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Massimo Boyer
Agenda del fotosub fotografo sub in 12 mesi
Edizioni There’s more to the picture than meets the eye (Dentro all’immagine c’è più di quello che colpisce l’occhio) www.antipodes.it
Neil Young
Copyright © 2018 - Tutti i diritti sono riservati per tutti i Paesi Testi e fotografie: Massimo Boyer Disegni: Francesca Scoccia Redazione: Massimo Boyer e Francesca Scoccia Progetto grafico e impaginazione: Francesca Scoccia Copertina: foto di Marco Daturi, elaborazione grafica di Francesca Scoccia Copyright © 2018 Casa Editrice Antipodes Via Toscana, 2 - 90144 Palermo info@antipodes.it Stampa: Grafox srl, Perugia. info@gxi.it Prima edizione: febbraio 2018 ISBN: 978-88-99751-20-3 Massimo Boyer, L’agenda del fotosub. Diventa fotografo subacqueo in 12 mesi, Antipodes, Palermo 2018 Riproduzione vietata. Nessuna parte del testo o delle immagini può essere riprodotta in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, senza autorizzazione scritta dell’Editore.
Experience is simply the name we give our mistakes. (Esperienza è semplicemente come chiamiamo i nostri errori) Oscar Wilde
RINGRAZIAMENTI
Grazie a tutti i compagni e alle guide che hanno controllato la mia sicurezza, che mi hanno aiutato a trovare i soggetti, e soprattutto che hanno sopportato in silenzio le mie lunghe fermate per fotografare: solo chi ha provato sa quanto possa essere pesante un fotografo come compagno di immersione. Grazie a tutti i miei soggetti, anche loro hanno avuto pazienza, non li ho mai maltrattati, almeno non intenzionalmente. Grazie a chi ha reso possibile la produzione di questo libro, che è partita con un crowdfunding sostenuto da Produzioni dal Basso. Grazie in particolare ai maggiori contributori del mio progetto, Augusto Salvago e Manrico Torresin, e a tutti gli altri sostenitori che hanno creduto in me. Grazie a Easydive e a Carbonarm, le cui attrezzature per la fotosub credo di aver sospinto ai limiti della sopportazione tecnologica, a Fabio e a tutto lo staff che si sono sempre fatti in quattro per assecondare le mie richieste, anche le piÚ assurde. Grazie a tutti i fotografi che ho incontrato durante questi molti anni, e che (tutti) mi hanno dato qualcosa, in termini di discussioni costruttive e attraverso l’esempio, in acqua. Mi piace ricordare qui l’inglese Peter Scoones, mancato nel 2014, e tutti gli altri che ancora godono di ottima salute. Grazie a tutti quelli che sto dimenticando di citare.
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INDICE Introduzione 0. In principio era un click. Veloce riepilogo delle nozioni di base
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1. Macrofotografia.
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Partiamo dal piccolo 2. La ricerca dello spazio negativo.
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Diamo un ambiente alle nostre fotografie 3. Fotografare l’ambiente con un grandangolo.
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Il mondo lontano visto da vicino 4. Miscelare la luce.
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5. Macro ambientata.
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6. Fotografare in acqua torbida.
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7. La sfida dei pesci.
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8. Cogliere l’attimo fuggente.
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9. La composizione.
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10. Un mondo sottosopra.
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11. Saper rinunciare.
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12. Raccontare per immagini.
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Letture consigliate
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INTRODUZIONE
Per ogni argomento ho suddiviso lo spazio disponibile in: • Un’introduzione dell’argomento, del tema fotografico, del consiglio. • Specifiche sull’attrezzatura da utilizzare.
Un anno, 12 mesi: ti bastano per diventare un fotografo subacqueo? Intendo per migliorare la tua tecnica di base, il tuo approccio al mondo subacqueo, per diventare un fotosub consapevole e creativo? Per assimilare quelle poche nozioni di tecnica veramente necessarie, mescolarle con la tua fantasia e il rilassamento necessario per muoverti bene sott’acqua, e cominciare a produrre buoni scatti? Io penso che possa bastare, se veramente è quello che vuoi, e se ti impegnerai a eseguire gli esercizi raccomandati. E allora proviamoci. In questo libro ho raccolto, in modo volutamente disorganico e vagamente anarchico, 12 consigli di base per migliorare come fotosub. Dodici argomenti che io ritengo necessario approfondire per fotografare bene sott’acqua. L’invito è di leggerli con calma, di assimilarli lentamente. Uno al mese? Nel tempo che ci vuole, anche tutti assieme, dipende soprattutto da te, se vai in acqua ogni giorno, solo nel weekend, solo nelle vacanze ai tropici… l’importante è non fermarsi alla teoria ma mettere in pratica. L’esperienza è fondamentale, si impara più da un’ora di immersione messa a frutto che da 10 ore passate sui libri (forse non dovrei dirlo qui, ma credo fermamente che sia così), e poi studiando con calma e senso critico i propri errori, e non cullandosi sui “mi piace” di cui i vostri amici vi gratificano sui social. Avevo anche pensato di abbinare ogni consiglio a un mese in particolare, considerando le condizioni del mare in ogni periodo, ma ho rinunciato subito: chi a gennaio si immerge a Portofino troverà condizioni completamente diverse da chi ama e può viaggiare e si immerge alle Maldive o a Raja Ampat. I viaggi intercontinentali hanno cambiato il modo di vedere le stagioni, non ho voluto legare la mia agenda a una località particolare ma ho preferito lasciarla aperta. Quindi puoi cominciare la lettura da dove preferisci, secondo una logica circolare, o cubista (parlo della corrente artistica, non delle ragazze che ballano sui cubi in discoteca).
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• Specifiche sulle tecniche fotografiche da applicare. • Compiti da svolgere per fare esperienza, attraverso tentativi, errori, affinando il giudizio critico. • Annotazioni sull’atteggiamento corretto da tenere durante l’immersione fotografica. E tante fotografie da guardare con attenzione, perché ritengo che il sistema migliore per imparare a fotografare sia spiare le immagini realizzate da altri, esaminarle con senso critico, anche per capire come migliorarle. E non cercare di rifarle uguali, casomai di farne di migliori, sviluppando un tuo stile unico e originale. Non amo dilungarmi troppo in preamboli, andiamo direttamente alla sostanza. Da qualche parte bisogna cominciare, e comincerò con un’introduzione generale a beneficio soprattutto dei meno esperti, o di chi si affaccia per la prima volta a questa disciplina straordinaria. Chi fotografa già sott’acqua e ha familiarità con tempi, diaframmi, custodie e flash subacquei può permettersi di saltare a piè pari il capitolo 0, a meno che preferisca avere un rinfresco delle conoscenze. Ah, un’ultima cosa: ti do del tu, spero che non ti dispiaccia. È più diretto, e poi mi hanno sempre detto che tra subacquei ci si dà del tu…
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0 IN PRINCIPIO ERA UN CLICK.
VELOCE RIEPILOGO DELLE NOZIONI DI BASE
Capitolo zero. Ovvero, prima di entrare nel vivo, facciamo un veloce riepilogo sulle basi della fotografia subacquea. Se vai in acqua regolarmente a fare foto puoi permetterti di saltare questo ripasso, pensato piuttosto per i principianti, o per chi ritenga di non conoscere perfettamente l’ABC della tecnica fotografica. Se vuoi continuare nella lettura, il capitolo è organizzato come tutti gli altri, così cominciamo a familiarizzare con il metodo.
ATTREZZATURA FOTOGRAFICA Cosa serve per fotografare sott’acqua? Per prima cosa una macchina fotografica scafandrata, cioè munita di un rivestimento stagno e resistente alla pressione. Attualmente puoi scegliere tra diversi modelli di fotocamera da scafandrare, se devi acquistarla accertati prima che qualche costruttore abbia in commercio uno scafandro che tu possa usare per portarla in acqua con te. La scelta possibile include: • Macchine fotografiche digitali compatte, dette anche point and shot. Possono andare bene per chi voglia iniziare con una spesa contenuta, ma se stai leggendo questo li-
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Capitolo 0 - In principio era un click
bro probabilmente hai già superato la fase di quello che desidera portare a casa il ricordo delle vacanze senza pensieri, e quindi puoi saltare alle categorie successive. Elementi da tenere a mente per la scelta: la possibilità di esporre in modo manuale, M, e la possibilità di aggiungere un flash esterno. La macchinetta compatta può anche essere un “muletto” da portare nella tasca del jacket oltre alla voluminosa reflex, per avere sempre un secondo punto di vista. • Smartphone. Ebbene sì, ci sono telefoni portatili che fanno fotografie eccellenti, sono scafandrabili, e rappresentano un’alternativa interessante alla compatta, soprattutto perché li abbiamo già in casa. Danno un eccellente qualità fotografica e, in accoppiamento con certe custodie, la possibilità di intervenire manualmente su tempi, diaframmi, sensibilità ISO. • Macchine fotografiche digitali compatte evolute, dette anche prosumer. Possiedono un obiettivo fisso che rappresenta il limite maggiore di questi apparecchi. Di solito è uno zoom che permette di fare ottime foto da distanza ravvicinata ma è carente alla minima estensione focale (grandangolo). Il vantaggio è il prezzo ragionevole, per chi voglia iniziare a impratichirsi con una buona attrezzatura. • Macchine fotografiche digitali reflex mirrorless. Praticamente tutte le ditte costruttrici si sono spinte di recente in questo nuovo settore di mercato, costruendo degli apparecchi reflex a obiettivo intercambiabile ma prive dello specchio reflex, che di conseguenza sono molto più leggere e compatte. L’inquadratura e la messa a fuoco avvengono sullo schermo LCD o in un mirino elettronico. Sono convinto che il futuro sia mirrorless, ma al momento in cui scrivo, per assortimento di obiettivi e accessori disponibili, le mirrorless non hanno ancora raggiunto il livello di una reflex professionale. Sono un’alternativa sensata per chi voglia spendere qualcosa di meno e avere meno peso da trasportare, soprattutto in viaggio.
• Reflex digitali o SLR (Single Lens Reflex). La scelta d’obbligo per i professionisti e per gli hobbisti evoluti. In un apparecchio reflex un sistema di specchi trasmette al mirino l’immagine letta attraverso l’obiettivo, che può essere cambiato, con vasta scelta.
A - Compatta
B - Scafandro per smartphone
C - Prosumer
D - Mirrorless
E - Reflex
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Capitolo 0 - In principio era un click
Il cuore di ogni modello è rappresentato dal sensore. Il sensore è un chip elettronico, un microprocessore, che reagisce alla quantità e colore di luce che lo colpisce modificando il flusso della corrente che lo attraversa. Una questione importante riguarda le dimensioni del sensore. Durante l’era della pellicola il fotogramma di una reflex 35 mm (lo standard) aveva dimensioni pari a 24 x 36 mm. Nell’era digitale sono stati sviluppati sensori di diverse dimensioni. Se il tuo sensore misura 24 x 36 mm hai tra le mani una reflex full frame, spesso abbreviato in FX. Ma molte reflex in commercio hanno sensore di dimensioni minori: Nikon per esempio ha una categoria detta DX, con sensore 1.5 volte più piccolo. Canon ha 3 misure, full frame, 1.3x e 1.6x. Se le ottiche sono state progettate per una FX, passando a una DX la loro lunghezza focale sarà aumentata di un fattore pari a 1.5. Questo significa che il 60 mm Macro diventerà l’equivalente di un 90 mm (e puoi essere contento di questo, perché otterrai lo stesso risultato tenendoti un poco più lontano). Purtroppo questo significa anche che il 16 mm diventerà l’equivalente di un 24 mm (e di questo sarai assai meno contento, perché significa la perdita delle caratteristiche di fish-eye). Perciò i costruttori hanno messo in commercio linee di obiettivi grandangolari dedicate agli apparecchi con sensore di dimensioni ridotte. Cosa è meglio? In teoria il formato FX sarebbe da preferire per la maggiore definizione dell’immagine e per la maggiore plasticità in termini di sensibilità, in pratica una reflex DX costa molto meno, e nei modelli più recenti il sensore ha raggiunto livelli notevoli. Non mi addentro nella discussione sui singoli modelli perché sarei subito smentito dall’evoluzione, velocissima in questi apparecchi. Tenete presente per cosa utilizzate le vostre foto, e valutate se veramente vi serve la risoluzione esagerata di una full frame. Io fotografo con una Nikon DX e sono contento.
• Custodia dedicata in alluminio. Vari costruttori, hanno perni meccanici che trasmettono all’esterno tutti i comandi, impermeabilizzati mediante O-ring. • Custodia universale in alluminio. Ha trasmissione elettronica dei comandi principali mediante un software interno. • Custodia in materiale plastico. Possono essere dedicate o adattabili a diversi modelli, con trasmissione meccanica dei comandi. Nella parte frontale tutte le custodie per reflex hanno oblò intercambiabili per le diverse ottiche, di cui parleremo più diffusamente in seguito. A - Custodia dedicata in alluminio
B - Custodia universale in alluminio
Scafandro
C- Custodia in materiale plastico
Gli apparecchi compatti hanno di solito custodie in materiale plastico costruite su misura. Per le compatte evolute, le mirrorless e le reflex esistono tre possibilità:
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Raja Ampat, Indonesia - Premnas biaculeatus
Bangka, Indonesia - Hippocampus bargibanti
Obiettivo 105 mm Macro ISO 100
Tempo 1/200
Diaframma 38
Modo M Flash uno, iTTL
Diffusore 100
Il pesce pagliaccio fa capolino tra i tentacoli espansi dell’anemone Entacmaea quadricolor, un ottimo spazio negativo.
Obiettivo 60 mm Macro ISO 100
Tempo 1/125
Diaframma 20
Modo M Flash due, iTTL
Diffusore 100
La gorgonia è l’ambiente naturale del cavalluccio pigmeo, la foto sottolinea il mimetismo. Il tempo relativamente lento è studiato per dare colore all’ambiente acquatico.
Raja Ampat, Indonesia - Ecsenius stigmatura
Tulamben, Bali, Indonesia - Chaetodon adiergastos
Obiettivo 105 mm Macro ISO 200
Tempo 1/200
Diaframma 32
Modo M Flash uno, iTTL
Diffusore 100
La sfocatura selettiva, conseguenza dell’uso di un 105 mm, fa in modo che lo spazio negativo resti ben riconoscibile senza disturbare la percezione del soggetto a fuoco. Walea, Indonesia - Ecsenius bandanus
Obiettivo 105 mm Macro ISO 200
Tempo 1/90
Diaframma 32
Modo M Flash uno, iTTL
Diffusore 100
Lo spazio negativo, una madrepora, sfocata, ripete il motivo a raggera delle pinne della bavosa senza disturbare la composizione.
Obiettivo 105 mm Macro ISO 200
Tempo 1/180
Diaframma 11
Modo M Flash uno, iTTL
Diffusore 100
Un tempo di esposizione sufficientemente lento rende blu il colore dell’acqua di sfondo (qui siamo a debole profondità, 5 m circa, non serve un tempo lentissimo).
3 FOTOGRAFARE L’AMBIENTE CON UN GRANDANGOLO.
IL MONDO LONTANO VISTO DA VICINO
Comincio con una domanda. Di solito le foto fatte sott’acqua con obiettivo grandangolare sono definite foto ambiente: puoi considerare vera l’identità tra grandangolo e ambiente? La risposta per me è nì, la domanda non precisa bene cosa si intende per ambiente. Innanzitutto prima di cominciare devi dimenticare cosa significa ambiente fuori dall’acqua, dove in una giornata limpida la vista spazia per chilometri e una ripresa fatta con un grandangolo può effettivamente abbracciare un intero ambiente naturale. Sott’acqua avere 30 m di visibilità significa avere un’ottima visibilità, e significa anche che il nostro ambiente sarà limitato a quello che possiamo vedere in un raggio di 30 m. Pochino, no? Sott’acqua si scende con obiettivi supergrandangolari o fish-eye, perché sono quelli che hanno un grande angolo di campo e permettono di cogliere un ambiente grande stando vicini al soggetto. E come effetto allontanano gli oggetti inquadrati, soprattutto quelli più lontani, dando quindi una sensazione di spazio, di profondità, anche di maggior limpidezza. Una regola aurea: avere un soggetto in primo piano, possibilmente con colori vivaci, da illuminare correttamente con il flash. Il resto sarà
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