2014-3 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI GIUGNO - LUGLIO 2014

N. 3

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue


Lorentino e Pergentino La loro festa cade il 3 giugno, però purtroppo sono poco ricordati. Questa cosa ci è tornata alla mente trovando che fino ad alcuni anni fa i nomi di Lorente e Pergente erano usati anche nelle nostre zone, soprattutto per i fratelli. Infatti, secondo la tradizione, i due santi erano fratelli. E la storia ecclesiastica ci trasmette che oltre ad essere fratelli di sangue furono anche fratelli nel martirio perché insieme ricevettero la pena di morte. La loro è una delle prime testimonianze cristiane nella zona di Arezzo. Siamo nel III secolo, all’inizio cioè dell’evangelizzazione della terra aretina, che avvenne ad opera di Donato (secondo vescovo di Arezzo) e grazie ai giovani Lorentino e Pergentino, morti per la fede cristiana. Perciò sono chiamati protomartiri aretini. Nella zona, tuttavia, non c’erano chiese dedicate a questi santi. Mentre a san Donato, vescovo e martire, diverse chiese ne portavano il titolo. Attualmente le chiese di Scoiano e Tubbiano sono dedicate a san Donato.

In copertina In questo numero, come facciamo ormai da diversi numeri, abbiamo utilizzato per la copertina un dipinto. Questa volta è un olio di Ugo Andrzejewski: raffigura Anghiari visto dall’orto del Conventone, quello del Borgo della Croce. Si vedono ben delineati nella loro posizione, diversamente elevata, il Campano con, sul retro, il palazzo che fu di Bernardino e, più in basso, il campanile di Sant’Agostino, che si trova al di fuori del primo cerchio delle mura. Il dipinto è stato realizzato dall’autore (che ha trascorso la sua infanzia proprio al Conventone) verso il 1988.

l'editoriale di enzo papi

Tradizione? Sì, ma prima, preghiera

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rovo in internet, nel sito di Mario Del Pia, una bella sequenza di foto, 20 in tutto, su come si realizza una croce da campo, una sorta di istruzioni per l’uso, cioè, spiegate attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica. E sull’ultima foto una semplice didascalia: Domattina, il sole del 3 maggio, festa della Santa Croce, troverà nei campi e negli orti la croce già sistemata. Come nella cornice marcapiano sotto il grande Risorto di Piero della Francesca, al Borgo, c’era una didascalia scritta - si dice - che spiegava Sub alarum tuarum protege nos, che vuol dire - liberamente tradotto - ‘ponici o Dio sotto la tua protezione’. Più umili, le croci che sono state poste nei campi all’inizio di maggio, a protezione delle messi e degli ortaggi, esprimono quella stessa preghiera che, forse, era stata posta ad illustrazione del più bel dipinto del mondo.

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reghiera. La croce costruita con una canna e una roncola è un manufatto rudimentale e, nello stesso tempo, profondo di contenuto. Non c’è bisogno di sontuosità per esprimere la preghiera; anche una roncola è strumento adeguato alla bisogna! Quella sequenza di foto, in fondo, non è che la scansione di una lunga preghiera che scaturisce dal cuore; è l’intenzione, cioè, che fa l’opera. E l’intenzione è quella di porre il campo, l’orto o il giardino, l’opera dell’uomo cioè, la sua fatica più o meno grande, sotto la protezione dell’Eterno. Se si sta all’invocazione latina sotto il Risorto di Piero quel protege nos/proteggici o Dio chiede di porre appunto tutto l’uomo - e tutte le sue opere - sotto le ali sicure del Salvatore. Senza la sua cura e il suo sostegno infatti nulla è certo, nessuna opera poggia su fondamenta stabili. Perché per il senso cristiano della vita tutto è dono: i nostri antichi dicevano che tutto è grazia di Dio! Questa locuzione, fino a qualche tempo fa, era un intercalare frequente nel discorrere e nel raccontare fra amici e conoscenti. Preghiera diffusa, la vita di ogni giorno come atteggiamento di preghiera.

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i è piaciuta quella sequenza di foto; non so chi sia l’uomo, ma quella pelle da vegliardo - nel volto, nelle mani -, quell’abilità che lavora alla costruzione con vinchi e tutto l’armamentario tradizionale mi hanno colpito; e quell’incedere deciso – ma senza danneggiare nulla - dentro il campo di grano per piantare la croce mi pare una marcia trionfale, di un portamento monumentale, maestoso. La stessa decisione e la stessa maestosità di quell’Uomo che salta fuori dal sepolcro e che è dipinto su una parete del Borgo. Foto e fresco: tecniche diverse, significato identico. Pochi sanno che anche i pittori di icone - la tavola dipinta è un’altra tecnica - illustravano le loro immagini per preghiera; e per questo l’Oriente cristiano ritiene sante le loro realizzazioni; non per quello che rappresentano, ma per come sono nate e nascono ancora.

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n’osservazione finale si impone. Oggi? La vita corre frenetica fra lavoro e famiglia, in un contesto a volte di disagio, problemi economici e questioni politiche, distorsioni comportamentali, momenti di ansia e di felicità. È l’esperienza quotidiana; ciò, come il campo di grano, che occorre comunque affrontare; meglio con l’atteggiamento giusto, quello della preghiera!

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XLV - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro. Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanimonicaredentielisadelpiantaverarossiteresabartolomei.

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Papa Francesco

Riflessioni dei Seminaristi di Arezzo

Andando con gioia alla Casa di Dio E Benedetto XVI lanciava chiaro il messaggio, quando i tempi già facevano pensare un po' al peggio, che la crisi di questi anni fosse anzitutto una crisi non tanto banalmente economica ma ancor prima antropologica cioè dell'uomo. Se perdi di vista chi sei, finisci per trovarti a fare di tutto e di più, se non hai più chiara la meta, è ovvio che comincerai a girovagare da una parte all'altra. Cosa vogliamo fare? Come ci vediamo? Sono quelle due domandine di per sé tanto banali ma, senza la risposta alle quali c'è poco da stare tranquilli. E Francesco, al paragrafo 55 della Evangelii Gaudium, ribatte pari pari sulle parole di Ratzinger: abbiamo ridotto l'essere umano ad uno solo dei suoi bisogni, il consumo. A leggerlo si capisce al volo la continuità di pensiero e azione dei due Papi, a pensarci un po' di più viene la voglia di prendere sul serio la preoccupazione già di Bergoglio: fermarsi un attimo, stopparci dalla frenesia di tutti i giorni, salutare per un poco anche le preoccupazioni più stringenti... tornare a fare il punto della situazione. Certo - lo sa lui a Roma e lo so pure io che lo vedo nei miei genitori - quando abbiamo spese, bollette, rate ecc. ecc. è ovvio che le tante "buone parole" non paghino, però a me almeno dispiace guardare all'uomo come a una delle tante macchine che sfornano prodotti, come ad un ingranaggio di un sistema economico che per tutta la vita deve produrre-produrre-produrre e poi crepare. Che tristezza! Non è questo ovviamente l'orizzonte che il Papa ci offre nella sua Esortazione Apostolica e che il Signore stesso nel suo Vangelo ci ha insegnato: rivalutare l'uomo, ridare ragione alla persona del suo valore grande che ha come Figlio di Dio; non ingranaggi ma unicità e dignità. E se tu torni a darti valore oltre le cose del mondo è ovvio che anche le tue azioni prenderanno un colore migliore e così via, in crescendo, in un contagio positivo che pian piano farà tornare la gente alla sincerità. Francesco rimprovera infatti continuamente la mondanità (che non è un male solo di certi preti eh, ma serpeggiante fra tutti), con i suoi gesti spesso spiazzanti ci fa vedere che è possibile tornare all'essenziale anche della Fede; con Benedetto ci hanno dato e stanno dando le vie di uscita dal pantano di questi tempi un po' complicati. Il capitolo secondo dell'Evangelii Gaudium è fenomenale e Bergoglio, che in Sudamerica di ingiustizie ne ha sperimentate direttamente sulla propria pelle, con amore e attenzione di Pastore non si lascia sfuggire nulla anche a costo di poter restare indigesto ai "poteri forti": no al denaro che governa invece di servire (par. 57), no all'ingiustizia che genera violenza (par. 59), no in generale a chi toglie di mezzo l'uomo dall'orizzonte di Dio per mettergli davanti nuovi idoli. E in questo, quando ci ho pensato, ci sta un paradosso bellissimo: come, ma non dicono tutti che stanno togliendo Dio dalla Cultura, dalla Società, dall'Educazione??? Sì, ok, ma lo stanno facendo in un modo alternativo e peggiore che la semplice negazione di un Qualcuno Onnipotente che ha fatto l'Universo. Pian piano ci stanno distraendo da Dio per portarci altrove, è diversa la cosa eh! Togliere direttamente Dio dalla Fede e dalla vita delle genti è difficile perché ognuno in sé si accorge e sente di essere creatura. Allora meglio offuscare le menti con altri pensieri, facendole semplicemen-

te pensare ad altro e ad altre preoccupazioni. L'Economia è proprio una di queste: ci spaventa più il ribasso di due punti in borsa che non l'affamato o la famiglia con ragazzi in povertà (par. 53). Ci vuol d'andare piano e con attenzione nella lettura dell'Esortazione di Papa Francesco, perché ad estremizzare certi punti, ad interpretarli come ci pare, ci vuol poco e col rischio poi di fare delle sue attenzioni amorevoli ora un manifesto rivoluzionario e ora uno spauracchio moralista che col Vangelo non c'entra niente. Parlare dell'uomo per parlare di Dio, discutere sulla nostra società del XXI secolo per capire a quale Chiesa vogliamo appartenere. E se di culture e di razze ce ne sono le più disparate, di Chiesa ce n'è soltanto una e un unico Popolo di Dio. Il Papa ci chiede unità, il Papa fin dal titolo del documento pone l'accento sulla gioia, che non è una generica allegria o euforia per chissà cosa, ma il sentimento bello che nasce proprio da una presa di coscienza: che dalle ingiustizie del mondo, dai preconcetti e dal pregiudizio, siamo stati tutti salvati dalla Misericordia di Cristo. Allora ecco il lato positivo - perché una critica senza proposte sarebbe solo deleteria e demoralizzante - che alla luce del Vangelo, ancora una volta, Francesco rilancia: l'opportunità grande della Testimonianza, dell'Evangelizzazione; quando già Benedetto XVI diceva che i primi da rieducare son proprio i popoli occidentali (noi) aveva visto lungo! La crisi sfida non solo la pazienza delle famiglie ma, nel contempo, la resistenza dei valori veri e la forza della Fede. La difficoltà è l'occasione per il rilancio, non di chissà quale nostra altra invenzione o ideologia, di un cammino, sulle orme di quel che già diceva San Paolo, "quando sono debole è allora che sono forte" perché con noi c'è il Signore! Essere alternativi al sistema, riprenderci ciò che è nostro, cioè riscoprire quanto sia bello dirsi Cristiani e quanto valga la pena tornare a dare all'uomo ciò che è dell'uomo e a Dio ciò che è di Dio... che, dopo tutto, è la stessa cosa. A noi la creaturalità e a lui la paternità. L'Io con Dio. Vanno di pari passo in noi che viviamo in una svolta della Storia; siamo in questo e in questo solo ci è dato di vivere così che si comunichi alla gente, con la vita, una Vita che già abbiamo incontrato. L'Evangelii Gaudium nasce dall'esperienza col Signore risorto, altrimenti sarebbero solo le ennesime chiacchiere. Gabriele Nella foto una delle tante caratteristiche espressioni di papa Francesco.

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Giugno 2014

Mese di Luglio 2014

Mese dedicato al Sacro Cuore

1° luglio Martedì: Primo Martedì del Mese: In Propositura, alle ore 17.00, “Ora di Guardia con recita del Santo Rosario”. 3 luglio Giovedì: Primo Giovedì del mese: si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. S. Tommaso apostolo. Tommaso è conosciuto per la sua incredulità che svanì di fronte a Gesù risuscitato. Sembra che abbia predicato il Vangelo in India dove morì. 4 luglio Venerdì: Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20.30, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21.00, adorazione e S. Messa. 6 luglio Domenica: Domenica XIV tra l’anno. Sante Messe secondo l’orario festivo. 11 luglio Venerdì: S. Benedetto da Norcia abate (480-547). Anniversario dell’apparizione della Madonna al Combarbio, oggi Carmine (vedi foto). Alle ore 20.30 pellegrinaggio verso il Santuario per partecipare alla S. Messa delle ore 21.00. 13 luglio Domenica: Domenica XV tra l’anno. Sante Messe secondo l’orario festivo. 16 luglio Mercoledì: Beata Vergine del Monte Carmelo. Festa solenne al santuario del Carmine con S. Messa alle ore 21.00 e processione attorno al santuario. Nei giorni 14 e 15, alle ore 21.00, preghiera comunitaria nel santuario. 20 luglio Domenica: Domenica XVI tra l’anno. Sante Messe secondo l’orario festivo. 22 luglio Martedì: S. Maria Maddalena. La S. Messa delle ore 18.00 verrà celebrata nella chiesa del Borgo della Croce a lei dedicata. 25 luglio Venerdì: S. Giacomo apostolo il Maggiore. Figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni, fu presente ai principali miracoli di Gesù. È venerato soprattutto in Spagna, a Compostella dove sorge una basilica a lui dedicata. 26 luglio Sabato: Ss. Anna e Giovacchino, genitori della Vergine Maria. 27 luglio Domenica: Domenica XVII tra l’anno. Sante Messe secondo l’orario festivo. 29 luglio Martedì: S. Marta di Betania. Sorella di Lazzaro e Maria, con la sua preghiera ottenne da Gesù la resurrezione del fratello Lazzaro.

1° giugno Domenica: Domenica VII di Pasqua. Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo. Feste al Santuario del Carmine con S. Messe dalle ore 7.00 alle ore 11.00. Alle ore 16.00 benedizione dei bambini e, alle ore 18.00, S. Messa in suffragio dei benefattori e dei festarini defunti. Ad Anghiari unica Messa alle ore 9.30 in Propositura. 3 giugno Martedì: Primo Martedì del Mese: In Propositura, alle ore 17.00, “Ora di Guardia con recita del Santo Rosario”. 5 giugno Giovedì: Primo Giovedì del mese: si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 6 giugno Venerdì: Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano alle ore 20.30, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine, alle ore 21.00, adorazione e S. Messa. 8 giugno Domenica: Pentecoste. Sante Messe secondo l’orario festivo. “Manda, o Padre, lo Spirito Santo alla tua Chiesa.” Finisce il Tempo di Pasqua e riprende il Tempo Ordinario. 11 giugno Mercoledì: S. Barnaba apostolo. Fu compagno di san Paolo nel suo primo viaggio e fu presente al Concilio di Gerusalemme. Ritornato a Cipro, dove era nato, vi predicò il Vangelo e vi morì. 13 giungo Venerdì: S. Antonio da Padova, sacerdote e dottore della Chiesa. Nacque a Lisbona in Portogallo nel 1195. morì a Padova nel 1231. Straordinario predicatore, uomo di grande fama e cultura fu difensore dei poveri e degli oppressi. Ad Assisi incontrò S. Francesco. 15 giugno Domenica: SS. Trinità. Sante Messe secondo l’orario festivo. 22 giugno Domenica: Corpus Domini. La festività del Corpus Domini cade la seconda domenica dopo Pentecoste. In Propositura alle ore 9.30 S. Messa. Alle ore 11.00, sempre in Propositura, S. Messa solenne in occasione della Prima Comunione dei bambini della parrocchia. Al termine la processione con il SS. Sacramento ci condurrà alla chiesa della Croce. S. Messa delle ore 18.00 nella chiesa della Croce. “Io sono il pane vivo disceso dal Cielo, chi mangerà questo pane vivrà in eterno, alleluja!” 24 giugno Martedì: Natività di S. Giovanni Battista martire. Giovanni era figlio di Elisabetta, cugina della Madonna, e di Zaccaria, fu coetaneo di Gesù. Ritiratosi nel deserto ancora giovane apparve poi sulle rive del Giordano per predicare l’imminente avvento del Messia. Subì la decapitazione per mano di Erode Antipa. 27 giugno Venerdì: Sacro Cuore di Gesù. “La festa del Sacro Cuore di Gesù cade il venerdì che segue la seconda domenica dopo Pentecoste. “Il cuore di Gesù sia il centro di tutte le nostre ispirazioni.” 29 giugno Domenica: Ss. Pietro e Paolo. Sante Messe secondo l’orario festivo. Alcune fonti storiche attestano che nel 67 dopo Cristo furono entrambi a Roma per testimoniare la Parola di Gesù ed entrambi furono carcerati e giustiziati per questo vengono festeggiati lo steso giorno.

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S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Iniziative in occasione della annuale ricorrenza della festa titolare delle suore del Cenacolo di Montauto

Festa della Madonna del Cenacolo

Ore 8,30 Ore 9,30 “ Ore 10,00 “ Ore 11,00 “ “ “ Ore 11,30 Ore 16,00 Ore 18,00

Giovedì 5 giugno 2014 In preparazione alla festa, al Cenacolo, incontro sul tema: “C’est livré” Sabato 7 giugno 2014 Giorno della festa - Ore 18.00 S. Messa al Cenacolo

Santa Maria Maddalena

-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine -S. LEO: Chiesa di San Leone -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE SOVARA: S. Maria Annunziata -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI Ore 8,45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 9,30 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 10,00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11,15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17,00 (18,00 estivo) Chiesa di San Simeone a Monterchi Ultima domenica del mese: chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16,00 (ore 17,00 estivo).

MESSE PREFESTIVE: Ore 16,00 - (ore 17,00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16,00 - (ore 18,00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16,00 - (ore 18 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17,00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 18,00 - Propositura di Anghiari

Martedì 22 luglio, ricorrenza della festa, Santa Messa alle ore 18 nella chiesa a lei dedicata nel Borgo della Croce.

A Catigliano la S. Messa festiva domenicale si celebra saltuariamente alle ore 9. Per le date precise è necessario informarsi in loco.

Primo Venerdì del mese al Carmine

A Micciano Ogni Primo Venerdì del mese per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza

Ogni Primo Venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.00.

S. Messa alle ore 20.00 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Auguri alla Lea e a Bruno

Così si governava la “ cara vecchia Anghiari” All’inizio dell’XI sec. …Il Podestà di Anghiari guadagnava bene, ma comandava poco. Riceveva uno stipendio di 40 lire l'anno quando con una lira, in tempi normali, si compravano 33 chili di grano; 25 lire erano la pena pecuniaria per l'assassinio di un "minor" e cento quella per aver ammazzato un "major". Restava in carica "dalle calende di agosto fino alle altre calende dell'agosto futuro" e il successore veniva nominato da due boni homines scelti dai consiglieri comunali, dal podestà uscente e, per mero rispetto della tradizione, "cum consilio domini Prioris". Con metodo analogo venivano scelti, i giudici, il camerlengo responsabile delle finanze e il sindaco. Il sindaco esercitava una sorta di contropotere che arrivava al diritto di rimettere in discussione le sentenze firmate dal podestà e addirittura di portare il podestà in giudizio se querelato o citato come testimone da un cittadino. Gli otto articoli dello Statuto formulati all'origine del Comune erano ormai diventati 116 e continuavano ad aumentare perché ogni anno, nel mese di maggio, il Consiglio nominava una commissione di sei saggi con l'incarico di adeguare la legge ai cambiamenti della vita e della mentalità. Perché lavorassero in fretta e senza distrarsi i "costitutari" venivano chiusi in una stanza con l'esigua paga di 12 denari al giorno e un pasto quotidiano passato dal Comune da consumare sul posto. Non c'era più bisogno di convocare il popolo in piazza perché a rappresentarlo bastavano i Consiglieri, sei o dodici secondo la gravità dei problemi. Di fatto, erano loro i detentori veri dell'autorità. Podestà, sindaco, riformatori dello Statuto dovevano rimangiarsi qualsiasi decisione bocciata dalla maggioranza dei consiglieri. Venivano sorteggiati con il primitivo sistema della bussola dopo una selezione fatta a lume di buon senso tra gli anghiaresi figli di anghiaresi, con abitazione di proprietà all'interno delle mura e tranquillità economica sufficiente per dedicarsi alla politica senza tentazioni di guadagno (percepivano un'indennità simbolica di 10 soldi l'anno). Questi, però erano solo requisiti di partenza: i candidati consiglieri dovevano avere l'età della saggezza matura, godere di fama integerrima riconosciuta sia dai minores sia dai majores, possibilmente saper leggere e scrivere e aver dato prova di distinguere il torto dalla ragione senza lasciarsi ingannare dalla prosopopea o dall'arroganza; possedere infine e infondere negli altri quel sentimento ineffabile che era l'amor patrio e la gratitudine per la città. Solo una volta l'anno il banditore e la campana della Badia chiamavano a raccolta tutti gli anghiaresi dai diciassette ai settant'anni: era per informarli nei dettagli dei nuovi paragrafi statutari e per farglieli giurare uno per uno in modo che l'ignoranza non potesse giustificare l'inadempienza. Così si governava la "cara, vecchia Anghiari", che il conte squattrinato Alberigo Brancaleoni avrebbe descritto nei suoi Settantacinque Discorsi cuocendo a fuoco lento nella nostalgia di un passato che non aveva vissuto…

Lea Poggianti e Bruno Acquisti (li vedete nella foto davanti all’altare maggiore della chiesa di Pianezze) si sono sposati il 25 luglio 1963 a Pianezze, in comune di Monterchi, parrocchia della sposa, dall’allora parroco don Giuseppe. La Lea aveva conosciuto Bruno con la complicità dei propri parenti, in particolare Quinto Mazzoni ci ha messo del suo. Dopo la cerimonia non sono mancati i tonfi né il rinfresco preparato dalle amiche alla Fabbrica, luogo vicino alla strada che viene da Monterchi, dove una volta c'era una bottega. Il pranzo è stato preparato in casa, a Spinabeto, la casa della Lea, e, visto il tempo bello, si è apparecchiato fuori. A rallegrare la giornata c’era anche Pietrino Nofri con i suoi scherzi e, naturalmente, con la Colomba. Non è mancato nemmeno il viaggio di nozze: tre giorni ospiti da parenti a Firenze. Come avrete capito l'anniversario è avvenuto “anno” ma, volentieri, venuti a conoscenza del fatto, lo pubblichiamo adesso. Ed ecco il resoconto di questa festa. La S. Messa è stata celebrata questa volta presso la chiesa di Sigliano da don Bruno Cortelazzi; sono state rinnovate le promesse di matrimonio e poi, tutti assieme, parenti ed amici, si sono ritrovati a pranzo alla Terrazza sul Lago. Noi della Redazione gli auguri, per questa lieta ricorrenza, li mandiamo per la Reglia, su su fino al Molino di Catorcio.

Dagli scritti inediti “Un milione di giorni” di Gianfranco Vené, a cura di Franco Talozzi. Martedì 29 aprile 2014

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...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores

Un po’ di tutto

Festa a Catigliano

* Tramite la Cristina, la signora Biancucci Emma Bruna, assidua lettrice del nostro periodico, abitante al Ponte alla Chiassa ma originaria di Mezzavia, ci ha fatto pervenire due proverbi/modi di dire. Eccoli: Chi fa con sereno troppa festa avrà guai con la tempesta. Meglio essere stupidi che maleducati. Grazie! * Sabato 5 aprile è stato inaugurato il percorso attraverso il Bastione del Vicario. Quest’ultimo è stato oggetto di lavori di sistemazione illustrati dall’architetto Monica Gnaldi, incaricata del progetto, che ha delineato anche la storia della struttura. * Stanno proseguendo i lavori al palazzo Corsi per l’adeguamento degli impianti. Ho visto che è stato rimesso a posto il tetto e imbiancata la facciata che dà nel Borgo della Croce. Peccato che non si siano potuti ripristinare i fregi sotto il marcapiano della facciata. * Volentieri segnaliamo che Gustavo Cuccini, Anghiarese di nascita (la madre Vera collabora con il giornale) è stato nominato Presidente dell’Associazione Nazionale delle Università delle Tre Età. La nomina è avvenuta a Torino il 29 marzo scorso, in occasione dell'Assemblea Generale delle Sedi di tutta Italia (oltre quattrocento). Gustavo, fin da giovanissimo attivo nell’associazionismo e nel volontariato, dal 1990 è in UNITRE come docente e Direttore dei Corsi della sede di Perugia. Eletto Consigliere Nazionale UNITRE nel 2000, dal 2003 è Vice Presidente Vicario Nazionale. A Gustavo gli auguri per questa nomina dalla Redazione e, ne siamo certi, dai nostri lettori.

Edorado Alessandrini e Antonietta Pagani si sono sposati il 26 aprile del 1964 a Catigliano, celebrante l’allora parroco don Giuseppe Fontana, con la chiesa abbellita dai due cesti di fiori e uno di confetti che si vedono nella foto scattata nel piazzale della chiesa stessa. Quindi cinquant'anni tondi tondi, che sono stati festeggiati nello stesso giorno «con la Santa Messa nella nostra chiesa di Catigliano, celebrata da don Ferdinando che è il nostro parroco attuale», dice l'Antonietta. E prosegue: «Festeggiato poi con i nostri parenti ed i vicini, per i quali avevamo preparato un rinfresco per il pomeriggio. Invece, dopo la Santa Messa ci hanno fatto loro un rinfresco a sorpresa, i miei parenti di Valealle: Mario, Giandomenico, Claudio e anche il loro vicino Siro e le relative mogli che hanno allestito un abbondante rinfresco. Coi parenti siamo stati al Castello di Sorci dove siamo stati veramente bene.» Ma facciamo qualche passo indietro e così scopriamo che l'Antonietta ed Edoardo abitavano vicino, lei alla Casina del Ponte e lui a Mezzavilla (tutto a Catigliano dove ancora abitano) e così, complici le funzioni del mese di maggio, alle quali tutti e due partecipavano, hanno iniziato a frequentarsi. Dopo il matrimonio non sono mancati nemmeno i tonfi, fatti col fucile, e le baldore e i rinfreschi. Tanti i vicini che li festeggiavano e ai quali venivano dati confetti e gli appositi zuccarini. Poi il pranzo in casa della sposa preparato dalla Dina del Gressi, una cuoca che stava vicino alla chiesa di Corsano a San Leo. Cosa è stato preparato ce lo dice l'Antonietta: «Crostini de tutte le qualità, minestra coi cappelletti, lesso e pollo in galantina. Poi maccheroni, arosto, insalata e dolci di tutte le qualità (zuccarini, torcolo, pasta margherita, pasta reale, pastine bianche) e da bere a volontà.» La musica non mancò grazie a Pietrino Nofri e alla Colomba che erano invitati. E poi Bargiacca cantò canzoni ed ottave. Il viaggio di nozze durò poco, perché, dice Edoardo, «dopo un giorno lei volse ritornare a casa perché stava in pensiero per i suoi che erano rimasti soli!» La Redazione allora manda i suoi auguri là per la valle del Sovara uniti a quelli di parenti ed amici.

* Sambuco. In giro per Tavernelle avevo visto il Franchini con due o tre rami di sambuco e non riuscivo a indovinare come li utilizzasse. Così l'ho chiamato e m'ha spiegato che ci fa le scote (i manici) per zappe e altre attrezzi da lavoro. Sono leggeri e flessibili e non si rompono. Bravo Secondo!

La vignetta di Scacciapensieri:

Indicazioni utili!

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

La Chiese scomparse del plebanato di S. Maria Assunta di Micciano

Concludiamo la nostra ricerca sul Plebanato di Micciano, di cui abbiamo presentato le otto attuali chiese: la chiesa madre di Santa Maria Assunta e le filiali di S. Paterniano a Viaio, dei Ss. Angelo e Martino a Montedoglio, di S. Croce, di S. Maria a Corsano, di S. Leone a S. Leo, di S. Donato a Tubbiano e di S. Stefano in Pian d’Anghiari, riportando alcune notizie storiche su quelle non più esistenti di questo glorioso plebanato. Nel Decimario medievale della Diocesi Aretina del 130203, riguardante le chiese del territorio di Micciano, oltre l’elenco delle sopracitate chiese abbiamo anche il nome delle seguenti ormai scomparse: “Ecclesia S. Cristofori de Turre (lib. I sol. VIII), Ecclesia S. Petri de Colle (lib. I sol. IV), Ecclesia S. Crescentini (lib. II) e l’Ecclesia S. Yerollimi de Anglarii (lib. II sol. IX)”. Di queste chiese o oratori scomparsi spesso purtroppo ne conosciamo solo il titolo o poche altre notizie desunte dai verbali delle Visite pastorali, l’ubicazione dove ancora riaffiorano ruderi, resti, croci, ecc. Iniziamo con la chiesa di S. Girolamo, situata ai piedi della collina di Anghiari, all’altitudine di 338 m. s.l.m., distante circa un centinaio di metri dalla chiesa di Santo Stefano, di cui abbiamo parlato nell’ultima puntata, per cui secondo l’ipotesi di Franceschini, la compresenza di due edifici sacri così vicini indicherebbe che una sarebbe stata di proprietà privata dei gruppi arimanni e l’altra cattolica di missione, fondata dal vescovo tifernate. Di questa chiesa di S. Girolamo rimangono solo alcune strutture frammentarie, nei fondi di una ex casa colonica di proprietà dell’I.D.S.C. presso la chiesa di S. Stefano. Nel sopralluogo dello scorso 2 maggio insieme all’accompagnatore sig. Mario del Pia, essendo assente l’affittuario sig. Cortelazzi, non abbiamo potuto constatare quanto scritto a pag. 398 del volume “La Valle Tiberina Toscana” di Gian Franco Di Pietro – Giovanni Fanelli, stampato presso le Arti Grafiche Alinari – Baglioni, Firenze, novembre 1973. Nel piano terreno dell’edificio appaiono i resti di una “abside pentagonale del sec. XIII e una porta ed arco trionfale del sec. XV”. Secondo il Pasqui (vol. I n. 185) nel 1058 questa chiesa apparteneva alla canonica aretina “con mansi e terre in Anghiari” e viene presa sotto la sua protezione da Gottifredo marchese di Toscana. Nel 1031 Alberigo e Bernardo di Galbino la cedono per 3/4 all’abate di Decciano, in cambio di alcune terre poste nel piviere di Micciano e in Anghiari. Così infatti si legge in “A.S.F. Diplomatico di S. Salvatore di Camaldoli, marzo 1081”. Dalle visite pastorali del secolo XVI conservate nell’archivio vescovile di Arezzo riportiamo le seguenti notizie circa questa chiesa. Il 6 giugno 1521 la Chiesa di San Girolamo, unita alla pieve di S. Maria a Micciano, aveva un reddito di 300 staia di grano all’anno. L’elezione e la presentazione del suo rettore spettava alla Pieve e al popolo di Micciano, ma la conferma era di competenza del vescovo Diocesano. Nella visita pastorale del 17 agosto 1535 la chiesa di San Girolamo, di cui era rettore il sig. Raffaele Maimoni, era unita alla Pieve di Micciano, “ad vitam ipsius Maimoni”. L’edificio si presen-

tava bene “in omnibus” e l’altare era ornato di una “tabula satis pulchra” cioè molto bella. Le anime ammesse alla Comunione erano 60, pure 60 erano le staia di grano. Gli arredi sacri consistevano in una pianeta, un calice, un messale … Non veniva conservato nel tabernacolo il SS.mo Sacramento “propter vicinitatem castri Anglarii”. Il 16 aprile 1557 il visitatore mons. Bernardetto Minerbetti visitò insieme alle altre chiese del plebanato di Micciano l’“Ecclesia Sancti Hieronimi” che era annessa “Plebi Sanctae Marie de Micciano”. Il 14 settembre 1565 il Vescovo mons. Stefano Bonucci visitò il Plebanato di Micciano e la chiesa “semplice” di S. Girolamo, che si ribadisce essere unita alla suddetta pieve “et invenit eam bene stare”. L’8 luglio 1583 il visitatore apostolico mons. A. Peruzzi visitò la chiesa “parrocchiale” di S. Girolamo “extra et prope muros terrae Anglarii”, annessa alla Pieve di Micciano, “a qua distat per unum miliare” (cioè circa un chilometro e mezzo). Il reddito annuo consisteva in 60 staia di frumento e 10 barili di vino. Le anime ammesse alla comunione erano 150, la cura delle quali avveniva per opera di un cappellano, in quanto il rettore risiedeva continuamente nella Pieve di Micciano. Il cappellano per il suo servizio riceveva 8 scudi annui, con l’obbligo di celebrare in alterne domeniche. A Pasqua, la Comunione veniva amministrata con il calice, che doveva avere almeno la coppa di rame e dorata dentro e fuori. Il Visitatore prescrisse di provvedere un registro per segnare “omnes dictae curae doli capaces” e che non doveva essere ammesso alla Comunione pasquale chi non si era confessato al cappellano o a un altro sacerdote. Fu ordinato di portare il sacramento agli infermi in una teca argentata contenuta in una borsa che il sacerdote doveva appendere al collo e accompagnato da molte persone, con lanterne e lumi al suono della campanella. Al posto del baldacchino si doveva almeno usare l’ombrello eucaristico ad un asta. Il Visitatore osservò che il vasetto per l’olio degli infermi era decente e regolare il registro delle pubblicazioni e celebrazioni dei matrimoni che veniva conservato a Micciano. Purtroppo non veniva insegnata la dottrina cristiana, neppure nel resto del territorio d’Anghiari, per cui mons. Peruzzi prescrisse tale insegnamento in tutte le domeniche e feste di precetto. Non c’era la sacrestia, per cui i pochi parati venivano conservati in una cassetta chiusa a chiave. La chiesa era in discrete condizioni e “tota fornicata,

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Le nostre chiese...

licet aliquantulum rimosa”, per cui fu prescritto di intonacarla di nuovo e di imbiancarne le pareti. C’era un unico altare, munito di pietra sacra ed adornato del necessario per la celebrazione eucaristica. Infine comandò di provvedere a un confessionale. Da un decreto del Vescovo di Arezzo in data 3 novembre 1787 questa chiesa sarebbe stata ricostruita e i suoi abitanti, che nel 1745 erano 253, furono uniti nel 1833 alla vicina antica chiesa di S. Stefano, per cui questo sacro edificio di S. Girolamo fu sconsacrato e trasformato nell’attuale casa di abitazione civile. In località Colle, presso la Motina, vi era la medievale chiesa di S. Pietro, di cui si conserva soltanto una monofora in pietra dentro l’abitazione di proprietà dell’I.D.S.C. affittato ora al sig. Giorgio Camaiti, sul tetto è visibile ancora una croce di ferro. Nell’adiacente altra casa dello stesso Istituto, abitato dalla sig.ra Maria Pari-Ricci, si nota a nord una muraglia fatta di pietre antiche, che potrebbe essere stata una parete della scomparsa chiesa. Nel piano della Motina, in località Torre, esiste un vecchio e grande caseggiato caratterizzato da due loggiati, ricoperti da un tetto a coppi, sovrapposti e distinti da quattro

arcate irregolari di mattoni sostenute da colonne. L’edificio costruito con ciottoli del vicino fiume è attualmente in riparazione e destinato ad agriturismo. Poco distante c’è l’abitazione della sig. Maria Teresa Buzzini, la quale ci ha comunicato che nei pressi c’erano un tempo i resti di un cimitero e ivi probabilmente sorgeva anche la scomparsa chiesa di S. Cristoforo a Torre. Nessuna traccia e neppure l’ubicazione siamo riusciti a trovare di un’altra medievale chiesa dedicata a S. Crescenzo o S. Crescentino, elencata all’undicesimo posto tra le suddette chiese riportate nel Decimario del 1302-03 della Pieve di Micciano, di cui terminiamo questa nostra ricerca storica. Foto - Nell’altra pagina in alto, una cartolina di Anghiari dei primi del ‘900. Sulla destra, il primo fabbricato è il luogo dove si trovava la chiesa di San Girolamo. In questa pagina, in alto a sinistra, è ancora visibile la croce che sovrastava la facciata della chiesa del Colle; sotto, la monofora facente parte dell’abside della chiesetta ed ancora conservata e rimasta visibile in una stanza dell’abitazione. A destra il fabbricato ex colonico della Torre.

Gigli di Clèto

Venerdì 25 aprile, presso la Cappella di San Marco alla Misericordia, sono state benedette le foglie di giglio, ed anche i rametti di olivo, per abbellire le croci che poi saranno messe nei campi. Parlando di questa tradizione con un castellano, ho proferito la parola giglio e lui subito interdetto mi ha chiesto a conferma: «La ghiacciola?» Lì per lì sono rimasto sorpreso dello strano nome dato dagli umbri a questa pianta ma, ripensandoci, mi sono reso conto che non siamo poi tanto diversi. Noi infatti chiamiamo giglio la pianta che in effetti è un iris e, per i Fiorentini, un giaggiolo. Da giaggiolo a ghiacciola il passo è breve anche perché, come si trova in alcune informazioni, tutte e due le parole sembrerebbero derivare da ghiacciolo, che è la forma del fiore quando è vicino a sbocciare. Se avete informazioni diverse fatele sapere o tacete per sempre! Nelle foto due momenti della benedizione delle foglie di giglio presso la cappella di San Marco, alla Misericordia.

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Auguri a Bruno

Don wojciech/Adalberto

Giovedì 3 aprile, festeggiato dai suoi familiari, Bruno Zanchi ha compiuto 90 anni. Nella foto lo vediamo affacciato alla finestra dove era facile vederlo, ma lo ricordiamo anche quando, avanti il giorno, lo sentivamo per il suo lavoro di dipendente comunale. Anche la Redazione, e molti Anghiaresi, ne siamo certi, mandano i loro auguri a Bruno.

Domenica 6 aprile, il sindaco avvocato La Ferla, a nome dell’amministrazione comunale, ha ringraziato il maestro Felice Acquisti (Felicino) per aver devoluto parte del ricavato dalle vendita del suo libro “La storia di un maestrino dalla Valtiberina alla Val di Fiemme” per il restauro della scalinata di fronte alla Propositura. Ci rimane da sapere quando questa scalinata fu realizzata perché verso la fine del ‘700 risulta che vi fossero solo quattro scalini. Vi faremo sapere.

Dal nostro corrispondente, 26 aprile 2014 – È già da qualche tempo che don Adalberto Wysocki si trova ad Anghiari come coadiutore della parrocchia per aiutare don Marco nelle varie celebrazioni ed anche per alcuni giorni durante la benedizione delle famiglie. Ora rientrerà a Roma per qualche giorno per i suoi studi a Roma in Teologia Liturgica presso l’Università della Santa Croce. Ci dice che questo è il suo secondo anno di studi e in quest’anno finirà il ciclo della Licenza e poi vedremo cosa deciderà il nuovo vescovo (farà il suo ingresso nella diocesi di Drohiczyn il prossimo 25 maggio). «I miei programmi, ci dice ancora, sono quelli di fare ciò che mi verrà indicato dal mio vescovo. Io vengo dalla Polonia, dalla città di Bielsk Podlaski (si trova vicino alla frontiera con la Bielorussia). La mia parrocchia si chiama Madre di Dio dal Monte di Carmel (si festeggia il 15 luglio) e fa parte della diocesi di Drohiczyn, la stessa di don Stanislao e don Mario [N.d.R. Ricordiamo che, dopo un periodo nella nostra parrocchia, don Mario è ritornato in Polonia ed è impegnato presso la curia come notaio al Tribunale Vescovile e come il prefetto di studio al Seminario Vescovile a Drohiczyn mentre don Stanislao è parroco di Serre di Rapolano]. Noi lo chiamiamo don Adalberto ma il suo nome vero è Wojciech, che vuol dire “la gioia nella lotta“. Il nome Wojcieck viene spesso correlato al nome italiano Adalberto, sebbene non sia legato etimologicamente in alcun modo, probabilmente a causa di san Wojciech, ricordato in italiano come Adalberto di Praga (e una volta vi racconteremo la sua storia che è molto travagliata). Il nostro incontro (dopo la S. Messa delle 16 celebrata da don Adalberto a Tavernelle) si conclude qui e ci conferma che è stato benissimo qui ad Anghiari e, dietro indicazioni perentorie della Carla aggiunge, soprattutto a Tavernelle.

Morta la Sira, la più longeva Anghiarese

Grande famiglia da tutti amata ora la tristezza addosso calata

Compagni di lavoro nel grande Parigi e lì mischiati tra paesani e amici

Anche la Sira novantotto anniversario visse in Anghiari tra bene e malanni

Lei ritroverà la cara sua Frida da tanti anni la morte rapiva

Altro ricordo di un altro paesano da tanto tempo da noi lontano

Lui viveva nella piazzetta della Badia vicino alla chiesetta

Con la sua morte in questa annata finisce la fine di una casata

Alle cari nipoti il mio cordoglio perché di loro ò un caro ricordo

Della sua morte mi à dato tristezza per l’amicizia tra noi tanto stretta

La sorella Marisa il fratello Franco ed il caro Egidio il più vecchio del branco

Moglie di Vasco nostro Infermiere nel vecchio Ospedale mattina e sere

Tutti Cittadini del vecchio Anghiari lì nella Piazzola si viveva alla pari

Parlo di Egidio di cognome Guadagni per tanti anni noi veri compagni

Famiglie unite da grande amicizia ora la morte fa brutta notizia:

di Armando Zanchi

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L’uomo che non diceva io È morto recitando le preghiere del mattino, senza portare a termine (o piuttosto dandogli l’estremo, misterioso compimento) l’Atto di Speranza, e in questa fine così commovente e benedetta è scritto con eloquente semplicità il senso di una vita intera. In un mondo di primedonne, che premia l’apparenza, il protagonismo e la visibilità, lo zio Piero era - non programmaticamente ma autenticamente, con cristiana semplicità – un uomo controcorrente, un anticonformista. Era l’uomo che non diceva io, ma pensava e agiva sempre nella prospettiva del noi: il noi della famiglia, della comunità cristiana, della comunità locale. In tutte queste realtà era figura centrale quanto discreta: non il volto che cerca i riflettori e il primo posto sulla scena, ma il cuore e l’intelligenza operosi e generosi che si danno il ruolo imprescindibile di pietra d’angolo, di primo servitore, di presenza su cui si può contare in ogni necessità, di motore silenzioso e prezioso, che fa funzionare la rete umana di affetti e di responsabilità di cui fa parte, in una carità di fede e solidarietà che diviene ragione di vita. Ti veniva incontro dicendo: “Sapete che lo zio è qui per voi, che la mia casa è sempre aperta.” E sapevamo che lui non era un io preoccupato di se stesso, ma questa casa aperta che ti aspettava, per cui non era tanto un dovere quanto una gioia accoglierti e darti affetto. Sapevamo, vedevamo in tutta la sua esistenza - materialmente così semplice e frugale e spiritualmente così fiorente - che essere se stesso si coniugava per lui essenzialmente come essere per gli altri: il marito dell’Andreina, il padre, il nonno, il fratello, il cugino, l’amico; il custode, prima ancora che il Presidente, del Credito Cooperativo, per ben 36 anni; il cristiano che si prendeva

cura della chiesa parrocchiale, cui era affidata la voce delle campane, la presenza nella liturgia, la certezza di una preghiera costante, incrollabile, serena. La fedeltà è la virtù di chi risponde a una chiamata, a un impegno relazionale, è la virtù di chi non prende la parola per primo, ma custodisce un dono ricevuto. Nel suo ‘noi’ limpido e forte, che moltiplicava la ricchezza della sua anima in una misura negata alla povertà e alla solitudine dei cuori rinchiusi in un io, lo zio, è stato uomo di fede e di fedeltà, di accoglienza e di apertura. Ci ha insegnato che la mitezza non è debolezza, ma spogliarsi della propria volontà e del proprio punto di vista per lasciar agire la forza di Dio. Ci ha insegnato che la fedeltà è coltivare con amore quanto rende buona la nostra esistenza e mantenere viva la speranza nella sua realtà, anche quando il bene e l’affetto sembrano venir meno sotto i colpi della morte, del tempo, della nostra fragilità di peccatori. Per lui il passato era un fiume che scorre nel presente e lo irriga, non un orizzonte che sbiadisce inguaribilmente alle nostre spalle. Tutti coloro cui ha voluto bene erano presenti nella sua preghiera, nella sua memoria, nei lunghi racconti con cui un uomo di poche parole riviveva appassionatamente quello stare insieme che rappresentava per lui la più grande delle gioie dell’esistenza. I fratelli amatissimi gli erano sempre accanto, nel dolore della separazione umana ma anche nella consolazione del sapersi uniti nella grazia di Dio. Per noi che restiamo, è oggi un dolore prenderne congedo, ma una allegria pensare alla festa che faranno lassù quelli che l’aspettavano, alla tenerezza del loro ritrovarsi. (tb)

Ciao Marisa

non dimenticare. Lo scrivente ricorda anche il periodo che si passava in vacanza tutti assieme al mare dove tu sei sempre stata al tavolo da pranzo seduta accanto a me e ti chiamavo “la mia segretaria”. Personalmente sono molto addolorato, come del resto tutte le altre amiche del gruppo, e tutti quelli che ti conoscevano. Porgo con affetto le condoglianze alla figlia e ai parenti. Ciao Marisa. Gastone Mafucci

Il giorno 10 di marzo Marisa Pallini ci ha lasciato e noi amici del Centro di Aggregazione di Anghiari siamo rimasti nello sconforto. Marisa, donna simpatica, precisa, cortese, sempre con il sorriso sulle labbra, mai una parola fuori posto. Al Centro eravamo un gruppetto, sempre i soliti, che si giocava volentieri con lei. Ora Marisa ci manchi e ci mancherai per molto tempo perché sei stata una persona da

L’angolo sprizzacervelli

18° quesito

Il quadrato

di Ravella Merinista oratorioquiz@gmail.com

Questa volta vorrei farvi costruire un quadrato magico formato da nove caselle (3x3) dove collocare le nove cifre 1, 2, 3, ..., 9, in modo che la somma delle colonne, la somma delle righe e la somma delle diagonali diano sempre lo stesso risultato.

5

La cifra del centro è il 5, e questo è un piccolo aiuto.

Soluzione del quesito del numero scorso 888+88+8+8+8=1000 Volete mandare la vostra soluzione o scrivere a Ravella? Scrivete qui: oratorioquiz@gmail.com

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Lettera aperta ad Andreina Donati Sarti

Spigolature della Misericordia

Carissima Andreina, da qualche anno, ed in più di un’occasione, la nostra Confraternita ha avuto bisogno del tuo lavoro e della tua consulenza professionale: ti sei impegnata nella circostanza di un lascito ereditario da parte del compianto Abramo Pennacchini; hai gestito per noi due divergenze di carattere legale con aziende nostre fornitrici; al momento stai perfezionando una esecuzione testamentaria per un’eredità lasciataci dalla signora Giuseppa Vera Chiasserini. Ci conosciamo da tanti anni e ciò mi permette di esporre alcune considerazioni che tu, in verità, non mi hai autorizzato ad esprimere in pubblico; come consorella della nostra Misericordia, dovrai caritatevolmente perdonare questo mio libero arbitrio. Il fatto che tu ti sia sempre impegnata professionalmente su nostra richiesta e a favore della nostra Confraternita, fa parte del tuo lavoro di avvocato; fin qui, pertanto, nulla di particolare. Ciò che invece hai fatto di speciale, e non posso non renderlo pubblico, è che quando ho tentato di pagare i tuoi onorari di professionista, non ne hai voluto nemmeno sentir parlare; con molta tranquillità mi hai detto (ricordo perfettamente le parole): “Massimo, la Confraternita di Misericordia aveva bisogno di questo tipo di assistenza: io sono una consorella iscritta all’Associazione, potevo dare questo aiuto, l’ho fatto e non voglio nulla in cambio. La Misericordia si merita questo ed altro.” Non aggiungo commenti, né tento di quantificare in “soldoni”, quanto hai fatto risparmiare alla nostra Confraternita. Mi sento però in obbligo di sottolineare che i gesti di generosità come il tuo ci permettono di affrontare al meglio gli impegni finanziari collegati all’opera di misericordia che tutti insieme sosteniamo, giorno dopo giorno, a favore dei malati e dei bisognosi. La consapevolezza di poter contare ancora su uomini e donne che ci offrono in maniera disinteressata il proprio contributo, finanziario o professionale che sia, senza nulla chiedere, è per tutti noi di stimolo e di incoraggiamento. Anche per questo motivo, a titolo mio personale e a nome di tutto il Magistrato che ho il piacere di rappresentare (da oggi, credo, anche a nome di tutta la cittadinanza anghiarese), ti esprimo pubblicamente con profonda gioia il mio più sentito ringraziamento. Che Dio te ne renda merito!

In garage Il parco macchine della nostra associazione continua a rinnovarsi. Dopo il recente “ingresso in garage” della nuova ambulanza Fiat Ducato (novembre 2013), in questi giorni hanno iniziato a viaggiare due nuove autovetture adibite ai servizi di trasporto socio-sanitario. La prima autovettura è una Fiat Qubo che va a sostituire la vecchia Fiat Marea, ormai sufficientemente spremuta, e che ultimamente “passava più tempo ferma in officina che in giro per i servizi”. La seconda autovettura entrata in circolazione nella nostra organizzazione è una Volkswagen Caddy, attrezzata per il trasporto disabili, che va a sostituire una Fiat Doblò, pure lei ormai “avanti con gli anni”. Al momento la nostra “flotta” si presenta efficiente e rinnovata nella sua totalità, con maggiore comodità e sicurezza per i volontari e i trasportati.

IL GOVERNATORE Massimo Redenti

Le offerte per l’Oratorio * Le famiglie Pernici e Crociani hanno mandato un'offerta in memoria di Giuseppe Vichi. * Vilma Vichi ci ha consegnato la sua offerta per il giornale in memoria del fratello Giuseppe. * Adriano Lucertini da Torino manda la sua offerta in memoria di Lucertini Pietro e Pierpaolo. * Vally Fastacchini ha fatto pervenire la sua offerta in memoria dei propri defunti. La Redazione vi ringrazia.

Il 5x1000 Da pochi giorni nel sito dell’Agenzia delle Entrate è stato pubblicato il resoconto delle sottoscrizioni del 5x1000 relativo ai redditi 2012. Come per gli anni passati, anche in questa occasione la nostra Associazione ha ottenuto un lusinghiero risultato, vedendosi riconoscere (anche se per ora solo a livello informativo) la bella somma di Euro 9.700; questa importante cifra è stata determinata dalle preferenze espresse a nostro favore in dichiarazione dei redditi da parte di 450 concittadini Anghiaresi. Li ringraziamo vivamente e li invitiamo a tenerci in considerazione anche per il 5x1000 dell’anno in corso. Grazie ancora. Il museo Il nostro bel museo storico continua a rimanere aperto nei sabati pomeriggio, nelle domeniche e nelle festività infrasettimanali, grazie alla disponibilità di alcuni volontari coordinata dai nostri consiglieri Enrico Camaiti e Graziano Zanchi; l’apertura è stata assicurata anche per tutto il periodo della Mostra dell’Artigianato. Un sentito ringraziamento è quindi doveroso nei confronti di tutti Voi operatori. Grazie, e continuate ad aiutarci in questo importante servizio, preziosa testimonianza della Misericordia di ieri e fiduciosa speranza per la Misericordia di domani. Una nuova “formatrice” Nelle settimane passate una nostra volontaria, già preziosa collaboratrice nei servizi di emergenza urgenza ed importante cooperatrice nei servizi di segreteria, ha partecipato al corso formatori per l’abilitazione all’insegnamento e alla gestione dei volontari di primo livello e di livello avanzato; si tratta di Livia Ceradini, che ha brillantemente superato l’esame finale aggiungendosi agli altri tre bravi formatori di cui la nostra Confraternita è già dotata, cioè Irene Cangi, Michele Ricci e Rebecca Sirianni. A Livia i nostri più vivi complimenti, certi che assieme agli altri tre formatori, si impegnerà per aumentare le competenze e le professionalità di tutto il gruppo dei nostri volontari, gruppo peraltro già particolarmente preparato e disponibile. Biblioteca e libri Sta crescendo un’importante collaborazione fra la nostra Confraternita e la Biblioteca Comunale di Anghiari, con scambio di libri per agevolare l’accesso alla lettura a vantaggio dei nostri bravi volontari; si migliora pian piano anche la struttura della nuova associazione “Amici della Biblioteca Comunale di Anghiari” alla quale partecipano anche alcuni nostri iscritti. Uno di loro ha iniziato a “raccontare” e “commentare” le proprie letture, tutte su libri disponibili in prestito presso la stessa Biblioteca Comunale; chi vorrà approfittare di questi suggerimenti e di queste opinioni, personalissime, potrà accedervi attraverso internet sul sito www.libriinteressanti.it. Buona lettura.

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NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

I nuovi iscritti all’Associazione Barbero Giorgetta Bartoli Giuseppina Bartoli Vito Bernardini Tullio Carboni Adele Cenciarelli Marisa Checcaglini Maurizio Comanducci Liliana Crociani Emma Donati Angiolo Giglini Marisa Giovagnoli Matteo

Giurgi Veronica Li Vigni Renato Maggini Livia Milanini Milva Nicchi Dina Pernici Antonio Pernici Ermindo Poderini Guerrino Sbragli Leda Scarola Antonia Sciadini Alessandro Senesi Danilo

Le offerte per la Misericordia Barbero Giorgetta 20 Bartoli Giuseppina 20 Bonarini Ilda - Giorgia Andrea e famiglia Fronduti 50 Cacioli Siria - la famiglia in memoria 140 Cambi Massimo 10 Cangi Faliera - la famiglia in memoria 50 Casula Mario 80 Degli Innocenti Giuseppina 10 Ditta Busatti 300 Donati Angiolo 5 Donati Sarti Fabiana 10 Fastacchini Vally 50 Ferrini Vasco 10 Floridi Dott. Fulvio 40 Floridi Dott. Fulvio - alla memoria di Bioli Francesco e Floridi Matilde 300 Gennari Annibale - la famiglia in memoria 255 Ghignoni Lazzero e Checcaglini Emilia 30

Giorgeschi Palma - la famiglia in memoria Giorgio e Gigliola Giorni Walter Guidelli Luigia - la famiglia in memoria Guidelli Luisa - famiglia Fratini Lazzaro in memoria Lodovici Gabriella Luigi Grazi - la famiglia in memoria Maggini Rita Magri Nella Marzi Marisa Mazzoni Quinto - la famiglia in memoria Memonti Alberto Mondani Otello Monini Santi Nardi Tiziana Nicchi Dina Noferi Anna Maria Offerta anonima Pallini Marisa - gli amici in memoria Pallini Marisa - la famiglia in memoria Pallini Valfrido in memoria di Pallini Marisa Pecorari Giuseppe - La famiglia alla memoria Peluzzi Carla Ruggeri Vadero Rumori Franco Russo Severina Sciadini Domenico Selvi Enzo Senesi Paolo Società del Carnevale Sonaglia Roberto Tizzi Tiziana Vichi Giuseppe - la famiglia in memoria

60 50 10 307 20 10 90 5 20 10 150 10 5 10 30 10 10 200 240 600 50 50 10 10 10 10 50 10 10 100 10 30 200

Che Dio ve ne renda il merito!

Confratelli con la cappa La foto ritrae il folto gruppo dei Confratelli della Misericordia con la cappa, in posa per la foto, davanti alla Badia, l’antico oratorio dell’Associazione. Verranno raggiunti dai Confratelli delle altre Compagnie di Anghiari e, insieme, raggiungeranno la Propositura per la solenne celebrazione della Passione del Signore. Quindi ha preso l’avvio la processione del Gesù Morto (così detta per il simulacro che viene portato dai giovani della Compagnia di Sant’Antonio) che ha percorso le strade di Anghiari per terminare nella piazza di Sant’Agostino.

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

È

email: gruppoanghiari@fratres.eu

I VOLONTARI ALL’UDIENZA PONTIFICIA

tutto pronto, nell’imminenza dello storico appuntamento con Papa Francesco, in Piazza San Pietro, sabato 14 giugno. Richiesto dai livelli nazionali delle Confraternite di Misericordia e dei Gruppi Fratres d’Italia e concesso dal Santo Padre, sta coinvolgendo migliaia di iscritti e simpatizzanti delle due benemerite associazioni del volontariato cattolico. Anche dalla Valtiberina Toscana partiranno alla volta di Roma diversi autobus pieni di pellegrini, desiderosi di incontrare comunitariamente il Successore di Pietro. Non sarà sicuramente un semplice viaggio né tanto meno un eventospettacolo: sarà, prima di tutto, un pellegrinaggio alle fondamenta del nostro essere e del nostro agire, un momento di grazia dato dall’incontro con Papa Francesco. Folta la rappresentanza degli anghiaresi, tra responsabili, iscritti e simpatizzanti delle locali Confraternita di Misericordia e Gruppo Donatori di Sangue Fratres. Un apposito comitato sta curando da diverse settimane l’organizzazione logistica a livello di vallata, affinché tutto si svolga nel migliore dei modi. Dalle sedi nazionali verranno forniti a tutti i partecipanti degli appositi kit del pellegrino, comprendenti una sacca-zaino, un cappello, un ricordo dell’udienza, la cartolina celebrativa, il pass di ingresso in Piazza S. Pietro ed un libretto di canti e preghiere da utilizzare sia durante il viaggio che per la cerimonia. Le Poste Italiane celebreranno l’evento con l’emissione di un annullo filatelico speciale. Alcuni gruppi di giovani delle associazioni coinvolte, animeranno i momenti di attesa dell’arrivo di Papa Francesco in piazza, previsto per le ore 11.30, ed alcune parti della stessa udienza pontificia. Per preparare al meglio l’incontro con il Santo Padre e

vivere l’atteso evento nel suo più profondo significato, verrà organizzata nel giorno di martedì 10 giugno, a partire dalle ore 21.00, presso la sede della Misericordia di Anghiari, una veglia di preghiera aperta a tutti i partecipanti della Valtiberina e guidata dai Correttori ed Assistenti Spirituali delle varie associazioni. Tutti a Roma, quindi, sabato 14 giugno 2014, per abbracciare questo straordinario Papa Francesco (nella foto in un caratteristico atteggiamento), in un giorno particolarmente significativo sia per i Fratres che per le Misericordie: in tale data, infatti, si celebra ogni anno la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue e contemporaneamente ricorre l’anniversario dell’analogo incontro con Papa Giovanni Paolo II (14 giugno 1986), durante il quale fu affidata a tutti noi la famosa “consegna” di essere “promotori e fautori della civiltà dell’amore, testimoni infaticabili della cultura della carità”. Orteip ‘14

ALLARME DONAZIONI

sfusionale, soprattutto nell’approssimarsi della stagione estiva, durante la quale negli ospedali tende a diminuire la disponibilità di sangue, proprio mentre ne aumenta la richiesta a causa delle emergenze legate al grande esodo di persone, verso i luoghi di villeggiatura.. La donazione del sangue non può… andare in ferie!!! È quindi importante che i nostri volontari, ma anche coloro che volessero imitarli, rispondano prontamente, anche nei mesi estivi, alla chiamata del Gruppo. Prima di andare in ferie, quindi, conferma questo impegno di solidarietà umana e cristiana !

È iniziato veramente male il nuovo anno sociale: nei primi quattro mesi dell’anno decine di sacche mancano all’appello!!!

Analizzando i dati che il Centro Trasfusionale di zona ci ha trasmesso, si nota con molta sorpresa ed un pizzico di amarezza che, rispetto al primo quadrimestre dell’anno scorso, le donazioni dei nostri volontari sono in forte calo (quaranta in meno!!!). Cosa sta succedendo, ci siamo chiesti? Quali ne sono le eventuali cause? È vero, rispetto al passato, qualcosa è cambiato nella sempre più rigida normativa. Gli ultra sessantacinquenni non possono più donare; la quantità di sangue donato è tassativamente di 450 cc; a volte c’è da aspettare troppo tempo al trasfusionale… Ma non possono essere questi i motivi per rinunciare a quello su cui abbiamo da sempre creduto: “donare il sangue è donare la vita e tale gesto dovrebbe essere sentito da tutti come un dovere civile e morale; donare il sangue significa ridare la salute al nostro prossimo malato, restituirlo all’affetto dei familiari ed ad una normale esistenza.” Confidando, quindi, nella consueta generosità dei nostri volontari, invitiamo tutti a ritornare con gioia al Centro Tra-

Il Presidente

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...dal Gruppo “Fratres” Una nuova edizione della Festa Estiva del Donatore

IL GRANDE PODISMO RITORNA AD ANGHIARI

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opo l’inaspettato successo dell’anno scorso, anche l’ormai prossima Festa Estiva del Donatore di Sangue si aprirà con la Corsa Podistica denominata “ II Trofeo Fratres Città di Anghiari “. Come non ricordarne la prima edizione (vedi foto sopra). Questa manifestazione, che ha visto la netta affermazione del podista aretino Alessandro Annetti, dell’Unione Polisportiva Policiano, giunta al termine di una corsa molto emozionante e ben oltre le attese della vigilia, resta indimenticabile per gli oltre centocinquanta atleti che si sono presentati ai nastri di partenza, per la bellezza del percorso, per l’affascinante e difficile finale, per il livello tecnico dei partecipanti e, infine, per il numeroso pubblico che ha fatto da cornice all’evento, che riportava ad Anghiari il podismo, dopo venti anni di assenza. Foto - A sinistra, Corsa Podistica 2013: gli atleti in piazza Baldaccio, prima della partenza; a destra, Corsa Podistica 2013: gli atleti sfilano giù per la ‘ruga’ (Corso Matteotti). Nel riquadro sotto a sinistra il programma per la Festa Estiva 2014.

I VIAGGI DELLA FRATRES

16° Festa Estiva

del Donatore di Sangue Fratres

Da giovedì 28 a domenica 31 agosto 2014, quattro giorni alla scoperta di Budapest e dell’Ansa del Danubio *** I° giorno – Viaggio di andata e Budapest “by night”; II° giorno – BUDA e PEST: la cittadella vecchia e la parte nuova della capitale magiara; III° giorno – Tour della regione Ansa del Danubio con serata shopping a Budapest; IV° giorno – Mattinata a Budapest e rientro.

SABATO 5 LUGLIO 2014 - PIAZZA BALDACCIO *** Ore 17.00: CONTROLLO GRATUITO di glicemia e pressione del sangue, in collaborazione con il distretto sanitario ed i volontari della Confraternita di Misericordia. Ore 18.00: CORSA PODISTICA- Partenza delle Categorie Giovanili. Ore 19.00: Partenza delle Categorie Adulti: maschili e femminili. Ore 20.00: Arrivo e conclusione della gara. Ore 20.45: Premiazioni. Ore 21.00: CENA IN PIAZZA. Ore 21.30: SPETTACOLO DI VARIETÀ (Musica, Canzoni, Barzellette…). Al termine dello spettacolo, la consueta estrazione dei ricchi premi della sottoscrizione interna. Il Consiglio Direttivo

* Partenza dal Campo della Fiera alle ore 4.30, in autobus G.T. * Pensione completa con bevande ai pasti, dalla cena del primo giorno alla colazione del quarto giorno. Restano esclusi il pranzo del viaggio di andata e la cena del viaggio di rientro. * Sistemazione in Hotel**** Superiore. * Guide turistiche locali incluse. L’iniziativa è aperta a tutti, con un particolare invito ai nostri associati ed alle loro famiglie.

FATTI UN REGALO: DONA!

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI Ufficio Pro Loco (tel. 0575/749279), sede della Misericordia (tel. 0575/789577), cellulari: 3487722155 (Carlo), 3381484889 (Fabiano). COSTO: € 300,00 circa, con almeno 35 partecipanti. Sconti per i bambini ed i donatori attivi.

Donare sangue è un grande regalo che fa bene agli altri e anche a te. DIVENTA ANCHE TU UN DONATORE DI SANGUE FRATRES!!! Per saperne di più contattaci alla nostra mail elettronica o telefona alla nostra sede: 0575/789577.

Organizzazione: Agenzia WASABI VIAGGI, S. Giustino (PG)

La presidenza

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L’ARREDO SACRO ATTRAVERSO L’ARTE DEL LEGNO

Esposizione di autorevoli testimonianze di un appassionato lavoro di progettazione e di restauro ligneo

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el corso dell’intensa attività svolta negli oltre cinquant’anni di vita dall’ex Istituto Statale d’Arte di Anghiari, oggi Liceo Artistico, annesso al Convitto Nazionale “V. Emanuele II” di Arezzo, incentrata non solo sullo strategico fronte della conservazione del patrimonio artistico e culturale ma anche su quello della progettazione di nuovi e moderni arredi lignei, vi sono stati momenti nei quali il confronto con tanti anni di ricerca e di operosa esperienza da parte di centinaia di studenti ed insegnanti si è fatto concreto e tangibile. Così, proprio in occasione di un evento così denso di significato per l’economia di un intero territorio quale è la Mostra Mercato dell’Artigianato della Valtiberina Toscana, che si è recentemente svolta ad Anghiari, è stata allestita dal locale Liceo Artistico un’interessante esposizione dal titolo “L’ARREDO SACRO ATTRAVERSO L’ARTE DEL LEGNO”, che si è inserita virtualmente ed effettivamente tra i possibili itinerari di visitatori non improvvisati e pronti a recepire lo “svelarsi” di un suggestivo percorso. In mostra i più significativi tra i prodotti di svariati traguardi dell’ampio ed articolato progetto didattico che, sin dalla fondazione dell’istituto, sono stati orientati ad esiti finali cognitivi ed operativi altamente qualificati e strettamen-

te connessi all’aspetto progettuale e conservativo dell’Arte del Legno, che ha fatto della storica scuola anghiarese la più importante realtà di riferimento del Centro Italia, nello strategico campo dell’Artigianato Artistico di qualità. La mostra, allestita nella suggestiva Chiesa di S. Agostino, gentilmente concessa dal parroco don Marco Salvi, è stata tra le più importanti e visitate Expò Collaterali che da sempre fanno da cornice al tradizionale appuntamento della Mostra Mercato della Valtiberina Toscana, che ogni anno richiama ad Anghiari migliaia di visitatori. Due gli indirizzi di studio che il nuovo Liceo Artistico di Anghiari è in grado oggi di offrire: il tradizionale DESIGN DEL LEGNO, arricchito recentemente con una sezione di LIUTERIA, da una parte, ed il moderno e avvincente AUDIOVISIVO MULTIMEDIALE dall’altra. Con essi la scuola riesce a coniugare, così, la ultracinquantennale esperienza dell’ex Istituto d’Arte nel settore del Legno, con le più attuali tecnologie audiovisive-multimediali, aprendo le porte ad interessanti ed inediti futuri sbocchi professionali. Due indirizzi, quindi, che nella loro diversità si completano e si danno forza l’uno con l’altro, prefigurando una scuola che dà una preparazione liceale di alto spessore. Nelle foto due scorci della Mostra.

Dieci anni di Grest! Dieci anni e non sentirli! È la conseguenza di chi è sempre in cammino. Per questo, nel ricordare il decennale di vita del nostro Grest parrocchiale, abbiamo rovistato tra i ricordi e abbiamo scelto la foto più ricorrente: quella che raffigura gente in cammino. Sicuramente scattata durante una delle nostre belle camminate, l’immagine ci apre a due considerazioni: la prima l’abbiamo già detta, è la condizione di camminatori. La seconda la chiameremmo “esploratori”. È la condizione di chi, giovane, non ha paura di mettersi in cammino per vedere cosa di bello ci aspetta dietro la montagna. Come quei lontani israeliti che andarono avanti a tutto il popolo per scorgere i segni della Terra Promessa. “PianoTerra”, il titolo di quest’anno, ci richiama al desiderio della promessa che Dio ha fatto ad ogni uomo. E sarà anche il desiderio che in questa estate vorremmo condividere con tutti. A partire dai più giovani.

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Viaggio nella storia, nella fede e nell’arte della città di Sansepolcro

Sancta Jerusalem Tiberina

Caro Direttore, come sai, ho letto con grande interesse il tuo Sancta Jerusalem Tiberina. All’inizio c’era un po’ di scetticismo, perché pensavo che quando si parla di storia, per attenerci rigidamente alle fonti e ai dati verificabili che il tempo ci ha lasciato, è bene non farsi troppo condizionare da tesi precostituite e un po’… ideologiche, con il rischio di modellare la realtà deformandola ai nostri fini. E in questo caso, la tesi è molto impegnativa/suggestiva: si tratta di leggere in una città (Sansepolcro, la tua città) un’Anima che la accompagna dalla nascita per tutta la sua esistenza fino ai giorni nostri: un filo comune che lega il Sansepolcro, ancora villaggio del decimo secolo ricordato per un boschetto di noci, a quello delle medioevali lotte di potere fra Camaldolesi, Benedettini, Vescovado, fino al sofferto definitivo assoggettamento, tramite il Papato, alla Firenze dei Medici. E quest’Anima la possiamo leggere nel suo nome di battesimo; “ nomen omen”, come dici tu, citando i padri latini: nel nome c’è un intero destino. Forse non sono molto attento alle cose di Sansepolcro, ma il presente non mi ha mai aiutato a vedere quest’Anima nel nostro capoluogo valtiberino. Del resto, in qualche modo anche tu, in un passaggio verso la fine (IV capitolo), sottolinei che la coscienza gerosolimitana (Sancta Jerusalem Tiberina) a partire dall’inizio del Seicento scivola nell’oblio più completo per quasi quattrocento anni, fino alla fine del ‘900, quando vengono riannodati i fili della tradizione per iniziativa congiunta delle autorità religiose e civili della Diocesi e di Comune e Provincia, operazione quanto mai… istituzionale. È da queste premesse, e proprio per queste, che la lettura del tuo libro è stata per me un significativo arricchimento. Tutto sommato mi pare che il tuo racconto, in senso autenticamente storico, si protragga per circa 150 anni, a partire dal 1454, data in cui esce il manoscritto che racconta Sansepolcro dalle origini, e che, guarda caso coincide con la caduta di Costantinopoli, una disfatta della Cristianità, per opera dei Turchi, fino all’inizio del ‘600, quando ormai sono spenti gli echi di un’epoca che vedeva la Toscana all’avanguardia della civiltà occidentale, e sappiamo che il contributo del Borgo non è stato secondario. Ho trovato appassionante la carrellata di opere ed elementi di cultura “materiale” che si rifanno al tema del Santo Sepolcro di Gerusalemme, visto dalle sponde dell’Altotevere. Dalle più famose Resurrezione e Madonna della Misericordia di Piero, al Polittico di Matteo di Giovanni, dalla Madonna di Gerino da Pistoia al Portale ligneo della Cattedrale, dall’Ascensione del Perugino alla Crocifissione di Luca Signorelli, dalla grande Deposizione del Rosso Fiorentino fino alle due stupefacenti Resurrezioni di Raffaellino dal Colle. Alla fine di questo “viaggio” ho dovuto darti ragione, perché l’ “Anima Burgi” che ispira tutte queste opere è qualcosa di palpabile, di concretamente diffuso su tutta la Città, a dispetto del mio scetticismo iniziale. Mi pare chiaro che dietro queste opere c’è una committenza e un’ispirazione che si riconduce ad un’idea unitaria, “quella idea”, che identifica la Città. Le opere che hai descritto, le conoscevo quasi tutte, ma ora le guardo e peso con occhi diversi, come episodi colle-

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gati di un unico grande romanzo, intitolato “Santo Sepolcro”, fatto di morte e di resurrezione, e che racconta come la fede di antichi pellegrini ha contribuito a fondare una nuova Gerusalemme in Valtiberina e come, nei secoli successivi fino al ‘600, si è costituita e rafforzata nei suoi cittadini la coscienza delle proprie origini. Questo processo, secondo me, può essere visto anche da un’altra angolazione: il tema dominante della “resurrezione” mi richiama il termine e il concetto di “rinascimento”. Può forse essere riduttivo, ma quei 150 anni di opere ispirate al Santo Sepolcro coincidono in pieno con il periodo in cui era vivissimo lo “spirito (anima) rinascimentale” che ritroviamo con tutta evidenza fra le mura del Borgo. Il tema di una Gerusalemme nella valle del Tevere è l’autocoscienza di Sansepolcro rinascimentale. L’ultimo capitolo mi conferma come il cercare di rinverdire all’attualità concetti ed ideali legati al passato senza scadere nella retorica e in iniziative di pochi vertici istituzionali sia un’operazione quasi impossibile. Forse tu, novello Titano, ci sei riuscito con il tuo libro, fatto di fede e passione storica. Alla fine della lettura mi son chiesto poi se tutte le città hanno un’anima, come il Borgo, e in particolare ho pensato: ma Anghiari ha un filo che lega la sua storia dalle origini fino a noi e, se sì, qual è quest’anima? È proprio vero, caro Direttore, cito dalla postfazione del tuo libro (Franco Cardini), che “…un’opera storica non è importante per i problemi che risolve, bensì per quelli che apre…” Armando Babbini

In alto la copertina del libro: particolare della lunetta “L’anima di san Benedetto osserva il mondo dall’alto (chiostro dell’antica Abbazia di Sansepolcro)”.


Dalle nostre Parrocchie

Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli

GIUGNO 2014

LUGLIO 2014

Il 13 giugno presso l’Eremo di Montecasale si terrà il ritiro spirituale dei 16 fanciulli che saranno ammessi alla Prima Confessione e poi alla Prima Comunione in due turni, domenica 15 a Pocaia nel Santuario della Madonna Bella i primi 6 comunicandi e gli altri 10 a Monterchi domenica 22 giugno alle ore 11: I loro nomi sono i seguenti in ordine alfabetico:

Preceduto da un ritiro spirituale a Monte Casale, guidato dal parroco don Quinto e dalle catechiste Elena Londei e Matilde Pierini, i seguenti fanciulli riceveranno nel pomeriggio di domenica 6 luglio alle ore 17,30 il Sacramento della Cresima per mano dell’Arcivescovo Riccardo nella Pieve-Arcipretura di Monterchi:

Bigi Bonucci Boriosi Boriosi Burani Cesari Checcaglini Checcaglini Gorfini Gorfini Marinelli Marioli Polverini Puletti Riccardini Zamponi

ALESSANDRO IRENE LORENZO REBECCA NICCOLÒ MANUELE ANNA CHIARA ALESSIA MARTINA ALESSIA MICHELANGELO TOMMASO ANDREA CHIARA ALESSANDRO

Sono stati preparati dai catechisti Silvia e Paolo Gioviti, che il parroco e i genitori ringraziano. Giovedì 19 giugno alle ore 21 solenne processione del Corpus Domini nel centro storico di Monterchi, con la partecipazione dei sacerdoti, dei fanciulli della Prima Comunione, dei ragazzi della S. Cresima, delle compagnie del SS.mo Sacramento di Monterchi e di Padonchia, del popolo di Dio e delle autorità civili e militari. Martedì 24 giugno ore 19 circa nella frazione di Tarsignano S. Messa nel giorno festivo del S. Patrono Giovanni Battista Sabato 28 giugno ore 19 S. Messa a Ripoli nella festa dei S.S. Patroni Pietro e Paolo.

Monterchi

Biancheri Capacci Cerroni Cerroni Fiorentino Formica Giuntini Mancini Migliorati Novello Occhini Rosati Severi

CORA SONIA IRENE LAPO MATTEO-ANTONIO PIETRO ANGELO FABIO MANUELE GIOVANNI MATTIA MANUEL NICOLAS

Domenica 27 luglio nel pomeriggio S. Messa all’aperto al Poggio della Madonna presso la Maestà nelle vicinanze della Murcia di Pianezze

Un po’ di cronaca Lo scorso 1 maggio è stata benedetta dall’arciprete don Quinto e inaugurata in località Vicchio di Padonchia un’artistica Maestà, costruita a ricordo della scomparsa chiesa medievale dedicata a S. Andrea apostolo. L’iniziativa è partita dall’exfrate francescano Adelmo Massi, ivi nato, con collaborazione dell’intera popolazione monterchiese e un cospicuo contributo da parte della Banca di Credito Cooperativo di AnghiariStia. Va a tutti un particolare ringraziamento, specialmente al muratore sig. Santi Paoloni, alla famiglie Nicchi-Magrini, Baldi-Occhini, Perla, ecc. Lo scorso 6 maggio è ricorso l’ottantesimo genetliaco del Cav. Vittorio Perla, direttore del Piccolo Coro di San Simeone, i componenti del quale, assieme al parroco e ai fedeli, formulano i migliori auguri per la ricorrenza. È stata celebrata domenica 27 aprile la Festa del Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Monterchi, con una solenne Messa celebrata nella Pieve arcipretale di S. Simeone, alla quale hanno partecipato tutte le associazioni paesane e le rappresentanze dei Gruppi Fratres della Valtiberina Toscana. Condoglianze alla moglie Rina e ai figli Alberta, Pietro, Carlo e a tutti i parenti per la morte del 92enne Pasquale Romanelli, che per oltre 60 anni ha svolto con dedizione e fedeltà il servizio di custode e sacrestano della chiesa arcipretale di S. Simeone in Monterchi. Grazie da parte di tutta la comunità e dell’arciprete per questo prezioso servizio. Domenica 1 giugno in mattinata avranno luogo le elezioni dei componenti il nuovo Magistrato della Confraternita della Misericordia presso la sede in via dello Spedale.

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Dalle nostre parrocchie

Offerte per la parrocchia La famiglia Babbini ha fatto pervenire la somma di 200 euro, in memoria della mamma Ilda Bonarini, da utilizzare per le attività dei giovani.

Nuove offerte per l’Oratorio Abramo Maggini, Ponte alla Piera Alfiero Bergamini, Via di San Leo Angiolo Dragoni, Padova Assunta Del Pia, Il Borgo Assunta Festini, Acquedotto Brunera Falsetti, Calabria Bruno Acquisti, Molin di Catorcio Bruno Nicchi, Palazzetto Carla Dori, Le Bertine Chiara Lombardo, Bucacce Claudio Boncompagni, Sterpeto Claudio Citernesi, Daniele Finzi, Campo della Fiera Danilo Fiori, Tavernelle Edda Catacchini, Roma Elena Primitivi, Via Nova bassa Fabrizia Baldini, Selvadonica Fabrizio Papini, Cignano Federica Comparini, Campo della Fiera Fernando Olandesi, Giardinella Giampiero Marconi, Campo della Fiera Giovanbattista Giorni, Empoli Giuseppe Menzogni, Prato Lando Cangi, San Procino Laura Di Lauro, Giardinella Lea Cerquatti, Anghiari vecchio Leandro Fiorani, Casarecci Lotta Meozzi, Via Nova Luca Paci, Sportone Luciano Paci, Piazzola Marcello Dori, Campo sportivo Marco Stanghellini, Bologna Maria Cavo Paci, Genova Mario Senesi, Sezzano Maura Conti, Montebello Maura Giovacchini, Monterchi Mirella Ferri, Borgo della Croce Miria Gaggiottini, Casenuove Cerbaia Monica Magrini, Bernocca Odette Boncompagni, Genova Paola Resti, I Fabbri Paolo Gaggiottini, San Rocco Paolo Meazzini, Terrato Pier Luigi Musticchio, Arezzo Pietro Bonucci, Cerbaia Pietro Mondani, Calla Primo Franchini, Lodi Riccardo Mondani, Milano Rina Bartolommei, San Rocco II Rosanna Mercatelli, Citerna Saul Comparini, Pianacce Sergio Montagnoli, Via Nova Silvana Ruggeri, I vecchi Cordoni Vasco Memonti, Il Bricco Vilmo Chiassereini, Bagno a Ripoli Vincenza Ruscetti, Borghetto di sopra Werther Canicchi, La Vigna

Angiolino A tre anni dalla morte di don Angelo Chiasserini ho voluto ricordarlo pubblicando degli appunti, preparati da lui stesso, sulle origini dell'eucaristia. Mi sembra il modo più appropriato per ricordare questa figura che è stata significativa per la mia vita. Da parte di un amico un ricordo che possa rimanere. A destra la copertina dell’opuscolo.

Dalle parrocchie Catigliano: Antonietta - Durante il mese di maggio ci siamo ritrovati in chiesa per il S. Rosario e le lodi alla Madonna. Il 1° giugno, festa dell’Ascensione al Carmine, parteciperemo a quella bella festa molto sentita da tutta la popolazione, chi potrà andrà a piedi. Ponte alla Piera: Speranza - Per il mese di maggio ci ritroviamo in chiesa tutte le sere alle nove per la recita del Rosario in onore alla Madonna. È un impegno che ci piace portare avanti per dare testimonianza della nostra fede e in questo modo teniamo anche efficiente la nostra chiesa del Ponte. Qualche sera sono venute anche le donne del Carmine e, molto probabilmente, sabato 31 maggio, andremo noi al Carmine in occasione della vigilia della festa dell’Ascensione, quando verrà acceso il fuoco nel piazzale e verranno recitati i vespri nel Santuario. Santo Stefano: Gastone - Dalla Chiesa alla Maestà - Il 21 aprile, lunedì di Pasqua, dopo la S. Messa delle ore 11, celebrata da don Bartolomeo, dato che il tempo era discreto, ci siamo recati alla Maestà in processione e recitando le litanie alla Madonna. Siamo passati dal Molin Bianco e poi, giù lungo la Reglia dei mulini, fino al luogo della Battaglia di Anghiari. Don Bartolomeo ha fatto la benedizione delle campagne, come è in uso fare da tantissimi anni. Di seguito si è fatta l’estrazione annuale delle Damigelle della Battaglia e sono risultate estratte la signora Leone Francesca, dalla venerabile età di anni 92 (madre della signora che gestisce Fra Pegaso) e Monia Buzzacca, futura nuora di Guerrino, e quindi anghiarese anche lei. Complimenti a loro e appuntamento per tutti all’anno prossimo. Tubbiano: Rita e Rina - Anche a Tubbiano per tutto il mese di maggio ci siamo ritrovati in chiesa per recitare il Rosario e fare alcuni canti alla Madonna. Assieme a San Leo abbiamo deciso di ritrovarci nella nostra chiesetta fino al giorno 16 maggio; dal 17 ci ritroveremo invece, tutti assieme, nella chiesa di San Leo. Proprio pensando a questa chiesa la Redazione sente il dovere di far conoscere l’impegno che continuamente alcune persone, specialmente nelle parrocchie più piccole e con pochi abitanti, fanno per mantenere decorosa e in ordine la loro chiesa. Tutti conosciamo la mancanza di sacerdoti e, in genere, la loro età abbastanza avanzata. È proprio grazie a queste persone, che niente chiedono in cambio, che le nostre chiese sono accoglienti e possono rimanere aperte al culto. Viaio: Franca - A Viaio, per tutto il mese di maggio ci siamo ritrovati nell’ex studio di don Narciso, ora utilizzato per le celebrazioni, per recitare il Rosario e le litanie alla Madonna a cui il mese è dedicato. Dante poi ha preparato vari canti che facciamo tutti insieme. Una buona notizia è quella che stanno per terminare i lavori al tetto della chiesa. Il 12 luglio ricorre la festa di San Paterniano, titolare della chiesa, ed il giorno dopo, domenica, in linea di massima ci sarà l’inaugurazione dei lavori. Gli avvisi saranno comunque affissi per tempo e già si sono cominciate le prove dei canti da eseguirsi in le occasione.

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Ponticino

Tombola

Anch’io avrei pensato al paese natale di Pupo. Invece parliamo del Ponticino di Tavernelle. È un uro di sostegno che dalla via dell’Osteria porta nell’argine della Sovara, una volta superando la Reglia dei Molini che passa lì sotto e che ora è dentro dei tubi. Non molto tempo fa Eugenio Guadagni stava passando sopra il Ponticino con una cesta sulle spalle tenuta da una mano e delle canne per preparare le croci per i campi nell’altra mano. Passando sopra questo murello ha ‘mpuntato’ su qualcosa ed è caduto. Un bel salto e meno male che, alla fine, qualcuno lo ha sentito e ha dato l’allarme. «E meno male che anche la sua “galoppola” ha retto che sennò il piede andava per conto suo» ha detto l’Esterina. «E bella che c’era caduto anche un’altra volta.» Poi i ricordi sono andati a tutte le persone che nel tempo sono cadute dal Ponticino. «Anche la zia Piera, ha detto Alessandro, c’è caduta. I miei lo dicono sempre.» «Mah» ha concluso l’Esterina, «io ho ottantun anni e non ci so’ mai caduta!»

Tombola rimandata, tombola fortunata: questo il risultato del rinvio causa maltempo. La gente, piano piano, ha riempito la piazza e alla fine sono stati tanti quelli che, prendendo un biglietto, hanno aiutato la nostra Misericordia. Verso le dieci e mezzo, quando intanto il pubblico veniva distratto da un complesso musicale, sono iniziate le operazioni di imbussolamento dei numeri. Poi è partita l’estrazione dei numeri della tombola. E qui subentra un personaggio basilare per la serata: si tratta di colui che annuncia a gran voce i numeri che di volta in volta vengono estratti dall’urna. Quest’anno c’era Senio Ruggeri, che ha accettato il nostro invito e, benché matricola, si è comportato in modo esemplare, annunciando adeguatamente i numeri e pronto con le bandiere per annunciare le fasi dell’estrazione. Tutto bene quindi evidenziando solo che Paolo Gattari ha avuto un superlavoro per gli svariati giovani che si avvicendavano nel palco per l’estrazione dei numeri.

di Clèto

di Anghiarino Anghiarese

Non solo in estate

di Anghiarino Anghiarese

Grazie mille per l’ospitalità, bellissimo posto per guardare le stelle e fantastico per giocare a Roverino. Inoltre grazie per averci insegnato a usare la cucina....! Seguono le firme e, come di solito, alcuni disegnini sparsi qua e là. Grazie a voi che siete venuti nella nostra parrocchia!

Anche in autunno e, magari, a primavera, passano dalla parrocchia dei gruppi di scout che utilizzano gli spazi dell’oratorio. Uno di questi è il gruppo scout Arezzo 7, della parrocchia di San Marco partito il giorno 8 settembre 2013 che ha scritto nell’apposito registro:

Stesso giorno della morte

Sembra una storia reclamata ma la morte l’à approvata

Alla cara sua sorella che mi chiede questa novella

Due amici veri nostrani nella cerchia di Paesani

L’altro amico il caro Vichi lì amici infiniti

Donando a loro questo sogno lasciare insieme questo mondo

La incontrai al S. Donato del fratello mi disse lo stato

Uno addetto alla chiesa la candela lui accendeva

Discutendo tra di loro della morte il contraddittorio

Cari amici tutti due le frazioni sono due

La malattia non c’è speranza ricoverato in una stanza

nella chiesa lì del Carmine di candele lui garante

Moriremo lo stesso giorno si è avverato questo sogno

Alla Motina uno abitava l’altro al Carmine la sua dimora

Questi ami che giocando sono morti l’uno accanto:

di Armando Zanchi

A TAVERNELLE, DOMENICA 15 GIUGNO 2014

FESTA DELLA FAMIGLIA Al mattino S. Messa alle ore 11.00. Nel pomeriggio merenda e giochi nel prato della chiesa. Alle ore 19.00 estrazione dei premi della sottoscrizione. 20


È stato Presidente del nostro Istituto dal 1969 al 2005

Un Presidente gigante di umanità a cura della Banca di Anghiari e Stia

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n grande Presidente, un punto di riferimento, un uomo che ha segnato con il suo carisma e con il suo stile la storia della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo e della nostra terra. La morte di Pier Gerolamo Bartolomei ha lasciato un grande vuoto nelle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Una grave perdita e un doloroso lutto per la famiglia in primis, ma anche per la Banca che ha diretto per trentacinque anni e di cui ancora oggi era il Presidente Onorario. Pier Gerolamo Bartolomei, conosciuto da molti semplicemente come Piero, se ne è andato lo scorso 26 aprile all’età di 82 anni. Senza fare rumore, quasi con rispetto. Come se la morte fosse una prosecuzione dei valori che hanno caratterizzato la sua esistenza terrena. Perché prima che un Grande Presidente è stato un uomo di sani principi. Umile, onesto, pacato, disponibile, cortese, ma allo stesso tempo fermo, deciso e risoluto, capace di ascoltare e di farsi ascoltare, di portare rispetto e di farsi rispettare. Qualità che lo hanno contraddistinto nei suoi anni di presidenza e nella quotidianità della vita, doti che lo hanno portato a essere simbolo di un sostanziale cambiamento seppur in pieno rispetto delle tradizioni. Pier Gerolamo Bartolomei è stato eletto Presidente della Cassa Rurale e Artigiana di Anghiari nel 1969 e ha portato avanti il suo mandato fino al 2005 (anno in cui l’Istituto di Credito ha festeggiato il centesimo anniversario), prima di diventare Presidente Onorario. Ha contribuito alla esponenziale crescita della Banca, ha vissuto da protagonista le varie epoche storiche del nostro territorio, è stato un simbolo di continuità nel momento in cui le innovazioni tecnologiche e la globalizzazione hanno profondamente modificato la vita del paese (inteso come Italia e non solo come Anghiari ovviamente). Portando avanti i valori che da sempre hanno caratterizzato il modo di operare del nostro Istituto, facendosi portavoce di valori umani oltreché istituzionali, mettendo le persone davanti a tutto il resto. Con gentilezza, amore per la Banca e dedizione al lavoro, con la capacità di trasmettere ai soci, ai dirigenti, ai dipendenti professionalità e passione. Ha svolto un ruolo determinante nella trasformazione avvenuta nel 1999, anno nel quale fu costituita la Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo (in seguito alla fusione tra Cassa Rurale e Artigiana di Anghiari e quella di Stia). Pier Gerolamo Bartolomei ha dato la sua impronta alla storia di una Banca che con il trascorrere degli anni era diventata una specie di seconda casa. Una famiglia a cui non ha mai fatto mancare il suo affetto e il suo sostegno. E proprio alla famiglia (intesa nel vero senso del termine) Piero ha dedicato tutta la sua vita. Alla moglie Andreina, ai figli Matilde, Alessandro e Maria Chiara ed ai nipoti ha fatto sentire appoggio e amore. Senza mai perdere di vista le sue radici e gli insegnamenti ricevuti in gioventù. Rappresentante di una delle famiglie storiche di Anghiari assieme ai quattro fratelli (l’ex ministro dell’Agricoltura Giuseppe, i sacerdoti Don Vittorio e Don Fabio e Giacomo, l’unico rimasto in vita) ed uomo di grande fede. La religione e la chiesa hanno segnato il suo percorso terreno e sono state le basi su cui ha costruito il suo modo di concepire la vita. In ogni momento, nella buona e nella cattiva sorte, fino all’ultimo istante. Pier Gerolamo Bartolomei ha lasciato un bel ricordo in tutti coloro che lo hanno conosciuto ed è stato amato e rispettato. A confermarlo le numerose testimonianze di affetto e di cordoglio scritte dai dirigenti e dai dipendenti della Banca di Anghiari e Stia. Un ricordo personale partito dal cuore di chi con lui ha contribuito alla crescita del nostro Istituto, un pensiero unanime che si è fatto ancora più forte nel giorno dell’Assemblea dei Soci (lo scorso 11 maggio). Senza retorica, ma con quella semplicità e quella sobrietà che da sempre hanno contraddistinto la figura e la vita di Pier Gerolamo Bartolomei. Nella foto il Presidente Bartolomei in occasione dell’Assemblea dei Soci 2004.

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Da Tavernelle

Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Il 3 maggio a Tavernelle, ci sono stati 5 ragazzi che hanno ricevuto il sacramento della confermazione: Cassio, Luca, Nicolas, Francesca e Chiara. È stata una Messa raccolta e partecipata, ho visto anche una madrina commuoversi. Oltre al vescovo Don Giacomo Babini, alla Messa c’era anche Alessandro, che ci ha onorato con la proclamazione del Vangelo. Ringrazio questi ragazzi per quello che mi hanno dato in questi 8 anni con i loro limiti e fragilità. Spero di cuore che diventino veramente dei TESTIMONI di CRISTO. Vanna. Nella foto dello Studio F10 di Boldrini, i ragazzi di Tavernelle con S.E. Mons. Giacomo Babini, don Marco e i diaconi Alessandro e Fabio.

A Tavernelle

Domenica 22 giugno, la Compagnia di Galbino aprirà la processione del Corpus Domini dal Centro famiglia alla chiesa, per la S. Messa delle ore 11.00

Una nuova tovaglia per l’altare

A Sestino per ricordare don Gino

La chiesa di Tavernelle si è arricchita di una tovaglia in lino realizzata da Brunetta Nannicini (nella foto intenta al lavoro). Suo il lavoro a gigliuccio e la punta a tombolo, sempre con filato di lino, eseguita però con un filo finissimo. Questa tecnica caratteristica delle nostre zone la Brunetta l'ha imparata dalla madre, anche lei esperta lavorante a tombolo ed il lavoro è stato realizzato fra il Natale di anno scorso e la Pasqua, quando è stata collocata nell'altare maggiore (foto grande). Tutto il lavoro, compresa anche la stoffa, è stata offerto dalla Brunetta per la chiesa di Tavernelle. Tutta la comunità le è grata per questo suo dono che verrà utilizzato per le celebrazioni più importanti.

Lunedì 28 aprile ricorreva il trentesimo anniversario della morte di don Gino Lazzerini, che fu parroco indimenticato di Tavernelle prima di don Marco. Fu don Gino che nei primi anni ‘60 realizzò faticosamente la nuova chiesa di Tavernelle. Ora nella stessa chiesa una lapide ricorda questo amato sacerdote che proveniva da Sestino. E proprio a Sestino egli fu sepolto quando, nel lontano 1984, morì. Così, per ricordarlo e pregare per lui, un gruppo di parrocchiani di Tavernelle (vedi foto) si è recato presso la sua tomba nel cimitero di Sestino per recitare il Rosario. Per l’occasione era presente anche la nipote Osanna, che ha poi accompagnato il gruppo a visitare la casa dove don Gino è nato ed ha vissuto prima di diventare Sacerdote e quindi prima di venire a Tavernelle.

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PARROCCHIA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE IN ANGHIARI Domenica 22 Giugno 2014 ore 11.00 Insieme riceveranno Gesù Eucaristia per la prima volta:

Letizia Alfonsi Elisa Bergamini Irene Bigiarini Francesca Bigoni Giulia Bigoni Federico Bindi Irene Boncompagni Ginevra Borgogni Michelle Bruni Erika Tania Bruno Jacopo Bruschi Anna Buffetti Matilde Camaiti Lorenzo Ceppodomo Sofia Citernesi

Alessia Corsi Matteo Corsi Matteo Galardini Valentina Ghignoni Filip Mara Horosziewicz Francesca Lanzi Giulia Magrini Filippo Manenti Gabriele Alexis Manenti Giulia Mercati Irene Piccini Matilde Rossi Pietro Walters Francesca Zucca

BENEDICI, SIGNORE, I LORO PENSIERI, LE LORO AZIONI, I LORO SACRIFICI E ACCENDI NEI LORO CUORI IL DESIDERIO DI FARTI CONOSCERE A TUTTI COLORO CHE INCONTRERANNO NELLA VITA.

Prima Comunione a Tavernelle Domenica 8 giugno 2014 durante la S. Messa delle ore 11 Siamo tutti invitati a partecipare al primo incontro dei nostri ragazzi con il Signore Gesù presente nell’Eucaristia. I ragazzi della Prima Comunione parteciperanno, con il proprio vestito bianco, anche alla Processione del Corpus Domini a Tavernelle, domenica 22 giugno, e anche alla festa del S. Cuore di Gesù dove riceveranno la loro “seconda comunione”.

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Il custode di Micciano Ci sono volti, presenze, che per noi sono indissociabilmente legati a dei luoghi: ai nostri occhi ne ricevono l’impronta e al tempo stesso gliela danno, aiutandoci ad attribuire a quello spazio il senso che esso deve avere per diventare nostro, come momento singolare, concreto, prezioso, del nostro rapporto al mondo. È impensabile, per noi, entrare in quella bottega o in quel bar, entrare in una casa o in un certo ufficio, e non incontrarvi il volto che ci aspetta, perché lo aspettiamo. Se sappiamo che non lo troveremo mai più, perché se ne è andato, a noi non succede niente esteriormente – siamo sempre là tutti interi -, ma il mondo che ci circonda scricchiola di una piccola crepa di vecchiaia e di arsura, si fa un poco più povero, più sterile e indifferente. Il luogo che è parte della nostra consuetudine affettiva ha perso una delle voci con cui ci parlava, con cui ci diceva che ne facciamo parte, magari solo salutandoci con un sorriso nel vederci, segnalando la reciprocità del riconoscimento. Quinto Mazzoni, per me, era il volto che abitava Micciano, quel pezzo di campagna anghiarese che si raccoglie all’ombra della sua chiesa come intorno alla grazia solenne ma naturale di un albero secolare, che non nasconde ma esalta la bellezza di quanto lo circonda, sentinella del tempo cui la terra affida il mistero dei propri dolori, della propria bellezza e delle proprie fatiche. Quinto, contadino della parrocchia di Micciano per gran parte della sua vita, è stato – finché le forze gliel’hanno permesso - anche il custode della chiesa e dei suoi parroci: le mani che aprono la porta, accendono le luci, tendono il vassoio delle ampolle al sacerdote durante la messa e lo accompagnano con servizievole, affettuosa dedizione nella vita di ogni giorno. Il parroco che arrivava a Micciano vi trovava Quinto ad accoglierlo, a testimoniargli con la propria commovente, generosa amicizia, che una chiesa non sono pareti di pietra, una tappa burocratica, un centro servizi, ma una forma di vita, una memoria antica che si rinnova ogni giorno, un’esperienza di fede che si esprime con spontaneità e purezza come ricchezza di legami personali, di attese non deluse, di disponibilità e calore umano. Per tanti anni, se passavi da Micciano, Quinto lo intravvedevi nel campo a lavorare, lo incontravi alla messa, nella cucina della canonica ad aiutare. Era parte della campagna, era parte della chiesa, in una continuità incrollabile e serena che ti rivelava qualcosa di essenziale, che ti donava la sua presenza come garanzia silenziosa ed eloquente della fedeltà che scaturisce da un’esistenza cristiana, nutrita dalla saggezza antica che riconosce nell’umiltà la forma più alta di nobiltà, nella semplicità la via più diretta di vicinanza al Signore. Ora che Quinto è morto, in un mattino di fine marzo, e che il rombo scoppiettante della sua Ape (l’unico vezzo allegramente rumoroso di una vita vissuta a bassa voce, in punta di piedi) non annuncerà più il suo passaggio su per l’erta salita di Micciano, chi passa davanti alla chiesa, la sera, verso il tramonto, continuerà a vedere la sua sagoma esile seduta sul banco, sotto i cipressi del sagrato, assorta in una quieta contemplazione della Valtiberina, e ringrazierà Quinto e Micciano di quella solitaria, limpida preghiera, che ancora accoglie tutti quanti levano la mano in un cenno di saluto: arrivederci Quinto.

Grazie Quinto! Fino a qualche anno fa a custodia delle nostre chiese c’era il sacrestano. Pronto in ogni ora della giornata e disponibile a qualsiasi evenienza egli ben conosceva i vari aspetti della liturgia e con devozione seguiva il sacerdote per il quale era importante punto di riferimento; tutto si snodava in un

rapporto coronato da rispetto, fiducia e stima reciproca all’insegna della fede, vissuta anche attraverso piccoli gesti quotidiani. Quinto era “uno di loro” e per più di mezzo secolo ha prestato la sua opera di sacrestano alla Chiesa di Micciano, svolgendo questo servizio con scrupolo e dedizione. Da alcuni anni, per ragioni di salute si era trasferito ad Anghiari. Era un piacere incontrarlo e cogliere l’occasione, per riparlare, sempre, di Micciano e della sua chiesa, alla quale era rimasto intimamente legato, di questo o quel parrocchiano al quale inviava i saluti. Ogni occasione di incontro era anche motivo di riflessione, poiché era prova della sua positiva capacità di adattamento ad una situazione nuova, completamente diversa da quella vissuta fino a poco tempo prima. Non si lamentava mai e con il sorriso affrontava le sue giornate, in paese, trovando stimoli e interessi diversi. Frequentava il Centro Sociale e partecipava, quando possibile, alle varie iniziative, faceva lunghe passeggiate, aveva instaurato amicizie nuove e manteneva contatti con i vecchi amici che, come lui, avevano manifestato attaccamento alla Chiesa anche negli aspetti più “pratici”. Con il caro amico Beppe li ricordiamo attivi collaboratori nella solennità dell’Ascensione al Carmine; per misterioso volere divino, hanno concluso insieme la loro esperienza di vita terrena, nel giorno dell’Annunciazione di Maria. Presenze semplici e discrete che lasciano un vuoto: oggi è la loro opera silenziosa che offre una significativa testimonianza per noi tutti. In tempi più recenti, infatti, diverse mansioni, un tempo svolte dal sacrestano, in assenza del parroco, vengono svolte dai laici e ciò’ non è sempre facile. Occorrono pazienza, disponibilità, scrupolo, discrezione ma soprattutto “tempo”, quello che a noi tutti, divisi tra mille impegni e mille distrazioni, manca sempre! Grazie Quinto per “il tempo” della tua vita terrena che hai destinato alla nostra Chiesa e a tutta la parrocchia: Dio ti ricompensi nell’eternità. Di seguito il saluto che i parrocchiani hanno letto nel giorno del suo funerale.

La comunità parrocchiale di Micciano sente il bisogno di ringraziare Dio, nostro Padre, per aver conosciuto Quinto. Ci ha dato un esempio veramente cristiano dimostrando sempre tanto amore e tanta disponibilità sia nel custodire la chiesa sia nel sostenere, con la sua premurosa presenza, i sacerdoti che si sono succeduti nel tempo. Assiduo collaboratore in tutte le iniziative, non mancava mai al Primo venerdì del mese; negli ultimi tempi, per motivi di salute, non aveva potuto partecipare, ma il 5 marzo, Primo Venerdì di questo mese, ci ha fatto una bella sorpresa! Lo abbiamo visto arrivare in cucina sorridente e sereno come sempre, felice di essere di nuovo con i suoi amici e proprio quella sera aveva preso nuovamente l’impegno di accompagnare il sacerdote nella benedizione delle famiglie. Caro Quinto, il Signore ti ha chiamato prima, sei salito in cielo in punta dei piedi come era tua abitudine fare; siamo certi che da lassù continuerai ad affiancarci nel servizio alla nostra chiesa. Grazie Quinto! I parrocchiani di Micciano

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Auguri a Dina Cheli e Adelmo Mencarini

Campioni in... famiglia

Domenica 16 Marzo si sono disputati a Follonica i Campionati Regionali di Danza Sportiva. Gabriele ed Elena Marconi si sono aggiudicati il titolo di Campioni Regionali di "Ballo da sala" (valzer lento - tango - foxtrot) piazzandosi al 1° posto. Babbo Icaro e mamma Cristina, che lo stesso giorno, dopo aver superato le eliminatorie, si sono aggiudicati la finale di "Danze standard" (valzer inglese – tango - valzer viennese - slow fox - quickstep), augurano ai loro due piccoli ballerini di continuare così in vista dei Campionati italiani.

Oggi vogliamo ringraziare il Signore per avere due genitori come voi. Siete stati e continuate ad essere un esempio per la nostra vita. Con la vostra semplicità e il vostro amore, ci avete insegnato cosa significa volersi bene ogni giorno. L’insegnamento che ci avete donato è il rispetto e l’amore fra marito e moglie e nei confronti dei nostri nonni, che a lungo hanno vissuto con noi. In quegli anni di certo abbiamo appreso importanti valori che oggi cerchiamo di trasmettere alle nostre famiglie. Come tutte le storie d’amore ci sono state piccole incomprensioni, cose dette e non dette, momenti di grande gioia e situazioni più difficili che siete riusciti ad affrontare sempre con coraggio, pazienza e fiducia. Oggi, più che mai, il vostro esempio ci guida e ci fa comprendere sempre di più il valore del Matrimonio nel quale voi SPOSI, avete camminato giorno dopo giorno nella strada tracciata per voi dal Signore. Laura e Giorgio Micciano 25 Aprile 2014 Laura e Giorgio ringraziano parenti e amici per l’affetto dimostrato ai loro genitori nel giorno del 50° anniversario di matrimonio. Nella foto Dina e Adelmo ritratti davanti all’altare maggiore della Pieve di Micciano con i due caratteristici cesti di fiori con i quali, a quei tempi, si addobbavano le chiese in occasione dei matrimoni.

Inglesi ad Anghiari A volte ritornano. No, ritornano tutti gli anni!! Sono i nostri amici inglesi che vengono a cantare e a suonare ad Anghiari, il paese che prediligono e che hanno scelto per sempre. La festa comincia il 20 giugno con i tre giorni di "Maratona". Cioè: in tre giorni, studiando mattina, giorno e sera, si impara un pezzo nuovo, sotto la guida (spietata) di Nick. Alla fine, il giorno 22 giugno, ci sarà un concerto in Propositura che di solito riesce benissimo, per quanto possa sembrare impossibile. E con grande soddisfazione di tutti, perché il nostro spirito è nutrito di ciò che ama e può dimenticare tutto il resto. Questa è la maratona musicale. Poi, in luglio, i nostri amici inglesi ritornano (come faranno a viaggiare così facilmente?) e allora via con concerti, canti e musica in ogni chiesa o castello del contado. E cene in pizzeria, e fiumi di prosecco, e abbracci a tutti, perché ormai ci conosciamo, e ci aspettiamo, da un anno all'altro. Lucrezia Barbolani di Montauto Nella foto di Daniele Cavallotti la Soutbank in occasione di un concerto nella piazzetta di Sant’Agostino.

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Il nostro viaggio in Terra Santa

Un invito poi un viaggio

È

iniziato tutto con un invito... e poi siamo partite per il viaggio. È andata proprio così la nostra esperienza in Terra Santa. A ottobre, in seguito ad un evento organizzato dalla Pastorale Giovanile della nostra Diocesi, abbiamo avuto modo di conoscere la rock band “The Sun”: quattro ragazzi straordinari, che legati da un’amicizia profonda e da una fede “scoperta o riscoperta”, dopo varie vicissitudini, hanno deciso di proporre a tutti i giovani d’Italia un viaggio in Terra Santa, un luogo per loro molto importante. È così che è nato questo pellegrinaggio “Un Invito Poi Un Viaggio”, le parole iniziali di una loro canzone intitolata appunto : “Betlemme”. Questo viaggio ha fatto la differenza, nella nostra vita e nella nostra storia. Quanto i nostri occhi hanno visto e il cuore ha sentito rimarrà sempre con noi: camminare, toccare, accarezzare, ascoltare i luoghi in cui 2000 anni fa è passato Gesù, è una delle sensazioni più belle mai provate. A partire da Nazareth, nella Basilica dell’Annunciazione, dove Maria pronunciò il suo “SÌ” all’Angelo, un SÌ che ha cambiato la storia dell’uomo, un SÌ che racchiude l’abbandono totale al Signore, un SÌ troppo spesso difficile da dire, e poi la salita a piedi al monte Tabor, il lago di Tiberiade, la casa di Pietro, Tagbha e Cafarnao, i luoghi in cui Gesù ha materialmente trascorso parte della sua vita e ha iniziato la sua predicazione... e il Monte delle Beatitudini, dove Frate Ale ci ha regalato una della più intense catechesi del nostro viaggio... di cui ci piace riportare una frase: “Il viaggio in Terra Santa non capita mai a caso, c'è sempre un motivo per cui fai un viaggio là in un determinato momento e non in un altro. Tu non lo sai, ma c'è sempre un motivo per cui ti succede oggi e non ieri e non domani....Non avete scelto voi di venire, né per questioni di stress, né di bisogno di una vacanza, né di portafoglio. Anche se queste ultime almeno un po' certamente hanno influito. Il Signore vi ha scelti, ha scelto ognuno di voi. «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi». E SE QUESTA FOSSE UN’OPPORTUNITÀ? e se fosse un modo che il Signore ti dona per abbandonarti a lui, per farsi sentire??” Ed è stato proprio così, un’opportunità che ci è stata data... della quale faremo tesoro. Il viaggio è poi continuato a Betlemme. Uno dei momenti più emozionanti di quei giorni trascorsi in Palestina è stato proprio a lì, con la visita al “Children’s Relief Bethlehem”, l’unico ospedale pediatrico della Palestina, e all’ “Hogar Nino Dios”, una casa di accoglienza per bambini disabili. I volti dei bambini che abbiamo avuto modo di incontrare lì,

rimarranno per sempre nel nostro cuore e nella nostra mente, come l’incontro con la comunità cristiana di Betlemme nella messa domenicale nella Chiesa di Santa Caterina. Sempre nella stessa giornata abbiamo avuto modo di recarci alla grotta della Natività...inginocchiarsi lì, dove Gesù è venuto al mondo, è stata una sensazione difficilmente descrivibile a parole. Nei giorni seguenti abbiamo potuto vivere l’esperienza del deserto, camminandoci in silenzio..., il rinnovo delle Promesse Battesimali nel Giordano, e infine l’ingresso a Gerusalemme..., la Via Crucis, il Monte degli Ulivi, il Golgota e il Sepolcro VUOTO... È stato senza dubbio uno dei viaggi più belli della nostra vita... per la prima volta (e questa è una fortuna!) siamo venute a contatto con una realtà sostanzialmente “in guerra”, abbiamo conosciuto un popolo fisicamente “costretto” a rimanere all’interno dei confini del proprio Stato..., abbiamo fatto i conti con un muro alto 16m e lungo 800 km, sorvegliato giorno e notte da soldati: un muro che divide famiglie e amicizie. Ci è stato chiesto di non dimenticare ciò che i nostri occhi hanno visto e credo che difficilmente riusciremo a farlo. Il nostro viaggio in Terra Santa si è concluso con il concerto dei “The Sun” in piazza a Betlemme davanti alla Basilica della Natività, dove insieme a 700 giovani Palestinesi abbiamo fatto festa. Infine ringraziamo tutti i nostri 221 compagni di viaggio, con i quali, con chi più e con chi meno, abbiamo condiviso questa esperienza... Tante nuove amicizie sono nate e tante altre si sono “rafforzate”. Grazie ad Abuna Mario Cornioli, una “potenza d’uomo”, ai “The Sun”, ai ragazzi di “un Ponte per la Terra Santa” di Bologna, al Vescovo Domenico Sigalini e a tutti i sacerdoti presenti per averci guidato spiritualmente in questo viaggio della Vita. Laura & Silvia

Foto - A sinistra, noi con Abuna Mario Cornioli. A destra, i 221 Spiriti del Sole con i giovani della comunità di Santa Caterina a Betlemme, dopo la messa domenicale, nella Chiesa di Santa Caterina, di fianco alla Grotta della Natività.

Ang hi a r i Domen ica 29 giugno 2 0 1 4 , Pa l i o de l l a Vi t t o r i a 26


Io vi dico: ogni volta che ci confessiamo, Dio ci abbraccia, e fa festa (Papa Francesco: Udienza generale del 29 febbraio 2014)

In un bel sabato di marzo di quest’anno i nostri bambini della terza elementare hanno incontrato quel Dio che non si stanca mai di perdonare di cui Papa Francesco tante volte ci ha parlato negli ultimi tempi! Si sono presentati tutti, puntuali come un orologio svizzero, alle nove, nel piazzale dell’oratorio e da lì, con la collaborazione di tanti genitori di buona volontà, ci siamo spostati con le macchine al Cenacolo di Montauto. Le suore del Cenacolo, come fanno da sempre, ci hanno dato ospitalità per la giornata e hanno guidato i bambini alla preparazione del sacramento: c’è stato un bel momento di preghiera all’inizio della giornata. I bambini sono stati attenti e silenziosi e quando è venuto il momento delle preghiere spontanee hanno aperto i loro cuori senza timore… spontanei… semplici… belli! Ancora una volta sono stati presenti e hanno dato una grossa mano i giovanissimi cresimati di due anni fa: Rebecca, Gloria, Letizia, Federica, Annalisa, Anna, Duccio, Enrica, Andrea, e poi ancora l’incontenibile Mirko (lui, a dire il vero, cresimato da qualche anno di più!!!!). Proseguendo l’impegno di tutto l’anno catechistico, hanno accompagnato i bambini e preparato i momenti di gioco: come sempre efficientissimi, scrupolosi, attivi…. E anche ghiotti di gelato!!!!!! I nostri piccolini hanno condiviso questo momento così importante con le loro famiglie: anche i babbi e le mamme hanno partecipato ad alcuni momenti del ritiro, anche loro hanno avuto un incontro sulla riconciliazione e alcuni si sono confessati come i loro bambini! Si è lavorato sulla parabola del padre misericordioso, quella che ancora tutti continuiamo imperterriti a chiamare “del figliol prodigo”, perdendo di vista che il vero “rivoluzionario” della parabola non è il figlio che sbaglia ma il padre che perdona, che ama senza misura, di un amore ineffabile, che sfugge alla logica degli uomini. Il tema della giornata è stato quello dell’abbraccio del padre e della festa. Lo abbiamo sottolineato nella catechesi, nella drammatizzazione che è stata fatta nella parabola, nei segni che alla fine abbiamo lasciato. Abbiamo desiderato che i nostri bambini vivessero la confessione non come una… sala di tortura, (sono le parole di Papa Francesco proprio di qualche mese fa!!), ma come un momento di gioia nella scoperta di un amore disarmante che non si stanca mai di perdonare. Una volta, durante uno degli incontri di catechismo, c’è stato uno dei bimbi che ha detto “Gesù non ci tiene mai broncio… Gesù non è permaloso”... Una bella catechesi… Anche per noi grandi… Grazie… Norma e Catia

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La nuova chiesa di Subbiano di Sara Redenti

Domenica 16 marzo, accogliendo la proposta di don Marco e dei catechisti dei nostri figli, che a giugno riceveranno la Prima Comunione, ci siamo recati a Subbiano in un nutrito gruppo di adulti e bambini. Meta della nostra breve trasferta è stata la chiesa nuova di S. Giovanni Battista, progettata dal nostro don Marco e inaugurata solo un anno e mezzo fa. La prima impressione che ho avuto entrando è stata una sensazione di grande accoglienza e serenità, trovandomi in un ambiente molto grande ma non dispersivo, e nuovo, certamente, ma di uno stile moderno tutt'altro che “sfacciato”. Una chiesa di oggi infatti, ma le cui forme e proporzioni si ispirano molto, come suggeritoci da don Marco, alle antiche pievi romaniche. Dopo aver celebrato la messa, animata dai nostri bambini, e alla quale abbiamo partecipato tutti insieme, don Marco si è appunto soffermato a spiegarci le scelte alla base della realizzazione della chiesa. Abbiamo così avuto modo di gustare più consapevolmente la bellezza dell'edificio e di capirne anche la simbologia sacra dei particolari. Mi ha molto colpita la luce calda emanata dai materiali locali impiegati: il legno delle capriate e della copertura dell'abside e il gres dalla delicata tonalità crema utilizzato per le pareti e la pavimentazione. Ho ammirato molto anche le linee essenziali e solide dell'abside, dove ancora una volta la luce gioca un ruolo fondamentale, grazie al sistema di illuminazione naturale prodotta attraverso le alte fenditure verticali che tagliano al centro e ai lati l'abside, simbolicamente orientato ad Est: al sole che sorge che è Gesù. Questa particolare modalità di illuminazione naturale si ripete in tutto il resto dell'edificio, le cui pareti sono infatti scandite in settori delimitati da strette vetrate verticali. La luce viva penetra anche dall'ampio finestrone che occupa tutta l'altezza del portale. L'intensità di questi voluti effetti di illuminazione, che varia a seconda dell'ora del giorno, rende tutto l'ambiente particolarmente leggero e aperto verso l'esterno. Allo stesso modo, da fuori si è così attratti verso l'interno, in una sorta di significativa continuità tra l'umano e il divino. Lo stesso richiamo simbolico è dato anche dal tipo di pavimentazione della navata che continua senza interruzione anche sul sagrato, come a voler invitare chi è fuori ad entrare. Siamo grati a don Marco e tutti i suoi collaboratori per questa nuova, comunicativa chiesa, motivo di orgoglio non soltanto per la comunità di Subbiano, ma anche per tutti noi fedeli della diocesi. La disponibilità del parroco di Subbiano che ci ha prestato gli accoglienti locali dell'oratorio adiacente alla chiesa, ci ha permesso di concludere degnamente la bella serata con un momento di gioiosa convivialità, cenando tutti insieme. Credo che sia valsa davvero la pena di superare l'iniziale pigrizia ad uscire dal proprio “guscio” familiare per conoscere questa nuova e bella chiesa, in fondo a pochi chilometri da Anghiari. La nostra fede ha infatti bisogno anche di segni concreti per crescere. Credo inoltre che l'entusiasmo dei nostri bambini, manifestato anche in questa occasione, abbia sempre molto da insegnare soprattutto a noi adulti! Ai lati dell’articolo alcuni disegni dei ragazzi che hanno visitato la nuova chiesa di Subbiano realizzata su progetto di don Marco.

Santuario del Carmine

Venerdì 11 luglio 2014 Anniversario dell’Apparizione della Vergine alla giovane Marietta 28


La vocazione del costruttore di chiese, spazi materiali e spirituali dell’incontro con Dio

Il parroco architetto

Evento singolare, il 15 marzo scorso, presso la sala conferenze della Misericordia, con la collaborazione fra la Misericordia stessa e la Biblioteca comunale di Anghiari. Può capitare solo, come nel nostro caso, presso quelle comunità che hanno il parroco… architetto! È stato presentato davanti ad un pubblico folto, curioso ed interessato, il bel volume d’arte Un nuovo spazio sacro in Toscana, volume che descrive e illustra - con le foto di Enzo Mattei - la nuova chiesa di Subbiano, in Casentino. Perché la presentazione ad Anghiari? Perché gli architetti del nuovo edificio sacro sono don Marco Salvi, che è appunto parroco di Anghiari, e l’amico Carlo Cabassi. Amico, perché la chiesa di Subbiano è sì nuovissima, ma la storia dei due architetti è antica. Rimonta agli studi fiorentini, presso la Facoltà di Architettura, quando Cabassi e Marco Salvi vivevano assieme - e crescevano in consapevolezza e scienza; con altri amici e studenti - in un appartamento gestito da C.L, Comunione e liberazione. Erano i lontani anni ’70, tempi non facili per giovani impegnati e di fede! Poi non si sono più persi di vista, continuando a camminare, ognuno per la sua strada, ma sempre dentro la stessa storia. Fino alla realizzazione comune della nuova chiesa di Subbiano. Hanno presentato il volume, coordinati dal prof. Papi, tre relatori: l’architetto Maurizio Bellucci, di Rimini, un altro di quelli che vivevano nell’appartamento di Firenze, curatore poi degli allestimenti del Meeting di Rimini quando questo – sempre negli anni ’70 - prese il via; la dottoressa Serena Nocentini, responsabile dell’ufficio di “Arte sacra” della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro; e lo stesso Cabassi, anche a nome di don Marco. Bellucci ha presentato la discendenza della chiesa di Subbiano dalla tradizione e dal compito che essa ha di luogo sacro dove si ripete il Sacrificio di Cristo e si raduna la comunità; dati non scontati per ciò che concerne l’architettura sacra

moderna! La riflessione di fondo dell’architetto, dunque, è consistita in questo: Cabassi e Salvi non si sono rifatti alla tipologia della pieve, una forma antica, cercando di rivisitarla e modernizzarla ricorrendo ai nuovi materiali della modernità; sono invece andati decisi a recuperare non la forma, ma lo spirito della pieve medievale, cioè il suo compito di luogo dove il divino incontra l’umano, piegando così forma e struttura a questo scopo. La dott.ssa Nocentini, responsabile dell’Ufficio Arte Sacra della Diocesi, ha narrato invece dal punto di vista storico-artistico lo sviluppo dell’arredo del presbiterio – altare, crocifisso, leggio, cattedra - per sottolineare l’importanza dell’opera di Scatragli, che è l’artista cui è stato affidata la realizzazione dell’arredo lapideo di Subbiano e del bellissimo crocifisso su tavola di Franco Vignazia con la ricchezza e la complessità della sua simbologia. Infine l’architetto Cabassi - aiutato dalle belle foto di Mattei, che occupano metà delle 120 pagine del volume - ha descritto l’insieme ed ogni particolare della chiesa e del nuovo complesso parrocchiale di S. Giovanni Battista in Subbiano. In sala hanno seguito lo sviluppo degli interventi il sindaco di Anghiari, Avvocato La Ferla, che ha anche portato il saluto del paese, e lo stesso parroco, don Marco Salvi, coautore della nuova chiesa, che ha partecipato… nascosto fra il pubblico. (e.p.)

bimbi di oggi

bimbi di oggi

Questo simpatico bimbo si chiama Lorenzo Marraghini ed abita a Ca’ de Cio, proprio di fronte alla chiesa. Il babbo Marco è molto bravo nel vendere le scarpe, mentre la mamma Cinzia Malentacchi dedica molto del suo tempo a lui e quando lavora subentra la nonna Kety. I nonni paterni abitano a Marcena, vicino a Marino fa Mercato, e quando la mamma va a fare l’assistente alla poltrona dal dentista i nonni materni e paterni si alternano a tenere Leonardo. Ora Leonardo ha undici mesi ma nella foto aveva otto mesi. Ma perché vi facciamo conoscere Leonardo? Perché la sua nonna materna è originaria di Anghiari, anzi della Bernocca.

Federico Gattaponi è questo sorridente bimbo che vedete ritratto qui a destra. Ha compiuto da poco otto mesi e la sua famiglia abita a San Rocco, vicino al Palazzetto dello Sport. Il suo babbo Mario fa i lavori di muratura mentre la sua mamma, Sabrina Pernici, adesso si dedica molto a lui, sennò insegna, ma anche i fratelli Letizia e Mattia lo accudiscono e comunque c’è sempre la nonna Marisella pronta ad ogni bisogno. Dalla nonna Claudia di Morra ci va Federico a trovarla ogni tanto, perché lei non guida.

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Nella foto la copertina del libro.


Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

Il Paese della Battaglia

paese toscano ha. Nelle intenzioni, quindi, un prodotto nuovo, contemporaneo, in cui le immagini evocano e accompagnano la parte scritta, per offrire al lettore punti di vista e sfaccettature per conoscere, apprezzare, vivere la terra di Anghiari. Hanno contribuito alla nascita di questo libro alcune persone che qui ringrazio per i qualificati contributi. In questo primo periodo il volume sarà disponibile presso il Museo Comunale e presso gli uffici turistici di Anghiari e Sansepolcro, in seguito avrà una diffusione maggiore.

Archeologia d’Anghiari

Sabato 7 Giugno, alle ore 11.30, presso la Biblioteca Comunale di Anghiari, si terrà la presentazione ufficiale del libro “Anghiari, il paese della battaglia”. Si tratta di un nuovo volume divulgativo, in cui sono contenute informazioni e suggestioni su Anghiari (alcune notizie sono inedite, ad esempio quelle sugli scavi archeologici di Palazzo Pretorio) e con tante immagini (inedite anch’esse) di scorci che solo questo nostro

A partire dalle ore 21.00 di Domenica 6 luglio 2014, presso il Palazzo della Battaglia, saranno esposti e presentati alcuni inediti oggetti ritrovati negli scavi a Palazzo Pretorio e al Cassero, nell’ambito della consueta manifestazione regionale “Le notti dell’archeologia”. Sarà un primo assaggio “lavori in corso” dei risultati, che metterà in luce alcuni aspetti, fra i più evidenti, delle recenti scoperte. Durante la serata di presentazione interverrà la Dott.ssa Monica Salvini della Soprintendenza Archeologica per la Toscana. Per maggiori informazioni si può consultare il sito del museo www.palazzodellabattaglia.it Gabriele Mazzi Palazzo della Battaglia www.palazzodellabattaglia.it

La vignetta di Scacciapensieri:

Colombe

Una tragedia che si ripete!

di Clèto

Lo so che vorreste parlare di quelle che imperversano per i nostri tetti e fanno di ogni pertugio possibile e immaginabile la loro abitazione. Io sto parlando della colombina dei fuochi d’artificio. Sarà che il suo volo è stato rimandato, fatto sta che sabato 10 maggio, dalla finestra della Misericordia, non ne ha voluto sapere di raggiungere i fuochi predisposti sotto le mura e dare così l’avvio allo spettacolo. Comunque sia lo spettacolo c’è stato e bello! Dieci minuti e 20 secondi che hanno reso ancor più affascinante il nostro paese ai tanti ospiti giunti dalla Valtiberina, e non solo, che, dopo la tombola, si sono affrettati dalla piazza a raggiungere le migliori posizioni giù verso il parcheggio e alla Via Nova. Festa quindi riuscitissima e il merito va alla nostra Confraternita e ai tanti volontari che si sono impegnati per questa giornata. Al 2015!

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CRONAC HETTA

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Marzo 2014 Sabato 1. Anche stamani spioviccicava, anzi sui monti sopra il Borgo c’era la neve, ma lontano. Oggi con la Marilena abbiamo provato a fare la lisciva in casa con la cenere del nostro focolare. Oggi è morta la maestra Ilda Bonarini Babbini. Abitava al Terrato ed ha insegnato nella scuola del Carmine, di Borgonovo, Viaio, Tavernelle, Campalla e Anghiari. Lunedì 3. Stamani ho sentito il Valbonetti che lavorava con la motosega nel suo orto a Maccarino. Infatti m’aveva detto che “ciaveva” da mettere al posto le potature delle piante. Oggi le donne di Tubbiano m’hanno portato le castagnole. Come sempre buonissime! Martedì 4. Oggi è morto Luigi Grazi di anni 89. Abitava per la via di San Leo ed era nato ai Sassi di Tortigliano. Poi ha abitato anche al Piano (dopo Malapena) e al Cantone. Venerdì 7. Verso Santa Fiora ho visto uno stormo di uccelli in volo. Mi sa che erano anatre selvatiche che cercavano di atterrare sul Tevere. Sabato 8. Stamani passavo Tralemura e ho chiamato la Faliera. Non m’ha risposto manco il cane. Poi sono andato dalla Vilma a comprare un rasagnolo che ciavevo da fare la “polenda” di castagne. Oggi è morto Annibale Gennari, conosciuto come Bruno del Gallo. Aveva 80 anni ed abitava per la via del Molin Bianco. Era nato nella casa colonica di Santo Stefano Domenica 9. Oggi è morto Guido Guerrieri. Aveva 83 anni ed abitava alle Casacce. Era nato a Cardeto, nella frazione di Gragnano. Lunedì 10. Oggi è morta Marisa Pallini Coleschi. Abitava verso le Bucacce ed era nata alla Casa di Tavernelle. Venerdì 14. Stamani andavo Anghiari quando nel prato sotto il Vergone ho visto un branco di taccole. Mi sa che sono quelle di Anghiari e mi sa che becchettavano qualche insetto. Sabato 15. Oggi sono andato a prendere le bozze dalla Vera in via della Vigna. Invece andrebbe chiamata via del vento. Domenica 16. Oggi è morta Faliera Cangi Bruschi. Aveva 90 anni compiuti ed abitava al Poggio del Sole. Quando è nata, la sua famiglia abitava in cima alla Croce, di fronte alla lapide che ricorda il passaggio di San Francesco. Lunedì 17. Stamani s’è presentato in parrocchia Andrea Dallacasina. Doveva accompagnare don Gustavo per l’Acqua Santa. Oggi ho chiamato Gastone ma m’ha risposto una donna. Mi sa che ha messo su la segretaria. Martedì 18. Stamani ho accompagnato don Gustavo alla Ripa (podere). È la prima volta che ho potuto sentire (ma non l’ho visto) un picchio che stava facendo un nido nel tronco di un albero. Giovedì 20. Oggi è morta Siria Cacioli Giovagnini. Abitava verso il Mammalucco dove era nata e poi ha abitato anche in Piazzola. Sono un po’ di giorni che stanno sostituendo le lastre più disastrate della piazza. Venerdì 21. Sono ormai più di 10 giorni che Ciccio, il nostro gatto maschio nero, non è tornato a casa. Mi sa che ormai ci toccherà metterci l’animo in pace. Domenica 23. Oggi è morta Elvira Barfucci vedova Monda-

ni. Aveva 89 anni ed abitava a Tavernelle, nel centro più antico. Era nata a Castiglione Garfagnana in provincia di Lucca. Lunedì 24. Oggi è morto Giuseppe Vichi di anni di anni 76. Abitava al Carmine dove era nato. Ogni anno collaborava fattivamente alla Festa dell’Ascensione. Stamani, dopo che s’è alzata la nebbia ho visto che c’era la neve alla Faggeta e sopra i monti del Borgo. Martedì 25. Oggi è morto Quinto Mazzoni. Aveva 88 anni ed abitava verso la Giardinella, ma per tanti anni ha abitato a Micciano, dove era custode di quella Pieve. Era nato a Favalto, in comune di Lippiano. Venerdì 28. Oggi ho visto le rondini, forse due, che sono ritornate al loro nido sotto la gronda di casa. Sabato 29. Stamani sono andato a trovare la mia zia Nevia al Borgo che è ritornata da Montecarlo. Domenica 30. È da ieri che al campo sportivo ci sono una barca di moto da cross che mi sa fanno delle gare.

Mese di Aprile 2014 Martedì 1. Oggi è morto Stefano Rossi a soli 65 anni. Abitava ad Arezzo, ma la sua famiglia è originaria del Bagnolo di sopra, a Tavernelle. Oggi con Orlando abbiamo attaccato un pesce a Gastone e poi ce lo siamo attaccato vicendevolmente per mantenere la tradizione. Mercoledì 2. Oggi sono andato dalla Nilde a Valdegatti che m’ha offerto un buon caffè. Giovedì 3. Oggi c’erano le fiere al Borgo e naturalmente ho preso i fichi secchi. Venerdì 4. Oggi è morta Luigia Guidelli in Sciadini. Aveva 72 anni ed abitava al Campo della Fiera. Era nata ad Arezzo. Sabato 5. Oggi è morto Gino Becci di anni 83. Abitava a Bagnaia, nel podere Paradiso, dove ha vissuto per tutta la vita. Era conosciuto come Pannella per i suoi lunghi capelli bianchi. Venerdì 11. Stasera c’è stata la Processione delle Compagnie e Palmiro, quello del Molin Bianco e con l’aiuto del Fancelli, ha portato le “palme” per domenica. Martedì 15. Ho visto la Paola, quella della Croce, al Campo della Fiera. Che ci sarà andata a fare? Sulle mura invece ho visto un cavallo bianco, ma di ferro. Mercoledì 16. Ho visto che alla Faggeta e nei monti dietro la Pieve stanotte ha fatto un po’ di neve. Lunedì 21. Dopo la S. Messa, da Santo Stefano siamo andati in processione alla Maestà per le rogazioni e l’estrazione delle due vesti per le donne anghiaresi. Martedì 22. Carlo Urci m’ha detto che l’uccello che avevo visto tempo fa non era una cicogna ma un airone bianco. Giovedì 24. Mentre scendevo giù “pel” Fosso ho visto sullo sfondo del cielo un bel gruppetto di rondini. Nel primo pomeriggio con mio fratello e familiari siamo andati al Sasso Corbaio. Bellissimo posto lungo il Fosso del Raggio e bellissimo sentiero ripristinato ultimamente dalla Unione Montana dei Comuni della Valtiberina. Venerdì 25. Oggi era la festa di San Marco e del nostro parroco. Dopo la Messa alla Cappella della Misericordia sono state benedette le foglie di giglio che abbelliranno le croci dei campi. Sabato 26. Oggi sono andato al cimitero (ci vado abbastanza di rado ahimè!) e ho visto che le rondini hanno ripreso possesso dei loro nidi sotto la gronda del muro di cinta. Oggi è morto Pier Gerolamo Bartolomei. Abitava a Fontebrina, parrocchia di Micciano, ed era nato a Campalla.

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Feste di Luglio al Carmine Venerdì 11 luglio, anniversario dell’apparizione, pellegrinaggio con partenza alle ore 20.00 da Anghiari e dal Bagnolo, per partecipare alla S. Messa delle ore 21.00 al Santuario del Carmine, celebrata dall’Arcivescovo Riccardo Mercoledì 16 luglio, Madonna del Carmelo. Alle ore 21.00 S. Messa celebrata dal Vescovo S. E. Mons. Luciano Giovannetti, e processione mariana con le fiaccole attorno al Santuario.

Attività estive della Parrocchia per ragazzi e giovani Campeggi: per i ragazzi delle Medie, a Badia Prataglia (località da confermare), da domenica 29 giugno a giovedì 3 luglio per i ragazzi delle Superiori, a Madonna di Campiglio (Dolomiti), da sabato 12 a giovedì 17 luglio Il GREST si svolgerà nelle seguenti settimane: da lunedì 21 a venerdì 25 luglio; da lunedì 28 luglio a venerdì 1° agosto; da lunedì 18 a domenica 24 agosto; @ informazioni e iscrizioni per i Campeggi rivolgersi a Linda Gattari oppure direttamente a don Marco. @ per il GREST non è prevista iscrizione; nelle prossime settimane uscirà il calendario dettagliato.


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