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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI DICEMBRE 2015 - GENNAIO 2016
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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue
In copertina
La Madonna di Loreto
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na festa sempre molto sentita quella che anima le stradine di Anghiari vecchio per la sera del 10 dicembre. Sono le famiglie del posto o quelle che una volta vi abitavano le sostenitrici di questa che vuol essere una continuazione dell’impegno di nonne o bisnonne. Negli angoli più caratteristici o che meglio si prestano a ciò che si vuol preparare, vengono allestiti i “Quadri viventi”, raffigurazioni della vita di Gesù, della Madonna o dei Santi. Se gli attori principali sono i bambini e i ragazzi, ad animare e realizzare la giornata sono in primo luogo le donne. Certo, gli uomini contribuiscono con delle mansioni ben precise, come il disbrigo dei lavori più pesanti. Ma sono le donne quelle che dirigono, sentendosi coinvolte in modo speciale in questa festa che celebra la Madonna come padrona di casa, come custode materiale e spirituale di quello spazio concreto e quotidiano in cui si volge la vita della famiglia cristiana. Nell’umile casa di Nazareth, secondo una pia tradizione trasportata a Loreto dagli angeli, Gesù bambino è cresciuto e si è fatto adulto, ha condiviso con la madre e il padre terreno le fatiche e le gioie di ogni giorno, la normalità di un’esistenza fatta di lavoro, cura dei propri familiari, affetti semplici e fondamentali. Pur nell’eguaglianza dei ruoli che giustamente caratterizza la nostra società, è la donna che ancora oggi riveste il ruolo principale nel formare lo ‘spirito’ di una casa e del quotidiano familiare. È la donna che ‘accudisce’ con gusto e amore alle piccole cose che garantiscono il buono svolgimento della vita di ogni giorno, che crea e custodisce i ritmi e le abitudini che distinguono una famiglia e un’abitazione dall’altra e le danno il suo sapore. Le padrone di casa di Anghiari vecchio si stringono perciò con devozione e gratitudine intorno alla Madonna, la ‘Padrona di casa’che con il proprio esempio e la propria protezione veglia sulle nostre case, sulle nostre famiglie. In copertina, l’Assunzione della Madonna in un “Quadro vivente” del 2013.
l'editoriale di enzo papi
Caffè Michelangelo
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irenze nell’800 non è certo importante come Parigi. Politicamente e culturalmente Parigi è il centro del mondo; il francese è la lingua diplomatica per eccellenza; Firenze, pur famosissima come città colta e città d’arte, come il luogo dal quale è venuto al mondo il Rinascimento, è in questo secolo città di periferia, in una nazione ‘non Stato’ dove si parla una lingua -ancora teorica- che è l’italiano, anzi il fiorentino, che Manzoni proporrà come lingua italiana tout court. Centro e periferia, ecco il problema! Gli impressionisti hanno avuto la fortuna di nascere al centro; la macchia ha avuto in sorte quella di nascere in periferia. Non è in discussione la bravura, la genialità e la capacità innovativa in campo artistico; se fosse per questo non son pochi quelli che ritengono i macchiaioli figurativamente più capaci degli impressionisti. Avanguardia anche i macchiaioli, ma più aderenti al reale, più leggibili, tecnicamente meno attaccati alla labilità dell’impressione, alla fuggevole occasione di un momento; più classici, i macchiaioli, perché artisti di una città e di una terra, la Toscana, che pur innovando e inventando arte per il mondo intero, sempre è rimasta fedele al suo passato, alla sua storia, alla sua bellezza.
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’ eccezionale mostra organizzata ad Anghiari dalla Banca di Anghiari e di Stia -I Macchiaioli e il loro tempo- ha avuto uno straordinario successo di pubblico; del resto non poteva essere altrimenti: mettere insieme oltre 120 pezzi di opere della Macchia è impresa davvero ragguardevole, per quantità, per concentrazione tematica su un movimento, di valore assolutamente eccezionale; sicuramente lo sforzo espositivo più massiccio mai realizzato attorno alla Macchia. Anghiari e la sua banca hanno meritato il successo e la notorietà. Basta pensare che il volume di visitatori della mostra ha raggiunto i numeri che può vantare una città come Sansepolcro con il suo Piero; o che Città di Castello sta ancora affannosamente cercando di imporre alla nazione il suo Burri nell’anno centenario. Anghiari, in un colpo solo, molto azzeccato, in questo 2015, si è messa al centro della Valtiberina. Ecco. Centro e periferia, ancora una volta. L’esperienza della grande esposizione, nel nostro territorio, ha rilanciato la realtà della Macchia; e ha detto a tutto il paese che il Caffè Michelangelo -dove si ritrovavano gli intellettuali/pittori di metà Ottocento- non è stato certo da meno di Place du Tertre a Montmartre; e Fattori, Signorini, Lega e Cecioni, pur diversi sotto il profilo tecnico e programmatico, non son certo inferiori ai singoli e più noti impressionisti. Quelli però più conosciuti, questi –ancora- meno noti: perché è vero, bravi artisti, ma di ambito provinciale! Parigi ha saputo vendere meglio la sua avanguardia; noi a metà Ottocento non eravamo ancora in grado di fare altrettanto. a mostra ha chiuso i battenti; palazzo Taglieschi è ridiventato il bel museo di arte antica, vocato in particolare all’espressione lignea. Ma la scia lasciata dalla mostra resta in chi l’ha visitata. Il contrasto della luce e delle ombre, così vivido, così forte –non slavato e svigorito come quello degli Impressionistirimane negli occhi di chi ha percorso con stupore quelle sale; e rimane in ciascuno l’impressione di un vigore artistico e di una potenza tanto brillante da far pensare a uomini sanguigni, robusti, polemici e inquieti che hanno giocato nel mondo dell’arte un segno diverso da quello francese; segno, questo, più disorganico, un po’ folle, più strano e diverso dal clima e dal mondo quotidiano della gente. Qui popolo, lì borghesia parigina molto snob. La Macchia? Un altro mondo! Così vicino, ma tanto diverso da quello parigino. Realtà contro impressione. Ecco la differenza!
L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XLIX - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.
Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanielisadelpiantaverarossiteresabartolomeigabrielemazzimassimoredenti.
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Come Te non c’è nessuno Una verità indiscutibile
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l testo di questo articolo non è il complimento che generalmente si usa per elogiare qualcuno: è una verità indiscutibile perché Dio è talmente infinito nella sua fantasia che non crea mai due cose uguali, tanto meno le persone che sono il suo capolavoro e con le quali può colloquiare. Quando, rispettando le regole della natura, pensa a un nuovo figlio, crea e poi perde il modello, per questo ognuno di noi viene amato come figlio unico e su ciascuno ha un progetto irripetibile. Siamo diversi come persone, ma uguali come cittadini del regno. Queste affermazioni, a ben pensarci, ci fanno sentire importanti, ma ci danno anche una bella responsabilità perché invitano a dare il meglio di noi stessi a Lui per la gioia di averci creati, e anche perché si possa collaborare ad attuare il bene e il bello della creazione, perciò non facciamo fare brutta figura al nostro Datore di lavoro nelle scelte della vita di ogni giorno! Ogni scelta poi segna un punto di partenza per un’altra avventura e ci prepara a quella senza fine che è l’eternità. Se qualcuno non ci crede, è consigliabile che faccia il classico passo indietro per non incappare in facili goal sbagliati, soprattutto perché da pimpanti possono trovarsi spompati. Possiamo fare a meno di tante cose, ma non di qualcosa per cui vivere. Siamo ammalati di eternità e lo dimostra il fatto che, quando abbiamo raggiunto uno scopo, sorge subito il desiderio di fare altre conquiste. Siamo come il fiume che si ferma soddisfatto quando si perde nell‘immensità del profondo del mare. Così noi, quando saremo nella visione eterna potremo cantare la nostra libertà incondizionata e assoluta, si aprirà la finestra verso l’infinito nella luce di un giorno senza tramonto, felici di aver raggiunto il porto. Siamo stati creati per guardare in avanti e questo significa che siamo vivi, maestri di positivo e assetati di giovinezza. Già! Perché per diventare giovani ci vuole tanto tempo, tanto tempo, una vita intera!... infatti non è vero che siamo giovani all’inizio della vita , allora siamo solo abbozzati e non immaginiamo nemmeno lontanamente dove ci condurrà la strada intrapresa. Sono gli anni che affinano i sensi e ci fanno scoprire per quel piccolo meraviglioso mondo che siamo; ci fanno sentire
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capaci di amare, scegliere ed escludere. E quando si arriva ad apprezzare godendo anche delle piccole cose, allora siamo terribilmente giovani, meravigliosamente vivi e capaci di Dio come dice Sant’Agostino. Intanto siamo nell’attesa e già godiamo desiderando. A proposito di attesa, in questo tempo la chiesa ci fa vivere l’ Avvento che è attesa liturgica del Natale e attesa del nuovo anno. Che mistero la nascita di quel Bambino che è Dio stesso! Ha deciso di intrufolarsi nella famiglia umana non solo per condividere le gioie e i problemi, ma per farsi carico di ciascuno di noi. E’ giusto fargli festa senza trasformarci in festaioli che dimenticano il protagonista. Ci accompagnino la sua Madre santissima San Giuseppe e il coro degli angeli. Nella nostra comunità della Ripa il clima dell’attesa è quotidiano, consapevole e sereno, scandito dalla preghiera che ci fa sentire in comunione con la chiesa locale e universale. Anche noi aspettiamo il Natale per sperimentare la presenza di Gesù Bambino al quale cantiamo l’inno popolare “ tu scendi dalle stelle” che ci riempie sempre il cuore di nostalgia e di ricordi. A te che leggi e a tutte le famiglie di Anghiari AUGURI
Suor Angela Agostiniana
Nella foto in alto tre ospiti decane della Ripa sotto alcuni addobbi natalizi.
i conclude con questo numero la serie di articoli preparati da Suor Angela. La Redazione intende ringraziarla per gli insegnamenti, le considerazioni e gli approfondimenti che ha saputo mettere a disposizione dei nostri lettori. Grazie ancora Suor Angela e complimenti per la veneranda età di 92 anni!
Domenica 17 gennaio 2016 Sant’Antonio abate 3
CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini
Mese di Dicembre 2015
Mese di Gennaio 2016
1 dicembre, martedì: Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17:00 ora di guardia con recita del Santo Rosario. 3 dicembre, giovedì: Primo giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 4 dicembre, venerdì: Primo venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20:00 Santa Messa per il Gruppo uomini dei ritiri di perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21:00 Santa Messa con adorazione. 6 dicembre, domenica: Seconda di Avvento. Sante Messe secondo l’orario festivo. 7 dicembre, lunedì: Sant’Ambrogio, Vescovo e Dottore della Chiesa, patrono di Milano. 8 dicembre, martedì: Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria: Sante Messe secondo l’orario festivo. 10 dicembre, giovedì: Madonna di Loreto: alla sera dopo la Santa Messa in Badia alle ore 18, verrà effettuata la consueta processione per le strade di Anghiari vecchio. 13 dicembre, domenica: Domenica terza di Avvento: Santa Lucia. Sante messe secondo l’orario festivo. 15 dicembre, martedì: Inizio della Novena di Natale in Propositura alle ore 18. Per tutto il periodo della Novena, la Santa Messa vespertina è anticipata alle ore 17,15. 20 dicembre, domenica: Domenica quarta di Avvento. Sante Messe secondo l’orario festivo. 24 dicembre, giovedì: in Propositura e nella Chiesa di Tavernelle dalle ore 15 Confessioni. Le Sante Messe della Vigilia di Natale saranno celebrate così: alle ore 21:00 a San Lorenzo; alle ore 22:00 al Cenacolo di Montauto; alle ore 23:00, in Propositura. 25 dicembre, venerdì: Natale di Gesù sante Messe secondo l’orario festivo. “Venite, adoriamo il Signore che è nato per noi”. 26 dicembre, sabato: Santo Stefano protomartire. Il diacono Stefano è stato il primo martire a versare il proprio sangue nel nome di Cristo. Fu infatti lapidato fra il 30 e il 36 dopo Cristo. 27 dicembre domenica: Santa famiglia. San Giovanni Apostolo Evangelista. Giovanni era fratello di Giacomo ed è stato l’Apostolo prediletto da Gesù. Fu presente alla sua Crocifissione sul Calvario dove ricevette l’incarico di prendersi cura della Madonna. Ha scritto un Vangelo e l’Apocalisse. Sante Messe secondo l’orario festivo. 28 dicembre lunedì. Ss. Innocenti Martiri. 31 dicembre, giovedì. San Silvestro primo Papa. Alla Santa Messa vespertina alle ore 17:00 a Tavernelle e alle ore 18 in Propositura “Te Deum” canto di lode e ringraziamento per tutto ciò che il buon Dio ci ha donato nell’anno che sta per concludersi.
1 gennaio, venerdì: Maria, Santissima Madre di Dio. Capodanno. Sante Messe secondo l’orario festivo. 3 gennaio, domenica: Domenica seconda dopo Natale: Santissimo Nome di Gesù. sante Messe secondo l’orario festivo. 6 gennaio, mercoledì: Epifania: Sante Messe secondo l’orario festivo. All’apparire della stella i Magi dissero: Questo è il segno del grande Re, andremo a cercarlo, portiamogli i doni: Oro, Incenso e Mirra. 7 gennaio, giovedì: Primo giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 8 gennaio, venerdì: Primo venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20:00, Santa Messa per il Gruppo uomini dei ritiri di perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21:00 Santa Messa con adorazione. 10 gennaio, domenica: Battesimo di Gesù. Sante Messe secondo l’orario festivo. 17 gennaio, domenica: Domenica seconda del tempo ordinario. Sant’Antonio Abate, Sante Messe secondo l’orario festivo. 21 gennaio, giovedì: Sant’Agnese vergine e martire. Morì martire a Roma intorno alla seconda metà del terzo secolo per decapitazione. Il giorno della sua festa si benedicono gli agnellini. 24 gennaio, domenica: Domenica terza del tempo ordinario. San Francesco di Sales, Vescovo e Dottore della chiesa (15671622). Sante Messe secondo l’orario festivo. 28 gennaio giovedì: San Tommaso d’Aquino, sacerdote e dottore della chiesa (1225-1274). Grande studioso di teologia. 31 gennaio, domenica: Domenica quarta del tempo ordinario. San Giovanni Bosco. San Giovanni Bosco fu fondatore dei Salesiani, si occupò in modo particolare dei giovani e dei poveri.(1815-1888). Sante Messe secondo l’orario festivo.
A Micciano Tutti i mercoledì alle ore 19:00 celebrazione della Santa Messa. 4
Giovedì 10 dicembre 2015
Festa della Madonna di Loreto
Ore 18:00 S. Messa, seguirà la processione per le strade di Anghiari vecchio dove saranno realizzati i “Quadri viventi”.
S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI
Martedì 15 dicembre 2015 INIZIO DELLA NOVENA DI NATALE
Ore 8:00
alle ore 18 in Propositura
Ore 9:00
-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano
“ “ -CATIGLIANO: ogni 15 giorni Ore 10:00 -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine “ -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta “ -S. LEO: Chiesa di San Leone Ore 11:00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -PIEVE SOVARA: S. Maria Annunziata “ -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. Ore 16 (estivo 17) -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. Ore 18:00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce
Corso per fidanzati
... E DI MONTERCHI Ore 8:45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10.00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11:00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 11:15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17:00 (18:00 estivo) Chiesa di San Simeone a Monterchi
Riprendono i corsi per fidanzati
In dicembre venerdì 4 e venerdì 18. In gennaio venerdì 8 e venerdì 22. In febbraio venerdì 12.
Prima domenica del mese a Scandolaia ore 15:00(ore 16:00 estivo). Ultima domenica del mese: chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16:00 (ore 17:00 estivo).
MESSE PREFESTIVE:
Ci sarà un incontro finale da decidere assieme ai partecipanti al corso.
Ore 16:00 - (ore 17:00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17:00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 17:30 - S.Maria della Pace, Le Ville Ore 18:00 - Propositura di Anghiari
Per orari e informazioni contattare la parrocchia e don Marco 0575-788041 o suor Augusta 0575-723072
Primo Venerdì del mese al Carmine
A Micciano Ogni Primo Venerdì del mese per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza
Ogni Primo Venerdì del mese, al Santuario del Carmine, recita del Rosario e S. Messa con meditazione alle ore 21:00.
S. Messa alle ore 20:00 5
IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo
* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.
Auguri a Sara e Vincenzo
Personaggi famosi di Anghiari Tra molti famosi personaggi che hanno dato lustro ad Anghiari: notai, architetti, scrittori, poeti, letterati, capitani di ventura ecc., va anche ricordato Matteo Chieli, detto “Il sudicio rinverdito” “Chieli era un umanista cinquecentesco di cui la città avrebbe potuto andare orgogliosa se alla gloria delle lettere non avesse preferito quella della spada e del denaro. Da solo si era battuto in duello contro quindici persone contemporaneamente uccidendone due, ferendone sette e giurando agli altri che li avrebbe sterminati ad archibugiate. Scontò due anni di confino e quando tornò mantenne la promessa con la giustificazione di essere stato defraudato di un’eredità. Di nuovo incarcerato a Volterra era riuscito a farsi commutare la pena nell’esilio in Francia strabiliando i magistrati con l’eccellenza dei suoi versi. Poi si seppe che era stato ammazzato da “uno de’ suoi schiavi”. Il Sudicio leggeva i suoi sonetti nelle bettole di Anghiari, infischiandosi di come venivano interpretate da quei tangheri che le mettevano in musica.” (Gianfranco Vené) Nel Trattato degli Arbori di Giovanvettorio Soderini, di lui si dice: “Matteo Chieli di Anghiari Cavaliere di S. Stefano per vendetta sparò nel mese di Novembre 1575 una archibugiata a Cecchino Dottori e Antonio Angiolieri di Anghiari senza offesa di alcuno di loro, autori dell’omicidio del Cavaliere Mattia Chieli nominato Cavacarne, per cui in conformità dei Capitoli dei Cavalieri gli furono confiscati i Beni, e confinato al fondo di Volterra, dal quale essendo uscito per grazia di Ferdinando Primo dopo dieci anni, andato per suo comandamento in Francia, fu archibugiato da un suo schiavo a Castel Bith, mentre faceva i suoi agi l’anno 1592. Conosciamo due suoi scritti. * Per la morte del ser.mo don Francesco de Medici il gran duca di Toscana, Matteo Chieli, Stanze. Editore Giorgio Marescotti, 1587, 32 pagine. * Lode per la nobilissima donna Flavia Peretti Orsini: autori Turquato Tasso e Matteo Chieli, Editore Giovanni Martinelli, 1591, 350 pagine. Sarebbe opportuno approfondire le ricerche su questo interessante personaggio anghiarese. Voglio augurarmi che l’assessore alla cultura si interessi al caso. (a cura di f.talozzi) 27/10/2015
Il 26 settembre scorso hanno festeggiato le Nozze d’oro Vincenzo Mazzoni (conosciuto anche come Celeste) e Sara Grazi. Si sono conosciuti giovanissimi e subito dopo tre anni di fidanzamento, all’età lei di 18 anni e lui di 27 anni, hanno deciso di sposarsi. La cerimonia è avvenuta il 26 settembre 1965 presso la Chiesa della Propositura, l’ufficiante Don Nilo Conti, coadiuvato da Don Vittorio Bartolomei, fu sostituito da un altro parroco la mattina delle nozze. Il pranzo, preparato dalle zie della sposa, fu consumato a Toppole, a casa della Sara, insieme ai 70 invitati tra amici e parenti. Poi alla sera il rinfresco si svolse a casa dello sposo, in Tortigliano. Dopo qualche anno è nata la figlia che proprio lo scorso 28 luglio ha festeggiato 25 anni di matrimonio. Auguri ai Nonni!! Da Francesco, Simone e Margherita
Nostra Signora del Cenacolo Ritiro mensile: Ogni 3° lunedì del mese dalle 10:00 alle 16:00 Amici del Signore ieri e oggi: chiamati da Dio, hanno dato la vita per Lui 6
...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores
Lina e Piero, tanti auguri!
Un nonno ad Anghiari Qui sono nato. Qui sono tornato. Qui il mio Paese adagiato sul colle. Qui l’amata mia terra di rosse zolle. Qui uva rossa, noci, mele cotogne. Qui pane sfornato, fichi, castagne. Qui profumi antichi ed antichi sapori. Qui, ove più lievi sono i miei dolori. Qui è il mio cuore che non è roccia e costringe gli occhi a qualche goccia che non trattengo. Ma non è pianto. Qui sono felice e amando canto parole d’amore in poesia. Grazie Anghiari, ancora grazie Anghiari mia. Presto, su morbidi declivi camminerò E tra i miei amati ulivi incontrerò chi ha atteso. Sarà felicità e non sarò sorpreso quando mio Padre mi dirà: -Ti amo figlio. Sei a casa figlio. Riposa con me accanto al tiglio, quello sull’aia grande ancora non cresciuto. Crescerà vedrai, sarà come una fiaccola, e per tutti il tuo saluto. Ora appoggia il capo sulla spalla mia e cantiamo insieme forte. Cantiamo insieme forte. Così sia.È il Paradiso come lo penso io. I miei cari con me e tutti accanto a Dio.
Il 25 ottobre scorso Lina Valentini e Piero Rossi hanno festeggiato cinquanta anni di matrimonio: Nozze d’oro. I due giovani si erano conosciuti al Ponte, dove abitavano entrambi. Naturalmente si conoscevano fin da bambini essendo stati a scuola insieme: sono cresciuti insieme. Si sono sposati alla Verna il 25 ottobre del 1965 nella cappella delle Stimmate perché Lina aveva uno zio frate che stava a Radda in Chianti ma era spesso alla Verna essendo anche lui dell’Ordine Francescano. Era stato per venti anni missionario in Cina e poi, al suo ritorno, gli era stato assegnato questo convento a Radda. E così lui ci ha sposati. Poi, dopo la cerimonia, hanno raggiunto Caprese per il pranzo al Ristornate il Cerro gestito dall’Andreani. Era stato aperto da poco e il nostro è stato uno dei primi pranzi di matrimonio. Qui si sono ritrovati con parenti e familiari. Per il viaggio di nozze sono partiti la sera stessa per Roma, assieme alla sorella di Lina che, abitando a Roma, aveva predisposto il tutto. Sono rimasti per otto giorni. I festeggiamenti per questo lieto evento hanno avuto luogo al Centro Famiglia di Tavernelle in compagnia di un bel numero di parenti ed amici. Poi la festa è continuata al Ponte, con una cena presso il Circolo Antico Ponte, con tutti i compaesani. In particolare gli auguri ai nostri amici del Ponte dalla sorella Piera, dai nipoti Andrea e Silvia e dai pronipoti. Ma anche noi della Redazione, assieme a tutti i Pontesi, mandiamo i nostri auguri di là dal ponte del Ponte dove abitano Lina e Piero.
Francesco Paci
La vignetta di Scacciapensieri:
Marinai!!!
Nella foto gli sposi all’uscita dal Santuario.
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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE
di don Quinto Giorgini
La chiesa ex-parrocchiale di S. Giorgio a Colignola d’Anghiari La frazione di Colignola risiede sopra a una cima di una collina ad occidente di Anghiari, da cui dista circa 12 km, sulla riva sinistra del torrente Chiassa, a 582 m. s.l.m. Si raggiunge attraverso la strada che si dirama dalla provinciale della Libbia girando a sinistra presso il valico della Scheggia, in direzione di Gello. Il nucleo di case, di carattere agricolo, è costruito in blocchi vasti con volumetria semplice. Le case sono disposte in maniera tale da formare al centro una specie di cortiletto, al quale si accede da un pendio a gradinata pavimentata con grosse pietre. Le strutture edilizie mostrano segni di interventi realizzati in diverse epoche, anche antiche. Possiamo osservare murature di pietra di pezzatura irregolare originariamente intonacate. Alcune attualmente sono state ristrutturate in villette recintate. Nell’arco di alcuni portali sono scolpiti stemmi gentilizi, di fattura sei-settecentesca con alcune date. Della Chiesa di S. Giorgio (martire del III secolo, patrono delle armate longobarde, festeggiato il 23 aprile), appartenente all’inizio all’antica pieve di Spilino e poi a quella di Ponte alla Piera, non si accenna nei Decimari aretini del 1274-75, quindi la sua origine è posteriore. Nella Visita pastorale dell’11 settembre 1571, effettuata dal canonico Ugolino Zefferini, vicario generale del vescovo Bernardetto Minerbetti, questa chiesa risulta unita a quella di S. Niccolò a Gello, come pure in quella successiva del 12 settembre 1575 effettuata dal Vescovo Stefano Bonucci. Il visitatore, dopo essersi inginocchiato di fronte all’altare, ornato di tovaglie, candelieri, croce e paliotto, fece le rituali preghiere per i defunti. Trovò in buon stato i sacri arredi: pianeta, camice, calice, patena, messale e i vari registri ecc. ma non il tetto e il pavimento. Interrogato il rettore don Nicola Gamurrino circa il numero delle anime ammesse alla Comunione, rispose 130 in tutto, le quali si erano tutte confessate e comunicate. Le entrate totali consistevano in circa 230 staia di grano, la scelta del rettore della chiesa di S. Giorgio spettava all’illustre conte Francesco di Alberto dei Barbolani di Monte Acuto e la conferma all’Ordinario diocesano. Il 7 luglio del 1583, il Visitatore apostolico mons. Angelo Peruzzi sale a visitare l’ “ecclesia parochialis sub titulo Sancti Georgii a La Culignola” del suddetto patronato del Conte Francesco “de Barbolanis” di Monte Acuto. Rettore era ancora don Nicola Gamurrini, decano della Chiesa Cattedrale di Arezzo. Si dichiara che questa chiesa di S. Giorgio da oltre 30 anni è unita a quella di S. Niccolò a Gello distante un “milia”, per cui il popolo fa parte di quello di Gello, che risulta distribuito in quattro zone, per cui indifferentemente frequenta l’una e l’altra chiesa. La chiesa di San Giorgio, essendo parrocchiale, ha tuttavia i suoi beni separati che ogni anno rendono 80 staia
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di grano e inoltre “certae aliae regaliae”. L’edificio sacro, pur presentandosi in buon stato, è tuttavia senza il pavimento. Il materiale per costruirlo è già pronto, ma si attende che prima i parrocchiani costruiscano i sepolcri con i loro coperchi o coperture. L’unico altare era spoglio e senza icona e i paramenti indecenti, così pure il calice e la patena. Il Visitatore ordina di porre sull’altare una immagine o icona e di adornarlo con croce e candelieri, nonché di provvedere a una pianeta rossa per celebrare la festa del S. Titolare. Essendo tre delle suddette zone troppo distanti da Gello, i parrocchiani ivi residenti espressero al Visitatore il desiderio di poter esercitare il culto in questa chiesa di S. Giorgio e vollero che questa richiesta fosse messa per scritto in un decreto. Ordinò inoltre l’acquisto di un confessionale secondo le norme conciliari tridentine e infine di riparare la casa canonica per renderla idonea alla residenza di un cappellano o del rettore. Saltando tutte le visite dei secoli successivi, arriviamo alla visita del Vescovo Mons. Sebastiano Maggi effettuata il 13 settembre del 1831 al tempo del parroco don Gio-Batta Domini. La Chiesa di San Giorgio risultava lunga 20 metri e larga 9, a tetto, con 3 altari, Via Crucis, sacrestia e campanile a vela con due campane e sepolture sotto il pavimento. Sull’altare maggiore c’era una tela rappresentante la Concezione e il Santo Titolare. L’altare in cornu Evangelii dentro la cappella era dedicato alla Concezione collocata dentro un’urna di vetro. L’altare in cornu Epistolae era dedicato a San Biagio. La popolazione contava 161 anime, suddivise in 39 famiglie, sparse in un circondario di circa 17 miglia a confine del territorio delle parrocchie di Gello, Casanovole, Savorniano, la Chiassa e Campriano. Apparteneva alla Pieve di Ponte alla Piera. Redditi: 50 staia di biade e legumi, 96 di grano, 72 di castagne, 5 di granturco e litri 15 di vino e inoltre 28 lire in contanti da affitti.
Le nostre chiese...
Il Vescovo comandò di fare la predella all’altare e di mettere un padiglione bianco all’interno del tabernacolo e di rimettere alla Curia, senza ritardo, l’inventario dei beni. Attualmente la chiesa di S. Giorgio ha perduto la parrocchialità, essendo stata unita nel 1986 a quella di S. Niccolò a Gello. Il sacro edificio è di forma rettangolare, presenta un orientamento completamente rovesciato, cioè con l’ingresso a est. Vi si accede salendo due gradini attraverso un portale in pietra con data appena leggibile 1790, sovrastata da uno stemma caratterizzato dalle lettere G e C, che dovrebbe corrispondere alle iniziali del nome e cognome del parroco del tempo don Giuseppe Coleschi, quando probabilmente l’antica chiesa e la casa canonica sono stati completamente ristrutturati. La facciata si presenta a filaretto regolare, ma priva di finestra. Il campanile a ventola senza campana è impostato parte sul tetto della chiesa e parte su quello dell’adiacente vasta canonica, che forma con essa un notevole blocco edilizio isolato, a circa 150 metri di distanza dal nucleo insediativo di Colignola, a quota inferiore, cioè a m. 559 s.l.m. La chiesa ha il tetto a capriate, il pavimento in cotto del 1950, un altare in travertino e la nicchia sul lato destro della cappella senza alcuna immagine. È chiusa al culto da circa 10 anni ed è ridotta ad un magazzino dove l’affittuario della adiacente canonica, sig. Enrico Venturi, deposita mobilia e varie masserizie. Al lato nord della chiesa, che è priva di sacrato, c’è uno spazio verde con due vecchi e silenziosi bei cipressi che sostano in guardia della chiesa. Sull’ingresso della canonica, passata in proprietà all’Istituto Diocesano Sostentamento Clero, tenuta molto bene dall’affittuario, c’è un bello stemma in pietra e accanto in mattonelle moderne si legge la scritta “Domus canonicalis S. Georgii de Colignola n. 64”. Terminiamo l’articolo con l’elenco dei numerosi rettori di questa chiesa: 1- Bartolomeo Bartolomei (1629) 2- Francesco Fagacci (1631) 3- Gio-Filippo Maimoni (1656) 4- Giacomo Massetti (1678) 5- Bartolomeo Carsughi (1687) 6- Bartolomeo Domini (1740) 7- Ottavio Coleschi (1745) 8- Giuseppe Coleschi (1771) 9- Arcangelo Chimenti 10- Gio-Batta Domini (1829) 11- Sante Casini (1851) 12- Francesco Fagioli (1853) 13. Francesco Coleschi (1863) ………… 14- Giuseppe Malentacchi (1928) 15- Alfredo Vannucci (1931) 16- Gino Celli (1937) 17- Vasco Sottani (1938) 18- Sestilio Tanganelli (1940) 19- Angelo Tafi (1943) 20- Francesco Tiezzi (1945) 21- Filippo Chiarini (1948) 22- Mario Tedeschi (1967) 23- Giulio Berini (1972)
Nell’altra pagina veduta del complesso edilizio visto da nordest. In questa pagina veduta da sud-sud-est. A destra si intravede l’attuale ingresso alla chiesa. In primo piano la canonica. Sotto, don Quinto mentre sta esaminando il fabbricato e, qui sopra, le capriate del tetto della chiesa.
Ti capita di leggere l’Oratorio e desideri riceverlo per posta? Facci avere il tuo indirizzo! Te lo invieremo volentieri. 9
Giornata missionaria e catechismo
Immaria Picinina
D
Questa era la preghiera che la mia nonnina Marianna ci faceva dire ogni sera prima di andare a letto. La ricordo con tanta nostalgia.
omenica 25 ottobre in tutte le chiese anghiaresi è stata “celebrata” la giornata missionaria dedicata alla raccolta di contributi da destinare alle missioni sparse nel mondo. Nella chiesa di Propositura le nostre donne della Caritas hanno provveduto alla vendita dei dolci precedentemente prodotti dalle stesse, come del resto hanno fatto altre donne nelle restanti chiese parrocchiali. La piacevole novità nella chiesa di Propositura è stata il fatto di vedersi arrivare inaspettatamente altre confezioni di dolcetti, biscotti e castagne, preparati nei giorni precedenti dai ragazzi del catechismo; il lavoro, la generosità e la disponibilità di questi ragazzi (e delle loro insegnanti catechiste) sono stati particolarmente apprezzati da tutta la comunità parrocchiale. Gli stessi ragazzi si sono inoltre presentati con un bellissimo tabellone nel quale ognuno di loro aveva scritto un pensiero, o anche una sola parola, per descrivere il significato di gesto solidale e di amore legato alla missione. Ci auguriamo che questi giovanissimi partecipino sempre di più alle iniziative parrocchiali di ogni livello, per dare un significato pratico e tangibile a quanto viene loro insegnato settimanalmente dalle nostre bravissime catechiste. Siamo grati a tutti loro, e siamo certi che con lo sforzo di tutti la nostra comunità potrà respirare, oggi e domani, un’aria più pulita, cogliendo nella prossimità il vero significato della vita cristiana, intrisa di fede, di speranza e di carità. Ed ecco l’elenco delle somme raccolte in tutte le chiese di Anghiari:
Immaria Picinina Immaria piccinina si dirà sera e matina sera e matina la diremo al paradiso ci anderemo.
Al paradiso c’è la bona cosa chi ci va lì si riposa. All’inferno c’è la malagente e chi va lì se ne pente.
Cuore mio te n’hai a pentire tanto sai c’è da morire s’ha varcare un ponticello ch’è più stretto d’un capello.
Si varca un fiume si casca e non si vede lume.
C’era ‘na colombina co ‘na pietrina di foco ‘n bocca la pietrina gli scoppiò tutto il mondo illuminò.
Si voltò verso la via vide la Vergine Maria si voltò verso il greppo vide Dio e San Benedetto.
Si voltò verso l’altare vide gli angeli cantare che cantavino ad alta voce Gesù Cristo è morto in croce.
Chiesa di Santo Stefano € 170 Chiesa della Propositura € 670 Chiesa della Croce € 50 Santuario del Carmine € 385 Pieve di Micciano € 100 Chiesa di Tavernelle € 245
Seguiva quindi il segno della croce e via tutti a letto sotto le coperte.
(Lela Lega)
Il totale delle somme raccolte ammonta a € 1.620 e sono stati destinati alla missione di padre Remo in Brasile e don Valerio in Kenia; per il progetto missionario gestito direttamente dalla Diocesi; per la Caritas parrocchiale e per la parrocchia di Anghiari sempre per il medesimo scopo..
Strage di Parigi Domenica 15 novembre 2015, a tutte le Messe è stato fatto un momento di preghiera ricordando le vittime dell’attentato in Francia e pregando per loro. 10
Francesco, auguri!
M
artedì 13 ottobre presso l’università degli studi di Perugia, facoltà di Medicina e Chirurgia si è laureato Francesco Cipriani con una tesi dal titolo “Mortalità e fattori di rischio in pazienti con sepsi grave e shock settico: risultati di uno studio prospettico osservazionale” Relatore è stato il Prof. Giancarlo Agnelli. Francesco ha riportato la brillante votazione di 110 e lode!!! Bravo Francesco, complimenti per il tuo impegno e un grosso in bocca al lupo per il tuo impegno, futuro dottor Cipriani. Un abbraccio grande da tutta la tua grande famiglia. Anche la Redazione da parte sua si unisce volentieri agli auguri dei familiari e degli amici.
Caritas Parrocchiale di Anghiari Via della Propositura, 6 - 52031 Anghiari (AR)
I dati dei primi nove mesi del 2015 Sono state aiutate 40 famiglie (21 famiglie italiane e 19 famiglie “straniere”). Sono stati distribuiti 210 pacchi alimentari (121 pacchi ad italiani e 89 pacchi a “stranieri”). Sono state effettuate 126 consegne di vestiario (32 consegne ad italiani e 94 a “stranieri”). Sono stati effettuati 18 interventi finanziari per pagamento utenze di prima necessità (illuminazione, riscaldamento, acqua), dei quali, 14 a famiglie italiane e 4 a famiglie “straniere”. Il totale di questi interventi finanziari ammonta a 4.585 euro. In aggiunta agli alimenti donati dalla popolazione, abbiamo speso ulteriori 1.280 euro per integrare i pacchi alimentari. Le spese complessive del trimestre ammontano a 6.402 euro Le entrate sono state di 6.815 euro (di cui 3.425 euro da associazioni e/o istituzioni, 1.675 euro da iniziative di gruppo, 1.565 euro da privati e 150 euro da restituzione prestiti). Gli animatori Caritas hanno continuato nella loro opera di presenza presso gli anziani ed i malati della nostra comunità, sia presso domicili privati sia presso la Residenza Protetta e la Ripa. Hanno tenuto aperto il servizio di Centro di Ascolto (tutti i mercoledì dalle ore 16,30 alle 18).
Hanno partecipato ai momenti di formazione spirituale e di organizzazione tutti i mercoledì dalle ore 18 alle ore 19. Hanno tenuto aperto il centro di distribuzione alimenti e vestiario (tutti i giovedì dalle ore 16,30 alle ore 18). Di cosa abbiamo bisogno? Di nuovi volontari animatori Di generi alimentari a lunga conservazione (scatolami, olio, zucchero, pasta, biscotti…) Di generi di abbigliamento (solo quelli in ottimo stato) Di contributi in denaro Perché ne abbiamo bisogno? Per poter intervenire di più e meglio nelle famiglie che vivono in povertà! Aiutateci ad aiutare! Nella foto in alto l’ambiente dove si conservano gli indumenti e, sotto, uno scaffale degli alimentari.
A mia sorella, Silvana Polcri
Auguri ad Alessandro
Mia cara sorella, un anno è già passato senza di te. Mi manchi molto e non c’è giorno in cui io non ti pensi, sentendomi ancora più triste e sola. Ripenso a quando passavi da casa mia e ti fermavi per invitarmi ad accompagnarti a fare una passeggiata, ad andare al mercato, ad andare semplicemente in giro per Anghiari. Adesso queste cose non riesco a farle più. Tutti hanno fretta, tutti hanno i loro impegni e non ci sei più. Tu che ti prendevi cura di me. Ora si sta avvicinando il Natale, il secondo senza di te. Il regalo di quello che verrà sarà il ricordo di quelli passati assieme e la speranza che ci ritroveremo. Un abbraccio.
Martedì 27 ottobre scorso Alessandro Rivi si è laureato in Economia Aziendale presso l’Università degli Studi di Perugia, indirizzo Economia e Legislazione Aziendale, discutendo una tesi dal titolo “Le operazioni con parti correlate: principi contabili e principi di revisione”. Ha ottenuto l’ottima votazione di 110 e lode e relatore è stato il professor Andrea Nasini. Ad Alessandro, festeggiato a dovere dai familiari e dagli amici anche con una torta degna di questo importante traguardo raggiunto, vanno ora gli auguri della Redazione che si indirizzano verso Viaio, a Campodazzi.
Tua sorella Ilvana.
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Dall'Archivio della Misericordia a cura di PiGia
Lettiga a cavalli
I
ndubbiamente la lettiga a cavalli può essere considerata l’antesignana delle ambulanze a motore, la prima delle quali risale al 1925. La lettiga a cavalli può essere ammirata nel salone storico della Misericordia destando grande curiosità nei visitatori del Museo che chiedono sempre di poterla fotografare. Fu costruita e donata nel luglio del 1861 dal sig. Giuseppe Tavanti e restaurata nell’agosto del 1908. Anche per questo il sig. Tavanti nell’adunanza del 28 luglio 1861 fu dichiarato “Confratello benemerito”. Il 4 gennaio 1924 vengono pagate a Emilio Gamberonci £. 11 per due zoccoli per il freno, un ferro del mantice, una vite col dado alle molle dello sterzo; il 6 settembre 1925 £. 18 per aver rimesso una molla, riparata un’altra e rimesso gli zoccoletti al freno. Nel bilancio di fine anno 1946 alla voce “lettiga a cavalli” (sarebbe meglio dire a cavallo, essendo addetto al traino un solo animale) sono riportate (presunte in entrata) £. 1.500 e in uscita £. 2.000. Il 31 ottobre 1947 vengono richieste £. 600 al Comune di Anghiari per trasporto di ammalato indigente effettuato il 28 maggio 1947 da Galbino ad Anghiari.
Il 25 febbraio 1948 vengono pagate £. 350 a Siro Pierantoni per il servizio di trasporto di un malato da Anghiari-Galbino e viceversa. Interessante è anche il Capitolato per l’appalto del servizio. Quello del 1931, deliberato nella seduta del 19 novembre e sottoscritto il 10 dicembre fra il Governatore Livio Busatti e il sig. Acquisto Acquisti, che accetta l’incarico, stabilisce fra le altre cose: “Art. 1 - L’appaltatore dovrà fornire un cavallo atto al traino della lettiga, munito di conveniente bardatura, con esperto conducente, tutte le volte che la Confraternita avrà bisogno. Art. 4 – Il conducente è immediatamente sottoposto al confratello che accompagna la lettiga e secondo i di lui ordini deve regolare l’andatura del cavallo. Art. 7 - A garanzia dell’esatta esecuzione del presente Capitolato il pagamento del corrispettivo verrà fatto posticipatamente di semestre in semestre….” PiGia In alto a sinistra la lettiga a cavalli in un disegno di Loris Babbini e, a destra, così com’è oggi nel Museo della Misericordia.
Ricordi antichi Emilio Pierantoni, commentando una foto apparsa su internet, ci ha regalato queste belle testimonianze della sua vita legata ad Anghiari. La foto ritraeva la casa detta Le Trappole dove nel 1944 avvenne un episodio legato al rapimento del colonnello von Gablenz. *** Mio padre era del 1898 partecipò alla prima guerra mondiale 15/18. Mirco era mio cugino, il suo papà, fratello di mio padre. Tutti i Pierantoni di Anghiari sono miei parenti. Papà ci portò ad Anghiari perché noi abitavamo a Posillipo, da dove si vedeva tutto il Golfo di Napoli, per i continui bombardamenti da parte degli Americani. I Tedeschi installarono una Batteria Contraerea. Ci siete mai stati a Posillipo? Dove si trova il famoso palazzo Donn’Anna c’è la storia.
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Allora mio padre decise di portarci ad Anghiari e lui ritornò a Napoli per il lavo ATAN. Un giorno lui ed un collega smontarono dal servizio quando arrivò il solito allarme: corsero, cercarono di arrivare al rifugio ma le bombe colpirono un edificio e finirono sotto le macerie. I soccorsi li tirarono fuori, il compagno morto, mio padre in Ospedale con molte ferite; lo dimisero dopo un mese con mesi di convalescenza. Chiese di essere trasferito ad Anghiari, si riprese. Finita la guerra si decise di ritornare per il lavoro di papà e si trovò la nostra casa distrutta: s’era in mezzo alla strada. Questo perché quando venne via consegnò le chiavi alla portiera. Se ci avesse avvisati sicuramente saremmo rimasti ad Anghiari. Una lunga storia!
NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti
Offerte per la Misericordia Gabriele Leonardi €. 10.00 Concetta Locci €. 40.00 Elena Tomassini €. 20.00 Mirco Pierantoni – la famiglia alla memoria € . 11 0 . 0 0 Gabriella Bartolini – la famiglia alla memoria € 50.00 Anonima €. 10.00 Comunità di Santo Stefano €. 150.00 Gino Buricchi €. 20.00 Ilva Ghignoni – la famiglia alla memoria €. 90.00 Alfio Franchi – la famiglia alla memoria €. 250.00 Benedetto Cociani - la famiglia alla memoria €. 115.00 Dina Donati – le figlie Annamaria e Paola alla memoria €. 50.00 Francesco Baracchi €. 5.00 Luig i D o nati S arti – “L e amiche del cuo re” della Moglie Rosa, alla memoria €. 80.00 Giovacchino Buscosi - la famiglia alla memoria €. 200.00
Spigolature È stata completata la ristrutturazione dei due locali della parrocchia vicini alla nostra sede. Nei giorni passati si è provveduto anche a renderli funzionali dotandoli di un arredamento “minimalista”; dal mese di dicembre i nostri volontari in servizio di emergenza-urgenza con l’ambulanza in pronta partenza notturna potranno così avere un luogo di attesa più pratico ed efficiente. *** È in fase di programmazione ed allestimento un nuovo corso per volontari soccorritori di primo livello e di livello avanzato: avrà inizio verso la metà di gennaio. Ci auguriamo che accogliate in tanti questa nostra proposta; le esigenze della nostra comunità, in costante aumento, ci spingono a chiedere il vostro aiuto, sia per quanto riguarda il servizio di emergenza-urgenza (con l’ambulanza), sia per quanto riguarda il servizio di assistenza socio-sanitaria (con gli altri mezzi attrezzati a disposizione della nostra Confraternita). Contattateci presso la nostra sede; assieme, potremo fare di più! *** Finalmente è stato installato presso il parcheggio della Bernocca il sedicesimo defibrillatore semiautomatico. Nei prossimi giorni verrà organizzato il corso di addestramento per il funzionamento del prezioso strumento, assieme all’insegnamento dell’opportuno massaggio di rianimazione. Oltre alle persone della zona che si sono preventivamente rese disponibili a partecipare a questo corso, ci auguriamo che ce ne siano anche altre, magari anche di zone diverse del paese. Con la partecipazione di tanti al corso, la nostra comunità sarà un po’ più sicura!
Rosa Giorni Donati Sarti, Andreina Donati Sarti con Pietro e Carlotta – in memoria del Caro Luigi €. 710.00 Anonima €. 75.00 Franco Zafferani e Antonio Miano – Marinella Miano alla memoria €. 40.00 Francesco Baracchi €. 5.00
Che Dio ve ne renda il merito! Nuovi Soci della Misericordia Enrico Chialli Ave Comanducci Luigi Giorni Simona Senesi
Di seguito riepiloghiamo l’attività dei nostri volontari svolta nei primi nove mesi dell’anno: sono stati effettuati n. 2.702 servizi, per una percorrenza complessiva di Km. 117.512; la media giornaliera è stata di n. 10 servizi con una percorrenza media a servizio di Km. 43,5. Nei giorni passati abbiamo messo in funzione un nuovo Fiat Doblò attrezzato per il trasporto di disabili; l’acquisto si era reso necessario per sostituire il vecchio Fiat Doblò che cominciava ad avere “i suoi anni”. È stata una spesa importante, di oltre 30.000 euro, ma d’altra parte la nostra politica gestionale adottata è quella di avere sempre a disposizione della nostra comunità mezzi funzionali ed efficienti. *** Una importantissima donazione è l’ultima bella notizia che vogliamo darvi: la Fondazione onlus “Marco Gennaioli”, tramite la sua Presidente Signora Carla Masetti Gennaioli, ha fatto dono alla nostra Misericordia di un nuovo defibrillatore Life-pack. Il preziosissimo strumento è necessario per monitorare e comunicare in tempo reale alla centrale operativa di Arezzo tutti i malfunzionamenti cardiaci dei pazienti colpiti da tali cardiopatie. Questo secondo Life-pack, dal costo complessivo di 20.000 euro, verrà installato a bordo dell’ambulanza che ne era sprovvista, abilitandola di fatto all’utilizzo di intervento di emergenza-urgenza con il medico a bordo (il 118). Ora entrambe le nostre ambulanze potranno essere utilizzate con il servizio di medico a bordo per una ancora migliore tutela della popolazione di tutta la Valtiberina toscana. Non ci sono parole sufficienti per ringraziare la Fondazione “Marco Gennaioli” e la sua presidente, la Signora Carla; il grande gesto di generosità del quale siamo stati beneficiati, è per noi di grande aiuto e di totale incoraggiamento per continuare in serenità ed impegno nella nostra attività di volontariato a favore di chi ha più bisogno di noi. Grazie infinite, Signora Carla! Che Dio gliene renda merito!
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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari
sito internet: www.fratresanghiari.it
AGENDONA E DONAZIONE DIFFERITA,
email: gruppoanghiari@fratres.eu
RIPRENDONO I RAPPORTI CON LE SCUOLE
garanzia di efficienza e di sicurezza
È ormai passato quasi un anno dall’introduzione da parte degli organismi regionali, di importanti novità nella pratica della donazione del sangue quali l’obbligo della prenotazione anche per il sangue intero, meglio conosciuta con il termine di “Agendona” e la cosiddetta “Donazione Differita” per i nuovi donatori. Dopo un normale rodaggio iniziale, queste nuove direttive sono ormai entrate in uso quotidiano tra i nostri donatori, riscontrando una pressoché totale e buona accoglienza ed un alto livello di soddisfazione. Con la prenotazione tramite il gruppo della propria donazione sono state abolite, infatti, le lunghe attese al trasfusionale: si arriva nell’ora dell’appuntamento e, di norma, dopo poco più di 30/45 minuti ci si può recare al bar a gustarsi la meritata colazione, con la consueta consapevolezza di aver compiuto un gesto di civiltà e di amore verso il prossimo… Che dire, poi, degli enormi vantaggi nella gestione del sangue donato da parte delle istituzioni preposte che, grazie all’agendona, possono programmarne per tempo non solo la quantità ma anche la qualità, in base alle reali esigenze dei nostri ospedali? La Donazione Differita, ricordiamolo, introduce invece due fasi ben distinte nella selezione dei nuovi donatori: la prima, che deve essere anch’essa prenotata tramite il gruppo, viene esclusivamente dedicata alla visita medica ed ai prelievi relativi a tutti i controlli (totalmente gratuiti!) ematici e strumentali, la seconda da usare per la donazione vera e propria, in caso di accertata idoneità, entro 30 giorni dalla presentazione iniziale. Proprio in questi giorni il Centro Regionale Sangue (CRS) della Toscana ha prodotto i risultati della donazione riferiti alla selezione di nuovi donatori con presentazione tra l’1 gennaio e il 31 luglio 2015, che abbiano donato entro i 30 giorni dalla presentazione alla prima visita, dimostrando fedeltà alla propria scelta. È con soddisfazione che si evidenzia il risultato raggiunto su base regionale: il 72% degli idonei si sono presentati anche a donare, fugando così il pericolo che tale novità producesse grossi ripensamenti… Ma ancora di più, sono state evitate circa 40 donazioni positive, cioè abbiamo evitato 40 volte di rischiare di avere in circolazione nei nostri centri trasfusionali sacche positive, cioè infette e quindi da distruggere immediatamente. Nonostante le iniziali diffidenze da parte di qualcuno, ben arrivate quindi “Agendona” e “Donazione Differita”, grazie alle quali nei centri trasfusionali della Toscana viene garantita una maggiore efficienza ed assicurata la massima sicurezza alla pratica quotidiana della donazione di sangue e plasma, da parte dei tanti volontari delle associazioni che, come la nostra, ne promuovono e coordinano l’accesso ai centri di raccolta. Orteip 2015
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Dopo qualche anno di pausa, riprendono in vallata le importanti sinergie tra le associazioni di volontariato dedite alla promozione della donazione del sangue (Fratres, Avis e Croce Rossa) ed il mondo della scuola. Immutato l’obiettivo: sensibilizzare le giovani generazioni agli importanti valori civili e morali della solidarietà e del volontariato sociale, insiti in questo nobile gesto. Il progetto è rivolto in questo anno scolastico agli alunni delle classi quarte e quinte dei due Licei Artistici di Anghiari e Sansepolcro e dell’Istituto Professionale “Buitoni”, e si estenderà anche alle altre scuole del territorio negli anni successivi.
Approvato già da tempo dai competenti organi collegiali, sarà articolato in due momenti: il primo, consistente in un incontro iniziale, di almeno due ore, con non più di quaranta/cinquanta studenti alla volta, dedicato ad informazioni verbali, testimonianze dirette o filmate sulla donazione del sangue e del midollo osseo, a cui seguirà un dibattito finale, il secondo costituito dalla visita guidata alla sede del Centro Trasfusionale dell’ospedale di zona da parte degli studenti coinvolti, con breve incontro con il personale medico e paramedico che opera nella struttura. Formare le nuove generazioni ed educarle ad una cittadinanza attiva deve essere il principale impegno di tutti, per assicurare ad esse una maggiore consapevolezza civica e quei fondamentali principi di cristiana fraternità ed umana solidarietà senza dei quali tutto diventerebbe più difficile. Che la ripresa dei rapporti tra mondo del volontariato sociale e scuole del nostro territorio possa contribuire a tutto ciò !!! Nella foto di questa colonna Studenti e Volontari del Sangue in occasione di una delle tante passate manifestazioni e, sotto, Assemblea dei Soci.
Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari
sito internet: www.fratresanghiari.it
email: gruppoanghiari@fratres.eu
LE GIORNATE DEL DONATORE
ASSEMBLEA SOCIALE ORDINARIA
Verrà eletto il Consiglio Direttivo e il Collegio dei Revisori dei Conti
Sabato 12 DICEMBRE 2015 – Sala Conferenze della Misericordia ore14:30: Prima Convocazione Ore 16:00: SECONDA CONVOCAZIONE Relazione sociale del presidente e definizione liste elettorali Apertura seggio fino alle ore 19.00 N.B.: Onde favorire la massima partecipazione di tutti gli iscritti, il seggio elettorale sarà riaperto il giorno seguente, durante il pranzo sociale, presso il ristorante “Il Musicista” di Selci (Pg), fino alle ore 16:00. Con l’obiettivo di assicurare un ampio coinvolgimento degli iscritti a questo importante evento elettorale, si ricorda che sono eleggibili tutti i soci del gruppo e che, per individuare quanti tra questi hanno effettivamente voglia e tempo da dedicare alla gestione dell’associazione, verrà predisposta nei giorni precedenti un’ apposita lista di candidati, così da agevolare la scelta degli elettori e le operazioni di voto. Una volta eletti, i nuovi consiglieri assegneranno al loro interno le varie cariche sociali di presidente, vicepresidente, capogruppo, segretario, economo nella prima riunione del direttivo. Chiunque fosse interessato alla candidatura può telefonare o inviare un sms ai numeri 3487722155 (Carlo), 3381484889 (Fabiano) oppure scrivere all’indirizzo email gruppoanghiari@ fratres.eu. DATA L’IMPORTANZA DELL’EVENTO ELETTORALE PER LA VITA DEL GRUPPO, SI RACCOMANDA LA PARTECIPAZIONE DI TUTTI GLI ISCRITTI!!! La Commissione Elettorale
Ecco approssimarsi un altro importante appuntamento sociale per il nostro gruppo: le Giornate del Donatore di Sangue Fratres. Collocate come sempre in prossimità delle feste natalizie, rappresentano anche questa volta una valida occasione per far incontrare soci e simpatizzanti e rafforzare quel fraterno legame che unisce tutti noi, nell’impegno comune della solidarietà umana e cristiana, attraverso la donazione del proprio sangue. Questo il programma della manifestazione:
SABATO 12 dicembre 2015 Ore 17:00 - Sala della Misericordia (g.c.) Convegno Medico “Malattie infettive riemergenti: meningite, malaria, Tubercolosi…”. Relatori: dott. Danilo Tacconi e dott.ssa Giorni Patrizia dell’U.O. Malattie Infettive dell’Ospedale S. Donato di Arezzo. Coordina la dott.ssa Rosella Guadagni, Consulente Medico del Gruppo Fratres. Domenica 13 dicembre ORE 11:00: S. Messa, presso la chiesa della Propositura, con le autorità Civili e Militari ed i rappresentanti delle altre associazioni, in suffragio dei soci defunti. ORE 13:00: Pranzo sociale, presso il Ristorante “OSTERIA DEL MUSICISTA” di Selci Lama, GRATUITO per tutti i donatori attivi. La prenotazione è per tutti obbligatoria e può essere effettuata presso la Sede della Misericordia, l’Ufficio della Pro Loco o ai numeri telefonici 3487722155 (Carlo), 3381484889 (Fabiano). Tutti possono partecipare. Un invito particolare ai soci ed ai simpatizzanti. Il presidente Carlo Leonardi AVV I S O I M PO R TAN T E Per qualsiasi informazione o per richiedere direttamente un appuntamento per la TUA PRIMA VISITA O futura donazione di sangue o di plasma, telefona per tempo ai seguenti numeri di cellulare: 3487722155 (Carlo), 3381484889 (Fabiano).
Qui sopra uno dei pranzi sociali organizzati dall’Associazione.
FATTI UN REGALO: DONA SANGUE!!! Ricordati delle cose importanti: Lascia un po’ di te… dove ce n’È bisogno! Per informazioni e prenotazioni: cell. n° 3381484889 (Fabiano) 15
Presentato a Roma il lavoro di Caterina Papi e Penelope Filacchione
Archeologia Cristiana
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oi Anghiaresi abbiamo conosciuto Caterina Papi, figlia di Enzo e Giuliana, e nipote di don Marco, in occasione delle annuali gite culturali a Roma; è la nostra guida molto competente, sa trasmettere al gruppo tutta la sua passione per il mondo romano antico senza smettere il suo ruolo di mamma con i figli attorno che ogni tanto la interrompono reclamandola. Non stupisce quindi che la nostra curiosità e il nostro affetto per Caterina ci abbiano portato a Roma per assistere alla presentazione del libro da lei curato assieme ad altri colleghi su “Archeologia Cristiana” (sottotitolo “Coordinate storiche, geografiche e culturali Sec. I – V”). Ma stavolta Caterina era in veste ufficiale e lo scenario un grande ambiente da aula magna di una Università Pontificia romana. E sulla scena, oltre a Caterina e la sua collega Penelope da un lato, dall’altro uno stuolo di Relatori, dotti professori delle varie università, presieduti al centro dal Rettore Suora Madre in qualità di padrona di casa. A dire il vero il taglio degli interventi dei Relatori in generale poteva essere anche più prodigo di complimenti per la mole e qualità del lavoro svolto dalle due giovani studiose: con lo stile tipico dei luminari accademici, non si sono molto sbilanciati nelle sapienti prolusioni, alternando colti distinguo a misurati riconoscimenti. Ma hanno comunque ottenuto il risultato di incuriosirci, a noi spettatori che venivamo dalla provincia, e ci siamo subito procurati il libro. Sono più di quattrocento pagine, con molte e belle illustrazioni e ben trenta pagine di bibliografia. Un libro sull’archeologia ti fa pensare a qualcosa di molto specialistico, quasi indigeribile per i non addetti ai lavori, come noi. Eppure se inizi a leggerlo ti rendi conto che vai avanti bene, ti piace. La buona leggibilità deriva forse dal fatto che è destinato a studenti, e la struttura di ogni capitolo è chiaramente suddivisa in tre parti: una esposizione generale, approfondimenti tematici e una bibliografia ragionata. Gli approfondimenti, con i rimandi alle tante illustrazioni, danno concretezza all’esposizione calandola nel territorio che in alcuni casi già conosciamo. Ne esce un’archeologia che in realtà è storia, storia materica dei primi cinque secoli della nostra era. “Scienza storica” viene definita l’archeologia cristiana e in quanto tale è fuor di dubbio che il metodo adottato è storico scientifico. In più di un Relatore ho percepito la raccomandazione di tenere sempre la barra dritta in tal senso, come se il termine “cristiano” potesse in qualche modo influenzare i criteri e i risultati della ricerca. A questo ho trovato una convincente risposta già nei primi tre approfondimenti tematici (inerenti il metodo). Secondo gli autori: nel primo caso (tomba di Pietro in Vaticano) le ricerche archeologiche confermano la tradizione cristiana mentre nel secondo caso (Domine quo vadis ) le indagini scientifiche smentiscono la tradizione
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sull’incontro fra Cristo e Pietro nel terzo caso (Chiesa del Martirio di S. Paolo alle Tre Fontane) i dati acquisiti non paiono contrastare con la tradizione che quindi si può ritener verosimile. Tu t t o c i ò m i pare segno di un metodo di ricerca indipendente da forzature di natura extrascientifica. Mi viene poi da pensare al fascino e all’importanza dell’archeologia al giorno d’oggi: come questi reperti e rovine dell’archeologia possano trasmettere una così grande energia a noi del terzo millennio. Mandano messaggi di civiltà e di pace (e nel nostro caso sono testimoni della prima formazione della comunità di Cristo) così potenti da suscitare anche reazioni estreme aggressive e distruttrici in soggetti incivili: Palmira ne è un esempio attuale e drammatico. In tal senso vedo in questo libro un messaggio che va ben oltre la cultura e la conoscenza di un periodo storico. Armando Babbini
Ciao Valter
A otto anni dalla morte di Valter la Redazione lo ricorda con il commento di Maria Catalina Ruggeri Lorenzotti (dall’Argentina) alla foto pubblicata dalla Compagni dei Ricomposti di Anghiari.
Lo ecordamos con mucho cariño. Una hermosa persona.
CATECHISMO È niziato il catechismo e tutti i ragazzi si ritrovano in chiesa per una preghiera o un canto insieme. Vengono sottolineati degli aspetti importanti della vita della Chiesa che in quel momento sono nell’attenzione di tutta la parrocchia. Poi iniziano le varie attività con i catechisti. Don Marco fa presente i momenti importanti della vita parrocchiale a cui chiede di partecipare a tutti i ragazzi. Nella foto e nei particolari tutti i ragazzi riuniti in chiesa.
Lourdes
intervista di Emmedipì col supporto di Orlando Siamo a Tavernelle, nel cuore del centro storico, dalla Tommasina Toriti che, durante l’estate, ha fatto un pellegrinaggio a Lourdes. Ed ecco la domanda d’obbligo. Quando ci sei andata? ******
Ci sono andata dal 15 al 21 di giugno con l’Unitalsi. Sono salita ad Arezzo perché quest’anno era organizzato dalla Diocesi e c’era anche il nostro vescovo Riccardo che è stato bravissimo, uno come noi! Anche durante il viaggio ci è stato sempre vicino aiutandoci in ogni necessità. Il giorno dopo, giunti a Lourdes, una volta si andava alla Messa alla cappella di Bernardetta, una volta alla Grotta; per tre volte siamo stati nella chiesa internazionale, quella sottoterra. Anche il nostro vescovo ha detto una Messa, quella “grossa”, con tanti fedeli presenti da tutto il mondo e i canti veramente belli; e poi ha battezzato un bimbo di due giovani di Lucca che si erano conosciuti facendo i barellieri; si erano fidanzati e sono voluti venire qui a Lourdes a battezzare il loro figlio. Era un cittino che aveva un pagliaccettino sennò era tutto “gnudo”,
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era in contrasto con le grandi mani del vescovo che lo teneva sollevato per farlo vedere a tutti. Di questo pellegrinaggio mi è piaciuto tutto. Nella grotta siamo passati anche proprio vicini alla sorgente da dove sgorga l’acqua. Vedi che io ho le mani tutte storte: due anni fa le ho bagnate con quell’acqua e mi è venuto come una “stretta” come di piangere. Stavo lì sotto a quella Madonna con quelle mie mani e m’è venuto proprio da piangere. Io da allora sono stata meglio con le mie mani e ancora oggi non ho più i dolori di prima. Io a Lourdes ci sono stata anche del ‘98 con una gita col pulman e poi dal 2012 tutti gli anni. Da Anghiari non c’è mai nessuno: qualcuno è del Borgo. C’è un certo Zampieri del Borgo che è collegato con questi di Arezzo e lui prende gli impegni e ci accompagna. Io l’ho anche detto alle persone che vedo ma chi “cià le galine”, chi altri impegni e non possono lasciare. Brava Tommasina!
Calcio e non solo
Intervista con il Presidente dell’Associazione Sportiva Motina
Percorrendo la strada che da Anghiari porta a Caprese Michelangelo, nei pressi della frazione Motina, si nota, da alcuni anni, un bel campo sportivo. La gestione e l’organizzazione di questa struttura è affidata all’Associazione Sportiva Motina. Di seguito l’intervista che il Presidente, Alessandro Alessandrini, ci ha rilasciato concedendosi una pausa fra un impegno e l’altro nei lavori estivi che lo vedono protagonista a tempo pieno.
Presidente com’è nata l’idea di costruire un campo sportivo nella frazione? Il desiderio di un campo sportivo affonda le radici nel tempo poiché la tradizione calcistica è da sempre molto sentita nella nostra frazione. Ricordo gli anni ’80: erano gli anni di Mazzola e Rivera e la squadra della Motina aveva come presidente Chinaglia (alias Giorgio Zanelli); disputava le sue partite al campo Buitoni, poco fuori dal centro abitato, lungo la strada che va a Caprese Michelangelo. Erano gli anni della gioventù e di quel periodo abbiamo tanti ricordi più e meno belli legati anche alla perdita di amici carissimi. Con il passare del tempo il campo Buitoni, per vari motivi, era divenuto impraticabile e così si poneva il problema di individuare un’altra zona dove poter dare sfogo al nostro desiderio di giocare a calcio che si manteneva forte, nonostante l’età che continuava ad avanzare. Per alcuni anni ci siamo divertiti a giocare sotto le querce dei Renicci o nei pressi dell’hotel Paris ma erano tutte soluzioni di poco conto. Poi finalmente è arrivato il 2003. Cosa è successo in quell’anno? Non avevamo più un campo sportivo e don Bruno Cortelazzi, allora parroco di Micciano, ci suggerì di fondare un‘Associazione per ridare vita ai nostri desideri calcistici. Non eravamo troppo convinti ma lui, con fermezza, ci indusse verso questa decisione e oggi possiamo riconoscere che è stata davvero la via giusta. L’Associazione fu chiamata A.S.M.A che significa Associazione Sportiva Motina dell’Assunta che è la titolare e la protettrice della parrocchia. In poco tempo ci mettemmo insieme e sbrigate le pratiche burocratiche ci trovammo con tanti sogni e pochi soldi (come ora del resto)! Iniziammo con incontri ogni mese e cercavamo di trovare soluzioni per individuare una nuova zona e ricostruire un impianto sportivo.
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In che modo avete proceduto? Per prima cosa abbiamo offerto la nostra disponibilità economica e in termini di tempo. Ritrovammo un piccolo risparmio della vecchia Società Sportiva, custodito scrupolosamente dal carissimo Damino Luzzi, a suo tempo sostenitore e contabile della società. Oggi lo considero il nostro primo mattone! Nel segno di questa ideale continuità con il passato ha avuto inizio un lungo iter fatto di domande, permessi, richieste e alla fine grazie alla disponibilità e alla generosità di tante persone abbiamo dato inizio ai lavori. Occorre ricordare e ringraziare la Fondazione Gennaioli, la Banca di Credito Cooperativo e l’Amministrazione di Anghiari che, in modi e tempi diversi, hanno permesso la realizzazione del campo sportivo che oggi vedete. Questo è il passato, e del presente cosa si può dire? Il presente appartiene allo scorso anno quando nel mese di maggio ci siamo iscritti ai circoli Fenalc; ciò ha permesso anche di dar vita a tante iniziative diverse dal calcio: tornei di briscola, ritrovi, ecc. Dal mese di agosto dello scorso anno sono utilizzabili anche dei locali adibiti a spogliatoi per la squadra di calcio Motina che si è ricostituita dopo tanti anni. Non mi sembra vero!
La squadra ha disputato il suo primo campionato amatoriale di II divisione UISP classificandosi quinta e uno dei suoi giocatori ha ricevuto la coppa di Capo– cannoniere. Oltre a questa attività ricordo anche il torneo estivo che si disputa a fine giugno e richiama i giovani della frazione e delle zone limitrofe che si affrontano in campo con l’obiettivo finale di… mangiare una pizza insieme! E del futuro cosa possiamo dire? Anche per il futuro abbiamo tante idee; ogni anno intendiamo realizzare qualcosa per poter creare una zona sportiva a tutti gli effetti. Ci piacerebbero campi da calcetto, da tennis, da pallavolo, aree verdi per bambini… insomma le idee non ci mancano e siamo certi che saranno in tanti a darci il loro sostegno. Qual è la soddisfazione più grande di questi anni? Quando nel 2003 ho accettato l’incarico avevo fatto prima di tutto una scommessa con me stesso. Se un giorno fosse stato costruito un campo sportivo avrei voluto dedicarlo agli amici meno fortunati di noi che prematuramente ci hanno lasciato e uno di loro proprio durante una partita di calcio. Il 12 settembre 2010, durante l’inaugurazione è stata scoperta una targa con i nomi di Romano Bozzi, Massimo Giorgeschi e Stefano Rossi. Quel giorno non lo dimenticherò mai. Ricorda altri momenti o situazioni da condividere? Mi fa tanto piacere che non si pensi solo al calcio, come alcuni credono. L’Associazione cerca anche di programmare momenti di incontro con la popolazione. Il 1° maggio 2015 si è svolto il ritrovo degli over 60 della frazione: è stato bellissimo. Alcuni ci hanno subito chiesto di ripetere l’esperienza e si sono già prenotati per l’anno prossimo. Commovente e denso di significato è stato anche il I° Memorial “Giovanni Procelli”, triangolare di calcio delle squadre Motina, S. Leo eAsa che si è disputato il 12 settembre 2015 a cinque anni dall’inaugurazione del campo.
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Abbiamo voluto dedicare questo nostro “quinto compleanno” ad un carissimo ed indimenticabile amico, il Nannino, che in fase iniziale dei lavori, ci offri il suo sostegno in termini di tempo e di lavoro, ennesima espressione della sua storica generosità. Ricordo che ci incoraggiò a procedere nella nostra iniziativa, da poco intrapresa: abbiamo voluto ricordarlo così in questo pomeriggio di fine estate. Significativa è stata la collaborazione con la parrocchia e la generosità dimostrata dagli abitanti della Motina, in più occasioni e, soprattutto, per l’acquisto del defibrillatore. Siamo stati i primi in Valtiberina ad averlo. Non uno ma due, e siamo finiti anche nel giornale! A questo giro primi in classifica! L’intervista è al termine, sente di dover aggiungere qualcosa? Non ci sono tante parole ma una sola: GRAZIE! Grazie in primis agli abitanti della Motina che in modi diversi sono sempre dispostissimi a collaborare; e poi se posso, in barba alla privacy, il mio grazie va ai soci fondatori (Luca Livi, Beppe Pompeo, Leandro Burioni, Emanuele Donati Sarti, Alessandro Acquisti, Claudio Boncompagni, Moreno Boncompagni, Piero Poggini, Francesco Poggini, Giorgio Guerrini, Edoardo Locci e Federico Maurizi) che con me hanno iniziato e percorso questa bella avventura che oggi abbiamo ricordato. I nomi sono tanti ma li devo fare perché, nonostante i diversi punti di vista nelle varie situazioni, sono certo che ognuno di noi ha messo e continuerà a dare il meglio di sé in questa esperienza che ci vede uniti per una bella causa comune per la nostra frazione e per tutto il territorio di Anghiari. Dall’agosto 2014 sono attivi anche locali adibiti a spogliatoi. Nell’altra pagina - Anna Maria Procelli premia il capitano della squadra ASA vincitrice del triangolare. Sotto, la targa ricordo e poi il piccolo Giovanni che tiene la targa ricordo di questa bella giornata In questa pagina due fasi della realizzazione della struttura adibita a spogliatoi al campo sportivo della Motina.
Antiche storie di confini di Flavio Mercati
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o storico anghiarese Lorenzo Taglieschi, morto nel 1654, dice che intorno al 1197 il confine fra la Comunità di Anghiari e quella di Sansepolcro fu spostato di un miglio e mezzo più giù verso il Borgo a partire circa dalla strada per il Palazzo (Sabino), poco dopo la reglia, che era il vecchio confine. Non diciamo perché fu spostato poiché l’abbiamo detto nell’articolo della Maestà della SS. Annunziata. Attualmente, però, la distanza fra tale strada ed il confine fra il territorio comunale di Anghiari e quello di Sansepolcro esistente sulla strada Anghiari-Sansepolcro è di circa 1,5 km. C’è quindi una certa discrepanza perché un conto è un miglio e mezzo, considerato che il miglio toscano da solo corrispondeva a km. 1,653 (e poi c’è il mezzo) e un conto è un chilometro e mezzo. Questa discrepanza forse è spiegabile con il fatto che anticamente c’era molta confusione su dove passasse esattamente, in certe zone, il confine fra il territorio della Comunità di Anghiari e quello di Sansepolcro, e forse il miglio e mezzo era una misura che non corrispondeva alla realtà. Questa confusione generava altra confusione, perché dei terreni si trovavano iscritti sia al catasto del Comune di Anghiari che a quello di Sansepolcro. Allora il Magistrato de’ Nove di Firenze nel 1570 ordinò al Vicario di Anghiari e al commissario di Sansepolcro di istituire una commissione composta da rappresentanti delle due Comunità per ristabilire i vecchi e veri confini. La commissione fu istituita, e il 31 di maggio del 1571 si mise all’opera. Prese come punti di riferimento principali sui quali si era certi che passasse il confine, due estremità rappresentate da due case, alquanto distanti fra di loro e alquanto distanti anche dalla strada per Sansepolcro da parti opposte, una sotto questa strada, ed una sopra nella direzione di Montedoglio. Quella sotto la strada si chiamava la casa “delli Scrivellati”, molto probabilmente l’attuale Mocaia. In quella di sopra il confine passava in mezzo, nel senso che la casa si trovava nel contado di Anghiari ed il forno in quello di Sansepolcro, sicuramente era l’attuale casa detta il Corniolo, dove anche adesso il confine passa in mezzo al complesso edilizio. Poi presero come altri punti di riferimento tre vecchi termini murati disseminati sul terreno fra queste due estremità. Quindi partendo dalla casa “delli Scrivellati” tracciarono una linea retta da quella casa al termine murato (muretto) più vicino, chiamiamolo, per comodità, il primo; da lì partiva un’altra retta verso quello più vicino, il secondo; da questo un’altra retta verso il terzo che si trovava un po’ sotto la strada per Sansepolcro, sulla via detta della Murella (non quella della Sovara, logicamente), da questo terzo termine tracciarono ancora un’altra linea retta molto lunga sino alla casa col forno in quel di Sansepolcro (il Corniolo). Unendo tutte queste linee venne fuori il vecchio confine nella zona dopo lo spostamento del 1197, fra la casa “delli Scrivellati” ed il Corniolo. Evidentemente per le altre zone di confine, per esempio più a nord di questa casa, non c’erano problemi. I tre termini murati furono sostituiti, a spese delle due Comunità, da altri in pietra alti tre braccia e mezzo (due metri circa) tondi e piramidali (così dice il Taglieschi)
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e ne fu aggiunto un altro sulla strada fra Anghiari e Sansepolcro sulla retta di confine che andava dal termine della Murella al Corniolo, intersecando quella strada. Con tutta probabilità era il termine in pietra o, se non era proprio lo stesso, sarà stato un suo sostituto, esistente sulla strada per Sansepolcro poco prima della località di Zinepro sino a quando non è stata fatta la riforma fondiaria del secolo scorso in seguito alla quale il confine è stato leggermente spostato, in quella zona, verso Anghiari, di dieci/quindici metri all’incirca. Quindi, il vecchio confine, quello riscoperto dalla commissione, è sicuramente anche il nuovo, cioè l’attuale, anche se, nel tempo, logicamente e sicuramente, qualche piccolo spostamento ci potrà essere stato, come visto sopra. I quattro termini si trovano segnati anche nella mappa catastale Lorenese del 1822-26. Il tutto fu approvato dal Magistrato de’ Nove di Firenze il 3 giugno dello stesso anno (1571) e il tutto eseguito con “sodisfatione de’ due popoli”. Ora i termini in pietra sono spariti e a segnare il confine in modo visibile vi sono ancora le due case prese come punti di riferimento principali per ritrovare il confine, e le tabelle attuali sulla strada fra Anghiari e Sansepolcro, anche se non si trovano proprio sul confine.
La cartina è tratta dalla mappa granducale, terminata nell’ottobre del 1826, che raffigura la zona interessata dalla definizione dei confini. Nei cerchi più scuri la posizione dei “termini”. L’ultimo in alto è quello che era a Zinepro. A quel tempo l’abitato di Zinepro non esisteva, infatti il primo nucleo sorse nella prima decade del Novecento, cioè poco più di cento anni fa.
Messa in parrocchia Santo Stefano – Domenica 7 settembre, alle ore undici, S. Messa solenne per l’annuale festa, con don Emanuele che durante l’omelia ha eseguito il canto “Madonna nera” ed i fedeli hanno accompagnato l’esecuzione cantando il ritornello. Dobbiamo ricordare che don Emanuele sta studiando musica sacra a Roma ed ha una vera passione per la musica (vedi il numero 5 dell’Oratorio). Ha composto anche alcune canzoni sacre. Una bella celebrazione quindi questa a Santo Stefano accompagnata da una parte del coro di Anghiari che però all’Alleluia s’è fatto passare avanti dalla Rita. Al termine della processione, con il solito giro per il viale della Stazione e ritorno con diverso popolo, non tutti sono rientrati in chiesa ma la benedizione finale impartita da don Emanuele penso che è arrivata fino alle abitazioni di tutti i fedeli, anche quelli più lontani. Propositura - Domenica 27 settembre 2015, S. Messa festiva delle ore 11:00. Oggi però è stato un giorno particolare perché è stata inaugurata la nuova illuminazione della chiesa realizzata a LED. Le autorità presenti hanno presenziato lo scoprimento della targa ricordo posta nel retro-facciata della chiesa a cui è seguita l’accensione simultanea di tutte le luci; il tutto accompagnato da adeguate note musicali ad opera dell’organista Cesare Ganganelli. Quindi chierichetti, don Marco e il diacono Fabio hanno fatto l’ingesso verso il presbiterio per la S. Messa. Durante la celebrazione si sono susseguiti diversi canti intonati dal coro parrocchiale e, durante la celebrazione, don Marco ha presentato padre John, il nuovo vicario parrocchiale assegnatoci dal vescovo e che presterà il suo servizio nella nostra parrocchia. Benvenuto! San Rocco/Sansepolcro - Lunedì 28 settembre 2015. Complice il parcheggio sono entrato nella chiesa della Misericordia del Borgo con un leggero ritardo ma ho subito notato il bel crocifisso che aveva le due ante, che servono a chiudere l’edicola, aperte. Anche nella nostra Badia di Anghiari il crocifisso di regola era coperto da una
tela che veniva abbassata, e quindi scopriva il crocifisso, in particolari occasioni. Non sarebbe male il ripristinarla. Ma torniamo a noi. La S. Messa è stata celebrata da don Virgilio Ceccherini, parroco di Gragnano e San Pietro che tempestivamente ha intonato il canto all’alleluja. Alla Messa era presente anche la sorella di un prete mio amico. La S. Messa feriale qui a San Rocco viene celebrata alle 9:30. Galbino - Domenica 11 ottobre 2015, S. Messa delle ore 11:00. Oggi, seconda domenica di ottobre, e quindi festa della Madonna del Rosario a Galbino, la S. Messa festiva di Tavernelle è stata celebrata nella chiesa di Galbino. La Compagnia del Sacro Cuore, sempre di Galbino, ha qui la propria origine e in questa occasione viene affidata la cappa ai nuovi Confratelli, come quest’anno che Vittorio Bivignani è entrato a far parte della Compagnia. La S. Messa è stata celebrata da don Alessandro, con don Marco concelebrante e con l’assistenza del seminarista Luca Vannini e un gruppetto di chierichetti stanziali. Alla celebrazione era presente il coro parrocchiale che ha intonato i canti durante la S. Messa. Dopo l’omelia c’è stata la benedizione e la consegna della cappa a Vittorio che, indossatala con l’aiuto di due Confratelli, si è seduto in mezzo a loro. Quindi la processione, guidata dalla Compagnia e con la sacra immagine della Madonna, ha percorso il breve tratto di strada fino a poco prima del Colle. Al rientro in chiesa supplica alla Madonna e benedizione finale. Non è mancata la foto di tutti i confratelli davanti all’altare maggiore. Naturalmente la chiesa era in perfetto ordine grazie a suor Chiara che aveva predisposto anche un cestino di fiori realizzati a uncinetto e tenuti in perfetta forma con una tecnica particolare che usa lo zucchero. Poi il pranzo organizzato dalle donne di Tavernelle ha visto la partecipazione di un buon numero di parrocchiani e di ospiti. Il ricavato sarà utilizzato per aiutare padre Remo in Brasile e don Valerio in Kenia.
Corso per fidanzati Riprendono i corsi per fidanzati che si terranno in Propositura ecco gli orari In dicembre venerdì 4 e venerdì 18. In gennaio venerdì 8 e venerdì 22. In febbraio venerdì 12. Ci sarà un incontro finale da decidere assieme ai partecipanti al corso. Per orari e informazioni contattare la parrocchia e don Marco 0575-788041, o suor Augusta 0575-723072
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Due fratelli Fine degli anni Quaranta. Una Lambretta, uno dei primi modelli apparsi in Italia; possederla significava fare il primo passo verso l’indipendenza. I due fratelli, Gianrico e Gilberto, ventenni o giù di lì, decidono di buttarsi nell’avventura pazzesca (ma nemmeno poi tanto in quell’epoca post-bellica che di pazzie ne aveva viste di ogni genere) di viaggiare da Milano, città di residenza, fino ad Anghiari, il bellissimo borgo della Val Tiberina da cui proveniva tutta la famiglia, dove regolarmente si trascorrevano le vacanze e dove si era ‘sfollati’ durante la guerra. Niente autostrada, ma strade statali ancora dissestate: la via Emilia fino a Parma, l’arrampicata sull’Appennino fino al Passo della Cisa (guarda caso ancora oggi meta d’obbligo per ogni motociclista degno di questo nome), poi la discesa verso Pontremoli, poi Firenze, poi Arezzo. Mi pare di vederli. Gianrico, il maggiore, serio e concentrato sulla guida, che non vuole fermarsi e cerca di tirare il più possibile, mentre Gilberto, minore di sei anni, casinista con l’argento vivo addosso che vuole fare sosta per sgranchirsi le gambe o per mangiare. Chissà che discussioni. E chissà che risate anche. Non ricordo quanto ci hanno impiegato ad arrivare. Forse un giorno, forse due: la Lambretta avrà fatto 80 all’ora, mica di più. Ricordo però il racconto dell’arrivo ad Anghiari, attraverso la tortuosa Libbia fino al Campo alla Fiera: parenti e amici radunati lassù ad accoglierli come gli eroi venuti dal Nord, stanchi, impolverati, ma pieni di orgoglio.
Migranti Per quello che racconta la mamma [la foto] e stata fatta in periodo della guerra per essere inviata al figlio, il più grande, Fernando, prigioniero degli inglesi (7 anni prigioniero). Il Posto il Tozzo [N.d.R. si trova dopo il Molindagnolo), la casa dove vivevano tutti. Credo che sia tra il 1943 1945 perché il figlio più piccolo, Gaetano, era del 1941. Nella foto Assuntina, Constantino , Francesco Giovagnini, il padre, Caterina Giorni, la mamma, Vittoria; sopra: Bettina, Luigi e Nello, tra le gambe di Francesco, Gaetano, il più piccolo Dal matrimonio di Francesco e Caterina questi i figli dal più grande al più piccolo: Fernando, Nello, Bettina, Luigi, Assuntina, Costantino, Vittoria (vive ad Anghiari, mamma di Franca Madiai Vichi), Gaetano. Tutti sono venuti alla Argentina, a La Plata, dopo guerra, meno Vittoria. Sono cominciati a venire nel 1947. Nello sposato con Cesarina Gallai, dopo Costantino, Fernando, nel 1951 Bettina sposata con Adelmo Ruggeri*, e nel 1952 Luigi, Assuntina sposata con Alfredo Ruggeri, Gaetano e Francesco e Caterina. Ancora vivono Bettina, 90 anni e Adelmo 89 e 65 di matrimonio [la loro foto a pag. 37].
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I fratelli Frini mi piace ricordarli così: a cavallo di quella motoretta, in viaggio verso quella bellissima terra che per tutti noi figli non ha mai smesso di rappresentare il paese delle meraviglie. Nella foto a sinistra i fratelli Frini al bar con la cugina Giovanna Chieli (anche lei figlia di anghiaresi ma che vive da sempre a Milano); a sinistra Gilberto e, a destra, Gianenrico (o Gianrico come lo chiamavano gli anghiaresi). Nell’altra foto Gianrico a sinistra e Gilberto a destra con al centro la mamma Bruna Chieli.
Siamo una famiglia numerosa ora più, abbiamo dei belli ricordi e manteniamo vivi le tradizioni della terra di origine. Manteniamo un forte legame con la nostra famiglia anghiarese, con la zia Vittoria, Franca, Angelo, Ugo e le loro famiglie. Spero essere stata utile e chiara Lo saluto. Kathy Ruggeri Lorenzotti Questa sopra è la descrizione della bella foto che abbiamo trovato su internet e che Kathy ci ha commentato. *Adelmo e Alfredo sono i fratelli di Don Arialdo Ruggeri, amico dell’Oratorio e di Anghiari, e di Alfiero Ruggeri, ora deceduto, e che viveva nella Commenda.
CIGNI SELVATICI Tre figlie della Cina, di Jung Chang
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l romanzo è la narrazione puntuale delle vicissitudini di tre donne appartenenti a tre diverse generazioni, ed è ambientato nella Cina del ventesimo secolo, esattamente nell’arco temporale che va dal 1920 al 1980. L’inizio è la storia di Yu-fang, la nonna dell’autrice; affidata dal padre come concubina ad un signore della guerra, il generale Xue Zhi-heng, Yu-fang vive gli anni della Cina del nord-est in un clima di profonda incertezza politica e di esperienze di vita spesso ai limiti della più profonda sofferenza e solitudine. Dopo sei anni di concubinato dà alla luce una bimba cui viene dato il nome di Bao Qin. Dopo la morte del generale, Yu-fang si trova nuovamente libera all’età di 24 anni; il destino le riserva una nuova situazione di vita questa volta con un vero marito, ed il nome della bimba, Bao Qin, viene cambiato in De-Hong, che significa “cigno selvatico”. De-hong, all’età di 7 anni, nel 1938, inizia ad andare a scuola; l’ambiente scolastico è rigidamente controllato dai giapponesi e la bambina è costretta ad assistere ad atrocità che gli insegnanti giapponesi giornalmente compiono sui suoi compagni e su altri insegnanti che si rifiutano di perpetuarle. Cresce nell’animo di De-hong una naturale avversione nei confronti del regime giapponese. Nel 1948 fa la conoscenza di un ufficiale di alto grado del movimento comunista cinese; i due ben presto si sposano e la coppia dà alla luce una bimba, chiamata Jung Chang, appunto l’autrice del romanzo autobiografico. Nel periodo di insensata politica di Mao Tze-Tung, Jung Chang si trova a vivere la grande carestia cinese, durante il “grande balzo in avanti” da cui è comunque parzialmente protetta grazie al rango del padre all’interno del partito comunista. Da adolescente respira l’aria della “grande rivoluzione culturale”, iscrivendosi ben presto al movimento delle “Guardie Rosse” e assiste, senza mai partecipare, a molte azioni brutali che caratterizzano la Cina di quegli anni. Solo dopo la morte di Mao, l’autrice del romanzo riuscirà a trovare la sua vera strada.
Il commento
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l romanzo autobiografico racconta la vita della nonna dell’autrice (nata nel 1909), di sua madre (nata nel 1931) e dell’autrice stessa (nata nel 1952), attraversando in maniera puntuale e dettagliata circa sessant’anni di storia della Cina. L’opera letteraria scorre in maniera lenta e a volte sembra riavvolgersi tortuosamente su sé stessa con situazioni e sensazioni apparentemente già vissute e ripetitive; tuttavia ha il grande pregio di raccontare e sviluppare un contesto storico sempre sospeso fra vita sociale e politica, fra sofferenze del presente e speranze sul futuro, fra avvenimenti di portata nazionale ed introspezioni dolorose e profonde, individuali e di un intero popolo. È così che attraverso le vicende di vita della nonna, Yu-fang, viene narrata la Cina delle tradizioni, quella delle concubine, dei signori della guerra, dell’imperialismo Manciù, dei rituali da rispettare quali l’orribile pratica della fasciatura dei piedi delle giovani donne, e, non ultimo, il continuo rassegnato dramma delle donne succubi e sottomesse. Tramite il racconto della vita di De-hong, madre della scrittrice, si snoda il periodo della dominazione giapponese nella Cina del nord-est, fino alla sua conclusione, nel 1945, a seguito della resa incondizionata
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del Giappone stesso schiacciato dalle potenze militari vincitrici della seconda guerra mondiale; si apre così un altro tragico periodo storico per la Cina, con nazionalisti e comunisti locali che senza esclusione di colpi si scontrano per il controllo del Paese, dando origine all’ultima fase della guerra civile cinese. La terza parte del romanzo viene descritta come vera opera autobiografica da parte del “terzo cigno selvatico” della saga familiare, Jung Chang. Fin dall’età adolescenziale Jung Chang si trova nella “grande rivoluzione culturale” voluta e sostenuta da Mao; passano gli anni senza che la scrittrice si renda conto che il culto della persona di Mao e del suo “libretto rosso” stanno trascinando tutto il popolo cinese in una situazione di estrema povertà e di tirannia sempre più esasperata. D’altra parte l’autrice, fin dalla più tenera età, era stata soggetta ad un indottrinamento costante e monotematico, al centro del quale veniva posto sistematicamente ed unicamente il culto della personalità del dittatore. Il disastro di questo modo di governare e di intendere il bene del popolo cinese da parte di Mao, appare a Jung Chang negli anni settanta in tutta la sua mostruosità; saranno le ingiuste accuse del partito comunista nei confronti dei suoi genitori, in particolare del padre, a far crollare le ultime resistenze sugli ideali sino a quel momento riposti e a far fortemente desiderare a Jung Chang una vita diversa e lontana dalle tragiche vicende della madrepatria. È in definitiva un romanzo autobiografico ove le avventure, le esperienze di vita e le sofferenze di tre figlie della Cina si intrecciano inevitabilmente con la storia della società cinese di gran parte del ventesimo secolo, con le sue guerre, dominazioni, tragedie e speranze per un futuro migliore, futuro che appare però ogni volta dissolversi nella delusione delle atrocità del presente. È un romanzo storico ma è anche una saga familiare, ove spesso l’amore parentale viene soffocato in nome di una ideologia comunista che si dimostrerà indegna di tali sacrifici. Romanzo autobiografico crudo, ricco di umanità spesso repressa dal terrore di un regime mai giusto; bellissimo per chi vuol conoscere un po’ di storia cinese vissuta e narrata attraverso la storia di tre donne del popolo. Un fiume in piena che travolge tutto e tutti, che lascia però al ritirarsi delle sue acque anche un po’ di speranza ad un popolo senza vincitori né vinti (MR).
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ARTE E CATECHESI
rte e catechesi è il momento che la parrocchia di Anghiari si è data, cioè di lavoro sull’esperienza umana, per rendere attuale per la vita l’esperienza della fede. Lo strumento è l’arte. L’arte nella Chiesa fin dal Medioevo e da prima è stata l’occasione per rendere familiare il mistero di Dio; renderlo più vicino all’esperienza umana. Quindi l’arte nel suo significato simbolico è sempre stata usata per rendere più chiara la bellezza di Dio fra gli uomini. Non a caso il famoso filosofo tedesco Romano Guardini diceva: contemplare la bellezza è fare esperienza di Dio. Vedere l’opera d’arte e incontrarsi con essa, oltre che con la bellezza, è anche incontrarsi con la vita di un uomo che l’ha prodotta, che l’ha creata. Quindi ogni espressione artistica ci rivela, se siamo in un atteggiamento di ascolto e se sappiamo leggerla, chi è l’uomo che l’ha generata, il senso della sua vita, la concezione che ha di sé e del mondo e quindi anche della fede che l’ha prodotta. Ho scelto Caravaggio per la sua modernità, perché ancora oggi, nonostante che sia vissuto a cavallo del Cinque-Seicento, presenta e porta in sé tutta la fragilità umana che caratterizza anche il nostro mondo odierno, rivelando nello stesso tempo un forte desiderio di bellezza e di felicità che è dentro il cuore di ogni uomo che grida e che chiede di compiersi. Proviamo a fare questa esperienza e vediamo se è accolta.
Gli incontri si tengono con cadenza mensile presso il Centro famiglia a Tavernelle, di solito il venerdì alle ore 19:00, con possibilità di fermarsi a cena insieme. Venerdì 16 ottobre il tema è stato Vocazione di San Matteo: due mani, un’unica chiamata. Venerdì 13 novembre Cattura di Cristo nell’orto: lo sguardo del traditore.
Vocazione di San Matteo
Cattura di Cristo nell’orto
Il prossimo incontro
Luce e tenebre in Caravaggio Venerdì 11 dicembre alle ore 19:00 Centro Famiglia Tavernelle con possibilità di fermarsi a cena insieme
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fotocronaca
Ai Caduti di tutte le guerre - Do-
menica 8 novembre 2015. Alle ore undici presso la Chiesa della Propositura di Anghiari, a pochi giorni di distanza dalla Commemorazione del 4 novembre, è stata celebrata la Santa Messa in suffragio dei Caduti di tutte le guerre. È seguito un corteo che è giunto fino alla Cappella dei Caduti, in Piazza IV Novembre, per la deposizione di una corona al monumento. Erano presenti le autorità civili e militari di Anghiari e i rappresentanti delle varie associazioni del paese. Presenti anche cittadini che hanno assistito alla significativa cerimonia sottolineata dal suono del “Silenzio fuori ordinanza”.
Nella foto di Roberto Stowasser uno dei momenti della cerimonia.
L’Intrepida
- Domenica 18 ottobre 2015. La Piazza gremita di ciclisti con bici e abbigliamento d’epoca sono la conferma del successo ottenuto da questo evento ormai giunto alla sua quarta edizione con 610 partecipanti. A Galbino, nel piazzale antistante il castello, uno dei punti di ristori per i ciclisti. La foto di Alberto Santini raffigura il poeta d’ottava rima e il suonatore di fisarmonica che hanno allietato la mattinata al castello. Un plauso al presidente Fabrizio Graziotti (Iccio), e a tutti i collaboratori, ai gruppi e alle Associazioni che hanno permesso di realizzare al meglio l’iniziativa.
Arrivederci al 2016
Inaugurazione - Venerdì 13 novembre alle ore 21:00 riapertura ufficiale del Palazzo Pretorio, la storica sede del Comune di Anghiari che negli ultimi anni è stata chiusa per lavori di consolidamento sismico e di ristrutturazione. Durante i lavori sono stati riportati alla luce prestigiosi ritrovamenti archeologici che è stato possibile visitare. Il taglio del nastro ad opera del sindaco Riccardo La Ferla alla presenza delle autorità istituzionali di Anghiari e dei paesi limitrofi e delle associazioni anghiaresi. Gli uffici comunali saranno resi operativi nel giro di un paio di settimane. Nella foto di Roberto Stowasser parte delle autorità presenti a questa importante cerimonia per il nostro Comune.
San Martino - Ecco uno dei disegni esposti nell’ingresso del Palazzo Fontana sul tema di San Martino e sul suo gesto per un fratello bisognoso. La mostra è stata realizzata dai bambini e dai ragazzi della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria di Anghiari in occasione delle Feste di San Martino e dei bringoli. Sono stati molti i disegni e le realizzazioni esposte usando varie tecniche e varie presentazioni. Molto significativi i testi che i bambini hanno scritto nei loro disegni. Tanti i visitatori che l’hanno potuta vedere nei due giorni di apertura, sabato 7 e domenica 8 novembre 2015.
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Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli
DICEMBRE 2015
Un po’ di cronaca L’8 ottobre si è celebrata la Festa Patronale in onore di S. Simeone Profeta. La S. Messa solenne è stata celebrata da Mons. Domenico Pieracci, parroco di Lippiano e Ranzola insieme a don Ferdinand Mabanza di Le Ville e all’arciprete don Quinto. Il 24 ottobre è iniziato il nuovo anno catechistico per gli oltre 60 ragazzi delle parrocchie di Monterchi, Pocaia, Padonchia e Le Ville. Sono suddivisi in 6 gruppi: seconda, terza, quarta, quinta elementare, prima e seconda media. I catechisti sono i seguenti: 2^ elementare – Daniela Scapecchi 3^ elementare –. Riccardo Banelli 4^ elementare – Anna Trzuskolas e Annalisa Tilli 5^ elementare – Anthea Gatti e Mariangela Malatesta 1^ media – Francesco Donati 2^ media – Lucrezia Cesari Il 28 ottobre i coniugi Vito Tasso e Onda Chiarini della parrocchia di Le Ville, esempi di fedeltà, amore e dedizione, hanno celebrato in famiglia con i loro cari il 65° di matrimonio. Auguri da tutti gli amici e conoscenti e anche dall’Oratorio. Domenica 15 novembre è stata celebrata la Festa delle Forze Armate, organizzata dall’Associazione Combattenti e Reduci. Sono state deposte corone di fiori in memoria di tutti i caduti al memoriale presso la Torre civica della Rocca, alla lapide dedicata ai soldati inglesi in Piazza Umberto I e infine al Monumento ai Caduti. Il parroco don Quinto Giorgini ha celebrato la tradizionale S. Messa in suffragio delle vittime delle due guerre mondiali e dei combattenti deceduti nell’ultimo anno. Sono intervenute le autorità civili e militari di Monterchi e dintorni, il sindaco Alfredo Romanelli, il maresciallo dei Carabinieri Alberto Alunno nonché tutte le associazioni paesane con i loro labari. La giornata si è conclusa a Petriolo con il pranzo sociale dell’Associazione Combattenti e Reduci. Domenica 29 novembre inizia il Tempo d’Avvento in preparazione al Santo Natale. Durante questo periodo i due gruppi di preghiera, uno intitolato alla Regina della Famiglia e l’altro a S. Pio da Pietrelcina, si riuniscono insieme il giovedì dalle 21:00 alle 22:00 nella chiesa della Madonna Bella a Pocaia, per un’ora di adorazione, recita del Rosario e brevi catechesi sul Giubileo Straordinario della Misericordia che inizierà l’8 dicembre.
Martedì 8 dicembre, a Padonchia, tradizionale Festa dell’Immacolata con S. Messe alle ore 9:00 con apertura del Giubileo. Domenica 13 dicembre a Monterchi Festa di S. Lucia: con S. Messe alle ore 11:15 e alle ore 17:00. La novena del Natale verrà fatta solo nella chiesa arcipretale di Monterchi alle ore 16 dal giorno 16 al 24 dicembre, con la S. Messa vespertina e alla fine la preghiera particolare e il canto alla Madonna dell’Attesa del Parto qui venerata soprattutto nel periodo dell’Avvento. Domenica 20 dicembre, quarta d’Avvento, Festa della Madonna dell’Attesa del Parto e benedizione delle mamme in attesa e delle puerpere. Il tradizionale presepio artigianale nella caratteristica cripta della chiesa principale del paese viene inaugurato e benedetto nella notte di Natale. Nella vicina frazione di Le Ville si rinnova per l’undicesima volta il molto visitato presepe vivente. S. Messa solenne di mezzanotte a Natale nella chiesa arcipretale di Monterchi e in quella di Le Ville. Giovedì 31 dicembre, alle ore 16:00 solenne Messa di ringraziamento e canto del Te Deum con la partecipazione al completo della Compagnia del SS.mo Sacramento.
GENNAIO 2016 Mercoledì 6 gennaio, al termine delle S. Messe dell’Epifania, nelle varie parrocchie tradizionale benedizione dei bambini e dei ragazzi con Befana da parte della Pro Loco. Domenica 17 gennaio ricorrono la Fiera e la Festa di Sant’Antonio. La Fiera, la più importante della Valtiberina, si tiene a Mercatale, dove alle 15:00 circa verranno benedetti i mangimi e gli animali mentre nella chiesa arcipretale alle ore 11:00 e alle 17:00 verrà celebrata la S. Messa in onore del Santo seguita dalla benedizione e distribuzione dei panini.
Giovedì 24 dicembre 2015, alle ore 18:00, torna ad Anghiari
IL CEPPO IN PIAZZA 26
Dalle nostre Parrocchie Ponte alla Piera: Rita – Per i morti siamo andati al cimitero dove è stata celebrata una S. Messa alle tre e mezzo. In dicembre poi inizierà il catechismo per i nostri ragazzi con le catechiste che collaborano con don Ferdinando e, naturalmente, sarà allestito anche il presepe. Tubbiano: Rita e Rina – In ottobre c’è stata la festa della Madonna del Rosario. Dopo la S. Messa del pomeriggio c’è stata la processione fino alle case di Tubbiano e poi siamo ritornati in chiesa. È seguito quindi un momento di convivialità assieme ai parrocchiani e a qualcuno di San Leo che si era unito a noi. A dicembre tutti gli anni facciamo il presepe e penso che anche quest’anno faremo qualcosa mentre per Sant’Antonio ancora non abbiamo deciso ma ci sarà senz’altro la benedizione dei panini e dei mangimi per gli animali. Viaio: Franca – Per i morti, alle due e mezzo, è stata celebrata la S. Messa al cimitero. Siamo riusciti a far riaprire la cappella e così don Gustavo, dopo la Messa, ha benedetto le tombe dei nostri morti. Faremo il presepe e per Sant’Antonio (il giorno 17 alle ore 18:00) ci sarà la S. Messa con benedizione dei mangimi per gli animali e la distribuzione dei panini. Catigliano: Antonietta – Per i morti don Ferdinando ha celebrato la S. Messa al cimitero alle 10:00 con grande partecipazione di fedeli e con una bella omelia. Poi giovedì 5, alle tre, è stata celebrata una Messa in chiesa per tutti i fedeli defunti di tutte le parrocchie. Ora ci organizziamo per fare il presepio, che di solito prepariamo l’8 dicembre. Per Sant’Antonio ci sarà la S. Messa con distribuzione dei panini con gli orari ancora da definire. San Leo: Velso – In ottobre, per la festa della Madonna del Rosario, la seconda domenica del mese, c’è stata la S. Messa alle ore 11:00 con la partecipazione di molti parrocchiani. Molti anche al pranzo che è seguito nei locali della parrocchia che ha coinvolto tante persone. Il tutto ben riuscito grazie all’impegno delle nostre donne. Per i morti alle tre e mezzo ci siamo ritrovati al cimitero con don Romano e sono state benedette le tombe dei nostri morti. Poi dopo c’è stata la vista al cimitero di Tubbiano. In dicembre ci sarà la novena, vedremo come organizzarci con Tubbiano. Per Natale sarà allestito il presepe preparato da due volontari che io conosco bene. Sabato 26 ci sarà la Messa per don Fabio. Per la festa di Sant’Antonio, molto partecipata dai paesani, ancora dobbiamo decidere il programma. È iniziato il catechismo, tutti i sabati alle tre e mezzo, e c’è già stato un incontro con i bambini, i genitori e i catechisti a cui è seguita una cioccolata calda per tutti.
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Micciano: Cristina – Per i morti c’è stata la Messa al cimitero alle 10:00 con la benedizione delle tombe. Ora dobbiamo organizzarci ma faremo il presepe e, in gennaio, per la festa di Sant’Antonio, ci sarà la S. Messa con benedizione dei foraggi per gli animali e degli animali stessi nel piazzale antistante la chiesa. Seguirà anche un momento ricreativo ma di tutto esporremo tempestivamente gli avvisi alle porte delle chiese. Nel mese di ottobre è stato recitato il Rosario sia in chiesa che presso alcune famiglie della zona. Santo Stefano: Gastone - Il 2 novembre, giorno dei Morti, come di consuetudine già da molti anni, alle ore sei e trenta ci si ritrova nella chiesa di Santo Stefano per andare assieme in processione al cimitero di Anghiari. Quest’anno c’è stata la presenza di tantissime persone, un centinaio o forse più. È bello partecipare a questa ricorrenza, ognuno porta la sua candela così arriviamo pregando al cimitero dove don Marco ha celebrato la S. Messa in suffragio di tutti i defunti. È una cosa importante poter pregare assieme in suffragio per i nostri cari che riposano nel cimitero. Cerchiamo di essere presenti sempre di più e stare così vicino ai nostri defunti pregando per loro. * Il giardino adiacente alla chiesa ha visto durante l’estate la presenza di tanti bambini con nonni e genitori. Come consueto è stata una cosa bella perché dimostra l’utilità del giardino per tutta la comunità e le altre persone che, liberamente, hanno potuto accedere e godersi dei giochi e degli altri accessori di cui il giardino è dotato. Anche le bocce hanno funzionato egregiamente con i tanti partecipanti che si sono sfidati in partite molto combattute con agonismo sportivo.
Molto riuscita la festa organizzata dai giovani di San Leo con serate di ballo e naturalmente con la possibilità di mangiare a pranzo e a cena. La festa è stata chiamata “San Leo in festa” e tutti i collaboratori si ritroveranno per una cena insieme per rinsaldare ancora di più l’amicizia fra di loro e quale ringraziamento dell’impegno profuso in quei giorni.
QUARANT’ANNI
Sabato 24 ottobre si è tenuta ad Anghiari la cena dei nati nel 1975. È stata una bellissima festa sicuramente da ripetere nel prossimo futuro, perché la vita scorre, ognuno di noi va per la sua strada, c’è chi resta ad Anghiari e chi va lontano..., ma alla fine ciò che conta è la nostra grande amicizia e la voglia di sorridere insieme proprio come ai tempi della scuola. Un ringraziamento a tutti gli organizzatori ed un particolare saluto a tutti quelli che avrebbero voluto partecipare, ma sono stati impossibilitati. Alla prossima!! Lara e Annunziata
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Compagnie in trasferta
na scelta rappresentanza delle Compagnie di Anghiari si è recata alla Pieve di Chio da don Alessandro, per preparare un incontro con la Compagnia del SS. Sacramento di quel luogo. Don Alessandro ci ha accolto nel piazzale antistante la Pieve di Chio e dopo una breve visita in chiesa siamo partiti diretti alla magione di Marino Lepri. Ci hanno poi raggiunto Giuseppe e Sergio Badini, altri Confratelli della Compagnia della Pieve. Va bene, ora vi dico chi c’era. Conduceva il mezzo Palmiro Giuliattini dal Molin Bianco, con a fianco Gino Fancelli, quasi Confratello attivo della Compagnia di Casenovole. Dietro, Orlando Piomboni per la Misericordia e il sottoscritto Mario Del Pia Camerlengo della Pia Società del Gesù Morto. Così combinati ci siamo intrattenuti con i nostri amici della “Valle” ed abbiamo deciso di vederci in gennaio, probabilmente per Sant’Antonio (ora, fra vendemmia, castagne e olive, di tempo ce n’è poco: in gennaio invece s’ammazza anche il maiale). Quindi don Alessandro ci ha fatto visitare il luogo dove sorgeva l’antica Pieve, un piccolo agglomerato posto nella
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collina. Abbiamo potuto vedere l’antico portale, mentre l’interno è stato del tutto modificato per i vari usi a cui è stato adibito nel tempo. Abbiamo anche bevuto ad una fontanella lì nei pressi. L’acqua viene dalla antica fonte del Gaggioleto. Veramente buona. Quindi a pranzo con un ottimo pasto preparato tempestivamente e, giunti al termine, un caloroso saluto con un arrivederci per i prossimi incontri. Sul ritorno, giunti verso le Ville, abbiamo notato il cartello “Il Colle”. Al che il Fancelli, che ci ha voluto far sapere che era nato a Val de Gatti, quello di là dalla strada (che è anche il più antico) salendo a Turicchi venendo dal Sasso, ha detto che c’è un altro “Colle” a sinistra del bivio per Citerna che avremmo incontrato di lì a poco. Poi, ha aggiunto Palmiro, c’è il “Colle” della Gennaioli. E Orlando: c’è anche quello dopo la chiesa di Galbino. Anch’io sono voluto entrare nel novero degli esperti ricordando che c’è un “Colle” anche verso Pianettole. E questo rimanendo nella valle del Sovara. Chissà ancora quanti ce ne saranno! Se volete aiutarci!
Il grande successo della mostra realizzata nel Museo Statale di Palazzo Taglieschi
Conclusa la mostra sui Macchiaioli a cura della Banca di Anghiari e Stia
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i è conclusa domenica 18 ottobre la mostra “I Macchiaioli e il loro tempo – Opere e vita degli Artisti del Caffè Michelangelo”, evento di grande spessore artistico e culturale che è stato promosso dalla Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo in occasione del 110° anniversario dalla sua fondazione. La mostra di pittura, e non solo, si è svolta presso il Museo Statale di Palazzo Taglieschi e ha riscosso enorme successo, in termini di critica e in riferimento al numero di visitatori. In tre mesi (dall’inaugurazione del 18 luglio fino all’ultimo giorno di apertura) quasi 6000 appassionati di arte e curiosi si sono recati presso le sale del museo di Anghiari per ammirare le splendide opere dei Macchiaioli. La mostra è stata caratterizzata dalla presenza di più di 150 opere d’arte ed ha raccontato con un ricco percorso (fatto di quadri, oggetti, arredi, terrecotte e curiosità di vario genere del periodo risorgimentale) la vita dei Macchiaioli che frequentavano il Caffè Michelangelo, culla e sede del movimento artistico. Ad impreziosire la qualità dell’evento una rassegna di opere del caricaturista biturgense Angelo Tricca, che con tratto critico seppe cogliere gli atteggiamenti, i pregi e i difetti degli artisti e del costume relativi a quell’epoca. Decisamente soddisfatto per la riuscita dell’evento Fabio Pecorari, direttore generale della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo. Ecco le sue parole al termine di questi tre mesi. “La mostra è stata un vero e proprio fiore all’occhiello per noi e per tutto il territorio. Quasi 6000 persone hanno visto le meravigliose opere esposte presso il Museo Statale di Palazzo Taglieschi di Anghiari, un dato che merita sicuramente di essere messo in risalto. Successo di presenze quindi e anche della critica, visto che esperti ed appassionati hanno unanimemente espresso il proprio apprezzamento. Ringrazio a nome mio e della Banca il curatore Giuseppe Figna e rivolgo un pensiero speciale a Vittorio Quercioli che purtroppo ci ha lasciato durante la scorsa primavera. Un sentito grazie a Francesco Testerini, al Polo Museale Toscano, alla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio, al Museo, alla Fondazione Marco Gennaioli Onlus e a tutti coloro che hanno collaborato all’evento”. Sulla stessa linea le parole di Francesco Testerini, coordinatore dell’evento per conto della Banca di Anghiari e Stia. “La mostra ha fatto registrare un
successo di pubblico e di giudizi che è andato ben oltre le previsioni. Molte le testimonianze che ce lo hanno confermato e che hanno gratificato il nostro lavoro. L’impegno è stato enorme, ma la soddisfazione per come tutto si è svolto ci ha ripagato in pieno. Merito della Banca di Anghiari e Stia che ha creduto nel progetto e festeggiato al meglio il 110° anniversario e di tutte le persone che in questi mesi hanno collaborato alla realizzazione di questa straordinaria esposizione. Sono stati tutti fantastici e li ringrazio di cuore. La mostra ha permesso a molti turisti di scoprire le eccellenze di Anghiari, di apprezzare le splendide sale di Palazzo Taglieschi ed ha dato ulteriore lustro al nostro paese. Questi tre mesi resteranno a lungo nella nostra memoria”. Anche stavolta la Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo ha colto al volo l’occasione di coinvolgere i giovani del territorio. Alcuni ragazzi hanno avuto la possibilità di svolgere infatti durante i weekend e nei giorni di festa il ruolo di “accompagnatore”, in supporto al personale del Museo Statale di Palazzo Taglieschi. Questo grazie al decisivo contributo della Fondazione Marco Gennaioli Onlus”. A svolgere questo ruolo sono stati Francesco Babbini, Lucia Comanducci, Giulia Papini e Lorenzo Tofi. Apprezzato anche il catalogo della mostra sui Macchiaioli che ha rappresentato per molti visitatori una preziosa guida ed un oggetto da collezionare in ricordo di questo prestigioso evento. Copie del catalogo sono ancora disponibili presso la sede dell’Associazione ProAnghiari, nella Libreria del Frattempo di Sansepolcro, in alcune librerie tifernati e presso l’editore “Icona” di Città di Castello (icona.grafica@tiscali.it, 0758511350). In alto: Giovanni Fattori, Il carro dei carbonai, 1880
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Da Tavernelle
a cura di Linda Bartolomei
Giornata missionaria
Mandato catechistico
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omenica 25 ottobre, in occasione della Giornata Missionaria, è stato allestito fuori dalla chiesa il mercatino di dolci e oggetti fatti a mano il cui incasso è stato interamente devoluto alle Missioni. I ragazzi del catechismo, aiutati da Massimo e dalla Carla, si sono adoperati con entusiasmo sia per l’allestimento che per la vendita. Ringraziamo tutti coloro che hanno preparato i dolci e gli oggetti e i ragazzi che si sono impegnati per la buona riuscita del nostro mercatino.
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omenica 25 ottobre, durante la Santa Messa, don Marco ha conferito il mandato alle catechiste che anche quest’anno si sono rese disponibili per questo servizio. Le catechiste sono: Linda, classe prima elementare Vanna, classi seconda e terza elementare Chiara, Catia ed Elena, classi quarta e quinta elementare Nerella, classe prima media Carla, classi seconda e terza media Da domenica 8 novembre inizieranno gli incontri in parrocchia, sempre alle ore 10. Auguriamo a tutti i ragazzi un buon cammino.
La Compagnia
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l giorno 11 ottobre, in occasione della Madonna del Rosario, i confratelli con la cappa della Compagnia del S. Cuore di Maria SS. hanno partecipato alla Santa Messa, che come ogni anno si celebra a Galbino. Durante la Messa celebrata da Don Marco e Don Alessandro, c’è stata la consegna della cappa al nuovo confratello Vittorio. È seguita poi la processione con l’immagine della Madonna fino al Colle e ritorno alla chiesa di Galbino. Alle 13:30, presso il centro “La Famiglia” di Tavernelle, siamo riusciti a mettere a tavola 130 persone tra grandi e ragazzi e, grazie a tutti i partecipanti, anche quest’anno abbiamo potuto confermare le due adozioni, una con Padre Remo in Brasile e una con Don Valerio in Kenia. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le donne che hanno lavorato per la riuscita del pranzo e della festa, in particolare la Eva che nonostante l’età è la più forte di tutte. Massimo Fragai
Nelle foto alcune immagini della vestizione del nuovo Confratello e, foto grande, la processione.
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Il nome, il perché Mario Del Pia – Quando io sono nato, al battesimo mi ci ha portato la Relia Leonardi che abita in cima alla Croce e ha la bellezza di 97 anni. La Relia ancora ricorda diverse cose però non le sembra di avere scelto lei il mio nome. Pensa che sia stata mia madre. Solo che ora non glielo posso chiedere più e quando era viva non gliel’ho mai chiesto. Luca Del Pia – Penso che il mio nome l’ha scelto mio padre ché gli piaceva. In quei tempi era un nome moderno, come secondo nome ho avuto Mattio, come mio nonno paterno, che io avrei preferito averlo come primo nome, forse da piccolo no magari. E infine, come terzo nome mi hanno messo Mauro, perché Mauro era l’impiegato dell’anagrafe che registrava le nascite. Come tutti i nomi, c’è una specie di ciclicità. Ai miei tempi non c’era quasi nessuno che si chiamasse Luca. Quando sono stato fuori d’Anghiari era pieno. Ai miei tempi ad Anghiari i nomi erano Mauro, Roberto, tanti Lorenzo, Francesco naturalmente. Al campo della Fiera c’erano diversi Loredano, Lorenzo, Luciano; nomi così. Luciano Piomboni – Luciano, muratore provetto di Tavernelle, ci racconta che lui è nato a Galbino, dove abitava la sua famiglia, per Santa Lucia, e don Gino, assieme alla sua mamma Eva e alla Veronica (la cosiddetta perpetua), ne approfittò per chiamarlo Luciano. Aliana Chiasserini – L’Aliana, figlia di Tersilio, è nata al Ponte, ma ora abita ad Anghiari, anzi a Tovari. Il suo nome ha un’origine russa perché il suo babbo stava leggendo un romanzo di uno scrittore russo e gli piacque questo nome che aveva letto nel libro. «A quei tempi, dice l’Aliana, a mio padre gli piaceva leggere gli autori russi e gli piaceva anche i russi e la Russia. Un pochino meno dopo esserci stato, in Russia, con i suoi nipoti a caccia. Ha patito tanto freddo, tanta fame e ha visto in giro tanta povertà e così gli s’è spento il sol
dell’avvenire. Mi piace ricordare che mio padre ovunque andava cantava l’ottava rima.» Nelly Santi – A quello che mi raccontavano mi volevano mettere a nome Vally ma nacque prima la Vally Fastacchini e allora il nome me lo mise il mio zio Moderato; è un nome francese e viene da un’operetta “Nelly la vivace vivandiera”. Io sono nata qui in Piazzola, questa era la casa del mio nonno. Dopo nacque anche un fratello, la casa era piccola, e siamo andati ad abitare al Terrato, dai Giabbanelli. Io sono nata il 23 febbraio del 1923 e quindi ho la bellezza di 92 anni. Italia Camerelli – Avevo un fratello che si chiamava Italo e quindi per non confondersi tanto (una volta la gente, trovato un nome, lo appiccicavano anche ad un altro figlio) mi chiamarono Italia. Mio marito per esempio si chiamava Delfo e sua sorella Delfa. Io sono nata ai Caroni del ‘37 e sono stata battezzata nella chiesa della Madonna della Selva. Eugenio Papini – Mi chiamo Eugenio perché sono nato lo stesso giorno del mio nonno Scucco che si chiamava Eugenio. Lui era nato il 28 agosto 1892, io il 28 agosto 1961 e allora mi hanno chiamato Eugenio. Ma c’è anche un’altra motivazione; la zia della mia mamma, Santa Leonardi, sposata con Probo Catacchini, aveva perso un figlio nella Seconda Guerra Mondiale, a Podgorizza nel Montenegro. Si chiamava Eugenio e aveva 23 anni. E allora per il nonno come cosa primaria e per un omaggio a questa donna mi è toccato questo nome. Io il mio nonno l’ho conosciuto, è morto del 1968. Anzi il mio nonno è stato il primo morto che io ho visto. Il mio babbo mi venne a prendere a scuola, io facevo la seconda elementare; in braccio mi portò a vedere il mio nonno nel letto, morto, e fu una cosa abbastanza impressionante. Il mio nonno Scucco faceva lo scalpellino al Campo della Fiera sotto un gelso vicino alla bottega.
Offerte per l’Oratorio Anna Arrighi, Bucacce Carla Tenca Rossi, Casargo LC Cinzia Panichi, Via Nova bassa Fabio Meozzi, il Borgo Lando Cangi, San Prucino Liborio Lamagna, Bernocca Lilli Cerboni, Bernocca Lina Sebastiano, Giardinella Marco e Francesca Caremani, Bernocca Nella Chieli, Cerbaia Piero Plini, Villa Plini Sergio Montagnoli, Via Nova
Silvana Bacci, Via Nova Vilma Vichi, Carmine Vincenza Ruscetti, Borghetto di sopra Giuliana Lenzi manda la sua offerta per ricordare chi le ha voluto bene e i “suoi” anghiaresi.
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Il sole di Romagna
che pare più vicino a noi e più grande che in altre regioni da me visitate!
Re Giorgio VI a Palazzo del Pero
per la rassegna agli alti ufficiali della 4a divisione indiana
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uando nel 1963 lasciai il mio paesello per seguire mio marito in Romagna, io della Romagna e di Forlì non conoscevo nulla... soltanto la poesia “Romagna solatia, dolce paese...” ed incontrai diverse difficoltà fra le quali il dialetto che è davvero una lingua a sé stante anche se molto bello; conoscendolo poi... Ma la prima difficoltà fu che in una pianura così vasta e piatta non riuscivo ad orientarmi, perché ero abituata con le mie colline e con le montagne. Un giorno mio marito mi svegliò prima del solito e mi disse di guardare il sole che sorgeva (perché gli chiedevo spesso dove sorgesse il sole!). Io mi affrettai e vidi che il sole sorgeva da terra e poi si alzava poco a poco. Dissi soltanto: «Che bello!» ma rimasi un po’ sorpresa. Alla sera, da una finestra opposta mi fece osservare il tramonto. Il sole grande grande spariva sotto terra! Così cominciai ad orientarmi e continuai a guardare i tramonti che qui sono molto colorati. Rimase per me bello e singolare anche il sorgere del sole dal mare... una palla di fuoco che porta luce, calore e tante speranze. Anche con tutto ciò è rimasta in me la nostalgia del mio paese, Turicchi, dove sono nata e dove ho trascorso la mia prima infanzia insieme alla nonna Assunta, ai miei genitori, a mio fratello Domenico, ai miei cugini Amerigo e Giuseppe, a zio Giovanni e zia Rosina, a mia cugina Iolanda e zia Stella, ai miei compagni di scuola di San Leo dei quali conservo alcune foto..., di Anghiari, dove ho trascorso la mia giovinezza anche inoltrata. Anghiari è sempre stato nel mio cuore, nel ricordo delle tante persone buone che vorrei abbracciare ancora ma, purtroppo, alcune di loro non ci sono più ed è per questo motivo che è sempre più triste prendere la penna in mano. Ricordo con nostalgia anche il Ponte alla Piera dove ho insegnato ed ho ancora contatti con la famiglia Maggini, che mi offrì ospitalità per due anni scolastici. Di tanto in tanto Rita, Francesco, Marta e Cristina vengono a Forlì e mi portano i saluti di nonna Speranza che mi ha voluto tanto bene (insieme a Paolino, alla cara Tosca...). Mio marito ed io li ricordiamo entrambi giornalmente nelle nostre preghiere. Seguo con piacere le notizie dell’Oratorio con le interessanti iniziative! Vivo a Roncadello, questa è una terra benedetta... da 52 anni non ho sentito terremoti importanti, né avuto inondazioni, né frane, né esistono grandi fonti inquinanti. Stiamo tranquilli. Vivo in serenità con mio marito anche se non vedente, ma con una mente ancora molto lucida e con la famiglia di mio figlio Stefano, comprese le carezze ai nipoti Matteo e Giulia. Ringraziamo il cielo per la fede che ci ha sorretto in attesa di un Paradiso altrettanto pieno di luce e di pace. Mio marito spera che questo trapasso avvenga contemporaneamente per tutti e due! Ormai abbiamo 83 e 88 anni... forse desideriamo troppo? Milena Testa e Giuseppe Prati
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l 15 ottobre scorso, a Palazzo del Pero, cerimonia in ricordo della visita di Re Giorgio VI che passò in rassegna gli alti ufficiali della 4a divisione indiana al comando di Arthur Holworthy. Per motivi di sicurezza il re viaggiò in incognito, spacciandosi per il generale Collingwood e i cittadini furono confinati nelle loro abitazioni. In quello stesso giorno, Giorgio VI si recò anche all’Alpe di Poti per osservare di persona le operazioni militari in corso nelle alture intorno a Campriano. *** A questa ricorrenza sono intervenuti molti anziani del paese, che erano presenti all’evento del 1944, assieme ai bambini della locale Scuola Primaria, che hanno cantato l’Inno di Mameli. Erano presenti alcuni ufficiali del 7° Reggimento Gourka, guidati dal Lt. Col. Robert “Bob” Couldrey, impegnati nel “Gurkha Battlefied Tour of Italy” che tocca località storiche come Cassino, Anzio, Arezzo, Urbino, Tavoleto, San Marino, Rimini. Fra gli ufficiali era presente il Lt. Col. Richard Holworthy, figlio del Major-General Arthur W. W. comandante della 4a Divisione indiana. Nella foto in alto alcuni figuranti nelle divise dei “Gurkha” presenziano alla cerimonia. A lato il trombettiere dell’Associazione Bersaglieri.
Il calabrone io la penso così
One Emergenza – Sono già diverse volte che vedo un furgone del Servizio Sanitario Toscano appositamente attrezzato per il trasporto di sangue e organi. Quello che non capisco è la scritta ONE EMERGENZA. Visto che One penso stia per Uno, ma non potevano usare Emergenza Uno o cose simili?
Notizie dalla Piazza 6 novembre 2015, Commemorazione dei Caduti – Domenica 8 novembre, dopo la S. Messa in Propositura verrà deposta una corona di alloro presso la Cappella in Piazza IV Novembre che ricorda i caduti di tutte le guerre.
e la spiritualità dei luoghi dell’Umbria raccontati dal filo. I quadrati realizzati verranno assemblati a cura della scuola di ricamo di Valtopina per realizzare “La Tovaglia della Pace”, che sarà donata al Sacro Convento di Assisi.
5 novembre 2015, American friendly – Anghiari risulta fra vincitori del premio istituito da “I Borghi più belli d’Italia” e “Fondazione Italia-USA”. Questo premio viene assegnato ai comuni e alle aziende che si sono distinte per la particolare attenzione nei confronti del pubblico americano e anglofono in generale. La consegna del premio avverrà domenica prossima presso la Camera dei Deputati a Roma.
13 settembre 2015, Liceo Artistico - Conferenza stampa presso la Biblioteca del Liceo Artistico di Anghiari per rilanciare l’Istituto con la messa a disposizione di un ambiente per gli studenti che vengono da fuori. Questa iniziativa mira a motivare nuove iscrizioni, permettendo di raggiungere un numero sufficiente di studenti ed evitare la chiusura dell’Istituto stesso.
4 novembre 2015, San Martino – Anghiari si appresta a vivere un altro fine settimana all’insegna della tradizione delle eccellenze con la Festa di San Martino e dei Bringoli, il tipico piatto anghiarese costituito dai classici spaghettoni di sola acqua e farina. In Piazza Baldaccio ritorna Memorandia e nel Borgo della Croce gli artigiani saranno al lavoro con i mestieri di una volta.
5 settembre 2015, Giuseppe Cederna – Nella terrazza del teatro di Anghiari, Giuseppe Cederna si incontra con le persone che si sono ritrovate per dargli il benvenuto in attesa della consegna del Premio Città dell’Autobiografia 2015. Questo è stato il momento centrale del Festival dell’Autobiografia che si è svolto ad Anghiari dal 3 al 6 settembre ottenendo un lusinghiero successo di pubblico alle varie lezioni ed incontri programmati per questa edizione.
3 novembre 2015, La Fabbrica della Natura – Inaugurata pochi giorni fa “La Fabbrica della Natura”, un centro visite e di educazione ambientale della Riserva Naturale dei Monti Rognosi. Il Centro si trova in località Fabbrica del Ponte alla Piera ed è un importante punto per la conoscenza del nostro territorio e delle sue tradizioni. 28 ottobre 2015, Porte aperte – È il titolo del progetto che riguarda il Servizio Civile per i ragazzi dai 18 ai 29 anni ed è finanziato dalla Comunità Europea. Cinque giovani (tre di Anghiari e due di Sansepolcro) prenderanno servizio già da domani presso il Comune di Anghiari. La durata del servizio è di dodici mesi. 23 ottobre 2015, Filarmonica – Domenica 25 ottobre Assemblea ordinaria della Filarmonica P. Mascagni con la relazione del presidente Domenico Rossi e il bilancio consuntivo 2014 e preventivo 2015. 15 ottobre 2015, I Centogusti dell’Appennino - Anghiari si prepara ad accogliere la mostra dedicata al mondo dell’agriturismo e dell’enogastronomia-. Sarà presente Città Slow che esporrà i prodotti tipici dei vari Borghi ospiti in Piazza Baldaccio. 23 settembre 2015, Puliamo il mondo – L’iniziativa promossa dal Comune di Anghiari ed altri Enti ed Associazioni coinvolge i bambini delle scuole e li vuole sensibilizzare a rispettare l’ambiente. Venerdì 25 tutti i partecipanti si ritroveranno in Via della Bozia per portarsi poi sotto le antiche mura di Anghiari dove inizierà la raccolta di ciò che altri cittadini hanno disinvoltamente gettato. 15 settembre 2015, Ricamare l’Umbria - L’anghiarese Elena Bartolini dell’Associazione Il Tombolo di Anghiari ha vinto il 1° premio nel XV Concorso “Ricamare l’Umbria – La Tovaglia della Pace” che si è svolto a Valtopina, comune umbro situato in provincia di Perugia. Tema del concorso: l’arte, la natura
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4 settembre 2015, Alessandro Bellière – Giunto ad Anghiari verso le 14:00 è stato accolto nella Sala Consiliare. Partito il 20 agosto da Chiavenna (SO), sta attraversando la dorsale appenninica e dopo aver percorso 2117 chilometri in 66 tappe giungerà a Trapani il prossimo 24 ottobre proprio il giorno in cui compirà 82 anni. Per questa impresa naturalmente si è allenato per tre anni percorrendo ogni giorno 25 chilometri. 27 agosto 2015, Raduno Milonghero – Da domani a domenica, appuntamento ad Anghiari per gli appassionati di tango argentino nella caratteristica ambientazione della Galleria Girolamo Magi. Semplici appassionati ed autentici professionisti della disciplina saranno uniti dalla passione e dalla voglia di divertirsi. 12 agosto 2015, 110° compleanno – Domani la Banca di Anghiari e Stia festeggia i 110 anni dalla sua fondazione avvenuta il 13 agosto 1905. “La mattina del 13 agosto 1905 il notaio Tito Bartolomei percorreva lentamente il borgo della Croce, che allora si chiamava borgo Garibaldi. Era una bella domenica e faceva già un bel caldo! Il notaio sbuffando si fermò al numero 39, dove era la residenza del Comizio agrario, affrontò con rassegnazione anche l’ultima rampa di scale e si trovò finalmente in una sala, dove l’attendevano il vetturino Sebastiano Testi ed il mugnaio Francesco Vannocchi, chiamati come testimoni, ed altre persone da tempo conosciute: i possidenti Pietro e Telesforo Bartolomei, Arrigo Landucci, Giuseppe Cesari, Angiolo Giorni, Giuseppe e Ugo Testi; Corrado Poggini, Telesforo Brizzi, Prospero Fortunato, Pier Lorenzo Donati; e poi i coloni Domenico Gallai e Lazzaro Camaiti e il mugnaio Alessandro Del Pia. 12 agosto 2015, Baratto Amministrativo – Meno tasse per quei cittadini che contribuiranno alla pulizia, alla manutenzione e all’abbellimento di aree verdi, strade e piazze e altri interventi sul territorio urbano o extraurbano.
Visitate i Presepi!
Prosegue l’encomiabile opera di coloro che ogni anno preparano il presepe nelle nostre chiese. Da quelle più grandi a quelle più piccole ci sono persone affezionate a questo gesto, iniziato da San Francesco, e che rappresenta una nostra bella tradizione da non dimenticare. Un invito a visitare nel periodo natalizio tutti questi presepi,
ed apprezzarli, per il lavoro e la passione che gli stanno dietro. Ma poi non dimentichiamoci di fare il presepio anche in casa! È un momento di festa non solo per i bambini, ma per tutta la famiglia.
Buone feste!
L’Oratorio di Sant’Antonio Abate* L’Oratorio di Sant’Antonio Abate fu ritrovato dagli Amici dei Monumenti di Anghiari il 24 Agosto 1959. Vedi pubblicazione del Prof. Mario Salmi (Sant’Agostino d’Anghiari – Tipografia Antoniana-Padova 1961 – pag. 197 fig. 7) Il movente fu questo? Nel quadro che è il sepoltuario della Chiesa di Sant’Agostino di Anghiari (proprietà dell’Archivio della Propositura – ora in deposito al Museo Taglieschi) si legge questa nota: Fu compiuto il dì 19 Novembre 1769 il nuovo piantito della Chiesa, e in quell’occasione furono rifatte di nuovo tutte le sepolture, le quali corrispondevano sotto una stanza oscura -che era la Chiesa antica- e alla quale rendevano molto fetore, come pure si riempivano tutte le sepolture, che erano dentro le Cappelle e ai padronati gli furono consegnate altre sepolture a loro elezione, perché «cadavera autem prope altaria, seu capp. non sepeliantur» (Decr, 29 – VI – 1710). L’anno 1789 26 Giugno fu benedetto il nuovo camposanto per opera del Parroco e suoi aderenti... e l’ultimo cadavere che fu sepolto in questa Chiesa fu della Sig.ra Angiola Corsi nata Testi, che se campava forse qualche altro anno, forse il Parroco non avrebbe fatto sollecitare
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la benedizione del Camposanto, perché non è neppure compiuto. Per ordine del Governo venne in seguito, che si levassero le sepolture di Chiesa, ma si ottenne che fossero incalcinati i due chiudenti uno con l’altro e levati i due rampini per non poterli aprire; in questa occasione fu votato il cimitero di sacrestia e levato: delle macerie ne furono riempite molte sepolture. * Dal n. 23 dell’Oratorio di Anghiari dell’anno 1972.
Tracce dell’affresco esistente nella chiesa di Sant’Antonio di cui si parla nell’articolo.
Nutrirsi consapevolmente
il seminario presso la sala della Misericordia
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l 25 settembre 2015, presso la sala di rappresentanza della Confraternita di Misericordia di Anghiari, alle ore 18, la dottoressa Tiziana Fochetti, biologa nutrizionista, ha tenuto un seminario dal titolo: “Come orientarsi a tavola e nutrirsi consapevolmente” (fra annunci allarmistici, bufale trovate in rete e corrette informazioni scientifiche); era presente un buon numero di concittadini anghiaresi, e non solo! Il tema della relazione è stato volutamente provocatorio, e la discussione ha preso spunto dalla sempre maggiore difficoltà che incontrano gli utenti ad ottenere, dai moderni mezzi di comunicazione (in primis, la rete), informazioni scientificamente valide riguardo la nutrizione. Fra gli argomenti trattati, il glutammato (il sale di sodio dell’acido glutammico), molto diffuso in tutti gli alimenti proteici; unitamente ad altre sostanze, è il responsabile del cosiddetto “quinto gusto” o “umami”, che insieme al dolce, salato, amaro e acido costituisce i cinque gusti percepiti dall’uomo, essendo presente sulla lingua un recettore specifico per questa sostanza. Utilizzato anche come additivo alimentare, essendo in grado di rendere più intensi i sapori dei cibi, è stato a volte impropriamente demonizzato, mentre la realtà sta, come spesso accade, nella quantità della sostanza impiegata. Proprio per questa capacità di stimolare i recettori del gusto il glutammato è in grado di rendere più
intensi i sapori dei cibi, poiché accresce la presenza di altre componenti di attivazione del gusto, creando un complesso di sensazioni di piacere e appetibilità tipici degli alimenti in cui è presente glutammato. Questa caratteristica è utilizzata anche a scopo terapeutico per aumentare l’appetibilità dei cibi in soggetti inappetenti come gli anziani e coloro che si sottopongono a chemioterapia. Il glutammato è un additivo alimentare che ha assunto una pessima fama, un po’ a ragione un po’ a torto. Facciamo un po’ di chiarezza. La dottoressa Fochetti ha poi citato altri esempi, parlando di cibi “naturali” contrapposti a cibi “chimici”, olio di palma, ed altri alimenti “miracolosi” (thè verde, bacche di goji). Ovviamente le industrie alimentari ed il marketing (ha proseguito la dottoressa) sfruttano questa incertezza; viene superata la innata diffidenza delle persone verso cibi nuovi e commercialmente “appetibili”, attirando il consumatore con spot pubblicitari al limite dell’“ingannevole” e inventandosi réclame salutistiche di dubbio significato. La conclusione e l’invito finale del seminario sono stati: informatevi sempre da fonti ufficiali, magari confrontando le varie notizie, chiedendo pareri a professionisti del settore, e diffidate di titoli cubitali allarmistici corredati da notizie vaghe ed approssimative… non cascate nella rete della “libera università di Google”!!!
Vigilia di Natale Le Sante Messe della Vigilia di Natale saranno celebrate così: alle ore 21:00 a San Lorenzo; alle ore 22:00 al Cenacolo di Montauto; alle ore 23:00 in Propositura.
bimbi di oggi Sono Giovanni Maria Lucaccioni e abito per la via di San Leo. Al mio babbo Stefano, quando è libero, gli piace andare a scalare le montagne e io intanto faccio le capriole sul lettone con la mia mamma Marilena Del Pia. I miei nonni mi vengono a trovare spesso perché abitano vicino a me ma io vado a trovare anche quelli di Selci, compresi i bisnonni.
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bimbi di oggi
ono Arianna Baggi. Il mio babbo Massimiliano lavora ad Aboca Erbe e la mia mamma Romina Pernici si dedica completamente a me. Abito verso la Giardinella e ogni tanto vado a trovare i miei nonni Elvira ed Ermindo e la mia bisnonna Anna alla Motina e a Tavernelle i nonni Lorena e Giandomenico e la mia bisnonna Esterina.
Gita per i monti
Anghiari 2015
di Clèto
Un’estate al top
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ol Baggi (Giandomenico) mi è capitato di andare a Falciano, una piccola frazione di là dal Ponte alla Piera. Un posto unico dove ancora esistono, funzionanti, due mulini ad acqua. Giunti nel posto abbiamo potuto vedere una edicola, costruita nel 1802 con una bella storia che racconterò in un’altra occasione. Abbiamo parlato infatti con un paio di abitanti del posto che ci hanno fornito notizie interessanti e preziose. Nel ritorno verso casa ci siamo fermati alla maestà di Fighille, ben tenuta e dove l’antica immagine in pietra è stata sostituita da qualcuno per evitare che venisse trafugata. Ora c’è una anonima statuetta in gesso (mi sembra). Avanti quindi verso Savorgnano, nascosto dalla vegetazione, ma che abbiamo individuato vedendo il campanile della chiesa. Questa chiesa, che si trova in comune di Subbiano, nei tempi andati faceva parte dell’antica Pieve di Spilino. Purtroppo c’è un senso di abbandono e speriamo che il tetto regga ancora per un po’. Poi ci siamo fermati nel vicino cimitero dove due donne stavano ripulendo le tombe dei loro cari, il giorno dopo sarebbero stati i morti. Abbiano chiesto alcune informazioni e sono venuto così a sapere che stavo parlando con la figlia di un Serafini che negli anni ‘70 accompagnò Maurizio Camaiti e me (cercatori incalliti di cose antiche) in queste zone raccontandoci la storia rocambolesca di una statua della Madonna. Ma anche la nostra interlocutrice conosce la storia e allora ce la siamo fatta raccontare. Ma la potremo dire solo prossimamente.
Benedetto Cociani
qualche nota del fratello Antonio (con un po’di nostalgia) per ricordarlo
Mio fratello Benedetto dovrebbe essere nato a Valdigatti. Era nato il 13-06-1944 e in quell’era piovevano bombe. Nostra madre, Armida, e la sua famiglia, abitavano lì e poi sono venuti a San Leo, alla “Chica”, mentre mio padre (che io non ho conosciuto) era chiamato “Il Triestino”, poiché era originario di là. Anche io ho tanti ricordi di quella casa... (la Chica). Non distante abitava Checco il Mugnaio, e vicino c’era anche la bottega con sopra il locale da ballo poi divenuto circolo... e lo spaccio di Velso. Nostra madre era una Boncompagni e veniva da “Mocaia” dove tutt’ora mio cugino Merano abita e lavora con la sua attività di frutta e verdura. Prima di sposarsi, Benedetto ha abitato a “Pompa”, a Mezzavia, e si era poi sposato con una Mafucci... Infine ha costruito la casa di sua proprietà in via Marconi 16 a Santo Stefano, dove ha vissuto fino a pochi giorni prima del suo decesso per un male incurabile che lo ha rapito il 16-09-2015 all’ospedale del Borgo. Tornando a me... appena mi sarà possibile tornerò nella mia bella terra natia. Ancora il lavoro mi costringe a Cattolica, ma appena ho del tempo libero il richiamo della natura farà il suo corso.
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nghiari da sempre è stata la culla di artisti, letterati, architetti e artigiani; ancora oggi l’attività artistica è ben rappresentata da valenti pittori e scultori conosciuti in tutta Italia. In questa calda estate sono state tante le belle manifestazioni, con al centro la mostra “I Macchiaioli e il loro tempo” vero fiore all’occhiello di tutta l’Estate anghiarese. Altre persone, in vari campi, con il proprio lavoro e con le proprie passioni, hanno contribuito a tenere alto il nome di Anghiari anche fuori dell’ambito locale. Con molto piacere ho notato all’EXPO, all’ingresso della eccezionale mostra di tutte le regioni d’Italia (curata da Vittorio Sgarbi), il nome del Laboratorio di Conservazione e Restauro “Antica Maniera” di Marco Santi. Il laboratorio cura il restauro ligneo in tutta la provincia ed oltre, con la collaborazione della Sovrintendenza ha raggiunto un livello di professionalità che gli permette di intervenire su tavole dipinte dai tanti maestri del passato. All’interno del volume “Artisti contemporanei in Terra di Arezzo”, curato da Lucrezia Lombardi, troviamo il nome di Sirio Ruggeri con i poetici “Scorci di Anghiari”, la decorazione di una cappella nel cimitero locale e il ricordo del concorso (Lancia d’oro) da lui vinto con un bozzetto ispirato al poema eroicomico “Il catorcio di Anghiari”. Altra visita, altra sorpresa; alla mostra a Gualdo Tadino (curata d a Vi t t o r i o Sgarbi) con un titolo molto appropriato “I pittori dal cuore sacro”. Troviamo fra i diciassette artisti contemporanei la nostra concittadina Lucilla Mafucci. I suoi paesaggi, i colori caldi, le piccole piante nei profondi spazi, danno un senso di serenità e una visione poetica difficile da trovare nella convulsa vita quotidiana. Il 3 ottobre scorso si è inaugurato ad Arezzo il primo Museo di collezionisti storici. Delle oltre venti vetrine una è riservata agli scaldini di terracotta dell’Italia centrale, sec. XIX e XX. Nella vetrina numero quattro sono presentati tredici scaldini di varie regioni. Tre sono di Anghiari, i caratteristici “costolati” di colore nero, presentati da un collezionista anghiarese (che sarei io). Come non ricordare gli enti, le associazioni, i commercianti, le tante persone che lavorano nell’ombra! Tutti contribuiscono a tenere alto il nome di Anghiari. Saluti Giuseppe Fontana
Il pane*
El Día del Inmigrante!
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El 4 de setiembre se festejó en Argentina el Día Del Inmigrante! Hoy quiero distinguir a través de este medio a Adelmo Ruggeri, mi papá y a Elisabetta Giovagnini , mi mamá dos inmigrantes que llegaron a estas tierras el 31 de enero de 1951, dos personas de bien trabajadoras incansables que hicieron grande este país con su lucha y ejemplo, con su honestidad. Formaron una familia trasmitiendo a ella el valor por el esfuerzo, el trabajo, el respeto, el compañerismo, la amistad todo eso con mucho amor Todavía con sus 90 años y casi 65 años de matrimonio siguen enseñándonos con su ejemplo Quiero también homenajear a mis tios que también dejaron su tierra para hacer grande esta, siempre contentos de estar en ella sin olvidarse de la que los vio nacer (Fernando, Nello, Luis, Constantino, Cayetano, Alfredo, a sus esposas que los acompañaron: Rina, Cesarina, Ana, Marisa, Zulma, Assunta). Ellos nos enseñaron mucho y hoy deseo rendirles homenaje. Ellos estan en mi corazón. Gracias
di Emmedipì
i piacciono le cose che dice Bigazzi (Beppe). Una di queste è quella sul pane. In genere il pane viene visto come un nemico, come un alimento da evitare il più possibile. E pensare che in anni non lontanissimi quando c’era il pane, la miseria, quella più nera, era vissuta con meno preoccupazione. Bisognerebbe farlo lievitare con il lievito madre e con forme da due chili. Questo perché della flora batterica che si forma nella lievitazione, con le forme grandi, ne rimane ancora un poca, anche dopo la cottura, e piano piano si moltiplica; e fa bene alla nostra salute. Ecco il perché del vecchio adagio: uovo di un’ora, pane di un giorno, vino di un anno tolgono ogni affanno. E invece oggi il pane deve essere di poche ore sennò si può buttare. E allora troviamo pane sfornato caldo a metà mattinata o nel pomeriggio, perché la freschezza della sua cottura lo rende invitante per qualche ora. Ma certo che anche ai “nostri” tempi quando si sfornava il pane si spandeva un caratteristico profumo nei dintorni della casa (il forno di solito era nel sottoscala) ed era allettante mangiarlo ancora caldo, ma la sua bontà vera cominciava dal giorno dopo. Ma oggi non è più possibile questo? Avere del pane realizzato con grani italiani, macinati a pietra, lievito acido (lievito madre), acqua di fonte (senza cloro), forno a legna? No, perché non ha acquirenti e solo con una caparbietà estrema dei nostri due forni presenti in Anghiari riuscirebbero a far apprezzare tutto questo. La parola passa allora a noi. Chiediamo del pane buono e rendiamoci disposti a pagarlo non un po’ di più, ma di più. Certo occorre vigilare che ciò che compriamo corrisponda ai requisiti detti più sopra.
* Tratto liberamente dal libro: Beppe Bigazzi, Bugie e verità in cucina, Giunti, 2012.
La vignetta di Scacciapensieri:
Sorpassi inutili!!!
Il 4 settembre si è celebrato in Argentina il giorno dell’immigrato! Oggi voglio distinguere attraverso questo mezzo Adelmo Ruggeri, mio padre, e Elisabetta Giovagnini, mia madre, due immigrati che arrivarono a queste terre il 31 gennaio 1951, due lavoratori instancabili che hanno fatto grande questo paese. Con la loro lotta ed esempio, con la loro onestà, formarono una famiglia trasmettendo a lei il valore dello sforzo, il lavoro, il rispetto, la solidarietà, l’amicizia, e tutto questo con molto amore. Ancora con i loro 90 anni e quasi 65 anni di matrimonio continuano a insegnarci con il loro esempio. Voglio anche rendere onore ai miei zii che hanno lasciato anche loro la propria terra per fare grande questa, sempre lieti di viverci senza dimenticare quella che li ha visti nascere (Fernando, Nello, Luis, Costantino, Cayetano, Alfredo, e le loro mogli che li hanno accompagnati: Cesarina, Anna, Marisa, Giovanni, Assunta). Loro ci hanno insegnato molto e oggi desidero rendere loro omaggio. Loro sono nel mio cuore. Grazie Maria Catalina
Questo messaggio è apparso su internet e ve lo proponiamo con la traduzione in italiano di un italo-argentino. Nella foto Elisabetta ed Adelmo. A pag. 22 un’altra foto.
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Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa
Sul filo della Memoria…
Storie dei Monti Rognosi
In viaggio con le opere di Piero
on l’inaugurazione del centro visita della Riserva naturale dei Monti Rognosi, si apre nel territorio anghiarese un nuovo punto per evidenziare la nostra identità, in questo caso molto orientato verso l’aspetto naturalistico. Vi s i t a r e il centro è una sorpresa, poiché si scoprono molti aspetti interessanti: come ad esempio che i Monti Rognosi si sono formati nel Cretaceo in fondo all’oceano e che la loro geologia è così particolare che vi vegeta un fiore, la “dafne odorosa”, molto raro a queste latitudini. Dal punto di vista prettamente storico quel luogo sottolinea alcuni aspetti che, da sempre poco studiati per la lontananza di Ponte alla Piera rispetto ai centri di maggiore interesse, aspettano approfondimenti. Uno di questi è sicuramente la presenza delle “Miniere dei Monti Rognosi”, il loro sfruttamento e “il loro ingiusto abbandono” per citare un anghiarese della fine del XIX secolo. Alcune notizie, dallo spoglio di documenti d’archivio (anche ad opera del compianto Maurizio Camaiti), sono state ritrovate e testimoniano come l’uso più recente sia avvenuto con discontinuità, tanto da lasciare (ahinoi o per fortuna, dipende dai punti di vista) poche tracce di sé. Nei tempi antichi sembra che l’estrazione dei minerali da quella zona sia stata la normalità, opinione avvalorata da alcuni indizi, fra i quali la promessa di Arezzo di fornire armi a Roma durante la seconda guerra punica nel III Secolo a.C. (Tito Livio, Ab Urbe Condita, XXVIII, 45, 16-17). A questo punto mi permetto di rivolgere un appello ai lettori dell’Oratorio: nascosti fra gli oggetti della vostra famiglia ci sono antiche fotografie, articoli, documenti antichi, che parlano delle Miniere dei Monti Rognosi? Sarebbe importante poterli consultare ai fini della ricerca storica. Se li trovate e volete aiutare a far conoscere la storia d’Anghiari, potete contattare il museo via email battaglia@anghiari.it o telefonicamente 0575-787023 e chiedere del direttore.
n questo n u m e r o lasciamo Sansepolcro e senza passare da Monterchi –più volte abbiamo parlato del-la Madonna del Parto su queste pagine, andiamo direttamente ad Arezzo. Qui Piero della Francesca ha lasciato una delle sue opere più celebri, sicuramente la più impegnativa e monumentale: la Leggenda della Vera Croce, all’interno del coro della chiesa di San Francesco. L’artista biturgense viene chiamato dopo il 1452 dalla famiglia Bacci per sostituire Bicci di Lorenzo, il pittore fiorentino che aveva iniziato i lavori, morto dopo aver portato a termine l’arco di accesso alla cappella. Piero per la sua opera si ispira alla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, vero nome Jacopo de Fazio, un vescovo e agiografo vissuto nel XIII secolo. Un testo fondamentale che contiene il racconto di molte vite di santi e dedica una parte importante alla storia del sacro legno con il quale fu crocefisso Gesù Cristo. Piero però non segue alla lettera l’andamento cronologico del racconto del domenicano ligure, preferendo l’ordine e la simmetria delle scene. In alto, sulle pareti laterali, ci sono scene all’aperto: la Morte di Adamo e l’Esaltazione della Croce. Sulla fascia mediana scene con uno sfondo architettonico: Ritrovamento delle tre Croci e Verifica della Croce a destra, Adorazione della Croce e Incontro della Regina di Saba con Salomone a destra. Nella parte bassa si trovano le scene con la Vittoria di Costantino su Massenzio e la Battaglia di Eraclio e Cosroè. Nella parete di fondo, divise da una grande finestra, la Tortura dell’ebreo e l’Annunciazione da un alto, il Ritrovamento del Sacro Legno e il Sogno di Costantino dall’altro. L’opera è molto complessa, come è complesso pure il contenuto di ogni singola scena. La prima, in ordine cronologico rispetto al testo di Jacopo da Varagine e in alto a destra nello schema di lettura della cappella, è la Morte di Adamo. Il Patriarca morente, assistito da un anziana Eva, manda il figlio Seth alle Porte del Paradiso per prendere l’Olio della Misericordia, come viatico per una morte serena. Nella parte centrale, sullo sfondo, si vede l’incontro tra Seth e l’Arcangelo Michele, che invece dell’olio gli da un ramoscello dell’Albero della Conoscenza, con l’ordine di piantarlo sulla bocca di Adamo. La parte sinistra della lunetta è occupata dalla morte di Adamo, rappresentato sdraiato a terra, con Seth impegnato a piantare il ramoscello nella bocca del padre mentre Eva apre le braccia in un urlo di disperazione. La scena successiva, che affronteremo nel prossimo numero è l’Adorazione della Croce da parte della Regina di Saba.
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Gabriele Mazzi
www.battaglia.anghiari.it Nella foto in alto sono raffigurati i resti della “Ferriera delle Miniere” oggi.
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Lorenzo Minozzi In alto la verifica della Croce nel ciclo della chiesa di San Francesco ad Arezzo.
CRONAC HETTA
Mese di Ottobre 2015
dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.
Mese di Settembre 2015 Mercoledì 2. Stamani presto sono andato nell’orto per “indacquarlo” e ho sentito svariati colpi di fucile per il piano: hanno riaperto le cacce! Giovedì 3. Oggi è morto Mirco Pierantoni. Aveva 94 anni ed abitava alle Bucacce. Era nato nel Borghetto di sopra, in fondo ai Cordoni, e lo ricordiamo per la sua attività di camionista. Venerdì 4. Sono passato da Fico che mi ha regalato un cestino di fichi. Di quelli “dotati” eh! Mercoledì 16. Mentre aspettavo “l’imbarco” per Castiglioni, davanti al Bar della Stazione, ho visto un giovane ed una ragazza in costumi tradizionali, penso tedeschi. Aspettavano di andare ad Upacchi. * Oggi è morto Benedetto Cociani di anni 71. Abitava per la via di San Leo. Era nato nella casa chiamata Valdegatti. Venerdì 18. Oggi è nato Elia Fantoni di Roberto ed Erica Meozzi. La sua famiglia abita dopo il Ponte dei Sospiri, per la vecchia via di Viaio. Sabato 19. Oggi è morto a causa di un incidente Walter Riponi (conosciuto come “Il Cicca”). Aveva solo 49 anni ed abitava a Monterchi. Mercoledì 23. Passavo per la “Lunga” quando ho visto Gino che tagliava la siepe intorno al suo distributore. Sembrava proprio un giardiniere. Sabato 26. Stamani, non so perché, mi sono svegliato prima dell’orario solito. E allora mi sono alzato e sono andato a dar da mangiare al mio gatto Silvestro. Domenica 27. Oggi, in Propositura, è stata inaugurata la nuova illuminazione a LED. È stata realizzata dalla Ditta Tecno System di Chiusi della Verna con il contributo della Banca di Anghiari e Stia. * Dopo sono andato a prendere l’acqua alla “Casina” della Stazione e ho visto che “finalmente” (nel senso che, dato il comportamento delle macchine, era prevedibile) hanno fatto fuori il cestino collocato lì vicino. Lunedì 28. Oggi è morto Luigi Donati Sarti. Abitava verso il Ponte dei Sospiri ed era nato alle Chiasse di Viaio. Martedì 29. A Ponte Leonora ho visto una scena molto bella: un trattore che stava lavorando un campo era seguito da un grosso uccello bianco (naturalmente in cerca dei vermi portati in superficie). * Oggi è morta Ilva Ghignoni vedova Allegretti. Aveva 94 anni ed abitava per la via dell’Infrantoio nei pressi del luogo dagli anghiaresi chiamato “Le Strosce”. 1837 - Il dì 4. Marzo in giorno di Sabato doppo le ore 24. si vedde un’aria rossa di colore sanguigno per due sere dal parte di occidente, e s’introduceva a poco a poco fino alla parte di levante e poi sull’alba della mattina si estingueva; il tempo era sempre sereno e bello e dicesi per mezzo delle Gazzette che nella Siria, Palestina, Nazarett, Damasco e altri luoghi il terremoto fece gran flagello di quei popoli e d’edifici sotto le rovine de’ sassi. Dai ricordi di Simone Brardinelli.
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Giovedì 1. A Mezzavia, in un campo verso il Bricco (o Podernuovo II), ho visto che avevano cimato le piante di granturco. È una tecnica che si usa da sempre per il granturco da polenta. Venerdì 2. Oggi è morto in Francia Renato Bevignani di anni 88. Abitava a Mentone ed era nato al Vingone. Mercoledì 7. Oggi è morto Giovacchino Buscosi. Aveva compiuto 90 anni in aprile. Abitava ai Renicci ed era nato alla Casina di Rimaggio quella detta anche San Donato. Martedì 13. Dal campo vicino al Palazzetto sono partiti anche oggi altri camion del Circo che è rimasto per qualche giorno ad Anghiari. Mercoledì 14. A Pieve, vicino alla chiesa della Madonna dei Lumi, c’è un cippo della provincia che indica la vecchia strada: c’è scritto “Tebro Casentinese”. Giovedì 15. Del Circo è rimasto poca roba, si è trasferito a Monterchi che ho visto i manifesti. Venerdì 16. Ero alla Pieve anche oggi e sono andato a vedere l’ex Ospizio dei Francescani con il caratteristico stemma sulla facciata e con tanto di croce in legno. Domenica 18. Oggi sono andato a Galbino a cantare un’ottava per il passaggio dell’Intrepida con un folto gruppo di figuranti. Mercoledì 21. È giunta la notizia della morte di Mario Mariotti di anni 81 avvenuta giovedì 15 ottobre. Abitava a San Remo, ma era nato ad Anghiari, in Piazzola. Giovedì 22. Oggi la banderuola di Sant’Agostino era molto indaffarata. * Oggi è morto Enzo Cenci di anni 67. Abitava a Morra dove era nato. Per un po’ di anni ha abitato all’Infrantoio e poi a Santa Fiora. Venerdì 30. Oggi è stata riaccesa la luce della croce della chiesa della Croce, come richiesto più volte dalla Giada. *Mi sa che i lavori in via Meucci stanno per finire. Ho visto la macchina che stende l’asfalto nei pressi della Stazione.
In settembre sono state ripulite alcune docce a Sant’Agostino. Grazie colombe, che ci date sempre il lavoro! Lunedì 26 ottobre i campanari di fiducia della parrocchia hanno rimesso in funzione la campana della Croce. Un fulmine del 5 aveva danneggiato il meccanismo. Lunedì 9 novembre è iniziato il rilievo del tetto della Propositura e delle zone adiacenti. Due amici professionisti (Babbini e Giabbanelli) ci danno una mano per predisporre il tutto e arrivare alla esecuzione dei lavori necessari che richiederanno comunque un notevole impegno finanziario. Vi faremo conoscere le iniziative che la parrocchia promuoverà per poter raggiungere questo bel risultato: rimettere in sicurezza tutto il complesso della Propositura. Ricordiamo per inciso che il tetto fu rifatto completamente da don Nilo e la chiesa fu riaperta il 10 luglio 1938. Era stata chiusa per pericolo dal Podestà del tempo il 5 febbraio 1936.
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MartedĂŹ 15 dicembre 2015 INIZIO DELLA NOVENA DI NATALE alle ore 18 in Propositura
Con la cartolina disegnata da Loris Babbini Auguriamo Buone Feste ai nostri lettori!