2017-4 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI AGOSTO - SETTEMBRE 2017

N. 4

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue


In copertina

L’edicola del Borghetto

l'editoriale di enzo papi

in un dipinto di Sergio Montagnoli

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a parola edicola viene dal lat. aedicŭla «tempietto», diminutivo di aedes «dimora, tempio». Oggi andiamo in edicola per comprare i giornali, ma gli antichi romani ci andavano per venerare una divinità, e i cristiani dettero il nome di edicola alle nicchie apposte sulle mura di case e palazzi per accogliere un’immagine sacra. Nell’area esterna dell’edificio profano veniva in questo modo distaccato un piccolo spazio sacro che dava visibilità a un’intenzione di devozione e a un atto di fede: Qualcuno che non è materialmente qui, è però certamente tra noi; non è lontano, ma presente, con il suo amore e la sua protezione. L’immagine di Gesù, di un Santo, della Madonna (come quella dell’edicola del Borghetto, rappresentata nel quadro di Sergio Montagnoli) veniva iscritta in una facciata per testimoniare questa convinzione profonda di chi la abitava: che questa casa non era solo la sua, ma era anche, prima di tutto, casa di Dio, che è nostro Padre; casa di Maria, che è madre di tutta l’umanità; casa dei santi, che sono tutti i fratelli che ci hanno preceduto in questo atto di fede. La casa che accoglieva l’edicola si presentava così al mondo come una casa aperta e ospitale, non chiusa nell’egoismo, la solitudine e l’autosufficienza dei proprietari, ma spalancata ad una Presenza che si dona a chi la invoca, che accompagna e protegge chi condivide con i fratelli la porzione di terra, di beni, di talenti che il Signore gli ha dato. Con il tempo, l’antica abitudine di collocare un’edicola, un’immagine sacra, sulle mura delle nostre case è andata perdendosi, così come la memoria del fatto che tutto quello che costituisce le nostre vite è dono di Dio: non ci appartiene, ci è semplicemente concesso perché ne benediciamo la terra. I doni sono una responsabilità. I nostri beni sono un bene del cui uso dobbiamo rendere conto a Dio. Preghiamo perché venga presto il giorno in cui ricominceremo in molti ad iscrivere un piccolo spazio sacro sulle nostre case! Sarà un segno del fatto che abbiamo ricominciato ad aprire uno spazio di santità nei nostri cuori. (tbv)

Una struttura viva

Elogio del Centro per la Famiglia di Tavernelle

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bimbi corrono dietro i palloni, sul prato ancora verde, nonostante i tanti giorni di calura. Sì, palloni, perché sono diversi gruppi di bimbi, le porte del campo da gioco, del resto, sono due e c’è posto per tutti. L’età è tale che non c’è agonismo, non ci sono regole; si corre in branco dietro al pallone, si va verso la porta e se non si centra non importa. Va bene lo stesso per chi non ha nulla da vincere e da perdere. Basta inseguire il pallone e la sua direzione! Qualcuno poi ributta la palla in mezzo e si ricomincia. Qualche mamma dal margine tiene d’occhio, perché non ci siano intoppi o piccoli litigi da sedare sul nascere. È il centro per la famiglia di Tavernelle; siamo sul campetto dietro la struttura. La geometria e il fondo non sono il meglio che si possa desiderare, ma l’erba è ben tenuta, rasata al giusto e per chi vuol giocare per divertirsi, per correre e basta -senza alcun agonismo- è il top. E il tempo scorre nel divertimento che soddisfa tutti!

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l centro per la famiglia di Tavernelle: struttura sobria, essenziale e razionale. Bassa, un solo livello, quello del suolo; spazi multifunzionali. C’è il salone per la catechesi, ma anche per mangiare in tanti al coperto, se necessario. C’è la dispensa, la cucina, qualche sala: per fare catechismo ai bambini, se necessario, ma anche per organizzare una merenda in compagnia. Qualche signora ai servizi e i bambini che passano un’ora o più in serenità. Una cosa da inventare, insomma, il Centro di Tavernelle; se non ci fosse, ovviamente! Una struttura viva di per sé, utilissima, ma resa ancora più viva dalle persone che la custodiscono e la rendono elemento essenziale nel panorama della parrocchia del villaggio. Tutte le comunità dovrebbero avere qualcosa del genere; e delle persone simili che, volontariamente, con il semplice mandato del parroco, rendono la cosa utile, agibile, importante. Per la vita di comunità. E di tutti. Perché tutti possono goderne! e tensostrutture bianche, sullo stretto lato erboso fra il Centro e la chiesa fanno bella mostra di sé. In giornate di festa, quando il tempo è buono e la calura d’inizio estate si fa sentire, è molto piacevole evitare il salone e fare aggregazione, conversazione all’aperto attorno ad una merenda-cena. Aggregare, fare popolo, cioè comunità solidale, dai principi costitutivi condivisi; perché è la realtà stessa, nella sua semplicità ed essenzialità, che unifica, cementa e fa star bene. Ecco, star bene; una struttura che non solo aiuta, ma insegna -per la sua identità- a star bene. Una società, la nostra, frammentata e isolante, dove la solitudine, non l’unità, è favorita: basta vedere i branchi di ragazzi, assieme, appesi ai loro telefonini. Monadi che stanno insieme; solitudini che pensano di divertirsi in compagnia. Qui? Non il telefonino -che è ridotto a quel che è, semplice elemento di servizio- ma tensostrutture, tavoloni da battaglia, buoni alimenti e… gente che vuole stare veramente assieme, in compagnia festosa! Non fa meraviglia se il telefonino, poi, ridiventa protagonista per dire semplicemente: “Bella serata! Questo pomeriggio siamo stati veramente bene”. Confessioni di chi scopre di avere vissuto ore di pienezza! Cioè di vita vera, perché sensata.

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno LI - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro. Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaelisadelpiantaverarossiteresabartolomeigabrielemazzimassimoredenti.

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Il volto della Misericordia nell’arte

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Incontri di catechesi per adulti meditando sulle opere d’arte; sono tenuti da Don Marco

a Madonna della Misericordia, presente nel Museo Civico di Sansepolcro, è una delle opere commissionate a Piero della Francesca dall’Ordine Agostiniano ed è un po’ la sintesi della realtà ecclesiale di Sansepolcro in quel periodo. Il fondo è oro, quindi risente ancora dell’influenza medievale, in tutte le figure però, sia la Madonna nel pannello centrale, che le altre figure nei pannelli laterali, si vede il Rinascimento già sbocciato con una forma ed una profondità con cui l’artista costruisce sia lo spazio che le figure. Questa tavola è bellissima perché quella Madonna della Misericordia, costruita in proporzioni perfette, secondo anche uno schema aureo, con un viso ovale quasi perfetto, rappresenta non solo la Madonna ma è l’immagine della Chiesa che col suo mantello a forma di abside raccoglie la totalità del popolo sotto la sua protezione. Nelle parti laterali ci sono tutti i santi che ci riportano alla storia di Sansepolcro: dai santi pellegrini Arcano ed Egidio a San Francesco a San Bernardino da Siena a Sant’Agostino a San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista; sono i protettori delle chiese di Sansepolcro e di quella che diverrà la cattedrale. È quindi una meditazione sulla sollecitudine di Dio verso il suo popolo che attraverso la maternità di Maria, che oggi è la maternità della Chiesa, raduna il suo popolo e lo raccoglie sotto il suo manto non solo come atto di protezione ma anche di un amore che avvolge la totalità della vita. È bellissimo che anche Piero della Francesca si sia rappresentato, con l’autoritratto, tra quel popolo.

Lunedì 17 luglio è iniziato il primo periodo del GREST 2017: DettoFatto. Il 2° periodo è programmato dal 24 al 28 luglio (in quei momenti l’Oratorio era in stampa).

L’ultimo periodo inizierà il 21 agosto, per terminare giovedì 24 agosto, giornata in cui la parrocchia sta organizzando la festa del patrono San Bartolomeo. 3


CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di agosto 2017

Mese di settembre 2017

1° agosto martedì: Primo Martedì del mese; in Propositura alle ore 17:00 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 2 agosto mercoledì: Perdono di Assisi. Alle ore 8:00 S. Messa presso la Chiesa della Croce. 3 agosto giovedì: Primo Giovedì del mese; si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 4 agosto venerdì: Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20:15 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Presso il Santuario del Carmine alle ore 21:00 Santa Messa con Adorazione. 6 agosto domenica: Domenica XVIII del Tempo Ordinario. Trasfigurazione di N.S.G.C. Sante Messe secondo l’orario festivo. 7 agosto lunedì: San Donato, festa grande ad Arezzo. 10 agosto giovedì: San Lorenzo, Diacono e Martire. Lorenzo, spagnolo di nascita, subì il martirio sotto l’imperatore romano Valeriano. Fu disteso vivo su carboni ardenti (graticola). Festa nella Parrocchia di San Lorenzo, dove alle ore 19:00 sarà celebrata la Messa Solenne. Seguirà un ricco picnic. 11 agosto venerdì: Santa Chiara di Assisi. Seguendo le orme di San Francesco fondò il secondo ordine francescano detto delle Clarisse. (1193-1253). 13 agosto domenica: Domenica XIX del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo 15 agosto martedì: Assunzione della Beata Vergine Maria. Sante Messe secondo l’orario festivo. Feste nella parrocchia di Micciano. “ Oggi la Madre di Cristo è assunta in cielo”. 20 agosto domenica: Domenica XX del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo 24 agosto giovedì: San Bartolomeo Apostolo. San Bartolomeo è il protettore della nostra Parrocchia; nacque a Cana di Galilea e fu condotto a Gesù dall’apostolo Filippo. È tradizione che abbia tramandato il Vangelo in India e che sia morto martire, scorticato vivo e decapitato. Alle ore 18:00, in Propositura, Santa Messa solenne, seguirà per tutti festa in oratorio. 27 agosto domenica: Domenica XXI del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo. Santa Monica, madre di Sant’Agostino, esempio di madre rompiballe ma veramente Santa. 28 agosto lunedì: Sant’Agostino; Vescovo e dottore della chiesa: nacque a Tagaste, in Africa, nel 354, trascorse una adolescenza inquieta finché, convertitosi alla fede, fu battezzato a Milano dal Vescovo Ambrogio nel 367. Tornato in patria, fu eletto vescovo di Ippona. Morì nel 430 dopo avere scritto numerosi trattati di fede. 29 agosto martedì: Martirio di San Giovanni Battista; ad Anghiari si festeggia il Beato Bartolomeo Magi, nato nel 1460. Entrò nei frati minori della Verna e morì ad Empoli, nel convento di Santa Maria a Ripa, nel 1510. La Messa delle ore 18:00 sarà celebrata nella Chiesa della Croce.

1° settembre venerdì: Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20:15 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Presso il Santuario del Carmine alle ore 21:00 Santa Messa con Adorazione. 3 settembre domenica: Domenica XXII del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo. La Santa Messa delle ore 11:00 verrà celebrata nella chiesa di Santo Stefano per i festeggiamenti della Parrocchia. 5 settembre martedì: Primo Martedì del mese: in Propositura alle ore 17:00 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 7 settembre giovedì: Primo Giovedì del mese; si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 8 settembre venerdì: Natività della Vergine Maria; festa a Pieve Santo Stefano “Festa dei Lumi”. 10 settembre domenica: Domenica XXIII del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo. 14 settembre giovedì: Esaltazione della Santa Croce; adoriamo la tua Croce, Signore, acclamiamo la tua resurrezione, da questo albero di vita la gioia è venuta nel mondo. La Santa Messa delle ore 18:00 verrà celebrata nella Chiesa della Croce. 17 settembre domenica: Domenica XXIV del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo. 21 settembre giovedì: San Matteo Apostolo ed evangelista: Nato a Cafarnao, Matteo esercitava il mestiere di esattore delle tasse quando fu chiamato da Gesù. Subito Matteo (Levi) lo seguì. Scrisse un Vangelo in lingua ebraica e si dice abbia predicato in Oriente dove subì il Martirio. 23 settembre sabato: San Pio da Pietrelcina. 24 settembre domenica: Domenica XXV del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo. 29 settembre venerdì: Santi Michele, Gabriele, Raffaele Arcangeli.

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Il santino raffigurante San Bartolomeo patrono della parrocchia di Anghiari Viene festeggiato ogni anno il 24 agosto.


Mercoledì 2 agosto 2017

S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI

Perdono di Assisi presso la chiesa della Croce alle ore 8:00 S. Messa

Ore 8:00

Ore 9:00

-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano

“ “ -CATIGLIANO: ogni 15 giorni Ore 10:00 -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine “ -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta “ -S. LEO: Chiesa di San Leone Ore 11:00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -PIEVE DI SOVARA: S. Maria Annunziata “ -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. Ore 16 (estivo 17) -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. Ore 18:00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

Ricordiamo che questa chiesa fu costruita per ricordare il passaggio di San Francesco nel 1224.

Domenica 16 luglio 2017 Madonna del Carmelo La ricorrenza è stata festeggiata con una S. Messa solenne a cui erano presenti il cardinale Gualtiero Bassetti, il vescovo diocesano Riccardo Fontana e i sacerdoti della zona.

... E DI MONTERCHI Ore 8:45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10.00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11:00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 11:15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17:00 (18:00 estivo) -Chiesa di San Simeone a Monterchi

Ilgiornale è in stampa; ne parleremo nel prossimo numero.

Prima domenica del mese a Scandolaia ore 15:00 (ore 16:00 estivo) Ultima domenica del mese: Chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16:00 (ore 17:00 estivo).

Appuntamenti a Micciano

Martedì 15 agosto, festa di S. Maria MESSE PREFESTIVE: Assunta. Ore 16:00 - (ore 17:00 estivo) Chiesa di Tavernelle Lunedì 14, vigilia della festa, alle ore Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Chiesa di Tubbiano 21:00 S. Messa e processione. Mercoledì 16, le Compagnie di Anghiari Ore 17:00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 17:30 - S. Maria della Pace, Le Ville si ritrovano per la recita dei vespri. Ore 18:00 - Propositura di Anghiari

Primo Venerdì del mese al Carmine

A Micciano Ogni Primo Venerdì del mese per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza

Ogni Primo Venerdì del mese, al Santuario del Carmine, recita del Rosario e S. Messa con meditazione alle ore 21:00

S. Messa alle ore 20:15 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Paolo e Agnese

Auguri Armando per i primi 90! Aretino aretino, ma è Anghiari il suo destino. Tanto lavoro lontano dalla famiglia e c’era chi diceva “beata chi lo piglia!” Sempre presente ad incoraggiare, come solo tu sai fare. Tanto premuroso, ma un tantino permaloso. Mille poesie ci hai regalato e anch’io ci ho provato. 100 di questi giorni! Mandati col cuore, con tanta serenità e senza dolore. Auguri zio!!! Coperte – Sono quelle più belle, delle grandi occasioni, che si mettono nel letto, ma che vengono anche esposte alle finestre per abbellire la facciata della propria abitazione e così rendere omaggio al passaggio delle processioni. È successo anche domenica 29 giugno, festa del Corpus Domini, quando la processione, dalla Propositura, ha raggiunto la Chiesa della Croce con tutti i bambini della parrocchia che avevano ricevuto la Prima Comunione. Inoltre le strade erano abbellite dalle infiorate preparate da un gruppo di volenterosi. L’unico rammarico è che solo poche famiglie ripetono questo gesto antico ma molto significativo.

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l 24 giugno hanno festeggiato il cinquantesimo di matrimonio. Sono Paolo Senesi e Agnese Cagnacci, abitanti a Tavernelle, dopo la chiesa. Ecco come Agnese ha ricordato l’incontro con Paolo e il loro matrimonio: Ci siamo conosciuti che lui portava le uova alla mia sorella Lorentina che si sposava; mentre gli davo i confetti lui mi disse: «I tuoi quando si sentono?» E io risposi: «I vostri semmai!» Poi ci si incontrava a ballare dove oggi c’è il bar della Doretta. Strada facendo siamo arrivati al matrimonio; ci siamo sposati nella chiesa di Galbino, sposati da don Gino. Il pranzo fu fatto in casa mia, alla Celle, e il pranzo ce lo fece la Nara del Pennacchini; la sera si partì per il viaggio di nozze: la prima sera ad Arezzo poi, la mattina dopo, con il treno siamo andati da parenti a Milano e in Svizzera. Per festeggiare questa lieta ricorrenza Paolo e Agnese si sono ritrovati sabato 24 giugno nella chiesa di Galbino per la Santa Messa, celebrata da don Alessandro, durante la quale sono state rinnovate le promesse di matrimonio. Poi tutti a pranzo dal figlio Mauro ad un’altra Celle, quella dei Piani della Sovara. Noi della Redazione mandiamo volentieri i nostri auguri a Paolo e Agnese e saranno tanti quelli che lo faranno dopo aver letto la notizia.

Il calabrone

io la penso così

Lavoro – Da Genova, Papa Francesco ha dato una indicazione importante: non il reddito per tutti ma il lavoro per tutti. Il lavoro, come ha detto in varie occasioni, dà all’uomo (uomo/donna) dignità oltre che sostentamento economico. Mi sembra una buona indicazione per i politici persi dietro a conteggi elettoralistici e a promesse che sanno di non poter mantenere. Aggiungo che per chi non percepisce questa dignità del lavoro bisognerà fargliela imparare. In un’altra occasione un nuovo commento di Papa Francesco, che ha raccomandato di non far lavorare gli anziani fino oltre il sopportabile, ma di dare lavoro ai giovani: farli vivere del loro reddito e non di quello dei genitori; o della pensione dei nonni aggiungo io.

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...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores

La cognata per Renato

Ricordando Palmiro Papini

Le caprette del Faggeto

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aro Renato, anche tu ci hai lasciati dopo tanta sofferenza che di certo non meritavi. Eravamo tre inseparabili, sempre insieme, tu, mia sorella ed io. Abbiamo avuto tutti e tre una brutta sorte. Io ancora combatto, anche se non so ancora per quanto. Mi sento tanto triste e ho voglia di piangere per la perdita di voi due. Tu sei stato bravo e buono con tutti. Mi ricordo che mi accompagnavi sempre dove dovevo andare, dai dottori, a fare spesa… non ti tiravi mai indietro, sempre disponibile. Mi hai aiutato molto nella mia malattia e di questo ti ringrazio. Mi consola un po’ il fatto che te ne sei andato nella stagione tua preferita, la primavera e nel giorno prossimo alla Festa al Carmine, dove hai conosciuto mia sorella e dove tutti e tre andavamo. Il mio cuore si stringe ricordando la canzone Renato Renato… o a quella Tu vò fa l’Americano ma sei nato in Italì… La Casaccia che amavi tanto ora è vuota. Ma non ti dimenticheremo mai, sarai sempre nei nostri cuori. Ciao, ti abbraccio, la tua cognata Ilvana.

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gni domenica, come un immancabile pellegrinaggio, dovevamo far visita alle caprette di Palmiro. I miei dolci nipotini Pietro, Clara e Sofia raccoglievano con cura l’erbetta più verde, ne facevano dei mazzettini che offrivano alle caprette attraverso le maglie della rete di protezione. Improvvisamente le caprette non c’erano più nel recinto. Invano le chiamavano ad alta voce, seguiva un silenzio spettrale. Non poter accarezzare le caprette era un dramma inaccettabile al punto che lacrime solcavano il loro viso. Mesti e aggrappati alla rete continuavano a chiamare più forte, ma dagli antri non usciva alcun essere vivente. Siamo ritornati ancora con la speranza di ritrovarle, ma invano, non c’era alcun segno di vita. C’era solo squallore tutt’intorno, anche gli alberi secolari mostravano le lunghe radici uscite dalla terra a formare un insolito quadro spettrale - Nonno, perché Palmiro ha dato via il suo gregge? - La tragica verità, miei cari nipotini è che lui non ha abbandonato le sue caprette. È volato in cielo. - Allora le sue caprette lo hanno seguito in paradiso? - Credo che sia proprio così. Gli alberi secolari ora librano le loro chiome verso il cielo, anche loro vorrebbero volare per raggiungere le caprette ed il loro padrone in un nuovo recinto in paradiso. Il caro Palmiro ci ha lasciati con dignitoso silenzio. Un altro eccezionale concittadino se n’è andato. L’uomo onnipresente e disponibile in tutte le situazioni, in tutte le sfaccettature della vita quotidiana della società anghiarese e di una bontà unica. Per me e per tutti era e rimane il gigante buono, campione di amicizia vera e cooperazione civica. Quando mai tornerà a nascere un gentiluomo come lui? Peter Lega - (30 giugno 2017)

Anghiari 4 Giugno 2017

Dal finestrino - Mi capita che ogni tanto ‘devo’ raccogliere cartacce, bottiglie vuote, cicche tantissime e altre cose che gli ignari viaggiatori lanciano, a loro insaputa, dal finestrino. C’è però un aspetto positivo ed è quando scopro delle cose simpatiche come questo appunto per la spesa che vi voglio proporre. Mi rifaccio così di tutte quelle volte che devo raccogliere ciò che dei maleducati buttano per terra. Per questo biglietto si può aggiungere che forse si attendono ospiti (indice il sugo di carne!) o si prepara un bel pranzetto domenicale per i propri familiari. Carne mista, maiale vitella (circa 600 g.); pezzo di pollo; salsa tartufata; profiterol bianco; banane; 2 limoni; prosciutto cotto/crudo.

Le vostre offerte le potete far pervenire anche con bonifico

Ero dalle parti di Follonica e mi è venuto un dubbio: ma qui si chiameranno Follonicani? No, ha affermato un cittadino sicuro del fatto suo: Follonichesi! (aa)

Bancaetruria: IT93 X053 9071 3100 0000 0003 389 Banca di Anghiari e Stia: IT82 Y083 4571 3100 0000 0005 053 Le potete poi consegnare in parrocchia o ai collaboratori. Potete darle anche alla Élida, nella merceria in cima a Piazzetta delle Legne. Grazie! 7


LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

Chiesa di S. Agostino nel centro storico di Anghiari Seconda parte

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uesta chiesa, con l’annesso convento, è stata visitata più volte nel sec. XVI dai Vescovi aretini, ed esattamente il 17 agosto del 1535 dal vicario del Vescovo Francesco Minerbetti (1527-1537). Si afferma che sia la chiesa che il convento, abitato dai frati dell’ordine di S. Agostino, che non avevano la cura delle anime, erano in perfetto ordine e che la SS.ma Eucarestia era conservata in una pisside di ferro stagnato collocata dentro un tabernacolo ligneo sull’altar maggiore ed era decorosamente conservata per uso della comunità. Quarant’anni dopo, il 15 settembre del 1575, si registra la Visita pastorale del Vescovo Stefano Bonucci (1574-1589), il quale, dopo essersi inginocchiato di fronte al SS.mo Sacramento, custodito in un tabernacolo ligneo dipinto, visitò il sacro edificio che “invenit bene stare”. Certamente la Visita Apostolica effettuata l’8 luglio 1583 da mons. Angelo Peruzzi è la più interessante e la troviamo descritta in latino nelle pagine 426-429 del primo tomo della suddetta visita pubblicato nel febbraio 2011 a cura di don Silvano Pieri e don Carlo Volpi e ne presentiamo una nostra traduzione sintetica. Mons. Peruzzi trova la chiesa di S. Agostino e il monastero annesso in un buon stato “satis bene se habere in suis edificiis et structura”. Era pavimentata, le pareti intonacate e imbiancate e in essa c’erano dodici altari. Nel convento vi erano otto frati sacerdoti con tre chierici. In questa chiesa si recava a pregare una grande moltitudine di popolo in occasione della festa della Madonna della Consolazione, tenuta viva dalla Societas Centuratorum, cioè della Sacra Cintola. In questa festa, ai fedeli veniva somministrata la Santa Comunione in una pisside d’argento e il vino “della purificazione” in un calice consacrato. Il Visitatore ordinò che il “vinum purificationis” non doveva essere dato se non in un vaso di vetro e che la Santa Comunione doveva essere distribuita non insieme ma separatamente tra uomini e donne, a destra gli uomini e a sinistra le donne. Nella chiesa inoltre si recavano fedeli per le Confessioni, ma alcuni frati presenti da poco tempo non avevano ancora ricevuto dal Vescovo la facoltà di ascoltare le Confessioni, che dovevano celebrarsi in appositi confessionali di numero corrispondente ai confessori. Decretò che ogni confessionale, secondo le norme del Concilio tridentino, avesse a sinistra del confessore una “fenestella cancellata” (cioè una grata) e inoltre dovevano

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essere affissi l’immagine dipinta del Crocifisso nonché i casi “episcopali” e la Bolla In Coena Domini. Come detto sopra, essendo il pavimento della chiesa “satis decens”, non essendovi la consuetudine di seppellirvi i morti, il visitatore comandò, sotto pena di scomunica, di non fare scavi nel pavimento, ma solo di costruire avelli e tombe con coperture in pietra. Visitata la sacrestia, risultò munita di pochi parati, alcuni calici, corporali ecc. per cui ordinò di provvedere pianete verdi e nere per i defunti con relative stole e manipoli, nonché alcuni camici. Vi erano anche alcuni sgabelli per pregare e un lavello per lavarsi le mani. Ora passiamo a raccontare la visita ai dodici altari presenti in questa chiesa, il cui numero superava quello della Badia e di ogni altra chiesa del paese. 1 - Il primo è l’altar maggiore, sul quale si conservava il sacramento della SS.ma Eucarestia in un tabernacolo “satis decente” in una pisside d’argento custodita in un tabernacolo ligneo “satis decente” dorato all’esterno. Il visitatore comandò che l’interno fosse rivestito di un


Le nostre chiese... panno di seta di color rosso e che la chiave fosse custodita in un luogo più sicuro e la pietra sacra, essendo troppo piccola, doveva essere sostituita con una più larga e più lunga. Per il resto, l’altare risultava munito e ornato del necessario. 2 - L’altare sotto il titolo della Natività di N. S. Gesù Cristo “dotatum ex devotione illorum de Fabronibus” risultava abbastanza decente e rifornito del necessario, ma privo della croce e dei candelabri, per cui fu comandato di provvederli e di restaurare le pitture. I frati vi celebravano secondo le richieste della suddetta famiglia. 3 - L’altare sotto il titolo di S. Maria del Soccorso era di pietra, mentre era ligneo quello portatile, che entro due mesi doveva essere sostituito con un lastra di pietra per potervi celebrare la S. Messa. A questo altare era legata la Società, non molto numerosa, di S. Maria del Soccorso, che veniva retta da camerlenghi e priori che ne amministravano alcuni beni e legati, consistenti in circa dieci staia di grano. Il reddito annuo ammontava a circa 28 staia di frumento, di cui cinque venivano dati ai frati che nel giorno di sabato dovevano cantare una S. Messa a questo altare e qualche volta nella prima domenica del mese. Ai frati cantori veniva dato ciascuno un “carolenum”, il resto veniva speso per le molte candele e per alimentare una lampada che sempre ardeva di fronte all’immagine della Vergine. Il camerlengo alla fine di ogni anno doveva rendere conto al Vescovo o al suo vicario e ai componenti del sodalizio delle entrate e uscite registrate in un libro. Inoltre su questo altare gli stessi frati tre volte alla settimana dovevano celebrare per soddisfare un legato fatto da un certo Giusto “de Iustis”. 4 - All’altare della Società del SS.mo Nome di Dio si celebrava ogni anno la solennità della Circoncisione del Signore e in quel giorno ricevevano la S. Comunione gli aderenti a questa società, che non possedeva beni, per cui si celebrava la festa con le elemosine che venivano deposte nella cassetta affissa nella cappella. L’altare, protetto da una cancellata lignea, era completamente a posto. 5 - L’altare di San Nicola da Tolentino apparteneva alla famiglia Ducci, era munito del portatile di legno, che doveva essere sostituito con un altro di pietra, tolte le reliquie. Ordinò il Visitatore che fossero restaurate le figure. A questo altare i compatroni facevano celebrare oltre alla festività di S. Nicola anche quella di S. Michele Arcangelo in settembre. 6 - L’altare sotto il titolo dei santi Giuseppe e Gregorio,appartenente alla famiglia Mazzoni, era di pietra. La cappella in cui si trovava doveva essere dipinta, le pitture rinnovate e dovevano essere provveduti due candelieri e una croce. 7 - L’altare sotto il titolo di Santa Caterina si dice appartenere ai Ricciardeschi. Era di pietra, con la pietra sacra inserita. Siccome mancavano croce, candelieri, baldacchino, pallio ecc... il visitatore ordinò che i compatroni vi provvedessero entro sei mesi e poiché sotto l’altare predetto vi erano le sepolture con dentro le salme dei defunti, prescrisse di non celebrare su quest’altare fino a che non fossero riesumate tutte le ossa e le sepolture riempite di terra e poi pavimentate come il resto della chiesa. 8 – L’altare sotto il titolo di Santa Monica, detto anche

delle Mantellate, era fatto di legno, in cui era inserita la pietra sacra. Il Visitatore comandò che fosse sostituito con un altro di pietra oppure demolito e di togliere inoltre le sepolture che erano sotto, riempiendole di terra e di provvedere il necessario per potervi di nuovo celebrare. 9 – L’altare sotto il titolo della Beata Maria detto della famiglia “de Maninis”, mancava del necessario per celebrare, per cui il Visitatore prescrisse di provvedervi e che i frati erano tenuti a celebrarvi due volte a settimana. 10 - L’altare sotto il titolo del Crocifisso in pietra, attribuito alla famiglia “de Angeleriis”, era abbastanza decente, ma anch’esso privo di croce, candelabri ecc... A questo altare i frati erano tenuti a celebrare il mercoledì e il venerdì (=diebus mercurii et veneris) e celebrare inoltre la festa della Santa Croce nel mese di Maggio a cui doveva seguire l’officio di S. Messe per i defunti della suddetta famiglia 11 - L’altare sotto il titolo di Santa Monica, detto della famiglia Ligi, era anch’esso di pietra, ma essendo privo di croce, candelabri e pallio, fu prescritto di provvedervi perché i frati vi potessero celebrare quattro volte alla settimana. 12 - Quest’ultimo altare apparteneva ai “de Macinonibus”, era in pietra, in cui era inserita una pietra sacra troppo piccola, per cui si ordinò fosse sostituita da una più grande. Essendo anche questo privo di croce, candelieri, ecc... mons. Peruzzi chiese ai suddetti compatroni di provvedervi. Non vi era nessun obbligo di S. Messe, per cui i frati potevano celebrarvi per loro devozione (“pro eorum devotione”). Terminata così la presentazione ai lettori della lunga serie degli altari in S. Agostino, la prossima volta presenteremo l’interno della chiesa. Nell’altra pagina; veduta del rifacimento delle capriate e del tetto della chiesa di Sant’Agostino, 1969. In questa pagina, Natività, terracotta dipinta di Santi Buglioni.

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Nozze di diamante!

Le offerte per l’Oratorio 2017 Giorgio Belperio ha fatto pervenire la sua offerta per l’Oratorio in memoria della moglie Cristina Reveruzzi scomparsa recentemente. Qui sotto il gruppo di lettori che, in vario modo, ci hanno fatto pervenire le loro offerte. Grazie a voi tutti! Andrea Monini, Buttapietra Angiolo Donati, Fondaccio-Motina Benedetta Marioli, Borgo della Croce Carla Dori, Bertine-San Leo Cesare Menatti, Staggiano-Arezzo Elena Bartolini, I Mori Enrico Baglioni, Viale Stazione Franco Chiasserini, La Casella del Ponte Gabriele Leonardi, Intoppo Gianrico Cristini, Campo della Fiera Giovanni Cimbolini, Via del Molin Bianco Giuliana Lenzi, Grassina-FI Giuseppe Peluzzi, Renicci-Motina Grazia Giabbanelli, Campo della Fiera Laura Di Lauro, Giardinella Lidia Taddei, San Tommaso Loris Francia, Inghilterra Luigi Boncompagni, Fighille Luisella Capaccini, Via della Propositura Maria Cipriani, La Capannuccia Maura Giovacchini, Monterchi Nardina Inci, Villa La Querce Silvana Bacci, Via Nova Vasco Memonti, Podernovo II (Il Bricco)

U

liana Alessandrini e Giovan Battista Piccini si sono sposati sessanta anni fa, il 1° giugno del 1957. Quindi quest’anno festeggiano le nozze di diamante. Quando si sono conosciuti, Uliana abitava a Catigliano, mentre Giovan Battista abitava al Mulinaccio, un podere lungo il Sovara proprio di fronte a Catigliano. Si sono sposati nella chiesa di Catigliano e li ha uniti in matrimonio don Giuseppe Fontana. Poi, dopo sposati, sono andati ad abitare a San Leo, dove ancora risiedono. Per ricordare questa lieta ricorrenza i familiari, con parenti ed amici, hanno organizzato una grande festa domenica 18 giugno a Borgo Romolini, festeggiando anche la Prima Comunione della nipote Matilde. Una bellissima giornata da ricordare fino alla prossima: quella delle nozze di platino, in cui saranno 65 anni di vita insieme.

Bimbi crescono*

In alto, foto ricordo nell’aia della casa della sposa: Mezzavilla di Catigliano.

e diventano indipendenti di Anghiarino Anghiarese

La terra vivente*

Mele

I

l mio indimenticabile professore di chimica all'Istituto Agrario, quando va al ristorante, è risaputo, ordina una mela bacata. Oibò, gli risponde il cameriere scandalizzato, noi serviamo la frutta sana, lei ci offende… Indubbiamente il professore insiste: la mela, se è bacata, non ha avuto «trattamenti». Ciò vuol dire che noi mangiandola avremo la scocciatura di eliminare la nicchia del verme col coltello, ma in compenso siamo sicuri che nel nostro stomaco non ci andrà l’arsenico, ecco tutto.

* Giuseppe Settembre, La terra vivente, Eizioni Mediterranee, Roma, 1974. Da qualche tempo stiamo cercando antiche varietà di mele locali. Se ne conoscete, ditecelo!

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O

gni tanto do una sbirciatina ai libri che mia figlia ha letto per “allevare” mio nipote. Fra questi mi è piaciuto, e mi sembra di buon senso, uno che indica 100 attività da far fare al bambino/a basandosi sul metodo Montessori. Non ci sono età, perché ognuno ha i suoi tempi, ma diciamo che molto presto i figli apprendono varie attività: lavarsi, vestirsi, allacciare le scarpe, ordinare i propri oggetti (magari teniamogliene un numero limitato a disposizione), apparecchiare, lavare i piatti. Questa indipendenza io l’ho già vista in mio nipote, che ora ha due anni. Quando io gli passo avanti in qualche attività che sta facendo, lui mi ferma con la manina e mi dice “Nanni”, e vuol dire: «Faccio da solo grazie!» *Ève Herrmann, 100 attività Montessori, L’ippocampo ragazzi, Milano, 2016


10 agosto 2017

Lo facciamo seguendo le pagine dell’Oratorio. A pag. 2 l’Editoriale del nostro Direttore Responsabile, il professor Enzo Papi, che ci segue dal 2005; pagina 3 è dedicata agli approfondimenti ed è tenuta da sacerdoti o studiosi (per quest’anno è curata da don Marco) mentre a pag 4. troviamo la rubrica del “Calendario Liturgico”, seguita da Franco Cristini che, di volta in volta, segnala le celebrazioni e le iniziative della parrocchia (Franco fa parte dei veterani dell’Oratorio, di quando veniva stampato in parrocchia e c’era bisogno di molta mano d’opera per l’impaginazione o altre incombenze. Da non sottovalutare l’impegno del gruppo di donne di allora: la Vittorina, l’Anna, la Lucia, la Fanni ed altre). Proseguendo il nostro cammino, troviamo la rubrica di don Quinto, che da ben sedici anni illustra e documenta la storia delle chiese di Anghiari e Monterchi, e le pagine della Misericordia e dei Fratres con notizie sulle rispettive associazioni con Massimo Redenti e Pietro Ganganelli. Non vengono mai a mancare le notizie dalle parrocchie così come da quelle di Monterchi di Matteo Romanelli; e ancora le notizie dai Musei di Anghiari e Monterchi di Gabriele Mazzi e Lorenzo Minozzi. Sono un appuntamento fisso le vignette di Scacciapensieri e le annotazioni di Franco Talozzi nel “Palterre”. La Banca di Anghiari e Stia in ogni numero descrive le varie iniziative che sostiene e che permettono alle varie Associazioni o ad iniziative di proseguire nelle loro attività. Da qualche numero è iniziata una nuova rubrica con il professor Mattesini con ...Richiesta di chiarimenti di Anghiarino, di qua dal Tevere, e risposte del professor Mattesini, di là, sulla etimologia di parole dialettali usate in Valtiberina con qualche necessaria divagazione. Ci accompagnano poi Alfonso Sassolini e Cesare Menatti, che mandano alla redazione ricordi e testimonianze dell’Anghiari di ieri che poi, per certi versi, non è troppo diverso dall’Anghiari di oggi. Armando Zanchi non fa mancare le sue particolari poesie scritte per ricordare gli anghiaresi che ci lasciano (ma Armando è autore anche di molti testi sui soprannomi e sui personaggi anghiaresi). Abbiamo finito? Certamente no; perché tanti altri collaborano in vario modo. Il nostro ringraziamento va a tutti loro, segnalando solamente che Andrea Marzi e Giulio Maffucci sono i responsabili di due nuove rubriche che ci auguriamo riceveranno l’approvazione dei nostri lettori. Vogliamo chiudere, come lo fa il giornale, con la Cronachetta di Anghiarino Anghiarese che, a pag. 39, narra ...i fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari. E dopo tutto questo, entrano in azione alcune persone che provvedono alla correzione della bozza del giornale. La maestra Vera Rossi rimane la decana di questo impegno, mentre Teresa Bartolomei dal Portogallo (oggi è possibile grazie a internet) è il cuore, ed anche il motore, di questa fase preparatoria prima di portare il tutto in tipografia. Grazie a tutti loro, ai collaboratori delle varie parrocchie ed ai lettori che ci sostengono nelle nostre iniziative non facendomi mancare il loro contributo.

Alla solenne celebrazione seguirà un momento di festa

G

iovedì 10 Agosto alle ore 19 verrà celebrata una funzione religiosa in onore di San Lorenzo, il Santo patrono della nostra comunità. Sarà bello rivedere gli amici ed i volti di persone che abitavano nella nostra parrocchia molto tempo fa e che poi per varie ragioni sono andate a vivere in località a volte anche molto lontane, e che in occasione di questa ricorrenza tornano nei luoghi della loro infanzia per ritrovarsi, e per ritrovare se stessi, pregando nella loro chiesa, dove hanno trascorso dei momenti importanti della loro vita. Seguirà, come di consueto, un momento di festa nel piazzale antistante la chiesa, con un ricco buffet preparato con grande cura dalle donne della nostra comunità. Non le ringrazieremo mai abbastanza per tutto il lavoro che svolgono gratuitamente e con grande passione nel preparare tutte le portate che poi loro stesse serviranno ai tavoli. Saranno offerti piatti della tradizione contadina, cibi che una volta eravamo costretti a mangiare quasi quotidianamente, non c’era altro purtroppo, e che ora invece sono diventati rari e molto apprezzati. I tempi cambiano, mai poi tutto ritorna come prima. L’ ufficio meteorologico gestito con molta attenzione dalla nostra comunità, ci assicura che il tempo sarà splendido e la giornata serena, calda, ma non troppo, e la serata sarà piacevole. Nel cielo potremo vedere, con un po’ di fortuna, numerose stelle cadenti, e per ognuna di queste esprimeremo intimamente un desiderio, che qualche volta si potrà realizzare. Qualora invece le previsioni sul tempo non fossero azzeccate, abbiamo a disposizione alcuni locali al coperto nei quali potremo tranquillamente sostare. Vi invitiamo perciò a intervenire numerosi a questa importante celebrazione. Andrea Dellacasina

Collaborazione

Tante le persone che permettono la stampa del giornale

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’anno scorso abbiamo festeggiato i cinquanta anni di pubblicazione del nostro periodico. Naturalmente nel quaderno, appositamente pubblicato per ricordare l’evento, non abbiamo potuto scrivere tutto quello che avremmo voluto, per questioni di spazio e di tempi tipografici. Però ci preme segnalarvi ora i collaboratori che seguono le varie rubriche del nostro periodico e fanno sì che possa arrivare puntualmente nelle vostre case.

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I lettori ci scrivono 2

(I messaggi per l’Oratorio a volte sono indirizzati a Mario come ‘caporedattore’. Caro Del Pia, dopo aver letto l’ultimo numero de “L’Oratorio”, sperando di non annoiarla, mi viene, anche questa volta, la voglia si scriverle. Forse perché leggendo “L’Oratorio” mi pare di tornare ad Anghiari, almeno col pensiero. Ovviamente gli anghiaresi di oggi, tranne qualcuno, non li conosco, e allora vado a vedere se tra i lettori ci sia qualche persona con cui sono stato in relazione a suo tempo; e anche stavolta ne ho trovate. Aiutato da mia cugina Gianna Giovagnini, ho avuto conferma che Wally Fastacchini è la figlia dei Fastacchini di Casa Bruna e sorella della a me molto cara Wilma, che ci ha lasciato troppo presto. Ma anche Fabiano Giabbanelli è il figlio (o meglio, il citto) di Domiziano, che faceva parte della mia combriccola durante le vacanze estive. Di questa combriccola faceva parte anche il futuro giornalista della RAI Roberto Morrione, scomparso nel 2012, che anche lui, insieme ai suoi fratelli, trascorreva le vacanze ad Anghiari, dimorando in quella villetta sulla destra appena passato, salendo, il giardinetto. A questo proposito, io ho una fotografia dove ci siamo, io, Fabiano, Lucia Vagnetti, una ragazzina di cui non mi ricordo, e Roberto Morrione che fa il buffone con un elmetto in testa e una carabina giocattolo tra le mani; chissà se ce l’ha anche Fabiano. Potrei anche mandargliela, ma non so se sarebbe possibile pubblicarla senza il consenso delle altre persone. In chiusura, vorrei dirle che nell’episodio della borsetta ho messo il nome di mia madre, così magari qualcuno con la mia età riuscirà a riconoscermi, visto che il mio non è un cognome anghiarese. Cordiali saluti, Giancarlo Balestri.

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razie per l’invio del quaderno. Penso che l’informazione sia esaustiva tant’è particolareggiata; belle anche le foto. I miei ricordi sono visivi e simili alla fig. 17, quando ero ancora liceale negli anni Cinquanta, il Proposto non era ancora Monsignore, l’Oratorio organizzava d’estate un cinema all’aperto a fianco alla Propositura, la mamma di Fabiano Giabbanelli disegnava con dei fiori immagini sacre sul marciapiede davanti al bar sotto casa mia e io guardavo la processione dalla finestra di camera ricordando il detto “...la Croce e il lanternone toccan sempre al più co...…” Ricordo altresì i “Della Robbia” appena si entra sulla sinistra nella chiesetta di Badia, che credo essere un presepe, e una Madonna dietro l’altare maggiore della Propositura, ma poi la vita ti obbliga a scelte diverse ed io mi sono allontanato dal paesello a zonzo per il mondo. Ora basta che sono stanco e i ricordi sono indice di vecchiaia. Ciao e di nuovo grazie! Cesare Menatti

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G

iuliana Lenzi da Grassina ci ha inviato il suo contributo con il bollettino e con un gradito... Grazie!

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iferend o s i alla copertina del numero scorso, realizzata da Claudio Carria, Fabiano Giabbanelli segnala che la scalinata del Campano (quella in mattoni) forse fu opera di suo padre Silvano. Abbiamo potuto appurare che la sistemazione dei Cordoni, con i gradoni in laterizio, fu realizzata “in economia”, cioè con gli operai comunali. Silvano Carria a quel tempo era capocantoniere e se non intervenne come muratore senz’altro fu interessato alla sua realizzazione. Senza dubbio invece ci lavorò come muratore Giuseppe Pernici. Ho incontrato per caso Claudio e gli ho riferito questi ricordi di Fabiano invitandolo a dipingere anche “I Cordoni” di quando erano “Le Scalette Rosse”. Come risposta mi ha mandato la foto del dipinto che lui aveva già fatto. Eccolo (per i colori andate su internet dove potrete trovare la versione digitale cercando: 2017-4 Oratorio issuu).

C

arissimo Mario, ti ringrazio per la costanza con la quale mi tieni aggiornato delle iniziative “anghiaresi”. Anche se non potrò essere presente, sono sempre più vicino alla mia grande famiglia anghiarese. P.S.: la chiesa di S. Agostino ho cominciato a conoscerla da quando ho iniziato a camminare… nel lontano 1941/1943. Tieni presente che il negozio all’angolo prima della chiesa era un alimentari della mia zia Annita (Agata Mezzo) e del mio zio Bruno Fastacchini detto “del Romano ”, in riferimento allo zio Antonio Mezzo da Valmontone RM (fondatore della stirpe Fastacchini/Mezzo). Ma ne avrei da raccontare… Un abbraccio fraterno = Giuseppe Fastacchini


NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Soccorritori

Offerte Maggio-Giugno 2017 Guiducci Mario Nevistrelli Elena - la famiglia alla memoria Bianchi Maria Elide Roselli Alighiero - la famiglia alla memoria Zanchi Emio Boncompagni Oriana - la famiglia alla memoria Ganavelli Anna Lanzi Marisella Ceccantini Aldo Sabatini Franca Ferrini Nara Baglioni Romano Comanducci Francesco Scartoni Santina Piomboni Lucio Metello Cherici Guido Mondani Otello Cambi Mauro e Giorgi Maria Luisa Mafucci Anna - la famiglia alla memoria Inghirami Elisa - la famiglia alla memoria Piomboni Enrico - la famiglia alla memoria Tanzi Marcella Morelli Renato - la famiglia alla memoria La Famiglia Belperio in memoria di Reveruzzi Cristina Forti Adriana Famiglia Paci-Genova in memoria di Mignoni Maria Ersilia Martini Alessandro - la famiglia alla memoria Mignoni Maria Ersilia - la famiglia alla memoria Lodovici Manola e Rossana in memoria di Piomboni Enrico Conti Adalgisa Leonardi Sestilia Tomassini Elena Ghignoni Lazzero e Checcaglini Emilia

50 300 5 155 10 200 10 10 10 10 10 10 40 10 20 20 10 20 425 240 350 10 275

Papini Palmiro - la famiglia alla memoria

300

Nuovi Soci maggio-giugno 2017 Cagnacci Giuseppe Zambetta Elena Tofanelli Loredana Nicchi Stefania Labiri Giuseppa Nasini Fabrizio Frulloni Maurizio Cioni Claudio Giorgi Maria Luisa Cambi Mario Ganavelli Anna Zambrano Guerrero Andrea Fernanda

400 10 55 400 50 20 20 20 20 30

In autunno un nuovo corso per il brevetto di primo livello e di livello avanzato

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i continuo la Confraternita di Misericordia di Anghiari si chiede se quello che riesce a fare sia sufficiente a mantenere alta la tradizione che la stessa gode ormai da quasi settecento anni. Non sempre la risposta è necessariamente affermativa, ed a volte c’è la consapevolezza di dover fare di più. Dopo questa semplice considerazione scendiamo ad analizzare i modi e i tempi necessari per migliorare la quantità e la qualità del nostro operato; qui si passa obbligatoriamente dall’astratto al concreto, dalla filosofia di fondo al materiale umano impegnato, dalla storia passata al presente. Intanto siamo contenti di poter dare la nostra collaborazione ed assistenza ai privati cittadini, e siamo egualmente soddisfatti anche quando possiamo aiutare altre associazioni presenti nel paese, associazioni che, come noi, vivono e si sostengono con il volontariato. D’altra parte, la nostra Confraternita da sempre si occupa di assistenza socio-sanitaria partecipando anche alla vita comune del nostro territorio. Con questo spirito segnaliamo che nel primo semestre dell’anno in corso i nostri volontari si sono impegnati in 1.509 servizi e percorrendo 60.422 chilometri, con una media giornaliera di quasi 9 uscite e con una percorrenza media a viaggio di 40 chilometri; a questa attività si aggiungono oltre 150 turni di servizio (tre volontari a turno) per l’attività di soccorso di emergenza-urgenza, unitamente ad altri servizi di reperibilità notturna per tutta la vallata. Siamo anche particolarmente contenti di aver potuto dare una mano ad attività importanti quali quelle sostenute dalla Filarmonica Mascagni, dal “Palio della Vittoria”, dalla Società del Carnevale, come siamo altrettanto soddisfatti di aver assicurato la nostra presenza ad attività sportive importanti organizzate dalla U. P. Baldaccio Bruni ed altre che vanno dal ciclismo all’equitazione, ai rally e alle gare podistiche. Per tutta questa serie di impegni, per non venire meno alla tradizionale disponibilità della nostra Confraternita nei confronti di privati e di associazioni, abbiamo bisogno di nuovi volontari, di giovani (e meno giovani) che possano dedicare qualche ora alla settimana agli altri. Nel prossimo autunno è in calendario l’organizzazione di un nuovo corso per soccorritori di livello base e di livello avanzato. Ci rivolgiamo a tutti voi e vi invitiamo ad unirvi ai nostri volontari. La nostra segreteria Vi attende per tutte le informazioni del caso. Aiutateci ad aiutare. Che Dio ve ne renda merito!

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

email: gruppoanghiari@fratres.eu

Ad Anghiari la festa Provinciale Fratres

Assemblea Nazionale: Anghiari c’era!!!

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oom di presenze alla 47a Assemblea Nazionale dei Gruppi Donatori di Sangue FRATRES che si è svolta, nel maggio scorso, nell’incantevole cornice della costiera amalfitana, presso il Lloyd’s Baia Hotel di Vietri sul Mare (Salerno). Centinaia i delegati degli oltre 600 Gruppi Donatori di Sangue FRATRES che hanno partecipato all’importante evento, provenienti dalle 14 regioni d’Italia dove il movimento è presente, insieme

R

ai dirigenti Fratres nazionali e territoriali ed alle autorità locali, regionali e nazionali, del settore socio-sanitario e del volontariato associazionistico in genere. La tre giorni si è aperta pubblicamente alle ore 15 del venerdì, con il prestigioso Convegno Nazionale, patrocinato dal Centro Nazionale Sangue, incentrato sul buon uso del sangue e degli emocomponenti. Il Sabato, poi, è stato dedicato completamente ai lavori assembleari con la relazione delle attività da parte del presidente nazionale Sergio Ballestracci, il conferimento di uno speciale riconoscimento nazionale per meriti associativi a Luigi Cardini, già Presidente Nazionale Fratres dal 2003 al 2015, le relazioni sui bilanci, l’analisi dei dati statistici, con la premiazione dei Gruppi aventi registrato il maggior fattore di crescita annuo nei vari settori di attività: la nostra provincia ha avuto la soddisfazione di vedere premiato il gruppo di Castelfranco di Sopra per il più alto indice di incremento di giovani donatori attivi. Anche una delegazione del nostro gruppo di Anghiari (vedi foto) ha voluto essere presente all’evento, insieme ad altre della provincia aretina. Per tutti è stata sicuramente una bella esperienza che ha dato la possibilità sia di conoscere ancora meglio il movimento che di socializzare con altri rappresentanti della grande famiglia della Fratres Nazionale Orteip 2017

itorna in Valtiberina, dopo aver toccato per il suo carattere itinerante Arezzo e tutte le altre quattro vallate, l’edizione 2017 della Festa Provinciale di tutti i Gruppi Fratres presenti nei nostri territori. Dopo i borghi dell’alto Casentino di Pratovecchio e Stia, che l’hanno ospitata quasi un anno fa, tocca questa volta ad Anghiari il 9 e 10 settembre prossimi. Promossa ed organizzata come sempre dal Consiglio Provinciale Fratres, costituisce sicuramente non solo un’occasione importante di festa per tutti i partecipanti ma anche una bella opportunità di visibilità per la Fratres aretina. Articolato in due giorni, il programma della manifestazione prevede per sabato 9 settembre lo spettacolo di Cabaret de “I Sette Cervelli”, in piazza Baldaccio, alle ore 21:00, voluto ed organizzato dalla consulta provinciale giovani mentre, per domenica 10, la solenne Celebrazione Eucaristica delle ore 11.00 in Propositura, che sarà presieduta da S.E.R. Mons. Riccardo Fontana o da un suo delegato. Subito dopo, si snoderà per le strade del paese del borgo antico il corteo di tutte le delegazioni dei ventisei gruppi Fratres della provincia, preceduto dalla locale banda della Filarmonica Mascagni, con le autorità civili e militari. Nel pomeriggio, infine, dopo il pranzo sociale in un noto ristorante del posto, l’assemblea provinciale di tutti i presidenti. Continua così, anche con questa parentesi festosa, il pluriennale impegno della Fratres aretina nella promozione della donazione del sangue e nella ricerca di nuovi volontari. Il presidente provinciale

Nella foto in alto, foto ricordo dell’edizione 2016 della Festa Provinciale con il Sindaco di Pratovecchio Stia ed il Vescovo di Fiesole.

FATTI UN REGALO: DONA! Donare sangue è un grande regalo che fa bene agli altri e anche a te. DIVENTA ANCHE TU UN DONATORE DI SANGUE FRATRES!!! Per saperne di più contattaci alla nostra mail elettronica o telefona ai numeri 0575/789577 (Sede), 3487722155 (Carlo), 3381484889 (Fabiano). 14


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

email: gruppoanghiari@fratres.eu

5° Trofeo Fratres Città di Anghiari

Vergni vince tra gli uomini; Belardinelli firma il bis al femminile

L

orenzo Vergni ha vinto la 5ª edizione del Trofeo Fratres Città di Anghiari, corsa podistica organizzata dal Gruppo Donatori di Sangue Fratres Anghiari, con la collaborazione della Battaglia Runners Anghiari, che si è svolta nella prima domenica di luglio nel paese tiberino. Al via della competizione, riservata agli adulti, 180 atleti che sono scattati alle ore 9:00 da Piazza Baldaccio percorrendo gli 11 km del Circuito dei Mulini, numero che si avvicina al record assoluto fatto registrare nella scorsa edizione e che testimonia lo spessore dalla gara che si è disputata all’interno della 19° Festa Estiva del Donatore. Tra le donne si è imposta R o b e r t a Belardinelli, che ha concesso il bis dopo il successo conquistato nel 2016 mentre il Trofeo Adriano Giorni, istituito in memoria dell’indimenticabile ex podista anghiarese è stato consegnato a Mirko Matteagi, primo tra gli atleti di casa a tagliare la linea del traguardo, mentre Valeria Olandesi è stata la miglior donna tra le anghiaresi in gara e si è aggiudicata il riconoscimento istituito in memoria di un altro anghiarese doc, Aldo Boncompagni. Ad effettuare le premiazioni sono stati il sindaco di Anghiari Alessandro Polcri e il presidente provinciale dei Gruppi Donatori di Sangue Fratres Pietro Ganganelli. A concludere il programma di questa intensa giornata di sport sono state le competizioni giovanili, che hanno colorato a festa Piazza Baldaccio e le strade del centro storico. A sottolineare, infine, l’importante collaborazione a livello organizzativo con gli atleti della neonata Battaglia Runners Anghiari, presenti in massa alla competizione ed i ciclisti della Fratres Dynamis Bike, a testimonianza del forte legame che unisce le tante associazioni di volontariato del paese.

In conclusione, il Trofeo Fratres Città di Anghiari, anche nella sua 5° edizione, si è confermato da un lato gara di grande richiamo per gli appassionati di podismo e, dall’altro, occasione importante per riflettere e promuovere la donazione del sangue come gesto di civiltà e di amore verso il prossimo. Daniele Gigli

I viaggi della Fratres: ancora... Dolomiti! dal 25 al 27 Agosto 2017

1° giorno -25 agosto - partenza per La VAL DI FASSA Ritrovo dei signori partecipanti al Parcheggio Campo della Fiera di Anghiari alle ore 5:00 per la VAL DI FASSA. Breve sosta lungo il percorso per il ristoro. Arrivo in hotel e pranzo. Nel pomeriggio escursione al lago Fedaia, sotto il ghiacciaio della Marmolada. Rientro in hotel per la cena e pernottamento. 2° giorno - 26 agosto - La VAL GARDENA Prima colazione in hotel. Partenza per l’escursione in Val Gardena, con pranzo in ristorante, passando per il Passo Sella uno dei passi più famosi delle Dolomiti, più volte scalato dal Giro d’Italia. Visita ad Ortisei e Selva di Val Gardena. Rientro in hotel per la cena ed il pernottamento. 3° giorno - 27 agosto - SAN MARTINO DI CASTROZZA BASSANO DEL GRAPPA e rientro. Prima colazione in hotel e partenza per San Martino di Castrozza, dove sembra di poter toccare le montagne con un dito e la natura che si integra perfettamente con il piccolo centro alpino. Sosta per un caffè e una breve passeggiata. Proseguimento per Bassano del Grappa. Pranzo in ristorante e breve tour a piedi della città con guida, oppure la visita al Museo Hemigway e della Grande Guerra. Bassano del Grappa da sempre legata agli alpini, alla grappa, al ponte di legno sul Brenta disegnato da Palladio. Alle ore 16,00 partenza per il rientro. Brevi soste per il ristoro. L’arrivo ad Anghiari è previsto per le ore 22:30. ULTIMI POSTI! Per informazioni: 338-9509488 (Giuseppina)338-1484889 (Fabiano). Nelle foto a sinistra: foto di gruppo degli atleti della neonata associazione Battaglia Runners Anghiari; sotto, il podio con tutti i vincitori delle due categorie maschile e femminile; qui in alto, il momento della partenza da piazza Baldaccio dei quasi 200 podisti.

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Enrico Piomboni: amicizia e sport

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ei primi giorni di luglio dell’ormai lontano anno 1982 vennero a trovarmi alcuni amici per chiedermi una collaborazione per la creazione di una nuova società sportiva amatoriale, quella che sarebbe poi diventata il “Gruppo Sportivo Fratres-Donatori di Sangue). Fra questi amici (Patrizio Scartoni, Fausto Girolimoni, Muzio e Veniero Vellati ed altri), c’era anche Enrico Piomboni. Facemmo la prima riunione informale presso il Bar Baldaccio, poi altre ne seguirono nei locali della Confraternita di Misericordia di Anghiari, sempre disponibile ed attenta a qualsiasi forma di volontariato. Il 26 luglio dello stesso anno venne convocata nei locali della Confraternita l’assemblea costituente della nuova società, e nacquero così in piena regola l’atto costitutivo e lo statuto sociale, a firma del sottoscritto nella veste di segretario e di Fausto Girolimoni come Presidente provvisorio della nuova associazione. Fin dall’inizio emerse in modo particolare l’impegno di Enrico Piomboni, pronto a collaborare con tutti pur di riuscire a radunare un gruppo ben amalgamato ed attrezzato per intraprendere la nuova avventura sportiva. Vennero nominati i quadri dirigenziali con tutti gli organi collegiali, e venne soprattutto radunato un buon numero di giovani desiderosi di “giocare al pallone” in maniera totalmente dilettantistica ed amatoriale. Non fu certamente un caso quello che vide Enrico Piomboni diventare il primo allenatore del “Gruppo Fratres”; negli anni successivi Enrico è stato sempre presente nel “Gruppo Sportivo Fratres”, anche in momenti in cui la sua salute vacillava, e fino alla “scomparsa dell’associazione stessa, avvenuta a seguito di una fusione evidentemente inopportuna con l’U.P. Baldaccio Bruni. Nella più che trentennale attività del Gruppo Sportivo Fratres ci sono stati tanti aspetti positivi che lasciano di Enrico un ricordo affettuosamente indelebile e carico di

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eterna gratitudine. Ho sempre trovato Enrico, come allenatore o anche solo come dirigente, pronto a fare gruppo, a suggerire, a consigliare, a trascinare tutti quelli che gli gravitavano intorno; era il primo ad occuparsi della preparazione dei giocatori negli anni in cui rivestiva la carica di allenatore, e negli anni in cui, per scelta sua, non lo era, si impegnava nel trovare il sostituto e continuava comunque ad avere un buon rapporto diretto con tutti i partecipanti. È stato in assoluto il vero filo conduttore di trent’anni di attività sportiva amatoriale del Gruppo Sportivo Fratres, e soprattutto è stato sempre l’amico di tutti, senza remore, senza filtri, con la schiettezza rara che solo i più ricchi di spirito riescono ad esprimere. Ho nel cuore anche le numerose cene “sportive” in pizzeria, a volte anche con le rispettive mogli (anche la Luigina lo ha preceduto in paradiso) ed in qualche occasione anche con le rispettive figlie. Gli ultimi anni ci hanno visti meno partecipi di frequentazioni in comune, anche perché i fili della vita a volte si intrecciano, altre volte si allontanano ed altre volte ancora tornano a tessere scampoli di esistenze condivise. Avrò sempre nel cuore la sua amicizia, il ricordo della sua carica agonistica, la sua voglia di vincere e di non mollare mai, nello sport come nella vita. Ed anche se le sue figlie lo piangono giustamente in terra, sanno anche che Enrico, il loro papà, si è ormai ricongiunto con l’amata Luigina, nella vita eterna che è poi il destino e la speranza di tutti noi. A te Lara, e a te Vania, rimane con il dolore terreno la certezza della gioia che i vostri cari vi guardano da lassù cullati da Nostro Signore per intercessione della bontà infinita della Madonna della Misericordia. Massimo Redenti Questa foto è stata scattata a metà degli anni Ottanta del secolo scorso al campo sportivo delle Bucacce (Saverio Zanchi). La maglietta indossata è la seconda ‘versione’ realizzata dalla Fratres. Sono raffigurati, partendo sempre da sinistra. Fila dietro: Mario Cambi, Vittorio Mondani, Fabio Panichi, Antonio Zineddu, Fausto Girolimoni. Fila centrale: Adelmo Bassani (custode), Andrea Cenni, Mario Piccini, Paolo Massimetti, Patrizio Scartoni, Maurizio Ghignoni, Piero Cirri, Elio Innocentini, Massimo Redenti. Davanti: Claudio Cima, Livio Pernici, Muzio Vellati, Maurizio Rubini, Sauro Franchi, Vasco Ligi, Patrizio Dori, Enrico Piomboni (allenatore).


Il campeggio delle Medie

Dall’alto e poi in senso orario: foto di gruppo dopo la camminata dalla Beccia fino al Santuario della Verna; il gruppo ardimentoso che ha raggiunto la ‘Penna’ della Verna; qui invece siamo alla ‘Penna’ di Badia Prataglia. I ragazzi stanno eseguendo canti alpini diretti dalla Benedetta e da Tommaso. Nel prossimo numero, tempo permettendo, altre notizie sui campeggi.

Il campeggio delle medie ha avuto il suo inizio il 26 giugno a Badia Prataglia. I ragazzi anghiaresi erano 47. Il titolo della nostra vacanza è stata una frase di Chesterton: “La vita è la più fantastica delle avventure, solo l’avventuriero lo scopre”. Tutti i giorni con i ragazzi abbiamo cercato, attraverso i giochi, le passeggiate, lo sport, lo stare insieme, di scoprire la vita come una bella avventura, vivendo da avventurieri.

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I bambini di Anghiari ricevono per la prima volta l’Eucarestia Chiesa della Croce 29 giugno 2017

Foto ricordo della Prima Comunione celebrata il 29 giugno 2017 in Propositura. La foto è stata scattata nella chiesa della Croce dove è terminata la processione. Sono ritratti tutti i bambini, don Marco, sr Augusta e le catechiste (foto Studio F10).

La vita cristiana non va in vacanza Gesù è sempre con te, ti ama e vuol essere amato. mettilo al centro della tua vita! In ogni luogo dove ti trovi, al mare, in montagna… RICORDA - di dialogare con Lui nella preghiera - di non dimenticare di andare a Messa la Domenica: Gesù ti aspetta! - di chiedere a Dio perdono per ogni mancanza accostandoti al Sacramento del Perdono. Nel silenzio ascolta il Signore che parla al tuo cuore (Liturgia della Parola) e cibandoti del Suo Corpo Egli entrerà nel tuo cuore (Comunione Eucaristica) e nel tuo cuore ci sarà tanta gioia. Questa gioia non tenerla per te, donala agli altri, e la Domenica successiva invita un amico a partecipare con Te alla Santa Messa e la tua gioia sarà più piena. Buone vacanze con Gesù sempre nella tua vita! I Catechisti

Santa Messa di Prima Comunione

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l 18 Giugno 2017, nella Parrocchia di Santa Maria delle Grazie hanno ricevuto il Sacramento dell’Eucarestia venti bambini della nostra parrocchia: Gabriele Alfonsi, Mattia Bergamaschi, Lucy Bianconi, Lucia Bigiarini, Nicole Bruni, Francesco Chiribini, Valeria Crociani, Jacopo Fuligni, Cristiano Lombardi, Lisa Mafucci (di Tavernelle), Irene Mencarini, Alesssandro Mori, Matilda Palmieri, Tony Palmieri, Matilde Panichi, Erin Pastorelli, Marta Pecorari, Chiara Rosalia Polizzi, Sofia Ricci, Sofia Saioni, Maria Sanfippo. I bambini hanno seguito con tanto interesse le attività proposte nel corso del catechismo, mostrando entusiasmo, serietà in attesa del “Grande Giorno”, il giorno della loro festa, quando per la prima volta si sono avvicinati alla mensa del Signore, in un incontro personale con Gesù per ricevere il corpo e il sangue di Gesù. Durante il catechismo sono stati proposti momenti significativi per far conoscere l’autentico valore dell’ Eucarestia, fra i tanti ci piace ricordare la visita al Miracolo Eucaristico a Bagno di Romagna, il mini –ritiro a Tavernelle, durante il quale bambini e genitori hanno impastato il pane, la recita del Santo Rosario nel mese mariano, il ritiro al Cenacolo di Montauto in preparazione alla prima Comunione. Momenti questi importanti per i bambini, ma anche per noi adulti che insieme a loro abbiamo vissuto questo percorso in modo più vero e più attento. Ringraziamo i genitori, che sono stati sempre presenti e disponibili, Don Marco, il Diacono Fabio, Don John, Suor Augusta e Suor Maria Luisa per la loro viva partecipazione, la Norma, il coro, Cesare, Franco per i canti della Liturgia, le ragazze che hanno pensato all’ Infiorata: Catia, Gegia, Cristina; le ragazze che hanno curato il cartellone di presentazione: Lucia, Sara, Michelle, Simona e tutti coloro che hanno contribuito a rendere questo giorno importante per i nostri ragazzi. Le catechiste Cinzia e Mariagrazia

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I bambini di Anghiari ricevono per la prima volta l’Eucarestia Chiesa della Propositura 29 maggio 2016

Foto ricordo della Prima Comunione celebrata il 29 maggio 2016 in Propositura con tutti i bambini, don Marco e le catechiste (l’anno passato per un disguido non è stata pubblicata e lo facciamo ora scusandoci con i nostri giovani amici per il disguido) (foto Studio F10).

Il pane buono Sabato 13 Maggio 2017 i bambini e i genitori del gruppo della Prima Comunione, si sono ritrovati al centro parrocchiale di Tavernelle per un mini ritiro in preparazione all'ormai prossimo SS. Sacramento. Tale incontro, organizzato con la preziosa collaborazione di Suor Augusta, si è svolto in due momenti significativi per approfondire il tema della S. Eucarestia, partendo proprio da un elemento semplice come il pane. "Il Pane Buono", i cui ingredienti sono: Condivisione, racchiusa nella farina, Unità data dall'acqua che unisce, amalgama, Libertà-Coraggio e Lealtà doni del sale, Generosità offerta dal lievito e infine il fuoco che illumina, scalda e trasforma come l'Amore di Dio per tutte le sue creature. Al termine di questo importante momento di condivisione sul significato e valore del Pane (Eucarestia) genitori e bambini si sono messi in azione e hanno impastato realmente gli ingredienti per fare il pane. Ogni famiglia ha realizzato la propria pagnottella di pane, che ha poi cotto a casa e condiviso con gli altri. A conclusione di questa giornata veramente coinvolgente, alleghiamo la preghiera data da Suor Augusta:

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Dammi oggi il pane quotidiano… Il pane della speranza per dare speranza. Il pane della gioia, da poter spartire. Il pane dell'intelligenza, per varcare l'impossibile. Il pane del sorriso, da trasmettere agli altri. Il pane della misericordia, il pane del dolore, perché possa ricevere e dare perdono. Il pane della Grazia, per non attaccarmi al male. Il pane della fraternità, per diventare una cosa sola con i miei fratelli. Il pane del tempo, per conoscerTi. Il pane del silenzio, per AMARTI. Le catechiste Cinzia e Maria Grazia


Sport & sport di Giulio Maffucci

Guido Nicholas

VittoriASA

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ochi giorni dopo l’uscita dell’ultimo numero del nostro periodico, l’ASA, squadra della quale avevo scritto in precedenza, ha voluto alzare l’asticella nella valutazione della propria stagione. Dopo aver vinto il campionato della propria categoria, la società anghiarese ha conquistato anche la Coppa “Edo Gori”, nella quale i nostri hanno fronteggiato squadre di tutta la provincia militanti nel campionato UISP. Complimenti ancora, ragazzi, con il “doplete” ottenuto avete dimostrato la vostra forza.

Una settimana “di corsa”

Guido Nicholas Comparone ha compiuto 1 anno il 23 giugno scorso. Abita a Migliarino, in provincia di Pisa, dove abitano anche i nonni paterni. Quelli materni, invece, abitano ad Anghiari, per la via del Carmine. Festeggiato come si deve, la cosa più bella è stata questa frase: «Tantissimi auguri amore mio per il tuo primo anno, sei la nostra gioia. Mamma Francesca e babbo Donato.»

Orti di ‘guerra’ - Quello che vedete è l’orto della Piera di Tavernelle. Tempo fa abbiamo parlato della sua gallina speciale. Ora invece vi mostriamo le sue coltivazioni che lei ha ridotto al minimo, alle cose essenziali per la cucina, e poi le ha messe nei vasi così le accudisce meglio. O brava Piera!

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Grandissima settimana quella appena trascorsa per la Battaglia Runner Anghiari, neonata società podistica del nostro paese. Dopo il Palio del 29 giugno, anche la corsa podistica svoltasi in concomitanza alla festa del donatore si è rivelata un grande successo. Partiamo dal Palio della Vittoria. Oltre alla bella cornice di pubblico accorsa ad Anghiari per assistere alla manifestazione, va assolutamente registrata la grande affluenza di “runners” al Palio, con atleti intervenuti dai comuni limitrofi e da quelli più lontani, come ad esempio Milano. Esemplare è stata la prova del corridore fiorentino capace di portare lo stendardo del Palio della Vittoria nel capoluogo della nostra regione. Va fatto un plauso alla squadra del nostro paese che si è resa protagonista nella prima parte della gara. Un ottimo gioco di squadra ha portato Marco Olandesi al comando della gara, poi rimontato dallo strapotere del corridore di Firenze. Un grande applauso va a tutti gli atleti che hanno corso la gara, manifestazione proibitiva per la maggior parte dei corridori, non solo per la durezza del percorso ma anche per il regolamento, che prevede una corsa dura e molto “maschia”. Passando ora alla corsa podistica di domenica, possiamo denotare una grande presenza di atleti, per una gara nata da poco tempo. Appoggiati dal gruppo Fratres, i ragazzi della Battaglia Runners sono riusciti a mettere in piedi un evento molto importante, che ha mostrato il valore della manifestazione e della società anghiarese. Complimenti ai ragazzi della Battaglia Runners, altra società sportiva che valorizza ancora di più non solo il panorama sportivo, ma anche l’immagine che il nostro paese ha nelle realtà sportive e non, presenti nella Valtiberina.

Palio: il momento della partenza (tratto da TTV).


Grazie ai nostri catechisti

Appendice alla Cronachetta

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Sabato 20 maggio: oggi è nato Alex Doddi di Luca e Jessica Andreoli. La sua famiglia abita al Borgo ma ad Anghiari ci sono nonni e bisnonni. Mercoledì 12 luglio: oggi è nata Martina Graziotti di Riccardo e Lucilla Rossi. La sua famiglia abita a Scandolaia di Ville Monterchi.

Carlo Brizzi, cittadino di Anghiari Si è svolta venerdì 26 maggio, al Palazzo Pretorio di Anghiari, in una sala consiliare gremita, la cerimonia del conferimento della “cittadinanza onoraria” a Carlo Brizzi, scrittore e romanziere con all’attivo una vasta produzione letteraria. L’importante riconoscimento, attribuito dal Consiglio comunale, che lo ha votato all’unanimità, e dal Sindaco del Comune di Anghiari Dott. Alessandro Polcri, è stato conferito, come si legge nelle motivazioni, “per essere riuscito con le sue opere a tenere vivo il filo che lo lega da sempre alle sue radici anghiaresi, onorando il nome della nostra città e della nostra storia con pubblicazioni tanto appassionate quanto ricche di eccellenti invenzioni letterarie. Dai romanzi alle opere teatrali, dalle biografie famigliari alla poesia, Carlo Brizzi ha reso vivi personaggi storici e leggendari delle nostre terre toscane, elevandoli a protagonisti di tutta la sua vasta opera. Siano essi capitani di ventura o aristocratici, semplici popolani o cortigiane ottocentesche, tutti i personaggi di Carlo Brizzi raccontano di Anghiari e della nostra valle, da mondi e luoghi spesso distanti eppure così vicini e aderenti alle pietre, ai cipressi, ai casolari e ai meravigliosi castelli che ci circondano. Nel ringraziarlo ancora per averci raccontato cosi bene secoli di storie e per aver fissato sulla carta, rendendoli eterni, luoghi e persone -ha concluso il Sindaco Alessandro Polcri- ringraziamo Carlo Brizzi “scrittore” e lo salutiamo da cittadino anghiarese, orgogliosi di averlo fra noi.”

Scoperte Mio nipote di Rio di Luco mi ha spiegato che se io soffio con la bocca aperta esce aria calda, mentre se stringo le labbra esce aria fredda. Non ci avevo mai pensato anche se l’ho sempre fatto per riscaldarmi le mani e per raffreddare la minestra.

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a Pasqua è per i cristiani il momento più importante dell’anno liturgico ed è preceduta da un periodo di preparazione di 40 giorni nel quale siamo tutti invitati a pregare di più e a riflettere sul significato di questa importantissima festa. Noi della seconda media, grazie ai nostri catechisti Donatella e Giuseppe, quest’anno abbiamo potuto vivere questo periodo di preparazione, la Quaresima, attraverso delle belle iniziative. Il giovedì sera ci ritrovavamo all’Oratorio alle 20.30 e poi con il pulmino, guidato dal babbo di Valentina (grazie anche a lui!) ci siamo recati nelle diverse chiese per partecipare alle Stazioni Quaresimali. È stato davvero bello prepararsi con gli amici e i nostri catechisti alla Pasqua, partecipando a questi momenti di preghiera che si sono svolti nelle chiese di Santo Stefano, San Leo, Tavernelle, Micciano, Le Ville e Anghiari. La conclusione di queste serate è stata altrettanto gioiosa: gelato e cioccolata per tutti! Bellissima iniziativa, sicuramente da ripetere il prossimo anno. Anna Pompeo

Baldacchino

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unedì 15 maggio, giorno fatidico per gli eugubini, una delegazione ufficiale ha fatto visita alla signora Carola Giovagnoli, ma per tutti Nadia, che abita a Maccarino. Il motivo era che dovevamo vedere l’ottimo lavoro di cucito e ricamo fatto al telo che copre il baldacchino del Gesù Morto che si era impegnata con entusiasmo a restaurare. Ci si era resi conto infatti, nella Settimana Santa, durante la quale viene montato il baldacchino, che il telo che fa da cielo aveva bisogno di un intervento per delle lacerazioni, nastrini mancanti ed altro. La signora Nadia (nella foto) ha fatto un ottimo lavoro e ci ha mostrato il telo rimesso a nuovo. Con lei si vede Luigi Leonardi, camerlengo della Società, mentre Mario Del Pia fa la foto e Giovanni Valbonetti tiene il telo dall’altra parte. Grazie! (aa)


IL CATECHISMO*

Il Sinodo diocesano

Aggiornamento

Seconda lezione del catechismo di don Milani; il testo è montato a collage utilizzando le frasi più efficaci dei ragazzi (siamo nei primissimi anni del dopoguerra).

Un cammino assieme per una Chiesa rinnovata

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el n° 3 del giornalino dell’Oratorio avevo raccontato di un bell’incontro propedeutico al cammino sinodale cui siamo stati chiamati dal nostro Vescovo. Tutti dobbiamo sentirci coinvolti (Diocesi, Parrocchie, consacrati, laici, tutto il popolo di Dio) e il sottoscritto, nel raccontare della bella esperienza vissuta, si auspicava anche che tutti fossero coinvolti evitando atteggiamenti specialistici in modo da portare pensieri validi, esigenze di vita autentica (spirituale e non) in modo da avvicinare veramente la Chiesa ai bisogni del suo popolo. Alcuni, dopo quell’incontro, sono stati anche contattati dall’Ufficio provinciale chiedendo disponibilità per farsi portatori di esperienze ecclesiali (missionari) e propagatori dello spirito innovatore del Sinodo. Questo accadeva nel mese di Febbraio 2017; guarda, mi sono detto, alle parole e alle buone intenzioni seguono i fatti. Ad oggi, però, nulla si è ancora mosso e, penso che forse è bene cominciare a camminare come viene fatto di solito nella nostra parrocchia: diamoci da fare e, da cosa, nasce cosa. Sarebbe una vera iattura lasciar passare questo momento forte della nostra vita di cristiani senza trarre giovamento da un così importante evento. Vediamoci, parliamo, confrontiamoci senza attendere interventi straordinari. Credo che la disponibilità dei nostri Pastori nel guidarci, la nostra voglia di dire per migliorare, il fare concreto, possano dare dei buoni risultati. Che ne dite? Forza, è ora di crescere. Francesco (Franco) Testerini

Rina e Francesca Papini mandano l’offerta di 100 euro, in memoria di Palmiro, alla Pia Società del Gesù Morto. Palmiro teneva molto a questa Società, di cui era Festiere, partecipando attivamente a tutte le inziative che venivano prese. Grazie Palmiro, ricorderemo il tuo impegno!

II lezione MATTEO - Fu un bravo evangelista. Faceva il daziere, un giorno Gesù passò di lì e se lo portò con sé; questo uomo lasciò lì tutto e andò con lui e poi finì col morire martire. MARCO – [Ad] uno di questi apostoli, chiamato Pietro, un uomo gli disse che scrivesse un libro per la vita di Gesù e Pietro lo fece scrivere a Marco che era suo segretario perché Pietro non sapeva scrivere. E morì martire. LUCA, parlatore della Madonna – Era un dottore poi diventò dottore di animi. Parlò con la Madonna e a lui la Madonna disse tutto anche quando le fu annunciato che doveva venire madre di Gesù. Morto martire. GIOVANNI – Poi c’è Giovanni che era un pescatore e Dio lo fece diventare pescatore di anime. Seguì Gesù e diventò un vero apostolo. Scrisse anche lui il suo vangelo e non morì martire. Prima di morire diceva: «Figlioli vogliatevi bene.» Ma un giorno la gente che lo ascoltava disse: «Ma noi abbiamo capito.» e Giovanni disse: «Allora avete capito tutto il Vangelo.» * Michele Gesualdi (a cura di), Il Catechismo di Don Lorenzo Milani, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, novembre 2004.

Sabatina sminatrice

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abatina Ulivi ci ha lasciato il giorno 9 maggio 2017. Avrebbe compiuto 101 anni il 29 giugno. Era nata alla Foce di Monterchi poi ha abitato al Querceto, dove aveva conosciuto la Beppa di Mammo del Querceto con la quale si dedicò a sminare le mine disseminate dai Tedeschi in ritirata lungo la Linea Gotica, da Castiglioncello a Scandolaia Infatti era conosciuta anche come “la sminatrice di Castiglioncello”. Con il marito Agostino Conti andò a vivere a Catigliano per lungo tempo. Nel frattempo passarono insieme alcuni anni a Londra, per poi ritornare in patria e vivere fino a superare la vetusta età di 100 anni.

Controllate che il vostro indirizzo sia esatto Così non verrà dispersa nessuna copia 22


Palio – Il Comune di Firenze si è aggiudicato per la prima volta nell’era moderna il Palio della Vittoria e lo ha fatto grazie alla splendida prestazione di Ivan Poggi che ha disputato una gara di altissimo spessore e ha coperto i 1440 metri (distanza che evoca l’anno della storica battaglia) con il tempo di 5’28”. Il portacolori di Firenze è stato trattenuto poco dopo il via (così come consentito dal regolamento), ma ha recuperato posizioni, ha cominciato la salita in seconda posizione, ha superato Mancini del Comune di Monterchi e nel tratto più duro della Ruga di San Martino ha ulteriormente accelerato andando a vincere la 15° edizione dell’era moderna della competizione. Poggi è entrato da trionfatore in Piazza Baldaccio e ha tagliato con le braccia levate al cielo la linea del traguardo. Il concerto di Girless - Domenica 18 giugno 2017, in un giardino del Conventone ad Anghiari, il cantautore chiamato Girless ha dato un concerto. All’entrata del giardino c’era un piccolo bar, improvvisato da alcuni ragazzi amici del cantante. Il bar era munito di frigorifero con dentro le bevande e di patatine e biscotti fatti in casa da una signora che abita nel Conventone. Accanto al bar, c’era la cassa, che aveva vicino una lampada a forma di tucano, che ha meravigliato tutti gli spettatori. Le persone che assistevano al concerto erano estasiate sia dalla bellezza del giardino, situato in un posto impensabile, nascosto alla vista dalle case di Anghiari, sia divertite dal fatto di doversi accomodare su teli distesi sul prato. Quando il concerto è iniziato, io, Teresa e Ada, siamo salite su un muro alto, e, non viste, abbiamo raccolto dei fiori: quando Girless ha finito di cantare, noi dal muro, che dava proprio sul suo “palco” (in verità era un tappeto rosso), gli abbiamo lanciato dei fiori (gigli e lavanda). Mietitura – Come una volta, con la falce, come dopo, con la mietitrice. Grande festa alla Motina nel podere della Casina San Donato (i Buscosi) con Maurizio Del Barba e la Donatella. Numerosi i ‘contadini’ intervenuti (nella foto una parte di loro) che si sono cimentati nella mietitura a mano facendo poi balzi, manne e cavaglioni (di queste e altre parole se ne parla a pag 32. col professor Mattesini). Le vacche, giustamente chianine, che hanno trainato la mietitrice, sono dovute venire da Monte San Savino, perché da noi non ci sono ‘dome’. Questa giornata è propedeutica alle due giornate della battitura che si potrà vedere al campo sportivo della Motina sabato 5 e domenica 6 agosto. Apparizione - Per l’anniversario dell’apparizione della Vergine alla giovane Marietta si sono ritrovati nel Santuario del Carmine, Santuario di vallata, numerosi fedeli giunti anche a piedi in pellegrinaggio. La solenne celebrazione presieduta da mons. Giancarlo Rapaccini si è conclusa con il canto alla Madonna del Carmine musicato appositamente da don Vittorio Bartolomei, con le parole di don Giovanni De Robertis. Nella foto ricordo scattata da ‘ClodySax’ in sacrestia, don Marco (Rettore del Santuario), don Alessandro (Pieve di Chio), il ministrante Andrea, il diacono Fabio, don Enzo (San Cristoforo, Caprese), don Guglielmo (Le Ville), mons. Giancarlo (Duomo del Borgo), don Gustavo (Micciano), don Quinto (Monterchi e Pocaia), don Ferdinando (Le Ville) e don Basilio (Sacro Cuore al Borgo).

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La rulla

Ri-eco della Valle

di Mario Del Pia

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el numero 4 de “L’eco del Tevere” Davide Gambacci fa un interessante articolo sul gioco della ruzzola, noi ora la chiameremo “rulla” come è in uso dialettalmente ad Anghiari. È un racconto ben documentato che parte dal lancio della forma del formaggio e di quella di legno. Il gioco, diffusissimo in tutta la Valtiberina, ha ancora oggi un numero discreto di giocatori che si cimentano in diverse gare a livello nazionale. Molti i personaggi tipici ricordati nell’articolo. Noi qui vogliamo segnalare come il gioco della rulla spesso dava luogo a inconvenienti e questo avveniva quando i giocatori invadevano i campi e le coltivazioni con poco rispetto per le proprietà altrui. Spulciando nella Sezione Staccata dell’Archivio Storico di Anghiari, assieme ad un altro “curioso del passato” (si cercavano notizie sull’ingegner Magrini), mi sono imbattuto nella petizione del fattore della Torriani che lamentava il fatto sopra menzionato: il non rispetto delle coltivazioni dei campi. In particolare si faceva riferimento al podere di Fusaiolo, lungo la via della Fossa. Erano stati emanati diversi divieti sulle strade comunali. Uno in data 25 aprile 1925 ed un altro il 26 febbraio 1926. In quest’ultimo si specificava che il gioco della rulla e del formaggio era consentito solo in località Renicci. Evidentemente questi divieti avevano poca efficacia e lasciavano il tempo che trovavano. Basti pensare che dalla chiesa di Santo Stefano parte una strada denominata Via del Gioco e che fino a una trentina di anni fa erano memorabili le sfide lungo la via della Fossa.

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resentiamo volentieri la testata del Notiziario pubblicato a Pieve di Chio. L’amicizia con don Alessandro è un motivo in più per segnalare questa pubblicazione, giunta al quinto anno e che nella sua prima pagina raffigura le facciate delle chiese della parrocchia. Molti i collaboratori ‘giornalisti’ che raccontano la cronaca, le attività e la storia della ‘Valle’ e delle parrocchie. Segnaliamo l’articolo sulla festa di San Vincenzo con la testimonianza di Palmiro dal Molin Bianco, ospite assieme al fido Gino. “Dunque, ho visto che c’è un santo con un cognome. E poi ogni volta che vengo alla Pieve di Chio scopro qualcosa di nuovo, questa volta ho notato la meridiana. E della festa di oggi pensavo che ci fosse poca gente, perché rispetto a Castiglion Fiorentino è un posto un po’ sperduto, e invece c’è tanta gente.”

Vi è piaciuto questo giornale? Lo volete ricevere a casa? Ditecelo! La morte di Alighiero

Invitava modi cortesi tanti amici Anghiaresi

Tanti amici di lì passati non si sono mai scordati

Questo grande Ristoratore fu padrone del Cantinone

Lui viveva con i fratelli tra quei borghi tanto belli

Lavoratore ed amicone lì presente ad ogni occasione

Dei bei tempi e delle serate tutti insieme lì passate

Lo conobbi da bambino con il padre caro Santino

La sua vita lavorativa gli pareva divertita

Anche il figlio allora piccoletto era il nostro divertimento

Una famiglia a me vicina dalla sera alla mattina

Anche lui per lunga vita lì al Castello Antico fu finito

Il ricordo del Capodanno un cenone senza riguardo

Con la moglie e cari figli al Cantinone tanti consigli

Anche il fratello Militare tutta gente da amare:

di Armando Zanchi (6 maggio 2017)

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Sabato 15 luglio un nutrito gruppo di anghiaresi ha seguito il sorgere del sole per vedere questo spettacolo (foto Elisabetta Borghesi).


La Corsa dei Ceri di Emmedipì

15-5-2017 Ho chiesto ad alcuni ignari concittadini quale festa ci fosse nella vicina Umbria. Naturalmente faccio riferimento alla Corsa dei Ceri che si corre a Gubbio ogni quindici di maggio, ma ho fatto le domande un po’ a inganno, aggiungendo di volta in volta alcuni suggerimenti: che oggi è il quindici di maggio, che la città è Gubbio... Mirco Santi – È rimasto un po’ incerto e infatti non conosce la Corsa dei Ceri. Mirella Scimia – Dopo una prima incertezza: la Festa dei Ceri a Gubbio! Come “detto/modo di dire”, si conoscono come i Matti di Gubbio. Paolo Testi – Anche qui un po’ di incertezza, ma poi deciso con la Corsa dei Ceri a Gubbio. Conosce solo il giro della fontana dei matti di Gubbio. Enrico Montini – Dopo un po’ di suggerimenti, abbiamo trovato la Corsa dei Ceri a Gubbio, anche se Enrico non c’è mai andato. Bruno Leonardi, ma forse lo conoscete di più come Maschio – Sapeva della Corsa dei Ceri, ma pensava che ci fosse in altra data. Di Gubbio sa poco: sa che è il paese dei matti. Riccardo Zati – Dopo la domanda di rito e il suggerimento che si tratta di una festa della vicina Umbria, qualcuno gli ha suggerito la festa dei Fegatelli di Citerna. Poi è venuto fuori Gubbio e Riccardo è partito con il Palio dei Ceri. Lui l’ha visto una volta che era piccolo. Andrea Marzi – Alla fine siamo arrivati alla Corsa dei Ceri e mi ha illustrato anche il percorso. Per i proverbi o i modi di dire si affida ai nonni.

Franco Albiani – Siamo giunti al riconoscimento della festa, ma non collegava la data con la Corsa dei Ceri. Per definire quelli di Gubbio anche lui sa che si dice che son matti. Giovanni Valbonetti – Anche con Giovanni si arriva alla Festa dei Ceri, anzi alla Corsa. Di loro noi si dice, dice Giovanni, “I matti di Gubbio”. Luigi Leonardi – Ha subito individuato la città di Gubbio e la Corsa dei Ceri. La definizione degli abitanti? “I matti da Gubbio.” Marilena Del Pia – Dopo qualche suggerimento si arriva alla Corsa dei Ceri. La scusante è che non c’è mai stata, però sa che si dice “matti come quelli di Gubbio”. Teresa Andrzejewski – Si arriva facilmente alla Corsa dei Ceri e per gli abitanti la definizione è “i matti di Gubbio”. Don Marco Salvi – Con don Marco abbiamo appurato che oggi (il quindici maggio) è la Madonna di Montenero, patrona della Toscana. Passando in Umbria è Sant’Ubaldo. «Questa domanda, mi suggerisce, andrebbe fatta al Babbini che è diventato quasi un “ceraiolo”. Noi del Borgo si dice che sono i matti di Gubbio. Poi noi abbiamo una ostilità aperta per quanto riguarda il Palio della Balestra. Questo antagonismo è soprattutto fra Gubbio e Sansepolcro. Quelli di Gubbio sono sempre stati un po’ così e noi si spera sempre che la Corsa dei Ceri li spompi un po’, così almeno non prendono bene la mira per il Palio.» Frido Camaiti – Anche Frido non collegava la data con la Corsa dei Ceri però sa chiaramente che quelli, gli eugubini, vengono definiti come i matti di Gubbio. Però hanno avuto l’onore che il Giro d’Italia passasse dalla loro città; forse gli organizzatori avranno pensato: «Passiamo dai matti di Gubbio.»

Mario Gattaponi (umbro di nascita e di vita, ma ora ‘purtroppo’ anghiarese) – Ha tenuto a precisare che lui non è di Gubbio e che si tratta dei Ceri. Per i modi di dire sugli Eugubini, loro, di Morra, non ne hanno.

Orlando Piomboni – Anche Orlando dopo una prima incertezza ha ricordato perfettamente la Corsa dei Ceri mentre meno usuale per lui che proviene da Tavernelle, per la precisione dalla Fornace, la definizione di matti di Gubbio.

bimbi di oggi

bimbi di oggi

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n anno esatto, ancora gattona ma fa anche qualche passino. E così il giorno 9 luglio scorso i nonni di Anghiari sono giunti quassù a Mazzano, in provincia di Brescia, per festeggiare la nipotina Camilla. Una bella festa con la mamma Ilaria Piomboni e il babbo Alessandro Zuelli. Anche noi qui da Anghiari mandiamo i nostri auguri a tutta la famigliola e contiamo di vederla abbastanza spesso dai nonni Francesca e Orlando collaboratori della parrocchia e dell’Oratorio.

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uando è stata scattata la foto Noa aveva nove mesi ed iniziava a gattonare. La mamma Manuela Del Gaia dedica tutto il suo tempo a Noa e alla sorella più grande Mya. Il padre Elio Calderini è un calciatore in forza al Foggia. La famiglia non ha una dimora fissa ma gira l’Italia; ogni anno un posto nuovo in base al lavoro del padre. I nonni materni vivono a Sansepolcro mentre quelli paterni a Città di Castello. Il capostipite della famiglia è la bisnonna Lina Milanini dove noi ci appoggiamo per quando torniamo ad Anghiari.


Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli

AGOSTO 2017 Venerdì 4 agosto, alle ore 21:00, S. Messa nella chiesa di Fonaco in onore della Madonna della Neve. Domenica 6 agosto, alle ore 17:00, S. Messa a S. Lorenzo a Gambazzo. Giovedì 10 agosto, alle ore 21:00, S. Messa a S. Lorenzo a Ricciano Lunedì 14 agosto, ore 21:00, processione mariana aux flambeaux verso la chiesa di Padonchia, con partenza dal piazzale presso la grande Croce del Giubileo 2000 a Sciano. Con la partecipazione delle Compagnie, della Confraternita di Misericordia e di tutta la popolazione delle quattro parrocchie monterchiesi. Domenica 20 agosto, ore 17:00, S. Messa nella chiesa di Pianezze in onore della Madonna Assunta. SETTEMBRE 2017 Domenica 3 settembre, a Borgacciano, Festa della Madonna della Consolazione e a Scandolaia Festa della Natività di Maria. Sabato 9 settembre, alle ore 21:00 a Pocaia, con la partecipazione delle Compagnie del SS.mo Sacramento di Monterchi e di Padonchia, solenne processione mariana aux flambeaux in preparazione alla Festa della Madonna Bella. Domenica 10 settembre tradizionale Festa della Madonna Bella Patrona di autisti e viaggiatori. Prima S. Messa alle ore 8, S. Messa solenne alle ore 10, S. Messa vespertina alle ore 17. Seguiranno gare e giochi popolari e l’estrazione dei biglietti vincenti della Sottoscrizione premi. Venerdì 29 settembre Festa di S. Michele Arcangelo patrono di Padonchia. NOTIZIE VARIE Da lunedì 10 luglio fino al termine del mese si è svolto il GREST, campo estivo per ragazzi del territorio monterchiese, organizzato e diretto da don Ferdinando Mabanza presso la parrocchia di Le Ville, con notevole partecipazione da parte dei fanciulli. L’ultima domenica di agosto è la data tradizionale della Festa della Misericordia. FESTA PATRONALE A MONTERCHI Domenica 8 ottobre 2017, in occasione della Festa di S. Simeone Profeta, alle ore 11:00 mons. Giancarlo Rapaccini celebrerà la S. Messa solenne e amministrerà il Sacramento della Cresima ai ragazzi della 3a media che risulteranno sufficientemente preparati. Tutta la comunità religiosa e civile è invitata a onorare il proprio patrono con la S. Messa delle 18, con la partecipazione della Compagnia del SS.mo Sacramento. NOTZIE DALLA PARROCCHIA Domenica 16 luglio, presso il Parco Fluviale, si è svolta la tradizionale Festa del Donatore organizzata dal Gruppo Donatori Fratres di Monterchi. In collaborazione con la Confraternita di Misericordia, a partire dalle 16:30, è stato organizzato un punto di ritrovo per la misurazione di glicemia e pressione con personale qualificato. Alle 17.30 è stata disputata una partita di calcetto, seguita da una merenda per tutti i partecipanti.

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Ad agosto, le ultime 4 serate del Monterchi Festival. Martedì 1 e giovedì 10 appuntamento presso il Giardino dei Musei Civici Madonna del Parto con “Emozioni in Musica” e “Dal Barocco alle Ande”, mentre giovedì 3 e martedì 8, in Piazza Umberto I, di scena “Un secolo di Note” e “Serata Jazz Out”. Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21:15. A settembre, come ogni anno, torna il tradizionale appuntamento con la Sagra della Polenta. 45a edizione, da venerdì 15 a domenica 17, organizzata dalla Pro Loco, con stand gastronomici aperti in Piazza del Mercatale e nel centro storico. Nei mesi di maggio e giugno si è tenuto un corso di preparazione al Sacramento del Matrimonio al quale hanno partecipato le seguenti coppie di fidanzati che celebreranno le nozze nei prossimi mesi: Alessandro Guadagni-Roberta Rondini; Giovanni Novello-Patrizia Pierini; Mattia Genuini-Elena Santinelli; Sauro Fabbri-Rita Maestri; Daniele Santi-Sara Biancheri; Davide Francioni-Marta Rossi; Daniele RubichiniTianxue Ding. ELEZIONI DEL NUOVO MAGISTRATO DELLA CONFRATERNITA DI MISERICORDIA DI MONTERCHI Il 7 maggio 2017, presso la sede sociale in via dello Spedale 7, si sono svolte le elezioni per il nuovo Magistrato della Confraternita di Misericordia di Monterchi. Elenchiamo i primi 16 secondo le preferenze ricevute: Marco Lacrimini (81) Governatore Vincenzo Rossi (67) Vice-Governatore Luca Pasquetti (52) Ispettore Servizi Maurizio Meozzi (49) Rappresentanza Manifestazioni Matteo Boncompagni (45) Segretario Sara Landini (43) Tesoriere Renata Pecorai (41) Responsabile Consorelle Sauro Biagioli (37) Mezzi e Garage Tortoni Claudio (35); Baracchi Mario (34); Rivi Nazzarena (33); Severi Giuseppe (32); Gioviti Maria (28); Bartolomei Costantino (22); Bianchini Rita (22); Romanelli Pietro (22) Inoltre fa parte di diritto del nuovo Magistrato Don Quinto Giorgini, parroco-arciprete di Monterchi, in qualità di Correttore. I 4 Conservatori sono: Pasquale Rossi, Osvaldo Verdinelli, Giovanni Lozza e Romolo Romanelli. Al nuovo Magistrato della Confraternita di Misericordia i migliori auguri di buon lavoro per il prossimo triennio.

Raffigurazione della Pietà molto venerata nella chiesa di Pianezze.


Dalle nostre Parrocchie Ponte alla Piera: Rita - In agosto tutta la comunità è impegnata per la Festa del Contrabbandiere che si svolgerà domenica 27 agosto qui al Ponte alla Piera. Da segnalare la bella celebrazione solenne in occasione della festa del Corpus Domini a cui ha fatto seguito la processione fino al sacello.

San Leo: Velso - Continua la S. Messa nei Primi Venerdì del mese a San Leo alle ore 18:00 (negli anni passati la

celebrazione avveniva nella ntica chiesa di Corsdano ma, per questioni di inagibilità della zona circostante, non è più possibile recarci in quel luogo). Per la festa del Corpus Domini c’è stata molta partecipazione. C’erano otto bambini alla Prima Comunione e dopo la S. Messa solenne abbiamo fatto una piccola processione. La domenica dopo tutti i bambini si sono ritrovati nella chiesa di Tubbiano per la S. Messa domenicale coinvolgendo così in questa bella liturgia anche gli abitanti di quella parrocchia.

FESTA A SANTO STEFANO Domenica 3 settembre festa presso la Comunità di Santo Stefano. I giochi popolari, le manifestazioni ricreative e tutte le gare (di bocce, di briscola ed altro) inizieranno dalla metà di agosto in poi. Vi aspettiamo!

Notizie dalla Piazza Comunicati stampa presi qua e là

Venerdì 30 giugno 2017 - Il Comune di Firenze si è aggiudicato per la prima volta nell’era moderna il Palio della Vittoria e lo ha fatto grazie alla splendida prestazione di Ivan Poggi. Un successo meritato che porta ulteriore prestigio alla manifestazione organizzata dall’Associazione Culturale Palio della Vittoria che si è svolta come ogni 29 giugno in memoria della Battaglia di Anghiari. Poggi ha disputato una gara di altissimo spessore e ha coperto i 1440 metri (distanza che evoca l’anno della storica battaglia) con il tempo di 5’28”. Il portacolori di Firenze è stato trattenuto poco dopo il via (così come consentito dal regolamento), ma ha recuperato posizioni, ha cominciato la salita in seconda posizione, ha superato Mancini del Comune di Monterchi e nel tratto più duro della Ruga di San Martino ha ulteriormente accelerato andando a vincere la 15° edizione dell’era moderna della competizione.

co del contesto di scavo in relazione all’edificio.

Lunedì 26 giugno 2017 - Presso il Museo della Battaglia e di Anghiari, sabato 1° luglio, verrà presentata al pubblico la sorprendente scoperta di alcune sepolture di età romana durante il recentissimo scavo archeologico effettuato nei pressi della chiesa di S. Stefano. Nel corso della serata saranno proiettate le immagini delle fasi di scavo, sarà fatta luce sul contesto storico del ritrovamento e ne verrà sottolineata la rilevanza. Parteciperà all’incontro anche Michele Bueno della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto, Arezzo. Questi i temi che verranno trattati e i nomi di coloro che interverranno: - Paolo Lelli (archeologo) sull’inquadramento cronologico e la storia del contesto; - Francesco Giorgi (archeologo) sulle fasi di scavo e sui primi risultati; - Giulia Capecchi (antropologa) in merito alle prime indicazioni sugli inumati; - Roberto Masciarri (archeologo) sul rilievo archeologi-

Lunedì 15 maggio 2017 - Anghiari, splendido paese situato nella Toscana più remota, è famoso per la vicenda che lo lega in modo indissolubile ad un’opera di Leonardo Da Vinci fra le più importanti e dibattute. L’episodio è molto difficile da trattare poiché la pittura è storicamente scomparsa e la conoscenza del soggetto è parziale. Le vicende contemporanee attorno all’opera di Leonardo sono molto spesso (quelle più clamorose) legate alla ricerca della pittura dietro l’affresco vasariano nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze, indagini che creano problematiche metodologiche. Allo stato attuale l’elemento più popolare della vicenda non sembra l’opera stessa (intesa come il complesso di azioni e processi che l’hanno realizzata), ma le prese di posizione contrastanti sulla necessità della “riscoperta”. Il punto centrale è però un altro ed è clamoroso: La Battaglia di Anghiari trasposta in disegno dal Da Vinci è così straordinaria da lasciare una traccia indelebile nella storia dell’arte.

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Martedì 16 maggio 2017 - Venerdì 19 e sabato 20 maggio nei locali della Pro Loco di Santa Fiora (Sansepolcro) andrà in scena “Male n’qua peggio n’là”, divertente commedia dialettale scritta e diretta da Luca Crulli e interpretata da La Compagnia del tempo sospeso. Un doppio appuntamento tutto da ridere con il ricavato della manifestazione che sarà destinato alle iniziative della Scuola Materna Don Marino Muscinelli di Santa Fiora. La commedia è adatta a tutti (dai bambini agli adulti) ed è ambientata nella frazione di Santa Fiora a cavallo di cinquant’anni, dal 1967 fino ad oggi. Protagonista è una famiglia del posto, sconvolta da una brutta notizia, intorno alla quale si articola tutta la storia. Inizio della commedia fissato per entrambi gli appuntamenti (sia venerdì che sabato) alle ore 21:00.


Brava Martina!

Rinati dall'acqua e dallo Spirito

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artedì 11 luglio 2017, Martina Tognelli si è laureata presso il Dipartimento Universitario S. Vitale di Ravenna dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna,Scuola di Lettere e Beni Culturali, Corso di Laurea in Beni Culturali, discutendo la tesi dal titolo: “Tra suono e parola: il ruolo della musica nella vita culturale del Manicheismo”, tesi di laurea in Storia religiosa dell’Iran, ottenendo il massimo dei voti:110 e lode. Relatore Prof. Andrea Piras. Dopo questo splendido risultato, sfilata con brindisi e scherzi dagli amici, colleghi e parenti nella Piazza del Popolo di Ravenna, per poi finire con il buffet al “Caffè del Teatro”. Un ringraziamento speciale ai nonni Erminio e Adalgisa che, stravolgendo le loro abitudini, hanno affrontato una giornata caldissima per essere presenti a questa importante tappa della vita di Martina. Anche noi da Anghiari faremo le nostre felicitazioni alla prima occasione o magari le faremo al nonno Staccini che tanto bazzica sempre per il ‘Palterre’.

I nuovi nati che hanno ricevuto la Vita nuova di Cristo risorto nel sacramento del Battesimo: Davide Casula di Luca ed Elisa Nunzi è stato battezzato da don Francesco Mariucci, domenica 21 maggio, nella chiesa di Badia. Leonardo Tagliaferri di Erik e Annarita Nicchi è stato battezzato da don Marco venerdì 2 giugno 2017, nella chiesa della Croce. Noa Calderini di Elio e Manuela Del Gaia è stata battezzata da don John, sabato 10 giugno, nella chiesa di Santo Stefano. Adele Leonardi di Daniele e Chiara Albiani è stata battezzata da don Marco, domenica 11 giugno, presso il Santuario del Carmine. Sofia Boncompagni di Simone e di Marija Malbasa è stata battezzata da don Marco, sabato 17 giugno, nella chiesa di Santo Stefano.

Giovedì 24 agosto 2017

San Bartolomeo, patrono di Anghiari Festa in parrocchia

La morte di Palmiro Papini

Uomo affabile sempre il sorriso ma la morte l’à rapito

Come il padre all’occasione portava Croce in processione

Questo vero Anghiarese lì dal volto sempre cortese

Lì ad ogni manifestazione dava mano con devozione

Compagnone ed amicizie le teneva lì fittizie

Ma il male ce l’à rapito al Signore c’è l’affido

Grande amico di Anghiari ce n’è stati pochi alla pari

Sempre pronto nella mischia dava opera redditizia

Ogni incontro ci teneva e domande mi faceva

Sarà sempre indaffarato a portare avanti il suo operato

Lui veramente uomo devoto lo trovavi in ogni luogo

Scampanata o processione le teneva proprio a cuore

Lo trovavi indaffarato su al Carmine nel sagrato

Altro amico ci à lasciato Anghiarese uomo amato:

di Armando Zanchi (Arezzo, 13/6/2017

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Alla Battaglia! La IV stagione del progetto musicale

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nche nel 2017, così come negli anni precedenti, la Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo sostiene il progetto musicale “Alla Battaglia!” a cura di Umbra Lucis Ensemble, che è arrivato alla IV edizione. L’attuale stagione, che è come da tradizione dedicata alla musica antica e in particolare al tema Amor Sacro – Amor Profano, si è aperta lo scorso 11 aprile nella Chiesa di Sant’Agostino di Anghiari con una gustosa anteprima nella quale sono state eseguite da Elena Bertuzzi (soprano), Lia Serafini (soprano), Fabrizio Lepri (viola da gamba) e Stefano Lorenzetti (organo) le Leçons de Ténèbres (un tempo cantate alla corte di re Luigi XIV) di François Couperin. Sabato 20 maggio, nella Canonica di Viaio di Anghiari, si è svolta invece la presentazione effettiva della rassegna 2017 e della nuova sede di Umbra Lucis Ensemble. L’Ensemble Umbra Lucis è composto da musicisti professionisti ed è nato nel settembre 2012 alla Pieve di Sovara di Anghiari. In quella circostanza furono registrati brani di musica antica che fecero da colonna sonora per un documentario prodotto dalla Radiotelevisione Svizzera Italiana. L’anno seguente l’ensemble propose ad Arezzo e ad Anghiari il primo concerto ed il primo cd: “Medico del Dolore è per gli Uomini il Canto”, costituito da musiche officinali del XVI secolo. Nel 2014 Umbra Lucis mise in cantiere l’inedito progetto “Alla Battaglia!” ispirato proprio alla Battaglia d’Anghiari. Il repertorio comprendeva un brano di musica contemporanea per strumenti antichi appositamente composto sul celebre “affresco perduto” di Leonardo da Vinci. Negli anni successivi il progetto si è ulteriormente sviluppato ed ha riscosso un successo sempre maggiore coinvolgendo appassionati di musica antica di tutto il territorio. Una soddisfazione enorme per tutti coloro che hanno dato vita e che fanno parte di Umbra Lucis Ensemble, per chi ama la musica di qualità e per chi come la Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo ha creduto fin dall’inizio in questo bel progetto. Il primo appuntamento effettivo della IV stagione si è tenuto domenica 25 giugno ad Anghiari nella meravigliosa cornice di Piazza Mameli (vedi foto) ed è stato uno degli importanti eventi svolti nella settimana del Palio della Vittoria 2017. In questa circostanza la soprano Santina Tomasello, il tenore Giovanni Cantarini, il baritono Luciano Bonci e l’Umbra Lucis Ensemble hanno eseguito l’Amor Profano di Claudio Monteverdi di fronte a un pubblico partecipe e numeroso. La seconda serata ha avuto luogo sabato 1° luglio all’interno della Chiesa della Madonna del Carmine e ha visto tra i protagonisti Luca Franco Ferrari e l’Ensemble Il Concerto che hanno eseguito in un’altra serata molto emozionante Le Litanie della Beata Vergine

alle Benedettine di Sant’Andrea sempre di Monteverdi. La IV edizione sarà caratterizzata da altri sei imperdibili appuntamenti. Una stagione ricca di eventi ed importante per Umbra Lucis Ensemble, a conferma di un progetto interessante e ben strutturato che di anno in anno sta dimostrando la sua capacità di raccogliere sempre maggiori consensi.

- Domenica 9 luglio alle ore 18:30, nella Chiesa del

Carmine: Elevazione spirituale in canto gregoriano ed organo O Magnum Mysterium con l’Ensemble Alia Monodia e con Giovanni Conti. Il concerto è in onore della festa della Madonna del Carmine.

- Sabato 15 luglio alle ore 21:00 nella Chiesa del Carmine: Amor Sacro di Claudio Monteverdi. Il concerto finale degli allievi del corso di Lia Serafini con Umbra Lucis Ensemble sarà proposto ancora una volta in onore della festa della Madonna del Carmine.

- Domenica 6 agosto alle ore 21:00 nella Chiesa di

Sant’Agostino: Musette de cour et flûte traversière Le Parnasse Française con Jean Pierre Van Hess, Giorgio Pinai e Umbra Lucis Ensemble.

- Venerdì 18 agosto alle ore 21:00 nella Chiesa di

Sant’Agostino: Hommage à Boismortier con Stefano Bagliano, Manuel Staropoli, Fabiano Martignago e Umbra Lucis Ensemble.

- Martedì 22 agosto alle ore 21:00 nella Chiesa di

Sant’Agostino: Concerto finale degli allievi dei corsi di Stefano Bagliano, Fabrizio Lepri e Stefano Lorenzetti.

- Sabato 2 settembre alle ore 21:00 nella Chiesa

di Sant’Agostino: Danze di corte e virtuosismi agli albori del Barocco. Festa Rustica Ensemble e Giorgio Matteoli.

Ulteriori informazioni nel sito www.umbralucis.it

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Da Tavernelle

a cura di Linda Bartolomei

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La Festa della Famiglia

Per ricordare Alfredo

nche quest’anno ,come ogni anno, a Tavernelle si è tenuta la Festa della Famiglia, appuntamento immancabile per tutta la comunità parrocchiale ma anche per tante persone che vengono da ogni parte della provincia. La festa è iniziata la mattina con la S. Messa, che si è svolta nel giardino antistante il centro parrocchiale. Nel pomeriggio si sono svolti i giochi sia per grandi che per i ragazzi. Quest’anno è stato proposto un nuovo gioco il “palo della cuccagna”, che ha fatto divertire tutti ed ha messo alla prova le doti atletiche di grandi e piccini. Tutti hanno potuto fare merenda grazie a tante cose buone: crostini, porchetta, ciacce fritte e tanti dolci. A fine serata sono stati estratti i numeri vincenti della sottoscrizione. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i commercianti e le aziende che ci hanno donato i premi. A questo punto non mi resta che ringraziare tutti coloro che si sono adoperati a vario titolo e in vario modo per la buona riuscita della festa e dire arrivederci al prossimo anno!!!

Nelle foto qui sopra due momenti della Festa della Famiglia a Tavernelle. Qui a destra il ‘faticoso’ gioco dell’Albero della cuccagna.

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urante la Festa della Famiglia è stata scoperta la targa che intitola il centro parrocchiale ad Alfredo Giovagnini, n o s t r o compaesano e amico, scomparso meno di un anno fa. Q u e s t o gesto è stato fatto in ricordo di Alfredo, che è stato uno dei più attivi collaboratori e sostenitori di tutte le attività parrocchiali, particolarmente di tutte quelle effettuate presso il centro parrocchiale. Nella foto l’ingresso al Centro Famiglia con la lapide dedicata ad Alfredo Giovagnini.


15 maggio 2017

Unricordo

Ultimo ritiro a Montauto

Di far bella figura, io perdo l’occasione, ogni volta che cerco di fare un bel sermone, perciò quest’oggi il mio pensiero si esprime con quattro scarse e rabberciate rime. Era nel 1992 quando la fortuna inspiegabilmente ho avuto, di conoscere il Cenacolo di Montauto, fino allora, per me, quasi sconosciuto. Bella la struttura, bello l’ambiente, panoramica la posizione, ma soprattutto un luogo accogliente, di grande e sincera devozione. Stavo uscendo da un periodo buio spiritualmente, e dopo un pellegrinaggio a Lourdes fu provvidenziale conoscere qui della brava gente. Don Fabio e suor Maria Luisa, le prime persone che incontrai; che sentii vicine come non mai e con il loro intuito e il loro Amore mi aiutarono a ritrovare la strada tracciata per me da Nostro Signore. Sia le Suore che i Sacerdoti, negli anni si sono succeduti ma sempre importanti, nei loro insegnamenti, sono stati i contenuti. Ogni volta una bella Catechesi, un piccolo scambio di opinioni e la Santa Eucarestia; poi tutti a pranzo in compagnia! A tavola ci attendono sempre piatti profumati e succulenti, e per questo che alla Cuoca e alle Suore vogliamo fare i nostri sentiti Complimenti. Questi incontri avremmo voluto sempre continuare ma purtroppo nella vita tutto ha fine e al pensiero che le nostre care Suore ci devono lasciare, ci invade tristezza e malinconia, ma noi le ricorderemo sempre con stima e simpatia. Di gratitudine è ricolmo il cuore verso tutte le nostre Suore, vorrebbe esplodere il sentimento, ma non ci sono parole… non c’è commento! Premio non c’è su questa terra avara, non c’è Medaglia la Valore per una virtù così grande e rara ma il giusto premio lo darà il Signore. Non possiamo lasciarci da quest’ultimo incontro senza prima ricordare le Suore, i Sacerdoti, e tutte le nostre amiche che in questi anni per un Mondo migliore sono partite… Ed ora, ad una ad una vi voglio salutare per dire grazie di vero cuore a voi tutte, a Don Zeno e alle nostre e indimenticabili Suore.

Marisa Gnaldi

Sabato sera, primo luglio, con un’intensa e particolare celebraz i o n e religiosa presieduta dal Vescovo Fontana, si è ufficialmente conclusa l’attività delle suore del Cenacolo a Montauto. Apparentemente è sembrato strano celebrare e fare festa per la conclusione della presenza di questo ordine religioso delle suore di Nostra Signora del Cenacolo nella nostra terra, ma il nostro Vescovo e le suore stesse nel loro saluto hanno permesso alle tante persone presenti di comprendere il senso vero di questo avvenimento di per sé difficile e triste. Prima di tutto il motivo della festa è stato un grande “dire grazie” per questa presenza che dal lontano 1960 è stata un importante punto di riferimento per la fede della popolazione di tutta la vallata: chi non ricorda la Messa di mezzanotte, la vigilia di Natale, con tanto di cioccolata calda, preceduta per diversi anni dalla camminata e dai quadri viventi preparati dai tanti ragazzi del catechismo, oppure i ritiri in preparazione alla Pasqua, con Via Crucis nel bosco e gli incontri mensili con le famiglie? La chiusura di questa casa del Cenacolo deve essere vista, così è stato ribadito, come una trasformazione e un cambiamento per nuovi inizi e nuove storie che trarranno frutti da questa esperienza dello Spirito Santo. Così è la vita: niente rimane immutabile, nemmeno l’ordine religioso fondato da Madre Teresa Couderc, che ha bisogno di continua trasformazione e nuova linfa nel suo cammino nella storia degli uomini. Personalmente, la presenza delle suore del Cenacolo si è sempre fortemente intrecciata con la mia crescita umana e di fede: fin da bambina il catechismo era al Cenacolo o, come si diceva, dai “Cappuccini”; i ritiri e la prima comunione, tutti rigorosamente dalle suore, avevano l’odore del refettorio e dei cibi di Pasquarosa, che ci sorrideva amabilmente dalla porta al nostro arrivo. Successivamente, la mia esperienza di madre e di catechista è legata alle suore del Cenacolo, con suor Astrid, suor Claudia e suor Augusta che, insieme a tutte le altre, sostenevano e incoraggiavano il nostro gruppo di mamme in questa nuova esperienza così profonda e coinvolgente. Ricordo con affetto i volti belli di suor Maria Letizia e suor Giovanna, sempre presenti al catechismo, e quello di suor Maria Rosa, che cucinava dolci di cui ho ancora le ricette. Come catechista ricordo i pranzi nel refettorio grande, con i diversi Vescovi della Diocesi, tra cui Carraro e Bassetti che avevano impartito la Cresima ai ragazzi di Tavernelle. Le suore del Cenacolo mi lasciano in eredità un grande dono, che spero sia anche di molte altre persone che hanno fatto con loro delle esperienze e dei percorsi: il dono del silenzio e del raccoglimento di cui all’inizio da bambina non comprendevo il senso, ma che si è poi rivelato fondamentale nel vivere la fede. Patrizia Tavernelli Nella foto la celebrazione eucaristica.

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Grano e soci Richiesta di chiarimenti di Anghiarino, di qua dal Tevere, e risposte del professor Mattesini, di là, sulla etimologia di parole dialettali usate in Valtiberina con qualche necessaria divagazione.

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ercoledì 13 giugno ho partecipato al funerale di Palmiro Papini. Al ritorno dal camposanto, con Umberto Bigioli e “il cavallo di San Francesco”, siamo passati dal “Topo” e poi su per la Portaccia. Era abbastanza caldo e con il percorso in salita, ma ci siamo consolati pensando a quando, in questo periodo, si faceva la mietitura a mano con la falce. E allora abbiamo rispolverato attrezzi e parole in parte non più usate. Dai balzi, una manciata di spighe intrecciate per legare le manne di grano (il fascio di spighe mietute), ai cavaglioni (16 manne incrociate in modo particolare). Il grano rimaneva nel campo fino a quando non veniva portato nell’aia, dopo una ventina di giorni. Il trasporto del grano si faceva con il carro trainato dai buoi sopra cui si metteva un particolare attrezzo, detto carucola: si poggiava sopra il carro e aumentava la quantità di cose trasportate come il fieno o il grano appunto. Quando invece c’era da portare le spighe del granturco o altre prodotti sfusi si usava il ciovaione, una specie di cassone realizzato con i tralci di “roghi” (i rovi) e piazzato sopra la struttura del carro. Nei pendii, per frenare il mezzo, si usava un particolare congegno che bloccava le ruote: era la martinicca. Ho cercato di spiegare cosa indicano alcune parole a chi queste cose non le ha mai viste. Ora tocca a lei, professore, spiegarne il significato e l’origine. Poi tutti in ferie. Un saluto. Anghiarino Anghiarese

Caro Del Pia, andare a piedi (“il cavallo di san Francesco”), oltre che far bene alla salute, stimola la mente che, sollecitata, si apre alla riflessione, al ricordo e alla curiosità di sapere. Questo, almeno, se ciò che la governa non è stato ancora portato all’ammasso (e purtroppo di cervelli in discarica se ne trovano oggi molti, anche giovani). Ma non è certo il caso suo. I vostri ricordi, suoi e del suo compagno viandante, mi riempiono il cuore e mi sollecitano alla riflessione etimologica. Parto dal balzo, che è termine presente in vari dialetti dalla Calabria al Veneto occidentale, passando per l’Abruzzo e l’Emilia-Romagna. Non manca neppure al toscano (a Siena però il balso è il ‘covone’) e quindi neppure all’anghiarese e al borghese. Si tratta della ‘funicella di paglia con cui si legano i covoni’ (così il Dizionario Etimologico Italiano [DEI] di C. Battisti e G. Alessio, s.[otto] balzo3). Di paglia sì, ma con ancora le spighe, dato che il balzo veniva approntato sul campo per legare il fascio di piante di grano (o d’orzo) mietute. La voce risale al lat. medievale balzum ‘cintura della veste, guarnizione (Orvieto, sec. XIV), a sua volta dal

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lat. balteu(m) ‘cintura, correggia, striscia’: infatti il balzo ‘cinge’, legandola, la manna (in it. balzo ha poi assunto per traslato il significato di ‘ripiano che interrompe il pendio di un monte’, al pari di balza ‘luogo scosceso, dirupo, salto’ dal neutro plur. baltea). La manna ha il medesimo significato dell’it. covone ‘fascio di piante di cereali mietute e legate insieme’. E come covone è un accr.[escitivo] del lat. covus, forma arcaica di cavus, cioè ‘quello che sta nel cavo della mano’, così manna è riconducibile al tardo lat. manua(m) ‘manciata’, ovviamente da manus ‘mano’. La voce è pure di lingua, sebbene di uso raro nell’accezione di ‘piccolo fascio d’erba o di legna minuta’ (più frequente il diminutivo mannello, sinonimo di manipolo e di mannella). Come lei ricorda ai nostri lettori, un mucchio di sedici (o dodici) manne, opportunamente accavallate e disposte a croce di S. Andrea, formavano il cavaglione (in it. gregna ‘bica di covoni di cereali’, dal lat. gremia, neutro plur. di gremium ‘ciò che si prende in una bracciata’), che è un derivato (con significato metaforico) del lat. tardo caballione(m), dimin. di caballus ‘cavallo da lavoro’, e che il DEI. s. cavaglione1 dichiara ‘mucchio di biade nell’aia o nei campi’, ‘bica’ (con l’emiliano cavajon). è voce di ampia diffusione areale dal Settentrione alle estreme regioni meridionali e alla Sicilia. In it. è usata da Giovanni Pascoli (1909) proprio nel significato di ‘catasta di covoni, mucchio di fieno, di grano, bica’ (Lessico Etimologico italiano di M. Pfister e W. Schweickard, vol. IX, col. 95). I cavaglioni restavano circa tre settimane dopo la mietitura a seccare nel campo fino al momento del loro trasporto nell’aia della casa contadina dove si costituiva il barcone, cioè l’insieme delle manne che poi venivano passate all’addetto all’imboccatura della trebbiatrice per essere battute. Il termine battitura richiamava il tempo in cui l’operazione si faceva stendendo il grano sull’aia e battendolo con il correggiato (scorgiàt(t)olo), l’antico attrezzo costituito da due bastoni uniti da una striscia di cuoio. E perché non se ne perdesse neppure un chicco l’aia era ’mbuinata, ricoperta cioè di un sottile strato di buina, miscela di sterco bovino e acqua che, una volta essiccata, impermeabilizzava la superficie. Per il trasporto delle manne, materiale più voluminoso che pesante, il carro a due ruote a trazione bovina veniva opportunamente attrezzato con la carucola che – come lei ricorda – «si poggiava sopra il carro e aumentava la quantità di cose trasportate come il fieno o il grano». Secondo i dati da me raccolti per un Vocabolario borghese la carùcola (o carrùcola) è, ancor oggi, la ‘puleggia, rotella con scanalatura in cui scorre una fune per sollevare un peso, girella del pozzo’ e in questo significato si legge già (1370 ca.) nel Decameron di Boccaccio (un suo sinonimo è cariòla). Da un rapido controllo, proprio di


questi giorni, con alcuni miei informatori, la voce indica anche l’attrezzatura di legno che si appoggiava sopra il carro, e sporgeva nella parte posteriore e in quella anteriore fin sopra i buoi, allo scopo di aumentarne la capacità di carico (qualcosa di simile si registra ad Agnone, in Molise, dove la carrucola è un ‘arnese di legno da mettere sul basto per portare covoni’). Quest’ultima accezione spiega, dal punto di vista semantico, l’origine della voce che rimanda a un dimin. del lat. carruca(m) ‘carrozza a quattro ruote’, di origine gallica come il positivo carrus > carro. Il ciovaione (o civaione) era una grossa cesta di robusto vimine che si metteva sul carro per il trasporto di prodotti sfusi come spighe di granturco, patate e altre “cibarie”. Infatti la parola è un accrescitivo del neutro plur. lat. cibaria (cibarius ‘che riguarda il cibo’ è da cibus), con b tra vocali che passa a v e il nesso -rj- che si evolve in i semiconsonantico (reinterpretato come femminile sing. nel sost. it. civaia ‘nome generico dei semi secchi commestibili’; al Borgo però la ciovèa è la

‘cesta di vimini’). Per finire, il carro agricolo era altresì dotato di un congegno per la frenatura: si tirava la martinicca, che agiva sulle ruote posteriori, da cui anche il modo di dire èsse più agghietrèto de la martinicca nei confronti di chi non è al passo coi tempi. Per l’origine di martinicca ‘freno di carrozza o baroccio’ (si veda anche il romagnolo martinica, martiniga), attestato nel romanesco dal XVII secolo, si rimanda in genere a martinetto ‘mezzo di sollevamento dal sotto in su a comando idraulico, cricco’, dato che anche il freno era normalmente costituito da una vite che, fatta girare, abbassava un ceppo davanti alle ruote. La forma martinet è attestata in francese (anno 1315), in provenzale e in inglese (anno 1523) e si fa in genere risalire al nome personale martinus (in lat. mediev. è documentato martinetus nel 1340, Curia romana), con riferimento «a san Martino, prima soldato e poi vescovo di Tours (sec. IV), una delle figure più diffuse nell’agiografia popolare» (A. Nocentini, L’etimologico. Vocabolario della lingua italiana con versione digitale, Le Monnier, 2010, s. martin pescatore). Per la sua frequenza è passato al significato generico di ‘tizio; buonuomo’ da cui «derivano le denominazioni di animali goffi come l’orso (rum. mos Martin ‘vecchio Martino’) o di animali ostinati e usi alla fatica come l’asino (corso mertinu ‘asino’), che a sua volta è all’origine dei nomi delle macchine da lavoro come il martinetto e la martinicca (si confronti il caso parallelo di muletto)» (cfr. ivi). Saluti borghesi all’Anghiarino anghiarese e buona estate a tutti i lettori da Enzo Mattesini Nella foto d’epoca una mietitura nel piano: in alto a destra si intravede Anghiari, Dovrebbe essere stata scattata nei pressi della Maestà delle Forche. Molto simpatica la posa dei mietitori.

Domenica 27 agosto 2017, al Ponte alla Piera Camminata del Contrabbandiere

Ore 8:00 camminata dal Carmine e da Chitignano; ore 12:00 incontro e scambio del tabacco ‘nero’ della Valtiberina con la polvere ‘nera’ di Chitignano; ore 13:00 pranzo (è necessaria la prenotazione)

Morta la Lisetta di Scarpone moglie di Aldo di Stefanino

Vecchi Anghiaresi amici di tutti in quei momenti veramente brutti

Sempre un saluto tra di noi presente ora à raggiunto all’Onnipotente

Questa Lisetta figlia di Scarpone io la incontravo in tante occasioni

Vecchi Anghiaresi famiglie scomparse tu li vedevi finite queste razze

Il vecchio Scarpone Spazzino Comunale tutti i giorni lo trovavi a spazzare

Tanti i nativi di quell’Anghiari Vecchio ma passa il tempo arriva il verdetto

Lei in giovinezza viveva alla Portaccia io salutavo questa brava ragazza

Loro abitavano nella giovinezza sotto di me le vedevo alla finestra

Mentre la Lisetta con la sorella Itala una famiglia veramente unita

Di porre fine insieme al suo Aldo e finalmente si arriva al traguardo:

Mentre la Lisetta con la sorella Itala sempre in casa mai abbandonata

Poi crescendo fece il suo passo e ad Aldo dette cuore e braccio

Loro abitavano laggiù alla Portaccia di questa famiglia amore in faccia

di Armando Zanchi Arezzo, 18/5/2017

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Storielle di Anghiari

il protocollo nel visitare il febbricitante Cleto che però, scocciato, sbotta: «Sor dottore, batti batti anche ‘na mela s’amósta.» Cleto era l’aiutante di Bartolino, il barocciaio.

raccontate da Cesare Menatti

La Marcia di Paiolo - Paiolo era il fratello della Fanna e, come la sorella, era un elemento assai faceto. Era, per tale motivo, molto benvisto alle sagre delle frazioni in festa. Valente trombettista, faceva parte della banda del paese diretta dal maestro Carlotti. Questi mandava alle sagre delle frazioni un manipolo di musicanti che in gergo chiamava “reparto”. Cercava di mettere a capo del manipolo un elemento di provata esperienza e bravura, cosicché Paiolo veniva spedito alle sagre molto spesso. Succedeva però che, per un motivo o per l’altro, si rimanesse senza spartiti. Paiolo non si perdeva d’animo: conosceva a memoria una marcetta facilmente orecchiabile e con numerose battute ripetute, facile per un abile trombettista. La suonava non appena si presentava l’occasione, e quindi molto spesso, tanto che è rimasta nota come la “Marcia di Paiolo” e non si ricorda il nome del vero autore. Cleto e il dottore (nella foto Cleto con il suo cavallo nel Borgo della Croce) I dottori di allora usavano picchiettare sulle spalle con le dita: il suono prodotto dava loro l’indicazione dello status dei bronchi e dei polmoni. Le malattie delle vie respiratorie erano una delle prime cause di infermità e il giovane dottore, si direbbe oggi, applicava scrupolosamente

I sacrifici

di Armando Zanchi Arezzo, 17/1/2017

Cleto e il Maresciallo - Cleto trampellava ubriaco in mezzo alla piazza quando s’imbatté nel maresciallo dei carabinieri che, dopo averlo squadrato, disse: «Cleto vai a letto che sei già ubriaco!» «Si, sor maresciallo... ha ragione» ribattè Cleto e si avviò su per la Croce dove aveva la sua abitazione. All’improvviso rivoltò e disse : «Ma scusi , sor maresciallo, domattina a che ora mi devo alzare...?» Renato - Renato veniva chiamato René, perché portava sempre in testa un basco alla francese ed era diventato il suo segno distintivo. Albestro era sempre stato, anche prima della malattia: fu colpito da meningite a 19 anni. Ma quando se ne parlava diceva sempre: «Chi l’ha avuta o è morto, o è diventato matto: io non so’ morto...!!!» Patata 1 - Il maestro di musica Carlotti dava dei gran pestoni a chi sbagliava, dimodoché ci fosse, nella banda, la massima concentrazione. Patata, che non era un musicante eccelso, era stufo di prendere quei gran pestoni; vede che le scarpe del padre sono più lunghe delle sue e se le infila per andare alle prove. Il Maestro Carlotti, che non riceveva nessuna reazione dai suoi pestoni si china, vede le scarpe del Patata e dice: «... ma chi t’ha dato cotesti scarponi...?? Da qui in avanti a scuola vieni con le tue scarpe...!!!!» Patata 2 - Il “Patata” non era uno stinco di santo: come alcuni bordellotti della sua età ogni tanto ne combinava una delle sue. Un giorno la madre lo rincorreva per punirlo, ma il Patata riuscì a scappare. La madre si fece sull’uscio e con fare minaccioso gridò: «Scappa, scappa che t’aspetto a cena». Il Patata, che era molto pratico, bofonchiò: «Aspetta, aspetta… tanto a cena ‘n c’è gnente.» Chi a un verso chi ad un altro la famiglia era il pilastro

Nei campi a spigolare fare il grano per mangiare

In famiglia sempre attivi c’era i soliti sacrifici

Eravamo una famiglia che la miseria era la figlia

Si andava per le campagne di erbacce ce n’era tante

Al mattino con la zappetta per i solchi in linea retta

Nel ricordo mio da bambino con il padre sempre vicino

Per mancanza di lavoro sacrificio duro il moto

Rapastrelle e radicchi paiolate redditizi

A cercare qualche patata sottoterra lì lasciata

La miseria ci corteggiava e la fame impegnava

Ci si arrangiava alla meglio per scappare dall’inferno

Si mangiava tanta erba per non cadere lì per terra

I sacrifici erano tanti e così sempre avanti:

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Il Santo delle croci, da Annot alla Toscana di Santino Gallorini

C

hi transita per le strade della Toscana, ma anche dell’Umbria e dell’Alto Lazio, incontra frequentemente delle croci con alcuni simboli della Passione di Cristo (scala, lancia, canna con spugna, chiodi, martello, tenaglie, corona di spine, gallo ecc.). Esse si trovano negli incroci, nei bivi, vicino a chiese o cimiteri, in altri luoghi. La gran parte di queste croci furono innalzate per opera di un personaggio, famosissimo nel Centro Italia nella prima metà dell’Ottocento, conosciuto come Baldassarre Audiberti o Audibert. Anche nel territorio di Anghiari ci sono ancora oggi delle croci di Baldassarre (Campalla, Micciano, Motina, …) e alcuni anni fa scrissi un articolo a lui dedicato su L’Oratorio. Baldassarre arrivò in Toscana verso il 1795, come pellegrino in visita ai santuari e agli altri luoghi di culto, come il monastero di Camaldoli o il convento della Verna. Diceva di essere nato in Piemonte, nei pressi di Vercelli -in una località chiamata Annotone o Anottone- e che verso il 1790 era partito da casa per visitare i Luoghi Santi d’Italia. Nei primi decenni del 1800 incominciò ad avere quella notorietà che poi lo portò ad essere ricercato ed amato in gran parte dell’Italia centrale. Si autodefiniva un “pellegrino penitente” e così spiegò alla Polizia della Toscana il perché di quelle immense folle che lo cercavano e lo seguivano ovunque: “Chi

mi chiede la benedizione, chi mi dimanda consiglio per salvare l’anima, chi vuol guarigione nelle malattie, chi direzione negli affari e simili e io do loro quei consigli che può dare un cristiano”. Anche il Granduca Leopoldo II, nel 1831, lo chiamò al capezzale della moglie malata, per pregare ed ottenerne la guarigione. Verso la metà degli anni Trenta dell’Ottocento, Baldassarre incominciò ad essere famosissimo per l’innalzamento di centinaia di croci con i vari simboli della Passione di Cristo. Non ci fu angolo della Toscana, dell’Umbria e dell’Alto Lazio che non avesse queste croci; prevalentemente venivano poste lungo le strade, agli incroci, vicino ai cimiteri, nei luoghi in cui un tempo era esistita una chiesetta, ecc. Ho trovato croci e/o memorie di Baldassarre in tutte le 10 province della Toscana, ma anche in Umbria (provincia di Perugia) e nell’alto Lazio (province di Roma e Viterbo) Per avere un’idea dell’ampiezza di questa attività, basti dire che nel 1843, in tre giorni partecipò all’innalzamento di ben 24 croci presso Pistoia. Molte di queste Croci sono ancora oggi documentate, seppur in certi casi sostituite da manufatti più recenti o da esemplari in ferro. Passò gli ultimi cinque anni della sua vita immobile su di un letto nella canonica della parrocchia di Ottavo (Arezzo). Si recarono a trovarlo moltitudini di persone, bisognose di aiuto spirituale e materiale. Anche Leopoldo II inviò ad Ottavo i suoi messi per chiedere consiglio a

In alto due raffigurazioni del santo delle croci: a sinistra dipinto ad olio del 1930 che si è ispirato alla stampa rffigurata a destra e che è del 1830.

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Baldassarre su cosa fare nel difficile 1848. Baldassarre morì con fama di santo ad Ottavo (Arezzo) l’8 luglio 1852; il suo corpo fu imbalsamato, esposto per ben 4 giorni alla venerazione dei fedeli dell’Italia centrale e quindi fu seppellito nella locale chiesa dove ancora riposa. Dopo la sua morte furono raccolti e depositati presso la Cattedrale di Arezzo, quali sue reliquie, frammenti della sua veste e un plico sigillato con i suoi capelli. Nella chiesa di Cozzano si conservarono i suoi pantaloni e le sue scarpe; le suore clarisse cappuccine conservano la sua camicia. Si pensava ad una prossima canonizzazione. Ma nel 1859 la Toscana passò sotto il Regno di Sardegna e poi nel Regno d’Italia. Baldassarre, amato dal Granduca ormai deposto, non fu più “politicamente corretto” e non fu più portato avanti il processo di beatificazione. La gente della Toscana, però, non lo ha dimenticato e nel luglio 2002, quando ad Ottavo è stato ricordato il 150° anniversario della sua morte, sono arrivati alcuni sacerdoti e fedeli da varie parti della Toscana. Baldassarre fu stimato dall’Arcivescovo di Firenze, dall’Arcivescovo di Siena, dai Vescovi di Arezzo, Sansepolcro, San Miniato, Volterra. Mentre era paralizzato nella parrocchia di Ottavo venne a visitarlo anche la cugina di Papa Pio IX, la contessa Guglielmi. Quando anni fa lavoravo alla biografia di Baldassarre (Pellegrino verso il Cielo, Edizioni Effigi 2010), cercai l’atto del suo battesimo in tutte le parrocchie della diocesi

di Vercelli, ma senza risultati. Cercai anche in altre aree dell’antico Regno di Sardegna, come Nizza, dove esistevano degli Audiberti. Tutto inutile. Poi, nel 2012 l’amico Mario Del Pia mi ha fatto conoscere una vaga supposizione, formulata al Proposto di Anghiari -Don Nilo Conti- nel 1972 da un appassionato di storia di Montepulciano, Piero Tiraboschi. Tiraboschi ipotizzava che Baldassarre fosse nato in Francia, ad Annot. Seppur scettico, ho voluto verificare questa possibilità. Ho scritto al Maire (Sindaco) di Annot, ma non ho mai avuto risposta alcuna. Nel febbraio 2016 Mario Del Pia trovava un’altra lettera del Tiraboschi a Don Nilo, sul medesimo argomento. Mi sono chiesto: e se fosse “un segno”? Ho quindi scritto a M. Jean Ballester, Sindaco di Annot, il quale mi ha spiegato dove avrei dovuto fare le mie ricerche. Ho quindi contattato M. Jacques Olive, degli Archivi della Diocesi di Digne e M. Pascal Boucard degli Archivi Dipartimentali. Con meraviglia e immensa gioia, ho trovato l’atto di Battesimo di Baldassarre e M. Boucard mi ha gentilmente inviato importantissimi documenti, che mi hanno chiarito le origini e la vera storia del Pellegrino. Il vero nome del “santo delle croci” era Balthazar HonnoréAudibert. Figlio di JacquesAndré e di Margueritte Sauvan, nacque ad Annot il 6 gennaio 1761. La famiglia Audibert risiedeva nella Rue Basse ed aveva terreni, castagneti e vigne vicino alla Tourtouire. Jacques –nei documenti

Una stampa del 1841: raffigura Baldassare inginocchiato mentre adora la SS. Croce dopo l’innalzamento, nella zona di Pistoia.

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definito agricoltore e negoziante- aveva ricoperto anche incarichi pubblici, come “second consul” del Comune. Balthazar Audibert entrò nel seminario di Glandèves (Entrevaux) e negli Anni Ottanta del Settecento fu ordinato sacerdote. Nel 1788 era vicario del curato di Ubraye, in servizio nella piccola chiesetta di un borgo quasi al confine con il comune di Annot: Rouainette. Balthazar rimase cappellano di Rouainette fino al marzo 1791, quando giurò fedeltà alla Costituzione Civile del Clero, approvata dalla Convenzione nel luglio 1790. Un mese dopo, Papa Pio VI emanò il Breve “Charitas quae”, con cui condannava la Costituzione Civile, vietava ai sacerdoti ed ai vescovi francesi di giurare fedeltà ad essa e obbligava coloro che avessero già giurato -come il sacerdote Balthazar- ad abiurare entro 40 giorni. Ma il non giurare o l’abiurare il giuramento fatto alla Costituzione Civile esponeva i sacerdoti a grandi pericoli, come l’arresto, la deportazione e in certi casi perfino la morte. Molti preti e vescovi furono costretti ad allontanarsi dalla Francia, rifugiandosi all’estero. Dai documenti nel Dipartimento delle Basses Alpes (oggi Alpes de Haute Provence) risultano emigrati tre vescovi e quasi cento (o duecento?) sacerdoti. Da aprile 1791, nei documenti di Rouainette c’è un altro sacerdote e non appare più Balthazar Audibert. Tramite successivi documenti, veniamo a sapere che Balthazar emigrò (forse fu cacciato) dalla Francia. Egli appare in una lista degli emigrati del Dipartimento e ai suoi genitori furono sequestrati i beni immobili: casa e terreni. Balthazar Audibert non appare più nei documenti di Annot e quindi, verosimilmente, non tornò mai più al suo paese. Dove sarà emigrato? Al momento non lo so con certezza, ma il vescovo di Glandèves -Mons. Henri Hachette- che emigrò qualche tempo prima di Balthazar, si rifugiò

assieme ad un sacerdote e al suo cameriere a Fossano, nel Piemonte. Anche il vescovo della limitrofa diocesi di Senez, Mons. Jean-Baptiste Ruffo, si rifugiò a Torino. Probabilmente, anche Balthazar andò in Piemonte, forse proprio nel territorio di Vercelli, italianizzando il nome, il cognome e il luogo di nascita: “Annotone” è alquanto vicino nella pronuncia ad Annotains, come si chiamano gli abitanti di Annot. Da Vercelli, Balthazar, ormai diventato Baldassarre, iniziò a muoversi peregrinando verso Roma. Già fin dal 1795 fu segnalato nelle campagne aretine, a Camaldoli e alla Verna. Nel 1798 fu ricoverato nell’ospedale aretino come “Baldassarre Onorato Audiberti”. A conferma che il “cerchio si è chiuso”, abbiamo adesso anche le numerose firme di Balthazar Honnoré Audibert - del 1776, 1781 e dal 1788 al 1790 - ed è possibile confrontarle con quelle che Baldassarre appose in calce agli interrogatori della polizia toscana nel 1825 e 1826. Adesso possiamo anche affermare che la caratteristica, per la quale ancora oggi Baldassarre è ricordato nel Centro Italia -quella di aver favorito l’innalzamento delle tantissime croci con i simboli della Passione- l’aveva ereditata dalla sua terra di origine. Infatti, nei territori intorno ad Annot ci sono ancora oggi croci analoghe a quelle innalzate da Baldassarre in Toscana, Umbria e Lazio. Addirittura, sulla parete del muro castellano, adiacente alla chiesa parrocchiale di Annot, dove l’Audibert fu battezzato, c’è un’enorme croce come quelle “baldassarriane”. Termino, ringraziando quanti mi hanno aiutato in questa lunga e complicata indagine. Un grazie particolare all’amico Mario Del Pia -il quale mi ha ormai abituato a non stupirmi della sua incredibile capacità nel risolvermi inestricabili enigmi storici-, che mi ha dato la grande gioia di scoprire il “segreto” di Baldassarre. Santino Gallorini

In alto la registrazione del battesimo di Balthazar e, sotto, la camicia di Baldassarre, conservata in una teca -assieme ad una copia della Sindone- dalle Monache Clarisse Cappuccine di Colle Val D’Elsa.

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Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

Sepolture romane presso la chiesa di S. Stefano

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uesto museo o rg a nizzò il 31 Luglio 2016 una presentazione della storia della chiesa di S. Stefano. In quell’occasione furono auspicate nuove indagini scientifiche per mettere in luce le importanti caratteristiche dell’edificio, date le poche notizie a disposizione per ricostruire la storia di un manufatto così significativo. Nel marzo 2017 sono state effettuate due piccole ma rilevanti indagini archeologiche nel giardino della chiesa di S. Stefano ad Anghiari, grazie alla sponsorizzazione della ditta Lightprogress e alla disponibilità della Insigne Propositura di Anghiari. La direzione scientifica dei lavori era affidata alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto, Arezzo, mentre il Comune di Anghiari ha promosso l’iniziativa e curato la parte burocratica. Sabato 1 luglio 2017, in una piacevole serata gremita di pubblico, si sono potuti ascoltare gli addetti ai lavori parlare dell’importanza dei rinvenimenti. Lo scavo ha messo in luce una serie di sepolture senza corredo databili attorno al III secolo d. C., la maggior parte orientate con asse Est-Ovest, con la testa rivolta ad Ovest. Le inumazioni sono su fosse “terragne” (nella nuda terra) ad eccezione di due ad incinerazione, di cui una, già scoperta durante i lavori di restauro degli anni ‘60 venne all’epoca interpretata come fornace. Nel saggio 1, le sepolture indagate sono tre: due donne e un bambino, ma è ancora presto per scoprire ulteriori dettagli dai resti ossei, dato il divenire delle ricerche, mentre altre rimangono ancora da studiare. Nel saggio 2 sono affiorati alcuni resti murari, di cui la maggior parte afferenti agli avanzi della struttura che inglobava l’edificio prima dell’ultimo intervento, mentre uno, per fattezze e qualità dei materiali è sembrato più antico e subito messo in relazione con i rilievi e le fotografie dei vecchi lavori. Anche nel saggio 2 sono presenti delle sepolture, che non sono state indagate. Alla serata hanno partecipato il Sindaco di Anghiari, dottor Alessandro Polcri, l’ingegnere Armando Babbini per la parrocchia e il dottor Michele Bueno della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo per i saluti istituzionali, mentre i relatori sono stati: gli archeologi Paolo Lelli, Francesco Giorgi, Roberto Masciarri e l’antropologa Giulia Capecchi. A coloro va riconosciuto un plauso per aver permesso questa prima indagine con risorse non illimitate. Mentre un ringraziamento speciale va a Paolo Lelli, che ha animato questa impresa fin dall’inizio. Una conclusione potrebbe essere che, anche se non sono state trovate le fondamenta della villa romana (dalla quale si pensava, sino ad ora, fosse stato ricavato il materiale di costruzione per la chiesa), è stata rinvenuta un’area sepolcrale, presupposto fondamentale alla presenza di un centro abitato. A maggior riprova dell’utilizzo dell’area come “cimitero” romano sono alcuni oggetti, uno conservato nel Museo della Battaglia e di Anghiari e gli altri esposti all’interno della stessa chiesa, rispettivamente un cippo funerario di I sec. d. C. la cui provenienza dal Santo Stefano è storicamente documentata ed

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elementi di un sarcofago con decorazione a strigilature tipica del III-IV sec. d. C. proveniente dalle murature dell’antica chiesa. Qui trovate le presentazioni degli interventi (http://www. battaglia.anghiari.it/notti-archeologia-anghiari-chiesa-santostefano-2017.html). Nella foto una delle tombe scavate.

Gabriele Mazzi

Il ritorno del lupo

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rmai da qualche anno il lupo (Canis Lupus L.) è ricomparso, in un numero considerevole di esemplari, nei nostri boschi. Le tracce della sua presenza sono visibili a chiunque si trovi a passare del tempo in natura. Con il ritorno del lupo sono però riemersi anche pregiudizi e ataviche paure nei confronti di questo splendido animale che oggi, dopo anni di studi e indagini scientifiche, è il caso di superare. Spesso si sente dire che “il lupo qui non c’era, ce l’hanno lasciato gli animalisti”. Niente di più falso. Il lupo è una specie autoctona, ha sempre vissuto qui e l’uomo ha sempre avuto a che fare con lui. San Francesco, ad esempio, ammansisce il lupo che terrorizzava Gubbio. Le nostre favole e i nostri racconti hanno spesso come protagonista un lupo. Il lupo ha abitato i nostri boschi finché l’uomo non lo ha quasi sterminato. Per paura, soprattutto. Spesso nell’immaginario collettivo il lupo è infatti spietato, famelico. Così ce lo descrivono i racconti e le favole, così ce lo consegna la tradizione orale. Oggi ci sono anche lupi amichevoli protagonisti di libri per bambini e cartoni animati, ma fino a qualche anno fa si cresceva con la paura del lupo a prescindere. Il Lupo veniva ucciso anche per motivi economici perché, in effetti, attaccava le greggi. L’uomo aveva sterminato quasi completamente anche le sue prede naturali, cinghiali e caprioli, e il lupo si è sfamato uccidendo quello che trovava, principalmente pecore più facili da cacciare. Oggi le condizioni ambientali sono profondamente cambiate. Innanzitutto il lupo è diventata una specie protetta, ucciderlo è un reato. Inoltre le montagne sono meno abitate rispetto a prima, il bosco ha riconquistato i campi e i terrazzamenti di un tempo. Nelle foreste il lupo trova protezione. Sono aumentati di nuovo gli ungulati (quelli sì, “lanciati” dall’uomo per scopi venatori!). In queste condizioni naturalmente è tornato anche il lupo, che in realtà non se ne era mai andato del tutto. Si era rifugiato in zone particolarmente sicure per lui, nelle montagne dell’Abruzzo e della Calabria, e da lì ha ripreso a spostarsi, a partire dagli anni ‘70, su tutto l’Appennino stabilendosi nei luoghi a lui favorevoli, come il nostro territorio. Un altro argomento sul quale è necessaria un corretta informazione riguarda i danni che la ritrovata presenza del lupo arreca agli allevatori e il suo antagonismo con i cacciatori. Spesso si sentono in giro falsità e inesattezze, che contribuiscono a far crescere la paura e in qualche caso addirittura l’odio verso l’animale. Nei prossimi mesi, a partire da agosto, alla Fabbrica della Natura si terranno delle iniziative sul lupo: convegni per presentarlo, serate per ascoltare il suo ululato. Appuntamenti interessanti e necessari per conoscere questo animale e capire come conviverci. Lorenzo Minozzi Nella foto la caratteristica impronta lasciata da un lupo.


CRONAC HETTA

Mese di giugno 2017

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di maggio 2017 Martedì 2. Oggi è morto Ulisse Pierini di anni 87. Abitava a Selci, vicino all’antica chiesa di Santa Maria, dove era anche nato. È il bisnonno di mio nipote Giovanni. * Oggi è morta Elena Nevistrelli in Bracci. Aveva 85 anni ed abitava a Tavernelle. Era nata a Monteroso, nella zona di Cologna. Mercoledì 3. Tombola e fochi: ottima riuscita. Anche il tempo ci ha risparmiato. Piazza gremita e bello lo spettacolo sotto le Mura. Venerdì 5. Oggi con il “Gruppo del Ciccicocco riformato” sono andato da don Alessandro a Pieve di Chio per fare i “Canti intorno al foco”. * Oggi è morto Alighiero Roselli di anni 84. Abitava dopo le Due Porte e lo ricordiamo di quando gestiva “Il Cantinone”. Era nato alla Casa di Legno. Sabato 6. Ho visto passare qualche Vespa per la strada. Infatti ieri per la Croce ho visto i divieti di sposta per “Raduno Vespe”. Domenica 7. Stamani, mentre andavo verso il Carmine per la Messa, poco prima della Calla, ho visto tre donne tutte imbacuccate: era un gran freddo. Martedì 9. Oggi è morta Sabatina Ulivi vedova Conti. Aveva 100 anni ed era nata alla Foce di Monterchi, passato il Querceto, dopo Scandolaia. Per molti anni ha vissuto a Catigliano. Giovedì 11. Stamani ho sentito il decespugliatore del Valbonetti. Mi sa che metteva a posto il suo prato (il Valbonetti). Sabato 13. Ho telefonato a Orlando e non m’ha risposto. M’ero dimenticato che era andato a vedere i Sassi: quelli di Matera eh! Lunedì 15. Oggi intervistato un po’ di anghiaresi a vedere se ricordavano che a Gubbio oggi è festa grande. * Oggi è morta Elisa Inghirami vedova Pacini. Aveva 91 anni ed abitava per la via della Fossa. Era nata in Piazzola, nella casa bianca dove ultimamente abitava la Zanetta. Giovedì 25. Oggi è morto Enrico Piomboni. Aveva solo 61 anni ed abitava alla Giardinella. Era nato nella casa colonica di Galbino, dove a quei tempi abitava la sua famiglia. Venerdì 26. Oggi è morto Renato Morelli. Abitava alla Casaccia, per la via del Molindagnolo, ed aveva 84 anni. Era molto più conosciuto come “l’Americano” ed era nato a Savorgnano. Sabato 27. Stanotte ho dormito a Zagarolo e un cane in lontananza ha abbaiato tutta la notte. Col far del giorno ha smesso e ha cominciato un gallo: no ad abbaiare eh! Lunedì 29. Oggi è morta Cristina Reveruzzi in Belperio. Aveva solo 58 anni ed abitava sotto Barliano, nella casa detta Villa Rosa, vicina alla ex Scuola elementare. Era nata a San Giorgio La Molara, in provincia di Benevento.

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Sabato 3. Oggi mia moglie mi ha portato a Cortona. C’era la Madonna di Fatima pellegrina. * Oggi è morta Maria Ersilia Mignoni vedova Paci. Aveva 93 anni ed abitava nelle case fuori della Portaccia, anche se adesso si trovava presso la Residenza Anziani della Pieve. Per diversi anni ha abitato nella “Calabria”, ma era nata nella zona di Cologna. Domenica 4. Oggi con mia moglie siamo andati a Torre Mozza (Follonica); ci s’andava al mare quando i nostri “citti” erano piccoli. Lunedì 5. Verso il tocco tornavo a casa e alla rotonda del Ponte del Tevere c’era la coda fino ai Calabresi. Mercoledì 7. Oggi al caffè m’hanno lasciato solo. Uno dei “Curiosi del passato” era al Sud e due in Grecia. Giovedì 8. Oggi è morto Alessandro Martini. Aveva solo 67 anni ed abitava per la via del Mangoni. Era nato nell’abitazione del Teatro, quando i suoi erano i custodi dell’edificio. Martedì 13. Stamani sono passato a trovare il Tiezzi (un mio collega di ferrovia) al Borgo. M’ha fatto vedere il suo orto e m’ha dato anche due cesti di insalata; e due coppie e mezzo di uova delle sue galline. * Oggi è morto Palmiro Papini. Abitava per la via della Fossa. Era nato alle ‘Cascine’ e per molti anni ha abitato per la Bozia. * Oggi è morto anche Antonio Argenio. Abitava a Catigliano, nella casa denominata Palazzetto. Sabato 17. Nel pomeriggio, con mia moglie, siamo andati a Figline, al Teatro Garibaldi, che mio nipote Giorgio faceva il saggio di fine anno scolastico. Martedì 20. Iersera ho mangiato quattro uova sode: di quaglia. Me l’ha fatte avere la mia cugina di Ca’ de Cio tramite Massimo, il marito. Mercoledì 21. Ho visto che il nido delle rondini, dietro casa, è di nuovo abitato; l’ho visto guardando in terra. Giovedì 29. Oggi ad Anghiari si correva il Palio, ma io ero nella costa Maremmana. Ho saputo che ha vinto Firenze.

Anghiari-Comune

S

abato 8 luglio, nella Chiesa di Sant’Agostino ad Anghiari, Andrea Czortek ha presentato i saggi di Andrea Barlucchi e Gian Paolo Scharf (2013-2016). Fra le altre interessantissime notizie segnalate durante la serata, e ottimamente documentate da Czortek, ci piace riportare questa, tratta da Barlucchi, che attesta in Anghiari una delle prime istituzioni comunali del territorio (forse della Toscana!). «All’ombra della signoria camaldolese il nostro centro poté dunque proseguire la sua vita e i suoi traffici. A un certo punto venne raggiunta la massa critica necessaria per dotarsi di una istituzione comunale». Il rapporto con Camaldoli è rappresentato dal priore, poi abate, di San Bartolomeo. Dal 1153 è documentato un collegio consolare che gestisce gli affari del comune. È la prima attestazione sicura di un Comune di Anghiari.


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PARROCCHIA DI ANGHIARI FESTA DI SAN BARTOLOMEO Giovedì 24 agosto 2017 Chiesa della Propositura

Ore 18:00 S. Messa solenne Seguirà la festa negli spazi dell’Oratorio: Rinfresco-cena preparato dai volontari della parrocchia. Pesca a favore della Caritas parrocchiale. I ragazzi del Grest concludono le attività estive con recite, balli, esibizioni e proiezione delle foto dell’estate.

Venerdì 18 agosto 2017 anniversario dello scoppio della mina alla Caserma dei Carabinieri di Anghiari

Dal registro dell’Archivio parrocchiale 18 Agosto Millenovecentoquarantaquattro alle ore 10,30

«Giorno di grave lutto, il più doloroso in tutto il periodo di questa guerra, che ha flagellato con molteplici danni anche il nostro paese di Anghiari, specie fino dai primi giorni di giugno. Mentre era in tutti la fiducia che il pericolo della morte a causa del Cannone e dei Barbari fosse allontanato, alle ore 10,30 di oggi, è esplosa una potente mina, posta dai Tedeschi nel palazzo della Sig.ra Salleolini Ida Vedova Bartolomei, in fine di Via Mazzini, nei pressi del luogo chiamato “Giardinetto”. Per l’intero paese s’è avvertito un movimento del terreno, s’è diffusa una polvere d’un colore livido opaco e uno spavento come per una scossa di terremoto. La grossa mina aveva interrotta completamente la strada Provinciale nel tratto chiamato qui in Anghiari “Via nuova”, creando una profondità di circa cinque metri per un raggio di più di cinquanta. Era saltata la casa dei RR.CC. e altre quattro abitazioni, mentre molte altre furono gravemente danneggiate. Ma quello che recò maggior dolore fu l’accertamento della morte delle quindici vittime umane e della gravità di alcuni feriti. Il Cielo permetteva tante lacrime a riparazione di odiose lotte fra i medesimi cittadini. I funerali dei morti si sono protratte fino al giorno 23 agosto – mercoledì – a causa della difficile rimozione dei materiali.»


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