 0 Redenti Massimo, in memoria del babbo Luigi 100 Ricci Rosa e Remo 5 0 Senesi Ivo 25,82 Sonnini Daniele 50 Raccolta attuale Precedente segnalazione Totale raccolta

3.566,40 32.346,58 35.912,98

E fu notte e fu giorno e tu mi manchi. Ti chiamo, ma oltre la fredda pietra non rispondono i tuoi resti corrotti. Nel rotolar dei giorni si è placato il bruciar della ferita. Ora ti cerco nel vento nel fluire del fiume nel rosso tramonto. Mi manchi. Vorrei sognarti ma non mi è dato. Tu sei nella gloria vicino e tanto lontano. Fa’ che mi sia dolce il pensiero di ricongiungermi a te.

Precisazione L'interessante articolo su una stampa raffigurante la Battaglia di Anghiari, apparso nel numero scorso, era stato redatto dal nostro collaboratore Athos Camaiti. Ci scusiamo con l'autore e con i nostri lettori per l'omissione.

Aiutateci ancora. Siamo sulla buona strada. Tutti assieme raggiungeremo l’obiettivo prefissato. Anghiari, 30 aprile 2002

Auguri a Ilaria Ilaria Bottoni si è laureata presso l’Università degli Studi di Perugia Facoltà di Giurisprudenza, Cattedra di Procedura Penale. Ilaria ha discusso la tesi Indagini difensive e “giusto processo” il 18 aprile scorso a Perugia ottenendo l'ottima votazione di 105/110. Relatore: Professor Alfredo Gaito - Controrelatore: Professor Adolfo Scalfati Le più vive felicitazioni al neodottore dalla Redazione dell’Oratorio e dagli amici. 11


Passeggiata in lungomare

IL PARTERRE DI ANGHIARI

di Vera Cuccini Cammino lentamente sulla sabbia d’oro al dolce riflesso del primo mattino, contemplo nel silenzio l’eterno andare e venire del mare che chiaro s’infrange sull’umida rena. Le mie nari, avide d’aspra salsedine, aspirano voluttuosamente la tiepida brezza sussurrante antiche melodie tra le punte alte del flessuoso canneto. Note di musica celeste raggi del sole che nasce si riflettono sulla cima cresposa del marino orizzonte mentre l’orma, lasciata dal mio piccolo piede scalzo si riempie di bianca spuma. Infinitamente bello è andare e stare così, soli, assaporando a piccoli sorsi l’immensità divina stringendo in mano un piccola, graziosa conchiglia unico, vero ricordo di tanta azzurra bellezza.

Gabriele Santi ed Ernesto Marano sono due giovanissimi fotoreporter doc. Le foto, oltre che farle come molti altri, se le stampano da sé, con sviluppo, fissaggio e tutto il resto, e rigorosamente in bianco e nero. La sigla di questa società è SAMA e lo scopo è quello di realizzare belle foto di Anghiari e di documentare manifestazioni e cose anghiaresi. Proponiamo ai nostri lettori una delle foto realizzate. È piazza Baldaccio, anzi il Parterre, luogo di incontro e di discussione per molti anghiaresi.

Banda e bandiere di Civis

Giornata con sole, perlomeno al mattino, per l’inaugurazione della XXVII Mostra dell’Artigianato. Parole di entusiasmo per il lavoro fatto e da “farsi” espresse dal presidente Polendoni, come sempre preciso ed essenziale nei suoi interventi. A seguire gli interventi di Bartolomei Piero (Banca di Credito Cooperativo), Maddalena Senesi (Sindaco di Anghiari) e di Ceccarelli (Presidente della provincia di Arezzo). Infine don Juan Carlos ha benedetto gli astanti e la mostra indicando il corretto sviluppo delle umane attività. La Filarmonica ha eseguito alcuni brani e, infine, l’inno nazionale. Peccato che alle finestre dell’antico palazzo del Vicario non siano state esposte la bandiera italiana e il gonfalone. Fra l’altro quest’anno mancavano anche le bandiere che l’amico “Corea” metteva solitamente sul campanile della Badia e alle finestre di casa sua. Uniche presenze (in fatto di bandiere) quelle delle scuole medie. Se posso fare una annotazione proporrei di coinvolgere per la giornata della apertura della Mostra anche le scuole (come veniva fatto nei primi anni) in modo da dare quel brio e quella animazione festante che forse è mancata. Il più grande apprezzamento comunque per il lavoro (tanto) svolto nell'organizzare il folto gruppo di artigiani presenti alla mostra di quest'anno.

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Durante il mio ricovero nell’unità coronarica

Dalla parrocchia

Dalle Suore di Montauto c’è stato il ritiro dei ragazzi impostato in modo che essi comprendessero l’importanza del Sacramento della Cresima. Nel pomeriggio c’è stato lo spazio per la confesPianti sommessi sione. Naturalmente ci sono stati momenti di convivialità con il si celano pranzo e momenti di svago con giochi preparati appositamente in volti di bianchi sudari; per loro. Eravamo oltre trenta persone per questo importante un taciturno Cristo appuntamento della parrocchia. attraversando questi corridoi d’angoscia La prossima tappa sarà la conclusione dell’anno catechistico sfiora malinconiche memorie e verrà fatto nella chiesa di Santo Stefano agli inizi di giugno, con di mani protese il termine delle scuole. verso voli di garza sfilacciati dal vento. Inizieranno poi i campeggi sia per le scuole elementari che per Nell’aria le medie. Molto probabilmente verrà organizzato a livello di zona ristagnano speranze trascorse. anche un campeggio per i giovani delle scuole superiori. Qui dentro questi cuori martoriati Si sta già pensando di organizzare un Grest. Si tratta di un ascolti campeggio in parrocchia. I ragazzi passeranno la giornata negli un grido di silenzio: spazi dell'Oratorio mentre alla sera torneranno a casa a dormire. Cristo, lasciaci gli ultimi brandelli della tua veste. Verranno quindi organizzate varie attività sportive e passeggiate lungo i bellissimi percorsi che circondano Anghiari. In una di queste giornate si potrà andare in piscina a Sansepolcro o in altra località. Chi è interessato si rivolga in parrocchia. Sarà prevista una quota di partecipazione per poter recuperare perlomeno alcune spese vive. Sabato 3 e domenica 4 maggio invece c'è stato un ritiro con i bambini della IV elementare a Cortona. Era la loro prima esperienza e doveva essere una specie di collaudo per i campeggi, vista la preoccupazione di qualche mamma. Abbiamo visto con nostra sorpresa (ma ne eravamo certi) che i bambini si sono completamente ambientati alla nuova situazione. Ci siamo divertiti ma abbiamo anche lavorato assieme puntando su alcuni punti essenziali. Alla domenica ci siamo recati al Santuario di Santa Margherita attraverso un apposito percorso pedonale e quindi il pranzo e una passeggiata nella cittadina di Cortona ha concluso la giornata. L’entusiasmo era incomparabile ed è stata senz’altro una giornata da ricordare. di Federico Topa

Caprese Michelangelo, Borgo Nuovo, 7 aprile 2002

LE LOGGE di Clèto

Nell’Ospedale di Sansepolcro stamani mattina si è spento per sempre il nostro grande amico Eugenio, Professor Eugenio Finocchi che la famiglia dà il triste annuncio della disgrazia accaduta. Al sapere questo, Monna e Ponte alla Piera non hanno lasciato più la famiglia Finocchi. La salma è nella camera ardente dell’Ospedale. Eugenio, noi tutti siamo venuti davanti alla tua bara, tutti ti abbiamo toccato il tuo costato e abbiamo toccato il tuo cuore fraterno con un addio eterno. Addio Eugenio Finocchi Addio per sempre. Lascia la moglie, un figlio e una figlia. Ferrini

I turisti e l’artigianato Beppe – Certo ora Cecco voialtri d’Anghièri vecchio vano armesso proprio al posto. Anche la Mostra de l’Artigianato è vinuta bene. Cecco – Sta zitto Beppe ‘n mi ci fe’ pensère. La Mostra sarà ita bene ma io ‘n vidivo l’ora che finisse. Cun tutta quela gente a girellère pe’ la Badia, al Puggiulino, ‘n Piazzola. Qualche giorno ‘n se passèva manco! B. – Te do ragione. Io ‘nfatti andèvo sempre verso Spogliabecco, ma anche lì c’era diverso movimento. C. – Alora se potrebbe dire che i turisti ci vogliono ma senza esagerère. B. – È ragione. Mo te saluto che ‘l mi citto vole andère a la nostra chèsa al Mulin de la Morte per arfère i boccaioli pe’ la via dei Campacci. C. Anch’io attornarò ‘ntralemura. Te saluto anch'io!

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari D O N A R E S A N G U E ……perché ? Ospitiamo con piacere, nella prima delle due pagine che l’Oratorio riserva da anni al gruppo “Fratres”, un’altra testimonianza personale, dopo quella di Luca, sulle problematiche legate alla donazione del sangue e sulle ragioni profonde per le quali ciascuno di noi è chiamato, direttamente o indirettamente, a dare in tal senso un contributo concreto. Sono ormai ventisei anni che il gruppo “ Fratres “ si impegna oltre che nella donazione del sangue vera e propria, nel diffondere più in generale tra la nostra gente la cultura della solidarietà e della fratellanza, ricorrendo a svariate iniziative (feste, gite, convegni, concorsi per le scuole, sponsorizzazioni…), alcune delle quali sono ormai entrate a pieno titolo nel calendario delle manifestazioni annuali anghiaresi. Ci conforta apprendere dalla testimonianza che segue, che tutto questo abbia effettivamente contribuito a far nascere nuovi “volontari del sangue”. Grazie Sara per il tuo prezioso contributo! La scelta di diventare donatrice di sangue al compimento dei 18 anni è stata per me il naturale concretizzarsi di un’idea concepita fin da quando ero piccola. Il fatto che il babbo fosse già da diverso tempo donatore è stato senz’altro determinante a far maturare in me la consapevolezza dell’importanza di questa particolare forma di volontariato e a farmi nascere di conseguenza il desiderio di potervi un giorno aderire io stessa. Per questo motivo, sulla scia della mia esperienza personale, ritengo che sia soprattutto la famiglia, prima di qualsiasi altro contesto sociale, la sede più adatta a sensibilizzare ed “educare” anche al volontariato i più piccoli. La convinzione di volermi impegnare nel campo della donazione del sangue è stata poi alimentata nel corso degli anni anche dalle varie iniziative promosse dal Gruppo Fratres di Anghiari e realizzate grazie alla collaborazione delle varie scuole locali. Ricordo in particolare incontri con esperti del settore, chiamati a spiegare a noi ragazzi la vitale funzione del sangue, analizzandone i singoli preziosi componenti. Stimolante è stato pure il concorso, riproposto anche ultimamente, cui fummo invitati a partecipare mediante la realizzazione di disegni, poesie e lavori vari ispirati al tema della donazione. Pur già da tempo consapevole dell’importanza di questo gesto di profonda solidarietà, soprattutto ultimamente mi sto davvero rendendo conto quanto sia indispensabile diffondere un’adeguata coscienza in merito alla donazione del sangue, per continuare a coinvolgervi un numero sempre maggiore di persone. Grazie alla partecipazione agli incontri del Consiglio Direttivo del nostro Gruppo sono venuta a conoscenza di particolari “tecnici” che mi hanno ulteriormente convinta che vale davvero la pena impegnarsi in forme di volontariato come questa. Sono rimasta soprattutto colpita dall’apprendere come anche un intervento ormai di

routine, quale quello al femore, necessiti di un numero tanto elevato di sacche di sangue, più di venti mi pare. I notevoli progressi che la medicina sta ottenendo nel settore del trapianto di organi comportano il fatto che debba necessariamente aumentare in maniera consistente anche l’apporto di sangue, indispensabile requisito per la realizzazione di interventi così delicati. Ritengo che donare sangue sia un gesto di profonda sensibilità e civiltà e che, in quanto tale, possa essere indistintamente condiviso da chiunque creda, a prescindere dalle proprie idee, ispirate o meno dalla morale cristiana, nel valore della solidarietà fra tutti gli uomini. Credo che il modesto impegno di tempo ed energie che questo atto comporta sia abbondantemente ripagato dalla soddisfazione procurata dalla consapevolezza che esso senz’altro serve ad aiutare persone in difficoltà e in alcuni casi addirittura a salvare delle vite umane! Sara

Sala della Misericordia - Immagine di una delle tante iniziative del Gruppo “Fratres”.

Fai vincere la vita... donando sangue e plasma

ENTRA NEL CUORE GRANDE DELLA TOSCANA!! Informati presso gli uffici della Misericordia (Tel. 0575-789577) 14


DONAZIONI 2002: ABBIAMO COMINCIATO BENE Analizzando i dati in nostro possesso, relativamente alle donazioni di sangue dei nostri associati nei primi quattro mesi dell’anno in corso, si constata immediatamente la buona “performance” realizzata grazie ad un totale di 188, con una media mensile di 47 prelievi di sangue, contro quella di 37,5 relativa al 2001. In altre parole, rispetto all’anno precedente, siamo migliorati del 25,3%!!! Dopo un normale Gennaio, in cui sono state effettuate 36 donazioni, nel mese successivo si è toccata quota 46, con una brillantissima prima decade caratterizzata da ben 19 donazioni. Il mese più ricco è stato Marzo con i suoi 63 donatori che si sono recati al Centro Trasfusionale dell’ospedale di zona, mentre Aprile ha chiuso il quadrimestre con un rispettabilissimo risultato di 46 donazioni. In generale si sono avvertiti, in questa prima parte dell’anno, un rinnovato impegno ed una più marcata sensibilità nei confronti del “problema sangue” da parte dei nostri iscritti, molti dei quali hanno ripreso a donare dopo tanto tempo di… inattività, mentre altri, soprattutto giovani, lo hanno fatto per la prima volta. Se “ il buon giorno si vede dal mattino”, come recita un noto proverbio, siamo abbastanza tranquilli nella possibilità che il nostro gruppo possa a fine anno conseguire gli obiettivi prefissati, rispondendo egregiamente all’appello lanciato dalla Regione Toscana e dalle associazioni di volontariato più rappresentative del dono del sangue e finalizzato al raggiungimento dell’autosufficienza del Sistema Trasfusionale toscano. Grazie a tutti per quanto avete fatto, per la salute dei nostri malati. La Presidenza

5ª FESTA ESTIVA DEL DONATORE domenica 23 giugno 2002 Piazza Baldaccio *** GIOCHI,SPETTACOLI,DIMOSTRAZIONIDIBALLO,ALLEGRIA... Ore 21.00 : CONCORSO CANORO VOCI NUOVE- 2ª EDIZIONE Intervenite numerosi!!! N.B. Il programma dettagliato della manifestazione sarà reso noto con appositi manifesti murali. IL CONSIGLIO DIRETTIVO

FRATRES NEWS *** FRATRES NEWS “Fratres”. All’ordine del giorno importanti argomenti relativi alla vita della Consociazione Nazionale.

* Domenica 7 aprile 2002 si è svolta l’Assemblea Regionale dei gruppi Fratres della Toscana, a Livorno, per approfondire le tematiche relative alla donazione del sangue, alla luce anche del progetto regionale sulla “Autosufficienza del Sistema trasfusionale toscano”.

* Per il 17 e 18 agosto 2002, è in calendario la seconda gita turistica, di due giorni. Quest’anno andremo a Redipuglia, a Trieste e alle famose grotte di Postumia, nella ex-Jugoslavia. Il programma dettagliato sarà pubblicato nel prossimo numero dell’oratorio.

* Come da tempo programmato, domenica 19 maggio si è svolta la prima gita sociale prevista per l’anno in corso. Numerosi, come sempre, gli anghiaresi presenti. Meta del viaggio: La Spezia con il suo caratteristico golfo, Lerici e Portovenere.

* Continua il concorso “Porta un amico a donare”, che sta contribuendo a migliorare i “numeri” del nostro gruppo. Coloro che si distingueranno in questa importante opera di sensibilizzazione, saranno premiati in occasione della GIORNATA DEL DONATORE del DICEMBRE prossimo.

* Sabato 18 e domenica 19 si è tenuta a Lucca l’ annuale Assemblea Nazionale dei Gruppi Donatori di Sangue

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PARROCCHIA DI ANGHIARI E TAVERNELLE

CAMPEGGI ESTIVI 2002 Nel cuore del Casentino (Corezzo) Per la scuola elementare: dal 1° al 7 luglio 2002 Per la scuola media: dall'8 al 14 luglio 2002

Una vacanza all'insegna dell'amicizia e del sano divertimento tra passeggiate, attività sportive, ludiche e ricreative. Collaborano all'iniziativa: Franca, Alma, Mirella, Eleonora, Donatella e Cinzia.

CORRI SUBITO AD ISCRIVERTI Per informazioni rivolgersi a Don Juan Carlos 16


Un altro vecchio anghiarese che ci lascia di Armando Zanchi

Ora il suo lavoro purtroppo è finito e di lassù con noi non è svanito

Alla cara Frida ed alla figlia Carla fatevi coraggio la vita è beffarda

Lunghi i percorsi di questi Anghiaresi dove con vita modesta si sono mai arresi

I tanti concittadini che lui ha rivestito mai si scorderanno di questo caro Tito

Ai suoi Anghiaresi che lui il cuore aveva legato ripenseranno all’amico che ci ha lasciato

Ad uno ad uno conosceranno questo dolore ci resta solo di pregare e rivolgersi al Signore

Oggi di fronte alla perdita del suo caro che per Anghiari fu un figlio grande al varo

Lui buontempone amante degli Anghiaresi si riscaldava vedendoli offesi

Ai cari famigliari riuniti nel dolore porgo a loro un abbraccio con calore

Vi sono vicino come lo è mia moglie fatevi coraggio davanti a queste spoglie

Con il suo lavoro insieme a famigliari tanti sacrifichi lavori esemplari

Grande campanilista difendeva il suo paese di tante cose che non vedeva rese

Sono Anghiarese di pura vena santa al figlio Roberto la mia amicizia non manca

Sarò presente a questa onoranza del caro Tito per la sua fratellanza:

Anghiari visto da Kracovia

Questo, come i lettori possono ben vedere, è il panorama di Anghiari. Lo ha disegnato per loro l'amico Antoni da Kracovia che benché non abbia mai visto la nostra cittadina le vuole bene come un anghiarese stagionato. In alto a destra si erge ancora, come nel 1104, il possente palazzo (Conventone) attorno a cui si è sviluppata la nostra storia. Io mi meraviglio ogni volta che vedo turisti fare brusche manovre per fermarsi appena si apre al loro sguardo il panorama di Anghiari dalla Via nova. E scattano foto e foto! Diverse volte mi sono soffermato al belvedere del Vignarolo e ogni volta ho scoperto anch'io uno scorcio o un particolare nuovo. Provate anche voi! Red

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Dalle nostre Parrocchie Da Monterchi Il 2 di giugno è il Corpus Domini e viene celebrato a Monterchi con la Prima Comunione e poi si fa la solenne processione del SS Sacramento per le vie del paese. A questa solenne processione partecipa la Compagnia del SS Sacramento e tutta la popolazione di Monterchi. Il giorno 9 la Prima Comunione verrà celebrata nella chiesa di S. Biagio a Pocaia. Il venerdì precedente ci ritroveremmo tutti assieme per il ritiro spirituale dalle Suore di Montauto. Ricordiamo che qui a Monterchi prossimamente arriverà la Fraternità francescana di Betania che è un Istituto di vita consacrata riconosciuto dalla Chiesa l’8 dicembre del 1998. Ha circa 20 anni di vita. Questo Ordine di vita consacrata è stato fondato da Padre Pancrazio Gaudioso, sacerdote cappuccino il quale ha fatto propria un’idea suggerita da Padre Pio di cui lui era figlio spirituale. Padre Pio, che il prossimo 16 giugno verrà dichiarato santo, disse a questo frate di far propria la spiritualità di Betania cioè “Non sii talmente dedito all’attività di Marta da dimenticare il silenzio di Maria. La Vergine Madre che sì bene concilia l’uno e l’altro ufficio ti sia di dolce modello e di ispirazione.” Quindi questo padre facendo proprio questo suggerimento di Padre Pio ha fondato questa comunità di fratelli e sorelle. Una comunità moderna che ha dei momenti in comune di preghiera e di organizzazione. La loro specifica vocazione è quella ispirata proprio al vangelo di Betania: Un centro di spiritualità in cui il carisma principale è quello della preghiera, in varie forme, e quello dell’accoglienza e dell’ospitalità. Quindi quando Gesù andava a Gerusalemme (si legge nel Vangelo) spesso era ospitato da Marta e Maria. Marta era preoccupata più che mai dell’accoglienza, di preparargli la cena e il giaciglio per farlo dormire. Maria, invece, era interessata ad ascoltare la parola di Gesù e di metterla in pratica. Questa congregazione di vita consacrata, nuova, ha circa un centinaio di vocazioni (sono religiosi con i tre voti) e qui verranno due o tre fratelli sacerdoti e tre o quattro suore. Non sono di clausura e sono dediti alla predicazione, a incontri di spiritualità e di catechesi nel rispetto del loro carisma. Attualmente ci sono Case a Terlizi in provincia di Bari, che è stata la prima casa, ce n’è un’altra a Pordenone, un’altra a Roma, Firenze, in Ticino a Rovio e fra poco si aggiungeranno quella di Loreto, Parma, Verona e la nostra di Monterchi. Quando verranno noi faremo accoglienza e una celebrazione alla quale parteciperanno sia il Vescovo che tutti i sacerdoti del nostro Vicariato e speriamo che si inseriscano bene nella nostra comunità e nella nostra parrocchia. È un dono di Dio per evangelizzare queste nostre zone e comunque per una migliore spiritualità. Ci dispiace

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certamente la chiusura del monastero, cioè la partenza delle Monache benedettine. Qui a Monterchi questo Ordine è presente da circa cinque secoli. Con vicende alterne però era arrivato fino al Duemila. In parte per la mancanza di vocazioni (le suore di Monterchi sono suore di clausura) le ultime suore sono andate a Grandate in provincia di Lecco mentre altre sono tornate alla loro Casa madre ad Alatri da cui partirono una quindicina di anni fa. La comunità di Monterchi ha salutato le Suore Benedettine che dopo una permanenza di cinquecento anni hanno lasciato questo monastero lasciando un rimpianto anche in tante persone. La maggioranza dei monterchiesi infatti sono stati lì all’Asilo da queste suore, hanno pregato in quella chiesa, hanno avuto un rapporto molto importante con loro. Per fortuna questo vuoto lasciato dalle monache benedettine del SS Sacramento viene colmato da questa fraternità francescana di Betania che ha la spiritualità che abbiamo descritto sopra e che saranno accolte in una data stabilita assieme al Vescovo e al Vicario generale. La seconda domenica di agosto la Misericordia di Monterchi celebra l’annuale festa nella chiesa di San Lorenzo Martire a Ricciano di cui l’anno sorso fu inaugurato il restauro. Il programma dettagliato verrà comunicato nel prossimo numero.

Da San Leo Il 2 giugno la festa del Corpus Domini (spostata dal giovedì alla domenica successiva qualche anno addietro) è per San Leo una ricorrenza molto importante e una delle più solenni e chiudeva un po’ l’anno liturgico. Si riprendeva in modo più deciso a Ottobre con la festa della Madonna del Rosario. Quest’anno abbiamo la fortuna di avere sei bambini che riceveranno la Prima Comunione. Si stanno preparando, sono vivaci, svegli e ben preparati. Il giorno del Corpus Domini, nel pomeriggio, faremo una breve processione nel terreno antistante la chiesa. Ci sarà anche un momento di accoglienza con un piccolo rinfresco nei locali vicino alla chiesa. La S. Messa è alle ore 10,30 e alle 16 l'adorazione al Santissimo. Nei prossimi anni c’è l’intenzione di portare al mattino anche la processione e le altre cerimonie per le difficoltà di riunire tutta la parrocchia nel pomeriggio. Con l’abitudine di consumare il pranzo al Ristorante si perde un po’ il senso della famiglia e della partecipazione alla comunità. Certo in questo modo si allevia il grande lavoro delle donne. L’ideale sarebbe che perlomeno questo momento conviviale fosse vissuto come in famiglia. Nel mese di giugno ricorre poi la festa del Sacro Cuore e proprio a Tubbiano ancora oggi è attiva l’omonima Congregazione che cura la festa che però viene anticipata al 26 maggio.


Per la parte civile facciamo gli auguri al nuovo Sindaco [Il giornale va in stampa prima delle elezioni comunali del 26 maggio n.d.r.]. Se la memoria non mi inganna nelle precedenti votazioni furono promessi due centri di accoglienza per anziani, uno vicino a Maccarino, di fronte alla Coperativa, e uno al Ghetto. Non dico due ma almeno uno ci piacerebbe venisse realizzato. Segnalo anche la necessità di mantenere in buon stato di manutenzione le strade del nostro territorio.

La processione del Venerdì Santo Piena soddisfazione da parte mia e del Governatore della Misericordia per l'ottima organizzazione dei riti della Settimana Santa. Parole di compiacimento anche da parte di don Marco e don Juan Carlos per il folto gruppo dei giovani che si sono resi disponibili per questa importante occasione della nostra parrocchia. Molti sono coloro che ci aiutano, uno di essi è Danilo Draghi che ogni anno assicura il montaggio e lo smontaggio delle luci senza nulla pretendere. Ricordiamo poi che alla processione del Venerdì Santo partecipa la nostra Filarmonica Pietro Mascagni a titolo completamente gratuito. A questo proposito è bello ricordare che questa occasione era quella in cui i nuovi allievi venivano inseriti ufficialmente nel corpo bandistico e da quel momento facevano parte a pieno titolo della "banda". Grazie al presidente Moreno Zanchi e gli auguri di un buon lavoro. Mario Del Pia

Ricordiamo la Franca Vorremmo trovare le parole per lenire il dolore delle famiglie Crociani e Memonti per la scomparsa della carissima Franca ma certamente le parole non esistono, non si trovano. Sì, la Franca se ne è andata il giorno 4 aprile lasciando tutta la comunità di Santo Stefano nello sconforto e nel dispiacere. Persona cara a tutti con il suo fare sempre affabile e sorridente. Ha dedicato la sua vita al lavoro e alla famiglia. Sapeva farsi amare da tutte le persone che la conoscevano. Unendoci ancora al cordoglio della famiglia ti ricorderemo sempre per il tuo carattere scherzoso e il tuo comportamento simpatico e altruista.

Ringraziamento Nel corso della vita, spesso, siamo costretti a sostenere prove molto dure, per affrontarle e poterle superare dobbiamo stringere i denti e far appello a tutte le nostre forze. In questi momenti è di grande aiuto e conforto sentire persone che ti sono vicine con il loro affetto, la loro solidarietà e discrezione. A queste persone, che sono state veramente tante, voglio esprimere tutto il ringraziamento mio e della mia famiglia. Questa dimostrazione di affetto mi ha fatto capire quanto mia madre fosse stimata, mi conforta pensare, che seppur non sia presente fisicamente, sia comunque viva nel loro ricordo. Cristina

Lunedì di Pasqua a Santo Stefano Lunedì 1° aprile (senza pesce), siamo andati alla Maestà della Battaglia di Anghiari per ripetere l'annuale dono che la Repubblica fiorentina inviava a due fanciulle(!!) anghiaresi. La sorte ha favorito quest'anno Alida Zanchi e Mirella Nocentini, degne rappresentanti della nostra comunità, quali damigelle della Battaglia, che rimarranno in carica fino al nuovo anno. Foto di Guppo dopo la cerimonia alla Maestà - Foto SAMA

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Era il suo modo da vecchio Tribuzio ma il suo paese amava nel suo guscio

Intelligente e vero musicista ora la sua morte il cuore mi rattrista

Uomo credente su quello che faceva ed i suoi versi la televisione prendeva

Su per qui vicoli di quell’Anghièri vecchio tutti i vicini vivevano d’affetto

Faceva l’Attore e vincitore del premio della sua barca sapeva usare il remo

Tante le battaglie con il grande Corea là con la Banda in quel di Scandoleia

Anche il Gino detto il COREA lì nel cantone della Piazzola stèva

Vero Anghiarese con voglia di parlare diversi i rami sapeva lui affrontare

Lì affiancato dal caro amico Marco che della Banda loro formavano l’arco

Porgo l’abbraccio ai figli e a la Maria che resti un ricordo per Gino andato via

Con il suo modo semplice nel parlare ma lo vedevi sempre smanettare

La sua fisarmonica si sentiva strimpellare a quelle feste fuori del casolare

Fu anche a Parigi compagno di lavoro e l’Anghiaresi vivevano tra loro

Questo Anghiarese schietto e devoto coraggio mio Corea la vita fa sempre un vuoto:

Un altro pezzo di Anghiari vecchio perduto di Armando Zanchi

Banderuole

Moto che passione

di Emmedipì

Il Moto Club "Il Ferraccio" Baldaccio corse ha organizzato nel chiostro dell'ex Convento della Croce una interessantissima Mostra di moto d'epoca ed altro. Da segnalare la bicicletta da arrotino che tante volte abbiamo visto in azione nei giorni di mercato e al giro nelle nostre campagne. È stata poi ricostruita una tipica vecchia officina affiancata da un altrettanto tipico distributore di benzina. Certamente, c'era anche il caratteristico segnale stradale con la pubblicità della benzina LAMPO.

Anghiari ha numerosi e variegati campanili. Avrà anche numerose banderuole! direte voi. Purtroppo no, numerose mancano ma, con un po’ di buona volontà, si potrebbe ripristinarle tutte e, perché no, aggiungerne di nuove. Le più caratteristiche ed importanti sono quelle della Badia e di Sant'Agostino che, con il loro cigolio, segnalano i mutamenti del vento. Per chi vive in Anghiari vecchio il rumore della banderuola è una abitudine che dovrebbe ogni volta stupire e rendere orgogliosi di vivere in siffatto paese. Non so se succede ma mi auguro di sì. Da segnalare: la banderuola della Badia raffigura un angelo nunziante e che l'originale in rame si trova presso il Museo Taglieschi, quella del campanile è una copia realizzata da un artigiano anghiarese. Dal prossimo numero, tempo e spazio permettendo, seguiranno alcune schede delle banderuole dei nostri campanili, almeno dei più importanti. Sarà cosa gradita se chi ha notizie in proposito ce le farà avere.

La vignetta di scacciapensieri Tanto ci siamo...

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Lo scopo del Credito Cooperativo Nell’ultimo numero dell’Oratorio abbiamo già ricordato, facendo riferimento alle parole del Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, l’origine, lo sviluppo e le funzioni fondamentali assolte nel nostro paese dalle Casse Rurali, riconoscendo i meriti storici che il Credito Cooperativo ebbe nella promozione del benessere economico e del progresso morale e civile di una larga fascia della popolazione italiana. Abbiamo accennato alla nascita della Cassa Rurale di Anghiari nel 1905 e di quella di Stia nel 1920, fondate con l’intenzione di operare nell’interesse delle comunità locali e di concedere finanziamenti ai piccoli imprenditori agricoli. Le difficoltà economiche del primo dopoguerra, l’orientamento politico ostile al movimento cooperativo e soprattutto la grande crisi degli anni Trenta che tanto influì sui sistemi industriale e bancario portarono a una drastica riduzione del numero delle Casse Rurali, sceso da 3.347 nel 1920 a 1.202 nel 1937. L’anno successivo la disciplina normativa delle Casse Rurali, che fino a quel momento le aveva autorizzate all’erogazione di finanziamenti all’agricoltura, venne interamente rivista con l’apposito Testo Unico che segnò l’estensione dell’operatività al sostegno dell’artigianato. Ma bisognerà attendere il 1971, allorché venne revocata la sospensiva posta per la costituzione di nuove banche, perché il movimento cooperativo torni ad accrescere la sua presenza nel territorio: negli anni Settanta e Ottanta le Casse Rurali ed Artigiane, assecondando la tendenza verso il decentramento dell’attività produttiva e lo sviluppo del tessuto delle piccole imprese manifatturiere, registrarono un significativo ampliamento sia del numero delle aziende sia di quello delle dipendenze. Tra il 1978 e il 1986 la politica di autorizzazione degli sportelli fu diretta, oltre che a promuovere un innalzamento del grado di concorrenzialità dei mercati, a estendere l’offerta di servizi bancari ai centri di modeste dimensioni. Il Testo Unico Bancario del 1993 introduce la nuova denominazione di Banche di Credito Cooperativo e modifica i comportamenti delle ex Casse Rurali riducendone le specificità rispetto ad altre categorie di intermediari. Ma gli anni Novanta segnano soprattutto un consistente processo di concentrazione: oltre 200 aggregazioni a partire dal 1990 hanno ridotto a 499 le aziende della categoria. È in questo contesto che si inserisce anche la fusione tra le due Banche, il Credito Cooperativo di Anghiari e quello di Stia, avvenuta nel 1999. L’ottenimento di un profitto non è per il nostro Istituto il fine principale o esclusivo, ma la condizione per poter soddisfare i bisogni dei propri soci e clienti e per favorire, grazie alla qualità di prodotti e servizi offerti e alla capacità dei propri operatori di adeguarsi alle innovazioni introdotte negli ultimi anni, lo sviluppo della comunità locale in cui la banca si trova ad operare. Fedele agli ideali di mutualità, cooperazione e beneficenza, la nostra Banca si propone di realizzare il miglioramento della qualità della vita nel territorio. Inoltre, se da un lato favorisce la partecipazione degli operatori locali alla vita economica, dall’altro offre servizi e opportunità anche alle famiglie e più in generale alle “persone”, investendo sul capitale umano – costituito dai soci, dai clienti e dai collaboratori – per valorizzarlo stabilmente. E proprio come ribadisce la nostra Carta dei Valori, la Banca promuove l’accesso al credito e contribuisce alla parificazione delle opportunità, e, mediante la destinazione annuale di una parte degli utili della gestione, crea “valore” per la collettività e la comunità locale collaborando a molteplici attività di rilevanza sociale e culturale. Nel grafico che segue sono riportate le iniziative di carattere sociale che hanno visto coinvolta la nostra Banca nell’esercizio 2001.

Elargizioni Enti Religiosi, Benefici, Pubblici 23%

Elargizioni Enti vari 25%

Spons. Convegni e Manifestazioni 26%

Contrib. eventi e mostre settore artigianato 11%

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Iniziative per i Soci 15%


Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Festa nella Comunità di Tavernelle Il tre maggio scorso alcuni ragazzi della Parrocchia di Tavernelle hanno ricevuto, per mezzo dell’imposizione delle mani del nostro Vescovo Diocesano Gualtiero Bassetti, il Sacramento della Confermazione. La Comunità tutta di Tavernelle si è quindi stretta intorno aAlessio Piomboni, Andrea Rossi e Luca Santi per festeggiare con loro questo avvenimento. Lo Spirito Santo li aiuti a vivere la loro vita di cristiani e la luce del Signore risorto illumini sempre il loro cammino. Li ricordiamo con affetto ed amicizia. Carla e Alessandra - Catechiste.

Il due di giugno, nella solennità del Corpo e Sangue di Cristo, riceveranno invece per la prima volta il sacramento dell’Eucaristia: Iacopo Pecorai Leo Pedrazza Lia Baggi

Matteo Giorni Nicolò Santi Samuele Rossi

La Comunità Parrocchiale si stringe ancora una volta attorno a questi ragazzi, per celebrare con loro e con le loro famiglie questa grande festa.

Foto ricordo dell'importante giornata vissuta dalla frazione di Tavernelle per la presenza del vescovo Monsignor Gualtiero Bassetti che ha conferito il sacramento della Cresima ai ragazzi della frazione anghiarese. Foto Studio F10 Anghiari

Parrocchia di Tavernelle Sabato 22 giugno 2002

Il gruppo giovani della Parrocchia presenta un

RECITAL SULLA PACE liberamente scritto ed interpretato

Piazzale della Chiesa di Tavernelle - ore 21 22


La foto di Enzo Panichi Il nostro amico e gentile collaboratore Enzo Panichi di Tavernelle, ci ha dato questa bella fotografia degli alunni della Scuola di Tavernelle. La fotografia è stata scattata nel 1932 davanti all’allora scuola, dove oggi abita Clemente Camaiti. La maestra che si vede, e che alcuni riconosceranno, è la maestra Ghiandai di Arezzo, che veniva ad insegnare a Tavernelle. Negli anni seguenti ella lasciò il posto alla maestra Baldini di Sansepolcro. La scuola comprendeva allora meno classi della odierna. C’erano infatti tre classi, ma nella foto ci sono gli alunni della seconda e della terza elementare. I più grandi sono i ripetenti, allora molto numerosi. Mentre queste due classi facevano scuola nel normale orario mattutino, la prima classe si recava a scuola nel pomeriggio. Si vedono poi i vestiti che contraddistinguono l’epoca storica della fotografia. I ragazzi sono vestiti con la divisa ed il cappello dei “Balilla” mentre le ragazze con gli abiti delle “Piccole Italiane”. Sono infine riconoscibili alcuni personaggi di Tavernelle che sono conosciuti un po’ da tutti, mentre altri che vivono fuori o sono morti, saranno riconosciuti solamente dai più anziani. Si riconoscono bene all’estrema sinistra la Giovanna Tavanti e vicino a lei l’Elvira Mondani. Accanto a loro Luigi Carboni e dietro a lui, sulla sinistra, il Bracci. A destra della maestra si riconosce la “Tilde” moglie di Luigi Carboni, e accanto a lei Leo Graziotti di Palazzolo e sotto di lui Enzo Panichi. Ringraziamo molto l’amico Enzo per averci dato questa fotografia che oltre al ricordo che essa rappresenta per chi si riconosce in essa, è un vero e proprio documento storico della piccola e semplice storia del nostro Tavernelle. A.B.

I tempi cambiano e, sicuramente, anche molto velocemente. E con essi cambiano inesorabilmente i mezzi a disposizione dell’uomo per il lavoro e la sopravvivenza. Una cosa importante è che questi cambiamenti non comportino la perdita del valore che molti oggetti hanno, soprattutto per la loro età. Percorrendo la strada della Pieve di Sovara si nota proprio uno di questi, ossia la bella fonte che dava acqua a molte famiglie della zona ed ai loro animali. Quindi il trovarsi vicino ad una antica pieve non è sicuramente un caso. È però facile notare, passando di lì di sabato pomeriggio, una “coda” di automobilisti che aspettano il proprio turno per lavare la propria autovettura. Così da punto fondamentale per la vita umana ed il lavoro dell’uomo, la nostra antica fonte si è oggi trasformata in un gratuito lavaggio di automobili.

I tempi cambiano…

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“Anghiari e dintorni”: lettere ad un amico piccolo servigio perché prevedo possibilissimo il caso che non resti appieno appagata la tua curiosità. Sì, troverai facilmente chi faccia un pregio di condurti a girare pel paese e pei contorni, e ti racconti qualche fattarello tradizionale senza date e senza critica ma che non sappia poi all’improvviso render buona ragione alle molte domande che gli farai. Questa cosa ti recherà meraviglia e tanto più poi quando saprai che Anghiari ha avuto i suoi Annalisti, i suoi Prioristi, i suoi Biografi e che negli archivi delle più antiche Famiglie si trovano gelosamente custoditi manoscritti preziosi di storia patria. È questo un fenomeno degno di esser notato. Gli Anghiaresi si pregiano a buon diritto delle copiose loro memorie, e soprattutto degli Annali del minuzioso Cronista Taglieschi, ma ti sfido a trovare fra le persone più colte chi ti narri per filo e per segno i fasti locali, e sappia di Baldaccio dei Magi dei Giusti e dei Canini poco più che il nome. Non esagero e non fo per dare addosso ai miei concittadini quando dico che muoiono di fame in un’arca di pane. Anzi per esser giusto dirò, a loro scusa, che a leggersi quei manoscritti (per dirla alla fiorentina), sono un po’ barbini; e chi non riesce a ben decifrarli non sempre riesce ad andare in fondo senza molti sbadigli per la lungagnaia in cui questi nostri buoni nonni hanno affogato le belle notizie che ci han voluto tramandare. Si sa che coi vecchi ci vuol pazienza; ma non tutti ce l’hanno. Poi aggiungerò che anche in quel cantuccio della Toscana è penetrata la comoda massima rivoluzionaria di rifiutare tutto il passato come anticaglie, e di aspirare soltanto ad un avvenire Fantastico che, tu stesso non affatto nemico delle teorie moderne, difficilmente sapresti definire che pasticcio vorrà essere. Del resto non credere che tutto ciò che si trova registrato in quelle memorie sia di oro zecchino, anzi la maggior parte di quelle notizie hanno un valore puramente locale e per lo più familiare, che il saperle non ti farebbe né caldo né freddo. Tuttavia avendo io tra le mie carte vari appunti estratti da quegli annalisti me ne gioverò per darti un’idea generale del paese e della sua Storia. E poiché nelle tue scappate dietro alle lepri e alle beccacce ti imbatterai spesso nelle rovine di qualche vecchio Castello che solleticheranno la tua curiosità, anche di quei feudi smessi e dei loro Signorotti ti dirò qualche cosa. Oggi però con questa mia lettera non voglio entrare in materia ma voglio piuttosto tirar giù due pennellate per abbozzarti la fisionomia degli attuali paesani. Come ti dicevo or ora, gli anghiaresi sono di buona pasta e ospitali per eccellenza. Tu lo proverai, e mi saprai dire se ti dico la verità. La tua partenza lascerà un vuoto immenso e un rammarico profondo: ne son sicuro, perché tu sei di buon umore e di eccellente compagnia, cose che vanno molto a fagiolo a quella gente. Troverai anche in generale che sono svegli di ingegno, benché manchi loro una corrispondente cultura. Fatte poche e lodevoli eccezioni, l’aristocrazia fin qui si è accontentata di saper compitare alla meglio e

Carissimo amico Bravo!... ci ho proprio gusto, che tu ti sia finalmente risoluto di andare a vedere il mio vecchio paese. Tu che sei un archeologo finito, e che ti fermi estatico a contemplare una catapecchia, la quale abbia una iscrizione mezzo rosa dal tempo, o uno stemma gentilizio sbocconcellato dalle intemperie e dalle sassate dei ragazzi, in Anghiari ti ci puoi specchiare che per antichità si può arrivare sin lì. Posto là in un angolo di questo mondo e precisamente al grado di longitudine 29°, 43’ e 34°, 33’ di latitudine, dimenticato spesso anche dai Geografi, non mai però (ch’io sappia) dagli Agenti delle Tasse, giace tranquillo e nascosto come uno scampolo di panno fuori di moda nel Magazzino del Mercatale. Né credo per questo che egli abbia motivo di lamentarsi. Oggi che si grida contro la lentezza del vapore, e si sbraita per gli orari delle Strade Ferrate mal combinati, la vista di un confessionario, che si chiama diligenza, attaccato a due brenne, fermo alla stazione di Arezzo in attesa di passeggeri fa venire i brividi al più intrepido viaggiatore. E pensare poi che tre ore non bastano per la strada provinciale della Libbia, e che ce ne vogliono quattro per la strada regia del Cerfone prima di giungere in Anghiari! Figurati se vi può essere affluenza di Forestieri... Ma sarà questa una disgrazia per chi abbia la decisa volontà di visitare quel vecchio anzi tarlato paese della Valle Tiberina? Io non lo credo e non lo puoi credere neppure tu che non hai sortito i natali in una Città popolosa e distratta. Quando vieni a Firenze, nessuno ti guarda quanto sei lungo, fuori del fiaccheraio che t’ha visto consegnare il biglietto alla Guardia della Strada Ferrata per la speranza di buscar quei sedici soldi in una corsa. Poi se non intoppi a caso in qualche conoscente, passeggiando per la Capitale, ti senti tanto più isolato quanto più ti trovi in mezzo alla folla. Ad Anghiari non è così! Il tuo arrivo sarà un avvenimento e tutti ti faranno festa come ad un vecchio amico poiché questo è il bel costume degli Anghiaresi di trattare il forestiero colla espansione cordiale dell’amicizia. Forse al loro naturale buon cuore si unisce una specie di gratitudine verso chi ha avuto la degnazione di favorirli d’una visita. Probabilmente tu non hai determinato il tempo che vuoi trattenerti, almeno io non lo rilevo dalla tua lettera. Ma ti assicuro che nel modo stesso che appena giunto tutto il paese saprà del tuo arrivo, così nella tua fisionomia leggeranno a un dipresso quanti giorni pensi di fermarti. Se poi ti scappasse detto che hai passione per la caccia sta pur certo che non ti lasceranno partire se prima non ti avranno fatto assaggiare tutti i generi di caccia là conosciuti che non sono pochi. Del resto, ti ripeto, che godo moltissimo di questa tua risoluzione e mi dispiace soltanto che io non posso venirti a tenere compagnia e a farti da cicerone. Tuttavia se non posso venire in persona verrò in ispirito e con qualche mia lettera ti darò così all’ingrosso notizie storiche di quel Castello promosso già da molto tempo, al grado di Nobil Terra. Voglio renderti questo

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scarabocchiare una firma da gallina, lieta però di aver risparmiato i denari del Collegio e dell’Università per comprare un podere di più. Il paese non è ricco: si regge alla meglio come centro del Commercio che si fa nella Valle. Manca di Opifici e di Industrie poiché i pochi capitalisti sono paurosi. L’ozio quindi predomina e te ne avvederai facilmente vedendo nei caffè sbadigliare molte persone, cui pare mill’anni che suoni mezzogiorno, ossia vuotapentole! Probabilmente farai una corsa al Borgo S. Sepolcro, e forse non ti dispiacerà quella piccola Città: ma tornato in Anghiari cerca di non correr troppo a lodarla, perché non è sparita affatto la vecchia ruggine che data dal famosoCatorcio il quale fu già tema come sai: “Di poema degnissimo e di storia.” Questa Ruzza ti si farà chiara sol che t’esca di bocca un epigramma sui Borghesi. Sarà accompagnato da scrosci di risa, sarà ripetuto per tutte le conversazioni e passerai per il non plus ultra dell’uomo di spirito. In queste gare Campanilistiche vedrai riprodotte in miniatura le antipatie della Permanente e della Consorteria e ti scapperà spontaneo dal cuore il Grido: “Viva l’Unità d’Italia!” Giacché sono sdrucciolato in politica ti dirò che gli Anghiaresi temporibus illis furono Guelfi spaccati. Oggi però tu trovi codini, moderati e Garibaldini. Senonché questi ultimi dopo le pacche toccate a Mentana e gli esercizi di Castel S. Angelo non hanno più che un amor platonico pel romito di Caprera e forse non avrebbero più le ali come prima: ma piuttosto la gotta se fossero chiamati alle armi. Il partito moderato è quello che ha il sopravvento non perché sia numeroso essendo maggiore la turba dei malcontenti; di questo si possono ringraziare i Ministri di Firenze e più d’ogni altro il Ministro Sella che per colmare lo staio scombussolò tutto l’ordinamento giudiziario della Valle Tiberina. Se vuoi trovare tutti gli Anghiaresi uniti in un solo pensiero, basta che tu parli di Sella, e mozza mi sia la testa se ce n’è uno che non ne dica corna. Nientemeno che portò via al Municipio il suo Catasto e lo trasferì al Borgo... capisci? Tanta fu l’irritazione che il Gonfaloniere d’allora ebbe il coraggio di citare il Ministro al Tribunale, e fu applaudito. Le differenze d’opinioni politiche non alterano però la buona intelligenza fra i Paesani, che si sopportano e si rispettano a vicenda. Bensì se ti dicessi che son fra loro come pane e cacio ti direi una corbelleria. È stile inveterato che fra varie famiglie ci sia sempre un poco d’urto, che per lo più si manifesta ed ha la sua valvola di sicurezza nelle tornate del Consiglio Municipale. Ed è cosa naturalissima che i Signori in mancanza d’altre occupazioni trovino quella di bezzicarsi fra di loro. Tanto è vero che questo stile data da tempo lontano che nell’Annalista Anghiarese all’anno 1537 trovo notati fatti gravissimi per l’inimicizia capitale fra Taglieschi da una parte e Mazzoni ed Angelieri dall’altra; e all’anno 1586 altre lotte furibonde fra Testi e Ligi da una; Dottori, Mazzoni e Magi dall’altra parte. Allora però quei Signori facevano allegramente alle coltellate; oggi si limitano a tenersi il broncio. Non t’aspettare però che lo tengano a te. Il forestiero è un terreno neutrale, è come la tregua di Dio. Quindi se vi sarà gara fra loro sarà nel farti le carezze. Insomma tutti i vizi e le virtù dei

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paesi piccoli si trovano in Anghiari come piante indigene né più né meno. Vero è che vi si trovano dei tipi singolari. Vi sono alcuni, per esempio, così attaccati dal mal del paese che usciti quattro passi d’Anghiari sono pesci fuor d’acqua. Ne conosco taluni che venuti per qualche giorno a Firenze solamente per dire “ci sono stato”, confusi, melanconici contavan l’ore e i minuti e non parlavano che di partenza. È grassa per questi polipi aggrappati al loro scoglio se si muovono una volta all’anno per andare al Borgo il giorno di S. Egidio (1° di settembre) a veder tirare il pulzone. Se tu ti spicci son sicuro che ti viene voglia di fare quelle cinque miglia per vedere che cosa è questo pulzone. Gli Anghiaresi vanno per ridere; ma i Borghesi mantengono con tutta serietà quella loro costumanza di tirare al bersaglio con l’arco e le frecce. Ti dirò anzi che il diritto dell’arco e del bersaglio appartiene soltanto alla prima nobiltà. Né io li condanno se conservano tenaci l’antichissima loro costumanza benché l’anaeronismo non possa esser più spiccato al giorno d’oggi che sono in voga soltanto i fucili a retrocarica. Questo che ti ho detto è su per giù il lato morale del Paese, che ho voluto giudicare senza parzialità d’affetto. Il lato materiale è anche poi migliore; perché ha pane buono, carni eccellenti e vini stupendi; e i giorni magri oltre le sogliole e le triglie saporite che gli vengono dall’Adriatico, ha i barbi e i lasconi del Tevere che è lì a due passi, che sono un boccone da leccarsi i baffi. Trovandosi Anghiari all’altezza di 447 metri sul livello del mare, sopra una collina, alla radice dell’Alpe di Catenaia, ha un’aria pura ed elastica che è una delizia e par fatta apposta per risvegliar l’appetito ogni quarto d’ora. Sentirai che smania d’arrotare i denti quando tornerai dalle tue escursioni venatorie, carico e superbo dei tuoi trofei!... Insomma ci si vegeta bene. Forse i sonni saporiti che schiaccerai in Anghiari li rammenterai per un pezzo. Non dubitare d’essere disturbato la notte dal passo delle carrozze! In questa benedetta Firenze anche quando uno non faccia più caso dei rumori della strada, per assicurarsi una buona dormita, è obbligato prima d’infilar le lenzuola di fare una rivista generale per la camera; e lì in camicia trattenendo il fiato, col cerino in mano, cercar d’arrostire quegli insetti queruli ed antropofagi che si chiamano zanzare, che quando ti hanno pinzato ti lasciano una cocciola piena di prudore e dolorosa. No, in Anghiari non si conoscono se non per i trattati di storia naturale. Va dunque e spicciati, e appena arrivato fammelo sapere, perché io possa mettermi subito all’opera di guadagnare un par di paoli solita mancia (buon’anima) che si dava a chi ci faceva da Cicerone. Intanto ti do una stretta di mano e ti dico da capo ai piedi Tutto tuo VDC Firenze 25 agosto (per Anghiari festa titolare di S. Bartolomeo) 1868 Questa è una delle lettere scritte dal nostro concittadino don Vittorio Del Corona (e trascritte da Nannicini, infaticabile ricercatore di storia anghiarese) di cui abbiamo parlato nei numeri precedenti e che si figura un immaginario amico per descrivere Anghiari. Io dico che Anghiari e i suoi abitanti non sono cambiati per niente e non sono cambiate le nostre condizioni economiche e sociali rispetto al resto della Toscana. Ognuno valuti questa descrizione che comunque è interessantissima. Sembra di oggi ma è del 1868. Anche lo spirito campanilistico a cui si fa riferimento è quello più sano e cordiale che ci permette di dire male dei nostri frontisti borghesi ed essere abbondantemente ricambiati senza che nessuno si senta offeso. Red


Le orazioni di nonna Benilde di Marida

È da un po’ di tempo che cercavo di far ricordare alla mamma altre sue preghiere imparate da piccola, ma la memoria è un po’ ballerina e non sempre risponde alle nostre sollecitazioni; con un po’ di fatica sono stati “ripescati” I DOLORI della MADONNA, che in questo mese di maggio, appena trascorso, a lei dedicato, vengono proprio “a fagiolo”. Ci sono alcune lacune che, nonostante l’impegno e lo sforzo nel ricordare, rendono il testo frammentario: resta però un genuino documento di fede, pur nell’arcaicità del linguaggio e nell’ingenuità della rima.

Campo della Fiera di Paolino Veri

Intra Tevere e Sovara La Croce e la Madonnina Sorge una altipiano dominante L’Alta Valle Tiberina.

Il sole dalla nascita al declino In caleidoscopico speglio lo trasforma Mentre la luna che dal monte fa capolino Il primo dolor fu quando ‘l portarono, il su’ figliolino al tempio l’offerirono, Nella notte lo bacia di continuo. subitamente ne profetizzarono, in braccio lo diedero a Simeone che disse quelle parole che io oso dire; disse: Maria questo sarà il coltello che trapasserà… Il secondo dolor fu quando da Erode di ammazzar Gesù fu comandato, in quel paese dov’eran tutt’ode, facendo il suo comando d’osservare; ciascun di padre e madre ognun ne gode, credendo un gran tesor di guadagnare; venne l’angelo e a Maria disse che con Gesù in Egitto fuggisse. Il terzo dolor fu quando lo tenne tre dì perduto e non sa dove sia; per ritrovar il suo figliol solenne andava piangendo per ciascuna via; lo ritrovò che disputava al tempio tra quel popol ingrato ed empio. Il quarto dolor fu molto maggiore quando Maria vide il su’ figliolo preso da quei giudei con tal furore battere e flagellar con tanto duolo; da piedi e capo il sangue del Signor vide Maria versar da quelle stole: piangere ed aiutare un pochin Gesù, pensate al gran dolor che questo fu. Il quinto dolor fu quando lo vide con tanta passione nella croce confitto con quei ferri… e lui parlò con mansueta voce: disse: Madonna il tuo figliol sarà Giovanni, questa madre tua prima era mia: pensate al gran dolor ch’ebbe Maria. Il sesto dolor fu quando innalzato su la croce vide il suo Gesù; dalle braccia sue fu levato dicendo madre mia quel figlio fu: quelle sante piaghe bacia e guarda e par che dal dolor si strugga ed arda.

Alberi giganti adombravano Da una parte lo spiazzo lato Dall’altra accarezzava la gioventù Campo sportivo era nominato. Ma il nome di Campo della Fiera dato Eran le mandrie e gregge numerose Che abbandonato il piano Si radunavan lì per il mercato. Quel giorno della Fiera Occhi si strizzavan maliziosi Si stringevan due o più mani S’ascoltava il verdetto dei sensali. Ma oggi tutto è cambiato Non più padroni sensali e animali Ma giochi per bambini vari Riposo e passeggiate per gli anziani.

Il settimo dolor fu quando lo tenne tre dì sepolto: la Madonnina dal gran dolor tramortì: presso il corpo suo l’anima disciolta la Madonnina rimasta triste e sconsolata, là in Gerusalemme è ritornata.

Ricordo di Adriana Erano amiche Adriana e la mamma: avevano condiviso al Carmine, nei giochi d’infanzia e negli anni della giovinezza, il triste periodo della guerra e poi ancora vicine di casa al Bagnolo, da sposate sono vissute quasi porta a porta. Per questa amicizia di famiglia le davo del tu da sempre anch’io che ho ben conosciuto e ammirato la sua laboriosità e la sua cura nel gestire la sua casa e la sua famiglia. Ricordo quando, per le serie malattie del marito Beppe e della figlia Lorena, raccontava con foga struggente il suo dolore e le sue preoccupazioni; ma, come diceva lei stessa, le affrontava con una carica e una forza interiore che le derivavano dall’abbandonarsi fiduciosa alla Provvidenza. Ora una malattia inesorabile l’ha portata via, tra sofferenze che l’avevano prostrata fisicamente, ma è sempre rimasta lucida e forte nel morale. Ora al Bagnolo mancherà la sua presenza, ma vivo rimane il ricordo della sua operosità e della sua affettuosa socievolezza. Marida

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La festa di quest’anno

È quasi primavera

di Mario Del Pia

di Aldo Tognetti

-Amore, senti, è quasi primavera, La festa era già programmata in tono minore, ma non certo per mi pare un sogno d’esserti vicino, l’accoglienza dei fedeli che come ogni anno giungono numerosissimi al nell’orto è già fiorito il gelsomino Santuario del Carmine nel giorno dell’Ascensione. e il nido fa digià la capinera… Solo che avevamo meno spazi a disposizione. Il Santuario infatti è inagibile a causa dell’ultimo terremoto che ha colpito in particolare la zona Quest’aria così tiepida e leggera del Ponte alla Piera. che porta la fragranza del marino Così il chiostro, sistemato in modo adeguato, è diventato il luogo delle è come il dolce suono d’un violino celebrazioni liturgiche ed è risultato pienamente confacente allo scopo è come la passione mia sincera… previsto. All’esterno, sotto due tendoni appositamente montati, erano stati L’amore mio per te è puro e forte preparati sia il ristoro del pellegrino che l’abituale simpatico mercatino. perché te sei legata al mio destino Non è mancata nemmeno la tombola riservata ai ragazzi. Dopo i e io t’adorerò fino alla morte… numerosi premi minori, la cinquina è stata vinta da Silvia mentre Monica si è aggiudicata la tombola. Non è mancato l’entusiasmo e l’incitamento Per te s’empie di fiori la campagna al piccolo Andrea che estraeva i numeri dal bussolotto di Gastone. e in cielo c’è soltanto un nuvolino. Dopo una mattinata incerta, nel pomeriggio, il cielo si è aperto e in -S’un si va via alla svelta, ci si bagna! tantissimi hanno affollato gli spazi del Carmine. A fine serata il bilancio è stato positivissimo avendo raccolto la discreta cifra di circa 11.000 Euro. Naturalmente ci sono da togliere le spese affrontate ma gli organizzatori sono rimasti soddisfatti e di questo ringraziano tutti coloro che facendo festa con noi ci permetteranno di finanziare la quota dei lavori a carico del Santuario stesso. Ricordiamo che il Santuario sarà riconsegnato al culto entro il prossimo settembre. Segnaliamo l’impagabile lavoro degli abitanti del Carmine che si prodigano per diversi giorni, affinché la festa riesca bene e i festarini. Sono questi ultimi un gruppo di persone che nei giorni che precedono l’Ascensione vanno di casa in casa, ricordando l’approssimarsi della festa e raccogliendo le loro offerte. Sono queste la base per l’organizzazione della festa di ogni anno. Ricordiamo quindi il capo della pattuglia che è Gino Fancelli e gli altri collaboratori: Rossi Gian Pietro per il Campo della Fiera e zone limitrofe; Acquisti Bruno per la Motina-Viaio; Manenti Alberto della Casanova per quelle zone; Roberto Cesari per Casale, Libbiano e dintorni; Iolanda Carboni per il “Topo”; Francesco Maggini per il Ponte alla Piera e, infine, Cristini e Del Pia per Mezzavia e Tubbiano fino ad una puntatina alle Bertine di San Leo. Risultato: tutte le famiglie hanno accolto festosamente i cercatori e non hanno certo fatto mancare il loro obolo. A tutti di nuovo grazie.

Due immagini della festa dell'Ascensione del 2002. In alto il gruppo dei distributori del "Ristoro del pellegrino" che accoglie tutti coloro che vengono a visitare il Santuario in questa particolare giornata. A sinistra un momento suggestivo del pomeriggio con la benedizione dei bambini e la distribuzione delle medagliette ricordo. Durante la S. Messa delle ore 11, poi, don Marco ha affidato tutte le famiglie di Anghiari alla Madonna del Carmine che si venera in questo sacro luogo.

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Tutti al mare... di Lamberto Ulivi

Per prima cosa ringrazio la redazione dell’Oratorio per avermi ospitato nella ricostruzione della morte di Don Mencaroni. Nella mia infanzia, passata in massima parte fra le brutture della guerra (uccisioni, cannoneggiamenti, truppe di colore della prima linea, ecc. ecc.) ci sono anche lieti ricordi. La piccola storia che sto per raccontare riporterà ai tempi passati, quelli della mia età e forse farà sorridere i giovani. Era passata da poco la guerra e già si cominciavano a vedere le prime moto. Nella mia famiglia avevamo un B.S.A. comprato (credo) da un comandante polacco che aveva il suo comando nella nostra casa di Anghiari sita in via del Fosso sotto la Propositura. Mio fratello Giovanni era un perfetto pilota avendo ereditato da mio padre la passione della moto ed io, essendo piccolo, ero felicissimo quando potevo montare con lui nel sellino posteriore. Il nostro amico Gino (Ginetto) Gennaioli, figlio del Sor Marco detto “Testabianca” per il colore bianco dei capelli, aveva il GUZZINO, una piccola moto della Moto Guzzi, allora molto in voga. Anche gli amici Giovan Battista Bivignanelli (medico ora in pensione) piccolo e mingherlino (detto Bistone) e suo cugino grande e grosso con lo stesso nome ma soprannominato “Bistino”, abitavano a Barliano e possedevano una moto GILERA 8 BULLONI, una moto che per quel tempo era paragonabile ad una Ferrari attuale. Assieme decidemmo di andare a vedere il “MARE” in quel di Rimini. Non fu facile ottenere il permesso dai nostri genitori ma dopo tante insistenze ci fu dato il via libera. La squadra era fatta. Con grande gioia, grande avvenimento e una punta di invidia degli altri amici che non potevano partecipare a questa avventura. Sì perché allora era un’avventura andare al “MARE” data la distanza. Noi il mare non lo avevamo mai visto. Una Domenica mattina di Agosto dopo la S. Messa, finalmente partimmo. Nello zaino una copiosa colazione e un consistente pranzo a base di prodotti della nostra campagna (formaggio, salsicce, prosciutto, vino e tanto pane). La strada era quella di Viamaggio bianca e tutta buche e poiché i tedeschi in ritirata avevano fatto saltare i ponti quando arrivammo al ponte del Presale dovemmo scendere fino in fondo, guadare il fiume Marecchia e risalire. Non fu facile. I passeggeri (ed io ero fra quelli) dovettero spingere con fatica la moto. Finalmente arrivammo a Rimini percorrendo la valle del Marecchia. Giunti in spiaggia non dimenticherò mai l’impressione che ebbi ma meglio dire che avemmo, nel vedere questo “mare” così grande ed immenso. Non ci sembrava uguale a quello visto e studiato nelle pagine dei libri. In fretta ci togliemmo magliette e pantaloni e ci

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tuffammo un po’ timorosi in quella distesa di acqua. Una volta usciti ci sedemmo nella spiaggia ad asciugarci al sole non essendoci né ombrelloni e né sdraie. Facemmo colazione-pranzo e dopo aver mangiato con grande appetito e bevuto con moderazione era rimasto ancora tanto cibo. Cosa fare? Riportare tutto a casa? Non ci sembrava il caso. Nel fare il bagno avevamo fatto conoscenza con un signore che diceva di essere un “Bagnino” (lavoro a noi sconosciuto) che ci aveva guardato con invidia e bramosia mentre noi mangiavamo. Allora io chiesi a mio fratello Giovanni: “Ma questo signore vorrà il nostro mangiare?” Lui e gli altri: “Domandalo” Andai e con molta titubanza, pensando che mi trattasse male offrii i nostri “Avanzi”. Non vi dico la contentezza di quest'uomo. Chiamò la moglie e il figlio e in breve finirono tutto quel ben di Dio (che era tanto). Ci raccontò che Rimini era stata duramente bombardata e che la fame si faceva ancora sentire fra la popolazione. Ci ringraziò molto e noi prima che il sole calasse riprendemmo la strada del ritorno ansiosi di raccontare a tutti la nostra bellissima esperienza. Il ricordo di quello sguardo affamato di quel “Bagnino” mi è rimasto sempre nella memoria in quanto noi avevamo avuto la fortuna di avere sempre sia il pranzo che la cena abbondanti. Oggi, a differenza di ieri, si ottiene tutto e subito e la fame sembra appartenere al passato ma purtroppo non è così. Milioni di persone ancora soffrono la fame e noi dovremmo aiutare, per quanto è possibile, coloro che ancora muoiono di fame. Dedico questo ricordo ai cari amici fraterni Gino (Ginetto), Bistino e a mio fratello Giovanni che ci hanno lasciato prematuramente ma che sono sempre dentro di me come quando eravamo in riva al “mare” così grande, così immenso.

Una moto dei primi anni del secolo scorso.


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Precisazioni e approfondimenti A proposito della ricerca sul “Ballo…” pubblicata nei numeri precedenti dell’Oratorio l’autore tiene a precisare quanto segue: Nel numero precedente di questo periodico, e cioè il n. 2 dell’aprile maggio 2002, dove si dice che, a seguito dei tragici fatti di Milano, “il Governo emanò leggi restrittive, fra l’altro, delle libertà di associazione e di riunione”, per una disattenzione, è stata usata la parola “leggi”, per indicare quelli che in realtà erano solo dei provvedimenti. C’è differenza. In uno stato democratico (anche in quel periodo vigeva la democrazia, anche se era incompiuta innanzitutto perché non tutti avevano il diritto di voto) solo il Parlamento può emanare leggi. Al Governo, invece, spetta il compito di attuare, rendere esecutive le leggi approvate dal Parlamento, ma può anche proporre all'approvazione del Parlamento dei progetti di legge. Il Governo può prendere provvedimenti straordinari, emanare decreti, come in questo caso, che, però, hanno il carattere di temporaneità, cioè decadono se, entro un certo periodo, non vengono approvati in via parlamentare. Sempre riferendoci al caso in questione, il Governo di allora cercò di far approvare dalle Camere quei provvedimenti restrittivi delle libertà, trasformandoli in leggi, che, a differenza di tali provvedimenti, avrebbero avuto i caratteri della continuità e stabilità, della norma. Come detto nel prosieguo dell’articolo, il proposito non riuscì. Va anche detto, però, per completare l’argomento, che, di fronte al rifiuto delle Camere di approvare quei decreti, il Governo tentò, con il consenso del re Umberto I, di trasformali in legge anche senza l’approvazione parlamentare, segnale questo, soprattutto da parte del sovrano, di voler esautorare il Parlamento e di subordinarlo al potere esecutivo, al Governo cioè, ma in ultima analisi a lui stesso, in pratica un tentativo di “colpo di Stato”. Anche questo tentativo non riuscì e così si arrivò alle elezioni anticipate della primavera del 1900. Va precisato pure che, nel 1898, disordini, con morti e feriti, si ebbero non solo a Milano (quelli furono i più gravi), ma, a macchia di leopardo, un po’ in tutta Italia, anche in Toscana (Sesto Fiorentino, Firenze), la voce popolare dice che vi fu un morto anche ad Anghiari, da non confondere con il maestro Giuseppe Ghignoni ucciso dai carabinieri nel 1879, però, al momento, non sono a conoscenza di riscontri più veritieri, in proposito. In quell’anno 1898 esplodono le tensioni sociali accumulatesi negli anni precedenti e la classica goccia che fece traboccare il vaso fu l’aumento del prezzo del pane portato da 35 a 60 centesimi al chilogrammo, in un periodo in cui il pane era l’alimento base di larghissimi strati della popolazione. Per ragioni di costi si passò così da un consumo pro capite di 330 grammi al giorno del 1884 ai 277 del 1897, a fronte degli oltre 500 grammi di cui poteva disporre un lavoratore francese. La tragica conclusione dei conflitti sociali di fine ‘800 fu l’uccisione a Monza, il 29 luglio del 1900, ad opera dell’anarchico Gaetano Bresci*, del re Umberto I°, mentre si apprestava a ripartire, in carrozza, dal campo sportivo dove aveva assistito ad un concorso ginnico. Il nuovo re Vittorio Emanuele III°, figlio del precedente, si dimostrerà più attento, per favorire la pace interna, alle istanze sociali che provenivano dal paese e così si arriverà al Governo di Zanardelli, che con Giolitti era a capo delle forze liberali e progressiste. * Gaetano Bresci sarà condannato all'ergastolo e rinchiuso nel penitenziario di Santo Stefano. Lo troveranno impiccato ad una sbarra della sua cella il 22 maggio del 1901. Permangono ancora i dubbi se si sia trattato di un'esecuzione o di un suicidio. I soliti misteri d'Italia!

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Fatti di casa nostra ovvero la pagina di Walter Del Sere C’è da raccontare di un fatto che riguarda “Anghiari, Toscana”. Sceneggiato, ideato e costruito da un duo che, fino a qualche anno fa, con gli Anghiaresi c’entrava come il cavolo a merenda. Uno, che pur abitando a pochi passi da Anghiari, viveva il paese solo per attraversarlo con la Dyane scappottata e raggiungere prima possibile il Borgo. L’altro che, dal Caffè dei Costanti (regno della Paranza), è arrivato a caccia di beccacce qui da noi e da allora non ha più ripreso la strada per Colcitrone. Prologo ermeticamente d’obbligo per il documentario “Il bar, lo sport, il tutto, il nulla” di Andrea Merendelli e Paolo Pennacchini, presentato la sera del 4 maggio. Diciamo subito che l’evento, perché di questo si è trattato per Anghiari, ha suscitato forti emozioni alle circa 200 persone di ogni età che gremivano la Sala Audiovisivi Comunale. Una testimonianza visiva destinata ad entrare nella storia più recente della nostra cittadina. Il film analizza con brio e senza un attimo di pausa la vita nei bar di una cittadina toscana: dalle visioni collettive delle partite di calcio (con le inevitabili divisioni in fazioni), al tifo per la squadra paesana della Baldaccio, dal campanilismo ingenuo ma significativo, alle “cittate” compiute dai giovanotti nei vicini centri abitati della vallata. Ed ancora (e perché no) il rito del gioco delle carte: dallo scopone all’istituzione del “toppa”. E poi il ricordo dei personaggi che più di altri hanno rappresentato l’anghiaresità, carattere distintivo della nostra gente nata e vissuta (non a caso) in una cittadina arroccata che, proprio per questa sua particolare ubicazione geografica, mantiene viva un’indole e una personalità ben riconosciuta: dall’arguzia all’innato senso dello sberleffo, alla intelligenza dei singoli che fanno di necessità virtù. Non c’è che dire, la commozione unitamente al sorriso (stati d’animo opposti ma altrettanto sinceri) hanno creato un pathos che si avvertiva tangibile “in ogni dove” (Cannavò docet). Dalle facce antiche all’osteria, con le ottave rime a fare da puntuale colonna sonora; dai ricordi della vittoria al mondiale di Spagna del 1982 alle storielle (più o meno condite) che vengono raccontate e tramandate durante le ore notturne nei capannelli che si formano spontanei nei bar, è stato un mondo autonomo e geloso della propria identità che è scorso via veloce in 40 minuti di documentario. E quando i titoli di coda hanno evidenziato la dedica degli autori a Elvio “Scucco” Papini, uno dei tanti Anghiaresi con la “A” maiuscola che hanno fatto la nostra storia popolare, beh, allora, bisogna ammettere che quando hanno voglia (e con i loro tempi biblici) il gatto e la volpe sanno essere bravini assai. Ah, quasi mi dimenticavo: applausi prolungati, scroscianti e meritati. A seguito della grave e perdurante situazione di crisi che ha colpito l’Argentina e che coinvolge numerosi cittadini di origine italiana, la Regione Toscana, in accordo con il Governo, ha deciso di intervenire per far fronte all’emergenza ed impostare un programma coordinato di aiuti. A tal fine si è tenuta nei giorni scorsi a Firenze una riunione degli enti locali toscani particolarmente interessati dai passati fenomeni migratori verso l’Argentina, per predisporre iniziative di solidarietà e di cooperazione, con particolare riferimento ai cittadini di origine toscana. A quell’incontro era presente anche il Comune di Anghiari, unica realtà toscana gemellata con una città argentina, al quale è stato unanimemente riconosciuto il ruolo attivo nei riguardi della comunità degli emigrati toscani di La Plata. Infatti, durante lo scorso inverno, 7 studenti e professori di La Plata hanno sostenuto in Anghiari un corso di formazione professionale nel restauro del mobile, promosso dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con i maestri artigiani del Centro Tecnologico del Restauro. A seguito di quella riuscitissima esperienza, è arrivata la richiesta di tenere un analogo corso ad almeno 200 studenti della Scuola d’Arte di La Plata, sfruttando la capacità professionale degli artigiani anghiaresi. Lo scopo, in piena sintonia con le azioni mirate in favore dei nostri connazionali, è quello prioritario di sostenere ed aiutare sul posto, anche per evitare traumi causati dallo “sradicamento” dall’Argentina. Ecco perché la Regione Toscana ha messo in cima a questi progetti quello pervenuto dalla Valtiberina, che prevede 800 ore complessive di corso da tenersi entro pochi mesi a La Plata con l’insegnamento dei maestri restauratori di Anghiari. L’obiettivo è quello di fornire una formazione adeguata, unita ad un primo sostegno economico finalizzato alla costituzione di piccole botteghe artigianali. L’appuntamento è ora rimandato ad una specifica riunione tecnica delle province e comuni toscani interessati che si terrà a Lucca alla fine di questo mese. In quell’occasione, grazie anche al supporto fornito dalla ong Ucodep di Arezzo, dovrebbe concretizzarsi un’altra intesa di fratellanza tra Anghiari e La Plata.

“Leonardo, le Armi e la Battaglia di Anghiari nei Gioielli di Gio Bini”, la mostra di oreficeria e gioielli lavorati dalla mano dell’artigiano artista biturgense, è già stata visitata da migliaia di persone. L’orafo ha proposto al pubblico un tema originale e curioso: le armi fantastiche che Leonardo da Vinci disegnò e studiò per la Battaglia di Anghiari. Punte di lance, spade, scudi e balestre diventano, grazie alla mano esperta di Bini, monili preziosi, gioielli originali ingentiliti dalle pietre, oltre che oggettistica da esposizione in argento e bronzo con supporti in legno. L’esposizione, inaugurata in occasione della recente Mostra dell’Artigianato, rimane aperta fino al 2 Giugno nel Palazzo del Marzocco di Anghiari con orario 9 – 13 e 15 –19.

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Mese di aprile

CRONAC HETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Lunedì 1. Stamani era la festa alla Maestà delle Forche. Il Del Pia ha fatto un bel discorso; anche Gastone Mafucci!

Sabato 23 febbraio. Oggi è morto Olinto Baglioni di anni 81. Olinto abitava al Chiavaretto, poco prima del confine con il comune di Subbiano.

Giovedì 4 . Oggi è morta Gianfranca Memonti in Crociani di anni 59, abitava vicino alla ex Stazione ferroviaria.

Martedì 26 febbraio. Oggi è morto Paolo Maggini di anni 95. Paolo abitava al Ponte alla Piera e tutti lo conoscevano per il suo lavoro di muratore. Giovedì 28 febbraio. Oggi è nato Diego Mafucci di Giacomo e Silvia Alberti. La sua famiglia abita alla Motina e il suo nonno vende i trattori.

Mese di marzo

Venerdì 5. Oggi è nato Flavio Vata di Anjelin e Rite Vata. La sua famiglia abita a Cafaggio di Toppole. Lunedì 8. Stamani ero ad Arezzo e ho visto che lì sono già arrivate le rondini. Oggi hanno finito di mettere le lastre davanti alla porta di sotto. Ora le strade di Anghiari vecchio sono tutte a posto e agibili. Martedì 9. Ad Arezzo ieri sono arrivate le rondini; oggi ad Anghiari sembra sia arrivato l’inverno.

Giovedì 7 . Stamani sembrava novembre. C’era anche la nebbia al piano. Sabato 9 . Dice che a le donne de Maccarino “gna” preso fuoco una termocoperta. E “gna “ fatto parecchi danni! Martedì 12. Stamani mio figlio ha fatto i solchi nel campo per la “roba” da estate. Mercoledì 13. Da alcuni giorni gli operai del comune stanno potando le piante lungo le strade. Venerdì 15. Stamani ho fatto colazione coi fichi secchi che avevo comprato ieri alle Fiere di Mezzaquaresima al Borgo. Lunedì 18. Oggi è nato Filippo Rubini di Maurizio e Daniela Mazzini. La sua famiglia abita a Maccarino. Venerdì 22. Oggi è nato Gregorio Nicchi di Fabrizio e Camilla Augusta Ortalli. Il suo nonno fa il farmacista in piazza. - Oggi è morto Gino Brondoli che tutti conoscevano con il nome di Corea. Gino abitava in Piazzola ed aveva 70 anni.

Venerdì 12. Oggi è morta Maria Rosadi vedova Coleschi di anni 90. Abitava al Ponte dopo la bottega del Fontani. Lunedì 15. Oggi è morta Adriana Vecchi in Guiducci di anni 78. Era originaria del Bagnolo. Giovedì 18. Stamani, quando sono uscito per la Croce, ho visto che dalla Fonte in giù c’era la nebbia. Venerdì 19. Oggi è morta Gina Acquisti vedova Poggini di anni 82. Gina abitava a Fontebrina, la sua famiglia proveniva dal molin di Catorcio. Sabato 20. Finalmente ho sentito e poi ho anche visto le prime rondini ad Anghiari. Domenica 21. Oggi è morta Elvira Nicchi di anni 86. Abitava verso il Ponte dei Sospiri. Giovedì 25. Oggi il Pari m’ha detto che il suo merlo, dopo cinque anni, finalmente ha fatto un uovo. Venerdì 26. Nel pomeriggio sono andato da mio padre e ho visto che il “maggio pindulino”, quello della Scampanata, era fiorito.

Martedì 26. Oggi è morto Ottorino Nicchi di anni 86. Ottorino abitava per la via di San Rocco. Venerdì 29. Stasera tutte le Compagnie hanno preso parte alla processione per le strade di Anghiari.

Sabato 27. Oggi era il compleanno di mia moglie e le ho regalato un bell’anello. Lunedì 29. Oggi ho visto diverse “casce” fiorite e mi sono ricordato di quando i fiori si mangiavano fritti.

Sabato 30. Oggi è nata Martina Dragoni di Massimo e Silvia Cherici. La sua famiglia abita alla Fossa.

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Questo giornale lo potrete trovate su Internet Siamo ospiti del sito: www.lapineta.it - Qui potrete trovare il collegamento con il nostro giornale Scrivete a: emmedipi@interfree.it per i vostri scritti Oratorio di Anghiari - 52031 ANGHIARI

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