Ant one l l aGi a nv e c c hi o
Gi oc hi eďŹ l a s t r oc c he ne l l et r a di z i oni popol a r i di Al i me na
Ant one l l aGi a nv e c c hi o
Gi oc hi eďŹ l a s t r oc c he ne l l et r a di z i oni popol a r i di Al i me na
I nc ope rna F ot odi Al i me nade l l ' a ut r i c e Pr opr i e t àl ee r a r i ar i s e r v a t a L ’ a ut r i c edi c hi a r adi e s s e r et ol a r ede i c ont e nu e s pos ne l l apr e s e nt eope r a . Copy r i g ht© 2018-T u i di r is onor i s e r v a pe rt u i P a e s i An pode ss . a . s . v i aT os c a na2 90144P a l e r mo www. a n pode s . i t Ema i l : i nf o@a n pode s . i t I S BN9788899751593 Ant one l l aGi a nv e c c hi o, Gi oc hi efil as t r oc c hene l l et r adi z i oni popol ar i di Al i me na, An pode s , P a l e r mo2018.
A tutte le persone che amano le tradizioni
Antonella Gianvecchio
"Non c'è infanzia senza gioco, ma non c'è gioco senza infanzia." H. Zulliger
"Affrettiamoci a salvare dalle ingiurie del tempo questi preziosi documenti della storia intima del popolo." G. Pitrè
"Non sempre ciò che vien dopo è progresso." A. Manzoni
ADDIO, MIA VECCHIA ALIMENA! Quando le strade del mio paesello rallegravano i giochi dei bambini, ogni giorno di vita era bello per i grandi e i piÚ piccini. In quel tempo di sana allegria, sotto l’ombra del vecchio campanile, ogni sogno era incanto e poesia e la gente teneva un altro stile. Or che i computer fan da padroni ed i robot girando van sui letti, tanti desiri non han soluzioni e l'angoscia invade molti petti. ROSA FERRARELLO
INTRODUZIONE ---------------------------Una pressante esigenza interiore in me, che ho passato la fanciullezza ai limiti dell'avvento della civiltà dei computer, la quale ha spazzato via i giochi innocenti e spensierati all'aria aperta per sostituirli con video-game e giocattoli elettronici, mi induce a ritornare alle radici, appassionata anche dai racconti dei genitori e dei più anziani, per non perdere la memoria di quel patrimonio di tradizioni popolari pieni di magia. Il mio interesse verso i giochi antichi di Alimena, oltre che l'approfondimento delle tradizioni nel contesto socio-culturale del tempo, ha un duplice scopo: 1) studio dell'aspetto psico-motorio e sue implicazioni; 2) eventuale utilizzo in sede educativo-didattica. Il gioco è stato sempre un fenomeno universale che ha attraversato tutte le società nello spazio e nel tempo; esso ha molta importanza nella formazione della personalità ed, in tempi recenti, ne è stata messa in rilievo la sua utilità educativa nel campo scolastico. Con il radicale mutamento della società negli ultimi decenni il gioco, nonché l'approccio nei suoi confronti, sono cambiati rispetto alle tradizioni mantenute per secoli. Diventa oltremodo interessante conoscere i meccanismi, le piccole regole, la partecipazione personale nei giochi praticati nelle società poco evolute, contadine, sviluppatesi rapidamente nel giro di pochi decenni, come detto, in maniera radicale. Tutto allora era improntato alla semplicità, alla spontaneità, alla sobrietà, all'assenza di inibizioni, eppure possedeva “in nuce” le stesse peculiarità della nostra cultura avanzata, in cui entrano in scena giochi-sport e giocattoli “strutturati”, cioè predisposti per uno scopo preciso. Non si gioca più nella strada, nel cortile, nei campi; il bambino, preadolescente, l'adolescente vivono in spazi chiusi, all'interno del mondo degli adulti, senza la possibilità di dare sfogo liberamente alle loro energie accumulate, alla loro pulsioni inconsce, come pensava Freud. 9
In questi termini diventa interessante rivisitare i giochi del passato, per individuarne gli attributi, le motivazioni, la funzionalità nell’espressione più pura ed autentica di creatività, di rapporti interpersonali, di espressione delle esperienze cognitive, affettive, fisiche, in piena autonomia e libertà. L'oggetto d'indagine del presente lavoro sui giochi più significativi e divulgati, conosciuti in Alimena fino a qualche tempo fa, abbraccia quell'arco dell’età evolutiva ludica, che va approssimativamente dai 4-5 anni ai 13-14 anni, con esclusione dei giochi solo infantili, affidati alla spontaneità e privi di regole vere e proprie. I giochi popolari hanno una storia sociale nell'ambiente non molto progrediti del mio paese, allora prettamente agricolo ed ad economia chiusa e si presterebbero ad un vasto studio di carattere squisitamente tradizionale e di relazione con giochi esercitati presso popoli più antichi o di aree più vicine; ma lo scopo principale della tesi è basato sul rapporto tra il gioco e il corpo ( funzione biologica), tra il gioco e la psiche (funzione psicologica), tra il gioco e il pensiero (funzione mentale), in una parola in relazione allo sviluppo psico-motorio propriamente detto. Ho ritenuto pertanto opportuno, indicare alla fine della descrizione di ogni gioco le caratteristiche osservabili sotto il predetto profilo, considerando il gioco come comportamento e non come fatto sociale. La classificazione non sempre rigorosa, in quanto scaturita da valutazione personale, ha il semplice scopo orientativo e nessuna pretesa scientifica, peraltro ancora oggi molto sfumata nei suoi contorni. Nella descrizione delle regole dei vari giochi, conosciuti generalmente dalla viva voce di persone anziane e, solo in qualche caso, sperimentati nella mia fanciullezza, non ho seguito uno schema ben preciso proprio per mettere in risalto il carattere libero, vario, a volte un po' selvaggio, di una pratica in certi casi quasi sportiva, ma senza nessun supporto scientifico. Esercitata in un ambiente favorevolmente stabile, cioè senza grandi mutazioni o flussi migratori, e, paradossalmente, sano, cioè nella strada, ma all’aperto, sviluppava un personale sistema di vita verso la formazione dell'uomo e, quel che più mi sta a cuore focalizzare, appagava pienamente tutti i partecipanti costretti pur dentro un orizzonte chiuso, che non si allargava al di là della chiostra dei monti (le Madonie) che fanno da sfondo ad Alimena.
10