Lungo le vie del mare:Layout 1 31/10/2014 11:18 Pagina 2
Lungo le vie del mare:Layout 1 31/10/2014 11:18 Pagina 1
Walter Vincenzo Maria Capponi
Lungo le vie del mare
Lungo le vie del mare:Layout 1 31/10/2014 11:18 Pagina 2
Lungo le vie del mare:Layout 1 31/10/2014 11:18 Pagina 3
A mio Padre, sempre vivo nei miei ricordi.
Lungo le vie del mare:Layout 1 31/10/2014 11:18 Pagina 4
Copyright Š 2014 - Tutti i diritti sono riservati per tutti i Paesi Casa Editrice Antipodes Via Toscana, 2 90144 Palermo www.antipodes.it info@antipodes.it ISBN: 978-88-96926-40-6
In copertina: disegno di Anna Maria Giarrizzo. Walter Vincenzo Maria Capponi, Lungo le vie del mare, Antipodes, Palermo 2014
Lungo le vie del mare:Layout 1 31/10/2014 11:18 Pagina 5
Prologo
R
icordo con malinconia quella giornata di fine ottobre di molti anni fa…L’inverno pareva arrivato con qualche mese d’anticipo e stavo passeggiando lungo l’interminabile spiaggia della “baia incantata” con l’unica compagnia dei miei pensieri. Pensieri affranti e malinconici. Un gelido vento proveniente dal mare mi sferzava con violenza il viso quasi a volermi ridestare dalle mie malinconie. Al solo ricordo rivivo ancora quel profumo un po’ acre della salsedine armonizzato dal fresco aroma dei pini: quelle due essenze, l’una di mare e l’altra di terra, fondendosi davano origine a una magica fragranza… Quell’aroma spirava nell’aria e riportava la mia mente ad antichi e magnifici ricordi. Da bambino andavo spesso con mio padre a passeggiare lungo quel litorale e lì, mentre i nostri piedi nudi rimanevano impressi sulla rena, mi raccontava storie di mare e di 5
Lungo le vie del mare:Layout 1 31/10/2014 11:18 Pagina 6
avventura, tutte improntate al rispetto per la natura. Rievoco il tono calmo e fioco della sua voce, quando mi sussurrava le parole, quasi a non voler disturbare le dolci note effuse dalle onde del mare. Rivivo il senso di protezione e calore datomi dalla sua grande mano, dura e callosa, mentre stringeva la mia, liscia e delicata. Quanti ricordi…È stato lui a tramandarmi la passione per il mare e, soprattutto, mi ha sempre insegnato a rispettarlo e amarlo, non commettendo l’errore di considerarlo come un “oggetto” di nostra proprietà: una cosa da usare per poi essere gettata via quando esaurita. Quante notti abbiamo passato assieme, in compagnia di un termos di cioccolata calda e delle nostre canne da pesca e anche se il carniere rimaneva vuoto, non aveva importanza; l’importante era l’essere lì, l’uno accanto all’altro. Mi favoleggiava delle sue improbabili battute di pesca, in cui si trasformava nel più esperto dei pescatori, io facevo finta di crederci e mi complimentavo con lui. Era felice e orgoglioso di apparire un piccolo eroe agli occhi della sua creatura. È sempre stato lui a insegnarmi ad ascoltare il mare, a percepire il fremito delle onde come fosse parte di un’unica armonia: tante piccole note musicali, l’una diversa dall’altra. Note che prese da sole non dicono nulla, ma unite danno origine a una splendida musica, la più bella sinfonia dell’universo. Ricordi…ricordi bellissimi, ma rimarranno per sempre solo e unicamente dei ricordi. Lui non c’è più e quei tempi non potranno mai più ritornare. Col calar della sera il freddo si faceva sempre più intenso ed io ero protetto solo da uno spesso pullover di lana a collo alto di colore blu, mentre una berretta rossa mi copriva sino alla fronte, dandomi sicuramente un’aria alquanto buffa; ma io ero talmente immerso nei miei tristi e malinconici pensieri, da non sentire neanche più le gelide gocce di acqua marina portate dal vento. Di 6
Lungo le vie del mare:Layout 1 31/10/2014 11:18 Pagina 7
tanto in tanto incontrollabili brividi di freddo mi provocavano un tremito lungo tutto il corpo, ma l’intensità dei miei pensieri era così profonda da farmene accorgere solo a posteriori. La baia era deserta e silenziosa, le immagini e i suoni della trascorsa estate: gli ombrelloni, le sdraio, i bambini mentre giocavano allegramente sulla riva, le grida e gli schiamazzi in mezzo all’acqua, le urla dei venditori ambulanti di colore mentre decantavano la loro merce… erano visioni ormai lontane. Di quei momenti rimanevano solamente le piccole baracche di legno, dove erano deposte le attrezzature estive e le rosse torrette, da cui i bagnini vegliavano il mare. Non c’era nessuno. Il silenzio, quasi irreale attorno a me, mi trasmetteva allo stesso tempo uno stato d’ansia e di gioia, potevo addirittura sentire il rumore dei miei passi affondare sulla rena, accompagnati dal dolce suono delle onde mentre accarezzavano teneramente la battigia. Ogni tanto si sentiva in lontananza il rauco strido di un gabbiano in cerca di cibo e quando mi voltavo, lo immortalavo nel momento in cui, con estrema grazie e maestria, s’immergeva nell’acqua, uscendo poi con la sua piccola preda nel becco, per poi riprendere il volo. La mia mente fu rapita da quelle immagini e iniziai a pensare alla forza del mare. Mi girai su me stesso e vidi i miei passi sulla rena fondersi con le onde del mare. Pensai a quei granelli di sabbia: un tempo dure rocce erose dallo stesso abbraccio che oggi le protegge. Il mare l’anima stessa della vita: dalle sue acque tutto ebbe inizio e forse un giorno tutto avrà fine. Mi destai dai miei pensieri per soffermarmi alcuni istanti a guardare un’immagine magnifica, talmente bella da non sembrare vera, ma frutto della fantasia di un abile pittore. Rividi quello stesso gabbiano ora stava volando con le sue ali spiegate verso l’orizzonte, sembrava quasi voler raggiungere quello splendido tramonto, per riuscire ad anticiparlo in fondo al mare. Quella ma7
Lungo le vie del mare:Layout 1 31/10/2014 11:18 Pagina 8
gica visione risvegliò in me tristi pensieri e mi resi improvvisamente conto di com’era vuota e senza senso la mia esistenza. Ero sempre indaffarato a rincorrere il successo senza aver tempo di osservare il mondo circostante. A quel punto i torbidi pensieri della pessima giornata appena trascorsa presero il sopravvento, oscurando quel meraviglioso paesaggio. Eppure cosa avevo da lamentarmi? La vita mi aveva dato una bella famiglia, agio, benessere, un lavoro di prestigio. Probabilmente la maggior parte degli uomini avrebbe invidiato la mia situazione. Ma io mi sentivo vuoto dentro, come se avessi perduto una parte di me, quella più importante. Assorto nei miei tetri pensieri, avevo perso la cognizione del tempo. In lontananza vidi un bagliore: qualcuno aveva fatto un grande falò sulla spiaggia. Mi avvicinai e scorsi vicino al fuoco un anziano pescatore mentre stava intrecciando delle reti. Lo faceva con straordinaria maestria. Rimasi immobile, per alcuni interminabili istanti, a fissare quella straordinaria figura, senza dire alcuna parola. Improvvisamente dopo quella visione, come per effetto di una non so quale magia, tutti i miei tristi ricordi erano scomparsi, lasciando il posto a un ritrovato sorriso. Diverso era anche il paesaggio, senza rendermene conto di aver camminato molto, ero giunto in una parte dell’insenatura a me sconosciuta. Il sole era completamente tramontato e al suo posto c’era una magnifica luna piena. Il paesaggio era meraviglioso e i piccoli ciottoli di ghiaia dai mille colori, quando erano raggiunti dall’acqua e colpiti dai raggi della luna, assumevano la brillantezza di tante minuscole gemme. La scogliera circostante era di un bianco candido quasi irreale, su cui si alternavano grandi e piccoli tratti di roccia colorata, dove erano cresciuti dei minuscoli ciuffi d’erba disseminati qua e là. Sembrava quasi di essere di fronte a un’immensa tela dipinta da un abile pittore. In mezzo al mare, decine di piccoli scogli formavano una sorta di fragile barriera quasi invisi8
Lungo le vie del mare:Layout 1 31/10/2014 11:18 Pagina 9
bile, su cui s’infrangevano le onde prima di raggiungere l’arenile. In quell’istante la mia mente fu rapita dal rumore emesso dal battito delle ali di alcuni gabbiani che si stavano levando in cielo. Quei suoni si accompagnavano magistralmente alle note emesse dal mare e quell’anziano pescatore sembrava quasi, con i suoi lenti e ritmati movimenti, esserne il direttore d’orchestra. C’era qualche cosa di magico in lui, trasferiva in me un senso di straordinaria sicurezza e di pace interiore. I suoi lunghi capelli bianchi ondeggiavano alla fredda brezza, proveniente dal mare e creavano delle onde perfette di straordinaria bellezza. Il suo viso sembrava scolpito dalle onde e dal vento, con dei lineamenti dolcissimi, induriti solamente dai lunghi solchi scavati dai tanti anni passati per mare. Ad adornare quell’antico viso c’era una folta barba, soffice e candida come la bianca spuma marina. I suoi grandi occhi, pur stanchi e affaticati da quell’antico mestiere, trasmettevano una luce speciale e un’incredibile voglia di vivere e mi ricordarono i miei, quando ero ancora un fanciullo, pieno di sogni e di speranze. In quel momento mi ricordai dei tempi in cui ero bambino e con la fantasia riuscivo a viaggiare in mondi lontani e sconosciuti, vivendo delle incredibili avventure. Quante volte nelle piovose giornate d’inverno guardando fuori dalla finestra della mia cameretta, in una piccola e grigia casa di un sobborgo di periferia, avevo osservato le gocce di pioggia mentre cadevano dal cielo e avevo immaginato che ognuna di esse avesse una propria storia da raccontare. Non ricordo a che età e per quale motivo smisi di sognare, in quel momento rimpiansi di non avere più il dono di viaggiare con le ali della fantasia. Quel vecchio pescatore aveva delle grandi mani callose indurite dal tempo, ma le muoveva con delicatezza, sembrava quasi accarezzare i bianchi fili della rete con la stessa dolcezza di una madre con il suo piccolo. Il suo corpo, nonostante l’età, era forte e vigo9
Lungo le vie del mare:Layout 1 31/10/2014 11:18 Pagina 10
roso come se l’avesse forgiato il mare stesso durante una violenta mareggiata. A un certo punto alzò gli occhi e guardò dritto nei miei, con uno sguardo talmente intenso, da lasciarmi impietrito per alcuni istanti, ma poi scorsi nascere dalla sua folta barba uno smagliante sorriso che sembrò illuminargli il viso. Con un po’ di timore, presi coraggio, e con voce arrochita gli rivolsi la parola: «Buonasera, stavo facendo una passeggiata e devo aver perso la cognizione del tempo, le dispiace se mi siedo qui accanto a lei? Sa, fa tanto freddo e il tepore del suo fuoco è molto invitante.» «Ci mancherebbe altro, la spiaggia è un bene di tutti, chi sono io per impedirle di sedersi qui? E poi se devo essere sincero, mi fa piacere avere un po’ di compagnia. Questo tratto di spiaggia è sempre così deserto in questo periodo dell’anno!» Poi con tono ironico aggiunse: «Mi potrebbe fare un favore? Le dispiacerebbe molto se ci dessimo del tu? Sa, non sono abituato al lei e poi mi fa sentire molto più vecchio di quello che sono, anche se di anni ne ho veramente tanti.» Scoppiammo in una fragorosa risata ed io gli risposi che mi faceva un immenso piacere potergli dare del tu. Poi lui aggiunse: «Qui tutti mi conoscono come nonno Martino, se ti fa piacere, puoi chiamarmi anche tu così.» «Scusami nonno Martino, ero talmente intento a guardarti mentre intrecciavi le reti, che mi sono scordato di presentarmi. Io sono Vincenzo, per gli amici Enzo.» Martino prese una bottiglia e due bicchieri da un piccolo canestro e m’invitò a bere con lui. Mi accomodai al suo fianco, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo viso, di nuovo illuminato da quel sorriso così rassicurante. Ebbi in quel momento una specie di flashback e mi ricordai di quando ero un bambino: avrò avuto 10
Lungo le vie del mare:Layout 1 31/10/2014 11:18 Pagina 11
sì e no cinque o sei anni e, davanti al caminetto scoppiettante, sedevo sulle ginocchia del mio amato nonno e mentre sorseggiavamo una tazza di cioccolata bollente, lui mi raccontava delle splendide storie, dove realtà e fantasia divenivano un tutt’uno. Ritornato in me, iniziai a sorseggiare quel dolce nettare degli dei: era un ottimo sciacchetrà, un dolce e raro vino liquoroso delle terre di Liguria, ottenuto dall’essiccazione delle uve esposte al sole e al vento del mare, dal profumo intenso. Rimanemmo in silenzio ad ascoltare il mormorare delle onde, fu lui a un tratto a infrangere quell’incanto: «Caro Enzo ti piacerebbe se ti raccontassi una storia fantastica realmente accaduta tanti anni fa? Una storia che parla d’amore, fantasia e amicizia?» «Certamente, mi farebbe un immenso piacere.» Risposi io. Bevve in un unico sorso il vino rimasto nel bicchiere, tirò un sospiro e iniziò a raccontare…
11