Io sto anteprima

Page 1


Io sto_7:Layout 1 10/06/2014 14:38 Pagina 4


Io sto_7:Layout 1 10/06/2014 14:38 Pagina 1

Silvia Lo Forte

Io sto Pensieri, emozioni e stati d’animo


Io sto_7:Layout 1 10/06/2014 14:38 Pagina 2

Copyright Š 2014 - Tutti i diritti sono riservati per tutti i Paesi Casa Editrice Antipodes Via Toscana, 2 90144 Palermo www.antipodes.it info@antipodes.it ISBN:978-88-96926-61-1 Silvia Lo Forte, Io sto. Pensieri, emozioni e stati d’animo. Antipodes, Palermo 2014.


Io sto_7:Layout 1 10/06/2014 14:38 Pagina 3

A noi due, perchĂŠ, per quel che vale, io ci credevo veramente


Io sto_7:Layout 1 10/06/2014 14:38 Pagina 4


Io sto_7:Layout 1 10/06/2014 14:38 Pagina 5

Introduzione

Auto-biografica e auto-ironica, con sentimento, lucidità, e quella giusta dose di cinismo precisamente orientata a smorzare il romanticismo crescente, o spezzato, di una storia d’amore, Silvia Lo Forte ”sta” esattamente come qualsiasi utente che, attraverso facebook, comunica pensieri, parole, stati d’animo, in modo da “condividere” più facilmente parti di sé con una realtà del tutto peculiare che è, appunto, quella dei moderni social network. Facebook è una città come tutte le altre, con regole particolari che non si trovano nel contratto con cui ci s’iscrive al sito, ma che, il più delle volte, si vengono a stabilire di fatto tra quello che scriviamo e i destinatari dei nostri pensieri, o anche, come in questo caso, di quel subconscio che diventa reale nel momento stesso in cui, con un semplice click nella tastiera di un computer, si presta ad essere liberamente e variamente interpretato da quelli che il sito stesso definisce, il più delle volte esagerando, amici. Attraverso dodici capitoli, la giovane autrice riporta una successione di status condivisi (e non) su facebook, che hanno trasformato la sua pagina in un diario di emozioni e di pensieri in cui condividere le piccole e le grandi sfide della quotidianeità di una sognatrice apparentemente fuori dal tempo, a volte seriamente messa in crisi dal dolore, dalla perdita o dalla rinuncia a qualcosa di bello, altre volte


Io sto_7:Layout 1 10/06/2014 14:38 Pagina 6

fiduciosa nell’esistenza di un concetto di bene universale che può guarirci da ogni cosa. Facebook è un mezzo pericoloso per alcuni, geniale per chiunque, di business per pochi, ma di reale, sapiente e calibrata condivisione per Silvia. Da quello che scrive, emerge il ritratto di una ragazza dolce e determinata, la quale, superati i trent’anni, si ripromette di ricercare, in maniera fedele e coerente alla sua anima, una propria, personale, posizione in una società ad ostacoli, credendo negli incontri del destino e partendo per avventure che non avrebbe mai messo in agenda, forse neppure fino al giorno prima. Silvia si apre per condividere il dolore per qualcosa che non c’è, o che non c’è più, la felicità per una cosa bella, piccola o grande che sia, l’euforia di una riscossa, l’adrenalina di alcune scelte talmente coraggiose da catapultarti, da un giorno all’altro, dall’altro capo del mondo, senza perdere la magia che assume poi il varcare la porta di casa al rientro. Non a caso, un suo amico ha coniato l’aggettivo sostantivizzato “silvialofortata” per descrivere tutte le azioni caratterizzate da quell’energia impulsiva e passionale che può portare a prendere la decisione più inaspettata, per certi versi tanto segretamente attesa e desiderata, o a cercare di realizzare i propri sogni, anche quando non si intravedano reali margini di successo. Amore, amicizia, famiglia, lavoro e capi ai quali portare rispetto, l’istantaneo processo che ci porta a individuare nel divano e in una serie tv i più disincantati alleati per i momenti di pigrizia, e nelle nuvole e nei tramonti l’evasione e il rifugio da un mondo che può ferirti in ogni momento, sono i grandi protagonisti degli status di una ragazza che ama le cose belle della sua città, e che ne riconosce le parti negative, a volte con distacco, altre con partecipazione e voglia di combattere. Che crede nella possibilità di migliorare giorno per giorno senza mai tradire la propria personalità e il proprio cuore, rispettando sempre gli spazi degli altri, provando a ritrovare nelle vecchie foto dei suoi genitori o dei suoi nonni, o in un bic-


Io sto_7:Layout 1 10/06/2014 14:38 Pagina 7

chiere di vodka la sera, insieme agli amici, quel sorriso che a volte è fin troppo facile perdere durante il giorno. Appellandosi una volta alla forza evocativa della storia di Orfeo e di Euridice, un’altra a quella del cinismo insito all’interno di un percorso professionale che spesso sfida ogni umana sopportazione, con questo scritto, Silvia compie un breve viaggio in quello che rappresenta oggi, ormai quasi per tutti, con rarissime eccezioni, uno dei modi più semplici, e difficili allo stesso tempo, per farsi capire e conoscere dagli altri. Non importa tanto che le persone ti apprezzino, ciò che conta è rimanere fedeli a se stessi, seguire con coerenza le proprie aspirazioni, non avere paura di dire ciò che si è e che ci si aspetta dalla vita. Alcuni dicono che questo tipo di condivisione sia poco sano e mortifichi il dialogo, eppure Silvia ci mostra come tale tipo di percorso possa rivelarsi affascinante e costruttivo se condotto nella giusta misura, in modo sano ed equilibrato, con sincerità e rispetto sia per se stessi che per la comunità cibernauta. Per aprirci, cercare alleati, provare a vederci in modo diverso, amarci un po’ di più, e comprendere meglio chi abbiamo vicino, per poi comportarci di conseguenza. Siamo sempre di più ciò che condividiamo. E la linea di confine fra ciò che siamo e ciò che, invece, decidiamo di condividere si appresta a divenire forse la nuova sfida della psicologia moderna, pur costituendo già da ora un filtro potente in grado di esaltare, così come di affievolire, gli stati d’animo, le gioie, i dolori e i sentimenti che si provano giorno per giorno. Marco Grisafi


Io sto_7:Layout 1 10/06/2014 14:38 Pagina 8


Io sto_7:Layout 1 10/06/2014 14:38 Pagina 9

La vita come viene

In questa prima sezione c’è un po’ della mia filosofia di vita. Per niente unitaria, anzi frammentaria, incidentata, capace di rivelarsi a tratti sicura di sé, a tratti estremamente fragile, alla costante ricerca di un equilibrio che non c’è, e che forse non ci sarà mai. Immagino che, probabilmente, tale instabilità derivi dal tradizionale dissidio intercorrente tra la mente e il cuore, per cui si “pensa” in un modo e si “sente” in un altro. Così, ecco il proliferare di pensieri, sensazioni, emozioni e stati d’animo, a volte collegati e interdipendenti, a volte distanti e, forse, anche in contrasto tra loro, che si susseguono e/o si alternano nella mia testa e nel mio cuore. C’è un tema costante nella vita: il cambiamento. Una delle sensazioni peggiori al mondo è il sentirsi a disagio in un determinato ambiente, perché non ci si reputa adeguati o, più semplicemente, perché si è diversi rispetto alle dinamiche e agli altri soggetti coinvolti. È questo il motivo principale per cui spesso si tende a pensare che la soluzione migliore sia quella di adattarsi, a mo’ di piccoli camaleonti, ai colori di cosa e di chi ci stia intorno, cercando di declinare il proprio carattere e la propria personalità in tal senso. C’è chi per farlo, addirittura, riesce a rinunciare agli ideali in cui crede e a saltare da una parte all’altra


Io sto_7:Layout 1 10/06/2014 14:38 Pagina 10

senza porsi alcun problema, dubbio o limite, anche mettendo da parte le persone cui vuole bene. Ma questa “flessibilità”, devo essere sincera, mi spaventa. Con il tempo, ho imparato a capire che essere diversi non è necessariamente una cosa negativa, così com’è vero che non tutti i cambiamenti sono positivi. Quando si tratta di cedere ad alcune logiche, e di muoversi in base ad un proprio tornaconto personale, senza aver cura dei propri principi o delle altre persone, io rimango ferma al punto di partenza. Non riesco ad accettare l’idea di dover diventare più o meno spregiudicati, egoisti e noncuranti, solo perché la società lo richiede. Peraltro, personalmente, io non riesco a cambiare neppure quando provo, semplicemente, a non aspettarmi più niente o, comunque, ad aspettare di meno le cose, a smettere di sognare e rimanere con i piedi per terra, a pensare di più a me stessa e un po’ di meno agli altri. Così, tendo a prendere la vita come viene. Accettando quello che sono e, nel contempo, aprendomi ad un altro tipo di possibilità, e prospettive. Perché, se, da un lato, è giusto non modificare – né, tantomeno, rivoluzionare - se stessi per diventare qualcosa che non si è, soltanto per affermarsi e avere la meglio su chi ci sta intorno, dall’altro non bisogna dimenticare che, a guardar bene, c’è sempre dell’altro. Speranza, possibilità, e volontà di intraprendere dei cambiamenti che siano invece positivi, per ricercare quella che potrebbe essere la migliore versione di se stessi. Per sé e con gli altri. E per quanto questo tipo di evoluzione sia la più difficile, e a volte, pur muovendosi, sembra che si rimanga sempre fermi, credo sia la stessa voglia di cambiare a farci cambiare, a prescindere dai risultati concreti che possano aversi immediatamente. Tutto sta nel percorso che si fa. Ed è lungo questa via che cresci e diventi diverso, magari migliore, e la maggior parte delle volte neppure te ne accorgi.


Io sto_7:Layout 1 10/06/2014 14:38 Pagina 11

Ci sono tanti momenti in cui ci si sente dei pesci fuor d’acqua, incompleti, in attesa di qualcosa che non arriva, o che non torna. E l’unico modo che esiste per superarli è pensare che questa non è ancora la fine. I veri uomini piangono soltanto quando un calciatore sbaglia un calcio di rigore ai mondiali. A volte capitano dei periodi di smarrimento in cui hai bisogno di affezionarti a qualcosa, che sia un luogo, una canzone, una persona, o anche soltanto un’idea. Che ti porti dietro, che ti fa compagnia per la strada, finché non sai, di nuovo, quale direzione prenderai. Però quella faccenda della porta che si chiude e del portone che si apre non l’ho mica capita. Credo molto nella forza salvifica dell’ironia, del resto deve esserci un motivo per cui “iron” in inglese vuol dire “ferro”. Svegliarsi con il rumore della falciatrice (bicchiere mezzo vuoto) e il profumo di erba appena tagliata (bicchiere mezzo pieno). Siccome domani sono santa, oggi faccio tutto quello che mi pare. #ilgiornoprimadell’onomastico Prima o poi, anche per i ricordi a lunga conservazione arriva una data di scadenza.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.