2017-2 Oratorio di Anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI APRILE - MAGGIO 2017

N. 2

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue


In copertina

Via del Destino

l'editoriale di enzo papi

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’absidetorrione di S. Agostino è una delle immagini che caratterizzano A n g h i a r i , arricchendo la sua sagoma di paese arroccato sul picco di una collina con una straordinaria invenzione architettonica. La chiesa si incardina nella cinta muraria e nel complesso abitativo, convertendo la struttura difensiva in funzionalità urbanistica e magnifico pretesto strutturale per il dispiegamento di un effetto scenografico di pura bellezza. Il visitatore che si ferma davanti a questo straordinario colpo d’occhio si rende subito conto, prima ancora di ogni informazione dettagliata, di essere sulla strada della ‘Toscana marchigiana’ o della ‘Marca toscana’, quel bacino di civiltà comune che all’alba del Rinascimento ha unito Firenze a Urbino, trasformando l’alta Valtiberina e il Montefeltro in un’unica regione di collegamento e di scambio, cuore di un incontro che ha dato grandissimi frutti artistici e culturali, culminanti nell’opera immortale di Piero della Francesca. Oggi, purtroppo, questo complesso geografico sembra regredito a pura espressione di distanze mal servite dal punto di vista stradale, facendo decadere le rispettive aree a periferia. Urbino non è per la Valtiberina un polo di cooperazione ma una meta lontana: il dorsale appenninico separa invece che unire due Italie un tempo molto più vicine. E se i canali si riattivassero, il flusso di scambi fosse ripreso? Quale nuova vita questo potrebbe portare alla nostra zona? Gli anghiaresi sanno quale ricchezza viene ai cittadini quando le strade vengono riannodate… Nella bella immagine di Leone Bruschi, realizzata nel 1998, una porta chiude in sé stesso il torrione di S. Agostino, laddove oggi Via di Ronda ha ristabilito il collegamento tra i due lati della cinta muraria, restituendo agli anghiaresi un pezzo di Anghiari perduto. Via di Ronda non porta nelle Marche, ma indica una direzione… (tbvv)

Percorsi di vita Con il 1° marzo, le Ceneri, eccoci già nel tempo di Quaresima. L’inverno, forse, sta preparando le valigie! Proprio in questi giorni, passeggiando per il Corso senza una meta precisa, a guardare soltanto le vetrine, o navigando in facebook, da un profilo all’altro, senza un obiettivo sicuro, ecco che ti imbatti in una sorpresa: due stili di vita diversi; da mettere a confronto!

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tile 1. Sulla vetrina di una cartolibreria, ma anche su quella di altri esercizi, lungo tutta la via. Il latino dell’associazione organizzatrice, MeaRevolutionae, è piuttosto improbabile sotto il profilo grammaticale, ma molto chiaro sotto quello contenutistico: una associazione culturale che vuol cambiare il mondo (Revolutionae, sic), secondo la propria visione (Mea). Eccola: Carnevale a Teatro, gran ballo mascherato con live set e DJ set, menù, sconti per i tesserati e premio alla maschera più bella. Nella cornice del Teatro Dante di Sansepolcro, il 10 marzo. Dalle 22:00. Abbastanza presto, ma per la cena; e, poi, ci si diverte di più con una nottata intera di fronte!

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tile 2. Un profilo facebook con sorpresa. Chi scrive dice “le bimbe stanno preparando il calendario dei fioretti”. Qualcuno interroga: “Di quaresima”? Risposta: sì, eccolo. E compare nel post la foto di una griglia con tanti quadratini quanti sono i giorni e tante sigle iniziali quanti sono i partecipanti alla promessa. Sotto, ecco la didascalia: “la sera crocetta SE rispettiamo l’impegno”. Interessante quel SE, unica parola tutta in maiuscolo: non è facile mantenere le promesse; a tutte le età abbiamo la tendenza alla smemoratezza. Perché è più facile. Ma l’impegno è preso da quelle bimbe e dai loro genitori! E bella quella… sera, quasi una valutazione della giornata appena trascorsa! Ce l’ho fatto oggi? Via allora alla crocetta. Se no niente!

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tile 1. Ancora altre vetrine. Questa volta scarpe, offerte griffate. Altra locandina. Qui la proposta viene da Vivi Altotevere. Ancora una Associazione impegnata con la vita: è un bene la Valtiberina, è un pregio viverci e viverla. Abbiamo, tutti, la fortuna di trovarci in un luogo di qualità per bellezza e gradevolezza. Ecco la proposta, allora: Veglione dello Sport con castagnole per tutti. Da non dimenticare la cena e, Se voi mangère, porta la sporta. La cornice? Il Borgo Palace Hotel, l’11 marzo. Date per tutti i gusti. Per moltiplicare le occasioni. Non si contano ovviamente le discoteche che fanno il loro mestiere: tutte le domeniche il “disco club a Sansepolcro”; tutti i venerdì, giorno di magro, ma non importa, il “disco dinner shaw a Castello”.

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tile 2. Ancora da facebook. Qualche conoscente verga un commento sorpreso. “Però… bello poi che siano coinvolti anche i grandi. Un modo per rendere più impegnativa l’educazione”. E conclude, anche se non è di casa: “Partecipo anch’io. Niente sigari per quaresima”. L’impegno in sé, in una realtà che galleggia nel consumo e nell’auto-isolamento, non è facile, ma ha ugualmente un suo fascino. Ed è coinvolgente. Probabilmente nasce da qui il coinvolgimento del conoscente. Una valutazione. È chiaro che l’impegno è più denso e più faticoso; mentre è più facile e piacevole la distrazione. I due stili in ogni caso raccontano due realtà contrapposte: la speranza è possibile, un mondo nuovo vive, si muove e si impegna ancora nonostante la realtà abbia tendenza alla superficialità. Il mondo antico? Non è quello dei fioretti, ma quello dei divertimenti. Ascoltiamo il poeta che lo ha già giudicato due secoli fa, ormai. “Diman tristezza e noia recheran l’ore”. Anche se abbiam ballato e ci siam divertiti, spensierati e senza limiti, nella vita di tutti i giorni.

L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Anno LI - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di Arezzo Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanielisadelpiantaverarossiteresabartolomeigabrielemazzimassimoredenti.

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La Natività del Lotto

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Incontri di catechesi per adulti meditando sulle opere d’arte; sono tenuti da Don Marco

orenzo Lotto è un artista molto originale nel panorama del Cinquecento veneziano che, dopo aver peregrinato fra Bergamo e Treviso, si ritrovò nelle Marche e finì la sua vita come oblato nel Santuario della Santa Casa di Loreto, dove trovò riposo al suo gran vagabondare. Tutta la sua pittura è costellata di afflato religioso con una particolarità: riesce a inserire nella sua pittura moltissimi particolari simbolici che aiutano ad andare più in profondità alla realtà. Ma la cosa più importante è che riesce a far vivere ai suoi personaggi nella tela una empatia con l’osservatore: introduce cioè l’osservatore dentro il mistero che sta descrivendo nella tela. Questa Natività ci introduce dentro il mistero dell’Incarnazione attraverso una lettura che va oltre l’immediatezza dello sguardo aiutato da quella carica di simboli di cui il Lotto si serve. Ad esempio la scala, le tortore, il crocifisso ma, soprattutto, la trappola dei topi. Quest’ultimo simbolo sta a significare che la croce di Cristo, come diceva Sant’Agostino, cattura. E lui è stato catturato da Cristo tanto è vero che il suo nome è proprio sulla trappola per topi. Il Lotto ci fa rivivere con ancora più intensità il mistero del Natale; anzi ci introduce dentro il mistero stesso attraverso la sua pittura. artistica, che, sulla base dello stile delle opere giovanili, si ritiene abbia avuto luogo nella sua città natale, probabilmente nella bottega dei Vivarini, anche se il Vasari racconta della sua infatuazione per la pittura del conterraneo Giovanni Bellini (1430-1516) e poi del Giorgione (1477-1510).

Lorenzo Lotto, pittore italiano, nacque a Venezia intorno al 1480, ma operò soprattutto lontano dalla sua città d’origine, in Lombardia, a Roma, nelle Marche, per lo più in provincia, piuttosto che nelle capitali. Non si hanno notizie precise sulla sua formazione

All’altare della Madonna

Avvisi

Le parrocchie di Anghiari e Micciano hanno partecipato alla annuale festa della Madonna del Conforto celebrando la S. Messa delle ore 22:15 nella cattedrale di Arezzo. La cerimonia ha visto il concorrere di diversi anghiaresi, di tantissimi aretini e la presenza della Corale di Anghiari che è stata valido aiuto per la liturgia. Celebravano il Proposto don Marco Salvi, don Gustavo Almeida, don Alessandro Bivignani e il diacono Fabio Mondani.

3 Maggio mercoledì: Santi Filippo e Giacomo. In Anghiari festa del SS. Crocifisso. Sante Messe nella chiesa di Badia alle ore 9:00 e alle ore 11:00. In Propositura, alle ore 16:00, Santa Messa solenne durante la quale il Vescovo amministrerà il Sacramento della Cresima ai nostri ragazzi. Seguirà la Processione dalla Propositura fino alla chiesa di Badia. 3


CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di aprile 2017 2 aprile domenica: Domenica V di Quaresima: S. Messe secondo l’orario festivo. 4 aprile martedì: Primo Martedì del mese: in Propositura alle ore 17 ora di guardia con recita del santo Rosario. 6 aprile giovedì: Primo Giovedì del mese: Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. 7 aprile venerdì: Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20:00, santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel santuario del Carmine, alle 21:00, adorazione e Santa Messa. 9 aprile domenica: Domenica delle Palme. Alle ore 9:00 Santa Messa nella chiesa di Badia. Alle ore 10:30 circa inizio della Santa Messa solenne con la benedizione delle Palme nella piazzetta di Badia, a seguire processione dei fedeli fino alla Propositura dove continuerà la liturgia della Santa Messa. Alle ore 18:00 Santa Messa nella chiesa della Croce. 10 aprile lunedì: Lunedì della Settimana Santa. Alle ore 21:00, in Propositura, Liturgia Penitenziale e Sacramento della Confessione in preparazione della Pasqua. Il TRIDUO PASQUALE comprende il Venerdì Santo, il Sabato Santo e la Domenica di Resurrezione ma in considerazione del carattere pasquale della Cena del Signore, entra nelle celebrazioni del Triduo anche la Santa Messa Vespertina del Giovedì Santo. La Domenica di Pasqua è sia l’ultimo giorno del triduo che il primo del tempo di Pasqua. 13 aprile giovedì: Giovedi Santo: Ultima Cena di Gesù. Santa Messa e Lavanda dei Piedi a Tavernelle alle ore 17:00 e a Micciano alle ore 19:00. Alle ore 18:30, in Propositura, Santa Messa Vespertina “in coena Domini” con il rito della Lavanda dei Piedi. La Chiesa celebra in questo giorno l’istituzione della SS. Eucarestia. Alle ore 21:00 in Propositura, nella chiesa di Tavernelle e nella Chiesa di Micciano “Ora di meditazione”. Nella chiesa di Sant’Agostino dalle 20:00 alle 22:00, meditazione guidata dai Confratelli della Misericordia. 14 aprile venerdì: Venerdì Santo. Celebrazione della Passione e Morte di Nostro Signore, in Passione Domini. Alle ore 11:30 dalla Chiesa di S. Agostino processione verso la Propositura per portare il simulacro di Gesù Morto. Un invito particolare ai giovani e ai bambini affinché siano presenti a questa manifestazione. Alle ore 15:00 a Tavernelle e a Micciano adorazione della Santa Croce. Alle ore 19:00, in Propositura, solenne liturgia “in passione Domini”. Al termine processione tradizionale lungo le strade del Paese. In questo giorno celebriamo e meditiamo la Passione di Nostro Signore che culmina con la morte.

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15 aprile sabato: Sabato Santo “Gesù nel Sepolcro”, giornata di silenzio e di riflessione. Celebrazioni: alle 21:30 nella chiesa di San Lorenzo e alle 21:00 in quella di Viaio, alle ore 22:00 al Cenacolo di Montauto, alle ore 23:00 nella Pieve di Micciano. Alle ore 23:00 in Propositura Veglia Pasquale con liturgia della Benedizione del Fuoco, della Nuova Luce, del Cero Pasquale e dell’Acqua. A seguire la santa Messa con l’annuncio della Resurrezione. 16 aprile domenica: Pasqua di resurrezione: Sante Messe secondo l’orario festivo. 17 aprile lunedì: Lunedì dell’Angelo, Pasquetta: nella chiesa di Santo Stefano, Santa Messa alle ore 11:00. Seguirà la Processione alla Maestà della Battaglia. 23 aprile domenica: Domenica in Albis, Seconda Domenica di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo. Dalla chiesa di Micciano alle ore 15:00 processione e rogazioni verso il Santuario del Carmine dove, alle ore 16:00, verrà celebrata la Santa Messa solenne e rinnovo della consacrazione alla Madonna del Carmine. 25 aprile martedì: San Marco Evangelista: S. Messa alle ore 9:30 nella cappella di San Marco presso la Misericordia; saranno benedette le foglie di giglio da mettere sulle croci nei campi. La Santa Messa delle ore 18:00 sarà celebrata in Propositura. San Marco era cugino di Barnaba, seguì l’apostolo Paolo nel suo primo viaggio missionario e poi anche a Roma. Fu discepolo di Pietro del quale riprodusse la predicazione nella stesura del suo Vangelo. L’emblema di Marco, il leone, diventò il simbolo della Repubblica Serenissima di Venezia. 29 aprile sabato: Santa Caterina da Siena, Vergine e Dottore della Chiesa. Patrona d’ Italia ( 1347/1380). 30 aprile domenica: Domenica III di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo.

Mese di maggio 2017 È il mese dedicato alla Madonna. Nei giorni feriali con inizio dal 4 Maggio, alle ore 21:00, in Propositura e nella chiesa di Tavernelle, recita del S. Rosario con breve riflessione. 1° maggio lunedì: San Giuseppe artigiano. 2 maggio martedì : Primo Martedì del mese. In Propositura alle ore 17:00 Ora di Guardia con recita del S. Rosario. 3 maggio mercoledì: San Filippo e Giacomo Apostoli. In Anghiari festa del SS. Crocifisso. Sante Messe nella chiesa di Badia alle ore 9:00 e alle ore 11:00. In Propositura alle ore 16:00 Santa Messa solenne durante la quale il Vescovo amministrerà il sacramento della Cresima ai nostri giovani. Seguirà la Processione dalla Propositura fino alla chiesa di Badia. 4 maggio giovedì: Primo Giovedì del mese. Si invitano a fedeli alla preghiera per le vocazioni,


5 maggio venerdì: Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20:00, santa Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel santuario del Carmine, alle 21:00, adorazione e Santa Messa. 7 maggio domenica: Domenica IV di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo. 8 maggio lunedì: Madonna di Pompei. 13 maggio sabato: Madonna di Fatima14 maggio domenica: Domenica V di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo. 16 maggio martedì: Santa Margherita di Cortona. 21 maggio domenica: Domenica VI di Pasqua. Sante Messe secondo l’orario festivo. 22 maggio lunedì: Santa Rita da Cascia: festa presso la chiesa delle Suore della Ripa, preceduta da un triduo serale di preghiera. 25 maggio giovedì: Beato Bartolomeo Magi di Anghiari. 28 maggio domenica: Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo. Festa al Santuario del Carmine con Sante Messe ogni ora dalle ore 7:00 alle ore 11:15. Alle ore 16:00 benedizione dei bambini e alle 18:00 Santa Messa in suffragio dei festarini e dei benefattori defunti. Ad Anghiari unica Messa alle ore 9:00, in Propositura.

S. MESSE FESTIVE CELEBRATE NELLE CHIESE DEL VICARIATO DI ANGHIARI

Ore 8:00

Ore 9:00

-ANGHIARI: Chiesa di S. Stefano -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -VIAIO: Chiesa di S. Paterniano

“ “ -CATIGLIANO: ogni 15 giorni Ore 10:00 -CARMINE: Santuario Madonna del Carmine “ -MICCIANO: Pieve di Maria Assunta “ -S. LEO: Chiesa di San Leone Ore 11:00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura “ -PIEVE DI SOVARA: S. Maria Annunziata “ -TAVERNELLE: Chiesa dell’Assunzione di M.V. Ore 16 (estivo 17) -PONTE ALLA PIERA: Chiesa di S. Giovanni E. Ore 18:00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Pellegrinaggio

Ore 8:45 -PADONCHIA: Chiesa di S. Michele Arc.lo Ore 10.00 -POCAIA: Chiesa della Madonna Bella Ore 11:00 -LE VILLE: Chiesa di S. Maria della Pace Ore 11:15 -MONTERCHI: Chiesa di S. Simeone profeta Ore 17:00 (18:00 estivo) -Chiesa di San Simeone a Monterchi

Domenica 23 aprile -Domenica in Albis- dalla Pieve di Micciano, alle ore 15:00, pellegrinaggio verso il Santuario del Carmine. Saranno percorsi gli antichi sentieri che collegano Micciano al luogo dell’apparizione della Vergine a Marietta. Durante la Santa Messa solenne nel Santuario Mariano della Valtiberina sarà rinnovata la consacrazione alla Madonna.

Prima domenica del mese a Scandolaia ore 15:00 (ore 16:00 estivo) Ultima domenica del mese: Chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze, ore 16:00 (ore 17:00 estivo).

MESSE PREFESTIVE: Ore 16:00 - (ore 17:00 estivo) Chiesa di Tavernelle Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Arcipretura Monterchi Ore 16:00 - (ore 18:00 estivo) Chiesa di Tubbiano Ore 17:00 - Madonna Bella a Pocaia Ore 17:30 - S. Maria della Pace, Le Ville Ore 18:00 - Propositura di Anghiari

Primo Venerdì del mese al Carmine

A Micciano Ogni Primo Venerdì del mese per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza

Ogni Primo Venerdì del mese, al Santuario del Carmine, recita del Rosario e S. Messa con meditazione alle ore 21:00.

S. Messa alle ore 20:00 5


IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

* Queste pagine possono essere lette dagli Anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Auguri a Vito e Nevia

S e d ut o accant o al mio p ic colo giardin o Sono quasi trent’anni che abito nel centro storico d’Anghiari, accanto alla Badia Camaldolese. Questa antica chiesa -che senz’altro è stata la prima ad essere eretta- pur non avendo io il dono della fede, mi suscita sempre tanti pensieri e la fantasia compie voli davvero pindarici. Qua non transitano le auto, la sera i rumori del giorno s’acquietano e le prime ombre fanno capolino tra i tetti e le mura. Quando il giorno volge alla fine, specie nelle pacate sere estive, tutto attorno alla Badia scende un silenzio d’altri tempi. Una rosea trasparenza uniforme stempera i colori del giorno finché l’ombra copre le vecchie mura quasi all’improvviso, allora la fantasia m’invita a segreti abbandoni. Mi capita spesso di sognare ad occhi aperti e la visione vede persone incappucciate, uomini con lanterne in mano che borbottando camminano per le anguste vie, sento un mormorio di preghiere giungere dalla Badia, o il monaco Azzone che dal pulpito della chiesa predica il verbo del Beato Romoaldo, mentre Imeldina, contessa di Galbino e signora d’Anghiari, inginocchiata sul nudo pavimento prega a mani giunte, affinché il signore perdoni le barbarie e le ingiustizie perpetrate dal proprio marito. Un mormorio di preghiere Nella solitaria Badia non incontro nessuno, ma odo l’eco di voci umane. Obliqui raggi entrano sul portico antico, riflessi ombrati muovono sul finire del giorno. Fredde appaiono le case, un uomo solitario s’attarda ancora: nulla conosce dei segreti… e ascolta muto un mormorio di preghiere. All’improvviso torno alla realtà, Anna, mia moglie, mi chiama: «Franco è l’ora di cena!» Franco Talozzi, lunedì 20 febbraio 2017

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el luminoso mattino del 27 settembre 1956, nella chiesa di Ponte alla Piera, Vito Marzi e Nevia Rossi celebrarono il loro matrimonio. Successivamente trascorsero il viaggio di nozze a Roma. Quest’anno festeggiano cinquanta anni di vita in comune: un tempo enorme, qualcosa ancora incomprensibile ai nostri occhi. Cinquanta anni sono un inno alla costanza e al sacrificio, certamente non deve essere stato facile sopportarsi reciprocamente. Sicuramente, dietro a tutto questo tempo passato insieme, possiamo trovare una parola a cui oggi spesso non viene dato il giusto peso, parola che noi chiamiamo amore. L’amore vero, quello che sconfigge il tempo prima di ogni altra cosa, l’amore capace di andare oltre le sofferenze, capace di sopportare sgarri, bugie, capace di sorridere a qualunque situazione. Grazie dunque per averci dimostrato in questo giorno come in ogni altro giorno della vostra vita il potere dell’amore quando è unito alla volontà ferrea di persone forti e unite, capaci di affrontare la vita nella buona e nella cattiva sorte. Grazie infine, perché per merito vostro ogni giorno capiamo come le cose belle possono durare. Quindi fatevi forza, mi raccomando! Godete tutto il possibile e auguri di cuore per questo vostro magico Anniversario dai nipoti Andrea, Daniele, Eleonora e Giacomo. Nella foto il momento della celebrazione delle nozze nella chiesa del Ponte alla Piera.

Ciccicocco - di Clèto C’è riuscito! Anche quest’anno il Gruppo del Ciccicocco ha potuto visitare la Scuola Primaria con un adeguato numero di cantori, tutti mascherati, andando di aula in aula a “cercare” il Ciccicocco. Come gli anghiaresi sapranno si tratta di una antica consuetudine che si era soliti fare nel giorno del Giovedì Grasso o Berlingaccio, per noi Ciccicocco, nel quale gruppi di ragazzi, ma anche di giovani, andavano di casa in casa cantando la consueta tiritera (ciccicocco pane ‘ntinto / damme ‘n’ovo che te l’ho vinto!), facendo qualche balletto e chiedendo qualcosa per fare festa: in particolare uova e salsicce.

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...il Palterre, ovvero Ridendo castigat mores Ciao Gastone, sono ormai alcuni mesi che stai combattendo per superare le conseguenze di quella brutta caduta. Ho saputo che in alcuni momenti chiedi dei tuoi “compaesani” e anche noi chiediamo di te e abbiamo capito che ancora sarà molto dura. Si sente la tua mancanza. La sente L’Oratorio nel quale tu raccontavi le notizie della Comunità di Santo Stefano con quel tuo particolarissimo modo di scrivere, la sentono i tuoi amici del “burraco” o del prato della parrocchia e di tutte le altre iniziative che ti vedevano in prima linea. Pensa che quest’anno, per la festa di Sant’Antonio, per un malinteso, non c’erano i panini benedetti. Ma subito ci siamo presi l’impegno che per il prossimo anno, e ci sarai anche tu, provvederemo per tutto il necessario, e anche di più se possibile. Ora ti mando i miei saluti e quelli dei tanti amici, ma direi di quasi tutti gli anghiaresi, che vogliono farti festa al tuo ritorno. Ti aspettiamo.

Gli zii di Argentina

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l 5 novembre 2016 è mancata la mia zia Elisabetta Giovagnini (Bettina), che nel 1949 era partita insieme a suo marito Adelmo Ruggeri verso l’Argentina. Partirono convinti di fare un po’ di fortuna e poi tornare, ma purtroppo non fu così. Loro sono stati sempre molto uniti per tutta la vita. Hanno cresciuto due figli, nipoti e pronipoti; poi la vecchiaia e le malattie si sono fatte avanti finché, circondata dall’amore dei suoi, la zia ha lasciato questa terra. Da quel giorno lo zio non è stato più lo stesso, un pezzo di lui non c’era più. Dopo oltre sessantasei anni di matrimonio era rimasto solo. È stato così che pian piano si è spento. Lui che era sempre stato compagno affettuoso e presente cercando di rendere le sue giornate più gioiose ora non aveva più nessuno scopo. Il 30 gennaio 2017 anche lui è volato in cielo. Li ho voluti ricordare con queste poche righe su questo giornale, che puntualmente arrivava nella loro casa, perché loro amavano Anghiari al quale erano rimasti molto legati. Avevano fatto molti viaggi in Italia, l’ultimo insieme nel 2009. Per noi tutti è stato un gran dolore ma ringraziamo Dio per averceli donati per tanti anni. Sono stati per i figli e per tutti noi un grande esempio. Riposino in pace.

Mario Del Pia

Quando il giornale sta per andare in macchina ho saputo della tua morte. Non ti dimenticheremo! Ogni volta che faremo qualcosa in parrocchia o nella Comunità di Santo Stefano ci ricorderemo di te perché eri tu che organizzavi ed eri presente a tutte le iniziative. Penso che anche lassù dove sei andato adesso non starai certamente con le mani in mano: qualcosa inventerai anche lì.

Francesca Madiai

Auguri a Sergio

Vogliamo ricordare ai nostri lettori che il 3 gennaio scorso Sergio Bianchini ha compiuto novant’anni. Purtroppo un po’ l’età, un po’ una serie di acciacchi gli fanno vivere con difficoltà questi anni della sua vita. Sergio è nato ad Anghiari, “Tralemura”. Quando a parroco di Pianettole venne incaricato un suo zio, venne ad abitare in questo bellissimo luogo e poi, dopo varie vicende, è riuscito ad acquistarlo ed ora è gestito dal figlio Mario. A Mario mandiamo un abbraccio e, quando potrà, comunichi al padre il ricordo e la vicinanza di molti anghiaresi.

Il calabrone

io la penso così

Velocità – Per la via del Carmine hanno messo il limite a 30 Km/ora. Io penso che chi ha deciso questo limite non ha mai marciato a quella velocità. Il precedente limite era di 50 Km ed è certo che i pedoni, che allegramente e con decisione vanno per questa idonea strada, quando incrociano una macchina, si sentono in pericolo. Ma il pericolo per loro sono quelli che vanno a più di 50 Km. e forse anche di 70 Km. E poi quelli che, pur rispettando il limite di velocità, quando incontrano un’altra auto o qualche pedone continuano il loro ritmo senza rallentare minimamente. Ora tutti saranno costretti a non rispettare questo limite ma, soprattutto, si abitueranno ancora di più a non rispettare i segnali che trovano lungo le strade.

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTE

di don Quinto Giorgini

Chiesa abbaziale di S. Bartolomeo Apostolo nell’antico centro storico di Anghiari -quarta e ultima parte-

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bbiamo presentato ai nostri lettori una sintesi della lunga storia della Abbazia Camaldolese di Anghiari fondata nel 1104-05 e sviluppatasi lungo sette secoli, con alterne vicende, fino a concludersi con la sua soppressione nel 1787. Sarebbe troppo impegnativo elencare chiese, terreni, beni immobili, mulini ecc. di proprietà dell’Abbazia amministrati dai suoi abati e sparsi nel territorio della Pieve di Micciano e anche al di fuori, come la scelta dei rettori delle chiese di San Leo, di Tubbiano e di Santa Fiora, quest’ultima nella diocesi biturgense. Ci limitiamo ad accennare ai seguenti quattro poderi: Podere del Molin Bianco, del Mulinello, del Molin di Valle, Podere Nuovo, Podere a Tovari con altre terre sparse. La canonica della Badia, abitata nel passato anche dagli Abati Commendatari fino al 1583 e poi dai Vicari perpetui, era composta da 3 sale, con 8 camere, nelle quali in seguito si collocava tutto il grano dei poderi della Badia, mentre le biade e altri cereali venivano custoditi nei solai. Ora concludiamo questa ricerca con un triplice elenco cronologico dei nominativi degli abati camaldolesi. Il primo elenco va dagli inizi, cioè dal 1130, al 1530 e comprende i seguenti 33 abati, di cui riportiamo il nome con accanto la data nella quale se ne hanno notizie. 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) 21) 22)

Alberto, 1130 Rolando dei Conti di Montedoglio, 1140 e 1162 Tebaldo, 1178 Bartolo, 1181 Iacopo, 1185 Filippo, 1200 Guido, 1204 Bonifazio, 1237 Benigno, 1238 Iacopo, 1243-1245 Niccola, morto nel 1269 Alberto Pisano, eletto nel 1269 Antonio, 1293 Giovanni da Volterra, 1310 Angiolo da Rota, 1319 Bartolo, 1341 Simone Testi, 1362 Ottaviano, 1365 Antonio di Marco di Borgo Sansepolcro, 1387 Marco di Magio da Tredozio, 1404 Andrea di Buonagiunta di Arezzo, 1405 Bartolomeo di Simone da Borgo Sansepolcro, 1430

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23) 24) 25) 26) 27) 28) 29)

30) 31) 32) 33)

Ranieri di Donato Britii fiorentino, 1432 Paolo di …, 1452. Amadio di Taddeo da Bagno, 1456. Iacopo di Masso d’Allegri d’Arezzo, dal 1464 al 1478. Ugolino di Pietro dell’Antella, dal 27 marzo 1478 al 1480. Bernardino del Bene d’Anghiari, 1487 e 1496. anno in cui fu relegato in penitenza a Pianettole. Antonio Rampini di Pratovecchio, dal 1496 al 1508; si oppose all’entrata in Badia del Cardinale Flisco e pertanto fu scomunicato e bandito dal Vescovato di Arezzo. Girolamo di Italiano Morosini da Pratovecchio, governatore per il Cardinale Flisco nell’anno 1510. Stefano di Bernardo Panteoli da Pieve Santo Stefano, Abate affittuario nell’anno 1522. Romualdo, rettore dell’Abbazia per il Cardinale Flisco nell’anno 1528. Bernardino Del Bene, rettore per Iacopo Flisco. Fu ucciso nel 1530 e fu l’ultimo Abate Camaldolese di Badia.

Il secondo elenco riguarda la serie degli Abati Commendatari, dipendenti dalla Sede Apostolica, che parte dal 1508 al 1787. 1508 Cardinale Flisco, genovese, che morì nel 1529. 1529 Iacopo di Ettore Flisco, nipote del precedente. 1534 Carlo del Marchese Girolamo del Monte S. Maria. Morì nel 1542. 1542 Anton Maria, fratello del precedente. Conseguì l’Abbazia con pensione di scudi 100 al Vescovo di Montefiascone. Morì nel 1602. 1602 Gio Batta, fratello di Gino, con pensione di scudi 411 al Cardinale Deti fiorentino. Morì inAnghiari nel 1630.


Le nostre chiese... 1630 Antonio Santa Croce, romano, Cardinale dei Ss. Nereo ed Achilleo. 1642 Giulio Gabrielli, romano, Cardinale, rinunciò nel 1670 riservando l’usufrutto al nipote Pietro Gabrielli. 1673 Pietro Gabrielli, prese possesso in Settembre per mano del dottor Paolo Testi. 1695 Cardinale Enrico de Noris, veronese, agostiniano. Morì nel 1704. 1706 Francesco Martelli, fiorentino, Cardinale, prete del titolo di Sant’Eusebio. Morì in Roma il 28 settembre 1717. 1717 Mons. Falconieri, Governatore di Roma, Cardinale, prese possesso per mano di Carlo Tuti. Morì il 26 gennaio 1734. 1734 Cardinale Pietro Maria Pieri, Generale dei Servi di Maria. Prese possesso il 1 giugno del 1734 a mezzo del suo Procuratore Bartolomeo Morgalanti. Morì nel 1743. 1743 Abate Prospero Jackson, rinunciò nel 1764. 1764 Claudio del fu Giovan Battista Lari di Pistoia, ebbe l’Abbazia con obbligo di corrispondere al Jackson una pensione di 300 scudi romani all’anno. Morì il 23 luglio 1770. 1770 Cardinale Francesco d’Elci che la tenne sino al 15 maggio 1777 e in questa data l’affittò a un tale Giovan Battista Cinci da Città di Castello. Il terzo elenco è quello dei Vicari Perpetui dell’Abbazia, istituiti nel 1578 dall’Abate Girolamo Dal Monte. Questi vicari venivano eletti per concorso dal Vescovo Aretino ed avevano la prebenda di 140 staia di grano all’anno e venivano aiutati nel loro ministero da due cappellani. 1578 Don Anghiarino Borghi che rinunciò nel 1600 1600 Don Francesco Bigliaffi di Anghiari. Morì nel 1603. 1603 Don Annibale Cerboni da Lippiano. Rinunciò nel 1615. 1615 Don Angiolo Testi di Anghiari. Dottore teologo. Morì nel 1624. 1624 Don Cherubino Bigliaffi di Anghiari. Dottore in legge. Morì nel 1639. 1639 Don Paolo Boldrazzi di Anghiari. Dottore in legge. Morì nel 1651. 1651 Don Giovan Battista Testi di Anghiari. Morì nel 1685 1686 Don Luca Ciarperini di Anghiari, fino al 1710 1710 Don Bartolomeo Testi di Anghiari. Morì nel 1714. 1714 Don Cammillo Morgalanti di Anghiari, che fu Protonotario apostolico, morì nel 1752. 1753 Dottor Alessandro Fontana di Anghiari. Morì nel 1765. 1765 Don Telesforo Doni di Anghiari. Fu l’ultimo Vicario di Badia ed il primo Proposto. Sotto di lui fu soppressa la Badia e trasportata la sede nella Chiesa del Fosso (attuale Propositura). Ciò avvenne d’Ordine Sovrano e per decreto del Vescovo di Arezzo del 3 novembre 1787. Il Doni morì nel 1807.

Non è stato facile ritrovare la serie dei suddetti Abati, perché il Libro dei ricordi della Badia è andato perduto. Un estratto di esso, fatto dal Proposto Nicola si trovava presso la famiglia Tuti. Nell’altra pagina - Veduta dell’altare maggiore e dell’edicola del Crocifisso in legno intagliato del XIII/ XIV secolo. In questa pagina - In alto, frammento di stemma camaldolese datato 1762; sotto, stemma della famiglia Testi.

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Le offerte per l’Oratorio 2017 Da un controllo ci siamo accorti di aver tralasciato alcune offerte del 2016 e le trovate inserite in questo numero. Donatella Riccardi manda la sua offerta in memoria dei propri defunti e Francesco Testerini e la sua famiglia per le necessità della parrocchia. Adriano Lucertini da Torino manda la sua offerta in memoria di Paolo Lucertini. Ada Acquisti, Tralemura Adelmo Piomboni, Campo della Fiera Adina Dini, San Mariano-Corciano Adriana Cherici, Campo della Fiera Adriana Cristini, Genova Adriana Tizzi, San Giustino Agnese Cagnacci, Tavernelle Agostino Pozzoli, Via del Carmine Alberto Benedetti, Pieve Alberto Manenti, Casanova Aldo Dini, Monterchi Alessandro Martini, Via del Carmine Alessia Pacini, Vicenza Alessio Acquisti, Citerna Alfredina Donnini, Prato Alighiero Padelli, Sabino Alma Nicolò Rossi, Venosa PZ Amedeo Tortori, Molinello Andrea Iacopucci, Casina-San Lorenzo Andrea Rossi, Molindagnolo Angelo Guarnieri, Arenzano GE Angiolo Dragoni, Padova Angiolo Magri, Renicci Angiolo Meucci, Via di San Leo Anita Fontana, Le Casacce Anna Fontanelli, Arezzo Anna Girolimoni, Casacce Anna Maria Conti, Monterchi Anna Maria Magrini, Ponte alla Chiassa Anna Maria Valentini, Via Libbia Annunziata Lapi, Borgo della Croce Annunziata Sciadini, Via del Molin Bianco Antonietta Gennaioli e Giuseppe Migliorati, Arezzo Antonietta Giacomini, Maiolo Antonietta Pagani, Mezzavilla Antonio Dejaco, Molindagnolo Antonio Rinaldi, La Banca Antonio Testa, Turicchi Assunta Del Pia, Il Borgo Benito Raffaelli, Castello Brunera Falsetti, Calabria Brunero Gaetani, Campalla Bruno Acquisti, Molin di Catorcio Bruno Bianchini, Fattoria Viamaggio Bruno Ghignoni, Via di Cipicchio Bruno Polverini, Pocaia Carla Zanchi, Via Nova

Carlo Brizzi, Roma Carlo Valentini, Acquedotto Cathia Acquisti, Viale Stazione Celestino Corsi, Via di San Leo Cinzia Bianchi, Arezzo Claudia Felicina Pacini, San Giuliano Mil.se Claudio Cambi, Campo Fiera Claudio Martini, Acquedotto Conforta Leonardi, Tavernelle Cristina Veri, Infrantoio Daniela Donati Sarti, Lama di S. Giustino Dario Pasqui, Casanova-Catigliano Delfo Venturi, Casaccia Diana Dini, Via del Carmine Dino Concu, San Leo Dino Corsi, Via di San Leo Dino Donati, Colcellalto Domenica Nicchi, Infrantoio Domenica Pernici, Cavriglia Donatella Marinari, Viale Stazione Donato Baldi, Casolare Donato Fantoni, Via del Comune Doris Leonardi, Cortine Elda Polverini, Il Borgo Elena Leonardi, I Fabbri Elena Pieracci, I Fabbri Elia Manenti, Via di Pino Elio Papini, Il Casotto Elio Ragno, La Banca-Tavernelle Emma Bruna Biancucci, Ponte alla Chiassa Enrico Ghignoni, Palazzolo Enrico Venturi, Arezzo Enzo Polendoni, Campo della Fiera Erminio Staccini, Borghetto di sopra Ernesto Dragoni, La Croce Eros Petruccioli, Campo della Fiera Eugenio Masi, Roma Eva Senesi, Tavernelle Ezio Bergamaschi, Libbiano Fabio Rossi, Bucacce Fabrizio Lazzerini, I Fabbri Famiglia Mariotti, Campo della Fiera Federico Foni, Siena Fernando Matteucci, Ca’ de’ Frati Fernando Olandesi, Giardinella Fernando Paletti, Casanova-Motina Filomena Luongo, Bernocca Fosco Martini, Il Borgo Franca Ciucoli, Via dell’Intoppo Franca Tizzi, Pieve a Quarto-Olmo Francesca Bellini, Le Ville Francesco Brardinelli, Via del Carmine Francesco Rosadi, Le Ville Francesco Sassolini, Valle di Valdimonte Franco Albiani, Maraville Franco Badini, Gorgone-Castello Franco Brizzi, Roma Franco Giorni, Scarpaia Franco Landini, Monterchi

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Franco Rumori, La Vigna Frido Giorni, Via di San Leo Gabriella Camaiti, Firenze Gheldo Marghi, Bagnolo di sotto Giampaolo Gattari, Via della Fossa Gian Piero Alberti, Giardinella Giancarlo Balestri, Milano Giancarlo Casi, Santa Fiora Giancarlo Sisti, Bellavista Gianfranca Lombardi, Sesto S. Giovanni MI Gianni Beretta, Casarecci Gilberto Roselli, La Vigna Gina Magrini, Via Nova Gino Crociani, Fondaccio Gino Fancelli, Via del Carmine Gino Giovagnini, Tavernelle Giorgio Camaiti, Il Colle di Micciano Giorgio Giorgi, Borgo della Croce Giorgio Mencarini, Via del Gioco Giovanna Bernardini, Giardinella Giovanna Serafini, Terranera-Falciano Giovanna Tricca, Rivergaro PC Giovanni Bianchini, Palazzo del Pero Giovanni Foni, Ca’ de’ Frati Giovanni Giorni, Gardone Val T. BS Giovanni Graziotti, Monterchi Gisella Gennaioli, Palazzo Giuliano Donati, Renicci Giuliano e Sonia Polverini, Monterchi Giuseppe Comanducci, Chiusini Giuseppe Crociani, Fondaccio Giuseppe Fastacchini, Roma Giuseppe Menzogni, Prato Giuseppe Ricceri, Badia Giuseppe Sassolini, Il Borgo Gorizia Chiarini, San Leo Graziano Lazzeroni, Viaio Imola Lombardi, Monte Ivana Dell’Omarino, Santa Fiora Ivano Cesari, Via del Carmine Liana Polverini, Bernocca Lilia Guadagni, Tavernelle Lina Lanzi, Libbiano Linda Bianchi, Il Borgo Livio Sassolini, Castello Lorentina Cagnacci, Tavernelle Luciano Cecconi, Infrantoio Luigi Leonardi, Bagnolino-Tavernelle Luigino Gorfini, Valcelle Marcella Ghignoni, Renicci Marcella Martini, Lo Sportone Marcella Pernici, San Giovanni V.no Marcello Gelsumini, Campo della Fiera Marco Aglini, Pietto Marco Lombardi, Monte Margherita Pacini, Tavernelle Maria Carla Leonardi, Torre Pedrera Maria Ebe Ricci, Molinello continua a pag 11


È il momento di ringraziare!

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a Caritas parrocchiale ringrazia tutte le persone che la stanno aiutando anche dal punto di vista finanziario: le offerte che ci pervengono vengono utilizzate per intero per le spese alimentari (confezionamento pacchi) e per far fronte ad aiuti economici specifici (mensilità di affitti, utenze enel, gas, acqua…). Per le offerte da inizio anno ad oggi, ringraziamo in modo particolare: un anonimo che ci ha fatto pervenire la somma di Euro 350 tramite Franco Cristini; Tito e Franco Bartolomei che, sempre per mano di Franco Cristini, ci hanno consegnato la somma di Euro 800 in memoria della sorella Anna Maria; Alfonso Sassolini che periodicamente e puntualmente ci offre il proprio contributo; un caro amico “anonimo” che non ci fa mai mancare il suo apporto. Anche gli amici del Centro di Aggregazione Sociale ci fanno sentire la loro presenza, e di ciò siamo riconoscenti. Ringraziamo inoltre le Suore Agostiniane della Ripa, sempre a noi particolarmente vicine, come di continuo ed in maniera tangibile sentiamo forte la vicinanza e l’affetto delle Suore del Cenacolo di Montauto; a tutte loro, da

continua da pag. 10 Maria Guadagni, Infrantoio Maria Manfroni, Renicci Maria Rosa Pancioni, Via di San Leo Maria Sensi Chiarini, Fanciulleri Mariano Marsupini, San Giuliano AR Maricla Staccini, Il Borgo Mariella Giovagnini, Fragaiolo Marino Bazzurri, Via di San Leo Mario Baggi, Valealle Mario Corazzini, Bernocca Mario Mariani, Bagnolo-Tavernelle Mario Palazzeschi, Le Bertine Mario Valentini, Via del Carmine Mario Zanchi, Chiani Marisa Guadagni, Mura di sopra Marisa Tavernelli, Giardinella Massimo Foni, Ca’ de’ Frati Massimo Fragai, Bagnolo-Tavernelle Maura Coleschi, Fossatino-Ponte alla Piera Maura Conti, Montebello Maurizio Checcaglini, Poggio del Sole Maurizio Girolimoni, Giardinella Mauro Mondani, Ponte Leonora Mauro Tanfi, Barbieria Michela Matei, Intoppo Michele Dini, Maccarino Monica Magrini, La Vigna Monica Sbragi, Via del Carmine Nada Foni, Acquedotto Nara Ferrini, Ponte alla Piera

parte nostra, un pensiero particolare ed un grazie infinito. Non è stata finora nostra abitudine sottolineare in maniera specifica le offerte che ci sono state consegnate, né come provenienza né tantomeno come importo, né ciò ci è mai stato richiesto; ma forse proprio per questo ultimo motivo (non ci è mai stato richiesto) pensiamo che sia giunto il momento di iniziare a porre in evidenza questi gesti di generosità che la cittadinanza anghiarese esprime a favore della nostra Caritas Parrocchiale e, di conseguenza, a favore dei più poveri della nostra comunità. Aiutateci ad aiutare! Che Dio Ve ne renda merito!

I vostri indumenti, custoditi in ordine, pronti per chi li richiede!

Nevio Comanducci, Via del Carmine Norma Madia, Il Borgo Offerta anonima Orazio Leonardi, Il Borgo Orlando Coleschi, Fossatino Otello Comanducci, Firenze Ottavia Antonelli, Fraz. Basilica Pamela Zanelli, Ghetto-San Leo Paola Del Furia, Campo della Fiera Paola Mondani, Carboncione Paolo Monini, San Leo Paola Resti, I Fabbri Pasquale Guadagni, Le Bertine Patrizia Cangi, Campo della Fiera Patrizia Frini, Milano Piera Rossi, Tavernelle Pierluigi Gallai, Castello Piero Pacini, Vicenza Piero Rossi, Ponte alla Piera Pietro Giabbanelli, Giardinella Pietro Mondani, Carmine Primo Del Sere, Le Forche Quinto Paci, Genova Ralio Fornacini, Campo della Fiera Renata Salvi, Infrantoio Rita Andreini, Giardinella Rita Ruggeri, Campo della Fiera Rosa Giorni, Ponte dei Sospiri Rosella Guadagni, Bernocca Rosella Moscetti, Borghetto di sopra Rosita Ghignoni, Via di Pino

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Rossano Bonini, Molin della Casa Saura Cambi, Via del Carmine Secondo Mariotti, Motina Senio Ruggeri, Via del Comune Sestilia Leonardi, Ponte dei Sospiri Sila Calosi, Morone-San Leo Silvana Rossi, Trafiume Silvana Salvi, I Sodi Silvano Bianchi, Via di San Leo Silvano Boncompagni, Via di San Leo Silvano Paceschi, Firenze Silvano Rossi, Carboncione Simone Sassolini, Stati Uniti Siro Polverini, Via di San Leo Teresa Maurizi, Tofanicchio Tommasina Toriti, Tavernelle Ugo Bianchi, Cascina Naviglietto MI Umberto Bigioli, Polveriera Valentina Pierantoni, Il Fosso Valentino Giornelli, Intoppo Vally Fastacchini, Arezzo Valter Giorni, Infrantoio Valter Papini, Bozia Vanna Meazzini, Tavernelle Vasco Ghignoni, Palazzolo Veneranda Martinelli, Infrantoio Ventura Pannilunghi, Pieve S. Stefano Vilmo Checcaglini, Piazzola Vittorio Smacchia, Pocaia Vladimiro Dragonetti, San Remo Werther Canicchi, La Vigna


Carnevale della Gioventù

Ancora un successo per la manifestazione nata nel 1968

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omenica 26 febbraio si è svolta ad Anghiari la consueta tradizionale sfilata dei carri carnevaleschi organizzata dalla Società del Carnevale della Gioventù, associazione locale fondata il 10 novembre 1968 da Mons. Don Nilo Conti e da una ventina di anghiaresi di buona volontà. La giornata assolata ed una temperatura primaverile hanno contribuito a presentare un pomeriggio di piacevole svago, con carri molto belli, gruppi mascherati fantasiosi ed animazione musicale e coreografica di tutto rispetto; ha fatto da importante cornice un pubblico numeroso e partecipativo, ben coinvolto nelle varie fasi della sfilata. Ma non voglio intrattenervi in modo particolare sulla dinamica della giornata, preferendo invece sottolineare alcuni importanti aspetti dell’associazione. La Società del Carnevale è una associazione di volontariato puro che in questo periodo si sta organizzando per riuscire a costruire un capannone che possa dare asilo al proprio “lavoro”, ai carri mascherati, agli strumenti e ai materiali vari necessari per la realizzazione di tutti gli elaborati carnevaleschi. Quello che mi piace sottolineare è però la forte sinergia e la passione che unisce un gruppo di persone che, per presentare un prodotto che si “spende” in un solo pomeriggio, di fatto lavora per mesi e mesi per realizzare pazientemente tutti i tasselli che, una volta definiti ed assemblati, costituiscono la sfilata di carnevale. So per certo che sono tante le serate impegnate da questi volontari per la costruzione dei carri, per decidere quali gruppi invitare (musicali, majorettes, attrazioni varie…), quali mezzi di trasporto (trattori) utilizzare, con in più i soliti adempimenti burocratici propri di ogni associazione. E tutto ciò, sempre in sistemazioni provvisorie, precarie, di proprietà dell’uno o dell’altro socio (abitazioni, capannoni, aree poderali). Questo spirito collaborativo e di amalgama è forse l’aspetto più bello; magari passa inosservato all’occhio dei più, ma è la vera ricchezza associativa di tutto il gruppo. Chi scrive queste poche annotazioni non è direttamente coinvolto nell’operatività della Società del Carnevale della Gioventù di Anghiari, quindi l’articolo non è autoreferenziale. Chi scrive è semplicemente un anghiarese attento a ciò che sta dietro all’attività che il “gruppo” porta avanti da anni in maniera positiva, in forma di volontariato e fra mille difficoltà di vario genere. Ed allora mi viene spontaneo chiedere, a me stesso ed agli altri anghiaresi, un aiuto a favore di questa bella associazione; c’è sicuramente bisogno di nuova linfa vitale, di braccia, gambe e cervello, di nuove idee, di collaborazioni, di risorse fresche per poter costruire l’ormai indispensabile prefabbricato/laboratorio/magazzino. Il “Carnevale” non è solo spensieratezza e folclore; è anche laboriosità, aggregazione, spirito di squadra, voglia di collaborazione, capacità creativa, solidarietà.

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E allora, aiutiamoli questi “volontari del carnevale”, affinché la bella iniziativa di Mons. Don Nilo Conti, nata cinquanta anni fa, possa continuare sempre più efficiente ed organizzata! Massimo Redenti Nelle foto dall’alto: la sfilata imbocca il Borgo della Croce; i tanti ospiti presenti in Piazza per il Carnevale della Gioventù di Anghiari; uno dei carri che hanno partecipato alla sfilata del 2017.


NOTE DALLA MISERICORDIA a cura di Massimo Redenti

Offerte gennaio - febbraio 2017 Giorgio e Gigliola 5 0 Polendoni Secondo – la famiglia alla memoria 235 Fabbriciani Angiolina - la famiglia alla memoria 150 Lanzi Andrea - la famiglia alla memoria 50 Pareggiani Valchiria - la famiglia alla memoria 150 Valentini Landa 5 Comanducci Cipriano - la famiglia alla memoria 250 Di Lauro Laura 4 0 Baracchi Antonio 5 Santi Rosa - la famiglia alla memoria 150 Madiai Domenico - in memoria di Santi Rosa 30 Giovagnoli Caterina - la famiglia alla memoria 260 Vaccarecci Isolina 6 5 Rinaldi Antonio 1 0 Bini Adriana 1 5 Magri Angiolo 1 5 Bianchi Speranza - la famiglia alla memoria 150 Giovagnoli Agostino - la famiglia alla memoria 75 Magri Nella 1 0 Donati Angiolo e Crociani Emma 10 Marzi Valeria e Valentini Anna Maria 10 Boschi Francesco - la famiglia alla memoria 105 Rosetti Andreina 5 0 Bacci Mirella 2 0 Monini Paolo 1 0 Calosi Sila 1 0 Giorni Silvana 5 0 Selvi Enzo 1 0 Giorni Andrea - la famiglia alla memoria 110 D’Uva Maria 1 0 Antoniucci Paola, Silvia e Rita in memoria di Antoniucci Severino e Padelli Erminia 30 Floridi Fulvio 3 0 Alessandrini Edoardo - la famiglia alla memoria 300 Anonimo 4 0 Bellini Marisa - la famiglia alla memoria 100 Luzzi Maria - la famiglia alla memoria 70 Nocentini Bianca - la famiglia alla memoria 150 Le Amiche Del Tombolo - in Memoria di Panichi Luisa 60 Musto Cristina Anna 5 Meucci Enrico 1 0 Dairain Carmen Josette - la famiglia alla memoria 50 Radziwonick Roberta - in Memoria di Panichi Luisa 10 Bergamaschi Luigi - la famiglia alla memoria 230 Nesti Anna - la famiglia alla memoria 260

Elenco nuovi Soci gennaio febbraio 2017 Carboni Santi Bigioli Franca Bruschi Anna Valdambrini Maria Pia Zanchi Primo Lacrimini Giuseppa Mazzoni Paolo Bernardini Maria Rosadi Osvaldo Monini Francesco

Volpe Cosimo Cavallotti Daniele Leonardi Bruno Bernardini Giovanna Biserni Angiolo Poderini Bruna Merendelli Rosanna Giorni Silvana Istrate Mihaiela Micanti Santi

Il vecchio ospizio oggi sede della Misericordia.

La dottoressa Tiziana Camorri

Una nuova professionista presso i nostri ambulatori

Dal mese di marzo presso gli ambulatori della Confraternita di Misericordia di Anghiari esercita la propria attività una nuova figura professionale: si tratta della Dottoressa Tiziana Camorri, laureata in Psicologia Clinica conseguita presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, con specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, conseguita presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva di Roma, sede di Grosseto. La psicologa svolge attività clinica principalmente presso lo studio di Castiglion Fiorentino e di Perugia, ove collabora con altre figure professionali (Psichiatri, Dott. D’Alessandro e Dott. Minciotti) occupandosi sia di Psicoterapia che di Psicodiagnostica in ambito clinico e Giuridico/Forense. Le attività che svolge riguardano la diagnosi e il trattamento dei principali Disturbi psicopatologici (ansia, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi di personalità) e la psicodiagnostica, sia ai fini clinici che medico-legali. Dal 2015 collabora inoltre con l’I.N.A.I.L. occupandosi di psicoterapia e sostegno psicologico alle vittime di infortuni sul lavoro o ai loro familiari. Accogliendo presso i nostri locali una nuova psicologa di alto profilo professionale, immaginiamo di dare un ulteriore prezioso servizio aggiuntivo alla nostra comunità. Auguriamo alla Dottoressa Tiziana Camorri di trovare presso di noi una sistemazione logistica qualificata e funzionale; rammentiamo infine che la professionista riceve su appuntamento (cell. 328 1635 874).

Mercoledì 3 maggio 2017 ad Anghiari: tombola e fuochi 13


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

email: gruppoanghiari@fratres.eu

Verso la Cattedrale

I volontari Fratres ai piedi della Madonna del Conforto

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ispondendo all’invito del Vescovo, mercoledì 8 febbraio scorso, in occasione della novena di preghiera a Lei dedicata, una folta delegazione dei Gruppi Donatori di Sangue Fratres della provincia di Arezzo e quelle dei volontari delle Misericordie, della Croce Bianca, della Croce Rossa e dell’Ordine di Malta, hanno dato vita alla consueta processione alla Madonna del Conforto. Un gesto di profonda e sincera devozione che ci ha portato ai piedi della Madonna del Conforto. In pellegrinaggio, appunto, recitando il santo rosario, abbiamo sfilato (vedi foto) con i nostri stendardi per le vie della città, fino ad arrivare in Duomo ed entrare nella cappella che conserva, sopra l’altare maggiore, l’antica terracotta invetriata della sacra e miracolosa effige mariana: lì c’era ad attenderci l’Arcivescovo Riccardo Fontana. Il Vescovo, rivolgendo alcune parole agli intervenuti, ha sottolineato l’importanza del volontariato verso coloro che soffrono e sono in difficoltà e ci ha ricordato come anche lui, appena battezzato, fu iscritto alla Misericordia del suo paese natale, come da antica tradizione. Non solo confratello, ma anche volontario attivo, essendo governatore della Misericordia di Sansepolcro. Ha voluto poi sottolineare, in modo forte, anche l’impegno silenzioso dei donatori di sangue che quotidianamente si adoperano con grande dedizione e sacrificio. Ha poi impartito a tutti una speciale benedizione, intrattenendosi alla fine con ciascuno di noi per un semplice saluto e scambio di parole. Anche il labaro dei Fratres di Anghiari era presente, a testimoniare l’affetto del paese verso la Madonna del Conforto, dichiarata nel 1993 da Papa Giovanni Paolo II

protettrice della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Bella serata, ricca di emozioni che si è conclusa con una bella foto ricordo insieme al Vescovo, sotto gli occhi della Madonna. Giuseppina

All’insegna della solidarietà

Ritorna per la Pasqua l’iniziativa “Cerco un Uovo Amico!”

FATTI UN REGALO: DONA!

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accogliendo l’invito degli amici del Gruppo Fratres di Castiglion Fibocchi, impegnati da tanti anni nella raccolta di fondi per la ricerca contro il Neuroblastoma, una gravissima forma tumorale che colpisce i bambini in età pediatrica, tutto il nostro consiglio direttivo ha deciso di aderire anche quest’anno all’iniziativa dal nome “Cerco un Uovo Amico!”, consistente nel proporre l’acquisto di questo simbolo pasquale a quante più persone possibili, in prossimità della ricorrenza. A tal fine sono state coinvolte anche alcune scuole superiori del territorio. Per eventuali adesioni all’iniziativa, basta recarsi presso la sede della Misericordia o contattare i nostri volontari telefonando ai numeri 3487722155 (Carlo), 3381484889 (Fabiano). Il Consiglio Direttivo

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Donare sangue è un grande regalo che fa bene agli altri e anche a te.

DIVENTA ANCHE TU UN DONATORE DI SANGUE FRATRES!!! Per saperne di più contattaci alla nostra mail elettronica o telefona ai numeri 0575/789577 (Sede), 3487722155 (Carlo), 3381484889 (Fabiano).


Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it

Assemblea Fratres 2017

L’annuale appuntamento del sodalizio anghiarese

email: gruppoanghiari@fratres.eu

Veglione di Carnevale

Organizzato all’ “Isola che non c’è”

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omento fondamentale per la vita del nostro Gruppo Donatori di Sangue Fratres quello di sabato 4 marzo, durante il quale si sono ritrovati insieme sostenitori, donatori attivi e simpatizzanti per l’annuale assemblea sociale ordinaria, presso la sala conferenze della locale Confraternita di Misericordia. Al tavolo della presidenza erano presenti, quali graditi ospiti, il Sindaco Alessandro Polcri, il governatore della Misericordia Massimo Redenti ed il presidente provinciale Fratres Pietro Ganganelli, insieme ai responsabili dell’associazione (vedi foto). Dopo una breve introduzione del presidente del gruppo Carlo Leonardi, sono intervenuti tutti e tre gli ospiti presenti per un breve saluto e per sottolineare la personale soddisfazione nel vedere come la Fratres anghiarese si sia consolidata nei suoi quarant’anni di vita così egregiamente, da rappresentare oggi una tra le più significative ed importanti associazioni del volontariato sociale locale. Da parte del Sindaco, in particolare, l’impegno ad assicurare sempre la massima collaborazione dell’amministrazione comunale, nelle tante attività e manifestazioni che il gruppo organizza nel corso dell’anno e dal Governatore della Misericordia, nei cui locali è ospitata da sempre la nostra sede, l’invito a sentirsi parte integrante di una stessa famiglia. Subito dopo, si è passati alla relazione del presidente Leonardi sulle attività sociali dell’anno appena trascorso, l’anno dei festeggiamenti per il quarantesimo di fondazione, su quelle previste per l’anno in corso e sui risultati conseguiti in termini di donazioni effettuate. Sono poi seguiti brevi interventi dei soci presenti, con i quali è stata riconosciuta la validità dell’azione intrapresa e ribadita l’importanza della promozione e della sensibilizzazione delle giovani generazioni, su temi importanti quali la solidarietà umana e l’attenzione verso i bisogni dei meno fortunati. In ultimo, sono stati illustrati dal neo segretario economo del Gruppo Piero Matteucci, i bilanci consuntivo 2016 e preventivo 2017 che successivamente l’assemblea ha approvato all’unanimità. Si concludeva così questo annuale appuntamento societario che da sempre vuol essere più che il doveroso assolvimento di un obbligo statutario, un ulteriore momento di fraterna aggregazione tra i componenti della grande famiglia anghiarese dei Fratres, le cui finalità sono così chiaramente sintetizzate nel motto del donatore di sangue “Una stilla del mio sangue per un palpito del tuo cuore”. Orteip 2017

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opo una breve “pausa di riflessione”, il Gruppo Donatori di Sangue Fratres, in collaborazione con la Misericordia e le scuole di Anghiari, ha voluto riproporre l’appuntamento del Veglione di Carnevale. È stata l’undicesima edizione ed anche questa volta il successo di pubblico è stato veramente inaspettato. Sono intervenute, infatti, oltre duecento persone, nel primo sabato dello scorso febbraio, presso il vicino ristorante pizzeria “L’Isola che non c’è” di Petriolo. Soci, sostenitori e simpatizzanti hanno consumato una gustosa cena a cui è seguita la musica con balli sfrenati da parte di tutti i numerosi e instancabili ballerini presenti in sala. Ma la nota altrettanto bella e positiva è stata la cornice di oltre cinquanta bambini, tutti vestiti e truccati con originali e simpatici vestiti di carnevale, che hanno reso questa serata ancora più carina. Lieti di aver creato una piacevole occasione conviviale e di sano divertimento, ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato in considerazione anche del fatto che l’intero ricavato del veglione è stato poi destinato alle nostre scuole, per finanziare quelle attività necessarie a far crescere nel modo migliore i nostri piccoli. Carlo e Laura

Nell’altra colonna la foto di gruppo con ospiti e membri del Consiglio Direttivo. In questa colonna il veglione di Carnevale: una parte degli oltre duecento partecipanti durante la cena. Sotto, l’immancabile trenino con grandi e bambini, durante il ballo finale.

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Da Castello

Città di Castello, 11 febbraio 2017, Festività di N. S. di Lourdes

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everendo Don Marco,

ho ricevuto “L’Oratorio di Anghiari” di febbraio e marzo che ho letto con piacere. Complimenti e grazie. [...] Le invio questo importo quale contributo per l’anno in corso e, in parte, per le Opere Parrocchiali anghiaresi. Sono ancora anghiarese anagraficamente, ma residente da circa due anni e mezzo qui dalle suore Salesiane di Città di Castello dove mi trovo ottimamente in questa Residenza per anziani. Il 9 gennaio u. s. ho raggiunto la veneranda età dei 91 anni ancora in buone condizioni di salute e ne ringrazio Dio. In quella circostanza sono stato festeggiato dalle Suore e dai compagni tutti. Qui sono molto stimato e tutti mi vogliono bene. Sono assistito anche dalle mie nipoti Donatella e Debora, i miei due angeli custodi che mi ha lasciato mia sorella Maria Marinari. Due veri tesori! Donatella abita a Città di Castello ma lavora presso la Ditta Busatti di Anghiari. Debora invece con la famiglia abita a Umbertide ma ci vediamo spesso e siamo molto uniti tra noi. [...] L’assistenza religiosa non ci manca. Al mattino ascoltiamo la S. Messa per televisione sul canale 28, al pomeriggio, dopo la merenda con the e biscotti, recitiamo tutti insieme il Santo Rosario. Il sabato pomeriggio, alle ore 16:00 abbiamo la Messa vespertina, celebrata da un Sacerdote, nella cappella privata della Comunità religiosa. Durante la settimana svolgiamo varie attività culturali, manuali e fisiche condotte da persone competenti. Oltre all’unito assegno le mando una mia foto recente fatta nel giardino, nello scorso mese di settembre. Avrei piacere, se possibile, che fosse pubblicata sull’Oratorio perché gli

amici anghiaresi si ricordino di me, specialmente quelli della Misericordia con i quali ho collaborato per dieci anni, dopo il mio pensionamento. Ho dei bei ricordi con molti di essi e sono fiero di quello che ho fatto allora ottantenne. Che Dio me ne renda merito! Con il miglior ricordo, caro Don Marco La saluto cordialmente. Saluti anche all’amico Mario Del Pia. Benito Vittorio Raffaelli La foto in alto raffigura Benito nel giardino della Residenza San Francesco di Sales a Città di Castello.

Asterischi

di Clèto

Domenica 5 marzo c’è stata l’Assemblea dei Confratelli e dei Soci della Pia Società del Gesù Morto. Mancavano Gastone e Palmiro: stanno attraversando dei momenti di sofferenza particolari. Li aspettiamo per quando saranno ancora assieme a noi per le iniziative della parrocchia. *** Venerdì 10 marzo 2017 - Alla televisione hanno appena detto delle insurrezioni a Pechino. Non ho seguito bene la questione ma ho capito bene che parlavano della morte, in circostanze poco chiare, di due persone di età avanzata fra i 60 e i 70 anni. E io che ho superato sia i 60 che i 70?

Caponi e granturco di Emmedipì

Giovedì 23 febbraio, giornata dedicata al Ciccicocco, si sono ritrovati per una cena conviviale i produttori di

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fagioli caponi della Val Sovara. Ormai sono diversi gli agricoltori che proseguono la salvaguardia di questa specie autoctona che ha avuto il riconoscimento della Regione Toscana, grazie all’interessamento del professor Vincenzo Gonnelli dell’Istituto Agrario di Pieve. Riconoscimento che ha ottenuto anche il granturco quarantino, anche lui varietà autoctona di Anghiari. E quindi anche questi coltivatori erano presenti all’incontro che ha rinsaldato i produttori fra di loro e noi li abbiamo potuti incitare tutti assieme a continuare questa loro opera benemerita. Ad allietare la serata il Gruppo del Ciccicocco che, con appropriate canzoni, ha tenuto alta l’allegra serata, che già lo era per la presenza insostituibile del Sambudellaio, al secolo Giovanni Zanchi, ma conosciuto di più come Popo, e che apre ogni anno la sfilata del Carnevale della Gioventù di Anghiari. Mancavano solo “premi e cotillons”.


Mamma solo per te il mio pensiero vola

L

a mamma, nata nel 1941, è stata la quarta figlia, e, insieme alle sorelle (Maria ed Erma) e al fratello (Piero), rimase ben presto orfana del padre Pasquale durante la seconda guerra mondiale. Venne battezzata: Marsa, nome geografico che deriva da Marsa (o Mersa) Matrouh, porto sulla costa mediterranea dell’Egitto; punto nevralgico dove, durante la II guerra mondiale, si contrapposero l’asse italo-tedesco e l’esercito britannico. La peculiarità del nome indusse la maggior parte delle persone a chiamarla Marzia e molti fino alla fine hanno creduto che questo fosse il suo nome. Il termine arabo ‘marsa / mersa’ significa in realtà: ‘ancoraggio, sostegno, punto di appoggio’ senza dimenticare che l’ancora nella simbologia cristiana possiede l’accezione: ‘solidità della speranza’. Dopo questa digressione storico-onomastica, torniamo alle vicende biografiche. La madre Angiolina con grande forza, grande fede e con polso fermo si curò della famiglia in un periodo certamente non facile e di grande indigenza. Era come un maresciallo lei, ma educare e crescere rettamente quattro figli non era impresa agevole. Li ha cresciuti invece con rigore, senso del dovere, fede e soprattutto un amore infinito; pur nella miseria infatti lei da sola ha sempre fatto in modo che la mancanza del padre non fosse mai eccessivamente pesante. Sicuramente Marsa è stata colei che ha avuto meno possibilità di stare insieme a suo padre che morì quando lei aveva appena due anni e mezzo. Il fratello Piero diventò così la figura maschile di riferimento sia per le sorelle che per la madre. La mancanza di risorse economiche non permise alla madre, con grande dispiacere, di far continuare gli studi a Marsa, che ben presto imparò il mestiere del taglio e del cucito. Frattanto durante la mietitura del grano, il 29 giugno 1955, a Le Ville, aveva incontrato un ragazzo di bell’aspetto che, pur nei suoi fervori giovanili, rimase colpito dalla vitalità di Marsa. Ma poco tempo dopo Marsa con la madre andarono in Francia, in Costa Azzurra, a servizio di benestanti signori che avevano la villa proprio a Saint-Jean-Cap-Ferrat (vicino a Nizza). Subito si fecero notare per il senso del dovere, per l’onestà e per lo slancio a tal punto che in varie occasioni qualche signora esortava Marsa a riposarsi ogni tanto. Lei quindi era in Francia e Donatino iniziò il servizio di leva e tante lettere si scambiarono dove il sentimento predominante era l’Amore! Il sabato 2 dicembre 1961 Marsa e Donatino si sposarono, ognuno con l’abito cucito da sé; le nozze furono celebrate da don Adelmo Catacchini nell’attuale sala parrocchiale di S. Maria della Pace a Le Ville (la chiesa era infatti ancora in costruzione); il fratello Piero l’accompagnò all’altare. Quel sabato era piovoso, ma durante la celebrazione il cielo si rischiarò e i raggi del sole illuminarono la giornata tanto che don Adelmo durante l’omelia disse: «Marsina, guarda anche il cielo sorride con te!». I novelli sposi andarono a vivere a La Motina, nella casa di Donatino e ben presto iniziarono a lavorare a Le Ville, nella vecchia bottega da calzolaio di Pasquale, il padre di Marsa; poi si spostarono in Anghiari e aprirono la sartoria dapprima nei locali (proprietà Meozzi) in corso Matteotti vicino all’attuale negozio di cereali e casalinghi di Boldrini dove Donatino rischiò la morte per il crollo del pavimento sovrastante. Proprio per tale incidente si trasferirono poco più giù dove si trovava la vecchia sartoria di Picone; dopo qualche tempo presero in affitto i locali (di proprietà Poggini) a La Fonte, sempre in corso Matteotti, dove per tanti anni vi è stata poi la tabaccheria di Wilmo. Verso la fine degli anni ‘60 riuscirono poi ad acquistare la casa, proprietà della sig.ra Vannocchi di Arezzo, in via Giordano

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Bruno nr. 1, dove per tutta la vita hanno lavorato alacremente, sempre insieme. Nacque poi la prima figlia, Beatrice, la quale come sempre accade, cambiò la loro vita. Smisero di dedicarsi anima e corpo al lavoro e con amore immenso si presero cura di questa nuova creatura. Dopo sei anni nacque il secondo figlio, Davide, che richiese altre amorevoli attenzioni. Continuavano frattanto a lavorare indefessamente per poter dare ai loro figli molto di più di quanto loro stessi avevano potuto avere; innanzitutto la libertà di scegliere i loro percorsi di studio, consci che tale libertà avrebbe implicato anche l’allontanamento da quel nucleo familiare che aveva costituito l’humus sulla quale erano cresciuti. Nel 1996 infatti, a distanza di pochi mesi, Beatrice si sposò e Davide iniziò l’università a Firenze, pertanto la casa si svuotò in modo rapido e doloroso. Marsa e Donatino sapevano benissimo però che i figli si procreano per poi lasciarli liberi di volare: questo è il vero amore non un possesso egoistico. Il 2 dicembre 2011 poi ci fu una semplice, grande festa per le nozze d’oro, 50 anni che Marsa e Donatino avevano trascorsi insieme, come fossero 100 perché loro avevano condiviso vita coniugale e vita lavorativa, quotidianamente insieme. Dal 2011 in poi ogni 2 dicembre la festa si è ripetuta perché ogni anno era un traguardo nuovo da raggiungere e di cui essere orgogliosi e contenti. Sono giunti a 55 e già si pensava a come festeggiare i 60 anni quando, all’improvviso, con fare furtivo, quasi la morte si vergognasse di impossessarsi della mamma, che era sempre vitale, è sopraggiunta e l’ha sopraffatta. Certo è stata gentile ad essere rapida e a coglierla tra le braccia di colui che l’ha sempre amata e curata, suo marito, il compagno di tante fatiche, di tante imprese, l’uomo dal quale mai si separava, il coniuge col quale aveva procreato “i suoi due gioielli” come spesso chiamava i due figli. La ‘Marzia’ era la sarta, la fumatrice, la fedele signora con i bianchi capelli che era sempre presente alle celebrazioni liturgiche. Gli anni non avevano spento il fuoco dell’operosità giovanile, anzi libera dagli impegni lavorativi, era sempre in movimento dalla mattina alla sera per curare la casa, il giardino e per mille altre attività. Una compagna purtroppo sempre fedele era la sigaretta, la quale però non le impediva di fare anche altro; era abile anche in questo, dobbiamo ammetterlo. Infine il grande lascito di sua madre: la fede semplice, genuina, schietta, ma solida come una roccia. Davanti alle sofferenze non si tirava indietro, anzi diceva sempre che era disposta a soffrire per alleviare i dolori altrui. Sì, lei era così, una donna che pensava prima di tutto agli altri, non solo ai suoi familiari, ma agli altri in genere, poi alla fine, forse, se rimanevano tempo ed energie, pensava anche a se stessa. Marsa era però anche donna ‘maresciallo’ che aveva ben presenti i principi educativi e di vita e li applicava e li trasmetteva mediante l’esempio che, come ben sappiamo, ha un potere mille volte più efficace di tanti discorsi. Dopo tanta operosità riposerai finalmente tra le braccia del Padre, ma non pensare di non aver più nulla da fare! Ora, niente più sigarette, ansie, dolori articolari, piuttosto ti devi impegnare costantemente ad assistere tutti quelli che ti hanno voluto bene perché senza di te siamo di sicuro più soli. Sei stata fino alla fine ‘marsa’ cioè ‘ancora, appoggio’, continua ad esserlo per tutto noi! Ci hai insegnato che dire: «Grazie» non costa nulla ma la gratitudine riempie il cuore di gioia quindi: Grazie per essere esistita, Grazie per la vita che ci hai donato, Grazie per la forza che ci hai trasmesso, Grazie per i valori che quotidianamente e con l’esempio ci hai mostrato, Grazie per la tua dolcezza e per la tua fermezza, un immenso (e sempre insufficiente) GRAZIE per tutto l’Amore che in ogni istante hai nutrito per noi. Davide e Beatrice


FOTO CON NOTIZIE

Amico Amico... Sei tu la persona speciale! Con il tuo forte e dolce “amore”. Non giudichi mai nessuno perché hai un grande cuore. Amico... Con la tua enorme felicità riempi la mia piccola anima di tanta serenità.

Questa la traduzione della targa commemorativa in memoria della dottoressa Annamaria Bartolomei posta a Lwihomelo in Tanzania.

Amico... Sei la stella cometa che illumina la mia strada fino alla meta. Assieme ci divertiremo, assieme litigheremo, ma sempre uniti resteremo! Alessia Alberti

Maratona del Giubileo

Questo ACQUEDOTTO, donato alla SCUOLA e agli ABITANTI di LWIHOMELO è stato realizzato grazie all’impegno di Padre CARLO SERAFINI ed al contributo finanziario dell’ASSOCIAZIONE POLEPOLE di Arezzo (Italia) a perenne ricordo della sua presidente onoraria Dott.ssa ANNAMARIA BARTOLOMEI

Vi ricordate? S’era parlato che alla Maratona per il Giubileo, a Roma, c’era stato un solo anghiarese: Danilo Bianchi! E invece c’era anche la Cecilia. Tempo per tutti e due, 5 ore e 4 minuti.

Lwihomelo, 2016

Forestale di Emmedipì

I primi di marzo ho avuto occasione di visitare il vivaio “Alto Tevere” a Pieve Santo Stefano gestito dal Corpo Forestale dello Stato, oggi unito all’Arma dei Carabinieri. Mi sono reso conto dell’ottimo lavoro che vi viene svolto. Fra l’altro sono impegnati nella conservazione del patrimonio naturalistico, fondamentale per la biodiversità nazionale. I semi forestali lavorati e non utilizzati nell’anno vengono conservati in ambiente termoregolato per l’impiego differito nelle annate di scarsa fruttificazione, e per far fronte a richieste non prevedibili dovute anche ad emergenze ambientali (incendi, estesi attacchi parassitari, dissesto idrogeologico). L’augurio, per loro, e l’auspicio, per noi, è che possano continuare, anche nella nuova organizzazione, questa loro insostituibile opera.

Tantlòn di Clèto

Diverse volte sono passato da questa località in comune di Cervia, poco prima delle saline. Finalmente ieri sera, di ritorno dalla riviera adriatica, mi sono fermato

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al chiosco della piadina e così ho conosciuto la signora Daniela, titolare e vincitrice di diversi premi per la piadina più buona. Ma veniamo al motivo di questo nome. Bisogna tornare a quando di case in quel luogo ce n’erano veramente poche ma un signore decise di iniziare questa attività proprio lì. Quando gli avventori chiedevano quanto avrebbero speso, lui rispondeva: «Tant l’on (Un tanto l’uno)» E così tant l’on oggi tant l’on domani, quando qualcuno chiedeva dove andare a mangiare qualcosa la risposta spesso era: «Andiamo da “Tantlon”» E così, ancora oggi, delimitato dai cartelli bianchi di località, Tantlon vi aspetta con le piadine della Signora Daniela.

Pievigiani, no: Pievani di Clèto

Mi è capitato l’anno scorso di recarmi a Pieve alcune volte. In giro per le stradine del paese che ha per patrono S. Stefano, ho chiesto ad alcune persone se gli abitanti si chiamassero Pievigiani. La risposta di tutti è stata repentina e perentoria: «No, si chiamano Pievani!»


Tutto o nulla

Anghiari

Recensione del libro di Mario Baroni, Tipografia Dalla Ragione, Pieve S. Stefano.

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o letto Tutto o nulla di Mario Baroni, pagine scelte dall’opera di Giovanni Papini e commentate; che narrano, in un crescendo doloroso ed intenso, il travaglio interiore dello scrittore fiorentino sino alla sua completa conversione. Non facile, bensì “serrata” da una basilare razionalità che anelava l’uomo-dio, essere Dio in terra, vincendo le retoriche dei Vangeli e la loro inumana applicazione. Papini tenta le possibilità estreme di questo “Io” smisurato, tenta il tutto, l’impossibile, alla ricerca della verità mentre risuonano potenti in lui le voci dell’uomo-dio che ha vinto l’Inferno, che protegge e guida il mondo e le sue “cose”, forte della sua intelligenza e del suo spirito naturalmente speculativo. Il saggio si presenta come un dramma diviso in tre atti, percorrendo l’intera esistenza di Papini, dalla prima età scolare sino alla sua fine: una lotta senza quartiere che ricorda il passato ma che, amaramente, ne sottolinea lo stato presente di tante anime, tormentate, alla ricerca della verità, di Dio Essere e Creatore dell’Universo, Principe dell’animo umano e vincitore dell’ateismo. Allora subentra la fede che, insieme alla conoscenza dei Vangeli, fomenta e insieme mitiga, risponde, chiarisce gli interrogativi e la voglia di certezze, da sempre. Baroni cita Giacomo De Benedetti che definisce Giovanni Papini “un uomo finito dove emergono le esperienze dei nostri vent’anni, raccontando noi a noi stessi, una volta per tutte”. A pensieri di alta riflessione s’intercalano le dolcezze familiari dello scrittore che vede e sente, con grande e amorevole partecipazione, le fasi di crescita delle figlie che ama, commuovendosi alle loro buone azioni e alle loro scelte di vita. Vorrei aggiungere che l’era “dei vinti” non è finita, c’è ancora chi tiene accesa la lampada in attesa del “Padrone” che sta per arrivare. Un grazie a Mario Baroni che ha così ben presentato ed in modo originale un grande della letteratura italiana, forse poco letto, forse non sempre considerato e lo ha fatto con una peculiarità che denota interesse e partecipazione al pensiero dello scrittore fiorentino, il che è tutto dire! Annotiamo per tutti Eugenio Garin che, nella Storia della Filosofia Italiana, edizione Einaudi, Torino 1966, richiama alla memoria l’opera di Giovanni Papini definendolo il “Filosofo della ricerca di Dio”. (Enza Tacconi Bartolomei, febbraio 2017)

Anghiari paesino medioevale con gente allegra piena di talento con grande volontà per lavorare è gente che ti esprime sentimento ogni anghiarese ti potrà spiegare basta che tu l’ascolti bene attento ti accorgerai che nel suo parlare c’è sempre qualche cosa da imparare. La piazza che sul centro del paese con Garibaldi il vecchio monumento negozi che non han tante pretese ogni anghiarese si sente contento si fa il mercato quattro volte al mese è di mercoledì che l’hanno scelto se quattro passi in piazza li vuoi fare c’è sempre tante cose da comprare. La Motena col Carmine e San Leo le frazioncine Anghiari più vicine Le Tavernelle, Toppole e Scuiano per raggiungere Anghiari son le prime ci sono frazioncine più lontano ci sono chi con l’Umbria fan confine ognuno di loro si sente toscano in piazza Anghiari diamoci la mano. La dedico al giornale l’Oratorio che la pubblicherà ai suoi lettori perché son nato Anghiari pure io anche se dal comune sono fuori siam tutti sotto il cielo del buon Dio lassù non c’è province né comuni si dice Marte Giove con Saturno che ognun di noi raggiunge quando è il turno. Con l’augurio che non venga mai augura a tutti Dante Madiai. Sono contenta che mio cugino abbia scritto questa bella poesia dedicata a tutti gli anghiaresi che così bene ha rappresentato. Grazie cugino, sei l’unico che riesce a portare avanti la poesia come faceva nostro nonno Madiai Angiolo detto Pecoraino che per alcuni anni ha scritto sul calendario Busatti. Francesca

Anche in aprile e maggio gli incontri di catechesi per adulti si terranno presso il centro “La Famiglia” a Tavernelle Informazioni in parrocchia

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La nostra mamma

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l 22 gennaio è venuta a mancare la nostra mamma Speranza. Era nata nel Comune di Subbiano, a Fighille, e aveva sposato Paolo Maggini, nostro padre. Durante la sua vita ha aiutato un po’ tutti facendo pranzi per i matrimoni e dolci se c’era qualche rinfresco. Quando una coppia poi si sposava era lei che faceva agli sposi i materassi e il coltrone perché allora non c’erano i piumoni. Insomma, la nostra mamma sapeva fare di tutto. A noi ha insegnato l’onestà e il rispetto per gli altri ma in particolare i nostri doveri cristiani. Quando eravamo ragazze ci piaceva andare a ballare per carnevale, sempre accompagnate da lei. Certe volte ritornavamo tardi e la mattina alle otto c’era la Messa e, sonno o non sonno, dovevamo andare. Queste erano le donne di una volta che amavano i figli e li rispettavano ma il dovere di cristiani veniva sopra ogni cosa. Noi ricordiamo tutto questo con tanta nostalgia e pensando che da lassù lei ci guardi come ha fatto quando era con noi. Rita e Rosina

Il matrimonio dei miei genitori Un caro ricordo della Rosina

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aolo e Speranza si sposarono nel 1942, il 14 febbraio. La chiesa si trova a Falciano (chiamato Catenaia), distante da Fighille di Subbiano quattro chilometri. Il nostro babbo veniva dal Ponte alla Piera, distante circa sette chilometri. Per andare alla chiesa fecero tutto a piedi, dal Ponte e da Fighille. Il matrimonio fu celebrato la mattina alle nove e durante la Messa cominciò a nevicare: ne fece una scarpa (circa dieci centimetri). Nel 1942 la gente non si scoraggiava, come facciamo adesso, un po’ di neve e tanti chilometri a piedi per loro non erano niente. Tornarono a Fighille e ci fu il pranzo. I pranzi di allora erano composti così: Antipasto di crostini neri minestra di tagliolini lesso con molti contorni Poi si ricominciava: Tagliatelle al sugo arrosto misto con contorno poi la torta, il ciambellone, i biscotti da inzuppare nel vinsanto e la crema inglese al cioccolato. Tutto accompagnato dal vino fatto dal nonno. Salutato Fighille, sempre a piedi e intanto che fuori continuava a nevicare, tornarono al Ponte. Per la strada c’erano tante case e in ognuna di esse si fermavano a bere. Arrivarono al Ponte alticci, verso sera, e qui c’era una cena con le stesse portate del pranzo. Verso mezzanotte ritornarono tutti a casa. Fuori continuava a nevicare.

La Speranza del Ponte

Una nonna speciale

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ome dimenticare le domeniche a pranzo dalla nonna Speranza? Tagliatelle fatte a mano col ragù e arrosto di pollo e patate cotti sul forno a legna. E i giorni d’estate a cercare lamponi per fare la marmellata? Come dimenticare le favole e le poesie raccontate a letto a noi nipoti quando i nostri genitori andavano a ballare? Come dimenticare il “tutto esaurito” a casa Maggini quando in estate noi e le nostre famiglie stavamo in vacanza al Ponte e c’erano 11 letti da rifare? Come dimenticare la sua gioia quando è diventata bisnonna di Gabriele, Elena e Luca? Nessuno di noi può dimenticare l’affetto e l’amore della nostra nonna che viveva per noi. Cara nonna, sei nei nostri cuori ogni giorno e sappiamo che ci accompagnerai lungo il viaggio della nostra vita, qualunque esso sia. Ti vogliamo bene. I tuoi nipoti Marta, Cristina, Angela, Annalisa, Luca, Francesca, Gabriele, Elena, Luca.

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Saluto la Speranza che sta al Ponte Di castagne lei sa far la pulenda L’acqua la va a pigliare giù alla fonte Gli viene bene a lei ogni faccenda. Non le scompone il sudor di fronte Prepara il pranzo e pure la merenda Questa è una donna proprio eccezionale Ognuno ne vorrebbe una uguale. Ma oggi qui sì spezza il maiale Si fan salsicce, si fan sambudelli Si fa la spalla e si fa il guanciale E i prosciutti sono proprio belli. Adesso state attenti al mio segnale E non restate lì come fringuelli Brindiamo alla famiglia dei Maggini Salute ai grandi ai vecchi ed ai bambini. Ponte alla Piera, 25 gennaio 2007 Qui sopra le due ottave di Anghiarino Anghiarese dedicate alla Speranza in occasione di una cena a base di polenta (la polenda) di castagne.


Auguri a Domenica e Mario

Abaco

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esta per i 50 anni di matrimonio di Domenica Mari (ma da tutti conosciuta come Menchina) e Mario Bernardini. Sono stati organizzati dai familiari domenica 26 febbraio 2017 in questo modo. “La mattina siamo andati alla Verna, un posto che mia mamma adora; abbiamo assistito alla S. Messa delle ore 11:00; poi con parenti stretti siamo andati a mangiare al ristorante “Il Cerro” di Caprese Michelangelo. È stata una bella festa con una bellissima giornata di sole. Domenica e Mario si sono sposati il 25 febbraio del 1967 al Ponte alla Piera. A quel tempo il parroco che li ha sposati era Don Francesco Tavolucci. Dopo il matrimonio, con i parenti più stretti, sono andati a pranzo al ristorante “La Meridiana” ad Anghiari. Mia madre aveva 20 anni e si è dovuta sposare con il consenso del padre, dato che era minorenne. Il mio babbo aveva 28 anni. Dopo le nozze si sono trasferiti in Svizzera, a Menziken, per lavoro. Il loro amore è stato un colpo di fulmine: si sono conosciuti ad una festa della battitura. Hanno 4 figlie e 8 nipoti.” Adesso abitano a Carboncione, sotto il Campo della Fiera, e dopo i festeggiamenti dei familiari, in particolare delle figlie Barbara, Michela, Sonia e Katia, anche noi della Redazione volentieri mandiamo laggiù a Carboncione i nostri auguri per questo bel traguardo raggiunto.

Nella foto in alto gli sposi al momento dell’uscita dalla chiesa.

Ad Anghiari Dal 22 aprile al 1° maggio, nei fondaci del centro storico, si svolgerà la 42° edizione della Mostra Mercato dell’Artigianato della Valtiberina Toscana Vi aspettiamo!!!

i è svolto sabato 25 febbraio presso la biblioteca un’interessante conferenza dal titolo un po’ insolito: “La matematica al tempo di Luca Pacioli e Piero della Francesca”. È stata l’occasione per parlare, da parte del prof. Marcello Ciccarelli, storico della matematica, delle scuole d’abaco del Medioevo: una forma di scuola importata dalla cultura araba in Italia intorno al 1200 da Fibonacci. Le scuole d’abaco erano le scuole dove gli apprendisti delle botteghe di tutti i mestieri dell’epoca si recavano per imparare metodi matematici utili a risolvere problemi connessi al proprio mestiere. Queste scuole avevano un maestro che veniva pagato dagli allievi o dalle Corporazioni. In Firenze, nel 1400, se ne contavano oltre 60. Le scuole d’abaco utilizzavano la numerazione arabo-indiana anche se a livello ufficiale questo tipo di scrittura era proibita poiché favoriva gli imbrogli. Perché? Un esempio: volendo deformare una cifra, tipo 1510, avremmo che con la numerazione romana potrebbero diventare MDCXX oppure MDCXXX con l’aggiunta di X o di XX. Molto più grave, la deformazione sulla stessa cifra scritta in forma posizionale; 1510, poteva diventare 15100 o 151000 con l’aggiunta di uno o due zeri. La conferenza ha poi riguardato altri aspetti della matematica nelle scuole d’abaco frequentate dagli apprendisti delle botteghe d’arte. Questi dovevano saper trovare, facilmente, la sezione aurea di un segmento o riportare sulla tela una realtà tridimensionale con la tecnica della prospettiva: la tecnica messa a punto da Piero della Francesca. Nonostante il titolo lasciasse supporre un’affluenza di pochi specialisti, si è avuta, invece, una grande partecipazione di pubblico, alla fine molto soddisfatto della conferenza tenuta in forma storico-divulgativa dal professore che già, in un altro momento, aveva illustrato, sempre per gli Amici della Biblioteca, la storia della prospettiva dai Romani a Firenze passando per gli Arabi. Dal pubblico è venuta la sollecitazione a proseguire con argomenti di tipo matematico, argomenti come l’infinito o la geometria del mondo curvo che hanno interessato più discipline.

Nella foto di Piombo il Prof. Marcello Ciccarelli e Armando Babbini, coordinatore dell’incontro.

Volete conoscere la vera natura di quelli di Gubbio? Andateci il 15 di maggio! 21


Ricordo della Marsa

Sapeva stare in compagnia con spiccato senso dell’ironia

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i sono momenti e situazioni nelle quali, con prepotenza inaudita, irrompe nella nostra mente il pensiero della fragilità dell’esistenza. Come uno scossone, in un attimo, a dispetto di tutte le nostre false sicurezze, ci sentiamo piccoli, miseri, come appesi a quello che chiamiamo un debolissimo filo. È questo il sentimento che di solito pervade il nostro animo quando veniamo a sapere che è scomparsa, improvvisamente, una persona. Così, mentre l’incredulità nel cuore lascia il posto all’umano dispiacere, nella mente riaffiora vivo il ricordo della persona, magari vista solo poco tempo prima. Con questo stato d’animo ho appreso il 10 gennaio la notizia dell’improvvisa scomparsa della Marsa. La Marsa, originaria delle Ville di Monterchi, aveva sposato Donatino Baldi e dal dicembre 1961 abitava alla Motina alta. Il mio primo ricordo infatti va agli anni dell’infanzia quando con i suoi figli Beatrice e Davide, con la Laura e Giorgio passavamo giornate a giocare nella piazzola e il murello della sua casa si riempiva dei nostri tegamini. Poi arrivava l’ora del riposo pomeridiano e la ricordo affacciata al balcone che, con garbo e fermezza, richiamava un po’ tutti al silenzio. A volte indossava un grembiule ma solo raramente e senza mai assumere un tono dimesso nel vestire, nemmeno nelle faccende domestiche: una bella camicetta, una collana intonata, i capelli sempre a posto e, con la medesima eleganza, si muoveva nell’orto come in piazza. In una festa del vicinato ricordo di averla vista perfino ballare: sapeva stare in compagnia con spiccato senso dell’ironia e dello scherzo ma sempre misurato. Dopo alcuni anni (nel luglio dell’81) con la sua famiglia si è trasferita poco lontano e comunque la incontravo con piacere ed era sempre occasione per un saluto. Parlava dei suoi figli, degli studi fatti e delle loro scelte di vita ed era spesso alle prese con il telefono in attesa di uno squillo dall’uno o dall’altra. Con la naturale preoccupazione di mamma li seguiva

passo passo seppur lontani e ne era fiera ma lo dimostrava sempre con misurato orgoglio, raccontando le loro brillanti esperienze scolastiche e lavorative. A volte l’argomento variava, ma difficilmente comunicava una notizia frivola o felice, piuttosto, con senso cristiano, faceva suo il dolore e il dispiacere di altri. La sofferenza che emergeva dal suo sguardo, per alcune situazioni, trovava però la consolazione più grande nella speranza data dalla sua fede, decisa, determinata e, senza alcun timore, rimetteva ogni situazione nelle mani di Dio. La partecipazione alla Messa e ai Sacramenti, la recita del Rosario, facevano parte integrante della sua vita e oggi apprezzo ancora di più le intenzioni che lei stessa esprimeva durante il mese mariano in chiesa o quando è capitato che ci siamo riuniti in casa sua. Non erano mai pensieri rivolti alla sfera degli affetti personali ma piuttosto intenzioni per i malati, i sofferenti e spesso amava ricordare i non credenti nella preghiera collettiva. Una bella lezione di fede che generosamente ci ha lasciato nella prospettiva di universalità della Chiesa che ha bisogno continuamente di sperimentare la grandezza della Misericordia divina. Don Gustavo, durante le esequie, ha giustamente detto che nella nostra comunità è mancato un pilastro importante, fatto di una testimonianza di fede vissuta e sperimentata nel quotidiano con semplicità, devozione e determinazione. Ora vogliamo immaginarla in preghiera con le sue mani, belle ed eleganti come sempre, mentre rivolge al Padre una lode perenne; siamo certi che continuerà a vegliare sui suoi cari e sulla nostra comunità con immutata tenerezza ed eterno Amore.

Notizie dalla Piazza Comunicati stampa presi qua e là

Sacro Eremo di Montecasale. La Chiesa della Croce è stata costruita in onore del santo poverello che lì vicino aveva piantato una croce, ritornando ad Assisi, nel 1224.

Venerdì 10 marzo 2017 - Anghiari sarà uno dei crocevia più importanti negli oltre 300 km de “I Cammini di Francesco”. Il progetto si concretizzerà già a partire dal 2018 e coinvolgerà tutti i paesi legati all’esperienza di San Francesco. Tra questi figura anche Anghiari che all’interno del suo territorio vanta numerosi luoghi che sono legati profondamente alla vita ed ai percorsi del Santo: dal Ponte alla Piera, al Cenacolo ed al Castello di Montauto fino alla Chiesa della Croce e a quello “storico” stradone che proprio da qui parte tagliando a metà la parte toscana della Valle del Tevere congiungendolo con il

Sabato 11 febbraio 2017 - È Giovanni Sassolini il nuovo presidente dell’Ente Mostra Valtiberina Toscana. Lo ha reso noto ieri sera durante il Consiglio Comunale di Anghiari il sindaco Alessandro Polcri. Il nome di Sassolini ha trovato consenso unanime in tutte le componenti dell’Ente Mostra: la CNAArezzo, la Confartigianato, l’Associazione Pro-Anghiari, la Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo e il Comune di Anghiari. Decisione importante soprattutto in vista della 42° edizione della Mostra Mercato dell’Artigianato della Valtiberina Toscana, in programma ad Anghiari dal 22 aprile al 1 maggio.

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Cristina

La parrocchia di Micciano ringrazia di cuore Donato, Beatrice e Davide Baldi per la generosa offerta fatta in occasione della scomparsa della cara mamma Marsa Bellini. Siamo vicini alla famiglia con l’affetto e la preghiera, certi che il Signore la accoglierà nella pace del suo Regno, dal quale veglierà sui suoi cari e sulla nostra comunità.


Martedì 17 gennaio – (dal nostro corrispondente FC) Una Messa particolare nella antichissima chiesa di Sant’Antonio al Borgo. A celebrarla Don Luigi, che all’omelia ha citato la vita di Sant’Antonio con riferimenti al santo protettore degli animali e alla vita di tutti quanti noi. Ha dato appuntamento a domenica prossima per la benedizione degli animali davanti alla chiesa alle 15:30. Al termine, benedizione dei panini e distribuzione ai fedeli, oltre una trentina. In seguito, degli addetti hanno portato ceste di panini e li hanno distribuiti per le strade e le botteghe. Una bella tradizione che ci auguriamo verrà conservata anche negli anni a venire. Giornata del malato – (erremme) Sabato 11 febbraio è stata festeggiata la giornata del malato e dell’anziano che si è svolta all’interno della chiesa di Santa Maria delle Grazie (Propositura). Alle ore 15:30 è stato recitato il Santo Rosario e alle ore 16:00 è stata officiata la Santa Messa, durante la quale Don Marco, Don John, Don Gustavo ed il Diacono Fabio hanno impartito la benedizione ai malati con l’olio benedetto; al termine della Santa Messa tutti i presenti hanno partecipato ad un sereno momento conviviale. Il tutto è stato organizzato dai volontari della Misericordia, dagli animatori ed animatrici della Caritas, dai catechisti e dagli animatori della parrocchia. Il pomeriggio si è svolto sotto il consueto occhio vigile del nostro parroco, Don Marco, sempre attento a tutte le manifestazioni religiose ed in particolare a quelle, come questa, rivolte a favore dei più bisognosi della nostra comunità. Ci auguriamo soltanto che ogni giorno sia “il giorno del malato e dell’anziano”! La nostra Chiesa ce lo chiede!

(Nella foto di Piombo don Gustavo Almeida e il diacono Fabio)

Masai - Palmiro Giuliattini da qualche tempo si trova in Kenia dove collabora con una Missione. Ecco alcuni stralci dei comunicati che ha inviato in Italia. Sono presso la missione scuola che si chiama “Amici di San Francesco” in località Meru, a nord del monte Kenia. Poi sarò in una bella scuola fondata da un italiano in memoria del figlio. Ti mando una foto. E tu bada Gino… a presto. Ho avuto contatti con la tribù Masai. Questi non riconoscono il progresso; spostano le mandrie passando in mezzo al traffico, in autostrada, in mezzo ai paesi. Un loro motto è: Denaro suonare Masai resuscitare!!!!! I Masai sono una tribù dedita alla pastorizia e a tutti i prodotti agricoli che si coltivano sopra il suolo. Fuoco a marzo – Si tratta dell’accensione di “baldore” e fuochi alla vigilia del mese di marzo. È una antica consuetudine mantenuta ancora da alcuni abitanti: in primis Alighiero Padelli dal Palazzo Sabino. Quest’anno, in parte, e anche l’anno scorso, si sono uniti a lui da Maccarino, San Rocco e dai Chiusini. Non sarebbe male che anche altre persone si accodassero a noi, accendendo i fuochi al ‘cumbrugliume’. Ricordatevene per il prossimo anno. Colgo l’occasione per ricordare che erano molte le occasioni per accendere i fuochi e far festa: ogni volta che c’era una ricorrenza in questa o quella parrocchia. Al Carmine, per la vigilia dell’Ascensione, sarà acceso un gran fuoco proprio davanti al Santuario. Perché non venite a vedere? È sabato 27 maggio!

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Terra di Anghiari

Domenica 28 maggio 2017 Festa dell’Ascensione

Attività - condizione - qualità

Il pellegrinaggio a piedi

Per tradizione molti fedeli in questo giorno raggiungono il Santuario a piedi. Si invita a riscoprire il senso cristiano del pellegrinaggio, percorrendo un tratto di strada a piedi fino al Santuario, seguendo uno degli itinerari segnalati da cartelli e descritti più sotto. Al termine di ogni S. Messa le parrocchie ed i pellegrini che hanno raggiunto il Santuario a piedi riceveranno una particolare benedizione. Da Anghiari: dalla Piazzetta della Croce si percorre la Provinciale per il Ponte alla Piera (strada di crinale). Lunghezza circa 3,5 km. Percorso anche per le parrocchie di San Lorenzo e quelle di Monterchi e Citerna.

Anghiari: terra di bovari terra di porcari terra di pecorari

Anghiari: terra mitica terra epica terra aulica

Anghiari: terra di ventura terra di frescura terra di coltura

Anghiari: terra di potenti terra di sapienti terra di sarmenti

Anghiari: terra di vacanza terra di sostanza terra di fragranza

Anghiari: terra di valenti terra di prudenti terra di credenti

Anghiari: terra del brio terra dell’oblio terra del desio

Anghiari: Terra benigna, tu, nostra nutrice, distesa in tra Tevere e Sovara, ostello amico a tanta gente cara ognun ti ama seppur a te nol dice.

Anghiari: terra di lavoro terra di decoro terra di ristoro Anghiari: terra del canto terra del vento terra del talento

Da Tavernelle: partenza di fronte al ristorante della Doretta e poi su per la Banchina, la Banca e Galbinaccio. Dal Ponte delle Fate: Parrocchie del Ponte alla Piera, Caprese e Sovaggio.

Anghiari: terra di vati terra di abati terra di papati

Da Micciano: dalla Pieve di Micciano e seguendo l’antico tracciato da Campalla. Da Santo Stefano: Partenza dalla chiesa e attraverso la vecchia via di Caprese si sale verso Campalone e il Faggeto..

Anghiari: terra di vicari terra di Castellari terra di commendatari

Questa è la seconda parte delle rime composte da Gino Ceppodomo e che riguardano Anghiari e i molti suoi aspetti. N e l p ro s s i m o n u m e ro p u b b l i c h e re m o d e l l e interessanti ipotesi di Gino sulla storia di Anghiari.

Controllate che il vostro indirizzo sia esatto Così non verrà dispersa nessuna copia La morte di Severino Baglioni

Io resto il più duro sono peggio di un muro

Fu il Portiere di una Officina che salutai una mattina

Eravamo ragazzini nella casa lì vicini

Eravamo una quindicina ma la morte è assassina

Ma il dolore e la presenza siamo tutti in partenza

Ora resta l’Anna sorella di Severino la stampella

Una parete ci divideva ma la vista sempre presa

Eravamo una quindicina ma la morte è assassina

Ed il povero Severino grande amico fino da bambino

L’à servito e l’à curato il suo aiuto mai mancato

Tutti nati nella stessa classe il ventisette ora mordace

Siamo rimasti solo in tre chi lo sa se tocca a me

Anche lui fu emigrante col lavoro sempre prestante

Io mi associo al dolore di questa famiglia sempre nel cuore:

di Armando Zanchi (Arezzo, 17.1.2017)

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Auguri per Samuele

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Domenica 18 giugno 2017

iovedi 16 febbraio presso l’Università di Firenze, School of Economics and Management , Samuele Rossi ha conseguito la Laurea Magistrale in Finance and Risk Management con la tesi dal titolo “Multivariate GARCH models in Risk Management“. Relatore è stato il prof. Giacomo Scandolo. Samuele, che l’anno scorso ha potuto frequentare e sostenere gli ultimi esami presso la prestigiosa Università di Sidney in Australia, ha concluso brillantemente il percorso universitario, iniziato all’Università di Perugia, con la splendida votazione di 110 e lode! Sono intervenuti alla proclamazione insieme ai genitori, Andrea e Veronica con la piccola Arianna, tre mesi, che si è svegliata solo al fragoroso applauso finale! Un ringraziamento particolare ad Annamaria, Gianluca e specialmente a Serena ,che ha lasciato il piccolo Sebastiano per essere accanto al suo amico d’infanzia in questo momento importante. Al termine abbiamo festeggiato tutti insieme in un ottimo ristorante tipico ,dove anche la “fiorentina” era corredata dal “ Curriculum” e dal “Diploma di eccellenza”! Una passeggiata nel parco di Novoli, favorita dalla bella giornata soleggiata, ha concluso una esperienza ricca di emozioni. Il sabato dopo poi ,a cena, Samuele e tutti gli amici si sono riuniti di nuovo alla Scarpaia, piatto più apprezzato i bringoli fatti in casa! E domenica anche la piccola Alessia ha voluto posare per le foto accanto allo zio “con la corona”!! Auguri a Samuele e a tutti i giovani pieni di speranze!!!

Festa del Corpus Domini

Propositura di Anghiari ore 11:00

I ragazzi della parrocchia riceveranno per la prima volta il Sacramento dell’Eucaristia. Al termine processione verso la chiesa della Croce.

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Altra cittadina ci lascia

Ormai con gli anni pochi ne resta e questa strada si vede deserta

È un traguardo che nessuno sfugge quando la morte mette fuori le unghie

Anche la Luisa con tutti i suoi anni ci à lasciato per colpa dei malanni

Stava seduta lì nei gradini della sua casa insieme ai vicini

La passeggiata tra le mura lì osservando la bella pianura

Questo dolore molto affettivo nel nostro cuore non è passivo

Lei fu la moglie del Fabbro “Ferruccio” con la bottega in fondo all’uscio

La Madre Bianca sempre presente lì sempre al fianco del figlio Beppe

Io ricordo questa famiglia la cara madre ed anche la figlia

Triste ricordo per un famigliare quando una vita viene a cessare

Lei nativa di Anghiari vecchio alla Calabria abitava da un pezzo

Anghiari vecchio si frescheggiava allora la vita si accarezzava

Siamo cresciuti passato il tempo e la vita finisce in lamento

Dico coraggio ai famigliari noi siamo figli di questo Anghiari:

di Armando Zanchi (Arezzo, 17.2.2017)

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Notizie dalle parrocchie di Monterchi a cura di Matteo Romanelli

APRILE – PASQUA 2017 Nel pomeriggio della Domenica delle Palme 9 aprile e del Lunedì e Martedì Santo, Quarantore nella Pieve Arcipretura di Monterchi Lunedì 10 aprile, benedizioni delle restanti famiglie della parrocchia di Padonchia Mercoledì Santo 12 aprile alle ore 21, Confessioni Pasquali per tutti a Padonchia Giovedì Santo 13 aprile Messa In Coena Domini alle ore 17 a Pocaia e ore 18 a Monterchi. Alle ore 21 i confratelli della Misericordia e della Compagnia del SS.mo Sacramento assieme ai gruppi di preghiera si raccoglieranno in adorazione di fronte all’Urna contenente l’Eucarestia nella chiesa di S. Simeone. Venerdì Santo 14 aprile, Pasqua di morte del Signore: astinenza e digiuno. Liturgia della morte del Signore alle ore 15,30 a Monterchi e alle ore 17 a Pocaia. Alle ore 21 solenne Via Crucis e processione di Gesù Morto e della Madonna Addolorata con raduno e partenza nella piazzetta vicino alla sede della Misericordia. Sacerdoti, ragazzi della Prima Comunione e della Cresima, Confratelli della Misericordia e delle Compagnie di Monterchi e Padonchia e tutto il popolo di Dio saliranno lentamente in preghiera e meditazione verso il centro storico e nella Pieve-Arcipretura di S. Simeone si concluderà il rito con breve omelia e Benedizione con la Reliquia della S. Croce. Sabato Santo 15 aprile, Confessioni dalle 16 alle 17 nella chiesa della Madonna Bella a Pocaia e dalle 17 alle 18 nella chiesa di S. Simeone. Alle ore 21 Veglia pasquale e S. Messa a Pocaia. Alle ore 23 confessioni in Pieve – Arcipretura a Monterchi. Alle 23.30 Veglia pasquale seguita dalla Messa di mezzanotte della Risurrezione del Signore e Liturgia Battesimale nella medesima chiesa di S. Simeone Profeta. Domenica 16 aprile PASQUA DI RISURREZIONE Alle ore 8, S. Messa nella chiesa di S. Biagio a Pocaia. Alle ore 9, S. Messa nella chiesa di S. Michele Arcangelo a Padonchia. Ore 10, S. Messa nel Santuario della Madonna Bella a Pocaia. Ore 11:15, S. Messa nella Pieve – Arcipretura a Monterchi. Ore 18, S. Messa Vespertina a Monterchi. Lunedì di Pasqua 17 aprile, Confessioni e Comunioni pasquali nella Chiesa di S. Biagio a Pocaia dalle ore 8 alle 12,30 Domenica 23 aprile alle 17.30 nella chiesa di S. Simeone a Monterchi processione in onore di S. Vincenzo Ferreri con la partecipazione della Compagna del SS.mo Sacramento e benedizione del paese e delle campagne. Mercoledì 26 aprile CENTENARIO DEL TERREMOTO del 1917. Ore 11 apertura convegno presso l’Istituto Scolastico del Comune di Monterchi, che proseguirà nei due giorni successivi a Sansepolcro. Ore 20,30 Nella Chiesa Arcipretale di S. Simeone, S. Messa concelebrata in suffragio dei morti del terremoto con la partecipazione di tutta la comunità cristiana monterchiese, insieme alle compagnie del SS.mo Sacramento, ai confratelli della Misericordia, ai giovani di buona volontà e a tutte le associazioni paesane e alle autorità civili e militari. Al termine della celebrazione eucaristica seguirà una solenne processione penitenziale intorno al centro storico per implorare dal

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Signore, attraverso l’intercessione di S. Simeone e di S. Emidio, la liberazione dal flagello del terremoto. Mercoledì 29 aprile alle ore 16 S. Messa concelebrata nella Cappella di Mariotto con tradizionale benedizione della campagna e dei gigli. MAGGIO 2017 Inizio del mese mariano. Il Santo Rosario verrà celebrato nella Chiesa di S. Simeone a Monterchi alle ore 17:30 seguito dalla Santa Messa, e possibilmente anche alle ore 21 eccetto il sabato e la domenica. Nel Santuario della Madonna Bella a Pocaia sempre alle ore 21 eccetto il sabato e la domenica quando il Rosario verrà recitato prima delle S. Messe festive. In tutte le altre chiese verrà celebrato nell’orario più opportuno secondo le esigenze di coloro che vi parteciperanno. La Madonna aspetta tutti ai suoi altari, ma soprattutto i suoi devoti e i ragazzi del catechismo e quelli della Prima Comunione e della Cresima. Nei fine settimana del mese di maggio, presso l’Oratorio di Pocaia, verrà tenuto un corso di preparazione al Sacramento del Matrimonio, a cui sono invitati tutti i fidanzati che hanno già richiesto il rito religioso. Domenica 7 maggio alle ore 12 S. Messa nella chiesa di Ripoli nel giorno tradizionale della festa della Divina Pastora. Lunedì 22 maggio Festa di S. Rita. A Monterchi S. Messa alle ore 18 con la tradizionale benedizione delle rose. GIUGNO 2017 Venerdì 2 giugno alle ore 17,30 presso la chiesa di S. Lorenzo a Ricciano processione della Madonna seguita da S. Messa a conclusione del mese mariano, organizzata dalla Compagnia del SS.mo Sacramento di Monterchi, con merenda al termine della celebrazione. Giovedì 15 giugno ore 21 Solenne Processione del Corpus Domini per le vie del centro storico di Monterchi, con la partecipazione dei sacerdoti, dei fanciulli della Prima Comunione e Cresima, delle Compagnie del SS.mo Sacramento di Monterchi, della Confraternita di Misericordia, del popolo di Dio, delle varie associazioni paesane e delle autorità civili e militari. Venerdì 16 giugno ritiro spirituale con Prima Confessione dei fanciulli della Prima Comunione Domenica 18 giugno Solennità del Corpus Domini con alle ore 11 S. Messa della Prima Comunione a Monterchi con la partecipazione del Piccolo Coro di S. Simeone guidato dal maestro Vittorio Cav. Perla. ALTRE NOTIZIE Domenica 12 marzo alle ore 11 i coniugi Gino Tortori e Maria Campi hanno celebrato il Sessantesimo di Matrimonio (nozze di diamante) nella chiesa arcipretale di Monterchi, circondati dai loro figli, nipoti e parenti. Sabato 8 aprile nel Santuario della Madonna Bella di Pocaia alle ore 17 i coniugi Domenico Boncompagni e Anna Maria Tiozzo di Tarsignano hanno celebrato il Cinquantesimo di Matrimonio (nozze d’oro) alla presenza dei loro cinque figli, nipoti e parenti.


Dalle nostre Parrocchie Ponte alla Piera: Rita - Il Venerdì Santo, nel pomeriggio, alle 15:30, faremo la Via Crucis oltre quelle fatte per tutti i venerdì di Quaresima. Poi andremo ad Anghiari per la solenne celebrazione in Propositura. Il sepolcro lo prepariamo il Giovedì Santo. Poi, la domenica mattina, ci sarà la S. Messa di Pasqua. Per tutto il mese di maggio, la sera alle nove, diremo il Rosario e sabato 27 maggio, vigilia dell’Ascensione, pensiamo di andare al Santuario del Carmine. Il lunedì continua l’incontro con i ragazzi alle cinque e mezzo per il catechismo. Poi il 18 facciamo il fuoco a San Giuseppe (il giornale è in stampa) e naturalmente faremo anche le frittelle. Qui al Ponte un gruppo di persone sta organizzando diverse iniziative per la Camminata del Contrabbandiere che si tiene nell’ultima domenica di agosto.

Tubbiano - Durante la Quaresima abbiamo fatto le Via Crucis un po’ a Tubbiano e un po’ a San Leo. Il Giovedì Santo ci ritroveremo qui in chiesa, chi potrà, mentre per il Venerdì Santo senz’altro parteciperemo alle celebrazioni ad Anghiari. Per il mese di maggio, la sera alle nove, reciteremo il Rosario: un po’ qui e un po’ a San Leo. Per il 27 di maggio, se tu mi dici che al Carmine, per la vigilia dell’Ascensione, c’è l’accensione del fuoco e la recita dei Vespri, se possiamo qualcuno verrà senz’altro lassù.

Catigliano: Antonietta - Per le Ceneri siamo andate insieme alla chiesa delle Ville, celebrava don Gustavo, mentre per il periodo di Quaresima abbiamo detto il rosario per alcuni venerdì. Per il Venerdì Santo parteciperemo alle celebrazioni di Anghiari. Per il mese di maggio la nostra comunità di Catigliano si ritroverà in chiesa per la recita del Rosario e eseguiremo anche canti alla Madonna. Sabato 27, vigilia dell’Ascensione andremo al Carmine.

San Leo: Velso - Proprio venerdì prossimo iniziamo le Via Crucis, un po’ a San Leo e un po’ a Tubbiano, come tutti gli anni. Ogni primo venerdì del mese faremo un incontro di preghiera alle nove la sera. Sarà anche l’occasione per affrontare alcuni problemi della parrocchia come il catechismo e altro. Il Giovedì Santo faremo la veglia al sepolcro con la recita di preghiere. Per il Venerdì Santo ci sarà una S. Messa nel primo pomeriggio e poi verremo alla processione del Gesù Morto ad Anghiari. Per le sere del mese di maggio ci sarà la recita del Rosario in collaborazione con Tubbiano. Sabato 27 vedremo di andare al Santuario del Carmine. Proseguono gli incontri di catechismo con i nostri ragazzi.

Viaio: Franca - Durante la Quaresima abbiamo fatto le “Via Crucis” e per la Settimana Santa decideremo con don Gustavo gli orari precisi. Il Sabato Santo la S. Messa ci sarà alle ore 21:00 mentre la Domenica di Pasqua sarà alle 11:30. In maggio, il mese della Madonna, in chiesa verrà recitato il Rosario. Gli orari e i giorni verranno definiti e comunicati con avvisi alla porta della chiesa.

San Lorenzo: Andrea Dellacasina - Nella nostra chiesetta non ci sono molte celebrazioni: siamo così tanto pochi! Però non mancano le celebrazioni più importanti nelle quali ci ritroviamo insieme con le nostre famiglie ed anche con le famiglie di coloro che abitano fuori da San Lorenzo. Una di queste occasioni è la celebrazione della Veglia Pasquale con la liturgia della Benedizione del Fuoco, della Nuova Luce, del Cero Pasquale e dell’Acqua. L’appuntamento è per le 21:30. Vi aspettiamo!

Notizie dalla Piazza suppl.

Gragnoli e con la lettura di brevi brani a cura dei giovani studenti delle terze medie di Anghiari e di Citerna.

Comunicati stampa presi qua e là

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enerdì 27 gennaio 2017 - Si è svolta questa mattina alle ore 11:00 nel Giardino della Memoria situato nell’ex Campo di Internamento di Renicci (in località La Motina) la prima iniziativa organizzata dal Comune di Anghiari con la collaborazione del Comune di Citerna per celebrare il Giorno della Memoria. La corona di alloro depositata in memoria delle vittime dal sindaco Alessandro Polcri ha dato il via alla manifestazione che è poi proseguita con le parole del Primo Cittadino di Anghiari, con il saluto dell’assessore alle politiche culturali del Comune di Citerna Giulia

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iovedì 12 gennaio 2017 - Sabato 14 gennaio è in programma il primo appuntamento del corso per imprenditori e aspiranti tali organizzato dal Comitato Giovani Soci della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo ed aperto gratuitamente a tutti: soci, clienti, dipendenti, curiosi, giovani e meno giovani.


Dynamis Bike

Consiglio Comunale

l gruppo sportivo Dynamis Bike di Anghiari è diventata una delle entità sportive più attive nel nostro paese. Fondata nel 1996 ha portato molte iniziative nel nostro paese, tutte legate da un unico filo conduttore: quello della passione per il ciclismo. Sotto la guida del presidente Fabrizio Graziotti, il gruppo sportivo oltre ad una crescita significativa degli iscritti, ha visto incrementare in modo esponenziale anche la propria notorietà. Infatti la ciclo storica d’epoca che ormai da 5 anni allieta l’Ottobre anghiarese, si è conquistata un posto di primissimo piano nel panorama italiano riguardante queste manifestazioni. Anche se sono passati ormai diversi mesi dallo svolgimento de “L’intrepida”, l’edizione che ha segnato il record di iscritti per questa manifestazione, sento il dovere di fare un plauso alla società anghiarese. La cosa che però oggi vogliamo prendere in considerazione non è il merito sportivo di questa manifestazione, ma un aspetto che ai più è sconosciuto. Infatti dopo la fine di ogni festeggiamento per la riuscita de “L’intrepida”, la società sportiva anghiarese ha dovuto far fronte al problema di come usare gli alimenti che non erano stati usati per la preparazione dei “pacchi gara”. Infatti, grazie anche alla generosità dell’azienda biturgense Buitoni, la Dynamis ha potuto consegnare alla Caritas parrocchiale vari generi alimentari, tra cui pasta e fette biscottate. “Abbiamo voluto rendere “L’intrepida” qualcosa di più di una manifestazione sportiva. Oltre al ritorno economico che ha portato al paese, volevamo un ritorno anche dal punto di vista umano, ed ecco che è nata l’idea di donare gli alimenti alla Caritas, la quale poi li destinerà a coloro che ne hanno più bisogno. Comunque voglio cogliere l’occasione per ringraziare ancora una volta tutti coloro che ci hanno dato una mano per organizzare, accogliere e nutrire le persone che hanno partecipato.” Queste le parole del presidente Graziotti che ha voluto spiegare da cosa derivasse questo gesto encomiabile. Non mi resta che fare i complimenti alla società anghiarese per il successo che “L’Intrepida” ha ottenuto in questi anni, ma cosa più importante i miei complimenti più sentiti sono, però, indirizzati alla società per il gesto encomiabile.

el giorno di venerdì 10 febbraio si è tenuto presso la sala consiliare di Palazzo Pretorio di Anghiari il quinto consiglio comunale dell’amministrazione Polcri, nonché il primo Consiglio Comunale dell’anno 2017. L’incontro si è svolto in seduta pubblica e in sessione straordinaria. La seduta si è aperta discutendo dell’argomento all’ordine del giorno, quello della Giornata del Ricordo, un tema che ancora oggi divide l’opinione pubblica, ma che ha unito l’intero consiglio comunale. È stata la prima volta che la Giornata del Ricordo veniva celebrata ufficialmente nel nostro comune, per questo il Sindaco ha espresso chiaramente la volontà che, la Giornata del Ricordo abbia da ora in poi lo stesso peso e la stessa valenza della Giornata della Memoria. Nella prima comunicazione il Sindaco ha reso noto che sono stati trovati una serie di acconti per rateizzare la TARI, tassa esosa nei confronti delle famiglie e cittadini, inoltre ha ricordato che il Comune svolge solamente il compito della riscossione per conto di Sei Toscana. Questo è stato riconosciuto da parte dell’opposizione rappresentando un passaggio positivo nei confronti della cittadinanza. Come seconda comunicazione Polcri ha annunciato che domenica 12 febbraio una delegazione guidata dal primo cittadino Anghiarese si recherà ad Amatrice per consegnare al sindaco Pirozzi la somma donata dai singoli cittadini e dalle imprese locali alle popolazioni terremotate. Come terza ed ultima comunicazione ha svelato il nome di Giovanni Sassolini, figura di grande spessore nel nostro territorio, come nuovo presidente dell’Ente Mostra. L’amministratore del nostro paese ha giustificato la nomina di Sassolini dicendo che è sembrato giusto affidare l’incarico a una persona che conosce le dinamiche dell’artigianato e, soprattutto, l’Ente Mostra torni ad essere guidato da un esterno rispetto alla politica. Durante il consiglio numerose sono state le sollecitazioni e mozioni presentate dalle forze di opposizione; come la regolazione dei fitofarmaci, esaminare le tariffe sull’acqua pubblica e sicurezza nel nostro comune. Si ricorda che la cittadinanza è invitata a partecipare al Consiglio Comunale.

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Giulio Maffucci

Il nome, il perché Vally Fastacchini – Ecco il perché del mio nome. Il mio babbo era Bruno Fastacchini, la mia mamma era di Valmontone e mio zio Antonio Mezzo era senza figli e aveva detto al fratello, che aveva diversi figlioli, se gli affidava una bambina che avrebbe fatto compagnia alla moglie. Fu così che la mia mamma venne ad Anghiari, allevata da questo zio che era molto amante della musica:

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Andrea Marzi

infatti suonava anche nella Banda. Quando sono nata io era uscita allora l’opera “Wally” di Alfredo Catalani e mio zio Antonio disse alla mia mamma di mettermi a nome Wally dato il suo amore per la musica e gli piaceva tanto quest’opera. Solo che quando mi hanno denunciato in Comune l’impiegato, forse non conosceva quest’opera, mi ha registrato con la vu semplice anziché doppia. Ed è così che è venuto fuori il mio nome Vally. Gheldo è a pag. 31


Un progetto per la scuola È quello sancito con il Protocollo di Intesa con l’Istituto Franchetti-Salviani di Città di Castello

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a Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo conferma la sua attenzione per il territorio ed in particolare per il mondo della scuola. A testimonianza di questo la firma di un importante “Protocollo di Intesa” che ha sancito la nascita di un progetto di collaborazione con la scuola “Franchetti-Salviani” di Città di Castello. L’obiettivo dell’iniziativa, che è stata messa nero su bianco nel mese di gennaio 2017, è quello di sviluppare specifiche competenze negli ambiti dell’educazione economica, finanziaria, del risparmio e della legalità economica finalizzate a favorire negli studenti comportamenti attivi e consapevoli in merito ad alcune aree specifiche: 1) Realizzare, tramite un’azione comune, la crescita delle conoscenze e delle competenze degli studenti nella comprensione del sistema economico in generale e di quello legato al territorio in particolare. 2) Concorrere all’arricchimento delle competenze professionali, mediante incontri tra studenti e esperti individuati dalla Banca. 3) Realizzare progetti di alternanza scuola-lavoro. 4) Contribuire all’orientamento scolastico degli studenti nelle scelte lavorative future, anche in una prospettiva imprenditoriale connotata da scelte eticamente responsabili. 5) Contribuire all’orientamento scolastico degli studenti delle scuole medie inferiori. 6) Sviluppare le abilità comportamentali degli studenti per compiere consapevolmente scelte finanziarie quotidiane e di più lungo periodo. 7) Stimolare i ragazzi ad instaurare un rapporto consapevole ed interattivo con le istituzioni. *** Il Protocollo di Intesa certifica la volontà delle due parti di impegnarsi in modo continuativo nel percorso di informazione e formazione degli studenti. Il documento copre il periodo di un anno e potrà essere rinnovato. Risultati, efficacia ed eventuali ambiti di sviluppo saranno verificati attraverso incontri periodici. La Banca di Anghiari e Stia è stata rappresentata dal direttore generale Fabio Pecorari e dal responsabile dell’Area Affari Daniele Cavalli, l’Istituto Franchetti-Salviani dalla dirigente scolastica Valeria Vaccari. Il primo incontro si è svolto lunedì 20 febbraio nell’aula magna del Polo Tecnico “Franchetti-Salviani” ed ha visto come protagonisti gli studenti partecipanti al Corso Amministrazione di Finanza e di Marketing, con la professoressa Erica Leonardi. La mattinata (come sottolineato nel Protocollo) ha avuto un duplice obiettivo: realizzare, attraverso un’azione comune, la crescita delle conoscenze e delle competenze degli studenti nella comprensione del sistema economico generale e territoriale e concorrere all’arricchimento delle competenze professionali. Tema del primo appuntamento i vari argomenti inerenti il mondo bancario, il rapporto banca-impresa e la simulazione di casi concreti. Queste le dichiarazioni rilasciate in merito all’incontro dal direttore Fabio Pecorari. “Abbiamo aderito con entusiasmo all’invito che l’Istituto tifernate ci ha fatto qualche tempo fa di

stabilire un P ro t o c o l l o di Intesa per portare all’interno della scuola un po’ di cultura finanziaria. Il Polo Tecnico FranchettiSalviani ci ha aperto le porte e noi lo ringraziamo per questa bella possibilità. Quello di lunedì mattina è stato il primo di una serie di incontri previsti con gli studenti ed è stato un momento importante per conoscere e confrontarci con la realtà della scuola. È interessante capire come le nuove generazioni vedono il mondo della banca e quando ci caliamo nel loro ambiente notiamo che quel pizzico di normale diffidenza scompare e che emerge al contrario una sincera voglia di interagire. Per noi è una forma importante di arricchimento umano, per gli studenti è un modo diverso da quello canonico di acquisire nuovi elementi e di apprendere come ciò che leggono nei libri può essere riscontrato nella realtà”. Sulla stessa linea le parole della professoressa Erica Leonardi. “Il progetto portato avanti con la Banca di Anghiari si inquadra e va a completare anche altri progetti che hanno l’obiettivo di sollecitare i ragazzi allo studio e all’approfondimento delle tematiche relative al ramo finanziario. E’ importante andare oltre quello che è il libro di testo e la spiegazione diretta in classe e realizzare attività di alternanza scuola-lavoro che a tutti gli effetti possano contribuire alla crescita degli studenti. Incontri come questo sono molto interessanti e ci danno poi spunti rilevanti per riflettere ed approfondire ulteriormente i temi legati al mondo finanziario. Il prossimo appuntamento con i rappresentanti della Banca di Anghiari e Stia è fissato per lunedì 27 marzo e rappresenterà un ulteriore passo in avanti nel percorso di crescita formativa ed informativa dei ragazzi” Nella foto in alto è raffigurato il primo incontro con gli studenti del Franchetti-Salviani di Città di Castello. Sotto, il momento della firma del Protocollo di Intesa da parte del direttore generale Fabio Pecorari.

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Da Tavernelle, a cura di Linda Bartolomei

In memoria di sr. Maria Rosa

In memoria di sr. Giuseppina

Carissima sr. Maria Rosa, l’8 gennaio 2017 alle ore 9.45 il Signore è venuto a chiamarti e tu gli hai detto ancora una volta di “sì” e in un grande silenzio ci hai lasciato. Il tuo volto era sereno ed esprimeva tanta pace. Sei nata a Baldissero Torinese, in Provincia di Torino, il 27 novembre 1921 e il 5 dicembre 1921 sei divenuta figlia di Dio mediante il Battesimo nella Parrocchia di “S. Maria della Spina”. Da giovane hai forse conosciuto la Comunità del Cenacolo a S. Quirico, paese non lontano da casa tua. Ne hai apprezzato i valori e a 21 anni, il 2 ottobre 1943, hai deciso di far parte anche tu di quella Congregazione di Suore mettendoti a servizio della Chiesa. Provenivi da una bella famiglia, con cui hai sempre curato un ottimo rapporto. Quanto godevi delle loro visite: la tua sorella Agnesina, i tuoi numerosi nipoti erano felici di venire a trovarti. E per Natale hai ancora a tutti inviato i tuoi auguri. E il giovane papà Ivano non ha non ha potuto fare a meno di essere presente alla tua Messa esequiale venendo addirittura da Parigi. Torino e Montauto sono state le due comunità, dove quasi tutte ti abbiamo conosciuto e apprezzato. Abbiamo riconosciuto in te la tua riservatezza e umiltà, ma soprattutto la tua dolcezza nel porti con gli altri. E per la nostra amica Marisa Grandis incontrare te, sr. Maria Rosa, non è stato un incontro fatto di parole, ma di esempio. Essa ricorda la tua devozione nell’Adorazione e tante volte si è chiesta come si possa avere una fede così lineare e costante, un amore a Dio così prevalente, un silenzio interiore così vivo. Ovunque, sr. Maria Rosa eri, avevi il tuo riferimento al Signore nel Tabernacolo e nelle persone che servivi. Tutte ti ricordiamo come una persona silenziosa, molto gentile, fine, sempre sorridente. La tua vita l’hai iniziata in un ambiente di campagna. Non per niente sapevi lavorare in giardino con la vanga. Amavi moltissimo il contatto con la natura, con gli animali, con le galline. E a volte affiancavi le consorelle insegnando loro a curare l’orto. Ma anche in quell’occasione non dicevi una parola più del necessario. Amavi molto il canto, la liturgia. E a Montauto come trascinavi anche le tue consorelle al mese di maggio in Parrocchia, benché stanche dopo una giornata di lavoro. Per lunghi anni sei stata Zelatrice del S. Cuore e hai fatto consacrare al Cuore di Gesù piccoli, adulti, anziani. La Celestina di Tavernelle ti ricorda ancora con tanto affetto e prega per te. Per tantissimi anni hai lavorato in cucina e con quale amore preparavi i piatti di portata. Un’esercitante a Montauto diceva: “era una gioia pensare di andare in refettorio = tutti i piatti erano a corsia!! Le patate erano sempre patate, ma venivano presentate ogni giorno in modo diverso”. Eri una persona, Maria Rosa, sempre disponibile. Grande era la tua generosità verso la comunità e verso ogni persona, che bussava alla nostra porta. E ultimamente nemmeno la malattia ti ha frenato ad essere dono alla comunità. Eri una persona molto intelligente: parlavi poco, ma quello che dicevi era assai assennato. Grazie, Maria Rosa, per quello che sei stata in mezzo a noi. Ora, che sei accanto al Signore, prega per ciascuna di noi e per il Cenacolo che hai tanto amato. La Comunità di Torino

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A

ncora una volta il Signore è venuto a chiamare una Sorella e Giuseppina ha risposto ed è ritornata dal Suo Signore, che per lunghissimi anni ha amato e servito. A dicembre avevi festeggiato il compleanno dei 101 anni! Sei infatti nata ad Origgio (MI) il 17 dicembre 1915 e sei divenuta figlia di Dio mediante il Battesimo il 19 dicembre 1915 nella Parrocchia di “Maria Immacolata” in Origgio, Diocesi di Milano. Non conosciamo molto della tua famiglia, ma alcune persone ti sono state accanto, ti hanno fatto studiare al Conservatorio e hanno permesso che tu entrassi il 6 gennaio 1940 nella Congregazione di Nostra Signora del Cenacolo. Ed eccoti dunque nostra consorella da tanti anni. Molte di noi ti abbiamo conosciuto prima a Montauto e poi a Torino. Eri una persona estremamente discreta, riservata, silenziosa. Eri l’immagine della mitezza, dell’umiltà. In silenzio hai sempre accettato tutto quello che ti dicevano. Una tua caratteristica era la fedeltà alla preghiera. In te abitava una Presenza, che trasmettevi a tutti quelli che incontravi. Quanto catechismo hai fatto a Montauto, ad Anghiari, a Ponte alla Piera. Era per te una gioia far conoscere il Signore ai piccoli ed esigevi da loro una risposta. A Montauto ti ricordiamo fedele portinaia e nostra insegnante di canto. Amavi la musica e cercavi di farcela amare anche a noi. Ti piaceva molto giocare a carte, ma alle 21,30 interrompevi il gioco, ti alzavi e andavi… era l’ora di Compieta. E quando ormai anziana sei giunta a Torino: sei stata una presenza di gioia per tutte noi e anche per le badanti che ti curavano. La rottura di un femore ti ha resa immobile nel letto, ma non ti ha tolto quel modo di esprimerti affettuoso con tutte noi che venivamo a trovarti. Per ciascuna avevi un bel sorriso, un bacio e puntando in alto il dito ci invitavi a cercare e a fare “la volontà di Dio”. Grazie, Sr. Giuseppina, per quanto ci hai donato e insegnato con il tuo esempio. Saremo felici di ritrovarci insieme lassù La Comunità di Torino


...da Tavernelle

60 anni

Tanti auguri Checco ed Emola

La Nerella del Braccini ci ha comunicato che il 2 Febbraio Donatella Checcaglini, sua cognata, ha festeggiato 60 anni, mentre il 10 febbraio 60 anni li ha festeggiati suo fratello Fabrizio. Ai due festeggiati che abitano al Braccini, per la via che va a Galbino, giungano tanti auguri da tutta la famiglia, in particolare dal figlio Manuel, dalla nuora Chiara e dalla piccola Aurora.

Il giorno 26 Febbraio, durante la messa domenicale, Francesco Tavernelli ed Emola Romolini hanno rinnovato le promesse matrimoniali in occasione del 60° anniversario di matrimonio. La Messa è stata celebrata da Don Alessandro, nipote degli sposi. Tutta la comunità di Tavernelle invia tanti auguri ad Emola e Francesco, conosciuto da tutti come Checco.

Riconoscimenti In merito alle foto pubblicate sullo scorso numero, innanzitutto c’è da fare un errata corrige sul cognome del ragazzo che non era Quintino come erroneamente scritto ma Quintini. Inoltre sono state numerose le segnalazioni pervenute da parte di persone che hanno riconosciuto parenti, amici e conoscenti. In particolare la Nerella ci ha fatto sapere che il signore alto e magro che porta la bara era suo babbo Talete e quello davanti a lui, il fratello di suo nonno che si chiamava Paolo, ma che tutti conoscevano per Pirro. Anche la Piera ha riconosciuto nella foto suo marito Sergio Merendelli. Attendo altre segnalazioni da chi riconoscesse altre persone.

Ragazzi che giocano al pallone (qualcuno ha il grembiule: sono usciti da scuola?). Mandateci le vostre informazioni.

Gheldo Marghi – Chiedo a Gheldo, abitante del Bagnolo di Sotto a Tavernelle il perché del suo nome. Il mio babbo, quando stava a Caprese, conosceva un ragazzino che si chiamava Gheldo ed era tanto bellino. Diceva, se mi viene un figliolo gli metto a nome Gheldo. Poi da sposato, abitava a Sastille, di figli gliene nacquero due e gli mise a nome a uno Gheldo e a uno Francesco; purtroppo sono morti tutti e due da piccolissimi, uno addirittura appena nato. Poi nacqui io e mi rimise il nome Gheldo e io ancora sono qui a raccontarti il perché del mio nome.

Ancora un successo per Noemi Umani

S

abato 4 marzo scorso, presso il Teatro Nuovo “G. Menotti” a Spoleto, c’è stato il concerto di presentazione dei vincitori della 71° edizione del Concorso “Comunità Europea” per giovani cantanti lirici 2017, organizzato dal Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto. Noemi Umani, giovanissima soprano, anghiarese di nascita e di “adozione”, ha vinto il primo premio assegnato dalla Giuria Internazionale presieduta dalla celebre soprano Edda Moser. Questo prestigioso risultato le darà la possibilità di usufruire di una borsa di studio mensile per due anni e potrà partecipare ad un periodo di perfezionamento e seguire corsi di spartito e interpretazione con prestigiosi docenti. Potrà poi debuttare nelle Stagioni Liriche Sperimentali di Spoleto e dell’Umbria 2017/2018. Avrà anche la possibilità di esibirsi in occasione di tournée e trasferte nazionali e internazionali. Questo concorso ha laureato negli anni molti tra i maggiori cantanti lirici; tra questi ricordiamo Franco Corelli, Antonietta Stella, Anna Moffo, Renato Buson, Ruggero Raimondi, Mariella Devia, Elizabeth Norberg Schulz e moltissimi altri. Auguriamo quindi a Noemi i maggiori successi possibili portando il nome di Anghiari nei maggiori palcoscenici lirici nazionali e internazionali. Grande Noè!!! Emme

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Intoppo Richiesta di chiarimenti di Anghiarino, di qua dal Tevere, e risposte del professor Mattesini, di là, sulla etimologia di parole dialettali usate in Valtiberina con qualche necessaria divagazione. Lungo l’antica via Doganale che lambiva, e lambisce, Anghiari scendendo verso Maraville per andare in Umbria, esiste un agglomerato di case denominato Intoppo. Noi lo chiamiamo Topo, ma il Biga, genuino abitante di quella zona, mi riprende sempre ricordandomi che si chiama Intoppo, anche se il Taglieschi nei suoi Annali riporta la dizione Topo per quella località. Esiste un Intoppo anche al Palazzo del Pero, circa un chilometro prima. Qui si tratta di una abitazione posta nei pressi del Cerfone. Noi ad Anghiari ci siamo sempre chiesti perché questo nome Intoppo e abbiamo disturbato anche il latino dove la parola “topia” parla di giardini e abbellimenti con piante. Poi, qualche giorno fa, Stefano (mio genero umbro) mi fa: «Ma in questi toppi ci saranno delle piante di melo?» Dopo che mi ha chiarito che il toppo sono le collinette ai lati della valle, mi è subito balenata l’idea che Intoppo derivasse dalla conformazione del terreno, dal toppo appunto. Per rimanere in tema vorrei aggiungere che c’è un Toppo dopo Morra, in Umbria ma presumo che ce ne saranno altri sparsi qua e la. Qui, di qua dal Tevere, per quanto io conosco, il toppo è un grosso pezzo di una pianta, più spesso del tronco (un bel toppo=un grosso pezzo). Poi c’è anche un Toppole nell’entroterra Anghiarese, lambito alla sua base dal torrente Cestola. Lei professore che ne dice? Una buona giornata Anghiarino Anghiarese Caro Del Pia, di intoppi nella vita, si sa, ce ne sono purtroppo tanti. Molti di meno, invece, tra i nomi di luogo. Tuttavia la base etimologica degli intoppi del quotidiano, gli ostacoli e gli impedimenti che ognuno di noi è costretto a superare, è diversa da quella del toponimo. L’it. intoppo è infatti un derivato del verbo intoppare intr. ‘andare a urtare, anche fig.’ (sec. XIII, Guidotto da Bologna), tr. ‘urtare’ (dal 1513, G. F. Achillini) e per est.(ensione) ‘incontrare in modo inaspettato’ (13001313, Dante). A questi significati si aggiunge in Toscana quello intr. di ‘avere difficoltà di pronuncia’ (av. 1705, A. Cattaneo). Il verbo vien fatto risalire a un *topp imitativo di un ‘colpo’ (ma non tutti si trovano d’accordo con C. Merlo, A. Prati e M. Regula che sostengono l’ipotesi). All’incontro ad altro etimo risalgono i due toponimi Intoppo, quello d’Anghiari, che denomina un piccolo agglomerato di case, e quello di Palazzo del Pero, che si riferisce a un’abitazione isolata sul Cerfone, i quali sono spesso semplificati – come lei stesso mi conferma – in Toppo (in è verosimilmente avvertito come preposizione) e quest’ultimo poi, forse per falso accostamento etimologico, in Topo (così anche negli

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Annali del Taglieschi, dove potrebbe trattarsi di una mera grafia con consonante scempiata). Il nome di luogo Toppo è ben rappresentato in area aretina sud-orientale, dal territorio di Castiglion Fiorentino, al cortonese e alla Valtiberina toscana, con propaggini anche nel contiguo territorio umbro: Toppo e il Toppo si rinvengono infatti nel Foglio 114, tavoletta II S[ud] E[est] dell’Istituto Geografico Militare, e così Pieve al Toppo, tra Arezzo e Monte S. Savino, e ancora un Toppo, nei pressi di Morra di Città di Castello, me lo segnala lei stesso, a cui sarà certo d’aggiungere il diminutivo Toppole d’Anghiari. Secondo Carlo Alberto Mastrelli, illustre germanista e apprezzato studioso di toponomastica, il nome di luogo deriva dal longobardo top ‘cima’ che sarebbe qui promanato dal territorio dell’antico Ducato di Spoleto tra il VI e l’VIII secolo d.C. e indicherebbe una modesta elevazione sul terreno, appunto una collinetta. Prima di lui Silvio Pieri, benemerito degli studi di toponomastica toscana del secolo scorso, riteneva di poter ricondurre il toponimo al termine comune toppo ‘grosso tronco d’albero atterrato’ (S. Pieri, Toponomastica della Valle dell’Arno, Roma 1919 [rist. a Bologna nel 1983]. p. 360). La sua proposta etimologica sembra dunque ormai superata. Tuttavia se si va a vedere la base a cui viene ricondotto il termine toppo (in antico anche topo [già dal sec. XIII, Pietro Morovelli e dal XIV, Franco Sacchetti] e poi toppa, tutte voci diffuse dal Piemonte alla Sicilia), proprio nel significato di ‘Base del tronco di un albero reciso, ancora piantata nella terra’ e poi, per est., ‘ceppo, ciocco tagliato’ (così nell’anghiarese, mentre al Borgo si preferiscono i termini cèppo e còzzo (d’òpio), anche [fig.] ‘di persona rozza e dura di comprendonio’), si vedrà che i vocabolari, pur dichiarandone l’etimo incerto, la riconducono all’a.[ntico] franc.[ese] top e got.[ico] tups ‘cima, sommità, ciuffo, mazzocchio’; e riallacciano l’ant. franc. al fràncone top e all’anglosassone top ‘cima’ (ma altri pensano a *talpa ‘piede, ceppaia, tronco’, in connessione con *talpa ‘animale’, entrambi derivanti dalla radice indeuropea col valore di ‘terra’). Anche secondo l’ipotesi del Pieri saremmo dunque ricondotti, pur per altra via, a una base germanica come è quella longobarda (il fràncone è aggettivo che si riferisce ai dialetti del gruppo germanico occidentale detti francici o franchi, che in epoca alto-medievale costituiscono una componente del francese). Saluti borghesi all’Anghiarino Anghiarese da Enzo Mattesini In alto, veduta dell’Intoppo: toccherà rinominarlo ufficialmente Topo!


Per non dimenticare

È

ormai notizia ufficiale; le Suore del Cenacolo cesseranno la loro attività nella casa di Montauto il 30 giugno 2017, dopo 57 anni di presenza condivisa con le tante persone incontrate: erano giunte a Montauto nel luglio del 1960 Con certezza tale decisione è stata pensata, sofferta, valutata e prevista. Considerando il momento storico nel quale viviamo a livello ecclesiale e sociale, è necessario rivedere, ridimensionare attività e metodi e considerare chi siamo, come siamo e quanti siamo. È una sconfitta? È mancanza di impegno? No, nel modo più assoluto! È un prendere coscienza e conoscenza della realtà storica, delle esigenze e gusti del momento con la certezza che il Signore sarà sempre un apripista per chi gli fa posto e si mette in ascolto del futuro con capacità di discernimento. Detto questo, dobbiamo ammettere che le nostre Suore di Montauto ci mancheranno; ECCOME!... Siamo consapevoli di quanto bene hanno seminato e quante migliaia di persone hanno accolto con amore, disponibilità fraterna e amicizia, tesori che non passano e che continueranno a portare frutto. Quando? Dove? A chi? Dio solo lo sa e dispone con amore di Padre. Carissime Suore, avete seminato bene, servito con amore e in modo semplice, ma coerente pur con gli inevitabili limiti che tutti abbiamo. Il bene fatto è stato e continuerà ad essere un collante che unisce il cielo alla terra ora e nel futuro. Il cammino proseguirà per voi e per noi tra difficoltà, godimento conquiste e sconfitte

qualche volta senza conoscere bene la strada, ma con la sicurezza che non è affidata al caso perché Dio è nostro compagno di viaggio e si fa riconoscere attraverso segni e avvenimenti a portata di mano. Con queste convinzioni vogliamo esprimere la nostra gratitudine alla vostra famiglia religiosa, a ciascuna di voi e a quante abbiamo conosciuto e apprezzato nelle nostre comunità parrocchiali. Vi chiediamo con verità semplice, ma sincera di continuare a tenerci presenti nella preghiera e in tutto quello che continuerete a fare perché il bene è diffusivo. Vi auguriamo di essere grani di sale e semi di bellezza che rendano più attraenti le aiuole del cielo e della chiesa con quel carisma che vi è proprio. Ve lo diciamo con le parole dette a suo tempo, alle religiose dal Papa Paolo VI: “Siate contente perché avete scelto bene; come vivete e dove siete, gridate il vangelo con la vita”. Le Suore Agostiniane della Ripa Nella foto - Dietro, sr. Maria Luisa, a sinistra, e sr Germana. Davanti e da sinistra: sr. Augusta, sr. Nancy e sr. Maria Francesca.

Questo giornale viene stampato anche in versione digitale Se ci fate avere la vostra mail ve lo invieremo volentieri Il nostro indirizzo mail è nell’ultima pagina di copertina Morta l’Osvalda, zia dell’Angela, rivendita di giornali

Io con loro sono invecchiato e come loro il paese ò amato

Alla cara Graziella sorella amata la sua Osvalda se n’è andata

Un’altra morte nel tessuto anghiarese ora c’è l’Osvalda a farne le spese

La cara nipote Angela sempre pressata per la cara Zia da lei amata

Ma altri Anghiaresi con anni da parte non sono ancora messi in disparte

Mi stringo a lei con un abbraccio e dico a lei fatti coraggio

Da tanti anni trasferita ad Arezzo ma il paese aveva nel petto

Carica di anni mai assente con la nipote sempre presente

Come l’Osvalda saremo fieri novanta sei anni restare in piedi

Faccio coraggio alla cara Malvina purtroppo la morte a tutti rovina

Specie le sorelle la Maestra Malvina e la Graziella la più piccina

Il ricordo del padre in questa famiglia ora la morte tutto scompiglia

Poi il ritorno al paesello quello è il viaggio per noi più bello

Alla cara Angela ed al fratello in questo giorno che è poco bello:

di Armando Zanchi (Arezzo, 25 agosto 2016)

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Auguri a Emola e Francesco

Sempre bellezza… Parliamo di brutti!*

N

L

a Emola Romolini e Francesco Tavernelli, abitanti nella Frazione di Tavernelle, nonostante le brinate in quella località e notorie a tutti, sono riusciti a raggiungere l’ambito traguardo delle nozze di diamante. Sessanta anni vissuti assieme. Si erano sposati il 25 febbraio del 1957 nella chiesa della Lama di Caprese Michelangelo (parrocchia della sposa) e le nozze erano state celebrate dall’allora parroco don Giuseppe Barindelli. Domenica 26 febbraio 2017, per ricordare questo lieto evento, durante la S. Messa delle ore 11:00 a Tavernelle (celebrata dal nipote don Alessandro assieme a don Marco) sono state rinnovate le promesse di matrimonio e poi con figli, nipoti e familiari tutti alla Trattoria della Doretta. Francesco e la Emola si erano conosciuti alla bottega di Mondo Brandinelli dove la Emola era venuta per aiutarli nel negozio. Poi da lì sono arrivati al matrimonio e così hanno potuto festeggiare il sessantesimo anniversario di quel momento così importante per la loro vita. Un ringraziamento va alla Carla, alla Nerella, alla Vanna e alla Roberta per aver preparato e offerto un bellissimo buffet d’aperitivo per il 60° anniversario di Checco ed Emola Tavernelli. All’uscita della Messa c’è stata questa sorpresa che ha permesso ai festeggiati di salutare tutti i numerosi intervenuti. Un grazie anche a sr. Chiara che ha curato i fiori in chiesa e ai sacerdoti naturalmente!! Senza di loro non sarebbe stato possibile vivere la bellezza di un tale momento. Nella foto scattata all’uscita della chiesa della Lama si possono riconoscere anche diversi abitanti di Tavernelle

on sempre si devono ricordare le cose meglio riuscite. Anche quelle meno belle o perfino brutte hanno diritto ad un post. Un esempio di bruttezza artistica è la Fontana del Nettuno (15601575) in Piazza della Signora a Firenze, opera di Bartolomeo Ammannati. Una montagna di marmo bianco di Carrara, che i fiorentini chiamano ironicamente “il Biancone”. Ceto, nel confronto con il David di Michelangelo, poco distante nella medesima piazza, il povero Ammannati con il suo Nettuno non fa una bella figura… “Ammannato, Ammannato, che bel marmo hai rovinato!” commentò subito la gente. Ma, come si sa, a tutto ci si abitua; e dopo cinque secoli di ostinata presenza del Biancone in Piazza della Signoria, oggi appare perfino simpatico. Con quella testa così grossa, e così poco espressiva. Le statue in bronzo (satiri, tritoni e nereidi) che decorano la fontana sono invece opera egregia del Giambologna e “sciupano”, per così dire, la bruttezza del monumento. E fanno pensare alla bella Fontana del Nettuno di Bologna. Ma, come dicevo all’inizio, anche i brutti hanno il loro fascino. Post tratto da: Antonio Bacci, Dacci oggi il nostro post quotidiano, Arezzo, Tipografia F. Scheggi, 2016.

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Da “Casanova Spicchi” di Alfonso Sassolini

Misteri… alimentari!

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ino a non molti anni or sono, ogni agricoltore poteva cedere il grano prodotto al suo fornaio. In cambio gli veniva consegnata, direttamente a casa sua ed alla pari, la stessa quantità di pane: un quintale di grano ceduto in cambio di un quintale di pane ricevuto: senza aprire il borsellino! Ogni giorno il fornaio provvedeva alla consegna al domicilio del cliente nella quantità richiesta secondo le esigenze della famiglia: alla pari! Al giorno d’oggi, se acquisto alla bottega mezzo chilo di pane comune avvolto nel suo bravo involucro di plastica, vengo a spendere intorno ad euro 1,30 che dovrebbero corrispondere a circa euro 2,60 al chilo. Pertanto: se fosse ancora praticabile la vecchia regola secondo la quale pane e grano hanno lo stesso valore economico, un quintale di grano dovrebbe esser pagato all’agricoltore almeno euro 250 invece della miseria di 14 euro che è l’attuale prezzo a quintale e noi potremmo avere il nostro chilo di pane per soli 14 centesimi di euro al chilo, bello caldo e a casa nostra. Mi rendo conto che i tempi sono cambiati e che il pane solo per noi vecchi continua ad essere oltre che un alimento fondamentale anche un bene sacro, un segno sensibile della Grazia divina, da amare, consumare e conservare con rispetto. Tuttavia, per quello che ho sopra detto, forse la speculazione impazza anche in questo campo considerando anche il danno provocato ai nostri agricoltori dall’importazione di cereali, a prezzi stracciati, da Romania, Turchia e così via. Perfino Mussolini predicava: “amate il pane!” Addirittura a scuola, ci insegnavano una poesiola che si diceva scritta da lui e che cominciava così: Pane, ti spezzan gli umili ogni giorno, lieti che già non manchi alla dispensa….ecc. (Il resto non me lo ricordo più!)

Noi e l’Islam

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er cercare di capire qualcosa dell’Islam che significa “ sottomissione” (come appare evidente dalle modalità della preghiera del musulmano che si prostra a terra), mi sono messo a leggere il Corano. Confesso che sono piuttosto prevenuto e che, pur consultandolo con il rispetto per una religione accolta ed osservata da miliardi di esseri umani, più che a svolgere una obiettiva esegesi del Libro, mi sono dedicato a rilevare e sottolineare gli aspetti che ci differenziano. Non sono nemmeno riuscito a leggerlo fino in fondo perché l’edizione che posseggo, comprensiva delle note consta di oltre seicento pagine: Secondo i Musulmani, Muhammad (Maometto) comincia a ricevere la Rivelazione nel 610 sul monte Hira e la sua susseguente predicazione, a differenza della Bibbia da cui trae larga ispirazione e somiglianza, non interessa il solo popolo eletto (Ebrei) ma riguarda tutto il genere umano. Il successo di questa nuova religione che in meno di un secolo si espande fino a tutta la costa mediterranea dell’Africa, è comprensibile se si considera la situazione preesistente: ogni tribù onorava le sue divinità peculiari ed era in perenne lotta con i vicini in un inestricabile groviglio di violenze. Il Profeta impone invece una nuova intransigenza etica che si riflette in una severa e minuziosa precettistica che interviene a regolare i

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rapporti con Allah (che significa Iddio) e quelli umani, familiari, sociali, tribali. Per di più, consegna alle popolazioni coinvolte un linguaggio universale: l’arabo. La nuova religione, tuttavia, non viene subito accolta senza difficoltà: il Profeta deve lottare con i nemici “meccani” legati a divinità e soprattutto ad interessi commerciali propri e dovrà sostenere almeno due gravi scontri armati con i nemici rimanendone anche ferito. Allah appare, per tanti versi, simile al Dio della Bibbia: anch’essi (i musulmani) si ritengono figli di Abramo e sono soggetti a prescrizioni e divieti analoghi a quelli degli Ebrei che sono “afflitti” da ben 316 divieti e ben 618 esortazioni (se ricordo correttamente!). Allah viene onorato con 99 attributi che lo definiscono: “Il compassionevole, il misericordioso, il dolcissimo”. Ma anche “Colui che chiude i conti, Colui che dà la morte, Colui che nuoce”. Con Lui non si scherza! Per esempio: vieta e punisce ad un credente il prendere in moglie una non credente (meglio una schiava credente); vieta i rapporti omosessuali e così via. Insieme ai divieti scattano le punizioni: “se le vostre donne avranno commesso azioni infamanti (fornicazione, adulterio) portate contro di loro quattro testimoni e se confermeranno, confinate quelle donne in casa finché non sopraggiunga la morte o Allah apra loro una via d’uscita” (Sura IV – Versetto 34). “Gli uomini sono preposti alle donne a causa della preferenza che Allah concede loro… Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti e battetele! (Sura IV - versetto 34) Quanto a noi cristiani ed agli Ebrei, siamo ritenuti sviati e miscredenti: “combatteteli per la causa di Allah contro coloro che vi combattono ma senza eccessi che Allah non ama coloro che eccedono”. Uccideteli dovunque li incontrate e scacciateli da dove vi hanno scacciato ecc.” (Sura II - versetti 190, 191). Naturalmente, anche nel Corano c’è tanta saggezza, bontà e senso pratico: altrimenti la predicazione di Maometto non avrebbe attecchito. Non c’è dubbio che il nostro Vangelo sia più sereno: Gesù ci offre l’adozione a “ figli di Dio” a due sole condizioni: ama Dio con tutto il tuo cuore con tutta l’anima, con tutta la tua volontà ed ama il Prossimo tuo come te stesso. Gesù non ci spaventa, minacciandoci dall’alto dei Cieli: si fa carne, viene ad abitare in mezzo a noi e si fa carico dei nostri peccati e del nostro dolore: infatti compie miracoli per sanare i malati. Il musulmano, invece, non si aspetta miracoli che vengano a sovvertire l’ordine naturale delle cose. Per concludere: io mi aspetto che venendo da noi, come stanno facendo, in massa, i musulmani nutrano desideri simili ai nostri: affetti familiari, lavoro, pace; anche se, a giudicare dagli attentati e dalle infinite stragi che si replicano nei loro paesi, non ci speriamo troppo. Temo che una vera assimilazione con i nostri costumi sia impossibile e forse nemmeno giusta, ma bisogna sperare in un minimo di integrazione e fare anche noi il possibile per accogliere il loro essere e sentirsi diversi e forse migliori. E noi come siamo? Corruzione, indifferenza verso i sofferenti, amore al dio Denaro al quale abbiamo eretto un tempio con la Borsa: e mi fermo qui! Smettiamo di pensare che il mio Dio è più Dio del tuo e diamoci tutti una buona calmata! E che Dio ci aiuti: il nostro ed il loro; che forse è lo stesso anche se viene onorato in diversa maniera.


Terremoto a Monterchi

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iovedì 26 aprile 1917 fu una giornata che, fin dalle prime luci dell’alba, si era aperta sotto auspici particolarmente brutti anche per quella primavera per nulla facile, quando stava per compiersi il secondo anno dall’inizio di quella guerra, che aveva sottratto alle famiglie e al lavoro nei campi le braccia più giovani e forti, mandate a immolarsi per la patria tra le rocce del Carso o del Grappa. E già erano tante le vittime che il paese aveva dovuto piangere. Quella mattina si aprì sotto un cielo cupo e coperto di nubi, ma in particolare fin dalle 6.30 la terra aveva cominciato a tremare. Nonostante ciò, la giornata di lavoro era iniziata grossomodo come tutte le altre, vuoi per la naturale sismicità della zona spesso interessata da scosse di lievi entità, vuoi perché al mattino presto magari non tutti avevano avvertito quel primo avviso. La popolazione intera percepì però quelli successivi, un lieve scuotimento poco dopo le 10 e un altro ben più forte circa mezz’ora dopo. E questa scossa fu davvero provvidenziale, perché spinse a uscire all’aperto buona parte di quei monterchiesi che quella mattina non erano al lavoro nei campi. Alle 11.36, infatti, la terra tremò e questa volta in maniera davvero devastante, con un’intensità che moderne rielaborazioni hanno stimato in una magnitudo 5.9. Per fortuna, si trattò di un episodio di breve durata, di pochi secondi, tuttavia purtroppo sufficienti per creare uno scenario che, leggendo quanto riportano le fonti non è esagerato definire apocalittico. Il sisma, che fu avvertito in tutto il centro Italia su un’area di circa 30 mila kmq, dalla Romagna al Lazio, e si sviluppò maggiormente sulla componente Nord-Ovest - Sud-Est, rase praticamente al suolo l’abitato di Monterchi, che fu epicentro della scossa. Nel catalogo storico dei grandi terremoti dell’INGV si legge infatti: “Il numero di abitazioni distrutte o dichiarate inagibili fu altissimo: a Monterchi e nel suo territorio il 90% delle case crollarono o divennero inabitabili”. Il prof. Emilio Oddone, nella sua relazione “Il terremoto dell’Alta Valle del Tevere”, prodotta nei mesi successivi il cataclisma, scrive significativamente: “Avvenuto il primo terremoto, Monterchi presentava già il miserando spettacolo indimenticabile nella memoria di coloro che videro Messina ed Avezzano”, facendo riferimento ai due più catastrofici sismi di inizio XX secolo in Italia, quello sullo stretto (seguito da maremoto) del 1908 e quello abruzzese del 1915, che provocarono rispettivamente 120.000 e 33.000 vittime. I morti alla fine furono 23 con 35 feriti. A rendere il bilancio così contenuto furono, come detto, soprattutto le scosse premonitrici, che permisero alla maggior parte dei monterchiesi di mettersi in salvo prima del verificarsi dell’evento principale. Nell’archivio comunale, abbiamo recuperato i nomi di 19 vittime. Tra questi troviamo il marmista Giuseppe Stocchi, 80 anni, che come riporta don Bruno Giorni nel suo libro Monterchi “mentre stava affacciato alle mura castellane, fu tagliato in due pezzi dal muro della casa di fronte cadutogli addosso”. La domestica della caserma dei Carabinieri, che allora sorgeva in Piazza Umberto I, Lucia Casacci, 75 anni, sempre secondo il racconto di don Bruno “ebbe il capo reciso dall’architrave della finestra da cui guardava la piazza”. Riguardo gli altri occupanti l’edificio, l’inviato del Nuovo Giornale di Firenze ripreso dalla Stampa di Torino riferisce che: “Due militi si sono salvati saltando dalla finestra sulla piazza, Il carabiniere Fabrini è rimasto però leggermente ferito”. Il reportage del quotidiano fiorentino rende bene il quadro della situazione: “Tutto il paese è in rovina, nemmeno uno stabile si è salvato dal crollo immane. Però, come abbiamo potuto

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osservare, la parti esterne degli edifici sono rimaste in piedi, ma nell’interno i pavimenti s o n o sprofondati. I muri delle case non sono quindi che altrettanti scenari che nascondono dietro di essi rovina e morte. Il palazzetto comunale è sprofondato. Soltanto il porticato esterno è rimasto intatto, al pari delle lapidi che il popolo di Monterchi aveva apposte alla memoria di Garibaldi, di Umberto I e del Plebiscito”. E ancora viene descritta “la caratteristica torre coll’orologio, le cui sfere ferme e contorte segnavano ancora mentre noi entravamo in paese l’ora della tremenda scossa. La torre diroccata è ora pendente quasi in bilico”. La tragedia più importante si ebbe nella scuola comunale, che quel giorno era rimasta aperta nonostante le prime scosse del mattino e accoglieva al momento del terremoto più forte una ventina di fanciulli oltre alla maestra. Scrive ancora l’inviato del Nuovo Giornale: “L’edificio è crollato interamente. Il tetto e il pavimento sono sprofondati travolgendo nelle macerie quei meschini che non avevano potuto mettersi in salvo per tempo, come hanno potuto fare alcuni, la maestra compresa”. Nell’elenco delle vittime troviamo i seguenti bambini: Abigaille Ligi di 11 anni, Furio Minozzi di 8 anni, Eugenia Minozzi di 9 anni, Santi Limiti di 13 anni e Pirro Barbagli di 8 anni. Anche la chiesa arcipretale di S. Simeone subì danni importanti, “è sprofondata la volta e sono rovinati in parte i muri laterali”. Il giornalista del Nuovo Giornale riporta anche alcune voci di paese, secondo cui alcuni monterchiesi al sentire le prime scosse si fossero rifugiati in chiesa per pregare e sarebbero quindi rimasti sepolti sotto le macerie dell’edificio sacro, ma nessun’altra fonte conferma questa circostanza. L’anziano arciprete don Giuseppe Mariani e il sacrestano si salvarono grazie a un caso provvidenziale. Quel giorno infatti era giunto da Arezzo un restauratore per visionare gli affreschi della chiesa, bisognosi di lavori di conservazione. Ma, avvertita la prima scossa, per precauzione aveva deciso di rimanere nella piazza assieme al sacerdote e al sacrestano, assistendo così da fuori al crollo della chiesa. Secondo quanto riferisce don Bruno, don Mariani perse però l’amata nipote, che lo aiutava prestando servizio in canonica, sotto le macerie. Il campanile restò invece momentaneamente in piedi, ma crollò il giorno dopo, in occasione della più forte delle repliche. Infatti lo sciame sismico, che durò fino al 6 maggio, fu molto intenso, con 30 scosse avvertite nei primi due giorni, tra queste la più importante, definita “rovinosa” dalle fonti e di intensità poco inferiore a quella principale, si verificò alle 14.55 del 27 aprile e fece crollare molti degli edifici che, pur lesionati, erano rimasti in piedi, compreso il campanile. Il terremoto fu talmente distruttivo da devastare pure l’ambiente naturale attorno a Monterchi. Parallelamente al Cerfone, riporta l’INGV “si produssero molte fenditure nei terreni boschivi, alcune estese per circa 1 km e larghe da 20 a 50 cm. Il regime delle acque sotterranee subì variazioni consistenti. Getti di acqua solforosa furono osservati nei pressi


di Citerna e Monterchi”. Anche don Bruno racconta questo fenomeno quando racconta di “nubi di gas giallastro sprigionatesi dalla terra che si apriva e si richiudeva lungo la linea del Cerfone”. Riportiamo ora i nomi delle altre vittime presenti nell’archivio comunale oltre alle sette già citate: Maria Pernici (54 anni), Pilade Puletti (41 anni), Santa Monini (62 anni), Donato Mercati (64 anni), Gabriella Staccioli (età sconosciuta), Annunziata Boncompagni (70 anni), Rita Zannetti (40 anni), Teresa Massi (41 anni), Antonio Minozzi (67 anni), Rosa Procelli (42 anni), Angela Campestrini (34 anni) e Carlotta Giosel (75 anni). Queste ultime due erano profughe rifugiatesi a Monterchi a causa della guerra e che dunque rappresentano la saldatura dei due drammi che il paese stava vivendo in quei giorni. Tutte le fonti sono concordi nel sostenere che non tutti morirono immediatamente a causa dei crolli, ma diversi spirarono dopo essere rimasti ore, se non giorni, sotto le macerie. A fornire i primi soccorsi furono infatti gli stessi coraggiosi monterchiesi che si erano salvati. Nel pomeriggio del 26 arriverà una squadra di pompieri da Arezzo (uno dei quali, riporta don Bruno, morirà nel crollo di un muro durante le operazioni di scavo) e poi il 27 giungerà il primo contingente di un centinaio di militari. Tutti lavorarono con grande dedizione e coraggio, tanto che poi nel giugno successivo su proposta del commissario prefettizzio Cav. Vincenzo Gueli furono assegnate tre medaglie d’argento e due menzioni onorevoli al valor civile al brigadiere Mario Filipponi, al sacerdote don Enrico Massi, parroco di Ricciano, e ai signori Enrico Giunti, Ottorino Minozzi e Benedetto Bianchi “per avere, senza perdere la calma dei forti e senza curare il pericolo, soccorso i feriti”. (ASCM, Deliberazioni del Commissario Prefettizio). Tuttavia, stante la lentezza dei mezzi di comunicazione e delle vie di trasporto e la minore organizzazione e disponibilità di mezzi dell’epoca, tanto più in un’Italia quasi completamente assorbita dallo sforzo bellico, non fu materialmente possibile intervenire con la celerità che sarebbe stata necessaria per salvare tutte le persone che erano rimaste sepolte vive. Comunque, nelle 30 ore successive alla scossa principale, i soccorritori riuscirono a recuperare dalle macerie sei persone ancora in vita, a cui si devono aggiungere una trentina di superstiti che ebbero la forza per trovare da soli una via di fuga tra i detriti della propria abitazione. Domenica 29 aprile portò gran conforto alla popolazione monterchiese la visita a sorpresa della Regina Elena, accompagnata dal ministro dell’Interno Vittorio Emanuele Orlando, che raggiunse in treno Arezzo e poi si spostò in auto a Monterchi, ascoltando i racconti dei sopravvissuti e visitando le macerie del centro storico. Dopo essersi recata anche a Lippiano, Citerna, Anghiari e Sansepolcro e aver visitato i feriti più gravi che erano ricoverati nell’ospedale del capoluogo di provincia, la Regina donò al prefetto di Arezzo 20.000 lire da usare per lenire i bisogni più urgenti degli sfollati, mentre al gen. Ferrari, comandante del presidio, consegnò una scorta di coperte di lana, da distribuire a chi era rimasto senza casa. Qualche mese più tardi, al posto delle tende furono erette in località Mercatale delle baracche che servirono come abitazioni

ma anche come edifici pubblici e una fu adibita a chiesa. Il terremoto cambiò però per sempre il volto di Monterchi, anche a causa di una ricostruzione che ha da sempre ricevuto forti critiche. Scrive don Bruno: “È però cosa evidente che i lavori di ricostruzione dopo il terremoto furono eseguiti in modo deplorevole. Si ebbe più cura di demolire che di fare gli opportuni ripristini, senza alcun riguardo alla storia, all’arte e all’estetica. Si abbandonarono alla completa rovina la rocca, la torre, i pinnacoli delle mura, il palazzo comunale, la canonica medievale, le chiese di Sant’Antonio, San Rocco e Santa Maria della Misericordia e molti altri monumenti. Si atterrarono barbaramente la Porta di via del Travato con il sovrastante passaggio dalla rocca al Teatro, la Porta che dal granaio immetteva nella piazza attraverso una caratteristica arcata e quant’altro parve di difficile restauro o rifacimento”. Emblematica a tal proposito è la vicenda della ricostruzione della chiesa di S. Simeone, per la quale nel corso degli anni ‘20 intraprese una dura battaglia, senza troppo successo, il nuovo arciprete mons. Antonio Chimenti, che arrivò a scrivere: “A nulla poi valsero le ripetute proteste contro gli errori grossolani e palpabili d’indole tecnica ed economica, rilevati anche dagli stessi operai e che ora risultano fino all’evidenza anche ad occhi i più profani”. Pur colpita al cuore e gravemente ferita nella sua antica natura medievale e artistica e fiaccata dai tanti lutti (in quei mesi il paese dovette piangere anche 92 soldati caduti al fronte e 69 vittime dell’epidemia di spagnola), Monterchi saprà rinascere dalle macerie lasciate dal terremoto, come già aveva saputo fare in passato in seguito agli altri sismi che l’avevano colpita, in particolare nel XIV secolo. E allora, oltre alla necessaria memoria e all’impegno nella ricerca di soluzioni per far sì che quando il flagello del terremoto tornerà a colpire, lo faccia con esiti molto meno devastanti, l’eredità più importante da ricordare nel centesimo anniversario del cataclisma è forse proprio lo spirito con i quali i monterchiesi hanno saputo rialzarsi e ripartire, esempio ancora attuale in un’epoca contemporanea in cui troppo spesso la reazione alle difficoltà è di smarrimento e scoramento. Matteo Romanelli

Nell’altra pagina, Monterchi com’è oggi. La foto in alto raffigura Piazza Umberto I ed è tratta dal libro di Alvaro Tacchini “L’Alta Valle del Tevere e la Grande Guerra”

Avete dei ricordi legati ad Anghiari o Monterchi? Fateceli avere Li pubblicheremo volentieri alla prima occasione 37


Con i Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Sul filo della Memoria…

Dal 25 Marzo 2017 una nuova mostra al Museo della Battaglia e di Anghiari dedicata all’avvenimento storico e artistico.

La Fabbrica di Primavera

La Battaglia svelata

nella storia e nel disegno di Leonardo Da Vinci Uno spazio immersivo per scoprire l’innovativa opera del genio del Rinascimento.

L

a Battaglia di Anghiari è un episodio storico rilevante, per di più inscindibile da Leonardo Da Vinci e dalla vicenda, ancora dibattuta, sulla pittura omonima scomparsa in Palazzo Vecchio a Firenze. La nuova narrazione dell’evento ora proposta in museo evidenzia il contesto storico ad esso legato, ma vuole porre in luce il tratto di Leonardo e i disegni realizzati per l’opera. Il corpus dei bozzetti originali, ora disponibile per intero al pubblico in forma digitale in alta risoluzione, è il punto di arrivo di una ricerca importante presso molte istituzioni europee ed extraeuropee. Il risultato è che Anghiari diviene l’unico luogo dove è possibile vedere, conoscere e interpretare il lavoro di Leonardo Da Vinci e quanto è stato realizzato sul tema “Battaglia di Anghiari”. La creazione quindi di uno spazio “immersivo” virtuale, dove la vicenda artistica è vista compiutamente nel confronto con “il tratto” di Leonardo, è il compimento ideale della cruciale invenzione del genio di Vinci. L’Ente promotore è il Comune di Anghiari con la supervisione scientifica di Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo e Fondazione Piero della Francesca, mentre la progettazione degli spazi è a cura di Toscana d’Appennino Soc. Coop. e Culturanuova Srl. La mostra verrà inaugurata il 25 Marzo 2017 alle ore 11:30 e avrà luogo grazie al contributo di: Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Regione Toscana, Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo; con l’adesione di Busatti e con il sostanziale supporto di Artigian Carta. Gabriele Mazzi

Museo della Battaglia e di Anghiari Piazza Mameli, 1-2 Anghiari AR Tel. 0575787023 e-mail: battaglia@anghiari.it

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Con l’arrivo della primavera riapre la Fabbrica della Natura, il centro visita del Parco Naturale dei Monti Rognosi e della Valle del Sovara. Anche quest’anno numerosi saranno gli eventi a disposizione di chi vuole visitare la struttura, approfondire la conoscenza del territorio e delle sue peculiarità oppure semplicemente passare del tempo in compagnia e all’aria aperta. Ci sono due importanti novità da segnalare: quest’anno ci sarà infatti “Yoga e Natura”, una serie di appuntamenti mensili rivolti non solamente a chi pratica yoga ma anche a chi vuole provare una esperienza di totale sintonia con la natura. Le lezioni di yoga, tenute da una insegnante professionista, si svolgeranno al termine di una breve passeggiata nei boschi del territorio. L’altra novità è data dalle api. La Fabbrica è infatti al centro di un importante progetto di conservazione dell’ape mellifera ligustica. Il progetto prevede una serie di attività legate al mondo delle api, con particolare attenzione alla didattica per grandi e piccini. All’interno del Centro Visita sarà infatti posizionata una particolare arnia didattica che consente di vedere gli insetti al lavoro. Sono confermate le attività che nella passata stagione hanno ottenuto un certo gradimento tra i partecipanti, come l’osservazione del cielo con l’astrofilo, che si terrà il 14 luglio, e “dal bosco alla cucina”, un viaggio che ci accompagnerà alla scoperta della civiltà della castagna tra ottobre e novembre. Ricordiamo ai lettori dell’Oratorio che alla Fabbrica della Natura si possono organizzare eventi quali presentazioni di libri, piccoli convegni e feste di compleanno con animazione legata all’educazione ambientale. Quest’anno la Fabbrica sarà aperta ogni domenica mattina fino a tutto il mese di ottobre dalle 9:30 alle 12:30, oppure su prenotazione. Per ulteriori informazioni potete visitare il sito www. toscanadappennino.it o chiamare il numero 0575 787023. Lorenzo Minozzi

Nella foto: Infiorescenza di Stipa Tirsa ai Monti Rognosi (comunemente detta nebbia), foto di Fabrizio Darmanin.


CRONAC HETTA

Mese di febbraio 2017

dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di gennaio 2017 Domenica 1. Oggi è morta Angiolina Fabbriciani vedova Foni di anni 82. Abitava a Ca’ de’ Frati. Era nata a Campalone, l’ultima casa restaurata recentemente. Lunedì 2. Oggi con Orlando e il Baggi siamo andati a Falciano a trovare il mio collega emerito Furio che ci ha fatto vedere la macinatura del grano. C’era anche mio fratello con famiglia. Mercoledì 4. Stamani ha fatto una “ncaciatina” alla Faggeta e sopra il Borgo. * Oggi, dopo molti anni di infermità, è morto Cipriano Comanducci. Aveva 81 anni ed era nato a San Leo, nelle case dette della Dogana. Abitava nella zona dell’Infrantoio. Giovedì 5. Stamani mia moglie mi ha chiamato di corsa: “bufava”. Così l’abbiamo potuto far vedere anche a nostro nipote Giovanni Maria. Venerdì 6. Oggi è nata a Bussy Saint Georges (Francia) Bianca Van Zandbergen di Maarten ed Erika Cenni. E l’ultima bisnipote di Franco Talozzi e anche l’ultima di tre generazioni tutte di donne. Lunedì 9. Oggi è morto Severino Baglioni di anni 89. Abitava vicino alla Bernocca ed era nato dietro la Badia, in Via del Castello antico. Martedì 10. Oggi è morta Marsa Bellini in Baldi. Abitava a Casolare, alla Motina, ed aveva 75 anni. Era nata alle Ville di Monterchi. * Oggi è morto Marcello Ortalli. Abitava a Castello ed è il fratello di Gino, il farmacista di Anghiari. Giovedì 12. Oggi è morta Rosa Santi vedova Madiai di anni 91. Abitava a Monte ed era nata a Monterchi. Venerdì 13. Oggi è morta Caterina Giovagnoli vedova Mori. Abitava al Bagno di Pianettole ed aveva 79 anni. Era nata in Valle Grande di Verazzano. Mercoledì 18. Stamani di banchi in piazza non ce n’era punti. Solo due o tre sotto Le Logge e quelli della frutta e del formaggio in Piazza dei Polli. Domenica 22. Oggi è morta Speranza Bianchi vedova Maggini. Abitava al Ponte alla Piera, poco prima del ponte sul Cerfone, e aveva 95 anni. Era nata a Fighille di Subbiano. Lunedì 23. Oggi è morto Agostino Giovagnoli di anni 90. Abitava poco dopo il Palazzo del Campo della Fiera ed era nato alla Casanova di Catigliano. Mercoledì 25. Stamani in cima alla Croce ho visto la Paola che per andare al mercato ha invaso la corsia delle automobili. * Oggi è morto Luigi Bergamaschi di anni 92. Abitava a Libbiano III dove era anche nato: la sua famiglia abitava già lì. Sabato 28. Oggi è morta Osvalda Martini, vedova Cardinali. Abitava ad Arezzo, ma era nata nel Palazzo Corsi dove il padre era custode del Circolo Ricreativo che a quel tempo era in quel palazzo. Domenica 29. Oggi è morto Francesco Boschi di anni 78. Abitava alla Chica di San Leo. Era nato a Valle Sterpeto.

Benedizione delle uova sabato 14 aprile 2017, ore 9:30 chiesa della Croce 39

Mercoledì 1. Oggi è venuto a trovarmi Palmiro, quello del Molin Bianco della Valsovara, che sabato tornerà in Africa presso una missione a nord del monte Kenia. Con Orlando siamo andati a trovare Frido: stava preparando i gnocchi. Giovedì 2. Stasera in Propositura c’era la festa della Presentazione al Tempio: la Candelora; non m’è riuscito di andarci. Sabato 4. Oggi è morto Andrea Giorni, familiarmente chiamato Dorando, di anni 85. Abitava per la Via del Carmine ed era nato a Dagnino in Comune di Pieve Santo Stefano. Domenica 5. Oggi è morto Gian Nunzio Cortelazzi. Aveva solo 58 anni ed abitava all’Infrantoio. Era nato in una casa presso Piazza Sant’Agostino una volta conosciuta di più come Piazza Cazzotti. Martedì 7. Dopo due o tre minuti che mi alzo, la mattina, sento passare un motorino che va verso San Leo. Stamattina invece è passato prima. Mercoledì 8. Oggi è morta Bianca Nocentini in Bergamaschi. Aveva 80 anni ed abitava a Libbiano III. Era nata a Ripalta, poco prima del Bagnolo di Sotto. Domenica 12. Oggi è morta Maria Luzzi in Locci di anni 85. Abitava alla Casina della Motina, ed era nata sempre alla Motina dove i suoi gestivano la Bottega. * Oggi è morto anche Edoardo Alessandrini. Abitava a Mezzavilla di Catigliano, le prime case a sinistra dopo il bivio per la Casanova. Era nato al Molindagnolo. Lunedì 13. Ho saputo che Roberto di Casale oggi ha mangiato un piatto di radicchio… e un piccione. Ah, meno male! * Oggi è morto Tosco Minenti di anni 94. Abitava al Borgo. * Oggi è morto anche Piero Pernici di anni 86. Abitava verso la zona delle Forche al Borgo. Era nato a Torchiale, una località esistente da almeno da sette secoli. Mercoledì 15. Oggi è morta Luisa Panichi nata Andreini. Aveva 97 anni ed abitava vicino alla sede della Misericordia. Era nata in Calabria, la salitina che dalla Portaccia porta al Poggiolino. Venerdì 17. Oggi è morto don Pio Gabiccini. Aveva 79 anni e risiedeva ultimamente al Borgo. È stato parroco di Sestino. Era nato a Campigna di Romagna (FC), una volta provincia di Forlì. Lunedì 20. Stamani ero in una bottega del Borgo. Siccome dovevo aspettare, sono andato a piedi in Umbria, anzi nella Repubblica di Cospaia, e mi sono preso un caffè al Bar della Dogana. Martedì 21. Questa notte è morta Carmen Josette Dairain vedova Ghignoni. Aveva 79 anni ed abitava verso Montebello, era nata a Étampes, in Francia. Venerdì 24. Oggi è morto don Mario Montini. Ultimamente risiedeva a Sansepolcro ed è stato parroco di Pianettole e Catigliano. Era nato a Colcellalto. Sabato 25. Stanotte fra un’acquatella e l’altra ha fatto anche un po’ di neve sopra il Borgo, ma più lontano. Lunedì 27. Oggi è morta Anna Nesti, vedova Corsi. Abitava a Valle Alta, verso lo Sterpeto. Era nata al “Il Palazzo”, località di Castello vicina a Userna. Martedì 28. Stamani c’era la sfilata del Carnevale per i ragazzi delle scuole. Peccato che ha cominciato a spioviccicare. * Mentre andavo verso il Palazzetto ho incrociato le due galline che sono sempre al giro in zona, anche lungo la strada. Una mattina sono entrate nel mio prato. Sono veramente in gamba a evitare le macchine. * Stasera al cumbrugliume, in tre o quattro della Stazione e uno di Sabino, abbiamo fatto “fuoco a marzo”.


Questo giornale lo potrete trovate su Internet

Scriveteci: oratorio@parrocchiadianghiari.it o: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI Per le vostre offerte: Propositura Insigne Anghiari - C/C postale N. 11802527 banca di anghiari e stia: IT82 Y083 4571 3100 0000 0005 053

Settimana Santa: Orari 13 aprile: GIOVEDÌ SANTO Ore 17:00 a Tavernelle S. Messa “in Coena Domini” e Lavanda dei piedi. Dalle ore 17:00, e fino a mezzanotte, a Tavernelle, adorazione guidata dalla Compagnia di Galbino. Ore 18:30 in Propositura S. Messa Solenne “in Coena Domini” con il rito della “Lavanda dei piedi”. Al termine della Messa ci sarà la reposizione del SS. Sacramento per l’adorazione personale fino a mezzanotte. Ore 19.00 a Micciano, rito della “Lavanda dei piedi” e Adorazione Eucaristica fino a mezzanotte. Ore 20:00 a Tavernelle “Cena dell’Esodo”. Dalle 20:00 alle 22:00 i Confratelli con cappa della Misericordia guideranno la meditazione nella chiesa di Sant’Agostino Ore 21:00 nella chiesa della Propositura ad Anghiari ora di meditazione. 14 aprile: VENERDÌ SANTO Ore 7:30 Lodi mattutine e Ufficio delle Letture in Propositura. Ore 11:30 Prima Processione dalla Chiesa di S. Agostino alla Propositura. Ore 12.00 Recita dell’Ora media in Propositura. Ore 15:00 a Tavernelle e Micciano adorazione della Croce. Ore 19:00 in Propositura Solenne Celebrazione della Passione del Signore. Segue la Processione con il simulacro del Gesù morto. L’itinerario sarà il seguente: Propositura, Via XXV Luglio, Piazzola, Via Garibaldi, Piazza Baldaccio, Via Matteotti fino in cima alla Croce. Sosta e benedizione del paese. Discesa fino alla Fonte e da qui, per via Corsi, si ritorna alla chiesa di Sant’Agostino dove, nella piazzetta antistante, terminerà la Processione con la benedizione finale. 15 aprile: SABATO SANTO Ore 7:30 Lodi mattutine e Ufficio delle Letture in Propositura. Dalle ore 15:00 Confessioni ad Anghiari e Tavernelle. Ore 21:00 Veglia e S. Messa a San Lorenzo. Ore 23:00 in Propositura ad Anghiari e a Micciano Solenne Veglia Pasquale “in Resurrectione Domini”. 16 aprile: PASQUA DI RISURREZIONE S. Messe secondo l’orario festivo.

Santuario del Carmine Festa dell’Ascensione 2017

Preparazione alla Festa Giovedì 25 maggio: 40 giorni dalla Pasqua S. Messe alle ore 7:00 e alle ore 11:00.

Sabato 27 maggio: Vigilia della festa Alle ore 20:45 accensione del fuoco nel piazzale del Santuario e canto dei Primi Vespri. Un invito particolare a tutte le parrocchie di Anghiari ad essere presenti al Santuario del Carmine per la celebrazione nella vigilia

Domenica 28 maggio: Ascensione Ore 6.30: Apertura del Santuario. Dalle ore 7.00 alle ore 10: S. Messa ad ogni ora. Ore 11.15: Solenne Celebrazione Eucaristica. Alle ore 16.00: S. Messa. Benedizione dei bambini. Alle ore 18.00: S. Messa solenne officiata dal Rettore del Santuario, in suffragio dei benefattori e dei festarini defunti. Ad ogni ora della giornata saranno presenti sacerdoti per le confessioni.


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