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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI APRILE - MAGGIO 2016

N. 2

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue


In copertina

Maggio: il mese della Madonna

l'editoriale di enzo papi

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ella sua bella immagine della Madonna con Bambino, l ’ a n g h i a r e s e Vi t t o r a n g e l o Polverini ha colto con una punta di commovente, disarmante ironia l’umanità profonda del rapporto che lega il Figlio a Maria, Madre di Dio e Madre dell’umanità. Il Bambino rivolge il proprio sguardo sul mondo, nel bisogno di capire che cosa lo aspetta, a che cosa va incontro, ma al tempo stesso, in un gesto di fiduciosa richiesta di protezione, cerca il calore del corpo della madre, il conforto e la sicurezza della sua sconfinata dolcezza. Chi contempla la sacra immagine, sa che il cammino di questo Bambino, come la vita di ogni uomo, sarà costellato di prove dolorose e scelte difficili, che l’anima della Madre, di ogni madre, sarà trafitta da spada (Lc 2, 35), ma nessuna prova può vincere la tenerezza di quell’abbraccio, nessuna vicenda terrena può cancellare la vicinanza di due cuori che battono stretti l’uno all’altro, pieni d’amore e di bontà, e in quest’unione si aprono a tutta l’umanità, donando se stessi. Quanto ci aiuterebbe, nella nostra vita di ogni giorno, ricordare che Maria è al nostro fianco, pronta ad accoglierci in un abbraccio in cui possiamo riposare, consegnandole le nostre pene, le nostre fatiche, le nostre paure e preoccupazioni! Facciamo buon uso di questo mese di maggio, valorizzando la consacrazione alla Madonna, per aprirci alla presenza di preghiera, di ascolto e tenerezza, con cui essa ci accompagna costantemente: le braccia della mamma sono sempre aperte per i figli che corrono a lei.

Il Giubileo della Misericordia

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utti a Roma, ma anche a Montecasale! È il Giubileo della Misericordia. Molti più a Montecasale tuttavia, nonostante il lungo tratto da coprire a piedi, per ovvii motivi: è più vicino, anzi è qui da noi. Lucrare il Giubileo, quindi, questa volta, è cosa che si può fare anche… in casa! E chi sa -nonostante l’ esordio così spumeggiante e quindi quasi esaustivo della parrocchia- quante altre occasioni saprà proporre l’arciprete di Anghiari… Cristo è la misericordia di Dio, la conversione a Cristo è entrare nella misericordia del Padre. Conversione: ogni luogo, ogni tempo, ogni occasione sono buoni per riconoscere l’iniziativa di Dio nella propria vita. Il resto è opera, segno di una attenzione concreta a lasciarsi fare. Anche per questo si dice lucrare l’indulgenza. Andare a Roma o a Montecasale è uno spostarsi, un dare il proprio tempo all’iniziativa di Dio sull’uomo, un permettere al Padre di operare cose nuove nel mondo. Costruire un mondo nuovo! *** n mondo nuovo che già c’è e, sotto il profilo storico, viene da lontano; tanto che ha lasciato fino a noi segni evidenti, che noi, se mai, non sappiamo più leggere perché interessati solo al profilo artistico od estetico, di certe immagini. Un esempio, quello delle confraternite: luoghi della misericordia, luoghi di conversione e di operosità. Alcune, forse le più longeve, come quella di Anghiari stessa, o di Sansepolcro, sono arrivate a noi proprio col titolo della Misericordia. E la misericordia non è solo la pietà o un aiuto fraterno a chi ha bisogno; la misericordia di Dio è Cristo. Confraternite luoghi di conversione. Non a caso per la Misericordia del Borgo Piero ha dipinto la famosa Madonna che oggi, purtroppo, non è più una pala d’altare, ma che -allora- documentava una precisa proposta ecclesiale. Maria, madre della Chiesa (Mater Ecclesiae), raduna sotto il suo manto -la Chiesa, appunto- il popolo di Dio; per dispensare Cristo perché la madre è Mater Christi o anche Mater Divinae Gratiae: la grazia divina è il figlio che lei offre al mondo, al popolo che è radunato sotto il suo manto. Lui è colui a cui dobbiamo guardare, per essere guardati e cambiati. *** a c’è anche di più! E questo è il secondo esempio. È ancora visibile presso l’oratorio della Compagnia della Buona Morte -altro sodalizio piuttosto diffuso almeno in Toscana- una catechesi illustrata delle opere di misericordia. La compagnia aveva sede presso il santuario della Madonna delle Grazie a Sansepolcro ed era un gruppo molto coraggioso dal momento che si dedicava al seppellimento dei morti anche in periodo di pestilenze assai gravi, quando certi malati erano abbandonati da tutti. L’Alberti ha illustrato per la fraternita ben 15 lunette che presentano la vita della Madonna; poi -sulle vele del soffitto, quelle che fanno partire sulla parete le lunette in questione- dentro pentagoni arrotondati e goticheggianti, propone proprio le 7 opere di misericordia spirituali e le 7 opere di misericordia corporali. In belle pitture monocrome, almeno quelle sopravvissute, sono illustrate interessanti scene d’epoca cinquecentesca con il trasporto di un morto (sepelire mortuos) o con l’abbraccio fra due cavalieri nemici (parcere inimicos); e, via via, con molta precisione iconografica, tutte le altre. Tutte 14! Una, anzi -dal momento che le vele e le lunette sono 15-, è addirittura ripetuta. Sapienza, fede e operosità di un tempo. Che Papa Francesco ci chiede di recuperare, a livello esistenziale, con questo Giubileo straordinario della Misericordia.

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno L - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanielisadelpiantaverarossiteresabartolomeigabrielemazzimassimoredenti.

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Il Giubileo della Misericordia

Riflessioni sull’Anno Santo a cura di don Alessandro Bivignani

La medicina della Misericordia

a conclusione del Concilio. Attraversare oggi la Porta Santa ci impegni a fare nostra la misericordia del buon samaritano3. L’aspetto sui cui invito a soffermarsi prende le mosse proprio dall’icona del buon samaritano, colui che si ferma sul fratello bisognoso, se ne prende cura, e guarisce le sue ferite – possiamo dire – con la medicina della misericordia. L’appellativo misericordioso, ci ricorda la Bibbia, è lo stesso nome di Dio; nel cuore del libro dell’Esodo viene rivelato a Mosè da Dio stesso il suo nome: Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e compassionevole, lento all’ira e grande nell’amore e nella fedeltà4, e a partire da questa rivelazione, “misericordioso e compassionevole” è sempre sinonimo di Dio. Gesù, che è venuto nel mondo a rivelare definitivamente il Padre, compie il suo ministero con gesti e parole: questa è l’immagine del Dio misericordioso e compassionevole. Dobbiamo confessare però che ancora oggi ciò che di Gesù più scandalizza non sono le sue parole di giudizio e nemmeno il suo “fare il bene”. Al contrario, ciò che scandalizza è la misericordia, interpretata da Gesù in un modo che è all’opposto di quello pensato dagli uomini religiosi…da noi! Così in tutta la storia della Chiesa la misericordia ha scandalizzato, e per questo c’è stato bisogno di alcuni uomini e donne, i santi, che hanno ricordato alla Chiesa il suo compito principale. È chiara l’immagine della Chiesa per Papa Francesco: una comunità di credenti che cura le ferite, si piega sull’uomo, non teme il contagio, sceglie la prossimità dei peccatori… La Chiesa può avere, e nella storia ha avuto anche altri volti, a volte anche giustamente, e può anche imbracciare le armi del rigore, ma Francesco, nel solco di papa Giovanni e del Concilio, “preferisce usare la medicina della misericordia”. Nella liturgia della Chiesa, in uno dei prefazi prima della Consacrazione, si prega con queste parole, con le quali ci salutiamo e ci diamo appuntamento al prossimo numero:

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esta memorabile quel discorso che l’11 ottobre del 1962 il Papa Giovanni XXIII (nella foto a destra), santo, pronunciò nell’atto di apertura del Concilio Vaticano II. Un discorso non solo di circostanza, non formale, non retorico, ma contenente in sé tutte le linee che il Concilio doveva seguire. All’alba di una nuova stagione della Chiesa, il vecchio papa bergamasco seppe indicare con coraggio e profezia le nuove strade che i cristiani avrebbero dovuto percorrere: nella ferma dottrina cattolica, necessariamente riproposta al mondo con nuovi mezzi e rinnovato fervore, lasciati da parte i “profeti di sventura” che vedevano nel futuro solo paura e negatività, la Chiesa, sposa di Cristo, deve riscoprire il suo servizio di testimone della verità per tutti gli uomini. Ma con quali strumenti? Nel cuore del discorso, Giovanni XXIII dice: Vediamo infatti, nel succedersi di un’età all’altra, che le incerte opinioni degli uomini si contrastano a vicenda e spesso gli errori svaniscono appena sorti, come nebbia dissipata dal sole. Non c’è nessun tempo in cui la Chiesa non si sia opposta a questi errori; spesso li ha anche condannati, e talvolta con la massima severità. Quanto al tempo presente, la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore; pensa che si debba andare incontro alle necessità odierne, esponendo più chiaramente il valore del suo insegnamento piuttosto che condannando1. Quando Papa Francesco ha indetto il Giubileo straordinario della Misericordia si è messo subito in linea con il Concilio, che è il magistero ufficiale della Chiesa. Non è un caso, infatti, che la data di apertura del Giubileo sia stata l’8 dicembre, anniversario della conclusione del Concilio. Nella omelia di inaugurazione del Giubileo, lo scorso 8 dicembre, prima di aprire la Porta Santa, il Papa ha infatti detto: Oggi varcando la Porta Santa vogliamo anche ricordare un’altra porta che, cinquant’anni fa, i Padri del Concilio Vaticano II spalancarono verso il mondo. Questa scadenza non può essere ricordata solo per la ricchezza dei documenti prodotti… In primo luogo il Concilio è stato un incontro. Un vero incontro tra la Chiesa e gli uomini del nostro tempo. Un incontro segnato dalla forza dello Spirito che spingeva la sua Chiesa a uscire dalle secche che per molti anni l’avevano rinchiusa in sé stessa, per riprendere con entusiasmo il cammino missionario2. Così si capisce bene il legame tra questo Anno Santo della Misericordia e il Concilio Vaticano II. Prosegue ancora Papa Francesco nella stessa omelia: Era la ripresa di un percorso per andare incontro a ogni uomo là dove vive: nella sua città, nella sua casa, nel luogo di lavoro… dovunque c’è una persona, là la Chiesa è chiamata a raggiungerla per portare la gioia del Vangelo. Una spinta missionaria, dunque, che dopo questi decenni riprendiamo con la stessa forza e lo stesso entusiasmo. Il Giubileo ci provoca a questa apertura e ci obbliga a non trascurare lo spirito emerso dal Vaticano II, quello del Samaritano, come ricordò il beato Paolo VI

[Gesù] Nella sua vita mortale passò beneficando e sanando tutti coloro che erano prigionieri del male. Ancor oggi come buon samaritano viene accanto ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza5. 1) Giovanni XXIII Gaudet mater ecclesia, 7.1. 2) Francesco, Omelia per l’inizio del Giubileo straordinario della Misericordia, 8 dicembre 2015. 3) Ibidem. 4) Es. 34, 5-6 5) Messale Romano, Prefazio Comune VIII.

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Aprile 2016

Mese di Maggio 2016

1 Aprile venerdì: Primo venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20:00 santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel santuario del Carmine alle ore 21:00 adorazione con Santa Messa. 3 Aprile: Domenica in Albis - Seconda domenica di Pasqua: Sante Messe secondo l’orario festivo. Dalla chiesa di Micciano alle ore 15:00 processione e rogazioni verso il Santuario del Carmine dove alle ore 16:00 verrà celebrata la santa Messa. 5 Aprile: martedì: Primo martedì del mese. In Propositura alle 17 ora di guardia con recita del Santo Rosario. 7 Aprile: giovedì: Primo giovedì del mese. Si invitano i fedeli a pregare per le vocazioni. 10 Aprile domenica: domenica terza di Pasqua: Sante Messe secondo l’orario festivo 17 Aprile domenica: domenica quarta di Pasqua: Sante Messe secondo l’orario festivo. 24 Aprile domenica: domenica quinta di Pasqua: Sante Messe secondo l’orario festivo 25 Aprile lunedì: San Marco Evangelista: Santa Messa alle ore 9:30 nella Cappella di San Marco presso la Misericordia; saranno benedette le foglie di giglio da mettere sulle croci nei campi. La Messa delle ore 18:00 sarà celebrata in Propositura. San Marco era cugino di Barnaba e segui l’apostolo Paolo nel suo primo viaggio missionario e poi anche a Roma. Fu discepolo di Pietro del quale riprodusse la predicazione nella stesura del suo Vangelo. L’emblema di Marco, il leone, diventò il simbolo della Repubblica Serenissima di Venezia. 29 Aprile venerdì: Santa Caterina da Siena, vergine e dottore della chiesa, Patrona d’Italia (1347-1380).

Nei giorni feriali principiando dal 4 Maggio, alle 21:00 in Propositura e nella chiesa di Tavernelle recita del Santo Rosario con breve riflessione. 1 Maggio domenica: domenica sesta di Pasqua: Sante Messe secondo l’orario festivo. 3 Maggio martedì: Santi Filippo e Giacomo: In Anghiari festa del SS. Crocifisso. Sante Messe nella chiesa di Badia alle ore 9:00 e alle 11:00. In propositura alle ore 16:00 Santa Messa solenne durante la quale il Vescovo amministrerà il Sacramento della Cresima ai nostri giovani. Seguirà la Processione dalla Propositura fino alla chiesa di Badia. 5 Maggio giovedì: Primo giovedì del mese: Si invitano i fedeli a pregare per le vocazioni. 6 Maggio venerdì: Primo venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20:00, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel santuario del Carmine, alle 21:00 adorazione e Santa Messa. 8 Maggio domenica: Ascensione di Nostro Signore. Festa al Santuario del Carmine con Sante Messe dalle ore 7:00 alle 11:00 ogni ora. Alle ore 16:00 benedizione dei bambini e alle 18:00 S. Messa in suffragio dei benefattori e dei “ festarini” defunti. In Anghiari, unica Messa alle ore 9:00 in Propositura. 13 Maggio venerdì. Madonna di Fatima. 14 Maggio sabato. San Mattia Apostolo, eletto dagli Apostoli al posto di Giuda. 15 Maggio domenica - Pentecoste: S. Messe secondo l’orario festivo. 16 Maggio lunedì. Santa Margherita da Cortona. 22 Maggio domenica - Santissima Trinità. Sante Messe secondo l’orario festivo. Santa Rita da Cascia: festa presso la chiesa delle Suore della Ripa, preceduta da un triduo serale di preghiera. 25 Maggio mercoledì: Beato Bartolomeo Magi d’Anghiari. 29 Maggio domenica: CORPUS DOMINI: questa festività cade la seconda domenica dopo Pentecoste. In Propositura alle ore 9:00 Santa Messa, alle ore 11:00 Santa Messa solenne in occasione della Prima Comunione dei bambini della Parrocchia. Al termine seguirà la Processione con il SS. Sacramento fino alla Chiesa della Croce. 31 Maggio martedì: Visitazione della Beata Vergine Maria.

Domenica 8 maggio 2016 Festa dell’Ascensione Per tradizione molti fedeli in questo giorno raggiungono il Santuario a piedi. Informatevi sui percorsi e sui gruppi che si formeranno a Santo Stefano, a Micciano, a Santa Fiora e nelle altre parrocchie.

Il 30 novembre scorso, mentre il professor Valbonetti si trovava nei paraggi del semaforo della Stazione, ha notato che la croce, collocata vicino al semaforo stesso, era caduta. Subito ha ispezionato il tutto e, confrontandosi con l’artigiano che opera presso la chiesa, è stato pensato l’intervento per evitare che il legno inserito dentro la pietra si infradici di nuovo.

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S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI

Cenacolo di Montauto **** Giornata di ritiro per gli adulti Amici del Signore ieri e oggi Lunedì 18 aprile - Lunedì 16 maggio, ore 10:00-16:00 ***

Catechesi per adulti La misericordia di Dio attraverso figure bibliche e personaggi della letteratura.

Ore 8:00

Ore 9:00

-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano

“ “ -CATIGLIANO: ogni 15 giorni Ore 10:00 -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine “ -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta “ -S. LEO: Chiesa di San Leone Ore 11:00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -PIEVE SOVARA: S. Maria Annunziata “ -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. Ore 16 (estivo 17) -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. Ore 18:00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

Guida sr. Maria Francesca

Sabato 16 aprile - Sabato 21 maggio ore 18, 30.

Seguirà la cena. Info: 0575-723072

Domenica 3 aprile Domenica in Albis Da Micciano alle ore 15:00 rogazioni e pellegrinaggio verso il Santuario del Carmine

... E DI MONTERCHI Ore 8:45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10.00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11:00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 11:15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17:00 (18:00 estivo) Chiesa di San Simeone a Monterchi

Alle ore 16:00 al Santuario S. Messa e affidamento alla Madonna (scapolare)

Prima domenica del mese a Scandolaia ore 15:00(ore 16:00 estivo). Ultima domenica del mese: chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16:00 (ore 17:00 estivo).

Sabato 7 maggio 2016 Vigilia dell’Ascensione al Carmine

MESSE PREFESTIVE: Ore 16:00 - (ore 17:00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17:00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 17:30 - S.Maria della Pace, Le Ville Ore 18:00 - Propositura di Anghiari

Alle ore 20:45 accensione del fuoco e recita dei Vespri

Primo Venerdì del mese al Carmine

A Micciano Ogni Primo Venerdì del mese per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza

Ogni Primo Venerdì del mese, al Santuario del Carmine, recita del Rosario e S. Messa con meditazione alle ore 21:00.

S. Messa alle ore 20:00 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Spigolature di storia locale

Defibrillatore al “Procelli”

Camminando per i vicoli d’Anghiari

pensando e sognando ad occhi aperti un nuovo Rinascimento

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ensando, cammino per gli stretti vicoli d’Anghiari, in questo fine inverno che non pare voglia arrendersi ai pallidi segni della primavera. Sono cinquant’anni che vivo ad Anghiari, meraviglioso paese. Spesso nei sogni, m’appaiono confuse e annebbiate visioni di luoghi: Chiusi (città natia) dalle origini etrusche, piena di antiche leggende: sotto Montevenere, la chioccia con mille uova d’oro; il Locumone (Re) Porsenna, sepolto nei meandri dell’antica città, o la piazza Baldaccio d’Anghiari con il bronzo di Garibaldi che indica imperterrito “O Roma o morte”! Dove di notte passano al galoppo capitani di ventura a cavallo di lucenti sauri bardati di tutto punto… Adesso che il mio tempo declina, torno spesso col pensiero sui luoghi cari della mia prima età e come in una frequenza di scatti fotografici rivedo il succedersi degli avvenimenti. Senilità ? Nostalgia? Può anche darsi, ma certo oggi che sono in quella che viene chiamata “l’età della saggezza”, sento ancor più il bisogno di osservare e ripensare. Come è stato fugace il tempo! E quanto di esso l’ho perduto senza apprendere o apprezzare tante cose belle che la natura ci ha dato e le tante, tante meraviglie che l’operosità, l’ingegno umano, hanno creato nel suo divenire arricchendo d’arte e bellezze l’Italia. Dal “Poggiolino” osservo la piana verso Sansepolcro, stupenda nel suo ricamato disegno che i frati Camaldolesi impressero nel XIII sec. con il risanamento e la bonifica. Purtroppo, oggi, dove tutto è sottomesso al guadagno, questo territorio non è rispettato come converrebbe, e la mano dell’uomo sta arrecando danni irreparabili alla bellezza del paesaggio. Passo accanto alla “Badia Camaldolese”, antica chiesa che fu, assieme a quella di S. Agostino, per più secoli, oltre che luogo di culto anche luogo di direzione del nascente comune. Dentro di essa è custodita una Madonna lignea attribuita a Tino da Camaino (un vero gioiello) ed un crocifisso del XII sec. Ricordo che nella chiesa fu sepolto un grande anghiarese: Ser Giusto Giusti, notaio. Dal 1420 al 1480 il Giusti tenne contatti con la Repubblica di Firenze e contribuì allo sviluppo d’Anghiari. Dalla Badia salgo per la stretta scalinata nella Piazza del popolo, sede di “Palazzo Pretorio”. Bellissima costruzione del IV sec., residenza di tanti Priori che venivano inviati da Firenze, ad iniziare dal 1385, per amministrare e provvedere alla giustizia in queste terre, e i cui blasoni sono rappresentati dagli stemmi appesi alle pareti del palazzo. I segni impressi dalla cultura fiorentina sono ben visibili un po’ dovunque nel centro storico. Peccato che il frastuono, la fretta, il consumo fugace di ogni momento della nostra vita, ci facciano perdere la memoria del passato, rendano opaca la bellezza e ci stiano togliendo giorno dopo giorno quella cultura umanistica che, soprattutto in queste terra, aveva visto il proprio sorgere e divenire. Franco Talozzi Domenica 6 marzo 2016

La Baldaccio Bruni ritiene doveroso evidenziare che al campo sportivo “Procelli” è stato installato un defibrillatore cardiologico acquistato dalla Baldaccio Bruni grazie ai fondi raccolti con la pesca di beneficenza realizzata nel novembre 2015 e grazie alla lotteria effettuata successivamente. La società biancoverde ringrazia di cuore tutti coloro che hanno donato oggetti per la pesca, chi ha collaborato alla raccolta fondi e chi ha contribuito in ogni modo affinché il campo sportivo fosse dotato di questo fondamentale strumento per la tutela e la salvaguardia della salute (degli atleti e non solo). Doveroso allo stesso tempo ricordare che il defibrillatore inizialmente installato fuori dagli spogliatoi del “Saverio Zanchi” è stato recentemente posizionato nei pressi della biglietteria dello stadio in modo da essere per qualsiasi evenienza utilizzato non solo all’interno del rettangolo di gioco, ma anche sugli spalti e sulle strade che si trovano a breve distanza dall’impianto sportivo. Il defibrillatore è strumento che può salvare la vita delle persone ed è importante che i due stadi anghiaresi ne siano dotati.

‘Nguanno di Emmedipì

A Pieve di Chio abbiamo scoperto che anche loro per dire quest’anno dicono ‘nguanno. Ma poi, con Alessandro, pensando ai vari passaggi per arrivare a “nguanno”, si è fatto avanti il dubbio che non sia la trasformazione di “quest’anno” ma di qualche altra parola. Non è rimasto che interpellare il professor Mattesini, che cortesemente ci ha fornito la spiegazione che noi volentieri condividiamo con voi lettori. Eccola! La parola, oggi dialettale (di molti dialetti dell’Italia centrale, dalla Toscana, all’Umbria, alle Marche, all’alto Lazio), è stata anche del volgare trecentesco (la usa anche Boccaccio, tra gli altri). Alla base di (u)nguanno (con o senza u iniziale), ma anche nguano (con scempiamento consonantico, come al Borgo) c’è senz’ombra di dubbio il lat. IN HOC ANNO, cosicché il significato comune è proprio quello di ‘anno in corso’ (cioè ‘quest’anno’).

Motti

Iscrizione su un architrave a Pieve Sovara, adeguata all’anno che stiamo vivendo: quello della Misericordia.

BEATVS QVI INTELLIGIT SUPER EGENUM ET PAVPEREM A.D. 1743 ossia Beato chi si prende cura del malato e del povero. È tratta dal Salmo 41.

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...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores

Fatti e misfatti

I nostri auguri perCesare

di Piero Lega

Venerdì 19 febbraio scorso Cesare Ganganelli si è laureato in “Direzione di Coro e Composizione Corale” presso il Conservatorio di Musica “Francesco Morlacchi” di Perugia con la discussione della tesi “Don Francesco Coradini: sacerdote, musicista e padre della coralità aretina”. Relatore il Maestro Luigi Ciuffa, controrelatore il Maestro Maurizio Biondi. Ha ottenuto la bella votazione di 110 su 110 ed ha voluto dedicare questa sua tesi a don Vittorio Bartolomei, che nel 1948 fondò la “Corale”, oggi dedicata al suo nome. E questa è la dedica che Cesare Ganganelli ha riportato nella seconda pagina della sua tesi:

Nilla Pizzi

Sotto le festività sono andato a trovare Siro Polverini, che non sta tanto bene, per augurargli Buon Anno e buona salute. Mi ha invitato a sedere ed intorno al tavolo di cucina ci siamo messi a chiacchierare e parlare di questo e quello e tra l’altro mi ha detto di un fatto estremamente ilare quando Nilla Pizzi venne al Paris dancing della Motina; Don Fabio Bartolomei usava raccontare, mimandolo, di quando il presentatore disse: Signore e Signori, Nilla Pizzi ora canterà “L’hai volsuto tu” aggiungendo poi Chi balla balla. Chi ‘n balla, a la proda!

In ricordo di don Vittorio Bartolomei, Proposto di Anghiari (Ar) e allievo del Maestro Coradini, con tanta gratitudine per avermi trasmesso la passione per la musica corale.

Una giovane poetessa

Alcune signore mi hanno raccontato che quando mia moglie Lela era “giovanina” (intorno agli otto anni) cantava in ottava rima ed il babbo Agostino l’accompagnava con la fisarmonica raccogliendo applausi e talvolta ha vinto dei prosciutti. Beh, non ci crederete: oggi mi ha cantato il duello a rima fra il padrone fiorentino e il contadino di Carmignano.

Auguri per il tuo impegno a favore dell’arte della musica da parte della Parrocchia di Anghiari, da noi della Redazione e, ora che lo sanno, ti giungeranno anche quelli degli anghiaresi.

Torchiale e Mulino

di Clèto

Fiori

A suo tempo abbiamo appreso che il nome Bernocca risale al 1568, quando fu costruita quella casa ed andò ad abitarci un certo Bernocco. Ma ben più antico è il nome di Torchiale. Czortek, con il suo libro sugli Agostiniani, ci fa conoscere che se non la casa, esisteva però un luogo, nel territorio della Pieve di Sovara, chiamato Turchiale ed oggetto di un affitto in un rogito del 27 agosto 1317.

di Emmedipì Nella prima decade di febbraio ho visto che verso Palazzolo e al Ponte dei Sospiri c’erano due grosse piante tutte fiorite. Non riuscendo a identificarle -un ciliegio ancora è presto, un susino mi sembra di no- sono andato sul posto, mi sono informato e ho scoperto che erano, e sono, due mandorli. L’uno di proprietà di Fico e l’altro del marito della Sestilia. Quest’ultimo proviene, tramite il seme, da un altro, tuttora vivo e vegeto -anche se anziano-, che si trova al Nappa (sarebbe il primo Campalone che si incontra salendo dai Mori). Veramente meraviglioso, facendoci caso, questo alternarsi e avvicendarsi del paesaggio nelle varie stagioni. Allora ho cominciato a guardarmi attorno e così ho visto altri alberi di mandorlo fioriti. Di sopra al Ponte dei Sospiri, a Sant’Antonio, al Faggeto, sopra la Frattaccia, a Maccarino, nel prato della chiesa di Santo Stefano, ai Mori. Poi mi sono reso conto che scoprivo continuamente nuove piante fiorite.

*** E poi apprendiamo anche (sempre nel solito atto del 1317) che esisteva un mulino dell’ospedale alimentato da una reglia. Ora c’è da capire dove si trovasse questo mulino.

La vignetta di Scacciapensieri:

C’è fuoco e fuoco

Modi di dire di Eugenio della Calabria Vado a prendere du’ scimmie in Volterena; in guanti gialli. (Quando uno un po’ strano viene guardato con sospetto) Ma va a prendere du’ scimmie in Volterena! (Un invito perentorio ad uno un po’ strano) La superbia andò a cavallo e tornò a piedi. (Qui non c’è niente da dire, è esplicito!)

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

La chiesa ex-parrocchiale dei Ss. Biagio e Cristofano a Savorgnano

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avorgnano (o Savorniano) è una località ubicata ad est nel comune di Subbiano da cui dista circa 12 km ed è alla stessa distanza ad ovest di Anghiari. Dal Dizionario Storico Geografico del Repetti apprendiamo che la sua chiesa, dedicata ai Ss. Biagio e Cristofano, riposa sulla schiena dell’Alpe di Catenaia, in Valtiberina, nel Piviere di Ponte alla Piera, già di Spilino. Le acque delle colline e valli circostanti si riversano infatti nel torrente Sovara che nasce nei pressi. La chiesa è di origine medievale ed è elencata nel Decimario della Diocesi aretina degli anni 1274-75 dove si legge che l’“Ecclesia S. Blasij de Savorniano” pagava una tassa di II lib. e soldi VII. In seguito, verso i secoli XV-XVI, le fu unita anche quella non lontana di San Cristofano a Popani. Questa parrocchia nel 1833 contava 264 abitanti, ora ne restano soltanto poche decine sparse in casolari dispersi. Nel 1986 mons. G. D’Ascenzi le ha tolto il titolo di parrocchia unendola a quella di S. Maria sita in frazione Falciano n.1 in comune di Subbiano in Casentino, distante circa 6 km da Savorgnano, di cui è attualmente titolare don Franco Ristori. Elenchiamo tre visite pastorali del XVI secolo. 1. Visita pastorale del 16 aprile 1567 – Il Vescovo aretino mons. Bernardetto Minerbetti (1533-1574), accompagnato dai suoi canonici Cristofano Cennio e Gabriele Manenti, visitò questa chiesa parrocchiale di S. Biagio “de Savorgnano” di cui era rettore “ser Johannes Lazzari de Pilio”. Le persone ammesse alla comunione erano 150. Questa chiesa era di patronato dei signori di Montauto e della Famiglia Roselli. I beni della chiesa fruttavano 50 staia di grano. Non si dice nulla circa lo stato generale dell’edificio né degli altari né dei paramenti e vasi sacri. 2. Visita pastorale del 12 settembre 1575 – Questa Visita fu fatta dal Vescovo Stefano Bonucci (1574-1589), che portatosi “ad castrum Savorgnani” visitò la chiesa di S. Biagio di cui era rettore don Giovanni Lazzari “de Pilio”. Fatta la preghiera per i defunti, visitò l’altare, che si trovava perfettamente a posto riguardo i candelieri, il paleotto, ecc … Non così la pietra sacra, calice, patena e paramenti e le 3 pianete e relativi camici che erano soltanto decenti. Visitò tutto il sacro edificio: il pavimento risultava polveroso nella parte più bassa. Interrogato, don Giovanni rispose che le 140 persone ammesse alla Comunione si erano tutte confessate e comunicate. La rendita del Beneficio era di 36 staia di grano. L’elezione e provvisione di questa chiesa spettava ai signori di Monte Acuto solo per metà, mentre l’altra parte alla famiglia Roselli di Arezzo. 3. Visita apostolica del 6 luglio 1583 – Mons. Angelo Peruzzi, incaricato da Papa Gregorio XIII (1572-1585) a visitare le Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro per controllare se fossero stati eseguiti i decreti del Concilio di Trento, visitò anche questa parrocchia di “Sancti Blasij de Savergnano” nella suddetta data. Si afferma che era di patronato degli illustri signori di Monte Acuto e della famiglia “de Rossellis de Aretio”. Il reddito annuale era di 40 staia di frumento, calcolati insieme a quelli dell’altra chiesa annessa di S. Cristofano, con l’obbligo di versare 11 libbre

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al “pio studio” di Pisa e 4 staia di grano al Capitolo Cattedrale di Arezzo. Rettore di questa chiesa era ancora Don G i o v a n n i “di Piglio” il quale presentò la bolla di nomina da parte dell’Ordinario diocesano, firmata in data 1561. Per la grande povertà di questa chiesa non vi si conservava il SS.mo Sacramento, ma quando occorreva portare il viatico agli infermi, il rettore celebrava l’Eucaristia e in un calice la portava alle case degli infermi. Il visitatore comandò d’ora in poi di portare il viatico in una teca d’argento da mettersi in una piccola borsa di seta insieme al corporale. Ordinò inoltre di istituire la Società del SS.mo Sacramento e di annunciare al popolo le indulgenze e osservare e fare quanto i decreti generali del Concilio richiedevano. Prescrisse inoltre di procurarsi una pisside almeno di rame, con coppa dentro e fuori dorata per amministrare la Comunione al popolo e un registro in cui annotare coloro che non osservavano il precetto pasquale della Confessione e Comunione in parrocchia


Le nostre chiese...

oppure fuori con licenza del parroco e di acquistare inoltre un vasetto di stagno per l’olio degli infermi a cui verrà portato preceduto da una croce senza asta. L’infermo, entrato in agonia, non dovrà essere mai abbandonato sino all’estremo respiro. Anche i matrimoni dovranno essere celebrati secondo le forme e il rito prescritto dal Concilio tridentino ed elencati in un apposito libro. Non c’era ancora la sacrestia, per cui i pochi paramenti venivano custoditi in un armadio. Ordinò di compare una pianeta di seta rossa con stola e manipolo per la festa del Patrono e una nera per le messe funebri. Nella chiesa di Savorgnano c’erano due altari, il maggiore non consacrato, con la pietra sacra portatile inserita, con sopra l’immagine antica di San Biagio, che il Visitatore comandò di sostituire con un’altra più decente. L’altro altare, dedicato alla Presentazione al Tempio della Gloriosa Vergine, era in condizioni precarie, per cui comandò alla società omonima, che vi faceva celebrare una S. Messa al mese, di provvedere croce, candelieri e quanto richiesto dai decreti conciliari. L’edificio sacro era in buone condizioni, anche se le pareti avevano bisogno di essere rintonacate e imbiancate. Il visitatore inoltre proibì “sub poena excomunicationis” di seppellirvi i morti, i quali infatti venivano inumati nel vicino cimitero, che comandò fosse chiuso meglio. Pure l’adiacente casa canonica era in buon stato e in essa risiedeva continuamente il rettore don Giovanni. Lo scorso 1° marzo, accompagnato dal sig. Mario Del Pia e dal sig. Orlando Piomboni, ho effettuato una visita a Savorgnano, dove ci attendevano il geom. Francesco Baglioni e la sig.ra Giovanna Serafini, che ci hanno fornito le seguenti notizie. La chiesa è chiusa al culto da circa 20 anni, gli ultimi sacerdoti che l’hanno servita sono stati don Francesco Tavolucci, pievano a Ponte alla Piera, da cui dipendeva questa chiesa, e poi don Augusto Grappolini, parroco di Falciano. In passato vi erano oltre 20 famiglie, mentre ora ci sono nella zona alcune case restaurate e abitate saltuariamente da turisti. L’attuale chiesa, fatiscente, si presenta orientata, con la facciata, gli stipiti e il frontale della porta in vecchia pietra. In alto c’è una finestra rettangolare. A sinistra di chi guarda ci sono le mura della casa colonica rovinata, mentre nella parte destra, in alto, sopra una vecchia costruzione domina un bel campanile a vela in pietra, senza le due antiche campane, che sono state portate e custodite a Falciano. Nella sottostante costruzione c’è un bel forno e accanto l’ampia casa canonica in discrete condizioni. La chiesa risulta allungata di circa 3 metri nei secoli passati e all’interno si presenta in forma rettangolare. Le dimensioni sono di circa metri 14x6. Le due cappelle laterali a destra e a sinistra del presbiterio hanno la superficie di circa 16 mq e nella prima vi è il secondo altare, disadorno, e una porta murata che portava all’esterno. C’è un bell’arco in pietra sul piccolo presbiterio, separato dal resto della chiesa da una balaustra lignea. L’altar maggiore, in muratura, non ha particolari pregi e la nicchia sulla parete retrostante è vuota perché la statua devozionale della Madonna in gesso è stata portata a Falciano. Il pavimento nella parte verso il presbiterio è fatto da lastre, mentre il resto è in cotto. Il soffitto a quattro capriate lignee è bisognoso di urgenti restauri. A destra della

porta d’ingresso c’è una pila di pietra per l’acqua santa e poco più in su, addossati alle pareti, due confessionali, un pulpito senza accesso, mentre lo spazio centrale è occupato da una decina di vecchie panche e qualche inginocchiatoio. Mi è stato inoltre riferito che secondo una tradizione San Francesco, scendendo dalla Ve r n a v e r s o la Casella e poi il Castello di Montauto, sarebbe passato anche in questa località. Una visita e una preghiera al vicino cimitero ha concluso il sopralluogo a Savorgnano. Nell’altra pagina, dall’alto: il campanile; veduta laterale della chiesa e della facciata; Una antica maestà con iscrizione del 1737, ricostruita ultimamente. In questa pagina, dall’alto: parte della navata e don Quinto che sta annotando le informazioni; don Quinto, Orlando e i nostri accompagnatori nel presbiterio ella chiesa, di fronte all’altare maggiore; il pulpito; la campana quattrocentesca (quella visibile dovrebbe essere proprio il testo con la dedicazione a San Biagio e San Cristofano).

Cade quest’anno il cinquantesimo anniversario di pubblicazione dell’Oratorio. Stiamo preparando delle iniziative per festeggiare questo importante traguardo. Se avete dei ricordi o delle considerazioni, fatecele pervenire: ci saranno utili. 9


Lo Spirito Santo discende su di te Ti fa creatura nuova, dimora e tempio di Dio

Martedì 3 maggio 2016, alle ore 16:00, in Propositura, Santa Messa solenne durante la quale il Vescovo amministrerà il Sacramento della Confermazione. Seguirà la processione dalla Propositura fino alla chiesa di Badia

Vangelo All’ingresso delle nostre chiese troverete dei Vangeli. Sono a disposizione per la lettura personale affinché noi cristiani possiamo diventare familiari alla figura di Cristo. La lettura di questi Vangeli serve a sollecitare le persone, i fedeli, a riscoprire nella loro vita la figura di Cristo e come questa figura eccezionale ha dato a ciascuno di noi la possibilità di vivere la fede e la vita in una maniera grande. Sono quindi uno strumento da utilizzare bene perché Cristo sta diventando sempre più il grande sconosciuto. Sono in edizione tascabile e li troverete, come detto, all’ingresso delle chiese.

La Poiana Anghiarese

Se gli fanno questo dono ad Anghiari torna in volo

Che ritorni a pizzicare e cappelli lei rubare

Gli Anghiaresi sono salvi non si sentono più bersagli

La Poiana in confidenza si permette questa licenza

Sono tante le beccate e le teste insanguinate

Anche Enrico il Bazzena sentì il colpo alla schiena

La Poiana catturata ed in gabbia infilata

Se riesce a scappare ad Anghiari vuole tornare

Chi ci ride e non fa peggio del cappello più commercio

C’è Leone il Sor Bruschi lui ancora à dei dubbi

Ringraziando queste persone che lavorano con passione

Lei è stata affittata come il paese battezzata

Il negozio venditore alla Poiana fa il sermone

Di Poiana ce n’è un’altra lui la vede a distanza:

di Armando Zanchi

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La mia Maremma

… per essere migliori

di Ilaria Andreozzi

Come succede, anche se non spesso, venuti sono al mondo due gemelli. Ovunque il luogo, tanto fa lo stesso e questi sono belli. Proprio belli. Tutto il paese a fare complimenti: guarda che biondi quei capelli osserva, son perfetti i lineamenti! Insomma, dico belli. Proprio belli. Passaron gli anni e i dì e giunti ad età matura s’accorsero che belli e molto, sì ma bassi, molto bassi di statura. Primo gemello: «Io vado via, ho perso il mio sorriso ormai patisco solo gran dolore mutata è l’espressione del mio viso e tanta è l’amarezza che mi assale e dal basso, guardar su, è gran fatica. C’è un popolo che vive in centro Africa son bassi assai i Pigmei del Congo. Risolver là il problema io mi propongo. Proverò il piacere di essere un gigante come con noi si sente qui la gente che ci regala tanti complimenti e poi, più alti ancor, van via contenti.» Secondo gemello: «Fratello, ammetto, è un buon sistema ma t’assicuro che il nostro problema potrebbe avere migliore soluzione se ci facciamo forti. Prestami attenzione. C’è un popolo in Africa centrale, ne sono certo. Si chiamano Vatussi costerà fatica e si dovrà imparare a correre sul duro ed a lunghi passi. Com’essi d’amaro cibo ci nutriremo ma è certo che poi noi cresceremo. Guarderemo negli occhi quei normali ed a casa nostra... come gli altri uguali.» Francesco Paci

Il calabrone

Io la penso così

Bigné alla crema - Ho scoperto, grazie all’Eredità, che per San Giuseppe si mangiano i bignè alla crema. Quindi niente frittelle fatte col riso, preparate pazientemente il giorno prima e poi fritte il giorno della festa e mangiate belle calde (la ricetta nel calendario dell’Oratorio)! Poi ho saputo che questa è una tradizione del sud, anche se, per il 19 marzo, vincono le zeppole. E allora vuol dire che per Carnevale, come dolce tipico, mi mangerò qualche profiterole al cioccolato!

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uando chiudono le scuole, vado sempre in vacanza dai miei nonni in Maremma. Sarà perché, anche se nata a Pisa, mezzo sangue maremmano nelle vene ce l’ho, che la Maremma per me, ha sempre avuto un’attrazione particolare, direi quasi morbosa. Il mare azzurro, le vacche brade nei calanchi, le canne di padule che pare suonino quando il vento le piega, quei campi sterminati di grano e di vigneti gonfi d’uva a settembre, mi fanno tanta tenerezza, e quel “Matto delle giuncaie”, che il Fucini così bene descrisse nelle sue “Veglie dei Neri” mi aspetto di vedermelo apparire davanti, fra l’intrigo di falasco, col suo barchino e il cane sulla prua acciambellato, quando accompagno mio zio a salpare i bettibelli messi per prendere le anguille, nel canalone del padule che sfocia in mare, alla “Tagliata” di Capalbio! Certe volte, sulla riva, seduta su di un tronco d’albero imbiancato dal salmastro, mi sono immaginata di vederlo lontano, le vele rosse degli sciabecchi dei pirati Saraceni che venivano a rapinare queste nostre povere terre, già tartassate dalla malaria. Fantasie di ragazzina, alimentate dalle storie della gente anziana di qui, che se le sono tramandate “saddio” da quanto, e raccontate nelle sere di veglia davanti a un ciocco che brucia, mentre il vento di tramontana fischia fra i vetri delle finestre stoppinate e chi non ha casa, la cerca... E mi garba vedere i cinghiali che ci sono fitti, nei macchioni di Tirli, un paesino affogato da una vegetazione di pruni e di marruche che bucano come spilli, e dove la poiana, sulla punta della quercia sugheraia, vigila, pronta all’attacco e alla saetta! E la gente che incontro mi garba, dalla faccia onesta e cordiale che ti saluta per prima, e lo fa anche quella che del posto non è; venuta da lontano tanto tempo fa, alla ricerca di un lavoro che nel suo paese non c’era, ma che ora ha preso la parlata di qui, seppure qualche rimasuglio di dialetto meridionale ogni tanto sgalli. Mi successe l’altr’anno, rientrando in casa dal mare, di trovarmi un telegramma, dove mi si comunicava che avrei dovuto presentarmi al Tribunale di Pisa per una testimonianza, in relazione a un incidente stradale avuto quattro mesi prima. Così, la mattina seguente, presi un treno, alla stazione del Chiarone, che faceva tutte le fermate. A Orbetello fece la prima, e qui, affacciatami al finestrino per respirare un po’ d’aria fresca, vidi sul marciapiede dell’altro binario, un cane steso in terra e, accanto a lui, un ragazzotto d’una diecina d’anni che gli carezzava la testa e piangeva. Ma piangeva proprio a singulti e aveva il viso tutto bagnato di lacrime. A un facchino che passava domandai cos’era successo, e mi disse che quella povera bestia l’aveva investita il diretto per Roma, passato una mezz’ora prima, e quel ragazzo era il figlio del Capostazione. Io -dico la verità- i ragazzi ‘he rispondono male ai genitori, che fanno certe marachelle o dicono parolacce, li piglierei a ceffoni, ma vederne uno che piange zitto zitto, davanti a un cane morto... o, gente!... fu una scena che mi toccò il cuore! A Pisa feci quello che dovevo e dopo due giorni di permanenza, ritornai in Maremma. A Orbetello mi toccò scendere, perché i diretti non fermano a Chiarone, ma meno male che fuori della stazione, c’è sempre una vecchia corriera all’arrivo dei treni, che a casa, bene o male ti ci porta! A sedere sulla panchina c’è proprio lui, quel ragazzetto del mio racconto che sbocconcellava una mela. Mi ci fermai davanti e gli chiesi: «L’altro giorno, mentre passavo col treno, ti vidi che piangevi davanti a quella povera bestia morta. Ma come si chiamava il tuo cane?» Smise di mangiare, poi mi guardò fisso negli occhi e mi rispose: «‘Un era mio. Ma gliera un cane!» Pensai che anche in un mondo falso e sofisticato come il nostro, meno male c’è ancora qualcuno che, grazie a Dio, il cuore ce l’ha!

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Una bella giornata

È quella del malato e dell’anziano organizzata dalla parrocchia di Anghiari

«Ciao Luigi, come stai?» «Benissimo, Massimo, e tu?» «Piuttosto bene pure io, grazie, ma dimmi; ti vedo particolarmente sereno e rilassato. Dove sei stato?» «Vengo dalla chiesa del Fosso, e sono stato alla Messa e alla giornata del malato e dell’anziano, organizzata dalla Parrocchia come da diversi anni a questa parte; è molto bella.» «Quando dici che è molto bella, che vuol dire? Mi hai incuriosito; spiegami un po’.» «Ma, senti Massimo; sai benissimo che una giornata può essere bella per tante ragioni. Può essere bella perché c’è il sole e sei a fare una passeggiata in campagna, oppure può essere bella perché hai avuto qualche soddisfazione al lavoro, o perché magari sei in gita in montagna assieme a familiari e amici. Questa giornata del malato e dell’anziano è bella perché vedi intorno a persone non più autosufficienti o comunque piuttosto in difficoltà, e magari avanti con gli anni, altre persone che si adoperano per essere loro di aiuto. Vedi le donne della Caritas che hanno preparato tanti dolci per il rinfresco finale…» «Rinfresco, Luigi, hai detto rinfresco? Rinfresco in chiesa?». «Certo Massimo, rinfresco in chiesa, ma fammi finire di rispondere alla tua domanda. Oltre alle donne della Caritas, che si adoperano anche durante la messa a portare da bere agli anziani e ai malati che ne hanno bisogno, vedi anche alcuni volontari della misericordia che sono andati a prendere questi anziani e malati alle loro case, alla residenza protetta e alla Ripa per portarli in chiesa, e al termine di tutto, proprio come è successo pochi minuti fa, li riportano ai loro domicili. Poi vedi anche bambini e bambine all’altare a servir messa, con i loro abiti da chierichetti, concentrati nei loro compiti, e vedi i parroci aiutati dal diacono, che celebrano messa in un clima solenne e molto composto. Ci sono anche uomini e donne, con alcuni giovani, che cantano durante la messa sulle note dell’organista, e, soprattutto ci sono gli anziani e i malati che, nelle prime file di panche, stanno molto attenti e seguono attentamente tutte le fasi della liturgia. Poi naturalmente ci sono i fedeli in chiesa.» «Ma, dimmi Luigi, ce ne sono tanti di fedeli in chiesa?» «Beh! Su questo argomento c’è da dire che dovrebbe esserci tutta la comunità, mentre, sì, c’è gente in chiesa, ma tanta gente è «assente…» «Perché dici che ci dovrebbe essere tutta la comunità se la giornata è del malato e dell’anziano?» «E’ vero che è la giornata dell’anziano e del malato, ma è altrettanto vero che, proprio per far onore a queste persone ormai non più autosufficienti, tutta la comunità cristiana dovrebbe stringersi intorno a loro e far sentire loro la gioia della vicinanza, dell’affetto, della condivisione…» «Senti Luigi, mi hai quasi convinto della bellezza di questa giornata, però far festa agli anziani e malati un giorno e poi per il resto dell’anno…» «Fermo qui, Massimo! Bene. Hai sottolineato una cosa che merita grande chiarezza. La giornata del malato che la parrocchia organizza, è solo il richiamo simbolico ad un’attenzione che deve concretizzarsi tutto l’anno, giorno dopo giorno. I nostri malati, i nostri vecchi, hanno diritto a tutta la nostra assistenza, alla nostra compagnia, alle nostre cure, sempre, e non certamente

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una volta all’anno. Questo lo capisci e lo sai. Questa giornata particolare però li aiuta a rivedersi assieme; persone che ad esempio si muovono soltanto in carrozzella o che da sole non possono andare da nessuna parte, in questo giorno particolare possono rivedersi, raccontarsi e condividere assieme la parola di Gesù attraverso i parroci che celebrano la messa. Ed anche per questo motivo sarebbe bello che nella giornata del malato e dell’anziano tutta la comunità cristiana gli si stringesse attorno proprio per far sentire loro la gioia dello stare insieme.» «Mi hai convinto pienamente; l’anno prossimo verrò anch’io in chiesa per festeggiare tutti assieme tutte queste persone meno fortunate di noi, noi che ancora possiamo muoverci ed andare dove vogliamo.» «Un’altra cosa, Massimo, cerca di valutare! Non aspettare l’anno prossimo per fare festa con un malato o con una persona anziana, e magari sola in casa, senza amici o conoscenti che la vadano a trovare. Muoviti oggi: è l’oggi che conta. Fai come alcuni animatori della Caritas, che io conosco bene; loro vanno settimanalmente a trovare nelle loro case, alla residenza protetta, alla Ripa, gli anziani, i malati, le persone sole, e portano loro la parola di Gesù ed un po’ di compagnia. Prova a fare come loro, oggi, nel presente, nell’unico tempo che conta; vedrai che il sorriso di una persona in carrozzella, un suo gesto, una parola o anche un suo silenzio, ed anche a volte la condivisione della sua sofferenza, ti daranno ricchezza nell’anima e ti trasmetteranno la gioia del giorno di festa. Provaci. Se vuoi ti metto in contatto con qualcuno dei miei amici animatori, e magari, vieni a trovarci in parrocchia!» «Luigi, sei sicuro che io possa essere persona adatta a fare queste cose?» «Massimo, chiunque è adatto a voler bene ad una persona anziana, ad un malato, ad un essere umano che ha comunque dentro di sé il crisma di Gesù; chiunque è adatto ad avere un cuore generoso e a capire che la solitudine si sconfigge con la compagnia e con la preghiera!» «Ci dovrò pensare seriamente. E intanto, grazie per la bella chiacchierata. Ciao, e a presto; buona serata, Luigi.» «A presto Massimo, e non ci pensare troppo a lungo; piuttosto vieni a trovarci presto in parrocchia. E buona serata anche a te!» In alto un momento della festa dell’anziano e del malato del 2011 con don Marco, don Mario, il seminarista (allora) Alessandro, don Romano e il diacono Fabio.


NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Le offerte di gennaio e febbraio 2016 Comanducci Franco e Gorini Laura € 5.00 Berni Giuseppe € 10.00 Meozzi Lotta Zanchi – la famiglia alla memoria € 250.00 Aldo Boncompagni – le amiche del tombolo alla memoria € 50.00 Alberti Mario - – la famiglia alla memoria € 125.00 Caselli Cesarina - – la famiglia alla memoria €. 100.00 Bracci Ascanio € 20.00 Cestelli Severino e Ferraro Vincenza € 5.00 Boriosi Rino € 5.00 Chieli Eugenia - – la famiglia alla memoria € 275.00 Giabbanelli Grazia in memoria di Enrica Mondani Camaiti € 50.00 “Marionnaud” offerte raccolte durante le festività natalizie € 55.00 Nazzareni Stefano € 20.00 Cerquatti Lea – la famiglia alla memoria € 140.00 Pinai Giulia - la famiglia alla memoria € 200.00 Gennaioli Giovan Battista - la famiglia alla memoria € 250.00 Magri Nella € 10.00 Mariani Franca € 10.00 Anonima € 500.00 Bini Adriano € 15.00 Magri Angiolo € 15.00 Gennaioli Leonello € 25.00 Baglioni Romano € 15.00 Gennari Rosa € 100.00 Giorgio e Gigliola € 50.00 Marcello Rossella - la famiglia alla memoria € 200.00 Lazzari Giuliana – la famiglia alla memoria € 675.00 Liliana e Vanna – in memoria di Franceschini Vandro € 50.00 Donati Dina – i colleghi di lavoro di Paola alla memoria € 100.00 Radziwonik Roberta – in memoria di Lazzari Giuliana € 10.00 Gennaioli Pietro - la famiglia alla memoria € 520.00 Lorent David € 45.00 Meozzi Adriano - la famiglia alla memoria € 300.00 Biccheri Fidalma - la famiglia alla memoria € 400.00 Giovanna, Silvia e Sara – in memoria di Mario Fornacini € 115.00 Bartolomei Corsi dott. Pietro – alla memoria della Dott.ssa Anna Maria Bartolomei € 100.00 Magrini Fortunato € 20.00 Lamagna Liborio € 120.00 Inci Lola - la famiglia alla memoria € 340.00 Anonimo in memoria dei propri cari € 450.00 Baracchi Francesco € 10.00 Rossi Angela € 30.00 Venturini Giuliano € 20.00 Vaccarecci Isolina € 25.00

I nuovi Soci Bacci Ivana Boncompagni Stefania Boncompagni Ugo Cangi Bruna Conti Adalgisa

Donati Sarti Elena Faetti Albertina Guadagni Assunta Marrini Mario Sperone Giuseppe

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Visitare gli infermi

ra le sette opere di misericordia corporali, ce n’è una che coglie forse più delle altre il senso più profondo della carità cristiana: “Visitare gli infermi”. Tramite l’organizzazione della nostra Caritas parrocchiale di Anghiari, è vero, cerchiamo anche di “dar da mangiare agli affamati”, “dar da bere agli assetati”, “vestire gli ignudi”; proviamo anche ad alleviare alcuni impegni economici intervenendo e facendoci carico di utenze primarie (energia elettrica, riscaldamento, acqua…); interveniamo nel pagamento di affitti; ascoltiamo con attenzione e condividiamo storie di povertà, di angoscia, a volte di disperazione, aiutando i nostri ascoltati, intervenendo direttamente ed orientandoli anche verso altre fonti (Comune di Anghiari, assistenti sociali, Unione dei Comuni…) istituzionalmente preposte (e prima della Caritas) ad intervenire nei casi dei bisogni primari. Questo perché “Siano anzitutto adempiuti gli obblighi di giustizia, perché non avvenga che si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia” (Apostolicam actuositatem, 8). Tutto ciò è frutto di impegno personale organizzativo del nostro “Gruppo Caritas” affiancato dalla generosità di quegli anghiaresi che “ci aiutano ad aiutare”. Visitare gli infermi (i malati, le persone anziane, coloro che soffrono di solitudine…) non ha invece bisogno di una organizzazione “a tavolino” o di iniziative finalizzate al reperimento di fondi finanziari (pranzi ad offerta, pesca di beneficenza…), ma necessita di un impegno individuale di ciascuno di noi. Ha semplicemente bisogno del nostro tempo, del nostro cuore, del nostro amore per chi soffre, per chi è invalido e non autosufficiente, per chi è solo. Le ore che i nostri volontari distolgono dalla famiglia, dai propri passatempi, e che dedicano invece alle visite ai nostri anziani, settimanalmente, sono le ore che completano la settimana della liturgia e della catechesi; sono le ore della carità. C’è la messa della domenica, certamente; ci sono gli incontri di formazione spirituale, sicuramente; c’è infine la carità delle opere, quella che “chiude il cerchio” nella vita del buon cristiano. E in questa carità delle opere, la visita dei nostri animatori agli anziani occupa sicuramente uno dei gradini più alti della scala che conduce i nostri passi verso l’eternità della gioia. Quando nelle riunioni del mercoledì i nostri animatori si raccontano nello svolgimento di questa bellissima opera di carità cristiana, la cosa che più mi sorprende e mi affascina, è la gioia con la quale gli animatori stessi si esprimono. È la soddisfazione che raccontano di provare ogni volta che compiono questa missione, inizialmente considerata quasi un gesto “doveroso” di condivisione umana; nella realtà, invece, si rivela come un puro atto di amore di reciproca soddisfazione. È bellissimo sentire come quelle tre o quattro ore settimanali, apparentemente messe in moto come sforzo ed impegno costruito, si trasformino ogni volta in un’azione di gioia, di condivisione, di appagamento: quelle poche ore, quasi per incanto, non sono più tempo sottratto a qualcuno o a qualcosa, ma diventano un viatico nella percorrenza della buona strada del Vangelo, non solo con le preghiere, ma anche e soprattutto con la pedagogia dei fatti. È così che per i nostri animatori della Caritas, questo appuntamento diventa un momento di serenità; ed anche i volti della sofferenza dei malati, degli anziani, delle persone sole, con la presenza dei nostri animatori e con la parola di Gesù, si aprono a volte ad attimi di quiete, di limpidezza, di speranza. Grazie animatori! Che Dio ve ne renda merito!

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

email: gruppoanghiari@fratres.eu

Un abbraccio con Papa Francesco Giubileo dei Donatori di Sangue

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abato 20 febbraio, a quasi due anni dall’ultima volta, Papa Francesco ha ricevuto di nuovo i Gruppi Donatori di Sangue Fratres, provenienti da tutte le regioni italiane. Anche la nostra bella realtà di Anghiari, insieme alle omonime associazioni Fratres di Caprese Michelangelo e di altre parti della provincia aretina, si è presentata all’appuntamento con tanto di cappellino bianco in testa, unitamente ad una grande gioia e indescrivibile emozione nel cuore. Durante la particolare udienza pontificia in piazza San Pietro, il Santo Padre ci ha parlato di “Misericordia e Impegno”. Ci ha ricordato che questo Anno Santo straordinario rappresenta per tutti noi una vera e propria opportunità, per entrare in profondità all’interno del mistero della Bontà e dell’Amore di Dio e che, soprattutto in questo tempo di Quaresima, la Chiesa ci invita a conoscere sempre di più il Signore Gesù. È un impegno che siamo chiamati ad assumere ogni giorno, per offrire a quanti incontriamo in questo pellegrinaggio terreno, il segno concreto della vicinanza di Dio. Ci ha poi spiegato che la nostra vita, il nostro atteggiamento, il modo di andare per la vita deve essere proprio un segno concreto del fatto che Dio è vicino a noi. Fare piccoli gesti di amore, di tenerezza, di cura, fa pensare che il Signore è con noi, è vicino a noi, ed è così che si spalancano le porte della Misericordia”. Impegnarsi, infatti, vuol dire assumersi una responsabilità, un compito verso qualcuno. Ogni giorno ci è chiesto di mettere impegno nelle cose che facciamo: nella preghiera, nel lavoro, nello studio ma anche nello sport, nelle attività libere. Impegnarsi, insomma, vuol dire mettere la nostra buona volontà e le nostre forze per migliorare la vita, cercando di trasformarla in un impegno di misericordia per tutti. Fantastico come

sempre il nostro Papa Francesco! Peccato che, complici gli attenti controlli di sicurezza, al momento di entrare in piazza, l’abbiamo potuto vedere solo da lontano, ma la Sua voce ha comunque raggiunto il profondo dei nostri cuori. Grazie, grazie di cuore Papa Francesco, per tutto quello che riesci a donarci ogni giorno e per averci dato la possibilità di incontrarti ancora una volta! Al termine dell’udienza, tutti in fila per attraversare insieme la Porta Santa e, nel pomeriggio, passeggiata turistica per i luoghi simbolo dell’antica Roma (Castel Sant’Angelo, Piazza Navona, Pantheon, Fontana di Trevi, Piazza di Spagna…) sotto l’esperta guida del nostro Massimo e con un occhio particolare ai capolavori del grande Caravaggio, custoditi nelle chiese di Sant’Agostino e Santa Maria del Popolo. Veramente una gran bella giornata!!!

L’uovo della solidarietà è tornato

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e lo ricordate? Fino a qualche anno fa, non c’era Pasqua senza che i nostri volontari offrissero a quanti lo avessero desiderato un bell’Uovo di cioccolato, ricco di tanta… solidarietà. Raccogliendo l’invito degli amici del Gruppo Fratres di Castiglion Fibocchi, impegnati da tanti anni nella raccolta di fondi per la ricerca contro il Neuroblastoma, una gravissima forma tumorale che colpisce i bambini in età pediatrica, tutto il nostro consiglio direttivo ha deciso di aderire all’iniziativa dal nome “Cerco un Uovo Amico!”, consistente nel proporre l’acquisto di questo simbolo pasquale a quante più persone possibili, in prossimità dell’omonima ricorrenza. A tal fine sono state coinvolte anche alcune scuole superiori del territorio. È iniziato così un intenso passa parola che ha riguardato parenti, amici e conoscenti ed al tirar delle somme è stato conseguito un ottimo risultato: quasi un centinaio le uova ritirate, infatti, a riprova dell’alto livello di sensibilità sociale e carità cristiana presente tra la nostra gente. In alto; una parte dei tanti pellegrini Fratres presenti in Piazza San Pietro a Roma per l’incontro con Papa Francesco. Qui a lato; La locandina dell’iniziativa “Cerco un Uovo Amico”.

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Giuseppina e Cristina


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

Rinnovati gli Organi Direttivi della Fratres Provinciale

I nostri rappresentanti hanno fatto il pieno di preferenze

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opo le elezioni degli organi nazionali della Consociazione dei Gruppi Fratres dello scorso novembre ed in attesa di procedere al rinnovo di quelli regionali, nell’ultimo fine settimana di febbraio si è tenuta in quel di Arezzo ed in seduta elettorale, l’assemblea ordinaria di tutti i ventisei gruppi Fratres della provincia, per procedere al rinnovo dei propri organi direttivi per il quadriennio 2016-2019. Presenti in modo diretto o per delega quasi tutte le associazioni. Dopo il consueto momento di preghiera guidato dall’Assistente Spirituale Padre Giovanni Martini, il presidente uscente Pietro Ganganelli ha tenuto una dettagliata relazione sull’attività svolta e sui risultati raggiunti a livello provinciale, nei quattro anni del proprio mandato. E’ stata innanzitutto evidenziata la costante crescita del numero delle donazioni effettuate dai propri volontari nelle cinque strutture della ASL 8, che sono arrivate ad una media di quasi settemilatrecento all’anno, un terzo circa dell’intero fabbisogno provinciale. Successivamente si sono ricordati ai presenti il grande impegno profuso e le tante iniziative intraprese nell’importante campo della promozione della donazione del proprio sangue tra la nostra gente: affissione di migliaia di manifesti appositamente stampati, ben due campagne pubblicitarie sugli autobus di linea extraurbani e la messa in onda sulle principali tv private di uno spot video appositamente creato. Sottolineata anche l’importanza di consolidare ulteriormente i rapporti con la Chiesa Cattolica e le altre associazione del volontariato cristiano quali Misericordie, Caritas ed Oratori parrocchiali, con l’obiettivo di poter meglio rispondere insieme ai crescenti bisogni del prossimo e rafforzare la propria presenza nel territorio. Affermata, infine, la necessità di un maggiore coinvolgimento dei tanti ragazzi e ragazze iscritti, nelle attività dei vari gruppi e in quelle dello stesso livello provinciale, puntando a ricreare innanzitutto quella Consulta Giovani che fino a qualche tempo fa era il nostro fiore all’occhiello.

email: gruppoanghiari@fratres.eu

S u b i t o dopo sono stati illustrati, dal segretario economo Luca Fabbri, i bilanci consultivo 2015 e preventivo 2016 per chiederne poi l’approvazione. Te r m i n a t a così la prima parte dell’assemblea, è stato dato il via alle votazioni per il rinnovo sia del Consiglio Direttivo Provinciale che del Collegio dei Revisori dei Conti e, subito dopo, alla proclamazione degli eletti. Da segnalare il grande successo conseguito da tutti e tre i candidati appartenenti al nostro Gruppo Fratres di Anghiari. Oltre alla riconferma a grande maggioranza del presidente uscente Pietro Ganganelli, sono stati infatti eletti Fabiano Vellati per il Consiglio Direttivo e Carlo Leonardi per il Collegio dei Revisori dei Conti. Ta n t a l a soddisfazione di tutti noi alla notizia di questi risultati che oltre a rappresentare un giusto riconoscimento all’impegno operativo profuso fin qui dai tre eletti, costituiscono una valida conferma dell’importante ruolo assolto da sempre dal Gruppo di Anghiari a livello provinciale, nello strategico campo della donazione del sangue e dei suoi componenti. In alto: il tavolo della presidenza con i vari relatori. Qui sopra: I nostri tre volontari eletti negli organismi della Fratres provinciale: da sx Fabiano Vellati, Carlo Leonardi e Pietro Ganganelli.

Calendario delle prossime iniziative Fratres VIAGGIO TURISTICO: Un giorno a Lucca tra storia e religione. Sabato 2 aprile 2016. In collaborazione con le parrocchie di Anghiari, Micciano e Tavernelle e con il Gruppo Fratres di Caprese Michelangelo. Partenza ore 07.00 dal Campo della Fiera. Pranzo al sacco!!! Per iscrizioni: parrocchie ed ufficio della Misericordia.

FRATRES IN PIAZZA: Domenica 8 maggio 2016: giornata di promozione della donazione del sangue in tutte le piazze della Toscana.

FESTA ESTIVA DEL DONATORE e 40° di FONDAZIONE: sabato 2 e domenica 3 luglio 2016: Solenne Celebrazione Eucaristica nella Pieve di Micciano, con premiazione dei donatori particolarmente attivi, Ballo in piazza, Corsa Podistica.

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Solo Gesù ha parole che corrispondono al cuore

ingrazio Don Marco e la vostra comunità per avermi dato la possibilità di fare questo lavoro, un lavoro che mi ha spinto a ricercare ciò che dovevo rappresentare, a studiarne il significato, permettendomi di andare a riscoprire l’origine della mia fede, attraverso la storia del vostro patrono e del vostro paese. Il mestiere che mi è stato insegnato da mio padre è il mezzo per me per comunicarvi questo lavoro, non è semplicemente un racconto a colori ma vi chiedo di soffermarvi sulla materia che è la ceramica perché è essa stessa come materia che comunica. Nel 1° pannello è rappresentato S. Bartolomeo patrono del vostro paese. La chiesa del IX sec. ha identificato Bartolomeo in Natanaele, nato a Canaa di Galilea. Nel IV Vangelo si narra di lui e del suo incontro con Gesù, che gli si rivolse dicendogli “prima che Filippo ti chiamasse io ti ho visto sotto il fico” (Giovanni 1, 43). Natanaele si sentì come letto dentro da queste parole e questo è capitato anche a me nel primo incontro con l’esperienza cristiana. Il cuore di Natanaele si aprì, riconobbe Gesù come figlio di Dio e Re di Israele, lo seguì come apostolo e offrì la sua vita per proclamare il Vangelo nell’Asia, seguito da molti. Per questo l’ho rappresentato sotto il fico mentre offre il coltello, simbolo del martirio, proprio a noi, a me che lo guardo, mentre lui guarda Gesù. Il mantello rosso, simbolo del martirio, feconda la terra. Nel 3° pannello S. Francesco pianta ad Anghiari una croce, la pianta come una spada che feconda la terra, da cui scaturiscono i quattro fiumi del Paradiso che discendono dalla montagna santa. Questa croce di Cristo diventa Albero della vita ed è una grazia per l’uomo, perché collega la terra al cielo, questa croce porta frutto, i fiori sono quelli del melograno simbolo della fertilità, sullo sfondo Anghiari e la sua

campagna ben ordinata e fertile. Al centro ho rappresentato l’Ultima Cena collocandola all’interno della barca di Pietro, che simboleggia la Chiesa, nel mare, luogo dell’abbondanza (i pesci). Gesù è avvolto in una veste candida, il colore della gloria, della resurrezione. La veste si apre in una offerta di sé su di una tunica rossa simbolo della passione; un rivolo di sangue riempie la coppa. “Fate questo in memoria di me.” La consacrazione eucaristica passa attraverso la realtà creata ad opera dell’uomo: “il pane e il vino” e tutto il cosmo viene assunto dal Verbo eterno, l’alfa e l’omega, l’inizio e la fine. In cima all’albero della nave risplende il faro che è Cristo stesso. L’Eucarestia è anche l’incontro degli apostoli con Gesù. Essi sono attratti e legati a Lui e questo è rappresentato attraverso il panneggio che li raccoglie intorno a Gesù. Nel 1981 l’allora Cardinale Ratzinger diceva: “per accostarsi al Mistero di Dio l’uomo ha bisogno di vedere, di fermarsi a vedere, e di fare sì che tale vedere divenga un toccare.” Egli deve salire la “scala” del corpo, per trovare su di essa la strada alla quale la fede lo invita. Mentre lavoravo tenevo a mente ciò che il mio amico Alfredo mi disse prima di fare questo lavoro : “ ....è proprio per questo che disegniamo e lavoriamo, per entrare di più nella realtà, per conoscerla, chiederne il senso e poi amarla.” È un flusso umano ininterrotto partito da Gesù, e che è poi proseguito attraverso i suoi discepoli, tra i quali S. Bartolomeo nell’Asia, S. Francesco in Europa ed è giunto fino qui ad Anghiari, fino a me e a voi; mi auguro e vi auguro che possiamo farne partecipi i nostri figli e tutti quelli che incontriamo, perché solo Gesù ha parole che corrispondono al cuore. Le tre formelle dell’altare maggiore della PropoGrazie. situra realizzate da Marina Bondanelli. Dall’alto: Marina Bondanelli San Bartolomeo, l’Ultima Cena, San Francesco.

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A Roma per il Giubileo

Il pellegrinaggio della parrocchia di Anghiari

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uando Don Marco ha annunciato alla fine della messa che aveva organizzato per la parrocchia un viaggio a Roma per il Giubileo indetto dal Papa, abbiamo aderito subito e con noi tante persone, un pullman intero. Roma, la capitale, ha un fascino particolare, piena di monumenti, di chiese e opere d’arte e noi l’abbiamo gustata ancora meglio grazie a Caterina, che non ha risparmiato la sua conoscenza ed ha illustrato tutto con grazia e semplicità. Con Don Marco e Caterina abbiamo attraversato la Porta Santa delle Basiliche e visto San Paolo, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore, San Pietro, La Scala Santa, le catacombe di San Sebastiano, la Basilica Costantiniana. Ma devo dire che il momento più bello per me è stata la Messa che Don Marco ha celebrato nelle Grotte Vaticane, in una piccola cappella posta sotto San Pietro, dove ci sono alcune tombe dei Papi, un momento solo per noi, dove capire il senso di questo pellegrinaggio e custodirlo come una ricarica per i giorni a venire. Dopo la Messa, ci siamo spostati in piazza San Pietro per partecipare all’Angelus di Papa Francesco, per poi finire al ristorante e pranzare tutti insieme. Due giorni veramente intensi, ma non abbiamo lasciato indietro nulla ricaricando anima e corpo. Linda

In alto il gruppo anghiarese nella basilica di San Paolo e, sotto, durante la S. Messa, celebrata da don Marco, nella cappella delle tombe dei papi.

Due preziose opere d’arte

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lessandro Martini alcuni anni fa realizzò per il Santuario del Carmine un evangelario (la custodia dei testi sacri) con la tecnica a sbalzo e cesello con materiale in rame e custodia in legno rivestita di pelle. Le due immagini principali sono costituite da una Crocifissione e dall’Apparizione della Madonna alla giovane Marietta in località Combarbio. Ci sono poi dei simboli mariani in cesello e, nel dorso, il monogramma del Santuario: SMC Con l’intervento realizzato in questi giorni si è voluto dare maggiore luminosità agli sbalzi per cui è stata fatta una galvanizzazione in oro zecchino. Ricordiamo che l’evangelario viene utilizzato in occasione delle celebrazioni solenni nel Santuario del Carmine. Un altro intervento simile è stato eseguito per lo sportello del ciborio della chiesa di Santo Stefano. Realizzato in legno, Alessandro Martini lo ha arricchito di alcune scene su rame a sbalzo. Anche in questo caso, con la galvanizzazione in oro zecchino, si è dato all’opera maggiore luminosità: si tratta del martirio di Santo Stefano con, in alto, i simboli del pane e del vino. Qui a sinistra lo sportello del ciborio collocato nella chiesa di Santo Stefano; a destra i due frontespizi dell’evangelario: la crocifissione e l’apparizione della Madonna a Marietta in località Combarbio, oggi Carmine.

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CONFRATERNITA DI MISERICORDIA DI ANGHIARI

Fondata nel 1348

52031 Anghiari (AR) C.so G. Matteotti 129 – tel. 0575-789577 fax 0575-749250 C.F. 82000890515 internet: www.misericordiadianghiari.org e-mail: info@misericordiadianghiari.org

AI NOSTRI SOCI Carissima Consorella, carissimo Confratello, come negli anni passati, anche in questo inizio 2016 un nostro volontario sta venendo a trovare ciascuno di Voi per incassare la consueta quota sociale. Vi ringraziamo quindi, anzitutto, per la Vostra fedeltà con la quale, anno dopo anno, continuate a seguirci e a non farci mancare il Vostro contributo finanziario per noi molto importante. Se condividete la strada fin qui percorsa e quella che vogliamo percorrere secondo l’insegnamento del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa, continuate ad esserci vicini; ponetevi al fianco della Vostra Confraternita, siate promotori di iniziative, aiutateci nel portare avanti la missione caritativa e di soccorso affidateci dalla nostra coscienza cristiana. Siate pure pronti a sottolineare i nostri eventuali errori, ma soprattutto siate pronti ad aiutarci! Bilancio sociale anno 2015 Carissimi soci, già in altre occasioni abbiamo espresso quanto sia difficile redigere un bilancio consuntivo di un anno di lavoro di un’associazione come la Confraternita di Misericordia. C’è sempre il rischio di sbilanciare troppo la descrizione verso dati tecnici e numerici a danno di un impegno sociale non misurabile aritmeticamente, oppure di soffermarsi troppo sulle tematiche del volontariato tralasciando invece dati calcolabili e numericamente riscontrabili, anche loro importanti e meritevoli di analisi e di approfondimento. Per aiutarvi nella lettura delle nostre attività, pertanto, anche per quest’anno Vi daremo informazioni a tema, in forma sintetica. Ognuno di Voi potrà poi chiederci chiarimenti e spiegazioni in merito alle varie attività. Il bilancio contabile dell’anno 2015, ancora da sottoporre agli Organi Statutari preposti (Magistrato, revisori dei conti e Assemblea dei soci), riepiloga entrate ed uscite con tutti i dettagli analitici, reversali di incasso, mandati di pagamento e relativi documenti giustificativi; tutto il materiale è provvisoriamente a disposizione di Voi soci, visionabile presso la segreteria della sede. Il bilancio verrà comunque presentato e sottoposto al Vostro giudizio durante la prossima assemblea che verrà convocata entro il 30 aprile c.a. Attività formative: sono stati organizzati corsi di formazione per il conseguimento dei brevetti di livello di aiuto sociale e di soccorritori volontari di livello avanzato. Sono state sviluppate serate di “lezione e retraining” per migliorare e perfezionare le conoscenze tecniche di tutto il nostro personale volontario.

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Iniziative ludiche “paesane”: La Confraternita ha organizzato la serata del “3 maggio” in conformità con le proprie tradizioni secolari (tombola e fuochi pirotecnici). Ha collaborato con i propri volontari in servizio alla giornata del Palio della Vittoria, alle attività del Carnevale, e soprattutto ha fornito assistenza a quasi tutte le iniziative paesane di carattere sportivo ed amatoriale, dal calcio al ciclismo, al motocross, all’equitazione… Servizi permanenti: ha cercato di tenere aperto, per quanto possibile, l’ufficio segreteria della propria sede ogni mattina dal lunedì al sabato (qualche volta anche la domenica). Ha mantenuto aperto il museo storico dell’associazione, in via Nenci, il sabato pomeriggio, la domenica e in tutte le altre festività infrasettimanali, compreso il periodo di apertura della mostra dell’artigianato locale. Ha mantenuta aperta la Cappella di San Marco ogni qual volta ne sia stata richiesta la disponibilità. Attrezzature e servizi “sanitari”: ha tenuto a disposizione di tutti alcune attrezzature sanitarie per uso temporaneo (carrozzelle, deambulatori, stampelle ortopediche…), acquistandone di nuove per un servizio più puntuale e diffuso. Ha aperto i propri ambulatori a nuovi professionisti in aggiunta ai medici di base ed al dentista già presenti ormai da anni nei nostri locali. Il fine è quello di mettere a disposizione di tutti Voi importanti servizi sanitari “in loco”, senza doverVi recare ogni volta presso altri studi nei comuni limitrofi. Interventi immobiliari: ha provveduto ad effettuare una manutenzione ordinaria su tutti i locali. Ha inoltre completato, in collaborazione con la Parrocchia di Anghiari, il recupero di un bilocale adiacente alla nostra sede, da utilizzare per lo stazionamento dei nostri volontari durante i turni di servizio di intervento sanitario d’urgenza (BLSD). Rinnovo e Manutenzione del “parco macchine”: il parco macchine si è arricchito nel 2015 di un nuovo automezzo attrezzato per il trasporto disabili, un Fiat Doblò, in sostituzione di analogo mezzo parzialmente usurato. Assemblee e magistrati: le riunioni del Magistrato si sono effettuate all’occorrenza, mentre le Assemblee dei soci sono state convocate ed espletate il 30 marzo ed il 30 novembre. Progetto “Diamoci una scossa”: il progetto era nato per


diffondere in modo capillare la presenza dei defibrillatori Semi-Automatici Esterni (D.A.E.) sul nostro territorio, nonché per istruire il personale laico al loro utilizzo e al massaggio cardiaco occorrente in caso di necessità. I risultati sono stati ottimi: ormai ben 16 D.A.E. sono stati posizionati in altrettanti luoghi sparsi nel territorio anghiarese. Nel 2015 si è aggiunto un nuovo defibrillatore in località Bernocca, mentre si sta perfezionando la pratica per un nuovo defibrillatore che verrà posto vicino alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Quest’ultimo ci è stato donato dagli amici della “Scampanata”. Quasi trecento anghiaresi hanno ormai partecipato al corso per l’uso del defibrillatore e per l’effettuazione del massaggio cardiaco; anche loro meritano tutta la nostra riconoscenza. E proprio durante il 2015 molti di loro hanno partecipato ai corsi di “retraining” per non perdere la “familiarità” nell’uso del prezioso strumento. Collaborazioni con la Parrocchia di Anghiari e con la Caritas: l’associazione è stata presente con i propri volontari per aiutare nella “giornata del malato” nel mese di febbraio, così come nella festa estiva dell’anziano e del malato svoltasi in agosto presso la struttura parrocchiale di Micciano. Ha partecipato con le proprie “cappe nere” a diverse manifestazioni religiose; fra tutte, la processione del Venerdì Santo in aprile e quella della “Madonna di Loreto” in dicembre. Ha partecipato a varie riunioni con le altre Compagnie presenti nella nostra comunità (a Micciano, a Tavernelle, a Galbino, …). Attività dei volontari con i nostri automezzi: nell’anno 2015 i nostri volontari sono usciti, con gli automezzi di soccorso e con i nostri mezzi attrezzati, per n. 3.726 servizi ( 10,21 servizi di media al giorno per 365 giorni ) percorrendo Km. 161.544 con una media di Km. 43,35 a viaggio, e una media giornaliera di Km. 442,58. Hanno assicurato la loro presenza presso l’ospedale di Sansepolcro per il servizio di pronto intervento 118 con ambulanza e medico a bordo, per complessivi 766 turni e un totale di 6.550 ore. Hanno inoltre espletato il servizio di emergenza urgenza in BLSD con ambulanza a pronta partenza, assicurando la propria presenza per complessive 5.620 ore. Hanno infine assicurato il servizio di reperibilità giornaliera, diurna e notturna. Tutto questo, i nostri volontari! Non solo numeri. Invitiamo tutti Voi a soffermarVi un attimo su queste cifre e, soprattutto, sull’impegno giornaliero dei nostri volontari che queste cifre suggeriscono. Anche quest’anno, come forma di riconoscenza a favore dei nostri volontari, vogliamo “togliere loro l’anonimato” e di seguito li vogliamo elencare. Sono 57 i volontari anghiaresi che nel 2015 hanno effettuato almeno un servizio: Albiani Franco, Bigioli Umberto, Bini Massimo, Bruttini Emanuela, Burioni Sisto Leandro, Cambi Ruggero, Cangi Irene, Casacci Alessandro, Cenciarelli Cristian, Cenciarelli Marisa, Ceradini Livia, Cesari Sara, Cesari Valentina, Comanducci Nevio, Comparini Marta, Del Pia Grazia, Draghi Stefano, Finocchi Francesca, Gabrielli Fabrizio, Gattari Giampaolo, Giuliattini Laura, Gorbi Giuliano, Kondratowich Nadezda, Manenti Andrea, Marghi Ermanno, Melani Paolo, Mencarini Laura, Meozzi Quinto, Mercatelli Gessica, MondaniAlessandro, Morelli Fabrizio, Neri Valente, Nicchi Bruno, Pacini Linda, Pagliaroli Costantino, Pallini Carlo, Paterni Silvano, Piccini Giovanni, Piomboni Orlando, Poderini Leonella, Polizzi Giuseppe, Pompeo Chiara, Puleri Maurizio, Ricci Michele,

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Rondoni Marco, Rossi Agostino, Senesi Loris, Senesi Simona, Seri Paolo, Sirianni Rebecca, Tortori Amedeo, Tramontani Serena, Tranchini Antonio, Vellati Fabiano, Venturini Giuliano, Veri Franca, Zanelli Pamela. Abbiamo poi dato e ricevuto collaborazioni di alcuni volontari di Caprese Michelangelo, Monterchi, Pieve Santo Stefano e Sansepolcro. Atutti Voi volontari, grazie, e “che Dio Ve ne renda merito”. Questa è la sintesi del bilancio sociale dell’ultimo anno appena trascorso, il 2015. Ciò è stato possibile, per la parte umana, grazie all’opera di volontariato delle nostre consorelle e confratelli attivi, e per la parte economica anche attraverso la generosità della nostra popolazione. Importante è l’apporto della quota sociale che tutti Voi soci, anno dopo anno, ci fate pervenire; siete una realtà fondamentale, indispensabile per la nostra attività. Di tutto ciò Vi ringraziamo. Abbiamo lavorato bene? Potevamo fare di più? Abbiamo colto il senso della Confraternita e della sua storia? Sappiamo di commettere errori; sappiamo che ci sarebbe bisogno di fare di più. Ma sappiamo anche di aver provato a fare “del nostro meglio”. Vi chiediamo di aiutarci sempre di più, in opere ed idee, per migliorare il nostro lavoro nell’interesse di tutti. Da parte nostra, continueremo ad impegnarci e Vi terremo aggiornati in riferimento alle iniziative dell’Associazione. Fraterni saluti

Il Magistrato

Nelll’altra pagina - Assemblea dei Soci, 27 novembre 2005. In questa pagina, dall’alto - Festa estiva del malato e dell’anziano presso la Pieve di Micciano, 2 agosto 2005. - I Volontari incontrano l’Arcivescovo Riccardo Fontana in occasione della Visita Pastorale, il 13 ottobre 2014. - Alcuni confratelli ricostruiscono scherzosamente il soccorso di un malato (come succedeva una volta) con la lettiga a spalla conservata presso il Museo. - I volontari si intrattengono presso la sede del Borgo della Croce in attesa dell’Assemblea generale dei Soci, 24 novembre 2013.


Auguri a Rita e Velso

Lettera dei figli a mamma Giuliana

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ei ci chiamava amore perché era fatta d’amore, amore in ogni sua forma, pensiero o gesto. Sei stata il nostro esempio, di forza, coraggio e tanta tanta dignità. Il tuo desiderio di vivere era legato a noi, ci hai messo al centro della tua vita e scambiandoci amore siamo andati avanti con il tuo sorriso, quel sorriso che ci accompagnerà per tutta la vita. Dispensavi un sorriso per tutti, leale, puro e contagioso. Per noi tutti avevi parole di conforto. Eri amante della natura e anche se non potevi più camminare e viaggiare noi siamo stati per te i tuoi occhi; ti raccontavamo le nostre avventure ed esplorazioni, tu rimanevi rapita, orgogliosa e un po’ spaventata. Ci hai insegnato la cosa più bella “la libertà”, la libertà di pensare, di agire, di scegliere e vivere. E poi il tuo compagno di vita, il babbo, un uomo semplice nella sua umiltà racchiude tutte le più belle qualità umane e ti è stato sempre vicino. Grazie a te siamo uniti, sei stata il nostro perno, la colonna portante della casa e saremo forti, tenaci nelle difficoltà della vita perché tu questo ci hai insegnato. Ringraziamo tutti quelli che ci sono stati vicini, amici e parenti tutti. Ora le gambe non ti servono più, ora hai un bel paio d’ali.

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ita Ercolani e Velso Cesari, abitanti nel centro di San Leo, si sono sposati il 21 febbraio del 1966 e quindi cinquanta anni di matrimonio e nozze d’oro. Si sono sposati nella chiesa di Petriolo e Velso ricorda che quel giorno c’era la neve alta. Il parroco era don Giuseppe, ancora oggi titolare della parrocchia, ma li ha sposati don Mario, parroco di una parrocchia della Rassinata e amico di loro amici di Arezzo. Tutto questo perché la sposa era di Fighille mentre Velso, originario delle Bertine, abitava già nel centro di San Leo, in una casa confinante con quella attuale. Dopo il matrimonio il pranzo è stato organizzato presso il Ristorante di Orfeo al Borgo e quindi viaggio di nozze. Prima tappa ad Arezzo (come vedete hanno camminato poco) e poi da qui altre soste a La Spezia e Genova per giungere infine in Costa Azzurra, a Nizza, per una decina di giorni. Ma veniamo all’antefatto. Si sono conosciuti per un caso fortuito, proprio una coincidenza. Velso infatti, che era mezzo impegnato con una ragazza, faceva il camionista e stava andando ad Anghiari con il suo “42 rosso” quando vede questa cittarellina in bicicletta che stava andando dalla sua zia ai Tordini. [Parla Velso] Mi accosto un po’ e mi metto a parlare con lei. Così vengo a sapere che era di Fighille e che stava andando da questa zia. Allora la invitai a ballare qui al Circolo a San Leo e da lì eccoci qua ancora insieme, con due figlioli e quattro nipoti; e chi è più felice di noi? Per festeggiare questo evento siamo ritornati a Petriolo, con don Giuseppe, dove abbiamo rinnovato le promesse di matrimonio e la nostra nuora ha eseguito i canti durante la celebrazione. Quindi abbiamo concluso la giornata con i nostri familiari al ristorante Da Vinci. Anche noi della Redazione vogliamo mandare a Velso, nostro collaboratore, e alla moglie Rita, tantissimi auguri. I nostri lettori, ora che lo sanno, potranno farglieli personalmente quando li incontreranno.

Altra morte Eugenia Chieli

Sempre presente con i fratelli li ritroverà lassù contenti

Veri Cittadini di questo Anghiari dove vivevano tutti alla pari

Fuori dal paese c’è un’altra morta che à creato tanto sconforto

Sempre un saluto lei mi portava e della moglie mi domandava

Cara famiglia tanto conosciuta ora l’Eugenia l’hanno perduta

Ma brutta sorte sempre incontrata così la morte l’à rapinata

La cara Eugenia che si incontrava quando al Cimitero noi si andava

Erano legate da tanta amicizia in giovinezza con vita più trista

Quando la morte con la bruttezza ci porta via la gente modesta

La cara Eugenia la vedevo seduta davanti alla porta con vita goduta

Lei abitava all’Infrantoio per il Cimitero c’è il corridoio

Ora à raggiunto il suo riposo con un rispetto lì dignitoso

Vera famiglia di lavoratori e tanto grande i loro cuori

Ora anche lei ci à abbandonato lassù nel cielo sarà mondo amato:

di Armando Zanchi

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Nomi, alberi e toponomastica

Notizie dalla Piazza comunicati stampa presi qua e là

Giovedì 25 febbraio 2016 - Mancano ancora due mesi circa al via della Mostra Mercato dell’Artigianato della Valtiberina Toscana, ma la macchina organizzativa è già al lavoro da tempo e si sta preparando per regalare ai tantissimi appassionati nove giornate tutte da vivere. La 41° edizione della Mostra comincerà il 23 aprile, si protrarrà fino al 1 maggio e si svolgerà come di consueto nel caratteristico e affascinante centro storico di Anghiari (in provincia di Arezzo). L’organizzazione è curata dall’Ente Mostra Valtiberina Toscana e dall’Associazione Pro-Anghiari con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Arezzo e del Comune di Anghiari e grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria. Giovedì 18 febbraio 2016 - Regalaci un raggio di sole. È questo il nome dell’iniziativa promossa dal Comune di Anghiari che vedrà come protagonisti gli studenti delle terze medie dell’Istituto Comprensivo di Anghiari e del Liceo Artistico. Nello specifico l’iniziativa riguarda l’abbellimento delle pareti della Residenza attraverso dei pannelli di legno che saranno poi disegnati e dipinti proprio dagli studenti dell’Istituto Comprensivo con la collaborazione degli alunni del Liceo Artistico e sotto la guida dei professori Simona Chiasserini, Sonia Migliorini, Elia Camaiti ed Antonio De Iaco. I pannelli saranno applicati all’interno delle stanze e porteranno certamente un tocco di allegria. Martedì 16 febbraio 2016 – Venerdì 19 febbraio, presso la sala della Misericordia ad Anghiari, il Comitato Terra Valtiberina presenterà il proprio sito con il quale intende sensibilizzare la popolazione sul pericolo dell’uso indiscriminato e senza regole e controlli di fitofarmaci. Venerdì 12 febbraio 2016 - Conferenza stampa indetta dalla Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo per fare il punto definitivo sull’iniziativa benefica promossa in favore dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. Per ogni nuovo conto corrente aperto presso la Banca di Anghiari e Stia durante il 2015 è stata effettuata una donazione all’Ospedale Pediatrico. L’iniziativa, promossa in occasione del 110° anniversario della Banca, ha fatto sì che si sia potuto consegnare al professor Antonio Messineo l’assegno con i 4200 euro raccolti. Martedì 9 febbraio 2016 – Domenica 7 febbraio, presso il Giardino della Memoria situato nell’ex Campo di Concentramento di Renicci alla Motina, si è svolta la seconda iniziativa programmata dal Comune di Anghiari per celebrare il Giorno della Memoria. La manifestazione è iniziata con le parole della lettera di un internato del Campo di Renicci che sono state lette da Andrea Valbonetti. Venerdì 15 gennaio 2016 - Alle 17:30 nella rinnovata sala del consiglio di Palazzo Pretorio, situata in Piazza del Popolo ad Anghiari, si svolgerà la presentazione del libro “Guerra e Resistenza nell’Alta Valle del Tevere (1943-1944)” di Alvaro Tacchini, storico e saggista che più di altri, e con metodo scientifico, ha dedicato gran parte delle proprie ricerche all’Alta Valle del Tevere, soffermando il suo sguardo “laico” soprattutto nei primi cinquanta anni del XX secolo.

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ensavo che i Mori si chiamassero così per le numerose piante di gelso che forse esistevano in quel luogo e le cui foglie si usavano per alimentare i bachi da seta. D’altra parte la Ripa (la Bacarugia di buona memoria) è proprio lì sopra. E invece i diretti interessati mi hanno modificato il tutto dicendomi che il motivo è dovuto ai Draghi, abitanti preponderanti di quel luogo, che sono molto “mori”. Vedremo! Intanto si può dire con sicurezza che nelle mappe granducali (1800 e spiccioli) la località è segnata come Poderino. Poi ho continuato il giro dell’acqua santa con don John e ci si stava indirizzando verso il Faggeto, dalla famiglia Acquisti. E allora stavo pensando ad altre località simili: un Ca’ Faggio a Viaio, un altro Cà Faggio vicino a Toppole, di nuovo Ca’ Faggio poco dopo la Barbolana, senza dimenticare la Faggeta di Caprese. Ma se lassù il nome è naturale e conseguente per le tante piante di faggio presenti, perché tale nome anche da noi dove dei faggi nessuno può godere dell’ombra ristoratrice? E l’Acquisti, nostro ospite, ha proposto che una volta in questi luoghi esistessero tali piante, oggi scomparse; da tenere presente che già ai primi dell’Ottocento si chiamava così. Però lui ha provveduto, con pazienza e molte cure, a piantare e far crescere due faggi, dedicati ai suoi nipoti, che sono lì, lungo il viale di ingresso alla sua casa: Il Faggeto appunto. Ora la casa potrà legittimamente chiamarsi così come si chiama! Ma non basta. Questa casa esisteva almeno dal 1741. Questa è la data trovata in una pianella recuperata da Giuseppe in occasione di alcuni lavori e la stessa data si trova in un camino collocato in una stanza dell’abitazione. Ma senz’altro la casa ha origini più antiche. Vedremo e vi faremo sapere.

Il pane (di una volta)

di Clèto

Per quelli più anzianotti come me, riporto una serie di affermazioni sul pane. Qualcuna me la diceva anche il mio babbo e così, quando ho trovato la stampa completa non ho potuto fare a meno di riproporla. È del 1928 e ognuno può trarre tranquillamente le sue considerazioni. AMATE IL PANE cuore della casa profumo della mensa gioia dei focolari RISPETTATE IL PANE sudore della fronte orgoglio del lavoro poema di sacrificio ONORATE IL PANE gloria dei campi fragranza della terra festa della vita NON SCIUPATE IL PANE ricchezza della patria il più soave dono di Dio il più santo premio alla fatica umana


Alla Madonna del Carmine di Paolino Veri Vergine del Carmine benedetta Volgi il tuo sguardo benigno su di noi, Liberaci da ogni infernal vendetta, Ricordati che siamo figli tuoi!

Domenica 29 maggio 2016

Festa del Corpus Domini

Propositura di Anghiari - ore 11

La tua unica bellezza apprezzata sia Sulla terra e in cielo eternamente Rivolgi a noi il tuo sguardo in sinfonia Col sorriso elargito dolcemente. Mite sei, d’incomparabil bellezza, Opera la più perfetta del Creato Ineguagliabile in bontà e saggezza, Baluardo sicuro contro il peccato Contro Lucifero la gran fortezza Madre, da a noi il gaudio desiderato!

Santuario del Carmine Domenica 8 maggio 2016 Festa dell’Ascensione S. Messe ogni ora Sabato 7 maggio vigilia della festa, alle ore 20:45, accensione del fuoco e recita dei Vespri

I ragazzi della parrocchia riceveranno per la prima volta il Sacramento dell’Eucaristia. Al termine processione verso la chiesa della Croce.

Il nome, il perché Anselmo Meucci – Anselmo è un attivo abitante di Scoiano che non disdice di essere presente al mercato settimanale ad Anghiari ed è qui che lo incontriamo. Perché questo nome? Nella nostra famiglia c’era un ragazzo di ventuno anni che è morto in guerra, al tempo di Mussolini. Quando io sono nato, del ‘51, prima c’era l’usanza che rifacevano i nomi di persone di famiglia, e m’han messo a nome Anselmo. Questo sarebbe stato un mio cugino e io penso che i miei avranno deciso tutti insieme a darmi questo nome. Velso Cesari - Io mi chiamo Velso che so’ gemello con mia sorella che ora è morta. La mia povera nonna a quei tempi, tanti anni fa, prendeva i citti a balia perché aveva tanto latte e conobbe un maresciallo dell’esercito a Roma e ciaveva questi figlioli e la mi’ mamma glieli ha allattati, un maschio e una femmina. Son venuti grandi e verso diciotto, vent’anni, questi figlioli sono morti tutti due, non so per quale malattia. Allora combinazione il mio babbo si sposa e gli nacque un maschio e una femmina. Ormai

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c’era entrata tanta amicizia con questo maresciallo e con la sua moglie che i miei decisero di mettere il nome di questi due figlioli e ci misero questi nomi Velso e Velma. Questo maresciallo era Aldo Polcri, ha abitato tanti anni ad Anghiari ed era maestro di musica e il suo fratello era commesso dal Busatti, infatti sono morti ad Anghiari. Noi s’era sette figlioli, fra cugini e figli e a me mi voleva adottare. Non vedeva altra luce di un figlio; erano rimasti loro due soli, poi dopo, la moglie era mezza malandata e divenne inferma. Allora la mia mamma mi portò su da questo Aldo Polcri che a quell’epoca lì abitava per la stradina del Fosso, quando dalla Propositura si scende giù in Piazza. C’era una volta un piccolo macello, lì sulla sinistra. Mi ricordo c’era un cancellino di ferro, si saliva un po’ di scale e da lassù si vedeva tutta la piazza e ci stetti un mese. Quando io rividi la mia mamma, benché mi tenevon come una rosa e quaggiù c’era la miseria, quando ho visto la mia mamma mi sono attaccato al suo collo e non l’ho più lasciata.


La Lea

Un premio a Panicale

(Dal comunicato stampa di dg)

S

A

abato 12 marzo, presso la sede del Museo del Tulle di Panicale, premiazione del Terzo Concorso Internazionale “Castello di Panicale, Premio Anita Belleschi Grifoni”. Il tema di quest’anno era: CIBO NOSTRUM

n g h i a r i piange la scomparsa di Lea Cerquatti, donna conosciuta ed apprezzata da tutti i cittadini del borgo tiberino e colonna portante di Tovaglia a Quadri. La Lea se n’è andata la scorsa notte, in silenzio, dopo una vita vissuta e raccontata a voce piena e fiera. Una vita che ha attraversato due secoli e due millenni. La Lea ha rappresentato lo spirito antico e nobile di questa terra d’Anghiari. Il prossimo settembre avrebbe compiuto 90 anni ed è stata per circa 20 edizioni (18 per l’esattezza) una delle voci più belle e profonde di Tovaglia a Quadri. Vi ha partecipato fin dall’inizio nel 1996 e ha dato un contributo fondamentale al successo della manifestazione che ogni anno si svolge presso la celebre piazzetta de “Il Poggiolino”. Con Lea Cerquatti, che era stata per molti anni cuoca presso l’ex Ospedale e presso il Ricovero di Anghiari, se ne va anche un importante pezzo di storia del paese tiberino. Il sindaco Riccardo La Ferla e l’Amministrazione Comunale di Anghiari hanno appreso la notizia con dolore ed esprimono le più sentite condoglianze alla famiglia. I funerali si sono tenuti nel pomeriggio di venerdì 15 gennaio alle ore 14:30 presso la Chiesa della Propositura di Anghiari.

“Grano, Vite ed Olio Patrimonio del Mediterraneo”.

Ad aggiudicarsi il Primo Premio le merlettaie di Anghiari Carla, Elena e Teresa dell’Associazione “Il tombolo di Anghiari”. A loro i complimenti di questa Redazione e l’invito a proseguire su questa strada tramandando anche alle nuove generazioni anghiaresi questa particolare tecnica di trina, è detta infatti anche trina a spilli, di cui Anghiari va giustamente fiera. Auguri! Nella foto sotto, il momento della premiazione delle merlettaie anghiaresi nella sala del Museo del Tulle a Panicale. Presente, sulla destra, anche l’autore del disegno: Michele Foni.

Nella foto in alto la Lea.

Ci à lasciato Ascanio Cambi

Contro la vita lei fa figura e non ci vede nessuna bruttura

Restai con lui lì a chiacchierare non feci domande di qualche male

Altro Concittadino nel terreno perdente il duemilaquindici à finito la gente

Ora il paese si sente svuotato dei suoi concittadini che l’hanno adorato

Il caro Ascanio lo rividi in panchina al Campo della Fiera lo rividi una mattina

Sempre ridendo mi disse Armando qui ormai tutti si sta invecchiando

Quanti di scritti e di dolore sembra la morte semini terrore

La brutta morte come una matrigna lei fa del male e poi se la svigna

E come sempre noi figli di Anghiari un caro saluto non smentisce mai

Il tempo passa non ci accorgiamo la nostra vita passa di mano

Quanti amici si sono distaccati in questi giorni si sono moltiplicati

Lascia nel dolore intere famiglie con le sue unghie grosse ed arcigne

I nostri ricordi di quell’infanzia tra la miseria e tanta speranza

Così sperando si trovi conforto se non da vivo almeno da morto:

di Armando Zanchi

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ARTE E CATECHESI Luce e tenebre in Caravaggio I prossimi incontri in aprile e maggio, sempre di venerdì. Gli orari in parrocchia. Centro Famiglia Tavernelle con possibilità di fermarsi a cena insieme.

Incredulità di Tommaso Per venerdì 11 marzo è previsto l’incontro di Catechesi per adulti che prende lo spunto dalle opere di Caravaggio. In quel momento il giornale sarà in stampa ma volentieri vi segnaliamo che l’evento, guidato da don Marco, si ripeterà anche nei mesi di aprile e maggio. Gli orari verranno diffusi tempestivamente. Informazioni in parrocchia allo 0575-788041. L’incontro di catechesi sul quadro di Caravaggio “Incredulità di Tommaso” evidenzia la profondità della fede cattolica nel toccare il mistero di Cristo. Sono importantissime le mani che indicano il metodo per entrare in contatto con Cristo.

Carnevale della Gioventù Anghiari Venerdì 22 aprile 2016, ore 21:00

Assemblea presso la sala della Misericordia in via Matteotti.

Morta un’altra concittadina Margherita Falsetti (Rita)

Strade antiche da noi amate nel nostro cuore sempre segnate

Ai nostri incontri in strade Aretine le nostre chiacchierate non avevano mai fine

Quell’Anghiari vecchio da tanti conosciuto fiori di giovani sempre à avuto

À sempre nel cuore portato il paese dove lei visse in modo cortese

Ma il duemilaquindici vuol fare il pieno è stato un anno di morte strapieno

Oggi circondata da figli e nepoti all’ultimo saluto che lei riposi

Poi trasferiti essendosi sposati fatti i figli Arezzo spostati

Ed ogni tanto una capatina che era fatta come dottrina

La cara Rita di famiglia Falsetti vera Anghiarese a tutti gli effetti

Raggiungerà il suo Giacinto che la brutta morte non aveva sconfitto

Una cara persona tra la nostra giovinezza tra quelle mura che ancora si apprezza

Dalla Piazzola alla Calabria lei faceva la solita strada

Si trasferì da Anghiari ad Arezzo ma il paese portava nel petto

Ora anche lei di nuovo al paese dove da bambina primi passi lei fece:

di Armando Zanchi

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fotocronaca

Sant’Antonio – Il 17 gennaio di ogni anno ricorre una festa molto sentita dai “contadini” di una volta. Era la festa nella quale si affidavano il bestiame e gli animali da cortile a Sant’Antonio Abate. E quindi era festa con tanto di distribuzione dei panini benedetti e pranzi organizzati da apposite società per gli iscritti e i parrocchiani. Senza dimenticare poi che il santo monaco proteggeva dal “fuoco di Sant’Antonio” che non è quello che si intende noi oggi ma una malattia gravissima che colpiva i nostri antenati medievali. Oggi resiste ancora lo spirito della festa, cosicché in ogni parrocchia si festeggia questa giornata. Nella foto è raffigurato il momento in cui don Gustavo, accompagnato da solerti chierichetti e dall’immagine del santo si accinge a benedire gli animali presenti nel sagrato. Rimane sempre viva anche la fiera di Monterchi dedicata in particolare (almeno un volta) alla compravendita dei maiali.

Dolci e vinsanto (Emmedipì) - Domenica 14 febbraio (prima

domenica di Quaresima), presso la sala dell’oratorio, riunione dei Soci e dei Collaboratori della Pia Società del Gesù Morto e delle Compagnie di Anghiari per programmare i riti della Settimana Santa. Ad aprire l’incontro, come è consuetudine inveterata, dolce e vinsanto. Quest’anno per i dolci c’erano i cantucci preparati da un Confratello della via del Carmine, originario di Tavernelle: Orlando. Anche i biscottini della battitura: una ricetta dell’Anna di Ripalta realizzati dalla Marilena, la figlia del Camerlengo. Per il vinsanto, oltre quello di Gastone di Ca’ di Maurizio, già apprezzato anche nei decorsi anni, c’era anche quello di Carlo di Tavernelle (complice Piero Lega) che ha accompagnato la bottiglia con un biglietto che diceva testualmente: “14 febbraio 2016 – Con i migliori auguri per l’ottimo lavoro sociale svolto dalla Pia Società di Gesù Morto. Carlo Tavernelli.”

FAC - Iniziativa del Dopolavoro Ferroviario di Arezzo per fe-

steggiare la IX Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate. Ritrovo domenica 6 marzo nei pressi della vecchia stazione del Torrino. Da qui, a piedi, è stato percorso per alcuni tratti l’antico tracciato della vecchia Ferrovia dell’Appennino Centrale (FAC) che univa Arezzo a Fossato di Vico (nella foto il casello di Gragnone). Il collegamento era lungo 133,794 Km e comprendeva 23 gallerie di cui 20 nella tratta Arezzo-Palazzo del Pero. Il gruppo di ciclisti è invece partito simbolicamente dal binario 1 della stazione di Arezzo. Ritrovo per tutti presso il nuovo fabbricato costruito sul luogo della vecchia stazione ferroviaria di Palazzo del Pero, oggi sede del Centro Aggregazione sociale Valcerfone, sono stati accolti dai soci del centro e rifocillati con un gradevole spuntino a base di polenta con cinghiale o funghi.

Intrepida - Grande soddisfazione per L’Intrepida nel Palazzo

Comunale di Siena, sabato 5 marzo, alla presentazione del libro di Valerio Pagni “Toscana terra di ciclismo”. Tra le principali manifestazioni di ciclismo della nostra regione (agonistiche e non) è stata infatti inserita anche la cicloturistica su biciclette d’epoca organizzata ad Anghiari. Presenti all’evento assieme a Daniele Gigli gli “intrepidi” Fabrizio Graziotti, Fabrizio Mugelli e Alessio Chiarini. In occasione dell’edizione 2016 de L’Intrepida il libro verrà presentato anche ad Anghiari. Il libro contiene immagini anche della manifestazione anghiarese che ha il suo punto di forza nel nostro centro storico, nel paesaggio che circonda Anghiari, nelle bellissime strade del percorso, nei punti particolari di ristoro organizzati da gruppi di volontari, e infine nell’entusiasmo infine dei numerosi partecipanti al raduno di ottobre qui in Valtiberina.

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Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli

APRILE 3 aprile Domenica della Misericordia a Monterchi alle ore 17.30 processione in onore di S. Vincenzo Ferreri con la partecipazione della Compagnia del SS.mo Sacramento e la solenne benedizione del paese e delle campagne. Lunedì 25 aprile nella piazza del Cassero S. Messa presso le lapidi dei caduti nel 71° anniversario della Liberazione. Lunedì 29 aprile alle ore 16 S. Messa concelebrata nella Cappella di Mariotto con tradizionale benedizione della campagna e dei gigli. MAGGIO Inizio del mese mariano. Il Santo Rosario verrà celebrato nella Chiesa di S. Simeone a Monterchi alle ore 17,30 seguito dalla Santa Messa e alle ore 21 eccetto il sabato e la domenica. Nel Santuario della Madonna Bella a Pocaia sempre alle ore 21 eccetto il sabato e la domenica quando il Rosario verrà recitato prima delle S. Messe festive. In tutte le altre chiese verrà celebrato nell’orario più opportuno secondo le esigenze di coloro che vi parteciperanno. La Madonna aspetta tutti ai suoi altari, ma soprattutto i ragazzi del catechismo e quelli della Prima Comunione e Cresima. Domenica 1 maggio alle ore 12 S. Messa nella chiesa di Ripoli nel giorno della festa della Divina Pastora. Domenica 22 maggio Festa di S. Rita. A Monterchi saranno celebrate due S. Messe alle ore 11,15 e alle ore 18, seguite dalla benedizione delle rose. Giovedì 26 maggio ore 21 Solenne Processione del Corpus Domini per le vie del centro storico di Monterchi, con la partecipazione dei sacerdoti, dei fanciulli della Prima Comunione e Cresima, le Compagnie del SS.mo Sacramento di Monterchi e Padonchia, la Confraternita della Misericordia, le rappresentanze delle varie associazioni paesane, le autorità civili e religiose e tutto il popolo cristiano. Domenica 29 maggio Solennità del Corpus Domini, dopo la S. Messa a cui parteciperanno i confratelli della Compagnia, ci sarà in un ristorante il tradizionale pranzo. GIUGNO Giovedì 2 giugno a S. Lorenzo a Ricciano ore 17 S. Rosario con processione della Madonna e S. Messa a conclusione del mese mariano, con la partecipazione della Compagnia del SS.mo Sacramento di Monterchi. Venerdì 10 giugno ritiro spirituale al Cenacolo di Montauto e prima Confessione dei comunicandi. Domenica 12 giugno S. Messa solenne della Prima Comunione a Monterchi e a Le Ville dei seguenti fanciulli: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11.

ALESSIO Boncompagni LEONARDO Cappietti ARIANNA Cerrini GIOELE Fabbri GIACOMO Festini MARTINA Fiorentino IRENE Goracci SIMONE Omelli ALENA Pancioni MICHEA-ROBERTO Tosoni VIOLA Rossi

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GIUBILEO A ROMA

Il Gruppo di Preghiera di Padre Pio “Madonna Bella” fondato da don Quinto Giorgini nella parrocchia di S. Biagio a Pocaia il 15 dicembre 1989 e riorganizzato il 10 aprile 2008, estendendolo a tutte le parrocchie di Monterchi, è attualmente composto da alcune decine di persone e guidato dalla segretaria sig.ra Cinzia Senesi. Lo scorso 6 febbraio ha partecipato al pellegrinaggio a Roma dei gruppi di preghiera provenienti da tutto il mondo (foto sopra). Papa Francesco ha rivolto un caloroso e profondo discorso ai circa 80 mila pellegrini, dicendo: “I gruppi di preghiera sono delle Centrali di Misericordia che con la potenza umile della preghiera provvedono la Luce di Dio al mondo e l’energia dell’amore alla Chiesa”. I circa 40 pellegrini monterchiesi hanno attraversato la Porta Santa di S. Pietro (foto qui sotto) e venerato le spoglie di S. Pio da Pietrelcina, portate per la prima volta a Roma.


Dalle nostre Parrocchie Ponte alla Piera: Rita – Per quaresima ci siamo ritrovati in chiesa alle cinque per le Via Crucis. In maggio reciteremo il Rosario alla Madonna, l’orario preciso è da decidere. Quando il giornale arriverà nelle case avremo fatto anche la festa per la vigilia di San Giuseppe con tanto di fuoco attorno al quale saranno presenti in tanti qui del Ponte e poi assaggeremo le frittelle preparate con la ricetta anghiarese e che per tradizione vengono fritte nel giorno del Santo falegname. Nel calendario dell’Oratorio la ricetta della Vittorina. Quest’anno poi c’è una bambina che “passa” la Prima Comunione e quindi decideremo con don Ferdinando gli orari delle celebrazioni.

Santo Stefano: Gastone - Il tabernacolo Per iniziativa di Alessandro Martini, in accordo con don Marco, è stato impreziosito lo sportellino del tabernacolo che è collocato nella nostra chiesa. Allo sportello già esistente, è stato aggiunto un bassorilievo, realizzato da Alessandro e che rappresenta la lapidazione di Stefano. Per renderla ancora più importante l’opera è stata rifinita con tecnica galvanica dorata. C’è da dire che poi il professore Giovanni Valbonetti ha pensato a curare tutti i procedimenti necessari e l’installazione. Una persona della parrocchia ha coperto le spese vive con un’offerta in memoria di persone care defunte. Con questo si dice grazie di cuore all’autore dell’opera (che nulla ha preteso del suo lavoro) e a tutti coloro che si sono dati da fare per la sua sistemazione.

Tubbiano: Rita e Rina – Durante la quaresima abbiamo recitato le Via Crucis un po’ qui a Tubbiano e un po’ a San Leo e ora nel mese di maggio, alla sera, reciteremo il rosario con i canti alla Madonna dato che quello è il mese a lei dedicato. Gli orari precisi verranno comunicati per tempo e comunque potete chiederli ai collaboratori.

La croce nell’incrocio - Con l’interessamento del professor Valbonetti si sta provvedendo a restaurare la croce che si trova presso il semaforo di Santo Stefano. Oltre al Valbonetti hanno preso parte al restauro il falegname Andrea Piomboni e, per la parte del piedistallo, Franco Albiani. Presto si spera di vederla riposizionata nella sua antica sede. Grazie a voi che avete attenzione alle cose che da tempo esistono e così rimarranno ancora in futuro.

Catigliano: Antonietta – Qui a Catigliano la popolazione scarseggia ma in Maggio reciteremo il Rosario per il mese mariano e decideremo gli orari e se andare anche in qualche famiglia e, come negli anni passati, faremo dei canti dedicati proprio alla Madonna. Nei giorni scorsi con don Ferdinando abbiamo visitato tutte le famiglie della parrocchia pregando assieme a loro.

Lunedì di Pasqua Dopo la Messa delle undici ci rechiamo alla Maestà della Vittoria (una volta delle Forche) per la benedizione della campagna e per ricordare la Battaglia che lì fu vinta dai fiorentini con la collaborazione dei cittadini di Anghiari; ci sarà quindi l’estrazione dei premi per le due damigelle che poi rimarranno tali per tutto l’anno. Il giornale è in stampa: nel prossimo numero daremo altre notizie.

San Leo: Velso – In quaresima abbiamo “fatto” le Via Crucis, un po’ in Tubbiano e un po’ qui a San Leo cercando di favorire in questo modo don Romano. Poi qui nella chiesa di San Leo è stata celebrata una delle Stazioni quaresimali. In maggio senz’altro ci ritroveremo, come sempre, un po’ qui e un po’ a Tubbiano, per la recita del Rosario. Gli orari li decideremo con don Romano e verranno divulgati tempestivamente. C’è sempre l’idea di un pellegrinaggio a Roma con i ragazzi del catechismo. Vedremo che cosa si riuscirà a fare.

Viaio: Franca - Dopo 50 anni siamo riusciti a fare le Via Crucis qui a Viaio, non si facevano dal tempo di don Narciso. Noi parrocchiani siamo molto contenti di ritrovarci assieme perché ci permette di pregare insieme e quindi tutti i venerdì di quaresima ci siamo ritrovati in chiesa con don Gustavo. Per la Settimana Santa decideremo gli orari, mentre per il Venerdì Santo andremo ad Anghiari. Per il mese di maggio si dirà il rosario qui a Viaio. Ora decideremo gli orari ma senz’altro andremo anche presso alcune famiglie della parrocchia.

A Savorgnano; ma anche a Terranera

una volta faceva parte del piviere di Spilino. Dopo la visita e la raccolta delle notizie ci siamo recati anche a Falciano dove sono conservate le campane di questa chiesa e ho saputo da Sauro Cantini, studioso di antiche campane, che quella più antica, quattrocentesca, porta l’iscrizione con dedica a San Biagio e San Cristofano. Un caffè a casa Serafini ha chiuso il nostro programma con registrazione della ricetta delle castagnole. Alla prossima.

In occasione della bimestrale visita alle chiese del nostro territorio don Quinto ed io ci siamo recati questa volta a Savorgnano. Con noi c’era anche Orlando mentre ad aspettarci presso la chiesa, su incarico di don Franco, c’erano la Giovanna e Francesco, due abitante di Terranera, una località dei paraggi. Questa volta siamo dovuti andare “all’estero”, in comune di Subbiano, perché questa chiesa

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Amicizia e collaborazione

in occasione della festa di Sant’Antonio Abate a Micciano

I

n occasione della festa annuale di Sant’Antonio Abate, compatrono di questa comunità, abbiamo sperimentato la gioia di un incontro nel quale nessuno si è sentito escluso e dove ciascuno ha trovato il proprio spazio. Padre Gustavo che anima e guida la parrocchia, ha celebrato la Messa ed era gioioso nel constatare come in certe occasioni si cementano amicizia e collaborazione. Il coro parrocchiale guidato da Giuseppina Nardi è stato davvero all’altezza della situazione. È seguita la benedizione agli animali domestici che, una volta tanto hanno condiviso con noi la loro presenza come lode al Signore. È stato bello vedere uomini e donne che si davano da fare in una collaborazione armoniosa per realizzare la festa annunciata e pregata e che aiuta sempre a superare le difficoltà dello stare insieme (vedi foto). Alla cerimonia è seguito un rinfresco per tutti, poi il pranzo dove c’era di tutto e di più, servito con gentilezza e attenzione. Da non sottovalutare il gruppo delle giovanissime sempre pronte ad ogni richiesta. È venuto in mente quanto ha detto Pietro Germi nel film “Il ferroviere”: “Ci potremmo anche picchiare, ma diamoci la mano che vale di più.”

Grati anche a Sant’Antonio Abate che, nel proteggere e benedire gli animali, ci invita a rispettare la natura che il buon Dio ci ha consegnato perché ne prendiamo cura senza arrecare danno alle persone e alle cose. Il mondo è la nostra navicella spaziale e Micciano ne è una piccolissima parte. Auguri per altri incontri tra noi e il Dio della Misericordia. La comunità di Micciano

24 Marzo 2016, giovedì: Giovedì Santo: Ultima Cena di Gesù Presso la chiesa di Sant’Agostino - dalle 20:00 alle 22:00 adorazione guidata dai Confratelli della Misericordia di Anghiari

Controllate che il vostro indirizzo sia esatto Così non verrà dispersa nessuna copia Morta la Lea simbolo di Anghiari vecchio

Io due volte l’ò ritrovata quando la Lea fu ricoverata

Ci corre due anni e non sono tanti anch’io indosso i stessi panni

Anche la Lea ci à lasciato col testimonio del suo passato

Poi grande amica della Novella fecero parte della storiella

Prima ad Arezzo poi a Sansepolcro e lì tra noi ci fu il discorso

Ci salutammo da vecchi paesani lì stringendosi con le mani

S’è adoperata a nutrire i vecchi lassù al Ricovero per anni redenti

Tovaglia a quadri da lei interpretata dalla finestra in dialetto parlava

Siamo invecchiati nati troppo presto ed ora a me tocca pagare il prezzo

Ai cari figli stringo la mano perché di loro sono paesano:

Si è data da fare lì al Poggiolino con la famiglia le prese le briglie

Fu personaggio di vera Anghiarese fino che la morte a lei la prese

Io gli risposi mia cara Lea anche per me c’è l’Odissea

di Armando Zanchi

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Grandi emozioni con il documentario: “Il risarcimento - Mons. Romero, il suo popolo e Papa Francesco”

Il risarcimento

a cura della Banca di Anghiari e Stia

È

stato proiettato sabato 27 febbraio al Cinema Nuova Aurora di Sansepolcro il film-documentario “IL RISARCIMENTO – Mons. Romero, il suo popolo e Papa Francesco”, realizzato da Gianni Beretta e Patrick Soergel della Radiotelevisione Svizzera Italiana. L’iniziativa è stata promossa dal Lions Club Sansepolcro con il patrocinio dalla Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo e del Seminario Vescovile di Arezzo (Diocesi di Arezzo, Cortona, Sansepolcro). Alla proiezione hanno preso parte Gianni Beretta (autore), Fabio Pecorari (presidente del Lions Club Sansepolcro e direttore generale della Banca di Anghiari e Stia), Mons. Vincenzo Paglia (postulatore vaticano della canonizzazione di Mons. Romero e presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia) e Riccardo Fontana (Arcivescovo della Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro). Il documentario (sotto tanti aspetti un vero film) ha ripercorso la straordinaria storia di Monsignor Romero ed ha regalato ai numerosi presenti grandi emozioni. Un racconto intenso e coinvolgente per conoscere meglio una vicenda, umana prima che religiosa, davvero sensazionale. Mons. Oscar Arnulfo Romero era Arcivescovo di San Salvador (la capitale di El Salvador, il paese più piccolo e densamente popolato dell’America Centrale) e fu assassinato il 24 marzo di trentasei anni fa mentre stava celebrando la Santa Messa. La sua morte è stata il primo caso nella storia di un martire cattolico ucciso in odium fidei (odio alla fede) per mano di stessi cattolici. Monsignor Romero è stato dichiarato “beato” il 23 maggio del 2015. Il suo travagliato processo di canonizzazione ha diviso le istituzioni ecclesiastiche, di Pontefice in Pontefice, fino all’avvento di Papa Francesco e costituisce la chiusura di un ciclo storico della Chiesa Cattolica (non solo in America Latina) dal Concilio Vaticano II ai giorni nostri. È stato necessario l’avvento di un Pontefice latinoamericano per sbloccare la beatificazione di Monsignor Romero. Papa Francesco l’aveva assunta come una delle priorità del suo pontificato, riconoscendola come una sorta di “risarcimento”. È stato un evento storico per l’America Latina e per il mondo intero, un tributo verso una figura di grande spessore che è riuscita a travalicare i confini tra credenti e non.

La proiezione del film ha emozionato tutti i presenti così come confermato dal presidente del Lions Club Sansepolcro e direttore generale della Banca di Anghiari e Stia Fabio Pecorari. “Un lavoro eseguito con grande passione che ha ripercorso la toccante vicenda di Mons. Romero. Una storia d’amore come ha spiegato Mons. Paglia e di difesa dei più poveri e quindi un bel messaggio che abbiamo voluto promuovere sia come Lions Club Sansepolcro che come Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo. Avere proiettato qua in Valtiberina l’anteprima assoluta di questo film-documentario è per noi motivo di orgoglio e di soddisfazione. Ringrazio l’amico Gianni Beretta per questa opportunità ed ovviamente per il lavoro svolto e Mons. Paglia che ci ha onorato della sua presenza”. Queste le parole di Mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia e postulatore vaticano della canonizzazione di Mons. Romero: “La figura di Romero è una figura che sconvolge perché le sue parole sono legate alla vita, una vita che lui ha dato fino in fondo. Quando si è sentito nel film quell’unico colpo che lo ha centrato al cuore mentre stava celebrando al momento dell’offertorio si è avuta davvero l’impressione che l’amore possa arrivare a trafiggere. Era un uomo di Dio ed il film è stato molto emozionante, perché ha ripercorso nel modo più vero la sua storia. La figura di Romero deve aiutarci ad affrontare la vita ed il Vangelo con coraggio e io porto al collo la sua croce perché sento ogni giorno questa responsabilità”. Ovviamente emozionato Gianni Beretta, autore del documentario insieme a Patrick Soergel: “La figura di Mons. Romero è affascinante, perché è universale e travalica le frontiere tra credenti e non credenti. Io ho vissuto per tanti anni in Centro America ed ho avvertito dentro di me il carisma e la levatura di questo uomo. L’idea è partita da me, ma è stato un lavoro di squadra svolto con grandi professionisti. Abbiamo lavorato mesi interi alla realizzazione del film per cercare di trasmettere e di far vivere ad ogni spettatore la straordinaria vicenda di Mons. Romero. Durante le riprese ci sono state rubate le telecamere con l’intento di eliminare tutto quello che avevamo realizzato. Per fortuna avevamo fatto due copie e così siamo riusciti a salvare il film”. In alto a sinistra; Gianni Beretta, autore del documentario, mentre presenta il suo lavoro. A destra; la locandina dell’evento.

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Da Tavernelle

a cura di Linda Bartolomei

Il nostro Giubileo della Famiglia

D

omenica 6 Marzo con i ragazzi del Catechismo e con le loro famiglie abbiamo celebrato “il nostro Giubileo della Famiglia”. Ci siamo recati a Montecasale per varcare la Porta Santa e per visitare l’eremo. Appena arrivati abbiamo fatto un momento di preghiera e di raccoglimento guidati da Don Marco, dopo di che abbiamo varcato la Porta Santa e abbiamo partecipato alla Santa Messa celebrata da Padre Nicola. Dopo la celebrazione abbiamo visitato l’eremo. Al ritorno a Tavernelle abbiamo cenato tutti insieme presso il Centro Parrocchiale. È stato un momento molto importante durante il quale abbiamo potuto vivere tutti insieme il Giubileo della Misericordia.

Incontro “Lettori della Parola”

V

enerdì 26 Febbraio presso il centro Parrocchiale di Tavernelle si è tenuto il primo incontro per i lettori della Parola di Dio tenuto da Padre Luigi in collaborazione con Suor Chiara. Padre Luigi ci ha spiegato l’importanza dei lettori durante le celebrazioni e ci ha consigliato sia la preparazione iniziale che l’atteggiamento da tenere durante la lettura della Parola. Seguirà un altro incontro dopo Pasqua dove verrà spiegata la parte più tecnica relativa alla modalità di lettura.

Misericordiosi come il Padre

I

l cammino di Quaresima dei ragazzi del catechismo ha come fulcro il motto di questo Giubileo della Misericordia “Misericordiosi come il Padre”. Abbiamo rappresentato la Porta Santa chiusa da cinque lucchetti che sono stati aperti durante le domeniche di Quaresima. Filo conduttore di tutto il percorso è stata la parabola del Padre Misericordioso. Ogni domenica meditando su una parte della parabola abbiamo scoperto gli atteggiamenti necessari per aprirci alla Misericordia di Dio. La quinta domenica di Quaresima la porta si è spalancata mostrando il logo del Giubileo. Ringraziamo la Marinella che anche quest’anno ci ha aiutato realizzando sia la porta che il bellissimo logo che rimarrà esposto in chiesa fino alla chiusura dell’anno Giubilare.

Nella foto in alto tutto il gruppo nella scalinata interna della chiesa dell’eremo di Montecasale. In prima fila l’immancabile Eva, colonna portante della nostra comunità. Qui a destra, rappresentazione della porta santa realizzata da Marinella per il percorso quaresimale dei ragazzi del catechismo.

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...da Tavernelle

Asterischi

I nostri ragazzi

Auguri Suor Astrid!!! - Il 10 Marzo è il compleanno di Suor Astrid, tutta la comunità di Tavernelle le invia tramite le pagine di questo giornale Tanti Auguri!

Quest’anno i ragazzi della nostra Parrocchia che riceveranno i sacramenti sono: Leonardo Mariotti che il 3 Maggio riceverà il Sacramento della Confermazione presso la Chiesa della Propositura di Anghiari. Manuela Baglioni, Gaia Massetti e Lorenzo Santi che il giorno 22 Maggio riceveranno la Prima Comunione nella Chiesa di Tavernelle.

*** Il giorno 14 febbraio Suor Maria Luisa del Cenacolo di Montauto ha festeggiato i 50 anni di vita consacrata. Tutta la comunità parrocchiale si unisce in preghiera per ringraziare il Signore per questo importante traguardo per Suor Maria Luisa perché possa essere un esempio per le nuove vocazioni.

Tutta la comunità è invitata a partecipare con la presenza e la preghiera per aiutare i nostri ragazzi in questi importanti momenti della loro vita cristiana.

Messa in parrocchia Propositura di Anghiari – Domenica 14 febbraio, prima domenica di Quaresima. La S. Messa delle ore undici è stata celebrata da don Marco con l’assistenza del diacono Fabio. Al termine della celebrazione festiva, annunciata dal suono delle campane rimesse in ordine dal Campanaro di fiducia di Montecchio Vesponi e animata dal canto del coro parrocchiale, è stato benedetto il defibrillatore offerto dalla Società della Scampanata alla Confraternita di Misericordia. Parole di encomio del Sindaco Riccardo La Ferla e del Governatore Massimo Redenti per il Presidente della Società Bruno Grottini. Come annunciato da don Marco e come scritto nel programma della Pia Società del Gesù Morto, al termine della celebrazione c’è stata l’assemblea dei Soci della società e delle rappresentanze delle Compagnie di Anghiari per decider il programma della Settimana Santa. Propositura di Anghiari – Lunedì 2 febbraio 2016, Candelora. La S. Messa delle ore diciotto è stata celebrata da don Marco con l’assistenza del diacono Fabio. I fedeli, in numero consistente, dietro l’invito di don Marco, si sono radunati all’ingresso della chiesa, dedicata a S. Maria delle Grazie, e qui sono state accese le apposite candeline: poi, al canto di “Gloria gloria cantiamo al Signore”, i fedeli si sono avviati ai propri posti per seguire la celebrazione. (Il 2 febbraio è la festa della Presentazione al Tempio di Gesù

e Gesù è stato riconosciuto dal vecchio Simeone come la luce del mondo che illumina le genti - dm) Pieve di Chio (Castiglion Fiorentino) – Domenica 24 gennaio 2016. Ritrovo delle Compagnie. La S. Messa solenne è stata preceduta dalla processione di ingresso con le cinque Compagnie di Anghiari e quella del SS. Sacramento della Pieve che ci ha ospitati. Don Alessandro ha celebrato la S. Messa animata dall’attivo coro parrocchiale. Al termine della S. Messa preghiera alla Madonna di fronte all’immagine conservata nell’altare laterale. Questo incontro è stato propedeutico ad un altro che si svolgerà ad Anghiari. Non è mancata nemmeno la foto ricordo davanti alla Pieve. Santuario del Carmine – Domenica 17 gennaio sant’Antonio. Al termine della celebrazione don Marco ha chiesto ai fedeli di intonare il canto alla Madonna del Carmine scritto da don Vittorio Bartolomei. Ci ha provato il Del Pia ma è stato subito scartato da don Marco mentre Luigi Leonardi ha intonato correttamente il canto (bella forza, fa parte della Corale!). Poi la rituale benedizione degli alimenti per i nostri animali qui portati anche da Ripalta, dall’Acquedotto e, naturalmente, dagli abitanti del Carmine. La benedizione dei panini, distribuiti fra tutti i presenti, ha concluso la celebrazione.

Martedì 3 maggio: festa della Misericordia con Tombola e Fuochi! Anghiaresi crescono

Gruppi

Da Vicenza una mail di una nostra lettrice ci comunica l’invio del suo contributo, il nuovo indirizzo di casa ma soprattutto: RingraziandoVi per la sempre fresca allegria che ci regalate ad ogni numero del periodico Vi salutiamo caramente dal Veneto facendoVi sapere che trasmettiamo ai piccoli Maria Vittoria, Filippo e Giovanni l’amore per il paese del nonno Piero attraverso le Vostre storie. Con affetto. Alessia Pacini e famiglia

Anche nell’estate scorsa sono passati dall’oratorio parrocchiale gruppi di ragazzi. Li abbiamo ospitati e ci hanno lasciato il loro messaggio. Eccone un paio.

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Sq. Falchi (Livorno9) Ringraziamo per l’ospitalità, posto molto pulito e accogliente. Ludovico, Lorenzo, Giulio, Lucio. 15/16 agosto 2015 - Missione sq. Zebre – Grazie per l’ospitalità. Buon ferragosto.


Tante le offerte per l’Oratorio in questo numero la seconda parte

Ada Acquisti, Mura di sopra Adamo Balzani, Padonchia Adelmo Mencarini, Borghetto-Motina Adelmo Piomboni, Campo della Fiera Adelmo Rubini, Campo della Fiera Adina Dini, S. Mariano-Corciano Adriana Cherici, Crocifissino Adriana Cristini, Genova Adriana Pacini, Mocaia-San Leo Adriana Tizzi, San Giustino Agnese Mondani, Via vecchia Alberto Benedetti, Selvella-Pieve Alberto Camaiani, Borgo della Croce Alberto Ricceri, Firenze Alessandro Martini, Via del Carmine Amalia Salvi, Calabria Andrea Rossi, Molindagnolo Angelo Guarnieri, Arenzano Angelo Madiai, Polveriera Angiolina Scartoni, Acquedotto Angiolo Dragoni, Padova Angiolo Magri, Renicci Angiolo Meucci, Via di San Leo Anita Fontana, Casacce Anna Draghi, Gelle di Piano Anna Girolimoni, Casacce Anna Maria Conti, Monterchi Anna Maria Valentini, Bucacce Anna Nocentini, Ripalta Anselmo Meucci, Scoiano Antonietta Giacomini, Maiolo Antonio Berlicchi, Il Borgo Antonio Dejaco, Molindagnolo Arialdo don Ruggeri, Rimini Armando Babbini, Giardinella Armando Zanchi, Arezzo Assuero Draghi, Guardabasso Assunta Del Pia, Il Borgo Aurelio Boriosi, Crocifissino Beatrice Cirri, Giardinella Bruna Emma Biancucci, Ponte alla Chiassa Brunetta Nannicini, Tavernelle Bruno Bianchini, Viamaggio Carla Tanguenza, Santo Stefano Carla Zanchi, Via Nova Centro Sociale Anghiari Cesare Menatti, Staggiano Chiara e Michele Rossi, Bucacce Chiasserini Franco, La Casella Cinzia Bianchi, Arezzo Claudia Felicina Pacini, S. Giuliano Milanese Claudio Martini, Acquedotto Clemente Camaiti, Tavernelle Conforta Leonardi, Tavernelle Cristina Bianchi, Viale Stazione Daniela Donati Sarti Nardi, Selci Lama Danilo Boriosi, Terrarossa Danilo Draghi, I Mori Dario Pasqui, Casanova-Catigliano Davide Fontani, Casenuove-Ceciliano Del Pia Mariella, Infrantoio Del Pia Marino, Via di San Leo Del Pia Silvia, Infrantoio Delfo Draghi, Santo Stefano

Demetrio Carboni, Borgo della Croce Dina Lani, Murella Dino Concu, San Leo Dino Donati, Colcellalto Diva Lanzi, Tubbiano Domenica Pernici, Cavriglia Domenico Marzi, Motina Donatino Baldi, Casolare Donato Fantoni, Ponte dei Sospiri Elda Polverini, Il Borgo Elena Leonardi, I Fabbri Elena Pieracci, I Fabbri Elia Camaiti, Il Borgo Elia Manenti, Via di Pino Elide Donati Sarti, Infrantoio Elvira Barfucci, Tavernelle Enrico Baglioni, Infrantoio Enrico Ghignoni, Borgo della Croce Eva Cangi, Campo della Fiera Fabio Rossi e famiglia, Bucacce Fabrizio Antonelli, Ponte Eleonora Fabrizio Coleschi, Il Borgo Fabrizio Fatti, Il Borgo Fabrizio Lazzerini, I Fabbri Fabrizio Nasini, Infrantoio Faliera Tanfi, Mura di sopra Famiglia di Laurino Veri, Infrantoio Famiglia Mariotti, Giardinella Fausto Draghi, Infrantoio Federico Foni, Siena Felicino Acquisti, Cavalese Filomena Luongo, Case verdi Franca Citernesi, Viaio Francesca Bellini, Le Ville Francesco Chieli, Infrantoio Francesco Sassolini, Valle di Valdimonte Franco Bartolomei, Poggio del Sole Franco Brizzi, Roma Franco Donati, Motina alta Franco Giorni, San Leo Franco Landini, Monterchi Franco Leonardi, Le vasche Gabriele Leonardi, Intoppo Gabriella Camaiti, Borgo della Croce Gabriella Piomboni, La Fornace-Tavernelle Gastone Mercati, Intoppo Gemma Giorni, Perugia Giampiero Marconi, Campo della Fiera Gian Franca Lombardi, Sesto S. Giovanni MI Giancarlo Casi, Santa Fiora Gianna Polcri, Maraville Gianni Beretta, Caserecci Gianni Santi, Croce del Fondo Gianpiero Alberti, Giardinella Gilberto Roselli, La Vigna Gina Magrini, Via Nova Gino Fancelli, Bernocca Gino Giovagnini, Tavernelle Gino Paletti, Barliano Giordano Baglioni, Torchiale Giorgio Alberti, Motina Giorgio Franchini, La Banca Giorgio Giorgi, Borgo della Croce Giovanna Gamberonci, Milano

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Giovanna Tricca, Rivergaro PC Giovanni Giorni, Gardone V.T. BS Giovanni Orlandi, Pietto di sopra Giovanni Sassolini, Terrato Gisella Gennaioli, Palazzo Giuliana Guerrini, Serafino Giuliano e Sonia Polverini, Monterchi Giuliano Livi, Renicci Giuseppa Capucci, Bernocca Giuseppe Comanducci, Chiusini Giuseppe Crociani, Fondaccio Giuseppe Pompeo, Motina alta Giuseppe Sassolini, Il Borgo Gorizia Chiarini, San Leo Graziella Monini, San Leo Graziella Vichi, Calla-Carmine Imola Lombardi, Montino Laura Selvi, Le Ville Leandro Burioni, Motina alta Leandro Fiorani, Caserecci Lina Milanini, Infrantoio Una persona Loretta Micanti, La Fonte Loretta Santi, Via del Braccio Loriano Rosadi, Ponte alla Piera Loris Omelli, Pocaia Lucia Lazzeri, Tofanicchio Luciano Monti, Pioltello MI Luigi Leonardi, Bagnolino Luigina Comanducci, Cicogna Luigino Gorfini, Valcelle Marcella Ghignoni, Renicci Marcella Pernici, S. Giovanni V.no Maria Cipriani, La Capannuccia-Sabino Maria Clorinda Rogai, Meliciano Maria Maddalena Gori, Isabella Maria Manfroni, Renicci Maria Rosa Pancioni, Via di San Leo Mariella Ducci, Tavernelle Mariella Guerrini, Renicci Marino Bazzurri, Via di San Leo Mario Corazzini, Bernocca Mario Fontecchia, Campo della Fiera Mario Ghignoni, Infrantoio Mario Gioviti, Monterchi Mario Mariani, Bagnolo di sotto Mario Palazzeschi, Le Bertine Mario Valentini, Via del Carmine Mario Veri, Infrantoio Mario Zanchi, Chiani Marisa Canestrelli, Acquedotto Marisa Guadagni, Mura di sopra Massimo Meozzi, Via di Pino Maurizio Checcaglini, Poggio del Sole Maurizio Girolimoni, Giardinella Mauro Barbiere, Piazzetta delle Legne Mauro Papini, Bozia Monica Sbragi, Via del Carmine Nella Magri, Cerbaia Nerella Antonelli, Ponte Eleonora Nevio Comanducci, Terrarossa Nilo Agolini, Villa La Querce Norma Madiai, Il Borgo Orazio Leonardi, Il Borgo


Oretta Cambi, Arezzo Orlando Piomboni, Terrarossa Orlando Polcri, Valle della Pieve Ottavia Antonelli, Fraz. Basilica Ottavio Cangi, San Giustino Umbro Paola Resti, I Fabbri Paola Tuti Maranesi, Roma Paolo Cerofolini, Bagnaia Paolo Cesarini, Motina Paolo Mazzoni, Ponte dei Sospiri Patrizia Cangi, Campo della Fiera Pier Luigi Musticchio, Arezzo Piera Rossi, Tavernelle Pierangelo Acquisti, Firenze Pierina Giuliani, Via del Carmine Pierino Pennacchini, Pino-Tavernelle Pietro Cangi, Campo della Fiera Pietro Mondani, Carmine Primo Del Sere, Il Borgo Primo Mondani, Ponte alla Piera Quinto Paci, Genova Renata Checcaglini, Monterchi Renato Mariani, Bagnolo di sotto Riccardo Mondani, Milano Rina Bartolommei, San Rocco Rina e Grazia Boriosi, Sampierdarena

Rina Ruggeri, Sportone Rinaldo Nicchi, Via di San Leo Rita Andreini, Giardinella Rita Cungi, Ripalta Roberto Cesari, Casale Rosanna Mercatelli, Marinello-Citerna Rosanna Merendelli, Borgo della Croce Rosella Moscetti, Borghetto di sopra Rosita Ghignoni, Chiassa-Viaio Rossana Bruscoli, Monte Santi Carboni, Infrantoio Santi Comanducci, Il Topo Santina Biancheri, Ripoli Santino Ferrini, Campo della Fiera Saulle Comparini, Pianacce Secondo Mariotti, Motina bassa Senio Ruggeri, Ponte dei Sospiri Serena Benucci, Il Borgo Sila Calosi, Morone San Leo Silvana Salvi, I Sodi Silvano Ferri, Campodazzi Silvia e Piero Matteucci, Motina Silvia Sensi Chiarini, Fanciulleri Silvia Tofanelli, Via di San Leo Simone Sassolini, USA Siro Polverini, Via di San Leo

Palme

Stefania Merendelli, Infrantoio Teresa Maurizi, Tofanicchio Teresa Mercati, Santo Stefano Tommasina Toriti, Tavernelle centrale Ugo Bianchi, Cusago MI Umberto Bigioli, Polveriera Valentino Petruccioli, Pietto II Vanna Meazzini, Tavernelle Vasco Ghignoni, Palazzolo Veneranda Martinelli, Le Strosce Ventura Pannilunghi, Pieve S. Stefano Vera Rossi Cuccini, La Vigna Verena Chieli, Campo della Fiera Vilma Sbragi, L’Invidiosa Vincenzo Mazzoni, Ponte dei Sospiri Vincenzo Pernici, Molin del Caccia Vito Pennacchini, Arezzo Vittoria Coleschi, Roncione Vittorio Bivignani, Tavernelle Vittorio Smacchia, Pocaia Walter Meozzi, Carmine Franco Testerini e la sua famiglia mandano la loro offerta per le necessità della Parrocchia; Domenico Comanducci in memoria di Mirella Arrivabene.

Carnevale della Gioventù Anghiari

di Cleto

Venerdì 22 aprile 2016, ore 21:00 Assemblea presso la sala della Misericordia in via Matteotti. All’ordine del giorno il rinnovo del Consiglio Direttivo.

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ome ormai è consuetudine Palmiro (quello del Molinbianco) e Gino (quello delle case verdi) stanno provvedendo alla preparazione delle palme da distribuire nella apposita domenica. Da telefonate quotidiane ho saputo che quest’anno i nostri hanno messo in atto una nuova metodologia di lavoro. Sabato 5 marzo ampio giro per il territorio alla ricerca di olivi potati o in via di potatura e poi, nei giorni successivi, nuovo passaggio per il carico della preziosa mercanzia per portarla al Molinbianco. Infatti è proprio nel luogo vicino al Sasso d’Ercole che si procederà alla preparazione finale dei rametti che verranno consegnati alle donne dell’abbazia di Anghiari. In quel luogo, come sa ogni parrocchiano, domenica 20 marzo avverrà la distribuzione dei rametti ulivo. Noi non sappiamo come andrà a finire perché il giornale in quel momento sarà già stampato ma, ne siamo sicuri, tutto sarà andato nel migliore dei modi. Grazie a Palmiro e a Gino!

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Nelle immagini alcune sequenze di passate edizioni del Carnevale della Gioventù. Sopra due immagini dell’edizione 2007; sotto a sinistra edizione 2011 e, a destra, edizione 2007 con il Sambudellaio simbolo del Carnevale anghiarese.


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Ritratto di una signora

i accade spesso di criticare qualcuno, perché vive da signore o fa la signora: qualcuno che vive senza troppa fatica e con molti agi, e magari con un pizzico di esibizionismo, ostentando come condizioni di superiorità sociale mezzi che spesso non sono frutto del proprio merito e del proprio impegno ma di pura fortuna, come una nascita azzeccata. Molto raramente ci è data al contrario occasione di apprezzare qualcuno perché è un vero signore, una vera signora, esprimendo la nostra ammirazione per una superiorità non di ricchezza o di rango sociale ma di personalità, riconoscendo in lui, o in lei, un impasto complesso di qualità morali ed estetiche: liberalità nell’uso di quel che possiede, serenità nei rapporti interpersonali, discrezione e senso della misura nel proporsi, gentilezza nei modi, raffinatezza nei gusti, e, soprattutto, grande dignità tanto nei minimi comportamenti quotidiani quanto nei grandi momenti della vita. Un signore, una signora, è qualcuno che ammiriamo sinceramente, perché dotato di quel savoir faire, di quell’eleganza, e di quell’intelligenza di ciò che è dovuto a se stessi e agli altri, che costituiscono il distillato della buona educazione, quella ricevuta e quella praticata e coltivata nel corso di un’intera esistenza. Non ne ho conosciute molte di signore, nella mia vita. Di aspiranti al titolo sì, ne ho incontrate tante, ma uno dei segreti della signorilità è che tutte le qualità che la compongono per essere autentiche devono essere spontanee, espressione di un modo di essere, e non prodotte come un fare programmato, non studiate come una prestazione da raggiungere. In chi se le vuole dare, l’eleganza si avvilisce in affettazione, la gentilezza si incrina in ipocrisia, la riservatezza diventa freddezza, la distinzione sbiadisce in snobismo, la dignità si svuota in rigidità. Non è vero che signori si nasce -non è un privilegio del sangue, ma del cuore e dell’intelligenza-, certamente, però, signori non si diventa, così come si può invece diventare eccellenti sportivi o poliglotti, perché la signorilità non è una questione di allenamento e cognizioni ma una forma di vita. Annamaria Bartolomei, cugina di mio padre, pediatra conosciuta in tutta la Valtiberina, che ha speso gli anni della pensione dandosi una seconda giovinezza come volontaria in Africa, è stata per me l’esempio magnifico e la lezione vivente di quello che significa essere una vera signora, e come questa qualità, così difficile da definire ma evidente, può rendere un’intera esistenza straordinaria nella semplicità e ordinarietà del suo corso esteriore. Annamaria è stata un grande medico, che ha amato appassionatamente, uno per uno, i bambini che erano affidati alle sue cure. Le mamme che hanno avuto il privilegio di mettere un figlio nelle sue mani comprendevano immediatamente che questo bambino per lei non era un ‘caso clinico’, ma una creaturina che era venuta ad arricchire il mondo, un piccolo essere da proteggere, accudire, se necessario aiutare. La competenza

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scientifica era per lei il punto di partenza, il presupposto per esercitare la propria funzione, ma essere medico rappresentava per lei molto più che una professione: era una missione, in cui metteva tutto il proprio impegno, dedizione incondizionata, piena empatia con il “citto” che di volta in volta le era affidato. I citti erano la sua vita, e quando ha dovuto staccarsi da quelli della Valtiberina, perché era arrivata l’età della pensione e di lasciare l’ospedale, la realtà in cui aveva svolto tutta la propria carriera, Annamaria è andata a cercarsi i bambini in Africa, dedicando il proprio il lavoro appassionato a quelli di uno sperduto altipiano della Tanzania. Questa esperienza è stata l’ultima grande gioia della sua vita. Ancora una volta una gioia di servizio e di responsabilità, di sacrificio e difficoltà. Non l’hanno fermata l’età, i disagi, i pericoli di una situazione di frontiera, ma solo la malattia, che con un colpo d’artiglio inatteso e insidioso le ha tolto le forze e l’ha spenta pian piano. Nei tempi difficili di un declino progressivo che le toglieva quell’indipendenza che lei, donna emancipata nel senso più nobile della parola, aveva sempre orgogliosamente praticato, Annamaria non ha mai perso la dignità, l’eleganza, il riserbo, che l’hanno sempre distinta. Non una parola di troppo, non un cedimento all’autocommiserazione, non un momento di scomposta teatralità. Poteva apparire ogni giorno più debole e fragile, esile come un filo d’erba, ma neppure una volta ha allentato il ferreo autocontrollo con cui si teneva per sé i propri problemi e le proprie sofferenze, coprendoli con la dolcezza di un sorriso mite e accogliente, che scaldava di bontà e di affetto chi lo riceveva. Ci sono venute a mancare, a poco a poco, le attenzioni discrete di cui colmava coloro cui voleva bene: i guanti di lana che sferruzzava instancabile, l’abbraccio di uno dei dolci che confezionava con perizia impareggiabile, l’invito a cena, il piacere della sua compagnia. Se ne stava andando un pezzo di famiglia. Quella migliore. Oggi che ha finito di lasciarci, resta con noi il ricordo commovente e consolante di qualcuno che ha fatto solo del bene a chi ha incontrato, che ha amato con generosità la sua grande famiglia e il proprio paese, che ha attraversato la vita con la semplicità e la eleganza inimitabile della vera, grande signora. Teresa Bartolomei Nella foto in alto la dottoressa Anna Maria con due collaboratrici presso l’ospedale di Mlali.


Grazie Anna Maria

Pianto

Ricordando il suo impegno a Mlali in Tanzania

Il 23 gennaio è scomparsa la dottoressa Anna Maria Bartolomei e noi che abbiamo condiviso con lei la passione per l’Africa la ricordiamo così.

Nel gennaio 1999 la dott.ssa Anna Maria Bartolomei fu invitata da Padre Angelo Simonetti, compianto cappuccino toscano, a portare le sue conoscenze mediche, la sua grande esperienza e professionalità in Africa e precisamente a Mlali in Tanzania, dove il missionario aveva fondato un “ospedale” per bambini con gravi handicap motori. Le fu affidato il compito di allestire ed organizzare degli ambulatori dispensari in quel vasto territorio. La prima volta la Dottoressa trascorse lì tre mesi, e furono certamente molto intensi e toccanti, tanto che l’Africa le rimase nel cuore con quelle frotte di bambini poveri, laceri, spesso affamati, ma sempre festosi e contenti del poco e anche solo di un sorriso. Da allora ogni anno si recava in quei luoghi a portare il suo aiuto. Il suo entusiasmo per quel mondo era talmente grande che via via altri volontari la seguirono, fino a realizzare, nel 2007, un’associazione legalmente riconosciuta come ONLUS. Così è nata l’associazione “POLE POLE... PIANO PIANO” di Arezzo, di cui Anna Maria era stata l’ispiratrice, cofondatrice e presidentessa onoraria. L’ultima sua missione risale al 2010, poi l’anagrafe??? e qualche problema di salute le impedirono di continuare la strada intrapresa, ma non certo di dimenticare quello che aveva contribuito a realizzare. Manteneva i rapporti con le missioni tanzaniane, raccoglieva fondi grazie alla generosità di quanti apprezzavano la sua opera, organizzava spedizioni e soprattutto consigliava e coordinava coloro che seguendo la sua scia cercavano e stanno cercando di proseguire il suo cammino. Grazie Anna Maria della tua competenza, della tua tenacia, della tua compassione, della tua dedizione, della tua personalità forte, sensibile ed accogliente. Prega per noi perché possiamo seguirti in quella strada, che ha portato frutti e pienezza alla tua vita e a quella di tutti i piccoli poveri che hai incontrato e aiutato. GRAZIE Nella foto in alto la dottoressa Anna Maria Bartolomei con uno degli ospiti dell’ospedale di Mlali.

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Piango calde lacrime il pianto lava l’anima. Questo pianto per me è come un temporale a primavera, che al termine fa presagire il sereno. Un dolore antico l’ha motivato: desiderio di essere più bella dentro, di combattere ancora la battaglia della vita e non arrendersi e mettersi a contemplare passiva il dono delle ore a venire (se ci saranno). Piango per me stessa, per le occasioni perdute, per superbia, per aver forzato una mano stanca per aver pesato sugli altri per aver dimenticato il bene avuto e dato. Ho ormai una faccia scolorita con segni di tempo scaduto, ma il mio inizio, il mio tempo primo m’hanno richiamato ad essere vera ed è per questo che ho pianto.

Sila C.

Bastoni

di Maria Pia Fabiani

Ieri pomeriggio m’ha chiamato un mio compagno delle elementari. «Ciao, come va? Stai bene? Son contento! Ti faccio tanti auguri per il tuo compleanno che è domani.» «Oh, grazie! Siamo ancora sulla breccia! Come fai a ricordarlo? Non fai poco!» «Anch’io son di marzo, e ti precedo! Sai son rimasto solo, ché mia moglie m’ha lasciato da un anno, poveretta! Ma questa solitudine mi pesa, e cerco voci amiche. E siamo pochi: quattro soltanto della nostra classe!» «Davvero? Chi?» Mi elenca i nomi noti; «Tu come passi il giorno?» «Leggo molto...» «Anch’io, ma ho poco tempo...» «E faccio tutti i giorni cruciverba...» «Anch’io anch’io! Mi tengono allenata!» «Certo, è un bell’esercizio per la mente... Ma mi manca la voce e la presenza di qualche amico con cui chiacchierare del tempo già passato e conosciuto...» «Vieni a trovarmi, è bello ricordare...» «Verrò... col bastone... Sai... ché io...» «Ciao. Io ti verrò incontro con il mio...»

13 marzo 2004


Elogio della suocera di Alfonso Sassolini

L

a “ sora” Maria era la mia suocera. Fiorentina, sobria di costumi e di abitudini, anche alimentari. Austera ma dalla battuta facile; dai suoi ascendenti romagnoli aveva acquisito una certa passionalità e nessuna inclinazione per la pigrizia: alle sei del mattino era già in piedi, pronta per la colazione del gatto e per uscire a far la spesa. Alle dieci, era già posizionata davanti alla pentola dei fagioli dove l’acqua (secondo Lei!) tardava a bollire e la investiva con i super raggi del suo supersguardo fotonico, alla Nembo Kid, che sembrava scaldarla più e meglio del gas acceso sotto. Aveva sempre fretta: infatti, i regalucci per Natale li aveva già comprati a Settembre e ad Ottobre non resisteva più e ce li consegnava. Se doveva prendere un treno, lei era già alla stazione mezz’ora prima che i macchinisti si levassero dal letto. Se eravamo invitati a casa sua, bisognava presentarci a casa sua con parecchio anticipo, altrimenti sbottava: “ Sveglia! La mosca l’è su i’ tamburo!”(se una mosca sta rilassata a grattarsi le zampette sopra un tamburo è segno che nessuno lo suona) Oppure: “Questa vigna la ‘un fa uva!” O anche: “Non siete tempestivi!” Invece, quando veniva a casa mia dove fra parenti ed amici delle figliole c’era un continuo viavai di gente, borbottava un enigmatico: “ L’è l’uscio di’ trenta, chi esce e chi entra!” Cosa intendesse dire l’ho capito più tardi, quando mi hanno spiegato che al numero civico 30 di una certa via c’era una casa di tolleranza molto frequentata da maschietti porcelli che, appunto, entravano ed uscivano di continuo. Se le facevo i complimenti per un piatto ben cucinato, Lei replicava, asciutta: “Quanti marabei, dicono a Bologna!” (Sua madre, la Cesira, veniva da Imola), Se provavo a farle una carezza: “Vai, stoppone!” (qualcosa di simile a ruffiano). Da sposino, ho battagliato con lei in varie occasioni ma, soprattutto perché io ero cacciatore e pescatore mentre lei era più verde di un prato verde e socia dell’ENPA ( Protezione animali). Arrivai un giorno, trionfante, con un’anguilla viva da un kilo e la misi a navigare, nervosa, nel catino grande del bucato. Rientra la suocera ed attacca a strepitare contro di me che mi sentivo felice come Pietro alla pesca miracolosa e non la finiva più. Tanto che, stufo, tirai una gran pedata al catino e tutta

l’acqua, anguilla compresa, finì addosso alla sora Maria che stava lì davanti a scagliarmi addosso i suoi anatemi. Con gli anni, abbiamo finito per volerci un gran bene, tanto che, se aveva un problema, si confidava volentieri con me. E che brava nonna è stata! Perciò auguro a tutti voi una suocera tipo “sora Maria” e se la vostra vi sembra troppo spigolosa, provate a metterla a “merlère” con un largo pizzico del vostro più caldo affetto.

La bestemmia di Alfonso Sassolini

N

ell’ormai lontano Anno Santo 1975, gli allora vivi e vegeti don Fabio e don Vittorio ci accompagnarono a Roma e, con l’occasione, ci pilotarono in visita a Mons. Telesforo Cioli, frate domenicano e Vescovo emerito della Diocesi di Arezzo. Il sant’uomo ci parlò della sua esperienza in Toscana che era stata proficua ma, ci disse, purtroppo voi toscani avete la brutta abitudine di intercalare i vostri discorsi con le bestemmie che vi sono scappate di bocca anche davanti a me quando ero il vostro Vescovo. Tutto abbondantemente perdonato perché il “moccolo” che scivola fuori da una bocca toscana, più che un’imprecazione è un’interlocuzione, un rafforzativo che oltre che offendere Dio sottolinea la scarsa educazione di chi lo tira fuori. Diverso e più grave è il caso della bestemmia scritta in bella evidenza su un muro cittadino. Passi per le croci disegnate con sotto la scritta “Bad Religion” (cattiva religione). Ognuno è libero di pensarla come meglio (o peggio?) crede, anche se è evidente che suona offensiva per chi a questa “religione” è legato dalla fede. Ma la bestemmia scritta non evapora altrettanto facilmente come quella pronunciata da un villanzoncello infervorato: quella scritta è meditata, tracciata in bella vista, in piena coscienza e deliberata volontà e sembrerebbe non perdonabile perché offende lo Spirito Santo. E poi, perché? Come diceva il mio nonno quando affrontava un bestemmiatore: “Se credi, perché bestemmi? E se non credi che bestemmi a fare?” A meno che, chi scrive queste sconcezze sia tanto arrabbiato e disperato da ottenere ugualmente il perdono di Dio che è un Dio di Misericordia.

La morte di Mario Fornacini

Pochi ne resta di vecchi Anghiaresi da Anghiari vecchio tutti l’à presi

L’ultimo saluto da lui ricevuto su una panchina dove lui era seduto

Altro Anghiarese dei Fornacini anche per lui finiti i destini

Loro mestiere di calzolai loro servivano il loro Anghiari

Lì sono nati i vecchi Fornacini in questo luogo a noi vicini

Fu grande amico di lui ricordo fu falegname molto accorto

Questa è la fine di tutti noi con questi mali provocatori

Ma i cari giovani per altra strada e loro facevano la loro entrata

Ma ce n’è un altro che non va dimenticato Ascanio Cambi che non ò nominato

Con mio fratello lì allo Sportone da Settimio Giorni lavoro e apprensione

Questa famiglia di vecchio stampo che nella piazza teneva banco

Ma c’è la morte sempre in agguato altro Anghiarese a noi strappato

Altro Anghiarese nato all’Intoppo poi al Campo della Fiera lui è morto

Ora il riposo di questi cari Anghiaresi che dalla vita sono stati ripresi:

di Armando Zanchi

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Per un po’ di tempo Anghiari ha vissuto momenti di allarme per questo volatile che volteggiava nella zona della Bozia portando via con maestria i cappelli o le berrette dei passanti. Toni molto allarmistici o più quieti si sono incrociati nelle chiacchiere da Palterre, ma la decisione finale è stata quello della sua cattura; anche perché si capiva che era un animale ammaestrato scappato chissà da dove. Qui sotto la storia vissuta in diretta da una nostra lettrice e altre informazioni sull’argomento.

Incredibile, ma vero

Dedicato a quelli che portano il cappello

Ormai da circa dieci anni sono abituata ai piccoli furti da parte del mio amato cagnolino. Di tanto in tanto spariscono calze, scarpe, ciabatte… che poi ritrovo in inusuali nascondigli; oppure mele, pane e altre leccornie per la gioia del suo palato, ma essere derubata del mio cappello è stato un episodio proprio insolito. Incredibile, ma vero. Il due febbraio scorso, come ogni mattina del periodo invernale, sono uscita di casa indossando uno dei miei cappellini. Posteggio l’auto al solito posto e mi incammino per strada. Passato il muro della fattoria Torriani, all’improvviso sento come uno scappellotto dietro la testa, mi giro pensando a uno scherzo di qualche conoscente, ma non c’era nessuna persona. Lo “scherzo” però, sì che c’era stato! Così mi rigiro giusto in tempo per vedere un uccello nero, forse una gazza ladra, che stava volando sopra di me, portandosi via il mio cappello. Altro che scherzo, era proprio vero! Per istinto porto la mano sopra la testa e il mio cappello non c’era più. Sbalordita e incredula ho detto: «Ma quello è il mio cappello! Mi ha rubato il cappello!» Seguo con lo sguardo il volatile pensando, forse lo lascerà cadere, ma niente, lo strano e inaspettato ladruncolo è volato sopra i tetti di via Bozia e poi chissà dove. Per cui dico: - Attenti!!! A tutti quelli che portano il cappello. Cinzia

Articolo tratto da Saturno Notizie online A seguito delle recente cattura della Poiana di Harris ad Anghiari, avvenuta il 28 febbraio u.s., animale che ha fatto parlare di sé per l’abitudine di rubare i cappelli ai passanti, sono state scritte notizie fuorvianti, anche dall’Agenzia Ansa,

La vignetta di Scacciapensieri:

Ora ci penso io!!

poi riportate dai media locali. Intanto non si tratta di poiana, ma di Poiana di Harris. Sono due cose completamente diverse. La prima è una specie autoctona e comune in Italia, l’altra una specie esotica e tenuta dai falconieri in cattività. L’informazione resa è errata, parziale e fuorviante. Sarebbe come dire che un fatto è avvenuto a Reggio. Reggio Emilia? Reggio Calabria? Inoltre si tratta di un’informazione diseducativa, perché implicitamente si induce le persone a credere che la poiana, quella vera e nostrana, attacchi le persone, quando invece si fa assolutamente i “fatti suoi”. Errata e fuorviante anche la notizia sulla sua liberazione in natura, in un habitat “boscoso”. Si tratta infatti di una specie aliena, e le immissioni di fauna non autorizzate e non pianificate sono vietate. Tale condotta si può configurare come un’infrazione alle leggi vigenti. Questo perché un’azione del genere non sarebbe utile né allo stesso animale né all’ambiente. Da aggiungere che, essendo a quanto pare un individuo che ha ricevuto l’imprinting dall’uomo, un suo nuovo rilascio nell’ambiente la porterebbe molto probabilmente a tornare in un ambiente urbano, ed a compiere nuovamente gli atti aggressivi, da animale con “comportamento disturbato”. Ed ecco alcuni titoli “digitali” sulla storia della poiana: Anghiari è ancora caccia alla poiana che ruba cappelli ai passanti. Ultim’ora – catturata la poiana Samira che da giorni terrorizza Anghiari. Aretino: recuperata la poiana ladra di cappelli, verrà liberata nel bosco. Parla un falconiere: “così ho catturato la poiana”. Anghiari: successo dopo giorni di vani tentativi. Ci sono riusciti due falconieri. Blitz dei falconieri: catturata la poiana caccia-cappelli. Portata lontano da Anghiari. La poiana si chiamerà Anghiari e tornerà per il Palio. La poiana non era una poiana. La poiana è ‘Anghiari’. Mistero da dove è venuta. Poiana di Anghiari, ora inizia la caccia al detentore del volatile. Recuperato il rapace divenuto famoso per la sua ‘passione’ per i cappelli. Catturato nell’Aretino, sarà rimesso in libertà nel bosco. Anghiari (AR) – La “poiana” che ruba i cappelli non esiste. Il WWF: è solo un animale addestrato. Femmina e rubacappelli, beccata la poiana. Anghiari (AR). Trovata la poiana ladra. In alto due “foto ricordo” della poiana dopo la cattura.

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Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

Un “Campus” al museo

La Fabbrica della Natura e un ricco programma di attività

C

I

l Museo della Battaglia e di Anghiari è stato selezionato, insieme ad altri importanti della Toscana, per partecipare ad un interessante progetto promosso dal settore patrimonio culturale della Regione. Si tratta di offrire un servizio in più alle famiglie con bambini in età scolare nei periodi “scoperti” dalle attività scolastiche o da altre iniziative (tipo i campi estivi), intervenendo a sostegno di coloro che, per motivi lavorativi, non hanno a chi lasciare i propri figli. Inoltre il servizio (ovviamente) è aperto ai genitori che ritengono una “giornata al museo” salutare per la crescita dei propri pargoli. Il museo comunale di Anghiari partecipa a questa iniziativa nel giorno del 24 Marzo 2016, all’inizio delle ferie scolastiche pasquali, offrendo ai partecipanti alcune attività che si snodano fra Biblioteca, Museo e il rinnovato Palazzo Pretorio. In particolare si giocherà con la storia e con gli strumenti che servono a tramandarla: la scrittura, il disegno, la fotografia. Per una giornata nuova, divertente e fuori dal consueto. Il nome “Campus”, scelto dal gruppo di lavoro, significa proprio questo: imparare con la gioia di farlo, in luoghi che di solito sono “seriosi” per natura e per immaginario: i musei e le biblioteche. In tutta la provincia di Arezzo ci sono quattro musei che partecipano all’iniziativa, accomunati da questa sensibilità: per questa volta tre valli dell’aretino e quattro cittadine (Anghiari, Cortona, Montevarchi, S.Giovanni Valdarno) sono unite in un medesimo progetto con un medesimo fine: condividere la nostra storia.

Gabriele Mazzi, Museo della Battaglia e di Anghiari www.battaglia.anghiari.it In alto: la locandina dell’iniziativa ad Anghiari.

on l’arrivo della primavera si avvicina anche la riapertura del Centro Visita “La Fabbrica della Natura”. La pausa invernale ci è servita per pensare le attività da svolgere durante la bella stagione che sta per arrivare. A marzo il rischio di trovare maltempo è ancora concreto, quindi inizieremo le attività all’aria aperta con una passeggiata poco impegnativa ma ricca di fascino e anche di gusto: seguiremo un tartufaio impegnato con il suo cane alla ricerca del tuber albidus, meglio conosciuto come tartufo marzuolo Ad aprile ci concentreremo invece sulla interessante storia geologica dei Monti Rognosi e approfondiremo la conoscenza delle antiche creature che in un certo senso hanno abitato su queste strane rocce, gli ittiosauri. Il mese di Maggio sarà dedicato alla figura di San Francesco. Il santo di Assisi si trovò a passare da queste parti molto spesso. Tra escursioni nei luoghi più significativi legati al Santo e attività creative all’interno del Centro Visita cercheremo di riscoprire la sua idea di natura, sorella dell’uomo da amare e rispettare sempre. Giugno è un ottimo mese per apprezzare le straordinarie varietà floreali delle ofioliti con escursioni in compagnia di un biologo, senza però dimenticarci di una grande risorsa di questo territorio: l’acqua. A luglio e agosto il gran caldo ci costringerà a vivere la natura di notte, illuminati dalla luna e circondati dal suono degli animali. Un astrofilo ci insegnerà a capire meglio il meraviglioso cielo d’estate. Nelle fresche mattinate di settembre andremo alla scoperta degli aspetti storici e antropologici di questa parte di Valtiberina, tra vecchi castelli e antichi luoghi di culto. Ad ottobre castagne e funghi saranno i protagonisti principali. Ci armeremo di guanti e paniere per raccogliere queste due golosità. Una delle feste più amate dai bambini, Halloween, sarà l’occasione per divertirci a costruire con la natura. Lo stesso faremo a novembre, quando non ci limiteremo a camminare circondati dai meravigliosi colori dell’autunno, ma scopriremo quante cose si possono creare con le foglie. Per informazioni sulle date e sulle attività potete visitare il sito www.toscanadappennino.it. Lorenzo Minozzi In alto: una passeggiata in un sentiero dei Monti Rognosi.

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CRONAC HETTA

Mese di Febbraio 2016

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Gennaio 2016 Domenica 3. Oggi era una giornata proprio invernale e io, con una valido aiutante umbro, mi son fatto una “polenda” di granturco con la farina regalatami da un coltivatore nostrano. Lunedì 4. Oggi con mia moglie abbiamo riportato nostro nipote Giorgio a Rio di Luco. Era da noi da un po’ di giorni per le feste di Natale. Martedì 5. Oggi all’omelia, nella Cappella di S. Leonardo al Borgo, don Luigi ha parlato della falsità di noi cristiani che tendiamo ad apparire più che ad essere. Mercoledì 6. Stamani in mattinata ha provato a ‘bufare’ e i monti verso la Pieve erano tutti bianchi. Frido dice che a Pino (dove abita lui) ha imbiancato. Giovedì 7. Stamani, ma anche oggi, nebbia al piano e al colle. Domenica 10. Oggi c’era Memorandia. Non m’è riuscito d’andarci. Lunedì 11. Oggi è morta Eugenia Chieli vedova Chieli. Abitava all’Infrantoio ed era nata al Podernuovo, uno dei più grossi poderi della vallata, se non il più grosso. Martedì 12. Stanotte la “luce” è “andata via” più di dieci volte. Mercoledì 13. Oggi è morta Lea Cerquatti vedova Mondani. Abitava in Anghiari vecchio e la ricordiamo volentieri di quando partecipava a “Tovaglia a quadri”. Era nata a Sant’Agostino, nel palazzo che fu dei Taglieschi. Venerdì 15. Oggi è morta Giulia Pinai vedova Fontana. Abitava al Ponte alla Piera ed era nata al Ponte Francese, in comune di Subbiano. Per molti anni ha abitato ad Arezzo. Sabato 16. Stamani passavo per il Terrato quando ho visto un fiocco rosa al portone dei Sassolini. * Nel pomeriggio mi hanno regalato un gilè di vera lana. Viene direttamente dalla Polonia. * Oggi è morto Giovan Battista Gennaioli. Aveva 92 anni ed abitava alla Chica di San Leo. Era nato nella casa dopo il Morone, di fronte alla villa Gennaioli. Martedì 19. Venivo dal Campo della Fiera e volevo andare alla Ripa. Però sono andato dritto per il Carmine. E allora sono passato dalla “Bacarugia”. Mercoledì 20. Verso le otto sembrava proprio che bufasse, e invece niente, almeno da noi. Domani sentiremo Frido. Venerdì 22. Oggi è morta improvvisamente Rossella Marcello in Cangi. Abitava per la via del Carmine. Aveva solo 50 anni. Era nata a Crotone. Sabato 23. Meno male che anche al Borgo stamani c’erano pochi banchi (lo dico perché mi sembra che ad Anghiari, in quanto a mercato, siamo proprio scarsi). * Oggi è morta la dottoressa Anna Maria Bartolomei. Abitava per la Via Nova ed era nata ad Arezzo dove il babbo era notaio. La ricordiamo per la passione con cui svolgeva la sua professione di pediatra. Domenica 24. Stamani una scelta rappresentanze delle Compagnie di Anghiari sono state ospiti di quella di Pieve di Chio. Martedì 26. Dai dai quest’anno non ho potuto fare il migliaccio che nessuno mi ha dato il sangue di maiale. Domenica 31. Quest’anno la “merla” sarebbe rimasta bianca. * Dopo “mangio” sono andato dal Baggi e ho assaggiato il vinsanto del Ponte. Ma no della Piera, ma di Carletto. * Oggi è morto Adriano Meozzi, conosciuto come Pachiero (il soprannome del nonno). Abitava per il viale della Stazione. Era nato nella casa colonica attaccata alla chiesa di Viaio.

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Martedì 2. Stasera in Propositura c’è stata la Messa della Candelora. Mercoledì 3. In mattinata sono andato al mercato. A un certo punto in piazza è capitata anche la Marilena col piccolo Giovanni Maria. * Oggi è morta Fidalma Biccheri vedova Zanelli. Abitava al Ghetto di San Leo ed era nata a Campanile, una località di Pietralunga. Aveva 84 anni. Giovedì 4. Stanotte ha fatto un po’ di neve poco sopra il Borgo e verso la Pieve. Verso Castello meno ma, Monte Nerone e le Mammelle d’Italia, cioè i monti, erano tutti bianchi. Venerdì 5. Oggi è morta Giuliana Lazzari in Poderini. Abitava a Santo Stefano, proprio vicino alla chiesa ed aveva 68 anni. Era nata alla Titta di Città di Castello. Sabato 6. Stamani passavo per la Val Sovara e ho visto che c’erano ancora un paio di campi con i “stamparoni” dei girasoli. Martedì 9. Oggi s’è saputo della morte di Mario Fornacini. Abitava alla Giardinella ed era nato nel Palazzo Magi (oggi è la sede dell’Istituto d’Arte e allora c’era la Scuola Elementare), dove a quel tempo abitava la sua famiglia. Lo ricordiamo volentieri per le tante targhe che ha inciso per tutte le Associazioni anghiaresi. Mercoledì 10. I banchi in piazza stamani non hanno aperto. Mi sa che hanno avuto paura del vento e del tempaccio. Domenica 14. Dopo “mangio” volevo andare a vedere Memorandia, invece sono andato a chiedere informazioni sulle piante fiorite in questi giorni a Palazzolo e al Ponte dei Sospiri. Lunedì 15. Oggi e morta Maria Milanini vedova Fantoni. Abitava a Fragaiolo ed aveva la bella età di 101 anni. Anno scorso è stata festeggiata, oltre che dai familiari, anche dal Sindaco che le ha consegnato una pergamena. Era nata a Sovaggio, in località Vestebbia. Martedì 16. Passando per la Via Cupa ho visto che i “tromboni” stanno per fiorire. Mercoledì 17. Stamani non pioveva ma di banchi in piazza ce n’erano proprio pochi. Domenica 21. Oggi con Skype ho visto e ho parlato con Palmiro, quello del Molin Bianco che è in Kenia. Mi ha fatto vedere una azienda di cui era ospite e che produce caffè, banane e tubi in plastica per l’irrigazione. Martedì 23. Vista e mangiata la prima “mammola”. Sabato 27. Oggi è morto Angiolo Del Pianta di anni 80. Abitava a Belvederino. Era nato a Selci in comune di San Giustino. Domenica 28. Oggi è morta Rosa Gennari vedova Chieli. Aveva 92 anni ed abitava all’Infrantoio. Era nata nella casa attaccata alla chiesa di Santo Stefano (ora non esiste più) e la sua famiglia era detta del “Gallo”.

Offerte per l’Oratorio A pag. 32 e 33 il secondo nutrito elenco delle vostre offerte. Ancora una volta il nostro grazie; in questo modo possiamo continuare la nostra attività editoriale. Vi ricordiamo che le offerte possono essere mandate anche tramite i conti correnti della parrocchia nelle sedi delle banche locali senza spese.


Questo giornale lo potrete trovate su Internet

Scriveteci: oratorio@parrocchiadianghiari.it o: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI Per le vostre offerte: Propositura Insigne Anghiari - C/C postale N. 11802527 banca di anghiari e stia: IT82 Y083 4571 3100 0000 0005 053

SANTUARIO MADONNA DEL CARMINE Santuario mariano della Valtiberina FESTA DELL’ASCENSIONE 2016 Preparazione alla Festa Giovedì 5 maggio: 40 giorni dalla Pasqua S. Messe alle ore 7:00 e alle ore 11:00.

Sabato 7 maggio: Vigilia della festa Alle ore 20:45 accensione del fuoco nel piazzale del Santuario e canto dei Primi Vespri. Un invito particolare a tutte le parrocchie di Anghiari ad essere presenti al Santuario del Carmine per la celebrazione della vigilia.

Domenica 8 maggio: Ascensione Ore 6.30: Apertura del Santuario. Dalle ore 7.00 alle ore 10: S. Messa ad ogni ora. Ore 11.15: Solenne Celebrazione Eucaristica. Alle ore 16.00: S. Messa. Benedizione dei bambini. Alle ore 18.00: S. Messa solenne officiata dal Rettore del Santuario, in suffragio dei benefattori e dei festarini defunti. Ad ogni ora della giornata saranno presenti sacerdoti per le confessioni.

Il pellegrinaggio a piedi Si invita a riscoprire il senso cristiano del pellegrinaggio, percorrendo un tratto di strada a piedi fino al Santuario, seguendo uno degli itinerari segnalati da cartelli e descritti più sotto. Al termine di ogni S. Messa le parrocchie ed i pellegrini che hanno raggiunto il Santuario a piedi riceveranno una particolare benedizione. Da Anghiari: dalla Piazzetta della Croce si percorre la Provinciale per il Ponte alla Piera (strada di crinale). Lunghezza circa 3,5 km. Percorso anche per le parrocchie di San Lorenzo e quelle di Monterchi e Citerna. Da Tavernelle: partenza di fronte al ristorante della Doretta e poi su per la Banchina, la Banca e Galbinaccio. Dal Ponte delle Fate: Parrocchie del Ponte alla Piera, Caprese e Sovaggio. Da Micciano: dalla Pieve di Micciano e seguendo l’antico tracciato da Campalla. Da Santo Stefano: Partenza dalla chiesa e attraverso la vecchia via di Caprese si sale verso Campalone e il Faggeto.


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