2006-1 Oratorio di Anghiari

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI

N. 1 FEBBRAIO - MARZO 2006

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Notte d’inverno di Vera Cuccini

E il vento sussurrava strane melodie, i rami degli alberi or si abbassavano or si contorcevano in una flessuosa danza dietro questa musica infinita. La bianca luce lunare penetrava l’azzurro immobile del cielo nella notte gelida dell’inverno. Ed io guardavo dietro il vetro appannato della finestra, guardavo senza pensare, era un mondo diverso, un’altra dimensione spingeva la Terra verso un Infinito senza ritorno.

Anno XXXX° E così, quasi per scherzo, siamo giunti al quarantesimo anno in cui si pubblica il nostro giornale. È un traguardo notevole a cui hanno dato il loro contributo varie generazioni di persone. Ripercorrendo la sua storia ci vengono alla mente i tanti collaboratori scomparsi e, a maggior ragione, ringraziamo quelli attualmente in attività. Adesso la parrocchia e le persone che lavorano attorno ad essa, con l'aiuto insostituibile dei lettori, continuerà tale opera.

l'editoriale di enzo papi

Cesarina Confesso che la cosa mi ha fatto proprio tenerezza! Quando a pagina 7 de L’Oratorio ho trovato l’articolo di Cmr, al secolo Cesarina Magi Rondoni, ho avuto un istintivo sorriso di simpatia: “Aveva già preparato il pezzo per il giornale!” La cosa in sé dice tanto: l’affetto che aveva per il nostro foglio, la grande puntualità con cui metteva a disposizione il proprio impegno, la consapevolezza che aveva nel tenere una rubrica impegnativa ed impegnata. Sono queste le primissime impressioni che si sono affollate nel cuore e nella mente davanti alla nuova fatica di chi non c’è più. Poi l’occhio si è concentrato sulla mascherina dell’articolo, il logo fisso di Cmr: quel finestrino aperto, di una miniauto che non so riconoscere; quella postura del volto, quasi perfettamente frontale, nonostante il corpo sia di traverso e perpendicolare; quello sguardo… È vero! Non l’avevo mai notato. C’è voluto che Cmr tornasse al Padre perché lo facessi! Provo a decifrare. C’è sorpresa: nonostante l’età Cesarina è rimasta sempre attiva e stupita davanti alla vita; uno spirito sempre giovane e curioso di fronte all’imprevisto ed all’imprevedibile. C’è arguzia: ora capisco da dove vengono certe frasi, certe affermazioni sicure, come scritte sulla pietra, l’efficacia sintetica di certi passaggi; ecco, la penna che ci ha accompagnato per tanti anni nasceva di qui. C’è sorriso: cioè la gioia della vita perché la vita è bella; ‘come un tessitore hai arrotolato la mia vita’, in Dio, cioè, tutto ha un ordine e ogni episodio ha un senso positivo. Infine ho letto: e la tenerezza è divenuta sorpresa, riflessione. Cosa ti trovo come ultima fatica di Cmr? Una meditazione sulla vita e sulla morte; le riflessioni di una persona che ha vissuto in un movimento sempre operoso ed instancabile; la lucida e, soprattutto, serena testimonianza di fede di chi riflette sul passo che sta per fare e ha fatto. Senza timore, quasi con spavalderia. Perché Cesarina c rede nella Comunione dei Santi. Ecco: sono tornato lì; ecco una di quelle affermazioni che, come una stilettata sicura, è tagliata sulla pietra dura. Per questo indistruttibile! È vero. Cesarina, ora, è nella Comunione di Santi. E con il suo articolo ci ha lasciato quasi un testamento. Del quale, oltre che per il suo impegno, come foglio, L’Oratorio, la ringrazia. In copertina Don Fabio Comanducci, parroco di San Leo e Tubbiano, scomparso il 26 dicembre 2005.

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/ 2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XXXX - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

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2006: un anno da vivere costruendo futuro... insieme di ab

Ringraziare e perdonare sono due elementi nella nostra vita che fanno vivere costruendo futuro... insieme. Il giorno 6 gennaio, giorno dell’Epifania -manifestazione- del Signore, abbiamo sentito l’annuncio del giorno della Pasqua. Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno. Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza. Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua, il 16 aprile. In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte. Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi: le Ceneri, inizio della Quaresima, il 1° marzo, l’Ascensione del Signore, il 28 maggio, la Pentecoste, il 4 giugno, la prima domenica di Avvento, il 3 dicembre. Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli Apostoli, dei Santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore. A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. *** Dare lode a Cristo che era, che è e che viene, è un elemento nella nostra vita che fa vivere costruendo futuro... insieme. Adesso viviamo il “Tempo Ordinario” nel quale, specialmente nella domenica, il mistero di Cristo rimane al centro di tutte le meraviglie della salvezza: dal primo giorno, quello della creazione, fino all’ottavo, giorno del suo glorioso ritorno. Il “Tempo Ordinario” ci guida a riscoprire la figura e la missione di Cristo, le esigenze della sua sequela (discepolato), la vocazione e il ruolo della Chiesa come sacramento della sua presenza viva nella storia, le esigenze morali della vita cristiana, la destinazione escatologica DELLA CREAZIONE. IL “Tempo Ordinario” comprende due periodi: * il primo va dal lunedì dopo la festa del Battesimo del Signore fino al martedì prima delle Ceneri; * il secondo dal lunedì dopo la solennità di Pentecoste fino all’ora dei primi Vespri della prima domenica di Avvento. 3

È il tempo per approfondire il senso della partecipazione della comunità all’Eucarestia riscoprendo la domenica come giorno dedicato al Signore. Una partecipazione attiva, piena e responsabile dell’assemblea liturgica con la pluralità dei ministeri che essa comporta: lettori, cantori, salmista, organista, ministranti. Ricordiamo anche l’obbligo delle opere di penitenza nei venerdì dell’anno. Possiamo scegliere liberamente quale opera penitenziale compiere. Può essere l’astenersi dai cibi particolarmente desiderati o costosi, un atto di carità spirituale o corporale, la lettura di un brano della Sacra Scrittura... la rinuncia a uno spettacolo o divertimento... Partecipare, saper scegliere, impegnarsi, riscoprire, astenersi... sono elementi nella nostra vita che fanno vivere costruendo futuro... insieme. *** Con il 1° marzo, giorno delle Ceneri, ha inizio il “Tempo di Quaresima”. È il tempo in cui il cammino nel deserto in vista del passaggio pasquale diventa motivo di riflessione, di verifica, di riduzione all’essenziale: la propria adesione a Dio, il solo che può salvare. È dunque tempo di abbandono degli idoli, di esame di coscienza e di rinnovamento dell’alleanza. È il tempo privilegiato per crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita; cammino di conversione e di penitenza per cambiare mentalità e stile di vita, per allontanarsi sempre di più dal peccato, respingere il male e conformarsi al Signore; * periodo da dedicare ad un maggiore ascolto della Parola di Dio per indirizzare la conversione verso una meta precisa; * tempo di digiuno, carità e preghiera da vivere quotidianamente in ogni aspetto della nostra giornata. A proposito del digiuno: il digiuno e l’astinenza devono essere osservati il Mercoledì delle Ceneri ed il Venerdì Santo, l’astinenza deve essere osservata in tutti i venerdì di Quaresima. Il “Mercoledì delle Ceneri” coprirsi la testa di cenere, vestirsi di sacco e digiunare sono segni di penitenza ed esprimono il pentimento dell’uomo peccatore che implora la misericordia di Dio e la decisione che ha preso di convertirsi all’amore di Dio e del prossimo. Ricevere le ceneri all’inizio della Quaresima, vuol dire riconoscersi peccatori, invocare il perdono di Dio su tutta la chiesa e manifestare un desiderio sincero di conversione. Ma non è ormai fuori moda la Quaresima? Perché astenersi, fare elemosine, digiunare, mortificarsi ancora, nella società dell’abbondanza e dei consumi, anche se ne riconosciamo la menzogna e l’ingiustizia? Digiunare, fare elemosina, pregare, con l’entusiasmo del desiderio spirituale rivolto verso la Pasqua”, in una ricerca di autenticità e di camminare con tutti coloro che sentono il peso del peccato del mondo e cercano di vivere la loro condizione di figli di Dio sulle orme di Cristo Gesù sono elementi nella nostra vita che fanno vivere costruendo futuro... insieme.


CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Febbraio 2006

Mese di Marzo 2006

2 febbraio giovedì – Presentazione di Gesù al Tempio – Candelora - Maria e Giuseppe portano Gesù al Tempio per offrirlo al Signore. Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 3 febbraio Venerdì –San Biagio guaritore del male di gola. Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione. 5 febbraio - Domenica V del Tempo Ordinario – Sante Messe secondo l’orario festivo. 7 febbraio martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 11 febbraio sabato - Beata Maria Vergine di Lourdes – Giornata del malato: in Propositura alle ore 16 S. Messa con unzione degli infermi, seguirà un momento di ristoro. 12 febbraio - Domenica VI del Tempo Ordinario – Sante Messe secondo l’orario festivo. 14 febbraio martedì - Ss. Cirillo e Metodio patroni d’Europa. San Valentino patrono dei fidanzati. 19 febbraio - domenica VII del Tempo Ordinario – Sante Messe secondo l’orario festivo. 22 febbraio mercoledì – S. Margherita da Cortona. 26 febbraio - Domenica VIII del Tempo Ordinario – Sante Messe secondo l’orario festivo.

1° marzo – Mercoledì LE CENERI: alle ore 18 nella chiesa di Propositura in Anghiari e alle ore 21 nella chiesa di Tavernelle siamo invitati tutti alla Santa Messa durante la quale potremo ricevere, quale gesto simbolico di penitenza, l’applicazione delle Ceneri.

Questo è il santino di san Biagio, realizzato dalla parrocchia di Anghiari nel decorso 2005 e che potrete trovare recandovi presso la chiesa di Valealle.

INIZIO DEL TEMPO DI QUARESIMA 40 giorni Tempo forte dell’Anno Liturgico, periodo di penitenza e di rinnovamento. Tutti i venerdì di quaresima alle ore 17,30 in Propositura ad Anghiari ed alle ore 16, nella chiesa di Tavernelle, pia pratica della Via Crucis. 2 marzo giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 3 marzo venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione. 5 marzo - Domenica I di Quaresima Sante Messe secondo l’orario festivo. 7 marzo martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 12 marzo - Domenica II di Quaresima Sante Messe secondo l’orario festivo. 19 marzo - Domenica III di Quaresima. San Giuseppe (per la concomitanza con la domenica la ricorrenza verrà però ricordata lunedì 20). Sante Messe secondo l’orario festivo. 25 marzo sabato – Annunciazione di Maria Vergine (SS. Annunziata). “L’Angelo del Signore portò l’annunzio a Maria: e concepì dallo Spirito Santo.” 26 marzo - Domenica IV di Quaresima Sante Messe secondo l’orario festivo.

Pia Società del Gesù Morto Domenica 5 marzo, dopo la S. Messa delle ore 11, nella sala parrocchiale in Propositura, riunione dei Confratelli con la cappa e dei festieri della Società per preparare i riti della Settimana Santa.

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SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Primo venerdì del mese a Micciano

Nella Pieve di Micciano, alle ore 20, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza i primi venerdì del mese.

STAZIONI QUARESIMALI da Giovedì 9 marzo 2006, sempre alle ore 21, avranno inizio le Stazioni Quaresimali. Orari e programmi verranno esposti per tempo alle porte delle chiese.

Ore 8,30 Ore 9,00

-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -CHIESA DI SAN LEO -CHIESA DI CATIGLIANO Ore 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura Ore 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTO Ore 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -VALEALLE Ore 11,30 -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIO Ore 12,00 -CHIESA DI TOPPOLE Ore 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce Ore 18,00 del sabato -CHIESA DI TUBBIANO

... E DI MONTERCHI Ore 8,30 S. Maria della Pace Le Ville Ore 8,45 San Michele Arc.lo a Padonchia Ore 9,30 CHIESA delle monache Monterchi Ore 10,00 CHIESA della Madonna Bella Pocaia Ore 11,00 S. Maria della Pace Le Ville Ore 11,15 San Simeone profeta a Monterchi Ore 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Primo venerdì del mese al Carmine Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

Le Sacre Ceneri Mercoledì 1° marzo durante la Santa Messa delle ore 18 in Propositura e quella delle ore 21 a Tavernelle, applicazione delle Ceneri

La Parrocchia in merito ai PACS Nei giorni scorsi i Sacerdoti del Vicariato di Sansepolcro hanno emesso un comunicato circa una delibera del Comune biturgense che approva (11 a favore, 3 contrari) i PACS. È stato un pronunciamento ufficiale sulla questione che anche Papa Benedetto XVI ha già affrontato molte volte, p arlando della famiglia fondata sul matrimonio come “un bene sociale di inestimabile valore, fondamento della civiltà universale, risposta serena all’intelligente disegno della creazione nella quale si riflette l’orma e l’amore del Padre. Le altre forme di convivenza che emergono nella realtà secolarizzata, vanno seguite con tanta attenzione perché non portino le persone coinvolte alla deriva morale e sociale. Ma il giusto impegno per dare loro una soluzione non deve rappresentare un attentato all’universale concetto di famiglia”. Purtroppo il Consiglio Comunale di Sansepolcro la pensa diversamente. La Parrocchia di Anghiari si associa pienamente a quanto affermato dai Sacerdoti di Sansepolcro. Nei prossimi numeri dell’Oratorio non mancheranno approfondimenti in merito. Nel frattempo si può trovare il testo integrale del comunicato nel sito internet della parrocchia: www.parrocchiadianghiari.it.

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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo * Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Anno nuovo, Vita nuova digitalfotoEmmedipì

di Sergio Lombardi

Finalmente voltiamo pagina, finito questo 2005 in cui è successo di tutto e di più, infatti io sono ottimista per il 2006, le basi per prevedere un migliore andamento ci sono, certo è che ognuno di noi è artefice del piccolo o grande mondo che si è creato attorno per cui ogni individuo deve fare una introspezione di sé stesso e cogliere la parte più costruttiva del proprio essere. L’importante, al fine di non avere delusioni, è ricordarsi che regalo è morto e prestito è in agonia. Naturalmente tutto questo riguarda quel benessere materiale che caratterizza il vivere oggettivo, ma per il 2006 mi auguro il benessere interiore, quello che ci fa sentire tranquilli e certi di avere svolto al meglio il ruolo che la società si aspetta. Perché pretendere di vivere in mezzo alla società, usufruendo di tutti i vantaggi che ciò comporta, senza alcun dovere, è anacronistico e fuori luogo. La sostanza di quanto affermato è che occorre ricordare che la realtà del vivere giornaliero non ci deve far dimenticare che siamo degli esseri umani con tutti gli annessi e connessi e questo significa trovare dentro di noi la giusta scala dei valori, senza che essi risultino forvianti o addirittura dannosi per un corretto coesistere finalizzato ad una sempre maggiore intesa. In definitiva mi viene in mente il discorso riportato da Sofocle. Una persona anziana parlando ad un giovane dice: -Tu sei come io ero e io sono come tu sarai. In altre parole significa che il trascorrere del tempo ci rende persone destinate al medesimo traguardo per cui è anacronistico negare questa realtà, e ciò premesso occorre sapere che chi semina vento raccoglie tempesta. In definitiva risulta deleterio crearsi futili aspettative, mentre invece è realistico prendere atto di quella che è la realtà che ci circonda ed in base ad essa costruire una vita coerente con la propria esistenzialità. Insomma se ci si trova nel mezzo di un tunnel meglio cercare di arredarlo. Riflettiamoci!!!

Campanilismo paesano Ormai da molti anni non vivo più ad Anghiari; nell’ottobre del 1958 sono partito per motivi di lavoro e da allora le mie permanenze sono abbastanza frequenti ma brevi. La lontananza non mi ha però impedito di seguire le vicende, belle e meno belle, di Anghiari sia direttamente tramite amici e parenti, sia indirettamente grazie alla lettura dell’ ”Oratorio” che, puntualmente, mi porta in casa personaggi, eventi, momenti della vita paesana e per questo ringrazio tutti coloro che riescono a fare vivere questo periodico. Tutte queste parole per raccontarvi un episodio che ha incrementato il mio campanilismo, il mio affetto e, anche se può sembrare una parola po’ grossa e so già che mia moglie ed i miei figli mi prenderanno in giro a lungo, ”il mio orgoglio anghiarese”. Ecco il fatto. Mia moglie ed io ci trovavamo in vacanza in Egitto nella località Marsa Alam nel Mar Rosso del Sud, a migliaia di chilometri dall’Italia. Gli albergatori locali organizzavano gite e visite nei dintorni. Una gita prevedeva un ”Safari fotografico” all’interno del deserto, comprensivo di una sosta ad un villaggio beduino, un breve giro a dorso di un dromedario, una cena beduina ed in ultimo la cosa che le guide decantavano come la più interessante: assistere al tramonto del sole ed alla visione nitida del cielo stellato in un luogo privo di inquinamento e perciò con le stelle più brillanti. Decidemmo di partecipare. Dopo tre ore di tragitto accidentato a bordo di un fuoristrada arrivammo impolverati al villaggio beduino dove, di fronte a poche tende e capanne, erano già am-

massate decine di automezzi che avevano trasportato centinaia di turisti di varie nazionalità. Quando arrivò il momento della “visione nitida del cielo stellato” eravamo tutti con il viso rivolto all’insù. Per caso eravamo vicini ad un gruppo italiano e proprio accanto a me c’erano due signore che parlavano sottovoce per non interrompere il silenzio che si era fatto. Data la vicinanza non potei fare a meno di sentire il loro dialogo. Una di loro, apparentemente delusa da quanto vedeva, diceva all’altra: -E questo sarebbe un cielo limpido? Non valeva la pena di respirare tutta quella polvere sollevata dai fuoristrada. Un cielo stellato veramente limpido l’ho visto in Italia. E l’altra: -Dove l’ha visto? -In un piccolo meraviglioso paese della Toscana dove nel 1400 si svolse una famosa battaglia. Vi ho trascorso alcuni giorni in un agriturismo trovato su Internet. Il paese è piccolo, pulito, cinto ancora da mura, domina la Valtiberina, vi si mangia molto bene e l’accoglienza è generosa. Ma soprattutto il cielo stellato che contemplavo dopo cena era uno spettacolo da non perdere, le consiglio di visitarlo: si chiama Anghiari! Forse la signora aveva esagerato un po’, ma le parole udite erano state musica per le mie orecchie e non potei trattenermi dall’intervenire dicendo che concordavo con quanto detto perché conoscevo bene Anghiari in quanto anghiarese di nascita. La signora si congratulò con noi e soggiunse che eravamo fortunati a vivere in quel paese. Non mi sentii di deluderla e non le confessai che vivevo altrove. Giancarlo Guiducci

* Il Palterre di Anghiari Il Palterre è il luogo classico della discussione, dei pareri contrastanti, delle affermazioni assurde: a volte delle cose giuste. E anche quando sono cose giuste sempre da prendersi con le molle. La Redazione ha aggiunto la nota che vedete sotto il titolo dopo una interessante scambio di opinioni con un nostro lettore. Per anghiaresi (che possono quindi liberamente leggere gli articoli) intendiamo tutti coloro che sono nati ad Anghiari o, in alternativa, che vi abitano da almeno dieci anni, hanno partecipato ad almeno due scampanate e per 3 mesi hanno passato almeno 3 quarti d'ora per 3 giorni la settimana proprio al Palterre a discutere con i perdigiorno sempre presenti nel posto. Per chi è salito almeno una volta sul carretto della Scampanata, tutte le altre condizioni decadono. Ne è un esempio Weston, simpatico e cordiale cittadino americano della Badia che in poco tempo ha acquisito la cittadinanza anghiarese a pieno titolo.

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...il Palterre

Beatitudini della sera

Ho vissuto di Cmr

Fosti Tu a non volermi o fui io, sorda alla Tua chiamata? Ormai tanto lontano era quello il tempo in cui sbocciava il corpo mio e donna mi faceva. Tornò in quell’epoca dall’Africa la parente missionaria e in un famoso convento conobbi un giorno Madre Eraclia. All’arrivo le suore eran nel chiostro oranti in processione. Venivan salmodiando sotto il portico silente, la veste bianca, azzurro il velo; che armonia, che pace! Credevo fosse preso l’animo mio, invece era solo fantasia. In tre giorni feci rosse le ginocchia tanto pregai, però Tu non mi chiamasti o forse io non ascoltai, così corsi nel sole incontro ad altra vita. Ho vissuto: nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore. Ho vissuto e sol di questo sono ricca.

Propositura: 70 anni fa iniziò la pratica della sua ristrutturazione Il giorno 5 febbraio 1936, con apposita ordinanza, la nostra Propositura venne chiusa al culto per gravi problemi nelle sue strutture. Al proposto del tempo, don Nilo Conti nominato solo da quattro mesi, non restò che rimboccarsi le maniche ed affidarsi alla generosità dei fedeli e degli anghiaresi. Seguiremo le vicende di questo importante intervento che cambiò la fisionomia della chiesa stessa, fino alla inaugurazione ed alla riapertura avvenuta il 10 luglio 1938.

Eva si è laureata

Auguri Cristina

Il giorno 21 dicembre dell’anno appena passato, presso l’Università degli Studi di Siena, Facoltà di Economia, Corso in Economia e Gestione di Piccole Imprese, Eva Pellegrini ha discusso la tesi: “Strumenti statistici per la misura dell’efficacia: il Servqual applicato al gruppo Cepu” ottenendo la bella votazione di 105 su 110. Relatore è stato il Professor Duccio Stefano Gazzei. Ad Eva, che abita lungo l'antica via della Montagnola che andava a Pietramala e ad Arezzo, gli auguri dei familiari, degli amici e della Redazione.

Il giorno 15 dicembre 2005 presso l’Università degli Studi di Siena, Facoltà di Lettera e Filosofia sede di Arezzo, Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione, si è laureata Cristina Maggini. Ha discusso questa tesi: “ La formazione in servizio degli insegnanti: Metodologie e strumenti di intervento” ottenendo la bella votazione di 104/ 110. Relatrice: professoressa Loretta Fabbri; Correlatore: professor Bruno Rossi. A Cristina le congratulazioni della famiglia e degli amici alle quali si uniscono anche quelle della Redazione per questa nostra affezionata lettrice dimorante lungo l’antica strada che portava da Arezzo a Rimini.

La visione cristiana Un fedele ed attento lettore romagnolo ci ha fatto pervenire interessanti considerazioni, di cui riportiamo alcuni stralci, su un articolo uscito nel numero scorso. La visione Freudiana dell’uomo, e di conseguenza del Cosmo, è antitetica a quella della visione cristiana. Non nella solitudine trascendentale, più o meno meditativa, l’uomo ha chiara contezza di sé, bensì nel rapporto personale con il Dio che rivela l’uomo all’uomo. L’esame di coscienza è altra cosa rispetto all’analisi freudiana che, come sappiamo, vuole eliminare i ‘sensi di colpa’. Anche il cattolico deve staccarsi dal senso di colpa, facendosi cancellare le colpe obbiettive o frutto di una visione troppo scrupolosa della propria condotta. E Colui che le cancella, le cancella perché le colpe sono veramente tali (non si cancella ciò che non c’è). “Contro di Te, contro di Te solo ho peccato, il mio peccato mi sta sempre dinnanzi” grida Davide a Dio dopo l’orrido assassinio dell’innocente per celargli per sempre l’adulterio commesso da quel sovrano con la moglie di quel fedelissimo, mandato a morte. Quando Dio perdona, i sensi di colpa sono come la nebbia sotto il sole dei tropici... svaniscono!

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Benvenuto Thomas È arrivato Thomas Romani per unirsi a Gabriele nel portare gioia a genitori, nonni e zii a Lugano ed Anghiari.

Bravo Fontani! di Emmedipì

In dicembre 2005 Daniele Fontani, nostro concittadino con origini nella Contea di Montauto, ha preso parte ai campionati del mondo di arti marziali tenuti ad Hanoi in Vietnam. Daniele è stato selezionato per la Nazionale Italiana e ciò ci rende orgogliosi come anghiaresi.

Ciòpoco di Clèto

Con mia moglie ci siamo fermati in cima al Borgo della Croce dove opera e lavora un valente restauratore. Deve farci un certo lavoretto per delle sedie antiche e non avendo ancora compiuto l’opera, ci stava ragguagliando dei motivi del ritardo dovuti a diversi imprevisti sopraggiunti. Però per questo lavoro, diceva, ciòpoco. A finire quest’altro ciòpoco. E così via. Le sedie quindi non erano pronte ma al nostro amico abbiamo trovato un soprannome che può essere usato liberamente da tutti: Ciòpoco.


LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTE di don Quinto Giorgini

La chiesa di San Martino a Lugnano Nell’anno del grande Giubileo del 2000, alcuni parrocchiani di Pianezze mi prospettarono l’opportunità di costruire un’edicola sacra in località “Poggio della Madonna”, presso La Murcia, nell’alta collina alla destra del torrente Padonchia, esattamente presso i ruderi dove un tempo remoto sorgeva la chiesetta di S. Martino a Lugnano, in ricordo del luogo da cui proveniva la trecentesca Pietà in terracotta dipinta, traslata agli inizi del XX° secolo nell’attuale chiesa di Pianezze. Una leggenda popolare racconta che la statua, portata a Pianezze, nottetempo ritornasse nella sua chiesa di S. Martino, fino a quando non le fu costruito un dignitoso altare sulla parete laterale, dove è tuttora custodita con venerazione, entro una nicchia sotto la quale si legge: “A. D. 1906 MAFUCCI SIMUL PASQUINI FECERUNT”. Si tratta di una piccola statua, molto espressiva e suggestiva, che rappresenta la Vergine piangente e addolorata con Gesù morto sulle ginocchia. La statua ha bisogno di essere restaurata, ma alcuni parrocchiani si sono opposti alla richiesta della Soprintendenza che per tale lavoro avrebbe dovuto trasferirla ad Arezzo. Sino alla fine del XIX° secolo essa veniva venerata nel suddetto luogo solitario, entro una selva di castagni e nella piccola chiesetta di origine longobarda dedicata a S. Martino, che pur essendo diventato vescovo di Tours in Francia, tuttavia era nato in Pannonia (=Ungheria), regione di provenienza dei Longobardi, i quali, oltre a venerare S. Michele Arcangelo e S. Giorgio, avevano un particolare culto anche per S. Martino, di cui abbiamo un affresco quattrocentesco, raffigurante questo Santo nell’atto di dividere il suo mantello con un povero, nella vicina chiesa parrocchiale di Padonchia dedicata a S. Michele, come tante altre della zona tra cui quelle di Pianezze, Lippiano, C i t e r n a , B a g n a i a , Fighille ecc. che testimoniano la lunga presenza longobarda in questo luogo nei secoli VII-VIII. Nei pressi dei ruderi di quest’antica chiesa, si trovano ancora reperti di antiche civiltà, oggetto di interesse da parte di ricercatori, tra cui la famosa “Tina”, del leggendario “Uomo Salvatico”, visitata da cacciatori e raccoglitori di funghi e di castagne.

In occasione della costruzione della suddetta Maestà, con il consenso del Maresciallo della Stazione Forestale di Anghiari, fu ripulito questo sito da spine, detriti e cespugli, che nascondevano i resti della mura perimetrali, l’antico altare al centro dell’abside e l’intero pavimento in lastre della scomparsa chiesa di S. Martino. Questa scoperta archeologica suscitò sorpresa e ammirazione da parte degli abitanti del luogo e fu subito comunicata alle competenti autorità comunali e a quelle della Soprintendenza, che ne presero atto con diversi sopralluoghi. Tra i reperti appare di notevole interesse un pesante capitello in pietra arenaria, con incisioni di difficile lettura, che verrà trasportato nella sede parrocchiale. Mi è stato riferito che questi resti archeologici e questo luogo sono oggetto di una tesi di laurea da parte di una studentessa della zona. Il parroco e la popolazione di Padonchia – Pianezze, auspicano da parte della competente autorità un intervento conservativo delle mura rimaste, dell’altare e del pavimento, onde proteggerli dalle intemperie e conservarli per le future generazioni. L’ultima domenica di luglio del 2001 fu benedetta e inaugurata la nuova Maestà, dotata di una copia dell’antica Pietà, fu celebrata una S. Messa all’aperto sul ritrovato altare medievale, con grande soddisfazione del popolo intervenuto numeroso, il quale ha deciso di ritrovarsi qui ogni anno, nella stessa data per un incontro fraterno di preghiera e di svago. I documenti storici che parlano di questa chiesa di S. Martino si trovano negli archivi vescovili di Città di Castello e di Sansepolcro. Apparteneva al Piviere di S. Antimo, fin dal secolo XIII, era una chiesa semplice, di forma “quadrilunga”, di piccole dimensioni, orientata e con abside, ubicata nelle alte colline del Padonchia, nella remota località denominata con i seguenti nomi: Lugnano, Luiano, Luniano e persino Lisciano. Nei pressi c’è ancora una casa abitata chiamata Lignano. Era una fra le tante (oltre cinquanta) chiesette del

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...le nostre chiese

suddetto Piviere, elencata fin da 1277. Nelle decime papali del 1349 si legge “Ecclesia S. Martini lib. X”. Passata alla Diocesi di Sansepolcro, fu visitata nel 1566 e trovata in cattivo stato e in un luogo isolato. Nella Visita del 1593 la troviamo unita alla chiesa di S. Angelo a Pianezze, di S. Cristoforo a Colle di Chio e di S. Lucia di Casanova, dove era parroco un certo don Benedetto Parisi, presentato dai Capitani di Parte guelfa di Firenze. Questi abitava a Casanova e si recava ogni prima domenica del mese a celebrare nella chiesa di S. Martino, dove c’era un’ immagine della Beata Vergine per la quale il popolo aveva grande devozione. L’edificio era in buone condizioni. Nel piccolo campanile mancava la propria campana perché era stata trasferita nella vicina chiesa

di S. Cristoforo di Col di Chio, ma il Visitatore comanda di riportarla qui a S. Martino, mentre Col di Chio avrebbe dovuto acquistarne un’altra. Nel 1623 è scritto che l’altare era sotto la volta e nella parete era dipinta un’immagine della Madonna, con a sinistra quella di S. Cristoforo. Nel 1635 viene posta sull’altare una statua “in gesso” (?) raffigurante la Vergine, probabilmente si tratta dell’antica Pietà raffigurante la Vergine col Figlio morto sulle ginocchia, che però risulta essere in terracotta colorata. Da questo periodo in poi questa chiesa non viene indicata più col suo titolo originario di S. Martino, ma con quello di Chiesa “della B. Vergine di Lisciano” o “Madonna di S. Martino”. Abbiamo in questo periodo come rettore don Giovanni Graziani. Nelle visite del sec. XVIII viene denominata sempre con il nuovo titolo di Madonna di S. Martino, che è passato poi sul nuovo catasto per indicarne la località. Nel 1750 vi si celebrava la S. Messa soltanto quattro volte all’anno e nel 1761 risulta ancora annessa alla chiesa parrocchiale Nell'altra pagina: di S.inLucia alto laaricostruzione Casanova. della Il sacro chiesetta edificio di Lugnano viene e, basso, la pianta. La chiesa misura 12x7 metri. poiinnel secolo successivo sempre piùcirca abbandonato e dimentiIn questa la prospettiva dei ruderi presentano oggi, cato, fino pagina: a rovinare completamente allacome finesidel XIX° secolo.

la Pietà proveniente dalla chiesa di Lugnano e, qui sopra, l'autore * *ritratto * dell'articolo, don Quinto Giorgini, vicino alla Maestà costruita nei pressi della chiesa di Lugnano. I rilievi e le ricostruzioni sono di Claudio Facchi.

La pubblica via

La vignetta di Scacciapensieri:

Il prezzo forse c'è...!

Strada del Braccio: allaccia direttamente Anghiari con la strada Nazionale, oggi Provinciale del Cerfone. Strada di Fusaiolo e Casale: si stacca da quella del Braccio presso Anghiari e scende sulla valle della Sovara in luogo detto il Mulino della Fossa, quindi prosegue al di là di questo fiume e prende la vallata del torrente Teverina conducendo al di là di una casa colonica denominata Elci. Queste le due semplici descrizioni effettuate nel 1879 e riguardanti le nostre strade comunali. Le vie pubbliche, dalle più grandi per arrivare fino alle comunali ed alle vicinali, sono un patrimonio da non disperdere e da non abbandonare provvedendo per quanto possibile alla loro migliore manutenzione. È un compito arduo al quale l’amministrazione comunale non può e non deve, ma ritengo anche non voglia, sottrarsi. Intanto però ogni cittadino può aiutare l’amministrazione pubblica rispettandole e non danneggiandole.

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Parrocchia di San Bartolomeo Anghiari Parrocchia di Tavernelle

Misericordia di Anghiari

III GIORNATA DEL MALATO E DELL’ANZIANO IN PROPOSITURA

SABATO 11 FEBBRAIO 2005 Festa della Madonna di Lourdes

Programma:

ore 15.30 S. Rosario meditato Accoglienza dei malati in Propositura Ore 16

S. Messa solenne dei Sacerdoti del Vicariato e celebrazione del Sacramento dell’Unzione dei Malati Segue fraterno trattenimento all’interno della Propositura

La sera del 10 febbraio, alle ore 21, si svolgerà una veglia di preghiera, in Propositura.

Venerdì 3 febbraio: San Biagio In Propositura, durante la S. Messa delle ore 18, benedizione della gola 10


LA PAGINA DELLA CARITAS a cura di Laura Taddei

Andare verso l'altro Una mia amica mi ha fatto notare Cara Fern, questo testo. Lo propongo anche a la Sua lettera mi ha molto commosso e se potessi prenderei subito il treno voi: è una lettera che lo scrittore Ceper provarle che non è vero che la circondi il gelo e l’ostilità. Ma non sare Pavese nel maggio del 1943 da capisco perché si trovi tanto male proprio adesso che sa di poter lavorare Roma scrive all’amica Fernanda nove ore al giorno e quindi pressoché mantenersi. Non ha sempre aspirato Pivano residente al Nord, per solleall’indipendenza? A meno che le succeda come a tutti: una volta ottenutala varla dallo stato di solitudine e malesnon sa più che farne. Si ritorna cioè a quanto le ho sempre consigliato: si sere in cui si trova. faccia una vita interiore, di studio, di affetti, di interessi umani, che non In questo giorno dell’Epifania in siano soltanto di “arrivare”, ma di “essere”, e vedrà che la vita avrà un cui sto scrivendo, in cui il Signore significato... Cara Fern, la solitudine che Lei sente, si cura in un solo modo, andando come ai Magi si manifesta ad ogni verso la gente e “donando” invece di “ricevere”. Si tratta di un problema uomo della terra, credente o no, lontamorale prima che sociale e Lei deve imparare a lavorare, ad esistere, non no o vicino, di ogni razza e di naziosolo per sé ma anche per qualche altro, per gli altri. Fin che uno dice “sono nalità, le parole profondamente crisolo”, sono “estraneo e sconosciuto”, “sento il gelo”, sarà sempre peggio. stiane di questo intellettuale laico e È solo chi vuole esserlo, se ne ricordi bene. Per vivere una vita piena e ricca tormentato, sono esse stesse bisogna andare verso gli altri, bisogna umiliarsi e servire. E questo è tutto. “epifania”, cioè “manifestazione”, Coraggio e arrivederci. perché mostrano come questi sentiPavese menti sono inseriti da Dio stesso nel (da Lettere 1926-50 Einaudi) cuore di ogni uomo, sebbene egli spesso non ne riconosca la fonte. Umiliarsi e servire: questo è ciò che Gesù Cristo ci insegna e che ha fatto Lui stesso per primo (emblematico è lo splendido dipinto di Giovanni Antonio Sogliani Gesù che lava i piedi agli Apostoli, conservato in Propositura). Umiliarsi che non vuol dire abbrutirsi, ma abbassarsi per andare verso l’altro, il povero, il bisognoso, come Dio stesso si è abbassato per assumere la nostra natura umana. È con questo spirito che le persone della Caritas Parrocchiale, in occasione del Natale, si sono recate a far visita agli ammalati e a coloro che sono in difficoltà per portare loro l’augurio di tutta la comunità. Il piccolo gesto simbolico, di per sé poca cosa, si è rivelato una magnifica occasione di incontro e di comunione fra di noi e con coloro che ci hanno accolto. Nelle visite a queste persone (circa 80) abbiamo scoperto con stupore e gratitudine che ciò che abbiamo ricevuto è molto di più di quello che abbiamo potuto dare. E per questo le ringraziamo.

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NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

I nuovi iscritti

Donare è… ricevere

La famiglia dei confratelli e delle consorelle della Confraternita di Misericordia di Anghiari è ancora aumentata: diamo il benvenuto a: Agolini Egidio, Agolini Piero, Batazzi Daniela, Battistoni Barbera, Becci Stefania, Benvenuti Aldo, Bianchini Iva, Bigioli Santa, Bolgi Fabrizio, Bragagni Domenico, Bruschi Domenico, Bruschi Franca, Cambi Enrica, Carcasci Ennio, Cestelli Attilia, Cheli Antonietta, Chiarentin Luca, Chiasserini Franco, Cioni Laura, Crociani Osvaldo, Dalla Ragione Marco, Del Pia Silvia, Ferrini Mauro, Ferrini Sara, Ferrini Vasco, Franchi Alfio, Franchi Alvaro, Galasso Carmela, Ghignoni Rosita, Giannini Alessandro, Giglini Dionisio, Giglini Vasco, Giovagnoli Quinta, Graziotti Stefania, Lanzi Oscare, Lazzerelli Iole, Madiai Paolo, Manganesi Giuseppe, Marghi Gheldo, Mencarini Maria, Mercatelli Gessica, Morvidoni Angelo, Morvidoni Giuseppa, Morvidoni Laura, Pernici Romina, Petruccioli Pietro, Pettinari Vittoria, Ricci Massimo, Ricci Michele, Ricci Silvano, Rosadi Bruna Ferrini, Rosadi Giuliana, Rossi Agostino, Ruggeri Alfideo, Ruggeri Raimonda, Salvatori Dino, Senesi Alessia, Tavernelli Carlo, Valentini Mario, Val Lancker Alban, Vellati Muzio, Veri Franca. A tutti loro il più sincero ringraziamento ed un fraterno abbraccio.

Credo capiti a parecchi di noi di provare un moto di irritazione quando preleviamo dalla cassetta della posta i mille opuscoli che… “chiedono”; prontamente li cestiniamo, perché non potremmo prenderli tutti in considerazione e poi i “lontani” non ci riguardano, non ci sentiamo interpellati per i bisogni di chi vive in un altro continente. Se poi ci chiedono di collaborare ad un’iniziativa vicina a noi, che riguarda direttamente la nostra realtà, ci sentiamo incapaci, non abbiamo tempo, presi come siamo da troppe attività che già ci stressano, o altre volte siamo indifferenti al problema: ci sono tante persone che già lo fanno, ma perché proprio io, ci penserà qualcun altro… Eppure se provassimo a donare gratuitamente un po’ del nostro tempo, saremmo largamente ricompensati. La mia breve esperienza di visite settimanali alle persone della residenza protetta mi ha ripagato molto più di quanto io davo loro: un mio sorriso, un incoraggiamento, una mano tesa a sostenere gambe vacillanti mi procuravano un’iniezione di vigore, di gratitudine, di spinta a ringraziare il buon Dio per la mia salute ed integrità fisica. Lo stare insieme ai ragazzi, al di là del mio lavoro, durante l’ora settimanale di catechismo, mi ha continuamente edificato; sono stata io in primo luogo a crescere nella fede, nel momento in cui cerco di trasmetterla a loro. L’adozione a distanza poi del “nostro bambino malgascio” ci offre l’opportunità di far sorridere un po’ di più chi non vive nella nostra agiatezza. Ma penso a quanti, meglio di me, rendono un servizio gratuito, silenzioso nel nostro paese: i donatori di sangue, i volontari della misericordia, gli operatori sanitari, i donatori di organi, per i quali è più che mai valido il detto francescano “è donando che si riceve” Anche nella morte si può donare sé stessi: mi riferisco al grande gesto estremo di Luigi Valentini che ha permesso con la donazione dei suoi organi la continuazione della vita ad altre persone: ciò consentirà alla sua famiglia di alleviare in parte il dolore della sua scomparsa e ripensarlo ancora presente in questo mondo. All’opera dunque, via l’indifferenza e sentiamoci tutti chiamati a dare un po’ del nostro tempo: le associazioni di volontariato anghiaresi, per continuare il loro servizio hanno bisogno anche della nostra disponibilità. Marida

Una nuova forma di auguri natalizi Segnaliamo con piacere che la ditta “Vichi impianti idrotermici – di Vichi Luca” ci ha elargito una importante offerta in occasione delle festività natalizie, in sostituzione dei gadget pubblicitari che negli anni precedenti era solita distribuire alla propria clientela. Nei biglietti di auguri ha segnalato l’iniziativa a nostro favore, e noi speriamo che per il prossimo anno anche altre aziende abbiano la stessa idea. A Vichi Luca va tutta la nostra riconoscenza.

www.misericordiadianghiari.it

Michele Ruggeri si prende cura del sito della Misericordia. Recentemente ha inserito la scheda dei fratelli Del Pia autori delle foto del sito medesimo. Ecco la pagina. Se "navigate" con la Misericordia sarete guidati fra le numerose ed utili pagine a disposizione.

Qui sopra: I Volontari delle Misericordie delle Vallate aretine in occasione della festa della Misericordia di Anghiari (27 novembre 2005). Nell'altra pagina: un momento delle celebrazioni nella chiesa di Ba12 dia.


...note dalla misericordia

Nuovi servizi presso la sede

Forse in arrivo i nuovi volontari

La sede della Confraternita di Misericordia di Anghiari si arricchisce di nuovi servizi: come sapete, sono in funzione da anni l’ambulatorio della Dottoressa Rosella Guadagni (medico chirurgo specializzato in dermatologia e venereologia) e l’ambulatorio del Dottor Fulvio Floridi (medico chirurgo specializzato in odontostomatologia). Da poco tempo sono operativi anche l’ambulatorio della Dottoressa Paola Farinelli (psicologa) e l’ambulatorio del Dottor Mario Bernardini (prestazioni ecografiche). Entrambi ricevono su appuntamento. Siamo autorizzati a segnalare il numero di cellulare di entrambi i professionisti Dottoressa Paola Farinelli: 339-5411903 Dottor Mario Bernardini : 339-6198056 Ai nuovi due specialisti i nostri più sinceri auguri per il loro successo professionale e per un buon inserimento all’interno della nostra comunità.

Tredici nostri confratelli hanno sostenuto e superato l’esame per soccorritori volontari di livello avanzato; il corso, organizzato dalla nostra Confraternita in collaborazione con la Confraternita di Misericordia di Sansepolcro, è stato tenuto nei locali delle rispettive sedi di Anghiari e Sansepolcro, dal 20 ottobre al 17 dicembre 2005, giorno dell’esame. Ai nuovi abilitati, Bolgi Fabrizio, Cianfrani Marina, Del Pia Silvia, Graziotti Stefania, Virvara Luca , Mercatelli Gessica, Pacini Ivana, Pacini Linda, Pernici Romina, Ricci Michele, Rossi Agostino, Senesi Loris, Veri Franca, le nostre congratulazioni per l’ottimo risultato acquisito. Il confratello Acquisti Fabiano è abilitato per interventi di soccorritore di primo livello. Ci auguriamo che ciò che i nuovi neopromossi hanno imparato nei due mesi di corso possa essere da loro messo attivamente a disposizione della nostra Misericordia, in aiuto e soccorso della nostra cittadinanza. Con gratitudine anticipata, auguriamo loro di poter frequentare assiduamente i nostri locali e di diventare confratelli attivi al servizio della comunità.

Vi aggiorniamo sulle offerte pervenuteci nel 2005 Achilli Carla 30 Acquisti Rina 100 Agolini Piero 10 Agostinelli Vittorio 30 Anonimo 400 Anonimo 80 Anonimo 50 Anonimo (T.) 500 Babbini Benedetti Grazia in memoria dei cari defunti, Franco, Francesco, Rosina, Lidia, Loris 250 Bagattini Dolinda. I familiari alla memoria 350 Baglioni Egisto 20 Baldoni Daniela 20 Bartolomei Fernanda in memoria di Procelli Antonio 1 5 0 Bartolomei Secondo 30 Battistoni Barbara 20 Becci Stefania 50 Bellini Graziella 50 Benvenuti Antonio 40 Bergamaschi Ezio 50 Bergamini Michele e Alfiero 100 Bonarini Babbini Ilda 50 Bonarini Francesco 50 Borroni Anacleto 10 Bragagni Domenico 50 Bruschi Leone 25 Buricchi Giovanni 20 Caffè River S.p.a. 1.000 Calli Loris 20 Camaiti Santi 100 Cambi Tristano e famiglia 60 Canestrelli Marisa 10 Capacci Renato 50 Carcasci Ennio e Coleschi Maura 100 Casi Silvano 20 Cerofolini Andrea 10

Cesarina Magi Rondoni. I familiari alla memoria 85 Cestelli Attilia 10 Cherici Valdiro 50 Chiasserini Franco 20 Chiribini Fabrizio 20 Comanducci Barbara e famiglia 10 Comanducci Cipriano e Carla 20 Comanducci Domenico e fam. 3 0 Comanducci Sante 20 Conti Adriana 10 Del Pia Alessandro 20 Del Pia S.r.l. 1.000 Di Lauro Laura 50 Dini Ivaldo e Maffucci Rina 25 Dori Patrizio 40 Draghi Assuero e Jole 20 Draghi Fausto e Crociani Angiola 5 0 Fancelli Gino 10 Fanciullini Vanni 25 Fanciullini Vittoria 50 Fastacchini Vally in memoria dei cari defunti 50 Foni Nada 25 Fornacini Giovanni e Giannini Alberta 500 Gherardi Erina 25 Ghignoni Margherita 25 Ghignoni Rosita 10 Ghignoni Vasco e Tani Maria Giovanna 100 Giabbanelli Giancarlo e Maria 40 Giglini Vasco e famiglia 50 Giommoni Settimio 50 Giorgeschi Alfiero e famiglia 5 0 Giorgi Gigliola 50 Giornelli Clara 10 Giorni Frido 50

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Giorni Walter e famiglia 50 Giovacchini Renata 150 Girolimoni Giuseppa 50 Grazi Adamo 10 Grazi Lorena 10 Gruppo Donatori Sangue Fratres Anghiari 2.000 Guadagni D.ssa Rosella 100 Guadagni Eugenio 20 Guadagni Silvano 30 Inghirami Elisa in memoria di Tognetti Aldo 50 Innocentini Antonio 100 Innocentini Elio 20 Lega Piero e famiglia 500 Leonardi Luigi 100 Lorini e famiglia 10 Madiai Angelo 20 Magi Cesarina. Un anonimo alla memoria 200 Mammoli Alfredo 10 Mammoli Marida Redenti 20 Mari Domenica 20 Mari Iolanda 20 Marraghini Fabio 100 Marrini Mario 100 Martini Claudio e famiglia 30 Marzi Valeria e Valentini Anna Maria 50 Maurizi Palmira 50 Mencarini Maria 10 Meozzi Alberto 10 Meozzi Fabio in memoria del fratello Moreno 50 Mercati Flavio 50 Miano Marinella in memoria di Zafferani Franco 20 Minelli Terzilia 50 Monini Paolo 25 Monini Santi e famiglia 25 Mosca Club Altotevere 250 Mugelli Vittorio 20 Nieri Serenella e famiglia 60 Nocentini Duero 50 Nocentini Ivano 20 Paci Luca in memoria

dello zio Tognetti Aldo 50 Pacini Margherita 10 Pagani Antonietta 10 Paletti Gino 30 Pallini Ada 150 Panichi Giudici Paolina 50 Papini fratelli in memoria della mamma Bruschi Ada 1 2 0 Pettinari Vittoria 10 Piomboni Lucio Metello 30 Plini Dott. Piero 50 Polendoni Velia 60 Polverini Anna 25 Polverini Liana in memoria di Cancellieri Vadero 50 Prinetti Castelletti C.Emanuele 100 Ricci Silvano 400 Ristorante Mondani La Stazione 50 Rosadi Dino 40 Ruggeri Alfideo 10 Ruggeri Mario 25 Santi Loretta 50 Sbragi Fernando e famiglia 50 Scartoni Aurelio 50 Senesi Alessia 10 Senesi Loris in memoria del babbo 25 Senesi Paolo, Mauro e Danilo 2 1 0 Serafini Santino. I familiari alla memoria 100 Tavernelli Tiziana 5 Tofani Giuseppe 100 Valentini Ivo. I familiari alla memoria 269 Valentini Luigi. I colleghi alla memoria 130 Valentini Mario 30 Valentini Mario, loc. Isabella 20 Valentini Pasquale e famiglia in memoria di Valentini Luigi 2 2 0 Vellati Veniero e famiglia 50 Venturini Ferdinando 120


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari sito internet: www.fratresanghiari.it

e.mail: info@fratresanghiari.it

CELEBRATA LA 29a GIORNATA DEL DONATORE Chiesa della Propositura affollatissima, domenica 11 dicembre 2005, per l’annuale manifestazione del Gruppo Fratres di Anghiari che, come sempre, è iniziata con la solenne celebrazione della S. Messa. Tanti gli iscritti e i simpatizzanti presenti ma soprattutto numerosissime le delegazioni degli omonimi gruppi donatori di sangue della provincia, con i loro labari, assieme a quelle Avis della vicina Città di Castello e CRI di Sansepolcro. Riportiamo qui di seguito l’articolo con il quale il corrispondente locale del Corriere di Arezzo, sempre attento alle nostre iniziative, annunciava nel giornale tale evento: “ANGHIARI: il Gruppo Donatori di Sangue Fratres organizza oggi la XXIX Giornata del donatore, consueto raduno annuale di uno dei gruppi di volontariato tra i più importanti del comprensorio tiberino. La giornata avrà inizio alle ore 11.00 con la celebrazione della S. Messa officiata dall’assistente spirituale del gruppo don Marco Salvi, in presenza delle autorità civili e militari ed i labari dei gruppi Fratres della provincia, in suffragio dei donatori e volontari deceduti. Farà seguito il pranzo sociale in un noto ristorante capresano, gratuito come sempre per tutti i donatori attivi. Il Gruppo Donatori di Sangue anghiarese è prossimo a festeggiare i 30 anni di presenza ed attività nel territorio. L’associazione presieduta da Pietro Ganganelli annovera oltre quattrocento soci attivi e duecentoottanta soci sostenitori. Ogni anno le iniziative di questo gruppo promuovono la conoscenza dei temi riguardanti la donazione del sangue ed il volontariato sociale, ricorrendo a progetti che coinvolgono sia la scuola pubblica che le istituzioni della vallata. La Toscana ha bisogno annualmente di almeno duecentomila donazioni di sangue, con una richiesta in continua crescita dovuta alla sempre maggiore complessità degli interventi chirurgici ed alle varie situazioni di emergenza. Il Gruppo Fratres di Anghiari ha da sempre contribuito con grande senso di responsabilità a queste necessità impellenti della medicina. Dopo aver migliorato nel 2002 del 25% il numero delle donazioni, negli anni successivi è riuscito a consolidare questi risultati fino a raggiungere le 588 unità nel 2004. Nell’anno che sta per concludersi c’è la concreta speranza di raggiungere la soglia delle 600 donazioni, finora mai raggiunta. “Grazie all’entusiasmo ed alla generosità con la quale la gente risponde sempre ai nostri appelli - dice il presidente dell’associazione Pietro Ganganelli - siamo riusciti ancora una volta a fornire un contributo prezioso nell’assicurare le necessarie scorte di sangue al nostro sistema trasfusionale. Se da un lato siamo quindi giustamente soddisfatti per i risultati conseguiti, dall’altro siamo coscienti del bisogno di mantenere inalterato nel tempo il nostro impegno quotidiano. È con questi sentimenti che ci accingiamo a celebrare la XXIX Giornata del Donatore di Sangue, momento di preghiera e di festa ma anche occasione importante per rinsaldare tra tutti gli associati l’importante senso di appartenenza, alla vigilia delle celebrazioni per il trentennale di fondazione. Paolo Rossi Foto in alto: Giornata del Donatore 2005: Il tavolo degli ospiti al pranzo sociale. Qui sopra: Giornata del Donatore 2005: Una parte dei 215 partecipanti al pranzo. Digitalfoto Bruno Grottini

DONARE SANGUE, UN IMPEGNO PER TUTTI… CHE PUÒ SALVARE MOLTE VITE UMANE!!! Oltre quattrocento anghiaresi lo stanno già facendo. E TU?

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...dal Gruppo Fratres

UN NUOVO CAMPIONATO DI CALCIO PER LA S.S. “FRATRES” La società sportiva FRATRES U.P.B.B. ha da poco iniziato la nuova avventura agonistica 2005/2006 nel campionato di calcio amatoriale dell’UISP di Arezzo, dopo una stagione agonistica 2004/2005 piena di soddisfazioni, con la promozione in Prima divisione e lo splendido cammino in coppa lega. Le aspettative sono di un campionato tranquillo ma con la consapevolezza di dover soffrire in quanto matricola di questa categoria e di poter disputare una buona Coppa di Lega, anche se l’avversario del primo turno è la squadra del Boca Juniors che partecipa alla categoria d’ eccellenza. Per quanto riguarda l’organico dei giocatori, vi sono stati nuovi inserimenti di ragazzi giovani ed alcune defezioni di quelli più avanti con gli anni, a cui porgiamo un ringraziamento da parte di tutta la società, sperando che rimangano comunque nella Fratres per darci una mano. Dopo questa doverosa premessa, elenchiamo i nomi di quanti a vario titolo fanno parte della società di calcio: Maurizio Lacrimini, presidente; Patrizio Scartoni, vicepresidente; Muzio Vellati, segretario; Girolimoni Fausto, Girolimoni Maurizio, Giuseppe Forasiepi, Domenico Boriosi, Ghignoni Maurizio, Antonio Zineddu, Piero Senesi, Luca Landucci, Benito Gaggiottini, consiglieri; Enrico Piomboni, allenatore; Alessandro Acquisti, Emilio Agolini, Massimiliano Baggi, Federico Belperio, Francesco Boncompagni, Michele Bruni, Luca Casula, Nicola Casula, Diego Catacchini, Michele Ferrini, Giuseppe Forasiepi, Federico Fornacini, Sauro Franchi, Maurizio Girolimoni, Romano Girolimoni, Bruno Grazi, Alessandro Guiducci, Hachimi Khalid, Luca Landucci, Alessio Magrini, Jacopo Mariotti, Michele Marra, Valerio Martini, Michele Meozzi, Giuseppe Polizzi, Matteo Rocchini, Daniele Santi, Johnny Santi. A tutti quanti un augurio di Buon Lavoro, al grido FORZA FRATRES !!! Muzio

ANNO 1976: TRENTA ANNI FA NASCEVA IL GRUPPO FRATRES Queste le manifestazioni 2006, per celebrare l’importante “ 30° compleanno” Nell’ultima riunione del Consiglio Direttivo, dopo avere con soddisfazione preso atto dei positivi risultati del Gruppo Fratres sia in termini di donazioni di sangue effettuate (599 !) che di vitalità e dinamismo ancora una volta dimostrati, sono state individuate le principali manifestazioni sociali di questo 2006, per celebrare al meglio l’importante appuntamento del TRENTESIMO di fondazione, insieme non solo con i nostri associati ma con tutta la popolazione di Anghiari ed in collaborazione con le istituzioni locali e la parrocchia. Queste le iniziative stabilite, le cui modalità di svolgimento saranno ampiamente pubblicizzate in diversi modi, in prossimità della loro attuazione pratica: 1. VEGLIONE DEL DONATORE: Sabato 28 Gennaio 2006, alle ore 21.00, presso il Castello di Sorci, con Cena Bouffet e musica dal vivo. 2. GIORNATA ECOLOGICA AL SASSO DI SIMONE (Sestino): Domenica 7 Maggio 2006. Piacevole camminata in mezzo alla natura incontaminata del Sasso, con visita pomeridiana all’antico municipio romano di Sestino. Pranzo al Sacco. 3. FESTA ESTIVA DEL DONATORE: Venerdì 2, Sabato 3 e Domenica 4 Giugno 2006. Venerdì: nel pomeriggio S. Messa al Santuario del Carmine, premiazione donatori meritori, bouffet per tutti nel chiostro. Sabato: ore 17.00, Convegno in collaborazione con esperti della Asl 8, presso la sede della Misericordia. Ore 21.00: Canta Tour 2006 in piazza Baldaccio. Domenica: controllo gratuito di glicemia e pressione, raduno ciclistico e spettacolo serale in piazza Baldaccio, con la partecipazione di gruppi locali. 15

4. GITA PELLEGRINAGGIO A LOURDES: dal 23 al 28 luglio 2006, in collaborazione con la Parrocchia di S. Bartolomeo in Anghiari, con autobus G.T. 5. GIORNATA DEL DONATORE DI SANGUE: Domenica 10 dicembre 2006, con tradizionale pranzo sociale. Tutti possono partecipare. Un invito particolare ad iscritti e simpatizzanti! Il Consiglio Direttivo


Don Fabio parroco di San Leo e Tubbiano Per il nostro parroco Don Fabio

Ultima prece Il tempo corre ormai verso l’approdo con segni dolorosi e conosciuti resto sereno e vedo in chiaro modo che tutti i segni son da Dio voluti. Affido a Lui con fede ed abbandono i giorni miei restanti e a Lui domando con sincera umiltà grande perdono per quanti errori feci qui operando. Alla Madonna, che invocai sovente, di restarmi vicina chiedo ancora sempre, ma in quell’ora specialmente in cui sarà per me celeste aurora. Vienimi incontro, Maria, di grazia piena: portami accanto alla mia Mamma terrena. d. Fabio Comanducci 29.XII.2004

Requiescat in pace di Mario Del Pia

Io don Fabio lo conoscevo già da quando, ragazzetto, lo vedevo venire al Molinello per la benedizione delle famiglie: l’Acqua Santa. Quelle visite, io non me ne rendevo conto, erano di conoscenza delle persone, dei loro problemi, dei loro desideri. Erano un aiuto ed anche l’accertamento pratico dell’andamento delle famiglie della parrocchia che poi veniva annotato. Io penso che da qualche parte, nell’archivio parrocchiale, ci sono interessantissime annotazioni fatte da don Fabio sui suoi parrocchiani e sulla loro vita. La mia conoscenza ultima è dovuta però alla periodica visita a San Leo per redigere il calendario liturgico da pubblicare nell’Oratorio. Poi, un paio di anni fa, don Marco mi aveva procurato la copia della visita pastorale di Monsignor Peruzzi fatta nel 1583 e che riguardava le chiese del nostro territorio. Mi prese, anzi ci prese, l’idea di tradurre quei testi redatti in latino e naturalmente non potevo fare a meno della guida di don Fabio. Così io facevo una prima traduzione ma appena cominciavo a leggerla don Fabio mi interrompeva subito perché sentiva odore di italiano maccheronico. E così dopo alterne trattative si progrediva. Poi don Marco mi portò la traduzione fatta da un sacerdote di Arezzo e così il nostro lavoro cessò con dispiacere (ma naturalmente anche con sollievo perché avevamo iniziato un'opera che probabilmente non avremmo potuto portare a termine perché io frenavo molto il lavoro). Mi mancherai don Fabio!

Piccolo, modesto, fragile all’apparenza, ma colto e ricco nell’animo, con un titolo da Monsignore mai esibito in pubblico. A volte, quando qualcuno lo salutava con questo suo titolo onorifico, lui sorrideva con ironia, quasi come se si sentisse preso in giro. Lo conosciamo tutti, alcuni da una vita, altri ci sono cresciuti e maturati, battezzati, comunicati, sposati, riconsegnati alla casa del Signore con l’estrema unzione e parole di valido conforto. I suoi parrocchiani lo hanno apprezzato sempre per la sua semplicità, la sua presenza costante in tutte le funzioni religiose, fatte in ogni stagione e con qualsiasi tempo, anche quando ad assistervi potevano esserci due vecchiette soltanto. Per lui ogni persona aveva tanto valore, di qualsiasi età ed estrazione sociale fosse. Ha avuto sempre per tutti parole di conforto, “poche” ma rassicuranti con il suo lieve sorriso sulle labbra. Ci ha sempre aiutati, in particolare nei momenti drammatici della vita, che colpiscono via via ognuno di noi. Nelle omelie dei defunti, dai giovanissimi agli adulti fino ai più anziani, ha avuto sempre parole mirate per ogni estinto, nella maniera più giusta. Sembrava conoscesse nel profondo del cuore e del carattere anche la persona meno presente nella stessa Chiesa. I suoi messaggi, così, sono sempre arrivati dritti al cuore di ognuno di noi, e sono un ricordo indelebile e costante anche dopo tanti anni. Questo è stato il nostro Don Fabio ! Un caro ed affettuoso saluto a lui con la preghiera di vigilare sui suoi parrocchiani, che lui definiva la sua famiglia, anche dall’alto dei cieli. Grazie Don Fabio. Maddalena Poggini

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...don Fabio

Agli Amici di una vita

Testamento spirituale di D. Fabio Comanducci

Vi passo idealmente in rassegna e Vi rivedo tutti: siete tanti e tutti carissimi. Di molti conservo nella memoria immagini, fattezze, gesti, voci, sguardi, sorrisi, tristezze; di altri le immagini si stemperano nella lontananza e il ricordo si fa più leggero. Ma per tutti, ogni giorno, ho un pensiero per Voi. Nella mia quotidiana preghiera dico: Benedici e proteggi, o Signore, tutte le persone che mi hai fatto incontrare nella vita. Ci siete tutti, in questa preghiera: Voi, le vostre famiglie, le persone a Voi care, il Vostro lavoro, le vostre gioie e le vostre pene. A me qualcosa e qualcuno può anche sfuggire: la memoria, infatti è stanca. A Lui, no; a Lui nulla e nessuno sfugge. Vi affido tutti a Lui, per oggi, per domani, per sempre. Anche Voi pregate per me. Al Signore bastano poche parole. Ditegli ogni tanto: Signore, benedici il nostro amico Don Fabio e, quando lo chiamerai, fallo entrare nella Tua Casa. Vi ringrazio, Vi abbraccio, Vi benedico, aff.mo Don Fabio Comanducci

Oggi 2 giugno 1996, nel pieno possesso delle mie facoltà fisiche e mentali, raccolto davanti a Dio e alla mia coscienza nel pensiero della morte alla quale vado incontro sereno, ringrazio Dio di avermi creato, fatto cristiano e sacerdote e di tutte le grazie che mi ha concesso in vita. Gli domando perdono delle mie miserie e delle mie incorrispondenze e mi affido alla sua misericordia, raccomandandomi alla SS. Vergine “in hora mortis”. Intendo morire nella fede cattolica, apostolica, romana e in comunione con la Santa Chiesa che ho amato e servito con volontà fedele. Porto con me davanti a Dio – se mi è concesso – il ricordo grato e riconoscente dei miei Vescovi, dei miei Confratelli Sacerdoti, dei miei familiari, della mia gente e di tutte le persone buone che il Signore mi ha fatto incontrare nella vita. A tutti domando perdono e chiedo la carità di ricordarmi in preghiera. Vi benedico per l’ultima volta e chiedo al buon Dio che ci accolga e ci riunisca tutti nella Sua Casa. D. Fabio Comanducci

S. Leo di Anghiari, 30 gennaio 2002

Note biografiche Don Fabio nasce nella frazione di Viaio il 25 novembre del 1926, primo di due fratelli. Giovanissimo (10 anni) entra nel seminario vescovile della Diocesi di Arezzo e il 26 maggio del 1949, giorno dell’Ascensione, viene ordinato Sacerdote dal Vescovo Emanuele Mignone. Assieme a lui si prepara a diventare sacerdote un altro giovane anghiarese: don Vittorio Bartolomei. Prete novello è inviato dal Vescovo come cappellano a Bibbiena. Ma il suo servizio nel Casentino è breve e dopo nemmeno un anno fa il suo ingresso come Parroco della Parrocchia di San Leone in San Leo di Anghiari. Negli anni a venire diventa anche parroco di Tubbiano, che successivamente entrerà a fare parte della stessa parrocchia di S. Leo. Sacerdote instancabile, fervente promotore di iniziative sociali e culturali, oltre che il ministero di pastore d’anime ricopre per decenni il compito di collaboratore dell’ufficio amministrativo diocesano e poi di Economo generale della Diocesi. Dopo mons. Mignone diventa collaboratore del Vescovo mons. Telesforo Cioli, quindi di mons. Giovanni d’Ascenzi e infine ha cooperato con l’attuale Vescovo Gualtiero Bassetti. Per molti anni è stato anche insegnante di religione presso la scuola media di Anghiari. Il 26 febbraio 1988 la santa sede lo nomina Monsignore con titolo di Cappellano di Sua Santità. Domenica 16 maggio 1999, giorno dell’Ascensione, celebra la prima S. Messa nel Santuario del Nell'altra pagina: La processione del Corpus Domini a San Leo il 23 giugno 1957 e, qui sopra, la foto con i bambini della Prima Comunione a Tubbiano anno 1960. A destra assieme a Papa Wojtyla.

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Carmine, nel ricordo del 50° anniversario della sua ordinazione presbiterale. Nell’anno 2004 è costretto a lasciare l’incarico in Diocesi per problemi di malattia, ma prosegue ancora con tenacia il servizio tra la sua gente. Il 2005 è l’anno più faticoso, costretto a restare in casa e a non svolgere più il ministero di pastore fra la gente. Ma i parrocchiani e la gente di Anghiari lo cerca continuamente… numerosi giovani chiedono incessantemente che sia lui a benedire il loro Matrimonio. Nei giorno precedenti il Natale 2005 la sua situazione si aggrava ed è ormai costretto a rimanere a letto. A molti amici e fedeli che vanno a trovarlo, quasi prevedendo l’ultimo incontro con loro, imparte la sua benedizione, chiedendo in continuazione preghiere per la sua anima. Addolorato di non poter celebrare la S. Messa della notte di Natale, il giorno 25 dicembre riceve per l’ultima volta il Sacramento dell’Eucaristia dalle mani del confratello don Romano, intravedendo in questo l’ultimo atto importante della sua vita. Dopo l’ultima S. Comunione il suo volto diviene lieto, quasi raggiante. È l’avvicinarsi del suo giorno senza tramonto, e don Fabio, cosciente fino alla fine, va incontro a questo traguardo con speranza e gioia. La mattina del 26 dicembre la sua anima torna alla Casa del Padre. Il giorno seguente la salma è traslata nella chiesa parrocchiale di S. Leo per l’omaggio dei parrocchiani che si succedono ininterrottamente per omaggiare il loro pastore. Il 28 dicembre, festa dei santi Innocenti martiri, vengono celebrate le solenni esequie: sono presenti i Vescovi mons. Gualtiero Bassetti e mons. Giacomo Babini, e numerosi Sacerdoti provenienti da tutta la Diocesi. I fedeli gremiscono la chiesa all’inverosimile, e all’uscita del feretro la neve ha tracciato un tappeto bianco per l’ultimo viaggio di don Fabio Comanducci.


Dalle nostre Parrocchie da Monterchi

da S. Stefano

Candelora e San Biagio

Illuminazione e dintorni

a cura di don Quinto

di Giemme

La Candelora e la festa di San Biagio sono le prime che incontriamo nel mese di febbraio. Il 2 febbraio, come in tutte le chiese, celebriamo la Presentazione del Signore con la benedizione delle candele che viene fatta anche a Monterchi. Il 5 febbraio celebriamo la festa di San Biagio che cadrebbe il 3 ma che per motivi pastorali l’abbiamo portata alla prima domenica successiva. In questa giornata due Messe saranno celebrate nell’antica chiesa di San Biagio a Pocaia, una alle ore 11,30 e l’altra alle 16, nel pomeriggio. Dopo la Messa ci sarà la tradizionale benedizione della gola. Il 1° marzo comincia la Quaresima con il mercoledì delle Ceneri. A Monterchi la Messa rimane all’orario solito invernale che è alle 16 e alla Madonna Bella la facciamo per quel giorno alle 17. Riguardo alla catechesi per adulti e fidanzati verranno decisi di volta in volta gli orari per venire incontro alle esigenze di ognuno. Durante la Quaresima presso la Comunità francescana di Betania il venerdì alle ore 21 ci saranno le Via Crucis. Dal 20 marzo all’11 aprile, ci sono le benedizioni delle famiglie. Cominciamo con la parrocchia di Pocaia, Padonchia e Monterchi per finire il giorno prima della Domenica delle Palme nel quale saranno visitate le famiglie del centro storico di Monterchi. I due presepi realizzati hanno avuto un pieno successo. Sia quello tradizionale realizzato nella cripta di Monterchi, che quest’anno si è arricchito di nuovi paesaggi, sia il nuovo presepio vivente allestito alle Ville. Tutti e due hanno avuto molta partecipazione di popolo specialmente nei giorni in cui il tempo era più favorevole. Molte le persone che abitavano in tutta la zona e che

Le feste di Natale sono già passate e dopo la Befana ci si appresta a smontare il presepe che è stato allestito nella nostra antica chiesa. È stato definito un presepe speciale. Raffigurava la vecchia Stazione e lo scenario della Natività era attraversato dal “trenino” in miniatura che ricorda il passato e vuol essere come invito a pensare al futuro. I visitatori sono stati sicuramente tanti e tutti quanti esprimevano un giudizio più che positivo per il lavoro che era stato fatto. Il merito e l’elogio va ai volenterosi festarini che, assieme ad altri amici, si sono presi cura dell’opera con tenacia e sacrificio riuscendo anche quest’anno a esprimersi alla meglio. Così Natale vuol dire Presepe e nascita di Gesù bambino. I ringraziamenti della Comunità a questo gruppo di amici: Davide Nicchi, Marco Papini, Michele Bergamini, Massimo Foni, Michele Dini, Augusto Polcri, Alessio Polcri, Franco Albiani, Giovanni Valbonetti, Maurizio Valbonetti, Piero Giorni, Luigino Giorni, Senio Ruggeri, Maurizio Mencaroni, Dante Comanducci, Bruno Nicchi, Stefano Paoloni, Lirio Ghignoni e se ci sono altri grazie anche a loro. Questo bel gruppetto ogni anno, oltre al presepe, si prodiga anche per sistemare le luci natalizie nel viale della vecchia Stazione e nella via di San Leo. Quest’anno però le luci, per cause tecniche dovute alla pioggia che ha creato dei contatti, n o n h a n n o b r i l l a t o fino in fondo . Perciò ne siamo dispiaciuti e ci scusiamo ma ciò non toglie il merito ai volenterosi istallatori. La Comunità ringrazia ancora chi ha lavorato e chi ha partecipato con il proprio contributo, con l’augurio di continuare con queste belle tradizioni.

dal Carmine

L'accatto di Emmedipì

Mercoledì 21 dicembre due solerti festarini del Carmine stavano andando in giro per le strade di Anghiari e ai vari negozianti e commercianti chiedevano un’offerta per la realizzazione dell’impianto di riscaldamento per il Santuario del Carmine [già istallato e funzionante mentre stiamo scrivendo N.d.R.]. La somma raccolta è stata importante, 460 euro, che si sono sommati a tutte le altre offerte pervenute. È stato infatti il contributo degli amici del Santuario del Carmine che ha spronato a realizzare l'opera così come ormai da anni viene fatto per i tanti lavori eseguiti. In totale sono stati raccolti finora 1.420 Euro ma le iniziative continuano. Segnaliamo comunque questo caso perché ci ricorda le questue che volontari della Misericordia e di altre Compagnie effettuavano in particolari occasioni fino a non molti decenni fa e la generosità degli interpellati, anche allora, era tanta ed era tanto utile. 18


Il Proposto don Gaspero Badii è morto Alla veneranda età di 101 anni è tornato alla Casa del Padre il sacerdote don Gaspero Badii, che fino ad oggi aveva il primato di essere il Sacerdote più anziano della Diocesi. Nato il 18 agosto del 1904 e ordinato Sacerdote il 16 aprile 1927 il novello Sacerdote fu nominato con Bolla Pontificia del 23 luglio 1934 Proposto di Anghiari. Lui successe al proposto don Ernesto Severi, che sempre nel 1934, il 13 giugno, fu nominato Canonico della Cattedrale di Arezzo. Il giovane Proposto successe al “Propostone” ma stette nella Parrocchia di Anghiari solo un anno o poco più, e lasciò il posto a don Nilo Conti, di venerata memoria. Don Gaspero Badii fu trasferito nella sua terra natìa, il Valdarno, ed è rimasto alla guida della parrocchia di Cicogna fino alla sua morte. Un quadro nella sacrestia della Propositura di Anghiari lo raffigura con la caratteristica “mantelletta paonazza” che viene tuttora usata dai canonici delle più importanti Cattedrali. Noi di Anghiari lo ricordiamo così, giovane, e per questo ci fa piacere pubblicare il suo ritratto che conserviamo ad Anghiari. Nei registri dell’archivio si trova solo l’annotazione del suo arrivo, ma non quella della partenza. In ogni caso siamo risaliti al periodo in cui lasciò definitivamente Anghiari, vedendo la sua firma nell’ultimo battesimo da lui amministrato: il 13 ottobre 1935 a Vittorio Romani. Il proposto don Gaspero Badii è morto lo scorso 7 dicembre 2005 nella sua parrocchia di Cicogna. La domenica successiva lo abbiamo ricordato nella preghiera della S. Messa parrocchiale.

moda ed inchini al superiore ed alla persona che conta. Fracchia, tanti piccoli Fracchia. Ed hanno anche il coraggio di venircene a parlare in teleTu potresti anche avere il cervello congelato. Potresti visione! Il 1968! trovarti con le forze politiche incanalate verso il depuratore per È stato come uno di quei grandi veglioni carnevaleschi. la decantazione ed attendere le scorie, se ci sono. Potresti Festa con un po’ d’anarchia, luci, musica, cotillon, palchi pietrovarti con una situazione noiosa a tutti i livelli, scontata, ni di cibarie e... tutti invitati. ripetitiva, ed allora devi inventare... e inventi. Poi, piano piano: la stanchezza, visi pallidi, coriandoli, Non solo tu. Avete visto come tutti cercano di inventare? stelle filanti, bottiglie vuote e ormai patetiche, in un ambiente Quello che è vero oggi non è più vero domani. E la verità ormai freddo, silenzioso e semibuio. Dice: «Si però i veglioni qual’è: quella di ieri, di oggi o di domani? Difficile capirlo. di una volta!» Certo, eccezionali ma irripetibili con protagoSenza presunzione presumo di sapere perché lo fanno. Lo nisti un po’ invecchiati, con un po’ di pancetta, ossequiosi e fanno in omaggio alla nostra libertà di interpretazione. Si fidisponibili al massimo ad un breve valzer o ad un tango col dano della nostra intelligenza. Ti buttano là notizie contradcaschè. Siamo bravi ma lasciamo le cose a metà, guardate la dittorie, colorate e tu cerchi di metterle in fila. E un po’ come politica con le sue riforme: chiacchiere. Qualche piccolo tenun quiz e chi indovina è bravo. tativo ma mai fino in fondo. Guardate nella scuola. Piena di Prendi i colori, li allinei, li unisci a incastro, li cambi, li Seminari (ecco perché i Seminari, quelli veri, sono in crisi), rimetti in fila e, come per miracolo, viene fuori il bianco, il ma le cose rimangono come prima o spesso peggiorano. Barosso e il verde: la bandiera italiana. Scatta il Nazionalismo e ti organizzi. II bianco, il rosso e il verde non sono venuti fuori sta ascoltare i docenti! Ed anche le rivoluzioni. Piccoli aborti a caso. Ci debbono essere dei nemici. Non si sa chi e non si sa e ridicoli tentativi di sovvertimento. La rivoluzione fascista: una farsa, una mazurka, una scadente commedia di periferia dove, ma ci debbono essere. finita purtroppo in tragedia. Ed anche quella del ’68, trent’anEcco quindi i cortei con tanti slogan. Slogan contro tutti. Piccoli leader che escono dall’anonimato. Megafono in mano ni fa. Doveva sconfiggere la borghesia ed un conservatorismo arringano le folle e queste impazziscono. Vetrine rotte, mac- patologico con poteri consolidati nel tempo... niente: siamo chine incendiate, espropri proletari, liberazione sessuale. più borghesi di prima e forse più corrotti e, spesso, i protagoL’amore dappertutto: al parco, nei portoni, appoggiati ai mu- nisti sono proprio i rivoluzionari di quella volta. Verrebbe da ridere se in questi sei lustri non ci fossero retti ed ai lampioni. Barba e capelli alla rivoluzionaria e tastate stragi e lutti a non finire. Ed oggi, con quei leader un po’ tuaggi. invecchiati, stiamo contando le vittime e i danni: troppi per Insomma: un gran casino! una rivoluzione fallita!!! E tu ci credi e speri in qualche cosa. E invece dopo un * Tratto dal libro: Il Tevere, la Mattonata, la Città della trentennio: posto in banca, in un ufficio pubblico, giacca dopmia gioventù... e oltre, di Gian Luigi Berardi, Tipografia piopetto, cravatta intonata, signora con pelliccia, capelli alla 19 Tappini, Città di Castello, 2002.

Un trentennale*


La Banca di Anghiari e Stia festeggia cento anni a cura della Banca di Anghiari e Stia - Credito Cooperativo

“Un Paese e la sua Banca”: Presentato in Teatro il volume sulla storia l’argomento del libro della Cassa Rurale Argomento del libro, di cui è in corso la distribuzione gratuita a tutti i soci della Banca, è la storia dell’istituto di credito nel suo rapporto dinamico e solidale con la comunità anghiarese ed il territorio circostante. Il volume, corredato di un ampio apparato iconografico, di riproduzioni di significativi documenti d’archivio e di chiare appendici esplicative, espone in modo piacevole ed avvincente le vicende che hanno interessato l’istituto, mediante una suddivisione in capitoli che scandisce le varie fasi della vita della Banca. Dalla fondazione della Cassa Rurale avvenuta nel 1905, di cui si indagano le ragioni e le condizioni che la hanno resa possibile, si arriva al 1938, anno in cui avviene la trasformazione in Cassa Rurale ed Artigiana. Superando le difficoltà legate al secondo conflitto mondiale ed attraversando la fase di sviluppo e di espansione connessa al boom economico, si arriva, nel 1983, alla trasformazione da “società a responsabilità illimitata” a “società a responsabilità limitata”. Nel 1990 la Cassa cambia nome e diventa “Banca di Credito Cooperativo” assumendo sempre più una logica aziendale ed un’organizzazione solida ed efficiente. Infine è del 1999 la fusione con la Banca di Credito Cooperativo di Stia, che - come hanno sottolineato i relatori nel corso della presentazione del libro - ha consentito di espandere ulteriormente la zona di competenza territoriale e di acquisire maggiori consistenze patrimoniali e reddituali.

Sabato 19 novembre si è svolto, presso il Teatro Comunale di Anghiari, l’evento principale dell’intero programma delle celebrazioni per il centesimo anniversario della fondazione della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo. È stato infatti presentato il volume “Un paese e la sua Banca. Storia della Cassa Rurale di Anghiari”, scritto dal Prof. Daniele Finzi, che ripercorre tutte le fasi dello sviluppo dell’istituto di credito locale, dalle origini ai giorni nostri. Per l’occasione erano presenti eminenti autorità dei settori politico, bancario, economico, finanziario, culturale, tutte a vario titolo coinvolte ed interessate alle tematiche trattate nel libro e discusse nel corso della presentazione. In particolare, oltre ai relatori On. Maria Teresa Armosino, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, e all’Avv. Alessandro Azzi, Presidente della Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo, erano presenti la Senatrice Grazia Sestini, Sottosegretario al Welfare, e l’Onorevole Giuseppe Fanfani. Hanno inoltre partecipato esponenti politici regionali e provinciali, il Sindaco di Anghiari Danilo Bianchi, il Presidente della Comunità Montana Valtiberina Toscana Maddalena Senesi ed altri esponenti di enti ed associazioni locali. Per il settore bancario hanno presenziato la Direttrice della Filiale di Arezzo della Banca d’Italia Dott.ssa Antonella Del Santo e vari rappresentanti del Movimento del Credito Cooperativo tra cui, oltre all’Avv. Azzi, il Presidente ed il Direttore della Federazione regionale delle BCC e i Presidenti di alcune consorelle toscane. Per il settore produttivo hanno partecipato il Presidente della Camera di Commercio aretina Dott. Pietro Faralli e i delegati di tutte le associazioni di categoria presenti sul territorio.

In un DVD le immagini di un secolo di vita anghiarese La presentazione del volume ha rappresentato certamente l’evento di spicco che ha degnamente coronato il nutrito programma del Centenario, ma non è stato comunque l’ultimo avvenimento in senso cronologico. Una piacevole appendice, che ha segnato la chiusura delle celebrazioni, è stata la presentazione di un documentario sulla storia della Banca, presso la Sala Audiovisivi di Anghiari, lo scorso 16 dicembre. Come avremo modo di riferire più ampiamente nel prossimo numero dell’Oratorio, il documentario, realizzato da Andrea Merendelli in forma di DVD, raccoglie una divertente carrellata di personaggi, scene, interviste, aneddoti e curiosità sulla storia della Banca e, più in generale, sulla vita di Anghiari e degli anghiaresi nel corso di un secolo, il tutto intervallato dalle immagini più belle di un anno di celebrazioni. Al termine della lunga kermesse, la Banca si augura che le tante iniziative organizzate e promosse nel 2005 abbiano contributo a diffondere presso soci, clienti e cittadini la consapevolezza dei valori a cui si ispira da sempre l’istituto di credito anghiarese e, più in generale, abbiano spinto a riflettere sulla funzione insostituibile che le Banche locali hanno nella società e nell’economia attuali.

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Il libro del Centenario

Gli interventi Dopo una breve premessa musicale (brani di Brahms e Chopin eseguiti dal pianista Francesco Attesti), ha preso la parola il Presidente della Banca Giovanni Sassolini, che ha dato il benvenuto ai presenti e svolto una breve introduzione spiegando come la pubblicazione del volume sulla storia della Banca costituisce sicuramente l’iniziativa di maggior respiro intrapresa dalla Banca nell’ambito del Centenario, che ha visto una serie di manifestazioni e di eventi organizzati dall’Istituto nell’arco del 2005. Riferendosi al libro presentato, il Presidente ha affermato che si tratta di un’opera che, oltre a celebrare e mettere in risalto il contributo dato dalla Banca allo sviluppo dell’economia locale, è anche una testimonianza importante sul progresso materiale e civile raggiunto dalla comunità di Anghiari e di tutta l’Alta Valle del Tevere dal 1905 ad oggi. Ha preso quindi la parola il Presidente Onorario Pier Gerolamo Bartolomei, che è stato al vertice della Banca dal 1969 fino alle recenti elezioni del maggio 2005. Nel suo intervento ha ricordato le principali tappe dello sviluppo della Banca, fino alle recenti trasformazioni indotte dall’entrata in vigore del Testo Unico Bancario del 1993 e alla fusione del 1999. Si è soffermato sull’espansione commerciale che ha interessato la Banca negli ultimi anni e ha indicato alcune prospettive per l’avvenire. La Banca si presenta oggi moderna ed efficiente, in grado di offrire ai propri clienti prodotti e servizi nuovi e competitivi. Tuttavia la Banca di Anghiari e Stia, pur avendo assunto negli anni sempre più una “logica d’impresa”, non deve mai perdere di vista le proprie origini e i valori di riferimento, fatti di attenzione al cliente, di propensione all’ascolto, di partecipazione e di impegno per lo sviluppo locale. Il Presidente ha quindi ceduto la parola all’autore del libro, il Prof. Daniele Finzi, che ha illustrato i contenuti del volume e i criteri seguiti per la sua redazione, basata su un’indagine rigorosamente storica, condotta principalmente sui documenti conservati nell’archivio della Cassa Rurale, ma anche negli archivi pubblici locali. Ha sottolineato l’importanza delle testimonianze orali, a fianco di quelle scritte, raccolte dai principali protagonisti della storia anghiarese e della Banca nell’arco di un secolo. Dall’analisi del materiale raccolto, è emerso un quadro quanto mai vivace ed interessante, in cui la storia del paese toscano è indissolubilmente legata a quella della sua Cassa Rurale, con la quale condivide slanci di entusiasmo, momentanee difficoltà e periodi di sviluppo. È quindi intervenuto il Sottosegretario On. Maria Teresa Armosino, che ha concentrato il proprio intervento sull’attuale condizione delle Banche di Credito Cooperativo, le uniche rimaste a carattere autenticamente locale, mentre nel panorama creditizio nazionale si assiste ad un crescente fenomeno di concentrazione e fusione di istituti bancari. Ha fatto riferimento al complesso rapporto risparmiatori-banche, anche alla luce dei recenti vicende che hanno scosso il sistema finanziario nazionale, sottolineando come proprio le BCC, che per loro natura si ispirano a ideali quali localismo e mutualità, siano chiamate ad instaurare una relazione sana e trasparente con i propri clienti, fondata sulla reciproca correttezza. Il Presidente della Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo, Alessandro Azzi, ha concentrato l’attenzione sulle problematiche connesse con il “sistema a rete” della Banche della categoria. Solo con un’organizzazione ed un’articolazione efficiente di competenze e funzioni si può garantire il futuro di queste piccole Banche locali. Proprio nel giusto equilibrio tra autonomia decisionale e aggregazione di sistema sta il segreto del successo della formula imprenditoriale del Credito Cooperativo. La chiave per continuare ad essere oggi più che mai attivi e competitivi nel mercato bancario italiano, consiste nell’essere al tempo stesso – come recita lo slogan – “buona banca, buona cooperativa, buona rete”. Ha chiuso la serata una seconda “performance” del bravissimo pianista Attesti, che ha eseguito brani di Chopin, Debussy e Bach. Nell'altra pagina la copertina del Libro "Un Paese e la sua Banca". In questa pagina gli oratori al tavolo della presidenza e, qui a destra, parte del pubblico presente alla manifestazione.

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Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Il tronco dell’Avvento Quest’anno, invece della corona, il cammino delle quattro domeniche d’avvento è stato scandito da un altro simbolo: il tronco. Già alcuni anni fa il “Robba” aveva portato in chiesa per l’avvento un tronco enorme. Ma questa volta il tronco era di piccole dimensioni, con quattro rami che sorreggevano altrettante candele. L’opera, veramente elegante e bella, è stata realizzata dall’Anna Camaiti di Tavernelle con molta pazienza e abilità. La prima domenica di avvento è stata posta ai piedi dell’Altare e di domenica in domenica ogni candela veniva accesa. Il giorno di Natale le quattro candele accese hanno invece incorniciato la culla di Gesù bambino. Grazie Anna!

Presepio a Tavernelle La luce accesa fino a tardi nelle sale della parrocchia nel mese di dicembre ci ricordava che alcuni volenterosi amici stavano lavorando per la costruzione del presepio. Capitanati dall’insostituibile Massimo Fragai del Bagnolo, Marco Fragai, Luca Bartolomei, Alfredo Giovagnini e Nicola Natalini hanno realizzato il Presepio che poi è stato sistemato in chiesa per tutto il periodo di Natale. Dobbiamo dire che l’idea originale era quella di costruire un enorme mappamondo, e il Gesù bambino che lo sovrastava (Gesù che nasce per tutti gli uomini della terra) ma poi i tempi ristretti non hanno consentito di elaborarlo, e quindi un grosso planisfero ha fatto da sfondo alla consueta natività.

Un bel presepio, come sempre. Complimenti ragazzi!

Auguri! Martedì 27 dicembre Alfredo Giovagnini non si aspettava minimamente che amici e parenti l’avrebbero aspettato al Centro Parrocchiale per festeggiare i suoi 50 anni. E invece, complici moglie e figli, una bella festa a sorpresa ha celebrato il mezzo secolo di vita di un amico e valente collaboratore della Parrocchia, nonché del centro Parrocchiale di cui è Presidente. A quelli degli amici e dei parenti, si uniscono auguri e rallegramenti da parte della redazione dell’Oratorio.

Il maiale e le castagnole Che cosa c’entrano il suino con i dolci tipici del carnevale? C’entrano, perché la Carla Franchini, quando spezza il maiale, per tradizione fa le castagnole… così ci ha detto!

Recital della Befana Giovedì 5 gennaio, la sera prima della befana, si è svolta, dopo 2 anni di silenzio, la tradizionale recita dei bambini del catechismo di Tavernelle, dal titolo “Sono in vena di farti gli auguri”. Quest’anno è stato realizzato qualcosa di diverso, infatti non abbiamo messo in scena la classica recita natalizia con pastori e re magi ma abbiamo riprodotto un cuore che poi alla fine si è rivelato proprio quello di Gesù e la grande attesa che c’era tra i globuli rossi, globuli bianchi e piastrine per questa nascita. Quanta agitazione tra i piccoli attori e non solo, perché oltre all’emozione per lo spettacolo c’era grande attesa per l’arrivo della befana che avrebbe dovuto premiare i bambini per il loro impegno. Lo spettacolo si è rivelato piacevole e i bambini sono stati BRAVISSIMI, infatti alla fine sono arrivate 2 befane che hanno portato calze piene di dolci a tutti. Un grazie particolare va a tutti coloro che ci hanno aiutato per la realizzazione dello spettacolo, ai genitori dei bambini, ai bambini che anche se un po’ indisciplinati alle prove hanno fatto una bellissima figura e in fine a noi, Laura, Silvia e Chiara che siamo riuscite in pochissimo tempo a realizzare il tutto. L’appuntamento è per il prossimo anno. Ciao e grazie di cuore a tutti!!!

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Chiara & Silvia & Laura


Notizie dalla Compagnia di Galbino Grande soddisfazione per la festa di S. Andrea Apostolo, lo scorso 30 novembre. La chiesa di Galbino era gremita di grandi e di bambini, per ricordare il santo Patrono, ma erano presenti anche i Confratelli della Compagnia di Galbino con la cappa e i rappresentanti delle Compagnie di Casenovole, di Micciano e il Governatore della Misericordia di Anghiari. Nell’occasione sono state predisposte delle nuove panche donate dal Cenacolo di Montauto con relativi inginocchiatoi già appartenenti alla chiesa di Galbino, come sedi per i Confratelli della Compagnia. Durante la Celebrazione della S. Messa il nostro correttore e Parroco don Marco ha ammesso due nuovi Confratelli della Compagnia nel gruppo dei “Confratelli con la cappa”. Andrea Piomboni e Claudio Bartolomei si aggiungono quindi ai già sette che vestono la Cappa della Compagnia. Inoltre, e non poteva essere diversamente, è stato omaggiato di un piccolo presente Ivo Senesi, che dagli anni ’50 ha collaborato come cassiere e come Camerlengo nella Compagnia. Assieme a lui è stato ricordato anche Ernesto Piomboni, che adesso ci guarda dal cielo. La serata si è conclusa al centro Parrocchiale per la consueta “Cena dei Capofamiglia”, dove le cuoche di Tavernelle hanno preparato una buonissima cena.

LO STENDARDO Prosegue l’intenzione di fabbricare uno stendardo processionale per la Compagnia. Il costo non è ancora definito ma si dovrebbe aggirare sugli 800 euro. A questo riguardi si comunica a tutti gli iscritti che domenica 12 febbraio faremo un pranzo al Centro Parrocchiale, il cui ricavato andrà a favore dello stendardo. Questa iniziativa la facciamo per non gravare troppo sulla cassa della Compagnia. Il Camerlengo

La vignetta di Scacciapensieri:

Lettera a Cesarina Scusa Cesarina se ti scrivo e ti do del tu, certo tu non lo sapevi che io sono una tua “fan”. Sì, proprio come certi che ammirano qualche cantante o attrice e vorrebbero imitarli in qualche modo, così anch’io vorrei diventare almeno un po’ come te, se il Signore mi concederà il tempo che a te è stato dato. Io vorrei essere come tu sei stata nell’immagine impressa in ognuno di noi: anziana per l’anagrafe forse, e neppure come si dice “giovanile” ma giovane veramente perché come i giovani protesa verso il futuro. Anche osservandoti a distanza e conoscendoti solo superficialmente, davi l’impressione che la tua vita attraversasse veramente quell’età evolutiva che si dice per gli adolescenti, in cui si è curiosi, appassionati, in continua ricerca, aperti alle novità e al cambiamento. Io invecchiando vorrei diventare come te, che malgrado le membra sempre più fiacche e malferme, non ti sei fatta abbattere dalla debolezza fisica, ma hai fatto crescere la tua forza interiore. Io vorrei diventare come te, che alla tua dipartita da questa terra hai conservato una fede ardente e dato una testimonianza così viva e stupita come di un Incontro appena avvenuto. Io vorrei diventare come te, non solo per l’immagine di arzilla vecchietta che ci tiene a rimanere attiva, ma per quella voglia mai sopita, quella sete mai appagata, quel bisogno di comunicare e di essere partecipe della vita della comunità, seppur con umiltà e discrezione. Il tuo modo così attento agli altri ha fatto sì che le tue parole abbiano potuto raggiungerci da queste pagine, anche dopo che non eri già più fra noi: seduta su quella valigia, con lo sguardo già proteso verso il cielo, ti donavi ancora per i tuoi fratelli sulla terra. Lo so, è chiedere molto di assomigliarti, ma è proprio Lui, il nostro Creatore e Signore che ti ha donato a noi quale esempio e modello, pur con gli immancabili limiti di ogni umana natura. Lo ringraziamo per la tua breve ma intensa presenza nella vita della nostra comunità. Siamo certi che nel disfare la tua valigia scoprirai di aver portato anche un po’ di tutti noi e dalla tua dimora eterna continuerai a sostenerci e aiutarci più di prima. Grazie e arrivederci. La tua “fan” Laura.

La lapide del Nomi

Troppi cavalli?

Morì a Monterchi dove nell’arcipretura si trova l’epigrafe per la propria tomba composta da lui stesso: HIC SITVS EST NOMI CECINIT QUI / CÆSARIS ARMA / PANNONIAM SCYTICO DVM RAPVERE / IVGO. / VIRTVS DAT MERITVM TITVLOS / FORTVNA QVIETEM / MORS ANIMA ÆTERNA EST CAETERA / TEMPVS EDIT . (Qui è sepolto il Nomi che cantò le armi di Cesare quando liberarono la Pannonia dai Turchi. Il valore dà il merito, la fortuna il successo, la morte il riposo. L’anima è eterna, tutte le altre cose sono consumate dal tempo) L’epigrafe poi continua: DEVIXIT DIE XXX NOV: AN:MDCCV / AETATIS SVE LXXIII / ET IN OBSERVANTIE PIGNVS / HOC MONVM: / ALEXANDER ET JOSEPH / NOMI EIVS NEP: / POSVERE (Morì il 30 novembre 1705 a 73 anni. I suoi nipoti Alessandro e Giuseppe, in segno di doveroso ricordo, eressero questo monumento)

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Natale ad Anghiari

C o m m e m o r a t o i l N o m i a Monterchi Riguardo alla commemorazione del terzo Centenario della morte del pievano Federigo Nomi si sono tenute due manifestazioni. Una era promossa dal Comune da parte dell’assessore alla Cultura, con un incontro sabato 12 novembre 2005. L’incontro ha riguardato soprattutto l’ambiente e il tempo in cui visse Federigo Nomi. I relatori sono stati i professori Vittorio Dini e Piero Ricci dell’Università di Siena, Daniele Piccini critico letterario, e il prof. Franco Polcri archivista della Curia vescovile di Sansepolcro. Per varie cause la presenza di pubblico è stata scarsa. La Compagnia d’Ercole ha letto alcuni brani dal Catorcio di Anghiari. Il chitarrista Fabio Fruscini, allievo del maestro Gonzalo Solari, ha eseguito alcuni brani con la chitarra. Il 4 dicembre 2005, nell’arcipretura di Monterchi si è tenuta la solenne celebrazione nel terzo centenario della morte. All’omelia è stata illustrata la vita di Federigo Nomi soprattutto da un punto di vista religioso e della sua attività sacerdotale a Monterchi. Riportiamo alcuni passi. Sappiamo che Federigo Nomi fu battezzato ad Anghiari, dov’è nato, il 31 gennaio 1633 da Giovan Battista e Ottavia Canicchi antica e illustre famiglia proveniente da Sansepolcro. Egli stesso ci fa sapere che: a causa dell’abbondante neve non ebbi il passo al Sacro Fonte nel giorno stesso della nascita ma il giorno dopo cioè il primo febbraio. Gli fu posto il nome di Federigo, nome del suo fratellino morto di peste l’anno precedente. Prematuramente gli morì il padre che lasciò la madre vedova con quattro figli. Fin da piccolo si rivelò ricco di precoce ingegno, di talenti e di buona volontà per cui fu affidato al maestro Benedetto Mariotti di Citerna per gli studi Umanistici, Filosofici e Teologici che probabilmente completò o presso il vescovado di Arezzo o di Sansepolcro. A 22 anni era maestro di grammatica ad Anghiari e a soli 23 anni poté coronare la sua vocazione alla vita ecclesiastica ricevendo l’ordinazione sacerdotale dal vescovo di Sansepolcro Monsignor Cherubino Malaspina il 24 febbraio 1656 su lettere dimissorie del vescovo di Arezzo Monsignor Salviati. Don Federigo fu un sacerdote molto colto, anzi dottissimo, dottore in sacra Teologia ed in utroque iure. Conoscitore delle Sacre Scritture, dei Padri della Chiesa fra cui Sant’Agostino e San Tommaso e naturalmente fu un grande studioso di materie e lingue classiche. Traduttore di Orazio, Virgilio, Ovidio, Lucrezio, Giovenale, studioso di Dante, Petrarca, Tasso e di tutti i principali scrittori suoi contemporanei come il Redi, Chiabrera, Dottori, Leibniz, Magliabechi (bibliotecario della corte medicea). 24


No, non sono più moglie dipendente. Ora a casa mia non comando più niente. Clara sale su sedie e scanni ed ha, solo 2 anni. Cosa succederà più in là? Dio solo lo sa. Marina di Ronchi, 28 Luglio 2004

L’altruismo di Franca Ciucoli

Il Castello di sabbia di Piero Lega

Son passati tanti lustri da quando trascorrevo intere giornate a fare castelli di sabbia sulla spiaggia grande di Santa Maria. Non potevo mai immaginare che a questa veneranda età mi sarei divertito tanto a fare castelli di sabbia sulla spiaggia di Marina di Ronchi al Bagno Carol di Ponente con Clara. Con un secchiello rosso ed una paletta verde sono ritornato indietro nel tempo, alacremente scavando nella sabbia sulla spiaggia pur sapendo che la marea avrebbe cancellato nell’oblio il castello di sabbia così pazientemente modellato con la mia nipotina Clara, di due anni e due mesi. Un altro pomeriggio al sole sta scivolando via mentre il castello prende forma. Le torri imponenti si ergono ai quattro angoli ed ai lati del portone ed intorno alle mura un profondo fossato, scavato da Clara, dal babbo e nonna Lela, fino a raggiungere l’acqua che filtra tra i granelli di sabbia, per rendere il castello inespugnabile. Mamma Caterina fissò all’ingresso del castello un ponte levatoio ricavato dal fondo di una cassettina di cartone con due fili di spago collegati dalle torri fiancheggianti il portone d’ingresso fino ai lati del ponte levatoio. Completano il castello il campanile e, tutt’intorno, le mura merlate. Tanti altri bambini si sono avvicinati a dare una mano e tutti ammirano estatici il castello mentre Clara ed io ci guardiamo compiacenti. Le onde con il loro gentile fruscio s’avvicinano minacciose sempre di più e tutti i bambini si prodigano a costruire una muraglia di protezione tra il castello ed il mare. Le onde inesorabili dopo aver disciolto la muraglia cominciano a lambire il castello. Clara fissando con occhi truci il mare e puntando il ditino a mo di sfida gli grida: «Bad sea, you are cattivo». Mentre il castello comincia a franare. Il sole brilla alto ed ancora persistente all’orizzonte in attesa di tuffarsi tra le onde. Il mare è ancora caldo ed invitante. Torniamo in albergo; è l’ora di cena. Clara con il suo secchiello e la paletta, mi viene in braccio, si stringe al collo e mentre ci allontaniamo guarda indietro, triste, là dove il castello non c’e più. Una lacrimuccia solca il suo visino e quando le dico che domani ne faremo un altro ancor più bello, si rasserena, e ripete “un atro belo, molto belo” poi si stringe ancora più forte a me, gli occhi si arricciano di felicità e sul suo viso torna il sorriso.

A mio padre e a mia madre giunti ormai alla vecchiaia per anni mi sono dedicata cercando di alleviare la sofferenza con amorevole assistenza. Ho trascorso senza rimpianti notti insonni per vegliarli. Avrei voluto prolungare la loro esistenza per godermi le voci della loro presenza. Per paura di sentirmi persa non mi rassegnavo a viver senza. La morte mi spaventava. Non ero preparata. La mia dedizione era totale per lottare contro il male ma il mio operare con tanto amore che dettato sembra dall’altruismo altro non era che egoismo.

Un altro!

Doveva succedere ed è successo. Un altro vaso del Borgo della Croce è stato fatto fuori. Questa volta però solerti anghiaresi stanno prendendo appunti sull’accaduto con un foglio speciale. Il colpevole avrà vita dura! Le facce degli astanti parlano chiaro. (Clèto)

I nostri cimiteri Fra le cose che guardo, quando sono in giro in altri paesi, sono i cimiteri. Vi trovo interessanti indicazioni e modi di fare diversi. Apprezzo le amministrazioni che hanno salvaguardato le tombe più antiche e che nei rifacimenti non sconvolgono le strutture ma le adeguano alle necessità contingenti. Anghiari ha un ricco patrimonio di cimiteri rurali che andrebbero salvaguardati ancora meglio di quello che si sta facendo. A volte le richieste dei cittadini e le loro insistenze presso l’amministrazione comunale, possono essere di stimolo per lavorare al meglio. Quindi, cari cittadini anghiaresi, chiedete e se le vostre indicazioni saranno corrette ritengo che sarete senz’altro ascoltati.

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Ricominciamo dal 6 Iniziamo la pubblicazione degli amici che ci stanno facendo pervenire le loro offerte con quelli che avremmo dovuto pubblicare nel numero sei. E quindi un ringraziamento al Professor Orlando Gurrieri che da Firenze segue la vita di Anghiari e che non fa mancare le sue offerte. Nel numero 3 dell’anno passato abbiamo riportato il suo nome in modo non corretto. Bassani Adelmo, Campo fiera Bianchini Vittorio, Stazione Carboni Luigi, Tavernelle Casi Matusali Letizia, Il Fosso Cerboni Ricci Lucia, Viale Stazione

Del Pia Annunziata, Sansepolcro Del Pia Assunta, Sansepolcro Del Pia Natalino, Terracina Del Pia Nevia, Sansepolcro Foni Nada, Deposito

Leonardi Carla, Torre Pedrera Mealli Cristina, Scandicci Neuman Andrea, Sasseto Pacini Alessia, Vicenza Santi Nelly, Piazzola

Stanghellini Marco, Bologna Tanfi Silvano, Le Raincy Tanzi Lucio, Sansepolcro Vellati Vesta, Il Fosso Vichi Alessandro, Maryland

E veniamo alle offerte di questo numero ricordandovi che segnalazioni su errori & omissioni sono gradite perché ci permettono di effettuare ulteriori controlli. Di nuovo grazie. Achilli Carla, Le Bucacce Alfonsi Angelo, Campo Fiera Antoniucci Bruni Paola, Via Fossa Baglioni Enrico, Infrantoio Baldi Donatino, Casolare Baldini Sergio, Selvadonica Barberia Ottavio, Piazzetta legne Bartolini Domenico, Giardinella Bartolomei Francesco, Campalla Bartolomei Secondo, Campo Fiera Bartolomei Vasconcello Teresa, Portogallo Bergamaschi Pietro, Libbiano Bernardini Fosco, San Simone Bianchi Alfiero, Il Fosso Bianchi Cristina, Stazione Bianchi Speranza, Ponte alla Piera Bianchini Brunella, Ghetto Bianchini Bruno, Viamaggio BianchiniGiovanni,Palazzod.Pero Bigioli Umberto, Polveriera Boncompagni Oriana, Campo Fiera Una persona Boriosi Aurelio, Crocifissino Bozzi Maria, Polveriera Bruni Michele, S. Stefano Buscosi Leoniero, Via Carmine Camaiti Athos, I fabbri Camaiti Derna, Poggio del Sole Camaiti Maria, Motina Cambi Ruggero, Mura di sopra Camerelli Giovanni, Montebello Cangi Ottavio, Badia Cangi Sergio, S. Stefano Canicchi Maria, Mura di sopra Capucci Giuseppina, Bozia Carboni Luigi, Tavernelle Casi Giancarlo, Santafiora Catacchini Alberta, Fosso CeppodomoFrancesco,BorgoCroce Checcaglini Enzo, Piazzola Cheli Verena, Giardinetto Cherici Silvana, Campo Fiera Chiasserini Vera, Borgo Croce Chiasserini Wilmo, Bagno a Ripoli Cirri Beatrice, Catigliano Citernesi Claudio, Carboncione Citernesi Gianfranco, Via Carmine ComanducciDomenico,Campofiera Comanducci Nevio, Via Carmine Comanducci Santi, Intoppo

Comanducci Otello, Firenze Conti Adriana, Borghetto di sopra Conti Quieti A.Maria, Monterchi Cristini Francesco, Arezzo Cuccini Fabio, Borgo Croce Del Gaia Milton, Roncione Del Pia Alessandro, Molinello Del Pia Natalino, Poggio del sole Del Sere Assuntina, Mura di sopra Del Sere Santino, Casanova Una persona Dini Giuseppe, Via del Carmine Donati Sarti Carla, La Croce Donati Sarti Giuseppina, Serafino Draghi Assuero, Guardabasso Draghi Danilo, I Mori Dragonetti Vladimiro, San Remo Dragoni Ernesto, Borgo Croce Ducci Mariella, Tavernelle Elisei Domenico, San Leo Fabiani Maria Pia, Via teatro Fastacchini Giuseppe, Roma Fedi Alvaro, Carmine Foni Duilio, Cerbaia Foni Federico, Siena Foni Massimo, Ca’ de’ frati Fontana Giuseppe, Stazione Fornacini Raul, Campo Fiera Fragai Massimo, Bagnolo Franchini G:Battista, Tavernelle Franchini Giorgio, La Banca Gallai Pierluigi, Città di Castello Gamberonci Mario, B. Arsizio Gattari Gianpaolo, Via Fossa Gattari Giuliana, Borgo Croce Gelsumini Marcello, Campo fiera Ghignoni Fernando, Cascine Ghignoni Pasquale, Le Cascine Giabbanelli Grazia, Campo fiera Giabbanelli Igino, Terrato Giorni Franco, Scarpaia Giovagnini Gino, Tavernelle Giovagnini Marisa, La Plata Giuliani Pierina, Via Carmine Goretti Alma, Carmine Gorizi Giovanni, Sansepolcro Guadagni Claudio, Borgo Croce Guadagni Eugenio, Tavernelle Guadagni Maria Vittoria, Portaccia Guadagni Rosella, Via Carmine Guelfi Paolino, Montebello

Guiducci Anna Maria, Arezzo Guiducci Giancarlo, Tavarnuzze Guiducci Gilberto, Arezzo Lanzi Giuseppina, Borghetto Leonardi Orazio, Sansepoolcro Locci Gesuina, Sansepolcro Lodovici Gastone, Bozia Madiai Angiolo, Polveriera Madiai G:Battista, San Leo Mafucci Gastone, Borgo della Croce Maggini Francesco, Oratorio Mammoli Alfredo, Bagnolo Marconi Giampiero, Campo Fiera Marconi Icaro, Bagnolo Mari Elena Caronno P.lla Mariani Rinaldo, Bagnolino Marinari Raffaelli, Viale stazione Marsupini Mariano, S. Giuliano Martini Claudio, Via Carmine Marzi Valeria, Valentini A.Maria, Via Libbia Matteucci Enzo, Motina Meazzini Vanna, Tavernelle Medici Giorgio, Monterchi Merendelli Rosanna, Vergone Mondanelli Ovidio, Giardinella Mondani Pietro, Carmine Mondani Pietro, La Calla Montagnoli Sergio, Via Nova Montini Alberto, Monterchi Morvidoni Angelo, Campo fiera MoscettiPanichiRosella,Borghetto Nevistrelli Angiolo, Tavernelle Nocentini Donella, Deposito Una persona Omarini Rossano, Tavernelle Ottobri Giovanna, Calenzano Pacini Ivana, Giardinella Pallini Ezio, Tavernelle Pancioni Maria Rosa, Via San Leo Papi Caterina, Roma Papi M. Cristina, Strasburgo Parati Domenico, Mura di sopra Pasqui Pietro e Luisa, via Libbia Pennacchini Vito, Arezzo Pericchi Dina, Morella Pernici Ermindio, Ponte Carletto Pernici Francesca,via Carmine Pernici Marcella, S. Giovanni V.no Petruccioli Valentino, Pietto Pettinari Giuliana, Barliano

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Pettinari Vittoria, Via Carmine Piconi Annamaria, Roma Poderini Guerrino, S. Stefano Poggini Giovanni, Casalanda Poggini Mario, San Leo Polendoni Giuliano, Deposito Polendoni Secondo, P.ta Croce Polverini Anna, Borgo Croce Polverini Bruno, Pocaia Polverini Elda, Sansepolcro Polverini Liana, Via Carmine Pulcinelli Giovanbattista, San Leo Raffaelli Benito, Viale Stazione Romani Romano, Svizzera Rosadi Loriano, Ponte alla Piera Roselli Angiolino, Cordoni Ruggeri Agostino, Polveriera Ruggeri Alfideo, Motina Ruggeri Igildo, Via del Comune Ruggeri M. Catalina, La Plata Ruggeri Senio, Via del Comune Santi Amerigo, Tavernelle Sassolini Alfonso, Casa Spicchi Sassolini Elena, Terrato Sassolini Francesco, Valdimonte Sassolini Giovanni, Terrato Sassolini Giuseppe, Sansepolcro Scartoni Zanetta, Piazzola Secco Paolo, Borgo della Croce Serafini Alvara, Tavernelle Smacchia Vittorio, Pocaia Spigoli Santi, Palazze, Viaio Tanfi Faliera, Mura di sopra Tanzi Mario, Poggiolino di sopra Tasso Luciana, Monterchi Testa Milena, Roncadello TesteriniFrancoeIride,ViaM.Libbia Tizzi Nello, Tavernelle Tramontani Manola, Bozia Ulivi Lamberto, Tavarnuzze Venturi Delfo, Casaccia Venturini Fernando, Campo fiera Venturini Ivan, La Corte Verdinelli Osvaldo, Monterchi Vichi Gaspero, Carmine Zanchi Bruno, Sant’Agostino Zanchi Lotta, Via nova Zanchi Mario, San Giuliano Zanelli Pamela, Ghetto


Il birbaccione

IL GATTO, LA VOLPE E…. NOI

di Maria Pia Fabiani

di Alfonso Sassolini

Il mio computer mi s’è impermalito: io, purtroppo, non ho più memoria, ma lui non mi capisce, non mi crede quando gli chiedo scusa per l’errore; e così tutti i giorni questa storia. Quando gli chiedo: “Stampa” lui ci pensa e poi decide, certo a malincuore: per un attimo vedo quel che voglio ma subito svanisce. Il traditore! Chiamo di nuovo: appare la finestra ma subito si squaglia per magia! Mi tocca richiamare, richiamare, sei, sette volte; e poi la Maria Pia sta per gettar la spugna, disperata, quando il birbante alfine l’accontenta! Ma dite un po’: non è una vigliaccata? Sembra proprio un bambino dispettoso che non dà retta, fa dannar la mamma togliendole la pace ed il riposo come se recitasse un melodramma; ma se lei giunge alla disperazione smette di tormentarla, il birbaccione! 22.11.05

La campana di Valealle di Emmedipì

La festa di San Biagio si avvicinava a grandi passi e i festarini di Valealle fremevano perché la campana, tolta per metterla in sicurezza, doveva essere al suo posto per quella ricorrenza. Dopo una attenta analisi dei lavori da fare furono ingaggiati il Pennacchini Piero, valente fabbro che dall’alto di Pino domina la valle del Sovara e Mario Baggi, artigiano custode del castello di Valealle. In pratica i lavori sono consistiti nella sostituzione del castello in legno (è stato utilizzato un legno di quercia mentre il bastone a cui attaccare la corda è di legno di pino) con il rifacimento delle ferrature secondo un antico disegno. Si è resa necessaria la nuova legatura del “batocchio” della campana con l’inserimento di un cavetto di sicurezza. Ora la campana dovrà essere ricollocata al suo posto dopo il necessario controllo degli appoggi in legno. Se tutto va come previsto per il 3 febbraio la campana farà di nuovo sentire i suoi rintocchi nelle pendici di Valealle. Nella foto Piero Pennacchini e Gian domenico Baggi (che sostituisce il fratello Mario impegnato altrove) mentre provano il suono della campana.

Ero un ragazzo quando Bartolino portava i suoi cavalli a brucar l’erba sui greppi della Via Nova: sessant’anni fa ci passavano forse 10 auto al giorno! Per telefonare, si girava la manovella a lato di un carcassone di legno e l’Andreina, un po’ arcigna, ci rispondeva dalla Posta che, almeno quella, è sempre lì dov’era anche ai miei tempi. E, mentre si parlava, se qualcosa non s’era capito, lei, buonanima, si intrometteva servizievole a ripeterci le parole che ci erano sfuggite. Il mondo è cambiato parecchio. Io non sono un “laudator temporis acti” di quei nostalgici che dicono che è tutto sbagliato e tutto da rifare. Però, però, non ho capito bene se si stia andando nella direzione giusta. Per esempio: ho avuto il telefono guasto per un mese e ci son voluti digiuni, novene e preghiere al “187” perché si decidessero a riattivarmelo. Quando poi il consueto conto bimestrale è arrivato, manca poco che mi arriva un infarto: ora io lo so che le mie donne son chiacchierone ma uno tsunami così non me lo aspetto nemmeno se telefonano anche sotto la doccia (270 euro). Perciò mi infurio, minaccio separazione, divorzio, interdizione e lapidazione e poi, ispezionando ben bene il dettaglio degli addebiti scopro che ci sono elencati dei numeretti traditori (899, 892 ecc.) che nessuno ha chiamato. Da un concistoro drammatico in famiglia, con la consulenza di mio genero perito elettronico che con il computer ci va anche a letto, viene fuori che “navigando” in Internet, se non sei adeguatamente protetto, puoi cascare senza saperlo in questi accidenti di numeri: per 1 secondo (uno) di collegamento, 12 euro; e di questi collegamenti ce n’erano parecchi. Chiamo il 187: attese da farci la barba bianca e poi, “digiti uno, digiti due ecc”: Cantatine di Frank Sinatra e, finalmente risponde da chissà dove una povera "CO.CO.CO" che si prostituirebbe anche pur di appiccicarmi “Alice” che un giorno sì e l’altro pure mi vogliono appioppare chiamandomi a tutte le ore ma specialmente durante il pranzo e la pennichella: NON LA VOGLIOOOO! Mi nasce un sospetto: non sarà che la trappola dei 12 euro è fatta apposta per costringermi ad aderire ad ALICE (accidenti a tutte le alici comprese quelle sott’olio!). Poi, approfondite le indagini, scopro anche che, dal 1° Ottobre scorso il vecchio (e caro) “12” servizio ricerca numeri, ha cessato di essere un servizio universale e, se vuoi un numero, devi ora rivolgerti all’892-892 o al 1288 (un’azienda spagnola) o al 1250 (un’azienda irlandese); avete presente la pubblicità con le scimmiotte rosse o dei due cretini giallastri che ballano? Proprio loro! Solo che per avere un numero d’abbonato che non risulta in elenco (e pare che ne abbiano cassati parecchi con la scusa della salvaguardia della privacy) ora ci vogliono 4 euro: alla faccia del servizio! Questo perché la Telecom ha venduto il servizio ad aziende private. Hanno voluto le privatizzazioni facendoci credere che, con la concorrenza avremmo avuto un migliore servizio e tariffe più contenute: E guardate come si sta! Tutti ti vogliono vendere qualcosa e poi manca l’assistenza perché vogliono risparmiare sul personale. Nessuno fa più il suo mestiere: una volta Buitoni faceva la pasta e Nardi gli aratri e lavoravano come si deve, fieri di servirti bene. Ora, Benetton oltre che delle maglie si occupa di autostrade, l’Enel vende anche il gas, Tronchetti Provera faceva le gomme e ora mi pare si occupi anche di telefonia. Ci guardano tronfi e sorridenti dalle pagine dei giornali e sospetto che ci stiano dicendo: poveri bischeri! E a qualcuno hanno anche dato la laurea honoris causa per quanto è vispo! “E io pago!” Come diceva Totò. “Prima di tutto l’uomo!” gridava accorato l’anima santa di Karol Woitila. Ma questi ci sogghignano: Prima di tutto l’azienda, la villa, la barca, il Jet e il conto estero e se ne fregano del servizio che sono stati chiamati a svolgere in nome e per conto della collettività, se ne fregano dell’etica, della loro stessa dignità e di noi , pecorelle da tosare. I politici? Incassano (non tutti, si spera), li favoriscono con adeguati provvedimenti legislativi (non tutti e non sempre) e, invece di proteggerci stanno a discutere per scoprire se sia più buono e più bello Berlusconi o Prodi. Una volta si diceva: “Il pane, l’acqua e il fuoco non si negano a nessuno!” Questi mi sembra che si siano presi il forno, il pozzo, la legna e anche il focolare. Può darsi che io sia un miope qualunquista disfattista ma, non ci capisco più niente e, tutto sommato, rimpiango il tempo antico quando alla Selt Valdarno o alla TETI (poi 27SIP) trovavo, dietro allo sportello, qualcuno con cui prendermela: E voi?


Anghiari mio paese nativo ovvero i drammi, i sogni, il lavoro e le tante fatiche dei vecchi anghiaresi dal '900 in poi - di Armando Zanchi

Per il rifornimento di legna, per il periodo invernale, ma anche per l’estate perché le stufe per cucinare erano sempre accese, e per questo rifornimento vi era Celeste, ed il figlio Beppino. Quanta e quanta legna, consumata nell’annata, ma vi era anche Santino Ruggeri, che aveva un fondo un po' più in alto di S. Agostino, ed anche lui fedele servitore di legna al popolo Anghiarese. Ora tra i tanti vi è anche il Diavolino (Dino) fratello di Ugo del Mulin del caccia. Unici rifornimenti di benzina: da Dante Alberti, dove adesso lo gestisce il nipote, e da Santin di Berto poi l’Alba di Aldo dei Spazzini e adesso nelle mani del nostro Benvenuti figlio [chiuso nel 2004 N.d.R]. Credo di essere arrivato alla fine della mia esposizione, di questo mio racconto, della vita di tanti miei compaesani, citati in questo racconto, per ricordarli, per quanto furono utili al nostro caro paese, a quei momenti dove la tecnica non aveva fatto grandi progressi ed i suoi passi per il benessere. Dunque penso di chiudere con la lista dei grandi cacciatori sfegatati di quei tempi lontani. Chieli Alfredo detto Chiodo, Bruciamacchie detto Nèso, Leonardi Fabio, Leonardi Ugo, Marinari dell’Appennino padre ed il figlio il Dodi, Gabellini Giuseppe e Rolando, Angioloni (Ditarone), Gaggiottini Renato e figlio, Wilmo Catacchini, Nardo della Fiammetta che ad ogni apertura ritornava dalla Svizze-

ra, Cherici padre e figlio (il maestro Vasco), Brogialdi Dino e Checcaglini Enzo. Mi dovrete scusare se qualcuno o più di uno è rimasto di fuori ma la mia memoria è stanca, ma nel ricordo di qualche altra cosa potrò riattivare la mia penna come ò fatto finora e ricominciare a scrivere per il ricordo di noi Anghiaresi. E come tutti i paesi hanno avuto le loro macchiette femminili o maschie, noi come ad Arezzo hanno avuto l’Angiolina, la cosidetta (Sputeci), noi ad Anghiari abbiamo avuto l’Anghiarina e la cara Sora Annita che veniva sempre per il paese con il suo cappellino sempre infiocchettato scendendo dalla strada della Bozia dove abitava per dirigersi al centro a fare le sue spese. Poi un altro personaggio popolare, il nostro caro Maranna che al tempo dei Cocomeri, arringava la gente a comprare, come quando vi era qualche bestia a basso prezzo, urlava così forte da sentirlo da Kilometri di distanza. I nostri cari divertimenti di allora, come ricorrono ancora oggi, ma qualcuno forse assente, la Festa del SS. Crocifisso, festa sentita da tutti gli Anghiaresi per la processione e la Tombola e fuochi d’artificio, poi la festa al Carmine, altro luogo che attira molto. Poi la festa del Bringolo per S. Martino, che è pure la festa del vino, per la felicità dei nostri bevitori locali e di altri posti che vengono a questa grande festa. Poi adesso sviluppatesi in questi anni moderni, la festa

Alla cara Beppa di Bielle di Armando Zanchi

dell’Artigianato, ma ai nostri giorni il paese era già pieno, con tutti i nostri mestieri tradizionali, riportati da me in questo mio racconto dei tanti e tanti artisti nostrani. Poi ogni cinque anni, ricorre la nostra tradizionale Scampanata che ancora oggi richiama folle di giovani e di anziani, con la speranza che riprenda sempre più calore e che siano i giovani a tenere in alto questa bella tradizione nel ricordo dei tanti vecchi ed antenati che con orgoglio ci tenevano a tenerla in alto. Tanti erano per noi i divertimenti, a quei tempi divertimenti miseri, come la piccola giostra trainata da un somarello, la corsa dei sacchi, il palo della cuccagna o il gioco dell’anatra, la rulla poi era il pernio del divertimento di questo paese. Il cinema ci dava una mano a passare il tempo, ma anche quello non era alla portata di tutti, non tutti avevano quei quatto o cinque soldi, per fare il biglietto d’ingresso, e quindi si ruotava intorno al Teatro, perché quando era quasi alla fine, ci facevano passare gratis, per godersi qualcosa che per noi, in quei momenti, era molto difficile da avere e da vedere. Io concludo questo mio lavoro, scusandomi per gli errori ma gli anni si fanno sentire e lascio a voi giudicarmi da Anghiarese. Termina con questo numero il racconto di Armando sui vecchi Anghiaresi. Come supplemento ai ricordi pubblichiamo qui sotto la poesia dedicata alla Beppa di Bielle.

Solite strade sassose e polverose per la loro vita tutte premurose

Ed al ritorno con il sole al declino ci fu un incontro con un amico vicino

Nella ricerca dei vecchi Anghiaresi di nobili donne dimenticanza feci

Banchino completo di dolcetti originali lì confezionati con le proprie mani

Sempre presenti alle feste di quartiere per dare sfogo al loro piccolo mestiere

Chiese alla Beppa se avesse tutto venduto e le rispose io non ò potuto

Parlo di donne che campo di battaglia con feste campagnole la dura vita scaglia

La Beppa di Bielle Madre dell’Anna Maria che con la madre percorrevano questa via

Pochi gli incassi se il tempo è permaloso ma se c’è il sole nel banco si fa il vuoto

Senti che peso dentro a questa borsa che a portarla sempre più mi sforza

Queste care donne a questo festarino si trasportano addosso il banchino

Festa a Galbino ed altre piccole frazione a tutte queste feste la loro prestazione

Racconta la figlia di questa sua avventura raccoglieva le olive che dava madre natura

Ma non erano dolci ma olive ammassate queste giornate son proprio azzeccate:

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Restauro dell'organo di Badia

Termina con successo la raccolta Al 31 dicembre 2005 sono stati raccolti 11.100 euro. Un grande grazie a tutti. Il traguardo che ci eravamo prefissati, 11.000 euro, è stato superato e il nostro compito è finito. In questi ultimi due mesi hanno contribuito in tanti: Lorentina Cagnacci in memoria di Giovanni Bianchi; Mario Casula in memoria dei genitori; Spinetta Meozzi Lucarelli in memoria dei suoi defunti; Roberta Radziwonik in memoria di Cesarina Magi Rondoni e Ada Papini. Offerte anche da Assunta Festini, Gigliola Giovacchini, Francesco Giovagnini, Ada Pallini, Alfonso Sassolini. 180 euro sono stati raccolti dalle pie donne di Anghiari Vecchio che hanno allottato un ricco cesto postnatalizio. Una curiosità: sono state raccolte in tutto £. 2.502.455; in monetine da 5, da 10 ecc. come in banconote da 100.000. È l’11,63% del totale. Non è poco, a distanza di 5 anni dall’introduzione dell’euro. Un sentito grazie all’amico aretino Norberto Porti che ce le ha cambiate senza che fossimo obbligati a passare per la Banca d’Italia (oneroso compito che si è assunto lui). Il 9 dicembre scorso siamo andati a Badia al Pino, per vedere e documentare come procedevano i lavori di restauro. C’era con noi una “promessa”: Cesare Ganganelli, studente al IV anno d’organo e composizione presso il conservatorio “Morlacchi” di Perugia. Abbiamo appreso che purtroppo, date le condizioni dello strumento, i tempi del restauro si dilateranno, anche se non esageratamente: il titolare dell’impresa, sig. Paolo Ciabatti, ci ha assicurato che al massimo entro il prossimo autunno riavremo l’organo del Feligiotti in piena forma e senza aggravio di spesa. Nel corso della visita il restauratore ci ha fatto notare che, oltre al naturale degrado dovuto all’incuria e al trascorrere del tempo, notevoli danni erano stati recati allo strumento per mano dell’uomo, seppure in buona fede. In particolare sulla preziosa tastiera intarsiata che, ogni volta che tendeva a imbarcarsi, rendendo difficoltoso il compito dell’organista, senza tanti complimenti veniva “affettata” col coltello. È terminato l’attento ripristino della cantoria danneggiata dall’incendio del 28 aprile scorso. Quando uscirà questo numero dell’”Oratorio” dovrebbe già essere iniziato il restauro della cassa che racchiude l’organo. Una considerazione finale: in poco più di due anni siamo riusciti a trovare i mezzi per far rivivere un antico e prezioso strumento. I cittadini e alcuni Enti si sono dimostrati più che sensibili al nostro appello e siamo loro grati per la fiducia che ci hanno accordato. Anghiari è ricco di opere d’arte che vanno silenziosamente in malora, nell’impotenza o, peggio, nell’indifferenza dei responsabili. Vogliamo che il nome del nostro paese continui a meritare la fama che ha per ragioni storiche (la Battaglia del 1440), artistiche (l’encausto scomparso di Leonardo da Vinci, ma soprattutto i tanti altri beni esistenti e ancora poco conosciuti), ambientali (gli immensi panorami come pure gli angoli più nascosti e preziosi). Damose da fa’, esortava il grande Giovanni Paolo II. Anghiari, 31 dicembre 2005 Il Comitato: Elida Bianchi, Fabiano Giabbanelli, Monia Leonardi 29

T’invoco... di Carla Leonardi

Nel pio silenzio raccolto dell’arcisecolare Chiesa di Badia, in perfetta solitudine, ho rivisto finalmente Te, “Madonnina di Loreto” mia, col manto, ora, d’un profondo azzurro più che mai meraviglioso, ed il tuo volto, senza fine misericordioso, dopo il restauro, è molto più bello e luminoso. Subito, la tua Santa Immagine m’ha suscitato un forte tuffo al cuore: sembrava m’aspettassi... a rimirarti di persona, e a confidarti, da madre a madre, la mia tremenda pena -a Te ben notache cerco, col tuo aiuto, d’accettare come, con il tuo “Fiat”, accettasti Tu la dolorosa Croce del tuo SS. Gesù! Eppure, anche se mi sento prigioniera della mia pesante croce, credo che soltanto questa prova porterà me e la mia adorata Cristina alla futura gioia infinita, a quella, cioè, senza tramonto, nell’altra Vita! Perciò, sempre T’invoco... che Tu mi dia tanta speranza, forza; conforto, “o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.”

Benvenuti a Toppole

È questo il semplice ma significativo cartello che si può leggere arrivando a quello che fu uno dei castelli del territorio anghiarese. Con questo cartello gli abitanti del posto, anche se pochi, ti fanno capire della loro buona disposizione ad accogliere i visitatori, sia sotto il periodo natalizio con il presepe allestito in chiesa, sia durante tutto l’anno. Bravi!

Viaggiatori ad Anghiari Venerdì 13 gennaio è stata presentata la guida su Anghiari di Daniela Bonauguri. Il prof. Brilli, che ha presentato l'opera, ha chiarito che il volume è dedicato ai viaggiatori più che ai turisti. A chi vuol scoprire qualcosa in più di ciò che viene detto dalla guida stessa. Anche il taglio delle foto segue questo criterio: lasciare al viaggiatore ampia libertà e piacere di scoperta.


la pagina di Walter Del Sere

Natale e qualcos'altro Natale . Tre le esibizioni del quartetto Brodowski di Southbank Sinfonia durante le recenti festività che hanno confermato (ma non ce n’era bisogno) le eccellenti qualità dei giovani artisti anglosassoni arrivati con il Direttore Simon Over grazie alla Pro Loco e al Comune. L’appuntamento di Anghiari con la musica classica è confermato per il prossimo mese di luglio quando, come da fortunata tradizione, torneranno i 32 musicisti ammessi al master di Southbank Sinfonia che terranno tanti concerti in chiese, piazzette, riserve naturali e castelli. Il Festival 2006 (detto anco Anghiari Festival che fa più chic) si concluderà con la messa in scena de La Boheme di Giacomo Puccini realizzata in collaborazione con il Covent Garden di Londra e l’Accademia Musicale di Fiesole. Le date? 22 e 23 luglio 2006, Piazza del Popolo. Ma il Natale ad Anghiari ha significato anche la piacevole e suggestiva novità dei tanti presepi sparsi nel centro storico, realizzati dall’Istituto Statale d’Arte e dagli artigiani della Cooperativa Anghiari Vecchio. E i turisti di Capodanno hanno apprezzato la novità passeggiando e fotografando i vicoli del borgo antico in fredde ma romantiche camminate. E poi come scordarsi il successo del Ceppo in Piazza, popolare manifestazione della Pro Loco che si è tenuta nel tardo pomeriggio della vigilia con la sorpresa dell’arrivo di una ventina di Babbi Natale in Vespa del moto club "Il Ferraccio" che hanno regalato ai bambini libri e palloni? E che dire degli appuntamenti con i musicanti e le danzatrici della Filarmonica che hanno tenuto al Teatro saggi e spettacoli applauditi da tanti cittadini?

Capodanno. Un’altra fine d’anno salutata da centinaia di turisti che hanno scelto Anghiari per festeggiare il 2006. Tutto pieno sia negli alberghi che negli agriturismi, case vacanze ed appartamenti ammobiliati, prenotati da comitive provenienti un po’ da tutta Italia. Domanda: come mai da qualche anno a questa parte arriva tanta gente ad Anghiari? Non ci avrà qualche merito il fiuto e la sagacia di quel biondino che tante ne sbaglierà ma tante ne azzecca? Nei 2 giorni precedenti San Silvestro il centro storico è stato visitato da tanti turisti incantati da quel presepio naturale creato dalla spruzzata di neve che ha donato un tono decisamente natalizio a vicoli e tetti dei palazzi. Poi la continua pioggia caduta nella nottata ha sciolto la neve cancellando la magia e provocando notevoli problemi per smottamenti ed allagamenti al Molinello e al Ghetto di San Leo. Il primo giorno dell’anno ha visto fin dalla mattina tanta gente che, armata di ombrello, ha ripreso a girovagare per le viuzze del borgo. E finalmente non si sono registrate polemiche per quanto riguarda i bar del centro, visto che il Caffè dove nel 1963 furono girate alcune scene del film “La ragazza di Bube” (Regia di Luigi Comencini, tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Cassola), ha inteso bene aprire nella mattinata di Capodanno offrendo così anche un dignitoso servizio agli infreddoliti turisti.

Palio. Si sono riuniti gli organizzatori del Palio della Vittoria. Nell’occasione sono state aperte le buste con i suggerimenti scritti da cittadini e turisti. Le indicazioni più numerose sono state quelle di consentire una maggiore visibilità della corsa, installando semmai un grande schermo in piazza che proietti le immagini della partenza (a detta di tutti la parte più spettacolare della gara con i corridori che si danno battaglia senza esclusione di colpi). Altra proposta è quella di montare delle tribune per godere dello spettacolo offerto dal corteggio storico che precede la sfida e prolungare l’arrivo dei podisti in Piazza Baldaccio, per vivere appieno l’emozione che si consuma all’arrivo. Tra le tante cose che funzionano c’è la cena della vittoria al Castello di Sorci, luogo ideale per concludere il Palio con i podisti, sbandieratori e gruppi storici che alimentano la manifestazione. Bene anche la lotteria, sorta di sottoscrizione a premi che ha permesso di sostenere una parte importante delle spese necessarie per organizzare al meglio il Palio della Vittoria che tornerà a corrersi anche il prossimo giovedì 29 giugno, 566° anniversario della Battaglia d’Anghiari.

Federigo Nomi , la sua terra, il suo tempo nel terzo centenario della morte. È il titolo del convegno di studi organizzato dal Comune per rendere omaggio all’illustre poeta e letterato, nativo di Anghiari, che si è svolto il 25 e 26 novembre. Federigo Nomi rappresenta una delle figure culturali aretine di maggior rilievo del XVII secolo. Il suo libro più famoso è “Il Catorcio di Anghiari”, poema eroicomico in ottava rima che descrive la guerra fra Biturgia (l’attuale Sansepolcro) ed Anghiari che ebbe come contenzioso proprio il furto, da parte dei borghesi, del famoso Catorcio (ora gelosamente conservato al Museo Taglieschi). Il convegno di Anghiari ha visto gli eruditi interventi di illustri storici quali Piero Scapecchi, Giovanni Bianchini, Alfonso Mirto, Enzo Mattesini e Luca Berti. Nella mattinata di sabato sono poi intervenuti con arguzia e sapienza Andrea Merendelli, Alessandra Bartolomei Romagnoli, Michele Rak e Walter Bernardi. Quanto ancora l’opera del Nomi sia conosciuta lo dimostra il fatto che la Giostra del Saracino del settembre scorso (vinta da Culcitrone) è stata dedicata proprio al nostro letterato. E (dulcis in fundo) chi è stato il vincitore del concorso “Lancia d’oro 2005”? Il nostro pittore Sirio Ruggeri, premiato dal Sindaco con una legittima targa d’argento.

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Il Palio 2005


Mese di Dicembre 2005

CRONAC HETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese. Mercoledì 1° giugno 2005. Oggi è morta Ferdinanda Leonardi. Aveva 78 anni ed abitava a Castellane in Provenza.

Mese di Novembre 2005 Martedì 1°. Stavo per andare al cimitero con le mie zie quando ha cominciato a piovere e abbiamo rimandato tutto. Mercoledì 9. Stasera Gastone mi ha portato la farina di granturco nostrale. Stasera no, ma domani mia moglie mi ci fa una bella “polenda”. Sabato 12. Oggi abbiamo dato il pane di San Martino fatto apposta per questa festa. Lunedì 14. Oggi è morta Ada Crociani vedova Gallai. Aveva 88 anni ed abitava in via Cupa. Martedì 15. Stanotte, dopo diverse giornate di nebbia, ho sentito che ha piovuto e ho sentito anche un paio di “toni” anche se don Marco e Frido mi hanno detto che ne sono venuti molti di più. Si vede che dormivo! * Oggi è morta Dolinda Bagattini vedova Merendelli. Aveva 95 anni ed abitava alle Bucacce ma per molti anni ha abitato con la famiglia al Vergone e proveniva dal Boiarino. Mercoledì 16. Oggi è nato Alessandro Foni di Fabrizio e Franca Leonardi. La sua famiglia abita verso la Polveriera. Giovedì 17. Oggi è morta Cesarina Rondoni vedova Magi. Aveva 83 anni, abitava per la via della Fossa ed era collaboratrice del nostro giornale. Sabato 19. L’Anna quando ero sull'uscio di casa, m’ha detto che stanotte aveva nevicato ai monti. Domenica 20. Ieri c’era la neve sopra il Borgo e stamani c’era la brina nel piano sotto Anghiari. Lunedì 21. Oggi è morto Nello Bianconi di anni 94. Abitava all’Intoppo. * Oggi è morta Adrilene Bruschi vedova Papini. Aveva 80 anni ed abitava di fronte alla Propositura. Mercoledì 23. Oggi si vedeva l’antenna dei Prati della Regina tutta bianca per la neve. Giovedì 24. Oggi è nato Giacomo Bassino Casamarte di Luca e Michela Cartocci. La sua famiglia abita verso l’Infrantoio. Sabato 26. I fossi del piano d’Anghiari, compresa la Reglia, sono pieni e diversi campi sono allagati. * Oggi è morto Luigi Valentini alla giovane età di 51 anni. Abitava alla Stazione. Domenica 27. Stamani alla Badia abbiamo fatto la consegna della veste ai Confratelli con la cappa. Martedì 29. Oggi ho visto che hanno messo un cantiere sotto le mura del Destino. Speriamo che inizino presto i lavori alle mura e le sistemino per bene. Mercoledì 30. Oggi era la festa di Sant’Andrea a Galbino e io non ci sono potuto andare che la Santa mia madre si è ammalata.

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Giovedì 1°. Stamani ho visto gli operai del Comune che hanno fatto scendere i cavalli del Palio dalla piattaforma della codinsola di San Girolamo. Probabilmente ci verrà fatto un Presepe. * Oggi è nata Giulia Melini di Alessio e Ilaria Guadagni. La sua famiglia abita a Tavernelle vicino a dove c’era l’osteria. Sabato 3. Stamani ho detto a mia moglie che ormai non sarebbero venute più piogge abbondanti e invece verso le dieci, dieci e mezzo è venuto di nuovo un bell’acquazzone che ha riempito tutti i fossi del piano. Mercoledì 7. Stamani la mamma del Baggi m’ha portato dei rametti di pungitopo per bellezza. Martedì 13. Oggi è morto Ivo Valentini di anni 76. Abitava ad Anghiari ma io lo ricordo quando abitava a Belfiore ed era Guardia Forestale. Mercoledì 19. Stamani andavo da don Quinto a Pocaia e al Sasso ho visto che era successo un incidente. Giovedì 22. Stamani i tetti di Anghiari erano bianchi ma di brina. Venerdì 23. Mentre andavo verso la Badia ho sentito una donna che cantava. Era la Zelinda! * Oggi è nato Luigi Francesco Pietro Marzi di Santiago e Sandra Noemi Primante. La sua famiglia abita verso l’Infrantoio. Lunedì 26. Oggi è morto Don Fabio Comanducci parroco di San Leo e Tubbiano. Aveva 79 anni . Martedì 27. Oggi ho telefonato ad Antoni a Kracovia che ieri mi aveva chiamato lui ma non ero in casa. Sabato 31. Oggi è l'ultimo dell'anno ma mi sa che vado a letto presto. In compenso non si sono sentiti tanti tonfi.

Gli abitanti di Anghiari al 31 dicembre 2005 erano

5928 fra cui maschi 2.894 e femmine 3.034 suddivisi in 2.278 famiglie

I canti in chiesa di Emmedipì

Mi capita di prendere parte a celebrazioni religiose in varie località. Spesso le cerimonie terminano senza che si sia intonato alcun canto. A me sembra che mi manchi qualcosa e sono contento che i nostri sacerdoti, don Marco in particolare, invitino i fedeli a eseguire sempre alcuni canti.


Questo giornale lo potrete trovate su Internet Potrete trovare il giornale e tutte le iniziative della parrocchia al seguente indirizzo: www.parrocchiadianghiari.it per i vostri scritti Oratorio di Anghiari - 52031 ANGHIARI

Da GiovedĂŹ 2 marzo 2006 avrĂ inizio la visita alle famiglie delle parrocchie di Anghiari e Tavernelle con orari e programmi come negli anni passati.

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