2006-6 Oratorio di Anghiari

Page 1

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI

ale n o i az d Re o ert s in

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

e en i t n Co

DICEMBRE '06 - GENNAIO 2007 N. 6

1


E io guardavo... di Vera Cuccini

Erano scese le prime ombre della sera una lontana stella solitaria, era appena apparsa nel cielo non ancora del tutto oscuro. Un manto grigio copriva la valle e qua e là leggermente appannati brillavano i lumi delle vie. Ed io guardavo, guardavo e ricordavo, gli occhi aperti nel vuoto, seguivo l’andare del pensiero in un tempo ormai lontano... Dolci e tristi ricordi si rincorrevano come fantasmi notturni. L’animo trepidava sussultava il cuore, ma io seguitavo a guardare le magiche ombre della sera che lentamente s’allungavano, in strane forme intorno a me.

In copertina

Natività Santi Buglioni (?), Adorazione dei Pastori, terracotta policroma, sec. XVI Il rilievo, oggi murato a sinistra della conca absidale della chiesa di Sant’Agostino, descrive con semplicità di mezzi l’atto di adorazione del Bambino posato in terra, da parte di Maria inginocchiata a destra e di Giuseppe in piedi alle sue spalle e di due pastori disposti simmetricamente a sinistra. Sullo sfondo, appena accennato in profondità con piani digradanti quasi a schiacciato, una quinta rocciosa sulla quale un pastore è risvegliato dall’annuncio dell’angelo. A destra la capanna, individuata da pochi elementi.

Con la riproduzione di questa opera d'arte conservata nella chiesa di Sant'Agostino vorremmo invitare le famiglie di Anghiari alla riscoperta del presepe. Sabato 23 dicembre in Proposoitura ci sarà la benedizione delle statuine di Gesù Bambino.

l'editoriale di enzo papi

I santi sono in mezzo a noi C’è stato anche chi la cosa l’ha guardata con una forte dose di perplessità e di sorpresa! Parlo delle beatificazioni e dei santi innalzati agli onori degli altari dal defunto papa Giovanni Paolo II. Le celebrazioni domenicali in S. Pietro, nei lunghi anni di preparazione al Grande Giubileo, sono passate spesso glorificando personaggi provenienti da ogni angolo del mondo, da ogni situazione politico-ideologica, dagli ambienti più diversi, con le storie personali ora più singolari e ora più ovvie; personalità proposte tutte, comunque, come modelli significativi al popolo di Dio del XX secolo. Un numero tale di glorificazioni che più di uno, dentro la stessa chiesa, ha valutato, a volte, con un certo fastidio. Il primo novembre, da poche settimane passato, è la festa di tutti i santi e dall’altare, in tutte le nostre chiese, ci siamo sentiti ricordare che la vocazione di tutti i cristiani, di noi, come di quelli la cui memoria è ricordata nei calendari, è una unica vocazione alla santità. Paolo chiamava i credenti a cui inviava le proprie lettere ‘i santi che vivono a…’; papa Giovani Paolo innalzando agli onori degli altari persone con vite, di sovente, ordinarie non ha fatto altro che ricordare questa comune vocazione alla santità di tutto il popolo di Dio. Ma c’è di più. Papa Wojtila, scampato miracolosamente ad un attentato mortale, si era rivolto alla Signora di Fatima ed ai suoi misteriosi messaggi; in particolare a quello ultimo con la visione del sacerdote biancovestito che, con fatica, avanzava in una città spettrale semidistrutta dalla guerra, scansando una incredibile quantità di cadaveri disseminati lungo il cammino, e che veniva infine, anche lui, colpito da una freccia scagliata da uno stranissimo fucile. L’allora Prefetto della Fede, oggi papa Benedetto XVI, spiegava, con documento ufficiale, che la città distrutta era il secolo XX, la figura che incedeva con grande sforzo e a sua volta veniva colpito era il papa e il numero infinito di morti disseminati lungo la strada altri non erano che i tanti cristiani sacrificati, in tutto il mondo, nel nome di Cristo e della fede. Ecco da dove nasceva la catechesi dei beati che, con tanta precisione ed insistenza, ha svolto per tutto il suo pontificato papa Giovanni Paolo II! Per sottolineare l’importanza della festa del 1° novembre, per richiamare la condizione della vita cristiana come il tempo della testimonianza, per ricordare che la santità vive tutti i giorni, spesso in una vita ordinaria. Un catechista che fa catechismo ai bambini per tutta la vita e viene ucciso per motivi tribali; un sacerdote che come tanti è in un campo di sterminio e si sostituisce ad un padre di famiglia durante una decimazione; una suora che viene massacrata perché suora; un politico che viene assassinato perché cristiano, un laico che viene eliminato perché non si mimetizza pur vivendo in un ambiente ostile. Certo: il riconoscimento di un beato da parte della Chiesa scaturisce dal riconoscimento di una vita vissuta in modo eroico in nome di Cristo. Ciò non toglie che la vita sia una vita ordinaria, che la santità sia vissuta in un quotidiano per nulla appariscente o straordinario: tutti i martiri del XX secolo sono stati martiri di questo tipo; uomini ordinari che non hanno rinnegato di fronte a nulla la ragione del proprio essere. Ecco il prete anti-mafia ucciso perché disturba, ecco la suora infermiera pugnalata mentre sale i gradini del dispensario! Durante l’estate giro spesso per le strade dell’Europa, alla ricerca di belle cose, grandi architetture, opere d’arte affascinanti; ma sempre più spesso scopro i segni della santità del XX secolo. Chi mai avrebbe detto che fra coloro la cui memoria viene fatta il 1° novembre, sempre più spesso, ci siano anche persone come noi, che hanno calcato le nostre strade, che hanno attraversato con passione cristiana il nostro tempo? Mi rivedo a Mauthausen davanti alla croce voluta da papa Wojtila per i martiri che sono passati di lì, davanti alla lapide della joc francese che ricorda un proprio iscritto internato e morto nel campo, nella città di Munster dove raccolgo le omelie ciclostilate del vescovo von Galen, in piazza S. Pietro dove lo scorso 15 ottobre è stata santificata una suora, Rosa Venerini, che ha passato una vita a insegnare preghiere e il cucito alle bambine povere del popolo, fondando un ordine religioso di maestre cristiane. Ecco l’ultimo segreto di Fatima: la santità è ancora possibile; i santi sono in mezzo a noi. Nonostante la secolarizzazione! I figli di Dio nascono possono nascere anche dalle pietre più aride.

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XXXX - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

2


2006: un anno da vivere costruendo futuro... insieme di suor Astrid

IL

NUOVO

ANNO

LITURGICO

L’anno liturgico 2006 ben presto si conclude. Quanto abbiamo lavorato insieme per costruire un futuro... migliore, diverso, più significativo?... Il nostro impegno ha portato frutto? È il momento della verifica... del rendersi conto... per celebrare con maggiore slancio, gioia, speranza, attenzione, donazione... il nuovo anno liturgico che ha inizio con i Primi Vespri, sabato 2 dicembre 2006. Con il nuovo anno liturgico, l’Avvento ci invita a considerare la nostra vita in rapporto alla venuta del Signore che, dopo la sua prima venuta nella carne, ritornerà alla fine dei tempi «con potenza e gloria grande» (Lc. 21, 27) Tra la prima e la seconda venuta la Chiesa celebra la manifestazione del Signore che in mezzo ad essa si rende vivo, presente e operante specialmente nella celebrazione eucaristica. L’annuncio della venuta finale del Signore svela «il senso cristiano della vita»: tutta la storia umana va incontro a colui che è la sua ragione d’essere e la sua meta ultima. Quindi l’Avvento è il tempo degli annunzi: l’annunzio della nascita di Gesù, l’annuncio dei tempi messianici, l’annunzio del ritorno del Signore. Domenica 3 dicembre 2006 abbiamo, per grazia del Signore, l’inizio di un nuovo anno per la Chiesa che celebra i misteri del Signore. Come si conclude, così l’anno ha inizio: la liturgia fa celebrare e volgere lo sguardo a Colui che viene, è venuto e verrà: il Veniente. Quasi senza soluzione di continuità, passiamo così da un anno all’altro, come se la prima lettera dell’alfabeto, la «a», si congiungesse con l’ultima, la «zeta», così che il senso della storia, sulla venuta, continui e la vita dell’uomo che si iscrive in essa, cresca sino alla completa assimilazione al mistero di Cristo. L’anno liturgico ha il solo scopo di formare in noi Cristo, per l’azione dello Spirito Santo; la deificazione dell’uomo è la sua ragione di essere. Con questo Avvento ha inizio il ciclo «Anno C» del lezionario festivo e «Anno Primo - dispari» del lezionario feriale. L’Avvento è caratterizzato da “Presenze” che insegnano alla Chiesa chi è Colui che viene, come bisogna attenderlo ed invocarne la venuta, come accoglienza e come donarlo. Sono Giovanni il Battista, Isaia, Geremia, Maria Madre di Gesù, il Giusto Giuseppe di Nazareth. In compagnia a loro vi auguro un luminoso 2007 per scoprire sempre di più il “Tesoro” che è già nel vostro cuore. La Natività illustrata da Michele Ricci prendendo spunto dai Quadri viventi della Madonna di Loreto anno 1996.

3

Fratelli, celebrate come si conviene, con grande fervore di spirito, l’Avvento del Signore, con viva gioia per il dono che vi viene fatto e con profonda riconoscenza per l’amore che vi viene dimostrato. Non meditate però solo sulla prima venuta del Signore, quando egli entrò nel mondo per cercare e salvare ciò che era perduto, ma anche sulla seconda, quando ritornerà per unirci a sé per sempre. Fate oggetto di contemplazione la doppia visita del Cristo, riflettendo su quanto ci ha donato nella prima e su quanto ci ha promesso per la seconda. «Il Salvatore trasfigurerà», con la sua venuta, «il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso» solo se già prima troverà rinnovato e conformato nell’umiltà al suo il nostro cuore. (Dai «Discorsi» di san Bernardino Abate sull’Avvento.)


CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

26 dicembre martedì - Santo Stefano diacono primo martire: nella chiesa di Santo Stefano S. Messa alle ore 8,30. Stefano è stato il primo martire a versare il proprio sangue in nome di Cristo, fu infatti lapidato fra il 31 e il 36 dopo Cristo; per questo la Chiesa lo venera come protomartire, cioè primo testimone della fede. 27 dicembre mercoledì - San Giovanni apostolo ed evangelista. Compatrono diocesano viene festeggiato solennemente in cattedrale a Sansepolcro. Apostolo prediletto da Gesù fu presente alla crocifissione e morte sul Calvario; da allora si è preso cura di Maria soggiornando quasi sempre a Gerusalemme fino alla morte della Madonna. Si stabilì quindi ad Efeso assumendo la guida delle chiese dell’Asia. Esiliato sotto Domiziano sull’isola di Patmos compose l’Apocalisse finché libero tornò ad Efeso dove morì sotto il regno di Traiano. Secondo altre fonti fu martirizzato a Roma sotto il regno di Domiziano. 28 dicembre giovedì - Santi Innocenti martiri: si ricordano tutti i bambini maschi martiri innocenti uccisi da Erode sotto i due anni per assicurarsi che il profetizzato evento del nuovo re dei Giudei non potesse avverarsi. Gesù invece fu salvo perché i genitori fuggirono con lui in Egitto. 31 dicembre domenica – SANTA FAMIGLIA DI NAZARET. San Silvestro. Sante Messe secondo l’orario festivo. Alla S. Messa vespertina delle ore 17 a Tavernelle e delle ore 18 ad Anghiari nella chiesa della Croce, Te Deum, canto di lode e di ringraziamento per tutto ciò che il Signore ci ha donato nell’anno passato.

Mese di Dicembre 2006 1° dicembre venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione. TEMPO DI AVVENTO L’Avvento è un tempo di attesa: in Avvento celebriamo il grande mistero della venuta del Signore. 3 dicembre domenica - Domenica I di Avvento. Sante Messe secondo l’orario festivo. 5 dicembre martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 7 dicembre giovedì - Sant’Ambrogio vescovo e dottore - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 8 dicembre venerdì - Immacolata Concezione della B.V.M. Sante Messe secondo l’orario festivo. 10 dicembre domenica - Domenica II di Avvento. Beata Maria Vergine di Loreto. Sante Messe al mattino in Propositura ore 9,30 e 11. Alla sera, dopo la Messa celebrata nella chiesa di Badia alle ore 18, verrà effettuata la consueta processione per le strade del Castello antico dove verranno composti i Quadri viventi della vita di Gesù, di Maria e dei santi. 13 dicembre mercoledì - Santa Lucia vergine e martire: morì probabilmente a Siracusa durante la persecuzione di Diocleziano. Vuole la leggenda che durante il supplizio le siano stati strappati gli occhi. 15 dicembre venerdì - Nella chiesa di Propositura alle ore 18 inizia la Novena in preparazione del Santo Natale. Per tutto il periodo della novena la Messa vespertina viene anticipata alle ore 17,15 circa. Domenica 17 dicembre la Novena non avrà luogo e la S. Messa delle ore 18 sarà celebrata nella chiesa della Croce. 17 dicembre domenica – Domenica III di Avvento. Sante Messe secondo l’orario festivo. 24 dicembre domenica – Domenica IV di Avvento e vigilia del Santo Natale. Sante Messe in Propositura ore 9,30 e 11. Non verrà celebrata la S. Messa delle ore 18 alla chiesa della Croce. Nella chiesa di Propositura in Anghiari e nella chiesa di Tavernelle, dalle ore 15 confessioni. Alle ore 22 S. Messa nella chiesa di San Lorenzo. Alle ore 23,45 in Propositura ad Anghiari e al Cenacolo di Montauto, S. Messa solenne.

Mese di Gennaio 2007

TEMPO DI NATALE Fino alla solennità dell’Epifania

1° gennaio lunedì - Capodanno, Maria Santissima madre di Dio. Sante Messe secondo l’orario festivo. 2 gennaio martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 4 gennaio giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 5 gennaio venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione. 6 gennaio sabato - Epifania del Signore. Sante Messe secondo l’orario festivo. All’apparire della stella dissero i Magi: questo è il segno del Gran Re; andremo a cercarlo; portiamogli i doni: l’oro, l’incenso e la mirra 7 gennaio domenica – Battesimo di Gesù. Sante Messe secondo l’orario festivo. Giovanni Battista, umile servo, battezza il suo re e signore; fra lo stupore delle acque la colomba dà testimonianza; il Padre proclama: Questi è mio Figlio.

25 dicembre lunedì - Santo Natale di Gesù . Sante Messe secondo l’orario festivo. La festa di Natale è una “cristianizzazione” della festa pagana del solstizio invernale che celebrava il “sole invitto”. La Chiesa festeggia il nuovo Sole invincibile, Cristo “luce del mondo”.

Dopo la festa del Battesimo del Signore comincia il Tempo Ordinario 14 gennaio domenica – Domenica II del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 17 gennaio mercoledì - S. Antonio abate: insigne padre del monachesimo nacque circa l’anno 250, morì nell’anno 356. Protettore degli animali domestici soprattutto dei maiali.

4


SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

21 gennaio domenica – Domenica III del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 24 gennaio mercoledì - San Francesco di Sales. Patrono dei giornalisti e di chi opera con i mezzi di comunicazione di massa. 25 gennaio giovedì - Conversione di San Paolo apostolo. “Benediciamo il Signore; egli ha chiamato Paolo da nemico ad apostolo di Cristo”. 26 gennaio venerdì - Santi Tito e Timoteo vescovi: discepoli e collaboratori di Paolo: ad essi furono indirizzate alcune lettere dette pastorali. 28 gennaio domenica – Domenica IV del Tempo Ordinario. San Tommaso d’Aquino, dottore e sacerdote della Chiesa. Sante Messe secondo l’orario festivo. 31 gennaio mercoledì - San Giovanni Bosco: fondatore dei Salesiani (1815-1888).

Ore 8,00 Ore 8,30 Ore 9,00 Ore 9,30 Ore 10,00

Primo venerdì del mese al Carmine

Ore 11,00

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

Ore 11,30 Ore 12,00 Ore 15,30 Ore 16,00 Ore 18,00

-PIEVE DI MICCIANO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -CHIESA DI SAN LEO -CHIESA DI CATIGLIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -VALEALLE -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIO -CHIESA DI TOPPOLE -CHIESA DI TUBBIANO -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8,30 S. Maria della Pace Le Ville Ore 8,45 San Michele Arc.lo a Padonchia Ore 10,00 CHIESA della Madonna Bella Pocaia Ore 11,00 S. Maria della Pace Le Ville Ore 11,15 San Simeone profeta a Monterchi Ore 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Per i ragazzi delle Superiori

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

Continua il cammino per i ragazzi delle Superiori. Il ritrovo è il venerdì all’ora di pranzo, cioè appena usciti da scuola (per quelli che vanno a scuola a Sansepolcro, naturalmente) presso la sede di GS che si trova dietro Ragioneria. Alle 14.45 inizia la scuola di Comunità e alle 15 c’è la possibilità di studiare insieme, anche con l’aiuto di alcuni professori. Ogni due mesi ci ritroviamo invece tutti ad Anghiari per un’assemblea, per aiutarci meglio su quanto incontrato e paragonato con la propria vita. Per ragioneria il riferimento è Claudio e l’Alessia; per il Liceo Luca e Andrea.

Gruppo chierichetti Il sabato, dopo il Catechismo, dalle 16 alle 16,30 facciamo le prove per servire alla Messa. Chi vuol entrare nel gruppo dei chierichetti si può presentare ogni sabato da Nicola o Jacopo, oppure parli con il suo Catechista.

Sabato 9 dicembre facciamo il miniritiro dei Chierichetti di Anghiari e Tavernelle, dalle ore 16 alle ore 21, cena compresa.

5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo * Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

digitalfotoEmmedipì

Esistenzialità=vivere? Non sempre questa equazione risulta reale: infatti sono due cose ben diverse. In realtà ci sono due modi di intendere il vissuto ed il tutto viene unito dal proprio bagaglio culturale ed intellettivo io personalmente credo che la risposta alla domanda da dove veniamo e dove andiamo ci può essere data solo dalla teologia in quanto la scienza si blocca di fronte a quesiti che oltrepassano la razionalità e la fredda logica del pensiero, insomma l’unica via d’uscita è rappresentata dal proprio modo d’essere che se finalizzato a una correttezza esistenziale permette una rasserenata realtà ed una finalizzazione concreta della propria vita. Il difficile è accettare quelle che sono le proprie origini. Quello che voglio dire è che l’inizio e la fine della nostra vita è per tutti uguale e nel mezzo c’è quello che grazie al nostro libero arbitrio abbiamo organizzato e che abbiamo definito esistere. Riunire migliaia di frammenti per costruire il senso della vita non ha ragione e allora non resta che riflettere su ciò che è possibile riaccendere al fine di trovare un equilibrio che sembra perduto perché noi abbiamo creato un vivere con valori irreali che come conseguenza provocano catastrofi esistenziali. Come esempio pratico si può dire che il valore essenziale, secondo molti, è il denaro. Ciò comporta la creazione dell’ipocrisia e addirittura l’uso di mezzi contrari alla morale e alla legalità ma poi a distanza di tempo ci rendiamo conto di quanto sia stato stolto e aleatorio tutto ciò e quanto in realtà ci si sia costruito una giacca di ferro che un giorno si stringerà facendoci capire che questa vita in due cose è uguale per tutti e cioè la nascita e la morte, nel mezzo di quei 60-70 anni esiste quello di cui dovremmo rendere conto. Termino con un proverbio latino: errare è umano, perseverare è diabolico!!

Contro le astruserie Quando ho scritto qualcosa, la riguardo. Se la vedo non chiara o nata male la leggo a un mio vicino alquanto tardo. Se la capisce lui che ha poco sale, voglio sperar che la intenda pure un illustre scrittor di cose oscure.

Gli auguri per Elda

Il coperchio

Il giorno 4 ottobre 2006, presso l’Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Giurisprudenza, Corso di Diritto Amministrativo Generale, Elda Papini si è laureata con la massima votazione di 110 e lode. Ha discusso la tesi dal titolo: “Il diritto alla buona amministrazione.” Relatore professor Carlo Marzuoli. Gli auguri della Redazione per la neodottoressa si uniscono a quelli della famiglia e degli amici.

di Maria Pia Fabiani

Messaggi espliciti Un messaggio lasciato nella chiesa di Santo Stefano invita a cambiare collocazione al bell'arazzo conservato in una delle cappelle laterali. A caval donato bisogna, a volte, guardare in bocca!

Milton si è laureato Il giorno 11 luglio 2006, presso l’Università degli Studi di Firenze, si è laureato in architettura Milton Riccardo Sperone discutendo la tesi: L’antico centro di Anghiari nella fotografia e nell’iconografia storica. Ha ottenuto la bella votazione di 110 su 110 realizzando così il sogno della cara nonna Raffaella Poggini. A Milton gli auguri della Redazione e degli amici.

Ginestre a novembre di Emmedipì

Qualche giorno fa guardavo le colline intorno alla Valtiberina e mi rendevo conto che nei boschi si intravedevano delle macchie di colore giallo, proprio come quando a maggio fiorisce la ginestra. Solo che siamo a novembre. Ed infatti, guardando bene, ho dedotto che sono le belle foglie dei castagni che con il loro colore autunnale hanno causato l’errore.

6

M’è caduta una scatola di latta e il suo coperchio è ruzzolato via. Mortificata lei è rimasta lì trattenendo la merce ancora intatta, mentre il monello felice girava anche al di sotto della sedia mia. Ma visto che nessuno lo guardava ha deciso di chiuder l’avventura e ti assicuro che non mi ha delusa perché, come tu vedi, s’è fermato ai miei piedi, quasi a chiedere scusa. 29 marzo 2004

Il natale dei nostri nonni (anonimo)

A Ceppo si faceva un presepino con la sua brava stella inargentata coi Magi, coi pastori per benino e tutta la campagna infarinata

Il mercato dei funghi di Emmedipì

È quello di mercoledì 3 ottobre. Ma non perché ci fossero in vendita o almeno in esposizione i tipici frutti di bosco autunnali ma perché, evidentemente, molti venditori erano andati a cercarli, i funghi. Infatti i banchi scarseggiavano e le previsioni per il futuro (per quanto riguarda il mercato) non sono rosee. Ritornando però ai funghi si può aggiungere che leggi sanitarie e modifica delle abitudini dei nostri abitanti hanno fatto sì che siano scomparsi i panieri, ricolmi del prezioso raccolto, messi in vendita sui murelli delle Loggette della banca, all’inizio di Piazza Baldaccio. Era una occasione per gli abitanti del paese per rifornirsi di questo speciale prodotto del bosco. C’erano anche delle contrattazioni con declamazione delle proprietà positive da parte del venditore: son giovini, sono schietti cume i campanelli, e del tentativo di sminuire da parte del compratore: son vecchi, ciàno i bèchi, son mangi da le lumèche. Le qualità raccolte erano quelle conosciute da tutti: i ghezzi o porcini, i boleti e i cagnacci.


...il Palterre

SALVIAMO L’ALBERO SALVIAMO IL GIARDINETTO DELLA CROCE

Cartelli artigianali

Il testo sottoriportato è stato redatto da un gruppo di abitanti della Croce e letto durante l’Assemblea cittadina del 19 ottobre u.s.

Mi riferisco a cartelli fatti sì in modo artigianale ma anche che riguardano le attività di questa importante categoria lavorativa. Il primo l’ho visto in agosto per la via della Badia, nella bottega di Claudio.

Perché siamo contrari al semaforo alla Croce Ci opponiamo a che vengano fatti interventi e tanto più che vengano tagliati alberi - anche uno solo - al giardinetto della Croce. Il giardinetto è luogo di raduno da varie generazioni degli abitanti della Croce, del Carmine e di via Martiri della Libbia. Il giardinetto è luogo di memoria e come tale va salvaguardato e protetto in un paese Bandiera Arancione che si vanta di portare avanti questo valore. Il giardinetto è a tutt’oggi frequentato da giovani, anziani e bambini e permette incontri e socializzazioni anche con i turisti che si riposano all’ombra degli alberi centenari – e quindi protetti – e godono del fresco della fontana e dei suoi benefici effetti e che si ristorano ad una delle poche fontanelle ancora attive in paese. L’amore degli abitanti della Croce per il loro giardinetto è testimoniato dalla cura che ne hanno. Infatti in gran parte sono loro stessi che lo puliscono, annaffiano i fiori, ripopolano di pesci la vasca e da qualche anno anche vi si riuniscono e banchettano per ricordare l’antica festa del cocomero. Siamo contrari al semaforo perché, anche nel caso che il giardinetto non venisse modificato all’interno, le strutture esterne che lo circonderebbero danneggerebbero irrimediabilmente quei momenti di incontro e di riposo che ancora vi si possono trovare. Siamo tutti orgogliosi della bellezza e della qualità della vita del nostro paese e plaudiamo agli interventi fatti in Anghiari vecchio: il restauro di Palazzo Testi, le piante al posteggio della Propositura, il Giardino del Vicario, le luci calde e rosate che illuminano le strade etc. etc., ma vorremmo e chiediamo con fermezza che anche l’Anghiari nuovo sia ugualmente tutelato e rispettato. Siamo inoltre contrari al semaforo perché porterebbe ad un maggior inquinamento acustico e dell’aria – infatti in molte città per questa ragione i semafori sono stati aboliti – e sarebbero gli abitanti della Croce a pagare questo prezzo non certo le persone che vi transitassero. Inoltre riteniamo che anche il traffico ne sarebbe rallentato e molte auto provenienti da Campo alla Fiera troverebbero più semplice svoltare per Corso Matteotti, che già è intasato al massimo grado e diventato pericoloso per i pedoni. Al contempo si potrebbero invece verificare code che impedirebbero l’accesso a Corso Matteotti con conseguenze facilmente immaginabili per i residenti e gli esercizi commerciali del Borgo della Croce. Sarebbe bello che i progetti per un luogo fossero fatti da persone che lo conoscono e lo rispettano, ma nell’impossibilità che questo sempre accada, siamo fiduciosi che gli addetti ai lavori ascoltino i suggerimenti di coloro che questo luogo abitano e amano.

Al carissimo amico Alfiero Bianchi (Mezzovino) di Armando Zanchi

di Clèto

Non sono in ferie. Magari! Sono solo fuori per lavoro. Ad ottobre invece per il Borgo della Croce nella bottega della Marilena ho visto questo avviso. Oggi si riapre alle 17; sono a cercare i funghi.

Un tuffo al cuore di Emmedipì

Stavo andando al Borgo per una visita medica di mio padre. Giunti nei pressi della Maestà delle Forche ho visto un cartello pubblicitario che a caratteri cubitali diceva: Corsi di Latino. Ho avuto un tuffo al cuore. Lo vedi come il mondo tutto sommato non è poi così male se vengono realizzati dei corsi per imparare la lingua che fu dei nostri padri e se ci sono evidentemente delle persone disposte a seguirli! Solo che, leggendo oltre, ho visto anche la parola Tango: si parlava infatti di corsi di ballo.

Si lavorava per guadagnarsi il pane mentre tanti esseri morivano di fame

Sempre accettati da un suo sorriso ma poi la morte tutto à diviso

Quando il dolore bussa alle porte colpisce il morto e pure le scorte

Vi erano giovani vecchi e bambini davanti ad una bara che segna i destini

Lui à lottato sudore abbondante con la sua vita quella di emigrante

Nel caro ricordo di questo Anghiarese la tanta gente da lui faceva spese

Tante famiglie colpite dal dolore solo la morte questo lo impone

Al caro Alfiero compagno di lavoro in quel Renicci dove dolore fu coro

Prima la Francia più tardi l’Argentina portandosi dietro la sua Gabriellina

Ora il dolore che a tutti attanaglia ancora vi è vita non persa la battaglia

Il nostro Alfiero Anghiarese amato si vide il sacrato tanto affollato

Noi due giovani amanti della vita i poveri rinchiusi finì la loro vita

Dopo il ritorno si stabilì ad Anghiari tra i paesani a lui tanto cari

Cara Gabriella E la cara figlia fatevi coraggio la corsa si ripiglia:

7


LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTE di don Quinto Giorgini

La Pieve di S. Maria Annunziata alla Sovara II puntata

L’interno della Pieve di Sovara, presso Anghiari, presenta una superficie di circa 300 mq (m. 26x12) suddivisa in tre navate che terminano con altrettante belle absidi che ne costituiscono le parti più antiche. La navata centrale, più larga e leggermente più lunga rispetto a quelle laterali, è coronata dall’abside di mezzo, che è più profonda, più ampia e più alta rispetto a quelle minori, che un tempo furono tagliate fuori dal resto della chiesa, ricostruita nel secolo XV. Una serie di otto colonne di pietra grezza, distribuite quattro a destra e quattro a sinistra, sormontate da altrettanti eleganti capitelli adornati di decorazioni floreali e foglie scolpite, sorreggono le belle arcate romaniche (cinque per ogni parte) che la separano dalle due navate laterali, più strette e più basse. L’inizio della navata centrale, presso la porta d’ingresso, ingloba la parte inferiore dell’antica torre campanaria medievale, distrutta verso il 1480 al tempo del pievano don Sim(e)one Ducci che fece ricostruire la pieve ed il campanile attuale sul lato sinistro orientale. La suddetta data si trova scolpita in una pietra collocata all’inizio della parete della navata sinistra, la cui scrittura trascriviamo alla lettera: “TEMPORE D. P. SIMEONIS HOC TEMPLUM HEDIFICATUM EST, M. 480”. La parola hedificatum va interpretata con cautela, perché non si trattò di una completa ricostruzione, infatti rimase in piedi tra l’altro la tribuna dell’edificio precedente. Il sacro tempio riceve la luce dall’esterno oltre che dalla grande finestra ovale, posizionata sull’alto della facciata, anche da altre quattro finestrelle quadrate poste due a destra e due a sinistra sulle pareti centrali, sovrastanti le arcate. Inoltre tre monofore, ciascuna al centro delle tre pareti absidali, permettono di illuminare i tre altari di pietra ricostruiti nel secolo scorso secondo le norme del Concilio di Trento. Le monofore sono state all’esterno ricostruite con poca sensibilità artistica. Almeno l’altare centrale, la cui mensa rettangolare misura 105x190 cm., meriterebbe di essere semplificato e rivolto al popolo, secondo l’antica usanza ripristinata dal Concilio Vaticano II. Due gradinate in pietra permettono di salire dal transetto al presbiterio e poi alla predella degli altari. Il pavimento è in vecchio cotto e la copertura ricostruita nel 1932 è a capriate lignee. Un grande fonte battesimale (cm. 160 x 96), collocato sopra un piano rialzato di cm. 15 rispetto al pavimento, fa bella mostra di sé all’inizio della navata sinistra. È di pietra e di forma esagonale, con elegantissime decorazioni ornamentali del sec. XV. In una delle formelle è rappresentato in bassorilievo il Battesimo di Gesù, nelle altre molteplici decorazioni floreali e varie simbologie, tra cui due colombe che bevono nello stesso calice. Le formelle sono divise da colonnette scanalate sor-

montate da capitelli a fogliame. Attualmente il Sacro Fonte è ricoperto da una vecchia copertura lignea, sormontata da un piccolo coperchio che ricopre la vaschetta per l’acqua battesimale, di dimensioni molto ridotte rispetto alla superficie complessiva del fonte medesimo. Non dobbiamo dimenticare che le Pievi erano le chiese battesimali e solo in esse fino al 1917 venivano battezzati i neonati di tutte le vicine parrocchie di Valialle, Pianettole, Galbino, Casale, Toppole, Verazzano, Tortigliano, Corticelle, Scoiano, Sorci e Catigliano. In questo Fonte sono nate alla nuova vita di grazia portata da Cristo

8


...le nostre chiese morto e risorto, decine e decine di generazioni cristiane vissute nella Valle del Sovara. Altre opere d’arte conservate in questa chiesa sono: 1. Un grande frammento di affresco raffigurante la Madonna con il Bambino del 1390, d’ispirazione giottesca, situato nella parete della navata destra. 2. Un Crocifisso seicentesco(?) sull’altare dell’abside verso la sacrestia. 3. Una tela rappresentante la Vergine con il Bambino in braccio, che dà la corona del Rosario a S. Domenico, inginocchiato in basso alla sua destra, del sec. XVIII. Intorno all’immagine sono rappresentati i misteri del Rosario, mentre in alto appaiono degli Angeli. 4. Un frammento di affresco raffigurante il volto maestoso di un Santo monaco con lunga barba fluente d’incerta data medievale. 5. Un tabernacolo in pietra, che presenta scolpita una colomba sul frontespizio con porticina lignea su cui è dipinto un triangolo trinitario con l’occhio di Dio, il monogramma di Cristo, una pisside e teste d’Angeli in adorazione. Sull’altare dell’abside sinistra c’è un quadro con una rappresentazione moderna della Madonna della Misericordia. 6. Due tele raffiguranti una l’Arcangelo Gabriele e l’altra la Madonna Annunziata, entrambe appese nella controfacciata.

7. Nei pilastri a fianco del presbiterio appaiono due peducci, con lo stemma del pievano Simeone Ducci, cioè le catene a croce di S. Andrea con due stelle e la data MCCCC69. 8. Numerosi reperti archeologici: una colonnina di pietra e frammenti di pietre, che un tempo costituivano l’antica balaustra, sono murati nella parete in fondo alla navata a destra di chi entra. Cinque di essi sono stati rubati da ignoti verso il 1972, che asportarono inoltre due statue lignee del sec. XV, raffiguranti l’Angelo Annunziante e la Madonna Annunziata, patrona della Pieve. Mancano inoltre dall’antico catalogo conservato nell’archivio delle Belle Arti di Arezzo cinque dipinti su tela raffiguranti: un Santo Vescovo (cm. 62 x 92), Madonna col Bambino e Santi, circondati da cornice a traforo (cm. 42 x 34), Concezione della Vergine (cm. 42 x 34), Santa Monaca (cm. 62 x 92) ed infine una Madonna in gloria col Bambino, con S. Antonio e con un S. vescovo (cm. 202 x 151). Dall’inventario parrocchiale mancano inoltre un armadio in noce e altra suppellettile sacra. Purtroppo le nostre chiese, soprattutto quelle più isolate, mancanti della presenza costante dei parroci, di personale di vigilanza e prive di sistemi di allarme, negli ultimi decenni sono state oggetto di numerosi furti sacrileghi perpetrati da antiquari senza scrupoli, soprattutto in occasione della Fiera dell’Antiquariato di Arezzo. Questi furti non solo hanno impoverito il nostro patrimonio artistico ed ecclesiastico, ma anche profanato i nostri luoghi sacri, ed inoltre ferito il sentimento religioso del popolo cristiano, che in passato, con tanti sacrifici ha collaborato per abbellire le proprie chiese. Perciò dovrebbero essere puntualmente denunciati, indagati attentamente, scoperti e perseguiti severamente, recuperando anche la refurtiva. Nella prossima puntata tratteremo della popolazione della Pievania, delle sue feste, delle figure principali dei suoi pievani, seguendo i resoconti delle Visite pastorali. Nell’altra pagina. Don Quinto e don Romano sul sagrato mentre osservano la facciata dell’antica Pieve. A destra l'interno con le tre navate. In basso il battistero esagonale. In questa pagina. Scorcio delle absidi e del campanile che ospita le colombe di Anghiari in trasferta.

La vignetta di Scacciapensieri:

PRESEPE VIVENTE

Un bel cane sì!

Le Ville Monterchi (AR) - Durante le prossime Festività Natalizie, l’Associazione “Venite Adoremus” realizzerà il Presepe Vivente negli spazi circostanti la chiesa di Santa Maria della Pace di Le Ville. È un paese intero che partecipa all’evento. Sono soprattutto gli anziani e i bambini che si sentono maggiormente coinvolti nella rappresentazione della Natività. C’è un invito per tutti a venire per riscoprire i valori cristiani della vita, della festa e della condivisione. Nell’edizione 2005/2006 sono state numerose le persone che hanno voluto adorare davanti alla capanna la Sacra Famiglia. Il Presepe Vivente con sottofondo musicale, 150 comparse, antichi mestieri e animali veri si svolgerà nei giorni 2526 dicembre 2006 e 1-6 gennaio 2007 alle Ville di Monterchi alle ore 17,15. Associazione “Venite Adoremus” www.veniteadoremus.it

9


Angolo della Missione

cronache dai Renicci

VITA DA CHÈNI

a cura di Franco Cristini

a cura del cane Pippo

Giornata Missionaria ma anche adozioni a distanza

Ero picino

Nella giornata missionaria del 22 ottobre scorso sono stati raccolti 2.130 euro così ripartiti: Anghiari 862, S. Stefano 400, Carmine 546, Tavernelle 322. Tale cifra verrà suddivisa fra le Missioni diocesane, la Missione della dottoressa Anna Maria Bartolomei in Tanzania, la Missione di padre Remo in Brasile, la Missione di don Valeri in Kenia e la Caritas. Da tenere presente che le adozioni a distanza nella nostra comunità di Anghiari sono arrivate a ben 54 (per quanto di mia conoscenza). È bello e stupefacente sapere che ben 54 bambini, africani, indiani, brasiliani sono seguiti economicamente e spiritualmente da altrettante famiglie di Anghiari per cui possono vivere decentemente, studiare e, cosa assai più importante, conoscere la parola del Vangelo. Sia ringraziato Dio. * * * Colgo l’occasione per fare a tutti gli auguri più belli e sinceri di Buon Natale e Buone Feste. Sta per arrivare il Santo Natale, un mirabile scambio (tema centrale del Natale) per cui Dio prende ciò che è nostro e ci dà ciò che è suo. Dice Sant’Agostino “Dio aveva un figlio e ne ha fatto un figlio dell’uomo e, in cambio, di un figlio dell’uomo ha fatto un figlio di Dio.” Altra considerazione: Nel giorno di Natale ci è offerta una possibilità inaudita: “Conoscere Dio vedendolo”. Ciò risponI tuoi grandi occhi de al desiderio antico di Cmr quanto l’uomo: vedere e conoscere Dio; infatSpecchio di luce ti Gesù ha detto: Chi senza fondo vede me vede il Padre. i tuoi grandi occhi Il desiderio si è aperti nel viso esaurito più di duemila scarno e avvizzito anni fa perché Cristo dicono sofferenza Gesù, nostro fratello dicono abbandono come uomo, è l’immadicono indifferenza gine perfetta del Padi noi che mangiamo. dre. Ecco quindi sorgere in questo giorno Non guardarmi stupore misto a comcon i tuoi grandi occhi mozione e meraviglia: mi fanno troppo male l’Eterno entra nel teme le mie mani po avvolto in fasce che non sanno lenire si fa debole e piccolo il tuo dolore. per noi.

10

Ehì, crischièni e animèli, cume va la vita? Ai Rinicci c’è poco de novo, a parte che qualche paletto de la staccionèta del Giardin de la Memoria angumincia a cadere, e che le topacéche arverciono ‘gni cosa! La vera novità è che, doppo ‘n’istète che cià fatto creppère dal caldo (‘mmaginète noialtri pori chèni, cun tutto ‘stu pelo!), s’è diciso a piovere! E quante piovi! Chierrà la diga? Sperèmo! ‘N vorrebbe artrovamme a galleggère sott’a Castello, de ‘ndu so’ vinuto!!! A proposito, arpenso sempre quande Simone, el mi’ “padruncino”, me portò qui a Rinicci, d’acordo cu la Sara: vulìa fe’ ‘na sorpresa al su’ babo, disperèto perché gn’era morto el chène, el poro Leo. Quande vinnono a pigliamme, aìo ‘n mese emmezzo; ero el più picin de la covvèta , ché la mi’ mama ‘n me governèa più, ma ero ‘l più vispo e me scelson per quello (e ‘nfatti, per tutta la via li feci tribolère, perché ‘nn’aìo bene, un po’ pel mi’ carattere e ‘n po’ pe’ la paura, ché nn’automobile ‘nc’ero mai monto!) Ero ‘na pallina bianca, ‘nvolteta sur ‘na cupirtina (‘ndu feci subbito i mi’ bisugnini); pesèo ‘n chilo e ottocento. Parìo ‘n cuniglio, ma ero ‘n canino e aìo ‘na fème da lupo!!! Da quela sera la vita del Pélo (e famiglia) cambiò! Lu’ ‘n s’aspettèa che gn’arivasse tra chèpo e collo n’articolo cume mè, e quande me vidde, benché fusse contento, capì che gn’era aumentèto el lavoro e gn’era finito el benestère! Se vidìa che ‘nn’ero ‘n chène d’arlevasse fora, perché ero picino, sdilirgnito, e s’andèa ‘ncontr’a l’inverno. La prima notte, che ‘n sapìono ‘ndu mettime, me fecion durmire ntul bagno (ma ‘n durmì né io né loro e per arpulire ‘l bagno gni ci volse ‘na giornèta!). Alora gni toccò fère ‘n recintino ntul garage, tappezzèto de cartoni e panni asciutti, che tutte le matine eron molli zuppi e gìon cambièti: da picino gn’ho dèto ‘n bel dafère, perché ‘n facìo altro che mangère e sporchère! Lì drento, me divirtìo cul mi’ tato, n’orsacchiotto de pelo che me facìa anche compagnia de notte, perché ci s’abraccèva. Ma quande me lascèon libero ‘ntul fondo, me scatenèvo: buttèo a l’aria ‘gni cosa: panni, scarpe, guanti…e, el più che me divirtìa, la scopa! La mi’ padrona la muvìa ‘n qua e ‘n là e io pensèo che volesse fère i versi e ci montèo sopra! Doppo ho capito che la struscèa sul piantito perché vulìa spazzère, ma prima de capillo quante lotte ciò fatto e quanti morsi gn’ho dèto! Da quante l’ho strapazzèta, gni c’è armasto sette peli ebbasta, e mo’ l’adopron cume spazzolone per dère el cencio! Eh, sì, l’anno passèto, de ‘sti tempi, ero ‘n cucciulino spelacchièto e n’ho cumbinète parecchie, ‘n quel fondo! Ma quande arivò la primavera, me trasferinno fora, che è stèto meglio per tutti! ’N questi mesi m’è successo parecchie cose: so’ crisciuto (ho n’anno), da cucciolo so’ diventèto chène, ho trovèto n’amico, me so’ ‘nnamorèto… ma questo ve l’arcontarò n’antra volta! Ve saluto! Stetime bene! El vostro Pippo


Eliseo e Gedeone Una storia per pensare - a cura di Laura Taddei Eliseo e Gedeone erano stati grandi amici fin da bambini. Un giorno Gedeone fu arrestato dalla polizia. Senza alcuna prova lo accusarono di essere una spia al servizio del nemico lo condannarono a morte. Chiese un ultimo desiderio: andare a casa per il tempo necessario a dire addio alla famiglia e sistemare le faccende domestiche. “Vedo che mi ritieni stupido”, disse il re. “Se ti lascio andare tu non tornerai più!” “Ti lascerò un pegno, una garanzia sicura del mio ritorno”, disse Gedeone. In quel momento Eliseo, che era stato per tutto il tempo in silenzio a fianco dell’amico, fece un passo avanti. “Sarò io il tuo pegno”, disse. Tienimi qui come tuo prigioniero, fino a quando Gedeone non ritorni. La nostra amicizia ti è ben nota. Puoi star certo che Gedeone ritornerà.” “Ma se Gedeone non farà ritorno”, disse il re, “tu morirai al suo posto.” “Manterrà la sua parola”, replicò Eliseo. “Non ho alcun dubbio.” Il giorno fatale arrivò e Gedeone non era ancora tornato. Eliseo

fu portato davanti al boia. Il re gli disse: “Sembra che il tuo amico non sia tornato. Cosa pensi di lui adesso?” “È mio amico”, rispose Eiseo. “Ho fiducia in lui.” Mentre stava ancora parlando, le porte si spalancarono e Gedeone entrò vacillando. Era pallido e ferito e stentava quasi a parlare per la stanchezza. Abbracciò l’amico. “Grazie a Dio, sei salvo”, ansimò. “Sembra quasi che tutto stesse cospirando contro di noi. La mia nave è naufragata nella tempesta, poi sono stato attaccato dai briganti lungo la strada. Ma non ho mai smesso di sperare e, alla fine, ce l’ho fatta. Sono pronto a subire la mia condanna a morte.” Il re ascoltò le sue parole con stupore e i suoi occhi e il suo cuore si aprirono. “La condanna è revocata”, dichiarò. “Non avrei mai pensato che esistesse un’amicizia così leale e fiduciosa. Mi avete dimostrato quanto fossi in errore, ed è giusto che siate ricompensati con la libertà. Ma in cambio vi chiedo un favore. Prendetemi come terzo amico.”

C’è un momento nella vita in cui ci rendiamo conto, in modo profondo, che siamo stati creati per scoprire il volto di Dio nei tratti di ogni persona. I nostri rapporti umani, se basati sull’amore puro e disinteressato, sono necessariamente legati al nostro rapporto con Dio; è attraverso l’amore umano che noi arriviamo a conoscerlo, perché Dio è Amore. Noi lo vediamo e lo tocchiamo attraverso coloro che Lui ci manda, in loro Egli è incarnato. Egli non esiste soltanto in me e in te, ma anche tra me e te, nel nostro rapporto reciproco. Questo vale sia nell’amore coniugale sia nei legami di vera amicizia. Noi siamo l’uno per l’altro la realizzazione della promessa di Gesù: «Io sarò con voi per sempre». Noi incorporiamo quella promessa divenendo sacramenti vivi della Sua presenza l’uno per l’altro. Le amicizie sincere sono sacramenti in quanto espressione della realtà dell’amore di Dio, incarnato in Gesù Cristo. Nell’amicizia, le esperienze che possono comunicare Cristo non sono necessariamente complicate o estreme: un forte abbraccio, uno sguardo comprensivo, una lettera particolare, un lattina di birra condivisa, una passeggiata insieme e perfino un litigio, possono essere il veicolo attraverso cui passa l’amore di Dio. Ogni incontro ha un suo significato, l’amicizia è sempre dono di Dio. Cioè non siamo noi a “farci” degli amici, ma semplicemente riconosciamo e accettiamo i piani che Dio ha avuto per noi fin dall’inizio. Si racconta che un bambino ebreo, dopo aver udito dalle sacre scritture che un angelo aveva impedito ad Abramo di uccidere il figlio Isacco, scoppiò a piangere. Il rabbino gli chiese perché stesse piangendo, dato che Isacco era stato salvato. Il bambino rispose: «Ma rabbi, e se l’angelo fosse giunto un secondo più tardi?» Il rabbino lo confortò: «Un angelo non può mai arrivare tardi!» La parola angelo indica dal greco “colui che è mandato”. La storia ci ricorda che Dio manda sempre al momento giusto qualcuno che incarna il suo amore. Dal libro “Santità” di D. Nicholl: “Tutti abbiamo bisogno di un’anima amica, qualcuno che ci ami così tanto da non permettere mai che ci allontaniamo dal cammino verso la santità senza un rimprovero e un incoraggiamento nello stesso tempo.” Un’anima amica è un inviato di

Dio che” è mandata da Dio perché è difficile che da noi ce ne cerchiamo una. Dio ci manderà un’anima amica (che ci piaccia o no) e poi toccherà a noi sorbirci la salutare medicina che lei ci prescriverà.” Le nostre amicizie non sono mai programmate: è Dio che opera a tempo opportuno per portarci all’incontro con l’altro, noi non possiamo prevedere quando vorrà mandarci questo qualcuno, né chi sarà, è un mistero del piano di Dio per ogni individuo. Cristo che diceva ai suoi discepoli “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” può veramente dire a ciascun gruppo di amici cristiani: “Voi non vi siete scelti l’un l’altro, ma io vi ho scelti per gli altri. L’amore vero, però, non è mai facile. Ogni vera amicizia è necessariamente carica di dolore, perché deve essere purificata dai suoi sentimentalismi. Dall’esperienza di Gesù, che dà la vita per i suoi amici, sappiamo che l’amore radicale conduce alla croce. Chi ha sperimentato una vera e intensa amicizia sa che richiede anche il sacrificio. Sebbene non sia da ricercare o augurare perché dolorosamente angoscioso, spesso è precisamente attraverso il conflitto che noi constatiamo la presenza di Dio in un’amicizia. La nostra capacità di amare è solo un pallido riflesso dell’Amore di Dio, che solo è perfetto. In quanto uomini siamo deboli e mancanti, perciò non dobbiamo farci prendere dalla delusione e dal giudizio sull’altro, ma dobbiamo imparare a perdonarci scambievolmente. Noi non possiamo forzare la crescita e la comprensione in un’amicizia, possiamo solo rimanere fedeli anche nel buio totale, (come Eliseo) confidando nel disegno buono della provvidenza divina. Credere nella Provvidenza è credere che c’è uno speciale significato in ogni cosa che accade nel mondo e che esiste un Dio amoroso attento al bene di ogni persona. Egli continua a essere parte di ogni autentico rapporto d’amore; egli è sempre fra noi e quelli che amiamo, non per separarci, ma per legarci sempre più strettamente e condurci ad un rapporto sempre più profondo con Lui, il “Dio-Amore “. Bibliografia: C. Caltagirone “L’amicizia come sacramento” Ed. Paoline

Il compito più importante di un amico è starti vicino quando sbagli: quasi tutti sono al tuo fianco quando hai ragione (Mark Twain).

11


Fotocronaca 25 anni Molti di voi non lo ricorderanno ma il 25 ottobre del 1981, nella chiesa della Propositura, Frido e Giuseppina sono stati uniti in matrimonio da don Giovanni De Robertis. Oggi, dopo venticinque anni ed alla stessa ora, le 12, in Propositura, amici, parenti e il figlio Giulio hanno festeggiato il felice anniversario partecipando ad una S. Messa celebrata da don Marco. Un omaggio gradito lo hanno offerto Bruno e la Claudia che hanno cantato l'Ave Maria di Schubert, il Panis Angelicus di Franck e l'Ave verum di Mozart, organista Giulio.

Banane con motto Annata eccezionale per i vini di Anghiari ed ancora più eccezionale per i banani di Viale Gramsci (nel luogo dove esisteva la cappella dello Spirito Santo con tanto di Compagnia) e che quest’anno hanno prodotto dei grossi caschi di banane come mai prima s'era visto. I frutti saranno messi assieme a delle mele per poter maturare. Proprietario di questa prolifica pianta è l’amico Lega che ci ha mandato la foto del banano con Kazim che ha raccolto i frutti, l’articolo e un suo pensiero affinché possiamo meditare nei momenti di riposo: Chi non si esalta di fronte alla bellezza di un tramonto o alla maestà del sorgere del sole non è vecchio, è già morto!

Ciclisti monterchiesi Un gruppo di sportivi ciclisti di Monterchi e dintorni, approfittando delle strade libere da auto nel centro storico di Anghiari (erano in atto le giornate dei centogusti dell'Appennino) hanno fatto una sosta nella piazza di Anghiari, la piazza destinata da sempre al mercato settimanale. Dopo un meritato riposo nei pressi del monumento dell'eroe dei due mondi, hanno ripreso il loro cammino in direzione ovest/sud/ovest. Prima però hanno dovuto affrontare la difficile salita del Borgo della Croce, detta anche ruga di San Martino. Ma per loro, avvezzi a ben altre avventure, questo è stato un gioco (da ragazzi) e in men che non si dica sono giunti in cima alla collina di Anghiari. Arrivederci al prossimo anno!

12


NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Nuovi associati

Per la Misericordia

I nuovi iscritti al 31 ottobre 2006

Achilli Domenico - i condomini “Bernocca” alla memoria 100 Anonimo (R.B. e F.T.) 30 Bartolomei Anna Maria in memoria di Calli Mara 50 Bendinelli Renata 20 Berlicchi Franco 10 Bianchi Alfiero - i familiari alla memoria 150 Cerboni Adria in memoria dei defunti Cerboni 25 Cheli Stefano - Antonelli Silvana e figli alla memoria 10 Chiarini Ida in memoria di Pierantoni Giuseppina 50 Chiarini Mery in memoria della mamma Pierantoni Giuseppina 300 Cipriani Domenica (Maria) la famiglia Marini alla memoria 60 Coleschi Eva 5 Crociani Angiola (Giangia) i familiari alla memoria 120 Cuccini Fabio e Rossi Vera 50 Floridi Dr. Fulvio 180 Floridi Fulvio in memoria di Pierantoni Giuseppina 50 Frulli Flavio in memoria di Marzi Flavia 200 Gessani Carlo 10 Ghignoni Cesarina - i familiari alla memoria 147 Giovagnoli Velia - Ardenti Dario e famiglia alla memoria 346 Goretti Alma 20 Gorini Astorre - i familiari alla memoria 150 Guerrieri Fernando 50 I Festarini della Comunità di Santo Stefano 500 Il comitato “40 precisi” - classe 1966 87 Lions Club Sansepolcro 715 Locci Rina 40 Mafucci Nazzarena i familiari e gli amici alla memoria 207 Martini Malvina 10 Marzi Flavia - i nipoti in memoria della zia 200 Mondani Milena e Lodovici Gastone 50 Nanni Locci Lidia in memoria di Valbonetti Rosita 5 Pacini Alessio e Nocentini Germana 18 Pacini Maria - i familiari alla memoria 120 Panichi Paolina 20 Pericchi Mario e famiglia 32 Pernici Rita e Bianchini Mario 18 Ricceri Nada - i familiari alla memoria 250 Ricceri Nada - la famiglia Caremani-Cerboni alla memoria 30 Ricci Remo - Vannucci Rosa e famiglia alla memoria 200 Rosadi Argentina - il figlio Silvano ed i familiari alla memoria 400 Roselli Bianca - i familiari alla memoria 365 Rossi Goffredo - i familiari alla memoria 185 Rossi Piero e Valentini Lina 20 Rossi Virna 30 Ruggeri Rina 50 Tavernelli Iacopo (Mino) la famiglia Rossi-Tavernelli alla memoria 500 Tizzi Fiorenzo 40 Tizzi Nello - i familiari alla memoria 150 Vitellozzi Emanuela 10

Baldi Enrico, Bernieri Maria Cristina, Bettoni Pierluigi, Bigioli Margherita, Cangi Irene, Cantini Mauro, Casi Raffaello, Catacchini Alberta, Comanducci Tosca, Ferruzzi Lamberto, Graziotti Patrizia, Mencaroni Maurizio, Merendelli Fiorella, Mondani Franca, Pellegrini Gianpiero, Polizzi Giuseppe, Presenti Laura, Romolini Faliero, Roselli Lucio, Rossi Piero, Scotti Barbolani Lucrezia, Valentini Lina, Veschi Domenica. A tutti loro il nostro più fraterno ringraziamento

ABBIAMO SEMPRE BISOGNO DI VOI Proseguono i lavori di ristrutturazione del nostro palazzo in via Nenci, antica sede della Misericordia e oggi sede permanente del bel museo storico. Al momento dell’uscita del giornalino, speriamo anzi che i lavori abbiano avuto termine. Da anni era necessario un intervento radicale per il rifacimento di parte del tetto, per la sostituzione di gronde e docce, per il rinforzo di alcune soffittature, per la sostituzione di lucernari e soglie, per l’intonaco e la ripulitura delle facciate. Abbiamo purtroppo preso atto di dover affrontare una spesa complessiva non inferiore ad ottantamila euro, e non avendoli tutti, siamo stati costretti a finanziare parzialmente l’opera attraverso un prestito bancario di quarantamila euro messoci a disposizione dalla Banca del paese, prestito che ci siamo impegnati a rimettere in cinque anni. Ad onor del vero avevamo in progetto anche il restauro dell’antico portone quattrocentesco del museo, un nuovo e più funzionale riordino del museo stesso, nonché una sistemazione decorosa alla facciata della sede di Corso Matteotti, ormai un po’ “sporca e pasticciata”; le ristrettezze finanziarie sopra delineate, per ora ci hanno però suggerito di soprassedere. In passato, per l’acquisto dei mezzi addetti al servizio di ambulanza e trasporti sociali, non abbiamo esitato ad appellarci a tutti Voi Anghiaresi e alla vostra proverbiale generosità. Per le necessità immobiliari sopra descritte siamo invece un po’ più titubanti; tuttavia il desiderio e la necessità di migliorarci di continuo, nei servizi, nei mezzi di trasporto e, “perché no?” nella ristrutturazione degli immobili in proprietà lasciatici in consegna dai nostri predecessori, ci inducono ancora una volta a ricorrere alla Vostra generosità. Vi chiediamo aiuto per poter far fronte agli impegni finanziari sopra descritti e per provvedere a dare il via agli altri lavori accennati e che al momento abbiamo dovuto rimandare. Vi ricordiamo che potrete aiutarci intervenendo direttamente presso la nostra sede, oppure tramite il nostro conto corrente bancario n. 5000 presso la locale Banca di Anghiari e Stia, e ancora utilizzando il nostro conto corrente postale n. 14064521. Tutte le offerte verranno rigorosamente registrate e rese note anche attraverso il periodico “L’oratorio d’Anghiari” in modo che possiate seguire puntualmente l’esito della sottoscrizione. Ricordiamo anche che le offerte potranno godere di agevolazioni fiscali nelle dichiarazioni dei redditi dei singoli oblatori, in base alla seguente normativa: A) – PERSONE FISICHE – detrazione di imposta al 19% su erogazioni liberali in favore delle ONLUS (ai sensi dell’art. 13-bis D.P.R. 917/86) B) – IMPRESE – deducibilità dal reddito di impresa su erogazioni liberali in favore delle ONLUS (ai sensi dell’art. 65 D.P.R. 917/86). Per quanto sopra, sarà nostra cura rilasciare l’apposita certificazione a tutti coloro che vorranno utilizzare tale strumento. Che Dio ve ne renda merito. IL MAGISTRATO

13

Che Dio ve ne renda merito


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” sito internet: www.fratresanghiari.it

Anghiari

e.mail: info@fratresanghiari.it

Continua inalterata l’accoglienza quotidiana dei donatori di sangue

NULLA CAMBIA AL NOSTRO CENTRO TRASFUSIONALE Nelle ultime settimane abbiamo assistito a tutta una serie di prese di posizione circa il funzionamento del Centro Trasfusionale dell’ospedale biturgense, uno dei migliori d’Italia per efficienza e numero di unità di sangue, raccolte grazie alla presenza nel territorio di competenza di circa 2500 donatori organizzati in diverse associazioni che, come la nostra, sono da sempre impegnati nella promozione di questo importantissimo gesto di umana solidarietà e di cristiana carità. Abbiamo letto con preoccupazione i numerosi articoli di giornale e ogni altra pubblicazione in merito a questo scottante problema.

Sapevamo della razionalizzazione già da tempo in atto da parte della ASL 8 nei confronti dei servizi erogati dall’ospedale di zona, ma mai abbiamo lontanamente immaginato che questo processo potesse interessare il nostro Centro Trasfusionale, fiore all’occhiello della sanità valtiberina. Alle prime notizie di stampa, ci siamo riuniti varie volte convocando recentemente anche un incontro tra tutti i presidenti dei cinque gruppi Fratres di vallata e chiedendo con insistenza una iniziativa unitaria a livello provinciale per capire, innanzitutto, come stanno realmente le cose, prima di prendere una qualsiasi posizione ufficiale sulla spinosa questione.

Abbiamo con convinzione fatta nostra la presa di posizione della Conferenza dei Sindaci della Valtiberina Toscana con la quale si chiede alla direzione dell’Azienda Sanitaria locale il rispetto della politica di concertazione e di informazione preventiva, come strumenti indispensabili per svolgere il proprio ruolo di programmazione e di controllo e di chiarire finalmente quali siano le reali e sicure prospettive che la dirigenza dell’ASL 8 prevede per la nostra zona. Siamo fermamente convinti che il Centro Trasfusionale di zona non debba essere assolutamente ridimensionato da nessuno, soprattutto per quanto riguarda il livello di accoglienza dei nostri volontari e di controllo e tutela dei loro diritti. Registriamo con piacere la recente dichiarazione pubblica della Direzione Aziendale della ASL 8, nella quale si conferma la volontà di garantire il mantenimento delle articolazioni territoriali del servizio e si riafferma che la eventuale riorganizzazione interna delle stesse porterà ad un miglioramento delle possibilità di accesso del donatore alla struttura, con ampliamenti orari per le donazioni di plasmaferesi. I nostri volontari, quindi, possono tranquillamente recarsi come sempre al Centro Trasfusionale dell’ ospedale di zona, per effettuare la propria donazione nei tempi e nei modi abituali. Noi, come associazione impegnata in Anghiari da trenta anni nella promozione del dono del sangue tra la nostra gente, continueremo a vigilare attentamente perché quanto promesso venga fedelmente perseguito, nell’interesse supremo dei nostri malati e del loro diritto all’assistenza, rispettando quelli che sono i propri ruoli e senza interferire su quelli dei numerosi altri soggetti coinvolti come la direzione aziendale della ASL 8, la Conferenza dei Sindaci, le forze politiche ….. La presidenza

IMPORTANTE RICONOSCIMENTO AL GRUPPO FRATRES DI ANGHIARI È ormai da sette anni che la Giunta Regionale ha istituito con proprio decreto la “Festa della Toscana”, da celebrarsi ogni 30 novembre a ricordo dell’abolizione della pena di morte da parte del Granduca Leopoldo II . La manifestazione viene ogni anno dedicata a particolari temi di interesse politico e sociale e vede il coinvolgimento di tutti gli enti locali regionali e del mondo della scuola. Per l’edizione 2006 è stato scelto l’argomento del volontariato d’eccellenza, con particolare riferimento alla donazione degli organi e del sangue. Come comunicatoci nei giorni scorsi dall’Assessorato Comunale alle Politiche Sociali, il nostro gruppo sarà premiato dalla Provincia di Arezzo, assieme ad altre associazioni, la mattina del 30 novembre presso la Sala dei Grandi della residenza provinciale, con una targa ricordo, per l’impegno profuso nei suoi trenta anni di vita nel promuovere tra la gente la cultura della solidarietà umana e della carità cristiana, attraverso la donazione del proprio sangue e per gli importanti risultati conseguiti. Grande la soddisfazione di tutti per l’inaspettato riconoscimento che ci incoraggia a proseguire nel tempo in questa missione, con immutato impegno. Analoga cerimonia verrà celebrata nei giorni successivi in Anghiari, a cura dell’ Amministrazione Comunale che premierà la locale Confraternita di Misericordia e la Caritas Parrocchiale per il loro quotidiano servizio in favore dei bisogni del prossimo.

1976 - 2006 30° di Fondazione del Gruppo Fratres di Anghiari TRENT’ANNI DI SOLIDARIETÀ VERSO TUTTI! 14


...dal Gruppo Fratres

La giornata del Donatore Ritorna puntuale, nell’approssimarsi delle feste natalizie, l’importante appuntamento, tanto atteso da iscritti e simpatizzanti, del Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Anghiari che da sempre costituisce nella vita di questa associazione un fondamentale momento di festa e di fraterna condivisione. L’annuale giornata del donatore di sangue sarà articolata in una due giorni (Venerdì 15 e Domenica 17 dicembre 2006) e coinvolgerà come di consueto tante persone. Con essa termineranno i festeggiamenti per il 30° di fondazione del gruppo che nel corso dell’anno sono stati organizzati con successo dal consiglio direttivo dell’associazione, per celebrare pubblicamente l’importante ricorrenza. Questo il programma: VENERDÌ 15 DICEMBRE– CONCERTO DI NATALE: Prima rassegna di brani di musica classica. Chiesa della Propositura in Anghiari – ore 21.00 Al Pianoforte: Giulio Camaiti; All’Organo: Cesare Ganganelli. Partecipa il M° Gabriele Menci alla Tromba. N.B.: Dopo il concerto seguirà un momento di fraternità per tutti presso i locali dell’Oratorio parrocchiale, gentilmente concessi.

DOMENICA 17 DICEMBRE: ore 11.00 - SOLENNE S. MESSA presso la Propositura di Anghiari, alla presenza delle autorità civili e militari, in suffragio di tutti i volontari defunti. ore 13.00 - PRANZO SOCIALE , gratuito per tutti i donatori attivi, presso il ristorante “Osteria del Musicista” di Selci Lama (PG). Informazioni e prenotazioni presso gli uffici della Confraternita di Misericordia, Cso Matteotti 129, di mattina sempre aperti (Tel. 0575/789577).

Tutti possono partecipare. Un invito particolare agli iscritti e alle loro famiglie.

UN ALTRO CAMPIONATO PER L’ ASSOCIAZIONE DI CALCIO FRATRES Dopo questa doverosa premessa passiamo ad elencare la composizione dirigenziale e tecnica della Fratres per la stagione 2006/2007: PRESIDENTE: Maurizio Lacrimini. VICEPRESIDENTE: Patrizio Scartoni. SEGRETARIO: Muzio Vellati CONSIGLIERI: Enrico Piomboni, Fausto Girolimoni, Maurizio Girolimoni, Giuseppe Forasiepi, Domenico Boriosi, Maurizio Ghignoni, Antonio Zineddu, Piero Senesi, Luca Landucci, Fabiano Vellati, Mario Casula, Ricciotto Fornacini. ALLENATORE: Alessandro Severi. ROSA GIOCATORI: Emilio Agolini, Federico Belperio, Francesco Boncompagni, Michele Bruni, Luca Casula, Nicola Casula, Diego Catacchini Michele Ferrini, Giuseppe Forasiepi, Federico Fornacini, Sauro Franchi, Maurizio Girolimoni, Romano Girolimoni, Bruno Grazi, Alessandro Guiducci Hachimi Khalid, Nicola Lacrimini, Luca Landucci, Alessio Magrini, Jacopo Mariotti, Michele Marra, Giuseppe Polizzi, Matteo Rocchini, Daniele Santi, Johnny Santi. Da elogiare il lavoro svolto dal nuovo Mister e da tutti ragazzi che lo stanno seguendo in modo encomiabile. Inoltre un grande grazie agli sponsor che ci hanno sostenuto economicamente nell’acquisto dell’abbigliamento: BAR COCOMERÒ - EDIL MILLENIUM - BAR BATTAGLIA - TERMOIDRAULICA DI GHIGNONI MAURIZIO GRUPPO FRATRES DONATORI SANGUE DI ANGHIARI TUTTE LE SINGOLE PERSONE. Un appello finale per invitare sia i giocatori della squadra che i simpatizzanti della stessa ad avvicinarsi alla donazione del sangue, come gesto di umanità verso le persone meno fortunate che hanno bisogno del nostro aiuto. FORZA FRATRES!!! Muzio Vellati

La Fratres U.P.D.B.B. sta per iniziare la nuova avventura agonistica nel campionato di calcio amatoriale dell’ U.I.S.P. comitato di Arezzo con spirito rinnovato e voglia di fare bene. La novità più importante è nella guida tecnica della squadra che è stata affidata al grande “Gnacco”, all’anagrafe Severi Alessandro, il quale si è subito calato con grande entusiasmo e professionalità in questo percorso insieme ai suoi ragazzi . Infatti sono già due settimane che presso il campo sportivo di Tavernelle è iniziata la preparazione in vista del primo impegno ufficiale che sarà in questo fine settimana con la partita di andata del primo turno di Coppa di Lega contro la formazione del Puglia Club 90. Dal punto di vista dell’organico esso è rimasto invariato rispetto a quello dello scorso anno, con l’unica novità dell’arrivo del figlio del Presidente e cioè Nicola Lacrimini, mentre dal punto di vista dirigenziale annotiamo con piacere il ritorno di Fabiano Vellati, al secolo “Spadino”, che andrà ad affiancare nell’organizzazione i soliti dirigenti di sempre.

CINQUE GIORNI..…S U L L A N E V E CON I DONATORI DI SANGUE DAL 17 AL 21 GENNAIO 2007 - VIPITENO (Bolzano) Con possibili visite alle vicine BRESSANONE e INNSBRUCK (Austria)

ULTIMI POSTI DISPONIBILI !!! Se vuoi esserci, prenotati subito telefonando ai numeri 3381484889 - 3487722155

15


UNA GIORNATA QUALSIASI

Offerte allo stretto

Alle sette, Umberto e Grazia partono con l’ambulanza per accompagnare all’ospedale di Arezzo la signora… per una cobaltoterapia (viaggio programmato). Tornano alle le undici. Alle sette e trenta, Quinto parte con la Fiat Marea per il giro dei distretti sanitari (Caprese Michelangelo, Pieve Santo Stefano, Monterchi) per raccogliere il materiale (prelievi di sangue, urine, materiale vario) e portarlo al laboratorio di analisi presso l’ospedale di Sansepolcro. Torna alle undici e trenta. Alle otto e dieci Loris parte con il Doblò Fiat, mezzo attrezzato, per accompagnare a scuola un bambino che necessita di cure particolari. Alle otto e tre quarti, una chiamata della centrale del 118 allerta Giuliano e Amedeo, in turno di reperibilità, che devono recarsi immediatamente verso San Leo per un intervento di emergenza. Troveranno un incidente che ha visto coinvolti un’autovettura ed un ciclista che, con una probabile frattura ad uno degli arti inferiori, verrà accompagnato immediatamente all’ospedale di Sansepolcro. Giuliano ed Amedeo faranno ritorno alle dieci e quaranta. Alle nove, Luciano e Assuero accompagnano un confratello all’ospedale di Sansepolcro per un servizio di dialisi. Lasciano il paziente e tornano a disposizione in sede. Sempre alle nove, Fabio apre gli uffici di segreteria in sede, iniziando la sua mattinata di lavoro che lo vedrà impegnato in molteplici attività: durante la mattinata provvederà a registrare i fogli di viaggio degli automezzi che sono usciti il giorno prima; prenderà per telefono accordi per viaggi programmati nei giorni successivi: riscuoterà una offerta per l’acquisto di un nuovo automezzo; consegnerà due stampelle alla mamma di un ragazzo che si è distorto una caviglia giocando al pallone sul prato di casa; prenderà accordi con la USL per l’invio delle fatturazioni per i servizi del mese precedente; parlerà con una persona anziana che ha perso da poco il marito, per portarle il conforto della Misericordia… Alle nove e trenta, Emanuela accompagna con la Fiat Tempra il signor…, settantenne, per cure fisioterapiche programmate già da alcuni giorni. Emanuela torna alle undici e quarantacinque. Alle dieci, Siro passa dalla sede e prende un nuovo bollettario per andare a riscuotere un po’ di quote sociali 2006. Torna verso mezzogiorno e mezzo per consegnare i bollettari ed i soldi raccolti. Alle undici e dieci Umberto, appena tornato da Arezzo, si reca con Gessica all’ospedale di Sansepolcro per la dimissione di un paziente, ormai guarito. Tornano all’una. A mezzogiorno, Quinto, appena tornato da Arezzo, decide di lavare la Fiat Marea e provvede a verificare l’attrezzatura presente nell’ambulanza rimasta in garage. Si accorge anche che la benzina nel serbatoio è piuttosto poca e provvede ad andare a fare il pieno presso il distributore di turno. A mezzogiorno e mezzo, Luciano e Assuero tornano all’ospedale di Sansepolcro per riportare a casa il confratello della dialisi. All’una Loris va a scuola con il Fiat doblò per riportare a casa il bambino. Alle quattordici, una chiamata del 118 mette in allarme nuovamente Giuliano ed Amedeo, questa volta per accompagnare all’ospedale un cinquantenne del centro storico di Anghiari, colto da forti dolori addominali. Giuliano e Amedeo tornano alle loro attività alle quindici e trenta. Alle quindici, Marco e Manuela si recano all’ospedale di Sansepolcro per riportare a casa un altro anghiarese, ormai guarito. Alle sedici viene Gianpaolo per fare una verifica sull’attrezzatura sanitaria in giacenza in magazzino, controllando anche sul registro quella ancora fuori per prestito a chi ne ha ancora bisogno. Alle diciassette, arriva Enrica per tenere aperta la segreteria per due ore fino alle diciannove. Alle diciassette e trenta, Quinto porta la terza ambulanza dal meccanico perché ha verificato che la frizione slitta un po’. Alle diciotto, Michele viene in ufficio per effettuare le ultime registrazioni di contabilità. Alle diciotto e trenta, arriva anche Stefania per registrare al computer i nuovi iscritti alla Confraternita. Alle ventuno, Massimo si reca ad una riunione a Sansepolcro, per un incontro con i rappresentanti delle altre Misericordie di Vallata. Alle ventitré e trenta, una chiamata del 118 allerta Costantino e Fabrizio per portare all’ospedale una persona della Motina colta da coliche di fegato. Tornano a mezzanotte e mezzo. Altri volontari, Nevio, Marco, Bruno, Silvano, Alessandro, Dino, Silvia, Stefania, Gastone, Catia, Laura, Andrea, Franca, Walter, Fabrizio, Silvano, Antonio, Linda, Laura, Virvara, Maurizio, Chiara, Michele, oggi non sono stati impegnati. È stata una giornata come tante altre.

16

L’affermazione si riferisce allo spazio dove sono elencate le vostre offerte che invece sono sempre abbondanti e generose.

Adria Cerboni, che da questo numero riceverà il giornale a Latina dove abita, ha lasciato la sua offerta in memoria dei propri defunti. Adelmo Agolini, Milano Carlo Manescalchi, Molino di San Leo Clara Giornelli, Carboncione Elena Gurrieri, Firenze Elena Sannai, Terrato Franca Poggini, Fontebrina Giuseppe Magrini, Via del Carmine Luisa Romiti, Milano Maria Gori, San Giustino Mariella Panichi, San Leo Paola Giudici, Borghetto di sotto Patrizio Bassani, Bernocca Ristorante Mondani, La Stazione Speranza Maggini, Ponte Valeria Panichi e Luca Spinosi, Campo della Fiera Vilmo Chiasserini, Bagno a Ripoli

Il presepe Si stanno organizzando le forze per realizzare anche per questo 2006 barra 2007, il presepe nell’antica chiesa di Santo Stefano che fra l’altro è stata dotata recentemente del nuovo impianto di riscaldamento. Siamo fiduciosi della buona riuscita dell’opera, come è sempre avvenuto. Quest’anno poi i festarini e i collaboratori lavoreranno anche al caldo e il lavoro verrà anche meglio e procederà più spedito. Forza ragazzi! Non vi scoraggiate! Siamo consapevoli di quello che avete realizzato finora e ve ne siamo grati con l’augurio che anche quest’anno ci sia un’ottima rappresentazione.


CARNEVALE DELLA GIOVENTÙ ANGHIARI

Presepi Sabato 23 dicembre, ultimo giorno della novena di Natale, verranno benedette le statuine del Gesù Bambino. I ragazzi della parrocchia sono invitati quindi a portare le proprie statuine in Propositura per questo importante momento di preparazione alla festa di Natale.

Da Micciano Nella parrocchia di Santa Maria Assunta a Micciano, dopo l’ingresso del nuovo Parroco don Giovanni Zanchi lo scorso 3 di settembre, si è avviato il nuovo anno pastorale, che servirà al nuovo sacerdote per conoscere le persone, la situazione e le consuetudini della comunità. Intanto, è stato apportato un cambiamento nell’orario delle Sante Messe festive: a partire dal 1° novembre è stata soppressa quella delle 19 del sabato, è stata reintrodotta la Messa alle ore 8 della Domenica mattina e confermata quella delle ore 11. Il Parroco è così in grado di assicurare la Messa domenicale anche a Santo Stefano di Tizzano (sabato sera alle ore 17) e a San Giovanni evangelista a Ponte alla Piera (Domenica ore 16). In preparazione alla solennità di Tutti i Santi, è stata compiuta la visita a domicilio degli anziani e ammalati per recare loro la Santa Comunione; il giorno della solennità, al termine della Messa solenne delle ore 11 si è svolta la processione al Cimitero di Micciano, durante la quale sono state cantate le Litanie dei Santi. Alle ore 15,30 analoga celebrazione si è tenuta al Ponte alla Piera. Domenica 5 novembre è ripreso il catechismo per l’Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi; i partecipanti sono 22, divisi in quattro gruppi dalla seconda elementare alla seconda media; alcuni provengono da fuori Parrocchia e, con il permesso dei loro Parroci, frequentano il catechismo a Micciano. I catechisti, compreso il Parroco, sono 5; gli incontri si svolgono dalle 10 alle 12 e comprendono la partecipazione alla Messa festiva, con l’animazione attraverso il canto e il servizio liturgico. Prima dell’inizio dell’anno catechistico si sono svolti vari incontri preparatori dei catechisti e dei genitori. Anche il Consiglio per gli Affari economici si è radunato già due volte per esaminare la situazione economica e programmare i primi passi per dotare la parrocchia di locali idonei alle attività pastorali, ristrutturando alcuni ambienti al pianterreno della casa canonica, per ora adibiti a magazzini.

Per la parrocchia di Anghiari Ci è pervenuta l’offerta di 50 euro della Famiglia Ceppodomo per le iniziative della parrocchia. A loro il nostro ringraziamento per il costante sostegno alle nostre iniziative. La Famiglia Bianchi ha consegnato la somma di euro 550 in memoria di Alfiero da destinare al restauro di un’opera d’arte. La famiglia di Roselli Angiolo infine offre € 100 per le iniziative della parrocchia. A tutti loro il nostro grazie.

17

Il 29 settembre u.s., presso la sede del Tennis Club Anghiari, si è riunito il Consiglio Direttivo del Carnevale della Gioventù. Erano presenti i consiglieri sigg. Baglioni Giordano, Bartolini Elena, Buzzichini Tiziana, Chieli Roberto, Di Lauro Elio, Fontana Moreno, Landini Alessandro, Manenti Alberto, Marzi Luca, Mori Otello, Paterni Silvano, Pennacchini Piero, Poggini Mauro, Rossi Maurizio, Rossi Fabio, Ruggeri Sirio e Redenti Massimo. La seduta è stata provvisoriamente presieduta da Roberto Chieli in attesa della nomina del nuovo Presidente. Fra le decisioni che vengono prese vi è quella di portare a 24 il numero dei consiglieri. La successiva votazione per la nomina del Presidente fa risultare eletta Tiziana Buzzichini con 13 voti. La neoletta Presidente infine provvede alla nomina delle nuove cariche sociali che risultano così assegnate: Presidente: Buzzichini Tiziana; Vice-presidente: Rossi Fabio; Cassiere : Chieli Roberto; Responsabile parte tecnica: Poggini Mauro; Responsabile del materiale: Rossi Maurizio; Responsabili dei costumi: Bartolini Elena e Ruggeri Sirio; Coordinatori del “brustichino”: Pennacchini Piero e Manenti Alberto; Coordinatori della lotteria: Di Lauro Elio, Paterni Silvano e Mori Otello; Coordinatore dei “Gruppi”: Baglioni Giordano, Landini Alessandro e Marzi Luca; Coordinatore degli “sponsor”: Capacci Walter; Segretario (esterno): Redenti Massimo. La riunione prosegue con la discussione riguardante l’assetto formale della Società (revisione dello statuto, assunzione del codice fiscale, eventuale partita Iva, eventuali libri contabili) e viene conclusa assegnando l’incarico a Massimo Redenti che avrà cura di contattare l’Agenzia delle Entrate di Sansepolcro per raccogliere le informazioni ed i suggerimenti del caso. Il presidente dichiara terminata la riunione ed aggiorna il prossimo incontro del Consiglio Direttivo a data da destinarsi. Dopo questo formale ma assai importante atto per la vita della Società del Carnevale della Gioventù l’augurio è che l'attività di questa Associazione riesca di nuovo a coinvolgere tutto il paese nelle sue iniziative.


Dalle nostre Parrocchie Da Santo Stefano

San Simeone profeta a cura di don Quinto Giorgini

Pronti per l'inverno

Nel mese di novembre è iniziato il catechismo per i ragazzi delle tre parrocchie di Monterchi, Pocaia e Padonchia con il seguente orario: Alunni della seconda elementare, il sabato alle ore 15,15 in canonica a Monterchi, catechista Silvia Gioviti. Alunni della terza elementare, il sabato pomeriggio alle ore 16 nel circolo di Pocaia, catechista Daniela Scapecchi. Alunni della quarta elementare, la domenica alle ore 10,30 nella canonica di Monterchi, catechista Matteo Romanelli. Alunni della quinta elementare, il sabato alle ore 15 a Pocaia, catechiste Simona Serroni e Catella Oliva. Alunni della prima media, la domenica mattina alle 10,30 a Monterchi, catechiste Patrizia Pierini e Flavia Innocenti. Alunni della seconda media, il giovedì sera alle ore 18,30 nel circolo di Pocaia, catechista Paola Giuntini. A Monterchi esiste un piccolo gruppo di preghiera che durante l’Avvento si radunerà per un’ora di adorazione tutti i giovedì dalle 21 alle 22. Il giorno 7 questa preghiera viene fatta nella chiesa di Padonchia, vigilia della festa dell’Immacolata celebrata in modo particolare qui a Padonchia. Negli altri giovedì, il 14 e il 21, nel Santuario della Madonna Bella. L’incontro è aperto a tutti con un particolare invito per i catechisti, i giovani più impegnati e la gente di buona volontà.

Dopo inverni di “fredde prediche” finalmente a S. Stefano è stato sostituito l’impianto di riscaldamento grazie alla costanza di persone (Archimede Del Pia, Massimo e Fabrizio Foni, Luigino Giorni, Ditta Ghignoni Vasco ed Enrico, Gastone Mafucci, Giovanni Valbonetti e Senio Ruggeri) che sempre si adoperano al meglio, contribuendo ognuno con le sue esperienze ed i propri mezzi, nella realizzazione di opere per il beneficio dell’intera comunità. Un grazie anche a coloro che vorranno contribuire alle spese sostenute, dato che molti di noi potranno beneficare, ogni domenica, del caldo dei nuovi riscaldamenti. Da San Leo

Nuova vita per l'Asilo e per la Comunità di Valentina

Chiesa di Dio, popolo in festa... Questo il canto d’ingresso alla S. Messa celebrata dal Vicario Mons. Giovacchino Dallara domenica 22 ottobre nella parrocchia di San Leo intonato perfettamente all’umore di tutti coloro che hanno dato vita ad una splendida festa parrocchiale. Dopo anni che la comunità sanleese si era un po’ “smarrita”, grazie all’impegno iniziale di alcuni volenterosi, seguiti poi da molti altri, si è, come dire, “ritrovata”. Nella necessità di ricreare un clima di solidarietà, la comunità è stata invitata a partecipare ad un bel progetto: passare una bella giornata assieme, deliziando i malati con un ottimo pranzetto tutto organizzato e realizzato magnificamente dalle signore cuoche di San Leo; divertirsi e tentare la fortuna con la pesca, ricca di splendidi premi gentilmente offerti da aziende e privati e nel contempo raccogliere fondi per sostenere le spese per il restauro dei locali dell’ex asilo. Grazie al lavoro di tanti volontari è stato infatti ricreato, un ambiente accogliente e funzionale adatto a tutte le occasioni in cui sia necessario uno spazio per riunirsi e realizzare progetti comuni. Saranno feste di compleanno, cerimonie, ginnastica per le over 60 ma... primo fra tutto il catechismo sopra i sei anni di età.

Dal 16 al 24 dicembre viene celebrata la Novena di natale sotto la protezione della Madonna dell’attesa del parto la cui festa viene liturgicamente celebrata ogni anno nella quarta domenica di Avvento con particolare benedizione delle mamme in attesa. Il presepio storico e artigianale nella caratteristica cripta della chiesa di San Simeone nel centro storico tutti gli anni viene preparato e anche parzialmente rinnovato dal gruppo degli addetti. Il presepio sarà benedetto ed inaugurato domenica 24 dicembre vigila del Santo Natale. Anche nella vicina frazione de Le Ville viene ripresentata la seconda edizione del Presepio vivente. La S. Messa solenne della Natività di Gesù a mezzanotte nella chiesa arcipretale. Il giorno 25 la Messa dell’aurora alle ore 9 nella chiesa di Padonchia. Le Messe del giorno: alle 10 alla Madonna bella a Pocaia e alle 11,15 e alle 17 nella chiesa parrocchiale di Monterchi. Quest’anno la fine dell’anno coincide con la domenica, il 31 dicembre, alle 5 della sera Messa festiva con il canto del Te Deum, inno di ringraziamento di fine anno. A questa Messa di ringraziamento partecipano e sono invitati i confratelli della Compagnia del SS. Sacramento e della Misericordia. Nell’anno nuovo l’Epifania è una festa importante con la benedizione dei ragazzi e dei fanciulli. Il 17 gennaio in occasione della festa di Sant’Antoniovengono benedetti gli animali e i mangimi a loro destinati. La benedizione degli animali sarà alle 15 nel Mercatale, mentre la benedizione dei mangimi che gli altri anni veniva fatta nella chiesa del monastero, essendo chiusa per lavori, la Messa sarà celebrata in San Simeone ma chi vuole può lasciare i mangimi sempre al monastero che poi il parroco farà una visita per la benedizione nel piazzale antistante il monastero stesso.

Foto ricordo con don Giovacchino e don Romano nella giornata della festa a San Leo.

18


appendice alla Fotocronaca GITONE AL LAGO “al cuore del lago… al cuore della vita”

Con questo slogan è iniziato il gitone per i ragazzi delle medie della Parrocchia, insieme ad altri della provincia al lago Trasimeno. Il totale degli oltre 150 ragazzi si è ritrovato al mattino a Passignano per prendere il traghetto per l’isola Maggiore, dove, nell’altopiano che la sovrasta, sono state fatte della gare e dei giochi. Nel pomeriggio la visita al centro storico di Cortona e a piedi fino al Santuario di santa Margherita dove è stata celebrata la Messa finale. Una giornata ricca di emozione e divertimento, che ci ha un po’ più stretti in una amicizia grande, nata ben 2000 anni fa grazie a Gesù. Nella foto alcuni dei partecipanti nel traghetto verso l'isola Maggiore.

A 10 anni dalla morte di don Bertacco

Il mio fiabesco Ceppo di Carla Leonardi

Domenica 14 gennaio 2007 ricorderemo il decimo anniversario della morte del parroco don Alfredo Bertacco. Verrà celebrata una S. Messa in suffragio. Lui è stato parroco a Monterchi dal 1970 al 1992. È sepolto a Cerro Maggiore, una cittadina in provincia di Milano. Era nativo di Occhiobello nel Veneto. Venne come seminarista di teologia nel Seminario di Firenze dove completò i suoi studi. Fu cappellano alcuni anni a San Piero in Bagno e poi parroco nella parrocchia di Crocedevoli in Comune di San Piero in Bagno che a quei tempi faceva parte della Diocesi di Sansepolcro. Nel 1970 don Bruno Giorni, ancora vivente, lasciò la parrocchia e il vescovo Cioli lo nominò parroco di Monterchi. È rimasto fino al 1992 quando, malato, si è ritirato presso i parenti. Il vescovo attese qualche tempo a toglierlo da parroco e in un primo tempo mi nominò economo spirituale e poi, nel 1993, nuovo parroco di Monterchi. Si ammalò nel ’92 e poi dovette lasciare la parrocchia perché non era più autosufficiente. Si è ritirato presso i suoi parenti dove è rimasto alcuni anni fino al 1997. È morto infatti la notte del 10 gennaio 1997. In occasione della sua morte un gruppo di Monterchi partecipò ai funerali anche se il tempo invernale non permise una partecipazione numerosa di fedeli. Di salute piuttosto gracile ebbe un intervento alle valvole del cuore e questo condizionò la sua salute. Era fra l’altro un tipo che non si riguardava troppo e faceva come se stesse bene. Era nato nel 1929.

Come tutti i piccini, attendevo la sera della vigilia di Natale con ansiosa emozione, perché in ogni casa arriva il proprio Ceppo, secondo una nostra stupenda tradizione. Il mio era uno straordinario vecchio un po’ curvo, dalla lunga e folta barba stopposa, avvolto in un pastrano rattoppato, con in testa un cappellaccio scolorito, fin sugli occhi ben calcato. Si sorreggeva ad un rumoroso bastone e portava in un paniere sbertucciato misteriosi doni dalle forme più strane, avvolti in povera carta di giornale. Diceva d’essere assai stanco, dato che proveniva dalla casa del vento, sperduta fra gli astri nel lontano firmamento. Con gli occhi sgranati ed il cuore in gola, subito non riuscivo a proferir parola. Poi, secondo la rituale usanza, tentavo di balbettargli una poesiola; lui, con diletto, ascoltava, tracannando qualche buon bicchiere di canaiola. Il fuoco crepitava allegro nel camino e tutti i miei cari erano lì vicino, con il sorridente Ceppo, interessato solo a me. Io, però, rimanevo al sicuro sulle ginocchia del mio babbino, che, felice, m’abbracciava e spesso mi baciava. Oh, quale gioia e quanto amore vero sentivo in quelle surreali, mitiche serate! Ma, all’improvviso, con atroce dolore, sono finite e solo nel mio innocente vissuto restano scolpite.

Il mercato perduto di Clèto

Mercoledì 1° novembre era festa. Di conseguenza il mercato settimanale si sarebbe dovuto tenere il giorno precedente. Solo che quel giorno di banchi non se n’è visto uno. E di usuali frequentatori di mercati nemmeno l’ombra. E così un altro punto negativo per questa nostra attività economica in via di estinzione.

23/XI/2004

19


Mandato ai catechisti

La rinascita dell’asilo di san Leo nel giorno della Madonna del Rosario

Domenica 22 ottobre la celebrazione Eucaristica domenicale è stata arricchita dal gesto del Mandato ai Catechisti. Don Marco li ha chiamati per nome, uno ad uno, chiedendo con questo primo gesto la loro disponibilità. Quindi ha consegnato loro un cero acceso, simbolo della luce della fede che devono sempre alimentare, e infine li ha benedetti con la formula propria del benedizionale. Don Marco ha ricordato che è tutta la Comunità che affida a loro il mandato di trasmettere la fede ai più piccoli, e che è importante sostenerli con l’amicizia , la preghiera e la collaborazione. Ai catechisti della nostra Parrocchia, di cui almeno quattro lo sono diventati per la prima volta quest’anno, vanno i migliori auguri per un proficuo lavoro e fervido cammino con i loro ragazzi.

di Maddalena Poggini

È tradizione festeggiare, nella quarta domenica di ottobre, questa bellissima giornata dedicata a Maria. Con il nostro parroco don Fabio festeggiavamo in modo solenne: chiesa vestita a festa, Madonna in mezzo a noi, S. Messa cantata, breve processione ed infine un rinfresco presso il nostro vecchio ma bellissimo asilo. Bellissimo lo era trent’anni fa quando ancora ospitava i nostri bambini, con tanto di mensa gestita prima dalla brava cuoca Cesira poi dal Comune. Piano piano però i bambini sono passati al nuovo asilo comunale ed il nostro stabile è rimasto in completo abbandono. Noi cittadini eravamo tanto tristi per questa situazione così finalmente abbiamo deciso di farlo rinascere. La rinascita ha uno scopo: usufruire di questo ambiente per il catechismo, che sta rifiorendo grazie a delle giovani mamme che si rendono con tanto impegno protagoniste! Inoltre può essere anche un luogo per assemblee di adulti, per uno svago sano, tipo feste di sacramenti o vari compleanni. Per fare la ristrutturazione, non avendo la materia prima, cioè i denari,, abbiamo escogitato all’unanimità di fare per questa festa, oltre alla cerimonia religiosa, un bel pranzo casalingo per tutti i parrocchiani. Sono stati invitati tutti a voce o visitandoli di casa in casa, sollecitandoli ad intervenire oltre che con la quota pranzo, anche con l’offerta per tale restauro. È stata organizzata anche una pesca con 260 premi. Il tutto è stato apprezzato da tutti ed è riuscito molto bene, grazie alla generosità della popolazione che ha partecipato numerosa e con entusiasmo! Un grazie particolare alle nostre donne che hanno fatto un ottimo pranzo, seguito da un bellissimo rinfresco ricco di dolci, tutti fatti in casa. Un ringraziamento particolare va a don Romano che ha mostrato quanto sappia essere disponibile e paziente. Inoltre è con orgoglio e gioia che abbiamo ospitato il Vicario Don Giovacchino, Don Marco e Don Giovanni. Il Vicario ci ha onorato di celebrare la S. Messa delle ore 16, alla quale ha saputo dare un tono vivace, gioviale e festoso. Ha intrattenuto con interesse i ragazzini più piccoli facendo loro domande alle quali rispondevano con entusiasmo. Il nostro coro semplice, ma di effetto, è stato organizzato dai bravi Cesare e Laura e ha dato ottimo risultati. Anche il tempo, che il giorno prima era disastroso, ci ha ridato coraggio con un bel tiepido sole! Cosa volere di più? Le nostre fatiche sono state ripagate a pieno da Dio e dalla Madonna del Rosario! Grazie Signore per tanta provvidenza e a tutti quanti hanno operato attivamente per la realizzazione di questa giornata.

Don Jean e don Stanislao Don Marco lo aveva già annunciato nella sua lettera inviata a tutti i parrocchiani, che don Jean avrebbe terminato il suo servizio della nostra Parrocchia. Domenica 29 ottobre don Jean ha salutato la Comunità cristiana radunata per l’Eucaristia domenicale, mentre nell’occasione è stato presentato il sacerdote che coadiuverà don Marco nell’attività delle Messe domenicali. Si chiama don Stanislao, di origine polacca, e da poco in Italia. Ancora fa un po’ fatica ad esprimersi nella lingua italiana, ma è giovane e contiamo che ben presto avrà piena padronanza nella comunicazione. Mentre accompagniamo don Jean con la nostra preghiera per il suo nuovo incarico in vista di ritornare nella sua terra natale (il Congo), vogliamo accogliere con gioia e affetto don Stanislao, augurandogli un buon lavoro in terra d’Anghiari, e esprimendogli il nostro più caldo benvenuto!

Don Stanislao in occasione del suo primo incontro con la comunità di Anghiari.

1/13 gennaio 2/14 gennaio 3/15 gennaio 4/16 gennaio 5/17 gennaio 6/18 gennaio GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO

Le Calende

Si chiamano così i primi giorni di gennaio che, a seconda dell'andamento climatico, ci diranno come saranno poi i mesi collegati. 7/19 gennaio 8/20 gennaio 9/21 gennaio 10/22 gennaio 11/23 gennaio 12/24 gennaio E così il giorno 1 è gennaio, il 2 febbraio e così via. LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBREDICEMBRE Ne abbiamo parlato nel calendario allegato a questo giornale. Qui riproponiamo lo schema dei mesi.

20


L'acqua sorgente di vita a cura della Banca di Anghiari e Stia - Credito Cooperativo

Tra i problemi più urgenti dell’Africa c’è sicuramente quello dell’approvvigionamento idrico. L’acqua è un bene prezioso ed indispensabile per la gente dei villaggi, che ad oggi per sopravvivere è costretta ad affidare soprattutto a donne e bambini il pesante fardello di percorrere ogni giorno tanti chilometri per riempire pesanti taniche d’acqua; inoltre non sempre il contenuto è sano, perché attinto da sorgenti stagnanti superficiali. A dimostrazione della gravità della situazione e della necessità di un intervento immediato da parte dei paesi ricchi, appena lo scorso anno l’ONU ha istituito il decennio 2005/2015 “L’acqua sorgente di vita”, ricordando l’urgenza del problema, che investe non solo lo sviluppo economico, ma anche il rispetto della dignità umana. Consapevole della questione, la Banca di Anghiari e Stia, dallo scorso mese di marzo, sta sostenendo un’importante iniziativa di solidarietà promossa dal movimento missionario

“Per una infinita catena d’Amore”, aderente all’AMIPASC (Amici delle Missioni delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore). L’organizzazione da anni opera in Africa e più precisamente in Kenya, portando avanti progetti di aiuto e di sviluppo in favore delle popolazioni locali più disagiate. Quando alcuni membri del movimento, residenti in Valtiberina, si sono rivolti alla Banca per richiedere un contributo finalizzato alla realizzazione di un pozzo in uno dei villaggi più bisognosi del Kenya, la BCC, per sua natura sensibile a progetti ad alta valenza sociale ed umanitaria, è stata ben lieta di fornire il suo sostegno. In occasione di un recente viaggio, compiuto lo scorso mese di giugno da una delegazione di aderenti al movimento missionario, è stato individuato il luogo, presso il villaggio di Sagana, dove verrà costruito il pozzo, ed è stata raccolta un’ampia documentazione fotografica. I lavori saranno svolti manualmente dagli abitanti del luogo ed inizieranno quanto prima, sotto la supervisione dalle missionarie della Congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Il contributo della Banca è stato consegnato direttamente nelle mani di Suor Mary, missionaria responsabile di Sagana, la quale ha indirizzato direttamente all’istituto di credito una calorosa lettera di ringraziamento: “Con tutto l’affetto vogliamo esprimere la nostra grande gratitudine a questa benemerita Banca. Questo gesto di solidarietà è per tutti noi motivo di speranza e fiducia. Possa il Cristo Risorto essere la vostra guida e punto di riferimento nel cammino della vita, per rendervi suoi messaggeri per tanti fratelli e sorelle meno fortunati. Grazie ancora per il vostro aiuto morale e materiale, che ci dà la forza di adempiere la nostra missione in terra d’Africa”. In alto - Ecco il secchio pieno d'acqua veramente limpida! Questo è un pozzo che fornisce acqua ed è simile a quello che sorgerà a Sagana. Qui sopra - La delegazione del movimento Missionario nel luogo dove sorgerà il pozzo con i bambini che posano per la foto ricordo di ringraziamento. Sono con loro Suor Luigia, Padre Cesare dei missionari della Consolata di Torino, la maestra e Patrizia.

21


Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Inizia il Catechismo

Notizie dalla Compagnia

Domenica 29 ottobre durante la celebrazione eucaristica domenicale don Marco ha conferito il mandato ai catechisti, ed ha così ufficialmente iniziato l’anno catechistico. Le catechiste di Tavernelle stanno svolgendo degli incontri di preparazione e di approfondimento con suor Astrid di Montauto. Purtroppo, come altri piccoli paesi, anche a Tavernelle si riscontra un abbassamento demografico di bambini e ragazzi, anche se negli ultimi anni alcune famiglie di Anghiari scelgono di mandare i propri figli a Tavernelle a causa di impegni concomitanti. Alle catechiste vanno i migliori auguri per un proficuo lavoro!

Nel mese di ottobre alcuni Confratelli con la Cappa hanno presenziato alla festa della Madonna del Rosario a Galbino, che è la festa titolare della Compagnia. Quest’anno non ci sono stati nuovi Confratelli che hanno richiesto di entrare nel gruppo degli “incappucciati” o “incappati”, che rimane fermo a nove. Alla data del primo novembre, giorno della riscossione delle quote annuali, i confratelli iscritti sono 105 mentre nell’anno 2006 dobbiamo registrare il decesso di tre confratelli. La festa di tutti i Santi si è svolta regolarmente con la S. Messa e la Processione fino al cimitero di Galbino. La prossima occasione è quella della festa di S. Andrea apostolo. Si rivolge pertanto un caloroso invito a tutti i confratelli e consorelle ad essere presenti alla S. Messa che sarà celebrata nella chiesa di Galbino. Nell’impossibilità di farlo personalmente, rivolgo i migliori auguri per le prossime festività natalizie a tutti i confratelli e consorelle, e alle loro famiglie.

Festa del Rosario a Galbino La seconda domenica di ottobre si svolge come consueto la festa della Madonna del Rosario a Galbino. Prima che la chiesa fosse chiusa vi era una antica tela (attualmente è nella chiesa di Tavernelle) che raffigura la Madonna del Rosario con san Francesco e san Domenico, mentre nella cornice sono raffigurati tutti i misteri del Rosario. Probabilmente davanti a questa immagine, che si trovava nella cappella laterale sinistra della chiesa di Galbino, sorse nel 1634 la Congregazione del Rosario, che nell’800 cambiò nome in Compagnia del S. Cuore di Maria SS. Giorno di festa, dunque, per Galbino e dintorni. Nel pomeriggio è stato recitato il Rosario con una meditazione per ogni mistero, quindi alle ore 16.30 don Marco ha celebrato la S. Messa. Al termine della celebrazione abbiamo pregato con l’antica e bella preghiera chiamata “supplica alla Madonna del Rosario”. La giornata era delle migliori, con un caldo sole autunnale, e nel prato adiacente alla chiesa è stata offerta una merenda agli intervenuti.

Il Camerlengo

Avvisi della Parrocchia Giovedì 30 novembre è la festa di S. Andrea apostolo, titolare della chiesa di Galbino. La nostra Parrocchia lo festeggia come suo patrono, poiché è proprio il titolare della “chiesa madre”, cioè della prima chiesa e parrocchia di Galbino-Tavernelle. Alle ore 18 saranno cantati i Vespri mentre alle 18.30 ci sarà la S. Messa solenne, animata dai bambini del catechismo. A seguire si svolgerà al Centro Parrocchiale la “Cena dei Capofamiglia”.

In alto la Compagnia del Sacro Cuore di Maria di Galbino in occasione della festa del Rosario. Qui sopra la comunità di Tavernelle saluta don Jean.

22


La banderuola e la campana

La felicità

Dolomiti

Mario Del Pia

di Turiddo Guerri

di Franca Ciucoli

La vita è sempre una lunga attesa di qualcosa di cui nulla si sa. Ovvio pensare con la mente tesa a un’introvabile felicità, a un che cioè del tutto personale di cui nessun altro abbia l’uguale. Essere insomma protagonista nel bene o nel male è un’ambizione dal fragrante sapor d’una conquista, che sempre assilla ogni uom d’azione o di pensier nonché tutti coloro che sudan faticando nel lavoro. Ma la felicità è oltre ogni confine dello spazio e del tempo senza fine.

Cattedrali rosa dai multistrati policromi dalle guglie svettanti scolpite dal tempo cattedrali gotiche dall’armoniosa purezza imitate dall’uomo cattedrali silenziose che invitano la mente oltre le cime verso le più alte altitudini blu.

Come molti di voi avranno già visto, una nuova banderuola sventola sul campanile della chiesa di Santo Stefano. Sostituisce quella ormai consunta e rappresenta il santo patrono della parrocchia. È stata realizzata dal fabbro della Croce Maurizio Panichi. Poi la banderuola in questione è stata dipinta da Marilena Del Pia. L’opera è stata realizzata seguendo un filone costruttivo da noi insolito ma certamente valido. Ma le sorprese e le notizie non sono finite. Una delle campane infatti mostrava avere una data antica: 1444, cioè quattro anni dopo la Battaglia di Anghiari. Il testo però riportato risultava di difficile interpretazione. Interveniva allora l’amico Sauro Cantini da Firenze, che da alcuni anni studia le campane antiche della nostra zona e che con facilità ha letto le diciture. Si tratta di una invocazione, come si trova in tutte le campane, e della notizia che Stefano, priore di San Girolamo, la chiesa a pochi passi dalla nostra, fece fondere questa campana appunto nell’anno 1444. Poi, non sappiamo quando, la campana è stata collocata nel campanile di Santo Stefano. Ma non basta, dopo i lavori al tetto della canonica con relativa nuova intonacatura, i festarini sono intenzionati a collocare una nuova bacheca dal disegno originale nella quale affiggere i manifesti e gli avvisi. Infatti anche il portone è stato restaurato da un noto artigiano locale e i manifesti non ci si possono più appiccicare.

Vita vissuta Un giorno, seduto ad un tavolino del bar del teatro vidi un vecchio caro amico mio inglese, intento a leggere un articolo sulla salute del Papa Giovanni Paolo II. Lo salutai, poi lui alzò gli occhi con gli occhiali molto spessi inforcati sulla punta del naso. Mi guardò arricciando la fronte e con tono cupo e solenne mi disse:-“Peter, (I must tell you, I am agnostic) devo confidarti che sono agnostico”. Un po’ sovrappensiero, mentre fissavo i suoi spessi occhiali, candidamente ed un po’ contrito gli risposi: «Mi dispiace tanto!!» ed aggiunsi «Da tutti e due gli occhi?» Piero Lega

La vignetta di Scacciapensieri:

Tempi duri!

Ode alla castagna Se vien dalla pignatta col nome di ballotta, per tutti i denti è fatta, perché nell’acqua è cotta… Se viene dal paiolo col nome di mondina, va giù come di volo, che tutta si sfarina… Se vien dalla padella col nome di bruciata, la castagnetta bella vien subito sbucciata… Se vuoi mangiar castagne qui nella terra mia vi son tante ricette, ma occorre che vi sia un bel fuoco, vin nuovo e... buona compagnia!!! Anonimo

Poesia per la mamma Laura che ha finito 70 anni il 21 agosto 2006

Cara Mamma, oggi è il tuo compleanno e questo giorno lo abbiamo aspettato tutto l’anno. I sessanta in fretta sono passati ed i settanta son già arrivati anche i divi settanta l’han finiti la Fracci, le Kesler e Berlusconi tanto per fare alcuni paragoni il tempo scorre ahimè sai ma tu sei sembra bella assai perdonaci il regalo per ora non è arrivato per colpa di un falegname un po’ svogliato ma a settembre non ti preoccupare che il ricamo potrai senz’altro cominciare e con il “trippiede” alla Caterina il tombolo potrai insegnare. Maria Cristina e Francesca

23


Nei primi mesi del 2007 il concerto inaugurale

La Badia e il suo organo Tra circa poco più di un mese, la “nostra” chiesa di Badia strumento sarà il M° Eugenio Becchetti, organaro, docente al in Anghiari si preparerà ad accogliere, con immensa gioia, il Conservatorio di Perugia e organista titolare della chiesa di S. ritorno dell’ottocentesco organo (opera costruita dal celebre Fiorenzo in Perugia oltre che della “Cappella Musicale della organaro di Urbania, Andrea Feligiotti nel 1804) dopo un Patriarcale Basilica di S. Francesco in Assisi”. lungo ed accurato intervento di restauro. Verrà anche pubblicato un articolo illustrativo sul restauro Da un recente sopralluogo si può ben dire che i lavori di nell’importante rivista “Arte Organaria e Organistica” edita restauro sono quasi giunti alla conclusione. Sono durati più dalle edizioni Carrara e diretta da celebri maestri come Tasini, del tempo stimato, a causa dei numerosi imprevisti che durante Macinati, Van de Pol, ecc… la lavorazione emergevano, causati dalle pessime condizioni in L’organo, unico nel suo genere in Valtiberina, sarà un cui era ridotto lo strumento, rimasto inutilizzato per molti punto di riferimento per organizzare concerti, senza però decenni. tralasciare il suo compito primario: strumento nato per la L’organo è da considerarsi di grandissimo interesse sia dal liturgia e quindi necessario allo svolgimento dignitoso della punto di vista artistico, che da quello storico. funzione religiosa. Lo strumento è dotato di una tastiera di 45 note con la prima ottava corta e da una pedaliera di nove tasti. Ha, in tutto, dieci “È la voce dell’organo che ha diritto esclusivo di farsi registri compresi quelli “…da concerto”. sentire nel tempio di Dio. È proprio l’organo che sopra a Di particolare rilievo è sicuramente la tastiera composta da ogni altro strumento eccita il sentimento religioso deltasti in legno intagliato. Essi hanno dovuto subire una vera e l’anima credente. Quel sentimento divino, insomma, che propria ricostruzione visto che nel corso degli anni erano stati l’uomo nella sua anima religiosa ha sentito sempre e non addirittura tagliuzzati per evitare, a detta dell’organaro, che ha mai avuto parole sovrumane per esprimere, l’organo durante l’uso si accavallassero l’un l’altro a causa del rigonl’ha espresso meravigliosamente!” fiamento del legno. Buona è risultata invece la situazione in cui versava il M° don Francesco Coradini, 1915 somiere (cassa che distribuisce aria alle canne), costruito con un buon legno stagionato di noce. In occasione delle manifestazioni organizzate per l’inauguraQuasi completamente distrutti da topi e da tarli i due zione, invito tutti a prender parte a questa vera e propria mantici. Un tempo essi venivano azionati manualmente ma ora, “rinascita” di questo antico ed importantissimo strumento, per motivi pratici, verranno elettrificati in fase di montaggio sicuramente dimenticato, o mai conosciuto, dalla maggior lasciando, però, anche la possibilità di poterlo suonare senza parte delle persone! l’ausilio dell’elettricità. Le canne in zinco rimaste, sono state lavate, lucidate e chiaramente anche accordate. Quelle andate scomparse sono state ricostruite con grande attenzione avendo come riferimento le canne ancora esistenti, per evitare di non mutare le caratteristiche del suono originale dello strumento. Abbastanza discrete le condizione delle canne in legno (esse producono i suoni più gravi), anch’esse ripulite, trattate con antitarlo e accordate. La pedaliera, interamente in legno, è stata anch’essa bonificata e trattata da specifici prodotti anti-usura. Questo è in sintesi l’intervento che il “Laboratorio di restauro organi antichi” di Paolo Ciabatti in Badia al Pino (AR), sta portando alla conclusione con grande professionalità ed esperienza. Si prevede che nel mese di dicembre si possa già rimontare lo strumento nella chiesa di Badia. Si comincia inoltre ad organizzare il Chiesa della Badia. La foto di Cesare Ganganelli mostra la cantoria dove sarà ricollocato concerto di inaugurazione che, molto l'organo restaurato nel Laboratorio di Badia al Pino. probabilmente, verrà fatto in gennaio, La cassa dell'organo invece è stata restaurata in loco dal Laboratorio artigiano Antica Maniera dopo le feste natalizie. A suonare lo e al suo interno verranno collocati tutti i meccanismi dell'organo del Feligiotti.

24


Novità.. dalla Motina di Cristina Donati

A chi è capitato ultimamente di percorrere la SP 47 ovvero la strada provinciale che da Anghiari conduce a Caprese Michelangelo e viceversa, non potrà aver notato a meno di notare una piacevole sorpresa nei pressi della frazione Motina. Appena superata la scuola di Campalla l’occhio attento avrà potuto scorgere sulla piana a destra (per chi va) un bel campetto dove non fanno bella mostra di sé i girasoli, né tabacco (prodotti che i bravi agricoltori della zona in quei luoghi abbondantemente coltivano. Si vede invece un invitante tappeto erboso alle cui estremità sono state piazzate due belle reti e... tanto per non farsi mancare niente, ai quattro lati si trovano anche quattro minuscole bandiere! Avete visto e... per chi non avesse ancora visto, avete capito bene! Si tratta di un campo sportivo, anzi del nuovo campo sportivo della Motina e questo, se non è certo paragonabile ad eventi di portata nazionale o mondiale... per la nostra frazione è certamente una bella notizia! Da tempo le voci si rincorrevano e le notizie circolavano; più volte si ripeteva che questa era l’unica frazione del Comune a poter vantare campi di rigogliosi tabacco ma non il campo dove poter praticare lo sport ormai più amato e discusso del mondo: il calcio. Se è vero che piano piano tutti i sogni diventano realtà si può dire di essere sulla giusta strada e di aver percorso un piccolo tratto del lungo cammino che vorrebbe vedere ampliato e arricchito di maggiori servizi il piccolo impianto sportivo. Per il momento con vera soddisfazione si apprezza “la prima pietra” cioè il prezioso lavoro finora svolto che ha conosciuto i suoi albori qualche anno fa. Alcuni abitanti della frazione, sotto la guida tecnica ed esperta di un motinese-anghiarese (omettiamo i nomi per rispetto della privacy...), hanno cercato di concretizzare quel desiderio che nasceva per lo più dai loro ricordi sportivi della gioventù, legati al campo sportivo della Buitoni, che si trovava vicino al lago di Albiano. Il “gruppetto”, formato in maggioranza da giovanotti alla soglia degli ”anta”, ha cercato, creando una Associazione Sportiva, di superare con tenacia i mille ostacoli che la burocrazia oppone spesso anche verso le idee migliori. Fortunatamente la buona volontà è stata premiata e il 30 settembre 2006 Don Giovanni Zanchi, nuovo parroco di Micciano, ha benedetto il nuovo campo sportivo della frazione. Il sacerdote ha voluto ricordare, attraverso la preghiera, l’importanza di quanti hanno offerto il proprio tempo e le proprie energie per creare questa piccola ma significativa struttura al servizio di tutti. Una particolare preghiera è stata rivolta per tutti coloro che trascorreranno in questo luogo il loro tempo libero affinché possano vivere momenti di autentico svago e di serenità sempre sulla strada indicata dal Vangelo. Noi ci auguriamo che tutto questo avvenga e che “il campino”, come viene affettuosamente chiamato, diventi presto punto di incontro e di aggregazione per i ragazzi della nostra frazione e del territorio circostante.

Il Presepe Vivente de Le Ville Monterchi con sottofondo musicale, 150 comparse, antichi mestieri e animali veri si svolgerà nei giorni 25-26 dicembre 2006 e 1-6 gennaio 2007 alle Ville di Monterchi alle ore 17,15.

La morte della Milena di Armando Zanchi

I nostri incontri sempre da cari amici al muro della legna con ore assai felici

In questo passo che è per noi remoto nel nostro cuore non ci sarà più vuoto

Non passa giorno di brutta notizia la morte della Milena la cosa ci rattrista

Abbiamo perso chi ci stava a cuore la cara compagna del nostro Gastone

Ora la morte ci à tolto questo incontro per poi passare ad un altro confronto

Alle care figlie di questa grande madre stretto a loro in ore addolorate

Fui sorpreso alquanto sbalordito di questo annuncio che male avevo capito

Un caro saluto della cara Milena mi venne rivolto una mattina o sera

Confronto di vita e quello di speranza di riunirsi di nuovo con vera fratellanza

Dico coraggio all’amico Gastone che porterà il peso di tanto dolore

Poi con domande feci io chiarezza della notizia che morte amareggia

Dentro una macchina io la vidi passare e la sua mano alzata a salutare

Dall’altra parte in quell’oblio vero sparso tra il celeste del nostro grande cielo

Solo la morte sempre lei tiranna con la sua mano a tutti noi condanna:

25


La Maria della Vigna del Poggio di Antonietta Olivieri

Era nata nel 1911, una bella bambina vispa e rosea con un folto ciuffo di capelli neri... beh, potrebbe essere stata così ma, in realtà, la prima immagine di lei è una foto del 1917 che le avevano fatto insieme alle sorelle maggiori per mandarle al padre soldato sul Carso. Lì davvero una bella bambina con lunghi capelli neri e uno sguardo vivo e intelligente, con un bel vestitino di velluto con un gran bavero bianco ricamato. Abitava alla Vigna del Poggio, un podere nei pressi di un paese antico e bellissimo, nell’Appennino toscano. A 23 anni, sposandosi, seguì il marito in Maremma. La distanza non era tantissima, circa 200 chilometri che adesso si fanno in poco più di due ore, ma allora i mezzi e le possibilità non c’erano per fare viaggi frequenti. Si trovò senza amici né parenti vicini, in una casa piccolissima, sola tutto il giorno perché allora gli uomini lavoravano “da sole a sole” o quasi. Quando era nella sua casa di ragazza, in estate aiutava nel lavoro dei campi e in inverno andava in paese ad imparare il cucito così, una volta sposata, eccola casalinga e sarta. Intanto era diventata “la Maria di Prospero” perché le mogli si riconoscevano per l’appartenenza al marito e neppure con il cognome. Vennero i figli e la più grande, vivace, chiacchierina e curiosa ascoltava avidamente i racconti, le leggende, i ricordi che la mamma si era portata dietro dal suo Paese. Storie di apparizioni e di fantasmi, di tradizioni e di balli di Carnevale, del “Ciccicocco” allegra usanza del giovedì grasso quando i bambini andavano mascherati per i poderi per una specie di “dolcetto o scherzetto” di carnevale, di veglie accanto al fuoco e di sagre del Crocifisso o della Madonna del Carmine... La bambina si “beveva” quei racconti che stavano tra la fiaba e la storia, ma se intanto la mamma le metteva in mano un pezzo di stoffa per fare un “giornino” o una filza, veniva tutto spreciso... Allora, quando la bimba ebbe intorno ai cinque anni, la Maria diventò anche maestra. Sì, perché non c’era la televisione davanti alla quale “piazzare” i bambini per farli stare buoni e neppure l’asilo in quel piccolo centro minerario. Allora, una piccola sedia accanto ad una più grande ed ecco fatto il banco... E non si cominciò con aste e puntini, ma con parole intere e frasi e per leggere un sussidiario di quinta elementare (Il Balilla Vittorio) che una vicina aveva imprestato. E intanto le insegnava anche le poesie che si ricordava dai suoi anni delle elementari (Maria aveva fatto la quarta) e le preghiere, qualcuna anche in latino, un latino molto particolare ma questo solo dopo molti anni si è capito. Era praticamente tutto quello che la Maria si era portata dietro di una giovinezza felice pur nella sua semplicità. Come ricordo più tangibile aveva una scatolina rotonda, di cartone dipinto che intorno al fiore del coperchio portava scritto “Il Giacinto innamorato”. Aveva contenuto la cipria, adesso era il suo scrigno dei gioielli: c’erano un paio di orecchini a ciondolo, uno spillo con un piccolo cammeo e un “vezzo” con la chiusura rotta... Dunque, la Maria, casalinga (moglie, madre), sarta, maestra ma anche artigiana-artista. Le bambole di stoffa non si chiama-

vano “pigotte” e non erano una moda. Le bambine più fortunate le avevano di panno lenci o di porcellana: Maria le faceva con ritagli di stoffa e imbottitura di ovatta, bottoni e nastri, ma che bei vestiti avevano, come erano morbide e tenere! Un anno, per Natale, comprarono una piccola capanna con solo i personaggi più importanti: il Bambinello, la Vergine e S. Giuseppe e sapete cosa fece Maria? Con la creta e un po’ di vernice dalle sue mani lunghe, brune e un po’ nodose uscirono il bue e l’asinello, le ochette, i cani e le pecorelle, alcune anche “vestite” con bioccoli di lana. Ma fra tanti ricordi di questa donna dolce, paziente, così casalinga nel senso più ampio del termine, c’è un episodio che a distanza di oltre sessant’anni fa ancora tremare al pensiero del pericolo che ha corso senza che allora se ne capisse la portata. Era il giugno del ’44 e Maria con i bambini era sfollata in campagna perché si avvicinava “il fronte”. Un giorno fu avvisata che gli americani erano vicinissimi e poteva tornare a casa. Solo che mentre attraversava un torrente asciutto, tra i cespugli ai lati si vedeva brillare qualcosa e i bambini, curiosi, volevano sapere, volevano guardare. Maria calma, senza scomporsi (o così pareva) esortò i ragazzi a non guardare e camminare come niente fosse... In realtà stavano attraversando “le linee nemiche” come si dice e ciò che brillava nel fosso erano i fucili dei tedeschi che si stavano ritirando. I soldati non fecero nulla contro questa donna che con due bambini piccoli e una “carretta” con poche cose andava chiaramente verso i “liberatori”, il nemico per loro, ma questo la Maria della Vigna del Poggio non poteva saperlo e dette perciò l’ennesima prova di quella gran donna che è stata sempre in ogni momento, in ogni atto della sua vita. Immanuel Kant ha scritto: “Non dimenticherò mai mia madre poiché fu ella a piantare e nutrire i primi semi del bene entro me...” Io non potrei trovare parole migliori per ricordare la mia mamma: la Maria della Vigna del Poggio. La Maria della Vigna del Poggio davanti a sinistra con il vestitino di velluto, alla sua sinistra la Santina (una cugina) e la sorella Olga. Dietro, la sorella più grande, la Dina.

Martedì 26 dicembre ricorre il primo anniversario della morte di don Fabio Comanducci parroco di San Leo e Tubbiano. Lo ricordiamo con affetto. 26


La Plata, lo sapevate che? di sanchez

La Plata è un comune in Argentina gemellato con Anghiari dal 1998. È il capoluogo della regione-stato di Buenos Aires. È stata fondata nel 1882 e si trova 56 km a sud della Città di Buenos Aires. Secondo l’ultimo censimento del 2001 ha 571.416 abitanti. Ma queste sono soltanto delle cifre, dei dati statistici. Per quale motivo nasce la città de La Plata? Nella seconda metà del XIX secolo in Argentina si discute molto sulla città di Buenos Aires e si creano due opposte fazioni, da una parte si sostiene che deve continuare ad essere la capitale argentina e il capoluogo della regione che ha lo stesso nome, dall’altra parte si sostiene che per essere la capitale di tutti, non deve appartenere a nessuna regione. Questo comporta la necessità di nominare un’altra città come capoluogo della regione di Buenos Aires. Gli animi si accendono al punto di arrivare a una guerra: la regione di Buenos Aires contro il resto della nazione, e dopo un paio di combattimenti nel 1880, la regione si arrende e da questo momento prende forza il progetto di un nuovo capoluogo “bonaerense”. Viene insediato come Governatore l’avvocato Dardo Rocha il quale dopo aver studiato diverse possibilità, decide di costruire una città nuova, La Plata, che lui stesso fonda il 19 novembre del 1882 su terre dove non c’era niente, soltanto nelle vicinanze esisteva il villaggio di Tolosa (poi inglobato nel territorio comunale “platense”) con 7.000 abitanti. Del progetto venne incaricato il Dipartimento di Ingegneria della città di Buenos Aires, con a capo l’Ingegnere Pedro Benoit, figlio dell’ ingegnere francese Pierre Benoit. Si può dire che La Plata “nasce” sopra un tavolo da disegno. Perché è stata disegnata in questo modo particolare? Il primo a pensare una città con un tracciato di questo tipo fu Leonardo da Vinci, infatti sosteneva che per evitare che nascessero dei punti “bui” nelle nuove città bisognava progettare tutto il necessario prima della loro costruzione, secondo lui la miglior soluzione era quella di un quadrato diviso da parallele orizzontali e verticali che fosse attraversato da diagonali, doveva trovarsi in pianura e vicino a un fiume. Lo scrittore Jules Verne, riprendendo Leonardo, parlava di una “città ideale”, nel suo libro “I 500 milioni della Begùm”

(1879), proponendo una città con viali ogni 600 metri e ad ogni incrocio dei viali una piazza utilizzata come spazio verde. Non immaginava che sarebbe stato d’ispirazione a Rocha e Benoit, La Plata infatti avrà quel tracciato. Fu Verne in persona a consegnare a Rocha, nella Fiera Internazionale di Parigi del 1889, il Premio alla Modernità Urbanistica Mondiale per il lavoro svolto nella creazione di La Plata. Questa città oggi disputa il 4° posto in importanza e popolazione con quella di Mendoza e dietro soltanto alle città di Buenos Aires, Còrdoba e Rosario. È conosciuta con diversi appellativi, “Città delle diagonali”, “Città degli aranci”, “Città dei tigli” (questi due nomi si devono alla quantità di alberi di quelle specie che ci sono in tutta la città), e “Città universitaria”, perché a La Plata c’è un’importante Università, al punto tale che è molto facile trovare in città studenti universitari provenienti non soltanto dal resto dell’Argentina, ma addirittura da altre nazioni sudamericane. A La Plata ,oltre al Municipio, troviamo la sede della Camera e del Senato regionali (l’Argentina è uno stato federale) e la residenza del Governatore. Ci sono inoltre uno Zoo, un osservatorio astronomico, e un Museo di Scienze Naturali, considerato il più importante del Sud-America.

La perdita di Bianca Roselli

Confini di terra A noi assegnato arriva il giorno che poi va varcato

Famiglia spezzata non trova più affetto perché la morte colpisce a tradimento

di Armando Zanchi

Nella foto aerea una veduta di La Plata e della sua caratteristica conformazione urbana.

La cara Bianca si è addormentata nella sua vita da lei tanto amata

Dal suo Rinaldo sposo tanto amato ora si ritrova solo e desolato

Lasciando una traccia colpita dal dolore perdere quello che ci stava a cuore

Colpita la Bianca sposa diletta di una morte arrivata in fretta

Triste destino in questa famiglia quando la morte arriva e ti piglia

Amata coppia nel turno della vita lavoro e gioia era infinita

Si perde una vita finisce tutto il bene e per chi resta dolore e tante pene

Morte tiranna che porta via il bene è una resa che recide le vene

Questa famiglia da tutti tanto amata ora la Bianca da noi si è staccata

Sempre accoppiati amati dai vicini nessuno di noi conosce i confini

Pene di vita e di desolazione spezzato l’anello che ci univa il cuore

Caro Rinaldo! La tua cara sposa ti assisterà da dove lei riposa:

27


Antichi mulini ad acqua nella valle del Sovara di Flavio Mercati - IV parte

Mulino di Tavernelle Andando sempre a ritroso lungo la reglia si incontrava il mulino di Tavernelle che serviva gli abitati di Tavernelle e di Galbino. Anch’esso aveva due gruppi di macine (ogni gruppo era costituito da due macine, una sopra l’altra, e, di solito, girava quella di sopra). Ultimamente un gruppo era stato elettrificato. Ha smesso di funzionare negli anni ’55/60. A Tavernelle la reglia, come del resto la Sovara, piegava verso nord e dopo circa un chilometro sul suo tragitto c’era un altro mulino.

Mulino della Casa Serviva la zona del Bagnolo e i poderi limitrofi. Comunque i mulini erano aperti a tutti, a certi mulini potevano venire a macinare anche da località molto distanti, vuoi perché macinavano meglio, o vuoi perché erano meno cari di altri: bisognava infatti pagare per la macinatura la famosa molenda: un compenso in denaro o in natura (una parte in percentuale della farina prodotta) e non tutti i mugnai adottavano la stessa tariffa. La molenda però non era la famosa “tassa sul macinato”, in vigore dal Medioevo fino alla fine dell’ottocento: quella andava a beneficio del mugnaio, questa invece a favore del fisco. Quindi, una volta, per macinare dovevano pagare sia il mugnaio che il fisco4. Questo mulino ha funzionato sempre e solo ad acqua e come gli altri mulini aveva due gruppi di macine, aveva anche il buratto. Questo era l’ultimo mulino che si incontrava andando a ritroso lungo la reglia ed il primo quindi dal suo inizio. Come detto altrove in tutto erano sette.

Mulino del Bagnolo di sopra e Castiglion Fatalbecco La strada per il Ponte alla Piera, nella parte sud delle “Strette”, a ovest del Carmine, una volta passava per un ponte sulla Sovara, ora coperto dalle acque della diga che si trova nella zona. Questo ponte, a valle di quello attuale, si trovava poco distante da esso. Da lì vicino partiva un’altra reglia, molto più corta di quella che abbiamo esaminato prima e che, poco dopo, andava ad alimentare una gualchiera al Bagnolo di sopra. Da qui poi l’acqua rifluiva subito in un botaccio di cui ancora è ben visibile l’inizio, dal quale poi precipitava per alimentare il mulino del Bagnolo di Sopra. Il mulino ha funzionato sempre solamente ad acqua con due gruppi di macine, cessando la sua attività alla fine degli anni ’50. Serviva i poderi della zona, ma vi venivano a macinare, a volte, anche dal Ponte alla Piera e anche da Savorgnano. Era un mulino che lavorava molto, lo dimostra anche il fatto che ai primi dell’ottocento era quello che pagava più tasse rispetto agli altri mulini della valle della Sovara. Un tempo nel ‘200‘300, avrà certamente servito anche la comunità di Castiglion Fatalbecco che si trovava poco distante, detto anche Fatalta. Era un castello, o, forse, è meglio dire un villaggio fortificato, un comunello con i relativi statuti, governato nel milleduecento dai Barbolani di Montauto e dai Camaldolesi. Era stato costruito dopo il 1175, in seguito alla distruzione parziale o totale di Montorio e anche di Anghiari ad ope-

ra degli aretini, avvenuta in quell’anno. Doveva anche avere un buon numero di abitanti, tant’è vero che l’imperatore Enrico VI, con un diploma del 15 ottobre 1196, concesse di fare in Castiglion Fatalbecco una fiera ogni mercoledì, proibendo alle altre “città” (vicine) di fare altre fiere in quel giorno. Era situato su quel colle che ancora oggi si chiama Castiglione, che si trova sulla sinistra della strada che dal Carmine conduce a Col di Paiolo. Inizia in corrispondenza a dove la strada, oltrepassato il casotto dell’acquedotto, sopra il Carmine, dopo una breve discesa, spiana, e finisce, questo colle, degradando, a Col di Paiolo. Due sono le ipotesi sull’origine del nome Fatalbecco: una è che derivi dalla forma di un baluardo sporgente dalle mura, una torre fatta a becco d’uccello; la seconda, riferita dal Taglieschi, che derivi, invece, da una fiera che, al tempo degli dei pagani, si svolgeva in questa località, fiera, chiamata “fiera del Becco” (il maschio della pecora), perché vi si vendevano becchi, pecore e capre da sacrificare nell’imminenza della vendemmia, al dio Bacco, il dio del vino, affinché proteggesse le vigne dalle incursioni, soprattutto del becco. Abbandonato il culto degli dei ed

Note: 4) L’imposta sul macinato, introdotta nel Medioevo, era pressoché scomparsa al momento dell’unità d’Italia (1861), fu reintrodotta dal governo italiano nel 1869 per risanare le disastrate finanze dello Stato dopo la guerra del 1866. Il sistema di riscossione era questo: le macine furono provviste di un contatore precursore di quello della luce elettrica o del gas. Chi portava le granaglie a macinare doveva pagare 2 lire per ogni quintale di grano macinato e 1,20 lire per gli altri cereali, soldi che poi il mugnaio doveva versare al fisco e non poteva neanche barare poiché c’era il contatore. Chi veniva a macinare vedeva quest’aggeggio come il fumo negli occhi. Scoppiarono tumulti ovunque, soprattutto in Val Padana, e negli scontri fra polizia e dimostranti si ebbero 250 morti e più di 1000 feriti. La tassa venne poi abolita nel 1884.

28


...antichi mulini i sacrifici a Bacco la “fiera del Becco” rimase, poi fu trasferita, ai primi del ‘400, ad Anghiari, divenendo fiera del bestiame in genere e di altre mercanzie.

Si svolgeva nel giorno in cui si ricordava il martirio di San Giovanni Battista, il 29 agosto, chiamata in seguito “Fiera del cocomero”. Rimase in vita sino agli

In questo edificio ben tenuto, nel cuore di Tavernelle, esisteva il mulino omonimo che serviva tutta Tavernelle e la zona di Galbino. Vi si accedeva dal portone situato sulla destra e dentro erano sistemati i due gruppi di macine. Inoltre, in un fondo adiacente, vi erano collocate le vasche per colorare e lavare lana e altri filati. Nell'altra pagina il Mulino del Bagnolo di sopra.

anni ’60 del secolo scorso5. Perché non pensare che anche il mercato del mercoledì ad Anghiari non sia il seguito del mercato che in questo giorno si svolgeva a Fatalbecco? Questo comunello, non si sa perché, ebbe vita breve, durò solo qualche secolo. Di esso non è rimasto più niente di visibile in superficie, se non la traccia, nel lato sudovest, del fossato che lo circondava, e i resti, tra i rovi, di qualche spessa muraglia appartenente alle mura di cinta e affioranti dalla terra qua e là. Dopo il mulino del Bagnolo di Sopra la reglia seguitava e andava ad alimentare un’altra gualchiera alla Polveraia, (oggi sono due o tre case più a sud), quindi se ne ritornava nella Sovara. 6-700 metri più a sud ripartiva l’altra reglia. Verrebbe allora spontaneo chiedersi: “Non poteva continuare questa reglia formando un unico canale con quello di sotto?” La spiegazione sta, forse, nel fatto che, tra la fine della prima reglia e l’attacco della seconda, la vallata si restringe a tal punto che c’è spazio solo per il passaggio del fiume e della strada accanto, comunque non sarebbe da escludere che, in un tempo lontano, quando la strada non c’era, o magari era più stretta, la reglia di sopra abbia continuato passando attraverso questa stretta gola costituendo un unico canale con quello di sotto.

Note: 5) Lo storico Taglieschi dà anche un’altra spiegazione sull’origine di questa fiera in Anghiari. Nel giorno del ricordo del martirio di S. Giovanni Battista (29 agosto) accorreva molta gente in paese per venerare una reliquia di questo santo, almeno si credeva, che era un dito, conservata in un vaso di cristallo nella chiesa dell’abbazia. Approfittando della presenza di tanta gente nel 1407 si dette inizio a una fiera, denominata appunto “fiera del Becco”, che godette di molti privilegi da parte dei Fiorentini che dominavano Anghiari. Però le due ipotesi potrebbero essere collegate in quanto non sarebbe da escludere che la fiera che si svolgeva a Castiglion Fatalbecco sia stata trasferita, per l’estinguersi di quella comunità, ad Anghiari, che invece assumeva sempre maggiore importanza, e che venisse fatta nel giorno della venerazione della reliquia di S. Giovanni Battista, non solo per il concorso di tanta gente in paese, ma anche perché la fiera di Castiglion Fatalbecco si svolgeva nello stesso giorno, cioè il 29 agosto. Sempre il 29, ma di giugno, un’altra fiera si svolgeva ad Anghiari sino agli anni ’50: era la fiera di San Pietro e Paolo concessa in perpetuo dai Fiorentini, nel 1440, a ricordo della vittoria riportata nella “Battaglia di Anghiari” svoltasi in quel giorno. Era “una fiera pubblica e generale aperta a qualsiasi tipo di mercanzia”. Ultimamente era solo famosa con il poco onorevole appellativo di “fiera delle pecore” perché vi si vendevano o compravano soprattutto questi animali, evidentemente in seguito vi era stata trasferita la fiera del Becco e quella del 29 agosto prese il nome di “fiera del cocomero”.

L’orologio si farà San Martino ha portato quel tanto di estate sufficiente ed abbondante che ha permesso ad un numeroso pubblico di animare le strade di Anghiari per assaggiare il nostro piatto tipico: i bringoli. La pesca, organizzata nei pressi del Convento di San Martino di fuori, lì dove il santo di Turone fermò i baldanzosi armati pietramalesi, ha dato ottimi risultati tanto che si può confermare già fin d’ora che l’orologio della Croce verrà realizzato.

Procederemo alla verifica delle dimensioni del quadrante ed alla definizione di alcuni elementi come le lancette e le altre decorazioni che saranno realizzate e poi, presumibilmente agli inizi di primavera, l’orologio sarà lì a fare il suo dovere: segnare il tempo che passa. Nel giorno della festa, l'11 novembre, una cerimonia religiosa ha fatto ricordo del santo vescovo come esempio di carità (ricordate il mantello?) per tutti noi uomini del duemila. Il pane, sorgente di energia e oggetto di condivisione fraterna, è stato bene-

29

detto e distribuito ai presenti quale emblema della tavola di ogni famiglia.

Il disegno ci fa sapere che già nel '700 un grande orologio campeggiava nella facciata della chiesa della Croce.


la pagina di Walter Del Sere

La trasparenza non è un optional Simon Over, Direttore Musicale di Southbank Sinfonia, è arrivato a fine ottobre ad Anghiari proveniente da Londra. Il buon Simon si è incontrato con quelli che ogni anno si danno da fare per organizzare l’ormai celebre Anghiari Festival che offre concerti realizzati un po’ in tutto il territorio comunale dai giovani musicisti inglesi. Quest’anno, ad arricchire il tradizionale appuntamento estivo con Southbank c’è stata la messinscena de La Boheme che, rappresentata per 2 serate nella suggestiva Piazza del Popolo, ha raccolto un successo strepitoso. E di tutto questo si deve ringraziare anche Anghiari che ha fatto la sua parte con i giovanissimi cantanti arruolati da Norma Meazzini, il gruppo di attori-figuranti reclutati da Mario Puccini (il Guiducci), la vigorosa banda paesana raggruppata da Moreno. E poi, come sempre, tanto volontariato al botteghino, a caricare e scaricare le sedie, a prendere le brutture da chi voleva fare il portoghese etc. Quindi non una manifestazione calata dall’alto ma un’iniziativa di qualità che vede a più livelli la attiva partecipazione del paese. E quanto costa tutto ciò? La trasparenza non è un optional e i conti eccoli qua. Southbank Sinfonia per venire a suonare nelle tuscany hill (colline toscane) investe ben 90.000 euro mentre da Anghiari si copre la spesa di 19.000 euro. Chi li mette questi soldi? Presto detto. 8.000 provengono dagli incassi. 2.000 li mette il Comune (oltre alla manodopera specializzata di una settimana per la costruzione del palco), 1.500 arrivano da sponsor minori, 2.000 euro lordi derivano dal contributo della Banca di Anghiari e Stia, altri 1.000 lordi giungono dai tessuti di Anghiari e la Pro Loco copre il disavanzo con 5.000 euro. I numeri parlano da soli. Una sola riflessione. Mentre in altre realtà si tirano fuori fior di quattrini per ospitare festival più o meno improbabili, ad Anghiari sono i musicisti (e che razza di musicisti) che pagano per venire a suonare. E Simon Over ha già confermato il ritorno ad Anghiari, nel luglio del 2007, della Southbank Sinfonia. Niente opera il prossimo anno ma la sorpresa sarà (forse) rappresentata da una novità che ancora non si può dire ma comunque... vi ricordate il film Billy Elliot? Il Valbo già si prepara.

Anghiari). I due libri rivelano il grande amore dello scrittore per la nostra cittadina dove ha acquistato una casa e che, grazie ai suoi scritti, è stata visitata in questi anni da architetti, urbanisti e fotografi nord europei, interessati alla bellezza e alla qualità della vita che si respira nel nostro centro storico. “Tutto questo -è scritto nella motivazione di assegnazione del Catorcio d’Anghiari- rende il Prof. Roland Günter una figura di primo piano nella promozione di Anghiari e della Valtiberina nel panorama internazionale”. Bella festa insomma con tanta gente ed amici dell’eclettico professore teutonico del quale, per la gioia dell’esteta per eccellenza, ho trovato anche il modo di scrivere la ü del cognome correttamente con i puntini sopra (grazie al copia incolla). In ultimo mi piace ospitare un intervento del biturgense Michele Foni (pubblicato su Il Ghiozzo, giornale on line del Gigi e della Maria Pia) che ha recensito così la Mostra di Vittorangelo Polverini, aperta fino al sei gennaio prossimo, nelle sale di Palazzo del Marzocco e nella Chiesa di S. Agostino. “Scomparso prematuramente nel 1996 all’età di soli quarantasei anni, è un artista “maledetto” e sfortunato, tenuto a margine per la sua originalità: nella piccola Anghiari è guardato con sospetto ma sono anche molti quelli che lo amano; “Vittor quasi si vergognava della sua generosità, diventava bugiardo e si arrampicava sul turpiloquio per smorzare la sua irreversibile vocazione al dono.ha scritto Andrea Merendelli nell’introduzione al catalogo- Donava anche agli esseri spregevoli, nascondendo piccoli spregi nelle opere che facessero da specchio agli immeritevoli”. Ascoltare le testimonianze di chi lo ha conosciuto significa capire il travaglio di una mente aperta, formatasi all’Accademia Brera di Milano, di un artista quasi sempre sotto pagato che stentava a trovare confronto intellettuale nella realtà provinciale della piccola Anghiari degli anni ’80 e ’90. In mostra ci sono, a testimoniare la multiforme creatività del Polverini, maschere, burattini, sculture ed incisioni. I santi in terracotta nella mistica posa dell’iconografia più classica si accompagnano alle originalissime parodie della Madonna del Parto di Piero della Francesca e alle pose a volte morbide, elastiche e dinamiche di dame, ballerine e figure quasi mitologiche che denotano una grande sensibilità musicale. Tra i burattini ci sono Eduardo De Filippo, il Principe russo delle fiabe ma anche un ilare San Francesco che con il suo sorriso solare e sofferente è sintesi della gioia di vivere. Anche la pittura e l’incisione sono realizzate con genialità e creatività a cui sono applicate tecniche e soluzioni che denotano la grande conoscenza delle metodologie e del lavoro dei grandi maestri del passato. Nei volti dei personaggi dei presepi sono effigiate, con precisione fotografica, le sembianze di molti anghiaresi e biturgensi che commissionando le opere dettero linfa vitale all’artista e entrarono, ignari, a far parte di uno dei più autentici slanci creativi dell’ultimo secolo in Valtiberina”.

Sabato 4 novembre il Docente universitario e Scrittore tedesco Roland Günter, ha ricevuto la Cittadinanza Onoraria di Anghiari. La cerimonia si è svolta nel corso di un’apposita seduta del consiglio comunale con il Sindaco che ha consegnato a Günter l’onorificenza del “Catorcio d’Anghiari” che, istituito 25 anni fa, è stato riconosciuto allo storico Loris Babbini ed ai giornalisti Gianfranco Vené e Saverio Tutino. Il prof. Roland Günter frequenta assiduamente Anghiari e la Toscana dal 1976, anno in cui strinse amicizia con l’allora sindaco Franco Talozzi. Da quel momento è iniziato il suo costante inserimento nella comunità anghiarese. Del 1985 è il fortunatissimo libro Toskana. Ein Reisebuch (Toscana. Un libro di viaggio), di cui sono uscite ben cinque edizioni. In questo bel volume lo spazio dedicato ad Anghiari è ampio e articolato, con numerosi riferimenti al nostro patrimonio d’arte. Nel 1995, Günter pubblicòAnghiari - Stadt, Kultur, Landschaft (Anghiari: città, cultura, paesaggio), seguito nel 2006 da Eine toskanische Stadt: Anghiari (Una città toscana:

30


Mese di Ottobre 2006

CRONAC HETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Settembre 2006 Lunedì 4 . Oggi è morta Pia Guerrieri in Bilancetti. Aveva 82 anni ed abitava a Viaio. Mercoledì 6. Verso mezzogiorno ho sentito una sirena. Mi sa che erano i pompieri perché dopo ho visto il fumo di un incendio sopra Pianettole. Sabato 9. Oggi è nata Valentina Ardenti. La sua famiglia abita per la via del Carmine. Lunedì 11. Stamani volevo andare al mercato alla Pieve ma Beppe non ci è voluto venire e allora, con la Santa, abbiamo raccolto le mele dell’orto. *Oggi è morta Giuseppina Pierantoni vedova Chiarini. Aveva 85 anni ed abitava vicino ai Fabbri. La sua famiglia era originaria del Topo. Martedì 12. Oggi sono rientrate le scuole. Domenica 17. Oggi è nato Giacomo Maffucci. La sua famiglia abita per la via del Carmine. Lunedì 18. Oggi è nata Viola Mondani. La sua famiglia abita all’Infrantoio. Venerdì 22. Stamani con Maurizio, il fabbro del Borgo della Croce, abbiamo montato la nuova banderuola sul campanile di Santo Stefano. Maurizio aveva fatto la banderuola e la Marilena l’aveva dipinta. Domenica 24. Oggi con la mia famiglia siamo andati alla festa di Lucignano. Martedì 26. Oggi è nata Stella Gabiccini. La sua famiglia abita alla Motina. Mercoledì 27. Oggi ho visto passare il Primaveri che col trattore portava l’uva al Borghetto. Una volta avrebbe adoperato il carro e i buoi. Venerdì 29. Ho chiamato il Valbonetti Giovanni ma m’ha detto che doveva andare da Gastone a scartocciare il granturco. Mentre passavo davanti alla Propositura ho visto la Tomoko in bicicletta che veniva giù a tutta randa dal Campo della fiera.

Giovedì 5 . Oggi con Alessandro siamo andati a cercare i funghi. La sua nonna ha detto che è più difficile non trovarne nemmeno uno come s’è fatto noi che trovarne qualcuno. *Oggi è morto Alfiero Bianchi di anni 83. Abitava per il Fosso dove gestiva la merceria con la moglie Gabriella. Faceva parte della numerosa famiglia dei Mezzovino che era originaria del Topo. *Oggi è morta anche Pia Donati vedova Guerrieri. Aveva 86 anni ed abitava a Le Casacce. Venerdì 6. Stamani ero per la Croce con Frido e il Fontana. O non è passato un bischero che ha fatto finta di metterci sotto! Sabato 7 . Oggi è morta Bianca Roselli in Procelli. Aveva 76 anni ed abitava poco prima della Vigna del Poggio. La sua famiglia ha abitato per molti anni all'inizio della via per il Carmine ed il padre era stradino. Lunedì 9. Oggi ho visto Vladimiro che è venuto giù da San Remo per cercare i funghi ma mi sa che ormai è troppo tardi. Martedì 10. Oggi l’Antonietta Olivieri di Grosseto è venuta ad Anghiari con un gruppo di paesane. Giovedì 12. Oggi ho visto Gastone che lavorava il suo campo vicino alle Strosce. Lunedì 16. Oggi è nato Eddy Zineddu. La sua famiglia abita a Tavernelle. *Oggi è nata anche Cecilia Gentile. La sua famiglia abita a Carlino vicino a Trafiume e sia la sua nonna che la sua bisnonna materna hanno svolto l’attività di parrucchiere per il Borgo della Croce. Giovedì 19. Oggi sono andato al Borgo e c’era una barca di nebbia. Venerdì 20. Oggi è nato Andon Selmani. La sua famiglia abita per il Fosso. Domenica 22. Stamani ho visto diverse donne che uscivano dalla chiesa di Santo Stefano con i dolci in mano. Lunedì 23. Oggi con don Quinto siamo andati a Pieve Sovara per alcune informazioni su quella antica chiesa. Domenica 29. Oggi è morta Milena Mondani in Lodovici. Abitava per la Bozia ed aveva 70 anni. La sua famiglia era originaria del Palazzo del Pero e suo padre era l’orologiaio del Fosso.

L’italiano medio -Guida una macchina tedesca. -Va al pub inglese. -Beve una birra belga. -Compra mobili svedesi da Ikea. -Segue programmi americani su canali giapponesi. -Va in vacanza alle Maldive. -Mangia pere avocado delle Antille. -Pesce del Mar Rosso. -Angurie della Spagna. -Fichi della Turchia. -Olive della Tunisia. -Beve latte francese. -Caffè del Kenia E poi preso dal nervoso si lamenta che in Italia le aziende chiudono e tutto va a rotoli. Bel tipo quest’italiano medio!!!

Chiesa della Croce Sabato 23 dicembre

alle ore 21

Recita di Natale dei bambini del catechismo

Siete tutti invitati Piero Lega

31


Questo giornale lo potrete trovate su Internet www.parrocchiadianghiari.it Scriveteci: oratorio@parrocchiadianghiari.it o: Oratorio di Anghiari - 52031 ANGHIARI

Domenica 10 dicembre Festa della Madonna di Loreto Ore 18 S. Messa nella chiesa di Badia e Processione dei Quadri viventi Da venerdĂŹ 15 dicembre, alle ore 18, in Propositura

NOVENA DI NATALE 32


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.