2011-4 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI AGOSTO - SETTEMBRE 2011

N. 4

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue


Apparire

di Franca Ciucoli

l'editoriale di enzo papi

L'apparire diversi per ambizione per ricevere ammirazione spinge ogni giorno a indossare la maschera dell'illusione ma tra l'apparire e l'essere si crea un vuoto un vuoto sospeso che grida l'inutilità di questo effimero gioco.

Che cosa resta del voto

In copertina: La nostra copertina, realizzata da Monica Redenti, rappresenta un particolare scorcio di Anghiari. Molti avranno già individuato la sua localizzazione, per gli altri si conferma che è uno scorcio del Poggiolino visto da “in fondo allo Sporto”. Ci si arriva da Sant'Agostino, la Piazza Cazzoti dei tempi andati, quando i barocci la facevano da padroni. Poi ci si può arrivare da Via di Ronda, la strada riaperta sotto l'abside di Sant'Agostino, sul prolungamento di Via del Destino. Verso la metà di agosto (quest'anno dal 10 al 19) questo luogo caratteristico si anima in modo particolare per la manifestazione intitolata Tovaglia a quadri. Ecco come gli autori Andrea Merendelli e Paolo Pennacchini descrivono la manifestazione nel libro che raccoglie ben 13 di queste edizioni: [Sono] le storie di un borgo toscano, Anghiari, interpretate dai suoi abitanti sopra le tovaglie in una piazzetta del centro storico: il Poggiolino.

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nche Anghiari e Sansepolcro, dove si è votato per le amministrative, sono in Italia, e il trend è stato perfettamente rispettato. Cosa resta, allora, del voto? Un bisogno di verità! Abbiamo bisogno che ci venga detto come stanno le cose. Basta bugie o narrazioni di mondi economici, giuridici e di stili di vita che non sono mai stati e non sono i nostri. L’esperienza ci dice che tante parole d’ordine non sono vere, che nel quotidiano è tutto molto diverso da quello che viene raccontato e descritto dalla televisione. Sappiamo già quale sia la situazione: ci siamo dentro e la viviamo; desideriamo allora che questa situazione venga riconosciuta e capita da chi ha e può svolgere un ruolo di indirizzo. Solo questo basterebbe per avvertire che la politica, che dopo le elezioni diventa governo ed amministrazione, ci è vicina; perché immersa nella stessa realtà dei governati e quindi capace, anche per tentativi, rischiando pure sbagli, di una condivisione operosa dei problemi e delle strade migliori, non importa se anche difficili, per avviarli a soluzione. Fatica e durezza sono comprensibili se nascono dalla condivisione; non se vengono dalla menzogna. Abbiamo bisogno tutti di stare al reale! *** n bisogno di governo! Sì, abbiamo bisogno di scrollarci di dosso questa fastidiosa impressione di essere soli, di essere abbandonati a noi stessi. Come comunità e come nazione. Se le regole sono quelle del voto, che ogni tanto cioè la gente venga chiamata ad esprimersi su uomini ed appartenenze, fa parte delle regole il fatto che i prescelti al governo poi siano governo di tutti. Se queste sono le regole, queste regole vanno onorate: al corpo elettorale il compito di votare con una domanda di serenità, agli eletti il compito di governare per l’interesse di tutti. Non si capiscono più le strategie, sanno di finto e di falso: guidare pensando alle prossime elezioni, non è governare; e dal non governo nascono le divisioni, le risse, quella che la Bibbia chiama la torre di Babele, cioè la confusione dei linguaggi. Strategia è ideologia, fuga dalla realtà. È stando al reale, invece, che si governa; e -ciò che è più interessante- chi sta al reale non governa per una parte del corpo, ma per tutto il corpo. Questa è una regola paolina! Si può intervenire anche solo per una parte, ma per il benessere di tutto il corpo. Non per il privilegio di quella parte e basta. È lo stare al reale il discrimine che fa di una scelta una buona scelta per tutti. Concepire il governo come difesa di un interesse, peggio ancora se privato o di pochi, genera distanza dal corpo intero e solitudine delle singole membra che si armano, allora, l’una contro l’altra. Il desiderio di governo scivola nel diritto all’anarchia! *** n bisogno di sobrietà! Siamo stanchi di urla, di politici che abbaiano contro la luna, di un mondo della comunicazione che non racconta, ma difende interessi meschini, di una televisione finta e volgare. Ecco: basta volgarità! La vita non è volgare, non è soddisfazione degli istinti –anche i più bassi- ma responsabilità. Un padre che ha una famiglia da governare, nemmeno pensa di sballare il sabato sera! Figuriamoci se va a sballare! La vita non è un sogno di celluloide, ma un confronto quotidiano con i problemi, facili o difficili, di ogni giorno. È condivisione quotidiana del reale, non rifugio menzognero nel virtuale. Non ci attendono tempi facili, se stiamo alle cronache: ci vogliono uomini veri per affrontarli, non uomini virtuali. Sobrietà dei linguaggi e sobrietà dei comportamenti: di questo abbiamo bisogno. Grazie!

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno XLIV - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro. Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanistefanobigiarinimonicaredentielisadelpianta.

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Le omelie di don Marco

tenute nella chiesa di Santo Stefano ad Anghiari

I dieci lebbrosi

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a lebbra era la disgrazia più grande che poteva capitare a un uomo o a una donna. Con la lebbra non si subiva solo una malattia che imputridisce la pelle ma con la lebbra si veniva allontanati dalla società, non si potevano avere più rapporti con gli altri, ci si doveva fermare a distanza. Gli ebrei, avevano questa regola, dovevano stare almeno a dieci metri di distanza da un lebbroso. Perché la lebbra era non solo una malattia, impressionante, ma era anche la perdita di ogni rapporto, di ogni rapporto, non ci si poteva più avvicinare, si doveva stare da soli e non c’era più nessuno che si prendeva cura di loro. Provate a pensare alla lebbra, come questa malattia rovina non solo sé stessi ma anche i rapporti con gli altri. Ti rende isolato, ti rende incapace di instaurare un rapporto corretto con ciascuno. E questi dieci lebbrosi si presentano a Gesù e gli dicono: «Abbi pietà di noi, abbi pietà di noi!» si rivolgono al Signore perché siano salvati dalla loro infermità. E Gesù li manda dai sacerdoti, era la regola degli ebrei, perché chi certificava la guarigione non era il medico ma il sacerdote. E mentre stanno andando dal sacerdote al tempio vengono sanati. La loro pelle smette di essere imputridita e possono tornare alle loro case, possono tornare a essere, con una vita dignitosa. Il primo fatto che ci dice il Vangelo è che il Signore è attento alla nostra malattia, non solo alla malattia fisica, ma soprattutto a quella malattia che ci rende incapaci di vivere dei rapporti corretti, quella malattia che spesso è dentro di noi e ci deteriora come aspetto. Tanto è vero che quando si pecca si dice che ci si abbrutisce, si diventa più brutti, incapaci di vivere un rapporto vero con tutti e soprattutto con noi stessi. E Cristo risponde a questo desiderio di aiuto: «Signore abbi pietà!» È come se fra quei dieci lebbrosi ci fossimo anche noi che gli chiediamo di essere sanati, non solo dalla fisicità ma da quelle malattie che ci portiamo dentro, che non ci rendono veri e corretti con tutta la nostra vita. Ma la cosa bella è questa che ci sono due guarigioni in questo episodio. C’è la guarigione dalla lebbra che prende tutti e dieci e c’è un’altra lebbra, interna, di cui solo uno viene guarito: La lebbra dell’ingratitudine. Solo uno ritorna indietro a ringraziare, solo uno, su dieci uno ritorna indietro e da lode al Signore e ringrazia. Questa è la malattia più grave che abbiamo tutti: l’ingratitudine. Perché vedete: che ci si alzi la mattina sembra quasi un fatto dovuto; che abbiamo persone che ci vogliono bene è come se fosse un atto dovuto; che si arriva a casa e abbiamo una casa è come se tutto fosse dovuto. Siamo incapaci di rendere grazie, di dire grazie al Signore che continuamente riempie la nostra vita di doni. Perché dal mattino quando ti alzi Dio ti dona la vita. L’ingratitudine! Guardate è la lebbra peggiore! È la lebbra peggiore! Io ricordo la mia nonna che mi diceva ogni volta: «Come si dice? Come si dice?» Prendi quel pane «Come si dice? Come si dice?» E io dicevo «Grazie, grazie!» Oggi noi nella vita non sappiamo più dire grazie. Bisognerebbe che qualcuno, come la mia nonna, ci dicesse: «Come si dice? Come si dice?» Perché siamo incapaci di rendere grazie per i doni che il Signore ci fa per la nostra esistenza. Pieni di lamentele, di cose che non ci vanno bene, sempre a lamentarci e mai capaci di dire grazie per la nostra vita. Chiediamo allora che il Signore ci salvi, ma non solo per le malattie: mi fanno male le ossa, cammino male; non per queste cose qui, chiediamo al Signor che ci salvi da quella malattia che è l’ingratitudine con cui spesso noi conviviamo.

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Agosto 2011

Mese di Settembre 2011

2 agosto martedì - Perdono di Assisi. Alle ore 8 del mattino, pellegrinaggio dal Cenacolo di Montauto alla Maestà di San Francesco. Alle ore 10 circa S. Messa presso il Cenacolo. Primo martedì del mese. In Propositura, alle ore 17, “Ora di Guardia” con recita del S. Rosario. 4 agosto giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 5 agosto venerdì - Primo Venerdì del mese. Presso il Santuario del Carmine alle ore 21 S. Messa con adorazione. 7 agosto domenica - Domenica XIX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. - San Donato. Festa grande ad Arezzo per il santo patrono. 10 agosto mercoledì - San Lorenzo, diacono e martire. Lorenzo, spagnolo di nascita subì il martirio sotto Valeriano, fu disteso vivo sui carboni ardenti (graticola). Festa nella parrocchia di San Lorenzo dove alle ore 19 sarà celebrata la Messa solenne cui seguirà breve ristoro. 11 agosto giovedì - Santa Chiara di Assisi: seguì le orme di San Francesco e fondò il secondo ordine francescano detto delle Clarisse (1193-1253). 14 agosto domenica - Domenica XX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 15 agosto lunedì - Assunzione della Beata Vergine Maria. Sante Messe secondo l’orario festivo. Festa nella parrocchia di Micciano. “Oggi la Madre di Cristo è assunta in cielo: lodiamo il figlio, signore del mondo”. 21 agosto domenica - Domenica XXI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 24 agosto mercoledì - San Bartolomeo Apostolo. Bartolomeo, protettore della nostra parrocchia è nato a Cana di Galilea, fu condotto a Gesù dall’Apostolo Filippo. È tradizione che egli abbia predicato il Vangelo in India dove fu martirizzato, scorticato vivo e decapitato. Alle ore 18, in Propositura, S. Messa solenne, seguirà festa per tutti negli spazi dell’Oratorio. 27 agosto sabato - Santa Monica. Madre di Sant’Agostino per la cui conversione versò tante lacrime ed elevò tante preghiere a Dio; è esempio di Madre veramente santa. 28 agosto domenica - Domenica XXII del Tempo Ordinario. Sant’Agostino vescovo e Dottore della Chiesa (354-430). La S. Messa delle ore 18 verrà celebrata nella chiesa di Sant’Agostino. 29 agosto lunedì - Martirio di San Giovanni Battista. Ad Anghiari si festeggia il Beato Bartolomeo Magi nato nel 1460, entrato nei frati minori della Verna, fu maestro dei novizi. Morì ad Empoli, nel convento di Santa Maria a Ripa, nel 1510. La S. Messa delle ore 18 verrà celebrata nella chiesa della Croce.

1° settembre giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 2 settembre venerdì - Primo Venerdì del Mese. Nella Pieve di Micciano alle ore 20,30 S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21 S. Messa con adorazione. 4 settembre domenica - Domenica XXIII del Tempo Ordinario. Festa della Madonna a Santo Stefano. La Santa Messa delle ore 11 sarà celebrata nella chiesa di Santo Stefano. 6 settembre martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del S. Rosario. 8 settembre giovedì - Natività della Beata Vergine Maria. Festa a Pieve S. Stefano “Nasce Maria e la sua vita gloriosa illumina la Chiesa”. 11 settembre domenica - Domenica XXIV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 14 settembre mercoledì - Esaltazione della Santa Croce. “Adoriamo la tua croce Signore; acclamiamo la tua Risurrezione: da questo albero di vita, la gioia è venuta nel mondo”. La S. Messa delle ore 18 verrà celebrata nella chiesa della Croce. 18 settembre domenica - Domenica XXV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. 21 settembre mercoledì - San Matteo Apostolo Evangelista. Nato a Cafarnao, Matteo esercitava il mestiere di esattore delle imposte quando fu chiamato da Gesù. Subito Matteo (Levi) lo seguì. Scrisse un Vangelo in lingua ebraica e si dice abbia predicato in oriente dove subì il martirio. 23 settembre venerdì - San Pio da Pietrelcina. 25 settembre domenica - Domenica XXVI del Tempo Ordinario. Santi Cosma e Damiano martiri. Sante Messe secondo l’orario festivo. 29 settembre giovedì – Ss. Michele, Gabriele e Raffaele

a Santo Stefano

Festa della Madonna Domenica 4 settembre 2011 Ore 8,30 S. Messa Ore 11 S. Messa solenne

I festarini vi aspettano!

Il santino di San Lorenzo, festeggiato il 10 agosto, realizzato nel 2005.

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S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Mezzagosto a Micciano

Domenica 14 agosto: Vigilia della festa. S. Messa alla sera a cui farà seguito la processione con la fiaccolata.

Ore 8,00 Ore 8,30 Ore 9,00 Ore 9,30 Ore 10,00 “ “ Ore 11,00 “ “ “ Ore 11,30 Ore 12,00 Ore 16,00 Ore 18,00

Lunedì 15 agosto: Assunzione della Beata Vergine Maria. Festa nella parrocchia di Micciano

Domenica 28 agosto Sant’Agostino

-PIEVE DI MICCIANO -ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -CENACOLO DI MONTAUTO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -SANTUARIO DEL CARMINE -SAN LEO (sospesa per lavori) -TUBBIANO -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -PIEVE SOVARA -TAVERNELLE -VIAIO -TOPPOLE -PONTE ALLA PIERA -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

La S. Messa delle ore 18 verrà celebrata nella chiesa di Sant’Agostino.

Ore 8,45 San Michele Arc.lo a Padonchia Ore 9,30 S. Maria della Pace Le Ville Ore 10,00 CHIESA della Madonna Bella Pocaia Ore 11,15 San Simeone profeta a Monterchi Ore 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

Lunedì 29 agosto Beato Bartolomeo Magi

MESSE PREFESTIVE: Ore 16 (ore 17 estivo) Tavernelle Ore 16,00 (ore 18 estivo) Arcipretura Monterchi “ Catigliano (ogni 15 giorni) Ore 17,00 Madonna Bella a Pocaia Ore 18,00 Propositura Anghiari

Ore 18 S. Messa nella chiesa della Croce

Primo venerdì del mese al Carmine

Mercoledì 14 settembre

Esaltazione della Santa Croce

Ore 18 S. Messa nella chiesa della Croce

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21. 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Piazza Baldaccio Echi e voci del passato

Austera, bella come un’anziana signora, è piazza Baldaccio nelle prime luci dell’alba. L’indice della mano destra del generale Giuseppe Garibaldi puntato verso il nord, pare che voglia invitare il primo avventore che entra sulla piazza ad andarsene via. Scortesia? Ma che, è l’allegoria del carattere semplice e schietto, spesso ruvido della gente d’Anghiari che al primo incontro potrebbe apparire scortese. Nelle prime ore del mattino, quando la piazza è quasi deserta e priva dei fastidiosi rumori del giorno, mi vengono alla mente ricordi e visioni del tempo passato. Ogni pietra, ogni alone di luce che si riflette sulla via che scende verso la valle, parla di avvenimenti e suscita emozioni e ricordi: chissà quante volte il fiero Baldaccio l’avrà attraversata in sella al suo cavallo, bardato di tutto punto, con le redini in mano e l’occhio vigile ad ogni pur minimo sospetto; o il giovane Piero Della Francesca si sarà soffermato rivolgendo lo sguardo giù verso Sansepolcro, mentre ascoltava i consigli del maestro, Antonio d’Anghiari, il quale gl’insegnava a preparare i più abbaglianti e dorati colori per pitturare stendardi e bandiere. E come non immaginare, magari seduto là, sull’angolo del muro che s’affaccia verso la valle, l’ingegnere Girolamo Magi, assorto in profondi pensieri su progetti di macchine militari, di ville e fortezze, da sottoporre all’attenzione di Cosimo I dei Medici? O accanto al monumento all’eroe, la paurosa gabbia, dove venivano serrati e puniti ed esposti alla gogna, i poveri “cristi” che non avevano rispettato le leggi dei più prepotenti? Mi pare d’udire il lamento mortale del giovane Ghignoni che cadendo sotto il colpo d’un moschetto, pronunciava l’ultime parole “viva la Repubblica”. Nel silenzio, sento i passi e le voci di coloro che hanno vissuto nei secoli trascorsi da quando Anghiari era appena un piccolo castello, o il mormorio di preghiere di tante processioni delle varie compagnie religiose, fino al più vivo ricordo degli amici che ho conosciuto e che adesso non ci sono più, ma che ancora posso vedere i loro volti come fossero vivi e mi parlassero. L’aria, gli odori, gli stemmi scolpiti su pietra, il vento che ogni tanto fa capolino con spifferi gelidi d’inverno e ristoratori d’estate, insomma ogni cosa m’invita al ricordo e alla meditazione. Chissà quante manifestazioni d’ogni genere si sono succedute in questa piazza: gioie e dolori, feste e funerali, sussulti di pace e lamenti di guerra, hanno da sempre scandito l’andare del tempo. A poco a poco la piazza comincia ad animarsi, un via vai di persone l’attraversa in ogni direzione; qualcuno si ferma a parlare, aprono le Banche, il bar, le botteghe: la vita riprende il suo frenetico corso e le auto invadono ogni pietra. Cessa il silenzio; allora per me è impossibile pensare o ascoltare le voci del passato, così i miei pensieri, le mie visioni svaniscono come alati fantasmi alla luce del giorno. (f.t.) - 04/06/2011

Auguri ad Elena Lunedì 27 giugno presso l’Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Scienze della Formazione, Corso di laurea quadriennale in Scienze della formazione primaria, si è laureata Elena Tredici. Ha discusso una tesi dal titolo: “Insegnare e apprendere l’inglese con un racconto di Roald Dahl”; relatrice è stata la Professoressa Diana Bianchi ed ha ottenuto l’ottima votazione di 110 e lode. Elena abita al Borgo ma è anche la nipote della Gina di Terzilio e tutti i parenti le rinnovano le congratulazioni e gli auguri per un cammino di gioia e felicità. A questo augurio volentieri si unisce anche la Redazione dell’Oratorio.

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Piazzetta della Croce di Gigi Nono

Salve! Nostra piazzetta della Croce dove santo Francesco fermò il pie’. La sua memoria, l’opre e la sua voce, serba la Chiesa che lì appresso c’è. Al centro un giardino è ricavato con aiuoline e piante molto adulte, non è luogo molto decorato, non ci arriva la guardia a far le multe. Dall’ombra di quei tigli coronata, la fontanella sulla tonda vasca, dallo zampillo viene irrorata, e sullo stagno ogni goccia casca. Dall’alto tetto una colomba spicca, agile e leggera, planando il volo, sulla cuspide del sasso, stropiccia il becco, e d’acqua piglia, un sorso solo. Sette pesciolini rossi sulla vasca, con piccole virate della coda, girano intorno, guatando l’esca con tutto quel che dentro ci approda. Un bimbo dorme nella carrozzina, mentre la nonna cuce o fa la trina, parlano sotto voce le comari, dei fatti d’oggi, di moda e d’affari. La gente muove con l’aspetto scialbo, la fresca ombra, nel meriggio caldo sbircia, frettolosamente il loco, i sedili verdi per posarsi un poco. Attorno sulle vie passan veloci, mezzi di trasporto, per ogni dove, lasciando scie di fumi velenosi, alzando in aria tutto ciò che muove. In questo luogo c’è oltre la Chiesa, l’Ospitale con l’Unità Protetta, i Carabinieri nella casermetta, e Natalino per far la spesa. Lui ci accoglie con un bel sorriso, con carne, pane, vino, dolci e panna, e col carrello pieno, anche di riso, dobbiamo pur passare “dalla Giovanna”. C’è pure il mobiliere alla moda, e quel che il legno antico rintoppa, ci sono i trattori per la terra soda e un barista vi serve la sua coppa. Mentre in Pineta van gli innamorati, accosto c’è “Brunin”, che veste i neonati. Ti salutiam -Piazzetta delle spesecon la sua gente amica e pur cortese. Con questa poesia, già pubblicata nel 1991, vogliamo rendere omaggio a questa bella piazzetta e ricordare Gino Ceppodomo, studioso ed appassionato della storia di Anghiari, che l'ha scritta.


...il Palterre ovvero Ridendo castigat mores

Auguri a Ugo e Diana

Il giorno 21 maggio 1961 il novello parroco della Pieve di Sovara don Romano Manfredi, celebrò il suo primo matrimonio benedicendo le nozze di Ugo Ulivi e Diana Dini. Gli sposi e gli invitati si ritrovarono poi a Torchiale, la casa della sposa, per il pranzo di nozze. I nipoti Alberto e Benedetta fanno tanti auguri ai nonni a cui vogliono un mondo di bene e da cui hanno imparato principi di vita fondamentali per crescere sereni ed onesti. Tutta la famiglia fa ad Ugo e Diana, in occasione delle loro nozze d’oro, tanti e tanti auguri ricordando a loro che la fede in Gesù Cristo è come la luce, non ci abbandona mai.

Auguri Elisa

Maddalena

Il giorno 20 maggio 2011, presso l'Università degli Studi di Perugia, Facoltà di farmacia, Corso di Laurea Specialistica in Farmacia, si è laureata Elisa Pericchi. Ha discusso una tesi dal titolo: “Osteoporosi: Un'epidemia silenziosa. Prevenzione, diagnosi e terapia.” Relatrice è stata la professoressa Roberta Bianchi. A Elisa, che ha ottenuto la bella votazione di 110 e lode, gli auguri della famiglia, dei parenti e degli amici.

Mia cugina Caterina, appena le è arrivato l'Oratorio (il numero scorso), m'ha subito telefonato rimproverandomi che avevo messo diversi errori nel riportare la notizia della morte di sua madre. Allora, per riparare, ricordo di nuovo ai nostri lettori e agli anghiaresi che l'hanno conosciuta, che giovedì 3 marzo è morta Selvi Maddalena vedova Chialli. Aveva 72 anni ed abitava ad Arezzo, nella parrocchia di don Angelo Chiasserini, ma era originaria di San Giustino Umbro e per qualche anno ha abitato alla Bernocca e poi a Ca' de Cio. Ultimamente, e per diversi anni, ha prestato il suo servizio presso le suore Ancelle del Sacro Cuore, nella loro residenza estiva di Poti, ed ancora esse serbano un buon ricordo di lei.

Giulia si è laureata Il giorno 25 maggio presso l’Università degli Studi Roma Tre, Facoltà di Architettura, si è laureata Giulia Maranesi con una Tesi di Laurea in Fattibilità e Valutazione Economica dal titolo: “Progettazione Hotel Low Cost” ed ottenendo l’ottima votazione di 110/110. Relatore Professor Architetto Alfredo Passeri. A Giulia gli auguri dei genitori, dei fratelli e di tutti i parenti e soprattutto della nonna Paola che ci ha segnalato la felice notizia da condividere con i parenti, amici e conoscenti di Anghiari.

Festa a Santo stefano S a b a t o 3 s e t t e m b r e : To m b o l a p e r f a m i g l i e Domenica 4 settembre: Giochi nel viale e nel giardino La vignetta di Scacciapensieri:

Festa per Gioele!

Amici?!

Il giorno 22 maggio 2011, festa di S. Rita, nella chiesa della Propositura, don Marco ha battezzato Gioele Sciadini. Il babbo Kin e la mamma Sara Zanchi pieni di gioia in questa giornata importante della loro vita e per quella del loro piccolo Gioele, lo hanno festeggiato assieme a parenti ed amici intervenuti per la cerimonia.

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

La Pieve di S. Maria Assunta a Micciano d’Anghiari

Prima parte

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opo aver presentato ai lettori de “L’Oratorio” dal 2006 al 2011 una serie di articoli riguardanti tutte le chiese della Pieve di Sovara, passiamo ora a parlare di un’altra celebre Pieve esistente in comune d’Anghiari: quella di Micciano. Sia la Pieve di Sovara che questa di Micciano sono state dedicate alla Madonna: la prima sotto il titolo di “SS.ma Annunziata” e quest’ultima a “Maria Assunta in Cielo”. Entrambe testimoniano il diffuso culto mariano del nostro popolo fin dai primi secoli del cristianesimo. Si ricordi il lettore che il culto alla Vergine è garanzia di ortodossia cattolica. Questa chiesa plebana o battesimale è situata sulle basse pendici della collina che a nord di Anghiari si prolunga verso i Monti Rognosi, separando la valle del Sovara da quella del Tevere. Percorrendo la strada provinciale che dal centro storico anghiarese porta a Caprese Michelangelo, dopo circa 3 km prima di arrivare alla Motina, troviamo sulla sinistra una breve strada con l’indicazione Micciano e subito scorgiamo in posizione panoramica, all’altezza di metri 376 s.l.m. questa interessante Pieve, con l’abside orientata, con il suo campanile a torre, circondata da un parco verde caratterizzato da silenziosi cipressi. La sua origine va datata tra il V e VI secolo, nei pressi della via Ariminensis, che a sua volta si raccordava presso Anghiari e Monterchi con l’antica strada romana che da Arezzo portava a Città di Castello. Micciano non è lontano neppure dalla sponda destra del Tevere, che nei secoli passati scorreva molto più ad ovest rispetto ad oggi. Inoltre, nella vicina zona della Motina, in seguito a scavi archeologici, è venuta alla luce una necropoli romana con reperti interessanti. Anche il toponimo Micciano, che nei vari documenti del passato ha subito varie trasformazioni: Migiano, Mitiano, Misciano, Mizzano… deriverebbe dal nome prediale romano dall’antroponimo Micius o Mecius o Maesius. *** el volume “Le Antiche Pievi – Madri Vegliarde del popolo aretino” ed. Calosci Cortona 1988, l’autore don Angelo Tafi, a pagina 113 scrive a proposito: “La Pieve di Micciano è sicuramente una Chiesa battesimale paleocristiana, ma per la mancanza di scavi archeologici sotto e nei pressi …elementi probanti non ci sono”. Nel 1742 fu ritrovata a Micciano un’epigrafe probabilmente cristiana del IV-V secolo. Il Tafi afferma che quest’epigrafe “fu pubblicata dal Gori. Il Gamurrini che la ritenne cristiana anche se il testo contiene dizioni ancora pagane, l’acquistò a Firenze e la donò al Museo Archeologico di Arezzo”. “Essa dice: “D.M. Aet./Deposi/tus Ase/licus vi/xit ann. V”. “Depositus” dice il Gamurrini allude come “dormitio” alla speranza cristiana nella vita eterna. Quanto all’espressione “D.M. Aet.”, essa si appartenenza ai Longobardi di Galbino. può interpretare in due maniere: “Diis Manibus Aeternis” ed Nel 1104 il capo di questi, Bernardino Sidonia, la cedette allora sarebbe espressione pagana; o “Deo Magno Aeterno” con tutti i suoi diritti ai Camaldolesi imponendo loro, come ed allora sarebbe espressione cristiana. E sempre il Gamurrini contropartita, la costruzione di un’abbazia con adiacente dice che esiste un esempio sicuro di questo secondo senso”. chiesa dedicata all’apostolo San Bartolomeo ad Anghiari, che Certamente la prima costruzione di questa chiesa battesimale era stato fino allora un piccolo agglomerato di case con una doveva essere di piccole dimensioni, di cui alcuni resti furono chiesetta intitolata al toscano S. Giovanni I, il papa che morì ritrovati nel 1952 dal pievano don Giuliano Giglioni a circa martire nel 526 a Ravenna, nel carcere di Teodorico. Così 2 metri sotto il coro. racconta il Taglieschi. Anghiari è ricordato per la prima volta La Pieve medievale doveva essere assai bella e ricca di nel 1083, il cui nome deriverebbe dalla “dea Ancaria” ed era molti elementi scultorei, alcuni dei quali oggi conservati suffraganeo della Pieve di Micciano insieme alle seguenti in sacrestia. Era in perfetto stile romanico con 3 absidi e 3 chiese “di S. Paterniano de Viario (=Viaio), S. Martino navate e con 7 arcate per parte a tutto sesto, poggianti su di Celle o Colle (=Montedoglio), S. Donato di Tribiano pilastri di pietra. Il primo documento che la menziona risale (=Tubbiano), S. Maria di Corzano (=Corsaro), S. Leone de al 1080 (vedi Reg. Cam. I pag. 177) in cui si afferma la sua Plano Anglaris (=S. Leo), S. Pietro di Colle, S. Angelo di

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Le nostre chiese...

Montedoglio, S. Stefano de Anglari, S. Crescentino, S. Croce in Pian d’Anghiari, S. Girolamo”. I nomi di queste suddette chiese sono riportati nel Decimario aretino degli anni 1278-79. Nei secoli successivi il villaggio di Anghiari crescerà sempre di più per il numero dei suoi abitanti e delle attuali chiese del paese, costruite intorno all’abbazia camaldolese di S. Bartolomeo, fino ad eclissare la chiesa matrice di S. Maria Assunta che nel sinodo aretino dell’agosto 1935 viene elencata al secondo posto, cioè dopo la Propositura, costruita nel 1740, che è diventata la prima per importanza e prestigio nel vicariato foraneo di Anghiari. Ricordiamo ancora che la pieve di Micciano è stata sempre in Diocesi di Arezzo, ma nel Medioevo fu sotto il potere dell’importante ordine camaldolese che alla fine del XII secolo aveva istituito un gastaldo residente a Moténa (=”domus Motanae”) per vigilare sulla gestione dei loro grandi possedimenti fondiari situati in questo plebanato ed in questo territorio. Il potere sia temporale che spirituale del priore di Camaldoli in questa zona si accrebbe sempre di più, tanto che nel 1198 papa Innocenzo III gli concesse anche la facoltà di fare la visita pastorale, inasprendo così i conflitti di giurisdizione con i vescovi aretini. È clamorosa e sotto certi aspetti comprensibile la reazione del Vescovo Guglielmino degli Ubertini che comandò “ai suoi armati di assaltare l’eremo e bastonare i monaci”. Non possiamo trascurare ciò che il Repetti scrive nel vol. III nel suo Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana a pag. 206: “Nel 1261 il Pontefice Alessandro IV decretò la riedificazione a spese del comune di Arezzo essendo stata questa pieve messa a “fiamma e fuoco” da gente di parte ghibellina in odio contro il guelfo pievano dopo la battaglia senese di Montaperti”.

Ricordiamo che fino al 1442 il Fonte Battesimale si trovava solo in questa Pieve di Micciano, ma in tale data venne concesso per comodità anche alla chiesa di S. Maria del Fosso di Anghiari. Nel Cinquecento, Seicento e Settecento questa Pieve è stata oggetto di ristrutturazioni, restauri, subendo modifiche e trasformazioni tardo rinascimentali e poi barocche, specie nell’interno. Il Repetti ci dice che essa nella prima metà dell’Ottocento era in condizioni decenti senza particolari ornamenti e conservava ancora le tre navate con sette arcate. Il vero errore lo si compì nel 1880, quando fu deciso di ridurla ad un’unica ampia navata, abbattendo quelle laterali e i pilastri in pietra. Le due altre absidi minori pare che fossero già andate perdute in precedenza. Così la nostra Pieve venne a perdere la sua originaria forma e sulla facciata, cosa più unica che rara, fu eliminata anche la finestra o rosone. All’esterno la parte più interessante rimane l’abside centrale o maggiore, caratterizzato da una finestra monofora che dovrebbe essere quella risalente al periodo altomedievale o romanico. Accanto alla chiesa ammiriamo un caratteristico complesso che potremo definire monumentale, consistente in edifici di varie epoche tra cui si distingue la bella ed ampia casa canonica, che ricorda l’importanza e il prestigio delle antiche nostre pievi. Nelle prossime puntate parleremo più dettagliatamente delle sue principali strutture interne, dei suoi altari, delle opere di arte e di fede qui conservate, delle visite pastorali e del lungo elenco dei suoi illustri pievani. Nell’altra pagina una veduta della Pieve di Micciano dal lato dell’abside, è la veduta che noi di Anghiari vediamo recandoci in quella località. Qui sotto la statua di Sant’Antimo che don Quinto Giorgini illustra dal punto di vista storico nell’articolo a lato.

La statua di S. Antimo di don Quinto Giorgini

L’antica statua quattrocentesca di S. Antimo venerata da secoli nella sua omonima Pieve soprattutto l’11 maggio di ogni anno dalle popolazioni di Monterchi, Citerna, Celle e Lippiano è stata donata alla Pieve Arcipretura di S. Simeone in Monterchi dal defunto proprietario sig. Benedetto Alberto di Le Ville, alcuni giorni prima della sua morte. La Soprintendenza delle Belle Arti di Arezzo, attraverso la dott.ssa Refice, ha provveduto al suo restauro. La statua è stata posta dietro all’altar maggiore sotto la grande tela di Durante Alberti raffigurante la presentazione di Gesù Bambino al Tempio, accolto da S. Simeone Profeta, Patrono di Monterchi insieme a S. Antimo. Chi fu S. Antimo? Secondo lo storico don Angelo Tafi fu diacono di S. Donato, morto martire nel 352. Vicino ad Arezzo, infatti, nei pressi della Chiassa, si trova un’antichissima chiesetta a lui dedicata, probabile memoria martiriale eretta nel IV secolo sulla tomba del santo, nei pressi di una via romana. Che il S. Antimo aretino fosse diacono lo deduciamo dal fatto che la sua statua è rivestita di una dalmatica e non di una pianeta. Ha le braccia allargate e sulla sinistra innalzava la palma del martirio. Secondo altre fonti potrebbe essere il sacerdote proveniente dall’Asia e martirizzato a Roma nel 303, venerato in molti luoghi, tra cui l’Abbazia di S. Antimo presso Siena, l’11 maggio.

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Anghiari: piccole storie

Lontani ricordi

Scritte a quattro mani da Cesare e Ivano con i disegni di Monica Redenti

di Maria Senesi

Nonno Riccardo

Sono stata a una gita ed ò ritrovato persone che non vedevo da anni. Andando via dalla campagna abbiamo preso strade diverse. Parlando abbiamo ricordato un po' del nostro passato: l'amicizia, l'allegria, le persone a noi care. Fra le tante c'era un prete a Badia San Veriano. Benvoluto da tutti i suoi parrocchiani, girava nelle case di montagna con il suo somarello. Portava parole di conforto dove c'era un malato o dei vecchietti bisognosi, li sgridava con forza se li sentiva imprecare, ma l'ascoltava e li aiutava a risolvere i loro problemi. Era buon consigliere e tutti gli volevano bene. Lo chiamavano Don Girella, come ripeto era sempre in giro ad aiutare gli altri. Era anche scherzoso, allegro e giocherellone. Ogni tanto veniva ad Anghiari, diceva a prendere ordini. Inforcava la bici a Toppole cantando: “Era lungo così, era grasso così, lo chiamavan bombolo, cominciò a traballar, fece un capitombolo...” Gli svolazzicava la tonava, sembrava Don Camillo. Lasciava la bici alla Fossa dove c'era la bottega della Beppa e il mulino dei fratelli Martini. Faceva con loro quattro chiacchiere e diceva vado a trovare Fradamaso. Abitava in via Matteotti, dove ora c'è la Misericordia. All'epoca c'era la miseria. Però le stalle dei contadini erano piene di animali da mangiare e chi non aveva niente, quando “c'era le feste”, di notte si arrangiavano procurandosi un po' di carne. Non era rubare, era tanto bisogno. Il prete aveva un garzone che lo aiutava nella parrocchia facendo anche il sacrestano anche lui qualche volta approfittava. Ad una festa, dopo un buon pranzo, il nostro parroco assieme ai festarini volle fare i complimenti alla cuoca, dicendo: «Facciamo una bella vivata a questa signora che è stata molto brava nella sua arte culinaria.» Lei essendo una donna imponente, alta e grassoccia, si offese e scontrosa gli rispose così: «O culo in aria, o culo in terra io le confidenze con lei non ci l'ho prese e neanche le voglio.» Ci fu un po' di silenzio, naturalmente si scusò, poi tutto finì in una risata. Non aveva capito il significato della parola e tutti dissero: «Per noi è un prete speciale!»

La mia ginnastica attuale di Maria Pia Fabiani

Mio figlio, ch’è un atleta quarantenne, s’interessa di me che n’ho novanta: vuol che faccia ginnastica, il tapino! Gli ho detto: “Sì.” (Tanto non sta vicino!) E lui, del “risultato” se ne vanta! Meno male che non mi chiede il tempo che serbo a questo sport fisico e muto, perché, sono sicura, non gli garba che il tempo dedicato a questa barba sia sempre e solamente di un minuto! 9.8.07. (sempre calando!!)

Il nonno Riccardo Menatti era detto Rino e faceva il veterinario. Andava da contadini in campagna sempre con la moto. Dovendo già curare la pulizia della propria persona, la moto veniva sempre per ultima ed era sempre infangata. Aveva avuto sempre moto GUZZI e moto NORTHON che non gli avevano dato mai alcun problema. A quei pochi che, non conoscendolo, si offrivano per lavare la moto, invariabilmente rispondeva: «No... no! Grazie... sennò come fa il grano a crescere??»

Carretto operoso di Mario del Pia

C o m e ormai sanno anche i sassi, la Scampanata, fra un’edizione e l’altra, dorme il sonno del giusto. Ogni cinque anni, almeno fino ad ora, si risveglia e anima per un mese abbondante Anghiari e le sue strade. Per il carretto è diverso. Non mancano infatti le occasioni in cui è richiesto il suo intervento. Questa volta vogliamo ricordare che il 4 luglio del 2009, fra la scampanata del 2005 e quella del 2010, fu richiamato in servizio al Carmine dove si celebrava il matrimonio tra Francesco Guadagni e Manuela Madiai che sono convolati a giuste nozze. Nella foto li vediamo felici, e già marito e moglie, mentre fanno un giro nel piazzale antistante il Santuario sul carretto debitamente addobbato, e con tanto di accompagnamento di tromba egregiamente suonata dal Gegio. Auguri di nuovo!

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Medie al campeggio Abbiamo chiesto e due nostre amiche, al termine dell’esperienza del campo estivo per le medie ad Arcidosso, nel Monte Amiata, di raccontaci come è andata, ma soprattutto di poterci testimoniare che cosa è accaduto a loro di bello in quei giorni.

Al campeggio ho capito che… Ciao, mi chiamo Gloria e faccio la I° media. Quest’anno come tutti gli altri anni c’è stato il campeggio delle Medie, questa volta però ci siamo spostati di località: “Monte Amiata” (Arcidosso). Per me dovrebbe essere il primo anno di questa esperienza, ma in realtà è già il 5° anno, perché io e mia mamma abbiamo sempre accompagnato mia sorella dalla 5a elementare fino alla 3a media. Per me era come se fosse “scontato” andare al campeggio. Io già sapevo più o meno le cose che succedevano: tornei sportivi, preghiere, momenti di riflessione, camminate, escursioni, ecc… Una cosa bella che ho provato è che quest’anno pensavo che per me sarebbe stato noiosissimo, ma in realtà mi sono divertita veramente TANTO. Ho avuto l’esperienza di approfondire l’amicizia con le mie amiche e addirittura di farmene altre! Ho scoperto il vero carattere di alcune persone che fino al 26 non le conoscevo abbastanza. Ho scoperto che nella vita niente mi deve bastare e che l’accaduto di un imprevisto dobbiamo accoglierlo con positività, che Dio ci ha donato l’intelligenza e tocca a noi sfruttarla al meglio e infine che se la vita non avesse delle soddisfazioni noi non saremo mai felici di noi stessi. Ho riflettuto molto anche sugli amici e ho capito che: “Per me la vita senza amici non ha senso, sono loro che ti aiutano a capire veramente chi sei”.

Con gli amici puoi fare tutto! Anche quest’anno, dal 26 Maggio al 30 Maggio, si è svolto ad Arcidosso il campeggio delle medie. Come al solito abbiamo svolto moltissime attività interessanti come la scalata al monte Labro, la salita in seggiovia all’Amiata e la fantastica giornata sportiva!!!! Un giorno intero, poi, siamo andati tutti insieme al mare: che giornata! Il momento più bello è stato quando insieme ai sacerdoti e ad Ale abbiamo fatto il bagno e ci siamo divertiti ad “ affogarci” a vicenda. Noi li abbiamo sconfitti ma anche loro ci hanno fatto bere tanta acqua!! L’esperienza di quest’anno mi è piaciuta perché gli argomenti su cui abbiamo lavorato insieme sono stati belli ed interessanti e anche perché avevo con me delle amiche che l’anno scorso non erano venute (quindi credo che la mia pubblicità al campeggio le ha convinte!!). Anche quest’anno il campeggio mi ha fatto capire che quando sei con gli amici ce la puoi fare a fare tutto! Lucia

Nella foto in alto a sinistra il Gruppo dei ragazzi di Anghiari al Campeggio delle medie ad Arcidosso, Monte Amiata, con don Severino, don Marco, Alessandro e la Carla.

L’angolo sprizzacervelli

2°quesito

Le pillole

di Ravella Merinista

La badante Valentina si è trovata l’altra sera in una situazione difficile ma, scaltra com’è, se l’è cavata benissimo, ora vi racconto: La sua vecchietta sta seguendo una cura delicatissima per una malattia molto rara. Per curarsi deve prendere tre volte al giorno, alle stesse precise ore, due pillole, una dal flacone A ed una dal flacone B. L’importante è che queste pillole vengano inghiottite insieme, altrimenti se venisse presa una sola di esse, gli effetti collaterali sarebbero letali. Ed inoltre se si inghiottissero due pillole dal flacone A o due pillole dal flacone B (invece che una ed una), gli effetti sarebbero ugualmente mortali. Per guarire dalla malattia l’unico metodo è seguire SCRUPOLOSAMENTE la cura che consiste nel finire tutti e due i flaconi, non una pillola di meno, altrimenti non ha effetto la cura.Alla farmacia dell’Ortalli ed anche nelle altre vicine non esistono altri flaconi (la malattia è rarissima). L’altra sera, come al solito, versa sulla mano una pillola dal

flacone A, e poi fa per versarne una dal flacone B, ma per sbaglio ve ne cadono due. Così adesso si trova sulla mano tre pillole. Il guaio è che le pillole A e B sono assolutamente indistinguibili per forma, colore, peso, odore, etc etc. Non può gettare via le pillole, perché le pillole sono contate e servono tutte. Non può somministrarle tutte e tre, pena gravissimi problemi, e non può chiedere aiuto a nessuno. Ma ce la fa ugualmente. Come ha fatto? Pensateci! Ed ora… la soluzione del quesito del numero scorso. I due treni hanno la stessa frequenza di dieci minuti ma uno passa solo un minuto prima dell’altro, quindi tra il secondo e il primo ci sono nove minuti di intervallo e quindi è 9 volte più probabile che Cecco arrivi alla stazione di Selci Lama in questo frattempo.

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Presente anche una discreta rappresentanza di Anghiari

Macerata-Loreto

CAMMINIAMO INSIEME

La nostra meta “Il vero protagonista della storia è il mendicante”. Questa la frase del grande striscione allo stadio di Macerata, che anche quest’anno ci ha accolto con i 20.000 partecipanti al pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto. Ed è veramente con questo spirito che ci siamo mossi da Anghiari e dalle parrocchie limitrofe per implorare da Maria sostegno e conforto nel cammino della nostra vita. Ho sperimentato anche stavolta, sebbene gli anni passino e le prove aumentino, che il cammino è sempre più agevole e in maniera stupefacente mi sento sempre più accompagnata e sostenuta. Ed è come quando si cammina in montagna, la fatica non si sente perché già si pregusta la bellezza della meta. “È tanto il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto”, diceva S. Francesco a proposito del pellegrinaggio della vita terrena. La nostra meta, Loreto, ha un carisma particolare, come ha ben sottolineato il cardinale nella omelia della messa del sabato sera prima della partenza, in uno stadio gremito e festoso e straordinariamente assorto in preghiera. La santa casa di Loreto è stata la meta anche delle due straordinarie figure di santi, diametralmente opposte nella loro modalità di espressione della santità, ma uniti dal medesimo desiderio di Dio: Cartesio, il santo filosofo e Fabre, il santo mendicante. La scienza e la ragione, e dall’altro lato l’estrema povertà e semplicità hanno trovato a Loreto la risposta alla loro domanda di significato. Loreto, che racchiude nella santa casa il mistero dell’Incarnazione di Dio, è l’emblema, ha detto il cardinale della “Casa” per eccellenza di ogni cristiano:la Chiesa. Qui veramente sono a “casa mia”, è quello che questo popolo multiforme, con domande e necessità diverse, ma unito nel desiderio di mettersi sotto lo sguardo materno di Maria, può finalmente dire all’ingresso del Santuario, ma anche tutti noi ogni volta che facciamo una bella esperienza di “chiesa” e di comunità. Laura Taddei La foto della Cristina illustra molto bene il vivace gruppo di Anghiari al momento della partenza (meno male perché al ritorno...) che ha partecipato al pellegrinaggio Macerata-Loreto. Dovete poi considerare che a questi validi elementi ne vanno aggiunti altri otto, residenti ad Arezzo, a Ca’ de Cio e dintorni, ma originari e a tutti gli effetti di Anghiari.

“Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio” (Salmo 84, 3). Camminare è sempre stata la mia passione. La metafora del cammino applicata alla vita umana e alla vita di fede, mi ha sempre affascinata. Da qualche anno, a fine estate, dopo il lavoro intenso degli Esercizi Spirituali a Montauto che mi vede impegnata come guida, mi metto in cammino e vado pellegrina al Santuario della Madonna del Carmine per affidare a Maria il mio ringraziamento al Signore per l’opera compiuta nelle persone durante l’esperienza degli Esercizi. Venuta a conoscenza, per caso, del 33° pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto, promosso e organizzato dal Movimento di Comunione e Liberazione, decido di parteciparvi. Aggiungo alle intenzioni universali degli organizzatori le mie intenzioni personali: dire ‘Grazie’ al Signore per il passato e per le persone che mi ha fatto incontrare e dire ‘Sì’ al futuro che il Signore mi mostrerà. Qualche preparativo di ciò che è essenziale ha già il sapore del viaggio, ma lo spirito vero deve essere quello della mendicanza e dell’itineranza. Nel grande stadio Helvia Recita di Macerata trovo scritto a caratteri cubitali “Il vero protagonista della storia è il mendicante”. Mendicanti di Cristo, del senso vero della vita, di un’appartenenza… Mendicanti di amore, di pace, di felicità… Passo dopo passo, ti rendi conto di mendicare anche uno spazio dove porre i piedi, di mendicare un sorriso, un gesto di gentilezza, un sorso d’acqua, lo sguardo della persona amica che ogni tanto si assicura nel buio della notte se ci sei. Mentre il cammino procede senti la Sua Presenza. Lui cammina con noi, come sulla strada di Emmaus. E’ presente nell’altro, nei numerosissimi altri che avanzano con te. E ti senti ‘uno’ con tutti. ‘Uno’ nel tendere alla meta; ‘uno’ nella preghiera incessante, sentita, espressa a voce alta senza pudore, lungo tutto il percorso; ‘uno’ nel coraggio di portare una fatica che è parte integrante del cammino; ‘uno’ nel senso di responsabilità di arrivare fino in fondo. Camminiamo insieme. Insieme, come pellegrini e scopriamo che la strada è uno spazio che ci fa incontrare. Camminiamo insieme nel buio che ci avvolge, ma con una Luce dentro che ci orienta. Camminiamo insieme e sperimentiamo che possiamo mettere i nostri passi sui passi di Gesù, il nostro grande Amico, che ci affascina e – come S. Paolo- cerchiamo di raggiungere “per conoscerlo ed essere trovati in Lui” (cf. Fil. 3). Camminiamo insieme con lo stile del pellegrino che è quello dell’essenzialità, della compagnia con una meta da raggiungere. Le ore scorrono veloci, i chilometri si accumulano, l’aurora comincia a spuntare, la meta è vicina. Ora siamo lì nella casa della Madre. È l’incontro. È l’abbraccio. La nostra ricerca di un ‘Oltre’ voluto e desiderato è, in questo momento, pienamente appagato. Tra il camminare e la meta abbiamo sperimentato tutta la distanza che c’è tra il desiderio e la sua realizzazione, tra ciò che è provvisorio e ci mette in movimento, e ciò che è definitivo e ci attende. È una tensione che può essere abitata e sostenuta solo insieme a dei fratelli: nel pellegrinaggio dell’esistenza nessuno di noi può bastare a se stesso. Coraggio allora, camminiamo insieme per unirci a coloro che lavorano affinché il mondo diventi una casa per tutti, diventi il Regno di Dio.

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Sr. Germana r.c.


I tanti servizi della Confraternita

Spigolature e aggiornamenti I nuovi iscritti fino a giugno Berlicchi Burzi Calchetti Canestrell i Dini Dini Guerri Merendelli Nicchi Polendoni Scartoni Spigoli Tramontani

* Nuovi volontari

Antonio Enrico Littorio Marisa Adriana Michele Piero Eugenio Leonardo Secondo Silvia Carlo Serena

A tutti loro il nostro più fraterno ringraziamento

Le offerte per la Misericordia Balsimelli Ada - i familiari alla memoria 100 Bartolomei Corsi Pietro in memoria dei genitori 100 Bernardini Daniela in memoria di Zafferani Lidia 30 Bonarini Francesco - gli amici del Lago alla memoria 160 Bonarini Francesco - i familiari alla memoria 260 Burzi Enrico 10 Cambi Ruggero 20 Comanducci Benedetto - i familiari alla memoria 280 Comparini Marisa - i familiari alla memoria 273 Fastacchini Vally 50 Gambato Iris 10 Gattaponi Mario 50 Giorgeschi Cesarina - i familiari alla memoria 535 Giovagnini Pierluigi in memoria di Giovagnini F. e Roccolano S. 1.000 Leo Giovanna 80 Leonardi Italiano 10 Maffucci Derga 10 Masetti Gennaioli Carla in memoria di Bonarini Francesco 100 Meozzi Buccarelli Spinetta in memoria dei cari defunti 30 Moscetti Panichi Rosella 200 Paci Manlio in memoria di Ricceri Olanda 165 Paletti Pietro - i familiari alla memoria 170 Radziwonik Roberta in memoria della maestra Marisa Comparini 10 Radziwonik Roberta in memoria di Don Giovanni De Robertis 10 Raffaelli Benito 5 Romiti Elisa - i familiari alla memoria 251 Rossi Silvano 20 Scartoni Rossana in memoria di Romani Romana 50 Zafferani Lidia - il fratello e la sorella alla memoria 50 Che Dio ve ne renda merito

Nel mese di maggio quattro nuovi volontari hanno conseguito il brevetto di “soccorritori di livello avanzato”; hanno prima preso parte alle varie lezioni di teoria, pratica e tirocinio, presso la sede ospedaliera di Sansepolcro, con l’assistenza di medici ed infermieri Asl e formatori della Misericordia. Successivamente hanno sostenuto l’esame finale sotto l’attento controllo del responsabile medico della sala operativa del 118 della sede Asl 8 di Arezzo. Con queste note vogliamo ringraziare tutto il personale medico ed infermieristico che ha partecipato alla formazione; in modo particolare, vogliamo ringraziare i nostri formatori volontari, Irene Cangi e Michele Ricci, i quali, coadiuvati da Laura Giuliattini e Alessandro Casacci, hanno fatto un egregio e qualificato lavoro di insegnamento ed assistenza ai nostri nuovi giovani soccorritori di livello avanzato. I nuovi volontari, che hanno già iniziato (tre su quattro) a fare servizio di assistenza e collaborazione all’interno della nostra Confraternita, sono: Leonardo Nicchi, Chiara Pompeo, Silvia Scartoni e Serena Tramontani. A Voi “nuovi soccorritori” giungano i nostri più sinceri complimenti e l’augurio che sappiate integrarVi al meglio all’interno della nostra Confraternita per il bene di tutta la comunità anghiarese. Ricordatevi anche che la “gente vi guarda” e vede in voi una luce di speranza in un momento che tende ad enfatizzare ogni azione negativa mentre sempre meno si parla delle tante cose buone che accadono nel mondo e delle quale i Confratelli della Misericordia sono artefici quotidiani con opere concrete a favore dei più bisognosi e dei più poveri, e tutto senza nulla chiedere in cambio. Ricordatevi (ricordiamoci) infine che la scelta di servire la Misericordia pone come elemento primario quello di essere strumenti di Cristo vedendo ogni volta in lui quel Fratello sofferente che soccorriamo.

* I dati del 1° trimestre 2011 Servizi effettuati - n. 815 Chilometri percorsi - 33.739 Uso degli automezzi Con ambulanza - n. 165 Con mezzi attrezzati - n. 306 Con autovettura - n. 344 Tipologia dei servizi Servizi su richiesta privata e manifestazioni sportive - n. 238 Trasporto degenti fra strutture pubbliche o private “ 4 Servizi di emergenza-urgenza (118 e B.L.S.D) “ 62 Dimissioni da ospedale a domicilio paziente “ 27 Trasporti per emodialisi “ 212 Trasporto materiale sanitario (prove crociate) “ 5 Trasporti per chemio o radioterapie “ 7 Ricoveri in strutture pubbliche o private “ 23 Dimissioni da ospedale di comunità “ 3 Trasporti da domicilio a strutture pubbliche o private convenzionate, per visite specialistiche “ 88 Trasporti per ciclo di fisioterapie “ 31 Trasporto materiale sanitario (giro dei distretti) “ 23 Trasporti per servizi propriamente sociali “ 92

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

e.mail: info@fratresanghiari.it

FESTEGGIATI AL CARMINE I 35 ANNI DEL GRUPPO La fotocronaca dal Santuario Mariano

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icuramente positivo il bilancio consuntivo del primo fine settimana di luglio, interamente dedicato ai festeggiamenti per il 35° di fondazione e pienamente soddisfatte le aspettative degli organizzatori. Sono stati due giorni di festa per tutto il paese che si è stretto attorno ai suoi donatori di sangue, partecipando numeroso alle tante iniziative. Particolarmente significative e condivise le manifestazioni del sabato sera al Santuario del Carmine ad iniziare dalla solenne Celebrazione Eucaristica che, presieduta da Mons. Luciano Giovannetti, ha visto la presenza del dott. Enrico Desideri, direttore generale dell’ASL 8 di Arezzo e del presidente nazionale della Consociazione Nazionale dei Gruppi Fratres Luigi Cardini, per proseguire con la premiazione dei donatori particolarmente meritori e terminare con la cena buffet nel chiostro del santuario. Ecco alcune immagini dell’amico Roberto Stowasser che, meglio di qualsiasi parola, testimoniano tutto ciò, consegnando alla storia avvenimenti che rimarranno per lungo tempo nella memoria di tutti noi.

N.B.: L’intero servizio fotografico dell’amico Stowasser lo potrete ammirare nel nostro sito www.fratresanghiari.it , alla sezione galleria fotografica. Didascalie. Qui sopra a sinistra e poi in senso orario: I tanti fedeli presenti alla S. Messa, durante l’omelia del vescovo Giovannetti, interamente dedicata alla donazione del sangue. * La dottoressa Vannini, responsabile del centro trasfusionale di zona, premia la donatrice Pernici Elena. * La mega torta del 35° con i presidenti di ieri e di oggi. * Le volontarie che hanno preparato l’ottima Cena Buffet. * Autorità presenti alla S. Messa, insieme all’Assessore Comunale Scartoni. * Il presidente nazionale Cardini, il direttore della ASL 8 Desideri, la dott.ssa Guadagni, il consigliere regionale Talli e l’attuale presidente del Gruppo.

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...dal Gruppo Fratres

ALCUNE RIFLESSIONI SULLA DONAZIONE DEL PLASMA L’invito del capogruppo Fabiano

Avrei voluto fare una breve riflessione subito dopo la mia recente premiazione con medaglia d’oro, per aver raggiunto la ragguardevole cifra delle settantatré donazioni, ma preso da tanta commozione per le parole con cui il presidente ha annunciato il riconoscimento e per il forte applauso delle tante persone presenti nel Santuario della Madonna del Carmine, ho dovuto rinunciare in quell’occasione a queste mie intenzioni. Siccome, poi, all’indomani della festa molte persone continuavano a congratularsi con me chiedendomi, in particolare, come avessi fatto a raggiungere un tale traguardo vista la mia età ancora abbastanza giovane, ho pensato di affidare alle pagine del giornalino parrocchiale le seguenti considerazioni, con il preciso scopo di condividere con tutti la mia esperienza di donatore di sangue del Gruppo Fratres di Anghiari ed invogliare quanti ancora non lo fossero a seguire il mio esempio. Oltre che donare il sangue intero ogni quattrosei mesi, è oggi possibile donare anche il plasma, cioè la parte liquida di esso, con cadenza mensile. Esso è indispensabile in tante situazioni di emergenza e viene richiesto per curare particolari malattie. Con il plasma, poi, vengono prodotti svariati farmaci salvavita. Frequentando

spesso il centro trasfusionale di zona per coordinare, quale capogruppo, con i responsabili di esso l’afflusso dei nostri donatori, mi fu un giorno chiesta la disponibilità ad essere selezionato, assieme ad altre tre persone, per effettuare mensilmente una donazioni di plasma a favore di un bambino di appena otto anni che aveva bisogno di frequenti trasfusioni a causa di un brutta malattia legata alla coagulazione del sangue. Senza pensarci un istante, acconsentii all’invito dando immediatamente la mia disponibilità a sottopormi mensilmente ad un prelievo di plasma, per contribuire così a che questo bimbo riacquistasse la salute. Dopo qualche tempo, ecco arrivare la tragedia dello scoppio di un vagone cisterna di un treno alla stazione di Viareggio. Tanti furono i morti ma altrettanto i superstiti che a causa delle profonde e vaste ustioni venivano trattati con così ingenti quantità di plasma al punto da mettere in difficoltà tutto il sistema trasfusionale regionale. Questo tragico evento contribuì a rafforzare in me la convinzione di dover continuare a donare quanto più plasma potevo. È stato così che dopo qualche anno sono arrivato all’impensabile cifra delle settantatré donazioni. Voglio terminare queste mie considerazioni, invitando tutti gli iscritti del gruppo a seguire il mio esempio, inserendo tra le donazioni di sangue intero anche quelle mensili di plasma, di cui il sistema trasfusionale regionale ha sempre più bisogno. Un sincero ringraziamento, infine, al personale medico e paramedico del Centro Trasfusionale di Sansepolcro per avermi fatto capire l’importanza di questo tipo di donazione. Fabiano Vellati

35° di FONDAZIONE: TANTI I DONATORI PREMIATI Ecco i nomi dei nostri cinquantotto volontari del sangue Fratres che sono stati premiati con diploma e medaglia in occasione del 35° compleanno del Gruppo, presso il Santuario del Carmine. Tra parentesi è riportato il numero delle donazioni effettuate. Medaglia d’oro: BALDI MARINA (50), BORIOSI MASSIMO(49), DALLA RAGIONE MARCO (49), MEMONTI ALBERTO (49), MONTINI ENRICO (50), PERNICI ERMINDO (48), PODERINI ROBERTO (50), RUBINI ADELMO (53), SENESI MAURIZIO (52), VELLATI FABIANO (73). Medaglia d’argento: ACQUISTI ALESSIO (29), BANELLI MAURIZIO (29), BONCOMPAGNI FRANCESCO (29), BONCOMPAGNI LUIGI (29), CIABATTI GIUSEPPINA (30), INNOCENTINI GRAZIA (29), LOCCI DANILO (29), LODOVICI MANOLA (29), MADIAI FRANCESCA (33), MAGGIONI MARCO (30), MANFRONI COSETTA (32), MEOZZI MIRCO (30), MERCATI LUISA (29), PANICHI

ANNA MARIA (29), PERNICI ELENA LORENZA MARIA (33), REDENTI MASSIMO (29), SBRAGI ANDREA (30), VERI FRANCA (30). Medaglia di bronzo: ACQUISTI MAURIZIO (20), BALDELLI LORENZO (19), BERGAMASCHI LUCA (24), BUZZICHINI CATIA (19), CACI GIANFRANCO (23), CASACCI MORENO (19), CESARI VALENTINA (19), CESTELLI STEFANO (19), CROCI MAURO (19), DEL PIA RITA (24), DRESSLER SILVIA (20), FORNACINI SARA (19), GANOVELLI GISMONDO (19), GIORNI ROBERTO (19), GORI ANNA (19), GUADAGNI SILVIO (20), GUELFI MAURIZIO (20), LOMBARDI OFELIA (19), MEAZZINI VANNA (19), MERCATI MARUSKA (19), NICCHI GIORGIO (21), PERNICI ELENA LORENZA MARIA (33), PETRONI SILVIA (19), PIERINI MASSIMO (19), PUCCI LUCA (20), REDENTI SARA (19), SCIMIA MIRELLA (19), SCOLÀ EURO (19), VICHI LUCA (19), VICHI VILMA (19).

LA DONAZIONE DEL SANGUE NON DEVE ANDARE… IN FERIE!!! Per scongiurare una qualsiasi emergenza estiva nei nostri ospedali, è importante che la donazione del sangue non vada in ferie!!! È necessario che i nostri volontari rispondano prontamente, anche in questi mesi, alla chiamata del Gruppo. Prima di andare in ferie, quindi, conferma questo impegno di solidarietà umana e cristiana, recandoti con sollecitudine al centro trasfusionale! RINGRAZIAMENTI: Un doveroso ringraziamento a Daniele Sonnini ed a Rina Bartolommei per averci fatto pervenire al Gruppo Fratres un’offerta in memoria dei rispettivi familiari defunti. Foto in alto - Santuario del Carmine: Fabiano Vellati riceve il premio dal Presidente Nazionale Cardini.

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Giostra

Bravo Michele

In attesa della Tombola ad Anghiari per il tre di maggio la piazza mormora e chiacchiera. Discute anche, e ricorda gli anni passati, sempre più belli di quelli di oggi, e, fra le tante amenitudini, ricorda volentieri la giostra coi cavalli che, immancabilmente, era presente in occasione delle feste di maggio. Era collocata in piazza del teatro e salirci sopra era un'avventura entusiasmante per piccolissimi ma anche per i più grandicelli. La giostra, pochi giorni dopo il 3 maggio, è tornata, in piazza Baldaccio questa volta, ma non c'era folla ad aspettarla anzi era snobbata e sacrificata sopra il Palterre da macchine invadenti.

Michele Rossi, meglio noto come Micheloga, è stato promosso in LEGA2, secondo campionato professionistico di pallacanestro. Dallo scorso mese di giugno infatti Michele è inserito nella lista degli arbitri di LEGADUE, essendosi qualificato al primo posto tra gli arbitri di “A-Dilettanti”, dopo appena due anni di permanenza in questa categoria. Nell’intera provincia di Arezzo mai nessun arbitro di basket aveva raggiunto tale ambito traguardo. All’orgoglio della famiglia si unisce quello dell’intera comunità di Anghiari e la Redazione molto volentieri si unisce a loro per questa lieta notizia.

Auguri Andrea Il 14 aprile, presso l'Università degli Studi di Firenze, Andrea Panichi ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza discutendo la tesi: “Libertà di insegnamento nelle scuole ideologicamente orientate.” Relatori sono stati il professor Fiorita e il professor Zannotti, Correlatore il professor Rosselli. Ad Andrea, che ha ottenuto la bella votazione di 110/110, le congratulazioni dei genitori Franco e Carla, della sorella Chiara, delle nonne e di tutti gli amici. Ad Andrea, che abita nella zona delle Bertine di San Leo, arriveranno anche gli auguri della Redazione.

Il Giornalino

Volentieri segnaliamo la pubblicazione del periodico delle Comunità parrocchiali di Tregozzano, Puglia, Ca’ de Cio, Campriano e Libbia e vi proponiamo la testata del giornale stesso diretto da Bruno Bichi. I lettori trovano molte notizie della zona e un insertoapprofondimento a cura di don Barnaba Ikana e dei suoi collaboratori intitolato “L’Ascolto”. Buon lavoro e auguri da parte nostra!

Murillin delle legne di Emmedipì

Alla fine il murillin delle legne, che circonda la omonima piazzetta, è stato ricostruito e sistemato. Ora questo muro speriamo che rimanga integro a ricordo di quando, dalle montagne di Upacchi, Verazzano, Montemercole e gli altri luoghi, intrepidi montanari portavano le loro fascine o il carbone. Partivano al mattino a piedi, se andava bene col mulo o una miccina, e portavano sulle spalle un grande fascio, legato con un cappio e dotato di due “piozzi” che si appoggiavano sulle spalle, che conteneva delle piccole fascine da vendere a quelli di “città”, e le appoggiavano proprio vicino a questo nostro muro! E tutti i giorni invernali facevano questo itinerario per recuperare qualche spicciolo per comprare il sale e il petrolio per fare lume. Erano infatti queste le cose essenziali ma, se era possibile, avrebbero comprato anche altre cose. Poi a casa per preparare il fascio per il giorno dopo!

Ecco i vostri contributi pervenuti in parrocchia

Offerte per l’Oratorio del 2011 Altri amici lettori che ci hanno fatto pervenire la loro offerta per il nostro periodico. Chi non lo ha potuto fare finora può farlo adesso utilizzando l’apposito bollettino postale (lo si può trovare all’Ufficio Postale di Anghiari - Propositura Insigne di Anghiari C/C N. 11802527) oppure presso: Banca di Credito Cooperativo C/C N. 5053 - BancaEtruria C/C N: 3389 - Monte dei Paschi di Siena C/C N. 2643/46. Infine vi potete rivolgere direttamente in parrocchia o dai collaboratori della parrocchia stessa. Albertina Romanelli, Monterchi Gabriella Magrini, Fornace Tavernelle Melani Margherita, Carmignano Anna Nocentini, Ripalta Gino Rossi, Via Nova Nello Tizzi, Tavernelle Adelmo Bassani, Campo della Fiera Liana Polverini, Bernocca Pierina Lapini, Via d’Arezzo Aldo Ceccantini, Il Chiuso Lirio Ghignoni, Santo Stefano Rinaldo Mariano, Tavernelle Alessandro Vichi, USA Loris Guadagni, Bibbiena Rita Checcaglini, San Angelo Lod. Alvara Serafini, Tavernelle Luciana Chieli, Milano Roberto Chialli, San Leo Brunetta Magrini, Arezzo Luciano Piomboni, Tavernelle Spinetta Meozzi, Arezzo Carla Leonardi, Torre Pedrera Maria Mignoni, Portaccia Vilma Vichi, Carmine Maria Teresa Conti, Via nova bassa Mario Gamberonci, Varese Vally Fastacchini manda la sua offerta Una persona Mario Pericchi, Crocifissino in memoria dei propri defunti.

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I L C E N A C O L O D I M O N TA U T O

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Cinquant’anni di vita in terra d’Anghiari

Correva l’anno 1960... le suore del Cenacolo arrivano a Montauto... come esclamava una bambina di 3 anni:

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Come non riunirci insieme per festeggiare queste evento? Abbiamo voluto incontrarci per rendere grazie al Signore per tutto quello che Lui ha fatto attraverso la comunità delle suore del Cenacolo e per aprirci a quanto Lui vorrà ancora fare.

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La storia continua... e dobbiamo viverla noi... adesso!

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Siamo qui... Vi attendiamo... per camminare insieme, ognuno/a nella sua vocazione, ma insieme, verso il Signore.

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Sono trascorsi 50 anni da quando le suore del Cenacolo sono arrivate in quello che tutta la Regione conosceva come il "Convento dei Cappuccini".

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“Le Sole, le Sole ! Allivano le Sole!”

E adesso, lasciamoci guidare... ascoltando le diverse testimonianze... e guardando le fotografie.


Nostra Signora del Cenacolo

Esercizi Spirituali nella vita ordinaria

Bambini Scuola di Preghiera sabato ore 15-17 26 marzo e 9 aprile (nuovi) 16 aprile (per chi è già venuto) sr. Germana rc

Sono rivolti a tutte le persone che portano nel cuore il desiderio: di integrare la fede con la vita di discernere la volontà di Dio nella trama di ogni giorno di essere testimoni della propria fede nel concreto dell’esistenza

In agosto – dal 22 al 29 Esercizi Ignaziani (Padre Aldo Genesio sj)

di crescere nella conoscenza di Dio attraverso l’ascolto della sua Parola

In settembre – dal 5 al 7 Esercizi per la terza età (equipe)

Richiede:

In dicembre - dal 27 al 5 gennaio 2012 Guidati personalmente (Padre Pino Piva sj e suore del Cenacolo)

un tempo di preghiera a casa propria un incontro quindicinale di verifica con la famiglia

In ogni tempo è possibile fare gli esercizi personalmente guidati

Il cammino è personale segue i tempi e il ritmo di ognuno

Altre proposte

Incontri di Spiritualità

In agosto - dal 13 al 18 Preghiera-natura-distensione per famiglie (sr. Astrid rc e sr. Claudia rc)

Famiglie “Le Beatitudini” 4° sabato di ogni mese Don Giovacchino Dallara e sr. Germana rc

In settembre - Incontrare Dio nell’arte (sr. Claudia rc)

Per tutti “I falliti di Dio” 2° sabato di ogni mese sr. Germana rc

Nostra Signora del Cenacolo Montauto di Anghiari tel. E fax 0575.72.30.72 – 73.30.66

Divorziati “Alla luce della Parola” 3° domenica di ogni mese sr. Germana rc

e-mail:cenacolomontauto@libero.it www-cenacoloitalia.it

Festa di S. Teresa Couderc fondatrice suore del Cenacolo

Adulti “Il Signore è il mio Pastore” 3° lunedì di ogni mese Mons. Giacomo Babini ed equipe

26 settembre

II


Cinquant'anni di vita per il Cenacolo di Montauto di Anghiari* Era la primavera del 1958 quando programmando le attività estive dei giovani di Azione cattolica, cercavo un posto isolato, non lontano, per andarci durante l'estate con un gruppo di giovani. Qualcuno, non ricordo chi, mi disse «prova ai Cappuccini di Anghiari perché loro (i Cappuccini) vengono via ed il convento rimane vuoto». L'ultimo Cappuccino a venire via fu padre Sisto. Dopo essermi informato dove fosse questo convento per me sconosciuto, inforcai la bicicletta e partii per verificare. Arrivato al ponte sul Sovara, vista come era in salita la strada che portava al Convento, lasciai la bicicletta. Tenendo conto che non era asfaltata nemmeno la strada che proseguiva per Arezzo non mi meravigliai dello stato precario di quella che andava al convento: era poco peggio di oggi. Il piazzale davanti al convento si presentava bene. La porta d'ingresso al chiostro invece era in cattivo stato e dagli spacchi si intravedeva il cortile con tante erbacce che incominciavano a crescere tra le lastre sconnesse del pavimento. Sullo stipite sopra la porta era scritta la massima «O penitenza o inferno». Il leccio secolare sulla sinistra della Chiesa che aveva ancora una ampia chioma di rami, richiamava tempi assai remoti. Si diceva che lo avesse piantato san Francesco. Mentre tutto il fabbricato appariva assai più recente. Cinquanta anni fa esatti finì una lunga storia e ne iniziò un'altra. Cambiarono il nome e le attività. Nacque il Cenacolo di Montauto. Come avvenne la trasformazione? I Duchi di San Clemente, proprietari della zona, e del Convento, dopo l'abbandono dei Cappuccini lo offrirono alle Religiose del Cenacolo, un ordine di origine francese, poco conosciuto fino ad allora da noi, impegnato soprattutto nella diffusione degli esercizi spirituali. Il vescovo Domenico Bornigia, accolse l'innovazione con entusiasmo oltre che con sensibilità pastorale. Seguì con attenzione i necessari restauri ed adattamenti, ed in poco il vecchio convento ritornò alla sua originale freschezza. Nel 1961 una bella famiglia di suore del Cenacolo apparve a Montauto. Iniziarono un intenso lavoro di rapporto e aggregazione cristiana con le famiglie circostanti. Tutta la diocesi accolse con soddisfazione questa struttura di cui c'era estremo bisogno ed i sacerdoti, le varie categorie di fedeli, dai giovani agli anziani, scelsero Montauto per i loro incontri pastorali ed organizzativi. È stata costante la intelligente gestione delle suore, attente a restauri anche gravosi del vecchio fabbricato, ma anche ideatrici di nuove soluzioni in armonia con l'ambiente esterno. Il Cenacolo è ormai conosciuto in Italia e fuori. La superiora attuale svizzera e tra le suore spesso abbiamo trovato la presenza di persone che venivano da altre nazioni. Il bel centro di Montauto ha cinquant'anni e ne ha fatta molta di strada. Il cinquantesimo è l'occasione per rendere grazie a Dio per tutti i suoi doni (dei quali a volte nemmeno ce ne rendiamo conto) e per ricordare tante persone che in questi anni sono passate da Montauto. È anche l'occasione per rivedere il primato spirituale necessario agli uomini e alle donne come un aiuto della provvidenza al nostro pellegrinaggio verso il regno di Dio che i protettori di Montauto ci hanno offerto, a cominciare da San Francesco, alle suore che sono venute da lontano, al vescovo Bornigia, fino ai Duchi di San Clemente che accolsero subito il Cenacolo di Montauto. Giacomo Babini Vescovo emerito di Grosseto *L’articolo è tratto da “Toscana Oggi” dell’8 maggio 2011.

Sotto il titolo Monsignor Giacomo Babini Vescovo emerito di Grosseto autore dell’articolo e, più sotto, il ricordino per la morte del Vescovo Domenico Bornigia vescovo della Diocesi di Sansepolcro dal 1954 al 1963. III


Ricordando

S

ono talmente tanti i ricordi dell'inizio del Cenacolo a Montauto (Cappuccini) che tutti mi si affollano alla mente. Ne sceglierò qualcuno che maggiormente è rimasto nella memoria. Mi piace cominciare da quando arrivammo alla stazione di Arezzo: c'erano con me le Sorelle Pasquarosa Dosa, Maria Pia Libutti, Maria di Lourdes e Angela Camandona, Sorelle che erano state chiamate per formare la prima comunità di quel Cenacolo. La Madre Anna Balbo di Vinadio -allora Superiora provinciale d'Italia alla quale dovuta la fondazione di questo Cenacolo- mandò a prenderci in macchina. Per me indimenticabile quella strada in salita con tante curve: man mano scoprivamo panorami meravigliosi con degli alberi stupendi (querce, lecci...), tutti colorati di quel giallo dorato dell'autunno: era infatti l'8 ottobre 1960. La Madre era ad aspettarci in cima al verde viale di cipressi, nello spazioso piazzale che porta al convento, assai antico (1470) dal tipico stile dei Cappuccini. Il convento era chiuso da due anni. Era di proprietà dei conti Prinetti e Baldeschi figli della duchessa Demetria Velluti Zati di San Clemente, che conobbi quando nell'estate arrivava da Firenze per riposarsi alla Barbolana e veniva a trovarci al convento per pregare nella loro Cappella gentilizia. Sulla porta d'ingresso della Casa c'era scolpito sul frontale di pietra «Penitenza o inferno» scritta che quasi subito cambiammo, facendo scrivere «Se tu conoscessi il dono di Dio» perché eravamo giunte fin lassù per “far conoscere e amare Gesù attraverso la catechesi e gli Esercizi spirituali, gran dono di Dio. Come Congregazione a quel tempo eravamo di clausura. Fu solo dopo il Concilio Vaticano II (1962-65) che divenimmo di attività apostolica. Ma la Superiora generale di allora ci diede subito il permesso di uscire per andare ad evangelizzare in Tavernelle, Anghiari, Sansepolcro, fin nella bella Romagna. Come fare? Il bravo fattore della Barbolana, signor Mario Lenzi, ci aiutò molto nel portarci a conoscere quei posti e i loro abitanti. Un ingegnere di Milano ci regalò un bel pulmino, così cominciammo a far venire su i bambini di Tavernelle quando uscivano da scuola e, dopo un pic-nic ed una bella giocata, li dividevamo per classi e iniziavamo il catechismo. Ciò non fu sufficiente e la cara famiglia Lenzi, cominciando dai loro figli, ci fece conoscere ragazze e ragazzi di Anghiari e dintorni, già tutti delle scuole medie superiori e, con l'aiuto di Don Romano di Pieve Sovara, iniziammo le prime giornate di Ritiro. Le chiamate si moltiplicarono: bisognava arrivare ad Anghiari e Sansepolcro. Sempre il nostro signor Lenzi mi accompagnò nel bar principale della piazza di Sansepolcro. Là abbiamo conosciuto le sorelle Acquisti, le signore Fernanda Alvisi e Aurora Milani che con il loro zelo ci fecero subito propaganda. Si iniziarono le giornate di Ritiro con le donne di Azione Cattolica e nell'estate vari corsi di Esercizi spirituali per i diversi rami dell'Azione Cattolica (accompagnate dalla sorella Rogni) e per le operaie della Buitoni. IV


I corsi erano guidati da Don Giacomo Babini (ora Vescovo), Mons. Tersilio Rossi, Don Pietro Zazzeri, Don Luigi Boninsegni... Al Vescovo di Sansepolcro Mons. Bornigia stava molto a cuore che il bene fatto alle giovani e alle donne fosse fatto pure agli uomini e tanto insisté perché quel fienile accanto al convento divenisse una bella casa di preghiera. Sempre la Madre Balbo si prodigò per farla costruire e con viva commozione e gratitudine cominciammo ad organizzare Ritiri e corsi anche nella bella casa “Madre Teresa”, in cima al grande bosco, casa che fu poi inaugurata dall'Arcivescovo di Firenze. Alla morte di Mons. Bornigia, venne il nuovo Vescovo Abele Conigli che iniziò a Sansepolcro il movimento di Comunione e Liberazione. Anche a Montauto fummo ben liete di accogliere i loro gruppi. Quanti ricordi ancora mi si affollano, pensando alla diocesi di Arezzo in cui ci condusse l'indimenticabile Don Otello Branchi che allargò la conoscenza del Cenacolo di Montauto a quasi tutta l'Italia, organizzando ogni anno corsi d'Esercizi spirituali per i Sacerdoti del “Sacro Cuore” provenienti da tutte le diocesi, insieme a tante altre iniziative. Ora voglio terminare con quanto avrei dovuto dire all'inizio: la grande benevolenza, l'amore con cui fummo accolte dalla gente di Tavernelle e di Anghiari... Menziono solo alcune carissime persone. Anzitutto la signora Gianna Lanzi: ci portava spesso delle gustose torte fatte apposta da lei: il marito signor Mario Lenzi, come fattore della grande fattoria della Barbolana, ci mandò subito il suo migliore operaio: Sergio Merendelli che fu incaricato di iniziare quello che divenne poi uno splendido orto con tanta bella verdura per nutrire tutti quelli che venivano lassù. Sua moglie Piera con la piccola Silvia di allora tre anni e Andrea che nacque alcuni anni dopo; le affettuosissime famiglie di Tavernelle: il maestro Tavanti con i figli Paolo, Donatella e Paola che con gli altri preparammo subito alla Prima comunione; Gigi Mondani con la moglie Santa, grandi propagandisti della zona; Celestina Camaiti con i figli e la cara sorella Giulia che veniva ad aiutarci per le pulizie della casa (noi eravamo sempre poche per poter arrivare a tutto!). La famiglia Natalini, nel gran freddo di quell'anno, il giorno di Natale ci fece una bella sorpresa: vennero su in motocicletta per farci conoscere la loro terza figlia, Lidia di 6 mesi; i suoi fratelli Danilo e Gianni venivano già per il catechismo. Tante altre persone vorrei ancora ricordare, ma la lista sarebbe troppo lunga. Non voglio però Tralasciare il “Chiochi” ossia il signor Santino Tavernelli, nonno di Laura e Patrizia. Lui, sempre per incarico del fattore, ci portava la legna per scaldarci nell'inverno assai freddo. Allora non si parlava neppure del termosifone, come del telefono, di cui ci incaricammo noi di far fare dalla Telecom l'impianto da Tavernelle fin lassù. Ora termino ricordando il nostro caro Don Gino Lazzerini, parroco di Galbino e nostro fedelissimo Cappellano, che con qualsiasi tempo veniva su per celebrare la S. Messa e Don Romano Manfredi che veniva la domenica per la Messa festiva alla quale partecipava pure tutta la gente di Tavernelle e dei casolari intorno. Ricordo anche quanta fatica fece Don Gino per riuscire a fabbricare la Chiesa di Tavernelle, per favorire tutte le persone che man mano venivano ad abitare il paese, lasciando le loro abitazioni sparse sulle colline intorno... Infine, abbraccio tutti quelli che ora sono nonni, padri, madri, “citti” nati più tardi. Soprattutto esprimo tutta la mia riconoscenza alle molte mie care Sorelle, quelle attuali e quelle passate in questo Cenacolo, che così bene hanno continuato e continuano l'Opera di Dio a noi affidata. Suor Adriana Berardi Nell’altra pagina - In alto il viale di accesso al convento di Montauto affiancato dai caratteristici cipressi. Sotto “I piccoli di Montauto accolgono con gioia l’apertura del nuovo Cenacolo - Montauto 16 luglio 1960.” In questa pagina - “Festa di N.S. del Cenacolo, Montauto 9 maggio 1964.” Monsignor Abele Conigli con le suore del tempo sotto il porticato del chiostro.

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Una manna piovuta dal Cielo

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n giorno provvidenziale è stato quello della venuta delle Suore di Nostra Signora del Ritiro al Cenacolo a Montauto, sotto pressione dell’allora Vescovo di San Sepolcro, Mons. Domenico Bornigia. Correva l’anno 1960. Questa venuta sarà un grande arricchimento spirituale per tutta la nostra Diocesi, e non solo, diceva spesso il Presule con grande entusiasmo. Le cose non potevano andare diversamente dato lo spessore della vita spirituale delle discepole di Santa Teresa Couderc, alla quale le giornate sembravano sempre troppo corte per intrattenersi con Dio e parlargli. Indubbiamente i frati cappuccini del convento di Montauto sono stati sostituiti nel modo migliore dalla presenza delle suore di Santa Teresa Couderc. D’allora in poi gli incontri da parte di ragazzi, giovani, persone di ogni età con il Signore della Vita e lieto annunzio, sono stati innumerevoli e sempre fruttuosi. Il silenzio, l’aspetto del luogo stesso e la cordiale accoglienza delle suore, favoriscono il raccoglimento nell’intimo della propria coscienza davanti a Dio, nella fede e nella preghiera. Aiutano, inoltre, a riscoprire le cose e i valori più belli della vita e a ritornare alle proprie occupazioni con più slancio e fiducia di prima, una volta toccati dalla grazia dall’Alto. È difficile incontrare persone, non solo di Anghiari e dintorni, della Valtiberina e altrove, che non siano capitate al Cenacolo in occasione di Esercizi Spirituali, prime Comunioni, Cresime, Ritiri, convegni, direzione spirituale... e non conservino nel cuore dolci ricordi e tanta gratitudine. Come non ricordare il volto luminoso di tante care persone incontrate!? Fra queste voglio ricordare don Gino Lazzerini e sr. Pasquarosa, dal cuore sempre festoso, che ti accoglievano a braccia aperte e con squisita gentilezza. Ma, “ab uno disce omnes”, direbbe il poeta (da uno conosci tutti gli altri). Una manna piovuta dal cielo è stata la venuta a Montauto delle suore di Nostra Signora del Cenacolo.

18 aprile 2011

Don Romano Manfredi Parroco SS. Annunziata in PIEVE SOVARA - Anghiari

In alto davanti al pozzo del chiostro. “Festa di N.S. del Cenacolo, 9 maggio 1964. (dietro) Sr Giovanna Rigotti, Sr Adriana Berardi, S.E. Mons. Abele Conigli, Sr Giuseppina Dell’Acqua, Sr Vincenza Sanvito, Sr Maria Pia Libutti; (davanti) Sr Albertina Bay, Sr Maria Rosa Virgnano, Sr Pasquarosa Dosa. Qui sopra - La Comunità di Nomadelfia di Roma presente al Cenacolo per un ritiro in posa davanti alla chiesa del Convento.

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Ringraziando...

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l ritorno dai solenni festeggiamenti per i 50 anni dal Cenacolo di Montauto, desidero ringraziare immensamente il Signore per quanto ho ricevuto, non solo nei vari periodi di residenza in quel Cenacolo, ma assai più per quanti ho incontrato e per quanto ho visto, udito, letto, nei meravigliosi 3 giorni passati a Montauto; 56-7 maggio ultimo scorso. Prima di tutto l'accoglienza delle mie care Sorelle, tanto affettuose e premurose per la mia non più giovane età. Ma specialmente per la partecipazione di tutta la gente venuta da Tavernelle, Anghiari, Sansepolcro, Arezzo e da altre regioni: partecipazione attiva e profonda a quanto stato così ben presentato in quei giorni. Un grazie speciale va ad Andrea Merendelli per la capacità creatività avuta nel rendere quasi attuali i punti più salienti di questi 50 anni di presenza del Cenacolo fin dal 1960! Grazie a Don Liberatori per la serata in cui ci ha spiegato, da vero biblista, il Mistero della Madonna al Cenacolo in Atti 1,6-14. Che dire poi dalla serata finale? Alle ore 17 la drammatizzazione della vita di santa Teresa Couderc, composta e presentata dagli artisti Bruno e Vittoria di Roma. Alla ora 19 la Messa Eucaristica presieduta dal Vescovo di Arezzo che all'abbraccio di pace ha proprio voluto conoscere e complimentarsi con la prima Superiora del tempo della fondazione! La chiesa ara affollata; i canti molto ben eseguiti dalla corale e dall'assemblea. Fece seguito la mensa all'aperto (così abbondante e con tanta scelta), sotto quei cipressi che ondeggiavano ancora di più per unirsi alla nostra festa. Quante persone di antica conoscenza son venute ad abbracciarmi per manifestare la gioia di rivedermi, gioia che è stata veramente reciproca! E quante nuove conoscenze: figli dei figli ormai divenuti grandi, ma sempre fedeli a quanto ha loro dato e continua a dare il Cenacolo!... Perfino un piccolo quarto di luna brillava gioioso in quell'angolo del bell'azzurro cielo di Toscana. Ora la mia riconoscenza va, assai profonda, a Don Marco Salvi che continua il suo ministero sacerdotale fin lassù sul poggio, “ai Cappuccini”. Grazie a Sr. Astrid, l'attuale Superiora, e a tutte la Sorelle che tanto si sono prodigate non solo per la buona riuscita di tutta la festa, ma assai di più in questi anni di lavoro intenso per rinsaldare la fragili fondamenta del Conventino e farlo ritornare splendente, pur mantenendo il suo caratteristico stile. La domenica mattina, alla mia partenza per Torino con Sr. Angela, è venuta ancora la Luisanna Alvisi con suo marito per salutarmi! E poi... “addio bei monti...” con un po' di nostalgia, ma benedicendo e lodando Dio per tanta sua Grazia che ha voluto spandere su di noi e continuerà certamente ancora, perché il Cenacolo dia sempre maggiori frutti per la sua Gloria. Torino, 10 maggio 2011

Dall’alto in basso: Foto 1 e 2 la drammatizzazione della vita di santa Teresa Couderc. Foto 3: la processione iniziale della Messa. Foto 4: La celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo diocesano Riccardo. Foto 5: L’arcivescovo Riccardo Fontana si intrattiene con le suore del Cenacolo. Le foto sono di Roberto Stowasser.

Suor Adriana Berardi r.c.

Foto a destra: I nomi delle Sorelle ritratte assieme all'arcivescovo Fontana e l'appartenenza alla Comunità: Sr. Irene - Roma, sr. Angela - Torino, sr. Nancy - Roma, sr. Augusta - Roma, sr. Adriana - Torino, sr. Germana, MariaImelda, Verena, Claudia, Astrid - Montauto, Don Marco Anghiari VII


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Le foto di ieri e quelle di oggi

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Il programma come è stato

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Le iniziative per i festeggiamenti del 50° anniversario dalla nascita del Cenacolo di Montauto hanno previsto: Venerdì 6 maggio, alle 21, la Lectio divina in due atti di don Dino Liberatori, biblista. Sabato 7 maggio, a partire dalla 17 sarà la volta della rappresentazione realizzata dagli “Amici del Cenacolo“ dedicata a Madre Teresa “Pietra viva”. Alle 19 la S. Messa presieduta dall'arcivescovo Riccardo Fontana.

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Le foto di ieri: In alto a sinistra “Montauto 24 maggio 1964 (Prima Comunione di Vanna Franceschini di Anghiari).” A destra “La processione passa davanti alla Villa della Barbolana, Montauto 12 marzo 1961.”

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Le foto di oggi: A sinistra il leccio con il suo secolare tronco e i giovani virgulti nati dalle sue radici e dai rami (la foto è del 2006). A destra (e poi in senso orario) il ritiro per “over 60” organizzato nel marzo del 2009; Il Convegno delle Parrocchie di Anghiari e Tavernelle presieduto da don Angelo Chiasserini; Il Miniritro dei chierichetti del 2009.


Corpus Domini ad Anghiari Il 26 Giugno 2011 sono stati invitati a partecipare per la prima volta al Banchetto Eucaristico:

foto Studio F10

Roberto Bassani, Marcello Bernardini, Emily May Bianconi, Matteo Camaiti, Silvia Cambi, Vittorio Cardelli, Federica Coleschi, Valentina Comanducci, Gabriele Cristini, Diego Gorfini, Amedeo D'Aluisi, Filomena Esposito, Leonardo Fontana, Rachele Gennari, Marco Giglini, Andrea Livi, William Manenti, Gabriele Meoni, Tommaso Meoni, Asia Meozzi, Denise Panichi, Aurora Pecorai, Giulia Segantini Eugenio Santi, Michele Venturi.

Nella chiesa della Propositura di Anghiari, in occasione della Solennità del Corpus Domini, alla S. Messa delle ore 11, venticinque bambini della nostra Parrocchia hanno ricevuto il Sacramento della Eucaristia. Ricevere la prima Comunione è stato per questi bambini il traguardo di un cammino educativo alla fede che li ha visti impegnati per circa tre anni alle attività del catechismo. I bambini in questo percorso hanno partecipato, pur con la loro vivacità, in modo coerente e responsabile, sorretti sempre dalla presenza e dalla collaborazione dei loro genitori. In questo cammino noi catechiste abbiamo cercato di introdurre gradualmente i contenuti salienti della vita cristiana, affinché diventino per ognuno di loro elementi fondamentali della crescita e del vivere cristiano. Questo percorso, in particolare nell'ultimo periodo del catechismo, ha avuto come filo conduttore la preparazione della festa, una festa speciale alla quale gli invitati erano i bambini stessi e capotavola del Banchetto Gesù; Banchetto particolare durante il quale Gesù in dono offre se stesso per la nostra salvezza. Altra particolarità importante che la festa non si conclude con la fine della celebrazione eucaristica: il dono ricevuto infatti è per sempre. Nei momenti di preparazione alla festa abbiamo osservato i bambini, li abbiamo visti incuriositi, emozionati, desiderosi di partecipare a questo evento.

Spesso hanno sollevato domante di notevole importanza anche su argomenti toccanti che riguardano la vita e problemi dei nostri giorni. Per noi catechiste, dare concretezza alla festa, trasmettere messaggi così profondi è stata una vera emozione. In questo percorso sono stati per noi un valido aiuto; Don Marco, il diacono Fabio, Don Mario, Alessandro, tutto il gruppo dei catechisti, le suore del Cenacolo. Proprio a Montauto il 25 giugno le suore ci hanno ospitato per il ritiro spirituale; i bambini hanno trascorso una piacevole giornata alternando momenti di gioco a esperienze di ascolto e di preghiera per una più consapevole preparazione al Sacramento Un grazie particolare alla Norma, a Cesare e a tutti i componenti del coro delle famiglie che hanno arricchito con i canti la celebrazione, grazie alle donne che hanno abbellito con petali e fiori la strada per la processione che ci ha portato alla chiesa della Croce dove la S. Messa si è conclusa con la Benedizione Eucaristica. Grazie a Paola Gamberonci per la sua disponibilità, ad Aliana per la sua effettiva collaborazione e a tutti coloro che ci sono stati vicino per rendere questo giorno di festa indimenticabile. Le catechiste Cinzia e Loredana

Per noi la Cresima Per noi la Cresima è stata un modo per capire meglio chi è Gesù, allo stesso tempo ci siamo divertiti al ritiro a Montauto e anche durante la celebrazione della Messa. Per tutto questo ringraziamo tutta la Parrocchia, il Vescovo, Don Marco e le nostre catechiste. I ragazzi della Cresima 3 maggio 2011, i ragazzi della Cresima con don Marco, in processione verso la Badia.

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Dalle nostre Parrocchie Da Monterchi - a cura di Matteo Romanelli

Calendario Liturgico

AGOSTO 2011

SETTEMBRE 2011

Domenica 7 agosto alle ore 12 S. Messa nella chiesa di Fonaco in onore della Madonna della Neve. Mercoledì 10 agosto alle ore 19 S. Messa a Ricciano in onore del Patrono S. Lorenzo Martire. Sabato 13 agosto alle ore 21 processione mariana in preparazione della Festa della Madonna Assunta, con partenza dalla Grande Croce del Giubileo per la chiesa di Padonchia, con la partecipazione delle Compagnie, dei Gruppi di preghiera e di tutta la popolazione. Domenica 21 agosto S. Messa alle ore 12 e alle ore 17 nella chiesa di Pianezze, in onore della Madonna Assunta. Domenica 28 agosto Ore 17 S. Messa a S. Lorenzo a Ricciano in occasione della annuale Festa della Misericordia di Monterchi

Domenica 4 settembre nel pomeriggio, alle ore 17 a Borgacciano, Festa della Madonna della Consolazione e a Scandolaia Festa della Natività di Maria. Sabato 10 settembre alle ore 21 a Pocaia, con la partecipazione della Compagnia del SS.mo Sacramento di Monterchi e Padonchia, solenne processione mariana “aux flambeaux” in preparazione della Festa della Madonna Bella. Domenica 11 settembre Tradizionale Festa della Madonna Bella con S. Messe ore 8-10-11,30-17, preceduta dal Triduo Giovedì 29 settembre alle ore 18,30 S. Messa a Padonchia nel giorno della Festa del Patrono S. Michele Arcangelo.

Altre notizie Proseguono ad Agosto e Settembre gli appuntamenti con il Monterchi Festival. Mercoledì 3 agosto in piazza Umberto I alle 21,15 si terrà il concerto di Tarante e Pizziche Antidotum Tarantulae con animazioni e danze a cura di Semillita Atelier Danze Movimento Artiterapie. Domenica 7 agosto al museo della Madonna del Parto, mostra dell’artista primo classificato al concorso di pittura Monterchi Festival del 17 luglio Mercoledì 10 agosto in piazza Umberto I ore 21,15 concerto Whiskey & Gessato, con esecuzione di brani di Carosone, Buscaglione, ecc. Mercoledì 17 agosto nel giardino del Museo della Madonna del Parto, alle ore 21,15 il Teatro Voci Migranti – Associazione No Mad mette in scena lo spettacolo Filodramma, per la regia di Silvia Martini. Giovedì 18 agosto presso il museo della Madonna del Parto, mostra dell’artista vincitore del concorso di pittura Paesaggi di Piero. Sabato 20 agosto il quartetto Euphoria II si esibirà nel giardino del museo della Madonna del Parto alle ore 21,15 Mercoledì 24 agosto alle ore 21,15, nello stesso luogo, il maestro Giorgio Albani si esibirà in un concerto di chitarra. Sabato 27 agosto alle ore 17 al Teatro comunale si rinnova l’ormai classico appuntamento con il concorso letterario Poesie nel Cassetto. Al Museo della Madonna del Parto si terrà poi l’inaugurazione della mostra disegni di Bruno Acierno sul volume Proverbi militari e guerreschi, seguita alle ore 21,15 dal concerto dell’orchestra Chitarre di Arezzo. Mercoledì 7 settembre in piazza Umberto I saranno festeggiati i primi 15 anni del Travato, l’enoteca di Monterchi Venerdì 9 settembre chiusura del Monterchi Festival 2011 con esibizione lirica alle ore 21,15 presso il giardino del Museo della Madonna del Parto di Eva Mei. Nel contempo, si terrà la mostra collettiva degli artisti che hanno esposto nelle varie serate precedenti.

Polenta per tutti Da venerdì 16 a domenica 18 settembre a Monterchi torna la caratteristica Sagra della Polenta con le salsicce e i fegatelli. Un appuntamento gastronomico da non perdere, che unisce la bontà e la genuinità dei prodotti tipici locali con il folklore e la tradizione popolare, organizzato fin dal 1973 dalla Pro Loco monterchiese. Previsto anche intrattenimento con musica e danze. Non mancate!

Illustrazioni: Qui sopra una veduta di Monterchi da sud con l’arcipretura di San Simeone e la Torre civica. Nell’altra pagina la chiesetta di San Lorenzo disegnata da Luca Pucci.

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Dalle nostre parrocchie

da Santo Stefano

da San Lorenzo

a cura di GM

a cura di Andrea Dallacasina

10 AGOSTO SAN LORENZO

La festa di settembre Domenica 4 settembre si svolge a Santo Stefano la tradizionale festa della Madonna. I festarini già si sono riuniti per impostare il programma che sarà “nutrito” con diverse manifestazioni, con gare e giochi per grandi e bambini. Questo nella settimana precedente alla festa. Ci auguriamo che tanto la cerimonia religiosa che tutto il resto sia seguito ed apprezzato dai parrocchiani e dagli altri. Nei giorni precedenti alla festa i componenti il gruppo dei festarini passeranno dalle famiglie per consegnare il programma e l’invito alla festa. Siamo certi che verranno accolti con cortesia offrendo il proprio contributo che è importante per far fronte alle varie spese.

Il prato

Anche quest’anno grande celebrazione del nostro Santo Patrono: Santa Messa alle ore 19 in punto. Sarà questa una cerimonia particolare, nella quale sarà ricordato Don Giovanni De Robertis, che è stato sicuramente colui che ci ha permesso di fare rinascere questa festività, che nel tempo era scomparsa. Sarà anche l’occasione per scoprire la targa ricordo dedicata a tutti coloro che hanno contribuito al restauro della chiesa nell’anno 2008-2009. Altre iniziative però hanno bisogno di essere messe in cantiere. Ve ne parleremo appunto quel giorno.

Già dai primi giorni di tempo buono il prato della chiesa, con i giochi dei bambini e il campo dlele bocce sono entrati subito in piena attività. Molte le presenze fra i bambini (ai giochi) e fra gli adulti (chi a giocare a bocce chi ad assistere) che hanno animato fino a tarda notte il luogo ameno e fresco. Si chiede a tutti di rispettare le attrezzature e di non sciupare, senza motivo, il prato. Ciò che potrete godervi è frutto di lavoro e di impegno di tante persone che si dedicano a sistemare, a pulire e a portare avanti il tutto. Perciò confidiamo in voi affinché vada sempre tutto a buon fine. Grazie. Volentieri segnaliamo che la Silvia Del Pia ha devoluto un congruo contributo per le spese che abbiamo affrontato ultimamente per risistemare il prato e i giochi.

Fabbrica di sigari solo di domenica di Armando Zanchi

Sigari Anghiaresi

Sigari gratis presi per ricordo anch’io passano mi arrioccai a quel bordo

Io accettai questa gentile proposta non so dove abita se no arriva per posta

Qui il progresso ad Anghiari sviluppando con i sapori ed il sigaro fabbricando

Tutti arroccati intorno al tavolino per vedere venir fuori il sigaro Anghiarino

Pressato a quel bordo di quel tavolino dove un bel sigaro posato a me vicino

In tutti i modi il tempo mi acconsente con questa poesia io mi farò presente

Via della Ronda fabbrica lì nata sotto la Chiesa poco illuminata

Con gentilezza la foglia accarezzava dopo una spalmata lei lo arrotolava

Ne approfittai uno per ricordo ma una voce propose a me un accordo

Ormai Anghiari fa barba a Chitignano lì tra tabacchi e sigari alla mano

Mano esperta di Domenica mostrava colore del tabacco con mano lavorava

Le sue dita di madre natura lei ci mostrava ai turisti la bravura

Una poesia tu mi dovrai fare e all’Oratorio farai pubblicare

A questa costruttrice di sigari Toscani lei da il valore a questo vecchio Anghiari:

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Danilo Bruni È già difficile parlare degli altri, ma lo è ancora di più scrivere sui parenti molto stretti in quanto è facile cadere nella retorica o non riuscire a mettere in giusto risalto la persona. Mio cognato Danilo proveniva da una famiglia di commercianti che abitavano alla Chiassa Superiore. La madre Zaira aveva una bottega di generi alimentari e il padre Luigi un banco di stoffe che esponeva ad Anghiari ogni Mercoledì, giorno di mercato, vicino all’attuale Banca dell’Etruria, aiutato dalla figlia Gisella e da una commessa. Non ricordo come Danilo conobbe mia sorella Graziella, allora sedicenne, in quanto ero molto piccolo. Poi scoppiò la guerra e Danilo sparì dalla mia casa. Ne sentivo parlare, ma non riuscivo nemmeno a ricordarlo fisicamente finché un giorno, eravamo a Tortigliano durante il passaggio del fronte, comparve in casa nostra accompagnato da due indiani con il fucile spianato, dopo aver attraversato tutta l’Italia del sud. Infatti, trovandosi a Napoli, aveva fatto gli studi e lì si era laureato in scienze politiche, combatté a fianco degli alleati con il grado di tenente. Arrivati ad Arezzo, passando per Poti, giunsero alla badia San Veriano. Qui chiese di scendere a Tortigliano, che distava pochi chilometri, per andare a trovare la fidanzata. I suoi superiori, non essendo sicuri che i tedeschi si fossero ritirati, lo fecero accompagnare dai due indiani per proteggerlo da eventuali rappresaglie. Grande gioia in casa Ulivi, specie per mia sorella Graziella che, non avendo saputo niente di lui da quando era partito, lo rivide sano e salvo. Passarono i mesi, finì la guerra e Graziella coronò il suo sogno d’amore sposandolo. Poco dopo Danilo cessò il servizio militare e ci trasferimmo tutti, sposi compresi, nella casa di Arezzo. Allora avevo dieci anni e vedevo mio cognato come colui che tutto faceva e poteva. Appariva grande ai miei occhi. Vinse subito un concorso per entrare alle poste. Così

cominciò la sua carriera postale e contemporaneamente quella sindacale. Va ricordato che era stato negli Stati Uniti e che aveva visto come i lavoratori si erano organizzati. Da sindacalista organizzò con i suoi colleghi delle rivendicazioni cercando con i Dirigenti Politici di portare avanti lo sviluppo economico ed industriale, ma soprattutto l’allargamento dello stato sociale del nostro Paese di quel tempo. Non ci scordiamo che eravamo nel 1948 con un solo sindacato: la CGIL, cinghia di trasmissione politica del PCI legato mani e piedi al Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Danilo aveva cominciato a formare gruppi che non si riconoscessero in quel sindacato e aveva aderito fin dal principio a quel movimento di Pastore chiamato CISL. I tempi erano difficili e i comunisti disponevano di un apparato che contrastava le idee innovative e cattoliche anche con violenze fisiche. Ricordo che una sera il predicatore Padre Lombardi venne ad Arezzo in una chiesa sconsacrata a parlare di etica religiosa ma anche di politica in quanto ci si appassionava alle elezioni del 1948. Con la Democrazia Cristiana che si contrapponeva al PCI. In quell’occasione vennero a quella riunione anche militanti del PCI che cercarono di impedire la relazione di Padre Lombardi. Danilo insieme al suo amico Turchetti e ad altri, fece da scudo affinché le idee della democrazia vincessero sulla rabbia e sull’odio dell’allora PCI. Ho sempre seguito con orgoglio la sua trasparente carriera di sindacalista prima e di politico poi fino alla sua elezione a Senatore della DC e lo ringrazio per essermi stato maestro e per avermi saputo trasmettere una sana passione per la politica e per il sindacato.

Battaglia di Anghiari

Un gatto viaggiatore

San Pietro e Paolo, 29 giugno, ad Anghiari si festeggia la vittoria fiorentina contro i milanesi con il Palio. E quindi oggi, 29 giugno, si corre il Palio. Appena ha cominciato a piovere, ho subito pensato all'esito della Battaglia resa celebre da Leonardo, e lo ha fatto anche l'Ilaria mentre presentava il Palio edizione 2011. E se quel 29 giugno di 571 anni fa avesse piovuto, come oggi, cosa sarebbe potuto accadere? Forse il Piccinino coi suoi sarebbe giunto ad Anghiari non accaldato come lo fu, ma con le truppe fresche e in grado di dar battaglia con impeto maggiore. E forse quella nuvoletta di polvere, che diventava sempre più grande, non ci sarebbe stata e Michelotto, dalla sua postazione di Monteloro, non avrebbe dato l'allarme o comunque lo avrebbe dato in ritardo. E tutto sarebbe stato diverso. Ma poi chi lo sa!

Questa ve la devo raccontare. La Paola, la signora che si può vedere spesso al giardinetto della Croce e che apre e tiene in ordine la chiesa della Croce, qualche giorno fa riceve una strana telefonata in cui le si chiede se è proprietaria di un gatto bianco con collare rosso giunto in quel di Caprese. La Paola rimane sorpresa e si chiede come hanno fatto a rintracciarla. Evidentemente la Paola è molto conosciuta ma il suo gatto lo è ancora di più. Ma come ha fatto ad arrivare a Caprese? È presto detto. In quei giorni di calura un camion frigorifero è sembrato al micio il non plus ultra della goduria. Si è infilato dentro e quando si è riaperto il portellone, a Caprese, se ne è sceso per visitare quei luoghi inusuali. Poi qualche volenteroso, dopo che è stato riferito l'itinerario, sono risaliti ad Anghiari e, con appropriate telefonate, sono giunti alla proprietaria, la Paola, che ha potuto riabbracciare il suo gatto girovago.

Ulivi Lamberto

di Anghiarino Anghiarese

di Clèto

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La versione teatrale dopo Arezzo e il Biografilm Festival di Bologna

“Il paese dei diari” a Villa Gennaioli a cura della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo

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n’ora e mezza di rappresentazione in una “location” particolare alla presenza di oltre 200 persone. Ha senza dubbio ottenuto il successo auspicato, nel parco di Villa Gennaioli ad Anghiari, lo spettacolo “Il paese dei diari”, tratto dall’omonimo libro di Mario Perrotta, una sorta di omaggio dell’autore all’Archivio di Pieve Santo Stefano, che raccoglie le tante piccole storie d’Italia e al suo ideatore, il giornalista Saverio Tutino, che lo stesso Perrotta e la moglie Paola Roscioli (interpreti in coppia anche sul palcoscenico) hanno avuto il piacere di conoscere e dal quale hanno appreso moltissimo sulla sua vita e sull’iniziativa dei diari, nata oltre 25 anni fa. Dopo Arezzo e il Biografilm Festival di Bologna, la versione teatrale de “Il paese dei diari” è approdata in una realtà di provincia, vicinissima a Pieve Santo Stefano, grazie alla Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo, che ha avviato il rapporto di collaborazione con la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale, rappresentato nella circostanza dal professor Camillo Brezzi, direttore scientifico; da Loretta Veri e Natalia Cangi, ma anche dalle autorità istituzionali pievane, il sindaco Albano Bragagni e Francesca Calchetti, attuale vicepresidente della Comunità Montana Valtiberina Toscana, tutti ricevuti dal presidente dell’istituto di credito, Paolo Sestini e dal suo direttore generale, il dottor Fabio Pecorari. Presenti anche il sindaco di Anghiari Riccardo La Ferla, l’assessore alla cultura Miriam Petruccioli e il consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli. L’Archivio testimone della memoria, la Banca garante anche della tradizione culturale del territorio, specie quando siamo davanti a una entità di assoluto livello nazionale: in questi termini si spiega il connubio nato negli ultimi tempi e il significato dell’evento di

mercoledì 13 luglio scorso, che ha fatto seguito alla visita all’Archivio del 25 giugno. “Le potenzialità del nostro Archivio e le particolarità delle storie in esso conservate sono tali da lasciare ancora il campo aperto a tante altre opportunità”, ha detto il professor Brezzi nell’evidenziare l’interesse suscitato dalla rappresentazione de “Il paese dei diari”. Nel ribadire come anche in questo caso la specifica funzione di sostegno al territorio sia stata esercitata in maniera tangibile, il presidente della Banca di

Anghiari e Stia, Paolo Sestini, ha sottolineato come gli spazi di Villa Gennaioli riservati anche a queste manifestazioni siano in grado di diventare un punto di riferimento in più per Anghiari e la vallata, da una posizione oltretutto incantevole, che guarda in faccia la parte più antica e suggestiva del paese. Per gli intervenuti allo spettacolo, andato in scena in una serata dal clima senza dubbio estivo, anche la possibilità di acquistare il libro che porta lo stesso titolo, edito da Terre di Mezzo.

Qui sopra la rappresentazione de”Il paese dei diari” e, a destra, le premiazioni. In alto una parte del pubblico presente alla serata.

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Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Festa della Famiglia La festa di quest’anno è stata una occasione speciale per fare festa con don Mario che dopo pochi giorni sarebbe partito per la Polonia, sua terra natìa. Allora per l’occasione la S. Messa della mattina è stata celebrata proprio da lui, e un nutrito gruppetto di chierichetti lo ha coadiuvato durante la celebrazione. È stata una Messa molto sentita e partecipata da tutta la Comunità Parrocchiale ed erano presenti anche diverse famiglie, soprattutto le giovani, con i loro figli anche i più piccoli. Una famiglia in particolare è stata quella che ha portato all’Altare i doni per la S. Messa mentre un’altra ha letto a nome di tutte la preghiera per la famiglia. Il pranzo e il pomeriggio di festa sono stati come da copione, e un bellissimo sole estivo ha accompagnato la nostra bella frazione di Tavernelle per la festa annuale. Anche diversi anghiaresi, però, non sono voluti mancare all’appuntamento anche per gustare dolci e salati che le donne di Tavernelle hanno preparato e portato per la festa. Grazie a tutti, ma in particolare a tutti quelli che sono stati in prima fila nell’organizzazione: dalle ciacce fritte ai giochi, dalla lotteria al pranzo, ognuno ha avuto il suo compito che è servito per la realizzazione bella della giornata. La novità di quest’anno era il gioco del Baggi, che di solito è il peso ma quest’anno riguardava l’indovinare l’esatto ammontare di euro contenuto in un salvadanaio che sempre il Baggi custodiva da più di due anni. Dopo il conteggio attento, a cui ha partecipato anche un avvocato di Arezzo, è risultata vincente addirittura la mamma di don Marco, che non ha vinto quei soldi lì, ma un cesto pieno di prodotti da mangiare! Al termine di questo racconto non resta che augurarci a tutti di ritrovarci il prossimo anno.

Corpus Domini Ai tempi di don Gino la processione del Corpus Domini veniva fatta partendo dalla chiesa fino ad arrivare all’incrocio con la via provinciale, dove ora c’è il semaforo, e poi ritornava verso la chiesa per la benedizione finale. I migliori lettori, soprattutto gli affezionati di questa pagina, si ricorderanno che nello scorso numero avevamo lanciato l’idea di riproporre questa usanza che ci raccontano i nostri vecchi. Se non ci credete andate a vedere! Però quest’anno c’era il problema delle consultazioni referendarie e alla scuola di Tavernelle era stato costituito un seggio per cui sarebbe stato difficile, ma non impossibile, bloccare l’accesso con la processione: si sa, di questi tempi, tutto può diventare pretesto per litigare, anche la processione del Corpus Domini! Per tagliare il becco alle pulci (così dice la mia nonna) si è deciso di fare una bella processione lo stesso, girando

dietro la chiesa dalla parte del prato, quindi dietro al Centro passando da via dei Guardiani e poi da via della Chiesa. Conclusione sempre in chiesa dove don Marco ha impartito la benedizione eucaristica a tutti i presenti, soprattutto ai cinque ragazzi che in quella domenica ricevevano per la prima volta la Comunione, e a cui vanno gli auguri di tutta la nostra Comunità.

foto Studio F10

Da Tavernelle

Al termine della S. Messa e della Processione (foto sotto con tanto di Compagnia e baldacchino) ecco qui sopra, con don Marco e la Vanna, i ragazzi che hanno ricevuto la Prima Comunione lo scorso 12 giugno: Tristano, Cassio, Luca, Chiara e Nicolas.

foto Studio F10

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28 e 29 Maggio 2011 ANGHIARI – AQUILEIA – PALMANOVA – PADOVA Asterischi di viaggio di un suggestivo e interessante pellegrinaggio dei “Falliti di Dio”

I “Falliti di Dio” è il titolo del corso di catechesi tenuto nel trascorso inverno dal nostro parroco Don Marco Salvi presso il Cenacolo di Montauto di Anghiari. Gli argomenti trattati volevano dimostrare come grandi personaggi della cristianità ( Lot, Sansone, Saul, Giuda...), pur chiamati da Dio, non hanno seguito fino in fondo la Sua voce “fallendo” (libero arbitrio) così il disegno che Dio aveva riservato loro. Gli argomenti sono stati di grande suggestione e interesse supportati con riferimenti a opere pittoriche esaminate da Don Marco con l’occhio della fede e l’ascolto di brani musicali opportunamente scelti. La partecipazione aperta a tutti si concludeva ogni volta con la stupenda ospitalità delle nostre Suorine del Cenacolo.

A

quileia e la Basilica dedicata alla Vergine e ai Santi Ermacora e Fortunato ci accoglie nel suo splendore. Don Marco prima di entrare, ci prepara alla visita illustrandoci il periodo storico nonché l’importanza che la Basilica, risalente al 313 d. C. riveste per la cristianità. Quella che vediamo ora ha forme architettoniche romanico-gotiche, il pavimento è uno stupendo mosaico policromo paleocristiano del IV sec. esteso per circa 760 mq. Il soffitto ligneo ha forma di carena di nave rovesciata. Il mosaico è suddiviso in riquadri riportanti scene simboliche.

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a cultura artistica della nostra guida unita agli studi di architettura ci presentano quindi Palmanova (seconda tappa del nostro pellegrinaggio e la foto a destra raffigura il gruppo proprio nella piazza di Palmanova) come esempio di città fortezza dall’originale disegno di forma stellare unito al tentativo di realizzare la “città ideale” ricerca tipica della cultura rinascimentale. Famosa la grande piazza a pianta esagonale al centro del borgo.

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omenica 29 Maggio: dopo una bella colazione, con il nostro rinfrancato e speriamo meno eclettico Guido (il nostro autista), ci dirigiamo verso Padova per la S. Messa e la visita alla Basilica del Santo. Il Sagrato della chiesa con il suo monumento equestre alla memoria di Erasmo da Narni detto il Gattamelata, mirabile opera del Donatello, è occasione per la presentazione di don Marco di un’altra pagina di storia dell’arte. Siamo nella Basilica in attesa della S. Messa preceduta dall’ingresso processionale dei sacerdoti officianti tra i quali vediamo, con orgoglio ed emozione, anche Don Marco che rappresenta la nostra comunità. Siamo spiritualmente con lui. L’azione liturgica è accompagnata da canti sacri di un magnifico coro di giovani. Abbiamo avuto la fortuna di essere presenti proprio all’officiatura della S. Messa per la giornata del pellegrino e, tra i tanti, viene ricordato anche il gruppo di “Anghiari in provincia di Arezzo – Toscana”. Siamo noi ed è commozione tra noi.

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opo la S. Messa ci ritroviamo e, assieme ai gentilissimi signori che hanno aiutato Suor Astrid a trovare l’ottima sistemazione di cui abbiamo usufruito, raggiungiamo a piedi la Cappella degli Scrovegni per visitare i restaurati affreschi di Giotto e così facendo abbiamo la possibilità di vedere la parte monumentale di Padova: la tomba di Antenore, la sede storica della più antica facoltà di legge d’Europa, il palazzo della Ragione antica sede del tribunale, lo storico Caffè Pedrocchi, Palazzo Zuckermann. Nell’attesa di accedere alla Cappella Don Marco ci inquadra il periodo storico sia della nascita che dell’operare di Giotto (1266 - 1337) con particolare riferimento alla realizzazione della Cappella Scrovegni

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(1303-1305). Ci ricorda che a far erigere la chiesetta, ad unica navata voltata a botte e dedicata alla Beata Vergine, fu Enrico Scrovegni in suffragio dell’anima di suo padre Reginaldo noto usuraio citato da Dante in una delle cantiche dell’Inferno. Incaricato della decorazione delle pareti della cappella fu Giotto che vi lavorò fino al 1305. Gli affreschi coprono la intera superficie dell’edificio: sulle pareti laterali sono rappresentati gli episodi della vita di Maria e di Cristo su tre livelli; nello zoccolo in basso, contrapposte, le sette Virtù (a destra) e i 7 vizi capitali (a sinistra) rappresentati in monocromia e allegoricamente. Nel soffitto è dipinta la volta celeste. Sopra la porta d’ingresso, nella controfacciata, il Giudizio Universale. Sull’altare le statue di una Madonna e due angeli opere di Giovanni Pisano.

A

lle 12,45 è il nostro turno ed entriamo in una sala vetrata con depuratore d’aria dove ci viene proiettato un documentario interessante sulla Cappella e sui lavori di restauro intrapresi sugli affreschi: il tutto oltre ad una funzione didattica ha lo scopo di depurare l’aria e mantenere un ambiente, all’interno della Cappella, il più asettico possibile onde non deteriorare gli affreschi molto sensibili ai microrganismi, agli sbalzi di temperatura e all’inquinamento in genere. Entriamo e veramente quello che ci si presenta toglie il fiato: è di una bellezza inaudita; non ci sono aggettivi per descrivere quello che vediamo se non che rimanere in silenzio, ammirare e ringraziare Dio di aver ispirato tanta bellezza, di averla fatta arrivare attraverso i secoli fino a noi a testimonianza di occhi che hanno saputo vedere oltre l’umano e rappresentarlo. Don Marco a bassa voce continua una spiegazione che non è più quella dello storico ma dell’uomo di fede che nelle figure dipinte, nelle simbologie dei colori, dei gesti, delle storie di fede rappresentate ritrova un percorso e il motivo di scelte di vita che, per nostra fortuna riesce a trasmettere anche a noi. Risaliamo in corriera e partiamo alla volta di casa; tra un po’ ci sarà la recita del S. Rosario e dei Vespri. Nostro Signore è stato molto buono con noi , se lo merita proprio un ringraziamento.

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reve sosta a Pomposa, rimontiamo nel “potente mezzo” e ci dirigiamo definitivamente verso casa. Vicini alla meta, suor Astrid (con il suo teutonico accento) fa da apri pista ad alcune testimonianze e considerazioni su questo viaggio pieno di bellezze, spiritualità, amicizia. Siamo arrivati, ci salutiamo nascondendo a fatica un po’ di commozione. Sono stati due giorni magnifici dove ognuno ha contribuito con la ricchezza della propria umanità alla riuscita di questa magnifica, edificante esperienza. A quando la prossima? FeIT


Don Giovanni i ricordi di chi lo ha conosciuto

Alessandro Bivignani Don Giovanni l’ho conosciuto ad Arezzo perché quando ero ad Anghiari ero troppo piccolo e fra l’altro ero della parrocchia di Tavernelle e quindi non lo frequentavo. Ho conosciuto una persona intelligente che sapeva che cosa era la Chiesa e che ha sempre voluto bene alla sua Chiesa. Da una parte mi è dispiaciuto non averlo conosciuto come parroco di Anghiari. Mario Del Pia Don Giovanni mi ha sposato (era il 1974) e spesso scherzosamente si ricordava il fatto che avesse una novena meno di me. Lui infatti era nato il 15 dicembre ed io il 24. Alfonso Sassolini Ricordo don Giovanni, che è un lontanissimo parente nostro, quando ancora ragazzino veniva a giocare con Nanni, col mio Nanni, che è suo coetaneo, erano due diavoletti tutti e due. Poi lui si laureò, si fece prete e ha preso tutta un’altra via. È stato un grandissimo predicatore, un “omo” che ci affascinava con la parola. Poi ho cominciato a sapere che stava male dopo che fu allontanato da Anghiari e mandato a Castiglion Fiorentino. E m’è dispiaciuto molto della sua scomparsa perché quando è morto io non c’ero e non ho potuto partecipare a quella veglia di preghiera che so molto partecipata e intensa e alla quale hanno preso parte anche alcuni anghiaresi. Dio lo riposi in pace e dica grazie anche per noi. Anna Polverini Eravamo tanto amici perché lui è stato anche a casa nostra. C’era un’amicizia molto bella. Poi con la sua partenza per Castiglion Fiorentino, io non guido, i rapporti si sono allentati. Siamo stati due volte a trovarlo nella sua nuova parrocchia e abbiamo mangiato insieme ricordando i bei tempi anghiaresi. Ho un buon ricordo delle tante gite fatte con lui in montagna ed in particolare quella in terra Santa. Federico Fornacini lo don Giovanni lo ricordo quando da ragazzino facevo il chierichetto qui alla Propositura. Era una persona che ci sapeva fare parecchio coi ragazzini era per noi come un babbo giovane. A livello affettivo aveva lasciato

in noi qualcosa di importante. Mi ricordo che quando andò a Castiglion Fiorentino mia madre aveva trovato il suo numero di telefono e io lo chiamavo spesso. Poi purtroppo col tempo i rapporti si allentano. Ricordo però un episodio molto simpatico. Quando andavo a servire la Messa, io ero molto piccolino, ricordo che il sabato c’era anche la predica. Un giorno, era sabato, e gli chiesi: «Don Giovanni, ma oggi c’è la predica?» «Oggi è sabato e c’è anche la predica!» «Alora io me ne vado» Mi cavai la veste e andai via. Lui mi rimproverò un po’ ma poi tutto tornò a posto.

Franco Pierantoni Don Giovanni de Robertis lo ricordo bene, fra l’altro mi ha sposato e ha battezzato il mio figlio più grande. È stato veramente una cosa diversa dai sacerdoti precedenti, uno di molta cultura secondo me, difatti leggeva tantissimo, e le sue omelie erano abbastanza profonde. Magari sembrava un pochino scorbutico diverse volte, rispondeva un po’ a tono e durante la celebrazione se Marsa Bellini vedeva delle persone che chiacchieravano Per me è stato un grande sacerdote disattente le freddava con lo sguardo. e c’era fra noi un’amicizia non Però tutto sommato ho un ricordo indifferente. molto bello e difatti quando fu trasferito Io assieme ai miei familiari serbiamo a Castiglion Fiorentino mi è dispiaciuto di lui un buon ricordo. tanto perché ad Anghiari era una presenza notevole. Cinzia Gigli Gaspero Vichi Don Giovanni è stato un sacerdote Una delle prime cose che ricordo è di che a me e a Walter, eravamo molto quando don Giovanni venne al Carmine giovani in quegli anni, ci ha avvicinato e parlammo che lui avrebbe voluto molto alla Chiesa, alla preghiera e alla la festa come prima e da lì iniziò, fede quell’anno stesso, la festa vera come Elena Sassolini ancora tutt’oggi continua. Io ricordo don Giovanni con tanto Con don Giovanni infatti la festa, che affetto come un sacerdote rinnovatore, sopravviveva a stento, è stata migliorata giovane al momento che l’ho conosciuto, per arrivare al livello che è oggi. pieno di iniziativa, amante dei giovani e Gastone Mafucci dello stare insieme. Abbiamo vissuto insieme diverso Gino Fancelli tempo, lui è stato nella nostra parrocchia Don Giovanni era una brava persona, di Santo Stefano. È stato un carissimo fu lui che fece fare la festa al Carmine, amico e un grande prete. fu lui personalmente e io, come capo dei Sira Nicchi festarini (come dice Mario), lo ringrazio A don Giovanni gli ho voluto tanto sinceramente e parecchio. bene. È stato vicino a tutte le famiglie Franca Guelfi di Anghiari ed è stato un sacerdote Io ho un carissimo ricordo di don indimenticabile. Giovanni. Un amico! Un amico pronto a darti un consiglio, ad ascoltarti e poi In questa pagina don Giovanni con il gruppo sempre disponibile. di giovani al campeggio di Ghigo nelli Valli Io mi ricordo quando si giocava a Valdesi (28 agosto 1979). carte insieme, si rideva, si scherzava. Mi Nell'altra pagina don Giovanni in un ha emozionato tanto quando ho saputo momento di riposo e di lettura. della sua morte. Altri ricordi nel prossimo numero.

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...don Giovanni, i ricordi di chi lo ha conosciuto

Don Giovanni

La comunità di San Lorenzo lo ricorda così

Don Giovanni Il mio ricordo

Don Giovanni ho imparato a conoscerlo quando frequentavo il gruppo dell'Oratorio. Sarà stato verso la fine degli anni ‘70. Facevamo il Giornalino insieme a lui e anch’io scrivevo quasi tutti i mesi. Sono stato in vacanza con lui due o tre volte: o nelle Dolomiti o in Piemonte ed era nata una bella amicizia con lui e con tanti altri del gruppo Era un gruppo che grazie anche alle sua qualità ed alla sua cultura parlava anche di altre cose oltre che di temi legati alla religione o all’etica. S’era fatto anche delle iniziative abbastanza alternative per l’ambiente in cui erano nate. S’era fatto una mostra sul nucleare; erano le prime volte che usciva qualcosa di critico rispetto a questo tema che ancora era un pochino precoce rispetto i tempi, molti anni prima di Chernobyl. Ha celebrato il mio matrimonio. Poi l’ho un po’ perso di vista. L’ultima volta che l’ho visto ero andato ad un concerto a Castiglion Fiorentino al Velvet Underground. Arrivai presto per cui passai a trovarlo. Rimase sorpreso perché era tanto che non mi rivedeva. Lo vidi solo, mi dette quest’impressione; probabilmente è stata una percezione che ho avuto io di questa sua solitudine. Sono passati tanti anni eh!, da quel momento. Poi ho avuto con lui un contatto telefonico in un momento un pochino triste e da allora non l’ho più sentito. Ho provato tristezza quando ho saputo che era morto. Sono stato al suo funerale e mi ha fatto piacere essere presente al saluto che amici e parrocchiani di Anghiari e di Castiglioni gli hanno tributato. Un altro momento importante è quando andai a fare il servizio civile a Villa Verucchio mi accompagnò lui. Era il 20 febbraio del ‘79 e si voleva rendere conto cosa fosse questo servizio civile e in che ambiente sarei andato. Mi ricordo che c’era la neve, si passò da Viamaggio e toccò tornare in dietro e allora si fece il passo di Verghereto e poi a Villa Verucchio che è vicino a Rimini. Per un periodo della mia vita è stato una figura importante per cui non me ne dimentico.

Con grande dolore la nostra comunità ha appreso la notizia della morte di Don Giovanni, sacerdote molto apprezzato anche nella nostra parrocchia, e siamo vicini ai suoi familiari in questo momento di grande sofferenza. Nella prossima festività di San Lorenzo pregheremo per lui, ricordandolo durante la cerimonia religiosa. È a lui che dobbiamo essere riconoscenti se siamo riusciti a riportare in vita la festa del nostro santo patrono. Don Giovanni veniva a dir messa ogni domenica mattina, alle 9. Era l'anno 1985, e arrivati che fummo al mese di Dicembre, venne allestito nella chiesa, come tradizione vuole, il presepe. Quell'anno avevamo deciso, io ed i miei collaboratori, di ambientare la rappresentazione della natività in un paesaggio delle nostre campagne, in una casa colonica, simile alle tante case coloniche diverse fra di loro ma tutte simili, con il piano terra dedicato agli animali e le scale esterne che salgono al piano superiore dove viveva la famiglia, a volte anche numerosa. Gesù bambino nasceva nella stalla, e davanti nell'aia un fuoco con i pastori e le greggi. Doveva essere nelle intenzioni un ricordo ed anche un augurio di buona fortuna per tutte quelle persone che erano vissute in quelle case, con una vita piena di lavoro, il più delle volte con tanta miseria e con grandi difficoltà. Persone che con l'andare del tempo, avendo trovato possibilità di migliorare la propria vita, avevano abbandonato quelle case, che non erano loro, andando a vivere nei paesi vicini e a volte anche molto lontano, senza però dimenticare quei luoghi ai quali erano rimaste sempre molto affezionate. La mattina di Natale dunque, appena arrivato Don Giovanni, accendemmo le luci del presepe, e con una certa apprensione, nella consapevolezza che avevamo approntato un presepe molto diverso dal solito, gli spiegammo quello che avevamo voluto rappresentare. “Conosco bene queste case e la vita che si faceva lì dentro, perchè anche io provengo da una di quelle, e so bene quanti sacrifici hanno fatto i miei genitori”. Questo fu il suo commento. A Don Giovanni era piaciuto molto, e rimase lì ad osservarlo per alcuni minuti, mentre la chiesa si riempiva. Era quasi arrivata l'ora di iniziare la messa, e ancora stava lì ad ammirarlo. “Quanto sarebbe bello riunire nel giorno della festa di San Lorenzo tutte queste persone che una volta vivevano qui, ma anche quanto difficile e complicato, non sapremmo neanche da che parte cominciare” gli dissi. “Scriveremo, telefoneremo, troveremo il modo di invitarli, e vedrete quante persone torneranno”. Era un vero trascinatore, ci diede entusiasmo e fiducia nella nostra iniziativa e, incredibilmente, il 10 Agosto del 1986 in tanti arrivarono. Sia dai paesi vicini, sia da posti molto lontani. Fu una cerimonia religiosa molto sentita da tutti quanti, ed andammo in processione pregando e sostando al cimitero, per ricordare anche tutti coloro che erano ormai deceduti. Alla fine della cerimonia per festeggiare quell'avvenimento alcuni degli intervenuti offrirono dei dolci e del vino. Sembra accaduto lo scorso anno, mentre invece era il 1986!

Claudio Cioni

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Andrea Dellacasina.


LA FESTA DI SANTA RITA ALLA RIPA La festa di S. Rita, è diventata una consuetudine nella nostra comunità agostiniana e, anche quest’anno le nostre ospiti i loro familiari e tante persone amiche si sono date convegno nel pomeriggio del 22 maggio. Questa primavera ci ha regalato tante rose perciò la statua di S. Rita troneggiava nel nostro giardino tra il verde e il profumo delicato delle rose di ogni colore. È stata celebrata la S. Messa all‘aperto da Don Mario e Don Didier che fa il servizio religioso alla comunità con ordine e tanto amore. Sono stati presenti anche il parroco Don Marco e Don Stanislao e la loro partecipazione è stata una gioia e una ricchezza per tutti. Amici, conoscenti e parenti delle nostre ospiti sono intervenuti numerosi formando un clima d’incontro festoso, ma soprattutto di preghiera e di amicizia sincera. È stata offerta la merenda agli intervenuti anche perché diversi hanno offerto dolci e altro. Un grazie particolare lo dobbiamo alle nostre collaboratrici che consideriamo familiari per come lavorano in ogni occasione senza guardare l’orologio. Questo è molto bello e ci permette, non solo di svolgere il nostro lavoro, ma di farlo in una maniera più ecclesiale e fraterna. Spesso ai nostri giorni si da grande importanza alla dimensione soggettiva dell’esistenza che, non è tutto male se pone l’uomo alla scoperta della sua dignità e del suo ruolo operativo nella società, ma se vissuta solo nell’individualismo si chiude a Dio e agli altri e porta inevitabilmente alla tristezza, alla solitudine del cuore e all’asfissia morale e spirituale. Ecco perché sono importanti le occasioni d’ incontro. In questo caso l’occasione ce l’ha data S. Rita una donna di altro tempo che con il suo esempio di vita normale era aperta a Dio e al prossimo .Il suo messaggio di pace e di saggezza continua nella storia e nell’apparente ordinarietà ci ha trasmesso qualcosa di straordinario. È conosciuta come la Santa amica prediletta di Dio e invocata nei casi difficili e disperati. È una donna che non conosce disoccupazione

nemmeno in cielo perché non si contano quanti in tutto il mondo si rivolgono a lei per ottenere grazie dal Signore. Insieme alla Vergine Santa fa parte delle donne paciere come ha scritto il nostro vescovo Riccardo. Lodiamo Dio perché è buono, perché eterna è la sua misericordia, e ripetiamo il nostro grazie a quanti aiutano, stimano e amano la nostra piccola comunità religiosa della Ripa. Le Suore Agostiniane

26 giugno di Clèto Sarà stato il giugno inoltrato (il maggio, la pianta eh, era ormai tutto sfiorito) o sarà stato il trasferimento di una famiglia del Borgo della Croce per la parte bassa del paese, il fatto è che quest'anno l'addobbo floreale della Croce ha lasciato molto a desiderare. Solo l'Anna (quella che sta sopra la Banca di Castello), la Fanni (quella che sta prima di Palazzo Ligi) e la Claudia (quella che sta nel Palazzo Fontana) hanno esposto alle finestre delle loro abitazioni le canoniche coperte per fare festa al SS. Sacramento che ha percorso le strade del nostro paese. Per il Fosso invece il team di aficionados si è comportato in modo egregio addobbando a dovere il percorso a loro riservato per diritto di residenza. È vero, lì sono mancate le coperte alle finestre ma non si può avere tutto! Per concludere queste note strampalate vorrei segnalare la bravura dei bambini della Prima Comunione che, guidati da don Marco, si sono comportati benissimo distribuendo petali per tutto il percorso annunciando Gesù che si era fatto Eucarestia per loro. Un ultimo appunto (cioè devono essere menzionati per il loro impegno) per i Confratelli con cappa della Misericordia, che aprivano la processione, e quelli della Compagnia di Sant'Antonio, addetti al baldacchino.

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foto Roberto Stowasser


D

Te r r a d i P a l e s t i n a

al 18 al 25 Marzo scorsi, siamo stati in Palestina. Noi, fratelli Sassolini con vari nostri familiari e parenti e con alcune compaesane che ora possiamo chiamare care amiche. Non è possibile dare conto, in poche righe, di questa esperienza che è stata per tutti noi rinnovatrice e addirittura travolgente. Così come tutti noi pur sapendo che la morte esiste e ci sovrasta, inevitabile, continuiamo a vivere come se fossimo immortali, allo stesso modo non teniamo conto delle Parole e proposte fondamentali che ci vengono rivolte, fin dall’infanzia, da un Dio che ha vinto la morte e viviamo in modo tiepido e abitudinario la nostra religione. Ma ora, dopo la Palestina, dopo che abbiamo camminato con in mano il Vangelo negli stessi luoghi che vi sono descritti seguendo i passi del Cristo ed ascoltando le Sue parole quasi dalla Sua viva voce, ora sappiamo che Egli è veramente Via, Verità e Vita. Non possiamo più domandarci se la Sua “Novella” oltre che lieta sia anche veritiera e nemmeno possiamo ripetere a noi stessi che c’è ancora tempo e ci penseremo domani! Abbiamo visto la Sua Luce e ne siamo abbacinati. Come le falene notturne divengono gocce d’oro quando danzano intorno ai lampioni, così anche noi quando ci lasciamo avvincere da quella Luce, diveniamo interiormente più belli, sereni e gioiosi. Eppure, proprio come le farfalle notturne, siamo solitamente bruttini, grigiastri e marroncini. Abbiamo visitato Nazareth e quella che potrebbe essere stata la casa della Madonna; abbiamo veduto un graffito su una pietra che è l’omaggio a Maria di un pellegrino di 1700 anni fa: “Kairè Mariam” ( Ave Maria). Abbiamo navigato sul lago di Tiberiade sotto i minacciosi contrafforti dei “Corni di Hattin” dove, nel 1187, il Saladino sconfisse definitivamente i crociati. Abbiamo visitato Cafarnao e, sul “Monte delle Beatitudini” abbiamo ascoltato le rivoluzionarie proposte di Gesù, solo apparentemente utopiche, per il migliore dei mondi possibili. Abbiamo fatto il bagno,

inaffondabili, nelle dense acque saline del Mar Morto e camminato, sbalorditi, nel drammatico scenario del deserto delle Tentazioni. Da Gerico siamo saliti a Betlemme, percorrendo, in senso inverso, la strada dove un samaritano divenne “ il buon samaritano”. Abbiamo attraversato l’orrido muraglione fatto di odio e cemento armato che tenta di imporre una pace armata a due popoli nemici. Abbiamo anche visitato lo Yad Washem e siamo stati percossi da tanto dolore e da tanta inutile belluina ferocia. Abbiamo ascoltato la voce dei bambini morti nei Lager e carezzato con le nostre lacrime i loro visini spenti. In un crescendo di emozioni , rinnovando promesse che forse non sapremo mantenere, abbiamo rivissuto il “Padre Nostro” là dove fu recitato per la prima volta; Abbiamo meditato sulla notte fatale nell’orto del Getsemani, ci siamo inginocchiati nel tempio della Natività; ancora a Gerusalemme, al “Muro del Pianto”, siamo saliti sul Calvario, abbiamo pianto sulla pietra dove Gesù fu deposto, levigata dall’amore secolare e dalle carezze di milioni di pellegrini. Abbiamo pregato, stremati dall’emozione, al Santo Sepolcro, frammisti ed uniti a fratelli di ogni colore giunti qui da ogni parte del mondo. E ancora, ancora tante altre cose accadute… In questa bellissima terra verde, ricca e varia dove fioriscono insieme la rosa e il ciclamino, dove vegeta il sicomoro evangelico e l’albero del pepe, dove si sovrappongono testimonianze antiche di tante ere e civiltà, fioriscono anche miracoli di amore mentre i cuori imputridiscono nell’odio. Terra di paradossi, di contrasti insanabili di cui è stato detto che il mondo non avrà pace finché non vi sarà pace a Gerusalemme. Quanto a noi, abbiamo pianto lacrime di gioia e commozione come pure scherzato serenamente e riso. Siamo rimasti ancora le pesanti grigiastre farfallacce che eravamo ma, ora che abbiamo camminato con Te fino ad Emmaus, Ti preghiamo ancora una volta con le parola di Cleopa: “Resta con noi, Signore, perché si fa sera!” Alfonso Sassolini

Torna La Camminata del vero contrabbandiere Domenica 28 agosto 2011 da Anghiari si va al Ponte alla Piera per scambiare il tabacco con la polvere da sparo. Al Ponte sono ospitali e ci attendono anche per un desinare in allegria. Informazioni e prenotazioni da Celestino (caccia e pesca) o dalla Mariella del Ponte. Non mancate!

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I bambini e i giovani: il futuro del mondo! Siamo arrivate alla fine dell'anno catechistico piene di felicità e con qualche perplessità. La felicità di aver trovato un gruppo con una parte piena di entusiasmo e felice di provare insieme a noi le cose che abbiamo proposto, e una parte presente e partecipe sì ma a fasi alterne. Proprio da qui le nostre perplessità. Difficile competere con i mille impegni che questi bambini hanno, ma consapevoli, che da parte nostra abbiamo cercato di coinvolgere tutti nello stesso modo. Il titolo è stato preso da una frase di Papa Giovanni Paolo II. Noi crediamo, che in una società frenetica, opportunista e materialista, è importante far riscoprire ai bambini una cosa molto importante: Gesù. Lo abbiamo fatto attraverso la Sua Parola, ma anche tramite la riscoperta di cose semplici come: l'amore, la preghiera e la carità (alla quale noi crediamo molto). Da qui alcune nostre attività: la Messa (dove parte dei bambini partecipa attivamente alla sua riuscita), i dolci per la giornata missionaria, la colletta alimentare, la novena, la recita di Natale, il Carnevale, la scoperta di alcune chiese della nostra parrocchia (ringraziamo Mario Del Pia), la Quaresima, il Rosario, la Cena di beneficenza per la Caritas (ringraziamo la Carla di Tavernelle), il cimitero e le preghiere. Siamo anche consapevoli, di aver cercato di coinvolgere tutte le famiglie, perché è proprio da lì che deve partire l'impulso da dare ai bambini affinché riscoprano Gesù. Le ringraziamo per la partecipazione e l'interessamento che hanno avuto e speriamo che questo prosegua anche nel futuro cammino dei nostri bambini. Ci scusiamo per le nostre mancanze, ma anche per noi è un cammino nuovo da affrontare. CIAO, AL PROSSIMO ANNO, CRISTINA E GEGIA

Non

dimenticate

che d'estate

la parrocchia

è APERTA PER FERIE!!! Dai chierichetti Auguri ai bambini della Prima Comunione anche da parte dei chierichetti! Infatti un nutrito gruppo della classe che lo scorso 26 giugno ha ricevuto la Prima Comunione è anche una validissima parte del gruppo chierichetti che ogni domenica svolge il proprio servizio in Propositura. Allora non potevamo perdere l’occasione di rivolgere a loro un augurio del tutto particolare, soprattuto da parte dei chierichetti di seconda media che in questa circostanza hanno fatto il loro servizio proprio come regalo ai loro amici più piccoli. Purtroppo nella foto manca Vittorio che era già scappato a salutare i suoi parenti, ma ricordiamo tutti con tanta amicizia a gioia.

foto Studio F10

Samuele e Alessandro

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GREST in un battibaleno! Mentre il giornale è in stampa si sta svolgendo il Grest 2011 dal titolo “Battibaleno: insegnaci a contare i nostri giorni”. Nel prossimo numero proveremo a raccontare le nostre esperienze, sia dei bambini che degli adulti. Intanto anticipiamo il logo di quest’anno e la sua spiegazione, che serve come chiave di lettura per la nostra esperienza estiva. Il titolo: “Battibaleno” Il baleno è il lampo, il fulmine, che per un tempo brevissimo scarica energia e luce. “In un battibaleno” si dice per indicare la velocità di un’azione o del tempo che passa, e mentre sperimentiamo il tempo che scivola via, emerge la sensazione dell’urgenza, perché il tempo vola e si fa fatica ad affrontare le questioni più importanti. Il sottotitolo: “Insegnaci a contare i nostri giorni” Eppure cogliere il senso del tempo è questione chiave del vivere. Per questo lo leggiamo con il salmo 90: “insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore”. Ai bambini di quest’anno -attraverso l’esperienza estiva- vorremmo insegnare quanto è prezioso perché imparino a spenderlo bene. Non è inutile ricordare che le attività estive si caratterizzano per il fatto di essere vissute in comunità: una comunità che continua a chiedere a ciascuno di spendersi per costruire trame e relazioni buone. Il disegno L’immagine di riferimento è come sempre un disegno simpatico, che anche quest’anno è liberamente preso dalle attività estive degli oratori della Lombardia. Al centro degli ingranaggi di un orologio non c’è un meccanismo, ma c’è una persona. Un bambino che “tiene in mano” il tempo e prova a governarlo. È questo che vorremmo trasmettere ai bambini con l’esperienza estiva, perché imparino che il tempo è percezione di sé, è da mettere in gioco ed è uno spazio nel quale mettersi in gioco. Senza perdersi troppo. Una bambina si alza a battere un colpo e, proprio perché viviamo lo scorrere del tempo, abbiamo bisogno di farne un tesoro prezioso.

GREST

bimbi di oggi

Secondo round

Lunedì 22 agosto: ore 9-18, Giornata a Tavernelle tra riflessioni e giochi. Martedì 23 agosto: ore 8-18, Camminata a...

Questa volta vi presentiamo Giorgio Del Pia che abita in quel di Firenze, poco dopo il Galluzzo, alle Due Vie. La foto è stata scattata quando aveva poco più di cinque mesi. Se non conoscete la sua mamma Laura di sicuro conoscerete il suo babbo Michele sennò c’è il suo nonno Mario che gironzola per Anghiari.

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Mercoledì 24 agosto: ore 16-22, Attività in oratorio, S. Messa e Festa di San Bartolomeo con la conclusione delle attività estive della parrocchia. Informazioni in parrocchia


Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

L’Ordine agostiniano e la sua chiesa anghiarese

Monterchi festival

(prima parte)

L’Ordine agostiniano nasce dall’unione di alcuni gruppi religiosi nati dopo l’anno mille dai movimenti pauperistici allora in grande diffusione. Molti di questi che poi si aggregarono, avevano adottato parte del pensiero del Vescovo d’Ippona (S.Agostino) e si erano formati principalmente nel centro della penisola italiana. I gruppi che in seguito continuarono la loro vita da agostiniani, furono principalmente tre: i Giamboniti, i Brettinesi e gli Eremiti della Tuscia. Per una corretta visione storica dell’Ordine è consolidato usare due date fondamentali: il 1244 e il 1256, rispettivamente chiamate “piccola unione” e “grande unione”. Con la “piccola”, l’allora Pontefice Innocenzo IV, emanò due bolle: Incumbit nobis e Praesentium vobis, le quali ordinarono agli Eremiti della Tuscia di adottare la regola di S. Agostino, di darsi uno stesso stile di vita e un Priore generale comune. Con la “grande” si trattò di unire i gruppi precedentemente citati emanando, alla conclusione dei lavori, la bolla Licet Ecclesiae Catholicae. Con questa si sanciva de facto la nascita del nuovo Ordine, strettamente legato all’organizzazione della chiesa di Roma. Gli Agostiniani, una volta legittimamente riconosciuti, si fecero spazio fra gli altri ordini religiosi, occupando uno spazio che questi trascuravano: il contatto liturgico con il popolo. Infatti essi amministravano il sacramento, assicuravano il servizio liturgico, la catechesi; in parole povere divenivano un nuovo polo di attrazione religiosa. Per questi motivi è spiegabile l’importante sviluppo che ebbero nell’arco dei secoli XIII, XV, anche in Valtiberina ed in particolare in Anghiari. Non a caso la nostra chiesa di S. Agostino sorge nella zona di espansione intra moenia che si accresce proprio in quei secoli (il Borghetto). Altra tappa importante nel processo di regolarizzazione degli Eremitani è il Capitolo di Regensburg (Ratisbona) del 1290, dove vennero promulgate, appunto, le “Costituzioni Ratisbonesi” che rimasero in vigore senza sostanziali modifiche fino al 1551. L’unica turbativa allo status quo dell’ordine fu l’ordinamento delle Congregazioni; queste ultime, mentre le Provincie e i conseguenti Capitoli erano già attivi fin dalla “grande unione”, furono un bisogno dettato dalla necessità di ristabilire la vita religiosa in tutti i suoi obblighi. Le Congregazioni furono molte e sparse per tutta Europa, ma circa diciotto solo in Italia. Presumibilmente la comunità agostiniana di Anghiari faceva parte di quella perugina poiché apparteneva alla Provincia della Valle Spoleto. Nell’arco dei secoli XIII-XIV, l’Ordine fu molto attivo nell’ambito umanistico; uno dei personaggi più importanti in tal senso fu Dionigi da Borgo Sansepolcro, insegnante di Teologia, prima all’università di Parigi, poi nel 1338, su invito di Roberto d’Angiò, all’università di Napoli dove fu in stretto contatto con Petrarca e Boccaccio. Nel periodo delle riforme, a inizio XVI secolo, gli Agostiniani ebbero un nuovo impulso di crescita, la scoperta infatti del nuovo mondo e il momento felice della Spagna, dava molte speranze di espansione e la convocazione di molte menti agostiniane nel Concilio di Trento era la conferma della potenza culturale e teologica dell’ordine. (segue) *** Gabriele Mazzi - Palazzo della Battaglia, tel. 0575 787023 E-mail: battaglia@anghiari.it

Come di consueto anche quest’anno il Museo della Madonna del Parto ospita alcuni appuntamenti del Monterchi Festival, l’importante rassegna di arti che da ormai diversi anni si svolge nel nostro paese. In particolare il programma dell’edizione 2011 prevede che ben 9 serate all’insegna della musica, del teatro e della pittura e avranno luogo nel suggestivo giardino del Museo, una vera e propria terrazza che si apre sulla splendida campagna monterchiese. Le altre serate avranno come cornice piazza Umberto I, con la Rocca e il Palazzo Comunale. Il rapporto fra il Festival e il Museo, ormai consolidatosi nel corso degli anni, si fa quest’anno ancora più stretto: abbiamo infatti voluto fra precedere i concerti e le rappresentazioni nel giardino da una visita guidata al Museo e alla Madonna del Parto. Di notte, per la scarsa presenza di luce esterna, il moderno sistema di illuminazione si concentra sul celebre affresco di Piero della Francesca esaltandone così la grandiosa bellezza e creando un’atmosfera unica. Un’insolita visita notturna, interessante preambolo per una serata all’insegna dell’arte. *** Lorenzo Minozzi - Museo Madonna del Parto, tel.0575 70713 - E-mail: museomadonnadelparto@comunemonterchi.com

* Si coglie l’occasione per invitare i lettori ad alcuni appuntamenti presso il Palazzo della Battaglia: - 7 agosto 2011, Ore 17:00 Ludoteca per famiglie, in collaborazione con la libreria del Frattempo di Sansepolcro. - 18 settembre 2011, Ore 16:30 Oh Anghiaresi! Incontro al museo… dialettale! * E presso il Museo Madonna del Parto: - 18 settembre 2011, Ore 11:00 Visita guidata a tema: Arte a Monterchi

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La vignetta di Scacciapensieri:

Pantaloni!


CRONAC HETTA

Mese di Giugno 2011

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Maggio 2011 Lunedì 2. Stamani ho visto un bel gruppetto di rondini svolazzare felici fra il Terrato e Monteloro. Martedì 3. Oggi ad Anghiari è venuto l'Arcivescovo Francesco Coccopalmerio che ha impartito la Cresima ai nostri ragazzi. * Per la Tombola è stato chiamato il Maschio a berciare i numeri. È stato bravo! Venerdì 6. Oggi è morta Laura Mancini vedova Donnini. Abitava a Santa Fiora ma era originaria del Podernuovo dove è entrata quando ha preso marito. Domenica 8. Oggi per Memorandia c'erano diversi banchi e anche visitatori. Mercoledì 11. Stamani al mercato, un “omo” s'è sentito male e è caduto sotto la Loggetta della banca. Domenica 15. Stamani ho visto Berio che andava ad Anghiari ma è “arvoltato” a prendere l'ombrello perché cominciava a piovere. Mercoledì 18. Oggi è morta Elisa Romiti vedova Polcri. Aveva 87 anni ed abitava a Maraville ma era originaria delle Ville Monterchi. Venerdì 20. Stasera, alla Messa funebre, a Gastone gli s'è intrecciato il turibolo e ha fatto un gran casino. Domenica 22. Oggi è morto Mario Sonnini di anni 65. Abitava verso il Ponte dei Sospiri ma la sua famiglia abitava in cima ai Cordoni. Venerdì 27. Oggi è morta la maestra Marisa Comparini vedova Berlicchi. Sabato 28. Oggi è nato Giacomo Comparini di Luca e Cinzia Tomassini. La sua famiglia abita alle Pianacce, parrocchia di Tavernelle. Il suo nonno paterno, Saul, è festarino del Carmine. Lunedì 30. Oggi ero all'Oratorio e ho sentito un cuculo che cantava verso la Frattaccia. * Mi sono accorto che questo mese la mia agenda ha molte poche annotazioni.

Mercoledì 1. Oggi è morto don Giovanni de Robertis. Aveva 66 anni ed era parroco della Collegiata di Castiglion Fiorentino ma per 16 anni è stato cappellano ad Anghiari ed è stato il primo Rettore del Santuario del Carmine. * Oggi è morta Cesarina Giorgeschi vedova Dini. Abitava poco dopo Maccarino, per la via di San Leo, ed aveva 77 anni. Sabato 4. Oggi è morta Olanda Ricceri vedova Paci. Aveva 97 anni ed abitava a Pescara ma era originaria di Anghiari, era la figlia di Alipio. Giovedì 9: Oggi è morto don Derno Marconcini di anni 74. Era stato ordinato sacerdote nel 1964 ed era parrocco del Sacro Cuore al Borgo. Era nato alla Motina. Venerdì 11. Oggi è morto Benedetto Comanducci detto Luigino. Aveva 62 anni ed abitava prima della Cicogna alla Motina. Domenica 19. Stamani prima della Messa la Meri era agitata perché gli sposi non avevano lasciato nemmeno un fiore in chiesa. * Oggi è morta Ada Balsimelli vedova Bonini. Aveva 95 anni ed abitava al Molino della Casa ma era nata a Il Tasso, in Comune di Terranova Bracciolini, dove a suo tempo era stato parroco don Giulio. * Oggi è morta Adele Vidmar vedova Ferrini di anni 85. Abitava ai Renicci ma era originaria di Trieste dove si era sposata con Alessandro la cui famiglia proveniva da Anghiari. Martedì 21. Oggi è entrata l'estate e alla Fonte e verso il Borghetto ho visto un sacco di rondini. Che siano riaumentate? Mercoledì 22. Stamani al mercato ho visto un ciclista che veniva da Venezia e stava proseguendo per Gubbio e Assisi. Poi ho visto il Cerofolini di Bagnaia con uno zuccarino sul taschino della camicia. Sabato 25. Oggi è morto Siro Bianchi. Aveva solo 54 anni ed abitava a Talamonchi. La sua famiglia è originaria di Savorgnano. Lunedì 27. Oggi è morto Claudino Crulli di anni 73. Abitava a Bagnaia ed è stato Direttore all’Ufficio Postale di Le Ville. Martedì 28. Oggi è morto Mario Milli, aveva 62 anni. Abitava vicino all'Acquedotto e lo ricordiamo quando era in servizio come Guardia Comunale. Giovedì 30. Oggi è venuto un bel temporale estivo. Anche ieri, ma meno e non ha sciupato per niente il Palio.

Il mercato dei polli Fra le diverse collocazioni del mercato dei polli, i più anziani ricordano anche il Parterre. Ecco la delibera del 1935 che ne stabilisce la collocazione. Solo l’anno prima era invece stata deliberato che il commercio delle uova e del pollame avvenisse nella “piazzetta della legna” e in Piazza Edmondo de Amicis. Il Commissario Prefettizio Vista la propria deliberazione 6 febbraio c.a. N. 21 approvata dall’On. G.P.A. In seduta del 12 marzo 1935; ORDINA che il mercato dei polli, anatre, oche, tacchini, selvaggina, uova e simili venga effettuato esclusivamente nel Parterre di Piazza Baldaccio Bruni e precisamente nello spazio limitato dal muro di cinta e dal marciapiede.

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L’accesso al detto mercato dovrà avvenire, preferibilmente, dalla parte del Monumento a Giuseppe Garibaldi attraverso ad un apposito passaggio che il personale dell’Ufficio di Polizia Municipale avrà cura di non far occupare per nessuna ragione. Il personale del detto ufficio dovrà vigilare perché le contrattazioni relative al mercato anzidetto non si effettuino altrove e perché non venga ad essere occupato il libero accesso alle case, alle botteghe e ai magazzini vicini al Parterre. I contravventori alla presente ordinanza saranno puniti ai termini della legge Comunale e Provinciale. Copia della presente ordinanza, sarà rimessa, al Bidello dell'Uffcio di Polizia Municipale e al Coamndo della locale Stazione dei RR. CC. Anghiari 24 marzo 1935 (XIII) Ma il mercato dei polli cambierà ancora collocazione...


Questo giornale lo potrete trovate su Internet www.parrocchiadianghiari.it Scriveteci: oratorio@parrocchiadianghiari.it o: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI Per le vostre offerte: Propositura Insigne Anghiari - C/C postale N. 11802527

M E R C O L E D Ì 24 A G O S T O FESTA DI SAN BARTOLOMEO S. Messa solenne in Propositura alle ore 18 e festa all’Oratorio

D OMENICA 28 AGOSTO FESTA DI SANT’AGOSTINO S. Messa nella chiesa di Sant’Agostino alle ore 18

LU

N E D Ì

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A G O S T O

ANNIVERSARIO DELLA TRASLAZIONE DEL BEATO BARTOLOMEO MAGI S. Messa nella chiesa della Croce alle ore 18

San Bartolomeo 24 agosto

Sant’Agostino 28 agosto

Beato Bartolomeo 29 agosto


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