2006-2 Oratorio di Anghiari

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI

N. 2 APRILE - MAGGIO 2006

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Mattino di primavera di Vera Cuccini

L’aria fresca del mattino l’azzurro chiaro del cielo tappezzato qua e là da bianchi cirri e il sole ancora tiepido che illumina la Terra, m’invitano ad uscire per una, pur breve passeggiata nella vicina campagna. Un velo candido ammanta i rami ancor brulli d’una siepe lungo una strada silenziosa, sembra neve tardiva, ma il profumo lo fa riconoscere anche da lontano; è il biancospino! L’erba è di nuovo più verde e negli orli del fossato occhieggiano le timide viole, le margherite, le primule. È un tripudio di colori e di agresti profumi, è l’antica e pur sempre nuova rinascita della primavera che ci dà la gioia di vivere e di gustare le bellezze del creato.

Bacheche parrocchiali 1 Martedì sera, cena a base di fagioli nel salone parrocchiale. Seguirà concerto. Tema della catechesi di oggi: “Gesù cammina sulle acque”. Catechesi di domani: “In cerca di Gesù”.

Benedizione dei gigli Nei giorni che precedono il 3 maggio anche nella nostra parrocchia verranno benedette le foglie di giglio (giaggioli) che saranno successivamente utilizzate per addobbare le croci dei campi.

l'editoriale di enzo papi

L’Oratorio? Un bimestrale che vuol documentare il quotidiano. Con un’attenzione: l’aspetto socio-culturale dell’esperienza di fede. Fare un giornale così è facile e difficile allo stesso tempo. Da un lato si racconta l’accaduto; dall’altro, con i numerosi box che sono sparpagliati lungo le pagine, si avvisa su ciò che accadrà, si chiama a raccolta, si invita a vivere momenti, gesti ed occasioni importanti della comunità. In questo numero, dunque, non potevano mancare tutti gli appuntamenti della Quaresima, della Settimana Santa e della Pasqua: tempi forti, tempi importanti e particolarmente densi di richiami; tempi di attenzione e di conversione. ‘Convertitevi e credete al Vangelo’ ci siamo sentiti ripetere il Mercoledì delle Ceneri. Ancora: da un lato si racconta -e in genere sono testimoni oculari che prendono foglio e penna (o, meglio, tastiera e computer)- ciò che avviene nelle nostre parrocchie, nell’associazionismo cattolico, nelle piccole comunità, nelle frazioni; dall’altro il racconto non ha solo andamento narrativo, ma rilancia di continuo, magari in forma ingenua e semplice, il valore che i gesti, gli incontri, le iniziative hanno in sé. Un valore essenzialmente propositivo, cioè educativo. Una vita è nuova, e si fa nuova, attraverso gesti, occasioni e incontri; insomma attraverso le tante iniziative che le comunità ecclesiali e locali sanno inventare e porre di continuo nella realtà di ogni giorno. Se ben guardiamo tutto ciò non è così banale come può sembrare a prima vista. Il problema è quello dell’occhio, del come si vedono e di quanta importanza si dà alle catechesi, ai direttivi, alle raccolte, agli abbonamenti, agli orari delle celebrazioni, alle parole del prete, alle camminate, ai contatti umani, agli inviti: tutti strumenti, cioè, che sono le occasioni attraverso le quali passa la vita. Se non fosse così come avremmo fatto a percepire quell’intima soddisfazione che abbiamo percepito quando, nel corso della festa dell’ammalato, abbiamo partecipato alla liturgia e al banchetto imbandito immediatamente dopo? In quel momento tutto è stato chiaro: il gesto ci ha colpiti, la novità del banchetto ci ha fatto sentire protagonisti e qualcosa è cambiato dentro. Dentro la persona. Anche questo è conversione. L’Oratorio, dunque, è un foglio che si scrive facilmente, con semplicità; ma anche un impegno estremamente difficile e complesso; perché è difficile e complesso render conto non solo dei fatti esteriori, ma anche di quelli interiori. Fatti, questi ultimi, molto intimi e proprio per questo meno visibili; ma non meno reali degli altri, di quelli che si vedono con gli occhi attraverso i convegni, i raduni, le celebrazioni, le feste, i giochi e le tante parole che in più occasioni ci diciamo e ci comunichiamo. Tutto ciò è quanto abbiamo l’ambizione di raccontare con i numeri e le parole che ogni due mesi facciamo entrare nelle case dei lettori. In copertina Sogno di... mezz'inverno. Visione fantastica della piazza d'Anghiari!

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XXXX - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

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2006: un anno da vivere costruendo futuro... insieme di suor Astrid

Domenica delle Palme

“Gesù amò i suoi che erano nel mondo. Amò quelli che il Padre gli aveva dato, quelli che il Padre gli aveva affidato. Anch’egli, come ciascuno di noi, conobbe un certo numero di volti: volti familiari, volti appena intravisti, volti di un istante, volti di una vita... ma in modo così pieno e profondo amò quegli uomini e quelle donne di Palestina, che ormai i loro volti rispondono a tutti i nomi del mondo.”

La celebrazione di questa domenica apre la grande e santa settimana. Essa unisce insieme il trionfo regale di Cristo e l’annunzio della Passione. Con gioia e gratitudine entriamo in questi giorni santi facendo nostra l’acclamazione dell’apostolo Paolo: “Di null’altro ci glorieremo se non della Croce di Cristo, nostro Signore: egli è la nostra salvezza, vita e risurrezione; per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati.” (Gal. 6,14) Il Triduo Pasquale inizia il giovedì sera con la Messa in “Coena Domini” e termina con i Vespri della domenica di Risurrezione. Nei suoi tre giorni, celebriamo la morte, la sepoltura e la risurrezione del Signore. La Messa nella cena del Signore commemora l’anticipazione spirituale della morte e risurrezione di Gesù nel dono del suo corpo e del suo sangue. Gesù istituisce l’Eucaristia, memoriale della nuova ed eterna alleanza: dall’Eucaristia nasce il sacerdozio, dono per l’umanità; Gesù lava i piedi degli Apostoli gesto di amore e di servizio. Il racconto evangelico di Giovanni, mostra l’intenzionalità con cui Gesù vive l’ultimo periodo della sua vita: “Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine.” Il fatto visibile che viene raccontato è la cosiddetta “lavanda dei piedi”, un gesto che Gesù compie nel contesto della cena pasquale. Si toglie il mantello, si riveste di un grembiule, lava i piedi ai suoi discepoli, riprende le vesti e spiega il significato di questo gesto: “Se io, Maestro e Signore, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato, infatti, l’esempio perché come ho fatto io facciate anche voi.” Lasciarsi lavare i piedi, lavare i piedi gli uni agli altri... sono elementi nella nostra vita che fannovivere costruendo futuro... insieme. A proposito della visita ai sepolcri: in un luogo appartato, addobbato con fiori e illuminato a festa viene preparata la custodia eucaristica per la deposizione del Santissimo Sacramento davanti al quale si sosterà n preghiera a adorante. È il momento dell’adorazione, del rendere grazie al Signore per il dono dell’Eucaristia. Quindi questo luogo, che forse ancora erroneamente viene chiamato “sepolcro” è l’altare della deposizione del Santissimo Sacramento.

“Gesù amò i suoi che erano nel mondo. Non per dimostrare, per provare qualcosa. Gesù non amava per qualcosa, per un qualsiasi motivo. Non amava per salvare il mondo. Amava per amare, se così si può dire, ed è ancora dire troppo. Gesù amava, semplicemente. L’amore era in lui. Egli era l’amore. Era bello ed era rischioso era troppo bello per durare.” (J.-Y. Quellec) Stare davanti all’Agnello pasquale in silenzio, contemplando le sue piaghe, la sua morte, l’offerta al Padre e a noi della sua vita quale atto supremo d’amore... sono elementi nella nostra vita che fanno vivere costruendo futuro... insieme. Sabato santo “nella sepoltura del Signore” Il sabato santo la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte, la discesa agli inferi e aspettando nella preghiera e nel digiuno la risurrezione. “Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio e solitudine. Grande silenzio poiché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace, poiché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano.” (Da un’antica omelia sul sabato santo) E poi arriva la notte: la notte più splendida del sole. La più grande solennità cristiana avviene nella notte. È una notte unica, che ci introduce in un mistero unico, che si prolunga nella nostra vita di credenti, di gente che entra nella notte della morte con Cristo per risorgere con lui in un giorno senza tramonto! Viviamo una notte che risplende, una notte singolare rispetto alle altre perché Cristo è risorto! “Cristo è risorto!” È il saluto pasquale di tutti i cristiani del Medio Oriente, a cui si risponde: “Sì, è veramente risorto!” Perché questo augurio, il mattino di Pasqua, non può diventare anche il nostro saluto? È la Pasqua di Risurrezione: il Signore Gesù risorgendo a vita nuova dà gioia al mondo intero.

Venerdì santo “nella Passione del Signore” In questo giorno e nel giorno seguente, per antichissima tradizione la Chiesa non celebra l’Eucaristia, ma è tutta raccolta per ricordare la passione del Signore soprattutto attraverso due momenti dell’azione liturgica: la proclamazione della Parola - l’adorazione della Croce - la Comunione eucaristica. “Cristo nostra Pasqua è stato immolato (I Cor. 5,7) “Perché vedranno un fatto ad essi raccontato e comprenderanno ciò che mai avevano udito.” “...non ha apparenza né bellezza, non splendore per provare in lui diletto.” “Disprezzato e reietto dagli uomini, uno davanti al quale ci si copre la faccia...” (Is 52)

“Cristo è risorto!” “Sì, è veramente risorto!”

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Tempo di Pasqua

Mese di Aprile 2006

Il tempo di Pasqua dura cinquanta giorni: questo tempo è profondamente segnato dalle tre solennità intorno a cui si snoda: Pasqua, Ascensione e Pentecoste. 17 aprile lunedì - Lunedì dell’Angelo - “Pasquetta” - Festa nella parrocchia di S. Stefano. S. Messa nella chiesa di S. Stefano alle ore 11. Alle ore 18 S. Messa nella chiesa della Croce. 23 aprile domenica - Domenica II di Pasqua - Domenica in Albis. Sante Messe secondo l’orario festivo. Nel pomeriggio pellegrinaggio da Micciano verso il Santuario del Carmine. Alle ore 16,30 presso il Santuario del Carmine S. Messa e affidamento alla Madonna con la consacrazione dello Scapolare. 25 aprile martedì – San Marco Evangelista – Santa Messa alle ore 9,30 nella cappella di San Marco presso la Misericordia. Alle ore 18 S. Messa in Propositura. Il nome di Marco compare più volte negli Atti degli apostoli; era cugino dell’apostolo Barnaba con il quale si recò, insieme a Paolo, ad Antiochia e Cipro per svolgere attività evangelizzatrice. Fu discepolo di Pietro del quale riprodusse la predicazione nella stesura del suo Vangelo. 29 aprile sabato – Santa Caterina da Siena Vergine e Dottore della Chiesa . Patrona d’Italia: è nata a Siena nel 1347 ed era penultima di 25 figli. A sedici anni fu ammessa nel terz’ordine di San Domenico. Promosse la pace e la concordia tra le città d’Italia. Difese i diritti e la libertà del pontefice romano. Morì nel 1380 circa. 30 aprile domenica - Domenica III di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo.

2 aprile domenica – Domenica V di Quaresima - Sante Messe secondo l’orario festivo. 4 aprile martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 “Ora di Guardia” con recita del Santo Rosario. 6 aprile giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 7 aprile venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella Pieve di Micciano, alle ore 20,30, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Al Santuario del Carmine alle ore 21 S. Messa con adorazione.

SETTIMANA SANTA 9 aprile domenica – Domenica delle Palme – “De passione Domini” alle ore 9,30 Santa Messa nella chiesa di Badia. Alle ore 10,45 inizio della S. Messa con benedizione delle Palme presso la chiesa di Badia; da qui ci rechiamo in processione nella chiesa di Propositura dove continuerà la liturgia. Alle ore 18 S. Messa presso la chiesa della Croce. Il Cristo entra in Gerusalemme cavalcando figlio di asina, una gran folla lo applaude e lo acclama Re e Messia agitando le palme in segno di giubilo. 10 aprile lunedì - Lunedì Santo – Alle ore 21 presso il Santuario del Carmine, Sacramento della riconciliazione (confessioni). Triduo pasquale della passione e risurrezione del Signore. Il Triduo pasquale comprende il Venerdì Santo, il Sabato Santo e la Domenica di Resurrezione. Dato però il carattere pasquale della Cena del Signore entra nella celebrazione del triduo anche la Messa vespertina del Giovedì Santo. La Domenica di Pasqua è insieme l’ultimo giorno del triduo e il primo del Tempo di Pasqua.

Mese di Maggio 2006

13 aprile giovedì – Giovedì Santo – Ultima cena del Signore: alle ore 18,30 nella chiesa di Propositura S. Messa vespertina solenne “in Coena Domini” con il rito della Lavanda dei piedi. La Chiesa celebra in questo giorno la istituzione della Santissima Eucarestia. Al termine della Messa visita in preghiera ai “sepolcri” delle chiese paesane. Alle ore 21 circa nella chiesa di Propositura in Anghiari e nella chiesa di Tavernelle Ora di meditazione. 14 aprile venerdì – Venerdì Santo – Passione e morte di Gesù “in Passione Domini”. In questo giorno celebriamo e meditiamo la passione di nostro Signore Gesù Cristo che culmina con la sua morte in croce. Alle ore 11,30 del mattino ci troviamo alla Cappella dei caduti per portare il simulacro di Gesù Morto nella chiesa di Propositura. Un invito particolare ai giovani e ai bambini ad essere presenti a questa manifestazione. Alle ore 19, nella chiesa di Propositura, inizio della solenne liturgia “in Passione Domini”. Al termine processione tradizionale per le strade del paese con il solito itinerario. Un invito all’ordine e alla preghiera. 15 aprile sabato – Sabato Santo – Gesù nel sepolcro. Si celebra il mistero della sepoltura. Alle ore 23,30 nella chiesa di Propositura inizio della solenne veglia pasquale che introduce alla Messa “in Resurrectione Domini”. 16 aprile domenica –Pasqua di Resurrezione. Sante Messe secondo l’orario festivo. Il Signore è veramente risorto. Alleluia!

Mese dedicato alla Madonna. Nei giorni feriali a iniziare dal 4 maggio, alle ore 21, nella chiesa di Propositura di Anghiari e nella chiesa di Tavernelle, recita del Santo Rosario con breve riflessione. 1° maggio lunedì - San Giuseppe artigiano. Santa Messa alle ore 18 in Propositura. 2 maggio martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. Ore 21 in Propositura veglia in preparazione al Sacramento della Cresima. 3 maggio mercoledì – Ss. Filippo e Giacomo - In Anghiari festa del SS. Crocifisso. Sante Messe nella chiesa di Badia alle ore 9,30 e 11. Alle ore 17, in Propositura, S. Messa solenne dove il Vescovo amministrerà il sacramento della Cresima ai nostri giovani. Seguirà quindi la processione per le strade del paese fino alla chiesa di Badia. 4 maggio giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.

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SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

5 maggio venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella Pieve di Micciano alle ore 20,30 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Alle ore 21, presso il Santuario del Carmine, adorazione e S. Messa. 7 maggio domenica - Domenica IV di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo. 13 maggio sabato - Beata Maria Vergine di Fatima . 14 maggio domenica - Domenica V del Tempo Ordinario. San Mattia apostolo. Sante Messe secondo l’orario festivo. 21 maggio domenica - Domenica VI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 22 maggio lunedì - S. Rita da Cascia. Festa presso la chiesetta delle suore della Ripa preceduta da un triduo serale di preghiera. 28 maggio domenica - Domenica VII del Tempo di Pasqua. Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo. Festa al Santuario del Carmine con S. Messe alle ore 7, 8, 9, 10, 11. Alle ore 16 benedizione dei bambini e alle ore 18 S. Messa in suffragio dei benefattori e dei festarini defunti. Ad Anghiari unica Messa alle ore 9,30 in Propositura. 31 maggio mercoledì – Visitazione della Beata Vergine Maria ad Elisabetta.

Ore 8,30 Ore 9,00 Ore 9,30 Ore 10,00 Ore 11,00

Ore 11,30

Primo venerdì del mese a Micciano

Ore 12,00 Ore 15,30 Ore 18,00

-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -CHIESA DI SAN LEO -CHIESA DI CATIGLIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -VALEALLE -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIO -CHIESA DI TOPPOLE -CHIESA DI TUBBIANO -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8,30 S. Maria della Pace Le Ville Ore 8,45 San Michele Arc.lo a Padonchia Ore 9,30 CHIESA delle monache Monterchi Ore 10,00 CHIESA della Madonna Bella Pocaia Ore 11,00 S. Maria della Pace Le Ville Ore 11,15 San Simeone profeta a Monterchi Ore 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Nella Pieve di Micciano, alle ore 20,30, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

Preghiera al Carmine

Confessioni al Carmine

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

Lunedì 10 aprile, dalle ore 21, presso il Santuario del Carmine, saranno presenti sacerdoti e frati per le confessioni pasquali.

Sono invitati in modo particolare i Confratelli delle Compagnie di Anghiari, Casenovole, Galbino e Micciano.

Feste del SS. Crocifisso ad Anghiari Mercoledì 3 maggio 2006, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie (Propositura) alle ore 17, i giovani della parrocchia riceveranno il Sacramento della Confermazione amministrato dal nostro Vescovo Monsignor Gualtiero Bassetti. Seguirà la processione per le strade del paese fino alla chiesa della Badia. 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo * Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

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È giusto morire? Questa cosa mi è venuta in mente leggendo usi e costumi di una tribù Africana la quale compie manifestazioni paragonabili al nostro funerale quando vi è una nascita e manifestazioni paragonabili alla nostra nascita, quando vi è una morte. Questo mi ha fatto molto pensare e capire che tutto è relativo cioè tutto dipende dall’ottica con cui si guardano le cose, per cui lo stesso avvenimento visto da punti di osservazione opposti, risulta completamente diverso. Purtroppo la razionalità non ci aiuta a trovare una risposta al significato della parola esistenzialità per cui ci dobbiamo affidare alla teologia. In questo campo però la questione diventa estremamente personale e trovare una risposta per ognuno di noi è esercizio di maturità e buon senso e si manifesta in base al proprio grado etico e culturale. In definitiva nessuno può rispondere a questa atavica domanda perché qui si tratta di sapere se è venuto prima l’uovo o la gallina, ma magicamente la soluzione si ha sotto gli occhi, basta saper vedere e per i più scettici basta una semplice domanda: come mai nell’immenso universo dove vi sono milioni di stelle non si è verificato neanche un incidente in milioni di anni? Mi sembra evidente che vi sia una regia al di sopra di quella organizzazione razionale vanto della precisione. Per concludere sono convinto che questa vita non sia altro che un esame attraverso il nostro libero arbitrio. Ci permette di vivere a nostro piacimento salvo poi dover rendere conto delle azioni commesse ad una entità superiore perché lo Stesso si attiene a regole a noi incomprensibili. Finisco raccontando una barzelletta che fa capire la nullità delle nostre convinzioni: un matto nel manicomio si gratta la testa con il cappello, passa il primario e dice: ma sei proprio matto ti gratti la testa con il cappello. Il matto lo guarda e dice: ma scusi lei quando si gratta le parti intime toglie i pantaloni!

Il mio nonno Marco Il mio nonno mi raccontava tante storie e tante poesie e un giorno è andato all’ospedale e dopo un po’ è morto perché stava tanto male e a me manca il nonno Marco, mi manca perché mi insegnava tante cose. Federica Comparini

Auguri Adelmo! Auguri di Buon Compleanno ad Adelmo Ruggeri, abitante in Argentina e che il 26 febbraio scorso ha compiuto 80 anni. Adelmo è lo zio di Francesca Madiai, nostra corrispondente dal Carmine, e ai suoi si uniscono gli auguri della Redazione tutta.

Un po’ per celia di Turiddo Guerri

L’ignoranza e la maleducazione sono mezzi formidabili per primeggiare in tutti i campi, specialmente nella cosa pubblica, purché si abbia sfrontatezza e determinazione: la gente ama più le volgarità e le sparate che il ragionamento ed il buonsenso.

Congratulazioni Vincenzo!! Il giorno 17 febbraio 2006, presso l’Università degli Studi di Urbino, Facoltà di Farmacia, si è laureato Vincenzo Ortalli discutendo la tesi: “Terapie farmacologiche del craving indotto da etanolo”. Relatore professor Walter Balduini. A Vincenzo gli auguri più cari dalla sua famiglia, da tutti gli amici e dalla Redazione.

Il Centro invita Nell’appena decorso 2005 sono state molte le iniziative messe in cantiere dal centro di Aggregazione Sociale. Con le gite sono state raggiunte città turistiche come Rimini, l’Argentario, Bellaria e Fano ma è stata effettuata anche una visita istruttiva a Roma ai Musei Vaticani, al Parco archeologico di Ostia antica e alla Villa d’Este. Non sono mancate poi le iniziative a livello locale come il Ciccicocco o la festa di San Martino o quella di fine d’anno. Ricordiamo che il Centro collabora con ogni iniziativa paesana. Per il 2006 il calendario delle manifestazioni sarà ancora più ricco. Vi invitiamo a venire al Centro, in piazza del teatro, per prendere visione dei programmi dettagliati e sarà questa l’occasione per un saluto.

Gentilezza premia di Clèto

Giorni fa ero a Forlì per una festa locale. Era già una mezz’oretta che ero in cerca di un parcheggio e quando se ne è liberato uno c’era già un’altra macchina in attesa. Difficile dire a chi toccava quel posto. Ho preso l’iniziativa e ho chiesto all’automobilista in attesa se potevo occupare il posto e l’altro, molto garbatamente, me lo ha ceduto: ciò che non avrebbe fatto assolutamente se io non avessi detto niente. Il dialogo premia. Sono ormai molti anni che guido l’automobile. I rapporti fra automobilisti sono difficili. A volte gli altri commettono errori nella guida, magari sono distratti. Ma arrabbiarsi non serve; anche perché quegli errori li commettiamo molto spesso anche noi. Con l’educazione e la gentilezza si ottiene di più che con il nervosismo e la prepotenza. Dando la precedenza a una macchina in difficoltà o favorendo un sorpasso, si ottiene molto di più che ostacolando la marcia degli altri veicoli. Così facendo anzi si evitano situazioni di pericolo.

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...il Palterre

Lettera aperta

Auguri Nadia

Eccellenza reverendissima, quale parrocchiana assidua della bella Pieve di Sovara, in prossimità della quale sono nata e vivo tuttora con la mia famiglia, vorrei suggerirLe alcuni spunti di riflessione sulla dolorosa situazione attuale della nostra chiesa che Ella, peraltro, conosce bene. Quindi non mi dilungherò a magnificare il valore storico ed i pregi artistici, inconfutabili, della nostra pieve che richiamava visitatori e turisti. L’attenzione del turista e perfino la venerazione del visitatore per le nostre immagini sacre ci lusingano ma sono rivolte piuttosto alla chiesa come monumento che non alla Chiesa come luogo dove l’Ecclesia, il consesso dei fedeli, offre il Sacrificio al Padre, per tramite del colto, mite e riservato amico don Romano. In questa chiesa deponiamo le nostre angosce, le nostre miserie ed i nostri cari defunti, nella speranza di riscatto e resurrezione. Le nostre preghiere sembrano volare, più efficaci, verso l’altare nella prospettiva delle colonne romaniche; e fuori, sul sagrato, eravamo soliti sostare, in fraterna agape, a commentare pacatamente i fatterelli della nostra piccola comunità, seduti sul muretto antistante la chiesa o festeggiare intorno ad una tavola imbandita per ogni lieta occasione: affinché la gioia di ognuno di noi fosse partecipata e condivisa. Sappiamo bene che là dove due si riuniscono nel Suo santo Nome, Gesù è con loro e che, pertanto, anche una brutta chiesa, intesa come edificio, è la casa del Dio con noi. E tuttavia, la Fede ha bisogno delle sue gratificazioni! Attraverso una cortina tenue di querce, dalla mia casa guardo ogni giorno la mia chiesa ma la sua porta resta chiusa ed il silenzio delle sue campane mi rimbomba nell’anima come un lamento. Alla domenica, noi parrocchiani, così come don Romano, emigriamo verso un’altra chiesa ed un altro popolo e stiamo bene insieme ma siamo ospiti; noi che avevamo l’orgoglio di essere i padroni di casa nella più eminente chiesa del circondario. C’e tanta tristezza in noi nel vivere questa nemesi storica che sembra inarrestabile: le chiese rovinano, i nostri preti invecchiano, come noi, del resto! Ma dobbiamo e vogliamo varcare “la soglia della speranza” con fiducia nella Provvidenza e nel provvido intervento del nostro Vescovo che sappiamo partecipe ed accorato per questa e consimili vicende (come quella del Ponte alla Piera). Quindi questa nostra non è una protesta né può essere un sollecito per Lei che sappiamo sempre sollecito del nostro bene. Vuole essere soltanto un sentito sfogo mio personale e della nostra comunità dei fedeli della Pieve di cui mi faccio portavoce. Perciò mi perdoni e ci benedica tutti.

Il giorno 15 dicembre 2005 presso l’Università degli Studi di Siena, Facoltà di Lettera e Filosofia sede di Arezzo, Nadia Agolini si è laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione. Ha discusso questa tesi: “ Il fenomeno del drop out e l’inserimento lavorativo dei giovani con bassi livelli d’istruzione” ottenendo la bella votazione di 107/110. Relatore è stato il professor Sergio Angori, Correlatrice la professoressa Rossana Cuccurullo. A Nadia gli auguri dei familiari, degli amici e della Redazione.

Dev.ma Anna Pericchi

Saluti dall'etere Desidero approfittare di questo mezzo [la posta elettronica N.d.R.] per mandare saluti a tutti gli anghiaresi cominciando per zia Vittoria. Scrivo da lontano, da La Plata, città gemellata a voi, siamo in estate però molto particolare perché il tempo è così così. In questo momento c’è un bellissimo sole che vi mando per fare più brillanti i vostri giorni di inverno Con tanto amore vi saluto Katy Ruggeri Lorenzotti

La Virginia 2006 Ad Arezzo, verso Porta Buia, ho letto un messaggio scritto sopra un muro ed indirizzato alla amata Virginia. Mi ha fatto venire in mente il messaggio che anche il Bricco, nostro concittadino di tanti e tanti anni fa, mandò alla sua amata Virginia. Il messaggio 2006 però dice: Virginia sarai per sempre nel mio cuore.

Ancora Pieve Sovara

Anghiari vecchio in festa Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta! Pur fra molteplici difficoltà e la solita incertezza legata alle condizioni atmosferiche i Quadri viventi, nei vicoli del centro storico, sono stati realizzati. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che si impegnano per continuare questa bella tradizione, che contribuiscono in ogni modo (con il lavoro, le idee, le offerte, la realizzazione dei vestiti ecc.) alla riuscita di questo evento che da moltissimi anni vivacizza alcuni rioni del centro storico in occasione della processione della Madonna di Loreto. Un grazie di cuore a tutti quanti e un appello a color che si vorranno impegnare per migliorare questo evento: c’è posto per tutti, c’è bisogno di tutti. Facciamo in modo che questa tradizione non finisca. È un evento positivo per il paese e può diventare un momento di riflessione e di preghiera. M.R.

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In questa pagina trovate l'appello affinché si riapra la Pieve di Sovara. Una petizione degli abitanti della valle del Sovara inoltre è stata inviata al vescovo Gualtiero Bassetti. La risposta, già pervenuta, pur mettendo in evidenza le difficoltà per questo intervento fanno intravedere la possibilità di una soluzione in tempi ragionevoli qualora tutti gli enti interessati facciano la loro parte. Il progetto sul miglioramento sismico e sul restauro è già stato redatto ed esaminato dalla Regione alla quale sono pervenuti anche gli ulteriori chiarimenti richiesti.


LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTE di don Quinto Giorgini

La Chiesa della Madonna dell’Olmello e di S. Pietro martire a Mariotto Non abbiamo ancora terminato di presentare ai nostri pazienti lettori tutte le numerose chiese e cappelle del Piviere monterchiese, che annovera fra di esse anche questo Oratorio dell’Assunzione della B. Vergine all’Oimello (nome arcaico mutato poi in Olmello), perché probabilmente ubicato presso una pianta di olmo. Fu costruito non prima degli inizi del XVI sec., lungo l’antica strada pubblica che attraversando la parte sinistra della valle del Padonchia, in località Mariotto, deviava a sinistra verso le Cortine e la collina denominata Montioni (=Mons Iunonis) e a destra verso la Reglia e Monterchi, distante appena circa un chilometro. Presso questo bivio, probabilmente nel Basso Medioevo, c’era una delle tante edicole mariane, trasformata poi per devozione nel succitato cinquecentesco oratorio, ormai del tutto scomparso. Dai documenti conservati nell’Archivio Vescovile di Sansepolcro, risulta che esso era di patronato della nota famiglia Orlandini di Monterchi. Nel 1568 il suo rettore era don Orlando Orlandini, che nel 1583 troviamo parroco della non lontana chiesa di Petretole. Nella successiva visita del 1593, il rettore era un certo don Antonio della stessa famiglia Orlandini. Questa chiesa aveva il campanile con una campana ed un piccolo beneficio, consistente in due pezzi di terra che producevano cinque staia di grano. Sul terreno della chiesa era stato costruito un frantoio o mulino per macerare il galastum (?). Nel 1635 questa chiesa, dedicata alla Madonna, cambia titolo oppure le viene aggiunto anche quello in onore di S. Pietro Martire e la località per la prima volta viene chiama “Mariotto”. Il rettore pro tempore era don Antonio Baldeschi, che vi celebrava l’annuale festa del S. Titolare. Sono infatti molti i santi che portano il nome del Principe degli apostoli. Il S. Pietro qui venerato il 29 aprile, nacque a Verona, agli inizi del XIII secolo. Mandato a Bologna a frequentare quella celebre università, entrò nell’ordine domenicano. Nel 1232 risulta inviato pontificio a Milano, dove fondò la “Società della Fede e della Vergine” per la difesa della religione contro gli eretici. Inoltre predicò in varie parti d’Italia (Asti, Piacenza, Firenze, Rimini, Roma…) e nel 1251 divenne Inquisitore pontificio a Como e a Milano. La sua fermezza nell’applicare i decreti pontifici contro gli eretici e lo zelo nella sua predicazione delle verità di fede e di morale, gli attirarono l’odio dei catari

e dei ghibellini, i quali lo fecero uccidere nella boscaglia di Farga, presso Seveso, lungo l’antica strada che da Como portava a Milano. Pietro, avendo suggellato nel sangue il suo amore a Cristo e alla sua unica vera Chiesa, fu canonizzato l’anno successivo alla sua morte da papa Innocenzo IV, il 25 marzo 1253 con il titolo di martire, cui venne dedicata fra le tante anche questa nostra chiesa, probabilmente dopo il Concilio di Trento che promosse la Riforma cattolica contro le eresie protestanti. Nel 1672 questa chiesa, detta popolarmente di Mariotto, fu visitata dal Vescovo mons. Malaspina, che la trovò in pessime condizioni, che si aggravarono successivamente fino al punto che rovinò completamente. Nello stesso luogo fu ricostruita l’attuale chiesetta di m. 6 x 4,50 rivolta a nord con l’entrata a sud, di fronte alla vicina casa rurale. Come si legge nell’epigrafe collocata sulla parete interna sinistra, questa cappella fu ristrutturata nella forma attuale nel 1870. Ne riportiamo il testo letteralmente: “Ad onorare il sacro luogo dell’antica e diruta Cappella di S. Maria all’Olmello, volgarmente denominata Madonna di Mariotto, il dottor Vincenzo Alberti, ultimo patrono, dopo averne curato il restauro, questa venerata immagine pose l’anno del Signore 1870. Auspice il rev.do don Marcello Alberti arciprete” Ammiriamo ancora sulla nicchia dell’unico altare questa bella riproduzione in terracotta robbiana della Natività: la Madonna, coronata da due angeli, adora in ginocchio Gesù Bambino, il cui originale è custodito nelle Basilica della Verna. Il soffitto della cappella è a volta, due finestrelle ovali in alto nelle pareti laterali ed una rettangolare in basso a sinistra della porta permettono di illuminare ed arieggiare

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...le nostre chiese l’interno. Sul tetto, al centro della facciata, si erge un umile campanile a vela, con una piccola campana sormontata dalla figura di due angioletti. Questo oratorio è di proprietà privata della nota famiglia Rosadi, comprata insieme alla casa colonica e al podere agli inizi del secolo scorso dall’antenato Francesco Rosadi, da un tale originario della Romagna. Attualmente la casa rurale, ristrutturata, è di proprietà delle famiglie Nazareni che vi abitano. Questo piccolo sacello e l’antistante strada si riempiono ancora di fedeli una volta all’anno, nel primo pomeriggio del 29 aprile, per venerare la Madonna di Mariotto, S. Pietro Martire e naturalmente anche S. Caterina da Siena, patrona d’Italia, che pure viene festeggiata in questo giorno. Il parroco di Monterchi ed altri sacerdoti viciniori, invitati dalla famiglia Rosadi, concelebrano la S. Messa, benedicono i gigli e i rami d’ulivo che i fedeli e gli agricoltori del luogo portano per esporli poi su esili croci lignee da issarsi nei campi il 3 maggio: Festa del ritrovamento della S. Croce. Se il tempo lo permette, si snoda anche una breve processione campestre, al canto delle Litanie dei Santi venerati nella Chiesa universale e locale (come si usava un tempo nelle solenni rogazioni di S. Marco e in quelle precedenti l’Ascensione, per chiedere al Signore grazia, salute, protezione sul duro lavoro agricolo, l’abbondanza e la conservazione dei frutti e dei prodotti della terra e la liberazione dalle tempeste, grandini, alluvioni, calamità e

siccità…). Il sacerdote celebrante, tracciando un segno di croce verso i quattro punti cardinali, canta: “a fulgore et tempestate, a flagello terremotus, a peste, fame et bello… libera nos Domine”. Questo suggestivo rito annuale ha impedito a questa umile cappella rurale di essere chiusa al culto e abbandonata.

Nell'altra pagina a sinistra: Veduta della zona dell'Olmello: dietro la chiesa si può vedere la località delle Cortine mentre in alto a sinistra c'è la località di Montione menzionata nell'articolo. L'antica strada sulla destra portava a Monterchi. Nell'altra foto l'altare con la terracotta robbiana. In questa pagina: La chiesa dell'Olmello con il campanile a vela in facciata.

"Duegento" di questi anni Isola!! Festeggiata alla Ripa Isola Goretti che sabato 25 febbraio 2006 ha compiuto 103 anni. Alla Messa di ringraziamento erano presenti alcune parrocchiane di Tavernelle che hanno fatto festa alla arzilla vegliarda della valle del Sovara. Alla Isola gli auguri della Redazione e i complimenti per la spontaneità dimostrata in occasione dell'intervista che le ha dedicato Teletruria. Digitalfoto Abi

La vignetta di Scacciapensieri:

Per i giovani e i ragazzi

Una lampada efficace..!

Settimana Santa 2006 Ragazzi delle Superiori 13 - 14 - 15 aprile a Rimini I giorni dedicati alla preparazione della Pasqua Ragazzi delle medie Tre giorni all’Oratorio Giovedì 13 aprile dalle 19.30 alle 22.30 (compresa la cena) Venerdì 14 aprile dalle 10.30 alle 19 (compreso il pranzo) Sabato 15 aprile dalle 10 alle 13 Pellegrinaggio a Montauto e Confessioni È necessario iscriversi!

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NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Sostenere il volontariato!

Vi aggiorniamo sulle offerte pervenuteci alla data del 28.2.2006 - importi in Euro

Offerte agevolate

La legge finanziaria per il 2006 ha introdotto la facoltà di destinare il “5 per mille” dell’irpef pagata per il periodo di imposta 2005 in favore del volontariato. Per esprimere la scelta è necessario apporre la propria firma nel riquadro dei modelli di dichiarazione dei redditi (CUD – 730 – UNICO 2006) appositamente riservato alle finalità di volontariato indicando il codice fiscale della Confraternita di Misericordia di Anghiari (82000890515) e sottoscrivere la scheda stessa di destinazione del “5 per mille”. Tale scelta non determina maggiori imposte da pagare e non è alternativa alla scelta di destinazione dell’ “8 per mille” per la Chiesa Cattolica, che si invita a rinnovare. Al fine di agevolare coloro che volessero sostenere la Misericordia con la devoluzione del “5 per mille” della propria imposta sul reddito delle persone fisiche la segreteria dell’istituzione si renderà disponibile a fornire tutte quelle informazioni procedurali che si ritenesse necessario acquisire.

Alberti Mario e Chiarini Uliana 70 Alessandrini Varo e Nilo 20 Anonimo 20 Anonimo 25 Anonimo in memoria di Pancioni Giustino 25 Arrighi Anna in memoria di Marisa Camaiti 50 Bacci Mario 10 Baracchi Alberto 20 Camaiti Giulia 20 Cambi Claudio in memoria di Rosa e Marcello 100 Cancellieri Maria e Polverini Liana in memoria di Cancellieri Roberto 50 Canicchi Werther e famiglia 100 Cherici Valfrido e famiglia 50 Cipriani Dori Irene 30 Del Pia Giuseppe 100 Foni Giovanni e famiglia in memoria di Foni Angiolo 320 Gaggiottini Lilia Ved. Francini 60 Garaffini Nedo 50 Giorni Gilberta 50 Giovagnini Francesco, Roma 50 Gli amici di Milton in memoria di Bianchi Poggini Raffaella 120 Goretti Alma in memoria dei familiari defunti 25 Guelfi Mirna in memoria di Guelfi Tosca e Rolando 50 Inghirami Lisetta in memoria di Tavanti Sergio Mario 15 Laba Onlus Comunità di Montemercole 500 Locci Dina 90 Lombardi Eusebio e famiglia 50 Magri Angiolo 30 Maurizi Pasquale 90 Mazzoni Piero in memoria di Andreani Luciano 50 Merendelli Sergio - i familiari alla memoria 460 Monini Marco - la famiglia Farsetti alla memoria 20 Monini Marco - la famiglia Monini alla memoria 200 Monini Santi 30 Nardi Tiziana 30 Pacini Stefania in memoria di MarioTavanti 20 Palazzeschi Ilda 50 Pancioni Maria Rosa in memoria di Giustino, Dante e Dino Pancioni 500 Pasqui Pietro 50 Pennacchini Giulia 30 Pernici Alberto 150 Pierantoni Mirko e Cesarina 50 Renzi Rosa 20 Rosadi Giuseppe 50 Rosita Valbonetti - i familiari alla memoria 170 Rossi Ave 50 Ruggeri Agostino 30 Salvi Giovanni 30 Santi Giuseppe 10 Santi Settimio - i familiari alla memoria 90 Scartoni Ivo 30 Serena in memoria del nonno Giustino 80

Rammentiamo a tutti i nostri benefattori che le offerte elargite durante l’anno 2005 potranno godere di agevolazioni fiscali nelle dichiarazioni dei redditi dei singoli oblatori, in forma di detrazione di imposta per le persone fisiche ed in forma di deducibilità dal reddito di impresa per le imprese. Pertanto, tutti gli offerenti che desiderino utilizzare questo “strumento fiscale” potranno richiedere alla nostra segreteria l’apposita certificazione, comunicandoci il proprio codice fiscale e/ o l’eventuale partita IVA. RingraziandoVi ancora una volta per la Vostra generosità, siamo a Vostra disposizione anche per eventuali ulteriori chiarimenti in merito all’argomento trattato.

Un ringraziamento a tutti Voi Che Dio ve ne renda merito

Dr. Paolo Pasquetti (prestazioni reumatologiche) – tel 328-3688757

Non perdete l’occasione di aiutare la vostra Confraternita di Misericordia con una firma; senza ulteriori impegni, ciò è possibile! Mario Redenti

Il labaro della Misericordia conservato nella antica sede vicino alla Badia opera a strapunto policromo eseguito dalla Consorella Teresa Bartolomei e da essa donato nel 1945.

Un nuovo servizio presso la nostra sede Recentemente Vi avevamo segnalato, presso la nostra Sede, la presenza di due nuovi medici, la Dottoressa Paola Farinelli (psicologa) ed il dottor Mauro Bernardini (prestazioni ecografiche). Ad essi si aggiunge da questo mese il Dottor Paolo Pasquetti (tel. 328-3688757), per prestazioni reumatologiche: patologie osteo-articolari infiammatorie e degenerative -artrite/artrosi-, patologie autoimmuni del tessuto connettivo (LES, Sclerodermia, Vasculiti, Connettivite mista, S. di Sjogren), patologie articolari da deposizione di microcristalli (gotta e condrocalcinosi), terapia infiltrativi articolare e peri-articolare. Riceve su appuntamento. Riepiloghiamo pertanto le presenze dei citati professionisti: Dr. Mauro Bernardini (prestazioni ecografiche) – tel. 339-6198056 D.ssa Paola Farinelli (psicologa) – tel. 339-5411903

Ricevono su appuntamento.

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LA PAGINA DELLA CARITAS a cura di Laura Taddei

Una storia per pensare

Tenere in vita un fiorellino Una tremenda siccità aveva colpito la regione. L’erba era prima ingiallita e poi appassita. Erano morti i cespugli e gli alberi più fragili. Neppure una goccia d’acqua pioveva dal cielo e le mattine si presentavano alla terra senza la lieve frescura della rugiada. A migliaia gli animali piccoli e grandi stavano morendo. Pochissimi avevano la forza per sfuggire al deserto che ingoiava ogni cosa. La siccità si faceva ogni giorno più dura. Persino i forti, vecchi alberi, che affondavano le radici nelle profondità della terra, persero le foglie. Tutte le fontane e le sorgenti erano esaurite. Ruscelli e fiumi erano inariditi. Solo un piccolo fiore era rimasto in vita, perché una piccolissima sorgente dava un paio di gocce d’acqua. Ma la sorgente disperava: “tutto è arido e assetato e muore: E io non posso farci nulla.” “Che senso hanno le mie due gocce d’acqua?” Lì vicino c’era un vecchio, robusto albero. Udì il lamento e, prima di morire, disse alla sorgente: “Nessuno si aspetta da te che tu faccia rinverdire tutto il deserto. Il tuo compito è tenere in vita quel fiorellino. Niente più.” Siamo tutti responsabili di un fiorellino. Ma ce ne dimentichiamo spesso per lamentarci di tutto quello che non riusciamo a fare.

Il racconto ci fa ricordare ancora “la goccia nell’oceano“ di cui parlava Madre Teresa di Calcutta, così piccola ma che se non ci fosse verrebbe a mancare. Spesso anche noi ci sentiamo impotenti e inermi di fronte alle difficoltà che incontriamo, ma se abbiamo il coraggio e l’umiltà di mettere a disposizione quel poco che abbiamo, siamo certi che la Provvidenza divina lo moltiplicherà producendo frutti impensati. Spesso ci comportiamo come se fossimo noi i padroni delle circostanze e pensiamo che dipendano da noi le azioni e i risultati, in realtà se siamo consapevoli che siamo nelle mani di Dio e vogliamo operare secondo la

Sua volontà per annunciare il Suo regno, Egli stesso ci indicherà la strada, ci appianerà le montagne delle difficoltà, irrigherà i deserti dei cuori e ci mostrerà che non per il nostro sforzo ma per il dono della Sua Grazia noi potremo diventare collaboratori della Sua opera. Questa non è cosa eccezionale ma è ciò che sperimentiamo ogni giorno nelle situazioni concrete e se siamo capaci di cogliere i segni della Sua Presenza, potremo tutti essere testimoni degli innumerevoli prodigi che si compiono e che spesso attribuiamo forse al caso, alla fortuna o alle coincidenze. Tutto può accadere se alla base c’è la domanda, la preghiera di fiducia e di abbandono in Colui che tutto può. Proprio quando ci sentiamo deboli e rimettiamo l’esito delle nostre azioni nelle mani di un Altro potremo dire con San Paolo : “Tutto posso in Colui che mi da la forza.” Dio ha bisogno di una sola cosa da noi, del nostro sì; Lui, l’Onnipotente, ci chiede solo che gli diciamo in piena libertà : “Sono la tua serva (servo), fa di me ciò che vuoi.” Allora potrà fare di noi grandi cose... o nulla, come a Lui piacerà. Nella foto Giulia, Giulio e Camilla, assieme alla catechista Laura (che non si vede perché sta scattando la foto) mentre svolgono una delle opere di Misericordia: "visitare i malati". In questo momento sono in visita agli anziani della Residenza protetta ad Anghiari.

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Un ricordo affettuoso e grato

Evocazione

di Enza

di Bruno Mari

Suor Anna Maria è stata parte di Anghiari, della sua vita sociale di carità e dell’opera dell’Ospedale, promotore di assistenza e di cure tanto necessarie durante tutto il secolo passato, spettatore e attore di ben due guerre mondiali. Suor Anna Maria è stata la correttezza in assoluto di comportamento e di credo religioso: era (e lo sapeva) una bella donna che aveva scelto la vita monacale come specchio e prova della più ambita vita celeste, sposa di Gesù e figlia di Maria SS. La ricordo particolarmente in due momenti: sempre con il Rosario in mano, dignitosa e nobile mentre scende la scala che conduce alla cameretta di don Alessandro Bartolomei (per tutti don Sandrino) e ancora distesa sul letto nella sua camera, a “La Ripa”, ormai santificata nel corpo, quasi statua, pronta al cospetto del Giudice Supremo. L’ho vista e mi sono commossa ed allora è discesa una lacrima dall’occhio come “gessato”. Meraviglia e stupore per ciò che Dio sa fare nel momento dell’estremo saluto; meraviglia e stupore al ricordo di lei giovane e bella in quel suo incedere, dignitosa e segreta nel somministrare le sue cure a quel “paziente”, anche suo confessore, Don Alessandro Bartolomei. Suor Anna Maria era nata il 4 aprile del 1913 alla Badiola di San Giovanni Valdarno, ultima di diciotto figli, si chiamava Emilia Bonci. Entrò in convento all’età di diciannove anni, professando i voti perpetui dopo quasi trenta anni. È morta il 24 febbraio 2005 ad Anghiari. Le sue consorelle non la dimenticheranno.

Il cipresso di Pino e la campana di Valealle di Emmedipì - In un precedente resoconto abbiamo parlato del restauro della campana

di Valealle e si era parlato dell’utilizzo di legno di pino. Invece il legno era sì di Pino ma di cipresso, cresciuto proprio nella ariosa località sopra la Commenda e la fornace Vagnetti. Ma veniamo alla campana che, per le Kalende di febbraio, con mezzi meccanici adeguati, è stata ricollocata nella sua sede legittima: il campanile. Il lavoro è stato laborioso ma una adeguata e provvidenziale colazione ha rinvigorito gli intervenuti che hanno dato il meglio di sé. Si tratta dei fratelli Baggi e di Piero di Pino (nella foto di Emmedipì due rappresentanti). Poi a mezzogiorno del 3 febbraio, San Biagio, la campana è stata ufficialmente inaugurata. La signora Faustina, Gosta per i vicini, ha provveduto a suonarla a distesa per la festa titolare e poi si è di nuovo festeggiato con un buon dolce offerto sempre dall’insostituibile Faustina.

All’amico Angelo di Cadefrati di Armando Zanchi

Anghiari lontano borgata aretina, forse il tuo ricordo il sorriso schiuda; forse il rimpianto. Ricordo lo scorazzar per i prati tra i dirupi e all’imbrunir, tra una monelleria e l’altra i giochi con gli amici. Al calar della sera giungeva la dolce, chiara amorevole voce materna a riunirci per la cena. Nell’agape familiare, tra scherzi e risate forte, sicura dolcemente protettrice aleggiava l’immagine paterna. Anghiari! Non disponi di laute risorse industriali ma godi dei tuoi ridenti declivi collinari e umbrosi boschi. E sei ricco di antica storia ed elevata arte, di provata, saggia tradizione ed è poi tuo vanto la creatività della tua gente. Anghiari non più lontano perché quel tuo retaggio di storia, di arte e di tradizione pulsa e vive nell’animo dei tanti cui deste i natali.

I nostri duetti tra compagni di vita il Palle Paolino faceva la sortita

Per tanto tempo faceva la scappatina per andare a trovarlo nella sua casina

Un caro amico che porterò nel cuore la sua povera vita colpita da malore

La nostra amicizia fu per noi sacra nessuno dei due la si calpestava

Quante battute con Vittorio Mugelli di quei tempi a noi tanto belli

Poi chiamava la sua cara Angiolina a farci il caffè o una merendina

Ad ogni incontro tra noi anzianotti ma proclamati sempre giovanotti

Alla Domenica in certe occasioni le nostre chiacchierate davano soddisfazioni

Tutte le volte in tanti nostri incontri grandi battute ma pochi i resoconti

Questi fratelli Foni con cui sono cresciuto il loro vuoto un premio non voluto

Le nostre speranze sempre invecchiando ma io ed Angelo vivemmo sperando

Lui sempre modesto e tipo scherzoso ma era un uomo molto laborioso

Amico del cuore ed ora l’ò perduto ora su di me un masso è caduto

Il loro volto di questa brava gente buoni cristiani e da veri credenti:

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Un altro Omo morto

Angolo della Missione

di Emmedipì

Per i fratelli più piccoli La domenica precedente il Santo Natale è stato organizzato da alcune volontarie un mercatino presso le chiese di Anghiari, Santo Stefano, Tavernelle e Carmine per raccogliere denari da devolvere alle Tende di Natale, istituzione religiosa che aiuta i bambini del terzo mondo allo studio. Si è raggiunta una somma di Euro 1.500 così ripartita: Anghiari Euro 720, Stazione Euro 280, Tavernelle Euro 235, Carmine Euro 145, Cena a Tavernelle Euro 120. Don Marco ha comunque deciso di distribuire la somma in quattro parti uguali alle Tende, alla Missione Tanzania, alla Missione di Padre Remo in Brasile, alla Caritas parrocchiale. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita di questa raccolta e ricordiamoci sempre che quello che facciamo per i fratelli più piccoli, lo facciamo a Gesù, ce lo ha detto lui stesso, e sicuramente la sua riconoscenza sarà infinita. Pace e bene.

Erano diversi anni che con Andrea della Cerbaia si parlava di un Omo morto (ma non quello di Cul di paiolo) che si trovava lungo l’antica strada che dalla Motina e Albiano saliva verso Caprese. Rileggendo il Taglieschi ho trovato questa annotazione: Adì 30 di maggio 1573 Ser Piero d’Antonio da Terranova, Cancelliere d’Anghiari, tornando di Capresa fu amazzato nella Villa di Albiano con una archibugiata nelle reni e tre coltellate nel corpo. Potrebbe essere stato questo tragico episodio ciò che ha determinato l’appellativo di Omo morto alla località per la via dei Monti. Allora, martedì 14 febbraio, san Valentino, con il Magri Angiolo dei Renicci, Andrea Del Barna della Cerbaia e suo nipote Alessandro Lazzeroni, ci siamo arrampicati per la vecchia strada che va a Caprese dopo aver superato Albiano e il fosso di Rimaggio. Pensiamo di aver ritrovato questo posto anche se i lavori della cava hanno modificato radicalmente la zona. Il luogo nei tempi indietro era facilmente riconoscibile e i viandanti portavano, come è usanza ancora oggi, il loro bravo sasso. Qui noi abbiamo ricostruito un piccolo cumulo e speriamo che i viaggiatori lo facciano aumentare con il loro contributo di pietre. Il gruppo degli esploratori della Motina nel punto preciso dove si trovava l'Omo morto e dove è stato ricostruito il cumulo di pietre. Digitalfoto Emmedipì

La musica riporta alla memoria ricordi di un tempo tra due amici che avevano perso le tracce l’uno dell’altro

Cronaca di un miracolo Livio era un mio amico, pulito dentro e fuori, era educato, aveva modi gentili e si muoveva senza spostare l’aria. Aveva una “Fulvia Lancia” cui dedicava cure attente, suonava il violino ed era festa quando in “DUO” l’accompagnavo al pianoforte, si esaltava come se fosse alla ribalta del “Metropolitan”. Era soprattutto buono e “signore”. La mia professione di funzionario della Massey-Ferguson mi teneva fuori dalle “mura” per diverso tempo e così piano piano la nostra frequentazione finì. Poi il rimorso d’averlo trascurato mi mise in pista per ritrovarlo, i miei tentativi all’inizio fallirono, poi la perseveranza nella ricerca mi premiò. Era in una Casa di Riposo l’Arici-Sega di S. Polo. Trepidavo molto ad incontrarlo paventando situazioni infelici, infatti lo rividi in una squallida e disadorna camerata, assieme a tanti poveretti tutti seduti contro le pareti, gli sguardi nel vuoto a visionare chissà quali film. Era Lui, aveva pochi denti, il viso distrutto: mi fissò ed emise suoni incomprensibili; l’inserviente lo chiamò

ripetutamente, poi mi fece con dolce violenza di uscire, mentre irrefrenabili le lacrime rigavano il viso. Mentre varcavo la soglia d’uscita avvertii il suono di un pianoforte così pregai l’inserviente di mostrarmi quello strumento. Alla tastiera attaccai un brano noto a tutti e avvertendo un tramestio alle mie spalle, girandomi vidi d’aver adunato tanti infelici e tanti occhi spalancati a ricevere la musica. Feci il “bis” e poco dopo sentii posarsi leggera sulla mia spalla una mano, ebbi un brivido era LIVIO che mi conosceva, pronunciava il mio nome, rievocava i nostri concerti, si esprimeva con frasi comprensibili, logiche e negli occhi c’era la luce riaccesa. Nessun farmaco, nessuna terapia, visite collegiali di SOLONI paludati di bianco avevano avuto il potere di riportarlo alla riva che aveva lasciato... La Musica, soltanto la Musica porgendogli un ponte gli consentì di traghettare. Ci sono giorni che mi interrogo chiedendomi se questo momento è avvenuto veramente o se è stato un sogno, ma io so che quel momento è stato vero, ma soprattutto magico.

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari sito internet: www.fratresanghiari.it

e.mail: info@fratresanghiari.it

I TRENTA ANNI DI ATTIVITÀ DEL GRUPPO La testimonianza di un nostro associato… storico Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi e con piacere pubblichiamo, alcune riflessioni di una persona che fin dalla sua fondazione è stata testimone della costante evoluzione del gruppo Fratres di Anghiari, nel corso dei suoi trent’anni di vita, ricoprendo spesso incarichi sociali importanti. Se il gruppo oggi è così vitale, sempre attento alle necessità degli altri e quotidianamente impegnato nella donazione del sangue con risultati lusinghieri, è anche merito sicuramente della generosità e caparbietà di questa persona. Anche adesso, nonostante la difficile esperienza della malattia, non manca di far arrivare a tutti noi il suo contributo, anche attraverso il seguente scritto nel quale ripercorre le tappe salienti della vita del Gruppo “Fratres”, così come lui le ha vissute. Seduto nella mia carrozzella, in un momento di noia, oltre a tanti pensieri, mi è venuto in mette di scrivere alcune considerazioni sul variegato mondo dell’associazionismo anghiarese. Fra le tante realtà che lo popolano, ho pensato in primis al Gruppo Donatori di Sangue Fratres che mi è stato sempre a cuore ed a cui appartengo dal 1976, del quale quest’anno viene festeggiato il trentesimo anniversario della fondazione. Mi sono trovato fin dai primi anni a fare parte del Consiglio Direttivo e quindi coinvolto direttamente nel portare avanti importanti attività, che hanno contribuito a diffondere sempre di più la donazione del sangue non solo nel nostro paese ma anche nel comprensorio valtiberino. Prima e più importante la nascita di un Centro Trasfusionale presso l’ospedale di zona, assieme a tutti gli altri gruppi dei comuni della Val Tiberina, dove ci fu subito riconosciuto uno spazio mensa per la necessaria colazione dei donatori. Sistemazione ottimale, questa, perché eravamo a contatto della cucina da dove ci veniva servita la famosa bistecca e dove facevamo conversazione con i colleghi degli altri gruppi. Prima di allora, andavamo con mezzi propri (o procurati dal Gruppo) al Centro Trasfusionale che aveva richiesto il nostro intervento ed aveva urgente bisogno di sangue: principalmente ad Arezzo, ma anche a Perugia ed in altre località. Altra importante collaborazione fu quando il direttivo del Gruppo decise di sostenere economicamente la realizzazione del riscaldamento nella Chiesa di S. Stefano, che in quel periodo era utilizzata da tutta la comunità anghiarese anche come luogo sacro, dove trattenere i nostri cari defunti in attesa del funerale. Per la stessa chiesa, poi, partecipammo con una cospicua offerta al restauro di un famoso dipinto del Michelino in essa contenuto. Da segnalare ancora, la pubblicazione del libro degli Annali della Terra di Anghiari, frutto della paziente ed attenta trascrizione dell’antica opera del Taglieschi da parte degli alunni della locale scuola media: stampato in mille copie nel 1991, durante la presidenza di Massimo Redenti, è andato letteralmente a ruba al punto che proprio in questi giorni è uscita una sua ristampa, sempre su iniziativa del nostro Gruppo ed in collaborazione con la Confraternita di Misericordia. Sono stato lontano dal gruppo per ragioni di salute fino a quando, nell’ormai lontano anno duemila, il neo eletto presidente Pietro Ganganelli mi chiese se potevo dargli una

mano nella conduzione del Gruppo, curando soprattutto il quotidiano rapporto con il Centro Trasfusionale. Accettai volentieri anche perché ero allora già da diversi anni un autista volontario della Confraternita di Misericordia e quindi mi capitava spesso di recarmi all’ospedale di zona. Entrai successivamente a far parte del consiglio direttivo condividendone quasi sempre le scelte operative e cercando sempre di stimolarne l’operosità. Sono stati gli anni in cui, raccogliendo la sfida delle moderne tecniche informatiche, abbiamo provveduto all’acquisto di due moderni computer multimediali con relative stampanti, passando così dalla vecchia gestione manuale della vita del gruppo a quella automatizzata, più veloce ed affidabile. Mi sono poi impegnato, in particolare, nella revisione e successiva approvazione da parte dell’assemblea dei soci del nuovo Statuto, al fine di renderlo più in linea con la realtà. Abbiamo contribuito per il restauro dell’organo della Chiesa della Badia e per il riscaldamento della Chiesa del Carmine, nonché per l’acquisto delle panche della Chiesa di S. Stefano. Tutte opere encomiabili da cui non potevamo tirarci indietro. D’accordo con l’Amministrazione Comunale abbiamo predisposto, poi, un locale dove tenere le oltre trecento sedie che recentemente ci sono state donate dalla generosità di tanta gente e che sono a disposizione di tutte le altre associazioni paesane, per le loro molteplici attività. Ma quello che più conta, in questi ultimi anni il gruppo è riuscito ad incrementare notevolmente il numero delle donazioni di sangue, passando da una media di quattrocento degli anni 1998/’99 a quella di cinquecentosettanta negli anni 2003/2004, fino a sfiorare nel trascorso 2005 la quota seicento. Di nuovo la malattia mi ha allontanato definitivamente dall’attività del Gruppo ma resto sempre informato da mio figlio e sento che esso è sempre più dinamico ed attivo e ciò mi fa tanto piacere. V. Veniero

Mentre andiamo in stampa giunge la notizia della morte di Veniero Vellati, autore dell'articolo di questa pagina. Alla famiglia le condoglianze del Gruppo Fratres.

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...dal Gruppo Fratres

30° D I F O N D A Z I O N E ! Trent’anni di solidarietà… verso tutti. L’ ASSEMBLEA SOCIALE

ORDINARIA

2006

Giorno importante per il Gruppo Fratres Donatori di Sangue di Anghiari, quello di sabato 28 gennaio ultimo scorso, nel pomeriggio del quale si è tenuta l’annuale assemblea ordinaria. Momento importantissimo, questo, nella vita di una qualunque associazione, durante il quale si riflette sul suo stato di salute, alla luce delle cose fatte e dei risultati raggiunti nel corso dell’anno precedente. Importanza, purtroppo, non sempre adeguatamente apprezzata dai propri aderenti. Si è iniziato con la consueta relazione del presidente, con la quale sono state dettagliatamente illustrate le molteplici attività svolte e comunicati i “numeri” del gruppo, soprattutto in termini di donazioni di sangue: i nostri quasi quattrocento volontari attivi, anche nell’anno appena trascorso, sono riusciti a migliorare ulteriormente i propri risultati sfiorando le seicento donazioni. Un dato, questo, mai raggiunto in passato e che conferma il Gruppo Fratres di Anghiari come uno dei piùgenerosi tra quelli non solo del comprensorio valtiberino ma anche dell’intera provincia aretina. Sono state poi illustrate le iniziative future, particolarmente numerose e significative perché tese a festeggiare quest’anno il trentesimo di fondazione. Molti gli ospiti presenti: Mara Calli, primo presidente del Gruppo, Fedele Boncompagni, ex Governatore della Misericordia e cofondatore dei Fratres, Massimo Redenti, attuale Governatore ed ex presidente, Paola Vannini, responsabile medico del Centro Trasfusionale di zona e Rosella Guadagni, medico del gruppo. L’Amministrazione Comunale era rappresentata dall’assessore alle politiche sociali ed all’istruzione Giuseppe Ricceri che nel suo intervento ha confermato la volontà di continuare anche nel futuro in quella proficua collaborazione tra Istituzione locale e Gruppo Fratres, che tanti frutti ha già prodotto. Nella parte finale dell’incontro, il segretario economo Alessandro Bivignani illustrava ai presenti, con l’ausilio di una efficace presentazione informatica, il rendiconto economico sociale 2005, così come visionato e sottoscritto dai revisori dei conti, che insieme al bilancio di previsione per l’anno in corso, veniva approvato dall’unanimità dei presenti. Il segretario

L’UOVO DELLA SOLIDARIETÀ

Giornata ecologica al Sasso di Simone

Raccogliendo, per il quarto anno consecutivo, l’invito dell’associazione di volontariato ANT-Italia, sede di Prato, via Ferrucci 18, impegnata fin dal 1985 nell’assistenza domiciliare gratuita ai sofferenti di malattie tumorali in fase avanzata ed avanzatissima, i nostri volontari e quelli della Misericordia vi aspettano Sabato 1° e domenica 2 Aprile, in piazza Baldaccio, per contribuire al finanziamento di questa benefica attività tramite l’acquisto-offerta di UOVA DI CIOCCOLATO, in occasione delle prossime festività pasquali. Quale miglior occasione per regalare il tradizionale simbolo della Pasqua e contribuire, nello stesso tempo, ad alleviare le sofferenze di chi è alle prese con l’esperienza della malattia. Il presidente

Domenica 14 maggio 2006 Ore 7,30 Partenza dal campo della Fiera; ore 9,00 Arrivo in località CASE BARBONI; ore 9,30 Camminata ecologica verso il SASSO DI SIMONE; ore 11,00 Arrivo al Sasso e visita guidata a questa storica località del Montefeltro (resti dell’antica fortezza); ore 12,30 PRANZO CALDO, all’aperto, in prossimità del Sasso, preparato dai volontari del Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” di Badia Tedalda e Sestino; ore 14,30 Trasferimento a piedi in località CASA DEL RE e prosecuzione in autobus verso Sestino; ore 16,30 Visita guidata ai Musei dell’antico municipio romano; ore 18,00 Partenza per Anghiari. QUOTA DI PARTECIPAZIONE: adulti € 23; donatori attivi € 20; bambini fino scuola elementare € 12. INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI presso la Sig.ra Vesta Vellati, dell’ufficio Pro Loco, o presso la SEDE della Confraternita di Misericordia. Il Consiglio Direttivo Foto in alto: un momento della Assemblea dei Soci del 2006 con gli ospiti intervenuti. Qui a sinistra: una suggestiva immagine del Sasso di Simone a Sestino.

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Il volto di Giuda Iscariota

La quercia di Sassaia

Racconto liberamente rielaborato da Angiolo Pari

di Piero Lega

Qualche secolo fa un grande pittore fu incaricato di dipingere un affresco per una città siciliana. Il soggetto era la vita di Cristo. Per molti anni l’artista lavorò indefessamente e infine il dipinto fu condotto a temine salvo le due figure più importanti: il Cristo fanciullo e Giuda Iscariota. Il pittore girò ovunque in cerca dei modelli per le due figure. Un giorno, mentre camminava per un vecchio quartiere della città, si imbatté in un gruppo di bambini che giocavano per la strada fra di loro. Colpì subito la fantasia del pittore un bambino che aveva un viso d’angelo, anche se molto sporco. Forse era proprio quello che gli ci voleva. L’artista si portò a casa il fanciullo che posò pazientemente tutti i giorni finché il volto di Gesù fanciullo non fu finito. Ma ancora il pittore non aveva trovato il modello adatto per raffigurare Giuda. Per anni il pittore, tormentato dal timore che il suo capolavoro restasse incompiuto, continuò le ricerche. La storia dell’affresco non finito si diffuse ovunque e molti, convinti di avere un aspetto malvagio, s’offrirono per fare il volto di Giuda. Ma il vecchio pittore cercava invano un volto che potesse ritrarre Giuda come se l’era immaginato: un uomo corrotto dalla vita, logorato dalla cupidigia e dalla lussuria. Ma un pomeriggio, mentre era seduto all’osteria davanti al suo quotidiano bicchiere di vino, un uomo lacero e smunto varcò la soglia e barcollando si accasciò a terra: “Vino, vino” implorava. Il pittore lo sollevò ed osservò quel volto che gli fece impressione. Pareva che portasse tutti i peccati dell’umanità. -Vieni con me- gli disse -ti darò da mangiare, da bere e ti rivestirò! Ecco finalmente il modello di Giuda iscariota! Per giorni e giorni il pittore lavorò febbrilmente per finire il suo capolavoro. Ma via via che il lavoro procedeva, avvenne un cambiamento nel modello. Alla sua espressione ebete, subentrava una tensione strana e gli occhi iniettati di sangue fissavano pieni di orrore il suo dipinto. Un giorno, avvedendosi del turbamento del modello, il pittore interruppe il lavoro: -Vorrei aiutarti figlio mio- gli disse. -Cos’è che ti tormenta tanto? L’altro proruppe in singhiozzi nascondendosi il viso fra le mani. Poi, dopo essere rimasto a lungo così, indicò l’affresco dicendo: -Forse tu non hai capito... io sono quel bambino che un giorno posò per te per fare il volto di Gesù fanciullo!

La quercia antica nel campo arato, si erge imponente ed altera, all’ombra dei colli sovrastanti, oltre l’asfalto e la brughiera, nell’eterna battaglia contro il tempo e l’intemperia. Gli vado intorno, l’ammiro estasiato da ogni lato sembra più imponente e fiera. “Mario, Beppino, Marisa, Annibale, Assuntina, vinite qua” – Grida Sestilia: “Vinite, guardète la quercia controsole”. “Madre Natura! Che meraviglia!” Sussurriamo una preghiera, all’ultimo rintocco del campano. È l’Avemaria. È già sera. Gli ultimi raggi fiochi e soffusi del sole vespertino che s’adagia dietro Campalone penetrano ed argentano la sua chioma nera. Non una foglia osa cadere, sulla terra brulla ed anche se già secca, impavida rimane sui rami stretta a sfidare le raffiche giù per Villa Pinciana del primo vento gelido di tramontana.

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Non abbiate paura! 2 aprile 2005 – 2 aprile 2006 - Un anno dalla morte del Papa Giovanni Paolo II Alle 21.37 di sabato 2 aprile 2005 la guardia svizzera chiudeva il “portone di bronzo” dal quale si accede al Palazzo Apostolico in Vaticano: quello era il primo segno che il Papa Giovanni Paolo II si era spento ed aveva iniziato il suo viaggio verso la vita eterna. Quella sera piazza S. Pietro era gremita, anche da molti giovani. Chi sta scrivendo in quel momento era, assieme ad altri parrocchiani, nella Cattedrale di Arezzo per un particolare veglia per il Papa. E proprio lì il Vescovo dette l’annuncio “in diretta” della morte del Pontefice alle quasi mille persone presenti in Duomo. Anche le campane delle nostre chiese lo hanno annunciato: alle 21.50 già suonavano a distesa le campane della Propositura, della Croce, di S. Stefano e di Tavernelle. Sarebbero poi risuonate tutte, comprese quelle di S. Agostino, il giorno dei funerali e finalmente anche il 19 aprile per l’elezione di Benedetto XVI. Ci sembra bello ricordare questa intramontabile figura con due stralci delle sue più belle omelie.

Omelia per l’inizio del Pontificato San Pietro, 22 ottobre 1978 Oggi il nuovo Vescovo di Roma inizia solennemente il suo ministero e la missione di Pietro. In questa Città, infatti, Pietro ha espletato e ha compiuto la missione affidatagli dal Signore. Cosa lo ha guidato e condotto a questa Urbe, cuore dell’Impero Romano, se non l’obbedienza all’ispirazione ricevuta dal Signore? Forse questo pescatore di Galilea non avrebbe voluto venire fin qui. Forse avrebbe preferito restare là, sulle rive del lago di Genezaret, con la sua barca, con le sue reti. Ma, guidato dal Signore, obbediente alla sua ispirazione, è giunto qui! Secondo un’antica tradizione, durante la persecuzione di Nerone, Pietro voleva abbandonare Roma. Ma il Signore è intervenuto: gli è andato incontro. Pietro si rivolse a lui chiedendo: “Quo vadis, Domine”. E il Signore gli rispose subito: “Vado a Roma per essere crocifisso per la seconda volta”. Pietro tornò a Roma ed è rimasto qui fino alla sua crocifissione. (…) La potestà assoluta e pure dolce e soave del Signore risponde a tutto il profondo dell’uomo, alle sue più elevate

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aspirazioni di intelletto, di volontà, di cuore. Essa non parla con un linguaggio di forza, ma si esprime nella carità e nella verità. Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna.

Omelia per la Giornata Mondiale della Gioventù Roma, 19 agosto 2000 Carissimi ragazzi e ragazze della Giornata Mondiale della Gioventù. Abbiamo ascoltato nel Vangelo di Giovanni un brano del discorso da Lui tenuto nella sinagoga di Cafarnao, dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani. In esso Egli si rivela come il vero pane delle vita, il pane disceso dal cielo per dare la vita al mondo. È un discorso che gli ascoltatori non comprendono. La prospettiva in cui si muovono è troppo materiale per poter raccogliere il vero intendimento di Cristo. E l’uditorio è refrattario: “Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?” Si ritengono persone di buon senso, con i piedi sulla terra. Per questo scuotono il capo e, brontolando, se ne vanno uno dopo l’altro. Alla fine resta solo lo sparuto gruppetto dei discepoli più fedeli. Ma sul “pane della vita” Gesù non è disposto a transigere. È pronto piuttosto ad affrontare il distacco anche dei più intimi: “Forse anche voi volete andarvene?” (Gv 6, 67) “Forse anche voi?” La domanda di Cristo scavalca i secoli e giunge fino a noi, ci interpella personalmente e sollecita una decisione. Quale è la nostra risposta? Cari giovani, se siamo qui oggi, è perché ci riconosciamo nell’affermazione dell’apostolo Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.” (Gv 6, 68) Di parole intorno a voi ne risuonano tante, ma Cristo soltanto ha parole che resistono all’usura del tempo e restano per l’eternità. È importante rendersi conto che, tra le tante domande affioranti al vostro spirito, quelle decisive non riguardano il “che cosa”. La domanda di fondo è “chi”: verso “chi” andare, “chi” seguire, “a chi” affidare la propria vita. Voi pensate alla vostra scelta affettiva, e immagino che siate d’accordo: ciò che veramente conta nella vita è la persona con la quale si decide di condividerla. Attenti, però! Ogni persona umana è inevitabilmente limitata: anche nel matrimonio più riuscito, non si può non mettere in conto una certa misura di delusione. Ebbene, cari amici: non c’è in questo la conferma di quanto abbiamo ascoltato dall’apostolo Pietro? Ogni essere umano, prima o poi, si ritrova ad esclamare con lui: “Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Solo Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio e di Maria, il Verbo eterno del Padre nato duemila anni orsono a Betlemme di Giudea, è in grado di soddisfare le aspirazioni più profonde del cuore umano.


Dalle nostre Parrocchie Da Monterchi: L e f e s t i v i t à p a s q u a l i Durante la quaresima come iniziative particolari tutti i giovedì dopo cena, alle ore 21,15, ci sono stati degli incontri di adorazione eucaristica e di catechesi presso la chiesa della Comunità francescana di Betania a Monterchi. Nei giorni di venerdì di quaresima sempre dopo cena, alle ore 21, nella chiesa della Madonna Bella, ci sono stati degli incontri di preghiera e di catechesi per gli adulti (giovani, fidanzati, catechisti, ecc.) guidati dal diacono Fabio riguardanti la lettura meditata e dialogata della prima lettera di San Pietro, secondo l’indirizzo diocesano. Dopo la conclusione della Benedizione delle famiglie con quelle del centro storico di Monterchi, il 9 aprile ricade la Domenica delle Palme.Nel pomeriggio iniziano le quarant’ore nella chiesa arcipretale. Dalle 15 alle 18 si tengono delle adorazioni alle quali partecipano i confratelli della Compagnia omonima del SS. Sacramento e nei tre giorni previsti i fedeli sono invitati ad accostarsi al sacramento della Confessione per prepararsi alla Pasqua. Abbiamo poi il programma della Settimana Santa. Il mercoledì a Padonchia, nel pomeriggio, c’è il tradizionale ufficio delle confessioni. Il Giovedì Santo inizia il triduo pasquale con la celebrazione della S. Messa in Coena Domini (alla Madonna Bella alle ore 17, a Monterchi alle ore 18). Dopo cena ci riuniamo con i Confratelli del SS. Sacramento e i confratelli della Misericordia per le visite a Cristo Signore esposto per l’adorazione nelle chiese della zona. Si parte dalla chiesa arcipretale e quindi si scende verso la chiesa della Fraternità di Betania. Queste due visite

sono fatte in modo solenne mentre poi i fedeli continuano singolarmente la visita alle altre chiese. Il Venerdì Santo, giorno della morte del Signore, nel pomeriggio il rito della cena del Signore e dopo cena la solenne Via Crucis dalla chiesa della Fraternità di Betania da dove saliamo lentamente verso la chiesa arcipretale. Quest’anno alcune Via Crucis saranno arricchite dall’allestimento di “quadri viventi” lungo l’itinerario. È questa una cerimonia che coinvolge tantissima gente. La notte del Sabato Santo alle ore 11 comincia la veglia pasquale. Questa veglia, che segue le regole della liturgia, prevede che si rinnovino le promesse battesimali durante la Messa che viene celebrata a mezzanotte. Nel giorno di Pasqua gli orari rimangono gli stessi. Sante Messe alle ore 9, 30 nella Comunità di Betania, alle ore 11,15 Messa solenne nella chiesa arcipretale e alla sera la Messa vespertina. Il giorno dopo, Lunedì di Pasqua, presso la chiesa di San Biagio a Pocaia ci sono le confessioni pasquali per chiunque voglia partecipare ma in particolare per quelli delle zone di Pocaia che si ritrovano in questa antica chiesa. La domenica in Albis viene celebrata a Monterchi la festa di San Vincenzo Ferreri. Nel pomeriggio una processione percorrerà le strade attorno alle mura con la statua del santo e manifesteremo la nostra fede con la benedizione del paese e delle campagne. A questa processione intervengono i confratelli della Compagnia del SS. Sacramento. Il 29 di aprile nel pomeriggio c’è la tradizionale Messa a Mariotto, cappellina descrit-

Assemblee

ta in questo numero del giornale. Qui vengono benedetti i rami di giglio per essere messi sulle croci ed esposti nei campi per il 3 maggio. Se il tempo lo permette faremo una piccola processione per la benedizione delle campagne. Maggio è il mese mariano e lo solennizzeremo con il rosario: prima di cena alle 17,30 a San Simeone a Monterchi e dopo cena, alle 21, presso la Comunità di Betania e alla Madonna Bella. Un invito particolare per i ragazzi che si preparano al ricevimento della prima confessione e prima comunione affinché si intensifichi la preparazione finale. La prima comunione è fissata per il mese di giugno e ne parleremo in una prossima occasione.

Domenica 12 marzo si sono svolte le elezioni per la nomina del nuovo Magistrato della Confraternita di Misericordia. I risultati verranno comunicati in un prossimo numero. Domenica 26 marzo si è tenuta l’Assemblea straordinaria dei Donatori di Sangue Fratres di Monterchi che hanno eletto il nuovo Consiglio direttivo per il triennio 2006/ 2009. Anche di questa votazione verranno dati i risultati nel prossimo numero.

Dal Carmine

Il riscaldamento di Francesca

Domenica 5 febbraio abbiamo preparato un pranzetto per cercare di racimolare un po’ di soldini per l’impianto di riscaldamento appena messo in funzione qui nel Santuario del Carmine. Dobbiamo dire che appena la voce si è sparsa non avevamo più posti. Grazie ad una ottantina di anghiaresi e non, abbiamo potuto così mettere insieme la “modesta” cifra di 1.356 euro interamente devoluti al Santuario. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno comunque partecipato alla spesa di tale opera. Abbiamo già raggiunto 3.196 euro.

Alla ricerca di una sede Un comitato sorto ultimamente a Monterchi circa la collocazione della Madonna del Parto ha raccolto delle firme. Risulta che la maggioranza ha firmato affinché la Madonna rimanga nel centro storico. Mi sembra che questa sia una buona decisione ma deve rimanere non in un museo o in un edificio qualunque ma in una delle due chiese del centro storico che potrebbero essere adattate per accogliere artisticamente l’immagine e tornare nuovamente al culto come i cristiani desiderano.

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I ragazzi della Cresima! Tutta la comunità di Anghiari è invitata a condividere con i ragazzi che riceveranno il sacramento della Confermazione mercoledì 3 maggio feste del SS. Crocifisso nella chiesa di S. Maria delle Grazie, Propositura di Anghiari. La sera precedente, il 2 maggio, alle ore 21, si svolgerà una particolare Veglia di Preghiera in Propositura, a cui saranno presenti i Cresimandi con i loro genitori. Tutta la Comunità Parrocchiale è invitata a partecipare anche a questo intenso momento, che ci preparerà alla festa del SS. Crocifisso. La veglia del 2 maggio, sostituisce, quindi, la recita del S. Rosario che inizierà giovedì 4 maggio. Nella foto a lato i ragazzi e le loro catechiste (Anna, Catia e Norma) durante un incontro all'Oratorio.

Il maestro Tavanti Vogliamo ricordare il maestro Tavanti anche con questa foto che ci è stata fornita da Roberto Chieli. La foto ritrae il maestro Sergio Mario Tavanti e il figlio Paolo assieme agli alunni della seconda elementare, anno scolastico 1961/62. La foto è stata scattata in prossimità del Natale 1961. Si possono riconoscere da sinistra in alto: Roberto Chieli, Luigi Tizzi, Franco Mondani, Giorgio Camaiti, Tuzio Tuti, Enzo Marchetti, Sergio Coleschi, Franco Mariani e Giuseppe Del Pianta. Davanti: Fabio Mercati, Guido Moretti, Alessio Pacini, Carlo Giabbanelli, Nello Nocentini, Massimo Rossi e Vasco Bevignani.

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Badia: Restauri e altro Sullo scorso numero dell’Oratorio avevamo comunicato che si era conclusa la raccolta di fondi per il recupero dell’organo storico della Badia. Solo che… i denari sono continuati ad affluire e così, dopo avere versato 10.000 euro di acconti al restauratore, abbiamo consegnato al proposto don Marco Salvi un libretto di risparmio con 1.200 euro, invece di 1.100 come avevamo scritto. Sono giunte offerte da Marisa Lamini, da Iris Nocentini Felisi e, da anonimo, in memoria di Domenico e Italia Petruccioli. Un’altra donazione è stata fatta in memoria di un giovanissimo fiorentino, Leonardo Marchetti, scomparso nel 1999 a soli 20 anni. A dimostrazione dell’affetto che i concittadini hanno per la Badia, da molti è stata avanzata l’ipotesi di far eseguire un calco della Natività robbiana attualmente al museo di Palazzo Taglieschi e che fino a non molti anni fa ornava la parete di destra della chiesa, che ora veramente appare troppo spoglia. Analogamente con quanto è stato fatto con la “Madonna della Misericordia” del Borghetto, la copia andrebbe collocata sul sito originale, nel nostro caso sopra il secondo altare di destra. A quel punto la chiesa riacquisterebbe la sua bellezza anche se, a dire il vero, adesso lascia un po’ perplessi vedere la Madonna di Loreto sotto chiave, al di là di una cancellata nuova di zecca che la separa dai fedeli e dai visitatori amanti dell’arte forse più di quanto fosse necessario, visto che era stato istallato un funzionale impianto d’allarme anti-intrusione. La Soprintendenza ha espresso, in linea di massima, parere favorevole al progetto del calco. Il Comitato per il restauro dell’organo, appena sciolto per esaurimento del suo compito, è stato pregato di ricostituirsi con gli stessi componenti. Affettuosamente incitati da numerosi cittadini, abbiamo acconsentito di buon grado a questo nuovo impegno. Uno dei nostri primi compiti consisterà nel farci fare un preventivo di spesa dell’opera e renderlo noto attraverso l’Oratorio. Ancora a testimonianza di quanto profondo e sentito sia il legame tra gli anghiaresi e la loro più antica chiesa, la ditta Busatti ha offerto un prezioso tessuto damascato che servirà per rivestire l’inginocchiatoio usato per la celebrazione dei matrimoni. Avevamo terminato la precedente nota con damose da fa’. Qualcuno direbbe che la bicicletta ce la siamo voluta noi. Ma siamo certi che, come sempre, pedaleremo tutti insieme. Anghiari, 28 febbraio 2006 L’ex Comitato per il Restauro dell’Organo della Badia ora Comitato per la Natività robbiana (Elida Bianchi, Fabiano Giabbanelli, Monia Leonardi)

Questo non lo conoscevo In attesa dal dottore ho appreso dell’esistenza del Vignolino. Questo luogo si trova lungo lo stradone del Borgo della Croce, di fronte al Vignolo. Lì ci abitava Stefanino, barocciaio. Poi c’era la piccola casa della “Pelosa”, quindi Ca’ di Maurizio (dove abita il nostro corrispondente Mafucci) e il Vergone (poi Pierrot). Di fronte, dopo il Vignolo, c’erano le case del Donati e tutto era sovrastato dal colle di Palazzolo. Così dopo le varie Vigne, Vignolina, Vignolo, Vignarolo, Vignacce e via dicendo abbiamo trovato anche un Vignolino.

La giornata del malato Essere malati certamente non è una fortuna ma assistere alla Messa del malato ti fa sentire protagonista. Che bello ritrovarsi in tanti! Le preghiere, i canti, l’unzione e, perché no, il rinfresco… Alla fine della cerimonia ti senti felice, sereno con una gran voglia di andare avanti, quasi quasi avevo voglia di cantare… Grazie per l’idea di questa manifestazione, grazie a tutti coloro che hanno aiutato a rendere meno pesante la croce che in tanti portiamo. Un malato fra tanti malati

Un momento della "unzione" per la Giornata del malato.

Via Anghiari Nel numero sei dell’Oratorio Athos Camaiti fornì la notizia di una via di Roma dedicata ad Anghiari. Ora un nostro lettore romano, con collaudati agganci con Anghiari, Tonino Pietrafusa, ci fornisce ulteriori informazioni. La strada è intitolata ad Anghiari ma soprattutto come luogo in cui avvenne la Battaglia. ...La nostra strada si trova nel quartiere Prenestino ma tutta la zona è dedicata a grandi condottieri medioevali e, come se non bastasse, a pochi metri da Via Anghiari c’è Via Roberto Malatesta, fratello di Annalena Malatesta e, quindi, cognato di Baldaccio Bruni. C’è anche Via Braccio da Montone, altra nota figura valtiberina e, infine, c’è anche Via Niccolò Piccinino, il Milanese che proprio ad Anghiari subì una solenne scoppola. L’unica cosa che mi rammarica è il fatto che a livello estetico non è proprio una gran bella Via per la presenza opprimente di enormi palazzoni che la rendono molto lontana dalla bellezza del Paese a cui è dedicata. Se avessi potuto scegliere io gli avrei dedicato qualcosa più simile a Via dei Fori Imperiali! Rimane comunque la soddisfazione di sapere della presenza tra le vie della Capitale di quella dedicata al nostro Paese che notoriamente è il più bello d’Italia...

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La fiamma olimpica - Un simbolo di pace di Paolo Rossi

Il simbolo dei Giochi Olimpici ha fatto tappa in Valtiberina La Fiamma Olimpica che ha illuminato la XX Olimpiade Invernale di Torino 2006 ha fatto tappa anche in Valtiberina. È successo Mercoledì 11 Gennaio, quando provenendo da Città di Castello, la Fiamma ha brillato dall’inizio di Monterchi fino a raggiungere, percorrendo prima la statale 221 e poi parte della statale 73, l’imbocco della Due Mari, dopo aver attraversato l’abitato de Le Ville. Da qui ha poi raggiunto la città di Arezzo dove è stata accolta da una Piazza Grande gremita di persone. Anche il paese di Anghiari ha avuto un ruolo nel viaggio della Fiamma. Infatti era stato scelto dall’organizzazione di Torino 2006 come punto di raduno dei 15 Tedofori che si sono alternati in staffetta lungo il percorso a loro riservato nel tratto Monterchi-Le Ville. Il gruppo, convocato presso la sede della Scuola Primaria di Via della Bozia, era stato accolto nel primo pomeriggio di Mercoledì 11 Gennaio dall’Assessore allo Sport Gius e p p e Ricceri e dal Preside dell’Istituto Comprensivo di Anghiari Prof. Danilo Brozzi. I Tedofori provenivano da varie zone della Toscana e dell’Italia: Pistoia, Scandicci e zona di Firenze. Presenti con 2 persone anche le città di Milano e Torino. Del gruppo anche Susanna Marchesi, olimpionica a Sidney 2000 nella ginnastica ritmica, atleta della Petrarca di Arezzo. La comitiva era chiusa da altri giovani aretini, e da 2 residenti nella nostra vallata, una ragazza di Monterchi ed il... sottoscritto! In tutta sincerità, aver avuto la possibilità di percorrere un tratto di staffetta con la fiaccola accesa è stata un’emozione profonda. Ho potuto aggiungere anch’io un piccolo tassello ad un grande viaggio carico di significati simbolici i cui contenuti sono radicati nella cultura del mondo classico occidentale. Temi ed argomenti che mantengono inalterato nel tempo il loro valore. La sacra scintilla Secondo la mitologia Greca la sacra scintilla del Fuoco fu rubata agli Dei e portata sulla terra da Prometeo per divenire rapidamente il simbolo della ragione, della libertà e della creatività umana. Fin dall’antichità gli atleti iniziarono a gareggiare in staffette passandosi tra di loro una torcia, forse figurazione di quell’avvenimento. Nell’era moderna la Fiamma, divenuta emblema dell’olimpismo, tornò ufficialmente ad ardere in uno stadio nel 1928, ad Amsterdam. Fu nel 1936, per

l’edizione dei Giochi di Berlino, che fu recuperata l’idea di una grande staffetta, per l’occasione corsa da Olimpia fino alla città tedesca attraversando 7 paesi per un totale di 3050 chilometri. Per 12 giorni e 13 notti furono coinvolti ben 3331 tedofori. Da allora il Percorso della Torcia Olimpica è diventato una tradizione fondamentale di tutte le edizioni dei Giochi Olimpici e la Fiamma è diventata l’immagine stessa delle Olimpiadi. La staffetta dei Tedofori oggi vuole testimoniare - almeno nei principi ispiratori - l’unione e la pace tra tutti i popoli coinvolti dall’avvenimento sportivo. La “lampadedromia”, così i Greci chiamavano il Viaggio della Fiamma, ha l’ideale di promuovere l’incontro tra genti e culture diverse, richiamandole nelle piazze, luogo di ritrovo per eccellenza. Il Viaggio della Fiamma Olimpica La prima accensione della Fiamma che ha raggiunto lo stadio Olimpico di Torino il 10 febbraio 2006 è avvenuta Domenica 27 novembre 2005, durante un rito celebrato in Grecia, nel sito archeologico di Olimpia all’interno del tempio di Era, teatro dei Giochi celebrati dagli ellenici a partire dal 776 a.C. La Fiamma, accesa durante una suggestiva cerimonia definita “Degli Specchi” grazie ad una superficie riflettente concava in grado di concentrare i raggi del Sole, è stata poi affidata dalle sacerdotesse al primo Tedoforo della staffetta greca. Dopo dieci giorni attraverso le strade del Peloponneso, i fiaccolisti hanno raggiunto il 6 dicembre 2005 lo Stadio Panatinaykos, lo Stadio Olimpico di Atene. Il giorno seguente la Fiamma è stata consegnata alla delegazione italiana di Torino 2006 dentro 6 lampade di massima sicurezza, le stesse utilizzate nelle miniere di carbone. Con un aereo C-130 dell’Aeronautica Italiana le lanterne sono arrivate a Roma dove, accolte da una rappresentanza della Presidenza della Repubblica, sono state custodite al Quirinale. L’8 dicembre alle ore 10, il presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi ha acceso la torcia di Stefano Baldini, campione Olimpico della Maratona ai Giochi di Atene 2004, dando il via al Viaggio della Fiamma Olimpica di Torino 2006. Nello stesso giorno la Fiamma Olimpica è stata condotta nella Città del Vaticano dalle Guardie Svizzere ed in occasione della consueta celebrazione dell’Angelus ha ricevuto la benedizione di Papa Benedetto XVI. Il Papa, affacciato su piazza San Pietro ha rivolto una preghiera ed un invito a rispettare la tregua stipulata per le Olimpiadi. Il Viaggio della Fiamma Olimpica è durato 11.300 chilometri e in 64 giorni ha toccato tutte le regioni e tutti i capoluoghi di provincia della Penisola, isole comprese, concludendosi il 10 Febbraio 2006 allo Stadio Olimpico di Torino nel corso della Cerimonia d’Apertura dei XX Giochi Olimpici Invernali, dopo aver coinvolto 10.001 staffettisti. In alto a sinistra il "nostro" tedoforo Paolo Rossi. Sotto il gruppo ospite di Anghiari con l'Assessore Ricceri. A destra l'accensione della fiamma olimpica nel tempio di Era ad Olimpia, in Grecia.

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Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Ricordare è doveroso

TRIDUO PASQUALE

Nello scorso mese di febbraio la nostra Comunità Parrocchiale di Tavernelle ha accompagnato due cari parrocchiani verso il viaggio della vita eterna. Il 1° febbraio abbiamo celebrato il funerale di Mario Tavanti, il “Maestro”, mentre il 24 quello di Sergio Merendelli, il “Bobo”. Sono così passate due belle figure per la gente di Tavernelle. Chiunque conosceva Mario e Sergio, ha conosciuto le loro qualità umane in famiglia, nel lavoro e nella vita della Comunità. Una chiara testimonianza di fede e di attaccamento alla propria comunità, e don Marco, durante i due funerali, lo ha ricordato più volte. Nella vita quello che conta è l’appartenere a qualcuno, e sia Mario che Sergio hanno comunicato la loro esperienza di fede vissuta nell’appartenere con forza alla propria Parrocchia. Io li ricordo come veterani della lavanda dei piedi del giovedì santo, ma anche come collaboratori della Festa della Famiglia oppure nel Consiglio degli Affari Economici della Parrocchia. Tutto quello che determinava la loro vita e la loro fede è stato l’appartenere ad una Comunità. Basti pensare anche al profondo legame che univa i due (Sergio in modo particolare) alla comunità delle Suore del Cenacolo di Montauto, oppure alla festa della famiglia. Insomma, una vita vissuta con la passione per una compagnia, per la compagnia di persone che, nella storia, è il prolungamento dell’avvenimento di Cristo: e questo si chiama Chiesa. La Chiesa con la “C” maiuscola, quella che identifica, cioè, il consesso dei fedeli. Penso di poter serbare di loro un ricordo grato e commosso. Commosso perché mi sono accorto di avere avuto davanti due figure autorevoli, nella fede e nella vita, e la commozione di pensare di averli incontrati si trasforma in gratitudine verso di loro. E quindi grato a Dio perché me li ha fatti incontrare, ed imparare molto da loro.

Come ogni anno anche la Parrocchia di Tavernelle celebrerà con particolare attenzione i riti del Triduo Pasquale, che celebrano il mistero della passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. La settimana santa, che ha inizio la Domenica delle Palme, il 9 aprile, faremo la benedizione dei rami d’ulivo davanti alla scuola, e da li arriveremo processionalmente verso la chiesa, dove continuerà la celebrazione della S. Messa “in passione domini”, durante la quale sarà letto il Vangelo della Passione del Signore. Il giovedì santo, la S. Messa “in cena Domini” sarà alle 16.30 sempre nella chiesa di Tavernelle, con il suggestivo rito della lavanda dei piedi. Al termine della Celebrazione inizierà l’adorazione della Eucaristia (una volta si chiamava visita ai “sepolcri”) che vedrà la partecipazione anche della Compagnia. Abbiamo intenzione di prolungare l’adorazione a turni per tutta la notte, e quindi chi è disponibile per un turno di veglia lo potrà comunicare. Il giorno seguente, il venerdì santo, faremo la Celebrazione della Passione alle ore 15, con l’adorazione della Croce. Nella sera, invece, prenderemo parte alla Processione del Gesù morto ad Anghiari. Il sabato santo, in attesa del giorno della resurrezione, ci saranno le confessioni in Parrocchia, e alle 23.30 inizierà la Veglia Pasquale che introdurrà la S. Messa della resurrezione, con la liturgia del fuoco, dell’acqua e il canto dell'annuncio della Resurrezione. La domenica la S. Messa sarà sempre alle ore 11.30. Buona Pasqua!

In attesa dello Spirito La mattina del 3 maggio, giorno di festa ad Anghiari, riceveranno il Sacramento della Cresima alcuni ragazzi della nostra Parrocchia: ANDREA CELESTE CAGNACCI NICO GARAFFINI GABRIELE GRAZIOTTI SIMONE PIOMBONI

Grazie, Mario!

Li hanno accompagnati nel loro cammino le Catechiste IDA e VANNA. La Comunità seguirà da subito con la preghiera questi giovani amici che si stanno preparando a ricevere il Sacramento della Confermazione, e rivolge fin da ora i propri auguri e rallegramenti alle rispettive famiglie.

La Parrocchia di Tavernelle tiene a sottolineare che la famiglia Tavanti ha disposto che le offerte raccolte in memoria del defunto Mario, (il “Maestro” come si chiamava di solito a Tavernelle) siano destinate interamente alla Parrocchia, in merito al profondo legame che univa Mario alla sua chiesa parrocchiale. Di questo gesto la Comunità è davvero grata e commossa, e rivolge alla moglie Giovanna e a tutta la famiglia i propri sentimenti di riconoscenza, di affetto e di vicinanza in questo doloroso momento. La somma raccolta ammonta a Euro 381,20. Che Dio te ne renda merito!

Nella foto i ragazzi del catechismo davanti alla chiesa di Tavernelle. Digitalfoto Abi

La Comunità Parrocchiale di Tavernelle

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Torre Pedrera 16 febbraio 2006

Compagnia del S. Cuore di Galbino

Miei carissimi anghiaresi,

Lo scorso 12 febbraio si è svolto il pranzo al Centro Parrocchiale di Tavernelle, con la partecipazione di quasi tutti gli iscritti della Compagnia. Nell’occasione abbiamo raccolto, dedotte le spese, la cifra di Euro 822,00 che sarà destinata, come avevamo annunciato, per l’acquisto dello stendardo della Compagnia. Un plauso di profondo ringraziamento va alle donne che in quella giornata hanno preparato un pranzo davvero eccellente. Ancora non è stato predisposto il progetto per lo Stendardo, ma intanto abbiamo individuato l’immagine da inserire nel centro, ed è quella che abbiamo ritrovato in una edicola in legno. Nello stendardo riporteremo la dicitura completa della Compagnia, cioè del “S. Cuore di Maria Santissima e del SS. Sacramento di Galbino”. *** Ricordo inoltre che sempre domenica 12 febbraio la S. Messa delle 11.30 a Tavernelle è stata celebrata in suffragio dei Confratelli della Compagnia defunti nel corso del 2005: Luisa Mondani, Piero Santi, Mario Omarini, Ernesto Piomboni e Igino Senesi. Nell’avvicinarsi della quaresima anche la Compagnia si impegnerà per promuovere iniziative di solidarietà in favore di situazioni bisognose, così come indicherà la nostra Parrocchia. Chiediamo anche a tutti i Confratelli di partecipare attivamente alle indicazioni che saranno comunicate. Il giovedì santo, come consueto, dopo la S. Messa in cena Domini inizierà l’adorazione del SS. Sacramento e i Confratelli con la Cappa presteranno servizio a turni fino alla mezzanotte. Anche in questo caso si invitano tutti i Confratelli iscritti ad impegnarsi ed essere presenti durante l’adorazione notturna.

subito dopo aver letto nell’ultimo “Oratorio” lo stupefacente successo della raccolta pro restauro dell’organo Feligiotti della chiesa di Badia, ho gridato di gioia! Perciò, prima rendo grazie al nostro Dio onnipotente, poi alla vostra impareggiabile generosità e al vostro innato amore per l’arte, per gli antichi preziosi tesori e le molteplici tradizioni senza uguali, tramandateci dai nostri avi che ci uniscono a tutt’oggi socialmente. Quanto allo slittamento al prossimo autunno del sopraddetto restauro, secondo me, non esiste alcuna preoccupazione, purché serva ad ottenere un risultato finale perfetto, onde poter di nuovo godere il suo suono meraviglioso nella nostra amata Badia. Siccome sono in vena di mettere nero su bianco, oso confessare che l’articolo della Elida e Company mi ha proprio stuzzicato con quel Damose da fa’ di Santa Memoria. Mi sorge, quindi, spontanea, questa prorompente domanda: -Che cosa pensereste, miei cari paesani, se invitassimo formalmente i Docenti e gli Studenti dell’Istituto Statale d’Arte di Anghiari a produrre con la loro perizia, ma senza fretta e pagando tute le spese con le nostre libere offerte, il calco del presepio robbiano, nato per adornare il muro sopra l’altare (ora spoglio e insignificante) davanti a quello stupendo della nostra Madonna di Loreto e che al sicuro attualmente fa bella mostra di sé sulla parete di una sala del Museo Taglieschi? Se foste d’accordo con la mia schietta proposta, potremmo partire appena fosse possibile per questo arduo traguardo, così l’antica Abbazia della Badia tornerebbe ad essere bellissima ed unica nel suo genere suggestivo come lo era una volta. Per poter realizzare più facilmente questo coraggioso progetto, lo metteremo sotto la protezione del SS. Spirito Santo. Vi prego di scusarmi se ho abusato della vostra gentile attenzione ed anche se non conosco più tutti gli Anghiaresi dopo mezzo secolo di lontananza, vi porto tutti ugualmente nel cuore con affetto vero.

Il Camerlengo

Carla Leonardi

La vignetta di Scacciapensieri:

Si potrebbe fare anche così

Metodi efficaci!

di Clèto

La lettera della Carla di Torre Pedrera (qui sopra) e l’articolo del Comitato della chiesa della Badia (a pag. 20) propongono la realizzazione di un calco della Natività robbiana conservata attualmente al Museo Taglieschi. Tutto ciò con lo scopo dichiarato di rendere esteticamente ancora più bella la Badia. Se mi è consentito fare una proposta, oltre quella del calco che è molto valida, io incaricherei un artista ritenuto idoneo alla realizzazione di un’opera d’arte ex novo. Va bene una Natività, ma che ne direste di un San Bartolomeo visto che la chiesa è dedicata proprio a questo santo? D’altra parte è necessario ricordare che la Natività robbiana non nacque per la chiesa di Badia ma vi fu collocata in occasione di restauri e modifiche. Chi vivrà vedrà!

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Giuochiamo! di Maria Pia Fabiani

Ho quasi novant’anni e tuttavia amo il giuoco innocente e spiritoso. Rido di cuore a una bella battuta mentre mi aduggia un parlare serioso e non sopporto il parlare sboccato. Telefonando a mio figlio ad Arezzo (dove è nato) dal salottino dove ho l’apparecchio, dissi con uno scherzo tutto nuovo: “Ciao Carlo, ti salotto.” E prontamente lui rispose allo scherzo: “E io ti scalo, t’incamero e ti bagno; però non ti cucino.” (infatti in casa sua la cucina è di sotto.) Risi di cuore e ne sorrido ancora. E poi pensai: “Se oltre al bagno, la camera e le scale avesse avuto lo studio e la sala che sono giù dove sta la cucina m’avrebbe, sì, studiato più d’appresso e in seguito salato, ma cucinato no! Me l’ha promesso!!” 6 o 7 o 8 agosto 2005 (non ho qui il calendario

A Tubbiano benedetta la nuova immagine

La Madonna del Soccorso

Domenica 5 marzo, prima domenica di quaresima, festa nella comunità di Tubbiano. Giorni Franco e la consorte Angiolina hanno infatti offerto alla chiesa una bella immagine della Madonna che è stata collocata a sinistra del presbiterio. Prima della Messa vespertina domenicale Don Marco ha benedetto la sacra immagine e insieme ai parrocchiani è stato deciso di nominarla come Madonna del Soccorso. A lei potremo affidarci nei momenti di bisogno. Nella foto un folto gruppo di parrocchiani davanti all'immagine della Madonna del Soccorso assieme a padre Giovanni.

Grazie Vesta di Emmedipì

Altopascio: pane e ospitalità

La signora Vesta, fra le molte incombenze che ricopre nel suo ufficio vicino a Tommaso giornalista, si prodiga anche per raccogliere le offerte che i nostri lettori fanno per l’Oratorio. Grazie Vesta per la tua disponibilità anche nei confronti dei turisti che si rivolgono all’ufficio informazioni della Pro Loco!

Durante l’estate mi è capitato di passare nel Valdarno, ma non il nostro: quello dopo Firenze. Lungo la strada ho trovato un cartello: ALTOPASCIO - PANE E OSPITALITÀ Ho invidiato quella cittadina e mi piacerebbe che anche ad Anghiari si potesse trovare un pane speciale invidiato dagli altri.

La comunità in lutto

Settimio di San Lorenzo Il giorno 23 gennaio di quest’anno è mancato all’affetto dei suoi cari e di tutti coloro che gli erano amici Settimio Santi di San Lorenzo. A San Lorenzo ha abitato dalla sua nascita fino agli ultimi giorni della sua vita. Settimio era una persona tranquilla, serena, un grande lavoratore, silenzioso, attento e preciso, sempre in disparte, quasi avesse il timore di disturbare. Una vita dedicata completamente alla famiglia, fino a quando la malattia non ha avuto il sopravvento. Ci piace ricordarlo per la grande passione che lo ha accompagnato per tutta la sua vita: la passione per la caccia. La caccia intesa come sport, fatta di lunghe camminate, di appostamenti, di attese per quegli animali che a volte non passavano mai, la caccia fatta di pazienza. Aveva una mira molto precisa, e il suo fucile, una doppietta, adatta per tiri molto lunghi, lasciava alle prede poche probabilità di salvezza. A Settimio piaceva in particolare la caccia alla lepre. A volte ci raccontava storie della sua vita, storie di caccia; di molti anni fa quando di animali da cacciare ce ne erano più

di adesso, ed anche le lepri erano più numerose, tanto che in una stagione si riusciva a catturarne molte; storie del suo cane che sapeva bene quanto lui quello che doveva fare per stanarle dai loro nascondigli e mandarle dove lui era appostato. Era bello ascoltarlo quando ci raccontava questi episodi che gli ricordavano un periodo felice della sua vita, la sua giovinezza, anche se trascorsa in un momento in cui le difficoltà da affrontare per vivere erano davvero notevoli. È difficile adesso credere che non lo rivedremo più; ci viene spontaneo pensare che sia momentaneamente andato un po’ lontano, per seguire il suo cane che ha fiutato una pista, là in cima alla collina, vicino al bosco, un posto che lui conosce bene, e immaginare che stia aspettando che la sua preda passi di lì. E certamente sarà così, perché conosce bene le abitudini di questi animali e fra poco sentiremo uno sparo, e lo vedremo uscire dal bosco in lontananza, con la sua camminata tranquilla, col suo cane accanto, e nella mano, se guarderemo bene, avrà la sua preda e ci verrà incontro sorridendo.

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Il Sacerdote Comanducci Don Fabio

Chi è?

Nomine et memoria dignus

di Franca Ciucoli

Il viaggio di “Devozione” del Curato e Parroco di San Leo si è compiuto. Il popolo del circondario, tutto, lo ha seguito, lo ha ammirato, lo ha amato. Io devo: all’amico, all’uomo, al religioso, riconoscenza infinita. Ci conoscemmo “ab ineunte aetate”. Frequentammo entrambi i locali del Seminario aretino, quando presi confidenza con quel volto, riportato “ad hoc” in copertina del periodico L’Oratorio di Anghiari. Mi si perdoni, ma è proprio per affetto reverenziale che detta immagine riporta dinanzi ai miei occhi il giovane del primo incontro, spiritualmente radioso, “usque ad summum Christi ministrum”. Proprio a metà di questo percorso umano che ci è concesso, uno dei numerosi momenti difficili della vita di ciascuno di noi, in cui siamo costretti a raccogliere tutte le nostre forze e a meditare nella scelta di chi tu puoi ciecamente fidare, che possieda il carisma del conforto, andai da don Fabio. Passammo assieme il tempo necessario a rimettermi in carreggiata, nella sala con finestra prospiciente “La Palazza”. Ci lasciammo a sera un po’ tarda, mi donò il “Viatico” per proseguire nella vita con la forza adeguata ad ogni circostanza. Da allora, le tante volte e tutte le volte che torno da Sansepolcro, ricordo, guardo quella finestra, che ora aggiunge alla mia riconoscenza, la fervida, commossa preghiera, perché, ora, Don Fabio, può intercedere per noi. Supplex. Carlo Vagnoni Le Ville, 5 febbraio 2006

Stamattina al supermercato al reparto frutta-verdura una signora ho incontrato. Mi saluta. Mi chiede: “Come va?” Rispondo cortese: “Bene e lei come sta?” “Chi è?” dico fra me “Una faccia nuova non m’è.” Il cervello mi frulla mi do della citrulla metto a fuoco le conoscenze. Niente. Il buio totale ho nella mente. Per sembrare presente e non far la figura della svampita l’ascolto compita. Mi tengo sul vago parlando dell’ultimo svago e intanto mi sforzo di ricordare. Ma nulla da fare. Mentre alla cassa poso la spesa e di pagare sono in attesa “Ah, ecco chi è!” M’è tornata in mente. Finalmente!!

La Corale invita

Il sito internet della parrocchia

La Corale di Anghiari fu fondata nel 1949 da don Vittorio Bartolomei. Negli anni sono stati molti e di prestigio i riconoscimenti ricevuti da questo sodalizio. Oggi la Corale di Anghiari continua la sua attività sotto la direzione del maestro Bruno Sannai. Rivolgiamo un invito a quanti vogliono unirsi a noi. Possono contattare il numero 0575-788424 e chiedere di Elena; sarete ben accetti. L’impegno settimanale è costituito da due prove che si tengono di solito alle ore 21 nelle sale parrocchiali. Non sono richieste doti canore particolari se non un po’ di orecchio e, naturalmente, entusiasmo.

Da alcuni mesi è on-line il sito internet della Parrocchia! Segnaliamo che nell’Archivio Parrocchiale, che trovate nella pagina principale, sono inserite diverse foto degli avvenimenti principali vissuti nell’anno 2005 (3 maggio, Madonna di Loreto, riapertura del Carmine…) e nell’AREA GIOVANI & RAGAZZI ci sono iniziative e foto di tutto quello che riguarda il mondo giovanile della Parrocchia. Già ci sono le foto della festa di Carnevale svolta all’oratorio. Il sito è aggiornato continuamente anche con documenti di approfondimento, come i messaggi del Papa per la Quaresima e la Pasqua oppure l’Enciclica “Deus Caritas est”. Vi invitiamo a visitarlo, e se volete, ad iscrivervi alla mailing-list così da ricevere messaggi di posta elettronica ogni qualvolta il sito è aggiornato oppure in occasione di feste o eventi particolari.

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www.parrocchiadianghiari.it Indirizzo e-mail: info@parrocchiadianghiari.it Chi volesse mandare un messaggio di posta direttamente a don Marco può farlo al suo indirizzo: donmarco@parrocchiadianghiari.it


Prima il nome Questa volta elencheremo i lettori che ci hanno fatto pervenire le loro offerte in base al loro nome. È infatti con il nome scelto dai nostri genitori che il sacerdote ci chiama quando riceviamo il battesimo. Fateci sapere dell'idea. Adamo Balzani, Padonchia Adelmo Mencarini, Motina alta Adelmo Piomboni, Campo Fiera Adina Dini, Corciano Adriana Cristini, Genova Alba Cesari, Terrato Alberto Ricceri, Firenze Alessandrini Alvaro, San Leo AlessandroBoncompagni,S.Sepolcro Alessandro Cangi, Via di S. Leo Alfredo Bergamaschi, Libbiano Amalia Salvi, Anghiari vecchio Amedeo Tortori, Molinello Andrea Papini, Ca’ di Maurizio Andrea Rossi, Molindagnolo Andrea Varisco, Milano Angela Conti, Giardinella AngeloeMariaVolpi,S.JanCapFerrat Angelo Meucci, Via di San Leo Angiola Babbini, Arezzo Angiolo Donati, Il Fondaccio Angiolo Dragoni, Padova Angiolo Ligi, Monterchi Angiolo Magri, Renicci Anita Fontana, Casaccia AnnaMariaNoferi,PiazzettaCroce Anselmo Meucci, Scoiano Antero Chiribini, Campo Fiera Antonio Leonardi, Intoppo Armando Zanchi, Arezzo Assunto Santi, Le Bucacce Ave Cangi, Malmalucco Brunero Gaetani, Campalla Bruno Acquisti, Catorcio Carla Giovagnini, Città del Vaticano Carla Leonardi, Torre Pedrera Carla Poggini, Ponte dei Sospiri Carla Pulcinelli, San Leo Carla Tenca, Casargo Lecco Carlo Brizzi, Roma Carlo Cherici, Piazza Mercatale Carlo Tavernelli, Tavernelle Celestino Corsi, Via di San Leo Centro Agg Sociale, Piazza teatro Cesare Ceppodomo, Borgo Croce Cesarina Giorgeschi, Via di San Leo Claudio Boncompagni, Sterpeto Claudio Cambi, Campo Fiera Clemente Camaiti, Tavernelle Conforta Leonardi, Tavernelle Costantino Mondani, Bagnolo Delfo Meazzini, Terrato Dino Concu, San Leo Dino Corsi, Via di San Leo Dino Donati, Colcellalto Domenica Nicchi, Infrantoio Domenica Pernici, S. Cipriano Domenico Del Pia, Arezzo ElenaSassolini,Castelfrancodisopra Elio Machi, S. Margherita Ligure Elisabetta Giovagnoli, I Cordoni Elvira Barfucci, Tavernelle Enrico Ghignoni, via di Palazzolo Enrico Piomboni, Giardinella Enzo Papi, Il Borgo Enzo Rossi, Pantaneto

Ermindo Capolungo, Palazzina Ermindo Santi, Palaia Eugenia Chieli, Infrantoio Eugenio Giorni, Firenze Eva Senesi, Tavernelle Fabiano Giabbanelli, Bozia bassa Fabio Panichi, Via nova bassa Fabio Rossi e famiglia, Le Bucacce Fabrizio Lazzerini, I fabbri Fabrizio Nasini, Infrantoio Faliero Merendelli, Vergone Famiglia Meozzi, Via del Comune Fausto Cherici, Crocifissino Felicino Acquisti, Cavalese Fernando Guerrieri, Casacce Fernando Olandesi, Giardinella Fernando Paletti, Poggiolo Fernando Primaveri, Belluccio Fernando Sbragi, Palaia Filomena Luongo, Via Carmine Fosco Bulletti, Terrarossa Franca Ciucoli, Portaccia Franca Leonardi, Polveriera Francesca Bartolomei, Roma Francesco Chieli, Infrantoio Francesco Rosadi, Le Ville Francesco Taddei, Catigliano Francesco Tavernelli, Tavernelle Franco Brizzi, Roma Franco Chiasserini, Ponte Piera Franco Leonardi, Le Strosce Frido Giorni, Via di San Leo Frulli Flavio, Deposito Fulvio Floridi, Misericordia Gabriella Camaiti, Borgo Croce Gaggiottini Azelio, Campo fiera Gastone Mafucci, Ca'deMaurizio Gastone Mercati, Intoppo Gemma Giorni, Perugia Gheldo Marghi, Bagnolo di sotto Giacomo Marsupini, muradisopra Gian Pietro Rossi, Via della Fossa Giandomenico Baggi, Tavernelle GianfrancoCambi,Anghiarivecchio Gianni Santi, Croce del Fondo Gilberto Roselli, Via del Carmine Gino Ceppodomo, Bucacce Gino Ortalli, Piazza del rivellino Giordano Baglioni, Torchiale Giovanni Foni, Ca’ de’ Frati Giovanni Giorni, Gardone V. T. Giovanni Salvi, I Sodi Giuliano Donati, Renicci Giuliano Polverini, Monterchi Giuseppe Capolungo, Pian d’Anghiari Giuseppe Del Pia, Via di San Leo Giuseppe Giorni, Infrantoio Giuseppe Giorni, Terrato Giuseppe Matteucci, Ponte Sospiri Giuseppe Nespoli, Valealle bassa Giuseppe Palitta, Sassari Giuseppe Picone, Mura di sopra Giuseppe Valentini, Tubbiano Giuseppina Romiti, Monterchi Giusto Casi, Sterpeto Gloria Boriosi, Stazione Citerna

Gustavo Cuccini, Perugia Ilaria Bianchini, Stazione Imola Lombardi, Montino Ines Acquisti, Via Garibaldi Iolanda Comanducci, S. Giustino Ivana,GraziellaParrucchierealTerrato Ivano Cesari, Via del Carmine Ivano Leonardi, Arezzo Ivo Scartoni, Via di Pino Laura Di Lauro, Giardinella Laura Gentili, Arezzo Leopolda Nisi, Turicchi Liana Alberti, Monterchi Liborio Lamagna, Bernocca Licia Acquisti, Bagnolo Lilia Guadagni, Tavernelle Lina Bilancetti, Argentina Lorella Carria, Motina Lorena Scartoni, Le Bucacce Lorentina Cagnacci, Tavernelle Lorenzo Tuti, Roma Loretta Santi, Palaia Luca Del Pia, Milano Luca Paci, Cascine Luciano Paci, Piazzola Luigi Monini, Le Cascine Luigino Giorni, Polveriera Maddalena Vagnetti, Roma Magda Ruti, Banca Marcella Ghignoni, Renicci Marcella Mari, Giardinella Marco Gigli, Vigna del poggio Marco Marzi, Carmine Marco Russo, Borgo della Croce Mari Mammini, Oratorio Maria Bigioli, Infrantoio Maria Gennaioli, Il Colle Maria Laura Alberti, Via Carmine Maria Manfroni, Renicci Maria Maranesi, Roma Maria Nocentini, I Cordoni Maricla Staccini, Sansepolcro Mariella Mondani, Firenze Marinella Miano, La Stazione Mario Baggi, Valealle Mario Mariotti, San Remo Mario Mugelli, Bernocca Mario Piccini, Infrantoio Mario Valentini, Via del Carmine Marisa Canestrelli, Deposito Marisa Guadagni, La Badia Marisa Tavernelli, Giardinella Massimo Dragoni, Via della Fossa Maurizio Girolimoni, Via Carmine Mauro Papini, Bozia Michela Mattia, Sansepolcro Mirella Ferri, La Fonte Mirna Guelfi, Roma Moreno Bassani, Via Carmine Moreno Casacci, Via Nova bassa Nardina Inci , Villa la querce Natalino Del Pia, Terracina Nilo Agolini, Villa la querce Odilio Goretti, Sansepolcro Orlando Coleschi e fam, Ponte Orlando Gurrieri, Firenze

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Osvaldo Rosadi, Ponte alla Piera Otello Mondani, Carmine Una persona Paola Tuti, Roma Paolo Brizzi, Valmontone Paolo Mariotti, Motina Paolo Quarto, Roma Patrizia Cangi, Campo della Fiera P.GerolamoBartolomei,Fontebrina Pierangelo Acquisti, Firenze Pierino Pennacchini, Pino Piero Agolini, Viaio Piero e Silvia Matteucci, Motina Piero Rossi, Ponte alla Piera PietroBartolomeiCorsi,Carmignano Pietro Bergamaschi, Libbiano Pietro Gattari, Bucacce Pietro Giabbanelli, Arezzo Primo Mondani, Ponte alla Piera Renata Checcaglini, Monterchi Renata Giovacchini, Via Ripa Renato Morelli, Casaccia Riccardo Ghignoni, Polveriera Rina Bartolini, La Fonte Rina Del Tasso, Giardinella Rina Pacini, Il Chierco Rinaldo Procelli, Via di Pino Rino Ercoli, Giardinella Roberto Ghignoni, Monteloro Romano Leonardi, Via di San Leo Rosa Gennari, Infrantoio Rosa Vannucci, Borgo della Croce Rosina Michelacci, Quarrata Rosita Ghignoni, Viaio Rosita Guiducci, Terrato Secondo Del Sere, La Stazione Silvano Rossi, Carboncione Sirio Ruggeri, Via del Carmine Siro Polverini, Via di San Leo Sisto Leandro Burioni, Motina Stefania Merendelli, Infrantoio Suore Agostiniane, La Ripa Susetta Piomboni, Viaio Talete Antonelli, Ponte Eleonora Tersilia Minelli, Bucacce Tina Del Furia, Sansepolcro Tommasina Toriti, Tavernelle Tristano Cambi, Infrantoio Turiddo Guerri, Campo Fiera Valentina Cecconi, Infrantoio Valfrido Cherici, Via del Carmine Vasco Ghignoni, Via di Palazzolo Velma Leopardi, Prato Veniero Vellati, Via del Carmine Ventura Pannilunghi, Pieve Sstefano Vera Pecorari, Via della Fossa Verdiana Menzogni, S. Cipriano Vincenza Ruscetti, Borghetto Vincenzo Mazzoni, Via del Comune Vincenzo Pernici, Molindelcaccia Virus Merendelli, Bucacce Walter Magrini, Via del Carmine Werther Canicchi, La Vigna Willard Sperry, Casanova


Quando la politica era passione di Lamberto Ulivi

Subito dopo la guerra la nazione si era messa in moto per affrontare una nuova fase che sarebbe stata la “Democrazia”, cioè governo di popolo. Infatti la prima azione nella quale il popolo poté far udire la sua voce fu il “Referendum” su Monarchia o Repubblica. Poco dopo ci furono le elezioni politiche del 1948. I partiti maggiormente rappresentativi erano: Democrazia Cristiana, Partito Comunista, Partito Socialista Italiano, altri partiti minori come i Repubblicani e i Liberali ed infine formazioni più piccole ancora. Tutti i partititi maggiormente radicati nel territorio nazionale speravano di candidare persone che avessero un collegamento solido sul tessuto di appartenenza. Per questo a livello nazionale, comunale e provinciale si cercavano delle persone che potessero essere eletti. Anche in un piccolo comune come il nostro Anghiari i partiti si orientarono non solo su coloro che avevano una cultura scolare ma anche verso chi, pur provenendo dal mondo del lavoro manuale, avesse un certo seguito e rappresentatività. E fu così che furono eletti nel nostro comune alcuni consiglieri che culturalmente avevano delle grosse lacune. Una mattina si abbatté nella nostra zona, e in particolare nella valle del Sovara, un grosso nubifragio che causò molti danni alle colture e portò via anche il ponte sul Sovara che collega la frazione della Fossa (quindi tutta la zona di Upacchi e dintorni) con Anghiari. Quando fu tutto passato si constatarono i danni e il maggior disagio per gli abitanti di quelle frazioni era la mancanza di questo ponte in special modo nei giorni di mercato (il mercoledì), quindi si portavano ad Anghiari cose ed animali per essere vendute o comprate e le famiglie facevano la spesa per tutta la settimana. Alla Fossa non essendoci più il ponte, si doveva attraversare il Sovara a piedi scalzi, la stagione andava verso l’inverno e il disagio era notevole. Molti consiglieri di minoranza pressavano l’assessore ai lavori pubblici affinché ripristinasse la viabilità ricostruendo il ponte. In una riunione di Consiglio Comunale l’assessore disse che per l’anno in corso non era possibile effettuare questa opera poiché il Comune era in “Deficit” e quindi il bilancio non lo permetteva. Grossa delusione da parte dei consiglieri di minoranza. Ma un consigliere di maggioranza che non sapeva cosa significasse la parola “deficit” (dal latino deficere, mancanza) disse all’assessore: “Posso parlare?” e quando gli fu data la parola apostrofò il Sindaco e l’Assessore con questa frase, ormai diventata famosa: “Si spenda anche il 'Deficit' ma il ponte si deve arfère perché la gente di Upacchi è stanca di attraversare a piedi gnudi il Sovara.” L’assessore con calma spiegò la parola 'Deficit' ma il consigliere non rimase soddisfatto arrendendosi solo all’evidenza del bilancio comunale. Ci fu una grassa risata e alcuni commenti poco favorevoli nei riguardi del consigliere per la non conoscenza della lingua italiana. Ora che sono passati tanti anni da questo episodio si può capire lo spirito di questi rappresentanti che avevano solo l’amore di risolvere i problemi con tutte le loro forze. Per loro non era importante fare tanti discorsi roboanti. Volevano solo operare affinché i disagi della cittadinanza che li aveva eletti finissero al più presto possibile. La politica era vissuta e fatta

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con passione e gli eletti rispondevano in prima persona agli elettori. Ora grandi discorsi. Tutti sanno parlare eloquentemente e non solo in italiano ma i problemi restano e non c’è più la grande passione di una volta quando la maggior parte dei consiglieri non era acculturata. Adesso la politica si vede solo in funzione dello stipendio o altri emolumenti e si trascura quella passione che è il lievito del buon fare per gli altri.

LE LOGGE di Clèto

Aratri moderni Beppe: Cecco mo ‘l tempo cumincia a migliorère. Cusì ci s’arvedarà più spesso. Cecco: Eh sì, ormai anche per quest’anno ‘l peggio è passo. B.- Tempo fa ‘l mi’ citto me portò al Borgo e ‘nverso Santa Fiora viddi du’ trattori che lavorevino. Uno cu’ l’aretro lavoraèva la terra e quel’altro, subbito dietro, l’erpicèva. C.- Ma laggiù è ‘na zona che lo posson fère che la terra è farinosa, da noi si facivi ‘n lavoro cusì, la terra te s’atacchèva tutta e pu’ ci nasciva tutti i papaveri. Noi te n’accordi, prima se lavorèva cul pirticheo e pu’ doppo s’erpiceva e si piglieva ‘n po’ de gelo era anche meglio. B.- Altri tempi caro Cecco, ma la terra c’influisci parecchio, anche si semo vicini, cume distanze, è n’antra cosa. Ma cambièmo discorso, l’è visti i lavori al Terrato? C.- L’ho visti, l’ho visti. E ci n’era anche bisogno. Ma cun qui marciapiedi me sa che faran casino. La gente ci 'nciampicarà. B.- Eh! Lo so. Però la via è troppo pericolosa e qualcosa andèva fatto. Cume fe' a proteggere i pedoni da le mèchine? C.- Vedaremo, vedaremo. Ma ‘l Carnovèle pu’ ho saputo che l’hano armando? B.- Per forzia, domennica piuviva che ‘n ne putiva più. M’han ditto ch’el farano el 19. Speremo che 'l tempo l'aiuti mo' che han lavorèto per arfère arpiglière sta festa. C.- Ci s’arvedarà lì alora. Ciao Beppe.

Vedo il Pratomagno di Emmedipì

L’Antonietta Cheli, consorte di un noto muratore, poi ferroviere, del Campo della Fiera, mi chiama e mi fa: “Dalla mia terrazza!” Rimango un attimo (stavo per dir un attimino) interdetto ma collego subito con il quiz lanciato tempo addietro dal nostro giornale. Mi voleva infatti dire che il Pratomagno si vede dalla sua terrazza. E infatti è proprio da quella zona (inizio di via della Fossa) e dalla Casa Bruna, che si può vedere il Pratomagno. In questi giorni la visione era facilitata dalla presenza di neve su quei monti che si stagliano in direzione della Scheggia (nella foto evidenziati da un cerchio, sulla destra Montauto). Il dialogo è stato arricchito ma la sostanza è che l’Antonietta ha risolto il quiz che Roberto Chieli aveva posto ai nostri lettori.


Rivitalizzare l’Artigianato di OdilioGoretti

Ci spinge il desiderio, senza grandi pretese, di tentare un’analisi, forzatamente sintetica, di uno dei settori produttivi che riteniamo abbia sufficiente e determinante influenza sociale e abbastanza rilevante incidenza economica. Parliamo dell’artigianato, di quell’artigianato vero, nella sua essenza originale, come pura produzione dell’inventiva e della capacità creativa di coloro che lo professano, di coloro che ne sono gli artefici. Ci stimola infatti la convinzione che sarebbe oltremodo opportuna e di certo anche economicamente determinante, la rinascita del vero e proprio artigianato tradizionale, inteso nella sua essenza di esercizio di attività svolta sotto lo stimolo e la capacità dell’ingegno umano, artigianato visto e considerato come professione di vere e proprie arti, come in effetti è, evidentemente distinti dall’esercizio di quelle arti più particolarmente “elette” indicate come ”Belle Arti” con cui vengono significate la pittura, la scultura, l’architettura; artigianato eseguito manualmente con il solo ausilio degli “attrezzi del mestiere” (anche questi, una volta, costruiti in buona parte “a mano”). Insomma, artigianato appunto “fatto a mano” e magari esercitato ancora in quelle “botteghe” che nel tempo hanno lasciato il proprio posto alle fabbriche; artigianato il cui esecutore ad alta specializzazione era degnamente patentato con la qualifica di “mastro”, maestro: figura emblematica ed assolutamente inconfondibile con quella del mestierante (esecutore di un “mestiere”, configurabile con la capacità di eseguire determinati lavori, quasi sempre poi routinari, acquisita con l’esperienza e con la pratica. L’artigianato oggi si presenta e viene considerato in maniera alquanto diversa di ieri avendo perdute indiscutibilmente le proprie particolari caratteristiche. Sono molteplici i fattori che gradualmente hanno portato l’artigianato ad assumere, anche nella sostanza, quella sua differente figura e che nel tempo hanno portato spiacevolmente e, riteniamo, anche dannosamente, a che quelle caratteristiche “botteghe” venissero cessate cedendo il loro superato posto alle nuove piccole imprese di produzione in cui la parte produttiva dominante è sempre la macchina e la qualifica di azienda artigianale è determinata unicamente dalla quantità numerica di personale che vi lavora.

Evidentemente non tutte le forme e le espressioni artigianali si prestano, con obbiettività ad essere riproponibili per logica impossibilità e opportunità ma riteniamo assolutamente necessario, per non dire indispensabile, far rinascere almeno quelle forme, quelle produzioni, quelle creazioni che sicuramente incontrerebbero ancora, o verrebbero nuovamente ad incontrare il favore di una vasta potenzialità. Con tutto ciò, quanto detto non vuole affatto manifestare dissenso verso il progresso ma sinceramente e con molta franchezza vogliamo semmai sostenere che nella frettolosa avanzata del progresso abbiamo lasciato, senza sufficiente riflessione, che venissero distrutti od obliati certi valori che, oltre tutto, davano gusti ed appagamenti particolari alle nostre stesse esistenze. Non si può negare che le macchine hanno distrutto troppi valori: fra l’altro la gioia del lavoro e di conseguenza la bellezza della cosa creata.... Quanto si fabbrica oggi rispecchia più la fatica che la gioia di chi crea e, conseguentemente, la stessa paga (settimanale, quindicinale o mensile che sia) rimane l’unica costante preoccupazione.... di chi lavora. È stato giustamente detto che nessun popolo, al pari dell’italiano, ha una tradizione artistica (non intendendo solamente Belle Arti) più gloriosa dinanzi a sé, ma anche nessun popolo maggiormente se n’è allontanato. Oltre che avvalorare quanto esposto, nelle nostre riflessioni e nei nostri sentimenti ci addolora il fatto che h frequente il trovarci ad ammirare (anche nei mercatini, sì) bellissimi, preziosi oggetti che spesso ci sembrano avere un’anima, creazioni artigianali di un tempo e dover pensare o sentirsi frequentemente ripetere con angoscia: “...eh, ormai queste cose non le fa più nessuno! È vero che l’analisi del problema posto spazia in una consistente vastità e che, perciò, non può esaurirsi in una breve e quanto mai sintetica esposizione basata su limitate specifiche cognizioni, ma con questo intendiamo dare appunto un piccolo contributo, aggiungere anche la nostra fievole voce alle tante altre, utilizzare anche il nostro modesto stimolo alla conoscenza ed alla soluzione di un problema che riteniamo assolutamente opportuno esaminare attentamente con una visuale e sotto un’angolazione che portino alla realizzazione di uno stato pro-

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fessionale radicalmente diverso e con la necessaria sicurezza di prospettiva. L’artigianato così concepito, con serietà assoluta ed impegno, crediamo potrebbe sicuramente tornare a rappresentare anche un prezioso, valido settore produttivo incidente in maniera positiva sulla non certamente florida economia italiana e riporterebbe in auge una delle nostre più prestigiose e qualificanti prerogative. Ricreiamo le “botteghe”, facciamo riemergere i ”mastri”, risvegliamo quelle facoltà sopite che gli italiani però “hanno nel sangue”; torniamo a riprodurre oggetti, manufatti, creazioni artigianali di vero pregio, facciamo rinascere la soddisfazione del lavoro creativo in una sicura seria tutela. Torniamo ad esportare le nostre capacità sempre ed ovunque grandemente apprezzate. Necessariamente e con generale fattivo impegno, valorizziamo ed incrementiamo le nostre industrie, allarghiamo i nostri commerci, perfezioniamo, modernizziamo e specializziamo maggiormente anche la nostra stessa agricoltura, curiamo sempre più attentamente i nostri molteplici interessi finanziari... ma facciamo anche rinascere il nostro prestigioso artigianato. Ed intanto non lasciamo a languire isolatamente quei pochi legittimi artigiani tuttora esistenti che si esprimono in produzioni di trine, ricami, manufatti in legno, in pietra, in cuoio, in metallo, in vimini, ecc., come ci capita di vedere, quasi con titubante apparizione, in occasione delle rinomate Fiere di San Florido a Città di Castello, Mostra dell’Artigianato di Anghiari, Fiere di Mezza Quaresima a Sansepolcro, ecc. Diamo luogo proprio da qui ad una vera rinascita artigianale: la Valtiberina ha prestigio, tradizioni, prerogative più che sufficienti per realizzarla: occorre solo la volontà di farlo con assoluta dedizione, con profondo impegno e convinzione e completamente al di fuori di strumentalizzazioni di ogni sorta e senza falsi scopi. Questo nostro sentito intervento vuole anche essere un sincero profondo elogio all’artigianato, come da noi concepito, da parte di chi veramente ci crede e proprio per questo intende esaltarlo e riproporlo in una sua nuova vecchia forma.


SETTIMANA SANTA 2006 9 aprile: DOMENICA DELLE PALME Ore 10,45 S. Messa in "Passione Domini" con benedizione e distribuzione delle Palme presso la chiesa di Badia; da qui ci rechiamo in processione nella chiesa di Propositura dove continuerà la liturgia. 13 aprile: 10 LUNEDÌ SANTO Dalle ore 21 presso il Santuario del Carmine, Sacramento della riconciliazione (confessioni). 13 aprile: GIOVEDÌ SANTO Ore 16,30 a Tavernelle S. Messa. Ore 18,30 in Propositura S. Messa Solenne "in coena Domini" con il rito della Lavanda dei piedi. Al termine della Messa ci sarà la reposizione del SS. Sacramento per l'adorazione personale. Seguirà la visita in preghiera alle chiese del paese che rimarranno aperte fino a tarda notte. In Propositura alle ore 21 momento di preghiera comunitaria. 14 aprile: VENERDÌ SANTO Ore 11.30 Prima Processione dalla Cappella dei Caduti alla Propositura. Un invito particolare è per i bambini. Itinerario: Piazza IV Novembre, piazza Baldaccio, via del Fosso, Propositura Ore 15 a Tavernelle, Adorazione della Croce Ore 19 in Propositura inizio della solenne celebrazione liturgica in "Passione Domini". L’itinerario della Processione sarà il seguente: chiesa di Propositura, via XXV Luglio, Via Garibaldi, piazza del Borghetto, piazza Baldaccio, Via Matteotti fino in cima alla Croce. Sosta e benedizione del paese. Ritorno fino alla Fonte da dove attraverso le Logge verrà raggiunta la Cappella dei Caduti 15 aprile: SABATO SANTO Dalle ore 15 Confessioni ad Anghiari e Tavernelle Ore 22 S. Messa a San Lorenzo Ore 23.30 in Propositura e a Montauto Veglia e S. Messa "in Resurrectione Domini" 16 aprile: PASQUA DI RISURREZIONE S. Messe secondo l'orario festivo. 17 aprile: LUNEDI DELL'ANGELO Festa a Santo Stefano: S. Messa alle ore 11. Al termine ci recheremo alla Maestà della Vittoria per la benedizione dei campi. 23 aprile: DOMENICA IN ALBIS Da Micciano pellegrinaggio verso il Santuario del Carmine dive, alle ore 16,30, verrà celebrata la S. Messa e affidamento alla Madonna con la consacrazione dello Scapolare. Nella foto il "panno pasquale" che cadrà al "Gloria" della Messa di mezzanotte. Il telo raffigurato fu realizzato da Sara, Lucia e Alma Comanducci nel 2004. Foto Piero Lega

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la pagina di Walter Del Sere

Colombi, granito e oro! Martedì 7 marzo. Per il secondo giorno consecutivo spira un vento di gelida tramontana. Pur avendo pagato ieri sera (cosa, dicono i maligni, assai rara) l’aperitivo alla solita brigata di presidenti, la tramontana non è cessata. A niente è valso quindi l’artifizio. Pazienza.

La strada diventerebbe così il nostro mini-corso pedonale dove andare a spasso senza l’assillo dell’auto che ti inforca o di quella parcheggiata addosso al muro che impedisce il cammino. Ma purtroppo una scelta così logica, civile e indolore (che farebbe il bene degli operatori commerciali di via Mazzini) non sarà nel breve periodo attuata. Così la penso. E se poi mi sbaglio, come direbbero i transalpini: “chapeau”.

Quando i bambini fanno oh. Povia, che ad Anghiari non ha preso un voto, con la sua ode ai piccioni ha vinto il festival di Sanremo. Ma perché il capelluto cantante passato dai bambini che fanno ooooh ai piccioni che fanno crrr non ha ricevuto voti nel cuore del borgo anghiarese? Perché noi con i piccioni abbiamo un lungo conto in sospeso fatto di penne, escrementi, carcasse sui tetti e via di questo passo. Figuriamoci se facevamo vincere il Povia. E pensare che qualche mese fa i piccioni erano quasi spariti abbandonando il cielo toscano di Anghiari per andare (sembra) a fare crrrr nei pascoli celesti. A distanza di poco tempo stormi di colombe hanno ripreso a volteggiare sopra le nostre teste. Dice che le superstiti colombe di Anghiari siano diventate un bocconcino prelibato per i colombi del Borgo, San Giustino e financo Città di Castello i quali, attratti dalla sensualità delle civettuole colombe nostrane, hanno deciso di venire tutti a metter su casa tra i tetti d’Anghiari producendo copiose nidiate. Come si risolve la questione ? Un’idea ce l’avrei.

Via della Torre. La caratteristica via è (era) caratterizzata da una lunga gradinata centrale che conduce(va) allo slargo che noi d’Anghiari chiamiamo del Campano, dove stanno da sempre il Gnacco (auguri al grande podista) e il Loli. In corsivo il linguaggio tecnico-chic. La gradinata fu realizzata con ricorsi in pietra e pavimentazione in cotto. Il progetto prevede la sua rimozione per il passaggio delle linee e la sua ricostruzione con differenti caratteristiche. Infatti i gradoni saranno accorciati (da 140 a 75 cm) e ne verrà dimezzata la pendenza. La nuova gradinata sarà realizzata in ricorsi di pietra vecchia riutilizzata (che non sia granito eh!), cosicché la nuova sistemazione renderà l’aspetto di via della Torre più simile alla conformazione originaria di inizio secolo, come si evince dalle cartoline e foto d’epoca. Anche lo slargo del Campano, che era in orribile asfalto, sarà ripavimentato in pietra (che non sia granito eh!). Ad opera completata l’accesso a Palazzo Testi sarà garantito da viabilità rispettose della qualità edilizia dell’edificato circostante e in particolare saranno eliminati (finalmente) la gran parte degli allacci e delle reti aeree (benefico interramento delle linee dell’illuminazione pubblica, della rete elettrica e telefonica) e le pavimentazioni saranno realizzate con materiali più consoni ai luoghi (che non sia granito eh!), ripristinando l’aspetto che aveva in origine l’area.

È sparito il segnale di TTV. Siamo orfani della Sara “Gruber” Scarabottini, Michele “Arbasino” Casini, Paolo “Mazzocchi” Tilli, Simona “Clerici” Allegria e Walter “Bisio” (ah quanto mi piacerebbe). Quelli di Anghiari Vecchio provino sul canale 22 e gli altri girino l’antenna verso l’Umbria che sul canale 47 manda in onda le esilaranti vicende politiche di quelli del Borgo. Se poi avete il digitale terrestre allora va tutto bene visto che dalle frequenze di Tele San Domenico ogni giorno a orari fissi si vede benissimo TTV. Lavori in corso. Via Mazzini è la breve centrale strada totalmente in piano, e già questo per il nostro paese rappresenta una particolarità di non poco conto. Sulla via si affacciava fino a poco tempo fa la sede della Banca di Anghiari e Stia (ingresso trasferito in Piazza IV Novembre), il negozio di tessuti simbolo della produzione artigianale cittadina ed altre attività commerciali. L’intervento di sistemazione di Via Mazzini si imponeva come improrogabile date le evidenti condizioni di instabilità della pavimentazione. E sono già a buon punto i lavori che prevedono per l’impianto di illuminazione pubblica l’interramento delle linee e conseguente rimozione di tutte quelle aeree. La rete fognaria sarà totalmente sostituita rifacendone gli allacciamenti. La rete telefonica, attualmente posta a parete con antiestetiche linee aeree, sarà anch’essa totalmente interrata. Per la rete di distribuzione del metano, al fine di consentire la creazione dei marciapiedi e le pendenze per la raccolta delle acque piovane, si è reso necessario abbassare la quota di posa dell’impianto. La pavimentazione della sede stradale sarà realizzata in conglomerato bituminoso di colore chiaro. L’intervento è destinato a modificare completamente, riqualificandola, la fisionomia della strada in quanto si prevede la creazione di due marciapiedi laterali di lastre in pietra lavorata. E sono in tanti a pensare a una futura via Mazzini chiusa al traffico dei veicoli.

Vladimir. Ultime righe per dire dell’arrivo dei russi di Vladimir, Città stretta da un patto di amicizia con Anghiari, in qualità di ospiti d’onore della XXXI Mostra mercato dell’Artigianato della Valtiberina Toscana che si svolgerà dal 22 aprile al 1° maggio. La Sala Audiovisivi accoglierà il migliore artigianato artistico di Vladimir, Capitale dell’Anello d’Oro circondata da monasteri ortodossi: icone, cristalleria, legno dipinto, questi alcuni degli articoli in esposizione. Inoltre, al seguito della delegazione di Vladimir, giungerà ad Anghiari il gruppo folkloristico Vishenka che, con abiti e strumenti tradizionali, proporrà canti e balli della migliore tradizione russa. Da non perdere. E nel 2007 Anghiari potrebbe ospitare un evento eccezionale quale sarebbe la Mostra dei capolavori provenienti dal Museo di Vladimir-Suzdal. Tempo al tempo. Nella foto di Gigi Falasconi il Sindaco di Anghiari con la Direttrice dei Musei di Vladimir-Suzdal Alissa Aksenova

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Mese di Febbraio 2006

CRONAC HETTA

Martedì 7. Stasera all’Oratorio abbiamo fatto le prove per il Ciccicocco che si va in giro per Anghiari. Giovedì 9 . Oggi è nato Matteo Ligi. La sua famiglia abita per la via del Carmine. Venerdì 10. Il dottore oggi ha cominciato a piazzare la ringhiera davanti all’altare della Madonna di Loreto. Domenica 12. Oggi c'era Memorandia. Lunedì 13. Con Andrea della Cerbaia siamo andati alla ricerca dell’Omo morto nei pressi di Albiano. Martedì 14. Oggi è morto Angiolo Foni. Aveva 79 anni ed abitava a Ca’ de’ Frati. Insieme a Pietrino fecero il famoso scherzo dei poponi. Mercoledì 15. Anche stamani hanno messo il sale per la piazza. Mercoledì scorso per il ghiaccio ci caddero diverse persone. Giovedì 16. Oggi è nato Matteo Mafucci. La sua famiglia abita a Ripalta. * Oggi è nata anche Manuela Baglioni. La sua famiglia abita vicino alla vecchia osteria di Tavernelle. * Oggi è morto Marco Monini. Aveva 93 anni ed abitava alle Pianacce ma ha abitato per molti anni a Toppole. Venerdì 17. Oggi è nato Ricardo Guelfi. La sua famiglia abita al Campo della Fiera. * Oggi è nata anche Diletta Bilardi. La sua famiglia abita verso Il Crocifissino. Lunedì 20. Stamani sopra i monti del Borgo c’era la neve. Frido ha detto che in settimana nevicherà anche più in basso. Giovedì 23. Oggi siamo andati a cercare il Ciccicocco e alla sera abbiamo mangiato salsicce e sambudelli e la fett’unta. * Oggi è morto Sergio Merendelli di anni 80. Abitava a Tavernelle e tutti lo ricordiamo di quando era collaboratore al Cenacolo di Montauto. Lunedì 27. Oggi è nata Aurora Poderini. La sua famiglia abita per la via di San Leo e la sua nonna fa le pizze. Martedì 28. Oggi è nata Michelle Rinaldi. La sua famiglia abita alla Banca.

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese. Venerdì 30 dicembre 2005. Oggi è nato Diego Cerboni. La sua famiglia abita verso l’Infrantoio.

Mese di Gennaio 2006 1 domenica. Iersera sono andato a letto presto. In compenso non ho sentito molti tonfi ma mia moglie m’ha detto perché dormivo sodo. * Oggi è morto Alberto Meozzi. Abitava a Mocaia ed aveva 90 anni. Lunedì 2 . Oggi è morto Fernando Sbragi. Abitava alla Invidiosa e aveva 77 anni. Ha lavorato per molti anni al Consorzio. Martedì 3 . Oggi è morta Rosa Ruggeri vedova Zanchi. Aveva 90 anni ed abitava a Valle di Verazzano. Giovedì 5. Stamattina si sentiva qualche leggero colpo di scalpello in Piazza. Mi sa che erano le prove per riprendere il lavoro. Venerdì 6. Anche stamani si vede l’antenna della Faggeta tutta bianca che si staglia contro il cielo sereno. Sabato 7. ‘Ndigià hano sfatto ‘l presepio ‘n piazza. Ah, già domèni c’è la fiera! Martedì 10. L’orologio del campano è sempre fermo. Mi sa che l’operai che ci lavoravano ieri ancora non hanno finito. Mercoledì 11. Mia moglie m’ha detto che dal Terrato è passata la fiamma olimpica che andava a Torino. Sabato 14. Oggi è morta Raffaella Bianchi vedova Poggini. Aveva 89 anni ed abitava in piazza. Era la moglie di Milton notissimo antiquario anghiarese. Martedì 17. Oggi era la festa di Sant’Antonio e stanotte ha fatto giusto un’incaciatina ma del ’29 la neve era già una ventina di centimetri mentre poi arrivò a oltre cinquanta. * Oggi è morta Rosita Valbonetti in Baldelli. Aveva solo 60 anni ed abitava a Maccarino. Mercoledì 18. Stamani ho visto il Biga che usciva dal suo parcheggio sotto al Fonte. Venerdì 20. Oggi è morta Diomira Nicchi vedova Guadagni. Aveva 88 anni ed abitava vicino al Ristorante Il frantoio di Bagnaia. Sabato 21. Fra il Soccorso e Mezzavia ho visto un falco sul filo del telefono. Lunedì 23. Oggi hanno iniziato i lavori al Terrato. * Oggi è morta Maria Donati Sarti vedova Camaiti. Aveva 94 anni ed abitava alla Motina. * Oggi è morto anche Settimio Santi. Aveva 86 anni ed abitava a San Lorenzo. Mercoledì 25. Ieri sera mia moglie ha preparato la minestra di fette. Era buona! Giovedì 26. Stamani al Borgo stavano smontando le luci natalizie in piazza Berta. * Oggi la Santa, mia madre, ha preparato la farinata e ce ne ha dato un piatto per uno. Lunedì 30. Oggi è morto il maestro Sergio Mario Tavanti. Aveva 83 anni ed abitava a Tavernelle. Martedì 31. Oggi è morto Giustino Pancioni. Aveva 76 anni ed abitava a Viaio.

Dai registri del Gesù Morto Rileggendo i verbali del Gesù Morto (dal 1929) troviamo interessanti notizie sulla vita di questa Associazione che in particolare ha lo scopo di solennizzare la Settimana Santa. Dall’anno 1936 i verbali sono più completi e in quell’anno fu approvato un nuovo regolamento. Il parroco pro tempore è, per disposizione, il correttore dell’Associazione. Ecco la serie dei correttori: Don Nilo Conti dal 1936 al 1972 Don Vittorio Bartolomei dal 1973 al 1998. Don Fabio Bartolomei nel 1999 Don Marco Salvi dal 2000

La Compagnia di Sant’Antonio Tale Compagnia nacque in Anghiari nel 1398 ed era costituita da 30 giovani vestiti di bianco che sotto l’invocazione di Sant’Antonio andarono al seguito di un religioso francese chiedendo pace e misericordia. Con i giovani della parrocchia abbiamo ricostituito tale compagnia. Per adesso le sole regole sono di partecipare ai riti della Settimana Santa e vi possono prendere parte solo i giovani dai 14 ai 25 anni. Le regole di questa compagnia verranno elaborate assieme ai giovani e ne daremo notizia tempestivamente. Il primo Camerlengo è stato Luca Pucci. Da quest’anno l’incarico è passato a Stefano Papini.

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Questo giornale lo potrete trovate su Internet Potrete trovare il giornale e tutte le iniziative della parrocchia al seguente indirizzo: www.parrocchiadianghiari.it per i vostri scritti Oratorio di Anghiari - 52031 ANGHIARI

FESTA DEL CROCIFISSO - 3 maggio 2006 Sacramento della Confermazione I giovani della nostra comunità riceveranno il Sacramento della Cresima attraverso l'imposizione delle mani del Vescovo Gualtiero Bassettti.

Chiesa di Tavernelle ore 11 Propositura di Anghiari ore 17 Dopo la Messa delle ore 17 una solenne processione percorrerà le strade di Anghiari fino alla chiesa di Badia dove sarà impartita la benedizione con la reliquia della S. Croce. *** Si invitano i fedeli a prendere parte a queste celebrazioni e alla veglia che si terrà nella chiesa di Propositura alle ore 21 di martedì 2 maggio. 32


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