2007-5 Oratorio di Anghiari

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OTTOBRE - NOVEMBRE 2007

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 5

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

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L’arma parente

l'editoriale di enzo papi

di Maria Pia Fabiani

Il Grest

Parecchi anni fa, avevo una parente che stava un po’ lontano e si chiamava Alba; ma, essendo piccolina, veniva detta Albina e dopo solo Bina. Ma c’era un vero guaio: come facevo a scriverle “Mia cara cara Bina?” 26.6.07.

Non basta lo spazio Come vi renderete conto, quando ve lo avremo detto, lo spazio non ci è bastato. Molti gli articoli giunti in Redazione, molte le notizie da dare, molte le attività estive della Parrocchia che richiedevano un resoconto. E così siamo stati costretti, nostro malgrado, a rimandare al prossimo numero alcuni di questi articoli. Uno per tutti quello riguardante il beato Bartolomeo Magi, festeggiato presso il proprio Altare in Propositura mercoledì 29 agosto e per ricordare il quale stiamo predisponendo delle iniziative per il prossimo anno. Lo faremo assieme ad alcuni amici di Empoli, luogo dove è sepolto il beato anghiarese e ne daremo notizia tempestivamente. Alessandro Bivignani ha ritrovato alcune memorie su questo nostro beato nei registri della parrocchia scritte dal Proposto don Nilo Conti. Sempre nel prossimo numero saranno riportate altre testimonianze dell'estate ragazzi e quindi daremo una pagina al Grest e alle attività estive parrocchiali. Un invito, naturalmente, per i collaboratori a consegnare il materiale per il giornale nei tempi stabiliti per poter organizzare l'impaginazione dei testi pervenuti e non deludere nessuno. L'indirizzo del giornale è questo: oratorio@parrocchiadianghiari.it

L’estate volge al termine, ma non possiamo archiviarla senza svolgere delle opportune riflessioni su un’opera che ha impegnato le parrocchie del vicariato di Anghiari, ma anche quelle di Sansepolcro. Che l’opera si chiamasse Grest (Gruppi estivi) o anche Aperti per ferie poco cambia nella sostanza; anzi nulla. I Gruppi estivi, ragazzi dalle elementari alle superiori, adulti, genitori e universitari come aiuti organizzativi e di sostegno della catechesi del parroco, si raccolgono dietro l’invito di un volantino-progamma che illustra le iniziative giornaliere di tutta la settimana, dal lunedì al venerdì: passeggiata nel bosco, l’alba sul crinale, la visita ai monasteri storici della zona, le gite per capire le emergenze artistiche e naturali del territorio, bus, pulmini, treno, lago, Canoscio, Arezzo, Camaldoli, La Verna, Monte Oliveto, Montecasale… Le iniziative più disparate, dunque, e le mete più diverse, non per una settimana, ma per tutto il mese di luglio e parte di quello di agosto; coinvolgendo ragazzini e giovani, educatori e sacerdoti per un… campeggio itinerante che ha avuto la durata di gran parte dell’estate. Se si valutano queste iniziative da un punto di vista sociologico -non dobbiamo dimenticare che Paolo VI ha definito la Chiesa una etnia nuova sociologicamente rilevabile- risulta evidente l’originalità e la novità del movimento messo in atto dalle parrocchie. L’ estate è, per eccellenza, il tempo in cui la vita ordinaria e le attività di sempre, il lavoro, la casa, la scuola, si fermano per lasciare spazio al diverso, al lontano, alla feria: il mito da celebrare è estraniarsi dalla vita di ogni giorno per vivere una parentesi, più o meno lunga, più o meno eccitante, di evasione e di distanza dal quotidiano e dal suo ritmo ordinario. Il Grest, invece, va nella direzione esattamente opposta: vivere lo straordinario nell’ordinario di ogni giorno; anche d’estate! A riprova che la feria non è una evasione a tutti i costi, a tanto l’ha ridotta il consumismo, ma è la festa vissuta nella vita di tutti i giorni. In altri termini: la fatica del quotidiano non consiste nel suo apparente grigiore, ma nel fatto che lentamente le cose ordinarie perdono significato e diventano routine. Riportare, dunque, la gioia dello straordinario, nella vita ordinaria non è cosa irrilevante. Le nostre parrocchie hanno reso visibile una cultura nuova, una qualità della vita festosa, perché ricca di significato. Altra novità di Aperti per ferie. Il significato. La lunga estate del Grest è una estate di missione, di annuncio e di evangelizzazione: le liturgie in luoghi e ambienti ricchi di evocazione, le assemblee in mezzo ai prati, le riflessioni nel primo spazio utile quando il gruppo ha bisogno di un po’ di riposo, lo stare assieme e la conversazione libera in pullman, i canti… Tutto diventa occasione di proposta e motivo di ripresa del valore. Chi vuole, liberamente, lo riconosce e lo accoglie. Ragazzini e universitari, giovani e famiglie, tutti coinvolti in un lavoro educativo, itinerante, lungo quasi due mesi. È l’altra grande novità del Grest. Il gruppo e lo stare assieme vissuti in modo naturale, come esperienza di educazione, là dove la società, di norma, spinge all’individualismo ed all’isolamento; le parole ricche di senso e di valore, là dove di norma si è abituati al rumore, al chiasso e al parlare insensato dei grandi mezzi di comunicazione di massa. Così con la naturalezza di una passeggiata, in una giornata qualsiasi di calura estiva, davanti ad uno spettacolo della natura o di fronte allo splendore di un monumento ricco di storia e di arte, ecco che la novità di una vita più umana e di una compagnia più ricca ti toccano e ti affascinano. Nascono una simpatia ed una solidarietà nuove; ti accorgi che anche il quotidiano è interessante. Quello descritto non è altro che un percorso di educazione. Sicuramente è per tutto questo che il Grest piace; e da anni muove tante persone.

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XXXXI - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

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LA PAGINA DELLA CARITAS a cura di Laura Taddei

Madre Speranza Il 27 di agosto il gruppo della Caritas Parrocchiale, circa trenta persone, si è recato in pellegrinaggio al Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, cittadina nei pressi di Todi. Il Santuario, fondato da una suora spagnola, Madre Speranza di Gesù nel 1951, su ispirazione di Cristo stesso con cui essa era in colloquio mistico è stato eretto al titolo di Basilica dal Pontefice. Gesù Cristo invitava insistentemente la suora, poverissima e umile, ad annunciare a tutti il vero volto di Dio, non giudice severo ma Padre misericordioso, sempre pronto a riaccogliere i Suoi figli. L’Opera, grandiosa, tre basiliche, Casa del Pellegrino, Centri di Accoglienza per preti anziani, nonché Convento dei due Ordini, maschile e femminile, dell’Amore misericordioso, è sorta in un luogo aspro frequentato solo dai cacciatori che vi prendevano molti volatili. Madre Speranza, morta stigmatizzata nel 1983 riposa all’interno della Basilica inferiore in una tomba dalla forma che può richiamare sia il chicco di grano che morendo porta frutto, sia il lievito che fa fermentare la massa. Anche la facciata della Basilica ha un valore simbolico, perché riproduce una grande rete, secondo il volere della Madre, la quale diceva che qui ora saranno i pellegrini ad essere catturati dalla rete della Misericordia di Dio. La Congregazione dell’Amore Misericordioso, Figli e Ancelle, è sparsa in tutto il mondo; anche Giovanni Paolo II ha pregato qui nel 1981, appena convalescente dall’attentato di Piazza S. Pietro, e ha incontrato Madre Speranza. Al Pontefice stava molto a cuore il messaggio della Divina Misericordia e la suora polacca da lui proclamata Santa, Faustina Kovalska. Madre Speranza è stata paragonata a lei, perché anche lei aralda dell’Amore Misericordioso. Il Santuario è definito “La piccola Lourdes” perché Cristo stesso indicò alla Madre il luogo dove sarebbe scaturita una sorgente di acqua pura che i pellegrini avrebbero potuto bere e nella quale immergersi come a Lourdes, per ottenere grazie di guarigione sia fisica che spirituale. Anche noi, dopo una significativa liturgia delle acque, ci siamo immersi nelle vasche, accompagnati dalla preghiera e dall’assistenza squisita dei volontari. Il gesto lo abbiamo vissuto come rinnovamento della nostra adesione a Cristo nel Battesimo, ognuno di noi si è sentito chiamato ad una particolare disposizione penitenziale che ci ha permesso di comprendere il significato di purificazione e rinascita a vita nuova. Abbiamo celebrato l’Eucaristia nella chiesa del Crocifisso, annessa alla grande Basilica. Al canto “Tu mi guardi dalla croce”, i nostri sguardi erano attratti dal grande crocifisso, le cui caratteristiche sono state suggerite da Gesù stesso per far comprendere a tutti la grandezza del Suo Amore per noi. È

un Cristo non morente, ma vivo, con gli occhi aperti, non accasciato nel dolore ma eretto e glorioso. La croce è poggiata sul globo terrestre, su cui ci sono la Sua Parola (il libro) e la Sua Corona regale. La grande ostia, dietro la croce, dono del Suo Corpo che scaturisce dal sacrificio di Cristo. Dio regna sul mondo attraverso la morte sulla croce di Suo Figlio e il Suo sguardo sembra che supplichi il peccatore perché non rinunci ad accogliere la Sua immensa Misericordia. Egli ci cerca incessantemente con amore, dice una frase della Madre, come se non potesse essere felice senza di noi: Nella Via Crucis pomeridiana, lungo un bellissimo percorso, davanti alle grandi statue che riproducono le stazioni, abbiamo meditato con le parole di Madre Speranza, e abbiamo terminato con la gloria del Cristo Risorto. *** È stata una giornata memorabile, anche per il clima di fraternità che abbiamo vissuto fra noi e con la gradita e positiva presenza di persone nuove al gruppo. Proprio queste, che ringraziamo, ci hanno comunicato con semplicità le loro impressioni: “Non avevo mai sentito parlare di questo Santuario, tanto meno di Madre Speranza. Con mia grande sorpresa, però, durante la Santa Messa, mi sono trovata ad osservare costantemente il Crocifisso di fronte al quale pregava la suora e lacrime di emozione sono scese sulle mie guance. Inoltre, la Via Crucis mi ha dato tanta soddisfazione facendomi sentire tranquilla e vicinissima a Dio. Grazie per aver organizzato questo pellegrinaggio, per me il primo con le persone della Caritas, e spero possa ripetersi.” Maddalena "Bisognerebbe fare più spesso simili pellegrinaggi per ritemprare lo spirito, e avvicinarsi di più a Gesù della Misericordia." Maria Pia

errata corrige Nello scorso numero dell’Oratorio nel paragrafo “infiammali d’amore” al terzo rigo è stata erroneamente omessa la frase “lui rispose: non posso perché non vogliono”

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CALENDARIO LITURGICO

a cura di Franco Cristini

Mese di Ottobre 2007

Mese di Novembre 2007

1° ottobre lunedì - Santa Teresa del Bambin Gesù, Vergine e Dottore della Chiesa: è nata nel 1873 ad Aleçon, in Francia, è morta a soli 24 anni nel 1897 per tisi. Umile, semplice, piena di fede, sorprendentemente matura. 2 ottobre martedì - Santi Angeli Custodi. Questo giorno è dedicato all’Angelo custode che affidato a ciascuno di noi fin dalla nascita ci sta accanto quotidianamente. Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 4 ottobre giovedì - San Francesco d’Assisi. Il poverello di Assisi è nato nel 1182 ed è morto nel 1226. Massimo esempio di santità - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 5 ottobre venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20,30 S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione. 7 ottobre domenica - Domenica XXVII del Tempo Ordinario. Beata Maria Vergine del Rosario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 14 ottobre domenica - Domenica XXVIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 15 ottobre lunedì - Santa Teresa d’Avila, Vergine e Dottore della Chiesa. È nata ad Avila in Spagna nel 1515. È morta ad Alba de Torres nel 1582. Suora Carmelitana aprì in seguito un convento di Carmelitane scalze cioè rigidamente obbedienti alla regola. Ebbe una serie di apparizioni mistiche. 16 ottobre martedì - Santa Margherita Maria Alacoque. Ricevette mistiche rivelazioni particolarmente sulla devozione verso il Cuore immacolato di Gesù. Fu suora della Visitazione a Paray le Monial. 18 ottobre giovedì - San Luca evangelista. Nativo di Antiochia, studioso di medicina e appassionato all’ellenismo è l’autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli. Unico dei quattro evangelisti ha tracciato importanti ritratti di Maria insistendo inoltre sull’infanzia di Gesù. La tradizione vuole che Luca sia stato martirizzato in Acaia. 21 ottobre domenica - Domenica XXIX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. Giornata Missionaria Mondiale. 28 ottobre domenica - Domenica XXX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. Santi Simone e Giuda apostoli.

1° novembre giovedì - Tutti i Santi. Sante Messe secondo l’orario festivo. Santa Messa a San Lorenzo alle ore 14,30. Nella chiesa di Galbino alle ore 15,30. Nella cappella del cimitero di Anghiari alle ore 15,30. 2 novembre venerdì - Commemorazione di tutti i defunti. Alle ore 6,30 ritrovo nella chiesa di Santo Stefano per recarci al cimitero dove alle ore 7 viene celebrata la S. Messa. Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione. 4 novembre domenica - Domenica XXXI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 6 novembre martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 10 novembre sabato - San Leone Magno Papa e Dottore della Chiesa: nato in Toscana, sembra a San Leo di Anghiari, fu vero pastore e autentico padre di anime. Arrestò, per quanto gli fu possibile, le incursioni dei barbari, ricordiamoci del suo incontro con Attila capo degli Unni. Meritò a buon diritto di essere Magno. Morì nel 461. 11 novembre domenica - Domenica XXXII del Tempo Ordinario. San Martino Vescovo. Martino nacque circa il 316, inizialmente pagano si convertì al cristianesimo fino a diventare vescovo di Tours. Morì nel 397. Sante Messe secondo l’orario festivo. 18 novembre domenica - Domenica XXXIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 22 novembre giovedì - Santa Cecilia Vergine e Martire, patrona dei musicisti. 25 novembre domenica - Domenica XXXIV del Tempo Ordinario. Cristo Re. Festa della Misericordia. Sante Messe: alle ore 9,30 in Badia, ore 11 in Propositura, ore 18 nella chiesa della Croce. 30 novembre venerdì - Sant’Andrea Apostolo: nato a Betsaida fu prima discepolo di Giovanni Battista, poi seguì Gesù a cui condusse anche il fratello Pietro. Festa grande a Galbino.

Alle ore 16 in Propositura S. Messa in lingua polacca La prima domenica di ogni mese, alle ore 16 in Propositura, viene celebrata la S. Messa per la comunità polacca. La Celebrazione in lingua polacca è un segno per accogliere i fratelli cristiani polacchi che risiedono in Anghiari. 4


SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

1° novembre 2007 Solennità di tutti i Santi

Oltre agli orari delle Ss. Messe festive nelle parrocchie segnaliamo questi appuntamenti:

Ore 8,00 Ore 8,30 Ore 9,00 " Ore 9,30 Ore 10,00 " Ore 11,00 " " " Ore 11,30 Ore 12,00 Ore 15,30 Ore 16,00 " Ore 18,00

Ore 14,30 a San Lorenzo S. Messa e processione al cimitero.

Ore 15,30 S. Messa nel cimitero di Anghiari. Ore 15,30 a Galbino S. Messa e processione al cimitero.

Primo venerdì del mese al Carmine

-PIEVE DI MICCIANO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -CENACOLO DI MONTAUTO -CATIGLIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -VALEALLE -TAVERNELLE -VIAIO -TOPPOLE -TUBBIANO -PONTE ALLA PIERA -PROPOSITURA (1a domenica del mese) -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8,30 S. Maria della Pace Le Ville Ore 8,45 San Michele Arc.lo a Padonchia Ore 10,00 CHIESA della Madonna Bella Pocaia Ore 11,00 S. Maria della Pace Le Ville Ore 11,15 San Simeone profeta a Monterchi Ore 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

Ottobre mese del Rosario Nelle nostre parrocchie la ricorrenza della festa del Rosario verrà celebrata nel seguente ordine: Prima domenica a Valealle Seconda domenica a Galbino Terza domenica a San Leo Quarta domenica Chiesa della Croce in Anghiari

Quadro conservato nella chiesa della Croce rappresentante la Madonna del Rosario

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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo * Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Il senso della vita

Istrice in trasferta?

In questi giorni ho riflettuto molto sul “senso della vita” e sul perché delle complicazioni dell’esistere arrivando alla conclusione che inevitabilmente l’una non può essere altro che la conseguenza dell’altra, mi spiego: è indiscutibile la perdita di valori etici e morali, ma perché si cerca nella società una responsabilità di educazione che spetta alla prima forma di società che è la famiglia. Quando i genitori fanno giocare i propri figli ad un videogioco in cui più gente si ammazza e più il punteggio è alto, come si fa a non capire che per il bimbo di quattro anni si tratta di induzione a un comportamento violento. Poi mi sembra sciocco meravigliarsi che crescendo la stessa persona non si preoccupi del rispetto della persona in difficoltà esistenziale. Detto in altre parole, oggi stiamo raccogliendo i frutti di una formazione aleatoria e intrisa di falsi messaggi perché il bimbo di cinque anni nel 1970 oggi è un uomo di 35 anni e quindi in grado di fare e disfare secondo gli insegnamenti ricevuti. Tali messaggi sono stati il denaro e si è detto che lo stesso è fonte di benessere, ma con il denaro non si compra tutto. Le cose veramente importanti, per esempio l’affetto, non si compra. Quando hai bisogno di un sorriso non lo compri, in definitiva è necessario comprendere che il mare è composto da gocce d’acqua e che le stesse poi evaporano creando nubi che le fanno ricadere in terra, meglio capirlo fino a che si è in tempo!! In definitiva si corre per arrivare a un traguardo che inevitabilmente ci porta al cospetto di Dio, e in quel momento siamo soli con noi stessi, per cui cerchiamo di poter dire a Dio che durante la nostra vita terrena abbiamo seguito gli insegnamenti che ci ha dato, quindi direi che è nostra convenienza condurre una vita consona ad atteggiamenti corretti ed in linea con gli insegnamenti ricevuti. Concludendo è stolto dimenticare che il destino è comune e che quella che stiamo vivendo è solo una prova temporale di cui dovremo rendere conto!

Agosto 2007 - Sono ormai diverse notti che Carlo si porta nella collina sopra Tavernelle, nei suoi campi guarniti da filari di viti, per vedere come fa un istrice (e trovare un rimedio) che tutte le notti fa una visita proprio alla vigna, ora che l’uva comincia a maturare. E bella che si comporta educatamente mangiando gli acini senza sprecarne in terra. Per ora l’appostamento non ha dato esiti positivi. Vedremo nel futuro. Qualche giorno fa invece la moglie di Cecchino m’ha detto che lungo i greppi intorno a casa sua c’era un istrice morto. Non sarà mica quello di Carlo?

digitalfotoEmmedipì

di Sergio Lombardi

di Clèto

Domande di fine estate Due dei tredici: Walter, ma quando si comincia ad organizare la Camminata del Contrabbandiere?

Il tombolo d'Anghiari Sono ripresi con il settembre, dopo la partecipazione a varie manifestazioni estive (l'ultima quella del rione Prato a Città di Castello), i corsi di tombolo dell'Associazione anghiarese per l'insegnamento di questa antica arte femminile. Il primo corso terminerà con novembre mentre a febbraio 2008 partirà il secondo corso. Sono dieci anni che ad Anghiari tre maestre merlettaie hanno deciso di costituire una Associazione per tramandare alle donne anghiaresi questa antica lavorazione. Per tale scopo si tengono annualmente gli appositi corsi e i lavori delle allieve vengono esposti in occasione della Mostra dell'Artigianato che si tiene in Anghiari fra la fine di aprile e i primi di maggio di ogni anno.

La vignetta di Scacciapensieri:

Potenza dei gradi!

Spiaccicchèto di Clèto

Andando al Borgo stamattina, proprio nella curva prima di immettersi nella statale che viene da San Leo, ho visto al centro della strada una macchia informe di quello che doveva essere o un riccio o un altro animale selvatico; o forse un gatto. È capitato anche a me di incrociare animali lungo la strada specialmente di notte. Con un po’ di attenzione qualcuno in più potrebbe essere salvato.

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...il Palterre

Il Poeta non c'era

Nozze di diamante

di Anghiarino Anghiarese

Venerdì 10 agosto ricorreva la festa collinare nella vicina San Lorenzo. Se fosse stato presente il Poeta avrebbe cantato questa ottava.

Domenica 17 giugno 2007, nell’antica Pieve di Micciano hanno festeggiato il sessantesimo anniversario di matrimonio Giusto Casi e Assunta Chieli. Giusto è nato a Papiano di Caprese Michelangelo il 26 giugno 1919 e Assunta è nata a Casteldone di Pieve Santo Stefano il 30 maggio 1926. Fu il sacerdote don Marziale che li unì in matrimonio il 14 giugno 1947 nella chiesa di Vallecalda (Pieve Santo Stefano). Agli auguri dei figli Silvano, Marta e Marika per Giusto e Assunta, in questa lieta ricorrenza, si uniscono quelli della Redazione e dei lettori dell’Oratorio.

Per la festa a San Lorenzo 2007 Saluto tutti voi qui radunati Per festeggiare il santo ch’è patrono Da tutti i poggi qui siete arrivati E a San Lorenzo chiedete perdono. I tavoli io vedo apparecchiati Di cose buone tante ce ne sono Viva Andrea e tutti gli abitanti I festarini ed anche gli aiutanti.

La zucca più grossa

Movimento di Borgo

di Mario Del Pia

di Clèto

Qualcuno dei nostri lettori ricorderà la sfida che il Baggi lanciò due anni fa per il cocomero più grosso. Anno la scommessa fu sul coltello, funzionante, più piccolo del mondo. Quest’anno l’oggetto della gara rimane nelle cucurbitacee però gareggeremo con le zucche: sia quelle da maièli, che quelle da marmellata. E qui si parla di peso. Ma se avete delle zucche simpatiche o strane o che a voi piacciono, potremo fare un resoconto anche su quelle. A San Martino, chi vuole, potrà portare per il Borgo della Croce la propria zucca che lì faremo il confronto e la verifica.

È questo un movimento per la salvaguardia e il ripristino dei paracarri agli angoli delle case di Anghiari. Il Borgo, inteso come Sansepolcro, non c’entra niente. C’entrano invece le colonne di Borgo che sono quelle che creano la loggetta della Banca. Fu proprio un tale chiamato Borgo che fece costruire tale ambiente. Nella cantonata era collocato un bel paracarro che la difendeva dai carri troppo esuberanti che tagliavano la curva per andare in piazza portando il grano o l'uva nelle residenze dei proprietari terrieri di qualche decennio fa o in Fattoria. In tempi recenti questo fu abbattuto da qualche automobilista e, in occasione della pavimentazione di quel tratto di marciapiede fu ricollocato ma di dimensioni così minime che quasi non si vedeva. Ora anche quello è stato di nuovo abbattuto. Il Movimento intende stimolare l’Amministrazione comunale affinché vengano ripristinati alcuni di questi paracarri scomparsi. Chi vuol mandare adesioni o indicazioni per questa iniziativa scriva al giornale.

I Borghesi con le palle di Clèto

La definizione non si riferisce a nessun attributo maschile ma al fatto che quelli del Borgo, i nostri vicini di là dal Tevere, per risolvere il problema del parcheggio selvaggio, hanno collocato delle sfere in metallo lungo alcuni tratti di marciapiede (vedi Porta fiorentina). Ad Anghiari, dopo l’esperienza dei vasi collocati lungo il Borgo della Croce ed eliminati dalle automobili di passaggio, non conosco le intenzioni dell’Amministrazione comunale per ovviare all’inconveniente. Certo per noi la soluzione è più difficile. Eppure basterebbe un po’ di educazione, un po’ di buon senso, un po’ di pazienza e un po’ di supervisione. Senza bisogno di multe.

Patate artistiche di Emmedipì

La strada è di tutti di Emmedipì

La strada è di tutti e tutti lo sappiamo. Ma molti non la rispettano. Ed ecco per terra cicche di sigarette, "cincingomme" che poi non si spiccicano più, bottigliette per fortuna molte in plastica, pacchetti esauriti di sigarette e ogni altro ben di Dio. È naturale, stavo per dire fisiologico, per molti il gettare nella pubblica strada le cose elencate sopra ed altro ancora gli viene bene. Interrogato un colpevole di rilascio di cicche, si è simpaticamente giustificato dicendo: "Ma io non l'ho buttata per terra, io l'ho butttata per aria!" Per migliorare l'aspetto delle nostre strade basterebbe usare i cestini (è vero, a volte sono riempiti da qualche furbino che vi deposita l’immondizia casalinga!) e ne guadagneremmo tutti. In fondo non costerebbe molto. Solo un po’ di attenzione; e un po’ di rispetto degli altri; e di Anghiari.

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Da quando il Professor Valbonetti è in pensione e si è dato ai lavori agricoli, nei suoi campi anche la vegetazione delle piante ha subito un influsso artistico. Prendiamo le patate. Vi ricordate che anno scorso una di esse aveva assunto la forma di un piede umano? Quest’anno invece le patate si sono date alla fantasia. Nella foto potete constatare di persona il livello creativo delle coltivazioni del professore.


LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

La chiesa dei Ss. Pietro e Paolo a Pianettole Sorge su di un panoramico colle a quota circa 450 m s.l.m. alla destra del Sovara, tra il Rio della Teverina e quello della Cestola, inserita nel lato orientale delle mura del vetusto castello medievale di Pianettole, frazione di Anghiari. Vi si arriva attraverso una ripida stradina recentemente asfaltata fino al cimitero, mentre l’ultimo tratto è rimasto sterrato. Il sacro edificio, abbastanza ampio, oltre 100 mq di superficie, è orientato a sud-est, solido e bello nelle muraglie esterne, costruite con antiche bozze di pietra, ma purtroppo sacrificato nella facciata dal muro perimetrale del castello che ne ostruisce la porta e nell’abside occupato dall’adiacente casa canonica. Alla chiesa, di origine medievale, si accede dall’ampia superficie racchiusa tra le mura castellane attraverso una porta costruita successivamente nella parete laterale occidentale. L’interno riceve la luce da due quadrate finestre laterali e da un’antica monofora che appare in alto sulla parete dietro l’altare, che sorregge all’esterno un campanile a vela dalle cui arcate appaiono due campane. Delle antiche strutture e suppellettili di questa chiesa non c’è più nulla, se si eccettua una pila dell’acqua santa in pietra arenaria molto deteriorata e, appoggiato alla parete orientale, un bel fonte battesimale a forma esagonale, pure in pietra, sormontato da una nicchia che custodisce una statuetta del Battista, con in alto la data 1594. Il soffitto, gli altari e altre ricostruzioni fatti recentemente stonano con l’antico stile che doveva caratterizzare questa chiesa ex-abbaziale, di cui continueremo a parlare dopo una sommaria descrizione del castello. Questo fu costruito dai Lambardi di Galbino, che avevano il titolo di Conti, nell’XI sec. insieme ai castelli viciniori di Toppole, Valialle, Upacchi, Sorci e Pantaneto (quest’ultimo del tutto distrutto). Del castello di Pianettole esiste tuttora una lunga cerchia, di circa 200 m lineari, di alte mura,

formate da blocchi regolari di pietra, che abbracciano una superficie di circa mezzo ettaro, solo in parte rovinate, ma tutte bisognose di restauri conservativi. Si entra in questo castrum medievale per una grande porta, sormontata da un doppio arco sovrapposto, di primo sesto nella parte superiore, a sbarra di sotto, appoggiato su mensole sporgenti. Presso questa, dal lato sinistro di chi entra, si erge una massiccia ed alta torre “scapezzata”, di forma rettangolare, con scarpata alla base di blocchi a filare quadrati. L’interno del torrione è caratterizzato al primo piano da un soffitto a volta e da un bel camino di pietra, con solai di legno nel piano superiore. Piccole finestre rettangolari e una più grande che si apre su un balconcino illuminano sufficientemente i locali, nelle cui pareti appaiono gli stemmi antichi (sec. XVII) della nobile famiglia e dell’abate Testi, i cui discendenti ne furono proprietari fino alla metà dello scorso secolo, e quelli moderni della famiglia Bianchini, attuale proprietaria. Nei secoli XII e XIII, l’influsso dei Camaldolesi, con relativi possedimenti, si diffuse in questo territorio, per cui Pianettole, Badia San Veriano, Anghiari, Viaio, la Motina e la Pieve di Micciano passarono sotto la loro giurisdizione. Particolarmente, il territorio di Pieve Sovara, situato al confine tra la Diocesi tifernate e quella aretina, si trovò in mezzo all’espansione dei Camaldolesi che acquistarono possessi nelle “corti di Verazzano, Toppole, Pianettolo e nella Pieve di Micciano”. Il Vescovo di Castello riuscì ad ottenere il 6 novembre 1163, da Federico di Svevia, il privilegio della protezione imperiale di tutte le pievi del suo vescovado contro qualsiasi usurpatore e la dichiarazione che la chiesa del castello di Pianettole era stata ingiustamente venduta ai Camaldolesi, che non avrebbero dovuto avere alcuna chiesa nella Pieve della Sovara. Nel 1237 le popolazioni di Pianettole e delle chiese vicine, riunite nel chiostro del monastero stesso di Pianettole, contestarono l’autorità e le decisioni del priore camaldolese, accettandole tuttavia pro bono pacis del castello, riconciliandosi. Le chiese di questo plebanato – come scrive il Franceschini – erano quasi tutte “private”, infeudate ai gruppi gentilizi, condomini dei vari castelli, come la nostra di Pianettole. Nel regesto di Camaldoli si legge che il 31 maggio 1178 il priore di Camaldoli istituì due viscontadi: uno affidato ad Ugolino da Ca-

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In alto il torrione del Castello di Pianettole. Qui sopra la chiesa vista dal lato esterno orientale. Nell'altra pagina l'interno della chiesa e la piccola statua di San Giovanni Battista collocata sopra il battistero.


...le nostre chiese

sciari, con sede a Pianettole, e l’altro ad Ugo, Marino e Jacopo, figli di Guadone di Valialle, con sede a Valialle. Il castello del monastero di Pianettole passò dalla giurisdizione dei Camaldolesi a quella dei Tarlati, signori di Pietramala, che ne divennero proprietari. L’eremo camaldolese fece ricorso al vicario imperiale, ma con scarso risultato. Nel 1385, i Tarlati dovettero cedere questo castello alla Repubblica fiorentina, la quale tuttavia rilasciò ad essi il possesso dei loro beni. Nello stesso secolo venne in possesso della famiglia Testi, che qui aveva i suoi beni, i cui discendenti lo vendettero verso il 1960 all’attuale proprietario sig. Sergio Bianchini. Ritornando a parlare di questa chiesa, dobbiamo ricordare che essa ebbe il titolo di “abbazia degli eremiti camaldolesi” e fu chiesa parrocchiale fino al 1986, allorché fu unita con la sua popolazione all’attuale parrocchia di Toppole. Nel 1520 entrò a far parte della diocesi di Sansepolcro e il 9 luglio del 1583 fu visitata da mons. Peruzzi, visitatore apostolico. Nel manoscritto in latino della visita si legge che è una chiesa parrocchiale e abbaziale, dedicata a S. Pietro e di proprietà degli eremiti camaldolesi, che ne esercitano la cura delle anime mediante un cappellano a cui vengono date 18 staia di grano, 12 barili di vino, 6 scudi e olio per la lampada perché si conservi il Santissimo, che è custodito in una bella pisside d’argento, in un tabernacolo ligneo pitturato, ma che dentro dovrà essere rivestito di seta rossa e la cui chiave dovrà essere indorata. Quaranta sono le persone ammesse alla Comunione, che dovranno prima confessarsi e i cui nomi dovranno essere elencati in un apposito registro per poter conoscere così coloro che trascurano il precetto pasquale. C’era anche la Confraternita del Corpo di Cristo, che con molti lumi accompagnava il

sacerdote quando portava il Viatico ai malati, ma senza baldacchino. Ogni prima domenica del mese veniva fatta la processione eucaristica. Il visitatore raccomanda al cappellano di avvertire spesso i parrocchiani circa le indulgenze concesse ai partecipanti alla processione e di benedire il popolo con il SS.mo Sacramento. Tutte le domeniche veniva insegnata la dottrina cristiana “et quandoque etiam evangelium populo explicatur, de quo summopere laudavit dictum curatum”. Non c’era ancora la sacrestia, ma il visitatore trovò tutto in regola per quanto concerne gli arredi, i vasi e i libri sacri. Circa l’assistenza ai moribondi, raccomandò di assisterli sino alla fine: “infirmum nunquam deseri nisi postquam expiraverit”. I matrimoni dovevano essere pubblicati e contratti in chiesa e poi elencati in un apposito registro. Vengono visitati i quattro altari: il maggiore, che era munito del necessario per celebrarvi, eccetto la croce ed il baldacchino cui comandò di provvedere; quello di S. Lucia – degli eredi di Lorenzo Testi di Pianettole – al quale il curato è tenuto a celebrare una volta alla settimana, per un compenso di 12 lire e 3 fiaschi di olio, ma i suddetti eredi dovranno procurare croce, candelieri e baldacchino. Gli altri due altari, indecenti e spogli, se entro due mesi non saranno muniti del necessario per celebrarvi, dovranno essere demoliti. La chiesa era in ottime condizioni circa il tetto, il pavimento e le pareti, che tuttavia avevano bisogno di essere imbiancate. Anche la casa canonica era in buone condizioni e “in qua continue curatus ipse residet”. Nel 1593 è detta parrocchiale ed abbaziale, unita all’eremo camaldolese, ottimamente tenuta, con pavimentazione in pietra e anche i sepolcri risultavano ben coperti. Era cappellano don Pietro Mattei da Pennabilli, con un compenso di 18 staia di grano, 12 monete d’oro, 6 some di uva e una misura d’olio. Le anime ammesse alla comunione erano 70. Anche nella visita del 1649 questa chiesa era sotto il governo dei camaldolesi, ma unita a quella di Valialle. Rettore era don Alessando Paglicci, che abitava nell’adiacente casa canonica. Nel XVIII secolo la chiesa fu ristrutturata e restaurata, infatti il 10 agosto del 1710 fu riconsacrata da mons. Tilli, come risulta dalla scritta su una piccola lapide murata all’interno della parete sinistra, che riportiamo qui sotto: D. O. M. IV ID. AUGUSTI MDCCX TEMPLUM HOC INCENIATUM FUIT AB ILL.MO REV.MO DOMINO JO. LAURENT. TILLI EPISC. CIV. S. SEP. SUB HONORE SS. APP. PETRI ET PAULI AC VINCENTIAE AC THEODORAE VIRG. ET MART. Nel 1822 gli altari erano quattro, l’ultimo dei quali dedicato a S. Antonio Abate. Nei primi decenni dello scorso secolo fu parroco per diversi anni don Luigi Guerrini, che poi nel 1925 si fece frate. Ne divenne poi rettore Don Pericle Brilli, che era presente al sinodo diocesano biturgense celebrato nel 1941. Attualmente è servita dal parroco di Toppole don Mario Montini.

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cronache dai Renicci

Angolo della Missione

VITA DA CHÈNI

a cura di Franco Cristini

a cura del cane Pippo

Eccomi, manda me

Maièli, chèni, crischieni e óce: che istete!

Il mese di ottobre è il mese missionario per eccellenza; domenica 21 si celebra appunto la Giornata Missionaria Mondiale. Dobbiamo prepararci a rispondere al Signore come Isaia: “Eccomi, manda me.” Portare a conoscenza il Vangelo, trasmettere la nostra fede alle generazioni future è l’opera più nobile che si possa compiere e dà senso vero alla vita. È un compito che non possiamo delegare e che deve coinvolgere i cristiani tutti. Noi pensiamo d’istinto alla Chiesa Missionaria dove non è arrivato il Vangelo, alle terre lontane del terzo mondo, quella che si chiama “Missione ad gentes” ovvero ai non credenti, ai nostri missionari che si prodigano con ogni mezzo nei vari continenti. C’è però anche una missione in casa nostra, nelle città, nei paesi, nei quartieri rivolta ai non credenti, ai non cristiani, ai cristiani all’acqua di rose. L’ottanta per cento della nostra gente non va a Messa. La missione della Chiesa comprende dunque quella tradizionale rivolta ai popoli lontani, sia quella alle popolazioni che con noi convivono. Come possiamo portare un po’ di Vangelo ai nostri vicini, ai non credenti fra noi? Prima di tutto bisogna proporre, mai imporre allontanando forme di comunicazione arrogante e tanto meno violenta. Ogni missionario prima di parlare, ascolta, contempla, prega. La Chiesa, e ogni fedele, parla prima a Dio degli uomini da salvare, poi parlerà agli uomini di quel Dio che non conoscono o che hanno perduto di vista. È chiaro che la comunicazione del Vangelo deve far leva sull’amore di Dio e di Cristo verso gli uomini e deve cominciare in costante atteggiamento di profonda condivisione delle vicende umane. Un Vangelo astratto non fa presa sul non cedente; le parrocchie ad esempio devono diventare sì accoglienti e ospitali, ma devono assumere anche un atteggiamento di ricerca costante sulle questioni essenziali della vita cui spesso si preferisce sorvolare o addirittura tacere. Pace e bene.

Oh! Qui ‘nse parla d’altro che del filme che fa Pieraccioni! Rosco, che va al giro, m’ha arcontèto che l’attori sono stèti anche a Ramatone per fère ‘na scena cui maièli. Che idéa! Onn’era meglio falla cui chèni, che ci s’andèa noi: io (che so’ meglio de Rexe!), lu’ e la Mirka (“la mi’ cagna bellissima!”)! Pu’ dici che sono stèti anch’a la diga de Montedoglio a mangè’ la porchetta! Ecco perché aìon fatto la scena cui maièli: si la facìon cui chèni, doppo, che ci mittìono ‘ntui panini? Meglio che sia ita cusì! E pu’, si per chèso doventèo famoso me tocchèa gire a Ollivudde e io vo’ stère ai Rinicci! Eh, io parecchie cose le so “per sintita dire”, che adesso giro poco. Però ho l’occhi boni, l’orecchie anche meglio e so quel che me succedi ‘ntorno… Presempio, me diverti guardere i crischieni, che d’istete volgon chinisse ‘n forma… Chi va a cavallo, tutto ‘mpittito, vistito a inverno, cul giubbino e i stiveli… chi passa ‘n bicicletta, ghiebbo ghiebbo, rosso cume ‘n peparone…chi va a fuggire pe le vie del Tevere, ‘n calzuncini, cur ‘na fascia ‘ntorno a la fronte, sudèto lercio… chi va a camièere de sera, cume questi de la Motina, che l’èn presa per facenda! Sono ‘n po’ de donne, cul lume davanti,‘n branco de citti ghietro e ‘n fondo n’omo che zeppa ‘n passiggino: tutti ‘n prucissione, che volgon caminere e chiacchiarere e soffion cume mantici… O ‘ndu gite tutti??? O stète calmini! Per non parlere del mi’ padrone, che tutte le sere spasseggia ‘ngiù e ‘n su pel garage, da solo, e ‘ntanto canta cume ‘n matto! El troppo caldo fa danno!!! E cusì, la mi’ vita estiva da chène, scorri tra alti e bassi! De nuvità c’è che l’altro giorno m’èn fatto el bagno e, sinceramente, n’aìo bisogno! Ma penso che al Pelo uggn’arpigli l’idea, perché, doppo che m’aìa ‘nsaponèto, strupiccèto, sciacquèto e arisciacquèto… gni so’ ito vicino e me so’ scrollèto tutta l’acqua adosso a lu’, che ancora el sento brontolere! E quande ho strappo el moschettone e so’ fuggito ghietro a l’oce? Era diversi giorni che le vidìo scudinzolè’ davanti, loro sciolte e io leghèto al guinzaglio; finché ‘nn’ho retto più, ci l’ho missa tutta, ho tratto cun quante forza aìo… e… zac! Ero libero! “Oce, tremete, che si v’arivo, ci archèvo ‘n guancialino!” Alora el padrone me s’è sfilèto ghietro per archiappamme, tutto ‘nvilinito! Bocèa, pantellèa, me chiamèa cun quante fièto aìa… e, quande gn’è riuscito aguantamme, m’ha ‘mmatupito: “Quelle son oce!!! Si tu l’amazzi, me tocca arpagalle! ‘N son mica fagiani! Tonto!” Eh, sì, io sarò anche tonto, ma prima cosa so’ ‘n chène da penna e l’oce le penne ci l’èno, e cume!!! E pu’, doppo, ho sintito la mi’ padrona che gni dicìa: “ Per me, Pippo, è dimolto ‘nteligente, perché l’oce son più bone dei fagiani!” Ora m’ha misso ‘n moschettone novo, che chierrebbe ‘n toro; ormai ‘n se fida più, m’aguaìta, me balzella…! Ma, dico io, perché ‘nn’è ito a fè’ la comparsa da Pieraccioni?

Iscrizione di Emmedipì

Anche a Città di Castello ho potuto leggere, divisa negli architravi di tre finestre di un bel palazzo in via dei Casceri nel rione Prato, la seguente iscrizione.

NON NOBIS DOMINE, NON NOBIS, SED NOMINE TUO, DA GLORIAM Non a noi o Signore, non a noi, ma al Tuo nome dà gloria Questa iscrizione l'avevo letta anche nella cattedrale di Cracovia durante uno dei miei viaggi in quella città.

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Arvedecci da Pippo


La scomparsa di Pilade “Pilli” Bilancetti, vecchio ciclista di Viaio

di Andrea Bertocci

le con cui si annunciava, più potente di un fischio arbitrale, malgrado quei bronchi corrotti. Pilade era forte in bicicletta e, sebbene fosse uno dei tesserati più anziani, correva per la “Giulio Bartali” di Sansepolcro ed era tuttora motivo di vanto ricordare come gli altri “pantellassero” in salita e lui no. Per quanto non avesse più una maglia da mostrare (e dire che lo scorso anno a Gaiole, dove la Dynamis di Anghiari partecipò alla corsa dell’Eroica indossando le divise della “Giulio Bartali”, Andrea Bartali vi riconobbe nella scritta addirittura la grafia del padre Gino, che di quella squadra era presidente onorario!), Pilade andava orgoglioso di quella tessera e di quel passato da ciclista, tanto da aver fatto ristampare molte copie di una vecchia foto in bianco e nero che lo ritraeva in posa davanti a Villa Giovagnoli, a Sansepolcro, con la casacca infeltrita e la borraccia d’alluminio che emergeva tra le braccia tese sul manubrio. In quella stessa occasione lo sterratore Torello Bartali (padre di Gino e Giulio) era stato invitato per fare da mossiere ed una foto lo immortalò con il braccio alzato ed una bandierina da cantoniere stretta in mano, nell’atto di dare il via ai ciclisti sorridenti e pronti a scattare sullo stradone polveroso. Anche in vecchiaia, Pilade Bilancetti continuava a recarsi da Viaio al Borgo su di una vecchia mountain-bike che gli sembrava una Ferrari di fronte alle pesanti biciclette su cui pedalava in gioventù e da lui avevo appreso qualche trucco per rimontare una camera d’aria sul cerchione senza che “svergolasse”. Si ingegnava nell’assemblare pezzi di vario genere, da un cancello (costruito con la vecchia rete da letto e qualche tubo idraulico) ad un interruttore o una tettoia, finché, a forza di piccoli annessi, non si capiva più dove finisse la casa e dove cominciasse il garage. E tra tutte quelle casse piene di oggetti, una conteneva solo i “cestelli” in metallo che chiudevano il piede appoggiato sul pedale. Evidentemente quel passato, seppur in modo sommesso, si affacciava spesso agli occhi di quest’uomo dal viso buffo e allegro, incorniciato da un basco calato sulla fronte dai cui angoli scendevano due basette, folte come i baffi che spuntavano sotto il naso pronunciato. A quel passato era così affezionato da voler essere ricordato così come era allora, apponendo anche sulla tomba quella stessa foto scattata ai tempi in cui correva per la “Giulio Bartali”. E forse qualche ciclista, transitando per la campagna di Viaio, magari gli porterà un saluto.

Lo scorso 9 luglio è scomparso all’età di 85 anni Pilade Bilancetti, per tutti “Pilli”. Insieme a quella brava donna della Pia (deceduta giusto un anno prima) abitava a Viaio, in una vecchia casa oltre la chiesa, vicino a quell’argine del Tevere dove lavorò anche alle draghe e dove si infortunò seriamente ad un braccio a causa della caduta di una sasso. Definirlo un “tipo particolare” non basta sicuramente a descriverne il carattere e la persona. Ma quella a cui vorrei accennare brevemente non è soltanto la storia del “Pilli”, bensì la vicenda di un’intera generazione cresciuta sul sudore all’ombra della fame. Pilade trascorse la giovinezza a Viaio alle Arcate Basse dove, intorno ad una piccola corte interna (a cui ancor oggi si accede tramite un passaggio), abitavano ben cinque famiglie. Nella cantonata a nord, quella dalla famiglia soprannominata “Montedoglio”, viveva il suo amico Tullio. È con lui che iniziò a lavorare alle miniere di lignite in Valdarno. Ogni domenica prendevano il trenino per Arezzo e da lì quello per San Giovanni. A Santa Barbara le miniere non erano ancora cave a cielo aperto, ma autentici grovigli di cunicoli dove non mancavano, spesso, gli incidenti mortali. Tuttavia Pilade e Tullio erano stati impiegati alle “seccatoie”, dove venivano essiccate le mattonelle di lignite pressata per essere usata nelle caldaie delle locomotive. La guerra, però, divise i due amici portando Tullio in Albania e Pilade sulla costa tirrenica a lavorare per l’esercito americano. Avvenne così che, mentre Tullio smetteva di fumare, al contrario Pilade, in mezzo a tanta disponibilità di sigarette americane, divenne un fumatore incallito. Eppure tutti lo riconoscevano per il fischio inconfondibi-

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Nella foto sotto il titolo Pilade in una recente foto e, qui sopra, Pilade ciclista di ieri con la maglia della Giulio Bartali di Sansepolcro. In un prossimo numero pubblicheremo un articolo scritto da Andrea Bertocci sulla "Giulio Bartali" di Sansepolcro.


Fotocronaca

Homo Viator Un caldo sabato mattina (era il 4 agosto), verso le 11, le campane della Propositura hanno suonato a festa. Perché? Stava facendo tappa in Anghiari il pellegrinaggio “homo viator – sulle orme di san Donato” composto da giovani in cammino per le antiche strade della Diocesi. Il gruppo era guidato dal sacerdote novello don Danilo. I giovani camminatori giungevano da Sansepolcro e hanno risalito la croce fino alla Piazza, dove hanno posato per la foto. Quindi sosta in Propositura per una preghiera e nell’oratorio per ricevere i panini che alcuni volontari gli avevano preparato. Ad accoglierli anche un gruppetto degli animatori del Grest. Il pellegrinaggio era partito il 21 luglio da Arezzo e lì sarebbe ritornato il 6 agosto, per la vigilia del patrono san Donato, attraversando le varie vallate della Diocesi.

Loreto La foto ritrae gli anghiaresi che sono stati presenti all’incontro dei giovani italiani con il Papa Benedetto XVI, lo scorso 2 settembre a Loreto. In realtà per motivi logistici la manifestazione si è dovuta tenere lontano dal noto Santuario, e si è svolta nella spianata di Montorso, a Porto Recanati. Lì i giovani italiani hanno vissuto un intenso incontro con il successore dell’apostolo Pietro, che fortemente ha voluto questo evento, in preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Sidney, in Australia, nel luglio del 2008. Noi di anghiari, assieme ad altri amici di Sansepolcro ed Arezzo siamo invece partiti la notte del sabato per essere a Loreto nel primo mattino e prendere posto all’evento culminante che è stata la Messa celebrata da Benedetto XVI. Nel prossimo numero seguiranno alcune testimonianze su questa bella esperienza.

18 agosto

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18 agosto. Si ricorda il tragico episodio dell’esplosione della mina collocata dai tedeschi in fuga nel pozzo della ex caserma dei Carabinieri di Anghiari collocata allora nella Via Nova presso il Palazzo Bartolomei. Un corteo (vedi foto) partito dalla Propositura si è recato presso il cippo che ricorda l’avvenimento. Una cerimonia semplice conclusa con il Silenzio di ordinanza. Al termine di questo, la campana della Badia, in perfetta sincronia , ha cominciato a suonare per ricordare l’avvenimento accompagnando il concludersi della cerimonia. Il Campano, anche lui intervenuto con il suo suono per ricordare l’avvenimento, ha terminato un po’ prima il suo lavoro considerando che fa il suo dovere da oltre cinquecento anni e che prima si trovava presso il Castello di Montauto.


NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

CONFRATERNITA DI MISERICORDIA DI ANGHIARI

FESTA DELLA MISERICORDIA e inaugurazione nuova autovettura Domenica 25 novembre 2007 Tutti i cittadini sono invitati a prendere parte alla Festa della Misericordia organizzata secondo il seguente programma: . Ore 9,30 - Santa Messa presso la chiesa della Badia · Ore 10,15 - distribuzione dei panini benedetti presso il museo di via Nenci · - benedizione del restaurato portone del museo · Ore 10,45 - inaugurazione della nuova autovettura presso il parcheggio di fronte alla sede di Corso Matteotti 129. · Ore 11,00 - assemblea generale dei confratelli e consorelle (in prima convocazione fissata per sabato 24 novembre alle ore 9,00) presso la sede di Corso Matteotti, con il seguente ORDINE DEL GIORNO * Relazione del Magistrato sull’attività 2006 * Illustrazione e richiesta di approvazione del bilancio consuntivo 2006 e del bilancio preventivo 2007 *Votazioni per il rinnovo di parte dei componenti del Magistrato per il quadriennio 2008/2011 * Varie ed eventuali. Confidiamo nella più ampia presenza dei nostri cittadini, per celebrare al meglio la festa della Misericordia e per onorare l’attività di tutti i nostri volontari. IL MAGISTRATO

I nuovi iscritti al 4 settembre 2007 Acquisti Laura Aglini Federico Albiani Franco Baglioni Germana Baldi Marino Bartolini Delia Bianchi Linda Carbonaro Pietro Ceccantini Marisa Chieli Francesco Dini Concetta

Donati Cristina Donati Sarti Elide Draghi Tersilia Ghignoni Bruno Ghignoni Michele Ghignoni Valentina Giuliattini Silvia Greco Pompea Marrini Luisa Melloni Maria Miano Marziano Mondani Nadia Pacini Margherita

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Piantini Antonella Piantini Marino Polcri Cesare Augusto Polcri Gianna Pompeo Anna Pompeo Chiara Pompeo Francesco Pompeo Giuseppe Rossi Sergio Rubini Ada Sciadini Annunziata Sciadini Lino Senesi Nello

Offerte estive per la Misericordia Acquisti Laura 10 Bartolini Delia 10 Bartolomei Elisabetta - i familiari alla memoria 335 Bindi Mario - Bisonni Silvana e famiglia alla memoria 20 Bindi Mario - i familiari alla memoria 385 Boncompagni Oriana in memoria di Procelli Annamaria 50 Buricchi Silvia 25 Camaiti Giulia - i familiari alla memoria 180 Camaiti Giulia - la famiglia Giovacchini alla memoria 50 Cesari Pietro - i familiari alla memoria 390 Comanducci Dante in memoria di Polcri Duilio 25 Giornelli Adriana in memoria della figlia Procelli Annamaria 130 Goretti Alma 20 Leonardi Guido - i familiari alla memoria 377 Ligi Leonetta e Pizzo Franco 15 Locci Novina - la famiglia Donati Sarti alla memoria 93 Mencaroni Maurizio 5 Miano Marziano 10 Minco Giuseppa in memoria di Van Lanker Alban 200 Morvidoni Laura e famiglia in memoria di Procelli Annamaria 50 Pacini Margherita 10 Palazzeschi Ilda 10 Paletti Rina 50 Pettinari Vittoria 5 Piazzesi Angelica in memoria di Camaiti Giulia 20 Polcri Cesare Augusto 20 Puleri Antonio - i colleghi del figlio Maurizio alla memoria 101 Radziwonick Roberta 50 Rosadi Giampiero 20 Rossi Filomena 10 Zanelli Gino - i familiari alla memoria 400 Un ringraziamento a tutti Voi Che Dio ve ne renda merito.

Leggete a pag 25 l'esperienza di alcuni volontari della nostra Misericordia di Anghiari che hanno fatto parte del gruppo presente a Santa Teresa di Gallura, in Sardegna, con compiti di emergenza territoriale durante il periodo estivo 2007.


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

e.mail: info@fratresanghiari.it

Appunti di viaggio sull’ultima iniziativa turistica del gruppo Fratres

“QUEL RAMO DEL LAGO DI COMO….” Prima di lasciarvi alle parole delle nostre inviate speciali sul lago di Como, Agnese e Silvia, che ovviamente ringraziamo per la loro disponibilità, alcune considerazioni su questo ennesimo viaggio turistico del Gruppo Fratres da parte dell’organizzazione, per sottolineare innanzi tutto la propria piena soddisfazione per la buona riuscita dell’iniziativa. Ammirare le bellezze di quel paesaggio, visitare i luoghi che hanno ispirato la manzoniana opera dei Promessi Sposi, toccare con mano l’umile casa natale, la chiesa, la residenza estiva dell’indimenticabile Papa Buono a Sotto il Monte, è stata per tutti i cinquantaquattro partecipanti un’ottima occasione per stare insieme viaggiando, familiarizzare, conoscere nuovi scenari turistici, riflettere, pregare… Un ringraziamento speciale all’intramontabile Agostino, il Peppino di Capri di casa nostra, ed all’autista Gabriele, anghiarese doc, per la loro preziosa e completa collaborazione. Domenica 19 Agosto alle 4 di mattina siamo partiti per la tanto attesa GITA AL LAGO DI COMO!!! Anche se da una parte eravamo tutti un po’ insonnoliti (noi parliamo per i giovani della comitiva!), avevamo anche tanta voglia di partire, stare insieme e divertirci il più possibile in questi 2 giorni. Dopo un lungo viaggio, intervallato da alcune soste in autogrill per rifocillarci e allietato dalla bella voce del nostro Agostino, siamo arrivati ad Abbadia Lariana, alle porte di Lecco, in un albergo molto carino e per di più in riva al lago al punto che i più fortunati potevano ammirare dalle loro camere una vista mozzafiato. Prima di pranzo siamo andati a fare una passeggiata per il piccolo paese per ammirare il bellissimo paesaggio pieno di magia... Nel pomeriggio siamo partiti alla volta di Varenna, un altro suggestivo paese sempre sulle sponde del Lago di Como, ricco di storia e di scorci poetici. Sfortunatamente la pioggia non ci ha permesso di conoscere a pieno le meraviglie di questa località poiché abbiamo dovuto visitarla un po’ di fretta, visto che il tempo non era dei migliori.

Successivamente ci siamo spostati a Lecco per visitare i principali luoghi manzoniani, a cominciare dalla “Villa” in cui, a partire dal 1827, venne scritto dal poeta uno dei capolavori della letteratura italiana di tutti i tempi: "I PROMESSI SPOSI”. Subito dopo la visita siamo ritornati nel nostro splendido albergo dove ci attendeva la cena. La mattina seguente ci siamo recati a Como, la bellissima città che dà il nome al ramo “nobile” del lago, con le sue indescrivibili ville private.

Appena arrivati, la guida, ci ha accompagnato lungo una passeggiata nel centro storico visitando, in particolare, l’artistico Duomo; dopo di che siamo usciti in barca per ammirare più da vicino lo spettacolo del Lago... sognando nell’ammirare le meravigliose ville dei tanti “paperoni” nazionali ed internazionali che hanno deciso di stabilirsi proprio in questa amena località. Dopo essere rientrati in albergo per il pranzo, siamo tornati sulla strada verso casa, passando però da “SOTTO IL MONTE” (Bergamo), il paese nativo di Giovanni XXIII, per tutti il “Papa Buono” eletto il 28 ottobre 1958 e scomparso il 3 giugno 1963. Qui abbiamo potuto visitare i luoghi in cui visse, in particolare la casa in cui nacque e quella in cui soggiornò successivamente (ora adibita a monastero), nella quale abbiamo osservato moltissimi oggetti a lui appartenuti e anche la maestosa Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista costruita nel 1902 . Ci siamo poi rimessi in viaggio, per tornare ad Anghiari, fermandosi solamente per una pizza veloce all'autogrill...Alle ore 23:30 siamo arrivati, come da programma, al Campo della Fiera. Che dire di questa esperienza? Sicuramente che è stata molto positiva e interessante sia dal punto di vista culturale ( abbiamo parlato molto del Manzoni e del suo Romanzo!!!) che religioso, avendo avuto la possibilità di visitare i luoghi tanto cari ad uno dei più importanti papi nella storia della chiesa e dell’umanità intera. L’anno prossimo unitevi a noi.... non ve ne pentirete assolutamente!!!!! Agnese e Silvia In alto: Il gruppo dei gitanti, in riva al Lago di Como Qui a sinistra: I giovani della comitiva...

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...dal Gruppo Fratres

CRONACA FOTOGRAFICA DELLE ALTRE INIZIATIVE SOCIALI Nelle precedenti edizioni di questo giornale, pur avendo sistematicamente riportato la cronaca delle numerose manifestazioni sociali che il gruppo ha organizzato nei mesi estivi, non siamo mai riusciti, per evidenti ragioni di spazio, a darne un’ adeguata testimonianza fotografica. Ripariamo a ciò pubblicando altre immagini, convinti di fare cosa gradita a quanti si riconosceranno in esse.

Didascalie: In alto a sinistra la Gita in Val 'Orcia e al Monte Amiata: Il gruppo dei gitanti in posa, in cima al Monte Amiata, maggio 2007. In alto a destra: I numerosi partecipanti al Convegno Medico sulle "ANEMIE", in occasione della festa estiva. Relatori: dottori Benci ed Occhini dell'U.O. di Ematologia dell'Ospedale S. Donato di Arezzo. Qui sopra a sinistra: Anghiari, Piazza Baldaccio: giugno 2007. La manifestazione “PREVENZIONE E VITA” con controllo gratuito di colesterolo, glicemia e pressione arteriosa. Qui sopra: Anghiari, Piazza Baldaccio. Un inaspettato e divertente RENATO ZERO, tra le tante persone presenti al tradizionale Spettacolo di Varietà del Gruppo Fratres, in occasione dell’annuale festa estiva.

Donazioni di sangue 2007: Avanti così Analizzando i dati numerici conseguiti nei primi otto mesi, possiamo constatare con soddisfazione che continua inalterato nel tempo, da parte dell’intero Gruppo Fratres di Anghiari, il principale impegno di assicurare al sistema trasfusionale locale il non indifferente contributo di quasi seicento donazioni di sangue all’anno, nonostante le tante novità che in questi ultimi tempi hanno interessato il centro di raccolta dell’ospedale di zona. A tutto oggi, infatti, vengono sostanzialmente confermati i livelli degli anni precedenti. Il fabbisogno di sangue, si sa, è in continua crescita a causa soprattutto degli interventi chirurgici sempre più complessi ed è indispensabile in numerose situazioni di emergenza. Non possiamo permetterci come gruppo, quindi, di abbassare la guardia. Dobbiamo sentirci, al contrario, quotidianamente impegnati nel confermare questa importante scelta di civiltà e di solidarietà umana a vantaggio di tutti i malati e di promuoverla tra la nostra gente. Solo così sempre più persone decideranno di diventare donatori periodici di sangue, contribuendo insieme a tanti altri ad alimentare quell’ enorme patrimonio collettivo da cui ciascuno potrà attingere in caso di necessità. Avanti così, quindi, e grazie di cuore a tutti quelli che direttamente o indirettamente ci permettono di tenere fede alla nostra quotidiana missione! Il presidente

Tre importanti manifestazioni FRATRES 1) CONCERTO DI NATALE (II rassegna di musica classica): sabato 15 Dicembre 2007, ore 21.00, presso la Propositura Insigne di Anghiari (g.c.). 2) GIORNATA DEL DONATORE DI SANGUE: domenica 16 Dicembre 2007. Santa Messa solenne e Pranzo sociale, gratuito per tutti i nostri donatori attivi, presso un noto ristorante locale. 3) SETTIMANA BIANCA: viene riproposta anche quest’anno e si svolgerà presumibilmente nel mese di Gennaio 2008, in una nota località sciistica. Per informazioni (Fabiano 3381484889). V i a s p e t t i a m o n u m e r o s i !!! Il consiglio direttivo

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Dal Campeggio delle Superiori Dal 7 al 14 luglio scorso si è svolto il campeggio delle superiori a Folgarida, nelle Dolomiti. Da Anghiari siamo partiti in più di 20 ragazzi che si sono uniti ai circa 250 provenienti da tutta la Toscana. La settimana si è svolta come di consueto alternando le camminate in montagna a giornate di giochi o altre attività. La S. Messa quotidiana e le Lodi mattutine hanno scandito lo scorrere del tempo, indicando un criterio forte su cui appoggiarsi per poter vivere la settimana, e naturalmente anche dopo. L’avvenimento cristiano è davvero forte, perché riesce a coinvolgere tutta la realtà in una maniera piena, totale. La vacanza dei ragazzi in montagna ha ancora una volta chiarito questo: la fede non è solo un aspetto della vita, magari relegato alla sfera individuale e personale. Essa si apre alla totalità della vita, della realtà, coinvolgendo di fatto tutte le cose che ci stanno intorno. Il campeggio non potrebbe servire altrimenti, se non a far sperimentare la possibilità, l’ipotesi di una vita così: piena, grande e guidata al destino. Molti di quelli che erano in campeggio hanno continuato a mettersi in gioco vivendo il Grest come animatori, stando cioè ancora una volta ad una proposta precisa e talvolta dura, ma capace di implicare con essa (e scoprirne la bellezza) tutta la realtà.

Testimonianze & racconti… In un primo momento, quando mi hanno invitato a partecipare al Campeggio delle Superiori a Folgarida, non ero molto entusiasta, principalmente per due motivi: il primo perché, essendo io molto pigro, non mi andava proprio di farmi un sacco di ore di viaggio in pullman e il secondo perché mi avevano raccontato che le camminate che facevano erano molto dure e forse non me la sarei sentita di affrontarle. Poi invece ho deciso di andare ugualmente, spinto dalla certezza che qualcosa di buono doveva pur esserci se ci andava così tanta gente. E così è stato: davvero una grande settimana, ed anche ogni singolo gesto, dal rispettare gli orari per fare silenzio la sera e per svegliarsi la mattina, la scuola di comunità, le feste e proprio le camminate stesse (che non erano poi così impegnative come pensavo!), assumeva veramente una grande importanza, senza dimenticare il fatto di aver conosciuto molte persone anche al di fuori di Anghiari. Appena tornato, mi sono messo a pensare a cosa mi sarei perso se avessi deciso di non andare, e mi sono accorto che ne è valsa proprio la pena di fare un monte di ore di pullman per arrivare lassù! Concludendo, consiglio a tutti i ragazzi delle medie - che hanno già vissuto l’altrettanto bella settimana a Badia Prataglia - di venire con noi il prossimo anno, perché sicuramente Jacopo non rimarranno delusi!

tempo, con la differenza che io quest’anno ero uno tra i più grandi, e mi sentivo quindi in dovere di dare il buon esempio a coloro che per la prima volta vivevano questa esperienza così bella e intensa. Inizialmente la cosa mi rendeva un poco perplesso, visto che avrei dovuto passare l’intera settimana “sull’attenti”, sempre pronto a fare la cosa giusta e a non farmi vedere mai abbattuto davanti ad una proposta che magari non andava a genio nemmeno a me. Poi però col passare dei primi giorni mi sono reso conto che questo “stare sull’attenti” serviva prima a me e poi a quelli che mi guardavano, perché alla fine mi ha permesso di vivere questa esperienza al 100%, accettando tutte le proposte che i più grandi ci presentavano e sfruttare ogni occasione che mi si presentava. Ovviamente non sono mancate le nuove amicizie che come tutti gli anni ci hanno accompagnato in quella settimana e oltre. Si, oltre è proprio la parola giusta, perché il campeggio non è una cosa che finisce quando si torna a casa, ma continua sempre ogni giorno e in ogni esperienza, per questo io non sono scoraggiato dal fatto che non parteciperò più, anzi sono stimolato a buttarmi in tutto quello che mi verrà proposto dai miei amici, ormai troppo importanti!!!!

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E anche questa è fatta!!! Quest’anno dopo un anno di pausa per motivi “tecnici” ho partecipato al mio ultimo campeggio delle superiori. Quest’anno sono partito circondato da diversi amici di Anghiari come non succedeva da diverso

Alessio

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In alto a sinistra: Due ragazzi che fanno i numeri, durante un momento di gioco e, a destra, le lodi mattutine all'inizio della camminata. Qui a sinistra: Alcuni ragazzi in posa dietro un bello scenario dolomitico. Nell'altra pagina - In alto: Sosta a Toppole, durante la camminata a Badia S. Veriano e, sotto, momento di una camminata e alcuni animatori che si preparano alla partita di calcio.


C'è chi ha reso la sua vita una musica meravigliosa perché si è accorto che un Altro era il Direttore di orchestra

Il Grest 2007: Musica Maestro! L’epilogo è stato con la festa di san Bartolomeo, lo scorso 24 agosto. Quella sera sul palco il gruppo dello staff ha salutato i numerosi presenti, i tanti bambini del Grest e la tanta gente intervenuta per la festa patronale della Parrocchia. Guardando la proiezione delle foto abbiamo ripercorso con gli occhi e con il cuore le giornate e i momenti belli di questa estate. Quante cose abbiamo fatto, quante cose abbiamo visto, quante cose abbiamo imparato! E il tutto grazie a quelle persone che generosamente sono state vicine al Grest, come la Simona e la Bianca, che spesso hanno preparato i pasti, i tanti genitori che hanno prestato le loro auto e il loro tempo (e la loro pazienza…), la ditta Donna Eleonora che ha offerto il sugo per la festa finale e la ditta Buitoni la pasta sempre per la stessa occasione, e poi i tanti adulti che ci sono stati, e hanno dato grande esempio a tutti. Ma il regista di tutto è stato sicuramente Lui, quello che quest’anno abbiamo chiamato “direttore d’orchestra” e che fa rendere, continuamente, la nostra vita una musica meravi gliosa.

stato tutto facile perché dietro si nasconde un duro lavoro. Il Grest è divertente, ma è stato anche faticoso: a partire dalle camminate oppure lo svegliarsi presto la mattina e i continui ritrovi la sera per organizzare al meglio la giornata successiva. Questo però non mi pesava perché la fatica svaniva ricompensata da ogni cosa: da un abbraccio o da un sorriso affettuoso di un bambino, insomma da tanti piccoli gesti che mi venivano “donati”. Volevo ringraziare, dal primo all’ultimo, i bambini, i genitori e tutte quelle persone che hanno dato il loro contributo per rendere questa esperienza ancora più bella, ma anche i miei “compagni di viaggio”: gli animatori. Loro sono stati capaci di rimproverarmi quando facevo qualcosa di sbagliato e viceversa, questo è servito molto per l’unità di questo gruppo. Con i ragazzi si è creata una vera e forte amicizia che spero durerà a lungo e ci farà crescere insieme. Grazie a tutti! Alessia *** Io quest’anno ho fatto la mia prima esperienza di animatore al Grest e devo dire che è stata molto meglio di come me la ero aspettata. Questo grazie alle persone che ho incontrato, che mi hanno subito fatto sentire parte di un gruppo già molto affiatato perché formato da alcuni ragazzi che fanno gli animatori da molto tempo spiegandomi come dovevo comportarmi e rendendomi partecipe di tutte le attività. Comunque sia non sono stato l’unico nuovo arrivato e questo mi ha permesso di integrarmi ancora meglio perché ho avuto in comune con gli altri nuovi arrivati l’inesperienza e quindi la “fatica” di dover imparare a fare qualcosa di nuovo. Devo poi ringraziare gli adulti, che sono stati tutti molto gentili con me e con i quali ho avuto un ottimo rapporto e ovviamente i bambini, che con la loro allegria e la loro vivacità mi hanno ripagato di tutti gli sforzi fatti. Sono molto felice di quest’esperienza perché mi ha fatto scoprire nuove amicizie e rinforzare quelle vecchie, e infine mi ha fatto scoprire il piacere di mettermi al servizio degli altri per fare qualcosa che li ha resi felici. Stefano

Testimonianze & racconti… È il secondo anno che faccio questa magnifica esperienza e, oltre al fatto che mi sono divertita, sono anche cresciuta molto. Di carattere sono abbastanza chiusa e riservata, questa esperienza, invece, mi ha aiutato molto ad aprirmi con le altre persone, a raccontare i miei problemi quando c'erano, insomma di mettermi più in gioco. Non posso dire che sia

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Altre testimoniane nel prossimo numero.


Dalle nostre Parrocchie Prima Comunione a cura di don Quinto Giorgini Il 7 ottobre (mese dedicato alla Madonna del Rosario) alle ore 17,30 in occasione della festa patronale di San Simeone profeta riceveranno il sacramento della Cresima i seguenti ragazzi: Ilaria Antonioni Agnese Carboni Ginevra Landini Sofia Lepri Amedeo Montini Claudia Raini Nicola Pettinari Mattia Santinacci Andrea Occhini Raffaele Vitiello Eleonora Ugolini La festa del patrono liturgicamente ricade il giorno dopo l’8 ottobre. In quel giorno rimarranno chiusi come al solito gli uffici comunali, le scuole e tutte quelle attività commerciali e artigianali che lo vorranno. La domenica successiva, il 14 ottobre, viene dato il mandato ai catechisti per l’anno 2007/2008. *** Giovedì 1° novembre festa di Tutti i Santi, alle 15 verrà visitato il cimitero di Borgacciano. Poi celebreremo l’ottavario di Sante Messe per il suffragio di tutti i defunti nel cimitero urbano di Monterchi dal 2 al 9 novembre alle ore 10 del mattino. Domenica 4 novembre, nel primo pomeriggio, alle ore 15,15 circa, ci saranno

Da Santo Stefano a cura di GM

le visite ufficiali con Sante Messe nei cimiteri di Monterchi e di Pocaia Le Ville. Nel pomeriggio della domenica successiva, il 18 novembre, verrà visitato invece quello di Gambazzo. La domenica 11 novembre è dedicata al ricordo e al suffragio dei caduti di tutte le guerre con una S. Messa. Se il tempo lo permetterà questa verrà celebrata presso il monumento altrimenti, in caso di brutto tempo, presso la chiesa arcipretale di Monterchi. *** Il parroco e la comunità parrocchiale di Pocaia ringraziano ancora una volta il benefattore maestro Carlo Vagnoni che ha donato al Santuario della Madonna Bella una vetrata istoriata collocata sulla facciata della chiesa e realizzata dal laboratorio artistico di Francesca Senesi raffigurante la Madonna nell’attesa del parto a ricordo della riuscita mostra delle opere pierfrancescane. *** A Monterchi hanno visitato la Mostra circa 45.000 mila visitatori tra cui il Ministro dei Beni Culturali Rutelli, il Ministro degli Esteri D'Alema, la moglie del Senatore Berlusconi ed altri esperti di arte provenienti da ogni parte tutti accolti gentilmente dagli addetti del Museo Lorenzo Minozzi, Sara Boncompagni e Martina Meozzi.

La ciambella è venuta col buco Con la cena di domenica 2 settembre si è conclusa l’annuale festa di Santo Stefano. È bello dire tutto bene! (anche se tutte le ciambelle vengono col buco) ma i festarini aiutati dai soliti e validi collaboratori, hanno dovuto attivarsi e darsi molto da fare per poter riuscire a portare avanti tutto il programma che in concreto è stato realizzato in tutte le sue parti. Bene alla partecipazione del popolo alle Messe della Domenica alle ore 8,30 e alle ore 11 compreso la processione con l’immagine della Madonna (vedi foto in basso) che ha visto una partecipazione totale. Benissimo la colazione, abbondante e ottima, nel prato della chiesa offerta dopo ogni Messa. Il merito della riuscita di quest’attimo di ricreazione, oltre che ai festarini, va addebitato a quelle donne che hanno provveduto a portare, tralasciando le incombenze domestiche, dolci, crostini, torte di ogni genere, caffè e vinsanto. Meritano oltre un grazie anche un caloroso applauso. Certamente molto impegnativo è stato l’organizzare i giochi e gli spettacoli. Da notare il torneo di calcetto che quest’anno si è svolto su un rinnovato tappeto del campetto dietro la vecchia Stazione. Per il torneo e per il ripristino del tappeto ci sono delle persone che si sono impegnate moltissimo, che noi sappiamo come si chiamano, e per loro vale un grande ringraziamento. Il sabato sera alla tombola delle famiglie e dei ragazzi ha partecipato un nutrito pubblico che ha assistito con attenzione ai balli eseguiti dal gruppo il Trescone di Pieve S. Stefano. Gradito molto e applaudito è stato l’intervento del bambino Giulio Maffucci di nove anni che con grande simpatia si è esibito in uno show di sua creazione. Il merito della riuscita della festa va a tutti i validi festarini e ai preziosi collaboratori. Ringraziamo tutti: le famiglie, le persone, i commercianti e gli enti che con il loro contributo ci permettono di continuare la festa.

Riconoscimento

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In margine alla festa a Santo Stefano ci fa piacere segnalare la consegna della targa al vecchietto dei festarini, Gastone Mafucci. Un riconoscimento per la pluriennale presenza di Gastone ad ogni iniziativa della parrocchia che lo ha visto e lo vede sempre presente ai bisogni della comunità.


Dalle nostre parrocchie anche chi ha offerto il proprio lavoro e il proSanta Maria Assunta a Micciano prioRingrazio tempo (oggi così prezioso) per la cucitura delle cappe il Festa in parrocchia

cui mantello, di un bel rosso vivo, ricorda il Sangue di Gesù sparso per tutta l’umanità. Nella foto vediamo ritratti gli otto Confratelli che attualmente fanno parte della Compagnia. Essi sono: Alessio Del Barba, Ermindo Pernici, Giuliano Donati, Giuseppe Pompeo, Leandro Burioni, Marco Burioni, Michele Salvi e Piero Poggini. Marco Alessio e Michele... i più giovani, meritano un caloroso BRAVO per essersi impegnati in un’opera così importante. Le altre foto documentano alcuni momenti ricreativi e conviviali che si sono svolti dopo la S. Messa del pomeriggio e la benedizione dei bambini. I volti sono tutti conosciuti. Trapela... può darsi... un po’ di stanchezza... ma emerge, ne siamo certi, soprattutto la soddisfazione di aver operato, ancora una volta INSIEME, in nome di Gesù.

L’antica Pieve di Micciano è dedicato a Santa Maria Assunta e ogni anno, in questa occasione, le celebrazioni liturgiche assumono particolare solennità e anche quest’anno è stato così. Nei giorni precedenti la comunità parrocchiale si è preparata alla festa con diverse iniziative che hanno coinvolto sia i bambini che gli adulti. Durante il Triduo di preparazione molti parrocchiani si sono ritrovati per recitare il S. Rosario e per un momento di catechesi a Casolare e a Renicci. I bambini, guidati da don Gianni, e seguiti dalle catechiste, sono stati accompagnati a piedi al Santuario del Carmine. Le due o tre soste “forzate” a causa della calura estiva hanno permesso di riflettere e ritornare sui temi trattati durante l’anno catechistico: questo momento di “catechismo in itinere” ha visto il suo massimo e più significativo compimento nel Santuario con la celebrazione del Sacramento della Riconciliazione.

Foto in alto: i Confratelli della Compagnia del SS. Sacramento di Micciano con la cappa loro affidata dal parroco alla vigilia della festa dell'Assunta. Qui a sinistra il gruppo di lavoro intorno ai fornelli e, a destra, una rappresentanza delle valorose donne della Motina.

Da San Leo 2 agosto 1980

A San Leo per non dimenticare

Decisamente solenne la S. Messa che si è svolta la Vigilia della festa preceduta dalla recita dei Vespri. Durante la celebrazione, in una chiesa addobbata a festa con il contributo in fiori e piante dei parrocchiani, sono state affidate le nuove cappe ai Confratelli della Compagnia del SS. Sacramento di Micciano. La nostra Compagnia partecipa ormai da diversi anni alle celebrazioni del Venerdì Santo ad Anghiari e, il rinnovo delle cappe (le attuali erano del dopoguerra), si rendeva da tempo necessario poiché era evidente che sacrifici da parte di alcuni confratelli non avevano portato gli esiti desiderati. Alla celebrazione erano presenti anche rappresentanti delle Compagnie di Anghiari, Casenovole, Tavernelle e Galbino a cui va la riconoscenza di tutta la parrocchia.

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Alle 19,00 del 2 agosto 2007, come ogni anno, è stata celebrata presso il cimitero di San Leo la S. Messa commemorativa di Roberto Procelli, un nostro compaesano che nella strage di Bologna, 27 anni fa, perse drammaticamente la vita. In licenza militare si trovava alla stazione di Bologna per tornare a casa, ma all’appuntamento con i suoi cari alla stazione ferroviaria di Arezzo, Roberto non è mai arrivato. Poco più che ventenne e una vita spezzata per mano di spietati assassini. Ritrovarci in questa occasione, serve a mantenere vivo il ricordo di quell’aberrante avvenimento, a credere

e sperare che nulla di simile si possa mai ripetere. Vogliamo anche essere vicini ai parenti delle altre numerosissime vittime, oltre ottanta, che di sicuro non hanno dimenticato il dolore provato nel ricevere l’orribile notizia della perdita di una persona cara, in una circostanza poi, a dir poco, sconvolgente come quella. Una morte decisa da un pugno di uomini, dei quali alcuni, ancora oggi, rimasti impuniti. Ci conforti almeno il fatto che esiste una legge al di sopra di quella dell’uomo, e alla quale non è possibile sfuggire, quella divina. Dice il Signore: “Alla fine del mondo verranno gli angeli, che separeranno i buoni dai cattivi…” Un bacio ed un abbraccio grande grande, alla nostra cara Elda.


Lo Scucco sacrestano della Propositura Silenziosamente se n’è andato. Nello stesso modo lui arrivava al mattino e al pomeriggio per aprire la Propositura, e ritornare poi per preparare e servire la Messa delle 18. Certo, se potesse mi rimproverebbe -ancora una volta- perché lui non era il sacrestano (lo diceva lui) ma solo “uno” che apre la chiesa e la richiude. Invece il suo servizio era svolto nel silenzio e nell’obbedienza. Questi due caratteri mi sono rimasti impressi quando ho cominciato a conoscere meglio Sergio, dopo i primi incontri quando, da poco frequentatore della Propositura, ero l’“invasore”, perché proveniente dalla “cura di Galbino”. Però dopo tutto, anche dopo la fragilità umana, Sergio mi ha lasciato i due modelli del servizio, i due esempi che devono essere il metodo e la strada. Anzitutto l’obbedienza a Cristo e alla sua Chiesa. Obbedienza, si, perché anteporre sempre il proprio criterio significa non seguire, non riconoscere la strada. Invece Sergio, nel suo servizio, era rigoroso, principalmente con sé stesso, nella fedeltà alla Parrocchia. E nel suo servizio era silenzioso, perché tutti gli scherzi e ironie, sue tipiche, non erano mai fuori luogo e mai in tempo non appropriato. Durante le nostre chiacchierate in sacrestia, in attesa della Messa o in altre occasioni, soli, non mancava mai l’occasione per esprimere la sua preoccupazione per la società, i giovani e i cristiani in genere… e la necessità che ogni battezzato riscopra la sua identità e prenda coscienza della sua missione; lui li chiamava obblighi e precetti, ma il senso è lo stesso. Poi, a volte contestatore, voleva fare la comunione solo al mattino, digiuni, come prescrivevano le indicazioni prima della riforma liturgica, e in questa impossibilità viveva in un “digiuno eucaristico”, e anche di contestazione. Poi, negli ultimi tempi della vita terrena, messi da parte discussioni e scherzi, quasi in un intimo tempo di preparazione al passaggio alla vita eterna, ecco il riavvicinamento. Ma sempre silenzioso e obbediente. E il Signore lo ha premiato, regalandogli i suoi Sacramenti nel giorno avanti alla morte, che è sopraggiunta infine al termine del suo rosario quotidiano. Se anche aveva sbagliato giorno e anno della sua morte (così dalle sue previsioni o presunte “rivelazioni”), non gli è stato risparmiato un congruo tempo di preparazione al momento più luminoso della vita, che ha vissuto ancora una volta nel silenzio. Secondo le sue indicazioni le campane hanno suonato a festa il giorno del funerale, lasciando indubbiamente in sacrestia (e anche intorno a me) un po’ di irreale silenzio. Ancora una volta il Mistero, quello che fa tutte le cose, ha scelto di rivelarsi nella mia vita attraverso l’incontro inatteso con una persona, con un volto. Apparentemente senza nesso con me, ma col tempo e dopo la morte (ecco perché è segno luminoso, la morte) appare chiaro che Lui si è rivelato a me anche attraverso Sergio. Grazie, Scucco, e grazie a Dio per te. Alessandro

Sit tibi terra levis Sia la terra per te lieve, sia il tuo animo pieno della luce che mai tramonta. Ora nella gloria di Dio, servitore della Messa eterna. Babbo donami il coraggio di essere come te, senza paura di fronte alla vita, col sorriso pronto, la mano tesa a chi chiede aiuto, donami la forza di proteggere la mamma, aiutami ad indicare la strada ai nostri nipoti, aiutami a guidare le mie sorelle. Donami ancora il tuo sorriso, donami ancora il tuo dolce rimprovero, se sbaglio. Babbo ti sento ancora in questa grande casa, nelle piccole cose quotidiane: l’affettare il pane, nel fare la spesa. Babbo sei nel mio cuore, a volte triste perché vorrei ancora una volta stringerti, ma pieno d’amore perché come tu hai detto sei sempre con me. Babbo. Eugenio

Grazie Sergio La Comunità Parrocchiale di Anghiari ricorda con gratitudine Sergio Papini, che per molti anni è stato un fedele servitore della stessa, attraverso il suo servizio di sacrestano e di sacrista. In tutti questi anni ha dimostrato un forte attaccamento alla Chiesa-Comunità, e di questo Dio Padre gliene renda infinito merito.

La vignetta di Scacciapensieri:

Peccati

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IL CREDITO COOPERATIVO SI METTE IN MOTO… In Valtiberina e Casentino il terzo Motoraduno nazionale delle BCC

È giunto alla terza edizione il Motoraduno del Credito Cooperativo, organizzato dalla Banca di Anghiari e Stia in collaborazione con i motoclub “Il Ferraccio – Baldaccio Corse” di Anghiari e “Alto Casentino” di Poppi. La manifestazione, ideata nel 2005 per celebrare i Cento Anni della BCC, è unica a livello nazionale e raccoglie numerosi esponenti, soci e clienti del Credito Cooperativo, accomunati dalla stessa passione per le moto. Al raduno, che si è tenuto domenica 9 settembre, hanno partecipato oltre cento motociclisti, sostenuti anche dalla splendida giornata di sole e dalle temperature estive, con vari tipi di mezzi, dalle moto moderne, a quelle d’epoca, agli scooter. Dopo la fase delle iscrizioni, che si è svolta in Piazza IV novembre ad Anghiari, di fronte alla succursale della Banca; la comitiva è partita alla volta del Casentino e, attraversando le località di Ponte alla Piera, Subbiano e Rassina, è giunta a Soci. I motociclisti hanno quindi proseguito per Partina, dove è stato offerto loro l’aperitivo dalla locale Pro Loco, per poi far rientro a Soci per il pranzo, consumato presso gli stand allestiti in occasione della “Mostra Scambio Auto, Moto e Cicli d’Epoca”. Nel pomeriggio il gruppo è ripartito alla volta del Sacro Eremo di Camaldoli, percorrendo la panoramica Via del Corniolo, immersa nella incontaminata bellezza delle Foreste Casentinesi. In serata, i motociclisti hanno fatto ritorno ad Anghiari attraverso l’Alpe di Catenaia, passando per le località montane di Badia Prataglia, Rimbocchi e Chiusi della Verna. La cena di commiato presso un noto ristorante locale ha concluso degnamente questa bella manifestazione, che ha permesso a molti partecipanti di ammirare per la prima volta i territori della Valtiberina e del Casentino, che costituiscono - per così dire - le due “anime” della Banca di Anghiari e Stia. Gli organizzatori intendono ringraziare tutti i partecipanti e coloro che, con impegno e disponibilità, hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione. Il successo di questa edizione è di buon auspicio per il ripetersi, in futuro, dell’iniziativa.

Nella foto in alto il ritrovo dei motociclisti in Piazza IV novembre ad Anghiari e, qui sopra, il momento della partenza. Nelle altre due foto i particolari di alcune moto partecipanti al Motoraduno del Credito Cooperativo.

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Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Inizia il catechismo!

Il primo novembre è la solennità di tutti i Santi. Come tradizione questo giorno (e anche il seguente) è destinato alla visita ai cimiteri. A Galbino la faremo in forma solenne iniziando con la S. Messa alle ore 15,30 e poi processionalmente ci recheremo al cimitero per la benedizione dei defunti della nostra parrocchia. Infine il 30 novembre ricorre il titolare della chiesa di Galbino: sant’Andrea apostolo. Essendo un giorno lavorativo la S. Messa sarà celebrata alle ore 18,30 e si concluderà con la tradizionale cena dei capifamiglia.

di Suor Astrid

Noi del catechismo di Tavernelle ci siamo ritrovati il 4 di giungo scorso per un incontro tutto speciale prima di lasciarci per le vacanze estive. Le nostre catechiste ci hanno preparato una merenda con i fiocchi! I nostri compagni più grandi, quelli che hanno ricevuto il sacramento della Cresima, hanno pensato ad una divertentissima caccia al tesoro con premiazione: chi è salito sul podio per ricevere la medaglia d’oro, e chi per il bronzo! Ma il momento culminante del nostro stare insieme è stata la Celebrazione Eucaristica con don Marco. Chi ha proclamato la parola, chi ha servito all’Altare, chi ha annunciato i canti, e chi ha cantato… una grande famiglia radunata attorno alla Parola e al sacrificio di Gesù. Don Marco proclamava il vangelo di Matteo 13, 1 – 3 e nei versetti 18-23 Gesù ci dava la spiegazione. Quindi anche don Marco ci ha aiutato a riflettere su questa parabola “il mio cuore è pronto per ricevere il seme”. Di che cosa è fatto il mio cuore? Prendo il Vangelo tra le mani e ascolto Gesù… Lui mi guida, mi suggerisce… mi dà la gioia e la pace”. Tutta questa parabola, così hanno pensato le nostre catechiste, per capirla meglio va tradotta in vita pratica… ma come? Ognuno di noi ha ricevuto un vaso, dei semi e la Parola. E con questo che dobbiamo fare? Far crescere e far fiorire il seme! ragazzi, al lavoro! E buone vacanze! Ora, a ottobre, ci ritroveremo per riprendere il nostro cammino iniziato, e poi ci racconteremo la propria storia di come è successo che il “mio seme” è nato, cresciuto, fiorito, e… ha portato frutto!

Un ricordo affettuoso della Giulia

Per il cristiano la modestia e l’umiltà sono esigenze irrinunciabili dell’unione con Gesù. Chi ha avuto modo di conoscerla ha saputo apprezzare continuamente le sue qualità umane e la sua profonda fede. Nella sua discrezione ha avuto a cuore “le cose” della Chiesa. Anche quando non si poteva muovere era sempre preoccupata che non mancasse niente per la liturgia e l’arredo della chiesa parrocchiale. Inoltre si interessava sempre di tutto, in maniera discreta e accompagnata con delle domande piene di sorriso, per essere attenta a rispettare la persona a cui parlava. La Giulia, sia con il suo prezioso esempio per tutti noi, sia con le sue preghiere ci ha accompagnato sempre nel momento del bisogno. Il rosario è stato compagno di viaggio delle sue serate, e di tutta la sua vita. La sua malattia, infine, lunga e dolorosa, era stranamente segnata dalla speranza, senza avere mai un attimo di sconforto, grazie alla fedeltà della preghiera e la vicinanza costante della sua famiglia. Ciao piccola grande Giulia. Gli amici di Tavernelle ***

Parrocchia: prossimi appuntamenti La seconda domenica di ottobre (14 ottobre) è festa nella chiesa di Galbino per la Madonna del Rosario. Nel pomeriggio sarà recitato il S. Rosario, quindi la celebrazione della S. Messa a cui seguirà la preghiera che si chiama “supplica”, ed è rivolta in maniera particolare alla Madonna del Rosario nel giorno della sua festa. Questa preghiera coinvolge veramente tutti: la Chiesa e i suoi Ministri, le nazioni e i governanti, i malati, le famiglie, i giovani e tutto il genere umano. La festa terminerà con la merenda nel prato della chiesa.

I familiari della Giulia Camaiti hanno fatto pervenire alla Parrocchia di Tavernelle la somma di euro 200 raccolti il giorno del funerale, da destinarsi a favore delle opere parrocchiali. La Comunità Parrocchiale ringrazia infinitamente, e si unisce alle preghiere in suffragio dell’indimenticabile estinta.

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Nella foto in alto la fine del catechismo a giugno. Qui sopra l'ultima presenza della Giulia Camaiti nella chiesa di Tavernelle in occasione della cresima della nipote, mentre viene abbracciata dal Vicario.


Solitudine

di Franca Ciucoli

Pensare Di volere Di non volere Di viver Con gioia Con fatica Di vivere Di speranza Di paura Nel silenzio Della solitudine

Lavori nelle nostre chiese Martedì 28 agosto si è celebrata nella chiesa di Sant’Agostino la festa del santo di Tegaste. In quell’occasione don Marco ha dato notizia sui restauri degli arredi lignei. Il portone appena collocato tutti lo hanno potuto vedere ma assieme a quello erano stati restaurati il coro, la credenza da sacrestia, la bussola e la cantoria. Sono poi a buon punto il restauro dei candelabri, delle pedane degli altari e l’altare di San Nicola. Tutti questi lavori sono stati possibili grazie alla disponibilità della Banca di Anghiari e Stia e della Ditta Busatti. Rimarranno poi da restaurare gli altari in pietra e l’organo smontato e conservato in una stanza della parrocchia. Poi ci sarà da prevedere il restauro della cella delle campane con tutte le travature lignee e i supporti delle campane. Non molto tempo fa è terminato il restauro degli affreschi che adornano le cappelle laterali. Per il Santuario del Carmine sono state smontate le immagini di S. Eliseo e S. Elia collocate ai lati dell’altare maggiore. Fra non molto saranno ricollocate al loro posto. Poi ci sono altre opere d’arte e, non ultimo, il portone d’ingresso. Anche le chiese di S. Lorenzo e Tubbiano vedranno un primo intervento per i tetti mentre dovrebbe terminare l'iter del progetto della Badia che prevede il rifacimento del tetto da eseguire in accordo con gli altri condomini. Rimangono purtroppo ancora in sospeso i lavori alla antica Pieve di Sovara che ci auguriamo possano quanto prima iniziare. La campana della chiesa della Croce da molti giorni tace. Dopo un primo sopralluogo ci siamo resi conto che c'è bisogno di rifondere gli anelli che la sostengono legata al castello della struttura. Dovrà essere smontata, scesa in terra e trasportata in fonderia per l'intervento di ripristino.

Poesia ad Anghiari La sera del 3 agosto 2007 si è celebrata la VII edizione di poesia ad Anghiari, rassegna di poeti e non, con un omaggio a due decani.

Turiddo Guerri

Maria Pia Fabiani

La poesia di Turiddo Guerri non è nata a caso o per avventura. La poesia di Turiddo Guerri è maturata nella ricerca e nello studio accurato del dialetto anghiarese che, poi, è lingua dalle origini lontane, molto lontane. Qui hanno sostato i Romani, i Longobardi e il travaglio linguistico si è poi fermato nel tempo con un rituale sempre più incisivo tra la gente del contado. Viene spontaneo fare riferimento al Belli, a Trilussa, nel contesto delle poesie dei versi di Turiddo meravigliosamente correlati da una perfetta sintassi che nulla toglie alla libera ispirazione dei suoi molteplici lavori: gioiosa e mai tragica, brillante e mai spenta o irrisolta. Lo studio umanistico è fonte di sapere straordinario e Turiddo ne è un esempio quando fuori il quotidiano diventa superficialità e il sapere si sfoglia nei programmi televisivi. Lui teme che il tempo uniformi e disperda quei geni che crescono rigogliosi nei luoghi più impensati, lontani dal processo di mistificazione industriale collettiva.

M. Pia Fabiani ama la vita e su questo ha costruito tutta la sua esistenza. Ha intessuto amicizie durature curandone gli aspetti veri, quelli del sentimento e della correttezza morale. Vive “sospesa” nei suoi modi formali e talvolta lascia perplesso e incerto il suo interlocutore ma, se il rapporto continua, appare tutta la schiettezza di un animo lineare e fortemente attento ai bisogni altrui, da quelli di un fanciullo a quelli di un qualsiasi essere vivente sia animale che vegetale. Crediamo che la poesia sia stata per M. Pia “il carburante” necessario a percorrere il cammino della sua vita: ogni momento, ogni occasione è motivo per tante piccole espressioni che ben esprimono la sua squisita sensibilità, il vivo e creativo suo essere. G. Pascoli ne è il Maestro. Non ama lo sfarzo, lo spreco ma sa moderare se stessa nel proprio e nell’originale anche quando scrive. La sua ultima raccolta dal titolo “La vita invita” è un lavoro-esempio che ci fa riflettere e concludere che tutto il tempo, a nostra disposizione, è prezioso! M. Pia lo sa e non se lo lascia sfuggire, come il “carpe diem” vuole.

Memoria antica

Lo sconosciuto

di Turiddo Guerri

Dentro di noi c’è una memoria che risale sovente ai primi anni, quando non avevamo ancora storia, non sapevam cioè dolori e affanni. Ma restan dei ricordi molto chiari: il giorno della prima Comunione, un viaggetto con i nostri cari, od un premio per una promozione. E poi l’amore, sì, l’amor puerile per la bambina dal fiocchetto rosso, che ancor ti resta, in età senile, racchiuso in cuore e giammai rimosso. Questo ha di bello la memoria antica; puoi rivivere, desto o in sogno avvolto, i più begli anni dell’età pudica quando amor era solo un caro volto.

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di Maria Pia Fabiani

Che bellezza! Son caduta e non mi sono fatta niente. Novantuno sono gli anni (con in più qualche mesetto) che mi pesan sulle gambe e mi pesan sulla mente; ma si vede che Qualcuno (babbo, mamma, Padre Eterno?) s’è commosso nel vedere che questa vecchia che dormiva bruscamente risvegliata nell’usato sonnellino dal telefono indiscreto; lei s’è subito buttata alla voce del Tapino! Ma lo stupido Equilibrio, non essendo ricercato, con i mezzi più comuni s’è purtroppo vendicato. Quel Qualcuno m’ha sorretta: nessun danno n’è venuto, e così mi son salvata grazie ad uno Sconosciuto.


In Sant'Agostino di Anghiari

Rimaggio*

Una nuova tovaglia per l'altare

di Athos Camaiti

Nel 1937, Marco Buitoni acquista 1500 ettari di incolta brughiera nei pressi di Anghiari con l’intento di costruirvi la sua residenza di campagna. L’appezzamento di terreno è ricco di acqua sorgiva. Bruno Buitoni, nipote di Marco, aveva una casa di campagna nei pressi di Perugia e su indicazione del Marchese Torrigiani, per la sua villa di Sargiano (AR), aveva incaricato l’Architetto Pietro Porcinai esperto nell’arte del giardinaggio sistemandola in modo splendido nel 1942. Nel 1943, nel mese di maggio, Marco Buitoni volle interpellare il Porcinai e avere un’idea di come sistemare il terreno acquistato alla Motina nel 1937. Ma forse a causa della guerra, il Buitoni rimanda il progetto che fa riprendere seguendo i consigli dell’Ing. Perugino Perugini allora tecnico dell’Azienda di famiglia a Sansepolcro. Nel dicembre del 1947 resulta abitabile un fabbricato composto di 4 piani con 15 vani. Per la sistemazione del giardino Marco Buitoni riconfermò l’incarico al Porcinai e tutto nel 1959 sarà completato. Al catasto di Anghiari l’edificio viene accatastato come Villa Reniggio. Alla madre di Marco Buitoni, Maria Egizia Marchettoni, volle il Buitoni dedicato l’oratorio che il Porcinai, dopo alcune modifiche a quanto già da altri era stato fatto, stava facendo costruire dedicato a S. Maria Egiziaca. Questo oratorio costruito in pietrame faccia a vista con un campanile a vela. La cuspide centrale è sormontata da una statua di Santa Maria Egiziaca dello scultore Cesare Fiumi. La cappella fu aperta al culto dal Vescovo di Sansepolcro Pompeo Ghezzi e da Monsignor Massimiliano Massimiliani vescovo di Modigliana. Il 3 maggio 1974 Marco e Celeste Buitoni acquistano in Anghiari il vecchio e fatiscente “Ospizio Francescano” che fungeva da deposito per grano ed altri prodotti agricoli per conto del Convento della Verna, dove “Fra Damaso” per ultimo, depositava quanto riusciva a raccogliere presso gli agricoltori della zona. L’Ospizio fu completamente restaurato e provvisto di un Oratorio dedicato a San Marco e come ricorda una lapide, fu donato quale sede della Confraternita di Misericordia di Anghiari. Verso la fine degli anni 1900, la villa di Rimaggio e tutto il terreno che la circonda è stata acquistata da un privato che l’ha restaurata apportandovi altre modifiche. * Tratto da: Piero Porcinai e l’arte del Paesaggio Nella foto di Andreina Rossetti la facciata della Cappella aperta al culto il 30 settembre 1951.

La sera del 28 agosto la S. Messa delle 18 è stata celebrata presso la restaurata chiesa di Sant’Agostino, ricorrendo la memoria liturgica del grande Padre della Chiesa. Sono ancora impresse nella nostra memoria (e anche nel DVD che fu fatto per l’occasione) le immagini della festosa riapertura della chiesa, che avvenne lo scorso anno in questo giorno. Allora erano presenti numerosi sacerdoti, monsignor Giacomo Babini, le autorità e grande concorso di popolo. Quest’anno ovviamente meno festa ma la celebrazione dell’Eucaristia è stata altrettanto solenne. Mario e Alessandro hanno provveduto a suonare le campane salendo nell’antico e suggestivo campanile, mentre l’Altare maggiore della chiesa veniva abbellito con una preziosa ed elegante tovaglia, nuova, realizzata e donata per l’occasione da alcune persone attaccate alla chiesa di Sant’Agostino. Allora l’occasione di questo articolo è anche quella per ringraziare queste persone (che sono volute rimanere anonime) per la loro generosità. Poi è seguito il simpatico aneddoto della sparizione della tovaglia. Infatti dopo la Messa la solerte Rita, neo-custode di Sant’Agostino, ha provveduto a riporre con cura e attenzione, oltre ai vasi sacri, anche la tovaglia, poiché nella chiesa di Sant’Agostino non si celebra abitualmente la Messa e continuano ancora i lavori di restauro di alcune opere d'arte, quindi è previsto che in tali occasioni le tovaglie non restino sugli altari. Ma delle persone, giunte apposta per ammirare il nuovo regalo fatto alla chiesa, hanno trovato che la tovaglia non c’era e tutte le donne di Sant’Agostino si sono preoccupate temendo addirittura il furto. Per fortuna ancora i carabinieri non erano stati avvertiti, quando la Rita ha tranquillizzato le donne che la tovaglia era al proprio posto, coperta e piegata. Così vi abbiamo voluto raccontare tutto quanto accaduto in questa bella giornata. Il comitato per le feste a Sant’Agostino

San Bartolomeo e la festa alla Badia San Bartolomeo è il titolare -si sa- della Badia. Ma essendo anche titolare della Parrocchia di Anghiari, la festa si divide tra la Propositura e, appunto, la Badia. Quest’anno abbiamo trovato un compromesso: alla Badia inizia la festa con la Messa vigiliare e soprattutto con la Messa solenne del mattino del 24 agosto, in cui si ricorda anche la dedicazione della chiesa. Infatti lo scorso 24 agosto, un bel gruppo di persone (e anche alcuni animatori) erano presenti alla Messa delle ore 7 in Badia. Prima sono stati cantati i salmi delle lodi. Al termine della S. Messa sono stati incensati l’Altare e gli stipiti della chiesa, laddove cioè l'edificio fu unto con il Sacro Crisma il giorno della consacrazione della chiesa. La festa è poi proseguita la sera presso la Propositura. Ottima accoglienza delle “donne della Badia” che hanno promesso che il prossimo anno prepareranno una bella colazione.

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Cincinnato

Missione Gallura

Le dittature non sorgono senza una o più ragioni. Tra le tante la principale è quando una democrazia è diventata frolla, cioè non sa più controllare la società, non fa rispettare le leggi, non difende i cittadini dalla delinquenza dilagante, la quale opera indisturbata nelle strade, nelle piazze, nei locali pubblici e nelle case private, rapinando ed anche uccidendo persone oneste, indifese, anziani e bambini, poiché le forze dell’ordine o sono numericamente insufficienti o male equipaggiate o mal pagate ecc. Quando la gente non ne può più, invoca l’uomo forte che rimetta la cose a posto dando la certezza del diritto, sia severa con i delinquenti, faccia loro scontare per intero la pena comminata dai tribunali ecc. E che l’uomo forte sia davvero tale, forte anche d’amor patrio, non un fasullo che tiri l’acqua al suo mulino, ma a quello generale dello Stato, che il pugno abbia di ferro, non qualcos’altro, per fracassare le teste a quelli che invece le fracassano ai pacifici cittadini. L’uomo forte che poi si ritenga pago di aver ridato salute e forza alla democrazia, e faccia quindi come Cincinnato che compiuta l’opera sua si ritirò a vita privata, dimostrando che a volte anche l’utopia può avverarsi! Saltando 25 secoli di storia, un Grande dei nostri tempi, pur non essendo un dittatore - né poteva esserlo vivendo in una solida democrazia governata da insigni statisti - che si è comportato come Lucio Quinzio Cincinnato, è Giuseppe Garibaldi. Gloria a Lui nella solitudine della sua isoletta di Caprera.

Il silenzio di quella noiosa mattina di metà aprile dentro l’ufficio della Misericordia di Anghiari è rotto dal rumore del fax. Due squilli, poi il rumore della stampante, infine la macchina sputa fuori un foglio. Mittente: Misericordia di Santa Teresa di Gallura. Si richiede a tutte le Misericordie che possano e vogliano farlo, l’invio di alcuni volontari per coprire i turni di emergenza territoriale durante l’estate. Passano pochi secondi. Quelli necessari a realizzare che Santa Teresa si trova sulla costa della Sardegna settentrionale, d’estate una delle mete più belle sognate da tutti gli amanti del mare. Il mare vero, quello pulito, con le scogliere, con i pesci vicino alla riva. Non come quello che abbiamo qui vicino, proprio dietro gli Appennini. Calma ragazzi. Solo un’altra occhiata al fax, per leggere meglio i requisiti. Si richiede buona preparazione ed esperienza dei volontari, aver frequentato vari corsi di pronto soccorso e avere l’attestato per l’uso del defibrillatore automatico. Un rapido controllo e scopriamo che molti nostri volontari hanno i requisiti necessari. Corriamo tutti a casa, a rispolverare e ostentare con orgoglio gli attestati conseguiti. E facciamo la promessa di non lamentarci più per essere sottoposti a continui corsi, ripassi e aggiornamenti. Un giro di telefonate, per sapere chi è disponibile e in che periodo. Diciamo la verità? Via, diciamola. Se la richiesta fosse venuta da un paesino in mezzo all’Aspromonte o da uno sperduto villaggio della Pianura Padana… magari ci sarebbe voluto un po’ di tempo per trovare qualche anima buona, e qui è il caso di dirlo, misericordiosa, che potesse accettare! Ma per la Sardegna… Il 6 luglio è giorno della partenza per i primi tre volontari: Marta, Laura e Michele. Dopo alcuni giorni arriveranno i rinforzi: Marco, Emanuela e Alessandro. Il nostro lavoro è quello di coprire i turni della postazione estiva EOL09, presso il villaggio turistico di Vignola. Per metà giornata accanto all’ambulanza, pronti a partire. L’altra metà a nostra disposizione, per poterci godere lo splendido mare dell’isola. Poche le chiamate, per fortuna niente di grave. Sono strani questi Sardi: paesi più grandi di Anghiari e Sansepolcro hanno l’ospedale più vicino a sessanta chilometri nell’entroterra, raggiungibile con un’unica strada tutta curve. Ma per loro va bene. “Ajò, sempre così è stato”. E noi ci arrabbiamo se a volte bisogna andare a Città di Castello a fare le analisi… Diversi ospiti del campeggio si avvicinano alla nostra ambulanza per chiederci medicazioni e consigli: durante il servizio il nostro aspetto è tutto sommato molto professionale, anche se con la mente siamo già in acqua che facciamo il bagno. Che bello fare servizio dentro un campeggio! Ma che sofferenza stare a pochi metri da quel mare vestiti con una tuta rinforzata e gli scarponi ai piedi! Il tempo vola. Siamo appena arrivati e già bisogna ripartire. Certo che la Sardegna è incredibile. Ti accoglie in modo semplice, quasi umile. In silenzio. Non ci sono imponenti hotel tutti uguali costruiti a pochi metri dal mare, non ci sono festosi bagnini che ti affitterebbero qualunque cosa. La Sardegna ti accoglie con rocce, colline brulle, tanto vento. Poi pian piano ti sbalordisce, ti lascia senza fiato. Anche la gente è così: all’inizio solo una stretta di mano, un sorriso, poche domande. E poi ti sorprende. Vai a pagare e hanno già pagato loro, ti caricano in macchina e fanno cento chilometri per farti fare una passeggiata a Porto Cervo, si aprono con te e raccontano la loro vita privata. E l’ultimo giorno minacciano di rubarti il biglietto della nave o chiuderti dentro casa, pur di non farti partire. Ma tranquilli, che se sarà possibile, il prossimo anno si torna!

di Turiddo Guerri

Notizie dalla Compagnia di Galbino La Compagnia di Galbino rende noto a tutti i Confratelli iscritti che il giorno 1 novembre inizierà la riscossione della tassa annuale di partecipazione alla Compagnia. Il giorno della festa dei Santi si potranno trovare gli addetti alla Messa delle 11 a Tavernelle e il pomeriggio al cimitero di Galbino. Inoltre i Confratelli con la Cappa presenzieranno alle festività che si svolgeranno nella chiesa di Galbino per la Madonna del Rosario (titolare della Compagnia) per i Santi e infine per Sant’Andrea. Ricordiamo che come consuetudine la Compagnia fa celebrare alcune SS. Messe per tutti i suoi iscritti defunti. La prossima sarà nel pomeriggio del 2 novembre nella chiesa di Tavernelle. Tutti gli iscritti sono invitati a partecipare a queste importanti celebrazioni. Il Camerlengo

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I miei ottanta anni

La grande calura di Lamberto Ulivi

di Armando Zanchi

Tra qualche giorno gli ottanta compiuti se ne viene altri saranno i benvenuti

Quanti di questi in quei tanti giorni mi sono letto i brani i più corti

Io l’ò portati sopra queste spalle tanti ad Anghiari ed ora in un’altra valle

Guardavo il tempo di Frate Indovino ma anche lui à perso un pochino

Tra il bene e il male gli ottanta ottenuti qualcuno bene e gli altri un po’ spremuti

Perché il tempo è tutto ribaltato la previsione risulta lì sbagliato

Tra il lavoro le malattie frequente rattoppato il cuore ancora sono vivente

Dunque i miei ottanta saranno superati e tutti gli altri saranno bene amati

Ormai d’intoppi tanti ne ò incontrati con la pazienza tutti superati

Poi se il termometro ci segnerà il peggio io aspetto tutto per mettermi in pareggio

Tanti i giorni le ore sono passate mai ò pensato che andrebbero contate

Pareggio di vita in quelli già passati ora mi aspetto quelli più stonati

Ora con il tempo a portata di mano guardo e riguardo l’ottantesimo calendario

Ero musicante la musica ò scordato il tempo è passato da quando sono nato: Arezzo 3/8/2007

La catena di sostegno Lo strano titolo è dovuto alle vostre offerte per il giornale che pervengono sì con il tradizionale bollettino postale ma anche con versamento presso le filiali di banche anghiaresi oppure tramite persone della parrocchia. Poi, è il caso di Rosa che abita in Francia, quando c'è l'occasione di passare da Anghiari non mancate di consegnare la vostra offerta. Grazie! Graziella Martini, Via nova Vito Marzi, Ponte alla Piera Alessandro Vichi, Maryland Carla Leonardi, Torre Pedrera Clara Giornelli, Carboncione Erminio Staccini, Borghetto di sopra Fabiano Acquisti, Le Strosce Famiglia Laletta, La Banca Faustina Pernici, Valealle Gian Pietro Rossi, Via della Fossa

Katia Bagnoli, Anghiari Manuela Grazi, San Tommaso Maria Bigioli, Infrantoio Marisa Francini, Infrantoio Paolo Duccio Ducci, Castello Ristorante Mondani, La Stazione Roberto Cesari, Casale Romano e Concetta Romani, Novaggio (Svizzera) Rosa Nocentini, Francia

Il maestro Verdinelli da Monterchi, manda la sua offerta in memoria di Festini Lozza Elisabetta. Fausta Lapini da Ravenna ha fatto pervenire la sua generosa offerta in memoria del marito Gambi Giuseppe.

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L’estate appena trascorsa, con le sue giornate di caldo intenso (nella periferia di Firenze dove io abito, il termometro ha segnato fino a 40 gradi all’ombra) ho pensato molto a quando bambino e giovinetto abitavo d’estate a Tortigliano con la mia famiglia. Anche a quei tempi in questa stagione il caldo era imperante e le persone che lavoravano nei campi intente a mietere il grano, al suo trasporto nell’aia e alla battitura, erano sempre grondanti di sudore. Finita questa operazione si sperava che piovesse per poter impiantare nuove colture o innaffiare quelle già esistenti (a quei tempi i metodi di irrigazione non erano come quelli attuali e l’acqua era poca e considerata un bene prezioso). Se ciò non accadeva si invocava l’intervento divino con tridui e processioni. In una estate torrida i raccolti si stavano seccando e urgeva la pioggia per poterli salvare. Fu fatta ad Anghiari una processione che sfilò per le vie del paese con la partecipazione di molte persone. Davanti alla sua bottega di falegname, situata davanti al Teatro, se ne stava spettatore Beniamino Pasquetti, soprannominato “Cannone” per le sue roboanti risate roboanti e per una frase detta in ottava rima in occasione di una sfida fra i poeti estemporanei che così recitava: Io son Cannone e sono della Valle / non mi sono rimaste che due palle. Finita che fu la processione alcune persone lo salutarono: “Come va Cannone?” Rispose affabilmente: “Bene, bene, basta che non piova!” Al che tali persone si sentirono prese in giro e si risentirono perché secondo loro, aveva usato una frase blasfema. Cannone non era molto vicino ai riti religiosi, comunque si scusò dicendo che per lui il bel tempo era importante perché così poteva lavorare fuori della sua bottega. Questa frase è rimasta in bocca agli Anghiaresi e viene ripetuta ogni volta che si teme che qualcosa o qualcuno possa danneggiare i propri interessi.

Angiolo Canini: cercansi notizie Angiolo Canini anghiarese, conosceva la lingua latina, greca, siriaca, arabica, caldaica e perfino punica ed ethiopica. Visse nel 1500 e fu professore di lingua greca all'Università di Parigi. Ci sono notizie che sia stato anche in Spagna. Di suo nipote Girolamo, morto nel 1626, la parrocchia di Anghiari conserva un ritratto. Tramite amici abbiamo iniziato le ricerche di ulteriori notizie su questo studioso d'eccezione. Per Parigi ha aderito alla nostra richiesta Vivace Puletti (anzi sua figlia) che farà il possibile per riportare alla luce notizie tanto interessanti per noi. Per quanto riguarda la Spagna, dove sembra che il Canini sia stato, le ricerche sono state affidate al giovane Andrea Rossi che si è recato presso l'Università di Salamanca per studi. Speriamo di poter fornire quanto prima positive notizie su questo nostro anghiarese.


Il mio ultimo saluto a Barbiana

Lettera a mio padre nel sessantesimo anno della sua scomparsa avvenuta il 17 ottobre 1947

di Angiolo Pari

Io dico addio, perché non posso più tornarci, ma dico ai più giovani: «Andate, andate una volta a Barbiana! Imparerete molte cose!»

Babbo mio sempre amatissimo, la tua inattesa, immatura perdita mi cambiò totalmente la vita: da bambina felice e sempre seguita mi ritrovai sola e smarrita, derubata della tua assidua attenzione talvolta severa, più spesso amorosa, che mi faceva sentire per te assai preziosa, specie al ritorno da scuola ove la maestra Bettina con tanti lodevoli voti mi premiava ogni mattina. Allora i tuoi bellissimi occhi scuri, intelligenti, brillavano di gioia sorridenti e le tue ben modellate labbra con dolce tenerezza mi baciavano. Sei sempre stato “tutto” per me: ero al settimo cielo quando gli altri mi ripetevano che ero uguale a te. La cara nonna Emelia, tua madre, ti definiva con la sua schietta semplicità “il meglio fico del bigone”, perché tutto capivi al volo e risolvevi ogni difficoltà. È stato un trauma durissimo la tua assenza e soltanto da adulta sono riuscita a comprendere che per il Padre Celeste eri come il bel fiore del campo, pronto per Lui. Undici... una manciata... sono stati gli anni vissuti tra noi molto intensamente, eppure mi hai lasciato ugualmente “un’eredità d’affetti” così tanto ricca ed esemplare che mi hai aiutato sempre a lottare! Grazie, babbo mio indimenticabile, della ricchezza umana che mi hai donata e dammi una volta ancora la tua S. Benedizione secondo la nostra segreta, personale, tradizione. La tua per sempre Carla

Era l’ottobre del 1997, 30° anniversario della morte di Don Milani (26 giugno 1967). Io e Mario Del Pia con le nostre mogli, siamo partiti la mattina presto, siamo passati da Pontasssieve, la Rufina, Londa, Dicomano, Vicchio sul Mugello verso Monte Giovi. A Vicchio ci attendeva un allievo di don Milani, Nevio Santini che ci ha accompagnato fino alla chiesa. La strada non era come il 6 dicembre del 1954 quando ci mandarono don Milani. Da Vicchio a Barbiana ci sono ancora 7.500 metri e solo un pezzo è un po’ meglio, il resto è meglio non parlarne. Ci sono buche, sassi, sterpi, roghi. La chiesa si vede appena arrivati. Ripenso a sua mamma quando diceva: «Mio figlio cerca un posto, un assoluto. Lo ha trovato sì, lo ha trovato nella religione, nella vocazione sacerdotale, incurante di lasciare quel posto involontariamente voluto.» La prima cosa andò in chiesa a pregare e lì pianse e da quel pianto prese coraggio. Decise di non lasciare. Comperò subito un posto nel piccolo cimitero e si mise subito al lavoro a cercare ragazzi nelle case sparse di Monte Giovi intenzionato ad aprire una scuola nella sperduta Barbiana. E ci riuscì! Noi arrivati assistemmo alla Messa detta da un prete di Venezia, facemmo visita al piccolo cimitero, a cinquanta metri dalla chiesa. Poche tombe sparse e al centro una lastra di marmo bianco. Sopra una croce, senza fiori, senza foto, con la scritta Don Lorenzo Milani. Nella piccola cappella un quaderno con le varie dediche a Don Milani. A mezzogiorno ci sediamo sui margini della piscina che hanno fatto i ragazzi di Barbiana per un breve picnic, ci fermammo e pranzammo al sacco e partimmo portando via con noi il ricordo di Don Milani. Data della sua morte 26 giugno 1967, e come dice il Cardinale Piovanelli la scuola di Barbiana è chiusa ma Don Milani continua a insegnare.

28 febbraio 2007

Don Stanislao Don Stanislao è un giovane sacerdote che proviene dalla Polonia e collabora con la nostra parrocchia. Anche se da poco in Italia si dà però da fare. Eccolo a Pisa mentre cerca di raddrizzare la famosa torre pendente di quella città! Dal 1° ottobre don Stanislao risiederà in pianta stabile presso la nostra parrocchia per poter meglio coadiuvare i nostri sacerdoti nelle varie attività pastorali.

A proposito di campionati europei di Turiddo Guerri

Che l’organizzazione dei campionati europei di calcio 2012 sia stata assegnata alla Polonia e alla Ucraina anziché all’Italia, come era nelle previsioni, non deve scandalizzare più di tanto, perché il presidente dell’Uefa, Michel Platinì, figlio di genitori italiani emigrati in Francia come ristoratori, non si è mai sentito legato alla terra d’origine. Quindi l’Italia si dispiaccia più di questo che della mancata assegnazione.

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Notizie storiche sulle strade da Anghiari ai centri minori di Flavio Mercati

Strade per Arezzo e Firenze Scrive il Taglieschi che gli Aretini supplicarono il Granduca Ferdinando I dei Medici di poter fare la strada da Firenze al Borgo S. Sepolcro passando per la loro città, e per questo motivo furono mandati capomastri ed ingegneri dai Capitani di parte per vedere quale fosse il percorso più utile per tutti, e sopra questo disegno dessero i vicini il loro parere. Così il 26 giugno 1589 richiesta la Comunità d’Anghiari, questa mandò Messere Giovanni Nicola Giusti, che dimostrò il danno che «risulterebbe all’universale» e le spese insopportabili che ne verrebbero mutando l’antica strada. Nonostante ciò “volsero dar principio” alla Strada di Pietramala che riusciva sopra Trafiume e con grande spesa «serraronsi» i passi antichi e ai capi di strada fecero murare un termine di pietra con l’arme e le lettere che «accennava» la Via d’Arezzo, e uno di questi fu piantato alla Murella. «Ma perché le cose nuove e dannose, se gli uomini non le dannano, il tempo e l’esperienza le riprova e non le lascia essere diuturne, così si vide dopo non molti giorni il procaccia (colui che portava la posta da un paese all’altro), i mulattieri e tutti i viandanti lasciare quella strada come più lunga e difficile e ripigliare la vecchia come più corta e più facile.» Ma qual era, per dove passava questa vecchia strada tanto lodata? Semplice: era l’attuale via della Libbia, anche se in qualche parte il percorso era diverso da quello attuale. Per esempio venendo da Anghiari a Tavernelle la strada passava sotto l'attuale osteria “La pergola”, seguitava poi, a poca distanza dal fiume Sovara, che poco dopo attraversava a guado e in modo obliquo piegando verso nord, quindi, in corrispondenza dell’attuale per la Barbolana, volgeva bruscamente a sinistra riprendendo grosso modo il corso attuale. Si potrebbe obiettare che questa vecchia Libbia passava in un territorio altrui, la contea di Montauto*, dal confine nei pressi di Rio Bo, prima di Tavernelle, sino al Chiavaretto, e quindi ci potevano essere ostacoli, ma dal 1385 dopo la bufera che si era abbattuta sui Tarlati di Pietramala, Lazzaro di Montauto, succeduto al padre Niccolò, che aveva sposato Gora, figlia di Tarlato di Pietramala, per evitare di fare la stessa fine dei Pietramalesi, in quanto loro parenti, aveva messo la Contea sotto la protezione in perpetuo di Firenze il 18 luglio 1385 e quindi ne era quasi subalterna. Dunque ormai la decisione era stata presa, i passi erano stati chiusi e la via ufficiale per Arezzo venne degradata a mulattiera. La via di Pietramala, però, esisteva anche prima. Quando gli Aretini, dopo essersi impossessati della montagna di Poti a scapito della Canonica aretina, vennero ad Anghiari per conquistarlo (1175) e lo distrussero per la sua accanita resistenza insieme a Monte Aureo, sicuramente passarono per questa strada. E sicuramente, quando in seguito alla conquista del paese imposero la loro influenza su di esso (a scapito del potere dei Camaldolesi) e si fecero stretti i rapporti fra Arezzo ed Anghiari, questa era la via di comunicazione fra queste due Comunità. Influenza aretina che durerà sino al 1290 circa a cui subentrò dopo qualche decennio il dominio dei Tarlati di

Pietramala. Il primo tentativo, andato a vuoto, lo fecero nel 1309 la notte precedente la festa di S. Martino dell’11 novembre, e per venire a conquistare Anghiari da Pietramala da dove saranno passati se non da questa strada? Ci riuscirono invece nel 1322 con Guido Tarlati, già vescovo di Arezzo dal 1312 e poi nel 1321, per le benemerenze acquisite, proclamato signore a vita di questa città. Il potere dei Tarlati su Anghiari durerà sino al 1385, con l’intermezzo del potere perugino dal 1338 al 1351. Ed anche in questo periodo la strada di collegamento fra Anghiari, Pietramala ed Arezzo, e viceversa, non poteva che essere questa. Quindi, quando nel 1589 fu deciso, per le insistenze degli Aretini, di aprire la strada di Pietramala sarebbe stato più opportuno dire “riaprire”. Semmai possono averla migliorata allargandola, modificando il fondo stradale o modificandone il percorso in qualche parte, infatti la vecchia strada, venendo giù da Anghiari al fiume Sovara non andava in direzione della casa della Murella, come quella attuale, ma scendeva giù dalla zona dell’ex ospedale, poi passava per Pieve di Sovara e quindi raggiungeva la Sovara che oltrepassava su di un ponte, come riferisce il Taglieschi. La nuova, arrivata alla Sovara dalla Murella percorreva il letto del fiume per una settantina di metri, poi, oltrepassatolo, si reimmetteva in quella già esistente oltre il fiume in direzione di Valialle. Si diceva che la vecchia strada, cioè la Libbia, era più corta e più facile. Vediamo allora se questa affermazione corrispondeva a verità mettendo a confronto il percorso delle due strade e tenendo anche conto di alcuni importanti fatti che andremo ad analizzare. Nella prossima puntata inizieremo proprio leggendo la descrizione particolareggiata di parte del percorso della strada per Arezzo passante per Pietramala presa da un vecchio documento redatto dalla Comunità di Anghiari in data adì 8 aprile 1779, dal titolo “Campione di tutte le strade sì di dentro come di fuori la Terra di Anghiari”. Ai lati del titolo: particolare delle mappe granducali (1826) con la zona nei pressi della Pieve di Sovara. Nella pagina: I piloni del ponte della Strada della Montagnola nei pressi del castello di Pietramala in occasione di una camminata nel 2004. Nell'altra pagina: Mappa delle strade interessate da questa ricerca realizzata dall'autore e, sotto, una scheda sulla Contea di Montauto (disegno di Marilena Del Pia).

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...strade per Arezzo e Firenze

* Contea di Montauto. Il nucleo originario si costituì prima del mille ad opera dei Barbolani, che erano un ramo dei Longobardi conti di Galbino. Erano chiamati Barbolani perché, come abbiamo detto in un’altra occasione, prima di loro, avevano abitato Montauto i Barbari Alani. Col tempo però anche i conti di Galbino vennero detti Barbolani poiché la rocca di Montauto, forse perché meglio difendibile, divenne il centro dei possedimenti di queste famiglie, perciò il centro della contea, che venne detta Contea di Montauto, sembra riconosciuta come tale con un diploma del 967 dell’imperatore Ottone I. Attraverso vicende storiche e controversie familiari essa arrivò sino al 1815 quando fu soppressa con il Congresso di Vienna, dopo l’epoca napoleonica, e il suo territorio annesso a quello della Comunità d’Anghiari e quindi al Granducato di Toscana. Soppressa non significa però che ne furono incamerati i beni, ma che doveva conformarsi alle leggi e ordinamenti dello Stato a cui veniva incorporata. Al momento della sua soppressione i confini erano i seguenti. Nella zona di Tavernelle il confine passava a sud di questa località al rio detto allora di Ripabianca, o fosso della Doccia, su cui si trova un ponte al temine di una salitella della strada, anche oggi, fra le persone di una certa età, detto “Ponte dei Confini”, in corrispondenza di casa “Rio Bo”. Tagliava quindi verso ovest e prendeva a costeggiare la strada di Pietramala sino al torrente Chiassaccia, che allora si chiamava Chiassa, e che segnava il confine fino al Chiaveretto. Da qui risaliva poi per l'altro torrente Chiassa che discende dal nord-ovest, ad un certo punto piegava quindi verso nord prendendo per un affluente di sinistra di questo torrente, passava poi sopra Savorgnano, arrivava alla montagna detta “La Faggeta”, ridiscendendo piegava verso est passando per Papiano quindi attraversava i Monti Rognosi e poi prendeva la strada dal Carmine ad Anghiari; nei pressi della “Pineta del Menatti”, piegava ad ovest, poi, proseguendo sempre in direzione ovest, o meglio sud-ovest, prendeva il rio che nasce nei pressi di Spogliabecco e, seguendolo, ritornava al “Ponte dei confini” che abbiamo preso come punto di riferimento e di partenza. C’erano anche dei cippi lungo i confini, e qualcuno ricorda d’averli visti un tempo. Una contea, perciò, abbastanza vasta, comprendente i centri di Galbino, Tavernelle, parte del Chiaveretto, Ponte alla Piera e la Barbolana ed il tutto passò, se si esclude, forse, una piccola porzione accorpata al Comune di Subbiano, alla Comunità di Anghiari, il che serve, a spiegare, in parte, perché il Comune di Anghiari è uno dei più vasti della Provincia di Arezzo. Come abbiamo già detto, la strada da Anghiari al Carmine rappresentava, per un buon tratto, il confine fra la Contea di Montauto e la Comunità di Anghiari, ma la strada apparteneva alla Comunità anghiarese. Questo non impedì, però, nel 1631, al Conte di Montauto di sbarrare arbitrariamente il passo, fra le Terrerosse (poco dopo la pineta del Menatti e di fronte alla strada che, a destra, va verso Valle Sterpeto) e la Calla. Il motivo fu la peste che in quel periodo imperversava in Anghiari, ma anche in altri luoghi, e che spinse molta gente a recarsi da Anghiari al Carmine per impetrare dalla Madonna la fine di un tale flagello. Il Conte, temendo che tutta quella moltitudine portasse il morbo anche nella sua Contea, che confinava con il Carmine, prese allora tale decisione; ma la gente non si scoraggiò: da Anghiari andava a Micciano, poi saliva al Montorio, nella zona del Poggiolo (il Poggiolo era uno dei poderi dei frati del Carmine) e da lì arrivava al Carmine. Si allungava sì il percorso, ma non di tanto.

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la pagina di Walter Del Sere

Estate ad Anghiari Libera Università dell’Autobiografia - Dal 31 agosto al 2 settembre le piazze del centro storico si sono animate di gente proveniente da tutta Italia, unita dalla comune gioia ed interesse di scrivere di sé, senza alcuno scopo o interesse puramente commerciale. L’occasione è stata quella del secondo Festival Nazionale Città e Paesi in racconto-Narratori per diletto. Capitale riconosciuta dell’autobiografia grazie al lavoro della omonima Libera Università che da 10 anni valorizza il racconto e la memoria, ma anche sede di questa manifestazione unica, i cui protagonisti sono le persone comuni, i paesi, le comunità. Hanno fatto da sfondo pittorico al Festival immagini che simbolizzavano il riferimento allo scrivere autobiografico, realizzate dal pittore Giancarlo Montuschi.

to” quasi 3 ore di film tanto che ne deve tagliare almeno una. E l’uomo tenda che era in pul posiscion s’è ritrovato miseramente cancellato. Pace. S’aspetterà la seconda puntata del Codice da Vinci.

Festa dei Toscani nel mondo - Anghiari ha ospitato fino a domenica 9 settembre i lavori dei rappresentanti delle comunità toscane all’estero. «La Toscana non è un’espressione geografica, ma un concetto, una visione del mondo». Così Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana, ha concluso il suo intervento al Teatro di Anghiari. In precedenza erano sfilati i rappresentanti delle istituzioni con i gonfaloni. Poi le testimonianze degli emigrati all’estero e l’illustrazione (da parte dell’Assessore Barbara Croci) del progetto La Plata, ovvero la ricostruzione della memoria che lega Anghiari con la città argentina di La Plata dove esiste un nutrito nucleo di discendenti degli emigranti anghiaresi. Tanti applausi alla compagnia dei Ricomposti che ha reso omaggio a Caterina Bueno, la cantante folk che è stata “la voce della Toscana”. Poi al Castello di Sorci le sigaraie hanno offerto agli ospiti pregiati sigari toscani confezionati all’istante, prima che gli ospiti raggiungessero Sansepolcro per assistere al Palio della Balestra. Non c’è che dire: la Valtiberina, ed Anghiari in particolare, si sono dimostrati all’altezza del compito, ricevendo i sinceri ringraziamenti da tutti i delegati del direttivo e dal Vice Presidente Vicario Lorenzo Murgia che lo scorso novembre, nella città gemellata di La Plata, chiese al Sindaco di Anghiari se avesse avuto piacere di ospitare la quarta festa dei toscani all’estero. Ecco fatto. Una moglie bellissima è il film di Leonardo Pieraccioni girato quasi tutto ad Anghiari che uscirà in 500 copie nelle sale di tutta Italia il prossimo 21 dicembre. Ma l’unica domanda che tutti si fanno è: chi vincerà l’oscare? Ecco le prime indiscrezioni sulle nominescion degli attori ed attrici indigeni. Migliore comparsa donna: Chiara (la nipote del Bonarini ballerina in Grease), Paola d’Angiolino (maestra e ballerina in Grease), e (udite udite) Silvia da Milano naturalizzata del Ponte alla Piera (amica della fruttivendola). Migliore comparsa uomo: Mario de Pimperi (è in ogni scena - impossibile tagliarlo perché il Pieraccioni dovrebbe rifare il film daccapo), Fabio nipote della Valentina (emulo di Freddy Mercury e ballerino hip hop), il Polcri libraio del Borgo e fratello del professore (impeccabile in pieno solleone con il cappotto loden verde). Ci sarebbe stato anche l’uomo tenda che come Pantani era partito per primo prendendo un discreto distacco grazie alle apparizioni di inizio luglio in un camping maremmano. Ma Pieraccioni ad Anghiari s’è trovato così bene che ha “gira-

4 giorni di riprese intense ed anche la ZDF, seconda rete televisiva nazionale della Germania, ha lasciato Anghiari, scelta per rappresentare la Toscana in una fiction che verrà trasmessa nei primi mesi del 2008. Il titolo dello sceneggiato è Quattro giorni in Toscana e la produzione prevede che saranno almeno 10 milioni gli spettatori che vedranno lo sceneggiato. L’ultima notte in Piazza Baldaccio è stata una vera e propria maratona con le comparse d’Anghiari costrette alle ore piccole (a parte il solito Emmegi che non andrebbe mai a letto). Insomma. I 3 clienti fissi dell’Osteria di Fredo (Emmegi, il Fiorini e quello che col Fiorini doveva fare un duo ma sarà per un’altra volta) sono stati licenziati alle 2. La mamma di Iccio che faceva la cuoca all’Osteria se n’è andata alle 3 mentre il Gattari (che faceva il vecchietto con coppola e bastone seduto su uno sgabello) è arrivato fino alle 4 di mattina. Da allora non s’è più visto. Sarà ancora in letargo? Tovaglia a Quadri - Una storia che si ripete da 12 anni con la stessa osteria, gli stessi tavoli apparecchiati con le tovaglie del Busatti e le tante voci del Poggiolino che commentano la storia da ogni porta e finestra. Unico cambiamento, necessario, quello della trama ordita di anno in anno da Andrea Merendelli e Paolo Pennacchini. Uno spettacolo unico nel suo genere questo appuntamento che ha come cornice naturale la piazzetta del Poggiolino e per soffitto solo un grande cielo stellato. E quando l’atmosfera si riscalda, l’eco delle risate riempie i vicoli e il teatro conquista le persone a tavola in una vera festa nel cuore dell’estate toscana. Il titolo di quest’anno? Panni Bucati. Insomma, non meno di 1200 persone si sono sedute nelle sedie impagliate dell’Osteria del Poggiolino tributando a Tovaglia a Quadri l’ennesimo successo.

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Le foto raffigurano il set allestito in piazza Baldaccio per il film di Pieraccioni.


C R O N A C H E T TA

Mese di Agosto 2007 Mercoledì 1°. Oggi è morta Rosa Gambacci vedova Tizzi di anni 93. Era originaria della Pieve Sovara e aveva chiesto che la Corale di Anghiari eseguisse dei canti durante la Messa del suo funerale. Sabato 4. Oggi è morto Sergio Papini di anni 82, per molti anni sacrestano della Propositura. Abitava per la Calabria ma la sua famiglia è originaria del Carmine. Venerdì 10. Oggi è morta Novina Locci vedova Donati Sarti di anni 99. Abitava alla Motina. Domenica 12. Stamani al Borgo c’era la nebbia perché si vedeva meno di un chilometro. Sennò, come dice Frido, era foschia. * L'edizione di Memorandia è stata molto frequentata. Martedì 14. Stamani ho visto gli operai della Provincia che accomodavano un segnale sotto le casce del Chiuso. * Oggi è morta Giulia Camaiti di anni 92. Abitava a Tavernelle ma era originaria di Sigliano di Montauto. Mercoledì 15. Oggi era la festa a Micciano. Ci sarei andato volentieri che hanno fatto le nuove cappe della Compagnia ma ero con la mia famiglia a Sassocorvaro. Giovedì 16. Oggi è morto Pietro Cesari, detto Lillo, di anni 80. Abitava a Bagnaia ma era originario del Moro, un podere di là da Pocaia verso Vicchio. Lunedì 20. Stamani ho visto un gruppo di ragazzi che andava all'Oratorio per il Grest. Mercoledì 22. Oggi è morta Elisabetta Bartolomei vedova Del Pianta. Aveva 84 anni ed abitava verso Carboncione.

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Luglio 2007 Martedì 3. Nico, Simone e Nicola (tutti di Tavernelle) hanno portato ad Alessandro (sempre di tavernelle) un gatto bianco che s’era sperso. * Oggi è morto Secondo Del Pianta (detto Dondo) di anni 82. Suo fratello sta a Belvederino. Giovedì 5. Anche oggi in piazza è continuato il mercato, c’è da lunedì, solo che oggi ha anche nevicato (per motivi di scena) e Garibaldi e il Palterre erano tutti imbiancati. Lunedì 9. Oggi è morto Pilade Bilancetti di anni 85, detto il Pilli di Viaio. Aveva 85 anni ed è stato un valido ciclista. Martedì 10. Oggi è morto Danilo Parnetti del Ponte alla Piera, abitava alla Casanova. Era originario di Arezzo. Venerdì 13. Dice che alla Portaccia ha preso fuoco una macchina che sono venuti anche i Pompieri. Domenica 15. Oggi è morto Guido Leonardi di anni 84. Abitava alle Cortine. * Oggi è morta Anna Maria Procelli, ancora giovane. Abitava all'Intoppo. Lunedì 16. Stasera dopo la festa al Carmine sono andato con mia moglie a vedere Pieraccioni nella Piazza del Teatro e ho sentito una sirena dei pompieri. Martedì 17. Stamani ho visto l’Anna de Fracca con mezzo cocomero.Mi sa che l’ha preso per il suo nipote Michele. * Stamani dicevano che i pompieri di ieri sera erano andati verso Pieve Sovara che avevano preso fuoco delle rotoballe di paglia. Giovedì 19. Oggi sono passato dal passo della Scheggia ma non ho visto Lucio. E infatti ero lungo la Flaminia. * Oggi è morto Mario Bindi di anni 82. Lo ricordiamo per il forno dentro la porta d’Anghiari che ha gestito per tanti anni con la moglie e per le sue mantovane veramente speciali. Venerdì 20. Sul giornale c’era scritto che Pieraccioni ha apprezzato i quadri di Bibi Del Sere. E io che non sapevo manco che dipingesse! Sabato 21. Oggi è morto Claudio Baldi. Lo ricordiamo di quando allenava la squadra giovanile dell'Anghiari. Sua moglie è l'Ardelia della Vanda. Martedì 24. Finalmente oggi alle tre e quaranta ha cominciato a piovere. Ma giusto ha mollato in terra. Sabato 28. Oggi l'Andrea Celeste della Banchina ha ripreso il gatto bianco da Alessandro che era il suo. Lunedì 30. Oggi ho visto che hanno pulito il Chiassolo. Martedì 31. Oggi è nata Clara Rio. Felicitazioni al nostro compaesano Mario Mariotti che è diventato nonno in quel di Sanremo.

Chameleonic Morris Men

Nel pomeriggio di giovedì 13 settembre, ai rari passanti per la piazza d'Anghiari, è stato offerto un simpatico spettacolo tutto agratise. Erano un gruppo inglese, i Chameleon Morris Men, diretti in quel d'Umbertide ma che hanno fatto sosta presso il nostro paesello. Acquartieratisi dal Cicalino per una pizza ed un bicchier di vino (visto che ho fatto la rima!) hanno dato sfogo alla loro briosità eseguendo dei brani musicali con tanto di fisarmonica e violino e poi si sono esibiti anche in un simpatico ballo inscendando una bella coreografia. L'entusiasmo ha coinvolto gli astanti e la Domitilla, la moglie dell'oste, del Cicalino, ha fatto un ballo anche lei. Quindi sono partiti per Umbertide dove li attendono per una esibizione in quella cittadina umbra. Il Caporedattore, presente ad una parte della scena, ha immortalato il fatto con la sua nuova macchina fotografica e ha anche redatto questi brevi appunti di cronaca.

Anniversario in Propositura Lo scorso 14 settembre abbiamo ricordato i sei anni dell'ordinazione di Fabio Mondani a Diacono: auguri!

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Nella foto i simpatici ospiti mentre eseguono dei brani musicali seduti comodamente ai tavolini del Cicalino. Foto Emmedipì


Questo giornale lo potrete trovate su Internet www.parrocchiadianghiari.it Scriveteci: oratorio@parrocchiadianghiari.it o: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

La Festa di San Martino Domenica 11 novembre 2007, presso la chiesa della Maddalena, sede di un Ospedale e del Convento in antico chiamato di San Martino ed oggi Conventone, daremo inizio alla festa del Santo di Tours. Gli artigiani e i commercianti del Borgo della Croce organizzano una giornata di festa e di dimostrazioni eseguendo le lavorazioni tipiche delle varie attività e con l'esposizione di prodotti agricoli. Ci sarà inoltre una gara per la zucca più grossa o più bella o più buffa. Pesca favolosa! Il ricavato verrà utilizzato per la realizzazione dell'orologio nella facciata della Croce. Nella chiesa della Maddalena, alle ore 17, ci sarà la cerimonia della benedizione del pane di San Martino. 32


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