2014-2 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI APRILE - MAGGIO 2014

N. 2

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue


Dante d’Anghièri

di Turiddo Guerri

l'editoriale di enzo papi

La Divina Commedia ch’i studenti studiono mèle a scola qua e là senza capicci ‘n cappio e ‘n accidenti, se gusta solo mo a la nostra età: pirfino ‘l Paradiso ci pèr vero... meglio però arimané de qua.

Don Nilo: e perché no?

Me viéni, a legge Dante, sto pinsiéro: siccome dici piue, come noi, sollo, mena, nutrica, caggia, ‘ntero, proprio, lutta, a carpone e tu per tuoi, sto ragionè cusì ‘n du’ l’ha ‘mparèto? Qui, ‘n du’ ’nveci de puoi se dici poi e ‘n du’ parrebbe proprio fusse nèto e po’ crisciuto avverso ai Guelfi Neri. Per forzia alora ‘gna che sia chiamèto, come Baldaccio, Dante d’Anghièri.

In copertina Questa volta la veduta di Anghiari è opera di Leone Bruschi. La tela è stata realizzata nel 1988 e raffigura le mura di Anghiari con il bastione di Sant'Agostino. Sulla destra, in alto, la torre civica (il Campano). Questa veduta di Anghiari (dal giardinetto della Via Nova) è quella che maggiormente colpisce i turisti e tutti coloro che transitano per la strada provinciale (la Via Nova). Anche noi Anghiaresi ci passiamo, ma molte volte non ci facciamo proprio caso. Ed ecco che ci viene in aiuto il pittore che con la sua arte ci risveglia visioni o suggestioni. Un bravo, meritato, a Leone e agli altri artisti che hanno illustrato, nei numeri precedenti, varie vedute di Anghiari. Pensiamo di potervi mostrare nei prossimi numeri altre raffigurazioni di Anghiari.

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iusto fra le Nazioni! Solennemente, presso la sala consiliare del comune di Sansepolcro, l’Ambasciata di Israele ha riconosciuto don Duilio Mengozzi, antico parroco della frazione Trebbio, Giusto fra le Nazioni, per aver salvato, dando ospitalità e proteggendola, una famiglia di ebrei. Ciò è accaduto lo scorso 4 marzo alla presenza della nipote del sacerdote –che ha ricevuto l'onorificenza dalle mani di un funzionario dell’Ambasciata- e dei discendenti dei salvati, una figlia ed una nipote di colei che don Duilio ospitò per oltre un anno presentandola, a tedeschi e inglesi, come la propria madre. Esistono ancora testimoni di questi eventi, per esempio il geometra Alvaro Lucernesi; e di quei fatti si sono già interessati gli storici: nel 2011 è uscito La via del Trebbio di Andrea Bertocci un interessante e documentatissimo volume che fissa eventi, nomi e protagonisti di vicende che abbracciano un arco di tempo che va dal 1940 al 1944. È soprattutto nel ’43-’44, però, che la canonica di don Duilio assume lo scomodo ruolo di quasi terra di nessuno e il Tevere funziona quasi da linea di confine, dove si fronteggiano tedeschi e inglesi. Porto di approdo dunque, quel prete, per sbandati, perseguitati e fuggiaschi; tutta gente da avviare, all’occorrenza, clandestinamente, di là dal fiume, in territorio controllato dagli alleati. ono più di 500 gli italiani onorati con questo titolo; 107 quelli toscani fino allo scorso 4 marzo. Adesso, con don Duilio, 108. La notizia la ricaviamo dal volumetto che ha distribuito La Nazione, lo scorso gennaio, in occasione della Giornata della Memoria , volumetto intitolato Gino Bartali e i Giusti toscani. È da questo libriccino che apprendiamo che due Giusti sono stati riconosciuti anche ad Anghiari, nello scorso dicembre 2013. Si tratta dei coniugi Giocondo ed Annina Marconi. Dalla loro breve nota biografica apprendiamo che ospitarono e nascosero nella propria soffitta, in pieno centro del borgo, per 3 anni, i Saghi, una famiglia di ebrei fuggiaschi, moglie, marito e due figli piccoli; provvedendo infine - Giocondo era in contatto coi partigiani - a salvarli, nel momento di maggior pericolo, con un trasferimento avventuroso verso Massa-Carrara. Trascriviamo. “Il riconoscimento è avvenuto grazie all’interessamento di uno dei salvati, Yosef Saghi che, dopo essersi trasferito in Israele, si è poi messo in contatto…” eccetera. Dalla cerimonia del 4 marzo a Sansepolcro abbiamo ricavato l’impressione che, anche nel caso di don Duilio, nonostante l’interesse degli storici, sia stato determinante il ruolo dei salvati che con la loro testimonianza hanno messo Yad Vashem, la fondazione-museo che conserva la memoria dell’olocausto, sulle tracce del personaggio. Così per i coniugi Marconi. al volume di Bertocci, che mette in fila le vicende che hanno toccato tutto il territorio, apprendiamo che nella zona operò una vera e propria rete di buona volontà che faceva riferimento a don Duilio, sì, ma anche a don Beniamino Schivo di Città di Castello (anche lui Giusto: salvò la famiglia dell’ex rabbino capo di Roma, Toaff) e a don Nilo Conti di Anghiari, l’unico dei tre sacerdoti, a questo punto, che non ha ricevuto il riconoscimento. Questione, sicuramente, di testimonianze. Nel libro di Bertocci si parla del caso di Anghiari in abbondanza; si parla di don Nilo e della casa di Rosa Giabbanelli, delle famiglie Guadagni e dei Brandinelli. Ma chi sono gli ebrei salvati, aiutati, sostenuti? Dove sono ora? Occorre fare uno sforzo di memoria. Chi sa e ricorda – ancora potrebbe esserci - metta per iscritto la propria testimonianza, racconti, ritrovi i nomi e ce li faccia avere. Intanto li pubblicheremo, poi vedremo – se possibile - come contattare, almeno, l’ambasciata. Ancora: nel volume sui testimoni del 900, voluto dalla Diocesi per donarlo a papa Benedetto, si legge di quegli anni a proposito di don Nilo: “La stanzetta dell’archivio parrocchiale diviene l’angolo di frequentazioni riservate, di discussioni clandestine, di accoglienza per i ricercati e di pianificazione sul da farsi con quei dissidenti e quegli ebrei che c’è da trasferire con rocambolesche fughe da un rifugio all’altro sull’ autoambulanza della Misericordia”. Sarebbe bene che questi episodi, quei nomi e quei salvati – se ancora c’è chi ne ha memoria - venissero alla luce. Siamo in attesa!

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XLV - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro. Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanimonicaredentielisadelpiantaverarossiteresabartolomei.

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Papa Francesco

Riflessioni dei Seminaristi di Arezzo

In questo numero del giornale inizia una serie di articoli di invito alla lettura della Evangelii Gaudium di Papa Francesco, che ci accompagnerà fino alla fine dell’anno. Nella nostra Parrocchia anche il cammino della Quaresima è stato scandito dalla riflessione su questo documento. Abbiamo chiesto ai seminaristi della diocesi, che ormai conosciamo praticamente quasi tutti, di scriverci alcune riflessioni. Buona lettura.

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a gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Straordinario. Finalmente torniamo a sentirsi dire che la vita cambia dall’incontro con Gesù. Alcuni anni fa era stato il Papa Benedetto XVI, nella sua prima enciclica, a ricordare che “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (cfr. Deus Caritas est, 1). Ora, mentre la grande quantità di documenti ecclesiali ha il triste e a volte meritato destino di restare chiusi nei cassetti, così non sembra per l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco, che si sta imponendo come vero e proprio strumento di guida per le comunità cristiane e per i singoli fedeli. L’idea di evidenziare la gioia come contrassegno di chi ha accolto il Vangelo e lo comunica agli altri, va a toccare un punto importante. La mancanza di gioia era proprio la contestazione principale mossa dal filosofo Friedrich Nietzsche, il cui pensiero è rappresentativo dell’uscita da Dio del mondo moderno, come si legge in Umano troppo umano: le vostre facce sono state, per la vostra fede, più dannose delle vostre ragioni. Se il lieto messaggio della Bibbia vi stesse scritto in viso, non avreste bisogno di esigere così costantemente fede nell’autorità di questo libro. Una fede animata dalla gioia è invece la fede di chi ha fatto esperienza di un incontro che lo ha rinnovato interiormente, nell’apertura di un nuovo orizzonte di vita, per cui si trova una profonda fiducia che rimane salda anche nei momenti complicati della vita. E la differenza si vede bene evidenziando la fede autentica che è capace di una straordinaria apertura; diversamente “quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente...” (EG 2). Il vero problema dei credenti, che il Papa sta mettendo a tema, è quello spirituale. Cioè avere un cuore che si piega al Vangelo e non alle tentazioni idolatriche, fossero anche quelle di forma religiosa che, vestite di perfetta ortodossia, si chiudono tuttavia all’incontro con Dio. Quanto si è parlato, in ambito ecclesiale, di evangelizzazione! A volte siamo quasi stanchi di sentici ripetere tale urgenza. L’evangelizzazione, invece, ci ricorda Francesco, non è un fatto di persuasione dell’altro, ma innanzi tutto di conversione del cristiano che conduce una vita pienamente umanizzata (EG 8) e in tal modo è testimone anche quando non si dichiara tale. Siamo evangelizzatori nella misura in cui siamo evangelizzati, e la nostra vita cresce e matura, perché la fede cristiana è realizzazione dell’umano e non

fuga da esso. E infatti la cosiddetta “nuova evangelizzazione” non è tale perché s’inventano nuove tecniche o strategie all’avanguardia, ma perché ritorna al Vangelo e da lì parte. E poi un’altra provocazione: la “Chiesa in uscita”. Lo stesso titolo è stato appropriatamente ripreso dal nostro Arcivescovo Riccardo per la Lettera Pastorale con cui si annuncia la Visita Pastorale, volendo in essa richiamare l’urgenza di una cambiamento della struttura della Chiesa. Ma non c’è novità, ci viene detto chiaramente, se non c’è conversione. E ancora: assieme alla conversione interiore del cristiano ci deve essere una conversione visibile della comunità cristiana. Ormai, di fatto, la Chiesa non può essere autoreferenziale, ormai è “Chiesa in uscita” (EG 24), perché la Parola di Dio chiama il credente, lo manda verso terre nuove, lo sprona ad andare verso l’altro. Dopo la sezione introduttiva, che presenta in un certo senso lo sfondo di tutta la questione, l’Evangelii Gaudium affronta in cinque capitoli alcune delle questioni più rilevanti per l’evangelizzazione oggi. La prima è quella di una trasformazione missionaria, la quale sembra comportare una vera e propria riforma della chiesa. Dice il Papa: sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli orari, il linguaggio (…) siano un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale più che per l’autopreservazione (EG 27). Del resto, invita Papa Francesco, a non aver paura a muoversi dal “si è sempre fatto così” (EG 33). Parole grosse, temi caldi, argomenti provocanti: l’invito è quello di lasciarsi interrogare dalle parole del Papa che ci chiama ad amare la Chiesa per poter amare e servire l’umanità. In conclusione del primo capitolo un incoraggiamento: più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: «voi stessi date loro da mangiare (Mc 6,37» (EG 49). Buona lettura, e buon cammino!

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

ricordia (saranno benedette le foglie di giglio da mettere sulle croci dei campi.); alle ore 18.00 in Propositura. 27 aprile Domenica - II Domenica di Pasqua (o della Divina Misericordia). Domenica in albis. Sante Messe secondo l’orario festivo. Da Micciano alle 15.00 processione e rogazioni verso il Santuario del Carmine dove, alle ore 16.00, verrà celebrata la S. Messa con consacrazione alla Madonna (Scapolare).

Mese di Aprile 2014 1° aprile Martedì - Primo Martedì del Mese: In Propositura, alle ore 17, “Ora di Guardia con recita del Santo Rosario”. 3 aprile Giovedì - Primo Giovedì del mese: si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 4 aprile Venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20,30, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21, adorazione e S. Messa. 6 aprile Domenica - V Domenica di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo. 13 aprile Domenica - Domenica delle Palme e della Passione del Signore. Alle ore 9,30 S. Messa nella chiesa di Badia. Alle ore 10,45 circa inizio della S. Messa solenne con la benedizione delle palme nella piazzetta della Badia. A seguire in processione ci rechiamo in Propositura dove continuerà la liturgia.

Mese di Maggio 2014 1° maggio Giovedì – San Giuseppe artigiano. Primo Giovedì del mese: si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. È il mese dedicato alla Madonna Nei giorni feriali, ad iniziare dal 5 maggio, alle ore 21, nella chiesa di Propositura ad Anghiari, e nella chiesa di Tavernelle, recita del Santo Rosario con breve riflessione. 2 maggio Venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20,30, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21, adorazione e S. Messa. 3 maggio Sabato - San Filippo e Giacomo apostoli. In Anghiari festa del SS. Crocifisso. S. Messe nella chiesa di badia alle ore 9,30 e alle ore 11. Alle ore 16.00 in Propositura S. Messa solenne dove il vescovo Riccardo amministrerà il Sacramento della Cresima ai nostri giovani. Seguirà quindi la processione per le strade del paese fino alla Badia. 4 maggio Domenica - III di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo. 6 maggio Martedì - Primo Martedì del Mese: In Propositura, alle ore 17.00 “Ora di Guardia con recita del Santo Rosario”. 11 maggio Domenica - IV di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo. 18 maggio Domenica - V di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo. 22 maggio Giovedì - Santa Rita da Cascia. Alle ore 21.00 S. Messa presso la chiesetta delle suore della Ripa con benedizione delle rose. Sarà preceduta dal triduo alle ore 20,30 nei giorni 19, 20 e 21 maggio. 25 maggio Domenica - VI di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo.

Inizio Settimana Santa 14 aprile Lunedì - Lunedì Santo. Alle ore 21,00, in Propositura, liturgia penitenziale e sacramento della confessione in preparazione della Santa Pasqua. Triduo pasquale della passione e risurrezione del Signore 17 aprile Giovedì - Giovedì Santo. Ultima cena di Gesù. S. Messa e “Lavanda dei piedi” a Tavernelle alle ore 17.00 e a Micciano alle ore 19.00. Alle ore 18,30 in Propositura S. Messa vespertina (In coena Domini) con il rito della Lavanda dei piedi. La Chiesa celebra in questo giorno l’istituzione della SS. Eucaristia. Alle ore 21,00, nella chiesa di Propositura ad Anghiari, nella chiesa di Tavernelle e nella Pieve di Micciano “Ora di meditazione”. 18 aprile Venerdì - Venerdì Santo Celebrazione della Passione del Signore. Alle ore 11,30 dalla chiesa di Sant’Agostino processione verso la Propositura per portare il simulacro di Gesù Morto. Un invito particolare ai giovani e ai bambini ad essere presenti a questa celebrazione. Alle ore 15.00, a Tavernelle e a Micciano adorazione della Croce. Alle ore 19.00 in Propositura solenne liturgia “In passione Domini”. Al termine, processione tradizionale lungo le strade del paese. In questo giorno celebriamo e meditiamo la passione di N.S.G.C. che culmina con la sua morte. 19 aprile Sabato - Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore. Veglia Pasquale nella Notte Santa. Giornata di silenzio, di speranza, di riflessione. Celebrazioni: alle ore 21.00 a San Lorenzo e a Micciano; alle ore 22.00 al Cenacolo di Montauto; alle ore 23.00 in Propositura. 20 aprile Domenica - Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore. Sante Messe secondo l’orario festivo. 21 aprile Lunedì - Lunedì dell’Angelo. A S. Stefano S. Messa alle ore 11.00, seguirà processione alla Maestà della Battaglia. 25 aprile Venerdì - San Marco Evangelista. Celebrazione S. Messe: alle 9.30 presso la Cappella di San Marco alla Mise-

Ascensione 2014 Domenica 1° giugno festa al Santuario del Carmine S. Messe ogni ora I Festarini vi aspettano nel chiostro con il ristoro del pellegrino.

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S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Catechesi per famiglie e adulti

“Prima lettera di S. Pietro” Un’eco del Vangelo di Gesù Guida: Sr. Maria Francesca Cavallo Calendario Sabato 12 aprile Sabato 17 maggio Al Cenacolo di Montauto ore 18,30 Seguirà cena conviviale Per informazioni 0575-723072

Ore 8,30 Ore 9,30 “ Ore 10,00 “ Ore 11,00 “ “ “ Ore 11,30 Ore 16,00 Ore 18,00

Corso in preparazione al Matrimonio I corsi sono al momento terminati. I fidanzati che desiderano sposarsi si possono rivolgere in parrocchia per avere informazioni.

-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine -S. LEO: Chiesa di San Leone -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE SOVARA: S. Maria Assunta -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8,45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 9,30 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 10,00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11,15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17,00 (18,00 estivo) Chiesa di San Simeone a Monterchi

La comunità delle Suore del Cenacolo di Montauto vi aspetta per le

Giornate di ritiro per adulti

Ultima domenica del mese: chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16,00 (ore 17,00 estivo).

MESSE PREFESTIVE:

Tema: Vangelo e Vita - con Don Dino Liberatori Calendario

Ore 16,00 - (ore 17,00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16,00 - (ore 18,00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16,00 - (ore 18 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17,00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 18,00 - Propositura di Anghiari

Lunedì 22 aprile Lunedì 19 maggio Al Cenacolo di Montauto dalle 10 alle 16,30 Per informazioni 0575-723072

A Catigliano la S. Messa festiva domenicale si celebra saltuariamente alle ore 9. Per le date precise è necessario informarsi in loco.

Primo Venerdì del mese al Carmine

A Micciano Ogni Primo Venerdì del mese per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza

Ogni Primo Venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

S. Messa alle ore 20,30 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Ciao Sergio

Cara Silvana, Claudia e Andrea,

Grazie per tutto quello che ci hai regalato! Padre, nonno, zio, ma soprattutto amico. Ricordiamo tutti la tua generosità, nei gesti e nelle parole, sempre benevole nei confronti di chiunque. Ci hai insegnato il rispetto, l’amore e l’educazione. Speriamo che dal cielo tu possa godere dello spettacolo delle terre che tanto amavi e della tua vigna... e che tu continui a regalarci quel dolce sorriso rassicurante che tanto bene faceva ai tuoi coetanei, a noi un po’ più giovani e persino ai bambini per i quali eri “Il nonno Sergio”! Grazie

vogliamo esservi vicini in questo momento di dolore per cercare insieme di riempire il grande vuoto che la scomparsa di Secondo ha lasciato anche dentro di noi. Abbiamo perso un grande amico che ci ha sempre dato un valido aiuto nella gestione dei problemi di questa Associazione ma, soprattutto, vogliamo ricordarlo nei momenti spensierati in occasione delle Feste, delle Cene e delle Gite che insieme abbiamo tante volte organizzato. Non ci ha mai fatto mancare il suo aiuto e noi vogliamo ricordarlo sempre così con le sue battute e la sua voglia di vivere e affrontare la vita in modo positivo. Per questo vogliamo portare avanti il suo lavoro per non disperdere tutte le cose belle e importanti che con il suo impegno e la sua forza di volontà ha fatto nascere e per le quali tutti noi gli siamo riconoscenti. Ciao Secondo, ci mancherai e tu sarai sempre con noi e nei nostri cuori e nei nostri ricordi per darci lo stimolo a continuare e ad andare avanti e, soprattutto, non vogliamo dimenticarti mai...

Forse si può

Silvano e tutti gli Amici del Centro Aggregazione Sociale

di Clèto

La vignetta di Scacciapensieri, nell’altra pagina, mi ha fatto venire in mente che forse una agricoltura più rispettosa dei cicli vitali della natura sarebbe possibile. È un po’ di tempo che pensavo di scrivere qualcosa su questo aspetto ed ecco ora lo sto facendo. Magari potremmo rinunciare ad un po’ di produzione, ma ne guadagneremmo in salute. Certo questo è possibile, per ora, in orti familiari, perché la produzione su larga scala adotta metodologie diverse. Le persone però chiedono qualcosa di diverso e questo si vede da alcune attività, con vendita al pubblico, legate a questo tipo di agricoltura, diciamo, naturale. Forse c’è qualcuno fra di voi che ha da dire qualcosa sulla sua esperienza personale. Fatelo sapere. Io sto facendo dei tentativi e, per quel poco che ci capisco, molte volte è meglio far fare alla natura.

Aneddoto Keniota

(tradotto da Palmiro del Molin Bianco e inviato per via eterea dai paraggi dell’Equatore)

Costa meno comprère il latte quande servi che aere la mucca. E, questo qui, vale anche per altri bisogni. Oggi ho lavorèto un po’ meno e so’ sceso ‘n città. Ho anche preso una brollèta d’acqua. Ciao a presto. Palmiro

Due lauree con un messaggio

questo secondo traguardo raggiunto al Molin Bianco, anche la Redazione si affianca decisa e manda il suo augurio verso la Valle del Sovara.

Abbiamo messo questo titolo parafrasando l’adagio popolare dove si parla di piccioni. Il messaggio in questione è giunto dal piano del Sovara, per la precisione dal Molin Bianco, e segnala il conseguimento di due lauree. Ma ecco i fatti. *** Il 12 dicembre scorso Laura Giuliattini si è laureata presso l’Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e Neuroscienze, Corso di Laurea in Infermieristica, sede di Arezzo, discutendo una tesi dal titolo: “La qualità dell’assistenza infermieristica: il punto di vista dei pazienti.” Relatrice è stata la Professoressa Simona Lepri. Ha ottenuto la bella votazione di 109 su 110. Agli auguri e ai festeggiamenti dei familiari e degli amici per

Il 28 novembre dello scorso anno Letizia Zineddu si è laureata presso l’Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di laurea in Infermieristica, sede di Terni. Ha discusso la tesi dal titolo: “Un sorriso per aiutare a guarire. Guarire dal ridere.” Relatrice è stata la Dottoressa Emanuela Ruffinelli. Ha ottenuto la bella votazione di 108 su 110. Letizia abita nella zona centrale e nuova di Tavernelle e gli auguri della Redazione, passati dal Molin Bianco, si uniscono a quelli dei familiari e degli amici di Letizia, compresi quelli giunti da Facebook.

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...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores

Nozze d’oro

La nonna Beppa (mia suocera)

Il giorno 26 gennaio 2014 hanno festeggiato le nozze d’oro Agostino Pozzoli (lo ricordiamo di quando era Capoguardia comunale) e Massimina Cheli (la Marcella). Si erano sposati infatti il 26 gennaio 1964 nel Convento dei Cappuccini a Sansepolcro e l’officiante era Padre Pier Maria. Dopo la cerimonia si sono ritrovati al ristorante Belvedere di Citerna insieme a parenti e amici per festeggiare questa bellissima giornata. Agostino proveniva da Petriolo e abitava vicino al Santuario, la Marcella era di S. Leo ed era la figlia del Pasqui, il mugnaio di San Leo. Anche la Redazione partecipa volentieri a questa lieta ricorrenza e manda i suoi auguri. (Nella foto i due giovani sposi all’uscita dalla chiesa.)

Se ne è andata in punta di piedi silenziosamente. La sua fine ci ha colto di sorpresa: era una roccia sia sul piano fisico che su quello del coraggio e della forza d'animo. Ha vissuto da sola per molti anni, indipendente ed autonoma, senza mai lamentarsi, anzi vivendo serenamente la solitudine. Quando veniva a pranzo dai figli, pur stando bene in compagnia ed apprezzando cibo e bevande, non vedeva l'ora di tornare alla “cuccia”, così lei chiamava la sua casa. Donna di poche parole, a volte rude e salace nelle risposte, possedeva però un animo generoso ed accogliente. Aveva una saggezza oculata nel gestire la sua famiglia, una precisione ed un ordine innati, nonché una rara capacità di cucinare primi piatti gustosi, rigorosamente fatti a mano ed arrosti speciali. Anni fa, per carpire i suoi segreti culinari, andai a prendere “lezioni” sul campo, ma i suoi ravioli rimangono imbattibili. Amava molto i ninnoli e le bambole, di cui aveva riempito la casa e... guai a spostarglieli! Ma soprattutto amava i suoi figli e tutti noi, in particolare le sue nipotine. Ringraziamo il Signore per avercela donata a lungo e per la ricca eredità di valori umani e morali che ci ha lasciato. Marida

Caritas self service È successo presso la chiesa della Croce. Un parrocchiano aveva depositato presso l’ingresso della chiesa un discreto quantitativo di cibi (seguendo le indicazioni di don Marco) da destinare alla Caritas che avrebbe preparato dei pacchi alimentari da destinare a chi ne ha bisogno. Solo che, casualmente, chiedendo se la merce era stata ritirata, il nostro benefattore si è reso conto che qualcuno (non la parrocchia) aveva asportato il tutto. Certamente è stato qualcuno che ne aveva bisogno, e quindi va tutto bene. Però, se possibile, l’invito è di presentarsi in parrocchia, senza fare il self service.

La vignetta di Scacciapensieri:

Problemi comuni!

Il cacciatore di Senesi Maria

Pum, pum, che fucilata la lodola è ammazzata! Ecco lì è caduta a terra, poi c’è il cane che l’afferra mentre il cuor gli batte ancor di spavento e di dolor. Ella pensa ai suoi piccini tutti quanti poverini piangeranno chissà quanto moriranno poi nel pianto. Chi la pappa a loro darà? Che dolore, che crudeltà!

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

La Chiesa ex-Parrocchiale di Santo Stefano in pian d’Anghiari

Seconda e ultima parte

Dalla porta principale sud-orientale, attraversato un piccolo andito e discesi tre scalini, siamo entrati in questo sacro edificio altomedievale di Santo Stefano e ci siamo trovati di fronte la parte esterna di una delle tre absidi che nasconde la visione d’insieme dell’interno, che si può ammirare soltanto dagli altri ingressi situati ad est. Fino agli anni 1970, sull’attuale controfacciata c’era un organo del sec. XVI, rimosso e depositato nel Museo Taglieschi di Anghiari dopo il suo restauro effettuato nel 1977 dalla Soprintendenza di Arezzo. Ai lati interni di questo ingresso si aprono due cappelline con i confessionali, mentre sulle pareti laterali in alto vi sono quattro nicchie che contengono statue (lignee?) raffiguranti santi. In basso, invece, sono esposti vari reperti ritrovati nei lavori di ristrutturazione e di ricostruzione di questa chiesa iniziati nel 1968 per volere del proposto don Nilo Conti, con la collaborazione del dott. G. Nomi, ed eseguiti sotto la sorveglianza della Soprintendenza ai monumenti di Arezzo diretta dall’arch. A. Secchi. Dall’ingresso est subito si coglie subito l’attuale pianta della chiesa, a forma quadrata, sui cui lati si aprono tre absidi sporgenti e un piccolo quadrilatero verso il già menzionato ingresso di sud-est. Il raccordo fra le tre cappelle laterali e lo spazio centrale è realizzato con archi sostenuti da colonne e capitelli di spoglio. Il pavimento è in cotto antico, le pareti stonacate sono realizzate con mattoni originali, mentre quelle verso gli ingressi sono state rifatte ad intonaco. Il soffitto in travatura lignea si presenta a quattro spicchi, simili a un berretto liturgico del clero, in alto, al centro delle pareti, ci sono finestroni ad arco a tutto sesto, affiancati da due piccoli occhi che permettono alla luce solare di illuminare molto bene il tempio.

sostengono l’arcata del presbiterio sono state parzialmente ricostruite. Due grandi candelieri lignei, alti cm. 160, sono posizionati ai lati. La cappella a destra di chi guarda l’altare conserva l’abside originale, mentre le colonne che sostengono l’arco sono state rifatte. In essa si può ammirare un bel polittico su tavola decorata in oro, raffigurante la Vergine con Bambino, tra i Santi Stefano, Pietro, Agostino, Bartolomeo, Paolo e Lorenzo, attribuito a Domenico di Michelino, sec. XV. Questa tavola fu alluvionata a Firenze nel 1966 e fu poi restaurata ad Arezzo nel 1999 per un importo di circa 25 milioni di lire. Anche l’abside della cappella di sinistra, situata di fronte all’ingresso principale, è stata rifatta, e le finestre sopra la sua arcata sono murate. In essa viene realizzato un bel presepio natalizio per cui non ho potuto osservare il suo interno, ma dagli accompagnatori Mario Del Pia e Gastone Mafucci mi è stato detto che vi è sotto il livello del pavimento una importante struttura circolare che secondo diverse interpretazioni potrebbe essere stata un pozzo di origine pagana oppure, più probabilmente, un fonte battesimale, perché, secondo quanto abbiamo riferito nella precedente puntata, il noto storico Muzi afferma che questa chiesa di S. Stefano era catalogata come la trentottesima Pieve della Diocesi Tifernate. In questa pagina: in alto a destra il rilievo della chiesa e dei fabbricati annessi realizzata nel 1908; a sinistra il dipinto su tavola di Domenico di Michelino; qui a destra uno dei capitelli di spoglio.

Nella ricostruita abside ovest c’è l’unico altare con mensa di pietra a forma rettangolare, della misura di circa 180x80 cm., sostenuta da un supporto in muratura. Nella parete absidale, dietro l’altare, è inserito un tabernacolo in pietra scolpita con semplice porticina lignea, accanto al quale ci sono due statue lignee che sostengono fiaccole verso la S. Eucarestia. Più in alto c’è un crocifisso ligneo antico. Le due colonne che

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Le nostre chiese...

Delle colonne che fronteggiano le suddette absidi, solo due sono romane, con elegante capitello ionico. Non appaiono tracce visibili di affreschi, che presumibilmente nei secoli passati esistevano. La chiesa è fornita di impianto di riscaldamento, di allarme e di altoparlante e di una decina di banche realizzate su disegno dell’Istituto Statale d’Arte di Anghiari nel 2005. L’annessa sacrestia si presenta ordinata con i prescritti mobili sinodali. Un armadio moderno custodisce candelieri, reliquiari e altri oggetti sacri. Sulle pareti sono fissati dei reperti archeologici molto antichi, recuperati durante la ristrutturazione e i restauri suddetti. Termino la mia ricerca su questa chiesa, la cui storia rimane ancora in gran parte misteriosa e meritevole di essere approfondita da esperti studiosi, conscio della sua incompletezza. Infatti mi sono limitato a fornire alcune notizie storiche e personali riflessioni, che penso possano interessare gli affezionati lettori di questo periodico. Aggiungo a conclusione un elenco incompleto dei rettori di questa chiesa: 1 - Guido da Uppiano era rettore di S. Stefano il 24 dicembre 1287 2 – Alessandro Stufa il 14 ottobre 1647 3 – Paolo della Stufa il 10 maggio 1694 4 – Domenico Gigli: dall’8 febbraio 1788 alla rinuncia del 2 ottobre 1793 5 – Gregorio Biagiotti: dal 3 gennaio 1794 alla morte del 15 novembre 1814 6 – Domenico Franceschi: dal 28 febbraio 1815 alla morte del 4 gennaio 1846 7 – Donato Bruschi: dal 28 gennaio 1847 alla morte del 1 maggio 1886 8 – Attilio Cacioli: dall’ 8 marzo 1906 alla morte, il 26 ottobre 1958 (ultimo parroco residente) 9 – Fosco Corti: dal 27 ottobre 1958 al 1 luglio 1968 10 – Livio Chianucci: dal 1 luglio 1968 alla rinuncia del 1 settembre 1979 11 – Pierluigi Ricci: dal 1 settembre 1979 – solo titolare

Qui sopra un’immagine dello scavo effettuato nella preesistente chiesa, quella visibile fino al 1968 e illustrata dalla planimetria nell’altra pagina. Durante tali scavi si rinvennero i fondamenti della chiesa più antica, rimasta sotto il piano di calpestio, e che fu riportata alla luce in quell’occasione. L’immagine è tratta dal libro di Gino Ceppodomo, appassionato studioso della storia antica di Anghiari. Nel pavimento si notano alcune tombe, vari fondamenti di epoca diversa e, evidenziato da un cerchio, il probabile fonte battesimale di cui si parla nell’articolo.

N.B. A partire dal 1968 al presente il servizio liturgico è stato svolto dai proposti don Nilo Conti, don Vittorio Bartolomei e don Fabio Bartolomei e attualmente da don Marco Salvi, che vi celebra la S. Messa festiva alle ore 8,30, la Festa patronale il 26 dicembre e quella della Madonna la prima domenica di settembre.

Sabato 3 maggio 2014 Feste del SS. Crocifisso e Feste della Misericordia Alle ore 16.00 S. Messa e Cresima dei nostri giovani, seguirà la processione fino alla chiesa di Badia Alla sera Tombola e fuochi d’artificio 9


Un’ondata di freddo Come un allarme di guerra: ho tutto il cuore e l’animo in subbuglio. Quella volta rispondo al telefono ed una voce conosciuta mi dichiara il suo affetto, la sua stima; un monologo semplice, sincero con il rosario in mano e tante chicche sul tavolo imbandito per l’occasione. Non manca nulla, anche la stretta di mano è leale e affettuosa. L’Anna del Lodolino se n'è andata: una stella in più nel cielo.

I nonni ci hanno raccontato Dall’album di Gessica

Piove col sole Canto popolare

E.T.

Marco si è laureato

Piove col sole la Madonna coglie un fiore, la ne coglie uno di più pe' donallo al su' Gesù; la ne coglie una paniera per serbarla a primavera; la ne coglie un panierino per serbarlo a Gesù Bambino.

Il 27 febbraio si è laureato Marco Matteagi presso l'Università di Firenze, Scuola di Ingegneria, Corso di Ingegneria per l'Ambiente, le Risorse ed il Territorio. Ha discusso la tesi dal titolo: "Analisi della propensione al collasso arginale". Relatore: prof. Ing. Enio Paris. Correlatori: Ing. Giovanni Michelazzo e Ing. Andrea Morelli. Ha ottenuto la bella votazione di 110/110. A Marco, che abita nella zona della Bernocca, gli auguri di familiari ed amici ed anche la Redazione (in particolare un redattore di Tavernelle) manda volentieri i suoi.

Davanti al camino

Gli intrepidi dell’Acqua santa

Non c’è cosa più bella e divertente del sedersi vicino al focolare, la fiamma che riscalda e brilla ardente, t’invita a rilassarti e riposare.

Ricordo quel tempo ormai lontano, quando seduti accanto al gran camino, la nonna con il fuso nella mano, filava e ci narrava un raccontino.

Sul treppiede posava un pentolino, dove pian piano la cena cucinava, grandi e piccoli stavamo lì vicino, al focolare che ci riscaldava. Lela

Il fuoco nel camino Nella casa dei miei nonni ad Anghiari c’è un grande camino antico che d’inverno è sempre acceso. Io mi diverto molto a guardare la fiamma che va su in alto. A volte mettiamo ad arrostire le castagne, specialmente durante le serate di Natale. Quando è molto freddo, a me piace stare vicino al fuoco a riscaldarmi. Oscar - giugno 2009 - 4 elementare- Via della Bozia

Gli intrepidi non sono don Marco, don Bartolomeo o don Gustavo ma i giovanissimi che li accompagnano. Le campane hanno fatto l’annuncio e loro (tutti assieme) sono pronti a far visita alle case e, soprattutto, alle famiglie di Anghiari. Oggi, 18 marzo, stanno per andare verso la via del Carmine, dalla salita del Mangoni fino alla via di Terrarossa, Bernocca e Vigna comprese.

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Le vostre offerte per la Caritas

Aiutateci ad aiutare

F

are il consuntivo di un anno di attività della nostra Caritas Parrocchiale è sempre un’impresa ardua; si corre il rischio di soffermarci troppo sui “numeri” o di dare enfasi immeritata ad altri aspetti del nostro fare. Chiediamo pertanto anticipatamente scusa a tutti Voi che ci leggete, per il resoconto stringato e parziale. Vi invitiamo però a comprendere che tutto quello che noi “raccontiamo” non ha lo scopo di mettere in evidenza ciò che la Caritas realizza; ciò che testimoniamo vuol semplicemente sottolineare la modestia dei nostri interventi di fronte invece alla continua crescita dei bisogni dei più indigenti della collettività anghiarese. Vogliamo quindi sollecitare tutti Voi a farvi carico di alcuni aspetti di ciò di cui i nostri poveri hanno bisogno (qualche piccolo risparmio, un po’ del Vostro tempo, un po’ del vostro impegno…).

sole, tutti appartenenti alla nostra comunità parrocchiale. Siamo lontani dal colmare le necessità che ci vengono settimanalmente presentate, ed è proprio per questo motivo che rinnoviamo la richiesta di aiuto a tutti Voi. Ci permettiamo di chiederVi aiuto perché abbiamo ben presenti le parole con cui il Papa Emerito Benedetto XVI ci accolse giovedì 24 novembre 2011 nella Basilica di san Pietro in occasione del 40° anno di fondazione della Caritas Italiana. “Con gioia vi accolgo in occasione del 40° anniversario dell’istituzione della Caritas Italiana. Vi saluto con affetto, unendomi al ringraziamento dell’intero Episcopato italiano per il vostro prezioso servizio.[…] Il Servo di Dio Paolo VI, nel primo incontro nazionale con la Caritas, nel 1972, così affermava: - Al di sopra dell’aspetto puramente materiale della vostra attività, deve emergere la sua prevalente funzione pedagogica. A voi, infatti, è affidato un importante compito educativo nei confronti delle comunità, delle famiglie, della società civile in cui la Chiesa è chiamata ad essere luce. Si tratta di assumere la responsabilità dell’educare alla vita buona del Vangelo, che è tale solo se comprende in maniera organica la testimonianza della carità.”

Il bilancio Nel 2013 abbiamo raccolto complessivamente 5.605 euro, fra offerte da privati, dalla Parrocchia, dai Donatori di Sangue Fratres, dalla Confraternita di Misericordia, dalle suore di Galbino, da iniziative direttamente organizzate dalla Caritas. Abbiamo speso 5.456 euro, dei quali 2.016 euro per spese alimentari, 1.012 euro per l’aiuto nel pagamento utenze domestiche (luce, riscaldamento, acqua…), 2.276 euro per l’aiuto nel pagamento di canoni di affitto ed altre spese di carattere familiare, ed i restanti 152 euro in piccole spese di gestione dell’attività Caritas (cartellonistica, cancelleria, altro…). Abbiamo potuto distribuire 178 pacchi alimentari a 29 famiglie, ed abbiamo potuto effettuare 216 consegne di capi vari di abbigliamento. Al nostro Centro di Ascolto abbiamo effettuato 58 colloqui, e, cosa forse più importante di tutte, i nostri volontari hanno effettuato quasi 200 visite a malati, anziani e persone

La Caritas è Chiesa! Non lasciatela sola! La povertà non è soltanto mancanza di soldi: è anche malattia, è anche solitudine. Guardiamoci tutti quanti intorno e facciamo qualcosa per chi ha più bisogno di noi! Interroghiamo le nostre coscienze. Un vecchio detto afferma che tutto ciò che non si regala, prima o poi, comunque, si perde.

L’angolo sprizzacervelli

17° quesito

Otto

di Ravella Merinista oratorioquiz@gmail.com

Alla nonna Ilda piaceva fare la maestra anche con i suoi nipotini e qualche volta anche lei, come me, proponeva dei giochi. Quando i nipoti erano grandicelli propose loro questo quesito: Avete a disposizione otto 8 e dovete ottenere 1000. Le regole sono le seguenti: 1) gli 8 vanno utilizzati tutti e non si possono utilizzare altri numeri se non quelli ottenuti operando sugli otto 8 iniziali. 2) si possono usare le operazioni somma, sottrazione, moltiplicazione, divisione. 3)si possono anche accostare due 8 per ottenere 88, tre per avere 888, ecc. Non ricordo se e chi arrivò alla soluzione, ma ricordo la curiosità nel provarci. Soluzione del quesito del numero scorso Ogni numero è la somma dei due precedenti, quindi dopo il 13 viene il 21 e poi il 34, il 55 e così via. Volete mandare la vostra soluzione o scrivere a Ravella? Scrivete qui: oratorioquiz@gmail.com

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Giungono in parrocchia le vostre offerte per sostenere l’Oratorio

Per il giornale

Adelmo Piomboni, Campo Fiera Adriana Cherici, Crocifissino Adriana Tizzi, San Giustino Alba Senesi, Sezzano Alberto Camaiani, Borgo la Croce Alberto Ricceri, Firenze Alessandro Martini, Via Carmine Alessia Pacini, Vicenza Alfiero Bergamini, Via di S. Leo Alfredina Donnini, Prato Alighiero Padelli, Sabino II Alma Rossi Nicolò, Venosa Alvaro Fedi, Carmine Amedeo Corsi, San Giustino Andrea Rossi, Molindagnolo Angelo Graziotti, Giardinella Angelo Morvidoni, Campo Fiera Angiolino Meozzi, Ponte Sospiri Angiolo Alfonsi, Campo Fiera Angiolo Madia, Polveriera Angiolo Magri, Renicci Angiolo Meucci, Via di S. Leo Anna Giorni, Acquedotto Anna Girolimoni, Viaio Anna Maria Camaiti, Borgo la Croce Anna Maria Draghi, Gelle di Piano Anna Maria Fontanelli, Arezzo Anna Maria Noferi, P.tta la Croce Anna Maria Valentini, Bucacce Anna Rosadi, Le Ville Annunziata Peluzzi, San Leo Annunziata Sciadini, Molin Bianco Anonimo Anselmo Meucci, Scoiano Antonella Comanducci, Castello Antonella Piantini, Casentina Antonietta Giacomini, Maiolo Antonietta Pagani, Catigliano Antonio De Jaco, Molindagnolo Antonio Zanchi, Bolivia Alberto Benedetti, Pieve S. Stefano Offerta anonima Ascanio Cambi, Campo Fiera Aurelio Boriosi, Crocifissino Barbieria Tanfi, P.tta delle legne Benilde Vichi, Il Carmine Berio Nocentini, Polveriera Bonanno Sergio, Ponte alla Piera Brunella Ferrini, Arezzo Brunero Gaetani, Campalla Bruno Polverini, Pocaia Bruno Zanchi, Sant'Agostino Carla Donati Sarti, Casa Donati Carla Gallai, Arezzo Carla Tanguenza, Santo Stefano Carlo Angioloni, Tralemura Carlo Cherici, La Piazza Carmela Nisi, Turicchi Cathia Acquisti, La Stazione Centro Aggregazione, Piazza Teatro Cinzia Bianchi, Arezzo Cinzia Panichi, Via nova bassa Cipriano Comanducci, Infrantoio Clara Roselli, Via di Pino Clemente Camaiti, L'Aia Tavernelle

Conforta Leonardi, Tavernelle Cristina Bianchi, La Stazione Daniela Fedi, Perugia Danilo Draghi, I Mori Delfa Brancaccio, Roma Delfo Venturi, Casaccia Demetrio Carboni, Via Nova Dino Concu, San Leo Dino Corsi, Via di San Leo Dino Donati, Colcellalto Diva Lanzi, Bisticcia Diva Zafferani, Casolare Domenica Nicchi, Infrantoio Domenico Comanducci, Campo della Fiera Donatina Giorni, Quarrata PT Donatino Baldi, Casolare Donato Fantoni, Via del Comune Duccio Paolo Ducci, Castello Ebe Maria Ricci, Molinello Elda Polverini, Il Borgo Elisa Cesari, Via di Pino Emma Biancucci, Ponte alla Chiassa Enrico Baglioni, Infrantoio Enrico Ghignoni, Palazzolo Enzo Matteucci, Motina Enzo Rossi, Pantaneto Ernesto Pacini, Milano Esterina Secondini, Monterchi Eugenia Chieli, Infrantoio Eugenio Giorni, Firenze Eva Cangi, Giardinella Eva Gallai, Il Terrato Fabio Rossi, Le Bucacce Fabrizia Baldini, Selvadonica Fabrizio Antonelli, Ponte Eleonora Fabrizio Nasini, Infrantoio Faliero Merendelli, I Fabbri Famiglia Atos Mariotti, Giardinella Fausto Draghi, Infrantoio Fedora Zanchi, S. Giov. Valdarno Fernando Primaveri, Belluccio Filarmonica P. Mascagni, Piazzola Fosco Martini, Il Borgo Franca Ciucoli, Portaccia Franca Innocenti, Botteghino Franca Tizzi, Pieve a Quarto Francesco Comanducci, Via del Carmine Francesco Guadagni, La Stazione Francesco Sassolini, Valle di Valdimonte Francesco Testerini, Via x Arezzo Franco Bruschi, Poggio del sole Franco Chiasserini, La Casella Franco Giorni, San Leo Franco Landini, Monterchi Franco Leonardi, Le Strosce Franco Rumori, Via Carmine Fulvio Floridi, Borgo la Croce Gabriella Camaiti, Borgo la Croce Gastone Mafucci, Ca' di Maurizio Gastone Mercati, Intoppo Gemma Giorni, Perugia Giacomina Mondani, Polveriera

Gian Piero Alberti, Giardinella Gian Pietro Rossi, Via la Fossa Giancarlo Casi, Il Borgo Gianfranca Lombardi, Sesto S. Giovanni MI Gianfranco Gallai, Arezzo Gianni Santi, La Croce del Fondo Gianpaolo Gattari, Campo Fiera Gilberto Roselli, Terrarossa Gino Ortalli, Il Baluardo Gino Ortalli, Piazza Baldaccio Giorgia Babbini, Padule di Gubbio Giorgio Giorgi, Borgo Croce Giorgio Mencarini, S. Girolamo Giovacchino Buscosi, Renicci Giovanna Gamberonci, Milano Giovanna Naffi Marinuzzi, Trieste Giovanni Berni, Casolare Giovanni Bianchini, Palazzo del Pero Giovanni Foni, Ca' dei Frati Giovanni Graziotti, Pocaia Giovanni Salvi, I Sodi Gisella Coleschi, Il Palazzo Giuliana Guerrini, Motina Giuliano e Sonia Polverini, Monterchi Giuliano Livi, Motina Giulio Bianconi, Tavernelle Giuseppe Comanducci, I Chiusini Giuseppe Fabbriciani, La Fonte Giuseppe Magrini, Soccorso Giuseppe Magrini, Via Carmine Giuseppe Matteucci, Ponte Sospiri Giuseppe Sassolini, Il Borgo Gorizia Chiarini, San Leo Graziano Zanchi, Campo Fiera Graziella Mammini, Oriolo Romano Graziella Martini, Via nova Icaro Marconi, Bagnolo Ponte Imola Berghi, Pietto Imola Lombardi, Montino Iva Polendoni, Palazzo del Pero Ivano Leonardi, Arezzo Lazzerini Fabrizio, I Fabbri Lea Cerquatti, Anghiari vecchio Liana Polverini, Bernocca Lidia Leucalitti, Monteloro Lina Acquisti, Via del Carmine Lina Milanini, Infrantoio Livia Cestelli, Cicogna Lorella Carria, Renicci Lorentina Cagnacci, Tavernelle Loretta Santi, Palaia Loriano Rosadi, Ponte alla Piera Luana Del Siena, Lama di Caprese Luca Viviani, Campo Fiera Lucia Lazzari, Tofanicchio Luciana Chieli, Milano Luigi Leonardi, Bagnolino Luigina Comanducci, Cicogna M. Grazia Boriosi, Sampierdarena Magrini Walter, Via Carmine Marcella Ghignoni, Renicci Marco Aglini, Pietto

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Margherita Pacini, Tavernelle Maria Cipriani, Il Borgo Maria Cipriani, La Capannuccia Maria Clorinda Rogai, Meliciano Maria Elisei, San Leo Maria Guadagni, Le Strosce Maria Maddalena Gori, Isabella Maria Maranesi, Il Borgo Maria Rosa Pancioni, Via x S. Leo Maria Senesi, Calabria Mariella Del Pia, Infrantoio Mariella Guerrini, Renicci Marinella Miano, La Stazione Marino Bazzurri, Via x San Leo Marino Del Pia, Maccarino Mario Corazzini, Bernocca Mario Gamberonci, Busto Arsizio Mario Gioviti, Monterchi Mario Mariani, Bagnolo di sotto Mario Mariotti, San Remo Mario Palazzeschi, Le Bertine Mario Pericchi, Casa Bruna Mario Poggini, San Leo Mario Veri, Infrantoio Marisa Gnaldi, Olmo Marta Bonaccini, Firenze Massimo Foni, Ca' dei Frati Massimo Meozzi, Via di Pino Massimo Pernici, Montebello Massimo Rossi, Tavernelle Maura Coleschi, Ponte alla Piera Maurizio Checcaglini, Poggio del Sole Maurizio Girolimoni, Giardinella Mauro Baldi, Maraville Mauro Papini, Bozia Michele Boncompagni, Il Borgo Michele Bruni, La Stazione Mondanelli Ovidio, Giardinella Morena Bartolini, Commenda Nada Foni, Acquedotto Natalino Del Pia, Terracina Nevio Comanducci, Via Carmine Nidia Matteucci, Pisa Offerta anonima Oretta Cambi, Arezzo Oriana Boncompagni, Campo Fiera Orlando Piomboni, Via Carmine Otello Comanducci, Firenze Ottavia Antonelli, Basilica Ottavio Cangi, Vicolo Piazzola Paola Antoniucci, La Fossa Paola Conti, Campo della Fiera Paola Maranesi, Roma Patrizia Cangi, Campo Fiera Patrizia Frini, Milano Piera Rossi, Tavernelle Pierangelo Acquisti, Firenze Pierino Pennacchini, Pino Pierluigi Gallai, Città di Castello Piero Comanducci, Infrantoio Piero e Silvia Matteucci, Motina Piero Pacini, Vicenza

Continua a pag 16


NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Le vostre offerte per la Misericordia Anonimi (S.W. E J.) 30 Anonimo 20 Anonimo 60 Anonimo- (alla memoria di S.S.) 205 Anonimo (D.P.A.) 30 Antero Chiribini - la famiglia alla memoria 355 Berni Giuseppe 10 Bini Adriana 15 Boschi Giuseppa e Bartoccini Giuseppina 10 Caraffini Bruno e Locci Irene 30 Comanducci Franco 1 Cora Comanducci - la famiglia alla memoria 221 Fontani Paolo - la famiglia alla memoria 200 Forval 200 Gallai Eva - la famiglia alla memoria 242 Gepponi Egidio, Cipriani Maria e Meozzi Ines 60 Ghignoni Assunta 20 Giabbanelli Pietro alla memoria di Gallai Eva 250 Giannini Alberto - i figli alla memoria 50 Guadagni Antonella - alla memoria dei genitori Luigi e Romana 20 Innocenti Natale - la famiglia alla memoria 445 Lamagna Liborio 150

Lorent David 148 Magri Angiolo 15 Magrini Giuseppina - la famiglia alla memoria 218 Martinelli Veneranda alla memoria del fratello Italiano 20 Marzi Domenica - i figli alla memoria 200 Miano Antonio - i colleghi di lavoro di Marziano alla memoria 114 Morelli Renato 9 Noferi Relia 50 Palazzeschi Ilda - la famiglia alla memoria 352 Pallini Valfrido alla memoria di Mattio e Francesco Pallini 20

I nuovi Soci del 2014

Agostini Iolanda Baracchi Giustino Bel Barba Anna Franca Bellucci Livia Bianchini Sara Chiribini Domenico Comanducci Franco Del Barna Andrea Del Pianta Elisa Giorgeschi Pasquale

Gorfini Luigino Lazzeroni Paolo Manenti Alberto Memonti Alberto Morelli Renato Pallini Marisa Rossi Giovan Battista Scartoni Luigino Zazzi Giuseppina

Un gruppo dei nostri volontari davanti alla sede di Via Matteotti, in attesa di partecipare all’Assemblea che si è svolta nello scorso novembre nella giornata della Festa della Misericordia.

Una donazione La nostra associazione è stata di recente oggetto di un importante lascito ereditario. La signora Giuseppa Vera Chiasserini, scomparsa nel luglio scorso, ci ha nominati eredi universali al 50%, mentre il restante 50% è stato assegnato al Calcit di Arezzo. Ci lascia la metà di un bell’appartamento in Corso Matteotti, al terzo piano, proprio sopra il Monte dei Paschi, ed un po’ di denaro ancora da quantificare (spese di successione ed altro). Per quanto riguarda l’appartamento siamo già d’accordo con la dirigenza del Calcit di Arezzo: proveremo a venderlo per monetizzare, non avendo oggettivamente, né noi né il Calcit, la necessità di detenere un immobile distante dalle nostre rispettive sedi. Al di là, comunque, del rilevante valore economico del lascito, la soddisfazione per noi più grande è

un’altra; ancora una volta, dopo le precedenti donazioni “post mortem” (Abramo Pennacchini e Turiddo Guerri), anche la signora Giuseppa Vera Chiasserini ha pensato di dare un aiuto economico importante alla nostra Confraternita, riconoscendone di fatto la benemerenza e la rilevanza. Ciò ci rende fieri e soprattutto testimonia i meriti impagabili dei nostri volontari, sempre pronti a dedicare agli altri una parte rilevante del loro tempo libero, con capacità ed abnegazione. Alla signora Giuseppa Vera Chiasserini dedichiamo le nostre preghiere, come già abbiamo fatto e continueremo a fare per Abramo Pennacchini e Turiddo Guerri; siamo certi che tutti tre, attraverso strade e percorsi sicuramente diversi, stanno godendo della bontà e della Misericordia Divina. Siamo certi anche che continueranno a vegliare su di noi.

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

S

email: gruppoanghiari@fratres.eu

Fratres e Misericordie di nuovo insieme

u invito dell’Arcivescovo Fontana anche quest’anno le delegazioni dei gruppi “Fratres” e delle Confraternite di Misericordia della provincia di Arezzo si sono ritrovate, durante la novena di preparazione alla grande festa della Madonna del Conforto, per una veglia di preghiera ai piedi della prodigiosa terracotta invetriata, rappresentante il mezzobusto della più nota Madonna di Provenzano, di origini senesi, che nel lontano 15 febbraio 1796, in una Arezzo stremata da quindici giorni di ripetute scosse sismiche, brillò di luce propria davanti a quattro testimoni come se “avesse sul petto rubini e diamanti”, all’interno di una vecchia cantina, annerita dai fumi e dalla sporcizia: un culto, questo, profondamente sentito dall’intera collettività aretina e che raggiunge il suo apice nell’annuale Festa della Madonna del Conforto. Da segnalare l’importante novità di quest’anno: dalle sedici del pomeriggio e quindi alcune ore prima dell’inizio della veglia, governatori, presidenti e semplici volontari si sono ritrovati nella sede della Misericordia aretina per un incontro di riflessione che ha visto come relatori oltre al nostro Arcivescovo Fontana, quello di Fiesole Mons. Mario Meini, Alberto Corsinovi, presidente della Federazione toscana delle Misericordie con il Correttore regionale don Simone Imperiosi. Unico l’obiettivo: riscoprire insieme i valori fondanti dell’essere oggi dei volontari cattolici impegnati nel sociale, alla luce delle Sacre Scritture e delle encicliche pontificie, per essere più consapevoli di quella scelta di carità e di amore fraterno che fa del nostro impegno una concreta emanazione della Misericordia Divina. I tantissimi volontari e confratelli presenti, prima di fare il loro ingresso nel duomo aretino per rendere omaggio alla Madonna del Conforto, hanno sfilato per le vie della città con i labari e le torce accese per una bella testimonianza di fede

a tutta la città. Molto significativo l’appello dell’Arcivescovo Fontana, che ha invitato i presenti a riscoprire le comuni radici cristiane e ad essere ancor più consapevoli nell’esercizio di quel “Servizio della Carità”, inteso come dimensione costitutiva della missione della Chiesa ed espressione irrinunciabile della sua stessa essenza. Presente alla celebrazione anche il labaro del Consiglio Regionale “Fratres” della Toscana, insieme a quelli di quasi tutti i gruppi della provincia aretina, compreso quello anghiarese. Orteip ‘14

Nella foto in alto l’Arcivescovo Fontana e gli altri relatori dell’incontro di riflessione che ha preceduto la veglia, presso la sede della Misericordia di Arezzo.

IL 14 GIUGNO PAPA FRANCESCO CI ASPETTA A ROMA ! Concessa a Misericordie e Donatori di Sangue “Fratres” d’Italia l’Udienza Pontificia

Al momento di andare in stampa, giunge da Roma una bella notizia: per la mattinata di sabato 14 giugno prossimo, in piazza S. Pietro, è stata concessa una particolare udienza pontificia a tutti i volontari delle Confraternite di Misericordia e dei Gruppi “Fratres” Donatori di Sangue d’Italia. La macchina organizzativa si è già messa in moto ed anche le due associazioni di Anghiari e quelle della Valtiberina stanno operando per assicurare una adeguata presenza a questo importantissimo incontro. Chiunque desideri parteciparvi è pregato di contattare quanto prima la Misericordia o il Gruppo “Fratres” di riferimento. Pubblichiamo qui di seguito alcune riflessioni di una nostra associata, sul tanto atteso evento.

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in da ora ringraziamo Papa Francesco per averci concesso il privilegio di incontrarlo e per lo stimolo che quotidianamente ci dà a proseguire nella strada dell’amore e del servizio ai fratelli, invitandoci sempre ad essere uomini di speranza. Queste le Sue parole: Non dobbiamo avere paura della bontà e neanche della tenerezza. Il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore… Davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bi-

sogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi speranza... Con questo invito paterno, Papa Francesco è entrato nei nostri cuori e in quelli di tutti i nostri volontari e confratelli che ogni giorno danno voce al bisogno di Misericordia e di Amore Fraterno di tutti gli uomini. Prepariamoci quindi all’incontro con il Santo Padre portandogli i nostri sorrisi, segni di disponibilità, entusiasmo, passione per la vita e per il volontariato e rinnoviamo il nostro impegno ad essere braccia operative della Chiesa, per aiutare chi si trova nel bisogno.” Giuseppina

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...dal Gruppo “Fratres”

Soci benemeriti

Nominati in occasione dell’ultima Assemblea

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n base allo statuto nazionale dei Gruppi “Fratres”, ogni associazione ha il dovere di non dimenticare quanti in passato hanno contribuito, quali donatori di sangue, ad assicurare al sistema trasfusionale le necessarie risorse e che, poi, hanno dovuto sospendere questo nobile gesto di carità cristiana per raggiunti limiti di età o per problemi di salute. È giusto infatti che questi si sentano ancora parte viva dell’ associazione e possano partecipare a pieno titolo a tutte le iniziative del gruppo! Per tutto questo, durante l’ultima assemblea sociale, si è tenuta la consueta cerimonia di nomina dei nuovi soci benemeriti. Questi i nominativi degli otto volontari che sono entrati a far parte della sezione Soci Benemeriti della “Fratres” anghiarese: Baldi Marina, Bazzurri Marino, Casula Mario, Donnini Rosalba, Gori Anna, Leonardi Roberto, Scartoni Fabrizio e Senesi Maurizio. A tutti un doveroso ringraziamento da parte dell’intera associazione, con la convinzione che è grazie anche alla loro generosità che potremo continuare nel tempo a dare quel meraviglioso esempio di civiltà e di amore verso il prossimo, quale è la donazione del proprio sangue. Il direttivo Nella foto una delle tante cerimonie di premiazione del Gruppo Fratres

Il Veglione di Carnevale 2014 Anche quest'anno il gruppo donatori “Fratres” di Anghiari, in collaborazione con la Misericordia, ha rinnovato il consueto appuntamento del Veglione di Carnevale, giunto alla decima edizione. Sabato 1° marzo, presso il "Da Vinci" Restaurant di Anghiari, soci, sostenitori e simpatizzanti hanno consumato una gustosa cena, accompagnata dalle piacevoli note di Enrico e Claudia, duo particolarmente apprezzato sia dai numerosi e instancabili ballerini presenti in sala che da chi ha semplicemente goduto della musica come sottofondo. Anche quest'anno i partecipanti sono stati numerosi; nutrita anche la presenza dei bambini, che hanno potuto sfoggiare sgargianti vestiti di carnevale (vedi foto qui in basso). Dopo la cena, nella pista allestita per l'occasione, il repertorio disponibile è stato il più variegato possibile, con spazio sia per i balli da sala che per quelli di gruppo tipicamente carnevaleschi e accanto a eleganti coppie di ballerini ormai rodati hanno sfilato inconsuete coppie di principesse, pirati e cowboy, spesso fuori tempo, ma davvero spassose. Lieti di aver creato una piacevole occasione conviviale, ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato e attendiamo consigli e suggerimenti per l'organizzazione di futuri eventi.

In viaggio con la Fratres Quattro giorni alla scoperta di... “BUDAPEST e l’Ansa del Danubio” Da giovedì 28 a domenica 31 agosto 2014 I° giorno – Viaggio di andata e Budapest “by night” II° giorno – BUDA e PEST la cittadella vecchia e la parte nuova della capitale magiara. III° giorno – Tour della regione Ansa del Danubio con serata shopping a Budapest. IV° giorno – Mattinata a Budapest e rientro. * Partenza dal Campo della Fiera alle ore 4.30, in autobus G.T. * Pensione completa con bevande ai pasti dalla cena del primo giorno alla colazione del quarto giorno. Restano esclusi il pranzo del viaggio di andata e la cena del viaggio di rientro. * Sistemazione in Hotel****Superiore. * Guide turistiche locali incluse. * L’iniziativa è aperta a tutti, con un particolare invito ai nostri associati ed alle loro famiglie. Informazioni e prenotazioni Ufficio Pro Loco (tel. 0575/749279), sede della Misericordia (tel. 0575/789577), cellulari: 3487722155 (Carlo), 3381484889 (Fabiano). COSTO: € 300,00 circa, con almeno 35 partecipanti. Sconti per i bambini ed i donatori attivi. Organizzato dall’Agenzia Wasabi Viaggi S. Giustino (PG) Il consiglio direttivo

Laura e Carlo

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A Bagno di Romagna per la visita al Santuario del Miracolo Eucaristico

Con don Marco

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pulmini parrocchiali, le auto dei genitori, il nostro Parroco e… una domenica pomeriggio come tante, si trasforma in un giorno da non dimenticare non solo per i bambini, ma anche per noi adulti: genitori e catechisti che nella semplicità riscoprono la gioia dello stare insieme nel Suo Nome. Queste le parole di alcuni partecipanti che, a nome di tutti, vogliono condividere la bellezza di ciò che hanno vissuto. Domenica 16 Febbraio, accompagnati dal nostro Parroco Don Marco, ci siamo recati a Bagno di Romagna per visitare il Miracolo Eucaristico. Il viaggio a bordo dei pulmini parrocchiali è stato entusiasmante! Appena arrivati siamo entrati in chiesa, dove Don Marco ci ha spiegato la storia del Miracolo: un monaco camaldolese aveva dubbi sul fatto che nell’Eucaristia ci fosse veramente Gesù. Una domenica mattina mentre stava celebrando la S. Messa come tutte le domeniche, durante la Consacrazione, si accorse che il Vino all’interno del Calice cominciò a ribollire tanto da fuoriuscire e macchiare il Corporale. Don Marco ci ha poi invitato a fare un gesto di adorazione davanti al Corporale macchiato di sangue, ancora oggi conservato dentro una teca argentata. Abbiamo anche pregato e cantato insieme ai nostri genitori e catechisti. Successivamente siamo andati al Bar del Centro Termale per una piccola merenda tutti insieme prima di ripartire per Anghiari. È stato un pomeriggio indimenticabile! Alessia Corsi e Ginevra Borgogni

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l giorno 16 Febbraio noi bambini delle Classi Quarte del Catechismo di Anghiari e Tavernelle, siamo andati a Bagno di Romagna per vedere il Miracolo Eucaristico. Partenza alle ore 14:30 dall’Oratorio a bordo di ben quattro pulmini seguiti da un corteo di macchine con dentro i nostri genitori. Dopo essere arrivati siamo andati in chiesa, dove Don continua da pag 12 Piero Rossi, Ponte alla Piera Pietro Bartolomei Corsi, Carmignano Pietro Bergamaschi, Libbiano Pietro Cangi, Campo Fiera Pietro Casi, Bologna Pietro Giabbanelli, Giardinella Pietro Pasqui, Bucacce Primo Del Sere, Il Borgo Primo Mondani, Ponte Quarto Paolo, Roma Raul Fornacini, Campo Fiera Renato Mariani, Bagnolo Tavernelle

Rina Ruggeri, Sportone Rinaldo e Giovanna Nicchi, Via di S. Leo Rinaldo Procelli, Via di Pino Rita Antoniucci, La Fossa Rosanna Merendelli, Casa Donati Rosella Guadagni, La Bernocca Rosella Moscetti, Borghetto di sopra Rosita Ghignoni, Chiassa, Viaio Ruggero Cambi, Tralemura Santi Comanducci, Intoppo Santino Ferrini, Campo Fiera Saura Cambi, Bernocca Secondo Mariotti, Motina Senio Ruggeri, Via del Comune

Marco ci ha raccontato tutta la storia del Corporale con le otto macchie di sangue. Siamo nel 1412, una domenica mattina, mentre il parroco Don Lazzaro stava celebrando la S. Messa, il Vino contenuto nel Calice cominciò a ribollire ed a riversarsi sul Corporale. Il tutto accadde perché Don Lazzaro era stato colto dal dubbio se fosse vero che il vino si trasformava in Sangue di Gesù. Don Lazzaro rimase talmente impressionato dal fatto che dopo pochi giorni morì. Don Marco ci ha spiegato anche che quando furono fatte le analisi sulle macchie di sangue , queste risultarono essere dello stesso gruppo sanguigno di quelle del Miracolo di Orvieto. Dopo aver cantato e pregato insieme, tutti in fila, prima noi e poi i nostri genitori, su invito di Don Marco abbiamo fatto un gesto di adorazione davanti al Corporale. La serata si è conclusa con un piccola merenda al Bar delle Terme e poi tutti di nuovo dentro i pulmini per tornare alle nostre case. È stato molto bello ed emozionante! Elisa Bergamini, Irene Bigiarini, Lucia Bigiarini e Valentina Ghignoni

Sergio Cangi, San Rocco Silvana Cioci, La Stazione Silvana Pierantonio, Borgo la Croce Silvana Serafini, Cicogna Silvano Paceschi, Firenze Silvano Rossi, Carboncione Silvia Del Pia, Infrantoio Simone Sassolini, USA Sirio Ruggeri, Terrarossa Siro Polverini, Via di San Leo Stefania Pacini, Belvederino Stella Giorni, Prato Talete Antonelli, Ponte Eleonora Tarcisio e Paola Nosi, San Giovanni V.no Teresa Maurizi, Tofanicchio

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Tito Bartolomei, Via Nova Tommasina Toriti, Tavernelle Ugo Bianchi, Cusago, Milano Valentina Pierantoni, Il Fosso Valentino Giornelli, Intoppo Vasco Ghignoni, Palazzolo Veneranda Martinelli, Infrantoio Ventura Pannilunghi, Pieve S. Stefano Vera Rossi Cuccini, Via Carmine Verena Cheli, Campo Fiera Vilma Sbragi, Invidiosa Vito Pennacchini, La Ripa


Tappe della conversione dell’Europa al Cristianesimo e il movimento culturale dell’Illuminismo

Radici cristiane e laiche dell’Europa

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di Flavio Mercati

on l’ “Editto di Milano” dell’anno 313 d. C. l’Imperatore Romano, Costantino, concesse la libertà di culto ai Cristiani, fino ad allora perseguitati, libertà di culto che già esisteva per tutte le altre religioni dell’Impero: la religione degli dei, o pagana, ed altri culti di scarsa rilevanza. A onor del vero, però, la decisione fu presa di comune accordo con un altro Imperatore che governava l’Impero insieme a lui, un certo Licinio, però, chissà perché, l’Editto è attribuito solo a Costantino, forse perché l’iniziativa partì da lui e l’altro l’approvò. Inoltre sembra che questo Editto non sia stato un vero e proprio decreto imperiale redatto secondo le solenni forme consuete, ma piuttosto una comunicazione per lettera a tutte le province dell’Impero per il riconoscimento o la legalizzazione del Cristianesimo. Vediamone un brano (ovviamente tradotto dal latino): “...riteniamo che, fra le altre cose che giudicavamo essere vantaggiose alla maggioranza degli uomini, si dovesse provvedere prima di tutto a quella concernente il rispetto delle divinità, concedendo ai Cristiani e a tutti la libera facoltà di seguire la religione che ciascuno volesse, per modo che ogni e qualsiasi divinità nella sede celeste possa essere benevola e propizia.” Perché i due Imperatori arrivarono a questa decisione? Certamente non perché fra la popolazione dell’Impero i Cristiani fossero diventati maggioranza ché, anzi, la stragrande maggioranza era ancora pagana, soprattutto nelle province occidentali dove il rapporto era di cinque a uno a favore dei pagani, ma mentre questi ultimi erano una massa amorfa, per lo più indifferente ai problemi del culto, i Cristiani erano tosti, determinati e decisi nella loro fede, disposti anche al martirio; e, nel momento in cui l’Impero cominciava a mostrare le prime crepe, sarebbe stato utile averne l’appoggio. Così essi, finalmente, furono liberi di professare la loro fede in un territorio vastissimo, quale era quello dell’Impero Romano, che andava dal Nord-Africa alla Scozia, dalla penisola Iberica ai fiumi Reno e Danubio, alla Grecia, Turchia, Iraq, Siria, Palestina, Egitto. Eravamo grandi... allora! Poi Costantino, nel 324, sconfisse il collega Licinio e rimase unico Imperatore, inoltre nel 330 trasportò la capitale da Milano, che vi era stata trasferita nel 292 da Roma, a Bisanzio, poi chiamata Costantinopoli. Con l’Imperatore Teodosio, il Cristianesimo, da religione permessa alla pari con le altre, nel 392 fu proclamata religione unica ammessa nell’Impero e il paganesimo venne perseguitato. Il termine “paganesimo” nacque proprio in questo periodo, perché i seguaci dell’antica religione si trovavano specialmente nei villaggi, detti in latino “pagi”, quindi pagani significava abitanti dei pagi ma anche seguaci dell’antica religione che, perciò, veniva chiamata paganesimo. Prima i pagani venivano chiamati “gentili” o “genti”. Affermatosi il Cristianesimo entro i confini dell’Impero, se si esclude la breve fiammata di paganesimo bandita dall’Imperatore Giuliano l’ “Apostata”, iniziò l’opera di evangelizzazione oltre i confini. In ordine di tempo il primo evangelizzatore di una certa rilevanza che troviamo fu Ulfila che convertì alla religione cristiana il popolo dei Goti, uno di quei popoli detti “barbari”. Originari della Svezia, questi Goti, attraversato il mar Baltico, nelle loro peregrinazioni verso sud-est, erano giunti nella zona costiera settentrionale del mar Nero. Erano divisi in tre rami: Visigoti, Ostrogoti e Gepidi. I Visigoti si chiamavano

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così perché si erano stanziati nella zona costiera occidentale (Visigoto= dal tema germanico “Westan” dell’ovest e “goth” goto). Gli Ostrogoti perché si erano accampati nella parte orientale di questa zona (Ostrogoto= dal tema germanico “austra” dell’oriente e “goth” goto). I Gepidi, invece, si erano sistemati a nord di questi due rami e avevano un nome quasi dispregiativo perché “gepidi”, nel loro linguaggio, significava “bighelloni” e perciò un attributo negativo era diventato il loro nome, in quanto erano considerati i fannulloni della famiglia, inferiori agli altri. L’Imperatore Aureliano sconfisse i Goti nel 271, poi, però, forse per tenerseli buoni, assegnò loro un territorio entro i confini dell’Impero, oltre il fiume Danubio, la Dacia, corrispondente all’attuale Romania. Ed in effetti in questo territorio se ne stettero buoni buoni per circa un secolo apprendendo un po’ di agricoltura, ma soprattutto arricchendosi di due importanti strumenti di civiltà: la lingua scritta e la religione cristiana. Ciò avvenne ad opera di un vescovo, Ulfila, seguace dell’eresia dell’ “arianesimo” (da Ario, prete africano). Ulfila era nato fra i Goti nel 311, pur non essendo di famiglia gotica, e passò l’adolescenza in mezzo a loro. Giovinetto fu mandato a Costantinopoli dove, in seguito, venne ordinato prete e poi consacrato vescovo. Anche se era stato condannato l’arianesimo, che negava la natura e gli attributi divini di Gesù, al Concilio di Nicea del 325, primo Concilio Ecumenico della storia, si schierò tra gli ariani, dopodiché si assunse la missione di ritornare fra i Goti e di convertirli dalla loro religione pagana, imperniata sugli dei Odino e Thor, a quella cristiana ariana. Impresa ardua, anche perché i Goti, mano a mano che si convertivano, venivano guardati con disprezzo dagli altri. Però l’opera missionaria procedeva per il grande ascendente che egli aveva sui suoi compatrioti. Per facilitare quest’opera si diede anche a tradurre in gotico la Bibbia, e qui si trovò di fronte un ostacolo quasi insormontabile: non esisteva una lingua gotica scritta e quindi non sapevano neanche leggere, ed anche quella orale era un linguaggio disarticolato in cui grammatica e sintassi erano di là da venire. Ma Ulfila non si perse d’animo: la inventò lui la lingua scritta, disegnando quei caratteri, che poi furono detti gotici, e mettendo accanto ad ognuno di essi l’equivalente greco, così contemporaneamente apprendevano un po’ di questa lingua. I caratteri gotici rimasero in uso in Germania, fino alla Seconda Guerra Mondiale. Riuscì anche a dare una grammatica e sintassi decenti alla lingua orale e scritta e riuscì anche nell’impresa originaria che si era prefissa: convertire al Cristianesimo i Goti. Per quanto riguarda la Bibbia, fu tradotto tutto il Nuovo


Testamento e gran parte dell’Antico. Ulfila compì un’impresa davvero grandiosa. Va anche detto, però, che questi Goti non erano milioni e milioni di individui da alfabetizzare e convertire. Come gli altri popoli barbari che vagavano in continuazione alla ricerca di nuove terre per i pascoli, la selvaggina ed il saccheggio, non erano molto numerosi. Al momento i Goti saranno stati sì e no un duecentomila. Ciascuno degli altri popoli era molto meno numeroso. Ritornando all’Europa Occidentale, la spinta evangelizzatrice avvenne soprattutto ad opera di missionari irlandesi. Il primo che troviamo, in ordine di tempo e di importanza, è (San) Patrizio. Nato in Inghilterra nel 385, fu rapito in tenera età dai pirati irlandesi che lo tennero schiavo per sei anni. Tornato a casa, si fece monaco e poi visse nell'Europa Continentale fino al 432. In quell'anno tornò in Irlanda come vescovo e iniziò l’opera di conversione di quel paese che ebbe un rapido successo. Fu, quella irlandese, soprattutto una Chiesa monastica-missionaria nel senso che da essa partì una corrente di evangelizzatori costituita da monaci-pellegrini che prima investì la Scozia, poi scese giù in Inghilterra che, dopo il ritiro dei Romani, era stata invasa dagli Angli e dai Sassoni, pagani, e poi investì le tribù pagane dell’Europa Continentale. I due principali esponenti furono (San) Columba e (San) Colombano. Quest’ultimo arrivò anche in Italia e fondò un monastero a Bobbio (Piacenza). Per rievangelizzare l’Inghilterra arrivò anche dall’Italia un monaco di nome Agostino invitatovi dal papa Gregorio Magno. E così, dal 664, la Chiesa Inglese fu unificata sotto la giurisdizione di Roma. Non solo, dall’Inghilterra, di nuovo cristianizzata, partirono a loro volta, dei missionari anglo-sassoni, sempre “a caccia” delle tribù pagane della Germania e poi anche della Scandinavia. Il principale esponente di questa nuova corrente missionaria fu (San) Bonifacio. I Franchi si convertirono al cattolicesimo nel 496, prendendo esempio dal loro re Clodoveo. I Longobardi, quando penetrarono in Italia nel 568, erano cristiani ariani, poi nel 603 si convertirono al Cattolicesimo ad opera della loro regina Teodolinda, una cattolica bavarese, e del papa Gregorio Magno. Molto dura fu invece la conversione e la sottomissione della Sassonia attuate dall’Imperatore Carlo Magno, le quali si protrassero dal 772 all’804 con continue ribellioni da parte dei Sassoni che massacravano guarnigioni, incendiavano chiese, saccheggiavano monasteri. Nel 785 l’Imperatore ricorse addirittura al cosiddetto “Capitolare sassone”, che significava questo: “O Cristianesimo o morte”. Le sue non erano vuote minacce: infatti, in precedenza, nel 782, dopo aver domato un’altra ribellione che era seguita ad una (apparente) sottomissione e conversione dei Sassoni, aveva fatto giustiziare 4.500 prigionieri perché si erano rifiutati di convertirsi al Cristianesimo. Lì per lì dimostravano di convertirsi, poi, però, dopo alcuni anni, riprendevano le rivolte. Allora Carlo Magno ricorse ad un altro metodo anch’esso molto duro: deportò le popolazioni più turbolente in altre parti del suo regno (ancora non era impero), rimpiazzandole con coloni franchi e, finalmente, la Sassonia diventò cristiana, anche se parte dei Sassoni non c’era più. Questa durezza di Carlo Magno si spiegava anche con questo: egli voleva che in tutto il suo vasto reame, che andava dai monti Pirenei al fiume Elba, dall’Italia centrale al Mar del Nord, fosse diffusa e consolidata un’unica religione, che doveva essere quella cattolica, perché i Franchi erano cattolici, poiché ciò contribuiva a dare più uniformità di civiltà e con ciò più compattezza ai suoi domini, ed ogni mezzo era buono per lo scopo. Per lui la sottomissione

era strettamente legata alla conversione, era un tutt’uno. La Polonia passò al Cattolicesimo nel 966 e l’Ungheria nel 1001. La Prussia pagana fu convertita, sempre al Cattolicesimo, dall’Ordine Teutonico, un ordine monastico-cavalleresco costituito solo da cavalieri tedeschi, che vi costituì anche un proprio stato, e che convertì al Cristianesimo anche l’Estonia e la Lettonia. La Lituania, invece, passò al Cattolicesimo nel 1387, seguendo l’esempio del suo principe che era passato al Cristianesimo. Frattanto anche la penisola iberica, che in precedenza era caduta in mano all’Islam, era stata quasi interamente riconquistata nel 1212. Così, con la conversione della Lituania, in quasi tutta l’Europa Occidentale si era estesa la religione Cristiano-Cattolica. Rimaneva fuori Granada, in Spagna, ripresa agli Arabi dagli Spagnoli nel 1492. Nell’ottocento si avviò anche l’evangelizzazione dei popoli Slavi. Ne furono iniziatori i fratelli Cirillo e Metodio, poi proclamati Santi, monaci bizantini di Tessalonica che nell’813 partirono da Costantinopoli per andare a evangelizzare tali popoli. Cirillo è passato alla storia anche perché ideò un nuovo alfabeto, detto per questo cirillico, derivato, però, da un antico alfabeto slavo, in cui tradussero la Bibbia per facilitare l’evangelizzazione, e che, ancora oggi, è usato in Russia, Ucraina, Bielorussia, Bulgaria, Macedonia e Serbia. L’opera di proselitismo fu continuata da altri monaci bizantini che, però, non riconoscevano più il Papa e si rifacevano alla Chiesa d’Oriente che nel 1054 si sarebbe staccata definitivamente da quella di Roma e si sarebbe chiamata Cristiano-Ortodossa. Questi monaci convertirono anche la Russia meridionale. Da lì altri monaci, ma questa volta russi, s’irradiarono in tutte le direzioni, in cerca di altri popoli da evangelizzare, arrivando persino in Carelia ed in Lapponia. Così alla fine del XIV secolo, quasi tutta l’Europa, dal Portogallo ai monti Urali, era stata cristianizzata, o nella confessione cattolica o in quella ortodossa. Rimanevano fuori Granada, come abbiamo già detto, e alcune zone dell’Europa sud-orientale cadute sotto il dominio islamico. Da allora, in una società in cui la stragrande maggioranza della popolazione era analfabeta, per diversi secoli il messaggio cristiano era l’unico, anche perché gli altri erano proibiti, messaggio morale, oltreché religioso, che arrivava alla gente per diversi secoli, comunicato dal clero di città e paesi, come dai preti delle umili chiesette sparse per le campagne, colline, valli, monti, oppure irradiato dai monasteri e conventi, messaggio che si fa sentire anche oggi, ma non è più esclusivo. È vero sì che c’era anche il messaggio eticoreligioso dell’Ebraismo, ma interessava una minoranza assai ristretta ed era diverso solo in parte. Poi nel ‘500 ci furono altri contrasti e divisioni, anche piuttosto aspri, con lo Scisma inglese e la Riforma protestante di Lutero e Calvino, ma tutto avveniva sempre nell’ambito del Cristianesimo. Perciò è giusto dire che l’Europa ha radici cristiane, come

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veniva affermato alcuni anni fa in ambienti cattolici! Noi non ci soffermeremo diffusamente su che consiste il messaggio cristiano, e per ragioni di spazio, e per la ragione fondamentale che non ne abbiamo le competenze, la cultura, la preparazione, e perché immaginiamo che chi ci leggerà, lo conosca come e meglio di noi. Tuttavia riteniamo di non essere lontani dal vero (i preti ci perdonino la presunzione) affermando che esso sia costituito, in estremissima sintesi, dai “Dieci Comandamenti” (non li elenchiamo pensando che da noi quasi tutti li conoscano) a loro volta compendiati e perfezionati nei due supremi: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” e l’altro “Ama il prossimo tuo come te stesso”, cioè, tradotto in termini pratici: “Non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te” [N.d.R. potremmo anche dire che l’essenza (di fede) del cristianesimo è l’annuncio che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, incarnato, morto e risorto per salvare l’uomo. Il comandamento dell’amore si radica in questa verità di fede, inestricabilmente]. Radici cristiane dunque, che sono questi punti ed altri, tutti, però, imperniati sulla rivelazione e ispirazione divine all’uomo, dettati dall’esterno. Su queste radici cristiane dell’Europa, si sono impiantate in seguito altre radici, create dall’uomo stesso e perciò laiche. Vediamole. Scendendo giù nella disamina storica verso tempi da noi meno lontani, arriviamo al ‘700, al cosiddetto secolo dei “lumi”, chiamato così perché in quel periodo sorse un movimento culturale di dimensioni europee, ma che ebbe nella Francia il maggior centro di diffusione, denominato “Illuminismo”, il quale si proponeva di risolvere tutti i problemi della civiltà umana basandosi solo sul “lume della ragione”, senza tener conto della Rivelazione divina e della tradizione. Il passato, fatto di tante ingiustizie, andava cancellato, “rottamato”, direbbe oggi qualcuno, costruendo una società nuova basata solamente sulla ragione. Dall’Illuminismo emanò quella famosa dichiarazione “Dei diritti e doveri dell’uomo e del cittadino” al tempo dell’altrettanto famosa “Rivoluzione Francese”. Questa dottrina aveva una premessa molto importante, anch’essa derivata da tale movimento culturale: “Tutti gli uomini nascono liberi ed uguali”. Uguali non perché figli di uno stesso Dio, come affermato dal Cristianesimo, ma perché tutti, come detto, nascono liberi ed inoltre dotati del lume della ragione, quindi è un’uguaglianza naturale. Da questa premessa o preambolo nascono i diritti e i doveri dell’uomo e del cittadino; i fondamentali sono “l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, la libertà di pensiero, di riunione e di stampa, la libertà di scelta religiosa, le garanzie per la tutela della libertà individuale, il diritto di proprietà, la sovranità popolare, la libertà intesa come fare tutto quanto non nuoce ai diritti degli altri”. Diritti e doveri condensati nelle tre parole simbolo e chiave della Rivoluzione Francese: Liberté, Égalité, Fraternité. Questi diritti e doveri personali e politici che in passato erano disattesi e quasi dappertutto tenacemente combattuti, ora sono alla base delle moderne democrazie europee ed extraeuropee e sono patrimonio delle civiltà più evolute. Si potrebbe anche obiettare che la libertà religiosa veniva affermata anche con l’Editto-dichiarazione di Costantino del 313 d. C., oppure che la sovranità popolare veniva attuata anche al tempo dei Comuni medioevali, quando il popolo si radunava nella piazza dell’Arengo per prendere le decisioni comuni (democrazia diretta), ma erano fenomeni passeggeri e contingenti, mentre ora vengono affermati con forza, hanno

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una base teorica e sono diventati cardini imprescindibili e irrinunciabili delle società. Dunque radici cristiane per la moderna Europa, per il messaggio cristiano che da secoli arriva alle coscienze dei popoli di questo continente e che sicuramente si trova anche in qualche passaggio delle moderne Costituzioni, ma anche radici laiche-illuministiche per quanto detto sopra. Dunque, tutto bene!? C’è l’uguaglianza, c’è la sovranità popolare, la libertà di pensiero, di stampa e di associazione, c’è la libertà di scegliere la religione che uno vuole o anche di proclamarsi ateo senza correre il pericolo di essere messo al rogo e bruciato vivo, ecc., ecc. E invece tutto bene no! Perché la libertà sta diventando diritto sfrenato di fare il proprio comodo anche a danno degli altri, e mancanza di valori, di cardini di vita, che danno anche saldezza di carattere. Stanno emergendo nell’uomo caratteristiche ancestrali, primitive, come la voglia di possesso e di successo ad ogni costo passando sopra ad ogni regola, l’esibizionismo, la prepotenza, il bullismo maschile e femminile, le passionalità sfrenate ed incontrollate, l’odio, la vendetta, il non rispetto fisico dell’altro, la litigiosità per un nonnulla, la fragilità di carattere, l’insicurezza, gli sbandamenti di vita, per non parlare poi della buona creanza, del tatto e del “savoir faire”. Tutto questo sembra diventato una norma, un costume che ha contagiato un po’ tutti, tanto che lo stesso papa Francesco è intervenuto sull’argomento nella 12a edizione, delle “Giornate mondiali della gioventù” di Rio de Janeiro, evidenziando l’incoerenza di certi cristiani ed esortando i giovani ad andare contro corrente, a essere rivoluzionari come lo fu Gesù Cristo, non con il mitra e la violenza, ma con il suo messaggio. Ma sono davvero applicati quei due principi, uno cristiano: “Non fare agli altri ciò che non vuoi che venga fatto a te”, e l’altro laico: “Fai tutto quanto non nuoce ai diritti degli altri”? A volte sì, ma troppe volte no! Se non si accetta il messaggio etico-religioso perché si è agnostici e non si accetta la religione in toto, o per altro, ma non si accetta neanche quello laico-illuministico, che dovrebbe essere una specie di religione laica, si torna indietro, all’anno zero della civiltà, al periodo degli uomini primitivi, o meglio si avrà sì l’ “homo sapiens supertecnologicus” ma “non sapiens” dal punto di vista della conoscenza e applicazione dell’ “abicì” dello stare insieme ed allora bisognerà ricominciare tutto da capo nel campo dei rapporti umani. Note

1) Una nota di costume. I Franchi a differenza degli altri popoli barbari, che portavano la barba, si radevano, ma probabilmente portavano dei baffoni spioventi alla maniera del loro Re e Imperatore Carlo. Il nome barbaro, però, non derivava dal fatto che questi popoli di origine germanica portavano, in generale, la barba, ma dalla parola greca “barbarus” che significava “che parla male, balbettante, come uno straniero”.

Opere consultate:

* Storia d’Italia, di Indro Montanelli, ed. Corriere della sera. * I percorsi della Storia, Enciclopedia, ed. Corriere della sera. * I percorsi della storia, Atlante, ed. Corriere della sera. * Storia della Chiesa, ed. San Paolo (Famiglia Cristiana). * La Bibbia, ed. San Paolo (Famiglia Cristiana). * Carlo Magno, di Gianni Granzotto, ed. San Paolo (Famiglia Cristiana). * Enciclopedia Universale Garzanti, ed. Garzanti. A pag 17 l'Impero Romano al tempo di Costantino. A pag. 18 la statua dell'imperatore Carlo Magno, statuetta bronzea del IX secolo conservata al Louvre.


Piazza Baldaccio Imeldina, contessa di Galbino e signora d’Anghiari “Contro di te, o mondo immondo, io devo protestare! Tu vanti una turba insopportabile di stolti sapienti, loquaci con te e muti con Dio. Hai tanti superbi che s’innalzano arrogantemente per la loro vana eloquenza o per la loro filosofia vuota. Ma non hai nessuno che se la sente di documentare cose utili alla edificazione del prossimo e tramandarle ai posteri. Hai tanti avvocati che nei tribunali sanno patrocinare con lunghe orazioni liti d’affari o contese processuali. Ma non hai nessuno, in questa santa Chiesa, capace di mettere per iscritto le virtù e le gloriose azioni di un solo santo. Hai tanti sapienti a far del male, ignoranti però a far del bene. Sono passati ormai quindici anni da quando il beato Romualdo lasciò il peso della carne...” “Rileggete, vi prego. Contro di te o mondo immondo...” Il monaco Azzone tornava da capo. Imeldina, contessa di Galbino e signora d’Anghiari, riascoltava a occhi chiusi il prologo vigoroso della Vita Sancti Romualdi di Pier Damiano, appena trascritta dallo scriptorium di Camaldoli. Era seduta sulla scala esterna del piccolo castello di Montorio con le mani sulle ginocchia e la testa appoggiata di lato. La tramontana d’autunno odorava di mosto e di falò; a stormi interminabili, a ondate, le rondini migravano a sud perdendosi nella luce del sole dietro l’Alpe di Catenaja. Una rosea trasparenza uniforme stemperava i colori finché l’ombra copriva la terra quasi all’improvviso e la sera precoce anticipava la noia mortale dell’inverno. Da molto tempo Imeldina rifiutava di seguire il marito negli spostamenti da un castello all’altro e di aspettarlo di ritorno dalla caccia. Quando frate Azzone si congedava, la sua giornata era finita; il suo posto alla lunga tavola della famiglia comitale restava vuoto sempre più spesso. Non le era rimasto nessuno per cui filare e ricamare ed era quasi

Questi due bravi spaventapasseri sono di guardia all’orto di Capruggine. Sono vestiti in modo proprio strano, ma fanno bene il loro lavoro. Le verdure vengono bene ed anche il cavolo nero, che ormai penso non ci sarà più ché Capruggine ci avrà fatto i crostini per l’ultimo dell’anno. A destra il paese delle gru: è Anghiari. Le gru però non sono quelle che fanno il nido sui comignoli ma quelle per i lavori agli immobili. Nella foto se ne vede una in fondo, che è la più anziana, e serve per i lavori di rifacimento del tetto (stavo per dire del capo, prendendo a spunto un disegno di Loris Bab-

cieca. Con l’ultimo lume degli occhi aveva tessuto una paratia di lana di pecora per separare il letto coniugale dall’angolo d’impiantito dove dormiva distesa su una stuoia di paglia. Non aveva mai contato i suoi anni, ma ne aveva abbastanza per ricordare i fatti remoti meglio di quelli recenti e per ascoltare con immutato stupore, come novità scottanti, le vite dei santi che il monaco camaldolese le leggeva da anni più per obbedienza che per carità. Si era disfatta di quasi tutti i suoi abiti regalandoli alle serve, anche se per la loro condizione non potevano indossarli senza scandalo, e se ne stava infagottata dentro una veste di tela grezza, larga, senza ornamento di cintura, consunta sul davanti dall’abitudine di sdraiarsi bocconi in posizione di croce sul pavimento della cappella. Le trecce risicate e d’un grigio giallognolo spuntavano da una cuffietta di lana. Più di una volta Bernardino l’aveva soccorsa con cucchiaiate di miele per rimetterla dai digiuni ossessivi. Ma sotto quella mascheratura di remissività incondizionata ardeva un proposito incoercibile che don Azzone, suo confessore, era l’unico a conoscere, Imeldina viveva invasata dall’ansia di poter vegliare in piena salute e lucidità di mente l’agonia del marito. Soltanto quel giorno, che desiderava terribilmente arrivasse presto e trascorresse con molta lentezza, lo scopo della sua vita si sarebbe compiuto: persuadere Bernardino moribondo a firmare il testamento che avrebbe salvato l’anima di entrambi. Al tramonto gli ululati dei corni da castello a castello, da torre a torre, percorrevano al volo i confini del feudo famigliare: dai Monti Rognosi Montorio chiamava Montedoglio che chiamava la fortezza di Anghiari che chiamava Sorci e così via finché il suono ritornava dalla direzione opposta come un’eco ritardata. “Terre sottratte a Dio”, sragionava Imeldina… Dagli scritti inediti “Un milione di giorni” di Gianfranco Vené a cura di Franco Talozzi. - Domenica 9 marzo 2014

bini che, in occasione del precedente intervento, raffigurò il Conventone come un vecchio frate al quale sostituivano la sommità del capo) del Palazzo che fu di Bernardino Sidonia. L’altra, sulla sinistra, è quella per i lavori a Palazzo Corsi, Biblioteca compresa, e che renderanno più sicuro il complesso edilizio ristrutturato a suo tempo da Benedetto Corsi. La terza gru non si vede ed è collocata nel Borgo della Croce. È un pezzo che c’è e penso che la porteranno via presto, perché ormai la Fanni i soldi li avrà finiti.

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Il complesso parrocchiale di Subbiano, progetto di M. Salvi e C. Cabassi, Studio A.I.R

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Un nuovo spazio sacro in Toscana

a nascita di un luogo sacro, come la casa di Dio, è sempre un evento che colpisce e misura la fede di ogni cristiano. Non ho ancora visto da vicino il complesso parrocchiale di S. Giovanni Battista in Subbiano, ma ho potuto ammirare l’insieme, fin nei particolari, grazie ad una pubblicazione curata da G. Carini, C. Marchegiani, S. Nocentini ed E. Papi. Gli architetti che hanno portato a compimento l’opera, davvero straordinaria, sono don Marco Salvi e C. Cabassi. Non c'è Le Courbisier, ma non manca la forza del progetto con gli ampi spazi, le scelte del materiale, le tinte binate e, soprattutto, il “gusto” dell’aula ad invito, aperta ai fedeli che, come annota uno dei presentatori del volume, non entrano in un “supermercato” ma nella casa di Dio Signore che è lì in attesa. Sul fondo, il trono di un “re sopra tutti”, trono ben inserito in un’ampiezza necessariamente dovuta. Un’edizione di lusso, misurata all’importanza della nascita di una costruzione dedicata a S. Giovanni Battista, il precursore di Cristo, l’ultimo profeta dell’Antico Testamento, Colui che ha battezzato il Cristo umile e dimesso (come si conveniva in quel bagno capace di lavare la materia per il rinnovamento dello spirito). “Arte al servizio della Fede”, così Serena Nocentini ha aperto il suo intervento nel bel volume. Ed è qui che la studiosa, oggi direttore dell’ufficio Beni Culturali della Diocesi di Arezzo Cortona Sansepolcro, guarda e presenta il Crocifisso di F. Vignazia “in cui le componenti della tradizione artistica italiana” medievale e rinascimentale, si possono confrontare, con pari dignità all’opera del nostro artista. L’architetto C. Marchegiani, lui docente di ingegneria civile alla Sapienza di Roma, tiene una lezione interessantissima su “architettura culturale come servizio nel religioso e nel sociale.” Il volume resta esente da inclusioni, cristallino; pronto a rinnovare, ogni giorno, la gotica eredità della mirabile costruzione dell’edificio terreno presentato e sublimato in una casa di luce stupenda. “Entrava luce in testa come ne entrava in aula” le loro scritture di presentazione sono capaci di assorbire le tragedie della vita e di superarle: è un paradosso, è un elogio? Aprite il volume e vi parrà davvero una grazia, anche per chi non crede, ma sente forte la grandezza dell’arte al servizio dell’uomo e delle sue necessità. Vi piaceranno i suoi colori che ben rappresentano quelli dell’opera in muratura, opera che si affaccia dall’altra parte del paese rispetto a S. Maria della Visitazione, legate da un concetto “arcale”: Gesù e Maria vicini, come si tenessero per mano in un tratto di cielo, a proteggere il paese di Subbiano, il Casentino, ora e sempre nei secoli futuri. È Enzo Papi che apre il suo commento con riferimenti sentiti, partecipi, vissuti: un “excursus” di visioni, di storia e di ricordi ispirati alla gente “Tosca”, responsabile e di carattere. “Un nuovo spazio

sacro in un territorio antico dove la natura è ancora vergine “domina” del bosco e dei percorsi arroccati sui monti”. G. Carini, da buon artista iconografo, richiama il visitatore all’esultanza poiché “domus surgit tibi (Deo) dedicata”. “Turbo quem nullus quatit” (“Una casa a te dedicata sorge per te (Dio). [Luogo] che nessun turbine scuote”). A nulla varranno le vicende storiche, i travagli scomposti dell’umanità. Domani l’opera sarà confrontata con migliori realizzazioni nel settore, quand’anche, con un po’ di malinconia, si enumereranno pure quelle non riuscite o di cattivo gusto. Allora gli occhi si leveranno verso l’abside a tutta sfera, in pietra bellissima, quasi marmorea, dove il Cristo “senza soggezioni, senza alcun complesso di inferiorità, invita alla meditazione e al silenzio”. E.T.

La foto, tratta dal volume curato da G. Carini, C. Marchegiani, S. Nocentini ed E. Papi, raffigura l’abside presbiteriale; il crocifisso, dipinto su tavola, è opera di Franco Vignazia da Forlì.

Santuario del Carmine Domenica 27 aprile, alle ore 16.00 Santa Messa solenne e Consacrazione dello Scapolare 21


Galleria: Visti da vicino di Giacomo Bartolomei

Il maestro Evandro Franceschini

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a prima memoria sulla conoscenza del maestro Evandro Franceschini si sfuma nella mia eta’ adolescenziale intorno alla fine degli anni quaranta. Mi affacciavo agli interessi per la vita pubblica dall’angolo visuale della mia Campalla sulla scia degli atti che Beppino, il mio fratello maggiore, compiva come esponente della Democrazia Cristiana. Proprio Beppino, dopo aver superato un concorso magistrale, fu incaricato dell’insegnamento al Ponte alla Piera, una frazione ai piedi tra Montauto e Catenaia, a quei tempi ancora intensamente popolata tanto che richiedeva la presenza di due insegnanti. L’altro insegnante, proveniente forse dallo stesso concorso era il maestro Evandro Franceschini di Anghiari, abitava nel tratto del Borgo della Croce tra la fonte de’ Tarlati e la chiesa di S. Stefano, la sua casa era identificata, perché il padre, ingegnoso piccolo imprenditore, nel settore dei trasporti era conosciuto anche come produttore e fabbricante di gazzosa, una bevanda aromatizzata composta di acqua, zucchero e anidride carbonica, allora molto diffusa ed appetibile perché poco costosa ed apparentemente dissetante, più nobile di essa era l’aranciata ed il chinotto considerando che la Coca Cola era, a quei tempi, all’alba della sua diffusione. La coesistenza dei due maestri al Ponte alla Piera perdurò amichevolmente qualche anno e ricordo che Beppino parlava di Evandro anche in famiglia, egli era salito alla ribalta delle cronache quando, nel luglio del 1948, aveva attivamente partecipato, in occasione dell’attentato al leader comunista Palmiro Togliatti, ad un posto di blocco sulla strada provinciale nei pressi della chiesa di S. Stefano ai piedi del colle di Anghiari. Evandro Franceschini aveva pagato salatamente il conto alla giustizia per quella vicissitudine giovanile con una condanna per direttissima a sei mesi di carcere con condizionale di cinque anni. Ebbe la fortuna di non essere interdetto dai pubblici uffici ed aveva cosi potuto coronare il suo sogno di avere un posto fisso come insegnante nella scuola elementare del Ponte alla Piera dove incrociò la sua esperienza con quella del collega Giuseppe Bartolomei. Evandro era iscritto ed esponente del P.C.I. mentre l’altro, Giuseppe, chiamato confidenzialmente Beppino, era esponente locale della Democrazia Cristiana. Posso testimoniare che la coesistenza tra i due insegnanti fu improntata alla tolleranza e all’amicizia, fondata sul dialogo sia sui grandi temi sia sulla collaborazione didattica; Beppino era un cattolico impegnato in politica di scuola dossettiana e fanfaniana avviato a quella scuola politica dalla tradizione famigliare. Evandro era cresciuto in una famiglia che faceva riferimento ai valori dell’antifascismo per aver subito, la sua famiglia, ripetute violenze (le cosiddette botte) da parte delle squadracce fasciste nella prima metà degli anni venti. Nella scenografia di quella montana frazione anghiarese, protesi per competenza alla istruzione e all’educazione dei bambini, tra i due non si manifestò mai lo spirito guareschiano di Beppone e don Camillo ma si affermò rispetto e collaborazione utile alla loro missione educativa alla luce della nuova pedagogia che si andava affermando al passo con il progredire della vita democratica. Ambedue erano giovani e qualche momento di emulazione interveniva quando Evandro con il Galletto (una moto della Guzzi) e Beppino con la Moto Morini sport, si scontravano a chi era più abile ad affrontare la strada acciottolata e piena di curve pericolose che dal Ponte alla Piera riportava ad Anghiari; si ricorda che una sola volta Evandro riuscì ad umiliare con il suo Galletto la più scattante Moto Morini di

Beppino. Questo temporaneo sodalizio terminò quando il maestro di Campalla lasciò la carriera dell’insegnamento per approdare a quella della politica. Il maestro Evandro, anche per un punteggio acquisito dalle numerose supplenze effettuate dopo il conseguimento del diploma presso l’Istituto Magistrale di Sansepolcro nel 1942, raggiungendo con la sua bicicletta le frazioni più distanti della Valtiberina, fu trasferito nella scuola elementare del capoluogo dove insegnò fino al suo pensionamento. È bene sottolineare che non viveva solo per il ventisette ma s’impegnava a seguire l’evoluzione dei canoni pedagogici studiandone ed assumendone le novità specie nel settore della matematica che lui prediligeva. Si fece paladino, tanto da divenirne il divulgatore a disposizione del Provveditorato agli studi di Arezzo, nell’applicazione del nuovo metodo pedagogico dell’insiemistica che discendeva dalla scienza applicata a diverse discipline di studio, basata sul concetto d’insieme in matematica. Il maestro Vandro, cosi lo chiamavano amichevolmente, era nato ad Anghiari il 2 ottobre del 1925; nel paese natale aveva frequentato la scuola elementare col maestro Arrighi e, sempre ad Anghiari, successivamente si era iscritto alla scuola di avviamento professionale, diretta, a quei tempi, dal prof. Virgilio Colella. Conseguita la licenza di avviamento professionale egli frequentò l’Istituto Magistrale Parificato di Sansepolcro ove, nel 1942, ottenne il diploma di maestro elementare. Eravamo nel pieno degli anni della seconda guerra mondiale ma Evandro non si sottrasse dal partecipare anche al corso di pianoforte presso la scuola di musica di Città di Castello dove acquisì una cultura musicale che continuò a coltivare ad integrazione e sinergia con la sua professione di insegnante. L’iniziazione della carriera del maestro Evandro si svolse nel pieno della seconda guerra mondiale con tutte le turbolenze e le contraddizioni che tale evento imponeva. Egli, nel periodo della repubblica sociale di Salò, fece la scelta della renitenza alla leva militare e, per sua convinzione, non aderì a nessun gruppo partigiano pur condividendone gli ideali di libertà. Alla metà degli anni quaranta aderì al P.C.I. ove incrociò, nel luglio del 1948, la vicissitudine giovanile della manifestazione politica che lo portò ad operare una protesta nel blocco stradale di S. Stefano come abbiamo riferito sopra. Pur con la dura prova del carcere Egli mantenne coerente la sua fede politica che aveva liberamente preferito. Nei primi anni cinquanta, a seguito di divergenze nell’ambito della sezione locale del suo partito, si dimise dal P.C.I. conservando l’interesse attivo per la politica come sintesi dei valori alla vita della polis con particolare preferenza per le classi più dimenticate. La sua passione e la sua sensibilità per la vita pubblica si canalizzò in un maggiore impegno verso la sua professione d’insegnante che trovò sinergia con l’amore per la musica e per la ricerca storico/culturale sui valori antropologici della società anghiarese ed oltre. La sua attività musicale si realizza con la partecipazione ad orchestre locali dove, con la sua fisarmonica, esegue brani tradizionali e si apre alla nuova musica jazz. È presente e creatore di manifestazioni scolastiche, incentiva le rappresentazioni teatrali e musicali legate all’autentica tradizione

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popolare. Ricerca e trascrive antichi canti del popolo divulgandoli opportunamente come essenza culturale della società contadina che stava per essere travolta da una società più ricca ma più inquieta. Giova ricordare la riesumazione musicale e letteraria della storia di Bistarone e della Teresina che in decenni precedenti, il poeta d’Upacchi, cantava nei mercati anghiaresi. Oltre a “Bistarone” il maestro Franceschini riportò alla luce la storia di personaggi caratteristici e di eventi che volle raccontare in più edizioni de L’Oratorio di Anghiari, materiale ancora vissuto e rappresentato dai gruppi teatrali e canori della Valtiberina. La sua ricerca di canti popolari e dei detti inediti, trovarono la loro tribuna nella istituzione del gruppo musicale La chiucchiurlea sul cumbrugliume. Esso si esibì, negli anni settanta, sia nel teatro di Anghiari che in altri teatri e luoghi della provincia suscitando interesse e successo per l’autentica originalità e peculiaretà della ricerca. La sua personalità creativa la espresse anche nella collaborazione con la consorte, signora Liliana, che parallelamente esercitava la professione di fotografa, dopo la dipartita da Anghiari di Rino Mondani alla metà degli anni cinquanta. Era un campo ove la fantasia, la sensibilità ed il buon gusto del nostro maestro erano sicuramente di aiuto e di consiglio, specie sulle scelte tematiche delle riproduzioni fotografiche lungo l’arco di qualche decennio, alla signora Liliana. Il valore di quell’impegno si è esplicitato in una mostra antologica delle fotografie prodotte, fortemente apprezzata dalla critica in una mostra antologica di qualche anno fa. Possiamo concludere questa breve biografia sul maestro Evandro Franceschini con una riflessione sul grado di religiosità civile di questa benemerita persona. Ne fa testimonianza la figlia Vanna quando afferma che, suo padre, pur non essendo un praticante non ha mai messo paletti sulla sua formazione e sulle sue scelte circa gli orientamenti etici, politici e religiosi. Mio padre, dice la figlia, mi ha concesso il massimo della libertà di scelta nel quadro del rispetto delle convinzioni degli altri, mai condizionando i miei orientamenti e le mie scelte. Su questa testimonianza domestica ma confermata

anche dai molti alunni da lui guidati alla conquista della prima adolescenza, risiede lo spirito intimamente religioso del senso civico di Evandro che sempre, nella sua vita, ha cercato di vedere nel rispetto del prossimo il suo comandamento fondamentale. Anche la Religio loci rappresentato dall’amore per la sua terra con lo spirito della sua ricerca a fissare gli aspetti più significativi della civiltà contadina, una civiltà produttrice di valori antropologici. A tre anni dalla sua morte (27 gennaio 2011) ho ritenuto testimoniare il suo ricordo.

A pag 22 il maestro Vandro con la sua fisarmonica in una foto del gruppo musicale AGLES. Il maestro Vandro aveva il pianoforte e quindi preparava le partizioni per i vari strumenti degli altri componenti il gruppo. Qui sopra invece è in una foto del 1986, è stata scattata nel piazzale antistante la Scuola Elementare di Anghiari in occasione dello spettacolo di fine anno. Il maestro Vandro Franceschini, con la fisarmonica, ha raccolto e tramandato molte canzoni popolari. Eccolo nel palco mentre esegue la storia di Bistarone e della Teresina, una vispa ragazza di Monterchi. Le parole sono del Poeta di Upacchi, al secolo Domenico Dell’Omarino. Bistarone è interpretato da Baldi David mentre Teresina è impersonata da Pernici Miriam: il loro maestro, a quel tempo, era il maestro Aldo Brizzi.

Casale e gli Ospedalieri

Una importante testimonianza descritta dall’amico Tarcisio

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a Chiesa di S. Maria a Casale si trova lungo un percorso viario che affonda le proprie radici nell’epoca del bronzo ed ha trovato la sua ragion d’essere sia come collettore di greggi di transumanza tra l’Appennino e la Maremma sia come strada da Arezzo per Sestino. A metà ‘400, tale via, in un deliberato dei ‘Capitani di Parte guelfa’ a Firenze veniva indicata come ‘via maestra di Pietramala’, poi popolarmente detta via maremmana. Accanto alla chiesa, in quella che per lungo tempo è stata l’abitazione del parroco, si trova un grande architrave in pietra con al centro la croce dei ‘Cavalieri ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme’, divenuti poi ‘Cavalieri di Rodi’ ed infine di ‘Malta’. Sotto tale simbolo è scolpita, in elegante ‘gotico’, la data: ‘24 MARZO 1402’ che nel computo dell’anno secondo lo ‘stile fiorentino dell’Incarnazione’, rimasto in vigore fino alla seconda meta’ del ‘700, era l’ultimo giorno dell’anno che, quindi, cominciava il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione (9 mesi prima di Natale). Invero, come risulta anche dalla pianta dell’edificio nel ‘Catasto lorenese’ tale architrave era posto sul muro esterno, rivolto verso la strada che proprio lì accanto passava, ed avvertiva pellegrini e viandanti che si trovavano di fronte ad uno

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dei tanti ‘ospedali’ creati dall’Ordine lungo le vie principali di questa parte di Toscana e finalizzati alla loro accoglienza e, se necessario, anche assistenza, costituiti normalmente da qualche stanza per il ricovero e da una cappella o piccola chiesa attigua. Infatti tale Ordine non aveva ancora del tutto perso la speranza di una nuova crociata per la liberazione del Santo Sepolcro ed i suoi ospedali servivano anche come forma di propaganda per questa loro aspirazione. È probabile che l’attuale chiesa di Casale si sia sviluppata nel tempo ingrandendo tale cappella, mentre originariamente la chiesa parrocchiale, menzionata già nel XII secolo, era collocata nel ‘castello’ di cui erano signori i Tarlati, situato lungo la via maremmana circa 100 metri più a nord, le cui rovine affiorano accanto all’attuale cimitero. (da Tarcisio Nosi)


Storie così

di Alfonso Sassolini

Segni? I fedeli musulmani non comprendono l’ateismo e sostengono che Allah “è come il sole a mezzogiorno” e cioè che è evidente a tutti nel suo splendore e nel calore che riversa sui deserti delle terre islamiche. Per noi cristiani, invece, il cammino verso la scoperta di Dio è più arduo ma anche più libero. Noi non siamo “sopraffatti “ da Dio ma piuttosto accolti da lui quando la nostra libera volontà si inerpica in questa ricerca nella quale siamo guidati dal Suo amore, dalla Sua Parola, dalla testimonianza dei santi e dall’educazione che i nostri padri ed i nostri preti ci hanno impartito. “Non mi cercheresti se non mi avessi già trovato” è stato detto. “ Bussate e vi sarà aperto; cercate e troverete”. Il nostro Dio vuole essere cercato. A Mosè che si è arrampicato sul monte per trovarLo, si manifesta come “ Io sono Colui che sono”. Non dice altro di Sé: non si lascia misurare e possedere; vive nella caligine. È il Dio della Bibbia il cui nome non poteva essere pronunciato ed era indicato con quattro lettere (YHWH): il cosiddetto tetragramma sacro. È Gesù, il Figlio dell’uomo che si professa Messia ad insegnarci in qual modo dobbiamo rivolgerci a Dio: chiamandolo Padre! Appunto con la preghiera del Padre nostro. Per essersi proclamato Figlio di Dio e Dio Egli stesso, Gesù sarà condannato a morte dal Sinedrio, composto da Ebrei che lo considerano un bestemmiatore per aver Egli osato chiamare col nome di Padre un Dio il cui nome essi non osano pronunciare; anzi di esserne il Figlio. Ma la Sua identità divina è certificata e confermata dalla Sua resurrezione. Quanto a noi, non ci scandalizziamo se siamo logorati dal tarlo del dubbio, se le “ pretese della Ragione” e lo “ spirito di geometria” sembrano ostacolare il nostro itinerario verso Dio: lo stesso papa Francesco ci informa di essere stato assalito da questa sindrome. Ma se restiamo aperti e fidenti, con le lampade accese, pur nella scoraggiante consapevolezza della nostra limitatezza, intravederemo la Luce. Dio non ci fa mancare dei “segni” ma bisogna saperli riconoscere: è la Fede che riconosce il miracolo! Fra i tanti piccoli segni che penso di aver ricevuto, più o meno espliciti, racconto volentieri questo episodio: era tarda sera e me ne stavo coricato ma ben sveglio, sul mio letto coniugale; la testa appoggiata sul braccio destro disteso con la mano aperta e, rivolgendomi mentalmente all’effigie del Cristo crocefisso affisso sul muro, a capo del letto, forse un po’ provocatoriamente, così Gli parlavo: “Signore, mi piacerebbe avere da Te un chiaro segno della Tua esistenza. So bene che talora lasci che siano il dolore e la malattia ad illuminarci la strada, ma io non ho nessun desiderio di arrivare a Te per questa via…” Non avevo ancora finito di pregare così che un tonfo lieve, quasi una carezza sulla mano, mi ha fatto sobbalzare. Ho acceso

la luce ed ho visto che l’olivo benedetto era caduto dal Cristo sopra la mia mano aperta. Devo precisare che io ero restato immobile sul letto e che non c’era alito di vento, perché porta e finestra erano chiuse. Per la perfetta coincidenza temporale, e forse causale, fra la mia supplica e quanto accaduto, ho ritenuto che questo fosse un “segno”. Altri simili accadimenti ho registrato nella mia ormai lunga vita. Chissà cosa ne pensa il nostro don Marco?

Cavalcare

Un giorno di mercato di almeno sessant’anni fa, una donnina piegata in due dal mal di schiena (che ad Anghiari si chiama “scompio”), entrò nel negozio Busatti e chiese a mia madre (la titolare!) se poteva “cavalcarla”. La Cecca (che sarebbe la mamma) rimase perplessa e non capiva dove andava a parare questa donna che, per farsi meglio intendere, si sdraiò per terra, sulla pancia e chiese a mia madre di camminarle sulla schiena, a piedi nudi. Il “cavalcare” qualcuno consisteva appunto nell’articolare le vertebre con questo rustico trattamento. La suddetta signora spiegò però che questo ruvido massaggio doveva necessariamente essere praticato da una donna che avesse partorito dei gemelli: come appunto era accaduto alla mamma; che però rifiutò di saltare addosso alla dolente “paziente”.

Così va il mondo! Qualche tempo fa, Papa Francesco ci faceva notare, con rammarico, che se la Borsa scende, tutti i media annunciano la caduta dei titoli con toni drammatici, mentre non fa notizia che milioni di persone muoiano di fame. Ed ecco come risponde il “mondo”: sul giornale “La Nazione” di sabato 14 Dicembre, viene pubblicata, in tutta evidenza, la foto di un’elegante coppia, tronfia di lieto orgoglio, che esibisce una bottiglia di liquore. L’articolo che accompagna la foto reca questo titolo: “VODKA, OSTRICHE E CAVIALE. AL FOUR SEASON IL MARTINI PIU’ COSTOSO AL MONDO. E spiega: “rarissima vodka distillata con l’acqua della sorgente neozelandese di Blue Spring, vermouth Carlo Alberto dry, limone di Sorrento e polvere d’argento; ecco servito il Vodka Martini più costoso al mondo, mille euro la coppia. Si beve in finissimi bicchieri Spigelau soffiati a mano (in omaggio per il cliente) assieme ad ostriche e caviale, all’atrium bar dell’hotel Four Season ecc.” Dopo questo fondamentale annuncio, certamente tutti noi ci precipiteremo a gustare tali delizie e per di più offerte ad un prezzo modico. Ma non s’era detto che “è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel Regno dei Cieli”?

Dal 25 aprile al 4 maggio ad Anghiari Mostra Mercato dell’Artigianato della Valtiberina Toscana 24


Giunti fino alla Ripa due barbuti Babbi Natale, due Befane e i ragazzi del catechismo

Visite gradite

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l periodo natalizio è ormai passato, tuttavia vogliamo ricordare e partecipare alcuni avvenimenti che hanno interrotto la malinconia del quotidiano nella nostra comunità della Ripa. La vigilia di Natale è stata allietata dalla visita di Babbo Natale che, come ogni anno, è stato personificato dagli amici di sempre: il signor Gastone Mafucci e la signora Elena Draghi. Hanno ripetuto la loro presenza anche il 5 di gennaio ma, questa volta, vestiti da Befana, sono stati graditi i cioccolatini e le caramelle che hanno donato, ma molto più importante è stata la loro presenza, che ha fatto gioire il cuore delle Suore e delle ospiti della casa, a loro va il nostro “Grazie”. Le loro parole, i gesti e il loro sorriso ci hanno fatto ricordare la visita dei Magi, che riconobbero il Cristo in quel bambino debole e bisognoso di tutto. Il tempo che passa ci rende deboli come bambini bisognosi di cure, ma soprattutto di gesti affettuosi e gratuiti, perché la dignità della vita non si misura con l’efficienza, ma con la scoperta del volto di Dio impresso in ogni creatura e in ogni tempo. Sempre il 5 gennaio, nel pomeriggio, ci fu un ‘altra meravigliosa sorpresa: un gruppo di ragazzi, accompagnati da alcune catechiste e da tanti genitori, vennero a fare una rappresentazione natalizia con canti e poesie. Una vera e bellissima sorpresa che ha fatto sperimentare, a loro e a noi, la gioia della presenza di Gesù nella semplicità di iniziative e gesti che denotano la gentilezza del cuore. È illusione credere solo alla vita divertente e leggera fatta di evasioni e vanità. Questi 21 ragazzi (tanti erano nel pomeriggio) hanno imparato che donare gioia è molto più bello del ricevere e che nella condivisione, il dono si moltiplica. Altro che accontentarsi di una vita mediocre ed egoistica!

Dobbiamo dire, che contrariamente a quanto si pensa e si dice dei ragazzi di oggi, questi sono stati meravigliosi, educati, tranquilli, rispettosi dell’ambiente e delle persone, hanno partecipato alla breve preghiera fatta per l’occasione, hanno ascoltato con silenzioso interesse i suggerimenti e i consigli utili per la loro vita presente e a venire, e si è stabilito un rapporto di simpatia con grandi e piccoli. È stato bello ed emozionante quando i ragazzi, in ordine, sono andati dalle nonne ospiti per far loro gli auguri. È seguita una ricca merenda per tutti, preparata dalle Suore e da persone amiche che collaborano attivamente ad ogni nostra iniziativa. Domenica 12 gennaio, abbiamo giocato a tombola, le Suore, le Signore ospiti e qualche volontaria che aiutava chi aveva particolari difficoltà. È stata preparata con tanto amore dalla nostra Loredana Miserini che, non solo ha procurato i premi per tutti, ma è stata la regista della serata con la sua inconfondibile e comica creatività. Non sono state rispettate le regole del gioco, perché la Loredana aveva la “tombola magica” così l’ha chiamata, in modo che ognuna potesse vincere il premio, che con gioia stringeva tra le mani come un tesoro. L’alba e il tramonto non è solo un avvenimento del quotidiano, sono fenomeni anche nella vita dell’uomo, e portano con sé i raggi di luce e ombre con sfumature diverse, mettendo in evidenza che ogni cosa e ogni vita ha la sua stagione con risultati diversi. I giorni attraversano il tempo, fanno parte del nostro vivere, alcuni ci fanno soffrire, altri ci rallegrano, altri ci stupiscono, ma è un guardare avanti verso la vita che non muore, con serenità e in pace con Dio, se stessi e gli altri. Le suore agostiniane Nelle foto i ragazzi del catechismo e i due “Ceppi”.

Domenica 27 aprile - Domenica in Albis Dalla Pieve di Micciano, alle ore 15.00, pellegrinaggio verso il Santuario del Carmine per partecipare alla Santa Messa e alla consacrazione dello Scapolare. 25


Dalle nostre Parrocchie

Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli

APRILE – PASQUA 2014 PROGRAMMA DELLA SETTIMANA SANTA E DELLA PASQUA 2014 Nel pomeriggio della Domenica delle Palme 13 aprile e del Lunedì e Martedì Santo, Quarantore nella Pieve Arcipretura di Monterchi. Lunedì 14 aprile benedizioni delle restanti famiglie della parrocchia di Padonchia. Mercoledì Santo 16 aprile alle ore 21, Confessioni Pasquali per tutti a Padonchia. Giovedì Santo 17 aprile Messa In Coena Domini alle ore 17 a Pocaia e ore 18 a Monterchi. Alle ore 21 i confratelli della Misericordia e della Compagnia del SS.mo Sacramento assieme ai gruppi di preghiera si raccoglieranno in adorazione dell’Urna contenente l’Eucarestia nella chiesa di S. Simeone. Venerdì Santo 18 aprile Pasqua di morte del Signore: astinenza e digiuno. Liturgia della morte del Signore alle ore 15,30 a Monterchi e alle ore 17 a Pocaia. Alle ore 21 solenne Via Crucis e processione di Gesù Morto e della Madonna Addolorata con raduno e partenza di fronte al Monastero. Sacerdoti, ragazzi della Prima Comunione e della Cresima, Confratelli della Misericordia e delle Compagnie di Monterchi e Padonchia e tutto il popolo di Dio saliranno lentamente in preghiera e meditazione verso il centro storico e nella Pieve-Arcipretura di S. Simeone si concluderà il rito con breve omelia e Benedizione con la Reliquia della S. Croce. Sabato Santo 19 aprile Confessioni dalle 16 alle 17 nella chiesa della Madonna Bella a Pocaia e dalle 17 alle 18 nella chiesa di S. Simeone. Alle ore 21 Veglia pasquale e S. Messa a Pocaia. Alle ore 23 confessioni in Pieve – Arcipretura a Monterchi. Alle 23.30 Veglia pasquale seguita dalla Messa di mezzanotte della Risurrezione del Signore nella medesima chiesa di S. Simeone Profeta. Domenica 20 aprile PASQUA DI RISURREZIONE Alle ore 8 S. Messa nella chiesa di S. Biagio a Pocaia. Alle ore 9 S. Messa nella chiesa di S. Michele Arcangelo a Padonchia. Ore 10 S. Messa nel Santuario della Madonna Bella a Pocaia. Ore 11,15 S. Messa nella Pieve – Arcipretura a Monterchi. Ore 18 S, Messa Vespertina a Monterchi. Lunedì di Pasqua 21 aprile Confessioni e Comunioni pasquali nella Chiesa di S. Biagio a Pocaia dalle ore 8 alle 12 Domenica 27 aprile nella chiesa di S. Simeone a Monterchi alle ore 17,30 processione in onore di S. Vincenzo Ferreri con la partecipazione della Compagnia del SS.mo Sacramento e solenne benedizione del paese e delle campagne.

MAGGIO 2014 Inizio del mese mariano. Il Santo Rosario verrà celebrato nella Chiesa di S. Simeone a Monterchi alle ore 17,30, seguito dalla S. Messa, e alle ore 21, eccetto il sabato e la domenica, e nel Santuario della Madonna Bella tutte le sere alle ore 21 (eccetto il sabato e la domenica, quando verrà recitato prima delle S. Messe festive). In tutte le altre chiese verrà celebrato nell’orario più opportu-

no secondo le esigenze di coloro che vi parteciperanno. La Madonna aspetta tutti ai piedi dei suoi altari, ma soprattutto i suoi devoti e i ragazzi del catechismo, della prima Comunione e della S. Cresima. Domenica 4 maggio. Alle ore 12 S. Messa nella chiesa di Ripoli nel giorno della tradizionale festa della Divina Pastora. Giovedì 22 maggio Festa di S. Rita. Solenne S. Messa concelebrata alle ore 18 nell’arcipretura di Monterchi, con la tradizionale benedizione delle rose. Domenica 1 giugno alle ore 17.30 presso la chiesa di S. Lorenzo a Ricciano processione della Madonna con S. Messa a conclusione del mese mariano, organizzata dalla Compagnia del SS.mo Sacramento di Monterchi. Seguirà la tradizionale merenda. Venerdì 13 giugno Ritiro spirituale e prima Confessione dei fanciulli della prima Comunione presso il Cenacolo di Montauto. Domenica 15 giugno ore 11 S. Messa della Prima Comunione a S. Biagio a Pocaia del primo turno di comunicandi. Giovedì 19 giugno alle ore 21 solenne processione del Corpus Domini nel centro storico di Monterchi con la partecipazione dei sacerdoti, dei fanciulli della prima Comunione, dei ragazzi della S. Cresima, delle Compagnie del SS.mo Sacramento di Monterchi e di Padonchia, del popolo di Dio e delle autorità civili e militari. Presterà servizio la banda musicale di Monte S. Maria Tiberina, invitata e ricompensata dalla generosa Pro Loco. Domenica 22 giugno ore 11 nella chiesa arcipretale di Monterchi solenne Messa della Prima Comunione del secondo turno di comunicandi, con i canti eseguiti dal Piccolo Coro di S. Simeone guidati dal Cav. Vittorio Perla. Venerdì 4 luglio ritiro spirituale dei cresimandi presso l’Eremo di Montecasale. Domenica 6 luglio alle ore 17,30 nella chiesa arcipretale di Monterchi l’Arcivescovo amministrerà la Santa Cresima a tutti i ragazzi delle scuole medie. Nella foto d’archivio parte dei confratelli della Compagnia del SS. Sacramento di Monterchi che prenderà parte, assieme alla Misericordia, ai riti della Settimana Santa a Monterchi.

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Dalle nostre parrocchie

Da Santo Stefano

Da San Leo

a cura di GM

a cura di Maddalena

Ricordiamo Bruno Gennari (Bussino)

Un progetto la Quaresima

Il giorno 8 marzo è scomparso il nostro carissimo amico. Una figura sempre presente nei bisogni della nostra comunità. Persona dal carattere pacato, serio e preciso e una vita dedicata al lavoro e alla famiglia. Amico di tutti e molto benvoluto, era piacevole parlare con Bruno che raccontava volentieri il suo tempo vissuto accanto alla chiesa di Santo Stefano. Ora ci mancherai caro amico, la tua presenza era molto importante e utile. La partecipazione di tante persone al funerale ha dimostrato com'era conosciuto ed apprezzato questo nostro parrocchiano. La comunità partecipa al dolore della moglie e dei figli esprimendogli le nostre condoglianze.

Quest’anno il catechismo, ha lo scopo di coinvolgere in maniera più concreta anche i genitori dei nostri ragazzi, per riappropriarsi della funzione di primi educatori della fede dei propri figli. A tale scopo abbiamo preparato il tempo di Quaresima, con alcune iniziative, per motivare di più il nostro essere cristiani. Abbiamo chiesto la partecipazione di tutti alla Santa Messa delle Ceneri, mercoledì 5 marzo alle ore 19. Per tutti i sabati della Quaresima, dalle ore 15 alle 16, abbiamo in programma incontri di catechesi con i nostri ragazzi ed i loro genitori, per approfondire assieme il valore della nostra fede in questo periodo forte dell’anno liturgico. Inoltre, abbiamo in programma una visita agli anziani della residenza assistita di Anghiari, come gesto di carità e amore. Infine andremo a completare il nostro percorso di fede pre-pasquale con una giornata di preghiera e riflessione condivisa, presso l’eremo di Montecasale. Ci è gradita l’occasione per augurare a tutti i nostri lettori di trascorrere una santa Pasqua serena con le proprie famiglie.

Rinasce il prato Sta arrivando la primavera e il prato della chiesa sta diventando verde. Questo significa che con la buona stagione riprenderanno tutte le attività di svago per i grandi e per i bambini, cioè giochi per i bimbi e bocce per i grandi. Per prima cosa si deve sistemare il prato, tagliando l’erba e ricollocando i giochi e tutte le attrezzature. Facciamo appello a chi è preposto a queste cose ma anche a qualunque volontario che possa dare una mano per risistemare e così ripartire in bellezza. Si raccomanda alle persone che praticheranno il prato con i loro pargoletti di rispettare il luogo e le attrezzature perché sono costate per comprarle e fatica per mantenerle efficienti. Si spera che ognuno faccia la sua parte. Buon divertimento!

Da Micciano

a cura della Cristina

Appuntamenti di Pasqua A Micciano, per tutta la quaresima, alle ore 18.00, ci sono state le “Via Crucis” e, il 27 marzo, la Stazione quaresimale. Gli appuntamenti per la Settimana Santa cominciano con la processione delle palme domenica 13 aprile alle ore 10,30. Nel pomeriggio ci recheremo alla celebrazione nella concattedrale di Sansepolcro alla presenza del vescovo Riccardo. Alle ore 19,00 del Giovedì Santo rito della “Lavanda dei piedi”. Alle ore 15.00 del Venerdì Santo Adorazione della Croce. Dalle ore 18.00 la Compagnia sarà ad Anghiari per partecipare, alle ore 19.00 in Propositura (un invito per tutta la parrocchia), alla Celebrazione della Passione del Signore e alla susseguente processione del Gesù Morto. Alle ore 21 del Sabato Santo solenne Veglia Pasquale. Ricordiamo infine il pellegrinaggio di domenica 27 Aprile alle ore 15.00 verso il Santuario del Carmine per la Santa Messa e la Consacrazione dello Scapolare.

Le catechiste di San Leo: Maddalena, Laura, Valentina, Elisabetta.

Dalle parrocchie Tubbiano: Rita e Rina - La comunità di Tubbiano parteciperà alle iniziative del Vicariato di Anghiari e, nella Settimana Santa, si svolgeranno nella nostra chiesa alcune celebrazioni particolari. Gli orari saranno comunicati tempestivamente ai parrocchiani. Viaio: Franca - Ancora i lavori al tetto della chiesa non sono terminati, sono da decidere alcune sistemazioni, e la Santa Messa viene sempre celebrata in quello che fu lo studio di don Narciso. Il Mercoledì Santo saranno recitate le Sante 40 Ore con la liturgia delle Ore e l’Adorazione personale silenziosa. Catigliano: Antonietta - Per la Settimana Santa anche a Catigliano faremo qualche iniziativa liturgica particolare e per il Venerdì Santo saremo presenti ad Anghiari. Don Ferdinando ha terminato da poco da poco la visita alle famiglie. Per il mese di maggio, se possibili, ci ritroveremo per qualche meditazione ma dobbiamo vedere se ci sarà la disponibilità di don Ferdinando o di qualche persona.

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Qui subito a destra abbiamo messo la testata del giornale che si pubblica a La Plata. Nel numero di dicembre 2013 ha dedicato due pagine ad Anghiari: una per il ritorno della Cardinale (in alto a sinistra) e un’altra sulla villa della Barbolana (a destra). Ora invece mettiamo un messaggio giunto sempre da La Plata nel 2012. Ce lo ha mandato una nostra affezionata lettrice. Distinto Mario del Pia, Sono Maria Catalina Ruggeri in Lorenzotti (Kathy) scrivo per rigraziarLa perché sempre mi arriva L´Oratorio. Vivo a La Plata sono la cugina di Franca Madiai e la nipote de Don Arealdo Ruggeri. In questo numero che è arrivato ho visto con grande gioia una fotografia di Don Arealdo quando ha cantato la prima messa. Ho letto un articolo scrito da Francesca e altro scrito da Maria Senesi che racconta sul negozio di “Mezzovino” che continua oggi con Elida e Federico. Debo dire che tutto questo per me è molto familiare perché Francesca è Franca e Elida è la figlia di Alfiero e Gabriella persone tanto care per me. Sono figlia di Adelmo Ruggeri e Elisabetta Giovagnini. I miei sono venuti all’Argentina nel 1951 e nel 52 si è transferita quasi tutta la famiglia Giovagnini e Ruggeri a La Plata. Mi fa piacere leggere le notizie del mio caro e vecchio Anghiari. Grazie per questo e la mia mamma e il mio padre, che ancora vivono, lo leggono, la mamma va sempre alla Cronacheta!!!! Tante grazie anche a Franca che mi ha iscrita per ricevere

L´Oratorio e un affettuoso saluto a tutti (famiglia e amici di Anghiari). La Foto (qui a sopra) è di Bettina (Elisabetta e Adelmo) i miei genitori nati ad Anghiari: la mamma il 12 giugno 1925, Adelmo il 26 febbraio 1926, sposati a San Salvatore il 17 settembre 1950.

Venerdì 25 Aprile presso la Cappella di San Marco alla Misericordia S. Messa con benedizione delle foglie di giglio da mettere sulle croci dei campi 28


L’appuntamento è per domenica 11 maggio in occasione dell’Assemblea dei Soci

La Banca di Anghiari e Stia punta sui Giovani a cura della Banca di Anghiari e Stia

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nche quest’anno si rinnova l’impegno della locale Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo in favore delle giovani generazioni. L’appuntamento, come sempre, è per l’Assemblea dei Soci dell’Istituto di Credito, che si terrà domenica 11 maggio presso il Palazzetto dello Sport di Anghiari, nel corso della quale avverrà la cerimonia di premiazione e consegna delle borse di studio riservate agli studenti soci o figli di soci della Banca che nell'anno scolastico 2012 – 2013 abbiano conseguito il massimo dei voti e precisamente: - 10/10 nello scrutinio finale della scuola media inferiore; - 100/100 nello scrutinio finale della scuola media superiore; - 110/110 nel conseguimento del diploma di laurea, purché lo studente abbia rispettato la durata legale del corso di studi e non abbia già ottenuto in precedenza dalla Banca analoga borsa di studio per il conseguimento di un altro titolo universitario, di primo o secondo livello. Per ottenere la borsa di studio il socio dovrà inviare copia del certificato che comprovi la sussistenza dei requisiti richiesti (nel caso di diploma di laurea, lo studente dovrà produrre la documentazione attestante il conseguimento del titolo nel rispetto della durata legale del corso di studi e dovrà dichiarare di non avere già ottenuto in precedenza dall’Istituto analoga borsa di studio per il conseguimento di un altro titolo universitario, di primo o secondo livello), unitamente ai dati anagrafici dello studente e dell'eventuale socio genitore, alla Segreteria Generale della Banca di Anghiari e Stia, Via Mazzini, 17 - 52031 Anghiari (AR), oppure rivolgersi alla propria Succursale di riferimento, con la documentazione richiesta, entro e non oltre il giorno venerdì 18 aprile 2014. Ma il sostegno che la Banca dà ai giovani del nostro territorio non si limita al riconoscimento delle borse di studio. Da oltre due anni è infatti operativo un Comitato Giovani Soci – la cui partecipazione è volontaria e gratuita – che si occupa di “accorciare le distanze” tra la Banca e le nuove generazioni, portando all’attenzione degli organi direzionali quelle che sono le esigenze e le proposte dei giovani che abitano, studiano o lavorano sul nostro territorio. Significativi sono i progetti finora realizzati e quelli ancora in cantiere, elaborati dal Comitato e supportati dalla Banca. Ricordiamo che l’anno scorso, sempre in occasione dell’Assemblea dei soci, è avvenuta la consegna del “Premio Giovani Aziende” ad importanti realtà imprenditoriali del territorio, guidate o composte da giovani under40, che si sono distinte nelle seguenti categorie: eccellenza occupazione; eccellenza performance; eccellenza ambien-

tale; eccellenza internazionale; ricambio generazionale. Quest’anno l’Assemblea sarà l’occasione per presentare e far conoscere meglio a tutti i Soci le due nuove iniziative lanciate dal Comitato: “Insieme per lo Sviluppo” e “Piccola Impresa”. Il primo progetto nasce come reazione alla crisi e mira a creare le condizioni per cui le giovani aziende e i giovani professionisti possano incontrarsi e unire le loro forze per offrire sconti e promozioni a tutti i soci della banca. Nato dallo sviluppo delle potenzialità già presenti nella tradizionale “Carta socio” e proseguito con la creazione un portale web dedicato, il progetto intende creare un circolo virtuoso di scambio e una rete di cooperazione (“network”) tra imprese, liberi professionisti e soci della Banca, offrendo vantaggi in termini di visibilità, contatti e condizioni economiche di favore per tutti coloro che vorranno far parte di questa “rete”. Il tutto nel più autentico spirito di condivisione e mutualità che da oltre cent’anni costituisce il carattere distintivo del Credito Cooperativo. L’altra specifica iniziativa, “Piccola Impresa”, offre invece, grazie al prezioso sostegno della Banca di Anghiari e Stia, la possibilità alle micro realtà imprenditoriali del nostro territorio di accedere ad un finanziamento per lo start-up dell’attività, affinché idee innovative e di interesse abbiano la possibilità di nascere, crescere e trasformarsi in opportunità di più ampio respiro. L’ottenimento dell’agevolazione è regolato da un bando in prossima pubblicazione dove saranno specificati requisiti di accesso, specifiche del progetto, tempistiche, logistica e criteri di valutazione. Maggiori informazioni sulle attività e sulle finalità del Comitato Giovani Soci saranno disponibili presso lo stand che sarà presente in assemblea, oppure sul sito web http:// giovanisoci.bccas.it.

In alto il logo del Comitato Giovani Soci della Banca di Anghiari e Stia.

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Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Settimana Santa Come ogni anno anche la nostra Parrocchia vivrà dei momenti particolari di preparazione alla santa Pasqua. La Settimana Santa, che è la settimana che precede la domenica di Pasqua, è scandita da alcune celebrazioni caratteristiche, e anche molto sentite. In alcune di queste saranno presenti anche i Confratelli con Cappa della nostra Compagnia di Galbino, che per prepararsi alla Pasqua si confesseranno ad Anghiari insieme agli altri confratelli il venerdì di passione.

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rugando nei cassetti di casa, il Dotto (al secolo Alessandro Mondani) ha trovato due belle e vecchie foto legate ambedue ad un avvenimento importante per la parrocchia e per tutta la comunità di Tavernelle. Noi ve le proponiamo: qui sopra una, e l’altra, che utilizziamo per ricordare don Gino, più sotto. L’avvenimento in questione è l’inaugurazione della nuova chiesa di Tavernelle avvenuta il 1° novembre del 1961. La prima pietra era stata benedetta il 12 marzo dello stesso anno. Notevole fu l’impegno economico di don Gino, parroco della parrocchia, per portare avanti quest’opera. Vendette anche il bestiame di sua proprietà e rinunciò alla donna di servizio per diminuire le spese per la parrocchia. Al centro dell’immagine c’è Monsignor Tersilio Rossi, Vicario generale e parroco della chiesa del Sacro Cuore a Sansepolcro. Forse alcuni di voi si riconosceranno nelle foto. Fatecelo sapere.

Ricordiamo don Gino

L’apertura si avrà con la domenica delle palme, il 13 aprile. La S. Messa inizierà alle ore 10.45 presso il Centro Parrocchiale con la benedizione dei rami d’ulivo e la Processione verso la chiesa dove proseguirà la S. Messa. Il giorno dopo, Lunedì Santo, è prevista la partecipazione alle Confessioni ad Anghiari, alle ore 21.00. Il Giovedì Santo, 17 aprile, è il giorno dell’ultima cena del Signore. Alle ore 17.00 ci sarà la S. Messa con la lavanda dei piedi ai Confratelli e ad altri uomini. In questa occasione saranno raccolte le offerte per la carità, frutto delle rinunce quaresimali. Alle ore 19.30 è prevista la “cena dell’Esodo”: agnello, erbe amare, pane azzimo e in piedi, a ricordare la precarietà di chi sta per partire. La partecipazione alla cena è libera. Dalle 18.00 circa, invece, cioè proprio dopo la conclusione della S. Messa, inizia la lunga adorazione del SS. Sacramento chiuso nel tabernacolo, tradizionalmente chiamato “sepolcro”, che durerà fino a mezzanotte. Un invito a tutti a restare almeno un’ora in silenzio e preghiera in chiesa. I Confratelli della Compagnia saranno tuttavia presenti a turni di un’ora e animeranno la preghiera. Il Venerdì Santo, la mattina, ci sarà la processione dei bambini ad Anghiari. Il pomeriggio, alle ore 15.00 ci sarà la Celebrazione della Passione del Signore, con Adorazione della Croce. Più tardi, invece, siamo invitati alla Processione del Gesù morto ad Anghiari. Il Sabato Santo è giorno di silenzio e di riflessione, quindi nella giornata non viene celebrata la Messa. Nel pomeriggio, dalle ore 15.00 in poi, ci sarà la possibilità di confessarsi. La sera, alle ore 22.00, presso il Cenacolo di Montauto, solenne Veglia Pasquale e S. Messa della Risurrezione. Infine il giorno di Pasqua, domenica 20 aprile, S. Messa alle ore 11.00.

Il 28 aprile del 1983 moriva don Gino. Ancora in tanti ricordano volentieri questo nostro Parroco di Tavernelle che venne giù da Sestino dopo la guerra e ci rimase fino alla sua morte. A trentun anni da quell’evento vogliamo ancora ricordare questa figura che è rimasta nel cuore dei tanti che l’hanno conosciuto e potuto apprezzare.

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Un invito a tutti a partecipare alle varie celebrazioni, ed a collaborare per la preparazione di queste. Particolarmente si spera non si sia perso l’uso di preparare le vecce per il sepolcro del Giovedì Santo. Lo vedremo a tempo debito.


Un gruppo di Anghiaresi ha partecipato alle celebrazioni ad Arezzo

Madonna del Conforto di Francesca dal Carmine

S

abato 15 febbraio ci siamo ritrovati all’oratorio per partire alla volta di Arezzo per l’ormai tradizionale S. Messa celebrata dal nostro Don Marco in occasione della festa della Madonna del Conforto. Quest’anno la ricorrenza è venuta di sabato e con il bel tempo il Duomo era strapieno. Inoltre ci attendeva una sorpresa: sono entrati in chiesa tutti i musici e gli sbandieratori del Gruppo del Saracino suonando l’inno della Madonna e questo è stato per me emozionante, anche se devo dire che a tutto quel trambusto in chiesa non sono abituata. Poi sono entrati nella cappella della Madonna e con giochi di bandiera e musiche hanno osannato la Vergine Maria; è stato veramente bello. Il Vescovo li ha ringraziati per la loro bravura e disponibilità. La S. Messa è stata come sempre accompagnata dai canti della nostra bella Corale di Anghiari e celebrata da don Marco, don Bartolomeo e don Gustavo, non mancava nemmeno il nostro giovane diacono Alessandro che ha pensato a tutta la liturgia. Alla fine, fuori ad attendere, l’ormai tradizionale croccante. A destra una classica raffigurazioni della Madonna del Conforto.

Controllate che l’indirizzo nel giornale sia esatto Aiuteremo i postini e il giornale non andrà disperso Potete comunicarlo ai collaboratori della parrocchia Le Energie ci consumano

È un’Energia consumata che ti strapazza per un’annata

C’è un involucro lì nascosto con lì dentro il decotto

Se qualcuno è sconsolato l’Energie à registrato

Le Energie quelle umane sono troppo strapazzate

Diminuiscono i fatti nostri voi fate solo i vostri

Trasformato in Energia ci tartassa e poi va via

Ma la trova troppo calante e le forze non abbondante

Tutti i gradi di calore si trasformano in dolore

È una strada rinnovata Energia infagottata

Energia del ceto Umano tutto sfugge dalla mano:

Energia diversi Enti ti riempiono di pagamenti

Rattrappiti i portafogli per pagare non li molli

Resta solo quella dei venti che funziona e son contenti

di Armando Zanchi

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Le catechiste scrivono

Carissimi lettori, per 38 ragazzi della nostra Parrocchia si avvicina il giorno della Cresima. Il 3 maggio 2014 infatti, alle ore 16.00, nella chiesa della Propositura, riceveranno il Sacramento della Cresima dalle mani del vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Monsignor Riccardo Fontana. Questa celebrazione, all’interno della S. Messa, avrà due momenti distinti: l’imposizione delle mani, cioè la richiesta dell’effusione dello Spirito Santo e la Crismazione, il segno della Croce fatto sulla fronte del giovane con l’olio santo e il leggero schiaffetto che sta a significare: svegliati, sii desto di fronte al dono che ricevi. Ecco i loro nomi

Bartolomei Diego Bassani Roberto Beretti Luca Bernardini Marcello Bianconi Emily May Bruno Samuele Buzzichini Samuele Camaiti Matteo Chiasserini Elisa Cambi Silvia Cardelli Vittorio Coleschi Federica Comanducci Valentina Cristini Gabriele D’Aluisi Amedeo Esposito Filomena Fontana Leonardo Fornacini Karim Gennari Rachele

Giglini Marco Gorfini Diego Locci Francesco Livi Andrea Manenti William Matteucci Martina Maurizi Federica Meoni Gabriele Meoni Tommaso Meozzi Asia Montacci Leonardo Panichi Denise Pecorai Aurora Fanny Piomboni Luca Santi Eugenio Segantini Giulia Vagnoni Francesca Vagnuzzi Benedetta Venturi Michele

I nostri ragazzi, pur nella loro vivacità adolescenziale, hanno partecipato fedelmente agli incontri del catechismo. Durante questo cammino abbiamo strutturato esperienze di preparazione alla Cresima con lo scopo di suscitare nei ragazzi sentimenti e atteggiamenti con i quali vivere quel giorno e per gustare pienamente i doni dello Spirito Santo. Il gruppo ha lavorato in più modi: inizialmente, per il periodo dell’Avvento tutti insieme, successivamente in piccoli gruppi per cercare di coinvolgerli ulteriormente nei temi specifici della Cresima. Abbiamo ancora altri incontri ed altre esperienze da affrontare fra cui il ritiro spirituale, la veglia di preghiera. Per noi catechiste, Suor Augusta e Don Marco sarebbe bello che tutta la comunità parrocchiale fosse vicina con la preghiera ai nostri ragazzi in questo momento di preparazione al sacramento e nel giorno della Cresima, giorno così importante, per la loro crescita nella fede. Con stima Le catechiste Cinzia, Loredana, M. Grazia

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In ricordo della mamma, “maestra EVA”

Cinque per un cuore di Maria Raffaelli

Di gioia brillavano gli occhi di mia madre, quando, attorniata, da tutta la sua prole, s’illuminava di materno amore e poi d’orgoglio.

Sono passati pochi giorni dalla morte di mia madre, ma ho sentito immediato il desiderio o la necessità di comunicare, scrivendo poche righe, le sensazioni provate e non mi riferisco alle cose nostre private. Mai come in questi momenti la gente riesce ad esserti così vicina; tanta, che nemmeno te lo aspetti, disposta a ricordarti episodi che spesso ignori o ti riferisce cose anche molto personali sebbene appena tu la conosca. Ti colpisce la partecipazione di ex alunni, quasi tutti oltre i 50 anni, che ti raccontano episodi ancora vivi nella loro memoria, chi ti ricorda come il maestro fosse tanto importante nella società di allora. Rifletti infine sulla vita di paese dove tutti si conoscono, spesso si ignorano ma poi si ritrovano. Grazie a tutti per la viva partecipazione e per le generose offerte a favore della Nostra Misericordia.

Cinque figli, eravamo, non uno, che lei amava alla stessa identica maniera e posto nel suo cuore uguale c’era per tutti. Un cuore generoso il suo, capiente, che tanto amor, ma tanto ci profuse, ed in egual misura, in cinque che eravamo lo divise.

(Nella foto la maestra Eva assieme ad un gruppo di Anghiaresi in occasione di un pellegrinaggio a Lourdes nel 1968.)

Il libro da cui è tratta questa poesia è disponibile nella Biblioteca di Anghiari e chi vuole lo può consultare liberamente.

80 anni

Cari Amici, sono un nuovo abitante del Conventone di Anghiari. Ho imparato ad amarlo e ad apprezzarne bellezza e storia. Ho scritto anche una piccola poesia, che definirei di “emozione d’ambiente”. La Signora Luana, nostra simpatica vicina di corridoio, mi ha consigliato di inviarvela. Lo faccio con piacere, anche perché mi ritrovo nel testo, anche quando lo riguardo alla distanza di dove abito abitualmente: Arenzano, nei pressi di Genova. Spero che sia di vostro gradimento. E se volete potete pubblicarla sul periodico L’Oratorio d’Anghiari. Un caro saluto, Angelo Guarnieri.

Il Conventone di Anghiari (dall’interno - 6/10/2013)

Un cortile di grigia pietra, erosa dai passi. Scalini che si avvitano fra vuoti e pieni. Scale che guadagnano il tetto, sotto paterni portici. E poi il cielo, tela incorniciata. Tutto il cielo. Nello spigolo verticale il volo dello spirito.

Finalmente !!!!! Oggi, 29 gennaio al "Topo" di Anghiari, si festeggia l'ottantesimo (80) compleanno di Santi detto "Scaccia". La famiglia, a sua insaputa, gli ha organizzato una festasorpresa con i suoi parenti. Cari Anghiaresi, solo voi che lo conoscete bene come le vostre tasche, vi potete immaginare che fatica per noi familiari è stato condurlo a questa festa. Tra una bugia e l'altra ce l'abbiamo fatta ed è rimasto di stucco dicendo "séte tutti immattiti!!!!" È stato un evento storico, irripetibile e per questo abbiamo concluso con i fuochi d'artificio!!!!!!!!!!!!! Un abbraccio da tutta la famiglia al nostro Santi e anche la Redazione volentieri manda giù al Topo i suoi auguri.

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Vi presento il mio paese: Anghiari

In attesa della Visita Pastorale

N Anghiari, uno dei borghi più belli d’Italia, si trova in provincia di Arezzo. Ad Anghiari sono presenti molte chiese come quella di Santa Maria delle Grazie, della Croce, la chiesa di sant’Agostino e della Badia. Ai piedi del paese c’è anche la piccola chiesetta di Santo Stefano. Numerosi sono anche i ristoranti di cucina toscana: tagliatelle al ragù e pollo arrosto sono piatti tipici che si possono gustare. Il paese, che si erge sulle antiche mura medievali, è attraversato da stretti vicoli ornati con fiori colorati dove si gode uno stupendo panorama. Camminando per questi vicoli ci si può imbattere in qualche bottega artigiana. Il museo della Misericordia e Palazzo Taglieschi sono meta di numerosi turisti anche stranieri. Famosa è anche la Libera Università dell’Autobiografia e la ditta Busatti che da anni produce tessuti pregiati conosciuti in tutto il mondo. In piazza Baldaccio si trova la statua di Giuseppe Garibaldi che in verità indica Firenze e non Roma. Nella Piana della Battaglia, nell’anno 1441, si svolse la battaglia di Anghiari, dipinta da Leonardo da Vinci. La porte bassa del paese si chiama “Stazione” perché in fondo al viale Martiri Antifascisti si trova una vecchia stazione ferroviaria oggi in chiuso. Ad Anghiari, prima seconda domenica del mese, si svolge la mostra mercato chiamata “Memorandia”, mentre tra il mese di aprile e quello di maggio si svolge la Mostra Mercato dell’Artigianato. Ogni mercoledì in Piazza Baldaccio, in Piazza IV Novembre e nella galleria Girolamo Magi si svolge il mercato cittadino, luogo d’incontro di tante culture. Martina Cirri

ei mesi di maggio e giugno l’Arcivescovo Riccardo sarà in visita pastorale nell’alto Casentino, cioè il Vicariato di Bibbiena-Poppi. In questi due mesi sono previste celebrazioni della S. Messa sia nelle parrocchie maggiori sia nelle chiese più piccole, per dare occasione al Vescovo di incontrare tutte le realtà. Sono previsti incontri con i Consigli Pastorali, i catechisti, gli adulti, le Misericordie, i giovani, e la visita agli anziani nelle case. Il Vescovo sarà a disposizione anche per ascoltare i singoli fedeli che vorranno parlargli. Con questa tappa si chiuderà la Visita nella Zona del Casentino. Dopo l’estate la Visita riprenderà in Valtiberina, e anche le nostre parrocchie saranno interessate. Quando sarà possibile daremo informazioni più precise su questo importante avvenimento. Vale la pena riportare le parole introduttive dell’Arcivescovo Riccardo all’inizio della sua lettera “una chiesa in uscita”, con cui ha annunciato la visita pastorale:

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na visita pastorale: perché? Mettersi in cammino comporta misurarsi con nuove esperienze, incontrare persone con cui dialogare, condividere situazioni. Per ogni uomo adulto avviare un percorso ha anche un valore interiore: è mettersi alla ricerca del senso delle cose e avere modo di verificare un po’ della propria storia con i compagni di viaggio e con quanti si troveranno lungo la via. Per il vescovo che va a visitare le comunità cristiane e i contesti dove le proprie figlie e i propri figli vivono è come ricevere un dono. È anche un impegno ad essere “pronti a rispondere a chi vi domandi ragione della speranza che è in voi”. È come riprendere le consuetudini degli Apostoli che, dopo aver incontrato Gesù, spesero la vita visitando le Chiese che nascevano e crescevano ad opera della predicazione del Vangelo e della Grazia dello Spirito Santo.

Dal foglietto delle suore del Cenacolo distribuito il mercoledì alla chiesa della Maddalena

La felicità più grande? Essere utili agli altri. Il mistero più grande? La morte. Il difetto peggiore? Il malumore. La persona più pericolosa? Quella che mente. Il sentimento più brutto? Il rancore. Il regalo più bello? Il perdono. Quello indispensabile? La famiglia. La rotta migliore? La via giusta. La sensazione più piacevole? La pace interiore. L'accoglienza migliore? Il sorriso. La miglior medicina? L'ottimismo. La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto. La forza più grande? La fede. Le persone più necessarie? I sacerdoti. La cosa più bella del mondo? L'amore.

Ventiquattro domande e ventiquattro risposte Madre Teresa di C.

Il giorno più bello? Oggi. L'ostacolo più grande? La paura. La cosa più facile? Sbagliarsi. L'errore più grande? Rinunciare. La radice di tutti i mali? L'egoismo. La distrazione migliore? Il lavoro. La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento. I migliori professionisti? I bambini. Il primo bisogno? Comunicare.

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Raccolgono le vostre offerte

I Festieri del Gesù Morto Domenica 9 marzo, prima domenica di quaresima, Soci, Confratelli con la cappa e Collaboratori si sono riuniti per l’Assemblea annuale presso la sala dell’oratorio. In questa occasione oltre all’esame del resoconto sociale ed economico del 2013 si è provveduto a consegnare un diploma di benemerenza ai festieri che ogni anno raccolgono le vostre offerte per la Pia Società del Gesù Morto. Il ricavato viene utilizzato per solennizzare le celebrazioni della settimana santa e per le iniziative che il Consiglio deciderà di prendere. In particolare si è voluto ringraziare l’Anna Polverini per l’impegno che ha dedicato nel raccogliere le offerte ad Anghiari (rinuncerà da quest’anno per motivi personali). Nella foto la vediamo assieme ad altri festarini. Per Anghiari si sono rese disponibili Alma Mondani e Francesca Madiai e a tutte e due è stato consegnato il diploma di Festiere.

Elenchiamo ora i Festieri della Pia Società del Gesù Morto: essi chiederanno ai soci la quota per il 2014. Se volete aderire rivolgetevi a loro. Mettiamo sotto il nome del Festiere e della zona di “competenza”, ma vi potrete rivolgere indifferentemente a ciascuno di loro. Alberto Manenti, per la Casanova e la zona della valle del Sovara Alfredo Mammoli, per il Bagnolo e il Carmine Alma Mondani, per Anghiari Andrea Del Barna, per la Motina e Viaio Andrea Iacopucci, per San Lorenzo e la collina di Anghiari Francesca Madiai, Anghiari Francesco Maggini, per il Ponte alla Piera

Gastone Mafucci, per la Stazione, Santo Stefano e il pian d’Anghiari Giuseppe Pompeo, per la Motina e Viaio Oliviero Panichi, per Tavernelle Palmiro Papini, per il Campo della Fiera Pasquale Guadagni, per San Leo Roberto Cesari, per Casale e dintorni

Venerdì 18 aprile 2014 Alle ore 19.00, solenne liturgia “in Passione Domini” a cui seguirà la

PROCESSIONE DEL GESÙ MORTO Morto Secondo Del Sere

Per le sue presentazioni aiutando dentro e fuori

Prestò aiuto più che mai al servizio degli operai

Qui le tenebre sono nere con la morte del Del Sere

Lì si entra e poi si esce la salute è come merce

Il suo saluto sempre presente lo trovavi tra la gente

Alla cara sua moglie che onora queste spoglie

Ci incontrammo senza volerlo in quel posto tanto orrendo

La notizia di Secondo mi à stordito in modo profondo

Lì disposto ad aiutare a dispetto del suo male

Una coppia affiatata ma la morte l’à sfasciata

Corridoio dell’Ospedale dove visita doveva fare

Grande uomo e Cittadino il paese sempre vicino

À operato al Centro Anziani lì mischiato coi paesani

Nel ricordo di secondo sia felice all’altro mondo:

di Armando Zanchi

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Offerte per la parrocchia

Hanno riguardato varie chiese

Lavori in parrocchia Campanile di Sant’Agostino Era già un po' di tempo che ci si pensava e, finalmente, martedì 18 febbraio, il fabbro di Montecchio Vesponi ha provveduto a mettere la rete nelle finestre del campanile di Sant'Agostino. Si è presentato con due validi aiutanti e tutto il necessario. La situazione nel campanile, a causa delle colombe che vi stazionavano, era diventata inaccettabile. Propositura - Mercoledì 19 invece si è provveduto ad alcuni interventi al tetto della Propositura (in attesa della totale sostituzione, come avrebbe bisogno). C'erano diversi punti da controllare, compreso il campanile che aveva alcune tegole rotte. Il tempo inclemente non è stato di aiuto, ma i lavori sono stati completati come preventivato. Campana della Propositura - Lunedì 24 intervento del campanaro di Montecchio Vesponi. Erano giorni che la Maris si lamentava che una campana non suonava. Da un accertamento abbiamo visto che la campana numero due aveva la catena (quella che trasmette il movimento dal motore alla campana) rotta e si è provveduto alla sua sostituzione. Santuario del Carmine - Sul finire di febbraio è stato predisposto un tappeto nella zona del presbiterio del santuario. In questo modo si è reso più decorosa tutta la zona dove è collocato l'altare maggiore del santuario. E così, domenica 2 marzo, la Santa Messa delle ore 10 è stata celebrata usufruendo della nuova sistemazione. Tavernelle - Qui, invece, i lavori hanno riguardato la parte bassa dell'intonaco esterno della chiesa e della canonica. Era ormai fatiscente a causa dell'umidità che risaliva dal basso. Così, dopo gli importanti lavori alla copertura della chiesa (se ne parlerà in un prossimo numero), si è provveduto a completare la sistemazione di tutto il complesso parrocchiale di Tavernelle. Il lavoro appena descritto è stato terminato i primi di marzo.

Giuseppe Fastacchini da Roma ha mandato un’offerta di 50 euro per opere di bene e Rita Checcaglini da Sant’Angelo Lodigiano la somma di 30 euro per preghiere. Francesco Testerini con la famiglia ha fatto pervenire la somma di 200 euro per le necessità della parrocchia. Marisa Guadagni ha fatto pervenire la somma di 50 euro in memoria del fratello Egidio morto a Pescia il 9 marzo. Era nato ad Anghiari. Luisella Benedetti da Latina ha fatto giungere la somma di 50 euro in ricordo della mamma Grazia Babbini originaria di Anghiari. A tutti voi il nostro grazie!

Cena dei caponi di Clèto

Venerdì 7 febbraio, come concordato, si sono ritrovati in quel di Tavernelle un gruppo di coltivatori di una pianta speciale che cresce solo nella Valle del Sovara e dintorni. Si tratta di fagioli, per la precisione di quelli caponi, conosciuti dalle nostre famiglie contadine di un tempo che ne facevano ampio uso e il cui seme, grazie all’impegno di alcuni produttori, è giunto fino a noi e continua ad essere coltivato. Il professor Gonnelli della Pieve Santo Stefano ci sta aiutando in un progetto per l’eventuale iscrizione nel repertorio Regionale delle Cultivar a rischio di erosione genetica. Questo aspetto è importante, perché permette di riconoscere ufficialmente la cultivar e poter avviare eventuali azioni di valorizzazione; noi ci impegneremo affinché il progetto vada in porto. Per la prossima semina anche il Cagnacci della Celle si unirà al gruppo dei caponi. Ma torniamo alla cena. I caponi erano buoni (a dire il vero anche i maccaroni fatti a mano dalle donne di Tavernelle!) e la serata, veramente amichevole, è stata allietata dalle canzoni e dai canti dei 13 cantori vagabondi guidati dal maestro Guiducci. In chiusura, castagnole preparate con ricette originali dalla Nerella del Braccini e da Frido della Via di Questa lapide verrà benedetta domenica 5 maggio 2013, quarantesimo Pino. Alla prossima!

Sambuco

di Clèto

In giro per Tavernelle avevo visto il Franchini con due o tre rami di sambuco e non riuscivo a indovinare come li utilizzasse. Così l'ho chiamato (al telefono) e m'ha spiegato che ci fa le scote (i manici) per zappe e altre attrezzi da lavoro. Sono leggeri e flessibili e non si rompono. Bravo Secondo!

Qui a destra è raffigurata la lapide collocata nella cappella sinistra della Propositura l’anno scorso, in occasione del quarantesimo anniversario dalla morte di don Nilo. La lapide è in latino (lingua a cui don Nilo era molto affezionato) ma qui mettiamo la traduzione in italiano.

anniversario della morte di don Nilo, per essere collocata nella cappella di destra, o del Sacro Cuore, della Propositura. QUI RIPOSANO LE SPOGLIE MORTALI DI GIUSEPPE E NILO CONTI SACERDOTI LUIGI ANTONIA E AGNESE CONTI

LA COMUNITÀ PARROCCHIALE DI ANGHIARI NEL 40° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DELL’AMATO PROPOSTO

DON NILO CONTI

VOLLE RICORDARNE A PERPETUA MEMORIA L’ESEMPIO E L’OPERA DELLA SUA VITA SPESA PER SERVIRE IL SIGNORE E CONSEGUIRE LA SALVEZZA DELLE ANIME IL PROPOSTO DON MARCO SALVI AL SUO PREDECESSORE QUESTA LAPIDE FECE SCRIVERE 5 MAGGIO 2013

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Si è ripetuto in parrocchia questo importante appuntamento

La Giornata del malato e dell’anziano

C

ome ogni anno la parrocchia di Anghiari ha organizzato, sabato 9 febbraio 2014, la Giornata del malato e dell’anziano. Questa giornata è un importante appuntamento per la comunità di Anghiari che si riunisce intorno ai più deboli e sofferenti per portare un po’ di conforto. Con la preghiera fatta con fede si raccomandano gli ammalati al Signore perché allievi le loro pene. Mi ha sempre emozionato questa giornata, vedere la premura con cui vengono accolti tutti. Diversi arrivano con i familiari ma anche con i volontari della Misericordia che con tanta amorevolezza trasportano, aiutano, parlano. La Chiesa alle quattro era piena di gente che si incontrava di nuovo dopo un anno, magari alcuni non si rivedevano da più tempo. Insomma è una giornata che serve per ritrovare vecchi amici, per rincontrarsi... L’unzione degli infermi è un sacramento destinato espressamente dalla Chiesa al conforto delle persone. Don Marco dice che questo sacramento lo può ricevere anche chi non è malato perché comunque ti fa sentire accompagnato dal Signore nel nostro vivere quotidiano fatto di tante piccole debolezze, ed è per questo che io ogni anno ripeto questo gesto di fede. Alla fine della S. Messa un momento conviviale ha chiuso la serata. Le donne della Caritas avevano preparato dolcetti e the caldo e come tradizione anche quest’anno non sono mancate le ottime castagnole della Vilma del Carmine. Francesca dal Carmine

Roma 27.01.2014 "Vigilare e intervenire contro ogni fenomeno di antisemitismo, razzismo e violenza". Si è svolta al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di altre alte Autorità istituzionali e di Governo, la celebrazione del "Giorno della Memoria". Nel corso della toccante Cerimonia sono stati insigniti di Medaglia d'Onore alcuni ex internati e deportati. Tra questi, il M.llo dei Carabinieri (a riposo) Pietro Gattari, V. Presidente dell'Associazione Nazionale Carabinieri (ANC) Sezione di Anghiari. Al M.llo Gattari gli auguri e i complimenti della Redazione.

Nelle foto due momenti della celebrazione della Giornata del malato tratte dall’archivio parrocchiale.

Il Capitano Francesco Di Costanzo, Comandante della Compagnia CC di Arezzo, visita le Stazioni Carabinieri di Anghiari e Monterchi. Il Capitano Francesco Di Costanzo, che con la recente riorganizzazione territoriale dell'Arma in Provincia di Arezzo ha assunto anche la responsabilità delle Stazioni Carabinieri di Anghiari e Monterchi, ed ha tra ieri ed oggi reso la prima visita alle dette Stazioni guidate rispettivamente dal Luogotenente Luca Chiarentin e dal Maresciallo Alberto Alunno, intrattenendosi a lungo con i Comandanti e tutti i militari dipendenti. Era anche presente una rappresentanza della Sezione di Anghiari - Monterchi dell'ANC (Associazione Nazionale Carabinieri) presieduta dal M.llo Renato Rossi. Un augurio di buon lavoro al nuovo Comandante Di Costanzo ed ai militari tutti in forza alle due Stazioni Carabinieri.

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La Redazione


Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

Nel museo arriva la Primavera

spenta e da due di sabbia di fiume, ben lavata, asciugata e setacciata prima dell'uso. La sabbia di fiume è preferibile a quella marina, perché la salinità di quest’ultima comprometterebbe la coesione dell’intonaco. Una volta che l'arriccio si è asciugato si procede alla stesura del velo, un intonaco molto più raffinato e sottile. Su questo strato si tracciava la sinopia, un disegno preparatorio che consentiva di avere una visione generale dell’affresco e una precisa delimitazione degli spazi da affrescare. A partire dal Quattrocento viene introdotto il cartone, vale a dire un foglio di carta che riporta a grandezza il disegno preparatorio che viene trasferito sull’intonaco con lo spolvero o attraverso un’incisione indiretta. Sopra il disegno preparatorio, su superfici limitate che permettono la lavorazione del dipinto prima dell'asciugatura, viene steso il tonachino. La misura di intonaco da dipingere "a buon fresco" era nel corso del Medioevo la pontata, vale a dire una fascia orizzontale che corrispondeva alla lunghezza del ponteggio necessario all'artista per lavorare sulla parete, che veniva abbassato con il procedere dei lavori. Successivamente la pontata viene sostituita dalla giornata, dove l'intonaco, steso in una superficie più o meno grande a seconda della complessità dell'immagine, segue l'andamento del disegno preparatorio. I pigmenti utilizzati nella pittura a fresco sono tutti di natura minerale, e questo comporta una limitatezza nella gamma cromatica. Già intorno alla metà del XV secolo la tecnica del “buon fresco” inizia a perdere le sue primitive caratteristiche e a partire dal ‘500 l’affresco viene sostituito dal mezzo fresco, tecnica più rapida e facile che si adatta sicuramente meglio alle nuove esigenze figurative. Per chi volesse saperne di più sulla pittura “a fresco”, si ricorda che presso il Museo Madonna del Parto è disponibile una sala didattica dedicata a questa tecnica e che sono attivi laboratori per grandi e piccini. Per informazioni potete visitare il sito www.mondodascoprire.blogspot.it.

Questi primi mesi del 2014, a dispetto della situazione generale, ci forniscono dati incoraggianti. Da Gennaio fino a Marzo il Museo Comunale di Anghiari ha fatto registrare una tendenza al segno + che non si vedeva, nelle prime settimane dell'anno, da molto tempo. Un segnale positivo che speriamo venga confermato dai restanti mesi del 2014! Nel contempo si vedono i risultati del lavoro svolto nei mesi addietro. Le attività per le scuole, che il Museo progetta e realizza per i musei della Valtiberina toscana, hanno riscosso anche quest'anno un buon successo in termini di pubblico e di risultati. Le prenotazioni di scuole o gruppi che usufruiscono dei servizi (provenienti dal Nord come dal Sud Italia) sono la conferma dei primi risultati in termini di visibilità online del nostro Blog (www.mondodascoprire.blogspot.it). Consci che il lavoro sarà ancora lungo e considerevole, partiamo da questi incoraggianti, positivi, risultati. Il Valtiberina Musei PASS, di cui si è già parlato in queste pagine (il primo strumento per mettere in rete l'offerta dei musei della Valtiberina toscana) funziona davvero e grazie all'Ufficio turistico Valtiberina toscana, con sede a Sansepolcro, stiamo raccogliendo le prime statistiche sull'utilizzo di questo semplice ma fondamentale strumento. Come ultima cosa vorrei aggiornarvi su di un progetto che si svolgerà a breve (rispetto a quando si scrive). L'iniziativa consiste in due pomeriggi (il 18 e il 25 Marzo), in cui gli operatori turistici della Valtiberina toscana saranno invitati a partecipare a incontri e visite guidate con i direttori e i lavoratori dei musei del comprensorio. Obiettivo: scoprire insieme quelle famose “cose da fare” che permettono di trattenere i nostri ospiti con più soddisfazione possibile.

Lorenzo Minozzi

Museo Madonna del Parto - Museo delle Bilance www.museomadonnadelparto.it

Gabriele Mazzi

Palazzo della Battaglia - www.palazzodellabattaglia.it

Nella foto un momento di un laboratorio presso il museo. Foto di zz

La vignetta di Scacciapensieri:

Meglio non farsi vedere!

La pittura murale "quando vuoi lavorare in muro, ch'è 'l più dolce 'l più vago lavorare che sia, prima abbi calcina e sabbione, tamigiata ben l'una e l'altra". Così Cennino Cennini, pittore e trattatista toscano vissuto tra il XIV e il XV secolo, introduce nel suo Libro dell'Arte la tecnica dell’affresco, di cui la Madonna del Parto è un mirabile esempio. Dai tempi di Cennini la tecnica è rimasta la stessa. È una tecnica difficile, che costringe l’artista a conoscere a fondo i materiali, a usarli senza ripensamenti e incertezze, a passare molto tempo nei cantieri in condizioni di spazio e luce spesso disagevoli. È una pittura che non ammette errori! Dopo aver pulito il muro destinato ad accogliere la pittura, si eliminano eventuali irregolarità con una malta chiamata rinzaffo. A questo punto viene steso l'arriccio, uno strato di intonaco grossolano e ruvido composto da una parte di calce

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CRONAC HETTA

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

ha avuto un incidente con una “gippe” e poi ha proseguito per il Campo della Fiera. Mercoledì 29. Oggi è morta Giuseppina Magrini vedova Redenti. Aveva 92 anni ed abitava nella zona di Terrarossa. Era nata a Torchiale.

Mese di Gennaio 2014

Mese di Febbraio 2014

Mercoledì 1. Stanotte, verso mezzanotte, mi hanno svegliato un po' di fuochi ma non tanti. Un posto di lancio era vicino alla vecchia Stazione. Venerdì 3. Andando verso casa ho visto la Emola e Checco da Tavernelle che uscivano dalla posta. Mi sa che erano andati a riscuotere la pensione. Lunedì 6. Oggi è morto Natale Innocenti. Abitava al Ghetto ed aveva 79 anni. Era nato alla Montagna di Sansepolcro. Giovedì 9. Oggi sono andato dal Manenti alla Casanova e, di fronte al Molin del Caccia, ho visto che stavano mettendo i tubi per l'irrigazione. * Oggi è morta Ilda Palazzeschi vedova Procelli. Era conosciuta con il nome di Elda ed era la madre di Roberto, il giovane militare morto a Bologna per l'esplosione di una bomba. Venerdì 10. Oggi è morta Carolina (Lola) Ligi vedova Meozzi. Aveva 88 anni. Sabato 11. Stamani non ho fatto in tempo a dire che sarebbe stata una bella giornata che alle nove è ritornata la nebbia. Lunedì 13. Anche stamani nebbia; e anche ad Anghiari; e anche al Campo della Fiera. Giovedì 16. Tornavo dal Borgo, quando a Santa Fiora ho visto una bella cicogna che razzolava nei campi di Michele che vende gli ortaggi. Sabato 18. Stamani ho visto che il Ruggero aveva portato una barca di concio nel suo terreno al Ponte dei Sospiri. Mi sa che lo dà agli olivi. Domenica 19. Oggi è morto Secondo Del Sere. Aveva 70 anni ed abitava verso la Stazione. Era nato a Torchiale ed ha abitato nel Borgo della Croce, vicino al Conventone. Giovedì 23. Stamani sono andato a Tavernelle dal Baggi ma c'era solo la moglie che invece m'ha dato un pezzo di panforte che era anche buono. Poi ho visto che il camino della Piera fumava. * Oggi è morto Antero Chiribini di anni 87. Era conosciuto come Pepe ed abitava al Campo della Fiera. Era nato alle Cordicelle. Venerdì 24. Oggi è morto Gino Mazzoni di anni 86. Abitava a San Giustino ma era nato a Bivignano. Poi per molti anni ha abitato a Tortigliano, nella casa dove c'era la Madonna del latte, poi ha abitato a Catigliano. Sabato 25. Stanotte non ha fatto altro che tirare il vento. Domenica 26. Con mio nipote Giorgio siamo andati alla Stazione che si sentiva suonare la banda che c'era la Giornata della Memoria. * Oggi è morta Laura Nevini di anni 105. Ultimamente stava presso la Ripa ma era nata a Bibbiena. Era la collaboratrice (una volta si diceva la Perpetua) del parroco di Viaio don Narciso Panichi. Lunedì 27. Anche stamani ho visto una cicogna nel campo di Michele a Santa Fiora. Nell'androne del Conventone, quello del Borgo della Croce, ho visto diversi “pagneri” di legne. Mi sa che ce l'ha messi qualche mamma del Carmine. Martedì 28. Alfonso dalla Casanova m'ha detto che un capriolo è entrato nell'ambulatorio del dott. Martini nel Borgo della Croce e poi, dopo, è riuscito a fuggire ma quasi in cima

Sabato 1. Oggi è morto Paolo Fontani. Aveva solo 54 anni ed abitava al Ponte alla Piera dove era anche nato. * Oggi è morta Domenica Marzi vedova Lazzeroni di anni 80. Abitava a Viaio ma era nata di là dal Tevere, alle Vigne, in comune del Borgo. * Oggi ero al Centro Affari di Arezzo che c'era mia moglie con le donne del Tombolo. Domenica 2. Stamani il cassonetto davanti a casa era stato spostato nottetempo davanti all'ingresso dell'Asilo. Sabato 8. Oggi è morto Alberto Giannini di anni 94. Era nato al Borgo e ultimamente risiedeva nella casa davanti alla Propositura ma per molti anni ha abitato con la sua famiglia per i Cordoni. Stamani un imbecille ha messo dei sassi in mezzo alla via Cupa. Domenica 9. Oggi mia moglie ha fatto i stracci. Buoni! Lunedì 10. Oggi è morto Raffaello Casi, abitava al Molinello. Era nato a Gamboli e poi ha abitato anche a Casolare e Maraville. Venerdì 14. Oggi è morta la maestra Eva Gallai vedova Giabbanelli. Abitava al Terrato ed aveva 92 anni. Era nata al Casalino, nel piano della Sovara dopo il Molindagnolo. Prima di Anghiari aveva insegnato anche a Elci e al Ponte alla Piera. Martedì 18. Oggi sono venuti i fabbri da Castiglioni a mettere la rete per le colombe nel campanile di Sant'Agostino. Mercoledì 19. Oggi con Gastone siamo passati dal Cicalino che la Domitilla era ritornata in bottega. Sabato 22. Stamani sono andato a prendere il caffè dalla Doretta e ho visto che ancora lavorano alla pulizia dell'argine della Sovara. Martedì 25. Oggi con la Mary abbiamo raccattato gli sciormenti delle potature e ci abbiamo fatto diverse fascine. Giovedì 27. Oggi è morto a Subbiano, di dove era originario, Lamberto Ferruzzi. Aveva 89 anni e per molti anni ha abitato alla Vignolina, lungo la vecchia via per Caprese. Venerdì 28. Oggi è morta Palma Giorgeschi in Bernardini. Abitava a Casolari ed aveva 77 anni. Era nata a Castro ed ha abitato anche a Collalto.

Le suore del Cottolengo Qualche tempo fa abbiamo cercato notizie sul tombolo e sulle suore che tenevano una scuola, presso l’Ospedale, dove, fra le altre cose, insegnavano questa lavorazione caratteristica. Con l’aiuto di suor Astrid ci siamo messi in contatto con l’Ordine del Cottolengo che ha la sua sede a Torino e così siamo venuti a conoscere che un gruppo di suore vennero ad Anghiari cento anni fa tondi tondi. La loro presenza ad Anghiari risale infatti al 24 febbraio 1914 e la conclusione del loro servizio al 28 aprile 1942. Abbiamo in animo di riportare alcune testimonianze sulla presenza delle suore in Anghiari ricordando anche altre iniziative sorte grazie a loro.

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Questo giornale lo potrete trovate su Internet www.parrocchiadianghiari.it Scriveteci: oratorio@parrocchiadianghiari.it o: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI Per le vostre offerte: Propositura Insigne Anghiari - C/C postale N. 11802527

PIA SOCIETÀ DEL GESÙ MORTO - Anghiari ORARI DELLA SETTIMANA SANTA 2014 11 aprile Venerdì Ore 18.45 Affidamento della Cappa ai giovani della Compagnia di Sant’Antonio. Processione delle Compagnie dalla Propositura alla chiesa di Sant’Agostino per la recita dei vespri e Confessione. 13 aprile: DOMENICA DELLE PALME Ore 9.30 S. Messa presso la chiesa di Badia. Ore 10.45 S. Messa “in Passione Domini”. Inizio della liturgia nella piazzetta della Badia con la benedizione delle Palme e la Processione fino alla Propositura, dove proseguirà la Celebrazione. 14 aprile: LUNEDÌ SANTO Dalle ore 21.00 in Propositura, Sacramento della Riconciliazione (confessioni). 17 aprile: GIOVEDÌ SANTO Ore 17.00 a Tavernelle S. Messa “in coena Domini” e Lavanda dei piedi. Ore 18.30 in Propositura S. Messa Solenne “in coena Domini” con il rito della Lavanda dei piedi. Al termine della Messa ci sarà la reposizione del SS. Sacramento per l’adorazione personale fino a mezzanotte. Seguirà la visita in preghiera alle chiese del paese che rimarranno aperte fino a tarda notte. Ore 19.00 a Micciano, rito della “Lavanda dei piedi”. Ore 21.00 nella chiesa della Propositura ad Anghiari e nella chiesa di Tavernelle, Ora di meditazione. 18 aprile: VENERDÌ SANTO Ore 7.30 Lodi mattutine e Ufficio delle Letture in Propositura. Ore 11.30 Prima Processione dalla Chiesa di S. Agostino alla Propositura. Ore 12.00 Recita dell’Ora media in Propositura. Ore 15.00 a Tavernelle e Micciano adorazione della Croce. Ore 19.00 in Propositura Solenne Celebrazione della Passione del Signore. Segue la Processione con il simulacro del Gesù morto. L’itinerario sarà il seguente: Propositura, via XXV Luglio, Via Garibaldi, piazza Baldaccio, Via Matteotti fino in cima alla Croce. Sosta e benedizione del paese. Ritorno fino alla Fonte e per via Corsi si ritorna alla chiesa di Sant’Agostino dove, nella piazzetta antistante, terminerà la Processione. 19 aprile: SABATO SANTO Ore 7.30 Lodi mattutine e Ufficio delle Letture in Propositura. Dalle ore 15.00 Confessioni ad Anghiari e Tavernelle. Ore 21.00 Veglia e S. Messa a San Lorenzo e a Micciano. Ore 22.00 Veglia e S. Messa al Cenacolo di Montauto. Ore 23.00 in Propositura e a Montauto Solenne Veglia Pasquale “in Resurrectione Domini”. S. Messe secondo l’orario festivo.

20 aprile: PASQUA DI RISURREZIONE

21 aprile: LUNEDÌ DELL’ANGELO Festa a Santo Stefano: S. Messa alle ore 11.00. Al termine ci recheremo alla Maestà della Vittoria per la benedizione dei campi e l’estrazione delle Damigelle della Vittoria. A Micciano S. Messa alle ore 11.00. 27 aprile: DOMENICA IN ALBIS Da Micciano, alle ore 15,00, pellegrinaggio verso il Santuario del Carmine. Al Santuario del Carmine, alle ore 16, verrà celebrata la S. Messa con affidamento alla Madonna (Scapolare).


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