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Michele Silvestri
Artisti di strada Un breve percorso nell’intrattenimento urbano
Con un contributo di Erika Clemente
Casa Editrice Antipodes Via Toscana, 2 90144 Palermo www.antipodes.it info@antipodes.it ISBN: 978-88-99751-05-0 Copyright MMXVI Antipodes s.a.s. I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. Citazione del volume: Michele Silvestri. Artisti di strada. Un breve percorso nell’intrattenimento urbano. Antipodes, Palermo 2016. Salvo diversa indicazione, le immagini sono state realizzate, in momenti diversi, dall’autore. Per quanto attiene alle fotografie ritrovate su Internet, le stesse sono state sono state accreditate osservando le regole di cui alle licenze CC0, CC1, CC2 CC3 citando espressamente, quando ciò è stato possibile: nome dell’artista, titolo dell’opera, nome dell’autore della fotografia, sito nel quale è l’immagine è stata reperita, presenza di modifiche.
Indice dei racconti L’ancora..............................................................................................................................................14 Il vento trasporta le parole...............................................................................................................72 Libeccio...............................................................................................................................................81 Cosa porti con te................................................................................................................................94 Una bella avventura.........................................................................................................................114 Maiorana............................................................................................................................................124 Un tramonto......................................................................................................................................144 Diciotto secondi piÚ tardi..................................................................................................................164
Ringraziamenti Amalia Collisani Gaetano ed Elvira Sconzo Fabrizio Silvestri Mario Silvestri Agnese Spedale Domenico Spedale Giorgia Teresi Giulio e Lucia Valdes Paola Ventrone Paolo Zanarella AutoritĂ Portuale di Catania
ANTEFATTO
L‘età avanzata comporta inevitabili ritorni al passato, quando tutti i problemi erano dei genitori ed era possibile e facile guardare alla vita con grande apertura, speranza e voglia di sapere. Le scene di vita familiare, tipiche di una normale famiglia meridionale, scorrono spesso nella mente lasciando, al loro termine, un senso di profonda serenità e mai tristezza o rimpianto. Tra i ricordi affioranti uno in particolare è diventato frequente: un cantastorie che ogni tanto passava nella strada dove sono cresciuto trainando a mano un piccolo e anonimo carretto a due ruote sul quale portava il suo mondo. Ogni tanto si fermava, frugava nel caotico contenuto, innalzava un piccolo scenario, ogni volta diverso, e dava inizio al suo spettacolo di strada. Aveva molti ruoli: musico, attore, mimo, cantante; raccontava storie tipiche come quelle dei paladini di Francia, accompagnandosi con una voce stentorea ed epica in perfetto italiano, o altre che ricordavano alcune vicende della tradizione popolare siciliana, intrise di dramma e sangue, come quella della baronessa di Carini, o di piccoli drammi della vita agricola siciliana. In questo caso aveva prevalenza il dialetto siciliano e la mimica diventava più forte ed espressiva. Avvertito dal suono martellante di un tamburino, restavo per tutto il tempo dell’esibizione nel balcone di casa, affascinato dallo spettacolo in sè, dalle persone che via via si fermavano più o meno a lungo e che, molto spesso lasciavano qualche moneta nel cappello posato per terra. Elemosina o giusto riconoscimento di un’arte? Poi, alla fine, smontava il piccolo teatro e riprendeva il suo andare. Chiedevo a mia madre chi fosse, ricevendo sempre risposte vaghe e imprecise, giri di parole che a me, bambino in cerca di certezze, acuivano curiosità e interesse. 7
Dopo qualche tempo scomparve: non riuscivo a capire perché e il non sapere chi fosse mi procurava un profondo senso di insoddisfazione che ancora oggi ricordo. Qualche tempo dopo ascoltai, non visto, una cauta conversazione tra i miei genitori e così seppi che lo strano individuo era un insegnante di lettere, forse universitario. Affranto dalla perdita della moglie, aveva trovato conforto nell’alcol che, alla fine, aveva profondamente cambiato la sua mente facendolo diventare un barbone girovago. Non seppi mai che fine avesse fatto e probabilmente neanche i miei genitori ne erano a conoscenza; ma il ricordo di questo strano personaggio non si è mai cancellato nella mia mente anche se, in quel tempo, non riuscivo a comprendere il meccanismo della sua trasformazione. Il ricordo del teatro del balcone, del terrazzo di casa o della piazza, proveniente da lontano e fissato nella memoria indelebile da occhi molto diversi, è una esperienza comune ad altre persone. Gaetano Sconzo, arguto giornalista con il quale ho spesso scambiato pensieri e idee sul teatro di strada, mi ha parlato di un suo ricordo giovanile, che ripercorre i miei stessi sentieri. Testimonianza di un diverso modo di vivere. Ricordi i cantastorie? Ce n'era uno nella zona del Politeama che era un autentico e folgorante pirata delle storie di cronaca. Ricordo che, allorchè il medico Girolamo Lo Verso - figlio del commerciante di tessuti con negozio all'angolo fra le vie Maqueda e Bandiera - finì all'ergastolo per avere iniettato veleno alla moglie (pur di assicurarsi vita tranquilla con l'amante), immediatamente il cantastorie sullodato ma non precisato venne fuori con un lenzuolo istoriato a colori (tipo sponde di carretto siciliano) con le varie tristi quanto nauseanti fasi della vicenda, cantando: "Una certa Malatto Sofia, maestrina d'amabile cuore, andò sposa ad un certo dottore, che Lo Verso si chiama così. Quelle nozze sembraron felici e ne nacquer due belle figliole; di bellezza sembravano il sole, erano l'idol di mamma e papà...". E poi la litania illustrata proseguiva con l'apparire rabbuiante della amante, la decisione di far fuori 8
la signora Malatto, i sospetti, il processo e la condanna. Il tutto seguito dalla amarissima morte del padre del dr. Lo Verso che - per la disperazione - si vestì totalmente di nero, si chiuse in un mutismo estremo, in meno di due mesi divenne cieco e in meno di un anno passò a miglior vita. Questa storia, che per me ragazzino cominciò dinanzi al teatro di strada di un cantastorie e proseguì in una tristezza che in certi momenti mi porto ancora addosso, si risveglia peraltro ancora oggi quando transito lungo la via Maqueda. Proviene da un tempo lontano nel quale quando il Giornale di Sicilia proponeva fatti scabrosi, a casa mia entrava e spariva quasi per incanto. Era per me e mia sorella il segnale d'allarme più sinistro. Il mio ricordo, certamente sepolto nell’inconscio profondo, è forse quello che ha generato l’interesse verso gli artisti di strada e del loro mondo spingendomi a fotografarli, a volte senza sapere il perché, durante i miei viaggi raccogliendo, alla fine, una buona raccolta di immagini e di ricordi. Ma anche di stimoli a saperne di più, a cercare di capire la natura di questi artisti che affrontano un pubblico casuale e non motivato. Un bel coraggio. Ma la cosa più sorprendente è che il mio personaggio ogni tanto ricompare e mi racconta delle storie, come nel passato ma non del passato. Fa sentire la sua presenza in vario modo, e se non avesse gli occhi spenti (realtà o finzione?) direi che il suo viso ha una espressione sorniona, quasi beffarda come se dicesse: io sono il regista dei tuoi ricordi…….. Non ricordo il suo nome, forse perché non l’ho mai conosciuto; lo chiamerò Rosolino, ricordando le storie dei cantanti orbi in Sicilia. Nel seguito questi piccoli racconti sono riportati improvvisamente (in corsivo) nel bel mezzo delle note sull’arte di strada: una stesura atipica che non risponde ai canoni di ordine e coerenza. Ma così si sono presentati. Basterà saltare queste pagine per ritrovare ordine e coerenza.
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A Vienna gli artisti di strada hanno una vita difficile. La città è piena di edifici storici di grande pregio e quindi l’autorizzazione per la concessione di un muro richiede una attenta valutazione dell’opera che vi sarà sviluppata, in modo che resti ben ambientata nel contesto. Alcune gallerie organizzano mostre di arte di strada: un vero controsenso ma che testimonia l’accettazione dell’arte di strada da parte della cultura tradizionale con le sue strutture. L’associazione Calle Libre, finalizzata alla promozione dell’arte urbana negli spazi pubblici ha organizzato, negli ultimi anni, festival dell’arte di strada con la partecipazione di artisti provenienti da varie nazioni che hanno operato in spazi concessi dal municipio. La zona più stimolante è il lungofiume tra Schwedenplatz e Friedensbrücke nella quale numerosi graffiti sono alla vista dei curiosi e dei passanti abituali, divenendo così parte naturale della vita quotidiana.
Fig. 3 - Vienna: Theresianum gasse Fotografia: Giuseppe Silvestri.
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Fig. 4 - Vienna: Theresianum gasse - Fotografia: Giuseppe Silvestri.
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Le agenzie che promuovono i percorsi guidati sull’arte di strada di Londra, raccontano ai loro probabili utenti che lo scenario è estremamente dinamico, per il continuo avvicendarsi di opere con altre opere sulle stesse superfici o di cancellazioni effettuate dal Municipio. Shoreditch è un quartiere chiave per l’arte di strada, con un grigio passato industriale, che ha conosciuto un lento ma inesorabile degrado sino alla inversione di tendenza degli anni ’80 – ’90. I bassi costi della vita hanno attirato schiere di artisti che, con la loro attività, hanno riportato la vita nel quartiere: austeri magazzini sono stati trasformati in gallerie, l’arte di strada ha cominciato ad affermarsi, piccoli pub e caffè vi si sono insediati e cosi si è avviato il circolo virtuoso della riqualificazione. Oggi Shoreditch è un quartiere nel quale ritornano le classi medio alte, gli edifici industriali sono riconvertiti in uffici spesso occupati da aziende high-tech e gli affitti delle abitazioni crescono in modo notevole: in altre parole è divenuto uno dei quartieri più vivaci e stimolanti della capitale inglese.
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Fig. 5 - Londra: Grimsby Street, Shoreditch - Artisti: Gee Street Art e Ben Naz - Fotografia: KylaBorg.
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