2010-2 Oratorio di Anghiari

Page 1

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI APRILE - MAGGIO 2010 N. 2

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue


Ricetta per la 3a età di Franca Ciucoli

Vivere nella comodità delle abitudini tra il profumo delle cose note. Vivere con curiosità il resto della vita prestando sordità al silenzioso ticchettio dell’andare del tempo.

Morte apparente di Franca Ciucoli

Rami nodosi, contorti Son morti No! No! Sul ramo di destra Una piccola gemma respira La vita continua.

dalla redazione

Scampanata Ci siamo! Dal 1° di maggio, e per un mese, Anghiari non sarà com’è sempre! La Scampanata, questa strana Società che ogni cinque anni risorge dalle sue ceneri, sarà la protagonista delle mattinate in piazza ad Anghiari per tutto il mese di maggio. In giugno poi, sotto la Galleria Magi (Le Logge) un pranzo di tutti i Soci concluderà la manifestazione 2010. La storia ci riporta al I secolo D.C. quando la vestale Angiria, che abitava in quel di Sterpeto (luogo notoriamente famoso per le sue acque termali) era solita punire i troppo dediti al letto. Da lì alla Scampanata il passo è stato breve e si arriva al milleseicento quando ne parla il nostro storico Lorenzo Taglieschi. Altre notizie le abbiamo nell’ottocento e poi, con documenti alla mano, nel secolo scorso. Dal 1980 si è ripetuta ogni cinque anni (e anche nel 1981) la scampanata dell’Era moderna per ogni mese di maggio. Riuscirà a risorgere anche in questo 2010? Le premesse ci sono tutte e quindi l’appuntamento è per le sei del mattino del primo di maggio. Chi vuol essere attivo partecipante di questa bellissima Società non perda tempo e si segni senza indugio. Nel mese di aprile sono previste mattinate pubblicitarie in Piazza. In copertina il disegno di Loris Babbini che raffigura in modo burlesco i ritrovi mattutini degli Anghiaresi.

l'editoriale di enzo papi

Quaresima

L

’Arcivescovo Riccardo Fontana propone per questo 2010 una Quaresima di carità a favore dei cristiani di Terra Santa. Dice nella lettera che è stata distribuita in tutta la Diocesi: “Arrivando sono rimasto incantato dalla scelta degli antichi padri, che mille anni fa, per la sapienza dei monaci di San Benedetto, intitolarono al ‘sepolcro vuoto’, cioè al Cristo resuscitato e vivo, la nostra con-cattedrale biturgense. Nel 2012 saranno mille anni da quello storico evento che seguita a orientare la vita secondo lo Spirito di questa nostra chiesa diocesana”. E continua affermando che “per rinverdire le antiche radici sono andato pellegrino al Santo Sepolcro e là ho incontrato ancora la chiesa madre di Gerusalemme che, come ai tempi di S. Paolo, ci chiede di ricordare i poveri che sono in Terra Santa”. E, citando san Paolo, chiede: “Ciascuno metta da parte ciò che gli è riuscito risparmiare… manderò con una mia lettera quelli che voi avete scelto per portare il dono della vostra liberalità a Gerusalemme”. Infatti, conclude, “Occorre oggi aiutare i nostri fratelli che vivono tra il Cenacolo e il Santo Sepolcro, anche se miseri, a poter là avere una casa, come fecero per millenni”. ***

C

on l’editoriale di questo numero L’Oratorio commenta l’iniziativa dell’Arcivescovo con brani tolti dall’omelia che il Patriarca Latino di Gerusalemme ha dettato la notte di Natale durante la solenne celebrazione nella basilica della Natività di Bethleem. Il testo integrale, in lingua francese, è stato raccolto in Patriarcato durante la visita della delegazione diocesana di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. “Nel nome del Bambino di Bethleem, nato in una povera grotta, e nel nome dei numerosi bambini dei campi dei profughi io vi do il benvenuto con le parole dell’angelo ai pastori. ‘Ecco vengo ad annunciarvi una buona notizia, una grande gioia per tutto il popolo: oggi vi è nato un salvatore, nella città di David. Egli è il Messia, il Signore’. […] Oggi ci è nato un Salvatore! La parola oggi, che il cielo annuncia alla terra da 2000 anni, è il nostri oggi e l’oggi di tutti gli uomini e di tutti i tempi, perché ‘Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e per l’eternità’. Il tempo degli uomini è un tempo che fugge, mentre il tempo di Dio è un tempo sempre presente, perché il Signore è l’Essere, egli è ‘Colui che è’.” Il Patriarca ha continuato poi dicendo che “La nascita di Gesù esige un cambiamento radicale nella vita degli uomini: una grande luce risplende per noi che siamo posti nelle tenebre e nell’ombra della morte. Questa luce è quella dell’amore universale. Il nostro cuore, invece, preferisce limitarsi all’amore per i più vicini, quello dei genitori per i figli, quello per coloro che vivono la stessa fede. Ora questo amore particolare è chiamato ad allargarsi a tutto il mondo, perché la misura dell’amore è di amare senza limiti. La pace e la non violenza devono sostituire l’odio, la guerra e la violenza; lo Spirito deve prevalere sulla materia; l’apertura, l’ospitalità e la disponibilità verso l’altro devono spezzare i muri di separazione e d’isolamento”. E a questo punto l’omelia del Patriarca, illustrando l’attualità di Gesù Cristo nella sua patria, racconta la tragica realtà del nostro tempo. “Come godere la festa e la gioia quando commemoriamo anche il primo anniversario della guerra e della tragedia di Gaza? L’assedio alla città è sconcertante, la libertà di movimento e scambio è interrotta. Molte famiglie sono divise. E tuttavia niente può impedirci di cantare ed invocare il Salvatore: ‘Ah, Signore, se tu aprissi i cieli e discendessi! Davanti al tuo volto fonderebbero le montagne’. Rorate coeli desuper et nubes pluant justum’. Signore, tu sei l’Emmanuel, il Dio con noi. Noi allora desideriamo rimanere con te. Possa tu dirigere verso la mangiatoia, attraverso la stella e la tua grazia, gli uomini in guerra, i governanti e i politici che hanno il potere di decidere e tengono nelle loro mani i destini dell’umanità. Che tutti scoprano il messaggio di Natale, il messaggio che insegna l’umiltà e restituisce ad ogni uomo la sua dignità di figlio di Dio”. L’omelia del patriarca Fwad Toual si fa quindi preghiera. “Bambino di Bethleem, siamo stanchi della nostra situazione, stanchi di ascoltare discorsi e promesse, stanchi di conferenze, di rivendicazioni e di negoziazioni! Bambino Gesù, donaci la tua pazienza, il tuo amore, la tua dolcezza! Ti preghiamo affinché in questo nuovo anno le mani si stringano, le intenzioni si purifichino, i cuori si leghino fra loro, le divisioni scompaiano, i muri caschino e al loro posto crescano i ponti della comprensione e della riconciliazione”.

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XLVI - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro. Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanistefanobigiarini.

2


È possibile l’amore alla vita così come è, senza la fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo? Rubrica a cura di Monsignor Giacomo Babini

Amare la vita così come è vuol dire continuare ad amarla fino alla fine in tutte le sue meraviglie e anche in tutte le sue incertezze ed i suoi rischi che potrebbero segnare dolorosamente la nostra esistenza fisica e morale in ogni momento. Io penso che sentirsi vivi e coscienti anche per un solo istante è una cosa di immenso valore per l’universo intero, mentre l’amore alla vita per tutta la durata dei nostri giorni, compreso il momento della morte, è possibile solo con la fede in Dio, ma non un Dio quale ad esempio lo pensava Aristotele, motore e causa del cosmo, abbastanza simile a quello di tutte le religioni ancora esistenti nel mondo, tranne il Cristianesimo, ma un Dio Padre Figlio e Spirito Santo come ci ha rivelato Gesù. E i tanti che non sanno nulla del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo non sono persone che non possono amare la vita? Ogni persona che nasce, in qualche angolo del suo essere, sia essa un bambino o un vecchio, un aborigeno o uno scienziato, ha uno spazio per la gratitudine, per l’amore, per la speranza. È questa una esperienza possibile sempre e mai smentita nella storia umana. Se però questo spazio della persona è stato riempito con qualcos’altro, per iniziativa o colpa della persona stessa o di altri, accade quello che accade ad una pianta alla quale si innestano germogli diversi: rimane all’apparenza la stessa pianta, ma i frutti saranno diversi da prima. Qualcuno potrebbe dire che questo è il modo superficiale di attribuire a Dio le nostre stesse categorie mentali così ricorrente nella storia dell’umanità. Io suggerirei all’eventuale interlocutore di non sottovalutare la distanza enorme esistente tra uno scultore e la pietra dalla quale l’artista trae la statua, per fare un pallido esempio di quello che avviene tra Dio Creatore e il creato, d’altra parte, l’affermazione biblica che Dio ha fatto l’uomo a sua immagine e somiglianza ci dà un elemento di grande peso per identificare l’uomo e le sue possibilità. Socrate che è certamente uno dei più completi pensatori nati prima di Gesù, scrive: (cito a memoria) “E’ difficile la navigazione di questo mare che è la vita, a meno che qualcuno dall’altra riva non ci venga incontro”. L’affermazione di Socrate si avvicina ad una delle idee fondamentali nella Bibbia. Dio ci è venuto incontro con le rivelazioni a Noè, ad Abramo, a Mosè, ai profeti, e finalmente con l’Incarnazione di Gesù il quale ci rivela molte cose su Dio, sul mondo e sulla nostra vita presente e futura. Ci è stato rivelato un Dio premuroso, Padre per le sue creature, compagno di viaggio nel cammino della vita, addirittura disposto a farsi uccidere al nostro posto come fece Padre Kolbe per quel Padre di famiglia nel campo di sterminio nazista, un Dio campo infinito di operosità per la nostra fantasia e contemplazione. Ma proviamo a lasciare da parte questa visione indubbiamente logica. Indossiamo i panni dell’agnostico, cioè di colui che trova inutile porsi questi problemi. Balza subito evidente il fatto che accantonando il problema religioso, non per questo lo abbiamo risolto, perché ritornerà a bussare alla nostra porta quando i fatti quotidiani della sopravvivenza diventano addirittura tediosi, mentre i fatti importanti come quelli della nostra anima spirituale, reclameranno almeno una lama di luce all’orizzonte. Chi proprio non vuol prendere sul serio il rapporto con Dio si mette in una posizione assurda e angosciosa che dovrebbe portarlo ad invidiare gli stupidi fin dalla nascita, i quali almeno su questo campo non dovrebbero avere problemi. Ma come si fa ad immaginare una persona ancora lucida di mente, nel cosiddetto, con pessima espressione “stadio terminale”, la quale non si domandi: e ora? Valeva la pena nascere? E chi mi ci ha messo in questo stato?

A questi momenti ci si deve arrivare tutti, come tutti siamo passati dal calduccio del seno materno ad uno spazio più impegnativo e meno ospitale. Dire che non esiste il problema sarebbe come trovarsi vicino ad un bambino che piange per la fame e pensare di farlo smettere di piangere dicendogli che non è vero che lui ha fame. Quando lo avremo persuaso che lui non ha fame, allora avremo risolto il problema per sempre e non sarà necessario andare a cercare il pane. A quel punto forse il bambino sarà già morto di fame, portando con sé il mistero della sua fame. Il problema di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, ci si impone per la nostra struttura naturale di esseri coscienti, eticamente orientati, bisognosi di amore e felicità. Non possiamo fare a meno di considerarci creature perché abbiamo tali e tante possibilità esistenziali che non solo non ce le siamo date noi, ma da noi, non riusiamo nemmeno a scoprirle tutte. È vero pur troppo che certe correnti del pensiero moderno negano l’esistenza di Dio e negano anche l’esistenza di un disegno intelligente nella natura. Non per nulla Cristo ci ammonisce: “Ti benedico o Padre Signore del cielo e della terra perché hai tenute nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti le hai rivelati ai piccoli” ( Mat 11,25). A volte benediciamo chi ci ha dato la vita, altre volte lo imprechiamo. Dovrebbe essere logico anche intuire che questa vita tanto superiore alla semplice materia inanimata, superiore a quella dei tanti animali che popolano la terra, ci sia stata data con qualche condizione necessaria per capirne il senso ed operare per raggiungerlo. Altrimenti a che servirebbe il raziocinio, la ricerca comune in tutti i campi, la dialettica ormai globale per le nostre giuste scelte? Il dopo comunque ci fa paura e non è possibile evitarlo o dargli un significato rassicurante, se qualcuno superiore a noi non ci viene in aiuto. E Cristo che è venuto dal “dopo” due volte: quando è nato come uomo e quando è risorto da morte, non merita proprio di essere preso sul serio? In certi ambienti culturalmente importanti non si giudica un perditempo trattenersi per giornate a parlare degli ufo mentre si guarda con un sorriso di commiserazione chi “ancora vuol parlare di Gesù”. S. Paolo scrive al capitolo quarto della seconda lettera a Timoteo: “verrà giorno infatti in cui non si sopporterà più la sana dottrina… gli uomini rifiutandosi di dare ascolto alla verità si volgeranno alle favole”. Cristo ha richiamato alla vita Lazzaro, dopo quattro giorni della sua morte, ha resuscitato il figlio della vedova di Naim, la ragazza di Gerusalemme “Talita Kum”. Ha promesso altrettanto a tutti coloro che lo prendono sul serio. E allora come si giustifica questo livore anticristiano per cui tutti i giorni da qualche parte vengono uccisi e da qualche altra parte si irride il loro insegnamento? Lo Spirito che è in noi, se non vogliamo dire lo Spirito Santo, per tutto l’arco della nostra vita ci spinge a cercarne il senso, a cercare una vita che non muore, che non delude la nostra attesa e la nostra libertà. Non è forse questa la configurazione iniziale dell’uomo al momento della sua creazione? “Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza”? (Genesi I Capitolo-Versetti 26-27). Ogni nostra opera di misericordia, fa riemergere nell’animo la nostalgia di quello che eravamo nel disegno di Dio e ci aiuta ad interpretare il nostro presente di figli di Dio chiamati attraverso l’umanità di Cristo, il fratello maggiore, ad ascoltare chi piange, a non discutere sulla sua fame ma a condividere il pane con lui per farlo vivere.

3


CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Aprile 20010

Mese di Maggio 2010

Triduo Pasquale della Passione e Resurrezione del Signore

È il mese dedicato alla madonna

Il Triduo pasquale comprende il Venerdì Santo, il Sabato Santo e la Domenica di Risurrezione. Dato però il carattere pasquale della Cena del Signore entra nella celebrazione del triduo anche la Santa Messa vespertina del Giovedì Santo. La domenica di Pasqua è insieme l’ultimo giorno del Triduo e il primo del Tempo di Pasqua.

Nei giorni feriali ad iniziare dal 4 di maggio, alle ore 21 nella chiesa di Propositura e nella chiesa di Tavernelle, recita del S. Rosario con breve riflessione. 1° maggio sabato - San Giuseppe artigiano. 2 maggio domenica - Domenica V del Tempo di Pasqua. S. Messe secondo l’orario festivo. 3 maggio lunedì - Santi Filippo e Giacomo apostoli. In Anghiari festa del SS. Crocifisso. Sante Messe nella chiesa di Badia alle ore 9,30 e alle ore 11. Alle ore 17, nella chiesa di Propositura S. Messa solenne dove il vescovo amministrerà il sacramento della Cresima ai nostri giovani; seguirà quindi la processione nelle strade del paese fino alla chiesa di Badia. 4 maggio martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 6 maggio giovedì - Primo giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 7 maggio venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20,30 S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione. 9 maggio domenica - Domenica VI del Tempo di Pasqua. S. Messe secondo l’orario festivo. 13 maggio giovedì – Beata Maria Vergine di Fatima. Nel 1917 la Vergine Maria è apparsa a tre pastorelli: Lucia, Giacinta e Francesco a Fatima in Portogallo. 14 maggio venerdì – San Mattia apostolo. È l’apostolo che ha sostituito Giuda iscariota il traditore. 16 maggio domenica - Domenica VII del Tempo di Pasqua. Ascensione di Gesù. Festa nel Santuario del Carmine con Sante Messe dalle ore 7 alle ore 11 nel Santuario. Alle ore 16 benedizione dei bambini e alle ore 18 S. Messa in suffragio dei benefattori e dei festini defunti. Ad Anghiari unica Messa alle ore 9,30 in Propositura. 22 maggio sabato – Santa Rita da Cascia. Festa presso la chiesetta delle Suore agostiniane della Ripa preceduta da un triduo di preghiera. 23 maggio domenica – PENTECOSTE. S. Messe secondo l’orario festivo. “Manda o Padre, lo Spirito Santo alla tua Chiesa”.

1° aprile giovedì - Giovedì Santo: Ultima Cena di Gesù. Alle ore 18,30, nella chiesa di Propositura, Santa Messa vespertina in “Coena Domini” con il rito della lavanda dei piedi. La Chiesa celebra in questo giorno l’istituzione della SS. Eucaristia. Alle ore 21, nella chiesa di Propositura e nella chiesa di Tavernelle Ora di meditazione. 2 aprile Venerdì - Venerdì Santo: Passione e morte di Gesù “In Passione Domini”. Alle ore 11,30 ci troviamo nella chiesa di Sant’Agostino per portare il simulacro di Gesù Morto nella chiesa di Propositura. Un invito particolare ai giovani e bambini ad essere presenti a questa celebrazione. Alle ore 19 nella chiesa di Propositura Solenne liturgia “In Passione Domini”. Al termine processione tradizionale per le vie del paese. In questo giorno quindi celebriamo e meditiamo la Passione di nostro Signore Gesù Cristo che culmina con la sua Morte in croce. 3 aprile sabato - Sabato Santo: Gesù nel sepolcro. Giornata del silenzio, della speranza, di intensa riflessione. Alle ore 23,30 nella chiesa di Propositura Veglia pasquale della notte santa “in Resurrectione Domini”. Liturgia della nuova luce, benedizione del fuoco, del cero pasquale e dell’acqua; quindi annuncio della Resurrezione. 4 aprile domenica - di Risurrezione, Alleluja!! Sante Messe secondo l’orario festivo. “Il Signore è risorto, alleluja”.

Tempo di Pasqua (dura cinquanta giorni) 5 aprile lunedì - Lunedì dell’Angelo. Pasquetta. Festa nella chiesa di Santo Stefano. Santa Messa delle ore 11 nella chiesa di Santo Stefano. Alle ore 18 S. Messa nella chiesa della Croce. 6 aprile martedì - Primo giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 11 aprile domenica - Domenica II del Tempo di Pasqua. S. Messe secondo l’orario festivo. 16 aprile venerdì - Santa Bernadette Soubirous Vergine. È la pastorella a cui è apparsa la Madonna a Lourdes nel 1858 (1844-1879). 18 aprile domenica - Domenica III del Tempo di Pasqua. S. Messe secondo l’orario festivo. 25 aprile domenica - San Marco evangelista. Domenica IV del Tempo di Pasqua. Santa Messa delle ore 9,30 nella cappella di San Marco presso la Misericordia ove saranno benedetti i gigli da mettere sulle croci nei campi. Alle ore 11 S. Messa in Propositura e alle ore 18 S. Messa nella chiesa della Croce. San Marco era il cugino di Barnaba, seguì l’apostolo Paolo nel suo primo viaggio ed anche a Roma fu discepolo di Pietro del quale riprodusse la predicazione nella stesura del suo Vangelo. 29 aprile giovedì - Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia e d’Europa, Vergine e Dottore della Chiesa (1347-1380).

Termina il Tempo di Pasqua e riprende il Tempo Ordinario 30 maggio domenica - Domenica IX del Tempo Ordinario. SS. TRINITA’. S. Messe secondo l’orario festivo. 31 maggio lunedì – Visitazione della Beata Vergine Maria alla cugina S. Elisabetta. Madonna del Buon Consiglio - Conclusione del Mese Mariano con la processione e il Rosario nella chiesa di S. Agostino alle ore 21.

4


S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Avvisi Lunedì 31 maggio Madonna del Buon Consiglio

Ore 8,00 Ore 8,30 Ore 9,00 " Ore 9,30 Ore 10,00 " Ore 11,00 " " " Ore 11,30 Ore 12,00 Ore 15,30 Ore 16,00 " Ore 18,00

Conclusione del Mese Mariano con la processione e il Rosario nella chiesa di S. Agostino. Appuntamento in Propositura per le ore 21.

Primo Venerdì del mese a Micciano

alle ore 20,30

-PIEVE DI MICCIANO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -CENACOLO DI MONTAUTO -CATIGLIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -SAN LEO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -VALEALLE -TAVERNELLE -VIAIO -TOPPOLE -TUBBIANO -PONTE ALLA PIERA -PROPOSITURA (1a domenica del mese) -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8,45 Ore 9,30

Primo venerdì del mese al Carmine

San Michele Arc.lo a Padonchia S. Maria della Pace Le Ville

Ore 10,00 CHIESA della Madonna Bella Pocaia Ore 11,15 San Simeone profeta a Monterchi Ore 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

MESSE PREFESTIVE: Ore 16 (0re 17 estivo) Tavernelle Ore 16,00 (ore 18 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 17,00 Madonna Bella a Pocaia Ore 18,00 Propositura Anghiari

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

ADORAZIONE EUCARISTICA Gli incontri avranno inizio alle ore 21

Giovedì 29 aprile Chiesa di Badia Giovedì 27 maggio Chiesa della Croce Giovedì 24 giugno Chiesa di Propositura 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Darwin

Anghiari ha un nuovo professore di pianoforte!

Sara C. disegnò

di Sergio Lombardi

Innanzitutto bisogna dire che Darwin è stato il fautore ed il divulgatore della teoria della creazione ed evoluzione del mondo secondo calcoli e leggi scientifiche e fisiche. In altre parole Darwin asserisce che il mondo è una conseguenza di una esplosione gassosa e che la creazione ed evoluzione dell’essere umano non è altro che un insieme di cellule e di atomi che combinandosi chimicamente hanno dato origine alla creazione della vita nel globo terrestre e che quindi la sopravvivenza è direttamente collegabile alla vigoria fisica e alla struttura originaria derivante da situazioni genetiche. Personalmente credo che questo significhi il ritorno tribale ad una esistenza dell’essere umano agli antipodi cioè significa il ritorno alle civiltà tribali quando esisteva l’associazione in tribù per affermare la propria forza, ma allo stesso tempo mi chiedo se questa società non abbia dimenticato che i valori morali dovrebbero essere colonna portante del vivere civile. Naturalmente la suddetta teoria si scontra con ciò che ci hanno insegnato i teologi e gli studiosi della creazione umana. Il massimo dell’ipocrisia si ha vedendo che gli stessi fautori della teoria di Darwin invocano le regole civili nel momento in cui tali realtà si presentano nella crudezza di un destino abnorme. In realtà oggi siamo strumentalizzati da determinati interessi e alcuni si fanno scudo degli stessi affinché non risultino i modi di agire di persone costituitesi in gruppo devono creare un diversivo al fine di distogliere l’attenzione dai veri problemi della società. Non è possibile parlare più chiaramente perché in Anghiari ancora non è arrivato l’art. 21 della costituzione riguardante la libertà di stampa. In definitiva si deve vivere con la realtà di Darwin e allora viva Darwin ma poi non ci si deve lamentare delle conseguenze. Se qualcuno deve intendere è opportuno che intenda.

Giulio Camaiti, il giorno 15 febbraio 2010, si è diplomato con merito in pianoforte, presso il Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze. Al giovane maestro gli auguri dei familiari, degli amici e della Redazione.

Lavoro e canto Qualcuno ancora canta quando lavora, ed è un piacere, soprattutto se canta bene. Primo pomeriggio di marzo, mentre passeggio per un vicolo di Arezzo il solo rumore che immagino di sentire è qualche motorino. Altrimenti in una minuscola stradicciola addormentata a quest’ora si rischia ancora di ascoltare un meravoglioso silenzio, quasi dimenticato per una città; forse perché gli abitanti sono tutti fuori a lavorare. Invece da queste case appiccicate una all’altra sento cantare con gioia, e anche piuttosto bene La porti un bacione a Firenze, e siccome passo di lì vedo un imbianchino che sta verniciando una stanza al piano terra di un appartamento. E canta! Che gioia, risentire qualcuno che accompagna e allieta il proprio lavoro con il canto, non della solita canzonetta stile Sanremo, ma di un “antico” successo italiano. E chissà se le giovani generazioni sanno almeno l’aria del noto brano degli anni ‘30 di Odoardo Spadaro. C’è qualcun’altro che canta qualcosa di bello mentre lavora? Mi ritorna in mente allora l’amico Gino Brondoli quando per dimostrare l’importanza della banda del paese, diceva che ad Anghiari anche lo spazzino, lavorando, fischietta brani dell’opera. Chioserebbe Nietzsche: senza musica, la vita sarebbe un errore. abiesse

Un pensiero di Domenico Guerri

Ecco il pensiero

Franco Talozzi, che ringrazio sentitamente, mi ha inviato questo pensiero dello zio Domenico Guerri pubblicato nella rivista “Letteratura antica” di cui è direttore l’amico Antonio Lanza della Sapienza di Roma. Ritengo che questo pensiero possa essere anche una esortazione ai nostri attuali uomini politici a scendere dalle loro roccaforti, cioè a non ritenersi intoccabili depositari di verità assolute, ma di volere, per il bene della patria, dialogare serenamente al fine di modernizzare la nostra Costituzione.

“Nella lotta per raggiungere il vero siamo e dobbiamo essere solidali; e non ci sono né vincitori né vinti. Vinciamo tutti, sia a chi tocchi di additare una verità prima ignorata, sia a chi convenga di abbandonare un errore. Gli studi, anche questi aspri di erudizione, sono belli soltanto se uno mira a tale perpetua vittoria.”

Per rendere di più facile comprensione lo scritto ai meno esperti di sottigliezze linguistiche, il nipote ha sostituito e… e con sia… sia. Lo zio lo perdoni! T. Guerri

Domenico Guerri

6


...il Palterre ovvero Ridendo castigat mores

La famiglia Tuti

Rita Giorni si è laureata

di Emmedipì

Il 28 gennaio 2010 Rita Giorni si è laureata presso l’Università la Sapienza di Roma, Facoltà di Economia, indirizzo specialistico «Gestione degli intermediari, finanza internazionale, risk management». Ha discusso la tesi dal titolo: “Il mercato interbancario e la crisi finanziaria: la risposta del mercato italiano” ottenendo l’ottima votazione di 110 e lode. Relatore Chiarissimo Professor Franco Tutino. A Rita che abita a Firenze, ma genitori e nonni sono di Anghiari, gli auguri dei familiari, degli amici fiorentini e della Redazione.

Qualche tempo, nello scrivere della scomparsa di Lorenzo Tuti, abbiamo detto che era il più giovane dei figli di Francesco Tuti. Era invece il figlio di Tuzio ed il nipote di Francesco. Ci scusiamo per l’involontario errore. Ricorderemo qui che Francesco Tuti è stato un personaggio importante per la vita di Anghiari. Era ingegnere comunale e molte relazioni presenti nell’Archivio storico dimostrano la sua professionalità. Di Francesco poi ho potuto vedere tre sonetti sulla Scampanata del 1877 scritti con lo pseudonimo di Nescuto Tranfi. Da questi sonetti hanno tratto spunto diversi poeti nostri contemporanei. Francesco poi, nei primi del novecento, si oppose strenuamente alla sostituzione del monumento a Garibaldi bisognoso di restauri, con quello attuale; a testimonianza di ciò resta la tela nella sala del Consiglio comunale che raffigura il primo monumento (e primo in Italia) eretto all’eroe dei due mondi nel 1883. Ma della famiglia Tuti non posso dimenticare, e andiamo a due secoli fa, la figura del Proposto Nicola Tuti. È grazie al suo ordine e alla sua dedizione alla parrocchia di Anghiari se ancora oggi possiamo reperire tante notizie. Egli infatti ordinò e ricopiò diversi libri anagrafici della parrocchia. Solo grazie al suo lavoro molte notizie della vita della Propositura, ma anche del paese di Anghiari, sono così giunte sino a noi. Ricercò poi e dette la giusta valorizzazione al Beato Bartolomeo Magi di Anghiari e a Giacomo Torricelli, vescovo di Marsiglia ed anch’egli originario di Anghiari.

Il bene il male e la tv di Alfonso Sassolini

Ad ogni istante, nel mondo sbocciano, tristi, i fiori del Male ma, contemporaneamente, rifulgono miracoli di amore. La capacita, sacrosanta, che abbiamo di scandalizzarci del male e quindi di riconoscere implicitamente che il Bene esiste, non è frutto unicamente dell’educazione cristiana che abbiamo ricevuto ma anche effetto di quella “legge naturale” o sistema di valori che tutte le religioni propongono e che anche l’Etica laica recepisce (es.: non uccidere!) Detto questo, capirete bene che sono, siamo, arrabbiati neri e ce l’abbiamo con la TV e specialmente con quella commerciale che ci porta in casa squallidi contorcimenti di esseri dal sesso imprecisato, fantasiose acrobazie e amplessi di psicopatici. Per non parlare delle scene di violenza! Il tutto, assolutamente esplicito e analizzato nei particolari. Ci tengo a precisare che di questa merce non mi cibo ma io e mia moglie ce la troviamo servita a domicilio mentre si zampetta fra i Canali alla ricerca di qualcosa di commestibile. Venerdì 19 Febbraio: il film Profumo - storia di un assassino; Sabato 20 Febbraio: Eyes Wide shut (canale 5). Ma anche Rai Tre con C’era una volta l’America, non scherza? Il tutto mentre mezza Italia si anestetizza con San Remo. Questa roba ci entra in casa mentre i nostri bambini che dovrebbero nutrirsi di Settenani e Babbinatale, non sono ancora a letto. Domanda: ma i proprietari, i responsabili della programmazione di queste TV pubbliche e private non sono genitori e/o nonni? E i politici, quelli che si stracciavano le vesti perché la Costituzione Europea non ha recepito “il richiamo alle radici cristiane”, dove sono? Avviene che i nostri ragazzi, nutriti di questi programmi escrementizi, formati sui Grandifratelli Veline, Fattivostri e quant’altro, il tutto condito dai commenti di vari personaggi di dubbia caratura intellettuale e profetica, crescano senza la necessaria percezione del confine fra il Bene ed il Male e perdano la virtù di sapersi scandalizzare. Nell’assenza o impotenza di famiglie disastrate e di una scuola squalificata; confondendo LIBERTÀ con la licenza, nella convinzione che sesso, potere, denaro, successo e visibilità, siano traguardi che premiano. E già se ne vedono i perfidi effetti! Ci è stato insegnato che lottare con la tentazione è il modo giusto per superare sé stessi, avvicinarsi all’Assoluto ed essere veramente liberi. Ci è stato insegnato ad esprimere la nostra sessualità non soltanto come un prodotto ormonale ma come condivisione e sublimazione dell’AMORE, nel rispetto della persona e nella declinazione di tutti i modi di donarsi che gli antichi chiamavano Amor, Caritas, Agape, Eros. Sono più che mai convinto che questa formula funziona (anche se non sempre l’ho utilizzata) e sono più che mai indignato perché non pretendo che la TV sia maestra di vita ma che almeno ci risparmi questo fetente verminaio!

Auguri a Rita Del Pia Il giorno 10 dicembre 2009, quando ad Anghiari si festeggia la Madonna di Loreto, Rita Del Pia si è laureata in Studi Filosofici presso l’Università degli Studi di Siena, Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo. Ha discusso una tesi dal titolo: Il problema del male nel libero arbitrio di Agostino d’Ippona. Relatrice è stata la professoressa Irene Zavattero, correlatore il professor Ferdinando Abbri. A Rita, a cui vanno i complimenti per l’ottima votazione ottenuta, gli auguri dei familiari, degli amici e della Redazione.

La vignetta di Scacciapensieri:

Corna!

7


LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE di don Quinto Giorgini

La Chiesa dei Ss. Angelo ed Eleuterio al Castello di Sorci

La valle del Sovara potrebbe essere chiamata anche la valle dei castelli medievali. Ricordiamo quelli di Valialle, Pianettole, Toppole, Scoiano, Pantaneto... ridotti ormai a ruderi, ma ve ne sono altri come quello di Montauto, Galbino, la Barbolana ben conservati ed abitati, tra cui questo di Sorci, venduto nel 1969 dalla famiglia Bonservizi al sig. Primo Barelli, il quale con la moglie sig.ra Gabriella ed i tre figli Alessandro, Veronica ed Alberto lo ha ristrutturato, insieme alla Locanda, aprendoli al pubblico vicino e lontano per una ristorazione quotidiana genuina ed economica ed anche prelibata in occasione di incontri, convegni particolari di studiosi e note personalità, ma soprattutto di feste nuziali, cresime e prime comunioni. Qui gli ospiti e i turisti, oltre ad una gastronomia classica e casereccia possono ammirare un tranquillo paesaggio ed un parco botanico e visitare le bellezze artistiche e storiche di questo castello del secolo XI-XII. Dopo una breve sintesi delle principali fasi storiche caratterizzanti il castello, passeremo a parlare dell’antica sua chiesa dedicata al patrono dei Longobardi S. Michele Arcangelo, purtroppo ormai scomparsa, sostituita dall’attuale risalente al 1710. Il Castello di Sorci è situato a quota 328 m s.l.m. in un lieve declivio sul versante sinistro del Sovara e della via sul crinale che partendo dalla moderna rotonda sulla statale senese-aretina conduce ad Anghiari. Poco dopo la svolta troviamo sulla sinistra una stradina sterrata ed alberata con l’indicazione: Locanda al Castello di Sorci. Il primo documento finora conosciuto circa l’esistenza di questo castello appartenuto ai Barbolani per oltre un secolo è il diploma di Enrico V imperatore del 2 maggio 1111, in cui si elencano i possedimenti della Badia camaldolese di S. Bartolomeo in Anghiari, di cui alcuni risultano in località di Sorci. L’etimo “Sorci” non deriva, per il filologo Nino Boriosi, dal plurale di “sorcio” (=topo), secondo un leggendario scontro vittorioso tra quelli del castello di Sorci con quelli di un fantastico castello della vicina Valle dei Gatti, ma piuttosto dalla parola di origine germanica “sorku” che indica i ciuffi di scopa che in dialetto venivano chiamati “solci”, per cui il toponimo Sorci indicherebbe il luogo delle scope, che si trovano nella vicina boscaglia, e pertanto farebbe pensare anche all’origine arimannica di questo castello.

Nella sua millenaria storia ha certamente subito molte trasformazioni, nel tardo Trecento, nel Quattrocento, nel Cinquecento e poi ristrutturato in Villa, come oggi appare, nel sec. XVII-XVIII. Nel 1268 fu devastato da alcuni tedeschi, durante la discesa di Corradino di Svevia contro Carlo d’Angiò. Nel 1287 era in mano a Tarlato da Pietramala. Lo storico Ascani (nella sua pubblicazione su Anghiari) afferma che nel 1353 questo Castello, con gli altri ed Anghiari, furono recuperati da Maso dei Tarlati di Pietramala. Due anni dopo tutti i castelli di questa valle furono dichiarati da Carlo IV imperatore appartenenti al contado e distretto di Arezzo. Nel 1385 gli abitanti di Sorci si sottomisero a Firenze, quando questo castello divenne di proprietà di Vagnone e Piero Bruni, antenati del celebre e valoroso Baldaccio d’Anghiari, capitano di ventura e mercenario. Secondo il Coleschi, Baldaccio vi aveva una torre assai munita di armi di quei tempi e in seguito a rapine, saccheggi e violenze nella sua giovinezza fu più volte processato e infine condannato a morte con una sentenza del 4 maggio 1420. Fuggito nell’esercito fiorentino, si fece valere combattendo con coraggio ed onore, ma in seguito alle lotte fra le varie fazioni, fu ucciso a tradimento a Palazzo Vecchio il 6 settembre 1441 e il suo cadavere, gettato dalla finestra e decapitato, fu poi sepolto nel chiostro della chiesa di S. Spirito. Il 1391 segna la definitiva fine della Signoria dei Tarlati e l’inaugurazione su questa valle di quella di Firenze. Nel 1428 questo castello, secondo il Coleschi, fu acquistato da Ludovico Pichi, per la somma di 428 fiorini da Giovanni di Lazzaro dei conti di Montauto. Con il toponimo Sorci, ritengo che si debba indicare un po’ tutto il vasto territorio che faceva capo alla omonima parrocchia di S. Lorenzo e non soltanto quello dove sorge questo vetusto castello, il quale faceva parte della Pieve di Sovara mentre attualmente è annesso alla Propositura di Anghiari. In questo territorio di Sorci vi erano, oltre la chiesa parrocchiale di S. Lorenzo Martire e quella rurale di S. Florido, entrambe situate al Colle d’Anghiari, anche, nei pressi di questo castello, la primitiva “ecclesia S. Angeli de Sarci (?)”, tassata nel Decimario del 1349 per “libbre X e soldi X”, e infine nella non lontana località Rocolo (dove oggi si trova la fabbrica della ditta Biagioli),

8


Le nostre chiese...

una chiesa con un piccolo monastero dedicato a S. Eleuterio Papa (175-189). Infatti simili piccoli monasteri erano anche a Pianettole, Badia S. Veriano, Scandolaia... Si potrebbe ipotizzare l’ubicazione della scomparsa chiesa di S. Eleuterio anche presso la località Monterbone, cioè l’attuale Locanda, costruzione rustica di origine cinquecentesca, caratterizzata da un vecchio pino mediterraneo radicato accanto. Questa chiesa di S. Eleuterio, fu eretta da alcuni laici che ne divennero patroni ed era anche sede di un convento di religiosi detti popolarmente “monaci banditi”. Esisteva già nel 1141, sotto la giurisdizione del Vescovo tifernate Davizzo, che infatti in quella data prese possesso della Pieve di S. Maria e Giovanni Battista alla Sovara alla presenza anche del “priore Guido di S. Eleuterio di Sorci” con i suoi frati. Questo monastero, filiale diretto della Badia anghiarese, nel 1268 fu riconosciuto esente dal pagamento del censo al Vescovo castellano. Nel 1449 il Vescovo tifernate Rodolfo unì a questa chiesa quella di S. Florido al Colle. Passato questo Plebanato alla nuova Diocesi biturgense, nel 1566 il Vescovo Niccolò Tornabuoni decretò la ristrutturazione della chiesa di S. Florido, trovata con il tetto caduto, ma quando vi ritornò nel 1593, al tempo del rettore don Francesco Palamedi, che era stato presentato dagli eredi di Ottaviano Pichi del Castel di Sorci, di questa chiesa rimanevano solo i ruderi, per cui il titolo venne trasferito nella cappella di S. Angelo, vacante per la morte di don Francesco Pichi (A.V.S. Miscellanea Benefiziali dal 1408 al 1820, t. IV). Quest’ultima cappella, diventata a sua volta anch’essa fatiscente fu abbattuta nel novembre 1709 e il Balì Francesco Pichi pose subito le fondamenta per la

nuova chiesa che divenne l’attuale Cappella Pichi, di forma rettangolare, orientata a sud, larga circa 6 metri e lunga circa 16 (compresa la retrostante sacrestia). La facciata, in bella pietra, è caratterizzata da un grande portale protetto da una ringhiera di ferro battuto con ai lati due finestrelle con inferriate, in alto si legge la data dei restauri del 1920 e sul culmine c’è un modesto campanile a vela con una piccola campana. Anche le due pareti laterali sono in pietra: in quella orientale in alto c’è una finestra rettangolare e in quella occidentale c’è la seconda porta a destra dell’altare, che si presenta con la mensa di pietra, sostenuta da nove colonnine ottagonali che terminano con piccole arcate gotiche. L’altare è fornito di pietra sacra, ma privo di candelieri, di croce, di tovaglie, che vengono esposti solo in occasione delle poche celebrazioni concordate col parroco d’Anghiari. Nella parete dietro l’altare, a destra e a sinistra, ci sono due nicchie con moderne statuette della Madonna di Lourdes e di S. Giuseppe. Le pareti interne, con appesi i quadri della Via Crucis, sono intonacate, il soffitto è a volta ed il pavimento rivestito di mattonelle esagonali. Un vecchio confessionale, un artistico scranno in legno per celebranti e qualche altro sedile costituiscono gli arredi presenti. Altri oggetti sacri sono custoditi dai proprietari in casa. Questa cappella, di proprietà privata, ma aperta al pubblico, durante lo scorso secolo è stata ufficiata quasi regolarmente, perché serviva da “succursale” per la popolazione della parrocchia di S. Lorenzo e naturalmente per soddisfare le disposizioni testamentali della famiglia Bonservizi. Tra i sacerdoti che l’hanno officiata ricordiamo don Giuseppe Baronio, don Domenico Bivignanelli, don Luigi Brunetta. Quest’ultimo il 12 luglio 1956 invia una lettera al Vescovo di Sansepolcro lamentandosi che l’erede sig. Francesco Bonservizi non rispettava la volontà del defunto padre, il quale nel testamento aveva stabilito la celebrazione di un certo numero di S. Messe nel giorno anniversario della sua morte. L’attuale proprietario Primetto auspica che in particolari circostanze questa cappella sia ancora officiata, raccontandomi che don Carlo Senesi veniva a celebrarvi la Messa domenicale ed altre funzioni, quando la chiesa parrocchiale di S. Lorenzo rimase chiusa per restauri. Foto - Nell’altra pagina: Veduta del piazzale del castello di Sorci con la Cappella e l’interno della cappella stessa. In questa pagina: Veduta dell’altare maggiore e del lato destro della Cappella. Più sotto: Lo stemma Pichi in un portale del castello ed il piccolo campanile a vela.

9


Cenacolo di Montauto

Angolo della Missione a cura di Franco Cristini

Incontri di Spiritualità

Asterischi

FAMIGLIE: Le dieci parole 4° sabato di ogni mese Don Giovacchino Dallara sr. Germana rc e sr Nancy rc

PER TUTTI: Gli amici di Dio 2° sabato di ogni mese Don Marco Salvi e sr. Astrid rc

DIVORZIATI: “Ascolta Israele” (Dt. 6,4) 3° domenica di ogni mese

Festa dell’anziano e del malato

sr. Germana rc

ADULTI: “Dall’Aurora ti cerco…” 3° lunedì di ogni mese Mons. Giacomo Babini e Sr. Astrid rc

BAMBINI: Scuola di Preghiera 6 marzo e 10 aprile ore 15/17 équipe

Per info: 0575/723072-723066

Tempo di Pasqua Il tempo di Pasqua è il periodo che va dalla Pasqua alla Pentecoste, e dura 50 giorni. Durante le sei settimane si ricorda in modo particolare la festa della Risurrezione. Il tempo di Pasqua termina con la solennità di Pentecoste, il 23 maggio. Quaranta giorni dopo Pasqua, invece, è la festa dell’Ascensione, ma in Italia viene posticipata alla domenica seguente, il 16 maggio.

Alle ore sedici di sabato 13 febbraio, come da alcuni anni accade in quel periodo, si è celebrata la S. Messa nella chiesa di Propositura in occasione della giornata del malato e dell’anziano. In verità tale festa si sarebbe dovuta celebrare il giorno giovedì 11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes, ma essendo giovedì giorno feriale si è preferito spostare tale manifestazione al sabato per motivi puramente logistici e organizzativi. La nostra chiesa si è riempita di fedeli alla presenza di tanti ammalati ed anziani e, dico subito, è stata una manifestazione particolarmente toccante ed emozionante che ha impegnato tutte le istituzioni facenti capo alla parrocchia ed alla Misericordia. Si è respirata un’aria particolare di cristianità vera ed autentica: prima di tutto si è resa evidente la tanta “fede” messa in mostra particolarmente dai malati e dagli anziani, i quali, nonostante le condizioni atmosferiche avverse per il freddo e la neve caduta il giorno prima, sono venuti impavidi a partecipare alla S. Messa (vedi foto) durante la quale è stata amministrata loro “la Santa Unzione dei malati”. Visibile e tangente è stata la “carità” di tanti volontari che si sono impegnati con ogni mezzo e con tanta tenerezza a trasportare malati ed anziani in chiesa e a rendere in modo meno disagevole possibile la loro presenza. Alla fine della Messa è stato offerto un piccolo rinfresco a tutti sempre nell’ambito della chiesa, e questo è stato bello, non è mancata certo nel volto di questi nostri fratelli e sorelle sofferenti la “speranza”; la loro espressione, nonostante i segni dell’età e della malattia, è sempre stata serena e sorridente. Sono sicuro che questa manifestazione di fede e di speranza è stata trasmessa a tutti i presenti: volontari, parenti, amici e fedeli. Io personalmente ho provato una tale emozione da dover combattere con qualche lacrimuccia e qualche soffiata di naso di troppo. Ho quindi ringraziato il buon Dio che mi ha dato la grazia di partecipare ad una tale assemblea e per avermi fatto provare delle sensazioni talmente belle che solo la presenza dell’Amore di Dio può assicurare.

10

Pace e bene


Seconda funzione del metodo operativo Caritas: L’ascolto di Laura Di Lauro

Si è tenuto alla fine di febbraio il quinto incontro del percorso formativo per animatori Caritas, incentrato sulla seconda funzione del metodo operativo, cioè l’ascolto, che fa seguito, come ricordiamo, alla prima, vale a dire l’osservazione. Nella realtà con cui ci confrontiamo quotidianamente spesso prevalgono le ragioni dell’apparire. Senz’altro il modo con cui una persona si presenta ai nostri occhi, il suo aspetto, le sue mani, i gesti e, ampliando l’osservazione, la sua casa, il suo lavoro (quando ve ne sia uno), ci raccontano della vita di questa persona. Ma poi all’osservazione deve seguire l’ascolto perché si possa dare una corretta risposta alle esigenze di chi chiede aiuto, affinché non accada di offrire quel che abbiamo in eccesso, come vestiario o alimenti, insomma cose materiali, e trascuriamo ciò di cui forse realmente ha bisogno chi chiede il nostro aiuto, vale a dire di essere ascoltato, di essere sostenuto. L’ascolto richiede, per la sua stessa natura, che chi lo esercita osservi il silenzio, si ponga in posizione secondaria rispetto a chi parla per essere “ascoltato”, esige volontà di comprendere l’altro. Inoltre chi ascolta non deve giudicare, e, naturalmente, ancor più deve essere scevro da pregiudizi. Chi ascolta deve saper riconoscere il senso, il significato delle parole, quelle dette ed anche quelle sottaciute. Deve saper “cogliere la sostanza”, sfrondare insomma il superfluo per arrivare al cuore delle esigenze di chi espone una sofferenza, un problema, un disagio. Ascoltare vuol dire “far dono del proprio tempo” e, naturalmente, deve essere “efficace”, cioè sortire un effetto benefico, tradursi in aiuto autentico. Come per il laboratorio sull’osservazione, anche quello sull’ascolto si è svolto attraverso un’esercitazione didattica e, come per la precedente simulazione, ogni gruppo è stato chiamato a confrontarsi con un caso, diverso per ciascun gruppo, in cui era richiesto l’esercizio dell’ascolto per dare al caso la più idonea risposta finale. I diversi casi prendevano in esame situazioni tipo, come, ad esempio, quella di un nucleo familiare italiano, composto da tre persone, cioè mamma e due figli piccoli, con problemi di ordine economico, oppure di un nucleo familiare composto da immigrati, con problemi economici, culturali, di integrazione, etc. Senza entrare qui nel merito di ogni singolo caso con gli aspetti generali e particolari, vogliamo sottolineare soprattutto le linee del metodo dell’ascolto, che abbiamo appreso nel corso dell’incontro e che cercheremo, nei limiti delle nostre possibilità, di applicare nell’operatività del nostro ruolo ma anche, perché no, nella vita quotidiana confrontandoci con il nostro prossimo. Durante il corso abbiamo appreso cose che potrebbero sembrarci scontate, ma che in realtà facciamo fatica ad applicare. Nell’ascolto ci viene richiesto autocontrollo, e ancora l’esercizio della virtù della pazienza, ed anche un esercizio

costante su noi stessi, per non limitarci alla semplice valutazione di ciò che ascoltiamo ed approvarlo mentalmente, ma anche valutare il nostro comportamento durante l’ascolto. Dobbiamo inoltre disporci mentalmente a comprendere, non a replicare o contraddire. E ancora dobbiamo saper cogliere il messaggio che vuole trasmetterci chi parla, attraverso non solo il senso delle parole, ma anche attraverso il tono della voce e l’espressione del volto. Ci viene richiesto inoltre di calarci nei panni di chi parla, di accantonare le nostre opinioni, di lasciar parlare per conoscere chi parla, raccogliere informazioni ma senza assumere un atteggiamento inquisitorio, individuando i punti di forza, non quelli di debolezza. Ci viene richiesta attenzione, sincera partecipazione, curiosità, interesse, disponibilità, tolleranza, capacità di entrare in empatia con l’altro, capacità di mettere da parte giudizi, riserve mentali, e poi, al momento in cui tocca a noi parlare, farlo con linguaggio semplice e chiaro, orientare il meno possibile il dialogo lasciando che proceda in maniera spontanea. Aprire insomma il nostro cuore all’altro. E’ proprio quest’ultima attitudine che deve guidarci. In fondo, l’azione dei volontari potrebbe essere svolta anche dai servizi sociali, ma, come cristiani, abbiamo un compito in più: quello di mettere l’amore nella relazione con chi richiede il nostro aiuto.

Caritas Parrocchiale Il Centro di Ascolto e la distribuzione del vestiario e dei generi alimentari si fanno in parrocchia (Propositura) dalle ore 16 alle 18 del mercoledì. 11


Osteoporosi

Intervento del dott. Nicola Bacci*

L’osteoporosi è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico caratterizzata da una bassa densità minerale ossea e da un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, con indebolimento dello scheletro che diventa quindi più fragile e più esposto ad un maggior rischio di frattura per traumi anche minimi, in particolare a carico del femore, del polso e delle vertebre. In questo caso i pazienti giungono all’osservazione dello specialista ortopedico in un quadro già conclamato di malattia, senza magari esserne a conoscenza e di conseguenza, senza aver mai intrapreso né misure preventive né terapie specifiche; l’aumento della vita media ha fatto salire il numero degli individui a rischio di osteoporosi e quindi di frattura. I principali fattori di rischio sono genetici, primo fra tutti il sesso femminile: l’osteoporosi interessa la donna con un rapporto 8 a 2 nei confronti dell’uomo: la donna ha in effetti un apparato scheletrico meno robusto di quello maschile, è esposta ad una maggior perdita di massa ossea dopo la menopausa ed inoltre vive più a lungo; più si va avanti con gli anni e maggiore è la quantità di osso che si perde progressivamente. Si calcola che siano affette da osteoporosi il 15% delle donne di 50 anni, ed il 50% delle donne di 80 anni. Altri fattori di rischio sono dipendenti da abitudini di vita e nutrizionali, e sono quindi modificabili, oppure sono in rapporto a patologie concomitanti o ad assunzioni di determinati farmaci. Tra le abitudini che possono predisporre all’osteoporosi vanno incluse il fumo, che anticipa l’età della menopausa, l’eccessivo consumo di alcolici, che è causa di malnutrizione e la vita sedentaria, che riducendo le forze muscolari e di carico applicate all’osso, porta ad una diminuita mineralizzazione dello scheletro. Tra i fattori nutrizionali si possono includere le diete povere di sali minerali, l’inadeguata assunzione di calcio e di vitamina D (meno di 800-1000 mg di calcio al giorno), la dieta prevalentemente carnea che induce maggior perdita di calcio con le urine. L’indagine strumentale adeguata per una diagnosi precoce di osteoporosi è la Densitometria Ossea, conosciuta anche come MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata), che utilizza in genere una tecnologia radiologica. Come tutti gli esami strumentali, sarà il medico curante o lo specialista a prescrivere la MOC, ogni qual volta si sospetti una osteoporosi misconosciuta o si siano già presentati i suoi segni eclatanti, quali ad esempio, le temute fratture del femore, che richiedono il ricorso alla chirurgia ortopedica, ma anche le altrettanto invalidanti fratture vertebrali o del polso. E’ importante sapere che la terapia dell’osteoporosi non porta a guarigione, ma serve a stabilizzare una patologia già in atto; però senza l’intervento di farmaci, un soggetto adulto può sperare solo di ridurre l’entità della perdita della massa ossea raggiunta in precedenza, ma non di mantenerla o di guadagnarne se era in precedenza ridotta.

Anche per questo, la prevenzione è essenziale e si fonda su tre punti cardine e cioè: a. assumere una quantità adeguata di calcio e vitamina D, associata ad una sufficiente esposizione alla luce del sole b. evitare la sedentarietà, anzi non perdere occasione per svolgere una efficace attività fisica; c. non fumare e ridurre il più possibile il consumo di alcol.

*Il Dottor Nicola Bacci Da qualche settimana nei nostri ambulatori di Corso Matteotti 129 la cittadinanza anghiarese ha la possibilità di poter ricorrere all’esperienza e alla professionalità dell’Ortopedico Dottor Nicola Bacci, il mercoledì pomeriggio su appuntamento (cell. 347.8056630). E’ medico chirurgo, specialista in ortopedia e traumatologia, chirurgia protesica ed artroscopica, chirurgia mini-invasiva del ginocchio, della spalla, della mano e del piede, traumatologia. *** Rileviamo dal suo curriculum formativo e professionale: [(…) Il 15 aprile 1996 si è laureato in Medicina e Chirurgia (Università di Siena) discutendo la tesi “Confronto tecnico e clinico tra il Chiodo Gamma e la Vite-placca Ace” riportando la votazione di 110/110. (…) Ha frequentato la Clinica Ortopedica di Siena diretta dal prof. Luigi Bocchi come medico interno dal 1996. (…) Il 4 dicembre 2002 consegue la specializzazione in Ortopedia e Traumatologia riportando la votazione di 70/70 e lode. (…) Dal 1 gennaio 2003 è assunto presso l’U.O. di Ortopedia e Traumatologia dell’A.S.L. 1 di Città di Castello. Attività chirurgica Durante il corso di specializzazione della durata di 5 anni ha partecipato a 697 interventi chirurgici effettuandone 51 come primo operatore. Da specialista, a tutt’oggi ha eseguito come primo operatore oltre 1600 interventi chirurgici di chirurgia protesica di anca e ginocchio, chirurgia artroscopica, traumatologia, chirurgia elettiva della spalla, della mano e del piede (a richiesta segue elenco dettagliato controfirmato dal Direttore di Dipartimento Chirurgico e Direzione Sanitaria). Attività scientifica L’attività di studio e di aggiornamento del Dr. Nicola Bacci è dimostrata dalla partecipazione a master, corsi e congressi a carattere nazionale ed internazionale (anche in qualità di relatore) e da pubblicazioni su riviste. Dal 1999 è socio della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT), dal 2006 è socio dell’Associazione Ortopedici e Traumatologi Ospedalieri d’Italia (OTODI); nel 2009 consegue il Master SIOT di perfezionamento in Chirurgia Ortopedica.] Al Dott Nicola Bacci il nostro più cordiale “benvenuto”; siamo certi che si farà apprezzare anche dalla nostra comunità.

Lavori alla Misericordia Si stanno completando i lavori di risanamento alla sede della Misericordia in Via Matteotti. In marzo sarà già stata inaugurata la rinnovata Cappella di San Marco mentre i lavori hanno interessato tutto l’ex ospizio di Fradamaso. Ne parleremo nel prossimo numero assieme all’elenco delle offerte e dei nuovi soci che non hanno trovato spazio in questo numero.

12


Il documento basilare per la vita della Misericordia

Il bilancio sociale del triennio 2007/2009 Gentilissimi soci, È sempre piuttosto complicato redigere un bilancio consuntivo di un triennio di lavoro di un’associazione come la Confraternita di Misericordia di Anghiari. C’è sempre il rischio di sbilanciare troppo la descrizione verso dati tecnici e numerici a danno di un impegno sociale non misurabile aritmeticamente, oppure di soffermarsi troppo sulle tematiche del volontariato tralasciando invece dati calcolabili e numericamente riscontrabili, anche loro importanti e meritevoli di analisi e di approfondimento. Cosa certa nella nostra associazione è che tutti i dati misurabili, il bilancio di cassa, la percorrenza in chilometri degli automezzi, il numero degli interventi di soccorso e di servizio sociale, la consistenza del parco macchine e delle attrezzature, in aggiunta alle opere di manutenzione sugli immobili e alle iniziative di vario genere, devono esprimere in maniera chiara una serie di elementi separati; questi fattori saranno poi necessari per consentire a Voi soci, in una visione di insieme, una valutazione di merito sulla nostra Confraternita. Potrete così confermarci se stiamo andando nella direzione giusta, nel rispetto dello statuto e della tradizione secolare della nostra Misericordia, o se dobbiamo modificare in qualche maniera il nostro operato. Perciò preferiamo dare informazioni a tema, in forma sintetica; ognuno di Voi potrà valutare individualmente le varie attività, farsi un’idea generale e trarre le proprie conclusioni. I bilanci contabili degli ultimi tre anni, commentati ed approvati prima dal Magistrato, poi dai revisori dei conti e successivamente dall’ assemblea dei soci nelle rispettive sedute, riepilogano entrate ed uscite con tutti i dettagli analitici, reversali di incasso, mandati di pagamento e relativi documenti giustificativi; tutto il materiale è a disposizione di Voi soci, visionabile presso la segreteria della sede. Attività “promozionali”: sono stati effettuati, in collaborazione con il “Gruppo Donatori Sangue FRATRES”, diversi incontri con gli studenti delle scuole anghiaresi (elementari e medie), per illustrare loro la struttura, le finalità ed i metodi di lavoro della Confraternita. Sono stati organizzati corsi di formazione per il conseguimento dei brevetti di livello avanzato, rivolti ai “vecchi” e ai “nuovi” volontari. Iniziative “paesane”: L’associazione è stata presente con i propri volontari nell’organizzazione delle “giornate del malato e dell’anziano” nei mesi di febbraio. Sempre nei mesi di febbraio ha organizzato assieme al Gruppo Donatori di Sangue Fratres i tradizionali “veglioni di carnevale”. Ha partecipato, in collaborazione con altre associazioni del paese, all’organizzazione del veglione di fine anno 2009 presso il palazzetto dello sport di Anghiari. Ha organizzato in prima persona le serate del “3 maggio” con attrazioni musicali, danzanti, tombola e fuochi. Ha partecipato con le proprie “cappe nere” a diverse manifestazioni religiose; fra tutte, la processione del Venerdì Santo. Servizi permanenti: ha cercato di tenere aperto, per quanto possibile, l’ufficio segreteria della propria sede ogni mattina dal lunedì al sabato. Ha mantenuto aperto il museo dell’associazione, in via Nenci, il sabato pomeriggio, la domenica e in tutte le altre festività infrasettimanali. Ha tenuto a disposizione di tutti alcune attrezzature sanitarie per uso temporaneo (carrozzelle, deambulatori, bastoni ortopedici…). Ha aperto le porte a nuovi professionisti in aggiunta al medico di base ed al dentista già presenti ormai da anni nei nostri locali; i nuovi operatori sanitari sono una psicologa, una podologa e due nuovi medici di base. In questi giorni stanno iniziando presso di noi la nuova attività anche un ortopedico ed una giovane dietista. Il fine è quello di mettere a disposizione di tutti Voi importanti servizi sanitari “in loco”, senza doverVi recare ogni volta presso altri studi nei comuni limitrofi.

13

Interventi immobiliari: Dal 2007 al 2009 ha provveduto alla completa ristrutturazione della sede del museo in via Nenci (rifacimento del tetto, dell’intonaco esterno, dell’impianto elettrico, del sistema di allarme, restauro dell’antico portone e intervento di conservazione dei piastrini in pietra della “finestra della carità”). Ha realizzato la messa a norma del garage-rimessa, con un nuovo impianto elettrico e con lavori di impermeabilizzazione e drenaggio. Ha provveduto alla ritinteggiatura della facciata della sede, con il recupero e l’esposizione della croce già in passato simbolo del palazzo quando ancora era dimora conventuale. Ha iniziato (si sta completando il lavoro in questi giorni) una ulteriore importante opera di risanamento e manutenzione straordinaria presso i locali della cappella di San Marco, ammodernando l’impianto di illuminazione e riscaldamento, dotando il locale di un piccolo bagno ed isolando le pareti interne con un intonaco particolarmente adatto per immobili soggetti ad umidità. Un ulteriore intervento di pavimentazione del chiostro interno antistante il nostro salone è in fase di completamento. Entrambi i lavori, oltre che a rendere più gradevole e funzionale l’assetto della struttura, sono stati programmati ed eseguiti per risolvere o quantomeno ridurre i problemi di umidità che da sempre gravano sulla nostra bella sede. Sempre in questi giorni vengono completati i lavori di sistemazione di un nuovo studio-ambulatorio nei locali al piano terra adiacenti alla cappella di San Marco. Rinnovo del “parco macchine”: Nel triennio l’Associazione si è dotata di due nuove ambulanze (Fiat Ducato e Renault Traffic), di due nuove auto attrezzate per il trasporto disabili (due “Fiat Doblò”) e di due nuove autovetture da adibire ai servizi socio-sanitari (Skoda Fabia e Dacia Sandero). Il rinnovo e l’ampliamento del parco macchine ci hanno consentito di potenziare l’attività tipica dell’associazione (interventi di emergenza e socio-sanitari) con mezzi più sicuri e moderni. Attività dei volontari con i nostri automezzi: Nell’anno 2007 i nostri volontari sono usciti con gli automezzi di soccorso e/o per servizi sociali per n. 2.691 volte percorrendo Km. 88.388, con una media di Km. 32 a viaggio. Nell’anno 2008 le uscite sono state n. 3.202 con una percorrenza di Km. 112.400. Nell’anno 2009 le uscite sono state n. 3.445 con una percorrenza di Km. 119.639 complessivi ed una media a viaggio di oltre Km. 34. Le uscite medie giornaliere sono state pertanto 9,43 con una percorrenza di circa Km. 327 al giorno. Sempre nel 2009 i nostri volontari, in aggiunta a quanto sopra dettagliato, hanno effettuato n. 941 turni presso il 118 all’ospedale di Sansepolcro, per complessive 7.734 ore di servizio. Questa è la sintesi del bilancio sociale dell’ultimo triennio: poco o molto che sia, tutto ciò è stato possibile, per la parte umana, grazie all’opera di volontariato delle nostre consorelle e confratelli attivi, e per la parte economica grazie alla generosità della nostra popolazione. Importante è stato anche l’apporto della quota sociale che tutti Voi soci, anno dopo anno, ci fate pervenire; siete una realtà fondamentale, indispensabile per la nostra attività. Di tutto ciò Vi ringraziamo. Abbiamo lavorato bene? Potevamo fare di più? Abbiamo colto il senso della Confraternita e della sua storia? Voi soci potete valutare serenamente e con obiettività il nostro operato; noi possiamo solo dire che abbiamo provato a fare “del nostro meglio”. Vi chiediamo di aiutarci sempre di più, in opere ed idee, per migliorare il nostro lavoro nell’interesse di tutti. Da parte nostra, continueremo ad impegnarci e Vi terremo aggiornati in riferimento alle iniziative dell’Associazione. Fin da oggi Vi diamo appuntamento alla assemblea sociale di domenica 28 novembre c.a. Che Dio Ve ne renda merito. Il Magistrato ed i volontari


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari sito internet: www.fratresanghiari.it

e.mail: info@fratresanghiari.it

Testimonianza-appello di un giovane donatore fratres

NON DONO IL SANGUE PERCHÉ… Abbiamo già segnalato con grande soddisfazione, nel precedente numero del giornalino, gli ottimi risultati che hanno contraddistinto l’attività del nostro gruppo nell’anno appena trascorso, sia in termini di donazioni effettuate che di nuovi iscritti. Per la prima volta nella sua oltre trentennale esistenza, è stata infatti ampiamente superata la storica soglia delle seicento donazioni annuali, grazie anche all’arrivo di quasi trenta nuovi volontari. Analizzando i dati statistici dei nostri associati, suddivisi per fasce d’età, ci si accorge che i principali protagonisti di questi successi sono stati i soci compresi tra i trenta ed i sessanta anni, con una presenza che sfiora l’80% del totale, con l’importante contributo, anche, degli ultra sessantenni che possono ancora donare il proprio sangue, fino al compimento del sessantacinquesimo anno. Molto bassa, invece, la percentuale dei giovani con età compresa tra diciotto e trenta anni, che si attesta su uno scarso 14%, a testimonianza della insufficiente sensibilità verso il tema della donazione del proprio sangue, quale gesto di amore concreto nei confronti dei fratelli malati, nonostante le frequenti campagne promozionali dedicate a questa fascia di età. Perché tutto questo? Tante potrebbero essere le risposte… Lungi da noi puntare il dito contro qualcuno o voler imbastire sull’argomento una qualsiasi considerazione moralistica, ci limitiamo a riportare qui di seguito la testimonianza-appello di un giovane siciliano che dona il sangue da qualche anno e che continuerà a farlo finché potrà, “perché -dice- donare è vita per te e per chi riceve la tua donazione…”. Ascoltiamolo attentamente! “Non dono il sangue perché ho paura… Perché non ho tempo.. Perché nessuno me l’ha mai chiesto… Non dono il sangue perché… Non lo so!!! Tante, troppe volte ho sentito la gente rispondere in questo modo alla domanda se volessero diventare donatori di sangue. Purtroppo in Italia la realtà è questa. Ancora troppe persone non sanno, a causa di molta disinformazione e mal informazione, che cosa vuol dire e quanto è importante donare il sangue e i suoi componenti. In base alla mia modesta esperienza di donatore e socio volontario di un gruppo Fratres di Palermo, voglio lanciare un appello ai miei conterranei e in generale a tutti gli italiani: la donazione di sangue è un piccolo gesto che non comporta alcun rischio. Se godi di buona salute e diventi un donatore di sangue compi un gesto di fratellanza e di altruismo disinteressato. Se non hai tempo trovalo perché qualcuno potrebbe non avere più tempo a disposizione per vivere… E se hai paura superala perché ci sono persone che grazie alla tua donazione potrebbero non aver paura di morire…

Informati presso il centro trasfusionale della tua città, fai una grande azione con un piccolo gesto… Io dono il sangue e lo continuerò a fare finché potrò, perché donare è vita per te e per chi riceve la tua donazione… Non aspettare che qualcuno a te vicino ne abbia bisogno… Diventa donatore di sangue perché la vita è un dono prezioso… Io l’ho già fatto e tu…?” Giovanni

Una bustina di zucchero per la vita Campagna promozionale della Fratres provinciale, in collaborazione con i gestori di bar, pizzerie, ecc. Importante iniziativa del neonato Consiglio Provinciale dei Gruppi Fratres , nel campo della sensibilizzazione della gente verso la donazione del proprio sangue. Insolita la strategia: consegnare ai gestori di bar, pizzerie e ristoranti che decideranno di collaborare, un certo quantitativo di bustine di zucchero personalizzate con scritte e logo della Fratres, da offrire ai propri clienti. Unico l’obiettivo: far riflettere quante più persone possibili sull’importanza di questo nobile gesto che dovrebbe essere sentito da tutti come un dovere civile e morale ed aumentare, così, il numero dei propri volontari. Collabora gratuitamente all’ organizzazione del progetto la ditta Caffè River di Arezzo, mettendo a disposizione la propria esperienza nel settore. Questo il testo della lettera che è stata inviata nelle scorse settimane agli esercizi commerciali di tutta la provincia dal presidente provinciale. Il Consiglio dei Gruppi Donatori di Sangue Fratres di Arezzo, quotidianamente impegnato nella diffusione della cultura della solidarietà umana e cristiana tra la nostra gente, attraverso la promozione della donazione del proprio sangue, al fine di incrementare ulteriormente l’attività dei ventitrè Gruppi Fratres della provincia, sta organizzando una Campagna di Sensibilizzazione relativa a questo importante tema della vita umana. Tale iniziativa si rivolge a tutti i gestori in indirizzo, mettendo a loro disposizione un certo quantitativo di zucchero semolato contenuto in bustine personalizzate con logo e scritte Fratres. Onde rendere fattibile il tutto, si richiede con la presente la vostra disponibilità ad accettare la fornitura di un certa quantità di tale prodotto, proporzionalmente al proprio volume di fatturato, e ad impegnarsi nell’elargire a questo Consiglio, in forma di erogazione liberale, deducibile fiscalmente ai sensi di legge dal proprio reddito, una eventuale offerta che possa recuperare parzialmente le spese sostenute per la messa in opera dell’iniziativa. Ogni Gruppo Fratres della provincia di Arezzo, sta provvedendo a recepire le disponibilità dei gestori del proprio territorio per verificarne l’effettiva volontà a collaborare con noi in questa importante campagna promozionale. Certi di un vostro positivo riscontro alla presente, ci è gradita l’occasione per inviare cordiali saluti. Il presidente provinciale Dall’Ara Gianfranco Nella foto in alto: Giornata per la scuola 2009: una parte dei tanti giovani studenti presenti.

14


...dal Gruppo Fratres

TANTA ALLEGRIA AL VEGLIONE DI CARNEVALE 2010 Dopo un anno di lontananza, il veglione di carnevale del Gruppo Fratres anghiarese è tornato nella abituale dimora del celebre capitano di ventura Baldaccio d’Anghiari, il cui fantasma, si dice, aleggi ancora nelle misteriose stanze del Castello di Sorci. Tantissime le persone presenti, molte delle quali anghiaresi, grazie anche alla consueta collaborazione dei volontari della locale Confraternita di Misericordia. Di Baldaccio, o meglio, del suo fantasma, nemmeno l’ombra! Ma come poteva essere diversamente, in mezzo a tutto quel festoso baccano, lui che predilige da sempre il silenzio di pochi intimi? Accolti dalla squisita ospitalità di Primetto e figli, gli oltre centosettanta partecipanti hanno dapprima cenato nello storico maniero con tagliatelle, polenta, arrosti vari e sformati e poi ballato fin quasi all’alba tra valzer, tanghi, salse ecc. ecc… con la musica dal vivo di Michele e Gessica. Allegro e festoso l’ambiente, immortalato come sempre dal fotografo ufficiale della serata i cui scatti più significativi vengono qui di seguito affidati alla storia. Chi volesse gustarsi l’intero album dell’evento mondano, può trovarlo nel nostro sito internet www.fratresanghiari.it, alla sezione “galleria fotografica”.

I

VIAGGI TURISTICI

A) Gita turistica di un giorno: Un giorno a Venezia DOMENICA 13 GIUGNO 2010. Programma di massima: Partenza da Anghiari ed arrivo a Fusina con bus Gran Turismo. Trasferimento a Venezia con circa un’ora di navigazione, attraverso l’incantevole laguna meridionale. Sbarco in piazza S. Marco e visita ai principali monumenti ed angoli dell’antica città marinara per l’intera giornata, con guida turistica. PRANZO LIBERO. In serata, rientro ad Anghiari con stessi mezzi.

D E L LA F R AT R E S

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI PRESSO LA SEDE DELLA CONFRATERNITA DI MISERICORDIA, DI MATTINA SEMPRE APERTA, O PRESSO L’UFFICIO DELLA PRO LOCO. Tutti possono partecipare. Un invito particolare ad iscritti e simpatizzanti.

B) Gita turistica di 2 giorni: Il ghiacciaio del Bernina e S. Moritz (Svizzera) DOMENICA 01 E LUNEDI 02 AGOSTO 2010. Programma di massima: 1° GIORNO: Partenza da Anghiari alla volta della Valtellina. Arrivo a TIRANO (Sondrio), graziosa cittadina posta a 450 m. s.l.m., al centro della Valtellina . Pranzo in Ristorante. Nel pomeriggio, incontro con la guida e visita al Palazzo Sertoli Salis, sede di una caratteristica Cantina Vinicola. Degustazione di pregiati vini valtellinesi. Successivamente, visita libera al venerato SANTUARIO DELLA MADONNA di Tirano, senza dubbio ritenuto il monumento più insigne della provincia. Meta di numerosi pellegrinaggi, è il simbolo della profonda religiosità cattolica dei valtellinesi. Cena e pernottamento in ottimo Hotel ***. 2° GIORNO: Prima colazione e partenza da Tirano con il famoso TRENINO ROSSO DEL BERNINA, per l’omonimo passo alpino, con arrivo a S. Moritz (Svizzera). Molti lo chiamano il trenino più bello del mondo in quanto i suoi binari portano il turista a toccare il cielo. Spettacolare ed indimenticabile lo scenario naturale che si presenta agli occhi del viaggiatore, fino a salire tra i ghiacciai e le vette del Bernina, per poi scendere nella sempre incantevole Engadina, sino a Pontresina e Saint Moritz. Visita alla rinomata cittadina svizzera ed al suo lago. Pranzo libero. Nel tardo pomeriggio, partenza per Anghiari con autobus. Cena libera lungo il tragitto.

F A T T I U N R E G A L O: D O N A! Donare sangue è un grande regalo che fa bene agli altri e anche a te. DIVENTA ANCHE TU UN DONATORE DI SANGUE FRATRES !!! Per saperne di più contattaci alla nostra mail elettronica o telefona ai numeri 0575/789577 (Sede), 3395323663 (Pietro), 3381484889 (Fabiano), 3337174434 (Franca).

15


La quasi… ondata di gelo del 18 dicembre 2009 Cronaca dettagliata di Frido Camaiti È mancato poco che l’ondata di gelo e neve del 18 dicembre 2009 passasse alla storia come le precedenti “storiche” del secolo scorso: 1929 - 1956 - 1985. Cosa è mancato: la durata del gelo che è stata breve in proporzioni alle precedenti sopra citate. Diciamo che era nell’aria. Ogni volta che dalla Russia si “muove” qualcosa (o anticiclone termico o depressione) e inizia ad interessare l’intero continente europeo ci dobbiamo sempre attendere periodi molto perturbati (già a fine novembre 2009 avevamo questa situazione che si stava formando nel continente europeo). I primi segnali concreti si sono avvertiti dal giorno 12 dicembre quando la depressione siberiana ha iniziato a lambire decisamente l’Europa settentrionale spingendosi lentamente verso il Mediterraneo. Subito si è avvertito un cambio di temperatura e di conseguenza il nostro Appennino ha cominciato ad imbiancarsi anche se a quote alte. Il giorno 14 già le spruzzate di neve erano scese ai 700 metri e avevano circondato Anghiari e le temperature si erano assestate dai 2 ai 3 gradi sopra lo zero. Già dal giorno 15 cadono alcuni fiocchi trasportati dal vento e il giorno 16 alle ore 20 inizia una caduta di leggero nevischio che riesce ad imbiancare le auto e alcune parti di terreni della nostra collina, anche se in maniera molto blanda. La mattina del 17 dicembre è il preludio alla grande nevicata: la neve cade leggera e soffice e riesce ad imbiancare il suolo con altezza media di cm. 4. Poi una pausa e la grande attesa: si segnala l’arrivo di un nucleo gelido di aria “articocontinentale” che scenderà dalla valle del Rodano. Ormai è cosa certa che ogni volta che aria gelida “artico-continetale” o “artico marittima”, scende dalla porta del Rodano, ad Anghiari nevica, senza alcun dubbio. (frutto di quasi quaranta anni di studio sul territorio). Chiaramente a seconda se l’aria è “artico-continentale” o “artico- marittima”, le conseguenze sono di diversa entità. Nel pomeriggio del 18 il cielo cambia improvvisamente e passa da un bel sereno ad un grigio di attesa. Primi fiocchi verso le diciassette, dovuti al contatto dell’aria più tiepida che precede il fronte, con il cuscinetto freddo che ormai era di casa in Valtiberina da qualche giorno, creando la caduta di leggeri fiocchi nevosi. Verso le 21,30 arriva la parte più intensa del fronte freddo e immediatamente inizia a nevicare in maniera forte e copiosa (da Firenze, come diciamo noi) con neve non molto grossa e ben asciutta: dopo due ore e mezzo già la nevicata aveva assunto le caratteristiche di notevole intensità. La neve caduta di media è stata sui 18 centimetri, ma in alcune zone con ambienti diversi di vegetazione: presenza di siepi, fossi, alberi grandi, costruzioni, ecc., la caduta di neve può assumere carattere di “tormenta locale” dove si incunea la nevicata determinando cadute di neve che nel caso ha raggiunto i 25-30 centimetri. La temperatura al momento

dell’inizio della nevicata si aggirava sui zero gradi di media. Al seguito dell’impulso freddo viaggiava aria veramente gelida. Verso le tredici del 19 dicembre la temperatura era ancora sullo 0 termico ma in alcuni posti di Anghiari già si era riportata a +1. Alle quattordici circa è iniziato l’effettivo calo termico che in breve tempo ha portato aria freddissima, (verso le 16 era già di -4 poi, durante la notte, è arrivata ai -9/-10 gradi). Questa rilevazione è stata effettuata con termometri nella zona della Bernocca confortata nel termometro elettronico della Farmacia Ortalli. Naturalmente come succede in questi casi, anche nel giorno seguente, si sono registrati minime di -12, -15 e -18 gradi in varie zone dove si formano le famose “bolle” di freddo dovute a tratti di territorio particolari che permettono al freddo di annidarsi con maggior intensità raggiungendo minimi veramente eccezionali. Poi il 21 le temperature sono risalite fino allo zero termico, che ha retto per qualche ora e poi lo scirocco in poco tempo ha capovolto la situazione facendo oscillare le temperature di ben trenta gradi. (il giorno seguente avevamo 15 sopra lo zero termico).

Pausa caffè

buona memoria ed operai), specialmente in queste giornate invernali fredde e ventose, che solo per accendere il fuoco non bastavano i quindici minuti, come fai a vincolarli in questi schemi da ufficio? Infatti la loro colazione deve essere sostanziosa ed abbondante. Certo il lavoro non ne deve risentire, anzi dovrebbe trovare nuovo impulso dopo la sosta ristoratrice. La conclusione? Va bene la trasparenza ed è necessario, come fa il Sindaco di Anghiari, combattere chi non svolge il proprio compito con competenza e non ha rispetto per le regole e soprattutto per i cittadini. Il tutto con intelligenza.

di Clèto

Io ho seguito la questione sui giornali, non so quindi se le mie impressioni corrispondano al vero. Il Sindaco di Anghiari ha emanato una direttiva per cui la pausa caffè deve essere circoscritta a quindici minuti e va segnalata adeguatamente con tanto di cartellino. È una cosa ben fatta e certo aver coinvolto i sindacati contro questa decisione mi sembra un po’ troppo. Però… Se io penso ai miei amici operai comunali (cantonieri di

Cosa è mancato a questa “ondata di gelo” per farla definire storica come le altre del secolo scorso: è mancata la durata del freddo intenso. Quando questa situazione venne annunciata si dava per certo che almeno fino a Natale sarebbe durato il grande freddo. Dopo è intervenuto un fatto nuovo: il gelo siberiano, che doveva localizzarsi al massimo verso la Francia, si è portato troppo ad ovest investendo la Spagna con freddo e neve, poi si è portato sulla bassa Spagna, verso le Baleari e qui la natura ha risposto perentoria con una depressione in attivazione che riesce a pescare i venti caldi del deserto africano che precedono la bassa pressione in formazione ed inevitabilmente arrivano forti e caldi sulla nostra penisola creando una situazione completamente opposta a quella sopra descritta: noi non abbiamo nessuna protezione dall’invasione di questo vento pertanto nel giro di poche ore si è assistito ad uno sbalzo di temperatura di circa 25-30 gradi e la completa scomparsa della neve anche nelle cime più alte del territorio Valtiberino.

p.s. Quando arrivano ondate di gelo “storiche” bisogna che si verifichino situazioni tali che determinino la comparsa simultanea di quattro elementi essenziali, ed in sintesi: 1) Presenza di venti orientali gelidi. 2) Presenza di una depressione nell’Italia meridionale. 3) Espansione dell’Anticiclone delle Azzorre verso la Scandinavia. 4) Discesa di nuova aria fredda artica dalla valle del Rodano.

16


La Cresima ad Anghiari Lunedì 3 maggio 2010, nella Propositura di Anghiari, saranno presentati al Vescovo diocesano, Arcivescovo Riccardo Fontana, i nostri giovani. Dopo il Sacro rito la processione percorrerà le strade di Anghiari per arrivare alla chiesa della Badia dove il Vescovo impartirà la benedizione finale.

Chiamati personalmente risponderanno

Eccomi!

Andrea Cambi Benedetta Bassani Carlotta Buzzini Caterina Albiani Claudio Ershani Daniela Ghezzi Daniele Puleri Daniele Viviani Elisa Lanzi Emi Innocenti

Emma Bruschi Gaia Bigioli Giulia Pettinari Giulia Ulivi Luca Benini Marco Volpe Matteo Donati Sarti Nico Senesi Roberto Innocenti Simone Rubini

La Madonna della cintola Così viene detta questa tela della chiesa di Sant’Agostino. Raffigura la Madonna con il Bambino con i santi Agostino e Monica ed alcuni fedeli ai quali la Vergine consegna la cintola. Questa tradizione è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l’ascesa al cielo di Gesù. Questa tela è opera di un anonimo del 1610 e, allorché sarà restaurata, verrà ricollocata nel terzo altare a destra (attualmente in restauro). La Pia Società del Gesù Morto si è assunta l’onere del restauro di questa bella raffigurazione della Madonna nel dicembre 2009. La chiesa di Sant’Agostino è infatti, come saprete, la sede della Società del Gesù Morto e qui si ritrovano le Compagnie in occasione delle processioni che caratterizzano i riti della Settimana Santa. Ricordiamo anche che la Società del Gesù Morto ha provveduto ad inviare alla Parrocchia di Beit Sahour la somma di 500 euro in occasione delle Feste natalizie del 2009. Tutto questo grazie alle offerte dei soci della Società del Gesù Morto.

Carnevale di GM Passate le feste di Natale e la Befana si arriva subito al Carnevale, periodo gioioso e allegro. A proposito di carnevale ci si sta preparando alla sfilata che quest’anno si svolgerà il 21 febbraio. E così i soliti infaticabili e volenterosi personaggi di

Santo Stefano, si sono messi all’opera per realizzare il carro per la sfilata. Il progetto è andato a buon fine e rappresentava Cenerentola. La Società del Carnevale della Gioventù è presente ad Anghiari da oltre quaranta anni e la sfilata è un appuntamento importante per il divertimento di grandi e bambini. A Torchiale, sede della presidente Tiziana Buzzichini, si sono costruiti diversi carri tra cui il Coccodrillo (animale molto pericoloso che buttava coriandoli) e l’altro carro Il bono, il brutto e il cativo raffigurante il saloon. Questi carri li abbiamo visitati io e il Del Pia, per controllare i progressi nella realizzazione. Molte persone erano infatti al lavoro. Altri cantieri

17

non li abbiamo potuti visitare perché chiusi per maltempo (o forse per l’ora tarda che noi eravamo disponibili solo allora). Nella foto di repertorio: A sinistra lavoranti all’opera per realizzare il carro del “Coccodrillo”. A destra l’intervista con uno degli ideatori e realizzatori del carro “Il bono, il brutto e il cativo”.


Dalle nostre Parrocchie Ferreri con solenne benedizione del paese e delle campagne. Giovedì 29 aprile alle ore 16 celebrazione della S. Messa nella cappellina di Mariotto con tradizionale benedizione dei gigli *** 1° maggio inizio del mese mariano con solenne rosario alle ore 17,30 nella chiesa arcipretale di Monterchi e alle ore 16,30 nel Santuario della Madonna Bella con la completa partecipazione dei fanciulli della Prima Comunione e dei ragazzi della Santa Cresima, mentre in tutti gli altri giorni feriali verrà celebrato alle ore 21 dopo cena. 2 maggio. Nel pomeriggio a Ripoli grande festa in onore della Madonna Divina Pastora con inaugurazione solenne dei restauri della chiesa dei S.S. apostoli Pietro e Paolo, risorta dopo i gravi danni dei terremoti del 1997 e 2002. I lavori sono stati eseguiti dalla ditta Marrani su progetto dello Studio Romolini di Sansepolcro, con il contributo della Regione Toscana, del parroco e dei parrocchiani. 22 maggio festa di Santa Rita. Ore 17 S. Messa a Pocaia; alle ore 18 a Monterchi con benedizione delle rose. 2 giugno. Nel pomeriggio, alle ore 17, presso la chiesa di S. Lorenzo a Ricciano, processione mariana con S. Messa di fine maggio e merenda preparata dalla compagnia del SS.mo Sacramento 3 giugno - A Monterchi ore 21 solenne processione del Corpus Domini con la partecipazione delle compagnie, dei fanciulli della prima Comunione, dell’intero popolo e della banda musicale di Monte S. Maria Tiberina. 13 giugno - Solenne Messa della Prima Comunione dei seguenti fanciulli: Cerroni Lapo, Bartolomei Simone, Giuntini Angelo, Raini Genny-Maria, Rogliani Emilio, Polverini Teresa, Pozzoli Maria, Vata Giustina.

Da Monterchi a cura di don Quinto Giorgini

Pasqua

Auguri a Silvia 28 marzo Domenica delle Palme. Messa e benedizione delle palme: ore 8,30 a Padonchia. Ore 10 nella chiesa della Madonna Bella. Ore 11,15 a Monterchi, ore 16,30 a Pianezze. Nel pomeriggio tradizionali quarantore nella Pieve arcipretura di Monterchi dalle ore 15 alle ore 18. Con lo stesso orario nei pomeriggi del lunedì e martedì Santo. 31 marzo Mercoledì Santo. Dopo cena, alle ore 21, confessioni pasquali per tutti, nella chiesa parrocchiale di Padonchia. 1 aprile Giovedì Santo: inizio Triduo pasquale. Ore 17 S. Messa a Pocaia. Ore 18 S. Messa a Monterchi con adorazione personale, dei gruppi e delle famiglie a Gesù Eucaristico riposto nell’apposita urna circondata da lumi e fiori. 2 aprile Venerdì Santo: Pasqua della morte del Signore. Liturgia della morte del Signore alle ore 16 a Monterchi e alle ore 17 a Pocaia. Ore 21 a Monterchi solenne via Crucis e processione del Gesù Morto e della Madonna Addolorata partendo dalla chiesa del monastero per quella arcipretale dove terminerà con la benedizione con la reliquia della Santa Croce. Durante il percorso saranno rappresentati i principali momenti della Passione e Morte del Signore. 3 aprile Sabato Santo dell’attesa della resurrezione del Signore. Ore 21 Veglia Pasquale e S. Messa nel Santuario della Madonna Bella di Pocaia. Ore 23,30 Veglia Pasquale e S. Messa nella pieve arcipretura di Monterchi. 4 aprile Domenica di Pasqua. Ore 8 S. Messa a San Biagio, ore 9 a Padonchia, ore 10 nella chiesa della Madonna Bella, ore 11,15 nella chiesa arcipretale con la partecipazione del piccolo coro di San Simeone. 5 aprile Lunedì di Pasqua. Festa del Perdono a San Biagio con S. Messe e Confessioni dalle ore 8 alle ore 12. Nel pomeriggio ore 16,30 S. Messa a Fonaco. Domenica 11 aprile nella chiesa di S. Simeone a Monterchi, alle ore 17,30, processione in onore di S. Vincenzo

Il giorno 14 dicembre 2009, Silvia Gioviti si è laureata presso l’Università degli Studi di Siena, facoltà di Lettere e Filosofia, corso di Lingua e Comunicazione interculturale, discutendo la tesi “Francia vs. Italia: quando due Nazioni si sfidano a colpi di stereotipo”. Ha ottenuto la bellissima votazione di 110 e lode. Relatrice: prof.ssa Anna Maria Mangia, Correlatrice: prof.ssa Patrizia Gabrielli. A Silvia, abitante in Monterchi in via Reglia 34, che svolge con dedizione l’importante impegno di catechista, auguri e felicitazioni dai familiari, amici, dal parroco e dalla redazione dell’ORATORIO.

AUGURI AI FUTURI SPOSI che hanno partecipato al corso di preparazione al sacramento del Matrimonio nei sabati del mese di febbraio: 1. Marco Bianchini – Laura Bianchini 2. Filippo Corsi – Valentina Rossi 3. Giuseppe Tofanelli – Letizia Scarselli 4. Cristian Mazza – Giada Pancioni 5. Fabrizio Falcinelli – Roberta Panichi 6. Carlo Forti – Pamela Bacci 7. Erika Checcaglini – Daniele Barbafina La sig.na Fedeli Anna ha partecipato al corso in Anghiari, dove abita il suo fidanzato.

18

A Monterchi dal 28 al 30 maggio 2010 si terrà il X° Raduno Nazionale Polentari d’Italia, organizzato dalla Pro Loco in collaborazione con l’amministrazione comunale. Parteciperanno 16 delegazioni da tutta Italia.


Dalle nostre parrocchie Da Santo Stefano, a cura di GM

Il prato a Santo Stefano e...

Alla maestà

Si sta avvicinando la primavera (speriamo sia presto) ed è in programma la sistemazione del prato della chiesa, cioè rimettendo in opera dondoli, scivoli, girello ed altri giochi per bambini. In più c’è da riattivare il campo di bocce. Tutto da fare a breve. Inoltre ci sarebbe in programma già da tempo, la ristrutturazione dei capannini già esistenti ma fatiscenti i quali sono molto utili per poter conservare in buono stato le diverse attrezzature sopra citate e tutto l’occorrente per la realizzazione del presepe che anche quest’anno è stato visitato da molte persone esprimendo apprezzamenti per questa iniziativa. Vogliamo sperare e augurarci che a breve termine si possa realizzare anche questo nostro progetto. La volontà e la determinazione non mancano perciò ci riusciremo anche questa volta a sistemare definitivamente queste strutture. Perciò chiediamo aiuto e sostegno a tutti, come sempre, materiale ed economico. Forza ragazzi! Ora è l’ora!

Lunedì 5 aprile, Pasquetta, a Santo Stefano, dopo la S. Messa delle ore 11 ci si reca alla Maestà della Vittoria per ricordare la Battaglia di Anghiari avvenuta, come sta scritto, nel 1440. Verranno sorteggiate, fra le fanciulle, più o meno attempate, le due damigelle della Vittoria che rimarranno in carico fino al prossimo anno. Il premio, è risaputo, sarà un omaggio un oggetto di abbigliamento. Siate presenti!

Una storia vera del Natale 2009 di Piero Lega

Riccardo Mea, caro e vecchio amico mio di naia, fino a pochi anni fa era dirigente dell’ufficio del Turismo di Napoli, ora pensionatosi ha trovato finalmente il tempo per potersi dedicare al turismo. Ha accettato finalmente il mio invito e con sua moglie è venuto a passare il Natale da me ad Anghiari. Un Natale imbiancato per l’occasione da una copiosa nevicata. Arrivò in tarda serata e dopo una doccia ristoratrice ed una cenetta frugale lo invitai a salire con me sulla torretta per ammirare Anghiari di notte. Uno spettacolo veramente stupendo ed unico si presenta ai nostri occhi. Al vedere le luci lungo le mura, i tetti delle case e dei campanili e le strade imbiancate, l’albero illuminato in piazza, le luminarie per le strade, le finestre illuminate dei casolari, esclamò: “Sto paise è na cartulina e Natale”. Le luci di San Sepolcro fino a Città di Castello illuminavano l’orizzonte tutt’intorno e facevano da corolla fosforescente alla vallata scura. Uno spettacolo da mozzafiato. In un modo inaspettatamente del tutto spontaneo puntai il dito verso la piana e dissi: “Riccardo vedi laggiù dove è tutto nero? Lì c’è un lago”. “Un lago ? - lui domandò. M’accorsi che io ero caduto inconsapevolmente in una trappola terribile e bugiarda. Mi resi conto che mi ero addentrato in una strada senza ritorno, che ormai era troppo tardi per tirami indietro e decisi di continuare in questo racconto fantasioso. “E come si chiama? Lui incalzò. Ahi. A questa inaspettata domanda io rimasi per un secondo interdetto e senza parola ma subito mi ripresi e dissi: “Teverino, lago Teverino” . E poi tirai un sospirone di sollievo. Lui ci pensò un pò e poi rispose: “Non credo di averlo

19

mai visto sulla carta geografica un lago Teverino”. “Sai”, soggiunsi:” Cosa vuoi non è poi così grande da essere indicato sulle carte geografiche nazionali” “Mah”! Fu la sua risposta, non del tutto convinto. “Vedi Riccardo tutte quelle luci che si susseguono (indicando Via Marconi) è un lungomare. E quello (il palazzetto dello sport) è una darsena dove vendono e riparano barche. Ed ancora più in là quelle luci nel buio pesto che si muovono lentamente (macchine che vanno lentamente per via della strada ghiacciata) sono barche che fanno la pesca alla lampara. Dopo tutta questa scorribanda fantasiosa lui ancora colpito dalla magnificenza del panorama sentenziò: “E’ bell comme o mare e Napule. Tornammo giù e ad Emma, sua moglie che era rimasta a chiacchierare con Lela in salotto subito disse: “Tu dovresti vedere le meraviglie che si ammirano dalla torretta. È stupendo! Domattina ti ci porto a vedere”. La mattina dopo tutti risalemmo verso la torre, quando io aprii la porta Riccardo si apprestò a descrivere il lago e guardando a valle rimase impietrito, si girò verso di me ed esterrefatto esclamò: “San Gennaru mie - Il lago ‘n c’è”. Io, contrito e profondamente pentito gli risposi: “Riccardo ti prego scusami, il lago non c’è mai stato”. Nel frattempo io godevo di una malcelata soddisfazione per aver buggerato un napoletano verace con la mia storia e che lui definì “Una eccezionale napoletanata” Ci guardammo tutti negli occhi e poi scoppiammo in una fragorosissima risata puntando il dito a valle cercando il lago che non c’è.


L’Istituto d’Arte di Anghiari diventa Liceo Artistico Ci sono grosse novità per gli studenti italiani delle scuole superiori, a partire dal prossimo anno scolastico. Alcune settimane fa, infatti, dopo una interminabile e faticosa gestazione, il governo nazionale ha dato il via libera alla riforma del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che ridisegna, dopo quasi novanta anni, il panorama delle scuole superiori in Italia. Al di là delle possibili valutazioni politiche sull’intera operazione, una cosa è certa: cancellando con un solo colpo l’attuale eccessiva frammentazione dell’offerta formativa della scuola superiore italiana, ci sarà un grosso sfoltimento degli indirizzi di studio nelle classi prime del prossimo anno scolastico, consentendo così alle famiglie ed agli studenti che si accingono a lasciare la scuola media, di valutare più chiaramente le proprie scelte. I licei diventeranno sei, dagli attuali quattrocentocinquanta indirizzi, tra sperimentazioni e progetti assistiti; gli istituti tecnici da dieci, con trentanove indirizzi, scenderanno a due, con undici indirizzi; i professionali, da cinque corsi e ventisette indirizzi, saranno snelliti a due corsi e sei indirizzi. Novità importanti e significative opportunità, quindi, anche per l’Istituto d’Arte di Anghiari, da quasi cinquanta anni unica scuola superiore del paese e punto di riferimento per la progettazione, la produzione ed il restauro di antichi e moderni manufatti lignei di alta qualità. In base alle disposizioni ministeriali, infatti, la scuola anghiarese diventerà sì un Liceo Artistico, con piani di studio, quindi, di ancor più alta qualità, ma riuscirà a mantenere quelle specificità didattico-operative che l’hanno resa importante nel tempo, grazie alla confermata presenza di un numero significativo di materie professionalizzanti e nonostante la sensibile diminuzione dell’orario settimanale che da quarantadue scenderà a trentaquattro ore, rendendo più snello ed efficiente l’intero impianto formativo. Percorsi artistico-liceali, quindi, relativamente all’indirizzo del Design che se da un lato recepiscono la tradizionale offerta formativa della scuola anghiarese, incentrata sull’arte del legno ed il restauro del mobile antico, dall’altro la arricchiscono ulteriormente aggiungendo a questa la progettazione del manufatto ligneo e l’arredamento. L’istituto, quindi,

potrà continuare a formare con maggiore ricchezza ed efficacia quanti desiderino conseguire accanto ad una senz’altro più marcata preparazione culturale, un qualificato livello professionale con la possibilità, poi, una volta conseguito il diploma finale, di inserirsi nel vasto settore della conservazione dei beni culturali o proseguire gli studi in percorsi universitari, sulla scia dei tanti giovani che formatisi con impegno nel corso degli anni in questo rinomato istituto, sono oggi dei bravi architetti, insegnanti, artisti, tecnici o artigiani di qualità. Le iscrizioni al nuovo Liceo Artistico anghiarese sono ufficialmente aperte dal 26 febbraio al 27 marzo 2010 e durante tale periodo la scuola sarà aperta alla visita di genitori e studenti, con dimostrazioni pratiche nei propri laboratori di arte applicata. Rimarrà comunque la possibilità di conoscere ed apprezzare le peculiarità di questo istituto anche nei mesi successivi, scegliendo di iscriversi al nuovo percorso liceale di Anghiari entro l’inizio del prossimo anno scolastico. Orteip ‘10 Nella foto in alto: Il laboratorio di doratura e laccatura del Nuovo Liceo Artistico di Anghiari, con alcuni allievi all’opera….

Rogazioni Con questo nome si indicavano le processioni campestri che si svolgevano nel periodo pasquale, solitamente in prossimità dell’Ascensione, in cui si pregava per il felice esito del raccolto e la protezione dai flagelli del tempo cattivo, della violenza e della guerra. In quest’anno si svolgeranno: - Lunedì 5 aprile dalla chiesa di S. Stefano alla Maestà della Vittoria dopo la Messa delle 11. - Domenica 11 aprile alle ore 15 dalla Pieve di Micciano al Santuario del Carmine (nella foto le rogazioni dell’anno 2007). - Domenica 25 aprile in occasione della benedizione dei gigli nella cappella di S. Marco (sede della Misericorida) 20


Il calendario delle gite sociali

Tutti in gita con la Banca a cura della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo Anche quest’anno la Banca di Anghiari e Stia ha predisposto il calendario delle gite sociali per favorire la conoscenza tra i soci. La partecipazione è comunque aperta anche a tutti coloro che sono interessati agli itinerari proposti, che prevedono diverse mete per venire incontro alle differenti esigenze di giovani, giovanissimi e “meno giovani”. VINITALY Domenica 11 aprile a Verona. Torna la tradizione della gita sociale nella stupenda città veneta con l’innovazione di un settore particolare dell’agricoltura che è appunto la coltivazione della vite e la produzione di vino. L’intera giornata sarà dedicata alla visita del “Salone Internazionale del Vino e dei Distillati”, un’area di quasi 80000 metri quadrati nella quale espositori italiani e stranieri propongono la loro migliore produzione. Pranzo libero all’interno della fiera e nel tardo pomeriggio rientro nelle località di partenza. Quota di partecipazione: 78,00 euro Minorenni non ammessi Scadenza prenotazioni: 30 marzo

MOSTRA DI CARAVAGGIO E MUSICAL PINOCCHIO Domenica 23 maggio a Roma. La mostra, ideata per celebrare il 400esimo anniversario della morte del grande artista, rende possibile ammirare nelle splendide Scuderie del Quirinale ben 30 delle 40 opere dipinte da Caravaggio. Mattinata dedicata alla visita dell’esposizione, con successivo pranzo al ristorante; pomeriggio al teatro Sistina per assistere al musical “Pinocchio”, con Manuel Frattini. Al termine dello spettacolo, partenza e cena al ristorante lungo il percorso di rientro. Quota di partecipazione: 140,00 euro Scadenza prenotazioni: 15 aprile

MIRABILANDIA Domenica 13 giugno, intera giornata da trascorrere nel noto parco divertimenti alle porte di Ravenna con attrazioni per tutta la famiglia. Cena al ristorante lungo il percorso di rientro. Quota di partecipazione: 81,00 euro Riduzione ragazzi fino a 1 metro di altezza: 23,00 euro Scadenza prenotazioni: 10 maggio

VERONA Rappresentazione della CARMEN, dramma lirico in 4 atti di George Bizet su libretto di Ludovic Halevy e ed Henri Meilhac. Sabato 10 luglio all’Arena di Verona, chi desidera prendere parte a un evento artistico-culturale di eccezione, avrà la possibilità di seguire la “prima” dell’opera, per la regia e le scene di Franco Zeffirelli. Partenza nel pomeriggio e cena in un ristorante di Verona. Al termine dell’opera, il rientro nelle località di partenza. Quota di partecipazione: 90,00 euro Scadenza prenotazioni: 31 maggio

NEW YORK Da martedì 22 a lunedì 28 giugno: una settimana alla scoperta della Grande Mela. Volo andata e ritorno diretto Delta, da Roma Fiumicino a New York JFK. Trasferimenti in autobus riservato e trattamento di bed & breakfast all’hotel Morgans, 4 stelle in Madison Avenue, una fra le strade più belle di Manhattan. Visite guidate ai quartieri della città (Manhattan, Bronx, Queens, Brooklyn), ai suoi maggiori musei ed attrazioni (Moma, Guggenheim, Statua della Libertà, Ellis Island), crociera intorno all’isola di Manhattan. Quota di partecipazione: 2.100,00 euro Scadenza prenotazioni: 10 maggio MOSCA e SAN PIETROBURGO Da sabato 31 luglio a sabato 7 agosto: tour nelle due più famose città della Russia. Volo Windjet da Forlì a Mosca e da San Pietroburgo a Forlì e treno fra Mosca e San Pietroburgo. Trasferimenti in autobus riservato e trattamento di pensione completa in hotel 4 stelle. Visite guidate di Mosca (Monastero delle Vergini, minicrociera sulla Moscova, Arbat, Cremlino, Cattedrale, Armeria) e di San Pietroburgo (Newsky Prospect, Palazzo d’Inverno, Cattedrale di Sant’Isacco, Smol’nyj, Museo dell’Hermitage, Fortezza dei Santi Pietro e Paolo). Quota di partecipazione: 1.370,00 euro Scadenza prenotazioni: 20 maggio

Le prenotazioni dovranno essere comunicate telefonicamente all’Agenzia Biturgia Travel, tel. 0575 741747, accompagnate dal versamento di una caparra da effettuare presso una delle succursali della Banca entro 24 ore dalla prenotazione, negli importi e nei termini sotto indicati: Meta

Caparra

Vinitaly Mostra di Caravaggio + Musical Pinocchio Mirabilandia Carmen all’Arena di Verona New York Mosca e San Pietroburgo

€ 50,00 € 50,00 € 50,00 € 50,00 € 350,00 € 350,00

Versamento caparra entro 31.03.2010 16.04.2010 11.05.2008 31.05.2010 11.05.2010 20.05.2008

Saldo € 28,00 € 90,00 € 31,00 € 40,00 € 1.750,00 € 1.020,00

Versamento saldo entro 31.03.2010 03.05.2010 23.05.2010 20.06.2010 01.06.2010 11.07.2010

I primi 70 soci che prenoteranno riceveranno in omaggio un pacco dono e l’iscrizione per l’anno 2010 al Touring Club Italiano del valore di 77,00 euro. I programmi dettagliati di ogni singola iniziativa sono disponibili sul sito internet www.bancadianghiariestia.it e in tutte le succursali della Banca.

21


Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Benvenuti alla 25a edizione di CARNEVALE!

Il presepe

Lunedì 15 febbraio tutti al Cenacolo dalle 15 alle 17. Giochi, canti, merenda… Ma il momento più atteso… la premiazione della coda più bella! La “giuria internazionale” composta da Borghesi, Siciliani, Tavernellini e Polacchi, hanno fatto un buon lavoro e il 1° premio è andato a Lorenzo Piomboni con il suo grazioso codino di maialetto! E per la vostra cultura generale, anche i maialetti per vedere meglio vanno dall’oculista. Così dal 15 febbraio in poi si possono incontrare maialini anche con occhiali!! Abbiamo visto una coda colorata di pavone, code di coniglio, gatto, tigre, pony, topolino, dalmata, pulcino, leone, dinosauro, leopardo… era uno spettacolo ed una emozione grande! Un grazie molto sentito va ad Alessio Piomboni che ha lasciato lo studio per giocare con noi e ci siamo veramente divertiti, piccoli e grandi, con Italia-America, Coca-Fanta, Aiuto-Aiuto e tanti altri giochi. Alessio, devi ritornare tra noi! I nostri genitori e nonni hanno preparato una merenda senza fine! Salato e dolce, liquido e sodo… non mancava nulla. Grazie, grazie, grazie a tutti! Prima di lasciarci abbiamo preso conoscenza, abbiamo toccato… guardato… letto… ammirato… il libretto, preparato dalle nostre catechiste, che è la guida per il tempo della Quaresima. Quest’anno misuriamo La febbre della carità Se poi il 25 di marzo sarete venuti tutti per la “Stazione quaresimale” a Tavernelle avrete visto personalmente quanto batte il nostro cuore pieno di amore. Per concludere abbiamo detto grazie a Gesù con il canto: Ti ringrazio o mio Signore… Abbiamo fatto l’esperienza che lo stare insieme in questo modo ci piace assai e sentiamo anche che l’amore e la fratellanza crescono tra noi. Perché non vieni anche tu la prossima volta? Ti aspettiamo sempre!

Il Gruppo “Presepe di Tavernelle” mentre ringrazia la Redazione dell’Oratorio per lo spazio concesso al presepe realizzato a Tavernelle segnala volentieri che la parte decorativa è stata curata da Marinella Papini. Al prossimo anno!

Il carnevale dalle suore di Alebi

L’occasione dell’articolo di suor Astrid sul carnevale dei bambini del catechismo a Montauto, la colgo per rispolverare una simpatica foto con le suore che parteciparono al concorso mascherato di quell’anno: il cappello più bello. Io mi ricordo le feste da metà degli anni ‘80 in poi, ma già da tempo le suore, insieme poi al novello parroco di Tavernelle, si adoperavano per questa ricorrenza. Alcuni anni di meno (di età e ministero) di don Marco e delle suore, la gara della maschera più bella che si ripeteva di anno in anno e gli ambiti premi per i vincitori, riuscivano a rendere memorabili i nostri carnevali dalle suore. L’attesissimo concorso variava ogni anno nel soggetto: dal cappello alla coda, dal vestirsi da frutta o da fiore, l’importante sempre con abiti rigorosamente realizzati in casa. Un anno memorabile fu il riproporre in maschera i personaggi più caratteristici di Tavernelle. Accade poi che crescendo ci si rende conto che il mondo non l’abbiamo fatto noi, e quindi c’è un prima e un poi. Il “prima” sono le feste di carnevale organizzate dalle suore nei primi anni del loro arrivo a Montauto, e allora per la merenda c’erano i rinomati stracci fatti dalle suore e la Giovanna Tavanti che animava la festa. Il “poi” è quello che viene dopo, cioè la festa di quest’anno, il cui racconto lo leggiamo da suor Astrid. Sono sicuro che ogni bambino che vi ha partecipato ne dirà cose memorabili. Ma con il senno di poi.

La Compagnia di Galbino Nel mese di gennaio si sono riuniti i componenti della Compagnia per fare il resoconto dell’anno appena trascorso. Possiamo ritenerci soddisfatti dei risultati raggiunti, abbiamo rispettato infatti tutti gli impegni che ci eravamo prefissati. Con il primo punto dell’ordine del giorno abbiamo deciso di inviare un piccolo aiuto ai terremotati di Haiti. Abbiamo quindi fissato tutti gli impegni per il 2010 come l’organizzazione della festa della Famiglia in giugno, la festa a Galbino a ottobre e la visita al cimitero in novembre. Se qualche parrocchiano ci vuol sostenere nella nostra attività o vuole partecipare attivamente alla vita della Compagnia lo può fare rivolgendosi al Camerlengo (Giandomenico Baggi) o al parroco. Ogni vostro aiuto è ben accetto.

Carnevale dell’anno 1986. Nel chiostro del Convento sono raffigurate le suore che facevano parte della comunità di Montauto.

22


Che bei ricordi! Anni lontani dal mio Anghiari

La morte di Gesù ricordata da Rina Senesi

Era una mattina frizzante del remoto Ottobre 1975. Pronta con il mio grembiulino bianco e il famigerato fiocco di nailon rosa che più stava irto, più bello appariva; mia madre che parlava ad alta voce, dicendo: “Hai messo in tasca il fazzolettino per il naso? Corri che perdi il pulmino ”. Salutavo mia madre e correvo giù per le scale, nella piazzetta dell’Intoppo dove abitavo; c’era già il pulmino giallo, guidato da Gastone, che brontolando durante tutto il percorso ci conduceva al piazzale davanti alla scuola. Sono passati trentacinque anni; ma i ricordi sono vivissimi, a colori come se li potessi afferrare; riesco ancora a sentire i profumi, i sapori come se fossero presenti. La mia cara maestra Malvina era lì, davanti alla porta blu della nostra aula per accarezzarci ad uno ad uno e con il suo smagliante sorriso ci disponeva a vivere tranquillamente la giornata. La mia insegnante, è stato un esempio di vita; infatti al di là dei validi insegnamenti di italiano, matematica, storia e geografia, lei era come la nostra seconda mamma. La rivedo sempre attenta e rispettosa di noi alunni nei suoi gesti, con le mani sempre bianche dal gessetto, con la gonna a quadri grandi, di solito a pieghe; la sua acconciatura sempre in ordine e nella sua borsetta le pastiglie per la voce che noi bambini amavamo tanto. Talvolta il bianchissimo suo sorriso si incupiva e noi eravamo timorosi, pensando che forse l’avevamo fatta arrabbiare, invece, al contrario, erano i suoi pensieri “da grande”, come ci diceva lei, che la rattristavano. La domenica mattina, alle nove avevo con lei l’appuntamento al prato del cimitero e poi insieme andavamo presso la tomba di suo marito dove, benché piccola, riuscivo a capire il suo dolore. Io la ricordo sempre con tantissimo affetto e ora, che sono anch’io grande, posso capire ed apprezzare che donna meravigliosa è stata per me e per i miei compagni. La vita le ha riservato delle prove dure da affrontare, ma se dovessi stendere la sua pagella, con tutta sincerità, la premierei sicuramente con un bel “10 e lode”. Noi eravamo “i suoi figli” da crescere con amore, responsabilità ed orgoglio. Di certo io di “10 e lode” a scuola ne ho presi ben pochi, ma nella vita i suoi insegnamenti mi sono stati di grande utilità. Il suo amore di mamma l’ho raccolto dentro il mio cuore e, ancor oggi, lo sto restituendo tutti i giorni a chi ne ha bisogno e non lo chiede. Quando sono triste e penso che la vita è molto più difficile di quanto ci si aspetti, mi torna in mente lei, la cara maestra Malvina, che riusciva a sorridere anche nei momenti tristi della sua esistenza. Questi sono i ricordi più belli della mia infanzia, vissuti nel mio Anghiari, che ”spesso” tornano alla mia memoria. Spero di rivederla presto, per ricevere ancora quel bacio datomi durante quei bellissimi cinque anni vissuti insieme. Con affetto La sua Antonella Comanducci

La morte di Gesù Maria s’affanna Gesù che fu legato alla colonna e fu battuto da gente tiranna Giuda che l’ha tradito ‘n se ne insogna senti i gran pianti che fa la Madonna. Ecco Giovanni a consolar Maria. Senti Giovanni ch’io amor ti porto, dirmi del mio figliolo s’è vivo o morto. O vivo o morto lo ritroveremo la strada ch’ha fatto lui noi rifaremo. Allà prima città che noi si tròva di una dolente voce incontreremo. Questi sono i piedi che io lavai in casa di Simone e Maddalena. Passa la turbe e la cavalleria di chiodi e di martello han preparato “O fabbri! O fabbri per chi martellate? Faccio i chiodi per metter in croce il tuo figliolo Fateli fini, fateli sottili Che debbono passar per carne gentile. Più fini e più filati li faremo tre chili in più di acciaio ci aggiunteremo per dispetto a Maria gni ne faremo le mani al suo figliol l’inchioderemo. O madre mia! Andatevene a casa che questi giudeiuti non vi faccian male. Io a casa non vorrei andare ma con te vorrei restare. Di già che a casa non volete andare di questa sete mi potresti levare. Io che non so’ né fonte né fontana nemmeno amici per poter mandare ma io degno la croce mi rinchinerei e il poppo in bocca a te lo metterei

23

* Rina Ruggeri, Nata a Urliano il 14 febbraio 1925, sposata a Senesi Quinto di Pianettole, ora resiede in Anghiari in cima a via della Tomba. Ha tre figli: Loris, Leris e Piero. Questa composizione veniva letta, e a volte anche cantata, nella chiesa di Toppole in occasione del Venerdì Santo. Con parole semplici e popolari si esprimono i sentimenti ed il dolore di una madre per il figlio crocifisso.


“Quel miccurdì che a ‘nghieri ci fu du’ merchèti anziché uno”

INTERVISTA DI DONNA BEPPA A DUE FANTOMATICI ANZIANI CONIUGI ANGHIARESI (Léi e Lu’) D.B.: - Bongiorno! Sete nuti al merchèto? Léi: - Ero nuta a comprè l’acciughe, ma doppo… c’era tutta ‘sta gente che vinìa ‘n piazza e… ci so’nuta anch’io! Ho visto che qui c’è n’antro merchèto, quelo del filme, e cusì me so’ missa ‘n po’ a curiosère! Lu’: - Io, ‘nveci, dèto che ‘nn’ho gnente da fère, ci vengo tutti i giorni, per passere ‘l tempo… Léi: - El tempo, sì! Ci vieni, ma per vedé la Laura, quel’attrici che te pièci! Ma tanto ‘n c’è pericolo, no, ch’a tè ‘n te guarda de sicuro! Lu’: - Oh! Lascime stère! Famme dere ‘l gust’a l’occhi, che n’occasione cusì chissà quande m’archèpita!!! …Ma è poca bella??!! Robba da ‘n se credere! Che personèle! Che occhi! Mo’ son quattr’ore che ‘n s’è arvista… ma io nun m’arrendo, eh! Me piazzo qui a sidere e aspetto… si è vero che ‘l mondo gira, arpassarà de qui! D.B.: - E de quel’altr’attori, che ve ne pèri? Léi: - Mah! Io, cume te dico, è ‘l primo giorno che ci vengo… Pieraccioni me pèr belloccio e anche simpatico, a la mèna! Veggo che dà cunsiderazione a tutti e a mè m’ha anche fatto bocca da ridere! Garbèto per davero!... Ma, dimme ‘na cosa: se sa gnente cume mai porta sempre quel’occhièli scuri? ‘N ci avarà mica nu zirolo ‘ntur n’occhio! Che, si fusse cusì, io gn’ansengo un rimedio per guarillo: basta fère ‘n nodo sur un fazzoletto cur ‘na mena sola!... Eh, sì, per mè cià nu zirolo!...Oppure pol essere anche ch’abbia preso ‘na freschèta! Perché loro, pori citti, la matina se levon presto!... Lu’: - Altro che pori citti! C’èn certe donne ‘ntorno che io me ci levarebbe tutti i giorni a le quattro! A me, un me dispieci manco quela ricciulina che dici sempre de stère zitti che se gira! Léi: - È sintito? ‘N ci se chèva più gnente! Se piazza qui, da buio a buio e ‘n chèva ‘n ragno da ‘n buco…’nsomma, unn’acapezza ‘n fico secco! …Io abozzo, che tanto… anch’avello ‘ntorno a chèsa tutto ‘l giorno…è péso cume ‘l

piombo! Mah! Stèmo n’antri du’ minuti, che doppo ciò da gire a fè’ da mangère! Mi’… zitti, zitti, ch’è artonno Ceccherini! Ma… cum’è!!! Alto, sdinoccolèto, buffo, cun quel berettone… e te fissa cun quel’occhi, che se vedi ch’è uno ‘nteligente! E pu’ è simpatico! El sè? Quande vindìa i teghèmi, stamatina, m’aìa guèsi cunvinto a compranne uno! Lu’: - Essì! O ‘n vulìa gì’ là per forzia a compré ‘na padella cinese! C’è vuluto del bello e del bono per bloccalla! Eh, cara mogli, se’ fatta vecchia! È capito o no che questo merchèto qui è finto?! Quelo vero è de là da le Logge! Ma io te cunsiglio de stè’ qui, perché cusì unne spendi gnente e te diverti più! D.B.: - E l’autografo ve l’en fatto? Léi: - Cheee? D.B.: - La firma! Lu’: - Io sì, me lu so’ fatto fère da la Laura! Ci chinìo a mettilo ‘nsiemi a quelo de la Cardinale… che io c’ero, quande lei feci el filme… cume gni dicìono? Quelo cun Cachirise! Léi: - “La citta de Bube”, smemorièto! Te dà noia la teroscolosi, ma.. ‘n t’arrendi, eh! Ancora ‘nn’è visto abastanza? Vien via! Che quela Laurina lì, podarebbe esse’ la tu’ nepote! Lu’: - Eh, che te credi? ‘N sarebbe mica mèle essere ‘l su’ zio! Léi: - Lu zio? Ch’è capito? Io vulìo dire che tu podaresti essere el su’ nonno! E mo’ sarà ora che tu arvèda a chèsa, che si te piglia n’insolazione te lessa quel po’ de cervello bono che te c’è armasto! D.B.: Io… crischièni… ve ringrazio… e ve saluto… a rivedecci! (Prima che se mettono a quischionere, è meglio che me sparisca!) Ogni riferimento è puramente casuale, si sa!

Lunedì 31 maggio 2010

Festa della Madonna del Buon Consiglio Festa nella chiesa di Sant’Agostino 24


L’Anno sacerdotale, 19 giugno 2009 - 19 giugno 2010 Don Battista Gregori E il ‘68, a Sansepolcro, partorì Comunione e Liberazione! Incredibile, ma è così. Chi ricorda il clima turbolento di quegli anni, gli ultimi anni ’60 e i primi anni ‘70 del secolo scorso -manifestazioni studentesche, cortei, scioperi, sit-in, ideologia, riunioni di giovani per cambiare il mondo, assemblee, televisione allarmata e politici nazionali preoccupatiricorderà che in Valtiberina tutto continuava ad essere tranquillo. Ed invece non lo era: da noi il ‘68 sviluppava come rinnovamento conciliare e appariva una nuova generazione di giovani cristiani; gente per la quale l’incontro con Cristo, quello decisivo, avveniva proprio in quegli anni. Giovani cambiati da incontri significativi, convincenti: un vescovo, padre conciliare durante il Vaticano II, mons. Abele Conigli, che si poteva andare a trovare in vescovado (bastava suonare il campanello) e un segretario di carattere aperto, estremamente vivace ed estroverso, capace di suscitare attenzione e simpatia, don Battista Gregori. Quello fra Conigli e don Battista è stato un incontro provvidenziale: la chiesa aveva tanti problemi, come sempre; un corpo vivo ha sempre dei problemi, ed è giusto così! Le questioni diventano tragiche quando si dispera della efficacia dello Spirito, quando si pensa che non si possano avere vie d’uscita e soluzioni. Questa disperazione, anche se erano anni difficili, non c’è stata nella chiesa del ‘68. Due circoli cattolici, quello femminile che si incontrava settimanalmente a Palazzo Diamanti e quello gemello, maschile, che si incontrava invece a palazzo Graziani. Dotati di assistenti ecclesiastici, anche personalità sacerdotali interessanti, le due strutture, sedi dell’Azione Cattolica, faticavano a generare figli della Chiesa o, quanto meno, pur raccogliendo ancora la maggioranza dei giovani e delle giovani di quegli anni, ne perdevano poi la maggior parte per strada. Effetto della seduzione del benessere e della secolarizzazione esplosa improvvisa col miracolo economico. Ecco il primo problema della Chiesa: i giovani, trovare una presenza ed una pastorale capace di aggregare e di convertire il mondo giovanile. Don Battista era un bergamasco giunto a Sansepolcro per studiare, al seguito dello zio prete, don Giovanni Contessi. Madre vedova, tre figli, la famiglia non navigava certo nell’oro; così lo zio prete giù in Toscana poteva essere una risorsa per tirar su bene gli orfani. I casi della provvidenza. Battista si fa prete; il vescovo Abele lo nota mentre è aiutante nella nuovissima parrocchia di S. Maria al Melello e se lo prende a fianco come segretario. Il prete fine anni ‘60? Un grande lavoro solitario di presenza e di visita in parrocchia famiglia per famiglia con grande dedizione, ma in mezzo alla stessa secolarizzazione che subiscono i giovani. Cambiano i tempi, cambiano le mentalità: sacramentalizzare il popolo sta diventando inefficace per generare degli adulti cristiani; la frenesia dei tempi moderni, la tenace volontà di migliorare le condizioni di vita e di conseguire, come tutti, il benessere fanno declinare l’impegno della gente con la fede. Da ciò ansie e angosce dei sacerdoti. I pastori, ecco il secondo problema. Costruire con loro una pastorale comunitaria -da qui la comunità della Casa del Clero- dalla quale far scaturire un rinnovamento della catechesi. Applicare il Concilio, la chiesa Mater et magistra, la chiesa Lumen gentium. Quel

pretino giovane, molto intelligente ed acuto, quello che sfrecciava fra il centro e la periferia in bicicletta, con la talare svolazzante, entusiasta della propria missione nonostante il saeculum, era una buona scelta. Così il vescovo se lo prende con sé, come segretario, per metterlo anche dietro ai giovani in crisi -padre Abele cercava di dispensarlo il più possibile dal proprio servizio. *** Ciò che convinceva quanti seguivano don Battista, venendo dai circoli maschili e femminili che già frequentavano senza convinzione -e fu il primo nucleo della nascente Comunione e Liberazione, era il lontano 1966-, era la sua testimonianza cristiana. Don Battista non istruiva, ‘stava con’ per ore e ore; tutti i giorni. “Devo andare in Romagna per il vescovo! Mi accompagnate così non mi annoio?” E nella berlina vescovile si chiacchierava di tutto. Don Battista predicava poco, dava indicazioni di vita. “Non sai come conciliare la ragazza con la vita di comunità? Fai un passo indietro! Non stare appiccicato alla ragazza come quello che pretende di ammirare il bosco intero tenendo il naso attaccato alla corteccia del primo albero che gli capita!” Grandi appuntamenti: gli esercizi spirituali a Montauto, che poi diventano le settimane sante di GS, nel litorale adriatico, con centinaia e migliaia di altri giovani che vengono tutti dal nord; e quelli di Sansepolcro che diventano la prima comunità del movimento al di sotto dell’Appennino. Catechesi della condivisione, cioè il fatto cristiano annunciato come vita, non come un discorso. “Vuoi conoscere Cristo?” Vieni con me, ti accompagno in questa esplorazione! Un lavoro discreto, indefesso quello di don Battista; con i giovani e con il vescovo. Un seminatore che a Comunione e Liberazione ha aperto la strada per uscire dalla Padania, un macinatore di centinaia e centinaia di chilometri settimanali, con la berlina del vescovo, per seguire i giovani universitari partiti da Sansepolcro e sparsi per tutti gli atenei del centro Italia. Una testimonianza incredibile, dell’altro mondo; poi una influenza trascurata, in un fisico logorato dal lavoro e dal sonno arretrato. Don Battista moriva nel 1969, all’età di 35 anni, vittima di una pancreatite acuta trascurata. Aveva troppo da fare per il Regno di Dio! Ma aveva seminato in profondità e i suoi figli spirituali gli sono sopravvissuti -c’era chi non avrebbe scommesso un soldo bucato sulla continuità della loro fede!- e sono diventati una presenza nel territorio che ha costruito una piccola storia locale di testimonianza e di chiesa consapevole.

25

A un anno dalla morte

Don Otello Mercoledì 10 marzo è stata celebrata una S. Messa nella cappella maggiore del Seminario Vescovile di Arezzo in memoria di don Otello Branchi. Erano presenti numerosi amici, conoscenti e figli spirituali, alcuni dei quali venuti da Roma apposta per l’occasione. Segno del grande ricordo che don Otello ha lasciato in chi lo ha conosciuto potendo apprezzare il suo valore umano e sacerdotale. Ricordiamo che nel 2008 don Otello ha tenuto una rubrica molto apprezzata sul nostro giornale descrivendo le sacre immagini della Madonna presenti nelle nostre chiese.


In ricordo della maestra Maria Pia

A MARIA PIA Egregio Direttore,

Dedicato a Maria Pia Fabiani

ho ricevuto l’ultimo numero del periodico “L’Oratorio di Anghiari” e nel leggere attentamente tutti i testi, ho appreso della morte della maestra Maria Pia Fabiani Giabbanelli. È stato un colpo al cuore, un dolore improvviso, ho dovuto prendere fiato. Conoscevo la sua età, avevo notato che negli ultimi tempi non comparivano più suoi testi, ma per me rimaneva sempre la stessa persona viva, volitiva e comprensiva che avevo conosciuto fin da piccolo e fino agli ultimi incontri. Lei era stata la mia “maestra” elementare, lei mi aveva fatto amare lo studio dopo la bocciatura in seconda elementare, lei aveva spinto i miei genitori a farmi studiare, lei che mi aveva regalato il libro “Alì Babà e i quaranta ladroni” con una dedica personalizzata ”Sii sempre obbediente e laborioso, Vilmo. MP Giabbanelli, maggio 1957”. Nella piccola scuola elementare pluriclasse di Tavernelle di Anghiari, eravamo una trentina di bambine e bambini dati alla sue cure ed al suo impegno. Lavoro che svolgeva con serietà, efficacia, anche durezza talvolta, ma che rendeva quel piccolo mondo una vera scuola di vita. Di lei ricordo ancora l’aspetto severo e deciso, la piccola figura un po’ autoritaria, capace di tenere sotto pressione noi ragazzini vivaci e vocianti, in una misera stanzetta, con una grande stufa a legna che dovevamo accendere ogni giorno, una grande carta geografica d’Italia appesa alla parete, i banchi di legno con il contenitore dell’inchiostro, dove spesso finivano le mosche per gli innocui scherzi ai compagni, la cattedra sopraelevata e la imponente lavagna nera. A fine anno ero promosso e l’omaggio del libro fu un avvenimento per me, e per i miei che cominciavano a convincersi che forse potevano fare uno sforzo per farmi studiare. In questa scelta influì anche il maestro Sergio Mario Tavanti, di Tavernelle, che si fermava a casa nostra quando veniva a cacciare nei boschi vicini e mi lasciava esercizi di aritmetica, che correggeva nelle soste successive. Negli anni seguenti la maestra Maria Pia, incontrando i miei genitori, prima ad Anghiari, poi ad Arezzo dove si erano trasferiti e dove lei prestava gli ultimi anni di servizio presso il Provveditorato agli Studi, si è sempre interessata ai miei studi ed al mio lavoro. Era particolarmente contenta per la mia laurea presso l’Università di Firenze. Anch’io l’ho incontrata più volte ad Anghiari, spesso per commentare le sue belle raccolte di poesia, che conservo gelosamente con le dediche di suo pugno. L’ultima volta che ho parlato con lei è stato a fine 2008 quando ha voluto telefonarmi a casa perché aveva letto, nell’Oratorio n. 4 del 2008, una mia lettera pubblicata in quel numero, nella quale la ricordavo con affetto ed ammirazione. Alla maestra Maria Pia devo molto. Sono stato davvero fortunato ad averla incontrata, Sarei felice se in un prossimo numero dell’Oratorio ci fossero delle pagine in suo onore, con ricordi, testimonianze, valutazioni sulla sua figura, sul suo impegno e sulla sua interessante ed originale produzione poetica, non minimalista. Vilmo Chiasserini

26

di Donna Beppa

A Maria Pia, la poetessa d’Anghiari, che questi luoghi ebbe molto cari: stradine, piazze, logge, vicoletti… i fatti, le persone, i veri affetti. Chi la conobbe la poté stimare per la sua grande sensibilità, per l’ironia, l’arguzia, doti rare, elisir della quotidianità. Guardava tutto con lo sguardo attento, nel modo giusto di chi vuol cercare il perché, l’armonia, l’insegnamento… un motivo per vivere e sognare. Delle piccole cose la grandezza, dei sentimenti la forte dolcezza: lei, con quella sua forza positiva tutto in poesia ben presto trasferiva. Dall’occhio al cuore, all’anima bambina, tutto prendeva forma… e quella mano, tremante, di parole fece trina e sulla carta cucì il suo ricamo. Non è per sempre che ci ha salutato, perché un po’ di sé stessa ci ha lasciato. Sinceramente grazie a Maria Pia che della vita fece una poesia!

Fiori e topiche di Maria Pia Fabiani

Ammiro i fiori ma non li conosco. Zinnie, gardenie, camelie, giorgine son poco più che nomi. Riconosco i garofani e le rose e sorrido alle dolci pratoline. Ma ier sera l’ho combinata grossa. Era una sera d’intrattenimento ed occupavo anch’io uno dei ruoli. Adornarono il tavolo ed il palco con bellissimi gialli girasoli. Ma io, preoccupata e coi patemi li vidi appena; e quando mi fu chiesto se li avevo graditi, li guardai e dissi stralunata: -Sì, son belli. Son crisantemi, vero?- Crisantemi! La morte contro il sole, me tapina! Mi salvò la signora a me vicina dicendomi: -È l’emozione! Son girasoli, no?Io ne convenni. Ma lo scivolone fu una batosta che non scorderò. 6 agosto 1998


Ancora offerte generose e numerose dai nostri lettori Adelmo Mencarini, Motina Adelmo Piomboni, Campofiera Adriana Cristini, Genova Agostina Donati, Bozia Alberto Benedetti, Selvella Alberto Camaiani, Borgo Croce Alberto Ricceri, Firenze Alessandro Martini, Via Carmine Alfideo Ruggeri, Viaio Alfonso Sassolini, Spicchi Alfredina Donnini, Terrato Alfredo Giovagnini, Tavernelle Amalia Salvi, Mura di sopra Andrea Iacopucci, La Casina Angela Conti, Campofiera Angelo Dragoni, Padova Angelo Meucci, Via di San Leo Angelo Morvidoni, Campofiera Angiolino Roselli, Cordoni Angiolo Alfonsi, Stazione Angiolo Donati, Fondaccio Angiolo Dragoni, Padova Angiolo Ligi, Monterchi Angiolo Magri, Renicci Anita Fontana, Viaio Anna Maria Bivignanelli, Arezzo Anna Noferi, Piazzetta Croce Anonimo, Anghiari Anselmo Meucci, Scoiano Antonietta Giacomini, Maiolo Antonio De Iaco, Molindagnolo Antonio ed Emma Zanchi, Bolivia Antonio Zineddu, Tavernelle Assunta Franceschini, Firenze Assunto Santi, Bucacce Ave Rossi, Sant’Agostino Benita e Gloria Boriosi, Piazzola Brunera Falsetti, Calabria Brunero Gaetani, Campalla Bruno Acquisti, Catorcio Bruno Bianchini, Viamaggio Bruno Ghignoni, Via di Cipicchio Carla Masetti, Via di San Leo Caterina Chialli, Catona Catia Bagnoli, Anghiari Cesare Ceppodomo, Borgo Croce Cesarina Donati Sarti, Serafino Cesarina Giorgeschi, Via di San Leo Cinzia Bianchi, Arezzo Cinzia Merendelli, Monterchi Cinzia Panichi, Gran via Clara Giornelli, Carboncione Clara Roselli, Via di Pino Claudio Citernesi, Crocifissino Claudio Martini, Acquedotto Clemente Camaiti,. Tavernelle Conforta Leonardi, Tavernelle Corinna Senesi, Piazza Mercatale Cristina Bianchi, Viale Stazione Daniele Rubechi, Caprese Danilo Boriosi, Via Carmine Danilo Locci, Stazione Delfo Venturi, Casaccia Dino Corsi, Via di San Leo Dino Donati, Colcellalto Diva Lanzi, Tubbiano Domenico Bartolini, Giardinella Donatina Giorni, Quarrata PT Donatino Baldi, Casolare Donato Fantoni, Il Comune Edda Catacchini, Roma Elbano Meazzini, Arezzo Elda Polverini, Sansepolcro Elena Primitivi, Gran via Elio Ragno, Tavernelle

Elisabetta Giovagnoli, Cordoni Enrico Baglioni, Stazione Enrico Ghignoni, Via di Palazzolo Enzo Matteucci, Motina Ermindo Pernici, Ponte Carletto Erminio Staccini, Borghetto di sopra Eugenia Chieli, Infrantoio Eugenio Giorni, Firenze Eva Consonni, Caserecci Fabiano Giabbanelli, Via teatro Fabio Rossi, Bucacce Fabrizio e Eleonora Graziotti, Borgo Croce Fabrizio Fatti, Sansepolcro Fabrizio Lazzerini, I fabbri Fabrizio Nasini, Infrantoio Faliero Merendelli, I fabbri Famiglia Bruttini, I Fabbri Federica Comparini, Campofiera Federico Foni, Siena Fedora Zanchi, San Giovanni V.no Ferdinando Boncompagni, Senigallia Filomena Luongo, Bernocca Fosca Guerrini, Giardinella Francesco Guadagni, Vigna Francesco Maggini, Ponte Piera Franco Giorni, Scarpaia Franco Landini, Monterchi Franco Pecorai, Crocifissino Franco Pierantoni, Via d’Arezzo Franco Rumori, Vigna Gabriella Camaiti, Borgo Croce Gastone Mafucci, Ca’ di Maurizio Gemma Giorni, Perugia Giacomo Giorni, Motina Giacomo Marsupini, Mura di sopra Giampiero Marconi, Campofiera Gian Carlo Casi, Santa Fiora Gian Domenico Baggi, Tavernelle Gianni Beretta, Casarecci Gianni Natalini, Tavernelle Gianni Santi, Croce del fondo Gilberto Roselli, Via Carmine Gilda Nespoli, Borgo Croce Gina Pii Angiolucci, Monterchi Gino Cipriani, Capannuccia Gino Ortalli, Porta nuova Giorgio Franchini, La Banca Giorgio Giorgi, Borgo Croce Giorgio Medici, Monterchi Giovanna Marinuzzi, Trieste Giselda Gennaioli, Il Palazzo Giuliana Lenzi, Grassina Giuliana Pettinari, Barliano Giuliano e Sonia Polverini, Monterchi Giuliano Livi, Renicci Giuseppe Comanducci, San Rocco Giuseppe Giorni, San Leo Giuseppe Magrini, Mezzavia Giuseppe Matteucci, Ponte sospiri Giuseppe Menzogni, Prato Giuseppe Poderini, Infrantoio Giuseppina Marzi, Renicci Giuseppina Romiti, Monterchi Gorizia Chiarini, San Leo Grazia Giabbanelli, Campofiera Graziano Zanchi, Campofiera Guerrino Poderini, Santo Stefano Guido Guerrieri, Casacce Imola Lombardi, Monte Ines Acquisti, Sant’Agostino Iolanda Comanducci, S. Giustino Ivan Venturini, Corte Ivano Leonardi, Arezzo

Ivo Scartoni, Via di Pino Ivo Senesi, Tavernelle Laura di Lauro, Giardinella Laura Selvi, Le Ville Leandro Burioni, Motina Leoniero Buscosi, Via del Carmine Liana Alberti, Monterchi Liana Polverini Cancellieri, Bernocca Liborio Lamagna, Bernocca Lidia Leucalitti, Monteloro Lilia Guadagni, Tavernelle Lina Acquisti, Via del Carmine Lina Milanini, Infrantoio Lorella Carria, Motina Lorentina Cagnacci, Tavernlle Loretta Santi, Palaia Loriano Rosadi, Ponte alla Piera Luca Del Pia, Milano Lucia Lazzeri, Tofanicchio Lucio Carleschi, San Leo Arezzo Luigi Burzi, Tofanicchio Luigi Carboni, Tavernelle Luigi Matusali, il Fosso Manola Tramontani Lodovici, Bozia Marcella Ghignoni, Renicci Marcella Mari, Giardinella Marcello Dori, Bucacce Marco Aglini, Pietto Maria Borghesi, Le Ville Maria Elisei, San Leo Maria Laura Alberti, Via Carmine Maria Maddalena Gori, Isabella Maria Nocentini, Cordoni Maria Palazzeschi, Polveriera Maria Senesi, Mura di sopra Mariella Ducci, Tavernelle Mariella Mondani, Firenze Marinella Miano, Stazione Marino Bergamaschi, Libbiano Mario Baggi, Valealle Mario Cagnacci, La Celle Mario Cambi, Campofiera Mario Fontecchia, Campofiera Mario Mariotti, San Remo Mario Mugelli, Bernocca Mario Pernici, Terrato Mario Poggini, San Leo Mario Tanzi, Badia Mario Valentini, Carmine Marisa Canestrelli, Acquedotto Marisa Franchini, Infrantoio Marisa Lanzi, San Rocco Massimo Tersini, San Leo Maura Coleschi, Ponte alla Piera Maura Conti, Montebello Maura Giovacchini, Monterchi Maurizio Bassani, La Vigna Maurizio Girolimoni, Via Carmine Mauro Papini, Bozia Milton Del Gaia, Roncione Minco Wanlanker, Zeccarille Mirella Dragoni, Vianova Mirella Ferri, Borgo della Croce Monica Magrini, La Vigna Nardina Inci Capaccini, Via Nova Natalino Del Pia, Poggio del sole Natalino Del Pia, Terracina Nathalie De Tollenaere, Mura di sopra Nella Magri, Cerbaia Nevio Comanducci, Via Carmine Olida Lanari, Carboncione Oriana Boncompagni, Campofiera Osteria La Pergola, Tavernelle Otello Mondani, Botteghino Ottavia Antonelli, Sansepolcro

27

Ottavio Cangi, Vicolo Piazzola Paola Lombardi, Palazzina Paola Maranesi, Roma Paolo Brandinelli, Piazza Paolo Cangi, Bagnolo di sopra Paolo Quarto, Roma Parrucchiere Dell’Omarino Cardinali, Terrato Pasquale Guadagni, Bertine Patrizia Cangi, Campo fiera Pierangelo Acquisti, Firenze Piergerolamo Bartolomei, Fontebrina Pierino Pennacchini, Pino Piero Bergamaschi, Libbiano Piero Rossi, Ponte alla Piera Piero Santi, Commenda Pietro Casi, San Ruffillo Pietro Mondani, Calla Pietro Paletti, San Rocco Primo Franchini, Lodi Primo Mondani, Ponte Piera Pro Loco Anghiari, Borgo Croce Ralio Fornacini, Campo fiera Renata Giovacchini, Via Ripa Renato Morelli, Casaccia Renato Panichi, Tavernelle Rina Ruggeri, Sportone Rinaldo e Giovanna Nicchi, Via Marconi Rinaldo Mariani, Tavernelle Rinaldo Procelli, Via di Pino Rino Ercoli, Giardinella Risse Stefanie, Casa Bruna Rita Checcaglini, S. Angelo Lodig. Roberto Checcaglini, Monterchi Romano Paoloni, Comune Rosa Vannucci, Borgocroce Rosanna Merendelli, Borgo Croce Rosella Guadagni, Bernocca Rosella Moscetti Panichi, Borghetto di sopra Rossana Bruscoli, Monte Rossano Omarini, Tavernelle Ruggero Cambi, Mura di sopra Santi Spigoli, Viaio Saura Cambi, Via Carmine Senio Ruggeri, Via del Comune Sergio Montagnoli, Via nova Sila Calosi, Morone Silvana Rossi, Trafiume Silvano Innocenti, Carboncione Silvano Rossi, Crocifissino Siro Polverini, Maccarino Speranza Bianchi, Ponte alla Piera Suore Agostiniane, La Ripa Talete Antonelli, Ponte Eleonora Teresa Bartolomei, Portogallo Teresa Mercati, Via di San Leo Tersilia Minelli, Bucacce Tiziana Manneschi, Infrantoio Tristano Cambi, Infrantoio Ugo Andrzejewski, Roma Ugo Bianchi, Milano Una persona, pian d’Anghiari Valentina Pierantoni, Il Fosso Valentino Petruccioli, Pietto Varo Alessandrini, San Leo Vasco Memonti, Podernuovo Velso Cesari, San Leo Ventura Pannilunghi, Pieve S. Stefano Verena Cheli, Giardinetto Vilmo Chiasserini, Bagno a Ripoli Vincenzo Mazzoni, Via del Comune Vittoria Catacchini, Arezzo * Altre offerte a pag 31 *


La Filarmonica: Gli allievi del 1965

In questa foto, scattata nella sede storica della Filarmonica in Piazzola, sono rappresentati un gruppo di giovani allievi della Filarmonica. Alla centro della parete di fondo il ritratto di Pietro Mascagni a cui la Filarmonica è intitolata. Ai lati due storici maestri di musica: Assunto Conti a destra e suo padre Lorenzo a sinistra. Sono anche il nonno ed il bisnonno di Assunto Santi. Sono raffigurati da sinistra in alto: Massimo Rossi, Claudio Cambi, Carlo Marconi, Maurizio Magrini, Brunetto Mat-

teagi, Stefano Rossi, Alessio Pacini, Enzo Angioloni. Sotto: Roberto Chieli, Luciano Cortelazzi, Piero Gabellini, Ferdinando Scimia, Roberto Meoni, Morfeo Paglicci. Davanti siedono Faliero Domestici al tempo Presidente della Filarmonica ed il maestro Paolo Pellegrini di Senigallia. Certo sarebbe bello vedere di nuovo tanti giovani desiderosi di “entrare in banda”. La foto è esposta presso il Bar Baldaccio che ce l’ha gentilmente fornita.

La morte di una madre adorata La Zanetta Scartoni

Prima a Sant’Agostino con il suo Carlino dove allevarono il grande ed il piccino.

Sempre attorniata dal bene dei figli che accettavano i cari suoi consigli

di Armando Zanchi

Il vecchio Anghiari un altro pezzo piglia con la Zanetta che fu per lui una figlia

Lei allevò con grandi sofferenze e dei suoi figli nessuno fu perdente

Ò il ricordo del branco di Orsacchiotti che dalla madre mai si sono discosti

Consigli di madre e lei fu quella vera che con fatica allevò la folta schiera

Ora ci lascia una madre esemplare che con i figli si dette gran da fare

Furono allevati quei tanti figli con tanti sacrifici e nessun appigli

La loro madre sempre venerata viveva accanto alla sua covata

Tutti presenti attorno alla madre ora è partita per presentarsi al padre

Nei brutti momenti della miseria buia che addosso a noi in quelle case infuria

Per questa mamma tanta la sofferenza ed invocava la santa provvidenza

Morto il marito si trasferì in Piazzola dove per lei fu l’ultima dimora

Sempre illuminati dalla cara madre ora il dolore a tutti gli rimane:

28


Nonno Settimio di Lamberto Ulivi

Sono nato ad Anghiari in via del Fosso, oggi via Trieste. La mia casa era vicino alle scale che portano alla Propositura. In quella strada e nelle vicinanze vi erano tanti ragazzi ma i più intimi erano Ascanio Calli, Benedetto Papini (che io chiamavo Detto) e Giovanni Camerelli detto Gianò perché la sua mamma, essendo francese, lo chiamava così. Quando, dopo la guerra, ci riunivamo davanti alla chiesa per giocare a pallone (la palla era fatta di stracci), eravamo così tanti che era difficile arrivare a dare una pedata alla palla. In questa strada aveva la sua bottega un bravissimo falegname, Settimio Giorni. Era un omone grande e grosso (così sembrava a me che ero piccolo) con una barba ispida e incolta. Sapeva tutto sul legno. Spesso mi prendeva sulle ginocchia per raccontarmi come si lavorava questo materiale e alla fine pretendeva da me un abbraccio o un bacio sulla guancia “spinosa”, che io davo con tanto affetto. Mi ricordo che vicino alla porta vi era una stufa sempre accesa alimentata con gli scarti della lavorazione del legno e sopra di essa una ciotola con dentro la colla che emanava uno strano odore e sempre pronta all’uso. Tutti venivano da lui per farsi fare la camera da letto, il salotto con il mettitutto o la vetrina. Credo che anche uno dei miei armadi sia stato fatto da Settimio. Era considerato uno dei migliori artigiani di tutta la zona. Quando facevamo le corse con i carretti di legno, mi dava sempre dei consigli, per avere sempre il carretto efficiente, ma nonostante ciò il più bravo era Benedetto, avendo il babbo falegname, aveva sempre il carretto migliore. Settimio aveva un fratello che faceva il fabbro. Anche lui era un bravissimo artigiano conosciuto come il “Sor Re”. Sapeva fare di tutto con il ferro (cancelli, inferriate, ecc.) e al tornio faceva perfino le canne dei fucili da caccia e quando ne aveva voglia anche i movimenti e le casse, insomma un fucile completo. In Tortigliano avevamo un motore a testa calda che serviva a mandare tutti i macchinari del mulino dell’olio. Tutti

La morte del Prof. Mangoni Bruno di Armando Zanchi

gli anni, quando arrivava il tempo delle olive, né il mio babbo, né il mio Desidero, riuscivano a mettere in funzione questo motore grande e grosso. Allora attaccavano il somaro al calesse ed andavano ad Anghiari a prendere il “Sor Re”. Ve n i v a , riscaldava la testa di questo motore, dava due o tre girate al volano e il motore si metteva subito in moto come se sentisse la mano del padrone. Questo “Sor Re” era molto burbero ed era difficile che desse confidenza specialmente ai bambini, mentre Settimio era sempre disponibile, affettuoso con tutti i ragazzi della nostra strada e in particolare con me. Quando mi trasferii ad Arezzo, ogni qualvolta venivo ad Anghiari non mancavo mai di andare a trovare nonno Settimio nella sua bottega per salutarlo con grande affetto e un grosso bacio sulla guancia sempre ispida come quando ero bambino. Anche ora che tanti anni sono ormai passati, quando passo per il fosso il suo ricordo è sempre vivo e sento di volergli ancora bene come se fosse stato il mio vero nonno. Nella foto la bottega di Settimio, alle Cascine, mentre sta lavorando alla rifinitura di un giogo per buoi. Il figlio Vitruvio, anch’egli rinomato falegname, ha annotato dietro la foto: 25/6/1968 Mio padre infaticabile a 79 anni.

Con il suo pianoforte sentivi le sue note e per la musica grande la sua dote

Ò conosciuto i suoi cari genitori gente affabile come tutti noi

Un’altra pedina del gioco azzardato si è perso tutto e Bruno se ne è andato

Stretta di mano da vecchi paesani che di amicizia non si trova uguali

Era richiesto il bravo Professore che del paese lui fu grande onore

Sempre a contatto alle feste paesane perché per lui erano cose care

Un caro amico vero Anghiarese di un famiglia fu bene del paese

Il vero stampo di Anghiarese che nel suo lavoro mai lui si arrese

Amava tutti i cari paesani perché à vissuto dentro questo Anghiari

Ai famigliari la perdita di Bruno lascerà a loro un punto molto oscuro

L’ò salutato al funerale di Paolino presenza lui fare

La piccola fabbrica da mano paterna lui ci teneva a quella vita alterna

Noi da ragazzi insieme vissuti lì al Parterre dove siamo cresciuti.

Ora lui suonerà nell’alto dei cieli e lascia a noi tutti i suoi cimeli:

29


Una novellina degli anni 50, semplice, carina

La notte senza luna

Rosellina

di Silvano Dini

C’era una volta un uomo e una donna che abitavano in una misera casa vicino al bosco. Avevano una figlia bella, brava si chiamava Rosellina. Dopo la scuola pascolava il suo gregge e nel tempo libero accudiva una famiglia di gattini. Vivevano in una capanna in riva a un fiume. Gli dava da mangiare, li puliva e li curava quando c’era bisogno. Loro gli volevano molto bene e per ricompensarla chiesero aiuto alla Fatina della casa di vetro. Assieme decisero di farla ricca e felice. Gli dissero: «Quando sei per la strada sentirai l’asino ragliare: Non ti voltare! Poi sentirai il gallo cantare: Allora voltati! Ma attenta a non sbagliare» Mentre camminava sentì l’asino ragliare: Ihoh, ihoh. Fece finta di niente; poi sentì il gallo cantare: Chicchirichì, chicchirichì! Si voltò con un bel sorriso e gli venne una stella in fronte che la rese bellissima con la gioia della Fata e dei gatti. Passò da quelle parti un bel Principe in groppa ad un cavallo bianco. Quando la vide si innamorò subito e la chiese in sposa. Ma una ragazza brutta e invidiosa si inventò un piano per andare lei al posto di Rosellina il giorno del matrimonio. Prima andò dai gatti minacciandoli con una bacchetta se non avessero fatto anche a lei una stella in fronte. Impauriti ma furbetti, di nascosto mandarono un messaggio alla Fata per mezzo di una colomba. Gli rispose faremo al contrario, ditegli: «Quando vai a casa sentirai il gallo cantare non ti voltare; poi sentirai l’asino ragliare, voltati.» Lei che voleva quella stella ubbidì. Mentre camminava sentì il gallo cantare: Chicchirichì, chicchirichì; lei tirò dritta. Quando sentì l’asino ragliare: Ihoh, ihoh; si voltò. Gli venne un ciuffo di pelo in fronte a forma di coda. Diventò bruttissima, si disperò ma non si arrese. Tornò dai gatti per bacchettarli ma loro erano già al sicuro. Allora si informò del giorno del matrimonio di Rosellina e con l’aiuto di una strega della caverna la chiusero in cantina dentro un tino e si vestì lei al suo posto, nascose quella orrenda coda sotto una grande acconciatura con tanti lustrini. Si truccò e si coprì tutta con un bel vestito di velo bianco. Nessuno si accorse di niente. Quando arrivò il principe con il suo lungo corteo in tante carrozze d’oro, la fece salire e si avviarono verso il castello. Ma il gallo che aveva visto tutto gli andava dietro cantando: «Chicchirichì, chicchirichì la bella nel tino ne sta, la brutta a marito ne va!» E non smetteva mai. Allora il principe disse ai suoi servitori: Quel gallo mi vuole dire qualcosa, andate a vedere. Si fermarono tutti. Impaurita quella brutta fuggì, le guardie liberarono Rosellina che piangeva e chiedeva aiuto. Quando il principe la vide, lasciò carrozza, la prese fra le braccia in groppa al suo cavallo bianco galoppando verso il castello. Fra gli invitati, nella più bella carrozza, c’erano la fata, i gatti, il gallo e la colomba. Finalmente si sposarono e vissero felici e contenti. Dopo le nozze fecero un bel pranzo e un buon convito ci andai anch’io mi scambiarono per quella brutta, non mi diedero neanche un fico. Mi diedero un calcio nel sedere che ancora ci ò un buco!

Si muovono rumorosi fantasmi Nelle tenebre, seminando la morte nell’aria, illuminando d’orrore la vita che scompare tra fumo, boati e sirene. D’urla strazianti si riempiono le case senza fare bersaglio; in ogni cuore è finita la pace, soltanto per lo sbaglio di non saper il prossimo amare. Nello spirito umano s’innalzi, più in alto di tutti, di nuovo dell’uomo il valore; e per sempre nella terra regnerà la pace.

* Silvano Dini è nato ad Anghiari il 5 settembre 1941. Di famiglia contadina, in un periodo triste della nostra storia, per ben due volte ha visto decimata la sua famiglia. Ci ha fatto pervenire un suo libro di poesie “Dimensione uomo”, da cui è tratta la poesia pubblicata. Ci ha inoltre consegnato alcuni ricordi sul podere delle Corticelle dove, in una nicchia, era conservata una sacra immagine molto venerata.

Qualche tempo fa Athos Camaiti chiese di poter conoscere qualcuna delle novelle dei nostri nonni. Eccone una raccontata per lui da Maria Senesi.

30

La vignetta di Scacciapensieri:

Notizie!


Mese di Dicembre 2009

CRONAC HETTA

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Novembre 2009 Domenica 3. Oggi è morta Rosa Rosetti vedova Merendelli di anni 81. Abitava ad Arezzo ma per molti anni ha abitato al Vergone con la famiglia Merendelli. Lunedì 4. Stanotte ha bufato di nuovo ma ha fatto poca neve. * Oggi è morto Otello Vecchi di anni 80. Abitava a Sansepolcro ma per molti anni ha abitato ad Albiano. Giovedì 7. Oggi è morta Calogera Surdi in Passalacqua. Aveva solo 39 anni ed abitava al Borgo. Mercoledì 13. Stamani ho visto Marco che traslocava le macchine dalla sua bottega in cima alla Croce. Sul mezzogiorno, alle Logge della Banca, ho visto Andrea Iacopucci che chiacchierava tranquillo appoggiato a una colonna. E poi dice sempre che ci ha tanto da fare. Giovedì 14. Stamani c’era un bel solarino e gli uomini del Palterre hanno ripreso il loro posto in piazza. Oggi è morto Remo Giommoni di anni 67. Abitava al Ponte e col Mimmo faceva parte della famosa famiglia di fabbri. Per il Ciccicocco, quando era viva sua madre, s’andava sempre a fare sosta a casa sua con tanto di pane e salsicce. Venerdì 15. Sono già due o tre giorni che lavorano lì verso il giardinetto della Croce. Mi sa che allargano la curva dopo il semaforo. Domenica 17. Oggi è morta Teresa Franceschini vedova Villarecci. Era detta Lilla ed abitava al Ghetto di San Leo. Aveva 89 anni. La sua famiglia era originaria della Padonchia. * Oggi è morta Ilda Guadagni vedova Lodovici. Aveva 88 anni ed abitava alle Ville. * Oggi mia moglie con mia figlia hanno fatto i maccaroni proprio come si usava fare una volta la domenica. Martedì 19. Stamani sui monti sopra al Borgo c’era una incaciatina di neve ma Monte Nerone era tutto bianco, ed anche il Catria. Giovedì 21. Stamani sono tornato da Arezzo con la corriera e siccome era a due piani ho fatto il viaggio al piano di sopra. Sabato 23. Stamani con Alessandro sono passato da Gastone a Ca’ de Maurizio che ci ha fatto sentire il nuovo vinsanto. Meno male che ho accettato perché era veramente buono. Domenica 24. Oggi è morta Emilia Scartoni in Buricchi di anni 81. Abitava a Gricignano ma prima aveva abitato alle Casacce. Lunedì 25. Oggi è morto Elio Bruciamacchie di 74 anni. Abitava a Scoiano ma la sua famiglia era originaria di San Lorenzo. Sabato 30. Oggi è morta Vanda Sabbadini vedova Leonardi di anni 83. Abitava a Milano ed era la nuora di Ghighino. * Oggi è morta anche Eugenia Pierantoni. Era la più grande di sei fratelli figlia di Rosa e Silvio Pierantoni. Avrebbe compiuto 100 anni il prossimo 23 luglio. Nel 1944 si era trasferita a Sansepolcro. Domenica 31. Oggi mi faceva male la gola e allora mi sono preso un paio di cucchiaini di miele delle api di Postremo, quello che mi aveva dato Fabrizio.

Giovedì 4. Oggi è morto Giuseppe Santi di anni 94. Era detto Beppone benché fosse abbastanza esile ed abitava alla Commenda ma la sua famiglia era originaria del Giardino dove ha passato molti anni. * Oggi è morto Franco Comanducci a soli 60 anni. Abitava a Gricignano ed ha lavorato per molti anni ai Forni Riuniti. Era originario del Giardino. Domenica 7. Oggi è morto Luigi Grottini. Aveva 81 anni ed era originario del Monte Santa Maria Tiberina. Poi ha abitato anche al Maschino e per i Cordoni. Ultimamente abitava al Borgo. Lunedì 8. Oggi il Valbonetti e il Piomboni hanno preso in consegna la croce dell’incrocio della Via dio San Leo per rimetterla a posto che dovrà essere spostata. * Oggi è morta Zanetta Scartoni di anni 88. Abitava in Piazzola di sopra ma la sua famiglia ha abitato per molti anni al Vergone. Poi ha abitato per molti anni in piazza Cazzotti ed infine in Piazzola di sopra. Ha ben dieci figli. Martedì 9. A Santo Stefano oggi ho visto Guerrino che guardava la corriera che andava al Borgo. Mercoledì 10. Stamani il mercato era un po’ scarso e la neve ai monti annunciava quella che dicono verrà domani. Giovedì 11. Stamani mentre aspettavo Frido per il caffè (che poi non è venuto) ogni tanto cadeva un fiocco di neve. Speriamo per stanotte (per la neve non per il caffè). Sabato 13. Oggi Giada, che sta per la Bozia, ha compiuto il suo primo anno. Solo che non ho potuto assaggiare nemmeno un pezzettino di dolce perché con la sua mamma è a Squinzano, in Puglia, dove il nonno ha avuto qualche problema di salute. Venerdì 19. Oggi, dopo molto tempo, è arrivata una lettera di Antoni da Cracovia. Domenica 21. Oggi è morto Francesco Alessandrini (Paolino). Abitava ai Renicci ed era molto legato al podere del Mulinaccio che si trova di fronte alla Villa di Albiano. * Oggi è morto Paolino Guelfi conosciuto però con il nome di Franco. Aveva 77 anni ed abitava al Campo della Fiera ma la sua famiglia, prima di risiedere ad Anghiari, ha abitato al Casello di Mezzavia. Tutti lo ricordano di quando era bidello alla Scuola media Buonarroti del Borgo. * Oggi a Monterchi è morto Antonio Garaffini di anni 81, i suoi figli abitano verso San Leo. Lunedì 22. Oggi il Cipriani di Mezzavia mi ha fatto avere tramite sua figlia tre piantine di amarena. Domani o domani l’altro le pianto. Venerdì 26. Oggi è morto Ottavio Giovagnini conosciuto con il nome di Kennedy perché gli rassomigliava. Abitava nel viale della Stazione ma la sua famiglia era originaria di verso Sorci. La sua moglie è la Liù di Valentino di Romeo. Le intenzioni per le altre offerte dell’Oratorio: Donatella Riccardi in memoria del babbo Pier Vittorio, Paola Conti in memoria di Azelio Gaggiottini, Adria Cerboni in memoria dei propri defunti, Frido Giorni per le opere benefiche, Benito Raffaelli per le opere parrocchiali, Una persona dal Piano d’Anghiari per la parrocchia, Adriano Lucertini di Torino in memoria di Paolo Lucertini, Mauro Marziali di Firenze con gli auguri per la Redazione, Milena Testa da Roncadello (FO) per preghiere.

31


Questo giornale lo potrete trovate su Internet www.parrocchiadianghiari.it Scriveteci: oratorio@parrocchiadianghiari.it o: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

3 maggio 2010

Festa del SS. Crocifisso che si venera nella chiesa di Badia Festa titolare della Misericordia di Anghiari

Programma Ore 9,30 S. Messa in Badia Ore 17 S. Messa solenne in Propositura presieduta da S. E. Mons. Riccardo Fontana e Sacramento della Cresima per nostri giovani. Ore 18 Processione per le vie di Anghiari con la reliquia della S. Croce dalla Propositura alla Badia (i fedeli sono invitati ad addobbare le finestre delle proprie abitazioni con coperte ed arazzi)

Solennità dell’Ascensione Festa al Santuario del Carmine Giovedì 13 maggio: 40 giorni dalla Pasqua S. Messe alle ore 7 e alle ore 11.

Sabato 15 maggio: Vigilia della festa Alle ore 20,45 accensione del fuoco e canto dei Primi Vespri.

Domenica 16 maggio: Ascensione Ore 6,30 Apertura del Santuario Dalle ore 7 alle ore 10 S. Messa ad ogni ora. Alle ore 11,15 S. Messa solenne animata dalla Corale di Anghiari. Alle ore 16 S. Messa e benedizione dei bambini. Alle ore 18 S. Messa solenne, in suffragio dei benefattori e dei festarini defunti. (Ad Anghiari unica Messa alle ore 9,30 in Propositura) Si ricorda che una forma devozionale dei fedeli della Valtiberina è quella di raggiungere il Santuario a piedi, perlomeno partendo da Anghiari. Luoghi di ritrovo da privilegiare sono: La piazzetta della Croce per Anghiari, San Lorenzo, Monterchi e tutta la valle del Sovara; Il Ponte delle fate per il Ponte alla Piera, Caprese e Savorgnano; Pieve di Micciano per la Motina e Viaio e San Leo. Nel chiostro del Santuario i festarini vi attendono con il ristoro del pellegrino che verrà realizzato grazie alle vostre offerte raccolte dai festarini nei giorni precedenti la festa.

Vi aspettiamo


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.