2007-1 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI FEBBRAIO - MARZO 2007 N. 1

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

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Saluto all’anno nuovo di Vera Cuccini

L’anno nuovo è già arrivato tra fuochi, spari e banchetti, il vecchio calendario è dimenticato a sfogliare il nuovo siamo attenti. Auguri, sogni e speranze varie tra le sue pagine ancora intatte desideriamo con ottimismo di trovare. Benvenuto anno duemilasette sii portatore di pace, amore e bontà, allontana gli odi, le guerre, le barriere, che dividono la nostra umanità!

La felicità di Turiddo Guerri

La vita è sempre una lunga attesa di qualcosa di cui nulla si sa. Ovvio pensare con la mente tesa a un’introvabile felicità, a un che cioè del tutto personale di cui nessun altro abbia l’uguale. Essere insomma protagonista nel bene o nel male è un’ambizione dal fragrante sapor d’una conquista, che sempre assilla ogni uom d’azione o di pensier nonché tutti coloro che sudan faticando nel lavoro. Ma la felicità è oltre ogni confine dello spazio e del tempo senza fine.

Controllate il vostro indirizzo Se il giornale non arriva nelle vostre famiglie regolarmente può succedere perché l’indirizzo non è esatto. Vi invitiamo a controllarlo e a comunicarci le eventuali variazioni anche tramite i collaboratori della parrocchia. Come diciamo in altra parte del giornale inizia con questo numero il 41° anno di pubblicazione del nostro periodico. È un bel record! In copertina è raffigurata la locandina della sacra immagine custodita dalla omonima Società del Gesù Morto. Dalla fine di febbraio potrà essere rinnovata l’iscrizione dai festieri.

l'editoriale di enzo papi

Tabula rasa Vedo ancora emmedipì che sputa fumo dalle narici e vomita fuoco dalla bocca: non gli ho inviato il pezzo nei tempi stabiliti dalle regole tipografiche! Ma la mia spedizione a Lisbona non è stata inutile e mi offre l’occasione per questo editoriale. Dunque ecco le riflessioni che il giro in Portogallo mi ha suggerito. 1755: la città di Lisbona viene quasi rasa al suolo da un tremendo terremoto; per il potente ministro del re, il marchese di Pombal, massone dichiarato e ideologo di grande rigidità, si offre un’occasione molto ghiotta: disegnare nella tabula rasa provocata dal terremoto una città nuova, più lineare, più razionale, più ordinata, una vera e propria città ideale frutto di una utopia laica ed anticristiana. Così sono nati la Piazza del Commercio e il quartiere della Baixa: un bello scenario, la prima, che si affaccia sull’estuario del Tago e una città, alle sue spalle, città dove le strade si incrociano perpendicolarmente, in modo ordinatissimo e geometrico. Niente chiesa -è il nemico da battere-; niente barocco -è la cultura dei Gesuiti-; anzi, via anche i Gesuiti che così, 4 anni dopo, nel 1759, vengono espulsi dal Portogallo. Questo è il punto: se si vuol vedere una città europea che ancora, nei suoi monumenti e nella sua urbanistica, porta i segni e l’immagine di questo scontro apocalittico fra annuncio cristiano e mentalità laicista non c’è luogo più significativo di Lisbona. Andare alla ricerca dei segni di questa lotta è stato lo scopo del viaggio. È stato interessante, così, vedere in basso, in faccia all’estuario, la città nuova secolarizzata da Pombal e in alto, sui colli, come armate per un assedio ideale, le chiese-sentinella dei quartieri barocchi: a destra, sull’Alfama, la grandiosa Nossa Senhora da Grasa; a sinistra nel Chado la splendida chiesa di S. Roque, chiesa madre dei Gesuiti portoghesi. La lotta fra le due mentalità dura ancora oggi: davanti a S. Rocco una mano ignota ha graffito sulla parete di un cantiere, a caratteri enormi, la scritta Santa Mafia, con evidente allusione all’ordine sacerdotale che ancora vive nell’edificio e nel suo convento. Sono giorni da referendum, questi, in Portogallo: pro o contro la legalizzazione dell’aborto! Anghiari, Italia 2007. Non è difficile, anche da noi, vedere i segni della tabula rasa, del grande terremoto culturale che dura da decenni. Da tempo ormai i mass media, con le parole degli ideologi odierni -i maitre à penser che le cattedre universitarie prestano agli editoriali dei grandi giornali- e con quelle dei giornali scandalistici -che documentano stili di vita dissacrati e dissacranti attraverso gli esempi di uomini e donne-idolo-, diffondono come ovvi e normali comportamenti e modi di sentire che non sono né ovvi e, tanto meno, normali. I segni della nuova cultura, le emergenze artistiche che cominciano a crescere dal disastro della tabula rasa , si vedono già attraverso la televisione e i giornali; attraverso il chiasso che questi armano attorno a episodi come quello di Welby o quello dei Pacs. Lo scontro fra dissacrazione e annuncio cristiano nel vivo della quotidianità è ancora all’ordine del giorno e di grande urgenza. I Gesuiti, in Portogallo, hanno resistito all’offensiva di Pombal con la strategia dell’assedio; e sono tornati: Così i mensili come il nostro, il lavoro delle parrocchie innestate nella realtà delle nostre città e frazioni, dei gruppi di preghiera e dei gruppi ecclesiali che pongono la loro umanità nuova nelle scuole e negli ambienti di lavoro, sono tutti, come i Gesuiti di Lisbona, sentinelle che documentano la continuità e la radicale validità della presenza di Cristo in questo tempo di apparente eclissi del fatto cristiano. Apparente, perché i tempi della storia sono lunghi, molto lunghi. È bastato che Pombal cadesse in disgrazia perché il popolo della Baxia sfondasse un isolato della città laico-massonica per erigere anche lì la propria chiesa: è nata in questa maniera, come un segno desiderato e voluto, la chiesa parrocchiale di San Nicolau da Baxia. Per quanto tenace possa essere l’invadenza del laicismo, rimane una certezza evangelica: non prevalebunt, non vinceranno!

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XXXXI - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

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Ho deciso di scriverti... rubrica a cura di don Gianni Zanchi

Caro amico, il prossimo 21 febbraio inizia la Quaresima, il periodo segnato dalle altre pratiche di penitenza e carità in ricordo dei giorni trascorsi da Gesù nel deserto lottando contro Satana e vincendolo; i cristiani si preparano così a celebrare, con spirito rinnovato, la solenne Pasqua annuale. Questo nelle intenzioni, perché la realtà appare assai diversa: la Quaresima è ormai poco più che un ricordo, nella pratica e nelle motivazioni. È disertata, ad esempio, nella pratica dell’astinenza dalle carni: come segno di penitenza in onore della Passione del Salvatore è latitante nelle famiglie e nelle strutture sociali della ristorazione; mentre appare politicamente corretto adoperarsi affinché i musulmani non mangino carne di maiale vietata dalla loro religione, nessuno si preoccupa perché un buon cattolico il venerdì di Quaresima possa far colazione al bar o mangiare alla mensa senza infrangere il suo dovere di astinenza. Del resto, ai nostri giorni quasi tutti ritengono importante la dieta dimagrante, ma non danno alcun valore al digiuno per motivi religiosi (e, infatti, le passioni sregolate la fanno da padroni nei giovani e nei vecchi). Per secoli la Quaresima è stata un esercizio di salutare penitenza coinvolgente la società nei suoi vari aspetti; oggi, non solo la rilevanza sociale della Quaresima è prossima allo zero, ma perfino l’austero simbolo di penitenza che le dà inizio ha perso molto del suo significato e del suo impegno: solo pochi si recano in chiesa il mercoledì per farsi cospargere il capo di cenere, ma poi il carnevale continua imperterrito anche la Domenica dopo (che sarebbe la Prima di Quaresima), magari per le vie del paese... Il carnevale è sempre piaciuto più della Quaresima, perché questa ultima vorrebbe aiutarci a metterci di fronte a Dio nella nostra vera realtà umana, il primo solletica invece la concupiscenza del divertimento (inteso nel senso pascaliano del termine: di – vertirsi, cioè distrarsi con i piaceri fino allo stordimento per non guardare in faccia la miseria della condizione umana bisognosa di redenzione). Oggi la mentalità dominante cerca di tenere in piedi un carnevale permanente e non aspetta certo il periodo fra l’Epifania e il Mercoledì delle Ceneri per dare la stura al divertimento fino alla trasgressione; ma ciò non toglie alcuni assurdi che segnalano la schizofrenia sociale in cui siamo immersi: ad esempio, in molte scuole è bandito ogni riferimento al Natale e alla Pasqua (per la ipocrita motivazione del rispetto della esigua minoranza di non battezzati, in realtà per scristianizzare definitivamente il Paese), figuriamoci se si parla ai bambini e ai ragazzi delle tradizioni della Quaresima; però la festa di carnevale a scuola non manca mai! Chissà se qualcuno spiegherà che anche il nome “carnevale” deriva da carne, vale = “saluto alla carne” che scompariva dalla mensa durante la Quaresima. Credo però che nelle scuole di ogni ordine e grado si senta accennare alla Quaresima solo quando si illustra diffusamente a bambini e ragazzi la pratica musulmana del ramadan, sostenendo oltretutto che le due pratiche religiose sarebbero del tutto simili (e quindi equivalenti, il che è una palese falsità). La Quaresima è disertata anche nelle sue motivazioni. Nacque nel IV secolo come periodo di purificazione spirituale per gli adulti che si preparano a diventare cristiani nella Pasqua seguente; come tale è ancora vissuta in quelle comunità cristiane che hanno dei catecumeni adulti. Si esprime così una grande verità: cristiani non si nasce, ma lo si diventa accogliendo degnamente il dono gratuito della salvezza divina e mantenendosi fedeli nei pensieri, nelle parole e nelle opere a tale dono. Ma oggi l’identità cristiana è minata all’interno della Chiesa stessa: tanti battezzati e cresimati non solo impostano apertamente la propria esistenza in contraddizione al Vangelo ma pretendono poi che i pastori della Chiesa benedicano tali scelte improprie e ci si scandalizza se questi ultimi si rifiutano di ammettere ai Sacramenti o alle esequie cristiane chi vive e muore in aperta contraddizione alla volontà di Dio; si vuole continuare ad essere cristiani (per puro tradizionalismo) ma senza alcuna fede. Invece, la Quaresima è una ottima occasione per tutti coloro che hanno fatto scelte di vita sbagliate, le vivono con disagio e desiderano ricominciare un itinerario di cambiamento di mentalità, sostenuti dalla misericordia di Dio che si manifesta attraverso la Chiesa. Fino al VII secolo è esistita per i peccati notori la disciplina della penitenza pubblica, da esercitarsi soprattutto in preparazione alla Pasqua; sono convinto, caro amico, che la Quaresima tornerà ad essere vera e attuale (almeno per i cristiani) se il sistema penitenziale ecclesiale tornerà a sua volta a rispondere alle reali esigenze dell’oggi; ma il passo preliminare è accettare che cristiani non si nasce, lo si diventa e che rimanere cristiani implica precise scelte di vita e di pensiero che ne escludono tassativamente altre. don Gianni

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Febbraio 2007

Mese di Marzo 2007

1° febbraio giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 2 febbraio venerdì - Presentazione di Gesù al Tempio. Candelora. Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione. 3 febbraio sabato - San Biagio vescovo e martire. La tradizione lo considera guaritore del male di gola. Vescovo di Sebaste in Armenia nel IV secolo subì la persecuzione di Licinio. 4 febbraio domenica– Domenica V del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 6 febbraio martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 10 febbraio sabato - Giornata del malato. Alle ore 16 Santa Messa nella chiesa di Propositura alla presenza dei malati di tutta la parrocchia. Al termine seguirà un momento di ristoro. 11 febbraio domenica – Domenica VI del Tempo Ordinario. Beata Vergine di Lourdes. Sante Messe secondo l’orario festivo. Nel 1858 la Vergine Maria è apparsa a Bernardette a Lourdes. 14 febbraio mercoledì - Ss Cirillo e Metodio, patroni d’Europa. Cirillo monaco e Metodio vescovo prepararono in lingua slava i testi liturgici, scritti con caratteri detti appunto “cirillici”. 15 febbraio giovedì - Madonna del Conforto. Ad Arezzo festa grande nella cattedrale. 18 febbraio domenica – Domenica VII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

1° marzo giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 2 marzo venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione. 4 marzo domenica – Domenica II di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo. 6 marzo martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 11 marzo domenica – Domenica III di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo. 18 marzo domenica – Domenica IV di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo. 19 marzo lunedì - San Giuseppe sposo della Vergine Maria. “Servo fedele e saggio! Il Signore gli ha affidato la sua famiglia” 25 marzo domenica – Domenica V di Quaresima. Annunciazione del Signore, spostata al giorno seguente. Sante Messe secondo l’orario festivo.

Ave Maria Da alcuni mesi, all’imprecisata ora del cumbrugliume, che sarebbe l’ora del vespro, i più attenti si sono accorti che le campane della Propositura intonano la bella laude alla Madonna “È l’ora che pia”, conosciuta anche come l’Ave Maria di Lourdes. Da ottobre, cioè da quando le campane segnano l’Ave Maria, sono giunti in parrocchia numerosi apprezzamenti. Grazie al un nuovo programma elettronico delle campane è infatti possibile far suonare alle campane diverse melodie. Anche nei giorni di Natale, ad esempio, il mezzogiorno era annunciato da una particolare melodia a festa. L’intenzione è quella di segnalare i tempi di festa con suoni diversi e adeguati, come succedeva già una volta quando le campane erano suonate a mano.

Inizia il Tempo di Quaresima (40 giorni) Tutti i venerdì di Quaresima alle ore 17, 30 in Propositura ad Anghiari alle ore 16 nella chiesa di Tavernelle, pia pratica della Via Crucis. 21 febbraio mercoledì - LE CENERI Alle ore 18 nella chiesa di Propositura in Anghiari e alle ore 21 nella chiesa di Tavernelle, siamo tutti invitati alla S. Messa durante la quale potremo ricevere, quale gesto simbolico di penitenza, l’applicazione delle ceneri. 22 febbraio giovedì - Santa Margherita da Cortona - Cattedra di San Pietro apostolo. 25 febbraio domenica – Domenica I di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo.

sabato 10 febbraio 2007

GIORNATA DEL MALATO in Propositura alle ore 16 S. Messa e unzione dei malati 4


SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Il Crocifisso del Cimabue

Ore 8,00 Ore 8,30 Ore 9,00 Ore 9,30 Ore 10,00 Ore 11,00

Sta per arrivare nella nostra Parrocchia il Crocifisso (copia di quello del Cimabue di Arezzo) che il Vescovo ha consegnato ai giovani perché fosse portato per tutta la Diocesi.

Ore 11,30 Ore 12,00 Ore 15,30 Ore 16,00 Ore 18,00

Sarà ad Anghiari dal 2 al 9 febbraio, e un invito particolare è rivolto ai giovani. Primo appuntamento il 2 febbraio alle 21 presso l'Oratorio di Anghiari.

-PIEVE DI MICCIANO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -CENACOLO DI MONTAUTO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -VALEALLE -TAVERNELLE -VIAIO -TOPPOLE -TUBBIANO -PONTE ALLA PIERA -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8,30 S. Maria della Pace Le Ville Ore 8,45 San Michele Arc.lo a Padonchia Ore 10,00 CHIESA della Madonna Bella Pocaia Ore 11,00 S. Maria della Pace Le Ville Ore 11,15 San Simeone profeta a Monterchi Ore 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Venerdì 2 febbraio 2007 Presentazione di Gesù al Tempio

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

Candelora A Tavernelle alle ore 16 e in Propositura alle ore 18, benedizione delle candele.

Ragazzi III media

"Gesù è luce per illuminare le genti". La proposta per i ragazzi di terza media continua ogni mercoledì all’Oratorio. Il ritrovo è dalle ore 16 in poi per studiare e fare i compiti. Poi facciamo un po’ di pausa e merenda e alle 18,30 la conclusione della giornata con l’incontro fino alle 19.

Sabato 3 febbraio

San Biagio In questo giorno dedicato al santo vescovo e martire di Sebaste verrà rinnovata la benedizione della gola durante la celebrazione eucaristica.

A Tavernelle alle ore 16 e ad Anghiari alle ore 18. A Valealle invece verrà celebrata domenica

Linda e Alessandro

4 febbraio alle ore 11.

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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo * Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

digitalfotoEmmedipì

Anno nuovo, vita nuova

Auguri Chiara

di Sergio Lombardi Un altro anno è passato ed il bilancio dello stesso è positivo al 50% per cui si spera che nell’anno in corso questa percentuale aumenti sensibilmente. È ovvio che affinché si verifichi la suddetta opportunità, bisogna sperare che diminuisca sensibilmente l’ipocrisia e l’opportunismo delle persone e che si affermi il senso di responsabilità. Inoltre occorre che il tutto sia legato ad un progetto di serietà finalizzato ad una concretezza di intenti. Spero che questo 2007 sia privo di bla, bla, di abuso di potere, di arrivismo ma soprattutto di spersonalizzazione dovuta alla messa in atto di espedienti caratterizzati dalla scarsezza morale ed indisciplina esistenziale. Comunque le festività sono finite e per quello che riguarda Anghiari non vedo cambiamenti ma sono i primi giorni, è possibile che il nuovo anno si appresti a partire alla grande. È risaputo che l’ottimismo è il sale della vita, ma considerando la situazione concreta si oscura la vallata quindi occorre sperare in un intervento sovrannaturale e solo allora potremo avere un 2007 migliore. In definitiva si deve riconoscere che Dio volendo siamo arrivati a vedere il 2007 e se così ha voluto non l’ha fatto certo per abbandonarci per cui è chiara la Sua Volontà di aiutarci!!

Il 27 settembre 2006, presso l’università degli studi di Siena, facoltà di Scienze dell’Educazione e Formazione (sede di Arezzo), si è laureata con la votazione di 106/110 Chiara Natalini, con la tesi intitolata “L’autostima”. Relatore prof. G. Gocci, controrelatore P. De Domini. A Chiara gli auguri dai familiari, dagli amici e dalla Redazione.

Dalle stalle... Però per il Gattaponi il modo di dire va modificato così: dalle impalcature ai palchi. Sì perché, mentre il suo ambiente usuale sono le impalcature e i ponteggi, in occasione della annuale festa che coinvolge Anghiari vecchio abbiamo potuto vederlo sotto una nuova luce. E infatti il nostro amico, in occasione della festa della Madonna di Loreto, impersonava un importante personaggio amato da tutti noi: Papa Giovanni Paolo II. Da sopra un ballatoio faceva bella mostra di sé rimanendo impassibile e concentrato durante tutto il passaggio della processione.

Io vedo il Pratomagno parte seconda Durante la convivenza dei ragazzi delle Superiori a Larniano, i partecipanti anghiaresi, assieme agli altri si sono recati a piedi in cima al Pratomagno. Da lassù, grazie alla giornata limpidissima (e, naturalmente, al forte vento che spazzava via le nuvole) si dominava un panorama stupendo: dal Sasso di Simone al monte Amiata, e poi Firenze, le Alpi Apuane, e perfino il mare Tirreno. Allora ci siamo ricordati che alcuni mesi fa un articolo dell’Oratorio chiedeva ai lettori di scoprire il punto di Anghiari da dove si riusciva a vedere l’alto monte del Casentino. Così i nostri amici anghiaresi (che sono Mirko, Jacopo e Leonardo) hanno provato in tutti i modi a risolvere il quesito in senso inverso, cioè riuscire a vedere Anghiari dalla cima del Pratomagno. Purtroppo la direzione di Anghiari coincideva con quella del sole e quindi il gioco di luci e ombre non ha permesso di individuare chiaramente Anghiari. L’occasione è però servita per scattare una foto in questa bella giornata in cui, a margine dell’esperienza vissuta dai ragazzi a Larniano, si è voluto ancora una volta scoprire nuovi volti del nostro Anghiari.

Anghiari paese del mezzogiorno di Clèto

Il titolo non deriva dal fatto che siamo un popolo del sud ma perché da noi il mezzogiorno, la metà della giornata, dura più a lungo che altrove. Certo non si chiede che fra gli orologi della parrocchia e il campano comunale ci sia una concordanza assoluta (ricordate Peppone e don Camillo) ma un po’ di vicinanza sì. E allora bisogna che il Campano si dia da fare. Infatti oggi era mezzogiorno e un quarto quando ha deciso di suonare il mezzogiorno!

Sto invecchiando di Clèto

Me ne sono accorto quando ho saputo della inaugurazione della via delle mura di sotto. E bella che Celestino, socio maggioritario di quella strada, avrebbe potuto anche farmi un fischio. E così mi sono perso anche il rinfresco che penso sarà seguito alla cerimonia ufficiale.

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Nel punto esatto indicato dalla freccia si trova Anghiari visto dalla cima più alta del Pratomagno. Sono inoltre raffigurati Iacopo, Mirco e Leonardo. Foto Alebì

Offerte per la parrocchia La famiglia Merendelli ha offerto la somma di 200 euro in memoria di Virus. Mentre ringraziamo la famiglia per questo gesto generoso comunichiamo che la somma verrà utilizzata per le opere parrocchiali.


...il Palterre

Il semaforo alla Croce

Grazie Fabiano

di Franco Rumori

Con queste brevi annotazioni la parrocchia di Anghiari ringrazia Fabiano Giabbanelli che per diverso tempo ha curato l’apertura e la chiusura dell’antica chiesa di Badia. Ora ha dovuto rinunciare a questo incarico ma notevole è stato il suo impegno per il restauro dell’organo del Feligiotti. Egli ha fatto sì che con la raccolta di una parte dei denari necessari, tutta l’operazione restauro potesse partire. Nei prossimi mesi, probabilmente a maggio, si procederà alla inaugurazione di questo antico organo con un concerto.

Ho partecipato a tutti gli incontri organizzati dalla nostra Amministrazione Comunale e dalla Provincia di Arezzo per illustrare le soluzioni per mettere in sicurezza le strade del paese e del circondario. Durante l’ultimo del 19 ottobre u.s, Paola Gamberonci, anche a nome di alcuni abitanti della Croce, ha manifestato il suo dissenso verso il semaforo, leggendo il documento che avete pubblicato nel numero 6 di Dicembre 2006 e Gennaio 2007. Nella circostanza, dopo aver preso atto delle argomentazioni tutt’altro che trascurabili, prodotte da Paola e dai suoi amici, mi sono permesso di offrire alla loro attenzione, e a quella di tutti i presenti (la gran parte dei quali mi ha poi manifestato di condividerle), le motivazioni che mi avevano invece indotto ad approvare la decisione di installare il semaforo, ritenuta dai tecnici del nostro Comune e da quelli della Provincia, l’unica soluzione fattibile e percorribile per mettere in sicurezza questo importante incrocio. Nella Via del Carmine, a seguito della considerevole urbanizzazione che ha riguardato tutto il territorio compreso tra la Pineta e l’acquedotto, il traffico (pedonale, ciclistico e motorizzato) è enormemente aumentato e lo snodo rappresentato dall’incrocio è diventato sempre più disagevole e pericoloso anche a causa della velocità con cui viene transitato dai veicoli che percorrono nei due sensi la Via Libbia. L’attraversamento dell’incrocio, provenendo da Via del Carmine e, soprattutto, dal Campo alla Fiera, rappresenta sempre un’avventura, con pericoli rilevanti per tutti e per i pedoni in modo particolare. Non c’è dubbio che l’installazione del semaforo risolva in modo egregio questa importante problematica rappresentando una considerevole e adeguata prevenzione. Il fatto che non siano avvenuti finora incidenti gravi non ci esime dall’operare perché non si verifichino nemmeno in futuro. II divieto di transito nella Via Libbia da parte dei mezzi pesanti, diventato ormai definitivamente operativo, e la chiusura della “bretella” (e la sua destinazione a parcheggio), che la maggior parte di coloro che provengono da Arezzo, utilizza per immettersi direttamente nella ”Ritta”, che è diventata la ”scorciatoia” della Via Nuova, garantiranno agli abitanti della Croce, e a tutti coloro che vorranno beneficiarne, di continuare a godere del Giardinetto. II semaforo della Stazione, chiamato a regolare un traffico non inferiore a quello della Croce, ha dimostrato che anche la preoccupazione delle code dovrebbe essere considerata superata. Stiamo diventando sempre più coscienti, seppure con tanta e ingiustificabile lentezza, dell’importanza della qualità dell’ambiente in cui viviamo e della necessita che ognuno porti il suo contributo per migliorarla e preservarla per le generazioni che verranno. Pur accompagnato da questa consapevolezza ho manifestato a Paola e ai presenti la convinzione che l’abbattimento di una pianta possa rappresentare un prezzo da accettare per proteggere maggiormente la vita dei cittadini.

La vignetta di Scacciapensieri:

Semafori abbondanti di Clèto

Dopo il semaforo intelligente di Santo Stefano e quello in contestazione della Croce, due nuovi semafori si sono affacciati all’orizzonte del nostro tranquillo paese fra la fine del vecchio e l'inizio del nuovo anno. Uno l’ho potuto vedere all’Infrantoio e lo chiamerò il semaforo dei desideri. È stato realizzato (penso in modo scherzoso) come strenna natalizia ed è posto all’inizio della strettoia che venendo dal cimitero conduce verso le Strosce o verso la Portaccia. Lo scopo, se ho capito bene, dovrebbe essere quello di segnalare la pericolosità di quel tratto di strada. Un altro, che chiamerei provvisorio (e infatti lo è a tutti gli effetti), è stato posto verso il giardinetto e si è reso necessario per i lavori che hanno preso il via per la realizzazione del marciapiede della Via Nova. E così i semafori cominciano a fiorire nel Nostro Caro e Vecchio Anghiari.

Festa della Toscana?

Questi genitori, mai contenti!

di Clèto

Giovedì 30 novembre doveva essere la Festa della Toscana. E infatti le scuole hanno fatto festa! Ma almeno un segno della festa io non l’ho visto. Nei giorni successivi sono state organizzate sì delle iniziative, ma nel giorno della festa "gnente". Bastava organizzare qualcosa per i ragazzi magari un semplice gioco con le baciuccole in piazza, qualcosa che dicesse del giorno festivo. Nemmeno un suono di campane ha distolto le colombe dalle loro quotidiane attività, niente! Ma allora sono stati più bravi quelli di Galbino che per il 30 novembre dal 1141 festeggiano sant’Andrea a cui la parrocchia è dedicata. Loro, nel giorno preciso della ricorrenza, hanno organizzato le celebrazioni religiose nella collinare chiesa che prima del 1520 era diocesi di Castello e poi si sono dati appuntamento presso il centro Famiglia. Qui una cena ha coinvolto tutti i capifamiglia della anghiarese frazione collocata lungo l’itinerario della via per il Chiavaretto.

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTE di don Quinto Giorgini

La Pieve di S. Maria Annunziata alla Sovara III puntata

Il detto “morto un papa, se ne fa un altro” nei secoli passati si poteva ripetere anche per ogni vescovo e persino per ogni parroco. Oggi non più. La scarsità delle vocazioni sacerdotali fa sì che un parroco sia titolare di più parrocchie e che molte di queste rimangano senza titolare residente con disappunto del popolo cristiano. Per la Pieve di Sovara il suddetto proverbio si è realizzato finora, infatti per almeno un millennio si può riscontrare che morto o trasferito un pievano, ne veniva subito nominato un altro, fin dal lontano 1141, quando era titolare il pievano Umberto, per giungere al 2007, dove troviamo titolare, da oltre 40 anni don Romano Manfredi, provvidenzialmente regnante. Dal libro più volte citato sulla Pieve di Sovara di G. Franceschini, a pagina 77, riportiamo nel riquadro a destra l'elenco di 27 pievani e 10 economi spirituali. Gli antichi pievani di Sovara ed i rettori delle varie chiese della valle omonima, come abbiamo già detto, dipendevano spiritualmente dal Vescovo tifernate e risentirono inoltre l’influsso dell’ordine camaldolese che aveva in Valtiberina monasteri e vari possedimenti. Erano anche condizionati da molteplici interventi dei patroni laici locali, sotto la giurisdizione dei Tarlati da Pietramala fin dagli inizi del XIII sec. che fecero sentire il proprio peso attraverso Bartolomeo Tarlati signore dei castelli di Toppole e di Valialle, al riparo della potenza del duca di Milano. Nel 1384 i fiorentini comprarono Arezzo e la potenza dei Tarlati ricevette un colpo mortale. Con la vittoria fiorentina della Battaglia d’Anghiari (29 giugno 1440) sull’esercito del duca di Milano, comandato da Niccolò Piccinino, finiva per sempre la speranza dei Tarlati e subentrava il dominio fiorentino per cui la Pieve di Sovara venne ad essere di giuspatronato “ dei magnifici capitani di parte della Città di Fiorenza”. Sotto l’ormai incontrastato dominio fiorentino, venne introdotto il nefasto istituto della “commenda”, per cui anche la Pieve di Sovara conobbe una serie di pievani commendatari, che ne sfruttavano i frutti della ricca prebenda, incaricando del servizio religioso quotidiano qualche prete bisognoso a cui veniva dato un compenso più o meno misero. Della maggioranza dei pievani che ressero questa Pieve nei primi tre secoli del secondo millennio cristiano non conosciamo neppure il nome, eccetto dei primi quattro sopraccitati. Essi dovevano essere per lo più cadetti di famiglie di nobiltà rurale. Abbiamo già accennato al pievano don Simeone Ducci dei nobili di Catenaia che resse questa Pieve per oltre 25 anni, ristrutturandola profondamente tra gli anni 1469 e 1480. Don Simeone, nella sua qualità di capo-piviere il 20 luglio del 1460, accompagnato dai parroci don Domenico di S. Salvatore, don Pietro di S. Lorenzo a Sorci e don Cristoforo di Toppole, andò incontro al nuovo Vescovo di Città di Castello, Giovanni, prelato domestico di Pio II. Morto il pievano Ducci, nel 1484, la Pieve di Sovara, la cui prebenda rendeva 150 fiorini l’anno, fu data in commenda nel giugno dello stesso anno, dal governo fiorentino, al giovanissimo canonico Giovanni de’ Medici, che ne fu titolare fino al 1487 e che poi diventò cardinale e papa col nome di Leone X. Con la bolla del 22 settembre 1515 eresse la nuova Diocesi di Borgo San Sepolcro, annettendovi anche la sua Pieve di Sovara che fino ad allora aveva fatto parte, per

Elenco dei 27 pievani e 10 economi spirituali della Pieve di Sovara riportati in ordine cronologico Umberto (1141 - ? ) Capitaneo (1208 – 1223?) Giacomo (1223 – 1255?) Nerazio (1255 – 1291 ) Andrea (1292 – 1311?) Simeone Ducci (1458? – 1484) Giovanni dei Medici (1484 – 1487 ) Bernardo Michelozzi (1487 – 1491 ) Lorenzo Serristori (1491 – 1518 ) Leonardo de’ Nobili (1519 - ? ) Girolamo Fasolas (1525? – 1567) Scipione Ruffi di Anghiari (1567 – 1617 ) Alessandro Marzi (1617 – 1632 ) Giovan Battista Fossombroni di Arezzo (1632 – 1642 ) Bartolomeo Testi di Anghiari (1654 – 1655 ) Gaudenzio Morgalanti economo spirituale Bruto Mazzoni (1655 – 1692 ) Carlo Rassinucci economo spirituale Anton Maria Franceschini (1692 – 1730 ) Francesco Guiducci economo spirituale Agostino Vallensi (1730 – 1754 ) Santi Nicolucci economo spirituale Michelangelo Orlandini (1755 – 1769 ) Santi Nicolucci economo spirituale Bartolomeo Ligi (1769 – 1791 ) Lorenzo Guiducci economo spirituale Pietro Antonio Franceschini (1791 – 1816 ) Giulio Boninsegni economo spirituale Giuseppe Ducci di Sansepolcro (1816 – 1833 ) Francesco Mazzotti di Galeata (1834 – 1878 ) David Zelli di Arezzo (1878 – 1905 ) Giuseppe Chimenti economo spirituale Antonio Buitoni (1906 – 1936 ) Gerico Babini economo spirituale Fausto Anatrini (1941 – 1951 ) Virgilio mons. Borghesi economo spirituale Romano Manfredi di S. Sofia di R. (1960 – ) attuale titolare

almeno mille anni, della Diocesi tifernate. I quattro successori di Giovanni de’ Medici erano anch’essi di origine fiorentina e semplicemente titolari della Pieve che in realtà veniva officiata da cappellani scelti, delegati e ricompensati dal titolare. Il 9 luglio del 1583 anche la Pieve di Sovara ebbe la visita apostolica da parte di mons. A. Peruzzi e vi troviamo pievano un certo don Scipione Ruffi di Anghiari, che reggerà la Pieve per cinquant’anni, cioè dal 1567 al 1617. Era dottore in ambedue le leggi. Aveva una prebenda piuttosto ricca, specialmente se confrontata con quella delle altre chiese viciniori: il suo reddito era di 200 staia di grano e 40 barili di vino. Così riassume e commenta il verbale di questa visita apostolica lo storico don Ercole Agnoletti alle pagine 50-51 del suo volume, “Viaggio

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...le nostre chiese portato in processione ai malati gravi, a cui si doveva raccomandare l’anima al Signore per un congruo tempo e non abbandonarli fintanto che non erano spirati. Il Visitatore passa alla visita degli altari: 1) Il maggiore risulta munito del necessario per celebrare, eccetto la croce e il baldacchino, cui si dovrà provvedere. 2) L’altare di S. Lucia, molto venerata dal popolo che ne fa celebrare la festa, lo trova piccolo, con candelieri indecorosi, senza paleotto. Ne avevano cura alcune donne. Nel giorno della festa venivano celebrate numerose messe di cui una cantata. Inoltre dà opportune istruzioni circa un altare portatile. 3) L’altare del Crocifisso risulta indecente, piccolo e quasi spoglio. – Come mai si trova in questo stato? - chiede il visitatore. – Sa monsignore, esso è qui più per simmetria che per necessità. Infatti non vi si dice mai la Messa! – risponde il pievano. – Va bene! Ormai che c’è rimanga pure, ma non celebratevi mai la Messa sotto pena di sospensione! Vicino all’altar maggiore c’era un bell’armadio. Da ciò il visitatore deduce che la chiesa non ha la sacrestia. Fattolo aprire vi trova due pianete decenti, due tonacelle e un camice. – Tutto qui? – Sì monsignore! – Acquisti prima possibile una pianeta di seta bianca, un’altra nera, due camici di lino e faccia riparare il calice. – conclude mons. Peruzzi. Sembra al pievano che il grosso della tempesta sia ormai passato e sta pensando che se la sta cavando meno male di quanto pensava, quando si sente chiamare per nome: - Signor Scipione! Quanto prima faccia costruire una sacrestia con il lavello, l’inginocchiatoio, l’armadio e tutto quanto richiesto dai decreti generali conciliari. Ha inteso? – Il pievano piega la testa senza rispondere. Monsignore prima di uscire dà uno sguardo generale allo stabile. – Sembra in buono stato – dice a voce alta – il tetto mi pare abbia bisogno di una ripassatina. Signor pievano, faccia costruire inoltre un bel confessionale, con tutte le particolarità volute dal Concilio, cioè l’affissione della bolla “in Coena Domini” e il crocifisso di fronte al penitente, nonché l’elenco dei casi riservati al Vescovo... Esce per entrare in canonica:- Una buona casa! - esclama monsignore. Risponde sommessamente il povero don Scipione: - Io non vi abito “propter gravissimas inimicitias”, non ho il coraggio di abitare in una casa così isolata e da solo. C’è gente che mi odia, monsignore! Io abito a Sansepolcro e anche lì sono sempre in pericolo di rimetterci la vita. Il Vescovo del Borgo lo sa e mi ha dato la licenza di lasciare qui un cappellano al quale offro un compenso di 45 staia di grano perché faccia tutto quello che occorre. Monsignor Peruzzi guarda in faccia don Scipione ma non vi può scorgere nulla del dramma di quella vita. Il pievano sta a capo chino e non aggiunge altro. Monsignore rispetta quel segreto e fa ritorno ad Anghiari.” Nonostante le inimicizie dichiarate, don Scipione vivrà altri 34 anni! Erano del tutto vere? Infatti lo troviamo ancora pievano di Sovara nella visita successiva del 1593. Il Vescovo gli ordina di togliere dall’altar maggiore l’immagine della Beata Vergine Maria per riportarla nel suo luogo primitivo, le statue e altre immagini, per far posto ad una icona. Gli comanda inoltre di acquistare due campane, una di 100 ed un’altra di 200 libbre. Gli abitanti ammessi alla comunione erano 110. Nel frattempo, alle suddette entrate della prebenda della chiesa, si erano aggiunte altre provenienti dall’unione con quelle di Santa Maria di Casale e dei S.S. Angelo e Marino, che ammontavano a 10 staia di grano, dall’affitto di altri beni, 65 staia di grano, a cui dovevano essere aggiunti il valore della coltivazione di tre o quattromila piante di glasto (=guado?).

per le valli Altotiberine Toscane”, ed. Arti Grafiche di Cerbara, 1980: “Nella penombra della navata brilla una lampada ad olio davanti al SS.mo ed il visitatore, dopo essersi inginocchiato, si alza per esaminare il tabernacolo ligneo, che all’interno trova non foderato di seta rossa, per cui ordina di provvedere e comanda inoltre di indorare la piccola chiave e di acquistare una patena e una pisside di rame, dorata dentro e fuori, con relativo coperchio e piede, per amministrare la S. Comunione al popolo e conservare permanentemente il SS. Sacramento. La comunione ai malati veniva portata in forma privata e con un calice. Non veniva eseguita la processione eucaristica la prima domenica del mese, non veniva insegnata la dottrina cristiana ai ragazzi né il Vangelo al popolo. – Si comincia male! Ma le norme conciliari le ha mai lette costui? – sta brontolando tra sé il visitatore mentre continua la visita. Il fonte battesimale è in pietra con ornamenti in marmo, bello indubbiamente, ma non protetto da una balaustra in pietra e non coperto dalla piramide di legno in noce che dovrà essere rivestita di un conopeo di color verde. Poi rivolto al pievano, il visitatore chiede: - Quando viene portato un bambino al battesimo, lei chiede se è stato già battezzato in casa per necessità? – Sì monsignore, lo chiedo sempre – risponde il pievano. – E se viene a sapere che l’ostetrica lo ha fatto validamente, lei come si comporta? – Lo ribattezzo di nuovo, perché… - sta rispondendo D. Scipione, ma viene interrotto: - No, assolutamente, no! Se è stato battezzato bene è già battezzato e il bambino non ha bisogno d’altro se non di ciò che completa il rito. Ha capito? – Ho capito, monsignore! – dice il pievano. Monsignore continua: - Piuttosto procuri una bacinella da tenere sotto la bocca del bambino se per caso rigettasse qualche cosa. L’acqua battesimale va mutata ogni anno versandola nell’apposito sacrario. Inoltre il Visitatore ordina di procurare il libro dei battezzati e quello dei matrimoni, che dovranno sempre essere celebrati in chiesa, secondo le disposizioni del concilio di Trento. Il vasetto dell’olio degli infermi era custodito in una bella custodia di seta, però il sacerdote doveva amministrarlo rivestito di cotta e stola e

Pieve di Sovara: la tribuna e il campanile (dall'estratto della Società di Studi Medievali, Mario Salmi, La pieve di Sovara, 1966)

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Una donna al frantoio??!!

cronache dai Renicci

VITA DA CHÈNI

Ho sempre amato la campagna ed i suoi frutti e quest’anno ho avuto modo, per una serie di circostanze, di vivere in prima persona le varie fasi della produzione dell’olio. Un autunno fin troppo benevolo ha reso piacevole la raccolta delle olive nei dolci declivi del Carmine e la loro sistemazione sui tavolati; l’appuntamento al frantoio poi, nella tarda serata, mi ha dato l’opportunità di seguire in diretta la frantumazione delle olive, la distribuzione della pasta sugli “stuoini”, la spremitura dello scuro liquido iniziale che non fa pensare al caldo calore dell’oro, la centrifugazione per separare l’acqua dall’olio. Ho toccato con mano quanto lavoro e sacrificio si richiedono al coltivatore per ottenere un buon prodotto, ho ammirato l’abilità e la destrezza degli operai che manovrano i vari ingranaggi, ho apprezzato la cordialità dei gestori del frantoio, ho assaggiato con gusto l’olio appena spillato: quest’anno aveva per me un sapore più intenso e genuino. Erano le prime ore del mattino quando, con Mario, sono uscita da Ravagni con il nostro olio nuovo, ma la stanchezza non si faceva sentire, semmai un entusiasmo fanciullesco che non mi ha messo in imbarazzo per essere stata l’unica donna presente e partecipe ai “lavori”.

a cura del cane Pippo

Rosco, “amico per la coda” Anno novo, collare novo! È el mi’ terzo collare, che degià n’ho fatto fora dua! El primo era ‘na fascetta de lèna a l’uncinetto (robba da vergognasse, ma i mi’ padroni aìon paura che me facesse mèle al collo!); el secondo, de coio, m’ha durèto tre mesi e pu’ l’ho sdilembèto tutto e non chinìa più, cusì l’ho perso! La befèna (!) me n’ha porto uno novo, cul gancio pel guinzaglio… A voialtri el guinzaglio podarebbe fe’ pensère a ‘na cosa brutta, ma a mè me pièci, perché vol di’ che se va a spasso! De le volte, presempio, la mi’ padrona me porta a caminère pe’ la via vicinèle de Mutèle, quela che dala via nova porta a Rinicci. Prima me ci portèa lei, ch’aìo poca forza…pu’, piano piano, ho angumincèto a crescere e mo’ ci la porto io, a spasso; e gni do certi traventoni quande ‘n se l’aspetta, che me diverti ‘n frighìo! Passeggiando ‘nverso la bottega e ‘nverso el Tevere, na sera ‘ncontrette Rosco, un bastardino abandonèto che vinìa dal Borgo (ora s’è acasèto’qui, ntur ‘na famiglia che lu tengon cume ‘na rosa al nèso!). Se vidìa subbito che sapìa el fatto suo… e io angumincette a guardallo cun simpatia e a cerchè’ de facci amicizia: gni dèo l’azzichetto, e lu’ me fuggìa ghietro; saltèo ‘l fosso e subbito el saltèa anche lu’… solo che Rosco era sciolto e io ero leghèto al guinzaglio e da l’altra parte c’era la mi’ padrona: certe comiche! ‘N giorno ci se misse d’acordo che la sera sarebbe vinuto a trovamme al mi’ ricinto, che ci aìa d’ansegnamme cume se fa a stère al mondo. Arivò a buio e me disse, a la borghese: “Che fì? Vu’ venì a fì’ ‘n giro?” “’N giro? E cume se fa? El cancello è chiuso!” “’N fì’ ‘l somaro: pègli la rincorsa, salti ‘nsula coccia, arpegli l’aire, fì’ ‘n salto sopra la rete e pu…via! Ci l’ì el coragio?” “Ch’è ditto? Si ciò ‘l coraggio? Io?... Mì’!!!” (e feci cume m’aìa ditto; ero libero! Vulìo fère el grande, ma le gambe me tremèon cume foglie, che ‘n sapìo quel che pudìa succedere). Quella fu ‘na nottèta che fin che campo un me ne scordo: se fuggìa a traverso ai campi, a Gambaréa, a Rimaggio, ai Maglioli, a Catorcio…s’arivò anche a Viéo e al Tevere! ‘Na corsa, ‘na baruffa, du’ capriole, ‘na galoppèta…e pu’ ci s’arposèva e Rosco m’arconteva le su’ avventure d’amore e de caccia…e de cume se devi fère quela cosa e quel’altra…e che bisogna puntère quande se senti el sito del salvètico… “Puntère? Boh! Ma quante ne sé, tu, Rosco!!! …Ma, dimme, cume se fa a puntère?” “Mì’!” me disse…e me feci piglière ‘n colpo: arpenso che s’era arivi Albièno, supper lu stradone, e lu’ me se fermò mmezz’a la via cume ‘na statua, cur ‘na gamba alzèta, una pieghèta, el muso ‘ntirizzito avanti e la coda ‘ntirizzita ‘nghietro, la trippa bassa e i priciutti alzèti! “Rosco! Ma che fè? Stè mèle? Che t’ha tocco, ‘na paralisi?” Lu’ feci ‘na risatina, se girò e scrollò la testa: “ Quante cose c’ì da ‘mparare! Questa è la puntata, el mi’ coco! Cusì se fa per fì’ vedé’ al padrone che c’è ‘l fagiano! E tu, biscarino, arpensa che sì’ ‘n can da cacia e no ‘n can da cacio!!! I padroni ‘n te governon mica perché sì’ belo!” E cusì me vinne qualche pinsieri ‘n più! “Sarà meglio ch’ampèri a fère ‘sta puntèta, si ‘n vo che m’arportono a Montone!” Da alora, tutte le notte, quande ‘n me vedi nissuno, faccio ‘n’oretta de gennastica, per abituamme a puntère: testa avanti, coda ‘nghietro, gamba alzèta, fermo e blocchèto…sperèmo che un me vegga nissuno, sinnò me piglion per matto!!! Ve saluto che ‘gna che vèda a’rlenamme!!! Ciao! El vostro Pippo

Marida

Il cartello* di Maria Pia Fabiani

L’inglese non lo so, non l’ho studiato. Ma durante la guerra, bene o male, bisognava talvolta farsi capire dai “liberatori”. La mia mamma era un asso nel ricamo, ma in mezzo a bombe e a tessere annonarie quante difficoltà! Davvero troppe! E al posto dei ricami nei vestiti fiorivano le toppe. Per guadagnar qualcosa ebbi un’idea: leggendo attenta in un vocabolario, scrissi in un bel cartello: “WASHING AND STRECTCHING” (qui si lava e si stira) fidando negli inglesi militari e nelle loro entrate generose. Ma passarono invano giorni e mesi e alla fine finirono gl’inglesi! Levai il cartello inutile e poi seppi ch’era follia sperare in quella pacchia perché nel mio cartello c’era scritto in inglese: “SI LAVA E SI STIRACCHIA”. *La poesia è tratta dal Libro di Maria Pia: La vita invita A destra uno dei pochi momenti simpatici della guerra quando un soldato inglese sta imparando a rammendare un calzino.

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LA PAGINA DELLA CARITAS Una storia per pensare - a cura di Laura Taddei

Il granellino Ero andato mendicando di uscio in uscio lungo il sentiero del villaggio, quando in lontananza mi apparve il Tuo aureo cocchio, simile a un sogno meraviglioso. Mi domandai: chi sarà mai questo Re di tutti i re? Crebbero le mie speranze, e pensai che i giorni tristi sarebbero ormai finiti; stetti ad attendere che l’elemosina mi fosse data senza doverla chiedere, e che le ricchezze venissero sparse ovunque nella polvere. Il cocchio mi si fermò accanto; il Tuo sguardo cadde su di me, e Tu scendesti con un sorriso. Sentivo che era giunto alfine il momento supremo della mia vita. Ma Tu, ad un tratto, mi stendesti la mano dicendomi: “Che cosa hai da darmi?” Ah, quale gesto veramente regale fu quello di stendere la Tua palma per chiedere l’elemosina ad un povero! Esitante e confuso, trassi lentamente dalla mia bisaccia un acino di grano e Te lo porsi. Ma quale non fu la mia sorpresa quando, sul finire del giorno, vuotai a terra la mia bisaccia e trovai nell’esiguo mucchietto di acini, un granellino d’oro! Piansi amaramente per non aver avuto cuore di darti tutto quello che possedevo... Alla fine della nostra vita scopriremo con stupore di essere ricchi solo di tutto ciò che abbiamo donato.

Domenica 22 ottobre 2006 è stata celebrata in tutta la Chiesa la ottantesima Giornata Missionaria mondiale con il tema: “La carità, anima della missione.” Anche nelle nostre parrocchie si sono susseguite numerose iniziative con grande partecipazione dei fedeli. Il Papa ha inviato per l’occasione il suo messaggio a tutti i cristiani, incentrato ancora sull’amore di Dio: “La missione, ha ricordato il Papa, se non è orientata dalla carità, se non scaturisce cioè da un profondo amore divino, rischia di ridursi a mera attività filantropica e sociale. L’amore che Dio nutre per ogni persona costituisce, infatti, il cuore dell’esperienza e dell’annunzio del Vangelo, e quanti l’accolgono ne diventano a loro volta testimoni.” “Il mandato di diffondere quest’amore, spiega il Papa, fu affidato da Gesù agli Apostoli dopo la sua risurrezione, e gli Apostoli, interiormente trasformati il giorno della Penteco-

ste dalla potenza dello Spirito Santo, iniziarono a rendere testimonianza al Signore morto e risorto. Da allora, la Chiesa continua questa missione, che costituisce per i credenti un impegno irrinunciabile e permanente.” “Alla vigilia della sua passione, fa rilevare Benedetto XVI°, Gesù lasciò come testamento ai discepoli raccolti nel Cenacolo per celebrare la Pasqua il comandamento nuovo dell’amore (...) Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri (Gv 15,17). L’amore fraterno che il Signore chiede ai suoi amici ha la sua sorgente nell’amore paterno di Dio.” “L’amore, ricorda il Santo Padre, che è e resta il movente della missione, ed è anche l’unico criterio secondo cui tutto deve essere fatto o non fatto cambiato o non cambiato. (...) Essere missionari, ha aggiunto il Papa, significa allora amare Dio con tutto sé stessi sino a dare, se necessario, anche la vita per Lui.”

Non importa, ama L’uomo è irragionevole, illogico ed egocentrico, non importa, amalo. Se fai il bene diranno che lo fai per secondi fini: non importa, fai il bene. Se realizzi i tuoi obbiettivi, incontrerai chi ti ostacola: non importa, realizzali. Il bene che fai forse domani verrà dimenticato: non importa, fai il bene. L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile: non importa, sii onesto e sincero. Quello che hai costruito può essere distrutto: non importa, costruisci. La gente che hai aiutato forse non te ne sarà grata: non importa, aiutala. Dà al mondo il meglio di te, e forse sarai preso a pedate: non importa, dai il meglio di te. Madre Teresa di Calcutta Il buon Samaritano, disegno di Nino Musio tratto da: Giovanni Ciravegna, La Bibbia raccontata ai ragazzi, Figlie di San Paolo, 1988.

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Fotocronaca La spezzatura del maiale È una tradizione ben consolidata nel nostro territorio. Oggi si rischia che scompaia. È perché le case sono cambiate (non hanno spazi per conservare la carne del maiale), le persone sono cambiate (non hanno tempo), i maiali sono cambiati (non si sa che mangiano). Ma esistono ancora pochi superstiti. Eccoli nella foto: la famiglia Franchini di Tavernelle (Lorenzo e la Carla) che ha provveduto il maiale assieme ai Cagnacci (Mario detto Baffino e il figlio Alessio), nell’occasione coadiuvati da Clemente de la "Scola". Il poeta, presente nel posto, ha subito cantato un’ottava composta per l’occasione. Poi Ale ha provveduto alla foto ricordo, in cui si vede anche don Marco, che a certe occasioni ci tiene a non mancare. (foto Alebì)

Banco alimentare Sabato 25 novembre si è tenuta in tutta Italia la giornata della Colletta Alimentare. Questa particolare giornata contribuisce in maniera sostanziosa ad aiutare la fondazione “Banco Alimentare” che da alcuni decenni opera in prima linea nella lotta contro la fame nei paesi poveri e non solo. Infatti il Banco Alimentare, oltre che fornire generi di prima necessità a popolazioni bisognose, aiuta ogni giorno centinaia di famiglie italiane che vivono in difficoltà economiche. La raccolta consiste nell’acquistare alcuni prodotti indicati dai volontari che si sarebbero trovati all’ingresso di ogni supermercato. E proprio l’esperienza del volontario accomuna ogni anno tanta gente, rendendoli partecipi di un gesto di carità. Quest’anno nei supermercati di Sansepolcro erano presenti anche alcuni anghiaresi che, a fine giornata, - stanchi ma felici - hanno scattato questa foto. (Foto Ruggero Cambi)

Il Ceppo in piazza In termini dialettali “Il ceppo” indica la consegna dei regali per la Vigilia del S. Natale; termine mutuato dal passato quando i doni venivano consegnati davanti al camino con il nonno (l’anziano di casa) che battendo con l’attizzatoio nel ceppo di legno messo sul fuoco per la veglia di Natale, distraeva i bambini che vedevano “piovere dal cielo” i regali. È con lo stesso spirito di un tempo che i soci del Motoclub “Il Ferraccio” Baldaccio Corse di Anghiari hanno voluto, anche per il Natale 2006, festeggiare questa particolare ricorrenza. Una ventina di babbi Natale sono giunti nella piazza di Anghiari a bordo dei loro scooter d’epoca per consegnare a tutti i bambini presenti palloni ed altri doni. Il Motoclub ringrazia tutti gli Enti e le Associazioni che hanno collaborato con loro a questa iniziativa. (foto F. Pecorari)

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NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Vi aggiorniamo sulle offerte pervenuteci Ai volontari della Confraternita di Misericordia di Anghiari alla data del 31 dicembre 2006 Carissime consorelle e confratelli L’anno 2006 è terminato da poco; è il momento dei bilanci delle nostre attività e delle nostre coscienze. Questi mesi Vi hanno visti impegnati in maniera rilevante per mantenere alta la “bandiera” della nostra Confraternita. Siete stati presenti, fortemente presenti, in tante situazioni, a volte dolorose, a volte gioiose, a volte ancora tristi o serene. Siete stati presenti nella giornata del malato, in febbraio, come nella processione del Venerdì Santo, in aprile. Siete stati presenti in piazza, nella festa del 3 maggio, e presenti anche nella bellissima assemblea di domenica 26 novembre, in occasione dell’inaugurazione della nuova autoambulanza donataci dalla “Fondazione Onlus Marco Gennaioli”. E soprattutto siete stati sempre presenti ogni volta che siete stati chiamati a soccorrere un nostro malato, a qualsiasi ora, di notte e di giorno, in qualsiasi angolo del nostro territorio. Avete sempre portato aiuto e soccorso con i colori accesi delle vostre belle divise, e la Vostra presenza, composta, garbata, dignitosa, professionale, ha ogni volta confermato la missione della nostra Confraternita, originata dai più saldi principi di ispirazione cristiana. Il conoscerVi ormai bene, mi convince che saprete affrontare gli impegni del 2007 con lo stesso spirito di servizio, di carità e dedizione che avete dimostrato in tutto l’anno appena concluso; saprete tenere ben alta la fiaccola di cristiana umanità che, accesa in Anghiari dai nostri antenati quasi sette secoli fa, ci è stata tramandata di anno in anno, di secolo in secolo, per illuminare un cammino a volte non facile e spesso irto ed impegnativo, ma comunque sempre ben tracciato dalla fede e dall’amore verso chi più soffre. Con il cuore colmo di gioia e gratitudine, e, ne sono certo, anche a nome di tutta la popolazione anghiarese, Vi auguro un futuro radioso e pieno di soddisfazioni, per tutti Voi e per le vostre famiglie. Che Dio ve ne renda merito.

I nuovi iscritti al 31 dicembre 2006 Bernardini Dina, Cambi Gianna, Casacci Moreno, Ceccantini Aldo, Cortelazzi Gian Nunzio, Draghi Anna Maria, Dragonetti Maria Pia, Gabrielli Carolina, Gagliostro Caterina, Ghignoni Vasco, Giorni Claudio, Giorni Frido, Giorni Roberto, Giovagnini Ivan, Girolimoni Giuseppe, Guidelli Aldo, Guidelli Ugo, Lani Dina, Meazzini Giustino, Meucci Giuseppe, Nocentini Severina, Palazzeschi Mario, Pallini Valfrido, Pernici Ermindo, Pernici Michele, Sandroni Eufemia, Tortori Settimio.

Anonimo (C.G.) 40 Anonimo (L.L.) 100 Anonimo (M.E) 80 Anonimo (R.M.) 25 Bartolomei Annamaria 20 Bernardini Dina 10 Brizzi Franco in memoria di Mondani Milena 20 Camaiti Derna 25 Cambi Gianfranco - i familiari alla memoria 300 Cambi Tristano e famiglia 30 Cesari Pietro 20 Cipriani Gabellini Veronica i familiari alla memoria 85 Cipriani Mafucci Emma e Del Pia Romana 100 Di Lauro Laura 10 Fastacchini Vally in memoria dei cari defunti 50 Fausta e Giuliana in memoria di Rocchini Tilde 50 Ghignoni Bruno e Luisa 25 Ghignoni Vasco 100 Girolimoni Giuseppe e Draghi Annamaria 25 Gubbiotti Loredana 20 Guelfi Mirna 25 Guerrini Iride in memoria del marito Merendelli Virus 350 Inghirami Elisa in memoria dei familiari defunti 50 Lodovici Gabriella in memoria di Mondani Milena 20 Marinari Edoardo - i familiari alla memoria 300 Martini Graziella 25 Martini Lensi Malvina 50 Miano Marinella in memoria di Zafferani Franco 25 Mondani Mario in memoria della moglie Senesi Faliera 315 Mondani Milena - i familiari alla memoria 150 Monini Santi 50 Montagnoli Sergio in memoria di Mondani Milena 20 Nocentini Ivano e famiglia in memoria di Nocentini Iris 47 Padelli Alfredo 10 Pallini Loris - i familiari alla memoria 220 Pernici Marco 1.000 Polverini Sergio 10 Ricci Giovanni e Rossi Silvana 100 Rosadi Dino 10 Studio F10 di Boldrini 35 Testerini Francesco 100 Valentini Mario in memoria della mamma Madiai Anita 41 Veschi Lina Domenica - i familiari alla memoria 250 Un ringraziamento a tutti Voi

A tutti loro il nostro più fraterno ringraziamento

Che Dio ve ne renda merito

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” sito internet: www.fratresanghiari.it

Anghiari

e.mail: info@fratresanghiari.it

PAOLA SALUZZI TESTIMONIAL PER LA FRATRES Come ogni anno, anche per quello appena trascorso la nostra Consociazione Nazionale si è fortemente impegnata nel settore della comunicazione. Scopo dell’impegno, si sa ma è bene ripeterlo, consiste nell’operare a favore della diffusione della cultura della donazione tra la gente. L’attenzione della Fratres nei confronti delle strategie di comunicazione è andata aumentando sensibilmente durante quest’ultimo triennio, nella convinzione che la diffusione di una corretta informazione medico scientifica e civica debba essere veicolata da campagne di forte impatto massmediatico. L’ultima di queste ha potuto contare sull’impegno di un nuovo testimonial, la conduttrice presentatrice televisiva Paola Saluzzi. È stata lei l’ambasciatrice dell’immagine della Fratres nel 2006. È stata scelta perché è una persona impegnata nel sociale e perché è una donna. Volevamo questa volta inviare al pubblico un messaggio chiaro: le donne sono portatrici della cultura, della generosità e della solidarietà. È stata, insomma, Paola Saluzzi a comunicare, attraverso le modalità di volta in volta più consone, il concetto base: “Ognuno di noi può essere il tipo giusto per compiere un gesto tanto importante per la nostra società”. Dal giugno scorso fino ad oggi Paola Saluzzi ha portato il messaggio Fratres in varie trasmissioni televisive e su vari giornali di tiratura nazionale. Questo il messaggio rivolto dalla conduttrice televisiva a tutti i donatori di sangue Fratres: “Donare il sangue è un gesto così semplice da compiere, così nobile e buono che ancora non riesco a comprendere come mai è così difficile considerarlo una necessità, un’azione che ognuno di noi non può fare a meno di svolgere, un obiettivo da perseguire per il bene degli altri e proprio. Perché donare il sangue è donare la vita. È donare una parte di sé a quelle persone che dipendono proprio da questo semplice gesto, per continuare il loro cammino. Ma a voi non dico niente di nuovo, voi sapete e vivete con la consapevolezza che la donazione del sangue non è solo un atto di generosità ma di fiducia nel bene più prezioso che ognuno di noi ha, la vita. Rappresentare la Fratres come testimonial per la campagna di sensibilizzazione alla donazione, è un’opportunità che voi tutti mi avete offerto, che sto

portando avanti con grande emozione e che mi fa amare la vita ancora di più proprio perché ambasciatrice di tale valore. È convinzione di molti che il contributo personale nell’ambito della donazione non sia fondamentale, certo una buona azione ma sicuramente non determinante: una goccia nell’oceano e come tale che ci sia o meno cosa cambia? Ma se tutti la pensassimo in questo modo non ci sarebbe “oceano” e nemmeno “mare” e le vite bisognose si spezzerebbero per la sola sbagliata e scarsa considerazione del valore di una singola donazione. Grazie per avermi coinvolto in questo progetto di amore e solidarietà, di generosità verso un prossimo che non conosciamo ma che vede in noi tutti la sua àncora di salvezza, un nostro fratello la cui storia si fonderà inconsapevolmente con quella di chi ha donato, forti della consapevolezza che la vita è quanto di più prezioso un uomo ha ricevuto dal Cielo. Donare sangue deve accendere in noi un felice dubbio: ovvero chi riceve davvero questo regalo? La persona in ospedale, i suoi parenti e amici al di là del vetro di una sala operatoria, oppure noi che diventiamo immensamente più ricchi con un solo semplicissimo gesto? Fratres per fratellanza, per generosità, per crescita del nostro cuore, vi abbraccio tutti, uno per uno.” Paola Saluzzi F A T T I U N R E G A L O: D O N A!

V E G L I O N E DEL DONATORE Sabato 3 febbraio 2007 – ore 21 C A S T E L L O D I S O R C I MUSICA DAL VIVO E RICCA CENA BUFFET PER TUTTI !!! Informazioni e prenotazioni presso l’Ufficio della PRO LOCO o quello della Misericordia

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Donare sangue è un grande regalo, che fa bene agli altri e anche a te. DIVENTA ANCHE TU UN DONATORE DI SANGUE FRATRES


...dal Gruppo Fratres Tanta soddisfazione per le iniziative celebrative di tale ricorrenza

L’ANNO DEL TRENTESIMO DI FONDAZIONE SI È CONCLUSO Quello appena trascorso è stato un anno importantissimo per il Gruppo Fratres Donatori di Sangue di Anghiari. Aver compiuto i trenta anni di vita ha significato per tutta l’associazione conquistare l’importante traguardo della piena maturità operativa. In tutti questi anni, infatti, il gruppo è riuscito intelligentemente a crescere con costanza ed a ritagliarsi un posto di tutto rispetto nel variegato mondo dell’associazionismo anghiarese, soprattutto nel campo specifico del volontariato d’eccellenza, divenendo una tra le più attive realtà non solo del comprensorio valtiberino ma di tutta la provincia aretina. Ripercorriamo, allora, le tappe salienti pensate ed organizzate dai responsabili del Gruppo durante tutto il 2006, per celebrare al meglio tale ricorrenza, con l’aiuto anche di qualche immagine tratta dall’album fotografico… di famiglia. Iniziamo con la bella Passeggiata Ecologica nel parco naturale del Sasso di Simone del 14 maggio, con il pranzo caldo preparato dal Gruppo Fratres di Sestino per passare, subito dopo, a quella che è stata il cuore di tutte le celebrazioni: la Tre Giorni dei primi di giugno con la solenne Celebrazione Liturgica al Santuario del Carmine, officiata dal Vicario Diocesano Mons. Giovacchino Dallara, alla presenza delle autorità civili e militari e dei presidenti nazionale e regionale dei Gruppi Fratres; il concerto del Coro Polifonico di Tempio Pausania (Sassari) ed il rinfresco per tutti, con la mega torta di compleanno. Come dimenticare, poi, l’attesissimo Convegno sulle Cellule Staminali del famoso ematologo fiorentino

prof. Rossi Ferrini, presso la sala conferenze della Misericordia, strapiena di addetti ai lavori e di gente comune. Sono ancora vive, poi, nelle menti e nei cuori dei cinquantaquattro anghiaresi che si sono uniti a noi nel Pellegrinaggio a Lourdes del luglio scorso, le emozioni vissute nei due giorni di permanenza in questo angolo di paradiso terrestre, durante i quali hanno condiviso con le migliaia di persone presenti preghiere, gioie, sofferenze, speranze… Chiudiamo, infine, con la Giornata del Donatore di Sangue Fratres del 17 dicembre, come sempre molto attesa e partecipata (duecentoquaranta i presenti al pranzo sociale!), preceduta dal riuscitissimo Concerto Natalizio di Musica Classica (leggere articolo specifico) di tre giovani strumentisti locali, nell’Insigne Propositura. Durante la serata sono stati premiati, per la prima volta nella storia del gruppo, i ventiquattro nuovi iscritti dell’anno 2006 e consegnati riconoscimenti a tre storici volontari (Carria Eliana, Cesari Ivano, Pozzoli Agostino e Tuti Tuzio ) che hanno raggiunto o superato le sessanta donazioni. Tante e di qualità, quindi, le manifestazioni vissute nell’anno appena trascorso e promosse dal Gruppo Fratres non solo per festeggiare il proprio trentesimo compleanno ma anche per assicurare nel paese una costante sua visibilità e ricordare a tutti la propria “missione”, nel campo della donazione del sangue. Un sincero ringraziamento a tutti quelli che in vario modo hanno reso possibile tutto ciò. Orteip ‘07

IL CONCERTO DI NATALE prima rassegna di musica classica In occasione della Giornata del Donatore di Sangue Fratres, nella serata di venerdì 15 dicembre si è tenuto nella Chiesa della Propositura un concerto di musica classica, con la speciale presenza del Sindaco Danilo Bianchi, del Comandante della stazione dei Carabinieri di Anghiari, dell’assessore Giuseppe Ricceri, della dott.ssa Paola Vannini, responsabile del Centro Trasfusionale di zona. E’ doveroso, innanzitutto, esprimere un particolare grazie all’Insigne Propositura di Anghiari che nella persona di Don Marco Salvi ha permesso che questo concerto potesse svolgersi nella suggestiva atmosfera di questo tempio. E’ universalmente noto che questa nostra Italia sia terra di Santi , Eroi, Artisti e Navigatori ed io aggiungerei di eroi silenziosicome i donatori di sangue che, ad Anghiari, sono di un numero veramente importante. Ma Anghiari si distingue anche e principalmente come fertile terra di scrittori, poeti, validissimi artigiani ed artisti. In questa serata il foltissimo numero di presenti ha avuto la fortuna ed il piacere di assistere ad un eccezionale concerto in cui si sono esibiti tre giovanissimi artisti, due dei quali anghiaresi. Al Pianoforte ha suonato Giulio Camaiti, studente al Conservatorio di Firenze nella classe di Pianoforte seguita dal M° Stefano Ranieri. Durante la serata ha eseguito musiche di Bach,

Schubert e Beethoven, concludendo con la gioiosa Danza di Cl. Debussy. All’Organo Tamburini presente in Propositura, si è esibito Cesare Ganganelli, studente presso il Conservatorio di Perugia nella classe di Organo e Composizione Organistica (M° Wijnand van de Pol), eseguendo musiche di J. S. Bach, tra le quali la celebre Toccata in Re minore BWV 565 e l’Adagio in Do Maggiore BWV 564. Il Concerto ha visto anche la partecipazione del M° Gabriele Mencialla tromba che si è esibito in duo sia con l’accompagnamento del pianoforte che con quello dell’organo eseguendo sia musiche note (Prelude al Te Deum per trombino e organo – M. A. Charpentier)sia musiche meno conosciute, ma tutte di grande effetto. In chiusura, dopo l’esecuzione in prima assoluta dell’Adeste Fideles per Tromba, Pianoforte e Organo (arrangiato dal M°Claudio Menci), il pubblico è esploso in un lunghissimo standing ovation, indirizzato ai tre protagonisti indiscussi della serata. Con questo concerto i tre giovani hanno ampiamente dimostrato il loro indubbio valore artistico e la possibilità di poter conseguire ottimi successi nel mondo della musica classica, dando così tante soddisfazioni e lustro a questo nostro paese. Dopo il concerto, presso i locali dell’Oratorio, il Gruppo Fratres ha offerto a tutte le persone presenti un momento conviviale, con cioccolata calda e dolci tipici natalizi. Perché fare un concerto proprio il 15 dicembre? La data non è stata infatti scelta casualmente. Tale giorno è da sempre il primo della Novena del Natale ed è intenzione degli organizzatori ripetere questa manifestazione ogni anno, in tale data, per rendere ancora più solenne l’inizio di questo importante momento dell’anno liturgico. L’appuntamento è quindi per il prossimo 15 dicembre, quando la Propositura di Anghiari accoglierà la seconda edizione del Concerto di Natale. Piero Lega

Un momento del Concerto in Propositura

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Il Presepio

I collaboratori delle nostre parrocchie, come sempre instancabili e geniali, si sono rimboccati le maniche anche quest’anno per allestire il presepio nelle rispettive chiese. Così da Valealle a Tavernelle, da Toppole a Santo Stefano, da San Leo alle chiese di Anghiari, da Micciano alle chiese di Monterchi e delle Ville, ognuno ha dato il meglio di sé. Una simpatica ricostruzione delle immagini dei presepi come ricordo di queste opere, e anche come ringraziamento per la generosità prestata. Le foto sono attorno al simulacro di Gesù infante che in Propositura era stato solennemente esposto la Notte di Natale, durante il canto del Gloria in Excelsis Deo.

Le amiche del cuore: Fedora Mery Grazia di Armando Zanchi

Ma sempre con il cuore figlie di questo paese le loro amicizie sempre a mani tese

Amore di ricordi di vita lì passata la gioventù da loro tanto amata

Nel grande lastricato del nostro vecchio Anghiari tre Leonesse crescevano alla pari

Una in Valdarno l’altra in Liguria in quella Genova posata in altura

Anche la Fedora la cara mia sorella in quei tempi era bella e snella

Alla cara Grazia che porgo il mio affetto anche alla Mery a cuore sempre aperto

Strette tra loro da una cara amicizia che ancora oggi sempre ancora in vista

Ma il loro ricordo del vecchio paese la Grazia Boriosi mai si arrese

Nel vecchio lembo del Castello Antico dove si visse tutti con sorriso

Siamo Anghiaresi ormai io al tramonto ma da paesano sempre io ci conto

Fecero i bagagli Anghiari abbandonato solo per seguire il ruolo assegnato

Anche la Mery figlia del Boncompagni che non rivedo da quasi cinquant’anni

Queste tre donne che sentono nel cuore questo vecchio Anghiari loro primo amore

Con la miseria che si vendeva a staia ma l’amicizia a tutti ci legava:

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Il beato Bartolomeo di Emmedipì

Venerdì 5 gennaio, dopo molti proponimenti ma decisi a rintracciare il beato anghiarese della nobile famiglia Magi, emigrato in quel di Empoli da quasi cinquecento anni, siamo partiti da Anghiari per la città della valle dell’Arno. Due giovani viaggiatori hanno accompagnato me ed Alessandro in questa speciale ricerca. Breve sosta a Montelupo per visitare una Mostra sulla ceramica ed unirci ad un amico Empolese, Marco, che ci ha poi guidato in tutto il nostro itinerario. Subito in Propositura dove ci aspettava Monsignor Cavini, vegliardo sacerdote che saputa la nostra provenienza ci ha voluto fare partecipi di una simpatica curiosità. Quando era titolare in una parrocchia del Mugello, fra i suoi parrocchiani c'era il nostro attuale Vescovo: Monsignor Bassetti. Però, del beato Bartolomeo nessuna indicazione. Ci ha indirizzati comunque da padre Lorenzo presso la chiesa di Santa Maria alla Ripa con annesso convento francescano la cui costruzione iniziò nel 1483. Solo che padre Lorenzo, dell’Ordine dei Carmelitani scalzi, è presente in quel luogo solo da quattro anni e non è a conoscenza delle vicende del nostro beato. Ci fa visitare la chiesa ed altri locali e ci fa omaggio di un libro* sulla chiesa di Santa Maria dove forse potremo trovare qualche notizia. Ed il libro infatti si è rivelato subito portatore di notizie ben precise. Una veloce lettura ci conferma che una prima fase degli importanti lavori al complesso di Santa Maria alla Ripa terminò proprio con la morte del beato Bartolommeo [sic] d’Anghiari avvenuta l'8 marzo del 1510. Una ulteriore notizia ci conferma che il padre guardiano Valerio Martelli decise di riportare in chiesa, presso il nuovo altare maggiore, le spoglie del beato Bartolomeo d’Anghiari. Fu in quell’occasione che venne consegnata a Maurizio di Girolamo Magi la reliquia della testa del beato per essere traslata nella chiesa della Croce ad Anghiari. Una terza notizia ci riporta l’iscrizione nel basamento del pilastro di sinistra del presbiterio: D.O.M.A. BEATI FRATI BARTOLOMEI DE ANGLARIO QUI IN COELUM EX LOCO MIGRAVIT CAPITE ILLUC TRANSLATO OSSA HOC TUMULO [CONSERVATUR] Mi sembra che ci sono valide prove per continuare la nostra ricerca. Ulteriori notizie ci verranno dai prossimi incontri e dopo che avremo parlato con il sig Michelucci, studioso e conoscitore della storia di Empoli. Non dimentichiamo poi che la chiesa della Croce fu costruita pensando proprio al beato Bartolomeo. Nel realizzare il nuovo orologio non ci Nella foto Mario, il capocomitiva, mentre consegna a Monsignor Cavini di Empoli il santino commemorativo dimenticheremo di questa importante considerazione. del beato Bartolomeo Magi di Anghiari raffigurato in *) Lucia Pagni e Walfredo Siemoni, La chiesa e il convento di S. Maria a Ripa, Edizioni Del Cerro, Tirrenia 1988 alto a destra.

Al caro Virus Merendelli di Armando Zanchi

Ora rattristate dal tanto dolore per la brutta morte del caro genitore

Il nostro Virus ormai lui riposa e certo dal cielo lui veglia la sua sposa

Un altro anello della nostra catena che porta dolore uscire dalla scena

Tanti anghiaresi devoti a questo morto là nella Chiesa non si trovava posto

Le ò ritrovate in questo periodo triste recando coraggio in queste brutte piste

Concittadini da tutti noi amati ed il saluto ci à sempre appaiati

Il caro Virus amico da una vita ora la morte à vinto con noi la sfida

Tutti venuti ad onorare le spoglie portare il saluto alla cara moglie

Alla cara sorella e al caro Faliero un forte abbraccio in questo momento nero

Ora siamo stretti con il loro dolore il nostro Virus resti con noi nel cuore

Ci à separati nel giorno di Natale come ricordo da non dimenticare

Alle care figlie di loro un caro ricordo nella gioventù in un mondo più fecondo

La morte ci strappa questa creatura da questo Anghiari con le possenti mura

Alla cara Anna amica di vero cuore dico coraggio e avanti con passione:

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Dalle nostre Parrocchie La Candelora a cura di don Quinto Giorgini

La Prima Confessione

Il 2 febbraio alle ore 16 a Monterchi verrà celebrata la festa della Presentazione del Signore al Tempio con la tradizionale benedizione delle candele. Il 3 e 4 febbraio verrà celebrata la festa patronale di San Biagio con S. Messa alle ore 16, celebrata nell’omonima chiesa a cui seguirà la benedizione della gola. Nei venerdì di febbraio e marzo presso il Circolo di Pocaia, dalle 21 alle 22 circa, si terrà il corso di preparazione al matrimonio per i fidanzati della zona di Monterchi. Questo avviene in base a delle richieste precise fattemi dai parrocchiani che ho accettato ben volentieri anche se sarà per me un ulteriore impegno. Nei giovedì di Quaresima avranno luogo gli incontri di preghiera e di catechesi per tutti dopo cena alle ore 21 nella chiesa della Madonna Bella, seguendo lo schema diocesano della lettura e commento della lettera di San Paolo apostolo ai romani. La benedizione delle famiglie nelle proprie case inizierà la mattina del 17 marzo per la frazione di Pianezze ed il 19 per la frazione di Ripoli, Fonaco e Borgacciano per continuare dal 20 al 24 nella parrocchia di San Biagio a Pocaia e dal 26 marzo al 3 aprile in quella di Monterchi e di Padonchia. Nel pomeriggio dei primi tre giorni di aprile verranno celebrate le solenniQuarant’ore nella pieve arcipretura di San Simeone in Monterchi. Dalle ore 16 alle ore 17,30 del Mercoledì Santo si terrà l’ufficio delle Confessioni nella chiesa di Padonchia. Il triduo pasquale verrà celebrato sia a Monterchi che a Pocaia secondo un orario che verrà portato a conoscenza delle famiglie in occasione della benedizione. Il 6 aprile Venerdì della Pasqua e Morte del Signore avrà luogo, come negli scorsi anni, la solenne Via Crucis in onore del Gesù Morto. La Veglia Pasquale La notte del Sabato Santo 7 aprile preparerà la grande solennità di Pasqua e di Resurrezione con S. Messe solenni secondo l’orario estivo. Il lunedì di Pasqua 9 aprile si celebrano le Confessioni pasquali a San Biagio e poi in questo periodo continua il catechismo dei fanciulli e dei ragazzi con l’auspicio di una maggior partecipazione e impegno.

Il 18 novembre scorso i bambini di quarta elementare hanno ricevuto per la prima volta il sacramento della RICONCILIAZIONE. Era un appuntamento rimandato dall’aprile, quando, a causa di vari impegni, abbiamo preferito essere tutti insieme. Grazie all’atteggiamento gioviale ed accogliente di Don Marco e alla sensibilità dei Genitori che sono stati presenti in larga parte alla liturgia, è stata una vera festa per tutti; dopo il momento composto e partecipato in Chiesa, è seguito un breve “dolce” incontro all’oratorio, che ha contribuito a rendere gioioso un sacramento che fa ancora fatica ad essere compreso dai più. Dopo un’iniziale comprensibile tensione, i bambini hanno sperimentato la gioia del perdono; ecco alcune loro brevi riflessioni a caldo: “dopo la confessione mi sono sentito bene e molto depurato nel cuore” “quando mi stavo confessando mi vergognavo però dopo ero felice” “ho provato tanta gioia e mi sono anche divertita” “dopo essermi confessata mi sentivo pulita” “io mi sono emozionato, perché era una cosa nuova, ma dopo ero felice” “è stato molto bello sapere che Dio mi perdonava tutti i miei peccati. Ho provato gioia ed amore” “quando ho finito di confessarmi mi sentivo libera e sollevata” “quando alla fine della confessione Don Marco mi ha messo la mano sopra la testa, non mi sentivo più emozionato, ma felice” “prima della confessione ero un po’ agitata, ma dopo mi sono calmata: è andato tutto bene” “dopo la confessione mi sono sentito meglio; mi è piaciuto quando ci siamo messi a cantare; poi dopo c’era il dolce” “quando sono salito da Don Marco ho sentito gioia” “quando sono andata da Don Marco mi sentivo molto emozionata; io sono stata la terza. Siamo stati tutti bravi e poi siamo andati a festeggiare”. Marida

Ad Assisi per il perdono

Nozze d'oro a Pocaia

28 luglio 2006 In questo grazioso paese della Toscana, arriva oggi la marcia francescana. Allegra e fraterna proveniente dal santo monte de la Verna. Le orme di Francesco seguiamo e verso Assisi andiamo noi marciamo con fatica e sudore ma la gioia ci riempie il cuore domani continueremo a camminare verso Assisi e vi ringraziamo dei momenti qui condivisi.

Il 28 gennaio 2007 i coniugi Azelio Blasi e Anna Maria Mancini, circondati dai loro figli e nipoti, hanno celebrato le nozze d’oro con la benedizione papale richiesta dal parroco don Quinto. La cerimonia si è svolta nella chiesa parrocchiale di San Biagio a Pocaia presso la quale i coniugi Blasi trascorrono le ferie estive, Auguri anche dal nostro periodico l’Oratorio di Anghiari.

I marciatori della Toscana XXVI Marcia Francescama “Illumina il cuore mio”

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Luci natalizie e presepi a S. Stefano

Un inverno più vivo nella Parrocchia di San Leo

Il Centro di ascolto

di MG

di Maddalena Chieli

Puntuali come sempre i festarini, assieme ad altri infaticabili collaboratori, si sono prodigati per rendere un Natale di tutto rispetto mettendo in bella mostra in primo luogo il presepe superando ogni migliore aspettativa. In più questo gruppo di lavoratori instancabili ha provveduto ad installare le luci natalizie, e dovranno provvedere anche a smontarle, rinnovando tutte le cordonate e il viale si è illuminato di un nuovo splendore. Oltre all’impegno di lavoro tutto ciò è costato anche un notevole sforzo economico. Pertanto si ringrazia chi ha prestato la propria opera (di montaggio e smontaggio i quali noi sappiamo chi sono) e un ringraziamento particolare ai commercianti della Stazione e a tutte quelle persone che hanno partecipato con il loro contributo. Un augurio dalla Comunità, vi siamo grati e state pronti per il prossimo anno.

Finalmente siamo caldi Sono già in funzione e si fanno sentire i nuovi radiatori nella chiesa di Santo Stefano. Quest’opera è stata realizzata grazie al lavoro di persone che hanno prestato la loro opera o la loro offerta (continua la raccolta perché l’impegno di spesa è stato notevole). Grazie a don Marco che si è impegnato in prima persona facendo sì che questa iniziativa si sia potuta realizzare. Grazie a tuti voi che ci avete aiutato. Restiamo in attesa dei vostri contributi. Chi lo vuol fare si può rivolgere a Giovanni Valbonetti, Gastone Mafucci e Meri Chiarini.

Per la prima volta nella nostra Parrocchia, sono stati organizzati degli incontri fra adulti, per poter vivere meglio la nostra vita di cristiani, all’interno delle nostre famiglie. Questi incontri servono ad arricchire la nostra scarsa conoscenza sulla parola di Dio e sul Vangelo. Il punto di partenza è l’opuscolo consigliato dalla nostra diocesi a tutte le parrocchie per i centri di ascolto. Tale opuscolo esamina la Lettera di San Paolo ai Romani, divisa in diversi incontri. Ogni due settimane ci ritroviamo con il nostro parroco don Romano, abbiamo potuto anche commentare i Salmi e confrontarci sulle varie problematiche che ogni giorno ci affliggono. Scambiandoci pareri vari ed ascoltando le sagge parole del nostro parroco, che con tanta cultura ed altrettanta pazienza, vuole farci ripercorrere con fermezza, la storia dei popoli e del nostro Padre Celeste! È molto bello questo arricchimento che colma le nostre lacune, rasserena il nostro animo ed è un aiuto anche per la nostra vita sociale. Infatti stando insieme, possiamo scoprire e capire meglio le esigenze della nostra collettività! Grazie alla nostra animatrice Laura, che Dio ha voluto mandare per noi, per aiutarci in vari cammini spirituali! Speriamo che tutto ciò continui richiamando sempre più persone e tutti insieme possiamo così trascorrere al meglio le grigie giornate dell’inverno!

A Tavernelle nozze d'oro dei Tavernelli Domenica 25 febbraio Francesco Tavernelli ed Emola Romolini festeggeranno il loro 50° anniversario di Matrimonio. Si erano sposati, infatti, proprio il 25 febbraio del 1957 nella chiesa della Lama di Caprese Michelangelo davanti al parroco don Giuseppe Barindelli. I nipoti ci hanno fatto pervenire in redazione una bella foto, quella del giorno del Matrimonio dove Emola accompagnata dal fratello (il babbo era mancato in tempo di guerra) e seguita dal futuro marito e da alcuni familiari ed amici si avvia a piedi verso la chiesa dove sarà officiato il rito. La stessa Emola ci ha poi raccontato con orgoglio che al pranzo nuziale fu servito addirittura ad ognuno un tordo arrosto girato. I due “novelli sposi” si ritroveranno con parenti ed amici nella chiesa di Tavernelle domenica 25 febbraio alla S. Messa delle 11 assieme a tutta la Comunità, per ringraziare il Signore del loro amore e della loro fedeltà. Ai due festeggiati giungano, insieme agli auguri di amici e conoscenti, anche i complimenti dell’Oratorio. La Redazione

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La promozione di ogni uomo

È quanto afferma Benedetto XVI nella Deus Caritas Est: “L’amore - caritas – sarà sempre necessario, anche nella società più giusta. Non c’è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell’amore. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo .”

Le nostre parrocchie, per i mercatini delle Tende di Natale, hanno raccolto la somma di 1120 Euro. Grazie al contributo fattivo di molte persone che ancora una volta hanno sfidato egoismo e falso perbenismo e si “sono data da fare” per preparare dolci, biscotti, castagnole ma anche oggetti e piccoli regali da vendere poi all’uscita delle chiese. Ma vediamo insieme che cosa sono le “Tende di Natale”, a cui le nostre Parrocchie contribuiscono da alcuni anni. Con il nome “Tende di Natale” si intende un importante gesto di carità nato nel 1990 per sostenere i primi volontari raccogliendo fondi e facendo conoscere il loro lavoro a favore delle popolazioni più fragili. All’inizio era un semplice banchetto allestito fuori da un supermercato in Lombardia, poi il gesto è cresciuto in numero e quantità, ma senza il pretesto di trovare risposte, né realizzare azioni filantropiche, ma per imparare attraverso un gesto semplice che la legge vera dell’esistenza è la gratuità e la carità. Ogni anno le Tende aiutano paesi in difficoltà, tenendo l’occhio verso quel modello di sviluppo proposto quaranta anni fa dall’enciclica Populorum Progressio di Paolo VI: “di fronte a questi problemi, non basta l’opzione economica” diceva Paolo VI, “per essere autentico sviluppo deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo ”.

Quest’anno i progetti delle Tende erano cinque: LITANI: il fiume della convivenza - Acqua e sviluppo rurale per gli agricoltori in Libano. BETLEMME: rinasce la speranza - Sostegno a una scuola per 1.000 bambini in Terrasanta LIMA: la tenerezza sfida il degrado urbano - Educazione, cura e lavoro per 250 famiglie in Perù. KOSOVO: seminare il futuro - Sviluppo e formazione per giovani agricoltori. NORD UGANDA: il miracolo della vita nell’emergenza - Sostegno alla pediatria dell’ospedale di Kitgum.

Piero Riguardo alla definitiva sistemazione della Madonna del Parto ancora molte dichiarazioni e proposte anche in vista dell’anno pierfrancescano appena cominciato. L’ipotesi di collocarla nel Palazzo Massi ogni tanto ritorna sul tappeto. Certamente tale edificio è un bel palazzo ma non certo un luogo sacro e quindi se non va avanti il progetto di trasformare la casa comunale, in cappella, decade la possibilità di trasferimento. Ipotesi più fattibile potrebbe essere quella di trasferire l’affresco, dopo determinate condizioni di restauro, nella vicina chiesa di San Benedetto, fra l’altro lasciata libera dalla Fraternità di Betania e che potrebbe essere donata al Comune dalla Comunità assieme alla sacrestia e alla foresteria. Questi luoghi, con i dovuti restauri approvati dalle Belle Arti e dal Ministero per i Beni Culturali, potrebbe essere la sede adeguata per questa opera così importante per Monterchi. Invece di fare un’altra chiesa abbiamo quella da restaurare e da consolidare e poi abbiamo proprio di fronte il luogo dove è custodita provvisoriamente e che potrebbe rimanere come ulteriore momento culturale relativo all’opera di Piero.

Ammalato e morto di Lamberto Ulivi

Non sono passati molti anni da quando nella civiltà contadina s i doveva fare di tutto con grande perizia: dalla semina alla raccolta, dalla potatura delle piante alla muratura di un capanno per gli attrezzi agricoli. Per assistere poi gli animali malati o partorienti bisognava improvvisarsi veterinari. Si ricorreva agli artigiani solo quando occorrevano cose specifiche come calzature, mobilio, carpenteria od altre cose simili ed era il capoccia, cioè colui che nella famiglia curava gli interessi, che li chiamava a seconda delle necessità. Un giorno il capoccia di una numerosa famiglia chiamò un calzolaio per soddisfare le esigenze di coloro che avevano bisogno di scarpe. Allora tutti gli artigiani lavoravano a giornata e, per un guadagno maggiore, cercavano di protrarre la durata del lavoro il più possibile ricorrendo anche a qualche espediente. Il nostro calzolaio, arrivato di prima mattina, si mise al lavoro e, intenzionato a perdere un po’ di tempo, disse al capoccia: “Vi voglio raccontare com’è morto il mio babbo!” Il capoccia molto astuto, tagliò corto e disse in dialetto: “Calzoleo ce lo raccontète a tavola come è morto il vostro babo.” Infatti era usanza che le opere (ovvero coloro che prestavano la loro manodopera) rimanessero a pranzo dalla famiglia committente il lavoro. Il calzolaio capì l’antifona e riprese il lavoro senza più fiatare. All’ora di pranzo tutti si sedettero attorno alla tavola per mangiare e fu in quella occasione che il capoccia chiese al calzolaio: “Calzoleo, com’è morto il vostro babo?” Il calzolaio, che aveva una fame da lupo, rispose frettolosamente: “Amalèto e morto fu tutt’una” e si mise a mangiare con lena. La miseria era così imperante che né l’uno né l’altro potevano permettersi di perder tempo in chiacchiere.

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La Banca vi porta in gita... a cura della Banca di Anghiari e Stia - Credito Cooperativo

Tra le numerose iniziative che la Banca di Anghiari e Stia realizza, nell’arco dell’anno, in favore della propria compagine sociale, particolare rilievo riveste la “gita sociale”. Si tratta infatti di un’occasione per ravvivare lo spirito di appartenenza e di partecipazione dei soci alla vita della Banca, per approfondire la conoscenza e l’integrazione reciproca, per diffondere, anche attraverso momenti di svago e di divertimento, i valori dello “stare insieme” e della “cooperazione”, che sono alla base della natura stessa della BCC. Una prima gita si è svolta dal 1° al 3 dicembre 2006 ed ha avuto come meta i caratteristici “Mercatini di Natale” dell’Alto Adige e dell’Austria. L’adesione è stata notevole e tutti i partecipanti hanno espresso soddisfazione per l’ottima organizzazione e per il clima di allegria e serenità che ha contraddistinto il fine settimana. Per il 2007 la Banca ha predisposto un calendario di gite che si svolgeranno lungo tutto l’arco dell’anno. Il programma si articola in una variegata serie di itinerari, differenti per durata e periodo di effettuazione, al fine di venire incontro alle molteplici esigenze della compagine sociale. Ricordiamo anche che una prima gita è stata programmata per i giorni 10-11 febbraio a Venezia in occasione della pittoresca cerimonia di apertura del Carnevale: anch’essa, come quella ai mercatini natalizi, ha registrato in pochi giorni il tutto esaurito. Ogni gita prevede la differenziazione tra la quota di partecipazione per i soci e figli di soci di età inferiore ai 18 anni e quella per gli altri eventuali accompagnatori. Proponiamo qui di seguito il calendario delle prossime iniziative, precisando che le stesse sono state meglio dettagliate in una lettera inviata direttamente al domicilio di tutti i soci, unitamente all’indicazione delle quote di partecipazione, dei termini e le modalità per l’iscrizione.

Questo il programma delle gite per il 2007 10-11 febbraio - Carnevale di Venezia Visita alla città in occasione della cerimonia di apertura del tradizionale Carnevale. - Al momento risultano già esauriti i posti a disposizione. 16-23 aprile - Tour “Cuore dell’Andalusia” Viaggio Aereo A/R Bologna-Malaga; pullman a disposizione per la visita delle più importanti città dell’Andalusia: Malaga, Ronda, Siviglia, Granada, Cordoba. 25-27 maggio - Croazia Visita in autobus alle Grotte di Postumia, all’Abbazia di Opatija e al Parco naturale di Plitvice. Al rientro visita dei principali paesi dell’Istria: Pola, Rovigno, Parenzo e Umag. 3-7 ottobre - Crociera Costa Romantica “Isole delle perle” Crociera sul Mediterraneo con partenza da Savona e visita alle città di Ajaccio, Palma di Maiorca e Barcellona. dicembre - Mercatini di Natale - 3 giorni Visita in autobus in Alto Adige con itinerario analogo a quello già proposto per il 2006.

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Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Bambini, Befana & Co. di Laura e Chiara

Anche quest’anno come di consueto la sera del 5 Gennaio si è svolta la tradizionale recita interpretata dai bambini del catechismo di Tavernelle. “Fiaba di Natale” è il titolo dello spettacolo; la natività raccontata dall’entusiasmo delle stelle che si fanno belle per il grande momento, dal sole, dalla luna e non solo, da una famiglia come tante che attende con speranza la venuta di Gesù. I bambini hanno partecipato attivamente alla recita con entusiasmo e allegria ed è per questo che vogliamo ricordarli tutti: Niccolò, Cecilia, Giulia, Agnese, Iacopo, Domiziano ,Luca, Gabriele, Noemi, Francesca, Sofia, Daniele, Chiara, Gabriele, Noemi C. , Nicola, Serena. Come da tradizione, non sono mancate le Befane, che sono arrivate a fine serata premiando i piccoli attori con calze piene di dolci. Vogliamo ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutato nell’allestimento della scena e nella preparazione dei vestiti, e tutti i genitori per la loro disponibilità. L’appuntamento è al prossimo anno!!!!

Nella foto sono ritratti in una simpatica posa i ragazzi che lo scorso 5 gennaio hanno presentato al numeroso pubblico accorso un recital natalizio nella chiesa di Tavernelle. Nella stessa occasione sono stati visitati dalla Befana che gli ha lasciato una calza con dolci e caramelle. La settimana seguente si sono goduti invece la cena preparata dalla Chiara e dalla Laura, come meritato compenso.

Un ringraziamento La Carla Franchini si fa interprete dei sentimenti del Coro Parrocchiale nel ringraziare, per la loro disponibilità, Luca Bartolomei e Andrea Rossi che hanno accompagnato i canti delle celebrazioni natalizie. I due giovani suonatori intendono inoltre proseguire con questo servizio anche tutte le domeniche alla Messa. Allora concludiamo con un augurio: avanti così!

Avviso Si comunica che dal 1° gennaio la S. Messa domenicale viene celebrata alle ore 11 e non più alle 11,30.

Il Presepio e la Compagnia

Le Compagnie si radunano

La Compagnia ne ha fatta un'altra delle sue: si è proposta per la realizzazione del Presepio in chiesa. La mente dell'iniziativa è, come sempre, di Massimo Fragai del Bagnolo che insieme ad Alfredo Giovagnini hanno proposto di costruire un plastico della valle del Sovara secondo le indicazioni dell'archivio Leopoldino del 1800. Allora l'idea di reperire un po' di "manovalanza" si è concretizzata nella Compagnia e così i nove "volontari" hanno cominciato ad adoperarsi con tutte le loro energie. E non manca davvero nessuno: Luciano fa il muratore, Andrea il falegname, Claudio l'idraulico (per fare il fiume con l'acqua scorrevole), Lorenzo il ragioniere (ci vuole anche chi approvvigiona le scorte di materiale), Adriano ha reperito l'oro per il primo re magio e infine Alessandro che coadiuva il Camerlengo Baggi impegnato a rifornire ogni serata di vin santo. Il risultato è stato molto apprezzato, anche se la realizzazione completa dell'opera potrà avvenire solo il prossimo anno. Nel Natale 2007 ogni casa riprodurrà fedelmente le vecchie casa coloniche e i mulini esistenti all'epoca nella bella valle della Sovara. Per quest'anno è andata!

Il 15 dicembre scorso abbiamo fatto a Tavernelle una riunione con tutte le Compagnie di Anghiari. Erano presenti: la Misericordia, la Compagnia del Gesù Morto, quella di Micciano, di Casenovole e, naturalmente, quella di Galbino. Il raduno è iniziato con la S. Messa celebrata da don Marco e poi ci siamo trasferiti al centro parrocchiale per la cena con la bruschetta e l’olio nuovo. L’iniziativa è riuscita bene, e con l’occasione desidero ringraziare i partecipanti e chi ha collaborato. Grazie anche a Mario Del Pia che per l’occasione aveva composto una ottava. Nello scorso mese di novembre alcuni confratelli hanno provveduto a riscuotere la tassa annuale. A fine 2006 i soci iscritti alla Compagnia sono 108, mentre segnaliamo anche i tre confratelli deceduti in questo anno. I prossimi appuntamenti della Compagnia saranno il pranzo che si terrà domenica 18 febbraio e la presenza ai riti della Settimana Santa a Tavernelle e ad Anghiari. Il Camerlengo

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La raccolta delle olive

Il passerotto

Giovinetta

di Roby 47

di Vera Cuccini

di Franca Ciucoli

Il vento gelido del Nord sibila tra i rami dei cipressi, tutto è coperto di candida brina, ricami di ghiaccio velano i vetri, il silenzio d’un’altro mondo aleggia nella piccola strada nel primo mattino invernale. Ad un tratto mi scuote dall’immobile contemplazione il “cip” tremulo d’un passero infreddolito, posatosi sul muretto dinnanzi alla mia finestra. Lo guardo con dolcezza, sembra volermi dire qualcosa con il cinguettio triste. Si muove a saltelli intorno ad una macchia scura... Fisso lo sguardo attento e riesco a capire tanta pena. Un altro passerotto giace morto sul muro gelato... Il freddo della notte s’è portato via senza pietà quella piccola tenera creatura.

Spesso col pensiero ritorno al mio passato quando timidi passi muovevo verso la vita teneri desideri affollavano il mio cuore frasi stupide e spiritose nascondevano le mie paure. Mi credevo adulta e non lo ero. Ingenua e cristallina pensavo al mio avvenire come ad una favola rosa. Sorrido ora e una grande tenerezza mi pervade. Una sola cosa mi rimprovero: di non aver saputo assaporare il mio sbocciare non sapendo quanto breve fosse il mio fiorire.

Raccogliere le olive è divertente non per tutti ma per me sicuramente ne ho raccolte molte, anzi tante. Sono dovuto andare in quel di Roma e ho riportato tanta roba buona per servire amici e parenti spero siano rimasti anche contenti. L’olivo dà un frutto prelibato per dar gusto agli occhi e al palato penso di ringraziare chi l’ha creato Casale 2006

25 dicembre Un giorno voglio vedere il Mondo, non solo la Terra, ma anche l’Universo. Quando naturalmente sarà il momento, vedrò tutto e anche di più, perché vedrò il Creatore. Franco Berlicchi

Il novembre settembrino del 2006 Le foglie umide si dilettano ad assaporare la residua linfa vegetativa degli ultimi giorni di novembre. Una fitta nebbia avvolge le guglie e le torri del paese antico e per Viale Antonio Gramsci le ultime foglie bronzate e striate di ruggine si beano delle goccioline di rugiada che su di esse si sono formate durante la notte fresca. Lungo i lati del viale e sotto le panchine s’ammucchiano le prime foglie cadute al soffio di un leggero vento della prima tramontana. E’ il presagio dell’inverno che s’avvicina ed un’estate ormai lontana che ci ha lasciati con tutte le sue bellezze, le sue tristezze ed amarezze, dalle guerre nel Medio Oriente, alle miserie senza fine dell’Africa, al maremoto di New Orleans, alle terribili ed incessanti cronache nere di ogni santo giorno. Uno è costretto a domandarsi: “Ma quando finirà il tormento di questa umanità inquieta e senza pace? Ma perché deve essere tanto difficile seguire l’insegnamento del Dio Universale :-Ama il prossimo tuo come te stesso? Questo risolverebbe tutti i problemi del mondo, piccoli e grandi. Amo questo periodo dell’anno, non solo per l’arrivo delle celebrazioni del Santo Natale e del Capodanno ma perché la bellezza del rigido inverno comincia a diventare palesemente evidente. Uscire nelle giornate fredde, bearsi di quell’aria fresca e corroborante specialmente quando il cielo è terso che fa sognare il rientro a casa e le dita formicolanti che cercano le braccia aperte dei nipotini ed il calore di un camino acceso. Lela Lega

La vignetta di Scacciapensieri:

Meglio prevenire!

Babbo Natale si fece male!!! L’altra notte Babbo Natale era solo e si fece male. Allora prese una pasticchina che però era troppo piccina. Poi andò dalla Befana che gli diede una tisana. E da allora si sentì più su e arrivò fino in Perù. Lucia Scartoni 23


Assemblea della carità del 26 novembre 2006 Un grazie alla signora Carla Masetti Gennaioli L’annuale assemblea della carità che tradizionalmente teniamo ogni ultima domenica di novembre, festa della Misericordia, quest’anno ha rivestito un significato del tutto particolare, avendo avuto in programma, fra le altre cose, anche l’inaugurazione di una nuova autoambulanza donataci dalla “Fondazione Onlus Marco Gennaioli” di Anghiari. La storia della nostra Confraternita di Misericordia di Anghiari ha origini lontane. Pochi anghiaresi, a metà del 14° secolo ed esattamente nel 1348 danno vita alla “Compagnia di Santa Maria della Misericordia” detta “Compagnia dei Neri”. L’Associazione nasce per seppellire i morti e per portare cibo ai poveri ammalati durante il periodo della “grande peste” o “peste nera”, che in quegli anni sconvolge l’intera Europa mietendo vittime per oltre un terzo della popolazione; negli anni successivi gli aderenti a questa Compagnia portano inoltre generi alimentari ed assistenza ai poveri, ai detenuti della prigione pubblica, ed accompagnano infine al luogo del supplizio i condannati a morte del tribunale di Anghiari. Queste attività proseguono nei secoli, naturalmente modificandosi nelle modalità di intervento in base alle esigenze e ai mezzi a disposizione, ma sempre mantenendo i concetti di gratuità e volontariato che le accompagnano sino ai giorni nostri. Nel 1564 nasce la “Compagnia dello Spirito Santo” poi “Confraternita di Misericordia”; si passa così ai primi soccorsi dei poveri infermi e al trasporto dei malati gravi in tutto il Comune con lettighe a spalla. Ci sono poi periodi ed anni che mettono a dura prova le capacità e l’organizzazione dei volontari anghiaresi; fra questi, la nuova epidemia di peste del ‘600, l’epidemia di tifo del 1817. Dopo il 1800 si hanno i primi trasferimenti dei malati all’ospedale di Sansepolcro su lettighe trainate dai cavalli, a volte in staffetta con la Confraternita della cittadina Biturgense. Il 1° luglio 1870 Anghiari ha il suo primo “Ospedale della Misericordia”, munito di 10 letti e fortemente voluto dalla nostra Confraternita. L’ospedale, fra alterne vicende, passa poi allo Stato e viene definitivamente chiuso nel recente 1984. L’attività della Confraternita di Misericordia dei giorni nostri credo sia sotto gli occhi di tutti. Ciò che in conclusione desidero sottolineare è un fatto ben preciso; il dolore della morte nella pestilenza del 1348 ha acceso in Anghiari una fiamma, una torcia. Questa fiaccola della carità, ha attraversato sette secoli di storia anghiarese senza mai spegnersi; è arrivata sino a noi, di anno in anno, di secolo in secolo, passando di mano in mano sempre tenuta alta dai nostri volontari, di ieri, di oggi, accomunati, i volontari di ieri e quelli di oggi, da una salda ispirazione cristiana predicatrice di opere di carità verso il prossimo. E oggi abbiamo potuto inaugurare una nuova ambulanza. E allora, cosa c’entrano sette secoli di storia? C’entrano, eccome! Dal dolore della morte nasce sette secoli fa la Compagnia di Santa Maria della Misericordia. Dopo sette secoli, si rinnova per noi quasi un miracolo. Dal dolore della morte nasce una fondazione; nasce la “Fondazione Onlus Marco Gennaioli” di Anghiari. Dal dolore della morte, la “Fondazione Marco Gennaioli” regala un’autoambulanza nuova alla Confraternita di Misericordia di Anghiari, ambulanza che è speranza di soccorso e di vita per tutti noi. Ed allora, cosa può dire la Confraternita di Misericordia di Anghiari alla “Fondazione Marco Gennaioli”; cosa può dire il Governatore al presidente della Fondazione e alla sua famiglia! Cosa posso dire alla signora Carla Masetti Gennaioli, che prima di essere presidente della Fondazione è la mamma di Marco Gennaioli, è la mamma di un figlio che oggi non c’è più, anche se solo fisicamente oggi non c’è più! Posso solo dire che la nostra fede cristiana ci insegna che nella certezza della morte e del suo dolore, ci sono la speranza ed il miracolo della resurrezione. Ed allora, Signora Carla, grazie a nome mio personale, a nome di tutti i confratelli e consorelle della nostra Confraternita, a nome di tutta la comunità anghiarese. Grazie, e che Dio gliene renda merito. Nella foto a destra la signora Carla Masetti Gennaioli ed i volontari della Misericordia davanti alla nuova ambulanza

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Ginetta Gennaioli Città di Castello, 12 dicembre 2006 Ginetta Gennaioli, deceduta in Miami-FL (USA), l’8 marzo 2005, ha voluto lasciare una significativa offerta alla Propositura di Anghiari, come segno tangibile dell’affetto che la legava alla sua città natale. Dopo la morte della madre, Ginetta lasciò Anghiari, prima per gli studi, poi per il lavoro; le vicende della vita e il matrimonio l’hanno portata a vivere in Portogallo e negli Stati Uniti d’America, dove tutti coloro che l’hanno conosciuta e amata conservano di lei un ricordo di persona eccezionale per la sua forza, per la sua vitalità, per la capacità di sapersi fare apprezzare in ogni situazione. Diceva ai parenti italiani che si sentiva sempre sorretta dall’amore della sua famiglia, alla quale era profondamente legata e dalla venerazione per la figura della madre che, nonostante le sofferenze fisiche derivatele dalla grave malattia che l’aveva colpita, aveva saputo trasmetterle ottimismo e fede profonda. Aveva un legame forte con il padre Dott. Marco Gennaioli, che era fiero di questa figlia “giramondo” e con l’amatissimo fratello Gino e il nipote Marco. Era rimasta profondamente sconvolta per la prematura scomparsa di Marco e riteneva un atto altamente generoso e degno di lode la Fondazione a suo nome fortemente voluta dalla madre Carla. Anche Ginetta ha saputo affrontare personalmente, con il coraggio che la caratterizzava, l’ultima prova della sua vita e così, forte e generosa, tutti la ricordano.

L’organo della Badia La parrocchia di Anghiari, mentre annuncia che nei prossimi mesi verrà inaugurato il restauro dell’organo antico della chiesa di Badia, vuole rendere pubblico che la somma di denari generosamente messi a disposizione per volontà di Ginetta Gennaioli, verrà utilizzata proprio per il ripristino di questo importante bene ormai da troppi anni rimasto quasi dimenticato. La somma verrà utilizzata sia per il restauro vero e proprio dell’organo che della cassa lignea che lo racchiude sia per l’adeguamento dell’impianto elettrico e delle opere in muratura resesi necessarie. Alla famiglia la vicinanza della parrocchia per la scomparsa di Ginetta e l'assicurazione del ricordo nelle preghiere. Grazie a questo gesto la Comunità si riappropria di un bene artistico di grande valore, che per decenni ha accompagnato con la propria musica le vicende liete e tristi della gente di Anghiari. Qui sotto trovate una scheda tecnica dell’organo della Badia curata dallo studente di organologia Cesare Ganganelli.

Andrea e Arcangelo Feligiotti

Marche e in Toscana, è il fondatore di una officina per la costruzione di organi, continuata poi da Andrea. Si trasferisce ad Arezzo nel 1770 dove rimane fino alla morte (1796) per portare avanti la sua professione di restauratore di organi e fonditore di campane. Andrea Feligiotti inizia l’attività come riparatore ed accordatore dell’organo della Cattedrale della sua città (1781) e rimane in tale carica quasi ininterrottamente sino al 1828. Anche lui verso la fine del XVIII secolo risulta particolarmente attivo nell’aretino, per restaurare e costruire organi, alcuni dei quali si conservano tuttora, pressoché intatti. Muore nella città natale il 13 marzo 1835.

Le notizie sulla famiglia di organari Feligiotti sono talmente scarse, che solo i rari strumenti conservati, da lui costruiti fra la fine del Settecento e i primi anni del secolo successivo, costituiscono, per ora, le fonti più attendibili per la conoscenza della sua attività e dei suoi indirizzi artistici. Lo strumento di Sant’Agnese in Arezzo, come questo conservato in Anghiari, indicano concordemente una dipendenza dell’autore dalla scuola veneta più che da quella toscana. Ne fanno fede le misure delle canne con la bocca sopra il crivello e il labbro superiore a scudo per quelle di facciata, la presenza della Cornetta (nello strumento di Sant’Agnese) a cuspide nei registri da concerto, il Tirapieno derivato nella realizzazione tecnica da quello a manovella dei veneti. Anche nella disposizione delle canne di facciata e nella adozione di alcune soluzioni nella meccanica delle catenacciature e suoi organi ricordano quelli nacchiniani; è del Nacchini infatti l’organo del 1747 nel Duomo di Urbania, città natale del Feligiotti. * * *

Lo strumento Chiesa dove si trova l’organo: Badia di San Bartolomeo Apostolo. Costruttore: Andrea Feligiotti. Data: 1804. Ubicazione: nella cantoria sopra la porta d’ingresso. Tastiera: 45 tasti (Do 1 – Do 5), prima ottava corta. Pedaliera: 9 pedali (Do 1 – Do 2). Registri: Principale Basso, Principale Soprano, Ottava, Quinta Decima, Decima Nona, Vigesima Seconda, Vigesima Sesta, Vigesima Nona, Voce Umana, Flauto. Somiere: a tiro.

Andrea Feligiotti nasce nel 1760 da Pier Giovanni Feligiotti ad Urbania, in provincia di Pesaro. Appartiene ad una famiglia di organari, tra i quali il più noto è Arcangelo, nato nel 1729. Arcangelo, attivo nella seconda metà del XVIII secolo nelle

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Le famiglie ci sostengono Pervengono le vostre offerte in vari modi: con i bollettini postali, tramite la banca o direttamente ai collaboratori della Parrocchia. In genere mettiamo il nome dell’intestatario del giornale ma alcuni specificano che l’offerta è fatta a nome della famiglia. Noi li ringraziamo per questa indicazione e sappiamo bene che anche altre persone mandano la loro offerta con questa intenzione, pur se non dichiarata, anche se a volte noi, per motivi di spazio o di impaginazione, dobbiamo semplificare. Con questa comunicazione intendiamo segnalare queste vostre intenzioni che ci testimoniano d’altra parte che un po’ tutti i componenti delle famiglie apprezzano il nostro lavoro iniziato ben 40 anni fa. Con il 2007 inizia il nostro 41° anno di pubblicazione. Grazie Vally Fastacchini Cerboni manda la sua offerta in memoria dei propri defunti e Poderini Giuseppe in ricordo di Italia Borgogni. Adamo Balzani, Padonchia Adelaide Ferlesi, Brescia Adelmo Bassani, Campo Fiera Adelmo Mencarini, Motina Adina Dini, Corciano Adriana Conti, Borghetto Adriana Cristini, Genova Alberica Barbolani, Borgo Croce Albertina Romanelli, Monterchi Alberto Montini, Monterchi Alessandra Guadagni, S.Sepolcro Alessandro Vichi, Maryland Alfonso Sassolini, Spicchi Amalia Salvi, Mura di sopra Andrea Rossi, Molindagnolo Angelo Morvidoni, C. Fiera Angiolino Roselli, Cordoni Angiolo Magri, Renicci Angiolo Meozzi, Crocifissino Angiolo Nevistrelli, Tavernelle A. Maria Bartolomei, Via Nova A. Maria Noferi, Piazzetta Croce Anna Pericchi, Murella Anna Polverini, Borgo Croce Annunziata Del Pia, Sansepolcro Anselmo Meucci, Scoiano Antonella Piantini, Casentina Antonietta Olivieri, Grosseto Antonio Zanchi, Bolivia Antonio Zineddu, Tavernelle Apollonia Buscosi, Cerbaia Assuntina Fabbriciani, La Fonte B e T Sperry, Casa Nova Lani Barberia Ottavio, Piazzetta legne Benedetto Papini, Via della Dogana Benito Raffaelli, Viale Stazione

Brunero Gaetani, Campalla Bruno Bianchini, Viamaggio Bruno e Luisa Ghignoni Bruno Polverini, Pocaia Bruno Valbonetti, Perù Bruno Zanchi, Via Garibaldi Carla Poggini, Ponte Sospiri Centro Aggregazione Sociale Cesarina Donati Sarti, P Sospiri Clara Giornelli, Carboncione Conforta Leonardi, Tavernelle Cosetta Cestelli, Motina Costantino Mondani, Gualchiera Dario Torelli, Viaio Una persona Delfo Meazzini, Terrato Delfo Venturi, Casaccia Delia Bartolini Tognetti, Pisa Derna Camaiti, Poggio del sole Donatella Riccardi, Colle Donatina Giorni, Quarrata

Duero Nocentini, Intoppo Duilio Polcri, Maraville Elena Primitivi, Borghetto di sotto Elena Sassolini, Terrato Elida Bianchi, Piazzetta delle legne Elisa Inghirami Pacini, Via Fossa Elvira Barfucci, Tavernelle Emanuela Casi, Bologna Enrico Baglioni, Infrantoio Enrico Piomboni, Giardinella Enzo Papi, Sansepolcro Ermindo Pernici, Ponte Carletto Erminio Staccini, Borghetto Ernesto Dragoni, Campo Fiera Eugenio Guadagni, Tavernelle Eva Senesi, Tavernelle Fabio Dragoni, Borgo Croce Fabrizio Nasini, Infrantoio Faliero Merendelli, Borgo Croce Famiglia Merendelli, Campo sportivo Federico Maurizio, Ca’ del Bocca Fedi Alvaro, Carmine Fernando Olandesi, Giardinella Fernando Paletti, Casanova Filomena Luongo, Via Carmine Franca Ciucoli, Portaccia di fuori Francesca Boschi, Motina Francesca Carboni, Borgo Croce Francesco Bruschetti, Palazzo Francesco Ceppodomo, Borgo Croce Francesco Crociani, S. Simone Francesco Maggini, Ponte Piera Francesco Sassolini, Valdimonte Franco Acquisti, Badia Franco Brizzi, Roma Franco e Iride Testerini, Via Libbia Frido Giorni, Via di San Leo Fulvio Floridi, Borgo Croce Gastone Mercati, Intoppo Gheldo Marghi, Bagnolo Gianfranco Citernesi, Via Carmine Gianpaolo Gattari, Via Fossa Gino Giabbanelli, Terrato Gino Giovagnini, Tavernelle G. Battista Franchini, Tavernelle Giovanna Ottobri, Calenzano Giovanni Bianchini, Palazzo del Pero Giovanni Foni, Ca’ de’ Frati Giovanni Giorni, Gardone V.T. Giuliano Donati, Renicci Giuliano Polverini, Monterchi Giulio Bianconi, Tavernelle Giuseppa Capucci, Bozia Giuseppe Acquisti, Faggeto Giuseppe Del Pia, Via di San Leo Giuseppe Leonardi, Bagnolo Giuseppe Matteucci, Ponte Sospiri

Giuseppe Sassolini, Sansepolcro Giuseppe Sperone, Piazza Mercatale Grazia Giabbanelli, Campo Fiera Graziano Bartolomei, Campo Fiera Graziano Zanchi, Campo Fiera Ilva Franceschi, Borgo Croce Ivano Cesari, Via del Carmine Ivano Leonardi, Arezzo Ivo Scartoni, Via di Pino Katia Bagnoli Lamberto Ulivi, Tavarnuzze Laurino Veri e famiglia Leone Bruschi, Poggio del sole Leoniero Buscosi, Via del Carmine Liana Giovagnini, Infrantoio Lilia Guadagni, Tavernelle Lina Bilancetti, Argentina Lorena Scartoni, Campo Sportivo Lorentina Cagnacci, Tavernelle Luca Del Pia, Milano Luca Paci, Sportone Luciana Lanari, Sansepolcro Luciano Cecconi, Infrantoio Luciano Paci, Sporto Piazzola Luigi Monini, Le Cascine Luigi Tuti, Le Logge del Magi Luigino Giorni, Polveriera M. Drakard, Libbiano Maddalena Gori, Isabella Magda Ruti e Antonio Rinaldi Manola Lodovici Tramontani Marcella Ghignoni, Renicci Marcella Pernici, S. Giovanni V.no Marco Lombardi, Montino Marco Stanghellini, Bologna Maria Claudia Brizzi, Meliciano Maria Palazzeschi, Polveriera Maria Picone, Mura di sopra Mariarosa Pancioni, Via di San Leo Marinella Miano, Stazione Mario e Carlo Vichi, Carmine Mario Gamberonci, B. Arsizio Mario Mariotti, San Remo Marisa Franchini, Infrantoio Massimo Foni, Ca’ de’ Frati Massimo Fragai, Gualchiera Massimo Meozzi, Via di Pino Maurizio Girolimoni, Via Carmine Mauro Baldi, Maraville Mauro Meoni, Via della Fossa Mirna Guelfi, Roma Nada Foni, Deposito Natalino Del Pia, Terracina Nelly Santi, Piazzola Nevio Comanducci, Via Carmine Nilo Agolini, Via nova bassa Odilio Goretti, Sansepolcro

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Offerta anonima Orazio Leonardi, Sansepolcro Orina Boncompagni, Campo Fiera Osvaldo Crociani, Stazione Osvaldo Rosadi, Ponte Piera Osvaldo Verdinelli, Monterchi Ovidio Mondanelli, Giardinella Palmiro Giuliattini, Molinbianco Paolo Cangi, Bagnolo di sopra Piero Biagioli, Pocaia Piero e Silvia Matteucci, Motina Piero Lega, Villa Spirito Santo Piero Plini, Monteloro Piero Rossi, Ponte alla Piera Pietro Bartolomei Corsi, Carmignano Pietro Giabbanelli, Arezzo Pietro Martini, Via Nova Pietro Pasqui e Luisa Petruccioli Primo Del Sere, Sansepolcro Relia Leonardi, Borgo Croce Renato Bidossi, Arezzo Riccardo Ghignoni, Polveriera Rina Del Tasso, Giardinella Rinaldo Nicchi, Via di San Leo Rino Boriosi, Via Carmine Roberto Cesari, Casale Rosa Gullino, Nizza Rosa Vannucci Ricci, Borgo Croce Rosanna Merendelli, Borgo Croce Rossano Omarini, Tavernelle Santi Comanducci, Intoppo Santino Del Sere, Casanova Sergio Lombardi, Borghetto Sergio Polverini, Via Propositura Severina Nocentini, Via Carmine Silvano Boncompagni, Via S Leo Siro Polverini, Via di San Leo Sisto Leandro Burioni, Motina Speranza Bianchi, Ponte Piera Stefania Pacini, Giardinella Stefano Cardelli, Scandicci Susetta Piomboni, Viaio Teresa Bartolomei, Lisbona Teresa Maurizi, Tofanicchio Teresa Mercati, Stazione Tina Salvi, Casa dei maestri

Turiddo Guerri, Campo Fiera Valentino Petruccioli, Pietto Vanna Meazzini, Tavernelle Vera Chiasserini, Borgo Croce Vincenza Ruscetti, Borghetto Vito Pennacchini, Arezzo Vittoria Guadagni, Portaccia Vittorio Smacchia, Pocaia Vladimiro Dragonetti, S Remo Walter Meozzi, Carmine Werther Canicchi, La Vigna


Ti vogliamo bene

Auguri a Suor Maria Rosa

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Abramo è un nome importante e tu eri una grande persona non solo per noi, che ti consideravamo la colonna portante della famiglia, ma anche per la gente che ti conosceva e che era in apprensione per la tua salute. Quella colonna è venuta a mancare e un grande vuoto si è creato dentro di noi. Grazie per averci dato la vita, grazie per averci insegnato quali sono i veri valori, grazie per esserci stato nei momenti felici e tristi, grazie per la famiglia che hai creato nonostante ti fosse stata negata fin da giovane con la morte prematura della nonna e dello zio Benito, grazie per averci insegnato il rispetto, l’onestà e la disponibilità verso il prossimo. Ora insieme al nonno, alla nonna e allo zio costruisci uno spazio in Paradiso anche per noi, perché il tuo posto, dopo tanta sofferenza non può essere che lì. Le parole che non ti abbiamo mai detto sono queste: Ti vogliamo bene e rimarrai per sempre nei nostri cuori.

Lo scorso 27 novembre la Comunità del Cenacolo di Montauto ha festeggiato il compleanno della veterana fra le religiose: suor Maria Rosa, che ha compiuto 85 anni. Originaria di Chieri (in provincia di Torino) suor Maria Rosa è stata diversi anni fa a Montauto, quando le prime suore del Cenacolo arrivarono nell’antico convento francescano. Il suo ultimo arrivo in terra d’Anghiari risale al 1985, e ancora oggi è sempre a Montauto. Soprattutto a Tavernelle è ricordata per l’attività di Catechismo che ha svolto per tanti anni, e inoltre la ricordiamo tutti per averci sfamati tante volte… infatti suor Maria Rosa ha sempre svolto il servizio della cucina, e direi in maniera eccellente! A Tavernelle si ricordano quando propose per la prima volta il cavolo crudo in insalata farcito con mela, arancio, noci e uvetta. Senza poi parlare dei suoi famosi dolci. E con la stessa dolcezza le sue Sorelle ed alcuni amici si sono ritrovati il 27 novembre per festeggiare con lei la gioiosa ricorrenza. A Suor Maria Rosa vanno anche gli auguri della redazione.

Livia e Claudio

10 dicembre di Mario Del Pia Il 10 dicembre ricorre la memoria liturgica della Madonna di Loreto. Per la tradizione questa data segna la notte della traslazione miracolosa della casa dove la Madonna visse e ricevette l’annuncio dell’Angelo Gabriele. Sempre secondo la tradizione la S. Casa fu traslata “per opera angelica” e si salvò dall’opera distruttrice degli arabi. Nel suo tragitto, la S. Casa avrebbe sorvolato diversi luoghi, che sono rimasti nei secoli legati alla devozione alla Madonna di Loreto. Ad Anghiari è difficile che ci sia passata, (oltretutto è anche fuori del probabile percorso) anche se una non bene conosciuta tradizione dice che alcune donne, prima che sorgesse il sole, videro passare la grande reliquia mariana. Ma tant’è che ad Anghiari il 10 dicembre è festa, e festa grande. Già dai giorni precedenti le donne di Anghiari vecchio lavorano instancabilmente per allestire i “Quadri viventi”, che sono ogni anno più belli. Quest’anno poi, grazie ad un minimo di organizzazione, i temi dei quadri viventi sono stati il filo conduttore delle preghiere, riflessioni e canti della processione. Ogni quadro veniva annunciato e una riflessione tratta dal magistero del Papa o di altri scritti ne approfondiva il significato. È da segnalare c'è che accanto alla grande partecipazione di gente alla Processione, si deve anche riscontrare una bella partecipazione attiva, grazie al buon funzionamento dell’impianto acustico e della scelta dei canti e delle preghiere. Insomma, quest’anno (o meglio l’anno scorso) abbiamo vissuto davvero una bella festa in Anghiari vecchio. Un plauso alle donne che allestiscono i quadri viventi, e l’invito a continuare così! Sarebbe anche bello se ogni anno i quadri avessero un tema comune, così da armonizzare sempre di più tutta la celebrazione. Dal suo ritorno ad Anghiari siamo impossibilitati a portare in Processione la statua della Madonna di Loreto, quella di Tino da Camaino, tanto cara agli anghiaresi. In questi due anni la Processione è stata una sorta di “festoso pellegrinaggio” verso la Casa di Maria, e proprio davanti all’antica statua della Madonna si è concluso il nostro cammino, affidando alla Vergine-Madre tutte le speranze delle nostre Comunità.

Beato Magi Mentre andiamo in stampa don Marco si trova ancora in convalescenza dopo l’intervento alla spalla resosi necessario per la brutta caduta dell’anno passato. Per chi non si ricordasse, don Marco era caduto in occasione della benedizione della nuova caserma del Corpo Forestale dello Stato di Anghiari. Nel frattempo avanzavano le nostre ricerche sul beato Bartolomeo Magi di Anghiari, e abbiamo avuto l’intuizione che il nostro beato potrebbe essere invocato come protettore contro le cadute. Di lui si narra infatti che sul Monte della Penna alla Verna, a rischio di cadere in un alto dirupo, fu salvo perché alcuni angeli vennero in suo aiuto e lo guidarono nel ritorno. Ci sembra quindi che non sia fuori luogo invocare il nostro beato a protezione delle cadute e simili. Il beato Bartolomeo, Maestro dei Se lo avessimo saputo Novizi, raffigurato in una tela nel prima!! refettorio della Verna.

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Antichi mulini ad acqua nella valle del Sovara di Flavio Mercati - V parte

I mulini del Ponte alla Piera Continuando ad andare a ritroso su per la valle della Sovara incontriamo, alla falde dell’Alpe di Catenaia, la ridente e tranquilla località del Ponte alla Piera. Questo insediamento abitativo sicuramente esisteva già in epoca romana o comunque diversi secoli prima del mille, il che è testimoniato dal fatto che nei primi secoli del Cristianesimo, esisteva in quelle vicinanze, forse nei secoli IV e V, la Pieve di S. Ilario presso Spilino, ora in rovina. Dove c’era una pieve, “questa madre vegliarda” come la definisce mons. Angelo Tafi, che era la più antica forma di organizzazione religiosa, ci doveva necessariamente essere anche un nucleo demografico di un certa consistenza. Non costruivano una pieve dove c’erano pochi o non c'erano abitanti. Sul torrente Cerfone, affluente di sinistra della Sovara, torrente che nasce e scende giù dalla montagna sovrastante, esisteva anche un ponte di epoca romana, ristrutturato recentemente, sulla antica via romana Arezzo-Rimini. Prendiamo come punto di riferimento tale ponte per localizzare i mulini ad acqua della zona, che erano due: uno, poco al di sopra del ponte, e uno, poco al di sotto. Tutti e due erano alimentati dall’acqua del Cerfone prelevata mediante un canale che si allacciava al torrente circa 150200 metri a nord del mulino di sopra. Ultimamente gran parte del canale era intubato, ma sicuramente un tempo era tutto scoperto. L’acqua dal primo mulino arrivava al secondo scorrendo su un trogolone in cemento, posto sul fianco interno della muraglia destra che delimita il Cerfone nell’abitato, in posizione rialzata rispetto al letto del torrente e passando sotto il vecchio ponte romano. Entrambi i mulini avevano due gruppi di macine ed entrambi hanno funzionato sempre e solo ad acqua. Quello di sopra ha durato a macinare fino agli anni ’60, quello di sotto ha cessato l’attività prima della seconda guerra mondiale. Il prodotto tipico della zona erano e sono le castagne, quindi oltre ai soliti cereali, si macinavano anche molte ca-

stagne secche per ottenere la rinomata dolce farina. Si macinava per la zona del Ponte, ma anche per quella di Montauto, come ricorda ancora qualcuno. I mugnai facevano, a volte, addirittura servizio a domicilio: per esempio si ricorda nella zona di quando andavano con cavalli o muli a prendere in questa località some di roba da macinare (la soma è il carico che sta in groppa ad un quadrupede) traversando a guado la Sovara e poi riportavano le some di farina. Dei mulini del bacino della Sovara, nel Comune di Anghiari, questi due erano i più a nord, ma all’incirca alla stessa latitudine, ma ad ovest di essi, e nella frazione di Savorgnano, nel comune di Subbiano, vi era anche un altro mulino, che prendeva acqua, mediante un canale, da un affluente di sinistra della Sovara, il Fossatone; anch’esso ha macinato fino agli anni ’60 e aveva due gruppi di macine. Però i mulini della valle della Sovara non finivano qui perché la vallata si estendeva e si estende anche a destra del fiume, non solo a sinistra dove si trovavano i mulini sinora esaminati.

I mulini di Upacchi Anche Upacchi nel 1200 era possedimento camaldolese. Si ha notizia anche di una rivolta. Nel 1237 la popolazione di Pianettolo (anch’esso dominio camaldolese) si mise in subbuglio contestando l’autorità dei religiosi. Poi, nel chiostro del monastero di Pianettolo, si radunarono gli uomini di Upacchi insieme a quelli di altre chiese (località) della

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La briglia sul Cerfone, poco prima dei mulini del Ponte alla Piera e, nello sfondo, l'autore della ricerca. Da qui l'acqua dà inizio alla gora affiancando il torrente sottostante fino ad alimentare il primo dei due botacci dei mulini. Digitalfoto Emmedipì

zona e alla presenza del priore camaldolese giurarono di accettare quanto il priore avrebbe stabilito. I mulini di Upacchi erano due, posti uno in fila all’altro, in quella stretta gola fra il colle di Upacchi e quello di Pianettole. Erano piccoli e a breve distanza uno dall’altro, circa 100 metri, alimentati da un canale che prendeva acqua per mezzo di un trogolo di legno di quercia dal rio di Upacchi che scorre accanto. Da un mulino l’acqua refluiva poi al botaccio dell’altro. Nessuno ricorda d’averli mai visti funzionare, sembra comunque, in base alle notizie in nostro possesso, che uno abbia cessato di funzionare nel 1919 e l’altro pochi anni dopo. Sono rimaste però le case e tracce ben visibili di essi.


...antichi mulini

Molin del Caccia Scendiamo ora da Upacchi costeggiando il torrente Teverina, formato dall’unione del rio di Upacchi con quello di Montemercole, e giù al bivio prendiamo la strada per Toppole e Pianettole, poco dopo l’incrocio incontriamo il mulino detto “Il Molin del Caccia”. Si chiamava e si chiama così perché nel ‘300 vi venne ad abitare un certo Averuccio di Caccia d’Averuccio da Montemercole (allora al posto del cognome si usava spesso ricorrere al nome del babbo ed anche a quello del nonno. Erano i cosidetti nomi patronimici). C’erano un tempo tracce sul posto dell’esistenza passata di questo mulino, però nessuno lo ha mai visto funzionare; anche in un elenco dei mulini d’Anghiari del 1818, con i relativi mugnai, non compare. Probabilmente ha cessato la sua attività anche prima dell’ottocento oppure, e poteva avvenire anche questo, col tempo, macinava solo per uso di famiglia. Non dimentichiamo infatti che molti mulini erano abbinati a poderi e quindi potevano anche macinare solo la loro roba. In questo caso quindi il mulino non era più un vero e proprio mulino per il pubblico ed il mugnaio non un vero e proprio mugnaio. Chi lo gestiva poteva figurare sotto altra voce, per esempio contadino.

Il Mulino di Toppole Sorgeva in quella gola percorsa dal torrente Cestola, fra Verazzano e Toppole. Anche questa zona era un dominio dei Camaldolesi che nel ‘200 vi avevano anche un’abbazia. Nel 1909 figurava fra i mulini del Comune di Anghiari. Intorno al 1920 non più. Quindi ha cessato la sua attività in questo periodo.

Gruppi in cammino Nell’anno del grande Giubileo, l’Anno Santo 2000, Mario Del Pia ha avuto la geniale intuizione di preparare un apposito registro dove i pellegrini che sarebbero passati da Anghiari e diretti verso Roma o altra meta giubilare, avrebbero potuto lasciare un ricordo scritto del proprio passaggio. La cosa è stata accolta ed è servita a registrare i numerosi pellegrini (quasi sempre in gruppo) che si recavano in Santuari o a Roma. Poi però, il registro non è rimasto a raccogliere polvere

Questo raffigurato è l'ambiente dove era collocato il ritrecine del primo dei due mulini di Upacchi. Digitalfoto Emmedipì

I Mulinaccio

Sono i mulini la cui esistenza è attestata da antichi documenti ma di cui non sono rimaste tracce né ricordi trasmessi oralmente. Il mulino del Merendello si trovava nei pressi del Merendello sulla strada per Toppole e Verazzano ed era alimentato dal torrente Cestola. Il mulino di S. Giovanni del Tempio era attiguo a Pieve di Sovara, e quello della Murella era nei pressi della casa che tuttora porta questo nome.

Ci sono due edifici nella valle della Sovara che portano questo nome: uno è fra Catigliano e Sorci, lungo la Sovara; l’altro nella zona di Tavernelle, a sud del Molin Bianco. Ciò indurrebbe a pensare che anch’essi siano stati dei mulini, però non siamo riusciti a trovare altro tipo di testimonianza che lo dimostri ma, sempre andando avanti per congetture, il dispregiativo “accio” farebbe anche pensare che siano stati abbandonati dai clienti a vantaggio di altri migliori. Il primo potrebbe essere stato un vecchio mulino di Sorci e di Catigliano, lasciato poi per quello nuovo del ‘500, il secondo un altro dei mulini della reglia esaminata in inizio, quella dei sette mulini. Ed infatti vi passa adiacente, quindi sarebbe stato un ottavo mulino. Rimane comunque un margine di mistero.

fino al prossimo anno santo (2025) ma ha continuato la sua opera, e in esso i gruppi di pellegrini che soggiornano ad Anghiari possono sempre segnarsi. Questa estate il nostro Oratorio è servito come momento di sosta per diversi gruppi (per lo più di giovani) che camminavano verso dei luoghi significativi, e quindi hanno lasciato traccia del proprio passaggio nel nostro registro:

ha camminato lungo il tragitto tra Assisi e la Verna. Come marciatori del gruppo tedesco di Bolzano/Austria/Tirolo siamo in cammino verso Assisi. Nello spirito vi porteremo con noi a quell’incontro con il Signore del due agosto a Santa Maria degli Angeli. Che il Signore vi benedica e vi protegga. Grazie

27 luglio 2006 Grati per la grande ospitalità che sperimentiamo in queste vostre terre, siamo qui vostri ospiti come pellegrini in cerca delle orme di San Francesco che spesso

Per i marciatori Fra Roland Faustin o.f.m.

Molino del Merendello, Molino di S. Giovanni del Tempio, Molino della Murella

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Un'altra testimonianza la potete trovare a pag. 18.


la pagina di Walter Del Sere

Una notte insonne Notte insonne tra l’1 e il 2 gennaio. Conto le pecorelle pensando così di addormentarmi. Ma non è così. Allora si scrive per l’Oratorio. Questa (per me insolita) insonnia è dovuta alla gran bella cena consumata a La Motina (voto 8 +) con giovani amici e figli di amici di Roma. Tagliatelle al sugo d’oca, ravioli tartufati, cinghiale in umido coi piselli e via di questo passo. Fatto è che a 50 anni abbondanti se la sera si mangia così tanto e di gusto, poi la notte si passa in bianco. E così è. Il pensiero corre così alla mattinata di Capodanno quando in Pro Loco abbiamo proposto la visita guidata al borgo antico, a beneficio dei tanti (direi tantissimi) turisti, i più armati di passeggino e figlioletti al seguito, che affollavano Anghiari. Non sto a dilungarmi sul successo della visita (voto 6 + di autostima). Il fatto è che s’è fornito un’altra opportunità agli incantati visitatori del nostro borgo antico (voto 9 al borgo antico). Notato con malcelata ironia che i vasi sistemati lungo le mura sono stati impiegati la notte di San Silvestro come rampa di lancio per petardi e fuochi artificiali che hanno incendiato (nel senso bòno) Anghiari per un quarto d’ora. Poi, tranquillità. Chi voleva scatenarsi nella notte aveva altre mete vicine da sfruttare: dalle discoteche alle feste di piazza concentrate nella parte umbra della vallata. Va bene così. Anghiari non può e non deve fare di tutto e di più. Quindi, se la calma è arrivata presto: qual è il problema? Orgogliosi per le tante sviolinate alla bellezza d’Anghiari tributateci dalle centinaia di visitatori und turisti. Ahi, ho perso il filo. Riprendo da via Taglieschi dove

s’è incontrato Omero, il Presidente della Baldaccio Bruni (voto 9 per il campionato da schiacciasassi). Nella notte insonne il pensiero era che il prossimo anno, dopo avere vinto il campionato di promozione toscana, con un paio di modifiche si vince anche il campionato d’eccellenza e fra 2 anni siamo in serie D. Qui, con altri 2 ritocchi si diventa la squadra rivelazione e si va a finire in serie C. Tutto ciò accadrà nella stagione agonistica 2008/2009. A quel punto si vendono 2 o 3 giocatori al Torino (che ce li ha chiesti) e quelli che l’han tirati fòra in precedenza si ripigliano tutti i quattrini sborsati. Ach, stavo già sognando. Giunti in Piazza (linguaccia mia perché non stai zitta) m’è toccato dire che quel monumento-ne a Garibaldi non era destinato alla Piazza d’Anghiari (e si vede dalla s-proporzione) e che forse lì ci stava meglio il busto marmoreo antecedente (quello che è in sala del consiglio). Invece tra le mura, preso dalla concitazione nel raccontare la Battaglia d’Anghiari e l’eroismo di noi toscani, ho fatto non meno di 7 gaffe infamando i nemici milanesi (guarda caso al seguito ce n’erano un bel po’). E meno male che il vecchio buon Guiducci (in questo non ha pari) è riuscito ad ingarbugliare la situazione in modo tale che nessuno ci ha capito più niente. E se non ci fosse il Guido (voto 8 +)…. e invece c’è sempre. Sempre tra le mura notati, inchiodati al muro, sacchetti e guanti di plastica a beneficio di quelli che vengono a far fare i bisognoni ai loro cagnoloni in questo luogo così panoramico. Complimenti

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a Celestino (voto 8 +) che ha avuto questa intuizione. Servirà? Quando poi ritorni al Poggiolino e lì hai raccontato Tovaglia a Quadri e la gente ti guarda a bocca aperta perché o non ci credono o ti prendono per matto, oltre agli odori di nane al forno e sughi domenicali (voto 8 alle massaie) ti viene giustappunto il pensiero: ma se tutto questo tra pochi anni diventerà (come diventerà) un posto disabitato, siamo sicuri che il fascino di Anghiari Vecchio resterà immutato? La cosa che manca d’inverno al Poggiolino e dintorni (anche se il mio geranio ancora germoglia benché siamo arrivati quasi alla Befana), sono le fioriture: quei capolavori di piante che rendono onore a quelli e quelle che fanno a gara dalla prima mattinata fino a tarda sera a superarsi nell’arte del giardinaggio. È grazie a sta gente (voto cumulativo 9) se si sentono esclamazioni di meraviglia tutti i giorni per 8 mesi all’anno. Dalla Badia al Palazzo Pretorio con il presepe della piazza di Città di Castello (o che c’entra?) che copre l’affresco de La Giustizia di Antonio d’Anghiari, che mise su bottega con quel ciabattino di nome Benedetto e che aveva come garzone il figliolo di quest’ultimo, un certo Piero, si, Piero della Francesca. Peccato che il Sommo Piero non ci ha lasciato niente di suo qui ad Anghiari. A meno che il Topeka col Penna non scoprano qualcosa. Sennò c’è

sempre il Gaggio (il Battesimo di San Giovanni ora custodito alla National Gallery di Londra ma fatto dal Sommo Artista per abbellire la parete ovest del Battistero in via Taglieschi??). A S. Agostino c’è la storia del passaggio degli spetalieri del Tau arrivati con l’Arcivescovo di Canterbury esiliato da Enrico II etc. In che anno eravamo? Il 1164. E (voto 8 +) anche alla Pro Loco che ha ricordato Tommaso Becket nel giorno del suo martirio (29 dicembre 1170) con un concerto tenutosi nella Chiesa di S. Agostino. Infreddoliti presenti: 6 tedeschi, 4 canadesi, 8 inglesi, 6 parenti dei musicisti, Biga, Birchi, Cesare e 3 organizzatori. Ma va bene così. L’importante è non perdersi di coraggio. Ho riperso il filo. La visita guidata si è conclusa alle Logge con l’illustrazione della trecentesca Ruga di San Martino. La particolarità? La mattina del solstizio d’estate, il primo raggio di luce che fa capolino da sopra il Borgo, taglia preciso la dritta che porta fino all’ex Convento della Croce. Proprio come quel sole che, al tramonto del 21 giugno, mette in risalto le forme del serpente di pietra che scende giù dai lati della piramide maya di Chichen Itzà, in Messico… e nuvole… e balene grigie in Baja California Sur dove i cetacei vengono giù dall’Alaska ad accoppiarsi e partorire balenotteri che si fanno accarezzare nelle tiepide acque del mar di Cortez. Che c’entra ‘sto finale? C’entra, c’entra.


Mese di Dicembre 2006

CRONAC HETTA

Sabato 2. Stamani pensavo non ci fosse la nebbia invece c’era anche più fitta di quest’altri giorni. Domenica 3. Stamani per la Via Nova ho visto Nanni, il falegname, che cercava di cogliere le olive davanti a casa sua. - Oggi è morto Giuseppe Bianchi di anni 76. La sua famiglia da Milano venne ad abitare a Valcelle. Lunedì 4. Stamani Gino de Barliano mi ha portato delle mele selvatiche che se mi piacciono mi dà la pianta. Domenica 10. Il tempo è stato bello e la festa della Madonna di Loreto è riuscita bene. Martedì 12. Oggi con Alessandro abbiamo sincronizzato il suono dell’Ave Maria in Propositura. Mercoledì 13. Alessandro di Tavernelle m’ha detto che stanotte una macchina ha ammazzato il suo gatto Tigro. - Oggi è morta Palma Bigioli vedova Giornelli. Aveva 82 anni ed abitava all’Intoppo ma per molti anni ha abitato a Trombone. Venerdì 22. Oggi è morta Faliera Senesi in Mondani. Aveva solo 60 anni ed abitava al Campo della Fiera. Sabato 23. Oggi con Alessandro siamo andati dal Franchini perché spezzava il maiale e la Carla ci ha preparato un bello spuntino. Domenica 24. Frido ha detto che il primo dell’anno piove e poi ritorna il freddo. Lunedì 25. Oggi è morto Virus Merendelli. Aveva 79 anni ed abitava verso le Bucacce. Ricordiamo la famiglia dei Merendelli di quando abitavano al Vergone. Giovedì 28. Oggi è morta Lucia Zoi vedova Domina. Aveva 91 anni e la ricordiamo di quando gestiva l’appalto del Borgo della Croce. La sua famiglia prima aveva una nota osteria vicino al Mammalucco che era detta della Vittoria. - Oggi è morta anche Angiola Severi vedova Bellini. Aveva 94 anni ed era originaria di Valle di mezzo.

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Novembre 2006 Venerdì 3. Oggi Maurizio il fabbro ha fatto dei raccordi per i banchi di San Martino. Sabato 4 . Con le donne del Borgo della Croce abbiamo fatto le prove con la stoffa per coprire i banchi San Martino. Lunedì 6. Oggi è morto Cambi Gianfranco. Aveva 71 anni ed abitava al Poggiolino. Spesso si poteva vedere al lavoro nel suo campo vicino alla sorgente della ferrovia. Mercoledì 8. Oggi è morta Veronica Lina Cipriani vedova Gabellini. Aveva 85 anni ed abitava fuori della Portaccia. La sua famiglia ha abitato per diverso tempo a Monte. Sabato 11. Oggi nella chiesa del Convento di San Martino abbiamo fatto la distribuzione del pane. Martedì 14. Stamani Marco ha fatto cadere una delle zucche di suo zio della Murella che l’aveva portate per la festa. Giovedì 16. La Lilli è caduta davanti alla bottega della Marisa ma sono intervenuti due dottori per assisterla. - Oggi è morto Loris Pallini. Aveva 67 anni ed abitava verso le Bucacce. Faceva il muratore assieme al fratello. - Oggi è morta anche Eletta Nocentini vedova Felisi. Conosciuta con il nome di Iris era la sorella di Baldino ed aveva 81 anni. Martedì 21. Stamani ho visto il Baggi “col capello novo” che andava verso piazza. -Oggi è morto Edoardo Marinari. Aveva 72 anni ed abitava per il viale della Stazione. Lo ricordiamo di quando gestiva il ristorante della mamma Nena. Lunedì 27. Ieri, ma anche oggi, la nebbia è rimasta per tutta la mattinata. Mercoledì 29. Oggi il Mazzoni ha montato le luci di Natale per il Borgo della Croce.

Morto Penelope cane Italo-Boliviano di Armando Zanchi

Arezzo, 14 ottobre 2006

Ora ci ha lasciato in terra lui riposa con il suo abbaiare voleva dirci qualcosa

Una mangiata e piccola bevuta una dormita giornata per lui finita

Il caro Penelope piccolo ma ruggente vedeva un gatto e si vedeva pungente

Il nostro Penelope cane Italiano ora è morto laggiù da vero Boliviano

Il caro Penelope cane di lui di razza con i suoi padroni nei cieli lui scorrazza

‘Sto dolce cane lui trasvolatore là nei cieli con il suo padrone

Piccolo cane con sangue bollente sempre in alerta quando veniva la gente

Naturalizzato dai suoi connazionali ora per Penelope l’amore degli altari

Vede l’Italia l’America ai suoi piedi lui fa l’ingresso come i pionieri

Lui à sorvolato mari e montagne senza un cenno di paura costante

Nella sua cucina lo vedevi ascoltare quasi al rumore lo vedevi abbaiare

Ai suoi padroni ‘sta perdita dolorosa per loro due era parte di una cosa

Per due volte il mondo à sorvolato ora il suo volo a terra si è fermato

Tanti gli acciacchi gli anni ce n’ha tanti ed in Bolivia in cerca di amanti

Con il padrone al giro per il paese in compagnia a fare le sue spese

Ora che scrivo ne sono dispiaciuto perché Penelope era molto conosciuto

Questo Penelope grande cane fedele la sua morte porta dolore e pene

Lui alla corte dei suoi padroni che lo curavano con dei grandi cuori

Poi piano piano al passo del padrone lì verso casa ritorno al cantone

Se gli Anghiaresi sapranno la notizia la morte di Penelope certo li rattrista:

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Questo giornale lo potrete trovate su Internet www.parrocchiadianghiari.it Scriveteci: oratorio@parrocchiadianghiari.it o: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

MercoledĂŹ 21 febbraio 2007 inizio della Quaresima Durante la S. Messa benedizione e imposizione delle Sacre Ceneri come gesto penitenziale della Quaresima. Ad Anghiari alle ore 18 in Propositura A Tavernelle alle ore 21

Da giovedĂŹ 22 febbraio inizia la Benedizione delle famiglie seguendo l'itinerario degli altri anni. 32


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