CALENDARIO 2009 Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia
LÌ CI VEDONO!! Luoghi misteriosi del nostro territorio
I
l focolare, col ceppo che scoppietta in fondo e la brace davanti per arrostire le castagne, non c’è più! Così pure non c’è più la grande cucina con le pareti affumicate dal camino che, nei giorni di vento, tira male. E non c’è più il vecchio, il capoccia, che, mentre manovra la padella coi buchi, racconta con voce pacata e tono uniforme, storie strane, curiose, di solito paurose. Tutti attorno ascoltano e si scaldano. È tipico il riscaldamento da focolare… La parte anteriore dei corpi gode del tepore; a volte il fuoco, troppo violento, costringe ad arretrare i banchetti e gli sgabelli: la vampa del ceppo riesce anche a scottare le mani ed arrossare violentemente i volti. Ma dietro? La schiena normalmente è al freddo! Sarà il cucinone troppo grande, saranno le storie del vecchio -o l’uno e l’ altro assiemema spesso un brivido corre rapido giù per la schiena e, nei più piccoli, diventa paura. Effetto della storia? Effetto della febbre che arriva? Difficile dirlo! Oggi sono altri tempi. Quello descritto è un mondo che non c’è più; ma le storie restano. Gli ultimi ragazzi che hanno visto e sentito quel mondo, che si sono buscati in quei tempi là la febbre o una gran paura, oggi sono gli ultraottantenni che, con la tipica inflessione anghiarese e lo spiccato accento dialettale, ricordano, vengono registrati dagli innamorati della tradizione ed offrono, quindi, informazioni e notizie preziose; che, senza di loro, sparirebbero irrimediabilmente. Anzi: ci sarebbe da chiedersi quante sono quelle strane storie definitivamente scomparse; perché quelle che raccontiamo in questa edizione del calendario, probabilmente, sono un residuo, dei relitti fortunosamente sopravvissuti.
Inserto Redazionale allegato al n. 6-2008 dell’Oratorio di Anghiari
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N
on è un caso che le storie del focolare abbiano sempre un tono favolistico, fantastico e misterioso, comincino spesso col tradizionale ‘Una volta, tanto tempo fa…!’ che nelle favole dotte degli scrittori è diventato il noto adagio ‘C’era una volta…!’ Perché è così. Perché una volta, molto tempo prima di colui che narra, è successo che… e l’accaduto, di narratore in narratore, si cristallizza nella forma e con la trama che è giunta fino a questo calendario. È difficile dire a quando risalgano certe storie: alcune hanno l’aria di essere relativamente recenti; altre sono certamente antiche, altre ancora sicuramente antichissime. L’unica cosa certa è che i citti impauriti davanti al focolare diventano a loro volta vecchi che rilanciando le storie sentite lasciano a bocca aperta i citti della generazione più recente. Se si procedesse dunque a ritroso, non si saprebbe mai a quali tempi e a quali epoche -di bocca in bocca- si potrebbe risalire. Certo! Perché un’altra caratteristica di queste storie è che sono tutte narrazioni squisitamente orali. Non c’è nulla di scritto prima. C’è solo il ricordo del vecchio che, semplicemente, ridice -così come ne è capace; con la sensibilità nuova dovuta alla saggezza ed all’esperienza- storie che a sua volta un vecchio gli aveva raccontato quando era bambino. Nelle lunghe notti dell’inverno… davanti al focolare!
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i bocca in bocca, quindi! Con le conseguenze che ciò comporta a livello di aggiustamento e di narrazione della storia stessa. È un altro dei dati più che sicuri di questa materia che oggi viene definita il racconto popolare. Chi sa quanti narratori hanno elaborato ed apportato modifiche alla vicenda originaria…! Conservando l’impianto, certo, ma modificando i particolari, facendoli combaciare secondo una logica più consona alla personalità ed alla sensibilità del narratore stesso. Non va dimenticato, infatti, che nella cultura antica -sicuramente più sensibilmente impregnata di valore e di senso cristiano di quanto noi oggi non siamo quando ci ricordiamo, per esempio, le vicende che leggiamo nei giornali- l’aspetto etico era sempre molto marcato; così che la storia -di generazione in generazione- tende a trasfigurarsi sempre più in una vicenda etica: l’orrido è una manifestazione del male e il male deve essere sempre presente perché il bene, il buono e il positivo del momento presente rifulgano sempre più netti ed evidenti. Di solito dietro narrazioni macabre ci sono, per esempio, vicende delittuose che, però, resta ormai difficile o addirittura impossibile identificare di nuovo; tanta è la fantasia con la quale sono state trasfigurate! Un’altra nota ricorrente -se di male si parla- è il diavolo. Perché il diavolo è il signore del male. Come pure un dato frequente è quello delle luci misteriose che balenano, che danzano; è la danza macabra, la danza della morte a cui, come dice Francesco ‘nullo omo può skappare’. La morte come la contraddizione più grande, il male più spaventoso. ***
S
enza pretendere di fare una esegesi delle storie che abbiamo distribuito lungo i mesi di questo calendario del 2009, si possono però individuare dei motivi ricorrenti non solo nelle storie del nostro territorio, ma -attraverso questenelle storie di tutta Europa; perché il retaggio cristiano è comune a tutto il vecchio continente. Così il narrare popolare vede sempre personaggi buoni, come le fate, che altro non sono che la trasfigurazione di uomini o donne che si sono assunti la loro responsabilità e, per questo, hanno condotto a buon fine una vicenda che rotolava pericolosamente in direzione del peggio, cioè verso la perdizione; come ci sono sempre briganti, orchi e fantasmi che presentano la tragedia, cioè il male, in azione. Da noi tutto questo si può chiamare Omo salvatico, ballo angelico, Ercole, ma resta sempre una vicenda che, in qualche modo, ha a che fare con il disfacimento e il male morale. E quanto più tale male è cruento e spaventoso, tanto più la figura che si oppone al male è giusta e da imitare: la lotta al male è un combattimento! Il bene va scelto. Così, per scegliere bene, uno dei personaggi principe delle narrazioni polari è il diavolo: si mimetizza sempre e confonde l’uomo, ma -anche lui- non riesce a fare i coperchi e così è facilmente riconoscibile, magari dai piedi a forma di artigli…!!! Buona lettura! E ricordate… “Lì, ci vedono!” Anche oggi, all’epoca del computer! Enzo Papi
Lì ci vedono!!
Edizione riservata ai lettori dell’Oratorio
Luoghi misteriosi del nostro territorio Quest’anno illustriamo per i nostri lettori, mese dopo mese, alcuni dei luoghi che nei tempi passati erano noti per strani fenomeni che vi succedevano. Si va dalle classiche luci che si spostavano al passaggio degli incauti viandanti ai rumori più o meno insoliti che si potevano sentire nei vari posti. Va premesso che fantasmi o altre diavolerie sono il frutto di suggestioni personali e non vogliamo certo alimentare tali credenze. E allora perché questo calendario? Questo calendario vuole fare in modo che non si perda la memoria dei fatti raccontati perché sono il frutto dei ricordi tramandati di generazione in generazione. Abbiamo potuto constatare poi che nei luoghi dove si diceva avvenissero questi strani fenomeni, c’erano stati insediamenti umani più o meno antichi, anche se oggi o cento anni fa non esiste più nessuna traccia di tali insediamenti e quindi potrebbe essere una traccia storica per gli studiosi. Così abbiamo scelto alcuni di questi episodi limitandoci a trascrivere i racconti orali così come tramandati di padre in figlio.
Il nostro ringraziamento va alla Banca di Anghiari e Stia che, con il suo contributo, ci ha permesso la stampa del calendario dell’Oratorio per il 2009. Redazione: Alessandro Bivignani, Frido Camaiti. Caporedattore: Emmedipì (è sempre il Del Pia) Con la supervisione di don Marco Salvi. Per le fasi lunari sono state utilizzate le pagine internet di Marco Menichelli, Fiesole, http://www.marcomenichelli.it. Inserto Redazionale allegato al n. 6-2008 dell’Oratorio
GENNAIO 2009 Il castagno del diavolo Il castagno del diavolo si trova lungo la strada che va al Carmine, all’inizio della discesina dopo Spogliabecco. Ora del suo enorme tronco non è rimasto niente ma molti lo ricordano bene quando ci volevano quattro o cinque persone per abbracciarlo e il suo tronco cavo poteva ospitare tranquillamente diverse persone. Un fulmine lo aveva come spaccato in due e, da quel momento, si cominciarono a vedere strani lumi gironzolare da quelle parti e venne naturalmente indicato con il nome giunto fino a noi perché solo il diavolo poteva aver ridotto quella pianta in quello stato. Una volta una donna che si era attardata per delle faccende e stava rientrando a casa, quando fu all’altezza del Castagno del diavolo, sentì come un rumore di una carrozza. Si fermò e anche la carrozza si fermò. Fece qualche passo e la carrozza fece uguale. Poi fece qualche altro passo e anche la carrozza. E così per altre due o tre volte fino a che, di fronte al Castagno del diavolo, la carrozza sparì nel bosco e allora poté vedere che sia i cavalli che la carrozza erano tutti neri.
La donna riuscì a tornare a casa ma fu tanta la paura che stette male per diversi giorni. Altri episodi venivano raccontati spergiurando sulla loro autenticità, ma c’erano sempre gli scettici o gli scaramantici: loro dicevano che tutti questi lumi erano una invenzione e qualcuno arrivò ad affermare che era solo il professor Meozzi che si ritirava lì in solitudine, e con una candela per poter vedere, a scrivere le sue poesie. Fatto sta che il luogo è rimasto sempre ben impresso nella mente degli anghiaresi che dovevano passare da lì e il luogo era evitato accuratamente nelle ore notturne ma anche in quelle crepuscolari.
Il Castagno del diavolo, disegno di Marilena Del Pia tratto da una foto di Amedeo Vellati.
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S. Madre di Dio - Capodanno Ss. Basilio e Gregorio SS. Nome di Gesù II Domenica del Tempo di Natale S. Giovanni Nepomuceno Epifania di N.S.G.C. S. Raimondo S. Severino S. Giuliano B. Gregorio X BATTESIMO DI GESÙ S. Ferreolo S. Ilario di Poitiers S. Firmino S. Romedio S. Marcello I S. Antonio Ab. IIª DOMENICA “per annum” Ss. Mario e Marta Ss. Fabiano e Sebastiano S. Agnese S. Vincenzo S. Emerenziana S. Francesco di Sales IIIª DOMENICA “per annum” Ss. Tito e Timoteo S. Angela Merici S. Tommaso d’Aquino dott. S. Costanzo S. Giacinta S. Giovanni Bosco
I proverbi della nonna Gennaio mette ai monti la parrucca...
Mercati
17 gennaio: Festa di Sant’Antonio abate.
Lunedì: Pieve S.Stefano Martedì: Sansepolcro Mercoledì: Anghiari Giovedì: Sestino Sabato: Sansepolcro Domenica: Monterchi
A Monterchi antica fiera di merci e bestiame.
Modi di dire anghiaresi
dai ricordi della maestra Malvina
Te lo do io Carciano!
S’è mollo lercio!
Ti metto in riga.
Sei bagnato fradicio!
Che vulivi Trombone?
Che stolzo!
Quando uno vuole troppo
Di soprassalto
Unn’ha volto paglia!
Ora te cialmo io!
Non ha fatto niente!
Variante per: ti metto in riga.
I giorni della merla Il 29, 30 e 31 gennaio sono chiamati i giorni della “merla” e sono per tradizione i più freddi dell’anno.
Il tempo di Fridus Meteorologicus La prima quindicina di gennaio sarà caratterizzata da afflussi di area da nord-ovest che potranno interessare più direttamente le nostre zone con impulsi di area umida e fredda con spruzzate di neve intorno ai 500-600 metri ad intermittenza. La seconda quindicina vedrà l’affermarsi di un’area di alta pressione di origine sub-tropicale, con nebbie al mattino e temperature che andranno ad assestarsi sui 3-5 gradi al mattino e intorno ai 10-12 gradi durante le ore più calde. Nella parte finale della validità aumento di nubi da ovest con possibili piogge nei giorni della merla (28/30). Giorni favorevoli a eventuali nevicate: il 9 e 10 di gennaio.
Temperature medie del mese: minima -1, massima +5
Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia
FEBBRAIO 2009 Il Conventino Il Conventino, luogo ameno e bellissimo, a strapiombo sulle Strette della Sovara, è noto per il suo becco (parliamo del maschio della capra) dal pelo lungo e chiaro che qualche decina di anni fa imperversava attivamente nella zona. Ma il Conventino era anche uno dei luoghi in cui “ci vedevano” anzi, a dire il vero, ci sentivano. La Franca di Tavernelle ricorda bene due episodi di quando era giovane ed era andata a cercare le pincole nei paraggi, dato che al Conventino abitavano i suoi nonni. Rimase così a dormire ma la notte sentì dei forti rumori e fece un sobbalzo nel letto. Corse dalla nonna che però la tranquillizzò dicendo che era stato qualcuno dei figli rientrato a notte tarda. Poi, al mattino, scoprì che non era vero ma la nonna le aveva detto quella bugia per non farle ulteriore paura. Un’altra volta ancora un fatto simile, anche questa volta con strani rumori provenienti dalla soffitta della casa e quella volta c’era anche la Loredana con lei. Poi dai rumori ad arrivare ad affermare che si vedevamo anche delle fiammelle il passo era abbastanza breve. Qualcuno anzi
ipotizzò che erano solo i soldati seppelliti durante la guerra proprio lì intorno. Il Conventino, forse per la sua inaccessibilità, viene ipotizzato dalla fantasia popolare come il luogo dove venivano mandati i frati rei di qualche colpa. Qui loro dovevano impegnarsi in lavori manuali nel terreno circostante per espiare qualche loro colpa considerando che il terreno vulcanico della zona non è certo dei migliori per delle coltivazioni. Comunque sia oggi la residenza è molto bella, restaurata e rimessa a posto, e di rumori o fiaccole nemmeno l’ombra, se non i lumi che vengono accesi in occasione di manifestazioni canore che gli attuali proprietari organizzano più volte all’anno.
Disegno di Marilena Del Pia
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IV DOMENICA “per annum” Presentazione di Gesù - Candelora S. Biagio S. Andrea Corsini S. Agata S. Paolo Miki e compagni martiri B. Pio IX Vª DOMENICA “per annum” S. Apollonia S. Scolastica Madonna di Lourdes S. Gaudenzio B. Giordano S. Valentino VIª DOMENICA “per annum” S. Giuliana S. Fondatori dei Servi di Maria (7) S. Costanza S. Corrado S. Zenobio S. Pier Damiani VIIª DOMENICA “per annum” S. Policarpo S. Modesto MERCOLEDÌ DELLE CENERI digiuno S. Vittore S. Gabriele dell’Addolorata astinenza S. Romano
I proverbi della nonna Febbraio grandi e piccoli imbacucca...
Mercati Lunedì: Pieve S.Stefano Martedì: Sansepolcro Mercoledì: Anghiari Giovedì: Sestino Sabato: Sansepolcro Domenica: Monterchi
Madonna del Conforto Domenica 15 dicembre Festa della Madonna del Conforto ad Arezzo.
Le Ceneri Mercoledì 25 febbraio: inizio della Quaresima con il digiuno e l’imposizione delle “Ceneri”.
La ricetta della Santa
Minestra di pane Per una buona minestra di pane si parte dalle verdure tagliate a tocchetti e messe a cuocere nell’acqua dopo averci fatto un bel soffritto. Le verdure sono quelle di stagione, anzi più ce ne sono e meglio è. Salare e, quando le verdure sono cotte, si aggiungono i fagioli cotti in precedenza (se ne può mettere la metà passati e la metà interi). Si prende poi una fiamminga e si mette uno strato di pane tagliato finemente col coltello, più fino è meglio è. Poi si mette uno strato di minestra e così via fino a che la nostra fiamminga è piena o la minestra è finita. Al momento di servire si mette una bella spruzzata di parmigiano.
Il tempo di Fridus Meteorologicus Dopo i primi giorni un po’ piovosi, verso i giorni 8 e 9, l’alta pressione orientale, il grande orso, tenderà ad invadere la parte orientale del mediterraneo con apporto di aria gelida che porterà occasioni di fitto nevischio nei versanti rivolti ad oriente con piccoli impulsi anche nella nostra vallata con possibilità di incaciate al mattino su Anghiari. Poi i venti si orienteranno da ovest-nord- ovest con tempo variabile-perturbato e locali precipitazioni nevose ai 700 metri. Sul finire della validità l’alta pressione delle Azzorre prenderà di nuovo la strada del Mediterraneo con stabilizzazione del tempo e temperature leggermente al di sopra delle medie stagionali. Giorni favorevoli alla neve il 10 e il 12 febbraio.
Temperature medie del mese: minima -1, massima +5
Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia
MARZO 2009 La Maestà di Sputaltorsolo Lungo la via di crinale che da Anghiari conduce al Carmine e alla Marca, a poco più di due chilometri di cammino, dopo la vigna di Secondo Polendoni e il campo di Francesco Poggini, si trova la Maestà di Corte. Questo uno dei nomi con cui è conosciuta e ciò che vediamo oggi è il frutto del suo rifacimento in occasione del Giubileo del 1950. Un altro nome con cui si conosceva negli anni passati è però quello di Sputaltorsolo. Il nome deriva da un episodio ben preciso successo in quel luogo. Alcuni briganti (di quelli che assaltavano i viandanti lungo le strade) commisero qui un grave delitto. Dopo aver catturato un uomo, che secondo loro li aveva denunciati ai carabinieri, lo legarono e dopo avergli messo una grossa mela in bocca gli intimarono: “O bravo!, Ora sputa il torsolo!” Va da sé che il pover’uomo morì e il posto prese il nome di “Sputaltorsolo”. La maestà già esisteva oppure è stata costruita lì in un secondo tempo per ricordare questo episodio.
Ma l’immagine della Madonna che vi era conservata, sostituita dopo che la maestà stessa era ridotta ad un rudere ed era stata rifatta (come abbiamo detto sopra), si chiamava la Madonna della Guardia perché doveva guardare, proteggere, la persona che gli stava di fronte. Dai ricordi di Francesca Busatti (la sora Cecchina) e Guido Leonardi di Corte.
La Maestà di Corte o di Sputaltorsolo in un disegno di M. Del Pia
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I DOMENICA di Quaresima S. Quinto B. Benedetto Sinigardi d’Arezzo S. Casimiro S. Lucio astinenza S. Fredolino abate Ss. Perpetua e Felicita II DOMENICA di Quaresima S. Francesca romana S. Simplicio S. Costantino S. Innocenzo I astinenza S. Sabino S. Matilde III DOMENICA di Quaresima B. Torello da Poppi S. Patrizio S. Cirillo di Gerusalemme S. Giuseppe sposo della B.V.M. astinenza S. Giovanni Nepomuceno S. Nicola di Flue IV DOMENICA di Quaresima S. Turibio S. Severo Annunciazione S. Pietro di Sebaste astinenza S. Ruperto S. Proterio V DOMENICA di Quaresima (o di Passione) S. Leonardo S. Agilulfo
I proverbi della nonna Marzo libera il sol di prigionia...
Mercati Lunedì: Pieve S.Stefano Martedì: Sansepolcro Mercoledì: Anghiari Giovedì: Sestino Sabato: Sansepolcro Domenica: Monterchi
Proverbi Val più un vecchio in un canto che un giovane in un campo. S’aspetti male il contadin quell’anno in cui uccelli e polli faran danno.
Sciagurèto chi è fora! Disse Bartulino dalla prigione vedendo fuori che era un gran tempacccio con nevischio e freddo pensando alla grama giornata che avrebbe passato se era a casa dove l’abbondanza non era di casa. Sempre peggio, diceva il poro Chiechio. E ad ogni affermazione egli ripeteva il suo bravo motto. E ancora oggi sono molte le occasioni in cui il motto di Chiechio ci sta a pennello.
20/21 marzo Equinozio di primavera. Uguale durata del giorno e della notte.
Il tempo di Fridus Meteorologicus Inizio del mese con alta pressione abbastanza stabile, solo verso i giorni 6 e 7 la depressione islandese comincia ad erodere in maniera netta il regime anticiclonico con piogge insistenti anche in Valtiberina e temperature che rientrano nelle medie stagionali di inizio marzo. La seconda metà del mese porterà una variabilità insistente con peggioramento da nord-est verso il 24 febbraio con temperature in veloce discesa e nevischio in Appennino sopra la nostra vallata. Qualche fiocco può arrivare anche su Anghiari ad intermittenza. Giornate favorevoli ad eventuale caduta di neve: i giorni 24 e 25 febbraio, specialmente nelle ore pomeridiane.
Temperature medie del mese: minima -1, massima +5
Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia
APRILE 2009 soprannome di chi aveva potuto essere testimone degli strani accadimenti che avvenivano intorno a quel lastrone. Poi, sarà stato l’abbandono delle famiglie di Montemercole trasferitesi altrove, Ca’ di peccato abbandonata e ridotta ad un rudere, il castello di Pietramala distrutto dai fiorentini addirittura nel 1385, fatto sta che del lastron del diavolo se ne parlò sempre meno. E quando per le esigenze moderne la strada venne allargata, l’operatore della ruspa, con una paio di colpi ben assestati, fece sparire il Lastrone del diavolo e tutte le fantastiche storie nate intorno a lui.
Il Lastron del diavolo Lungo la via di Pietramala, poco dopo Montemercole, la strada comincia a scendere per avviarsi verso Ca’ di peccato. Dopo una o due curve, sulla parte sinistra della strada, si poteva vedere un grosso masso, anzi un lastrone, tipico degli strati di roccia sedimentaria quando affiorano dal terreno. Ma nessuno avrebbe fatto caso al nostro lastrone se, nella zona, non si fossero ripetuti strani fenomeni. Gruppi di cavalli che attraversavano la macchia, anzi più che vederli questi cavalli si potevano sentire; poi strani rumori in mezzo alle scope. Così gli episodi successi, rielaborati ed arricchiti dai narratori intorno al fuoco la sera in veglia, cominciarono a prendere forma e si cominciò a guardare bene il luogo e soprattutto il lastrone. Allora, guardando bene, si vide sopra il lastrone come l’impronta del sedere di una persona molto grossa, come succede quando uno si mette a sedere sopra dell’argilla che ci lascia l’impronta. Poi ci si rese conto che c’era anche la forma come di una coda e da quel momento il lastrone diventò “del diavolo”. Gli episodi aumentarono e venivano riferiti con tanto di nome e
Dai ricordi della Lidia di Camparma e di Roberto di Casale.
Il Lastron del diavolo come poteva essere. Disegno di Marilena Del Pia.
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S. Ugo S. Francesco da Paola astinenza S. Riccardo S. Isidoro DOMENICA DELLE PALME Lunedì della Settimana Santa Martedì della Settimana Santa Mercoledì della Settimana Santa Giovedì Santo Venerdì Santo Sabato Santo PASQUA DI RISURREZIONE Lunedì dell’Angelo Ottava di Pasqua Ottava di Pasqua Ottava di Pasqua Ottava di Pasqua Ottava di Pasqua DOMENICA IN ALBIS S. Aniceto S. Anselmo dott. S. Leonida S. Giorgio m. S. Fedele da S. S. Marco ev. III DOMENICA DI PASQUA S. Zita S. Pietro Chanel S. Caterina da Siena patrona d’Italia S. Pio V
I proverbi della nonna April di bei color gli apre la via...
Mercati Lunedì: Pieve S.Stefano Martedì: Sansepolcro Mercoledì: Anghiari Giovedì: Sestino Sabato: Sansepolcro Domenica: Monterchi
10-11-12 TRIDUO PASQUALE Sono i giorni santi in cui si celebrano i grandi misteri della nostra salvezza. 12 aprile: Pasqua La Pasqua è la più grande festa dei cristiani. Dura tutta una settimana, detta “Ottava di Pasqua”.
Mercati al Borgo Ecco i mercati del Borgo tratti da un calendario edito dall’Emporio Commerciale R. Pacchi Mangoni. FIERE E MERCATI DELLA CITTA DI
SANSEPOLCRO Nel 1903 avranno luogo le seguenti Fiere. Gennaio 13 Fiera di merci e bestiami. Febbraio 10 id. id. Marzo 26, 27, 28 antica fiera di Mezza quaresima. Maggio 19 fiera di merci e bestiami. Luglio 14 id. id. Settembre 1. antica fiera di S. Egidio. Ottobre 20 fiera di merci e bestiami. Novembre 24 id. id. *** I mercati settimanali hanno luogo il Martedì per il bestiame e il Sabato per cereali, merci, polli ed uova.
Il tempo di Fridus Meteorologicus Prima decade con ritorno piovoso anche consistente che consentirà la caduta di diversi millimetri di pioggia. Temperature in leggera diminuzione e eventuali cadute di neve solo a quote intorno ai 1200-1400 metri (Faggeta, Verna e Alpe della luna). Leggero afflusso freddo al seguito della depressione piovosa; risultato: calo termico e tempo abbastanza stabile. Verso la fine del mese una depressione da nord-ovest abbastanza violenta può riportare clima freddo, con grandinate diffuse e neve sopra gli ottocento metri. Possibilità che il termometro nelle nostre vallate scenda sotto le zero termico.
Temperature medie del mese: minima -1, massima +5
Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia
MAGGIO 2009 L’Homo Selvatico Se vi capita di andare su per il Padonchia, in quel di Monterchi, raggiungete anche la località della Murcia. Nei boschi lì vicino troverete una strana vasca in pietra con tanto di sgocciolatoio. Serviva al mitico Homo selvatico per mettere le bestie sgozzate che poi mangiava in tutta tranquillità. Queste le dichiarazioni che ancora oggi i Monterchiesi vi faranno. Già il nome ci dice che questo strano essere, vestito alla meglio anche con pelli di animali, viveva tutto solo in mezzo ai boschi. Si nutriva di qualche animale catturato con le tagliole ma poi cominciò anche a far visita ai poderi più isolati portando via qualche gallina ma anche animali più grossi come maiali o addirittura bestie bianche. Un certo timore cominciò allora a diffondersi nella zona, alimentato da strane visioni che qualcuno spergiurava di aver avuto nei boschi. E allora, con quello strano essere, quasi nudo, che correva nel bosco e sembrava ti seguisse ad una certa distanza, la paura cominciò a dilagare. Anche la forza pubblica dovette intervenire ma con scarsi risultati perché l’Homo selvatico, pur se colpito dalle armi da
fuoco, sembrava non subire nessuna conseguenza. Per farla breve fu il Pancioni, l’unico amico dell’Homo selvatico, che, con una pallottola d’oro, ricevuta in modo rocambolesco, pose fine a questo incubo ottenendo per questo una ricompensa. Oggi sappiamo bene che nei boschi non c’è più l’Homo selvatico o altri esseri strani, però, quando siamo nel folto del bosco e si va verso il buio, un po’ di timore prende anche a noi uomini del 2000.
L’immagine è tratta dal libro di Rita Bruni, L’Homo Selvatico, edito dal Comune di Monterchi.
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S. Giuseppe lavoratore S. Atanasio SS. Crocifisso - Festa ad Anghiari S. Ciriaco Dedicazione della Propositura S. Irene S. Lucio S. Augusto Madonna di Pompei S. Isaia profeta V DOMENICA DI PASQUA S. Ignazio da Laconi S. Pancrazio Nostra Signora di Fatima S. Mattia apostolo Madonna di Montenero S. Simone Stock VI DOMENICA DI PASQUA S. Felice S. Crispino da Viterbo S. Bernardino da Siena S. Vittorio S. Rita da Cascia S. Fiorenzo ASCENSIONE DI N.S.G.C. B. Bartolomeo Magi d’Anghiari S. Filippo Neri S. Agostino di Canterbury S. Luciano S. Massimiliano S. Giovanna d’Arco PENTECOSTE
I proverbi della nonna Maggio ama musiche d’uccelli...
Mercati
Madonna del Buonconsiglio
Lunedì: Pieve S.Stefano Martedì: Sansepolcro Mercoledì: Anghiari Giovedì: Sestino Sabato: Sansepolcro Domenica: Monterchi
Maggio è il mese dedicato alla Madonna, onorata con il S. Rosario quotidiano. Il mese termina con la festa della Madonna del Buonconsiglio (31 maggio) quest’anno anticipata a sabato 30.
Il poeta di Upacchi* Tra i cantastorie, Domenico Dell’Omarino di Upacchi aveva un posto particolare. La gente lo considerava quasi un intermediario con le regioni del mistero e del sacro. Infatti quando mancava il sacerdote, nel villaggio, era lui, il poeta, ad officiare le preghiere comuni. Avvolto nel suo mantellaccio nero vagava a piedi di fiera in fiera, di mercato in mercato a vendere i pianeti della fortuna: labili foglietti colorati della disperata speranza. Questo avvenne un giorno di mercato ad Anghiari: montato sopra uno sgabello, la gente attorno, recitò un canto mirabile. Poi tacque, assorto. La gente si mosse per dargli l’obolo consueto. Lui si guardò in giro, lento. Alzò il libro in alto e disse: “Questo è Dante: non si vende.” Gesto di una grande civiltà che aveva permeato di sé tutta la gente. *Tratto da: Giuseppe Bartolomei, ‘N tra le mura, ITEA Editrice, Anghiari 1992
Il tempo di Fridus Meteorologicus Instabilità diffusa fino al 14 con temporali anche di forte intensità. Poi si affaccia l’alta pressione sub-tropicale che inizierà a portare le temperature a livello quasi estivo con i primi boccheggiamenti in agguato. Solo verso la fine mese si avrà un ritorno a temperature più vicine alla media stagionale.
Temperature medie del mese: minima -1, massima +5
Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia
GIUGNO 2009 Il Sasso d’Ercole Chi percorre la strada che costeggia il fosso dei Confini e che si dirige verso Trafiume, deve attraversare la Sovara a guado, il ponte non c’è mai stato. Lì nei pressi c’era però un grosso sasso dal quale, tramite un’asse di legno appoggiata da una parte sopra il sasso e dall’altro alla sponda del fiume, si poteva passare a piedi nei giorni in cui il fiume “tirava” un po’ troppo. Il sasso si chiamava il Sasso d’Ercole e strani avvenimenti e storie finite male raccomandavano di evitarlo nelle ore buie della notte. Così chi doveva venire o andare dall’altra parte programmava la giornata in modo da passare da quel posto prima del buio. Ma veniamo al nome del nostro sasso. Proprio a Trafiume abitava un uomo di nome Ercole, gran bestemmiatore (e per questo spesso rimproverato dalla moglie) e molto robusto, anche per rispetto del suo nome. Un giorno che era malato e se ne stava a letto in camera di sopra, la moglie fece accomodare uno che chiedeva di lui. Poi però, non sentendo alcun rumore di voci e ripensando a questo
strano personaggio, si rese conto che al posto dei piedi aveva delle strane dita come se fossero degli artigli. Corse allarmata di sopra ma di Ercole e della persona nemmeno l’ombra. Fu cercato in lungo e in largo inutilmente finché proprio sopra questo grosso masso del fiume, fu ritrovata una ciocca di capelli del nostro Ercole. La conclusione fu che il Diavolo in persona se l’era venuto a prendere facendogli fare quella brutta fine. Nei pressi del sasso poi, nelle ore serali, delle strane luci (forse a bella posta fatte muovere da qualche bricconcello della zona) consigliavano di stare alla larga da quel posto. Si raccontano vari episodi, qualcuno finito anche male, con tanto di nome e di paternità, per confermare che la diceria era vera.
Il disegno che illustra l’episodio raccontato è di Michele Ricci.
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S. Giustino Ss. Marcellino e Pietro Ss. Lorentino e Pergentino S. Quirino S. Bonifacio S. Norberto SS. TRINITA’ S. Vittorino S. Efrem S. Maurino S. Barnaba apostolo S. Onofrio S. Antonio da Padova SS. CORPO E SANGUE DI GESÙ S. Vito Ss. Quirico e Giuditta S. Pasquale Baylon S. Calogero S. Cuore di Gesù S. Cuore di Maria XII DOMENICA “per annum” S. Tommaso Moro S. Agrippina S. Giovanni Battista S. Massimo S. Josèmaria Escrivà S. Cirillo d’Alessandria XIII DOMENICA “per annum” Ss. PIETRO E PAOLO Ss. Primi Martiri di Roma
I proverbi della nonna Giugno i frutti appesi ai ramoscelli...
Proverbi sul tempo (Malvina)
Mercati Lunedì: Pieve S.Stefano Martedì: Sansepolcro Mercoledì: Anghiari Giovedì: Sestino Sabato: Sansepolcro Domenica: Monterchi
Quando le nuvole vanno alla montagna (del Borgo) Stai presso il fuoco e mangia la castagna. Quando le nuvole vanno alla Sovara Vattene pure nel campo e lavora. Quando in gennaio vedi spuntar l’erba Se in casa hai grano od altro è ben che tu lo serba.
21 giugno: SOLSTIZIO D’ESTATE Giornata più lunga dell’anno (Novella) Chi lavora ha una camicia Chi non lavora ne ha due.
(Santina) Un’alba de foco e una de cantina, fa bene la sera e la matina.
Nocino d’Anghièri da farsi il 24 giugno (San Giovanni)
Ingredienti: 20 noci con il mallo tagliate a fettine, alcol a 90° 1 litro, 5 chiodi di garofano, la buccia di un limone (solo il giallo). Si mette il tutto in un recipiente di circa 4 litri per 40 giorni al sole non diretto e si agita almeno una volta al giorno. Dopo questo tempo si filtra grossolanamente e si prepara lo sciroppo con 750 gr di acqua e 200 gr di acqua che, una volta freddo, verrà aggiunto all’infuso. Stagionare minimo un mese e filtrare.
Il tempo di Fridus Meteorologicus Iniziano le giornate stabili governate dall’anticiclone delle Azzorre: tempo stabile, cieli sereni e temperature calde e gradevoli. Dopo la quindicina piccole infrazioni pomeridiane causate da infiltrazioni rapide che strisciano l’Adriatico: temperature in leggera diminuzione ma sempre cieli sereni.
Temperature medie del mese: minima +14, massima +24
Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia
LUGLIO 2009 Il Ballo angelico “A Montaguto dice che facevino il Ballo angelico.” Questa una delle voci popolari che riporta l’episodio. Ma il popolo, in ogni maniero, meglio se diroccato, dichiarava convinto che ci facessero il Ballo angelico. Addirittura qualcuno racconta che il Ballo angelico lo facevano anche al Castagno del diavolo. Ma torniamo al nostro castello: organizzavano un ballo e invitavano i giovani della zona e poi, specialmente se le ragazze si rifiutavano di accondiscendere al signorotto locale, le facevano cadere nei trabocchi di cui ogni fortilizio era dotato. Spade acuminate nel fondo dello strapiombo, mascherato da una botola che si apriva al passaggio del giovane, era di sicura condanna. La Rosa di Galbinaccio si ricorda bene il racconto di suo nonno, quando stava al Molin del Falchi, che le diceva che nel castello di Pietramala, poco sopra, facevano questi balli angelici e a una sua vicina che non ci volle andare per nessun verso, il giorno dopo la chiamarono in casa e avevano messo un prosciutto attaccato al soffitto ed una sedia e quando la ragazza salì sopra per prendere questo prosciutto cadde nella botola e morì. C’è poi un’altra versione di questo ballo poco esaltante, nonostante il nome. Anche in questo caso la non conoscenza diretta
dei fatti e la voce probabilmente vera che nel castello ci si desse un po’ alla pazza gioia, ha alimentato questa ipotesi. Venivano invitati dei giovani prestanti del contado che dovevano ballare tutti nudi come nude erano le ragazze. Quelli che si esaltavano troppo per le nudità femminili messe proditoriamente in mostra venivano gettati nel solito trabocchetto. Molto più probabilmente però i castelli erano dotati di trabocchetti, una specie di pozzo nel cui fondo erano collocati dei coltelli che trafiggevano senza pietà i malcapitati nemici (o rivali) che con l’inganno venivano eliminati. Questi trabocchetti servivano anche da ultima difesa per proteggere da eventuali intrusi che fossero riusciti ad arrivare fin dentro il palazzo.
Il Castello di Montauto: disegno di Marilena Del Pia
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Preziosissimo Sangue di Gesù S. Urbano S. Tommaso ap. S. Elisabetta di Portogallo XIV DOMENICA “per annum” S. Maria Goretti S. Panteno S. Adriano III p. S. Nicola Pichi da Sansepolcro S. Audace Apparizione Mad. del Combarbio XV DOMENICA “per annum” S. Enrico S. Camillo De Lellis S. Bonaventura dott. B. V. Maria del Monte Carmelo S. Alessio S. Rufillo XVI DOMENICA “per annum” S. Apollinare S. Lorenzo da Brindisi S. Maria Maddalena S. Brigida di Svezia S. Charbell S. Giacomo apostolo XVII DOMENICA “per annum” S. Raimondo S. Vittore S. Marta S. Pietro Crisologo S. Ignazio da Loyola
I proverbi della nonna Luglio falcia le messi al solleone...
Mercati
Poesie delle nostre nonne e bisnonne
Lunedì: Pieve S.Stefano Martedì: Sansepolcro Mercoledì: Anghiari Giovedì: Sestino Sabato: Sansepolcro Domenica: Monterchi Poesie delle nostre nonne e bisnonne
Il gatto Sono lisciato, lunatico, moscardino; sono animal domestico scaltrito e birichino talor mansueto e timido talor scontroso e fiero. Son tipo curiosissimo di falso e di sincero, sono animal filosofo paziente, astuto e vigile so cogliere il momento e so cambiar di maschera secondo spira il vento.
Il cane Di forme snello forte di piede quanto sia bello nessun lo crede. L’uomo s’affida alla sua guida cara, mansueta buona bestiola che dalla casa il ladro invola. Nemmeno il pane ti ruba il cane e se la mano poi lo percuote trema, guaisce ma lui la man ti bacia e mai ti smentisce.
Il tempo di Fridus Meteorologicus Prima quindicina abbastanza mossa: dal Rodano affluisce aria più fresca che, a contatto con i mari ormai caldi, genera dei cumuli in quota con possibilità di temporali serali in valle del Tevere. Giorni favorevoli per temporali il 10 e 11 giugno. In seguito l’alta pressione sub-tropicale si impossessa in maniera decisa del mediterraneo regalandoci tempo estivo con temperature oltre le medie stagionali.
Temperature medie del mese: minima +17, massima +28
Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia
AGOSTO 2009 L’Omo morto Dopo la località di Cul di Paiolo, nella pineta dei Monti Rognosi, per la strada che porta a Papiano e alla Selva, esiste un luogo che da antichissima data viene chiamato “Omo morto”. Esisteva qui un cumulo formato da tutti i sassi che i viandanti, per antica consuetudine, portavano passando da quel luogo come segno di scaramanzia o di commiserazione. Oggi, di nuovo, quel cumulo è lì per ricordare che in quel luogo è avvenuto un fatto tragico: la morte violenta di una persona. I passanti, portando un sasso, ripetono un gesto di pietà un po’ come quando noi ragazzi si mettevano alla base delle croci tanti sassarelli quanti erano i componenti della propria famiglia. Ma torniamo al nostro Omo morto. La tradizione orale, che le persone del Ponte alla Piera e di altre zone del posto ancora ripetono (forse anche per dare una giustificazione al tutto), dice che un uomo vi fu ucciso da un amico al ritorno dal mercato di Anghiari per la spartizione di un mazzo di cipolle. Comunque sia era questo un posto che, con tutte le storie
che si raccontavano sui boschi e sugli strani incontri che vi si potevano fare, sconsigliava a passare dalla zona nelle ore notturne. Non certo perché avvenissero fatti strani; soltanto che fra i racconti fatti in veglia e il nome del posto quando si doveva passare da quel posto di notte la cosa non era certo molto allegra. Se poi qualche perditempo buontempone si nascondeva nei paraggi il gioco era fatto. Oggi la Comunità montana ha ricostruito il cumulo di sassi ed un cartello esplicativo fa conoscere la storia dell’Omo morto nei suoi particolari più curiosi.
L’Omo morto nella pineta dei Monti rognosi. Disegno di Marilena Del Pia.
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S. Alfonso Maria De’ Liguori XVIII DOMENICA “per annum” S. Aspreno S. Giovanni M. Vianney Madonna della neve Trasfigurazione di Gesù S. Donato Patrono diocesano S. Domenico XIX DOMENICA “per annum” S. Lorenzo S. Chiara d’Assisi S. Giovanna de Chantal S. Ippolito S. Massimiliano M. Kolbe ASSUNZIONE M.V. XX DOMENICA “per annum” S. Eusebio S. Elena S. Giovanni Eudes S. Bernardo di Chiaravalle S. Pio X B. V. Maria Regina XXI DOMENICA “per annum” S. Bartolomeo S. Ludovico S. Alessandro m S. Monica S. Agostino dott. e v. Traslazione del beato Magi XXII DOMENICA “per annum” B. Andrea da Sansepolcro
I proverbi della nonna Agosto avaro ansando le ripone...
Mercati Lunedì: Pieve S.Stefano Martedì: Sansepolcro Mercoledì: Anghiari Giovedì: Sestino Sabato: Sansepolcro Domenica: Monterchi
Proverbi Anghiaresi Il Ronco, Spogliabecco e la Gattina son tre poderi che mandano in rovina. Chi è vecchio e nun ci credi a la saglita se n’avedi. Chi va a letto senza cena tutta la notte se dimena.
Simèi Racconto di Giuseppe Del Pia
Ventura e suo fratello Baldino facevano i vetturini cioè trasportavano le persone. La vigilia delle fiere del mestolo ad Arezzo, un monterchiese andò da Baldino e gli fece: «Simèi, per domèni, si Ventura ‘n cià ‘l posto, vengo cun te.» Baldino non proferì parola e tutto finì lì. Il giorno dopo erano molte le persone che si recavano ad Arezzo per le fiere, chi per comprare i rinomati mestoli che portavano quelli di Badia o di Moggiona chi per vendere il vischio confezionato a grosse palle. Naturalmente Ventura era pieno. Il nostro amico si presentò allora da Baldino per andare ad Arezzo. Solo che Baldino con un fare che non ammetteva repliche gli dice: «Fatte montère su da Siméi!»
Il tempo di Fridus Meteorologicus Fino al giorno 8 continua il caldo e il tempo abbastanza stabile. In seguito, e per tutto il mese, si alternano condizioni estive a delle infiltrazioni sempre più frequenti che apportano primi temporali di forte intensità anche nelle nostri valli che saranno anche “grandinosi”.
Temperature medie del mese: minima +17, massima +28
Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia
SETTEMBRE 2009 Il Castello di Sorci Lungo il crinale che divide la Valle del Tevere da quella della Sovara si trova il castello di Sorci, maniero di quello che fu il più importante capitano di Ventura dei suoi tempi. Era nato in Toscana nel Distretto di Anghiari ed era conosciuto come Baldaccio d’Anghiari. La sua morte violenta, ed avvenuta per tradimento da parte del Gonfaloniere Orlandini a Firenze in Palazzo Vecchio, è oggetto ancora oggi di studio e di approfondimenti. Ma nel suo castello di Sorci, all’avvicinarsi del 6 settembre, strani rumori provengono dalle sale del piano nobile: i mobili si spostano senza che nessuno li tocchi, rumori di catene provengono dai sotterranei e i classici accadimenti di queste situazioni si ripetono. Primetto Barelli, attuale proprietario del maniero, è ben lieto di raccontare questi episodi a tutti coloro che sono interessati alla storia del nostro valoroso se pur discusso concittadino e a descrivere nei minimi particolari gli accadimenti che puntualmente si ripetono ogni anno. ***
Ecco alcune note sul capitano di ventura anghiarese: Baldaccio di Anghiari valoroso caporale di Cavalleria e amico di Neri Capponi si distinse in ogni fatto di Armi per la sua bravura e sangue freddo. Ebbe il coraggio di rinfacciare al Gonfaloniere Orlandini la viltà usata a Marradi e fu ucciso poco dopo a tradimento dai sicari del medesimo. Partecipò alla battaglia di Anghiari secondo il Volume “La Battaglia di Anghiari”.
Nel disegno di Marilena Del Pia l’ingresso del castello di Sorci.
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S. Egidio S. Elpidio S. Gregorio magno S. Rosa da Viterbo B. Teresa di Calcutta XXIII DOMENICA “per annum” B. Guido d’Arezzo Natività B.V. Maria S. Pietro Claver S. Nicola da Tolentino S. Paziente SS. Nome di Maria XXIV DOMENICA “per annum” Esaltazione della S. Croce B.V.M. Addolorata Ss. Cornelio e Cipriano Sacre Stimmate di San Francesco S. Giuseppe da Copertino S. Gennaro XXV DOMENICA “per annum” S.Matteo ap. ev. S. Silvano S. Pio da Pietralcina S. Pacifico S. Cleofa S. Teresa Couderc XXVI DOMENICA “per annum” S. Venceslao Ss. Michele, Gabriele, Raffaele S. Girolamo
I proverbi della nonna Settembre i dolci grappoli arrubina...
Mercati Lunedì: Pieve S.Stefano Martedì: Sansepolcro Mercoledì: Anghiari Giovedì: Sestino Sabato: Sansepolcro Domenica: Monterchi
Proverbi Prova e riprova a far con insistenza L’errore insegna e l’esperienza è scienza.
*** S’ha da imparare più che non fu imparato L’uomo che sa tutto non è ancora nato.
Anno 1865: Domande per la vendita di vino * Locandiere Antonio Leonardi [il quale chiede di poter proseguire] l’esercizio di bettoliere e locandiere con vendita di vino al minuto nella casa di propria abitazione in una stanza terrena il tutto posto nella pubblica piazza del Mercatale di Anghiari. * Giuseppe del fu Mario Busatti dimorante in Anghiari domanda di poter continuare nell’esercizio di bettoliere e di venditore di vino al minuto in una sua bottega posta nel Borgo della Croce di detta Terra. * [...] Antonio Neri domiciliato al Ponte alla Piera con la quale domanda di poter proseguire in quella località l’arte di venditore di vino al minuto e quella di locandiere e ciò in ordine al disposto [...] 22/23 settembre: EQUINOZIO D’AUTUNNO.
Il tempo di Fridus Meteorologicus Primi giorni instabili con frequenti acquazzoni, poi, dopo il 10 del mese, inizia una fase stabile per ingerenza abbastanza intensa di alte pressioni sub-tropicali che regaleranno tempo bello, caldo il giorno e frequenti nebbie al mattino nella valle del Sovara. Sul finire del mese piccolo impulso freddo da oriente che farà abbassare le temperature notturne a livello di tardo autunno. Poche precipitazioni nella fase.
Temperature medie del mese: minima +14, massima +24
Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia
OTTOBRE 2009 La Croce di Rimaggio Lungo la vecchia strada di Caprese, dopo la macchia dei Renicci e poco prima del fosso di Rimaggio, c’è, ancora oggi, una croce infissa su una base di pietra che qualcuno cerca di mantenere alla meglio anche se bisognosa di una sistematina. Poi, passato il Rimaggio, la strada prosegue decisa verso Albiano mentre un ramo della strada andava verso Mutale (prima della diga di Montedoglio), il Singerna e Ponte Formole per raggiungere Pieve Santo Stefano. Ma torniamo alla nostra croce. Sembra che proprio nei dintorni diverse persone abbiano visto come un’ombra aggirarsi nei paraggi. Quest’ombra, nelle ore preserali, aleggiava a mezz’aria in quel luogo senza che ci fossero, fortunatamente, altri strani segni. Un’altra versione vuole che in quel luogo qualcuno avesse visto, o meglio sentito, la presenza di una bestia bianca. Dopo che la voce si era sparsa il traffico diminuì drasticamente e, piano piano, erano molti quelli che cercavano di evitare di passare nei paraggi.
Poi vi fu collocata la croce di cui parliamo in quest’articolo. Da quel momento gli strani fenomeni cessarono e la gente adesso passa senza problemi anche se quelli motorizzati passano più volentieri per la provinciale che si snoda più a monte. Dai ricordi di Andrea della Cerbaia e del Del Barba del Barbino.
Disegno di Marilena Del Pia.
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S. Teresa del Bambin Gesù Ss. Angeli Custodi S. Gerardo abate XXVII DOMENICA “per annum” S. Faustina S. Bruno B.V.M. del Rosario S. Ugo S. Dionigi Ss. Cassio e Fiorenzo XXVIII DOMENICA “per annum” S. Serafino S. Romolo S. Callisto I S. Teresa d’Avila S. Margherita M. Alacoque S. Ignazio d’Antiochia XXIX DOMENICA “per annum” S. Paolo della croce S. Irene S. Orsola S. Lupenzio S. Giovanni da Capestrano S. Antonio M. Claret XXX DOMENICA “per annum” S. Rustico S. Evaristo S. Simone e Giuda apostoli S. Onorato S. Marcello Beato Ranieri da Sansepolcro
I proverbi della nonna Ottobre di buon vino empie la tina...
Mercati Lunedì: Pieve S.Stefano Martedì: Sansepolcro Mercoledì: Anghiari Giovedì: Sestino Sabato: Sansepolcro Domenica: Monterchi
Ottobre è il mese del Rosario e nelle varie parrocchie si svolgono le feste dedicate alla Madonna. 1a domenica: Chiesa di San Biagio a Valealle. 2a domenica: chiesa di Sant’Andrea a Galbino. 3a domenica: chiesa di San Leone a San Leo. 4a domenica: chiesa della Croce ad Anghiari.
Marmellata di castagne Sbucciate le castagne e fatele cuocere in acqua abbondante con un pizzico di sale come quando si fanno monde. Se vi piace il profumo aggiungete anche qualche seme di finocchio. Quando saranno cotte scolatele, levate la pellicina e passatele al passaverdura. Pesatele e per ogni chilo di castagne mettete al fuoco 700 gr di zucchero con poca acqua, facendo uno sciroppo, a cui unirete il passato di castagne. Mischiate vigorosamente fino a che non saranno ben amalgamate. Continuate la cottura per circa una mezz’ora e la marmellata è pronta. Invasate da calda e, una volta fredda, chiudete ermeticamente. Io la faccio sterilizzare che così sono più tranquilla e si conserva anche per mesi. Anzi, come tutte le marmellate, è bene consumarla almeno un mese dopo.
Il tempo di Fridus Meteorologicus Alta pressione nei primi giorni: garanzia di tempo stabile, gradevole, ma umido con nebbie estese fino alle ore pomeridiane. Verso la metà del mese la depressione dell’Islanda inizierà a spedire più a sud le sue depressioni e avremo un autunno ottobrino abbastanza umido e piovoso fino a fine mese.
Temperature medie del mese: minima +7,5, massima +14.
Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia
NOVEMBRE 2009 La curva di Mucino Questa curva, nota ai più... anzianotti, sarebbe quell’ampia curva della via della Libbia (che una volta era conosciuta anche come via del Chiavaretto) che si trova dopo Torchiale e il Chiuso lì dove c’è anche il bivio per andare verso la Murella o Pieve di Sovara. Passata dunque la curva, la strada, una volta, passava a metà del greppo sulla destra (ancora si può intuirne il percorso) e quindi passata la Fornace si dirigeva sicura verso Tavernelle. Proprio sotto a questa curva c’era una sorgente d’acqua (se guardate bene tale sorgente era stata recuperata nello spostamento della strada e si trova oggi, anche se spesso è asciutta, a destra della strada stessa) ben conosciuta dagli abitanti del posto anche perché proprio nella zona, proprio in quel posto, si vedevano strane fiammelle apparire e scomparire quando qualche viandante si attardava oltre il cumbri-
gliume. Comunque sia anche questo posto era guardato con sospetto e un altro fatto lo rendeva ancor più temibile. Poco lontano, alla Fornace (la ex fornace Vagnetti che si trova poco prima della Commenda), i nostri vecchi dicono avesse sede la banda del Vettori, un gruppo agguerrito di briganti che aspettava fattori o signorotti di ritorno da Arezzo o da qualche fiera. Quindi fra le fiammelle e i briganti, che erano anche peggio delle fiammelle, erano pochi quelli che rischiavano a passare di lì col buio. Quando descriviamo questi episodi parliamo sempre di gente che si spostava a piedi o al massimo con un calesse. Le auto non c’erano.
La Curva di Mucino disegnata da Marilena Del Pia.
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TUTTI I SANTI Commemorazione dei Defunti S. Martino de Porres S. Carlo Borromeo S. Donnino S. Leonardo Santi dell’ordine Domenicano XXXII DOMENICA “per annum” Dedicazione Basilica Lateranense S. Leone I Magno S. Martino di Tours S. Giosafat S. Florido S. Veneranda XXXIII DOMENICA “per annum” S. Margherita di Scozia S. Elisabetta d’Ungheria Dedicazione Basilica di S. Pietro S. Matilde S. Benigno Presentazione della B.V.M. CRISTO RE DELL’UNIVERSO S. Clemente I S. Flora e Marta S. Caterina d’Alessandria S. Corrado S. Valeriano S. Giacomo della Marca I DOMENICA D’AVVENTO S. Andrea ap.
I proverbi della nonna Novembre ammucchia aride foglie in terra...
Mercati Lunedì: Pieve S.Stefano Martedì: Sansepolcro Mercoledì: Anghiari Giovedì: Sestino Sabato: Sansepolcro Domenica: Monterchi Una bella preghiera che ci ha raccontato Assuntina Bivignanelli e che lei ha imparato dal suo babbo.
Angiolin bellin bellino Con quel capo ricciolino Con quell’occhi pien d’amore Angiolino del mio cuore. Angiolino a me me disse Che vegliasse che dormisse Che paura non avesse Né di giorno né di notte Neanche in punto della morte Dalla morte in là Gesù ci aiuterà.
Il borghese e il rospo Un ortolano del Borgo venne ad Anghiari alla fiera e vendendo le sue verdure aveva fatto dieci soldi. Si fermò al Ponte del Tevere per ricontrollare i suoi denari. Cominciò a contarli ma in quel mentre un grosso rospo fece il suo caratteristico verso: uott! Il nostro amico ci rimase male e allora ricontò i soldi ma giunto a dieci il rospo di nuovo: uottt! A quel punto il nostro perse la pazienza, prese i soldi e glieli tirò. “Toh, arcòntili te alora!”
I proverbi di novembre Per i Santi, manicotti e guanti Per i morti, guanti e manicotti. *** La semina di San Martino La semina del pigarino *** Se de novembre ‘n tona L’annata non va bona.
Il tempo di Fridus Meteorologicus Fase umida fino al 12 del mese poi improvviso impulso freddo dai Balcani generato da una depressione in Grecia che richiama aria fredda russa verso le nostre regioni. Possibilità di nevischio in vallata e prime imbiancate ai monti. Giorni favorevoli il 16 e il 22.
Temperature medie del mese: minima +3,5, massima +7.
Realizzato con il contributo della Banca di Anghiari e Stia
DICEMBRE 2009 Il Roccolo Vicino a Sorci, il castello di cui abbiamo parlato a Settembre, c’è una località con un nome apparentemente inspiegabile: il Roccolo (forse il nome deriva da una chiesa dedicata a San Rocco?). La versione popolare dice che il nome deriva dal fatto che lì ci roccolavano, facevano fuori, i nemici del Castello di Sorci. Infatti c’era un passaggio, un collegamento, che univa direttamente Sorci con questo posto. Comunque sia anche qui fiaccole e strani avvenimenti e strani rumori presso quello che era stato un convento di frati convincevano a non passarci vicino nelle ore notturne. Anzi anche qui, come al Conventino, la fantasia popolare collega la presenza dei ruderi di quello che si diceva essere un convento come il luogo dove i frati venivano messi in punizione. Non saprei se questa spiegazione è collegabile al fatto che forse tale convento poteva essere un convento di clausura ma questa è la versione tramandata dalla gente. Ma un’altra testimonianza di strani avvenimenti che avvenivano nella zona è quella della persona che ha abitato proprio nella casa poderale prossima ai ruderi del Roccolo. Andato ad abitare nel posto, seguendo il normale e perio-
dico avvicendarsi delle famiglie nei vari poderi della nostra zona, ben presto avvertì strani rumori. Seguendo il rumore ed accostando l’orecchio alla parete, da dove il rumore pareva proprio provenire, si poteva sentire un distinto ticchettìo come di una sveglia. Solo che non c’era nessuna sveglia né nella stanza né altrove. La cosa si è ripetuta per diverso tempo ma non gli veniva dato troppo peso. Così tutto andò a finire ed anche i ruderi del Roccolo sono ormai sepolti sotto i nuovi capannoni costruiti nella zona e sono molti quelli che di questa storia non ne sanno proprio niente. Dai ricordi di Vittorio Bianchi del Palazzo e di Giovan Battista Rossi del Poggiolino.
Qui sopra lo stemma della famiglia Giusti.
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S. Eligio S. Silverio S. Francesco Saverio S. Giovanni Damasceno S. Dalmazio II DOMENICA D’AVVENTO S. Ambrogio IMMACOLATA CONCEZIONE S. Siro MADONNA DI LORETO S. Damaso I B. V. M. di Guadalupe III DOMENICA D’AVVENTO S. Giovanni della Croce Inizio Novena di Natale S. Adelaide S. Floriano S. Graziano S. Fausta IV DOMENICA D’AVVENTO S. Pietro Canisio S. Francesca Saveria Cabrini S. Giovanni da Kety VIGILIA DI NATALE NATALE DEL SIGNORE S. Stefano primo martire SANTA FAMIGLIA Ss. Innocenti S. Tommaso Becket S. Ruggero S. Silvestro I
I proverbi della nonna Dicembre ammazza l’anno e lo sotterra...
Mercati Lunedì: Pieve S.Stefano Martedì: Sansepolcro Mercoledì: Anghiari Giovedì: Sestino Sabato: Sansepolcro Domenica: Monterchi
IL TE DEUM Il Te Deum è un antico inno di lode e ringraziamento a Dio. Viene fatto il 31 dicembre in ringraziamento per l’anno passato.
21/22 dicembre: SOLSTIZIO D’INVERNO I giochi di una volta: A bottoni A bottoni si gioca naturalmente coi bottoni. Di varia forma e dimensione, quelli dei cappotti o delle giubbe erano ricercati e potevano valere due o tre di quelli da calzoni o da camicie. I vari giocatori mettevano in palio la loro quota di un bottone. Poi, dopo l’immancabile conta, il primo iniziava il gioco. Bagnando un dito con la saliva si doveva rovesciare i bottoni messi sopra un murello, o anche in terra, con la gobba verso l’altro. Chi riusciva a rovesciarlo vinceva il bottone e poteva proseguire il gioco, altrimenti toccava al secondo giocatore e così via finché tutti i bottoni erano finiti e si ricominciava una nuova partita.
Il tempo di Fridus Meteorologicus L’ultimo mese dell’anno inizia con un anticiclone di origine russo-siberiana che ci porterà delle giornale di “vecchio stampo” per il periodo e cioè temperature sotto lo zero termico durante la notte, belle giornate serene e, nelle ore centrali della giornata, temperature al di sotto dei 5 gradi. Prima di Natale grossa depressione dall’Islanda che si impossessa del Mediterraneo centrale causando copiose piogge; al suo seguito richiamo freddo da oriente con fine anno al freddo e venti di tramontana.
Temperature medie del mese: minima +1, massima +4
Lì ci vedono!!
Gli altri luoghi misteriosi del nostro territorio I racconti descritti nei mesi di questo calendario e quelli riportati qui sotto, sono il frutto dei ricordi di molte persone che in varie occasioni ho potuto intervistare. Molte di queste persone sono ormai scomparse da tempo ma la loro memoria torna utile anche oggi e ogni volta che voglio approfondire un qualche argomento della nostra tradizione. Una menzione particolare poi la voglio fare per mio padre al quale sempre mi rivolgevo per conoscere qualche particolare delle famiglie anghiaresi, ma non solo, che lui ben conosceva anche per la sua attività di commerciante. Per i proverbi dei singoli mesi di quest’anno mi sono state di aiuto le mie zie del Borgo e la Franca Bilancetti che li ha messi in riga. E poi vorrei menzionare Beppino di Celeste, la Gosta di Valealle, la Speranza del Ponte, Vincenzo del Molin del Caccia, Giovacchino dei Renicci, la Rosa di Galbinaccio, Mario di Sezzano, la Rosa di Trafiume, il Fancelli di Paciano, la Vilma del Carmine, Fernando del Belluccio, Gastone Mafucci di Ca’ di Maurizio, la Maria di Pianettole, la Lucia di Tofanicchio e tanti altri che ora non ricordo ma che mi sono stati di sicuro aiuto. Mario Del Pia A Pianettole dice che la notte vedevano uno tutto vestito nero che usciva dalla porta del castello e andava per i campi della zona. Poi, sempre a Pianettole, nella torre del castello, dice che ci facevano il Ballo angelico. E infatti, nel piazzale del castello, davanti alla chiesa, ci sono due pozzi dai quali dice che hanno cavato parecchi ossi. Forse erano le giovani ragazze fatte uccidere e gettate lì dentro. A Monteroso dice che ci vedevano e anche a Sarfello, vicino al Circolo ACLI di Pianettole. Qui dice che vedevino come dei lumi. Anche alla Maestà della Palaia per qualche tempo s’era sparsa la voce che ci vedevano. A Pratolino, poco dopo Montemercole, lungo la via di Pietramala, si sentivano delle “boci”; ma anche alla Villa del Buitoni succedevano fatti strani. Nel bosco de La Valle, un podere che si trova poco dopo San Bartolomeo, ci morì uno mentre stava sistemando il basto del suo mulo. Sarà stato un caso ma proprio in quel punto diverse persone, quando cambiava il tempo, cominciarono a vedere un animale tutto nero che attraversava il bosco. Andando verso Valealle, lì dove si gira per andare a Belvedere, c’è un luogo che si chiama il Duccino. Dicono che lì ci vedevino. Poi s’era sparsa la voce che al cimitero di Valealle c’era un cavallo nero che faceva sporadiche apparizioni. Poi si seppe che era un cavallo scappato dalla stalla e che si era fermato al cancello del cimitero forse perché gli era familiare. Al Giardino, che si trova poco prima di Verazzano, ci vedevano delle ombre bianche e al Ponte di Camproncione, sempre vicino a Verazzano, si sentivano arrivare addosso i sassi (poi si scoprì che era uno che stava nei paraggi che si divertiva). Al vecchio cimitero di Toppole (si trova lungo la strada di Toppole, al bivio di Cafaggio) erano diversi giorni che si vedeva un lume che si spostava e la gente cominciava a evitare di passare in quei paraggi. Alla fine si scoprì che era uno di Cafaggio che andava a pregare sulla tomba della moglie morta da poco e siccome ci andava la sera dopo il lavoro, aveva con sé una lanterna per vedere la strada e quindi, per coloro che guardavano da Valle o dai poderi vicini, il gioco era fatto. All’Imbuto, un bosco fra Novigliano e il Mancino, verso Pereto, sentivano suonare le campane. In Valle grande si sentivano degli strani rumori come quando si battono insieme due sassi, due chioccoli. Quando si sentivano questi rumori i vecchi dicevano che era il becco che era tornato (infatti il becco veniva mandato nei poderi vicini per accoppiaresi con le capre dei vari proprietari), ma lo facevano per non impaurire ulterioremente i ragazzi. Il fatto è che nei pressi della porta da dove provenivano gli strani rumori, oltre cento anni fa, c’era morta una donna ed anche il Bongini, il proprietario del podere, quando veniva in Valle, non dormiva nella casa ma presso un vicino.
A S. Lucia, verso Ticchiena, dici che ci vedevino. Alle Bucacce ci vedevano un uomo tutto bianco con un lume in mano. Questo succedeva quando Cannone, Berto di Campalone, Tacito del Palazzo ed altri si riunivano a veglia a giocare a carte e poi, con qualche bicchiere di vino addosso, ognuno andava per i suoi venti. Uno di loro, dovendo tornare a casa sua al Chiuso, passando dalle Bucacce si imbatteva in questi strani avvenimenti che lo costringevano ad arrivare a casa senza fiato. Alla fine si scoprì che era uno della cricca che partiva per tempo e preparava tutto l’arcano indossando un lenzuolo e nascondendosi dietro a qualche cespuglio. Uno di Campalla diceva di aver visto, davanti al Cimitero di Micciano, un calesse ed un cavallo. Il fatto si ripeté per qualche tempo poi tutto finì. Al Ponte di Carletto poi ne succedevano di tutti colori ed erano molti quelli che dievano che c’era un fantasma. Poi si scoprì che uno del posto si involtava in un lenzuolo bianco e, quando passava qualcuno, si barullava giù per la discesina che viene dalla Cicogna. A Bartuccino si sentivano forti tonfi venire dalla casa. Il proprietario, dimostrando in questo grande sangue freddo, diceva che lui non aveva paura di niente. Così capitava che, particolarmente in estate, diversa gente, quelli del Cantone, del Mulinello, di Bicecco ed altri posti, venivano la sera nei paraggi, stando a debita distanza, a sentire questi strani rumori. Poi ognuno faceva le sue supposizioni. Non mancava il coraggioso che diceva che lui sarebbe andato dentro e non avrebbe avuto paura ma poi, con una scusa o l’altra non ci andava mai. Alla fine invece si scoprì che era proprio il proprietario che faceva questi tonfi. E pian piano tutta la storia si sgonfiò e i tonfi finirono. Alcuni dicevano che anche nei paraggi di Petriolo ci vedevino. Invece a Corsano, dove c’è un’immagine che veniva invocata quando qualche partoriente aveva qualche sofferenza o non aveva il latte e si facevano suonare anche la campana, dice che c‘era sotterrata una vitella tutta d’oro. Poi c’è il detto anghiarese che dice: Fra Carciano e Carcianella/ tutta d’oro una vitella. *** Termino questa panoramica con un episodio moderno. Ieri sera il telegiornale ha riferito dell’apparizione di una pantera al sud, mi sembra in Calabria, e tutti facevano le più strane supposizioni: chi ha visto le sue impronte, chi l’ha vista passare; ognuno aveva un episodio da raccontare. Mi è sembrato di rivivere la stessa situazione che ci fu alcuni lustri fa anche da noi quando in diversi asserivano di aver visto una pantera aggirarsi nei nostri boschi. Lungo la via del Carmine, fra il Castagno del diavolo e la Maestà di Sputaltorsolo, fu vista di sicuro attraversare la strada. Angh’io andai a vedere e nel campo del Poggini si potevano vedere “nitide?” le sue impronte.
Lì ci vedono!!
Luoghi misteriosi del nostro territorio
Veduta di Anghiari di P. Bertelli
GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
Il Castagno del diavolo
Il Conventino
La Maestà di Sputaltorsolo
APRILE
MAGGIO
GIUGNO
Il Lastron del diavolo
L’Homo selvatico
Il Sasso d’Ercole
LUGLIO
AGOSTO
SETTEMBRE
Il Ballo angelico
L’Omo morto
Il Castello di Sorci
OTTOBRE
NOVEMBRE
DICEMBRE
La Croce di Rimaggio
La Curva di Mucino
Il Roccolo