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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI GIUGNO - LUGLIO 2016

N. 3

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue


In copertina

Il pellegrinaggio dell’11 luglio Le grandi parole dei tempi in cui era ancora visibile ciò che avviene, non sono per noi. Chi parla di vittorie? Resistere, ormai è tutto - così scriveva il maestro di grandi parole Rainer Maria Rilke. Quante volte abbiamo pensato, insieme a lui, che noi non viviamo più in tempi di miracoli e di vittorie, che non ci è dato capire né sperimentare direttamente la Grazia? Dio è lontano e non si lascia vedere, nei nostri giorni troppo frettolosi, troppo pieni di cose e immagini, per lasciare spazio a visioni che crescono lentamente, che per raggiungerci hanno bisogno di attenzione, pazienza e speranza. Ma se qualcuno ha visto per noi, se qualcuno testimonia che l’incontro che sogniamo è possibile, allora vale la pena tentare. La sua testimonianza ci fa mettere in cammino: usciamo di casa, usciamo da noi stessi e andiamo nella direzione tracciata da chi ci ha preceduto. Da soli non avremmo saputo dove andare, ma la gioia di chi ci racconta quello ha visto è di per sé una meta. Per questo l’11 luglio di ogni anno, e tante volte durante l’anno - perché ci fa star bene, ne sentiamo il bisogno -, ci mettiamo per strada e andiamo a piedi al Carmine, seguendo Marietta che chiama la popolazione di Anghiari intorno alla Madonna. La piccola pastora del Carmine non ha lezioni o grandi rivelazioni da comunicare, ci invita semplicemente a fare come lei: ci chiede di inginocchiarci e contemplare, accogliendo la presenza d’amore che si dà a chiunque la cerchi. Così dopo tutti questi secoli, il fiume di anghiaresi che corre al Carmine, rispondendo alla testimonianza di Marietta non è cessato, perché i tempi non sono cambiati per chi crede che la Grazia di Dio avviene ed è visibile, riconoscendola nella gioia della testimonianza e della preghiera. L’immagine di copertina è di Sirio Ruggeri.

l'editoriale di enzo papi

Il colore dello Spirito Santo

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ropositura. Il colpo d’ occhio è d’effetto. Chiesa piena di gente, vestita a festa, in attesa del vescovo S. E. mons. Riccardo Fontana. Brusio inevitabile, ma una generale compostezza. Tutto questo non di domenica, ma in un bel pomeriggio di martedì. Festa della Croce ad Anghiari. Con l’amministrazione della Cresima a 25 ragazzi e ragazze di 3° media: il grosso di città, ma anche provenienti dalle parrocchie di Tavernelle, di S. Leo e Ponte alla Piera. Il coro dietro l’altare; pure il vasto transetto gremito di popolo. E davanti al presbiterio, a emiciclo, i cresimandi; nelle loro felpe rosse, tutte uguali, macchia di colore semicircolare che fa da margine ai padrini e, soprattutto, al popolo che preme dalla navata. *** anditi i vestiti eleganti, tirati a lucido. Felpe rosse e una eleganza composta, invece: capelli di parrucchiera, calzoni, gonnelline. Come per le grandi occasioni, ma questa volta per una occasione straordinaria e unica. La S. Cresima. Quello delle felpe è il colore dello Spirito Santo. Il parroco che è anche architetto, e se ne intende, sa che nell’iconografia cristiana il rosso è da sempre il colore dello Spirito, del fuoco che brilla, della fiamma che riluce come ha annunciato la lettura tratta dagli Atti durante la celebrazione. Felpe rosse dunque. Il nome del proprietario scritto sul petto e il vescovo Riccardo che può così chiamarlo personalmente, con il cresimando che, personalmente, risponde, ‘Eccomi’. Poi l’unzione sulla fronte col Sacro Crisma. Uno per uno, nome per nome, maschi e femmine. *** nche don Marco li ha presentati personalmente, nome per nome, al vescovo Riccardo, seduto davanti all’altare. Prima dei singoli nomi una comunicazione importante, all’inizio della cerimonia che è incastonata all’interno della liturgia. “Questi ragazzi e ragazze hanno preso una decisione da adulti,” dice il parroco. “Non sono più solo ragazzi. Sanno scegliere”. E chiedono la Cresima che fa soldati di Cristo. Il Battesimo, quando erano ancora inconsapevoli, dà la cittadinanza cristiana. La Cresima, ora che sono più grandi, introduce la cittadinanza cristiana nella militanza. Cristiano cosciente, chiamato per nome, alla cui chiamata ha risposto ‘Eccomi’. Nell’omelia il vescovo Riccardo ha insistito tanto su questo dono dello Spirito Santo. Scelta e consapevolezza dei ragazzi sono il dono dello Spirito; i ragazzi stessi, nella loro consapevolezza, sono il primo dono dello Spirito. I padrini e i genitori, il popolo tutto, che li guidano e li sostengono nel loro cammino cristiano sono dono dello Spirito. Ecco la Chiesa di pietre vive! *** a torniamo alle felpe rosse. Dietro, sulle spalle, la scritta grande Parrocchia di Anghiari e sotto una frase evangelica: Vieni e vedi; frase spiegata nel retro di copertina del libretto-guida alla liturgia. La Chiesa di cui da oggi questi ragazzi sono parte militante è il luogo del Vieni e vedi, dell’incontro personale con Cristo, che non è dono solo per questi ragazzi. Ma per tutti. Non solo per chi era in Propositura in quel bel pomeriggio della S. Croce; ma per ogni uomo, per la città intera, anche per chi non c’era. Da ciò la processione come presentazione alla città, sorta di itinerario sacro che dalla Propositura alla Badia, lungo vie dai nomi esplicitamente laici, -in testa i cresimandi con il loro annuncio, Vieni e vedi, poi le confraternite e l’autorità militare con l’ostensione della reliquia portata dal vescovo- ha offerto a tutti il metodo cristiano: vieni con noi e vedi, incontraci, sperimenta e vivi questa nuova compagnia.

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Il Giubileo della Misericordia

Riflessioni sull’Anno Santo a cura di don Alessandro Bivignani

Misericordes sicut Pater

negative obbligatorie per formarsi un bagaglio di qualità umane e spirituali apprezzabili. Esistono invece tante tentazioni e fragilità. Con queste ha dovuto fare i conti il figlio più giovane, cedendo in principio a delle vuote illusioni e riconoscendo i propri errori in seconda battuta. Credeva di far bene muovendo i primi passi, si è convertito al vero bene verso la fine, ritornando sui suoi passi precedenti. Nel frattempo il Padre è rimasto come punto di riferimento sicuro: senza mai avallare gli errori del figlio, Egli non taglia i ponti e al momento opportuno si presenta come l’unica risposta al suo grido di aiuto e al suo desiderio di rinnovamento interiore. Così vi è un ultimo passo da fare, con l’aiuto di tante riflessioni scaturite da questo Anno Giubilare: la Misericordia di cui tanto parliamo, è solamente un attributo divino, magari il più qualificante? Sappiamo che Dio prima ancora che amare, è Amore. Dio non è misericordioso, è Misericordia. Possiamo dire con le parole della Madre Canopi: «Misericordia non è soltanto una parola del Vangelo: è la persona stessa di Gesù Cristo; è l’amore del Padre, tenerissimo e compassionevole, che si è fatto prossimo all’uomo fino ad assumere un corpo, un volto, un cuore d’uomo»3. *** 1. Lc 6, 36 2. Lc 15, 11-32 3. A.M.Canopi, Misericordia e consolazione. Il Dio di Gesù Cristo, Paoline, Roma 2001, p.5.

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a frase, tratta dal Vangelo di Luca, è stata scelta come titolo di questo Giubileo straordinario della Misericordia, ed anche come ritornello dell’inno del Giubileo. Siate misericordiosi, dice Gesù nel Vangelo di Luca, come misericordioso è il Padre vostro1. Siamo davvero persuasi però che l’invito rivoltoci in questo anno speciale sia di diventare misericordiosi come il Padre? Mi viene in mente un’antica storia dei monaci del deserto, che ho sentito alcuni anni fa durante degli esercizi spirituali. Essa narra d’un vecchio brigante, un brigante di professione, che si sentì male e che, percependo la morte ormai vicina, bussò alla porta di un monastero per chiedere di rimanervi fino al suo ultimo giorno. Ed il brigante rivolto al monaco che era venuto ad aprirgli disse: «Dio avrà misericordia di me». «Come fai a esserne così sicuro?», reagì tra l’ironico e il diffidente l’esperto monaco, sicuro di saperla più lunga dell’ignorante malfattore. «Perché è il suo mestiere», ribatté con sicurezza quest’ultimo. Morale della favola: il peccatore, o colui che si sente profondamente tale, sembra proprio che ne sappia di più, circa la misericordia divina, che non il monaco o il prete. C’è da dire una cosa importante: la Misericordia non è un concetto, un’affermazione, ma un’esperienza, che diventa poi sapienza. E un’esperienza-sapienza capace di ri-evangelizzare la nostra idea di Dio, sempre tentata di costruirsi un’immagine troppo e solo umana e forse anche un po’ scontata, priva di mistero. Sempre nel Vangelo di Luca al capitolo 15, troviamo la parabola conosciuta da tutti come “Il figliol prodigo”. Tuttavia non appare peregrina l’idea ormai diffusa che il corretto titolo della parabola possa essere “Il padre misericordioso”2. Visto che il testo lo conosciamo praticamente tutti a memoria o quasi, merita provare a leggervi tra le righe una costante e decisiva presenza del Padre in ogni momento del racconto. Siete convinti? È il Padre a permettere al figlio che se ne vada, e, per quanto triste, non si oppone alla sua decisione sventata e offensiva. È sempre il Padre che nella coscienza del figlio ormai senza alternative fa misteriosamente sentire il suo appello al ritorno. Ed è sempre il Padre che reintegra questo figlio smarrito e umiliato nella dignità precedente, facendo festa e rallegrandosi. Se il Padre non avesse resistito al dolore di una perdita del figlio così improvvisa e immotivata, la storia non avrebbe avuto seguito, e se si fosse opposto con violenza, perdendo dignità e grandezza spirituale, la coscienza del figlio non si sarebbe mai sviluppata. Ci possiamo interrogare se è necessario toccare il fondo prima di risalire e rinsavire, se la via della maturazione interiore passi necessariamente attraverso l’errore e il vizio. Evidentemente no! Non ci sono esperienze

Didascalie alle foto: in alto il logo ufficiale del Giubileo della Misericordia; sotto il particolare del mosaico da cui è tratto il logo: M. I. Rupnik, Cristo Risorto riprende Adamo ed Eva come Buon Pastore, 2006, Chiesa delle Suore Orsoline, Verona.

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Giugno 2016

Mese di Luglio 2016

Mese dedicato al Sacro Cuore 2 Giugno giovedì: Primo giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 3 Giugno venerdì: Sacro Cuore di Gesù. Primo venerdì del mese. La festa del Sacro Cuore di Gesù cade il venerdì che segue la seconda domenica dopo Pentecoste. Nella chiesa di Micciano alle ore 20:00 Santa Messa per il gruppo uomini dei ritiri di perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21:00, adorazione e Santa Messa. 5 Giugno domenica: Domenica X del tempo ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo. 7 Giugno martedì: Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17:00 ora di guardia con recita del Santo Rosario. 11 Giugno sabato: San Barnaba Apostolo. Fu compagno di San Paolo nel suo primo viaggio e fu presente al Concilio di Gerusalemme. Ritornato a Cipro dove era nato, vi predicò il Vangelo e ivi morì. 12 Giugno domenica: Domenica XI del tempo ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 13 Giugno lunedì: Sant’Antonio di Padova. Religioso e dottore della chiesa. Nacque a Lisbona nel 1195, morì a Padova nel 1231. Straordinario predicatore, uomo di grande fama e cultura, fu difensore dei poveri e degli oppressi. Ad Assisi incontrò San Francesco. 19 Giugno domenica: Domenica XII del tempo ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo. 24 Giugno venerdì: Natività di San Giovanni Battista Martire. Giovanni era figlio di Elisabetta, cugina della Madonna e di Zaccaria. Fu coetaneo di Gesù. Ritiratosi nel deserto ancora giovane, apparve poi sulle rive del fiume Giordano per predicare l’imminente avvento del Messia. Subì la decapitazione per mano di Erode Antipa. 26 Giugno domenica: Domenica XIII del tempo ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 29 Giugno mercoledì: Santi Pietro e Paolo Apostoli. Alcune fonti storiche attestano che nel 67 d.c. furono entrambi a Roma per testimoniare la parola di Gesù ed entrambi furono carcerati e giustiziati; per questo vengono festeggiati lo stesso giorno.

1 Luglio venerdì: Primo venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20:00 Santa Messa per il gruppo uomini dei ritiri di perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle 21:00 adorazione e Santa Messa. 3 Luglio domenica: Domenica XIV del tempo ordinario. San Tommaso Apostolo. Sante Messe secondo l’orario festivo. Tommaso è conosciuto per la sua incredulità che svanì davanti a Gesù risuscitato. Sembra che abbia predicato il Vangelo in India, dove subì il martirio. 5 Luglio martedì: Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17:30 ora di guardia con recita del Santo Rosario. 7 Luglio giovedì: Primo giovedì del mese. Si invitano i fedeli a pregare per le vocazioni. 10 luglio domenica: Domenica XV del tempo ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 11 Luglio lunedì: anniversario dell’apparizione della Madonna al COMBARBIO, oggi Carmine. Alle ore 20:00 pellegrinaggio da Anghiari verso il santuario del Carmine per partecipare alla Santa Messa delle ore 21:00. 16 luglio sabato: Beata Vergine del Carmelo. Festa solenne al Santuario del Carmine, Santa Messa alle ore 21:00 e processione intorno al Santuario. Nei giorni 14 e 15, alle ore 21:00 preghiera comunitaria nel Santuario. 17 Luglio domenica: Domenica XVI del tempo ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 22 Luglio venerdì: Santa Maria Maddalena. La Santa Messa delle ore 18:00 verrà celebrata nella chiesa del Borgo della Croce a Lei dedicata. 24 Luglio domenica: Domenica XVII del tempo ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo. 25 Luglio lunedì: San Giacomo Apostolo, il maggiore. Figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni l’Apostolo, fu presente ai principali miracoli di Gesù. E’ venerato soprattutto in Spagna, a Compostella, dove sorge una basilica a lui dedicata. 26 Luglio martedì: San Giovacchino e Anna, genitori della Vergine Maria. 29 Luglio venerdì: Santa Marta di Betania, sorella di Lazzaro e di Maria. Con le sue preghiere a Gesù ottenne la resurrezione del fratello Lazzaro. 31 Luglio domenica: Domenica XVIII del tempo ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.

Lunedì 11 luglio 2016 Anniversario dell’Apparizione della Madonna a Marietta Alle ore 21:00 Solenne celebrazione eucaristica al Santuario del Carmine 4


S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI

S. Maria Maddalena

Ore 8:00

Ore 9:00

-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano

“ “ -CATIGLIANO: ogni 15 giorni Ore 10:00 -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine “ -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta “ -S. LEO: Chiesa di San Leone Ore 11:00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -PIEVE SOVARA: S. Maria Annunziata “ -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. Ore 16 (estivo 17) -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. Ore 18:00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8:45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10.00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11:00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 11:15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17:00 (18:00 estivo) Chiesa di San Simeone a Monterchi

Venerdì 22 luglio 2016 presso la cappella di S. Maria Maddalena nel Borgo della Croce S. Messa alle ore 18:00

Prima domenica del mese a Scandolaia ore 15:00(ore 16:00 estivo). Ultima domenica del mese: chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16:00 (ore 17:00 estivo).

MESSE PREFESTIVE: Ore 16:00 - (ore 17:00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17:00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 17:30 - S.Maria della Pace, Le Ville Ore 18:00 - Propositura di Anghiari

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La S. Messa in Propositura è sospesa

Primo Venerdì del mese al Carmine

A Micciano Ogni Primo Venerdì del mese per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza

Ogni Primo Venerdì del mese, al Santuario del Carmine, recita del Rosario e S. Messa con meditazione alle ore 21:00.

S. Messa alle ore 20:00 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Spigolature di storia locale

Lucrezia si è laureata

1198 – Con Bolla di Papa Innocenzo III, i Camaldolesi ampliano la loro autorità in Valtiberina, ottenendo il patronato delle Pievi di S. Maria a Micciano (di fondazione longobarda, VII sec.), di S. Leo a Corsano, di S. Maria a Sovara (VIII-IX secolo) e di S. Biagio a Valialle. La Pieve di Micciano, incendiata e distrutta dai ghibellini dopo la battaglia di Monteaperti nel 1260, viene ricostruita l’anno successivo dal vescovo di Arezzo sotto i buoni auspici di Papa Alessandro IV. Eretta sulla preesistente Pieve dell’Annunziata, la Pieve di Sovara, dipendente dalla Diocesi di Sansepolcro, viene ampliata e decorata nel Quattrocento, quando assume la conformazione attuale a tre navate, mantenendo comunque l’abside romanica.

Il giorno 18 marzo 2016 Lucrezia Mondani si è laureata presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Scienze Umane e della Comunicazione Interculturale (Università degli Studi di Siena), nel corso di Laurea Magistrale in Filosofia e Storia: Fonti, Testi e Teorie ottenendo la splendida votazione di 110 su 110 e Lode, discutendo una tesi dal titolo: “I Colori del Martirio dall’Antico al Contemporaneo: tra definizione di identità, nuove teologie e affermazione di valori”. Relatore è stata la professoressa Osvalda Andrei e correlatore il professor Renzo Sabbatini. A Lucrezia, oltre auguri dei genitori, Fiorella e Francesco, vanno quelli dei parenti e degli amici, con un pensiero particolare al nonno Benedetto e allo zio Dante che sarebbero e “sono” orgogliosi di lei. Anche la Redazione manda volentieri i suoi auguri verso Carboncione, lì dove Lucrezia abita.

*** Fine XII secolo – Essendo cresciuta la popolazione, con licenza del monaci della Badia, Anghiari viene ampliata e dotata di una seconda cinta di mura con due porte, dette di S. Martino e di S. Angelo; il mercato che si faceva alla Piazzola viene trasferito di fronte alla chiesa di S. Agostino, nel Borghetto, dove si costruisce anche un pozzo. ***

Una bella notizia

XII-XIII secolo – Il castello di Montauto è residenza dei nobili di Galbino. Nel 1385 Niccolò da Montauto chiede a Firenze la proprietà perpetua della Contea che ha come confini a sud il torrente Rio, affluente sotto Galbino della Sovara, a est il crinale della collina di Anghiari a occidente quella della Pieve di Micciano e il fiume Sovara, a ovest i Monti di Catenaia e il torrente Chiassa. La contea comprende i centri di Galbino, della Barbolana, del Ponte alla Piera e di Chiaveretto. Nel 1502 il castello, alleato agli Aretini, viene distrutto dai fiorentini e posto sotto la giurisdizione di Anghiari per poi tornare, nel 1513, in possesso dei Montauto, che ricevono da Cosimo I il titolo di Cavalieri di S. Stefano. Agli inizi del XIX secolo la Contea viene soppressa.

Auguri Lea

*** 1228 - Viene scavata una “reglia” o gora o canale per mulini, detta l’Acquaviola, che dal Tevere sotto Montedoglio percorre il piede della collina di Anghiari e si immette nuovamente nel Tevere presso Citerna; lungo il suo percorso vengono costruiti 11 mulini che, insieme a quelli della Val Sovara (tra i quali i più importanti sono il mulino Ubertelli e quello della Fossa), anch’essi impostati su una reglia, sono per lungo tempo alla base dell’industria agricola della zona. Nella città, in questo periodo in forte espansione edilizia, è inoltre molto attiva l’industria delle costruzioni: i maestri di pietra e legname costituiscono l’unica corporazione riconosciuta dal Comune. Martedì 26 aprile 2016

La Schola Cantorum Gregoriana, che da venti anni accompagna tutte le celebrazioni (domenicali e festive) del Capitolo della Cattedrale di S. Maria del Fiore in Firenze, ha un nuovo direttore: è il nostro concittadino Davide Baldi. Cresciuto alla scuola di Don Vittorio, Don Fabio e il M° del M° Bruno Sannai tra la Propositura e la Pieve di Micciano, Davide è dal 2002 corista e solista della Schola e dal 2006 vicedirettore. Dalla Redazione e da Anghiari i nostri complimenti per questo importante incarico.

A cura di Franco Talozzi

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Lea Marchetti quando è nata, la sua famiglia abitava a Girardelli. Poi ha abitato al Molindagnolo, al Burron dei Giunchi, alla Selva e infine al Castagno (si trova per la Libbia, di fronte alla Selva) dove è “entrata” dopo il matrimonio con Dionisio Giglini. Dopo aver girato in molti posti di Anghiari, ora abita all’Invidiosa, da lì si gode un bel panorama sulla Valle del Sovara e ci si va passando dalla Casaccia del Molindagnolo. Essendo nata il 2 gennaio 1926 (ma in Comune risulta il 7) ha finito quindi novant’anni. Figli e nipoti per questa bella occasione hanno allora organizzato una bella festa. Agli auguri di parenti ed amici anche noi della Redazione mandiamo i nostri molto volentieri.


...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores

Auguri Paolo

Venerdì 15 aprile 2016 Paolo Bergamini si è laureato presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali (ex Facoltà di Agraria) di Perugia in Scienze Agrarie e Ambientali. Ha discusso una tesi dal titolo: “L’acero centenario di Villa Miravalle: primi studi di micropropagazione” Ha ottenuto la bella votazione di 107 su 110. Relatore il dott. Tiziano Gardi, mentre controrelatore è stato il prof. Francesco Tei. A Paolo, da sempre appassionato di agricoltura, gli auguri dei familiari, degli amici e quelli della Redazione che vanno decisi verso il Borgo, ma si fermano a Mezzavia, dove Paolo abita.

Gigli

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Auguri a Libera e Nilo

on parliamo in questo momento del maestro appassionato di musica e di banda (e lo meriterebbe) che abita alla Casa Bruna ma di quella pianta così cara a Firenze, e poi anche a noi perché esso, il giglio, è raffigurato nel nostro stemma di Anghiari. Tempo fa parlai di Santin di Berto (un altro personaggio da ricordare) che riuscì a piantare i bulbi della pianta dai fiori celesti lungo tutta la banchina della strada che dalla Maestà della Battaglia sale fino alla Pineta. Ancora oggi qualche ciuffo è rimasto qua e là e sarebbe bello ricostituire questo abbellimento. Intanto hanno dato la loro adesione, perlomeno cercando di preservare i superstiti, Senio Ruggeri per il Ponte dei Sospiri, Gastone Mafucci per la curva delle ex concimaie, Luca Pucci per la curva del Mulino e Piero Lega disponibile a impiantarli appena qualcuno gli darà qualche bulbo, sopra la sua Villa dello Spirito Santo. Ora aspettiamo la nuova amministrazione comunale che ci metta un carico da novanta!

I coniugi Nilo Agolini e Libera Inci, sono la prova vivente che l’AMORE vero esiste. Li ha sposati sabato 20 aprile 1946 Don Nilo Conti nella chiesa della Propositura e dal quel giorno son passati ben 70 anni!! Nilo e la Libera si sono conosciuti al Terrato, ritrovo dei giovani di quel tempo. Il giovanile amore della Libera per la musica l’aveva portata a frequentare Villa della Quercia, dove imparava dal Maestro Angiolo Vagnetti a suonare il violino e il destino ha voluto che proprio in quel luogo l’amore della Libera per la musica si legasse per sempre a Nilo, l’amore della sua vita, perché è proprio in quell’appartamento che hanno costruito il loro nido d’amore e dove tutt’ora vivono insieme. In questi 70 anni come tutti hanno passato sia tante gioie che momenti difficili, ma insieme sono riusciti a superarle tutte e ancora oggi come in questa meravigliosa foto hanno la voglia di tenersi per mano!! Infiniti auguri da noi tutti per questo fantastico e quasi unico traguardo!! I figli, le nuore, il genero, i nipoti, i pronipoti, e la sorella Nardina.. che il vostro amore sia un esempio per tutti noi...

La vignetta di Scacciapensieri:

Meli

Una tradizione disinteressata!

In occasione della festa di San Martino del 2015 furono esposte una trentina di specie di mele provenienti da antiche varietà presenti nel nostro territorio. La ricerca continua. Se avete dei meli con queste caratteristiche, ormai presenti da tantissimi anni, segnalateceli, contribuirete alla salvaguardia delle antiche varietà. Ma non stiamo cercando solo meli ma anche altri alberi da frutto nonché fagioli, granturco e tutte le altre colture dell’orto. Segnaliamo che i fagioli Caponi della Val Sovara e il granturco Quarantino sono stati scelti e descritti dalla Regione Toscana e queste varietà saranno tutelate perché non vadano disperse.

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

La chiesa di S. Pietro e l’oratorio di S. Francesco al Castello di Montauto

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el pomeriggio dello scorso 20 aprile, accompagnati dalla gentile prof.ssa Alberica Barbolani, siamo saliti allo storico Castello di Montauto per visitare le due chiesette poste l’una accanto all’altra nello spazio vicino ai ruderi dell’originario castello medioevale, costruito verso la fine del sec. X, e presso l’attuale, costruito nel sec. XVI, ricostruito in gran parte nel sec. XIX e restaurato dopo i danni subiti nell’ultima guerra. L’attuale castello, di proprietà della famiglia Barbolani, negli ultimi secoli era stato posseduto da diversi proprietari, tra cui i principi Boncompagni e in seguito comprato dal sindaco di Firenze Piero Bargellini. Il castello si caratterizza per il suo torrione cilindrico, sullo spigolo di un corpo di fabbrica allungato con un bel portale e numerose finestre a bifora. Siamo a quota 780 s.l.m., sulla vetta di un monte conico che si stacca dall’Alpe di Catenaia, ad occidente dei Monti Rognosi e alla destra del Sovara. Da questo isolato colle si può ammirare lo splendido panorama del vasto comune di Anghiari (kmq 130,58) e dell’intera Valtiberina, nonché, nel lontano orizzonte, le montagne non solo toscane ma anche quelle umbre e marchigiane. La storia quasi millenaria della Contea di Montauto sembra iniziare nel 980 d.C., da uno dei nobili di Galbino, un certo Ranieri, il cui figlio Bernardino Sidonia acquistò dal fratello Alberigo tutti i beni che alla sua morte passarono ai monaci Camaldolesi, con l’impegno della fondazione di una Abbazia ad Anghiari. I discendenti dei conti di Montauto, insieme ai Camaldolesi, furono protagonisti delle vicende storiche e dell’organizzazione del territorio della Valtiberina

toscana, soprattutto di quello di Anghiari, Caprese, Pieve, fino a Badia Tedalda, provvedendo alla fondazione di pievi, badie, chiese … sotto la giurisdizione dei vari imperatori. Nel 1336 i nobili di Montauto e dintorni seguono la sorte del territorio aretino, sottomesso alla Repubblica Fiorentina, ad opera di Pier Saccone Tarlati. Cinquant’anni dopo, nel 1385, Niccolò di Montauto chiede ed ottiene da Firenze l’accomandigia, cioè la protezione perpetua sulla Contea di Montauto con l’obbligo di offrire nella festa di S. Giovanni Battista un pallio del valore di cinque fiorini. Nel 1502, durante la ribellione di Arezzo, il castello fu distrutto da parte fiorentina, per il tradimento di Francesco di Montauto, che invece di reprimere la rivolta degli aretini, passò dalla loro parte, ma nel 1513 la Contea tornò alle suddette condizioni del 1385. Si racconta che il giovane Giulio de’ Medici, futuro Clemente VII, abbia visitato e dimorato in questo castello. La storia politica dei conti Barbolani di Montauto si chiude nel 1815 con Giovanni IV e Vittoria, che furono gli ultimi reggenti, poi il territorio della contea entrò a far parte del Granducato di Toscana. I loro eredi vendettero molti dei loro beni immobili, tra cui l’antico castello, che fu acquistato dal principe Boncompagni e in seguito dal sindaco di Firenze Bargellini. Nel 1963 l’edificio fu riacquistato dalla nobile famiglia Barbolani, che tuttora lo abita nel periodo estivo. Lo stemma di questa famiglia è l’aquila in volo bicipite su sfondo d’oro che indica anche il legame dei conti di Montauto con gli imperatori di cui furono feudatari nel territorio aretino. Dopo questa utile premessa, passiamo a parlare delle due chiesette di S. Pietro e di S. Francesco. In alto veduta del castello di Montauto con il torrione: nello sfondo la valle del Sovara. Qui a sinistra la cappella dedicata a San Pietro, in cui venne conservato il saio di san Francesco. Qui sopra la statua del santo poverello di Assisi.

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Le nostre chiese...

L’”Ecclesia Sancti Petri de Montauto” non è elencata nel Decimario duecentesco della Chiesa Aretina, ma verosimilmente si ritiene costruita con il primo castello, intorno al Mille, nel territorio della Pieve di S. Ilario di Spilino, che abbracciava 12 chiese. Dobbiamo arrivare al 7 luglio del 1583 per aver notizie certe su questa chiesa, quando il Visitatore apostolico mons. Angelo Peruzzi sale al “castrum Montis Acutis” e trova la chiesa di S. Pietro, di patronato dei conti laici dei Barbolani, “diruta e tota prostrata”, cioè rovinata e abbattuta. Il suo reddito annuale era di circa 20 staia di frumento. Essendo la chiesa distrutta da circa 30 anni e non risultando nessuna decisione di riedificarla, il Visitatore ordina un’indagine approfondita, interrogando i lavoratori e i coloni del Beneficio della Chiesa, per sapere a chi fossero stati consegnati i frutti. Ordinò di recuperarli dagli eredi del conte Signorotto dei Barbolani e decretò di riedificare la “Plebs Sanctae Marie de Spilino intra castrum” ordinò inoltre che in quella chiesa plebana fosse riedificata una cappellania dedicata a S. Pietro, con il suo altare munito del necessario e la nomina di un sacerdote o chierico come rettore, presentato dai patroni, ma confermato dall’Ordinario aretino. Essendo attualmente chiuso al pubblico l’archivio diocesano di Arezzo, non ho potuto indagare circa l’esecuzione dei decreti del Visitatore e la ricostruzione della chiesa di S. Pietro, che forse prevedeva il trasferimento del titolo della Pieve, che risultava fatiscente, da Spilino a Montauto e poi in essa la erezione di una cappellania a memoria dell’antica chiesetta di S. Pietro. Certamente questo trasferimento non ci fu, perché la Pieve di Spilino fu trasferita in seguito al Ponte alla Piera. Ma nel castello fu ricostruita l’attuale piccola chiesa (m. 5x3,50) dedicata a San Pietro. Questa non è orientata, contiene un piccolo altare di pietra, alla cui sinistra c’è una statua di San Francesco, nell’interno sono collocati alcuni inginocchiatoi e sulla facciata in pietrame si apre una finestrella quadrata incorniciata di mattoncini, mentre sul tetto si nota una piccola e caratteristica croce in pietra. Intorno si stende un prato verde con piante di leccio. In questa chiesetta fu custodito il saio di S. Francesco stimmatizzato, che di ritorno dalla Verna, il 30 settembre 1224, fu ospitato nel castello dal conte Alberto, a cui lasciò la storica reliquia. Il saio macchiato di sangue fu poi trasferito nella chiesa di Ognissanti a Firenze, ma in questi ultimi anni è stato consegnato al Santuario francescano della Verna ed esposto alla venerazione dei fedeli in una cappella laterale della Basilica. Vicino a questa chiesetta, seminascosta da vegetazione e da varie piante, abbiamo l’Oratorio o Cappella gentilizia di S. Francesco, molto più grande della precedente, della superficie

di metri 12x6,50. Il portale, di forma circolare, con ornamenti scolpiti negli stipiti, è rivolto a Sud. Vi si accede con due scalinate di 10 gradini ciascuna che portano sul pianerottolo d’ingresso. In alto sulla facciata c’è una finestra incavata nella parete e sul culmine del tetto un campaniletto a vela con una campana. L’interno dell’oratorio si caratterizza per un vecchio pavimento in cotto fatto di piccoli mattoncini quadrati. Il soffitto a capriate, con travatura lignea e pianelle, è stato ricostruito nell’ultimo decennio. L’oratorio riceve la luce oltre che dalla finestra sulla facciata anche da altre due finestre laterali sulla parete ovest. L’unico altare, accostato alla parete nord, è sormontato da un baldacchino in pietra, con al centro un crocifisso che ne ha sostituito un altro più antico, rubato. Anche il resto dell’altare è in bella pietra, con il tabernacolo circondato da due gradini laterali per sostegno dei candelieri. Una lapide mortuaria, datata A.D. MDCLXX (1670) è stata installata da un certo TORQUATO della famiglia Barbolani, a ricordo della sua morte e di quella degli eredi. Ai lati dell’altare, sulle pareti laterali, ci sono due statue di cui una rappresenta San Francesco e l’altra la Madonna. Il sacro edificio si presenta spoglio, cioè senza tovaglie, candelieri, paramenti ecc., ma ci sono ancora le panche per i fedeli, la pila dell’acqua santa in pietra ed è quindi sempre pronto al culto, che viene celebrato saltuariamente. Mi è stato riferito che questa cappella gentilizia fu restaurata a cura del cavalier Busi nell’Ottocento, e in quel tempo conservava molti tratti del suo primitivo aspetto semplice e austero. All’interno si poteva ammirare un affresco attribuito alla scuola di Giotto, mentre sopra il portone d’ingresso c’era un bassorilievo in terracotta della scuola di Luca Della Robbia, rappresentante Santa Lucia. Possiamo concludere che il castello di Montauto è ricco di storia e di arte medievale, rinascimentale e barocca e ha conservato nei secoli il suo severo carattere originario, nonostante l’avvicendarsi di tanti proprietari e lo scorrere del tempo. In alto la cappella di san Francesco: a sinistra veduta esterna, a destra l’interno. Sotto, lo stemma francescano in un pilastro dell’altare della cappella di san Francesco.

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Le suore di Castello Da Città di Castello Benito Raffaelli (che in effetti si chiama Vittorio) ci manda una lettera (scritta con la macchina da scrivere) dalla residenza gestita dalle Suore Salesiane, “brave” come lui le definisce. E dalla lettera apprendiamo che nel gennaio scorso ha compiuto 90 anni. Per questo lieto avvenimento, pur se in ritardo, mandiamo i nostri auguri e anche i lettori apprenderanno con gioia questa notizia. Benito, prima di trasferirsi a Città di Castello ha abitato per il viale della Stazione e alla Via Nova, e questa Redazione lo ringrazia per il sostegno economico che ha sempre dato, e continua a dare, all’Oratorio e alle iniziative della parrocchia. La lettera continua parlandoci di un suo ricovero ospedaliero nel quale ha trovato, oltre alla competenza professionale, cortesia, affetto e l’assistenza spirituale da parte del cappellano dell’ospedale. Allegato un ringraziamento particolare. Desidero esprimere la mia più viva gratitudine e il mio sentito ringraziamento alle Reverende Suore che mi hanno seguito in questa brutta circostanza, soprattutto Suor Antonietta che mi accompagnò alla visita cardiologica con la qual seguì l’immediato ricovero in Ospedale per un infarto già in atto. Ringrazio le operatrici che lavorano in questa Residenza. Iniziamo con la più anziana: la Costanza (detta Tempesta) che, dopo un anno e mezzo di permanenza qui, ancora mi da del Lei. Il nostro rapporto è cordiale e affettuoso anche per certi motivi familiari. Ringrazio Oriella, un vero tesoro, ringrazio Roberta, molto affettuosa, ringrazio la Marvi, una simpatica ragazza, briosa, brava e intelligente. Altro ringraziamento alla Rosanna, sempre gentile e premurosa ed infine la Lucia e l’ultima arrivata Sara. Tutte quante meritano la mia stima e il mio affetto. Non posso dimenticare la Daniela Guta (la Romena, ora italiana perché ha ottenuto la cittadinanza italiana). Mi auguro che torni presto da noi. A lei e alla sua creatura, partorita recentemente, auguro ogni bene. Con lei ho un buon rapporto di amicizia sincera, leale, lecito. Amicizia basata sull’educazione e il rispetto reciproco.

Cara Daniela torna presto tra noi, sei stimata e benvoluta da tutti. Non posso non ringraziare i giovani dei Servizi Sociali: Tommaso, Davide, Carlo e Loredana. Bravi giovani che si prendono cura di noi ospiti della Residenza. Un lavoro di pazienza fatto con amore. Non so se ho omesso qualcuno, eventualmente chiedo venia. A tutti quanti ho citato porgo l’augurio: “Che Dio ve ne renda merito!” Con questo vi saluto con tanto affetto, Vittorio Raffaelli Città di Castello, 24 febbraio 2016 P.S. Non ho citato una Suora umile ma tanto affettuosa, Suor Betty, che mi vuole tanto bene ed io la considero una seconda mamma. Grazie Suor Betty. Un ringraziamento anche a Suor Giorgia sempre ridente e gioviale. Quando tornò dall’India non mi trovò qui. A tutti di nuovo grazie, grazie, grazie di cuore.

Domenica 19 giugno 2016, Festa della Famiglia a Tavernelle La morte non abbandona

Ma la stirpe Anghiarese lì con loro mai si arrese

Con i fratelli della Concetta ogni sera per noi festa

C’è di mezzo la persona e la morte non abbandona

Anche lei qui nativa in Piazzola lei dormiva

Gioventù nei nostri posti lì al Comune ed altri posti

Devo fare le condoglianze ai Romani all’istante

À colpito più lontano ma il nativo è nostrano

Poi sposata con un Romani lì partirono più lontani

Da ragazzi sempre insieme ci trovavamo tutte le sere

Ché la morte a tutti dà pena specie a tutta la parentela

Qui si tratta di Concetta Rossi figlia del muratore Carlo Rossi

Nella Svizzera il loro sogno col lavoro nel bisogno

Specialmente nell’Estate in Piazzola le festate

Io da vecchio con vero cuore faccio parte del vostro dolore:

di Armando Zanchi

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Grazie! Grazie Rita, grazie Beppe, ma soprattutto grazie...! Ho fatto da poco l’ingresso in Caritas e la prima esperienza di visita a persone con disabilità è da ricordare. Non sapevo che una mia vecchia compagna delle elementari fosse stata colpita da una malattia piuttosto invalidante. Rita e Beppe mi hanno invitato ad accompagnarli in una visita, diciamo, di cortesia. Dopo un’infinità di anni e di traversie, come ci siamo riviste, ci siamo solo abbracciate e a lungo. Ricordo una classica alunna tranquilla, dolce, remissiva. Ho ritrovato una donna forte e decisa nell’affrontare con grinta la propria infermità. Mi ha infuso coraggio e determinazione e mi ha dato una spinta a non arrendermi e a confidare in un futuro prossimo-venturo che potrà sempre offrire un qualcosa per cui valga la pena di vivere e non di sopravvivere. Roberta

Nella foto qui sopra sono raffigurati alcuni dei volontari che prestano la loro opera per la Caritas parrocchiale di Anghiari. Alcuni di loro espongono delle locandine delle prossime iniziative della Caritas: in particolare segnaliamo quella per giovedì 2 giugno quando, in collaborazione con Fratres e Misericordia, ci sarà il pranzo di solidarietà presso il Centro parrocchiale di Tavernelle. Il ricavato sarà utilizzato dalla Caritas per le opere di carità. Informazioni in parrocchia.

La Compagnia

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ella foto è raffigurata la prima parte della processione che, dopo il conferimento della Cresima, ha raggiunto la chiesa di Badia. Qui i Confratelli con cappa della Misericordia sono appena passati tra le Due Porte e si stanno incamminando verso Sant’Agostino. Per le feste del 3 maggio viene portato in processione il Crocefisso conservato presso il Museo della Misericordia e abbellito da una apposita fusciacca. Subito dietro i ragazzi della Cresima e poi la Compagnia di Sant’Antonio, composta da giovani, sta provvedendo al trasporto del baldacchino sotto cui il Vescovo Riccardo sta portando la reliquia della S. Croce. Oltre quaranta sono i Confratelli con la cappa. Se qualche iscritto alla Misericordia desidera farne parte lo dica al Governatore. Sarà accettato volentieri. Ricordo che in occasione della processione del Gesù Morto per il Venerdì Santo sono stati oltre ottanta i Confratelli delle varie compagnie presenti. La Pia Società del Gesù Morto, anche in questo anno, ha provveduto a organizzare tutti i riti della Settimana Santa. Lo ha potuto fare anche grazie alle vostre offerte come soci di tale Società consegnandole ai Festieri. Grazie ancora.

foto Studio f10

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Futuristi in mostra

a parrocchia di Anghiari ha ricevuto in donazione da Maria Rosa Ventura una serie di opere del movimento Futurista di Perugia che erano state collezionate dal padre. L’autore di uno dei quadri è Gerardo Dottori che ha partecipato alla Biennale d’Arte di Venezia del 1924 e nel corso della sua vita presenterà il proprio lavoro in ulteriori dieci edizioni della prestigiosa manifestazione. Queste opere rappresentano la testimonianza di un movimento artistico che a Perugia ha trovato un humus particolarmente fecondo. Il Futurismo è stato un movimento molto ricercato all’inizio dal Fascismo. Una delle sue caratteristiche è il dissolvimento della figura e l’affermazione di una dinamicità da catturare anche nella pittura. Il Futurismo è stato anche un tentativo di rinnovamento di cui il Fascismo in un primo tempo si servì prima di entrare nella classicità, nella romanità, per darsi una consistenza storica. Il movimento comunque era quello che voleva buttare all’aria tutto ciò che veniva dal passato. Questi autori (di cui alcuni esposti in questa mostra permanente) sono stati interessanti, perché hanno

rappresentato un momento storico particolare che a Perugia ha trovato un’espressione di livello nazionale (fra loro c’era anche un prete: Polloni). I quadri sono esposti presso la sala della Misericordia in Via Matteotti ad Anghiari in mostra permanente. Per la collocazione e la definizione delle opere un ringraziamento va al compianto professor Giuseppe Fontana. Nella foto la sala della Misericordia con le opere in mostra. Nel riquadro un particolare.

I premi della lotteria

Tempo di votazioni

per le feste del Crocifisso

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enerdì 13 maggio, a Santo Stefano, si è svolta l’Assemblea generale per il rinnovo del Consiglio Direttivo della Comunità. Discreta è stata la presenza delle persone. All’inizio si è parlato di vari argomenti, più o meno importanti, e si è concluso tutto in perfetta armonia. Di seguito sono state fatte le votazioni su un elenco di persone che erano disponibili a far parte del nuovo Consiglio. Per la cronaca gli eletti sono stati questi: Piero Giorni, Leonella Poderini, Giuseppe Rocchini, Luigi Bruttini, Giorgio Mencarini, Fabio Nicchi, Riccardo Ghignoni ,Claudio Perugini, Lauretta Bozzi, Angiolina Crociani, Paolo Procelli, Giuseppina Ciabatti e Augusto Polcri. Ai nuovi eletti gli auguri per il vostro nuovo incarico e a quelli che c’erano prima grazie per il lavoro che avete svolto e che ancora svolgerete. Ricordiamo che il tesseramento è aperto per il rinnovo e per tutti coloro che vogliono iscriversi collaborando così per il bene di tutte le attività che vengono svolte.

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Nella serata del 3 maggio sono stati assegnati i premi della consueta lotteria. Cogliamo l’occasione per ringraziare gli esercenti (tutti di Anghiari) che ci hanno offerto gratuitamente i premi in palio. I generosi amici sono: Ditta F.lli Graziotti Snc Oreficeria Meazzini Paolo Ditta Del Pia Srl Milleidee di Alessandro Magrini Elettrocomm di Rossi Achille Estetica Sara di Fornacini Sara Piadineria Artigianale Al 59 Ristorante Nena di Cappetti Sergio Bar Cocomerò di Landini Alessandro A tutti loro un grazie di cuore!


NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Offerte Marzo Aprile 2016 Baracchi Alberto 15.00 Baracchi Francesco 10.00 Baracchi Francesco 5.00 Blasi Pietro - la famiglia alla memoria 310.00 Bonarini Graziella 10.00 Boriosi Danilo 10.00 Boschi Francesco 20.00 Bruschi Luigina - la famiglia alla memoria 300.00 Buricchi Riccardo 50.00 Calosi Sila 20.00 Canicchi Werther 10.00 Carbonai Giuseppina 10.00 Cherici Guido 25.00 Chieli Duilio - la famiglia alla memoria 50.00 Chieli Nicoletta - in memoria di Chieli Eugenia 30.00 Comanducci Francesco 30.00 Crispoltoni Miria - la famiglia alla memoria 300.00 D’Uva Maria 10.00 Del Pianta Angiolo - la famiglia alla memoria 300.00 Finocchi Cristina 80.00 Foni Liliana 5.00 Fosca Mencaroni - la famiglia alla memoria 250.00 Furlan Luciano - la famiglia alla memoria 280.00 Gennari Gina e Finocchi Sergio- in memoria di Gennari Rosa 50.00 Gennari Rosa – la famiglia alla memoria 275.00 Gepponi Egidio e Cipriani Maria 30.00 Gessani Carlo 10.00

Dona il 5 X 1000 alla Misericordia di Anghiari Con un piccolo gesto… puoi dare un grande aiuto! Un grazie di cuore a tutti coloro che sceglieranno di sostenerci anche attraverso questa forma di contributo, che non costerà nulla a chi lo fa, ma che è importantissimo per noi. Trasforma la tua dichiarazione dei redditi in un aiuto concreto al volontariato. Grazie a questo piccolo finanziamento la Misericordia di Anghiari potrà realizzare nuovi servizi e continuare a prestare quelli già in funzione per la collettività locale. Nello spazio dedicato al 5 X 1000 inserisci il nostro codice fiscale:

Giorni Siro e Berghi Imola 20.00 Giovagnini Carla 20.00 Giuseppe Fontana - la famiglia alla memoria 555.00 Le famiglie Gilberto e Azeglio Gaggiottini in memoria di Rossi Concetta 50.00 Mearini Nara 10.00 Meozzi Graziella 10.00 Mondani Francesco 10.00 Mondani Otello 10.00 Monini Paolo 25.00 Musto Cristina Anna 5.00 Nardi Tiziana 10.00 Oleksyuk Valentyna 20.00 Omarini Manuela 10.00 Peluzzi Annunziata 10.00 Pozzoli Agostino – In memoria di Bellini Pierluigi 50.00 Radziwonik Roberta – In memoria di Bruschi Luigina 20.00 Radziwonik Roberta – in memoria di Pellegrini Moreno 20.00 Raffaelli Benito 10.00 Roselli Clara - la famiglia alla memoria 150.00 Ruscetti Vincenza 10.00 Sabatini Franca 10.00 Sperry Joanne 30.00 Teatro Di Anghiari – ricavato veglione pentolaccia 200.00 Tenti Isolina e Famiglia – in memoria di Lombardi Denis 50.00 Tizzi Tiziana 10.00 Zineddu Giovanni 10.00

Elenco Nuovi Soci Ardenti Marisa Berghi Imola Bonarini Graziella Bruttini Francesco Cherici Guido Coleschi Luisella Cristini Gianluca Del Pia Iole Ferruzzi Alessandro Gabrielli Sofia Giorni Siro Gorini Laura Laaich Bouchra Lachi Placida

82000890515 Il 5 per mille non è alternativo all’8 per mille. Compiendo questa scelta, non dovrai pagare un’imposta più alta e potrai comunque scegliere di destinare l’8 per mille alla Chiesa cattolica. Grazie!

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Leonardi Franca Mariani Franca Mazzi Giuseppina Melnyk Lidiia Oleksyuk Valentyna Orlandi Giovanni Patel Pragnaben Peluzzi Annunziata Pozzoli Giuseppa Rossi Giuseppina Serafini Silvano Vessilli Pietro Zineddu Giovanni Angelo


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

email: gruppoanghiari@fratres.eu

1976 - 2016: UN DONO LUNGO QUARANTA ANNI Tutto pronto per il 40° compleanno del nostro Gruppo Fratres

T

utto ebbe inizio nell’ormai lontano 1976: dall’antico e fecondo ceppo della nostra Confraternita di Misericordia germogliò, anche in Anghiari, un prezioso virgulto: il Gruppo Donatori di Sangue Fratres. Non che fino ad allora non esistessero tra la nostra gente persone che per vari motivi erano dedite a tale importante opera di carità, ma lo si faceva occasionalmente, quando qualcuno chiamava, senza una benché minima periodicità ed al di fuori di qualsiasi forma di aggregazione. Quasi sempre si correva all’ospedale di turno, anche fuori provincia e fuori regione, di prima mattina, condividendo il viaggio con altri volenterosi, perché qualche familiare od amico o conoscente aveva bisogno di sangue. E poi, spesso, tutto finiva lì!!! L’iniziale esile “virgulto” si è poi accresciuto nel tempo, attraverso l’opera saggia ed indefessa di tante persone ed allo spirito di genuina solidarietà di centinaia di donatori. È così diventato una pianta adulta, sotto la cui “chioma” si muovono oggi oltre quattrocentocinquanta volontari del sangue ed i cui “vermigli frutti” hanno superato da tempo quota settecento.

Quarantesimo compleanno, quindi, quaranta anni di solidarietà verso tutti, da non far passare giustamente sotto silenzio ma da festeggiare nel migliore dei modi, insieme a tutta la nostra gente, con la speranza di arrivare al cuore dei tanti anghiaresi che, pur potendolo, ancora non donano e far comprendere loro quanto sia grande la gioia di questo semplice gesto d’amore. Sicuramente una ricorrenza importante, che assume un significato speciale in questo Anno Santo Straordinario della Misericordia Divina, voluto da Papa Francesco per sollecitare la nostra volontà di conversione ed il nostro desiderio di farci abbracciare dalla Misericordia di Dio, con l’impegno di uscirne trasformati e convertiti, operosi strumenti di bene verso i nostri fratelli. Che le celebrazioni del 40° compleanno della bella famiglia del Gruppo Fratres di Anghiari, rafforzino tra la nostra gente tutti questi nobili sentimenti, per confermare anche in futuro questa lunga presenza di solidarietà e di attenzione verso tutti. Orteip2016

festeggiamenti per il 40° di fondazione Sabato 2 luglio 2016 CAMPO ALLA FIERA Ore 18:30 - Apertura stand gastronomico, CENA all’aperto. Ore 20:00 - SERATA DANZANTE con il gruppo musicale “NO STOP BAND”.

Domenica 3 Luglio 2016 PiaZza Baldaccio Ore 09:00 - IV TROFEO FRATRES “CITTÀ DI ANGHIARI” e MEMORIAL “Adriano Giorni”, corsa Podistica di 11 km su percorso misto, nei dintorni di Anghiari. Ore 09:30- PREVENZIONE E’ VITA: controllo gratuito di pressione del Sangue, Glicemia e saturazione a cura dei volontari della nostra Misericordia. Ore 11:30 - PREMIAZIONI corsa podistica. Pieve di micciano Ore 18:00 - Solenne Concelebrazione Liturgica, alla presenza del Vescovo Emerito di Fiesole Mons. LUCIANO GIOVANNETTI e delle autorità civili e militari. Ore 19:00 - PREMIAZIONE dei donatori particolarmente attivi. Ore 19:30 - CENA BUFFET per tutti nel piazzale della Pieve. VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!! Il Consiglio Direttivo

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Nella foto in alto la partenza da Piazza Baldaccio degli atleti della corsa podistica 2015. Qui sopra le autorità civili e militari presenti ad una S. Messa in occasione di una manifestazione Fratres.


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

F

email: gruppoanghiari@fratres.eu

UN GRAN BEL VIAGGIO TRA STORIA, ARTE E RELIGIONE

inalmente l’autobus gran turismo della Fratres anghiarese ha ripreso a viaggiare, dopo qualche periodo di… riflessione! È successo tutto qualche sabato fa, grazie all’intraprendenza del nuovo consiglio direttivo ed alla stretta collaborazione con le nostre parrocchie e il gruppo Fratres di Caprese Michelangelo. Gita di un giorno, con destinazione la bella e vivace città toscana di Lucca, con una breve fermata in quel di Firenze per ammirare l’originalità architettonica della cosiddetta Chiesa dell’Autostrada. A guidare la comitiva il parroco don Marco. Tutta dedicata alla preghiera ed alla meditazione la mattinata, presso il Santuario intitolato a Gemma Galgani, la Santa di Lucca, le cui spoglie mortali riposano in un’urna, sotto l’altare maggiore. Gemma è stata la prima santa stimmatizzata del XX secolo. Morta a soli 25 anni, soffrì infatti la passione di Gesù e ne ricevette le stigmate. Nel pomeriggio, camminata per il centro storico, in visita ai più famosi monumenti e chiese della città, ad iniziare dalla celebre piazza del Mercato a forma di ellisse, costruita su ciò che resta dell’antico anfiteatro romano. Subito dopo, il vicino tempio di S. Frediano. Percorrendo poi la caratteristica via Fillungo, che dalla periferia ritorna verso il centro, ecco apparire la bella chiesa di S. Michele in Foro, uno degli esempi più tipici di architettura pisano-lucchese, per arrivare infine in piazza San Martino, dove sorge il Duomo, massimo monumento religioso della città. Al suo interno, l’antico Crocifisso ligneo, il Volto Santo, che la tradizione vuole realizzato dal fariseo Nicodemo ad immagine di Gesù, ricordato anche da Dante Alighieri e del tutto simile a quello della nostra vicina Sansepolcro. Ultima meta, la caratteristica cerchia muraria che circonda

per intero, con i suoi possenti baluardi, tutta la città, a difenderla non tanto dagli eserciti nemici quanto dalle piene del fiume Serchio che scorre lì vicino. Sicuramente una bella esperienza per tutti i partecipanti, non c’è che dire, finita gustando gelati ed ottimi yogurt. Ma soprattutto un’ ottima compagnia ed una meravigliosa guida turistica, il nostro Don Marco, che ancora una volta ha sapientemente condiviso con tutti la sua passione per la storia, l’arte, l’architettura, il bello. Dopo questo successo, ecco un’altra proposta turistica della Fratres anghiarese, questa volta di più giorni, ad un prezzo eccezionale. La meta è quella celebre delle Dolomiti, ad un passo dal... cielo. In questa pagina il programma dettagliato. Ancora ci sono dei posti liberi, approfittatene !!! Giuseppina N.

Qui sopra i partecipanti alla gita, di fronte alla basilica di San Frediano; nell’altra colonna Don Marco e gli altri, nella piazza del mercato, dove sorgeva l’antico anfiteatro romano.

I VIAGGI DELLA FRATRES

Lo splendore delle Dolomiti -“ad un passo dal cielo” La Val Pusteria ed il Vajont: dal 24 al 26 Giugno 2016

1°giorno - partenza per La VAL PUSTERIA: Ritrovo dei partecipanti e partenza in pullman GT per la Val Pusteria. Arrivo presso l’Abbazia di Novella e pranzo a base di prodotti tipici. A seguire visita all’Abbazia. Al termine si prosegue per Brunico, per una breve sosta prima della sistemazione in hotel. Resto del pomeriggio per il relax o una passeggiata. Cena e pernottamento. 2°giorno – Dobbiaco ed il lago di Braies: Pensione completa (pranzo in ristorante). Partenza per Dobbiaco, considerata la “porta sulle Dolomiti”. Successivamente San Candido e il Lago di Braies a detta di molti il più bel lago delle Dolomiti. Rientro in hotel per la cena ed il pernottamento. 3°giorno - - IL VAJONT e rientro: Prima colazione in hotel e partenza per il Vajont. Arrivo alla diga del

Vajont e ritrovo con la guida naturalistica. Visita lungo tutto il percorso del coronamento della diga e ai luoghi della catastrofe. A seguire visita guidata al Centro visite di Erto e visita alla mostra “La catastrofe del Vajont – uno spazio della memoria”. Termine della visita e partenza per il rientro in sede, con arrivo previsto entro le ore 22:00. QUOTA A PERSONA: gruppo da 40 a 45 persone €240,00; gruppo da 30 a 35 persone € 265,00. Acconto richiesto alla prenotazione: € 80,00 entro il 10 giugno. per informazioni e prenotazioni, da subito: uffici della Misericordia (tel. 0575 789577), Carlo (3487722155), Fabiano (3381484889).

Il Consiglio Direttivo

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Lieta ricorrenza a San Leo

Finalmente la pioggia Quanto è bello svegliarsi la mattina, aprire la finestra e lasciare il sole entrare nella stanza e nel cuore. Dire una piccola preghiera per i nostri cari che non ci sono più. Un pensiero a tutti i bambini del mondo, a chi sta male e perché no, anche a chi sta bene, perché aiuti chi ha più bisogno. Ma anche quando piove è tanto bello specialmente dopo tanta siccità. Il tintinnio delle gocce sul vetro della finestra sembra il cantico degli uccelli, le piante e la terra ne traggono giovamento, godono e ringraziano per quelle gocce che la mia nipotina Sofia chiama: “le lacrime delle nuvole”. È sempre bello, se piove, soleggia o tira vento purché ogni persona sia in pace con se stesso e gli altri nei veri ed alti sentimenti di comunità. Peter Lega, 5 febbraio 2016

Le croci dei campi

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nniversario di nozze d’oro per Renata Ferretti e Giancarlo Peluzzi nella vicina frazione di San Leo. Infatti si erano sposati il 16 aprile del 1966 presso la chiesa della Madonna del Sasso a Locarno, in Svizzera. Dopo la celebrazione gli sposi, con parenti (alcuni venuti dall’Italia) ed amici, si sono ritrovati presso un ristorante del luogo. Il viaggio di nozze invece è stato fatto in Italia. L’antefatto a questa bella storia è che Giancarlo era andato a lavorare in Svizzera, come tanti nostri connazionali, e qui ha conosciuto Renata, che è di nazionalità svizzera. Dopo un po’ di fidanzamento si sono quindi sposati. Negli anni ‘70 sono tornati definitivamente in Italia, a San Leo, dove abitano tutt’ora. Per festeggiare questo anniversario hanno partecipato alla S. Messa a cui è seguito un ritrovo conviviale con i propri parenti. Agli auguri dei familiari e degli amici, già arrivati in abbondanza, la Redazione manda ora volentieri anche i suoi.

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pprofittiamo della presenza di una delegazione di Pieve di Chio ad Anghiari per intervistare Rita Burzi che dichiara essere abitante a Castiglioni ma dopo la precisazione di don Alessandro veniamo a scoprire che è della Noceta. Con lei parliamo della tradizione di quei luoghi dove lei abita, riferita alla consuetudine di mettere le croci nei campi il giorno 3 di maggio, festa della Santa Croce. Ecco cosa abbiamo capito: la Rita narra che prendevano i legaccioni delle vincaie (dai discorsi capiamo che sono i nostri roccioni) poi li pulivano, alcuni li sbucciavano ancora, poi facevano un taglino a questo vinco e poi ci mettevano dei legnetti (il suo nonno faceva delle assine belline, pulite) e ci incastravano un rametto “d’avaro” benedetto la domenica delle palme e uno d’ulivo. Poi, la mattina presto del tre maggio, andavano a metterle nei campi. Le mettevano dappertutto, nei campi di grano, soprattutto ai varchi, negli orti; dappertutto! Quando le parlo di foglie di giglio non sa che dire: loro ci mettono le foglie dell’alloro. Ma veniamo invece alle nostre zone. Anche quest’anno in tanti hanno provveduto a fabbricare le croci da mettere nei campi. Qualcuno ricicla quelle dell’anno passato, se sono buone, ma tutti affidano a Dio il lavoro e il raccolto dei campi. Le ho potute vedere dal giorno tre di maggio in poi in tantissimi campi ed anch’io ho provveduto a metterla nel mio orto. Anzi ne ho messe due che una me l’ha data il Mafucci e una il Fancelli.

Sabato 16 luglio 2016, Madonna del Carmelo presso il Santuario del Carmine S. Messa solenne alle ore 21 a cui seguirà la processione con le fiaccole attorno al santuario. 16


Buon viaggio!

Alessio Baglioni Lorenzo Carletti Samuele Chiribini Martina Dragoni Giovanni Del Sere Noemy Ghignoni Chiara Grasso Diego Mafucci Lorenzo Maggini Morgan Acquisti Letizia Madiai Benedetta Giorni Elena Marconi

Niccolò Magri Giulio Marcomeni Luca Matteucci Gregorio Nicchi Daniele Nocentini Christian Puleri Filippo Rubini Davide Senesi Caterina Ulivi Leonardo Mariotti Gaia Leprai Michela Fontana

Questi sono i nomi dei venticinque ragazzi che hanno ricevuto il sacramento della Cresima . Il cammino è stato lungo e questo ci ha permesso di conoscerci meglio e crescere insieme, come tutti i ragazzi di questa età cercano cose vere e coerenti , qualcuno ha trovato la strada e qualcun altro la sta ancora cercando, ma tutti si sono incamminati verso la direzione giusta. Come ha detto durante l’omelia il nostro Vescovo anche noi gli auguriamo di diventare uomini e donne che cambieranno il mondo, che faranno cose grandi e così la loro vita sarà piena e felice, ma questo sarà possibile solo se continueranno il cammino per la strada della verità che solo Dio sa indicare. Quindi non resta che augurarvi...... buon viaggio ragazzi! In alto la foto ricordo nella chiesa di Badia con il Vescovo Riccardo al termine della processione. Le loro magliette sono tutte rosse (foto Studio 10). Sotto: a destra in occasione della udienza dal Papa due anni fa (la prima uscita insieme) e poi in giro per Roma con don Marco e la Caterina; a sinistra nel corridoio della canonica mentre aspettano di entrare in chiesa con i sacerdoti, il Vescovo e i chierichetti.

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FOTO CON NOTIZIE

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a foto non è un gran che, ma il proprietario (abitante vicino al Sasso d’Ercole) ha tanto insistito che, come ci dimostra il brano evangelico “chiedi e ti sarà dato”, anch’io l’ho accontentato. Veniamo al fatto. Si tratta del mensile ritiro di un gruppo di parrocchiani che si ritrovano nella antica pieve di Micciano per partecipare alla S. Messa e ascoltare le parole del sacerdote. Poi continuano a stare insieme convivialmente. Le candele che vedete sono dovute alla mancanza temporanea di energia elettrica che ha creato questa magica atmosfera in cui si intravedono alcune persone di nostra conoscenza.

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l reparto di Medicina dell’ospedale di Sansepolcro è stato dotato di una nuova sedia a rotelle grazie al caro contributo di tutti coloro che sono venuti a salutare per l’ultima volta il nostro amato Mario. Un oggetto utile e semplice che porterà impresso il nome di Mario Fornacini e che ci auguriamo possa aiutare chiunque ne abbia bisogno cosi come è stato per lui. Giovanna, Silvia e Sara ringraziano di cuore perché con tanti piccoli gesti abbiamo fatto un grande dono.

“Fochi”. La colombina ha appena tracciato la traiettoria percorsa per dare inizio allo spettacolo sotto le antiche mura di Anghiari. Uno spettacolo suggestivo che si ripete ogni 3 di maggio e che coinvolge tutte le comunità della Valtiberina. La pioggia degli ultimi minuti non ha rovinato lo spettacolo e in tanti, ci siamo bagnati ma siamo rimasti fino all’ultimo.

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Anche Garibaldi ha partecipato alla festa per il passaggio del Giro d’Italia da Anghiari. Naturalmente qui non si vede, ma il suo mantello è proprio rosa; rosa come i tantissimi palloncini lungo il Borgo della Croce e tutti gli altri addobbi che, soprattutto per l’impegno dei collaboratori dell’Intrepida, hanno creato una scenografia veramente eccezionale. Le mura poi, sempre affascinanti, con tutti i drappi naturalmente in rosa, sono state un colpo d’occhio unico. Ma anche alla Stazione e a San Leo si sono dati da fare. Buon Giro allora.


Festa del Perdono Sabato 16 Aprile 2016, con i bambini della classe terza del catechismo, ci siamo recati al Cenacolo di Montauto, Il motivo del nostro mini-ritiro è stato il Sacramento del Perdono, ovvero per i nostri bambini la prima confessione. In cammino verso il Cenacolo i bambini hanno portato un cuore, realizzato durante il catechismo, che portava il colore della pietra, cuore che dopo i momenti di preghiera e l’incontro con Gesù si è trasformato, rinnovato dalla gioia dell’abbraccio con il Padre. La giornata trascorsa insieme a suor Maria Luisa, suor Augusta, don Marco, padre John è stata piacevole e ricca di emozione. La partecipazione della Norma con la sua chitarra e i canti ha reso ancora più suggestiva la celebrazione del Sacramento. Ed ora vi presentiamo i bambini che per la prima volta si sono presentati con fiducia e gioia davanti al Padre, per chiedere e ricevere il Perdono, dono grande del suo immenso Amore: Alessandro, Chiara Rosalia, Cristiano, Francesco, Gabriele, Irene, Jacopo, Lucia, Lucy, Lorenzo (Parrocchia di Tavernelle) Maria, Marta, Matilda, Matilde, Mattia, Nicole, Sofia, Tony.

“Dio ci vuole bene, ci accoglie, ci perdona, ci trasforma, ci rende capaci di cose nuove.” Un caloroso ringraziamento ai genitori, che hanno seguito e accompagnato i bambini nel loro percorso di crescita nella fede. Le catechiste Cinzia, Maria Grazia

A TAVERNELLE, DOMENICA 19 GIUGNO 2016 FESTA DELLA FAMIGLIA Al mattino S. Messa alle ore 11:00. Nel pomeriggio merenda e giochi nel prato della chiesa. Alle ore 19.00 estrazione dei premi della sottoscrizione.

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ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2016 INSIEME PER ANGHIARI Candidato a Sindaco

MOVIMENTO 5 STELLE Candidato a Sindaco

Simone Matteagi

Paolo Gaggiottini

Cari cittadini anghiaresi, ho deciso di candidarmi a Sindaco proponendo un Patto per Anghiari. Il mio, insieme alle persone che mi sostengono, vuole essere un accordo con la gente d’Anghiari per disegnare insieme il nostro futuro, coinvolgendo le nuove generazione nell’amministrazione del paese. Ho 45 anni, chi mi conosce sa della mia esperienza come assessore, durante la quale ho cercato di curare il decoro di Anghiari profondendo il massimo impegno nella ricerca di finanziamenti e soluzioni sostenibili per conservare la bellezza dei nostri luoghi. Quello che ho imparato occupandomi soprattutto di turismo e di valorizzazione sarà messo al servizio di tutto il paese, per migliorare l’offerta turistico-culturale esistente, per sostenere i nuovi progetti di impresa e di accoglienza che sono, e dovranno, essere la nostra forza. Il Patto è soprattutto questo: salire l’ultimo scalino che ci manca per far diventare Anghiari meta turistica di qualità, tutto l’anno. È un obiettivo raggiungibile se decidiamo tutti insieme di andare in questa direzione, l’unica che può creare lavoro, consentendo ai nostri giovani di restare e scommettere sulle tante opportunità di un forte volano turistico, artistico e culturale. Nel nostro patto non scordiamo di mantenere l’armonia sociale, aiutando i cittadini in difficoltà, di aumentare la vigilanza per la sicurezza, di proteggere la salute e l’ambiente in relazione ai lavori di campagna (tabacco, cereali, ulivi, produzioni d’eccellenza) che oltre ad essere una risorsa fondamentale del territorio, contribuiscono alla bellezza del nostro paesaggio. Anghiari tra le Mura e Anghiari di Campagna siamo la stessa entità, una sola identità. Decidere insieme, amministrare insieme, partecipare tutti. Il mio Patto personale con Voi sarà quello di tornare ad una partecipazione collettiva, trovare forza economica e lavorativa, ricevere progetti e proposte per trasformarli in fatti concreti, utili alla nostra comunità: generosa, sanguigna, polemica ma con il cuore grande. La bella gente d’Anghiari. Simone Matteagi

Il Movimento 5 Stelle concorre alle elezioni per la prima volta ad Anghiari e si presenta con un programma preciso e dettagliato, frutto di un lavoro che il nostro gruppo porta avanti da mesi. I temi affrontati sono molteplici e di seguito esponiamo alcuni dei punti essenziali (il programma completo è disponibile sul nostro sito www.anghiari5stelle.it).

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ACQUA PUBBLICA: - Azioni volte a rendere pubblica l’Acqua, Bene Comune sul quale nessuno deve poter fare profitto (nel rispetto del risultato del referendum del 2011). AGRICOLTURA AMBIENTE E TERRITORIO: - Promuovere un maggiore dialogo tra istituzioni e operatori del settore agricolo - Esigere il rispetto delle leggi vigenti sull’uso dei fitofarmaci e realizzare un Regolamento di Polizia Rurale (da condividere con gli altri comuni della Valtiberina) - Comune libero dal Glifosato CONNETTIVITÀ: - Diffusione di punti wi-fi gratuiti nel territorio del Comune ECONOMIA: - Tagliare gli sprechi e redistribuire le risorse pubbliche Monitoraggio Fondi Europei attraverso i Parlamentari M5S ENERGIA: - Promozione e uso energie rinnovabili RIFIUTI: - Rinegoziazione accordi col gestore unico SEI Toscana SANITÀ E SOCIALE: - Sostegno ai soggetti in difficoltà - Istituzione di un Registro Pubblico dei Tumori per il territorio comunale SICUREZZA: - Coordinamento tra le varie istituzioni del territorio e i comuni limitrofi, per una maggiore sorveglianza locale T R A S P A R E N Z A A M M I N I S T R A T I VA E PARTECIPAZIONE: - sito web comunale puntualmente aggiornato - Bilancio partecipato - Referendum comunale senza quorum su questioni di interesse generale TURISMO, CULTURA ED EDUCAZIONE CIVICA: - Sponsorizzazione dell’immagine di Anghiari come polo turistico, in primis, attraverso il miglioramento del sito web del comune e dei vari social legati ad Anghiari URBANISTICA E MOBILITÀ SOSTENIBILE: - Adesione al progetto “Decoro Urbano” - Confronto con i cittadini sul riordino della viabilità e del sistema dei parcheggi - Individuazione di soluzioni per aumentare il numero dei posti auto.


ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2016 “LiberaMENTE”, liberi dai partiti

Appuntamento elettorale importante per Anghiari: quello del 5 giugno

Qualche riflessione

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rima di tutto, un grazie di cuore ai tre candidati sindaci e

Candidato a Sindaco a tutti gli altri concittadini in lista; partecipare in prima Alessandro Polcri persona alla competizione elettorale per amministrare il La Lista Civica “LiberaMENTE” nasce dall’unione di sensibilità di diversa estrazione culturale ed è espressione di candidati liberi e slegati dalle vecchie logiche partitocratiche. La lista è composta da persone che provengono dalla società civile e che insieme hanno deciso di mettersi al servizio della cittadinanza. Trasparenza, buon senso ed onestà: questi sono i temi sui quali abbiamo deciso di puntare affinché “l’Anghiari di domani” possa dirsi forte di una politica fatta di sana amministrazione, trasparenza, partecipazione, innovazione e sicurezza. Valorizzazione del territorio, sviluppo delle attività economiche, politiche attive del lavoro, soprattutto giovanile, sicurezza, scuola, tutela e valorizzazione dei beni culturali e del turismo, sostenibilità ambientale ed energie rinnovabili, sport, sociale ed associazionismo, sono queste le sfide che intendiamo affrontare, sono queste le responsabilità che intendiamo assumerci nel nostro patto con la cittadinanza. Quello che gli anghiaresi vorrebbero per le proprie famiglie, per i propri figli, per il proprio futuro, quella qualità globale della vita che rende un essere umano libero e felice di vivere e lavorare nella terra in cui vive, è proprio questo che vogliamo anche noi! È proprio questo che ci rende dei cittadini comuni che con onestà intellettuale e trasparenza si impegnano a realizzare la felicità di altri cittadini comuni. Per questi ed altri buoni motivi ci battiamo per una comunità che torni ad essere un bel luogo in cui vivere, affermarsi e costruire: un campo aperto e fertile dove coltivare idee e piantare solide radici. “LiberaMENTE, lista Civica per Anghiari”, che è costituita sotto le insegne della modernità e del rinnovamento, presenta Alessandro Polcri quale candidato a Sindaco. listacivicaliberamente2016@gmail.com 21

nostro Comune è di per sé impegno positivo. A seguire, ci sentiamo poi di invitare tutti gli anghiaresi ad una totale partecipazione alla competizione elettorale. Andiamo tutti a votare; ciascuno nel rispetto delle proprie scelte e convinzioni, ma, andiamo tutti a votare! Altro invito, questa volta per tutti voi candidati, sia che risultiate “vincitori” sia che siate destinati dal responso elettorale a ricoprire la funzione di “minoranza”; impegnatevi tutti assieme per il bene della nostra comunità, certamente nel rispetto dei vostri futuri ruoli ma sempre con costanza ed abnegazione. Non disperdetevi dopo la competizione, rimanete coesi ed attivi così come state facendo in campagna elettorale. Non utilizzate la solita politica “del sì e del no”, ma procedete con il metodo del “discutere tutti assieme”, senza preconcetti o steccati di ogni genere. Non è più il periodo delle contrapposizioni. Il nostro paese ha forte bisogno di voi.

Un pensiero Abbiamo preso visione delle vostre sintesi di programma elettorale; sono certamente tutti condivisibili gli spunti che prevedono da parte vostra un forte impegno per un paese a vocazione turistica, per una comunità che possa trovare lavoro in Anghiari o nelle zone limitrofe, per una natura circostante da salvaguardare attraverso una migliore gestione agricola e non solo, per una gestione delle acque e dei servizi in maniera più economica e funzionale … Benissimo. D’accordo. Ma ricordate anche che al centro di tutto ci deve sempre essere la persona; ed ancora “più al centro” ci deve essere il povero. E non c’è soltanto la povertà dei soldi: c’è anche la povertà della salute, della solitudine, della non autosufficienza. Siate vicini a quelle famiglie che faticano a “sbarcare il lunario”. Siate presenti nei nuclei familiari che hanno al loro interno persone invalide e bisognose di assistenza. Siate pronti ad alleviare la solitudine di persone che pian piano si stanno emarginando. Impegnatevi ad eliminare le barriere architettoniche di qualsiasi genere. Forse tutto ciò non vi servirà a balzare nelle cronache nazionali dei vari quotidiani, ma certamente vi servirà a servire nel migliore dei modi la comunità di cui tutti assieme facciamo parte.


Il nome, il perché Cosetta Giglini – Mi chiamo Cosetta, perché la mia mamma, quando era incinta, leggeva il libro dei Miserabili. C’era la storia di questa Cosetta. La storia le era piaciuta e quindi mi ha messo questo nome con aggiunti anche Daniela e Romina. Perché questi ulteriori nomi non lo so tanto e non ho indagato. Io sono nata, cresciuta e vivo qui all’Invidiosa. Elida Bianchi - Siamo in Piazzetta delle Legne e chiediamo alla Elida come mai questo nome: «Dunque, all’inizio mi sarei dovuta chiamare Elena, perché la zia della mia mamma, che stava a Firenze, ed era la sorella del mio nonno Gallino, era nata lo stesso giorno che sono nata io, ma il mio babbo disse: Eh no, questo nome non glielo metto! Allora fece una specie di anagramma e venne fuori questo nome Elida, gli piacque e decise per questo nome, ma la mia mamma contestò che non c’era il nome di un santo e come secondo nome mi chiamo Anna. Quindi io mi chiamo Elida Anna, perché, disse ancora la mia mamma, il nome del santo ci vuole. Così io ufficialmente mi chiamo Elida Anna. Aggiungo che in Argentina, dove io sono nata perché i miei erano emigranti, mi dicevano Lillita.»

Luciano Paci – «Come mai questo nome?» Questa la domanda rivolta al nostro amico abitante nel cuore di Anghiari vecchio, quando dalla Piazzola si scende verso la Piaggia del Magi. Il fatto sta così. Alla nascita della sorella i genitori l’avevano chiamata Luciana. Poi con il fratello, cioè con me, non hanno fatto altro che cambiare la “a” in “o” ed ecco pronto il nome del nuovo nato. Sia io che mia sorella siamo nati nella casa dello Sportone, dove adesso abita mio figlio, casa costruita da mio nonno Guido sopra le mura cittadine. Maria Anna Paci - Ed ora concentriamoci con la moglie di Luciano dalla quale apprendiamo che è nata al Topo, nella casa chiamata Genga. «Io mi chiamo Maria Anna, perché la mia nonna, mamma della mia mamma, si chiamava Marianna, tutta una parola. Però al mio babbo non gli piaceva il nome Marianna e allora mi chiamò Maria Anna a cui aggiunse anche Castigliana. Il mio babbo era malato di calcio e allora mi mise il nome di questo giocatore: Castigliano. Naturalmente tutti gli anghiaresi mi chiamano Marianna.»

Controllate che il vostro indirizzo sia esatto Così non verrà dispersa nessuna copia Vi è piaciuto questo giornale? Lo volete ricevere a casa? Ditecelo! La morte della Beppina Mariani

Pure sapendo come à vissuto con tanto dolore che lei à avuto

Faccio a voi tutti stringendo la mano e mi dispiace di essere lontano

La cara Beppina anche lei ci à lasciato dalla notizia rimasto mortificato

Lungo il vicolo del Castello Antico dove per anni con loro ò diviso

Questa notizia a me arrivata quando ad Anghiari ò fatto una scappata

In questo momento di grande dolore per la cara Beppina che porto nel cuore

Una cara donna conosciuta da bambina vicina di casa scherzosa e carina

Poi crescendo lei s’è sposata e molte volte l’ò rincontrata

Ma il dolore per questa morte che lì per tutti è brutta sorte

Contro la morte non c’è rimedio troppe le presenze sul nostro cielo

Loro vivevano tutti ammucchiati in una casetta dove sono nati

Sempre un saluto di cara amicizia ma la sua morte qui mi rattrista

Alle care sorelle ed al caro fratello che ò conosciuto in un mondo più bello

Che la Beppina riposi felice dopo una morte che vita tradisce:

di Armando Zanchi

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Cafaggio: Perché questo nome?

Dialogo a distanza col professor Enzo Mattesini intrattenuto da Emmedipì

Il prof. Mattesini, facendo riferimento all’articolo “Nomi, alberi e toponomastica” apparso nel numero scorso dell’Oratorio, ci manda le sue considerazioni. Di questo lo ringraziamo e condividiamo con voi lettori le sue spiegazioni. L’errata scrittura di Cafaggio (in Ca’/Cà Faggio) è mia che mi sono fatto incantare da un agriturismo in quel di Toppole e non ho messo in moto i miei neuroni.

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iù che lecita la domanda che si pone l’anonimo circa le località denominate Ca’ Faggio (a Viaio e poco dopo la Barbolana) e Cà Faggio (nei pressi di Toppole): «Perché tale nome anche da noi dove dei faggi nessuno può godere dell’ombra ristoratrice?». Infatti il faggio è un’essenza arborea che si rinviene all’incirca al di sopra dei sette-ottocento metri. E dunque solo Faggeta e Faggeto sono effettivamente due fitotoponimi, cioè due nomi di luogo che derivano da faggio (lat. FAGUS).

I toponimi Ca’ Faggio e Cà Faggio sono due erronee reinterpretazioni (gli errori anche nella cartografia ufficiale sono più che comuni) di un originario Cafaggio. Pertanto, oltre al faggio, neppure Ca’ e Cà (anche qui la differente forma, se è quella esatta della cartografia ufficiale [non ho controllato di persona e sto a quanto ne leggo nell’Oratorio], ci dice della scarsa precisione), che sono un’abbreviazione di casa (forma di provenienza italiana settentrionale attraverso la Romagna e le Marche a tipologia linguistica romagnola), c’entrano niente (la forma corretta è ca’ per caduta della sillaba finale). Cafaggio ci rimanda al langobardo gahagi ‘luogo, bosco recintato’, che in Toscana si presenta però nella variante kahagi con h (ancora aspirato) che passa a f (a Lucca documentato già dal secolo VIII). Numerose le attestazioni di questo toponimo in tutta l’area Toscana (anche nella forma Caggio), dominata dai Langobardi. Il nome di luogo è presente anche nell’Umbria sulla sinistra del Tevere (tra VI e VIII secolo sede del Ducato langobardo di Spoleto).

Festa dell’Ascensione

La foto raffigura i fedeli presenti nel Santuario del Carmine durante la celebrazione della S. Messa delle ore 16:00 al termine della quale c’è stata la benedizione dei bambini e la consegna di una apposita medaglietta. Pubblichiamo questa poesia di Armando Zanchi, scritta a suo tempo, per ricordare Alessandro.

La morte di Alessandro Baglioni di Armando Zanchi

Bravo ragazzo veloce e snello che lo faceva molto più bello

Giovane dolce con giovani e vecchi uno dei ragazzi senza difetti

Questo ragazzo da me incontrato sempre il saluto lui mi à portato

Sempre un saluto a qualsiasi ora lui per Anghiari faceva la spola

La brutta morte che l’à rapito senza a lui dare nemmeno l’avviso

Lui salutava tutti in strada e non guardava chi incontrava

Era un ragazzo dolce e gentile e questa morte non doveva avvenire

Tutti lo conoscevano questo ragazzo e si fermava ad ogni passo

Poveri genitori davanti a ‘sta morte che si presenta con cose distorte

Un caro ragazzo dolce col cuore del suo paese un vero onore

Dal Giardinetto dove abitava lì per la strada ci si incontrava

Per salutare i tanti amici nella sua vita con lui condivisi

Era un ragazzo in piena vita la malignità ce l’à rapito

Al padre Egisto la madre Gabriella dico coraggio la morte non è bella:

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ARTE E CATECHESI Luce e tenebre in Caravaggio Il prossimo incontro in giugno, sempre di venerdì. Gli orari in parrocchia. Centro Famiglia Tavernelle con possibilità di fermarsi a cena insieme.

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Cena di Emmaus, Caravaggio Nel pane e nel vino

ettere al centro della catechesi per adulti i quadri di Caravaggio, significa attualizzarli anche per la nostra vita. Soprattutto nella Cena di Emmaus, quella di Brera, si percepisce meglio tutto un dramma esistenziale che trova risposta solo nella presenza fisica di Cristo che, come si manifesta ai discepoli di Emmaus, ancora oggi si manifesta nella nostra vita e si fa compagno di viaggio della nostra vita. (dm)

La morte della Relia di Armando Zanchi

Poi ritornati al loro paese in Cima alla Croce la casa lì prese

Perché veniva a trovare la nonna poi saliva a salutare mia mamma

À portato per tanti anni la sia vita piena di malanni

Erano gli anni dell’amore ed io ragazzo vedevo l’unione

Ma i malanni sempre presenti ci fu il suo Gino tra gli assenti

Io mi associo a questo dolore mi stringo a loro con vero cuore

La ricordo lì nei tempi quando gli anni meno di venti

Poi sposati furono in partenza laggiù a Napoli vita corretta

Rimasta vedova curava i suoi figli da cara madre dava i consigli

Con la sua vita in età avanzata lei del paese sempre innamorata

Che veniva al Castello antico dal suo Gino grande amico

Perché il suo Gino il Leonardi con la radio amava io traguardi

Alla figlia Grazia conosciuta da bambina sempre un saluto dopo la scappatina

Altra concittadina che il paese à amato ora è lassù col suo Gino ritrovato:

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Auguri Ermida - (DaGi) Nella giornata di oggi, giovedì 5 maggio, Anghiari festeggia i 105 anni di Ermida Bergamini. Si tratta di un compleanno speciale, di un traguardo sognato da tutti, ma che in pochissimi hanno la “fortuna” di raggiungere. Ermida è nata il 5 maggio 1911 in località Pianettole ad Anghiari ed è la quarta di ben sette fratelli. Si è sposata con Angiolo Bracci nel 1937 ed è anghiarese doc (anche se tra il 1956 e il 1972 ha abitato nella vicina Sansepolcro). Casalinga e mamma di tre figli (Alfiero, Giuseppina e Liana), ma anche nonna di cinque nipoti e tre “bis-nipoti” (Fabio, Riccardo, Edoardo). Ha dedicato la sua vita alla famiglia prendendosi cura successivamente anche dei nipoti Massimo e Lara ed attualmente abita ad Anghiari, in zona Santo Stefano, assieme al figlio Alfiero e alla nuora Floriana. Visita ai Sepolcri - I ragazzi del gruppo delle

Superiori la sera del giovedì santo in giro per i Sepolcri allestiti in tutte le chiese di Anghiari. Qui siamo alla Badia, ma abbiamo visitato anche Sant’Agostino, la Maddalena , la Croce e la Propositura; sono 5 chiese invece che sette come vuole la tradizione ma per metterci in pari siano entrati 2 volte in 2 chiese... Come ci ha suggerito Don Marco!! (lg) Ricordiamo che nella chiesa di Sant’Agostino i confratelli con cappa della Misericordia hanno guidato l’adorazione eucaristica del Giovedì Santo dalle venti alle ventidue. In Propositura la presenza di un gruppo di fedeli è continuata fino alla mezzanotte.

Defibrillatore (ma non solo) - Come riferito nel numero

scorso di questo giornale, domenica 14 febbraio, in Propositura, è stato benedetto dal diacono Fabio un defibrillatore offerto dalla Società della Scampanata. Erano presenti il sindaco Riccardo La Ferla, il Governatore della Misericordia Massimo Redenti ed il presidente della Scampanata Bruno Grottini. Verrà collocato nei pressi dell’ingresso del parcheggio della Propositura. La Società della Scampanata oltre a questo significativo gesto, grazie al residuo delle gestione della edizione 2015, ha potuto dotare la residenza protetta di Anghiari di un televisore che potrà essere utilizzato dagli ospiti presenti nella struttura. Un ringraziamento a tutti i soci della Scampanata e ai loro dirigenti, che hanno dimostrato di essere dotati di molta allegria (lo abbiamo visto nelle mattinate di maggio) ma anche di un adeguato senso di solidarietà.

3 maggio – Come sempre la piazza, come per magia, si riempie di tante persone venute ad Anghiari per la Tombola che da oltre un secolo si estrae in occasione delle feste del SS. Crocifisso: il 3 di maggio di ogni anno. Sono le feste della nostra Misericordia e si concludono con i fuochi d’artificio che da diversi anni vengono accesi sotto le mura. Uno spettacolo unico che hanno potuto ammirare tutti quelli giunti dalla Valtiberina e anche dalle altre vallate aretine. Un plauso anche al Gruppo della Banda di Umbertide che ha portato allegria nella piazza eseguendo allegri motivi musicali con coreografie veramente ben eseguite ed opportune. Nel pomeriggio, il vescovo diocesano Riccardo, ha impartito la S. Cresima ai nostri ragazzi e poi, assieme ai fedeli presenti in chiesa, è stata raggiunta la chiesa di Badia. La foto raffigura un momento dell’estrazione dei numeri dall’urna.

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Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli

GIUGNO

NOTIZIE DALLA PARROCCHIA

Giovedì 2 giugno a S. Lorenzo a Ricciano ore 17:00 S. Rosario con processione della Madonna e S. Messa a conclusione del mese mariano, con la partecipazione della Compagnia del SS.mo Sacramento di Monterchi. Venerdì 10 giugno ritiro spirituale al Cenacolo di Montauto e prima Confessione dei comunicandi Domenica 12 giugno S. Messa solenne della Prima Comunione a Monterchi e a Le Ville dei seguenti fanciulli: 1. ALESSIO Boncompagni 2. LEONARDO Cappietti 3. ARIANNA Cerrini 4. GIOELE Fabbri 5. GIACOMO Festini 6. MARTINA Fiorentino 7. IRENE Goracci 8. SIMONE Omelli 9. ALENA Pancioni 10. MICHEA-ROBERTO Tosoni 11. VIOLA Rossi Sono stati preparati bene dalle catechiste Anna Trzukolas e Annalisa Tilli, con la collaborazione delle mamme, sotto la guida del parroco don Quinto. Venerdì 24 giugno ore 19:00 circa, nella frazione di Tarsignano, S. Messa nel giorno festivo del Patrono S. Giovanni Battista Mercoledì 29 giugno ore 19:00 S. Messa a Ripoli nella festa dei S.S. Patroni Pietro e Paolo.

Anche quest’anno don Ferdinando organizza presso la parrocchia di Le Ville nel mese di Luglio il GREST o campo scuola per i ragazzi del territorio monterchiese. Rivolgersi ai parroci per l’iscrizione. Il giovane Dario Alberti, abitante nella frazione di Padonchia, ha frequentato la facoltà di Architettura all’università di Bologna – distaccamento di Cesena e si è laureato il 17 marzo 2016 con la votazione di 110 e lode, relatore il prof. Jacopo Gaspari, correlatori il prof. Lamberto Amistadi e l’ing. Marco Foglieri. Congratulazioni da parte dei familiari, amici e lettori monterchiesi dell’Oratorio. In occasione del Festival della Comunicazione promosso dalla Diocesi di Arezzo – Cortona – Sansepolcro, anche a Monterchi, domenica 1 maggio 2016, si è svolta una gara di pittura estemporanea, sul tema “Comunicare la misericordia”. Sono stati 4 i partecipanti: Gianni Mori, primo classificato, che ha vinto 500 euro messi a disposizione dal Comune di Monterchi. Gli altri classificati sono Bruno Nardi, Luciano Carpitella e Francesca Gaisina, che hanno ricevuto in premio vari volumi d’arte.

LUGLIO Domenica 31 luglio nel pomeriggio S. Messa all’aperto al Poggio della Madonna, presso la Maestà, nelle vicinanze della Murcia di Pianezze.

Antica “Pietà” venerata un tempo nella chiesa di S. Martino al Poggio della Madonna e trasferita nel secolo scorso nella chiesa di Pianezze.

Veduta della facciata dell’arcipretura di San Simeone a Monterchi disegnata da Luca Pucci

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Dalle nostre Parrocchie Ponte alla Piera: Rita – La sera, richiamati dal suono delle campane, siamo andati al Rosario alle nove, in chiesa. Nel mese di giugno tutti gli anni facciamo la festa di Sant’Antonio. Quest’anno cade di lunedì e la festa la faremo Domenica 12 giugno con la S. Messa vespertina alle ore 18:00. Pensiamo di poter riuscire a organizzare anche un momento di ristoro per tutta la comunità del Ponte alla Piera. Domenica 29, festa del Corpus Domini, la S. Messa delle ore undici sarà particolarmente solenne perché ci sarà la Prima Comunione di Katia Mondani. Al termine la processione raggiungerà il ponte del Ponte dove avrà il suo termine. Altri programmi particolari per ora non ci sono.

Tubbiano: Rita e Rina – Per il mese di maggio abbiamo detto il Rosario un po’ qui a Tubbiano e un po’ a San Leo. Per la festa dell’Ascensione da Tubbiano siamo andati singolarmente prendendo all’uscita dalla S. Messa l’uovo sodo posti in una cesta all’uscita del Santuario, così come indicato da don Marco: “Prendere l’uovo significa essere disposti a lasciarsi conquistare dalla ‘Vita divina’, cioè dalla Grazia. Anche oggi, con la medesima intenzione, viene offerto l’uovo a tutti i pellegrini che visitano il Santuario del Carmine.” Abbiamo la speranza che qualche giovane prenda l’iniziativa di un pellegrinaggio a piedi, come parrocchia di Tubbiano, per il giorno dell’Ascensione. Gli altri programmi verranno comunicati nei modi consueti. Cerchiamo di collaborare, per quello che possiamo, con il nostro parroco, don Romano, in particolare per l’appuntamento della S. Messa prefestiva il sabato alle ore diciotto.

Catigliano: Antonietta – Nel mese di maggio il Rosario, dopo averne parlato con don Ferdinando, lo diciamo in casa mia, perché Edoardo non si può muovere. Siamo un bel gruppetto di persone, comprese due donne che vengono dal Mercatale di Monterchi. Per il mese di giugno e luglio ancora non abbiamo deciso niente. Eventualmente provvederò a dare i necessari avvisi. Per l’Ascensione al Carmine non siamo riusciti ad organizzare un gruppo parrocchiale. Io sono venuta la mattina mentre so che altri parrocchiani sono venuti nel pomeriggio. Vedremo nel futuro.

San Leo: Velso – In maggio abbiamo detto il Rosario: a Tubbiano le prime due settimane e poi qui a San Leo. A Corsano non si può più dire la S. Messa, perché la casa colonica addossata è pericolante. Speriamo che la cosa si possa risolvere. Il 29 di maggio (vi abbiamo già detto che il giornale è stato stampato) tre bambini della parrocchia riceveranno

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la Prima Comunione. La S. Messa solenne delle ore undici sarà seguita dalla processione nel piazzale antistante la chiesa.

Santo Stefano: Gastone - 28 marzo, Lunedì di Pasqua, a Santo Stefano, dopo la S. Messa delle ore undici è consuetudine recarsi alla Maestà, luogo della Battaglia di Anghiari, per la benedizione delle campagne e per ricordare l’avvenimento, cioè la Battaglia. Nell’occasione si estraggono a sorte i due premi (simbolici) che Firenze mandava (e che ora ci si pensa da noi) a due ragazze di Anghiari per la ricorrenza della vittoria sulle truppe dei milanesi. Quest’anno non ci si è potuti recare alla Maestà, perché il tempo non lo permetteva. La cerimonia la si è fatta in chiesa aprendo anche la porta d’ingresso che dà verso la vallata. Sono state estratte Fausta Mercati e Daniela Leonardi le quali saranno le “Damigelle della Battaglia” per tutto il 2016 e fino alla prossima estrazione. Complimenti per le vincitrici e per l’organizzazione. Attività nel giardino Già da qualche settimana il giardino della chiesa è stato già ripulito dalle erbe, si sono risistemate le panche e il gioco delle bocce. A breve verranno rimessi in funzione anche i giochi per i bambini e tutte le altre attrezzature. Questo è stato possibile grazie ai soliti volontari che si dedicano con spirito di collaborazione a tutto ciò che è necessario per il buon andamento di questo spazio verde a disposizione di tutti. Superfluo ricordare di rispettare e non danneggiare le attrezzature e tutto ciò che fa parte del giardino. Ora si è pronti per il tesseramento per il 2016 (necessario per lo svolgersi di queste attività) e facciamo appello a tutti gli interessati di dare il proprio contributo. Grazie perciò a tutti.

Viaio: Franca - Per il mese mariano abbiamo recitato il S. Rosario il martedì, il giovedì e il venerdì in chiesa, la sera alle nove. Avremmo voluto venire all’accensione del fuoco per la vigilia dell’Ascensione, ma non ce l’abbiamo fatta. Sarà per il prossimo anno. Per il Corpus Domini (il giornale è già in stampa) ci sarà la S. Messa alle ore nove e poi la processione fino alla Croce di Viaio.

Micciano: Durante il mese abbiamo recitato il Rosario meditato. Il lunedì, il giovedì e il sabato ci ritroviamo alle 18:30 in chiesa dove leggiamo un brano e meditiamo su quello. Alle 19:00 segue la S. Messa. Per i programmi dei prossimi mesi verranno messi gli avvisi tempestivamente nella bacheca al di fuori della chiesa.


Lo scopone e gli amici

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di Massimo Redenti

e vi capita di andare a prendere un buon caffè al bar Cocomerò subito dopo l’ora di pranzo, può accadere che mentre ve lo gustate al banco, dalla sala attigua vi arrivi alle orecchie un chiacchiericcio intenso, a volte colorito, intercalato con momenti (in verità pochi) di assoluto silenzio. Se poi, presi dalla curiosità vi avvicinate all’origine del chiasso, nella saletta, con probabilità vi trovate di fronte ad un capannello di persone (alcuni a sedere, altri in piedi) tutt’intorno ad un tavolo quadrato ove quattro clienti del bar stanno giocando a carte. Se inoltre vi fermate per qualche minuto per assistere alla partita di carte, ben presto vi accorgete che non si tratta di una silenziosa, normale partita, ma più che altro sembra uno spettacolo teatrale dove i quattro giocatori sono sicuramente gli attori principali, ma tutt’intorno interagiscono spettatori/ comparse che prendono parte alla rappresentazione con commenti, osservazioni, discussioni e critiche più o meno pesanti. In effetti, più che ad una partita a scopone, sembra di assistere ad una edizione “indoor” della ormai famosissima “Tovaglia a quadri”. Asserisco ciò con rispetto ed affetto per i componenti del “cast” in quanto sono tutti miei amici e conoscenti, ed anch’io spesso faccio parte della compagnia come spettatore non pagante, in piedi. La simpatia che emana dalla involontaria commedia teatrale è davvero tanta; mi sembra a volte di essere all’interno di uno dei romanzi di Marco Malvaldi con i suoi protagonisti del BarLume recentemente portati nel piccolo schermo con riduzioni televisive simpatiche ed intriganti. L’unica differenza è che il gestore del BarLume si chiama Massimo mentre il titolare del bar Cocomerò è “il Lupo”. C’è anche un’altra cosa che mi affascina e che spesso mi spinge a soffermarmi come spettatore su queste coloratissime partite a carte, e qui mi riferisco agli attori giocatori; nell’osservare attentamente i comportamenti dei singoli giocatori (non sono mai gli stessi, ma ruotano in genere una quindicina di candidati, dai 25 ai 70 anni di età), mi pare di assistere ad una vera e propria battuta di caccia a coppie, nel folto di un bosco contenente quaranta tipi di selvaggina rappresentata dalle quaranta carte da gioco. Ogni cacciatore (giocatore) ha un comportamento diverso; c’è chi, nascosto dietro un ideale capannello, spara a qualsiasi tipo di animale (carta) gli capiti a tiro; taluni preferiscono fare una cernita e rinunciare a “piccole prede” nella speranza di catturare selvaggina più corposa; altri tendono a giocare senza tenere in considerazione le eventuali carte del “cacciatore compagno” muovendosi isolati nel bosco senza gioco di squadra, mentre altri ancora tendono a orientare le proprie giocate per agevolare in perfetta simbiosi quelle del compagno. C’è poi chi cerca di individuare le prede più ambite (re bello e sette bello), ne fiuta la presenza, ne segue le tracce, prepara le trappole, cerca di fare il vuoto intorno a loro per assestare poi il colpo finale vincente; qualche altro cacciatore è affascinato da uno specifico tipo di selvaggina (le carte di cuori o quelle utili per la primiera) rischiando nel frattempo

di lasciarsi scappare qualche preda ancora più interessante o quantomeno più funzionale al momento del “conteggio dei punti”; taluni riescono a ricordare perfettamente i tipi e le quantità di “animali” rimasti nel bosco, e nelle fasi conclusive della battuta di caccia sanno perfettamente che “la lepre di turno” passerà sicuramente di lì; c’è poi immancabilmente il solito bracconiere che, non volendo o non sapendo rispettare perfettamente le regole della caccia, di fatto può trarre in inganno una bella preda che rimane vittima del laccio o della inaspettata tagliola (e qui le scope si sprecano). Sono tutte battute di caccia splendide, commentate ad alta voce da cacciatori e spettatori anche fra “uno sparo e l’altro”. A volte i commenti del “post battuta” assumono toni particolarmente chiassosi ed accesi; ed in questi casi può anche capitare che in presenza di eccessiva confusione o di commenti troppo coloriti arrivi il severo guardiacaccia (il Lupo) che digrignando i denti minaccia di ritirare i fucili e di mandare tutti fuori dal bosco. L’insieme è sempre uno spettacolo particolarmente divertente, e la bellezza dello scopone e la genialità o le “padelle” dei cacciatori sono solo uno degli aspetti interessanti. In definitiva, in un’epoca ove tendiamo ad isolarci ciascuno nel proprio piccolo mondo o a sviluppare amicizie virtuali attraverso dialoghi e corrispondenze a distanza tramite Facebook, Twitter o quant’altro, è bello vedere un gruppo di persone, amici e conoscenti che, prima di riprendere ciascuno il proprio lavoro pomeridiano, con un mazzo di carte da quaranta trascorre una mezz’ora in buona compagnia tra risate, prese in giro, sfottò e, “perché no?”, qualche arrabbiatura! Anche questo è socializzare. Non me ne vogliano quindi gli amici “cacciatori”, se sto raccontando in giro la bellezza dei loro safari! Ho di tutti loro grande stima e rispetto; e inoltre, chissà che prima o poi anch’io non abbandoni il ruolo di spettatore non pagante per prendere la patente di caccia ed addentrarmi assieme a loro nel magico bosco delle quaranta prede! In alto è raffigurata una delle opere di Paul Cézanne “I giocatori di carte”

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Tante le iniziative per l’anno in corso

L’intenso 2016 del Comitato Giovani Soci a cura della Banca di Anghiari e Stia

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i profila un 2016 pieno di impegni per il Comitato Giovani Soci della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo. Tante infatti le iniziative previste per l’anno in corso in merito alle varie questioni di interesse: dall’organizzazione di eventi di carattere ludico, sociale e culturale alle attività portate avanti dai giovani che gravitano attorno alla banca anche sotto il profilo economico e di settore. Il Comitato è nato con l’obiettivo di aggregare persone al di sotto dei quaranta anni che abbiano voglia di proporre iniziative ed idee, ma anche prodotti per i singoli soci e per le aziende socie. Si tratta di un gruppo unito, composto da persone che hanno scelto con entusiasmo di dedicare un po’ di tempo alla vita attiva del Credito Cooperativo, con la speranza di contribuire alla sua crescita e di creare qualcosa di nuovo. Il Comitato Giovani Soci è stato costituito nel 2012 e nei primi anni di vita ha portato avanti numerose iniziative. Tra queste spiccano il Premio Giovani Aziende, Insieme per lo Sviluppo e Mea Music Bank, progetto rivolto alle giovani band che ha vissuto il momento principale in occasione dell’Assemblea dei Soci del 2015 e che è culminato con la produzione di una compilation in cui sono stati raccolti i brani dei gruppi partecipanti (tuttora reperibile presso la Segreteria Generale della Banca). Tra i progetti portati a compimento ci sono anche la realizzazione del sito giovanisoci.bccas.it, la partecipazione ai forum regionali e nazionali, la creazione di una rete di contatti e collaborazioni tra aziende socie che è nata dalla condivisione di intenti. Il Comitato si riunisce con cadenza mensile e conta oggi una cinquantina circa di iscritti. Nel mese di aprile presso la filiale di Città di Castello si è svolto il primo appuntamento di “Aperti per aperitivo”, piacevole iniziativa che ha visto la partecipazione di tanti giovani e che è stata promossa, così come spiegato da Marco Sarrini, “con l’intento di rinsaldare il legame con il territorio nelle singole filiali, di avvicinare ancora più i giovani all’attività del Comitato, di spiegare ai presenti il percorso che ci ha portato fin qui e di illustrare i progetti che abbiamo in mente per il futuro. Il nostro è un gruppo aperto e chi vuole farne parte è il benvenuto. Il Comitato è una bella opportunità per tutti quei giovani che hanno idee e che hanno intenzione di portarle avanti. C’è bisogno del contributo di tutti e chi è interessato ad entrare nel gruppo può presentare richiesta via mail, informarsi seguendo le indicazioni del nostro sito, oppure rivolgersi all’Ufficio Soci della Banca di Anghiari e Stia”. Quello che si è svolto in terra tifernate è stato il primo di una serie di appuntamenti che interesseranno nei prossimi mesi anche altre filiali e che avranno sempre l’obiettivo di favorire l’aggregazione ed il desiderio di partecipare alla vita dell’Istituto.

Il 2016 è un anno importante anche sotto il profilo istituzionale visto che è caratterizzato dalle elezioni del nuovo Consiglio Direttivo del Comitato Giovani Soci. Il primo mandato sta infatti volgendo al termine e il bilancio è indubbiamente positivo sotto ogni punto di vista. Negli ultimi tempi il gruppo ha fatto registrare l’ingresso di “forze fresche”. Ai trentacinquenni e ai quarantenni si sono infatti affiancati venticinquenni e trentenni, per una sorta di passaggio di consegne che porterà ad un’operazione di generale ringiovanimento. Il gruppo dei Giovani Soci è stato coordinato per 4 anni da Alessandro Marconi che quest’anno cederà il testimone ad un nuovo incaricato che tutti gli iscritti saranno chiamati ad eleggere. Il Comitato Giovani Soci potrà continuare non solo a sviluppare i progetti esistenti, ma dedicarsi alla realizzazione di nuove iniziative: idee rivolte allo sviluppo della rete aziendale, progetti di promozione del territorio, iniziative di carattere culturale ed informativo. Con il supporto della Banca e la formulazione di nuove proposte, i Giovani Soci potranno collaborare e sviluppare le proprie idee, attraverso il concretizzarsi di un rapporto solido tra gli oltre 700 giovani che sono soci dell’Istituto. Ogni progetto che ha cambiato il mondo è stato il sogno di qualcuno che con impegno, cooperazione e soprattutto fiducia ha saputo portarlo avanti, spesso partendo dalle piccole cose. Questo il pensiero che spinge i Giovani Soci del Comitato e che deve rappresentare uno stimolo per tutti coloro che hanno idee da proporre. In questo intenso 2016 il Comitato parteciperà inoltre in maniera attiva all’organizzazione del Sesto Forum Nazionale dei Giovani Soci che si terrà a Firenze dal 16 al 18 settembre. Un appuntamento prestigioso e molto importante che rappresenterà anche un momento di condivisione di intenti con i “colleghi” provenienti da tutta Italia. A conferma della vitalità e della voglia di partecipare che anima questo gruppo affiatato e sempre più attivo. L’immagine in alto raffigura Marco Sarrini tra il Direttore Generale Fabio Pecorari e la Direttrice della Filiale di Città di Castello Sabrina Cavalli in occasione dell’appuntamento “Aperti per aperitivo”.

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Da Tavernelle

a cura di Linda Bartolomei

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omenica 1° Maggio, al termine della messa, suor Augusta ha annunciato che da Giugno 2017 tutte le suore lasceranno definitivamente Montauto. Tutti i presenti si sono subito commossi, perché per ognuno di noi le “Suore del Cenacolo” hanno rappresentato e rappresentano un punto di riferimento spirituale molto importante. Dal 1960, anno in cui sono arrivate a Montauto, hanno prestato servizio attivo nella nostra comunità. Infatti mi racconta il mio babbo che quando era piccino il catechismo veniva fatto al Cenacolo, i ragazzi venivano presi all’uscita di scuola con un pulmino guidato da Sergio Merendelli, pranzavano tutti insieme nel refettorio, facevano lezione di catechismo e venivano riaccompagnati a casa. Tutte le celebrazioni importanti della Settimana Santa, la messa di Pasqua e di Natale, le Cresime e le Comunioni, venivano fatte lassù. Io ho ricordi più recenti, ma mi ritornano alla mente i giorni del “ritiro” del Giovedì, Venerdì e Sabato Santo, quando frequentavo le scuole medie e forse se lo ricordano ancora le suore per la confusione che noi ragazzi facevamo in quei giorni. Nelle feste di carnevale, con la gara a chi creava il costume più bello, ogni anno c’era un tema diverso, e genitori e bambini si impegnavano tantissimo per riuscire a vincere il primo premio. E ancora i giorni a Roma per il Giubileo del 2000 con Suor Claudia... Sono state tutte piccole esperienze dell’amore di Dio, vissuto tramite i volti e le parole di tante “sorelle” che ci hanno fatto gustare la bellezza di stare accanto a Gesù e la gioia di essere cristiani. Parlando con tante persone in questi giorni, ognuno si ricorda un nome di una suora o un fatto legato al “Cenacolo”. Non riesco ad elencarle tutte, e mi dispiace se mi dimentico qualcuna, ma vorrei ricordare Suor Pasqua Rosa e Suor Maria Letizia (quest’ultima riposa nel cimitero di Galbino) che ci hanno preceduto nell’incontro con il Signore. E anche tutte le suore che sono passate per Montauto e ora sono in altri conventi: Suor Giuseppina che ha compito 101 anni, Suor Adriana, Suor Giovanna, Suor Lucia, Suor Maria Rosa, Suor Angela, Suor Franca, Suor Claudia… ognuna di loro ci ha lasciato qualcosa d’importante. Ringrazio il Signore per tutte quelle che sono oggi qui con noi al “Cenacolo”. Può sembrare un articolo di saluti, per ricordare i bei tempi che furono, ma parlando anche con altre persone abbiamo deciso che noi non ci arrendiamo e per questo chiediamo anche il vostro aiuto. Abbiamo iniziato a raccogliere una serie di testimonianze sul servizio che le suore del Cenacolo hanno prestato e prestano per la nostra comunità e sull’importanza della loro presenza nelle nostre parrocchie. Una volta raccolte, le invieremo a Roma, alle responsabili dell’ordine per cercare di fargli cambiare idea. Pertanto vi chiedo di scrivere la vostra testimonianza e inviarmela tramite mail all’indirizzo dalileo.mariotti@alice.it oppure potete scriverla a mano e consegnarla alla Carla in Parrocchia a Tavernelle.

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Chi è questa bambina?? Ci è pervenuta in parrocchia la foto di una bambina di tanti anni fa che ancora oggi abita nella Parrocchia di Tavernelle. Come indizio possiamo solo dirvi che è nata il 14 maggio, giorno dell’Ascensione di quell’anno. Chi è? Nel prossimo numero verrà rivelata la sua identità. La Cresima - Martedì 3 maggio, nella chiesa della Propositura, Leonardo e Morgan hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione, insieme agli altri ragazzi delle Parrocchie di Anghiari, San Leo e Ponte alla Piera. Tutte le catechiste e tutta la comunità augura a questi ragazzi che lo Spirito Santo che hanno ricevuto in dono sia fiamma viva nel cammino della loro vita.

Consacrazione al Sacro Cuore - Ricordiamo a tutti i genitori della Parrocchia che venerdì 3 giugno, alla messa pomeridiana, saranno consacrati al Sacro Cuore i nuovi nati e tutti i bambini che non sono stati ancora consacrati.

1957 - Il 12 aprile al centro parrocchiale “La Famiglia” si sono ritrovati gli ex-alunni delle medie/elementari nati nel 1957 e dintorni per un incontro conviviale. Non sono mancate le sorprese con un ragazzo arrivato dalla Sicilia e uno da Firenze. Una serata passata in allegria con tanti ricordi e musica. Il ricavato della serata è stato devoluto alla Caritas Parrocchiale di Anghiari.


...da Tavernelle

Messa in parrocchia Cappella di San Marco - Lunedì 25 aprile, festa di San Marco. Alle ore nove e trenta è stata celebrata una S. Messa presso la cappella della Misericordia nel Borgo della Croce intitolata a San Marco. A celebrarla don Marco (e infatti era il suo onomastico). In questa occasione si benedicono le foglie di giglio e i rametti di ulivo che poi verranno utilizzati per abbellire le croci da mettere nei campi prima del sorgere del sole del tre maggio: festa della Santa Croce. Numerosi i fedeli giunti con i loro mazzetti di foglie di giglio che, a differenza degli anni passati e a causa del maltempo, sono stati sistemati davanti all’altare. Alla fine don Marco, assistito dal diacono Fabio, ha provveduto alla benedizione. Non è mancato un breve intermezzo del festarino emerito di Santo Stefano, fabbricatore di croci ed abitante a Ca’ di Maurizio che comunque aveva portato oltre alle foglie di giglio e ai rami di ulivo anche tre croci già pronte e realizzate canonicamente col roccione di vinco sbucciato proprio a regola d’arte. Quindi ognuno ha ripreso il suo mazzetto (ma c’è sempre qualcuno che sbaglia), per riportarlo a casa e provvedere a fare quanto previsto e descritto in questa nota.

Santuario del Carmine - Domenica 3 aprile, Domenica in Albis. Durante la S. Messa solenne delle ore sedici don Marco ha consegnato lo scapolare ai nuovi iscritti. È dal 1886 che il Santuario del Carmine è sede della “Società dello Scapolare” che raccoglie nella consacrazione alla Madonna quasi duemila fedeli, sia di Anghiari che di molte zone limitrofe. Nel 1987 il Vescovo Giovanni D’Ascenzi eresse il Carmine a Santuario Mariano della Valtiberina. Oggi il Rettore delegato vescovile del Santuario è il parroco di Anghiari don Marco Salvi. Intanto dalla antica pieve di Micciano era partito un pellegrinaggio che, attraverso l’antico percorso che passa da Campalla e dal Poggiolo, ha raggiunto il santuario. Durante il percorso con don Gustavo abbiamo fatto due soste per la recita delle rogazioni e poi abbiamo recitato il rosario e abbiamo cantato degli inni alla Madonna. Nel santuario molti i fedeli e tanti anche coloro che hanno rinnovato l’affidamento alla Madonna. Molto suggestivo il canto finale scritto appositamente da don Giovanni De Robertis e musicato da don Vittorio Bartolomei.

Chiesa di Santo Stefano – Lunedì 28 marzo, Lunedì dell’Angelo. La S. Messa delle ore 11:00 come da tradizione è stata celebrata presso questa antica chiesetta. A celebrarla don Gustavo e il diacono Fabio con aiutanti speciali: Gastone e Mario. Al termine, dopo qualche bizza dell’impianto di amplificazione, si sarebbe dovuti andare alla Maestà della Vittoria (una volta delle Forche) ma, data l’incostanza del tempo, si è proceduto alla recita delle rogazioni, per la benedizione della campagna, direttamente dalla porta della chiesa. Quindi si è tenuta l’estrazione delle damigelle della Battaglia di Anghiari, sorteggiate fra tutte le donne presenti e che rimarranno in carica fino al prossimo Lunedì dell’Angelo. Sono risultate estratte Daniela Leonardi e Fausta Mercati, che potranno quindi fregiarsi del titolo onorifico. Tutto questo per proseguire una tradizione iniziata dopo la Battaglia di Anghiari del 29 giugno 1440.

Propositura di Anghiari – Domenica 20 marzo, Domenica delle Palme. La celebrazione è iniziata presso la Piazzetta della Badia alle 10:30 e dopo la distribuzione e la benedizione dei rametti di ulivo (le palme) la processione si è avviata verso la Propositura. Ma facciamo un passo indietro perché è stato confortante vedere uno stuolo di chierichetti, giunti assieme ai sacerdoti, con tanto di palme (delle grandi foglie di palma, di quelle che fanno da noi) che hanno aperto così la processione con turibolo e incenso con in testa la croce arricchita dalle foglie di ulivo e da un nastro rosso. Quindi l’arrivo in Propositura dove la celebrazione è continuata, e sono state molte le persone che hanno preso i rametti per portarli a casa come segno di devozione.

Avete dei ricordi legati ad Anghiari? Fateceli avere Li pubblicheremo volentieri 31


Beppe Fontana

ricordato da don Marco nell’omelia

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el giro di un anno due amici, Benito e Beppe, ci hanno lasciato. Due persone importanti per il nostro paese, due persone significative e il nostro amico Beppe ci ha voluto anche stupire per la morte avvenuta il 19 marzo, San Giuseppe, giorno della sua nascita e del suo onomastico, ed è morto anche per la passione per le cose che andava a ricercare. Ciascuno di noi lo può ricordare per alcuni aspetti come nell’ambito della scuola o nell’ambito della famiglia; faceva bene anche il baby sitter. Io vorrei ricordarlo per alcuni momenti che ho vissuto con lui e che mi sembrano significativi anche per una testimonianza. Persone come lui meritano di non essere dimenticate o meglio, da loro si può sempre imparare qualcosa. La prima è il carattere. Io diversi anni fa, quando ero ancora un ragazzotto, quando andavo a fare i capelli per il Corso da Dante, a Sansepolcro, lo ricordo come un giovanotto. Poi passarono molti anni e lo incontrai come presidente di commissione per la maturità. Io ero un membro esterno, venivo dal classico, per la storia dell’arte, lui presidente in quel momento. In quella commissione nacque un grosso problema, una grossa divisione. Insomma c’era il rischio che saltasse tutto l’esame; una cosa abbastanza grave. Mi colpì la capacità di affrontare anche le cose difficili con quel buonsenso e quella bonarietà di cui era dotato, senza drammatizzare. Insomma riuscì a portare in fondo l’esame di stato, proprio con queste sue doti, con il buonsenso. Di solito i burocrati si rifugiano dietro le leggi e si salvano sempre con il legalismo, con la leguleia; invece lui adoperò il buon senso e da quella volta ci fu una stima reciproca. Sapeva affrontare le situazioni, secondo me anche drammatiche, col buonsenso, senza drammatizzare, anzi spesso con il sorriso, e da qui è nato un rapporto continuo. Lui sapeva che mi piacevano le stampe e le raccoglievo, e quindi quando ne aveva qualcuna, in particolare di Cherubino Alberti, me la faceva vedere. Ne parlava con entusiasmo e di fatto mi ha insegnato anche a saperle riconoscere con una competenza profonda: dal tipo di carta al tipo di bulino, come veniva usato, tutte cose che naturalmente io non conoscevo e per questo gliene sono grato. Ed era sempre un piacere andare nel suo studiolo, sotto casa, dove mi faceva vedere un sacco di stampe e me le spiegava. La sua era una competenza approfondita, raccoglieva un sacco di cose, ciascuno di noi lo sa, le raccoglieva con una competenza molto molto buona. L’altra cosa che devo raccontare di lui è questa. Ad un certo punto, qualche anno fa, venne fuori l’idea, parlandone insieme, di fare un museo al Mammalucco. L’idea era di raccogliere in questa specie di museo tutte le raccolte dei privati, perché Anghiari è pieno di collezionisti, persone che hanno raccolto oggetti d’arte minore: io ho girato un po’ ed è impressionante la ricchezza che c’è nelle case di queste persone. Che quest’arte minore poi è sempre indice di una bellezza particolare. Perché la bellezza non è solo in un quadro o altro, ma è su tutte le cose, ed anche le piccole cose riescono a esprimere questa bellezza. Mancavano i soldi e ci si mise in giro a cercare finanziamenti; andammo da alcune Fondazioni verso Perugia, perché forse anche lui conosceva di più; fu una sconfitta tremenda, quella di cercare finanziamenti. E tutte le volte che si ritornava sconfitti da questi nostri giri, io con il mio carattere un po’ iroso, lui sdrammatizzava sempre e si finiva sempre per ridere perché questo carattere lo portava proprio a non drammatizzare. L’ultima cosa che mi sembra importante è questa. Ho ricevuto una donazione di opere di pittori futuristi nell’ambito perugino, anche nomi importanti come Dottori etc. Cosa ne faccio, pensavo fra me, in Chiesa non li posso mettere e allora parlandone è venuta l’idea di una mostra permanente alla Misericordia. Ho chiesto a Beppe, lui naturalmente conosceva

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tutta questa roba, e lui ci si è messo con un entusiasmo impressionante. Noi spesso che facciamo le cose per doverismo, perché si devono fare, e abbiamo uno spirito indurito e non sappiamo più entusiasmarci delle cose che viviamo. Lui invece era come un “citto”, un “citto” che si entusiasmava e mi diceva: «Un Dottori, ah!» e allora ci costruiva sopra; «un Polloni, ah!», e mi elencava un sacco di notizie. Insomma la sera prima dell’incidente mi chiama e mi chiede se ho cinque minuti. Viene su e mi fa vedere che aveva già preparato le didascalie dei quadri, ma con questa condizione (e vorrei che questo gli anghiaresi se ne ricordassero), oltre questi di Perugia che sono futuristi, sono una Scuola e sono importanti, bisogna fare qualcosa per questi di Anghiari. Chiediamo che una parte della sala, magari in comodato, sia dedicata a questi di Anghiari. Una persona appassionata alla storia del suo paese capace di valorizzare le cose che sono espressione della nostra gente, del nostro posto, capace di dargli quella dignità che né politici né altri sono capaci di dare. Persone come lui sapevano entusiasmarsi e nello stesso tempo dare spazio a tante espressioni, anche alle più piccole. Vorrei lasciarvi con questa frase di Stendhal. Stendhal mi ha sempre affascinato per quello che diceva sulla bellezza, la bellezza anche nelle piccole cose, come i calamai, come tante altre cose “La bellezza è una promessa di felicità”. Vivere la bellezza, desiderare la bellezza è proprio una promessa di felicità, è come se il nostro cuore desiderasse continuamente di essere felici, e la possibilità di raggiungere questa felicità è solo nella bellezza che ci circonda, anche nelle piccole cose; questa bellezza svela l’io umano. Ecco, io sono convinto che il nostro amico che ci ha lasciato era uno con il cuore che desiderava la bellezza e la cercava questa bellezza, e cercando questa bellezza rivelava il suo io umano molto profondo, molto capace di trovare una risposta adeguata. Ecco il Signore a questa bellezza risponde con la sua vita. Perché se la morte fosse l’ultima cosa sarebbe una menzogna il desiderio di felicità che ci si porta nel cuore, sarebbe una menzogna, sarebbe per i vermi la nostra vita. Invece la nostra vita è fatta per cose grandi, per la bellezza, per qualcosa che veramente riempie il cuore e gli dà quel compimento che cerca. Ecco, il nostro amico Giuseppe, Beppe, penso proprio questo: che possa sperimentare quella bellezza che il suo cuore ha desiderato proprio nella bellezza della resurrezione. Cristo attira tutti a sé.

In memoria di un amico Ricordiamo con affetto il nostro amico e collega Beppe per la sua professionalità, per l’abnegazione con cui si è sempre prodigato per la scuola in generale e l’Istituto d’Arte di Anghiari in particolare. Questo impegno era la manifestazione tangibile del suo amore per la cultura, per l’Arte, per un sapere senza limiti e senza appartenenze. Grazie Beppe Rag. Francesco Testerini; Prof. Giovanni Valbonetti; Prof. Enrico Papini; Prof. Giuseppe Tofani; Prof. Clemente Camaiti; Prof. Giampiero Giuliani; Prof.ssa Marisa Meoni; Prof.ssa Gianfranca Poggini; Prof. Fausto Chiasserini; Prof. Elia Camaiti. La somma raccolta è di € 180,00 La famiglia Fontana ringrazia gli amici del caro Beppe e destina questa somma alla Caritas parrocchiale di Anghiari in sua memoria.


Il Condominio del buonumore Ricordo Giuseppe in una veste diversa da quella ufficiale e più conosciuta; tutti ricordano il prof Giuseppe Fontana come il Preside, l’amante del sapere e delle cose che hanno una storia. Io l’ ho conosciuto da ragazzina, in quegli anni che restano nella memoria della mia famiglia e di coloro che ne hanno fatto parte come “Gli anni del Condominio del buonumore”. Un insieme del tutto casuale di persone che, diverse per storie e provenienze, senza essersi scelti, avevano trovato il piacere di stare insieme come una famiglia, di divertirsi, di essere tutti per uno e uno per tutti. Le liti condominiali erano una storia che proprio non ci apparteneva: organizzavamo feste, gite e il carro a Carnevale; avevamo preparato lunghe tavole e una lunghissima tovaglia a quadrettini bianchi e rossi che utilizzavamo regolarmente per mangiare tutti insieme. Una domenica le donne del condominio fecero a mano i bringoli per tutti nell’androne di un garage allestito come laboratorio e salone delle feste! Il mio babbo tradusse il tutto in metri e venne fuori un numerone di tutto rispetto!!!!!!!!!!!!!! Beppe, la Luisa ed Emanuele erano i nostri vicini di terrazzo e pianerottolo: quelli da cui andavo quando mi chiudevo fuori di casa e i proprietari di un gattone bello e simpatico, Pippo; Pippo transitava da un balcone all’altro con regale noncuranza e quando i Fontana andavano al mare, io e mio fratello lo rimpinzavamo a suon di crocchette!!! Gli anni in cui Beppe (perché per me lui resta Beppe) divenne Preside erano proprio quegli anni lì, ed io ricordo una cosa che a quel tempo smontò prepotentemente i miei schemi mentali sul Preside, sul professore, quello che a scuola guardano tutti con timore e riverenza. Mi colpì l’ironia e la semplicità con cui raccontava del suo nuovo mandato e della sua trasferta; ricordo che si trattava di un incarico lontano e questo comportava anche dei disagi per le distanze e gli spostamenti. Oggi che anche io sono nella scuola capisco quanto questo impegno

fosse gravoso. Eppure lui raccontava tutto con bonaria ironia e il sorriso divertito sulle labbra; ne parlava con quella sana leggerezza che appartiene solo a chi sa dare il giusto valore alle cose. Mai, e questo voglio davvero sottolinearlo, mai un accenno alla sua posizione e alla sua cultura che potesse mettere a disagio chi lo ascoltava. Me lo ricordo così, capace di mettere insieme ciò che ha valore con l’ironia amabile e il sorriso semplice. Oggi è una lezione che mi porto ancora dietro. E che ogni giorno che passa riconosco sempre più come vera. Così, caro Beppe, ti dico GRAZIE, grazie perché quando la frenesia del lavoro, dei contrattempi, dei nostri ritmi non sempre a misura d’uomo mi induce a farmi prendere dall’ansia e dall’inquietudine, io mi ricordo della levità del tuo sorriso e del tuo sguardo sulla vita. Sta scritto: “Siate lieti… ve lo ripeto, siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti” Sempre nei nostri cuori Beppe. La Norma e il Condominio del buonumore Nella foto in alto in occasione di una festa di carnevale. Primi anni ‘80, del Condominio del buonumore. Seduti da sinistra: Angiolino Mafucci, Delfo Meazzini, Giuseppe Fontana. Di spalle, a partire da destra Annamaria Pasqui, Angiolina Crociani (a cui va il merito dell’idea di aver scritto questo ricordo di Beppe), Fabrizio Lepri, io, Settimio Secondini nonno di Fabrizio, l’Italia Meazzini, Giorgio Mencarini, Giacomo Mafucci, credo, entrambi dalla statura oggi più che triplicata, e una piccola Barbara Croci.

La morte del professor Fontana

Di questi lavori fatti da Anghiaresi con il suo istinto li aveva ripresi

Gli Anghiaresi lo ricorderanno perché la sua morte un vero danno

Altro segnale di brutta morte non à finito di fare le scorte

Tu lo incontravi in mezzo alla gente con la sua faccia lì sorridente

Ad ogni incontro una stretta di mano che lo faceva con segno umano

Lui teneva in alto il paese portarlo avanti mai si arrese

C’è una notizia che porta dolore di questa morte del Professore

Grande amante di questo paese con un lavoro ammucchiando le specie

Era amato nel tempo di scuola perché aveva una dolce parola

Alla cara moglie figlia della Nilde siamo vissuti in stesse famiglie

Uomo amato dai concittadini e lì da tutti i suoi vicini

Di capolavori di terracotta in casa sua una vera scorta

Uomo completo nel suo lavoro andava avanti con grande decoro

Mi stringe a loro per il grande dolore per questa perdita del Professore:

di Armando Zanchi

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Un ricordo dello zio Piero di Davide Baldi

Lo zio Piero (Pierluigi Bellini) è stato prima di tutto figlio, unico figlio maschio con tre sorelle, ben presto rimasti orfani del padre Pasquale durante la grande guerra. La madre Angiolina con grande forza, grande fede e con polso fermo mandò avanti la famiglia in mezzo a tempi estremamente duri. Era come un maresciallo lei, ma del resto con quattro figli, se si fosse comportata diversamente, sarebbe stata la rovina della loro vita. Li ha cresciuti invece con rigore, senso del dovere, fede e soprattutto un amore infinito; pur nella miseria infatti lei da sola ha sempre fatto in modo che la mancanza del padre non fosse mai tremendamente pesante. Proprio la mancanza del padre rese ben presto Piero, chiamato anche “costolino” (perché da ragazzo era veramente magro), la figura maschile di riferimento non solo per le tre sorelle ma anche per la madre. Quando poi negli anni ‘50 andarono in Francia, lui iniziò ben presto a lavorare e già si faceva notare per il senso del dovere e per l’amore nei confronti delle sorelle (Maria e Marsa), tutti dediti al lavoro con uno slancio che oggi possiamo solo immaginare. Cresciuto quindi alla scuola rigorosa della madre, egli oltre che figlio e fratello è stato anche marito e padre conservando i tratti severi, ma dimostrando, sotto quella corteccia a volte dura, un cuore, una bontà e una generosità inimmaginabili. Usava magari parole aspre, ma poi alla resa dei conti era più buono del pane. Tanti sono gli esempi che mi vengono in mente, ma sarebbe inutile esprimerli, perché da essi si possono ricavare solo conferme di questo suo modo di essere. Così anche con le nipoti, Teodora e Anastasia, magari brontolava, ma poi era pronto a tutto pur di agire per il loro bene. Ricordavo prima il suo slancio lavorativo, ma certo non possiamo dimenticare la sua operosità in tutti i periodi della sua vita, non solo a favore della sua famiglia e dei suoi parenti ma anche di altri conoscenti e di istituzioni religiose. Degna di ricordo è sicuramente la sua fattiva e straordinaria collaborazione ai lavori di pavimentazione che seguirono la realizzazione del nuovo impianto di riscaldamento della Propositura di Anghiari; gli altri operai lo chiamavano “mangiamatoni” per quanto era solerte nel lavorare. Nella chiesa di S. Maria della Pace a Le Ville ha partecipato

all’edificazione e in anni più recenti (fine anni ‘80) ha realizzato il loculo, all’ingresso della medesima chiesa, in cui riposa il corpo di Mons. Adelmo Catacchini che con tanto ardore ha promosso e sostenuto l’edificazione di tale complesso parrocchiale. Negli anni ‘60 lo zio era già entrato nel corpo dei vigili urbani di Anghiari dove ha prestato il suo servizio per tanti anni. Proprio in tale veste, il Bellini, (che i colleghi chiamavano “Ringo”), è stato da molte persone conosciuto, apprezzato, stimato e sicuramente anche temuto per la sua funzione. Lui non guardava in faccia a nessuno, ma agiva con giustizia e del resto proprio grazie alle multe ha conosciuto Marisa che poi è divenuta sua moglie! Ma lui era un uomo da divisa, un uomo tutto d’un pezzo, che usava però oltre alla legge e al cervello anche il cuore. Possedeva intelligenza, ma essa senza il cuore può creare dei mostri, e lo sappiamo molto bene...ma non era il suo caso, egli possedeva umanità e senso del dovere ma anche disponibilità e per questo la sua morte ha lasciato sgomenti non solo la famiglia e i parenti ma tanti cittadini di Anghiari, di Monterchi e di altri Comuni che hanno avuto la fortuna e il piacere di conoscerlo. La sua umanità, per esempio, usciva fuori dalla divisa ogni volta che era in servizio per accompagnare una salma dalla chiesa verso il cimitero e lui, anche quando gli anni e i problemi circolatori lo avevano reso meno agile, all’uscita della salma faceva sempre il saluto d’ordinanza, impettito, serio e poi a piedi guidava il corteo svolgendo le sue mansioni. Questo è solo uno dei tanti esempi che si possono fare e certamente voi ne avrete altri ugualmente efficaci e che custodite gelosamente nel cuore. Perché le persone buone hanno questo potere: lasciano qualcosa di loro stesse in coloro che incontrano e quanto grande è il dolore per la loro dipartita da questa terra ancora più grande è il seme buono che esse hanno seminato dentro ciascuno. Questo dunque ci deve consolare perché lasciando dentro di noi qualcosa esse continuano a vivere, in una forma diversa certamente ma vivono.Le persone che hanno fatto del male, erano già morte interiormente e quindi avevano già firmato la loro condanna, ma non così per le persone buone perché esse sono come le stelle nel cielo, che illuminano la notte e nei secoli passati indicavano la strada al viaggiatore. Grazie zio Piero di essere esistito, grazie per tutto il bene che hai compiuto e grazie per tutto ciò che hai dato a ciascuno di noi; ora finalmente riposerai ma non stancarti di guardare noi che siamo ancora su questa terra sicuramente più soli senza di te.

Morte Brutale del Bellini

Il suo amore per la terra à finito per fargli guerra

Un dolore troppo grosso che la morte ci getta addosso

Qui non passa le giornate che arriva morte brutale

Tanti anni di servizio alla pensione lui propizio

Alle Trappole si dedicava e la terra lavorava

Ai cari famigliari lì nativi in questo Anghiari

Una notizia che rattrista di una figura molto in vista

Tanto amante della campagna ed ai funghi dava battaglia

Anche il bosco gli era amico tanto tempo ci à condiviso

Alla moglie e care figlie li stringiamo nostre famiglie

Che per anni dentro il paese fu un Vigile tanto cortese

Quante e quante chiacchierate lì durante le nostre giornate

Poi arriva la tragedia ma di quella molto nera

Con la nostra parentela di una morte che ci dispera:

di Armando Zanchi

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Auguri Ilaria

Notizie dalla Piazza comunicati stampa presi qua e là

Sabato 30 aprile – Domani, domenica 1 maggio alle ore 18:00 al Teatro di Anghiari, all’interno della stagione teatrale 2016 “Creature”, avrà luogo la proiezione del film documentario su Monsignor Romero “Il risarcimento; Monsignor Romero, il suo popolo e papa Francesco”, un documentario di Gianni Beretta e Patrik Soergel. Il 23 maggio 2015, mons. Oscar Arnulfo Romero, l’arcivescovo di San Salvador assassinato dagli squadroni della morte nel 1980 mentre celebrava messa, è stato dichiarato “beato”. Si tratta di un evento storico per l’America Latina e il mondo intero, per una figura universale che travalica i confini di credenti e non credenti. Di formazione cattolica tradizionale, mons. Romero, negli ultimi tre anni della sua vita, scelse di dare voce ai senza voce, accompagnando il popolo povero di El Salvador nella sua lotta per emanciparsi dal giogo di un’oligarchia che lo teneva sottomesso dai tempi della “conquista”. Romero è il primo caso di martire cattolico “in odium fidei” (per odio alla fede) ucciso per mano di cattolici; il suo travagliato processo di canonizzazione ha diviso le istituzioni ecclesiastiche, di Papa in Papa. Fino all’inedito avvento al soglio di Roma di un pontefice latino-americano. Il documentario, con la testimonianza dei più stretti collaboratori di Romero, ne ripercorre la vita dall’infanzia, la sua evoluzione interiore, fino al giorno del suo sacrificio. Con sullo sfondo il minuscolo formicaio di El Salvador. Il tormentato percorso verso la santificazione, propiziata da papa Francesco, è un gesto di riparazione verso mons. Romero e il suo popolo, alla ricerca di una riconciliazione nazionale. Venerdì 1° aprile 2016 – Conferenza stampa nella sala consiliare di Anghiari, dove il sindaco Riccardo La Ferla ha illustrato il resoconto di cinque anni di mandato ed ha spiegato i motivi che lo hanno portato a non riproporre la sua candidatura per le prossime elezioni amministrative. Martedì 22 marzo 2016 - L’Associazione del Presepe Vivente di Monterchi ha fatto visita alla Residenza Sanitaria Assistita di Anghiari donando un televisore da collocare in un salotto realizzato recentemente. Il ringraziamento per questa iniziativa è stato espresso da Giuseppe Ricceri, assessore alle Politiche Sociali di Anghiari, che ha segnalato la gradita sorpresa per la visita dei ragazzi del catechismo di Anghiari con le loro insegnanti che hanno omaggiato gli ospiti della Residenza Sanitaria, portando le Palme Benedette e recitando preghiere scritte da loro stessi. Martedì 8 marzo 2016 – Anghiari e il suo territorio saranno i protagonisti della puntata settimanale di “Un Sindaco a bordo”, la trasmissione televisiva prodotta da TSD programmata per giovedì 10 marzo. Un reportage realizzato a bordo di un minivan guidato proprio dal Sindaco alla scoperta delle eccellenze, della storia e delle persone che animano la nostra comunità. Lo studio sarà allestito nella rinnovata sala consiliare con il Sindaco La Ferla ed altri ospiti.

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I

l giorno 6 aprile 2016, presso l’Università degli Studi di Perugia, Corso di Laurea Magistrale in Scienze Tecniche dello Sport e delle Attività Motorie Preventive e Adattate si è laureata Ilaria Betti. Ha discusso una tesi dal titolo “Comunicare danzando: l’appoggio plantare nell’espressività in punta di piedi”, ottenendo la splendida votazione di 110 e lode. Relatrice è stata la professoressa Simonetta Simonetti. Ilaria è conosciuta ad Anghiari, anche se risiede a Sansepolcro, perché insegna pilates-gioco-danza per bambini di 3-6 anni nella palestra Fit4u di Anghiari. Alla neo dottoressa Ilaria vanno affettuosi rallegramenti da parte delle partecipanti al corso di pilates, dallo Staff e da tutti i frequentatori della palestra Fit4u, che in questa occasione le augurano un futuro professionale e umano ricco di gioie e soddisfazioni.

Fochi

U

na volta era cosa comune vedere nelle colline di Anghiari o quelle della Sovara dei fuochi verso l’imbrunire. Che poi sarebbe il “cumbrigliume”. Era l’annuncio della festa del giorno dopo o una particolare occasione come diremo dopo. Ancora oggi, presso il santuario del Carmine, si accende il fuoco per la vigilia dell’Ascensione. Lo facciamo da molti anni seguendo l’esempio che ci hanno lasciato le generazioni precedenti quando addirittura nella collina sovrastante (quando ancora di piante o di pini non c’era l’ombra) veniva accesa una grande croce. Una tradizione che continua è quella del fuoco a marzo che si fa l’ultimo giorno di febbraio e che il Padelli del Palazzo Sabino continua imperterrito ma quest’anno è stato accompagnato anche dai fuochi accesi a Maccarino e verso i Chiusini, col Valbonetti, il Del Pia, Il Nicchi e il Comanducci. Per questo evento abbiamo coinvolto altre persone che il prossimo anno si uniranno al gruppo. Altra festa molto sentita è quella di San Giuseppe. Così mentre al Ponte accendono un fuoco comunitario dove convengono tutti gli abitanti di quella frazione per poi riunirsi al Circolo per l’assaggio delle fatidiche frittelle, quest’anno hanno dato man forte quelli della zona di Santo Stefano menzionati prima e anche da Catigliano con l’Antonietta. A Turicchi, dove c’è una cappella dedicata a quel Santo, a turno le famiglie del posto pensano a tutto l’occorrente. Quest’anno vi ha provveduto la Giuseppina Burroni e la festa è venuta bene con la S. Messa celebrata da don Romano. Nella foto uno dei fuochi (o baldore) a marzo.


Auguri ad Alessio

La coscienza

Giovedì 21 aprile, presso l’Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Architettura Magistrale, Alessio Piomboni ha discusso una tesi dal titolo: “Centro Equestre ad Anghiari”. Relatore è stato il prof. Michelangelo Pivetta, correlatore il prof. Luca Barontini. Ma ecco il suo commento a “caldo”: È stata sicuramente una giornata diversa dalle altre, un giorno speciale che chiude sì l’università, ma anche un periodo della mia vita. A rendere speciale questa festa hanno sicuramente contribuito i miei amici, sia chi ha fatto sentire la sua vicinanza con un messaggio o un augurio, sia chi è riuscito ad arrivare da lontano per festeggiare con me facendomi il regalo più grande!! Ci tengo a ringraziare tutti per essermi stati accanto e soprattutto per avermi incoronato, oltre che con l’alloro, con la corona di salsicce. Mi sento di dire: da buon Anghiarese! Ringrazio la mia Famiglia per avermi permesso di raggiungere questo obiettivo e un abbraccio particolare va a Don Alessandro Bivignani e alla Laura Giuliattini che, come sempre, si sono dimostrati veri amici nei momenti per me importanti! Ad Alessio gli auguri di familiari ed amici e quelli della Redazione che vanno diritti a Tavernelle sperando di trovarlo che magari ancora gira per Firenze.

Mi piace lavorare ma mi profitta poco: mi dimentico, sbaglio e poi m’arrabbio. Oggi ho fatto così. Ma mentre, nera, riprendevo il lavoro borbottando una voce diceva dentro me: «Ci vedi ancora?» Io esitante «... Sì...» «Ci senti?» «... Sì...» «Ti muovi?» «... Sì... e guido la macchina...» «Capisci chi ti parla o la TV?» «... Sì...» «Sai distinguere il giusto dall’ingiusto?» «Oh Dio, credo di sì...» «Quant’anni hai?» «Tra non molto... novanta...» Silenzio prolungato. «Sì, ho capito, va bene...» Ed ancora silenzio. «No, non mi ricordavo d’essere così vecchia. Ora lo so e raccolgo il tesoro d’una sì lunga vita in un inno di lode a chi me l’ha donata, quest’avventura splendida dove soffri e maturi come un passero o un giglio ma godi d’esser vivo e apprezzi, perché uomo, questa cosa divina.» «Così va bene, sì, così si dice! Grazie.» «Ciao, grazie. Son felice.»

di Maria Pia Fabiani

Motti dalla riviera “Quello che non fai oggi, lo puoi sempre fare domani.” Questa la massima di Vladimiro Dragonetti, proveniente da San Remo ma con chiare origini anghiaresi rinverdite con frequenti visite al paesello natale.

3 dicembre 2003

...ab ovo usque ad mala... (Orazio)

M

entre abitualmente consulto l’Oratorio, la mia memoria torna ad un ricordo antecedente il mezzo secolo. Un certo Domenico Menghini, residente a Falciano fu, durante l’anno scolastico 193435, mio compagno in una camera a due letti, presso la famiglia Ciarpaglini, in via del Ninfeo 4 ad Arezzo. Eravamo aiutati nel fare i compiti dalla maestra Luciani Ernesta sposata Ciarpaglini. Il Menghini era un bambino magro e tranquillo, il babbo un evoluto campagnolo. Con detta famiglia la conoscenza è continuata a lungo, perché la sorella del mio amico sposò un ragioniere del Consorzio Agrario di Arezzo con il quale ho avuti intensi rapporti di affari. Benché abbia fatto servizio scolastico al Ponte alla Piera assieme a Vandro Franceschini (1949-50) non andammo mai a Savorgnano. Allora non esisteva la strada che da Ponte alla Piera porta in Casentino. Il Pievano del Ponte alla Piera era don Francesco Tavolacci, parente di mia madre Eva Boncompagni, nata a Pollaiolo di S. Veriano nel 1883. Don Tavolacci, con completa tuta per moto, correva spavaldo su una potente moto GILERA. Il Vescovo

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Volpi, che sconsigliava ai preti anche la bicicletta, non c’era più. I miei scolari Valentini Lina e Rossi Piero, sono ancora freschi nel mio pensiero e, come a loro, a tutti gli allievi miei ho distribuito i completi registri, quando ancora non vigeva la misteriosa separazione del privato. Il saggio non ha riserve. Carlo Vagnoni

Nella foto una veduta del ponte del Ponte alla Piera.


Le offerte di primavera Adamo Grazi, San Tommaso Aldo Ceccantini, Il Chiuso Alessia Pacini, Vicenza Angela Conti, Giardinella Anna Giorni, Acquedotto Anna Maria Bassini, Case verdi Annamaria Camaiti, I Fabbri Anna Polverini, Borgo della Croce Antonio Agolini, Ragnaia Antonio Cociani, Gradara Artesina Cardinali, Ponte dei Sospiri Celestino Corsi, Via di San Leo Chiara Natalini, Stazione Claudia Guadagni, Borgo della Croce Claudio Boncompagni, Valle Sterpeto Cosetta Meoni, Il Borgo Delfo Venturi, Casaccia Edda Catacchini, Roma Elbano Meazzini, Arezzo Elio Ragno, Banca-Tavernelle Emma Delgadillo, Bolivia Ermindo Pernici, Ponte di Carletto Fabiano Giabbanelli, Bucacce

Fernando Matteucci, Ponte dei Sospiri Fernando Paletti, Casanova Franca Leonardi, Polveriera Giacomina Mondani, Polveriera Gian Piero Rossi, Campo della Fiera Giovanna Chieli, Giardinella Giovanna Marinuzzi, Trieste Giovanni Foni, Ca’ de’ Frati Giovanni Valbonetti, Maccarino Giuseppe Cheli, Sabino da la via Giuseppe Poderini, Infrantoio Graziella Cardinali, Patrignone (AR) Gustavo Cuccini, Perugia Italo Del Barba, La Palazza Ivana Dell’Omarino, Il Borgo Ivano Leonardi, Arezzo Lando Cangi, San Prucino Lilia Guadagni, Tavernelle Lilli Cerboni, Bernocca Luca Paci, Sportone Luciana Chieli, Milano Luciano Paci, Piazzola Marcello Dori, Le Bucacce

Marilena Meoni, Il Borgo Mario Cheli, Sabino da la via Marisa Rossi, Pietto di sopra Massimo Foni, Ca’ de’ Frati Maura Conti, Montebello Mirella Ferri, Il Borgo della Croce Nada Foni, Acquedotto Paolo Massimetti, Il Borgo Paolo Senesi, Tavernelle Patrizia Frini, Milano Piero Agolini, Basse arcate-Viaio Piero Pacini, Vicenza Piero Santi, Commenda Primo Zanchi, Il Fosso Saura Cambi, Via del Carmine Sergio Montagnoli, Via Nova Silvana Serafini, Cicogna-Motina Silvio Bergamini, Mezzavia Tania Mazzoni, Ravacciano (SI) Tilde Gennari, Santo Stefano Tito Bartolomei, Via Nova Vasco Memonti, Podernuovo Vilmo Chiasserini, Bagno a Ripoli

Croci per i campi Qui a sinistra Gino Fancelli che ha appena realizzato un croce da mettere nel campo o nell’orto. Ha utilizzato legno di ornello e ora verrà abbellita con la foglia di giglio ed un rametto di ulivo. Altri usano correttamente i rami di salice. Ancora oggi sono molti coloro che tramandano questa particolare lavorazione per la realizzazione delle croci da mettere nei campi il giorno 3 di maggio. Grazie!

La vignetta di Scacciapensieri:

Il “corpo” del reato!

Miseria Una canzone sulla miseria dice: Brutta cosa è la miseria Lemme lemme t’entra adosso E poi non ti lascia più Il Nanni veniva il mercoledì e passava per le botteghe a chiedere l’elemosina cantando questa canzoncina. Signorin so’ ‘l vostro Nanni Conoscete i miei bisogni La miseria me travaglia Mangerei anche la tovaglia.

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Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

Fausto Vagnetti: alcune opere ad Anghiari

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al 23 Aprile all’8 Maggio 2016 il Museo della Battaglia e di Anghiari ha ospitato una mostra significativa con alcune opere di Fausto Vagnetti, alcune inedite. L’attività del Vagnetti pittore è così rimasta in mostra ad Anghiari per la seconda volta a partire dal 2004, quando fu organizzata la grande esposizione che ha visto insieme molti dipinti di provenienza pubblica e privata. I diciannove lavori esposti in questa occasione hanno evidenziato come il Vagnetti fosse un attento e dotato studioso della luce e della materia dei colori, con un bagaglio di notevoli conoscenze sulla proporzione prospettica. Fausto Vagnetti è stato un pittore e accademico di fama nazionale. Con natali anghiaresi (è nato nell’attuale Sala del Sindaco, all’interno di Palazzo Pretorio), intraprese ancora giovinetto la carriera del disegno e del teorico della visione, insegnando da adulto all’Accademia di Belle Arti di Roma e alla Facoltà di Architettura di Roma (la prima in Italia). Il suo lavoro è inscrivibile in un contesto dai profondi mutamenti politici (fascismo) e formali (futurismo e razionalismo), ma in controtendenza (spirituale, politica, accademica) coltiva e fa crescere fino al compimento una cristallina passione per la rappresentazione pittorica attraverso le leggi che contraddistinguono, dal Rinascimento, l’arte italiana. L’attenta analisi dello spazio e della prospettiva (suoi alcuni manuali di disegno prospettico) porta Vagnetti ad avere una padronanza dei vuoti e della luce molto particolari, rari, se confrontati con altri autori coevi. Lascia, a memoria del suo lavoro, molte opere, poche di proprietà pubblica, moltissime ancora private e perciò godute nell’intimità. La presentazione presso il Museo della Battaglia e di Anghiari è stato un breve, fugace, momento per entrare nell’intimità pittorica di Fausto Vagnetti. L’evento è stato possibile grazie agli eredi e creato in collaborazione con la Galleria Berardi di Roma. Un ringraziamento speciale va inoltre all’Ente Mostra Mercato dell’Artigianato della Valtiberina Toscana, la cui cornice ha permesso questa rilevante esposizione. Gabriele Mazzi Museo della Battaglia e di Anghiari www.battaglia.anghiari.it In alto una veduta dell’esposizione durante una affollata visita di pubblico.

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Giugno: il mese migliore per i Monti Rognosi

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l mese di giugno è il periodo migliore per scoprire la natura dei Monti Rognosi. Non c’è ancora quel caldo afoso tipicamente estivo che renderebbe più impegnativa un’escursione in un ambiente ofiolitico e allo stesso tempo la vegetazione presenta interessanti fioriture. Tutto ciò si traduce nella possibilità di fare delle passeggiate per godere della straordinaria natura di questi luoghi. La Fabbrica della Natura, Centro Visita del Parco Naturale dei Monti Rognosi e della Valle del Sovara, dedica le attività del mese di giugno proprio alla scoperta di alcuni particolari aspetti del territorio. Si comincia sabato 16 giugno con una breve e interessante passeggiata lungo il corso del torrente Sovara in compagnia di una guida ambientale e di un biologo, che ci svelerà la ricchezza della biodiversità che caratterizza questo corso d’acqua dove si trovano gamberi, salamandre, pesci e tanti esseri viventi che vanno però cercati con attenzione. L’aspetto più peculiare di questo territorio è sicuramente la vegetazione. Domenica 17 faremo un escursione proprio alla scoperta delle piante che riescono a vivere in un terreno all’apparenza poco ospitale come quello dei Monti Rognosi. Cercheremo di capire quali stratagemmi hanno adottato dal punto di vista dell’adattamento queste piante specializzate e ne apprezzeremo i colori e gli odori. Protagonisti saranno sicuramente l’elicriso, una piccola pianta con le foglie grigie e i fiori gialli che ha un inconfondibile odore che ricorda la liquirizia, l’alisso di Bertoloni, con i suoi piccoli fiori gialli, che ama nutrirsi di nichel, un elemento chimico molto presente in queste rocce e il timo del serpentino. In questo periodo dell’anno non potremo che restare affascinati dalla stipa, presente in due varietà: tirsa ed etrusca. Conosciuta anche come “lino delle fate”, la stipa è caratterizzata da uno stelo lungo e sottile che termina con un piccola spiga con lunghi filamenti argentati che si muovono sinuosi con il vento, creando un suggestivo spettacolo naturale. L’attività di sabato 25 giugno è invece rivolta ai più piccini, ma potrebbe interessare pure gli adulti. Impareremo infatti a costruire un piccolo erbario fai da te. I fiori freschi sono sicuramente belli per i colori e i profumi, ma dopo alcuni giorni appassiscono o marciscono. Con qualche semplice accorgimento è però possibile conservarli a lungo, certo senza il loro profumo e con colori più tenui, ma comunque pieni di fascino. Lorenzo Minozzi natura@toscanadappennino.it In alto, in questa colonna, particolare dell’allestimento all’interno della “Fabbrica della Natura”.


CRONAC HETTA

Sabato 26. Venivo da Maraville quando ho visto il Baggi e la sua moglie che andavano verso San Leo. Lunedì 28. Stamani si doveva andare alla Maestà della Vittoria (una volta delle Forche) per le rogazioni e l’estrazione delle damigelle, ma pioveva e abbiamo fatto tutto in chiesa. Mercoledì 30. Oggi è morto drammaticamente Pier Luigi Bellini. Aveva 76 anni ed abitava alle Ville. Lo ricordiamo di quando era guardia comunale ad Anghiari.

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Marzo 2016 Martedì 1. Oggi è morta Concetta Rossi in Romani. Aveva 75 anni ed abitava a Novaggio (Svizzera). Era nata vicino alla Piazzola. Giovedì 3. Stanotte ho sentito un paio di “toni” con tanto di “baleni”. Dopo un po’ ho anche sentito che tirava il vento e che pioveva. Domenica 6. Stefano ha detto che verso le otto ha sentito un altoparlante su ad Anghiari. Mi sa che c’era qualche gara sportiva. Mercoledì 9. Febbraio non ha ferrato e ora marzo mi sa che spella. Nei monti sopra il Borgo c’è già un po’ di neve e sta ancora nevicando. * Oggi è morta Luigina Bruschi in Piomboni. Aveva solo 57 anni ed abitava alla Giardinella. Era nata a Bagnaia. Domenica 13. Nel pomeriggio ho fatto una capatina ad Anghiari, ma dal freddo i banchi che erano in piazza per Memorandia erano tutti spariti. * Oggi è morto Piero Manescalchi ma conosciuto da tutti come il Chioccia e lo ricordano per la sua attiva partecipazione alle Feste dell’Unità. Abitava il mulino di San Leo; era nato al Mulinuzzo. Lunedì 14. Incidente a Santa Fiora fra il carretto e una macchina che infatti era in mezzo alla rotonda. Venerdì 18. Oggi c’è stata la Processione delle Compagnie a Sant’Agostino. Dato che era anche la vigilia di San Giuseppe, al Ponte, a Maccarino e zone limitrofe, hanno acceso il fuoco per annunciare la festa. * Oggi Il Valbonetti (il professore) e il Piomboni (il falegname della zona), dopo gli opportuni restauri, hanno ricollocato la croce all’incrocio della via di San Leo. Sabato 19. Oggi mia moglie mi ha fatto le frittelle con una antica ricetta anghiarese. * Oggi è morto il professor Giuseppe Fontana. Aveva 74 anni ed abitava alla Stazione. Lo ricordiamo come insegnante e per la sua passione per le cose antiche e tutto ciò che riguardava Anghiari. Martedì 22. Oggi è morta Francesca Del Pianta vedova Rossi. Aveva 92 anni, abitava alla Giardinella ed era nata a Libbiano. Ha abitato anche al Molinello. Oggi è morta anche Relia Noferi vedova Leonardi, di anni 98. Abitava in cima alla Croce dove era anche nata. Per oltre trent’anni ha abitato a Napoli dove sono nati tutti i suoi figli. Mercoledì 23. Oggi è morta Fosca Mencaroni vedova Bracci di anni 94. Abitava nella casa di fronte al Soldini ed era nata al Lava (sede della famiglia Mencaroni), poco prima del Molin Bianco. Era la più grande di cinque fratelli ed è morta per ultima. Giovedì 24. Stamani con Danilo abbiamo montato le luci per la processione di domani. Venerdì 25. La Marilena mi ha detto che sono tornate le rondini che ogni anno occupano il nido sotto la gronda di casa. * Oggi è morta Clara Roselli, ma conosciuta come Tonina, di anni 88. Abitava vicino alla Vigna del Poggio. Era nata a San Giustino.

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Mese di Aprile 2016 Venerdì 1. Il mio amareno era tutto in fiore. Una vera bellezza. Quest’anno non m’è riuscito a fare nessun pesce d’aprile. Una donna di Tubbiano (che io conosco) mi ha lasciato fuori della porta le uova delle sue galline; e non era uno scherzo. Sabato 2. In biblioteca incontro con il professor Andrea Czortek su “Gli Agostiniani nel medioevo anghiarese”. Oggi è morto Pietro Blasi di anni 93. Abitava a Mezzavilla di Catigliano. Era nato a Pietralavata in comune di Arezzo Martedì 5. Oggi è morto Luciano Furlan di anni 75. Abitava a San Leo ed era nato a San Polo di Piave, Treviso. Giovedì 7. Stamani, poco prima delle nove, ho sentito per diverso tempo la sirena della diga. Mi sa che hanno aperto l’acqua. Sabato 9. A Ca’ di Maurizio ho visto Gastone che stava lavando il trattore. Che abbia lavorato? Lunedì 11. Una persona ben informata mi ha detto che mercoledì caveranno la gru dal Conventone. Giovedì 14. Oggi è morto Duilio Chieli. Aveva 90 anni ed abitava a Mezzavia dove era anche nato. Sabato 16. Oggi è morta Clara Guerrieri vedova Bilancetti. Aveva 93 anni ed abitava ad Arezzo. Per diversi anni ha abitato al Bagnolo e poi a Tavernelle, vicino all’Osteria. Lunedì 18. Oggi è morto Moreno Pellegrini. Aveva solo 56 anni. Nel suo mestiere di imbianchino metteva passione e competenza, era un vero artista. Abitava alla Fornace, poco prima di Sterpeto, ed era nato alla Villa di Sintigliano (comune di Pieve), ma la famiglia è originaria di Montelabreve. Lunedì 25. Stanotte neve alla Faggeta e sui monti sopra il Borgo. Di più alla Faggeta. * Presso la Cappella di San Marco sono state benedette le foglie di giglio che saranno utilizzate per abbellire le croci per i campi. Mercoledì 27. Oggi è morta Maria Procida vedova Leonessi. Aveva 84 anni ed abitava a Sansepolcro. Era nata ad Anghiari, a Belvedere, vicino a Valealle. Sabato 30. Oggi è morto Umberto Giommoni di anni 75. Abitava ad Arezzo, dove è stato capostazione e collega del caporedattore. Suo figlio Andrea ha gestito qui ad Anghiari uno studio di commercialista per diversi anni.


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Feste di Luglio 2016 al Carmine Lunedì 11 luglio, anniversario dell’apparizione, pellegrinaggio con partenza alle ore 20:00 da Anghiari e dal Bagnolo, per partecipare alla S. Messa delle ore 21:00 al Santuario del Carmine. Sabato 16 luglio, Madonna del Carmelo. Alle ore 21:00 S. Messa solenne e processione mariana con le fiaccole, attorno al Santuario.

Attività estive della Parrocchia per ragazzi e giovani Campeggi: * per i ragazzi di prima e seconda Media, il campeggio è previsto dal 27 giugno a venerdì 1° luglio 2016. * programmi ed orari per il campeggio dei ragazzi delle Superiori saranno comunicati tempestivamente. Il GREST si svolgerà nei mesi di luglio e agosto e si concluderà nella settimana della festa parrocchiale di San Bartolomeo (24 agosto). Controllate i programmi e gli orari alle porte delle chiese o chiedete in parrocchia. @ informazioni e iscrizioni per i Campeggi rivolgersi a Linda Gattari, a Carla Biancheri oppure direttamente in parrocchia. @ per il GREST non è prevista iscrizione; nelle prossime settimane uscirà il calendario dettagliato. Nel disegno qui a lato il logo per il GREST 2016


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