2015-5 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 4 OTTOBRE NOVEMBRE 2015

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue


Compleanno

l'editoriale di enzo papi

80 anni

Era, è , sarà Kronos vola verso il futuro La memoria ferma il passato La speranza rende il cammino men duro L’ombra si allunga su ciò che è stato Un anno è volato via dalla vita Prende forma la gioia di essere vivo Felice festeggio la ricorrenza stabilita Senza pensare alla fine in arrivo Franco Brizzi

In copertina La visita al cimitero

La cura e le preghiere per i nostri morti sono sempre state presenti nella vita della Chiesa. Anzi alle preghiere per i defunti la Chiesa ha dato sempre molta importanza perché non è la festa dei morti ma la festa dei vivi. La visita al cimitero ci ricorda che la nostra vita continua oltre la morte e se siamo lì è per riscoprire che la resurrezione di Cristo ha vinto la morte e ci apre la via dell’eternità. Nella foto di copertina la processione del 2 novembre 2014 al suo arrivo al cimitero. Era partita, come farà anche quest’anno, alle 6:30 dalla chiesa di Santo Stefano. A pag 5 l’orario delle celebrazioni per i “morti”.

Crociate: passato e attualità

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omania. Anche qua, in Europa centrale, ci sono state le crociate; e non ne sapevo niente! Le chiamano le crociate tarde, come dice Radu, la guida competente che ha accompagnato i pellegrini della parrocchia di Anghiari su e giù per le province romene tra chiese magnificamente dipinte e villaggi fortificati. Tutto il XV secolo –e il XVI- da queste parti è un fiorire di arti e di splendide architetture nonostante l’incessante rumor di spade e di zoccoli, di colubrine e di archibugi. Qui –a nostra insaputa-, mentre in Italia si inventava l’Umanesimo e di là dalle Alpi si diffondeva il Rinascimento con le sue guerre di religione fra cattolici romani e cristiani luterani, si organizzava la difesa dell’orbis christianus di fronte alla potente pressione dell’Islam guerriero dei turchi. Due erano le direttrici ottomane: quella verso nord-ovest, su su per i Balcani, in direzione di Vienna, capitale del Sacro Romano Impero Germanico, e quella verso nord-est contro i principati romeni per fare del Mar Nero un Mare Nostrum turco. *** stata una sorpresa scoprire, allora, che il fantasioso Dracula, altri non era che il principe moldavo Vlad III (XV sec.), eroe della guerra antiturca, ancora oggi amato dalla coscienza delle popolazioni locali; un principe che, con alterne vicende, è stato sul trono 3 volte organizzando difese e attacchi contro gli avamposti ottomani sul Danubio; ai suoi tempi ha impalato molti turchi, perché i turchi, all’offensiva, usavano impalare i combattenti cristiani che resistevano, e per due volte è dovuto fuggire e nascondersi in attesa di riprendere la lotta. Una sorta di Primula Rossa dei Carpazi, più volte nella polvere e altrettante volte sugli scudi. Come è stata una sorpresa scoprire, visitando i resti delle mura quattro/cinquecentesche delle città di Targu Mures e di Sighisoara, che le gilde di qua, quelle che nelle nostre città erano le corporazioni delle arti e dei mestieri e pensavano a organizzare le botteghe artigiane e i commerci, qui avevano come compito comunitario quello di armare e curare la manutenzione di potenti torri di difesa che dovevano proteggere tutti, resistere agli assedi e rilanciare i contrattacchi. Difficile pensare i sarti sui bastioni impegnati a difendere la città, o i pellai e i fabbri sulla loro torri a maneggiare balestre o archibugi! Come è stato sorprendente vedere affrescato sulle pareti esterne dei monasteri dipinti della Bucovina (prima metà del ‘500) l’assedio di Costantinopoli con i greco-romani immaginati a difendere la loro città organizzando processioni con croci e stendardi dei santi in testa. La fede come baluardo! Ma la lotta è stata dura: Costantinopoli è caduta in mano turca nel 1453, Budapest nel 1541, mentre ancora in Moldavia ci si organizzava e si continuava a resistere, e Vienna ha subito l’onta dell’assedio turco nel 1683 e solo l’intervento dei polacchi di Sobieski è riuscita a salvarla. *** rociate! Cambiano i tempi! Queste stesse strade oggi sono percorse da una fiumana di vittime senza terra che è dovuta fuggire dalle proprie case e dalla guerra che altri fanno a loro e al mondo intero (quindi, anche a noi). Hanno bisogno di tutto. Non hanno armi, ma zaini e fagotti che contengono tutti i loro averi, e non chiedono altro che vivere in pace. Si accontentano anche delle briciole e come Lazzaro si presentano alla mensa del ricco Epulone occidentale: una scena che abbiamo visto dipinta sulle mura dei monasteri della Bucovina! Al ricco Epulone la scelta. Quello evangelico, chiuso nel proprio egoismo, lo sappiamo tutti, precipita nell’inferno, mentre Lazzaro è accolto e consolato, dopo la morte, nel seno di Abramo. Possibile che oggi il ricco Epulone, dimentico della grandiosità epica del proprio passato, si presenti solo con lo sgambetto della reporter ungherese che fa cadere il papà che fugge davanti alla polizia con il proprio bambino in braccio?

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XLIX - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro. Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanielisadelpiantaverarossiteresabartolomeigabrielemazzi.

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Canta con la voce, canta con il cuore, canta con la vita Alla Ripa cantiamo e difendiamo la voglia di vivere

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nche quest’anno abbiamo festeggiato Sant’Agostino che per noi è padre fondatore e per il mondo della cultura e per la Chiesa uomo tra i più illustri di tutti i tempi. Abbiamo avuto timore di mancare all’appuntamento annuale per l’incertezza del tempo e per altri motivi organizzativi che ci hanno tenuto con il fiato sospeso; poi la decisione: noi prepariamo la festa con tanto amore e la simpatia di sempre, poi si vedrà se Sant’Agostino parla con il Padre Eterno con la competenza e l’amore che gli sono propri. È andata bene anzi, oltre il desiderato: la S. Messa nel giardino celebrata con amore da Don Ferdinando delle Ville, che ha fatto partecipare il suo coro parrocchiale davvero ben preparato, poi tanti amici e collaboratori che hanno contribuito a creare un clima gioioso e fraterno, così abbiamo dimenticato le ansie e le inevitabili preoccupazioni. Dopo l’incontro di preghiera è seguita la cena, ed era proprio bello vedere come tutti eravamo contenti di convalidare l’amicizia. Fino a tarda sera Siro Fontani ci ha rallegrato con musica, canti e danze, perché lo scopo è sempre di dare gloria a Dio, ma stabilire anche incontri tra noi e interrompere il ritmo di una vita che spesso alimenta l’individualismo. Diamo gloria a Dio prima di tutto, ma anche a Sant’Agostino che non finisce mai di stupirci. Che uomo grande!... È vissuto più di 1500 anni fa, ma è davvero moderno e attuale nelle sue convinzioni e prospettive. Africano di nascita, ma italiano nella formazione e poeta dell’umanità, come lo ha definito Paolo VI. Nella sua attività di Vescovo e Dottore della Chiesa non si è mai smarrito tra i grattacieli delle cose inutili, ma ha unito sapienza alla concretezza di vita perché, come dice lui, non basta essere credenti: è importante essere credibili per non cadere nella banalità. Per questo poté affermare con sincera decisione: “Per voi sono Vescovo, con voi sono cristiano, perché

non voglio essere solo ad amare, non voglio essere solo a lodare”. Facciamo nostre queste convinzioni e mettiamo a frutto i doni sbalorditivi che il buon Dio ha dato a ciascuno. È vero che ci sono limiti e difetti, ma abbiamo anche tante possibilità di natura e di grazia! Una volta tanto, facciamoci una sana pubblicità che profumi di amore perché l’amore vero è la legge di gravità che ci avvicina a Dio ed è un valore che si moltiplica per divisione. I limiti e le difficoltà non ci devono far scivolare nel disimpegno, non è da persone intelligenti perdersi di coraggio. A questo proposito ricordo il ritornello di una nota canzone: “Prendimi per mano, Dio mio / E portami nel mondo a modo tuo / La strada è tanto lunga e tanto dura / Ma io con te nel cuor non ho paura”. Un augurio sincero per una responsabile preparazione al Giubileo della Misericordia, usando anche l’ossigeno dell’amicizia. VIVERE BENE OGNI GIORNO: CHE BELLA NORMALITÀ! Suor Angela Agostiniana Nella foto una veduta degli amici intervenuti per la festa alla Ripa

Il mandato catechistico Nel mese di ottobre in Propositura

Durante una celebrazione liturgica, e quindi di fronte a tutti, viene dato il mandato catechistico ad alcune persone che responsabilmente prendono l’impegno, di fronte a tutta la comunità cristiana, di trasmettere, attraverso il catechismo fatto ai ragazzi, l’esperienza e la realtà della fede. 3


CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Ottobre 2015

Mese di Novembre 2015

1 ottobre, giovedì: Santa Teresa di Gesù Bambino, Vergine e Dottore della chiesa (1873-1897). Nacque a Alençon in Francia, ed entrata nel monastero delle Carmelitane di Lisieux fu mirabile esempio di umiltà, di semplicità evangelica, di totale fiducia in Dio. Primo giovedì del mese: si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 2 ottobre, venerdì: Santi Angeli Custodi. Primo venerdì del mese: nella chiesa di Micciano alle ore 20:00 Santa Messa per il ‘Gruppo uomini dei ritiri di perseveranza’. Nel Santuario del Carmine alle ore 21:00 Santa Messa con adorazione. 4 ottobre, domenica: Domenica XXVII del Tempo Ordinario. San Francesco di Assisi Patrono di Italia (1182-1226). Sante Messe secondo l’orario festivo. 6 ottobre, martedì: Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17:00 ora di guardia con recita del Santo Rosario. 7 ottobre, mercoledì: Beata Vergine Maria del Rosario. 11 ottobre, domenica: Domenica XXVIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 15 ottobre, giovedì: Santa Teresa d’Avila, Vergine e Dottore della Chiesa; nacque ad Avila in Spagna nel 1515, morì ad Alba de Tormes (Salamanca) nel 1582. Entrata in convento nell’ordine delle Carmelitane, ebbe rivelazioni mistiche e scrisse libri di profonda dottrina, frutto delle sue esperienze mistiche. 18 ottobre, domenica: Domenica XX del Tempo Ordinario. San Luca Evangelista. Sante Messe secondo l’orario festivo. San Luca, nativo di Antiochia, studioso di medicina e appassionato dell’ellenismo, è autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli. Nel suo Vangelo ha tracciato importanti ritratti di Maria, insistendo inoltre nell’infanzia di Gesù. Sembra che Luca sia stato martirizzato in Acaia (Grecia) e che essendo anche pittore abbia raffigurato per primo la Madonna con il Bambino Gesù. 22 ottobre, giovedì: San Giovanni Paolo Secondo, Papa. 25 ottobre, domenica: Domenica XXXIV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 28 ottobre, mercoledì: Ss. Simone e Giuda Taddeo, apostoli: Simone era soprannominato lo Zelota o il Cananeo; Giuda era anche chiamato Taddeo.

1 novembre, domenica: Domenica XXXI del Tempo Ordinario TUTTI I SANTI. Ad Anghiari e Santo Stefano Sante Messe secondo l’orario festivo. A San Lorenzo Santa Messa alle ore 14:30; a Galbino Santa Messa alle ore 15:30 (la Messa delle ore 11 a Tavernelle è sospesa). Ad Anghiari benedizione delle tombe alle ore 15:30. 2 novembre, lunedì: commemorazione dei Defunti. Alle ore 6:30 ritrovo nella chiesa di Santo Stefano per recarci in preghiera al cimitero di Anghiari, dove alle ore 7 verrà celebrata la Messa per i defunti. 3 novembre, martedì: Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17:00 ora di guardia con recita del Rosario . 5 novembre, giovedì: Primo giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 6 novembre, venerdì: Primo venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20:00 Santa Messa per il gruppo ‘Uomini dei ritiri di perseveranza’. Nel Santuario del Carmine alle 21:00 Santa Messa con adorazione. 8 novembre, domenica: Domenica XXXII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 10 novembre, martedì: San Leone Magno, Papa e Dottore della chiesa. Nato in Toscana, secondo la tradizione a San Leo di Anghiari, è stato il primo Papa a meritarsi l’appellativo di Magno. Celebre nella storia resta l’incontro con Attila, capo degli Unni, in seguito al quale il barbaro lasciò l’Italia. 11 novembre, mercoledì: San Martino di Tours, vescovo: nacque nel 316 da genitori pagani in Pannonia (oggi Ungheria) si arruolò come militare nella guardia imperiale. In seguito, abbandonato il servizio militare, decise di battezzarsi, fu quindi ordinato sacerdote ed in seguito eletto Vescovo di Tours. Famoso è l’episodio di dividere il suo mantello con un povero. Morì nel 397. 15 novembre, domenica: Domenica XXXIV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo22 novembre, domenica: Domenica XXXIV del Tempo Ordinario. Festa di Cristo Re. Sante Messe secondo l’orario festivo. Si conclude il corrente Anno Liturgico. DOMENICA 29 NOVEMBRE inizio il nuovo anno liturgico con il TEMPO DI AVVENTO 29 novembre, domenica: Domenica I di Avvento. Ad Anghiari Festa della Misericordia. Santa Messa alle ore 9:00 nella chiesa di Badia, alle ore 11 in Propositura, alle ore 18:00 nella chiesa della Croce. 30 novembre, lunedì: San Andrea apostolo: Andrea era il fratello di Simone. Il futuro San Pietro, entrambi pescatori a Cafarnao. Secondo la tradizione predicò in diverse regioni e fu crocifisso in Acaia. È titolare della chiesa di Catigliano e Galbino. È patrono della Russia e della Scozia.

La Madonna del Rosario con San Domenico e Santa Caterina da Siena raffigurata in una tela conservata presso la chiesa della Croce.

A pag. 5 i nuovi orari delle S. Messe festive in vigore dal 1° ottobre 2015 4


S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI

Domenica 1° novembre TUTTI I SANTI Queste le celebrazioni particolari: * a San Lorenzo Santa Messa alle ore 14:30; * a Galbino Santa Messa alle ore 15:30 (la Messa delle ore 11 a Tavernelle è sospesa);

Ore 8:00

Ore 9:00

-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano

“ “ -CATIGLIANO: ogni 15 giorni Ore 10:00 -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine “ -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta “ -S. LEO: Chiesa di San Leone Ore 11:00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -PIEVE SOVARA: S. Maria Annunziata “ -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. Ore 16 (estivo 17) -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. Ore 18:00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

* ad Anghiari benedizione delle tombe alle ore 15:30;

PARROCCHIA DI ANGHIARI AVVVISO Nuovo orario S. Messe dal 1° ottobre 2015

... E DI MONTERCHI Ore 8:45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10.00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11:00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 11:15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17:00 (18:00 estivo) Chiesa di San Simeone a Monterchi

Il Vescovo ha assegnato alla nostra parrocchia un ulteriore servizio. L’orario delle S. Messe festive verrà pertanto così modificato.

Prima domenica del mese a Scandolaia ore 15:00(ore 16:00 estivo). Ultima domenica del mese: chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16:00 (ore 17:00 estivo).

Ore 8:00 Chiesa di Santo Stefano Ore 9:00 Chiesa della Propositura Ore 9:00 Chiesa di Viaio Ore 10:00 Pieve di Micciano Ore 10:00 Santuario del Carmine Ore 11:00 Chiesa della Propositura Ore 11:00 Chiesa di Tavernelle Ore 18:00 Chiesa della Croce

MESSE PREFESTIVE: Ore 16:00 - (ore 17:00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17:00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 17:30 - S.Maria della Pace, Le Ville Ore 18:00 - Propositura di Anghiari

Primo Venerdì del mese al Carmine

Commemorazione di tutti i fedeli defunti Lunedì 2 novembre, alle ore 6:30, da S. Stefano, processione verso il camposanto. Alle ore 7:00 S. Messa celebrata nella Cappella del vecchio camposanto.

Ogni Primo Venerdì del mese, al Santuario del Carmine, recita del Rosario e S. Messa con meditazione alle ore 21:00. 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Spigolature di storia locale

Auguri a Licia e Pietro

1794 - Secondo la relazione stilata il 31 luglio da Francesco Cheluzzi, Vicario di Anghiari, la popolazione dell’intero vicariato ammonta a circa 6000 individui, di cui 3.400 della comunità di Anghiari e 2.600 di Monterchi «che forma una Podesteria sottopostagli nel criminale». L’agricoltura, che può contare su un’aria purissima, è fiorente, per cui particolarmente apprezzato è il grano prodotto, in Toscana secondo per qualità solo a quello di Sesto, e il vino, mentre è scarsa la produzione di olive. Il possibile sviluppo agricolo è comunque legato all’aumento del numero dei coltivatori, in relazione alla costruzione di nuove case rurali. Sminuita appare invece l’importanza dei mercati, che richiamavano compratori oltre che da Sansepolcro e Monterchi anche dal limitrofo Stato della Chiesa, mentre rimane attiva la produzione di archibugi e di vasi di terra rossa e nera: vi sono infatti in Anghiari, artisti che «si distinguono singolarmente» sia per la costruzione degli archibugi che per la lavorazione dell’alabastro di Volterra. I molti mulini sul Tevere e sul Sovara esportano grani macinati ad Arezzo. In prospettiva si ventila la possibilità di impiantare di nuovo la produzione di guado per i tintori. La popolazione, che viene definita di indole buona e socievole, tranne per una certa animosità fra le principali famiglie, dimostra attaccamento e rispetto per il sovrano e per i suoi ministri; gli anghiaresi lamentano la mancanza di una strada carrozzabile che faciliti i collegamenti con la capitale. Viene eretta, su disegno dell’architetto Giovan Battista Bellini, la chiesa di S. Maria delle Grazie, o Madonna del Fosso a cui si accede dalla settecentesca gradinata realizzata per collegarla con il Mercatale, l’attuale Piazza Baldaccio. (a cura di F.T) 05/09/2015

Ho adottato un cassonetto: i figli di Clèto

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i ricordate che tempo fa andavo a parlare con il cassonetto vicino a casa mia? Ora l’hanno sostituito con due più piccoli: forse sono i suoi figli. Ancora non sono mai andato da loro e forse prima o poi lo farò. In compenso la gente (noi tutti) non ha perso l’abitudine di lasciare i sacchi al di fuori, di mettere dentro carta, cartone, plastica e molti altri oggetti che potrebbero essere benissimo riciclati nelle campane poste a non più di cinquanta metri.

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l 2 agosto scorso Licia Sensi e Pietro Casi hanno festeggiato l’anniversario di nozze. Ben sessanta anni e quindi Nozze di Diamante. La festa è stata fatta al mare, al Lido delle Nazioni, dove in quel momento essi si trovavano in vacanza. Ma da Anghiari sono giunti un bel gruppo di parenti per festeggiare, ricordare e far conoscere ai più giovani momenti di vita dei tempi andati. Licia e Pietro si erano sposati il primo agosto del 1955, in Propositura. Il matrimonio fu celebrato da un sacerdote parente di Licia che venne appositamente dal Chianti, don Roberto Arniani. “Per il viaggio di nozze, ci dice Pietro, siamo andati in Corsica, in Vespa, presso una zia di mia moglie, che era un’anghiarese, e abitava là a Bastia”. Ed ecco come si sono conosciuti i nostri amici: «Io sono di Arezzo. Ero venuto ad Anghiari perché mio padre stava facendo quella linea d’alta tensione che attraversa verso il Carmine e allora misero il cantiere ad Anghiari. Quella linea partiva da Civitavecchia-Orbetello poi attraversava l’Appennino ed andava a finire a Riccione, come penso faccia ancora oggi. Io non facevo niente e allora cominciai a frequentare il bar di Aràmis, al Terrato. E così ho conosciuto Licia.» Agli auguri di parenti ed amici per Licia e Pietro, raffigurati nella foto al Campo della Fiera, e a quelli di altri anghiaresi che apprenderanno la notizia dal giornale, si uniscono quelli della Redazione che vanno dritti dritti su a San Ruffillo, a sud di Bologna, verso la Futa, dove c’è anche la stazione del treno.


...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores

Vivace

Di tutti questi figli e figlie ne ho conosciuti solo due: “Moderato”, che gli anghiaresi più anziani ricorderanno perché morì nel 1959 alla bella età di 94 anni, e la “zia Terzina” che abitava a Città di Castello dopo aver sposato un Tofani, fratello dell’Argia Tofani Mangoni. Una volta io e Bruno Mangoni andammo a trovarla e lei tutta contenta di questa visita ci disse: «Voi due siete mezzi parenti...». Io non ho conosciuto la mia Nonna Fine, perché morì due anni prima che nascessi. E qui comincia la storia del mio nome. Infatti quando si trattò di scegliermi un nome, mia madre, che nel periodo di gestazione leggeva un libro ambientato nella Spagna del periodo dell’Inquisizione, il cui personaggio principale si chiamava “Estevan”, volle darmi quel nome, ma il fascismo aveva proibito di dare agli italiani dei nomi stranieri. Allora la zia Gisella Puletti, sorella del mio Nonno Achille, che nella sua giovinezza aveva amato ed era stata amata dal primo Vivace, che sfortunatamente gli venne a mancare perché morì a soli 29 anni, come si può leggere nella lapide che si trova in alto a destra dei “forni” che dividono nel mezzo il vecchio cimitero arrivando dall’entrata di sotto, propose a mia madre di darmi il nome del suo grande amore: “Vivace”. Per questa ragione ho voluto contraccambiare, dando a mia figlia il nome di Gisella, siccome per fedeltà a questo amore perduto non si sposò, né ebbe una discendenza. Infine “l’AMORE” è stato il veicolo principale che ha contribuito al fatto che io portassi questo nome e questo mi piace anche se non è stato facile portarlo per il suo significato imperativo. Non lo è stato nemmeno nel campo artistico in cui sono evoluto professionalmente. Penso però di avergli fatto onore e di onorare così la memoria dei miei cari: i bisnonni Lorenzo e Argenide, la mia Nonna Fine, mio Nonno Achille Puletti, di cui porto con fierezza il cognome e, infine, la mia Mamma Izza dalla quale ho conosciuto questa storia.

il nome, il perché*

Per ritrovare l’origine del mio nome bisognerà fare un salto indietro di circa un secolo e mezzo. In questa metà del XIX secolo due persone, eredi di quel romanticismo che aveva invaso tutto il mondo occidentale, si unirono “per amore” benché i loro ceti sociali fossero del tutto diversi. Lui: Lorenzo Conti ( 1821-1897), modesto Maestro di musica e quindi di altrettante modeste risorse finanziarie, Lei: Argenide De Toni ( 1836-1907), nobile, ricca, bella e giovane (quindici anni meno di lui). Si sposarono contro il volere del padre di lei che addirittura la diseredo’! Si sposarono e... si amarono... molto! Diciotto tra figli e figlie! Povera Argenide! Era sempre incinta! E siccome Lorenzo era sempre via a guerreggiare con Garibaldi (vedi la lapide in onore e ricordo dei combattenti, collocata nel fianco destro della Cappella Votiva in piazza IV Novembre, dove il suo nome figura insieme agli altri garibaldini di Anghiari), le cattive lingue del paese (ce ne sono sempre in tutte le epoche) dicevano che facesse cornuto il marito! Invece... pare che il bravo Lorenzo andasse da Garibaldi dicendogli pressappoco cosi: “Giuseppe, con te facciamo l’Italia; se mi mandi qualche giorno a casa, con mia moglie faccio gli italiani!” E Garibaldi, “comprensivo”, gli dava licenza (il dialogo è mio, ma solo quello). Il fatto è che a tutti questi figli e figlie bisognava dargli un nome e a diversi di questi il “Maestro di musica” dette dei nomi tratti dai “movimenti” della nomenclatura musicale: “Allegro”, “Andante”, “Vivace”, “Moderato”, ad una femmina la chiamo “Terzina”; a quello che credevano fosse l’ultimo lo chiamarono “Finale”, ma... l’amore decise diversamente e nacque mia Nonna, che chiamarono “Fine”, perché la bella Argenide disse: “Ora basta!!!” e chiuse all’ardente Lorenzo: “l’Origine del Mondo”.

* Per Vivace abbiamo dovuto chiedere ospitalità al Palterre: le notizie erano così tante!

30 novembre: Sant’Andrea Patrono di Catigliano e a Galbino La vignetta di Scacciapensieri:

Viene da Bergamo!

Ciao mamma Ciao mamma, un pensiero ti voglio dedicare per mai dimenticare e per sempre ringraziare, per tutto quello che hai fatto, per tutte le cose belle che hai detto, per ogni attimo della nostra vita passato insieme, per averci insegnato a vivere, per averci offerto sempre una spalla su cui appoggiare le nostre umide guance, per averci insegnato a camminare da sole, per il grande amore che ci hai dato, che ci dai e che ci darai per sempre. Grazie Maria Cristina e Francesca

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

La chiesa parrocchiale di S. Niccolò a Gello d’Anghiari

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ello è una località, in bella posizione collinare, ad occidente di Anghiari, da cui dista circa 10 km, tra il torrente Chiassa, affluente dell’Arno e quello della Sovara affluente del Tevere. Situato a 608 metri s.l.m. si raggiunge dalla strada che si dirama dalla provinciale della Libbia presso il valico della Scheggia. Il toponimo deriverebbe dal latino Agellus, che significa “piccolo podere”. Le case coloniche del suo territorio sono in gran parte abbandonate, ma alcune sono state trasformate in belle villette, mentre la chiesa parrocchiale, di cui si fa memoria nei Decimari del 1274-1275, con la dicitura “Ecclesia S. Nicolai de Giello”, risultava suffraganea della scomparsa Pieve di Spilino. Presenta attualmente caratteristiche architettoniche trecentesche, di notevole interesse, eccetto la parte rialzata nel 1843, come si legge sulla data sopra la porta, quando l’antico stile medievale fu trasformato nell’attuale barocco. La bella facciata si presenta con blocchi di pietra a filari regolari, il portale è in stile gotico, con arco trilobato (formato da due blocchi monolitici) con sovrastante rosone, costituito da una lastra monolitica traforata che a sua volta è sovrastata da un’ampia finestra rettangolare. Il portale, secondo il Salmi, è simile a quello del Capitolo di S. Francesco a Sansepolcro. Il cornicione formato con laterizi sagomati e mensole di pietra (sec. XVIII?) è confrontabile con quello della chiesa di S. Martino nella zona di Sansepolcro. A destra della facciata c’è un’interessante loggia porticata a tre arcate, dietro la quale c’è un grande caseggiato restaurato negli ultimi decenni dalla Diocesi aretina per ritiri e vacanze dei giovani dell’Azione Cattolica. Davanti alla chiesa e verso la valle del Sovara, a gruppi isolati fanno bella mostra di sé alti e silenziosi cipressi. Il piccolo sacrato, di circa 100 mq, è protetto da caratteristici muretti e vi si accede tramite una ripida gradinata. Un alto cippo è conservato in un angolo. Su Gello ebbero signoria i nobili di Galbino e di Montauto. Nel 1104, uno di essi, Bernardino di Sidonia, donò il “Colle di Gello” ai Camaldolesi, quale parte assegnata alla nuova Badia di Anghiari, ma il giuspatronato di questa chiesa restò sempre ai Conti di Montauto. Dalla Visita Pastorale dell’11 settembre del 1571, effettuata dal Canonico Ugolino Zefferini, Vicario Generale del Vescovo aretino Bernardetto Minerbetti (15371574) conosciamo che la chiesa parrocchiale di S. Niccolò a Gello, in territorio dei Barbolani di Monte Acuto era retta da “dominus Nicolaus Gamurrinus”, le persone ammesse alla Comunione erano 140, i frutti dei beni di questa Chiesa, che era unita a quella di S. Giorgio di Colignola, ammontavano a 260 staia di grano. L’elezione e presentazione del rettore spettava all’illustre signore Alberto dei Conti di Monte Acuto e la conferma da parte del Vescovo era avvenuta nel 1565. Mons. Stefano Bonucci, vescovo aretino dal 1574 al 1589, visitò questa chiesa parrocchiale di “Sancti Nicolai de Gello”, sempre unita alla “Ecclesia Sancti Georgii de Culignola”, il 12 settembre 1575. Rettore era il suddetto don Nicola Gamurrino, ma di fatto vi svolgeva il servizio il cappellano Bernardino “alias Chaino de Aretio” insieme a quello della vicina chiesa di S. Giorgio.

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Le nostre chiese...

Il Visitatore trovò tutto a posto, l’edificio sacro, i paramenti, ecc… Il 7 luglio 1583 il Visitatore Apostolico mons. A. Peruzzi visitò la chiesa parrocchiale di S. Niccolò a Gello, di patronato del sig. Conte Francesco, di cui era ancora rettore il rev.do Nicola Gamurrino, decano della chiesa cattedrale di Arezzo. Questi affermò di essere rettore di fatto come i suoi due predecessori anche della chiesa di S. Giorgio a Colignola, ma non aveva “le lettere” per dimostrarlo. La chiesa e i suoi annessi edifici risultavano in buone condizioni, così pure il pavimento. C’erano quattro altari abbastanza ornati e muniti di tutto il necessario per le celebrazioni liturgiche. Le anime ammesse alla Comunione delle due chiese unite erano 130, le quali si erano tutte comunicate a Pasqua, separatamente gli uomini dalle donne. Il vino consacrato veniva dato dal calice, fu stabilito di darlo in un vaso di vetro. Il Viatico agli infermi veniva portato nel miglior modo possibile, cioè nel calice senza baldacchino, con lanternone, lumini e accompagnato da poche persone. I matrimoni venivano pubblicati e celebrati “per verba de presenti” nella chiesa e i nomi dei contraenti, che fino allora venivano scritti in semplici fogli, il Visitatore prescrisse che in futuro dovevano essere registrati in un apposito libro. La dottrina cristiana non si svolgeva regolarmente, ma tutti i fanciulli di Gello sapevano fare il segno di Croce, recitare il Pater Noster e l’Ave Maria, per cui fu prescritto di insegnare anche le Verità di Fede e i Comandamenti di Dio e inoltre di amministrare l’Estrema Unzione secondo i decreti del Concilio Tridentino. Fu richiesto anche di costruire almeno su uno degli altari un decente baldacchino e un confessionale da porre sia in questa chiesa che nell’altra di San Giorgio. Non esisteva la Sacrestia, per cui ordinò di costruirla, i paramenti, i calici e gli altri arredi sacri, erano custoditi in un armadio. Anche l’adiacente canonica si presentava in buone condizioni ed era abitata dal cappellano, perché il suddetto rettore “de licentia Sacrae Congregationis” risiedeva ad Arezzo, avendo avuto dal Vescovo la cura spirituale delle Monache di S. Margherita. Ora passiamo a descrivere l’interno della Chiesa, che si presenta a forma rettangolare, della superficie di circa 60 mq. più altri 30 del presbiterio, elevato di un gradino rispetto al resto del pavimento, ricostruito con mattoncini quadrati, in cotto. La chiesa, orientata, si presenta in un bellissimo stile barocco, con soffitto a volta sopra un solenne cornicione dello stesso stile, che si estende sopra le pareti, in cima alle quali vi sono sei bassorilievi in stucco, raffiguranti gli Apostoli Pietro e Paolo e altri Santi Vescovi, tra cui ritengo S. Niccolò, vissuto nel IV secolo e patrono di questa chiesa. Nelle pareti laterali, sotto il cornicione, sei spazi vuoti in forma quadrata con cornici di stucco contenevano tele ottocentesche che suppongo narrassero la vita del S. Patrono. Sotto alcune di questi si leggono ancora le seguenti frasi latine: IN CAELESTEM PATRIAM MIGRAVIT – UT TRES TRIBUNOS PER CALUMNIAM CONDEMNATOS CUM IMPERATORI APPARUISSET LIBERAVERIT – INFANS LAC QUARTA ET SEXTA FERIA SEMEL VESPERI SUGEBAT – TEMPESTATEM MOXQUE ORTAM ORANS MIRABILITER SEDAVIT… Entrati in chiesa, alla destra, presso un Confessionale, c’è una pila dell’Acqua Santa in marmo, che porta la data dell’A.D. MCMXII. Verso il centro delle pareti laterali, a destra c’è una cappellina di circa 8 mq di superficie, con altare e nicchia in stile barocco, in cui viene venerata una statua della Madonna che tiene il Bambino sulla mano sinistra. Nell’altra

cappella di fronte, della stessa grandezza e stile, c’è sull’altare un’immagine in tela del secolo XIX, raffigurante S. Francesco con le braccia aperte che riceve le stimmate. Sulle pareti sono appesi i 14 quadri moderni della Via Crucis e nello spazio centrale ci sono 12 banche anch’esse moderne per i fedeli. Sulla parete di fondo del presbiterio, c’è l’altare maggiore, al quale si accede con una predella di tre gradini, di cui i primi due in pietra e il terzo in legno, sovrastato da un affresco rappresentante Gesù Crocifisso e ai suoi piedi le immagini della Madonna e del giovane San Giovanni Evangelista. Sui gradini ai lati del piccolo ciborio moderno posato sulla mensa di vecchia pietra ci sono quattro candelieri lignei dorati, in mezzo a una bella croce pure di legno con il Crocifisso. La Messa viene però celebrata coram populo sopra un altare moderno di travertino, collocato al limite del presbiterio, dove c’è anche una grossa campana rotta con epigrafe gotica datata A.D. MCCCCXXX, fabbricata da Baldo Giovanni da Arezzo e Luca di Bondi da Cortona. Altre due campane di forma antica sono sul campanile a vela, impostato sul lato sinistro dell’abside, la quale è nascosta da costruzioni posticce. Attraverso due porte si entra nel coro dietro il presbiterio, che funge da sacrestia, al centro del quale c’è un altare con tabernacolo di pietra sul quale si legge la data MDLXIII, offerto dalla sig.ra Camilla dei Conti di Monte Acuto, destinato alla custodia delle Sante Reliquie. Ai lati e di fronte armadi vecchi e nuovi contengono paramenti, vasi sacri e varie suppellettili. La luce del sole illumina la chiesa mediante la finestra rettangolare sulla parte più alta della facciata e un’altra quadrata sulla parete sud del presbiterio. La parrocchia di Gello, secondo il Repetti, nel 1833 contava 114 abitanti. Oggi, come mi ha riferito l’attuale rettore don Marco Salvi, ne sono rimaste solo una sessantina. Si tratta della parrocchia più piccola tra le 14 che compongono il Vicariato di Anghiari – Monterchi. Spesso la chiesa è ufficiata dai sacerdoti che accompagnano i gruppi delle varie associazioni cattoliche per i ritiri spirituali nell’accogliente casa modernamente attrezzata. I parroci del secolo scorso sono stati: D. Donnino Donnini, D. Francesco Lucattini (1915-1927), D. Vito Ferri (1936), D. Pietro Fabbrini (1945-1950), D. Giulio Berini che è stato l’ultimo parroco residente. Nell’altra pagina dall’alto. * Veduta del sagrato e della facciata della chiesa. * La navata. * Il retro della chiesa con il campanile. In questa pagina - In alto il caratteristico rosone e, qui a lato, l’acquasantiera

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Dedicata ad Anghiari

Auguri a Sestilia e Giuseppe

Roma 2013

Ero una ragazzina, quando ti ho lasciato per un amore romano che via con sé mi ha portato! Tutti parenti e amici eravamo mentre a Roma ho sentito un vuoto tutto strano! Tanta solitudine in mezzo a tanta gente. Ma presto mi sono abituata naturalmente! La mia famiglia da te ho lasciato e tante cose belle e buone che non ho più trovato! Amare Roma ho provato ma questo sentimento si è congelato, penso sempre ai buoni sapori, odori di ragù che le mamme sapevano fare. Oggi non si usano più perché si deve correre, correre, per lavorare! Ogni inverno torna nella mia mente il profumo della legna che brucia nei focolari nelle case della gente! Il famoso macellaio con la sua buona porchetta la ricetta inconfondibile dei sambudelli e dei fantastici fegatelli! I cavallucci a Natale così buoni: da nessuna altra parte si possono trovare! Quel silenzio, quella calma, la pace della gente allora non l’apprezzavo perché del peggio, non sapevo niente!

52 anni fa sono venuta via con mio marito: senza macchina ma con il treno e con il cuore tanto sereno! Il nostro matrimonio in Propositura fu celebrato e due anni fa le nozze d’oro avremmo festeggiato. Ma il mio caro marito più non c’era perché in cielo era volato! Questo paese anche lui tanto adorava da giovane ragazzo in estate con tanta gioia le sue vacanze dai cugini qui passava! Ma un giorno tanto freddo di gennaio nella casa nel cimitero che da sé aveva comprato per sempre ad Anghiari è voluto ritornare!! Vicino a Lui, c’è un posto anche per me e un giorno anch’io lì andrò ad abitare! Tutti e due con tanta pace ad Anghiari, per sempre potremo restare. Senza sentire più quei profumi, quell’aria frizzantina quei sapori, la tramontana che gelida tirava. Ma pazienza: senza accorgerci sapremo stare senza. Bruna Un’anghiarese a Roma

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a ricorrenza festeggiata dai nostri amici Sestilia Leonardi e Giuseppe Giovagnini, abitanti verso il Ponte dei Sospiri, è accaduta il 27 novembre dello scorso anno, ma non possiamo passarla sotto silenzio. Si tratta infatti dell’anniversario delle nozze di diamante, cioè sessant’anni di matrimonio. Quando si sono conosciuti, la Sestilia abitava a Corte e Giuseppe ai Sodi, per la via della Motina. Il loro è stato un incontro che può apparire strano, ma, a quei tempi, mi verrebbe da dire che era normale. Ma ecco i fatti raccontati da loro stessi: «Io ero a battere i castagni in quel della Cicogna alta...» «Io ero a parare le pecore lì nei paraggi...» Naturalmente poi si sono frequentati, nei giorni addetti, com’era usanza, e per nove anni di fidanzamento. Anzi il babbo della Sestilia, la domenica, non vedeva l’ora che arrivasse il fidanzato così gli governava le “bestie” e così lui poteva andare a Tavernelle passando dalla via della Banca per passare un paio d’ore con gli amici. Quindi si arriva al matrimonio celebrato nel Santuario del Carmine da don Giuliano Giglioni, allora pievano di Micciano. Dopo i festeggiamenti all’uscita dal Santuario, parenti ed amici si sono ritrovati presso la casa della sposa a Corte per un rinfreschino e poi via per il viaggio di nozze a Roma, presso una zia, e poi, sempre in treno, a Firenze (nella foto sono al Piazzale Michelangelo) ed infine ritorno a casa dello sposo che a quel tempo abitava a Spadino di Mezzavia. Agli auguri dei familiari e degli amici fatti a suo tempo, si uniscono ora quelli della Redazione e dei nostri lettori.

Incontri

Impressioni

Martedì 25 agosto. Ero alla Messa funebre per Walter Donnini nella chiesa di San Domenico ad Arezzo e ho avuto la piacevole sorpresa di vedere che era celebrata da don Gianni Zanchi con il diacono Giovanni Cincinelli ma conosciuto come Franco. Così sono andato a salutarlo e Paola Fornelli, collaboratrice della parrocchia, mi ha salutato riconoscendomi: i suoi avevano origini anghiaresi.

Ero nell’orto a controllare che tutto andasse per il verso giusto quando ho visto una grossa formica che ne stava portando una più piccola. C’era però qualcosa di strano: la formichina faceva resistenza. No, era la formichina che, in retromarcia,stava portando la formica grossa nel suo nido; e ci riusciva!

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Il Paradiso e la Ripa

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di Massimo Redenti

nche quest’anno, nella serata del 28 agosto, mi son recato alla Ripa per commemorare assieme alle Monache la ricorrenza del loro ispiratore Sant’Agostino, Padre e Dottore della Chiesa. Anni addietro partecipai per la prima volta a questa festa organizzata dalle Sorelle Agostiniane; ero presente in rappresentanza della mia associazione di volontariato. Da quella prima volta, negli anni successivi, compreso quest’anno, mi sono recato all’annuale appuntamento per puro desiderio e gioia personale. Ci sono state, come di consueto: la Santa Messa officiata da Don Ferdinando con l’assistenza del Diacono Fabio e accompagnata dallo splendido coro di Monterchi; un momento conviviale preparato da alcune volonterose donne del luogo (la Loredana, la Giuseppina ed altre ancora…); la musica e la voce del bravissimo Siro, ed infine il ballo a chiudere la serata. Come sempre, il tutto è apparso ben organizzato, di profondo significato e splendidamente ben riuscito, sotto l’attenta “regia” e lo sguardo vigile di Suor Agnese e Suor Angela, impareggiabili ed insostituibili icone di accoglienza ed ospitalità. La partecipazione è stata ampia, con la presenza di circa un centinaio di ospiti, fra i quali l’amico Giuseppe Ricceri in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, Luca Chiarentin, comandante della caserma dei carabinieri di Anghiari, Ovidio Mondanelli sempre pronto a soddisfare le mie curiosità in merito alla flora locale, Marco Pernici, lo Stowasser, la Fannì, la Gabriella, il Cristini ed altri amici ancora; una serata magnifica! Mi sta a cuore raccontare però, in particolare, una sensazione che mi ha pervaso durante lo svolgersi della Santa Messa; innanzitutto sottolineo la consapevolezza di come le Monache Agostiniane ed il loro ambiente della Ripa abbiano ridestato in me momenti di sereno stupore e abbiano fatto riscoprire una volta ancora la gioia del dono della meraviglia, troppo spesso sepolto sotto gli strati della cenere dell’abitudine. Sono arrivato verso le ore 18:30 ed ho parcheggiato lo scooter lungo la Via Nova, subito dopo villa Gennaioli, percorrendo poi a piedi il bel viale d’ingresso che in leggera salita conduce al monastero. Ho salutato Suor Angela e Suor Agnese e subito, nell’alzare gli occhi al cielo, non ho potuto non ammirare il maestoso ippocastano, sentinella dell’ingresso al parco e cresciuto a possente protezione della bella statua della Madonna. Girato lo sguardo tutt’intorno, mi sono soffermato a contemplare, incantato, la corona di cipressi che, partendo proprio dall’ippocastano, affusolati e slanciati verso l’alto, fanno da diadema e cornice a gran parte del verde circostante. In mezzo al prato, vicino al

provvisorio allestimento dell’altare, i miei occhi si sono posati su alcune aiuole, ben tenute, con al centro di ognuna rigogliosi arbusti dai quali pendevano degli strani frutti. Nel proseguire con la mia ispezione visiva nel bell’ambiente in cui mi trovavo, ho ammirato rigogliose armoniche magnolie ed altre piante delle quali non conosco la specie (ne chiederò il nome della specie al Mondanelli o alle suore medesime, alla prima occasione). Infine, sono rimasto letteralmente estasiato di fronte alle magnifiche piante di frassino, imponenti, bellissime, contorte e quasi avviluppate l’una all’altra, tutte proiettate verso il cielo ed al tempo stesso attente a dare riparo e protezione con le loro frondose chiome a tutto ciò che stava sotto di loro. Mi sono avvicinato infine, non senza curiosità, ai bizzarri cartoncini che pendevano dagli arbusti al centro delle belle aiuole, frutti inconsueti, scoprendo che in realtà contenevano le parole ed i più bei pensieri di Sant’Agostino. Ma il momento più intenso ed elevato, l’ennesima riscoperta del dono della meraviglia e dell’emozione, è avvenuto appena più tardi, quasi al termine della Santa Messa, nel breve tempo dell’evento eucaristico. Mentre Don Ferdinando e il Diacono Fabio si muovevano nel prato fra i presenti per consegnare il corpo di Cristo nella forma di ostia consacrata, e mentre si levavano al cielo le sublimi musiche di “Fratello Sole e Sorella Luna”, per un istante mi sono sentito in un mondo perfetto, pieno di pace e di mirabile serenità; mi sono trovato per qualche attimo a visualizzare il Paradiso, e forse il Giardino dell’Eden che ha accolto Adamo ed Eva agli albori del genere umano, poteva non essere molto diverso dal luogo in cui mi trovavo in quel momento; forse il Paradiso può somigliare davvero al parco della Ripa. E anche per questo ringrazio le Suore Agostiniane di Anghiari! In alto, nella foto di Roberto Stowasser, il lato del bel giardino in cui era stato allestito l’altare per la S. Messa.

A pag. 5 i nuovi orari delle S. Messe festive in vigore dal 1° ottobre 2015 11


Monasteri dipinti

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Impressioni a caldo sul pellegrinaggio in Romania

al 2 al 9 settembre si è riunita per il viaggio una bella compagnia di persone affabili e puntuali, tra le quali la fascia indiscutibile di Miss Gruppo spetta senz’altro, anche per ragioni anagrafiche, a Chiara, quella di Miss Eleganza a Graziella M. e quella di Miss Simpatia alla Luli. Prima di partire ero un po’ scettica sulla meta e non pensavo di vedere tante ricchezze paesaggistiche ed artistiche. Del resto, nell’immaginario comune e nel modo di pensare collettivo la Romania è associata agli zingari, alla recente rivoluzione, alla povertà ed ai vampiri. Deve ancora progredire molto la Romania, è vero; pur possedendo molte risorse naturali (legno, petrolio, metano, ecc.) non è in grado di sfruttarle a pieno, condizionata ancora dai tanti danni causati da una feroce dittatura comunista, fra i quali il persistere di una mentalità passiva e supina che, abituata ad avere tutto (o meglio poco o niente) dallo Stato accentratore, fatica a prendere iniziative personali. C’è ancora un’agricoltura arretrata (quanti pagliai e carretti trainati dal cavallo che vedevamo da noi negli anni ‘50!), industrie che stentano a decollare, un turismo ancora limitato. Fittissimi boschi di querce ed abeti, castelli pittoreschi, chiese antiche e monasteri affrescati ben conservati rappresentano il volto positivo della Romania. Abbiamo avuto la fortuna di avere come guida un giovane preparatissimo culturalmente, innamorato del suo paese e che, avendo vissuto in prima persona le atrocità del regime, ha raggiunto una saggezza ed una obiettività di pensiero encomiabili. Perché Dracula viene associato alla Romania evocando spettrali immagini? Il principe-vampiro che beveva il sangue delle sue vittime nacque in racconti tedeschi cinquecenteschi. Lo scrittore irlandese Bram Stoker poi, nel 1897, scrisse “Dracula”, un romanzo di fantascienza ispirato a quei racconti ma con una grande confusione storica e geografica. Il nome “Dracula” deriva dal fatto che il padre del principe valacco VLAD apparteneva all’ordine del DRAGO (in lingua romena il drago diventa diavolo, dracul, quindi DRACULA). Abbiamo visitato il suo castello che non ha però nulla che possa incutere timore, anzi si trova in una posizione panoramica, ed evoca racconti fiabeschi. Oggi per i romeni Dracula (leggi Vlad l’Impalatore, sicuramente crudele verso i suoi nemici, come ricorda l’appellativo) è un personaggio positivo che potrebbe

liberarli dalla dilagante corruzione politica che non manca anche nel loro paese. Ma quello che costituisce una vera perla della Romania è l’arte bizantina espressa magistralmente negli affreschi degli antichi monasteri e delle relative chiese; mura interne ed esterne sono completamente ricoperte di scene bibliche, fonti di pedagogia semplice, ma efficace per i credenti di tutte le epoche: “Il Giudizio Universale”, “La scala delle virtù”, “L’assedio di Costantinopoli” per citare le più grandiose. Dentro un chiostro pittoresco, arricchito da numerosi gerani in piena fioritura, il Monastero di Agapia accoglie oltre 300 suore che in base alla regola benedettina “ora et labora” pregano e producono manufatti in lana ed icone dipinte, il cui ricavato serve al loro mantenimento. Anche noi abbiamo pregato durante le S. Messe celebrate da Don Marco, ricordando le grazie ed i benefici che Dio ci elargisce e chiedendo intercessioni per la nostra povera umanità che, ad ogni latitudine, ha sempre bisogno di Lui. Marida Nella foto in alto il monastero Moldovita e il gruppo dei pellegrini anghiaresi in posa.

Mercoledì 16 settembre, una scelta delegazione delle Compagnie di Anghiari si è recata nella valle di Chio da don Alessandro per un incontro propedeutico al “gemellaggio” delle nostre con quella Compagnia del SS. Sacramento.

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NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Le vostre offerte fino ad agosto... Rossi Andrea €. 25.00 Del Gaia Milton – la famiglia alla memoria €. 355.00 Giudice Elisa €. 50.00 Vichi Gina €. 19.00 Mondani Pietro – la famiglia alla memoria €. 150.00 Falcioni Maria – la famiglia alla memoria €. 50.00 Torelli Dario €. 20.00 Famiglia Gaggiottini alla memoria di Adriano Damini €. 50.00 Lorent David €. 85.00 Polverini Anna €. 50.00 Gennari Patrizia €. 25.00 Giorni Valter €. 20.00 Procelli Anna €. 10.00 Ruscetti Vincenza €. 10.00 Mafucci Giacomo €. 10.00 Gigli Pietro €. 10.00 Bianchi Speranza €. 10.00 Franceschi Francesca €. 10.00 Gessani Federico €. 10.00 Peluzzi Carla €. 10.00 Rumori Franco €. 10.00 Marzi Valeria €. 10.00 Boriosi Graziano €. 10.00 Leonardi Vasco - la famiglia alla memoria €. 450.00 Buscosi Leoniero - la famiglia alla memoria €. 200.00 Maria Maranesi - la famiglia alla memoria €. 500.00 Lazzerelli Domenica - la famiglia alla memoria €. 155.00 Luigi Cima - la famiglia alla memoria €. 100.00 D’Uva Maria €. 20.00 Anonimo €. 5.00 Mondani Pietro - la famiglia alla memoria €. 75.00 Matteucci Enzo - la famiglia alla memoria €. ---Urci Paolo - la famiglia alla memoria €. 165.00 Anonimo €. 1.120.00 Francia Loris, per ringraziare in occasione di un ricovero ospedaliero €. 100.00 Sciadini Domenico €. 50.00

Ambulatorio di massofisioterapia Dal prossimo mese di gennaio 2016 negli ambulatori della nostra Confraternita di Misericordia avremo la possibilità di utilizzare i servizi di una nuova professionista: sarà infatti presente con cadenza inizialmente settimanale la signora Anna Maria Bruschi, diplomata in massofisioterapia. Le sue prestazioni consistono in trattamenti di massofisioterapia, cioè massaggi terapeutici in generale, per riabilitazione motoria (ortopedica) e movimenti attivi e passivi riabilitativi. La professionista si è dichiarata disponibile fin d’ora anche per trattamenti a domicilio; per questo motivo ci ha autorizzati a rendere pubblico il proprio numero di cellulare che è il seguente: 339.1385288 Diamo il benvenuto alla nuova massofisioterapista, certi di aver fatto cosa gradita a quanti vorranno o dovranno ricorrere a cure di questa tipologia. Un’assemblea molto importante È prevista per domenica 29 novembre, festa della Misericordia, l’assemblea generale degli iscritti della nostra Confraternita. Come di consueto, alle ore 9:30 ci sarà la Santa Messa nella chiesa della Badia, con la consegna delle cappe ai nuovi affiliati. Seguirà la distribuzione dei panini benedetti nei locali della vecchia sede, ora museo storico, in via Nenci. Seguirà alle 10:30, presso la sede di Corso Matteotti, l’assemblea generale con la presentazione del bilancio sociale per l’anno 2014; si provvederà poi alle elezioni per il rinnovo di una metà dei consiglieri del Magistrato in scadenza di mandato a fine anno. Tutti i soci sono invitati a partecipare a questa importante scadenza istituzionale.

L’attività dei nostri volontari nel primo semestre 2015 Vi comunichiamo sinteticamente l’attività dei nostri volontari in merito ai servizi effettuati nel primo semestre dell’anno in corso: sono stati effettuati 1.869 servizi con la percorrenza complessiva di Km. 76.886 ed una media a viaggio di Km. 41. Sono stati 95 i servizi della nostra ambulanza in emergenzaurgenza.

Nuovo corso per soccorritori di livello base e di livello avanzato

...e i nuovi soci Ionela Chirila Silvano Rossi Graziano Gaggiottini Marisa Furiosi Romano Baglioni Gabriele Leonardi

Di recente abbiamo raccontato dell’ottimo risultato del corso per volontari di livello avanzato, alcuni dei quali hanno già iniziato ad operare con i nostri mezzi in collaborazione con i volontari veterani della Confraternita. Il continuo aumento dei servizi richiestici, sia per l’emergenza-urgenza sia per i servizi programmati socio-sanitari, ci costringe però a cercare da subito nuovi volontari. Inizierà pertanto in gennaio un nuovo corso per livello base e livello avanzato. Iscrivetevi! Partecipate! Aiutateci ad aiutare!

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

email: gruppoanghiari@fratres.eu

BENVENUTA DOTT.SSA MAURIZIA SPILLANTINI Nostra intervista al nuovo medico del centro trasfusionale

Era attesa da noi tutti nei giorni successivi al pensionamento dell’indimenticabile dottoressa Vannini, ma le solite questioni b u ro c r a t i c h e e l’impossibilità da parte della direzione ospedaliera di trovare un suo sostituto nel reparto di appartenenza, hanno spostato di qualche mese il suo arrivo al centro di raccolta dell’ospedale biturgense, avvenuto infatti nelle prime settimane del giugno scorso. Ho avuto modo di incontrarla in agosto, in occasione di una mia donazione di sangue e subito mi ha colpito l’umanità del suo carattere e la capacità di entrare subito in sintonia con lei… La conoscevo solo per sentito dire ma non l’avevo mai incontrata, nonostante la sua decennale presenza nel reparto di medicina dell’ospedale di zona. Prima di lasciare il trasfusionale, le proposi una breve intervista da pubblicare nel nostro “periodico” parrocchiale. Mi disse subito di sì e ci lasciammo scambiandoci i rispettivi indirizzi email. Nei giorni successivi le inviai alcune domande e, dopo poco tempo, ricevetti le seguenti risposte. Per meglio conoscerla, qualche informazione sul suo curriculum vitae. Sono nata ad Arezzo 55 anni fa, da sempre abito a Caprese Michelangelo, ma mi sento cittadina della Valtiberina. Ho infatti frequentato sia le medie che il liceo a Sansepolcro, mio padre era residente a Pieve Santo Stefano e mio marito è di Anghiari. Gli altri Comuni li conosco abbastanza bene per avervi fatto per molti anni le Guardie Mediche (oramai tanti anni fa!!!!). Sono sposata con Angiolo ed abbiamo 3 figli, 2 universitari ed uno che frequenta ancora il Liceo. Mi sono laureata in Medicina e Chirurgia all’ Università di Firenze e specializzata poi in Angiologia Medica presso l’ Università di Catania. Il mio primo incarico professionale è stato al Centro Trasfusionale di Bibbiena. Successivamente sono passata al Sert della Valtiberina ed infine presso la U.O. di Medicina di Sansepolcro, dove sono rimasta per molti anni. Soddisfatta di essere “approdata” al centro trasfusionale di zona e perché? Direi proprio di sì, essendo stata una mia libera scelta. Circa un anno fa, infatti, conoscendo i miei interessi, la Dr.ssa Vannini (allora Responsabile del Centro Trasfusionale) mi informò della sua decisione di andare in Pensione e mi chiese di fare domanda di trasferimento qualora fossi interessata. Dopo una breve riflessione, pensai che un cambiamento e le novità che esso comporta, alla mia età, sarebbero stati molto stimolanti e rigeneranti. Per mia fortuna l’Azienda ha accettato la domanda!!!

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Dopo questi primi mesi, quali sono le sue valutazioni sulla struttura e sulle persone con cui collabora? L’ambiente del Centro Trasfusionale è molto sereno. Il responsabile Dr. Pantone è simpatico e soprattutto preparato. Le infermiere ed il Tecnico sono professionali, collaborative e disponibili. Chi entra al Centro, credo che percepisca immediatamente l’armonia e la tranquillità con la quale vengono effettuate anche procedure abbastanza complicate. Cosa pensa del ruolo svolto dalle associazioni di volontariato e che rapporti è riuscita ad instaurare con esse? L’ armonia, di cui parlavo sopra, credo si percepisca anche nei rapporti con le Associazioni con le quali esiste una stretta collaborazione, basata sulla stima ed il rispetto reciproco. È infatti grazie al grande lavoro svolto da esse che, rispetto alla carenza di sangue registrata in Toscana, nel nostro centro le donazioni non sono diminuite, ma si mantengono in linea con quelle degli anni precedenti. Ha dei consigli o raccomandazioni da dare ai responsabili di queste? Mi auguro di continuare e poi anche, se possibile, di migliorare il rapporto con tutte le associazioni che quotidianamente collaborano con noi, perché insieme potremo sicuramente costruire qualcosa di buono. Come valuta le recenti novità della prenotazione obbligatoria e della donazione differita? Nell’ultimo anno ci sono stati molti cambiamenti, tra i quali la prenotazione delle donazioni. Credo che sia favorevole sia per la programmazione del lavoro da parte di noi operatori ma anche per i donatori, che non devono sottostare a lunghe attese. Anche la donazione differita rappresenta una novità, ma credo che aiuti gli aspiranti donatori a prendere coscienza delle sue modalità e dei rischi connessi a comportamenti errati. E’ insomma un percorso di educazione dell’aspirante donatore. Infine, cosa si sente di dire a quanti non sono ancora dei donatori di sangue periodici, pur avendone i requisiti? Credo che donare sangue sia un’esperienza gratificante, con la quale ognuno di noi con poco sacrificio può far qualcosa di molto importante per gli altri.

Grazie dottoressa per la disponibilità dimostrata e tanti auguri per il nuovo incarico. Una cosa è certa, dopo questa intervista i tanti lettori de “L’Oratorio di Anghiari”, e tra essi i numerosi donatori di sangue, non potranno dire di non conoscerla!!! Pietro Nella foto in alto il personale medico e paramedico del C.T. Da sx: le infermiere professionali Anita Boni e Katia Rosati, il dott. Pietro Pantone, responsabile del centro, la dott.ssa Maurizia Spillantini ed il tecnico di laboratorio Valeria Gizzi


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

email: gruppoanghiari@fratres.eu

Altre immagini della bella Festa Estiva A grande richiesta, pubblichiamo altri scatti fotografici relativi all’ultima edizione della Festa Estiva 2015 del Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Anghiari, con particolare riguardo alla terza edizione della corsa podistica che ha visto, ricordiamolo ancora una volta, la partecipazione di oltre 170 atleti, suddivisi nelle varie categorie. Da sottolineare la numerosa e festosa presenza dei bambini…

Nelle foto, dall’alto a sx., e poi in senso orario: *Gli atleti della categoria giovanissimi ai nastri di partenza; *E dopo la fatica, il meritato ristoro…; *Il controllo medico di glicemia e pressione; *Una “bella” rappresentanza delle atlete anghiaresi.

LE PROSSIME INIZIATIVE “FRATRES” A) PELLEGRINAGGIO REGIONALE DEI GRUPPI “FRATRES”: SABATO 03 OTTOBRE 2015 – LIVORNO - SANTUARIO DELLA MADONNA delle GRAZIE DI MONTENERO Continua la bella iniziativa del Pellegrinaggio Mariano degli oltre trecento Gruppi Fratres Donatori di Sangue della Toscana. Quest’anno è la volta del Santuario della Madonna di Montenero, collocato su una collina che domina il mare ed il porto di Livorno. Saranno presenti, come sempre, anche rappresentanti del Gruppo Fratres di Anghiari.

B) LE GIORNATE DEL DONATORE DI SANGUE “FRATRES”: SABATO 12 e DOMENICA 13 DICEMBRE 2015. Sabato, ore 16.30, Convegno Medico presso la Sala della Misericordia con l’infettivologo dott. Tacconi; Domenica, Ore 11:00: S. Messa, presso la chiesa della Propositura, con le autorità Civili e Militari ed i rappresentanti le altre associazioni. Ore 13.00: Pranzo sociale, GRATUITO per tutti i donatori attivi, presso il Ristorante “Il Musicista” di Selci Umbro (Pg). Vi aspettiamo numerosi !!! Il presidente Carlo Leonardi

FATTI UN REGALO: DONA SANGUE!!! Ricordati delle cose importanti: Lascia un po’ di te… dove ce n’È bisogno! Per informazioni e prenotazioni: cell. n° 3381484889 (Fabiano) 15


piccoli Anghiaresi ritornano

Qui sopra Micol, la nipotina di Piero Martini e Bernardetta. A destra Gabriele, il nipote di Mario Zanchi e Aurelia; Abitano fuori di Anghiari è vero, ma ogni tanto ritornano (di più i nonni).

La nostra Valle

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ei giorni passati ci è stata consegnata da parte degli “Amici della terra Valtiberina” una comunicazione riguardante la coltivazione del tabacco con specifico riferimento alla dannosità dei prodotti fitosanitari impiegati per la salvaguardia di questa particolare produzione agricola. La comunicazione contiene anche riferimenti alla preoccupazione per la salvaguardia del posto di lavoro dei circa 900 dipendenti (leggiamo nel comunicato) di Aboca Erbe. Conosciamo d’altra parte il pensiero del suo presidente Valentino Mercati in quanto in maniera pubblica ha di recente sottolineato le perplessità ed i danni, diretti ed indiretti, che potrebbero derivare dalla coltura in questione. Il nostro pensiero sull’argomento non sarà comunque incentrato sulle questioni economiche derivanti dalla salvaguardia o meno dei posti di lavoro di Aboca Erbe (peraltro argomentazioni molto importanti), anche perché se portassimo avanti tale tesi saremmo in dovere di considerare anche i posti di lavoro collegati alla coltivazione stessa del tabacco (imprenditori agricoli, salariati fissi, stagionali, avventizi …). Ci limitiamo pertanto ad esprimere qualche considerazione, del tutto personale, che riteniamo però possa essere oggetto di condivisione o comunque di argomentazione. Si tratta di salute, null’altro se non la salute di tutti noi! Da anni cerchiamo di capire se i tanti, troppi casi tumorali che imperversano nella nostra zona siano direttamente o indirettamente imputabili alla coltivazione del tabacco e alla deriva per irrorazione dei prodotti fitosanitari utilizzati. Da anni chiediamo agli addetti ai lavori (Sindaci, responsabili delle Asl, politici di ogni livello …) di fare

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chiarezza su questa potenziale minaccia per la nostra salute. Da anni imperversa il più assoluto silenzio su questo argomento appunto da parte di chi se ne dovrebbe occupare e preoccupare, o per professione o per delega politico/ amministrativa. Chiediamo agli addetti ai lavori, anche da questa pagina, di farsi carico dei loro obblighi morali e materiali, per analizzare una volta per tutte i dati statistici delle morti per tumore e le incidenze dei danni derivanti dal tabacco nella fase della coltivazione (non parliamo del fumare, ove “ognuno è artefice della propria fortuna”). In un caso o nell’altro desideriamo conoscere la verità, non condizionata da aspetti economici, posti di lavoro e quant’altro; siamo certi che la salute (e la vita) di ognuno di noi venga prima di ogni altra cosa e/o considerazione!


La Maestà della SS. Annunziata

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di Flavio Mercati

robabilmente tutti nelle nostre zone sanno che lungo la strada fra Anghiari e Sansepolcro esiste una Maestà o Cappellina dedicata alla “Madonna della Vittoria”, fatta edificare dai Fiorentini nell’anno 1440, nel luogo dove essi, proprio in quell’anno, insieme all’esercito del Papa, sconfissero l’esercito del duca di Milano Filippo Maria Visconti comandato da Niccolò Piccinino. Questa Maestà, voluta dai Fiorentini a ricordo della loro vittoria, ma fabbricata a spese della comunità (anghiarese), fu costruita più precisamente nel luogo detto Caviella, cioè Cay Villa, Villa di Caio, oggi, per intenderci meglio, lungo la reglia non lontano dalla casa denominata “Cipicchio”, e si trovava, e si trova, poco sotto la chiesa di S. Stefano di Anghiari. Pochissimi, però, sapranno che sempre lungo la strada fra Anghiari e Sansepolcro, alquanto più giù verso il Borgo, esisteva, un tempo, anche un’altra Maestà, edificata per scopi ben diversi dalla prima. Ma ora “diamo la parola” allo storico anghiarese Lorenzo Taglieschi, vissuto a cavallo fra il ‘500 ed il ‘600, che ce la descrive nella sua opera “Annali Della Terra D’Anghiari”, testualmente. «Possi ascrivere ancora tra le cose memorabili di quest’anno (1575) la cappella o maestà che messer Antonio di Andrea Geri fabricò del mese di aprile nel piano presso a confini tra Anghiari e il Borgo per sua devozione e per comodità de’ passeggeri, la quale dotò di uno staiore1 di terra che servisse per il mantenimento di essa e per adornarla di una pittura della Nunziata. E ne’ due pilastri sotto l’arme delli Ardinghelli, che dal cardinale suo padrone gli fu donata, la quale è composta di due mani che tengono una croce scavata, si leggono le seguenti memorie, cioè a man destra: “si de via fessus te recepit ex optas viator. In hunc locum ob sep. a vento, et plu., extu., ne’ sol. nim. diveste quem tibi comparaturumque vides”. E nella sinistra: “Antonius Gerius anglarense S.Q.M.S. fecit sacellum hoc, de dei matr virg. D.AE.S.A. fundamentis pos. 1575 M.A.”» Questo quanto riferito dal Taglieschi. Le scritte in latino sopra enunciate, secondo la nostra traduzione in italiano, dovevano significare questo (speriamo che i latinisti non mi ‘menino’): A mano destra: “O viandante, se sei stanco per il viaggio, riprenditi (riprendi fiato) se vuoi. In questo luogo e che vedi il più idoneo (adatto) a te, liberati decisamente (riparati) dal vento del settentrione (tramontana) e dalla pioggia battente, nonché dal troppo sole”. A mano sinistra: “Antonio Geri anghiarese fece di sua e molto spontanea volontà (S.Q.M.S.), cioè di propria

e molto spontanea iniziativa, questo sacello (maestà, cappella) innalzandolo dalle fondamenta per devozione, o dedicato, in eterno alla Santissima Annunziata (D.AE.S.A) vergine madre di Dio, nel mese di aprile (M.A.) del 1575.” Bene! Ma dove si trovava questa maestà? È possibile attualmente rintracciare il posto dove esisteva? Il Taglieschi dice al confine fra Anghiari ed il Borgo, ma dove passava precisamente questo confine? Sempre il Taglieschi e sempre negli Annali dice che allorché il fiume Tevere nel 1197, o giù di lì, fu spostato all’incirca dove scorre adesso, i Borghesi, per ricompensare gli anghiaresi d’aver accettato che il fiume scorresse nel loro territorio, gli concessero di spostare il confine del loro contado dalla via del Palazzo (Sabino), cioè poco oltre l’attuale reglia, dove dopo quasi due secoli e mezzo avvenne la celebre Battaglia, a un miglio e mezzo

In questa pagina. In alto è raffigurata la zona lungo la strada dove, a destra di essa, cioè la zona dove c’è quella tabella di confine, doveva trovarsi la Maestà di cui abbiamo parlato. A quei tempi il confine si trovava un po’ più adiacente a quell’edificio con la parte rossa in fondo alla siepe a sinistra. Ora, invece, il confine si trova all’inizio della siepe nel mezzo di quella stradina prima di essa. Sotto è raffigurata la strada nella cui mezzeria passa attualmente il confine in seguito alla riforma fondiaria del secolo scorso, fra il Comune di Anghiari e quello di Sansepolcro. Qui sopra: A destra di questa tabella di confine una volta c’era un campetto denominato “Campo della Maestà”, molto probabilmente perché si trovava di fronte alla Cappella o Maestà che era collocata dall’altro lato della strada.

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più giù verso di loro; ma dove di preciso? Attualmente la distanza tra la strada per il Palazzo (Sabino) ed il confine con il comune di Sansepolcro è di km. 1,5. Anche se anticamente il confine fosse stato più giù di 10/15 metri, (nell’articolo che viene dopo spieghiamo perché abbiamo ragione di supporlo), siamo sempre intorno a quella cifra. Ora lasciamo il Taglieschi, morto nel 1654 e andiamo avanti con gli anni fino ad arrivare al 1779, anno in cui in data 8 aprile, il Vicario di Anghiari del Granduca di Toscana (allora Pietro Leopoldo degli Asburgo-Lorena), redige un elenco di tutte le strade “di dentro come di fuori la Terra di Anghiari” con relativa descrizione per ciascuna. Prendiamo quella che viene definita “Strada di S. Sepolcro”. Tralasciamo la descrizione degli inizi di detta strada che, nel caso specifico, non ci interessa e passiamo alla descrizione del tratto che viene dopo le Chiese di S. Girolamo e S. Stefano, situate sulla sinistra. Si dice testualmente: […] (la strada) attraversando mediante un Ponte le Reglie de i Mulini, seguitando va a passare lungo il Patibolo2, o siano Forche situate alla destra della strada medesima, da dove inoltrandosi […] ed in qualche distanza lascia dalla sinistra le Case, e i Poderi dette del Palazzo, e dalla destra quelli della Casentina, e di poi seguitando sempre in linea retta sen’ passa d’avanti il Tabernacolo detto la Maestà di Messer Antonio (Geri), e questa di poi lasciata sulla sua diritta và a terminare al confine, al termine divisorio della Comunità di Anghiari e quella di Sansepolcro, qual termine vedesi posto sulla sinistra della strada medesima ed ivi incise in pietra le parole “=Comunità di Anghiari =Comunità di S. Sepolcro”. Logicamente la strada poi proseguiva nella Comunità di Sansepolcro. Andiamo avanti negli anni di qualche decennio e troviamo la conferma dell’esistenza di questa Maestà, lungo la strada per il Borgo, e sulla destra, e poco prima del confine, nella mappa catastale Lorenese del 1822-26. Proseguiamo andando ancora avanti negli anni ed arriviamo ai nostri giorni. Lungo la strada dritta fra Anghiari e Sansepolcro si trova una località chiamata Mezzavia, poco dopo, proseguendo oltre, in direzione di Sansepolcro, troviamo sulla sinistra un agglomerato di

case, detto popolarmente “Zinepro”, ma che dalle carte topografiche risulta chiamarsi Torricella. Il primo edificio che si incontra ha la parte superiore di mattoni rossi. Prima che venisse fatta la riforma fondiaria degli anni ‘80-’90 del secolo scorso, poco prima di questo edificio, anzi quasi adiacente al muro di esso e sempre lungo la strada, c’era una vecchia pietra con delle scritte incise indicanti che da lì passava il confine fra il territorio comunale di Anghiari e quello di Sansepolcro. Probabilmente era lo stesso termine in pietra indicato dal vicario di Anghiari nel ‘700 e quindi anche allora, sicuramente, il confine passava da lì. Ma attenzione! La strada dritta da Anghiari a Sansepolcro non era anche di confine con la zona a destra di essa. Il confine del territorio anghiarese era più a sud, e, poi, nei pressi di “Zinepro” veniva su dalla direzione sud, “tagliava” quasi perpendicolarmente la strada e proseguiva in direzione nord, e a noi ci basta questo. Tutte queste testimonianze scritte ci aiutano per arrivare alla conclusione che la cappella o Maestà, costruita da Antonio Geri e dedicata alla Santissima Annunziata, si trovava lungo la strada da Anghiari per Sansepolcro, a destra di essa, nel territorio di Anghiari, anche se vicino al confine, e nei pressi di “Zinepro”, anzi un po’ prima di “Zinepro”. Queste sono le testimonianze scritte e poi c’è la testimonianza orale. Qualcuno di questo abitato, con cui ho parlato di questo argomento, ricorda d’aver sentito dire dai “vecchi” che di là dalla strada una volta esisteva una Maestà. Inoltre prima che venisse fatta la riforma fondiaria sopra accennata, di fronte alla zona dove doveva trovarsi tale Maestà, ma sulla sinistra della strada e prima del confine, c’era un campetto appartenente ad un podere della chiesa di Santa Fiora detto “Campo della Maestà”. Dimostrato che non era lì che si doveva trovare tale Maestà, c’è da supporre che avesse tale denominazione, perché si trovava nelle vicinanze di essa, forse di fronte ad essa, e forse poteva anche essere il campetto assegnatole per il suo mantenimento. Mi sembra che non c’è altro da dire, le prove sono inconfutabili. Di questa Maestà, com’è logico capire,

Foto a sinistra - In questo piccolo varco tra la siepe e l’edificio di Zinepro si trovava la pietra indicante il vecchio confine tra la Comunità di Anghiari e quello di Sansepolcro. A destra - In questa zona, sotto la strada per il “Molinello”, doveva trovarsi, in base alle indicazioni storiche, il patibolo o “Le Forche”, alla “Maestà delle Forche”, smantellato nel 1787, mettendolo all’asta al miglior offerente che, demolendolo, prendeva anche il materiale di cui era fatto, dopo l’abolizione della pena di morte nel Granducato di Toscana avvenuta nel 1786, il 30 novembre. Già l’8 di gennaio del 1787 pervenne alla Comunità la prima offerta a nome di un certo Ducci che poi successivamente ne aumentò il valore, sicuramente per battere la concorrenza.

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non esiste più alcuna traccia, dove sicuramente si trovava, attualmente c’è solo banchina e greppo, ed anche di viandanti che vanno a piedi per la strada e che avrebbero potuto aver bisogno di essa per “se recipere” (per riprendersi) e per difendersi dalle intemperie e dal sole troppo forte non c’è più traccia in genere. È cambiato anche il confine. In seguito alla citata riforma fondiaria è stato spostato di una quindicina di metri, più o meno, verso Anghiari e si trova nella mezzeria, cioè nel mezzo, di quella strada sterrata che si trova sulla sinistra, sempre andando verso Sansepolcro, prima di arrivare a “Zinepro” e che s’inoltra nella pianura al di sopra, verso il Corniolo e poi fra Campodazzi e Santa Croce e quindi il Tevere. In conclusione vorrei esprimere anch’io la mia personale opinione su questa Maestà: siccome si trovava lungo la strada, molto probabilmente venne abbattuta, se c’era ancora, integra o in rovina, con la costruzione della ferrovia AREZZO-FOSSATO DI VICO, inaugurata il 15 agosto 1886, che passava proprio lungo la strada dalla parte sud di essa, cioè dove proprio doveva trovarsi tale Maestà.

Note ed annotazioni

1) Staiore= staio. Era una misura di capacità, ma anche misura di superficie di campi (misura agraria) arrivata anche ai nostri giorni. Per seminare un ettaro di terreno a grano, occorrevano e probabilmente occorrono anche adesso, circa sei staia di seme, quindi dire che un terreno era di sei staia significava che aveva un’area di un ettaro (“ha” come misura agraria). Perciò per sapere a quale superficie corrispondeva uno staio, bisogna dividere l’ettaro per 6, un ettaro corrispondeva e corrisponde a 10.000 m2 (“ca” come misura agraria) diviso 6, si ha questo risultato o quoziente = 1666 m2 o “ca”, circa. Ufficialmente però, lo staio aretino corrisponde a 1703 m2. 2) Patibolo. Si trovava, come detto nel testo, oltre la reglia dei Mulini e quindi all’inizio della strada per “Il Molinello” che doveva esistere anche allora, o di sopra o di sotto ad essa, quasi sicuramente di sotto. Era un’apparecchiatura fatta fabbricare nel 1571 dal vicario di Anghiari Filippo Spina e a spese della Comunità di Monterchi, in servizio della giustizia, cioè per eseguire le condanne a morte che avvenivano mediante impiccagione e perciò era chiamata anche “le Forche”. Da qui il nome di “Maestà delle Forche”come anche veniva e viene definita la “Maestà della Vittoria”. A sinistra della strada per Sansepolcro, andando “in giù” e prima della reglia, c’era e c’è questa Maestà e a destra, passato il ponte, c’erano “le Forche”, che ora non ci sono più, per fortuna. Sembrerebbe che “le Forche” siano state messe in quell’anno, ma non è così, c’erano anche prima, infatti in una cronaca della “Battaglia di Anghiari” del 1440, fatta dal commissario fiorentino Neri Capponi, che forse guardava lo svolgimento della Battaglia dall’alto delle mura di Anghiari si legge: “Niccolò (Piccinino) passò il ponte dalle Forche a piè d’Anghiari e appiccossi co’ i nostri [...]” Forse prima c’era uno strumento primitivo, semplice, alla buona, si fa per dire, ed in quell’anno 1571 ne fu fabbricato uno più stabile, più completo e più al passo con i tempi. Viene da chiedersi perché fosse stato fatto fabbricare a spese della Comunità di Monterchi. Sicuramente qui venivano eseguite tutte le condanne a morte del Vicariato che era piuttosto

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vasto, comprendendo anche zone del Casentino e, dal 1440, anche la zona di Monterchi, e quindi serviva a tutti e tutti dovevano contribuire alle sue spese. Monterchi sarà stata poi ricompensata in altro modo per essere stata la sola a sostenere le spese, o forse era la Comunità più ricca. È interessante e curioso sapere come Monterchi passò sotto il dominio di Firenze e fu incorporata nel Vicariato di Anghiari. Come spesso avviene in occasione di battaglie e guerre, anche dopo la “Battaglia di Anghiari” del 1440, avvenne il regolamento dei conti fra vincitori, Fiorentini ed il Papa, e vinti, duca di Milano ed alleati. E fra gli alleati del duca c’era la Signora di Monterchi. Ma ecco come il Taglieschi riferisce l’episodio: “A tre di luglio (4 giorni dopo la Battaglia) si andò a Monterchi, castello di madonna Anfrosina da Montedoglio, stata già moglie di Bartolomeo Alberto Tarlati (cioè era la vedova) la quale, messa su dal duca, haveva abandonato i Fiorentini e voltatasi a seguir le sue parti, et essendo in quel dì stata condotta ad una caccia da alcuni monterchiesi, della quale essa molto si dilettava, vi entrò Agnolo Taglia (capitano di ventura di Anghiari al servizio dei Fiorentini) all’improvviso con 300 fanti, ove non s’hebbe a durare altra fatica che di fare alcuni patti con quei popoli, e così Monterchi, Montagutello e Valialla, che è un passo su la Teverina per la via d’Arezzo, pervennero in potere della repubblica la quale l’incorporò nel Vicariato di Anghiari e volse che si diroccassero le mura e le torri di Valialla e di Montagutello et alla guardia di Monterchi posero Leale d’Anghiari con 50 fanti. Alla donna, la quale con tre figliole da marito fu lasciata andare verso Mercatello (sul Metauro), fu detto che, se ella, come le valenti donne fanno, havesse atteso alla cura della sua famiglia, e in quella fede perseverato che doveva verso il comune di Fiorenza, non sarebbe caduta nella miseria nella quale si vedeva. La donna, trafitta sentendosi, rispose lei aver fatto quello che l’era ito per l’animo e sperar dal suo signor duca di essere rimessa in buono stato, il quale tra tanto 1500 scudi l’anno per vivere l’aveva assegnato.” I Fiorentini le confiscarono anche sei poderi che aveva nella zona di “Valialla”. Altri poderi fra cui la Palaia, Molin d’Agnolo, Molin del Caccia e la Murella, li aveva assegnati a suo tempo come dote ad un’altra figliola, che, nel 1429, aveva sposato il fiorentino messere Frosino di Cece da Verazzano, vicario di Anghiari (allora erano in buone relazioni coi Fiorentini), che poi li rivendette nell’anno successivo. Le altre? Rimaste a... bocca asciutta!

P.S. Dal documento del Vicario di Anghiari del 1779 risulta che a quella data non esistevano ancora le case di Mezzavia, che non si trovano neanche nella mappa del Catasto Lorenese terminata nell’ottobre del 1826. * Il disegno delle forche è tratto dal sito http://smartarc. blogspot.it * In un documento dell’Archivio Storico di Anghiari, nella filza 13, all’anno 1570, si legge che in quell’anno viene rimesso il conto per 8 pianacucoli e per aver fatto la scala delle forche.


Don Mario Ci puoi dire qualcosa di te per i nostri lettori? ono un sacerdote polacco della diocesi di Drohiczyn (la stessa da cui sono venuti qui ad Anghiari don Stanislao, don Mario e don Adalberto). Il mio nome è don Mariusz Boguszewski, don Mario quindi. Ho fatto tre anni di studi qui in Italia, a Roma, presso la Pontificia Università della Santa Croce, Facoltà di Comunicazione Istituzionale e Sociale. Mi sono laureato e nel 2010 sono tornato in Polonia, nella mia diocesi. Per due anni sono stato il responsabile della Casa di riposo dei preti anziani; successivamente il vescovo mi ha spostato presso il seminario dove ricoprivo l’incarico di direttore amministrativo. Contemporaneamente in diocesi mi occupavo del settore delle comunicazioni sociali. Abbiamo creato un piccolo ufficio per tale scopo e settimanalmente predisponiamo otto pagine che fanno parte e vengono pubblicate nel giornale cattolico nazionale “Niedzela”, che in italiano sarebbe “Domenica”. In più, dall’anno scorso sto facendo il Dottorato, ho infatti ripreso gli studi, questa volta a Varsavia, che conto di terminare quest’anno. Il mio vescovo attuale si chiama Tadeusz Pikus, è stato nominato nell’aprile del 2014 ed è il successore di Mons. Antoni Pacyfik Dydycz, O.F.M. Cap., un frate cappuccino, che ora è quindi vescovo emerito e che abita però sempre con noi.

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Don Emanuele

Ora tu resterai qui ad Anghiari un paio di settimane. Dicci un po’ di questa trasferta. ì, don Adalberto mi ha chiesto se potevo venire qui, perché mancano i preti e c’era bisogno di un aiuto. Ho accettato volentieri, dato che i miei impegni riprendono solo ad ottobre. Celebrerò la mia prima Messa festiva nella vostra parrocchia sabato sera, a Tavernelle, e poi ci saranno diversi impegni. Spero di essere di aiuto e sarà per me senz’altro una bella esperienza.

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Intervista e foto di Mario Del Pia - Nella foto don Mario è ritratto prima di una celebrazione eucaristica nella chiesa di Tavernelle.

sé. Abbiamo la vittoria, ma dopo il cammino della Croce; dobbiamo prima accettare di portare la Croce per seguire Gesù.

Don Adalberto, lunedì 24 agosto, dopo la festa del patrono Bartolomeo, è ritornato nella sua diocesi in Polonia. In parrocchia allora c’è stato bisogno di aiuto e così ci ha dato man forte don Emanuele. Ecco l’intervista al volo di Mario Del Pia realizzata alla Croce mentre la foto è stata scattata a Santo Stefano. ono don Cola Emanuele Lubamba. Studio Musica sacra a Roma. Vengo dal Congo e il mio vescovo, il cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, che lavora insieme con il Papa, mi ha mandato ad imparare la musica sacra così potrò insegnarla in Africa e in Congo. Attualmente sono qui per la pastorale per l’estate anche per aiutare don Marco, perché ha tante parrocchie e quindi il sabato e la domenica ci sono le celebrazioni nella chiesa della Croce, al Carmine, a Micciano, a Tavernelle oltre che naturalmente in Propositura.

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Oggi hai appena celebrato la S. Messa qui nella chiesa della Croce in ricordo del Beato Magi di Anghiari e, prima dell’omelia, hai eseguito un tuo canto, scritto in occasione dell’Anno della fede, accompagnandoti con la chitarra. Dicci un po’ di questo tua canzone. a mia composizione si chiama “Grande è il mistero della fede” e dice che la fede deve essere una cosa pratica, cioè deve essere praticata: la fede senza le opere è imperfetta. Ecco quello che ho cantato. [A questo punto Don Emanuele ha eseguito a cappella, per me che l’intervistavo, la sua canzone. Non posso farvela sentire, ma vi metto le parole, che sono molto belle N.d.R.] La fede cerca sempre la verità/al servizio di tutta l’umanità/senza le opere la fede è imperfetta/ma con le opere diviene perfetta./Tutto è possibile all’uomo di fede/niente è invincibile avendo un po’ di fede/la vittoria è sicura accanto al Re dei re/alla fine del cammino della Croce e del dolore. Quindi chi ha la fede ha tutto, perché ha Gesù accanto a

Ormai è un mesetto che dai il tuo aiuto ad Anghiari. Dimmi la tua impressione? o visto che ci sono pochi giovani che vengono in chiesa. Le persone però sono molto gentili e questo fa piacere. In chiesa ci sono quasi solo anziani. Bisognerebbe quindi chiedersi quale pastorale sviluppare per i giovani. So che don Marco sta lavorando per questo scopo anche con il GREST, che è un importante incontro con i giovani e di anno in anno so che ci sono stati dei buoni risultati. Naturalmente anch’io non ho una ricetta miracolosa, ma so che bisogna inventare anche altre cose per tirare i giovani dalle discoteche e coinvolgerli in un progetto di condivisione.

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Adesso stai completando i tuoi studi a Roma. E una volta tornato in Congo? evo andare ad insegnare la musica sacra in Congo, perché non abbiamo una scuola di musica sacra. Sto quindi imparando per il mio servizio in Congo.

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Messa in parrocchia

Il nome, il perché

Maddalena – Mercoledì 22 luglio, annuale festa nella chiesetta nel Borgo della Croce. La Santa Messa delle ore 18 viene celebrata da don Adalberto assistito dal diacono Fabio per festeggiare la Santa a cui è dedicata questa chiesa, che fa parte di quello che fu il convento di San Martino di fuori, ove risiedevano le suore agostiniane. La chiesa era rimasta per vari decenni chiusa e, dopo i necessari interventi di restauro, fu riaperta il 22 luglio 1996. In quell’occasione fu presente monsignor Angelo Tafi che tenne una omelia sulla figura di questa santa, la prima ad aver visto Cristo dopo la Resurrezione. Oggi invece numerosi fedeli della parrocchia sono stati presenti e le donne del Conventone hanno promesso che il prossimo anno ci sarà anche un momento conviviale nel chiostro del convento.

Pier Paolo Alberti - Il mio nome è Pier Paolo. Il mio nonno si chiamava Pietro e l’altro nonno Paolo. Quando sono nato io mi hanno messo il nome dei due nonni ed è venuto fuori Pier Paolo. Io abito al Borgo, ma sono spesso ad Anghiari dove ancora ho la casa di famiglia, faccio visita al cimitero e molti anghiaresi, penso, si ricorderanno bene di me, di mio padre Urio e degli altri miei familiari.

S. Chiara/Sansepolcro – Martedì 11 agosto, per la ricorrenza di S. Chiara, Santa Messa solenne presso il convento delle Clarisse al Borgo alle ore 9:00. Presiedeva don Luigi Boninsegni (che è solito dire la Messa delle nove a Sant’Agostino e, da quando è inagibile, in cattedrale) con i sacerdoti concelebranti: mons. Giancarlo Rapaccini, parroco della Cattedrale del Borgo; don Enzo Bigiarini, parroco di San Cristoforo Monna; don Franco Franchi parroco di Caprese, don Giancarlo Gatteschi, parroco di Badia Tedalda; don Zeno parroco del Trebbio; don Pio Gabiccini parroco emerito di Sestino; il diacono Fabio Mondani di Anghiari. È stata una bella celebrazione, e mons. Rapaccini ci ha ricordato alcuni aspetti della vita di questa santa distintasi per la ferma e coraggiosa difesa della povertà e ha quindi ringraziato le suore per la loro presenza in città. I momenti più significativi sono stati accompagnati dal suono del violino e da due cantori. Altri brani erano intonati dalle suore a cui faceva seguito la folta assemblea. Si è trattato di una bella celebrazione della vita di questa santa, i cui insegnamenti ognuno deciderà se seguire. Entrata nell’ordine Benedettino fondò poi l’ordine delle Clarisse. Al termine don Luigi ha ricordato anche la figura di Sant’Emidio, protettore dai terremoti, santo che la diocesi di Arezzo ricorda in questo giorno e per il quale c’è una venerazione particolare a Sansepolcro e nella Valtiberina.

Alberto Manenti - Sono nato il 20 di giugno e sono stato battezzato il 24 e allora il prete mi ha messo come secondo nome Giovanni. Invece come primo nome i miei avevano scelto Alberto, ma il motivo non lo so. Comunque sia, di Alberto e di Giovanni, nella mia famiglia non ce ne sono. Il mio babbo si chiamava Fernando e il mio nonno Isidoro e quindi il perché di questo mio nome non lo so.

Croce - Sabato 29 agosto la Messa prefestiva è stata celebrata qui per ricordare la traslazione della reliquia del beato Bartolomeo Magi, anghiarese, che si adoperò per la costruzione di questa chiesa che ricordasse san Francesco. A celebrarla c’era don Emanuele, un sacerdote proveniente dal Congo, che ha aperto la sua bella omelia cantando una composizione dal titolo “Grande è il mistero della fede”, una canzone scritta da lui per l’Anno della Fede, accompagnandosi con la chitarra. Ma non sono mancati nemmeno i canti durante la celebrazione, intonati dalla Paola, a cui si sono accodati tutti i fedeli presenti nella chiesa per questa occasione. Questa giornata era in passato motivo di festa grande per il rione della Croce per la presenza dei cocomeri della Valdichiana: quelli neri. Ancora però viene mantenuta la memoria di questo evento con un ritrovo amichevole fra gli abitanti di quella zona.

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Wanda Braganti - Io sono nata nel ‘44, s’era in tempo di guerra, ed il mio babbo era sergente a Civitavecchia e aveva conosciuto un militare che si chiamava Vando, che era una persona bravissima. Siccome la mamma aspettava me, disse: «Se viene un maschio lo chiamerò Vando!» Poi sono nata io e mi hanno chiamato Wanda. Io sono del Borgo, ma ho sposato uno d’Anghiari.

Gerardo Gallorini - Abita a Castiglion Fiorentino, anzi a Montecchio Vesponi. I suoi, quando è nato, nel 1947, l’hanno chiamato Gerardo, perché era il nome di uno zio morto nella battaglia di Montecassino nel 1944. Nel Comune di Castiglioni questo zio è ricordato in una lapide. Ma perché vogliamo sapere queste cose. Perché Gerardo è il campanaro della Parrocchia di Anghiari, quello che interviene in caso di anomalie. Sono lui e i suoi figli che hanno portato giù la campana della Croce, quando qualche anno fa le si ruppe un gancio, l’accomodarono e la riportarono al suo posto ed ora suona argentina appena si presenta qualche occasione. Maria Vittoria Guadagni - Mi chiamo Maria Vittoria, Felice. Il secondo nome non l’adopero però io sono sempre felice. La mia nonna materna si chiamava Vittoria; alla nonna paterna Caterina sarebbe piaciuto Maria. E così è venuto fuori Maria Vittoria ma mi chiamano anche Vittorina. Sono nata dopo tre maschi e quindi tutti erano pronti per mettere chi un nome chi l’altro. Alla Ripa, la Bacarugia (così anch’io chiamavo la via dello Spirito Santo), dove a quei tempi si allevavano i bachi da seta e comunque venivano commercializzati (N.d.R. era la sede del Premiato Stabilimento Bacologico Cav. Uff. Ing. Francesco Nenci), c’era una signora che si chiamava la Signora Felice, la mia nonna Caterina lavorava lì e allora mi aggiunse questo nome. Armando Zanchi - Armando, collaboratore dell’Oratorio con le sue poesie dialettali, adesso abita ad Arezzo ma è nato ad Anghiari ed è della più che famosa famiglia dei Ciuccioli. Il nome glielo hanno messo perché la sua madrina era innamorata di un giovanotto che si chiamava Armando e quel nome l’ha messo a lui. E lui se lo porta dietro da 88 anni.


18 agosto Testo e foto di Roberto Stowasser - Il 18 Agosto scorso si è svolta la cerimonia in memoria delle vittime e dei feriti causati dall’esplosione di un ordigno che distrusse completamente, alle 10:30 del mattino del 18 Agosto 1944, la Caserma dei Carabinieri di Anghiari, provocando 15 vittime tra militari e civili oltre a molti feriti. Il Corteo, partito dalla Propositura con il Sindaco, il Comandante Provinciale dei Carabinieri Col. Arnaldo Cieri, il suo Vice, Ten. Col Angelantonio

Sorrentino, altri Ufficiali dell’Arma ed il Comandante della Stazione CC di Anghiari, Lgt Luca Chiarentin. Assieme a loro erano presenti i rappresentanti di Associazioni d’Arma, del Volontariato, nonché dei parenti delle vittime e dei feriti. Non sono mancati i cittadini che hanno voluto dare con la loro presenza testimonianza di quanto sia ancora sentita e viva nel ricordo questa tragica pagina della storia di Anghiari. Ai giardini della Via Nova, Don Marco Salvi ha officiato una messa in suffragio poi seguita da una breve rievocazione dell’evento. Subito dopo, è stata deposta una corona d’alloro sul vicino cippo che riporta i nomi delle vittime. Per non dimenticare questo tragico fatto, anche se ormai lontano nel tempo.

Nella foto qui a sinistra uno dei carabinieri di picchetto davanti al cippo che ricorda il tragico evento, nella caratteristica divisa di alta montura. In alto a destra, don Marco e il diacono Fabio durante la celebrazione della Santa Messa al Giardinetto della Via Nova.

La morte di Giuliana Guelfi

Poche speranze continuare quando tu vedi tutto invecchiare

Tutti cari figli di quell’Anghiari sono finiti tutti agli altari

Quando la morte lavora a riprese le due sorelle se le riprese

Poco ci resta di questa famiglia che la morte tutto scompiglia

La ritrovai seduta lì in chiesa davanti ad una bara in terra distesa

Pochi ne resta in quei dintorni dove s’è vissuto per anni e giorni

Prima di lei la cara Giuseppina ora la Giuliana la più piccina

Amica dei giochi di gioventù nei ricordi della Piazzola che fu

Volle onorare con la sua presenza di una cara sorella non vi era l’assenza

Quando gli anni cominciano a pesare sempre in attesa del colpo fatale

Abitava ad Arezzo ma nativa di Anghiari a Sant’Agostino si viveva alla pari

Tutti agguerriti pieni di giovinezza ora la vecchiaia tutto calpesta

Ora anche lei destino fatale arriva sempre il colpo letale

Io le ricordo queste care amiche solo scrivendo queste poche righe:

di Armando Zanchi

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I campeggi 2015...

con le immagini di Mazzin di Fassa

N

el cammino educativo che la parrocchia propone ai ragazzi, particolare importanza hanno i campeggi perché sono momenti in cui i ragazzi, nel periodo delle vacanze possono vivere un’esperienza più intensa di comunità e di cammino di fede. La parrocchia propone due tipi di campeggio: uno per le medie e uno per le superiori. Le medie hanno visto circa quaranta ragazzi partecipare entusiasti. Le giornate si svolgevano sia con passeggiate, giochi, canti e preghiere ma tutto sotto uno spirito comunitario e nello steso tempo come proposta di Cristo per la loro vita. Così siamo stati alle Balze del Monte Fumaiolo. Il campeggio delle superiori è stato anche quello un’esperienza intensa di comunità e di proposta alla vita dei ragazzi con passeggiate, giochi e serate passate insieme in cui si tratta di riscoprire un’amicizia che fonda la comunità cristiana e nello stesso tempo riscoprire il valore centrale di Cristo. (DM)

Una grande amicizia Quest’anno per la seconda volta abbiamo deciso di partecipare al campeggio della gioventù studentesca a Mazzin di Fassa. Il campeggio si è svolto dal 10 al 16 luglio. Abbiamo condiviso quest’esperienza con due ragazze di Firenze con le quali abbiamo fatto una grande amicizia e siamo tuttora rimaste in contatto. Camminate, gite e giochi hanno decorato le nostre giornate e i momenti più belli sono stati quando ci ritrovavamo tutti insieme per esprimere le nostre opinioni di fine giornata. Siamo già sicure di ritornare pure l’anno prossimo per rivivere questa esperienza.

Rebecca Serafini e Federica Comparini

La morte della Signora Gabriella

Per tutti e due il mese di Agosto la loro morte à trovato il posto

Una vita dura di duro lavoro lì con i figli per dare ristoro

Da quasi un anno che Primetto l’à lasciata anche la Gabriella al cielo involata

Sempre attorniati da figli e amici in quel Castello con le loro radici

È una stranezza che mai è fallita nel loro ricordo di una cara vita

Tanta di gente entrata nel castello vedevi Primetto parlare con questo e quello

Ella à raggiunto il suo caro Primetto sempre al suo fianco con amore e affetto

Ma sempre il male che darà tristezza ma la loro vita è stata di fierezza

Anche Primetto da una anno ci ha lasciato ma sempre da tutti viene ricordato

uomo accogliente insieme alla signora ora da queste mura li troverai di “fora”

Sempre lì in coppia dentro al Castello quello di Sorci per loro molto bello

Sempre in coppia ricevevano la gente con un sorriso sempre riverente

Uomo sensibile ai problemi altrui quante chiacchierate fatte con lui

Ora ai figli il Castello accollato e pure lì dentro continuerà l’operato:

di Armando Zanchi

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Grest 2015 Ecco alcuni dei messaggi apparsi sulla pagina facebook della parrocchia a commento delle varie giornate o di alcune foto postate. 18 luglio sabato - LUNEDÌ 20 LUGLIO INIZIA IL GREST..... VI ASPETTIAMO!!! 19 luglio domenica - DOMANI INIZIA IL GREST!!!!!! VI ASPETTIAMO!!! 20 luglio lunedì - È ufficialmente iniziato il grest... siamo a Micciano oggi!! Buona settimana! Resoconto del primo giorno di grest #‎tuttiatavola !! Grazie alle donne di Micciano per averci preparato un ottimo pranzo un’ottima merenda... Appuntamento a domattina alle ore 8 all’oratorio... gita a Castiglion Fiorentino! Oggi con il Grest siamo andati a Castiglion Fiorentino ricambiando la visita che alcune settimane fa i ragazzi del Grest di Castiglioni ci avevano fatto ad Anghiari... Grazie a Don Alessandro e ai suoi Amici per averci accolto... Appuntamento domani alle 15 all’oratorio per il pomeriggio sportivo a Tavernelle! Didasacalia foto: Il presidente del Rione Cassero ci ha accolti al Cassero per raccontarci un po la storia di Castiglion Fiorentino e il Palio dei rioni che si svolge ogni anno la terza domenica di Giugno. 22 luglio mercoledì Giornata sportiva a Tavernelle: bilancio post partita di Rugby:3 animatori feriti e svariati bambini ammaccati... Ma ci siamo divertiti!! Arbitro :Don Marco! Grazie alla Eva e alla Carla x la merenda... Appuntamento domattina alle 8 x la camminata a Monterchi,visto il probabile caldo la Camminata sarà breve. 24 luglio venerdì Con la festa finale del primo periodo ,si è conclusa la prima settimana di grest 2015 #‎tuttiatavola L’appuntamento è per lunedì 27 luglio alle 9 all’oratorio... Grazie a tutti i genitori che ci hanno aiutato, ai bambini e agli animatori... A lunedì! Altri messaggi naturalmente anche per l’ultimo periodo del GREST, quello di agosto che si è concluso con la festa del patrono San Bartolomeo con la solenne S. Messa e la festa negli spazi dell’oratorio.

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Le foto sono descritte per file. 1° A Camaldoli, si prega in quell’oasi di pace; giornata sportiva a Tavernelle 2° Micciano, primo giorno di GREST: animatori in divisa. 3° Carmine - S. Messa conclusiva del secondo periodo: don Marco ringrazia gli animatori; va in scena MASTERGREST 4° 24 luglio, festa finale del primo periodo a Tavernelle. 5° La festa finale in occasione della festa del patrono San Bartolomeo: le prove per la festa.


fotocronaca Libri - Domenica 13 settembre 2015. In occasione della tradizionale giornata di “Memorandia”, gli Amici della Biblioteca di Anghiari hanno allestito proprio davanti alla sede della biblioteca stessa, in Corso Matteotti 107, una piccola esposizione di libri; questi libri sono stati messi a disposizione di tutti in forma di scambio con altri libri. È una delle iniziative che gli “Amici della Biblioteca di Anghiari”, stanno portando avanti da tempo per invogliare quante più persone possibile alla lettura, momento formativo importante per “grandi e piccini”. L’associazione è aperta a tutti coloro che vorranno darci una mano; vi aspettiamo per migliorare sempre di più.

Vespa - Domenica 13 settembre 2015. Il Campo della Fiera è stato invaso da oltre 120 Vespe intervenute per partecipare al raduno organizzato dal Vespa club di Anghiari. L’itinerario, dopo il giro per il centro di Anghiari, prevedeva il passaggio da Pieve Santo Stefano, San Giustino (con una prova ad ostacoli) per terminare al Castello di Sorci per il pranzo. Una bella giornata che ha visto partecipare gli appassionati di questo storico veicolo provenienti, fra gli altri, da Arezzo, Umbertide, Città di Castello, Lucca, Greve in Chianti, Perugia, Gubbio, Chianciano Terme, Montevarchi e, naturalmente, con la presenza del numeroso gruppo di Anghiari. Nella foto il momento della partenza dal Campo della Fiera con direzione Borgo della Croce..

Contrabbandiere - Dal chiostro del Carmine, dopo uno spuntino molto gradito, oltre sessanta camminatori sono partiti alla volta di Sastille e la Polveriera. Poi, lungo il fosso del Raggio, hanno raggiunto il Brenzoleto (nei Monti Rognosi) e quindi hanno imboccato il sentiero del Conventino. Qui, nel ponticello sulla Sovara, controllo dei Regi Carabinieri della Piazza” di Spilino per la ricerca dei contrabbandieri infiltratisi nel gruppo. Dopo il ristoro offerto dai proprietari del Conventino, tutti al ponte del Ponte alla Piera con lo scambio del tabacco della Valtiberina con la polvere nera di Chitignano con relativo arresto in flagranza di reato. Poi il pranzo allietato dalle musiche di Marziano seguito dalla fabbricazione in loco dei famosi sigari toscani contrabbandati in tutto il Granducato. Una bella festa. (Nella foto contrabbandieri presi in flagranza) Tombolo - L’anghiarese Elena Bartolini, dell’Associazione Il Tombolo di Anghiari (di cui sono socie fondatrici oltre ad Elena, Teresa Andrzejewski e Carla Zanchi) ha vinto il 1° premio nel XV Concorso “Ricamare l’Umbria – La Tovaglia della Pace” che si è svolto a Valtopina. La tovaglia verrà donata al Sacro Convento di Assisi. Il premio esalta l’arte del tombolo anghiarese e mette in evidenza una delle tradizioni che è da sempre indiscussa eccellenza del nostro paese. Alla base di questi risultati la qualità di una scuola che vanta radici lontane e che porta avanti questa tradizione con assoluta passione. Nella foto il Sindaco di Valtopina dott. Danilo Cosimetti, che ha appena premiato Elena Bartolini. Con lei le merlettaie Teresa Andrzejewski e Carla Zanchi oltre a Michele Foni, autore del disegno.

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Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli

OTTOBRE 2015

NOTIZIE DA MONTERCHI

Il mese di ottobre, come sappiamo, è dedicato particolarmente al S. Rosario. Si ricorda a tutte le famiglie di buona volontà di recitarlo in casa, specialmente nel caso in cui non possano recarsi in chiesa, dove viene celebrato solennemente ogni giorno alle 17:30, prima della S. Messa. Preceduta da un triduo, giovedì 8 ottobre verrà celebrata a Monterchi la festa di S. Simeone profeta, patrono della chiesa, del paese e della zona monterchiese. Gli uffici comunali, le scuole e le botteghe rimarranno chiusi. Sono invitati alla S. Messa delle ore 18:00 le Autorità locali, civili e militari, le varie Associazioni e gli alunni delle scuole. Sabato 17 ottobre avrà inizio il nuovo anno catechistico che riguarderà tutti i fanciulli di Monterchi, Le Ville, Pocaia e Padonchia, dalla seconda elementare fino alla terza media. Prima sarà effettuata la convocazione dei genitori per stabilire insieme gli orari delle lezioni. I parroci don Quinto Giorgini e don Ferdinando Mabanza auspicano la collaborazione di tutte le famiglie perché se essa viene a mancare, come purtroppo spesso accade, il catechismo perde gran parte del suo valore. Domenica 18 ottobre ore 16:30 Festa di S. Luca Evangelista a Borgacciano con recita del S. Rosario e celebrazione della S. Messa.

Giovedì 13 agosto, in occasione della processione in preparazione alla Festa dell’Assunzione, è stato inaugurato il grande cippo ai piedi della gloriosa Croce installata a Sciano in ricordo del Grande Giubileo del 2000. Il Cippo è stato costruito dal sig. Luigi Giogli, mentre le quattro lastre in pietra riportanti le iscrizioni dei nomi delle quattro parrocchie di Padonchia, Monterchi, Pocaia e Le Ville sono state collocate e incise dalla ditta Eurocave dei fratelli De Luca di Verghereto. Inoltre è stata inaugurata l’illuminazione a sistema fotovoltaico realizzato da Massimo Cappietti con il finanziamento della Pro Loco di Monterchi. A tutti un doveroso ringraziamento da parte della popolazione monterchiese.

NOVEMBRE 2015 Novembre comincia quest’anno di domenica con la festa di Tutti i Santi. Nel pomeriggio, alle ore 15:00, visita al cimitero ubicato in località Borgacciano, condiviso con le frazioni di Ricciano e Fonaco, per la recita del S. Rosario e la celebrazione della S. Messa di suffragio al centro del camposanto o, in caso di tempo poco propizio, nella cappella. Lunedì 2 novembre si celebra la commemorazione di tutti i defunti. Alle ore 10:00 S. Messa al cimitero di Monterchi e, dalle ore 15:00, in quello di Pocaia. L’ottavario dei morti proseguirà dal 2 al 9 novembre alle ore 10:00 del mattino nel cimitero urbano di Monterchi e alle 15:00 nella Chiesa della Madonna Bella. Domenica 8 novembre ore 10:00 S. Messa nel cimitero di Pocaia e, alle ore 15:00, in quello di Monterchi Domenica 15 novembre, al Monumento dei caduti, viene celebrata una Santa Messa con la partecipazione dell’Associazione locale Combattenti e Reduci. Domenica 22 novembre alle ore 15:00, tradizionale visita al cimitero di Gambazzo per le frazioni di Ripoli, Pianezze e Tarsignano. Domenica 29 novembre inizia il nuovo anno liturgico con la prima Domenica di Avvento in preparazione del Natale.

Sabato 12 settembre, Festa del SS.mo Nome di Maria, è stata consacrata alla Madonna Bella, la Parrocchia di S. Biagio a Pocaia, con una preghiera preparata e recitata dal diacono Amelio Ulivi, intervenuto in preparazione della Festa. Si ricorda a tutti i lettori che nella notte tra sabato 24 e domenica 25 ottobre tornerà in vigore l’ora solare. Sarà quindi necessario riportare le lancette dell’orologio indietro di un’ora. Anche l’orario delle S. Messe pomeridiane subirà la consueta variazione oraria, alle ore 16:00 nei giorni feriali (sabato compreso) e alle 17:00 la domenica e le feste di precetto. L’Oratorio si congratula insieme ai familiari e amici per la laurea in Lettere conseguita dal giovane Matteo Raini di Monterchi in data 10 dicembre 2014 presso l’Università degli Studi di Siena, con relatrice prof.ssa Michela Eremita con votazione 102. Complimenti anche a Mattia Genuini di Pocaia che ha conseguito la Laurea Magistrale in Architettura in data 15 aprile 2015 con una tesi su Documentazione e Valorizzazione del Borgo Medioevale di Bivignano, con il prof. Alessandro Merlo e correlatori il prof. Riccardo Butini e i dott. Andrea Aliperta, Simone De Fraja e Serena Di Grazia, con la votazione di 105.

Sabato 7 e domenica 8 novembre 2015

ad Anghiari Feste di San Martino e dei bringoli Sabato 7, durante la S. Messa nella chiesa della Maddalena, alle ore 18:00, distribuzione del pane 26


Dalle nostre Parrocchie

Santo Stefano

28 agosto, Sant’Agostino

La festa - Il sei settembre è stata celebrata la festa della Madonna a Santo Stefano. Da molti anni si festeggia la prima domenica di settembre e già dal mese di giugno facciamo le prime riunioni con i festarini per impostare il programma. Poi, nelle ultime settimane di agosto e i primi di settembre, si dà inizio a tutte le manifestazioni, sia religiose che ricreative. L’impegno è molto per le tante cose che si vogliono fare come gare di briscola, bocce, giochi per bambini ed altro. Con la bravura e la buona volontà dei festarini e dei preziosi aiutanti, anche quest’anno tutto è riuscito bene. Le gare si sono concluse due giorni prima della festa, cioè il venerdì. Un grande successo è stato il programma del sabato quando, nel prato della chiesa, si è assistito alla commedia presentata dalla Compagnia Ercole di Monterchi. Di seguito poi c’è stata l’estrazione della tombola delle famiglie e dei bambini. È stata una bella serata con tanta partecipazione; il parco era pieno di persone. La domenica mattina sono state celebrate due messe, alle ore 8:30, con un buon numero di fedeli e poi alle ore 11:00 con una grande affluenza di popolo che ha partecipato anche alla processione con la statua della Madonna. Da segnalare che dopo le S. Messe i festarini hanno offerto la solita colazione con crostini, dolci, caffè e vinsanto; e tutti hanno apprezzato. Si è notata invece una scarsa presenza alla preghiera di ringraziamento alla Madonna, alle ore sedici del pomeriggio. Nel pomeriggio si sono svolti nel prato i giochi per i bambini, cioè gimcana con biciclette ed altro. Poi, tutti nel viale, per il gioco della nana o della mastella. È stato un vero momento di grandi lavate da capo ai piedi con abbondanti scrosci d’acqua e molte risate dei presenti. Per ultimo, nel viale, sono state consegnate premi per le gare di briscola, bocce ed altro, con buon numero di prosciutti, salami e tantissime coppe. Alle ore 20:30 la cena finale al ristorante Meicost Ettal (la Stazione) con tutta la sala piena e con un menù di tutto rispetto che è stato proprio ottimo e abbondante. Nel corso della cena sono stati estratti i biglietti della lotteria. In chiusura di serata sono state consegnate ai festarini uscenti, cioè Faustina Coveri e Giorgio Mencarini, le targhe offerte dallo Studio fotografico F10 di Boldrini, mentre i collaboratori dei festarini hanno ricevuto le pergamene di partecipazione. La targa della Comunità è stata consegnata a Luigino Giorni come riconoscimento per la sua presenza e per l’attaccamento che ha sempre avuto per il bene della festa e della comunità. Un ringraziamento caloroso e sincero a tutte le famiglie, le persone, i commercianti e gli enti che con il loro contributo ci sostengono, permettendoci di continuare la festa.

er Sant’Agostino le suore della Ripa hanno fatto una grande festa in onore del santo. La manifestazione si è svolta nel parco della Ripa, cioè dietro il convento, un posto meraviglioso, adatto per la celebrazione di certe ricorrenze: un prato verde ben tenuto, piante secolari, una vera meraviglia in una serata così calda, si stava benissimo. Alle ore 18:30, in un altare allestito ai margini del prato, ha avuto luogo la S. Messa celebrata da don Ferdinando. Era presente un coretto con chitarra, che ha eseguito diversi canti religiosi. Moltissime persone di Anghiari, e anche di fuori, hanno partecipato al rito religioso. Al termine della Messa suor Angela ci ha parlato della vita di Sant’Agostino e l’ha fatto in un modo molto comprensibile e che si ascoltava volentieri. Finita la cerimonia religiosa, tutti a tavola nel chiosco ben apparecchiato; ci siamo seduti nei tavoli dove tutto era predisposto. La cena è stata ben preparata e ben servita con un finale di dolci a volontà ed è stato un bel momento per stare insieme: eravamo moltissimi. Poi Siro Fontani ci ha intrattenuto con il suo repertorio di canzoni che hanno fatto ballare e saltare tutti noi con le suore e le ospiti presenti, fino quasi a mezzanotte. Insomma è stata una serata davvero da non dimenticare. Va reso omaggio alle suore per la grande festa che hanno fatto, offrendoci una serata molto intensa e bella. Un ringraziamento doveroso e sincero va a queste carissime sorelle, ma un pensiero di ringraziamento va pure alle persone che si sono adoperate tanto in cucina che per il servizio. G.M. (un anghiarese presente alla serata)

Al prossimo anno!

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P

Ponte alla Piera: Rita – Per i Morti, il primo novembre, ci sarà la S. Messa nel pomeriggio e poi ci recheremo al camposanto. Tubbiano: Rita e Rina – Per i morti ci ritroviamo al cimitero verso le quattro e don Romano farà la benedizione delle tombe. Viaio: Franca – La visita al camposanto viene fatta di solito il 1° novembre. Quest’anno, dopo che a don Benito gli è stata assegnata la parrocchia di Gricignano, dovremo confermare gli orari delle celebrazioni. Catigliano: Antonietta – La Messa del 1° novembre verrà celebrato nel cimitero di Barliano. Comunquwe forniremo per tempo l’orario effettivo. Carmine: Franca – Per il Santuario stiamo pensando già all’allestimento del Presepe e nel prossimo numero daremo notizie più precise. San Leo: Velso – La terza domenica di ottobre ci sarà la festa della Madonna del Rosario. Per il primo novembre faremo la visita al camposanto, verso le tre e mezzo, e ci sarà la benedizione delle tombe. Micciano: Cristina – Per i morti, il 1° novembre, di solito la visita al camposanto viene fatta dopo la S. Messa delle ore 11:00. Pensiamo che sarà fatto così anche quest’anno, comunque saranno affissi gli avvisi alla porta della chiesa.


Don Adalberto ritorna in Polonia

Intervista (volante) di Mario Del Pia - nella foto Don Adalberto al Carmine per l’Ascensione 2014.

Fra pochi giorni don Adalberto ritorna in Polonia. Il suo nome sarebbe correttamente don Wojciech Wysocki, come abbiamo imparato dall’intervista pubblicata nel numero 3/2014 dell’Oratorio. È ancora il nostro viceparroco, ma partirà lunedì notte, dopo la festa di San Bartolomeo, il 24 agosto. E allora dicci un po’ di questo tuo rientro in “patria” e di come è andata questa tua esperienza ad Anghiari. er me è stata una esperienza bellissima. Sono molto contento di aver potuto incontrare la gente di Anghiari e poter conoscere la cultura italiana, la Chiesa italiana ma anche la Chiesa locale, quindi toscana e di Anghiari. Questa esperienza che ho potuto fare mi servirà per svolgere bene il mio ministero anche in Polonia. Infatti in questo modo ho potuto conoscere un’altra faccia della Chiesa, un’altra cultura, un’altra tradizione: la vostra appunto. Penso infatti che la Chiesa deve essere adatta alla cultura del momento, alla situazione locale e quindi la deve conoscere e riconoscere. La Chiesa in effetti non vuole eliminare la nostra cultura ma vuole entrare nella cultura come Cristo è entrato nella vita quotidiana, e quindi nella cultura della gente del suo tempo, e come fa anche oggi.

P

Quanto tempo è che sei qui ad Anghiari? ormai un anno e mezzo, circa diciotto mesi, ma che sono in Italia sono tre anni, perché per un anno e mezzo ho prestato il mio servizio presso la parrocchia di Terranova Bracciolini. Io stavo facendo i miei studi a Roma in Teologia Liturgica presso l’Università della Santa Croce e ogni fine settimana mi recavo a Terranova. Ad Anghiari per i primi sei mesi ero presente qui in parrocchia per i fine settimana. Poi dall’agosto scorso sono rimasto fisso qui mentre mi recavo a Roma per degli esami o altre necessità fino alla discussione della mia tesi.

È

E in Polonia a quale parrocchia sei stato assegnato? ndrò nella parrocchia della città che si chiama Wengruf, a circa ottanta chilometri da Varsavia, con otto/novemila parrocchiani. Ma oltre il mio impegno in parrocchia dovrò anche insegnare religione presso il Liceo di quella città (con un impegno di diciotto ore settimanali).

A

E la tua famiglia? a mia famiglia abita nella città che si chiama Bielsk Podlaski, a circa duecento chilometri da Warsavia, verso est, a circa trenta/quaranta dal confine con la Bielorussia e ottanta dalla mia parrocchia, vicino al Parco nazionale di Białowieza, molto popolare per i bisonti europei.

L

Avremo occasione di rivederci? i auguro di sì. Intanto vi invito volentieri, se capita l’occasione, a venire a trovarmi. E se per qualche motivo tornerò in Italia non mancherò di farvi visita io.

M

Ciao don Adalberto!

Controllate che il vostro indirizzo sia esatto Non verrà dispersa nessuna copia La morte di Lamberto Ulivi e Marlon Brando

Molino dall’olio a Tortigliano padre e figli si davano la mano

Altro concittadino anche lui finito quel Marlon Brando che morte à rapito

Anche Lamberto famiglia Ulivi la malattia ci à divisi

La nostra amicizia da tempo regnava tra Anghiaresi sempre portata

Loro vivevano nella via del Fosso vicino alla chiesa lì a ridosso

Fu impiegato del nostro Comune e del lavoro aveva il costume

Grande amico grande Anghiarese con il paese sempre alle prese

Era una persona tanto gentile ma che purtroppo l’à voluta rapire

Qui anche ad Arezzo una piccola casa dove un fratello vi abitava

Alla cara moglie vecchia Anghiarese stringo la mano un abbraccio cortese

L’ultimo incontro ormai lontano lo vidi in piazza gli strinsi la mano

La vecchia famiglia dei cari Ulivi qui ad Anghiari sempre attivi

Di questa famiglia poco ne resta di questo casato la fine fu mesta

Io da vecchio ò il rimpianto di non rivedervi più qui accanto:

di Armando Zanchi

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“I Macchiaioli e il loro tempo”e Giardini di parole”

La Banca di Anghiari e Stia tra arte e poesia a cura della Banca di Anghiari e Stia

F

ino al 18 ottobre presso il Museo Statale di Palazzo Taglieschi gli appassionati di pittura e di arte avranno la possibilità di visitare “I Macchiaioli e il loro tempo – Opere e vita degli Artisti del Caffè Michelangelo”, la mostra promossa dalla Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo in occasione del 110° anniversario dalla sua fondazione. Il prestigioso evento ha riscosso enorme successo ed è stato unanimemente apprezzato dai tanti visitatori. Numerosi gli eventi collaterali alla mostra che sono stati promossi dalla Banca di Anghiari e Stia. Tra questi merita di essere segnalata la presentazione del libro “Giardini di parole” che si è svolta alla fine di agosto presso la terrazza “Belvedere dei Giardini del Vicario” di Anghiari. Il bel volume di poesie scritto da Marta Del Panta è stato presentato dal Professor Anton Ranieri Parra, docente di letteratura inglese all’Università degli Studi di Firenze. Così come emerso nel corso della presentazione, il volume può essere suddiviso in varie e differenti sezioni. Nella prima “Luoghi del cuore” l’autrice ripercorre alcuni dei momenti o dei luoghi che l’hanno ispirata come per esempio Ferrara, l’Isola d’Elba, Urbino, Pisa, il Lago di Massaciuccoli e Piazza Signoria a Firenze, una Firenze tratta significativamente da una vecchia fotografia che fa riflettere sul modo in cui l’autrice si lasci trascinare dal passato, quasi a voler ricusare il presente. La seconda sezione di poesie (o “aiuola” volendo trovare una metafora che si ricolleghi ai giardini) è quella che illustra alcuni quadri dei Macchiaioli e che si intitola “Dipinta è l’emozione”. Qui l’autrice mette in rilievo alcuni tratti salienti dei favolosi dipinti degli artisti del Caffè Michelangelo (alcuni dei quali esposti al Museo Taglieschi) ed offre una chiave di lettura sicuramente molto interessante. La terza parte si intitola “Musica è” ed include dei brevi componimenti ispirati ad alcuni brani musicali tratti dalle opere di Chopin, Schubert, Mahler e Listz. Nella quarta parte intitolata “Tra il sogno e la memoria” particolarmente valida è la poesia “Amaro è il riso” in cui si avverte una vena di pessimismo cosmico. Questi i versi: “Amaro è il riso / di questo sole / per me / sbocciata / in un mattino lontano. / Grumi di stelle / sono i miei sogni, / gridi di vento / le mie parole. / In me non ride più / l’alba dei giorni antichi”. Altrettanto “cupo” è il pensiero contenuto nella poesia “Pioggia di primavera” che si chiude con “un lago grigio / è il cuore / e ancora / lieve lieve / piove”. Nell’ultima parte, che dà il titolo all’intera raccolta,

“Giardini di parole” si intravedono invece degli spiragli di luce, come ad esempio nella poesia “Di porpora e d’oro”, in cui “tornano radiose / ad accendersi / le rose / d’antiche primavere / di quel fuoco / che ancora / della sua vaga luce / m’innamora…” oppure in “Parole in fuga” dove si scorgono “segni di luce / balene di stelle / faville d’infinito”. Anche la luna è un elemento fondamentale di alcune delle ultime poesie come ad esempio “Lenta la luna”. Qui si ritrova “l’incanto del cuore / in quel suo segreto / splendore” oppure in “Allora la luna” che colma “gli occhi e il cuore / d’arcano splendore”. “Quanto piace a me… è un lungo sogno / smarrito / tra noi. Talora / lieve / aleggia / nell’aria di luna”. Da sottolineare alcuni interessanti esercizi linguistici che l’autrice Marta Del Panta propone e la sua capacità di trasmettere attraverso queste interessanti poesie le sue emozioni e le emozioni di ognuno di noi. Si tratta di un volume piacevole ed intenso che merita di essere letto e che a pieno titolo si collega con la mostra “I Macchiaioli e il loro tempo”. Ennesima dimostrazione di come l’arte e la cultura vadano spesso a braccetto e di come la Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo sia interessata a promuovere tutte le eccellenze che a modo loro possano esaltare la bellezza e le emozioni. Del territorio e non solo. In alto “Il carro dei carbonai”, opera di Giovanni Fattori e, sotto, la locandina della mostra di pittura al Palazzo Taglieschi.

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Da Tavernelle

a cura di Linda Bartolomei

Nelle foto * Don Adalberto, poco prima dell’ingresso della Messa domenicale, nella sacrestia di Tavernelle con il gruppo dei chierichetti. * Costantino Benini al ‘pezzo’, cioè all’organo di Tavernelle, che si è offerto di suonare in occasione delle celebrazioni religiose.

Ciao Don Adalberto Domenica 23 Agosto Don Adalberto ha celebrato l’ultima messa a Tavernelle prima del suo rientro in Polonia. Tutta la Comunità Parrocchiale ringrazia Don Adalberto per il servizio che ha svolto per la nostra parrocchia e lo accompagniamo con la preghiera nel suo nuovo cammino.

Benvenuto Costantino!!!

L

’appello fatto sulle pagine di questo giornale alcuni mesi fa, ha portato i suoi frutti. Da alcune domeniche il suono dell’organo accompagna di nuovo i canti durante la celebrazione. Costantino Benini si è offerto di suonare alla Messa domenicale. Questa novità è stata accolta con entusiasmo da tutta la comunità. Ringraziamo Costantino per il servizio svolto, con la speranza che rimanga a lungo con noi per mantenere vivo il coro della nostra piccola comunità.

Ottobre in Parrocchia

D

omenica 11 Ottobre, Festa della Madonna del Rosario. Santa Messa alle ore 11:00 nella chiesa di Galbino. Durante la celebrazione verrà affidata la cappa della Compagnia di Galbino a Vittorio Bivignani. A seguire pranzo presso il Centro Parrocchiale. La Compagnia di Galbino devolverà il ricavato per le missioni. Domenica 25 ottobre alle ore 11:00, Mandato delle Catechiste. Il Catechismo inizierà nel mese di novembre, sempre la domenica mattina, dalle ore 10:00. Nella parrocchia di Tavernelle i ragazzi iniziano il catechismo in prima elementare, pertanto i genitori interessati possono chiedere informazioni in parrocchia.

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Appuntamenti Domenica 1 novembre solennità di tutti i Santi. Santa Messa presso la Chiesa di Galbino alle ore 15:30 e visita al cimitero. Lunedì 30 novembre Festa di Sant’Andrea Apostolo. Santa messa presso la Chiesa di Galbino alle ore 18.30. Seguirà la tradizionale “Cena dei capifamiglia” presso il centro parrocchiale a Tavernelle.


Ringraziamo

CHIESA DELLA PROPOSITURA

La festa di San Lorenzo 2015

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Domenica 27 settembre 2015 alle ore 11:00 Inaugurazione della nuova illuminazione Con il contributo della della Banca di Anghiari e Stia

Qui sopra è riprodotta la locandina che annuncia l’inaugurazione della nuova illuminazione della Propositura prevista per domenica 27 settembre 2015. Noi ne parleremo nel prossimo numero.

nche quest’anno ha avuto luogo nella nostra comunità il festeggiamento del Santo Patrono nel giorno del 10 di Agosto. Tempo molto incerto fino alle 18, ma poi lentamente il cielo si è aperto, è tornato il sereno, ed abbiamo trascorso assieme ai nostri ospiti una serata piacevole. Dobbiamo ringraziare tutti coloro che si sono adoperati per la buona riuscita, ed i particolare tutte le nostre donne che, nel pieno del loro lavoro, hanno saputo trovare una giornata da dedicare alla preparazione dei cibi che abbiamo offerto ai nostri ospiti. Cibi poveri che una volta erano il pasto quotidiano dei nostri genitori che avevano ben poco da scegliere purtroppo, e che adesso sono invece, tornati di moda, sono molto apprezzati per la loro semplicità. Il ricavato, al netto delle spese, viene come sempre destinato, fino all’ultimo centesimo, per opere di restauro e manutenzione della nostra chiesa. I lavori ancora da fare sono numerosi, e richiederebbero una buona disponibilità finanziaria, che per adesso non c’è. Speriamo nel prossimo anno. Andrea Dellacasina

Nel disegno di Luca Pucci è raffigurata la chiesa di San Lorenzo

Offerte per l’Oratorio

Auguri Tommasina

quelle estive

Alessandro Crociani, Via di San Leo Amalia Salvi, Calabria Bruno Giovagnoli Elena Primitivi, Via Nova bassa Erminio Staccini, Borghetto di sopra Fabiano Acquisti, Il Borgo Federica Comparini, Campo della Fiera Francesco Tavernelli, Tavernelle Gabriella Vichi, Calla Graziella Meozzi, Ca’ de’ Frati Livio Sassolini, Città di Castello Lorenzo Buti, Casale Loris Francia, Inghilterra Luca Zurli, Busone-Antria Luigi Leonardi, Bagnolino-Tavernelle Luigina Comanducci, Cicogna-Motina Marco Stanghellini, Bologna Maria Manfroni, Renicci Maria Palazzeschi, Polveriera Mario Brancaccio, Roma Oretta Cambi, Arezzo Riccardo Mondani, Milano Roberto Chieli, Acquedotto Silvia Chiarini Sensi, Fanciulleri Wilmo Chiasserini, Bagno a Ripoli

Nel centro storico di Tavernelle, quello dove una volta c’era la gualchiera e la tintoria, lo scorso mese di luglio si è festeggiata una bella ricorrenza. Si tratta del novantesimo compleanno di Tommasina Toriti che infatti è nata alla Banca di Tavernelle il 24 luglio del 1925. La Tommasina, che era da poco reduce dal pellegrinaggio a Lourdes che compie ogni anno, è stata così festeggiata a dovere dai familiari, compresi nipoti e pronipoti. Il tutto in un ristorante di Caprese la domenica dopo, il 26. E agli auguri già pervenuti in quel di Tavernelle, volentieri la Redazione manda i propri e conta di vederla ancora per molto tempo con le amiche al mercato del mercoledì ad Anghiari.

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Cesare, il suo impegno per la musica

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esare Ganganelli, è un giovane di neanche trent’anni, che si è già fatto conoscere dagli Anghiaresi e non solo, per la sua attività in campo musicale. Mi riceve per un colloquio nella bella casa circondata dal giardino dove quasi quotidianamente è impegnato, a metà fra relax e dovere, a fare manutenzione in aiuto ai genitori. Quelle stesse mani che potano i fiori e le siepi le vediamo spesso all’opera sulla tastiera dell’organo della Propositura; ormai possiamo considerare Cesare come il nostro organista, successore di Don Vittorio, anche se la sua cultura musicale non si esaurisce certo con quel pur complesso strumento. È stato proprio Don Vittorio che un giorno mise questo ragazzino a sedere davanti all’organo, dietro all’altare della Propositura, dicendogli che avrebbe preso il suo posto. Ma come succede, i percorsi della vita non sono mai così semplici e lineari: “Prendevo nove in matematica (buon figlio del padre professore) e son diventato Ragioniere così che una decina di anni fa ho fatto lo stagista alla Banca di Credito Cooperativo”. Cesare si trova quindi, dopo aver percorso un doppio binario, ad un bivio tra la ricerca del lavoro “sicuro” e il richiamo della passione per la musica, che era precocemente cominciata con una piccola tastiera regalatagli dai genitori e poi coltivata con i corsi alla Filarmonica e l’iscrizione al Conservatorio perugino nella classe d’organo. Quanti giovani avrebbero scelto, come lui, di seguire il cuore invece che il calcolo? Ma anche quanti genitori non avrebbero fatto pressioni per un figlio impiegato in banca? A questo punto gli ricordo che su Facebook varie volte l’ho visto impegnato nelle sue corse in bicicletta sulle nostre salite appenniniche e con le stesse mani che, questa volta sul manubrio, invece che sulla tastiera, sottolineano lo sforzo di superare le salite e gli ostacoli di una strada, metafora della vita: la tenacia è sicuramente parte integrante del suo carattere. E a proposito di difficoltà, Cesare frequenta un corso al conservatorio in “composizione corale” e dovrebbe laurearsi praticamente a giorni. Quindi a breve avremo un direttore e compositore di brani corali, e così si rinverdisce una grande tradizione anghiarese che fino a qualche decennio fa era un nostro fiore all’occhiello. La tesi di laurea avrà per soggetto la figura di Francesco Corradini, compositore e direttore aretino nonché maestro di Don Vittorio Bartolomei. Non a caso la sua musica preferita, che è anche la sua specializzazione, è quella rinascimentale (Palestrina, Monteverdi) ed ha già composto, in questo stile, alcuni brani fra i quali tiene in particolare considerazione il “Kyrie” cantato e diretto in Cattedrale ad Arezzo in occasione della recente ordinazione sacerdotale del nostro Don Alessandro Bivignani (una bella soddisfazione). Cesare mi informa della sua attuale già multiforme attività in campo musicale: insegna teoria e solfeggio alla nostra Filarmonica e musica a progetto alla Scuola Elementare; insegna pianoforte in una scuola privata di Aboca (Tedamis);

dirige da maestro titolare il coro di una sezione femminile dei Cantori del Borgo con cui ha fatto vari concerti anche ad Arezzo e Perugia; dirige un coro della Pastorale Giovanile Diocesana di Arezzo con 40 ragazzi. Poi il discorso ritorna su Anghiari, la Filarmonica, la Corale, l’Organo della Propositura, gli organi delle varie chiese anghiaresi, il cui stato di conservazione lui ben conosce (ha già suonato quello della Badia); ogni chiesa ha uno strumento a sottolineare l’importanza della musica anche nella nostra storia passata, di cui mi viene in mente un episodio, riportato dal Taglieschi, legato all’organo della Chiesa della Croce: …Era l’anno 1599, e un certo Filippo Mannini, figlio di Borgo, cerusico, aveva ucciso una giovane chiamata Verginaccia, omicidio commesso per impedire che la giovane, considerata una meretrice, sposasse il cognato dell’assassino, Francesco Carocci, che se ne era perdutamente innamorato. Naturalmente ciò provocò un processo che poteva condurre l’imputato alla pena capitale. Allora Borgo, il padre, fece voto di costruire l’organo della Chiesa della Croce se il figlio fosse riuscito a scamparla. Fu così che nel 1602 egli –che era anche temperatore dell’orologio della torre per due scudi al mese– fece fabbricare lo strumento da Berto Alberti del Borgo, e lo donò alla Chiesa. Borgo, morto nel 1604, volle esser seppellito sotto il suo organo, obbligando la famiglia a sostenere le spese per la festa della SS. Trinità che si celebrava ogni anno alla Croce… Da un episodio un po’ torbido ricaviamo comunque un bell’esempio di passione per la musica, ma anche una delle tante storie anghiaresi che nascono e si chiudono fra le mura paesane. La storia di oggi invece, con il nostro Direttore Organista, promette orizzonti più ampi e luminosi. In alto, nella foto d’archivio, Cesare Ganganelli, qualche anno fa, all’organo della Propositura.

Offerte per l’Oratorio Maria Cristina e Francesca Muzzi mandano la loro offerta in memoria della mamma Laura. Rita Ruggeri in memoria dei genitori Paolo e Letizia.

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Marcia Francescana

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di don Alessandro Bivignani

artedì 28 l u g l i o , intorno alle 7 di sera, le campane della Propositura hanno suonato a stormo per salutare l’arrivo della Marcia Francescana, diretta ad Assisi. Un gesto che si ripete da più di trent’anni, la Marcia è organizzata dai frati minori di tutta Italia e prevede che alla fine di luglio ogni regione (che grosso modo corrisponde ad ogni provincia religiosa) compia un tratto a piedi verso significativi luoghi francescani, per poi congiungersi tutti tramite pullman alle porte di Assisi, così che il 2 agosto, festa del Perdono della Porziuncola, i giovani marciatori possano arrivare a domandare perdono. Un gesto di fede, di preghiera, e di vocazione. Sono moltissimi i giovani e le giovani che ogni anno scelgono la settimana della Marcia come momento di riflessione e preghiera per scoprire la propria vocazione. I frati e le suore presenti al gesto accompagnano con la loro sapienza tutti questi giovani. È bello – credete – assistere all’arrivo di questi giovani camminatori alla porta di Santa Maria degli Angeli, che si inginocchiano, ne baciano la soglia, ed entrano in confessionale a domandare il Perdono di Dio. Per farla breve, la provincia toscana dei frati minori, quest’anno aveva previsto un percorso che passasse da Anghiari, un luogo che fu caro a Francesco. E così don Marco e molti parrocchiani si sono adoperati per far trovare una accoglienza bella, gustosa: da una bella doccia al palazzetto dello sport, fino alla cena nel giardino dell’oratorio. La serata si è poi conclusa in piazza Baldaccio assieme a bambini che hanno partecipato al GREST, con i loro genitori e gli animatori. È stata una piazza colorata e giovane, che ha visto i giovani fraticelli ballare nel palco così bene da non aver nulla da invidiare ai nostri giovanotti che il sabato sera lo passano in discoteca; e così Anghiari ha vissuto un momento che difficilmente dimenticherà. Il titolo della Marcia di quest’anno diceva “Cerco il Tuo volto”: e lo si è potuto anche leggere nella maglietta che i giovani e i frati hanno lasciato in ricordo a don Marco, come gesto di gratitudine per la calorosa accoglienza. Così molti di noi abbiamo chiesto ai marciatori di portarci idealmente con loro ad Assisi, dentro le povere mura della Porziuncola, dove al giovane Francesco fu chiesto di riparare la casa del Signore, che non erano le mura della chiesina ma i cuori della gente. E così gli amici di Francesco hanno compiuto lo stesso gesto rinvigorendo il cuore e la fede degli anghiaresi. Buon cammino giovani marciatori!

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In alto a sinistra don Alessandro, autore dell’articolo, con Matteo Ghezzi. A destra e dall’alto: * il logo della XXXV Marcia Francescana, * alcune sequenze della bella serata trascorsa con gli anghiaresi, * don Marco con la maglietta avuta come segno di riconoscenza per l’accoglienza ad Anghiari.


Foto con notizie

Girasoli - L’amico Piero Lega ci ha mandato questa

bella foto con altrettanti bei girasoli. E come sono alti! Si trovano nel giardino retrostante l’abitazione che fu dei Lucertini (funai di Anghiari per generazioni) lungo la via della Propositura, all’imbocco del Chiassolo. Ho avuto l’occasione di vedere direttamente le piante e ho constatato che si tratta di una bella idea (quella di piantare i girasoli) che orna sì la casa di Piero, ma che dà anche decoro al panorama di Anghiari che i turisti, ma anche noi anghiaresi, possono vedere percorrendo la strada (una volta della Dogana) che porta dal Campo della Fiera al centro storico di Anghiari. Complimenti a Piero!

Pomodori - La foto di Piero, qui a sinistra, me ne ha

fatta ricordare un’altra, scattata ‘anno’, e che raffigura Gian Pietro Rossi, dal Campo della Fiera, davanti alle sue piante di pomodori. Anche qui delle bellissime piante. Queste si sono arrampicate lungo delle canne e, nonostante che Gian Pietro alzi le braccia, non ce la fa ad arrivare alla loro punta. Chissà se anche quest’anno avrà piantato questi pomodori così belli e senz’altro alti?

Mulini

piccoli Anghiaresi Ciao sono Flavia Rossi, e dal 2 dicembre del 2014 ho riempito di gioia e d’amore le vita di mamma Chiara e babbo Michele, quelle dei nonni Pina, Pier Luigi, Mara e Beppe e delle bisnonne Anna, Maria e Gina.

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n giro per la valle del Sovara con Claudio Cherubini, che sta completando una ricerca sui mulini di quella vallata, abbiamo incontrato alcuni abitanti e proprietari di tali, ormai ex, mulini. Molti sono quelli informati sulla storia di questi opifici, attenti alla loro conservazione, anche se solo in parte. Ma è solo Andrea Rossi, proprietario del Molin d’Agnolo, da cui siamo stati piacevolmente in conversazione, che ha difeso, ed ancora difende, con tenacia e determinazione la Reglia e il ‘Botaccio’ contro l’indifferenza generale, ivi compresi gli enti pubblici che dovrebbero essere preposti alla salvaguardia del bene pubblico o di pubblico godimento. Delle tre macine (i palmenti), una è riuscito a mantenerla efficiente e se un domani ci fosse la volontà di farla ripartire, per produrre una farina di qualità, oggi in parte richiesta, sarebbe possibilissimo. Grazie Andrea per aver salvaguardato quest’opera idraulica un tempo unica fonte di energia per la molitura di farine (per alimentazione umana) e biade (per gli animali).


La giornata di tutti

a Micciano la giornata del malato e dell’anziano

S

abato 1° agosto, pomeriggio. A Micciano ha avuto luogo la tradizionale giornata estiva del malato e dell’anziano. È stata come per gli anni passati una gara di solidarietà ed impegno, nel tentativo di organizzare al meglio un pomeriggio carico di significati religiosi all’interno della nostra comunità interparrocchiale. I volontari della Confraternita di Misericordia hanno provveduto al trasporto dei disabili e degli anziani che avevano la necessità di essere accompagnati; gli animatori della Caritas hanno provveduto a portare dolci e bibite per tutti gli ospiti; gli operatori parrocchiali di Micciano hanno allestito i tavoli per il momento conviviale ed hanno provveduto a preparare una merenda-cena per tutti i presenti; le ragazze del Grest hanno rallegrato la serata con la loro freschezza e con una esibizione di danza piacevole ed apprezzata. Don Marco e Don Emanuele hanno concelebrato la Santa Messa assistiti anche dal Diacono Fabio; erano presenti quasi un centinaio di persone, che hanno trascorso insieme un pomeriggio in armonia e serenità. Ad un certo momento della serata, dal cielo è scesa una benedizione piuttosto sostenuta, in forma di acquazzone che dopo qualche mese di caldo e siccità è stata accolta, se non con gioia, certamente con lo spirito giusto e senza che la festa venisse in qualche modo “sciupata”. Posti “in salvo” i disabili all’interno della struttura parrocchiale, gradualmente ci siamo poi riparati tutti quanti negli accoglienti e confortevoli locali, completando “con i dolci” il momento conviviale in attesa che smettesse di piovere. È stata nel suo insieme una bella festa e l’acquazzone che ci ha rinfrescati non ha compromesso i momenti

di partecipazione e condivisione. Personalmente sono rientrato a casa un po’ appesantito, non tanto dalla pioggia che nel frattempo aveva aumentato il peso dei miei indumenti, ma soprattutto dalla decina di ciaccette fritte che, una dopo l’altra come le ciliegie in giugno, mi son mangiato, forse esagerando un pochino. Appesantito sì, ma soprattutto soddisfatto di aver partecipato a momenti belli assieme a molti amici e soprattutto ad anziani e malati che, come me, non si sono minimamente lasciati influenzare dal maltempo dell’ultima parte del pomeriggio. Gli operatori parrocchiali, quelli della Caritas, della Misericordia e della “Fratres”, sono stati veramente bravi, ed insuperabili come sempre sono state le donne di Micciano nell’allestire in modo encomiabile la merenda-cena (in verità, più cena che merenda!) che ha chiuso la giornata; un GRAZIE particolare a tutte loro. Nella foto di Roberto Stowasser un momento della celebrazione della S. Messa con don Marco, don Emanuele e il diacono Fabio

Terra di Romania

dialogo fra due pellegrini fra un popolo di “romani”

ARMANDO. Le mete dei nostri pellegrinaggi sono molto condizionate dalla situazione internazionale instabile ed a rischio, e la Romania per fortuna è un paese tranquillo ed in pace. MARISA. Mi sono aggregata all’ultimo minuto grazie all’Aliana, che mi ha trovato un posto in aereo, ma non mi sono affatto pentita; è stata una meta tutt’altro che di ripiego, ben all’altezza dei precedenti viaggi: con la Ditta Don Marco/ Enzo/Giuliana si va sul sicuro. A. La Romania è un paese interessante e complesso, e a conoscerlo vengono spazzati via tanti pregiudizi e luoghi comuni. Il paesaggio è molto simile al nostro: ricche di acque, verdissime, le valli dei Carpazi sembravano le nostre alpine, e anche se le montagne sono più basse, i tetti molto aguzzi fanno pensare a tanta neve. M. La gente nelle campagne dava l’impressione di povertà con un’agricoltura arretrata: abbiamo visto molte donne

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lavorare i campi con l’aiuto dei cavalli e dei muli, molti pagliai di fieno e animali da cortile… Le case tutte allineate lungo le strade sono colorate e, anche se molto modeste, sono piene di fiori, hanno tutte la pergola delle viti per fare un po’ di vino per la famiglia, il pozzo per l’acqua e spesso anche la mucca nel campicello retrostante per assicurarsi latte e formaggio; somigliano insomma a quello che io ricordo nella mia infanzia delle nostre case in campagna. A. L’eredità comunista è una scia di arretratezza nelle campagne e un disastro urbanistico nella città di Bucarest dove Ceausescu sostituiva il tessuto storico con l’edilizia moderna. Abbiamo percorso strade delimitate da grossi edifici di cemento del dopoguerra che nascondevano dietro piccole villette di fine ‘800 secondo la strategia di occultare ciò che non era gradito al potere…


venire dalla Germania per governare un paese che non riusciva a mettersi d’accordo sul nuovo capo dello Stato, e, per inciso, governò benissimo. A. E noi ci lamentiamo se facciamo venire un tedesco a fare il Direttore al Museo degli Uffizi! M. Come il caso di una chiesetta del centro di Bucarest sopravvissuta in mezzo a giganti grigi e squadrati, ma che in realtà il Conducator (come si faceva chiamare il dittatore) aveva fatto spostare dalla sua posizione originaria troppo esposta, tagliandola alla base e facendola scorrere su rulli metallici per varie centinaia di metri fino alla più dimessa posizione attuale. A. La mania di grandezza del regime ha prodotto il Palazzo del Popolo, attuale sede del Parlamento, che ne fa, dopo il Pentagono, il Palazzo più grande del mondo, alla cui costruzione hanno lavorato 20.000 uomini fra operai e poliziotti e più di 400 architetti. Abbiamo visto sale e scaloni grandiosi, finemente lavorati con marmi, cristalli, legni pregiati (ma non lo sterminato e misterioso bunker sotterraneo antinucleare), tutti materiali di rigorosa provenienza nazionale: un tempio perfetto per il culto della personalità voluto da Ceausescu. M. Il risultato è che la gente (vedi Radu, la nostra guida) conserva ancora odio e risentimento verso il regime comunista molto maggiore di ciò che abbiamo verificato in Armenia e Russia. I resoconti di Radu (peraltro storico e guida molto competente) sulla storia recente erano vere e proprie invettive piene di sarcasmo contro Ceausescu e la classe dirigente comunista. A. Uscendo da Bucarest siamo sulle tracce di un altro singolare protagonista della storia rumena del 1400: Vlad, Principe della Valacchia, detto “L’Impalatore”, perché era specializzato nei metodi di tortura più efferati ed in particolare faceva infilare lunghi pali appuntiti fra le natiche delle vittime facendoli uscire dal corpo appena sotto la spalla, in modo da non perforare alcun organo vitale, così che erano garantite 48 ore di atroce agonia prima della morte. M. Ma in realtà Vlad l’Impalatore, malgrado la sua ferocia, è considerato un eroe positivo dal popolo rumeno, perché è stato un campione della resistenza nazionale contro i Turchi (pare che abbia accolto il Sultano con 20.000 prigionieri turchi impalati); la sua memoria è molto viva nella città natale di Sighisoara, ricca di torri e chiese gotiche che abbiamo visitato. La nostra guida ci ha raccontato la leggenda che, per mettere alla prova il rispetto (!?) che gli portavano i sudditi, aveva ordinato che nella piazza di ogni città venisse collocata una coppa d’oro: tutti potevano usarla liberamente per bere, ma la coppa non doveva scomparire: com’è facile immaginare, non è mai scomparsa. A. Quindi non stupiamoci troppo se lo scrittore irlandese Bram Stoker a fine Ottocento si sia ispirato al principe Vlad per il suo personaggio di Dracula il Vampiro, ed attualmente i Rumeni, stando al gioco, ti hanno fatto vedere il Castello di Dracula (fra l’altro molto bello), la casa natale di Dracula, l’hotel Castel Dracula… M. Per rimanere ai castelli, la fastosa residenza di campagna del Re Carlo evoca lo stile neogotico della Baviera in un ambiente alpino che ricorda le nostre Dolomiti: quel Re Carlo Hohenzollern, un tedesco, che nel 1866 i Rumeni fecero

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M. Ma la Romania ci ha anche offerto molti temi e testimonianze della sua storia religiosa… A. Molte delle quali sono legate alle guerre di resistenza contro l’avanzare dell’Islam. Nelle meravigliose chiese affrescate della Bucovina sono sempre presenti i Santi guerrieri, come S. Giorgio che uccide il drago (il turco), S. Michele Arcangelo con la spada e nei vari giudizi universali illustrati nei dipinti non mancano mai gli Islamici ben sistemati all’inferno. M. Il bello è che nei coloratissimi affreschi della Chiesa del Monastero di Voronet (anno 1488), all’inferno compaiono, accanto agli islamici, gli ebrei e… noi (i Cattolici!), segno del grande affetto(?!) per noi dei nostri fratelli ortodossi. La Romania si è trovata molto vicina ai centri delle lotte fratricide fra Cristiani. Le straordinarie chiese affrescate di Bucovina e Moldavia furono costruite molto dopo la separazione con la Chiesa Occidentale: il culto orientale si riconosce anche dalla presenza della iconostasi (parete divisoria che nasconde lo spazio sacro riservato al Sacerdote dalla navata riservata ai fedeli) molto decorata e dorata. A. Anche al Monastero femminile che abbiamo visitato, le Suorine che lavoravano ai telai (e commerciavano i bei tessuti) erano ortodosse; ci avevano detto di poterle fotografare solo da dietro ed invece all’atto pratico erano sempre pronte a sorridere ai nostri flash. M. Abbiamo trovato anche molti segni dell’avvento della riforma luterana, con varie chiese riadattate dal culto originario al nuovo. A. Nella chiesa gotica luterana di Sibiu (capitale europea della cultura del 2007) si nota una Crocifissione in cui, nella parte inferiore della croce sono rimaste solo strane mani mozze che si aggrappano al legno (mozzate da riquadri soprascritti di epoca successiva): la spiegazione sta che nel passaggio al culto luterano sono state cancellate le figure della Madonna e Santi, di cui compaiono solo le mani. M. Ma l’impressione attuale della Romania religiosa è di buona coesistenza fra le confessioni (al contrario della Russia) e in ogni città visitata ci sono chiese di tutti i culti cristiani anche se gli Ortodossi sono l’85% della popolazione. A. La riprova l’abbiamo avuta nella chiesa ortodossa del Monastero di Sucevita, quando Radu, la nostra guida, ortodossa, ha invitato Don Marco a recitare una preghiera su richiesta esplicita delle suore, ortodosse, che ne sarebbero state felici. M. E i Rom? Gli Zingari, con cui la gente identifica la Romania? A. Li abbiamo visti solo in un angolo del mercatino di Sibiu, dove commerciavano del buon artigianato.

Nella pagina precedente parte del gruppo a riposo. Qui in alto a sinistra il gruppo degli anghiaresi nella terrazza del Palazzo del Parlamento e, destra, don Marco, guida speciale per questo interessante pellegrinaggio in terra rumena, intento a scattare una foto.


Notizie dalla piazza Nel numero scorso mi è scappato un “news” nel titolo di questa rubrica, ma ora ho provveduto a riportarlo “al solco” e quindi il titolo è diventato: Notizie dalla piazza. Ci rimane da dire che queste notizie arrivano in Redazione di volta in volta e qui ve le ritrovate pubblicate succintamente anche per rinfrescarvi la memoria delle cose successe ad Anghiari. 3 luglio 2015, I Macchiaioli e il loro tempo – Giovedì 9 luglio, presso la Sala dei Grandi ad Arezzo, ha avuto luogo la presentazione della Mostra organizzata dalla Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo per festeggiare i 110 anni di vita dell’istituto. La mostra si svolgerà dal 19 luglio al 18 ottobre ad Anghiari presso Il Museo Statale di Palazzo Taglieschi. 18 luglio 2015, Allerta meteo – Con l’entrata in vigore della legge regionale (DRGT n.395) è possibile essere informati su eventuali allerta meteo tramite sms e/o email. Chi lo desidera scarichi il modulo sul sito del comune lo riempie e lo riconsegna o lo trasmette a protocollo@comune.anghiari. ar.it. 20 luglio 2015, I Macchiaioli e il loro tempo – Opere e vita degli Artisti del Caffè Michelangelo – Sabato pomeriggio, di fronte ad un numeroso pubblico è stata inaugurata la mostra che rimarrà aperta fino al 18 ottobre presso il Museo Statale di Palazzo Taglieschi dove è avvenuta l’inaugurazione. Ad impreziosire la qualità dell’evento, in cui figurano oltre 150 opere d’arte, una rassegna di opere del caricaturista biturgense Angiolo Tricca. 25 luglio 2015, Tovaglia a quadri – Dal 10 al 19 agosto prossimi si terrà la ventesima edizione di Tovaglia a quadri. Le serate si svolgono al Poggiolino, uno dei punti caratteristici di Anghiari. Si raccontano attraverso il teatro e in forma di cena pagine della nostra storia. 28 luglio 2015, Tiber Sinfonia Festival – Con le forti emozioni del Requiem di Giuseppe Verdi in Piazza Baldaccio si è conclusa la 13° edizione del Tiber Sinfonia Festival 2015. Oltre 700 gli spettatori che hanno assistito all’evento, applaudendo la musica di qualità che ha premiato gli organizzatori e la Southbank Sinfonia di Londra, protagonista come sempre del Tiber.

Oltre 300 tra musicisti e coristi hanno attuato sotto la guida del direttore d’orchestra Simon Over: il Coro del Festival di Anghiari preparato dall’anghiarese Giulio Camaiti, il Parliament Choir di Londra, l’orchestra Southbank Sinfonia ed i giovani solisti della Royal Opera House Covent Garden. 31 luglio 2015, Train de Vie - Domenica 2 agosto, trentacinquesimo anniversario della strage alla Stazione di Bologna: ci furono 85 morti e 200 feriti. Tra coloro che persero la vita c'era anche il giovane Roberto Procelli, ventunenne anghiarese che proprio quel giorno stava tornando in licenza al suo paese. Per questo appuntamento musicale commemorativo in Piazza del Popolo saranno protagonisti i Train de Vie. 10 agosto 2015, Raduno Milonghero - Sulla terrazza del Teatro di Anghiari si è svolta la conferenza stampa di presentazione del “2° Raduno Milonghero dell’Anghiarina”. Questo evento è dedicato al tango argentino ed è organizzato dall’Asd Ballando Ballando, la scuola di ballo di Ilaria Lorenzini. L’appuntamento è per i giorni dal 28 al 30 agosto sotto la Galleria Girolamo Magi opportunamente allestita. 21 agosto 2015, Alla Battaglia! - Gianni Beretta, con un messaggio ‘etereo’, ricorda l’ultimo appuntamento dei “Dialoghi e duelli a due strumenti” che si sono tenuti nella chiesa di Sant’Agostino dal 28 giugno (vigilia della Battaglia di Anghiari) al 23 agosto (domenica prossima ed è l’ultimo appuntamento). 26 agosto 2015 – Vito Taverna, fondatore del convegno “Poesia nel cassetto”, invita alla XXV edizione che si terrà, per questa occasione, al Castello di Sorci, sabato 29 agosto 2015. Saranno presenti i Rappresentanti delle Organizzazioni umanitarie alle quali sono stati dedicati i Convegni in questi 25 anni con lo scopo di diffondere la cultura e la solidarietà della Pace

bimbi di oggi

bimbi di oggi

Ecco Riccardo Leonardi mentre sorridente sta in posa per il fotografo. Il suo babbo Maurizio e la mamma Etrusca Piergentili vogliono farlo conoscere ai lettori dell’Oratorio. Abitano a Sansepolcro, verso la dogana dell’ex Repubblica di Cospaia, ma i nonni paterni stanno alle Cortine, vicino al Santuario del Carmine. I nonni materni invece abitano anche loro al Borgo.

Sono Giada, ho sei anni, e vi voglio presentare il mio fratellino Gabriele. Eccolo qui con me nella foto, con la sua espressione stupita, sopra il lettone dei nostri genitori: il babbo Guido e la mamma Roberta. Abitiamo per la via della Bozia ed ora la mamma ha ancora più da fare in casa, anche se Gabriele è molto bravo. Io gli voglio un mondo di bene. Quando Mario ci ha fatto la foto Gabriele aveva sei mesi.

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Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

Museo della Battaglia: un record

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ari lettori dell’Oratorio, alla fine di Agosto 2015 si è con piacere constatato che mai così tante persone sono entrate nel museo comunale in un mese: 59 % di visitatori in più al Palazzo del Marzocco rispetto allo stesso mese dell’anno passato. È un risultato incoraggiante che si va a sommare ad una serie di positivi risultati raggiunti nei mesi scorsi, fra i quali senza dubbio il più significativo è lo status di “museo di rilevanza regionale”. Il risultato di Agosto rimane in linea con una progressione di segni “+” che inizia da aprile 2015, quando è stata intrapresa una nuova strategia di promozione unita ad una programmazione di attività più mirata che tiene conto dei grandi temi che il museo comunica. La speranza è che tali risultati si confermino anche nei prossimi mesi, che si spera saranno forieri di novità. Sul numero record dei visitatori molti sono i fattori che hanno giocato a favore in questo Agosto: la presenza di una mostra di rilievo come “I Macchiaioli e il loro tempo”, promossa dalla Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo nella sede del Museo Statale di Palazzo Taglieschi; la promozione nel web; ma anche il nuovo progetto di accoglienza che tiene in considerazione le richieste del visitatore. Il Museo all’interno di Palazzo del Marzocco è stato istituito appositamente per rendere un servizio ai visitatori e ai cittadini. Esso rappresenta e illustra la storia della nostra comunità, quindi si può dire che se è visitato da molte persone con soddisfazione, Anghiari si presenta meglio a se stesso e ai propri ospiti. www.battaglia.anghiari.it

Gabriele Mazzi

Nella foto in alto è raffigurata la nuova comunicazione esterna in inglese del Museo della Battaglia.

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In viaggio con le opere di Piero della Francesca

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ontinuiamo il viaggio nelle Terre di Piero. In questo numero lasciamo la costa adriatica e attraversando gli Appennini torniamo dalle nostre parti. Parliamo della Resurrezione, simbolo della città di Borgo Sansepolcro, anche dal punto di vista etimologico. Nel 1456 Sansepolcro ritrova una certa autonomia politica che gli era negata dal 1441, anno della sottomissione a Firenze. Forse è proprio in questi anni che i magistrati cittadini commissionano a Piero la realizzazione dell’affresco in un sala del Palazzo dei Conservatori (oggi Museo Civico), quasi a voler rappresentare attraverso l’immagine del Cristo risorto la recuperata fierezza e l’identità cittadina. Il Cristo, monumentale nella posa e dalla imponente fisicità (Roberto Longhi lo definì “silvano e quasi bovino”), esce dal sepolcro poggiando decisamente il piede sul sarcofago. Non ci sono architetture a fare da sfondo alla scena, quindi lo spazio è definito dai corpi dei soldati addormentati, disposti su due piani distinti. A sinistra del Cristo il paesaggio è autunnale, spoglio, a destra, quindi dopo la resurrezione secondo la tradizionale lettura da sinistra verso destra, tutto è piacevole, verde, sereno. A mio avviso un riferimento iconografico - oltre la Resurrezione di Niccolò di Segna, già in Santa Chiara e oggi in Cattedrale - è da identificarsi nel Cristo risorto di Andrea del Castagno nel Cenacolo di Santa Apollonia a Firenze. Il soldato immerso nel sonno sotto il vessillo è un autoritratto di Piero. Da sottolineare la straordinarietà del panneggio del Cristo, come pure il gesto con il quale lo tiene chiuso all’altezza del ginocchio, che sembra mutuato direttamente dalla scultura romana. Nel 1925 lo scrittore inglese Aldous Huxley pubblica un saggio, resoconto di un suo viaggio in Italia durante il quale vide anche la Resurrezione, che lui stesso definì la più bella pittura del mondo. Un giudizio personale, una considerazione soggettiva che si rivelò determinante per la conservazione dell’opera nel 1944. Un capitano dell’esercito britannico, Anthony Clarke, incaricato di bombardare Sansepolcro, si ricordò del saggio di Huxley e delle parole lette a proposito della Resurrezione. Contravvenendo agli ordini corresse il tiro dell’artiglieria e così salvò la “pittura più bella del mondo”.

Lorenzo Minozzi In alto la “Resurrezione”, il capolavoro di Piero della Francesca conservato a Sansepolcro.


CRONAC HETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Luglio 2015 Lunedì 6. A Santa Fiora mia moglie ha visto degli indiani che andavano dai cinesi (sarebbero quelli del magazzino della merceria eh!). * Nel pomeriggio sono andato dal Tortori col mio fratello a prendere la paglia. Mi serve per la pacciamatura dell’orto di casa. Da lui ho visto che per il gran caldo le sue api erano tutte fuori di casa (cioè dall’alveare) abbarbicate all’esterno. * Oggi è morto Pietro Mondani di anni 77. Abitava verso la Calla ed era nato al Carmine, alla Bottega. Martedì 7. Mio fratello mi ha voluto portare a Terme Cotilia, vicino a Rieti e poi a Bagno Vignoni e a San Galgano. Giovedì 9. Stamani, mentre erano a Sant’Agostino per preparare le luci per il Carmine, sentivo che la banderuola non trovava pace. Martedì 14. Oggi sono venuti i Gallorini, i campanari castiglionesi, per un controllo delle campane della Propositura. * Nel pomeriggio ho visto Gastone che zazzicava intorno a casa. E sicché dal mare è tornato. Giovedì 16. Oggi era la Madonna del Carmelo. Al Carmine la processione con le fiaccole è stata molto suggestiva. Sabato 18. Oggi verso il tocco mi sono affacciato alla finestra di dietro casa, ma la cicala, che di solito fa un gran fracasso, taceva silenziosa. Mi sa che se ne stava in qualche posto all’ombra. * Nel pomeriggio sono andato al Borgo e ho visto che Flavio, collaboratore dell’Oratorio, stava facendo delle foto verso la Caviella (sarebbe la Maestà della Vittoria). Giovedì 23. Oggi è morto Luigi Cima. Abitava a Montebello ed era nato a Badia Tedalda. Lo ricordiamo per il suo lavoro di bidello alla Scuola Media. Venerdì 24. Stasera, grazie ad una fortunata circostanza, sono potuto andare al concerto del Requiem di Verdi, in piazza Baldaccio, diretto dal maestro Simon Over. Sabato 25. Stamani per Anghiari ho visto diverse persone con valigie e grossi strumenti. Erano i giovani solisti della “Royal Opera House Covent Garden” che tornavano a casa. Lunedì 27. Stamani, verso la Giardinella, ho incontrato uno in Vespa. Era Pietro Giabbanelli: l’ho riconosciuto dai baffi. Mercoledì 29. Iersera in piazza Baldaccio c’erano i partecipanti alla marcia francescana che hanno fatto sosta ad Anghiari. * In mattinata sono andato al mercato con mio nipote Giorgio che starà con noi sette giorni (come dice lui). Venerdì 31. Oggi è morta Maria Maranesi vedova Cancellieri. Abitava al Borgo ma per diversi anni ha abitato ad Anghiari dove aveva ancora forti legami di parentela e di amicizia. Era nata a Roma.

Mese di Agosto 2015 Sabato 1. Alla fine è venuto anche ad Anghiari un temporale estivo con tanto di tuoni e fulmini; e un paio anche vicino e forti. * A Micciano, nel pomeriggio, c’è stata la festa dell’anziano e del malato organizzata dalla Misericordia e dalla Caritas parrocchiale. Lunedì 4. Andrea Dellacasina, che sarebbe il Iacopucci, m’ha dato una trentina di “poponi” con l’impegno di mangiarli tutti in giornata. * Oggi è morta Gabriella Bartolini, moglie di Primetto Barelli.

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Con lui ha gestito la Locanda e il Castello di Sorci. Era nata a Fontecchio dove la mamma, in quel periodo, era la maestra. * Oggi è morto Leonello Buscosi. Era nato al Borgo ma abitava verso la Bernocca, a ottobre avrebbe finito 90 anni. Giovedì 6. Mio fratello stasera stava cercando una faraona per fare una foto. Niente da fare! Sabato 8. Mia moglie m’ha riferito che in televisione hanno detto che c’è stato un incendio verso Caprese che ha bruciato venti ettari di bosco. * Oggi è morta Domenica Lazzerelli, ma conosciuta come Menchina, che abitava alla Cerbaia. Era nata al Colle, proprio lì sopra. Martedì 12. Oggi è morto Paolo Urci di anni 80. Abitava alle Bucacce ed era nato a Monte San Savino. È venuto ad Anghiari nel ‘58 come segretario presso la Scuola Media di Anghiari. L’anno dopo, nel ‘59, si è sposato. Sabato 15. Passando giù per la Croce, in piazza, ho visto suor Angela con alcune persone. * A mezzogiorno di oggi, ferragosto, è nato, all’ospedale di Branca (Gubbio), Leonardo Fronduti, di Andrea e Giorgia Babbini. Armando e Marisa sono felicissimi di essere diventati nonni. Domenica 16. Oggi è morta Livia Bartolomei vedova Del Barna. Abitava al Borgo ed aveva 91 anni. Era la suocera di Palmiro del Campo della Fiera ed ha lavorato per molti anni alla Buitoni, era nata a Falcigiano. Martedì 18. Tornando dal Borgo ho incontrato un nutrito gruppo di pellegrini. Mi sa che andavano ad Assisi. Mercoledì 19. Stamani, molto presto, sono andato a cogliere le more con mio fratello. In mattinata, in piazza, ho visto altri due o tre pellegrini e mi hanno confermato che andavano ad Assisi e stavano seguendo il Cammino di Assisi che ha origine a Dovadola. Giovedì 20. Oggi è morta Alfonsina Matteucci di anni 82. Abitava allo Sterpeto ed era nata all’Ontaneto, lungo il Singerna, in comune di Caprese Michelangelo. Venerdì 21. Stamani ho visto Giovanni Giorni e la moglie che, armati di bicicletta, andavano a farsi un bel giro per la vallata cominciando dalla via del Braccio. Sabato 22. Fino a tardi ho sentito la musica che veniva dalla Stazione. Era per la cena del viale e Gastone se l’è persa, perché è andato in ferie di nuovo. Domenica 23. Oggi è morto Walter Donnini di anni 60 ed abitava nei pressi della Catona. Era molto conosciuto anche in Valtiberina per il suo lavoro di veterinario e il giorno del funerale a salutarlo, nella piazza di San Domenico, c’erano tanti amici a quattro zampe. Anche sei cavalieri (infatti lui era anche appassionato di cavalli). Lunedì 24. Oggi è morto Lamberto Ulivi. Abitava a Tavarnuzze, in provincia di Firenze, ma era nato ad Anghiari, per il Fosso, ed era un collaboratore dell’Oratorio. È stato sepolto nel cimitero di Barliano. Sabato 29. Stamani con Orlando s’andava a segnare il percorso del Contrabbandiere quando s’è incontrato Pavone che camminava. Al ritorno invece s’è incontrato sua moglie. Domenica 30. Oggi, ultima domenica di agosto, abbiamo “fatto” la “Camminata del Contrabbandiere”, anzi del Vero Contrabbandiere, dal Carmine al Ponte, passando per la riserva naturale dei Monti Rognosi. Lunedì 31. Oggi è morto Alfio Franchi, chiamato da tutti ‘Genio’. Abitava a Belvedere, vicino a Valealle, ed era nato a ‘La Casa’, poco dopo Cologna di là. La sua grande ed unica passione era la caccia.


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Tradizionalmente nelle nostre parrocchie la ricorrenza della festa del Santo Rosario viene celebrata nel seguente ordine. Il programma di ogni festa verrà confermato anche tramite gli avvisi parrocchiali.

Prima domenica Chiesa di San Biagio a Valealle

Seconda domenica -Arcipretura di S. Andrea a Galbino -Chiesa di Tubbiano Terza domenica Chiesa di S. Leone a San Leo Quarta domenica Chiesa della Croce ad Anghiari

Feste dei Santi Domenica 1° novembre S. Messe secondo l’orario festivo Ore 14,30 S. Messa e processione al cimitero a S. Lorenzo Ore 15,30 S. Messa e processione a Galbino (la S. Messa del ore 11:00 a Tavernelle è sospesa

Ore 15,30 Preghiera e benedizione delle tombe nel cimitero di Anghiari Lunedì 2 novembre Ore 6,30 Processione dalla chiesa di S. Stefano fino al cimitero. Ore 7 S. Messa nella cappella del cimitero


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