2015-1 Oratorio di Anghiari

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FEBBRAIO MARZO2015

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI

N. 1

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue


Sambudellaio Qui a sinistra è raffigurato il Sambudellaio, un personaggio particolarissimo che faceva la sua comparsa per il Ciccicocco. Era impersonato da Domenico Zanchi, detto Fagiolo, che aveva un banco di baccalà, acciughe e altre mercanzie nel mercato di Anghiari. Nei giorni di Carnevale, con il suo calessino e con al collo una “corona” di sambudelli, girava per le strade incitando i ragazzi ad agguantare l’ambito premio con il solo uso della bocca. Le testate fra i contendenti non mancavano, ma poi tutti venivano premiati. Oggi il Sambudellaio è l’emblema del Carnevale della Gioventù di Anghiari. Il disegno è quello di Loris Babbini. La sfilata si terrà il 15 febbraio 2015

In copertina

Acqua Santa Da giovedì 19 febbraio inizierà per Anghiari, le frazioni e le campagne, la benedizione delle famiglie. È un’occasione per ricevere l’acqua benedetta nelle nostre case come segno della presenza del Signore che vuole entrare nella vita di tutti. Chiediamo che sia un gesto significativo per la famiglia e che ci sia accoglienza nei confronti del Signore che vuole visitare la nostra casa. Nella foto di copertina il gruppo di ragazzi che hanno accompagnato don Marco, don Bartolomeo e don Gustavo nella visita alle famiglie di Anghiari nella quaresima del 2014.

l'editoriale di enzo papi

Vitalità

A

bbiamo una famiglia di abbonati che fino al luglio scorso, prima di trasferirsi a Strasbourg, riceveva il nostro giornale in Francia, a Reims. Dove in queste ore si stanno cercando i terroristi della strage di Parigi. Confesso che questa mattina -sto scrivendo il giorno dopo il grave attentato- mi ha fatto piacere che anche il nostro giornale, nella persona del suo direttore, sia stato raggiunto da un sms di buongiorno firmato Io sono Charlie. In italiano. Come in Francia, il Paese direttamente interessato, in queste ore girano, come testimonianza di resistenza decisa e convinta alla brutalità dei fondamentalisti islamici, milioni di sms con la scritta Je suis Charlie; e in Germania circola l’Ich bin Charlie che nella struttura, fra l’altro, rilancia il kennedyano Ich bin ein Berliner, gridato dal presidente americano di fronte all’offesa del Muro di Berlino. Anche l’Italia, anche noi de L’Oratorio, nel nostro piccolo, siamo parte di questa sollevazione pacifica di massa che sta mobilitando le coscienze di milioni di europei. Come fa l’islamista a vincere la sua crociata anti-Occidente, contro la civiltà cristiana di cui l’Occidente -anche se apostata- è figlio, di fronte ad una presa di coscienza tanto vasta e diffusa che coinvolge un numero immenso di cittadini dalle lingue più diverse? Vengono in mente le Brigate Rosse: la loro fine è iniziata nel giorno in cui hanno dispiegato la loro massima efficienza rapendo Moro e facendo strage della sua scorta.

È

consolante dire ci sono anch’io; c’è anche il nostro giornale a far parte di questa sollevazione di coscienza; un giornale periferico che comunque, grazie ad un lettore, con questo editoriale rilancia quell’Io sono Charlie che in queste ore sta correndo per tutta l’Europa. Quando l’editoriale uscirà, ovviamente, impressioni e sentimenti si saranno ricomposti, ma il valore, cioè, e la partecipazione a questo valore, restano. Il messaggio è semplice: anche se non è facile navigare fra Scilla e Cariddi, Io sono Charlie dimostra che comunque è possibile risorgere e mobilitarsi. E si può raggiungere la meta di una realtà migliore.

S

cilla è la grettezza provinciale: affari francesi, noi ne siamo fuori! E già i fini pensatori che si sono avvicendati nel piccolo schermo, ai quali va addebitato anche l’immeschinimento della politica, del ragionare e del pensare nostrano, parlano di politica estera francese avventurosa e di scelte sbagliate nello scacchiere mondiale; come dire: se la sono cercata! Valutazioni meschine, di un provincialismo deprimente. Che speranza di rinascita e di rinnovamento può avere un popolo che si rifugia in ragionamenti intelligenti come questi? Occorre volare alto in queste situazioni, non servono le ripicche, le gelosie, le contrapposizioni da parenti/coltelli! Dire Io sono Charlie è molto più naturale, certamente solidale e sicuramente legge la situazione attuale con più intelligenza.

C

ariddi è il razzismo che dimentica ciò che è vero: che un islamista, un fondamentalista, da solo, rovina la reputazione di mille islamici, lavoratori come gli altri, preoccupati della loro famiglia e delle condizioni socioeconomiche del paese ospitante e desiderosi di vivere bene per sé e per i propri cari nella nuova terra che hanno adottato. Le persone sono tutte uguali, ma ognuna è unica e irripetibile. E fare di tutta un’erba un fascio è quanto di peggio si possa pensare e operare in questi casi. Dire Io sono Charlie significa allora stare dalla parte giusta, quella delle vittime del razzismo non quella della demonizzazione, perché il razzismo non deriva dal DNA, ma è prima di tutto un prodotto ideologico. Così noi, come gli islamici francesi ed europei che stanno rilanciando l’Io sono Charlie, tutti insieme, stiamo contribuendo ad una mobilitazione delle coscienze che sta alzando il muro della scelta libera e consapevole per l’uomo e per la sua dignità irripetibile, qualunque siano la sua lingua, la sua fede o il suo colore.

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XLVI - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro. Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanielisadelpiantaverarossiteresabartolomeigabrielemazzi.

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Finite le feste la festa continua Riflessioni delle Suore Agostiniane della Ripa

G

ià, perché Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre. Anche quest’anno abbiamo vissuto la gioia del Natale. In ogni casa e in ogni paese ci sono stati i segni dell’attesa che distinguono questo periodo. Quante luci in ogni casa! Quanti alberi di Natale illuminati e preparati a festa! Hanno la loro importanza, perché sono il segno di una nostalgia che portiamo nel cuore: è la luce che non tramonta e che ci fa pensare al nostro esistere per sempre là dove non avremo più desideri ma solo l’appagamento di ogni desiderio. Le feste natalizie ci hanno dato l’opportunità di incontrare amici e parenti e la causa è stata la venuta di quel Bambinello, Figlio di Dio e dell’uomo, che ha messo la sua tenda in mezzo a noi e non l’ha più tolta. Sant’Agostino a questo proposito dice: “Esultino gli uomini, esultino le donne, Cristo è nato uomo, ma è nato da una donna, ambedue i sessi sono stati onorati e amati allo stesso modo” (Discorso 184). Egli ci aiuta a scoprire un “tu” con il quale confrontarsi e rapportarci; un “tu” che non annienta le differenze, ma le completa e le arricchisce. Nella vita di ogni individuo e di ogni popolo ci sono ritmi diversi che messi nel punto giusto, creano armonia e ci insegnano ad abitare il presente preparando il futuro. Quel futuro che ora si chiama 2015. Il 2014 è volato come un soffio, macinando, giorno dopo giorno, delusioni e speranze, ma se ci riflettiamo ci ha dato anche cose belle alle quali non pensiamo perché il positivo lo diamo sempre per scontato. C’è tanto bene in ciascuno di noi e nel nostro popolo, che va fatto conoscere e ci aiuta a non vivere da rassegnati, perché ci conferma questa realtà. Richard Gardner ha detto: “L’Italia è un paese povero, ma ricco di umanità, di creatività e di accoglienza, ha la capacità e la forza di ricominciare sempre e nonostante tutto.” La speranza non muore nemmeno con il passare degli anni, lo constatiamo noi nel nostro ambiente qui alla Ripa: siamo quasi tutte ultranovantenni, ma che spirito aleggia! Lo abbiamo sperimentato nelle consuete iniziative natalizie, ma una in particolare ci ha rallegrato fuori misura. È venuta la “Compagnia dei Ricomposti”, che ci ha regalato un intrattenimento con i fiocchi: canti, danze, scherzi… sono ricomposti e ricomposti bene! Grazie amici, la gioia che regalate viene da Dio. Voi siete la sua lunga mano e la sua voce. “Non vi fate rubare la speranza” dice il Papa Francesco, e voi la regalate a piene mani. Bravi!

Sabato 14 febbraio 2015

nella ricorrenza della Madonna di Lourdes, le Parrocchie di Anghiari propongono la

Giornata del malato e dell’anziano La giornata, che è un momento per richiamare tutta la Comunità a cogliere nella sofferenza delle persone anziane o ammalate una testimonianza della Grazia del Signore, è organizzata con la collaborazione della Caritas Parrocchiale e della Confraternita di Misericordia di Anghiari.

Programma Ore 15:30 Recita del S. Rosario in attesa dell’arrivo degli ammalati e degli anziani. Ore 16:00 S. Messa della B.V. di Lourdes e amministrazione del Sacramento dell’Unzione dei Malati.

Segue un fraterno intrattenimento nei locali adiacenti N.B. Al fine di organizzare al meglio il trasporto di anziani e/o ammalati in difficoltà in Propositura, si prega di contattare la Parrocchia allo 0575.788041 e lasciare il proprio nome e indirizzo.

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

8 marzo, domenica: Domenica III di Quaresima, Sante Messe secondo l’orario festivo. 15 marzo, domenica: Domenica IV di Quaresima, Sante Messe secondo l’orario festivo. 19 marzo, giovedì: San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria. 22 marzo, domenica: Domenica V di Quaresima, Sante Messe secondo l’orario festivo. 25 marzo, mercoledì: Annunciazione di N. S. Gesù Cristo. “L’Angelo del Signore portò l’annuncio a Maria ed Ella concepì dallo Spirito Santo. Il Verbo di Dio fatto Uomo è venuto ad abitare in mezzo a noi.” 29 marzo, domenica: Domenica delle Palme: alle ore 9:30 Santa Messa nella Chiesa di Badia. Alle ore 10:30 circa inizio della Santa Messa solenne con la benedizione delle Palme nella piazzetta di Badia. A seguire, processione dei fedeli fino in Propositura, dove continuerà la liturgia della Messa. Alle ore 18:00 Santa Messa nella Chiesa della Croce.

Mese di Febbraio 2015 1 febbraio, domenica: Domenica IV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 2 febbraio, lunedì: Presentazione di Gesù al Tempio. CANDELORA. 3 febbraio, martedì: San Biagio, Vescovo e Martire. San Biagio fu Vescovo di Sebaste in Armenia. La tradizione lo considera guaritore del mal di gola. Primo Martedì del Mese. In Propositura alle ore 17:00 “ Ora di Guardia” con recita del Santo Rosario. 5 febbraio, giovedì: Sant’Agata, Vergine e Martire. Il suo culto è particolarmente vivo a Catania. È la patrona delle balie. 6 febbraio, venerdì: Primo Venerdì del Mese. Nella pieve di Micciano, alle ore 20:00, Santa Messa per il gruppo “Uomini dei Ritiri di Perseveranza”. Alle ore 21:00 presso il Santuario del Carmine, Santo Rosario con adorazione. 8 febbraio, domenica: Domenica V del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 11 febbraio, mercoledì: Beata Vergine di Lourdes. Nel 1858 la Vergine Maria apparve a Bernardette Soubirous a Lourdes, un villaggio nel Sud della Francia. Durante l’apparizione, Maria chiamò i peccatori alla conversione, risvegliando nella Chiesa un intenso movimento di preghiera e cristiana carità. 14 febbraio, sabato: S. Cirillo Monaco e S. Metodio Vescovo, patroni d’Europa. S. Valentino, festa degli innamorati. Giornata del malato e dell’anziano. Ore 15:30 recita del S. Rosario. Alle ore 16:00 in Propositura, Santa Messa alla presenza dei malati di tutte le parrocchie. Tutti i fedeli sono invitati a partecipare e a collaborare a questa celebrazione liturgica, a cui seguirà un momento di ristoro. 15 febbraio, domenica: Domenica VI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. Nel Duomo di Arezzo festa della Madonna del Conforto con Sante Messe continue. 18 febbraio, mercoledì: LE CENERI. Inizio della Quaresima. Alle ore 18:00 in Propositura e alle ore 21:00 nella chiesa di Tavernelle, Santa Messa ed applicazione delle Ceneri quale simbolico gesto di penitenza.

Inizio della Settimana Santa 30 marzo, lunedì: Lunedì Santo. Alle ore 21:00 in Propositura liturgia penitenziale e Sacramento della Confessioni in preparazione della Pasqua.

Triduo pasquale della Passione e Risurrezione del Signore 2 aprile, giovedì: Giovedì Santo. Ultima Cena di Gesù. Santa Messa e “Lavanda dei piedi” a Tavernelle alle ore 17:00 e a Micciano alle ore 19:00. Alle ore 18:30 in Propositura, S. Messa vespertina (In coena Domini) con il rito della Lavanda dei piedi. La Chiesa celebra in questo giorno l’istituzione della SS. Eucaristia. Alle ore 21:00, nella chiesa di Propositura ad Anghiari, nella chiesa di Tavernelle e nella Pieve di Micciano “Ora di meditazione”. 3 aprile, venerdì: Venerdì Santo. Celebrazione della Passione del Signore. Alle ore 11:30 dalla chiesa di Sant’Agostino processione verso la Propositura per portare il simulacro di Gesù Morto. Un invito particolare ai giovani e ai bambini ad essere presenti a questa celebrazione. Alle ore 15:00, a Tavernelle e a Micciano adorazione della Croce. Alle ore 19:00 in Propositura solenne liturgia “In passione Domini”. Al termine, processione tradizionale lungo le strade del paese. In questo giorno celebriamo e meditiamo la passione di N.S.G.C. che culmina con la sua morte. 4 aprile, sabato: Domenica di Pasqua. Risurrezione del Signore. Veglia Pasquale nella Notte Santa. Giornata di silenzio, di speranza, di riflessione. Celebrazioni: alle ore 21:00 a San Lorenzo e a Micciano; alle ore 22:00 al Cenacolo di Montauto; alle ore 23:00 in Propositura. 5 aprile, domenica: Domenica di Pasqua. Risurrezione del Signore. Sante Messe secondo l’orario festivo. 6 aprile, lunedì: Lunedì dell’Angelo. A S. Stefano S. Messa alle ore 11:00. Seguirà la processione alla Maestà della Battaglia. Le altre S. Messe sono alle ore 9:30 in Propositura e alle ore 18:00 nella chiesa della Croce.

Inizio del Tempo di Quaresima 22 febbraio, domenica: Domenica I di Quaresima, Sante Messe secondo l’orario festivo. Festa di Santa Margherita di Cortona e della Cattedra di San Pietro.

Mese di Marzo 2015 1 marzo, domenica: Domenica II di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo. 3 marzo, martedì: Primo Martedì del Mese. In Propositura alle ore 17:00 “Ora di Guardia” con recita del Santo Rosario. 6 marzo, venerdì: Primo Venerdì del Mese. Nella pieve di Micciano, alle ore 20:00, Santa Messa per il gruppo “Uomini dei Ritiri di Perseveranza”. Alle ore 21:00 presso il Santuario del Carmine S. Rosario con adorazione.

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S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI

Catechesi per adulti

Tema: Gesù veramente uomo Guida: Sr. Maria Francesca

Calendario Ore 8:30

Sabato 21 febbraio 2015 Sabato 21 marzo 2015 Sabato 18 aprile 2015

Ore 9:00

Ore 9:30 Ore 10:00 “ Ore 11:00 “ “ “ Ore 11:30 Ore 16:00 Ore 18:00

Gli incontri si terranno al Cenacolo di Montauto alle ore 18:30. Seguirà cena conviviale. Per informazioni: 0575-723072

-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -CATIGLIANO: ogni 15 giorni -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine -S. LEO: Chiesa di San Leone -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE SOVARA: S. Maria Annunziata -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Vi aspettiamo!

Ore 8:45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10.00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11:00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 11:15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17:00 (18:00 estivo) Chiesa di San Simeone a Monterchi

La Comunità delle Suore

Corso per fidanzati

Prima domenica del mese a Scandolaia ore 15:00(ore 16:00 estivo). Ultima domenica del mese: chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16:00 (ore 17:00 estivo).

MESSE PREFESTIVE: Ore 16:00 - (ore 17:00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17:00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 17:30 - S.Maria della Pace, Le Ville Ore 18:00 - Propositura di Anghiari

Sono ripresi i corsi per fidanzati Informazioni da don Marco o in parrocchia 0575-788041

Primo Venerdì del mese al Carmine

A Micciano Ogni Primo Venerdì del mese per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza

Ogni Primo Venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Rosario con meditazione alle ore 21:00.

S. Messa alle ore 20:00 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Le ossa di Noè sbucarono…

Dom o Don?

I

Nel numero scorso dell’Oratorio, a pag. 22, parlando della professione eremitica di suor Chiara, viene citata la presenza di Don Marco, Don Domenico e Dom Roberto. Alcuni lettori hanno giustamente individuato la diversa scrittura, segnalandolo come errore che però non è. Tutti e due i termini sono sinonimi e sono l’abbreviazione della parola latina “dominus”, che significa signore. Don lo usiamo per indicare i sacerdoti secolari della Chiesa Cattolica. Il dom si usa invece per indicare i sacerdoti appartenenti agli ordini monastici, in questo caso camaldolese, anziché il più comune Don.

Almerigo Brancaleoni

[Parte quarta e ultima]

n virtù della dote caduta dal cielo, la sorella di Almerigo aveva sposato il condottiero di ventura Agnolo Taglia, con Gregorio di Vanni e il grande Baldaccio Bruni uno dei condottieri anghiaresi più richiesti d’Italia; tutti allevati alle armi da Braccio da Montone, tutti imparentati e così valenti che se un signore ne reclutava uno, il nemico doveva per forza assoldare l’altro, sicché si incontravano solo durante le vacanze o quando si facevano prigionieri a vicenda. Agnolo Taglia, del quale si diceva fosse in tale familiarità coi potenti da “contare i peli del culo a Francesco Sforza”, ma che aveva un senso precario della vita e in famiglia non si sapeva organizzare, fu ben contento di portarsi a casa oltre alla moglie anche un cognato che badasse per lui ai contadini, al mulino e alla castità della sposa imposta dai tempi della guerra e dalla vedovanza precoce. (In realtà, Agnolo Taglia fu l’unico condottiero anghiarese a morire di malattia, sebbene a cinquant’anni soltanto. Venne sepolto nella Badia con onori imperiali, a spese della Compagnia nera della Misericordia e cinque secoli dopo saranno proprio i suoi resti corazzati a terrorizzare il nipote delle custodi della chiesa quando si avventurò nella cripta.) Per vent’anni Almerigo aveva vissuto senza infastidire nessuno con le mene della perduta grandezza, contentandosi del riflesso della fama del cognato. Perciò fece tanto stupore la mattina del 30 agosto 1441 vederlo caracollare in piazza Mercatale su un enorme cavallo da combattimento, intartarugato dentro una corazza da cerimonia presa a prestito dal Taglia, con le brache colorate a sbuffo e l’elmo coi riccioli di bronzo. Seguito per un tratto da una frotta di ragazzini che cercavano di colpirgli il cimiero con le sassate, dileguò nel polverone di quattrocento fanti agli ordini del cognato e di Gregorio di Vanni.

Anghiari, 18 dicembre 2014

La Maria

Ieri abbiamo dato l’ultimo saluto a Maria Senesi, mia vicina di casa, diventata anche amica. Quando sono venuta ad Anghiari, otto anni fa, per aprire il mio piccolo negozio nel centro storico, ho conosciuto il Sig. Giacomo e il Sig. Gianfranco. Con Maria e Valeriana ho avuto subito più confidenza, ma anche il Sig. Giacomo e il Sig. Franco sono state per me persone squisite. Dopo la morte improvvisa di Valeriana, per Maria soprattutto, ma anche per me, è stata una bella “batosta”. Loro erano sempre insieme; alla sera, dopo cena, facevano una passeggiata intorno alle Mura e vedendo la luce accesa in casa mia, mi chiamavano, mi salutavano e, come si dice a Firenze, mi dicevano qualche “bischerata”. Spesso venivano a trovarmi al negozio e con i loro racconti mi hanno fatto conoscere la loro vita e le abitudini di questo paese meraviglioso. Maria, poi, scriveva sempre sul giornalino della parrocchia, e così ha fatto anche nell’ultima edizione (dicembre-gennaio 2015) dove ha scritto una riflessione sulla speranza: “Speriamo ci veda da lassù tutti noi addolorati per la sua scomparsa!!” Morta Valeriana, Maria ha continuato sì a fare la vita di sempre, ma la vedevo molto triste e la sera, quando rincasavo dal lavoro, la incontravo da sola a passeggio al Poggiolino. Presi così l’abitudine di passare insieme a lei una mezz’ora prima di cena. Maria e Valeriana mi hanno lasciato un gran vuoto. Mi affaccio alla finestra nella “speranza” di vederle, ma, ahimè, non ci sono più. Allora guardo dalla parte del cimitero, dove riposano, le saluto e dico loro una preghiera. Arrivederci a presto, ci ritroveremo tutti assieme in un mondo migliore!

Dagli scritti inediti ”Un milione di giorni” di Gianfranco Vené, a cura di Franco Talozzi. In alto veduta di Via della Vecchia.

Elisabetta

Sant’Antonio Domenica 18 gennaio, il giorno dopo la fatidica festa che si tiene a Monterchi, è stato festeggiato il santo abate protettore dei nostri animali. Sia a Santo Stefano (le foto si riferiscono alla benedizione, fatta da don Adalberto, dei panini e dei mangimi per i nostri animali e a un primo piano dei panini stessi) come nelle altre chiese del territorio, si è ripetuto questo rito così fortemente legato alla gente delle nostre vallate.

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...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores

La Vittoria ci ha lasciato

Anghiari 15 Dicembre 2014

Vittoria Bruschi, moglie di Palmiro Camaiti, è deceduta lo scorso mese di Ottobre, alla ragguardevole età di 93 anni. È morta nella sua casa, attorniata dai familiari, munita dei conforti religiosi, cristianamente, come cristianamente è sempre vissuta, da quando era nata, sempre a San Lorenzo, molti anni fa. Adesso riposa nel nostro piccolo cimitero, assieme alla sua gente. Il suo ricordo sarà sempre vivo in noi: di lei ricorderemo la disponibilità verso il prossimo, la serenità e la fede cristiana con cui ha affrontato tutta la sua vita ed in particolare gli ultimi e difficili mesi della sua esistenza terrena.

A Silvana

Cara sorella mia, sono 7 giorni che te ne sei andata e mi manchi tanto. Vado a letto e penso a te. Mi sveglio e penso a te. Faccio qualche faccenda e penso sempre a te e… piango. Il mio cuore è rotto dal dolore. Ci siamo volute tanto bene ed eravamo sempre insieme. Ora mi mancano le tue telefonate e le volte che venivi a trovarmi. Ora non vieni più. Sono rimasta sola e sta arrivando il Natale. Il primo Natale senza di te. Speriamo tu sia in Cielo, insieme a mamma e papà, e che da lassù mi guardiate. Grazie per tutto quello che hai fatto per me. Mi dispiace solo che tu non ti sia confidata di più in questi tuoi ultimi anni, rendendomi partecipe della tua malattia. Sicuramente, non volevi farmi soffrire di più di quello che già soffro per i miei problemi di salute. Ti mando un grande bacio e un grande abbraccio.

Andrea Dellacasina

CENTRO di ASCOLTO per la FEDE e la PREGHIERA

Ciao, tua sorella Ilvana

Le Suore del Cenacolo continuano ad incontrare le persone presso la Cappella Santa Maria Maddalena, nel Borgo della Croce, ogni mercoledì, dalle ore 10:00 alle 12:00. Inoltre, l’ultimo mercoledì di ogni mese, alle ore 10:30, ci sarà un tempo di “lectio divina” sul Vangelo, con meditazione e preghiera. L’invito è rivolto a tutti.

Lunedì 2 febbraio Candelora Santa Messa alle ore 18:00 in Propositura

Carnevale 2014: una proposta per quest’anno di Clèto

Per la quarantaseiesima sfilata del Carnevale della Gioventù di Anghiari, fra una perturbazione e l’altra, il tempo regalò lo scorso anno una bella giornata di sole (anche se nel pomeriggio si presentarono un po’ di nuvole, ma niente di più). La domenica successiva, il 9 marzo, favoriti da un tempo soleggiato anche se ventoso, il gruppo della Motina ha dato sfogo alle ultime energie raggruppando tutti i ben 101 cani della zona (nella foto un pizzichino), tenuti sotto controllo da Crudelia De Mon (alias il Maschio), fecero un ampio giro con partenza dai Sodi per passare poi da Carletto, Casalanda, Micciano e tutta la zona dei Renicci. Ritorno ai Sodi per una meritata cena tutti assieme. È un’idea positiva che potrebbe/dovrebbe essere estesa anche alle altre frazioni. Penso serva ad unire la popolazione delle nostre comunità. Magari anche in forma semplice ma che coinvolga tutti. Perché non provare?

La vignetta di Scacciapensieri:

Fraintendimenti!

Giovedì 12 febbraio 2015

Ciccicocco

Tutti i ragazzi di Anghiari e dintorni sono autorizzati ad andare di casa in casa a chiedere il Ciccicocco, meglio se canteranno la canzone: Ciccicocco pane intinto damme ‘n’ovo che te l’ho vinto!! 7


LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

Il Santuario della Madonna del Carmine al Combarbio di Anghiari Quarta parte: “Descrizione dell’edificio”

U

n sagrato abbastanza vasto permette il parcheggio delle macchine e la sosta dei pellegrini di fronte al Santuario, che si presenta orientato a sud-nord, e la cui facciata è tutta intonacata, eccetto gli spigoli che sono in pietra. In alto, c’è un occhio, in basso un bel portale con stipiti e frontale di pietra. Anche le altre mura esterne sono intonacate e caratterizzate da otto finestre rettangolari distribuite nei vari lati. Il grande campanile a vela, impostato al termine della parete orientale, costruito nel 1568 e restaurato nel 1867, in stile pre-barocco, è corredato da due antiche campane e inoltre da un’altra piccolissima campana posta più in alto. Attigua al santuario si trova una parte del vecchio convento, con porticato cinquecentesco, che presenta tre archi verso la chiesa e cinque verso nord. Al centro del lastricato c’è un pozzo-cisterna. L’intero edificio è stato restaurato agli inizi del Duemila per iniziativa dell’attuale rettore Don Marco Salvi, che, essendo anche architetto, ha curato con particolare competenza la ristrutturazione, ricavandovi spazi per l’abitazione di un eventuale custode, inoltre camerette e sale per l’accoglienza dei pellegrini, nonché moderni servizi igienici. Questi lavori sono stati realizzati con finanziamenti della Conferenza Episcopale Italiana e della Parrocchia di Anghiari per diverse centinaia di migliaia di euro. Nel 2004 furono fatti consolidamenti antisismici a seguito del terremoto dalla ditta Pecorelli, sotto la guida dello studio Romolini, e inoltre, nell’ultimo decennio del secolo scorso, la ditta Caem ha rifatto i tetti, per cui ora tutto è a posto. Questo santuario, di origine cinquecentesca, fu costruito su disegno e progetto dell’ingegnere granducale G. Batta Camerini di Bibbiena, chiamato dal Vasari il San Marino. La pianta del santuario è a croce latina e misura circa 47 metri in lunghezza e 20 in larghezza. La sua altezza massima è di circa 25 metri, mentre quella in gronda è di 17 metri. L’alto soffitto presenta una travatura di 8 capriate nella navata centrale e altre in quelle laterali, mentre tutto il resto, l’area del presbiterio e del coro, è ricoperta a volta. Entrati nel Tempio, troviamo una moderna bussola di vetro-cristallo molto utile, ma la sua forma non sembra adeguata allo stile del sacro edificio. L’interno presenta un pavimento in cotto e contiene 10 altari (ma in passato erano 11). L’altar maggiore sta al centro del presbiterio, mentre tutti gli altri sono disposti lungo le pareti

laterali, tre da ogni lato nella navata centrale, gli altri nel lato destro e sinistro della crociera e tutti entro grandi nicchie incavate nelle pareti, sopra le quali si estende una decorazione in pietra serena arenaria che si sviluppa lungo tutto il sacro edificio, a formare un bel cornicione. Prima di presentare in sintesi le decorazioni dei singoli altari e delle rispettive nicchie, vogliamo far notare al centro della navata una cancellata in ferro battuto, opera recente realizzata dall’artigiano anghiarese Giuseppe Giorni su disegno di Luigi Papi, con contributi della famiglia Buitoni. Questa inferriata indica e protegge l’area dove sorgeva il famoso castagno o quercia su cui apparve la Madonna per circa 3 mesi a Marietta Gambino. Iniziamo con la descrizione dell’altar maggiore, collocato al centro del presbiterio, elevato di due gradini rispetto al pavimento del resto della chiesa e circondato da una bella balaustra in pietra. La mensa è di pietra, mentre il sovrastante tabernacolo e i tre gradini laterali portacandelieri sono di legno dipinto. In alto si erge un timpano settecentesco di pietra con la cima in forma rettangolare e in mezzo il monogramma di Cristo scolpito su una pietra circolare. Sul frontespizio si leggono le seguenti parole: “SUM DECOR CARMELI” e subito sotto “ALTARE PRIVILEGIATO PERPETUO CON INDULGENZA PLENARIA QUOTIDIANA”. Al centro è collocata la venerata immagine della Madonna del Carmine, dipinta su una tavola cinquecentesca e ricopiata nel 1536 da Niccolò Soggi da un quadro di scuola fiorentina. Sembra che la copia del Soggi sia rimasta in casa Giaperini in Anghiari, mentre l’originale fu donato per volere della Madonna qui al Combarbio, nel luogo dell’apparizione. Tuttavia all’immagine sono stati fatti dei rimaneggiamenti tra il Sei-Settecento. Ciò si deduce dall’aggiunta dell’abitino del Carmelo sulla manica sinistra della Vergine e dalla pittura in nero dello sfondo alle spalle della figura della Madonna e del Bambino Gesù, che con la mano destra riceve una croce dal piccolo Giovanni Battista. La cornice del quadro presenta grosse volute e fogliami in legno intagliato e dorato del secolo XVIII e ai lati più in basso due putti in stile barocco. Sotto ci sono dipinte cinque figure di santi, al centro uno con una croce

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Le nostre chiese...

dimensioni, con pavimento in cotto e soffitto a volta, con banco per paramenti e altri armadi sinodali. Vi è il quadro dell’impianto elettrico e delle campane. Ritorniamo in chiesa per continuare la presentazione degli altari laterali, i quali sono tutti aderenti alle pareti, dentro grandi nicchie e adornati con capitelli e colonne di gesso in stile dorico che fanno da cornice ai sacri dipinti a tempera, realizzati da diversi autori, che non sappiamo esattamente quando dipinsero. Abbiamo tuttavia i seguenti nomi degli aretini Parenti, Santini e Conti; quest’ultimo nel 1860, come risulta in documenti d’archivio, fu pagato per la realizzazione di uno dei quadri. Tutti gli altari, eccetto i due collocati nelle due nicchie più grandi, che sono costruiti in muratura con in mezzo la sola pietra sacra, hanno le mense in pietra. Le tre pitture nei primi tre altari di destra sono pregevoli e meritevoli di restauro. Ecco l’elenco degli altari a destra di chi entra, dedicati a: 1. S. Giovanni Battista – S. Andrea – S. Alberto 2. Madonna Assunta in Cielo (nicchia centrale) 3. Presentazione al Tempio, Madonna del Rosario e Abitino del Carmelo 4. San Francesco (nel transetto laterale destro) 5. Natività (nel transetto laterale di destra) Quelli di sinistra sono dedicati a: 6. S. Pio da Pietrelcina (donato nel 1995 dalla famiglia Gialli – Bonini, dipinto dal pittore Capitani – N.B. Prima quest’altare era dedicato al Sacro Cuore) 7. SS.mo Crocifisso 8. S. Vincenzo Ferreri 9. S. Lorenzo (nel transetto laterale sinistro) 10. S. Antonio Abate (nel transetto laterale di sinistra) Nelle cappelle del transetto vi sono tre antichi confessionali e presso i gradini fuori del presbiterio un moderno ambone di legno. Sulla parete sinistra c’è un vecchio pulpito di legno e sulle pareti sono appesi i 14 quadri della Via Crucis di stile ottocentesco. La chiesa è dotata di 36 nuove banche disposte ai due lati nella navata centrale e di altre 20 in quelle laterali. Inoltre abbiamo notato un moderno impianto di riscaldamento e anche quello acustico. Nell’ultima puntata presenteremo le numerose epigrafi presenti nel Santuario.

e ai lati da una parte due religiose e dall’altra un religioso e un vescovo. Ai lati dell’altar maggiore, sopra i due ingressi che portano al retrostante coro, si trovano restaurate le figure dei due profeti carmelitani Elia (“dux primus”) ed Eliseo (“dux secundus”), dipinte su enormi tavole ritagliate e sagomate. L’altare posticcio in legno per celebrare l’Eucaristia coram populo nasconde quello antico e il paliotto rosso con bordi di legno dorato. Al retrostante coro, della superficie di circa 70 mq, è rimasto soltanto il nome della sua antica funzione: nulla esiste degli antichi scranni dove pregavano i frati. Si presenta attualmente come uno spazio di raccolta di suppellettile varia, vecchie banche, ecc. Nel retro-parete dell’altar maggiore si vedono appesi circa 50 ex-voti per grazie ricevute e nel retro-tavola di S. Elia c’è dipinto S. Girolamo e dietro S. Eliseo S. Cirillo vescovo. Dal coro una porta introduce in sacrestia, di piccole

Nell’altra pagina: a sinistra la ringhiera in ferro battuto che delimita il luogo dell’apparizione e, a destra, l’altare maggiore. In questa pagina: in alto, veduta della navata con alcuni altari laterali e il presbiterio. Qui a sinistra due degli altari laterali, quelli posti nelle nicchie più grandi; a sinistra SS. Crocifisso e, a destra, l’Assunzione di Maria.

Battesimi Don Marco sta organizzando dei corsi per i genitori che intendono battezzare i propri figli. Contattare don Marco o la parrocchia allo 0575-788041

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Poeti in “quinta”

I nonni ci hanno raccontato... Dall’album di Gessica

Alcune poesie di alunni della “Scuola elementare” (così si diceva una volta) di qualche annetto fa

Filastrocche

Profugo di guerra La paura può essere di molti generi: curiosa, spaventata, intimorita ma la più tremenda è quella della guerra. Essa sente ogni grido di dolore e dal CUORE esce la tristezza del grigio più scuro. Tu stai scappando dalla paura! Ti sento camminare con quel gran peso... la tristezza, le tue lacrime infinite cadono sul pavimento che, crudele le asciuga. Con quel pizzico di nostalgia ti affacci alla finestra, con quel poco di speranza guardi il sole che, generoso nasconde al tuo pensiero il dolore della guerra.

Domani è festa Domani è festa si mangia la minestra la minestra non mi piace si mangia pane e brace la brace è troppo dura si va a letto addirittura.

(Filastrocca della nonna di Anna)

(Kim Armida, 11 anni)

Dedicata al mio babbo Il mio babbo mi stupisce con il suo sguardo profondo e il caldo suono della sua voce. Il rumore dei suoi passi lo sento lontano e io gli corro incontro con il cuore pieno di gioia, felicità e amore. Poi lo ricopro di parole e abbracci.

La pigrizia andò al mercato ed un cavolo comprò mezzogiorno era suonato quando a casa ritornò prese l’acqua accese il fuoco ed un po’ si riposò ed intanto a poco a poco il sole tramontò la pigrizia senza cena a letto se ne andò (Poesia della nonna di Andrea)

(Lorenzo Leonardi, anni 11)

L’albero triste L’albero è triste, solo vicino a una casa vecchia. Senza amici e spoglio; questo freddo d’inverno, lo rende triste e solo. Desidera avere amici sogna l’estate con le sue foglie.

La Pigrizia

Girotondo Giro girotondo il pane è cotto in forno la mamma si è tagliata si è fatta un bel buco vestito di velluto le scarpe alla romana evviva la cappellana

(Raccontato dalla nonna di Ilaria C.)

(Egzona Selmani, anni 12)

Lavori in parrocchia Nel mese di ottobre dell’anno appena concluso si è provveduto a far controllare il tetto della chiesa della Croce con sostituzione di tegole e coppi rotti e con la pulizia delle docce e delle calate che, a causa della presenza delle colombe, richiedono una manutenzione assidua e approfondita. Un altro intervento che tornerà molto utile è stato la sistemazione di una delle sale poste al primo piano dell’oratorio, quella posta sopra la sala della Corale. Diventerà la sede della Caritas parrocchiale e sarà più adatta allo scopo di quella utilizzata attualmente. Un intervento impegnativo in corso è quello di sistemazione della casa Martini, che fu donato alla parrocchia da quella famiglia. I lavori prevedono il rinnovamento della copertura e degli intonaci. Gli ambienti al piano terreno saranno gestiti dalla Confraternita di Misericordia per le necessità del servizio dei volontari.

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Il ‘trenino’

Una lettrice

i portava a scuola. Il 16 ottobre 1934 cominciai a servirmi del trenino a scartamento ridotto del quale avevo sempre sentito parlare. L’avevo visto andando nei miei campi nella piana del Centena. Proprio per raggiungere i vicini campi, di normale “brazzico”, dovevo attraversare un comodo passaggio a livello, ma ricordo che eravamo così abituati che la possibilità di un incidente era da noi ignorata, infatti non è mai avvenuto. La compagnia dello zio Paolo era sempre piacevole: citava spesso lo spavento e la fuga verso il bosco, di un suo garzone che, all’udire l’arrivo ed il passaggio del treno, lasciava gli attrezzi ed il lavoro, scattando di corsa lontano verso il bosco, suggestionato dal pericolo del passaggio del treno; che d’altra parte percorreva un alto argine rispetto al piano di campagna. Molto diverso il rapporto con il treno da parte del colono Filippo Puleri, coltivatore anche di cocomeri, meloni, cetrioli ed altra frutta, integrative la scarsità di cereali. Filippo era per buona parte del giorno a custodire l’orto, che allora era anche luogo ambito da ragazzi campagnoli. Cose incredibili ma vere: tale era la confidenza, direi umanitaria, dei tranquilli macchinisti del ‘trenino’ che si fermavano per ricevere l’offerta dei cocomeri, dei poponi, dei cetrioli che Pippo regalava loro. Ho insegnato per almeno quindici anni nelle classi prime elementari dove i piccoli, tutti buoni, apprendevano inconsapevolmente “l’uomo è misura di tutte le cose”. Lo imparavano leggendo un cartello che il maestro teneva esposto sopra la cattedra, con su scritto: “DIO TI VEDE”. Il fatidico cartello, anche politicamente ammesso, suscita nell’innocenza una curiosità che è indispensabile allo sviluppo dell’apprendere. A tal punto entra in atto l’opera educativa del maestro che dona il possesso della propria libertà conquistata ai propri discepoli, perché CHIESA siamo ciascuno di noi.

na nostra assidua e attenta lettrice giorni indietro mi ha detto che in un numero dell’anno scorso dell’Oratorio, c’erano le foto di alcuni presepi realizzati nelle case di alcuni anghiaresi. Io ho negato subito, ma la mia interlocutrice non sembrava affatto convinta. Le ho ricordato che ai tempi di Don Giovanni sì, si creò una apposita giuria per il presepe più bello, che forse si potrebbe anche ripetere, ma che, da allora, non sono stati più illustrati presepi familiari ma solo quelli allestiti nelle chiese. Massì! E allora mi sono messo giù e sono andato a vedere nei vecchi Oratori. Avevo ragione io! Però le sono grato, perché questo episodio mi dà lo spunto per parlare dei presepi che in tutte le nostre chiese gruppi di fedeli, presenti nelle nostre comunità per tutte le necessità, si impegnano ad allestire. Naturalmente ci sono quelli più semplici o piccoli e quelli allestiti con giorni e giorni di lavoro impegnando un cospicuo gruppo di persone; ma tutti hanno un grandissimo valore che tutti noi dovremmo ben avere presente. Un grazie quindi a tutti loro che mantengono viva questa così bella tradizione iniziata da san Francesco i primi anni del Duecento. Il nostro territorio e le nostre comunità, sia per la vicinanza alla Verna e ad Assisi, sia per altre motivazioni (ne parleremo in altra occasione), sono molto legate al santo poverello e il mantenere questa tradizione, che lui ha voluto iniziare, è una cosa molto bella e alla quale va dato il giusto risalto.

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Maestro Carlo Vagnoni

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Topo Anche ad Anghiari abbiamo il nostro Topo. Il suo vero nome sarebbe Intoppo (e infatti anche nelle mappe granducali dei primi dell’Ottocento viene indicato così), ma noi lo chiamiamo tranquillamente Topo. Ma il nostro non è il solo. Per la via di Sovaggio, poco dopo le Lame, si trova un Ca’ del Topo e a Viaio, dopo la Palazza (nel Catasto Lorenese era chiamata Casina), è conosciuta oggi con il nome di Topo. Se anche voi avete qualche Topo che noi non conosciamo, fatecelo sapere. Ne prenderemo volentieri nota.

L’angolo sprizzacervelli

22° quesito

Dadi!

di Ravella Merinista oratorioquiz@gmail.com

Dadi per caso Siccome nei giorni di Natale vi sarete sbizzarriti con i giochi più disparati, questa volta vi faccio questa domanda: Lanciando un dado a sei facce, qual è il punto più probabile? Lanciando due dadi a sei facce, qual è il punto più probabile?

Soluzione del quesito del numero scorso Giacomo viene ad Anghiari nei giorni multipli di 3 cioè il sesto, il nono e così via, Giovanni nei multipli di 4 e Pasquale nei multipli di 5. Quindi si tratta di trovare il minimo comune multiplo tra 3,4 e 5 che in questo caso si ottiene moltiplicando 3x4x5 e cioè 60. Si rivedranno tra 60 giorni!

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Dall'Archivio della Misericordia a cura di PiGia

Autoambulanza FIAT 1100 Una rubrica dal titolo “Dall’Archivio della Misericordia” fu tenuta per molti anni da Loris Babbini. La riproponiamo grazie al contributo di Pietro Giabbanelli. Questo primo articolo vuol rendere omaggio a quanti ci hanno preceduto e prestato la loro opera meritevole per la Confraternita di Anghiari. Grazie a chi vorrà aggiungere notizie, documenti e/o foto. Ci auguriamo di farne seguire altri.

Il primo documento ritrovato e che riguarda l’acquisto della nuova ambulanza FIAT 1100 risale al 18.12.1950, con il quale la Carrozzeria Cereale di Torino comunica di aver messo in lavorazione il veicolo che conta di consegnare il 26 febbraio 1951. Del 22.5.1951 è il mandato di pagamento di £. 85.000 al sig. Livio Busatti per rimborsare suoi anticipi per l’acquisto del nuovo veicolo. Altri due mandati verranno eseguiti nel mese di giugno per un importo di £. 65.900. L’assemblea Generale Ordinaria delibera l’acquisto della nuova ambulanza l’11.11.1951, “in quanto il trasporto è affidato all’autoambulanza Dodge 4547/CRI acquistata direttamente dalla Croce Rossa Italiana, che per quanto in buone condizioni, comporta tariffe d’uso troppo elevate … e di conseguenza costi superiori

rispetto alle assistenze viciniori.” Il pagamento è previsto in contanti in quanto alcuni confratelli hanno contattato e definito l’acquisto del nuovo veicolo interamente con mezzi propri (come sopra). La Confraternita sciogliendo ogni riserva e secondo le possibilità finanziarie provvederà alla restituzione di quanto anticipato. L’elenco dei fondi disponibili è così indicato: - vendita vecchia autoambulanza FIAT 501; - vendita di un carro funebre; - somma ricavata vendita ambulanza Dodge; - altre operazioni Totale fondi esistenti £. 1.016.146 Spesa complessiva della FIAT 1100 £. 1.826.000 Per pagare la differenza la Misericordia ricorre a una serie di richieste e offerte. Da ricordare fra le altre quella del Prof. Piero Bargellini, all’epoca assessore del Comune di Firenze e in seguito conosciuto come “il Sindaco dell’Alluvione”, e quella del Ministero dell’Interno grazie all’allora Ministro il Prof. Amintore Fanfani (£. 100.000). Si capisce bene, da tutto il carteggio, dell’enorme sforzo fatto per dotarsi di un mezzo nuovo e all’altezza dei tempi, che alcuni confratelli hanno prefinanziato e acquistato pur di dare alla Misericordia di Anghiari un veicolo tanto utile alla popolazione. Il 20 ottobre 1952 il veicolo è iscritto al PRA con targa AR 12229. Dopo onorato servizio l’ambulanza sarà venduta al sig. Aldo Pacini il 20 gennaio 1964, che in data 8 settembre lamenta il mancato passaggio di proprietà che avverrà il 13 ottobre 1964 per £. 180.000. Nella foto in alto un’ambulanza Fiat 1100 simile a quella in servizio alla Misericordia di Anghiari.

Spigolature Nuovo Corso di Formazione. Lunedì 2 febbraio avrà inizio presso la nostra sede un corso di formazione per soccorritori di livello base e di livello avanzato: tutti coloro che sono interessati a partecipare possono contattare la nostra segreteria. È importante una partecipazione massiccia da parte di coloro che poi in futuro intenderanno aiutare nell’attività dei servizi di emergenza ed urgenza sanitaria, 118 e di BLSD. È importante anche che tanti cittadini partecipino al corso di formazione per poi prendere parte ai normali servizi di “accompagnamento” socio sanitario dei nostri anziani e/o malati, con i mezzi in dotazione (normali auto e auto con mezzo attrezzato). È importante infine che tante persone partecipino al corso di formazione perché, anche se poi non vorranno partecipare all’attività vera e propria dell’Associazione, avranno comunque imparato ad affrontare una casistica sanitaria ampia; ciò significherà che nelle nostre strade e nelle nostre piazze sarà più facile imbattersi in persone che, di fronte a situazioni sanitarie negative ed improvvise, sapranno portare loro stessi per primi un aiuto importante in attesa dei normali mezzi di soccorso ospedaliero. Ora lo sai.

Proseguendo nell’iniziativa “Diamoci una scossa!”, per rendere più sicure le nostre strade e la nostra comunità dal rischio di arresto cardiaco improvviso, due nostri amici incaricati, Michele e Gino, hanno iniziata, portata avanti e conclusa, una raccolta fondi per acquistare un nuovo defibrillatore (il sedicesimo in Anghiari) da collocare nella zona della “Bernocca”. A coloro che hanno aiutato con la loro offerta, porgiamo i nostri ringraziamenti, ma ringraziamo anche “quei pochi” che hanno invece ritenuto che non fosse necessario contribuire; la prossima volta forse aiuteranno pure loro! Un grazie particolare al dottor Liborio Lamagna per la sua offerta particolarmente generosa. Presto verrà organizzato il consueto corso di formazione per l’utilizzo del DAE (il defibrillatore semi-automatico) e ci auguriamo che tanti compaesani della zona della Bernocca partecipino, per aumentare la sicurezza di tutta la comunità nella zona. A presto!

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NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Le vostre offerte

(ci sono anche quelle del numero scorso)

Agostini Iolanda - la famiglia alla memoria 50 Anonimo (s.f.), 100 Azzara Ines 35 Baracchi Argentina 10 Baracchi Francesco 10 Bellucci Gina - la famiglia alla memoria 305 Bianchi Maria Elide 10 Bigioli Argentina - la famiglia alla memoria 80 Cathia - in memoria di Dante Comanducci 100 Cesari Tosca - la famiglia alla memoria 50 Crociani Francesco - la famiglia alla memoria 185 Crociani Pietro - la famiglia alla memoria 405 Dario Grottini - la famiglia alla memoria 50 Del Pianta Francesca 10 Dragoni Angiolo 30 Enrico e Carla 30 Falsetti Brunera - in memoria di Gianfranco Acquisti 15 Famiglia Frosina - in memoria di Iride Guerrini 15 Ferrini Vasco - la famiglia alla memoria 370 Franchi Matilde - la famiglia alla memoria 120 Ghignoni Assunta - la famiglia alla memoria 450 Gianfranco Acquisti - la famiglia alla memoria 1050 Giusti Marcellina 10 Gragnoli Loredano 5 Guadagni Antonella 10 Guerrini Iride - la famiglia alla memoria 180 I festarini della comunità di santo Stefano 200 Leonardi Bruno - la famiglia alla memoria 150 Libera Mafucci - la famiglia alla memoria 80 Ligi Elisa - la famiglia alla memoria 400 Locci Irene 5 Magrini Gina 5 Meozzi Graziella 50 Miano Marinella - in memoria di Zafferani Franco e Miano Antonio 40 Montini Gabriella 150 Paola, Silvia e Rita - in memoria dei genitori Antoniucci Severino e Padelli Erminia 30 Polcri Silvana - la famiglia alla memoria 550 Primaveri Fernando 10 Rina Rosadini - la famiglia alla memoria 215 Rinaldi Antonio 15 Sciadini Domenico 50 Senesi Maria - la famiglia alla memoria 265 Squadra cinghiale “Valcerfone” - le Ville in memoria di Bellucci Gina 50 Suore Ripa 50 Venturi Delfo - in memoria dei genitori defunti 25 Vichi Luca 600 Villaggio Giardino - Pocaia di Monterchi in memoria di Bellucci Gina 100 Zeno Montini - la famiglia alla memoria 100

Nuovi soci per la Misericordia Argenio Antonio Azzara Ines Baglioni Simone Baracchi Argentina Barbero Giorgetta Bracci Ascanio Brizzi Alba Buccolini Anna Carbonai Giuseppina Cenciarelli Marisa Cesari Francesco Cesari Velso Cociani Benedetto Crociani Emma Dini Ivaldo Donati Angiolo Ferrini Nara Fiori Angiolo Fiori Gessica

Fontani Michela Giorni Daniele Giorni Mario Giovagnoli Matteo Gragnoli Loredano Gubbiotti Franco Marroni Niccolò Matteagi Dario Meozzi Graziella Milanini Milva Neri Valente Nicchi Dina Panicucci Gianni Pavesio Franco Rosadi Piero Tontini Loreno Tontini Ovidio Veri Laurino

Informazioni in breve Pranzo a favore della Caritas. La Confraternita di Misericordia di Anghiari e la comunità parrocchiale di Micciano hanno organizzato nella giornata del 30 novembre 2014 un pranzo sociale (appunto nei locali adiacenti alla chiesa di Micciano), con proventi da devolvere a favore della Caritas Parrocchiale di Anghiari. La somma raccolta, al netto delle spese, è stata di settecento euro. Ringraziamo tutti coloro che, con la loro presenza al pranzo, hanno permesso l’ottima riuscita dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare va agli amici di Micciano che di fatto, da soli, hanno organizzato tutto il momento conviviale. Un nuovo dipinto. Nel mese di dicembre ha fatto il suo ingresso nella Cappella di San Marco un nuovo quadro che rappresenta il “Cristo risorto e la Maddalena”. Dopo le precedenti due opere “Il matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria” e “L’Annunciazione”, questo terzo dipinto, sempre realizzato dal pittore anghiarese e confratello Vincenzo Calli, completa il ciclo pittorico che la nostra Confraternita ha voluto mettere a disposizione di tutti coloro che, a qualsiasi titolo, frequenteranno la nostra cappellina. È una sequenza di fede cristiana che, dall’Annunciazione alla Resurrezione e passando attraverso un intermezzo di vita vissuta di Nostro Signore Gesù Cristo, vuole dare una conferma di fede e di speranza sia a coloro che vivono ancora la vita terrena, sia a coloro che si sono avviati verso la Vita Eterna. Servizi effettuati nel 2014. I servizi effettuati dai nostri volontari nell’anno 2014 sono stati 3.093 con una prevalenza dei mezzi attrezzati rispetto agli altri mezzi a disposizione dell’Associazione (ambulanze e normali autovetture). Sono stati percorsi 119.676 chilometri. La percorrenza media per ogni viaggio è stata di 38,70 chilometri. I viaggi giornalieri sono stati 8,47 con una percorrenza media di 327,79 chilometri al giorno. Un grazie di cuore a tutti i nostri volontari che, come sempre, hanno “fatto miracoli” per rispondere con la loro presenza a tutte le richieste della nostra comunità. Che Dio ve ne renda merito!

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” - Anghiari sito internet: www.fratresanghiari.it - email: gruppoanghiari@fratres.eu

Consuntivo di fine anno 2014 Le considerazioni del presidente Leonardi

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nche nell’anno appena concluso abbiamo vissuto un fine settimana ricco di iniziative, all’interno delle ormai tradizionali Giornate del Donatore di Sangue Fratres del gruppo anghiarese che ho il piacere di presiedere per il terzo anno consecutivo. Venerdì 12 dicembre presso il Teatro dei Ricomposti di Anghiari, un simpatico spettacolo di cabaret per grandi e piccini ha coinvolto i presenti e fatto da piacevole cornice alla premiazione dei donatori più “assidui” e attivi ai quali sono stati consegnati gli attestati e le medaglie del gruppo. Domenica 14 dicembre il consueto pranzo dei donatori si è svolto presso il “Da Vinci” Restaurant di Anghiari e i numerosi partecipanti hanno gustato un ricco menù, intervallato dalla consueta lotteria che come ogni anno è stata occasione per distribuire graditi premi di genere prettamente gastronomico! Durante il convivio sono stati inoltre premiati i nuovi donatori che hanno fatto la loro prima donazione nel 2014. Da segnalare la presenza di numerose rappresentative dei gruppi Fratres di tutta la provincia, delle autorità e del personale del centro Trasfusionale di Sansepolcro. Particolarmente sentito il saluto della dott.ssa Paola Vannini, responsabile e “fondatrice” del Centro Trasfusionale di Sansepolcro, che ha ripercorso con grande commozione il lungo e fecondo percorso del Centro negli ultimi trenta anni. Nel preannunciare il proprio imminente pensionamento ha passato il testimone al Dott. Pietro Pantone, manifestando comunque la propria disponibilità a continuare la propria attività come volontaria. Anche quest’anno un bilancio positivo, dunque, per il Gruppo Fratres, sia sul fronte delle donazioni che si attestano alla soglia delle 700 donazioni che per quanto riguarda la partecipazione agli eventi conviviali organizzati; risultati che devono fungere da stimolo e incoraggiamento per le future iniziative del gruppo. Lasciamo ad alcune immagini fotografiche dell’amico Roberto Stowasser, relative ai momenti più salienti, il compito di descrivere meglio l’atmosfera di preghiera, amicizia e gioia che ha contraddistinto l’evento. Carlo Leonardi

Dall’alto: 1) foto di gruppo per le autorità civili e militari ed i rappresentanti delle altre associazioni; 2) l’atteso momento della lotteria che come sempre ha animato il pranzo sociale; 3) i protagonisti dello spettacolo di cabaret William Catania e Rufus; 4)la dott.ssa Paola Vannini.

Assemblea Sociale Ordinaria Sabato 7 marzo 2015 – Sala Conferenze della Misericordia ore14.30: Prima Convocazione

Ore 16.30: SECONDA CONVOCAZIONE Relazione sociale del presidente, Bilancio consultivo 2014, Bilancio preventivo 2015. Durante l’incontro, nomina dei nuovi Soci Benemeriti. Tutti gli iscritti (soci donatori, sostenitori e benemeriti) sono invitati a partecipare !!!

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” - Anghiari sito internet: www.fratresanghiari.it - email: gruppoanghiari@fratres.eu

Altri sei donatori raggiungono quota 50

Assegnate le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo

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n occasione della recente Giornata del Donatore di Sangue Fratres, si sono svolte due cerimonie che, nella vita del gruppo, hanno sempre rivestito un importante momento di stima e di riconoscenza nei confronti di quelli che, quotidianamente impegnati da tanti anni nella donazione del proprio sangue, hanno conseguito particolari traguardi e di quanti si sono iscritti per la prima volta all’ associazione nel corso dell’anno appena trascorso. Alla presenza dell’assessore comunale alle politiche sociali Giuseppe Ricceri, del presidente provinciale Fratres Pietro Ganganelli, della dott.ssa Paola Vannini -responsabile del centro trasfusionale di zonae di altre autorità civili e militari, sono stati premiati con attestati e medaglie: A) MEDAGLIA D’ORO (cinquanta donazioni): Boldrini Simona, Ganavelli Dante, Grottini Gino, Piccini Massimo, Zanchi Graziano e Zanchi Tosca. B) MEDAGLIA D’ARGENTO (trenta donazioni): Baracchi Antonella, Boldrini Michele, Cangi Tamara, Dragoni Fabio, Fragai Gilberto, Manfredi Ottorino, Nicchi Fabrizio, Nocentini Michele, Pancioni Maria Rosa, Papini Elena, Papini Mario, Poderini Luca, Rossi Silvia, Santini Sandro, Trappoloni Riccardo e Vichi Vilma. C) MEDAGLIA DI BRONZO (venti donazioni): Acquisti Renato, Borgogni Paolo, Cerboni Marsilia, Cesari Abramo, Chiarentin Luca, Crociani Alberto, Di Staso Gianluca, Gaggiottini Benito, Galardini Massimo, Marzi Stefania, Pernici Rita, Perugini Claudio, Poderini Rosaria, Roselli Lucio, Sancamillo Simone, Taukova Arina, Valentini Luca. D) NUOVI DONATORI 2014: Dalla Ragione Valerio, Boschetti M.Paola, Cambi Mario, Dal Prà Stefano, Bruni Alessandro, Prytula Olesia, Bianchi Giovanna, Crociani Roberto, Mazzoli Daniele, Rossi Ernesta, Manescalchi Luca, Urci Carlo, Draghi Stefano, Guelfi Nicolò, Merendelli Giuseppe, Acquisti Manuel, Kim Armida, Gabbiotti Meri, Garaffini Marco, Mariani Patrizio, Ricci Simonetta e Zafferani Santina. Il Consiglio Direttivo

I Gruppi Fratres festeggiano ad Arezzo

Presente all’appuntamento provinciale anche la nostra delegazione

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d appena un anno dall’ultima edizione, è ripresa la bella tradizione della Festa Provinciale dei Gruppi Fratres che, organizzata in passato ad Arezzo, Badia Tedalda, Poppi, Cortona e Laterina, è ritornata nella Città Capoluogo sabato 27 settembre ultimo scorso, da dove, per il suo carattere itinerante, era partita cinque anni fa. Promossa ed organizzata come sempre dal Consiglio Provinciale Fratres, in stretta collaborazione questa volta con i due gruppi presenti in città, ha costituito sicuramente un’occasione importante di festa per tutta la bella realtà della Fratres aretina. Tutto concentrato nel pomeriggio di sabato ventisette settembre il programma della manifestazione che ha visto affluire ad Arezzo, presso la sede di via Garibaldi della locale Confraternita di Misericordia, le delegazioni di tutti i venticinque Gruppi Fratres aretini. Alle ore 15.30, dopo un breve momento di preghiera e di riflessione presieduto dal proprio Assistente Spirituale Provinciale Padre Giovanni Martini, si è tenuto un importante incontro di formazione ed informazione sulle attuali problematiche connesse alla donazione del sangue, a cura del Presidente Regionale Fratres Luciano Verdiani e di quello provinciale Pietro Ganganelli. A seguire, tutte le delegazioni presenti hanno dato origine, con i propri vessilli, ad una bella sfilata per le vie della città, in quel momento affollate da turisti e residenti, al suono della locale banda musicale della Filarmonica “Guido Monaco”, per confluire sul sagrato della Basilica di San Francesco ed assistere ad un breve concerto dello stesso gruppo musicale. Alle 18.30 poi, all’interno della stessa chiesa, si è tenuta la Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vicario Diocesano Mons. Giovacchino Dallara. Completamente dedicato al folclore della tradizione toscana, infine, lo spettacolo serale che ha concluso la giornata. Sul palco del Teatro Comunale della Bicchieraia, gentilmente concesso in uso gratuito dalla stessa Amministrazione, la rinomata COMPAGNIA DEI RICOMPOSTI di Anghiari che ha intrattenuto il pubblico presente, con una performance di canti, balli e sceneggiature varie dal titolo “Dalla Maremma a Bistarone”.

Orteip 2015

Nell’altra colonna in alto - Quattro dei sei donatori premiati con medaglia d’oro dall’Assessore Ricceri. Qui sopra dall’alto - La delegazione del Gruppo Fratres di Anghiari durante la sfilata per le vie della città e, sotto, Il tavolo dei relatori dell’incontro di formazione ed informazione.

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È stato bello!

Il ritrovo per i nati nel ‘54

C

i siamo ritrovati in molti, nati nel ‘54. Abbiamo soltanto cenato insieme ma c’è stata una grande partecipazione (48 presenti) e un grande entusiasmo. L’invito era rivolto a chi, nato ad Anghiari non è più residente, a chi nato fuori vive ad Anghiari e a chi è nato e

vissuto nel nostro caro Paesello. Ci siamo dati appuntamento tra cinque anni. Sono invitati anche quelli che non erano presenti! Un caro saluto a tutti, Roberto Nelle foto (una non bastava!) due vedute del convivio.

I tre cori

C

ome ormai è tradizione il Concerto di Natale di fine dicembre in Propositura ha chiuso brillantemente il periodo dei concerti natalizi ad Anghiari. Gli appassionati del canto e della musica non si sono scoraggiati e hanno partecipato numerosi nonostante la giornata invernale, con una spruzzata di neve in serata e forte vento freddo. Tre i cori che si sono esibiti insieme: la Corale Don Vittorio Bartolomei di Anghiari; il Coro Città di Piero di Sansepolcro e il coro Domenico Stella di Sansepolcro, diretti da Bruno Sannai e Paolo Fiorucci. Tra i pezzi presentati, senz’altro l’Ave Maria di Caccini è stato quello più bello ed emozionante che il pubblico ha accolto con un applauso di cuore. Ad arricchire la serata si sono esibiti i solisti: il mezzosoprano Chiara Chialli - il soprano Stella Peruzzi ed il baritono Andrea Sari che hanno confermato la loro indiscussa professionalità nell’eseguire brani che hanno ottenuto l’apprezzamento caloroso del pubblico.

La vera sorpresa della serata è stata l’Ensemble orchestrale La Scala di seta composta da una quindicina di musicisti giovanissimi che hanno accompagnato con i loro strumenti sia il coro che i cantanti solisti ed hanno eseguito il pezzo di apertura della serata di Antonio Vivaldi Concerto in la minore op.3 n.8 RV522, diretto da Bruno Sannai. Come completamento dell’orchestra c’è stata la partecipazione dei professori: Gianfranco Contadini- Laureta HodajIrene Mambrini- Luca Ricci - Alessandro Tetragoni - Giulio Camaiti - Roberto Bianchi. Il Lions Club di Sansepolcro, organizzatore della manifestazione, ha comunicato che le generose offerte ricevute sia ad Anghiari che a Sansepolcro dove il 27 dicembre in Cattedrale, in occasione della festa del Patrono, è stato presentato lo stesso programma di Anghiari, saranno destinate in beneficenza all’acquisto di beni di prima necessità per le famiglie bisognose della Valtiberina Toscana. (fc)

Gianfranco Acquisti: altra morte immatura

di Armando Zanchi - Arezzo, 7/12/2014

À lasciato i suoi cari tra i mali maturati

Il caro Franco col suo mestiere sempre pronto a fare il bene

Il dolore non si appanna ogni giorno lui comanda

Con la moglie sua Cosetta che per anni teneva stretta

Lì per anni a noi vicini conosciuti da bambini

Alla cara sua Cosetta questa morte brutta scelta

Ma la morte sempre crudele porta via persone perbene

Tra il male s’è adoperato e lui mai s’è risparmiato

Parentela tra di noi uno o l’altro tra i suoi

Una famiglia con pieno amore ora pieno di dolore

Una vita immacolata alla famiglia a lui devota

Ma la vita è traditora anche lui non più dimora

Ma il bene da lui portato tutto insieme al vicinato

Antonio Emma dalla Bolivia il dolore a loro arriva:

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Una foto dal calendario di Cinzia Panichi (4 luglio 2014)

N

el mese di dicembre, ricevendo il “Giornalino dell’Oratorio”, ho avuto una gradita sorpresa: sulla copertina del calendario 2014, infatti, c’è una bella foto a cui è stato anche dedicato, in parte, l’editoriale di redazione. L’immagine, è quella che ritrae un gruppo di uomini, sopra ed intorno ad una fiammante automobile, dove, sul parabrezza, fa bella mostra di sé un cartello che recita: “Società dei 13”. E tredici, appunto, sono le persone solennemente immortalate, in posa davanti all’obiettivo. Bella immagine, certo, bel documento storico da osservare e commentare… Ma, almeno per me, il motivo d’interesse è più strettamente personale e familiare: ritratto nella foto, infatti, c’è anche il mio nonno materno, Domenico Romani, quello che gli anghiaresi più anziani avranno sentito ricordare come “Menchin de la Morina”. Professione: macellaio. Per la precisione, nell’immagine è il giovane uomo con camicia a righe e bretelle, seduto di traverso accanto al guidatore. La sua bottega di macellaio si trovava in Piazza Edmondo de Amicis, nei locali dell’attuale negozio di generi alimentari “Il pizzicagnolo”. Era un’attività a conduzione familiare, gestita da lui assieme alla madre (la Morina, appunto), fino al momento della sua morte, avvenuta nel ’44, per setticemia. Ma la foto è di molti anni prima (26 maggio del ’22,come si può leggere chiaramente) e lo ritrae giovanissimo (ventotto anni, all’epoca), assieme ad un gruppo di amici. Ben più che amici, a dire il vero, visto che l’immagine è uno dei pochi documenti circolanti in grado di testimoniare l’esistenza di questa singolare “Società dei Tredici”. Un po’ club paesano sul modello di quelli anglosassoni, un po’ accademia epicurea di gaudenti e buongustai, questa associazione, per me è sempre rimasta avvolta in un alone di mistero. Anche se, in realtà, in casa ne ho spesso sentito parlare con molta nostalgia, soprattutto da parte della nonna Maria, moglie di Menchino. Nel corso degli anni, sono venuta così a sapere che “i tredici”, come diceva la nonna, si riunivano per 13 volte 13 ogni anno, a turno, nella casa di ognuno dei soci. Queste riunioni, in realtà, erano l’occasione per delle pantagrueliche mangiate, in cui il padrone di casa cercava di offrire agli ospiti il meglio in fatto di cibi e di vini, sia in termini di qualità che di varietà. A quanto ne so, dalla tavola erano esclusi altri commensali e, in barba alla scaramanzia, il numero dei convitati doveva essere assolutamente… di tredici! Se uno dei soci non poteva ospitare, o partecipare al “convivio”, la cena veniva annullata ed organizzata di nuovo non appena possibile. A sentire i ricordi della nonna, le cene dei Tredici erano una cosa seria. Seria in termini di lavoro culinario, per la grande quantità di cibo che veniva preparato; ma seria anche in termini di fantasia gastronomica, necessaria per organizzare menù ogni volta diversi e sorprendenti. “Par la

tavola dei Tredici…!”, diceva ogni volta la nonna davanti a una tavola riccamente imbandita. Per sottolineare l’importanza di quegli appuntamenti conviviali, i nonni avevano fatto ricamare una tovaglia apposita, che veniva poi ogni volta lavata e riposta con cura fino all’appuntamento successivo. Dopo le traversie della guerra e, soprattutto, dopo la cannonata tedesca che aveva distrutto l’armadio della biancheria, della tovaglia dei Tredici si era salvato solo un tovagliolo: di tessuto liso e strappato, orlato a punto quadro rosso (per motivi scaramantici?), mostrava ancora, su un angolo, un ferro di cavallo e, ovviamente, il numero tredici.

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Scampanata Pubblichiamo in questo numero i commenti e le considerazioni suscitati a Cinzia Panichi dalla foto pubblicata nel calendario 2014. L’articolo infatti è giunto nell’estate scorsa e giaceva nel faldone che il “Caporedattore”, ogni tanto, va a consultare. Ci sembra giunto il momento di pubblicarlo, perché si parla dei “13” e si parla della Scampanata che proprio i “13”, nel 1922, fecero rivivere dopo un sonno di 22 anni. Ma veniamo a noi; sono ormai cinque anni che la Scampanata sta dormendo e, da come avviene dal 1980, dovrebbe risvegliarsi. Perché questo avvenga ci vuole però un gruppo di volenterosi amici buontemponi e affiatati che si assumano l’incarico di questa difficile e delicata operazione. Il momento del risveglio infatti è molto critico e va fatto con una procedura particolare! Se la Scampanata venisse risvegliata e poi la manifestazione fallisse, diventerebbe molto più complicato farla risvegliare di nuovo. Lo potrà fare solo la prossima generazione di anghiaresi. La Redazione

In alto la foto dei Tredici alla Motina, il 26 maggio 1922, era di venerdì, quasi senz’altro in occasione di un pranzo in quella località. A pag. 18 Armando Zanchi ricorda alcuni anghiaresi tipici menzionati anche nell’articolo. Nella foto in alto la spilla (oltre quella descritta nell’articolo) in uso ai Tredici.


Lo stesso simbolo, d’altronde, era riprodotto anche in un piccolo ciondolo d’oro che il nonno teneva al collo, come tutti gli altri membri della Società. C’erano poi anche altre attività, svolte da questo gruppo di amici, molto legati fra loro, anche se di età e professioni piuttosto diverse: gite ed escursioni, che per lo più finivano con qualche bella mangiata. Amanti del buon vino e del buon cibo, erano scout della Guida del Gambero Rosso, sia pure ante litteram, o così almeno diremmo oggi. A volte, veniva unito l’utile al dilettevole, come quando, utilizzando i mezzi che avevano a disposizione (il calesse del nonno e una moto con sidecar, nonché, ovviamente, la bella macchina della foto), l’intera Società si era trasferita a “passare le acque”, come si diceva allora, a S. Piero in Bagno. Ma queste erano eccezioni: di solito, il raggio degli spostamenti era più ristretto, limitandosi a scampagnate nei dintorni, per partecipare a feste paesane o a qualche gara di ruzzola. A quanto ne so, comunque, i Tredici non si limitarono, negli anni in cui rimase in vita il loro sodalizio, a convivi e degustazioni di ottimi cibi e vini. Essendo animati da un sincero amore per il proprio paese, cercarono anche di migliorarlo, se non altro vivacizzandone la vita culturale e ricreativa. Anche su questo aspetto, devo attingere ai ricordi della nonna Maria, che mi raccontava come il nonno fosse spesso indaffarato per organizzare spettacoli e manifestazioni paesane. Il clou dell’attività dei Tredici, però, si ebbe con l’aver riportato in vita, nel ’22, la tradizionale festa della Scampanata, sospesa, forse per ragioni di ordine pubblico, già dagli ultimi anni dell’Ottocento. Più di recente, navigando in Internet, ho integrato le mie conoscenze sui Tredici, grazie ad alcuni articoli sull’argomento. Ho appreso così che la Società, costituitasi sul modello di altre analoghe in voga in quegli anni, aveva perfino un inno ufficiale, con parole del M° Enea Fedeli e musica del M° Vito Carlotti. Purtroppo, mi è stato possibile recuperarne solo il ritornello, che recitava più o meno così:

“Se noi fossimo dodici, già non saremmo tredici, ma d’esser quattordici motivo non abbiam…” E questo è praticamente tutto quello che so della “Società dei Tredici”, associazione di gaudenti bon vivants in terra d’Anghiari. E non è molto, visto che non conosco nemmeno il motivo per cui il gruppo si sciolse definitivamente, nel ’29, e l’identità di tutti i componenti della brigata. La Società, comunque, era così costituita: 1. Domenico Romani, il mio nonno materno; 2. Francesco Testerini; 3. Alessio Magrini; 4. Antonio Inci; 5. Lallo Inci, fratello di Antonio; 6. Probo Palombini; 7. Clemente Stefanelli; 8. Ugo Leonardi; 9. Domenico Zanchi; e poi, i non meglio identificati: 10. Castigo; 11. Domestici (…); 12. Romualdo (…); 13. Beppe del Fabbro. Per questo, mi ha fatto così piacere la foto-copertina del calendario, per questo ho scritto questo lunghissimo post. Perché spero che, fra chi ha avuto la pazienza di leggerlo, ci sia qualcuno che possa colmare le lacune del mio personale “romanzo familiare”, ma anche di quella “Storia minore”, così fondamentale per tutti noi. Grazie per la collaborazione.

Controllate che il vostro indirizzo sia esatto Un ricordo anghiarese

Il nostro paese dormiva nel letto perché il Pimperi materasso perfetto

Sambudellaio in un’altra era intorno al carretto bambini a schiera

In questo paese le vecchie imprese e c’era Fracca fabbro cortese

Ma al suo fianco un caro postino detto Chiechio piacendogli il vino

Mentre il Tempo secondo la stagione al Giardinetto restava per ore

Tante le corde enormi le funi c’è lo Stoppino se le consumi

Lì al Terrato bevuto uscendo un bel caffè dal caro Tremendo

Il Bartolino rivenditore i suoi cavalli un vero splendore

Poi di Fabocchio re di quel vino niente Ospedali ma tutte vigne

Beppe del Fabbro aveva la bomba quando qualcuno gli suonava la tromba

Se ti trovavi in processione lì vi trovavi il caro Bussone

C’era il Pisquillo in arte Barbiere partì per Milano facendo il suo mestiere

Lo Zio Fagiolo di mio Padre aringhe e baccalà riempiva le strade

Mentre Paiolo con la sua marcia alla Scampanata lui si affaccia:

di Armando Zanchi

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Voglia di Natale

la recita nella chiesa della Croce domenica 21 dicembre 2014

V

oglia di Natale è il titolo della recita che i bambini del catechismo hanno presentato, domenica 21 dicembre ’14, ad un festoso e numeroso pubblico riunitosi per l’occasione presso la Chiesa della Croce ad Anghiari. La recita di Natale è ormai da più anni un momento importante che impegna ed entusiasma bambini più o meno grandi, genitori, catechisti e… non per ultimo il nostro parroco Don Marco! Preparare lo spettacolo a Natale è un’occasione che sempre ravviva ed intensifica i rapporti e la collaborazione tra la Parrocchia e le famiglie; è un’opportunità in più per “vivere insieme un messaggio” improntato ad un cammino di fede che ci guida verso quel Bambino che trasforma la nostra vita. Preparare la recita vuol dire, per i giovani “attori”, impegnarsi nelle prove in Oratorio per nove giorni e partecipare poi, come chierichetti, alla celebrazione della Novena, al termine della quale si assiste, in Sacrestia, ogni sera, ad un vero e proprio “assalto” a Don Marco che distribuisce i bollini per la gita ai presepi. Oltre ai piccoli che si impegnano ad imparare canti e parti a memoria, ci sono genitori che preparano i costumi e montano luci e microfoni, ragazzi più grandi che disegnano locandine e persino nonne che cucinano prelibate crostate da servire insieme allo sfilatino del Nutella-Party, lungo due metri, che è stato divorato l’ultima sera delle prove, prima della Novena. Tutti i preparativi si compiono in un clima di gioia e disponibilità. Prepararsi alla grande festa del Natale diventa così per tutti un appuntamento coinvolgente, perché insieme si percorre un tratto di strada incontro a Gesù che vuol rendere serena la nostra vita e farci Suoi amici per sempre. Ecco allora che, in un clima di attesa e con tanta voglia di Natale nel cuore, tutti noi, grandi e piccoli, mossi da una domanda e senza farsi troppo assorbire dal contorno consumistico che ci circonda, come i pastori di oltre duemila anni fa, vegliamo, andiamo e lodiamo. Donatella

Morta l’Anna moglie del Merendelli

La famiglia Merendelli siamo stati come fratelli

Poco resta dei Merendelli tra le figlie e fratelli

Anche l’Anna cara amica non la ritrovo più in vita

Un saluto non normale quando un morto è da pregare

Col marito caro dell’Anna una persona molto in gamba

Ma la morte fa il suo lavoro porta via tutto il buono

La notizia mi è arrivata ma per me lì ritardata

Eravamo tanto amici dei compagni veri felici

Come il padre il caro Giubbone che risate all’occasione

Quello che resta lì a soffrire vede la gente scomparire

Altrimenti sarei venuto lì a proporgli il mio saluto

Ma la morte non risparmia ad uno ad uno ci azzanna

Questa famiglia tanto amata ora resta dimezzata

Con la morte la lotta è impari porta via i paesani:

di Armando Zanchi

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Gennaio, tempo di bilanci!

Caritas Parrocchiale di Anghiari – attività nel 2014

I

l bilancio di un anno di attività della Caritas Parrocchiale di Anghiari, nella sua semplicità è piuttosto “complicato”: come Organismo Pastorale della Chiesa, non ha infatti soci, assemblee, consigli d’amministrazione, bilanci da approvare o altro. Ha soltanto persone che vivono la vita di parrocchia, si impegnano nella Chiesa e con la Chiesa per aiutare chi ha più bisogno di loro, dal punto di vista materiale ed anche sotto l’aspetto umano, di presenza, di caritativa, di parola del Vangelo; tutto ciò avviene sotto la guida di Don Marco e con gli insegnamenti cristiani del Diacono Fabio. Perché è complicato scrivere di un bilancio della nostra Caritas? È complicato, perché c’è il rischio che venga data troppa enfasi ai numeri (entrate ed uscite), e poca evidenza ad altre cose che con gli “euro” non hanno proprio nulla a che vedere (visita ai malati ed alle persone sole, centro di ascolto, riunioni di autoformazione e corsi esterni di apprendimento, metodologie, la Parola del Vangelo…). Ed allora, come spesso accade quando la verità sta nel mezzo, racconterò qualcosa dell’uno e dell’altro aspetto, senza un particolare ordine di importanza o di logica, così, come in una chiacchierata informale. I nostri animatori, con cadenza pressappoco mensile, hanno fatto visita ad alcuni malati della nostra comunità, a persone anziane e sole, agli ospiti della Residenza Protetta e del Centro Diurno, ai residenti presso le Suore Agostiniane della Ripa; visite molto serene, tranquille, con conversazioni a volte leggere e a volte impegnate, importanti, cercando di concludere sempre gli incontri con le parole buone del Vangelo, con una testimonianza, con una preghiera. Questa attività è stata puntualmente e saggiamente coordinata da Franco. Nei locali della Parrocchia, con il Centro di Ascolto del mercoledì, i nostri animatori incaricati del servizio specifico hanno ricevuto visite per 74 volte, spesso di singole persone, a volte di interi nuclei familiari, comunque sempre venuti per raccontare le proprie difficoltà, i problemi, le necessità. Sempre nei locali della parrocchia, il giovedì, altri volontari hanno provveduto a distribuire pacchi alimentari, vestiario, giocattoli per i bambini, a volte lettini o passeggini per i neonati, piccoli mobili; in definitiva le cose che la parrocchia ha potuto mettere a disposizione in relazione alle esigenze emerse durante i colloqui del Centro di Ascolto dei mercoledì precedenti. Per dare un piccolo riferimento numerico su questo tipo di attività, nel 2014 sono state effettuate n. 210 consegne di capi di abbigliamento, senza enumerare le consegne di altri tipi di materiale; sono stati inoltre distribuiti 256 pacchi alimentari. Attraverso questi interventi abbiamo assistito 46 famiglie, con una leggera prevalenza di italiani (anghiaresi) rispetto alle famiglie di origine non italiana. È il primo anno che ciò accade, in quanto negli anni precedenti si erano presentate in Caritas, a grande maggioranza, soprattutto famiglie di origine straniera. Le spese alimentari sostenute dalla Caritas per il confezionamento dei pacchi alimentari (del valore complessivo presunto di circa 7.000 euro) sono state contenute nella cifra di 2.000 euro in quanto molto materiale ci è stato generosamente regalato da associazioni, organizzazioni e, soprattutto, cittadini anghiaresi; questi generi alimentari sono stati consegnati direttamente in parrocchia, o lasciati anonimamente all’interno delle nostre chiese del paese. Il successivo confezionamento dei pacchi alimentari è stato naturalmente eseguito dai nostri

animatori. Alcune delle 46 famiglie assistite hanno ricevuto anche aiuti economici per il pagamento di utenze di prima necessità (luce, acqua, gas), di mensilità di affitti rimasti in arretrato, spese farmaceutiche, libri di scuola… Per questo genere di necessità la nostra Caritas è intervenuta con oltre 6.000 euro. La Caritas ha poi collaborato con la parrocchia nell’organizzazione delle giornate del malato, quella invernale in febbraio e quella estiva in agosto. Gli animatori hanno cercato di elevare le proprie professionalità e le proprie conoscenze anche attraverso incontri settimanali di autoformazione, sotto la guida del Diacono Fabio, ed hanno partecipato ad incontri di formazione ad Arezzo presso la Caritas Diocesana e, ultimamente, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose, sempre in Arezzo. Importanti sono stati anche gli incontri con la Caritas interparrocchiale di Sansepolcro, e, soprattutto, particolarmente significativo è stato l’incontro con il nostro Arcivescovo, Sua eccellenza Riccardo Fontana, in occasione della visita pastorale ad Anghiari. La Caritas ha poi mantenuto importanti punti di contatto con la locale Confraternita di Misericordia e, soprattutto, sta cercando di operare in stretta collaborazione con i catechisti della parrocchia, per poter diffondere ai nostri giovani la testimonianza della carità come valore fondamentale di convivenza nella nostra comunità. Perché sono state raccontate queste cose? Per due motivi fondamentali. Il primo motivo è che attraverso queste poche informazioni la Caritas vuole soprattutto ringraziare tutti coloro che durante l’anno, attraverso le loro donazioni, in denaro, in generi alimentari, in capi di abbigliamento, hanno fornito alla Parrocchia il necessario per portare un po’ di aiuto materiale alle famiglie più bisognose. Non vengono fatti i nomi di questi benefattori: loro “sanno da sé chi sono”. Il secondo motivo è che attraverso questo “raccontare la Caritas” venga ancor più messo in moto il meccanismo fondamentale della Caritas stessa, come Papa Paolo VI, nel primo incontro nazionale con la Caritas, nel 1972, così affermava: “Al di sopra dell’aspetto puramente materiale della vostra attività, deve emergere la sua prevalente funzione pedagogica”. Ci piacerebbe riuscirci, almeno in parte.

Aiutateci ad aiutare! Nella foto una parte degli alimenti che dalle varie chiese sono stati raccolti per essere poi distribuiti a chi ne ha bisogno. Tutta questa attività sarà presto spostata nei nuovi ambienti dell’oratorio come accennato a pag. 10.

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Noi andiamo a vedere i presepi dalle nostre inviate

Interrogatorio della signora Fanni Brandinelli, come persona informata dei fatti, sulla annuale gita ai presepi organizzata dalla parrocchia di Anghiari sabato 27 dicembre con i ragazzi. Questa volta la destinazione era il Casentino.

Q

uest’anno con Don Marco e con il gruppo del catechismo siamo andati in Casentino a vedere i presepi. Siamo stati alla Chiesa della Madonna del Sasso e abbiamo visto un bellissimo presepe. Abbiamo potuto ammirare anche il panorama di Bibbiena.

Lucia Bigiarini

I

l giorno 27/12/14 il gruppo del catechismo è partito per una gita in Casentino per visitare alcuni bei presepi. In particolar modo a me è piaciuto il presepe dell’abbazia di San Fedele a Poppi. :-):-):-):-) Il presepe era tutto meccanizzato: I pescatori muovevano la canna e prendevano i pesci; La neve scendeva giù per le montagne; C’era persino un simpatico personaggio che ferrava gli zoccoli ad un asino!!!:-):-):-) Insomma, credo che questo sia stato il presepe preferito da tutti!!! A me, del presepe, è piaciuto soprattutto il pescatore che dava proprio l’impressione di pescare davvero!!!:-):-):-) Nel presepe si distinguevano anche l’alternarsi del dì e della notte. Nella stalla della Natività, potevamo osservare tutti i componenti della Santa Famiglia che si muovevano: Giuseppe illuminava il freddo luogo con una lanterna, Maria congiungeva le mani pregando, mentre Gesù allargava le piccole braccia.

A.d.r. Con questa gita sono andati a vedere i presepi, sono andati anche alla Madonna del Sasso dove c’è un presepio molto bello. C’era un frate che ci ha parlato dell’apparizione della Madonna su questo sasso. Poi col tempo hanno costruito questo santuario. Ogni anno fanno dei cambiamenti ed è molto bello (il presepe). A.d.r. C’erano una barca di citti, i catechisti e qualche aggregato. A.d.r. Dei posti visitati non è che me ne ricordo tanto. Siamo stati a Bibbiena, a Poppi e poi in altri due posti che non mi ricordo come si chiamano. Poi ha cominciato a snevischiare e siamo ritornati a casa. A Poppi abbiamo visto il castello, ma non siamo entrati. A.d.r. Il pranzo lo abbiamo consumato presso una sala, tipo oratorio parrocchiale. È stato un pranzo al sacco. I ragazzi erano tutti contenti e penso che questa è una bella iniziativa che premia i ragazzi per la loro partecipazione alla Novena di Natale.

Irene Bigiarini!!! :-):-):-)

Benedizione delle famiglie anno 2015 Dal 19 febbraio 2015 inizierà la benedizione delle famiglie della parrocchia. Gli orari dettagliati (seguiranno comunque lo schema degli altri anni) li troverete per tempo esposti alle porte delle chiese. 21

Due dei partecipanti alla gita dei presepi in Casentino.


Noi e la Storia di Lamberto Ulivi

A

d Anghiari, il 29 giugno e il 1° di luglio 2014, sono stati ricordati due avvenimenti molto diversi fra loro, ma ugualmente importanti. Il primo è la rievocazione della Battaglia di Anghiari (29 giugno 1440), che si svolge ogni anno con figuranti, arcieri e sbandieratori provenienti dai diversi comuni limitrofi e da Firenze, nella bella cornice della Piazza del Mercatale, allietando una grande folla di spettatori. Questa è in breve la storia. Truppe fiorentine, pontificie, balestrieri genovesi, volontari anghiaresi al comando di Michelotto Attendolo, di Giampaolo Orsini e di altri, combatterono per cinque ore prima di riportare la vittoria contro le truppe milanesi condotte da Niccolò Piccinino. Il Machiavelli, nel commentare la battaglia, parla di un solo morto calpestato da un cavallo, ma più che una verità storica fu una vendetta personale (era contrario ai mercenari, gli stessi che avevano sconfitto la sua milizia dentro le mura di Prato). Altri autori dell’epoca infatti danno cifre molto più alte. La vittoria dei fiorentini cambiò sicuramente il corso della storia: la politica di Cosimo dei Medici fu rafforzata e la letteratura e l’arte rinascimentale ebbero una eccezionale fioritura. Nell’ottobre del 1503 a Leonardo da Vinci fu dato l’incarico di rappresentare questa vittoria con un grande affresco nel Salone dei 500 in Palazzo Vecchio a Firenze. Leonardo, genio universale, lavorò al progetto per due anni e mezzo e nell’eseguirlo volle usare la tecnica dell’encausto (colori sciolti nella cera e applicati a caldo sull’intonaco). L’opera avrebbe conservato la lucentezza di una pittura ad olio e sarebbe rimasta così per sempre, ma il metodo non funzionò, perché il calore dei grandi bracieri non riuscì ad asciugare i colori, che cominciarono a colare. Solo nel 1563 il Duca Cosimo incaricò il Vasari di ridecorare quella parete con la battaglia di Marciano. Così la battaglia di Anghiari con il tempo venne dimenticata. Su uno stendardo dipinto nel nuovo affresco si legge “Cerca, Trova”. Forse il Vasari ha voluto lasciare un messaggio? Gli studiosi di Leonardo non demordono. Facendo dei saggi alla parete si è scoperto l’esistenza di una intercapedine e sono stati estratti frammenti di ematite, che Leonardo usava per il colore rosso di manganese, e di ferro che usava per il colore nero. La speranza di ritrovare l’affresco è sempre viva (Fonte di informazioni: La battaglia di Anghiari - Il giorno che salvò il Rinascimento, di Niccolò Capponi). L’altro evento: la cerimonia della consegna della Medaglia di “Giusto fra le Nazioni” alla memoria di Giocondo e Annina Marconi che nel periodo della guerra, mettendo a rischio la propria vita, nascosero per quasi due anni una famiglia ebrea

tedesca di origine polacca, di nome Saghi. Essa, composta da padre, madre e due figli piccoli, era stata portata ad Arezzo, ma all’arrivo dei tedeschi riuscì a scappare prendendo il primo treno senza sapere la destinazione. Arrivati ad Anghiari trovarono ospitalità presso il falegname Giocondo Marconi e sua moglie Annina. L’impiegato comunale Varo Paci riuscì, rischiando, a dare a questa famiglia una nuova identità compresa la tessera annonaria per gli alimenti. Quando anche qui non era più al sicuro, fu portata a Verazzano e nascosta nella casa di proprietà del prete di Toppole, Don Mencaroni. Persone di Anghiari legate alla Resistenza, assieme agli abitanti della stessa frazione, continuarono ad aiutarla fino alla fine della guerra. Oggi il figlio Josef Saghi, ultrasettantenne, che vive a Tel Aviv, e sua sorella Adina, hanno voluto ricordare con la loro testimonianza l’umanità e il coraggio di Giocondo e Annina Marconi. Quasi nessuno della mia generazione sapeva di questo eroico gesto e grazie ai Saghi ne siamo venuti a conoscenza. La cerimonia della consegna della medaglia da parte della dott.ssa Sara Gilad (prima assistente dell’Ambasciata di Israele in Italia) ai pronipoti Giampiero e Anna Maria Marconi è avvenuta nella sala consiliare di Anghiari alla presenza del Sindaco dott. Riccardo La Ferla e di varie autorità. Tale riconoscimento è stato dato dall’Istituto per la memoria dei martiri e degli eroi dell’Olocausto Yad Vashem, che fu fondato dal parlamento israeliano nel 1953 per mantenere viva la memoria dell’Olocausto, un periodo di orrore e di crudeltà che non deve essere dimenticato. La foto d’epoca raffigura il corteo che nel 1941 dalla sede comunale raggiunse il luogo della Battaglia di Anghiari. I personaggi della foto indossano le antiche vesti (i lucchi) dei rappresentanti della Comunità e della Fraternita. Si intravedono anche le due fanciulle estratte per le vesti e che portano l’immagine della Madonna che venne collocata all’interno della maestà. Qui a destra il “giglio” dipinto da Targone.

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PIA SOCIETÀ DEL GESÙ MORTO Anghiari ORARI DELLA SETTIMANA SANTA 2015 27 marzo: Venerdì

Ore 18:45 Processione delle Compagnie dalla Propositura alla chiesa di Sant’Agostino con la recita del Rosario e Confessione.

29 marzo: DOMENICA DELLE PALME

Ore 9.30 S. Messa presso la chiesa di Badia. Ore 10.45 S. Messa “in Passione Domini”. Inizio della liturgia nella piazzetta della Badia con la benedizione delle Palme e la Processione fino alla Propositura, dove proseguirà la Celebrazione.

30 marzo: LUNEDÌ SANTO

Dalle ore 21.00 in Propositura, Sacramento della Riconciliazione (confessioni).

2 aprile: GIOVEDÌ SANTO

Ore 17.00 a Tavernelle S. Messa “in coena Domini” e Lavanda dei piedi. Dalle ore 18.00, e fino a mezzanotte, a Tavernelle, adorazione guidata dalla Compagnia di Galbino. Ore 18.30 in Propositura S. Messa Solenne “in coena Domini” con il rito della Lavanda dei piedi. Al termine della Messa ci sarà la reposizione del SS. Sacramento per l’adorazione personale fino a mezzanotte. Ore 19.00 a Micciano, rito della “Lavanda dei piedi”. Ore 20.00 a Tavernelle “Cena dell’esodo”. Dalle 20 alle 22 i Confratelli con cappa della Misericordia guideranno la meditazione nella chiesa di Sant’Agostino Ore 21.00 nella chiesa della Propositura ad Anghiari ora di meditazione.

3 aprile: VENERDÌ SANTO

Ore 7.30 Lodi mattutine e Ufficio delle Letture in Propositura. Ore 11.30 Prima Processione dalla Chiesa di S. Agostino alla Propositura. Ore 12.00 Recita dell’Ora media in Propositura. Ore 15.00 a Tavernelle e Micciano adorazione della Croce. Ore 19.00 in Propositura Solenne Celebrazione della Passione del Signore. Segue la Processione con il simulacro del Gesù morto. L’itinerario sarà il seguente: Propositura, via XXV Luglio, Piazzola, Via Garibaldi, piazza Baldaccio, Via Matteotti fino in cima alla Croce. Sosta e benedizione del paese. Ritorno fino alla Fonte e per via Corsi si ritorna alla chiesa di Sant’Agostino dove, nella piazzetta antistante, terminerà la Processione con la benedizione finale.

4 aprile: SABATO SANTO

Ore 7.30 Lodi mattutine e Ufficio delle Letture in Propositura. Dalle ore 15.00 Confessioni ad Anghiari e Tavernelle. Ore 21.00 Veglia e S. Messa a San Lorenzo e a Micciano. Ore 22.00 Veglia e S. Messa al Cenacolo di Montauto. Ore 23.00 in Propositura Solenne Veglia Pasquale “in Resurrectione Domini”.

5 aprile: PASQUA DI RISURREZIONE

S. Messe secondo l’orario festivo.

6 aprile: LUNEDÌ DELL’ANGELO

Festa a Santo Stefano: S. Messa alle ore 11.00. Al termine ci recheremo alla Maestà della Vittoria per la benedizione dei campi e l’estrazione delle Damigelle della Vittoria. A Micciano e Tavernelle S. Messa alle ore 11.00.

12 aprile: DOMENICA IN ALBIS

Da Micciano, alle ore 15.00, pellegrinaggio verso il Santuario del Carmine. Al Santuario del Carmine, alle ore 16.00, verrà celebrata la S. Messa con affidamento alla Madonna (Scapolare).

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Il borgo più bello di Emmedipì

Domenica 7 dicembre, un manipolo di avventurosi, capitanato dal Sindaco Riccardo, si è recato a Napoli per partecipare alla trasmissione “Alle falde del Kilimangiaro”. C’era da stabilire chi, fra Anghiari e Pitigliano, in provincia di Grosseto, avrebbe partecipato alle selezioni nazionali, quale rappresentante della Toscana, per il Borgo più bello d’Italia. La gara, che si decideva con il televoto, ci ha visti sconfitti, anche se di poco. Comunque su diciannove Borghi toscani siamo arrivati in finale. Una apposita pagina era stata preparata su facebook e noi qui, per dare l’idea dell’entusiasmo che si era creato, mettiamo alcuni dei commenti, fra l’altro numerosissimi, che sono apparsi qua e là. Ci sono anche affermazioni dettate dallo sconforto e che quindi non vanno soppesate sillaba per sillaba. Anche i testi sono quelli tipici di internet, con abbreviazioni ed errori, e la successione non rispetta l’ordine reale, perché quando si risponde ai “post” non si guarda tanto per il sottile, ma si invia di getto e si scrive quello che ci viene in mente in quel momento. I messaggi giunti per email li ho contrassegnati con un asterisco.

Monica Porta - Forza Andrea!! Forza Anghiari!! Forza Marea!!!! Bruno Il Cinghiale - Anghiari vs Pitigliano...un vero derby da cinghiali! Franca Cinquanta - Bravo! Sempre disposto a spendere x la “sua” Anghiari. Palio della Vittoria - Gennaro domenica metti rai 3 e invita i clienti a votare, anzi organizza un televoto Rosita Caiazzo - Ciao Marisa, nella trasmissione televisiva “Alle falde del Kilimangiaro”, Domenica alle 15:00, daranno il numero a cui invieremo i nostri SmS per votare Anghiari! Cecilia Mercati - Ė bellissimo Anghiari! Amo questo luogo medievale che preserva la sua natura anche la gente chi abita là diventa più originale con la sua simplezza... Agriturismo Val della Pieve - Costa contro entroterra, valtiberina contro maremma, per rappresentare la toscana, votate tutti il paese più bello....... Anghiari Elisabetta Borghesi - UN APPELLO AL VOTO DI OGGI, SOPRATTUTTOAI BARISTI, OGNI TANTO METTETE RAI 3 E INVITATE AL VOTO...NON DI SOLO CALCIO..... Fabio Vignoli - Votate ma soprattutto andate! È a 2 ore da Bologna. Angelita Stefanizzi - Forza Anghiari!!!!!! Massimiliano Cancellieri - Bisogna inviare un msg al 4784784 è scrivere nel msg 1 Flavio Godi - Fatto il mio dovere di supporter di Anghiari. A presto. Lorenzo Leonessi - Vorrei ma non ho fatto in tempo a scrivere come si vota, è stato sullo schermo per 1 secondo! Istruzioni please! Molto bello il servizio!

Pina Di Cienzo - uffy! mi sono impegnata...ho recuperato almeno 6 voti Gigiù Liana - Anghiari, comunque, resta sempre “il più meglio” ! Luca Paci - Votate gente, votate Anghiari! Gigiù Liana - Peccato... ha vinto Pitigliano! le email

* A me è riuscito per ora 2 SMS con conferma e ringraziamenti dal Kilimangiaro Cesare * Carissimo Mario, ti ringrazio per il pensiero che già altri anghiaresi avevano simpaticamente avuto tempestandomi di telefonate, ho seguito la trasmissione, ho votato, ma dalle prime battute ho avuto la sensazione che “la gara” fosse un po’ pilotata poiché non ho mai visto un reportage su Anghiari più brutto ed incompleto come quello in causa. Quindi la “vittoria” di Pitigliano non mi ha sorpreso. Comunque ANGHIARI non perde niente di Borgo più bello d’Italia. Un caro saluto a te e a tutti gli anghiaresi.= Giuseppe Fastacchini * Comunque, la bellezza, la poesia, la PULIZIA di Anghiari, a Pitigliano se le sognano. E lo posso dire forte, da persona che apprezza molto anche quella parte di Toscana (Pitigliano, Sorano, Sovana ecc,). Il fatto è che il televoto sarebbe da abolire, in tutti i campi: ricordi quando taroccavano anche Sanremo? Basta che uno abbia soldi da spendere e si “affitti” un call-center, e il gioco è fatto. Comunque, Anghiari è uno dei paesi più affascinanti d’Europa, altro che della Toscana! Quando uno viene dal Borgo e inizia a salire per la strada che porta in paese, si trova di fronte le alte mura, con il centro storico ... che bellezza!!! Cari Saluti, Santino gstang - Perso...... elisa - C’ho pensato anch’io.... Ma ho visto che agli altri che nn avevano coopvoce funzionava... quindi misá che il problema era quello.... Che delusione cmq! Pieromatteucci - Già, peccato. Almeno abbiamo avuto un po’ di visibilità su un bel programma. Buona serata. Anghiarino - noi abbiamo fatto del nostro meglio! Ed ecco cosa hanno detto quelli che sono andati a Napoli per la trasmissione. Federica Ricceri - Il Borgo più bello d’Italia è semplicemente Anghiari. S’è perso ma siamo comunque i meglio. Armida Kim (rappresentante di me stessa) - è stata un’esperenza interessante. S’è perso, non importa, venite ugualmente a visitare Anghiari.

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fotocronaca

Confessioni Quella di trovarsi il 24 dicembre pomeriggio all’oratorio per le confessioni era un abitudine che fin da quando eravamo più piccini Alessandro (ormai DON) ci aveva dato... Quindi quest’anno ho deciso di riproporla ai ragazzi, perché oltre ad essere una possibilità di confessarsi prima del Natale (credo che l’atto della confessione stia “un po’ scomodo a tutti”: insomma, non è facile fare i conti con noi stessi e ammettere ciò che abbiamo fatto di “non bello”) è stata anche l’occasione di farci gli auguri di Buon Natale. Il tutto è stato poi reso più simpatico dal Giulio, che si è presentato vestito da Babbo Natale... E poi la stessa foto la abbiamo utilizzata per fare gli auguri nella pagina della parrocchia in facebook. (Laura)

Tombola! Chi sotto le feste di Natale non si è ritrovato tra amici per giocare insieme, alzi la mano!! e quindi anche noi non siamo stati da meno. Il 27 dicembre scorso grandi e piccini ci siamo dati appuntamento all’oratorio, dove tra la Tombola animata dalla Norma, altri giochi, panettoni, pandori e spumante, abbiamo passato una bella serata tutti insieme!! (Laura)

Pia Società del Gesù Morto Domenica 22 febbraio, dopo la S. Messa delle ore 11:00 in Propositura, riunione dei Soci, dei Festieri e dei collaboratori della Società. I Festieri riceveranno in questa occasione i nuovi bollettari per raccogliere le vostre quote di iscrizione alla Società. Già fin d’ora ringraziamo tutti coloro che rinnoveranno la loro iscrizione e quanti lo vorranno fare per la prima volta. Il ricavato verrà utilizzato per tutto quanto necessario per i sacri riti della Settimana Santa. Le ulteriori somme a disposizione vengono utilizzate per le necessità della parrocchia. Abbiamo ad esempio contribuito al restauro della tela del San Giovanni che si trova attualmente nella chiesa di Badia, come siamo stati di aiuto in altri interventi come quello a favore della Caritas parrocchiale dello scorso anno.

Ecco i nomi dei Festieri ai quali potrete chiedere informazioni e iscrivervi: Cesari Roberto per Casale e dintorni; Del Barna Andrea per la Motina e Campalla; Guadagni Pasquale per San Leo e Tubbiano; Iacopucci Andrea per San Lorenzo e la collina di Anghiari; Madiai Francesca per Anghiari e il Carmine; Maggini Francesco per il Ponte alla Piera: Mammoli Alfredo per il Bagnolo; Manenti Alberto per la Valle del Sovara; Mondani Alma per Anghiari; Panichi Oliviero per Tavernelle; Papini Palmiro per il Campo della Fiera; Pompeo Giuseppe per la Motina e Viaio.

N.B. Le zone sono indicative. Vi potrete rivolgere ad uno qualsiasi di loro. 25


Dalle nostre Parrocchie

Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli

Febbraio - marzo 2015 Domenica 1 febbraio festa di S. Biagio, patrono di Pocaia. S. Messe a S. Biagio alle ore 10 e alle ore 16, seguite dalla tradizionale benedizione della gola. Mercoledì 18 febbraio inizio della Quaresima, benedizione e imposizione delle sacre Ceneri, digiuno e astinenza. Ore 16 S. Messa a Monterchi, ore 17 a Pocaia. N.B. In Quaresima verranno effettuati incontri di preghiera e di catechesi a cui sono invitati adulti, catechisti, fidanzati e gruppi di preghiera nella chiesa della Madonna Bella.

Benedizione delle case e delle famiglie Sabato mattina 14 marzo dalle ore 9 alle 13 benedizioni delle famiglie di Gambazzo, Pianezze e Tarsignano. Lunedì 16 marzo nel primo pomeriggio benedizioni delle famiglie di Ripoli, Fonaco e Borgacciano Dal 17 marzo benedizioni delle famiglie e aziende residenti nella parrocchia di S. Biagio a Pocaia. Dal 23 marzo benedizione delle famiglie, botteghe e aziende della parrocchia di S. Simeone a Monterchi

Programma della Settimana Santa e della Pasqua 2015 Nel pomeriggio della Domenica delle Palme 29 marzo e del Lunedì e Martedì Santo, Quarantore nella Pieve Arcipretura di Monterchi Lunedì 30 marzo benedizioni delle restanti famiglie della parrocchia di Padonchia Mercoledì Santo 1 aprile alle ore 21, Confessioni Pasquali per tutti a Padonchia Giovedì Santo 2 aprile Messa In Coena Domini alle ore 17 a Pocaia e ore 18 a Monterchi. Alle ore 21 i confratelli della Misericordia e della Compagnia del SS.mo Sacramento assieme ai gruppi di preghiera si raccoglieranno in adorazione dell’Urna contenente l’Eucarestia nella chiesa di S. Simeone. Venerdì Santo 3 aprile Pasqua di morte del Signore: astinenza e digiuno. Liturgia della morte del Signore alle ore 15,30 a Monterchi e alle ore 17 a Pocaia. Alle ore 21 solenne Via Crucis e processione di Gesù Morto e della Madonna Addolorata con raduno e partenza di fronte al Monastero. Sacerdoti, ragazzi della Prima Comunione e della Cresima, Confratelli della Misericordia e delle Compagnie di Monterchi e Padonchia e tutto il popolo di Dio saliranno lentamente in preghiera e meditazione verso il centro storico e nella PieveArcipretura di S. Simeone si concluderà il rito con breve omelia e Benedizione con la Reliquia della S. Croce. Sabato Santo 4 aprile Confessioni dalle 16 alle 17 nella

chiesa della Madonna Bella a Pocaia e dalle 17 alle 18 nella chiesa di S. Simeone. Alle ore 21 Veglia pasquale e S. Messa a Pocaia. Alle ore 23 confessioni in Pieve – Arcipretura a Monterchi. Alle 23.30 Veglia pasquale seguita dalla Messa di mezzanotte della Risurrezione del Signore nella medesima chiesa di S. Simeone Profeta. Domenica 5 aprile PASQUA DI RISURREZIONE Alle ore 8 S. Messa nella chiesa di S. Biagio a Pocaia. Alle ore 9 S. Messa nella chiesa di S. Michele Arcangelo a Padonchia. Ore 10 S. Messa nel Santuario della Madonna Bella a Pocaia. Ore 11,15 S. Messa nella Pieve – Arcipretura a Monterchi. Ore 18 S. Messa Vespertina a Monterchi. Lunedì di Pasqua 6 aprile Confessioni e Comunioni pasquali nella Chiesa di S. Biagio a Pocaia dalle ore 8 alle 12.

Altre notizie La popolazione di Padonchia in particolare e di Monterchi in generale esprime le proprie congratulazioni ai neo-laureati in medicina lo scorso 18 dicembre 2014 presso l’Università di Perugia Patrizia Pierini e Giovanni Novello, con la votazione di 110 e lode. Lo scorso anno presso la stessa Università si era laureato in medicina con la stessa valutazione il neo-dottore Jacopo Guadagni e prima ancora Alice Baldi, tutti della parrocchia di Padonchia, come l’ing. Andrea Alberti che ora si trova negli Stati Uniti a perfezionare i suoi studi in ingegnere aerospaziale. È stata celebrata sabato 20 dicembre la tradizionale Festa dei nonni e degli anziani presso gli edifici scolastici, per iniziativa del Comune e di tutte le associazioni paesane. Dopo la S. Messa, celebrata dall’arciprete Don Quinto Giorgini, i numerosi intervenuti sono rimasti a pranzo nella mensa scolastica, per una giornata di fraternità, amicizia e scambio di auguri. In alto una veduta di Monterchi. La foto è stata scattata provenendo dalla valle del Padonchia.

Il calabrone io la penso così

Dicembre 2014 - L’Italia è stata multata per 40 milioni di euro perché le sue discariche non sono a norma. Grande stupore! Solo che la cosa si protrae dal 2003. E allora io dico: «Pochi!.

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Dalle nostre Parrocchie

da Santo Stefano

a cura di GM

Nuova illuminazione

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a tempo si parlava di rifare l’illuminazione nella chiesa di Santo Stefano, dato che quella esistente non era più adeguata. Infine è arrivata l’ora! Dopo aver avuto in mano il progetto (a cui ci ha pensato Don Marco) i lavori sono iniziati e con maestria e tanta buona volontà Piero Giorni, aiutato in parte dal fratello Luigino e da Augusto Polcri, in poco più di una settimana ha completato l’opera. Ora la chiesa è molto bene illuminata e ne siamo tutti soddisfatti. A Piero Giorni vada il nostro grazie perché si è impegnato molto per finire presto i lavori. Quest’opera ha comportato una spesa abbastanza sostenuta, perciò abbiamo bisogno del contribuito economico di tutti. A tale proposito si deve ringraziare la Banca di Anghiari e Stia che ci ha fatto pervenire un sostanzioso contributo. Chiunque ci volesse sostenere può contattare Giorni Piero, Mafucci Gastone e Chiarini Meri. Ringraziamo tutti anticipatamente. Speriamo che ci aiutiate.

Presepe

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opo quasi un mese di lavoro, il presepe si è presentato bene in tutti i suoi particolari. I soliti che hanno partecipato all’opera si sono sacrificati con molte serate, ma sono riusciti a portare bene a conclusione ciò che avevano ideato. Ben si notano i particolari come ad esempio la chiesa con il parco adiacente e con in primo piano la natività. Siete stati bravi e il presepe è stato apprezzato dai tanti visitatori che sono passati nei giorni di festa.

C’è sempre chi ci dà una mano

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a tempo le porte della chiesa erano molto trascurate, ma con l’opera di Ivo Polendoni finalmente sono state rimesse al nuovo. C’era bisogno di una bella ripulita e una bella lucidata e Ivo, da persona esperta, ha fatto veramente un ottimo lavoro. Grazie Ivo, che senza nulla pretendere, hai sistemato le porte della chiesa di Santo Stefano.

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Forza Luigino, siamo con te

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a un po’ di tempo Luigino Giorni si trova ricoverato in ospedale. Siamo tutti addolorati per questa sua assenza. Persona molto amata da tutti per il suo modo di fare e la sua pacatezza e anche per il suo sorriso, sempre disponibile e presente nella nostra comunità. Sei una pedina molto importante, perciò sentiamo la tua mancanza. Allora forza Luigino, siamo tutti con te e ti aspettiamo presto tra noi. Mentre andiamo in macchina Luigino è ancora ricoverato in ospedale. In alto, veduta della navata e delle cappelle illuminate dai nuovi faretti a led, forniscono luce immediata con un basso consumo. Sotto, Piero Giorni, l’artefice del montaggio dell’illuminazione (se ne parla nell’articolo).

Dal Carmine (Francesca Madiai) - Quest’anno al Carmine il presepe è stato realizzato dai nostri ragazzi. Non vivono qua ma vengono spesso dai nonni e quest’anno hanno voluto essere loro i protagonisti. Ringrazio quindi l’Irene Boncompagni, l’Anna Vichi e Vittorio Meozzi che, dietro l’insegnamento dei genitori, sono stati dei bravi esecutori. Il presepe è stato collocato nella parte sinistra del transetto, proprio davanti all’altare di Sant’Antonio, e sono state tante le persone che lo hanno potuto vedere. Quindi grazie e arrivederci al prossimo anno!


da San Leo Festa per San Leone

La prima omelia di don Alessandro per il Patrono San Leone Magno

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na provvidenziale circostanza ha voluto che il 10 novembre, Festa del Santo Patrono della Parrocchia di San Leo-Tubbiano, cadesse proprio il lunedì successivo alla prima celebrazione solenne con cui don Alessandro ha iniziato il suo ministero sacerdotale. Anche questa è stata una delle diverse ”Dio-incidenze”, come la prima messa nella Parrocchia di Tavernelle nel giorno dell’anniversario della nascita al cielo del nostro nonno “Chiochi”, che aveva sempre pregato perché almeno uno dei suoi nipoti si facesse prete. Subito dopo, a San Leo, il nostro Ale ci ha potuto fare lo splendido regalo di essere i primi ad ascoltare le sue parole dall’altare, nella prima omelia del suo ministero, dedicata proprio al Santo Papa San Leone, che con la forza della fede riuscì a respingere il barbaro Attila e a difendere la Chiesa minacciata da innumerevoli eresie. San Leone, ha detto, è un grande esempio per i preti di oggi ma anche per tutti coloro che si dicono cristiani. Il Vangelo del Buon Pastore ben si addiceva anche alla occasione del novello sacerdozio: “Il Buon Pastore dà la vita per le sue pecore e non fugge quando viene il lupo, come fa il mercenario”. In un simpatico dialogo con i bambini, il giovane presbitero ha incantato anche tutti noi, facendoci riflettere anche sul ruolo delle pecore, non “pecoroni” che vanno dietro a chiunque, ma cristiani maturi che riconoscono in Gesù solo il Buon Pastore e lo seguono, costi quello che costi! Hanno concelebrato il parroco di Monterchi Don Quinto e il nostro parroco Don Romano, il quale, felicissimo, ha ricordato quando, chiamato a Tavernelle dopo la morte di Don Gino, ha conosciuto Alessandro, chierichetto piccolissimo, che però, a differenza di altri “già scrutava con interesse stupito quello che avveniva sull’altare”. La Messa del Patrono è stata anche l’occasione di iniziare in bellezza l’anno catechistico con la presenza dei bambini e dei genitori che, insieme a tutta la Comunità, hanno rinnovato le promesse battesimali. La Festa è proseguita in allegria con la cena all’Oratorio. Le parole ”Mi ami? Pasci le mie pecorelle!” che avremmo voluto mettere meglio in evidenza sulla torta, sono anche il nostro augurio, caro Ale: Sia sempre l’amore per Lui, il Signore Gesù, che guidi e sostenga la tua missione!

La Festa di Cristo Re

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ell’ultima domenica dell’Anno Liturgico a Sansepolcro si venera il Volto Santo, una scultura lignea ricavata da un unico ceppo, rappresentante Cristo sulla croce. Una leggenda narra che per l’esecuzione del Volto la mano dell’artista, (ad oggi sconosciuto), sia stata guidata da Dio, da qui il nome “ Volto Santo”. In questa giornata Cristo viene vestito con abiti regali color rosso e oro, colori di Colui che regna senza rivale alcuno, perché è salito al trono vincendo la morte. Le catechiste della Parrocchia di San Leo non si sono lasciate perdere l’occasione di coinvolgere ragazzi e genitori in una “lezione” particolare nella Cattedrale di San Giovanni Evangelista (il Duomo). Quindi, durante il sabato di catechismo, tutti a Sansepolcro in ginocchio davanti all’infinita dolcezza di questo Volto misterioso. Uscendo dal duomo, tre o quattro passi sulla destra, la dolcezza lascia il posto alla sensazione di indiscussa riverenza che si prova guardando attrraverso il vetro il Cristo della Resurrezione di Piero, fermo, sicuro, imponente, vincente. Poco prima avevamo ammirato nell’Oratorio di San Rocco il sepolcro vuoto, copia perfetta dell’originale di Gerusalemme. Per un giorno i nostri ragazzi non hanno imparato da libri o racconti, ma hanno scrutato Gesù, incuriositi dalla forma d’arte, ora scultura, ora dipinto. È così che hanno visto e incontrato Gesù, ne sono stati impietositi, stupiti, attratti, secondo una delle nuove modalità che si usano ultimamente per trasmettere la fede! Mi piace!!! Cristina (mamma di Sara) Nelle foto, da sinistra, due momenti della celebrazione eucaristica per la festa di San Leone e poi i bambini del catechismo con Don “Ale”.

Capodanno in coro Ultim’ora

Rieti, sabato 3 gennaio 2015 presso il teatro Vespasiano, si è svolto il concerto di capodanno “A Child is Born - Messiah” diretto da Simon Over e con la partecipazione del Coro del Parlamento Inglese preparato da Nicholas O’Neill e del coro dell’Anghiari Festival preparato da Giulio Camaiti. Gran successo! A sinistra la locandina dell’evento

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In mostra alla Banca di Anghiari e Stia

Il “Vecchio telegrafo” a cura della Banca di Anghiari e Stia

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a Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo è da sempre in prima fila per tutto ciò che concerne la valorizzazione del territorio, delle sue eccellenze e del suo patrimonio storico-culturale. Per questo motivo ha riportato alla luce, ed esposto in un angolo della filiale di Anghiari, il “Vecchio Telegrafo” della locale stazione dei treni. Quella di mettere in mostra un oggetto legato alla vita del paese è una tradizione che la nostra Banca porta avanti da tanto tempo e che offre a tutti la possibilità di ammirare alcuni degli oggetti più significativi del nostro passato. Perché il Natale può diventare occasione per riflettere sulle nostre origini, per interpretare nel modo migliore il presente e per prepararsi con consapevolezza al futuro. La valorizzazione della storia del nostro paese rappresenta una missione da cui non possiamo prescindere ed è un legame indissolubile che unisce la Banca di Anghiari e Stia ed il suo territorio. Il richiamo diventa ancora più forte considerando che il 2015 è il cento decimo anno di vita del nostro Istituto, nato con il nome di Cassa Rurale. La Banca è venuta recentemente in possesso di questo prezioso telegrafo che risale alla fine dell’Ottocento. Il telegrafo era uno strumento essenziale per le comunicazioni e per la sicurezza della circolazione dei treni. Il suo funzionamento si basava su un unico “tasto” con cui venivano trasmessi, mediante impulsi elettrici, messaggi testuali che sfruttavano il codice Morse, caratterizzato da una sequenza di punti e linee. Questi messaggi venivano inviati alle stazioni vicine e poi registrati su bobine per essere decifrati. Il telegrafo esposto in Banca era in funzione presso la vecchia Stazione di Anghiari, che era situata lungo la Ferrovia dell’Appennino Centrale (FAC). Era una linea a scartamento ridotto che collegava Arezzo con Fossato di Vico. La Ferrovia, inaugurata nel 1866, rappresentava una delle più importanti arterie di comunicazione del Centro Italia e contribuì all’emancipazione ed allo sviluppo economico di zone rurali ed emarginate. Venne smantellata nel 1944 a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, che danneggiarono irreparabilmente binari, stazioni e ponti ferroviari. Assieme al prezioso telegrafo è conservato il nastro in cui è incisa la registrazione di una conversazione intercorsa tra due locali capistazione, contenente accenni alle vicende finali della guerra e alcuni riferimenti alla cronaca locale del tempo. Siamo quindi di fronte a una testimonianza significativa per ricostruire un interessante spaccato di storia locale. Nella filiale anghiarese sono esposti altri oggetti relativi alla Stazione di Anghiari e risalenti allo stesso periodo storico: una cartolina con un treno in arrivo alla stazione ed il manifesto della Ferrovia dell’Appennino Centrale con l’orario in vigore nel 1905, l’anno di fondazione appunto della Cassa Rurale di Anghiari.

Le emozioni del “Ceppo in Piazza”

I

l 24 dicembre 2014 Anghiari si è vestito a festa per celebrare uno degli appuntamenti più caratteristici della sua tradizione, il “Ceppo in Piazza”. Nel pomeriggio della vigilia di Natale (a partire dalle ore 17:30), Piazza Baldaccio ha infatti accolto i numerosi “Babbi Natale” che sono scesi dalla ruga di San Martino non in sella alle classiche slitte trainate da renne, ma a bordo di bellissime vespe d’epoca. I “Ceppi” (così sono chiamati dagli anghiaresi i Babbi Natale) si sono fermati sotto l’imponente albero allestito per le festività ed hanno omaggiato i numerosi bambini presenti con dolci, libri e palloni. L’iniziativa, organizzata come sempre dall’Associazione Pro-Anghiari in collaborazione con il Moto Club “Il Ferraccio” e grazie al sostegno della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo, ha riscosso il solito grande successo ed è stata occasione importante per portare avanti una tradizione sentita da tutti gli anghiaresi. I più piccoli hanno apprezzato i doni, i meno giovani sono tornati indietro nel tempo ed hanno rivissuto le emozioni di questa tradizione attraverso il sorriso dei bambini.

Nella foto in alto l’angolo con il “Vecchio telegrafo” allestito nella agenzia di Anghiari della banca. Sotto, alcuni dei “Ceppi” presenti in “Piazza” ad Anghiari il 24 dicembre scorso.

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Da Tavernelle

a cura di Linda Bartolomei

Caro Ale anzi Caro don Ale,

lo scorso 9 novembre è stato un giorno di grande festa per la nostra comunità parrocchiale, per le persone che ci hanno visto crescere, sia per quelle che ci sono ancora e anche per quelle che ci hanno già preceduto nella casa del Padre. Ho visto negli occhi dei presenti la gioia e la voglia di “farti festa”; l’orgoglio di vedere che quel ragazzino che suonava “l’organo in chiesa”, ha risposto “Si” alla chiamata del Signore ed ora è diventato Suo Ministro. Mi ha molto emozionato il tragitto a piedi da casa tua fino alla chiesa, che come hai detto anche tu, è il percorso che abbiamo fatto migliaia di volte da bambini per andare alla messa o al catechismo. Quel breve tratto di strada ci ha visto crescere, spesso io lo percorrevo di corsa perché ero sempre in ritardo, ma tu no, tu arrivavi sempre il primo di tutti. Mi ha sempre affascinato la cura con cui preparavi i canti specialmente in occasione del Natale o della Pasqua, spesso ci scontravamo perché io ti dicevo che eri troppo pignolo e che sceglievi sempre canti troppo difficili. Hai sempre messo tanto amore e tanta cura nel tuo servizio per la Chiesa, e la riprova di questo sono i tanti volti amici che erano con te il giorno della tua ordinazione e soprattutto i tanti ragazzi presenti. Adesso inizia il tuo cammino, sono convinta che Colui che ti ha chiamato guiderà i tuoi passi, noi dalla tua parrocchia ti saremo vicini nella preghiera. La gioia e l’amore per il servizio a cui sei stato chiamato, ti si legge negli occhi e voglio augurarti buon cammino, sicura che riuscirai a trasmettere l’amore di Dio a quanti incontrerai lungo la tua strada.

Befana? No. Befane!

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Festa di Sant’Andrea

ome ogni anno noi ragazzi del catechismo abbiamo realizzato, aiutati dalla Chiara, dalla Catia e dalla Linda la recita per l’Epifania. Lo spettacolo si è tenuto domenica 4 gennaio presso il centro parrocchiale ed è stato preceduto da un pomeriggio intero passato in parrocchia, prima la tombola, poi la cena e infine la recita. Il titolo era “Natale ti mette le ali” e vi voglio raccontare brevemente la trama perché è veramente bella. “Alcune statuine del presepe in particolare dell’Angelo Miky, stanche di vedere ogni anno solo e soltanto un cielo fatto di cartapesta, decide di chiedere a San Giuseppe di poter uscire fuori per andare a vedere le stelle. Il desiderio di Miky viene esaudito con il patto che tutti dovranno ritornare al presepe entro la mezzanotte. Le statue appena uscite dalla casa incontrano un cane ed un gatto che li accompagnano in periferia, perché le luci della città non consentivano di vedere le stelle. Arrivati in periferia, in una baracca, trovano una famiglia povera con un bambino piccolo. Vedendo che quel piccolo appena a nato non aveva nulla i personaggi del presepe, capeggiati dall’angelo Miky, decidono di dare i doni che avrebbero dovuto dare a Gesù, al bimbo povero. Ritornando al presepe, preoccupati da come giustificare l’assenza dei doni a Giuseppe, si accorgono che i loro doni erano già sistemati vicino alla capanna e come premio per il suo buon cuore l’angelo Miky diventa un angelo vero.” La recita ci spiega che per amare Gesù, prima dobbiamo amare gli altri, infatti i personaggi del presepio quando hanno regalato quei doni al bambino povero è come se li avessero donati a Gesù. Alla fine della recita è arrivata al befana, ma quest’anno non ne è arrivata solo una! Ne sono arrivate due! Le befane erano talmente brutte e vecchie che alcuni bambini non hanno voluto nemmeno darle un bacino per ringraziarle. Erano una alta alta l’altra bassa bassa e tutte e due avevano dei bastoni per non cadere. Hanno dato, a tutti i ragazzi che hanno recitato, una calza con dentro tanti cioccolatini, caramelle… ma anche qualche mandarino! Ringraziamo la Chiara, la Catia e la Linda per la pazienza e per averci aiutato ad imparare le canzoni e le parti recitate. Ringraziamo inoltre tutte le persone che sono venute a vedere la recita e vi aspettiamo l’anno prossimo.

Il 30 novembre, in occasione della Festa di Sant’Andrea apostolo presso Chiesa di Galbino, la Santa Messa è stata celebrata dal novello sacerdote don Alessandro. La celebrazione eucaristica è stata accompagnata dai canti del Coro di Tavernelle e dai ragazzi del catechismo. Dopo la Messa si è tenuta presso il centro parrocchiale la consueta “Cena dei Capi Famiglia”, dove tutti gli uomini della parrocchia sono stati invitati per un momento conviviale, allietato dalle poesie in ottava rima composte e cantate da due noti poeti anghiaresi.

Betlemme “Casa del Pane” Come ogni anno i ragazzi del catechismo hanno animato le domeniche di Avvento attraverso dei simboli, che li hanno aiutati a percorre, insieme a tutta la Comunità Parrocchiale, il cammino verso il Natale. Il tema di quest’anno era “Betlemme Casa del pane”, infatti la traduzione della parola ebraica Beit Lehem (Betlemme) significa letteralmente Casa del Pane. Sotto l’altare è stato posto un grande pane come rappresentazione del luogo dove è nato Gesù. Ogni domenica i ragazzi hanno messo accanto ad esso dei simboli e i verbi, VEGLIARE, CONVERTIRE, CAMMINARE e ACCOGLIERE hanno guidato il nostro cammino di Avvento mettendo in risalto gli atteggiamenti giusti per prepararci ad accogliere Gesù. Il giorno di Natale il grande pane ha fatto da culla al bambinello, posto sotto l’altare per la consueta adorazione.

Leonardo In alto, i ragazzi del catechismo attorno all’altare con i simboli dell’Avvento. Sotto, un momento della recita per la Befana.

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segue da Tavernelle - a cura di Linda Bartolomei

Grazie don Marco

Grazie don Marco (Dalileo) - Era il novembre 1984, quando un giovane parroco originario della vicina Sansepolcro, prendeva la guida della piccola comunità parrocchiale di Tavernelle. Sono passati esattamente 30 anni, sono tante le cose che don Marco ha fatto per la nostra parrocchia in questi anni. Voglio ricordare la realizzazione del centro Parrocchiale “La Famiglia”, istituzione della Festa della Famiglia la cui prima edizione si è svolta nel giugno 1985 e il restyling della Chiesa che nel tempo è stata abbellita dal nuovo ingresso, dalla vetrata dedicata a Sant’Andrea e ultimamente è stato realizzato il nuovo tetto con tanto di croce luminosa. Tutta la comunità vuole ringraziare don Marco per le tante cose belle realizzate e soprattutto per essere sempre presente, nonostante i suoi impegni, nei momenti importanti della nostra piccola comunità.

Nella foto in alto, don Marco in occasione della prima Comunione celebrata a Tavernelle il 9 giugno 1985; come si dice sopra, don Marco era giunto nel novembre dell’anno prima. Qui a destra, don Marco oggi con la nuova cotta offerta dalla parrocchia per il trentesimo anniversario della sua presenza a Tavernelle. L’ha realizzata Brunetta Nannicini, esperta sia nel ricamo che nel tombolo.

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Le vostre offerte sono arrivate Un primo elenco del 2015

Adamo Balzani, Padonchia Adina Dini, Corciano Adriana Cherici, Crocifissino Adriana Cristini, Genova Aduino Baldesi, Monterchi Alberto Camaiani, Borgo della Croce Alfredo Mammoli, Bagnolo di sopra Alma Goretti, Carmine Alma Rossi Nicolò, Venosa Amedeo Corsi, San Giustino Andreina Bartolomei, Fontebrina Angela Conti, Giardinella Angiolo Magri, Renicci Anita Fontana, Casacce Anna Guerrini, I Fabbri Anna Maria Fontanelli, Arezzo Anna Maria Guiducci, Arezzo Anna Maria Valentini, La Pesa Anna Polverini, Borgo della Croce Annunziata Lapi, Borgo della Croce Annunziata Peluzzi, San Leo Antonella Guadagni, Acquedotto Antonia Ada Acquisti, Mura di sopra Antonio Berlicchi, Il Borgo Antonio Testa, Turicchi Armando Babbini, Giardinella Ascanio Babbini, Bucacce Bruno Ghignoni, S. Stefano Bruno Grottini, Terrato Bruno Polverini, Pocaia Cambi Claudio, Campo alla Fiera Carlo Manescalchi, Molino di San Leo Catalina Ruggeri, Argentina Caterina Papi, Roma Cathia Acquisti, Viale della Stazione Centro agg. sociale, Piazza del Teatro Cerboni Lilly, Bernocca Cesarina Donati Sarti, Serafino Cipriano Comanducci, Infrantoio Claudia Pacini, S. Giuliano Mil.se Coleschi Giselda, Palazzo Concetta Piantini, Casentina Corinna Senesi, Piazza Baldaccio Costanza Papi, Strasburgo Dario Pasqui, Casanova Catigliano Dario Torelli, Campodazzi Delfo Draghi, Stazione Delfo Venturi, Casaccia Diana Dini, Via del Carmine Dino Corsi, Via di San Leo Domenica Nicchi, Infrantoio Domenico Comanducci, Campo Fiera Domenico Rossi, La Vigna Elena Pieracci, I Fabbri Elio Ragno, La Banca Enrico Baglioni, Infrantoio Enrico Orlandi, Villa Pitignano PG Enzo Rossi, Pantaneto Ermindo Pernici, Ponte di Carletto Ernesto Dragoni, La Croce Eros Petruccioli, Campo della Fiera Esterina Leonardi, Osteria Tavernelle

Eugenio Guadagni, Osteria Tavernelle Fabio Gigli, Crocifissino Fabio Nicchi, San Rocco Fabrizio Nasini, Infrantoio Faliera Tanfi, Mura di sopra Faliero Pernici, La Ripa Fedora Zanchi, San Giovanni V.no Filarmonica Pietro Mascagni, Anghiari Francesco Guadagni, La Stazione Francesco Mondani, La Stazione Franco Giorni, San Leo Franco Rumori, La Vigna Fulvio Floridi, Borgo della Croce Gabriella Lombardi, Motina alta Gaspero Vichi, Carmine Gastone Mercati, Intoppo Gattari Giampaolo, Via della Fossa Germana Baglioni, Fossatino del Ponte Michele Ghignoni, Molin Bianco Gian Domenico Baggi, Tavernelle Gianni Beretta, Caserecci Gino Giovagnini, Tavernelle Gino Paletti, Barliano Gino Rossi, Tavernelle Giorgio Franchini, La Banca Giorgio Mencarini, Via del Gioco Giovanni Graziotti, Pocaia Giuliano e Sonia Polverini, Monterchi Giuseppe Capolungo, MaestĂ Giuseppe Comanducci, San Rocco Giuseppe Crociani, Fondaccio Giuseppe Fastacchini, Roma Giuseppe Fontana, La Stazione Giuseppe Leonardi, Bagnolo-Tavernelle Giuseppe Rosadi, Molinello Giuseppe Sassolini, il Borgo Offerta anonima Graziano Lazzeroni, Viaio Graziano Zanchi, Campo della Fiera Graziella Monini, San Leo Gustavo Cuccini, Perugia Icaro Marconi, Bagnolo del Ponte Ivano Cesari, Via del Carmine Ivano Leonardi, Spogliabecco Ivo Scartoni, Via di Pino Lea Cerquatti, Via Vecchia Liana Polverini, Bernocca Lina Bilancetti, Buenos Aires Lino Sciadini, Giardinella Lotta Meozzi, Via Nova Luciana Lanari, Le Forche Sansepolcro Luisa Mercati, Acquedotto Manfredo Gaggiottini, Strette Marcella Mari, Giardinella Marcella Martini, Il Fosso Marcella Pernici, S. Giovanni V.no Marcello Gelsomini, Campo alla Fiera Marco Aglini, Pietto Marco Caremani, Lastra a Signa Marco Lombardi, Monte Maria Cipriani, La Capannuccia Maria Ebe Ricci, Molinello

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Maria Maranesi, Sansepolcro Mario Fontecchia, Campo della Fiera Mario Fornacini, Giardinella Mario Ghignoni, Infrantoio Mario Mariani, Bagnolo Mario Zanchi, Chiani Marisa Canestrelli, Acquedotto Massimiliano Baggi, Giardinella Massimo Pernici, Via Garibaldi Maurizio Girolimoni, Crocifissino Mauro Tanfi, Barbieria Michele Baggi, Fighille Michele Bruni, Stazione Miria Gaggiottini, Motina Monica Magrini, La Vigna Moreno Zanchi, Il Fosso Nella Magri, Cerbaia Nelly Santi, Piazzola Olida Lanari, Il Ronco Osvaldo Crociani, Viale della Stazione Osvaldo Rosadi, Ponte Paola Antoniucci, Fossa Paolo Cerofolini, Catigliano Paolo Massimetti, Il Borgo Paolo Monini, San Leo Pierluigi Gallai, Castello Piero Comanducci, Infrantoio Piero Lega, Gran Via Piero Rossi, Ponte alla Piera Pietro Cangi, Campo della Fiera Renata Giovacchini, Via della Ripa Renato Bidossi, Arezzo Rino Cappietti, Colle di Padonchia Rita Antoniucci, Arezzo Rosanna Merendelli, Casa Donati Salvi Renata, Infrantoio Santino Ferrini, Campo della Fiera Saura Cambi, Via del Carmine Secondo Mariotti, Motina Settimia Gambacci, Via Garibaldi Silvana Ruggeri, Cordoni Silvano Boncompagni, Via di San Leo Silvano Dini, Arezzo Silvano Paterni, Via del Carmine Silvia Midollini, Ponte alla Piera Simone Sassolini, California Sirio Ruggeri, Via del Carmine Spinetta Meozzi, Arezzo Teresa Bartolomei, Portogallo Valentino Petruccioli, Pietto II Valentyna Oleksyuk, Bagnolo Tavernelle Valter Giorni, Infrantoio Vanna Meazzini, Tavernelle Vasco Coleschi, Via del Carmine Vasco Ghignoni, Palazzolo Veneranda Martinelli, Infrantoio Vincenzo Pernici, Molin del Caccia Vito Marzi, Ponte alla Piera Vittoria Giovagnini, Casalta San Leo Willard Sperry, Casanova Lani


Messa in parrocchia

Il nome, il perché

Domenica 14 dicembre 2014, alle ore 16, Santa Messa presso la chiesa di San Giovanni Evangelista al Ponte alla Piera. La liturgia, presieduta da don Ferdinando, ha avuto quattro attivi e solerti chierichetti che si sono impegnati in ogni necessità. La liturgia oggi prevedeva per i paramenti il colore rosaceo: l’altra occasione è la quarta domenica di Quaresima. Al termine, dopo la benedizione finale, e l’uscita dalla chiesa, il sagrato è stato il luogo adatto per un saluto!

Carla Biancheri – Io sono nata Ripoli e mi chiamo così perché mio fratello, che è nato cinque anni prima, è nato il 4 novembre, per San Carlo, e gli hanno messo a nome Carlo. Poi sono nata io, la fantasia era poca, e mi hanno messo a nome Carla.

di Anghiarino Anghiarese

di Emmedipì

Giovedì 25 dicembre 2014, la Santa Messa delle ore 10 è stata celebrata nella chiesa di Tubbiano mentre domani, Santo Stefano, sarà celebrata a San Leo. E così le due comunità stanno unite, tutte e due, al loro parroco don Romano. Chiesa veramente piena e i canti intonati dalla Laura hanno coinvolto quasi tutti i fedeli presenti. Al momento dello scambio del segno della pace un ragazzo, con buona volontà, lo ha fatto con tutti i presenti. Bravo! Non è mancato il saluto a Gesù Bambino che i parrocchiani avevano collocato nel presepe allestito sotto l’arco di gloria. Domenica 28 dicembre 2014, Santa Messa domenicale delle 11, anzi delle 11 e un quarto, a Pieve Sovara. Arrivando, ho visto il camino della canonica che fumava. Giunto don Romano, dopo i suoi impegni nell’altra vallata (la Valtiberina), è iniziata la celebrazione. Non molti i fedeli ma in compenso molti i canti eseguiti, cosa che a me dà un senso di gioia e di partecipazione, appunto, corale. Per la precisione i fedeli erano giunti alla antica pieve dalla Murella, dai Piani, dalla Fossa e anche dal Campo della Fiera e da Pino (quello di Anghiari), mentre erano assenti giustificati gli amici da Pino (quello della Commenda). Giovedì 1 gennaio 2015, Santa Messa festiva nella antica Pieve di Micciano alle ore 11:00. Arriva don Gustavo e dopo i saluti con i presenti ed eseguite le necessarie preparazioni, inizia la celebrazione. Se i presenti non erano tantissimi (mancavano i giovani, ma è il primo dell’anno!), molti sono stati i canti eseguiti da un gruppo affiatato di fedeli e che hanno arricchito la celebrazione stessa. E così anch’io, al termine, ho potuto salutare molti conoscenti di quella località ai piedi dei Monti Rognosi. Domenica 11 gennaio 2015, Santa Messa festiva del Battesimo di Gesù a Tavernelle alle ore 11:00. La Messa verrà celebrata da don Adalberto, ma intanto i ragazzi si sono ritrovati nei locali della parrocchia per il catechismo e poi, assieme alle loro catechiste, seguiranno la S. Messa. Presenti anche le suore del Cenacolo e suor Chiara insieme ai fedeli della frazione che, incoraggiati dalle volontarie con una bella voce, hanno eseguito alcuni canti. Matteo, il chierichetto, oggi era da solo, ma ha svolto dignitosamente il suo compito.

Lea Cerquatti – Mi chiamo Lea perché mi hanno messo a nome così. Anzi la storia è questa. Alla Lucia Corsi della fattoria Bartolomei le morì una figlia che si chiamava Lea e mia madre, che in quel tempo andava a servizio da loro, mi mise questo nome. Io sono nata l’11 settembre del 1926. Celestino Corsi – Il mio è un nome messo da una zia, anzi a dire il vero dopo all’anagrafe hanno sbagliato e hanno scritto Celeste, ma tutti mi chiamano Celestino. Io sono nato a Ripoli il 22 settembre del 1937. Angiolino Mafucci - Io sono nato a Campalone di mezzo, poi c’era Campalone alto. Io fui l’ultimo dei Mafucci nati in Campalone pensa. Il nostro padrone era il dottor Angelo Busatti, una persona veramente appassionata di agricoltura e che trattava i contadini in modo esemplare. Quando io nacqui lui era morto e quella mattina mio padre da Campalone andiede ad Anghiari a segnarmi in comune. Quando veniva ad Anghiari si fermava sempre dalla moglie, la signora Iole, che era la farmacista. Allora si ferma alla farmacia «E ‘n do vai Giacco?» (si chiamava Giacomo ma gli dicevano Giacco) «Vado a segnare quel citto ‘n comune!» «E come gni metti a nome?» «Serse» «Ah» lei fece. «Perché padrona Iole?» «Perché si non avevi scelto il nome e gli mettevi Angelo mi facevi piacere!» Il mio babbo non andò neanche dalla mia mamma a dirglielo, lo sapeva che quando l’aveva detto la signora Iole andava bene. E così mi chiamo Angelo. Fratelli Del Pia – Dei figli di Mattio e Domenica Poggini, tutti nati al Molinello, sono rimasti in vita solo Nevia e Assunta. Gli altri erano Annunziata (Nunzia) e le hanno messo il nome della nonna materna e quindi la madre di Domenica Poggini che si chiamava Annunziata Giubilei; Giuseppe nato il 24 maggio del 1920 a cui misero il nome dello zio morto in guerra [Del Pia Giuseppe, di anni 33, di Tubbiano. Soldato del 28° Fanteria, caduto il 18 novembre 1915 sul Monte Podgora (Medio Isonzo) per “scheggia di granata”. Sepolto sul posto], appena mandato al fronte morì subito; Fernando di cui non sappiamo il motivo. Nevia Del Pia – Io sono nata il 13 giugno del 1924. Ad Anghiari c’era una ragazza o una signorina, non so, che ai miei gli piaceva, e si chiamava Neva. E allora per non mettere proprio uguale han pensato di mettermi Nevia. Assunta Del Pia – Io sono nata il 20 aprile 1929. A me mi hanno messo a nome Assunta, Licia e Vera. Il nome Assunta me l’hanno messo perché così si chiamava la nonna paterna. Io ero l’ultima (mia madre aveva già 43 anni) e quel nome è toccato a me. Leris Senesi – Parla la mamma Rina: Io avevo già Loris e quando è nata la sua sorella c’era a Pianettole, dove io abitavo, una straniera che si chiamava Leris e che a me piaceva e allora le misi il nome Leris.

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Foto con notizie

Concorso - Il giorno 13 novembre, nel Salone dei 200 in Palazzo Vecchio a Firenze, Lucia Comanducci è stata premiata per aver partecipato al Concorso Internazionale di moda dedicato a Giulia Carla Cecchi classificandosi fra i primi dieci. Un bel risultato per il quale la Redazione ed i nostri lettori, ne siamo sicuri, mandano i complimenti.

Concerto - Martedì 23 dicembre 2014, alle ore 21, presso la chiesa della Maddalena nel Borgo della Croce, si è tenuto l’annuale Concerto Meditazione nell’ultima sera della Novena del Santo Natale. Il coro “Ensemble Femminile dei Cantori del Borgo” era diretto da Cesare Ganganelli con all’organo Giulio Camaiti. Nella foto gli ultimi accordi prima dell’esibizione.

Poeti? - Siamo a Tavernelle, in occasione della Cena dei capifamiglia e nel giorno della festa di Sant’Andrea. Durante la cena, i “due poeti” presenti anche in quest’occasione, si sono esibiti cantando alcune ottave. Ecco il momento culminante, e mentre l’uno canta, l’altro si sta preparando per rispondere a tono.

Offerte Giuliana Lenzi ha mandato la sua offerta all’Oratorio in memoria di Mario e Giovanna Lenzi e Vally Fastacchini in memoria dei suoi cari defunti. Ancora grazie! Potete mandare le vostre offerte anche con bonifico: bancaetruria: IT93 X053 9071 3100 0000 0003 389 banca di anghiari e stia: IT82 Y083 4571 3100 0000 0005 053

Piazzola - Ecco la Piazzola vista dalla posizione (circa quattro o cinque metri più in alto della posizione massima attuale) in cui la vedevano Bernardino o i suoi masnadieri. La foto è di Roberto Giombetti di Castello. Peccato che quel giorno ci fosse un po’ di foschia. Rimane comunque la bellezza e la particolarità dei fabbricati che contornano il palazzo (Conventone) di Bernardino, ceduto nel 1104 ai Camaldolesi e che, a fine lavori, ci farà conoscere interessanti notizie sulla storia di Anghiari.

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Requiem

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ll’interno della stupenda Westminster Cathedral in Londra il giorno 26 novembre è stato eseguito il Requiem di Verdi, organizzato dalla Southbank Sinfonia Orchestra di Londra. Oltre all’orchestra della Southbank ed ai solisti, ha partecipato anche un coro composto da 280 coristi! Il coro è stato formato con la partecipazione dei coristi di tre cori di Londra (il Parliament Choir, il Malcolm Sargent Festival Choir ed il Saint Michael’s Singers) e dal coro di Anghiari Festival. Il coro di Anghiari Festival è formato da coristi provenienti dal coro Don Vittorio Bartolomei di Anghiari, dal coro Città di Piero e dal coro Domenico Stella di Sansepolcro, oltreché da elementi provenienti da altri cori della Toscana e da amanti della musica corale che ogni anno si ritrovano in Anghiari e studiano tutti assieme composizioni dei più svariati autori, che verranno eseguiti in luglio durante l’Anghiari Festival assieme alla Southbank Sinfonia Orchestra. Il “REQUIEM” di Verdi è stato eseguito in una Westminster Cathedral stracolma di pubblico sotto la incomparabile direzione del Maestro SIMON OVER, a noi tutti caro in quanto cittadino onorario di Anghiari. L’esecuzione è stata

perfetta ed ha strappato scroscianti applausi da parte di tutto il pubblico presente. Molto probabilmente il Requiem verrà riproposto qui in Anghiari il prossimo mese di luglio durante la settimana di Anghiari Festival, così anche gli Anghiaresi e gli amanti della buona musica potranno bearsi e godere di questa bellissima esecuzione. Nella foto, che raffigura solo una parte dei partecipanti, ci sono, sparsi qua e là, anche gli anghiaresi.

Te Deum laudamus

La preghiera dell’ultimo dell’anno

A

nche questo 2014, che sembrava nato ieri, si è appena spento. Sarà una frase fatta, ma il tempo, quando si è raggiunta una certa età, è davvero inesorabile; gli anni volano, contrariamente a quando, in gioventù, sembravano non passare mai. Sarà che hai raggiunto ormai mete agognate, hai realizzato molti desideri o forse perché gli anni trascorsi ti hanno procurato una saggezza che ti fa assaporare di più la vita di ogni giorno, pur nelle prove e nelle difficoltà quotidiane. Il tempo vola, è vero, perciò cerchi di gustare quanto ancora il Signore vorrà concederti e cerchi di viverlo a pieno, nella certezza che una Presenza amica, discreta, ti è sempre vicino. Nella Messa di ringraziamento per l’anno appena trascorso, Don Marco ci ha invitato ad una riflessione provocatoria: è tempo di fare un bilancio sul nostro vissuto di questi ultimi 365 giorni; immaginando di deporre all’altare un canestro con tutte le nostre vicende trascorse, certamente il primo impulso è quello di vederne la negatività, le sofferenze e le fatiche che le hanno accompagnate; anche la storia del nostro paese, del mondo intero è dilaniata da prove atroci, guerre interminabili, violenze inaudite che scoraggiano l’ottimismo. Ma se ci impegniamo a togliere il velo della nostra cecità vedremo allora i numerosi doni ricevuti e ci accorgiamo che non siamo mai stati soli, che il Signore non ci ha abbandonato a noi stessi e che la Vergine Maria ci ha abbracciato come figli in ogni circostanza: figli tutti dello stesso Padre, dunque fratelli in Cristo; per questo le nostre preghiere non si sono fermate alla nostra esclusiva sfera personale o familiare; abbiamo ricordato e pregato per quanti in questo anno 2014 hanno ricevuto i Sacramenti dell’iniziazione cristiana: il Battesimo, l’Eucaristia, la Cresima, per quanti hanno intrapreso la vita coniugale con il matrimonio cristiano e per chi ha lasciato questo mondo, raggiungendo la casa del Padre. Il canto gioioso del TE DEUM, con la lode e l’adorazione per il Signore, Dio dell’universo ci ha donato speranza e forza, perché nella certezza della Sua misericordia, “non saremo confusi in eterno”. Marida

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San Silvestro - Papa dal 31/01/314 al 31/12/335

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ilvestro è il primo Papa di una Chiesa non più minacciata dalle terribili persecuzioni dei primi secoli. Nell’anno 313, infatti, gli imperatori Costantino e Licinio hanno dato piena libertà di culto ai cristiani, essendo papa l’africano Milziade, che è morto l’anno dopo. Gli succede il prete romano Silvestro. A lui Costantino dona come residenza il palazzo del Laterano, affiancato più tardi dalla basilica di San Giovanni, e costruisce la prima basilica di San Pietro. Il lungo pontificato di Silvestro (21 anni) è però lacerato dalle controversie disciplinari e teologiche, e l’autorità della Chiesa di Roma su tutte le altre Chiese, diffuse ormai intorno all’intero Mediterraneo, non è ancora affermata. Nel Concilio di Arles (314) e di Nicea (325) papa Silvestro non ha alcun modo di intervenire: gli vengono solo comunicate, con solennità e rispetto, le decisioni prese. Fu il primo a ricevere il titolo di «Confessore della fede».

(Testo tratto dalla pagina: santiebeati.it/dettaglio/30600)

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Pubblichiamo in questo numero l’ultima delle tre poesie che Franco ha dedicato ad Anghiari e alla sua infanzia. Ora lui, dal Sasso dove abita, domina la valle del Sovara e ci controlla anche il confine con l’Umbria. Un saluto ad un ritrovato amico! (La Redazione)

Anacleto di Nuvolo

di Armando Zanchi

Fu prigioniero grande soldato dalla Germania a piedi tornato

Finché per lui la vite regna bere un goccino lui si impegna

Nel paesello da lui tanto amato solo la guerra lo aveva deportato

Fatti i lavori più grossolani lui ritornava nel suo Anghiari

Rimise i piedi nel suo paese e si comportò da vero Anghiarese

E qualche volta a bere un goccino con il suo amico il Bartolino

Ed al ritorno con piedi a terra lui ritornò a lavorare la terra

Era di sera lui un po’ brillo un Maresciallo gli dette un consiglio

Lì poco distante da Carboncione alla sua terra prestava attenzione

Caro Anacleto vada a dormire questo schiamazzo qui deve finire

Lingua di terra ed un capanno lui vi passava lì tutto l’anno

Giro di tacchi accetta il consiglio ma ritorna indietro col volto arcigno

Tante bestiole lui allevava e la sua vita così campava

Sor Maresciallo si mise a chiamare domani mattina a che ora mi devo alzare

Ed ogni tanto rincalzava la proda alle sue viti al Sol del Bove

Il Maresciallo non dette a lui retta e se ne andò in tutta fretta:

A

Le strade sulla mia valle (La mia infanzia, tre)

Lontani laggiù in fondo quei grandi capannoni tetto rosso rotondo con la scritta Buitoni. Stradine contorte color bianco acceso delle case alle porte come un filo disteso. I campi esplorando una finisce nel fiume. La meta sognando altra perde il suo lume e si allunga, poi vira, ancor dritta, va avanti poi prende la mira e va al monte sui fianchi. Il suo arrivo è lassù?? È lontano? È vicino? Non la vedo già più ora è solo un puntino.

Franco Paci

Proponiamo due preghiere ricordate dalla nostra lettrice C.A.

Preghiera del mattino

rmando, in questa poesia, racconta uno dei tanti episodi in cui Anacleto, o meglio Clèto, fu protagonista. Anche nel nostro giornale un collaboratore ha scelto di scrivere delle annotazioni con lo pseudonimo di Clèto, proprio per la grande sagacia del nostro amico. Come dice Armando, gli piaceva passare molto tempo in quel posto meraviglioso che è Sol del Bove, sotto il Campo della Fiera. Nella foto Clèto, con il suo cavallino, è lungo il Borgo della Croce, dove c’era la bottega di bragina e carbone della sorella Esterina.

O Gesù che il buon giorno ci dai aiutaci in ogni lavoro. Togli i pensieri tristi agli uomini alle donne e ai bambini. Fa che tutti siano provvisti di pazienza e di bontà abbiano parole buone e gesti di carità. Dona a tutti il tuo pane e sorridano all’orfanello e che ognuno si senta come fratello. Fa che i miei nonni babbo e la mammina mia non soffrano per me o Gesù. Così sia.

Preghiera della sera Signor mio me ne vado a letto con la mia croce al petto con tre angeli di Dio tutti intorno al letto mio tre da piedi tre da capo la Madonna da ogni lato la Madonna a me mi disse che vegliasse e che dormisse che paura non avesse né di giorno né di notte neanche in punto di morte dalla morte in là Gesù buono ci aiuterà.

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La Novena

La Madonna di Loreto

Natale: l’Emmanuele, il Dio con noi, ha preso dimora nel nostro cuore; un evento dunque che non è solo ricordo. Nei nove giorni che ci hanno predisposto ad accogliere con gioia il Bambino, personaggi biblici come Samuele, Davide, Maria ci hanno offerto meditazioni profonde. La chiesa sempre gremita di persone attente, silenziose, oranti, l’ascolto delle antiche profezie e il canto del Magnificat: è stata una catechesi viva e partecipata. La corona di chierichetti che ogni sera circondava il celebrante ricordava le schiere di angioletti e pastorelli presso la grotta di Betlemme: composti ed attenti al loro compito, facevano a gara nel portare la croce e le candele: la loro presenza e puntualità non era solo dovuta al “bollino” che avrebbe permesso la gratuità della gita! Era la gioia dell’essere protagonisti, di rivestire ruoli importanti, di vivacizzare ed impreziosire la solennità della preghiera: capivano bene chi era l’Atteso! L’ultima sera la benedizione dei Bambinelli ha suggellato il gioioso rito della novena: quel Bimbo che tenevamo delicatamente nelle mani ci ha ricordato l’umiltà e la piccolezza del Dio fatto uomo e nello stesso tempo la grandezza dell’ineffabile, misterioso dono del suo amore per l’umanità. Questa consapevolezza, che guarda più oltre al sacrificio della Croce e soprattutto al sepolcro vuoto della Resurrezione, ci sprona ad essere cristiani convinti ogni giorno, a vivere nella carità e nella testimonianza coraggiosa: il Natale dunque spoglio di quella “patina dolciastra”, per dirla con Papa Francesco, che è solo ricordo evanescente e passeggero di belle statuine che fra poco riporremo. Il vero presepe è allestito ogni giorno lungo le strade che percorriamo, con le persone che Dio ci mette vicino, nei fondali più o meno luminosi del nostro mondo: Anghiari e Betlemme illuminati dalla stessa Stella e scelti come luogo Marida di “rinascita”.

Elida Bianchi - Come al solito è stato un bel lavoro di gruppo. Io quest’anno ho fatto poco e le donne che si sono date da fare e si sono impegnate sono diverse: dalla Mara alla Silvia all’Emanuela; poi l’Anna, l’Antonella, e ora senz’altro di qualcuno me ne dimentico, e va bene. I “Quadri” sono stati impegnativi e noi ogni anno cerchiamo di farlo in base ad un tema. Abbiamo il supporto grandissimo di Sirio Ruggeri che ci fa le scenografie. Poi c’è stato anche il supporto grandissimo di Giampietro e del Loli, cosiddetto il Campano, che ci fanno la parte elettrica: un grande aiuto. L’aiuto di tutti. Credo che sia andata bene. La processione è stata piccolina perché quest’anno è capitata in mezzo alla settimana. Andrebbe potenziata, andrebbero coinvolte le persone giovani, ma nessuno si avvicina, noi si diventa sempre meno giovani e ci dispiace dovesse sparire questa tradizione. Han lavorato bene anche al Poggiolino, la Marta con quelle donne: tutto bene. La Settimia ha lavorato a più non posso su in Piazzola e giù a Porta Sant’Angelo [N.d.R. la Portaccia]. Alla Greppa, sopra l’ascensore, c’era un “Quadro” realizzato sempre delle donne del Poggiolino. Purtroppo delle donne a Tralemura c’è rimasto soltanto la Faliera e poco più. Ad alcune persone che erano disponibili non gli sono state concesse le ferie. Qualcuno ha chiesto le ferie per questa giornata e non gli sono state concesse; sono momenti molto difficili, ma rimane sempre la speranza che la cosa possa andare avanti.

In Propositura la celebrazione nell’attesa del Natale

La vignetta di Scacciapensieri:

Una vecchia abitudine!

Interviste volanti alle donne di Anghiari vecchio

Tanfi Maria – Io penso sia andata bene. C’era poca gente però, se ci fosse stata un minimo di buona volontà o forse di conoscenza, ci poteva esser anche più gente. I “Quadri” non l’ho potuti vedere perché ero impegnata qui alla Misericordia. L’impegno delle donne c’è stato; come ho potuto vedere si son date molto da fare. Faliera Tanfi – È andato tutto bene; siamo rimaste molto soddisfatte. Era un po’ freddo, ma le donne hanno lavorato a dovere. Siamo rimasti proprio contenti (anche il cane della Faliera, mentre si parlava, ha partecipato alla conversazione e non s’è zittato un minuto). Marta Severi – È andata bene, anzi benissimo. Io stavo male, ma per quello che ho potuto ho collaborato e anch’io sono soddisfatta del risultato ottenuto. Come sempre i vari gruppi di donne hanno lavorato. C’è da dire che c’è stata poca gente, specialmente la campagna non c’era. Una cosa che potrebbe essere utile penso possa essere quella di coordinare il lavoro di noi donne. Settimia Radicioni – Secondo il giudizio degli altri è andata bene ed anche io penso di sì. Le donne hanno lavorato bene. C’è poca gente che si dà da fare. Bisogna coinvolgere i giovani perché gli anziani stanno finendo. Vittoria Guadagni (decana dei “Quadri viventi”) - Io i quadri non l’ho visti perché sono andata soltanto alla Messa, infatti non ce la facevo ad andare in processione e quindi non posso dire se erano belli o brutti. Penso che ognuno immagina di realizzare un quadro a modo suo; magari è bene che ci sia qualcuno che assegna un compito ad ognuno e poi i vari gruppi lo portano a termine.

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Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

I numeri del museo della battaglia

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entili lettori, il 2015 è appena iniziato e questo periodo è tempo di bilanci sull’anno appena trascorso. Si inizia con un numero che sta più di tutti a cuore al museo e al suo personale: nell’anno passato più di 1500 fra bambini e ragazzi hanno visitato le sale di Palazzo del Marzocco, arrivati con scolaresche o con le famiglie. È un numero più che positivo. Fa inoltre piacere sapere che siamo una rarità in Toscana: leggendo il rapporto musei della regione si scopre che solo 69 istituti museali, sul totale di 727, realizzano attività educative per bambini, ragazzi e adulti. Il museo di Anghiari è fra quella piccola parte. Se è vero poi che per vedere gli effetti di buone pratiche devono passare alcuni anni, la percentuale che viene fuori dal confronto dei dati sugli ingressi fra 2010 e 2014 è davvero confortante: + 10,89%. Ancora molto dovrà essere fatto nei prossimi anni, ma vedere il segno “+” è sempre una gioia! Ma ora parliamo di futuro, che è più stimolante: a breve il museo avrà un sito internet tutto suo e nel quale sarà data ampia visibilità alla Battaglia di Anghiari, nasceranno una serie di incontri tematici sulla storia promossi dal museo e poi… si dovranno attendere altre novità! Gabriele Mazzi

Didascalia immagine: M. Carboni, A. Fedi. Combattimento di soldati a cavallo… (particolare), 1791-95. Esposta presso le sale del Museo della Battaglia e di Anghiari.

La Madonna del Parto: una storia di devozione

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n questa rubrica abbiamo di volta in volta affrontato diversi temi legati alla Madonna del Parto. Abbiamo infatti parlato della sua particolare iconografia, della tecnica con la quale il sommo Piero l’ha realizzata, della sua storia tormentata e del particolare rapporto che lega l’affresco al paese di Monterchi. La grandezza dell’opera è universalmente riconosciuta: alla Madonna del Parto sono state dedicate pagine bellissime di storia dell’arte da parte di studiosi di tutto il mondo, poesie, film. Emblematico di questa grandezza è il vero e proprio pellegrinaggio artistico che porta ogni anno migliaia di persone a “scoprire” l’affresco di Piero. Naturalmente questi sono aspetti comuni, in misura diversa, a tutte le opere d’arte in ogni parte del mondo, soprattutto in un’epoca come la nostra dove la tecnologia fa circolare velocemente le immagini e il turismo d’arte assume volumi sempre maggiori. C’è qualcosa che rende però la Madonna del Parto di Piero della Francesca “unica” rispetto ad altre opere allo stesso modo riconosciute come capolavori: non è soltanto un’immagine

sacra, ma è oggetto di culto. Questa potrebbe sembrare una banalità, in fondo è una raffigurazione della Madonna, seppure incinta, con tanto di angeli e aureola. Ma poiché stiamo parlando appunto di un capolavoro universalmente riconosciuto, la questione non è affatto scontata. A memoria, nei miei studi di arte, non ho mai trovato capolavori di grandi maestri che fossero anche oggetto di devozione. Le opere cultuate, perché protagoniste di eventi miracolosi oppure realizzate come ex voto a seguito di essi, sono perlopiù riconducibili a pittori locali e non destinati a svolgere un ruolo primario nella storia dell’arte. Naturalmente molte immagini sacre che in passato si trovavano nelle chiese e oggi nei musei possono aver conosciuto una certa devozione, ma il processo di musealizzazione ha fatto prevalere l’aspetto estetico. Allo stesso tempo è evidente che le opere tuttora oggetto di culto sono generalmente rimaste all’interno di edifici religiosi, anche se non necessariamente in quelli originali. La devozione verso la Madonna del Parto, intesa come manifestazione ecclesiale, nel corso dei secoli ha avuto diffusione e continuità diverse a seconda del periodo e dei condizionamenti della storia. Sicuramente non si è mai interrotta quella venerazione spontanea al di fuori dei dettami della Chiesa di generazioni di monterchiesi che ha creato un forte legame tra il paese e l’opera. Quando, dopo il terremoto del 1917 (e in piena Grande Guerra) e successivamente durante il passaggio del fronte nel 1944, i monterchiesi coraggiosamente difesero l’affresco, non lo fecero per salvare il Rinascimento, l’Arte o le articolate implicazioni geometriche e teologiche messe in atto da Piero e oggi patrimonio di tutti, ma una Madonna adolescente e orgogliosamente incinta che gli infondeva un senso di protezione e pace. Oggi la Madonna del Parto si trova naturalmente in un Museo, ma questo non ha fermato l’arcaica devozione da parte di chi aspetta un bambino o vuole propiziare una gravidanza, e non solo tra la popolazione del paese. Testimoniano questo le centinaia di biglietti che vengono lasciati davanti all’affresco. Non sono solo le donne incinte a scriverli, ma anche uomini ansiosi di diventare padri o genitori di diventare nonni. Sono perlopiù sgrammaticati perché scritti rapidamente, forse con imbarazzo, sul retro del biglietto di ingresso o su un pezzo di carta rimediato. Non esaltano la grandezza dell’opera d’arte (per quello c’è il libro firma) ma si limitano a invocare fertilità e protezione per mezzo di un’immagine sacra che, dopo secoli, infonde ancora serenità e forza. Probabilmente nelle intenzioni di Piero non vi era quella di creare un simulacro per aspiranti puerpere, o perlomeno non solo quella. Troppo complessi ed eruditi i rimandi teologici e geometrici che si nascondono dietro l’affresco di Monterchi per pensarlo. Piero indubbiamente ha voluto comunicarci altro, decine di studi lo confermano. Ma fin dalla sua realizzazione intorno alla metà del XV secolo, alla Madonna del Parto è stato anche richiesto di ricoprire il ruolo più semplice e pratico di protettrice della fertilità, del parto e delle donne incinte. Questa richiesta continua ancora oggi e l’affresco di Monterchi svolge sempre quel ruolo, forse inatteso ma sicuramente prezioso. Lorenzo Minozzi

www.palazzodellabattaglia.it

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www.madonnadelparto.it


CRONAC HETTA

Mese di Dicembre 2014

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Novembre 2014 Sabato 1. Oggi è morto Bruno Leonardi di anni 95. Abitava verso l’Acquedotto ed era nato al Cantone. Per tanti anni ha lavorato alle Poste. Domenica 2. Oggi è morta Matilde Franchi in Magrini. Abitava alla Chiassa ed era nata all’Invidiosa di Cologna. Per molti anni ha abitato alla Palaia. Lunedì 3. Verso il Ponte dei Sospiri ho visto il Giovagnini e la Sestilia che andavano verso casa. Tutti e due col bastone. Venerdì 7. Oggi è morta Argentina Bigioli vedova Gallai. Aveva 86 anni ed abitava a Santa Fiora; era nata a Ticchiena. Sabato 8. Oggi è morto Vasco Ferrini di anni 87. Abitava al Ponte alla Piera dove era anche nato nella loro casa poco prima del ponte. Lunedì 10. Stamani sono andato “aAnghiari”, pensavo che c’era il sole perché quaggiù basso solo nebbia. Invece il cielo era coperto di nuvole. Mercoledì 12. Oggi è morta Jolanda Agostini in Franchini. Abitava a Tavernelle ed aveva 79 anni. Era nata a Civitella Benazzone in comune di Perugia. Mercoledì 19. Stanotte mi sono svegliato e ho sentito diversi “toni” belli lunghi (anche iersera ne ho sentiti diversi) e poi ho sentito piovere. E invece stamani era una bella giornata. Giovedì 20. Anche oggi una bella giornata ma nebbia dal semaforo fino al Borgo (ma fino a una cert’ora). Venerdì 21. Stamani, quando ho aperto le finestre: verso Anghiari sole, verso il Borgo nebbia. E poi, alle nove, nebbia anche ad Anghiari. * Dopo le chiese anche il Campano ha suonato mezzogiorno: a mezzogiorno e cinque. Domenica 23. Oggi con le Compagnie siamo andati da don Stanislao a Serre di Rapolano. Dopo la Messa, processione alla piazza di Sant’Andrea e poi visita al museo dell’olio. Ma anche pranzo con i parrocchiani con polenta e altre pietanze preparate da loro. Noi abbiamo messo i canti. Lunedì 24. Stamani ho incontrato la figliola della Rosa dell’Infrantoio che stava portando un po’ di granturco per le galline della sua mamma. * Oh, oggi tutto il giorno nebbia. * Oggi è morta Assunta Ghignoni in Giorni di anni 76. Abitava sopra Pietto ed era nata a Campalone di mezzo, detto anche Carletto. Era la moglie di Mario Giorni di Cafaggiolo. Giovedì 27. Quarto giorno di nebbia, ma oggi un po’ meno. * Oggi è morto Pietro Crociani di anni 78. Abitava a Carletto di Campalla. Era nato al Molino del Crociani. Sabato 29. Oggi quasi tutto il giorno è stato sereno. Domenica 30. Andavo al Ponte quando ho visto una finestra di Spogliabecco illuminata. Mi sa che ancora Ivano è rimasto ad Anghiari. * Il Padelli di Val di Sacco m’ha dato alcune cose del suo orto e le mele rosa e quelle rogge che così io le catalogo.

Martedì 17 febbraio

Carnevale

per i ragazzi delle scuole

Lunedì 1. Stamani ho aperto le finestre e ho visto che il tempo era bello. “O te, verso le nove, o ‘n sento un paio de toni; me so’ riafaccio era tutto nuvolo e pu’ ha anche piovuto.” Martedì 2. Oggi è morto Zeno Montini. Aveva compiuto 90 anni da poco ed abitava a Le Ville. Era nato a Santa Sofia, dopo Ponte Presale, e di là dal Metauro. Poi ha abitato anche a Villa di Rofelle. Mercoledì 3. Stamani ero al mercato con Roberto da Casale quando lui ha fatto: «Mih, c’è un albero più alto di Garibaldi!» E infatti al Palterre avevano già messo l’albero di Natale. Domenica 7. Oggi è morto Gianfranco Acquisti. Abitava dietro la Badia ed aveva 72 anni. Era nato nel podere chiamato il Vergone, proprio sotto Ca’ di Maurizio. Lunedì 8. Stamani sentivo la banderuola di Sant’Agostino che andava in qua e in là. Martedì 9. Stamani freddo e alla Faggeta una incaciatina. Ma poi mia moglie mi ha detto che ha imbiancato anche i monti dietro il Borgo. Domenica 14. Stamani ho visto Alessandro di Galbinaccio che tirava un carrettino. Mi sa che “l’adopra” per abbellire la sua bottega. Lunedì 15. Oggi è morta Silvana Polcri in Morelli. Abitava alla Casaccia ed aveva 77 anni. Era nata alla Palazzina, la casa prima della Casa Bruna (si parla della metà del secolo scorso) venendo dal Campo della Fiera. * Oggi è morta Maria Senesi. Aveva 86 anni ed abitava in Calabria. Era nata nel castello di Pianettole. * Oggi è morta Maria Teresa Cherubini in Polverini. Aveva 77 anni ed abitava al Campo della Fiera. Era nata a Cecina. Giovedì 18. Oggi è morto Francesco Crociani, ma conosciuto come Dido, di anni 92. Abitava al Molino del Crociani, una volta chiamato Mulin di Valle, dove era anche nato. Venerdì 19. All’ambulatorio dal dottore, uno di Monterchi ha detto che nel 2005 o 2006 aveva trovato un fungo eccezionale. * Oggi è morto Dario Grottini di anni 76. Ha abitato alla Casa Bianca (quella verso Gricignano) ed era nato a Monte Santa Maria Tiberina in una casa del posto, vocabolo Buio. Lunedì 21. Oggi è morto Zanetto Agolini. Abitava a Sant’Elpidio a Mare dove si era trasferito da molti anni. Vi era andato come artigiano calzolaio (il suo mestiere ad Anghiari) e poi ha avviato anche altre attività. Martedì 23. Oggi ho visto un’ape con sopra un carretto di ferro; e invece era un calesse. Mercoledì 24. Oggi era il mercato del Ceppo. Ho piantato l’aglio particolare del Santi della Murella e quello nostrale del Manenti della Casanova. Vediamo cosa verrà fuori. Venerdì 26. Stamani c’era un venticello bello fresco e infatti in cima alla Faggeta aveva fatto una ‘incaciatina’ di neve. Verso le dieci siamo andati, nipoti e parenti vari, a Cul di Paiolo e, giunti all’Omo Morto, il nonno Mario ha cantato l’ottava del misfatto avvenuto in quel posto lanciando poi dei sassi sul cumulo di pietre. Domenica 28. Stamani pensavo che poi ieri non aveva nevicato e invece la neve c’era, anche se poca, sopra il Borgo e alla Faggeta. Lunedì 29. Dalla finestra della Lea ho visto che stanotte ha rifatto un altro pizzico di neve sopra il Borgo. * Al Campo della Fiera ho visto la “citta” del Gattari con un “gatto” in gabbia che andava verso casa. Martedì 30. Oggi sono andato diverse volte in “Siberia”, sarebbe il nostro bagno dove non arriva il caldo della stufa.

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C A R N E V A L E DELLA

G I O V E N T DOMENICA 15 FEBBRAIO 2015 Ă™


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