2014-4 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI AGOSTO - SETTEMBRE 2014

N. 4

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

Benvenuto Vescovo Riccardo!


Lo scrigno La mia vita dà senso al mio tempo scrigno segreto che ogni giorno si accresce di riflessioni di risposte di suoni di odori che ritornano scatenando forti emozioni. Il mio scrigno una miniera dove programmi e ricordi si intrecciano e danno luce ai miei giorni. Ciucoli Franca In copertina Accogliamo il nostro Vescovo Riccardo, che dal 14 settembre inizia la Sacra Visita Pastorale nel nostro Vicariato. L’ultimo Vescovo che venne in visita ad Anghiari e Monterchi fu Mons. D’Ascenzi nel 1994. Successivamente anche Mons. Bassetti iniziò la Visita Pastorale ma la dovette interrompere per il trasferimento a Perugia. Il Vescovo Riccardo ha ripreso la Visita laddove si era fermata. Nei mesi tra gennaio e giugno ha visitato il Casentino. Da agosto sarà in Valtiberina. Sarà una visita storica: è la prima, infatti, che non riguarderà ogni singola parrocchia consecutivamente; il Vescovo viene a visitare tutto il Vicariato, o per chiamarlo con espressione più aggiornata, l’Area Pastorale. È il primo segno ufficiale di un cambiamento di impostazione dell’organizzazione ecclesiale del territorio. Il programma della visita sarà affisso a tutte le chiese: il Vescovo non verrà a visitare gli edifici ma le persone. Sono infatti previsti incontri con tutte le realtà ecclesiali e sociali presenti nell’Area. Benvenuto Vescovo Riccardo! In copertina il Vescovo Fontana presso il Santuario del Carmine l’11 luglio 2012, anniversario dell’apparizione.

l'editoriale di enzo papi

Istinti primordiali

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ono stato a vedere la bella mostra presentata a Sansepolcro, a Palazzo Inghirami, da Vincenzo Calli, pittore e anghiarese doc. Mi è piaciuta! Non sono un esperto d’arte, ma l’arte mi piace, tanto che quella antica vado a vederla anche in giro per le strade di tutta Europa. Non potevo dunque perdere un’occasione facile come questa, che mi permetteva di vedere, a casa mia, lavori e opere interessanti di persone a me note e amiche. Non ho numeri critici da spendere - e non li spenderò -, ma so usare le parole per raccontare perché "Istinti primordiali", così si intitola l’antologica di Calli, mi è piaciuta. E butto là, subito, il motivo principale, cioè un’impressione: il silenzio. Sono alla ricerca da molti anni del bello e del vero della vita e mi sono convinto, da tempo, che l’uno e l’altro si possono almeno intravedere in un atteggiamento pensoso, nel silenzio appunto. Oggi? Una realtà chiassosa, frenetica, irascibile e stressata. Silenzio, come strada per recuperare invece una reale dimensione umana e serena; un reale ed un quotidiano veri, cioè belli. Perché la realtà, la vita che ci è data e il tempo che la Provvidenza ci ha assegnato sono tutti, per me, e per ciascuno, unici e quindi belli. Proporre oggi il silenzio come metodo, come strumento di conoscenza, credo, sia un messaggio che va per via diretta a recuperare il gusto della bellezza che tutti desideriamo e cerchiamo!

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e figure di Calli hanno volti pensosi e labbra serrate; anche la postura è monumentale, statuaria, quasi ieratica. Vengono in mente le impressioni che trasmette De Chirico, ma i personaggi di Calli, per fortuna, non sono manichini; si tratta di persone in carne ed ossa, presentate in atteggiamenti quotidiani, normali, ordinari. Gente che vive con consapevolezza? Certamente personaggi non distratti dal rumore e del chiasso di oggi: passeggiano, si riposano su una sdraio di fine estate, sono intenti a radersi. Propongono cioè una quotidianità normale, che tutti conosciamo e che è parte ordinaria della nostra esperienza più elementare. Gesti elementari appunto, fatti però con un volto non ordinario, con occhi che sembrano vedere la straordinarietà della vita anche nelle esperienze più banali. Interessante come proposta! Possiamo porci il problema allora: sarei o sarò mai capace anch’io di vedere la straordinarietà dell’esistenza nella ordinarietà del vivere quotidiano?

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a Calli non dipinge solo persone, fa anche paesaggi che colpiscono per i colori lussureggianti, per il rigoglio vigoroso di una natura esuberante, per la vita che esplode da dentro: piccole isole in mezzo al mare, sottoboschi e piantagioni ricchi di colore, rigagnoli sinuosi che quasi sbarazzini solcano lo scenario; una esplosione di vita… senza traccia alcuna di uomo, insomma! Inimicizia per l’umanizzazione che produce rumore, che genera chiasso e distrazione dal vero? Non è l’impressione principale che mi hanno trasmesso questo tipo di lavori, impressione per cui sarebbe anche troppo facile scivolare sul tema dell’ecologia. Troppo di moda! Pure di fronte a questi testi, invece, resta la sensazione del silenzio o, più precisamente, del deserto. Osservando quei paesaggi mi sono tornate alla mente certe opere di Hopper, scene di nastri autostradali solitari, pompe di benzina senza clienti, grattacieli muti, scene cioè di deserto urbano, dove l’uomo moderno ha tanto lavorato eppure non è fisicamente presente. In Calli la natura-deserto, in Hopper la città-deserto. L’idea è la stessa. Come fare silenzio e scoprire il bello del vivere - isola o pompa di benzina - senza riuscire a fare spazi di deserto, che permettano la riscoperta del vero? Questo è il problema. Fare il deserto, anche nel quotidiano, per ritrovare il gusto della vita vera!

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XLV - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro. Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanielisadelpiantaverarossiteresabartolomeigabrielemazzi.

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Papa Francesco

Riflessioni dei Seminaristi di Arezzo

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opo aver trattato della gioia del Vangelo, della missione evangelizzatrice della Chiesa e dell’impegno comunitario nell’evangelizzazione Papa Francesco, nel terzo capitolo dell’ Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, tratta dell’oggetto dell’annuncio e dell’evangelizzazione, il Vangelo. Immediatamente il Papa precisa che l’evangelizzazione è l’esplicita proclamazione che Gesù è il Signore (EG 110) e che senza aver conosciuto questa Persona, Gesù Cristo, non può esserci evangelizzazione e annuncio. Ogni credente è come l’apostolo Giovanni, che dopo la Pasqua riconosce Gesù sulla riva del mare di Tiberiade e dice a Simon Pietro: “È il Signore!” e così diventa un evangelizzatore, un annunciatore di Cristo Risorto. Sembra una cosa scontata, ma in realtà è l’essenziale: noi annunciamo una Persona, che abbiamo incontrato nella nostra vita e che vogliamo trasmettere agli altri. Questo era già stato specificato in EG 7 citando la Deus caritas est di Papa Benedetto XVI: All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva. L’annuncio è reso possibile dal popolo di Dio, che all’interno della famiglia umana, compie l’opera dell’annuncio, come già sottolineava Gaudium et Spes 2: il Concilio Vaticano II, avendo penetrato più a fondo il mistero della Chiesa, non esita ora a rivolgere la sua parola non più ai soli figli della Chiesa e a tutti coloro che invocano il nome di Cristo, ma a tutti gli uomini. A tutti vuol esporre come esso intende la presenza e l’azione della Chiesa nel mondo contemporaneo. Il mondo che esso ha presente è perciò quello degli uomini, ossia l’intera famiglia umana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa vive; il mondo che è teatro della storia del genere umano, e reca i segni degli sforzi dell’uomo, delle sue sconfitte e delle sue vittorie. Pertanto il compito dell’evangelizzazione è di tutti i credenti, sia consacrati sia laici, aiutati dalla forza dello Spirito Santo. Infatti è in virtù del Battesimo che il popolo di Dio diventa un popolo missionario. Certamente è fondamentale che il credente ogni giorno cresca nel rapporto con il Signore Gesù, perché esso non resti a livelli infantili, ma maturi e porti frutto. La nostra formazione permanente alla scuola del Signore Gesù finirà soltanto con la nostra morte. Fino a quel momento ci impegniamo a conoscere e a crescere insieme al Signore, come una coppia di sposi, che crescono insieme ogni giorno.

Non è necessario soltanto crescere come evangelizzatori, ma anche trovare in ogni circostanza modi per annunciare Gesù. La prima evangelizzazione la riceviamo dagli altri: il Papa al n° 121 specifica che dobbiamo lasciare che gli altri ci evangelizzino costantemente. In particolare il Papa mette in evidenza due servizi per l’evangelizzazione: i carismi e l’omelia. Nella storia della Chiesa lo Spirito ha suscitato e ancora oggi suscita diversi carismi, dai quali la Chiesa è arricchita. Essi sono regali dello Spirito (EG 130), che procedono verso Gesù Cristo e possono offrire diversi modi di evangelizzazione. Il Papa si sofferma molto sull’omelia, che è un’intensa e felice esperienza dello Spirito, un confortante incontro con la Parola, una fonte costante di rinnovamento e di crescita (EG 135) e precisa l’importanza di preparare bene l’omelia, dando spazio anche a suggerimenti pratici. È necessario dare un tempo di studio, di riflessione, ma soprattutto di preghiera per poter preparare bene l’omelia. Chiunque voglia predicare, scrive il papa, prima deve essere disposto a lasciarsi commuovere dalla Parola e farla diventare carne nella sua esistenza concreta (EG 150). Ma quest’ultima esortazione indirizzata ai sacerdoti credo che valga anche per i laici e per tutti gli evangelizzatori: lasciamoci commuovere da Gesù, attingiamo alla fonte d’acqua viva, che è la Parola di Dio, per dissetarci di quest’acqua, che dà la vita eterna, così da comunicare agli altri ciò che uno ha contemplato, come scriveva Tommaso d’Aquino. Buona lettura e buon cammino! Matteo

È facile trovare Papa Francesco con la sua espressione sorridente come nella foto in alto!

Il Vescovo visita la Zona Pastorale di Anghiari e Monterchi Domenica 14 settembre 2014, primo incontro con le nostre comunità nella chiesa di Santa Maria della Pace alle Ville di Monterchi. Domenica 5 ottobre 2014, la chiusura della visita pastorale presso il Santuario del Carmine. Il programma completo sarà esposto tempestivamente nelle chiese. 3


CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Agosto 2014

Mese di Settembre 2014

1° agosto, venerdì: Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20.00, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21.00, adorazione e S. Messa. 2 agosto, sabato: Perdono di Assisi. Alle ore 8.00 del mattino pellegrinaggio dal Cenacolo di Montauto alla Maestà di San Francesco. Alle ore 10.00 circa S. Messa presso il Cenacolo. 3 agosto, domenica: Domenica XVIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 5 agosto, martedì: Primo Martedì del Mese: In Propositura, alle ore 17.00, “Ora di Guardia con recita del Santo Rosario”. 6 agosto, mercoledì: Trasfigurazione del Signore. 7 agosto, giovedì: Primo Giovedì del mese: si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 10 agosto, domenica: Domenica XIX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. San Lorenzo, diacono e martire. Lorenzo, nato in Spagna, subì il martirio sotto Valeriano; fu disteso vivo sui carboni ardenti (graticola). Festa nella parrocchia di San Lorenzo dove, alle ore 19.00, sarà celebrata la S. Messa solenne cui seguirà un breve ristoro. 11 agosto, lunedì: Santa Chiara di Assisi. Seguace di S. Francesco, fondò il secondo ordine francescano detto delle Clarisse (1193-1253). 15 agosto, venerdì: Assunzione della Beata Vergine Maria: Sante Messe secondo l’orario festivo. Festa nella parrocchia di Micciano: Oggi la madre di Cristo è assunta in cielo, lodiamo il figlio signore del mondo. 17 agosto, domenica: Domenica XX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 24 agosto domenica: Domenica XXI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. San Bartolomeo apostolo. Bartolomeo, protettore della nostra parrocchia, è nato a Cana di Galilea; fu condotto a Gesù dall’apostolo Filippo. È tradizione che egli abbia predicato il Vangelo in India dove fu martirizzato, scorticato vivo e decapitato. Dopo la S. Messa solenne delle ore 18.00 celebrata in Propositura, seguirà la festa per tutti negli spazi dell’Oratorio. 27 agosto, mercoledì: S. Monica. Madre di Sant’Agostino per la cui conversione versò tante lacrime ed elevò tante preghiere a Dio. È esempio di madre veramente santa. 28 agosto, giovedì: Sant’Agostino vescovo e dottore della Chiesa (354-430). La S. Messa delle ore 18.00 verrà celebrata nella chiesa di Sant’Agostino. 29 agosto, venerdì: Martirio di San Giovanni Battista. Ad Anghiari si festeggia il Beato Bartolomeo Magi nato nel 1460, entrato nei frati minori della Verna, fu maestro dei novizi. Morì ad Empoli nel convento di S. Maria a Ripa nel 1510. La S. Messa delle ore 18.00 verrà celebrata nella chiesa della Croce. 31 agosto, domenica: Domenica XXII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

2 settembre, martedì: In Propositura, alle ore 17.00, “Ora di Guardia con recita del Santo Rosario”. 4 settembre, giovedì: si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 5 settembre, venerdì: Nella chiesa di Micciano, alle ore 20.00, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21.00, adorazione e S. Messa. 7 settembre, domenica: Sante Messe secondo l’orario festivo. Festa della Madonna nella parrocchia di S. Stefano. La S. Messa delle ore 11.00 sarà celebrata nella chiesa di S. Stefano anziché in Propositura. 8 settembre, lunedì: Festa grande a Pieve S. Stefano. 14 settembre, domenica: Domenica XXIV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. Esaltazione della S. Croce. “Adoriamo la Tua Croce Signore, proclamiamo la tua Risurrezione: da questo albero di vita, la gioia è venuta al mondo.” 21 settembre, domenica: Sante Messe secondo l’orario festivo. S. Matteo apostolo, evangelista. Nato a Cafarnao, Matteo esercitava il mestiere di esattore delle imposte quando fu chiamato da Gesù. Subito Matteo (Levi) lo seguì. Scrisse un Vangelo in lingua ebraica e si dice abbia predicato in Oriente dove subì il martirio. 23 settembre, martedì: S. Pio da Pietrelcina. 28 settembre, domenica: Domenica XXVI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 29 settembre, lunedì: Ss. Michele, Gabriele, Raffaele arcangeli.

AVVISO Domenica 24 agosto la S. Messa delle ore 11.00 in Propositura e quella delle ore 18.00 nella chiesa della Croce non avranno luogo. In Propositura, alle ore 18.00, verrà celebrata una S. Messa solenne in occasione della festa di San Bartolomeo patrono della nostra parrocchia.

Beato Bartolomeo Venerdì 29 agosto, nella chiesa della Croce, S. Messa alle ore 18.00 per festeggiare il beato Bartolomeo Magi, di origine anghiarese, e maestro dei novizi alla Verna. 4


S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Al Cenacolo di Montauto

Perdono di Assisi

Ore 8.30 Ore 9.30 “ Ore 10.00 “ Ore 11.00 “ “ “ Ore 11.30 Ore 16.00 Ore 18.00

Mercoledì 2 agosto, alle ore 8.00 del mattino, pellegrinaggio dal Cenacolo di Montauto alla Maestà di San Francesco. Alle ore 10.00 circa, S. Messa presso il Cenacolo.

-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine -S. LEO: Chiesa di San Leone -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE SOVARA: S. Maria Annunziata -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8.45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10.00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11.00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 11.15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17.00 (18.00 estivo) Chiesa di San Simeone a Monterchi

Sant’Agostino Giovedì 28 agosto,

Ultima domenica del mese: chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16.00 (ore 17.00 estivo).

alle ore 18.00,

MESSE PREFESTIVE:

S. Messa

Ore 16.00 - (ore 17.00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16.00 - (ore 18.00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16.00 - (ore 18.00 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17.00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 18.00 - Propositura di Anghiari

nella chiesa di Sant’Agostino.

A Catigliano la S. Messa festiva domenicale si celebra saltuariamente alle ore 9.00. Per le date precise è necessario informarsi in loco.

Primo Venerdì del mese al Carmine

A Micciano Ogni Primo Venerdì del mese per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza

Ogni Primo Venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.00.

S. Messa alle ore 20.00 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Le ossa di Noè sbucarono…

Valentina si è laureata

La premessa

Il giorno 26 marzo scorso Valentina Fiori si è laureata presso l’Università di Bologna, corso di Laurea Magistrale in Discipline dello Spettacolo dal Vivo sotto la Scuola di Lettere e Beni Culturali. Ha discusso una tesi dal titolo: “TEATRO MECCANICO. Masque Teatro, Heiner Goebbels e Verdensteatret”. Ha ottenuto la bella votazione di 108/110. Relatore è stato il professor Enrico Pitozzi, correlatore il professor Claudio Longhi. A Valentina, che abita a Tavernelle, gli auguri dei familiari e degli amici ai quali si uniscono quelli della Redazione che erano passati anche dalla Banchina per la Silvia.

[…] Alle più povere tra le vecchie si provvedeva con l’elemosina; alle giovani bastava tenere la porta socchiusa e un lume acceso. Si chiamavano cortesemente “donne segrete”, di fatto erano meretrici forzate, protette dalla comprensione benevola dei vicini, finché un cliente del loro rango non accettava di unire sacramentalmente le rispettive miserie. Le vedove meno bisognose, quelle che da un giorno all’altro si trovavano a governare una proprietà o a tirare avanti un mestiere artigiano, a trattare coi mercanti e coi clienti, avevano bisogno di garzoni svelti, di giovani capaci di sostituirsi al defunto, di difensori abbastanza intraprendenti da non andarsene appena chiusa la bottega. Nella realtà delle cose, l’opinione corrente tollerava che il matrimonio non fosse una sepoltura: l’anno era scandito da troppe feste popolari licenziose come i baccanali, i carnevali, la primavera, la mietitura, la vendemmia, perché le cantate di maggio sulle mogli infedeli fossero solo impertinenze. Anche questo favoriva gli scapoli: non a caso i giudici costretti a occuparsi di certe bazzecole processavano molte più donne maritate che mariti. I delitti di gelosia, quei pochissimi che esplodevano e lasciavano attoniti per l’inaudita ferocia con la quale gli assassini infierivano sulla vittima (mai un’archibugiata secca, un accoltellamento fulmineo, mai) erano quasi sempre lo sfogo imprevedibile di altri rancori più antichi e motivati: offese guelfe o ghibelline, soperchierie di caccia, recrudescenze di litigi tra vecchi commilitoni, questioni d’acqua o di confini. “Se è solo per gli scapoli non c’è bisogno di una casa speciale”, osservò qualcuno esprimendo il pensiero di tutti. Tuttavia dalla votazione non uscì nemmeno una pallina nera. Si disse più tardi che i priori avevano approvato il progetto all’unanimità per non negare ad Anghiari un ghiribizzo di cui le città maggiori si vantavano, oppure per alleggerire la responsabilità personale del gonfaloniere Bigliaffi che aveva un fratello eremita a Camaldoli e una sorella clarissa. Era nel pensiero di tutti che una volta costruito il “postribolo delle meretrici” a poco a poco lo avrebbero frequentato anche i mariti e il crimine dell’adulterio maschile sarebbe caduto in disuso e svanito dalla pratica della legge. “Che il Signore Iddio ci perdoni anche questo”, pregavano a cose fatte.

Auguri a Silvia Il giorno 15 aprile 2014 Silvia Franchini si è laureata in Laurea Magistrale in Tecnologie e Biotecnologie degli Alimenti presso l'Università di Agraria di Perugia discutendo una tesi dal titolo: “Caratterizzazione tassonomica e fisiologica di ceppi di lieviti isolati da colture di Kefir.” Ha ottenuto la bellissima votazione di 110 e Lode e Bacio Accademico. Relatore è stato il professor Pietro Buzzini. Agli auguri dei familiari e degli amici per Silvia si uniscono quelli della Redazione che, dopo la sosta alla Banchina, vanno a Tavernelle per la Valentina.

90 anni: auguri Nevia

Dagli scritti inediti “Un milione di giorni” di Gianfranco Vené, a cura di Franco Talozzi.

Un bel gruppo di parenti ha organizzato una festa a sorpresa per la Nevia Del Pia, abitante al Borgo ma nata, novant'anni fa appunto, al Molinello, il 13 giugno 1924, festa di Sant'Antonio di Padova. A quei tempi il posto si chiamava Molin della Morte, nome portato dalla famiglia Del Pia quando, da San Leo, si era trasferita in quella località gestendo, oltre alle terre, anche il mulino. Ma torniamo alla Nevia che ha ricevuto gli auguri e i complimenti di tutti i presenti e non solo. Nella foto la vediamo con tanto di targa realizzata per questa occasione con tutto il parentado e la più giovane che è risultata essere la Teresa.

Dagli scritti di De Crescenzo Un critico inglese: Non leggo mai un libro prima di recensirlo, per non lasciarmi influenzare! Nessun uomo amante del denaro può essere buono! Non sciupare il bene che hai col desiderio di quello che non hai!

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...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores

Rispetto

Errori

In questo caso facciamo riferimento all’ambiente e alla salute di noi abitanti della Terra (ma intanto cominciamo con Anghiari o, magari, da casa nostra). Negli anni sono stati pubblicati nel nostro periodico diversi articoli su questi temi, particolarmente attuali, e che non bisogna metter mai nel dimenticatoio. L’Oratorio, da sempre, mette a disposizione la pagina del Palterre per le considerazioni, i pensieri e le indicazioni dei lettori e, compatibilmente con gli spazi disponibili, ospita lettere in cui ci siano delle proposte che vanno nel senso esposto sopra o, comunque, di interesse generale. Le missive devono avere la firma, anche se poi non è necessario che essa venga pubblicata.

Vorrei intraprendere un nuovo cammino. Mi sento debole ad aprire un varco nella nuova vita. Ho un carico ai fianchi e alle spalle: sono errori della giovinezza quando non è facile cambiare. Eppure mi muovo con un desiderio di nuovo. Si tratta di ritrovare le forze vitali che per un lungo tempo mi hanno fatto compagnia: carità, amore, fede, fiducia nell’altro. Intanto prego perché il cielo mi sia amico e ritrovi il sorriso e la forza di continuare una via nuova da sola. Anche chiedere aiuto fa fatica e poi in molti non ascoltano il richiamo, confuso, tra le voci del mondo. Tempererò la mia volontà così saggia un tempo, vieterò alla mente di fantasticare, mi incamminerò con i fianchi più leggeri, per un perdono dei passati errori.

I seminaristi Venerdì 17 maggio scorso siamo andati a fare una gita ad Arezzo, al Seminario, e abbiamo incontrato i seminaristi: delle persone che hanno molta fede. Con loro abbiamo conversato a lungo e abbiamo capito che le giornate di queste persone sono stancanti ma piene della presenza di Cristo. La mattina alle sei si svegliano e prendono il treno per recarsi all’Università Cattolica di Firenze. La vita del seminarista non è poi tanto male; a mezzogiorno tornano a casa e fanno i compiti, ma dopo hanno tutte le libertà che vogliono. Tra i seminaristi ci è rimasto nel cuore Gabriele, che poi è venuto alla nostra recita scolastica “I promessi sposi”. Per questo ringraziamo Gabriele e tutti gli altri seminaristi (giovani e vecchi) che ci hanno fatto passare una bella giornata piena di Gesù! Ringraziamo anche la Gegia e la Cristina per averci portato ad Arezzo e che come sempre sono fantastiche.

Sila

Elio! Auguri! Il giorno 20 maggio ha raggiunto la bella età di 90 anni Elio Ragno. Elio ora vive a Tavernelle (La Banca), ma è stato per molti anni fattore dai Buitoni ad Albiano. Festeggiato dai suoi amici e parenti riceve tanti auguri da tutti, in particolare dalla figlia Antonella con Francesco, la nipote Emilia e da tutta la Redazione. Auguri anche dalla Nerella.

P.S. Con canti e balli e mangiare delizioso ci avete fatto passare una bella giornata! Grazie!

Gemma Borgogni, Rachele Serafini

La vignetta di Scacciapensieri:

Estate

Confidenze inutili!

di Clèto

Io in estate, quando l’erba comincia a seccarsi, le lascio fare il suo corso. Dopo mezz’agosto, in generale, è facile che piova e l’erba ritorna come se niente fosse. Certo i giardini annaffiati con i sistemi automatici sembrano più belli, perché uniformemente verdi, ma così c’è un notevole spreco di acqua. E poi i giardini con l’erba anche non proprio verde, se tenuti bene, cioè in ordine e puliti, non sono poi mica così male. Penso che ognuno potrebbe pensarci e decidere di rinunciare a un po’ di “verde”. Ma anche sull’orto c’è molto da lavorare. Se innaffiamo le nostre piante tutti i giorni loro non si daranno da fare per allungare le radici e cercare l’acqua o il terreno fresco. È un po’ come con i figli (anche se io non voglio e non posso dare lezioni a nessuno). Se gli diamo tutto quello che ci chiedono, anzi, prima che ce lo chiedano, non si daranno da fare per trovare delle soluzioni e, al primo inciampo, si troveranno in difficoltà (i figli) e si seccheranno (le nostre piante).

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

Il Santuario della Madonna del Carmine al Combarbio di Anghiari

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opo aver presentato tutte le chiese di origine medievale legate alla Pieve di S. Maria Assunta a Micciano, non possiamo trascurare questo importante santuario mariano costruito nel XVI secolo in seguito alle Apparizioni della Madonna ad una fanciulla dodicenne, avvenute a partiure dall’11 luglio 1536 in località Combarbio, sempre nel territorio della suddetta Pieve. Attingeremo con sobrietà le notizie storiche su queste Apparizioni e su questa ChiesaSantuario del Carmine dal libro di Giacomo Bartolomei – Giovanni De Robertis “Un Santuario mariano in terra di Anghiari”, Itea Editrice, Anghiari, stampato presso la tip. leg. “Tiferno” di Città di Castello, dic. 1987. Sul crinale della collina che separa la valle del Tevere da quella del Sovara, si snoda la strada provinciale che da Anghiari conduce a Ponte alla Piera. Percorsi circa 3 km, troviamo la località detta Combarbio, toponimo che sembra indicare l’incrocio di più strade che portano ai villaggi circostanti di Micciano, Motina, Tavernelle, Bagnolo e, nel passato, ai diroccati castelli di Montorio e Fatalbecco. In questo luogo solitario, sobrio, suggestivo, silenzioso, dove è difficile percepire anche il fluire delle acque del Sovara, l’11 luglio del 1536, una fanciulla dodicenne di nome Marietta, figlia di un certo Gambino Del Mazza, abitante nei pressi, afferma di aver avuto una visione della Madonna. La notizia si diffonde rapidamente per tutta la vallata e naturalmente arriva al Vescovo aretino mons. F. Minerbetti, che incarica il pievano di Micciano don Raffaele Maimoni, insieme a due rappresentanti delle comunità di Anghiari, di valutare la fondatezza dell’evento prodigioso, per cui interrogano la veggente e analizzano tutte le circostanze e le testimonianze più credibili. Don Maimoni, convintosi dell’autenticità delle Apparizioni mariane, riferisce al delegato del Vescovo i fatti accaduti nell’ambito territoriale della sua parrocchia. Il Vescovo con un Breve del 21 settembre 1536 autorizza la celebrazione della S. Messa nel luogo delle Apparizioni e la raccolta delle offerte dei fedeli, ma quest’ultima non da parte dei familiari di Marietta. Già dal 15 dicembre 1536 il pievano Maimoni comunica al delegato vescovile un elenco di miracoli avvenuti e le numerose offerte raccolte e che l’Apparizione era stata presa in considerazione e ritenuta autentica anche da parte del Tribunale dell’Inquisizione fiorentina. Dalle Visite pastorali di quel tempo, contenute nel

Archivio Capitolare Vescovile di Arezzo (ACVA) traduco dal latino e riassumo le seguenti testimonianze. Nel mese di luglio inoltrato del 1536 un certo Ludovico De Migliorati di Borgo S. Sepolcro, uomo di fede ma non ecclesiastico, si recò in località Combarbio a piedi per pregare nel luogo in cui si diceva avvenissero le Apparizioni. Trovò Marietta fuori dalla porta di casa e le domandò se veramente vedeva la Madonna. La fanciulla assentì insieme agli altri che erano lì presenti e gli indicò il luogo esatto dove la Vergine aveva appoggiato i piedi. Il De Migliorati era accompagnato dalla propria moglie, che asseriva tra l’altro di aver già ricevuto una grazia dalla Madonna, poi rimase ospite del padre della veggente, Gambino, e nella sera, assistendo al momento dell’Apparizione, dichiarò di aver visto roteare in cielo stelle più luminose, angeli intorno ad un crocifisso e un tabernacolo di color nero. Su questa relazione del Migliorati, nel documento dell’ACVA, si riportano i nomi di un certo Filippo da Valsavignone e di Francesco Nofri che dichiarano

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Le nostre chiese...

chiesa del Combarbio e in quell’occasione fu posta sopra l’altar maggiore l’immagine, che tuttora veneriamo, la quale al momento dell’Apparizione si conservava in casa di Ser Mariotto Ciaperini di Anghiari. L’immagine si compone della Vergine posta al centro del quadro, del Bambino Gesù, sorretto dalla mano sinistra della Madre, e di S. Giovanni Battista ancora bambino, più in basso. Il dipinto su tavola è stato realizzato dalla mano di un ignoto artista quattrocentesco di scuola fiorentina. Verso una piccola croce d’oro situata al centro del dipinto, si protendono le mani destre dei due bambini che da grandi, quali protagonisti del Vangelo, saranno uniti nella testimonianza di vita e nella morte cruenta di cui la croce è simbolo. Secondo una tradizione orale a noi pervenuta, la Madonna stessa, apparsa alla dodicenne Marietta, avrebbe indicato di voler essere venerata con questa particolare immagine. Questa chiesa del Combarbio all’inizio fu officiata per un breve tempo, dal 1540 al 1545, dai francescani della Verna, poi dal 1548 subentrarono i frati carmelitani della Congregazione di Mantova, dal momento che i duchi di questa città avevano interessi sulla Contea di Montedoglio ed ebbero anche il giuspatronato sulla Pieve di Micciano. I carmelitani quindi dedicarono la Chiesa e la suddetta immagine, alla Madonna del Carmelo, monte della Terra Santa, reso famoso nel Vecchio Testamento dalla presenza del profeta Elia, a cui i fondatori dei Carmelitani, tra cui S. Simone Stocke, si ispirarono. Ne promossero il culto celebrandone la festa ogni anno il 16 di luglio e in seguito anche nel giorno dell’Ascensione, attraverso “la Pia Società del Carmine”, la “Pia Unione di Maria SS.ma del Carmelo” e infine la “Società dell’Abitino o dello Scapolare del Carmelo”. La Vergine avrebbe promesso a coloro che muoiono con al collo lo scapolare del Carmelo, di andarli a prendere in Purgatorio nel primo sabato dopo il decesso e di condurli in Paradiso. Questo privilegio sabatino fu confermato nella bolla di Giovanni XXII del marzo 1322. Nel 1782 dopo ben 234 anni, in seguito ad un motu proprio del Granduca Pietro, i carmelitani furono costretti a lasciare la chiesa e il convento del Carmine, il cui Beneficio passò alla chiesa di S. Maria Maggiore in Firenze. Nel 1803 la popolazione di Anghiari riuscì ad affidarne la custodia agli Eremiti Camaldolesi, ma nove anni dopo un editto di Napoleone decretò lo scioglimento di ogni ordine religioso, per cui nel 1812 il Santuario del Carmine fu annesso come cappellania alla Pieve di S. Maria a Micciano, il cui cappellano aveva l’obbligo di risiedere nella canonica annessa alla chiesa, ricavata da una parte del vecchio convento. Nella prossima puntata proseguiremo il racconto di questa interessante storia fino ai giorni nostri.

che al momento dell’Apparizione a Marietta, avrebbero visto anch’essi nel cielo fenomeni stellari anormali. Questa è la sintesi liberamente parafrasata dei primi documenti sull’Apparizione mariana al Combarbio, a cui si può aggiungere la testimonianza di L. Taglieschi (ASCA ms. Filza 1627): “La Gloriosa Vergine Maria Madre di Gesù Signore Nostro appare sopra un castagno nel fosso delle Vetrici al Combarbio, di là della Calla, a vista di Marietta pastorella, circondata da molti splendori e dopo fu, nel medesimo castagno e luogo… veduta da altre persone”. Mons. Francesco Minerbetti, Vescovo di Arezzo, considerate serie le varie testimonianze del pievano A. Maimoni, delle autorità civili locali anghiaresi: il vicario, il gonfaloniere, i priori delle comunità e delle succitate persone Ludovico de’ Migliorati, Francesco Nofri, Filippo da Valsavignone, per cui si doveva escludere un fenomeno di allucinazione collettiva, di truffe e di imbrogli, con il Breve in data 27 agosto 1536 concesse la “Licenza”, cioè il permesso di erigere nel luogo esatto delle Apparizioni miracolose una cappella o chiesa con le offerte dei fedeli pervenuti da tutta la Valtiberina, dall’Alpe di Poti e Catenaia, della Luna, da Badia Tedalda e perfino da Bagno di Romagna. Anche nell’archivio parrocchiale di Anghiari (APA) c’è un’antica memoria in data non precisata che racconta l’Apparizione alla pastorella Marietta dodicenne mentre pascolava i suoi armenti e che numeroso popolo accorse a venerare la Vergine, a cui fu dedicato un tempio, entro cui fu incluso il luogo del castagno sopra il quale era apparsa. L’edificio sacro venne dedicato alla Madonna del Combarbio. Oltre al Vescovo di Arezzo, anche il viciniore di Sansepolcro riconobbe la miracolosa apparizione al Combarbio e in seguito lo stesso Papa San Pio V, con la sua bolla papale del 25 febbraio 1571 concesse a tutti i fedeli che si fossero ritrovati nella chiesa di S. Maria del Combarbio, situata fuori del castello di Anghiari, oltre la benedizione apostolica, particolari indulgenze. Il primo maggio del 1552 fu solennemente consacrata e inaugurata da parte del Vescovo tifernate Mons. Filicari la

Nell'altra pagina - In alto veduta panoramica dell'altare maggiore e delle cappelle laterali. Sotto, la facciata del santuario. In questa pagina, in alto, veduta del chiostro con la cisterna per l'acqua collocata al suo centro.

Festa nella parrocchia Micciano Giovedì 14 agosto alle ore 21.00 S. Messa e processione Venerdì 15 agosto alle ore 16.00 S. Messa la festa in parrocchia prosegue col Ferragosto in famiglia 9


Alle giovani mamme Per necessità adesso sono a casa dei miei figli, a contatto con i miei nipoti che mi fanno anche compagnia. Vedo che non hanno bisogno di tanti regali per farli contenti: a volte neanche li guardano! Preferiscono le coccole e parlare molto con loro. Non piazzateli per ore davanti alla tivù. Quando potete, è meglio una passeggiata all’aria aperta, in mezzo alla natura; mi sembrano più tranquilli oramai. Vittorio è un ragazzotto, frequenta lo sport, la scuola e la dottrina; perciò sono contenta. I due più piccoli, quando non danno retta, non alzate tanto la voce con parolacce, e tanto meno le mani, raccontategli delle semplici storielline: vedrete come vi ascoltano! Se fanno i capricci per lavarsi, io direi alla piccola Irene, che gli piace infiocchettarsi, così: Quando mi pettino, mi lavo e indosso la mia maglietta col fiocco rosso, gli occhi asciutti, fresca la bocchina, tutti mi dicono: che bella bambina! A Matteo che vedo meno, ma so che è nervoso per cambiarsi dico: Se non mi lavo, non mi pettino e vado a spasso con la mia mamma, incontro gli amici, sono sudiciotto! A me mi dicono che bimbo brutto! Vedrete come vi danno retta! Adesso i bambini sono furbi, ambiziosi. A quei giovanotti che stanno spiccando il volo da soli dico di rimanere sempre bravi ragazzi, le cose semplici sono le più belle. Non fate “La sera leoni, la mattina cog....i.” Maria Senesi

A Vera

I nonni ci hanno raccontato... Dall’album di Gessica

Poesia per i nonni Caro nonno e cara nonnina vorrei tanto dedicarvi una poesia ma ancora non so scrivere e non so trovare la rima. So solo che mi volete tanto bene. Tu nonna sei così brava a preparare la pastasciutta e io la mangio tutta spesso la fai col pesto per fare presto presto tu nonno, che appena hai mangiato ti fai un sonnellino sorridi sempre anche quando sono birichino e tu nonnino la mattina ti piacerebbe dormire ma fuori aspetta il pulmino e ti alzi per accompagnare il tuo nipotino. Nonno, nonno, quanto sei buffo quando ti fai la barba, canti sempre e fai il verso di suonare per tenermi allegra e farmi ballare. anche tu nonnina scherzi sempre, mi corri dietro e non mi acchiappi mai. Cari nonni, vogliamo terminare la nostra poesia, donandovi con tutto il cuore il nostro affetto e il nostro amore. Gessica in collaborazione con: Samuele Greco Serena Rosati Elena Senesi Silvia Giuliattini Mattia Draghi Marco Fragai

A te che non ti sei mai risparmiata, a te che tanto, tanto hai dato; a te che non meritavi questa sorte, a te che l’hai invocata tanto questa morte; a te che da quando sei andata “via” hai spento un faro nella vita mia; a te mia forte e coraggiosa mamma, ignara di quanto dura fosse la battaglia; piano piano te ne sei resa conto, ma non hai mollato, hai lottato fino in fondo; purtroppo l’acerrimo “nemico” ti ha invaso e a morte ti ha colpito, ma tu rimarrai sempre nel nostro cuore, riposa in pace ora, nella casa del Signore.

Il mio nipotino

di Silvana Ruggeri

Con amore le tue figlie Cosetta, Nicoletta, Enrichetta Ennio Flaiano, Frasario essenziale, Bompiani, 1994

Il peggio che può capitare ad un genio è di essere compreso.

Nella mia vita triste e solitaria è entrato un vivido raggio di sole, un dolce bimbo dai riccioli d’oro con gli occhi grigi, profondi e sinceri. Corre veloce dietro la palla, a suon di musica salta e balla e ride e gioca con la sua mamma. Quando alla sera torna papà il bimbo subito incontro gli va e tutti insieme festa si fa. Questo splendido bambino è Lorenzo, il mio nipotino! Anghiari 16 maggio 2014

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PRIMA COMUNIONE

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omenica 22 Giugno 2014, ventinove bambini della nostra Comunità parrocchiale di Anghiari hanno ricevuto, per la prima volta, la Santa Eucaristia. Il giorno da tutti tanto atteso è stato preceduto da un percorso fatto di tre anni di catechismo, anni nei quali genitori, catechisti e bambini si sono incontrati più volte, con il parroco Don Marco, per momenti di catechesi, animazioni delle Liturgie, cene insieme e uscite in vari luoghi che testimoniano, ancora oggi, a noi uomini e donne del terzo millennio, l’importanza e l’indispensabilità della presenza di Cristo nella nostra vita. Grande è stato l’insegnamento che tutti noi abbiamo ricevuto da questi ventinove bambini: la capacità di affidarsi, di ascoltare e di seguire, la voglia di incontrare Gesù, certi che solo Lui porta quella gioia grande che accompagna per tutta la vita e che possiamo assaporare ogni volta che, uscendo da noi stessi, facciamo esperienza di Comunità. Allora forza, bambini, prendiamo posto nel mondo, il Signore è con noi e l’augurio che i vostri Catechisti vogliono farvi è proprio questo: "Gesù che avete da poco ricevuto, accenda nei vostri cuori la voglia sempre più ardente di conoscerLo e di testimoniarLo con fede, speranza e carità a tutti coloro che incontrerete." I Catechisti In alto la foto ricordo nella chiesa della Croce al termine della processione per le strade di Anghiari (Studio F10 di Boldrini).

L’angolo sprizzacervelli

19° quesito

Il campionato

di Ravella Merinista oratorioquiz@gmail.com

Se, arrivati ai quarti di finale dei Campionati del Mondo, con le otto squadre rimaste (ahimè senza l’Italia) si fosse fatto, al posto dell’eliminazione diretta, un campionato all’italiana con tutti i possibili incontri, senza il ritorno, quante partite ancora si sarebbero viste?

Soluzione del quesito del numero scorso

6 1 8

7 5 3

2 9 4

Questa è una delle possibili soluzioni, ci sono poi tutte le simmetriche, la somma deve essere 15. Volete mandare la vostra soluzione o scrivere a Ravella? Scrivete qui: oratorioquiz@gmail.com

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NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Semplici regole per la corretta attivazione dei servizi di pronto intervento

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118

dicembre di quest’anno, ricorrerà il 20° anniversario della nascita del 118 in Valtiberina. Nonostante siano due decenni che il sistema sanitario utilizza la centrale del 118, c’è ancora molta confusione sul modo di richiedere l’intervento di un’ambulanza da parte del cittadino. Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza. La centrale del 118 agisce a diversi livelli per garantire sia l’intervento immediato di mezzi di soccorso, sia per predisporre i mezzi necessari per soddisfare quelle necessità che non hanno carattere di urgenza, come ad esempio dimissioni dall’ospedale o trasferimenti da un ospedale ad un altro, ma questo secondo tipo di servizi non riguarda il cittadino, bensì le strutture ospedaliere. Analizziamo quindi ciò che riguarda le chiamate di urgenza. Spesso la gente si chiede: perché, se siamo davanti ad una persona che sta male dobbiamo chiamare un centralino di Arezzo che poi a sua volta, deve chiamare l’associazione della Valtiberina per attivare l’ambulanza? Sembra una perdita di tempo! Ma non è così. La centrale 118, gestendo in contemporanea tutta la provincia è in grado di: * Ricevere le chiamate di soccorso e in base alle informazioni ricevute, mobilitare il mezzo più adatto alla situazione, affidando un codice colore di gravità * Verificare istantaneamente la disponibilità dei mezzi necessari * Verificare in tempo reale la disponibilità dei posti letto per vittime che necessitano di ricovero * Interagire con ambulanza e ospedale di destinazione * Scegliere una diversa destinazione se l’ospedale più vicino non dispone delle risorse adeguate * Interagire con le centrali operative di altre province se necessario Tutto questo assicura una risposta ad ogni tipo di chiamata, sia che si tratti di una singola emergenza o di un’emergenza multipla. L’operatore di centrale, persona professionalmente qualificata, che prende la chiamata, pone al chiamante una serie di domande che servono a capire la gravità del fatto; in base alle informazioni che gli vengono fornite assegna un codice colore all’intervento da effettuare: * BIANCO – vittima non critica, sicuramente non in pericolo di vita, non ha bisogno di intervento urgente * VERDE – vittima poco critica, non in pericolo di vita, non ha bisogno di intervento urgente * GIALLO – vittima critica, non è in immediato pericolo di vita, ma potrebbe diventarlo, l’intervento è urgente * ROSSO – vittima molto critica, in pericolo di vita, intervento da effettuare con la massima urgenza In base al codice colore assegnato verrà attivata l’ambulanza più idonea: per i codici gialli e rossi viene attivata l’ambulanza

attrezzata con il medico a bordo, coadiuvato da personale volontario, con preparazione e abilitazione all’emergenza. Questa ambulanza staziona fissa all’ospedale di Sansepolcro 24 ore su 24, sette giorni su sette. Questo servizio è garantito, a rotazione, da volontari di Misericordia (di Pieve s. Stefano, Anghiari e Sansepolcro) e volontari di Croce Rossa Italiana, tutti con uguale preparazione. Un accordo fatto con la centrale, stabilisce che tale servizio, sia coperto per tre giorni consecutivi dalle Misericordie e il quarto dalla Croce Rossa Italiana, per poi ricominciare con le Misericordie ecc., ecco spiegato perché a volte vediamo arrivare l’ambulanza della Misericordia e altre volte quella della Croce Rossa. Mentre questo tipo di intervento è garantito dall’ambulanza che si trova presso l’ospedale, contemporaneamente, c’è sempre una seconda ambulanza con equipaggio pronta a partire su richiesta della centrale. Questo tipo di ambulanza, senza medico a bordo, sempre completamente equipaggiata, è detta di BLSD, ciò significa che il personale a bordo è abilitato ad intervenire sia per i codici bianchi o verdi, ma anche per i codici più urgenti come i gialli e i rossi, qualora l’ambulanza con il medico sia impegnata in altro intervento. L’ambulanza di BLSD è fornita a rotazione da: Misericordia di Anghiari, Misericordia di Pieve Santo Stefano, Misericordia di Sansepolcro, Croce Rossa Italiana L’associazione di turno ha il proprio equipaggio sempre pronto a partire, giorno e notte, e rimane a disposizione delle eventuali chiamate presso la propria sede, il che significa che se è di turno l’ambulanza di Pieve Santo Stefano ed è richiesto un intervento al Ponte alla Piera, dobbiamo tenere presente che i tempi tecnici di arrivo, devono essere calcolati in base alla distanza da coprire. È facoltà della centrale operativa, se ritenuto necessario, cercare nel frattempo, un mezzo più vicino al luogo dell’intervento, che possa prestare la sua opera nell’attesa del mezzo di BLSD o della medicalizzata.

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Detto questo, per riassumere, ricordiamo che l’ambulanza non va mai chiamata direttamente, ma va sempre chiamato il 118, che provvederà a mandarci il mezzo più adatto nel minor tempo possibile. Dipenderà anche da noi dare le informazioni corrette per far comprendere al meglio il problema; ricordiamo che se una persona è cosciente, respira ed ha battito cardiaco, non è in immediato pericolo di vita. Questo servizio è completamente gratuito, ma impariamo anche a pensare che sul nostro territorio c’è una sola ambulanza con il medico a bordo. Lasciamola disponibile per chi ne ha veramente bisogno! Qualche indicazione su come effettuare la chiamata al 118 Cerchiamo sempre di essere precisi nel fornire le indicazioni: * Tipo di emergenza per cui si chiama * Numero di persone coinvolte se più di una * Luogo da cui chiamiamo, specificando paese, indirizzo, numero civico e possibilmente qualche punto di riferimento vicino, in modo da aiutare l’autista dell’ambulanza ad individuare in fretta la località * Nome e numero di telefono di chi chiama * In caso di intervento in casa, nome scritto sul campanello, nel caso che sia diverso da chi chiama * Età e sesso dell’infortunato (o infortunati) * Stato di coscienza dell’infortunato (cosciente o incosciente) * Respiro (respira o non respira o respira con difficoltà) * Se si presenta sudato o pallido o cianotico È necessario fornire tutte queste indicazioni, e poi rispondere anche ad eventuali altre domande rivolte dall’operatore. Non è tempo perso! Ricordiamo che se è una situazione urgente, intanto che siamo al telefono, l’ambulanza è stata già fatta partire!

I nuovi soci fino a giugno Bernardini Mirella Buti Lazzaro Crociani Francesco Donnini Rosalba Frosina Vincenzo Martinelli Iole Mondani Alessandro Palchetti Stefano Raspini Iolanda Rossi Orietta Tanguenza Carla Tanzi Marcella

Le offerte pervenute Angiolo Graziotti - la famiglia alla memoria Babbini Ascanio e Armando - alla memoria dei genitori Bartolomei Pier Gerolamo - la famiglia alla memoria Bartolomei Corsi Pietro - alla memoria dei genitori Canestrelli Luigi (Adelmo) - la famiglia alla memoria Capacci Valter Corsini Gioacchino - la famiglia alla memoria Crociani Francesco

900 200 450 100 100 30 100 20

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Dopo aver telefonato verifichiamo che il nostro telefono rimanga libero per permettere alla centrale di ricontattarci se ha bisogno di ulteriori informazioni, o per comunicare eventuali variazioni della situazione, ed è importante non allontanarsi fino all’arrivo dell’ambulanza per spiegare l’accaduto ai soccorritori. Se siamo in casa, raccogliamo eventuale documentazione medica della persona colpita da malore. Vogliamo a questo punto ricordare, per completezza, che anche la necessità di chiamare la guardia medica deve seguire un iter nuovo: sia che si abbia bisogno di una visita a domicilio, sia che ci si rechi presso l’ambulatorio, o che si necessiti di una ricetta va sempre e comunque chiamato il centralino unico al numero 0575- 303730. Livia Ceradini

Nella foto dell'altra pagina alcuni dei nostri volontari prima dell'Assemblea dei Soci nell'anno 2013. Qui sopra. Si sta per benedire una nuova ambulanza per il servizio con il 118.

Crociani Sauro - la famiglia alla memoria 470 Emma Conti - la famiglia alla memoria 135 Eugenio Merendelli - la famiglia alla memoria 515 Ghignoni Assunta 20 Giorni Annibale - la famiglia alla memoria 250 Guadagni Eugenio 35 Guiducci Mario 50 Ilia Geppetti - la famiglia alla memoria 300 Leonessi Ermida - la famiglia alla memoria 150 Mastrorilli Claudio - la famiglia alla memoria 350 Meozzi Spinetta - alla memoria dei propri defunti 50 Palchetti Stefano 5 Paletti Gino e Giuliana 20 Raffaelli Maria - la famiglia Raffaelli alla memoria nel 2° anniversario 50 Ridolfi Elia 5 Ruscetti Vincenza 10 Santinelli Clelia - la famiglia Nofri alla memoria 50


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

email: gruppoanghiari@fratres.eu

Il forte abbraccio con Papa Francesco

FRATRES e MISERICORDIE

Il 14 giugno ultimo scorso, Papa Francesco ha accolto, in piazza S. Pietro, i Gruppi “Fratres” e le Misericordie d’Italia. Dovevano essere trentamila, ma, alla fine, erano sessantamila i volontari arrivati a Roma fin dalle prime ore del giorno. Anche una folta rappresentanza del Gruppo “Fratres” e della Misericordia di Anghiari vi ha partecipato, insieme alla sottoscritta, prendendo parte così alla grande festa in Piazza San Pietro. Siamo partiti attorno alle 5 della mattina ed a Roma un bel sole splendente ci attendeva. L’attesa è stata lunga, ma ne è valsa la pena. A mezzogiorno in punto, un’esplosione di gioia ha accolto l’arrivo del Papa. La mattinata, in attesa dell’entrata in piazza di Sua Santità, si è svolta alternando canti, preghiere e testimonianze. Il primo a condividere la propria testimonianza con tutti noi è stato Kami, 51 anni, originario dell’Iran, uno dei mediatori culturali del CARA (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) di Sant’Anna, gestito dalla Misericordia di Isola Capo Rizzuto; poi Emilio Tincani, uno dei fondatori della giovane Misericordia di Milano Sant’Ambrogio, che lavora in strada con chi vive ai margini della società; Federico Bonechi, responsabile del progetto della Confederazione nazionale che ha portato alla nascita, ad inizio anno, una Misericordia a Betlemme, il quale ha citato l’esempio del nostro fratello Abuna Mario, sacerdote di Sansepolcro a noi caro, che svolge una grande attività di carità a Beit Sahour, alle porte di Betlemme; Federico Finozzi, presidente dell’AIDO (Associazione Italiana Donatori Organi) di Pisa e detentore del record del mondo di nuoto sui 50 rana per trapiantati; Alfredo Pisu, Governatore della Misericordia di Cagliari Pirri, che fa parte del Comitato Paraolimpico della Sardegna. Quando è entrato sua Santità Papa Francesco la piazza, come abbiamo già detto, è letteralmente esplosa di gioia e commozione, sotto le note di canti quali “Jesus Christ You Are My Life” e “L’Emmanuel”. Il Papa si è rivolto ai confratelli con affetto, ricordando che tutto il servizio prende forma dalla parola “Misericordia” che etimologicamente significa “donare il cuore ai miseri, a quelli che hanno bisogno”, proprio come ha fatto Gesù che ha spalancato il cuore a chi ne aveva bisogno. Il Papa ha poi parlato del pericolo di essere “spettatori informatissimi e disincarnati”, ovvero di restare passivi davanti alle evidenti statistiche sulla povertà. “Troppe parole”, continuava il Papa, con il rischio che rimangano tali, senza far niente. Ognuno di noi, invece, dovrebbe seguire l’esempio di Gesù e avvicinare i sofferenti, aiutarli, aprirgli il cuore senza timore, proprio come ha fatto Lui; diventare presenza che soccorre, segno della vicinanza di Dio che è bontà, provvidenza e amore. «Che le Misericordie ed i Gruppi "Fratres" - concludeva Papa Francesco, prima di impartire la sua benedizione a tutti i presenti - continuino ad essere luoghi di accoglienza e di gratuità, nel segno dell’autentico amore misericordioso per ogni persona.» Il 14 giugno, poi, è stato anche un giorno di grandi coincidenze: era la Giornata Mondiale del Donatore e ricorreva, allo stesso tempo, il 28esimo anniversario dell’incontro delle Misericordie con Giovanni Paolo II, il quale segnò una svolta

nella vita dei movimenti, ai quali fu indicata con chiarezza la via della carità che i Gruppi Donatori di Sangue "Fratres" e le Misericordie dovevano far propria, con le storiche parole: “ecco la consegna che vi affido... siate i promotori e fautori della civiltà dell’amore, siate testimoni infaticabili della cultura della carità”. Finita l’udienza pontificia, dopo una breve pausa per rifocillarci all’ombra dell’imponente colonnato del Bernini, siamo partiti per il previsto tour turistico attraverso i più significativi luoghi storici della “Città Eterna”: partiti da Castel Sant’Angelo, passando per Piazza Navona, fontana di Trevi, visitando con grande ammirazione la maestà del Pantheon e la sua “luce infinita”, fino ai Fori Romani, immersi totalmente nel fascino della storia romana. A farci da guida il nostro amico Massimo, che ha saputo magistralmente descriverci il tutto. La giornata si concludeva con un po’ di pioggia, che ci ha costretto a inventarci ripari per non bagnarci troppo ma, senza alcun dubbio, con un nuovo sole nel cuore! È stata per tutti una splendida giornata di gioia e condivisione che difficilmente verrà dimenticata! Federica Ricceri In alto uno scorcio di Piazza S. Pietro, gremita dai 60.000 volontari della "Fratres" e delle Misericordie. Sotto, il gruppo dei pellegrini anghiaresi in Piazza S. Pietro, dopo la cerimonia.

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...dal Gruppo “Fratres” Oltre cento i corridori presenti alla competizione sportiva della “Festa Estiva del Donatore”

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Trofeo “Città di Anghiari”: vince Porazzini

lessandro Porazzini si è aggiudicato la 2° edizione del Trofeo “Fratres” Città di Anghiari. La corsa podistica si è disputata sabato 5 luglio all’interno della 16° "Festa Estiva del Donatore" ed è stata organizzata dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari. Il trentaduenne Porazzini ha disputato una splendida prestazione ed ha dominato la contesa negli 11 km del percorso, precedendo nettamente Luca Pennacchini e Francesco Cerrini. Un trionfo meritato che è arrivato a poco meno di una settimana di distanza dal successo ottenuto, sempre ad Anghiari, nel Palio della Vittoria. Il podista dell’Olympic Runners Lama ha completato la prova in 40’42” ed è salito sul gradino più alto del podio dopo il 4° posto conquistato nella passata edizione. Il 2° Trofeo “Fratres” Città di Anghiari - Trofeo Adriano Giorni ha visto la partecipazione di circa cento atleti ed ha regalato a tutti gli appassionati un bel pomeriggio di sport. Tra le donne ha festeggiato invece Paola Garinei. La forte atleta dell’Avis Perugia ha concluso la sua fatica con il tempo di 45’00” ed ha concesso il bis dopo l’affermazione del 2013. Il Trofeo Adriano Giorni (in memoria dell’indimenticato podista anghiarese) è stato consegnato da Giuseppe e Luca Giorni (figli di Adriano) a Claudio Fiordelli (il meno giovane tra gli atleti al via). Doveroso sottolineare la presenza delle categorie giovanili (maschi e femmine) che hanno inaugurato la manifestazione organizzata dal Gruppo Donatori di Sangue "Fratres" Anghiari (grazie al sostegno di numerosi volontari e degli sponsor). La competizione si è chiusa con le premiazioni e con una gustosa cena sotto Le Logge mentre la 16° "Festa Estiva del Donatore" è invece proseguita con la musica di “B-Side Jazz Band” di Anghiari e degli aretini “I Fuorigioco” Daniele e Gianluca. Ulteriori approfondimenti sul 2° Trofeo "Fratres" Città di Anghiari (le interviste video e le classifiche complete di tutte le categorie) nel sito www.sportapp.it. Daniele Gigli In alto a destra gli oltre cento podisti, al momento del via da Piazza Baldaccio. Qui a destra il podio dei vincitori con al centro il trionfatore Alessandro Porazzini (foto Leonardi Luigi).

Ad Anghiari si pedala per la... vita!!! Molto intensa l’attività sportiva della locale palestra FIT4YOU che, posta a fianco del Palazzetto dello Sport anghiarese, è una tra le più gettonate strutture non solo del paese ma di tutto il comprensorio. Molto frequentato il corso di “Spinning”, uno sport di gruppo che vede decine di atleti pedalare all’unisono, sopra una speciale bici che pur essendo fissa, riesce a simulare qualsiasi tipo di percorso e di… fatica. Il tutto per almeno un’ora, a perdifiato, sotto il comando perentorio di un indomabile istruttore, Sandro Santini, da sempre punto di riferimento per questa disciplina. Ma non sono però, queste, pedalate qualunque… Da bravo donatore di sangue di lungo corso, l’amico Sandro ha pensato bene di fare “solidarietà” anche con il suo hobby, proponendo nelle nuove divise il logo “Fratres” del nostro gruppo (vedi foto qui sopra). È per questo che lo ringraziamo pubblicamente con questo breve scritto, con la speranza che la sua iniziativa contribuisca a convincere quante più persone a…”PEDALARE PER LA VITA”, non solo la propria ma anche quella degli altri, diventando dei donatori di sangue “Fratres”. La presidenza

FATTI UN REGALO: DONA SANGUE!!! Prima di andare in ferie, ricordati delle cose importanti: lascia un po’ di te… dove ce n’è bisogno! 15


Nel prossimo numero articoli ed immagini

Grest!

Mentre il giornalino è in stampa, sta iniziando il Grest di quest’anno. Nel prossimo numero non mancheranno notizie, racconti, esperienze… Ma il periodo di luglio (due settimane) che ha visto la partecipazione di numerosi bambini e ragazzi, non è la conclusione del Grest. L’ultimo periodo, come ormai è tradizione, si concluderà con la festa di San Bartolomeo, patrono della nostra parrocchia. Anche in quella settimana sono previste tante attività e tante proposte.

Ecco il programma dell’ultima settimana, dal 18 al 24 agosto: Lunedì 18 agosto, dalle 9 alle 18: attività varie in oratorio, con compiti, giochi e canti. Martedì 19 agosto, dalle 8 alle 18: camminata. Mercoledì 20 agosto, dalle 16 alle 19: tornei sportivi. Venerdì 22 agosto, dalle 8 alle 18: gita. Sabato 23 agosto, grande giocone a Tavernelle. Domenica 24 agosto, dalle 16 alle 23: preparazione della festa, S. Messa in Propositura e a seguire festa con tutta la parrocchia.

Il tema del Grest Il tema scelto per il Grest 2014 (il logo è sopra a destra) è “abitare”: «..venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). In un mondo pieno di parole, il tema di quest’anno ci richiama al bisogno che quelle di Gesù prendano dimora nell’esistenza degli uomini. La vita degli uomini non può prescindere dal parlare, così non può fare a meno di «trovare casa», di «fare casa» su questa terra in cui Dio ci ha collocato. «Prendere dimora» nella vita degli uomini, parafrasando il Vangelo di Giovanni, ci apre ad un mondo di relazione autentiche, vere, è a10anni di Grest

10 anni Era il 2004 quando don Marco si inventò e propose di passare delle giornate in parrocchia con alcune iniziative in stile campeggio, per i ragazzi delle elementari e delle medie, aiutati e accompagnati dai ragazzi più grandi e da alcuni adulti della parrocchia. Così, timidamente, ma come sempre accade per le cose belle, iniziò l’avventura del Grest nella parrocchia di Anghiari. Furono semplicemente tre giorni, precedenti la festa di san Bartolomeo. Giorni con attività preparate da un gruppetto di “animatori” che ormai sono adulti già impegnati

nel lavoro e, speriamo presto, nella famiglia. E vennero anche tanti bambini, che poi negli anni seguenti non hanno mai mancato di seguire la parrocchia nei campeggi e al Grest. Son davvero tanti i ragazzi che in questi dieci anni sono passati dal Grest, e che conservano un ricordo gioioso e simpatico di quelle giornate. E così, per celebrare questo decennale, abbiamo pensato di frugare nell’archivio fotografico della parrocchia e ritrovare almeno due foto che descrivono quelle prime giornate, che furono l’inizio di una storia che sta continuando. Anche quest’anno c’è il Grest: tanti nuovi genitori e adulti, bambini che dieci anni fa nemmeno erano al mondo… ma è come se ognuno si dovesse inserire in una storia già iniziata, in un cammino già segnato. Questi sono stati i nostri dieci anni. E ci auguriamo che anche nel futuro i ragazzi di domani raccontino ai più giovani questa esperienza educativa e gioiosa del Grest.prire la nostra porta all’altro. In altre parole, per entrare in relazione con sé, con gli altri e con Dio, oltre a parole e gesti, serve una dimora: se questi gesti e parole non si radicano nelle pieghe dell’esistenza umana, manifestano la loro illusorietà, che il tempo inesorabile trascina via. Se si vuole continuità, occorre prendere dimora, occorre abitare. Proprio come i nostri antenati medievali, che su solide radici cristiane seppero costruire città con quella misura in cui l’uomo potesse davvero abitare e vivere.

Nelle foto due momenti del primo Grest del 2004: a sinistra l'inizio della camminata a Montecasale, e, a destra, l'animatore Alessio con la piccola Gloria durante un gioco.

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Un ricordo di sessantadue anni fa

La Direttrice

Il maestro Carlo Vagnoni delle Ville ci ha fatto pervenire la sua prolusione, tenuta in occasione del festeggiamento offerto dagli insegnanti alla propria direttrice didattica, signorina Emilia Gennaioli, in occasione della sua promozione a ispettrice. Erano presenti all’incontro il celeberrimo scrittore Giovanni Papini, l’ispettore provinciale Cipriani e il corpo insegnante elementare dei comuni di Anghiari, Caprese Michelangelo e Monterchi. La cerimonia avvenne a Il Santino di Vallombrosa.

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ome carezzando i fianchi di gran madre natura, siamo ascesi quassù tra il verde delle conifere, che come pinnacoli giganteschi, ci additano l’infinito, e dai loro intervalli, come da finestre di uno stile eterno, scorgiamo orizzonti lontani, limpidi e sereni come li agognano tutti coloro che seguono: Virtute e conoscenza. Luoghi cari ai grandi, oggi siamo saliti tra voi come per trarci fuori dall’aiuola che ci fa tanto feroci, e sentirci più vicino all’Eterno, ai valori trascendenti ed immanenti in noi creature; valori che si contemplano nelle persone della nostra Ispettrice, con un significato che avanzerà nel secolo. La Sua figura di Maestra tra i Maestri è un titolo nobiliare acquisito, di qualità superiore a tanti elogi, che la felice occasione offre. Nella scuola come nella vita, si può dire di Lei, senza retorica e senza reticenze, ciò che un grande didatta consiglia, malgrado tutto, al sempre onorevolissimo corpo insegnante: Sii, ed Ella lo è stata, a scuola e fuori, in pace ed in guerra, sopra tutto, personalità morale. Oggi che la morale, nel suo significato più ortodosso, viene pubblicamente, ed a disdoro nostro, legalmente bistrattata e vilipesa, è un dolore profondo ed inconsolabile, quello di vedere allontanarsi dalla nostra Direzione il baluardo invitto ed invincibile che ha custodito in tempi, i più difficili, i cristallini valori della scuola e della società. È così lieta, Signorina Ispettrice, ricordare in questa circostanza, l’opera Sua esplicata con ardore nel campo della istruzione primaria, ambiente pacifico nel quale però necessitano tante virtù, appunto perché compito di chi si accinge al nostro magistero è, quello di prestare autorità, che è sovrabbondanza di libertà, a coloro, che sollecitati provvidenzialmente da una forza misteriosa tendono al polo positivo della realizzazione della personalità umana. La ricordo e La rivedo ancora, nei purtroppo pochi convegni, parlarci in maniera sempre nuova e sempre utile, con quella autorità che s’impone. Anche senza forti accenti e senza mimica; vada a suo elogio anche la considerazione, che ha fatto in questi giorni un delegato straniero al congresso fiorentino per la Pace e la Civiltà Cristiana: congressi che apportano, ha detto il delegato, i maggiori benefici all’umanità, sono quelli nei quali i congressisti parlano da seduti. Da tali considerazioni sorgono in me spontanee tante confessioni: cosa ho fatto io per rendermi degno di un superiore così fervido nello adempimento del proprio dovere.

Non so se sia dipeso da me o dal caso, ma in ogni sede da me frequentata, non sono accaduti fattacci, ma qualche ricordo è rimasto, di bontà e di affetto. Cosa ho fatto per dare il meritato consenso agli accetti consigli della mia Direttrice, Ella lo sa, non mi sono risparmiato: gite, relazioni, corsi e concorsi quanti ce ne sono stati, in tutti mi sono cimentato, in tutti mi sono maturato, tutti li ho affrontati, per ghermirne il senso, la pluralità, per intuire, apprendere che: Il metodo è il Maestro, solo un professionista così preparato dominerà, nel futuro multirazziale. Del ringraziamento più sincero ed accorato sono debitore a Lei, Signorina Ispettrice, il Suo giudizio su di me rimane ancora un punto di partenza e di impegno per me, un monito, perché le facoltà di un giovane maestro non trovino riposo in una presunta posizione di arrivo. Fugace sempre il tempo ed ancor più veloci corrono i tempi migliori, anni che sembrano giorni, questi trascorsi alle di Lei dipendenze, Signorina Ispettrice. Migliore riscontro ed attestazione non trovo, Signorina, in questo mio rivivere con il pensiero come un momento felice i tre anni insieme trascorsi, con la sicurezza e l’orgoglio di chi è sorretto da guida saggia e sagace come lo è la Sua, sempre. Oggi, quest’oggi, che piaccia a Dio, non termini mai nei nostri cuori, alla conclusione del nostro gioioso collaborare, come accade di rito, nei pochi momenti solenni della nostra vita, per i maestri che La conobbero e La intesero, il Suo addio è un “addio” che lascia vuoto, abbandona i Suoi maestri, vecchi e giovani, sulla soglia che non sarà una deriva, solo perché memori del Suo insegnamento. Chiudo, a nome di tutti i presenti, questo mio elogio, esprimendo i nostri più fervidi voti augurali per la nuova alata missione che Ella assumerà con l’usato zelo e con tanto provato amore, da farne non una meta, ma un nuovo punto di partenza. Leviamo “i lieti calici” alla Sua serena felicità. Offriamo il profumo di un fiore che non svanisce, la Riconoscenza. Maestro Carlo Vagnoni

Vallombrosa, Il Saltino, 7 luglio 1952

Tovaglia a quadri Ritorna al Poggiolino dal 10 al 19 agosto 17


Scuola di Comunità Abbiamo chiesto a don Marco di parlarci della Scuola di Comunità, incontri di catechesi per adulti, che si tengono in parrocchia ogni quindici giorni; poi abbiamo chiesto ad alcune persone che frequentano questi incontri di rispondere alla domanda: "Scuola di Comunità: Perché?" È un incontro fra persone che hanno la consapevolezza del proprio limite e che chiedono di essere aiutate nel cammino della vita. Incontro che struttura una amicizia e compagnia solidale per la vita. È ritrovarsi fra amici che desiderano affrontare la loro realtà concreta a partire dal contesto della fede e aiutarsi a seguirlo. Il lavoro non è intellettuale (anche se spesso si parte da un testo) ma esistenziale, cioè coinvolgente tutti gli aspetti della vita. È un cammino iniziato da alcuni anni che vede sempre più persone interessate a questa esperienza. Gli incontri si svolgono ogni quindici giorni e si lavora non solo su di un testo, ma anche in espressioni artistiche come quadri o musica. Tutto questo fa sì che ogni persona che ha iniziato questo cammino consideri il giovedì (giorno deputato agli incontri) come un momento importante e decisivo per la propria vita.

Scuola di comunità: perché

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l perché è una esigenza particolarissima nel senso che, almeno per quello che riguarda me, mancandomi certe basi mi mancano poi i collegamenti fra le azioni in terra e le dediche al cielo. Fare queste iniziative secondo l’insegnamento cristiano lo ritengo molto positivo. Io ho effettivamente bisogno di approfondire i temi trattati negli incontri, perché spesso e volentieri mi è capitato di essere particolarmente concentrato sulle cose terrene, sulle attività, sulle questioni organizzative. Non sempre sono riuscito a coniugarle con l’aspetto cristiano fino in fondo. Questa scuola di comunità mi aiuta, perché mi richiama a fare proprio una sintesi fra le cose terrene e le cose celesti. Massimo

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o cominciato ad andare a Scuola di comunità per curiosità e perché, come molti, ero in cerca di risposte. Ho trovato un bel gruppo di persone, adesso anche più numeroso, con cui mi sento bene. Non sempre capisco tutto, ma alcuni temi sono stati interessanti e, soprattutto, alcune risposte le ho trovate! Ma più ne trovo e più ho bisogno di cercarne altre... La cosa più bella è anche condividere l’esperienza con Luca, che a 17 anni si dice ateo, ma viene volentierissimo, e ascolta...

ono ormai diversi anni che, fidandomi dell’invito a me rivolto da un’amica, ho iniziato a partecipare alla Scuola di Comunità della mia Parrocchia. Non sapevo in cosa consisteva, non mi aspettavo niente in particolare, ma quando Aliana mi ha invitata, ho sentito dentro di me che aspettavo, forse, da tempo, proprio quell’invito lì. Non c’è nulla di eclatante nei nostri incontri, ci sono però dei volti amici che, con tanta semplicità e condivisione, ogni volta, riescono a ridare un senso al mio quotidiano. Dei volti che mi accettano così come sono, con le mie fragilità ed i miei errori e che, quasi inspiegabilmente, mi fanno vedere i “problemi del giorno seguente” con uno sguardo nuovo. Poi la mia quotidianità ed il mio super-io riprendono il sopravvento, ma... ogni quindici giorni la Scuola di Comunità mi aspetta, e aspetta anche Te! Donatella

Alberica

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a scuola di comunità consiste nella lettura e nella meditazione di un testo che leggiamo insieme, che per me è come una scuola, un luogo dove si impara. I testi sono quelli del fondatore Don Luigi Giussani. Mi fa crescere, mi aiuta nel mio cammino di fede, mi tranquillizza, mi tira su da ogni delusione, mi aiuta a vincere la mia timidezza; qui, ad esempio, ho trovato un aiuto in più nel fare catechismo. Non potevo aspettarmi di meglio. Ho trovato degli amici, che conoscevo già, ma ho approfondito di più l’amicizia dialogando e condividendo le situazioni. Tutto questo vorrei condividerlo con quelle persone che credono poco e dirgli che da soli, senza Gesù, non possiamo fare nulla! Senza la presenza del Signore e la forza del suo Spirito, il nostro cammino, pur ben organizzato, risulta insoddisfacente Cristina

Per informazioni rivolgersi a don Marco o in parrocchia (0575-788041).

Alle 11,20 del 18 agosto 1944 un tremendo scoppio presso l’ex Caserma dei Carabinieri scosse Anghiari. Vi morirono tre militari e dodici civili. 18


20.4.1974 – 20.4.2014 Ebbene sì, quest’anno proprio il giorno di Pasqua, ricorreva il quarantesimo del nostro matrimonio. Questa coincidenza ci ha invitato a ringraziare ancora di più il Signore per gli anni trascorsi insieme; ci contentavamo di trascorrere questo benedetto anniversario nel silenzio, nella preghiera e nel servizio ai nostri zii malati. Poi sono arrivate le sorprese, inaspettate quanto gradite: la poesia che Irene e Lucia ci hanno dedicato e, complici Sara e Stefano, il regalo di un viaggio a Roma, in udienza da Papa Francesco. Così il 14 maggio abbiamo trascorso una giornata memorabile perché spiritualmente arricchente. Vanna Chiarini, la nostra guida, ci ha stimolato, durante il viaggio, alla preghiera e alla riflessione con squisita grazia e competenza e così siamo entrati nel clima ideale per ascoltare il Papa. Piazza San Pietro gremita da fiumi di persone, una babele di lingue e colori, cielo sereno, qualche palloncino che sfugge, gabbiani silenziosi che volteggiano, un sole caldo ed un venticello gradevole che sembra suggerire la presenza palpabile dello Spirito Santo. Ci viene ricordata la suggestiva fioritura precoce del mandorlo che per primo annunzia la primavera: come Gesù che ci precede sempre nelle nostre necessità; Lui è il nostro CAPO CORDATA, per primo ha scalato il cielo nell’Ascensione. In un religioso, profondo silenzio la lettura del Salmo in varie lingue ha coinvolto ciascuno nel riconoscere in Gesù la nostra ROCCIA, il nostro RIFUGIO. Nelle udienze precedenti il Papa aveva parlato dei doni della SAPIENZA, dell’ INTELLETTO e del CONSIGLIO, e oggi ha affrontato il dono della FORTEZZA. Grazie, pensiamo subito, ci voleva proprio un rinforzo

alla nostra debolezza! La parabola del seminatore ci ha guidato attraverso le parole semplici, ma dirette e profonde del Papa, a riconoscere il PADRE che semina la sua PAROLA, Parola che spesso “si scontra con l’aridità del nostro cuore”; ma ecco in nostro soccorso lo Spirito Santo che lo libera da ciò che lo frena e dagli impedimenti. Esperienze dolorose e prove varie possono colpirci, ma, ha ricordato il Papa, dobbiamo prendere a modello testimoni che sono rimasti fedeli nonostante tutto. Quanti uomini e donne onorano la Chiesa con la loro fede, magari nel nascondimento; con il dono della FORTEZZA portano avanti il loro lavoro e la famiglia pur nelle difficoltà; c’è una santità nascosta nella quotidianità della vita che si può raggiungere chiedendo il dono della FORTEZZA. Citando San Paolo, il Papa ci ha invitato alla sequela di Gesù con entusiasmo: “tutto posso in colui che mi dà la forza”. Prima della recita del Padre Nostro e della benedizione finale il Santo Padre, sempre sensibile ed accogliente verso tutti ed in particolare alle “periferie” ha suggerito di pregare per i morti del mare e per i minatori turchi: occorre mettere al primo posto i diritti umani, si’ che finiscano per sempre “le vergognose stragi”. Dopo una preghiera alle tombe dei Papi e in particolare a quelle dei nuovi Santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, abbiamo recitato la Coroncina nella chiesa di S.Spirito in Sassia, centro di spiritualità della Divina Misericordia. Anche qui una bella lezione di fede: canti coinvolgenti, volti sereni e oranti davanti all’immagine del Cristo che dolcemente invita a seguirlo. Viene spontaneo ripetere con suor Faustina Kowalska “GESU’ CONFIDO IN TE”. Marida e Mario

Questi sono i disegni che Irene e Lucia hanno realizzato per i nonni Marida e Mario in occasione del loro quarantesimo anniversario di matrimonio.

A San Lorenzo

domenica 10 Agosto alle ore 19.00 S. Messa in onore del Santo Patrono Seguirà, come di consueto, un momento di festa nel piazzale antistante la chiesa

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Galleria: Visti da vicino di Giacomo Bartolomei

Annetta Donati Sarti

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Alfredo Chieli

Evandro Franceschini

L’Albergo-Ristorante “La Meridiana”

el mese di giugno di quest’anno l’Albergo Ristorante “La Meridiana” di Anghiari ha compiuto cinquant’anni di attività, siglando le sue nozze d’oro con la proprietà che si esplicita con l’ininterrotta gestione della famiglia Chieli, con una sviluppata e affezionata clientela, con l’intera comunità di Anghiari. Un lungo itinerario compiuto con coerenza nello svolgimento di un servizio di ospitalità al territorio anghiarese e valtiberino. Sembra ieri, quando nel giugno 1964, il gagliardo Alfredo Chieli, soprannominato “Chiodo” interrompeva la più che ventennale gestione del “bar Garibaldi” per trasferirsi definitivamente nei locali della nuova struttura alberghiera di piazza IV Novembre. L’inaugurazione avvenne nella mattinata del 29 giugno 1964 alla presenza del proposto don Nilo Conti, che ebbe a benedire il nuovo plesso alberghiero e gli addetti, del sindaco dottor Gallo Galletti, del neo senatore anghiarese Giuseppe Bartolomei, del presidente della “Pro Anghiari” Cav. Carlo Chieli e di tutte le autorità ed i maggiorenti della Comunità locale. L’inaugurazione volle sottolineare il riconoscimento di Anghiari ad un’attività imprenditoriale autoctona, perseguita a tutto rischio della famiglia di Alfredo Chieli. Questo avvenimento richiama una coincidenza, non so quanto casuale, ma non sconosciuta agli anghiaresi; quel giorno corrispondeva al 524° anniversario della “Battaglia di Anghiari”, celebre, perché i Fiorentini vinsero sui Milanesi e perché, circa sessant’anni dopo, la Repubblica del Fiore commisionò a Leonardo da Vinci il celebre affresco rievocativo dell’evento, da comporre su di una parete del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, un'opera che resterà a memoria e gloria per Anghiari ancora più dello stesso evento bellico. Non sfugge neanche il fatto, seppure più domestico, che il pranzo inaugurale, preparato dall’Annetta, la solerte moglie di Alfredo, nel giorno dell’inaugurazione, coincise con il pranzo di matrimonio di Alfonso Sassolini con la fiorentina, da quel giorno signora, Fiorenza Bellini. Erano i tempi forse irripetibili della rinascita, in epoca moderna, di Anghiari. In quel lustro dal 1960 al 1965 molte furono le iniziative che contribuirono a far crescere la Comunità Anghiarese ed il suo territorio: l’istituzione della fabbrica calzaturiera del Soldini e quella manifatturiera dell’avvocato Inghirami, ambedue stanziate nell’area di S. Stefano esse dettero lavoro a qualche centinaio di giovani operai ed operaie. La costruzione del nuovo edificio delle scuole elementari, voluta dal sindaco Gallo Galletti su progetto dell’ingegnere e professore universitario Luigi Vagnetti, collocata sul pendio tra Monteloro, la via Nova e via della Bozia. L’istituzione dell’Istituto Statale d’Arte che, dal 1961 divenne autonomo, esso trovò ospitalità nel plesso di palazzo Magi vicino a Sant’Agostino nel Borghetto, oggi si è evoluto in Liceo Artistico a seguito della recente riforma scolastica. Il progetto di trasformazione del vetusto Palazzo

Taglieschi, recuperato agli antichi fasti perché destinato a sede di un Museo Nazionale di Arte e Tradizioni popolari. Furono momenti ove s’incrociarono varie sinergie culturali, politiche, sociali ed imprenditoriali che produssero un salto di qualità socio-economica di Anghiari e del suo territorio. In questo quadro di sviluppo e di iniziative nel giugno del 1964 fu inaugurato anche l’Albergo Ristorante “La Meridiana”. Questo evento rappresentò la conclusione della serie di iniziative locali, testé citate, in relazione al fatto che Anghiari doveva implementare la sua capacità ricettiva ora necessaria per le nuove condizioni di sviluppo che lo stavano affrancando nel passaggio da una società prevalentemente agricola ad una più dinamica e moderna basata sull’industria ed il terziario. Tutto ciò va ascritto principalmente al coraggio progettuale di Alfredo Chieli. Egli proveniva da un’antica famiglia anghiarese le cui origini si rifacevano ad un “Chiele Chieli” maggiorente, intorno al secolo XV, nell’ambito del castellare di Castiglion Fatalbecco, una struttura insellata sulla parte meridionale dei Monti Rognosi, sopra il Carmine, aspramente contesa, per alcuni secoli, dai conti di Montauto da una parte e dalla Comunità dei Monaci Camaldolesi di Anghiari dall’altra, perché luogo centrale per il controllo del transito della transumanza dai monti della Val di Verona (Pieve S. Stefano) verso le Maremme senesi e grossetane. In precedenza quel luogo fu sede di signori e “comites” del contado. I Chieli, a seguito della decadenza ed abbandono di Castiglion Fatalbecco, si trasferiscono ad Anghiari e sono presenti nella storia locale dal XV al secolo XIX, quando, nel 1865, in pieno sviluppo dello Stato Unitario, sono dediti alla mercatura con una rivendita di generi alimentari regolarmente censita alla Camera di Commercio di Arezzo. Il padre di Alfredo si chiamava Giovanni e la sua bottega di generi alimentari era indicata come la “bottega di Nanni di Bottino”. Giovanni ebbe 12 figli, dei quali quattro rimasero ad Anghiari, uno traslocò a Cortona e ben sette dei dodici fratelli Chieli presero la strada di Milano. Ad Anghiari, della famiglia Chieli, rimasero due maschi, Alfredo e Carlo, e due sorelle, Vittoria ed Amalia. Si trasferì a Cortona Masino, dopo aver sposato la figlia della Mite, personaggio “gozzaniano” nella storia anghiarese, citato, in modo brillante, da una composizione poetica di Galliano Calli. Presero la via della capitale lombarda; Adolfo, Pietro, Ruggero, Bruna (che sposa un Frini, anch’Egli di antica origine anghiarese), Ugo, Enrico, Arnaldo. Da questi dodici fratelli e sorelle, sono nati ventiquattro nipoti. I due fratelli rimasti ad Anghiari, Alfredo e Carlo, l’undicesimo ed il dodicesimo della covata, unitamente alla sorella Vittoria, fruttivendola, operante fino alla metà degli anni sessanta del secolo scorso, e alla sorella Amalia ,che sposa un Leonardi, artigiano falegname, rappresentano larga parte della storia commerciale ed imprenditoriale della famiglia Chieli nell’arco quasi completo del secolo scorso.

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Carlo, classe 1909, lo spazzanido, continua a gestire il negozio di generi alimentari nella piazza De Amicis, fino alla sua morte intervenuta nel 1981. Egli non si era limitato solo a gestire lodevolmente il suo negozio, ma si era impegnato nella vita sociale, politica e commerciale di Anghiari contribuendo allo sviluppo del paese nel Consiglio Comunale, nella Fraternita di Misericordia, nel comitato di sconto della Banca Mutua Popolare, nella fondazione della “Pro Anghiari”, divenendone anche presidente agli inizi degli anni sessanta, appoggiando tutte le iniziative e le associazioni dedite alla crescita della Comunità Anghiarese. Alfredo, classe 1907, fino al 1942 opera come artigiano falegname in società con il cognato Leonardi, marito di Amalia Chieli in un fondo del Comune sotto la piazza, forse dalla pratica di questo mestiere prese il soprannome di “Chiodo”. Nel 1942 sposa Annetta Donati Sarti di Campalla ed investe i soldi della sua dote nel bar di piazza, il più famoso “Bar Garibaldi”, che lui, unitamente alla famiglia, dirige proficuamente fino alla realizzazione “coraggiosa” della struttura alberghiera di piazza IV Novembre. Un mio ricordo peculiare s’incrocia nel giorno del matrimonio di Alfredo con l’Annetta Donati Sarti nella pieve di Micciano, dove io prestavo la mia opera di chierichetto nel 1942. Ho presente lo sposo, non molto alto, con una “muta” in gessato, a sinistra della sposa vestita da un “tailleur” blu scuro da cui sbucava un volto bello e sorridente incorniciato da capelli nerissimi ed impreziosito da stupendi occhi azzurri. L’Annetta è stata l’artefice silenziosa e concreta dell’opera di Alfredo prima nella conduzione del "Bar Garibaldi" poi nella gestione del Ristorante “La Meridiana”. Essa caratterizzò la cucina del nuovo locale con la specialità dei ravioli di verdura e ricotta corredati da un ragù originale, gradevole ed armonioso, accompagnato da altre specialità culinarie che provenivano da una scuola di tradizione toscana antica ma semplice e consolidata nella sua famiglia d’origine. Era il periodo in cui si era affermato, da qualche anno, sempre nella piazza IV Novembre, di rimpetto alla Meridiana, sotto la scalinata del Teatro, un altro famoso ristorante, gestito dalla “Nena”, ai cui tavoli, si sedevano in quegli anni tra gli altri, il poeta Giuseppe Ungaretti, il professor Carlo Bo, il critico letterario Leone Piccioni, il prof. Mario Salmi, l’avv. Federigo Nomi, il pianista Arturo Benedetti Michelangeli, il pittore Mino Maccari, il presidente del Tribunale di Arezzo, dott. Mario Bucciolotti nella sua veste di presidente dell’Accademia della Cucina e molti altri artisti ed uomini di cultura che venivano a degustare le specialità gastronomiche della Nena: principalmente, lo “sformato di tordi”, i vari piatti al tartufo e le specialità della cucina locale reinterpetrata dall’arte culinaria della signora Marinari. Mi sembra di ricordare che fra le due strutture, se nacque qualche forma di emulazione, tutto si risolse a vantaggio del turismo e dell’accoglienza ospitale scaturita da un intelligente rapporto fra i gestori dei due ristoranti; la Nena qualificò la sua offerta limitata dalla capienza del suo locale, la Meridiana offrì una cucina più generalizzata ma sapida e tradizionale capace di rendere un servizio allargato oltre che ai singoli clienti anche alle comitive più numerose. Tra i due organismi di piazza IV Novembre la giusta emulazione si compose in una diversificata capacità di servizio, che fece di Anghiari, in quel fervido periodo, anche un centro di richiamo gastronomico del tutto nuovo ed accattivante. Il ristorante “La Meridiana” ospitò personaggi illustri e la sua cucina appagò la richiesta di convegnisti, di conviti di società

Nell'altra pagina: Alfredo e Annetta, che dettero vita alla attività che quest'anno festeggia il cinquantesimo anniversario. Qui sopra l'ingresso dell'albergo con (sopra la porta) la caratteristica meridiana preesistente in quel luogo.

culturali, sportive, religiose, di club di amici che trovarono nelle ampie sale dei Chieli la possibilità di essere ospitati dentro il cuore di Anghiari. È giusto ricordare che l’albergo di Alfredo Chieli s’insediò nell’area di una precedente segheria gestita da Goliardo Pasquetti, di pertinenza del Comune. L’allora sindaco di Anghiari dott. Gallo Galletti stimolò l’iniziativa di Alfredo Chieli, proponendogli di cedere al Comune i campetti di sua proprietà, dove doveva sorgere il nuovo edificio della scuola elementare sopra Monteloro, ed il Comune avrebbe concesso, in permuta, l’area di piazza IV Novembre allo stesso Chieli, per edificarci la nuova sede alberghiera. Alla fine della primavera di quel 1964 l’albergo ristorante era completato nella sua interezza per il progetto di un architetto aretino e l’opera muraria della ditta Mari, esso offriva l’utilizzo di venticinque camere con una capacità ricettiva di cinquanta persone. Giova ricordare che, durante una ristrutturazione di qualche decennio successivo, intervenne a progettare il cambio d’uso della soffitta in area ricettiva, il famoso architetto anghiarese, ormai stanziato a Roma, Ezio Vitellozzi, aggiungendo una firma prestigiosa alla storia del complesso alberghiero della famiglia Chieli. La Meridiana diviene così il centro della memoria storica del turismo che ha gravitato su Anghiari negli ultimi cinquant‘anni . La sua posizione risulta particolarmente felice, come un salotto, posto nel ricco scenario tra la facciata tenuamente Rococò dello storico teatro, la Cappella Corsi, il plesso medievale di Monteloro dotato ad est di un’apertura panoramica esaltata dalla fuga dei tetti d’Anghiari, con lo spettacolo delle coperture in cotto che si sovrappongono, dando un senso di spazi illimitati, dall’abside di Sant’Agostino

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verso il Conventone. Personaggi dello spettacolo, uomini politici, esponenti della cultura sono passati nell’albergo di piazza IV Novembre. Amintore Fanfani, quando passava da Anghiari, dava i suoi appuntamenti familiarmente da “Chiodo”, in ricordo dell’antica giovanile amicizia nel gruppo dei boy-scouts degli anni venti del secolo scorso dei quali, il giovane Amintore, per oltre cinque anni residente in Anghiari, fu presidente. Gli industriali Marco Buitoni, Gustavo Soldini e Fabio Inghirami erano buoni clienti della nuova struttura alberghiera. Il prof. Mario Salmi ed il prof. Gino Franceschini utilizzarono le sale dell’albergo per le loro conferenze. Celebri pensionati della nostra Comunità come il dott. Gallo Galletti hanno soggiornato come pensionanti, per molti anni, nell’albergo di Alfredo Chieli. Oggi, la Libera Università dell’Autobiografia ha centralizzato buona parte della sua logistica nell’albergo La Meridiana per la sua collocazione nel centro storico. Esso rappresenta un punto di riferimento, capace di svilupparne l’accoglienza, degli anghiaresi emigrati da Anghiari che ritornano periodicamente al paese natio. Nel 1981 Alfredo Chieli, relativamente giovane, conclude la sua vita operosa dedita al lavoro e alla sua famiglia. La struttura e la gestione, senza soluzione di continuità passa alla vedova, Annetta Donati Sarti che sopravvive al marito per oltre venti anni ed ai figli tuttora presenti ed operosi: Rosita e Mario; l’altro figlio Giovanni si stacca dalla sua

famiglia avita ed emigra in Uruguay dove trova una nuova sistemazione famigliare. Egli muore, nel paese latinoamericano, nel 2012. Attualmente la conduzione operativa dell’albergo si è aggiornata, mantenendo la simpatica gestione familiare, conserva la qualifica delle tre stelle, mentre si sono integrati all’attività anche i famigliari di terza generazione nel coordinamento di Rosita e Mario. Nel ristorante si degustano ancora ottimi ravioli toscani tradizionali e fatti in casa, oltre ad una pregevole cucina casalinga sotto la direzione della signora Ornella Fontana, moglie di Mario Chieli. Per quanto mi riguarda ho ritrovato, la stessa tradizione culinaria dei tempi dell’Annetta in occasione di una serata di “Tovaglioli a quadri”, uno spettacolo geniale ideato da Andrea Merendelli e Paolo Pennacchini, presentato dagli attori della Compagnia dei Ricomposti, da realizzare nei vari ristoranti di Anghiari durante le serate nell’inverno scorso. Ho assistito ad uno degli spettacoli con cena nelle sale del ristorante dei Chieli; un tuffo nelle memorie antiche vissute nella sua origine con i piedi ormai sospinti negli spazi incerti del terzo millennio, considerando che la mia età superava di gran lunga questo evento cinquantenario. L’augurio per la “Meridiana”, albergo e ristorante di grande rispetto e la famiglia Chieli è: “ad majora!” con le nuove generazioni, disposte a prendere il testimone verso il centenario, nel solco della tradizione di ospitalità dell’antica e benemerita famiglia anghiarese.

Riaperta la chiesa dopo i lavori di restauro

Gli “intrepidi” a Roma in bicicletta

Viaio

Domenica 13 luglio, alle ore 11.30 è stata riaperta la chiesa di Viaio alla presenza dell’Arcivescovo Monsignor Riccardo Fontana Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Sono stati eseguiti diversi lavori anche grazie all’impegno di alcune persone della parrocchia. Dante ad esempio ha provveduto a rifare i mozzi in legno a cui sono ancorate le campane, ha rifatto la pedana dell’altare della Madonna, la cornice dell’affresco di San Paterniano (patrono della parrocchia) che si trova dietro l’altare e sono state ripulite le Via Crucis. Quindi abbiamo cercato di collaborare tutti insieme per questo importante lavoro che ha riguardato la nostra chiesa. Ma torniamo a domenica quando finalmente sono stati inaugurati i lavori di restauro; in particolare il lavoro più impegnativo è stato quello del tetto e poi tutta la chiesa è stata ripulita per bene. Una cosa molto bella è stato il poter risentire di nuovo il suono delle campane. Al termine di questa cerimonia un rinfresco ha concluso questa bella giornata. Ennio Flaiano, Frasario essenziale, Bompiani, 1994

Il giorno 7 giugno, cinque componenti del Gruppo “L’Intrepida” hanno pedalato da Anghiari a Roma in una sola tappa di 270 chilometri. Gli “intrepidi” sono partiti al buio, alle ore 4,30 da Anghiari, e alle 19 erano in piazza S. Pietro. Dopo aver effettuato alcune brevi soste e anche un lauto pranzo a Civita Castellana con amatriciana e abbacchio. In piazza S. Pietro, quel giorno, il Papa Francesco incontrava i gruppi sportivi; ma quando gli intrepidi sono arrivati si stava già concludendo il raduno. Nonostante tutto, però, per i protagonisti è stata una esperienza emozionante sia dal punto di vista sportivo che spirituale.

Vittorio Bivignani

Nella foto gli intrepidi ciclisti, attardatasi un po' troppo in quel di Civita, sono giunti in piazza San Pietro, alle loro spalle la basilica. Ecco i loro nomi: Marco Chieli Vittorio Bivignani Fabrizio Mugelli Marco Fontana Moreno Marini

Condannato alla pena di vivere. La grazia, respinta. Ennio Flaiano, Frasario essenziale, Bompiani, 1994

Vivo un giorno alla volta. Non riesco a mettere insieme due giorni.

L’italiano ha un solo vero nemico: l’arbitro delle partite di calcio, perché emette un giudizio.

Il mio gatto fa quello che io vorrei fare, con meno letteratura.

I popoli in ascesa non hanno dialetti.

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La festa dell’Ascensione

Succede nel giorno dell’Ascensione

Il sole non è mai così bello

Un sole estivo e un cielo azzurro e luminoso che lasciava spaziare lo sguardo fino ai più lontani angoli della nostra vallata, ha fatto da cornice alla festa dell’Ascensione al Santuario del Carmine. Questa festività religiosa richiama non solo gli Anghiaresi che si sentono spiritualmente e affettivamente legati a una tradizione che ha radici lontane nella loro educazione familiare, ma anche molte persone che arrivano dai dintorni e perfino da Arezzo. Fin dal mattino, lungo la “via del Carmine”, è stato un via vai di auto che superavano chi andava o incrociavano chi a piedi tornava dalle prime messe della giornata. Va riconosciuto che le messe sono state una vera manifestazione di religiosità e anche molto emozionanti quando i tradizionali canti alla Madonna intonati da tutti i presenti sono risuonati nella grande navata. Per i più “vecchi” è sempre un momento di commozione intonare quei canti che gli sono stati insegnati fin da bambini e che molti pellegrini che arrivano da parrocchie “moderne” non sentono più. E vanno riconosciuti i meriti della Corale che alla Messa solenne ha cantato con l’intensità e la sicurezza che ben conosciamo. In questo giorno il Carmine è diventato più che mai accoglienza sia dal punto di vista religioso che conviviale. Infatti fin dalle prime ore del mattino i visitatori potevano ristorarsi facendo colazione al buffet self service a cui le cuoche del luogo avevano lavorato fin da alcuni giorni prima. Queste” donne del Carmine” sono delle vere professioniste della migliore tradizione culinaria anghiarese e in questa occasione hanno ancora una volta dato il meglio della loro abilità e a loro in particolare va il nostro grazie per il successo della manifestazione. Crostate, zuccherini, castagnole, biscotti di tutti i tipi, torte dolci e salate, trionfo di “ciaccia fritta”... c’era solo la difficoltà della scelta. E poi il pranzo, che ha visto una ottantina di persone sedute nel porticato dello storico cortile deliziarsi con vari antipasti, squisite tagliatelle, sublime porchetta, dolci a non finire e vino e Vinsanto all’altezza della situazione. Non c’è stato il tempo per una siesta, perché è presto iniziato il via vai dei visitatori che hanno occupato ogni spazio libero, attratti sia dalla fama del ben noto buffet, dal clima di cordiale amicizia, nonché dai divertenti giochi per grandi e piccini e dalla tombola con ricchi premi. Nessuno ha potuto sottrarsi dal tentare la sorte al gioco del “dindo” ovvero del porcellino d’India, che fa vincere formaggio, spalla e quant’altro a chi azzecca la casella in cui lui si infila dopo vari giri di ruota. Per fortuna che nessun animalista fanatico ha assistito al gioco, perché a onor del vero va detto che la bestiola alla fine non aveva un’aria allegra ma era un po’ rintronata e forse aveva maturato propositi bellicosi nei confronti del suo padrone che ogni anno turba la sua quotidiana vita tranquilla portandola in mezzo a una confusione, molto civile e ordinata, ma poco adatta al suo equilibrio. Alle 20 era tutto finito, i lunghi tavoli sono stati smantellati, mentre le “donne del Carmine” lavavano pentole e vassoi, riordinavano la cucina e nel giro di un paio d’ore non c’era più traccia del ciclone festaiolo e il silenzio e la pace erano tornati a regnare. Nel cielo sopra il silenzioso chiostro del Carmine c’era una falce di luna che sembrava darci appuntamento al prossimo anno.

P

er la prima volta quest’anno ho compiuto il pellegrinaggio verso il Santuario del Carmine partendo proprio dalla Chiesa di Santa Fiora. Assieme ad un ristretto gruppo di temerari quella mattina ci siamo messi in cammino con l’intento di compiere un omaggio alla Madonna, e armati solo delle nostre gambe ma muniti di gioia nel cuore, abbiamo percorso il sentiero che conduceva direttamente nel cuore del Santuario. Il percorso non è stato assai arduo, anche se la salita ci ha ben messo a dura prova, e così, alternando la preghiera ad un canto, siamo riusciti ad arrivare alla meta tanto desiderata. Nonostante il fatto che già molte altre volte in passato avessi visitato il Santuario e che quindi fosse a me un posto familiare, quella mattina è apparso ai miei occhi in modo del tutto diverso, quasi come se lo guardassi per la prima volta. Così, nel momento in cui ne ho varcato la soglia da pellegrina, ho sentito subito nascere dentro di me un’emozione nuova e profonda. Forse perché durante il percorso in cuore mio avevo tanto desiderato arrivarci il prima possibile, e per questo motivo, ogni passo che facevo, mi sembrava sempre troppo corto e lento. Inoltre all’interno del gruppo di pellegrini provenienti dalla Parrocchia di Santa Fiora si poteva respirare un’aria serena e ricca di felicità, ma nonostante ciò quello che mi ha colpita maggiormente è stata la voglia di vivere assieme e a pieno questa ineguagliabile esperienza. Infatti era impossibile non poter essere travolti dalla loro allegria, poiché era così esplicita nei loro volti e nel loro modo di vivere quella splendida giornata. La voglia di condividere assieme agli altri questa loro esperienza ha fatto in modo che anche io potessi esserne coinvolta e di conseguenza ho potuto partecipare all’evento. Proprio per tutte queste motivazioni, alla fine il pellegrinaggio non è stato affatto una fatica bensì un piacere, avente l’intento di farci riscoprire la bellezza delle cose che ci circondano e che troppo spesso guardiamo in modo futile e senza saperle apprezzare veramente. Infine, questo piccolo iter si è avvalorato di un significato spirituale immenso, come se tutti noi in quel momento non stavamo più percorrendo una qualsiasi strada che conducesse ad un semplice luogo, privo di ogni significato, bensì eravamo diretti verso qualcosa che va oltre l’aspetto materiale delle cose, come se noi pellegrini andassimo incontro alla Madonna. Un ringraziamento speciale a tutti i pellegrini della Parrocchia di Santa Fiora!!!

Camilla Zanchi

Nella foto i pellegrini che, durante il loro andare, hanno trovato il tempo ma anche la gioia, di scattare una foto ricordo.

Vittoria

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Un progetto di M. Salvi e C. Cabassi

La nuova chiesa di S. Giovanni Battista a Subbiano In quei giorni, Salomone si pose davanti all’altare del Signore, di fronte a tutta l’assemblea d’Israele e, stese le mani verso il cielo, disse: /…/ «Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito! Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore, mio Dio, per ascoltare il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te! Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: “Lì porrò il mio nome!”. Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo./Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali nel luogo della tua dimora, in cielo; ascolta e perdona!» (I Re 8, 22-23, 27-30) “Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra?” Entrando in una chiesa - un edificio umano, di pietra, legno, mattoni, cemento -, ogni credente si pone la stessa domanda che formula Salomone, al momento della consacrazione del tempio da lui edificato a Gerusalemme per custodirvi l’Arca dell’Alleanza e dare a Dio quella “casa” in mezzo agli uomini che il Signore aveva chiesto a suo padre Davide (“In quei giorni, fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io infatti non ho abitato in una casa da quando ho fatto salire Israele dall’Egitto fino ad oggi; sono andato vagando sotto una tenda, in un padiglione”». Dio ha camminato con il suo popolo durante la sua marcia di quarant’anni nel deserto, ha condiviso la precarietà del suo difficile insediamento nella Terra Promessa, e vuole ora restargli accanto nella permanenza finalmente raggiunta, nel cuore della città che gli uomini si sono edificati e che ha bisogno di un centro verso cui orientarsi, verso cui tenere aperti gli occhi notte e giorno, in cui rigenerarsi, in cui poter chiedere: “ascolta e perdona!” Dio ha una “dimora in cielo”, e tuttavia non si stanca di presentarsi all’uomo e di chiedergli “Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti?”, perché se la sua infinita grandezza non può essere contenuta in mura di pietra, tuttavia in quelle mura egli pone il proprio nome e ascolta la preghiera che il suo servo vi innalza. Entrare in chiesa è incontrarsi ogni volta di nuovo con questo mistero di un Dio infinito che si fa piccolo per stare accanto alle sue creature. Quella piccola “prima tenda” abitata da Dio, che accompagnava il popolo in cammino nella sua traversata del deserto è divenuta la Tenda del corpo di Cristo, dice san Paolo nella Lettera agli Ebrei (9, 1-14). Ogni chiesa di pietra è figura dell’incarnazione di un Dio fatto uomo che nasce e muore in un corpo di carne, è figura di Cristo, che “pur essendo di natura divina,/…/ spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2, 6-8). Entrare in chiesa è mettersi in ginocchio davanti a Dio, che in Gesù si è fatto uno di noi, che ha scelto di farsi piccolo e visibile nel volto del Figlio, nella croce che salva la storia, innalzandosi dentro - al di sopra de - il suo mistero oscuro di peccato e sofferenza. Un grande crocefisso ligneo (liberamente ispirato a quello

di San Damiano, ad Assisi) si innalza nel cuore del presbiterio della nuova chiesa di Subbiano, dedicata a S. Giovanni Battista il 14 ottobre 2012 dall’arcivescovo di ArezzoCortona Sansepolcro, Mons. Riccardo Fontana, e realizzata su progetto degli architetti Carlo Cabassi e don Marco Salvi, il parroco di Anghiari. Una grande croce di metallo si innalza, invece, davanti alla facciata, sopra la porta di ingresso, in una simmetria perfetta tra interno e esterno, in una specularità che sottolinea il profondo significato teologico che regge la concezione di quest’edificio, tutto costruito sulla continuità tra dentro e fuori, tra spazio sacro e ambiente circostante. Le finestre che aprono dal pavimento al tetto le pareti, modulando la struttura portante con la trasparenza del vetro (che protegge, ma non separa, lasciando libero lo sguardo) non sono semplicemente il frutto della ricerca di una funzionale soluzione di illuminazione, né rispondono soltanto a un criterio estetico di elegante alleggerimento dei volumi: sono in primo luogo l’espressione architettonica del messaggio spirituale che il sacerdote-architetto ha voluto trasmettere con questa costruzione. La Casa di Dio non contiene la sua Presenza, ma la accoglie, in un aprirsi del terreno alla trascendenza che abolisce le divisioni: la sacralità della Presenza divina non esclude (costituendo il profano come una separazione materiale), ma s’irradia sulla terra in una benedizione che include tutto il creato e tutta l’umanità. La natura e la città non restano ‘fuori’ della chiesa, ma leggono la propria più profonda sostanza nella sua materialità piena di Grazia: edificio terreno santificato dal mistero

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quotidiano della celebrazione eucaristica, dalla memoria comunitaria del sacrificio di Gesù, del mistero della sua incarnazione e resurrezione per la salvezza dell’uomo. Il sacerdote-architetto apprezza e ricerca la bellezza dell’edificio sacro come segno della risposta umana alla sublime bellezza della Presenza divina, non come esibizione di una ricerca artistica fine a se stessa. Come sottolineato nei molteplici, illuminanti contributi al volume che presenta la nuova chiesa sorta nel territorio aretino (G. Carini, C. Marchegiani, S. Nocentini, E. Papi, Un nuovo spazio sacro in Toscana. Il complesso parrocchiale di S. Giovanni Battista in Subbiano. Progetto di M. Salvi e C. Cabassi, Studio A.I.R. Graficonsul Group. Sansepolcro 2013), la preoccupazione primaria di tutte le scelte architettoniche sottostanti all’edificio di S. Giovanni di Subbiano è di natura religiosa: rinnovare la continuità della tradizione locale nella scelta dei materiali e della struttura basilicale (predominante nel grande patrimonio del Romanico casentinese, cfr. i testi di E. Papi e C. Marchegiani); disegnare uno spazio di piena fedeltà al Canone (iconografico e liturgico) trasmesso dalla Chiesa come garanzia “dell’autenticità della trasmissione della rivelazione divina nella realtà storica” (cfr. p.31 dello scritto di G. Carini); creare un ambiente il più possibile propizio alla celebrazione sacramentale comunitaria, secondo le linee promosse dalla riforma liturgica del Concilio Vaticano II (S. Nocentini). Il risultato non è una chiesa-opera d’arte da visitare come un museo, da ammirare nell’estraneità di una contemplazione gratuitamente estetica, scevra da ogni coinvolgimento spirituale, ma una chiesa-casa, di Dio e del suo Popolo, un luogo accogliente di incontro e di celebrazione comunitaria, di meditazione raccolta del mistero e di preghiera personale, nella serena consapevolezza dell’appartenenza a un luogo (la meravigliosa valle del Casentino, la piccola comunità di Subbiano), a una tradizione (il grande patrimonio del Canone cattolico), a una chiamata di salvezza (la Parola rivolta da Dio al suo popolo, incarnatasi come alleanza di salvezza nel

Figlio). La chiesa di S. Giovanni Battista a Subbiano è stata concepita dai suoi architetti come un luogo, un frutto, un segno e uno strumento efficace di fede. Tra la vocazione sacerdotale e la propria formazione di architetto, Don Marco Salvi ha sempre riconosciuto una continuità profonda, che gli ha permesso di conciliare il suo ministero sacerdotale come parroco di Tavernelle e poi di Anghiari con un’intensa attività professionale come responsabile diocesano per lo studio, la progettazione, il restauro di decine di edifici religiosi e storici. La casa del Signore si edifica nel cuore degli animi, come nelle tende di pietra in cui i fedeli si raccolgono per la celebrazione liturgica e per tutte le pratiche connesse alla propria vita di comunità cristiana. Custodire come pastore il popolo di Dio, istruendolo con la parola e l’azione catechetica, santificandolo con la celebrazione sacramentale, è un servizio sacerdotale che trova un’integrazione naturale e feconda nell’impegno di salvaguardia, recupero e progettazione delle strutture architettoniche necessarie alla vita della Chiesa. Nel rispondere con gioia alla richiesta del Signore: “Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti?”, il costruttoresacerdote non ha innalzato un monumento - freddo, distante, introverso -, ma ha realizzato uno spazio caldo e ospitale, in cui tutti i membri della piccola comunità casentinese possano sentirsi a casa con i fratelli e con Dio; in cui anche la più piccola, la più semplice delle creature si trova accolta e benedetta. Come dice il Salmo: “Quanto sono amabili, Signore, le tue dimore! Anche il passero trova una casa/ e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli,/ presso i tuoi altari, Signore degli eserciti,/ mio re e mio Dio.” (Sal 83) Volentieri pubblichiamo questa recensione sul libro che illustra la nuova chiesa di S. Giovanni Battista a Subbiano. Ce l’ha fatta pervenire un nostro lettore. Nella foto dell’altra pagina un’immagine del presbiterio tratta dal libro stesso e realizzata dal fotografo Enzo Mattei. Appello della Caritas per l’acquisto di libri di scuola

Burraco

Solidarietà

Alcuni simpatici giocatori anghiaresi di burraco, all’inizio dell’autunno scorso, proposero di andare al Centro di aggregazione sociale ad insegnare questo gioco tanto attuale in questo periodo. L’idea fu subito accettata con entusiasmo e così cominciò la “Scuola di burraco”. In molti, il lunedì pomeriggio, partecipavano, addirittura da Santa Fiora e, fra rimproveri e risate, sono diventati discreti giocatori e allora, come tutte le discipline, alla fine dell’anno viene fatto un saggio. Anche in questo caso il giorno ventiquattro aprile si è tenuto un piccolo torneo di burraco e le nostre esperte Silvia e Loredana hanno pensato a tutto. Tavoli verdi, carte nuove, bei premi, tutti donati dai nostri commercianti: ben quaranta gli iscritti, anche da Sansepolcro. Tutti emozionati al loro primo torneo ma è stato divertente. Una piacevolissima serata ovviamente rallegrata da qualche dolcetto gentilmente preparato da alcuni partecipanti.

Abbiamo la necessità di aiutare alcune famiglie anghiaresi nell’acquisto di libri di testo per la scuola dell’obbligo. Chiediamo, a chi vorrà e a chi potrà, un contributo di € 5 che potrà essere versato direttamente in Parrocchia o anche presso la Confraternita di Misericordia di Anghiari, specificando che si tratta di un’offerta destinata alla Caritas per l’acquisto di libri di scuola. Se ci aiuterete, tutti insieme potremo essere di supporto ad alcune famiglie particolarmente bisognose. Chiediamo agli amici anche di condividere questo messaggio e di trasmetterlo a quante più persone possibile; vi chiediamo anche di dar vita al “passaparola” per avere risultati significativi. Vi terremo informati sull’esito dell’iniziativa.

Francesca

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Dalle nostre Parrocchie

Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli

AGOSTO 2014 Domenica 3 agosto alle ore 12, S. Messa nella chiesa di Fonaco in onore della Madonna della Neve. Sabato 9 agosto alle ore 18.40, S. Messa a S. Lorenzo a Ricciano Domenica 10 agosto alle ore 17, S. Messa S. Messa a S. Lorenzo a Gambazzo Giovedì 14 agosto ore 21, Processione mariana, aux flambeaux, in preparazione della Festa della Madonna Assunta con partenza dalla Grande Croce del Giubileo a Sciano per la Chiesa di Padonchia, con la partecipazione delle Compagnie, dei gruppi di preghiera e di tutta la popolazione monterchiese. Domenica 17 agosto alle ore 17, S. Messa nella chiesa di Pianezze in onore della Madonna Assunta. Domenica 31 agosto alle ore 17, S. Messa a S. Lorenzo a Ricciano in occasione dell’annuale festa della Misericordia di Monterchi.

SETTEMBRE 2014 Domenica 7 settembre a Borgacciano, festa della Madonna della Consolazione e a Scandolaia festa della Natività di Maria. Sabato 13 settembre alle ore 21, a Pocaia, con la partecipazione delle Compagnie del SS.mo Sacramento di Monterchi e di Padonchia, solenne processione mariana aux flambeaux in preparazione alla Festa della Madonna Bella. Domenica 14 settembre tradizionale Festa della Madonna Bella con S. Messe alle ore 8.00, 10.00 e 11.30.

L’8 giugno scorso è stato eletto il Nuovo Magistrato della Confraternita della Misericordia di Monterchi per il prossimo triennio 2014-2016. Sono stati eletti: 1. Lacrimini Marco, Governatore 2. Rossi Vincenzo, Vicegovernatore 3. Baracchi Mario 4. Cesari dott. Vittorio 5. Pecorai Renata 6. Ligi Fabrizio 7. Vagnoni Maria Luisa 8. Cambi Federica Per nomina vescovile, ne fa parte l’arciprete Don Quinto Giorgini in qualità di Correttore.

La mostra di pittura moderna di Cinzia Senesi a Monterchi, nello spazio espositivo in via Roma, rimarrà aperta fino all’autunno inoltrato. Nella foto il labaro della Misericordia di Monterchi viene portato nella processione serale del Corpus Domini alla quale hanno partecipato diverse Compagnie.

N.B. Nel pomeriggio di domenica 14 settembre, alle ore 17, avrà inizio la Visita pastorale dell’Arcivescovo Riccardo Fontana al Vicariato di Anghiari-Monterchi, con una solenne concelebrazione nella chiesa parrocchiale di S. Maria della Pace alle Ville a cui sono invitate tutte le comunità cristiane di Anghiari e Monterchi, insieme alle varie associazioni, per cui sono sospese nel pomeriggio le S. Messe Vespertine o altre celebrazioni in tutti il Vicariato e quindi anche nel Santuario della Madonna Bella. Per quest’anno verranno sospesi o rimandati il programma ricreativo, la lotteria, la pesca di beneficenza, nonché i tradizionali giochi popolari organizzati dal Comitato sul piazzale della Madonna Bella.

Da lunedì 7 luglio fino al termine del mese si è svolto il Grest, campo estivo per i ragazzi del territorio monterchiese, organizzato e diretto da don Ferdinando Mabanza presso la Parrocchia di Le Ville. Nel pomeriggio di domenica 20 luglio, presso il parco fluviale, si è celebrata l’annuale festa del gruppo donatori di sangue "Fratres", organizzata dalla presidente Catia Pauselli insieme al Consiglio.

Verso Loreto Molte volte mi era capitato di sentire della camminata “Macerata-Loreto” ma non avevo mai avuto l’opportunità di parteciparvi. Avevo paura di non farcela. Quest’anno mi sono iscritta, con qualche incertezza: ce la farò?? Ma, rassicurata dalle mie amiche sono partita. Arrivati a Macerata, allo stadio, vista tutta quella moltitudine di gente, mi sono resa conto di quanto è sentito questo pellegrinaggio. Da tutte le parti d’Italia arrivano pulman pieni di persone. Prima della S. Messa il S. Padre, in diretta, ci ha salutato e ci ha esortato a pregare per la pace. Poi la partenza. Tutta questa folla unita dalla preghiera fa veramente venire la pelle d’oca. Me ne avevano parlato ma partecipare è un’altra cosa. Questo cammino composto, allegro, salutato dagli abitanti, illuminato dalle candele, che come meta ha la basilica di Loreto, la Madonna che alle sei del mattina mi ha abbracciato. Sì, mi sono sentita abbracciata dalla Vergine che m’ha sussurrato: «Hai visto, ce l’hai fatta... per me!» Grazie! Francesca La foto illustra l’arrivo a Loreto del pellegrinaggio dopo una notte di cammino e di preghiera.

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Dalle nostre parrocchie

Da San Leo

Da San Lorenzo

a cura di Andrea Dellacasina

Il 22 giugno, festa del Corpus Domini, cinque ragazzi della nostra parrocchia hanno ricevuto la Prima Comunione durante la S. Messa celebrata da don Romano. Al termine la processione con la bandiera della parrocchia e con l’esposizione del Santissimo. Volevamo raggiungere la chiesetta di Corsano ma poi, per questioni tecniche, abbiamo scelto un percorso più breve e quindi non abbiamo portato il labaro ed il baldacchino ed abbiamo usato l’apposito ombrellino. Poi siamo rientrati nella chiesa addobbata a dovere dalle mamme dei bambini. Fra le prossime iniziative c’è quella del prossimo sette agosto quando vorremmo fare festa nella chiesa di Tubbiano, dedicata appunto a san Donato, e dopo la S. Messa delle ore 18.00 ritrovarsi tutti insieme, quelli di San Leo e quelli di Tubbiano, per un momento conviviale. Ricordo poi che tutti i primi venerdì del mese, fino a ottobre, viene celebrata la S. Messa alle ore 18.0 nella chiesa di Corsano. Stiamo ancora aspettando che i lavori alla canonica vadano verso il termine e comunque ci sono delle persone che collaborano per le iniziative della parrocchia. Qui a San Leo siamo un po’ in periferia e quindi lontani da dove si decidono le cose. Comunque non ci scoraggiamo e, non certo perché voglio essere menzionato, anche l’altro giorno ho fatto un giretto con la carretta e ho raccattato le varie carte e altre cose che a volontà gli automobilisti buttano dal finestrino. La strada, da quando c’è il semaforo, è molto migliorata. Rimane il tanto traffico che passa da qui ma insomma contentiamoci. Da queste sere s’era guastato il semaforo e quindi lampeggiava e hanno fatto un incidente (ma non per colpa del semaforo!), uno veniva da Fighille, un altro da quaggiù e tutti e due pensavano di avere la precedenza. Là nella zona del Pulcinelli hanno fatto un piccolo parco [N.d.R. è stato inaugurato sabato 12 luglio]. Il nipote del Cinelli ha dato il terreno permutandolo con un altro nella zona delle Chiarabelle e il Comune provvede del necessario. Poi ci sono un gruppo di giovani del posto che hanno i bambini e (Velso) pensano loro alla manutenzione.

Nella solennità del Corpus Domini nella parrocchia di San Leo cinque bambini hanno ricevuto per la prima volta la Santa Eucarestia: Alessandro, Brando, Cesare, Daniele e Linda. Il giorno precedente si erano preparati, insieme al gruppo di Anghiari, con una giornata di riflessione e gioco presso il Centro parrocchiale di Tavernelle. Il sabato successivo sono stati invitati insieme alle loro famiglie nella chiesa di Tubbiano per una speciale consacrazione al Sacro Cuore di Gesù e Maria e hanno ricevuto la loro seconda Comunione. Al termine, gelato per tutti fuori della chiesa. Ringraziamo la Comunità di Tubbiano per l’accoglienza e… le bibite! (Laura)

10 agosto Domenica 10 Agosto, alle ore 19, a San Lorenzo verrà celebrata la Messa in onore del Santo Patrono. Seguirà, come di consueto, un momento di festa nel piazzale antistante la chiesa, con un ricco buffet preparato con grande cura dai volontari della nostra comunità. Non li ringrazieremo mai abbastanza per tutto il lavoro che svolgono gratuitamente e con grande passione affinché tutto quanto possa svolgersi nel migliore dei modi. L’ufficio meteorologico gestito dalla nostra comunità, ci assicura che il tempo sarà splendido e la giornata serena, calda, ma non troppo, e la serata sarà piacevole. Vi invitiamo perciò a intervenire numerosi a questa importante celebrazione. Andrea Dellacasina

Dal Carmine

a cura di Francesca

L

a festa dell’Ascensione quest’anno era il primo di giugno, alta, dicono i più anziani.

Era una bellissima giornata che ha visto molti pellegrini a piedi raggiungere il santuario. Tanta gente come sempre. Si è riempito il chiostro per fare la ormai consueta colazione. In molti anche nel pomeriggio per giocare con noi e tanti bambini che sono stati benedetti alla S. Messa delle sedici e poi hanno giocato alla tradizionale tombola preparata appositamente per loro. Mancavano due persone, Beppe e Quinto, che ricordiamo come importanti collaboratori questa festa per tanti anni. Grazie a tutti coloro che sono intervenuti e a tutti coloro che, con il loro lavoro, rendono fattibile una festa così grande. Arrivederci al 2015.

L

’11 luglio di ogni anno sono molti i fedeli che raggiungono il Santuario del Carmine nell’anniversario dell’apparizione della Madonna alla giovane Marietta di Gambino. Molti lo fanno a piedi ma qui vogliamo segnalare l’iniziativa dei vari gruppi parrocchiali che effettuano questo percorso a piedi, recitando delle preghiere ed eseguendo dei canti, compiendo così un gesto importante di devozione e di fede. Il gruppo di Anghiari e Santo Stefano era guidato da don Bartolomeo mentre don Gustavo è giunto con i parrocchiani di Micciano. Anche da Tavernelle hanno fatto il pellegrinaggio partendo dal Bagnolo e alla diga si sono uniti quelli provenienti dal Ponte alla Piera. Una bella tradizione che ha fatto ascoltare con più partecipazione le parole del Vescovo Riccardo che ha presieduto la celebrazione.

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In un convegno una proposta per la Valtiberina!

Ambiente, agricoltura e salute Noi tutti sappiamo che nella nostra realtà la coltivazione economicamente più importante è quella del tabacco, che alcuni vorrebbero ancora incentivare. Ma sappiamo anche tutti che la monocoltura – non solo del tabacco – comporta con sé gravi problemi per la terra. In questo momento storico ci sono non solo forti necessità ecologiche, ma anche buone possibilità di promuovere un’agricoltura diversa, cioè diversificata: più interventi hanno evidenziato le opportunità della nuova politica comunitaria, in particolare i Piani di Sviluppo Rurale 2014 - 2020, che contemplano finanziamenti per azioni coordinate di sviluppo territoriale. I finanziamenti per il mantenimento produttivo per singole aziende andranno drasticamente a diminuire a favore dell’incremento di fondi per piani integrati di sviluppo, dove saranno premiati progetti territoriali e interaziendali per riconversioni agricole verso colture a minor impatto ambientale. Nell’ambito di questi piani sono previste anche misure di accompagnamento alla riconversione agricola con tanto di sperimentazioni, formazione e assistenza tecnica specifiche. Sempre durante il convegno, sono stati presentati piani già attuati di recupero ambientale con insediamenti agricoli, turistici e di piccole aziende inserite in modo armonico nel territorio, in cui prodotti biologici e “Km zero” (breve distanza tra produttore e consumatore) consentono un’economia redditizia per il produttore e garanzia di sicura provenienza per il consumatore, sempre più diffidente verso origini non certificate degli alimenti. Dunque non si è trattato di un convegno contro il tabacco - come alcuni “voci” hanno sostenuto - quanto piuttosto di un convegno teso a stimolare la diversificazione delle produzioni aziendali, cogliendo le occasioni offerte dal “secondo pilastro” dei finanziamenti europei (relativo alla trasformazione del territorio agricolo). Questo “secondo pilastro” è volto a mantenere e migliorare le redditività aziendali, stimolando la convivenza, anche all’interno della singola azienda, fra produzione agricola specialistica, produzione di energia, agriturismo anche di tipo culturale, agricoltura anche biologica. Con queste azioni finanziate e finalizzate altresì alla difesa e al ripristino ambientale, si cerca di ridurre la dipendenza della produzione da trattamenti e consumi (quali quelli dell’acqua) per i quali, nei prossimi anni si prevede un’impennata significativa dei prezzi con conseguente rischio di “impoverimento” delle imprese agricole. Questi aspetti sono stati ampiamente sviluppati durante il

convegno, e “a conti fatti”, possiamo dire che questa giornata è stata incoraggiante per aiutarci a intravedere opportunità di sviluppo del paesaggio ecosostenibile anche per la nostra Valtiberina, dove ad un’espansione dell’occupazione dignitosa e qualificata, si affianca il rispetto della salute dei lavoratori del settore agricolo, dei prodotti e di conseguenza dei consumatori. Questo convegno è stato concepito come un contributo, un “respiro culturale” per stimolare a diversi livelli un ripensamento di strategia produttiva nel nostro territorio. Abbiamo fiducia che le comunità della vallata, ed in particolare gli imprenditori di concerto con associazioni e amministrazioni pubbliche, diventino i primi attori di un modello di sviluppo che veda agricoltura, turismo e piccole imprese alleate per un territorio sano da più i punti di vista: ambiente con terreni fertili, acque e aria puliti inseriti in un paesaggio dove a fianco di un’agricoltura redditizia, anche specialistica, ma a minor impatto ambientale, la ricezione turistica, l’autoproduzione di energia pulita possano essere fulcro di ulteriore sviluppo. Il convegno per noi è un’opportunità per sensibilizzare la cittadinanza su queste tematiche e per aprire un dibattito che veda cittadini e loro istituzioni, imprenditori, lavoratori agricoli e loro rappresentanti, fare ciascuno la propria parte in modo consapevole e attivo. In futuro è nostra intenzione stimolare altre opportunità di conoscenza, altri spazi di dialogo, certi che il nostro contributo possa trovare interesse, alleanze e sostegno ai diversi livelli per costruire insieme un futuro migliore per tutti.

In alto il tronco di un grande pioppo, pianta che noi chiamiamo semplicemente "albero".

A Santo Stefano domenica 7 settembre 2014 festa della Madonna

S. Messe alle ore 8.30 e alle ore 11.00 Giochi per bambini e adulti nel giardino della chiesa

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È stata caratterizzata da una grande partecipazione

Assemblea dei Soci a cura della Banca di Anghiari e Stia

L

’Assemblea dei Soci 2014 della Banca di Anghiari e Stia si è svolta domenica 11 maggio presso il Palazzetto dello Sport di Anghiari e ha fatto registrare una partecipazione da record. I momenti più significativi di questa intensa giornata sono stati il rinnovo delle cariche sociali e l’approvazione del bilancio 2013. I lavori assembleari, preceduti dalla Santa Messa in commemorazione dei soci defunti, si sono aperti con il ricordo di Pier Gerolamo Bartolomei, Presidente della Banca dal 1969 al 2005 e poi Presidente Onorario fino al giorno della scomparsa. Il Presidente Paolo Sestini ha ribadito nel consueto saluto di inizio mattinata le linee guida dell’Istituto ed ha espletato le operazioni formali necessarie ai fini della prosecuzione dei lavori. Sono intervenuti anche il Presidente del Collegio Sindacale Massimo Meozzi, il Presidente della Federazione Toscana delle BCC Umberto Guidugli, il Direttore Generale della Banca di Anghiari e Stia Fabio Pecorari e il rappresentante del Comitato Giovani Soci Alessandro Marconi. Gli interventi hanno puntato l’attenzione sui risultati conseguiti dalla Banca e sulle politiche da seguire di qui in avanti. Significative in questo senso le dichiarazioni di Umberto Guidugli, che ha espresso la sua soddisfazione per la partecipazione dei soci e per l’operato della Banca di Anghiari e Stia, ribadendo l’importanza di quello spirito di collaborazione che da sempre è caratteristica del Credito Cooperativo. L’Assemblea dei Soci ha approvato con voto unanime il bilancio 2013, chiusosi con una perdita pari a 1.573 mila euro, e la copertura delle perdite mediante le riserve accumulate in precedenza. Nella parte straordinaria dei lavori assembleari è stata approvata, tra l’altro, la modifica dell’articolo 32 dello Statuto, che riduce di due unità i membri del Consiglio di Amministrazione (da 11 a 9). Ai lavori assembleari hanno partecipato 1584 soci. Un numero di grande rilievo a ribadire ancora una volta il sincero legame che unisce la Banca e i suoi soci. Le operazioni di voto per il rinnovo degli organi sociali hanno di fatto confermato la lista che era stata presentata dal Consiglio uscente. Questi i risultati. Consiglio di Amministrazione Presidente: Paolo Sestini. Consiglieri: Nilo Venturini, Giovanni Fornacini, Vasco Petruccioli, Stefano Mannelli, Marco Salvi, Stefano Rossi,

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Andrea Trapani, Giovan Battista Donati. Collegio Sindacale Presidente: Massimo Meozzi. Sindaci effettivi: Paolo Cenciarelli, Marina Cianfrani. Sindaci supplenti: Andrea Cerini, Giuseppe Mauro Della Rina. Collegio dei Probiviri Membri effettivi: Andreina Donati Sarti, Marco Vagnoni. Membri supplenti: Benito Carletti, Leonardo Giannini. Presidente del Collegio dei Probiviri l’avvocato Paolo Sanchini, che è stato nominato dalla Federazione Toscana delle BCC. Importante lo spazio riservato agli stand del Comitato Giovani Soci, delle Gite Sociali e dei Partners Assicurativi, emozionante il momento dedicato alle borse di studio che sono state consegnate ai 23 giovani soci (o figli di soci) che hanno ottenuto brillanti risultati scolastici. Licenza media per Carlotta Casi, Didier Natalizi Baldi e Benedetta Peli, Diploma di maturità per Maria Federica Crociani, Francesco Emidi, Chiara Norcini e Riccardo Ozzola, Diploma di laurea per Andrea Alberti, Serafina Baschetti, Luca Bastianelli, Ilaria Betti, Giulio Marini, Niccolò Bondi, Lucia Braccalenti, Luca Bruschini, Camilla Ceccatelli Berti, Teresa Dormi, Lucrezia Mondani, Francesca Papini, Matilde Renzetti, Gaia Santini, Linda Santini e Sonia Scateni. Durante l’Assemblea hanno preso la parola i soci Bernardo Boninsegni, Maurizio Vecchio, Giuseppe Mauro Della Rina, Albano Bragagni, Werther Canicchi, Ferrer Vannetti, Giorgio Zangarelli, Ezio Breghi Mencagli, Fiorenzo Lucchetti, Tommaso Sediari, Alessandro Puletti. L’Assemblea dei Soci ha rappresentato un momento di cruciale importanza nella vita della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo. Per mettere a punto quanto fatto fino ad ora, per programmare il futuro, per rafforzare ulteriormente il legame tra l’istituto e la sua gente e per trascorrere una giornata all’insegna di quei valori che fin dalla sua nascita hanno segnato la vita della nostra banca. In alto a destra la platea dei Soci. Qui a sinistra il palco dei relatori.


Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Prima Comunione Domenica 8 giugno c’è stata la Prima Comunione nella chiesa di Tavernelle. Era la domenica di Pentecoste (di solito a Tavernelle la Comunione c’è per la SS. Trinità, ma la domenica dopo ci sarebbe stata la Festa della Famiglia), e tutta la comunità parrocchiale si è stretta attorno ai 5 fanciulli che per la prima volta hanno partecipato alla Messa facendo la Comunione. Ecco l’augurio che gli scrivono le loro catechiste: Ecco i nostri ragazzi che l’8 giugno hanno ricevuto il Corpo di Cristo per la prima volta: Cosimo, Giulio, Serena, Matteo, Claudia. Ringraziamo i genitori per la disponibilità di questo anno e auguriamo a loro di mettere sempre Gesù al primo posto. Nerella e Suor Franca

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Festa della Famiglia 2014

uando mi è stato chiesto un commento sulla Festa della Famiglia di Tavernelle, lì per lì ho pensato che forse non ero la più adatta, visto che da qualche anno non frequento molto la mia parrocchia, da quando offro il mio servizio da catechista nella parrocchia di San Leo. Ma riflettendo proprio sulla famiglia e sulla parrocchia mi sono resa conto che la mia “estroflessione” fuori casa non ha significato per me non appartenere. Anzi, proprio il mio impegno apparentemente esterno mi ha aperto alla necessità di una comunione più ampia, che si nutre della testimonianza in seno alla propria famiglia e alla propria parrocchia. Quest’anno la festa è caduta nella solennità della SS. Trinità ed è stato significativo ed educativo per tutta la comunità riflettere sulla grandezza del mistero del Dio Trino e Unico: tutt’altro che un oscura verità teologica incomprensibile ai più,,ma,come ha detto Don Marco nell’omelia, la relazione d’amore che “procede “ dal Padre e dal Figlio diventa modello a cui guadare nella nostra vita quotidiana intessuta di relazioni. E proprio la famiglia, generata dalla coppia coniugale, oggi così insidiata da ogni parte, è chiamata a diventare immagine di questa relazione d’amore: come le tre Persone divine sono uguali, ma conservano la loro distinzione, nella famiglia cristiana le caratteristiche individuali di ognuno non sono soffocate, ma pienamente realizzate nell’unione con gli altri. Il Signore ci comunica le verità più profonde talvolta attraverso le apparentemente banali circostanze della vita. La Festa della Famiglia diventa allora, se lo vogliamo, una bella opportunità per vivere la Trinità. Alla fine della serata, un po’ nuvolosa, ma provvidenzialmente senza pioggia, abbiamo rivisto alcuni filmati dei primi anni della festa (quasi trenta anni fa!), che allora si svolgeva al campo sportivo. I giochi erano gli stessi, la lotteria, il coniglino. Noi donne ci siamo riviste quando i nostri mariti ci spingevano nella corsa delle carriole, ma allora eravamo molto più giovani e… leggere! Guardando con un po’ di nostalgia queste immagini, ci chiediamo se saremo capaci anche in futuro di continuare a vivere quella bella compagnia fraterna e a conservare quello spirito di autentico divertimento che andava oltre lo scopo di ottenere il saldo attivo. Il nostro pensiero va anche a tutti coloro che abbiamo rivisto operosi e che fanno ora festa in cielo, ne ricordo alcuni: Paolo, Danilo che suonava nei primi “recital”, il Bobo, il Morino, il maestro Tavanti, il Tizzi, la Tilde e Gigione, Donato, Gianfranco, Piero e quelli del Braccini con Talete che volentieri si cimentava con i ragazzi sulla gimcana, il Nappone che benché anziano, veniva sempre alle prove dei canti e alla festa mi faceva ballare il valzer, e tanti altri che affollavano il campo di allora. Ora dobbiamo aggiungere anche il nostro caro Gianni, che con il suo camioncino andava a raccattare dai contadini gli animali che servivano per il gioco del coniglio. Tutta questa gente ci ha insegnato il gusto di stare insieme nella “famiglia di famiglie” che è la realtà parrocchiale, in cui siamo chiamati proprio come in famiglia, a vivere i valori della fede, e principalmente il perdono, la carità e la misericordia, tante volte richiamata anche da Papa Francesco. Al di là dei ricordi nostalgici, vogliamo guardare al passato, ma rispondendo alle esigenze del mondo che cambia e con esso anche la parrocchia. La sfida è saper trasmettere ai nostri giovani quella bellezza che ha fatto muovere noi, lasciando che loro la possano manifestare nella novità di vita a loro corrispondente.

A destra cinque fotogrammi della festa della famiglia a Tavernelle.

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Caro libro ti scrivo... È questo il titolo di un volumetto di poesie, racconti, ricordi, pubblicato dal MOICA di Grosseto. Ha curato il lavoro Antonietta Olivieri, nostra affezionata lettrice, della quale abbiamo già pubblicato degli scritti, legati, soprattutto, alle sue origini anghiaresi. Del libro abbiamo scelto una sua poesia, l'ultimo testo del libro.

Il Palio

Se... Se tornano in mente persone a noi care insieme a ricordi di un tempo lontano, se adesso possiamo sorridere un po' di quando la vita per quanto modesta ci dava speranza e pensieri d'amor... Se in tempi moderni di crisi, di grave momento che rende antiquati i valori morali, i giovani portano aiuto a chi soffre, impegnano un po' della loro giornata per dare sorrisi a chi pochi ne ha dalla vita... Ebbene: Caro libro ti ho scritto... e con piacere ti leggo.

Antonietta Olivieri

Auguri a Chiara Il 22 aprile scorso Chiara Ganavelli si è laureata presso l'Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e Neuroscienze, Corso di Laurea in Tecniche Audioprotesiche, discutendo una tesi dal titolo: “Pregiudizi ed imbarazzo sulla sordità, l'importanza del supporto emotivo nella riabilitazione protesica. L'arte del saper ascoltare.” Ha ottenuto la bella votazione di 100/110. Relatrice è stata la professoressa Maria Luisa Bellussi. Agli auguri della nonna (dal Campo della Fiera) e di tutta la famiglia compresi gli amici, si aggregano anche quelli della Redazione che volentieri vanno verso l’Intoppo dove Chiara abita.

Proseguono i lavori al Conventone, l’ex convento di San Martino di dentro e una volta dimora della masnada di Bernardino. Importanti scoperte, non ancora concluse, fanno arretrare l’origine di Anghiari di diversi secoli indietro, fino ad una probabile presenza etrusca nella zona. Nella foto i mensoloni di alcune terrazze (ottocenteschi?), oggi non più esistenti, inseriti nella torre di vedetta.

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Il 29 giugno di ogni anno ad Anghiari si corre il Palio della Vittoria, istituito nel 1441 a seguito della vittoria di Firenze sui Milanesi guidati dal Piccinino. Nella foto vediamo alcuni rappresentanti dei vari comuni partecipanti alla corsa 12 secondi dopo lo sparo avvenuto davanti alla Maestà. Nei primi metri, che caratterizzano questa corsa di uomini a piedi, i corridori si sono dati battaglia, ammettendo il regolamento che i partecipanti si possono trattenere o strattonare, escludendo naturalmente che ci si possa colpire in alcun modo. Lassù li aspettano gli anghiaresi, gli ospiti presenti in questi giorni e i gruppi storici di Firenze, Arezzo, Sansepolcro e quello del Palio di Anghiari. Vincerà Alessandro Porazzini rappresentante del comune di San Giustino Umbro.


Prevenire l’Alzheimer con l’alimentazione

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enerdì 20 giugno alle 21, presso il Salone della Misericordia di Corso Matteotti 129 ad Anghiari, si è tenuto l’incontro con il Dott. Fabio Piccini, Medico Psicoanalista e Ricercatore in Scienza della Nutrizione e Disturbi del Comportamento Alimentare Presso l’Università Politecnica delle Marche di Ancona, dal titolo “La Dieta Anti-Alzheimer”. L’incontro è nato con lo scopo di spiegare che l’Alzheimer si può prevenire e si può farlo partendo da tavola. Di seguito un articolo sull’argomento del Dott. Piccini scritto per il Wall Street International Magazine.

grassi Omega-3, curcuma, chiodi di garofano, cannella e z e n z e r o , mangiare tante verdure e frutti colorati di provenienza biologica sono considerati i cardini di questa strategia preventiva. Alle modifiche della dieta si consiglia di aggiungere più movimento e tutte quelle attività che costituiscono ginnastiche per il cervello (imparare concetti nuovi, studiare nuove lingue, giocare a scacchi, dama e Sudoku, imparare nuovi sport, imparare a suonare uno strumento, ecc.). Le persone che maggiormente dovrebbero mettere in atto questi cambiamenti sono coloro che presentano una familiarità per la malattia, tutti coloro che sono obesi o che sono affetti da disturbi del metabolismo (diabete, sindrome metabolica, iperlipemie, ecc.) e più in generale le donne (la malattia è infatti molto più frequente nel sesso femminile). È uscito recentemente - anche in Italia - un libro che spiega cosa cucinare per prevenire la malattia a tavola proponendo una serie di ricette di facile esecuzione che, oltre a soddisfare il palato e garantire la salute del cervello, permettono anche di ridurre il girovita e l’incidenza di obesità e diabete. Gli autori, un neurologo (Marwan Sabbagh) e uno chef (Beau MacMillan) meritano davvero un encomio, perché per una volta sono riusciti a portare in cucina un po’ di salutare prevenzione. Se almeno una delle molte trasmissioni televisive che ci somministrano ricette a tutte le ore del giorno si convertisse a un approccio del genere credo che i parenti dei malati gliene sarebbero davvero grati. Duole invece constatare che la maggior parte di queste trasmissioni altro non fa se non divulgare stili culinari che sono all’esatto opposto di ciò che può essere definita una cucina salutare. E questo è un vero peccato, ma ci spiega come mai anche quest’anno (almeno stando ai dati divulgati dall’Osserva Salute 2013) gli Italiani si sono scoperti più grassi e malati di sempre. La nostra Confraternita di Misericordia ha ritenuto opportuno dare spazio ad una problematica di questa portata!

Cibo per la mente: Prevenire l’Alzheimer a tavola Con una popolazione mondiale che invecchia sempre più, complici i progressi della medicina e i moderni sistemi di welfare, le percentuali di prevalenza del morbo di Alzheimer continuano ad aumentare con il passare degli anni. Attualmente questa patologia costituisce la settima causa di morte per gli abitanti dei paesi occidentali e, se manterrà gli attuali tassi di crescita, si calcola che entro il 2050 la sua prevalenza sarà quadruplicata. L’Alzheimer rappresenta il quadro più diffuso di demenza e si caratterizza per una perdita progressiva e inesorabile delle funzioni cognitive (memoria, attenzione, apprendimento, concentrazione, orientamento, capacità di lettura, di scrittura e di calcolo, movimento volontario e controllo del comportamento) da parte degli individui che ne sono affetti. Al momento attuale non esistono terapie in grado di fermare - o invertire - il corso della malattia che di solito porta a morte il paziente in un periodo variabile che va dai tre ai vent’anni dalla diagnosi. Se pensiamo che soltanto cinquant’anni fa l’Alzheimer era considerato una malattia rara, mentre oggi circa il 50% delle persone con più di 85 anni ne è affetto, questo significa che anche l’Alzheimer è stato promosso al rango di “malattia del progresso”. Come si spiega questo vertiginoso aumento di incidenza? Semplicissimo: oggi sappiamo che lo sviluppo dell’Alzheimer è legato a filo doppio alle due patologie più diffuse del secolo: obesità e diabete di tipo 2. Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato che il fatto di essere sovrappeso e insulino-resistenti a un’età di 40-50 anni aumenta di molto il rischio di soffrire di Alzheimer in vecchiaia. Questo significa che l’Alzheimer è una patologia dalla forte determinante metabolica. Ma questa è anche una buona notizia. Perché le malattie metaboliche possono essere prevenute con semplici modifiche dello stile di vita. Se pensiamo che tutto ciò che ci permette di prevenire diabete e obesità è anche in grado di aiutarci a prevenire l’Alzheimer, allora non tutto è perduto. E di fatto i più accreditati protocolli per la prevenzione della malattia prevedono innanzitutto una serie di precise prescrizioni nutrizionali. Tagliare zucchero, dolci e grassi vegetali idrogenati (o parzialmente idrogenati) e aggiungere alla dieta folati, acidi

In alto la locandina dell'iniziativa.

Domenica 31 agosto 2014 Torna la Camminata del Vero Contrabbandiere che va al Ponte 32


Le Suore del Cottolengo

Gianni, un amico

Tempo fa, complice suor Astrid, ora a Torino dopo la parentesi campagnola a Montauto, abbiamo potuto contattare suor Lidia delle suore del Cottolengo (venivano chiamate affettuosamente Cottolenghine) e abbiamo mandato due foto che ritraggono un gruppo di allieve del doposcuola e della scuola di tombolo che si teneva nei locali dell’ex convento della Croce a quel momento utilizzati come Ospedale. Le suore infatti erano presenti ad Anghiari per il servizio presso il locale ospedale ed erano giunte ad Anghiari il 24 febbraio 1914 (e quindi quest’anno ricorre il centenario) per lasciare il nostro paese il 28 aprile 1942. Purtroppo notizie sulla lavorazione del tombolo non le abbiamo ottenute, ma abbiamo risvegliato bei ricordi. Le suore, oltre alla scuola di tombolo, tenevano un doposcuola (nella foto il gruppo delle bambine insieme a quelle più grandi del tombolo) e allestivano degli spettacoli teatrali. Ecco una sintesi delle notizie giunteci. Gent.mo Signor Mario Del Pia, il suo scritto ha procurato molta gioia a me, alla Madre Generale e alle Consigliere Generali! Il sentire che le nostre Sorelle sono ancora ricordate è un gran conforto per noi! Purtroppo, nel nostro Archivio non abbiamo fotografie di queste Sorelle e perciò è un gran dono quello che Lei ci ha fatto! Deo gratias! Suor Zosima del Sacro Cuore SALA nacque a Carate Brianza il 28 gennaio 1898 e morì il 21 giugno 1930. Suor Lidia della Croce LERDA nacque a Cuneo il 10 dicembre 1897 e morì il 20 novembre 1967. Senza dubbio Suor Zosima imparò il tombolo da bambina. Le mamme della zona di Cantù e della Brianza insegnavano il tombolo già alle bimbe di 6 anni. Suor Lidia aveva abilità di ricamo, cucito e canto. Non sappiamo se Suor Zosima abbia insegnato una nuova tecnica, penso invece che si sia adeguata alle modalità del luogo. In molti altri luoghi nostre Sorelle hanno dato avvio a laboratori di ricamo e cucito, allo scopo di insegnare alle ragazze a gestire bene la famiglia e per imparare un mestiere che permettesse loro di integrare il povero reddito famigliare. Le Sorelle provenienti dalla Brianza certamente avranno insegnato quanto per loro era acquisito e familiare. Mi dispiace, gent.mo signore, di non poterle offrire notizie ulteriori. La ringraziamo di cuore per il Suo scritto e rimaniamo a disposizione per eventuali altre ricerche. Cordiali saluti, La Segretaria Generale

Era la sera del 19 giugno scorso, quando Gianni Natalini ci ha lasciato. Tutta la comunità di Tavernelle si è fermata per ricordare l’amico Gianni, che sicuramente resta nel cuore di tantissime persone per la sua vita serena e laboriosa. Personalmente mi sento coinvolto nello scrivere alcune righe, anzitutto per ricordare un amico. Forse non è giusto mettere in piazza, come si suol dire, i sentimenti personali che hanno legato due persone; tuttavia l’intento mio è solamente condividere il dispiacere per la perdita di Gianni. È anche vero che di perdita non si tratta, visto che la fede ci aiuta a credere nella vita eterna. Il mio è allora, più che altro, e vuole essere un ricordo grato, si: pieno di gratitudine e di affetto. Io ho conosciuto Gianni (a Tavernelle ci conosciamo già tutti, ma l’amicizia poi nasce nel tempo) negli anni in cui da adolescente frequentavo assiduamente la parrocchia. In quel periodo Gianni si mise a disposizione per aiutare la realizzazione della Festa della Famiglia, del recital dei giovani e di altre iniziative. Col tempo è andata maturando una conoscenza reciproca, matura, piena di affetto e di stima reciproca. Vennero poi gli anni dell’impegno con il G.S. Tavernelle, con il carnevale… un susseguirsi di attività in cui io coinvolgevo Gianni, e lui coinvolgeva me. Come due buoni amici, l’uno compensa l’altro, o meglio lo completa. Per me erano anni importanti: terminavo le scuole superiori e mi affacciavo nel mondo del lavoro, maturando nel frattempo anche un cammino cristiano. Nel periodo così per me “delicato” di crescita e di formazione umana, posso dire di aver trovato in Gianni un valido “amico più grande”, uno di quelli che la Provvidenza ti mette nella strada della vita per insegnarti tante cose. Mentre sono a scrivere queste povere righe, mi vengono alla mente i numerosi momenti passati insieme a lui: le lunghe chiacchierate, i pomeriggi al campo sportivo, le serate in casa sua, e poi al capannone a Caprese e avanti così. Una frequentazione che poi diminuì in quantità quando iniziai il seminario, ma nei pochi incontri che avevamo vi era lo scambio di tante esperienze: come dire che ognuno sta seguendo la sua strada, che forse ci sta portando lontano uno dall’altro, ma con la gratitudine che tutto il vissuto insieme serve ora, ad ognuno, per la propria vita. Un esempio? Nel lungo cammino del seminario ci viene insegnato che la formazione sacerdotale può avvenire correttamente se poggia in una solida crescita umana; san Tommaso dice infatti: gratias supponit naturam et perficit eam. Senza volere addentrarsi troppo in discorsi complicati, voglio solo dire che nella mia crescita umana, che tra un po’ di mesi sarà “perfezionata” dal sacramento dell’Ordine, Gianni è stata una di quelle persone veramente significative. Non posso non essere grato, allora, per averlo incontrato e per tutto quello che mi ha dato e trasmesso. Infine, nell’ultimo nostro incontro, ormai con poca voce, mi raccomandò di proseguire la mia strada solo se ne fossi veramente convinto e felice, e poi mi ammonì di essere sempre un uomo: prima di tutto uomo. E poi anche serio, attento, buono. Faccio ora geloso tesoro del suo lascito per me, rappresentato non solo da queste sue ultime parole, ma di tutto quello che ho vissuto con lui. Da buoni amici. Con l’augurio che dal Cielo, come buon amico, continui a starmi ancora accanto. Ciao Gianni!

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Alessandro


La comunità di Micciano ricorda Piero Bartolomei

Una testimonianza di vita cristiana Riportiamo due brevi testi preparati dalla comunità di Micciano in ricordo di Piero Bartolomei e letti durante la celebrazione funebre, nell’aprile scorso. L’attiva partecipazione alla vita della chiesa, il servizio fedele in tutte le sue necessità, la devozione per il Primo Venerdì del mese hanno contrassegnato l’esistenza di questo parrocchiano, alimentando un forte legame di amicizia e solidarietà con i membri della piccola e unita comunità della Pieve di S. Maria Assunta. Nel momento triste del congedo, la fede illumina il mistero della morte con una forte parola di speranza: la testimonianza di una vita esemplarmente cristiana è eredità preziosa per chi resta e promessa di pace eterna alla presenza di Dio.

Sì, Dio ha creato l’uomo per l’immortalità; lo fece a immagine della propria natura. Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace. Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza è piena di immortalità. Per una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé: li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto. Nel giorno del loro giudizio risplenderanno; come scintille nella stoppia, correranno qua e là./…/ Quanti confidano in lui comprenderanno la verità; coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell’amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti. (Sapienza 2, 23; 3, 1-9) Micciano, 26 Aprile 2014 Vigilia della Festa della Divina Misericordia

I

n questo giorno vogliamo rendere a Dio il nostro GRAZIE, per aver incontrato e conosciuto Piero, nella nostra esperienza di vita parrocchiale. La sua presenza discreta e delicata è stata espressione di una fede forte e sicura che oggi diventa testimonianza viva ed esempio per noi tutti. Vogliamo ricordarlo come membro attivo del Consiglio degli Affari economici, nel quale sapeva mettere a frutto le sue competenze, con equilibrio e saggezza. Adesso ci consola però pensare a lui soprattutto nei piccoli ma significativi atti di devozione e di amore rivolti a Cristo e alla sua Chiesa. Nonostante la salute sempre più cagionevole, provvedeva

con grande premura a mantenere acceso il cero a Gesù Eucarestia e si preoccupava che il suono delle campane richiamasse l’intera comunità alle celebrazioni. La luce di Gesù che ha illuminato il suo cammino lo accompagnerà sempre, mentre le campane, da oggi, nei cieli, suoneranno per lui un eterno Alleluia. Uniti a voi tutti nel ricordo e nella preghiera, Gli amici di Micciano (Beppe e Cristina, Leandro e Laura, Giuliano e Patrizia, Piero e Mariella, Ermindo ed Elvira, Giorgio e Paola, Umberto e Vanda, Moreno e Daniela, Claudio e Monica unitamente alle loro famiglie)

In memoria di Piero Bartolomei

N

oi tutti ringraziamo Dio per avere potuto incontrare e conoscere il nostro fratello Piero, esempio di grande zelo nella nostra parrocchia e nella vita. Esempio, soprattutto in questi ultimi anni, per la grande fiducia in Dio che manifestava sempre con la sua forte Speranza e Fede. Non sono mai mancati anche momenti di amore fraterno nei confronti di noi parrocchiani. Spesso lo trovavamo in chiesa in preghiera o per programmare le campane e talvolta aspettava ad andarsene per tenere compagnia alla persona che magari in quel momento sistemava i fiori o cambiava le tovaglie. E sono questi ricordi di grande commozione, perché lo faceva con molta discrezione, senza far pesare che stava aspettando. La chiesa era per lui il luogo del vero “incontro con Dio”. Lì amava stare in preghiera, partecipava alle Sante Messe durante la settimana. Era sempre il nostro punto di riferimento per i canti, soprattutto in latino, che amava intonare e che seguivamo con piacere, era veramente preparato in tutto quello che riguardava i Riti Sacri. Per ogni nostra incertezza c’era Piero , e tutti dicevamo “chiediamo a Piero!” e la sua risposta arrivava sempre. Anche negli ultimi anni , quando la sua malattia è divenuta sempre più grave, lui non si è mai nascosto, dandoci così l’esempio, ancora una volta, che la sofferenza non è motivo di isolamento, ma diventa testimonianza di vita e accettazione del Disegno di Dio per ciascuno di noi. Grazie Piero!

Sant’Agostino Giovedì 28 agosto, alle ore 18.00, S. Messanella chiesa di Sant’Agostino. 34


Le ultime offerte pervenute

Il coraggio

di Lamberto Ulivi

Per chi vuol farci pervenire il proprio contributo lo può fare con bollettino postale (l’ufficio di Anghiari e quello di San Leo ne hanno alcuni a disposizione) o tramite le agenzie delle banche locali. Ancora un grazie a voi tutti.

Adamo Grazi, San Tommaso Angela Volpi, S. Jean Cap Ferrat Carla Tenca Rossi, Casargo Claudia Guadagni, Borgo della Croce Claudio Baggi, Valealle Emola Romolini, Tavernelle Erminio Staccini, Borghetto di sopra Giovanni Casi, Zinepro Giuseppe Cheli, Sabino da la via Lucrezia Barbolani, Montauto Marcella Zoi, Montecarlo Marcello Minozzi, Monterchi Marisa Villarecci, Ghetto Nicoletta Pasqui, Terrarossa Nilo Nicchi, Arezzo Norma Madiai, Cignano Oriana Boncompagni, Campo della Fiera Piero Santi, Commenda Renato Panichi, Tavernelle Rosita Chieli, La Meridiana Sila Calosi, Morone Silvia Sensi Chiarini, Fanciulleri *** Adria Cerboni da Latina manda la sua offerta in memoria del marito Alfonso e dei propri defunti.

Giusto fra le Nazioni Il primo di luglio scorso è stata consegnata la medaglia di “Giusto fra le Nazioni” in memoria di Giocondo e Annina Marconi. Nascosero la famiglia ebrea Saghi nella soffitta della loro casa in Piazzola, dopo che erano riusciti a cambiare la loro identità. Così, assieme a tutta la comunità anghiarese, questa famiglia fu salvata dalle rappresaglie naziste. Negli ultimi tempi ci sono stati altri riconoscimenti di questo genere nelle nostre zone. Se da una parte essi ci fanno venire alla memoria quei terribili giorni, dall’altra ci richiamano alla mente tanti episodi di silenzioso eroismo. Grazie alla fermezza del Papa di allora, Pio XII, il mondo religioso (preti, conventi, monasteri) misero in atto, silenziosamente, una enorme macchina che ha salvato la vita a infiniti ebrei. In casa nostra c’è da ricordare don Nilo, e i tanti ebrei - ma non solo ebrei - salvati grazie alle fidate famiglie che il Proposto conosceva e a cui dava da nascondere gli sventurati di turno. Il riconoscimento della famiglia Marconi fa certamente onore e dà lustro alla nostra comunità. La dott.ssa Sara Gilad, dell’ambasciata di Israele in Italia, ha consegnato la medaglia ai nipoti Giampiero e Anna Maria Marconi durante una cerimonia tenutasi nella sala consiliare di Anghiari. Ci auguriamo ora che continui il prezioso lavoro di ricerca storica per giungere ad una sempre più completa verità di quei tremendi periodi. Tremendi, sì, ma che videro le nostre comunità stringersi intorno ai grandi valori umani che le radici cristiane ci hanno portato. Congratulazioni. E buon lavoro!

Ascolto sempre volentieri i racconti fatti dal mio amico carissimo Santino Comanducci, perché li fa in modo preciso e con dovizia di particolari. Si può pertanto definire la memoria storica di Anghiari. Non molto tempo fa mi raccontò quello che era successo al suo babbo durante il passaggio del fronte della Seconda Guerra Mondiale. Egli riuscì a scongiurare un avvenimento che se avesse avutoi luogo avrebbe provocato a molti dei nostri paesani lutti e dolori. Questi sono i fatti. A Bista fu chiesto da un suo amico del Topo di portare una sua vacca ad Upacchi, in quanto il Comando Tedesco, che si era installato nella Villa Busatti Sassolini (famiglia anghiarese amata e stimata da tutta la comunità), aveva dato l’ordine di requisire tutte le bestie vaccine. Bista, sempre disponibile ad aiutare tutti, prese la vacca e attraverso i campi arrivò al Campo della Fiera e proseguendo per la Via della Fossa si diresse verso Upacchi. Ad un certo punto fu fermato da degli uomini armati, partigiani, che gli chiesero dove fosse diretto. Messi al corrente, lo lasciarono andare senza ulteriori formalità. Consegnata la vacca a chi di dovere riprese la strada del ritorno. Poco dopo incontrò di nuovo il solito gruppetto armato e quello che sembrava fosse il capo lo chiamò in disparte per dirgli che durante la notte avrebbero assaltato la Villa Miravalle e di avvisare la famiglia Busatti di mettersi in salvo. Bista, arrivato ad Anghiari, chiamò subito un suo amico che lavorava nella Villa e gli riferì quanto gli era stato detto. Questi, preoccupatissimo per quello che poteva succedere, si raccomandò di informare nuovamente il gruppetto che il comando tedesco non solo aveva molti uomini armati fino ai denti, ma disponeva anche di un carro armato nascosto tra gli alberi della Villa. Bista, pur rischiando, fece da staffetta e riuscì a convincere gli assalitori a desistere dal loro intento, salvando così da morte certa la famiglia Busatti ma anche molti anghiaresi (un editto tedesco stabiliva che per ogni tedesco ucciso sarebbero stati fucilati dieci italiani inermi). Ho voluto raccontare questa storia, che sicuramente pochi conoscono, per testimoniare come una persona comune, armata solo di grande coraggio, abbia potuto salvaguardare le sorti di molti compaesani. Sono passati ormai tanti anni da quando questo è accaduto ma tutti noi dovremmo ringraziare sempre il coraggio di Bista, uomo semplice e buono. Il suo esempio serva sempre a tutti noi nell’affrontare le attuali difficoltà della vita pensando anche agli altri e non solo a noi stessi.

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A Corsano Era tanto che volevo partecipare al Primo venerdì presso la chiesetta di Corsano. Finalmente l'ho fatto venerdì quattro luglio. Non c'era tanta gente, la frazione è abbastanza piccola, ma di svariate età: la più piccola tre mesi, e si è comportata benissimo, e il più “grande”, don Romano, ottantuno anni. La Maddalena dall'Isabella ci ha incitato e sostenuto con vari canti che hanno reso la celebrazione veramente bella. Chi lo sa che non ci ritorni anche un'altra volta. C'è da aprile a settembre.


Confratelli con la cappa

Al Giuncheto di Marida Mammoli

Sabato 24 maggio, organizzato dalla Parrocchia (leggasi Mario Del Pia) abbiamo ripetuto questo pellegrinaggio in quel di San Polo. Con il pulmino abbiamo raggiunto Casale, dove l’ospitale famiglia Nosi ci ha offerto una squisita colazione, quindi Alessandro ci ha guidati nella preghiera nella bella chiesetta locale, per introdurci nello spirito del pellegrinaggio, del camminare insieme verso la “meta”. Quest’anno, con la clemenza del tempo, il percorso è stato più agevole e i nostri passi più spediti; abbiamo seguito l’antica strada di Pietramala tra boschi silenziosi e freschi, ma anche pietrosi saliscendi. Quando il paesaggio ha cominciato ad aprirsi la vista di olivi in fiore su dolci colline coltivate e la presenza di asparagi selvatici ci ha annunciato la prossimità del nostro traguardo. Ad Antria, doverosa sosta per aspettare le Compagnie e coloro che ci hanno raggiunto in auto; tutti insieme siamo andati in processione, pregando e cantando verso il nostro Santuario. Qui la Madonna apparve nel 1513 alla giovane Camilla, presso un pozzo, oggi inglobato nella Chiesa. Una antica statua in pietra della Vergine col Bambino ricorda la particolare attenzione materna di Maria verso le madri che allattano; all’acqua che scaturisce ancora oggi dal pozzo viene riconosciuta la caratteristica di acqua "Galattofora", portatrice di latte. La S. Messa, celebrata da Don Marco, ha concluso il nostro pellegrinaggio che per molti, in verità, è stato suggellato da un buon pranzo nei locali della Parrocchia di San Polo. Marida Nelle foto e dall’alto. * L’arrivo a San Polo. * Davanti al monumento per le vittime dell’eccidio di San Polo. * Nel Santuario del Giuncheto i pellegrini rendono omaggio alla Madonna dopo la benedizione impartita da don Natale. Alcune immagini d’archivio dei Confratelli con la cappa che partecipano alla processione del 3 maggio. L’anno è il 1975.

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È iniziata l’estate! Già si è concluso con grandissimo successo il campeggio dei ragazzi delle medie. Quest’anno si è svolto alle Balze, proprio sotto il Monte Fumaiolo. Assieme ad un centinaio di ragazzi di tante altre parrocchie, i nostri venticinque ragazzi hanno vissuto una straordinaria esperienza, e gli abbiamo chiesto di raccontarci, a caldo, le loro impressioni. Qui a destra, il gruppo degli anghiaresi. Sotto, alcuni momenti durante la camminata alla cima del Monte Fumaiolo e alle sorgenti del Tevere.

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omenica 29 giugno 2014 sono partita per il campeggio e quest’anno, a differenza dall’anno scorso, avevamo come meta le Balze di Verghereto. Appena arrivati, abbiamo iniziato subito le attività di gruppo come i canti tutti insieme e uno di questi canti mi ha colpito in particolare. Questo canto si intitola “Ojos de cielo” e mi ha colpito per le sue belle parole. Un’altra cosa che mi è piaciuta è stata la lettura della storia di Edimar, per come lui sia riuscito a cambiare la sua vita grazie all’aiuto di Gesù. Le giornate sono state piene di attività, di giochi e di preghiera. Da questa esperienza ho assaporato la bellezza di stare in compagnia e soprattutto ho sentito la vicinanza di Gesù.

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uest’anno siamo andate per la prima volta in campeggio al Monte Fumaiolo. Oltre a noi ragazzi di Anghiari, a Don Marco, a Carla, c’erano anche altri gruppi di ragazzi provenienti da Foiano, da Arezzo e altre diocesi. Eravamo tanti e con tanta voglia di divertirci. Abbiamo fatto lunghe passeggiate nei boschi, giocato a calcio, pallavolo, bocce. Abbiamo pregato tutti insieme ed ascoltato la storia di Edimar, un ragazzo meno fortunato di noi. È stato davvero bello e divertente: un’esperienza indimenticabile! Martina e Caterina

Elisa

na frase che mi ha colpito tanto è questa, e la voglio condividere con tutti: “Ti alzi al mattino e il tuo scopo, lo scopo per cui ti è dato il mattino, è quello di diventare uomo, cioè di diventare te stesso, te stesso vero! Sarà possibile?” Carla

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uest’anno è stata la mia prima esperienza al campeggio delle medie: siamo stati 5 giorni al Monte Fumaiolo, ho provato ogni giorno esperienze nuove con gli amici e fatto nuove amicizie, mi sono divertito molto. In particolare mi è piaciuto il libro che hanno distribuito il secondo giorno: è una storia vera e parla di un ragazzo brasiliano, Edimar, che per cercare di aiutare la famiglia molto povera viene coinvolto nel traffico della droga, fino a che un giorno a scuola incontra Semea, la sua insegnante di storia, che cerca di rimetterlo nella giusta strada. Edimar dopo varie vicissitudini, si rende conto che la sua strada è la Chiesa, e con l’aiuto di don Marcos vuole diventare prete. Purtroppo però la banda che frequentava all’inizio gli è sempre dietro, e Tìao, il capo, gli chiede di uccidere il capobanda rivale, ma quando Edimar si rifiuta, Tìao gli spara e lo uccide. Alcuni membri della banda dopo l’accaduto lasciarono Tìao. Mi ha colpito il fatto che è una storia vera e che alcuni bambini e ragazzi debbano vivere queste situazioni invece di vivere spensierati la loro infanzia. Alessio Baglioni

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Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

NUOVE SCOPERTE AD ANGHIARI

direttamente al soffitto mediante dei montanti in ferro, come si vede in molte foto che ritraggono gli interni di fabbriche e ingrossi del secolo scorso. La grande dimensione di una stadera non necessariamente sta a significare una maggiore “portata”. Anche se nella gran parte di questi strumenti la portata è notevole e in alcuni casi supera abbondantemente il quintale, non mancano tuttavia esempi di grandi stadere con portata limitata, a vantaggio però della sensibilità e della maggior precisione nella determinazione del peso. Essendo impiegate in ambito commerciale, le grandi stadere erano oggetto di periodiche verifiche di regolarità, certificate dall’apposizione di un bollo e dall’indicazione degli anni di validità del controllo. Il bollo ci permette oggi di porre dei termini precisi nella datazione delle bilance. Le grandi stadere una volta poste in opera difficilmente venivano rimosse, e per questo si creava un forte legame con il luogo in cui erano impiegate. Alcune di loro, come la stadera proveniente dai magazzini del Monopolio della vicina Città di Castello, sono le ultime e tangibili testimonianze di attività del passato che oggi rimangono solo nella memoria degli uomini.

Lo scorso 6 Luglio si è tenuta, presso il museo, una piccola ma significativa presentazione sugli scavi archeologici tutt’ora in corso presso il nostro “Conventone”. I materiali ceramici emersi (una piccola selezione rimarrà esposta presso il museo fino al 30 Settembre 2014) fanno pensare a una presenza etrusca nella collina di Anghiari, che si affianca a quella di età romana documentata dal ritrovamento del “lacus” in coccio pesto all’interno di Palazzo Pretorio. La descrizione di nuovi scenari storici è aperta, e in questo caso saranno gli esperti archeologi a dirci qualcosa in più sull’antico popolamento nel luogo dove sorge Anghiari. Solo le indagini in corso potranno fornire elementi per conoscere la portata dell’insediamento e formulare ipotesi ancorate a basi scientifiche solide. Fino ad ora alcuni hanno parlato di origini antichissime per il paese di Anghiari, ma tali affermazioni rimangono inscrivibili nell’esercizio deduttivo. È solo grazie a queste ultime evidenze archeologiche che oggi si può parlare delle “origini di Anghiari” senza essere fantasiosi. I meriti di queste nuove scoperte sono di chi con passione, pragmatismo, operosità e rispetto delle competenze altrui ha diretto i lavori di restauro e consolidamento sismico. Un invito quindi a visitare questa piccola esposizione che ci parla, così inaspettatamente, della nostra storia.

Lorenzo Minozzi Foto a sinistra - Anghiari, fossa con resti ossei umani di epoca medievale rinvenuti durante gli scavi archeologici nel Cassero. A destra - Monterchi, Museo delle Bilance. Stadera con forme di "Parmigiano".

Gabriele Mazzi

La vignetta di Scacciapensieri:

GRANDI MACCHINE PER PESARE

Strumenti “musicali”!

All’interno del Museo delle Bilance è presente una sezione completamente dedicata alle “Grandi macchine per pesare”. Stiamo parlando delle stadere di grandi dimensioni utilizzate soprattutto negli opifici e nei grandi ingrossi alimentari nei secoli XIX e XX. Da un punto di vista tecnico questi strumenti funzionano come le più piccole stadere da mercato o da banco. Ma mentre per queste ultime era sufficiente un cavalletto di dimensioni contenute e facilmente trasportabile, o addirittura nemmeno quello, perché in molti casi venivano “sospese” semplicemente con una mano al momento della pesata, le grandi stadere, per via delle dimensioni e del peso, necessitavano di supporti decisamente più importanti. Alcune avevano infatti un “castello” in ferro completamente integrato alla stadera, come ad esempio le nostre pesa botti, pesa formaggio o pesa sacchi; altre erano dotate di un grande castello in legno, come quello per la bilancia. Altre ancora erano attaccate

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CRONAC HETTA

Mese di Giugno 2014

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Domenica 27 aprile. Oggi è nata Emma Boncompagni di Enrico e Loretta Senesi. La sua famiglia abita a Ramatone. La nonna Laura manda gli auguri ai genitori per questo lieto evento.

Mese di Maggio 2014 Venerdì 2. Oggi sono andato da Senio per le prove della tombola e m’ha dato delle buone cose del suo orto. M’ha fatto vedere anche una bella covata di mugginesi che la mamma chioccia proteggeva sotto le sue ali anche se piccole. Sabato 3. Sul far del giorno ho sentito un baturlo (un tuono), ma luuungo! Un altro alle sette e venti. * La sera poi, per il tempo, non s’è fatto la processione delle Cresime, e tombola e fochi sono stati rimandati. Mercoledì 14. Verso le dieci ho telefonato a Frido e m’ha detto che aveva appena preso il the. Quasi non ci credevo! * Un po’ dopo, al Ponte dei Sospiri, ho visto Berio che stava tornando alla sua casa, alla Polveraia. Giovedì 15. Per la via della Propositura ho visto la Maris e l’ho salutata ma non m’ha risposto, aveva le mani occupate dalle borse della spesa. Venerdì 16. Oggi è morto Canestrelli Luigi Mauro di novanta anni. Abitava all'Infrantoio ed era nato a Sterpeto. Martedì 20. Oggi è morto Settimio Giommoni ma più conosciuto come Mimmo. Aveva 78 anni ed abitava al Ponte alla Piera. È stato l’erede di una antica famiglia di fabbri che proprio al Ponte aveva la sua bottega. Domenica 25. Oggi è morto Annibale Giorni di anni 85. Abitava nelle case sopra Pietto. Era nato a Cafaggiolo, dove la famiglia Giorni abitava da diverse generazioni. Martedì 27. Stamani verso le 11 ero con Frido e si parlava del tempo e lui ha detto che non era difficile che facesse anche la grandine. Oh, dopo poche ore l’ha fatta per davvero. Giovedì 29. Con le mie zie del Borgo sono andato alla Messa delle undici al Carmine, come era tradizione prima. * Per la Croce ho visto un fiocco rosa, anzi quattro, alle finestre del Pucci. Mi sa ch’è nata una sorellina per Francesco. Sabato 31. Oggi è morto Sauro Crociani di anni 82. Abitava per la via di San Leo ed era nato a Viaio nel gruppo delle prime case dette appunto del Crociani.

I masnadieri di Bernardino

di Emmedipì

Fino a oggi pensavo che masnada si riferisse ad un gruppo agguerrito e, soprattutto, poco raccomandabile di soldataglia. Ora, invece, dopo aver letto un interessante testo (non ricordo dove ma penso mi crederete nella parola) dove l’autore disquisisce, anzi si diletta, sul concetto che le parole cambiano significato col passare del tempo, ho cambiato anch’io parere. E così quando Bernardino lasciò ai Camaldolesi il castello di Anghiari e la sua masnada, non lasciò, a parte i grandi possedimenti, un gruppo di persone disoneste o di malintenzionati (come significa oggi) ma un insieme di uomini armati, anche d’onore, al seguito di un signore (come significava nel medioevo) che proteggevano il territorio di Anghiari.

Lunedì 1. Oggi è morta a Milano Emma Conti in Pacini. Aveva 83 anni ed era nata ad Anghiari poco dopo la Piazzetta delle Legne, prima delle Due Porte. Mercoledì 3. Stamani sono andato al mercato e ho scoperto un altro coltivatore di fagioli caponi. Giovedì 4. Oggi è morto Eugenio Merendelli di anni 78. Abitava a Tavernelle dove era nato, nel luogo detto via dell’Osteria. Lo ricordiamo quando, proprio sotto la sua casa, gestiva la bottega di alimentari e il distributore di benzina. * Oggi è morta anche Ilia Geppetti. Aveva solo 57 anni ed abitava alla Chiassa di Viaio. Era nata alla Fattoria della Scheggia. Sabato 7. Stamani sono andato in Biblioteca che c’era la presentazione della nuova guida di Anghiari curata da Gabriele Mazzi. Mercoledì 11. Verso le quattro, alla Stazione, ho incrociato Orlando che tornava dal Borgo in moto. Giovedì 12. Anche oggi, intanto che ero all’Oratorio, ho sentito una bubbola che cantava laggiù verso la Frattaccia. Venerdì 13. Oggi è nata Alessia Laugello di Donato e Lucia Chiarentin. La sua famiglia abita ad Anghiari e la sorellina Martina, assieme alla famiglia, ha festeggiato questo lieto evento. Sabato 14. Oggi finalmente ho mangiato un 'ravigiolo' come si deve. Me l’ha preparato una donna di Caprese. Domenica 15. Oggi è morto Claudio Mastrorilli. Aveva solo 53 anni ed abitava alla Motina. Era nato a Terlizzi. Lunedì 16. Stamani, mentre andavo al Borgo, ho visto una lepre che veniva dalla zona del Campo Sportivo e poi è andata nel campo di granturco dopo il Soldini. Martedì 17. Oggi sono andato da Vasco, al Bricco, a prendere due piantine di peperoni che mi aveva promesso quando abbiamo fatto l’accatto per la festa al Carmine. Giovedì 19. Con le Compagnie siamo andati a Monterchi per la processione serale del Corpus Domini. * Oggi è morto Gianni Natalini. Aveva solo 61 anni ed abitava a Tavernelle. Aveva messo su un’attività di falegnameria poco sopra San Cristoforo in cui lavorava con il figlio Nicola. Venerdì 20. Oggi sono passato a trovare la Lea e ho chiamato anche la Romana che s’è affacciata alla finestra e ancora era tutta “sbrellèta”. Domenica 22. Mentre si aspettava che uscisse la processione delle Prime Comunioni, dalla Propositura è passata una ragazza in bicicletta che andava a Citerna e in altri luoghi della Valtiberina. Ha detto che era di Monza. * Oggi è morta Nella Senesi vedova Chiodini. Aveva 98 anni ed abita al Topo. Era nata a Sezzano. Martedì 24. Oggi è morta Ermida Leonessi vedova Cambi. Era conosciuta come Mimma. Aveva 91 anni ed abitava all’Infrantoio. Era nata a Brancialino. * Oggi è morta Gina Martinelli vedova Piantini. Aveva 94 anni ed abitava al Chiavaretto ma era nata a Catenaia, in comune di Subbiano. Ultimamente era ospite alla Ripa. Venerdì 27. Oggi è morto Angelo Graziotti. Abitava verso la Giardinella ed era nato a Montebello. Lo ricordiamo di quando era collaboratore nel negozio del Cesarini al Terrato. Sabato 28. Sotto le Logge ho visto un fiocco rosa. Mi sa che la cicogna è passata dal Tuti. Domenica 29. Oggi c’era il Palio e non ho potuto essere in piazza. Sono andato però alla partenza che non c’ero mai stato.

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