2008-4 Oratorio di Anghiari

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AGOSTO - SETTEMBRE 2008

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 4

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

Il Presepe Vivente di Le Ville-Monterchi

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Il saluto del sole

di Vera Cuccini

È l’ora del tramonto il cielo s’è tinto di rosa, apro la porta di casa mia ed ecco tra i rami d’un pino la bella sfera luminosa sembra fare l’occhiolino. M’abbaglia tanta luminosità, metto una mano sulla fronte per meglio osservare e gustare la bellezza degli ultimi raggi... È il saluto solare a fine giorno prima che la terra sia nell’oscurità.

Dalla Redazione Questo numero del nostro periodico è stato stampato gratuitamente dalle Grafiche Borgo. È infatti con il loro aiuto che possiamo continuare la pubblicazione che, iniziata da don Nilo nel lontano 1967, ha raggiunto la veneranda età di 42 anni anche se non compiuti. Al ringraziamento per le Grafiche Borgo dobbiamo aggiungere quello doveroso per la Banca di Anghiari e Stia che non fa mancare il suo contributo. E come possiamo dimenticare i tanti lettori che non si dimenticano del loro periodico inviando il contributo, sempre generoso, perché continui la pubblicazione dell’Oratorio?

Immoto o lento cirro di Amedeo Vellati

Immoto o lento cirro che spinto dai venti ti trasformi e ti muovi in un cielo proclive alla minaccia.

l'editoriale di enzo papi

La Battaglia di Anghiari

P

iù di 1 km in salita, dalla Maestà della Battaglia alla piazza con la statua di Garibaldi. Senza una curva per prendere fiato: strada dritta come una lama. In salita – leggera – da subito, ma poi nella seconda parte ritta come non ne puoi immaginare di peggio. Una trentina di corridori, senza regole, qualcuno solo con le scarpette e lo slip, arrivano sgranati, alla spicciolata. Vince un concorrente di Pieve. Ecco il Palio della Vittoria, ad Anghiari. Un modo per ricordare la battaglia immortalata da un celebre cartone di Leonardo. Era il lontano 1440: l’armata del Piccinino – per conto dello Sforza di Milano – era scesa per conquistare la Toscana. E i fiorentini – ad Anghiari – la fermarono. Detta così sembra un fatto molto prossimo all’epico, in realtà si tratta solo di una scaramuccia favorevole a Firenze. I cavalli arrembanti; uomini che brandiscono le armi; uomini a terra. Basta un grande artista come Leonardo e una scaramuccia diventa un epico scontro per l’indipendenza della Toscana. La scaramuccia? È diventata la battaglia d’Anghiari. L’esito? La vittoria dei toscani contro i lombardi. *** Don Nilo Conti: un prevosto – per Anghiari – più grande e più epico di Leonardo e del suo cartone. Durante il suo lungo ministero ha dato agli anghiaresi l’identità di popolo che sono ancora, ha costruito in mezzo alla sua gente il gusto della presenza della Chiesa. La Chiesa, per lui, è un’esperienza di popolo che fa unità, incide nelle strutture sociali e costruisce opere. Quanti ricordano che dietro il Palio c’è, ancora una volta, questo prete attivissimo? La Maestà della Battaglia? Ne è stato lui l’anima con la propositura cioè con tutto il popolo. 1440-1940: come celebrare il cinquecentesimo anniversario? Niente di più significativo di un corteo (organizzato nel 1941) che partendo da Anghiari, il giorno dle patrono, ha collocato una sacra immagine divenendo così di fatto da Maestà della battaglia anche della pace. Da dove partono ancora oggi i corridori del Palio? Dalla maestadina che Don Nilo ha cercato di proteggere per la sua gente. *** Il discorso si allarga. Se a distanza di decenni dalla scomparsa si cercano tracce di questo prete non si fa fatica a trovarne ancora: tutte d’importanza cittadina. Il carnevale, con i carri, la festa, il popolo in visibilio? All’inizio c’è Don Nilo. Questo foglio – che unisce centinaia di persone, molte fuori dal borgo, ma anche all’estero – quando è nato? Ancora Don Nilo. Con lo scopo di unire, tenere collegati, essere popolo attorno alla Chiesa. E quanti quarantenni o cinquantenni ad Anghiari portano, o hanno portato, il non comune nome di Nilo? I latini dicevano: nomen est omen. Il nome è auspicio, augurio: che tu sia come colui di cui porti, appunto, il nome; cioè significativo, importante. In una parola: educativo. Ecco chi era Don Nilo: un educatore la cui sensibilità cristiana e sociale è passata nel popolo che ha avuto per tanto tempo in cura d’anime.

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XXXXII - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro. Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignani.

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Conversazioni su Maria

così come è raffigurata in opere d’arte nelle chiese di Anghiari

a cura di don Otello Branchi

La Madonna del Borghetto o delle Grazie

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a Madonna della Misericordia o delle Grazie, venerata nella Propositura di Anghiari, è un’opera in terracotta invetriata della Bottega di Andrea Della Robbia (1435 – 1526) (M. Salmi). Fu qui trasferita, dopo i necessari restauri, nel giugno del 1938, dal Borghetto, dal quale l’immagine prendeva nome (in via Garibaldi). È l’immagine della Madonna dinanzi alla quale ho pregato durante il primo anno di vita sacerdotale, passato ad Anghiari come cappellano. Dinanzi a Lei pregavo ogni mattina, quando scendevo in

la piccolezza di noi che ci sentiamo presenti sotto il suo manto anzi ci dà gioia perché sappiamo che tutto questo è per noi: Dio ha voluto la sua grandezza di Madre per venire in soccorso alla miseria dei figli. Ripensando al soggiorno anghiarese, ricordo che molte volte (mi si perdoni questo continuo riferimento personale) entrando in chiesa dalla porta di fondo, magari col bisogno urgente di qualche grazia, mi è sembrato che Lei mi dicesse: “vieni, avvicinati, e insieme, della grazia che ti sta a cuore ne parleremo a Gesù”. Ho vivo nella memoria il caso di Olga Giorni della Motina, il caso di Bruno Matteagi: le lacrime di quella vecchia mamma, la morte del figlioletto Mauro… Quanti ricordi!!... Ma torniamo a contemplare la nostra cara Madonna della Misericordia. L’ampiezza del suo manto

chiesa ed ogni sera per dire a Lei grazie e con Lei ringraziare il Signore e chiedere perdono delle mie mancanze. Da qui passavo prima di recarmi in ospedale per la visita ai malati: chiedevo che fosse Lei a raccomandarli a Gesù presente nel vicino tabernacolo. Ora, dopo tanti anni, sono tornato a contemplarla e questa volta per scrivere di Lei. L’ho trovata ancora assorta nei suoi pensieri, impegnata nella sua missione materna di Misericordia, non distratta dai due angeli che tengono sollevata la corona e con lo sguardo rivolto a Lei sembrano dire: “Tu sei Regina”. Di questo ne sono convinti anche i due gruppi di persone (9 + 9) che a Lei si rivolgono in atteggiamento contemplativo di fiduciosa invocazione. Il suo volto, leggermente ripiegato sulla destra, con uno sguardo tutt’altro che assente, dà alla viva staticità delle figure un pacato dinamismo: torna ancora oggi ad invitarmi al dialogo di una serena preghiera che sale fino ad incontrare la colomba, sovrastante l’immagine, Dio stesso, e avvertire quella gioia

è un invito per tutti a trovarvi rifugio. Però, lasciato libero, appesantirebbe a Lei il movimento delle braccia: giustamente i due angeli lo sorreggono ai due lati e dànno così a quelle braccia Materne agilità per proteggere tutti senza stancarsi e con tutti fare il cammino della vita, della bontà, dell’amore… Sono due braccia distese che non intendono dividere la scena in due piani distinti, il Cielo e la terra, perché è proprio il cuore di Lei, il suo corpo di Madre che li congiunge e dà unità all’insieme. Se tale è la grandezza di questa mediatrice di Grazie (e l’immagine la mette ben in rilievo) perché il suo volto non ha un aperto sorriso?, cosa pensa?, il suo sguardo dove è rivolto?, sembra quasi non rendersi conto di quanto la circonda: la presenza dello Spirito, la corona di gloria, i due angeli che sanno di Cielo…. L’artista cosa avrà avuto in mente per dare a quel volto non un aspetto maestoso di Regina, ma piuttosto riflessivo, direi remissivo a quanto di grande avviene intorno a Lei? Forse ha voluto presentarcela con quell’atteggiamento interiore espresso nel secondo versetto del Magnificat:

di essere che scende dall’Alto. Tutto si svolge in un leggero movimento di vita che ruota intorno a Lei e nel gioco di una dualità di figure sale, mediante i due gruppi di oranti, ai due lembi del manto. Da qui si eleva ancora e converge, attraverso i due angeli nelle due ali interamente dispiegate della colomba, lo Spirito Santo, l’Amore Trinitario, per ridiscendere sulla Vergine e attraverso le sue braccia, effondersi nei fedeli che rimangono vicini a Lei, sicuri del suo amore di Madre. Più volte ho pensato che l’artista, nel creare questa immagine, abbia voluto realizzare plasticamente quell’antica preghiera: “Sotto la tua protezione ci rifugiamo, Santa Madre di Dio; nelle necessità non rifiutare le nostre invocazioni, ma liberaci sempre dai pericoli, Vergine gloriosa e benedetta”. L’ampiezza della figura della Madonna non umilia affatto

Il Signore ha guardato l’umiltà, la povertà, la pochezza della sua serva; bontà sua, se d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. È Lui l’Onnipotente, che ha fatto in me grandi cose e Santo è il suo nome.

L’articolo di don Otello sulla Madonna del Borghetto ci è di stimolo per ricordare che la Chiesa di S. Maria delle Grazie o del Fosso fu costruita per accogliere la miracolosa immagine di una Madonna su affresco collocata presso l’Hospitium mulieribus nel Borghetto di sopra, fu trasferita nella nuova chiesa ma ora attende di essere restaurata. Fu così che nel 1938 trovò degna sede la bella immagine descritta da don Otello. (Anghiarino)

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Agosto 2008

Mese di Settembre 2008

1° agosto venerdì - Primo Venerdì del mese. Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione. 2 agosto sabato - Perdono di Assisi. Alle ore 8 del mattino, pellegrinaggio dal Cenacolo di Montauto fino alla Maestà di San Francesco. Alle ore 10 circa S. Messa presso il Cenacolo. 3 agosto domenica - Domenica XVIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 5 agosto martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 6 agosto mercoledì - Trasfigurazione di N.S.G.C.: Gesù prese con sé i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, salito sul monte Tabor si trasfigurò emanando una luce irreale e splendente davanti a loro; apparvero anche Mosè ed Elia. 7 agosto giovedì - San Donato: festa grande ad Arezzo per il. Santo patrono. Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 10 agosto domenica – Domenica XIX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. San Lorenzo diacono e martire: Lorenzo, spagnolo di nascita, subì il martirio sotto Valeriano, fu disteso vivo sui carboni ardenti (graticola). Festa nella parrocchia di San Lorenzo dove alle ore 19 sarà celebrata una Messa solenne. 11 agosto lunedì - Santa Chiara di Assisi: seguì le orme di Francesco e fondò il secondo ordine francescano detto delle Clarisse (1193-1253). 15 agosto venerdì - Assunzione della B.V. Maria. S. Messe secondo l’orario festivo. Festa nella parrocchia di Micciano. 17 agosto domenica - Domenica XX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 24 agosto domenica - Domenica XXI del Tempo Ordinario. San Bartolomeo Apostolo. Bartolomeo protettore della nostra parrocchia è nato a Cana di Galilea, fu condotto a Gesù dall’Apostolo Filippo. È tradizione che egli abbia predicato il Vangelo in India dove fu martirizzato, scorticato vivo e decapitato. Festa nella parrocchia di Anghiari per il suo protettore. Sante Messe secondo l’orario festivo. 27 agosto mercoledì - Santa Monica: madre di Sant’Agostino per la cui conversione versò tante lacrime ed elevò tante preghiere a Dio: è esempio di madre veramente santa. 28 agosto giovedì - Sant’Agostino vescovo e dottore della Chiesa (354-430). Nato a Tegaste, in Africa, dopo una gioventù inquieta e poco morale si convertì alla fede, battezzato, dopo una vita ascetica e densa di studi sulla fede fu eletto vescovo di Ippona. Alle ore 18 S. Messa nella chiesa di Sant’Agostino. 29 agosto venerdì - Martirio di San Giovanni Battista: ad Anghiari si festeggia il beato Bartolomeo Magi. Alle ore 18 S. Messa presso la chiesa della Croce. 31 agosto domenica – Domenica XXII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

2 settembre martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 4 settembre giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 5 settembre venerdì - Santa Teresa di Calcutta. Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20,30 S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione. 7 settembre domenica - Domenica XXIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 8 settembre lunedì - Natività della Beata Vergine Maria. “Nasce Maria e la sua vita gloriosa illumina la Chiesa” 14 settembre domenica - Domenica XXIV del Tempo Ordinario. Esaltazione della Santa Croce. Sante Messe secondo l’orario festivo. 21 settembre domenica - Domenica XXV del Tempo Ordinario. San Matteo apostolo: Nato a Cafarnao, Matteo esercitava il mestiere di esattore delle imposte quando fu chiamato da Gesù. Subito Matteo (Levi) lo seguì. Scrisse un Vangelo in lingua ebraica e si dice abbia predicato in oriente dove subì il martirio. 23 settembre martedì - San Pio da Pietrelcina. 28 settembre domenica – Domenica XXVI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 29 settembre lunedì - Ss. Michele, Gabriele, Raffaele Arcangeli.

La famiglia Del Pia ha fatto pervenire alla parrocchia le offerte in memoria di Giuseppe da destinare alla Caritas e la moglie Santa ha offerto inoltre 200 euro per le attività giovanili della parrocchia.

Venerdì 29 agosto, presso la chiesa della Croce, S. Messa alle ore 18 per ricordare Bartolomei Magi il frate anghiarese che contribuì alla costruzione di questa chiesa.

Annunci nelle bacheche parrocchiali * Giovedì alle 5 del pomeriggio ci sarà un raduno del Gruppo Mamme. Tutte coloro che vogliono entrare a far parte delle Mamme sono pregate di rivolgersi al parroco nel suo ufficio. *** * Ringraziamo quanti hanno pulito il giardino della chiesa e il parroco. *** * Per favore mettete le vostre offerte nella busta, assieme ai defunti che volete far ricordare. *** * Venerdì sera alle 7 i bambini dell’oratorio presenteranno l’ “Amleto” di Shakespeare nel salone della chiesa. La comunità è invitata a prendere parte a questa tragedia.

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SANTE MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Primo venerdì del mese al Carmine

Ore 8,00 Ore 8,30 Ore 9,00 " Ore 9,30 Ore 10,00 " Ore 11,00 " " " Ore 11,30 Ore 12,00 Ore 15,30 Ore 16,00 " Ore 18,00

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

28 agosto 2008 Festa di Sant’Agostino Nella restaurata chiesa di Sant’Agostino nel Borghetto di Anghiari, S. Messa alle ore 18.

-PIEVE DI MICCIANO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -CENACOLO DI MONTAUTO -CATIGLIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -VALEALLE -TAVERNELLE -VIAIO -TOPPOLE -TUBBIANO -PONTE ALLA PIERA -PROPOSITURA (1a domenica del mese) -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8,30 S. Maria della Pace Le Ville Ore 8,45 San Michele Arc.lo a Padonchia Ore 10,00 CHIESA della Madonna Bella Pocaia Ore 11,00 S. Maria della Pace Le Ville Ore 11,15 San Simeone profeta a Monterchi Ore 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

Domenica 24 agosto

Festa di San Bartolomeo Ore 11 S.Messa nella chiesa di Badia. Ore 18 S. Messa solenne in Propositura, animata dai ragazzi del Grest.

Segue la festa per tutti negli spazi dell’oratorio

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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo * Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Tertium non datur

Decennale della fondazione del Centro di Aggregazione Sociale di Anghiari

28 settembre 2008

di Emmedipì

Da poco il semaforo svolgeva il suo lavoro al giardinetto della Croce quando, sovrappensiero, proveniente dal Campo della Fiera e intenzionato ad andare da Marco Pernici, ho svoltato a sinistra davanti alla casa della Paola. Solo che, giunto in fondo, il senso obbligatorio mi ha fatto svoltare a destra di fronte al semaforo e così, girando sempre a destra, sono ritornato al solito stop con la svolta a destra obbligatoria. È vero che non c’è due senza tre, ma siccome c’è anche il detto ricordato da Aldo dell’Appalto Tertium non datur, questa volta ho svoltato verso la via del Carmine e sono andato dal Fancelli.

Oggi questa Associazione rappresenta un importante punto di riferimento per il nostro Paese che permette, attraverso l’impegno costante di alcuni volontari, di tenere aperti dei locali dove la gente può incontrarsi, socializzare e stare insieme. Sono passati ormai dieci anni dalla fondazione e tante sono state le cose fatte in questo periodo, da momenti conviviali a momenti culturali e sociali rivolti ai nostri iscritti. Crediamo di aver fatto insieme un bel cammino grazie anche a tutti voi che ci avete sempre sostenuto. Auspichiamo per il futuro una crescita della nostra Associazione per essere sempre di più un punto di riferimento non soltanto per i soci ma anche per tutta la popolazione di Anghiari e che possa mantenere e possibilmente aumentare la sua capacità di aggregazione e di iniziative per il bene della comunità Pertanto vi invitiamo a conoscere e frequentare il Centro di Aggregazione Sociale che è aperto a tutti senza limiti di età, per usufruire dei suoi servizi, per dare un contributo a migliorare e aumentare le attività esistenti e c’è spazio inoltre per chi vuole impegnarsi e dedicare una parte del proprio tempo per il bene della comunità, consapevoli del fatto che la civiltà di una popolazione si misura dalla capacità di risolvere insieme i problemi di tutti e di ciascuno. Per festeggiare il decennale della fondazione abbiamo organizzato un pomeriggio di festa per la domenica 28 settembre con il seguente programma: ore 16 saluto del Presidente e delle Autorità a tutti gli intervenuti ore 16,30 musica e spettacoli folkloristici in piazza IV Novembre seguirà ricco Buffet per concludere insieme la serata in allegria. Vi aspettiamo numerosi!

Le notizie di Clèto

Le Logge per il mercato agricolo

In diversi articoli ho parlato del nostro mercato settimanale e del suo inesorabile immiserimento. Dopo l’estate, quando alcuni agricoltori raccolgono i frutti della terra, si potrebbe invogliarli a vendere le loro cose direttamente ai cittadini ed acquirenti di Anghiari utilizzando le Logge il luogo a ciò deputato e per questo motivo costruite.

Acquedotto

Ho sempre ritenuto che gli sportelli per il nuovo acquedotto, correva l’anno 1925, fossero stati collocati tutti assieme. Invece ho scoperto che ne esistono alcuni con impressa la data del 1927.

Tombola

Questa di cui parlo è quella che si estrae al Carmine in occasione della festa dell’Ascensione e che quest’anno è stata vinta da Giulia simpatica bambina di Anghiari.

Semaforo rincoglionito

La vignetta di Scacciapensieri:

Dieta!

di Emmedipì

Era ormai diverso tempo che il semaforo di S. Stefano non era più pimpante ed attento alle automobili in arrivo ma dava verde ora di qua ora di là in modo amorfo e apatico. Pensavo fosse stato il caldo afoso presente anche ad Anghiari a fargli perdere la testa, invece, da qualche giorno, ha ripreso le sue funzioni vitali e, appena arrivo da San Leo, mi dà subito il verde.

Auguri Livio Mercoledì 9 luglio 2008 Livio Sassolini si è laureato presso l’Universita degli Studi di Firenze, Facoltà di Legge discutendo questa tesi: “Il caso Terry Schiavo” ottenendo la votazione di 92 su 110. Relatrice dott.ssa Vittoria Barsotti Controrelatore Prof. Fioravanti. A Livio, discendente da un’antica famiglia di tessitori e del SorLivio, gli auguri dei familiari, degli amici e della Redazione del giornale che volentieri gli fa un plauso.

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...il Palterre

Da Vicenza - Il 27 aprile a Vicenza si sono uniti in ma-

Auguri Michela

trimonio Alessandra Pacini e Giorgio De Antoni. Entrambi gli sposi sono molto legati ad Anghiari. Ad Alessandra ricorda l’infanzia e l’amata nonna Vanda Cecconi. Giorgio apprezza l’aspetto artistico, la bellezza dei luoghi e la buona cucina. Consulta, settimanalmente, il sito internet (per il quale fa molti complimenti) e così tiene tutti informati sulle iniziative del paese. Agli sposi gli auguri di amici e familiari ma senza dubbio anche degli anghiaresi.

Il giorno 3 luglio 2008, presso l’Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Scienze della Formazione, si è laureata Michela Mercati discutendo una tesi dal titolo: Alcol, giovani e sicurezza stradale”. Relatrice professoressa Innocenza Ritacco. A Michela, che ha ottenuto la bella votazione di 105/110 gli auguri dei familiari e degli amici. A questi si uniscono quelli della Redazione.

La più veloce

L’infiorata

di Clèto

Mi riferisco alla esposizione di drappi e coperte nella giornata del Corpus Domini di domenica 25 maggio quando le donne, così come hanno sempre fatto le loro nonne e bisnonne, hanno abbellito le facciate delle proprie abitazioni. La più veloce dicevo, almeno per il Borgo della Croce, è stata la Gigliola che già di buon’ora aveva adornato le proprie finestre con dei bei drappi. Poi, piano piano, molte altre donne hanno provveduto alla bisogna; poche le bandiere che piano piano andranno sostituite con i più idonei drappi o, meglio, arazzi. Ma anche in piazza e per il Fosso non sono state da meno e con i petali delle ginestre, delle rose e di altri fiori hanno abbellito l’itinerario della processione anche sistemando vasi di fiori lungo tutto il percorso. Passata la piazza, al momento di affrontare la salita del Borgo della Croce la processione ha potuto così attraversare la bella infiorata allestita dalle donne di quel borgo e quindi è giunta in chiesa per la benedizione finale. Le campane delle chiese di Anghiari, così come programmato, suonavano a distesa per tutto il tempo della processione. Bravi tutti coloro, comprese le compagnie della Misericordia e dei giovani di Sant’Antonio, che si sono impegnati per questa giornata. E che dire dei giovani bimbi che dopo l’importante momento della Prima Comunione in chiesa hanno cosparso il percorso con i petali dei fiori per il passaggio del SS. Sacramento? Sono stati esemplari.

di B.E.

Il 25 maggio, giorno del Corpus Domini, i nostri ragazzi hanno ricevuto la Prima Comunione nella chiesa della Propositura. Le donne di Via Trieste hanno messo fuori le finestre le loro coperte più belle. Lungo la via è stata fatta l’infiorata. Sono stati eseguiti delle decorazioni, con i petali dei fiori, che rappresentavano i simboli legati all’Eucarestia. Tutti hanno partecipato fattivamente alla riuscita dell’opera. Devo ringraziare le persone che ci hanno portato i petali dei fiori: Domitilla Gennaioli, Gambacci Rosalba, Eva Innocenti, Montagnoli Marietta, Sannai Bruno, Locci Irene, Cherici Carlo. Le persone che hanno eseguito il lavoro di addobbo e anche la ripulitura della strada: Zanchi Maris, Zanchi Roberta, Ceppodomo Novella, Matusali Luigi, Olandesi Ferdinando, Guelfi Franco, Elena Primitivi, Pierantoni Valentina, Vellati Vesta, Bianchi Elida e infine Donatino e Marza Baldi per tutti i lavori di cucitura eseguiti per riparare guide, addobbi, ecc. della nostra chiesa. Grazie a tutti di cuore e... alla prossima volta.

Damigelle della vittoria Niente Maestà quest’anno per il Lunedì di Pasqua. Una pioggia troppo insistente ha impedito che dalla chiesa di Santo Stefano volenterosi pedoni raggiungessero il luogo dove il 29 giugno del 1440 i fiorentini uscirono vittoriosi. Ma ciò non ha impedito di estrarre le due damigelle della Vittoria. Il sorteggio si è fatto in chiesa e sono risultate estratte Silvia Ghignoni e Leonella Poderini che porteranno l’ambito titolo fino al prossimo Lunedì di Pasqua 2009.

Ricordi del Cenacolo Gentile Redazione, grazie per la pubblicazione degli elaborati miei e di mia sorella Gemma. Ho letto, sempre, con grande interesse ed entusiasmo il Vostro giornalino che mi ricorda tanto il mio passato, nei miei luoghi tanto amati. Desidero aggiungere all’articolo che riguarda la storia del convento “Il Cenacolo” che quando ero piccola, si chiamava “I Cappuccini”, che le suore furono aiutate molto dal mio babbo, Mario Lenzi, fattore della Barbolana per 40 anni. Con il suo prodigarsi sia materialmente che moralmente, coadiuvato dalla mamma e dalla Filomena Luci, fattoressa, le suore poterono ambientarsi in quel luogo bello e mistico, per Loro nuovo Tanti ricordi mi legano ai “CAPPUCCINI”: sulla porta d’ingresso, in alto, dove c’è la campana che a noi bambini piaceva tanto, c’era la scritta “PENITENZA O INFERNO” e poteva essere oltrepassata solo da uomini. Anche la festa di S: Francesco era un bellissimo giorno per tutti, davvero una gioia ritrovarsi assieme a tante persone che venivano dai paesi vicini e dalle campagne. Ricordo anche i Frati che passavano con il calesse a chiedere le elemosine, tutto ciò che poteva servire per la loro vita in convento. Ho avuto la fortuna di potermi sposare in questo luogo, nel lontano settembre 1969 ed ho un caro ricordo. Nel fienile, ristrutturato, c’è un tavolo antico da noi donato, in memoria del nostro babbo. Ancora grazie per l’attenzione, Vi saluto cordialmente

Il problema di Napoli, ma non il solo di F.B.

La spazzatura di Napoli è un problema, ma c’è un ma, il problema è che i terreni interessati alla discarica non valgono niente. Cioè se ci fosse un insediamento industriale varrebbe un po’ meno (a Sansepolcro 120-130 € al metro) e fabbricativo per case sempre a Sansepolcro, intorno ai 150 € al metro (non so quanto vale a Napoli il terreno). Mentre se arriva un Comune o Municipio che chiede il tuo terreno per fare una discarica, per quanto ne so io viene pagato neanche a terreno agricolo. Negli anni sono stati fatti ricorsi alla Comunità Europea dai proprietari dei terreni, ma lo Stato Italiano con leggi e leggine cerca di non pagare quello che sarebbe dovuto. Nella Nazione (quotidiano) domenica 25 maggio 2008 c’era un articolo che parlava di quello che ho scritto io ma molto più dettagliato.

Giuliana Lenzi

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

Chiesa dell’Assunzione di Maria Vergine a Tavernelle

È

la nuova chiesa parrocchiale di Tavernelle, frazione anghiarese situata alla sinistra della Sovara, in luogo pianeggiante, nei pressi della strada provinciale della Libbia, costruita per comodità delle numerose famiglie che qui hanno potuto edificare le proprie case in seguito all’esodo dalle campagne, per le quali l’antica chiesa di S. Andrea a Galbino era diventata ormai lontana e scomoda. Mi risulta essere questa l’unico nuovo edificio sacro, insieme alla cappella del Bagnolo - di cui parleremo nella prossima puntata – edificato nel dopo guerra in comune di Anghiari, la cui commissione edilizia ne approvò, in data 28 giugno 1961, il progetto presentato dal tecnico della Curia di Sansepolcro geom. Mariani Domenico. Dobbiamo constatare purtroppo che gran parte delle moderne chiese costruite in cemento armato su progetti di architetti alla moda, più esperti in costruzioni di carattere commerciale e civile che sacro e spesso insensibili all’arte e alla spiritualità cristiana, si presentano ai fedeli certamente spaziose, comode, luminose e arieggiate ma non belle e devote perché prive di quell’afflato mistico che dovrebbe spingere al raccoglimento e alla preghiera. Questo nostro umile complesso parrocchiale, voluto da un povero parroco di campagna per

ricche di fede”. La sua costruzione, appaltata ad una ditta locale, alla fine di agosto era giunta al tetto e alla fine di ottobre, allo stato rustico, era già terminata, per cui il 1° novembre vi fu celebrata per la prima volta la S. Messa in onore della Regina di tutti i Santi, nel decimo anniversario della proclamazione solenne del dogma dell’Assunta. La spesa per lo stato rustico ammontò a tre milioni di lire, ma poi per costruire anche la piccola canonica annessa e per completare il lavori e l’arredamento essenziali fu raggiunta la somma di circa dieci milioni. Il contributo dello stato non raggiunse il milione, altri finanziamenti giunsero dalla Diocesi e dai margini delle vendite di terreno beneficiale di Galbino, il cui ricavato doveva essere reinvestito secondo le vigenti leggi di quel tempo per conservare e migliorare il beneficio. La nobile famiglia Velluti-Zati offrì un milione ed altre piccole offerte vennero dalla povera gente. Quando nel 1974 don Gino firmò il contratto per l’intonacatura fu riscontrato con generale disappunto che il tetto, fresco di recente costruzione, risultava pericolante e lo stesso pavimento, a causa della forte umidità, era bisognoso di risanamento.

soddisfare le nuove esigenze pastorali della sua popolazione, è stato realizzato con tanti sacrifici personali e con scarsità di mezzi, a differenza di altri certamente migliori, sorti nello stesso periodo nell’allora diocesi biturgense, come per esempio il Sacro Cuore e S. Giuseppe Operaio a Sansepolcro, S. Maria della Pace a Le Ville, Monterchi, e quello di Alfero in Romagna che furono tutti approvati dalla Commissione di Arte Sacra su progetti di noti architetti e regolarmente finanziati con contributi statali e diocesani. Questa moderna chiesa di Tavernelle non ha quindi particolari pretese artistico-storiche ma proprio perché frutto della fede, della carità e della buona volontà di don Gino Lazzerini e della sua comunità cristiana, merita di essere presentata ai nostri lettori accanto alle altre chiese di questa parrocchia e di questo piviere. Quando il 12 marzo 1961 mons. Domenico Bornigia benedì la prima pietra, don Gino ebbe a pronunciare queste parole: “Affido la realizzazione di questa nuova casa di Dio alla Madonna Assunta e alle persone più generose e

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...le nostre chiese grande crocifisso ed in basso un solenne scranno presbiterale. La parte destra è occupata verso l’ingresso da un confessionale di legno, dal fonte battesimale di pietra ed il resto da un’altra fila di banche che terminano ai gradini del secondo altare marmoreo di forma tradizionale, dietro al quale, sulla parete, è appesa una grande tela seicentesca proveniente dalla chiesa ex-parrocchiale di Galbino. Vi è raffigurata la Madonna del Rosario con il Bambino nell’atto di donare le corone ai santi Domenico e Francesco, inginocchiati. Il dipinto è circondato da quindici quadretti raffiguranti i misteri del Rosario. Al centro della parete, tra i due altari, c’è un bel tabernacolo di legno dorato per conservare la santa Eucaristia e nei pressi si nota l’ingresso alla sacrestia. Altre statue moderne, raffiguranti la Madonna e Gesù sofferente, insieme ai tradizionali quadri della Via Crucis con cornici lignee e una bella pila in marmo per l’acqua santa, arredano la chiesa. Nell’interno delle pareti laterali abbiamo altre due finestre rettangolari: quella sud è caratterizzata da una bella vetrata istoriata, raffigurante la Madonna Assunta in Cielo, patrona della chiesa, donata il 13 gennaio 1982 da una signora di Reggello, presso Firenze, liberata dall’esorcista don Gino dopo sei anni di possessione diabolica. Non possiamo tralasciare la descrizione delle tre campane di modeste dimensioni collocate sul campanile a vela e recentemente elettrificate dalla ditta Gallorini di Castiglion Fiorentino. La più grande porta le immagini del Crocifisso e di S. Antonio da Padova, con la scritta “Suona per noi”; la mezzana, con l’immagine del Sacro Cuore, porta la scritta “Benedicici” ed entrambe, fuse dalla

Il nuovo edificio fu per un periodo di tempo chiuso al culto. Don Gino continuò a completare ed officiare questa chiesa per altri dieci anni, cioè fino alla morte avvenuta il 28 aprile 1984. Nel primo anniversario, all’interno della sua chiesa venne posta una lapide con la seguente scritta: “I PARROCCHIANI DI TAVERNELLE – RICORDANDO MONS. GINO LAZZERINI PARROCO PER 38 ANNI – CHE VOLLE COSTRUIRE QUESTA CHIESA”. Gli successe il giovane prete don Marco Salvi, tuttora parroco, che essendo anche architetto di progetti e di costruzioni se ne intende, il quale dovette subito mettersi all’opera per consolidare il tetto e terminare gli intonaci affidando i lavori alla nota ditta Zazzi di Sansepolcro. Gli occorsero circa nove milioni di lire, di cui una parte era il risultato delle offerte ricevute in occasione della festa della sua prima messa. Ha completato in seguito l’adiacente canonica, che si presenta accogliente e dignitosa ed inoltre, con la collaborazione di tutto il popolo, ha ultimamente costruito il Centro parrocchiale “Famiglia” vicino alla chiesa, circondato da un bel prato verde. Passiamo ora a descrivere sommariamente questa chiesa cui si accede attraverso un ampio sacrato. La facciata asimmetrica è distinta in due parti separate per quasi tutta l’altezza da un muretto sporgente. Tre finestroni rettangolari, di cui quello centrale murato, sono posizionati sul lato sinistro, sopra una grande porta di ingresso, protetta da una moderna pensilina sostenuta da colonnine di ferro. Una seconda porta è situata sul lato destro, anch’essa protetta da un porticato, L’interno della chiesa, di forma rettangolare, della superficie di circa 200 mq e senza abside, si presenta diviso in due parti separate da tre colonne di cemento che raggiungono il soffitto, modernamente intonacato, e insieme alle mura perimetrali sostengono il tetto a due pendenze. La parte sinistra, più ampia rispetto a quella destra, è occupata da una serie di banche per i fedeli che convergono all’altar maggiore in bel travertino con dietro in alto sulla parete un

ditta Bastanzetti, portano la data MCMLXV. La piccola invece è più antica, datata MDCCCXLIII, e dovrebbe essere quella donata dal proposto di Bagno don Antonio Mosconi a don Gino, proveniente dall’Oratorio di Santa Lucia, di cui è scolpita l’immagine, di quel paese. Porta incisa la scritta “Donata dal priore Fabbri alla Chiesa”. Anche quest’ultima notizia è stata presa da un appunto ritrovato nell’A. V. di Sansepolcro. Nell’altra pagina: Veduta della facciata della chiesa, dell’interno e della canonica con il campanile privo, per ora, delle campane perché in laboratorio per essere elettrificate. In questa pagina alcune delle opere d’arte: La Madonna del Rosario, proveniente dalla antica chiesa di Galbino, il Crocifisso e, in alto, la lapide che ricorda don Gino Lazzerini e una acquasantiera in marmo.

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cronache dai Renicci

Angolo della Missione

VITA DA CHÈNI

a cura di Franco Cristini

a cura del cane Pippo

El cugino Pasquale e la gelosia

Gli amici del Ponte alla Piera

‘Nso si v’ho mai arcontèto de quande vinne a chèsa nostra, pe’ la prima volta, el mi’ cugino Pasquale che sta a l’Invidiosa… Me pèr de no… e alora mo’ ve l’ dico, che ancora m’arbolli el sangue da la gelosia! Adesso, pe’ la verità, ci semo affezionèti e ci se chién da parenti, anche si io so’ ‘n setter inglese e lu’ dicono ch’è “ un volpino di Pomerania!”, ma la prima volta che lu vidde, quel pennacchio da borotalco, gn’avarebbe dèto ‘na scodèta da fallo volere sur ‘na quercia! Era ‘na giornèta de qualche mese fa, quande vinnino a trovacci i nostri parenti e, quand’arivonno, me rese conto che c’era qualcosa de novo, perché tutti gni ginno ‘ncontro festosi e agitèti: “Oh, quant’è billino!” “Ma che meraviglia! Che bel pelo!” Io me sintì arbullire el sangue:- E mo’ chi c’è? Chi è cusì bello? Ma da la cuccia ‘n vidìo gnente e me sdilonghette sopra la rete. ‘Ntanto loro seguitèvono: “Cum’è vispo!” “Che ucchini belli” “Che bambuccino! ‘Nse direbbe chè ‘n canino!!!” -Cheeee? Un caninoooo? Oh! ‘ntendemise, qui ‘l chène c’è… e ‘n c’è bisogno che ci ne venga più! Qui comando io!angumincette a mugolere, ma nissuno se n’acorse: parìon tutti ‘mmattiti per questo “vulpin de Pomeragna” (che io ‘n sapìo manco quel che vulìa dire, ma anche ‘l nome m’armanìa ‘n po’ stucchino!). E loro seguitèvon la solfa: “Che tisurino! Cume se chièma?” A quel punto sintì la Monica, la su’ padrona, che rispundìa: “Pasquale!” “Pasquale? Ooooh, che bel nome!!! È proprio adatto a lu’!” Io ero arivo al limite de la sopportazione: -Pasquale sarà anche un bel nome,’n discuto, ma per un crischièno! Per un chène, ‘nveci, ci vol qualcosa de meglio, che ne so… presempio… Pippo!!! Cerchèo de digni ‘ste cose, ma nissuno me sintìa e me vinìa fora ‘nu sgagnulìo stentèto che me ne vergognèo! E ‘ntanto, per armettigni ‘n mente che c’ero anch’io, saltèo per aria cume si aesse aùto el ballo de San Vito! E fu alora che lu vidde, perché l’aìon misso ‘n terra: era cume dicivono… pichino, peloso, vispo… ma tanto bello ‘n me parìa, o almeno unnel vulìo ammettere, perché degià ero geloso fraglio! Ma cume la sapìa fère, per aruffianasse: caminèa a saltillini, liggero cume la galla, dèa retta a tutti e tutti gni facìon le carezze, anche i mi’ padroni!!! Ve rendete conto? E pu’ ci aìa ‘n pupazzino a forma de riccio (che me piaciarebbe anch’a me e io ‘n ci l’ho) e lu straginèa da tutte le parti! E loro tutti ‘ntorno: -Pasquale, qui, porta ‘l riccino! Alora se vidìa quela pallina de pelo con du’ bottoni neri al posto de l’occhi che sculettèa ‘nverso ‘l riccio, l’arcattèa e gni ne portèa, a testa ritta, per dasse ‘mportanza! Io me sintìo arbullire el sangue, feci nu sgagnolo più forte… e… alora Pasquale se girò e me vidde! Vinne subbito a volta del ricinto, s’acostò a la rete e, cun quel pennello de coda che s’artrova, aviò a famme le feste (perché l’aìa capito che io qui so’ l chèpo!). E fu lì che m’armasse simpatico… e me parse anche billino! Io faccio ‘l duro, ma si uno ci sa fere me “compra” subbito. Du’ anusète, du’ lecconi, qualche corsa ‘nsu e ‘ngiù… io de qua e lu’ de là da la rete… e l’amicizia era fatta! Ma ci fu troppo poco tempo, da la gelosia a l’amicizia… me ‘l portonno via ‘n sul più bello, proprio quande s’avièva a divertisse! E mo, che so’ qui solo solo, senza Rosco (parino!), senza Scheggia (birbante giramondo!), senza la Mirka (‘gna che arvèda a trovalla!), ogni tanto arpenso al mi’ cugino Pasquale… ‘N veggo l’ora che artonni a trovamme, ‘nfusse altro per famme spieghère quel ch’è la Pomeragna! Ma anche per giochère ‘nsiemi cun quel riccino, perché ancora le badarelle me divertono anch’a me!!!

Un ringraziamento particolare a Marina Rosadi ed alle sue aiutanti che, in occasione del Palio delle micce al Ponte alla Piera, hanno organizzato un mercatino il cui ricavato è stato di ben 460 euro. Si è deciso di devolvere € 200 al Villaggio della Speranza in Tanzania, € 200 alla Missione di Padre Remo in Brasile ed € 60 alla Misericordia di Anghiari. È veramente bello ed incoraggiante che queste iniziative si ripetano così spesso e tante persone contribuiscano alla loro realizzazione. Sono sicuro che il buon Dio proteggerà questi bravi cristiani e li aiuterà nella loro vita quotidiana con la Sua assidua presenza. Voglio riportare in questa sede un passaggio della preghiera post eucaristica della Messa della domenica XIV dell’Anno. “O Dio donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli; infondi in noi la luce della tua parola per confortare gli affaticati e gli oppressi; fa che ci impegniamo lealmente al servizio dei poveri e dei sofferenti. La tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace, perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo.” Nessun commento, una breve riflessione, tanta, tanta testimonianza. Pace e bene.

Ci hanno lasciato Da qualche tempo su Teletruria, alla pagina 203, potete trovare la pagina relativa alle persone decedute con l’indicazione dell’orario e il luogo delle esequie. Il servizio è stato reso possibile in collaborazione con le varie ditte di Onoranze funebri presenti nel territorio.

Ciao! Scappète a trovamme, qualche volta!

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LA PAGINA DELLA CARITAS

Una storia per pensare: riflessioni a cura di Laura Taddei

Fìdati Era una famigliola felice e viveva in una casetta di periferia. Ma una notte scoppiò nella cucina della casa un terribile incendio. Mentre le fiamme divampavano, genitori e figli corsero fuori. In quel momento si accorsero, con infinito orrore, che mancava il più piccolo,un bambino di cinque anni. Al momento di uscire, impaurito dal ruggito delle fiamme e dal fumo acre, era tornato indietro ed era salito al piano superiore. Che fare? Il papà e la mamma si guardarono disperati. Le due sorelline cominciarono a gridare: Avventurarsi in quella fornace era ormai impossibile… I vigili del fuoco tardavano. Ma ecco che lassù, in alto, si aprì la finestra della soffitta e il bambino si affacciò urlando disperatamente: “Babbo! Babbo!” Il padre accorse e gridò: “Salta giù!”. Sotto di sé il bambino vedeva solo fuoco e fumo nero, ma sentì la voce e rispose: “Babbo, non ti vedo…” “Ti vedo io, e basta. Salta giù!” Urlò l’uomo. Il bambino saltò e si ritrovò sano e salvo nelle robuste braccia del padre, che lo aveva afferrato al volo. Tu non vedi Dio: Ma Lui vede te. Dedica almeno dieci minuti della tua giornata al Padre:fidati e buttati fra le sue braccia.

Le nostre iniziative

PREGHIERA Liberi…per servire! La guerra più dura è la guerra contro se stessi. Bisogna arrivare a disarmarsi. Ho perseguito questa guerra per anni, ed è stata terribile. Ma sono stato disarmato. Non ho più paura di niente, perché l’AMORE scaccia il timore. Sono disarmato dalla volontà di aver ragione, di giustificarmi squalificando gli altri. Non sono più sulle difensive, gelosamente abbarbicato alle mie ricchezze. Accolgo e condivido. Non ritengo particolarmente alle mie idee, ai miei progetti. Se uno me ne presenta di migliori, ma anche di non migliori, ma buoni, accetto senza rammaricarmene. Ho rinunciato al comparativo. Ciò che è buono, vero e reale è sempre per me il migliore. Ecco perché non ho più paura. Quando non si ha più nulla, non si ha più paura. Se ci si disarma, se ci si spossessa, ci si apre al Dio-Uomo che fa nuove tutte le cose, allora Egli cancella il cattivo passato e ci rende un tempo nuovo in cui tutto è possibile. Patriarca Atenagora I

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Il gruppo della Caritas parrocchiale di Anghiari, in memoria di Pina Morvidoni, ha devoluto la somma di 300 € in favore del “Piccolo Roby”, un bambino bisognoso di cure costose segnalatoci da un gruppo volontari di Indicatore. Esprime le proprie sentite condoglianze anche a Mario Del Pia per la perdita del caro padre. Il gruppo nel mese scorso ha concluso ad Arezzo il corso per Operatori della Caritas, partecipando alla Messa celebrata dal nostro Vescovo Gualtiero Bassetti e ben 14 persone, la presenza più numerosa delle Caritas parrocchiali della diocesi, hanno ricevuto gli attestati dalla sue mani. La nostra attività quest’anno si è arricchita, grazie anche alla presenza di nuove persone, con la visita regolare agli anziani della R.S.A. di Anghiari e alla casa della Ripa, continuando nel contempo quella al domicilio di chi ne fa richiesta. Il centro di ascolto e la distribuzione di vestiario è sempre a disposizione il mercoledì pomeriggio e alle 18,30 c’è l’incontro aperto a tutti. Continuiamo a invitare chiunque vuole dare anche un minimo apporto del suo tempo, perché “dando si riceve la gioia”, fidiamoci!


Fotocronaca

Giubileo sacerdotale “Nel disegno della tua provvidenza tu mi hai chiamato a servire il tuo popolo…” così don Marco ha iniziato la sua preghiera di benedizione lo scorso 28 maggio, giorno del suo giubileo sacerdotale. La Celebrazione si è svolta presso il Santuario del Carmine ed erano presenti diversi sacerdoti, il Vescovo Giacomo Babini, i parenti di don Marco e poi tantissimi amici sia parrocchiani che non, tutti radunati per ringraziare Dio per il dono di don Marco. Presenti anche tutte le Compagnie di Anghiari. Tutti gli intervenuti hanno poi aspettato don Marco nel chiostro del Santuario per gli auguri, e per l’occasione le donne del Carmine avevano preparato un “dolce” trattenimento, tra cui spiccava la torta a forma di Vangelo aperto. Ancora auguri don Marco! Nella foto don Marco durante la Celebrazione Al Santuario del Carmine, assieme all’amico e confratello don Angiolino. (Foto Roberto Stowasser)

Seconda Comunione Da quest’anno si è ripresa la felice tradizione della “seconda comunione”. Non solo per un fatto di tradizione. La solennità del Sacro Cuore di Gesù è la terza solennità del Signore nel tempo ordinario, assieme alla SS. Trinità e al Corpus Domini. In questa ultima domenica, poi, i ragazzi di quarta elementare ricevono per la prima volta la Santa Eucaristia, ed è festa per tutta la Comunità. Quindi cosa c’è di più significativo che unire la festa del Sacro Cuore (cade di venerdì e passerebbe quasi inosservata) ad un ritrovo dei neo comunicati per riaccostarsi per la seconda volta al Gesù? Quest’anno, poi, è stata anche rinnovata una vecchia statua del Sacro Cuore di Gesù, sistemata sull’Altare della cappella che da questo prende il nome. Nella foto i ragazzi che hanno ricevuto la seconda comunione assieme a don Stanislao davanti alla nuova statua del Sacro Cuore.

Pieraccioni di Mario Del Pia

Se foste passati per la Via Nova venerdì 4 luglio, avreste visto il centro storico di Anghiari al buio come era 50 anni fa quando di lampadine ce n’erano ben poche o 100 anni fa quando c’erano solo lumi a petrolio. Ma questa volta non c’entrava nemmeno un qualche blachout ma la bella occasione della proiezione del film di Pieraccioni “Una moglie bellissima”, girato ad Anghiari proprio un anno fa (un’altra foto è a pag 31). E siccome la piazza era gremita per l’attrazione della serata alcuni sono giunti in piazza con la loro brava seggiola. E allora mi sono ricordato di quando, oltre 50 anni fa, in occasione della proiezione dei film LUCE, ognuno si portava la propria seggiola per assistere ai filmati e ai notiziari molto attesi da tutto il paese e che venivano proiettati sempre nella Piazza. (Foto Paolo Rossi)

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NOTE DALLA MISERICORDIA

a cura di Massimo Redenti

Grazie

Le offerte fino a febbraio

La serata del 3 maggio ha registrato nel nostro paese buoni consensi; sottolineiamo la soddisfazione di aver organizzato, anche per quest’anno, intrattenimenti di piazza (musica, balletti, giochi, lotteria, tombola e fuochi pirotecnici) simpatici e coinvolgenti. Ci preme sottolineare in maniera puntuale ed incisiva il grosso lavoro di preparazione che hanno sostenuto alcuni nostri volontari e componenti del Magistrato; si è registrata anche la collaborazione e la generosità di altri anghiaresi che con il loro apporto hanno reso possibili buoni risultati sia nella gestione della vendita delle cartelle della tombola sia nel reperimento dei premi per la lotteria. In maniera particolare desideriamo ringraziare la Tabaccheria Bianchi di via Mazzini e la Tabaccheria Boncompagni di Piazza Baldaccio, ormai annualmente presenti, con la loro collaborazione puntuale e gratuita, nella vendita delle nostre cartelle della tombola. Ringraziamo anche i cittadini anghiaresi e le organizzazioni che hanno offerto gratuitamente i bei premi in palio nella nostra lotteria; sono la Sig.ra Pratesi Maria Rosa, generosissima anche quest’anno, la Sig.ra Inghirami Lisetta, la Sig.ra Rumori Silvia, la ditta F.lli Graziotti Snc, la scuola di ricamo patrocinata da «Mille Idee» di Magrini Alessandro, le maestre e le allieve della scuola di tombolo ed il «Centro Fitness Alter Ego Club» di Sansepolcro. Ringraziamo infine la Direzione dell’Hotel Maxim di Cattolica (Viviani Luca) che ha messo a disposizione il primo premio della lotteria a condizioni economiche davvero privilegiate.

Spigolature, e non solo… La famiglia Piero Lega di Anghiari ci ha regalato un nuovo defibrillatore: il costoso strumento verrà installato nella nostra nuova ambulanza, rendendola ancora più funzionale ed ancor meglio rispondente alle necessità della nostra popolazione. I gesti di generosità come questo ci permettono di affrontare con soddisfazione gli impegni di ogni tipo collegati all’opera di misericordia che la nostra Confraternita sostiene, giorno dopo giorno, a favore dei malati e dei bisognosi. La consapevolezza di poter contare ancora su uomini e donne che ci offrono in maniera disinteressata il proprio contributo, finanziario o in beni strumentali, senza nulla chiedere, è per tutti noi di stimolo e di incoraggiamento. Anche per questo motivo, a titolo personale e a nome di tutto il Magistrato che ho il piacere di rappresentare, esprimo con profonda gioia il mio più sentito ringraziamento a Piero Lega ed ai suoi cari. *** La sig.ra Calosi Sila ci ha fatto dono di un navigatore satellitare Tom Tom, che sistemeremo a bordo di uno dei nostri mezzi adibito ai trasferimenti di lunga percorrenza. Anche questo segno di attenzione nei nostri confronti testimonia il fatto che il lavoro dei nostri volontari, silenzioso e discreto, non passa inosservato, ma viene apprezzato per qualità ed impegno. Anche alla signora Sila Calosi rivolgo il mio più sincero ringraziamento. *** Ecco i dati i dati dei servizi prestati dai nostri volontari dal 1° gennaio al 30 giugno 2008. Servizi: 1.669; Km percorsi: 56.767; Ore di servizio: 1.422 Nel corrispondente primo semestre del 2007 i servizi effettuati erano stati 1.345, con Km percorsi 44.194 per un totale di 1.114 ore di servizio. *** I nostri volontari Ricci Michele e Cangi Irene, già iscritti all’Albo Nazionale Soccorritori di livello avanzato, con attestato di B.L.S.D. – I.R.C. – e USL, hanno partecipato al corso per formatori di soccorritori volontari svoltosi in cinque intere giornate di lezioni teoriche e pratiche presso la sede della Confraternita di Misericordia di Monte San Savino. Entrambi hanno superato il corrispondente esame con pieno merito e si possono ora fregiare del titolo di soccorritori formatori. Ai nostri due bravi formatori giungano le nostre più sentite congratulazioni, con la certezza che sapranno mettere a frutto la loro nuova esperienza a favore di tutti i nostri volontari.

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Baldi Maria: i familiari alla memoria 200 Bianchini Rosa Meucci: i familiari alla memoria 280 Caraffini Bruno 10 Chiarini Ida 50 Cipriani Gino 100 ColeschiVasco in memoria di Marini Dante e Cipriani Domenica 50 Cuccini Fabio 50 Donatori di Sangue “Fratres” di Anghiari 2.000 Fancelli Gino 5 Foni Duilio: i familiari alla memoria 200 Ghignoni Aldo: i familiari alla memoria 200 Ghignoni Vasco e Tani Maria Giovanna 30 Giorgeschi Graziano: le figlie e la moglie alla memoria 20 Giorni Giuseppe: i familiari alla memoria 100 Giovagnoli Piero: i familiari alla memoria 180 Guidelli Ugo in memoria di Guidelli Aldo 145 Mafucci Roberto: i familiari alla memoria 190 Magri Nella 10 Magrini Assuntina 100 Magrini Ing. Angiolo 100 Mencarini Maria: i familiari alla memoria 100 Micanti Fernando 50 Nardi Tiziana 10 Panichi Maria Desa: Floridi Dott. Fulvio e Grazia alla memoria 100 Panichi Maria Desa: gli amici alla memoria 100 Panichi Maria Desa: i familiari alla memoria 150 Piomboni Adone 50 Polverini Liana in memoria di Vadero Cancellieri 25 Raffaelli Benito in memoria di Panichi Maria Desa 10 Zanelli Michele: i familiari alla memoria 450 Che Dio ve ne renda merito

I nuovi iscritti al 7.7.’08 Baglioni Emma Casi Giusto Cheli Assunta Franceschi Francesca Frulli Flavio Giorni Anna Granci Ida Gubbiotti Loredana Lanzi Giuseppina Martinelli Veneranda Marzi Marisa Mercati Gastone Piomboni Maurizio Tavanti Angiola Zanelli Giorgio Il più fraterno ringraziamento.


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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

e.mail: info@fratresanghiari.it

Racconti, immagini, colori… del viaggio turistico di primavera a Padova e Stra

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DAL BRENTA ALLA MAGIA DEGLI AFFRESCHI DI GIOTTO

ccoci tutti pronti, in partenza alle prime luci dell’alba diretti in Veneto un po’ trepidanti per le incerte condizioni del tempo ma, come sempre, animati dall’abituale sano desiderio di ampliare gli orizzonti del nostro sapere. In anticipo rispetto al previsto giungiamo a Stra, in provincia di Venezia, per visitare Villa Pisani, una delle più belle dimore patrizie costruite lungo le rive del fiume Brenta tra i secoli XV e XVIII. La costruzione della villa fu voluta dalla famiglia Pisani, il cui più illustre esponente fu Alvise Pisani, che percorse tutte le tappe del cursus honorum veneziano. Visitiamo Villa Pisani accompagnati da Claudia, giovane ed appassionata guida che ci conduce tra le molte sale variamente affrescate. Tra tutte ammiriamo in particolar modo lo splendido salone delle feste il cui soffitto fu dipinto da Giovanbattista Tiepolo tra il 1760 ed il 1762 per celebrare la “Gloria della Famiglia Pisani attorniata dalle Arti e dalle Scienze”. La guida ci ricorda anche che nella villa soggiornò, seppure per una sola notte, Napoleone, che l’aveva acquistata dalla famiglia Pisani per poi regalarla al figliastro Eugenio Beauharnais , vicerè d’Italia. Naturalmente quel fugace soggiorno del Bonaparte è bastato a consacrare una sala ed un imperiale letto al nome del grande Corso. La visita della villa si rivela interessante ed istruttiva. Tu t t a v i a qualche perplessità in noi visitatori è suscitata dalla insufficiente illuminazione degli ambienti, che non consente di apprezzare pienamente la bellezza degli arredi e degli affreschi. Segue una breve visita del parco di dieci ettari posto tra la villa e le scuderie ed attraversato da una grande peschiera. Ci colpisce in particolare un’ampia vasca centrale la cui superficie è in larga parte ricoperta da splendide ninfee. Terminata la visita di Villa Pisani ci dirigiamo verso Padova dove consumiamo un veloce pranzetto al sacco non senza qualche difficoltà legata alla pioggia, che ci ha accompagnati per buona parte del viaggio, senza tuttavia modificare il programma in maniera significativa. Come previsto, infatti, ci rechiamo alla Basilica di Sant’Antonio, il quale, portoghese di nascita, trascorse a Padova l’ultimo periodo della sua vita. All’interno della Basilica è custodito il corpo del grande Predicatore e Taumaturgo. Sulla sua tomba i fedeli, che arrivano da ogni parte del mondo, affidano al Santo le loro sofferenze e le loro attese. Nella Cappella delle Reliquie sono custodite la lingua incorrotta del Santo e le sue corde vocali altrettanto miracolosamente intatte. Vorremmo trattenerci oltre, ma ci attende un’altra imperdibile visita, quella della Cappella degli Scrovegni, rigorosamente regolata da orari che occorre rispettare fedelmente per con-

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sentire ai numerosissimi visitatori provenienti da ogni parte del mondo di ammirare, dopo una prenotazione effettuata con largo anticipo, questo straordinario gioiello dell’arte, riportato al suo splendore originario dopo un restauro durato venti anni. La Cappella è celebre per gli straordinari affreschi di Giotto, che vi lavorò dal 1303 al 1305. Arrigo degli Scrovegni aveva infatti acquistato nell’anno 1300 l’area dell’Arena Romana (la Cappella è detta anche dell’Arena) per farvi costruire la sua residenza. Di fianco fece edificare la cappella dedicata alla Beata Vergine in suffragio dell’anima di suo padre Reginaldo, l’usuraio che Dante ricorda nel XVII canto dell’Inferno. Gli affreschi di Giotto narrano gli episodi della vita di Maria e di Cristo. La nostra guida Claudia spiega con dovizia di dettagli la narrazione pittorica che scorre lungo le pareti della cappella, ma soprattutto ci coinvolge emotivamente nell’incanto delle decorazioni con un’appassionata dialettica, che, ci dirà poco più tardi uscendo dalla cappella, nasce da un autentico personale sentimento d’amore per questo luogo. Terminata la visita della Cappella degli Scrovegni, percorriamo a ritroso la strada che ci riconduce al pullman, avendo ancora negli occhi il ricordo di quel soffitto trapunto di stelle che Giotto dipinse 700 anni or sono. Il nostro breve viaggio volge al termine. In un giorno, anzi meno, una manciata di ore, abbiamo avuto il privilegio di vedere ed ascoltare tante cose interessanti, belle ed intense: storie, racconti, immagini, colori… E non c’è pioggia che abbia potuto fermare la nostra curiosità. Naturalmente stando bene attenti a schivare le pozzanghere!!! Guidati (è proprio il caso di dirlo!) dal nostro bravo autista Gabriele, dopo una breve sosta presso un autogrill sull’autostrada per una frugale cenetta, rientriamo ad Anghiari, paghi d’una giornata che ha davvero arricchito la nostra conoscenza. E già il pensiero corre al prossimo viaggio… Laura di Lauro In alto alcuni viaggiatori nel parco di Villa Pisani e, a sinistra, uno dei tanti affreschi di Giotto della Cappella degli Scrovegni.


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...dal Gruppo Fratres Assegnate le cariche sociali per il prossimo quadriennio

IL VESCOVO NOMINA IL NUOVO ASSISTENTE SPIRITUALE Come previsto dallo Statuto Sociale, il vescovo diocesano Mons. Gualtiero Bassetti, ha nominato il nostro parroco Assistente Spirituale del Gruppo Fratres di Anghiari per il prossimo quadriennio. Questo il testo del decreto: “ Al diletto figlio DON MARCO SALVI. Vista la richiesta del Presidente del Gruppo Fratres di Anghiari, prof. Pietro Ganganelli, con la quale si desidera, a norma dell’art. 38 dello Statuto proprio, la nomina del Consigliere Spirituale della suddetta associazione, con il presente decreto ti nomino Consigliere Spirituale del Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Anghiari. Invoco su di te e sull’associazione la Benedizione del Signore e la protezione di Maria Santissima. Mons. Gualtiero Bassetti vescovo. Don Alessandro Bernardini, cancelliere vescovile. Arezzo, 01 Maggio 2008”. A don Marco, il più fraterno benvenuto nel Consiglio Direttivo da parte di tutti gli associati ed un sentito ringraziamento per la propria disponibilità. Che la sua presenza sia guida e consiglio per tutti noi ! La presidenza

UNA IMPORTANTE OPPORTUNITÀ PER I NOSTRI DONATORI “Epatite B: una vaccinazione… una sicurezza”

Questo lo slogan con il quale la direzione della AUSL 8 di Arezzo, zona Valtiberina, ha promosso recentemente una campagna di vaccinazione contro l’epatite B per tutti i donatori di sangue che fanno capo al centro trasfusionale di zona. La vaccinazione antiepatite B è obbligatoria fin dal lontano 1991 per tutti i nuovi nati e per i dodicenni, ed è compresa tra le vaccinazioni della prima infanzia. Un’ampia copertura vaccinale si è rivelata un’arma di grande valore: durante i primi 10 anni di impiego del vaccino è stata registrata una forte riduzione dell’incidenza della malattia in ambito sia nazionale che internazionale. Il vaccino antiepatite B è a DNA ricombinante, sintetizzato cioè in laboratorio e non contiene quindi derivati del sangue. Per questo motivo non presenta alcun fattore di rischio per

quanti lo assumono. Esso viene somministrato attraverso una normalissima iniezione intramuscolare nella parte alta del braccio, secondo un ciclo vaccinale articolato in tre dosi: dopo la prima, segue ad un mese di distanza la seconda, per terminare dopo sei mesi con la terza. La vaccinazione è completamente gratuita per chi è donatore di sangue e può essere fatta presso i distretti sanitari della Valtiberina (ad Anghiari, il mercoledì mattina!) presentando la propria tessera personale Fratres insieme al consueto tesserino delle altre vaccinazioni. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere al personale medico e paramedico del Centro Trasfusionale di Sansepolcro, in occasione della prossima donazione. Perché non approfittare di una simile opportunità per preservare il proprio corpo da una malattia così seria? Il Capogruppo

Ancora aperte le iscrizioni alla prossima gita DOMENICA 17 e LUNEDI 18 AGOSTO 2008

IL GRAN SASSO D’ITALIA ED IL SANTUARIO DI LORETO

Visita ai principali monumenti di L’AQUILA, escursione sul massiccio del GRAN SASSO, fino alla zona alpinistica di Campo Imperatore, dove si trova l’albergo ove fu prigioniero Mussolini. Il giorno dopo, tappa al SANTUARIO MARIANO DI LORETO. Tutti possono partecipare: un particolare invito ai nostri associati ed ai loro familiari. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi presso la sede del Gruppo o presso l’ufficio della Pro Loco di corso Matteotti. Quote: €135 per i donatori attivi; € 145 per gli altri. ULTIMI POSTI !!!

FATTI

UN

REGALO: DONA!

Donare sangue è un grande regalo che fa bene agli altri e anche a te. DIVENTA ANCHE TU UN DONATORE DI SANGUE FRATRES !!!

Per saperne di più contattaci alla nostra mail elettronica o telefona ai numeri 0575/789577 (Sede), 3395323663 (Pietro), 3337174434 (Franca), 3381484889 (Fabiano).

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E... state in Parrocchia! Il grest 2008 APRITISESAMO: chi trova un amico trova un tesoro! Il titolo La nota frase biblica (Siracide 6,14) diventa quest’anno lo slogan del nostro Grest. Questo titolo “apritisesamo - chi trova un amico trova un tesoro”, liberamente preso dalla proposta estiva delle diocesi della Lombardia, contiene tutta una serie di iniziative, gesti, canti, che faranno camminare i ragazzi in una avventura, che si svolge dentro l’incontro con Cristo e la Chiesa. Apriti-sesamo è la parola che (così come la Parola di Dio) consente di aprire porte e trovare tesori. Parola che diventa spunto per mettere a disposizione di animatori e ragazzi un repertorio di immagini (le porte, il tesoro, la chiave, la password, ecc.) che, come sempre, sono utili riferimenti “decorativi” alla educatività del messaggio cristiano proposto nel Grest.

Il logo Il logo di quest’anno raffigura uno degli aspetti principali del Grest di quest’anno: la città. Una città che è fatta dalla trama dei tanti rapporti umani che la costituiscono, e le cui case hanno tetti azzurri, che spingono a guardare il cielo, l’infinito. Scavando sotto le case è raffigurato, di verde, un labirinto di sentieri e stradine, come quello delle nostre città (specialmente quelle medievali), che sta a significare tutta la densità delle amicizie e dei rapporti umani e sociali che sono il cuore di una città. Ed infatti al centro c’è un cuore, che nella moderna grafica computerizzata, si sente battere. L’invito a scoprire il cuore delle nostre città, la verità delle nostre amicizie: ecco cosa ci chiede il Grest di quest’anno.

Punto di partenza Emergenza educativa. Di fronte alle tante proposte che esistono per i ragazzi, anche ad Anghiari, ci è sembrato opportuno riprendere quello che il Papa sta dicendo con grande insistenza da tempo: riscoprire l’educatività del gesto. Non ci serve organizzare giornate piene di tante cose belle ma che non contengano dentro di se, almeno la possibilità, dell’incontro con la realtà del Cristianesimo. In effetti, ricorda Benedetto XVI: “la nostra civiltà e la nostra cultura sarebbero irriconoscibili senza la presenza di Dio, e tendono tuttavia troppo spesso a metterlo tra parentesi, ad organizzare senza di Lui la vita personale e sociale”. Il lasciarsi interrogare chiama però ad una responsabilità, quella dell’educatore, che il Santo Padre definisce “testimone della verità e del bene”. Sicuramente non siamo più bravi di altre strutture, a cui lasciamo primati di efficienza e produttività. La comunità cristiana parte invece dall’incontro personale con Cristo, che è l’unico motivo che spinge persone adulte a giocare questa sfida con i ragazzi, poiché l’educazione, nel suo significato più ampio e vero, è apertura alla realtà e riconoscimento che senza Dio non esiste civiltà, cultura e storia. La storia della civiltà europea ne è l’esempio più bello.

La proposta Il Grest si pone come servizio alle famiglie che hanno la necessità di trovare una proposta educativa per i propri figli anche nel periodo estivo. Al grest, e poi anche all’oratorio e nella parrocchia, i ragazzi trovano l’opportunità di incontrare altri ragazzi, anche di età diverse e, altresì, adulti dei quali possono diventare amici. Le varie giornate sono scandite da gesti semplici: lo studio, le camminate, gli incontri, le gite, i giochi, la preghiera, i pasti insieme… Tutto è importante poiché tutto fa ricordare il perché siamo insieme.

Festa finale Il momento conclusivo è previsto per domenica 24 agosto: san Bartolomeo!

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E...state in Parrocchia! Di ritorno dal campeggio delle medie: Badia Prataglia. Gli avvisi parrocchiali fanno effetto, cioè fanno condividere a tutti le particolari proposte che sono rivolte alle diverse persone. L’esempio del campeggio delle medie è stata davvero bello poiché prima di partire, una delle donne fedelissime alla Messa feriale delle 18, ci ha cercato per augurarci “buon campeggio”. Forse uno dei gesti più inaspettati dalle persone che a volte riteniamo disinteressate o insensibili a queste proposte, ed invece è accaduto il contrario. E forse siamo partiti anche più contenti!

Raccontiamoci… Mi sembro strano a dirlo, ma allo stesso modo mi piace partecipare tutti di questo mio piccolo segreto, e cioè che di solito, quando arriviamo a Badia Prataglia ed iniziamo il campeggio, don Severino ci introduce uno dei più bei canti: apri gli occhi! È infatti l’invito a guardare la realtà, con tutto il bene che ha per ognuno di noi, cominciando proprio dalle persone amiche che Dio ci ha messo accanto. Bene, ogni volta che la prima sera si fa quel canto mi sembra di ritornare quando io facevo le medie, e si faceva quel canto. Provando la stessa sensazione di allora, la stessa voglia e lo stesso entusiasmo, quasi vent’anni dopo, mi fa sempre commuovere. Anche quest’anno non è stato da meno! Grazie a tutti, ragazzi. Alessandro Devo scrivere qualcosa sulla vacanza con i ragazzi delle medie e non so cosa scrivere perché ogni frase mi sembra inadeguata a descrivere quello che ho visto e sentito. Come faccio a dire come mi sembrava il sorriso sornione di Mattia, lo sguardo birichino della Noemi, le battute sempre acute di Niccolò e quelle attente di Valerio, oppure i commenti toccanti di Luca, lo stupore negli occhi della Gloria durante la camminata nel bosco. Parlare poi della Sofia, Costanza, Cecilia, Agnese, Nicola, Marco, Matteo, Giulia, Martina, Monica, Giacomo, Michele ma non posso nominare tutto il gruppo perché non ho tanto spazio a disposizione per raccontare qualcosa per ognuno di loro perché insieme a tanti loro amici di altre comunità erano quasi duecento. Insieme abbiamo camminato, sorriso, ballato, mangiato, parlato… insomma abbiamo condiviso almeno cinque giorni insieme e ciò che mi piace di più di questa esperienza è la possibilità che ho di vederli crescere, e veder crescere anche la nostra amicizia. Conto di incontrare ancora, nei prossimi giorni, visto che l’estate non è finita, uno sguardo che riconosco nei loro occhi. Linda

Aspettando le dolomiti… Anche se sono già passate. Perché mentre il giornale va in stampa i ragazzi delle superiori sono al loro campeggio nelle Dolomiti, a Pecol di Zoldo, nel Bellunese. Nel prossimo numero ci attendiamo dei racconti e delle foto, per non dimenticare un’altra esperienza unica, come quella del campeggio 17


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Dalle nostre Parrocchie Da Santo Stefano a cura di GM 7 settembre

Da Monterchi, a cura di don Quinto Giorgini

Festa della Madonna Bella

Domenica 29 giugno è stata celebrata la S. Messa giubilare del 50° di sacerdozio del parroco delle Ville don Vasco Donati Sarti con solennità e concorso di popolo. Noi sacerdoti del piviere di Anghiari e Monterchi gli rinnoviamo gli auguri pregando per il suo ministero sacerdotale. Domenica 13 luglio a Monterchi, presso il Parco fluviale si è svolta, la Festa del Donatore organizzata dalla presidentessa Cecilia Baldesi. I Donatori di Sangue Fratres sogliono fare varie manifestazioni in occasione della loro festa e ci sono state varie gare sportive per giovani e con una camminata con premi per i primi classificati. Alle 19 una merenda per tutti ha concluso la giornata. Mentre andiamo in stampa è programmata per domenica 27 luglio alle ore 17 al Poggio della Madonna, presso i ruderi della antica chiesa longobarda di San Martino di Pianezze, la celebrazione di una Santa Messa a cui seguirà una merenda molto frequentata dal popolo della zona. Domenica 3 agosto, nella chiesa di Fonaco, alle ore 12, S. Messa in onore della patrona la Madonna della Neve. Domenica 10 agosto alle ore 17,30 S. Messa a Ricciano in occasione della festa del patrono San Lorenzo. Nella lunetta della porta di ingresso è stata collocata una vetrata artistica raffigurante la scena del martirio. Questa vetrata istoriata è opera di Francesca Senesi che con il suo lavoro tramanda questo importante artigianato locale ed è stata realizzata con il contributo della parrocchia e del parroco ma anche della Compagnia del SS. Sacramento e della Misericordia di Monterchi.

Giovedì 14 agosto ore 21 processione mariana in preparazione della festa della Madonna Assunta con partenza dalla grande croce del Giubileo per la chiesa parrocchiale di Padonchia. Le Associazioni, il Popolo e i Gruppi di preghiera sono invitati a partecipare. Domenica 17 agosto festa della Madonna Assunta nella chiesa di Pianezze con S. Messe alle ore 12 e alle ore 17,30. Domenica 31 agosto, ultima del mese, annuale festa della Misericordia di Monterchi a San Lorenzo a Ricciano. Domenica 7 settembre, prima domenica del mese, festa della Madonna a Borgacciano con S. Messa alle ore 17. La tradizionale festa della Madonna Bella sarà preceduta dal triduo nei giorni 11, 12 e 13 settembre. Il 14 verrà celebrata la festa nel Santuario di Pocaia mentre per la vigilia, sabato 13 alle ore 21, ha luogo la solenne processione mariana aux flambeaux per le vie della frazione di Pocaia con la partecipazione delle Compagnie del SS. Sacramento. L’ultima domenica di settembre, il 28 settembre, festa di San Michele Arcangelo nella chiesa parrocchiale di Padonchia.

Il 7 settembre si rinnova la festa tradizionale della Madonna a Santo Stefano. Ecco come si svolgerà il programma religioso: Giovedì 4, venerdì 5 e sabato 6 settembre S. Messa alle ore 18,30. Domenica 7 settembre, giorno della festa, S. Messa alle ore 8,30 (a cui fa seguito la colazione nel prato offerta dai festarini) e alle ore 11 S. Messa solenne a cui seguirà la processione con l’immagine della Madonna. Alle ore 16 preghiera di ringraziamento. *** Le manifestazioni ricreative saranno svolte nella settimana precedente la festa. Si prevedono gare di briscola, bocce, biliardino ed altri intrattenimenti. Sabato 6 settembre tradizionale tombola per le famiglie e i ragazzi. Nel pomeriggio della domenica, nel viale, ci sarà il rinfrescante gioco della nana ed altri simpatici giochi. Alle ore 20 la cena della festa (che oltre agli antipasti e ai primi sarà a base di bistecca) concluderà la giornate e i festeggiamenti a Santo Stefano. Un ringraziamento anticipato a tutte le famiglie, le persone e gli Enti che con il loro contribuito ci permettono di continuare la festa.

Il prato di S Stefano Con la volontà e l’impegno di diverse persone, è già iniziato il lavoro di ripulitura e di messa in sicurezza del prato vicino alla chiesa di Santo Stefano. Vi hanno partecipato in diversi: in primo luogo, col suo mezzo semovente, Augusto Polcri che con giusti colpi di pala e molta maestria ha ripulito le vecchie e spinose siepi. Intanto gli altri volontari, che il nome lo faremo e anzi lo facciamo subito (Giovanni Valbonetti, Andrea Papini, Senio Ruggeri, Lirio Ghignoni, Bruno Giorgi, Ugo Bergamini, Bruno Gennari, Fabrizio Cristofani, Piero Giorni, Alessio Polcri e il vecchio festarino Gastone Mafucci), sistemavano e rifinivano la pulitura della zona. Qualcuno, anzi in diversi, preparavano intanto i paloni di legno provvedendo a fargli la punta e a pulirli a dovere. È tornato quindi in campo Augusto col suo potente mezzo(!) che con colpi ben assestati ha piazzato i pali per la recinzione. Così, nell’arco della giornata, si è conclusa la prima fase del lavoro come già voi la potete vedere. La seconda fase, che mentre andiamo in stampa deve ancora iniziare, sarà quella di collocare la rete e fare i cancelli di ingresso e altri lavori finali. Si prevede anche di realizzare il campetto di bocce per la prossima festa di settembre. Il luogo dovrà servire ai govani, ai bambini e a tutte le persone che vorranno rilassarsi sedute in mezzo al verde a godersi un po’ di fresco. Anche l’Amministrazione Comunale sta partecipando fornendoci del materiale. Ma il fatto saliente della giornata è stato quando la Rita Bigioli ci ha rifocillato a dovere con un pranzetto niente male: crostini neri, maccaroni al sugo, oca al forno con patate, dolce freddo, crostata e vinsanto del nonno. Il caffè ci è stato offerto volentieri dal bar di Pasqualino. Anche Vasco del Consorzio ci ha dato una mano dando da bere al mezzo di lavoro. Un grazie a tutti coloro che in qualche modo ci hanno aiutato o fornito bevande ed altro. La speranza è che questo luogo rimanga poi ben mantenuto e rispettato.

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Dalle nostre parrocchie

Da Tubbiano Maggio: il mese della Madonna Se nelle chiese principali delle nostre parrocchie per tutto il mese di maggio si è soliti recitare comunitariamente il Santo Rosario, anche i fedeli della chiesa di Tubbiano non sono da meno. Ed infatti per tutto il mese mariano un gruppetto di volenterosi fedeli di Tubbiano hanno pregato con l’antica preghiera mariana, che anche se molto precedente, fu sicuramente istituzionalizzata dal grande Papa S. Pio V, dopo la vittoria dei cristiani contro i musulmani a Lepanto. Allora ancora oggi questa preghiera ci può servire nelle nostre personali battaglie, come quella della pigrizia nella preghiera, del nostro silenzio nella cristianizzazione della società e anche contro il relativismo dilagante. Anche il Papa, quotidianamente, recita il suo rosario, passeggiando, se il tempo lo permette, nei giardini vaticani. A Tubbiano il Rosario si è sempre tenuto alle ore 21, di fronte alla statua della Madonna che è stata rinnovata pochi ani fa.

Battesimo Piccolo ma grande evento per la chiesa di Tubbiano! Piccolo come Gregorj ma grande come il Sacramento del Battesimo. Ed è stato domenica 18 maggio scorso, festa della SS. Trinità, nella chiesa di Tubbiano. Alle ore 17 Padre Giovanni ha celebrato la S. Messa ed amministrato il Battesimo a Gregorj Bianconi, figlio di Mirco e Manuela Macchiavelli. Ringraziamo Giancarlo che ci ha segnalato il lieto evento, e con tutti gli amici la redazione invia alla famiglia i più cordiali auguri.

Da San Leo Pentecoste La Chiesa è la Comunità dei credenti. Fin da quando è nata, il giorno di Pentecoste, i discepoli con Maria, dopo la Resurrezione di Gesù, si trovavano riuniti in una sala chiamata Cenacolo, lì ricevettero lo Spirito Santo e il mandato di Cristo Risorto di andare ad annunciare il vangelo, battezzare e dare quelli che poi saranno i sacramenti. I primi cristiani si riunivano nelle loro case, successivamente, data la moltitudine di quelli che si convertivano ci fu l’esigenza di erigere dei luoghi appositi per celebrare il culto della domenica, le chiese, appunto, che nella storia come piccoli eremi o grandi cattedrali o santuari hanno accolto le esigenze dei credenti in Cristo, per offrire loro un ricovero e un luogo degno per conservare la presenza Eucaristica, anche nei momenti non celebrativi. Le nostre parrocchie moderne sono fatte per accogliere le famiglie cristiane, la parrocchia stessa è definita dal Papa “Famiglia di famiglie”, la chiesa parrocchiale è il luogo adatto per offrire alla comunità la possibilità di accedere al precetto festivo e ai sacramenti. Nelle grandi città sorgono sempre più nuove chiese, specialmente nelle periferie, dove la popolazione si sviluppa continuamente, anche la piccola frazione di S. Leo negli anni ha visto la sua popolazione crescere, specialmente in giovani famiglie. La Chiesa parrocchiale è piccola, ma vista la frequenza piuttosto scarsa alla messa domenicale che credo ci sia sempre stata, è forse finora risultata sufficiente. La comunità dei credenti però si evolve continuamente e ci accorgiamo in occasione dei funerali quanto potrebbe essere il bacino di utenza vedendo un gran numero di battezzati costretti a rimanere fuori senza poter partecipare alla messa. È da poco che la Parrocchia di S. Leo ha iniziato l’esperienza del catechismo per l’iniziazione cristiana, e credo che finora sia stato un arricchimento per tutta al comunità, grandi e piccini. Certo è faticoso e richiede impegno anche per le famiglie e perseveranza dei catechisti, pazienza e collaborazione da parte di tutti. Negli anni scorsi i bambini di S. Leo seguivano il catechismo in altre parrocchie, quindi poi celebravano lì anche il sacramento. Quest’anno, un gran numero di famiglie hanno chiesto che i loro figli ricevessero per la prima volta il Sacramento dell’Eucaristia nella loro parrocchia, dove si sono preparati e dove le famiglie hanno avuto la possibilità di vivere la vita della comunità. Abbiamo condiviso esperienze molto belle con chi ha potuto partecipare: oltre agli incontri del sabato al centro parrocchiale, sempre molto partecipati anche da alcuni genitori, uscite con i bambini a Natale e in quaresima per fare esperienza delle opere di carità, il pellegrinaggio a Colle Valenza, la serata delle confessioni in parrocchia, la giornata in diocesi ad Arezzo per la Cresima della Federica e della Sofia, vari incontri con i genitori sui sacramenti, le prove per i canti delle celebrazioni. Un nutrito gruppo ha ricevuto al Carmine la speciale benedizione riservata ai pellegrini che hanno raggiunto a piedi il Santuario per la Festa dell’Ascensione, dove come parrocchia di S. Leo hanno anche animato la Messa delle 10, nello stesso luogo alcuni genitori si erano consacrati alla Madonna ricevendo lo Scapolare del Carmelo nella domenica dopo Pasqua, detta in Albis e anche in quell’occasione c’è stato il pellegrinaggio a piedi da Micciano. Molto significativa è stata la serata passata insieme ai bambini e alle famiglie in preparazione alla loro prima comunione, quasi un mini-ritiro, con la visita al nuovo eremo di Padre Luigi a Vicchio, e dopo la Messa dedicata ai bambini nella piccola cappella, presente anche il nuovo battezzato Francesco, tutti a festeggiare in pizzeria. Gli otto bambini di S. Leo si sono quindi uniti a quelli di Anghiari per il ritiro vero e proprio al Cenacolo di Montauto, dove in serata i genitori li hanno raggiunti per le confessioni. La scelta di celebrare la Messa di Prima Comunione al Santuario del Carmine è stata necessaria per permettere a tutte le famiglie di partecipare con decoro alla celebrazione: quando le mura della propria chiesa non sono sufficienti a contenere i credenti ,la Parrocchia si deve trovare un luogo appropriato per evitare anche episodi lesivi della sacralità del culto e quale migliore riparo potevamo sperare se non quello del santuario del Carmine, così caro a tutti noi e dove tante esperienze parrocchiali si sono svolte? Ringraziamo Don Romano che si fa sempre in quattro e anzi stavolta in otto, per contentare tutti e arrivare in tempo a tutte le sue chiese, ben sapendo che non siamo fatti noi cristiani per riempire le panche di una chiesa ma è la chiesa che è fatta per accogliere tutti i cristiani. La catechista parrocchiale.

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Macerata-Loreto SMS

Diario del pellegrinaggio Macerata-Loreto 7/8 giugno 2008

Vieni e seguimi: una storia di mendicanza

di Bivale 07/06/2008 20:47:40

15,07 per adesso il tempo regge, le prime ad arrivare all’oratorio sono la Vilma e la Catia. Partenza per Sansepolcro ore 15,30; dopo tanto è arrivata la Laura. Alessandro va a prendere Mirco perché la Fiorella lo ha lasciato a piedi. Ore 16,00 si parte dalla Superal dopo la conta. Sergio è con noi. 17,10 prima sosta per l’amico di don Marco, cinque minuti e si riparte, c’e anche il sole. A Serravalle piove col sole ore 18,00. Altra sosta a Tolentino alle 18,45 dopo 20 minuti si riparte. Ore 20,00 Macerata, Paolo è andato a parcheggiare, noi intanto entriamo allo stadio Racina. La gente entra a frotte ma composta; incontriamo tanti volti che già conosciamo, è venuto anche il Gigli con la moglie. Si cena, iniziano i canti e le testimonianze poi il cardinale Bagnasco celebra la Santa Messa. Ore 22,10 iniziamo il cammino. Sono le 22,50, stiamo attraversando il primo paese, non ho visto il cartello ma ci sono le luci. La fila non so dove inizia né dove finisce. La Fiorella ha passato a Mirco il cartello con la scritta Anghiari. C’è stata messa anche la pila che lo illumina così non ci si perde di vista che la strada è buia; la Laura tiene il cartello di Tavernelle. Alla fine di Villa Potenza spioviccica; dopo poco si vedono le stelle, la Fiorella e Moreno non li vedo più. Sono le ventiquattro. Siamo a S. Egidio; il cartello stradale segna 16 km a Loreto; dopo 50 minuti siamo in un altro paese; il parroco ha esposto l’Eucaristia. Lungo la strada c’e’ un sacco di gente che ci aspetta; hanno aperto anche le loro case se avessimo bisogno, basta chiedere. Passato Sambucheto e Mirco si è fermato. Ore 1,35 altro cartello stradale e segna ancora 16 km a Loreto. Ore 2,37 siamo a Recanati e la gente del posto è ancora per strada; qui ci consegnano delle torce per illuminare i nostri passi. Il cartello di Anghiari è passato dalla Laura ad Alessandro, la Sara e la Catia. Ho perso tutti ma ad un certo punto mi sento chiamare; ritrovo la Vilma del Carmine e la Silvia, poi arriva anche l’Aliana. Alle 3 iniziano i fuochi d’artificio e durano 30 minuti; si vede la fila tutta illuminata dalle torce; è uno spettacolo! Alle 4,20 arriviamo a Chiarino; è la prima salita e ci danno il the caldo; si fa colazione e nonostante l’ora ci sono dei bambini che aiutano i grandi a fornire bevande e cibo. Dopo poco comincia ad albeggiare alle 5,40; finalmente ho visto Loreto ma ancora c’e un po’ di strada da fare. Alle 6,20 comincia a piovere; siamo arrivati dentro il paese. Lungo le strade di Loreto sono affacciate alla finestre le suore e gli anziani che ci salutano e si chiedono quanti siamo. Alle 7 sono al parcheggio, in ultima fila in fondo c’è il pulmino ma manca l’ autista. Alle 7,25 arriva Paolo e si riparte per Anghiari; alle 11,30 siamo a casa.

20.30 sta x iniziare la Messa. Don Carron: lo scoprirsi mendicante ci rimanda a Colui ke solo ci puo dare la vita. 07/06/2008 22:01:45

22.10 inizia il cammino: come dice il canto pieni di forza e di gioia! Il tempo è bello, andiamo a Loreto! 08/06/2008 00:32:46

Il cammino prosegue. La stankezza comincia farsi sentire, ma la certezza della strada dà la forza. Adesso sn con catia vilma mirko e sara. Tra poco passeremo in un paese dove è esposto il SS. 08/06/2008 02:08:48

Ore 2. Momento di silenzio. Il cartello di anghiari c’è sempre! Vorrei ke fossero qui stasera anke altri ragazzi di anghiari... Ho saputo ke anke altri stanno tenendo un diario di viaggio! Loreto arriviamo! 08/06/2008 03:44:14

Fuoki pirotecnici. Altro ke 3 maggio! Piccola sosta: dolore ai piedi e gambe, ma ancora cè da camminare! 08/06/2008 06:32:29

2 ore fa ho lasciato gli altri amici e ho accellerato verso l’inizio del pellegr. Sto entrando in Loreto. Vedo la Madonna e la croce davanti alla gente... che grazia, che gioia!

La vignetta di Scacciapensieri:

Che cos’è?

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Rinnovati i vertici del Credito Cooperativo

L’assemblea della BCC di Anghiari e Stia approva il bilancio 2007 - Eletti gli organi sociali per il prossimo triennio

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omenica 11 maggio si è tenuta, presso il Palazzetto dello Sport di Anghiari, l’annuale assemblea dei Soci della Banca di Anghiari e Stia. Di primo mattino è stata celebrata, come di consueto, la Santa Messa in suffragio dei soci defunti presso la Chiesa di Santo Stefano in località La Stazione. È quindi seguita la cerimonia di consegna delle borse di studio riservate agli studenti soci o figli di soci che si sono particolarmente distinti per i loro meriti nell’ultimo anno scolastico. Sono stati premiati complessivamente quarantuno giovani del territorio, che hanno conseguito con il massimo dei voti il diploma di licenza media, di maturità o di laurea: tutti loro hanno ricevuto un giusto riconoscimento economico e sono stati invitati a proseguire con altrettanto impegno nella carriera scolastica o nel mondo del lavoro.

Hanno quindi avuto inizio i lavori assembleari, presieduti da Paolo Sestini, che nel gennaio 2008 era subentrato nella carica di Presidente della Banca a Giovanni Sassolini, costretto, suo malgrado, a rassegnare le proprie dimissioni a causa dei numerosi ed inconciliabili impegni di lavoro. Tra i punti all’ordine del giorno spiccavano l’approvazione del bilancio 2007 e il rinnovo delle cariche sociali per il triennio 2008-2011. Il Presidente, nell’illustrare la relazione del Consiglio di Amministrazione sulla gestione della società nell’esercizio 2007, ha richiamato l’attenzione dei presenti sulla situazione critica del contesto socio-economico locale, che vede in difficoltà alcuni settori tradizionali, un tempo strategici, della nostra economia. Ha sottolineato che la Banca di Credito Cooperativo, per assolvere pienamente al suo ruolo di “banca locale” e di “banca del territorio”, non può esimersi dal condividere le sorti dell’economia della propria area di riferimento: ciò significa che, se la crisi è diffusa e il sistema produttivo locale “soffre”, anche la Banca non potrà che ridurre gli utili e mostrare risultati più contenuti. Così va interpretato il bilancio 2007, che rispecchia fedelmente la condizione stagnante dell’economia locale. Tuttavia i numeri e le statistiche citate dal Presidente nel corso della sua ampia relazione hanno dimostrato come la Banca, pur tra tante difficoltà, non abbia fatto mai mancare il proprio sostegno a tutti coloro (famiglie di risparmiatori, piccole e medie imprese, enti locali, associazioni e organizzazioni varie) che vivono e operano sul territorio.

Ha preso quindi la parola il Presidente del Collegio Sindacale che, dopo aver letto la relazione dell’organo di controllo e della società di revisione, ha portato alla compagine sociale i saluti e i ringraziamenti dell’intero Collegio uscente. È quindi intervenuto il Presidente della Federazione Toscana delle BCC, Prof. Giorgio Clementi, il quale ha evidenziato come le Banche di Credito Cooperativo, sia in Italia che a livello regionale, siano oggi più che mai le uniche banche del territorio “dalla testa ai piedi”, ovvero dal momento decisionale (sede e organi amministrativi sono “in loco”) a quello operativo (l’attività è limitata all’area di competenza territoriale). Sono inoltre banche orientate a fare finanza per lo sviluppo, senza mai assumere posizioni speculative, e a promuovere l’economia locale del proprio bacino di insediamento, sostenendo soprattutto i piccoli operatori. Infatti, mentre la maggioranza degli istituti di credito mira alla massimizzazione degli utili e del profitto, sono le BCC che si dimostrano attente ai piccoli operatori economici, anche quando questi, come nella fase attuale, sono in difficoltà. Il Presidente della Federazione regionale ha anche sottolineato come l’intero settore bancario stia vivendo una complessa fase di trasformazione e rinnovamento. In questo frangente, per continuare ad essere competitive sul mercato le BCC devono mantenere fede a tre caratteristiche fondamentali, sintetizzabili nelle parole-chiave identità, efficienza, coesione: la prima richiama la natura “differente” delle BCC, fatta di mutualità (attività prevalente verso i soci) e localismo (radicamento nel territorio); la seconda rimanda alla necessità di migliorare le capacità gestionali, riducendo i costi e ampliando i benefici; infine la terza prevede il rafforzamento della struttura “a rete” del sistema delle BCC, mediante una maggiore integrazione tra tutte le sue componenti. Numerosi interventi, tutti costruttivi, hanno caratterizzato la discussione assembleare, che si è conclusa con l’approvazione del bilancio. Dopo il tradizionale momento conviviale, al quale hanno partecipato i numerosi soci presenti, hanno preso il via le operazioni di voto per il rinnovo delle cariche sociali. Al termine dello scrutinio, è risultato eletto Presidente a grande maggioranza Paolo Sestini. Questa la nuova composizione del Consiglio di Amministrazione: Giampiero Bilancetti, Giovanni Fornacini, Carla Masetti, Vasco Petruccioli, Stefano Rossi, don Marco Salvi, Andrea Trapani, Ferrer Vannetti, Maurizio Vecchio, Nilo Venturini (quest’ultimo designato Vice Presidente). Il Collegio Sindacale, totalmente rinnovato, è così composto: Massimo Meozzi (Presidente), Marina Cianfrani e Fabiola Polverini (Sindaci effettivi), Paolo Cenciarelli e Giuseppe Mauro Della Rina (Sindaci supplenti). Gli avvicendamenti al vertice della Banca si sono conclusi nello scorso mese di luglio con la definizione dei nuovi assetti dell’esecutivo: dopo il pensionamento di Luigi Tuti prima e di Rodolfo Bariatti poi, il nuovo Consiglio di Amministrazione ha infatti nominato quale nuovo Direttore Generale Renzo Galli, affiancato dal Vice Direttore Fabio Pecorari. A tutti gli esponenti che hanno concluso la loro esperienza nella BCC va un sincero apprezzamento per i tanti risultati positivi raggiunti nel corso degli anni. Ai nuovi protagonisti va l’augurio di continuare a lavorare, nel solco della tradizione cooperativa, per la costruzione del benessere comune.

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Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

La festa è della famiglia E non di una sola famiglia, ma della grande famiglia che è la comunità cristiana. Così domenica 22 giugno scorso la parrocchia di Tavernelle, fedele alla tradizione della penultima domenica di giugno, si è animata per la festa della famiglia. Ventitre anni, ha ricordato don Marco alla Messa parrocchiale del mattino, all’aperto, che ci ritroviamo per uscire da noi stessi e vincere l’egoismo o la pigrizia con una forza più grande; più grande delle miserie che ci determinano. E lo stesso don Marco inizia la Messa del mattino solo con il camice. La casula, infatti, la indosserà dopo che l’avrà benedetta: è il regalo della comunità di Tavernelle per il suo 25° di sacerdozio. E l’offertorio, che tocca sempre ad una famiglia della Parrocchia, quest’anno ha visto coinvolta quella del Cantini. Il pranzo all’ombra, e poi alla tv per il gran premio, fino ad arrivare a metà pomeriggio, con il caldo che ormai accennava a diminuire, e il prato del Centro Parrocchiale ha cominciato a brulicare di persone, sia di Tavernelle che di fuori. Bella merenda, bei giochi… insomma una bella giornata. Quest’anno c’era da indovinare l’altezza di una pertica piantata nel prato, che faceva da cornice ai tradizionali intrattenimenti come quello del coniglio o a quelli per i bambini. Grazie anche all’amico Marziano, di Anghiari, che ci ha concesso l’utilizzo del suo impianto audio, e che nel pomeriggio ha rallegrato l’atmosfera festaiola con la sua musica. E siccome si dice che il dulcis viene in fundo, anche da noi a Tavernelle è successo analogamente, quando la Laura, quasi a sorpresa, ha portato una bella torta con panna e cioccolato con decorazioni che onoravano i 23 anni di don Marco a Tavernelle, corredata delle sue inseparabili rime (che qui non possiamo riportarle poiché servirebbe l’intera pagina…). Arrivederci al prossimo anno!

pane della nostra chiesa di Tavernelle (eccole nella foto). Il lavoro si è reso necessario per permettere la elettrificazione delle stesse. Quanto prima saranno rimesse al loro posto, per annunciare alla comunità le funzioni religiose e gli eventi più importanti della frazione. Nell’occasione verrà anche consolidato e rifinito il piccolo campanile a vela che verrà intonacato e rinforzato. Per il momento ci dovremo accontentare di un po’ di silenzio.

Quanti ricordi Mercoledì 11 giugno presso il Santuario del Carmine Massimo Fragai e la moglie Tamara hanno ricordato il loro 25° anniversario di Matrimonio. Erano presenti parenti e numerosi amici di Tavernelle. Giovedì 3 luglio invece Luciano Piomboni e la moglie Antonella hanno ricordato lo stesso giubileo matrimoniale nella chiesa di Tavernelle, e anche in questa occasione non sono mancati i parenti e i numerosi amici di Tavernelle. Don Marco, che ha officiato le due celebrazioni, ha ringraziato le due coppie che collaborano sempre alle inziative della parrocchia e sono validi collaboratori. Anche la Comunità Parrocchiale per mezzo del nostro giornalino li ringrazia, anzitutto per la loro testimonianza di amore e fedeltà sancita da 25 anni di vita insieme. Grazie a occasioni come queste ci viene ricordato come la vera famiglia è fondata sul Matrimonio, che risulta essere la cosa più umana e quindi il luogo privilegiato per la crescita della famiglia e della società. Grazie. E ancora tanti auguri!

Verso (o di ritorno da) Sydney Quando leggeremo questo numero dell’oratorio le nostre amiche Laura e Chiara, tavernelline d.o.c., saranno già tornate dall’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù a Sydney, in Australia. Mentre promettiamo di riportare già nel prossimo giornale i loro racconti, vogliamo segnalare l’iniziativa della parrocchia di Tavernelle. Dalla domenica precedente la loro partenza in chiesa è stata accesa una particolare lampada alimentata ad olio, affidando con questo gesto il loro viaggio e la loro esperienza alla Madonna. Inoltre per essere idealmente uniti in questo grande incontro dei giovani di tutto il mondo con il Papa. La Chiara e la Laura, di ritorno previsto per gli ultimi giorni di luglio, avranno in questo modo arricchito la loro esperienza di fede, ma sicuramente anche la partecipazione della parrocchia sarà servita a molti di noi per vivere una bella comunione di fede.

Perdono d’Assisi Sabato 2 agosto, giorno legato da secoli alla festa della Porziuncola di Assisi, e conosciuto anche come “Perdono d’Assisi” si svolgerà il consueto pellegrinaggio penitenziale da Montauto alla Maestà di San Francesco. Di ritorno, mentre sarà officiata la S. Messa proprio nell’ex convento francescano, oggi Cenacolo, sarà onorata la reliquia del saio di San Francesco; di quel saio che il poverello d’Assisi lasciò al conte di Montauto e che rimase squarciato dai raggi che fecero scaturire le stimmate a Francesco.

Le nostre campane sono partite Ma ritoneranno! Infatti venerdì 4 luglio, di buon’ora, il Gallorini di Castiglion Fiorentino (azienda che opera nel settore delle campane) ha provveduto a smontare le tre cam-

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Grafiche Borgo: amici dell’Oratorio “Quando non si condividono più idee e strategie aziendali, vuol dire che è giunta l’ora di cambiare!” Una presa d’atto e insieme un punto di partenza per i quattro amici – poi divenuti soci – che nel 1992 decisero di costituire a Sansepolcro l’azienda “Grafiche Borgo”, tipografia operante a 365 gradi. Fu una ripartenza totale, perché intanto bisognava trovare una sede nella quale operare, con tanto di macchinari. E il personale? Era in quel momento l’ultimo dei problemi da risolvere, perché tutti i soci erano già forti di un’esperienza ultraventennale e di un affiatamento creato all’interno della ditta nella quale avevano prestato servizio. Ditta che era di conseguenza rimasta “orfana” di quatto validissimi elementi – Silvano, Patrizio, Rosado e Giancarlo - i quali a loro volta si erano trasformati in giovani imprenditori. Dotazione tecnica iniziale: una Adast litografica 50x35, una Athena tipografica 50x70, una Super Egeria tipografica 50x35, due Hidelberg a pinza rotante 50x35 e una Linotype per comporre; tutti macchinari che, visti i tempi, possono ora impreziosire un museo. Il tempo passa, il lavoro aumenta, la qualità dei lavori realizzati è ottima e la fiducia regna sempre più: i graditi “problemi” sono ora legati alla crescita dell’azienda e all’assunzione di nuovo personale, ma anche questo non basta più, perché di pari passo occorre potenziare la dotazione di impianti e macchinari, con l’aggiunta della cucitrice, del tagliacarte, della piegatrice e della perforatrice, che permettono oltretutto una migliore organizzazione e razionalizzazione del lavoro sotto tutti i profili, tempistica compresa. Non solo: arriva finalmente la macchina 70x100 monocolore. La clientela è soddisfatta e gratifica con il “passaparola”, nonostante occorra limare ulteriormente i tempi di consegna: ecco pertanto i primi computer “mac” per la grafica e la 70x100 che stampa a quattro colori. Subentra in automatico un altro “problema” di crescita, stavolta legato alle dimensioni fisiche dello stabilimento di via Tarlati, che si rivela non più sufficiente per le esigenze dell’azienda. Nel 2002, allora, la Grafiche Borgo si trasferisce in via Carlo Dragoni, asse trasversale della zona industriale di Santa Fiora, dove tuttora è in piena attività: il salto di qualità è compiuto e le attrezzature si rinnovano in sintonia con i tempi rapidi della tecnologia, tanto che quasi tutte le lavorazioni vengono adesso effettuate internamente, a partire dall’impostazione grafica e dall’incisione delle lastre, fino alla confezione del prodotto finito. Alla Grafiche Borgo si è sviluppato di recente anche il settore digitale per piccole tirature ma non certo da sottovalutare; ciò che sicuramente non è mai mancata, fin dal primo giorno, è l’attenzione nello svolgimento delle varie fasi di lavorazione, dall’inizio alla fine. La professionalità come cardine principale, la cordialità come stile: questi gli ingredienti alla base del successo. Nel corrente anno 2008, l’azienda opera a livelli locali, nazionali e internazionali per marchi prestigiosi e con macchinari completamente elettronici sempre all’avanguardia, in continuo aggiornamento e soprattutto in tempi brevissimi… “dalla sera per la mattina” e non dalla mattina alla sera, che è già molto diverso. La Grafiche Borgo è in grado di realizzare qualsiasi lavoro, dal più semplice al più complesso e certamente nessuno degli amici-soci aveva in mente aspettative del genere, ma le ambizioni non si fermano di certo qui. Anche il giornalino che state leggendo è realizzato dalla Grafiche Borgo, che offrono il loro contributo alla redazione dell’Oratorio.

Nel disegno di Luca Pucci sono simpaticamente raffigurati tre dei quattro soci delle Grafiche Borgo. 23


Bartolomeo Magi da Anghiari Nel mese di marzo scorso, memori della visita ad Empoli per l’anniversario della morte di Bartolomeo Magi e decisi quindi di scavare sempre più a fondo a suo riguardo, abbiamo posto un quesito alla Casa Generalizia dei Frati Francescani, a Roma, chiedendo lumi sulla vita, le opere e la fama del nostro illustre concittadino, religioso francescano, che la tradizione avrebbe onorato con il titolo di beato. Nemmeno un mese e, con nostra soddisfazione, è puntualmente pervenuto presso la parrocchia un plico della Postulazione Generale dei Frati Minori di Roma con tutte le carte in loro possesso. Ecco la lettera di accompagnamento.

E dunque, la nostra ricerca continua. Se l’appellativo di Beato viene solo dalla tradizione popolare che non è stata mai confermata dalla Chiesa, certo è che dai manoscritti che raccontano la vita di fra Bartolomeo Magi emerge una vita santa, proprio come elogia il Martirologio Francescano: Prope Empolim, in Tuscia, beati Bartholomaei Magi ab Angario Confessoris, qui castigate, humilitate et patientia axorantus, vitam prope angelicam duxit. Il Taglieschi, nei suoi annali, (parte seconda, libro ottavo, pagina 301, anno 1510) ricorda alcune notizie, quali la nascita, nell’anno 1460, e il suo ingresso negli Osservanti di San Francesco (i Frati Minori) che avvenne nel 1480 grazie all’interessamento ed incoraggiamento del Beato Fra Cherubino da Spoleto, che già a quel tempo era considerato un santo uomo e godeva di fama di santità anche in Anghiari. L’8 marzo 1510 fra Bartolomeo Magi muore ad Empoli, nel convento di Santa Maria a Ripa, dopo aver lasciato l’incarico di Maestro dei Novizi alla Verna. La sua morte avvenne come quella di San Francesco, dopo giorni e notti di preghiera, all’alba di venerdì 8 marzo fra Bartolomeo chiese di poter fare colazione, e dopo aver preso due o tre bocconi congedò i frati che l’assistevano e pregavano per lui e così spirò santamente. Racconta il Taglieschi che dopo la sua morte gran folle di popolo intervennero a visitare questo santo corpo per poterlo baciare. Il giorno seguente il corpo fu esposto al popolo e fu poi seppellito nello stesso convento, con molta devozione e reverenza. Nel 1602 su interessamento di Padre Valerio Martelli, ma soprattutto di Francesco Taglieschi che godeva amicizia con il Granduca Ferdinando, ottenne da quest’ultimo di poter traslare i resti mortali di Fra Bartolomeo in un luogo più degno. La traslazione del santo corpo avvenne domenica 21 ottobre 1602, alla presenza di numerosi nobili e principi, prelati, religiosi compagnie, e infinito popolo. Il Taglieschi rischia un giudizio di non aver mai visto, se non a Roma per via del Sommo Pontefice e la Corte papale, una traslazione così solenne e così partecipata, sia di popolo che di clero, tanto a giudicarla opera di Dio la cui sapienza, dice, dispone tutte le cose soavemente. Furono presenti nell’occasione dodicimila persone. Su espresso ordine del Granduca fu consegnata a Francesco Taglieschi uno dei bracci del santo corpo, quale ricompensa per quanto fatto e per gli epigrammi latini composti sulla sita del Beato Bartolomeo e dedicati al principe D. Cosimo. Saputo quanto accadeva ad Empoli gli anghiaresi rivendicarono la terra d’origine di Bartolomeo Magi, attraverso P. Innocenzo Musetti Guardiano del convento della Croce, e della famiglia Magi. Per grazia speciale del Granduca Ferdinando i parenti di Bartolomeo Magi, Maurizio e Anton Maria, ottennero dal Padre Valerio Martelli, di Empoli, la reliquia della testa di fra Bartolomeo, che avvenne nel 1603. Fu lo stesso P. Martelli, insieme ai due discendenti del Beato, che venne ad Anghiari e consegnò al nuovo guardiano del convento di Anghiari, P. Vincenzo Margotti, la testa di fra Bartolomeo che la pose in una cassetta sigillata in sagrestia. Lo stesso P. Martelli fece una autentica fede di sua mano che quella era realmente la testa di fra Bartolomeo Magi. Nel 1604 fu redatto un “pubblico instrumento” da Gabriello Mainoni, notaio pubblico fiorentino, e con lo stesso i Vescovi di Arezzo e Sansepolcro confermarono con rispettivi atti l’autenticità dei resti mortali. In realtà i fatti avvennero un po’ diversamente, non nella sostanza, s’intende. Il 17 novembre 1603 i due discendenti di fra Bartolomeo, Maurizio e Anton Maria Magi con ordine del P. Provinciale e dal Granduca ottennero da P. Valerio Martelli la testa del Beato. I due dovettero portarla ad Anghiari quasi furtivamente, per sfuggire il tumulto degli empolesi che invece si vedevano privati di così insigne parte del santo corpo. I Magi consegnarono la testa alla Sagrestia del Convento della Croce. Solo nell’anno seguente, nel 1604, il P. Martelli riuscì a giungere ad Anghiari e consegnarla ufficialmente alla Comunità anghiarese.

Roma, 7 aprile 2008 Gent.mo Signore Alessandro Bivignani Collaboratore della Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo Via della Prepositura, 9 52031 Anghiari (Arezzo) La Segreteria generale OFM mi ha trasmesso, per competenza, la Sua mail del 28 marzo u.s. con la quale ha chiesto notizie sul “Beato” BARTOLOMEO MAGI, Frate Minore, nato ad Anghiari nel 1460, entrato nell’Ordine dei Frati Minori del 1480 e morto nel 1510 ad Empoli. Consultato l’archivio di questa Postulazione generale, sono in grado di fornirLe le seguenti informazioni: 1) Come Lei riferisce, posso confermare che il Beato Bartolomeo è ricordato al 25 maggio nel nostro “Martyrologium Franciscanum” (edizione 1959), con l’elogio che Le rimetto in copia. Lo stesso Martyrologium annota che il “Beato” sarebbe morto nel 1509, e rinvia ad alcune “fonti” come gli Annales Minorum del Wadding, non omettendo di ricordare che il Taglieschi nei suoi Annali del convento della Croce d’Anghiari afferma che il Beato sarebbe morto il 18 marzo 1510. 2) Nella cartella n. 90 dell’archivio della Postulazione trovo poi copia di due “codici” che riferiscono notizie relative al Beato Bartolomeo. Si tratta del Codice 2063 della Biblioteca Nazionale di Roma e di un Codice cartaceo manoscritto che abbraccia notizie dal 1224 al 1635. Le invio copia dei due manoscritti che potrà confrontare con altre fonti in suo possesso. Desidero poi informarLa che per il “Beato” Bartolomeo di Anghiari non è in corso alcuna Causa canonica di beatificazione o canonizzazione, né fu mai avviato alcun procedimento canonico in suo favore. Auguro a Lei, al Rev.mo Signor Parroco e all’intera Comunità d’Anghiari la gioia della Pasqua con il saluto francescano di “pace e bene! Suo dev.mo del Signore Fr. Luca M. De Rosa, OFM Postulatore Generale

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Ascensione 2008 Articolo a quattro mani Viri Galilei, quid statis aspicientes in coelum? Queste le parole dell’introito della solennità dell’Ascensione al Cielo di Gesù, e giorno di festa grande al nostro Santuario del Carmine. “O uomini di Galilea”, dice l’antifona “perché state fissando il cielo?”, è la domanda che l’angelo fa agli apostoli che rimasero col naso all’insù dopo che Gesù fu innalzato davanti ai loro occhi. Lo stare volti in su ma essere invitati alla concretezza della vita: ecco cosa succede per l’Ascensione al Carmine. Appena si sale al Santuario si va in chiesa, si assiste alla Messa, ci si confessa e si fa la comunione: e il nostro cuore e il nostro sguardo sono come richiamati a guardare in alto. Anche l’immagine miracolosa della Madonna è, appunto, in alto. Poi la festa prosegue, nel chiostro, con la colazione e la fraternità degli amici. Nella mattina, lo scorso 4 maggio, si sono susseguite le solenni liturgie. La prima Messa officiata dal parroco di Micciano don Gianni, poi alle 8 don Mario, sacerdote polacco amico di don Stanislao che poi ha celebrato alle ore 9. Alle ore 10 ha celebrato don Romano con i suoi parrocchiani di San Leo e alle ore 11,15 la Messa solenne è stata presieduta da Monsignor Vittorio Gepponi di Arezzo, alla presenza della nostra Corale di Anghiari. Poi nel pomeriggio è venuto da Città di Castello don Andrea Czortek per la Messa e la Benedizione dei Bambini, ed infine alle ore 18 ha concluso il rettore don Marco, celebrando la Messa per i festarini e i benefattori defunti. Code anche ai confessionali, per i numerosi fedeli che hanno voluto vivere una festa davvero completa con il sacramento della Confessione prima di – ed è cosa buona – fare la Comunione. *** E nel chiostro abbiamo ritrovato lo stesso spirito di festa e dello stare insieme sia nel ristoro preparato per tutti i pellegrini ed i fedeli presenti nel Santuario, sia negli altri intrattenimenti che si sono svolti in particolare nel pomeriggio. Un grandissimo grazie ai tanti collaboratori ed ai festarini che già diversi giorni prima hanno fatto la questua presso le famiglie di tutta la Vallata ricevendo ovunque offerte ed incoraggiamenti. Ed un altro altrettanto grande grazie a coloro che per tutta la giornata della festa, dall’alba al tramonto inoltrato, si sono impegnati nelle varie incombenze affinché i pellegrini e di fedeli trovassero decoroso il Santuario ed accogliente l’ospitalità del “chiostro”. Per tutti un arrivederci al prossimo anno.

I Borghi e le Strade d’Anghiari di Armando Zanchi

La scalinèta che porta sulla Piazza per farla in su la voglia ti scoraggia

Per la via Nuova le case e terrazze se vai in su finisci alle Bucacce

In questo Anghièri qualcuno s’è scordèto ma il mio ricordo è dove sono nèto

Quello di uscita verso tanti paraggi la Via Cupa Intoppo via dei saggi

Questa stradetta chiamata il Chiassolo se tu vai in giù tu prendi bene il volo

Al Campo della Fiera tu vedi mezzo mondo e S. Sepolcro tu vedi nello sfondo

Io passeggèvo là per la Badia e me ritrovèvo là sulla mia

Ma per la Tomba salita c’è da fare alla Ghiacciaia un giorno puoi entrare

Ti fermi al Palterre di fronte a Garibaldi via della Croce (Ruga) finiscono i tuoi sguardi

La scalinèta che scende alla Badia lì da ragazzo era tutta mia

Dal Castello Antico salendo su in Piazzola dove il Comune à la sua dimora

Via delle Mura di sotto e di sopra al Chiavicone la strada lì approda

Scendi alla Fonte di fronte c’è il Terrato lì c’era Tremendo che il caffè m’à dèto

A Monteloro la moglie ho trovèto poi ad Arezzo me ne sono andèto

Lassù più in alto c’è il Conventone ora abituèto a dare le lezioni

Strada facendo la strada del Destino prima era chiusa da quando ero bambino

Al Mammalucco tu mai ci sei stèto chissà quante volte tu ci sei passèto

Cari Anghiaresi io mai me so’ arreso del mio paese vi offro il suo arredo

Alle Cascine poi vecchio Sportone lassù al Campèno la scalinèta pone

Tra le Due Porte esisteva una latrina oggi dispersa per farci una vetrina

Laggiù in basso vi era una stazione con un trenino che andava a vapore

Tenetelo a cuore con le vecchie storie perché Anghièri à le sue memorie

Scendi in basso c’è S. Agostino ed in Tralemura il tuo vero destino

Un vecchio forno dell’antico tempo grande corredo usato al momento

La Galleria e dopo la Cappella via della Bozia mi sembra la più bella

Siate amanti del caro vostro paese che dalla nascita mai lui vi offese

C’è il Poggiolino di sopra il Bordello alla Calabria c’è il portone bello

Via del Fosso e il Vicolo degli Amori ma Violina con i vecchi nomi.

S. Agostino un dì piazza Cazzotti case e somari muli e barrocci

Sotto gli archi della vecchia Fonte lì vi era fresco poco sudore in fronte:

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I preti di Città di Castello di don Gerico Babini

Nel 1935 morì il grande Vescovo di Città di Castello Monsignor LIVIERO. Gli successe un Cappuccino Monsignor Crotti. Il Vescovo Monsignor Liviero morì per un incidente automobilistico. La sua macchina, guidata da Don Angelo Ascani, parroco di Citerna, uscì di strada e, dopo aver abbattuto una fila di giovani alberelli, andò a schiantarsi contro un muro. Il Vescovo anziano e corpulento, batté i ginocchi e si ruppe i femori. Messo in trazione, non gli resse il cuore e morì qualche giorno dopo. Sulla tomba c’è una breve iscrizione che dice tutto Potens opere et sermone. Gli successe, come ripeto, Mons. Crotti. Era pieno di buona volontà e di santi e tanti buoni propositi, ma l’uomo propone e Dio dispone. Al suono della campana di mezzogiorno, in camera sua, si accingeva a recitare l’Angelus Domini. Si mise in ginocchio sulla rete del letto. E’ difficile stare in equilibrio sopra una rete. Infatti il Vescovo cadde all’indietro, andò a battere con la schiena sopra un inginocchiatoio e si ruppe una vertebra. Rimase paralizzato in tutta la vita. Quanti sogni stroncati! Dopo un mese era morto. Dovette supplirlo Monsignor Pompeo Ghezzi, Vescovo di Sansepolcro, già anziano e sordastro. Aveva però in quei giorni dichiarato guerra alla bicicletta ed alcuni sacerdoti castellani ne subirono le conseguenze. L’ottimo Don Oreste Fiorucci, parroco di Selci Lama e poi Direttore del Convento delle Cappuccine (Chiesa di Santa Veronica Giuliani) si sfogava con un po’ di ironia. Un giorno, Mons. Ghezzi, parlando ai preti di Città di Castello riuniti in Seminario, li esortava a stare uniti e volersi bene, e portò un esempio personale! “Un giorno - disse - io l’andavo a San Paolo, mentre ero a Roma, ed incontrai il Vescovo di Modigliana, che l’andava, l’andava,... l’andava... là dove l’era diretto... Ma lì in mezzo a tutti, ci abbracciammo in segno di amicizia sacerdotale.” Gli ascoltatori, a questa uscita, ridevano anzi, sghignazzavano. Quel terribile don Oreste Fiorucci disse, quasi ad alta voce: “Era meglio se l’andava in bicicletta!” Non lo disse con malizia, ma uno sbaglio si paga anche se il giustiziere non è impeccabile.

Festa dei bambini del terzo anno Nell’asilo di Santa Maria in Sansepolcro, domenica 25 maggio si è svolta la festa d’addio in onore dei bambini del terzo anno che lasciano l’asilo per frequentare poi la prima elementare. Nell’occasione ed a ricordo, i genitori hanno voluto fare donazione, dietro anche suggerimento di Don Stanislao, di tre piante da mettere nel parco. Caterina Lega coinvolgeva il Comandante Mondanelli della Forestale di Anghiari il quale di buon grado ha accettato l’invito e recatosi da Spazio Verde ha individuato tre bellissimi aceri campestri, piante tipiche della nostra zona e quindi autoctone. I genitori hanno voluto ringraziare ufficialmente Spazio Verde che si era offerto a mettere le piante a dimora gratuitamente ed in tempo per la festa del 25 maggio. La festa ha registrato un gran successo con lo spettacolo applauditissimo dei bambini ed a chiusura nonna Lela leggeva la poesia che aveva preparato dedicandola all’acero campestre molto apprezzata specialmente dalle maestre commosse.

L’acero di Santa Maria Eccomi qua, son l’acero campestre, sono arrivato all’ultimo trimestre, per crescere con voi, cari bambini, grandi, medi e molto piccolini. Io sono l’acero che ondeggia col vento e vorrei dirvi quanto son contento, di essere venuto qui su questo prato, dove sarò felice e ben curato. Grazie a chi mi ha scelto e mi ha comprato, a Spazio Verde che qui mi ha piantato. Grazie a voi tutti miei piccoli amici, che vedrò scorazzare qui felici. Saluto tutti voi a Santa Maria, a quei più grandi che ora andranno via, per iniziare la scuola elementare. Tornate qualche volta qui a giocare. Grazie a voi tutti capi ed assistenti, ai genitori, a tutti voi parenti, Grazie di cuore a tutte le maestre, che Dio v’aiuti. L’acero campestre. Lela Lega

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I sapori di una volta di F.B.

Adesso molte cose sono artefatte, grazie anche alla pubblicità che ci fa comprare anche le peggio cose, ma sono di marca. Fermiamoci un attimo a parlare di quello che si mangia, in particolare della carne, per esempio il prosciutto o la spalla. Adesso sono di maiali selezionati (per me peggiorando la razza). Prima il prosciutto aveva almeno tre dita di grasso e se il grasso era buono e saporito era buono tutto il prosciutto. Adesso il prosciutto ha un dito di grasso ma in confronto al vecchio questo nuovo non ha sapore e azzarderei anche a dire che sembra di mangiare un pezzo di cartone; anche la spalla di una volta non ha niente da spartire con quella di adesso. Per il maiale questo è quanto, ma per il cibo in generale sono spariti gli ottimi sapori di una volta e sono spariti quando è sparita la civiltà contadina. Ma io vorrei lanciare un appello, un piccolo sasso nello stagno. Ancora si può recuperare un po’ di sapori del passato per esempio comprando certi prodotti (che fanno anche più male, perché edulcorati però rispettando la leggi) e chiedendo ai negozianti che i prodotti che comprate abbiano certe vecchie caratteristiche (per esempio assaggiate i ciccioli dei pochi contadini e i ciccioli comprati al supermercato), e non preoccupatevi dei sorrisini di sufficienza dei negozianti perché come al solito più siamo più saremo ascoltati e poi non dico mica di non comprare certi prodotti, ma magari solo di calare, così le ditte più importanti dovranno fare delle ricerche di mercato e magari ritornare sui loro passi. Per finire ricordate perché si arrivò a mucca pazza.

Amore di padre di Mario Del Pia

Non so come si presenti esteriormente l’amore di un padre, e nemmeno quello di un figlio, anche perché i Del Pia, quando vogliono bene a qualcuno, non è che non glielo dicono mai ma certo glielo dicono molto raramente. Io so però che quando mio padre, nell’ultima settimana della sua vita, ha avuto veramente bisogno della sua famiglia, gli ho voluto bene.


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Le lucciole: che nostalgia!

Ore otto e quarantasette

di Maria Senesi

Quando i campi di grano erano pieni di lucciole anche sotto le Mura c’era una grande allegria. I nostri figli rincorrevano quei lampioncini e si sentivano le loro voci che dicevano: Lucciola lucciola vien da me/ ti darò il pan del re/ pan del Re e della Regina/ lucciola lucciola vien vicina. Poi le mettevano sotto il bicchiere per avere qualche soldino e noi mamme si richiamavano: «Ora basta! Non ne prendete più; i vigili fanno la multa!» E allora, a proposito di vigili, sentite questa: Un giorno un calabrone/ che andava in bicicletta/ pregò la luccioletta/ di fargli da lampione/ ma il vigile maiale/ che stava di fazione/ gli fé contravvenzione/ scrivendo sul verbale:/ Per sue ragioni interne/ la legge non ammette/ su carri o biciclette/ lucciole per lanterne.

Un viottolo ferroviario di Emmedipì

È quello che, passando a fianco dell’Asilo nido, permette di raggiungere dal piazzale della ex stazione ferroviaria la nuova via P.P. Pasolini, che sarebbe la vecchia sede della ferrovia dell’Appennino e che si dirige decisa alla volta di Volterena.

Tristi ricordi, passeggiando per Viaio. 11 Settembre 2006 di Piero Lega

La luna è insolitamente chiara; è incredibilmente grande, incastonata sopra Campalone, nell’immensa cupola del cielo, dal nitido colore azzurro-chiaro. Ha un cratere in più, creato dalla caduta, per esaurimento della sonda spaziale. Il sole già brilla, fa capolino sopra i monti ed argenta i tetti rossi ed i campanili del paese antico. L’ombra del campano s’allunga sui tetti, fino ad oscurare il Borgo della Croce. Allo stesso modo le ombre delle due torri gemelle, che si levavano da Ground Zero, qualche minuto prima di quest’ora, erano ancora tese e si allungavano su Manahattan. Alle otto e quarantasette scoppiò l’inferno mentre la stessa grande luna atterrita, incredula ed inorridita era lì, a guardare.

Le palme di Palmiro

La Zelinda è caduta

Ormai da diversi anni Palmiro (e chi altri avrebbe potuto farlo) provvede a procurare le palme per la Processione della Domenica delle Palme. Il Palmiro in questione è quello che abita al Molin bianco, in quel di Tavernelle, confinante col Sasso d’Ercole nonché Camerlengo della antica Compagnia di Casenovole. A lui va il ringraziamento della parrocchia di Anghiari per questo suo impegno portato a termine con precisione. Anzi per il 2009 sono in programma nuove iniziative per rendere ancora più bella e da ricordare la festa della Domenica delle palme. Per prima cosa la distribuzione delle palme verrà effettuata presso la chiesa di Sant’Agostino, nella piazza omonima, da dove la processione si dirigerà decisamente verso la Propositura per proseguire nella celebrazione eucaristica. Già fin d’ora gli abitanti di quel borgo sono avvisati a farsi trovare pronti ad ogni evenienza e Palmiro, ne siamo certi, non si farà trovare impreparato ma farà sfoggio dei rami di ulivo.

Passavo per piazza Cazzotti (ormai son passati alcuni mesi) quando ho visto la Zelinda, conosciuta dagli amici come Popa, che se ne stava a sedere sulla panchina e un po’ triste. L’ho salutata e le ho chiesto notizie. E allora ho saputo che era involontariamente caduta per le scale di casa sua e s’era fatta male.

di Mario Del Pia

di Clèto

Tassa del pane di Clèto

Per la precisione sarebbe la tassa sul profumo del pane. È quella che vorrei mettere io a tutte le persone che passano davanti al forno del Bindi. In certe ore del giorno infatti possono assaporare il buon profumo del pane, degli zuccarini o della mantovana. È una sensazione unica che ricorda ai non più giovani di quando il pane ogni famiglia se lo cuoceva nei forni familiari. Senza parlare dei giorni che precedevano alcune feste annuali ed in particolare la Pasqua.

A Monterchi Durante l’estate si ripetono i concerti del mercoledì presso il giardino della Madonna del Parto a Monterchi. Il 20 e il 21 settembre torna la sagra della polenta. 27

Bandiere al vento di Emmedipì

Io posso anche capire che si debba tenere esposta la bandiera italiana e quella europea ma queste bandiere, ridotte a volte a brandelli, secondo me dovrebbero rimanere esposte solo in occasioni particolari. Fra l’altro, siccome sono esposte diuturnamente, nessuno fa più caso alla loro presenza. Diverso sarebbe il caso della loro sporadica esposizione che colpirebbe l’attenzione dei cittadini facendoli arrovellare del perché della loro esposizione.

Davanti a me sul tavolo di Maria Pia Fabiani

In un’anfora minima lucida e nera si sporge lungo un fianco come un bel cuore verde un’edera stupenda e dietro lei due rametti gentili d’un’erba grassa allungano felici le fogliette carnose. È un quadro piccolino di vita e di bellezza con un potere magico: mi dà una dolcissima serenità 21 agosto 2003


Un anniversario da festeggiare

Ai bambini della Prima Comunione Ore 10:30 di Domenica 25 maggio 2008, le campane della nostra Propositura di S. Maria delle Grazie in Anghiari, suonano festose: chiamano la Comunità per la S. Messa delle ore undici, così come succede tutte le domeniche, da sempre. Oggi però è, per tutti noi, una domenica speciale: è la solennità del Corpus Domini e, proprio oggi, venticinque nostri bambini ricevono, per la prima volta, il Sacramento dell’Eucaristia. A pochi minuti dall’inizio della S. Messa, entro nel salone dell’Oratorio dove loro: Andrea, Lisa, Mattia, Marco, Lucia, Francesco… e vorrei poterli nominare tutti, nelle loro vesti bianche e trepidanti per il giorno che hanno tanto atteso, sono pronti a fare l’ingresso in chiesa. Dinnanzi a quei bambini un pensiero: ringraziare il Signore per avermi dato la possibilità, in questi anni, di essere una delle loro catechiste. E’ grazie a loro che ho potuto continuamente rinnovare e gustare la gioia di un INCONTRO, e sempre grazie a loro, mi sono sentita parte di una Comunità che, pur con i limiti propri di ciascuno, si sforza di intraprendere un cammino insieme, con lo sguardo rivolto verso la stessa meta. Voglio ringraziare i “miei bambini”, uno ad uno, per l’affetto e l’entusiasmo che mi hanno sempre rivelato, aiutando me, adulta, a tenere sempre vivo quello stupore verso anche le più piccole cose, capacità che una volta diventati “grandi”, spesso, si affievolisce. In questi tre anni che insieme abbiamo cercato di andare incontro a Gesù Eucaristia, ognuno di loro, con le proprie peculiarità, è stato un arricchimento per l’altro, non come un gruppo che marcia al passo, ma come un’orchestra che prova la stessa sinfonia e dove ciascuno è fiero di ciò che con il proprio contributo, anche se minimo, può conferire all’insieme.

Il 21 agosto Bruno Zanchi e la moglie Maria Mafalda ricorderanno il loro 60° anniversario di Matrimonio. E sarà una bella occasione, per loro e per i loro familiari, di ringraziare il Signore per tutto i doni che gli ha elargito in questi anni: fedeltà, amore, rispetto reciproco e poi figli, nipoti e pronipoti. Tutti doni che sembrano essere merce rara oggigiorno… e forse perché si vuole togliere di mezzo Colui che queste cose le ha fatte e ce le dona. Fu l’indimenticabile don Nilo, all’epoca Proposto, a benedire le nozze di Bruno e Maria, che oggi hanno la rispettiva età di 84 e 83 anni. All’epoca era sacrestano il famoso Dante. Bruno ci racconta che prima della cerimonia, confessandosi da don Nilo, dimostrò di avere poca dimestichezza con le preghiere della penitenza, ma il buon parroco gli rispose (probabilmente sorridendo, come un buon parroco e in anghiarese) “dille come le sé!”. La festa si svolse poi allo “stanzone” per la via delle Mura di sopra. La guerra era passata da poco e di soldi ce n’erano pochi quindi le fotografie sono quelle impresse nella mente dei presenti e il viaggio di nozze…. dalla Propositura allo stanzone! Al termine di questo simpatico racconto, che è segno di tutto il nostro affetto ed ammirazione per i due coniugi, si esprime a nome del giornale le più vive felicitazioni, unite agli auguri dei figli Tosca, Anna, Angela, Graziano, dai nipoti e dai pronipoti.

Donatella

Auguri a...

di Turiddo Guerri

La lezione

Molti Italiani vanno all’estero in vacanza o come turisti. Buon segno: l’Italia in questi ultimi tempi gode di un diffuso benessere che nel passato – anni venti e successivi – nessuno neanche se lo sognava. Capita spesso però che le persone del luogo con le quali conversano dimostrano di conoscere città, opere d’arte e bellezze naturali italiane più dei loro stessi loquaci interlocutori. I quali ovviamente s’impappinano e ci restano mortificati. Ma impareranno mai la lezione? “Forse che sì forse, forse che no”. Qualcuno “forse che sì”, ma i più “forse che no”, perché il benessere non sempre genera “virtude e conoscenza”.

Domenica primo giugno, festa in casa Sassolini in occasione delle nozze di Vittorio ed Elena Vettorato nella bella chiesa della Croce ad Anghiari in cima al Borgo omonimo. Un suggestivo addobbo già fin dal porticato ha accolto gli sposi al loro ingresso in chiesa. La celebrazione è stata fatta da don Fabio Celli, cugino di Vittorio, che ha un importante incarico presso il Seminario vescovile di Fiesole. Ai novelli sposi gli auguri dei familiari, degli amici ai quali si aggiungono quelli della Redazione del giornale.

di Turiddo Guerri

Dante

Più si rilegge Dante più restiamo stupiti: una grandezza senza limiti. Nella Divina Commedia c’è tutto: filosofia, storia, teologia, amore, odio,vizio e virtù. In ogni sua opera il suo genio si rivela superiore a ogni altro. La sua immagine andrebbe assunta a simbolo nazionale e inserita al centro della nostra bandiera in sostituzione di quella brutta ruota dentata.

*** Cogliamo l’occasione per ricordare anche la nascita del piccolo Giacomo, figlio di Vittorio ed Elena, nato il 2 novembre scorso e che è stato battezzato dallo stesso don Fabio.

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DUE CONCERTI DI MUSICA CORALE

di Cesare Ganganelli

Ben due concerti di musica corale hanno caratterizzato il giugno anghiarese. Organizzato dal Comune e dall’Associazione Pro Anghiari, nella serata di venerdì 13 giugno 2008, nella stupenda cornice che offre la chiesa di S. Agostino, l’Insieme Vocale Tourdion di Arezzo, diretto dal M°Gaia Matteini ha eseguito un bellissimo concerto in ricordo del nostro indimenticabile Walter del Sere. Il coro, fondato nel 1981 e costituito da nove elementi, tutte voci femminili, ha fatto un excursus fra vari brani della polifonia sia sacra che profana, alcuni facenti anche parte della liturgia ortodossa. Nel finale sono anche stati eseguiti quattro madrigali del compositore ungherese Z. Kodály. Tra questi, uno in particolare, Chi d’amor sente, dava anche il titolo al concerto. Questa frase, come ci ha spiegato Stefania, corista anghiarese facente parte di questo complesso vocale, caratterizzava la personalità di Walter. La serata si è poi conclusa con l’esecuzione del brano “Tourdion” che da anche il nome all’insieme vocale. Altro appuntamento degno di nota è stato quello di domenica 15 giugno 2008. Nella Chiesa della Croce, un ospite d’eccezione: il Coro del Duomo di Firenze, che dopo aver animato la S. Messa domenicale delle ore 18:00, ha eseguito un breve concerto di musica polifonica, essenzialmente sacra. Questo gruppo corale ha origini antichissime, addirittura risalenti al XV secolo, quando Cosimo de’ Medici, in occasione del trasferimento da Ferrara a Firenze del Concilio Ecumenico, istituì per il Battistero la Cappella Musicale dei Cantori di San Giovanni. Il Coro del Duomo di Firenze, rappresenta, quindi, la continuità con i Cantori di San Giovanni, passati successivamente dal Battistero alla Cattedrale. Il Coro, costituito da circa sessanta cantori e diretto dal M°Alfonso Fedi, ha eseguito durante la S. Messa, composizioni di A. Vivaldi, estrapolate in gran parte dal ben noto Gloria RV 589. Bellissima l’esecuzione, durante la comunione, dell’Et in terra pax per coro e organo. Le parti dell’ordinarium sono state cantate secondo lo stile gregoriano della Missa VIII “de Angelis”. Dopo la S. Messa il concerto, durante il quale sono state eseguite musiche di Mozart, di Gounod e di Perosi. Affascinante il Misericordias Domini di Mozart; altrettanto bello e sempre commovente il celebre Ave Verum Corpus scritto dallo stesso compositore austriaco nei suoi ultimi anni di vita. Molto bella anche l’esecuzione del Credo di Lorenzo Perosi dove la melodia gregoriana, affidata alle voci virili, si alternava con una sorta di risposta al coro e all’organo, per finire con un glorioso Amen. Il concerto si è poi concluso con il brano Et Hymno dicto: il grandioso finale della prima parte de La passione di Cristo secondo San Marco composta anch’essa da Lorenzo Perosi. Tutti i brani sono stati eseguiti con l’accompagnamento d’organo del M°Riccardo Torricelli, organista principale e maestro sostituto del Coro. Concludendo, mi sento di dover ringraziare tutti coloro che in qualche modo hanno contribuito alla realizzazione di questi due appuntamenti, attribuendo così quell’importanza che la musica corale in primis si merita di avere. (Nella foto il Coro del Duomo di Firenze diretto dal M°Alfonso Fedi)

Celebrata dopo 32 anni

Festa di S. Antonio da Padova a Ponte alla Piera di Cristina Maggini

Il 15 giugno scorso la parrocchia di San Giovanni Evangelista a Ponte alla Piera, ha avuto di nuovo la gioia di festeggiare nella sua chiesa, a distanza di 32 anni, Sant’Antonio da Padova, il Santo dei miracoli. L’iniziativa è partita dal nostro parroco don Gianni Zanchi che, conoscendo la devozione dei suoi parrocchiani verso il Santo, si è adoperato per organizzare al meglio la festa, invitando, oltre al Coro della Madonnuccia, un Frate francescano che ha celebrato la S. Messa insieme al Diacono Fabio Mondani. Per l’occasione è stata inaugurata una nuova statua di Sant’Antonio (considerando che la statua già presente nella chiesa è in condizioni di degrado) dandole una particolare benedizione. Terminata la S. Messa la popolazione di Ponte alla Piera ha offerto un rinfresco a tutti i partecipanti, allestito nel prato antistante la Chiesa. Un grazie di cuore al nostro parroco e a quanti hanno permesso la realizzazione di questa importante festa.

Le vostre offerte per il Giornale A. Maria Arrighi, Via per Arezzo Abramo Maggini, Ponte alla Piera Alberto Camaiani, Borgo della Croce Aldo Ceccantini, Il Chiuso Angiolino Roselli, I cordoni Annita Guadagni, Garlasco Antonio Zanchi ed Emma Delgadillo, Bolivia Benita Cuccardini, Piazzola Cinzia Panichi, Via nova bassa

Clara Giornelli, Carboncione Fabrizio Papini, Cignano Faustina Pernici, Valealle Gianni Beretta, Caserecci Giovanni Berni, Casolare Grazia Boriosi, Sanpierdarena Katia Bagnoli, Anghiari Lidia Leucalitti, Monteloro Maria Borghesi, Le Ville

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Maura Coleschi, Ponte alla Piera Nella Selvi, Le Ville Nerella Gennaioli, Sansepolcro Paola Giudici Panichi, Sant’Agostino Paolo Monini, San Leo Patrizia Antoniucci, Monterchi Roberto Chieli, Acquedotto Vesta Vellati, Il fosso Vilmo Chiasserini, Bagno a Ripoli


La calda Battaglia d’Anghiari

I crustini neri a la Toscana

di Armando Zanchi

C’era il Maschio nero e malandrino pareva il macchinista del vecchio trenino

I grossi tamburi del Saracino per la discesa una quadro divino

Mentre il Capruggine scopa in spalla il prigioniero teneva a galla

Tante donzelle costume patriarcale di ogni casato dell’Anghiari ancestrale

Il Celestino incatenato lì alla Gogna viene venerato

Anche i cavalli fanno comparsa con cavalieri puri di razza

Con questo caldo la gabbia scottante gli brucia il pelo di braccia e di gambe

Anche il Sindaco vedevi in testa tra la sua gente tutta in festa

Il quarto componente tutto sudato alla carriola viene ingaggiato

Caldo bestiale grande il patire vedevi il Popo tanto soffrire

Per sollevare il condannato quel Celestino destino spietato

Bottiglie d’acqua tra le sue mani penso per lui sono giorni amari

Suona la tromba arriva la banda dei balestrieri e donne in gamba

I nostri cari vecchi Anghiaresi alle loro feste presenti e cortesi:

‘Na volta ‘n c’era tante “cuccumegge”, ‘n c’era tante tartine e vol al vento… ‘N tutti i pranzi, era legge sovrana: crustini neri, boni, “a la Toscana”. Cume se fa? ‘Ntanto ci vol la ciccia, ma poca… de maièle e de vitella, non de pollo, cavallo, né de miccia… ma ‘la su’ morte è milza’ e coradella… vintricchi, de galine, de piccione, e meglio si ci l’è de cacciagione... che ne so, de fagiano, de beccaccia (de questa, anche i budelli ci se caccia!) Metti cun questa robba, al tegamino, tutti l’udori, men che lu smarrino… ma quel che gni darà gusto e decoro sarèn: croccole, salvia e ‘n po’ d’alloro. Nu spicchio de limon gni dà l’asprino e gni smorza quel puzzo de frischino che qualche volta c’èno l’interiori, anche si tu c’è misso cento udori! Sta’ attento che sia lenta la cuttura, che ‘n te bruci e ‘n t’atacchi ‘ntul teghème; perché la cosa sia ‘n po’ più sicura, mettici ‘n po’ de brodo e ruma bene! Ora fa cume me, sta attento, guarda: ho preso runculino e battilarda... batto la ciccia cun colpi sicuri: che musica! E profumino anche i muri!!! Basta! Che non dev’esse’ spappolèta! Adesso armetto al foco, ma non tanto; si c’è bisogno, gni do ‘na rumèta, e, quande arfriggi, ‘n guccin de vinsanto!

Dante d’Anghièri

‘Ntanto che ‘stu liquore me s’asciuga, io batto ‘n po’ de capperi e ‘n’acciuga; l’aramesto a la ciccia ‘ntul teghème… ..n’asaggiatina… sì, va proprio bene!

di Turiddo Guerri

La Divina Commedia ch’i studenti studiono mèle a scola qua e là senza capicci ‘n cappio e ‘n accidenti, se gusta solo mo a la nostra età: pirfino ‘l Paradiso ci pèr vero… meglio però arimané de qua. Ma viéni, a legge Dante, sto pinsiéro: siccome dici piue, come noi, sollo, mena, nutrica, caggia, ‘ntero, proprio, lutta, a carpone e tui per tuoi, sto ragionè cusì ‘n du’ l’ha ‘mparèto? Qui ‘n du’ ’nveci de puoi se dici poi e ‘n du’ parrebbe proprio fusse nèto e po’ crisciuto avverso ai Guelfi Neri. Per forzia alora ‘gna che sia chiamèto, come Baldaccio, Dante d’Anghièri.

Ora spièno l’impasto, cun passione, sul pane casareccio abrustichèto caldo, croccante, e appena ‘npo’ zuppèto ‘ntul brodo de galina o de capone. E adesso, dimme ‘n po’: che te ne pèri, amico mio de ‘sti crustini neri?

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C R O N A C H E T TA

Mese di Giugno 2008 Domenica 1. Oggi è morta Giuseppa Morvidoni conosciuta da tutti come Pina. Aveva 54 anni ed abitava verso la Giardinella. Mercoledì 4. Gastone domenica aveva detto che avrebbe tagliato l’erba davanti alla chiesa ma ancora non l’ha fatto. Giovedì 5. Stamani sono passato dalle Cascine e ho sentito il profumo del gelsomino della Gilberta e mi sono ricordato anche di quello dell’Orizia per la via Nova. Venerdì 6. Stamani ho sentito una bubbola cantare dietro gli orti del Conventone. Domenica 8. Stamani Gastone è venuto alla Messa in bicicletta. * Oggi in Propositura don Marco ha battezzato Lucia Bigiarini di Stefano e Sara Redenti. Era nata mercoledì 9 gennaio. La sua famiglia abita alla Giardinella. Lunedì 9. Verso il Ponte dei Sospiri ho visto un pennuto spiaccicato. Speriamo che non sia uno dei mugginesi del Ruggeri. Mercoledì 11. Oggi sono nati Francesco e Beatrice Mondani di Riccardo e Paola Rossi. La sua famiglia abita a Milano ma i suoi nonni abitano alla Calla, poco prima del Carmine. Giovedì 12. Oggi è morto Nello Scimia di anni 86. Era conosciuto come zi’ Nello per il suo ruolo a Tovaglia a quadri. Abitava al Poggiolino.

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Maggio 2008 Giovedì 1. Oggi è morto improvvisamente Paolo Chiodini a soli 52 anni. Abitava al Topo. Venerdì 2. Sul cumbrigliume ho incontrato Carlo, anzi l’ho sfrisato. Andava a mettere le croci che domattina il primo raggio di sole le deve trovare già nei campi. Sabato 3. Stamani Alfonso della Casanova Spicchi m’ha chiesto se stasera c’era la processione che non era sicuro. Mercoledì 7. Oggi è morto Francesco Mondani di anni 83. Da diversi anni abitava fuori di Anghiari ma tutti lo ricordano di quando gestiva il Bar Baldaccio e per aver costruito il nuovo cinema nella zona del Vergone che da lui prese il nome di Cinema Mondani. Domenica 11. Oggi è morta Elsa Mori vedova Marconi di anni 89. Risiedeva al Campo della fiera Lunedì 12. Oggi è morto Angiolo (Angiolino) Meozzi di anni 78. Abitava dopo il Campo della Fiera e tutti lo ricordano quando lavorava da falegname assieme al Dragoni e venivano chiamati gli Angiolini. Mercoledì 14. Oggi è morto Silvano Chiarini di anni 56. Abitava alla Motina. Giovedì 15. Oggi è morto Dino Mari di anni 84. Abitava all’inizio della via per Arezzo. Sabato 17. Oggi è morta Vanda Sciommeri vedova Meoni. Aveva 85 anni ed abitava alle Strosce. Mercoledì 21. Oggi è morto Giuseppe Graziotti di anni 84. Abitava per la Bozia e viaggiava sempre con una “apetta” verde.

Centrali nucleari di Clèto

Anch’io non è che farei salti di gioia se venissero realizzate le centrali nucleari anche in Italia, ma la politica del risparmio energetico, dove è andata a finire. E tutte le nostre città, paesi, viali e vialetti, giardini e parchi, rotonde e litoranee e altri luoghi illuminati a giorno dal tramonto all’alba, servono veramente? Io penso che se è giusto illuminare alcuni luoghi negli orari in cui ciò può essere utile molto risparmio si potrebbe fare su questo versante. Essenziale è anche il risparmio che le famiglie (di più le aziende) potrebbe fare al di là dai rincari annunciati e che pesano e peseranno sempore di più nel bilancio familiare.

Pieraccioni 2 Nella foto scattata da Paolo Rossi il 4 luglio in occasione della proiezione del film “Una moglie bellissima” vediamo Leonardo Pieraccioni regista ed interprete insieme a Laura Torrisi con il sindaco Danilo Bianchi ed il Presidente della Pro Loco Piero Calli. Una occasione di festa certamente ed anche di ricordo per Walter Del Sere. A pag 12 c’è l’articolo di fotocronaca.

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Questo giornale lo potrete trovate su Internet www.parrocchiadianghiari.it Scriveteci: oratorio@parrocchiadianghiari.it o: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

Al Direttore del Periodico L’Oratorio d’Anghiari Ho letto recentemente, e con sorpresa, sull’ultimo numero dell’Oratorio d’Anghiari, un saluto indirizzato espressamente al sottoscritto. Ringrazio sentitamente per la cortesia dimostratemi e colgo l’occasione per segnalare che da anni sono affezionato lettore del periodico che mi fa rimanere in contatto con il paese in cui sono nato e vissuto per alcuni anni. Da ormai molto tempo vivo a Firenze, prima per motivi di studio, poi familiari e lavorativi. Ma sono sempre rimasto legato al mio paese, nel quale hanno vissuto, quasi tutta la loro vita, i miei genitori Carmela e Vittorio Chiasserini, cognome assai comune nella zona. Qui vive anche la mia indimenticata maestra elementare Maria Pia Fabiani Giabbanelli, che mi ha sempre stimolato a studiare e migliorarmi, e di cui ancora oggi ammiro le originali e stimolanti poesie. Nel corso di questi anni, anche per le caratteristiche del mio lavoro, sono stato in contatto con il Comune, che ha sviluppato molte iniziative per valorizzare Anghiari, le sue tradizioni, la sua storia, ed ho potuto apprezzare il lavoro fatto per conservare, tutelare e valorizzare tutti gli aspetti di una realtà viva e orientata al futuro. Anghiari e sempre più conosciuta. Sulla stampa e nei media si parla spesso delle iniziative che la riguardano come la ricerca del dipinto di Leonardo in Palazzo Vecchio, il recente film di L. Pieraccioni, le originali iniziative teatrali (”Tovaglia a quadri”), le iniziative per l’autobiografia, gli episodi legati ai deportati (il Campo dei Renicci), e recentemente anche il racconto di Geno Pampaloni (“Anghiari”) dedicato ad episodi vissuti nel 1932. Anche l’Oratorio, a suo modo, contribuisce a questo processo di conoscenza, descrivendo la vita del paese, la sua gente, gli avvenimenti più significativi e lo fa con originalità e schiettezza, ricorrendo anche al dialetto tipico, così vivace e con termini ormai desueti ma vivissimi, che a me ricordano, con nostalgia, il linguaggio dei miei genitori. Per tutto questo sono lettore attento di tutte le sue rubriche, tra cui quella dell’amico Walter Del Sere, la cui scomparsa lascia increduli e senza parole. Un sincero grazie, pertanto, a tutti coloro che si impegnano direttamente per far uscire con puntualità l’Oratorio, per il loro importante lavoro che consente a chi, come me, vive lontano di rimanere comunque in contatto con la propria terra. Con affetto Wilmo Chiasserini

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