2017-3 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI GIUGNO - LUGLIO 2017

N. 3

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue


In copertina

I Cordoni

l'editoriale di enzo papi

in un dipinto di Claudio Carria

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’immagine spaziale di un centro abitato è quella di un corpo, un’unità attraversata da una rete di canali di comunicazione attraverso cui scorrono i flussi in cui il corpo si attesta come vivo: le strade sono arterie, che collegano i punti nevralgici del complesso urbano, tanto più importanti quanto più trafficate. Il tempo passa e la storia cambia il volto di città e paesi, ridistribuendo le gerarchie spaziali, così quello che in passato era il cuore del complesso urbano spesso diventa periferia commerciale e residenziale. I centri storici si svuotano di abitanti e negozi, mantenendo appena il primato istituzionale e simbolico stabilito dal fatto di essere sede delle autorità religiose e civili e dalla loro importanza architettonica e artistica. Anche ad Anghiari le gerarchie sociali dei luoghi e perciò dei canali di collegamento sono cambiate. Sono lontani i tempi in cui i Cordoni erano una delle arterie principali del paese, per cui passavano cavalli e muli carichi di merce, rendendo necessario attrezzare la salita ripida di dispositivi di sicurezza (i cordoli trasversali di pietra) per evitare la caduta di animali e persone. Quello che è nato come un espediente tecnico per garantire la qualità della circolazione e dei trasporti è oggi divenuto un elemento di interesse estetico, rendendo la ormai sonnolenta Via della Torre un punto di riferimento pittoresco della visita di Anghiari. La bellezza urbana infatti è oggi non solo un fattore identitario ma un gadget commerciale: un bel paese si vende meglio di un brutto paese e il turismo è una voce sempre più importante nell’economia di zone deindustrializzate e non ancora sufficientemente terziarizzate. Non c’è niente di male in quest’evoluzione: un paese aperto e dinamico si vive meglio di un paese chiuso e atrofizzato. L’importante è non perdere il legame con la storia che ha generato il paese nella sua concreta identità architettonica e civile. La bellezza sgorga dalla vita degli uomini, è una risposta ai loro bisogni, è una forma di civiltà e non un semplice prodotto economico. Anghiari è più di una scenario da cartolina: ricordare la sua storia, rispettare la sua gente, è il modo migliore per preservarne la bellezza. (tbv)

Percorsi di vita

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uò essere la primavera tema per un editoriale? Che la primavera arrivi –e non faccia notizia- è ovvio! Che importanza può avere quindi la cosa? Vale allora la pena soffermarsi su tale ovvietà? Probabilmente no, se si guarda il dato in sé, il fenomeno stagionale nudo e crudo. Primavera, però, è anche una stagione strana, nel senso che la sua entrata, nel quotidiano di tutti, è collegata comunque, nello spirito e nel sentimento di ciascuno, con un senso di uscita dal vecchio, di ritorno a qualcosa di positivo, di recupero. Di rinascita della luce e del giorno dopo un lungo periodo di grigiore e di freddo. Luminosità e senso di respiro e di vitalità il cui segnale, ormai da tempo, è dato nettamente dal passaggio dall’ora solare all’ora legale. La giornata stessa dunque si allunga, e il buio alle 17 si avvia ad essere uno sgradito ricordo. Tempi nuovi, XX e XXI secolo! Ma è sempre stato così! Primavera e nuovo sentimento del vivere sono una simbiosi perfetta. Una volta il segnale di questa vita nuova era dato da un proverbio: S. Benedetto la rondine sotto il tetto. Ma il senso di attesa era lo stesso; si manifestava diverso solo il dato che segnava l’entrata nel tempo nuovo. Il garrire delle rondini dava e dà la stessa serenità della luminosità e dei colori forti e vivi. Si fa un bel parlare di stagioni che cambiano, che non sono più quelle di sempre, ma la percezione non è cambiata e non cambia. Ha a che fare con la vita non con i fenomeni atmosferici!

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d Anghiari, quest’anno, questo senso di uscita da un di meno subìto ma necessario, per entrare in un tempo che sentiamo più vivo e vitale, ha avuto segni concreti significativi. Basta richiamare questi segni alla memoria e ripercorrerli nel loro significato di novità. Il primo di tutti è che in sant’Agostino è ritornata la Madonna di Matteo di Giovanni. Rapita con furto sacrilego un bel numero di anni fa, data ormai per ineluttabilmente persa, ritrovata dopo lungo lavoro dai Carabinieri, che hanno una sezione specializzata in indagini e recuperi d’arte trafugata, veramente brava ed efficiente. L’episodio di cronaca può essere allargato senza temere di essere accusati di forzature. Vista la qualità dell’ opera è chiaro che siamo davanti a un furto su commissione, gente specializzata probabilmente. L’arte è l’oro d’Italia. Il saccheggio per lucro privato è fenomeno triste; segno di arroganza (sottraggo ad un comunità per i miei interessi privati), di venalità (l’arte italiana, venduta nel mercato del collezionismo, è veramente oro, origine di movimenti di denaro notevoli), di immoralità civica (per cui l’interesse di qualcuno non si ferma di fronte al danno incalcolabile, per fede e per valore, dei tanti, di una comunità intera). In attesa di ritrovare anche gli altri pezzi del polittico non possiamo che goderci questo senso di rinascita, che è bellezza di un’indagine andata a buon fine, recupero di un orgoglio paesano, restituzione di un oggetto caro alla fede di tanti. Primavera di luce. Il buio si allontana!

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olito successo di vitalità e di movimento, per le vie strette e tormentate del Castello, nei fondi e nelle cantine al solito tirate a lucido per mostrare il bello antico e il bello nuovo dell’artigianato del XXI secolo, per l’ormai tradizionale Mostra Mercato. Per l’occasione convergono ad Anghiari espositori da tutta l’area, non solo tiberina; e per l’occasione si mostrano lavorazioni che per fattura e gusto, spesso, sono veramente piacevoli. Una iniziativa, anche questa, che ha attraversato tempi bui: la crisi economica, le difficoltà di bilancio della nazione tutta! Ma ora i dati macroeconomici parlano un nuovo linguaggio: il buio sta stemperando in lontananza e la luce si sta facendo sempre più chiara? Sembra. Certo è che il segnale di Anghiari -la Mostra che si chiude oggi 1° maggio, festa del lavoro- è positivo e ha portato aria di gioia e di serenità operosa nel borgo antico. Altro buio che si allontana!

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno LI - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanielisadelpiantaverarossiteresabartolomeigabrielemazzimassimoredenti.

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L’Annunciazione del Beato Angelico

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Incontri di catechesi per adulti meditando sulle opere d’arte; sono tenuti da Don Marco

ella prossimità della festa del 25 marzo, festa dell’Annunciazione, si è voluto meditare su dei dipinti del Beato Angelico aventi come tema L’Annunciazione. Questo pittore, il Beato Angelico, frate domenicano, era molto familiare a questo tipo di rappresentazione avendola dipinta per più di venti volte. Tutta la pittura del Beato Angelico è una meditazione sul mistero dell’Incarnazione: l’Angelo, Maria, ma soprattutto è un riferimento, è una parola chiara per coloro che usufruivano di questi dipinti, gli stessi frati domenicani. Tant’è vero che due Annunciazioni sono una in un corridoio dei novizi e l’altra in un’altra cella sempre di pertinenza esclusiva dei frati (sono nel Museo di San Marco a Firenze, ex Convento dei Domenicani). In più abbiamo esaminato l’Annunciazione di Cortona. Attraverso queste tre Annunciazioni, una di Cortona e due di Firenze, abbiamo visto l’evolversi e soprattutto la concezione e la consapevolezza che aveva di sé nel dipingere l’Annunciazione. Si è passati da una pittura ricca delle prime versioni, sempre piene di significati fino all’ultima, essenziale e scarna anche di particolari. È stata quindi una meditazione su un cammino di fede che anche il Beato Angelico ha fatto. Beato Angelico nasce a Vicchio (Toscana) nel 1395 ed è un artista appartenente al primo Rinascimento che armonizza la vita di devoto monaco con quella del pittore a tempo pieno. Le opere di Guido di Pietro Trosini o “fra” Giovanni da Fiesole (anche questi, suoi nomi) sono a carattere religioso e, proprio per questa ragione, insieme a quella della sua grande e straordinaria umanità, gli viene attribuito l’appellativo di Beato Angelico.

Lavori In questi ultimi tempi alcune persone si sono rese disponibili per la predisposizione del progetto di rifacimento del tetto della Propositura. È un lavoro complesso e di notevole impegno economico che la parrocchia già da tempo sta programmando. Si spera di poter dare il via ai lavori nei prossimi mesi. *** La foto d’epoca mostra il momento del trasporto dei grossi travi delle capriate che sostengono la copertura della chiesa (in alto a destra si può riconoscere don Nilo). Il giorno 5 febbraio 1936, con apposita ordinanza, la nostra Propositura venne chiusa al culto per gravi problemi nelle sue strutture. I notevoli lavori eseguiti alla Propositura (chiesa di Santa Maria delle Grazie o del Fosso), sede della parrocchia, furono inaugurati con la riapertura del 10 luglio 1938. *** Anche questi lavori che abbiamo programmato per la Propositura sono molto impegnativi e vi terremo informati sul loro andamento.

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di giugno 2017

Mese di luglio 2017

mese dedicato al Sacro Cuore

1° giugno giovedì: Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 2 giugno venerdì: Primo Venerdì del mese: Nel santuario del Carmine, alle 21:00, S. Messa e adorazione. A Micciano la S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza è rinviata a venerdì 9 alle 20:15. 4 giugno domenica: Pentecoste. S. Messe secondo l’orario festivo. Termina il Tempo di Pasqua Riprende il Tempo Ordinario 6 giugno martedì: Primo Martedì del mese. Alle ore 17:00 in Propositura “Ora di Guardia” con recita del S. Rosario. 11 giugno domenica: SS. Trinità. S. Messe secondo l’orario festivo. 13 giugno martedì: S. Antonio da Padova, sacerdote e Dottore della Chiesa. Nacque a Lisbona nel 1195 e morì a Padova nel 1231. Ad Assisi incontrò San Francesco. Fu difensore dei poveri e degli oppressi, uomo di grande cultura e straordinario predicatore. 18 giugno domenica: Corpus Domini. Tale festività cade la seconda domenica dopo la Pentecoste. In Propositura alle ore 9:00 S. Messa. Alle ore 11:00, sempre in Propositura, S. Messa solenne in occasione della Prima Comunione dei bambini della parrocchia. Al termine seguirà la processione con il SS. Sacramento fino alla chiesa della Croce. Alle ore 18:00 S. Messa nella chiesa della Croce. 23 giugno venerdì: Sacro Cuore di Gesù. La festa del Sacro Cuore di Gesù cade il venerdì che segue la seconda domenica di Pentecoste. 24 giugno sabato: Natività di S. Giovanni Battista. Giovanni era figlio di Elisabetta, cugina della Madonna, e di Zaccaria. Fu quindi coetaneo di Gesù. Subì il martirio per decapitazione per ordine di Erode Antipa. 25 giugno domenica: Domenica XII del Tempo Ordinario. S. Messe secondo l'orario festivo. 29 giugno giovedì: Ss. Pietro e Paolo: fonti storiche attestano che nel 67 d. C. si trovavano entrambi a Roma ed entrambi furono carcerati e giustiziati.

2 luglio domenica: Domenica XIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 3 luglio lunedì: S. Tommaso Apostolo: è conosciuto per la sua incredulità che svanì davanti a Gesù risuscitato. Sembra che abbia predicato il Vangelo in India dove subì il martirio. 4 luglio martedì: Primo Martedì del mese. In Propositura alle ore 17:00 “Ora di Guardia” con recita del S. Rosario. 6 luglio giovedì: Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 7 luglio venerdì: Primo Venerdì del mese. Nella Pieve di Micciano, alle ore 20:15, Santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle 21:00, S. Messa e adorazione. 9 luglio domenica: Domenica XIV del Tempo Ordinario. S. Messe secondo l’orario festivo. 11 luglio martedì: Anniversario dell’Apparizione della Madonna al Combarbio, oggi Carmine. Alle ore 20:00 pellegrinaggio da Anghiari (Acquedotto) verso il Santuario del Carmine per partecipare alla S. Messa delle ore 21:00. 16 luglio domenica: Domenica V del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. Beata Vergine del Carmelo. Festa solenne nel Santuario del Carmine: S. Messa alle ore 21:00 e processione attorno al Santuario. Nei giorni 14 e 15 alle ore 21:00 preghiera comunitaria al Santuario. 22 luglio sabato: S. Maria Maddalena. La S. Messa delle ore 18:00 verrà celebrata nella chiesetta del Borgo della Croce a lei dedicata. 23 luglio domenica: Domenica XVI del Tempo Ordinario. S. Messe secondo l’orario festivo. 25 luglio martedì: S. Giacomo il Maggiore, Apostolo. Figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni, fu presente ai principali miracoli di Gesù. È venerato soprattutto in Spagna, a Compostela, dove sorge una basilica a lui dedicata. 26 luglio mercoledì: Ss. Giovacchino e Anna, genitori della Vergine Maria. 29 luglio sabato: S. Marta di Betania, sorella di Lazzaro e Maria. Con le sue preghiere ottenne la risurrezione di Lazzaro. 30 luglio domenica: Domenica XVII del Tempo Ordinario. S. Messe secondo l’orario festivo.

Avete dei ricordi legati ad Anghiari o Monterchi? Fateceli avere Li pubblicheremo volentieri alla prima occasione 4


S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI

Ore 8:00

Ore 9:00

-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano

“ “ -CATIGLIANO: ogni 15 giorni Ore 10:00 -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine “ -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta “ -S. LEO: Chiesa di San Leone Ore 11:00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -PIEVE DI SOVARA: S. Maria Annunziata “ -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. Ore 16 (estivo 17) -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. Ore 18:00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8:45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10.00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11:00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 11:15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17:00 (18:00 estivo) -Chiesa di San Simeone a Monterchi Prima domenica del mese a Scandolaia ore 15:00 (ore 16:00 estivo) Ultima domenica del mese: Chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16:00 (ore 17:00 estivo).

L’11 luglio del 1536 la Madonna apparve ad una pastorella di nome Marietta, in un luogo detto Combarbio, nei pressi di Anghiari. Sirio Ruggeri, autore di questo dipinto, lo ha tratto da un quadro esposto presso il Santuario che ricorda lo straordinario avvenimento. Ogni anno, l’11 luglio, si festeggia l’anniversario dell’apparizione.

MESSE PREFESTIVE: Ore 16:00 - (ore 17:00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17:00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 17:30 - S. Maria della Pace, Le Ville Ore 18:00 - Propositura di Anghiari

Primo Venerdì del mese al Carmine

A Micciano Ogni Primo Venerdì del mese per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza

Ogni Primo Venerdì del mese, al Santuario del Carmine, recita del Rosario e S. Messa con meditazione alle ore 21:00

S. Messa alle ore 20:15 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

La Scampanata

Auguri ad Antonietta e a Gian Pietro

“ La condanna”

… Come sempre, il primo a colpire fu un amico. Gli sbuffò in faccia farina e fuliggine rimescolate in un mantice da focolare. L’uomo alla berlina portò le mani agli occhi ma gli riabbassarono le braccia a forza. Venne avanti un anziano dalla testa grossa, storto dall’artrite, con due uova di tacchino: “Profumo!”, gridò nel mostrarle a tutti prima di spaccargliele sulla fronte una per volta. Quelli che gli stavano vicino si ritrassero stravolti dal fetore. Il condannato sedeva in equilibrio sull’asse della carretta, un piccolo calesse senza sponde, con le ruote di ferro, sormontato dallo scheletro di un parapioggia. Abbassò la testa per scrollare dai capelli la poltiglia marcia dei tuorli e quando si rialzò venne colpito sulla bocca, con precisione, da un’aringa putrefatta appesa a una lunga lenza infiocchettata. L’uomo con la canna da pesca, seguito da un altro che imbracciava uno scudo sul quale era dipinta una campana, gli girò intorno e si mise alle sue spalle in modo che il pesce gli ballonzolasse tra le guance e il naso. Secondo le regole dell’esecuzione il condannato doveva respirare lungo l’intero percorso del supplizio i miasmi dell’aringa lasciate marcire per sette giorni nel letame. I persecutori gli si accostavano, mormoravano qualcosa di cordiale e gli ficcavano nello scollo della camicia aperta manciate di lombrichi vivi, interiora di pollo e di coniglio, cespi d’ortica, bachi, genitali di porco. Prima che la carretta si muovesse ne era infagottato. Con strepito di tamburi, tromboni e chiarine, preceduto dal gonfalone, il corteo del condannato fece il giro della piazza quindi infilò il labirinto di stradicciole che salivano alla Badia e al Palazzo del Vicario; si infoltì tra la doppia muraglia delle case dove la carretta trainata e sospinta a braccia passava appena, si sgranava sulle rampe di scale scelte apposta tra le più erte per far soffrire la vittima sul trespolo a ruote. Dalle finestre grandinavano zampe e teste di pollo, bucce di melone, torsoli e croste, secchiate di cenere, nugoli di piume, avanzi di casseruola, sciacquature di piatti, code di baccalà, ranocchi, ossicini, cavoli e borragine macerati nell’olio rancido, brodaglia di colla di pesce, feccia di vino, muffa d’aceto. A turno, passata la baraonda, le donne e gli ultimi della fila spazzavano l’immondizia più grossa prima che uscissero di casa i bambini e ci frugassero i cani. Davanti al Palazzo del Vicario, sulla piazza circondata dalle case e dalle mura merlate, il corteo prese respiro; ai musicanti fu passato il vino e l’orchestrina attaccò il trescone, una tiritera da ballare. Un uomo e una donna, marito e moglie conosciuti da tutti per il furore dei loro litigi, si fecero largo fino al condannato e gli detersero il volto smunto. Si vide allora che la sua pelle era marmorizzata di rosso-viola e il bianco degli occhi confuso in un reticolo sanguigno. La donna gli sollevò il mento che tremava, intinse un pennello in un barattolo, e gli pitturò sulle labbra, da guancia a guancia, un sorriso indelebile di cinabro… Dagli scritti inediti “ un milione di giorni” di Gianfranco Venè a cura di Franco Talozzi.

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uest’anno cade il cinquantesimo anno di matrimonio fra Antonietta Cheli e Gian Pietro Rossi, abitanti al Campo della Fiera, che lo hanno festeggiato così come ce lo racconta Antonietta. Per ricordare questa occasione siamo andati alla S. Messa al Carmine, era domenica 26 marzo, e poi,con parenti ed amici siamo andati a mangiare al Cerro. Ma ora vogliamo sapere come si sono conosciuti. Ci siamo conosciuti a ballare. Io stavo alla Motina, alla Torre e quando sono venuta a stare ad Anghiari, nel ‘63 ci siamo rincontrati al Campo della Fiera e ci siamo fidanzati. Ancora usava che c’erano i giorni addetti per il fidanzato per andare a trovare la fidanzata e poi, il 27 marzo 1967 ci siamo sposati nella chiesa della Propositura, era il Lunedì di Pasqua, e ci ha uniti in matrimonio il Proposto don Nilo Conti. Poi siamo andati a mangiare alla Meridiana mentre per il viaggio di nozze siamo stati, la prima sera a Firenze, e poi dalla mia cognata che sta in provincia di Lecco e siamo rimasti su in montagna. Siamo ancora qui insieme e siamo contenti di questa bella festa che abbiamo potuto fare con i nostri familiari e con un gruppo di amici. Mio nipote poi aveva messo la notizia su fb e dice che anche lì sono stati in diversi a farci gli auguri. Ma ora interviene anche Pietro che aggiunge. La sera di questa festa siamo andati a ballare con alcuni amici al “Musicista” e lì, qualcuno di loro lo avrà fatto sapere, l’orchestra ha annunciato i nostri nomi e il nostro anniversario. Poi, a un certo punto della serata, sono arrivati i genitori di Monica Bellucci con un bellissimo dolce, con una candelina di quelle che scoppiettano, e una bottiglia di spumante ed hanno festeggiato insieme a noi e ai nostri amici. Li ringraziamo sentitamente per la loro gentilezza. Nella foto gli sposi poco prima di affrontare i parenti con il riso.


...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores

Acqua di San Giovanni

Una mano lava l’altra

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di Emmedipì

di Francesca Madiai

e l’avevo promesso l’anno scorso ed ora vi metto la ricetta per fare l’acqua di San Giovanni. Ne abbiamo parlato nel numero 4 del 2016 con le varie tradizioni ed usanze. Ma veniamo subito al come si fa. Per preparare l’acqua di San Giovanni si comincia il giorno 23 e al mattino presto si raccolgono tutti i fiori e le erbe che ognuno preferisce. Ecco che cosa abbiamo messo noi nell’acqua del 2016: petali di varie rose, naturalmente l’erba di San Giovanni (quella con i fiori gialli che dovrete imparare a conoscere), petali di papavero, maggio, melissa o limoncello, fiori selvatici trovati verso Volterena, finocchio selvatico e rosmarino (ma io lo chiamo smarrino) presi dalle nostre erbe aromatiche e la lavanda. Poi quest’acqua con tutti i fiori immersi in essa, si pone la sera all’aperto e al mattino, dopo la magica notte della vigilia di San Giovanni, è pronta per essere usata. È un’acqua profumatissima con la quale bagnarsi il viso. Provate! Se nelle vostre famiglie avete usanze diverse ditecelo.

l Santuario del Carmine è un Santuario di Vallata, fu stabilito così dal Vescovo D’Ascenzi circa una trentina di anni fa. Da allora tante cose sono state fatte e oggi appare restaurato, accogliente e abbellito grazie alle offerte della popolazione. La festa dell’Ascensione, tanto sentita dal popolo, porta sempre tante offerte che servono e sono servite a fare molti di questi lavori. Negli anni, il Santuario ha aiutato le altre chiese e quest’anno appena finito, abbiamo aiutato gli abitanti del Ponte a dotare la loro chiesa di un impianto-voce del quale era sprovvista. Ci sono diversi abitanti del Ponte alla Piera che danno una mano durante la festa, ed allora è stato un piacere aiutarli a comprare l’impianto; così potranno seguire meglio la S. Messa: come dice il proverbio, una mano lava l’altra.

Colombina stanca

Battesimi

di Clèto

di Clèto

A

S

abato 13 maggio ero a Ca’ di Cio per il battesimo di Emma, la nipotina di mia cugina Ketti. Don Natale, durante la celebrazione ha esortato i genitori, Cinzia e Luca, il padrino e la madrina, Marco e Michela, i familiari e tutta la Comunità a prendersi cura di questa bimba ed educarla alla fede cristiana. Per meglio spiegare il suo messaggio ha poi riferito un detto latino (poi naturalmente lo ha tradotto) ed ha affermato con decisione che chi non rispetta il latino e non cerca di conoscerlo almeno un po’ è come se non rispettasse la sua mamma. Il greco, con le stesse motivazioni, è come se fosse la sua nonna.

d Anghiari il via all’accensione dei fuochi d’artificio il 3 di maggio, come sapete viene dato da un “colombina” che, partendo dalla sede della Misericordia, incendia uno dei fuochi predisposti sotto le mura. Quest’anno però la colombina, dopo aver acceso regolarmente tutto l’ambaradan, al ritorno si è fermata in mezzo al Borgo della Croce. Probabilmente è rimasta colpita dallo spettacolo dello stradone che collega la città di Anghiari col quella di là dal Tevere. Come darle torto!

Le vostre offerte le potete far pervenire anche con bonifico Bancaetruria: IT93 X053 9071 3100 0000 0003 389 Banca di Anghiari e Stia: IT82 Y083 4571 3100 0000 0005 053 Le potete poi consegnare in parrocchia o ai collaboratori. Potete darle anche alla Élida, nella merceria in cima a Piazzetta delle Legne. Grazie! 7


LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

Chiesa di S. Agostino nel centro storico di Anghiari Prima parte

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alla chiesa abbaziale di S. Bartolomeo, passiamo a quella di S. Agostino, la cui immagine è stata anticipata nella copertina del numero 2 di aprile/maggio dell’Oratorio. Certamente questo vetusto edificio sacro è così caratteristico da essere subito notato dagli abitanti e dai visitatori di questo bel paese d’Anghiari, per la sua splendida abside-torrione quattrocentesca e il suo campanile a piramide, arroccati sulle mura medievali. Il complesso è esattamente ubicato tra via Garibaldi, piazza Mameli e le vie del Destino e delle Mura. Sinteticamente raccontiamo le sue remote origini, le sue trasformazioni attraverso i secoli, fino agli ultimi restauri completati nel 2006, quando la chiesa fu riaperta al culto. Secondo una tradizione leggendaria, registrata nelle Memorie seicentesche di Lorenzo Taglieschi, ma tuttora priva di documenti storici autentici, l’abate Rolando del Monastero di S. Bartolomeo, nel giugno del 1164 avrebbe concesso a S. Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury, che di passaggio in Italia, si era fermato in Valtiberina e proprio ad Anghiari, un terreno fuori dell’allora Castello, esattamente dove ora sorge il primo nucleo della Chiesa di S. Agostino. La fondazione dell'edificio sacro, che risale infatti a questa data, sarebbe stata voluta dagli “ospedalieri di S. Antonio Abate detti anche del Tau o di Vienne”, dal nome della cittadina francese sul Rodano da cui essi sarebbero pervenuti insieme al Becket. Questi confratelli del Tau avrebbero costruito qui la primitiva cappella con alcune celle e un romitorio destinato a “spedale” per gli affetti dal “fuoco di S. Antonio” detto anche “fuoco sacro”. Quindi la prima chiesa sottostante alla presente era stata dedicata a S. Antonio Abate, patrono degli animali, delle campagne, dei contadini, ancora particolarmente venerato il 17 gennaio. In seguito, vicino a questa prima chiesetta, cominciarono a sorgere le case-torre dei nobili del contado anghiarese che lasciando le campagne vennero ad allargare così il centro storico del paese. I frati di questa comunità laica di S. Antonio Abate verso il 1188 sarebbero passati alla Regola di S. Agostino, dopo aver verosimilmente restaurato la loro cappella primitiva e inferiore, dando

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poi in seguito inizio alla nuova chiesa grande superiore dedicandola a S. Agostino. Secondo il Taglieschi questa nuova chiesa fu voluta dal frate agostiniano Giovanni Buono da Mantova, che avrebbe trasformato l’originale congregazione laica di S. Antonio, facendola passare alla Regola eremitica di S. Agostino. Questo padre agostiniano, Buono di cognome e di fatto, morì ottantenne nel 1249 e dopo due anni fu dichiarato beato. A lui l’iniziativa e il merito della costruzione della primitiva chiesa, in onore del grande S. Agostino di Ippona, convertito dalle preghiere della madre S. Monica e battezzato da S. Ambrogio, che divenne prima sacerdote, poi vescovo e infine Padre e Dottore della Chiesa Occidentale. A Buono da Mantova si deve anche la costruzione dell’annesso convento a ridosso della cinta muraria settentrionale. Il tutto dovrebbe perciò risalire alla seconda metà del XIII secolo. Fu poi probabilmente danneggiato nella guerra dei Fiorentini contro la ghibellina Arezzo che nel 1290 coinvolse anche il castrum di Anghiari. La chiesa attuale risale alla metà del Quattrocento, è orientata a nord, si presenta in forma rettangolare, con


Le nostre chiese...

quadro raffigurante S. Antonio A b a te. Nel 1788 si registra un contrasto tra il Proposto Doni e la Comunità agostiniana, in seguito al trasferimento di un pulpito ligneo nella Propositura. Soppresso il convento, il Vescovo di Arezzo acquistò dal Ricevitore del Demanio, in una data anteriore al 1820, molti arredi di questa chiesa per limitarne la dispersione. Di molti di questi oggetti oggi si è persa la memoria, altri sono probabilmente in edifici di Anghiari, come Palazzo Taglieschi o la Propositura. I lettori particolarmente interessati a conoscere la storia del primitivo oratorio di S. Antonio Abate e poi della sovrastante costruzione del secolo XIII di questa chiesa di S. Agostino, nonché le sue successive trasformazioni e ricostruzioni nei secoli, potranno leggere l’interessante Pubblicazione di Giampaolo Trotta e Stefano Casciu dal titolo “La Chiesa ed il convento di S. Agostino nel loro contesto urbano”, stampato dalla Tipografia Eurostampa ‘90 – Firenze – giugno 1991. Nella prossima puntata presenteremo ai lettori il ricco interno, lo stile barocco, le varie cappelle, gli altari, le decorazioni ed eventuali reperti e frammenti di affreschi del suo glorioso passato.

le mura perimetrali e la facciata in pietra. La facciata presenta un portale rinascimentale con stipiti e architrave protetti da un cornicione sormontato da una lunetta ad arco e in alto un rosone circolare del 1472, sul retro si innalza un bel campanile a torre ricostruito nel 1464. L’edificio sacro è disposto in senso ortogonale alle antiche mura, con la possente costruzione absidale che si sporge all’infuori di esse. L’abside è stata restaurata nel 1748 in forma semiellittica su di una poderosa base con andamento a scarpa, che si richiama allo stile del Duomo di Urbino, attribuito a Francesco di Giorgio Martini. Questa chiesa, con l’annesso convento, è stata custodita per molti secoli dai frati agostiniani, fino alla soppressione del convento nel 1808-10, quando venne ceduto alla comunità di Pistoia da parte del Governo Granducale. Il ricco patrimonio artistico della chiesa di S. Agostino, opere d’arte, arredi e suppellettile sacra, che ornavano i suoi altari e gli altri ambienti del monastero, cominciarono a disperdersi a partire dalla fine del Settecento. In seguito all’ingrandimento della sacrestia nel novembre del 1783, furono venduti (forse svenduti?) molti dipinti di piccole dimensioni, tra cui un grande

Nell’altra pagina, nella prima colonna, la chiesa gremita dei tanti fedeli presenti alla solenne riapertura il 28 agosto 2006.; nella seconda colonna veduta del presbiterio e di due delle sei cappelle laterali; sotto, il torrione con l’abside da una cartolina d’epoca. In questa pagina, a sinistra, la facciata e, a destra, veduta di Sant’Agostino con Via del Destino dipinta da Sirio Ruggeri.

Un gruppo di lettori ricevono il giornale nel formato digitale Se lo volete anche voi mandateci la vostra mail La nostra è nella quarta pagina di copertina! 9


Le offerte per l’Oratorio 2017 Adria Draghi, Tavernelle Alba Batani, Roma Alberto Ricceri, Firenze Aldo Ceccantini, Il Chiuso Alessandro Bruni, Roma Andrea Pennacchini, Rio Bo Anna Cascianini, Infrantoio Anna Maria Tribbia, Lodi Anna Polverini, Borgo della Croce Antonella Piantini, Casentina Antonio Agolini, Ragnaia Una persona Assuero Draghi, Guardabasso Assunta Festini, Acquedotto Auretta Boncompagni, Le Ville Barbara Bergamini, Via di San Leo Bistrot Talozzi, La Fonte Carla Donati Sarti,. Casa Donati Carla Tanguenza, Via del Molin Bianco Cristina Bianchi, Viale della Stazione Cristina Catacchini, Roma Dante Madiai, Il Borgo Don Giovanni Gnaldi, Castello Donatina Giorni, Quarata PT Egisto Caneschi e Rita Vitellozzi, Frassineto Elena eAlbino Trolese, Caronno Pertusella Elena Gurrieri, Firenze Élia Geppetti, Commenda Emanuela Ghignoni, Roma Ermindo Pernici, Via del Carmine Fabiano Acquisti, Il Borgo Fabiano Giabbanelli, Bucacce Fabrizio Antonelli, Ponte Leonora Famiglia Zanchi, Bolivia Fausto Draghi, Infrantoio Fernando Primaveri, Belluccio Franca Cerbai, Giardinella

Francesco Caldani, Taggia di Imperia Franco Donati, Motina alta Giuliana Guerrini, Serafino Gabriella Magrini, Fornace-Tavernelle Gemma Giorni, Sant’Enea PG Giacomina Mondani, Polveriera Giampiero Marconi, Campo della Fiera Gian Pietro Rossi, Via della Fossa Giancarlo Panicucci, Le Basse Giorgio Alberti, Motina Giovanna Gamberonci, Milano Giovanni Berni, Casolare Giovanni Orlandi, Pietto di sopra Giuliana Pettinari, Barliano Giuseppa Capucci, Bernocca Giuseppe Matteucci, Ponte dei Sospiri Giuseppe Menzogni, Mezzana-Prato Guerrini Mariella, Renicci Iva Polendoni, Palazzo del Pero Liborio Lamagna, Bernocca Lidia Leucalitti, Monteloro Lina Milanini, Infrantoio Loriano Rosadi, Ponte alla Piera Luciano Piomboni, Tavernelle Luigina Comanducci, Cicogna-Motina Luisa Mercatri, Acquedotto Marcella Mari, Giardinella Margherita Pacini, Tavernelle Maria Grazia Plini, Capanno dei Romagnoli Maria Maddalena Gori, Isabella Mariella Del Pia, Infrantoio Marino Del Pia, Via di San Leo Mario Gioviti, Monterchi Mario Poggini, San Leo Marisa Rossi, Pietto di sopra Marta Bonaccini, Firenze Massimo Malentacchi, Ca’ de Cio

Massimo Ricci, Infrantoio Maura Guadagni, Terrato Mirella Ferri, Borgo della Croce Nerella Antonelli, Ponte Leonora Nilo Agolini, Villa La Querce Oretta Cambi, Arezzo Oriana Boncompagni, Campo della Fiera Orlando Polcri, Valle della Pieve Palmiro Papini, Campo della Fiera Paolo Cesarini, Motina Paolo Mazzoni, Ponte dei Sospiri Patrizia Morelli, Rio Bo-Tavernelle Pier Luigi Musticchio, Arezzo Piero Pennacchini, Pino-Tavernelle Pietro Bartolomei, Carmignano Primo Mondani, Bagnolo del Ponte Renata Checcaglini, Monterchi Rosita Guiducci, Terrato Rossano Omarini, Tavernelle Santina Biancheri, Ripoli Sergio Montagnoli, Via Nova Serena Tofanelli, Via di San Leo Silvana Rossi, Trafiume Silvana Serafini, Cicogna-Motina Silvia Del Pia, Infrantoio Tito Bartolomei, Via Nova Valentino Petruccioli, Pietto Vilma Sbragi, L’Invidiosa Vilma Vichi, Carmine Vilmo Chiasserini, Bagno a Ripoli Walter Magrini, Via del Carmine

Gemma Tricca da Bibbiena manda la sua offerta e ringrazia la Redazione perché l’Oratorio è presente anche nella sua casa.

A TAVERNELLE FESTA DELLA FAMIGLIA DOMENICA 25 GIUGNO 2017

Al mattino S. Messa alle ore 11:00 Nel pomeriggio merenda e giochi nel prato della chiesa Alle ore 19.00 estrazione dei premi della sottoscrizione Nella foto del 2010 il gruppo di donne, essenziali per la Festa della Famiglia.

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La Caritas fra artigianato e Misericordia

I

l museo storico della Confraternita di Misericordia ha ospitato per il periodo della Mostra dell’Artigianato una “pesca di beneficenza” organizzata dalle animatrici della Caritas Parrocchiale di Anghiari. È stata per le “donne della Caritas” un’iniziativa gravosa che le ha viste impegnarsi prima nel trovare e catalogare circa 1.400 premi, poi nell’essere presenti a rotazione all’interno del museo per invitare i visitatori ad “investire” almeno un euro sulla “pesca”. È così che sono stati raccolti 1.400 euro che contribuiranno ad acquistare nuovi prodotti alimentari indispensabili per il confezionamento dei pacchi da distribuire ai più bisognosi della nostra comunità. Ci piace però soffermarci su un aspetto che va ben oltre la soddisfazione di aver raccolto una cifra significativa per le nostre economie; è vero che i 1.400 euro sono importanti per noi, ma è stato ancora più importante prendere atto dell’impegno delle nostre volontarie. Con ore e ore di lavoro, in piena comunione di intenti e a volte anche con discussioni operative e pareri divergenti, queste animatrici hanno dimostrato ancora una volta quanto sia fondamentale il lavoro di gruppo, l’impegno condiviso, la disponibilità verso gli altri. La meta apparente dei 1.400 euro non è più quindi la vera meta; la vera meta è stata il “viaggio”. La vera meta per le donne della Caritas è stata il lavorare insieme, il proporre insieme, il risolvere insieme, ed insieme sottoporre agli anghiaresi (e non solo) un nuovo modo di impegnarsi, di fare presenza, di rendersi utili e dare

Croci

di Mario Del Pia

P

resso la Cappella della Misericordia, martedì 25 aprile, c’è stata la benedizione dei gigli. Servono per abbellire le croci che saranno messe nei campi prima che il sole del 3 maggio, festa della S. Croce, illumini i campi. Erano state portate delle croci già pronte; le avevano preparate Vincenzo Pernici dal Molin del Caccia, Umberto Bigioli dalla Polveriera e Archimede Del Pia dal Molinello. Quella del Fancelli era ancora in costruzione e, come qualcun’altra, lui le prepara con l’ornello. Quelle del Fancelli e di Lorenzo di Tavernelle erano in costruzione. Una celebrazione molto bella e un’usanza molto sentita che affida a Dio il lavoro dei campi. Nella foto a destra, Archimede sta ornando una croce con la foglia di giglio. Sotto, alcune croci messe in campi umbri e toscani.

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risposte positive ed efficaci alle molteplici domande di povertà che sempre più, purtroppo, emergono all’interno del nostro comprensorio. E proprio per queste necessità ci auguriamo che “il viaggio” continui; ci piace sperare che l’esempio delle animatrici della Caritas possa suscitare generosità in altre nuove animatrici ed animatori. Lo spirito cristiano ci dice che a fronte di chi ha bisogno di aiuto ci debbano essere tutti gli altri disposti ad aiutare. Se hai bisogno di aiuto, chiedi! Se puoi fare da solo, aiuta chi ha bisogno! Nessun cristiano può abitare la “terra di mezzo”. Nella foto di Piombo alcune delle volontarie della Caritas con il coordinatore del gruppo, mentre invitano a “pescare” gli ultimi numeri rimasti


Gastone: l’amico comune

Caro Gastone,

’undici marzo ha lasciato il suo amato paese e “la sua comunità” di S. Stefano rattristando i tanti amici anghiaresi che si sono dati appuntamento al suo funerale, ed il giorno precedente sono andati a dargli l’ultimo saluto nella sua casa, recando vivissime condoglianze alla sua cara figlia, al suo genero, ai nipoti e agli altri parenti. Gastone è stato un personaggio da ricordare anche ai giovani, cioè una persona cara a tutti i suoi coetanei, gli agricoltori, ai cacciatori, ai paesani, partecipando attivamente e per vari decenni alla vita del paese, e alle diverse associazioni: la Misericordia, la Società del Gesù Morto, il Gruppo Uomini di Perseveranza, il Carnevale della Gioventù -di cui è stato fondatore assieme a don Nilo-, la Società della Scampanata! Nella sua “Stazione” nessuno aveva il coraggio, la voglia di fare, di realizzare il presepio in chiesa, di organizzare la festa di Santo Stefano (fare il Festarino) senza aver interpellato Gastone: deus ex machina, in quanto suggeriva, controllava, operava lui stesso coinvolgendo i giovani perché potessero conservare le feste, le tradizioni sia a Santo Stefano che ad Anghiari. Era una persona gioviale, scherzosa, socievole, amante del lavoro e della vita. L’ho conosciuto da circa 50 anni, perché sono stato anche suo inquilino per alcuni anni, diventando amico di lui e della sua cara Romana. Le nostre due coppie di sposi hanno passato le vacanze estive in varie località: Sardegna, Sicilia, Ischia, Napoli, la Costa Amalfitana, la Croazia, il Trentino Alto Adige. Ogni volta che io tornavo ad Anghiari, visitavamo varie località della Toscana, dell’Umbria, rafforzando la conoscenza, l’amicizia, tanto che quando mi rivedeva in paese o andavo a trovarlo a casa sua mi chiedeva sempre: «Che hai fatto?» La domanda era significativa, affettuosa, perché sottintendeva “Che cosa mi vuoi chiedere? Hai bisogno di una informazione, di un consiglio, un aiuto per i lavori del giardino, per il piccolo uliveto oppure ti occorrono alcuni attrezzi necessari per i vari lavoretti nell’appartamento di Anghiari? Oltre che generoso, altruista, disponibile con tutti i conoscenti, i paesani, era un simpatico, uno scherzoso, sempre pronto a partecipare attivamente alle feste, alle ricorrenze religiose o laiche, rivelandosi brillante, vivace, conversatore, nonostante la sua veneranda età. Ricordo un episodio piacevole che rivela la sua personalità, la sua allegria, la voglia di vivere. Partecipando nel settembre 2011 al matrimonio di un mio figlio a Moena (TN), dopo la lunga, gustosa cena nuziale, desiderò con piacere partecipare agli scherzi, ai balli dei giovani nella taverna dell’hotel. Dopo aver ballato con tutte le signorine presenti, io gli feci notare che erano le due di notte e che dovevamo tornare a Cavalese, distante circa 22 chilometri. Accettò di lasciare la sala da ballo, ma mentre si salivano le scale per avviarci all’uscita dell’hotel, una cameriera sorridendo scendeva le stesse scale portando una fiamminga di pasta all’amatriciana, odorosa, fumante, invitante, tanto che lui esclamò: «Io, Felicino, torno indietro, tu fa quello che vuoi!» Sicuramente per il suo scrupolo nel lavoro e per il suo impegno disinteressato nel sociale e per la sua onestà sarà accolto in Paradiso accanto alla sua amata Romana e, come ha ricordato don Marco nell’omelia della Messa funebre, anche lassù mostrerà la sua vivacità, la sua intraprendenza, facendo “casino”. Felicino

l’insospettabile è sempre in agguato. L’inaccettabile è avvenuto. La svolta tanto sperata nella tua lunga battaglia dopo l’incidente non è mai avvenuta. Ora noi tutti ci sentiamo terribilmente soli. Hai così lasciato tutt’intorno un vuoto immenso, abissale, incolmabile. Ora siamo tutti orfani del fratello maggiore. Peccato! Anche le cose belle diventano fugaci e le persone amate ci lasciano e tutto va in oblio. TU NO. Tu rimarrai nelle nostre menti e nel cuore per sempre. Ci mancherai nelle feste di rione, negli incontri, nelle varie associazioni che hai arricchito con la tua gioviale presenza. Tu sarai eternamente fra noi. Il tuo spirito aleggerà tra le strade di Santo Stefano, tra la piazza grande e le anguste stradine del Borgo Antico che tu hai profondamente adorato e servito con dedizione. Nessuno prima di te ha saputo insegnarci, e con il solo esempio, l’importanza ed il senso civico del vivere insieme, ed in pieno, la comunità. Ci hai lasciato una grande eredità. Un lascito dal valore morale inestimabile. Caro Gastone, con profonda tristezza ti abbiamo accompagnato nel tuo ultimo viaggio verso l’eternità, nel mondo dei buoni e dei giusti dove un posto ti spetta di diritto. Caro vecchio amico, già ci manchi in piazza per la solita chiacchierata e per il caffè della mattina. Piero Lega

L

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CURIOSITÀ Amore - Queste tre carote io le ho trovate così quando le ho tolte dalla terra. Naturalmente niente di soprannaturale; però mi affascina pensare che si siano tenute volontariamente strette strette (Clèto). Vedova - Qui sotto invece è raffigurata una vite, una di quelle viti che una volta avevano come sostegno un “oppio” (l’acero campestre). L’oppio s’è seccato ed è rimasta la “vedova”. Nei filari di viti intorno ai campi, era usuale vedere le viti “maritate” agli oppi. Angiolino Mafucci mi ha raccontato che il dottor Angiolo Busatti, proprietario illuminato del podere di Campalone, quando venivano venduti i maiali dava una percentuale ai contadini perché avevano trovato “moglie” agli oppi (Clèto).


NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Offerte al 30 aprile 2017

Elenco Nuovi Soci al 30/04/2017

Carboni Massimo 20 Cipriani Maria e Gepponi Egidio 20 Guadagni Luciano e Famiglia alla Memoria di Alessandrini Edoardo 50 Cortellazzi Gian Nunzio - la famiglia alla memoria 100 Società’ del Carnevale 100 Raffaelli Benito 50 Mafucci Gastone – la famiglia alla memoria 300 Boriosi Gloria 10 Radziwonick Roberta – in memoria di Poggini Marisa 10 Panichi Luisa – la famiglia alla memoria 100 Rossi Nello - la famiglia alla memoria 300 Guiducci Anna Maria 10 Rossi Stefano - la famiglia alla memoria 200 La Magna Liborio 120 Lombardi Eusepio - la famiglia alla memoria 250 Bruschi Ivano - la famiglia alla memoria 100 Scartoni Fernanda - la famiglia alla memoria 50 Vellati Vesta - la famiglia alla memoria 130 La Famiglia Dori – in memoria di Cipriani Irene 100 Pianigiani Norma 30 Bruschetti Alighiero - la famiglia alla memoria 100 BartolomeiCorsiPietro–inmemoriadeigenitoridefunti100 Fastacchini Vally – in memoria dei propri cari 50

Pacini Bruno Sebastiano Lina Giglini Benito Chini Sergio Bracci Martina

Nello spazio dedicato al 5 X 1000 inserisci il codice fiscale della Misericordia:

82000890515

Il gruppo di volontari presenti mercoledì 3 maggio 2017 in Piazza Baldaccio ad Anghiari ed incaricati della vendita delle cartelle della Tombola.

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

DONAZIONI 2017 una partenza con il botto!!!

A

l di là di ogni più rosea aspettativa, è iniziato veramente alla grande il nuovo anno sociale per il nostro Gruppo Fratres se è vero, come è vero, che alla fine del primo trimestre è stato raggiunto per la prima volta, nei suoi oltre quarant’anni di vita, il traguardo delle duecentocinque donazioni, segnando un fantastico +24 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Risultato importantissimo, quindi, determinato soprattutto dai numeri del mese di marzo, in crescita del 44%. Grazie a tali encomiabili risultati, poi, l’associazione anghiarese è al momento al primo posto assoluto tra i ventisei gruppi Fratres della provincia. Tanta la soddisfazione da parte di tutti i componenti il consiglio direttivo del gruppo, nel vedere premiato ancora una volta l’impegno profuso durante tutto l’anno, nella promozione tra la propria gente della cultura della donazione e nella ricerca di nuovi volontari, con vecchie e nuove iniziative che riescono ad arrivare al cuore di tanti. Avanti così, quindi, con la costanza di sempre e la certezza che donare una piccola parte del proprio sangue è donare la vita a tutte quelle persone che ne hanno bisogno, compiendo un gesto che costituisce da sempre un meraviglioso esempio di civiltà e di carità cristiana. Il Capogruppo

PLASMAMAN

Una nuova mascotte per la Fratres

S

u iniziativa del nostro Consiglio Regionale ed in stretta collaborazione con i responsabili del Lucca Film Festival, è stata ideata e realizzata in occasione della recente edizione 2017 della rinomata manifestazione, una vera e propria nuova Mascotte denominata “Plasmaman”, l’eroe fumetto Domenica 2 luglio 2017

email: gruppoanghiari@fratres.eu

della Fratres (vedi foto), con l’intenzione di accrescere nei vari territori della regione la promozione della donazione del sangue e dei vari emocomponenti come il plasma. Questo il motto collegato all’immagine, scelto per trasmettere in modo immediato ma incisivo l’importanza del dono: “Donare sangue ti rende poco super, ma molto eroe”. Ogni giorno, infatti, nelle strutture sanitarie della Toscana occorrono circa ottocento sacche di sangue per tutti coloro che necessitano di questo prezioso salvavita, capace non solo di garantire a tutti le necessarie trasfusioni ma anche di produrre importanti farmaci plasma derivati. Dice il Presidente Regionale Verdiani: “È nato, quindi, un nuovo supereroe che non avrà paura di nulla e magari non avrà super poteri o ragnatele come Spider-Man, ma ci aiuterà sicuramente a reclutare nuovi giovani donatori. Per noi è un bel risultato, perché il Lucca Film Festival è una manifestazione di respiro internazionale e collaborare con loro ci dà un certo orgoglio.” Si riconferma così, anche con questa iniziativa, il continuo impegno di tutte le realtà Fratres nell’importante campo della promozione della cultura della donazione tra la nostra gente, secondo un preciso programma della Consociazione Nazionale che, nei mesi scorsi, ha lanciato la campagna pubblicitaria dal titolo “Cerchiamo donatori con ogni mezzo”. Anche a livello provinciale continua ad essere ben curato l’aspetto promozionale, ricorrendo a vecchie e nuove iniziative che assorbono gran parte delle risorse finanziare a disposizione: manifesti, inserzioni sui giornali, incontri con gli studenti, interviste televisive, feste. Da ricordare, infine, la recente realizzazione di un nuovo spot video che anche quest’anno verrà messo in onda nelle principali televisioni private del territorio e proiettato nelle multisale cinematografiche di Arezzo e Montevarchi. Orteip 2017

CAMPO ALLA FIERA

Festa Estiva del Donatore

Ore 18:30 - Apertura stand gastronomico, CENA all’aperto. Ore 20:00 - SERATA DANZANTE con MUSICA dal VIVO.

PiaZza BaldacciO

VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!

Ore 09:00 - TROFEO FRATRES “CITTA’ DI ANGHIARI” e MEMORIAL “Adriano Giorni” Corsa Podistica di 11 km su percorso misto, nei dintorni di Anghiari. Ore 09:30 - PREVENZIONE È VITA: controllo gratuito di pressione del Sangue, Glicemia e Saturazione a cura dei volontari della nostra Misericordia. Ore 11:30 - PREMIAZIONI corsa podistica.

Il Presidente

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

email: gruppoanghiari@fratres.eu

GIORNATA DEL VOLONTARIATO CATTOLICO

I VIAGGI DELLA FRATRES! Sant’Apollinare in Classe a Ravenna e pranzo di pesce a Cervia

Ancora un’ iniziativa turistica di successo, da parte del nostro ufficio viaggi, quella dello scorso due aprile, che è riuscita a coinvolgere tanta gente, anche grazie all’ormai collaudata collaborazione con il vicino Gruppo Fratres di Caprese Michelangelo. Molto bello il programma, all’insegna dell’arte e della gastronomia: visita mattutina alla famosissima Basilica di Sant’Apollinare in Classe a Ravenna e pranzo a base di pesce in quel di Cervia.

A Cortona l’edizione 2017

Dopo la bella esperienza dell’anno scorso a La Verna, è stata riproposta anche per il 2107 la giornata di riflessione e preghiera aperta a tutte le componenti del variegato mondo del volontariato cattolico diocesano quali i Gruppi Donatori di Sangue Fratres, le Misericordie, le Caritas e la Pastorale Sanitaria. L’iniziativa si è tenuta qualche giorno fa a Cortona, su invito del nostro Arcivescovo Fontana e con il coordinamento dell’assistente spirituale provinciale Padre Giovanni Martini. Erano presenti anche le delegazioni di Anghiari delle associazioni coinvolte. Un numeroso corteo di volontari ha attraversato di buon mattino il corso principale della storica cittadina della Val di Chiana, con i propri vessilli e bandiere, per confluire all’interno della chiesa di San Francesco ed assistere alla solenne celebrazione eucaristica presieduta dal nostro Arcivescovo. Subito dopo “il pranzo insieme”, che si è rivelato, ancora una volta, un buon momento di fraternità e di socializzazione tra gli oltre duecento volontari. Eravamo presenti anche noi di Anghiari, portandoci dietro i tanti volti di coloro che ogni giorno incontriamo sul cammino: volti solitari, persone senza speranza, ammalati e bisognosi. Abbiamo pregato insieme per loro e per noi, pensando a quanta fatica c’è nel cuore umano e con la certezza che fare gesti di amore, di tenerezza e di cura, ci ricorda che il Signore è con noi, è vicino a noi, tutti i giorni, nei bisogni del nostro prossimo. Orteip 2017

Tale Basilica si erge grandiosa e solenne appena fuori la cittadina romagnola, a soli otto chilometri dal centro storico. È stata definita “il più grande esempio di basilica paleocristiana”. La costruzione infatti risale al 534 dopo Cristo e nonostante le tante spoliazioni subite nel corso dei secoli, la chiesa è riuscita a conservare l’originaria bellezza strutturale ed è ammirata per gli splendidi mosaici del suo catino absidale e per gli antichi sarcofagi marmorei. Nell’ottobre del 1960, poi, Papa Giovanni XXIII la elevò alla dignità di Basilica Minore e dal 1996 è stata riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Senza dubbio, insomma, uno tra i più visitati ed importanti beni artistici culturali di cui la nostra Italia va fiera. Finita la visita, via di corsa verso il mare per l’attesissimo pranzo a base di pesce, consumato in un caratteristico locale di Cervia, a due passi dal mare. Alla fine di questo e prima di risalire sull’autobus gran turismo per il viaggio di ritorno, una salutare e bella passeggiata lungo la spiaggia ancora semideserta, che se da un lato ha fatto gustare a tutti il fascino del mare di primavera, dall’altro è servita per smaltire gli inevitabili stravizi gastronomici. Anche grazie alla divertente compagnia, abbiamo sicuramente passato una bella giornata insieme, allegra e spensierata, in attesa della prossima iniziativa turistica che, come saputo da fonti molto vicine ai responsabili dell’ufficio turistico della Fratres anghiarese, si svolgerà dopo il quindici di agosto ed avrà per meta ancora una volta la montagna. Giuseppina

Nella foto in alto una parte delle delegazioni Fratres presenti, con l’Assistente Spirituale provinciale Padre Giovanni Martini.

FATTI UN REGALO: DONA! Donare sangue è un grande regalo che fa bene agli altri e anche a te. DIVENTA ANCHE TU UN DONATORE DI SANGUE FRATRES!!! Per saperne di più contattaci alla nostra mail elettronica o telefona ai numeri 0575/789577 (Sede), 3487722155 (Carlo), 3381484889 (Fabiano). 15


Poeti in... erba! Gioia di sognare

Ti voglio bene

Anghiari

Un sogno, un abbraccio di gioia oppure di paura.

Quando la tristezza ho provato, qualcuno mi ha aiutato. Mi sono sentita uno straccio ma ecco un abbraccio che migliora il momento con un bel sentimento. Ho sudato e lavorato bene, per ottenere un…”Ti voglio bene””. Aurora Poderini

Anghiari, antico borgo medievale con la tua bellezza non hai eguale.

Un sogno, da affrontare come un’avventura. Un sogno, un’opportunità per poter amare. Gioia di sognare!

Rabbia Anna Capriani

Paura Paura, emozione non provata ma superata con fatica. Paura, paragone tra l’infinito e la tristezza. Paura, immagine senza figura. Eddy Zineddu

Paura Paura sentimento che porta lontano. Paura paragone tra la gioia e la tristezza. Paura portata dal vento trasporta gli ostacoli della vita. Viola Mondani

Fuoco ardente nemico che mente, una faccia arrabbiata dalla vita odiata. Arma letale per chi vuole amare, sentimento che muore per chi lotta col dolore. Katia Mondani

Il tuo discesone che fatto al contrario diventa salitone a tutti i turisti fa venire il fiatone! Il 29 Giugno con il Palio della Vittoria c’è la rievocazione della battaglia a cui il grande Leonardo ha dato gloria. Nella piazza centrale la statua di Garibaldi fa sembrar che ancora lui comandi. Anghiari non è solo da visitare maèancheunpostodovesipuòmangiare: i “ bringoli” sono la sua specialità conosciuti in tutta Italia per la loro bontà. Alessia Alberti

I sogni Stellina mia prendimi in un abbraccio sincero, aiutami a realizzare i miei sogni in cassaforte, fammi volare sulle tue mani e fammi vedere l’infinito che si nasconde nei miei pensieri. Caterina Amantini

Domenica 16 luglio 2017 presso il Santuario del Carmine Festa della Madonna del Carmelo. S. Messa solenne alle ore 21:00

La Corsa della Battaglia d’Anghiari di Armando Zanchi Arezzo, 29/6/2012

Ringraziandolo di cuore lui donandoci questo onore

l’ò seguito e l’ò guardato quando in cima lui è arrivato

Quella corsa senza sbagli lui l’à vinta Giulio Calli

Per donare agli anghiaresi i suoi muscoli mai offesi

Se un giorno vengo ad Anghiari io lo sfido alla pari

Ma lo vidi in altra occasione che lo vidi vincitore

Questo giovane anghiarese sempre forte in queste imprese

Se vi fosse Guido il nonno verrebbe fuori dal suo sonno

Io corro da seduto le mie gambe hanno ceduto

Questo figlio della Marta è un figlio vera razza

Vince il Palio per il paese e vi arriva a mani tese

Per vedere questo nepote alla corsa così veloce

Questo giovane valtiberino del paese lui cittadino

Io auguro al grande Giulio vinca il Palio nel futuro:

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Cresima 2017 in Propositura

M

ercoledì 3 maggio, nella Propositura di Anghiari, sono stati presentati al vescovo i nostri “citti”. Il nostro cammino per conoscere Gesù era iniziato 7 anni fa quando i cresimandi erano ancora bambini. Sono grata a tutti loro, anche se a volte è stato faticoso, perché questa esperienza mi ha fatta crescere e percepire l’amore di Dio con più intensità. La festa è stata davvero bella e soprattutto emozionante il momento dell’imposizione delle mani da parte del vescovo sui nostri “citti”. In chiesa si respirava la partecipazione vera, dei cresimandi, dei padrini e delle madrine e di tutti i genitori. Adesso, se mi permettete, vorrei ringraziare tutti quelli che ci hanno dato una voce per la veglia del 2 maggio. Un ringraziamento particolare va a Don Bartolomeo, che è tornato dalla Polonia proprio per festeggiare con noi visto che aveva celebrato la loro Prima Comunione e loro sono rimasti molto contenti. Con questo termino e voglio solo dire: «Coraggio “citti”, adesso tocca a voi: SIATE DEI VERI TESTIMONI. Non sarà facile, ma ricordatevi che avrete un compagno di viaggio meraviglioso: GESÙ» La vostra catechista Cristina.

Nella foto dello Studio F10 il momento finale della solenne celebrazione con il vescovo Riccardo, i sacerdoti, i ragazzi della Cresima e i catechisti.

La Cresima è il sacramento della Confermazione; è il dono dello Spirito Santo, quindi di Dio stesso, che viene fatto ai ragazzi che lo riceveranno, e fortifica l’esperienza della fede. I doni dello Spirito Santo rendono matura la nostra fede per essere buoni testimoni di Gesù risorto.

Il 2 maggio, come una vera squadra, abbiamo fatto il ritiro al Cenacolo di Montauto, in previsione della partita importante che è la Confermazione. L’inizio del nostro ritiro è stato piacevole, partendo da una breve camminata che era stata fatta anche al ritiro della Prima Comunione e che tutti si ricordavano con piacere, anche per i giochi che si facevano durante la camminata. Molto importante è stata la riflessione sullo Spirito Santo e sono venute fuori delle belle cose. Ma a sentire i nostri “citti” la parte più gustosa è stato il pranzo. Dopo pranzo hanno fatto le confessioni e poi tutti a casa per assaporare la bellissima giornata passata insieme. I catechisti: Cristina, Gegia, Carla, Iride, Andrea, Niccolò. 17


UNA CROCE

P

IL CATECHISMO

roponiamo ai lettori alcune lezioni sulla vita di Gesù (ed altri documenti raccolti a cura di Michele Gesualdi) montate a collage da don Milani utilizzando le frasi più efficaci dei ragazzi (siamo nei primi anni del dopoguerra) e pubblicate dalla Libreria Editrice Fiorentina con il titolo “Il Catechismo di Don Lorenzo Milani”. Ecco la motivazione del nuovo catechismo tratta dall’introduzione al libro: “Don Lorenzo cominciò a meditare su un nuovo testo di catechismo secondo uno schema storico, nei primi anni del suo sacerdozio, quando insegnava religione alle scuole elementari comunali di Calenzano. Fu spinto da necessità pratiche: come appassionare i ragazzi allo studio della Bibbia a fargliela vivere sempre più intensamente.”

I Lezione

Dove è vissuto

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e abbiamo parlato nei numeri 2 e 4 del 2016: ora siamo riusciti a recuperare la foto che raffigura i due responsabili del restauro del manufatto collocato a suo tempo all’incrocio fra la Via Maestra del Borgo e quella di San San Leo; sono il Valbonetti e il Piomboni. A seguito del riposizionamento della croce di fronte a Santo Stefano, innalzata probabilmente a suo tempo in ricordo di una missione, essa è stata collocata un po’ in mezzo a un marciapiede. Questa nuova sistemazione può far pensare che la croce sia stata buttata fuori dalle attività commerciali (i proprietari forse non hanno ritenuto adatto che fosse rimessa dov’era prima e quindi hanno espulso dalla vita economica di quello spazio anche Cristo). Ma la sua collocazione, anche se forse sbagliata, in mezzo a un marciapiede, ha un risvolto positivo: Cristo è sempre stato una pietra d’inciampo per la vita dell’umanità, ha sempre portato scandalo. Scandalo in greco significa proprio pietra d’inciampo. Speriamo che questa croce sia la pietra di scandalo.

Appendice alla Cronachetta Sabato 18 marzo: oggi è nato Bernardo Nicchi. Auguri dal babbo Giorgio, dalla mamma Lisa e dalla sorellina Mariasole. Venerdì 31 marzo: oggi è nato Mattia Vischi di Marco e Nicoletta Rossi. La sua famiglia abita alla Giardinella.

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Gesù nacque in Palestina. C’è un monte di nome Ermon che è sempre coperto di neve e dal monte si parte un grosso fiume che si chiama Giordano dove si battezzò Gesù. E forma il lago di Galilea che è pieno di pesca. Dal lago di Galilea c’è uno spacco e il Giordano ci viene giù rotoloni e in una buca c’è il Mar Morto dove c’è caldo afoso. E l’acqua di questo mare è molto salata e non è buona per i pesci e non ci viene niente e per questo si chiama Mar Morto. Ma il lago di Galilea l’acqua è buona. E la gente che abita vicino al lago di Galilea quasi tutti sono pescatori. Sulle colline c’è contadini che coltivano la terra. C’è olivi e viti. (C’è poi) il deserto che è un bosco che c’è altro che sassi e erbuccia. E ci sono pecorai che fanno mangiare l’erba alle pecore e quando l’erba l’hanno brucata prendono le tende e vanno in un altro posto. La Palestina è divisa in tre regioni: Galilea, Samaria e Giudea. 1953 anni fa, quando non c’erano né cami né aeroplani né biciclette ecc. la Palestina era sottoposta all’Impero Romano. Cesare Ottaviano Augusto mise a capo Erode che era un re molto cattivo e burbero e aveva molta paura se qualcuno glie lo rubasse. E era gelosissimo del suo regno e fece uccidere la sua moglie Mariamme e tre suoi figlioli per paura che gli togliessero il regno. E la Palestina era povera perché era comandata dai romani e la minima cosa che facevano toccava chiedere loro il permesso.


La chiesetta del Bagnolo

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ome una signora vicina ai settanta sente il bisogno di sottoporsi ad un lifting per migliorare il suo aspetto, così gli abitanti del Bagnolo insieme a Don Marco hanno sentito la necessità di riportare al suo splendore la loro chiesetta. Iniziata nel giugno 1949 e voluta da Padre Angelo Maria Mondani, nativo del luogo e rettore del Santuario della Santa Casa di Loreto, fu completata nel 1954. È dedicata al Sacro Cuore di Gesù. L’esterno, fatto di pietre rossastre dei Monti Rognosi, ha un aspetto ben conservato; il delicato rosone è costituito da “petali” cotti nella fornace che allora operava al Bagnolo, e disegnati uno ad uno da Raimondo Mondani, nipote di Padre Angelo, e costruttore della chiesa insieme al fratello Mario. L’interno della piccola navata contiene un frammento originale della S. Casa di Loreto e un bellissimo tabernacolo in marmo bianco. Nel corso degli anni vi si sono celebrati alcuni matrimoni e qualche battesimo (penso alla mia Sara, nel febbraio 1977). Anni fa la veterana Isolina, chiamando a raccolta i pochi abitanti disponibili, con alcuni rintocchi della campana, recitava il Rosario, sostituendo suo cognato Camillo Mondani, anche lui fervente sostituto del parroco; ricordo che da piccola lo ascoltavo pregare in latino l’Oremus, le litanie ed altre preghiere, enigmatiche e meravigliose nel loro suono incomprensibile. Domenica 19 marzo, durante la S. Messa delle ore 16:00, Don Marco ha illustrato, nella chiesetta restaurata, i lavori che sono stati effettuati, ringraziando i bravi abitanti del Bagnolo che hanno messo a disposizione braccia, tempo e competenza nel lavoro di pulitura delle travi, nel rifacimento dell’impianto elettrico, nella rimozione dell’umidità e nell’imbiancatura finale. Anche il prato adiacente, delimitato da un cordolo, è stato arricchito con piccole piante di bosso, che separano il piazzalino in ghiaia, e con due faretti che di notte illuminano suggestivamente l’edificio. Sono particolarmente legata alla “mia” Chiesetta perché lì, nel lontano 1957, ricevetti la prima Comunione, dal parroco Don Gino, come testimonia la foto. Durante la recente breve visita pastorale del nostro Vescovo Fontana, egli ci raccomandò di valorizzare la presenza della Chiesetta; fu così che per alcuni giorni del mese di maggio, recitammo il rosario. Ora non sarebbe male che, di nuovo, ci ritrovassimo per pregare e ringraziare il Signore, che ha permesso il restauro della nostra Cappella. Marida In alto da sinistra, Mario Mariani, Fabio Meozzi, Don Gino, Fausto Meozzi, Camillo Mondani. Nella fila del centro da sinistra: Donatella Tizzi, Angelina Mondani, Doretta Leonardi; in basso da sinistra, Maria Scortecci e Marida Mammoli. Qui sotto, un momento del rinfresco organizzato dalla comunità del Bagnolo.

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Ricordo di don Mario Montini

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parroco di Toppole e Catigliano (Anghiari) deceduto ad ottant’anni venerdì 27 febbraio 2017

el ricordino della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta a Sansepolcro il 21 dicembre 1961, don Mario aveva riportato questo pensiero: “Per dare agli uomini il più grande servizio”. Tutta la sua vita è stata la realizzazione di questo proposito. Si è speso totalmente per il Signore, facendo fiorire le persone e gli ambienti a lui affidati. Anche la sua morte presso l’ospedale di Sansepolcro è avvenuta in piena lucidità, secondo il suo stile: pacata e fiduciosa rassegnazione. Ha sempre lavorato in silenzio, fidandosi delle proprie capacità e conoscenze, gestendo ogni momento, persona e cosa con grande onestà. Era piuttosto riservato e timido ma, talvolta, puntiglioso, perché riteneva che sia le attività pastorali che i lavori pratici, svolti con superficialità, non danno gloria a Dio. Di salute cagionevole e vissuto sempre in mezzo alle ristrettezze, non se ne lamentava, consapevole di far parte di un progetto più grande: quello del Vangelo. Come si spiega questo innamoramento per la funzione sacerdotale? Don Mario Montini era nato il 27 luglio 1937 a Colcellalto (Sestino) da Eugenio Montini ed Amabile Santi -sposata in seconde nozze-. Il padre, precedentemente, aveva sposato Assunta Santi, sorella di Amabile, da cui era nato Elise. Dal secondo matrimonio erano nati: Assunta, Mario e Luigi. A sette anni gli morì la mamma Amabile -il 28 aprile 1944- ed i ragazzi restarono orfani. C’era di che disperarsi, ma la presenza del nuovo parroco don Gerico Babini, arrivato a Colcellalto nel 1938, e la decisione di un’altra sorella della madre, la zia Teresa, di interrompere il proprio lavoro come donna di servizio -prima a Milano, poi a Sansepolcro- per dedicarsi completamente ai tre nipoti, riportarono una certa serenità alla famiglia. Sicuramente il grande impegno di don Gerico come vero parroco di tutti ed il grande zelo che riversava nelle sacre liturgie colpirono il piccolo Mario che, fin da bambino, manifestava chiari segni di voler diventare prete. La zia Teresa ne era entusiasta, al punto che, dopo essersi convinta circa la serietà dell’intenzione del nipote, gli regalò la casa dove abitavano. “Alla mia morte avrei voluto lasciare la casa ai miei dodici nipoti ma, essendo così tanti, avevo deciso di lasciarla alla Chiesa. Dal momento però che Mario diventerà prete, la casa la intesto a lui”. In realtà, la casa della Zia Teresa -poi di don Mario- ha avuto molteplici funzioni: è stata utilizzata come scuola, come “pensione” temporanea per persone singole e famiglie forestiere che avevano quassù le attività: i geometri che seguivano i lavori per la costruzione della strada per San Gianni, l’impiegato postale e la sua famiglia -quando c’era l’Ufficio Postale-, i campeggi di Sansepolcro. Mario frequentò il Seminario a Sansepolcro per cinque anni. Nel 1955 morì anche il padre Eugenio, e Assunta,

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la sorella maggiore, andò a servizio anche lei per poter pagare le spese del Seminario. Siccome le paghe delle donne di servizio erano basse ed essa non ce la faceva ad essere puntuale con quanto richiedeva la direzione del Seminario, con l’intervento delle contessa Bianca Cavazza e del parroco di Castelnuovo, don Armando, riuscì ad ottenere una dilatazione nel pagamento delle rette. Dopo il Ginnasio a Sansepolcro il giovane seminarista passò a frequentare il Liceo e la Teologia a Firenze. Di quel periodo si ricorda una gita invernale dei seminaristi a Vallombrosa, per andare a sciare. In una discesa lo slittino di Mario urtò, probabilmente in un sasso, si impuntò e lui cadde malamente, riportando la rottura di una caviglia. Quell’incidente fu l’inizio delle sua malferma salute che l’avrebbe accompagnato per tutta la vita. In questa circostanza fu di grande aiuto morale e materiale la presenza al “Centro Sangue” di Careggi di una compaesana: Nivea Rosati alla quale, spesso, si rivolgevano Mario e la sorella Assunta. Il 24 dicembre 1961 don Mario celebrò la sua prima messa a Colcellalto, dove venne festeggiato da tutti e, alla quale, parteciparono tanti sacerdoti. Dopo un breve periodo come parroco a Montelabreve (Badia Tedalda) gli furono assegnate, nel 1963, le chiese di Sant’Andrea Apostolo in Catigliano e di San Clemente a Toppole (Anghiari), dove prestò servizio fino a qualche anno fa quando, per motivi di salute, si dovette ritirare a Sansepolcro, prima in un appartamento della parrocchia del Duomo, poi nella casa di riposo di Villa Serena. Nei primi anni di servizio nelle parrocchie usava un motorino Garelli ma, poiché la sua salute non era buona,


la sorella e la zia collaborarono per l’acquisto di una Fiat Seicento. Nelle parrocchie svolse il servizio al meglio delle sue possibilità, venendo incontro alle esigenze dei parrocchiani. A Toppole restaurò completamente la chiesa, rinforzandola e riportandola alla sua antica bellezza, come fosse un museo. Vi dedicò tante energie e talvolta saltava anche i pasti o mangiava frugalmente per poter pagare le spese. “Il mio dovere era quello di fare ciò che dovevo fare”. Riporto un episodio della sua infanzia che, probabilmente, influenzò le sue scelte: si avvicinava il Natale e, come di consueto, veniva esposto in chiesa un Gesù Bambino a dimensione naturale conservato in una teca di legno con il vetro sul davanti per poterlo ammirare e baciare. Aveva la faccina con il capo ricoperto di cera e dei bei capelli. Veniva conservato, durante l’anno, dalla famiglia Venturini. Quando don Gerico andò a prenderlo, si accorse che i capelli erano stati consumati, probabilmente dai tarli. Lui e la sua sorella Genoveffa si recarono dall’Amabile per chiedere i capelli di Mario. Essa non ci pensò due volte e tagliò i bei capelli biondi e riccioli del suo bambino, lasciandogliene un po’ sul davanti per riformare una piccola banana, poi, con un ago riscaldato, essi vennero infilati sul capo della statuetta. Gran parte di quei capelli c’è ancora... Come parrocchia di Colcellalto dobbiamo ringraziarlo per l’aiuto prezioso che ci diede quando, negli anni

Settanta, tenne in ordine la contabilità per i lavori alla sala parrocchiale. Il suo funerale si è svolto a Colcellalto, dove è nata la sua vocazione. Le esequie sono state presiedute dal Vescovo emerito Mons. Giacomo Babini che, all’omelia, ha ricordato i momenti significativi della vita di don Mario e della sua famiglia, con espressioni di grande intensità e commozione. C’erano numerosi sacerdoti, tra cui il Vicario Generale della diocesi Mons. Giovacchino Dallara. La sua salma riposa nel cimitero di Colcellalto. Dino Donati Nell’altra pagina la foto di don Mario Montini; è stata pubblicata nel calendario dell’Oratorio nel 2010 e conteneva le foto di tutti i sacerdoti del Vicariato di Anghiari e Monterchi. In questa pagina, veduta della facciata della chiesa di Toppole.

La Speranza di Ponte alla Piera

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ra che l’impressione per la morte è sopita, ora che questo senso di mancanza insostituibile si è attenuato, desidero scrivere questo ricordo della Speranza di Ponte alla Piera. La famiglia Maggini? Una presenza nel villaggio del Ponte. La Speranza? La colonna di tale presenza. L’ho conosciuta in antica data, ho conosciuto anche il marito, conosco i figli e sono amico della Rosina. Tutti brava gente; tutti aggrappati alla personalità della Speranza. Cosa aveva di particolare la Speranza? Una cosa sola: c’era; con la sua semplicità saggia e la sua persona solida e sicura. Un punto di riferimento non solo per la famiglia, ma per tutto il villaggio. Ci è difficile, ora, immaginare il Ponte senza la Speranza. Lei che era una presenza significativa ora vive nel ricordo di chi l’ha conosciuta e delle molte persone che lei ha educato e contribuito a orientare, influenzandole con la sua fede e dedizione. Mi è sempre venuto in mente, e ancor più mi torna alla memoria oggi, il premio Nobel Aleksander Solgenitsin che ha fatto conoscere a tutto il mondo, con un suo racconto breve, “Matriona e la sua casa”. Un povero villaggio contadino a 104 km da Mosca. Gente semplice, povera gente, ricca di difetti e di umanità. In quel villaggio si distacca una presenza: Matriona, donna di fede e di

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bontà infinita. Senza accorgersene, tutti -nel villaggio- finivano immancabilmente per rivolgersi a lei; anche per i problemi più minuti e quotidiani. Figura indimenticabile la Matriona raccontata da Solgenitsin; come indimenticabile la Speranza Maggini. Donne che fanno parte di una categoria speciale di persone, dice Solgenitsin. Ecco quale, secondo la chiusura del racconto reso celebre dal premio Nobel. Sono gli abitanti del villaggio che parlano dopo la scomparsa di Matriona: “Le eravamo vissuti tutti accanto e non avevamo compreso che era lei il Giusto senza il quale, come dice il proverbio, non esiste il villaggio…né la città…né tutta la terra nostra”. Di questo tipo di giusti la Speranza aveva anche… il nome più adatto e significativo!(E.P.)

Nella foto la Speranza di ritorno dal bosco con un “cistone” sulle spalle, era l’anno 2001.


Da “Casanova Spicchi” di Alfonso Sassolini

Premonizioni, casualità, superstizione... o segni?

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rima o poi, a tutti capitano eventi insoliti ed inattesi che ci lasciano perplessi circa la loro origine ed accadimento: Per esempio: pensi ad una persona che non senti da anni e, in quel momento, squilla il telefono e senti la sua voce. “È un caso!”, pensi. “Strano, ma soltanto un caso.” A me è capitato, tanto tempo fa, di trovarmi disteso sul letto, perfettamente immobile, finestra e porta chiuse, nessun alito di vento e, in questa quiete e silenzio, pensavo a Dio. “Ma esiste davvero un Dio?” mi domandavo. E, rivolto a questo Essere (immateriale, impercettibile per i nostri cinque sensi e forse anche per la Ragione, che sono gli strumenti della nostra conoscenza), rappresentato dal Crocefisso posto a capo del letto, gli rivolgevo questa preghiera-domanda: “Signore, se veramente esisti, gradirei che Tu mi mandassi un segno evidente della Tua presenza. Ma so anche che (sempre se esisti!) ti manifesti preferibilmente all’uomo sofferente che, percosso e scoraggiato, non trova altre vie percorribili. Io però, come tutti, non amo, come tutti, la sofferenza!” E, mentre pensavo così, sopra la mano che tenevo aperta e distesa sulle coltri, avvertii un colpo leggero, quasi di carezza, e vidi che la frasca di olivo benedetto mi era caduta dal Crocefisso sul palmo della mano. La simultaneità dell’evento e della mia preghiera, mi lasciò parecchio perplesso. Poteva forse trattarsi del segno che avevo appena finito di chiedere? Un’altra volta, dopo pranzo, ero andato a riposare, ma non dormivo ancora ed ecco che ho sentito chiaramente le mani calde e forti della mamma, morta da due anni, posarsi sul mio viso: era questo un suo gesto abituale, tenero, come la benedizione che ci dava ogni sera tracciandoci una croce sulla fronte. “Ma che vuoi, Cecca?” (la chiamavamo così), ho chiesto ad alta voce, ormai perfettamente sveglio. Sono uscito per tosare il prato ma, subito, sono caduto all’indietro, trascinandomi sui piedi la macchinetta la cui elica mi ha tranciato via due dita. Forse la mamma, se è possibile credere nell’altra vita, aveva voluto avvertirmi e farsi sentire vicina? (Premonizione). Quelle stesse mani, dal contatto inconfondibile, le sentì mio fratello Livio, quando fu operato al cuore, nel torpore che segue l’anestesia. E ancora: il babbo, appena ripresosi dal coma

provocato da un violento ictus, ci disse che aveva visto venirgli incontro i nostri parenti defunti, sorridenti. Il povero babbo, gran tempra di cristiano e di galantuomo generoso che, al momento della riesumazione dopo tanti anni dal decesso, fu trovato perfettamente conservato come se fosse stato appena inumato: intatti il viso, il corpo, il vestito ed ancora fresca la rosa che mamma gli aveva posto fra le mani. La domenica 13 Marzo 1960, giorno antecedente quello della sua morte, mentre eravamo a tavola, il babbo posando la sua mano su quella della mamma, ci disse: stamani, alla Messa, ho offerto la mia vita al Signore, chiedendogli che finalmente possiate avere un po’ di bene (erano quelli tempi assai difficili per la famiglia). Il giorno dopo era morto. E non è forse almeno insolito che otto fratelli, quali noi siamo, tutti fra i settanta e gli ottant’anni, siano ancora (per ora!) tutti vivi ed ancora legati da rapporti affettuosi? Magari sarà soltanto un regalo del dio Caso o della dea Fortuna, o di un DNA inossidabile; ma se esiste quel Dio nel quale (pur con qualche incertezza suggerita dal mio orgoglioso sentirmi autore di me stesso) io credo, non potrebbe tutto questo essere un dono di Lui? Certamente, se esiste quel Dio il suo amore è rivolto a tutti e non è certo un privilegio esclusivo dei suddetti fratelli. Solo che, distratti dal nostro banale quotidiano vivere, non ce ne accorgiamo: è la Fede che riconosce il miracolo e non il miracolo che fa nascere la Fede! In un’ottica di Fede possiamo individuare i fatti sopra esposti quali segni di una vita oltre la vita? “Hanno occhi e non vedono, orecchie e non odono!” (Isaia). Questi fatti che racconto sono realmente accaduti ed io mi limito a darne testimonianza. Credo che la mia titubante Fede non discenda da questi eventi, ma non posso non tenerne conto. Quanto a voi, datene liberamente l’interpretazione che ritenete appropriata. Don Juan Carlos parlandomi delle bellissime vetrate del duomo di Arezzo (opera del Marcillat) ebbe a dirmi una volta: “Se guardi le vetrate dall’esterno della chiesa vedi solo un indecifrabile geroglifico, ma se osservi le stesse dall’interno ne cogli il loro splendore!” Allo stesso modo avviene che se ti rivesti della Fede, tutto ti appare diverso e possibile!

Controllate che il vostro indirizzo sia esatto Così non verrà dispersa nessuna copia 22


Acqua Santa – La visita alle famiglie della parrocchia è stata da sempre un’occasione per incontrare le persone, le particolari necessità o le situazioni di disagio delle persone. Ancora oggi ripetiamo questo gesto per offrire una ulteriore occasione di conoscenza fra i sacerdoti ed i fedeli. Qui potete vedere alcuni dei ragazzi che hanno accompagnato i sacerdoti (don Marco, don John e don Gustavo) e il diacono Fabio nella visita alle famiglie di Anghiari. Era giovedì 2 marzo 2017 Domenica delle Palme – Nella piazzetta della Badia, annuale appuntamento per la distribuzione delle palme. Alcuni confratelli con cappa della Misericordia hanno provveduto alla consegna dei rametti di ulivo ai fedeli. Al centro il neoeletto Camerlengo della Pia Società del Gesù Morto (la Società provvede a organizzare i riti della Settimana Santa assieme alle Confraternita di Misericordia e alle Compagnie di Anghiari). In seguito sono giunti i chierichetti con candele e la croce abbellita da una particolare decorazione e, processionalmente, è stata raggiunta la chiesa della Propositura dove è proseguita la celebrazione della S. Messa solenne della Domenica delle Palme. Da sinistra sono raffigurati: Ruggero Cambi (il Gegio), Mario Mugelli, Luigi Leonardi, Giampaolo Gattari e Orlando Piomboni. Micciano-Carmine - È l’itinerario che ogni anno, la Domenica in Albis, i fedeli dell’antica Pieve di Micciano percorrono per un pellegrinaggio particolare. La Compagnia del SS. Sacramento e il sacerdote guidano il popolo accorso per questa occasione verso il Santuario Mariano costruito dove la Vergine Maria apparve a Marietta nei pressi di un incrocio di strade (Combarbio). Durante il cammino, nei pressi delle croci collocate lungo le strade, vengono recitate le “Rogazioni”. Al Carmine poi, durante la S. Messa solenne, ci sarà l’affidamento alla Madonna (Scapolare). Nella foto, il gruppo di fedeli è prossimo al Santuario, quando già si sentono le campane che annunciano la particolare celebrazione e danno il benvenuto a tutti i fedeli che stanno per entrare nel santuario. Sorteggio - È quello che si fa alla Maestà della Battaglia il Lunedì di Pasqua. Gastone Mafucci per tanti anni, e fino all’anno scorso, ha mantenuto questa tradizione iniziata da don Nilo negli anni ‘60 del secolo scorso. L’abbiamo ripetuta per ricordarlo. Dopo la Santa Messa delle ore undici, la cui celebrazione è stata arricchita dal battesimo di Carolina, la processione ha percorso la strada per il Molin Bianco. Guidata dal diacono Fabio e preceduta da Giovanni con la Croce, abbiamo pregato e cantato assieme. Al "Lava", una sosta per le rogazioni e la benedizione dei campi di fronte all’edicola presente nella cantonata della casa dei Mencaroni. Quindi arrivo al luogo dello scontro tra Fiorentini & soci, contro i Milanesi. Dopo la preghiera e il sorteggio, benedizione finale con foto. Sono risultate estratte Loretta e Gina Monini. Manterranno il titolo di Damigelle della Vittoria fino al prossimo Lunedì di Pasqua.

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Il Sinodo Diocesano

Un cammino assieme per una Chiesa rinnovata

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artedì 7 febbraio all’Oratorio di Anghiari si è svolto un incontro, a cui tutti eravamo invitati, in preparazione del Sinodo Diocesano. Ho partecipato anch’io con mia moglie alla riunione che era guidata da una signora che non conoscevo e che rappresentava il nostro Vescovo. Sono stato molto attento sia alla presentazione della signora che alle opinioni emerse poi dal dibattito e quello che segue è quello che ho compreso e le conclusioni che ho tratto. Il Sinodo Diocesano può essere definito come l’Assemblea convocata dal Vescovo e da lui presieduta che si svolge periodicamente per discutere e deliberare su questioni concernenti la curia e la cura pastorale del territorio diocesano. Tradotto, credo voglia dire: parliamo della nostra Chiesa e vediamo come sta, di cosa ha bisogno, dove intende andare, a chi si rivolge, se è vicina alla sua gente, è coerente con i principi che professa, cammina tutta con lo stesso passo senza lasciare nessuno indietro, sa ascoltare, conosce la realtà in cui opera, le cose, il suo popolo. Insomma è un grande evento, enorme, di cui tutti noi siamo responsabili e dobbiamo farci carico, chiarendoci, parlando per confrontarci e, camminando, sostenersi, cercando di essere sul serio quei cristiani che diciamo di essere. Tutti noi siamo la Chiesa e tutti dobbiamo interrogarci e interrogare chi ci guida (Vescovo, parroco, clero, laici), suggerire, consigliare, confortare, proporre, aiutare. In estrema sintesi questo è quello che ho capito e che mi è parso emergere dalla discussione. Di una cosa sono certo:

il Sinodo, con l’aiuto di Dio, dovrà essere un cammino vero, serio, vicino alla gente, non un fiume di parole di pochi addetti ai lavori o degli esperti, ma la presdentazione di proposte cui far seguire atti concreti che siano di aiuto a tutti, con particolare attenzione a chi è più gradito a Dio, gli ULTIMI e che, al termine, ci consegni una Comunità e una CHIESA più vicina e rinnovata che sappia ancor più interpretare il popolo, specie quello giovanile, che Le è stato affidato. Mi sembra un bel programma, vero? Buon Sinodo e buon cammino a tutti. Francesco Testerini Nella foto un momento dell’incontro con tutte le realtà delle parrocchie del Vicariato di Anghiari e Monterchi, nella sala dell’oratorio, di cui si parla nell’articolo.

Vi è piaciuto questo giornale? Lo volete ricevere a casa? Ditecelo! Altri due paesani scomparsi Marisa Poggini Gastone Mafucci

di Armando Zanchi (Arezzo, 10/3/2017)

Questa famiglia dei cari Poggini agli Anghiaresi sempre vicini

Una caduta con grosso peso e da quel giorno non si è ripreso

Ora riposa nella sua chiesa per tanti anni aveva difesa

Prima è morta la cara Marisa che nella vita tanto soffriva

Lì nell’Edicola del Giornale non mancava giorno la veniva a trovare

Ci mancherà la loro presenza ne sentiremo tutti l’assenza

Lui per Anghiari sempre presente a dare una mano mai assente

Alla famiglia mi stringo a loro contro una morte che ha fatto del vuoto:

Questa famiglia di stampo Anghiarese ora con la morte sono alle prese

Poi il tempo purtroppo è passato e tante cose la vita à spezzato

Altra scomparsa più dirompente di un amico che vedevo sovente

A Santo Stefano a tutte le feste vedevi Gastone sempre presente

O la ricordo quando era bambina alla nonna Maria faceva la visitina

Al caro Figlio stringo la mano contro una morte venuta da lontano

Ma anche per Lui il triste destino di una caduta nel suo giardino

Per i cittadini del suo Rione la sua presenza era un onore

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Ritiro a Montauto I ragazzi della seconda Media stanno facendo un percorso con le catechiste, la Donatella e altre, di preparazione al sacramento della Cresima. Uno dei momenti fondamentali di questo percorso è stato il ritiro fatto a Montauto che è un momento di pausa nella vorticosità della vita in cui ci si ferma e si ripensa a ciò che è essenziale: cioè la fede in Cristo.

Domenica 18 giugno 2017 Festa del Corpus Domini

Propositura di Anghiari ore 11:00

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o ed i miei compagni della 2^ Media siamo stati gentilmente accolti dalle Suore di Montauto, che ci hanno permesso di fare un ritiro e di dormire da loro. Appena arrivati, dopo aver appoggiato le nostre cose, abbiamo fatto una breve passeggiata, la merenda ed altre attività, aiutati da un libretto che ci è stato consegnato, in cui erano presenti canti, storie e preghiere. La sera, dopo l’ottima cena, abbiamo visto insieme un film e siamo andati a letto. Il giorno dopo ci siamo preparati per animare la S. Messa, facendo una “recita” sul brano del Vangelo che parlava della Samaritana che va a prendere l’acqua ed incontra Gesù. Ognuno doveva porgere l’acqua a Giuseppe, che interpretava Gesù, e fargliela bere. Tutti ci siamo impegnati per l’animazione della Messa ed ognuno di noi ha svolto un ruolo: c’era chi serviva la Messa, chi cantava, chi portava i doni all’altare, ecc... Tutti ci siamo divertiti e sarebbe bellissimo poter rifare un’esperienza di questo tipo. Infine, a nome di tutti, vorrei ringraziare i Catechisti, le Suore e don Marco. GRAZIE! Irene Bigiarini

I ragazzi della parrocchia riceveranno per la prima volta il Sacramento dell’Eucaristia. Al termine processione verso la chiesa della Croce.

Altra vittima della morte: Vesta Vellati

Questa figlia di Anghiari quasi nati alla pari

Siamo tutti dello stesso tetto che Anghiari ci à protetto

Sembra ci sia una mala sorte la brutta morte continua con le scorte

Prima il figlio da lei adorato e che da tempo aveva cercato

Ogni incontro una chiacchierata della vita da noi passata

La figura della Vesta non si scorda troppo in fretta

Altro sangue Anghiarese lì continua a fare le spese

E l’à cercato per tanto tempo forse col pianto ed il lamento

Novantuno sono i suoi anni ed io lì quasi stessi panni

‘Sta famiglia dei Vellati da Anghiaresi ricordati

E proprio così la cara Vesta anche su di lei c’è stata tempesta

Ma la morte è brutta figura la sua presenza sempre più dura

Sono qui per ricordare tante anime da non dimenticare

Loro vissero tra di noi lì donando i loro cuori:

di Armando Zanchi Arezzo, 3/4/2017

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Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli

GIUGNO 2017

ALTRE NOTIZIE

Venerdì 2 giugno, alle ore 17:30, presso la chiesa di S. Lorenzo a Ricciano, processione della Madonna seguita da S. Messa a conclusione del mese mariano, organizzata dalla Compagnia del SS.mo Sacramento di Monterchi, con merenda al termine della celebrazione.

È stata celebrata domenica 2 aprile la festa del Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Monterchi con una solenne Messa celebrata nella Pieve arcipretale di S. Simeone, alla quale hanno partecipato tutte le associazioni paesane e molte rappresentanze dei Gruppi Fratres della Provincia.

Giovedì 15 giugno alle ore 21:00, Solenne Processione del Corpus Domini nel centro storico di Monterchi, con la partecipazione dei sacerdoti, dei fanciulli della Prima Comunione, dei ragazzi della S. Cresima, delle Compagnie del SS.mo Sacramento di Monterchi e di Padonchia, della Confraternita di Misericordia, del popolo di Dio, delle varie associazioni paesane e delle autorità civili e militari. Venerdì 16 giugno, presso il Cenacolo di Montauto, si terrà il Ritiro spirituale dei 14 fanciulli che saranno ammessi alla Prima Confessione e poi alla Prima Comunione nella chiesa arcipretale di Monterchi, domenica 18 giugno alle ore 11:00. I loro nomi sono i seguenti: AURORA Baracchi, DANIELE Bucci, MADDALENA Conti, CHIARA Giogli, RICCARDO Giuntini, SOFIA Guadagni, SIMONE Marinelli, FRANCESCO Massi, GREGORIO Niccolini, ELEONORA Pancioni, LORENZO Pancioni, MATTIA Panichi, LORENZO Seoli, DENISE Tofanelli. Sono stati preparati dai catechisti Riccardo Banelli ed Elena Londei e dal parroco don Quinto. Sabato 24 giugno, ore 19:00 circa, nella frazione di Tarsignano, S. Messa nel giorno festivo del Patrono S. Giovanni Battista

Il 26 aprile si è celebrato solennemente il centenario del grande terremoto del 1917 con un interessante convegno voluto dall’Amministrazione Comunale, guidata dal sindaco, rag. Alfredo Romanelli, e una solenne Messa nella chiesa arcipretale alle ore 20:30, presieduta da mons. Giovacchino Dallara, vicario generale, e concelebrata dal parroco don Quinto e da don Guglielmo di Le Ville, seguita da una devota processione intorno al centro storico. Domenica 7 maggio, presso la Sede della Misericordia di Monterchi si sono svolte le elezioni del nuovo Magistrato. Riferiremo i nomi degli eletti nel prossimo numero dell’Oratorio. Corso di preparazione al matrimonio dal 13 maggio al 10 giugno, ogni sabato alle ore 21:00, nell’Oratorio parrocchiale di Pocaia. Auguri alle cinque coppie di novelli sposi che celebreranno prossimamente il Sacramento nuziale. Anche quest’anno don Ferdinando organizza presso la parrocchia di Le Ville, nel mese di luglio, il GREST o campo scuola per i ragazzi del territorio monterchiese. Rivolgersi ai parroci per l’iscrizione.

Giovedì 29 giugno ore 19:00, S. Messa a Ripoli nella festa dei S.S. Patroni Pietro e Paolo. LUGLIO 2017 Domenica 30 luglio, nel pomeriggio, S. Messa all’aperto al Poggio della Madonna presso la Maestà situata nelle vicinanze della Murcia di Pianezze. Veduta della chiesetta di Tarsignano. Ne abbiamo parlato nel numero 5 del 2002. Questa chiesa è situata su un poggiolo, all’altezza di circa 520 metri s.l.m., sul versante sinistro dell’Alta Valle del Padonchia, sotto il monte dei Sassi Bianchi, presso l’antico villaggio di Tarsignano, detto anche popolarmente “Colcello dei Crulli”: in passato infatti questo cognome era molto diffuso in questo luogo.

Nella foto. Antica “Pietà” venerata un tempo nella chiesa di S. Martino al Poggio della Madonna e trasferita nel secolo scorso nella chiesa di Pianezze.

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Dalle nostre Parrocchie Ponte alla Piera: Rita - Per Pasqua abbiamo fatto il sepolcro e recitato le Via Crucis il venerdì. La sera alle nove, nel mese di maggio, ci sarà la recita del Rosario con canti alla Madonna. Il 18 di giugno, per il Corpus Domini, ci sarà la S. Messa solenne e poi la processione che giungerà fino al Sacello con la benedizione finale. Sabato 18 marzo, vigilia della festa di San Giuseppe, come tutti gli anni, abbiamo acceso un grande fuoco assieme a tutta la Comunità del Ponte alla Piera. E poi, al Circolo, abbiamo anche fatto l’anteprima delle frittelle.

Tubbiano - Nel mese di maggio stiamo dicendo il Rosario alla sera alle nove: la prima quindicina in Tubbiano e poi in San Leo. Per giugno non abbiamo deciso, ma sicuramente faremo una piccola processione e qualche addobbo con i fiori per il Corpus Domini.

Viaio: Franca - Durante la Quaresima abbiamo recitato le Via Crucis, per il Sabato Santo la S. Messa solenne è stata celebrata la sera alle ventidue e, per Pasqua, la S. Messa alle dieci del mattino. Durante il mese di maggio (il giornale sarà già in stampa), diremo il Rosario il mercoledì e il venerdì, la sera alle nove, e la domenica, la sera alle sette. Per giugno, in particolare per il Corpus Domini, dobbiamo ancora decidere i programmi e gli orari che comunque verranno portati a conoscenza dei parrocchiani.

Catigliano: Antonietta - Adesso si dice il Rosario la sera alle cinque (il giornale è stato stampato a metà maggio), ieri sera l’abbiamo detto in chiesa che era l’otto maggio, la festa della mamma, e anche stasera lo diremo in chiesa. Qualche sera s’è detto in casa mia che c’era meno freddo. Per il Corpus Domini faremo qualcosa di particolare e anche una festicciola, ma che cosa lo dobbiamo ancora decidere con i nostri preti e con la Comunità.

San Leo: Velso - Il Sabato Santo c’è stata la S. Messa solenne alle undici della sera, a cui ha partecipato un discreto numero di fedeli. Ora, in maggio, stiamo dicendo il Rosario, ma naturalmente non manchiamo di cantare alcune lodi alla Madonna, per due settimane a Tubbiano e poi qui in San Leo. In giugno, per il Corpus Domini, ci sarà la S. Messa solenne alle ore undici con sette bambini che riceveranno la Prima Comunione e, tempo permettendo, faremo anche la processione.

A destra la chiesa di Tubbiano prima del recente restauro.

Notizie dalla Piazza Comunicati stampa presi qua e là

Giovedì 13 aprile 2017 - È stata presentata questa mattina nella conferenza stampa che si è tenuta nella sede della Camera di Commercio di Arezzo la 42° Mostra Mercato dell’Artigianato della Valtiberina Toscana che si svolgerà dal 22 aprile al 1 maggio nel centro storico di Anghiari. All’incontro hanno partecipato tra gli altri il sindaco di Anghiari Alessandro Polcri, il neo-presidente dell’Ente Mostra Giovanni Sassolini, il presidente dell’Associazione Pro-Anghiari Piero Calli.

Pacioli; Michelangelo Buonarroti, lo stesso Matteo di Giovanni) e per vicende storiche (la Battaglia di Anghiari del 1440).

Martedì 28 marzo 2017 - Nel pomeriggio di sabato 25, all’interno della Chiesa di S. Agostino è stata presentata al pubblico presente, la parte centrale della pala d’altare realizzata da Matteo di Giovanni che fu trafugata nel 1994 e che è stata recuperata dai Carabinieri nel 2011. L’opera è stata restaurata da Alessandra Gorgoni e da Marco Santi, grazie al sostegno della ditta Busatti, ed è stata ricollocata nel suo luogo d’origine, sopra l’altare maggiore, in una cerimonia solenne a cui hanno preso parte Don Marco Salvi (Parroco di Anghiari), Alessandro Polcri (Sindaco di Anghiari), Paola Refice (della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo). La pala di Matteo di Giovanni rappresenta una delle più alte manifestazioni artistiche della zona, realizzata in un periodo in cui Anghiari e l’attuale Valtiberina toscana furono al centro della storia per natali (Piero della Francesca; Luca

Giovedì 23 marzo 2017 - Ieri mattina, nella Sala della Giunta Comunale di Città di Castello, ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione di un’importante iniziativa che vede come protagonisti la Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo e la CO.RE.FI., cooperativa di garanzia che svolge la sua attività nel territorio dell’Umbria. L’accordo tra le due parti prevede l’allargamento di una convenzione già esistente per portare l’erogazione del credito destinato alle imprese del comprensorio tiberino fino ad una cifra massima di 30000 euro.

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Martedì 28 marzo 2017 - È stato convocato per giovedì 30 marzo alle 21:00, nella Sala del Consiglio Comunale di Palazzo Pretorio (Piazza del Popolo, 9), in seduta pubblica e in sessione ordinaria il Consiglio Comunale di Anghiari.

Venerdì 17 Marzo 2017 - Martedì 21 marzo, ore 11:30, nella Sala del Consiglio Comunale di Palazzo Pretorio ad Anghiari è in programma la conferenza stampa di presentazione della Stagione Teatrale che prenderà il via con l’anteprima in programma il prossimo 26 marzo.


Il nome, il perché

Rinati dall'acqua e dallo Spirito I nuovi nati che hanno ricevuto la Vita nuova di Cristo risorto nel sacramento del Battesimo:

Salvino Scaccialepri - Siamo andati a trovare Salvino che abita di fronte alla vecchia Stazione e gli chiediamo il perché di questo nome. Una mia zia era al servizio di un dottore. A questo dottore gli nacque un figliolo che appena è nato gli hanno messo a nome Salvino. Però questo bimbo è morto e allora ha voluto che quel nome fosse messo a me. L’onomastico cade il 12 ottobre e in Italia ci sono circa 1696 Salvino. Naturalmente essendo un nome un po’ strano tutti lo chiamano Silvano.

Elena Dindelli di Luca e Simonetta Rossi è stata battezzata da don Marco sabato 4 febbraio in Propositura. Edoardo Monini di Andrea e Anna Rosseto è stato battezzato da don Marco sabato 1° aprile nella Propositura.

Mafalda Matteucci – A Casa Landa saliamo nella cucina del Poggini e parliamo con i familiari; e così, parlando con Mafalda, ci racconta alcuni ricordi e ci spiega il perché del suo nome. Il mio babbo ha fatto la guerra del ‘18; è stato via tant’anni: otto so!, e s’è salvato con la nave della principessa Mafalda [era un piroscafo] e allora quando sono nata io m’ha messo a nome Mafalda. Dov’era non me ne ricordo, so che era alla guerra.

Lucrezia Massimetti di Luca e Chiara Canosci è stata battezzata da don Marco il 16 aprile, giorno di Pasqua, in Propositura. Carolina Bartolini di Matteo e di Silvia Scaccialepri è stata battezzata da don Marco il 17 aprile, Lunedì di Pasqua, nella chiesetta di Santo Stefano durante la liturgia eucaristica. Davide Papini di Stefano e Giulia Foni è stato battezzato da don Marco il 30 aprile nella chiesa di Santo Stefano.

Con domenica 4 giugno 2017, Pentecoste

Termina il Tempo di Pasqua Riprende il Tempo Ordinario

Oriana Boncompagni altro tassello perduto

Al caro tempo che lei à vissuto nella Piazzola col marito poi perduto

Ma i nostri incontri sempre presenti ed i saluti mai assenti

In quell’Anghiari delle Mura di Sopra lì vi era nata questa cara sposa

Col caro padre il grande Ottorino un calzolaio da vero cittadino

Triste destino che Oriana à colpito la grande perdita del caro marito

Alla cara figlia mi associo al dolore di questa madre dal grande cuore

Io fino da ragazzo da amicizia legato a questa famiglia del caro vicinato

Grande compagnone sincera amicizia tra padre e madre e questa cara figlia

Lei con i figli che da sola à curato in questo paese da lei tanto amato

Ai cari parenti della cara Oriana che ò conosciuto in quella stradetta

Il suo saluto sempre mi portava tutte le volte che lei mi incontrava

Ma sempre in ballo la nostra cara sorte e si incontra purtroppo con la morte

Poi con la figlia con la mano tesa si trasferì al Campo la Fiera

Tutti lasciamo questi cari sobborghi finito al Camposanto i nostri sogni:

di Armando Zanchi (Arezzo, 14/4/2017

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Un’assemblea partecipata È quella che si è svolta domenica 7 maggio 2017

S

i è svolta domenica 7 maggio all’interno del Palazzetto dello Sport di Anghiari l’Assemblea dei Soci 2017 della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo. È stata una giornata partecipata ed intensa che ha rappresentato inoltre un momento come sempre di fondamentale importanza sotto il profilo dell’aggregazione e dello stare insieme. L’Assemblea è stata preceduta dalla Santa Messa in commemorazione dei soci defunti e si è aperta con le parole del presidente Paolo Sestini che ha espletato tutte le operazioni formali necessarie ai fini della prosecuzione dei lavori. Sono in seguito intervenuti il direttore generale Fabio Pecorari, il presidente del Collegio Sindacale Massimo Meozzi, il presidente della Federazione Toscana delle Banche di Credito Cooperativo e vicepresidente vicario di Federcasse Matteo Spanò, il presidente della Camera di Commercio Arezzo Andrea Sereni ed altri autorevoli soci. Tutti i punti all’ordine del giorno sono stati approvati con voto unanime. L’Assemblea dei Soci ha approvato il bilancio 2016, chiusosi con un utile netto di 538.469 euro e ha votato l’adesione della Banca di Anghiari e Stia al Gruppo Bancario capeggiato da Iccrea Banca, decisione importante così come sottolineato dal direttore generale Fabio Pecorari. “L’adesione al Gruppo Bancario di Iccrea significa proseguire con continuità e con coerenza nella strada percorsa in oltre 110 anni di storia, all’interno di un gruppo solido e ben patrimonializzato. Operiamo con Iccrea da sempre e questa decisione è in linea con il nostro modo di agire”. La Banca di Anghiari e Stia è la prima Banca di Credito Cooperativo della Toscana ad aver deliberato l’adesione al Gruppo guidato da Iccrea. Un altro momento importante è stato quello in cui l’Assemblea dei Soci ha votato per il rinnovo delle cariche confermando la lista presentata dal Consiglio uscente. Le elezioni si sono svolte con voto palese degli oltre 1100 soci presenti (in proprio o per delega). Numero elevato che conferma la grande partecipazione e l’inscindibile rapporto che unisce la Banca e i suoi soci. Queste le cariche per il prossimo triennio: Consiglio di Amministrazione Presidente: Paolo Sestini. Consiglieri: Nilo Venturini, Giovanni Fornacini, Lucio Ciarabelli (nuovo consigliere), Stefano Mannelli, Marco Salvi, Stefano Rossi, Andrea Trapani, Giovan Battista Donati.

Collegio Sindacale Presidente: Massimo Meozzi. Sindaci effettivi: Paolo Cenciarelli, Marina Cianfrani. Sindaci supplenti: Andrea Cerini, Giuseppe Mauro Della Rina. Collegio dei Probiviri Membri effettivi: Andreina Donati Sarti, Marco Vagnoni. Membri supplenti: Marcello Catacchini (nuovo membro), Leonardo Giannini. Molto apprezzato l’intervento di Matteo Spanò, presidente della Federazione Toscana delle BCC e vicepresidente vicario di Federcasse.“Ho risposto con grande piacere all’invito del presidente Sestini. Porto il saluto del Credito Cooperativo Regionale agli amministratori, ai soci e ai giovani soci che sono presenti con un proprio Comitato e che hanno contributo attivamente alla riuscita del Forum Nazionale tenutosi a Firenze nel settembre scorso. E’ bello vedere la partecipazione di un numero così elevato di persone. Ci sono intere famiglie che hanno scelto di venire qui per assistere all’assemblea della loro cooperativa. Voglio sottolineare due aspetti: il sostegno che la Banca ha dato e che continua a dare al proprio territorio e il dovere di una BCC di essere banca di relazione e cooperativa a mutualità prevalente. Tali aspetti sono inscindibili perché la cooperazione ha un senso se affiancata all’attenzione per il territorio. Può sembrare strano parlare di localismo nell’era della globalizzazione eppure proprio in questi tempi si sente un forte bisogno di prossimità e vicinanza ai territori. Il concetto è quello di stare insieme e lavorare fianco a fianco per obiettivi comuni. È vero a livello regionale dove le BCC associate alla Federazione operano in sintonia e sarà vero presto a livello nazionale con la costituzione del Gruppo Bancario Cooperativo. Il Gruppo capeggiato da Iccrea è già efficiente ed è nostro, nel senso che molte BCC, come quella di Anghiari e Stia, ne sono già azioniste. In Toscana ci sono 16 BCC associate alla Federazione di cui 15 hanno già manifestato la preferenza per Iccrea. L’auspicio è che le assemblee in corso a maggio confermino l’intenzione”. Importante lo spazio riservato agli stand del Comitato Giovani Soci e dei Partners Assicurativi e la presentazione di un innovativo progetto promosso dalla Banca di Anghiari e Stia con il Polo Universitario Aretino. Inoltre è stato presentato il Bilancio Sociale nella nuova forma di “web app” visibile collegandosi al sito www.bccas.it/bilanciosociale2016. L’Assemblea ha rappresentato un momento di aggregazione e di confronto ed il positivo esito ha premiato lo sforzo effettuato per organizzare questo che è da sempre uno dei momenti più importanti. Dopo il tradizionale momento conviviale, è stato come sempre emozionante il momento dedicato alle premiazioni dei 33 giovani soci o figli di soci che hanno ottenuto brillanti risultati scolastici. Nella foto a sinistra una veduta generale dell'Assemblea dei Soci. In questa colonna l'immagine della "web app" con la quale si accede al Bilancio Sociale 2016.

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Da Tavernelle

a cura di Linda Bartolomei

Il cammino di Quaresima dei ragazzi del catechismo ha avuto come fulcro il sepolcro. Abbiamo infatti rappresentato sotto l’altare il sepolcro di Gesù che è rimasto chiuso dalla pietra per tutto il percorso quaresimale. Ogni domenica ci hanno accompagnato vari simboli che ci hanno fatto ricordare il significato della Messa domenicale come luogo di incontro con Gesù e i fratelli. Abbiamo vissuto ogni domenica la messa come ascolto, offerta, perdono, condivisione, missione, accoglienza e infine gioia nella resurrezione. Nel giorno di Pasqua, infatti il sepolcro era aperto con dentro ripiegati il sudario e le bende, simboli del Signore Risorto.

Domenica 30 aprile, durante la Messa domenicale, sono stati benedetti da Don John i gigli che insieme al ramo di olivo benedetto nella Domenica delle Palme andranno nelle croci che verranno messe nei campi e negli orti.

Mercoledì 3 maggio nella chiesa della Propositura alcuni ragazzi della nostra parrocchia hanno ricevuto, insieme agli altri ragazzi delle altre Parrocchie, il Sacramento della Confermazione. Tutte le catechiste e tutta la comunità augura a Aurora, Daniele, Lisa, Lorenzo, Michele, Michelle, che lo Spirito Santo che hanno ricevuto in dono sia fiamma viva nel cammino della loro vita.

Nel numero scorso abbiamo pubblicato la foto di un gruppo di ragazzi che stanno giocando al pallone. Ora ne sappiamo qualcosa di più grazie all’aiuto e alle notizie che ci ha fornito Paolo Senesi. Siamo nel piazzalino davanti alla scuola che a quel tempo era nella casa di Clemente Camaiti ed il posto era detto l’Aia. Nella siepe sono stesi i panni ad asciugare e di là passa la strada provinciale. Ma ecco ora i nomi dei ragazzi, cominciando da destra: Paolo Senesi, Giorgio Mondani, Romano Leonardi (con la “beretta” bianca), Vasco Tanfi, Dindalini, Giuseppe Panichi (Beppino), Bruno Giuliattini, Azelio Tanfi che abitava a Casarecci e il suo cugino Giancarlo Tanfi. La foto dovrebbe essere degli anni ‘40, forse il 1948.

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Piccoli bimbi leggono

Bimbi

E

cco una piccola ma assidua lettrice dell’Oratorio. È Lucia, impegnata nella lettura del periodico parrocchiale (lo legge addirittura a rovescio). Il gatto non sembra minimamente interessato.

Piscine

Ecco Edoardo Monini alle prese con una grossa spazzola; è nato a Negrar in Provincia di Verona l’11 agosto 2016 [… una gioia e un miracolo vederlo nascere, 4,5 kg alle 20:11 -il ricordo della mamma e del babbo-]. I genitori, Anna Rossato e Andrea Monini, vivono a Verona ma con Anghiari nel cuore. I suoi nonni paterni vivono infatti alle Cascine, vicino alla Piazzola, mentre i nonni materni vivono nella campagna veronese a Buttapietra, al villaggio Tunisi.

Lunedì 20 febbraio2017

Giorni fa, con un gruppo di amici, siamo stati a Castiglion Fiorentino guidati da Pierino Bennati amico di don Alessandro e ora anche nostro. Dopo l’interessante visita al centro storico con visita al cassero e al casseretto (qualcosa di simile c’è anche ad Anghiari, compreso le carbonaie) ci siamo affacciati al parterre prospiciente la Collegiata da cui si vede la Valle di Chio. Ma si vede anche il campo sportivo e una piscina alla quale mancano solo tre metri per essere olimpica. Siamo rimasti tutti meravigliati proprio senza parole per questa astrusa progettazione. Ancora non sapevo che alla piscina di Giarre di metri gliene manca solo uno! E poi quelli di Castiglioni la piscina la stanno usando.

Dall’Archivio della Fraternita

A Terni i cittadini possono usare una tessera magnetica dove vengono registrate le quantità della raccolta differenziata. A quando anche da noi ad Anghiari? O perlomeno, a quando anche la raccolta porta a porta della differenziata per favorire quelli che non possono o che hanno difficoltà a farla? Per quelli che non vogliono ci sono altri sistemi già codificati!

Pagamenti in grani [N.d.R. staia di grano – la misura d’Anghiari era leggermente più grande di quella fiorentina - era di circa 28,25 litri, cioè fra i 21 e i 22 chili di grano] Alli frati della Madonna del Combarbio d’Anghiari dell’ordine del Carmine staia dalla misura fiorentina per partito approvato li 3 agosto 1634 n. 3

Stiamo continuando la ricerca di antiche varietà di mele da classificare ed eventualmente segnalare alla Regione Toscana tramite l’Istituto Forestale di Pieve Santo Stefano. Se avete degli alberi di melo che presumete di antica varietà segnalateceli. Grazie. Qui a destra la Mela Rigata di Torchiale.

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Caprile Richiesta di chiarimenti di Anghiarino, di qua dal Tevere, e risposte del professor Mattesini, di là, sulla etimologia di parole dialettali usate in Valtiberina con qualche necessaria divagazione. Ero con don Alessandro dalla sua nonna Emola quando, nel commiatarci, gli ho ricordato che dobbiamo andare a Caprile. «Quale Caprile?, mi fa lui, il nostro?», intendendo il Caprile della Valle di Chio, sotto Col di Bidone. Io invece mi riferivo al Caprile nei dintorni di Pratieghi. Ho buttato uno sguardo a Google e ho visto che di “Caprile” ce ne sono a iosa. Poi mi sono ricordato che c’era un’erba con un nome simile. Alla fine l’ho trovata: l’erba, in dialetto, si chiama pelcaprume o caprume e, a detta di mia zia Assunta, è più infestante della gramigna. Nella stessa scia ci sarebbe anche Caprese, il comune montano che con il suo territorio confina con il nostro. Loro sono in discussione con Chiusi su chi ha dato i natali a Michelangelo, genio del Rinascimento: pittore, scultore, architetto, poeta. Alcuni studiosi locali poi, fra cui don Ivano Ricci che lo desume dagli scritti di alcuni storici, propongono la tesi che lì, a Caprese, sia sepolto Totila, re degli Ostrogoti; utilizzano per dire questo le parole di Procopio, storico greco, che riferisce che il re venne sepolto in un luogo detto “ad Caprae”. Aggiungo poi, postremo: il vispo animale propenso a dare potenti cornate e menzionato con veemenza e reiteratamente da un noto personaggio televisivo, c’entra niente (stavo per dire gnente)? Caro professore, forse ho fatto un po’ di confusione. Mi può mettere un po’ d’ordine. Un saluto. Anghiarino Anghiarese Caro Del Pia, i nomi popolari delle erbe nell’intero territorio nazionale sono quanto di più vario si possa immaginare e non è sempre agevole individuare l’esatto referente dei numerosissimi geosinonimi. Nel caso nondimeno del pelcaprume (così anche nel borghese) ritengo che l’erba possa con ogni probabilità identificarsi con l’Agropyrum repens Beauv., che è anche la denominazione scientifica, in Toscana e altrove, della gramigna dei medici, una varietà di graminacea molto simile alla comunissima gramigna (Cynodon dactylon Pers.). Secondo O. Penzig, Flora popolare italiana (Genova 1924) il nome popolare che più si avvicina al nostro è quello di Pelo caprone (rilevato a Potenza). Il termine caprume (come caprone) rimanda sicuramente al noto mammifero ruminante (in antico però la voce caprume vale ‘quantità di pelli di capra’ [GDLI]) e il fitonimo pelcaprume nasce per similitudine tra l’erba strisciante e il pelo dell’animale.

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Ciò detto, è tuttavia altrettanto sicuro che il nome di luogo Caprile di Badia Tedalda (anno 1349 Ecclesia de Caprile, Sella, p. 128), con anche il Caprile della vostra Valle di Chio, toponimo peraltro diffusissimo in area italiana, non ha nulla a che vedere con il nome popolare dell’erba infestante. Come scrissi nel saggio Nomi di luogo e nomi di abitanti in alta Valtiberina umbro-toscana (in Pagine altotiberine, VI, 2002, fasc. 18, p. 38) si tratta in effetti di un toponimo che rimanda «alla presenza di animali selvatici in associazione o a luoghi di stallo o di pastura di animali domestici, talmente addensati “in tali zone da averne caratterizzato il paesaggio con il ricordo del nome locale” (Pellegrini, Top., p. 359)»: Caprile ha per base capra + il suffisso -ile, tipico per indicare dimora e pascolo, così come Caprese è formato dallo stesso zoonimo in unione con il suff. -e[n]si[s] (poi -ese). L’origine zoonimica dei nomi di luogo è del resto abbastanza consueta. In area altotiberina umbro-toscana (e in Valmarecchia) si riscontrano, ad esempio, Cerbara di Città di Castello (anno 1349 Ecclesia S. Blasii de Cerbaia, Sella, p. 488), da cervu(s) + suff. -ar(i)a ‘luogo frequentato da cervi’ (circa la presenza, fino a tempi relativamente recenti, di questo animale cfr. A. MelelliM. E. Sacchi De Angelis, Territorio e termini geografici dialettali nell’Umbria, Roma 1982, p. 84), Cicognaia di Badia Tedalda e Pocaia di Monterchi (a. 1349, Ecclesia S. Angeli de Poquaia, Sella, p. 574), presente anche in territorio di Sansepolcro, da pecuaria (derivato di pecu) nel significato di ‘mandre di bestiame in allevamento’, con e che passa ad o per labializzazione a contatto. E chissà quanti altri ancora annidati nella microtoponomastica non cartografata, che meriterebbe di essere raccolta e studiata. Saluti borghesi all’Anghiarino Anghiarese da Enzo Mattesini

Nella foto tratta da una cartolina d’epoca, veduta di Caprese Michelangelo.


Che bella borsetta!

Come passa il tempo!

Caro Del Pia, ho letto dalla prima all’ultima riga l’ultimo numero de “L’Oratorio” e subito è scattata l’onda dei ricordi della mia adolescenza. Le castagnole, che mia madre preparava sempre per carnevale, Berio e, nella foto della scuola media, Grazia Giabbanelli, che è mia parente perché le nostre nonne materne erano sorelle da parte di madre. La nostra bisnonna, Maria Favilli, si sposò due volte: Grazia discende dal primo matrimonio, io dal secondo. Poi Cesare Menatti, che ho conosciuto frequentando la casa di Ghighino e Menchina Leonardi, dove trascorreva le vacanze il loro nipote e mio amico Gianfranco Fastacchini, anche lui abitante a Milano, figlio del fratello di Menchina, Varo. Una volta con Cesare e Gianfranco andai anche a Spogliabecco. Ho visto con piacere che riceve “L’Oratorio” anche Zelia Tagliaferri che, pur abitando a Milano, incontravo sempre ad Anghiari nelle vacanze estive. La cosa mi ha rammentato un episodio curioso capitato a mia madre. All’inizio della salita che dalla piazza conduce alla Porta San Martino, c’era il negozio di Tito Tagliaferri, che tra le altre cose vendeva anche borsette. Mia madre andò a dare un occhiata alla vetrina, le piacque una di queste e se la comprò. Appena entrata in piazza, incontrò un’amica, che esclamò: “Ma che bella borsetta Afra, certo che queste belle cosine da noi ‘n ci s’hanno, si trovano solo in città”. Ovvero: il fascino della metropoli. Cordiali saluti, Giancarlo Balestri.

Oggi passando per Firenze antica ho visto più di una persona amica e quei portoni che mi hanno ospitata mi hanno sorriso e quasi salutata. Via della Scala, l’istituto mio, la finestrella da cui ti dissi addio quando tu decidesti di partire ed io ero lì e non ti potevo seguire. Via Cimabue e piazza Indipendenza dove due ore ti attesi con pazienza. Poi la chiesetta accanto al Sacro Cuore dove noi ci giurammo eterno amore. Madre felice e moglie innamorata su quelle strade oggi son ripassata, mano per mano con la mia creatura senza tremare, senza più paura. Nella chiesetta abbiamo sostato, chine davanti a Dio abbiamo pregato e mentre io revocavo il mio passato lei scriveva un biglietto al fidanzato.

Lela (1999)

In certi uffici d’Italia L’inizio della primavera propizia i pisolini sulle poltrone o sopra i tavolini e dormono in ufficio pur saporitamente le pratiche importanti con su scritto URGENTE:

Sabato 22 luglio festa di S. Maria Maddalena La S. Messa delle ore 18:00 verrà celebrata nella chiesetta nel Borgo della Croce a lei dedicata Altro concittadino morto, il Bruschi Ivano

Colpito dal male il caro Bruschi è finito all’Ospedale

Ritroverà la cara madre che per tanti anni curò in santa pace

Amico caro con lui ò lavorato in quel di Parigi che mai à scordato

Restato solo gli anni sono pesi cadde nel fondo due giorno lì disteso

Poi lo riportarono in modo fittizio e ricoverato lì nell’Ospizio

Con questa fine raggiunga il riposare perché per lui è stata lì rapace

Sempre incontrandolo mi faceva sentire la nostra vita in fabbrica avvenire

Le sue forze ormai abbandonate furono per lui grosse e smisurate

Ma il soggiorno col male addossato pochi di giorni lì dentro restato

In questo Anghiari qui non passa giorno che qualche persona non vedi più intorno

Anche per lui la morte della madre è stata una colpa brutta ma infame

E da quel giorno mai si è ripreso ormai il suo fisico era lì indifeso

Povero amico che vita à abbandonato forse lassù sarà più sollevato:

Ormai la morte à preso il sopravvento e tutti i giorni lo fa un rapimento:

di Armando Zanchi Arezzo, 3/4/2017

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Peter


I lettori ci scrivono

Storielle di Anghiari raccontate da Cesare Menatti

Buongiorno, leggo sul Nr 1 (Febbraio-Marzo 2017) della celebrazione delle “Nozze d’Oro” di Rosanna e Moreno Zanchi. Cinquant’anni vissuti insieme a gioie e dolori affrontati con coraggio e dignità. Anche se in ritardo sono felice di unirmi agli altri affettuosi auguri e sinceri complimenti. Un abbraccio. Giuseppe Fastacchini Abbiamo inviato l’Oratorio num. 2 in versione digitale ad un gruppo di lettori (gli altri che lo desiderano ce lo dicano); ecco alcuni messaggi:

Grazieeee Mario!! Buona domenica

Annunziata

Grazie, carissimo Mario Del Pia del ricco giornale “L’Oratorio d’Anghiari”. E complimenti per le numerose iniziative in questo periodo quaresimale e pasquale. Don Antonio Bacci Buongiorno Mario Sono Cati dalla Argentina come sempre devo ringraziare l’arrivo del Oratorio, lo leggo con tanta emozione sempre. Oggi ho letto un articolo scritto da mia cuggina Francesca Madiai che parlava dei miei Bettina e Adelmo. Tanta emozione loro leggevano sempre l’Oratorio che arriva a casa mia. Grazie !!!!!!! a l’Oratorio e a mia cuggina tanto amorosa!!!!!! Ciao Mario, ti ringrazio vivamente per avermi inviato, in anteprima, la versione digitale del periodico del Vicariato di Anghiari... Distinti saluti Andrea Marzi Ciao Mario, ho letto con molto piacere, ma anche con tanta nostalgia, le belle cose che hai pubblicato su questo numero de l’Oratorio… Grazie Beatrice Ho ricevuto, con gioia, il Quaderno relativo al ritrovamento e restauro del pannello centrale “Madonna con Bambino” del Trittico di Matteo di Giovanni, sotto il quale sono cresciuto, sin dal 1941 o andando a messa o facendo il chierichetto nella chiesa di Sant’Agostino. Veramente notevole il lavoro di restauro eseguito magistralmente. “Mai dire mai” sulla speranza di ritrovare le due tavole mancanti. Ringrazio sentitamente Don Marco e chiunque ha partecipato alla stesura. Affettuosità. Giuseppe Fastacchini

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Cagnarra

C

agnarra era il soprannome di un nanerottolo in forza ad un circo che piazzava le sue tende nel campo sportivo del Campo della Fiera durante le feste paesane. Ovviamente non si ricordano i nomi, ma un particolare è rimasto nella memoria collettiva: fare confusione a voce alta ad Anghiari si dice “fare cagnarra”. Infatti la riuscita del tendone dipendeva dalla precisione con cui venivano messi i picchetti. Il personale pertanto si fermava spesso a controllare che il lavoro venisse bene anche perché lo sbaglio di uno si ripercuoteva su tutti: il lavoro era faticoso e noioso. Cagnarra si muoveva di corsa perché le sue gambine non gli permettevano di stare al passo con gli altri. Saltellava da un picchetto all’altro dicendo in continuazione:”Lavorare, ragazzi, Lavorareeee...!!!”, ma lui non si sporcava mai le mani.

Il muratore

L

e monache della La Ripa avevano chiamato Beppe (lo chiameremo così perché non si ricorda né il nome né il soprannome), il muratore, perché pioveva in una delle loro stanze. L’intervento era stato concordato per il mercoledì successivo, ma Beppe era a letto con una febbre da cavallo. Non volendo contrariare un così buon cliente Beppe chiama il figlio e gli dice: «Vai sul tetto delle monache che ci deve essere una tegola rotta da cambiare» Alla sera il figlio torna e riferisce: «Avevate ragione babbo: c’era solo una tegola rotta da cambiare. Ho provveduto ed il lavoro è finito» «Immagino che ti hanno fatto passare per l’abbaino. Quante tegole o coppi hai incrinato?», replica il Beppe. E il figlio: «Nessuno, babbo. Ho fatto le cose per benino: ho viaggiato sul tetto leggero come una piuma». E il Beppe: «No cocco... tu hai finito di mangiare...!!»

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Consiglio comunale

Un risultato storico

di Andrea Marzi

di Giulio Maffucci

G

iovedì 30 marzo e venerdì 28 aprile 2017 è stato convocato in seduta pubblica e in sessione ordinaria il Consiglio Comunale. La seduta del 30 marzo, ha visto come argomento di discussione principale l’approvazione del bilancio per il triennio 20172019. Per la prima volta dopo anni di bilanci inerti da un punto di vista delle risorse, l’Amministrazione mette nel piano economico finanziario previsionale considerevoli risorse per lo sviluppo riguardante il territorio, il turismo e l’agricoltura, senza apportare tagli, dando così una riallocazione alle risorse. Dopo un accentuato dibattito tra le forze politiche in campo il bilancio triennale viene approvato con immediata esecutività. Successivamente il sindaco presenta le sue comunicazioni: comunica che parte centrale della pala d’altare di Sant’Agostino, trafugata nel 1994 e recuperata dai Carabinieri nel 2011, dopo il restauro, è stata ricollocata sopra l’altare maggiore, suo luogo d’origine. Inoltre il sindaco annuncia che grazie alla sovrintendenza del museo civico di Anghiari è stato possibile dare luogo ad un ritrovamento storico importante, quello di una necropoli datata attorno al IV-V secolo, situata nella vicinanza della chiesa di Santo Stefano. Prima della chiusura dell’assise vengono accolte le interrogazioni e mozioni da parte dell’opposizione. Nella seduta del 28 aprile tenuta presso Palazzo Testi, come nella precedente riunione, l’amministratore della città ha presentato il bilancio consultivo che è stato approfonditamente discusso da tutte le forze politiche. A seguire Polcri, informa del convegno Casa della Salute in cui sono emersi dati importanti. Il gruppo di minoranza Insieme per Anghiari espone un progetto molto importante quello delle aree interne. Il Movimento Pentastellato presenta la mozione sulla questione dell’impalcatura di Porta Sant’Angelo, le interrogazioni sulla Cooperativa Toscana D’Appennino, R.S.A e casa della salute.

C

ome tutti gli anni la società UISP (Unione Italiane Sport per Tutti), ha organizzato campionati di diversi sport a livello nazionale. Nella nostra provincia i campionati di calcio per amatori si sono appena conclusi, ed ecco che sono molti gli sportivi che si trovano a ricordare la stagione appena terminata tributandole un sorriso, ripensando alle sfide che hanno interpretato in campi di periferia, dove il comune denominatore è la passione per lo sport. Anche il nostro paese ha partecipato con grande fervore ai campionati organizzati dalla UISP, la quale si propone di estendere il bacino di utenza delle attività sportive ad un numero sempre maggiori di atleti. Concentrandoci sul nostro paese, spostando lo sguardo verso “La Stazione”, troviamo un campo sportivo, intitolato a Giovanni Procelli. Ecco, questo piccolo stadio, composto solo da una piccola tribuna in ferro, è il luogo dove una delle squadre amatoriali di Anghiari ha disputato il campionato, questa squadra è l’ASA. Compagine del nostro calcio, è riuscita ad ottenere quest’anno un risultato storico. In questo 2017 magico per la realtà calcistica anghiarese, anche l’ASA ha voluto far parlare di sé. Dopo la vittoria della Coppa Italia toscana da parte della Baldaccio Bruni, anche la squadra biancorossa ha portato a casa un importante trofeo, conquistando il campionato. Sebbene il valore assoluto di questo risultato sia di per sé elevato, lo è ancora di più se si considera il modo in cui esso è maturato. Il dominio della formazione anghiarese non è mai stato messo seriamente in discussione, ne è una conferma l’unica sconfitta subita dagli anghiaresi. A pochi mesi dall’euforia scatenata dalla Baldaccio Bruni, Anghiari si è trovato di nuovo a festeggiare la vittoria dell’ASA, magari meno nota, ma avente valore pari a quello della squadra più nota del nostro paese. È un trionfo che testimonia la bellezza dello sport, della sua parte più pura, quella che mette al primo posto il divertimento a lo stare insieme. Complimenti ragazzi, un pezzo di storia dello sport anghiarese vi appartiene.

GIOVEDÌ 29 GIUGNO AD ANGHIARI PALIO DELLA VITTORIA 35


L

Dai Fiato alla Musica

unedì 24 aprile è stato un giorno importante per la cultura anghiarese, si è infatti svolta al Teatro Stabile dei Ricomposti di Anghiari una serata interamente dedicata alla musica, promossa e organizzata dalla Filarmonica Pietro Mascagni di Anghiari. È assolutamente necessario in un momento come questo fare una piccola riflessione sull’importanza dell’educazione musicale nelle scuole, un tema da sempre dibattuto su cui è fondamentale confrontarsi, per capire che la “musica” (chiamiamola così per usare un termine comune a tutti, anche se già nell’uso dei vocaboli sarebbe importante fare precisazioni), pari a ogni altra disciplina, è alla base della formazione del cittadino. Dove non arriva lo Stato, ecco nascere i progetti, così quest’ultimo “Dai Fiato alla Musica” (da cui prende nome anche la serata), promosso dalla Filarmonica Pietro Mascagni di Anghiari è rivolto alla scuola primaria dell’Istituto Comprensivo, ideato e seguito dal Prof. Cesare Chieli, nasce proprio da questa esigenza. Trattasi di un percorso didattico di propedeutica musicale basato sull’uso degli strumenti a fiato, che prevede un approccio dei discenti alla musica attraverso lezioni collettive e apprendimento in gruppo. Durante la serata il progetto è stato presentato agli anghiaresi e per l’occasione si sono esibiti sul palco due ensemble professionisti di strumenti a fiato: il quintetto d’ottoni “Pentha Brass” e il quintetto di fiati “Quintetto29”. Infine, come terzo ospite, si è esibita “La Scala di Seta”, un’orchestra giovanile della nostra vallata diretta dal M° Gianfranco Contadini, esempio del valore di aggregazione che può veicolare la musica anche nelle giovani generazioni. Il pubblico tutto, ma specialmente gli alunni delle terze classi a cui è rivolto il progetto, hanno potuto così vivere un’esperienza di ascolto guidato da due ensemble

professionisti di strumenti a fiato. Come ci ha insegnato il buon vecchio José Antonio Abreu, il famoso fondatore di “El Sistema”, un innovativo e collaudato metodo di insegnamento della musica ai giovani, la musica deve assumere il significato di via primaria per la promozione sociale e intellettuale. Un percorso che non insegni ai discenti solo quello che riguarda la materia dal punta di vista tecnico, pratico e concettuale, ma che offra loro un nuovo modo di relazionarsi con gli altri e lavorare in gruppo. Così la Filarmonica si prefigge il fine della diffusione capillare dell’educazione musicale e in particolare con questo progetto, vuole stimolare la sensibilità delle nuove generazioni verso gli strumenti a fiato, organico fondamentale costituente di una delle tradizioni musicali più importanti e riconosciute a livello storico: la banda musicale. Ad Anghiari, come in molte altre realtà italiane, la banda rischia pian piano di scomparire se non coltivata e seguita adeguatamente. Suonare nella banda del proprio paese e presiedere agli eventi più importanti deve essere sentito come una soddisfazione e un vero onore per il giovane musicista che investe tempo e amore nel proprio strumento. Sarebbe bello immaginare che in seguito a un progetto scolastico molti ragazzi si appassionino allo strumento a tal punto da volere proseguire lo studio e, perché no, entrare nella banda della Filarmonica Pietro Mascagni! A buon intenditor poche parole! Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che sono intervenuti al concerto, gli sponsor che ci hanno creduto e investito, permettendo così di avviare il progetto e tutti quelli che hanno reso possibile tutto ciò! Federica Ricceri

Nelle foto, da sinistra: quintetto d’ottoni Pentha Brass; orchestra giovanile La Scala di Seta; quintetto di fiati Quintetto29.

DETTO FATTO è il titolo del GREST di quest’anno: ha come protagonista il creato e la sua custodia alla quale siamo chiamati in forza del disegno unico che Dio ha su ciascuno di noi. Non si tratta di possedere e conquistare ciò che ci circonda, ma di rispettarlo ed entrare in relazione con esso per riconoscerci creatura tra le creature. 36


La Vesta

Una piacevole sorpresa

opo dieci mesi esatti dalla scomparsa di Alberto Vellati, anche la”Vesta”, sua madre, ci ha lasciato. Era una figura storica per Anghiari. Per anni era rimasta, come volontaria, alla Pro-Loco, l'ufficio del paese dove i turisti si recano per trovare informazioni. Ma non solo questo: per alcune associazioni, quale ad esempio i Donatori di Sangue Fratres, di cui io faccio parte, era un punto di riferimento per iscriversi a gite o pranzi; era un lavoro non da poco: riscuotere, registrare, stare attenti che tutto procedesse bene. Lei lo faceva con estrema precisione. Con Valterone erano stati una coppia affiatatissima. Ricordo quando, i primi anni del mio lavoro in Comune, si organizzava insieme il pranzo per la Camminata del Contrabbandiere al Ponte alla Piera, al Trotaio. Ancora, altro impegno quando arrivavano i musicisti dell'orchestra di Simon; in quel caso c’era da preparare una modesta cena al Carmine, preparare sedie, tavoli, ecc., ecc. Lei era sempre presente. Così pure al Teatro a vendere i biglietti per le belle operette che venivano realizzate in quegli anni. E poi Tovaglia a Quadri o San Martino, cuocendo i bringoli. Insomma una donna che ha dato tanto al suo paese, in silenzio, con semplicità, senza voler mai apparire, senza mai chiedere niente. Poi, con l'avanzare degli anni, tutto cessa perché le forze calano, ed allora i miei ricordi vanno a quando, con il suo Alberto, si faceva un aperitivo al bar in Piazza con due patatine e non appena mi vedeva mi chiamava per offrirmi, con il suo gran cuore, quello che aveva. La ricordo come una persona che ha sempre dato senza nulla chiedere. Quando andavo a trovarla e mi diceva “Ti voglio bene”, mi si stringeva il cuore, perché era poco ciò che io facevo, ma per lei era tanto. Oggi mi dispiace e mi rammarico di non essere andata di più da lei, con la sua immensa bontà. Dal Paradiso certamente saprà perdonarmi. Riposa in pace accanto al tuo Alberto! Francesca dal Carmine

l Lunedì di Pasqua, dopo alcuni mesi che ci pensavo, siamo andati a trovare don Arialdo Ruggeri a Rimini. Amico d’infanzia della mia mamma, nonché fratello dei miei zii Adelmo e Alfredo -emigrati in Argentina-, vive oggi in una casa di riposo di Rimini. Dopo essere stato parroco di San Gianni e Ca’ Raffaello per oltre cinquanta anni, ha deciso, per ragioni di salute, di trasferirsi lì. Siamo arrivati nella chiesa di Sant’Antonio, in centro, dove lui celebra e confessa ogni mattina alle ore dieci. Durante la Comunione ci ha riconosciuto, e la piacevole sorpresa si leggeva nei suoi occhi. Felice di averci con lui, ci ha fatto visitare dove vive, ci ha raccontato un po’ di sé, come occupa le sue giornate e quanto è bello continuare ad essere utile a qualcuno. “Finalmente mi sento veramente prete” ci ha detto. Abbiamo poi pranzato insieme. Ci ha ringraziato tante volte per avergli fatto passare una bellissima Pasqua. Pure per noi è stata una giornata indimenticabile e veramente le sue parole dettate dal cuore sono state per noi un grande insegnamento. Grazie don Arialdo, alla prossima occasione! Francesca

Figura storica di Anghiari

Fatta a don Arialdo a Rimini

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I

Panieri

Nella foto si può vedere Dante Luzzi mentre, davanti al suo laboratorio, sta intrecciando un grossissimo paniere. Può darsi che nel prossimo numero vi si possa fornire ulteriori informazioni.

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Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

Anghiari e Leonardo da Vinci: una questione complessa

Qual è il ruolo di Anghiari nella vicenda artistica legata all’omonima battaglia dipinta da Leonardo da Vinci?

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nghiari, splendido paese nella Toscana più remota, è famoso per la vicenda che lo lega indissolubilmente ad un’opera di Leonardo da Vinci fra le più importanti e dibattute. L’episodio è molto difficile da trattare poiché la pittura è storicamente scomparsa e la conoscenza del soggetto è parziale. Le vicende contemporanee attorno all’opera di Leonardo sono molto spesso (quelle più clamorose) legate alla ricerca della pittura dietro l’affresco vasariano nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze, indagini che creano problematiche metodologiche. Allo stato attuale l’elemento più popolare della vicenda non sembra l’opera stessa (intesa come il complesso di azioni e processi che l’hanno realizzata) ma le prese di posizione contrastanti sulla necessità della “riscoperta”. Ma il punto centrale è un altro ed è clamoroso: la battaglia di Anghiari trasposta in pittura dal Da Vinci è così straordinaria da lasciare una traccia indelebile nella storia dell’arte. Anghiari in tutto ciò svolge un ruolo difficile, poiché la battaglia fra fiorentini e milanesi è avvenuta sotto alle sue mura, ma Leonardo non ha alcun contatto con il paese toscano nella sua formazione artistica, mentre il sospetto che il Da Vinci possa esservi transitato sembra non riguardi il merito dell’impresa pittorica. Ma il paese di Anghiari (e la sua comunità), quale luogo dove si è svolta la battaglia e, si può dire, dove tutto è iniziato, ha ereditato dalla storia l’obbligo morale di informare e custodire la memoria dell’evento storico, l’idea di Leonardo nella sua slegata interezza, completa della filologia necessaria, per presentarla senza alcun preconcetto, senza sensazionalismi, con al centro i fatti storici, evidenziando l’eccezionalità di questo avvenimento. Il Museo della Battaglia e di Anghiari, presentando al pubblico per la prima volta immagini in altissima risoluzione di tutti i bozzetti di Leonardo e delle copie da Leonardo provenienti da prestigiosi istituti del mondo, assieme ad una ricostruzione necessariamente multimediale, assolve a questo obbligo. Per tutto ciò è legittimo dire che oggi ad Anghiari la Battaglia è stata svelata. Il paese si riappropria così della sua storia, divenendo l’unico luogo dove si ha la completa e particolare visione del fatto, sottolineando la propria unicità nel presente e nel passato.

Alcuni recenti risultati del museo

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opo l’apertura della nuova mostra “La Battaglia svelata” che riscuote grande successo di pubblico e di critica, vorrei fare il punto sui risultati del museo raggiunti negli ultimi tempi: dal 2013 al 2016 il museo ha fatto un notevole salto di qualità in termini di presenze passando da poco più di 6000 persone l’anno a più di 9000, mentre l’obbiettivo del 2017 è quello di superare il 2016, attestandole sopra le 10000. Tutti i report annuali sull’andamento ingressi e soddisfazione utenza dal 2014 in avanti sono disponibili on-line sul sito del museo. Da anni il museo coinvolge le scuole primarie e secondarie inferiori in progetti incentrati sulla formazione di una coscienza di identità (percorso che inizia dalla conoscenza del paesaggio e della sua storia). A proposito di questo si comunicano alcuni numeri relativi al 2016: 788 bambini per un totale di 275 ore

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di didattica per formare la coscienza storica dei cittadini di domani. Vengono inoltre coinvolti alcuni studenti di scuola secondaria superiore di due noti istituti di Sansepolcro per progetti continuativi di alternanza scuola lavoro. Dal 2017 il museo ha iniziato un percorso di valorizzazione dell’artigianato locale, prediligendo per il museum shop i prodotti realizzati da mani della Valtiberina toscana e, assieme alla ditta Busatti, un percorso di valorizzazione reciproca legato alle visite gratuite del loro laboratorio di tessitura. Museo della Battaglia e di Anghiari

Gabriele Mazzi

L’elicriso dei Monti Rognosi

U

na delle piante che più attira la mia attenzione quando mi trovo in giro per i Monti Rognosi, da solo o in compagnia di qualche visitatore, è l’elicriso (Helichrysum Italicum). È una pianta perenne appartenente alla famiglia delle asteracee, con foglie grigio-biancastre e dall’inconfondibile infiorescenza gialla (il nome deriva dal greco Helios Chrysos, vale a dire “sole d’oro”). Una delle sue caratteristiche principali è il gradevole odore che emana, soprattutto in estate, che ricorda molto la liquirizia. Gli escursionisti più piccoli sono ogni volta piacevolmente sorpresi da questo intenso aroma, che spesso mettono a confronto con il timo o l’artemisia. Naturalmente l’elicriso dei Monti Rognosi ha dovuto adattarsi a condizioni di vita particolari, e presenta alcune evidenti specificità tipiche delle specie serpentinofite, che crescono cioè in un ambiente ofiolitico: il cespuglio ha dimensioni contenute, e anche le sue foglie sono molto più piccole. Inoltre il suo apparato radicale arriva molto in profondità per recuperare l’acqua che riesce ad insinuarsi nelle spaccature delle rocce. L’elicriso ha molteplici utilizzi. I fiori e le foglie vengono essiccati e sminuzzati per preparare pot-pourri per profumare gli ambienti e deodorare abiti, cassetti e armadi. Il suo olio essenziale è molto ricercato in erboristeria per la preparazione di profumi ma anche per le sue proprietà curative: infatti, secondo la medicina naturale, l’elicriso migliora la digestione, regola la pressione del sangue e ha proprietà cicatrizzanti. In questo periodo l’elicriso dei Monti Rognosi inizia la sua fioritura. Un motivo in più per percorre i sentieri che dalla Fabbrica della Natura si snodano per il territorio, alla scoperta dei colori e dei profumi di questa interessante pianta. Lorenzo Minozzi


CRONAC HETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di marzo 2017 Venerdì 3. Oggi ho visto che l’albicocco del Giovagnini del Ponte dei Sospiri era già fiorito. Sabato 4. Verso le sette e mezzo ho sentito diversi colpi di fucile. Pensavo che era qualche cacciatore che inseguiva la selvaggina in mezzo alle case, invece erano gli addetti alla distruzione dei nidi di brughe sui pini. Domenica 5. Oggi in Propositura c’era l’Assemblea della Pia Società del Gesù Morto. Luigi Leonardi è stato nominato quale nuovo Camerlengo. Dopo “mangio” ho visto un bellissimo arcobaleno che andava dal Campo sportivo al Palazzetto dello Sport di San Rocco. Lunedì 6. Oggi è morto Daniele Rossi, conosciuto da tutti come Nello. Aveva 71 anni ed abitava a Upacchi dove era anche nato. Mercoledì 8. Stamani tirava un gran vento e in piazza, per il mercato, c’erano solo tre banchi, quelli vicino a Garibaldi. * Oggi era la Festa della donna ed anche il 103° anniversario della fondazione della Biblioteca comunale. * Oggi è morta Marisa Poggini. Abitava in Piazza e la ricordiamo per il suo negozio di antiquariato. * Oggi è morto Vittorio Matteucci di anni 89. Abitava al Borgo. Giovedì 9. Oggi, dopo alcuni mesi da un grave incidente, è morto Gastone Mafucci. Aveva 85 anni ed abitava a Ca’ di Maurizio. Tutta la Comunità di Santo Stefano e di Anghiari lo ricorda. Era nato a Carletto. Domenica 12. Per diverse volte un gruppo di ciclisti è passato davanti a casa mia, a Maccarino di qua. Mi sa che c’era qualche gara. Anche Armando, quello che scrive le poesie per l’Oratorio e che era venuto a portarmene una, ha detto che “gni sapeva che c’era qualche gara”. Lunedì 13. Salendo per via Cupa ho visto la moglie del Ghiaccini che coglieva qualcosa nel campo sotto casa sua. Mercoledì 15. Oggi è morto Stefano Rossi. Aveva solo 51 anni ed abitava alla Giardinella. Era nato al Borgo. Venerdì 17. Oggi mia moglie ha fatto una frittata per noi due con un uovo: un uovo “d’ocia” del Tortori. * Stasera, al Palazzo del Pero, Armando Babbini ha tenuto una relazione sui terremoti storici delle nostre zone e della valle del Cerfone in particolare. C’erano un bel gruppo di persone ad ascoltarlo; e anch’io. Sabato 18. Stamani ho incrociato Alberto di Sorci che tornava a casa a piedi. Ho saputo che era andato a comprare il giornale. * Mia figlia m’ha detto che ha visto un fiocco celeste a casa del Nicchi (abita poco dopo di noi). Domenica 19. Oggi c’era l’inaugurazione, dopo il restauro, della chiesa del Sacro Cuore al Bagnolo; si trova lungo la via che da Tavernelle va al Ponte alla Piera. Martedì 21. Oggi è morta Fernanda Scartoni in Giglini. Aveva 86 anni ed abitava verso il Crocifissino. Era nata al Vergone, la casa dove il Mondani ci fece il cinema.

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Sabato 25. Finalmente la parte centrale del trittico di Matteo di Giovanni si è potuta ricollocare in chiesa a Sant’Agostino. Lunedì 27. Stamani ero con Metereologicus e mi ha fatto vedere che proprio in cima ai monti del Borgo c’era una “incaciatina” di neve. Mercoledì 29. Anche oggi mia moglie ha fatto una frittata per noi due ma con sette uova: quelle delle mugginesi del Ruggeri. Oggi è morto Roberto (Berto) Leonardi. Abitava alla Pieve e per qualche tempo è stato maestro di musica alla Filarmonica di Anghiari.

Mese di aprile 2017 Sabato 1. Oggi è morta Vesta Vellati. Aveva 91 anni ed abitava per il Fosso. La ricordiamo di quando, per tanti anni, è stata presso l’ufficio informazioni della Pro Loco. Domenica 2. Oggi è morto Ivano Bruschi di anni 86. Abitava in cima alla Croce ed era nato alla Geppa di San Lorenzo. Lunedì 3. Oggi è morto Eusepio Lombardi. Abitava a Monte (sopra San Leo) ed aveva 93 anni. Era nato a Tramoscano, a Caprese. Giovedì 6. Oggi è morta Irene Cipriani vedova Dori. Abitava verso le Bucacce ed era nata a Cerignone di Pieve Santo Stefano. Martedì 11. Oggi mia moglie mi ha fatto il “pancristiano” come lo faceva la sua nonna. Anche il Pari mi aveva dato una ricetta uguale, ma il pane, che poi veniva passato nell’uovo e fritto, lui prima lo metteva a bagno nel latte. Giovedì 13. Oggi è morto Alighiero Bruschetti. Aveva 94 anni ed abitava al Palazzo di Barliano. Era nato a Porcile, una località poco sopra l’antica Pieve di San Donnino al Palazzo del Pero. Venerdì 14. Oggi è morta Oriana Boncompagni vedova Ganavelli. Abitava al Campo della Fiera ed aveva 83 anni. Era nata in Calabria, quella della Portaccia. Mercoledì 19. Ieri, nel pomeriggio, con mia moglie abbiamo riesportato mio nipote Giorgio a Reggello e abbiamo visto la neve sul Monte Secchieta. Ma stamani ho visto che c’era anche su in cima ai monti sopra al Borgo. Lunedì 24. Oggi col Cherubini siamo andati a fare un sopralluogo, per individuare il luogo delle gualchiere, al Bagnolino e alla Polveriera, e lo Scortecci ci ha regalato le uova delle sue galline. Martedì 25. Passando da Torchiale ho visto un grosso fiocco celeste. Mi sa che c’è passata la cicogna. Giovedì 27. Oggi è morta Anna Mafucci in Maurizi. Aveva 85 anni ed abitava a Ca’ del Bocca. Era nata al Nappa, sarebbe il secondo Campalone salendo dai Mori, a quei tempi proprietà del dott. Angelo Busatti. Domenica 30. Oggi è morta Élia Pasqui vedova Robusti. Aveva 92 anni ed abitava a Santa Fiora. Era la sorella di Mario, molto conosciuto per la sua bottega di alimentari al Campo della Fiera.


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Feste di Luglio 2017 al Carmine Martedì 11 luglio, anniversario dell’apparizione, pellegrinaggio con partenza alle ore 20:00 da Anghiari e dal Bagnolo, per partecipare alla S. Messa delle ore 21:00 al Santuario del Carmine. Domenica 16 luglio, Madonna del Carmelo. Alle ore 21:00 S. Messa solenne e processione mariana con le fiaccole, attorno al Santuario.

Attività estive della Parrocchia per ragazzi e giovani Campeggi: * per i ragazzi di Prima e Seconda Media, il campeggio è previsto per la fine di giugno, ancora mancano delle conferme. Informatevi in parrocchia. * programmi ed orari per il campeggio dei ragazzi delle Superiori saranno comunicati tempestivamente. Il GREST si svolgerà nei mesi di luglio e agosto e si concluderà nella settimana della festa parrocchiale di San Bartolomeo (24 agosto). Il tema di quest’anno è “Detto Fatto”. Controllate i programmi e gli orari alle porte delle chiese o chiedete in parrocchia. @ informazioni e iscrizioni per i Campeggi rivolgersi a Linda Gattari, a Carla Biancheri, oppure direttamente in parrocchia, 0575-788041. @ per il GREST non è prevista iscrizione; nelle prossime settimane uscirà il calendario dettagliato. Nel disegno qui a lato il logo per il GREST 2017


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