2014-6 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI DICEMBRE 2014 - GENNAIO 2015

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N. 6

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue


La speranza La speranza è una bella parola, ci accompagna nel cammino della nostra vita. Si spera sempre che tutto vada bene. Se abbiamo addosso un dolore, si spera che passi. Si spera che i nostri figli o nipoti abbiano un lavoro. Se il tempo è brutto, si spera che torni il sole. Tutti si spera in un mondo migliore. Anche se sono tanti giorni che assistiamo al reality dei nostri politici, tipo Grande fratello, tutti si spera che cambi qualcosa ma a me sorge un dubbio. Se nessuno caverà un ragno da un buco, e noi aspetteremo la manna dal Cielo, ci diranno: non lo sapevate che erano giorni di carnevale? Ogni scherzo vale! Ci siamo divertiti, abbiamo scherzato. Allora ritorna la speranza, che è l’ultima a morire! Maria Senesi In copertina

Alessandro sacerdote La copertina di questo numero raffigura l’arrivo di Alessandro Bivignani nella chiesa dell’Assunzione a Tavernelle per la sua Prima Messa dopo l’ordinazione presbiterale di venerdì 31 ottobre in cattedrale ad Arezzo. Accanto a lui il seminarista Luca. Una bella celebrazione nella “sua” parrocchia, seguita, nel pomeriggio dello stesso giorno, da un’altra presso il santuario del Carmine. Il santuario era gremito di fedeli intervenuti per questo importante avvenimento, indicato dal Vescovo Riccardo in varie occasioni durante la recente Visita Pastorale ad Anghiari. Ma soprattutto erano presenti i tanti giovani amici di don Alessandro, che con lui hanno condiviso tante giornate in occasione dei campeggi estivi o dei GREST organizzati dalla parrocchia. E anche noi della redazione, come hanno fatto i giovani, “ri-cogliamo l’occasione per ringraziare Ale per esserci stato sempre per noi e per averci dato l’opportunità di poter vivere un’esperienza grande ed emozionante come quella della sua Ordinazione”.

l'editoriale di enzo papi

Vitalità

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a Visita Pastorale del Vescovo al vicariato di Anghiari/Monterchi si è conclusa, e riempie una quindicina di pagine di questo fascicolo. Notizie, impressioni e riflessioni di un tempo importante, protrattosi per quasi un mese, nel corso del quale Sua Eccellenza l’Arcivescovo Riccardo Fontana ha incontrato persone, gruppi e realtà diverse. Che dire? Quale risultato? Impegnativo sintetizzarne l’esito, ma si può tentare. Mons. Fontana ha trovato un popolo coltivato, attento e disponibile: ha conosciuto e si è fatto conoscere. I suoi interventi nelle diverse situazioni sono sempre stati puntuali e calzanti; i fedeli hanno percepito la sua capacità di penetrazione dei problemi pastorali e l’utilità delle indicazioni che ha saputo offrire con le sue riflessioni e sottolineature. Un popolo in movimento ed una guida attenta a vedere e conoscere si sono dunque incontrati e riconosciuti. Proprio il criterio del riconoscimento è il criterio metodologicamente più efficace per descrivere la profondità dell’incontro accaduto: Sua Eccellenza ha visto da vicino un popolo ricco di sensibilità e impegnato nel cammino cristiano e il popolo ha conosciuto vis à vis la propria guida e il segno concreto dell’unità della Chiesa, il cuore dal quale scaturiscono la guida pastorale del parroco e la speditezza dell’andare. ****** on Giancarlo Rapaccini è il nuovo parroco della Concattedrale di Sansepolcro e sostituisce don Alberto Gallorini, morto di tumore mentre era in corsa per dispiegare tutta la propria capacità pastorale nel vicariato del capoluogo tiberino. La malattia è stata lunga; il suo compito di guida si è lentamente affievolito, ma mai è venuto meno. Il cammino della chiesa locale, pur con qualche difficoltà, è proseguito. Ora, ecco don Giancarlo. Giunge nel centro valtiberino ricco di fede, di esperienza e di umanità e subito ha intrapreso l’immersione nella nuova realtà che il Vescovo gli ha affidato. Viene da lontano il nuovo parroco. L’ultimo incarico è stato quello nella Concattedrale di Cortona, ma molteplici e di vasto impegno sono stati i compiti che ha svolto in Diocesi. Responsabile della Pastorale Giovanile ha coltivato il terreno perché Cristo mettesse radici nei cuori di molti giovani in tutte le zone della grande chiesa di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e, sempre coi giovani, ha lavorato come rettore del seminario diocesano, dove si formano i nuovi preti in cura animarum. Un sacerdote ricco di esperienza e versato nella direzione spirituale. Una guida, insomma, capace di riavviare e sviluppare il cammino di tutti. ****** on Alessandro Bivignani dal 31 ottobre è prete. Mi sembra utile comunicare una impressione che mi è affiorata con insistenza durante la sua prima messa di domenica 9 novembre, al santuario del Carmine. Un grande sacerdote della mia giovinezza, don Pietro Zazzeri, usava dire che un prete non può essere tranquillo (di preciso diceva: può morire tranquillo solo dopo che…) fino a che non avrà fatto il nuovo prete che prenderà il suo posto nella Chiesa! Ecco: la figura di don Pietro Zazzeri si intravede dietro le spalle di don Marco Salvi! È don Pietro il prete esemplare all’origine della vocazione presbiterale di don Marco che, prima, pensava di fare solo l’architetto! Rimaniamo ora sulla stessa linea di discendenza! Non mi è difficile oggi vedere alle spalle di don Alessandro, prete novello di questi giorni, la figura massiccia di don Marco; mi sembra, anzi, che don Alessandro –mi sia permesso- cerchi già di somigliargli in tutto e per tutto nella stazza e nel fisico! Queste discendenze spirituali e vocazionali sono consolanti. La Chiesa non finisce perché in essa opera lo Spirito. E lo Spirito non è una colombella impalpabile e improbabile, ma ha il volto degli uomini ed esprime la propria potenza attraverso incontri, nomi e occasioni. Come quelli qui narrati!

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XLV - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro. Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanielisadelpiantaverarossiteresabartolomeigabrielemazzi.

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Papa Francesco

Riflessioni dei Seminaristi di Arezzo sulla "Evangelii Gaudium"

Quinto e ultimo articolo a cura dei seminaristi di Arezzo. Questa volta a scrivere è il seminarista Luca Vannini, di Poppi, al suo IV anno di studi teologici, che ci parla del quinto capitolo della Evangelii Gaudium di Papa Francesco. E così ci auguriamo di aver proposto ai nostri lettori un valido suggerimento di lettura per questo documento così importante scritto dal Papa. Buona lettura!

Capitolo V

Evangelizzatori con Spirito Lo Spirito Santo, inoltre, infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia (PARRESIA) a voce alta e in ogni tempo e luogo, anche controcorrente. Cristo non vuole evangelizzatori che annuncino la Buona Notizia solo con parole ma con i fatti, cioè con una vita trasfigurata dalla presenza di Dio. E allora, in questo ultimo capitolo, il Papa ci propone alcune riflessioni su come deve essere lo spirito della nuova evangelizzazione. Spirito significa Evangelizzatori che pregano e lavorano. Si deve sì lavorare, ma anche pregare con momenti prolungati di adorazione, di incontro con la Parola di Dio, di sicuro dialogo con il Signore, se no rischiamo di essere vuoti e svuotati senza portare frutto, questo nonostante le stanchezze, le difficoltà, i limiti che ognuno di noi ha. Il primo motivo per evangelizzare è l’amore di Gesù per ciascuno di noi, è il nostro personale incontro con l’amore di Gesù che ci salva. O ci siamo incontrati con lo sguardo di Cristo e ci ha cambiato oppure sono solo parole, azioni vuote, perché siamo stati noi per primi a non essere stati toccati da questo incontro, non ci siamo lasciati affascinare di nuovo dal Risorto. (Vedi Gv 1, 48, Natanaele). La seconda motivazione è il piacere spirituale di essere suo popolo (Vedi 1 Pt 2, 10), da non popolo a popolo scelto da Dio. Per essere autentici, veri, credibili evangelizzatori, bisogna rimanere accanto, vicino alla gente e condividerne le gioie e i dolori, le fatiche e le speranze e insieme camminare verso la Patria Eterna, cioè verso il Paradiso, come ci ricorda San Paolo nella sua Lettera ai Filippesi. Noi siamo fatti per il Cielo, non per la Terra. Io stesso sono una missione in questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. Io, ma ognuno di noi, ha bisogno di riconoscere che ogni persona è degna della nostra dedizione,

perché è opera di Dio, sua creatura. Ogni essere umano è oggetto dell’infinita tenerezza di Dio, che si curva sull’uomo tanto da incarnarsi in una donna. Un uomo spesso bisognoso, ammalato, povero, carcerato, affamato, assetato, forestiero (Vedi Mt 25,31-46). Il Cristo Risorto con il suo Spirito agisce talvolta anche in modo misterioso nella nostra vita. Lui Crocifisso, Morto, Risorto è la sorgente profonda della nostra speranza, non ci negherà il suo aiuto per la nostra missione. La sua Risurrezione è un qualcosa che riaccade oggi, nel nostro quotidiano, anche se molte volte sembra che Dio non esista, la fede significa credere profondamente senza alcuna riserva in Lui. Nell’evangelizzazione ci sono vari personaggi chiave su cui porre l’attenzione: la Santissima Trinità e Maria Santissima Madre dell’Evangelizzazione. Con lo Spirito Santo, in mezzo al popolo, c’è sempre Lei. È Maria che si trova ai piedi della croce, in quell’ora in cui Cristo si dona al suo popolo (vedi Gv 19, 26-27) e ci conduce alla Madre. Lei, che si è lasciata guidare dallo Spirito di Dio, ci aiuti ad annunciare a tutti il messaggio di salvezza, con tenerezza, umiltà, affetto, decisione. Maria, Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci ad essere sempre più come ci vuole il tuo Figlio Gesù e prega per noi che ricorriamo a te, oggi e sempre. Così sia. Luca Nella foto Papa Francesco in una delle sue simpatiche espressioni.

In questo numero, assieme al calendario 2015, troverete il bollettino postale con il quale poter inviare il vostro contributo. Ed è proprio grazie a voi lettori che la pubblicazione del giornale della parrocchia può continuare. In molti mandano un contributo e un discreto numero di lettori/amici lo manda veramente sostanzioso. Le offerte possono essere inviate anche personalmente in parrocchia, tramite i collaboratori, o presso le agenzie locali delle banche. Questo ci fa sapere che il giornale è gradito e non viene disperso. Questo numero viene inviato alle famiglie anghiaresi e ad anghiaresi, amici e conoscenti, residenti fuori di Anghiari; viene inviato, infine, ad un gruppo di lettori sparsi un po’ ovunque, dall’Europa all’America. Il giornale lo potete trovare all’ingresso delle nostre chiese, se desiderate che vi venga inviato a domicilio è sufficiente che ci facciate pervenire il vostro indirizzo e chi già lo riceve controlli che l’indirizzo sia esatto. Grazie ancora!

La Redazione

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Dicembre 2014

Mese di Gennaio 2015

2 dicembre, martedì: Primo martedì del mese. In Propositura, ore 17:00, ora di guardia con recita del Santo Rosario. 5 dicembre, venerdì: Primo venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, ore 20:00, Santa Messa per il gruppo uomini dei ritiri di perseveranza. Nel santuario del Carmine, ore 21:00, S. Rosario con meditazione. 7 dicembre, domenica: Domenica II di Avvento. Sant’Ambrogio Vescovo e Dottore della Chiesa, patrono di Milano. Sante Messe secondo l’orario festivo. 8 dicembre, lunedì: Immacolata concezione della Beata Vergine Maria. Sante Messe secondo l’orario festivo. 10 dicembre, mercoledì: Madonna di Loreto. Alla sera dopo la Messa celebrata in Badia alle ore 18, verrà effettuata la consueta processione per le strade del Castello Antico di Anghiari, dove saranno composti i quadri viventi della vita di Gesù, di Maria e dei Santi. 13 dicembre, sabato: Santa Lucia Martire e protettrice della vista, patrona di Siracusa, dove probabilmente morì durante la persecuzione di Diocleziano. La leggenda vuole che durante il supplizio le siano stati strappati gli occhi. 14 dicembre, domenica: Domenica III di Avvento. Sante Messe secondo l’orario festivo. ****** 15 dicembre, lunedì: INIZIO DELLA NOVENA DI NATALE alle ore 18 in Propositura. Per tutto il periodo della Novena la Santa Messa Vespertina è anticipata alle ore 17:15 circa. Domenica 21 la novena non avrà luogo e la Santa Messa delle ore 18:00 verrà regolarmente celebrata nella chiesa della Croce. ****** 21 dicembre, domenica: Domenica IV di Avvento. Sante Messe secondo l’orario festivo. 24 dicembre, mercoledì: in Propositura di Anghiari e nella Chiesa di Tavernelle, dalle ore 15:00 confessioni. La Messa della vigilia di Natale sarà celebrata alle ore 21:00 nella chiesa di San Lorenzo, alle ore 22:00 al Cenacolo di Montauto e alle ore 23:00 in Propositura. Non verrà celebrata la Messa prefestiva delle ore 18:00.

1 gennaio, giovedì: Maria SS. Madre di Dio – Capodanno. Sante Messe secondo l’orario festivo. Primo giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 2 gennaio, venerdì: Primo venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, ore 20:00, Santa Messa per il gruppo uomini dei ritiri di perseveranza. Nel santuario del Carmine, ore 21:00, S. Rosario con meditazione. 4 gennaio, domenica: Domenica II dopo Natale. Sante Messe secondo l’orario festivo. 6 gennaio, martedì: Epifania. Sante Messe secondo l’orario festivo. All’apparire della Stella dissero i Magi: «Questo è il segno del “Grande re”. Andremo a cercarlo, portiamogli i doni: oro, incenso e mirra.» 7 gennaio, martedì: Primo martedì del mese. In Propositura, ore 17:00, Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.

Tempo Ordinario 11 gennaio, domenica: Battesimo di Gesù. Sante Messe secondo l’orario festivo. 17 gennaio, sabato: Sant’Antonio abate. Nacque intorno all’anno 250. Fu insigne padre del monachesimo. Protettore degli animali domestici, soprattutto dei maiali. Morì nel 358. 18 gennaio, domenica: Domenica II del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 21 gennaio, mercoledì: Sant’Agnese vergine e martire. Morì martire a Roma intorno alla seconda metà del terzo secolo. Morì per decapitazione con coraggio e forza d’animo. Il giorno della sua festa si benedicono gli agnellini. 24 gennaio, sabato: San Francesco di Sales, Vescovo e dottore della Chiesa (1567-1627). 25 gennaio, domenica: Domenica II del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. Conversione di san Paolo apostolo. 26 gennaio, lunedì: Ss. Tito e Timoteo. 28 gennaio, mercoledì: San Tommaso d’Aquino, sacerdote e dottore della Chiesa (1225-1274). Grande studioso di teologia. 31 gennaio, sabato: San Giovanni Bosco, sacerdote (18151888). Fondatore dei Salesiani, si occupò in modo particolare dei giovani e dei poveri.

Tempo di Natale

fino alla solennità dell’Epifania 25 dicembre, giovedì: Natale di Gesù. Sante Messe secondo l’orario festivo. “Venite, adoriamo il Signore che è nato per noi”. 26 dicembre, venerdì: Santo Stefano. Il Diacono Stefano è stato il primo martire a versare il proprio sangue in nome di Cristo. Fu infatti lapidato fra il 30 e il 36 dopo Cristo. 27 dicembre, sabato: San Giovanni apostolo ed evangelista. Fratello di Giacomo il Maggiore era l’apostolo prediletto da Gesù. Fu presente alla sua crocifissione sul Calvario dove ricevette l’incarico di prendersi cura della Madonna. Ha scritto un Vangelo e l’Apocalisse. 28 dicembre, domenica: Santa Famiglia. Ss. Innocenti. Sante Messe secondo l’orario festivo. 31 dicembre, mercoledì: San Silvestro I Papa. Alla S. Messa vespertina delle ore 17:00 a Tavernelle e delle ore 18:00 in Propositura ad Anghiari “Te Deum”, canto di lode e ringraziamento per tutto ciò che il buon Dio ci ha donato nell’anno che sta per concludersi.

Missioni Raccolta “Pro Missioni” nell’ottobre 2014. La somma è stata inviata parte a Roma per la Giornata missionaria mondiale e parte per la Missione di padre Remo in Brasile per l’iniziativa “Ninos de rua” e per la missione in Kenia di don Valerio. Chiesa di S. Stefano Chiesa della Propositura Chiesa della Croce Chiesa di Tavernelle Santuario del Carmine Totale delle somme raccolte

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€ 236 € 627 € 97 € 180 € 420 € 1.560


S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI

Catechesi per adulti

Tema: Gesù veramente uomo Guida: Sr. Maria Francesca

Calendario Sabato 15 novembre 2014 Sabato 20 dicembre 2014 Sabato 17 gennaio 2015 Sabato 21 febbraio 2015 Sabato 21 marzo 2015 Sabato 18 aprile 2015

Ore 8:30

Ore 9:00

Ore 9:30 “ Ore 10:00 “ Ore 11:00 “ “ “ Ore 11:30 Ore 16:00 Ore 18:00

Gli incontri si terranno al Cenacolo di Montauto alle ore 18,30. Seguirà cena conviviale. Per informazioni: 0575-723072

-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -CATIGLIANO: ogni 15 giorni -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine -S. LEO: Chiesa di San Leone -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE SOVARA: S. Maria Annunziata -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8:45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10.00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11:00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 11:15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17:00 (18:00 estivo) Chiesa di San Simeone a Monterchi

Vi aspettiamo! La Comunità delle Suore

Prima domenica del mese a Scandolaia ore 15 (ore 16 estivo). Ultima domenica del mese: chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16:00 (ore 17:00 estivo).

Lunedì 15 dicembre 2014

MESSE PREFESTIVE:

INIZIO DELLA NOVENA DI NATALE alle ore 18 in Propositura

Ore 16:00 - (ore 17:00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17:00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 17:30 - S.Maria della Pace, Le Ville Ore 18:00 - Propositura di Anghiari

Primo Venerdì del mese al Carmine

A Micciano Ogni Primo Venerdì del mese per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza

Ogni Primo Venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Rosario con meditazione alle ore 21:00.

S. Messa alle ore 20:00 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Le ossa di Noè sbucarono…

Assunta Franceschini Gurrieri

In Via della Vecchia [Parte terza]

n. ad Anghiari il 24 novembre 1922, m. a Firenze il 15 luglio 2014.

“Ora!” In via della Vecchia il conte nullatenente Alberigo Brancaleoni segnalò ai manovali che potevano tirare le funi per sradicare il faggio. “Non ancora” lo contraddisse il capomastro salutandolo con due dita al berrettuccio. Le radici non erano abbastanza scoperte. A tirare giù l’albero così c’era pericolo di far franare il ciglio della strada. “È vero”, riconobbe il conte. Spolverò col mantello i gradini di una soglia e rimase seduto a guardare i lavori. Vedeva i passeri posarsi sui rami più alti, dare un’occhiata di sbieco agli uomini, rigirarsi con un saltello e volare via, presaghi di abbandonare per sempre quelle fronde familiari. Era successo anche a lui di ritornare fugacemente nel castello dov’era cresciuto e di doversene andare sapendo di non vederlo mai più. Lo chiamavano conte e capitano perché la gente gli si era affezionata, un po’ per compassione delle sue disgrazie e molto per contraccambiare l’affetto che manifestava alla città dove viveva senza risorse da vent’anni; in realtà non era più né l’una né l’altra cosa. Come capitano aveva combattuto soltanto alle dipendenze di sé stesso nell’inutile tentativo di farsi giustizia, quindi non apparteneva ai condottieri professionisti. Come conte, aveva dovuto lasciare il titolo insieme ai beni sul tavolo della pace con Federigo di Montefeltro, duca d’Urbino, dopo una guerricciola che dal punto di vista strettamente militare credeva di aver vinto. Pochi ad Anghiari credevano alla sua storia. Il padre, Gentile Brancaleoni conte di Piobbico e di Castel Durante, aveva posseduto terre, uomini e castelli nelle Marche in Romagna e in Umbria. Li aveva perduti tutti senza mettersi in guerra con nessuno: era stato semplicemente estromesso, rapinato come Alberigo andava dicendo, dai cugini Montefeltro, che le guerre le facevano tutte e da ognuna guadagnavano qualcosa; persino quel Buonconte, trapassato da un colpo di spada alla gola nella battaglia di Campaldino, che “per una lagrimetta” di ravvedimento in extremis era scampato all’inferno e figurava tra gli eterni della Divina Commedia. Fatto sta che Brancaleoni si era ritrovato esule, ridotto all’elemosina, senza casa e con tre sorelle che non avrebbero mai avuto la dote per maritarsi, se un amico del padre non gli avesse lasciato per compassione 3000 fiorini “in subsidium maritandi unam ex suis filiabus”. [Continua]

Ricordiamo, carissima Mamma, con molto affetto, la tua forza intelligente e generosa, il tuo senso della disciplina come talento naturale ed il tuo stile sobrio. Sei nella luce del Signore.

Arriva il temporale C’è un raggio di sole che cerca di entrare, vuol darci calore, ci vuol riscaldare e sulla finestra lui brilla contento scaldando le foglie che cadon col vento. Ma il cielo è già grigio, c’è un gran nuvolone e sembra che dica al sole:” attenzione l’estate è finita è autunno inoltrato ci vuole la pioggia, l’autunno è arrivato”. Il raggio brillante è presto sparito il cielo è già scuro si è tutto imbrunito, c’è un lampo poi un tuono vuol dire “attenzione aprite gli ombrelli” e giù un acquazzone. Gennaio 2008

Lela

Auguri Alfideo (e Tullio) Giovedì 2 ottobre, Alfideo Ruggeri ha compiuto la bellezza di novanta anni. Ma ecco alcuni fatti salienti raccontatici personalmente da lui con qualche aiuto della moglie: “Io sono nato in Valle di Toppole, perché i miei erano andati in Francia, mi sembra a Nizza, poi la mia mamma era ritornata e si abitava presso i miei nonni. Poi mi sembra che per un po’ sono ritornato in Francia. A Viaio ci sono venuto che avevo tre anni e mezzo, sempre con la mia mamma. Qui a Viaio ho conosciuto la mia moglie ed ancora siamo qui tutti e due e non ci si può lamentare. Io novant’anni li ho finiti il 2 di ottobre, ma la festa me l’hanno fatta il sabato dopo. È stata una bella cosa con i miei parenti e tutti i vicini che si sono dati veramente da fare.” Molti auguri per questa lieta ricorrenza ad Alfideo ed anche noi della Redazione volentieri mandiamo i nostri alle Basse Arcate (che sarebbe a Viaio), dove lui abita. Ma non solo: i nostri auguri, ora che siamo lì, vanno anche a Tullio Tofani, che di anni, proprio in quei giorni, ne ha compiuti ben 92, ed anche lui abitava alle Basse Arcate. Ora sta un pochino più in là, ma volentieri, assieme a quelli dei familiari e degli amici, gli giungano anche i nostri auguri.

Dagli scritti inediti “Un milione di giorni” di Gianfranco Vené, a cura di Franco Talozzi.

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...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores

Auguri alla Rita e a Domenico

Nozze d’oro a San Leo

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omenica 19 ottobre hanno festeggiato le nozze d’oro Alberto Baracchi e Graziella Monini. Alberto, originario di Lippiano, abitava al Ghetto e la Graziella era del Molinuzzo. Si sono conosciuti a ballare al circolo di San Leo. Si erano sposati il 18 ottobre 1964 nella chiesa di Tubbiano e il loro matrimonio fu celebrato dall’allora parroco don Fabio Comanducci. Dopo la cerimonia, parenti e amici si sono ritrovati presso l’abitazione della sposa al Molinuzzo, e poiché gli invitati erano molti (circa 70 persone) il pranzo, preparato dalla Iolanda con l’aiuto delle donne di casa, lo hanno fatto in soffitta: l’unico ambiente molto grande. Gli sposi ricordano ancora che i piatti furono presi a noleggio dalla Lia e da Tito ad Anghiari. Dopo il ricco pranzo gli sposi sono stati accolti, durante il percorso per il Ghetto, dagli amici del Cantone con un piccolo rinfresco e poi si sono incamminati verso la casa che sarebbe stata la loro abitazione. Gli sposi hanno fatto il viaggio di nozze a Roma per una settimana. Molti gli auguri dai familiari, dai parenti e dagli amici che si sono ritrovati insieme per festeggiare questa lieta ricorrenza e anche la Redazione non vuole essere da meno.

abato 25 ottobre Rita Ruggeri e Domenico Comanducci hanno festeggiato il loro cinquantesimo anniversario di matrimonio, e quindi nozze d’oro, insieme ai propri familiari e agli amici (e in quest’occasione sono stati distribuiti i caratteristici confetti dorati). Rita e Domenico da giovani abitavano tutti e due a San Leo e lì si sono conosciuti, sposandosi poi, presso la chiesa parrocchiale, la domenica 25 ottobre 1964. Fu don Fabio Comanducci che li unì in matrimonio e dopo la cerimonia si sono ritrovati presso il ristorante Belvedere di Citerna festeggiando con tanta allegria. Dopo il pranzo tutto il gruppo di invitati, vennero ad Anghiari a visitare la casa dove i nostri sposi sarebbero andati ad abitare. Questa casa è in via Matteotti, nel Borgo della Croce, sopra il negozio di elettrodomestici (oggi c’è l’ottica Boni) che Domenico gestiva in quel periodo; poi in tarda serata la partenza per il viaggio di nozze. La destinazione fu il Trentino, precisamente a Cavalese, dallo zio Renato, dove Domenico aveva vissuto sei anni per imparare il suo mestiere di elettrotecnico. Agli auguri per questo lieto anniversario dei familiari e di quanti lo vorranno fare ora che sanno la notizia, si uniscono anche quelli della Redazione e vanno dritti al Campo della Fiera dove i nostri amici abitano adesso.

La vignetta di Scacciapensieri:

Benedizione dei bambinelli del presepe

Bella forza!

Martedì 23 dicembre, antivigilia di Natale, durante la Novena delle ore 18, in Propositura, benedizione dei Gesù Bambino da porre nei presepi delle nostre chiese e nelle abitazioni la notte di Natale. Cogliamo l’occasione per ricordare l’invito a tutte le famiglie ad allestire il presepe nelle proprie case, aiutando bambini e ragazzi in questo compito. Il presepe è un forte segno della nostra tradizione cristiana, e ci auguriamo che in ogni famiglia sia presente. 7


LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

Il Santuario della Madonna del Carmine al Combarbio di Anghiari Terza parte: “Le Visite Pastorali”

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l 10 luglio del 1583 il Visitatore Apostolico mons. Angelo Peruzzi visita la Chiesa di S. Maria del Combarbio, costruita 47 anni prima con le offerte dei fedeli, e che da circa 30 anni era ufficiata e gestita dai frati carmelitani della Congregazione di Mantova. Traduciamo e riassumiamo il verbale in latino di questa Visita conservato negli Archivi Diocesani di Arezzo e stampato nel primo tomo della Visita Apostolica del 1583 pubblicato a cura di don Silvano Pieri e don Carlo Volpi nel 2011. Visitavit ecclesiam sanctae Mariae del Combarbio, situata fuori di Anghiari a circa un miglio, che era stata affidata ai propri frati dalla Congregazione Carmelitana di Mantova in favore della popolazione della terra d’Anghiari e con il consenso di Cosimo il Grande, Granduca di Toscana. La comunità era composta di dodici frati, di cui quattro sacerdoti, tre chierici e cinque conversi. In primo luogo fu visitato il Santissimo Sacramento del Corpo di Cristo, che si conservava nella Cappella nella quale c’era l’immagine gloriosa della Vergine (valde devota) e che Dio aveva decorato con molti miracoli (multis miracolis), per cui si potevano notare molti ex voto per grazie ricevute per intercessione della Madonna. Il Sacramento era conservato in un vaso d’argento, chiuso in un altro di alabastro e situato in una finestrella al centro della parete dell’altare e sopra di esso era collocata l’immagine della Vergine. Siccome molti erano i fedeli che si recavano a pregare la Madonna e a comunicarsi, il Visitatore ordinò che fosse provveduta una pisside almeno di rame, dorata dentro e fuori con il coperchio per amministrare le ostie consacrate, mentre il vino consacrato doveva essere distribuito non con il calice ma con un altro vaso di vetro. Inoltre comandò di indorare la chiave del Ciborio, la quale poi doveva essere conservata secondo i decreti stabiliti. Comandò di inserire la pietra sacra sull’altare in pietra e inoltre ordinò che fosse adornato di una bella croce. L’altar maggiore, in pietra, era consacrato e munito di tutto il suo necessario e vi si celebrava la S. Messa tutte le domeniche secondo il legato fatto agli stessi frati da un certo capitano Pirrino d’Anghiari di cinquanta scudi d’oro, che i frati hanno usato per acquistare pezzi di terra situati in località “alle case di Serafino”. Visitò poi gli altri altari di questa chiesa che risultava molto bella (“valde pulchra”) e che si presentava bene nella sua struttura e nelle sue parti, ogni primo maggio si celebrava l’anniversario della sua consacrazione. L’altare di S. Antonio era in cornu evangelii dell’altar maggiore ed era stato concesso dall’anno 1566 al signor Lelio di Giovanni di Carciano di Citerna, con la promessa che i suoi

eredi versassero 50 monete dopo la sua morte e osservassero altri obblighi secondo una scrittura che fu mostrata al Visitatore. La cappella però non era ancora stata dotata di nulla per cui i frati si lamentarono che nessuno dei suddetti impegni era stato mantenuto. Mons. Peruzzi intimò allora che gli eredi del suddetto signor Lelio ottemperassero alle promesse entro massimo un anno, altrimenti ogni diritto di patronato sarebbe decaduto e i frati avrebbero avuto la possibilità di assegnare la cappella a chi si fosse offerto di adornarla e di munire l’altare di una mensa in pietra, di una bella croce, di candelabri, tovaglie etc. All’altare sub capella, secondo una scrittura esistente nei registri del convento, era stata promessa da un certo Camillo de Lanfrantis una porzione di terra, che in realtà non era ancora stata assegnata. Il Visitatore quindi comandò che i suoi eredi fossero obbligati a consegnare questa terra e inoltre a donare ogni anno uno staio di frumento per l’ufficio e le Messe da celebrare in suffragio del suddetto Camillo. Inoltre ordinò che le pitture dello stesso altare fossero restaurate e la mensa fosse costruita in pietra e l’altare munito di croce e candelabri. L’altare di S. Lorenzo sub capella aveva la dote di tre appezzamenti di terra da parte del signor Lorenzo Baldaccini. La cappella era ornata di pitture, l’altare era circondato da una balaustra lignea, era di pietra con decente pietra sacra, ma non era munito di croce. L’altare della Presentazione della gloriosa Vergine sub capella era stato dotato da un certo Michelangelo di Tancredi della somma di sessantaquattro fiorini, da investire in beni stabili, che i frati avevano ricevuto dagli eredi. Inoltre gli stessi eredi ogni singolo anno dovevano dare uno staio di frumento e un barile di vino ai frati, con l’obbligo di celebrare ogni settimana una S. Messa di suffragio in memoria del donatore e inoltre l’impegno di celebrare anche la festa del 2 febbraio.

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Le nostre chiese...

Gli altari minori

Siccome i frati in questa cappella avevano fatto dipingere le immagini dei Santi Rocco e Donnino, si opposero al desiderio degli eredi del suddetto Michelangelo, Francesco Amedeo Guerri e suo fratello Bernardino, che volevano far dipingere il loro stemma e il loro nome sopra le suddette immagini. Visti i registri, Mons. Peruzzi dichiarò che, essendo la cappella dei suddetti Amedeo e suo fratello, essi avevano il diritto di dipingervi il proprio nome e il proprio stemma. Poiché la mensa di questo altare era lignea, fu ordinato di costruirla in pietra e di provvederla di candelabri, tovaglie e pallio decenti. L’altare o cappella, concessa al cavalier Aurato signor Mariotto di ser Luca Ciarperini, era dotata di dieci fiorini e inoltre di dieci staia di grano e vi era in essa una bella icona. Poiché lo stesso signor Mariotto senior non aveva mantenuto la promessa di ornare e dotare questa cappella, il Visitatore ordinò al suo erede Mariotto iunior di provvedere a una bella immagine e ad altre pitture, sopra e ai lati della cappella. Inoltre l’altare doveva essere ornato di una bella croce, una mensa in pietra, di candelabri e tovaglie decenti, il tutto entro un anno, altrimenti l’erede sarebbe decaduto dal diritto di patronato su questa cappella che i frati avrebbero potuto assegnare ad altri. L’altare di pietra del Presepio sub capella era ben ornato e fornito di tutto il necessario, aveva la pietra sacra mobile ed era circondato da una cancellata di legno. Mancava solo la croce. La Visita si concluse in sacrestia, che si trovava dietro l’altar maggiore nel coro, dove cantano i frati, ed era provvista di tutti i paramenti sacri in seta e di tutti i colori liturgici prescritti dalla Chiesa. C’erano due calici decenti con rispettive patene e un bell’armadio per conservare i paramenti. Inoltre c’erano un lavello e un inginocchiatoio per uso dei sacerdoti. Tutto era conservato con decoro. Nella prossima puntata parleremo delle strutture esterne e interne del Santuario.

A sinistra altare di Sant’Antonio, nella cappella di sinistra. A destra altare della Natività nella cappella destra.

A sinistra altare di San Lorenzo (?), cappella di sinistra. A destra, cappella di destra.

Navata A sinistra San Vincenzo Ferreri. A destra Presentazione al Tempio.

A sinistra Crocifissione A destra Assunzione di Maria

Nell’altra pagina l’altare maggiore del Santuario del Carmine. Qui si trova la miracolosa immagine della Madonna proveniente da casa Ciarperini di Anghiari. Prima del 1715, invece, era collocata nell’altare della cappellina esistente nel luogo dell’apparizione, al centro della navata, ora segnalato da una apposita inferriata. In questa pagina, dal basso, descrizione degli altari laterali così come si incontrano entrando dal portone d’ingresso.

A sinistra San Pio da Pietrelcina (precedentemente Sacro Cuore). A destra San Giovanni Battista, San Vincenzo e Sant’Andrea.

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Nozze d’oro in casa Del Pia

Dall’etere argentino

Leontina Del Pianta e Archimede Del Pia si sono sposati l’11 ottobre 1964 e quindi quest’anno sono cinquant’anni precisi precisi: cioè nozze d’oro. I nostri due amici si sono sposati nella chiesetta di Sigliano. Da qui partenza (vedi foto) per l’abitazione della sposa, la Fornace di Galbino, dove le donne di casa avevano organizzato il pranzo. Intervenuta anche la Contessa del castello di Galbino. Da qui, dopo il pranzo che aveva fra le altre portate maccheroni e pollo (le cose che sono rimaste più impresse), tutti al Molinello, la casa dello sposo, dove certo non è mancata altra festa e un rinfresco. La sera stessa partenza per il viaggio di nozze, in treno, con sosta a Bologna ma con destinazione Venezia. La Leontina conserva ancora i biglietti. Per ricordare questa lieta ricorrenza gli sposi, nei giorni prossimi all’anniversario, si sono recati a Verona e a Bardolino con tutti i familiari come era nel loro desiderio. Qui hanno assistito alla S. Messa cantata e il parroco, saputo dell’anniversario di Leontina e Archimede, li ha ricordati e presi a riferimento diverse volte durante l’omelia.

Cari amici del Oratorio di Anghiari, caro Mario del Pia. Sono Kathy Ruggeri Lorenzoti che scrive da la Plata, come sempre desidero ringraziare l´arrivo del Oratorio a casa, è bello sapere su quello che succede la da voi. Grazie della pubblicazione dove avete scrito su i miei genitori gli ha fatto tanto piacere vedere la sua storia di vita , tra poco faranno se Dio vuole 64 anni di matrimonio. Stanno bene di salute. Oggi ho voglia di mandarvi la foto dei piú giovani della nostra famiglia, sono i nipoti di Adelmo e Bettina e di Alfredo e Assuntina, tutti anghiaresi, venuti in Argentina, Adelmo e Bettina nel 51, e Alfredo e Assuntina nel 52. Sono anche nipoti di Don Arealdo Ruggeri (Adelmo e Alfredo fratelli di Don Arealdo ) e dela zia Vittoria Madiai (Bettina e Assuntina sono sorelle di lei). Questa è la foto (in alto), è stata fatta fuori di casa mia davanti alla porta il giorno del compleanno di Silvana e Fernanda (le mie figlie più piccole) Quanti che sono!!!!

(messaggio così come giunto)

L’angolo sprizzacervelli

21° quesito

Rivedersi!

di Ravella Merinista oratorioquiz@gmail.com

Giacomo, Giovanni e Pasquale, vivono in campagna, ma ciascuno, per il mestiere che fa, si reca di tanto in tanto ad Anghiari. Un bel giorno capita che i tre amici si incontrano per caso in piazza; contenti di essersi ritrovati decidono di festeggiare a modo loro: dal Cicalino dinanzi a un bel boccale di vino. Alla fine, quasi brilli, si ripromettono di rivedersi. Ma con perplessità Giacomo afferma: “ehm… io ci ritornerò ogni tre giorni, ho quindi 1/3 di possibilità di ritrovarmi qui, come faremo?”; Giovanni: “ed io ogni quattro giorni, ad essere preciso ho 1/4 di possibilità”; mentre Pasquale afferma che potrà esserci solo ogni cinque giorni, quindi ne avrà sì e no 1/5 di possibilità di ritrovarsi con gli amici in un determinato giorno. A questo punto i tre sembrano perplessi: “…e quando allora ci rivedremo, se ciascuno torna in giorni diversi, la probabilità di ritrovarci tutti e tre è praticamente senza speranze!” esclamò addolorato il buon Pasquale. Ma la Domitilla li rassicura: “Io lo so quando tornerete e vi aspetto.”

Soluzione del quesito del numero scorso Per la soluzione del numero scorso vi ricordo il quesito: Ho pensato un numero tra 1 e 3 (e quindi 1, oppure 2, oppure 3). Devi indovinare il numero facendomi una sola domanda alla quale risponderò con un sì oppure con un no, oppure con non lo so. Quale domanda fare? La domanda che risolve è: Se ti dicessi un numero sbagliato, tu mi risponderesti che è troppo alto? Se il numero pensato fosse 1, il numero sbagliato sarebbe più alto, quindi la risposta sarebbe sì. Se il numero pensato fosse 3, il numero sbagliato sarebbe più basso e quindi la risposta sarebbe no Se il numero pensato fosse 2, il numero sbagliato potrebbe essere più basso o più alto, quindi la risposta sarebbe non lo so.

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

LE GIORNATE DEL DONATORE DI SANGUE FRATRES

email: gruppoanghiari@fratres.eu

IMPORTANTE AVVISO PER TUTTI I DONATORI

Dopo le intense attività estive che, come sempre, sono riuscite a coinvolgere tanta gente, ecco approssimarsi un altro importante appuntamento sociale: le Giornate del Donatore. Collocate ogni anno in prossimità delle feste natalizie, rappresentano da sempre una valida occasione per far incontrare centinaia di soci e simpatizzanti e rafforzare quel fraterno legame che unisce tutti noi, nell’impegno comune della solidarietà umana attraverso la donazione del proprio sangue. Questo il programma della manifestazione:

Venerdì 12 dicembre 2014 Ore 21:00, Rappresentazione teatrale COMICA, presso il Teatro dei Ricomposti di Anghiari, con Premiazione dei donatori più attivi.

Domenica 14 dicembre Ore 11:00, S. Messa, presso la chiesa della Propositura, con le autorità Civili e Militari ed i rappresentanti delle altre associazioni, in suffragio dei soci defunti. Ore 13:00, pranzo sociale presso il Ristorante “DA VINCI RESTAURANT” di Anghiari, GRATUITO per tutti i donatori attivi.

Nuove modalità per l’accesso al Centro Trasfusionale

A

partire dallo scorso mese di ottobre, sono entrate in vigore due novità per l’accesso dei donatori ai Centri Trasfusionali della provincia, con l’obiettivo di rendere ancora più sicura la donazione e migliorare la qualità del sangue donato, in relazione ai reali fabbisogni del sistema trasfusionale regionale: Obbligo di riconoscimento del donatore, da parte del medico addetto, solo attraverso la propria tessera sanitaria; Prenotazione obbligatoria sia per il plasma che per il sangue intero, attraverso il nuovo sistema informatico del Centro Regionale Sangue, detto “Agendona”, con il duplice scopo di eliminare code e tempi di attesa e migliorare l’accoglienza dei donatori. Mentre per il plasma continuerà la consueta modalità di prenotazione tramite il proprio Centro Trasfusionale, per il Sangue Intero ogni donatore dovrà prenotarsi solo tramite il nostro Gruppo Fratres, che provvederà a contattare telefonicamente i propri iscritti concordando con loro giorno ed ora. Per qualsiasi informazione o per richiedere direttamente un appuntamento per la futura donazione si può, comunque, telefonare subito ai seguenti numeri di cellulare: 3487722155 (Carlo), 3381484889 (Fabiano).

DURANTE IL CONVIVIO, PREMIAZIONE DEI NUOVI ISCRITTI.

E se qualcuno non prenota? Sarà ancora possibile donare senza prenotazione, come si è fatto fino ad oggi, ma presto sarà chiaro a tutti che…“ Prenotare è meglio!!!”

La prenotazione è per tutti obbligatoria e può essere effettuata presso la Sede della Misericordia, l’Ufficio della PRO LOCO o ai numeri telefonici 3487722155 (Carlo), 3381484889 (Fabiano).

Confidando in una positiva accoglienza di queste novità da parte di tutti voi e ringraziandovi ancora una volta per l’atto di solidarietà ed amore che periodicamente donate ai nostri malati, mi è gradita l’occasione per inviarvi cordiali saluti.

Tutti possono partecipare. Un invito particolare ai soci ed ai simpatizzanti. Il presidente Carlo Leonardi

Il Capogruppo In alto a sinistra, i labari delle Associazioni presenti alle Giornate del Donatore del 2012. A destra la sala del Centro trasfusionale.

FATTI UN REGALO: DONA SANGUE!!! LASCIA UN PO' DI TE DOVE CE N'È BISOGNO! Per informazioni: cell. n° 3381484889 11


Dopo il Pellegrinaggio in Russia

Lo spirito russo, ovvero cos’è la verità?

L

a guida che ci ha accompagnato alla scoperta della città di Mosca più volte ci ha indicato i palazzi e i luoghi bulgakoviani, invitandoci contemporaneamente -con convinta passione- a leggere “Il Maestro e Margherita”, che Bulgakov stesso ha sottotitolato con la frase ‘Cristo, Pilato, Giuda, Satana nella Mosca degli anni ‘30. Tornato a casa, ho obbedito e ho letto… “Il Maestro e Margherita” è un romanzo capace di far riflettere. È costruito come sviluppo fantastico, cioè trasfigurato da un clima e una trama magici, della grande domanda che Pilato pose a Cristo duemila anni fa: ‘Ma cos’è la verità?’; anche se nel racconto la domanda non è mai esplicitata con l’immediatezza con cui compare nel Vangelo di Giovanni. Ma proprio la domanda del pagano/filosofo, procuratore di Galilea, resta fino in fondo la quaestio del volume. La trama? Un intreccio ben concatenato nel quale Voland/ Satana e i suoi aiutanti –evocati all’improvviso nella Mosca degli anni ’30- si accaniscono contro un gruppo di funzionari dell’intelligentia staliniana. Proprio la figura di Pilato è il trait-d’-union che lega fra di loro i diversi piani del romanzo che, complessivamente, narra gli accadimenti straordinari che colpiscono un gruppo di intellettuali, in una manciata di giorni, perseguitati nella loro quotidianità da Satana: a Mosca, appunto, da un giovedì pomeriggio ad un sabato notte! Proprio in questi giorni si colloca il racconto trasfigurato fantasticamente del processo, della condanna a morte, della salita al Calvario e del sacrificio sulla croce di Josua-Ha-Nozri, il Nazzareno. Il poeta Ivan e Berlioz ne discutono fin dal primo capitolo: la vicenda, considerato che sono atei di buona volontà, è credibile o no? Arbitro Voland/Satana! Ivan finisce in manicomio, il secondo muore decapitato da un tram sferragliante. In manicomio Ivan conosce un altro paziente –il Maestro- che ha scritto per l’appunto un romanzo su Ponzio Pilato e poi, pentito, contro il parere dell’amante –Margherita-, che ritiene l’opera bellissima, lo ha distrutto col fuoco. Ma interviene Voland per il quale i manoscritti non muoiono mai. Di stregoneria in stregoneria, sempre magia nera, perché ne è autore il Diavolo, il Maestro e Margherita, nelle ultime battute, incontrano veramente Pilato che, ancora, cerca quell’Ha-Nozri che ha condannato ingiustamente -ricevendone però il perdono- per parlargli ancora e trovare una risposta alla domanda sulla vita e sul suo senso! *** Perdono e pace del cuore. Pilato, dopo duemila anni, cerca ancora la pace che solo gli può dare -come sente nel suo cuorecolui che ha condannato e col quale vuol riprendere il dialogo. Cos’è allora la verità? Gli ultimi capitoli del romanzo -con la lugubre cavalcata stregonesca del Maestro e Margherita dietro a Voland, sopra i cieli della Mosca staliniana- evocano un colore fosco e temporalesco assieme ad un clima struggente e malinconico. Bulgakov narra da maestro la tensione affannata che coglie l’animo dei protagonisti, come quello di ogni uomo, anche del lettore, in quanto uomo, che sono posti, tutti, di fronte alla domanda radicale dell’essere che cerca una risposta plausibile ed esauriente per la vita; risposta che l’uomo, con le sue forze, non trova perché sempre qualcosa gli sfugge. Per ognuno, come per Pilato, c’è una realtà che tenacemente si nasconde o che non si riesce a trovare definitivamente perché uno cerca in modo sbagliato o senza l’atteggiamento giusto. Pilato,

figura di ogni uomo, col suo giudizio passato percepisce che una risposta c’è, ma non riesce a conquistarla: ci sono allora uno struggimento incessante ed una tensione continua che, in ogni momento, rinnovano una volontà di ricerca che resta comunque inappagata. *** E se la verità fosse anche dono, cioè Grazia, e non solo ricerca umana? E se la verità fosse un incontro accettato? Ecco il dramma di Pilato, di Bulgakov, di ogni uomo/lettore: Joshua-Ha-Nozri si dona come verità, mentre Pilato cerca la verità filosofica! Bellissimo: romanzo autobiografico? Certamente. Ma anche autobiografia di ogni uomo! Russi incredibili! Siamo in piena epoca staliniana! Solo in Russia –nella grande letteratura russa, unica fra le letterature di tutto il mondo- si possono trovare soggetti e storie di tanta originalità e di tale profondità. In opere di tale fantasia e genialità si trova intero il vero spirito russo. Bulgakov degno erede di Dostojevskij. Ora capisco l’insistenza con la quale la guida che ha accompagnato il nostro pellegrinaggio, ha più volte proposto a tutti la lettura del romanzo di Bulgakov. Per questa indicazione e per la sua insistenza la ringrazio. Enzo Papi

In alto il ritratto di Bulgakov e, qui sopra, le copertine di due edizioni de “Il maestro e Margherita”: Einaudi a sinistra e Rizzoli a destra.

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Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

L’ultima volta

Don Alessandro sacerdote

Sicuramente non sarà l’ultima volta che scriverò nel giornalino dell’Oratorio! Ma di certo questa è l’ultima volta che corrediamo il titolo della rubrica di Tavernelle con la dicitura: a cura di Alessandro Bivignani. È d’obbligo un pensiero ad alcuni anni addietro. Era una particolare domenica pomeriggio, quella domenica estiva, a Tavernelle. Era la tradizionale festa della famiglia, che allora si svolgeva ancora al campo sportivo, per cui siamo alla fine degli anni ’90. Arrivò il Del Pia di Anghiari e io lo fermai sollecitando un articolo sulla festa nel prossimo numero dell’Oratorio. E lui, come è spesso suo uso fare, mi rispose: “Va bene, lo fai e poi me lo mandi!”. Così, semplicemente, nacque il mio rapporto con la storia del giornale, che poi aumentò quando il capo redattore, che è sempre il Del Pia, mi propose di scrivere un articolo per ogni numero, realizzando così la rubrica da Tavernelle. Da allora un po’ di anni son passati, e anche di bischerate ne ho scritte diverse. Ma ciò che vorrei porre all’attenzione, in questa occasione, è la gratuità con cui iniziò un gustoso rapporto di collaborazione, prima, e d’amicizia poi con Mario. Che oltre ad essere il riferimento per il giornale della parrocchia, è sempre più diventato il riferimento di innumerevoli circostanze della mia vita. Gratitudine a Mario, quindi, e a tutti i lettori della rubrica che in questi anni hanno saputo sopportare la mia invadenza in questa pagina. Dalla Collegiata di Castiglion Fiorentino, dove probabilmente sarò quando leggeremo questo scritto, ripenso agli emozionanti anni vissuti a fianco del giornalino e alle sue storie collaterali. Tanta gratitudine!

31/10: si è oggi avverato il tuo desiderio di appartenere tutto a Dio. Siamo grati al Signore per questo grande dono che è di tutta la comunità. Ti sei lasciato conquistare dalla BELLEZZA, hai comprato una “perla preziosa”, abbandonando gli effimeri terreni del mondo. Nella veglia di preghiera in preparazione alla tua ordinazione, Don Marco ci ha invitato a ringraziare il Signore perché riscopriamo il desiderio ineffabile dell’affidarsi a Cristo; il tuo Sacerdozio ci permette di riscoprire il volto di Dio e tu, con la profonda convinzione che traspare dalla tua persona, sei un tramite formidabile per farci “fermare” presso di Lui come fecero i due discepoli. Commovente e regale la cerimonia in Duomo: tanti amici presenti, i ragazzi del Grest compresi nel loro ruolo, silenziosi e pazienti durante la lunga celebrazione, toccanti le parole del Vescovo, che pur ricordando le prove e le difficoltà che non mancheranno nel tuo cammino, ha sottolineato la grandezza del sacerdote. L’imposizione delle mani di tutti i presbiteri sul tuo capo è stata suggestiva: ognuno di loro, chi con tocco leggero e impalpabile, chi con profondità prolungata, ha impresso su di te un sigillo ricco di carismi. La tua prima Messa Solenne al Carmine ha visto una folla festante, ma composta in un (è proprio il caso di dirlo) religioso silenzio. Si percepiva chiaramente che ti stava profondamente ammirando e cercava in te la conferma della propria fede. Tutti ti hanno baciato le mani e in quel bacio, fugace o struggente, ti hanno tacitamente chiesto un raggio della grande Luce che ti pervadeva. D’ora in poi, Don Alessandro carissimo, la nostra vicinanza con la preghiera reciproca, ci accompagnerà nel cammino della vita; sono sicura che d’ora in avanti avrai tante persone che affiancheranno i tuoi genitori nel loro ruolo, pur sempre esclusivo, di madre e padre, ed invocheranno per te la protezione della Sacra Famiglia: la tua non ha perso un figlio, ha generato una fonte di luce per il mondo.

don Alessandro

V

enerdì 31 ottobre Alessandro è diventato Prete e, come gli avevamo promesso durante l’ultimo incontro alla fine dell’estate, siamo andati (quasi) tutti alla sua Ordinazione. Per l’occasione Ale ci aveva riservato lo spazio davanti all’altare, dove erano stati sistemati dei tappeti e dal quale abbiamo potuto seguire tutta la celebrazione. Certamente è stata un po’ lunga, ma siamo stati felici di poter vivere proprio accanto a lui uno dei momenti più importanti della sua vita. Dopo la celebrazione abbiamo fatto festa tutti insieme in seminario... tanto è che siamo stati gli ultimi ad andare via!! L’abbiamo già fatto, ma ri-cogliamo l’occasione per ringraziare Ale per esserci stato sempre per noi e per averci dato l’opportunità di poter vivere un’esperienza grande ed emozionante come quella della sua Ordinazione. In questi giorni sta organizzando il suo “trasloco” a Castiglion Fiorentino e questo ci rende un po’ tristi...., ma abbiamo la certezza che non sarà la distanza fisica a “dividerci”. Come spessissimo ci ha ripetuto, stavolta siamo noi a dirlo a lui: “L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare sempre, ad ogni istante” (C. Pavese). BUON INIZIO DON AleBI e GRAZIE per averci accompagnato fin ora nella scoperta del Signore.

Marida

Nella foto qui a lato un momento della solenne Ordinazione presbiterale di Alessandro nella cattedrale di Arezzo e, sotto, con i suoi giovani amici nel chiostro del Seminario.

I “tuoi” ragazzi del gruppo giovani di Anghiari

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Abbiamo un medico in famiglia!

Domenica 21 dicembre, quarta d’Avvento, Festa della Madonna dell’Attesa del Parto e benedizione delle mamme in attesa e delle puerpere. Il tradizionale presepe artigianale nella caratteristica cripta della chiesa principale del paese viene inaugurato e benedetto nella notte di Natale. Nella vicina frazione di Le Ville si rinnova per la decima volta l’appuntamento con il presepe vivente, che attira molti visitatori da tutta Italia. Mercoledì 31 dicembre alle ore 16 solenne Messa di ringraziamento e canto del Te Deum con la partecipazione al completo della Compagnia del SS.mo Sacramento.

Francesco Cambi si è laureato il 13 ottobre scorso in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Perugia con la splendida votazione di 110 su 110 e Lode. Tantissimi auguri al neo medico da parte di Gabriella, Claudio e Michele, da tutti gli amici e dalla Redazione.

Auguri a Samuele Il 28 ottobre 2014 Samuele Rossi ha conseguito la Laurea in Economia Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Perugia con la votazione 105/110, discutendo la Tesi “L’influenza socioeconomica della religione: l’Islam”, relatore Prof. Cristiano Perugini. Verso la Scarpaia, dove abita Samuele, vanno i nostri auguri per lui.

Gennaio 2015 Martedì 6 gennaio al termine delle S. Messe dell’Epifania, nelle varie parrocchie tradizionale benedizione dei bambini e dei ragazzi con a seguire intervento della Befana organizzato dalla Pro Loco. Sabato 17 gennaio ricorrono la Fiera e la Festa di Sant’Antonio. La Fiera, la più importante della Valtiberina, si tiene a Mercatale, dove alle 15 circa verranno benedetti i mangimi e gli animali, mentre nella chiesa arcipretale alle 16 verrà celebrata la S. Messa in onore del Santo seguita dalla benedizione e distribuzione dei panini ai presenti. ********

Luca si è laureato Il giorno 20 settembre scorso Luca Santi si è laureato presso l’Università degli Studi di Siena, Facoltà di Lettere, Corso di Storia e Filosofia, discutendo una tesi dal titolo: “Antimetafisica di Stirner.” Relatore è stato il professor Stefano Brogi. A Luca, che abita a Tavernelle, oltre agli auguri di familiari ed amici vanno anche quelli della Redazione. ********

A San Leo

Domenica 26 ottobre si è svolta la tradizionale festa della Madonna del Rosario. Questa è da sempre una festa semplice, fatta come momento di preghiera e di aggregazione parrocchiale. C’è stata la Santa Messa seguita da breve processione, a cui hanno partecipato con profonda devozione alla Madonna molte famiglie e tanti bambini. Al termine, si è tenuto il tradizionale pranzo presso l’Oratorio, riuscito molto bene, con un’ottima cucina realizzata dai soliti volontari a cui va il ringraziamento di tutta la popolazione. Momento di divertimento per i ragazzi con la pesca e la lotteria, ben riuscite con tante offerte di esercizi commerciali che ringraziamo. È stata una bella giornata in cui ci siamo ritrovati in maniera fraterna. Maddalena

Parrocchia di Monterchi Calendario liturgico

Dicembre 2014 Lunedì 8 dicembre a Padonchia tradizionale Festa dell’Immacolata con S. Messa alle ore 9 e S. Rosario alle ore 16. Sabato 13 dicembre a Monterchi Festa di S. Lucia con S. Messa alle ore 16. La novena del Natale verrà fatta solo nella chiesa arcipretale di Monterchi alle ore 16 nei giorni dal 16 al 24 dicembre, con la S. Messa vespertina e alla fine la preghiera particolare e il canto alla Madonna dell’Attesa del Parto qui venerata soprattutto nel periodo dell’Avvento.

Quale verità? di Lamberto Ulivi

Molto tempo fa ho scritto sul giornalino L’Oratorio dell’assegnazione della medaglia di “Giusto fra le Nazioni” i coniugi Marconi, per aver salvato, durante la Seconda Guerra Mondiale, una famiglia ebrea di origine polacca. Ma non furono i soli ad aiutarla. Anche altre persone contribuirono alla sua salvezza. In particolare Varo Paci. Costui, essendo un impiegato comunale addetto all’anagrafe, con grande coraggio e amore per il prossimo, fornì una nuova identità alla famiglia DAGHI, che divenne famiglia SCALPELLI, e le fornì anche la tessera annonaria per l’acquisto degli alimenti. Il Paci abitava vicino al Campano con moglie e due figli e la propria mamma. La figlia Luciana, maestra elementare ora in pensione, si è trasferita da lungo tempo a Pieve S. Stefano, mentre il figlio Luciano risiede sempre ad Anghiari. Finita la guerra, nel 1945, e precisamente durante le feste di maggio, si formò una squadra di picchiatori composta da personaggi ostili al passato regime con il preciso intento di punire fisicamente tutti coloro che erano stati fascisti o presunti tali. Diversi uomini e donne subirono ogni tipo di violenza e dispregio (come il taglio dei capelli alle donne, calci, pugni

ed altro), e fra questi malcapitati ci fu anche il Paci, reo solo di essere un impiegato comunale, quindi fascista ‘d’ufficio’. Allora, chi aveva un impiego pubblico era infatti obbligato ad iscriversi al Partito Fascista. Fu preso al Campo della Fiera, bastonato in modo cruento e gettato mezzo morto nel campo della Villa Busatti, oggi Villa Miravalle. La signora Cecchina Sassolini, proprietaria della villa, lo fece portare in casa dove gli furono praticate le prime cure. Mentre la figlia Luciana, avvertita, stava arrivando. La solita squadraccia bussò alla porta della villa per riprendersi il Paci, ma la signora Cecchina, con un figlio in braccio, aprì la porta e con fermezza proibì loro di entrare. Il Paci in seguito fu curato e sembrava guarito, ma dopo poco i mali causati dal pestaggio tornarono a farsi sentire e lo accompagnarono per il resto della vita. Non si comprende come possa essere stato segnalato come fascista facinoroso, reo di aver commesso delle nefandezze tali da essere picchiato così ferocemente da provocare nel tempo la sua morte. Quindi quale verità? Fascista o uomo vicino alla Resistenza che salva la vita alla famiglia ebrea? Credo che, anche senza medaglia, verrà ricordato da tutti coloro che lo conobbero, non solo per i soprusi subiti ma anche per le buone azioni fatte nella sua vita.

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Da Tavernelle all’Amazzonia

Di come una campana da Tavernelle è potuta giungere nella lontana foresta pluviale del Sud America

La parrocchia di Tavernelle ha donato la campana ad una chiesa in costruzione nella foresta amazzonica. E come è nata questa iniziativa? Durante la passata estate Rodolfo Maria, nipote del nostro don Marco, ha passato un mese e mezzo presso quella comunità per costruire una chiesa, attraverso l’Ordine di Malta, in questo villaggio sperduto (ci vogliono dodici ore di jeep per arrivare al centro un po’ più abitato). In internet si possono vedere le fasi della costruzione e, in fondo alla pagina abbiamo messo alcune foto dell’edificio. Nella foto qui a destra la campana che verrà collocata nel campanile della chiesa in Perù.

Parrocchia Assunzione di Maria Vergine - Anghiari Io sottoscritto Salvi Don Marco, in qualità di parroco della parrocchia Assunzione di Maria Vergine in Tavernelle nel comune di Anghiari, Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, dono la campana di cui alla foto allegata al Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta alle delegazioni di: Perugia - Terni nella persona del Delegato Luciano Valentini di Laviano, Cavaliere di Grazia e Devozione in Obbedienza, Genova nella persona del Delegato Gambaro Bernardo Cavaliere di Grazia e Devozione, Tale oggetto sacro si rende a disposizione per il completamento della chiesa costruita dall’Ordine di Malta nel paese di San Martino de Pangoa in Perù, ed è proveniente dalla mia stessa parrocchia. Certo di fare cosa gradita per la vostra missione, vi saluto fraternamente. Don Marco Salvi

Anghiari, 7 novembre 2014

Da sinistra e poi in senso orario: * Foto di gruppo da mandare in Italia. * Un momento della celebrazione eucaristica. * La “navata” della chiesa. * L’omelia. * La chiesa nel suo insieme con il campanile nel quale verrà collocata la campana inviata dalla parrocchia di Tavernelle.

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Anno 1914: e la luce arrivò ad Anghiari!

di Flavio Mercati

I

n questo anno 2014 ricorre il centesimo anniversario dello scoppio della I Guerra Mondiale, a cui l’Italia partecipò dal 1915, un avvenimento infausto per le nazioni, anche per quelle che alla fine risultarono vittoriose. Per il paese di Anghiari, però, ricorre anche il centesimo anniversario di un evento diverso, fausto, l’arrivo dell’energia elettrica, avvenuto appunto 100 anni fa, nel 1914. Le premesse furono poste anni e secoli addietro, alla fine del Millecento e inizi del Milleduecento, premesse che, logicamente, allora non erano in funzione di un’opera che sarebbe stata realizzata molti anni dopo, nella notte dei tempi da venire, ma erano funzionali ad altro. Come già abbiamo detto in una nostra precedente ricerca di alcuni anni fa, il fiume Tevere, in quei lontani tempi, scorreva poco distante da Anghiari, nella pianura sottostante, all’incirca dove, in seguito, sarebbe avvenuta la famosa battaglia, ed il suo letto si era così rialzato rispetto al terreno circostante da non riuscire più a ricevere le acque dei ruscelli o torrenti che vi confluivano scendendo giù dalle colline di Anghiari e dalle montagne sopra Sansepolcro, acque che s’impaludavano (si “inchianivano”) nella pianura, rendendo il terreno incoltivabile e malsano. Allora le comunità di Anghiari e del Borgo decisero di comune accordo di spostare il corso del Tevere in un’altra parte bassa della pianura. Chiesto e ottenuto anche il consenso del conte di Montedoglio, perché il nuovo letto del fiume si sarebbe trovato anche sui terreni di sua proprietà, l’opera venne realizzata, e così il fiume cominciò a scorrere dove lo vediamo oggi. Secondo lo storico anghiarese Lorenzo Taglieschi (1598-1654), all’incirca nei luoghi dove prima scorreva il fiume, per l’utilità dei popoli di Anghiari, Citerna, ma anche Sansepolcro, venne costruito un canale chiamato Acquaviola, su cui vennero impiantati undici mulini ad acqua. Tale canale, che usciva sotto Montedoglio, in località Gorgabuia, dopo aver percorso un buon tratto di pianura, andava a confluire poi nel torrente Sovara, presso Pistrino. Noi non staremo ad elencare i nomi di questi undici mulini (però ne abbiamo ritrovati dieci), sia perché lo abbiamo già fatto in una nostra precedente ricerca sui mulini della Reglia, e sia perché ciò esula dal tema fondamentale della nostra trattazione che è l’arrivo dell’energia elettrica ad Anghiari. Ne prenderemo in considerazione solo uno, perché esso rappresenta il nucleo centrale della nostra ricerca: il Mulino di Valle, che era il secondo dall’inizio della Reglia. Si chiamava così, perché serviva soprattutto gli abitanti della zona collinare denominata Valle che si trovava e si trova a Sud-ovest di tale mulino, a metà percorso circa fra Anghiari e la Motina, i quali vi portavano a macinare il grano e le biade. Parleremo più dettagliatamente di questo mulino in relazione ai tempi più recenti che sono quelli che a noi più interessano. Troviamo che nella seconda metà dell’ottocento apparteneva ad un ramo della famiglia Corsi, che abitava nella Villa dello Sterpeto (zona Valle), quello di Angelo, uno dei figli di Benedetto, che aveva fatto della sua famiglia una delle più facoltose e importanti di Anghiari, se non la più importante e facoltosa, proprietari del Palazzo Corsi ed altro, e che avevano fatto costruire anche il Teatro detto dei Ricomposti e la Cappella di famiglia. Il mulino non era una costruzione a sé stante, ma era collegato, adiacente, ad una casa colonica con relativo podere,

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sempre di proprietà dei Corsi, e un componente della famiglia di mezzadri che l’abitava svolgeva prevalentemente la funzione di mugnaio in detto mulino. Nel 1860 venne ad abitare in questa casa una famiglia di cognome Crociani che vi è rimasta a lungo, ed ecco perché negli ultimi tempi il mulino era conosciuto soprattutto come “Mulino del Crociani”, indicato con questo appellativo anche in qualche carta topografica. E veniamo al ‘900. Nel 1910 è mugnaio Francesco Crociani, nel 1914 il mugnaio è invece Paolo Crociani*. Proprio in quegli anni di inizio Novecento si sta diffondendo nella società un nuovo elemento di civiltà e di progresso: la produzione e l’utilizzo dell’energia elettrica per usi civili ed industriali. È del 1883 la prima centrale elettrica italiana (idroelettrica), quella di Santa Radegonda a Milano, ma i problemi relativi al trasporto dell’energia furono risolti solo nel 1898. E fu così che i Buitoni costruirono ai primi del Novecento una centrale elettrica sotto Montedoglio, che poi inviava elettricità al loro stabilimento di Sansepolcro e anche alla città. Ed anche il nostro vecchio e romantico Mulino di Valle fu investito da questa ondata modernista e subì una profonda trasformazione, cambiò pelle: la proprietaria, nobile signora Vittoria Corsi (i Corsi avevano il titolo di Marchesi di Valealle) ed il marito Pietro Bartolomei, nel 1914, tolsero il mulino ed al suo posto impiantarono una piccola centrale idroelettrica per produrre ed inviare energia elettrica al paese di Anghiari. Così l’acqua non serviva più per far funzionare le macine, ma per far funzionare una turbina per quest’altro scopo. Era di marca Pelton, di fabbricazione ungherese, e poteva operare anche con non molta elevata velocità di caduta dell’acqua. Era proprio, come si dice, “quello che ci voleva”, perché il dislivello fra il bacino di raccolta delle acque, il vecchio bottaccio, e dove si trovava la centrale non era notevole, e quindi l’acqua arrivava a questa con non molta velocità e forza. Parallelamente alla trasformazione del mulino, fu modificato anche il bottaccio, aumentandone la capacità con la costruzione di argini fatti di alte, lunghe e spesse muraglie di un metro di larghezza alla base, fatte di sassi e mattoni e intonacate. Così infatti appariva negli ultimi tempi e appare anche adesso attraverso i ruderi e con una capacità enormemente più ampia rispetto a quella di ciascuno degli altri mulini situati lungo il corso della Reglia, di cui poteva essere il triplo più grande o forse anche di più. Una gran massa d’acqua a disposizione nel bacino avrebbe consentito alla turbina di funzionare con più continuità, e arrivandovi l’acqua, attraverso la condotta


forzata, con più impeto, gli avrebbe permesso di funzionare al meglio. D’estate, quando a volte mancava l’acqua, la turbina veniva mossa da un motore a scoppio, che andava ad olio pesante, una specie di gasolio meno raffinato, ed allora la centrale diventava termoelettrica. C’era un addetto che non era della famiglia Crociani, come avveniva con i mugnai, ma un esterno che abitava a Fanciullari. La presenza, decenni or sono, nelle vicinanze della Villa dello Sterpeto, di una vecchia cabina elettrica di trasformazione in una costruzione in muratura, cabina poi abbandonata e antecedente a quella attuale, poco distante, in ferro, che risale agli anni ‘30 e forse anche a poco prima, fa supporre che la linea elettrica, venendo ad Anghiari, passasse da lì, e da lì si inviasse energia elettrica anche a detta Villa. Nella zona intorno alla villa, invece, popolata soprattutto di case coloniche, cioè la zona di Valle, la corrente arrivò verso la fine degli anni ‘20 o comunque nei primissimi anni ‘30 del secolo scorso, ed anche questo fa pensare che la vecchia cabina servisse solo la Villa dello Sterpeto. Ad Anghiari la linea elettrica arrivava alla Fattoria di piazza Sant’Agostino (ora Mameli) di proprietà sempre della famiglia Corsi fin dal 1876 e qui c’era la cabina di trasformazione per il paese. Si trovava nella parte dell’edificio sopra via di Ronda, zona ovest, dove tuttora esiste una porticina esterna che serviva per accedervi. I Sigg. Bartolomei-Corsi fecero anche venire dalla Boemia uno stock di preziosi lampadari fatti con i famosi cristalli omonimi per le famiglie notabili del paese o comunque per chi se li poteva permettere, per gli altri c’erano le piattine, alcune delle quali si possono ancora vedere in via di Ronda (erano dei copri lampada che in gergo si chiamavano così perché somigliavano a dei piatti). Per quanto riguarda l’illuminazione pubblica (delle strade e piazze) il 10 aprile 1914, nel Comune di Anghiari, il sindaco Telesforo Brizzi, coadiuvato dal segretario comunale Domenico Terrone, stipulò un contratto con la Ditta Foni Silvio & C. di Sansepolcro, in virtù del quale l’appalto della Pubblica illuminazione del Capoluogo di Anghiari venne concesso a tale Ditta al prezzo di duemilasettecento quaranta, 2740, lire annue per dieci anni. Prima l’illuminazione pubblica avveniva con lampade a petrolio. Quando entrò in funzione questa centrale fu inviata subito l’elettricità per usarla per illuminazione anche alla casa adiacente ad essa, cioè alla casa dove abitava la famiglia Crociani a cui erano appartenuti gli ex mugnai, e, sicuramente, nelle campagne del Comune di Anghiari, tale casa è stata la prima, forse con la Villa di Sterpeto, ad aver avuto l’elettricità e la luce elettrica.

Allora succedeva che la gente dei dintorni andava a veglia, la sera, in questa abitazione proprio per “vedere la luce”. La stessa cosa, cioè vedere le novità del progresso, sarebbe successa in seguito quando apparvero le prime radio e le prime televisioni. Dopo qualche anno dall’impianto di questa centrale, prima del 1920, arrivò anche la Società Mineraria ed Elettrica Valdarno, con la sua rete e quindi i fornitori di energia elettrica divennero due. Ormai infatti questa centralina da sola non riusciva più a soddisfare la crescente domanda di elettricità del paese e poi c’era anche da elettrificare tutto il territorio comunale. (continua a pag. 18)

Didascalie Nell’altra pagina: Complesso edilizio ex mulino con sopra abitazione e casa adiacente. In questa pagina dall’alto: I Sigg. in primo piano nella foto sono Gino Crociani, a sinistra, ed il fratello Paolo Crociani, proprietari attuali, con il cugino Giuseppe Crociani, del complesso edilizio: locali ex mulino ed ex centrale con sopra piano abitativo aggiunto in seguito e casa attigua, divenuto centro di una loro azienda agricola. Discendono dalla famiglia che nel 1860 venne ad abitare in detta casa. Paolo Crociani, mugnaio nel 1914, quando fu tolto il mulino, era il nonno di tutti e tre. In secondo piano l’edificio dell’ex mulino. La porta a destra dava accesso al locale del mulino e poi della centrale elettrica, quella a sinistra, ad un locale più piccolo che, al tempo della centrale, era occupato da accumulatori e trasformatori, cioè la cabina elettrica. * Giuseppe Crociani, più noto con il nomignolo di “Beppino”, con la moglie Luigina.

* L’interno del bottaccio come appare oggi, con i resti delle formidabili muraglie. Si può anche intuire la notevole ampiezza che doveva avere il bacino. * Muraglia perimetrale del bottaccio, lato ovest. Come si può notare, gran parte dell’intonaco è sparito, portato via dal tempo. L’incavo, a sinistra, nella parte superiore del muro potrebbe far pensare che fosse stato il così detto rompitoio, uno scolmatore o sfioratore e che l’acqua del bottaccio, arrivata a quel livello, tracimasse, scrosciando giù in un canale sottostante, ora sparito, che girando intorno al mulino si reimmetteva poi nella Reglia, a valle di questo, evitando in questo modo che il bottaccio si riempisse completamente esondando da ogni parte. In realtà il rompitoio, anche se fatto in modo diverso, ma avendo sempre lo stesso scopo, si trovava ancora più a sinistra nella foto e alla base aveva un occhiello per svuotare completamente il bottaccio. * La porticina esterna nell’edificio sopra via di Ronda, ad Anghiari, che serviva d’accesso al luogo dove si trovava la prima cabina elettrica, installata nel 1914.

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(da pag. 17) Piano, piano, finì per assumere un ruolo sempre più marginale nell’erogazione della corrente elettrica, rispetto all’altro fornitore che era la Valdarno, e nella seconda metà degli anni ‘20, probabilmente nel 1927, cessò la sua attività. Essa aveva avuto il grande merito di avere aperto una nuova era di civiltà per il paese di Anghiari, di usi, di costumi, di sistemi e mezzi di lavoro nuovi, il grande merito di essere stata l’antesignana, colei che aveva aperto la strada, la pioniera. La centrale fu tolta ed al suo posto fu rimesso il mulino per la macinazione dei cereali che venne anche elettrificato, logicamente non con l’elettricità propria, e così poteva macinare anche quando mancava l’acqua, insomma venne potenziato. Sopra il locale venne anche costruita un’abitazione per il mugnaio che doveva essere a tempo pieno e non più un componente della famiglia che abitava accanto. Ed il nuovo mugnaio arrivò, con la famiglia, ed il mulino riprese la sua antica attività che durò sino alla fine degli anni ‘50 circa, quando i mulini ad

acqua entrarono in crisi e quasi tutti cessarono la loro attività. Attualmente i locali dell’ex mulino e dell’ex centrale fanno parte di un’azienda agraria e sono utilizzati per le attività ad essa connesse.

NOTTE SANTA

La moglie: Ecco, siamo arrivati, finalmente! Ma che c’è da vedere in questa grotta? Ho perso il sonno e tutta questa gente, che, per passare, tocca far la lotta. Ma guarda!.... Sulla paglia c’è un Bambino e la giovane Mamma che lo culla; ha freddo, ci vorrebbe un vestitino, son poveri, non hanno quasi nulla... Crescer nel cuore una speranza sento: questo Bambino è forse il Salvatore di cui ciascuno auspica l’avvento promesso da Jahvè, nostro Signore? Questa dolcezza che io sento in cuore e che già tu provavi, sposo mio, è una promessa di pace e d’amore e, come te, cado in ginocchio anch’io!

di Alfonso Sassolini

Tanti anni sono passati (troppi!) da quando le mie figlie, insieme ai cuginetti, vollero esibirsi in una piccola recita natalizia, a beneficio della famiglia. Io fungevo da sceneggiatore (qualcuno potrebbe insinuare “scemeggiatore!”). Comunque preparai il testo che segue -in rima- e, indipendentemente dalla qualità del testo, i bambini ebbero successo: ai bambini si perdona tutto! È un dialogo fra una moglie brontolona e suo marito, il pastore, nella notte di Natale. Un angelo: Pax hominibus bonae voluntatis! La moglie: Che voleva quel tipo con le ali? Il marito: Dice ch’è sceso giù dal Paradiso alle nostre capanne pastorali per portare nel mondo un grande avviso. L’angelo: Pax hominibus bonae voluntatis! La moglie: Quello parla la lingua dei Romani. Chi lo capisce è bravo, torno a letto. Vien dentro che il freddo ha un brutto effetto! (Certo che sono forti ‘sti Romani! Ora in aggiunta all’altre forz’armate hanno inventato anche le truppe alate). Il marito: Ma che Romani, non vedi che bel volto che risplende ed illumina la notte? La moglie: Dai retta, vieni a letto, vecchio stolto! Io sono stanca, ho tutte l’ossa rotte; domani dovrai munger il gregge e preparar formaggi e le ricotte. Il marito: guarda la stella sulla nostra testa. Sembra che dica: non dormite, andate! È un invito alla gioia, a fare festa tralasciando le solite strullate. La moglie: Te l’ho detto, vaneggi! Torna a letto! Il marito: Anche gli altri pastori se ne vanno, han lasciato gli stazzi incustoditi, non sembrano temere qualche danno e portano dei doni, in pace, uniti. Vieni, moglie, anche noi bisogna andare! La moglie: Va bene, uggioso, se ti mando solo non ritrovi la strada per tornare. Per te ogni scusa è buona e prendi il volo.

Nota - Paolo Crociani era considerato il più esperto ed autorevole mugnaio della zona. Quando una volta ad Anghiari, la domenica, si svolgeva sotto “Le Logge” (Galleria Girolamo Magi) il mercato delle granaglie, era lui che fissava il prezzo dei cereali e delle farine: finché non arrivava al mercato lui le contrattazioni per questi generi erano bloccate. Fonti di ricerca:

ASCA (Archivio Storico Comunale Anghiari) ANNALI di Lorenzo Taglieschi STORIA ORALE PAGINE ALTOTIBERINE, n. 23 STORIA della mia famiglia

La Redazione dell’Oratorio, intende far arrivare a tutti i nostri lettori i migliori auguri di un Buon Natale pubblicando il testo di Alfonso Sassolini e il disegno di Loris Babbini. Il pensiero del Bambino che viene, povero e spoglio di tutti i beni materiali, ma portatore della ricchezza più grande, quella della nostra salvezza, ci aiuti a vivere questo Natale con sobrietà e semplicità! Invece di concentrare gran parte delle nostre forze, della nostra attenzione e delle nostre risorse sulle cose (da comprare, da fare, da regalare), cerchiamo di fare di questa festa l’occasione per riscaldare il cuore della nostra famiglia e della nostra comunità, dedicando almeno un po’ del nostro tempo a chi ha bisogno, a chi aspetta la nostra visita, la nostra parola, il nostro affetto, la nostra preghiera. Buone Feste!

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La Visita Pastorale dell’Arcivescovo, mons. Riccardo Fontana, ha avuto inizio il 28 settembre scorso e si protrarrà sino alla fine di ottobre È la prima volta che seguo da vicino un evento di questo tipo, e mi domando di continuo, in questi giorni, cosa mi aspetto dalla Visita Pastorale stessa, e cosa questa possa significare per me e per il resto della popolazione anghiarese e monterchiese. Provo ad esprimere alcune riflessioni personali; anzitutto la Visita Pastorale segue da vicino l’invio della lettera pastorale regalataci dal nostro Arcivescovo, per cui le due realtà appaiono strettamente concatenate l’una con l’altra. Il nuovo “ridire il Vangelo” evidentemente richiama tutti noi ad un maggiore impegno all’interno della Chiesa, e quindi a favore di tutta la comunità. Quale sia la strada per migliorare il proprio impegno, credo sia proprio il punto centrale della Visita Pastorale. C’è una strada soltanto ed è quella che ognuno di noi deve percorrere, rivedere e riaffrontare per arrivare alla destinazione finale, quella eterna in amor di Dio, con sacrificio, passione ed abnegazione. Dobbiamo impegnarci di più in una o più delle tre “gambe” che, come ci viene detto di frequente, sostengono il “tavolo della nostra Chiesa”: la liturgia, la catechesi, la carità. Nella liturgia ognuno di noi può collaborare con le attività parrocchiali, aiutando il parroco attraverso il coro, le letture, la partecipazioni dei nostri figli e nipoti in abito talare al servizio delle sacre funzioni; noi adulti possiamo operare anche all’interno delle varie Fraternite della zona (la Misericordia, la Società del Gesù morto, la Compagnia di Sant’Antonio…). Nella catechesi possiamo attivarci come catechisti, come collaboratori nell’organizzazione dei Grest estivi e nelle attività parrocchiali di vario genere, dal giornalino dell’Oratorio

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all’attività mirata, all’educazione ed all’orientamento dei nostri giovani, al doposcuola. Nella carità possiamo impegnarci, all’interno della “Caritas parrocchiale”, in tutte le opere di misericordia corporali e spirituali: aiutare economicamente i più bisognosi fornendo loro generi alimentari ed effettuando interventi per il pagamento delle utenze di prima necessità (acqua, corrente elettrica, riscaldamento…); fornire vestiario ai più poveri; ascoltare, ascoltare per capire chi si rivolge a noi (centro di ascolto). E, soprattutto, andare a trovare i malati, di corpo e di spirito… la cosa senz’altro più difficile e al tempo stesso più bella. Ci sono poi tante altre attività alle quali possiamo partecipare per aiutare la Parrocchia prima e l’intera comunità poi: occuparci di aspetti economici in appoggio al parroco, sia per la gestione ordinaria della parrocchia, sia per la ricerca di fondi finalizzati ad opere di manutenzione straordinaria e gestione degli immobili; mantenere aperte ed efficienti le chiese, in particolare quelle di campagna, più isolate e a volte più facilmente abbandonate all’incuria nel tempo; essere vicini al nostro parroco ed essere pronti a seguirne le indicazioni di carattere generale e specifico. È fondamentale sottolineare che la maggior parte delle attività, apparentemente sostenibili all’interno dell’area parrocchiale, di fatto devono avere valenza soprattutto esterna, devono portare il messaggio di collaborazione ed il senso della bontà divina e della carità cristiana nelle strade e nelle piazze, all’interno delle case ed in tutti i rapporti di interdipendenza che ognuno di noi intrattiene con gli altri componenti dell’intera comunità. Ognuno di noi deve essere collaboratore di liturgia, portatore di catechesi e animatore di carità nella vita normale di tutti i giorni, a partire dall’interno delle proprie famiglie. Ed infine ascoltare. Ci dobbiamo impegnare ad osservare ed ascoltare, ascoltare attentamente, ascoltare per capire, non per rispondere. Il vero ascolto ci fa diventare influenzabili, ed essere influenzabili è la condizione indispensabile per poter influenzare gli altri, per poterli aiutare. Dobbiamo aumentare la nostra capacità d’influire nel bene su molte delle cose all’interno della nostra comunità. Più profondamente capiamo le altre persone, più le apprezziamo e più rispetto avvertiamo per loro. Toccare l’anima di un altro essere umano significa camminare sul suolo sacro della Chiesa. E tutti noi, al mattino, preghiamo il buon Dio per averci regalato una nuova alba, all’ora dei pasti ringraziamolo per il cibo che ci ha messo in tavola, ed alla sera preghiamolo di nuovo e ringraziamolo ancora per averci offerto una intera nuova giornata! Questi sono per me gli aspetti che la Visita Pastorale vuole rafforzare e ribadire. Poi, come dice il nostro Arcivescovo, “che ognuno faccia il suo!” (Massimo) Nella foto in basso il Vescovo Riccardo rivolge un saluto all’assemblea riunita nella chiesa di S. Maria della Pace alle Ville, al suo arrivo in terra valtiberina.


La Visita Pastorale alla Ripa

Incontro a Tavernelle

roprio il primo di ottobre abbiamo vissuto una giornata di gioia particolare: perché il nostro Vescovo, Monsignor Riccardo Fontana è venuto a trovarci in occasione della Visita Pastorale territoriale. Lo abbiamo accolto senza rumore o ricevimento ufficiale, abbiamo goduto della sua cordiale semplicità, del senso di pastore e padre, attento anche alle piccole case. Ha salutato individualmente non solo le Suore, le ospiti, e le collaboratrici, ma anche alcune volontarie che non mancano mai all’appuntamento con la loro cordiale amicizia e servizio. Gli abbiamo illustrato questa attività che le Suore Agostiniane conducono da tempo in favore delle persone anziane della zona. Abbiamo detto al nostro Vescovo che siamo una piccola cellula, ma presente e viva non solo per il paese di Anghiari, ma per la sua Chiesa, che vogliamo arricchire con la preghiera e l’affetto di cui siamo capaci. Nonostante l’età avanzata, ci sentiamo vive, perché non si diventa vecchi per aver vissuto un certo numero di anni, ma perché si abbandona la speranza nell’attesa. Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose ha scritto: “Ogni età e ogni cosa hanno la loro stagione”. In questa comunità si vive la stagione dell’autunno che ha una bellezza propria e ricca di tanti frutti. Le quiete ore del ricordo, i pranzi consumati insieme, gli incontri individuali e di gruppo, scaldano il cuore e, all’occorrenza, regalano questo dono alle tante persone, familiari e conoscenti, che frequentemente salgono alla Ripa per offrire e ricevere amicizia. Questo ed altro abbiamo detto al nostro Vescovo, che ha dichiarato: “È la prima volta che vengo qui, ma non sarà l’ultima.” Poi ci ha parlato di S. Agostino come un grande nella Chiesa e per il mondo, e di S. Rita agostiniana, esempio di sposa, madre, vedova e suora. Ha dichiarato, con grande nostra soddisfazione, di apprezzare la nostra spiritualità agostiniana ed è contento anche per la nostra presenza in Diocesi. Dopo l’incontro è seguita una cena semplice ma cordiale, consumata insieme alle ospiti. Il tutto è stato molto bello e di questo ringraziamo il Signore che ogni tanto ci offre una carezza in più.

n occasione della Visita Pastorale, il Vescovo Mons. Riccardo Fontana ha incontrato, presso la Chiesa di Tavernelle, i parrocchiani di Tavernelle, Ponte alla Piera, Gello e Pieve di Sovara. All’incontro sono intervenute numerose persone provenienti da tutte le parrocchie, che hanno accolto con gioia la possibilità di vivere un momento di condivisione con il nostro Pastore. Dopo un momento di preghiera accompagnato dai canti del coro di Tavernelle, il Vescovo ha spiegato l’importanza di incontrare le persone delle varie comunità parrocchiali durante la Visita Pastorale. La nostra Diocesi non è fatta dai muri delle tante chiese presenti nel nostro territorio, ma è costituita dalle persone che vi vivono, ed incontrarle consente di avere una visione reale della nostra comunità diocesana. Inoltre ha esortato a partecipare in maniera attiva alla vita della Chiesa per renderla viva e per sostenere l’attività dei parroci. “Ognuno deve fare la sua parte”, ha detto il Vescovo, lanciando l’invito e ricordando la responsabilità dei cristiani di rendere le nostre comunità solide e attive. Ci ha ricordato inoltre che siamo una comunità benedetta, perché abbiamo avuto la grazia di avere la vocazione di Alessandro, che è cresciuto nella fede all’interno delle nostre parrocchie. Ringraziamo il Vescovo per questo momento di condivisione, che è stato molto importante per le nostre piccole comunità. Cercheremo di fare tesoro e di mettere in pratica le sue parole, per essere sempre di più parte viva di un’unica Linda Chiesa del Signore.

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Le Suore Agostiniane

Il Vescovo Riccardo saluta le suore e gli ospiti della Ripa e, sotto, don Marco presenta al Vescovo Riccardo le comunità di Tavernelle, Ponte alla Piera, Gello e Pieve Sovara.

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Gli incontri Martedì 30 settembre 2014 * Incontro con il Presidente, gli amministratori ed i dipendenti della Banca di Anghiari e Stia presso gli uffici in Via Guglielmo Marconi (pag. 37). * Incontro con i parrocchiani di San Leo, Catigliano, Toppole e Casale presso la chiesa di San Leo. Mercoledì 1° ottobre 2014 * Incontro con gli assistiti della residenza protetta e del centro diurno di Anghiari. * Visita alla Caserma dei Carabinieri di Anghiari. * Incontro con gli assistiti della Ripa ad Anghiari (pag. 20). * Incontro con i parrocchiani di Tavernelle, Ponte alla Piera, Gello e Pieve di Sovara presso la chiesa di Tavernelle (pag. 20).


L’Arcivescovo Riccardo Fontana in Visita Pastorale al Vicariato di Anghiari e Monterchi Benvenuto tra noi, Eccellenza! È ancora vivo, fresco e denso di promesse il messaggio che ci ha trasmesso nell’incontro di giovedì 2 ottobre e che ha visto raccolti intorno a Lei e al nostro Parroco Don Marco coloro che collaborano nella cura degli affari economici. L’incontro, animato da un vivo dibattito, è stato ricco di insegnamenti, proposte e dottrina, e credo possa essere riassunto, facendo riferimento al Suo messaggio “Una Chiesa in uscita”, nei pochi e semplici argomenti che seguono: A ciascuno il suo compito. Siamo Chiesa ovunque e comunque esplichiamo il nostro impegno purché sempre testimoni e portatori di carità, umiltà; accoglienti e disponibili a far sì che ogni fratello possa esprimersi, conoscere, crescere nell’incontro con il Signore. Il ruolo del Laico nella Chiesa. Insostituibile nel supporto al Consacrato in modo che, alleggerito nelle cure venali della parrocchia, possa maggiormente e più serenamente dedicarsi al Popolo di Dio affidatogli. Naturalmente, viene ribadito, essenziale resta la ricerca di Dio nel fratello, nel cammino di fede con la comunità, la disposizione all’incontro, all’unità e alla carità. Pochi, semplici concetti non certo nuovi ma illuminati dal Suo paterno affetto e a noi trasmessi per fortificare il nostro cammino su strade sicure nella ricerca della vita cristiana. Il Signore La sostenga nel Suo cammino tra noi e ci doni rinnovata speranza e conforto nella ricerca e conferma della fede. Un laico collaboratore che La segue con affetto e speranza.

Il Vescovo incontra i responsabili della Pastorale di Anghiari e Monterchi

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iovedì 2 Ottobre 2014, alle ore 21:00, il salone dell’Oratorio Parrocchiale di Anghiari, gremito di persone provenienti dalle diverse realtà parrocchiali del Vicariato di Anghiari e Monterchi, ha accolto con entusiasmo e tante aspettative il proprio Pastore: S.E. l’Arcivescovo Riccardo Fontana. Dopo un affettuoso saluto iniziale, subito le parole dirette ed incisive del Presule, che ha richiamato l’attenzione del Suo popolo sulle tre funzioni principali della Chiesa: Annunzio, Celebrazione e Testimonianza dell’unico Vangelo di Cristo. È grazie all’ascolto della Parola e ad un’azione di discernimento interiore, che ogni cristiano impara a fare scelte di vita, facendo attenzione ad individuare la chiamata che il Signore riserva ad ognuno ed a mettere, poi, al servizio del bene comune, i doni che Dio ha dato a ciascuno. Se è vero che oggi si vive nell’epoca del narcisismo, è altrettanto vero, però, che la felicità sta da tutt’altra parte. Per essere veramente felici occorre guardare non verso di noi, ma davanti a noi, occorre cercare l’altro e tendergli la mano. È solo allora che tutto può cambiare e che anche le nostre Comunità fanno esperienza di quell’unità vera che si realizza soltanto nel momento in cui, resi più forti dall’Eucaristia, alziamo lo sguardo sull’altro e facciamo il gesto del dono. Molto toccante l’invito del Vescovo rivolto a tutti: “Liberarsi dal clericalismo e, senza invasione di campi, condividere con i Sacerdoti e Diaconi, la conduzione della Comunità e l’esecuzione dei servizi correlati”. Il tempo trascorso con il Vescovo è passato veloce. Al termine della serata ci siamo sentiti tutti più sereni ed edificati e, con le parole di una bellissima preghiera, il Memorare: “Non

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si è mai udito, Vergine Maria, che alcuno sia ricorso alla Tua protezione e sia stato abbandonato”, noi popolo di Dio, insieme al nostro Vescovo e ai nostri Sacerdoti, ricerchiamo l’essere prima ancora del fare. Donatella

Visitate le comunità della valle del Sovara Il pomeriggio di venerdì 3 ottobre prevede la visita ad alcune comunità delle nostre colline. Il nostro giro è cominciato dal passo della Scheggia da dove, con una adeguata auto condotta da don Marco, ci siamo inoltrati in mezzo alle colline e alle sommità che dividono Anghiari da Arezzo e da tutta la vallata del Cerfone. Prima sosta a Casale (foto), dedicata a Santa Maria Assunta, dove a dare man forte sono giunti gli abitanti di Libbiano. Escursione inaspettata la visita al piccolo cimitero di Casale. Da Casale si scende fino alla Teverina per poi dirigersi verso Upacchi, una località che potremmo definire sperduta nei boschi del nostro territorio. La chiesa è dedicata a San Michele Arcangelo. Di nuovo giù lungo la Teverina, dove ci aspettavano gli abitanti di Valealle nel piazzale della chiesetta dedicata a San Biagio. Dopo le parole del Vescovo Riccardo e la preghiera con la comunità, un piccolo rinfresco ha allietato i momenti passati insieme e lì abbiamo visto l’impegno profuso da donne che ben conosciamo. Cambio di vallata e risalita lungo la Teverina per giungere a Toppole, la cui chiesa è dedicata a San Clemente. Ci aspettava un discreto numero di persone, considerando che non ci sono famiglie residenti stabilmente, e insieme abbiamo pregato nella bella chiesetta dedicata a San Clemente e rimessa in ordine. Anche qui ci aspettava il dolce tipico di Anghiari, cioè la mantovana, e un buonissimo vinsanto di Angiolino Meozzi di svariati lustri, di quando stava a Viaio, serbato per un’occasione particolare che è arrivata oggi. Anche don Mario, nonostante le difficoltà di salute, ha voluto essere presente all’incontro. Lungo il percorso don Marco, oltre che illustrare i luoghi e le comunità sparse nel territorio, ha fatto conoscere al Vescovo Riccardo come la parrocchia svolge la sua azione pastorale.

Gli incontri Giovedì 2 ottobre 2014 * Incontro con il Sindaco, gli amministratori ed i dipendenti comunali di Anghiari presso la Sala Consiliare. * Incontro con i membri degli affari economici di Anghiari, Carmine, Micciano, Ponte alla Piera, San Lorenzo, Tavernelle, San Leo e di Monterchi presso la sala dell’oratorio ad Anghiari (pag. 21). * Incontro con i membri responsabili per la pastorale di Anghiari e Monterchi presso la sala dell’oratorio ad Anghiari (pag. 21). Venerdì 3 ottobre 2014 * Visita alle chiese di Casale, Upacchi, Valealle, Pianettole, Toppole (pag. 21). * Professione eremitica di suor Chiara presso la chiesa di Galbino (pag. 22). * Incontro a Micciano per il primo venerdì del mese (pag. 24).


Galbino e suor Chiara Venerdì 3 ottobre la Visita Pastorale dell’Arcivescovo Riccardo ha vissuto un momento tutto particolare: la professione eremitica della nostra suor Chiara (nella foto un momento della celebrazione). Per gli abitanti di Tavernelle questo momento è stato di duplice gioia: la prima perché il Vescovo ha visitato per la prima volta la chiesa di Galbino, origine della comunità cristiana di Tavernelle e quindi punto di partenza -anche se solo fisico- della nostra fede. Ad attendere il Vescovo Riccardo al suo arrivo a Galbino, infatti, vi era presente anche tutta la Compagnia del S. Cuore di Maria che ha fatto il suo ingresso in chiesa davanti ai sacerdoti e al Vescovo. Il secondo momento è stato, come già detto, la professione eremitica di suor Chiara. Da quella sera suor Chiara è eremita della nostra diocesi, quindi riconosciuta dal Vescovo diocesano. È il segno che nella Chiesa nessuno opera mai per conto proprio, ma sempre in comunione con tutti, e ciò parte dal riconoscimento che il Vescovo, come pastore della Chiesa, dà ad ognuno. È stata, quella del 3 ottobre scorso, una celebrazione davvero suggestiva ed emozionante. La chiesa di Galbino era piena come non si era mai vista. Tanti amici di suor Chiara venuti sia da Città di Castello (dove suor Chiara risiedeva anni fa come Clarissa), sia dal Veneto, dove suor

Il tempo

Alcuni stralci tratti dall’omelia del Vescovo Riccardo in occasione dell’incontro con le Compagnie di Anghiari e Monterchi

Il tempo, la pienezza del tempo, è un’antica riflessione cristiana fondamentale. Io vi ringrazio perché siete convenuti nell’antica Badia a ragionare insieme, a pregare insieme. Il tempo! Cos’è che fa diventare la vita, cristiana: riuscire a fare in modo che dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore. E questa operazione che si fa insieme, si fa dandoci il turno, si fa in modo che non manchi la presenza del Signore dentro la nostra anima ma anche dentro la città, anche dentro il nostro territorio. Che sia presente il Signore. Pensate che è detto perfino di Pietro e di Giovanni: che salivano al tempio all’ora del vespro. La Chiesa fin da allora ha imparato a scandire il tempo con la preghiera. Ci sono due mense: c’è la mensa della Parola e la mensa dell’Eucarestia. Tutti sapete che mezza Messa è fatta di parola di Dio e metà di memoriale della Passione gloriosa del Signore. Lo sappiamo tutti, questo lo possiamo insegnare a chi ne sa di meno. In questo contesto la Chiesa ha riflettuto che l’eucaristia è il vertice, di più non c’è, non esiste. Ma non si può moltiplicare l’eucaristia continuamente, perché si svilisce. E come dire che la cosa più alta e più bella noi la riduciamo a un quarto d’ora tirato via. Non va bene. Sapete qual è la preghiera della Chiesa di ogni giorno? Non è mica la Messa; che poi si può fare certo la Messa. La preghiera che la Chiesa è chiamata, tutta la Chiesa, a fare, è la liturgia delle ore. Come sono contento di poter parlare con voi di questa cosa. Che è la liturgia delle ore? Ci sono due pilastri: dal sorgere del sole (le Lodi al mattino, la Chiesa la prima cosa che fa loda il Signore) al suo tramonto (dire grazie al Signore per la giornata che è corsa). Con l’antica tradizione monastica, ha voluto punteggiare il nostro territorio aretino, e anche la terra d’Anghiari ne è piena, delle chiesette dell’ora media, dedicate

Chiara è cresciuta. Presenti numerosi sacerdoti: don Marco, don Domenico di Lippiano, dom Roberto, monaco camaldolese e vicario diocesano per la vita consacrata, e altri intervenuti per la gioiosa occasione. Presenti anche i due diaconi Fabio e Alessandro e il seminarista Luca. Al termine della celebrazione, tutti i presenti si sono spostati presso il centro parrocchiale di Tavernelle per un momento di festa, che ha concluso la bella giornata. A suor Chiara i nostri migliori auguri. alla recita dell’Angelus. Sono sorte quando i monaci, per non lasciare il lavoro del campo a metà, che venire in Badia avanti e indietro era complicato, hanno costruito sul territorio queste piccole chiese dove il monaco pregava insieme con i fratelli, con i contadini abituati a questo rito, e in terra di Toscana è un’abitudine sacrosanta la recita dell’Angelus. Ancora oggi se io dico “L’ora di notte”, la maggioranza di quelli che hanno la mia età sanno che cos’è. La campana, muovi la campana grossa per ricordarti del Paradiso, dei tuoi che sono in Paradiso. A mezzogiorno la campana che dice ora basta di lavorare, ora è tempo di pensare alla nostra dignità. I nostri vecchi, anche quelli che a malapena sapevan far la croce come loro firma, se il prete avesse cominciato, e anche senza prete: «Ángelus Dómini nuntiávit Mariæ» andavan dietro tutti «Et concépit de Spíritu Sancto» E via: “Ave Maria piena di grazia [...]” Quando il popolo diventò incapace di recitare i Salmi, le Ave Marie, le centocinquanta Ave Marie del Rosario completo, sono pari ai Salmi. Ma perché la mensa della Parola? Noi stasera stiamo celebrando con mia grande meraviglia, molto bene i Vespri solenni, con tanto di canto e di orazioni, tutto come deve essere fatto, con l’accompagnamento dell’organo antico che abbiamo lassù che è una meraviglia, è tutto bellissimo; ma il cibo come diventa cibo? Ci vuole una certa abitudine. Sapete, s’è imparato anche noi, giorno per giorno, che la parola di Dio ti diventa medicina per l’asprezza dell’anima, nutrimento per quando sei arido e non sai che dire, ti diventa conforto, quando sei stanco. La parola di Dio; cominciare a imparare. Stasera noi abbiamo usato due Salmi e un Cantico e abbiamo usato quelli della Madonna, che sono bellissimi. Quale gioia quando mi dissero andremo alla casa del Signore. Quale gioia quando mi dissero...! Stasera te l’han detto, gli altri che ti erano accanto, che è gioioso andare alla casa del Signore, che è divertente e bello andare alla casa del Signore. Ci aspetta al di là delle tribolazioni che ci abbiamo tutti, ognuno ha le sue, ma ce l’abbiamo tutti, al di là delle tribolazioni. Punto fermo,

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al di là delle tribolazioni c’è la casa del Signore. Ci siamo dimenticati di Gerusalemme, ma non quella per la quale non fanno altro che litigare e scannarsi, ma quella del Cielo, dove ci ritroveremo tutti insieme, tutte le Compagnie. E alla fine della giornata dire: “Beh, è stata pesante, però vale la pena”. Il Cantico degli Efesini, quello che abbiamo pregato insieme, ci dice qual è il progetto di Dio: che tutto si ritrovi in Cristo come nella propria testa, che questa Chiesa diventi davvero un corpo capace di muoversi con Gesù che fa da testa, da capo. Ti vien la speranza. Però, a un certo momento, bisogna che tutti i Salmi finiscono in gloria e, è fondamentale, il Gloria è la preghiera, il Salmo sono le intenzioni, le modulazioni; come quando il nostro bravissimo organista ci dà i toni, ci gioca sopra, e poi ti passa la nota. Ecco, il Salmo sono le modulazioni che Cesare ci ha fatto per poi arrivare alla nota giusta. Perché nessuno vuole essere stonato davanti a Domineddio, ma non nel canto, che non è essenziale, ma nell’animo, nel cuore, per essere in tono col Signore. Ti succede allora che se fai così, impari a pregare, con pazienza, non tutto insieme, che sennò è indigestione, un poco per volta. Vi faccio un esempio. Tutta la Chiesa comincia la mattina a pregare col Salmo 94 che dice: Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza [...] Secondo: Perché grande Dio è il Signore, grande re sopra tutti gli dei [...] Terzo: Entrate: prostrati, adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti [...] Quarto: Se ascoltaste oggi la sua voce! Questi quattro movimenti...! Venite, cantiamo al Signore, è come dire che se cominci la giornata dicendo: «Se ieri sono stato fetente, può essere che con l’aiuto del Signore comincia bene.» Ricominciare bene la mattina, da capo. Tutta la Chiesa dice: Signore, io non sono un gran che, però facciamo festa al Signore che ci aiuta. E poi il secondo motivo è sempre di poesia. Ma vi siete mai accorti quanto è bella la terra d’Anghiari e dintorni? Oh gente! Della Visita Pastorale quello che io mi porto sicuramente dietro è questa esperienza di poesia intensa. Io son sempre stato abituato a vederla da sotto in su; va bene: lassù c’è Anghiari. Ora che me l’avete fatta girare, scoprire, ho potuto accertare come in ogni angolo c’è un giro di cristiani che vale la pena di ricordare, come le radici sono sane! Altro che il popolo non crede più. Ma chi non crede più? Chi lo dice? Se tu vai a cercare vedrai se ti rispondono. È una meraviglia. Terzo movimento la dignità: bimbo non chinare il capo davanti a nessuno, solo davanti a Dio, che allora hai dignità, perché sei forte. Come quegli eroi raccontati dai Salmi. Ma tutto questo mondo ci appartiene. È roba nostra, non ci facciamo piallare, si perde lo spessore. La parola di Dio... A noi preti venite a chiederci come s’entra dentro la parola di Dio, non a chiedere solo la Messa: va bene! Diciamo anche la Messa. Ma non si capisce nulla se non si fa un cammino di questo genere. Il cammino per capire. Ascoltate! Invece noi si fa chiasso anche in chiesa. Il silenzio fa entrare la parola dentro l’anima, ecco il ritmo cantato. Il canto dei Salmi, dove ti distrai sicuramente, serve per farti ritrovare

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il verso di questa melodia che è l’armonia della Chiesa con Gesù in mezzo. Poco per volta, un pezzetto alla volta, s’impara e si diventa capaci di cibarsi della parola di Dio. Ecco questa è una mensa di cui non possiamo fare a meno ed è la condizione per prepararci a celebrare la Divina Eucarestia. Vorrei ricordarvi in ultimo che se andate a girare in tutte le vostre sacrestie v’accorgete che i vecchi preti, i nostri vecchi preti, prima di andare all’altare, almeno sette Salmi li pregavano ogni volta e sortiti dall’altare da dire la Messa andavano a ringraziare il Signore. Ora invece è tutta una gran furia. Io credo che sia importante ritrovare il verso e mettere Gesù al centro. Il tempo è il luogo per manifestare la grazia del Signore e la nostra riconoscenza. Gli antichi sulle porte delle cattedrali intrecciavano le immagini, scolpivano nel marmo del portone, ci scolpivano le stagioni dell’anno, il tempo, e i lavori dell’uomo, perché l’uomo vivente è la lode che Dio s’aspetta. Dall’alto

Incontro con le Compagnie nella chiesa di Badia: incensazione della statua della Madonna di Loreto e, sotto, le Compagnie di Anghiari e Monterchi che hanno raggiunto processionalmente l’antica abbazia anghiarese.

Santa Messa nella Pieve di Sovara: il diacono Daniele, il Vescovo Riccardo, don Romano, il diacono Alessandro, il seminarista Simone in un momento della celebrazione eucaristica e, sotto, il Vescovo durante l’omelia mentre si rivolge ai fedeli nella navata dell’antica pieve (l’articolo è a pag. 24).


Eccellenza Reverendissima, ringraziandoLa della sua presenza in mezzo a noi, porgo, a nome della comunità di Micciano, un affettuoso benvenuto. Benvenuto in questa antica e bella pieve, in terra d’Anghiari, che ci ricorda i secoli di tradizioni, di storia, di vita, di fede della nostra gente. La parrocchia di Micciano conta attualmente circa 400 anime distribuite in piccoli agglomerati urbani e case sparse. Di giorno, e soprattutto di notte, è suggestivo, passando lungo la strada provinciale che collega a Caprese Michelangelo, volgere lo sguardo per scorgere l’imponente struttura che domina la Valtiberina toscana. In questa bella campagna sono impegnati molti dei nostri parrocchiani in aziende a carattere familiare che nel periodo estivo conoscono una crescita importante di addetti, soprattutto come manodopera agricola, proveniente dai paesi esteri. Sul nostro territorio non ci sono industrie, pertanto molti di noi percorrono, ogni giorno, anche diversi chilometri per raggiungere il posto di lavoro. Nella nostra piccola realtà risentiamo e viviamo infatti tutte le situazioni del nostro tempo, alcune anche problematiche, quali l’incertezza o la mancanza di un lavoro, la crisi di valori che ci investe, oltre a quella economica che ben conosciamo. Da alcuni anni, grazie all’impegno di diverse persone, è attiva un’associazione sportiva parrocchiale nel tentativo di creare positive situazioni di incontro, amicizia e condivisione fra le persone in uno spirito di comunione fraterna. Con profonda gratitudine al Signore ricordiamo che questa parrocchia, nella sua millenaria storia, è stata anche fertile terreno di vocazioni sacerdotali: Don Sandro, Don Francesco, don Vittorio e Don Derno, sono tutti figli di questa terra e, mentre preghiamo per tutti loro, ricordiamo anche don Fabio, che quasi 50 anni fa iniziò la pia pratica del primo venerdì del mese che ancora oggi si rinnova e, anche questa sera, riunisce attorno al banchetto eucaristico un folto numero di parrocchiani e non. Data la mancanza attuale di vocazioni, nel corso degli ultimi anni alla guida della chiesa si sono avvicendati diversi sacerdoti talvolta anche per periodi di tempo piuttosto brevi; ciò forse ha rappresentato un ostacolo per la continuità nella vita pastorale del nostro territorio. Con le nostre modeste forze e, con l’aiuto dello Spirito Santo, abbiamo cercato in quei periodi e cerchiamo tuttora di custodire e mantenere viva la vita comunitaria della nostra zona. Mentre ringraziamo il Signore per la attuale presenza di don Gustavo tra noi, ci rivolgiamo a Lei, Eccellenza, per chiederLe una benedizione e un incoraggiamento a proseguire, nonostante le umane debolezze, con rinnovato fervore, e poter così continuare a offrire un servizio alla Chiesa in spirito di carità e umiltà. Non manchi un pensiero per i nostri defunti, per gli anziani, gli ammalati e per tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Una preghiera particolare la chiediamo per i bambini e soprattutto per i nostri giovani, talvolta confusi e un po’ disorientati, affinché non perdano mai la fede e la speranza nel futuro e possano un domani essere parte attiva e viva di questa comunità. La Madonna Assunta in cielo, patrona della parrocchia, interceda per Lei, Eccellenza, e per noi tutti presso il Padre, affinché questa Visita Pastorale possa essere davvero occasione di riscoperta della fede personale e comunitaria in ciascuno di noi.

la celebrazione della S. Messa delle ore dieci. Già di suo la visita del Vescovo in una piccola parrocchia di campagna rappresenta un evento straordinario. Infatti più di uno diceva « io non ricordo, non ricordo!!» Allora va rammentato che già c’era stato il Vescovo Bassetti (oggi cardinale) nel luglio dell’anno 2000 per la benedizione del mosaico dorato dell’Annunciazione del Beato Angelico, una delle opere meno sfarzose dell’artista che si adattava di più allo stile quattrocentesco della facciata della chiesa, posto nella lunetta del portale. Poi c’è stata la Visita Pastorale del 1996 dell’allora Vescovo Giovanni D’Ascensi. Ma la Visita Pastorale riccardiana ha assunto un carattere più solenne e semplice e familiare al tempo stesso per l’affabile tocco impressole. Il Vescovo scende in mezzo alla gente con semplicità, mettendo ciascuno a suo agio, per la spontaneità con la quale tesse il discorso. La Pieve era vestita a festa, se così si può dire, per la bellezza delle sue navate, arcate terminanti con le tre absidi millenarie, con la centrale più grande e più alta delle altre. La costruzione della Pieve corrisponde perfettamente ai tre criteri indicati da Vitruvio nel suo trattato in dieci libri “De architectura” per i templi pubblici: venustas, la bellezza; firmitas, la solidità; utilitas, l’utilità dell’opera. Il Vescovo, che vedeva la chiesa per la prima volta, ha detto: «È bella, bella!» poi ha notato il bell’addobbo di rose variopinte sugli altari, quindi si è recato in mezzo ai fedeli a parlare della “Vigna del Signore: è la casa d’Israele”. È la nostra Chiesa, la nostra vita, come l’impieghiamo e la viviamo? Tutto ciò che si fa per il Vangelo, verrà ampiamente ricompensato. La gente accorsa da Valialle, Tavernelle, Anghiari, S. Leo (noi della Pieve siamo meno di cento persone) lo seguiva e lo ascoltava attenta, perché più che una predica è stata una conversazione appassionata sul Vangelo. Alla fine della celebrazione liturgica qualcuno gli ha detto: «Eccellenza, mi ha toccato il cuore.» Prima di rientrare in sacrestia, il Vescovo si è complimentato con la corale di Anghiari, abbracciando il Maestro Sannai per i bei canti, preghiera nella preghiera del Divin Salvatore. C’è stato poi il rinfresco preparato accuratamente nel piazzale della chiesa da tante brave donne e anche uomini che si sono dati veramente un bel daffare per la riuscita della festa. Anche il Vescovo si è fermato brevemente per l’assaggio di qualche ghiottoneria. Infatti doveva presiedere nel Duomo di Sansepolcro, alle 11:20, all’insediamento del nuovo parroco. Peccato che tutto si sia dovuto svolgere in breve tempo. Un grazie sincero a tutti quanti. Don Romano

Visita alla Pieve di Sovara La Visita Pastorale del Vescovo Riccardo nel Vicariato di Anghiari Monterchi ha toccato un momento clou nell’antica Pieve di S. M. Annunziata alla Sovara il 5 ottobre 2014, con

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Gli incontri Domenica 5 ottobre 2014 * S. Messa a Pieve di Sovara (pag. 24). Mercoledì 8 ottobre 2014 * Incontro con gli amministratori comunali di Monterchi presso la Sala Consiliare. * Festa del patrono S. Simeone, Santa Messa. A seguire, cena con la comunità di Monterchi (pag. 25). * Incontro con i confratelli della Misericordia e i Donatori di Sangue Fratres presso la sede della Misericordia di Monterchi in Via dell’Ospedale. Giovedì 9 ottobre 2014 * Incontro con gli alunni, gli insegnanti e il personale della Scuola Primaria di Anghiari in Via Bozia (pag. 25). * Incontro con gli alunni, gli insegnanti e il personale della Scuola Secondaria di 1° e 2° grado di Anghiari in Via Bozia.


VISITA PASTORALE DI S.E. ARCIVESCOVO RICCARDO FONTANA

con la visita alle scuole primaria, secondaria e dell’infanzia in mattinata a Monterchi e l’incontro serale ad Anghiari con tutti i catechisti del vicariato. Mercoledì 15 ottobre, nel pomeriggio, il Vescovo ha visitato tutte le chiese ex-parrocchiali del territorio monterchiese: Scandolaia, Tarsignano, Pianezze, Gambazzo, Ripoli, Fonaco, Borgacciano, S. Lorenzo a Ricciano, Petretole, Villa del Poggio e anche quella parrocchiale di San Biagio. Alle ore 21:00 le Compagnie del SS.mo Sacramento di Monterchi e di Padonchia hanno partecipato alla processione dalla Propositura di Anghiari fino alla Badia. Venerdì 24 ottobre ad Anghiari mons. Riccardo Fontana ha incontrato tutti i giovani del Vicariato, mentre la solenne conclusione della Visita Pastorale si è svolta domenica 26 ottobre alle ore 17 al Santuario del Carmine. A sinistra la solenne celebrazione a Monterchi per la festa di San Simeone e, qui sotto, l’incontro con la Scuola Primaria ad Anghiari.

La Visita Pastorale è una missione che il Vescovo è tenuto a svolgere come è richiesto dallo stesso Diritto Canonico, Can. 396: “Il Vescovo è tenuto all’obbligo di visitare ogni anno la diocesi, o tutta o in parte, in modo da visitare tutta la diocesi almeno ogni cinque anni…”. La Visita Pastorale è una delle forme con le quali il Vescovo mantiene i contatti col clero e col popolo di Dio, per conoscerli, dirigerli, esortarli alla Fede e alla vita cristiana, ma anche per vedere coi propri occhi le strutture e gli strumenti destinati al servizio pastorale. La Visita Pastorale nell’esperienza della Chiesa è una grande occasione di rinnovamento. Il Vescovo già in numerose occasioni visita le parrocchie rendendosi presente per Cresime, celebrazioni liturgiche, incontri pastorali, feste e ricorrenze. La Visita Pastorale è invece l’occasione perché il Vescovo valuti con il parroco (e gli altri sacerdoti) e gli operatori pastorali la vita delle parrocchie, incoraggiando, approvando ma anche correggendo e stimolando sulla base del confronto con la legge della Chiesa e con le linee pastorali diocesane. Abbiamo accolto il Vescovo come l’apostolo della Chiesa locale, con gioia e con la nostra tradizionale cortesia, come colui che è venuto nel nome del Signore, a ravvivare la nostra vita cristiana, a confermarci nella fede e a rafforzare la nostra unità in Cristo. A partire dalla S. Messa solenne che alle 17 del 28 settembre nella Chiesa di S. Maria della Pace a Le Ville ha inaugurato la Visita, gli abbiamo fatto conoscere i problemi, le iniziative e tutte le realtà che viviamo, sia in positivo che in negativo. Abbiamo accolto come dono prezioso tutti quei consigli e stimoli che Sua Eccellenza ci ha paternamente dato, affinché il nostro cammino al seguito di Cristo potesse proseguire sereno e fiducioso. Giovedì 2 ottobre il Vescovo ha incontrato ad Anghiari i membri dei Consigli degli Affari Economici alle 18:30 e poi, alle 21, quelli dei Consigli Pastorali di tutte le parrocchie del vicariato. Mercoledì 8 ottobre si è recato in visita al Sindaco, agli amministratori e ai dipendenti comunali di Monterchi, in occasione della Festa patronale di S. Simeone Profeta, proseguendo la giornata con la solenne celebrazione in Arcipretura della S. Messa e quindi, in serata alle ore 21, con l’incontro con il Magistrato e i Confratelli della Misericordia e con le altre associazioni paesane. Venerdì 10 l’Arcivescovo ha quindi visitato a domicilio alcuni degli ammalati e degli anziani delle parrocchie monterchiesi, portando quindi il proprio saluto ai lavoratori delle fabbriche e delle aziende della zona artigianale di Pocaia. Sabato 11 e domenica 12 sono state celebrate le S. Messe rispettivamente al Santuario della Madonna Bella di Pocaia e nella chiesa di S. Michele Arcangelo a Padonchia, mentre lunedì 13 è stata la giornata dedicata ai ragazzi e ai fanciulli,

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Il Vescovo incontra la Scuola

Con un festoso applauso dei suoi quasi duecento bambini, Sua Eccellenza, l’Arcivescovo Riccardo Fontana è stato accolto dalla Scuola Primaria di Via Bozia, giovedì 9 Ottobre 2014. In un clima di grande familiarità e semplicità si è svolto l’incontro, subito molto empatico, fatto di domande e risposte su argomenti che hanno spaziato dalla Pace, alla povertà, alla Fede fino al dialogo inter/religioso. Molto toccante la risposta del Vescovo alla domanda di un alunno:- Hai mai visto dei miracoli?Il primo miracolo di oggi - risponde S.E- siete stati voi e la vostra accoglienza! A condividere un momento di così grande importanza, con il Dirigente Scolastico e tutto il personale della Scuola, significativa la presenza del Parroco Don Marco Salvi, del Sindaco, Avvocato Riccardo La Ferla, dell’Assessore alla Pubblica Istruzione Giuseppe Ricceri, del Governatore della Misericordia, Massimo Redenti e di due Vigilesse del nostro paese, il tutto immortalato e poi documentato dal flash di Mario Del Pia, caporedattore dell’Oratorio. Tutte le Rappresentanze di un intero paese unite per sottolineare, ancora una volta, l’importanza dell’indirizzare le proprie attenzioni sul soggetto primo dell’educazione: il bambino, ogni bambino nella sua diversità, vista non come ciò che divide, ma come ciò che unisce. In questo clima sereno, il tempo è purtroppo trascorso veloce e, prima dei saluti, alcuni bambini, a nome di tutti, hanno ringraziato il Vescovo e gli hanno donato dei poster sul tema della Pace, con pensieri e disegni frutto del loro lavoro realizzato con impegno ed amore. Le note gioiose di un canto corale hanno accompagnato il ritorno di S.E. ai suoi impegni quotidiani. Gli insegnanti della Scuola Primaria di Anghiari


Il Vescovo Riccardo con i giovani sposi

Visita Pastorale a San Leo

Durante la Visita Pastorale il Vescovo ha incontrato presso il centro parrocchiale di Tavernelle i giovani sposi che stanno seguendo un cammino di fede dopo il matrimonio. Dopo un momento di preghiera e l’introduzione iniziale, il Vescovo ha voluto ascoltare le testimonianze dei giovani sposi presenti. In questo momento di condivisione alcuni hanno esposto le gioie e le difficoltà che ci sono nella vita di qualsiasi famiglia. La cosa più bella scaturita da queste testimonianze è che dietro all’apparente semplicità di una storia di vita quotidiana, traspare sempre il grande dono di Grazia del Sacramento che abbiamo ricevuto. La famiglia cristiana è sorretta dalla forza dello Spirito Santo. Questo momento è stato molto emozionante e mi ha permesso di scoprire ancora una volta il grande dono che io e mio marito abbiamo ricevuto nel giorno del nostro Matrimonio. Spesso ci dimentichiamo di tutto questo perché siamo presi da mille impegni: la famiglia, il lavoro, figli. Condividere con altri, permette di fermare per un momento la routine quotidiana e focalizzare l’attenzione sulla vera essenza dell’unione matrimoniale. Il Vescovo ha ringraziato tutti per la bella esperienza condivisa con noi, ci ha esortato a continuare il cammino intrapreso e ad esportare la nostra esperienza anche in altre parrocchie.

L’abbiamo aspettata con trepidazione questa visita, poiché per tutta la comunità vicina alla Chiesa, è stata vista e vissuta come momento storico! Così ci siamo preparati a ricevere S. E. Riccardo Fontana, in maniera semplice ma curata secondo le possibilità, con un cuore aperto e voglioso di dialogo ed incoraggiamento per il nostro cammino di fede. Ci siamo incontrati martedì 30 Settembre dopo cena con un numero soddisfacente di parrocchiani. Il Vescovo ci ha parlato in maniera semplice ma coinvolgente, ascoltando anche i nostri pareri. Ci siamo poi salutati presso l’oratorio con qualche chiacchiera amichevole ed una fetta di torta. La domenica 12 Ottobre è poi tornato nella nostra chiesa per celebrare la S. Messa. È stato un momento solenne, ma al momento semplice e gioioso! Abbiamo animato la S. Messa con i canti di sempre eseguiti da poche voci e musicati dalla chitarra della nostra catechista Elisabetta, che tanto si impegna con tutta la comunità. Fra tutta la gente emergevano molti bambini e varie coppie di giovani che ci hanno fatto tanto piacere poiché la Chiesa con la gioventù è più viva! Durante la celebrazione è stato emozionante il momento della Processione repertoriale fatta per rafforzare il valore della famiglia, con una coppia di giovani, Andrea a Silvia con in grembo Stella prossima alla nascita ed il fratellino Pietro di circa tre anni. A raffronto un’altra coppia più matura, Carla e Giacomo, che hanno dimostrato essere sempre uniti con amore, anche dopo tanti anni di convivenza nella fede di Dio! Al termine è stato servito il pranzo presso l’oratorio con la collaborazione della nostra comunità e quella di Tubbiano che vogliamo ringraziare per il contributo gastronomico degno senz’altro di elogio. Un grazie speciale a Don Romano per esserci stato molto vicino, a Donatella ed Anna che hanno curato il pranzo, ed a Velso che sa stare in ogni dove con capacità e pazienza. Spero che ciò che abbiamo immagazzinato a livello spirituale possa essere trasmesso a chi ci sarà vicino con amore e saggezza.

I ragazzi del catechismo

U

n inizio davvero speciale quest’anno per i ragazzi del catechismo di Anghiari! Sabato 11 ottobre tutti i bambini, i catechisti, i giovanissimi animatori della parrocchia, i genitori, don Marco e Alessandro, hanno accolto la visita del nostro Vescovo. L’atmosfera è stata gioiosa, animata da canti e assolutamente informale. Mi fa tornare in mente la prima pagina del volumetto del catechismo che porta il titolo “Ti chiamo per nome”. Il nostro pastore fa esattamente questo: si sofferma davanti ad ogni gruppo di bambini e chiede loro di presentarsi per nome. Una scelta a cui si unisce un richiamo anche per noi catechisti: “Che non se ne perda neppure uno… che abbiate attenzione a ciascuno di loro”. Un gesto semplice, ma che esprime l’essenza del catechismo: un rapporto intimo, personale e confidente con Gesù, che i catechisti devono coltivare, che i bambini dovrebbero imparare a vivere, che tutta la comunità deve costantemente riscoprire. A turno tutte le classi si presentano, sempre con questo stile. Per tutti una proposta. In particolare i ragazzi di terza media sono invitati a vivere la comunità parrocchiale con l’amore e la responsabilità che discendono dall’impegno assunto con il sacramento della Confermazione. Per genitori e catechisti un invito a riscoprire la Cresima non come un adempimento formale che chiude il tempo della formazione nella fede, ma come il primo passo per il “compimento di un progetto” che continua nell’impegno nella comunità, seguendo le proprie propensioni e i personali carismi. Una parola anche per i giovanissimi animatori che hanno vivacizzato l‘incontro con musica e canti e naturalmente una preghiera tutti insieme per il nostro quasi - don Alessandro, alla vigilia del passo più bello della sua vita! Grazie a Dio, insomma, per queste ore passate insieme. Un aiuto piccolo ma significativo, per riscoprire la nostra fede, la nostra chiamata e l’imprescindibile dimensione comunitaria del nostro credere, quella, primariamente, in cui Cristo si fa presente: dove due o tre sono riuniti nel mio nome Io sarò con loro. Norma

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Maddalena

Gli incontri Venerdì 10 ottobre 2014 * Incontro con i bambini, gli insegnanti e il personale della Scuola dell’Infanzia di Anghiari in Via della Ferrovia. * Visite domiciliari ai malati ed agli anziani di Monterchi e, a seguire, visita alla zona industriale/artigianale di Pocaia e Mercatale. * Incontro con le associazioni Circolo Acli e Presepe Vivente di Le Ville. * Incontro con i giovani sposi del Vicariato di Anghiari e Monterchi presso il centro parrocchiale di Tavernelle (pag. 26). Sabato 11 ottobre 2014 * Incontro con i ragazzi del catechismo in Propositura ad Anghiari (pag. 26). * S. Messa al Santuario della Madonna Bella, a Pocaia. Domenica 12 ottobre 2014 * S. Messa a San Leo, pranzo in parrocchia (pag. 26). * S. Messa nella Chiesa Parrocchiale della Padonchia di Monterchi. * Incontro con i volontari della Confraternita di Misericordia e del Gruppo Donatori Sangue Fratres presso la cappella di San Marco nella sede della Confraternita stessa (pag. 27).


Domenica 12 ottobre 2014 ore 21,00 - Visita Pastorale di Sua Eccellenza l’Arcivescovo Riccardo Fontana ai volontari della Confraternita di Misericordia e del Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Anghiari

L’incontro si è poi concluso nel bel chiostro della nostra sede con un sobrio momento conviviale, in una serata quasi “primaverile”, con l’Arcivescovo che si è intrattenuto in piacevole conversazione con i nostri volontari. Massimo

La visita era programmata ed attesa da tempo; ci ha accolti la cappella di San Marco, all’interno della sede della Misericordia. L’incontro è stato informale, per quanto informale possa essere un’occasione così importante e significativa; don Marco, nella sua duplice veste di Correttore Spirituale della Confraternita e di Proposto della Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo, ha tenuto le fila della serata in maniera “discreta” e pregevole. Volendo sintetizzare l’intervento di Sua Eccellenza l’Arcivescovo, direi che i richiami fondamentali sono stati di duplice aspetto; il primo riguarda certamente la testimonianza dell’utilità delle nostre due Associazioni, ricche delle loro funzioni costitutive che vanno dall’intervento di emergenzaurgenza con le proprie ambulanze, ai servizi socio-sanitari di accompagnamento di malati ed anziani presso i luoghi di cura, alla donazione del sangue. Il secondo aspetto che l’Arcivescovo ha sottolineato con forza e vigore, è che queste cose le fanno anche altre Associazioni simili alla nostra; ma qual è e quale deve essere allora la differenza? La differenza sta nelle radici delle nostre attività, sta nelle motivazioni, sta nel percorso complessivo che ogni volontario deve poter fare in un’ottica di servizio che non sia un intervento “meccanico” o una “prestazione d’opera” ma che sia dettato dal “cuore” cristiano e dall’amore per il prossimo. Le radici delle nostre associazioni hanno una profonda matrice cristiana; i nostri statuti non lasciano spazio ad interpretazioni di diverso genere. Ed allora, se le radici sono cristiane, anche tutto il resto, il tronco, i rami, le foglie, i fiori, i frutti, devono rimanere di sapore e di dolcezza cristiana. I servizi che noi effettuiamo devono quindi avere una motivazione univoca, caritativa, piena di amore, ricca di passione e spontaneamente gratuita. Sua Eccellenza ci ha poi lasciato un ulteriore messaggio, forte e chiaro: il nostro “fare” deve contenere anche una importante funzione pedagogica. Ci viene attribuito un “impegnativo compito educativo nei confronti delle comunità, delle famiglie, della società civile cui la Chiesa è chiamata ad essere luce”. Ci viene richiesto, oltre ai nostri servizi, di “assumere la responsabilità nell’educare alla vita buona del Vangelo”, che per definizione è tale soltanto se comprende in maniera organica la testimonianza delle opere di carità e misericordia. Quindi, sì, muovere le braccia in soccorso dell’altro; sì, avere una buona organizzazione a supporto delle Istituzioni nei servizi sanitari sotto ogni aspetto; sì, donare il sangue per chi ne ha bisogno; ma, soprattutto, saper coltivare le opere caritative che abbiamo saputo inventare. Le dobbiamo rendere, per così dire, “parlanti”, preoccupandoci soprattutto “delle motivazioni interiori che le animano, e della qualità della testimonianza che da esse emerge”. Il messaggio finale della Visita Pastorale per tutti noi? “Vivere la gratuità e aiutare a viverla. Richiamare tutti all’essenzialità dell’amore che si fa servizio. Accompagnare i fratelli più deboli. Animare le comunità cristiane. Raccontare al mondo, attraverso le nostre opere, la parola dell’amore che viene da Dio”.

Incontro con i giovani sposi di Anghiari e Monterchi presso il centro parrocchiale di Tavernelle (l’articolo è a pag. 26).

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Il Vescovo Riccardo incontra i ragazzi del catechismo di Anghiari nella chiesa della Propositura. Assieme a loro i catechisti e un gruppo di genitori (l’articolo è a pag. 26).

S. Messa presso la chiesa di San Leo: la processione di ingresso (l’articolo è a pag. 26).

Incontro con i volontari della Confraternita di Misericordia e del Gruppo Donatori Sangue Fratres: la foto ricordo nel chiostro di Fra Damaso.


Visita Pastorale a Ponte alla Piera

Il Vescovo incontra i catechisti “Spirito di Dio che santifichi la Chiesa, fai sempre più vive le nostre comunità, perché impariamo a rispondere insieme alla vocazione cristiana, mandati a portare il lieto annunzio”.

Lunedì 13 Ottobre Sua Eccellenza Mons. Riccardo Fontana ha fatto visita alla comunità di Ponte alla Piera (foto). Questo importante momento ha rappresentato la riscoperta di una fede rinnovata intorno alla mensa di Cristo. C’è stata la viva partecipazione di tutti gli abitanti del paese, per i quali il Vescovo ha espresso parole che hanno toccato il cuore: ai piccoli e ai giovani ha ricordato l’importanza della preghiera quotidiana come momento di ascolto e di profonda amicizia con Cristo; agli sposi ha parlato della preziosità dell’amore e della vita come doni da mettere al servizio degli altri. Infine ha incoraggiato gli anziani a non arrendersi, ma ad essere consapevoli di quanto siano preziosi, poiché essi sono fonte di trasmissione della storia, memoria del popolo e della famiglia, testimoni di una cultura e di una religione che li rende speciali. Al termine della Santa Messa, Sua Eccellenza ha condiviso con i parrocchiani un momento conviviale realizzato grazie alla collaborazione di tutte le donne del paese che si è svolto presso i locali del “Circolo antico ponte”. Cristina

È con le parole della preghiera in preparazione alla Visita Pastorale, che si è aperto, lunedì 13 ottobre 2014, presso il salone dell’Oratorio parrocchiale di Anghiari, l’incontro tra l’Arcivescovo, Monsignor Riccardo Fontana ed i catechisti di Anghiari, Micciano, Monterchi, San Leo e Tavernelle. Molto belle e rassicuranti le parole dell’Arcivescovo per noi catechisti che, più volte, durante il percorso, siamo tormentati da mille dubbi: continuare a svolgere il catechismo o dedicare il proprio tempo ad altre cose? Essere catechisti - spiega S. E. - è prima di tutto un Dono e, se noi per egoismo non rispondiamo a tale chiamata, commettiamo un peccato. Con la gioia e l’amore del cristiano il catechista è dunque invitato a trasmettere quella Bellezza che ha incontrato. La sua missione è felicemente radicata nella missione della Chiesa. Tale missione riguarda unitariamente tutta la sua vita: la conoscenza personale e sempre più profonda della fede, la sua appartenenza a Cristo nella Chiesa e la sua apertura agli altri. Essere catechista non è certamente un mestiere ma, semmai, una responsabilità da trasformare in un cammino spirituale guidato dalla carità divina. Un cammino che il catechista è chiamato a percorrere non da solo ma, in piena comunione con la Chiesa e la Comunità parrocchiale, ambito quest’ultimo per eccellenza, nel quale si incontra e vive quella gioia vera che deriva dalla comunione e che solo Cristo può donarci. Sostenuti, guidati e rafforzati, dalle parole del nostro Pastore e dalle Parrocchie che tutti noi abbiamo la grazia di avere, apprestiamoci dunque, ad iniziare con entusiasmo un nuovo anno catechistico, serbando nel cuore la testimonianza lasciataci tanti anni fa, ma sempre attuale, dal Beato Paolo IV proprio riguardo alla Parrocchia:” Qui Cristo mi ha atteso e mi ha amato; qui io l’ho incontrato. Qui io sono nella Sua unità”.

Qua e là

Gli incontri

La Rita e la Rina da Tubbiano - Nel pomeriggio di lunedì 13 abbiamo avuto la gradita visita del Vescovo alla nostra chiesa. Ha anche visitato i vari ambienti e si è reso così conto dei lavori ancora da terminare che ci permetteranno di utilizzare gli ambienti attigui alla chiesa. Noi parrocchiani siamo comunque molto contenti dei lavori eseguiti alla chiesa ed eravamo anche un bel gruppetto. C’era don Romano, le famiglie dei dintorni ed anche dal Cantone e da Monte. Dopo la preghiera in comune, il Vescovo Riccardo si è accomiatato perché con don Romano avevano altri impegni ma ci ha lodato per come teniamo in ordine la chiesa.

Lunedì 13 ottobre 2014 * Incontro con gli studenti, gli insegnanti e il personale della Scuola Primaria e Secondaria di 1° grado di Monterchi in Via Protoli (a pag. 25). * Incontro con i bambini, gli insegnanti e il personale della Scuola dell’Infanzia di Monterchi in Via Protoli (a pag 25). * Visita alla chiesa di Tubbiano (pag. 28). * Visita alle aziende locali della frazione di San Leo. * Santa Messa presso la chiesa di Ponte alla Piera (pag. 28). * Incontro con i catechisti di Anghiari, San Leo, Micciano, Tavernelle e Monterchi presso la sala dell’Oratorio ad Anghiari (pag. 28).

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L’Antonietta da Catigliano – All’inizio s’era pochi, perché il Vescovo Riccardo è giunto in anticipo e ci ha preso alla sprovvista. Ma per poco, che poi sono giunti da Barliano, da Scoiano, dalla Geppa, da Catigliano stessa e da altre zone. In chiesa abbiamo recitato il Rosario intervallato da canti alla Madonna ed è stato un momento che ricorderemo. Il Vescovo, poi, ci ha impartito la benedizione e abbiamo potuto gustare un piccolo ristoro, ma abbondante per varietà, per il quale ognuno aveva portato qualcosa. Anch’io ho fatto le pastine bianche e il Vescovo ha voluto sapere la ricetta. Devo segnalare che tante sono state le persone che hanno aiutato per preparare bene questo incontro, ma l’Alfredina e Dario della Casanova sono stati super.

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Martedì 14 ottobre 2014 * Incontro con i parrocchiani di Catigliano presso la chiesa stessa (pag. 28). * Visita domiciliare ai malati in Anghiari. Mercoledì 15 ottobre 2014 * Breve visita a tutte le chiese ex-parrocchiali di Monterchi: Scandolaia, Tarsignano, Pianezze, Gambazzo, Ripoli, Fonaco, Borgacciano, San Lorenzo a Ricciano, Petretole, Villa del Poggio (a pag. 25). * Incontro con tutte le compagnie di Anghiari e Monterchi. Ritrovo in Propositura da dove partirà la processione dei Confratelli con la cappa, verso la chiesa della Badia (a pag. 22).


Incontro del nostro Arcivescovo con le I giovani incontrano il Vescovo Riccardo persone consacrate della zona pastorale L’ultima tapAnghiari-Monterchi pa, ma non certo Mercoledì 22 ottobre alle ore 16:00, le Suore Agostiniane di Anghiari accolgono con gioia le Suore del Cenacolo, le due Eremite di Galbino e Monterchi, il nostro Diacono, Don Adalberto e P. Roberto Fornaciari vicario diocesano per la vita consacrata. Siamo qui per l’incontro con S. E. mons. Fontana, che celebra per noi la S. Messa e ci dedica un po’ del suo tempo prezioso. Nell’Eucarestia si fa memoria di san Carlo Voitila e la Parola spezzata dal nostro Vescovo attira l’attenzione dei presenti - tra cui alcuni laici - sulla “comprensione del mistero di Cristo che viene pienamente svelato sulla croce”. Ci viene poi rivolto l’invito a vivere “fede operosa, speranza faticosa, carità coraggiosa”. Dopo la Celebrazione, il Vescovo incontra il nostro gruppo esprimendo profonda gratitudine per il servizio da noi donato alla Diocesi. Segue la proposta di condividere esperienze e presentare idee per il cammino della Chiesa locale. Una Sorella parla con entusiasmo del servizio dato alla gente dalle persone consacrate con la loro presenza, la preghiera, l’attività apostolica, l’accoglienza anche ai sofferenti. Un’altra Sorella presenta le iniziative già in atto e altre in preparazione per l’evangelizzazione, la catechesi, la formazione dei laici e l’aiuto nel campo della spiritualità. Il Vescovo ascolta e ci esorta a collaborare attivamente con le Parrocchie per il risveglio della dimensione ecclesiale nel nostro popolo. ”Andiamo avanti cum Ecclesia!” L’augurio che riceviamo - insieme alla benedizione del Vescovo - è che sappiamo riconoscere sempre (nonostante la diminuzione delle forze) “il dono straordinario ed attuale della vita consacrata, vivendo il proprio carisma con ottimismo e speranza”. Con un gioioso spuntino concludiamo il nostro incontro fraterno. Sr. Maria Francesca

per importanza, della Visita Pastorale del Vescovo Riccardo nel vicariato di Anghiari e Monterchi, ha visto noi giovani protagonisti e così venerdì 24 ottobre alle 19 ci siamo trovati in oratorio per l’incontro. Ammetto che i ragazzi erano emozionati e curiosi all’idea di passare una serata a “tu per tu” con il Vescovo, essendo un’occasione che non si ha di certo tutti i giorni. Nei minuti che hanno preceduto l’incontro, tante sono state le domande dei ragazzi, curiosi di sapere: come ci si rivolge ad un Vescovo, con che linguaggio, con che “tono”. “Timori” comprensibili poco prima dell’incontro con una persona importante!! A rompere il ghiaccio iniziale ci ha pensato il nostro Vescovo, raccontando in maniera breve e affascinante la propria esperienza di vita, a partire dalla sue entrata in Seminario, proseguendo con tutte le vicissitudini che poi l’hanno portato proprio in quel momento a parlare con 25 ragazzi di Anghiari e Monterchi. La chiacchierata poi è continuata interrogandoci un po’ tutti insieme su cosa è la violenza, come essa si manifesta nella nostra società, sull’importanza che ha per la vita di ogni cristiano il Vangelo e gli insegnamenti che all’interno possiamo “scovare”, di quanto siano importanti per la nostra vita le amicizie e i luoghi che frequentiamo e di quanto sia bello vivere con la certezza che non saremo mai soli. Dopo l’incontro il nostro Vescovo si è fermato a cena con noi; è stato un momento carino e “informale” per conoscersi meglio! Cogliamo l’occasione per ringraziare tanto il Vescovo Fontana per il tempo che ha desiderato trascorrere con noi giovani.

Il punto di vista di un giovane che ha partecipato all’incontro

Qui a sinistra due immagini dell’incontro con gli ordini religiosi (suore del Cenacolo, della Ripa, di Galbino, il Diacono e gli eremiti di Galbino e Monterchi).

Il 24 Ottobre noi ragazzi del gruppo giovani abbiamo avuto l’opportunità di incontrare il Vescovo della nostra diocesi. Durante l’incontro con noi giovani, il Vescovo si è soffermato in modo particolare a parlare delle varie forme di violenza che purtroppo sono all’ordine del giorno, facendoci anche riflettere su aspetti che possono essere meno considerati da noi giovani. Proseguendo con l’incontro abbiamo avuto modo di discutere anche su come noi giovani possiamo relazionarci con la fede e con Dio. L’incontro è stato molto costruttivo, anche perché il Vescovo ha sottolineato come noi giovani dobbiamo essere attivi per poter migliorare la Chiesa e più in generale il mondo. Dall’incontro siamo sicuramente usciti arricchiti sotto il profilo spirituale, in quanto il Vescovo ci ha aiutato a comprendere meglio aspetti della fede che magari sono per noi più difficili, inoltre l’incontro con il Vescovo ha fatto scaturire in noi una nuova voglia di metterci in gioco. Se dovessimo riassumere il contenuto dell’incontro in una frase, si potrebbe dire: ‘… CHI CAMBIA SE STESSO, CAMBIA IL MONDO.…’ Giulio Maffucci

Nelle foto in alto a destra alcuni dei giovani presenti all’incontro con il Vescovo Riccardo.

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La Visita Pastorale del Vescovo

S

ono due i momenti che mi hanno vista partecipe: la Messa al Santuario del Carmine il 26 ottobre a conclusione della Sua Visita Pastorale e, il venerdì precedente, il Suo saluto nella Chiesetta del Bagnolo. Grande partecipazione di popolo, come sempre, al primo evento, dove la Madonna richiama folle da ogni angolo della vallata, bei canti e riti solenni con la presenza di tutti i Presbiteri della zona che facevano corona intorno all’altare. Accompagnato da Don Marco che, con la sua jeep ha percorso strade impervie per raggiungere le chiesette più dislocate, il Vescovo è arrivato puntuale al Bagnolo, atteso da quasi tutti gli abitanti del villaggio. Tamara aveva pulito e riordinato la piccola Chiesa e con Lorella ha preparato dolci e thè per il gradito illustre ospite. Piccolo esempio di ecumenismo, era presente anche la nuova famiglia ucraina di Valentina che, pur di religione ortodossa, ha ascoltato le parole del Vescovo precisando come si senta vicina al cattolicesimo. Don Marco ha ricordato la centenaria nonna Isolina che, in particolari momenti dell’anno, guidava il Rosario e al rintocco della campana aspettava l’ingresso dei suoi compaesani per iniziare. Mi piace ricordare Don Gino, dal quale ho ricevuto qui la mia prima comunione, e Camillo Mondani, uno zelante sacrestano che, prima ancora della cognata Isolina, recitava, rigorosamente in latino, per la verità un po’ addomesticato, l’Oremus alla fine del Rosario. Il Vescovo, con poche ma dirette parole, ci ha consigliato di non perdere un’eredità così ricca e di riprendere la sana regola dei nostri vecchi, anche con una sola decina recitata insieme. Si tratta di un consiglio semplice ma non scontato, e siamo stati felici che ce lo avesse ricordato! Così abbiamo ripreso nel mese dedicato ai defunti, a riunirci, quando possiamo, nella nostra chiesetta per il Rosario: siamo 5 o 6 persone, ma ci sentiamo una piccola comunità; proseguiremo con la novena di Natale e con altri momenti forti del calendario liturgico. Il Vescovo ci ha ringraziato per l’accoglienza, ma anche noi gli siamo grati per il saggio consiglio ricevuto e Lo includiamo con gioia nelle nostre preghiere.

Il Vescovo Riccardo con i fedeli della piccola comunità del Bagnolo (l’articolo qui a sinistra).

Processione di ingresso per la solenne celebrazione conclusiva della Visita Pastorale al Santuario del Carmine (gli articoli qui a sinistra e a pag. 31).

L’ingresso delle Compagnie di Anghiari.

L’ingresso delle Compagnie di Monterchi.

Marida

I

l 26 ottobre si è conclusa nel Santuario del Carmine la Visita Pastorale di Monsignor Riccardo Fontana, iniziata in settembre. Ho avuto varie occasioni per poter incontrare Monsignor Riccardo e devo dire che è stato molto interessante poter ascoltare i suoi consigli, le sue esperienze di vita sacerdotale e le sue idee su come poter aiutare i nuovi poveri . Al Santuario c’era tanta gente, arrivata un po’ da tutte le frazioni. È stato bello ed interessante ascoltare l’omelia, che ha ripercorso un po’ tutto il periodo della Visita, dai cimiteri dimenticati alle piccole chiesette di campagna, dagli anziani e i malati ai bambini. Insomma, il Vescovo ha voluto conoscere un po’ tutta la nostra comunità. Questa Visita credo che ci abbia arricchito molto, in quanto ha toccato dimensioni molto importanti, come CARITÀ FEDE MISERICORDIA, temi che a volte ci risultano difficili, ma che un buon cristiano non deve mai dimenticare

I labari delle Associazioni.

Don Marco presenta al Vescovo Riccardo l’Assemblea dei fedeli riunita nel Santuario del Carmine.

Francesca

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Una visita da non dimenticare

Un rinnovato spirito missionario

D

omenica 26 ottobre, Sua Eccellenza il Vescovo Riccardo Fontana ha concluso la Visita Pastorale nel Vicariato di Anghiari e Monterchi, celebrando la S.Messa nel Santuario del Carmine con numerosi sacerdoti davanti a una gran folla di fedeli. In circa 20 giorni, il nostro Vescovo ha incontrato tutte le istituzioni religiose e civili del Vicariato, ascoltando e parlando con tutti quei fedeli che gli sono stati vicino. Io ho avuto il privilegio e quindi il piacere di accompagnarlo in alcuni dei suoi incontri e in particolare di essere presente a quello con tutti i componenti della Caritas parrocchiale e ne sono uscito più che soddisfatto, oserei dire entusiasta. Infatti avevo sempre considerato la figura del Vescovo come un alto prelato, un dirigente ecclesiastico chiuso o quasi nel suo palazzo vescovile, alle prese con i problemi della diocesi e un po’ lontano da noi fedeli, presente in Parrocchia per amministrare la Cresima o raramente in occasione di un’importante festività. Avevo maturato nei suoi confronti più un senso di rispetto e di timore che non la considerazione dovuta a un Pastore che guida con comprensione e amore i suoi fedeli, di cui conosce le istanze e i problemi. Ho accompagnato il nostro Vescovo in due momenti della sua Visita Pastorale: prima alla “casa protetta”, dove alla presenza dei fedeli ricoverati che lo guardavano increduli e pendevano dalle sue labbra, ha celebrato la Santa Messa; e infine, insieme ad alcune componenti della Caritas parrocchiale ha visitato delle persone bisognose e malate della parrocchia. L’ho ascoltato con attenzione e ammirazione mentre s’intratteneva con i membri del Consiglio pastorale e con tutti i componenti della Caritas di Anghiari. E’ sempre stato ammirevole, per la semplicità con cui si è offerto ai presenti: non è mai “salito in cattedra”, ma ha ascoltato tutti con attenzione, dando prova di disponibilità e oserei dire di umiltà, nel rispondere alle domande che i più gli rivolgevano. Si è quindi instaurato un bel rapporto, molto schietto, fra Sua Eccellenza e le persone che ha incontrato, e in particolare con me, che l’ho seguito passo passo. Posso affermare di avere conosciuto nella sua persona un vero Pastore, con tutti i suoi inderogabili principi ma anche con le tensioni, le fatiche, le preoccupazioni, i timori che ci accompagnano quotidianamente. Tutta la Parrocchia deve ringraziare il nostro Vescovo, perché la sua visita ha lasciato un segno in tutti i parrocchiani che lo hanno ascoltato e che sperano di averlo più spesso nella comunità anghiarese.

S

i è conclusa la Visita Pastorale del Vescovo Fontana nel nostro Vicariato. In questi 21 giorni in cui è stato presente ha visitato la totalità delle realtà ecclesiali presenti nel nostro territorio, dalle parrocchie più grandi fino alle parrocchie più piccole, dalle chiese più grandi alle chiese più piccole. Il significato di questa Visita si può riassumere in due aspetti. Uno è la possibilità di aver conosciuto il nostro Pastore, che è garante della fede, e lui ha conosciuto la realtà dei suoi fedeli. Quindi è stata utile proprio per questa conoscenza reciproca che dà garanzia alla nostra fede. Il secondo aspetto, che è il lavoro che ora si apre, dalla Visita in poi, è un rinnovato spirito missionario a cui siamo stati sollecitati dallo stesso Vescovo, perché la presenza della fede sia sempre più viva e più ricca. don Marco

Franco Cristini

Gli incontri Mercoledì 22 ottobre 2014 * Incontro con gli ordini religiosi: suore del Cenacolo, della Ripa, di Galbino ed il Diacono (pag. 29). * Incontro con gli animatori della Caritas parrocchiale in Propositura ad Anghiari. * Incontro con gli operatori delle attività produttive (artigiani, commercianti, agricoltori, fabbriche,…) presso la sala della Misericordia in Via Matteotti. Venerdì 24 ottobre 2014 * Visita alle chiese di Montauto, Bagnolo Santo Stefano. Visita ad alcuni malati di Anghiari (pag. 30). * Incontro con i giovani di Anghiari e Monterchi in Propositura. Cena con pizza (pag. 29). Domenica 26 ottobre 2014 * Celebrazione conclusiva della Visita Pastorale presso il Santuario della Madonna del Carmine di Anghiari (pagg. 30 e 31).

Santuario del Carmine - In alto il momento della consacrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Riccardo con i sacerdoti del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Qui sopra due rappresentanti delle compagnie di Anghiari e Monterchi offrono al Vescovo Riccardo un piatto in ceramica personalizzato quale ricordo della Visita.

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Le stagioni per posta di Armando Babbini

È

una raccolta di testi in forma di lettere del Circolo di scrittura autobiografica a distanza redatti dal settembre 2013 al luglio 2014, nell’ambito del progetto per una “Ecologia narrativa” della Libera Università dell’Autobiografia. Il Circolo ha proposto ai corrispondenti l’argomento delle stagioni, legate per lo più alle esperienze dell’infanzia, con l’intendimento di ricordare e prendere maggior coscienza del legame che ci unisce profondamente alla terra. Le risposte dei corrispondenti (appartenenti al Circolo) sono state raccolte e pubblicate nel libro in forma di 138 lettere ripartite fra le quattro stagioni. Gli scriventi provengono da tutta l’Italia, con prevalenza centro nord, e qualche contributo dall’estero. Ne esce un quadro complessivo oltre che di grande interesse, di piacevole lettura, “piacevole”, perché, quasi con stupore, mi sono accorto che tante delle esperienze riportate nelle lettere sono le stesse, alcune nascoste nel profondo, che ho provato anch’io nella mia infanzia. Si parla dell’Italia degli anni ‘40/‘50/‘60: quella che in autunno, con i primi freddi, metteva gli scaldini per dormire nelle camere ghiacce, che tornava a scuola nel proverbiale, ormai decaduto, primo d’ottobre, e per il giorno dei Morti accendeva le candeline davanti alle tombe, visitate collettivamente dalla famiglia intera; i cibi erano preparati dalle mamme e dalle nonne, e le castagne e derivati (come il baldino) la facevano da padrone insieme alla vendemmia e alla preparazione del vino nuovo. Nelle descrizioni dei paesaggi dominano i colori delle foglie in autunno, ma in luoghi dell’infanzia che non esistono più, perché ormai cementificati; è ricordata la neve (il nevone), che veniva in inverno puntuale e abbondante, al contrario di adesso, con le stagioni guaste e alterate dalla industrializzazione; e le rondini sempre benvenute in primavera costruttrici di nidi fino alla partenza autunnale, che sono ormai quasi scomparse, come la regolare alternanza delle stagioni di una volta. È il presente che guarda, con lenti deformanti, al passato dell’infanzia come ad una stagione dell’oro irrimediabilmente perduta. In realtà, accanto ai riti, agli ambienti e ai paesaggi di quegli anni, dietro la vernice nostalgica, vien fuori la descrizione di una vita povera fatta di duro lavoro, coi genitori nei campi o in fabbrica, a volte con una tavola vuota di cibo: “...c’era guerra tra fratelli, dei momenti molto belli, di arrivare con le mani le castagne autunnali, le vedevi belle arrostite, in un attimo lì sparite...”, come dice il nostro Armando Z. (unico anghiarese) in una sua lettera; le case fredde dove la stufa a legna veniva accesa con parsimonia e le camere sempre ghiacce; le agognate lunghe vacanze estive da bambini, passate o dai nonni o “al fiume”, con grande attenzione ai pericolosi gorghi, vicino casa,

raggiunti sul sellino di una bicicletta; e per fortuna che c’erano le “battiture” del grano col gran lavoro ma con tavolata finale e pranzo fatto in casa da nonna Vittoria; ma qualcuno ricorda anche la stagione del tempo di guerra, con le camere rigorosamente buie e le finestre oscurate di notte per i bombardamenti… e una Primavera del ‘45 nel Norditalia, drammatica di violenze e rappresaglie, di solitudine e dolore. Ma è nella scena familiare e nel confronto con i compagni di scuola e la maestra che emergono i piccoli grandi problemi personali se non l’infelicità di quella vita; in una delle tante primavere: “...proprio per le viole che avevo portato a scuola ci fu da parte della maestra un rimprovero che mi amareggiò molto e mi fece vergognare davanti alla classe...”. Una sera d’autunno, per il compleanno della sorella 17enne, la mamma fa il riso con la zucca per compiacerla; io faccio capricci e scoppio a piangere; lei scappa da tavola e: “grazie per avermi rovinato la serata”. Oppure in autunno: “Tristezza. A casa mia c’era un clima familiare molto pesante a causa di mio papà che era sempre ubriaco e non lavorava...”. Ancora autunno: “...mia nonna paterna faceva ‘i mangiari’”, che a me piacevano molto, e la mamma doveva fare le cose come diceva lei, tanto che si era ammalata di esaurimento nervoso; io non sapevo che nonna faceva soffrire così la mamma, non mi rendevo conto, dovevo dividermi sempre in due e scegliere chi ascoltare. È stata una tortura e una sofferenza per me… E conclude:.. “Purtroppo ho sempre scelto la nonna per una serie di motivi inconsapevoli e credo che da qui ci sia l’origine dei «miei mali»”. La Terra, tema proposto dal Circolo, diviene pretesto (?) per arrivare all’Anima: il passato personale è sempre presente, l’autobiografia è diario. Buona lettura! Armando Babbini

La S. Messe della vigilia del Natale rispetteranno i seguenti orari:

Chiesa di San Lorenzo ore 21:00 Cenacolo di Montauto ore 22:00 Chiesa di Propositura ore 23:00 32


Ricordo di persone incontrate nel tempo

Il sugo di casa di Vanna Franceschini

Vorrei raccontare una storia, la storia del “sugo”, come si chiama ad Anghiari. Il sugo di casa mia. Ci sono piatti della tradizione locale, quali ad esempio il ragù, la pappa al pomodoro, l’acquacotta, la scottiglia, i crostini di fegatini, e tanti ancora se ne potrebbero citare, di cui si trova la ricetta in qualsiasi libro di cucina. In ogni famiglia però si arricchiscono di sapori diversi, esecuzioni variegate e trucchi molteplici, spesso rivelati solo agli intimi, che ne fanno la vera magia, la vera alchimia. In ogni famiglia si sostiene, infatti, che quello è il miglior sugo del mondo e che quella è assolutamente la ricetta originale. Forse tutto ciò avviene perché in queste pietanze si condensano creazione, regressione, evocazione e ricordo. Nella mia generazione, il sugo è il ricordo di quel profumo caldo e rotondo che si appropriava delle stanze di casa e molte volte veniva a svegliarti la domenica e nelle mattinate d’estate. Un’immagine familiare mi sovviene alla mente: la voce di mia nonna che mi destava dal dormiveglia: “Oh non ti alzi, il sole è alto nel cielo... e il sugo è quasi pronto. Al punto poi che data l’ora, invece del caffelatte mi si offriva, per colazione, una fettina di pane con quel ragù non ancora maturo in cui troneggiava il macinato, non ben amalgamato al pomodoro per la poca cottura. Tanta era la soddisfazione per l’esecuzione, che era sufficiente anche il giudizio di un bambino. Ed era il sugo più buono del mondo! Non ho fatto in tempo ad imparare dalla mia nonna la procedura: è morta troppo presto ed io non avevo ancora raggiunto l’eta in cui si insegna alle bambine la ricetta di casa. Era ritenuta dai parenti una delle migliori cuoche, per il ragù e per il roast-beef. Ho imparato invece da mia mamma. E qui c’è un altro ricordo; il sacrale rispetto per una figlia che studiava e non doveva perdersi in altre attività, in quanto come era solita dire “Non ti preoccupare, faccio da me! Tu studia perché quello è il tuo lavoro, io non l’ho potuto fare, alle elementari, prima di andare a scuola, andavo a “parare” le pecore... ed oltre non sono andata.” Poi venne il giorno che per la paura di non svolgere con responsabilità un altro aspetto della funzione materna, con i| solito tono mi disse: “Oh, io non campo mica mill’anni, lo vuoi imparare o no questo sugo!” Frase che ancora oggi usa per rivolgersi a mia figlia, quando pensa di doverle lasciare qualche segreta ricetta. Cosi mi impartì le prime nozioni necessarie. Prima si preparano gli odori (carote, sedano, cipolla, prezzemolo e aglio); si battono con la mezzaluna e si mettono a friggere nell’olio. Insaporito il tutto, si aggiunge i| macinato insieme alle interiora di pollo. Il soffritto di carne andava tenuto sotto controllo perché non attaccasse al tegame. Indicazione precisa per un principiante era quella che si potevano inserire altri ingredienti quando il “cicciolo”, come si usa chiamarlo dalle nostre parti, continua a friggere anche nel cucchiaio una volta tirato su dal tegame. Questo era i| momento per aggiungere il vino e far sfumare, poi un po’ di conserva per colorare la carne e infine i pomodori pelati. La mia mamma suggeriva di mettere tanto pomodo-

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ro, quanto era il peso della carne, secondo la teoria della Gina del Cocci, ritenuta la massima autorità in famiglia. La Sabina dello Sterpeto, che per tanti anni venne ad aiutarci nelle faccende domestiche, aggiungeva acqua calda in quantità uguale ai barattoli dei pelati usati. A questo punto i| sugo poteva cuocere a fuoco basso, rigorosamente coperto e lentamente finché restringendosi non avesse preso il color nocciola e rilasciato l’olio. Sempre la Sabina mi aveva insegnato a riconoscere la giusta dose di sale dall’odore e ad aggiungere un po’ di latte se il pomodoro era troppo aspro. Per questo problema mia zia Angiolina consigliava una puntina di zucchero che indicava opportuna per tutte le salse al pomodoro, poiché, diceva, “aggrazia il palato”, parafrasando così l’Artusi, che fu il suo indiscusso compagno di viaggio per tutta la vita professionale. Quando mi sono sposata, mio marito, che ha origini non solo anghiaresi, mi consigliò di abolire le interiora di pollo e adoperare un macinato composto da due terzi di manzo e un terzo di maiale. Tante persone potrei ancora ricordare legate ai primi pranzi fatti appena sposata, quali mia suocera o i miei zii che per incoraggiarmi sostenevano che avevo fatto i| miglior sugo delle nuove generazioni. Tuttavia, senza dubbio, il giudizio che attendevo con maggior trepidazione era quello del mio babbo, seguendo con gli occhi ogni gesto del suo viso, per coglier ancor prima dei commenti verbali, il suo parere. Parere autorevole, che non lesinava complimenti o critiche e che, come al solito, veniva espresso con tale franchezza ed ironia da far aprire sempre un dibattito fra i commensali. Ancora oggi, dopo quasi trent’anni di matrimonio, quando la domenica si decide di fare le tagliatelle al sugo, mi alzo contenta. E so benissimo che malgrado la rigorosa disciplina nell’esecuzione, non sarà mai uguale alle altre volte. Questa per me e la magia della cucina: trovarsi ogni volta di fronte ad una scommessa! Naturalmente non ho il tempo di accarezzare tutti questi ricordi, ma sento di cucinare qualcosa che aiuta a far festa e non posso fare a meno di dire a mia figlia, quando la vedo comparire ancora assonnata “Elena mi senti quel sugo”. II commento, che ritorna a distanza di anni, è sempre lo stesso: “mamma è uno dei miglior sughi degli ultimi tempiii” .....e la storia continua a ripetersi.... In alto la preparazione dei ‘maccaroni’, buonissimo piatto della nostra tradizione che, se condito con il sugo di cui si parla nell’articolo, è insuperabile (foto Foni Liliana).


Dalla parrocchia delle Ville Ecco l’elenco delle persone che hanno fatto pervenire le loro offerte alla parrocchia delle Ville. La somma raccolta ammonta a euro 4.918,50 e sarà utilizzata per i lavori agli edifici della parrocchia stessa. Grazie a voi tutti! Famiglia Taverna - Sign. Pozzoli (Anghiari) - Carlo Vagnoni - Fam. Dr. Mariani - Fortunato - Fam. Cerofolini Paolo - Fam. Cerofolini Sauro - Fam. Corsi Francesco - Fam. Bofolci Teresa - Sign.a Bartolomei Angiolina - Sign.a anonima - Sign.a Fiordoni Alba (Sansepolcro) - Sign.a Duri Nadia (Sansepolcro) - Coppia anonima (Vicchio) - Fam. Alberti Lorenzo - Fam. Crulli Anna - Fam. Pasqui Giuseppe - Sign.e anonimo - Sign.e Comanducci Vittorio - Sign.a Belloni - Fam. Bruschi - Sign.a Felicia - Signorina Anna (figlia di Felicia) - Fam. Pischedda e Loi - Fam. Cacini e Luciano - Fam. Checcaglini Roberto - Sign.a Cinzia - Fam. Caparbi Giovanni - Fam. Giorni Alvaro - Coppia anonima (Pocaia) - Fam. Acquisti Guido - Fam.

Alderina Aldo - Fam. Selvi e Pettinari - Fam. Chiarini Luigi - Fam. Festini e Rossi - Fam. Donati Francesco - Fam. Nocenti Roberto - Fam. Rubichini Giovanni - Fam. Bellucci Otello - Fam. Neri Vasco - Sign.a Boncompani Auretta - Fam. Rosadi Ernesto - Sign. Sovieri Marco - Fam. Abramo Pancioni - Don Quinto Giorgini - Ditta Imperial Life - Sign.a Fiordoni Rosita (Sansepolcro).

Le mele

Bringoli

Quest’anno, in occasione delle feste di San Martino, sono state esposte una quindicina di varietà di mele prodotte da piante di antiche varietà. Ciò è avvenuto grazie alla collaborazione dell’Istituto Forestale di Pieve Santo Stefano nella persona del professor Gonnelli. L’occasione ci ha fatto conoscere ulteriori varietà e in particolare le Mele Lunghe di Tortigliano segnalate da Mario Camaiti e quelle Scopine di Verazzano segnalate da Domenico Sciadini. Altre varietà, come detto sopra, erano state recuperate in varie zone del nostro territorio.

Se si dice San Martino, bisogna subito dopo dire bringoli. Sono loro infatti il piatto tipico che ad Anghiari si è soliti consumare all’approssimarsi della festa del santo di Tours. E meno male che lui (il santo) ha anticipato un po’ la sua estate in modo da darci una domenica pomeriggio serena ed anche il lunedì mattina per mettere a posto il tutto. Grande festa quindi sotto Le Logge con, oltre ai bringoli, il brustichino, le salsicce e l’immancabile canaiola. Soddisfatti tutti i volontari che si sono impegnati in queste due giornate ed anche la Pro Loco che organizza l’evento.

Zucche

Vespe

Ancora una volta i nostri bravi produttori hanno esposto una serie ben rappresentata di zucche da marmellata. Ma anche altri prodotti erano presenti: dai fagioli caponi all’artiglio del diavolo, dalle cipolle al peperoncino. La maggior parte di questi prodotti provenivano dalla valle del Sovara. Infine è stato fatto un primo tentativo per lo scambio di semi raccolti nel proprio orto e da piante fatte crescere senza l’uso di prodotti chimici.

E invece, in occasione dei Cento gusti dell’Appennino, si è parlato di questo insetto che sta decimando la produzione di castagne. Alla discussione sono intervenuti, in qualità di relatori, il Dott. Claudio Nocentini dell’Unione Montana dei Comuni della Valtiberina Toscana ed il Professor Vincenzo Gonnelli docente dell’Istituto Forestale “Alberto Maria Camaiti” di Pieve Santo Stefano.

Don Ferdinando Mabanza, Parroco

I 90 anni di Mario Solo ora siamo venuti a conoscenza della felice ricorrenza per Mario Moretti nato al Topo (Gastone mi correggerebbe subito con Intoppo) il 3 gennaio 1924 e che quindi ha compiuto 90 anni tondi tondi e, anzi, abbondanti. Da ragazzetto ha lavorato presso la fornace del Palazzari, appena fuori della Portaccia, dove si facevano i pignatti; in genere il compito riservato ai ragazzi era quello di conciare la terra. Poi, per quarant’anni, ha lavorato presso la Ditta Busatti. Qui ha diretto il lavoro degli addetti ai telai, incaricandosi anche del buon funzionamento dei telai stessi, delle schede e di quant’altro necessario. I suoi familiari hanno organizzato per lui una bella festa presso il Teatro di Anghiari dove si sono riuniti parenti ed amici venuti anche da fuori. Di quel giorno il ricordo più bello che gli è rimasto sono i messaggi e i ricordi, raccolti in un apposito album, complici i familiari, che, oltre ai parenti, tanti amici gli hanno fatto pervenire. E anche noi della Redazione volentieri ci uniamo a tutti costoro e mandiamo i nostri auguri.

bimbi di oggi Ecco Sebastiano Agolini: quando è stata scattata la foto aveva quattro mesi e mezzo. Il suo babbo Emilio lavora in una Ditta di impianti idraulici, mentre la mamma, Serena Tofanelli, lavora presso l’azienda di famiglia (l’edilizia dei Del Pia), anche se ora è impegnata con lui, e tutta la famiglia abita verso la Giardinella. Ma a Sebastiano non mancano nonni e bisnonni dislocati tra Anghiari, Libbiano e la Stazione, e che vanno spesso a trovarlo. Il 20 settembre scorso don Marco lo ha battezzato nella chiesa di Santo Stefano.

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Fontana

Poesia ricordata da Luisa Romiti imparata nei libri di scuola degli anno ‘50 del secolo scorso.

Oh insigne pettegol quel getto d’argento percosso dal vento un filo che luccica. E se appena la brezza gli fa una carezza son mille moine ardite spirali cascate di trine e mentre vezzeggia spumeggia lingueccia un giubilo odi di fresche melodi. Ma ora non più quel getto loquace in pace ora tace par quasi dimentico di quello che fu. Il gelido inverno gli ha messo un legaccio di ruvido ghiaccio la gelida scorza la vita gli smorza ma non in eterno. Passato l’inverno la garrula polla si scioglie si scrolla ritrova lo squillo del vecchio zampillo.

Già le prime offerte

Festa alla Bernocca di Emmedipì

Adriano Senesi, Monterchi Amedeo Corsi, San Giustino PG Assunta Del Pia, il Borgo Benita Cuccardini, Piazzola Berio Nocentini, Polveriera Celestino Corsi, Via di San Leo Erminio Staccini, Borghetto di sopra Fabiano Giabbanelli, Bucacce Fausta Lapini, Ravenna Giancarlo Guiducci, Impruneta Grazia Pichi, Arezzo Ivana Dell’Omarino, Santa Fiora Lilly Cerboni, Bernocca Lina Sebastiano, Giardinella Loris Francia, Inghilterra Maurizio Valbonetti, San Rocco Nilo Nicchi, San Rocco Piero Plini, Monteloro Rita Caneschi Vitellozzi, Frassineto Roberto Chieli, Acquedotto Romana Calli, Poggiolino Vilmo Chiasserini, Bagno a Ripoli

Proprio domenica 16 novembre Filomena Pernici ha “finito” 90 anni. È nata a Misurata, un podere sotto Pantaneto, di là dalla ‘Stazione’ di Citerna. Del ‘41 la sua famiglia venne a Ramatone, nel podere dei Bartolomei. Poi si è sposata ed è ‘entrata’ alla Vigna di Santo Stefano. Ora abita nella zona della Bernocca (ecco il motivo del titolo) e i ‘suoi’ gli hanno fatto una bella festa. E noi della Redazione volentieri mandiamo i nostri auguri per questo bel traguardo raggiunto dalla Filomena di Misurata. Mentre andiamo in macchina apprendiamo che nella chiesa di Santo Stefano è stata realizzata una nuova illuminazione. Nel prossimo numero foto e notizie!

Quante Edizioni? - Sul numero 26 dell’ottobre 1979 si annunciava che nei giorni 10 e 11 novembre ci sarebbero state le feste di San Martino. E quindi, fatti un po’ di conti, quella appena trascorsa è la trentaseiesima edizione. Addirittura c’è lo Staccini che gli sembra che abbiamo cominciato nel 1978. Però, fino a che non scoveremo un documento aggiuntivo, dovremo annunciare che queste, 36, sono le edizione della festa dove i “bringoli” la fanno da padroni.

Mercoledì 24 dicembre, alle 18, torna ad Anghiari

IL CEPPO IN PIAZZA bimbi di oggi

bimbi di oggi

Mi chiamo Giulio Valbonetti e, con il mio fratellino Manuel e i miei genitori abitiamo a San Rocco. La mia mamma si chiama Lorella Cangi, è originaria di Petriolo e lavora in un laboratorio orafo, ma adesso vedo che sta molto anche con me. Il mio babbo si chiama Maurizio e lavora presso la Banca di Anghiari. Vicino a noi ci sono i nonni che si prendono cura di me, quando i miei genitori sono impegnati, ma anche il nonno di Maccarino non passa giorno che non venga a trovarmi. Nella foto che mi ha fatto Mario avevo sei mesi.

Ecco Tommaso Bergamaschi mentre, serio serio, se ne sta nel lettone dei genitori. La sua mamma si chiama Alessandra Gaetani, fa la maestra (ma ancora si occupa solo di lui) mentre il suo babbo, Massimo, si deve recare a Libbiano dove c’è la loro azienda agricola. Poi c’è anche la sorellina Martina e tutta la famiglia abita a Campalla di sotto. I nonni paterni abitano a Libbiano e ogni tanto Tommaso va a trovarli mentre quelli materni abitano vicini a lui e sicché, specialmente la nonna, sono sempre pronti a dare una mano e a prendersi cura dei loro nipoti.

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Le “nostre Suore” della Ripa

La mia infanzia ad Anghiari

Per questo articolo prendo spunto da una frase scritta sotto una foto, pubblicata da una giovane anghiarese su Facebook in occasione della festa di Sant’Agostino, svoltasi al Pensionato Villa la Ripa il 28 agosto. La frase diceva: “Le Suore più simpatiche della Valtiberina!” È vero, le Suore sono simpatiche ma, aggiungo, anche brave, forti e grandi! Vorrei mettere in risalto il loro preziosissimo lavoro, impensabile considerando l’età e le forze, svolto da tanti anni silenziosamente. Sostengono la loro “ piccola comunità ” nonostante gli affanni, con tanto amore, calore e affetto, pronte ad ascoltare chi va a far loro visita, accogliendo sempre tutti con un sorriso. Fino a qualche anno fa, per noi anghiaresi l’unica occasione d’incontrarle era la festa di Santa Rita, il 22 maggio, per il triduo, la Messa e le rose benedette. Ora, da cinque anni, le Suore ci rendono partecipi della loro festa di Sant’Agostino, invitandoci alla Messa solenne e alla cena che segue, accogliendo tutti con cordiale semplicità e sorprendendoci per la creatività e l’allegria, proprio come una grande famiglia. Per questo mi viene da scrivere “ le nostre Suore”. Con l’occasione, do anche il benvenuto a Suor Emanuela, attivissima e vivace, venuta da poco nella comunità di Anghiari. Sono stata ringraziata diverse volte dalle Suore ne “ l’Oratorio“, oggi sono io a farlo, certa di essere accompagnata, nel pensiero, da molte persone che leggono; perciò diciamo alla mitica Suor Angela, all’ instancabile onnipresente Suor Agnese, all’energica Suor Margherita, alla silenziosa e forte Suor Chiara, alla dolce e premurosa Suor Teresa: “ Grazie per il quotidiano esempio e per il bene che ci date, grazie di cuore!“ Loredana

Anghiari e Sant’Emidio L’Associazione “Sant’Emidio nel mondo”, con sede ad Ascoli Piceno e il cui patrono è proprio il santo protettore dai terremoti, ha organizzato una gita per sabato 25 ottobre in Valtiberina. Fra le mete anche Anghiari che, fino a qualche decennio fa, festeggiava il santo presso il secondo altare a destra della Propositura, dove si trovava una tela raffigurante Sant’Emidio nell’atto di proteggere una città da un evento sismico. Ora questa tela si trova nella chiesa di Badia e il gruppo di visitatori si sono intrattenuti per un po’ nell’antica abbazia facendo poi un breve itinerario nel centro storico di Anghiari. Foto ricordo nei pressi del Campano con i dirigenti dell’Associazione marchigiana e la guida anghiarese. E poi a Sorci per il pranzo e qui la piacevole scoperta che la famiglia Barelli è di origine marchigiana, precisamente di Sant’Elpidio a Mare.

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(seconda parte)

Caro il mio Franco ricordi quando dalle mura guardavi la pianura? Lunghi i filari dei cipressi ed accanto ad essi le viti americane a segnar del campo il natural confine. Tra lor lontane le case Leopoldine Bianche, tetto rosso acceso sempre col fil di fumo quasi fermo, sospeso. Abbondanza e pace nella tua vallata e immobil testimoni della buona annata accatastati i covoni E tu pensavi: La maestra certo sbaglia non può esser certo qui che c’è stata una battaglia.

Franco Paci

Accoglienza e interazione Leggo sull’Oratorio il bell’articolo a firma di Teresa Bartolomei titolato “Il turismo, tra estraneità, accoglienza e interazione”. Sono d’accordo pressoché su tutto: la Libera Università dell’Autobiografia e il Tiber Sinfonia Festival rappresentano attualmente quanto c’è di più positivo e propositivo in Anghiari. Provo nostalgia (forse è l’età) per il loro progenitore, il Premio internazionale di Cultura “Città di Anghiari”, al quale ebbi occasione di collaborare. Ma lasciamo da parte i ricordi. Proprio in tema di accoglienza e interazione, alle due manifestazioni ricordate da Teresa Bartolomei ne vorrei aggiungere un’altra piccola, umile, ma a mio parere preziosa, che si tiene nella biblioteca comunale tutti i martedì dalle 17:00 alle 18:30 e si intitola “Tandem”. Persone di lingua madre inglese si incontrano con italiani e ciascuno racconta le proprie esperienze, possibilmente nell’idioma dell’altro. Più che ad imparare la lingua di Shakespeare a me è servita e serve per cercare di capire che cosa gli anglosassoni (inglesi, americani, canadesi, australiani e perfino neozelandesi) amano dell’Italia e che cosa li ha attirati qua. E, soprattutto, ho visto che decine di persone, pur mantenendo (e ci mancherebbe!) la loro cultura e le loro tradizioni, almeno per molti mesi all’anno stanno bene qua e apprezzano e in molti casi adottano anche la nostra cultura e le nostre tradizioni. Proprio quello che, se non ho capito male, auspica Teresa Bartolomei. L’autrice di questo piccolo miracolo si chiama Merryl Drakard, alla quale vanno riconoscenza e ammirazione mie e anche quelle di molti altri anghiaresi. Fabiano Giabbanelli


Presenti 666 sportivi con le loro bici d’epoca

L’Intrepida 2014: Una festa di sport e di paese a cura della Banca di Anghiari e Stia

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omenica 19 ottobre si è svolta l’edizione 2014 de L’Intrepida. Il 3° atto della cicloturistica su bici d’epoca organizzata dal GS Fratres Dynamis Bike ha offerto grandi emozioni a tutti i presenti ed è diventata appuntamento di cruciale importanza tra gli eventi anghiaresi. Un “serpentone” composto da 666 ciclisti ha riempito e colorato a festa Piazza Baldaccio e ha poi animato i due splendidi percorsi (lungo, da 85 km e corto, da 42) ed i vari ristori d’epoca allestiti in alcuni degli angoli più belli del nostro territorio (presso Ponte alla Piera, Castello di Galbino e Felcino Nero, una località sopra Scandolaia). Gli intrepidi sportivi che hanno partecipato alla pedalata si sono presentati in sella a favolose bici storiche (obbligatoriamente antecedenti il 1987 ed in certi casi risalenti addirittura ai primi anni del Novecento) e vestiti con abbigliamento consono al periodo. Non sono mancati spunti fantasiosi e divertenti. Tra questi merita una citazione la bella idea di Riccardo La Ferla e di Don Marco Salvi (rispettivamente sindaco e parroco di Anghiari) che si sono presentati al via nei panni di Peppone e Don Camillo. Tra i 666 partecipanti alla 3° edizione de L’Intrepida anche Maurizio Fondriest, Francesco Moser e Gilberto Simoni, fuoriclasse che hanno scritto la storia del ciclismo e che in carriera hanno vinto Mondiali su strada e su pista, Giro d’Italia, classiche monumento e tante altre corse di prestigio internazionale. Ai nastri di partenza anche gli ex professionisti Roberto Conti, Daniele Righi, Massimo Codol, l’ex pro ed attuale Commissario Tecnico della nazionale italiana Under 23 Marino Amadori ed il giovane professionista Mirko Tedeschi. All’evento hanno partecipato, pur senza pedalare, anche Franco Bitossi e Marcello Mugnaini, altri due grandi campioni del passato. L’Intrepida ha rappresentato il momento clou di un weekend all’insegna del divertimento, dei valori più nobili dello sport e dello stare insieme ed è stata caratterizzata da tante iniziative collaterali: i mercatini d’epoca, la mostra di bici storiche, le visite guidate ai musei e al Castello di Galbino e la ciclo-gastronomica. Giusto rimarcare l’encomiabile lavoro del GS Fratres Dynamis Bike e dei tanti volontari ed il sostegno della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo, testimoniato dalla presenza e dalla collaborazione appassionata del Direttore Generale Fabio Pecorari che ha seguito la pedalata a bordo dell’ammiraglia d’epoca. Proprio il Comitato Giovani Soci della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo ha istituito un riconoscimento per il partecipante più giovane e per il più esperto. A consegnare le targhe-ricordo ad Elia Bianchini

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(classe 2000 di Castiglion Fiorentino) ed Eugenio Peretti (classe 1941 di Velletri) è stato a nome di tutto il Comitato Marco Sarrini. L’Intrepida è stata un’ulteriore dimostrazione di quanto la Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo sia vicina al territorio e a tutte le manifestazioni che nel corso della stagione portano prestigio ad Anghiari.

L’Arcivescovo Fontana in visita alla Banca Durante la Visita Pastorale in Valtiberina il Vescovo della Diocesi di Arezzo-CortonaSansepolcro, Mons. Riccardo Fontana ha salutato dirigenti e dipendenti della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo. L’incontro, a cui ha partecipato anche il Direttore Generale Fabio Pecorari, si è svolto martedì 30 settembre presso la sala riunioni degli uffici amministrativi situati in Via Marconi e ha fatto registrare una partecipazione decisamente numerosa. Nel suo discorso l’Arcivescovo ha toccato temi importanti ed ha lanciato messaggi pienamente condivisi dal nostro Istituto di Credito: ricordando le origini delle BCC ora Casse Rurali e la loro vocazione territoriale, sottolineando come in questo momento di generale difficoltà le banche debbano restare vicine alla gente, calandosi alla perfezione nella realtà operativa quotidiana. L’incontro con l’Arcivescovo Fontana ha rappresentato un momento di grande rilievo nella vita della Banca di Anghiari e Stia ed ha sicuramente lasciato il segno in tutti coloro che hanno partecipato. In alto a sinistra il sindaco La Ferla e don Marco assieme al Direttore Generale Fabio Pecorari. A destra, nella foto di Luigi Burroni, i dirigenti dell’Intrepida vicino allo striscione della Banca di Anghiari e Stia. Nel riquadro il Vescovo Riccardo in occasione della Visita alla nostra Banca.


Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

Il museo comunale di Anghiari diventa di “rilevanza regionale”

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oco tempo fa è stata ratificata una nuova norma della Regione Toscana che disciplina l’ordinamento dei musei. È una disposizione severa, fatta di molti punti e molto esigente riguardo alla qualità gestionale che gli istituti culturali toscani devono avere. Il museo del Comune di Anghiari ha raccolto subito la sfida: riuscire ad essere fra quelli di “rilevanza regionale”. Non sono molti gli istituti che in Toscana hanno affrontato questo procedimento che la Regione chiama di “accreditamento”, poiché è un processo che obbliga ad aggiornarsi, a verificare l’adeguatezza dei propri standard qualitativi e dei servizi nei confronti del pubblico. Il museo comunale di Anghiari, grazie al supporto dell’amministrazione che ha compreso pienamente l’importanza di questo passo, è divenuto quindi, dal 31 ottobre 2014, un “museo di rilevanza regionale”. È sicuramente un nuovo punto di partenza per le molteplici potenzialità del nostro piccolo museo.

È uno strumento (che verrà ancora perfezionato) per chi viaggia e vuole visitare i musei della nostra vallata che unisce una sezione puramente informativa con orari e servizi, con un’altra che funge da strumento al visitatore. Questa seconda sezione integra la mappa dei musei con alcuni spunti per visitarli in maniera personalizzata attraverso tematiche turistiche e/o culturali. Si passa dal tema su le “Terre di Piero della Francesca”, fino al più introspettivo “San Francesco, il Tevere e il pellegrinaggio”, valorizzando le collezioni o gli oggetti più speciali dei nostri musei. Inoltre l’applicazione permette di essere sempre aggiornatissimi sugli eventi in “Valtiberina, la Toscana da svelare”, grazie all’apposito pulsante collegato al portale turistico della Valtiberina Toscana www.valtiberinatoscana.it. Gabriele Mazzi

www.palazzodellabattaglia.it www.madonnadelparto.it In alto a sinistra un momento delle attività al Museo della Batta-

glia. A destra la schermata di Google Play dedicata ai “Musei del Rinascimento”.

Gabriele Mazzi

Una nuova App per i Musei della Valtiberina Toscana

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a poco è disponibile la primissima versione della App chiamata “Musei del Rinascimento”, dedicata ai musei della Valtiberina Toscana. Si tratta di un’applicazione per telefoni Android di ultima generazione scaricabile gratuitamente da Google Play store (basta digitare “musei Valtiberina” o altre parole chiave connesse al tema).

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La vignetta di Scacciapensieri:

Proviamo a scrivere!


CRONAC HETTA

Mese di Ottobre 2014

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Settembre 2014 Lunedì 1. Stamani la Paola della Croce m’ha raccontato del suo gatto che è stato ammazzato da una macchina in manovra. Martedì 2. Al Campo della Fiera ho visto che è stato montato il circo nomade della “Capra Grassa”. Venerdì 5. Oggi sono andato a prendere mio nipote a Reggello che stasera lo portiamo al circo della “Capra Grassa” al Campo della Fiera. Domenica 7. Oggi era la festa a Santo Stefano e, dopo la Messa delle 11:00, c’è stata anche la processione. Mercoledì 10. Oggi mio fratello ha rimontato la porta degli ex “liciti” del Conventone che ha un antico sistema di chiusura automatica. Tutto funziona bene! * Oggi è morta Iride Guerrini vedova Merendelli, ma conosciuta con il nome di Anna. Abitava nelle case prima di Torchiale ed era nata a Corpo del Sole, in comune del Borgo ma vicinissima al confine con Anghiari. Sabato 13. Oggi è morta Elisa Ligi vedova Bartolini. Abitava nelle nuove case sotto la Commenda. Era nata ai Prati sopra il Borgo e poi ha abitato a San Benedetto per la via della Motina. Dopo il matrimonio è “entrata” a Caserecci. Martedì 16. Stamani sono andato a prendere i fagioli caponi dal Baggi e il granturco da “polenda” di Gastone che il professor Gonnelli li porta a Firenze all’Expo rurale, nel padiglione della biodiversità della Regione Toscana. Mercoledì 17. Stamani ho visto la moglie di Maurizio di Upacchi e m’ha detto che il 18 agosto loro hanno suonato la campana della chiesa, per ricordare lo scoppio della mina. Venerdì 19. Oggi è morta Rina Rosadini vedova Panichi. Aveva 87 anni ed abitava a Tavernelle, per la via che va alla chiesa, ma era nata a Sigliano di sopra (quello di Montauto). Sabato 20. Stanotte mi sono svegliato e ho visto diversi lampi venire dalla zona di Castello, ma senza “toni”. * In Piazza c’era il raduno delle Ferrari, ma non ci sono potuto andare. Invece sono andato a fare colazione (salsicce e sambudelli sott’olio) con Alessandro e un suo amico di Ottavo in una frazione lambita dalla Sovara. Domenica 21. Mentre andavo alla Messa ho sentito diversi spari di cacciatori; la Messa invece è cominciata un po’ in ritardo. * Oggi è morta Libera Mafucci in Cociani. Aveva 67 anni ed abitava per la via di San Leo. Era nata verso Mezzavia nella casa chiamata Il Gigli. Venerdì 26. Stamani sono passato dal Falconi a Gricignano, anzi a Palazzolo, e mi ha dato una manciata di noci raccolte dalle sue piante. Domenica 28. Oggi è cominciata la Visita Pastorale del Vescovo Riccardo ad Anghiari e Monterchi con la S. Messa solenne alle Ville. Lunedì 29. Sono passato dalla posta a San Leo che dovevo fare un vaglia, tanto andavo al Borgo, e invece era chiusa. Martedì 30. Oggi ho portato mia moglie al Perdono di Terranova Bracciolini, paese natale di Bigazzi.

Mercoledì 1. Stamani, quando ho aperto la finestra, ho visto che sulla strada c’era un animale spiaccicato. M’è parso un riccio. Lunedì 6. Stamani passavo da Tavernelle e ho visto che don Marco era a fare una visitina alla Celeste. Mercoledì 8. Stamani ero a veglia dalla Tommasina che m’ha detto che un “omo ciaveva le analisi tutte sbandate”. Sabato 11. Oggi è morto Matteo Canicchi di anni 81. Era del Ghetto. Domenica 12. Stanotte ho sentito che pioveva, ma ero a Milano da mio fratello. Martedì 14. Anche stanotte ha piovuto e ho sentito dei “toni” lunghi lunghi e senza lampi. Questa volta ero a casa a mia a Maccarino. * Oggi è morta Vittoria Bruschi in Camaiti. Aveva 93 anni ed abitava a San Lorenzo. Mercoledì 15. Oggi è morta Gina Bellucci di anni 86. Abitava verso la Bernocca. Era nata a Monte Santa Maria Tiberina ed ha abitato a Lippiano e poi, da sposata, alla Vigna di Santo Stefano. Giovedì 16. Dice che il temporale di ieri ha fatto cadere una pianta al Giardinetto. Venerdì 17. Intanto che andavo al Borgo ho visto un gruppo di ciclisti che venivano da Verona e andavano ad Assisi. Gli ho fatto anche qualche foto. * Oggi è morto Vittorio Cecconi di anni 89. Abitava ai Caroni dove era nato. Sabato 18. Oggi è morto Otello Buffoni di anni 76. Abitava a Caprese ed era nato a Pianora, vicino a Sovaggio. Mercoledì 22. Oggi sono andato alla Murella, dal Santi, per parlare delle zucche di san Martino e m’ha dato anche delle mele rosse di una antica varietà. Venerdì 24. Oggi il Vescovo Riccardo ha visitato la chiesa dei santi Pietro e Paolo a Montauto. Qui, fino al 1503, è stato conservato il saio di San Francesco che ora si trova alla Verna. Venerdì 24. Oggi è morto in un incidente stradale a Pocaia Abramo Pancioni di anni 81. Abitava a le Ville di Monterchi ed era nato a Castiglioncello, nella zona di Bagnaia. Lo ricordiamo di quando era cantoniere della Provincia di Arezzo. Era stato consigliere comunale a Monterchi e Segretario del P.S.I. Domenica 26. Oggi, al Carmine, c’è stata la conclusione della Visita Pastorale del Vescovo Riccardo nel nostro Vicariato. Mercoledì 29. Oggi ero a Tavernelle e ho visto le “galine” della Piera che becchettavano nel suo prato. Mi sa che c’era anche quella che mangia lo yogurt.

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Una poesie adatta al periodo a cui andiamo incontro, dai ricordi di scuola di Giselda Gennaioli.

La neve Fiocca la neve lenta, lenta, lenta. Il bimbo piange col piccolo dito in bocca. la nonna canta col mento sulla mano. Canta la nonna intorno al suo lettino c’è rose e gigli, è tutto un bel giardino. In quel giardino il bimbo si addormenta, fiocca la neve lenta, lenta, lenta.


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Propositura di Anghiari Martedì 23 dicembre 2014 Ore 21:00

CONCERTO MEDITAZIONE NELL’ULTIMA SERA DELLA NOVENA DEL SANTO NATALE


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