PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI AGOSTO - SETTEMBRE 2018
N. 4
Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue
Sommario
In copertina - Personaggi monterchiesi
Don Bruno Giorni
Don Bruno Giorni....................................................... Il Sinodo..................................................................... Calendario liturgico agosto-settembre 2018............... Orario S. Messe prefestive e festive........................... Ripensando alle feste dell’Unità................................ Auguri Ilaria - Il calabrone: Mercati.......................... Bandiere - Festa a Pino - Bravo Gabriele................... Ballando con le stelle (la vignetta di Scacciapensieri)... Ex Oratorio del Corpus Domini (qg).......................... Caritas: il bilancio 2017.............................................. Dalla Piazza di Anghiari (gm)............................................ Maria, maestra per tutto l’anno......................................... Canonico don Bruno Giorni............................................. Misericordia: Offerte e nuovi iscritti.......................... Riflessioni sul progetto Fratres.................................. Le vostre offerte per il 2018 (IV elenco).................... Una barbara uccisione (md)........................................ Maestà della Palaia: la benedizione (mdp)................. Altro anghiarese scompare: Raffaello Ferrini (az)..... Un aiuto per la parrocchia.......................................... La Propositura di S. Maria delle Grazie 4.................. Sabato 18 agosto 2018................................................ La ‘banda ultra-larga’................................................. Bimbi di oggi: Nicolò, Filippo e Nicole..................... Musica e danza - Mercati e orari (Clèto)..................... I lettori ci scrivono - Troppo turistii! (Clèto)....................... Appendice alla Cronachetta........................................ Elia: la solitudine del profeta...................................... Le ‘botteghe’ di Anghiari - Auguri a Rita e Francesco... Amici di Gesù............................................................. La Misericordia di Anghiari (mr)............................... L’ultimo campeggio (valentina).................................. Biblioteca - Anniversario dell’Apparizione................ Apparizione - Verazzano............................................. Edicola a Fusaiolo - Auguri a Giovanna e Rinaldo.... Bimbi di oggi: Rachele, Leonardo.............................. Urio (as) - Rinati dall’acqua e dallo Spirito............... Notizie da Monterchi.................................................. Caduti di Anghiari....................................................... Fiori di maggio (mt) - Una foto del 1909................... Proverbi siciliani - Tifoseria....................................... Famiglia Vichi: altra morte al Carmine (az)............... L’Assemblea dei Soci della Banca di Anghiari e Stia.... Tavernelle: Festa della famiglia 2018............................................ Pellegrinaggio Macerata-Loreto..................................................... Una certezza nel cuore (dm)............................................................ Altra grossa tragedia la morte di Stefano Pasqui......................... Rocce e bastoni (em)................................................... Coroglio - Don Bartolomeo........................................ Fuori dai cassonetti..................................................... Fonte battesimale - Una festa speciale (mc)............... Lavori in parrocchia.................................................... Sfoglia - In bici a Loreto (fm).................................... Non c’è una lira (la vignetta di Scacciapensieri)........ Bistocco (cm) - Il maestro Vasco (cm)....................... Sofare (cm) - Quattro generazioni.............................. I festieri del Gesù Morto............................................. Un Santo alla battaglia di Anghiari - I lupi a settembre.... Cronachetta: maggio-giugno 2018............................. Il Sinodo diocesano IV (ab)....................................... Festa di San Bartolomeo.............................................
(arciprete di Monterchi)
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on Bruno Giorni è nato a Santa Fiora di Sansepolcro il 20 gennaio 1921, secondogenito dei sette figli dei coniugi Riccero e Isolina Alberti. Dopo le elementari, è entrato nel seminario minore di Sansepolcro per il ginnasio e poi in quello maggiore di Arezzo per il liceo e teologia. Ordinato sacerdote il 17 marzo 1945 da mons. Pompeo Ghezzi, fu inviato al Colle in Centosoldi e Fragaiolo di Caprese Michelangelo, dove fece costruire una nuova chiesa e vi rimase fino al 1950. Nel 1951 fu trasferito a Padonchia di Monterchi, come coadiutore dell’anziano parroco don Sebastiano Bruschi, a cui successe l’8 aprile del 1952 in qualità di nuovo parroco. Ebbe cura della chiesa di Padonchia, di origine longobarda, dedicata a S. Michele Arcangelo, di grande interesse storico e artistico per le sue arcate gotiche e i numerosi affreschi che erano stati nascosti sotto gli intonaci e imbiancati nei secoli passati. Don Bruno lo fece presente alla Soprintendenza perché si interessasse a riportarli alla luce e a restaurarli. I restauri dei dieci affreschi e altre strutture della medievale chiesa furono terminati nel maggio del 1956 con grande soddisfazione di tutti, specialmente del parroco stesso, del prof. Salmi, del dott. Procacci e dell’ing. Lumini delle Belle Arti. Don Bruno inoltre curò l’Azione Cattolica femminile, inaugurando per essa una sala, ricavata da un fondo della canonica, dove fu posto per la prima volta un apparecchio televisivo, al quale la popolazione di Padonchia, formata allora da 69 famiglie e da 358 anime, si recava nel tempo libero. ...continua a pag 12 don Quinto Giorgini Nella foto di copertina e qui in alto, don Bruno con alcuni parrocchiani di Monterchi stanno rimuovendo la campana, rimasta a terra dopo il terremoto del 1917, per ricollocarla nel nuovo campanile dell’arcipretura. Era l’anno 1960.
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l'editoriale di enzo papi
Il Sinodo
È
momento generale di ritrovo, di preghiera e di dibattito
in pieno sviluppo il Sinodo della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Si sta trattando di una esperienza ecclesiale molto interessante. Nelle congregazioni generali il Vescovo Fontana fa bene a parlare di evento raro per la storia delle nostre chiese, che una volta erano divise in tre diocesi, e avevano lanciato tutte tre in certe occasioni i loro sinodi, perché effettivamente una sinodo non è evento di ogni giorno; ma per quanti sono attualmente impegnati con l’evento -e non lo affrontano in termini storici ma quotidiani ed odierni- si sta trattando di un’esperienza di tutto rilievo. Ma andiamo per ordine, visto che non sono pochi i valtiberini che sono coinvolti in questi mesi.
U
n Sinodo è un momento generale di ritrovo, di preghiera e di dibattito della chiesa diocesana; non fine a se stesso, ma -grazie all’opera dello Spirito Santo, che interviene e parla con la bocca dei padri e delle madri sinodali-, in questo caso, con l’ambizioso progetto di immaginare e disegnare la pastorale di questo inizio del XXI secolo. Momento di preghiera e dalle forti caratteristiche consultive: anche perché il momento di unità, il Vescovo, è colui che solo può decretare cambiamenti, impostazioni e orientamenti; il Vescovo dunque riceve dal dibattito dei padri sinodali temi e proposte che solo lui può vagliare, accogliere o anche respingere nel caso non ritenesse buoni certi suggerimenti. Non sono pochi i padri e le madri sinodali della Valtiberina, oltre 40, distribuiti in 3 circoli i cui moderatori sono stati Cesare, il direttore del coro di Anghiari, per il circolo di Anghiari e Monterchi; don Basilio, parroco di S. Paolo di Sansepolcro, per il circolo di Sansepolcro; Papi, l’attuale direttore de’ L’Oratorio, per quello dell’Alta Valtiberina.
I
l lavoro svolto? Su un Instrumentum laboris di oltre 80 pagine. Un documento predisposto ad hoc nel quale, a partire dall’esperienza storica del nostro passato e dalla riflessione teologica, si è descritta l’identità, la realtà e la missione della chiesa locale; contenuti cioè di fondo che sono l’ essenza della chiesa di sempre: dell’antichità, di ieri, di oggi e di domani. Sulla scorta di tanta responsabilità i membri dei Circuli minores della Valtiberina, come i membri degli oltre 40 circuli sparsi per tutta la diocesi, hanno dibattuto –nei rispettivi incontri- il testo, molto articolato e strutturato. Con l’impegno e il desiderio di attualizzarlo, cercando di vedere nell’oggi i segni dei tempi da valorizzare per la chiesa dei prossimi anni. Problemi di disaffezione, problemi di timidezza nell’annuncio, problemi di missione negli ambienti e nella società. Tutto questo è stato oggetto di discussione, di emendamento, di notazione e di proposta negli incontri; per arrivare ad elaborare un nuovo documento generale, meno teorico e più pastorale, che verrà confezionato dai tre Circuli Maiores ai quali i Minores hanno consegnato il frutto delle rispettive fatiche durante l’offertorio della grande celebrazione, in Cattedrale ad Arezzo, per la festività dei Ss. Pietro e Paolo. Come dire, così ha sottolineato il Vescovo nell’omelia, il lungo lavoro è stato svolto in piena comunione con il Papa di Roma.
O
ra al lavoro i Circuli Maiores! E ancora un personaggio de L’Oratorio fra i tre moderatori, don Bivignani, che per le nostre pagine ha seguito il sinodo dall’inizio dell’anno. Buon lavoro!
Da casa vostra è passata la cicogna? Mandateci le informazioni, le pubblicheremo volentieri. L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno LII - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.
Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaelisadelpiantaverarossiteresabartolomeigabrielemazzimassimoredenti.
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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini
Mese di agosto 2018
Mese di settembre 2018
2 agosto giovedì: Perdono di Assisi. Alle ore 8:30 presso la chiesa della Croce, S. Messa. Primo Giovedì del mese; si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 3 agosto venerdì: Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20:15 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Presso il Santuario del Carmine alle ore 21:00 Santa Messa con Adorazione. 5 agosto domenica: Domenica XVIII del Tempo Ordinario. Trasfigurazione di N.S.G.C. Sante Messe secondo l’orario festivo. 7 agosto martedì: San Donato, festa grande ad Arezzo. Primo Martedì del mese; in Propositura alle ore 17:00 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 10 agosto venerdì: San Lorenzo, Diacono e Martire. Lorenzo, spagnolo di nascita, subì il martirio sotto l’imperatore romano Valeriano. Fu disteso vivo su carboni ardenti (graticola). Festa nella Parrocchia di San Lorenzo dove alle ore 19:00 sarà celebrata la Messa Solenne. Seguirà un ricco rinfresco. 11 agosto sabato: Santa Chiara di Assisi; Seguendo le orme di San Francesco fondò il secondo ordine francescano detto delle Clarisse (1193-1253). 12 agosto domenica: Domenica XIX del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo 15 agosto martedì: Assunzione della Beata Vergine Maria. Sante Messe secondo l’orario festivo. Festa nella parrocchia di Micciano. “Oggi la Madre di Cristo è assunta in cielo”. 19 agosto domenica: Domenica XX del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo 24 agosto venerdì: San Bartolomeo Apostolo. San Bartolomeo è il protettore della nostra Parrocchia; nacque a Cana di Galilea e fu condotto a Gesù dall’apostolo Filippo. È tradizione che abbia tramandato il Vangelo in India e che sia morto martire, scorticato vivo e decapitato. Alle ore 18:00, in Propositura Santa Messa solenne, seguirà per tutti la festa all’oratorio. 26 agosto domenica: Domenica XXI del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo Santa Monica, madre di Sant’Agostino, esempio di madre rompiballe ma veramente Santa. 28 agosto martedì: Sant’Agostino, Vescovo e dottore della chiesa: nacque a Tagaste, in Africa nel 354, trascorse una adolescenza inquieta finché convertitosi alla fede fu battezzato a Milano dal Vescovo Ambrogio nel 367. Tornato in patria fu eletto vescovo di Ippona. Morì nel 430 dopo avere scritto numerosi trattati di fede. 29 agosto mercoledì: Martirio di San Giovanni Battista; ad Anghiari si festeggia il Beato Bartolomeo Magi, nato nel 1460. Entrò nei frati minori della Verna e morì ad Empoli nel convento di Santa Maria a Ripa nel 1510. La Messa delle ore 18:00 sarà celebrata nella Chiesa della Croce.
2 settembre domenica: Domenica XXII del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo. La Santa Messa delle ore 11:00 verrà celebrata nella chiesa di Santo Stefano per i festeggiamenti della Parrocchia. 4 settembre martedì: Primo Martedì del mese: in Propositura alle ore 17:00, Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. 6 settembre giovedì: Primo Giovedì del mese; si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 7 settembre venerdì: Natività della Vergine Maria; festa a Pieve Santo Stefano “Festa dei Lumi”. Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20:15 Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Presso il Santuario del Carmine alle ore 21:00 Santa Messa con Adorazione. 9 settembre domenica: Domenica XXIII del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo. 14 settembre venerdì: Esaltazione della Santa Croce; adoriamo la tua Croce, Signore, acclamiamo la tua resurrezione, da questo albero di vita la gioia è venuta nel mondo. La Santa Messa delle ore 18:00 verrà celebrata nella Chiesa della Croce. 16 settembre domenica: Domenica XXIV del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo. 21 settembre venerdì: San Matteo Apostolo ed evangelista: nato a Cafarnao, Matteo esercitava il mestiere di esattore delle tasse quando fu chiamato da Gesù. Subito Matteo (Levi) lo seguì. Scrisse un Vangelo in lingua ebraica e si dice abbia predicato in Oriente dove subì il Martirio. 23 settembre domenica: San Pio da Pietrelcina. Domenica XXV del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo. 29 settembre sabato: Santi Michele, Gabriele, Raffaele Arcangeli. 23 settembre domenica: Domenica XXVI del Tempo Ordinario: Sante Messe secondo l’orario festivo.
Venerdì 10 agosto 2018
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esta nella Parrocchia di San Lorenzo dove, alle ore 19:00, sarà celebrata la Messa Solenne. Seguirà un ricco rinfresco nel piazzale antistante la chiesa organizzato da quella comunità coordinata dalla famiglia che abita alla Casanova. Vi aspettano!
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24 agosto venerdì: San Bartolomeo Apostolo
S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI
Festa della parrocchia S. Messa solenne alle ore 18:00 Seguirà la festa per tutti negli spazi dell’oratorio e i ragazzi del GREST e dei campeggi animeranno la serata.
Ore 8:00
Ore 9:00
-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano
“ “ -CATIGLIANO: ogni 15 giorni Ore 10:00 -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine “ -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta “ -S. LEO: Chiesa di San Leone Ore 11:00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -PIEVE DI SOVARA: S. Maria Annunziata “ -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. Ore 16 (estivo 17) -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. Ore 18:00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce
... E DI MONTERCHI Ore 8:45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10:00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11:00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 11:15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17:00 (18:00 estivo) -Chiesa di San Simeone a Monterchi Prima domenica del mese a Scandolaia ore 15:00 (ore 16:00 estivo) Ultima domenica del mese: Chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16:00 (ore 17:00 estivo).
MESSE PREFESTIVE: Ore 16:00 - (ore 17:00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17:00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 17:30 - S. Maria della Pace, Le Ville Ore 18:00 - Propositura di Anghiari
Giovedì 2 agosto 2018 Perdono di Assisi Presso la chiesa della Croce S. Messa alle ore 8:30
Mercoledì 15 agosto 2018
Festa grande nella Pieve di Micciano per la festa titolare di S. Maria Assunta 5
IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo
* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.
Auguri Ilaria
Un uomo di vecchio stampo
Ripensando alla festa dell’Unità
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arò un sognatore? O forse l’età avanzata mi tira brutti scherzi, invitandomi alla nostalgia? Credetemi, quando arriva la sera mi trattengo volentieri sul giardino di casa, allora mi sovvengono tanti pensieri, i ricordi s’affollano alla mente come in una scena d’un film, m’appaiono volti amici e mi giungono voci care che da tempo ci hanno lasciato. Eccomi su, al Campo alla Fiera, in quello spazio ombroso, tutto attrezzato, tra un vocio di tanta gente che partecipa alla festa dell’Unità. Tavoli apparecchiati, cucine fumanti, spazi attrezzati per divertire i bambini, roventi gratelle con sopra ogni ben di Dio: salsicce, costoliccio, bistecche di vitello e maiale; più là, accanto al leccio, la padella gigante frigge in continuazione la ciaccia, tutt’attorno le donne lavorando fanno un gran brusio. Vi ricordate di Benito Comanducci di Bagnaia, il sindacalista? Grande anima! Risento il timbro squillante della sua voce che annuncia il numero vincente. Attorno ai fornelli rivedo la “Dolinda di Giubbone”, la “Clara de Gnaso” con la “Maria di Corea” che preparano quel sugo squisito per condire le tagliatelle e mi pare di aspirarne l’odore. Tutto funzionava con precisione e armonia. Sì, quella era una festa di partito ma, in quei giorni s’avvicinavano in molti; nessuno sentiva il disagio d’altra appartenenza politica. E che dire del ballo? Più volte si esibì l’orchestra prestigiosa di Raul Casadei che con “Romagna mia” iniziava la serata. Allora un brio, una volontà di fare ci pervadeva, insomma ci sentivamo appagati e la vita ci pareva più bella. Oggi, a distanza di tanti anni, ripenso a come veniva intesa la politica -almeno a livello locale-, certo c’erano accese discussioni anche allora con gli avversari, ma sempre con rispetto, tanto che alla festa partecipavano molti di loro. Oggi, prevale l’acrimonia, l’invidia, l’uno con l’altro; anche all’interno dello stesso partito, non è più una competizione di idee e proposte, spesso sono insulti e gratuite volgarità. O forse mi sbaglio? Franco Talozzi
enerdì 20 aprile 2018 Ilaria Marini si è laureata presso l’Università degli studi di Firenze, Scuola di Studi Umanistici e della Formazione, Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Primaria. Ha discusso una tesi dal titolo: “Competenze comunicative e relazionali per la cura delle relazioni scuola famiglie in un contesto multiculturale: risultati di uno studio di caso nella Scuola Primaria” con la splendida votazione di 103/110. Relatrice Professoressa Vanna Boffo. Dopo i festeggiamenti a Firenze con amici e familiari, è stata festeggiata ulteriormente con tanti amici e parenti presso l’Agriturismo Romolini. Complimenti e congratulazioni “maestra Ilaria”!!!!! Tanti auguri per il bellissimo traguardo che hai raggiunto, dalla tua famiglia e da chi ti vuole tanto bene!!! E anche la Redazione manda i suoi auguri a Ilaria, che abita nella zona dei Renicci alla Motina, e a noi si uniranno, ci scommetto, tutti i nostri lettori, appena leggeranno questa bella notizia.
I concerti di Umbra Lucis
Venerdì 31 agosto, ore 21; Anghiari, Chiesa di Sant’Agostino, ore 21:00; Récréation de musique; Le sonate per due violini di Jean-Marie Leclair; Ensemble Labirinto Armonico
Il calabrone
io la penso così
Mercati Abbiamo già detto dei mercati -inteso come il potere finanziario- altre volte, ma dopo le parole del commissario europeo al bilancio Günther Oettinger tocca tornarci. Lui ha detto che i mercati insegneranno agli italiani come votare. Poi si è scusato, invece quella evidenziata è la realtà: siamo succubi dei mercati, li subiamo (senza rendercene conto) e invece di analizzare cause, effetti ed eventuali rimedi, [noi italiani] protestiamo e ci scaldiamo per quella rappresentazione.
Sabato 11 agosto Anghiari, Chiesa di Sant’Agostino, ore 18:30 Le Parnasse française; Philippe Pierlot; viola da gamba; Umbra Lucis Ensemble
Martedì 11 settembre; Anghiari, Pieve della Sovara, ore 21:00 Sonate concertate in stil moderno; Peter Van Heyghen, flauto dolce; Kris Verhelst, clavicembalo
Domenica 19 agosto, Chiesa di San Paterniano a Viaio, ore 18.30 Concerto finale dei corsi di perfezionamento; canto (Lia Serafini); viola da gamba (Fabrizio Lepri)
Domenica 23 settembre; Anghiari, Pieve della Sovara, ore 19:00-21:00 Conferenza-Concerto-Buffet; Les regrets; Hommage à François Couperin; Stefano Lorenzetti, clavicembalo
Martedì21agosto,ore21;Anghiari,ChiesadiSant’Agostino,ore21:00 Le nuove musiche; Omaggio a Giulio Caccini; Lia Serafini, soprano; Andrea Damiani, liuto; Katerǐna Ghannudi, arpa
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...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores
A
Festa per Pierino
Bandiere
ssieme a due amici originari di Tavernelle ma uno ora residente alla Pieve (di Chio), abbiamo preso il caffè della Battaglia, venerdì 29 giugno. Sostando nella pianeggiante Piazza che nel pomeriggio avrebbe visto lo svolgersi dei cortei e della corsa del Palio, abbiamo osservato le numerose bandiere esposte alle finestre, sia bianche e celesti che gialle e rosse, senza un criterio particolare. Solo la Fanny aveva messo tutte le bandiere rosse e gialle, simbolo di Anghiari nuovo. Ci siamo posti allora la domanda che forse era giusto che ogni rione esponesse le proprie bandiere; ma il ragionamento successivo è stato che in questa occasione non c’è una gara fra i due rioni ma una festa per accogliere residenti e ospiti per il Palio di Anghiari. E allora forse era meglio mettere delle bandiere/drappi del Comune, e quindi il giglio, o arazzi o, perché no, le fatidiche coperte esposte alle finestre anche in occasione di processioni religiose per le strade di Anghiari. Se ne riparlerà. Intanto abbiamo posto questa domanda ad alcune persone: «Sei per Anghiari Vecchio o Anghiari Nuovo?» Le risposte? Eccole! Sono per Gubbio (Patrizio M.); Novo (Claudio G.); Anghiari Novo. Sto sul Novo (Orlando P.); sono del contado di Montauto, signori di Anghiari quando ancora esisteva solo il vecchio (Alessandro B.). (cdp)
P
resso il Centro “La Famiglia” di Tavernelle, domenica 13 maggio, Pierino Pennacchini è stato festeggiato da parenti ed amici per il suo ottantesimo compleanno: infatti è nato a Pino l’11 maggio 1938. Per questa bella ricorrenza ha voluto con sé tutti i suoi fratelli, ancora tutti in vita. Li vediamo nella foto. Seduti, da sinistra: Rita, Pierino (il festeggiato), Andrea e la moglie Nara. In piedi: Antonietta, Giovanna (la moglie di Pierino), Fabio e Anna. La Redazione manda i suoi auguri a Pino, dove abita il nostro amico Pierino e dove, negli anni ‘80, con la gippe di Palmiro, naturalmente il Papini, s’andò a prendere il carretto (tutt’ora attivo), per la Scampanata, realizzato in ferro dai fabbri Andrea e Pierino.
Le stampelle
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iorni fa, forse per fare uno scherzo, alcuni ragazzi hanno portato via una stampella alla Rita, quella che abita al Mammalucco. Il gesto, stupido di per sé, ha rischiato di trasformarsi in qualcosa di più grave; la Rita infatti, non potendo camminare in sicurezza, ha rischiato di cadere nel dover tornare verso casa. Quindi oltre al sicuro danno economico, la Rita ha rischiato un danno personale. Ragazzi, ripensate a quello che avete fatto, chiedetele scusa e ricompratele la stampella!!
Bravo Gabriele Giovedì 28 giugno Gabriele Marconi ha concluso, con la prova orale, gli esami di maturità presso il Liceo delle Scienze Umane di Sansepolcro ed è stato promosso con 100/100 e lode. I migliori auguri nel proseguimento dei suoi studi dai genitori e dai nonni.
Le vostre offerte le potete far pervenire anche con bonifico. UbiBanca: IT90 F031 1171 3100 0000 0003 389. Banca di Anghiari e Stia: IT82 Y083 4571 3100 0000 0005 053 Le potete poi consegnare in parrocchia o ai collaboratori. Potete darle anche alla Élida, nella merceria in cima a Piazzetta delle Legne. Grazie! 7
LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE
di don Quinto Giorgini
Ex Oratorio della Compagnia del “Corpus Domini” in Anghiari
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ell’attuale via Francesco Nenci n. 15, vicino all’antica Badia, esattamente dove ora si trova l’edificio del Museo e dell’Archivio della Confraternita di Misericordia, fu fondato fin dall’anno 1506 l’Oratorio della Compagnia del Corpus Domini, detta anche del SS.mo Crocifisso, da quattro devoti anghiaresi, con lo scopo di portare il baldacchino nella processione per le vie del borgo, nella festa del Corpus Domini. I confratelli indossavano una cappa “turchina”, inoltre avevano anche il compito di seppellire i morti più poveri, che non facevano parte delle altre compagnie. Di questo Oratorio e dell’annessa Confraternita ne parlano tutte le Visite pastorali del XVI secolo, in modo particolare quella apostolica di Mons. Angelo Peruzzi, effettuata il 9 luglio del 1583, della quale riassumiamo le principali notizie contenute nel verbale in lingua latina. La chiesa, o oratorio, della Società del Corpo di Cristo, chiamata anche del Crocifisso, è molto vicina a quella parrocchiale dell’Abbazia di San Bartolomeo, la Confraternita ha il pio e lodevole compito di accompagnare il sacerdote nel portare il Viatico del Corpo di Cristo agli infermi, con molti lumi e inoltre quello di portare sulle proprie spalle alla sepoltura i corpi di quei defunti a cui nessuno provvede. Il numero dei confratelli dell’Associazione è di circa 35, che da qualche anno non sono soliti più di riunirsi per recitare i “Divina Offitia” all’infuori della Settimana Santa e del Triduo Pasquale. Non si tiene la lavanda dei piedi. Nel giorno della Santa Pasqua, dopo aver ricevuto la Santa Comunione, il capo della Compagnia o il camerlengo distribuiscono tra i confratelli le uova benedette, che portano ciascuno alle proprie case. La Compagnia possiede alcuni beni stabili, che vengono affittati per breve tempo, cioè di triennio in triennio, per l’importo di 27 staia di frumento, inoltre la fraternità riceve libbre 40 di denari e altre 24 libbre che vengono elargite durante la celebrazione solenne del Corpo di Cristo nella vicina chiesa abbaziale e nella domenica infra ottava anche nel proprio oratorio. Il resto viene usato per l’acquisto della cera in occasione di processioni eucaristiche. Nell’Oratorio vi sono due altari bene adornati e provvisti del necessario per la celebrazione della Santa Messa da parte del cappellano, al quale si suole elargire 40 libbre di danari. I redditi e i proventi di questa Compagnia vengono custoditi e dispensati dal camerlengo, secondo gli ordini o il parere del priore, che alla fine di ogni anno rende conto della sua amministrazione al suo successore e ai consiglieri. La Compagnia possiede un proprio statuto, che dovrà
essere presentato al Vescovo aretino per l’approvazione. Il Visitatore inoltre comanda di porre un baldacchino sopra l’altare del Crocifisso e una protezione alle finestre. La Visita termina con l’accesso alla sacrestia, dove nonostante la povertà dei mezzi della Compagnia stessa, c’è tutto il necessario per le varie celebrazioni. Nella successiva Visita del 26 giugno 1592, fatta al tempo del Vescovo Pietro Usimbardi (1589-1611) si legge che nell’Oratorio del Corpus Domini dentro Anghiari vi era un bell’altare, con tavola, bella pittura, con la deposizione di un Cristo, sei bei candelieri di ottone intorno alla Croce, la pietra sacra incastonata nella mensa dell’altare, ricoperto da tre buone tovaglie e adornato da un paliotto di velluto rosso. Un altro altare semplice, con un quadretto dipinto di una Madonna. Nello spogliatoio di detta Compagnia, vi era un grande baldacchino, con varie figure, inoltre un velo di ermisino per il Crocifisso, quattro lanternoni per accompagnare il SS.mo Sacramento, un altro piccolo Crocifisso e molta cera per i lumi usati per portare il Viatico agli infermi e per la processione eucaristica che ogni terza domenica del mese viene fatta intorno all’oratorio. Tralasciando tutte le altre Visite pastorali del secolo XVII, che riportano le medesime notizie, accenniamo a quella del Vescovo Angelo Franceschi del 21 agosto 1778. Il presule dopo aver pregato visita l’altar maggiore, dove era esposta una pregiata tavola di insigne pittore dedicata al Redentore deposto dalla Croce. Inoltre vi era un ciborio nel quale ogni tanto veniva riposto il SS.mo Sacramento. Sotto la mensa dell’altare era deposto un simulacro di Cristo che veniva portato in processione il Venerdì Santo. I confratelli della Compagnia erano tenuti a far celebrare sei messe all’anno per un legato di Alessandro Bigliaffi nella settimana dopo la festa del Corpus Domini. Un altro legato di otto messe all’anno per volere di altri
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Le nostre chiese...
benefattori. In cornu epistulae vi era l’altare del SS.mo Crocifisso. Presentiamo infine il monumentale edificio che dal 1506 al 1785 è stato il luogo dove sorgeva questo ex oratorio del Corpus Domini e Crocifisso, oggi -ripetiamo- sede del Museo e dell’archivio storico della Misericordia di Anghiari. La rustica facciata è caratterizzata da un grande portale con stipiti in pietra, sui quali è adagiato un frontone su cui sono scolpite le seguenti parole: “PANEM ANGELORUM MANDUCAVIT HOMO” e al di sopra c’è una lunetta in pietra, murata. Sulla parete a destra dell’ingresso c’è la cosiddetta “finestra del pane”, protetta da una balaustra di pietra, composta da otto capitelli, attraverso i quali veniva distribuito il pane ai fedeli. Sul frontale in pietra di detta finestra si leggono ancora scolpite le seguenti parole: “PRIMUM QUAERITE REGNUM DEI” che tradotto significa: “Cercate prima il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”. Dalla parte sinistra dell’ingresso, si innalza a tre piani la casa del custode, abitata nei piani superiori dai gentili coniugi Quinto Meozzi e Maria Tanfi, mentre al piano terra, con finestra protetta da inferriate, ci sono i due locali adibiti ad Archivio e Museo. L’interno dell’attuale edificio, corrispondente alla superficie dello scomparso Oratorio della Compagnia del Corpus Domini, si presenta oggi come un grande salone della superficie complessiva di circa 90 mq, suddiviso in due parti da due arcate a tutto sesto sostenute da tre colonne quadrate e scanalate, con capitelli a fogliame, di stile rinascimentale. La parte centrale più ampia conserva un soffitto in travi e travicelli lignei che sostengono mattoncini
rettangolari, mentre il pavimento è in cotto antico. Un gradino di pietra indica lo spazio dove un tempo c’erano il presbiterio e l’altare. La parte laterale destra, più stretta e più lunga, che probabilmente in passato serviva da sacrestia e da luogo di riunione dei confratelli, conserva nella parete verso la Badia una grande porta e alle pareti in alto tre ampie finestre. Non rientra nella finalità di questo articolo, che vuol presentare ai lettori solo un cenno storico sullo scomparso Oratorio, descrivere anche le ricchezze e l’importanza dei contenuti interessanti di questo Museo della Misericordia e delle due salette degli archivi, delle teche e delle numerose lapidi che ricordano i benefattori e i governatori del passato. Posso accennare solo all’esistenza di alcuni frammenti di affreschi in alcune pareti da datarsi agli inizi del secolo XV e alla probabilità che il SS.mo Crocifisso, molto venerato ad Anghiari e custodito attualmente nella vicina chiesa di Badia, portato solennemente in processione ogni anno il 3 maggio, sia stato un tempo venerato in questo scomparso Oratorio, denominato non solo del Corpus Domini ma anche del Crocifisso. Nell’altra pagina veduta della grande sala oggi sede del Museo della Misericordia. In questa pagina, da sinistra in senso orario: Uno dei capitelli della Cappella del Corpus Domini in cui è scolpito il calice, simbolo della Compagnia; la lapide dedicata a Loris Babbini, ricercatore e studioso della storia paesana, per aver contribuito alla realizzazione del Museo della Misericordia; la piccola finestra sopra cui è inciso il motto: PRIMVM QVERITE REGNVM DEI.
Bringoli
Il mercato a metà
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A maggio, in giro per Zagarolo, abbiamo deciso di fermarci presso la trattoria Filù (cibo buono ed anche la spesa). Volevamo assaggiare i bringoli ma ci saremmo accontentati dei ‘pici! E invece abbiamo dovuto mangiare i “gnocchetti a coda de soreca” (loro li chiamano così).
di Clèto
lla Rufina, nel Mugello, il mercato c’è il sabato pomeriggio. Un indigeno del posto, interrogato in proposito, mi ha fatto sapere che il mercato c’è sempre stato il pomeriggio del sabato (noi siamo sempre stati svantaggiati, ha detto un po’ amareggiato e riferendosi a Dicomano dove invece il mercato c’è il sabato mattina). Mi sembra questa invece una buona soluzione: forse anche per Anghiari, visto che il nostro (mercato) langue e solo nei mesi estivi c’è un po’ di movimento.
Nella foto i “bringoli d’Anghièri”.
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Caritas: il bilancio 2017
A
nche la Caritas parrocchiale di Anghiari tiene una contabilità e a fine anno viene redatto un bilancio; entrate, uscite, saldo finale. Ciò che differenzia il “bilancio Caritas” da tanti altri bilanci è che non ha nessuna rilevanza l’entità del saldo finale, se non per quanto potrà essere utilizzato nell’anno successivo; diventa invece importante il bilancio sociale, il raccontare cioè cosa è stato fatto all’interno del gruppo di lavoro ed all’esterno nei confronti della comunità. La peculiarità del bilancio “Caritas” è quindi data dal fatto che dietro ad ogni cifra c’è un aspetto umano, una persona che dona per generosità o una persona che riceve per necessità. Dietro ogni entrata c’è un gesto di affetto di qualcuno che ha inteso privarsi di qualcosa per metterlo a disposizione dell’Organismo Pastorale della Parrocchia affinché venga utilizzato per alleviare l’indigenza dei più bisognosi nella nostra comunità. Dietro ogni uscita c’è una persona -una famiglia- che con fatica ha dovuto mettere a nudo le proprie difficoltà per chiedere aiuto al Centro di Ascolto Caritas. E ci sono poi azioni che non hanno bisogno di entrate ed uscite; ad esempio non occorrono economie finanziarie per andare a trovare una persona sola o malata. Basta la buona volontà.
problematiche. L’ a n d a m e n t o tendenziale dell’utilizzo dei servizi descritti vede un sensibile aumento fra gli italiani nel ricorrere alla Caritas per aiuti alimentari e finanziari, mentre è marginale la ricorrenza ad aiuti di vestiario. Gli stranieri mantengono stazionaria la richiesta di aiuto in tutti i tre comparti.
E c’è anche dell’altro!
Ci preme sottolineare che tutti gli interventi di carattere finanziario sono stati possibili utilizzando le offerte forniteci dalla comunità anghiarese nelle forme più disparate: offerte dirette di denaro, generi alimentari, abbigliamento, partecipazione al pranzo della Caritas, pesca di beneficenza in parrocchia il 24 agosto per San Bartolomeo e presso il museo della Misericordia durante la mostra dell’artigianato in aprile…). Significativo anche il contributo offertoci dal Gruppo Donatori di Sangue Fratres e dalla Confraternita di Misericordia di Anghiari. Ci incoraggia anche il fatto che di anno in anno, con l’aumento dei bisogni di tante famiglie, aumenta anche la generosità di altre famiglie. Ci auguriamo vivamente che anche nel 2018 sarete sempre più vicini alla nostra attività parrocchiale.
Dopo queste poche annotazioni diamo comunque qualche spiegazione, a metà fra numeri e cose fatte; ciò per raccontare il senso e la dimensione del lavoro della Caritas Parrocchiale. Famiglie assistite: durante il 2017 sono state 31 le famiglie che si sono rivolte alla Caritas per avere aiuti di vario genere, e più precisamente 21 famiglie straniere e 10 famiglie italiane. Pacchi alimentari distribuiti: nel 2017 gli interventi alimentari sono stati 209. Di questi 209 interventi, 96 sono andati a famiglie italiane e 113 a famiglie straniere. Su questo dato si può aprire una riflessione molto interessante: per confezionare i 209 pacchi alimentari abbiamo speso 1.639 euro. In realtà, alla spesa diretta per l’acquisto di generi alimentari da inserire nei pacchi, si sono aggiunte quantità rilevanti di altri prodotti generosamente consegnati alla Caritas, direttamente in chiesa, nei locali della parrocchia e nei punti di raccolta all’interno di alcuni negozi alimentari del nostro paese. Vestiario consegnato: nel 2017 si sono registrati 236 ritiri di indumenti, e questo servizio è stato utilizzato soprattutto da famiglie straniere (210 ritiri, contro i 26 ritiri di famiglie italiane). Questo tipo di servizio non ha costi diretti per la Caritas in quanto tutti i generi di abbigliamento ci vengono regalati dalla popolazione. Interventi in denaro (pagamento utenze, affitti, libri di scuola…): nel 2017 sono stati effettuati 19 interventi finanziari, 13 a famiglie italiane (per € 3.185) e 6 a famiglie straniere (per € 975), per un totale di 4.160 euro. E’ significativo dei nostri tempi il fatto che fino a qualche anno fa raramente un italiano ricorreva a chiedere aiuti in Caritas, mentre negli ultimi tempi diverse famiglie “anghiaresi doc” si sono rivolte al nostro Organismo Pastorale per cercare di superare momenti di bisogno particolarmente rilevanti. Centro di ascolto: nel 2017 hanno avuto luogo 45 colloqui, dei quali, 7 “primi ascolti” e 38 colloqui di aggiornamento o di nuove
Scuola di italiano. Nel 2017 ha avuto inizio nei locali della parrocchia una vera e propria “scuola di italiano” a vantaggio di adulti stranieri, magrebini, egiziani, kossovari… Alcuni nostri animatori, prevalentemente ex insegnanti, ma non solo, si sono resi disponibili per questo impegno bi-settimanale molto importante. Ci auguriamo che l’iniziativa possa continuare nel tempo.
Le visite ai malati e agli anziani. Lasciamo per ultima (perché è forse la più naturale) un’opera di carità gestita con la più ampia discrezione e riservatezza, senza risvolti economici e senza “numeri di bilancio”; è quella delle visite che i nostri volontari continuano ad effettuare periodicamente alla Ripa, alla Residenza protetta, ai malati in ospedale e nelle singole abitazioni; queste visite ai malati, agli anziani, alle persone sole, sono forse quanto di più la carità cristiana ci indica come strada buona del Vangelo. Si tratta di incontrare Gesù in ogni volto sofferente, in ogni situazione di solitudine, e anche in ogni persona anziana che, pur autonoma ed autosufficiente, gradisce comunque un saluto, un sorriso, una parola buona. Su questo filone si inseriscono anche le due “giornate del malato e dell’anziano” organizzate nel 2017, in parrocchia la prima in febbraio, e al centro della famiglia di Tavernelle la seconda, in agosto. Continuate ad aiutarci in ogni forma: segnalateci anche le situazioni che possano aver necessità dell’interessamento da parte della Caritas, ed avvicinatevi alla Caritas. Potremo così percorrere insieme un cammino di fede nel segno della carità cristiana! La Vostra Caritas
In alto le confezioni di alimenti che ci avete portato o che sono stati acquistati con le vostre offerte, che verranno distribuiti alle famiglie bisognose.
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Dalla Piazza di Anghiari
Maria, maestra per tutto l’anno!
578 anni dopo
Riflessioni davanti ad un’immagine della Madonna
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iamo in piazza Baldaccio, la stessa, all’incirca, nella quale il 29 giugno del 1440, i nostri antenati anghiaresi si saranno accalcati cercando di vedere quello che stava accadendo nella piana tra il nostro piccolo paese e Sansepolcro, dove infuriava la battaglia tra le truppe della alleanza fiorentina e quelle milanesi. 578 anni dopo i cittadini di Anghiari, continuano ad assieparsi nella piazza del paese per ricordare quella battaglia che segnò per sempre le sorti della Toscana. Rieccoci quindi al 29 giugno ma 2018, giorno del Palio della Vittoria, la rievocazione storica che dal 2002 ha rincominciato ad essere l’inizio dell’estate anghiarese. Sì, rincominciato, poiché il Palio della Vittoria è stato corso dal 1441 al 1827, anno in cui la manifestazione venne interrotta per via di una rissa, tra l’altro cosa normale all’epoca, che portò alla morte di un fantino, infatti fino all’800 la corsa veniva fatta a cavallo. Oltre alla classica rievocazione storica, quest’anno sono state organizzate anche molte attività collaterali. Tra queste l’esposizione del disegno di Giovan Battista Foggini, “Sant’Andrea Corsini appare ai fiorentini durante la Battaglia di Anghiari”, realizzato negli anni Ottanta del 1600. Suggestiva anche la giornata dedicata ai gruppi storici degli arcieri, i quali si sono sfidati all’ultima stoccata per le vie del paese. L’evento culmine si è però avuto ovviamente il giorno del Palio, caratterizzato dalla classica sfilata dei gruppi storici: il gruppo dei musici del Saracino, gli sbandieratori e i balestrieri della vicina Sansepolcro e, ovviamente, il gruppo storico del nostro Comune. La festa è iniziata alle ore 18:30 con l’ingresso dei sindaci dei Comuni coinvolti, con i loro rappresentanti, nella corsa. Molto suggestivo è stato il momento in cui gli sbandieratori biturgensi hanno portato nella piazza tutti i loro colori e la loro maestria nei giochi di bandiera. Evento culminante è stato la tradizionale corsa, quest’anno comprendente 86 podisti arrivati da 17 Comuni diversi. Dalla Maestà, posta a memoria della battaglia, alla piazza, passando per la “ruga di San Martino”, si è corso e lottato fino alla linea di arrivo, la quale è stata tagliata dal portacolori del comune di Badia Tedalda. Ottime sia la cornice di pubblico che l’organizzazione, binomio che ha confermato il successo e l’importanza del Palio della Vittoria. Giulio Maffucci
O
gni espressione artistica raffigurante la Madonna tende a renderla familiare nel suo fare, nel suo agire, nel suo essere prototipo della fede di ciascuno di noi. Quali sono questi elementi che ne fanno il modello da guardare per la nostra fede? L’accoglienza che ha dato al progetto di Dio e il mettersi subito al servizio di questo progetto: per esempio nella Visitazione a Sant’Elisabetta, non considerando questa azione di Dio su di lei come un fattore proprio ma come un qualcosa da portare a tutti. Attraverso questo servizio, questa carità, si mette al servizio di colei che aveva più bisogno, portandole Cristo (Teofora, cioè portatrice di Cristo là dove andava, per farlo conoscere. Il Magnificat nacque proprio per annunciare questo messaggio). Il mese mariano è stato chiuso con la processione verso la chiesa di Sant’Agostino davanti all’immagine della Madonna del Buon Consiglio. Questa raffigurazione della Madonna ci deve accompagnare tutti i giorni dell’anno; è necessario affidarsi a lei perché la nostra vita sappia riconoscere il valore vero su cui fondare il nostro agire, il nostro essere, e lei può essere una maestra per tutto l’anno, non solo per il mese di maggio. La Madonna è anche l’immagine della Chiesa e il Bambino (Cristo) non la lascia sola e circonda sempre la sua vita di abbondanti grazie. È una tenerezza che continua nel tempo: guardando quella Madonna (del Buon Consiglio) si capisce che il Cristo non lascia solo nessuno di noi, ma continuamente abbraccia la nostra vita, la custodisce e la protegge. (dm)
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Canonico don Bruno Giorni
già arciprete di Monterchi: cenni biografici
N
...continua da pag 2. el 1959 don Bruno venne promosso arciprete di Monterchi, dove trovò la chiesa arcipretale da restaurare, in seguito al terremoto avvenuto circa 50 anni prima, precisamente nell’aprile del 1917. Solo il tetto era stato ricostruito subito dopo il sisma, insieme alla canonica, ma del nuovo campanile era stata costruita solo la base, mentre anche l’interno della chiesa era tutto da restaurare: l’altare, le balaustre, il sagrato, ecc., quindi don Bruno nel decennio in cui fu parroco a Monterchi si prodigò per riportare l’Arcipretura di San Simeone Profeta al primitivo splendore. Nel marzo del 1960, sotto la direzione tecnica dell’ing. Ottorino Gabrielli, fu portata a termine dall’esperta ditta locale di Fiordelli Antonio la costruzione del nuovo imponente campanile, che caratterizza tuttora il paese. Le quattro campane, che erano rimaste a terra per oltre 40 anni, tornarono a suonare con grande soddisfazione del popolo cristiano. L’inaugurazione del nuovo campanile avvenne il 2 ottobre 1960, con la benedizione dell’allora Vescovo diocesano di Sansepolcro Mons. Domenico Bornigia, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri on. Amintore Fanfani, gli on. Bucciarelli-Ducci e Moneti, il Prefetto, il Provveditore agli studi, l’Ing. capo del Genio civile, il Questore e tutte le altre autorità locali. L’intera popolazione partecipò all’evento, tanto numerosa che la piazza non fu sufficiente a contenerla: musiche, canti ad opera delle bande musicali di Monterchi e di Citerna allietarono la storica manifestazione. I lavori all’interno della chiesa continuarono negli anni 1961-65 e riguardarono gli intonaci delle cappelle, la ricostruzione dei cinque altari, la nuova scalinata che caratterizza l’elevato presbiterio. I finanziamenti per i suddetti lavori ammontarono a circa 10 milioni di vecchie lire, provenienti in parte dal Governo, dai vari Ministeri, dalla Curia, dal Comune, dalla Cassa di Risparmio di Firenze e da vari altri enti e benefattori. Le circa 200 famiglie dell’allora parrocchia di Monterchi offrirono la somma di 2 milioni e 500 mila lire. A don Bruno va riconosciuto il merito, oltre alla dedizione per la cura spirituale delle anime, di aver fatto una ricerca storica sul paese di Monterchi nei vari archivi, per cui riuscì a pubblicare nel 1972, con il patrocinio della Pro Loco di Monterchi, il volume dal titolo “Monterchi e la sua storia” che suscitò un grande interesse, tanto che il volume, perfezionato, fu pubblicato di nuovo nel 1977 e poi in una terza edizione nel 1989, con il nuovo titolo “Monterchi”. Nell’ultima edizione fu completata anche un’indagine storica sulla chiesa di Momentana e sul celebre capolavoro della Madonna dell’Attesa del Parto di Piero della Francesca, oggetto di devozione da parte delle mamme monterchiesi e di ammirazione dei turisti del mondo intero. Quest’ultima edizione fu finanziata dal comune di Monterchi, a cui il Giorni donò i suoi diritti d’autore. In data 10 ottobre 1970, don Bruno rinunciò alla parrocchia di Monterchi, per motivi di salute e anche per difficoltà di rapporti con il suo cappellano don Vasco Donati Sarti. Si ritirò nella Casa dei Canonici di Sansepolcro,
dove fu nominato Canonico Penitenziere. Nell’ultima fase della sua vita dovette chiedere ospitalità alla casa di riposo Villa Serena, dove spesso il sottoscritto andava a trovarlo, parlando insieme di Padonchia, di Monterchi e di tanti ricordi dei suoi parrocchiani di un tempo. Ritornò a Monterchi per l’ultima volta nell’estate del 2005, in occasione del suo Sessantesimo di sacerdozio, l’intera comunità cristiana, le varie associazioni l’accolsero con grande affetto e l’allora sindaco Massimo Boncompagni, a nome dell’intera cittadinanza, gli rivolse un caloroso saluto offrendogli in omaggio una pergamena con la quale veniva dichiarato cittadino onorario di Monterchi. Nonostante la sua gracile salute, che lo distinse per tutta la vita, nel silenzio e nel nascondimento di Villa Serena, il 17 marzo 2010 riuscì a celebrare insieme ai suoi fratelli e nipoti, assistito dal suo successore don Quinto Giorgini e da don Derno Marconcini, la S. Messa del 65° di sacerdozio. Don Bruno fu un sacerdote colto, di grande spiritualità e di integri costumi. Ha vissuto la sua lunga vita di 92 anni, 1 mese e 23 giorni per la gloria di Dio e la salvezza delle anime affidate dai suoi Vescovi alla sua carità pastorale. Negli ultimi anni perse purtroppo la pienezza delle sue facoltà mentali. Assistito con cura dal personale di Villa Serena, dai suoi cari, con il conforto di tutti i Sacramenti, ha lasciato in pace questo mondo e questa nostra Chiesa diocesana per entrare nella Comunione dei Santi, all’inizio del giorno 22 marzo 2013. La sera prima, in stato agonizzante, il sottoscritto lo visitò per l’ultima volta. I suoi funerali, presieduti dall’Arcivescovo Fontana, insieme a numerosi sacerdoti, furono celebrati nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore e il suo corpo fu portato a riposare in una tomba della famiglia Giorni nel cimitero urbano di Sansepolcro. Don Quinto Giorgini In alto, don Quinto e don Bruno nel 1992 e a destra, don Bruno festeggiato per il suo sessantacinquesimo di sacerdozio, il 17 marzo 2010, a Casa serena a Sansepolcro. Qui sopra, don Bruno con l’anziana madre e i sei fratelli.
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NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti
Offerte al 30 giugno 2018 Bianchi Duilio - La famiglia alla memoria €165,00 Bianchini Nello - La famiglia alla memoria €130,00 Bellucci Maria Pia - In memoria di Bianchini Nello € 50,00 Manescalchi € 10,00 Senesi Corinna -Amici, parenti e conoscenti alla memoria € 180,00 Senesi Corinna – I figli alla memoria €100,00 Bianchini Nello - Bianchini Beppino e i condomini del Villaggio Giardino Pocaia alla memoria € 90,00 Cardinali Artesina - La famiglia alla memoria €200,00 Mazzoni Settimio - La famiglia alla memoria € 30,00 Ruggeri Alfideo – La famiglia alla memoria €285,00 Giovagnini Elisabetta – La famiglia alla memoria € 200,00 Floridi Dr. Fulvio €500,00 Mondani Carla € 50,00 Tizzi Nello € 20,00 Goretti Alma – Il figlio Alessandro in memoria € 100,00 Goretti Alma – Parenti e amici alla memoria €220,00 Cestelli Onelia € 20,00 Rossi Alvara € 30,00 Casucci Luana € 20,00 Acquisti Marisa € 5,00 Martini Graziella € 50,00 Comparini Marta € 20,00 Piomboni Lucio Metello € 30,00 D’uva Maria € 10,00 Rossi Achille e Magrini Anna € 98,00 Ferrini Raffaello – La famiglia alla memoria €300,00 Acquisti Lina – La famiglia Loddi alla memoria €460,00 Valentini Carlo – La famiglia alla memoria €164,00 Lorent David € 5,00
Elenco Nuovi Soci al 30 giugno 2018 Bistoni Marzia Baracchi Angiolo Sampoli Irma Pecorelli Pierluigi Rossi Alvara Magrini Anna Rossi Achille Bartolomei Serena
Nei giorni passati hanno avuto termine i lavori di ristrutturazione del primo piano della nostra sede, quello utilizzato interamente dagli studi medici. La spesa complessiva , di 78.000 euro, è stata interamente saldata. L’intervento è stato radicale, con rimozione e sostituzione del pavimento (massetto e mattonelle), rifacimento del bagno, nuovo impianto di riscaldamento a pavimento, nuovo impianto idraulico, aria condizionata, nuovo impianto elettrico, nuova illuminazione con controsoffittatura parziale a cartongesso, nuove porte interne… È stato in definitiva un intervento impegnativo quanto necessario. L’occasione per la ristrutturazione radicale di tutto il primo piano è nata a seguito della richiesta di ampliamento spazi inoltrataci nei mesi passati dalla dottoressa Paola Floridi che di fatto prosegue ed amplia l’attività “dentistica” già esercitata presso di noi dal padre Fulvio Floridi per decine di anni. Il dottor Floridi si è sempre dimostrato particolarmente generoso nei nostri confronti, per cui non potevamo fare altro che accontentarlo. Lo studio dentistico è stato così ampliato e completamente rinnovato, e naturalmente abbiamo esteso l’intervento di ristrutturazione a tutto il piano. Con l’occasione ricordiamo alla comunità anghiarese la presenza dei professionisti ospitati nella nostra struttura: Dott.ssa Catia Baldassarri, specializzata in medicina del lavoro; Dott.ssa Paola Farinelli, psicologa; Dott.ssa Delia Veri, pedagogista; Dott.ssa Tiziana Camorri, psicologa clinica e psicoterapeuta di formazione; dott.ssa Paola Floridi, odontoiatra, specialista in ortognatodonzia, ed in particolare, “dentista dei bambini”: non a caso si legge nel biglietto da visita della dottoressa Floridi lo slogan “Ciao, sono il dentista dei bambini, ti aspetto nel mio studio, insieme ci prenderemo cura dei tuoi dentini. A presto”. Alla dottoressa Paola va il nostro augurio che sappia confermare la disponibilità, l’umanità e la generosità dimostrate da sempre dal padre Fulvio a tutta la nostra comunità; a quest’ultimo esprimiamo con l’occasione i più cordiali saluti ed un fraterno abbraccio a nome di tutti i componenti della nostra Misericordia. Il Magistrato
Aiutaci ad aiutare!
Donaci un po’ del tuo tempo Lo spenderemo bene! 13
Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari
sito internet: www.fratresanghiari.it
email: gruppoanghiari@fratres.eu
UNA PROGETTO DAVVERO IMPORTANTE! Tanti spunti di riflessione per tutti alla festa finale Una sinergia senza dubbio da confermare quella tra Istituto Comprensivo, Gruppo Donatori di Sangue Fratres e Confraternita di Misericordia di Anghiari, grazie alla quale i nostri giovanissimi hanno potuto riflettere per un intero anno scolastico su importanti valori quali volontariato, solidarietà e donazione. Chiarissimo l’obiettivo: educare fin da ora le giovani generazioni ad una futura cittadinanza attiva, contraddistinta da una continua attenzione verso i bisogni degli altri e contro ogni forma di egoismo ed indifferenza. Tanti le emozioni vissute e gli spunti di riflessione per tutti alla festa finale, che nella sua prima parte ha ascoltato la toccante testimonianza di Francesca, una giovane donna della provincia di Arezzo che, malata di talassemia fin dalla nascita, deve sottoporsi ogni venti giorni ad una trasfusione di globuli rossi… Nella seconda parte della manifestazione, la seguitissima simulazione di pronto soccorso dei volontari della Misericordia ed in quella finale, l’attesissimo momento di festa e di animazione con le magie di Mago Merletto. Riportiamo di seguito le considerazioni scritte che i bambini delle classi quarte ci hanno fatto arrivare
Riflessioni sul progetto “Fratres”
I
l progetto Fratres ci ha fatto capire che il sangue non si fabbrica, ma si dona. Grazie ai donatori di sangue le persone malate possono vivere. Martina C.
È
stato molto interessante vedere i soccorritori che aiutavano un ferito, ma anche sentir parlare la signora Francesca. Maria Giulia
I
l progetto della Fratres è stato interessante. La cosa che mi ha colpito di più è stata la testimonianza della signora Francesca. Lei ci ha detto che ogni venti giorni le servono due sacche di sangue per sopravvivere. Grazie della bella esperienza. Alessio
M
i ha colpito di più la testimonianza della ragazza, perché quando era piccola, aveva bisogno di sangue come ora. Lei quel giorno ci ha raccontato anche della sua gravissima malattia ed io ero molto dispiaciuta. Martina L.
Q
uello che mi ha colpito del progetto Fratres, è l’ultimo evento con Mago Merletto e la testimonianza di Francesca ,che ha bisogno di sangue ogni diciotto/diciannove giorni. Le abbiamo potuto fare delle domande tipo se la malattia è contagiosa o genetica. La Fratres ci ha insegnato che ci sono persone che hanno bisogno di sangue. Dona il sangue per le persone più bisognose! Letizia
Q
uesto progetto è stato interessante perché ci ha fatto scoprire tante belle cose tipo: che i donatori di sangue devono essere tanti, oppure l’importanza del sangue. Poi anche un’altra cosa mi è rimasta impressa, quella signora che spiegava la sua malattia, la poesia e la simulazione. Leonardo
Q
uesto progetto della Fratres è stato molto interessante e soprattutto mi ha fatto capire quella che è chiamata “volontà”, perché a dare una mano agli altri, non si sbaglia mai. Dalla Fratres ho imparato tanto, ma sono sicura che se m’impegno imparerò ancora tante altre cose. Giada
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L
a parte più bella del progetto Fratres è stata lo spettacolo che hanno fatto a scuola dove Mago Merletto ha fatto i trucchi di magia. Edoardo
D
el progetto della Fratres, mi ha colpito di più come riescono a salvare delle vite donando il sangue. Penso che siano delle persone fantastiche e molto generose. E’ stato molto bello questo progetto, ma purtroppo è durato poco! Guendalina
Q
uesto progetto mi ha insegnato cosa vuol dire donare il sangue, cioè salvare delle vite. La parte che mi ha colpito di più è quando facevano la simulazione dell’ambulanza. È stata una giornata bellissima. Venis
Q
uello che mi ha colpito di più del progetto Fratres è stato quando a scuola è venuta Francesca, una ragazza che non riesce a produrre il sangue e a soli quattro mesi le hanno fatto la sua prima trasfusione. C’era anche l’ambulanza e i soccorritori ci hanno fatto vedere come si fa a salvare una persona che si è sentita male o si è fatta male. La parte più divertente è stata quella con Mago Merletto. Martina B.
C
on il progetto della Fratres abbiamo imparato l’importanza di donare il sangue alle persone a cui serve. Nell’ultima giornata c’è stata una ragazza che ci ha raccontato che ogni quindici giorni deve prendere due sacche di sangue, quindi ci vogliono tanti donatori. Teresa
Q
uesto progetto mi ha fatto capire che il sangue non si fabbrica. Ci sono i donatori di sangue che lo donano. Io da grande non sarò un donatore di sangue, ma se dovesse servire ad un amico, glielo donerò. Karim
L
a Fratres ci ha fatto parlare con una donna di nome Francesca e ci ha detto che lei non riesce a produrre il sangue perciò ogni diciassette o diciotto giorni ha bisogno di due sacche di sangue. I soccorritori ci hanno fatto vedere anche come si mette un ferito dentro l’ambulanza e infine hanno detto che donare il sangue è importante. Luca
L
o spettacolo di mercoledì 23 maggio 2018 è stato molto importante perché ci ha fatto capire che donare il sangue serve a molte persone, che senza questo sangue potrebbero morire. Mattia
I
l progetto Fratres mi ha fatto capire l’importanza del sangue che va donato perché non si fabbrica. Sebastiano
L
a Fratres, in collaborazione con la Misericordia, fa tanto per noi, come ha dimostrato nella simulazione di un soccorso e come fa consigliandoci di donare il sangue. è solo grazie a loro se i malati cronici, come Francesca D’Urso hanno abbastanza sangue per poter vivere. Senza di loro la vita di alcune persone sarebbe difficile più del normale. Fratres, Misericordia GRAZIE!!!! Greta
D
urante l’ultimo incontro con i signori della Fratres, abbiamo visto e ascoltato cose diverse. La cosa che mi ha colpito di più è stata quando la ragazza ci ha raccontato il problema che aveva e ci ha detto che per lei, il sangue dato dai donatori, è una risorsa indispensabile per vivere, perché il suo midollo osseo non ne produce. Io non avrei mai pensato che ci fossero malattie come quella. Poi mi è piaciuto anche quando Mago Merletto ha fatto le bolle di sapone e tutti si sono alzati per farle scoppiare. Giulia tare insieme al gruppo dei Fratres è stato interessante, però parlavamo troppo di sangue. Mago Merletto è stato divertente, ma dopo un po’ è diventato noioso perché faceva le bolle e non scoppiavano. La parte più divertente sono stati i manichini. Francesco
S I
I
Fratres mi stanno simpatici perché donano sangue a delle persone che ne hanno bisogno. Hanno fatto anche tante feste e ci hanno fatto vedere come soccorrono le persone. Harman
D
al racconto della signora Francesca ho capito che il sangue non si fabbrica, ma si può solo donare dai diciotto fino ai sessantaquattro anni.
D
al racconto dei Fratres ho capito che da grandi bisogna donare il sangue perché ci sono delle persone che ne hanno bisogno, come la signora Francesca D’Urso, alla quale ogni quindici giorni occorrono due sacche di sangue. Samuele
M
i ricordo che appena ho visto l’ambulanza ero pieno di domande, ma la cosa più misteriosa erano i cassetti. Appena sono salito dentro, ho chiesto se potevo aprirne uno e loro mi hanno detto di sì. Quindi io ne ho aperto uno a caso e dentro c’erano tante medicine. Margherita Durante la visita della Fratres a scuola ho conosciuto una ragazza di nome Francesca D’Urso che ogni diciotto giorni ha bisogno di due sacche di sangue. Bisogna donare il sangue alle persone che ne hanno bisogno!
Ringraziamenti
Con la promessa di riproporre in futuro una simile esperienza, si ringraziano la Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Anghiari, la signora Francesca D’Urso, che con la massima disponibilità ha voluto condividere con noi la sua impegnativa esperienza di vita, i professori e le maestre che hanno collaborato alla buona riuscita del progetto ed i quasi trecento giovanissimi studenti che si sono lasciati coinvolgere, partecipando con vero interesse all’iniziativa. Nell’altra pagina, uno dei sei incontri presso la sede della Misericordia. In questa pagina da sinistra: Festa finale: la signora Francesca con due bambini, dopo la sua testimonianza; un momento della simulazione di pronto soccorso dei volontari della Misericordia; l’attesissima visita ad una Ambulanza.
l progetto della Fratres mi ha fatto capire l’importanza del sangue e delle persone che non possono produrlo da sole. Clelia
Q
uesta esperienza è stata molto bella e istruttiva, mi ha insegnato che quando sarò grande donerò il sangue. “Dai su, dona il sangue, fai una buona azione!” Alessia
L
a Fratres, il gruppo dei donatori di sangue, mi ha fatto capire che il sangue va donato, perché sennò possono morire delle persone e noi le possiamo salvare con una donazione. “Che aspettiamo a donare?” Giovanni
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PRIMA DI ANDARE IN VACANZA, LASCIA UN PO’ DI TE DOVE CE N’E’ BISOGNO!!! DIVENTA ANCHE TU UN DONATORE DI SANGUE FRATRES. (Contattaci ai numeri 3381484889 o 3487722155)
Una barbara uccisione
Le vostre offerte per il 2018 - IV Aldo Ceccantini, Il Chiuso Alessandra Pernici, Civitella AR Anita Conti, Via Taglieschi Anna Piomboni, Bernocca Bruno Acquisti, Catorcio Capalbo Rita, Anghiari Cristina Mariotti, San Remo Davide Fontani, Ceciliano AR Fabiano Giabbanelli, Bucacce Francesca Manenti, Pieve S. Stefano Francesco Caldani, Taggia IM Franco Brizzi, Roma Gina Vichi, Calla-Carmine Gio:Batta Franchini, Tavernelle Giovanna Ottobri, Calenzano Gisella Gennaioli, Il Palazzo Giuliana Guerrini, Serafino Imola Lombardi, Montino
testo e foto di md
Lina Sebastiano, Giardinella Luigino Giorni, Polveriera Maria Palazzeschi, Polveriera Mariella Guerrini, Renicci Mauro Mondani, Ponte Leonora Mihaela Matei, Intoppo Mirella Ferri, Borgo della Croce Nicola Salvi, Arezzo Nilo Nicchi, Arezzo Ovidio Mondanelli, Giardinella Piera Rossi, Tavernelle Renato Rossi, Pocaia Riccardo Mondani, Milano Rita Cungi, Ripalta-Tavernelle Sila Calosi, Morone Silvana Ruggeri, Via Taglieschi Vincenzina Ruscetti, Borghetto Walter Capacci, Bernocca
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artedì 26 giugno alla Scheggia di Anghiari si è ricordato la barbara uccisione di cinque ragazzi che avevano scelto di unirsi ai partigiani di quelle zone. Era presente don Marco (nella foto nel momento della benedizione della lapide)con i Sindaci di Anghiari e Monterchi, I carabinieri e i Vigili di Anghiari e Monterchi, la Fratres Monterchi, l’Anpi Sansepolcro e le associazioni ex combattenti locali. Dopo la celebrazione alla Scheggia il gruppo si è trasferito a Monterchi.
A tutti i lettori il ringraziamento della Redazione e della Parrocchia per il sostegno economico che ci fate pervenire e che ci permette di continuare la nostra attività!
Una considerazione di settanta anni fa
Riportiamo questo testo trascritto da Fausta Lapini che il babbo Amedeo aveva scritto poco tempo prima di morire (qui a lato è riprodotto l’annuncio della sua morte, come si usava fare una volta, avvenuta il 16 ottobre 1948, stampata in un grande foglio che, piegato adeguatamente, diventava una busta che si poteva spedire).
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ualsiasi macchina, non esclusa la macchina uomo, rimane efficiente non in base alla data di fabbricazione (età) ma in base al materiale costruttivo, alle cure conservative ed al logorio per l’uso. In effetti un meccanismo può essere efficiente anche se vecchio, mentre può divenire inservibile o quasi anche se di recente costruzione. Tale massima è pure impeccabilissima all’organismo umano, sia per ciò che riguarda le forze fisiche, sia quelle intellettuali. Estate 1948 Lapini Amedeo
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Stanchi delle “scaramucce” che da tempo avvenivano in zona all’alba del 26 giugno 1944 le truppe tedesche iniziarono una importante azione anti partigiana tra la strada della Libbia e Montauto, (era per altro lo stesso giorno in cui poco più avanti verso Tavarnelle venne rapito il Colonello tedesco Von Gablenz ma questo fu solo un caso.) Nell’ambito dell’operazione di controllo al mattino venne catturato Sabatino Mazzi di Giovi che, naturalmente, ignaro dei controlli era in perlustrazione ed aveva con se delle armi. Nel pomeriggio i tedeschi colsero in fragrante altri quattro giovani tutti di Monterchi, che proprio in quello stesso giorno avevano deciso di darsi alla macchia per attendere con maggiore tranquillità il passaggio del fronte e la liberazione della zona. Al mattino i quattro ragazzi erano stati ad Anghiari per prendere contatti con la Resistenza locale e procurarsi delle armi che avevano con loro al momento della cattura che avvenne mentre stavano raggiungendo la Scheggia per entrare in contatto con i partigiani che gravitavano in quella zona. La fine dei 5 giovanissimi ragazzi fu atroce, prima di essere impiccati con un fil di ferro presso la fattoria La Speranza subirono lente torture ed umiliazioni dai tedeschi ubriachi che ad opera compiuta (ovvero a tarda sera verso le 20) evidentemente non ancora paghi appesero davanti ai loro corpi penzolanti un cartello che invitava i commilitoni di passaggio per l’adiacente strada provinciale a sparare sui cadaveri e a non avvicinarsi lasciandoli seppellire dai “liberatori”. Tommaso Calabresi (di Giuseppe, nato nel 1926 a Monterchi), Pasquale Checcaglini (di Nicola, nato a Città di Castello nel 1925), Francesco Franceschi (di Angelo, nato nel 1924 a Monterchi) ed Enrico Riponi (di Alfredo, nato nel 1925 a Monterchi), tutti residenti a Monterchi.
Maestà della Palaia: la benedizione di Mario Del Pia
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na bella serata, lunedì 28 maggio -dopo il rinvio di lunedì 21 causa maltempo-, ha accompagnato la processione partita dalla Maestà del Crocifissino diretta a quella della Palaia. È stata una serata importante perché, come tutte le altre sere del mese dedicato alla Madonna, è stato recitato il Rosario e, in più, don Marco ha benedetto il restauro della Maestà collocata di fronte alla Ragnaia, lungo l’antica strada che conduceva a Lippiano e conosciuta, nel secolo scorso, come Via del Braccio: che dovrebbe essere il suo nome. Ne abbiamo parlato nel numero scorso, riportiamo solo che il tutto è nato dalle sollecitazione della moglie di Gino Tortori che, con l’aiuto di Claudio, è stato l’operaio dell’iniziativa. Tale è stato l’entusiasmo che al primo impegno della parrocchia si sono aggiunti tanti degli abitanti della zona e non solo. Nel riquadro i loro nomi (sono giunte anche due o tre offerte di cui non abbiamo potuto prendere il nome: saremo grati se ce li segnalerete). Ilvana Polcri Fabrizio Morelli Alvara Senesi Assuntina Procida Agriturismo la Palaia Alvaro Senesi Alessio Rossi Caterina Ferri Loretta Santi Ermindo Santi Fernando Primaveri Miriam Leonardi
Famiglia Pecorari Antonio e Paola Agolini Famiglia Gorfini, Valcelle Giuseppe Del Pianta Famiglia Citernesi Claudio Famiglia Sbragi, Invidiosa Francesco Mondani Palma Cangi Curiosi del Passato Domenica Bernardini Antonietta Pagani
Nelle foto in alto i preparativi, poi in via don Nilo Conti e il saluto di don Marco dopo la benedizione del restauro della maestà della Palaia.
Altro anghiarese scompare: Raffaello Ferrini
Qui nessuno ormai si salva e come un campo di battaglia
Lì nessuno reclama il capo perché sa che è condannato
Non c’è pace lì nel paese e la morte fa le spese
Un negozio di alimentari Anghiaresi da sfamare
Dispiaceri sempre presenti non li trovi mai assenti
È una legge lì divina quando arriva non si indovina
Altro uomo di me amico tra le sue mani è finito
Ma nella vita c’è durezza la vecchiaia si affretta
Ma nessuno accetta la sfida di combattere contro la vita
Anche il caro Raffaello à lasciato questo regno
Lo ricordo insieme alla moglie che gestivano il Cantinone
A ghermire e poi portare nella strada lì fatale
Siamo nati per finire e la legge si fa obbedire
Avrà pace su nell’alto e qualcuno avrà accanto:
di Armando Zanchi Arezzo, 17/6/2018
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Un aiuto per la parrocchia Carissimi, sono iniziati i lavori per rifare il tetto alla nostra “Chiesa del Fosso” o della “Propositura” che avverte ormai il peso dei suoi anni. Sarà un lavoro abbastanza lungo, complicato e dispendioso ma, con l’aiuto di Dio, sono certo che riusciremo a farcela. Con l’occasione provvederemo alla sistemazione e all’adeguamento anche della struttura dell’Oratorio parrocchiale (messa in sicurezza degli impianti, tetto, intonacatura esterna, infissi, superfici vetrate, ecc.) fortemente voluto anche dai miei predecessori Don Nilo e Don Vittorio. Mentre per il rifacimento del tetto della Chiesa potremo usufruire del contributo CEI derivante dall’8 x mille assegnato alla Chiesa Cattolica e che ammonterà ad € 156.000 su una spesa prevista di € 290.000 comprensiva di IVA e spese tecniche, i lavori dell’oratorio saranno a totale carico della Parrocchia e occorreranno circa 65.000 Euro. Altra strada non c’è se non quella di rivolgermi a Voi tutti chiedendovi di partecipare alla spesa (grande!) anche con un piccolo contributo per dare degna sistemazione alla Casa di Dio e al luogo dove i nostri giovani e noi tutti possiamo svolgere attività religiose, educative, ricreative, di studio e quant’altro. Credo sia inutile dilungarmi ancora nel descrivere la necessità e l’importanza di quanto stiamo facendo e dell’essenzialità del Vostro sostegno perché so per certo che ogni Parrocchiano, ogni Anghiarese residente o no, si sentirà sollecitato e impegnato a sostenere questa non facile impresa. Concretamente si può provvedere usando il Bollettino di C/C postale della parrocchia N. 11802527 specificando nella causale “Lavori tetto Propositura” o”Lavori sistemazione Oratorio”. Si può provvedere anche direttamente presso la Canonica o tramite Bonifico Bancario a favore del c/c n° 5053 cod. IBAN IT82Y0834571310000000005053 presso la Banca di Credito Cooperativo di Anghiari e Stia con la stessa causale di cui sopra. Ricordo che l’eventuale contributo, a norma di Legge, è interamente detraibile. Naturalmente sarà mia cura e dovere rendere conto dell’utilizzo di ogni Vostro Euro donato. Vi ringrazio tutti per l’attenzione e la generosità e vi benedico Il Vostro Parroco e il Comitato Parrocchiale (Don Marco Salvi, Fabio Pecorari, Francesco Testerini, Luigi Leonardi, Mario Del Pia, Mario Redenti, Massimo Meozzi, Massimo Redenti)
Nella foto a sinistra l’impalcatura in allestimento per i lavori all’oratorio e, qui a destra, la prima operazione nel fabbricato dell’oratorio parrocchiale che è consistita nel rifacimento del manto di copertura con l’inserimento dell’isolamento termico e della guaina ardesiata.
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I grossi problemi per la copertura
La Propositura di Santa Maria delle Grazie 4
O
di Armando Babbini
ltre alla complessità tecnica della costruzione la Comunità Anghiarese dovette far fronte anche verso il finire dei lavori, ed in particolare per l’esecuzione del tetto, ad un serie di problemi di carattere economico non indifferenti. Il grosso della fornitura di legname per la copertura fu approvvigionato da Città di Castello, ma come succede purtroppo e troppo spesso anche oggi, venne fuori un lungo e vischioso contenzioso legale riguardante i pagamenti che costrinse la Comunità a ricorrere ad altre soluzioni più sostenibili. Siamo nel 1723, una ventina d’anni prima dell’inaugurazione della Chiesa, e in quel tempo fu approvvigionata gratuitamente una gran quantità di legname dato “per carità” proveniente da Valialla, dal Molin del Caccia, dall’Albereto dei Ducci, dall’Albereto dei Padri di Camaldoli, dalla Macchia di Giorgio da Cafaggiolo… Ma se si riusciva a risparmiare sul materiale, c’erano pur sempre i “segatori” che occorreva pagare e in quella circostanza i vari Bastiano della Bernocca, Santi Babbini, Gregorio di Francesco da Verrazzano, Santi detto il Maestrino, in totale n.99 opere di segatori, in parte fatte nel bosco e in parte per legni e piane dentro la Chiesa, furono pagati “a grano”. Per il legname quando possibile si cercava di recuperare materiale già in uso: anche dalla loggia pubblica della nostra Piazza del Mercatale, evidentemente ormai in smobilitazione, furono tolti un “cavallo”, due “asinacci” (tipo di piane) e altre travi, da utilizzare per il tetto della Chiesa, ma tocco’ pagare Francesco Comanducci che aveva dato da mangiare agli uomini che li avevano trasportati in cantiere. Per chiudere finalmente questo tetto che non finiva mai, se non erano in grado di offrire i materiali, gli Anghiaresi si prestavano per trasportarli “per carità” della Chiesa: Andrea Galli per i legnami di castagno a mezzo buoi, Camillo Tuti un carro per 200 pianelle e 4 paia di buoi per legni d’albero, Papo Ducci 4 bestie per le piane e 5 paia di buoi per legni d’albero; oppure si operava in compartecipazione come Don Giovanni Canicchi che dette un’antenna e Barbanera Maccario Licci 2 paia di buoi per trasportarla. Le strutture della copertura, oltre che del legname, necessitavano di tanto ferro per inchiodarle e collegarle. Si cercava quindi di recuperare da vecchi edifici quanto più possibile e il palazzo della Cancelleria del comune era una vera miniera: di lì furono levati 36 libbre e mezzo di ferro tondo per far chiodi da mensole, 140 libbre per far chiodi grossi per i cavalli, libbre 88 e mezzo di tondino per chiodi da gronda e pianaccioli per il tetto, 37 libbre di ferro per fare un manico “alla burbera” in un palo grosso. Da quella miniera furono ricavate anche 45 libbre di ferro per fare quella Croce che fu posta in alto nella facciata e che è stata rovinata da un fulmine qualche tempo fa. Ma di ferro ce ne voleva tanto per le capriate e allora
“fu condotto di Fiorenza ad Anghiari libbre 4460 di ferro dato in carità da Sua Altezza Reale (il Granduca di Toscana) alla Beatissima Vergine”, però toccò pagare Antonio Margiacchi, il vetturale. Per certi lavori di pregio si doveva ricorrere, pagandoli, ad artigiani specializzati di fuori come il Maestro Bernardo scalpellino di Sansepolcro che fece le 64 braccia del cornicione di pietra di facciata e in alto il “Monte di Pietra” per la Croce che vi fissò con tanto di impiombamento. La solenne benedizione della nuova Chiesa in data 26 giugno del 1740 fu accolta dagli Anghiaresi come un grande obbiettivo raggiunto (dopo più di cent’anni), ma era chiaro che i lavori e i sacrifici della Comunità non erano finiti, mentre i soldi, anzi gli scudi, eran quasi finiti. In quella sede fu fatta una carità alla Chiesa in onore di Maria sempre Vergine, di scudi 100, ma all’atto furono dati solo 12 scudi e il restante fu promesso pagarlo in tre rate in successivi accatti per la Chiesa. Ci si stupisce ancor di più se si considera che in quegli stessi anni gli Anghiaresi si stavano sobbarcando di un’altra opera non meno significativa e onerosa. Nella Chiesa di S. Agostino, la preferita dalla nostra gente, si erano manifestati dissesti importanti nel presbiterio e nell’abside e quindi si era messo in moto un altro importante cantiere che nel giro di poche decine d’anni portò al rinnovo totale di tutto l’edificio, con quella veste settecentesca così come la vediamo oggi. Ma pur di funzionalizzare come Propositura la nuova Fabbrica del Fosso ormai si cercavano tutti
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gli espedienti possibili, anche in mancanza di fondi. Paolo Fontana, Camarlingo dell’Opera del Fosso, rappresentò al Magistrato della Fraternita di S. Maria del Borghetto, che per le campane della nuova Chiesa necessitava una quantità di bronzo onde poterla rifondere e perciò “domandava in elemosina a detto Magistrato due cannoncelli di bronzo, rotti e scoppiati,che si trovavano nelle stanze della Fraternita per potervi ricolare la campana..” Con unanime partito del 3 luglio 1769 i Priori di Fraternita concessero “in elemosina” i due cannoni richiesti, che permisero al S.re Gabriello Babbini di S. Piero in Bagno, per il costo di scudi 83, di “regettare le due campane della Chiesa, la prima di peso libbre 690 e la seconda di libbre 485 a forma della scritta del dì 10 luglio 1769” (nello stesso anno, si badi bene, in cui vien fatta la pavimentazione in cotto della vicina Chiesa di S. Agostino, chiudendosi così anche lì i grandi lavori).
Nell’altra pagina la bella immagine, tratta dall’archivio dell’Oratorio, raffigurante le nuove travature del tetto della Propositura (forse per sostituire quelle di cui si parla nell’articolo), anno 1936. In questa pagina, da una vecchia lastra fotografica, l’interno della chiesa prima dei rifacimenti del ‘900.
Sabato 18 agosto 2018 anniversario dello scoppio della mina alla Caserma dei Carabinieri di Anghiari Dal registro dell’Archivio parrocchiale 18 Agosto Millenovecentoquarantaquattro alle ore 10,30 «Giorno di grave lutto, il più doloroso in tutto il periodo di questa guerra, che ha flagellato con molteplici danni anche il nostro paese di Anghiari, specie fino dai primi giorni di giugno. Mentre era in tutti la fiducia che il pericolo della morte a causa del Cannone e dei Barbari fosse allontanato, alle ore 10,30 di oggi, è esplosa una potente mina, posta dai Tedeschi nel palazzo della Sig.ra Salleolini Ida Vedova Bartolomei, in fine di Via Mazzini, nei pressi del luogo chiamato “Giardinetto”. Per l’intero paese s’è avvertito un movimento del terreno, s’è diffusa una polvere d’un colore livido opaco e uno spavento come per una scossa di terremoto. La grossa mina aveva interrotta completamente la strada Provinciale nel tratto chiamato qui in Anghiari “Via nuova”, creando una profondità di circa cinque metri per un raggio di più di cinquanta. Era saltata la casa dei RR.CC. e altre quattro abitazioni, mentre molte altre furono gravemente danneggiate. Ma quello che recò maggior dolore fu l’accertamento della morte delle quindici vittime umane e della gravità di alcuni feriti. Il Cielo permetteva tante lacrime a riparazione di odiose lotte fra i medesimi cittadini. I funerali dei morti si sono protratte fino al giorno 23 agosto -mercoledì- a causa della difficile rimozione dei materiali.» La semplice lapide voluta da don Nilo per ricordare il tragico evento del 18 agosto 1944.
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La ‘banda ultra-larga’
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sarà completata entro settembre 2018
ono in fase di completamento ad Anghiari i lavori per la posa in opera della fibra ottica realizzati dalla società Open Fiber S.p.a, che si era aggiudicata la gara pubblica indetta da Infratel Italia S.p.a. per la realizzazione del “Piano per lo sviluppo della banda ultra-larga nel Paese”. Il progetto è stato voluto dal Governo per colmare il divario infrastrutturale accumulato negli ultimi anni dall’Italia ed approvato dalla Presidenza del Consiglio. La società sarà impegnata nella realizzazione, costruzione e gestione di un’infrastruttura a prova di futuro, che consentirà ai cittadini anghiaresi di beneficiare di una connessione ultrarapida e affidabile. I lavori finiranno in settembre e una volta terminati garantiranno la quasi totale copertura della infrastruttura a banda ultralarga di Anghiari. Gli scavi sono stati realizzati tramite la tecnica “non invasiva” della perforazione guidata e si aggiungono a quelli già realizzati nel tempo da varie altre società, completando così la copertura in fibra ottica del territorio. La rete che realizzerà la società Open Fiber è totalmente pubblica e sarà a disposizione delle aziende che si occupano di comunicazione-telecomunicazioni e che venderanno i servizi di connessione all’utente finale. Open Fiber infatti non è un provider di servizi internet e non vende un servizio al cliente finale, ma è attiva solamente nel mercato all’ingrosso consentendo l’accesso a tutti gli operatori di mercato che lo richiedono. “Anghiari è uno dei primissimi Comuni in Italia a cominciare questo tipo di lavori –ha dichiarato il sindaco Alessandro Polcri–. La novità è nella tecnologia FTTH (Fiber To The Home), che porterà la fibra ottica direttamente nelle case dei cittadini, potenziando la velocità di navigazione e rendendola nettamente superiore a quelle disponibili al momento. La trasmissione dei dati potrà raggiungere 1 Gbps (1000 Megabit al secondo). Grazie a questa
tecnologia aumenteranno la competitività del territorio e le possibilità per cittadini e imprese di usufruire di nuovi servizi: smart working, telelavoro, e-commerce, telemedicina. Senza contare che la diffusione della fibra ottica permetterà di velocizzare il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, di scuole e associazioni impegnate nel paese consentendo di superare il digital divide che resta ancora un problema per gran parte della popolazione italiana. Le ricadute positive saranno non soltanto a livello tecnologico, ma anche sotto il profilo occupazionale visto che 300 persone circa hanno lavorato al progetto per un investimento di circa 1,5 milioni di euro solo per ciò che concerne Anghiari. Importante inoltre sottolineare che la firma del protocollo è stata conseguenza della sinergia tra Stato, Regione e Comune. A eseguire l’intervento saranno anche aziende e professioni del territorio. Abbiamo infine messo a disposizione la nostra infrastruttura comunale e la banda a fibra ultra larga sarà completamente di pubblica proprietà. Termine previsto settembre 2018 e copertura di 2000 unità immobiliare, quindi la quasi totalità del territorio”. Da quel momento in poi gli utenti avranno la possibilità di contattare un operatore per scegliere il piano tariffario che preferiscono e iniziare la navigazione ad alta velocità.
bimbi di oggi
bimbi di oggi
M
i chiamo Nicolò Ferrini, abito al Ponte dei Sospiri e fra due giorni compirò otto mesi. Adesso sto sorridendo al fotografo ma tutti i miei sorrisi sono per la mia mamma Angela, che si prende cura di me, e per il mio babbo Michele che lavora dal Soldini guidando un camion.
Nella foto in alto uno dei punti in cui si è eseguita la perforazione guidata per l’inserimento della ‘fibra’.
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uongiorno... sono nata da cinque giorni, il 2 luglio 2018 e qui sono in braccio al mio fratellino Filippo Mi chiamo Nicole Renzoni e con la mia famiglia abitiamo a Mezzavia, nella casa chiamata San Clemente. I nonni materni Piero e Rosalba vendono le scarpe ad Anghiari; i nonni paterni Graziella ed Enzo abitano a Viciomaggio.
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Musica e danza
I saggi finali della Filarmonica di Anghiari
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conclusione dell’anno scolastico 2017-2018 la Filarmonica “P. Mascagni” di Anghiari come ogni anno ha organizzato tre appuntamenti molto importanti riguardanti le scuole di Musica e Danza e i due progetti fatti in collaborazione con l’Istituto Comprensivo. Il primo appuntamento è stato Giovedì 7 Giugno in Piazza IV Novembre, dove si è svolto il saggio finale dei due progetti ‘Crescere con Ritmo e Armonia’ e “Dai fiato alla musica”. Nel corso di questo anno scolastico queste attività di formazione hanno coinvolto tutti gli alunni delle Scuole Materne e della Scuola Primaria di Anghiari, coadiuvati dagli insegnanti della Filarmonica Irene Mambrini, Teresa Peruzzi, Iacopo Rossi, Davide Montagnoli, Cesare Chieli, Lorenzo Postiferi e Rosaria Tarantino. I progetti, promossi dalla Filarmonica, in stretta collaborazione con gli insegnanti dell’Istituto Comprensivo di Anghiari, sono stati portati avanti con l’obiettivo di avvicinare gli alunni al movimento e all’ascolto, alla comprensione, alla produzione di musica, confermando ancora una volta l’importanza di queste attività nella vita scolastica di ogni alunno. Il secondo appuntamento si è tenuto Venerdì 8 Giugno al Teatro di Anghiari con l’esibizione degli allievi della Scuola di Danza Classica e Moderna, Hip Hop e per la prima volta “Danza Aerea”. Gli allievi hanno presentato la performance “Circo che passione”, dando vita a una serata molto piacevole e interessante. Durante l’anno gli allievi sono stati seguiti dagli Insegnanti Veronica Innocenti, Riccardo D’Amore e Stella Tucci. Una grande cornice di pubblico ha seguito attentamente il saggio nel gioiello del Teatro di Anghiari. Spettacolare l’esibizione della Danza Aerea, una disciplina straordinaria che impegna notevolmente l’allievo. L’energia degli allievi è stata la forza che ha unito finalmente il pubblico ad un’arte spesso difficile da comprendere. Il terzo appuntamento è stato con il saggio degli allievi della Scuola di Musica, Domenica 10 giugno, sempre al Teatro di Anghiari. Gli allievi della scuola, guidati sapientemente dai rispettivi insegnanti Cesare Chieli, Iacopo Rossi, Davide Montagnoli, Rosaria Tarantino, Teresa Peruzzi, Irene Mambrini, Nicola Matteagi, Roxana Waterson, Fabrizio Lepri, Diego Rossi, Carolina Marchetti, si sono esibiti con musiche, canti che hanno messo in evidenza l’importante lavoro svolto durante tutto l’anno. Particolarmente apprezzata la musica d’insieme degli allievi e anche il notevole miglioramento che ognuno, nel proprio strumento, ha fatto in un anno di scuola. Un programma intenso al termine di una stagione
ricca di soddisfazioni, come ha spiegato Domenico Rossi, presidente della Filarmonica P. Mascagni. “Voglio prima di tutto ringraziare tutti i miei collaboratori della Filarmonica, in particolare le due collaboratrici dei settori Danza e Musica, Paola Roselli e Joanna Harvey, che hanno svolto un importantissimo lavoro; poi gli allievi, le insegnanti delle scuole, i genitori, tutti i maestri di musica e danza della Filarmonica e tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita di questi progetti. Sono davvero orgoglioso di vedere che anche quest’anno nella nostra scuola tra musica e danza sono stati oltre cento i bambini e i ragazzi coinvolti. Nel saggio finale del progetto in Piazza IV Novembre c’è stata una cornice fantastica di pubblico, circa un migliaio di persone. Interessante e piacevole l’esibizione delle IV elementari con gli strumenti a fiato. Numeri importanti a dimostrazione dell’ampia adesione che ancora una volta l’offerta formativa della Filarmonica di Anghiari ha conseguito. Tutti abbiamo notato grandi progressi degli allievi in ogni settore e questo ha confermato che la nostra scelta di affidarci ad insegnanti giovani laureati al Conservatorio alla fine premia e offre uno stimolo e una marcia in più alla scuola. L’obiettivo principale per noi è, come da tradizione, quello di trasmettere alle giovani generazioni l’importanza formativa e culturale della musica e della danza”. Nel periodo estivo daremo vita sicuramente a qualche stage di Musica e Danza e continuerà anche quest’anno la collaborazione con la Southbank Sinfonia di Londra e il suo maestro Simon Over. La Filarmonica dà il suo arrivederci a tutti per il mese di Settembre con l’inizio del nuovo anno scolastico.
Mercati e orari
L
di Clèto
o so che comincio a diventare noioso con questi mercati ma stasera ho sentito alla TV che c’è in Parlamento la proposta della chiusura delle attività commerciali nei giorni festivi (la parola mercati del titolo intende la rete di distribuzione commerciale). Questo per favorire le attività commerciali familiari che non reggono alla concorrenza delle grandi catene di distribuzione. Di questa chiusura festiva ne abbiamo parlato nel numero 6 del 2017. In quell’occasione fu proprio un supermercato (Famila) che tentò di andare controcorrente chiudendo la domenica: fu ‘costretto’ ben presto a riaprire. Non so come andrà a finire. Io propenderei per la chiusura festiva. Voi che ne pensate? Ditecelo!
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I lettori ci scrivono
Appendice alla Cronachetta
Caro Del Pia, l’ultimo numero de L’Oratorio, come del resto i numeri precedenti, parlano di persone di Anghiari che ho conosciuto. Questa volta poi c’è anche un velo di tristezza, perché la terza ragazza da sinistra della foto della “Corale” di pag. 29 è mia cugina Frida allora ventiduenne. Mi raccontò di quel viaggio a Langollen, dove, anziché parlarmi del concorso, mi disse che mangiò molto male. Era ospite presso una signora che elargiva sorrisi e faceva molti complimenti, ma serviva pietanze orrende, sicché una volta sbottò: “Ma lo voi capire che ci ho fème, ci ho fème!!!”; la donna, non capendo niente, continuò a sorridere. Ricordo benissimo le due officine di Nilo Agolini e la bottega del barbiere Natalino che si trovava dopo il negozio di Tito Tagliaferri, sull’angolo della salita che porta alla Propositura; ho anche scoperto che Pedro Ricceri era fratello di Natalino e non è la prima volta che, grazie alla rivista, scopro parentele a me sconosciute. La cosa curiosa è che il fratello di Nilo, Adelmo (anche lui barbiere), e Pedro divennero cognati, avendo sposato due sorelle, Lisetta e Beppa (i cognomi non li ricordo); Adelmo e Pedro vennero poi a Milano dove continuarono a fare i barbieri. Rimasto vedovo, Adelmo, quando andò in pensione, tornò ad Anghiari dove morì. Adelmo era soprannominato Pisquillo, e io l’avevo sempre sentito chiamare così, anche da sua moglie, e quando venne a Milano a trovarci, io, venendo poi sgridato da mia madre, caddi nel solito errore e lo salutai dicendo: “Buon giorno Signor Pisquillo”. Viva L’Oratorio. Cordiali saluti, Giancarlo Balestri
Troppi turisti!
C
di Clèto
hi si è fermato schifito al titolo non conoscerà il mio pensiero che è questo: Andando in giro per Anghiari vecchio si vedono, fortunatamente, gruppi di turisti curiosi che giro-vagano nelle stradine del nostro centro storico. Il problema è che non ci sono residenti (ecco i troppi turisti). Fra l’altro la presenza dei residenti che si rendono disponibili a fornire notizie o semplici divagazioni, sono apprezzate dal tipo di turismo che credo interessi Anghiari (questo lo ha evidenziato il professor Giovanni Caselli nel Convegno organizzato da Anghiari Centro Studi, sabato 16 giugno 2018). Condivido, per concludere, il pensiero espresso da tbv pubblicato nel numero 3-2017 parlando dei “Cordoni”: Quello che è nato come un espediente tecnico per garantire la qualità della circolazione e dei trasporti è
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Lunedì 18 giugno 2018: oggi è nato ad Arezzo Simone Frulli di Davide e Sara Zanchi. La sua famiglia abita dopo il ponte del Ponte alla Piera e ad aspettarlo al suo arrivo a casa c’era anche il fratellino Diego. Lunedì 2 luglio 2018: oggi è nata Nicole Renzoni di Alessandro e Cristina Gambacci. La sua famiglia, babbo, mamma e fratellino Filippo, abita a San Clemente (Mezzavia).
GREST 2018 Dal 16 al 20 e dal 23 al 27 luglio si stanno svolgendo i primi due periodi del GREST. Il terzo periodo ci sarà dal 20 al 24 agosto e si concluderà propio il giorno della festa patronale di San Bartolomeo. oggi divenuto un elemento di interesse estetico, rendendo la ormai sonnolenta Via della Torre un punto di riferimento pittoresco della visita di Anghiari. La bellezza urbana infatti è oggi non solo un fattore identitario ma un gadget commerciale: un bel paese si vende meglio di un brutto paese e il turismo è una voce sempre più importante nell’economia di zone deindustrializzate e non ancora sufficientemente terziarizzate. Non c’è niente di male in quest’evoluzione: un paese aperto e dinamico si vive meglio di un paese chiuso e atrofizzato. L’importante è non perdere il legame con la storia che ha generato il paese nella sua concreta identità architettonica e civile. La bellezza sgorga dalla vita degli uomini, è una risposta ai loro bisogni, è una forma di civiltà e non un semplice prodotto economico. Anghiari è più di una scenario da cartolina: ricordare la sua storia, rispettare la sua gente, è il modo migliore per preservarne la bellezza.
U o m i n i e d on n e com e n oi Incontri con la Bibbia Elia (I) La solitudine del profeta
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profeti sono uomini soli. In anticipo sul proprio tempo, perché in rottura con esso, essi sono la voce che denuncia l’errore e il disorientamento di società malate, indicando le condizioni della loro guarigione, della trasformazione: essi non annunciano tanto il futuro quanto le condizioni perché esso si dia. Migliore o peggiore del presente, comunque diverso: i profeti, di progresso o di sventura, sono coloro che riconoscono meglio degli altri i fattori del cambiamento. Attaccata al presente, chiusa nella pigra e passiva dipendenza dalle proprie certezze, la maggioranza di noi guarda al profeta con diffidenza, denunciando in lui un misto di arroganza e pericolosità: esporre la fragilità dello status quo è un modo di minarlo, di corroderlo. Il profeta mette a rischio l’oggi in nome di minacce o opportunità lette a partire dal futuro (dal non ancora). Destabilizza e mette pressione. È per definizione scomodo; quanto più autentico, tanto più impopolare e malvisto. Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone», Lc 4, 24). La dimensione profetica di Gesù si evidenzia nel suo crescente isolamento: le grandi folle radunate dal potere taumaturgico del guaritore si assottigliano a vista d’occhio quando più forte dei miracoli si fa l’annuncio che li interpreta come manifestazione della sua potenza di Figlio di Dio, quando più forte dell’effetto del segno si fa il contenuto di verità del suo significato (Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». /…/ Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?», Gv 6, 60, 66-67) La vita del profeta è dura, il suo pane sono tribolazione, persecuzione, insuccesso, solitudine. Nelle storie di vocazione profetica raccontate nella Bibbia, è frequente che la prima reazione dell’eletto da Dio sia il rifiuto: perché proprio io, o mio Dio? Ma sei proprio sicuro? Scegli un altro, per favore. Lasciami alla mia tranquillità, alla mia famiglia, al mio lavoro, alla mia banalità. Perché restare solo? Perché partire? Perché soffrire? Il profeta, infatti, parte sempre: si distacca da quello che è dato, dalle letture correnti del presente, e si ritrova a testimoniare da solo l’alternativa possibile da accogliere e costruire. Il profeta è uomo-contro non perché pregiudizialmente critico, ma in nome di un bene maggiore: non si limita mai a denunciare il male; non
è un ‘disfattista’, né un utopista, qualcuno che sogna l’impossibile. Nulla è più lontano dall’utopia della profezia, che è altrettanto critica del presente, ma perché profondamente realista, guidata sempre dalla nozione di un bene possibile. Restare solo è anche la sorte di Elia, il più grande della prima generazione di profeti (leader che incarnano un contropotere rispetto ai re d’Israele, coscienza spirituale in rotta di collisione con il potere politico), chiamato a vivere la fedeltà a Dio in una situazione storica di distacco dall’alleanza mosaica da parte di Israele e che soffre perciò l’infedeltà del popolo al patto con il Signore come condizione personale di rifiuto ed esclusione. Il suo dialogo con Dio è tutto impregnato dall’angoscia di questo isolamento: «Che fai qui, Elia?», chiede il Signore, e la risposta è invariabilmente: “Sono rimasto solo” (1 Re 19, 9-10; 13-14). Davanti agli uomini, Elia appare dotato di poteri straordinari e di una fiducia in se stesso incrollabile: giunge a resuscitare un morto, il figlio della vedova che lo ha ospitato per tre anni durante il suo esilio presso i Sidoni; convocato tutto il popolo d’Israele sul Monte Carmelo, sfida e umilia i profeti di Baal, prima facendo piovere fuoco sull’altare del sacrificio e poi facendo tornare la pioggia dopo tre anni di siccità. Quando il popolo, davanti alla ‘vittoria’ di Elia rinnega i rappresentanti del dio cananeo, Elia ne ordina la cattura e da solo “scanna” quattrocentocinquanta uomini, uno a uno, in un’ecatombe sanguinosa che ha pochi eguali nella Bibbia. Ma quando si ritira dalla scena pubblica del proprio ruolo di profeta, quando entra nell’ombra del proprio rapporto con se stesso, questo Elia vittorioso e spietato si rivela un uomo spossato dalla propria solitudine, ferito dalla stessa violenza di cui si è fatto strumento: Acab riferì a Gezabele ciò che Elia aveva fatto e che aveva ucciso di spada tutti i profeti. Gezabele inviò un
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messaggero a Elia per dirgli: «Gli dèi mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest’ora non avrò reso te come uno di quelli». Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Là fece sostare il suo ragazzo. Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. (1Re 19, 1-5) Com’è possibile che il profeta poderoso, che ha appena trionfato pubblicamente con segni inauditi della benevolenza di Dio, l’uomo che non arretra davanti a nulla, giungendo a massacrare senza pietà quattrocentocinquanta ‘infedeli’, fugga “impaurito”, davanti alla minacce della regina, che esca dalla grande vittoria stanco e abbattuto al punto di voler morire? Il contrasto tra l’Elia pubblico e l’Elia privato, il vincente e il perdente, non potrebbe essere più grande: il trionfo storico e politico si traduce, senza soluzione di continuità, nella sconfitta personale, in un senso di disfatta tanto amaro da sfociare in desiderio di morte. Elia, che fugge perché ha paura di morire, chiede ora di morire: l’uomo che la vittoria non ha restituito alla comunità, che ne è stato anzi precipitato nell’esclusione ancora più radicale rappresentata dal ruolo del giustiziere (colui che punisce, massacra i colpevoli), si trova alla fine escluso anche da se stesso (vuole morire chi non si riconosce più a casa nella propria vita, la sente inospitale). L’esclusione dalla comunità si paga con la perdita di se stessi. Vincere non basta. Vincere è perdere se lo si fa da soli, se lo si fa contro gli altri. L’uomo di Dio che fa morire il colpevole in nome di Dio, se è veramente uomo di Dio, non può alla fine che voler morire egli stesso: il profeta rimane solo, perché vuol salvare il proprio popolo non perché lo vuole condannare, e per questo passare per l’esercizio spaventosamente solitario del fare giustizia è una prova talmente dura che lo spossessa di sé, lo pone
fuori della propria identità di uomo e di profeta, lo rende irriconoscibile a se stesso, spingendolo in una fuga nel deserto che non è più ricerca di salvezza ma di perdizione. Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri. Non è migliore dei padri chi si è fatto strumento di morte, chi ha fatto ‘vincere’ la fedeltà a Dio con il massacro dell’infedele e non con la sua salvezza. Diviso insolubilmente tra solidarietà comunitaria ai fratelli e fedeltà alla giustizia e alla verità, tra solitudine dell’annuncio rifiutato e intelligenza del fatto che la verità dell’annuncio passa per la condivisione, perché la salvezza non è per uno ma per tutti, il profeta è una figura tragica, schiacciata sotto il peso di due esigenze umanamente incompatibili. Per questo egli è anche una figura storicamente transitoria, tesa al proprio superamento, alla propria dissoluzione nella pienezza redentiva di un salvatore messianico. Il profeta biblico riconosce, prima di tutti gli altri, che l’alleanza tra uomo e Dio, il patto abramitico e mosaico, non basta, perché l’uomo non è in grado di corrispondere a ciò che questa alleanza richiede e promette. Non basta la propria fedeltà a salvare il fratello e perciò neppure a salvare se stessi. Il profeta tramonta laddove la tragica contraddizione della sua fedeltà a Dio è risanata dal Figlio di Dio, nell’alleanza non più di Dio con l’uomo ma nell’uomoDio, nel Dio fattosi uomo perché il fare giustizia sia forza di salvezza e non di condanna, sia perdono e non perdizione, misericordia e non castigo. Il profeta testimonia la verità ma non la dona, riconosce e annuncia la salvezza ma non l’arreca. Il profeta è voce di colui che grida nel deserto: Preparate la via del Signore. / …/ Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me (Gv 1, 23, 30). Il profeta passa, perché dopo di lui viene il Salvatore, a risanare la sua impotenza di uomo cui Dio dona la propria potenza, potenza divina che non basta a salvare se è amministrata dall’uomo, che può assumerla unicamente come strumento di vittoria sul fratello infedele. Solo in Gesù, colui che non dà la morte ma l’assume su di sé, che fa della propria solitudine e della propria sconfitta storica di profeta la via della redenzione di tutti, la potenza divina si fa strumento di vittoria non sull’uomo ma sul peccato e la morte. Solo in Gesù l’uomo trova riconciliata la propria fedeltà a Dio, alla verità e alla giustizia, con la solidarietà incondizionata all’umanità peccatrice, la propria e dei fratelli, riconoscendo che la parola suprema della giustizia non è di morte ma di vita. (tbv) Nell’altra pagina, Elia viene nutrito dai corvi. In questa pagina, Dio fa scendere dal cielo il fuoco per bruciare il sacrificio preparato da Elia.
Un gruppo di lettori ricevono il giornale nel formato digitale Se lo volete anche voi mandateci la vostra mail La nostra è nella quarta pagina di copertina! 25
Le ‘botteghe’ di Anghiari
Auguri a Rita e Francesco
frequentarle per tenere viva l’economia e la vita sociale
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iscoprire il piacere di acquistare nei negozi di paese e passeggiare nei bellissimi centri storici. È questa la ricetta giusta per tenere viva l’economia e l’anima dei tantissimi paesi della Valtiberina, compreso Anghiari. L’appello di Elida Bianchi, presidente del Centro Commerciale Naturale di Anghiari è quello di non rinchiudersi in casa di fronte a un pc, facendo acquisti online, per non impoverire non solo il tessuto economico della vallata ma soprattutto le relazioni tra le persone. È importante favorire la vitalità di un territorio che deve continuare a incontrarsi, socializzare a vantaggio delle relazioni umane a anche della sicurezza. “I nostri negozi -spiega Elida Bianchi presidente del Centro Commerciale Naturale di Anghiari- sono un patrimonio indispensabile e imperdibile. Appartengono alla storia del paese. La tendenza del consumatore è quella di allontanarsi dai tradizionali acquisti scoprendo, in alcuni casi, il freddo strumento di internet. La tendenza riguarda soprattutto i giovani, che talvolta preferiscono stare di fronte a un computer piuttosto che a passeggio per i vicoli e le piazze dei paesi e dei centri storici”. Un cambiamento delle abitudini di consumatori che ogni anno fa registrare la chiusura di saracinesche e attività. “Ogni volta che chiude un negozio -aggiunge Elida Bianchi- si perde un servizio e un punto di riferimento per la collettività e non solo per i consumatori. In questi anni una grossa mano alle nostre attività è arrivata dalla crescita delle presenze turistiche, che in parte ha supplito alla carenza di consumi dovuta anche alla crisi economica e al diverso orientamento del consumatore, ma le nostre attività non possono fare a meno dei consumatori che gli sono più vicini, ovvero quelli locali, del paese. Anche il turismo ne soffrirebbe. Se chiudono i nostri negozi, difatti, si abbassano saracinesche. Per ogni saracinesca chiusa c’è una vetrina illuminata che si spegne, e il paese sarebbe percepito come inanimato, privo di quella vivacità che è la sua caratteristica, tanto apprezzata da chi lo visita”. “Inoltre -conclude Elida Bianchi- i negozi, le piccole imprese, tengono vivi i servizi anche attraverso le tasse e quindi l’impoverimento è sotto molteplici aspetti. I commercianti sono poi sentinelle di strade e piazze a vantaggio della sicurezza. L’appello è quindi quello di frequentare i centri storici, i paesi, e di passeggiare facendo la spesa e gli acquisti nei negozi del vicinato per contribuire a tenere viva la vita dei paesi della Valtiberina”. I Mercoledì di Anghiari sono la conferma di quanto Elida Bianchi sostiene. “L’evento che ormai caratterizza l’estate di Anghiari e della Valtiberina -conclude Elida Bianchi- è il piacevole esempio di quello che significa far vivere le strade e le piazze creando momenti e occasioni di svago, di shopping, di aggregazione e socializzazione”.
Rita e Francesco Maggini, domenica 27 maggio scorso, hanno festeggiato le nozze d’oro. Si erano conosciuti a ballare al Ponte alla Piera e dopo 4 anni di fidanzamento si sono sposati il 25 maggio 1968. Dopo l’immancabile viaggio di nozze sono andati ad abitare a Firenze e vi sono rimasti per 27 anni fino a quando, nel 1996, sono tornati ad abitare al Ponte alla Piera. Nella chiesa di San Giovanni Evangelista è stata celebrata la S. Messa da don Enzo Bigiarini, don Gianni Zanchi e don Ferdinando Mabanza Tolotolo. Dopo il rinnovo delle promesse matrimoniali hanno poi festeggiato con i parenti presso un ristorante di Caprese Michelangelo ed il giorno successivo sono continuati i festeggiamenti con gli amici al “Circolo Antico Ponte”. Rita e Francesco ringraziano tutti per l’affetto dimostrato nei loro confronti e anche noi della Redazione mandiamo i nostri auguri e altri ne riceveranno dagli anghiaresi quando verranno ad Anghiari: forse di più Francesco e specialmente il mercoledì.
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ari nonni, questo per voi è stato un giorno importante, dopo tutti quelli che avete passato insieme e quelli speciali che avete fatto e fate vivere a noi: siete il nostro sostegno nei momenti difficili, il nostro divertimento nelle giornate spensierate e rendete magnifiche tutte le domeniche riunendo insieme figli, nipoti, zii e cugini. Ci avete accompagnato nella nostra infanzia fino ad oggi che siamo diventati grandi, così il nostro affetto per voi è cresciuto insieme a noi. In questo giorno speciale vogliano dunque dire grazie alle guide della nostra vita. Gabriele ed Elena
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Amici di Gesù
La gioia che avete provato in questo giorno di festa si ripeta ogni volta che Lo riceverete
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l 3 giugno 2018 è stato un giorno bello ed importante per 17 bambini della nostra parrocchia che durante la Santa Messa delle ore undici in Propositura hanno ricevuto per la prima volta il Sacramento dell’Eucarestia. È stato emozionante vederli tutti intorno all’altare, attenti alle parole di Don Marco ed impazienti di ricevere Gesù, il Pane della vita. Durante i nostri incontri a catechismo abbiamo imparato ad essere Suoi amici, a pregarlo e ad aprirgli il cuore sicuri del Suo amore e del Suo sostegno, lo abbiamo incontrato negli anziani che abbiamo visitato, nel Miracolo Eucaristico di Bagno di Romagna, nella recita del Santo Rosario a maggio, e nel pane che abbiamo impastato e cotto con i bambini e poi condiviso durante il ritiro a Tavernelle. Ora l’unica cosa che possiamo augurarvi è che la gioia che avete provato in questo giorno di festa si ripeta ogni Domenica ed ogni volta che riceverete Gesù con il cuore pieno d’amore e desiderio di incontrarLo. Con affetto ricordiamo due nostre amiche che hanno ricevuto Gesù lontano da noi ma vicine nella preghiera: Giulia Frulloni che ha fatto la Prima Comunione ad Amalfi e Giulia Riccardi che ha festeggiato questo bel giorno a Fano. Ringraziamo tutti i genitori per la disponibilità e la collaborazione ed un grande grazie a Don Marco, Don John, al Diacono Fabio, a tutto il coro che ha reso ancora più bella la liturgia e non ultima, sperando ci segua sull’Oratorio, alla nostra cara Suor Augusta che negli anni scorsi ci è stata di grande aiuto. Cari bambini che questo Pane sia la vostra forza per sempre! Annunziata, Michela e Loredana
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Qui sopra la foto ricordo nella chiesa della Croce (Studio F10). Qui a sinistra il manifesto preparato dalle catechiste e, sotto, l’elenco dei bambini che hanno ricevuto per la prima volta il Sacramento dell’Eucarestia.
Matilde Agrifoglio Letizia Boganini Gregorio Borgogni Marco Cangi Martina Cerofolini Luca Giurgi Martina Lauciello Annalisa Lazzerini Guendalina Manenti Alessia Mariani Sebastiano Mariotti Alessio Romanelli Leonardo Romanelli Mattia Rossi Greta Santucci Giada Stanghellini Maria Giulia Tappeto
La Misericordia di Anghiari Il bilancio, i progetti, le iniziative
Carissima Consorella, carissimo Confratello, come negli anni passati, anche in questo anno 2018 un nostro volontario sta venendo a trovare ciascuno di Voi per incassare la consueta quota sociale. Vi ringraziamo quindi, anzitutto, per la Vostra fedeltà con la quale, anno dopo anno, continuate a seguirci e a non farci mancare il Vostro contributo finanziario per noi molto importante. Se condividete la strada fin qui percorsa e quella che vogliamo percorrere secondo l’insegnamento del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa, continuate ad esserci vicini; ponetevi al fianco della Vostra Confraternita, siate promotori di iniziative, aiutateci nel portare avanti la missione caritativa e di soccorso che la nostra coscienza cristiana ci impone. Bilancio sociale anno 2017 Carissimi soci, già in altre occasioni abbiamo sottolineato la complessità del bilancio consuntivo di un anno di lavoro di un’associazione come la Confraternita di Misericordia. Per facilitare la lettura delle nostre attività Vi daremo informazioni a tema, in forma sintetica. Il bilancio contabile dell’anno 2017, già sottoposto agli Organi Statutari preposti (Magistrato, revisori dei conti e Assemblea dei soci), riepiloga entrate ed uscite con tutti i dettagli analitici, reversali di incasso, mandati di pagamento e relativi documenti giustificativi; tutto il materiale è provvisoriamente a disposizione di Voi soci, visionabile presso la segreteria della sede. Attività formative: sono stati organizzati corsi di formazione per il conseguimento dei brevetti di livello di aiuto sociale e di soccorritori volontari di livello avanzato. Sono state sviluppate serate di “lezione e retraining” per migliorare e perfezionare le conoscenze tecniche di tutto il nostro personale volontario. Iniziative ludiche “paesane”: ha organizzato la serata del “3 maggio” in conformità con le tradizioni secolari (tombola e fuochi pirotecnici). Ha collaborato con i propri volontari in servizio, alla giornata del Palio della Vittoria, alle attività del Carnevale, e soprattutto ha fornito assistenza a quasi tutte le iniziative paesane di carattere sportivo ed amatoriale, dal calcio al ciclismo, al motocross, al podismo, all’equitazione… Servizi permanenti: ha cercato di tenere aperto, per quanto possibile, l’ufficio segreteria della propria sede ogni mattina dal lunedì al sabato (qualche volta anche la domenica). Ha mantenuto aperto il museo storico dell’associazione, in via Nenci, il sabato pomeriggio, la domenica e in tutte
le altre festività infrasettimanali, compreso il periodo di apertura della mostra dell’artigianato locale. Ha mantenuta aperta la Cappella di San Marco ogni qual volta ne sia stata richiesta la disponibilità. Attrezzature e servizi “sanitari”: ha tenuto a disposizione di tutti alcune attrezzature sanitarie per uso temporaneo (carrozzelle, deambulatori, stampelle ortopediche…), acquistandone di nuove per un servizio più puntuale e diffuso. Ha aperto i propri ambulatori a nuovi professionisti in aggiunta ai medici di base ed al dentista già presenti ormai da anni nei nostri locali. Il fine è quello di mettere a disposizione di tutti Voi importanti servizi sanitari “in loco”, senza doverVi recare ogni volta presso altri studi nei comuni limitrofi. Interventi immobiliari: ha provveduto ad effettuare una manutenzione ordinaria su tutti i locali. Ha provato a togliere umidità alla parete esterna del salone attraverso una nuova parete in cartongesso e relativa intercapedine areata, sperando che la soluzione possa rivelarsi ottimale. Rinnovo e Manutenzione del “parco macchine”: il parco macchine si è arricchito nel 2017 di un ulteriore automezzo, un Fiat Ducato da utilizzare per servizi sociosanitari, con la possibilità di inserire due carrozzelle in contemporanea per il trasporto disabili. Assemblee e magistrati: le riunioni del Magistrato si sono effettuate all’occorrenza, mentre le Assemblee dei soci sono state convocate ed espletate il 25 aprile ed il 26 novembre. Progetto “Diamoci una scossa”: il progetto era nato per diffondere in modo capillare la presenza dei defibrillatori Semi-Automatici Esterni (D.A.E.) sul nostro territorio, nonché per istruire il personale laico al loro utilizzo e al massaggio cardiaco occorrente in caso di necessità. I risultati sono stati ottimi: ormai ben 16 D.A.E. sono stati posizionati in altrettanti luoghi sparsi nel territorio anghiarese. Altri 2 D.A.E. sono pronti
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per essere posizionati nelle nostre strade, per cui il numero dei preziosi strumenti salirà a 18. Oltre trecento anghiaresi hanno ormai partecipato al corso per l’uso del defibrillatore e per l’effettuazione del massaggio cardiaco; anche loro meritano tutta la nostra riconoscenza. E proprio durante il 2017 alcuni di loro hanno partecipato ai corsi di “retraining” per non perdere la “familiarità” nell’uso del prezioso strumento. Nel frattempo, in una revisione capillare dei DAE, abbiano provveduto ad una manutenzione straordinaria con cambio piastre e batteria. Collaborazioni con la Parrocchia di Anghiari e con la Caritas: l’associazione è stata presente con i propri volontari per aiutare nella “giornata del malato” nel mese di febbraio, così come nella festa estiva dell’anziano e del malato svoltasi in agosto presso il Centro Parrocchiale “La famiglia”, in Tavernelle. Ha partecipato con le proprie “cappe nere” a diverse ricorrenze religiose; fra tutte, la processione del Venerdì Santo in aprile e quella della “Madonna di Loreto” in dicembre. Ha partecipato a varie riunioni con le altre Compagnie presenti nella nostra comunità (a Micciano, a Tavernelle, a Galbino…). Attività dei volontari con i nostri automezzi: nell’anno 2017 i nostri volontari sono usciti, con gli automezzi di soccorso e con i nostri mezzi attrezzati, per n. 2.987 servizi ( 8,18 servizi di media al giorno per 365 giorni) percorrendo Km. 153.760 con una media di Km. 51,47 a viaggio e una media giornaliera di Km. 421,26. Hanno assicurato la loro presenza in sede per il servizio di pronta partenza in BLSD per un numero complessivo di 643 turni (1.050 al mattino, 1.544 al pomeriggio e 275 per la notte) impegnandosi complessivamente per 5.344 ore; essendo ogni turno coperto da tre volontari, le ore complessive impegnate sono state 16.032. Hanno infine assicurato il servizio di reperibilità giornaliera, diurna e notturna. Tutto questo, i nostri volontari! Non solo numeri. Invitiamo tutti Voi a soffermarVi un attimo su queste cifre e, soprattutto, sull’impegno giornaliero dei nostri volontari che queste cifre suggeriscono. Anche quest’anno, come forma di riconoscenza a favore dei nostri confratelli attivi, vogliamo “togliere loro l’anonimato” e di seguito li vogliamo elencare. Sono 69 coloro che hanno svolto interventi, con ambulanze, mezzi attrezzati e autovetture per servizi sociali: Albiani Franco, Bigioli Umberto, Bini Massimo, Bruttini Emanuela, Burioni Sisto Leandro, Cangi Irene, Casacci Alessandro, Cenciarelli Cristian, Cenciarelli Marisa, Ceradini Livia, Cesari Valentina, Cisilkiewick Michel, Clementi Fabrizio, Comanducci Nevio, Comparini Marta, Del Pia Grazia, Del Pia Silvia, Draghi Stefano, Ferrini Mauro, Finocchi Francesca, Gabrielli Fabrizio, Galas
Carla, Gattaponi Mario, Gattari Giampaolo, Giuliattini Laura, Gorbi Giuliano, Innocenti Daniela, Kondratowich Nadezda, Lacrimini Marco, Ligi Fabrizio, Ligi Simone, Manenti Andrea, Marghi Ermanno, Melani Paolo, Mencarini Laura, Meozzi Quinto, Mercatelli Gessica, Mondani Alessandro, Neri Valente, Nicchi Bruno, Pagliaroli Costantino, Pallini Carlo, Pasquetti Luca, Paterni Silvano, Piccini Giovanni, Piomboni Orlando, Poderini Leonella, Polizzi Giuseppe, Pompeo Chiara, Puleri Maurizio, Ricci Michele, Rondoni Marco, Rossi Agostino, Rossi Marcella, Rufini Josè Luis, Senesi Loris, Senesi Simona, Serafini Giulio, Seri Paolo, Sirianni Rebecca, Tortori Amedeo, Tramontani Serena, Tranchini Antonio, Valentini Eleonora, Vellati Fabiano, Venturini Giuliano, Veri Franca, Zafferani Catia, Zambrano Fernanda. A tutti Voi volontari, grazie, e “che Dio Ve ne renda merito”. Questa è la sintesi del bilancio sociale dell’ultimo anno appena trascorso, il 2017. Ciò è stato possibile, per la parte umana, grazie all’opera di volontariato delle nostre consorelle e confratelli attivi, e per la parte economica anche attraverso la generosità della nostra popolazione. Importante è l’apporto della quota sociale che tutti Voi soci, anno dopo anno, ci fate pervenire; siete una realtà fondamentale, indispensabile per la nostra attività. Di tutto ciò Vi ringraziamo. Da parte nostra, continueremo ad impegnarci e Vi terremo aggiornati in riferimento alle iniziative dell’Associazione. Fraterni saluti Il Magistrato Nell’altra pagina l’ex ospizio di Fra Damaso dove i frati della Verna raccoglievano grano, uva ed altri prodotti agricoli per il Santuario. Poi chiunque si recava alla Verna veniva accolto gratuitamente. In questa pagina l’ospizio, rimesso a posto, è oggi la sede della Confraternita di Misericordia.
Ti capita di leggere l’Oratorio e desideri riceverlo per posta? Facci avere il tuo indirizzo! Te lo invieremo volentieri 29
L’ultimo campeggio
una delle esperienze più belle della mia vita
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iamo tornati pochi giorni fa dal nostro ultimo campeggio con Don Marco. In breve il Campeggio è organizzato ogni anno da Don Marco e dalla Carla che si prendono la responsabilità di portare i ragazzi, dalla prima alla terza media, in campeggio a Badia Prataglia. Quest’anno, per me, è stato l’ultimo anno e devo dire che mi mancherà moltissimo quest’esperienza, anche se, come alcuni sapranno, Don Marco organizza anche un altro campeggio per i ragazzi delle superiori. Beh, che dire… ovviamente sarò una delle prime ad iscrivermi a questa iniziativa!! Parlando del campeggio 2018, lo ricorderò come una delle esperienze più belle della mia vita, una di quelle che, durante la preadolescenza, ti insegnano a formare il carattere e ti “abituano” ad autogestirti! Inoltre, in campeggio, oltre a giocare, cantare e, insomma, divertirsi, si fanno nuove amicizie! Per quanto riguarda me mi sono divertita molto e trovata altrettanto bene, inoltre in 3 anni sono riuscita a legare con molti ragazzi della zona (per esempio Monte San Savino e Arezzo)! Poi, si sa, all’inizio non siamo molto “pratici” e dobbiamo ambientarci, perciò vorremmo tornare a casa, ma già dal secondo giorno diventa tutto più frivolo ma allo stesso tempo intenso (grazie alle varie lodi mattutine e ai vari canti ad alta quota). Invece, i giorni trascorrono molto velocemente e non ci accorgiamo che dobbiamo già tornare a casa! Quindi, con questo racconto sulla vita e permanenza in campeggio, voglio invitare i ragazzi che inizieranno le medie e le continueranno, a partecipare a questa iniziativa! Ringrazio Don Marco, Don Alessandro, Carla e gli animatori. Valentina Dall’alto: lodi mattutine prima di partire per la camminata a Camaldoli; momento di canti in cima al Monte Penna e balli di gruppo durante la festa di fine campeggio.
Vuoi che l’Oratorio venga
Ad Anghiari, dal 10 al 19 Agosto 2018,
spedito a qualche amico o
Tovaglia a Quadri Durante la settimana di Ferragosto ad Anghiari, uno spettacolo in forma di cena interpretato dagli abitanti del borgo antico.
conoscente che abita anche all’estero? Lo possiamo fare! Mandaci il suo indirizzo! 30
fotocronaca
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iblioteca - Lunedì 11 giugno, giorno di mercato alla Pieve (qualche volta giorno di fiera), una parte dei ‘Curiosi del passato’ -sono raffigurati nella foto con Elda Fontana- si è recata in quel paese per visitare la biblioteca di Elda e Ventura Pannilunghi. Si una tratta di una biblioteca privata ma aperta e a disposizione di tutti, che i nostri amici hanno deciso di aprire perché ormai i libri e i ‘faldoni’, accumulati in anni e anni di ricerche, in casa non ci stavano più. Anzi, comincia ad essere insufficiente anche lo spazio attualmente utilizzato perché confluiscono nella loro altre biblioteche private. Mi piace menzionare, fra le loro attività, quella con le scuole e so che trasmetteranno ai piccoli il loro grande entusiasmo. Poi il gruppo ha visitato il Centro di Documentazione Dina Dini, guidati dal maestro Calchetti -sorprendente il suo entusiasmo- e dal giovane nipote.
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nniversario dell’apparizione - Mercoledì 16 luglio, un gruppo di fedeli, guidati da don John, hanno ripetuto il gesto del pellegrinaggio da Anghiari al Santuario del Carmine dove, 482 anni fa, la Madonna apparve alla giovane Marietta. Lungo il cammino è stato recitato il Rosario intervallato da appropriati canti dedicati alla Madonna. Un’esperienza molto bella ma non troppo seguita da tanti che si sono fatti distrarre da altre iniziative più folcloristiche. Altri gruppi sono partiti da altri luoghi, e quelli di Tavernelle dal Bagnolo, per giungere al Santuario dove erano attesi dal Vescovo Riccardo.
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pparizione - Come diciamo anche più sopra, mercoledì 11 luglio si celebrava il 482 anniversario dell’apparizione della Madonna nella località (oggi Carmine) un tempo chiamata Combarbio. Lo ha ricordato anche il Vescovo Riccardo nella sua omelia durante la solenne celebrazione. Nella foto ricordo scattata dalla nostra collaboratrice Claudia, il Vescovo Riccardo è con i sacerdoti, il diacono, il ministrante. Da sinistra: il ministrante Andrea Marzi, don John Pullan, don Enzo Bigiarini, il diacono Fabio Mondani, don Marco Salvi, don Quinto Giorgini e, per finire, don Alessandro Bivignani tornato appositamente dalla Valle.
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erazzano - Questa volta i curiosi sono rimasti nel territorio di competenza e sono andati a Verazzano. Accompagnati da alcuni oriundi di quel luogo (il Rossi e lo Sciadini) e guidati da Claude e dal suo cane Emma, che li hanno attesi alle ‘Case da piedi’, hanno visitato la chiesa dedicata alle sante Flora e Lucilla. Purtroppo è in uno stato precario e bisognosa almeno di un primo intervento sulla copertura. A Verazzano esistevano due castelli ed un cimitero. Se ne parlerà una prossima volta. Con loro c’era anche Bruno Valbonetti, fratello laico dell’ordine dei Fratelli Maristi -sono missionari dediti all’insegnamento e all’evangelizzazione delle popolazioni povere del terzo mondo-. È il Direttore, ormai in pensione, di un collegio vicino a Lima, in Perù. Si trova in Italia in visita ai suoi parenti anghiaresi ed era interessato a questi luoghi della sua infanzia. Fra qualche giorno, nonostante i suoi 92 anni, ritornerà nella sua missione, dove si trova da 70 anni.
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Auguri a Giovanna e Rinaldo
Edicola a Fusaiolo
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iamo a Fusaiolo, dove Primarosa e Pier Luigi Gallai hanno deciso di costruire un’edicola nel piazzale (una volta era l’aia del podere) della loro bella casa. Ecco il loro racconto. “I frati di Montecasale ci hanno regalato questo bassorilievo della Madonna col Bambino e il Padreterno per collocarla in un posto idoneo. È così che abbiamo pensato di realizzare questa edicola. Siamo veramente contenti di averla realizzata, ma c’è voluto eh! Noi siamo venuti in possesso di questa effigie sette o otto anni fa e l’abbiamo potuta sistemare solo nel 2016. A Montecasale, fino a che c’era il vecchio padre Pio, per San Francesco e il due agosto, veniva organizzato un incontro con amici del santuario, una trentina, quaranta persone. Poi, morto padre Pio questa iniziativa è cessata ma questo è il loro ricordo. Una cosa particolare è che qui attorno ci sono tante rose che fioriscono in modo veramente eccezionale. Ci fa piacere che questa nostra realizzazione venga apprezzata”
Grande festa in casa Nicchi, per gli 80 anni della Giovanna e gli 85 di Rinaldo. Un augurio speciale dai figli, nipoti, parenti e amici... Ma anche noi della Redazione mandiamo il nostro augurio per la via di San Leo dove Giovanna e Rinaldo abitano.
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bimbi di oggi
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iao a tutti, mi chiamo Rachele Bruni, sono nata il 9 settembre 2017. Sono vivace e ho un sorriso sempre per tutti. Abito dietro all’Asilo della Stazione e ho due sorelle più grandi, Michelle e Nicole che mi vogliono molto bene. La mia mamma si chiama Francesca e il mio babbo Michele, che fa il restauratore di mobili alla Fossa dove abitano i nonni paterni Silvano e Paola (e anche la mia bisnonna Berta). Il nonno materno Giuliano, ex restauratore come il babbo, abita all’Infrantoio con la nonna Edi.
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iao, ...io sono Lorenzo Lombardi e ho un anno e mezzo... Sono nato la vigilia di Natale e ho fatto il regalo più grande ai miei genitori che si chiamano Marco e Sara Procelli... Sono un bambino molto vivace e faccio impazzire i nonni Giancarlo e Cristina che abitano a Viaio e Enzo e Luisa che stanno vicino a me a San Leo! Un bacione alle mie zie... io le chiamo IE..., Serena e Laura!
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Urio
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ul frontespizio de L’ORATORIO di giugno/luglio è stata pubblicata una foto di Urio Alberti. Urio era figlio di “Boleto” che, in cima alla Croce riparava le biciclette, perciò anche Urio, in gioventù ebbe a che fare con le ruote a raggi ma non con le rotelline degli orologi alla cui riparazione si era poi dedicato. Non saprei dire con quale successo, se si deve dar credito ad una delle malelingue più spigliate di Anghiari che era quella di Pietro Romani detto “il Billi”. Una volta Urio, che aveva partecipato ad una gita-pellegrinaggio nei luoghi delle patrie battaglie della Grande Guerra, rientrato in Anghiari stava raccontando agli avventori del Bar Garibaldi, fra i quali c’era il Billi, della profonda emozione che aveva preso i partecipanti durante la visita al Sacrario di Redipuglia, con queste parole: “mentre si saliva su per quelle scale davanti alle tombe di tanti giovani, piangevano tutti!” E il Billi, pronto: “Saranno stati quelli a cui hai accomodato gli orologi tu!” Urio era anche l’operatore di macchina al cinema/teatro “dei Ricomposti”. Se avete presente il film “Nuovo Cinema Paradiso” avete un’idea precisa di quale fosse il suo compito, un Philippe Noiret locale! Ma quando si proiettavano i film che piacevano di più a noi, allora ragazzi, e cioè quelli di guerra con gli indiani Pellerossa, avveniva che all’arrivo dei “nostri” che sterminavano i maledetti musi rossi il nostro entusiasmo era tale da scardinare le poltroncine di legno (addirittura, un ragazzo precipitò dal terzo ordine di palchi sui sottostanti spettatori in platea: ma nessuno si fece male!). A quel punto, Urio, scendeva di corsa e, con altrettanto entusiasmo si dedicava a redarguire (leggi: scapaccionare!) i più agitati nascosti nella nebbia grigiazzurra del fumo di sigaretta. Alla domenica, il cinema era l’avvenimento più atteso! I nostri genitori, se potevano, ci davano i soldini contati per il cinema e per i nostri vizietti, a nostra scelta: o la ciaccia fritta oppure ,in alternativa, i semi salati di zucca o noccioline “americane” che si compravano da un vecchietto silenzioso che si appollaiava sotto le Logge col suo banchino e si chiamava “il Granchjno” o, ancora, il gelato. Da più grandicelli si poteva optare per una “goriziana” al biliardo del Bar Milanese di Vezio (dove ora c’è l’ottico Boni). Due passi con gli amici fino al Giardinetto e la domenica era finita! Alfonso Sassolini
Rinati dall'acqua e dallo Spirito I nuovi nati che hanno ricevuto la Vita nuova di Cristo risorto nel sacramento del Battesimo: Kris Chiarini di Francesco e di Sonia Chimenti è stato battezzato da don Marco, sabato 6 gennaio 2018, nel Santuario del Carmine. Lorenzo Buricchi di Federico ed Elena Redenti è stato battezzato da don Marco, sabato 20 gennaio 2018, nel Santuario del Carmine. Leonardo Pandolfi di Lorenzo e Letizia Boncompagni è stato battezzato da don Gustavo, sabato 10 febbraio 2018, nella Pieve di Micciano. Gilda Palazzeschi di Giancarlo e Giorgia Gabrielli è stata battezzata da don Romano, domenica 25 febbraio 2018, nella chiesa di San Leo. Leonardo Baggi di Massimiliano e Romina Pernici è stato battezzato da don Gustavo, sabato 17 marzo 2018, nella Pieve di Micciano. Serena Alessandrini di Giorgio e Ouafae Maoni è stata battezzata da don Marco, domenica 29 aprile 2018, nel Santuario del Carmine. Mattia Pucci di Luca e Annalisa Picchi è stato battezzato, sabato 5 maggio 2018, nel Santuario del Carmine. Nicolò Ferrini di Michele ed Angela Capacci è stato battezzato da don Marco, domenica 20 maggio 2018, nella chiesa di Santo Stefano. Filippo Canosci di Samuele e Francesca Pulcinelli è stato battezzato, domenica 27 maggio 2018, da don Marco nella chiesa di Santo Stefano. Filippo Betti di Riccardo ed Elisa Rossi è stato battezzato, domenica 27 maggio, da don Marco nel Santuario del Carmine. Niccolò Ricceri di Jacopo e Linda Macaluso è stato battezzato da don Marco, sabato 9 giugno 2018, nella chiesa di Sant’Agostino. Alessandra Cheli di Luca e Rossella Ingenito è stata battezzata da don Marco, domenica 10 giugno 2018, nella chiesa di Propositura. Leonardo Giardiniere di Francesco e Olga Cartei è stato battezzato da don Marco, giovedì 21 giugno 2018, nella chiesa della Propositura. Tea Rondoni di Nicola e Serena Luzzi è stata battezzata da don Marco, domenica 24 giugno 2018, nella chiesa di Viaio.
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Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli
AGOSTO 2018 Mercoledì 1 agosto, alle ore 21:00, S. Messa nella chiesa di Fonaco in onore della Madonna della Neve. Mercoledì 8 agosto, alle ore 21:00, S. Messa a S. Lorenzo a Gambazzo Venerdì 10 agosto alle ore 21:00 S. Messa a S. Lorenzo a Ricciano Martedì 14 agosto, ore 21:00. Processione mariana aux flambeaux verso la chiesa di Padonchia, con partenza dal piazzale presso la grande Croce del Giubileo 2000 a Sciano. Con la partecipazione delle Compagnie, della Confraternita di Misericordia e di tutta la popolazione delle quattro parrocchie monterchiesi. Domenica 19 agosto, alle ore 17:00, S. Messa nella chiesa di Pianezze in onore della Madonna Assunta. L’ultima domenica di agosto è la data tradizionale della Festa della Misericordia SETTEMBRE 2018 Domenica 2 settembre, a Borgacciano Festa della Madonna della Consolazione, e a Scandolaia Festa della Natività di Maria. Sabato 8 settembre, alle ore 21:00, a Pocaia, con la partecipazione delle Compagnie del SS.mo Sacramento di Monterchi e di Padonchia, solenne processione mariana aux flambeaux in preparazione alla Festa della Madonna Bella. Domenica 9 settembre, Tradizionale Festa della Madonna Bella, Patrona degli autisti e viaggiatori. Prima S. Messa alle ore 8:00. S. Messa solenne alle ore 10:00. S. Messa vespertina alle ore 17:00. Seguiranno gare e giochi popolari e l’estrazione dei biglietti vincenti della Sottoscrizione premi. Domenica 30 settembre, alle ore 9:00, Festa di S. Michele Arcangelo patrono di Padonchia. NOTIZIE VARIE Dagli inizi di luglio fino al termine del mese si è svolto il GREST, campo estivo per ragazzi del territorio monterchiese, organizzato e diretto da don Ferdinando Mabanza presso la parrocchia di Le Ville. NOTIZIE DALLA PARROCCHIA Domenica 15 luglio presso il Parco Fluviale si è svolta la tradizionale Festa del Donatore organizzata dal Gruppo Donatori Fratres di Monterchi. In collaborazione con la Confraternita di Misericordia a partire dalle 16:30 è
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stato organizzato un punto di ritrovo per la misurazione di glicemia e pressione con personale qualificato. Alle 17.30 è stata programmata una partita di calcetto, seguita da una merenda per tutti i partecipanti. Dal 21 giugno al 2 agosto, in Piazza Umberto I e nel giardino del Museo della Madonna dell’Attesa del Parto si è svolto anche quest’anno con partecipazione della popolazione il Monterchi Festival 2018. 108 PRIMAVERE – La sig.ra Gina Checcaglini, nata il 14 luglio 1910 nel popolo di San Biagio a Pocaia e battezzata a Monterchi, ha partecipato la domenica 15 luglio alle ore 11:15 alla S. Messa di ringraziamento per le sue 108 primavere, circondata dai cari nipoti. Al termine della S. Messa l’arciprete don Quinto ha letto la pergamena della Benedizione Papale, rinnovandole l’augurio ad multos annos. Riapertura al culto della chiesa di Petretole L’ a n t i c a e panoramica chiesa di Petretole (nella foto), dedicata ai Ss. Martiri Sisto II Papa e Apollinare Vescovo, annessa alla parrocchia di Monterchi nel 1986, dopo anni di abbandono in seguito agli ultimi terremoti, è stata completamente restaurata e sarà riaperta (il giornale è in tipografia) al culto sabato 21 luglio alle ore 18:00, con una solenne S. Messa celebrata da don Quinto, arciprete di Monterchi, alla presenza di un notevole gruppo di fedeli. Questa chiesa potrebbe diventare una tappa nel cammino francescano in terra di Citerna-Monterchi. A settembre, come ogni anno, torna il tradizionale appuntamento con la Sagra della Polenta. 46^ edizione da venerdì 21 a domenica 23 organizzata dalla Pro Loco, con stand gastronomici aperti in Piazza del Mercatale e nel centro storico. FESTA PATRONALE A MONTERCHI Domenica 7 ottobre 2018, vigilia della Festa di S. Simeone Profeta, alle ore 17:00 Mons. Vescovo celebrerà la S. Messa solenne e amministrerà il Sacramento della Cresima ai ragazzi della 3^ media che risulteranno sufficientemente preparati. Lunedì 8 ottobre tutta la comunità religiosa e civile è invitata a onorare il proprio patrono con la S. Messa delle 18:00, alla quale sono invitate a partecipare la Compagnia del SS.mo Sacramento, le varie associazioni paesane nonché le autorità civili e militari.
Caduti di Anghiari
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nella Grande Guerra
manuela Ghignoni, una nostra assidua lettrice, ci invia da Roma un documento molto interessante e ci dice che cercando su internet ha “trovato l’Albo dei caduti di Anghiari nella Grande Guerra.” In questo modo lei ha ‘scoperto’ qualche notizia di due fratelli di suo nonno “spariti nel nulla più di 100 anni fa. Nella mia famiglia siamo rimasti tutti molto sorpresi, perché nessuno di noi ne aveva mai saputo più niente da allora. Uno di loro è Giuseppe Ghignoni, il padre della Colomba, l’ostetrica che ha fatto nascere mezzo paese. Se credete, diffondetelo. Magari qualche altro concittadino avrà la sorpresa di “ritrovare” un antico parente inghiottito da quella ‘inutile strage’.” Pubblicheremo l’elenco in più puntate, iniziando da questo numero. Alberti Daniele, di anni 36, di Vaglialle. Soldato del 13° Fanteria, deceduto il 25 novembre 1918 per “tisi” ad Anghiari. Acquisti Dante Angelo, di Achille, di anni 22, di Anghiari. Caporale del 70° Fanteria, deceduto il 13 settembre 1916 all’ospedale da campo n. 104 per “ferite d’arma da fuoco alla coscia seguita da cancrena”, subite sul fronte dell’Isonzo. Sepolto a Cormons. Acquisti Domenico, di Damiano, di anni 21. Soldato del 121° Fanteria, deceduto il 19 settembre 1916 all’ospedale da campo n. 055 per ferite subite a Opacchiasella (Carso). Acquisti Ezelino, di Carlo, di anni 40. Soldato del 73° Fanteria, deceduto il 14 dicembre 1917 a Treviglio per malattia. Baglioni Angelo, di Policarpo, di anni 25. Soldato del 36° Fanteria, deceduto il 9 novembre 1918 a Lucca per malattia. Baglioni Domenico, di Severino, di anni 30. Soldato del 120° Fanteria, deceduto il 24 febbraio 1916 a Milano per “peritonite tubercolare con versamenti”. Sepolto a Milano. Baglioni Giovanni, di Damiano, di anni 35. Soldato del 236° Fanteria, caduto il 13 marzo 1918 sul Monte Pasubio, loc. Galleria Zero (Trentino), per “scoppio di mina austriaca”. Baglioni Pietro, di Damiano, di anni 32. Soldato del 128° Fanteria, caduto il 20 novembre 1915 a Zagora (Medio Isonzo). Baldi Pietro, di Giovan Battista, di anni 37 di Anghiari. Soldato del 192° Battaglione Milizia Territoriale, deceduto il 1° maggio 1916 a Pordenone per malattia. Baldi Sante, di Pasquale, di anni 21, di Toppole. Soldato del 214° Fanteria, deceduto il 1° agosto 1916 in prigionia per ferite subite sull’Altopiano di Asiago. Sepolto a Innsbruck. Bartolomei Andrea, di anni 20. Soldato del 112° Fanteria, caduto il 21 agosto 1917 a Nad Logem (Carso). Bartolomei Francesco, di Giuseppe, di anni 35 di Pieve di Sovara. Soldato del 12° Fanteria. Deceduto il 13 maggio 1916 a Udine per malattia. Bartolomei Luigi, di Giovan Battista, di anni 31. Soldato del 75° Fanteria, caduto l’11 ottobre 1916 sul Monte Veliki Hrib (Carso). Beretti Attilio, di anni 19, di Sorci. Soldato del 243° Fanteria, caduto il 7 agosto 1918 per “scoppio di bombarda” a Capo Sile (Piave). Bianchi Duilio Luigi, di anni 24. Caporale del 50° Fanteria, deceduto l’11 settembre 1918 all’ospedale da campo n. 198 per “febbre malarica e pneumonite sinistra” contratte sul fronte del Piave. Sepolto a Langhirano (Treviso). Bianconi Guido, di Pasquale, di anni 19. Soldato del 136° Fanteria, deceduto il 29 settembre 1918 nell’ospedale da campo n. 214 di Battaglia (Padova) per “influenza broncopolmonite destra”. Sepolto nel cimitero di Battaglia. Bilancetti Federico, di anni 23, di Galbino. Soldato del 86° Fanteria, caduto il 23 dicembre 1917 sul Monte Valbella (Altopiano di Asiago).
Boncompagni Benedetto, di Severino, di anni 27. Sergente del 67° Fanteria, caduto il 25 novembre 1915 sul Monte San Michele (Basso Isonzo). Boncompagni Giovan Battista, di Domenico, di anni 29, di Viaio. Soldato del 2° Bersaglieri, deceduto il 4 dicembre 1918 a Roma per “polmonite influenzale mentre era adibito al trasporto dei cadaveri durante l’influenza detta spagnola”. Boncompagni Giovanni, di Angiolo, di anni 28, di Scandolaia. Soldato del 125° Fanteria, caduto l’11 luglio 1916 sul Monte Rasta (Altopiano di Asiago). Boncompagni Vittorio, di Antonio, di anni 22, di Sorci. Soldato del 68° Fanteria, deceduto il 6 ottobre 1916 a Pisa per “tetano conseguente a ferite” subite sul Monte Mrzli (Alto Isonzo). Boriosi Luigi, di anni 24. Soldato del 31° Fanteria, caduto il 24 luglio 1915 per “ferita di pallottola di fucile al cuore” sul Monte San Michele (Basso Isonzo). Boschi Domenico, di Domenico, di anni 23. Soldato del 1° Cavalleria, deceduto il 25 marzo 1920 ad Arezzo per malattia. Boschi Francesco, di David, di anni 37. Soldato del 24° Battaglione Milizia Territoriale, deceduto il 25 ottobre 1916 a Bari per malattia. Boschi GioBatta, di Domenico, di anni 21. Soldato del 41° Fanteria, deceduto il 22 ottobre 1915 a Cividale del Friuli per malattia. Bracci Nicolò, di anni 25. Soldato del 6° Fanteria, deceduto il 29 aprile 1918 in prigionia per “pleurite e debolezza cardiaca”. Sepolto a Cassel Niederzwehren (Germania). Brandinelli Giuseppe, di anni 24, di Anghiari. Sottotenente del 162° Fanteria, caduto il 9 maggio 1917 a Meglenci (Macedonia). Medaglia d’argento al valor militare. Nella foto in alto, concessa da Alvaro Tacchini, il ricordo dei caduti di Anghiari.
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Fiori di maggio
Una foto del 1909
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maggio, nel giardino dei nonni Armando e Marisa Babbini, sono spuntati tre fiorellini, le due gemelline Anna e Ilda Babbini, che vivono sulle sponde del lago di Varese con i genitori Stefano e Natalia, e il piccolo Leonardo Fronduti che vive a Gubbio con il babbo Andrea e la mamma Giorgia, ma che spesso si vede ad Anghiari a spasso con la nonna o il nonno, tutto contento di giocare al Campo della Fiera ascoltando il Campano (dondon è stata una delle sue prime parole) e ansioso di andare dalla Sabrina o dall'Anna Maria a comprare la ciaccia. (Marisa)
appiamo la data di questa foto perché la signora con la camicetta bianca (terza da sinistra) è Assunta, in dolce attesa di Fausta Lapini (in agosto compirà la bellezza di 99 anni). Fausta abita a Ravenna ed è una affezionata lettrice dell’Oratorio ed ha voluto farci pervenire questa foto, scattata nel giardino della famiglia Torriani, di cui il babbo era fattore. Magari osservandola con attenzione qualcuno potrà fornirci alcuni nomi delle persone rappresentate. Come si sa siamo arrivati alla finale del Campionato del Mondo. Francia e Croazia le due finaliste. Ho chiesto ad alcuni per chi tifassero. Anzi provocatoriamente ho chiesto: «Tiferai per la Francia?» Ecco le risposte. Piero: assolutamente! - Bruno (detto anche Dottore): Eh no, no! Assolutamente (anche lui). - Marilena: Boh! - Orlando: No, io tiferò Kroazia. - Armando: La Francia, anche se forse è più forte, non m’è tanto simpatica, sicché ‘de le due’ tiferò Croazia.
Proverbi siciliani A lavari la testa au scecco si perdi acqua, sapuni e tempu (questa del somaro ce l’abbiamo anche noi). Fai beni e scordalu, fai mali e pensaci (troppo facile!).
Famiglia Vichi: altra morte al Carmine
Da ragazzini ci siamo conosciuti ed ogni volta i nostri saluti
Il caro Mario mio grande amico davanti al mondo ormai finito
Altro dolore in questa famiglia la brutta morte tutto si piglia
Con la cara moglie la cara Alma che lui aveva come compagna
Quella miseria da tutti sopportata era la guerra che l’aveva portata
La cara Alma lo aveva curato con grande affetto sempre aiutato
Prima il marito l’amico Mario che lì al Carmine amico nostrano
Io la ricordo quando viveva con la famiglia poco serena
Poi loro scesero giù più in basso dove vi fecero più di un palazzo
Questa famiglia dei cari Vichi che con la morte quasi finiti
Appena ci vedeva lui ci invitava nella sua casa da lui adorata
In quell’Anghiari detto il vecchio dove la miseria aveva il coperchio
Vicino alle Strosce case popolari dove vivevano cittadini di Anghiari
Faccio ai restanti di questa famiglia le mie condoglianze ma la morte spariglia:
di Armando Zanchi Arezzo, 29/5/2018
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L’Assemblea dei Soci della Banca di Anghiari e Stia Approvazione del bilancio 2017 e consegna delle borse di studio agli studenti
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i è svolta sabato 5 maggio, all’interno del Palazzetto dello Sport di Anghiari, l’Assemblea dei Soci 2018 della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo. È stata una giornata partecipata e intensa che ha rappresentato un momento come sempre fondamentale sotto il profilo dell’aggregazione e dello stare insieme. L’Assemblea è stata preceduta dalla Santa Messa in commemorazione dei soci defunti e dalla consegna delle borse di studio agli studenti soci o figli di soci che si sono distinti nei propri studi e si è aperta con le parole del presidente Paolo Sestini che ha espletato le operazioni necessarie ai fini della prosecuzione dei lavori. Sono poi intervenuti il direttore generale Fabio Pecorari, il presidente del Collegio Sindacale Massimo Meozzi e il presidente della Federazione Toscana delle BCC e vicepresidente di Federcasse Matteo Spanò, che ha sottolineato “l’importanza dello spirito di collaborazione che da sempre caratterizza il Credito Cooperativo e il momento migliore delle nostre banche rispetto al passato, situazione confermata anche dai numeri della Banca di Anghiari Stia e dalla sua capacità di coinvolgere così tante persone, come testimonia del resto la forte presenza registrata anche quest’anno all’Assemblea”. L’Assemblea dei Soci ha approvato con voto unanime il bilancio 2017, chiusosi con un utile netto di 1.019.922,07 euro. Tra i dati più significativi meritano di essere sottolineati gli indici di solidità patrimoniale che si sono attestati al 14,05% (CET1) e al 14,49% (TCR) e la copertura del totale dei crediti deteriorati che è stata pari al 50,07%. Doveroso segnalare gli interventi dei soci che hanno apprezzato l’operato della Banca e portato preziose testimonianze sulle rispettive esperienze lavorative. Importante anche lo spazio riservato agli stand del Comitato Giovani Soci e dei Partner Assicurativi. Il positivo esito ha premiato lo sforzo effettuato dalla Banca. Lo ha confermato il presidente Paolo Sestini. “L’esercizio si è chiuso con un utile superiore al milione netto e con delle coperture importanti e quindi ci riteniamo soddisfatti. La Banca si sta consolidando e il lavoro svolto anche negli anni passati sta dando i suoi frutti. Il 2018 sarà un altro anno fondamentale visto che prenderà definitivamente corpo il gruppo capitanato da Iccrea. Avremo una banca più solida, ma sempre autonoma e sempre capace di svolgere il suo compito nel territorio”. Non solo numeri contabili come sottolineato dal direttore generale Fabio Pecorari. “Voglio mettere in evidenza l’importanza del bilancio sociale che misura la ricaduta che la banca in vari aspetti ha nel territorio e invito tutti a scaricarlo dal nostro sito per capire al
meglio la vita dell’istituto. A livello contabile è stato un anno positivo con una netta crescita rispetto allo scorso. Lo stato di salute è buono, ma sono convinto che ci si possa esprimere meglio anche sui ricavi e sull’aumento delle coperture. Mi p re m e sottolineare l’attenzione che ogni anno riserviamo alle eccellenze del territorio e al mondo dei giovani con la consegna delle borse di studio, le iniziative organizzate e la crescita del nostro Comitato Giovani Soci. Siamo soddisfatti tra l’altro della partecipazione dei soci all’Assemblea a conferma dello spirito che anima le componenti della nostra banca”. Al termine della giornata a tutti gli intervenuti è stata offerta come sempre una gustosa cena che ha rappresentato un momento di condivisione ed amicizia tra coloro che fanno parte di questa “grande famiglia”. Ecco i 35 studenti soci o figli di soci che si sono particolarmente distinti nei propri studi (scuola media, superiore e università) e hanno ricevuto la borsa di studio. - Licenza media: Luca Alberti, Maria Elena Franceschini, Anna Gabrielli, Alice Giovagnini, Alessia Mancini, Matilde Nebbiai, Leonardo Polverini. - Diploma superiore: Chiara Alberti, Michele Biagioli, Anna Duranti, Anastasia Fabbri, Benedetta Gaggiottini, Aurora Monaldi, Diletta Paganelli, Niccolò Panichi, Benedetta Peli, Francesca Rossi. - Diploma di Laurea: Noemi Aldebrandi, Giulia Boschi, Kevin Buraglio, Silvia Cipriani, Elisa Cornioli, Filippo Amedeo Crociani, Letizia Ercolani, Gianluca Falaschi, Erica Ferrini, Sara Forti, Pietro Ghignoni, Letizia Giannini, Marta Mercati, Francesca Migliorini, Federico Montini, Jonathan Pitocchi, Martina Tognelli, Camilla Zanchi. Tra i premiati di quest’anno i fratelli Luca Alberti (licenza media - in alto) e Chiara Alberti (diploma superiore - sotto). Complimenti!
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Da Tavernelle
a cura di Patrizia Tavernelli
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Festa della famiglia 2018
l giorno 17 giugno si è svolta la 34° festa della Famiglia organizzata dalla parrocchia di Tavernelle. Come di consueto, la mattina ci sono stati i preparativi per la Messa, che si è svolta all’aperto al Centro parrocchiale. Quest’anno con la bella novità della partecipazione del coro del Vicariato diretto dal nostro maestro Cesare Ganganelli. Ancora una volta Don Marco ha richiamato al senso di questa bella festa e cioè l’appartenenza ad una comunità, sia la famiglia sia la Chiesa, come luogo fondamentale di crescita e di vita sia umana che di fede. Forse, ha detto nell’omelia, curiamo di più il nostro orto che la nostra comunità, non riuscendo più a vedere le sofferenze e i bisogni dell’altro. Alla conclusione della Messa è stata letta la preghiera della famiglia. Dopo la liturgia, pranzo sempre all’aperto con numerosi partecipanti anche di Anghiari, preparato dalle donne di Tavernelle. Ma l’inizio ufficiale della festa della famiglia è il pomeriggio con l’apertura dei giochi e inizio della preparazione dei panini con la porchetta che ormai sono la storica tradizione della festa. I giochi per i bambini e i ragazzi, il gioco del coniglio, il peso da indovinare, la preparazione delle ciacce fritte e l’arrotolare i biglietti per la lotteria, sono stati la cornice della festa che ha visto una numerosa presenza di persone. Come di tradizione tutti portano qualcosa per fare merenda insieme e così anche quest’anno sono arrivati tantissimi buoni dolci, crostini ed altri gustosi cibi.
Pellegrinaggio Macerata-Loreto
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i tratta di un cammino Mariano di antica tradizione che si svolge tra il sabato e la domenica della seconda settimana di giugno. Sono circa 28 km e parte dallo stadio di Macerata dopo la S. Messa della serata e dura tutta la notte con arrivo alla Basilica di Loreto alle prime luci dell’alba. Durante la lunga camminata, recita del S. Rosario, canti e testimonianze di vita. Vi partecipano migliaia di persone che formano una lunghissima processione di fiaccole. Anche un gruppo di Anghiaresi ormai da anni partecipa a questo pellegrinaggio e quest’anno per la prima volta anche Alessandra Spagna della Scarpaia, che racconta così la sua esperienza: “Bellissima esperienza che invito tutti ad intraprendere almeno una volta. Partita con entusiasmo e preoccupazione perché il lungo cammino notturno porta alla mente tante domande. Bellissimo vedere tanta gente di tutte le età e luoghi diversi radunati in questo pellegrinare insieme. È stato un mettersi alla prova ma quando chiama Maria, mamma e stella luminosa, tutto è possibile. Allo stadio, dopo il saluto telefonico del Papa e la celebrazione della Messa, siamo partiti guidati nella
Nelle foto, dall’alto. 1) Il Coro del Vicariato sta dando ‘l’ultimo ritocco’ ai canti che accompagneranno la solenne celebrazione nel prato della parrocchia’ per la festa della Famiglia. 2) Nel pomeriggio, oltre alla merenda per tutti, giochi per grandi e piccini. 3) Il gruppo di volenterosi anghiaresi che hanno partecipato al pellegrinaggio Macerata-Loreto in questo 2018. preghiera e con in testa la domanda che Gesù stesso aveva posto ai suoi apostoli “Che cercate?”. Gli apostoli hanno risposto fidandosi del Signore e seguendolo, e a questo anche noi siamo chiamati. Bello arrivare all’alba a Loreto stanchi e affaticati ma colmi di gioia e gratitudine per il cammino percorso. (as)
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Una certezza nel cuore Stefano vive nella pienezza di Dio
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melia di don Marco nel rito funebre di Stefano Pasqui - Ci sono dei momenti in cui è bene non parlare e rimanere in silenzio. Questo è uno di quei momenti, perché è così grande il mistero della vita che non si riesce a comprenderlo e ciascuno di voi, ciascuno di noi, ha un ricordo che si porta nel cuore: Stefano, il suo essere un grande lavoratore, il suo realizzarsi con la famiglia e con i figli, anche la sua passione per la musica. Ciascuno di voi, penso, ha dentro di sé un ricordo vero, benevolo, di questa persona che anticipatamente, rispetto a noi, se n’è andata. E io vorrei partire da ciò che dice la Sacra Scrittura, il Vangelo di Marco: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Sembra quasi che ci siano dei momenti della vita di ogni uomo, di ogni donna, di ogni persona, in cui apparentemente Dio abbandona. È come se avessimo la percezione che voltasse le spalle, si dimenticasse di noi. Forse molti di voi si portano questo dubbio anche di fronte alla morte di Stefano: Dio mio, Dio mio, dov’eri in quel momento? Perché hai abbandonato questa tua creatura? E ce la portiamo addosso questa domanda, ce la portiamo addosso; e devo dire la verità, anch’io non saprei rispondere di fronte all’evidenza della vita che è così imprevedibile e spesso così terribilmente tragica che non esistono delle risposte razionali che soddisfano. Però di fronte alla morte siamo tutti un po’ chiamati a renderci conto di come viviamo e, soprattutto, che cosa speriamo, a che cosa siamo indirizzati. Io penso che ci interroghi questa morte, perché ci fa comprendere la precarietà della vita di ciascuno di noi. Siamo tutti nel peccato, nel vivere, e la vita non ci appartiene. Nessuno di noi ha deciso di venire al mondo, nessuno di noi ha scelto
la sua famiglia, nessuno di noi ha deciso di nascere in questo ambiente, come nessuno di noi sa quando questa vita breve gli viene richiesta da riconsegnare. E tutto questo ci fa capire che la vita è un dono, un dono prezioso, non nostro, un dono prezioso che siamo chiamati a custodire e a rendere vero nel corso dell’esistenza. Questa precarietà, nonostante le nostre presunzioni, questa precarietà è di tutti noi, e ci viene ricordata troppo spesso, anche in maniera tragica e violenta, come la morte di Stefano. Però di fronte a questa precarietà, vorrei concludere con questa considerazione: la vita di Stefano non è finita ed è vero che se la vita terminasse dentro queste quattro assi di legno, noi non saremmo capaci di vivere, di gioire, di amare, di mettere al mondo dei figli. Interessante quello che abbiamo letto nel Vangelo: quando tutto sembra distrutto, quando tutto sembra finire, quando l’amico vero se n’è andato, come Gesù per Maria di Magdala, per Maria di Giacomo, per Salome, ecco che queste donne videro un giovane seduto, vestito d’una veste bianca, che diceva: «Non abbiate paura.» Oggi ci è chiesto proprio questo: di non temere la vita perché la vita ha la sua pienezza nel compiersi con Cristo che è risorto. Oggi noi affidiamo proprio questo nostro fratello Stefano a Cristo, che risorgendo dai morti offre la sua vita eterna a chi si affida a Lui e a chi si fa abbracciare da Lui. Per questo, nonostante le lacrime, nonostante la tragedia, c’è bisogno di questa certezza nel cuore: essere consapevoli che Stefano vive nella pienezza di Dio nella gloria della resurrezione. Noi lo affidiamo alla bontà del Padre perché la sua vita possa continuare nella pienezza e da lì custodire la sua famiglia ed essere vicino a ciascuno dei suoi amici e a noi.
Avete dei ricordi legati ad Anghiari o Monterchi? Fateceli avere Li pubblicheremo volentieri alla prima occasione Altra grossa tragedia la morte di Stefano Pasqui
Grande dolore dei paesani di notizie così brutali
Una tragedia che fa pensare una famiglia lì rovinare
Il paese tutto allarmato per il fatto sfortunato
Nei dintorni di Tavernelle lì la morte lo sorprende
Con la moto era uscito contro un TIR lui è finito
E lasciando moglie e bambini per infami i destini
Della morte lì del Pasqui sono tragici questi fatti
Era un uomo apprezzato ed aveva il Supermercato
Rientrava verso casa dove mogli e figli l’aspettava
Tutto il paese s’è fermato perché Stefano era amato
Era un giorno di riposo diventato mostruoso
Stabilito al Campo della Fiera una famiglia tanto fiera
Ma il destino è cruciale non facendolo arrivare
Anche io mi associo lui ad Anghiari era devoto:
di Armando Zanchi Arezzo, 28/6/2018
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Rocce e bastoni
Richiesta di chiarimenti di Anghiarino, di qua dal Tevere, e risposte del professor Mattesini, di là, sulla etimologia di parole dialettali usate in Valtiberina con qualche necessaria divagazione.
Caro professore, questa volta vorrei proporre non una parola dialettale ma un modo di dire: rocce e bastoni. Me l’ha segnalata la Meri, assidua lettrice dell’Oratorio, e dei suoi chiarimenti, ed allieva della Scuola di Tombolo di Anghiari, che me l’ha fatta pervenire, assieme ad altre, tramite dei ‘pizzini’ consegnati a mia moglie. Questo modo di dire si usa, almeno io lo uso, per indicare i pettegolezzi, le malignità dette di una persona: [di quella persona] n’ha dette de rocce e bastoni. Mi sembra si usi meno riferita ad una persona che ne ha fatte di ‘rocce e bastoni’, cioè di tutti i colori. Al mercato settimanale hanno confermato quanto detto sopra. Un saluto Anghiarino Anghiarese
Caro Del Pia, anche qua al Borgo il modo di dire s’usa – è chiaro, ormai sempre più sporadicamente – soprattutto nel primo dei due significati che mi segnala per Anghiari. Infatti dirne o, più frequentemente, tirarne giù de ròcce e bastóni di una persona ha più o meno lo stesso significato dell’italiano dirne, raccontarne di cotte e di crude ‘di ogni genere, senza riguardi’ (Grande dizionario della lingua italiana di S. Battaglia, Torino, Utet, 1962-2001 [GDLI], s. còtto, 14), dire cioè ogni sorta di malignità alle spalle di qualcuno. Siccome a fianco di questa locuzione lo stesso GDLI registra anche farne di cotte e di crude ‘compiere ogni sorta di cattive azioni, combinare ogni genere di guai; condurre una vita disordinata, di espedienti’, ecco che anche dalle nostri parti, come dalle vostre, si sente dire – sebbene forse meno frequentemente – farne di ròcce e bastóni nel medesimo significato. Mi resta ora da spiegare l’origine dell’endiadi (figura retorica con cui si esprime un concetto per mezzo di due sostantivi coordinati): ròcce e bastóni. I bastóni sono quelli che tutti conoscono, quelli che si “mettono fra le ruote” per creare qualche difficoltà e, al singolare e in alternanza alla “carota”, è termine che s’usa per indicare ora la maniera dura (il bastone) ora quella dolce (la carota). La voce risale al lat. parlato *bastone(m), collegato con l’anteriore bastu(m), entrambi di origine iberica (provengono cioè dal latino di Spagna). Le ròcce, invece, non hanno niente a che vedere con gli ‘aggregati di minerali dovuti a fenomeni geologici’. Al Borgo (e, credo, anche ad Anghiari) la ròccia (o ròcia, con il consueto scempiamento consonantico) è il ‘vinco grosso di salice’ (C. Zanchi Alberti, Lessico del dialetto di Sansepolcro [Arezzo], in «L’Italia dialettale», XV [1939], s.v.). La voce si rifà al lat. *rotea, femminile di *roteus ‘a ruota’, da cui dapprima ròzza (con z
sorda) e quindi ròccia, al pari del maschile ròcio/ròccio (da antecedente ròzzo, sempre con la z sorda) che nel borghese è la ‘paglia avvolta a foggia di grosso canapo che si mette[va] intorno alle fosse sotterranee nelle quali si ripone[va] il grano’ (così pure nell’aretino), mentre a Siena, il ròcciolo e, più frequentemente, il rocciolino è il ‘piccolo rotolo’, come sostiene Clemente Merlo, autore dei riscontri e delle note etimologiche al Lessico della Zanchi Alberti (ma si veda anche I dialetti italiani. Dizionario etimologico di M. Cortelazzo e C. Marcato, Torino, Ute,1998, s. róz, con ulteriore bibliografia). La voce ha peraltro diffusione areale molto ampia, con varianti fonetiche che vanno da róz (trentino, ladino centrale) a rozo (Lombardia) e ros (bergamasco) nonché al siciliano rozza, tutti col significato di ‘cercine’ (involto di panno in forma di cerchio per portare pesi sulla testa, insomma il nostro coròglia/-o da lat. coron[u]la). E ancora: in Umbria la ròccia (o il ròccio) è la ‘ciambella’ (il nostro tòrcolo), in Lombardia ed Emilia il ‘mazzo’, il ‘mucchio di cose’, il ‘penzolo di grappoli’ e inoltre, sempre tra Lombardia e Trentino, il ‘branco di pecore’. A ròccia/ròcia, e soprattutto a ròccio/ròcio, può essere accostato l’it. ròcchio (già in Dante) ‘pezzo di legno cilindrico lungo’ (C. Battisti-G. Alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbèra, 1950-1955, s.v.), da noi e in area perugina, anche nel significato di ‘getto (d’acqua)’ (probabilmente per la forma cilindrica appunto del fiotto) e pure utilizzato nel sintagma ròchio (ròcchio) de salcicce ( nel significato di ‘rotolo’) e nella locuzione (gire giù) a ròchio (ròcchio) ‘discendere un’erta per via diretta’ (quasi ‘rotolare giù’), con il derivato verbale arocchière ‘arrotolare’ (affiancato da aroccère, ad esempio, le maniche della camicia, denominale appunto da a- + ròccia) e (fig.) ‘arruffare, abborracciare’ (arrocchiare, si badi, è anche dell’it.). Anche l’origine di ròcchio/ròchio è simile a quella di ròccio/ròcio dato che la voce risale al lat. rot(u)lu(m). Dal femminile rot(u)la(m), diminutivo di rota(m) ‘ruota’, si hanno vari altri esiti in area italiana meridionale: calabrese e siciliano ròcchia ‘crocchio di persone’, molisano e pugliese ‘cespuglio’, campano, lucano, calabrese, pugliese ‘branco di animali, come pecore, mucche, maiali’. Ciò che fa rientrare queste voci ed espressioni nello stesso campo semantico è l’idea di ‘rotondità’ (ruota, rotolo, arrotolare). Ciò che invece unisce le ròcce ai bastóni nel modo dire in esame è la volontà di ‘colpire’, ‘fustigare’ e ‘bastonare’ qualcuno con l’arma della maldicenza. Saluti borghesi all’Anghiarino Anghiarese e ai miei quattro lettori da
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Enzo Mattesini
Coroglio - Anche quest’anno sono andato a vedere la mietitura alla Motina, per la precisione al podere San Donato. Arrivando ho visto la Maria di Torchiana e le ho chiesto perché quest’anno non avesse rimesso il coroglio. «Le foto me n’è fatte tante ma non m’è messo da nessuna parte!» è stata la sua risposta. Dopo queste parole non m’è rimasto che guardare le varie fasi della mietitura ma poi, tornato a casa, andare subito a cercare la foto di anno. Eccola, è questa dove la Maria sorridente porta una bella pagnéra utilizzando il coroglio. Per l’etimologia ne parla il professor Mattesini nella pagina a fianco. (mdp)
Vi ricordate don Bartolomeo? È stato nella nostra parrocchia dal 2012 al 2014, quando studiava a Roma nell’Istituto Giovanni Paolo II per Studi sul matrimonio e la famiglia. Ora vive a Ostróda, nel nord della Polonia, la Terra dei laghi della Masuria, a 130 chilometri da Danzica. In contatto con alcuni anghiaresi su fb, gli abbiamo chiesto informazioni su una foto molto particolare che lo raffigura assieme ad un suo amico.
Fuori dai cassonetti
Sulla foto sono col mio amico don Andrea Zalewski della Congregazione dei Verbisti. Lui viene dalla mia città. Siamo cresciuti insieme come i chierichetti nella mia parrocchia natale. Adesso don Andrea lavora in Russia, a Kaliningrad, tra i cattolici orientali. Ogni tanto lui va a Pietroburgo per dire la Messa nel rito bizantino. Lui da bambino voleva annunziare il Vangelo all’oriente perché la famiglia dalla parte della sua madre è di origini ortodosse.
Sabato 16 giugno 2018, Corriere di Arezzo - A Subbiano hanno dovuto pagare un extra per i rifiuti lasciati fuori dai cassonetti da parte dei loro cittadini. Non so cosa paghi Anghiari ma in giro, pur se non ci sono situazioni gravi, ogni tanto qualcuno ‘abbandona’ i propri rifiuti. Vorrei segnalare inoltre che c’è l’abitudine, specialmente per chi abita nel centro storico e non solo, di depositare i propri rifiuti casalinghi, la scompezza, nei cestini posti lungo le strade: in questo modo essi diventano inutilizzabili per lo scopo per cui sono stati collocati e danno un’immagine indecorosa del nostro paese. Ci dovrebbero essere delle sanzioni per i trasgressori ma non si va lontano se non ci si affida e si sviluppa la buona educazione ed il rispetto per la ‘cosa pubblica’: il senso civico! Poi, quando ci vuole, c’è posto anche per le sanzioni.
Io invece da un anno sono il vicario parrocchiale a Ostróda nella parrocchia di San Pio da Pietrelcina. La città dove sono è molto bella e ricca di storia. Qui si trova la stupenda opera di ingegneria chiamata “Il canale Ostroda - Elblag”. È un canale ricco di dislivelli dove la navigazione avviene su piani inclinati, attraverso barche e chiatte. Nei punti del canale dove la normale navigazione non è possibile, a causa dei dislivelli, le barche vengono trasferite tramite piani inclinati su delle chiatte dotate di ruote. Così il viaggio può proseguire attraverso le rotaie fino al momento in cui la barca può ritornare in acqua per proseguire la normale navigazione. La completa navigazione del canale richiederebbe una crociera di almeno 11 ore. Un saluto agli anghiaresi!
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Fonte battesimale
Una festa speciale
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omenica 24 giugno c’è stato il battesimo della seconda nipote di Franca e Dante. Considerato che a Viaio non c’è il fonte battesimale, hanno deciso di realizzarlo con la tecnica che loro sanno fare benissimo: la lavorazione a vimini. È un’opera semplice ma l’abbiamo fatta col cuore e, naturalmente, la lasciamo alla nostra chiesa di Viaio, ha detto la Franca descrivendo l’opera fatta.
Lavori in Parrocchia Mentre il giornale è in stampa sono iniziati i lavori programmati per il rifacimento del tetto della Propositura e della sistemazione dell’edificio dell’oratorio. A pag.18 la lettera di don Marco Per aiutarci potete utilizzare un Bollettino di C/C postale N. 11802527 specificando nella causale “Lavori tetto Propositura” o “Lavori sistemazione Oratorio”; oppure potete farlo presso gli sportelli della Banca di Anghiari e Stia tramite Bonifico Bancario IBAN IT82Y0834571310000000005053
o direttamente presso la Canonica. Grazie!
San Leo, domenica primo luglio, si celebra una santa Messa con una benedizione insolita: cosa? Si scopre una tela appena restaurata! È emozionante veder rivivere dentro la nostra chiesa un quadro devozionale opera del 1600 riportato allo splendore con la vivacità dei colori e dell’espressione dei personaggi che sembra ci guardino dall’alto. Si tratta dello sposalizio mistico di S. Caterina di Alessandria d’Egitto. La scena raffigura la Madonna con bambino che dona a S. Caterina l’anello consacrandola sposa della Chiesa. Dall’altro lato ammiriamo S. Francesco testimone della scena. Il restauro è stato eseguito in maniera fedele all’originale dalla sig.ra Alessandra Gorgoni di Arezzo previo consenso della Curia e della Sovraintendenza dei beni culturali. IL tutto supportato economicamente dalla popolazione di San Leo con un contributo del Credito Cooperativo di Anghiari, che sempre si mostra sensibile a queste iniziative. Ringraziamo di vero cuore tutti i nostri sostenitori. Noi parrocchiani abbiamo preso questa iniziativa , convinti di fare una buona azione. Ci dispiaceva vedere questo quadro fra la polvere. Ci piaceva riaverlo fra di noi! Ci sentiamo orgogliosi di essere riusciti ad arricchire la parete della nostra Chiesa. Ringraziamo la restauratrice Alessandra, Don Marco che ci ha dato utili consigli per la posizione in giusto luogo. Grazie anche a Marco Santi che ha messo del suo per la cornice e la postazione. Don Romano che si è prodigato sostenendoci con particolare cura. Posso dire di essere felice per aver concluso questo pomeriggio ben riuscito con un piccolo rinfresco e tanta soddisfazione. Molti dei nostri compaesani non erano presenti perché in vacanza, ma spero siano felici di trovare la chiesa arricchita da questa bella opera pittorica. Maddalena
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In bici a Loreto
La sfoglia - Questa che vedete nella foto è la signora Giuseppa Cardinali che, a 88 anni, fa ancora volentieri la sfoglia. Qui ne ha appena finita uno e ora la sta tagliando per fare i “maccaroni”. Abita alla Palazzina, vicino a Tubbiano e, come immaginerete, di sfoglie, nella sua vita, ne ha fatte parecchie. Naturalmente ha insegnato anche alla figlia Annunziata, ma ancora lei dovrà esercitarsi un po’ per raggiungere la mamma.
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lcuni amici amanti della bicicletta ogni anno scelgono un luogo un po’ lontano da raggiungere che abbia uno scopo anche religioso. Sono stati un anno a Roma all’udienza di papà Francesco, un anno a Venezia, ecc., ma sempre una due giorni. Quest’anno invece hanno scelto Loreto ma in un solo giorno. ...ben 195 km. Sono partiti alle cinque di mattina e alle dieci e mezzo erano già a Fano. Degli amici e le mogli sono partiti con calma con un pulmino e verso le dodici erano già a destinazione. Continuamente in contatto con i ciclisti, aspettando, hanno pranzato, visitato il santuario e mangiato un ottimo gelato. Verso le tre e mezzo ecco arrivare nella piazza i 5 temerari (Elio Papini, Valentino Neri, Walter Giorni,Federico Pettinari, Carlo detto il Romano; Pasquale Venturini seguiva tutti con il pulmino) con le loro lucidissime e colorate bici. Una bella soddisfazione per loro aver fatto tanti chilometro. Tanto più che qualcuno non è più giovanissimo. Dopo aver fatto un giro per la piazza con relativa foto, via dalle consorelle a farsi una bella doccia… un bicchiere di thè offerto dalle consorelle e poi una visita in chiesa per ringraziare colei che laggiù li ha condotti. Al ritorno una bella cena a base di pesce ci aspettava a Marotta. (fm)
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Storielle di Anghiari raccontate da Cesare Menatti
Bistocco
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istocco era un muratore ma, si direbbe oggi, era soprattutto un impresario edile. Aveva fatto un po’ di soldi e si era comprato un poderino (chiamato l’Invidiosa) che sfamava la famiglia del mezzadro e quella del padrone. Fattosi anziano aveva preso l’abitudine di sedersi sugli scalini del monumento a Garibaldi e parlare da solo. I ragazzi, si sa, sono curiosi e si appostarono per sentire lo sproloquio di Bistocco. Rimasero delusi perché Bistocco non faceva altro che inveire contro il mezzadro dell’Invidiosa, ma è rimasto proverbiale “fare come Bistocco” cioè lamentarsi inutilmente.
Il maestro Vasco
Cesare ha ricordato anche l’episodio del maestro Vasco e della sua Cinquecento e allora io sono andato a chiedere al diretto interessato: Vadero Pernici
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l maestro Cherici era un bravo maestro ma portava un paio di scarpe numero 47 che molti di noi scolari hanno conosciuto. Finita la scuola io lavoravo presso l’officina di Mario Ghignoni al Borgo e il maestro, quando aveva bisogno, si serviva della nostra officina. Quando era Direttore Didattico a Badia Tedalda con la corriera partiva dal Borgo la mattina alle sette e un quarto e tornava alle due e un quarto. In quegli orari l’officina era chiusa e una mattina mi lascia la Cinquecento con questo biglietto: “Caro Vadero la macchina non va bene, va in tre cilindri.” Vadero, dopo aver sistemato la macchina, la lascia fuori con il seguente biglietto: “Caro maestro, la macchina ora va anche peggio: va in due cilindri!”
Sofare
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ttaccata alla vecchia radio con la quale mio padre ascoltava i bollettini di guerra c’è tuttora l’etichetta di Ivo Gigli. Ivo aveva un negozio di barbiere su per la Croce dove riparava anche le radio, ma non disdegnava neanche alcuni lavoretti come riparare asciugacapelli etc. e a tutti rispondeva così: “...sì, lo so fare...” E tale espressione ripetuta più volte e sempre allo stesso modo gli è valso il soprannome di “Sofare” che usavamo anche noi ragazzi quando andavamo a trafficare con i francobolli nella sua bottega. Poi mi sono trasferito a Milano per studiare diventando ingegnere e cominciando a lavorare. I contatti con il paesello si sono rarefatti e non so dire altro di “Sofare”.
Quattro generazioni - Di nuovo le 4 generazioni si sono ritrovate assieme in occasione della S. Comunione dell’ultimo nipote della nostra collaboratrice della Comunità di Santo Stefano. Qui sono alla Locanda del Castello di Sorci, nel ‘balco’ del bel fabbricato conosciuto col nome di Monterbone. Sono raffigurati: Gregorio Borgogni -il festeggiato-, la mamma Rosaria, la nonna Fausta e la bisnonna Teresa.
I festieri del Gesù Morto Nei mesi scorsi i ‘festieri della Pia Società del Gesù Morto’ sono passati dalle vostre famiglie per raccogliere le vostre offerte. È stata raccolta una discreta somma di denari a disposizione della parrocchia che sono stati utilizzati per le spese occorse nell’organizzare i riti della Settimana Santa. La generosità delle vostre offerte ci ha anche permesso di contribuire all’illuminazione della chiesa della Croce (con una storia molto importante per il nostro paese) e ad ‘aiutare’ la Caritas ad ‘aiutare’ le famiglie in difficoltà. Ancora grazie a tutti voi. Questo è l’elenco dei festieri. Se qualcuno di voi desidera iscriversi a questa Pia Società, si può rivolgere a loro. Cesari Roberto, Casale; Del Barna Andrea, Motina; Del Pia Mario, Anghiari; Guadagni Pasquale, San Leo; Iacopucci Andrea, San Lorenzo; Luzzi Dante, Viaio; Madiai Francesca, Anghiari; Maggini Francesco, Ponte alla Piera; Mammoli Alfredo, Bagnolo; Manenti Alberto, Casanova e valle della Cestola; Mercati Fausta, Santo Stefano; Mondani Alma, Anghiari; Panichi Oliviero, Tavernelle; Pompeo Giuseppe, Viaio Motina; Valbonetti Giovanni, Santo Stefano.
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Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa
Sul filo della Memoria…
I lupi a settembre
Un Santo alla battaglia di Anghiari
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ell’ambito delle celebrazioni del Palio della Vittoria 2018, in accordo e con il supporto dell’Associazione Palio della Vittoria, è stata proposta una conferenza sul tema che è l’oggetto della mostra “Per vittoria ricevuta”, evento espositivo che è rimasto in museo fino a Domenica 8 Luglio 2018. Si tratta dell’interessantissima storia di S. Andrea Corsini, un Vescovo Santo fiorentino, noto per essere stato canonizzato grazie alla predizione della vittoria dei fiorentini nella battaglia di Anghiari e all’apparizione durante lo scontro nella giornata del 29 Giugno 1440. A presentare al pubblico anghiarese questa storia, così poco nota anche nel “paese della battaglia”, un oratore di eccezionale importanza: il Prof. Giovanni Ciappelli, fiorentino di nascita e docente di storia presso l’Università degli Studi di Trento. Ciappelli è stato colui che ha studiato e riportato alla giusta luce della verità storica tutti i passaggi della storia del Santo, in particolare quelli legati alla battaglia di Anghiari, evidenziando come fosse ben intrecciata la vita politica e religiosa nella Firenze del XV secolo. Il contesto in cui si è svolta la presentazione, con la partecipazione dei rappresentanti del Comune di Anghiari, il Sindaco Alessandro Polcri e l’Assessore Angela Cimbolini, e con la presenza attiva dei figuranti del Palio, che hanno tutti portato gli “onori di casa” all’illustre ospite, è stata la chiesa di S. Agostino, luogo religioso ma con un passato (proprio fino al XV secolo!) quale luogo di riunione della cittadinanza. Una serata ad alto contenuto di storia e ricca di significato, questa del 28 giugno 2018, proprio il giorno precedente la ricorrenza della vittoria di Anghiari. In queste righe si ringraziano per la disponibilità la Insigne Propositura di Anghiari e la ditta Busatti, che coadiuvano sempre iniziative di alto spessore. Altro interessantissimo appuntamento è stato durante la mattina del 29 giugno, quando Giorgio Pinai e Fabrizio Lepri hanno tenuto una splendida conferenza sul tema “musica in battaglia”. Un percorso di parole e brevi appunti musicali per far capire quanto le tattiche e strategie militari fossero ben integrate con musici e tamburini, questi ultimi figure fondamentali in tutti gli eserciti, in particolar modo a cavallo del XV secolo. Gabriele Mazzi Museo della Battaglia e di Anghiari
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itornano gli appuntamenti dedicati al lupo alla Fabbrica della Natura. Lo scorso anno, in seguito a degli attacchi a qualche capo di bestiame, il lupo si era trovato al centro delle cronache, in Valtiberina e non solo. Il lupo non era protagonista solo nei giornali. Se ne discuteva (e si continua a farlo) nei bar, in casa, nei social network. Su questo spazio provai a fare un po’ di chiarezza, a mio avviso necessaria. Ad esempio riportai qualche informazione circa la storia della sua presenza dalle nostre parti e sul suo ritorno, dovuto alle condizioni ambientali favorevoli e non alla volontà di qualche incauto animalista. Successivamente, tra agosto e settembre, alla Fabbrica si sono svolte due serate dedicate al lupo. Grazie alla competenza e alla disponibilità dell’Associazione Amici del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, i numerosi partecipanti alle due serate hanno scoperto molte cose sul lupo (sulle sue abitudini, sul suo comportamento, sul rapporto con l’uomo, ma anche sulle possibilità che ci sono di far coesistere la sua presenza con le attività economiche) e lo hanno sentito ululare grazie alla tecnica del Wolf Howling. I branchi che si trovavano nelle vicinanze hanno risposto in maniera decisa, suscitando emozioni e stupore. Negli ultimi mesi il dibattito sul lupo si è acceso anche da altre parti d’Italia, dove purtroppo si sono pure verificati episodi bruttissimi, ma fortunatamente si registrano anche esempi positivi: si parla dell’importanza dei cani da guardiania, della possibilità di creare greggi per sostituire gli animali predati invece delle lunghe procedure di indennizzo, di investire nelle recinzioni e nei ricoveri. Insomma ci sono tante novità da raccontare, e lo faremo in due serate dedicate al lupo che anche quest’anno abbiamo inserito nel calendario degli eventi della Fabbrica della Natura. L’8 e il 29 settembre non prendete impegni, alla Fabbrica si parla di lupi! Lorenzo Minozzi La Fabbrica della Natura Nella colonna di sinistra, in alto, un momento della conferenza del professore Giovanni Ciappelli. In questa colonna tre esemplari di lupo mentre emettono il loro caratteristico verso.
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CRONAC HETTA
Venerdì 25. La Carla ha detto che da casa sua (la Via Nova) diverse mattine non vedeva Anghiari vecchio. Domenica 27. Oggi è morta Alma Goretti. Abitava al Carmine ed aveva 82 anni. La sua famiglia era originaria de Le Buiane (Madonnuccia). Mercoledì 30. Oggi è morta Domenica Caporalini vedova Boncompagni. Aveva 98 anni ed abitava a Roma.
dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.
Mese di maggio 2018 Martedì 1. Oggi chiusura della Mostra dell’Artigianato: ha spioviccicato un po’. Mercoledì 2. Stasera mia moglie ha cucinato il “pan cristiano”. Oggi è morto Duilio Bianchi. Aveva 84 anni ed abitava a Talamonchi. Era nato a Savorgnano. Domenica 6. Oggi il Babbini era a Gubbio, che i ‘citti’ di là, non so loro come li chiamano, facevano la gara coi ‘ceri’ piccoli. Lunedì 7. Tornavo da aver scaricato l’erba quando, poco prima di Ponte Eleonora, una serpe mi ha attraversato la strada. L’ho fatta passare. * Oggi è morto Nello Bianchini di anni 96. Abitava alla Giardinella ma per molti anni è stato nel podere della Vigna. Era nato a Torre, in comune di Santa Maria Tiberina. Mercoledì 9. Stamani per la via della Fonte sono passato avanti a Mario del Terrato che stava fumando un bel sigaro. Giovedì 10. Oggi è venuto un bello scroscio d’acqua, ma bello eh! Ha fatto anche danni. Ce ne ricorderemo quando predisporremo fossi e forazze? * Oggi è morta Marisa Lozza vedova Massi. Aveva 76 anni ed abitava a Monterchi dove era anche nata. Sabato 12. Stasera, un quarto alle nove, abbiamo acceso un grande fuoco al Carmine: era la vigilia dell’Ascensione. In diversi si sono uniti a noi: a Catigliano, a San Rocco, a Montino e a Ponte Carletto. Domenica 13. Oggi era la festa dell’Ascensione al Carmine. La festa non è stata sciupata nemmeno dallo scrollo d’acqua del pomeriggio. Mercoledì 16. Oggi è morto Giovanni Cimbolini di anni 89. Abitava per la Via del Molin Bianco ed era nato a Vallepetrina, una zona di San Secondo a Città di Castello. Giovedì 17 maggio. Oggi è morto Giancarlo Guiducci, Generale dell’esercito Italiano. Aveva 80 anni ed abitava a I Bottai, in comune dell’Impruneta. Era nato alla Ripa. Venerdì 18. Al Campo della Fiera ho visto il ‘Dottore’ (il muratore) a spasso col nipote. * Oggi è morta Elisabetta Giovagnini vedova Del Barba. Aveva 89 anni ed abitava alla Motina, alla Palazza, dove era anche nata. * Oggi è morta Corinna Senesi, vedova Bianchi: aveva 95 anni ed abitava nella zona di Montebello. Era nata a Torchiale. Domenica 20. Oggi è morta Artesina Cardinali in Matteucci. Aveva 84 anni ed abitava al Ponte dei Sospiri. Era nata a Le Chiasse di Viaio. Martedì 22. Oggi è morto Settimio Mazzoni. Aveva 86 anni ed abitava per la via vecchia di Viaio. Era nato a Pianezze. Mercoledì 23. Oggi è morto Alfideo Ruggeri. Aveva 93 anni ed abitava alle Basse Arcate a Viaio. Era nato a Upacchi.
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Mese di giugno 2018 Domenica 3. Oggi per la festa del Corpus Domini sono state realizzate delle belle infiorate per la Croce e per il Fosso. Lunedì 11. Stamani una parte dei curiosi sono stati alla Pieve per visitare la biblioteca di Elda e Ventura Pannilunghi e il Centro di documentazione. Martedì 12. Passavo da Santo Stefano quando ho visto Guerrino che passava sulle strisce bianche, anche se sbiadite, non s’è curato di quelle nuove gialle: la forza dell’abitudine! Giovedì 14. Per le mura e alle facciate delle case ci sono già diverse bandiere per il Palio. * Oggi è morto Raffaello Ferrini di anni 88. Abitava a Viaio ed era nato al Bagno, zona di Pianettole; una volta era parrocchia di San Rufillo. * Oggi è morta Lorena Guadagni in Conti. Aveva 67 anni ed abitava a Scandolaia. Era nata a Monterchi. Lunedì 18. Oggi è morta Lina Acquisti vedova Loddi. Aveva 93 anni ed abitava per la “Salita del Mangoni”. Era nata a Gorfi, in Comune di Caprese Michelangelo. * Oggi è morta Ilia Biserni vedova Bergamaschi. Aveva 91 anni ed abitava a Libbiano. Era nata alla Selva di Montecoronaro. * Oggi è morto anche Carlo Valentini di anni 74. Abitava verso l’Acquedotto ed era nato al Ponte alla Piera, al Fossatino. Martedì 19. Stavo carpendo l’erba nell’orto quando mio nipote Giovanni m’è montato a ‘buggilucco’. Sabato 23. Oggi sono passato da Contea, in Comune di Dicomano, e ho visto un cartello indicante la località di Turicchi. Domenica 24. Per tutta la Messa al Carmine un uccellino ha cantato dai cornicioni dove stava volando. Mercoledì 27. Oggi è morto tragicamente Stefano Pasqui. Aveva solo 50 anni ed abitava al Campo della Fiera dove era nato e dove gestiva la bottega di alimentari con i suoi familiari. Giovedì 28. Oggi è morta Nella Rossi vedova Martinelli di anni 92. Abitava a Santa Fiora. La famiglia era originaria di Guardabasso. * Oggi è morto Norberto Meoni. Abitava ai Paglicci ed aveva 76 anni. Era nato in Calabria (Tralemura di sopra). Lo ricordiamo per la sua attività di scalpellino ed ha partecipato per diversi anni alla festa di San Martino. Venerdì 29. Oggi è morto Alfredo Bracci. Aveva 93 ed abitava a Tavernelle per la via della chiesa. Era nato a Tregozzano.
Il Sinodo diocesano
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Considerazioni di don Alessandro Bivignani (pars IV)
a volta scorsa parlammo dell’importanza del Sinodo Diocesano alla luce di quanto detto dal Concilio Vaticano II. Abbiamo poi accennato al Sinodo che il Vescovo Telesforo Cioli iniziò ma non riuscì a portare a termine negli anni 1978-82. È giunta quindi l’ora di entrare nel merito del nostro Sinodo Diocesano, in fase di celebrazione. Come è noto il 20 novembre 2016 il Vescovo ha pubblicato l’indizione del Sinodo, che è il primo atto ufficiale richiesto per un Sinodo. A seguito di ciò è iniziato un periodo di preparazione durato fino a Pasqua 2018, che è servito a fare luce sugli argomenti più importanti che sarebbero stati trattati. Questa lunga fase, che è sempre stata normata dettagliatamente fin dal medioevo, si è svolta tramite reazioni di teologi rivolti a tutta la diocesi, e poi con degli incontri tenuti nei vari vicariati, allo scopo di sensibilizzare i fedeli sull’importanza di questo momento. Beh, c’è da dire che ogni realtà locale ha risposto in maniera molto diversa tra di esse, e se anche non sembra è questo un dato importante: anche nell’antichità infatti i Vescovi dovevano arrivare ad imporre con autorità la celebrazione e la presenza dei preti ai Sinodi, anche sotto minaccia di scomuniche o prigione (o peggio ancora, privandoli dei benefici). Ancora oggi il Sinodo viene recepito in termini davvero disuguali, probabilmente in ragione di diverse sensibilità. Nonostante ciò la storia è chiamata ad andare avanti, e la Chiesa, che si incarna inevitabilmente nella storia dell’uomo, non può fare a meno di camminare a fianco dell’umanità alla quale è inviata. Così il Vescovo ha proceduto alla nomina, o detta più tecnicamente, alla «convocazione in Sinodo» dei fedeli che ne avrebbero fatto parte. La modalità è stata molto semplice, poiché ha previsto l’elezione di un certo numero di preti di ogni vicariato e la uguale elezione di membri laici. Insieme a questi vi sono alcuni sacerdoti che fanno parte di diritto del Sinodo, e in più il Vescovo ha potuto chiamare altre persone, sia preti che laici, ad essere membri del Sinodo. Perché «convocati»? Perché, come abbiamo avuto già modo di dire nelle precedenti puntate, il Sinodo è un strumento che serve al Vescovo per il suo ministero di governo della Chiesa locale. È addirittura, la più alta, la prima modalità, che è prevista dal Diritto Canonico nella vita di una Diocesi. E da qui si comprende anche il valore delle decisioni sinodali: non si tratta di regole stabilite democraticamente, ma neppure di imposizione di una autorità. Ciò che emergerà come frutto del Sinodo, saranno decreti sinodali, che provengono da una decisione che il Vescovo prende dopo aver sentito tutta (in rappresentanza s’intende) la sua Chiesa. Così il 6 gennaio 2018, festa dell’Epifania, i 471 sinodali si sono ritrovati alla Messa in Cattedrale per prestare la professione di fede ed il
giuramento previsto. Di seguito il 15 febbraio, festa della Madonna del Conforto, il Sinodo è stato dichiarato ufficialmente aperto: significativo che il Vescovo Riccardo Fontana abbia lasciato la presidenza di questo momento al suo predecessore Gualtiero Bassetti, nella cui mente vi era certamente, dopo aver concluso la visita pastorale, di convocare il Sinodo. Però le vicende storiche hanno previsto diversamente. Infine l’8 aprile, domenica in albis, si è celebrata la prima Congregazione generale del Sinodo Diocesano: un momento importante, solenne, storico. È iniziata così la prima fase dei lavori sinodali, comprendenti la riflessione ed il dibattito nei 41 Circoli minori disseminati in tutta la Diocesi aretina-cortonesebiturgense. Mentre questo articolo va in stampa, stanno giungendo alla segreteria generale del Sinodo i rapporti conclusivi dei Circoli, che speriamo di poter riportare, in maniera sommaria, alla prossima occasione. Un intenso lavorio insomma, che dice nella sua complessità l’importanza di questo gesto ecclesiale, da cui possiamo determinare una categoria decisiva per comprendere meglio il rilievo di un Sinodo Diocesano: la communio. La comunità ecclesiale che si riunisce in Sinodo è chiamata anzitutto a realizzare se stessa, nel mistero della rapraesentatio ecclesiae; così si capisce che la Chiesa, più che una istituzione, è meglio definita come “Popolo di Dio”, e il Sinodo per una Chiesa locale manifesta il più alto evento di comunione. Quindi: Sinodo, sia come atto di governo del Vescovo che evento di comunione della Chiesa. Così infatti dice Apostolorum successores, che riguarda il ministero pastorale dei vescovi, che definisce il sinodo diocesano «al vertice delle strutture di partecipazione della diocesi e nel governo pastorale del vescovo il sinodo diocesano occupa un posto di primario rilievo. Esso si configura come un atto del governo episcopale e come evento di comunione che esprime l’indole della comunione gerarchica che appartiene alla natura della Chiesa». Auguriamo buon lavoro al nostro Sinodo! In alto nella foto, la prima Congregazione generale del Sinodo Diocesano nella basilica di San Domenico.
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